XI^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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N. 10

 

SEDUTA Di SABATO 7 NOVEMBRE 2020

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DOMENICO TALLINI

E DEL VICEPRESIDENTE LUCA MORRONE

 

 



Presidenza del presidente Domenico Tallini

La seduta inizia alle 15,10

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, disponendo che l’Aula osservi un minuto di silenzio in memoria della Presidente della Giunta regionale, Jole Santelli.

 

(Il Presidente del Consiglio depone un mazzo di fiori sullo scranno della Presidente della Giunta regionale)

In memoria della Presidente della Giunta regionale, Jole Santelli

PRESIDENTE

Invita i consiglieri e tutti i presenti a levarsi in piedi e osservare un minuto di silenzio in memoria della Presidente della Giunta regionale, Jole Santelli, prematuramente scomparsa.

 

(I consiglieri e tutti i presenti si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio)

 

Emergenza Covid-19 “Calabria Zona Gialla”

PRESIDENTE

Avviamo i lavori con il punto all’ordine del giorno sull’ Emergenza Covid-19 “Calabria Zona Gialla”.

Colleghi consiglieri, quando ci si trova davanti a delle grandi ingiustizie non c’è bisogno di atti di eroismo. Sicuramente la riunione straordinaria dell’assemblea di oggi non è un atto di eroismo, ma è sicuramente un atto di orgoglio, un momento in cui ognuno di noi, con i suoi limiti, con i suoi difetti, con i suoi errori, deve farsi trovare pronto per difendere la comunità che rappresenta.

Non è un atto di sfida precostituita al Governo. È invece una difesa dell’autonomia di una terra e di un popolo che rischia di pagare prezzi altissimi ad una politica sanitaria nazionale, assolutamente fallimentare, che tenta in tutti i modi di coprire i clamorosi ritardi ed errori che hanno favorito la seconda ondata del virus nel nostro Paese.

In queste ore la verità sta affiorando. Le allucinanti dichiarazioni del commissario Cotticelli, l’uomo voluto dal Governo per gestire la Sanità calabrese, lasciano senza parole e dimostrano che la Calabria è stata mandata alla deriva da Conte, Di Maio e Speranza.

L’inserimento della Calabria nella “zona rossa” è priva di ogni logica. I dati in nostro possesso dimostrano che il virus circola in Calabria cinque o sei volte in meno che in Campania, Basilicata e tante altre regioni inserite nella zona gialla.

Sappiamo dello stato fragile del nostro sistema ospedaliero, ma sappiamo anche che la saturazione delle terapie intensive e dei reparti è ancora ben lontana dai livelli di guardia.

Il sospetto - più di un sospetto - è che il Governo, pur di prorogare per altri tre anni lo stato di commissariamento della Sanità calabrese, abbia creato in laboratorio un caso Calabria, bisognevole delle cure amorevoli dei Commissari nominati dai Cinquestelle.

Noi comprendiamo la rabbia della gente. Comprendiamo anche che se la prenda con la Regione, ma le cose che stanno emergendo in queste ore, nella loro terrificante drammaticità, debbono fare maturare nell’opinione pubblica calabrese che c’è bisogno di una reazione forte, una reazione di dignità, una sorta di “rivolta delle coscienze” contro uno Stato centrale che umilia una Regione che avrebbe bisogno di protezione e sostegno.

Si è detto: in questi sette mesi - dalla prima ondata del virus ad oggi - non si è fatto nulla per migliorare la situazione sanitaria della Calabria!

E chi doveva farlo? In vari passaggi ministeriali, in vari verbali e circolari ufficiali, è stato ribadito che tutta la gestione delle risorse assegnate alla Calabria per contrastare il virus toccava e tocca alla struttura commissariale e cioè allo stesso Governo.

Nell’ultima riunione del Tavolo di verifica degli adempimenti regionali, tenutosi nei giorni 8 e 9 ottobre, il cosiddetto Tavolo Adduce, i Ministeri hanno ribadito che la redazione e l’approvazione del Programma operativo relativo all’emergenza Covid-19, nonché la destinazione e la gestione delle relative risorse, rientra nell’esclusiva competenza della struttura commissariale.

È di una gravità assoluta, che non può passare senza una reazione, quanto detto dal commissario, generale Cotticelli, nella trasmissione televisiva Rai.

Cotticelli, dopo molte reticenze, ha ammesso che il Piano anti Covid doveva farlo lui, che il Ministero della salute ci ha messo due mesi per rispondere ad un suo quesito e che, capite bene, solo tra una settimana il Piano sarà pronto.

Capite bene? Il Commissario governativo doveva fare il Piano anti Covid e il Ministero della salute non ha fatto nulla per metterlo in mora.

Avete capito quale razza di personaggi il Governo ha mandato in Calabria?! Gente incapace, burocratici in pensione che non sanno nulla di Sanità ma che sono solo funzionali alle mire dei Cinquestelle e del ministro Speranza.

Cominciamo a denunciare le tante falsità di questo Governo e dei suoi cortigiani. Alla Calabria sono stati assegnati non 86 milioni di euro, quanto sostengono tutti i parlamentari di Cinquestelle, ma 115 milioni di euro nel quadro della lotta al Covid-19, ma nelle casse ne sono arrivati solo 45 milioni.

Che fine hanno fatto gli altri 70 milioni?

E cosa ne ha fatto la struttura commissariale dei 45 milioni di euro assegnati dal Dipartimento della salute?

Lo diciamo noi: ne ha utilizzati solo 30 milioni, in maniera nemmeno del tutto trasparente, lasciandone nei cassetti 15 milioni, una somma enorme che sarebbe bastata ad aprire circa 150 posti di terapia intensiva.

Conte e Speranza diano conto ai calabresi di questo scempio, di questo indecoroso furto. Chiamino alle loro responsabilità gli inetti che hanno nominato nelle strutture commissariali. E soprattutto ci dicano che fine hanno fatto i 70 milioni mancanti.

Noi studieremo con gli uffici legali la possibilità di una grande azione di risarcimento danni nei confronti dei superpagati esperti dei Cinquestelle, mandati in Calabria per gestire potere e denari, responsabili di questo clamoroso ammanco che ha privato la Regione di nuovi servizi sanitari nel contrasto all’epidemia.

Dobbiamo chiedere i danni al ministro Speranza e al commissario Cotticelli per la mancata predisposizione del Piano anti Covid e il mancato utilizzo di 15 milioni di euro.

Da quasi 3 anni la Sanità calabrese è in mano ad un solo partito, i Cinquestelle, che ha espresso i vari Commissari.

Ci portino i risultati ottenuti! Se li avessero ottenuti, non sarebbe stata giustificata la zona rossa. La verità vera è che l’incapacità di governo dei Cinquestelle si è dimostrata in tutta la sua crudezza nella sanità calabrese.

Grazie ai Commissari, abbiamo avuto tagli al personale, tagli ai reparti, tagli agli investimenti tecnologici.

Cari colleghi, non è il tempo delle parole. Noi siamo qui sapendo che dobbiamo reagire ad un sopruso che manderà in crisi irreversibile l’apparato economico della nostra regione. Le proteste di questi giorni, se non ci sarà un correttivo, si intensificheranno e l’equilibrio sociale della Calabria potrebbe saltare.

Con grande responsabilità, sapendo anche di esporci a facili attacchi strumentali da parte di chi vuole sfruttare elettoralmente questa crisi, esprimiamo una volontà politica che è anche un impegno etico verso la nostra gente. Non ci interessa il ritorno elettorale, ci interessa tornare a testa alta dalla nostra gente, che ci chiede aiuto e soccorso.

Se ci sono state sottovalutazioni della Regione, ci saranno in futuro i momenti di riflessione e di analisi.

Oggi c’è solo l’esigenza di evitare che una regione italiana, come la Calabria, scompaia dal quadro politico, istituzionale e sociale del Paese, pagando duramente l’insufficienza di un Governo non votato dal popolo.

Con l’atto che andremo ad approvare, oltre ad un estremo tentativo di dialogo con il Governo, chiediamo al Presidente facente funzioni e alla Giunta di predisporre ogni iniziativa, anche straordinaria, finalizzata a riportare la Calabria – sulla base di inoppugnabili dati epidemiologici – nel novero delle regioni di zona gialla.

Come Presidente del Consiglio darò mandato ad un gruppo di esperti in diritto costituzionale di predisporre una legge regionale che ci faccia riappropriare della competenza in materia di sanità.

Sappiamo che ciò provocherà uno scontro istituzionale, ma non possiamo tirarci indietro.

Se il Governo fosse stato più dialogante e giusto, non saremmo arrivati a questo. Se il Governo avesse fatto il suo dovere verso la Calabria, non saremmo arrivati a questo. Non ci arrendiamo, lo diciamo a gran voce e lo dimostreremo con i fatti.

Ha chiesto di parlare il presidente facente funzione Spirlì. Ne ha facoltà.

SPIRLÌ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale

Signor Presidente, signori consiglieri, colleghi assessori. La mala sanità calabrese non è un segreto per nessuno ormai, considerati i pessimi risultati e l’eco che raggiunge tutte le case della gente di Calabria e arriva fino a lambire le Alpi e a sorpassarle, ad attraversare i mari fino a oltre l’orizzonte.

Lo sanno tutti che la grande pena dei calabresi non è solo il rischio pur tremendo di ammalarsi, ma soprattutto quello, drammatico, di non potersi curare.

I calabresi nascono in Calabria, ma, se si ammalano, molto, troppo spesso, muoiono altrove. Alcuni durante il viaggio della speranza verso altre Regioni o Nazioni e tanti altri durante il disperato viaggio di ritorno.

E con loro muore la fiducia della nostra gente nei confronti di chi, invece, dovrebbe essere il massimo rappresentante di essa stessa: il medico.

Eppure, tutto il nostro personale sanitario - medici, paramedici, tecnici - dedica una vita intera al servizio di chi si ammala, ma quanto è frustante, da anni, in questa terra, tentare di farlo!

Ingabbiati in strutture molto spesso vetuste e sgangherate. Senza poter usufruire di strumentazioni adeguate, moderne, certe e che diano certezze! È dura. È proprio dura la scelta, sia per chi cura sia per chi deve farsi curare.

Di chi sono le responsabilità? Sono decenni ormai che questa giostra maledetta non perde un giro. La politica, la burocrazia, i commissari, le abitudini, i silenzi, le connivenze, le malevite…

Parole. Sacchi, cataste di parole che sono servite finora per sfuggire alla cattura della verità o dei colpevoli. E la nostra gente ha lasciato su questo infernale campo di battaglia le migliori vite. Ancora oggi è così.

Jole Santelli ha avuto a cuore la Sanità di questa terra, lottando fino alla fine, perché finalmente una luce potesse insinuarsi fra le nebbie. Tanto a cuore da rivolgersi accorata con una lettera straziante al Presidente del Consiglio.

Sapeva Jole - lo aveva capito sperimentandolo nella propria carne - che, come amava sempre dire, ora o mai più!

E si è consegnata, ancora una volta, al confronto, alla collaborazione, alla disponibilità. Purtroppo, la sordità dei destinatari si è trasformata in un ennesimo atto di regime nei confronti della Calabria. Pur ammettendo il fallimento del precedente commissariamento, il Governo ha deciso di decretare un nuovo commissariamento, strappando alla Calabria, ancora una volta, la dignità di poter gestire la propria Sanità.

Molto umilmente, e piccolo per quanto sono, io stesso mi sono permesso di offrire la massima collaborazione della Regione, al fine di evitare questo ulteriore schiaffo istituzionale. Ho proposto ai ministri Speranza e Boccia, al Presidente del Consiglio, Conte, ed ho cercato anche l’intermediazione del commissario Arcuri di concederci una pausa di dieci giorni, prima della firma del Decreto Calabria, per una interlocuzione che potesse costruire la possibilità di governare insieme per un semestre una fase di trasferimento dei poteri alla Regione. E che rinnovo oggi, alla luce dei tristi fatti che tutti conosciamo.

Ma anche questo piccolo, forse troppo sensato tentativo non ha sortito alcun risultato. Dunque, oggi è il primo giorno dei resoconti. Tiriamo le somme e diciamo come stanno veramente le cose.

Ho interpellato il Dipartimento della Salute nella persona del dottor Francesco Bevere, il Soggetto attuatore dell’emergenza Covid, dottor Antonio Belcastro, e la mia struttura nella persona del Capo di gabinetto, dottor Luciano Vigna - che ha buona memoria storica - al fine di potervi consegnare un accurato, ma agile, resoconto di quanto è accaduto in materia di gestione dell’emergenza Covid.

L’11 marzo di quest’anno la presidente Santelli, dopo aver effettuato una ricognizione dei posti letto in Terapia intensiva, Pneumologia, Malattie infettive, provvedeva a predisporre un apposito piano di Riprogrammazione, individuando (col dpcr n. 18/2020) per le aree Centro, Nord e Sud, i centri Covid che vado a leggere:

- al Nord: Rogliano - Paola - Rossano, per posti letto complessivi 110;

- al Centro: Mater Domini - Tropea, per posti complessivi 100;

- al Sud: Gioia Tauro - Locri - Melito Porto Salvo, posti complessivi 100.

Per un totale di 8 strutture e 310 posti letto.

In data 31 marzo 2020 il dottor Belcastro - allora Direttore Generale Dipartimento Salute - dopo essersi confrontato con i Commissari straordinari delle Asp e delle Aziende Ospedaliere, comunica agli stessi che potranno provvedere al reclutamento del personale medico necessario a fronte di una spesa complessiva autorizzata di euro 18 milioni.

Con l’ordinanza 50 dell’11 giugno 2020, la presidente Santelli ordina ai Soggetti delegati Covid, dottor Belcastro e dottor Varone, di predisporre, ognuno per la parte di propria competenza e nei termini previsti, gli adempimenti di cui all’art. 2 del DL 34/2020 (Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera), allo scopo di garantire la massima celerità negli interventi. Chiaramente tutti gli allegati sono messi a disposizione nei miei uffici.

Il commissario Cotticelli, ricevuta l’ordinanza, in data 12 giugno 2020 scrive al Ministero della Salute e al Ministero dell’Economia e chiede se i provvedimenti di potenziamento e riorganizzazione della rete di assistenza territoriale e il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera rientrino nella competenza del Commissario.

Il 15 giugno 2020 il Ministero della Sanità conferma al generale Cotticelli la sua competenza e il 18 giugno 2020 il Commissario approva il Documento di riordino della rete ospedaliera per l’emergenza Covid col quale obbliga i Commissari delle Asp e delle Aziende Ospedaliere ad attuarne il contenuto.

Di questo Piano, la Giunta regionale non è stata mai resa partecipe.

A far data dal mese di marzo i Commissari delle Asp e delle Aziende Ospedaliere comunicano che gli importi per le assunzioni utilizzati a fronte di quelli messi a disposizione dalla presidente Santelli sono i seguenti:

- A.O. di Cosenza, risorse assegnate 2,8 milioni, risorse utilizzate 557 mila euro;

- ASP di Reggio Calabria, risorse assegnate 2,4 milioni, risorse utilizzate 1,4 milioni;

- GOM di Reggio Calabria, risorse assegnate 2,2 milioni, risorse utilizzate 1,2 milioni;

- ASP di Cosenza, risorse assegnate 2,4 milioni, risorse utilizzate 932 mila euro;

- ASP di Vibo Valentia, risorse assegnate 1,2 milioni, risorse utilizzate 550 mila euro;

- ASP di Crotone, risorse assegnate 1,1 milioni, risorse utilizzate 650 mila euro;

- A.O. Pugliese di Catanzaro, risorse assegnate 4,5 milioni, risorse utilizzate 1,5 milioni;

- AOU Mater Domini, risorse assegnate 2,3 milioni, risorse utilizzate 1 milione.

Pertanto, a fronte dei 18 milioni stanziati, i Commissari di Governo ne hanno utilizzato solamente 7,7.

Tanta la delusione e lo sgomento che, il 13 settembre, Jole Santelli scrive al presidente del Consiglio Conte. Se permettete vi leggo la lettera:

 

Al premier Giuseppe Conte, la sanità commissariata nega il diritto alla salute dei calabresi.

Egregio presidente Conte,

scrivo da una regione in cui i diritti dei cittadini sono troppo spesso calpestati.

La Calabria è una terra che ha tante potenzialità, ma anche troppi, troppi problemi irrisolti, il più importante dei diritti calpestati è quello della salute.

Siamo vittime da anni di un commissariamento governativo che, improntato esclusivamente a logiche meramente ragionieristiche, ha distrutto la sanità calabrese. In questo le responsabilità politiche devono essere chiare e nette, tutte le scelte sanitarie competono in Calabria al Governo e ai suoi Commissari, sono stata attenta ad evitare lo scontro Istituzionale, non credo faccia bene a nessuno ma chi decide di commissariare e di effettuare le scelte, poi, deve avere il coraggio di assumersi le responsabilità che ne conseguono.

La fase Covid è stata gestita dalla Regione in assoluta sintonia con il Governo nazionale. Il nuovo Piano sull'emergenza, invece, su richiesta dei Commissari è stato predisposto dagli stessi senza alcun coinvolgimento della Regione e varato dal Ministero competente. Il nuovo Piano ribalta totalmente l'impostazione precedente e per quanto mi riguarda lo trovo di difficile attuazione.

Nella riunione con il commissario Arcuri e i ministri Speranza e Boccia, il commissario Arcuri ha specificato che nelle Regioni in cui è presente il Commissariamento ad acta la Regione non è Soggetto attuatore.

Non mi interessa essere Soggetto attuatore di un Piano che non condivido, ma è necessario che i calabresi sappiano che il Governo si sta assumendo tutta la responsabilità della gestione sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata. Mi dispiace dopo mesi di leale collaborazione, ne prendo semplicemente atto.

La responsabilità verso i calabresi deve essere però chiara. Se viene ridisegnata la rete oncologica sul tumore alla mammella e nonostante le proteste della Regione si va avanti per una strada che purtroppo porterà a una nuova e pesante migrazione sanitaria, se vengono bloccate le radioterapie per esigenze di budget rendendo impossibile ai calabresi di curarsi a casa propria e costringendoli ad andare fuori regione per terapia salvavita i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai Commissari di Governo con la totale contrarietà della Regione.

Non credo che, presidente Conte, lei sia al corrente di queste cose ma è mio obbligo, morale e politico, porle in evidenza. Noi calabresi abbiamo diritto ad una sanità da Paese civile, non mi interessa fare guerra contro il Governo nazionale ma non farò da parafulmine a scelte pesantemente penalizzanti per i miei concittadini. L'emergenza sanitaria ci ha insegnato che esiste un destino di comunità, nessuno si salva da solo. Non possono esserci divisioni strategiche e strumentali davanti a un diritto fondamentale come la salute.

Io sono certa che vorrà ascoltarmi per trovare insieme una strada che faccia onore allo sforzo del Paese tutto pur di non lasciare indietro nessuno”.

 

In data 27 ottobre 2020 il Ministero della Salute comunica al Commissario, di concerto col MEF, che il potere-dovere di predisporre e adottare il Programma Operativo Covid compete esclusivamente alla struttura commissariale.

Nella stessa comunicazione i Ministeri invitano la struttura commissariale a trasmettere con ogni sollecitudine il programma operativo per la gestione emergenza Covid.

Io stesso, in data 27 ottobre 2020, ho pubblicato un comunicato stampa col quale informavo i calabresi intorno all'utilizzo della cifra pari a 45 milioni destinata all'acquisto di macchinari e al reclutamento delle risorse, che vi leggo: “In merito all'utilizzo dei fondi destinati al contrasto dell'emergenza coronavirus, la Regione ha fatto fino in fondo la sua parte, impegnando i 45 milioni a disposizione. Gli ulteriori 54 milioni previsti dal Decreto Rilancio saranno gestiti direttamente dalle Aziende sanitarie e ospedaliere individuate come soggetti attuatori dei singoli interventi.

Nello specifico, finora, alla Regione Calabria sono stati accreditati 45.086.876,00 euro, risorse contenute nei decreti legge 14 e 18 del 2020. Di questi, 7.993.950,00 euro sono stati impegnati per la remunerazione di lavoro del personale del servizio sanitario regionale, della dirigenza e del comparto, direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenze Covid; mentre 3.197.580,00 euro sono stati destinati alle assunzioni - da parte delle Aziende sanitarie - degli infermieri scolastici e di altro personale delle professioni sanitarie.

Le Aziende del sistema sanitario regionale sono state, inoltre, già nel mese di marzo, autorizzate ad assumere personale per 18.040.000,00 euro. Gli ulteriori 15 milioni risultano già spesi per acquisti accentrati (dall'acquisizione di dispositivi di protezione individuale ai reagenti, dai tamponi alle apparecchiature sanitarie) e, per una parte, sono stati rendicontati dalle singole aziende.

Anche i 54 milioni previsti dal Decreto Rilancio, che prevede, tra l'altro, il rafforzamento delle terapie intensive saranno gestiti dalle singole Aziende sanitarie, che sono state individuate dal commissario straordinario Arcuri, con ordinanza del 9 ottobre, quali soggetti attuatori degli interventi previsti nel Piano.

La Regione, quindi, ancora una volta, è stata esautorata dalla gestione degli interventi. Le risorse del Decreto Rilancio, infatti, saranno inserite nella programmazione sanitaria e nel nuovo programma operativo Covid che i Ministeri affiancanti (Ministero della Salute e MEF) hanno stabilito (ribadendolo nell'ultimo Tavolo di monitoraggio del 9 ottobre) in capo alla struttura commissariale. È perciò evidente che la Regione, in questo ambito, non abbia alcuna possibilità di intervento.

Siamo dunque riusciti a contrastare gli effetti del Covid in una situazione nella quale la Regione non aveva una gestione diretta di tutta la rete sanitaria. Tutto questo è avvenuto a causa dell'oltremodo punitivo Decreto Calabria, peraltro in scadenza all'epoca. L'auspicio è che non venga rinnovato ma, in ogni caso, va sottolineato come, pur senza avere un controllo diretto sulla sanità, ripeto, pur senza avere un controllo diretto sulla sanità la Regione abbia fatto tutto quello che era in suo potere”.

Questo il comunicato stampa.

Siamo arrivati oggi, non senza disagio, a dover sottolineare cosa ha fatto chi e, soprattutto, cosa non ha fatto e cosa avrebbe dovuto fare chi.

Gli attacchi volgari, telecomandati, asserviti, contro l'Istituzione Regione e contro gli uomini e le donne che la servono fedelmente in questi durissimi periodi di pandemia ci obbligano a pubblicare ciò che pubblico è già, ma fin troppo soggetto ad opinione personale priva di alcun fondamento.

Ai media, alla stampa, al popolo della rete sociale chiedo la difesa, la tutela della nostra terra e non questo continuo avvelenamento dei pozzi che, dopo aver ucciso i presunti nemici finirà, con avvelenare, necessariamente, anche gli amici e se stessi.

Signor Presidente, signori colleghi e colleghi assessori, io sono un Presidente di passaggio e non ho mai pensato di poter sostituire neanche minimamente la lungimiranza, la nobiltà, la grande professionalità della presidente Santelli che mi ha voluto al suo fianco, ci ha voluti al tuo fianco. Tutti. Però lo devo a lei, signor Presidente, lo devo a voi signori consiglieri e colleghi assessori. Vi devo un servizio per il quale la nostra gente mi remunera e che non potrei svolgere in altro modo, se non confrontandomi con questa nobilissima Assise dentro la quale, dal primo momento e fino ad oggi, mi sono sentito a casa, accolto, stimato. 

Io vi ringrazio e lascio a voi, padroni di casa, la parola, non prima di aver manifestato il mio sgomento per quanto appreso ieri sera, attraverso una trasmissione televisiva, messa in onda da una rete del servizio pubblico. Il Commissario di Governo, generale Cotticelli, ha ammesso, davanti alle telecamere accese, di non aver predisposto alcun Piano di emergenza per il contrasto al Covid-19. Era un mistero? Grazie.

(Applausi)

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie. Saluto il Presidente, i colleghi consiglieri, il vicepresidente e la Giunta regionale. Sarebbe facile per noi oggi iniziare con l'intervento televisivo di ieri del Commissario di Governo, che ricordiamo non è uno calato lì per caso, ma è un funzionario dello Stato, è il braccio destro del Ministro della Sanità, Speranza. Ha fatto bene a fare questa ampia relazione il vicepresidente Spirlì. Noi oggi non dobbiamo fare polemica perché per noi sarebbe come fare un gol a porta libera, dopo le chiare e manifeste dichiarazioni di ieri sera, ma noi siamo qui per fare politica davvero, per capire le cose, per fare gli interessi dei calabresi, per proporre e dare soluzioni ai cittadini calabresi, non per chiuderli in casa e non consentire loro di poter vivere.

Prioritariamente, vediamo quali sono i fatti. I fatti sono che il 4 di novembre è stato dichiarato un quasi lockdown per la Calabria. Quattro regioni sono state dichiarate di serie C, la maggior parte delle regioni sono state dichiarate, poi, di serie A e di serie B sulla base di 21 parametri. Parametri molto tecnici, parametri affatto chiari però: più sono i parametri e più c’è la discrezionalità politica nell’andare a prendere le decisioni e anche in questo caso evidentemente è avvenuto.

Pensate che si fa riferimento ai dati del 26 di ottobre e la decisione del Governo di dichiarare “zona rossa” la Calabria avviene il 4 di novembre, quasi dieci giorni dopo che i dati sono stati acquisiti e quindi vuol dire che c'è stato un pensatoio politico in quei dieci giorni. Non dicessero che c'è stato un confronto con le Regioni perché il Dpcm non ha avuto alcun apporto dei Presidenti di Regione nella Conferenza Stato-Regioni, sono stati inascoltati gli appelli fatti dai Presidenti di Regione, a capo Bonaccini, un Presidente che tutto può essere meno che di destra.

Allora cosa è accaduto il 4 novembre? Quali erano i dati dell’epidemia il 4 novembre? Cito il giorno che è stato emesso il Dpcm per la zona rossa della Calabria.

Ma non è stato fatto solo questo Dpcm il 4 di novembre, è stato fatto un altro atto nella stessa giornata, che è la proroga per altri tre anni del Commissariamento sulla sanità in Calabria.

Cari colleghi di centrosinistra, abbiamo votato tante volte, in queste Legislature all'unanimità, delle mozioni in cui chiedevamo al Governo di non prorogare il commissariamento in Calabria. Alcune di queste mozioni proposte da voi stessi nella passata legislatura, il vostro Presidente voleva incatenarsi davanti a Palazzo Chigi per questo motivo. Ebbene il vostro partito, il Partito Democratico, non ha prorogato il commissariamento, ha dato i superpoteri a questo Commissario anche di poter decidere sui dirigenti del Dipartimento sanità. È palesemente una scelta politica, partitica che va a ledere anche quelli che sono i principi del Titolo V della Costituzione.

Ma quali erano i dati del Dpcm al 4 di novembre? Leggo i dati da Il Sole 24 Ore del 4 di novembre, la fonte è la Protezione Civile nazionale quindi non sono dati nostri.

La Calabria aveva il 26,1% di occupazione di posti letto in area medica, la soglia di allerta in area medica è del 40%; aveva il 6,8% di posti occupati in terapia intensiva, la soglia di allerta in terapia intensiva era del 30%; aveva 212 casi positivi in quella giornata.

Voglio fare un raffronto con un'altra regione, anch’essa del Meridione d'Italia che è la Campania.

La Campania aveva il 4 di novembre il 35,8% di pazienti ricoverati in aria medica; aveva il 33% di pazienti ricoverati in terapia intensiva, al di sopra della soglia di guardia che era del 30%; aveva 4500 casi positivi rispetto ai 212 della Calabria.

Ebbene la Campania è stata dichiarata zona gialla, neanche serie B, serie A.

La Calabria è stata dichiarata zona rossa, non abbiamo capito le motivazioni se non qualche giorno dopo in una conferenza stampa in cui la Protezione Civile nazionale, rispondendo alla domanda di qualche giornalista, dice: “la Calabria è una bella regione”, quasi quasi in modo da deridere i calabresi e la Calabria. Noi non siamo una bella regione. Noi siamo una regione fatta da gente caparbia, di qualità e che lavora quotidianamente, questo va detto alla Protezione Civile nazionale ed anche al commissario Arcuri.

È stato detto che è stata dichiarata zona rossa per la debolezza del sistema sanitario. Ebbene io non voglio fare demagogia e, come ho detto all'inizio del mio intervento, le responsabilità per la debolezza sanitaria in Calabria sono sia dei Governi di destra, che dei Governi di sinistra senza alcun dubbio. E però veniamo da dieci anni di Commissari di Governo, che hanno portato a risultati eclatanti, peggiorativi di quello che la politica peggiore aveva potuto fare: 2 miliardi di disavanzo complessivi; 300 milioni di migrazione sanitaria all’anno; le aliquote al massimo per noi calabresi; è stata negata l'assistenza sanitaria con la chiusura degli ospedali, con la disorganizzazione totale, il blocco dei concorsi.

In questi ultimi giorni avete fatto circolare, anche, addirittura con il simbolo del Partito Democratico, con falsi comunicati stampa del Consiglio dei Ministri, con fake news, che la responsabilità del Piano Covid in Calabria era della maggioranza di governo della Regione.

Ebbene, ieri sera mi pare che sia stato chiaro ai 60 milioni di italiani e non ai 2 milioni di calabresi di chi è la responsabilità del Piano Covid in Calabria.

Beh, non ci voleva certamente la lettera del 28 ottobre di appena pochi giorni fa del ministro Speranza. Io credo che Speranza lo sapesse da tempo di chi fosse la responsabilità, certo ha impiegato cinque mesi per rispondere a un suo funzionario, il generale Cotticelli, che è un suo collaboratore stretto, è un alto dirigente in questo momento del Ministero della Sanità.

Impiegano cinque mesi per poter rispondere a un quesito così importante con la pandemia che galoppa e nel frattempo ci danno pure la patente di zona rossa.

Apprendiamo oggi, anche, che qualche sindacalista - che fa politica ogni domenica con dei comunicati stampa lampo - addebitava al governo regionale la spesa dei fondi che erano stati elargiti dalla Protezione Civile dando anche cifre inesatte e che oggi il presidente Spirlì opportunamente ha chiarito.

Ebbene, questi Commissari, nominati da voi presso le ASL e Aziende ospedaliere, hanno speso solo 18 milioni di quei famosi oltre novanta migliori di cui vi siete riempirti i comunicati stampa, la bocca in tutto questo periodo. Forse qualche vostro segretario regionale del vostro sindacato dovrebbe, perlomeno, cucirsi la bocca a vita.

Ebbene, alla luce di tutto ciò, se la zona è rossa e se noi abbiamo chiuso, allora il Governo ha chiuso per conclamata deficienza dello Stato, una conclamata deficienza del Governo che governa la sanità in Calabria. E per premiare questa inefficienza e questa deficienza ha dato un premio ai commissari, ha detto “vi prorogo per altri tre anni a spese dei calabresi, tanto la Calabria è bella”, dice la Protezione Civile Nazionale.

È un’occupazione manu militari della sinistra di governo a carico della Calabria.

Io non voglio credere a ciò che molti commentatori politici hanno detto. Anche stamattina leggevo sui giornali nazionali, sul Corriere della Sera in prima pagina.

Non oso credere a questo perché credo che la politica abbia un valore più alto e che non vada a scherzare sulla pelle dei cittadini. Non oso credere che questa scelta sia stata effettuata per motivi politici e partitici e che, come ha detto anche la senatrice Silvia Vono che fa parte dell’IdV, un partito di Governo, sia stato fatto per far sì che si rinviassero le elezioni. Non oso credere a questo. Non oso credere che il centro-sinistra faccia un decreto sulla pelle dei cittadini calabresi, perché non vuole votare a gennaio, ma ha il tempo di organizzarsi, di organizzare le proprie fila. E, beh, io non credo a questo, non crederò mai a questo, perché credo che la politica sia altro. Il Governo, però, si è commissariato da solo. Ha fatto suoi i danni del commissariamento sulla pelle dei calabresi.

Ora, però, analizzati i fatti, andiamo a vedere cosa bisogna fare per riparare a questo danno notevole che è stato commesso alla nostra terra? Quali sono le proposte e quali sono le soluzioni? Perché noi le proposte e le soluzioni le abbiamo, a differenza dello Stato che, da quello che abbiamo visto ieri sera, non le ha. Il Governo non le ha, noi le abbiamo!

Allora invitiamo il Governo a fare i centri Covid negli ospedali dismessi, per esempio, come possono essere quelli di Cariati o di San Marco Argentano o quelli del Tirreno Cosentino, della provincia di Catanzaro, di Reggio Calabria. 

Assumete i medici e il personale sanitario sbloccando i concorsi.

Attiviamo, attivate con i commissari le cure a domicilio con le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale), che avete stabilito solo sulla carta, ma che non avete mai attuato.

Caro governo Conte, a guida PD nella sanità, a guida LeU, mettetevi a lavorare con i vostri commissari. Cari ministro Speranza, caro ministro Conte, caro ministro Boccia, mettetevi a lavorare con una capacità di mediazione anche con le Regioni, cosa che non è avvenuta finora come il vicepresidente Spirlì ci ha ampiamente documentato.

Nominate dei commissari di qualità, dei commissari che abbiano capacità, dei commissari che sappiano prendere decisioni, dei commissari che sappiano assumersi le responsabilità. Non nominate commissari per scelta di partito, come avete fatto finora, perché tutti sappiamo in quota a chi è il generale Cotticelli e vox populi dicono che il programma di ieri sera sia stato fatto perché c'è una lotta intestina nel Governo per nominare un commissario vicino, magari dell'Emilia Romagna, che ne so, o della Toscana o di un'altra regione. Ma noi non vogliamo credere che voi arriviate a tanto sulla pelle dei calabresi. 

Bisogna mettere risorse nella sanità. Un'azienda che è sull'orlo del fallimento come la sanità in Calabria, come voi avete detto, facendo la zona rossa, ha bisogno di risorse, di personale medico, di personale sanitario, ha bisogno di macchine, ha bisogno di investimenti tecnologici, ha bisogno - visto che con questo decreto Calabria vi siete presi anche l'edilizia sanitaria - anche di fare questi ospedali che per cinque anni avete tenuto fermi; finalmente, noi, dopo solo otto mesi, abbiamo fatto la consegna dei lavori dell'ospedale della Sibaritide. La vera consegna dei lavori, non le finte cerimonie che avete organizzato voi.

Ho visto che il premier Conte ha pubblicato un post stamattina, in cui dice che manda via il commissario alla sanità in Calabria. Ebbene, Premier, hai dimenticato che l'hai nominato tu due anni fa, non l'hai appreso ieri sera in televisione chi era il commissario della sanità in Calabria.

Ma io ti chiedo di fare un passo in avanti, di non sostituire il commissario magari con qualcuno che ti viene indicato dai partiti della coalizione, magari per quel progetto, che dicevamo prima, al quale noi non crediamo, di avere un'occupazione manu militari della sanità in vista delle elezioni regionali.

Ebbene, noi chiediamo al premier Corte di abrogare il Decreto Calabria, di abrogarlo anche per un impegno che aveva preso, in modo formale, con l’amata presidente Santelli.

Lo voglio ricordare in quest'Aula, perché questo impegno risulta che ci sia stato. Non vogliamo pagare la mancanza di un Presidente di Regione, anche se il vice presidente Spirlì sta difendendo questa Regione a spada tratta nella Conferenza Stato-Regioni - e ti faccio i complimenti per questo - però non vogliamo pagare la perdita della presidente Santelli oltre che come maggioranza di governo, anche come tutti i calabresi, sulla pelle dei calabresi.

Allora, revocate questo Decreto Calabria, revocate la “zona rossa” intanto. Mettiamo la Calabria, in base ai dati che abbiamo visto, nella “zona gialla”. Assumetevi le responsabilità per ciò che non va dal punto di vista sanitario. Ripristiniamo la verità, caro premier Conte e caro ministro Speranza.

Invito anche i consiglieri del centrosinistra a firmare eventualmente un documento, oggi, che probabilmente sarà proposto dalla minoranza, se avete un po' di scatto d'orgoglio di calabresi. Lo dobbiamo ai calabresi che hanno dovuto chiudere le loro attività già stremati dal lungo lockdown della primavera dell'anno scorso; lo dobbiamo a tutti i calabresi che sono scesi in piazza venerdì sera perché hanno fame, hanno fame, non hanno cosa mangiare; lo dobbiamo a loro.

Hanno fatto bene a protestare. Noi siamo vicini a questi calabresi, voi con chi siete? Siete con il Governo o con i calabresi?

Abroghiamo questa zona rossa che ha motivi inesistenti. Abbiamo visto dal punto di vista dei dati. Abroghiamo in una regione che ha il più basso indice di contagi d'Italia.

Ma se non volete abrogare il Decreto Calabria, noi proporremo una proposta di legge, come ha detto il presidente Tallini, in coerenza con la firma delle mozioni che avete fatto in passato contro il commissariamento per far sì che i poteri ritornassero alla Regione, vi chiediamo martedì di appoggiarci anche voi. 

Oppure perché, premier Conte, dai a noi, visto che vi siete bocciati da soli con il DPCM della zona rossa, vi siete auto bocciati, vi siete dati una pagella insufficiente, da zero, anche in condotta oltre che nel merito, caro premier Conte, dai i poteri della sanità a noi che siamo stati eletti dal popolo, perché noi vogliamo prenderci questa responsabilità, noi rispondiamo ai calabresi di questa responsabilità, ai calabresi che ci hanno votato, ai calabresi che c'hanno eletto, ai calabresi che pretendono che noi esercitiamo il governo della Regione. Noi vogliamo essere classe di governo anche nella sanità, perché vogliamo assumerci questa responsabilità, perché abbiamo gli attributi, le idee e il coraggio per farlo. Grazie.

PRESIDENTE

Sono iscritti a parlare i consiglieri Crinò, Sainato e Di Natale.

Propongo, dopo l'intervento del consigliere Crinò, di alternare gli interventi con l'intervento del consigliere Di Natale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.

(Interruzione del consigliere Guccione)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Se per lei è un problema di tempi…io credo che sia più un problema di contenuti. Con sincerità le dico che se bastassero 30 secondi, collega, per fare passare la Calabria da zona rossa a zona gialla, io darei soltanto 30 secondi per l’intervento. Se ci vuole qualcosa in più…mi consenta…

CRINO’ Giacomo Pietro (Casa delle Libertà)

Presidente, se il collega Guccione vuole intervenire prima di me, io interverrò dopo.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

No, no. Presidente, lei è troppo intelligente, perché se lei mi dice zona rossa, zona gialla, sa che non è quest’Aula a deciderlo; sa che il Tar Lazio ha preso una decisione.

PRESIDENTE

Il Tar Lazio, quindi la politica, secondo lei…

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Le chiedo, Presidente, di sapere quanto tempo tocca ad ogni consigliere. Questo le chiedo.

PRESIDENTE

Ma se lei vuole parlare anche più di quanto i tempi regolamentari prevedano…

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

La ringrazio.

PRESIDENTE

Non ho nessun problema.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Quindi lei non mi interromperà nel mio intervento!?

PRESIDENTE

Non ho mai fatto differenza tra la maggioranza e la minoranza, anzi soprattutto quando sono cose importanti.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Grazie.

Emergenza Covid-19“Calabria Zona Gialla” - Ripresa della discussione

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.

CRINO’ Giacomo Pietro (Casa delle Libertà)

Presidente, lo dico sinceramente, collega Guccione, non mi sono dato dei tempi stasera vista l'importanza dell'argomento. Per cui se qualcun altro, anche dei banchi dell'opposizione, invece, ha fretta e vuole chiedere tempi contingentati, sono disponibile a cedere il posto, altrimenti proseguo, ringraziando sinceramente il presidente Tallini per avere convocato questa seduta di Consiglio regionale.

Ho letto dei comunicati di amici colleghi consiglieri dell'opposizione che hanno stigmatizzato anche eventuali tecnicismi regolamentari nella convocazione di questa seduta. Ritengo proprio che l'argomento per il quale il presidente Tallini ha convocato la nostra riunione sia uno di quegli argomenti per i quali… e di questo ringrazio anche gli amici colleghi dell'opposizione che con la loro presenza hanno comunque confermato di avere superato questa eccezione e quindi mi chiedo a cosa sia servito farla. Ma ad ogni modo ci siete ed è importante esserci. 

Presidente, ad alcuni organi di stampa ho rilasciato delle dichiarazioni- tra l'altro oggi in giornata l'ho rivendicata come una sorta di “operazione verità”; mi ha chiesto un giornalista: “Mi elenchi, consigliere, quali sono le verità e, a questo punto, quali sono le bugie?”.

Le verità e le bugie non sono altro che il risvolto della medesima medaglia. Occorre solo e semplicemente avere della onestà intellettuale per riconoscere dei fatti oggettivi, così come le ha, brillantemente e con dovutezza di particolari, elencati il presidente facente funzioni Spirlì. Ha elencato dei dati, dei numeri, delle date, dei fatti inoppugnabili che però ci hanno costretto ad essere qui a rivendicare un'operazione di verità, perché qualcuno dei leoni da tastiera - tanto per essere chiari non mi riferisco a nessuno dei presenti, ma magari a qualcuno a loro vicini - si sono un po' sbizzarriti con delle note sciocche, quando si dice: “Regione, prendi le proprie responsabilità”. Benissimo!

Il presidente facente funzioni Spirlì ha detto tutto ciò che si doveva dire dal punto di vista tecnico e anche politico.

Io mi permetto di rivendicare l'operazione di verità che è necessario fare per dire, evidenziare, ribadire quello che è stato già detto, ma che avverto la necessità di dire, perché io non posso ricevere telefonate, non posso ricevere messaggi - e Dio non voglia altro - perché qualcuno ha armato, come dire, ha buttato fumo negli occhi dei calabresi giustamente arrabbiati. Quando qualcuno mi attende sotto casa per dirmi: “perché non avete speso gli 86 milioni di euro?” Io ho la necessità di dire che è stata una bugia averlo detto, anche nei comunicati ufficiali, cari consiglieri, colleghi, amici dell'opposizione, è stata una bugia averlo detto. Portateci i documenti per i quali non abbiamo speso gli 86 milioni di euro e poi forse ne parliamo. Troviamo quella unità di intenti, spogliamoci delle casacche politiche e partitiche e degli interessi di parte, legittimi, che in campagna elettorale, quali già siamo tutti, dobbiamo agitare, ma non sul tema della sanità.

Non ci sono 86 milioni di euro non spesi, ci sono stati 45 milioni di euro che sono stati tutti impegnati e andiamo a vedere se alcune partite non sono state utilizzate. Se non sono state utilizzate non è certo per inerzia della Regione, che le ha impegnate tutte. Non sono state utilizzate dalle Aziende Sanitarie, dalle Aziende Ospedaliere che hanno dimostrato, per l'ennesima volta, di non essere in grado di compiere il loro dovere, ma voi tutti sapete che queste aziende non rispondono al potere della Regione.

E allora mi chiedo: perché gettare del fumo negli occhi dei cittadini? Perché farlo?

ll commissariamento è l'origine di tutti i mali, un commissariamento decennale, questo è l'origine di tutti i mali e noi dobbiamo in tutti i modi lottare perché venga superato e non è un caso - e nessuno mi venga a dire che è un caso - che nello stesso giorno vengano adottati i due provvedimenti che sanciscono la morte della sanità in Calabria. Nello stesso tempo a distanza di poche ore, con ogni probabilità, l’uno strumento era propedeutico all'altro. Serviva mettere in gabbia i calabresi, due milioni di calabresi, speriamo solo per 15 giorni, perché bisognava etichettare la Calabria come zona rossa per poter trovare il fondamento giuridico che non c'è, politico che non c’è, affinché il Decreto Calabria venisse di nuovo prorogato. Tra l'altro prorogato con l'implementazione di poteri, con una struttura elefantiaca che costerà ai cittadini calabresi circa 4 milioni di euro in un anno, con un commissariamento, di fatto, anche del dipartimento della Salute, come diceva prima, molto meglio di me, il collega Graziano.

E allora è il commissariamento che ha fallito.

L’intervista di ieri di Cotticelli ha sorpreso solo chi dormiva. Se ci fosse stata o se non ci fosse stata, tutti sono stati sempre a conoscenza di quello che il commissariamento ha rappresentato per la Calabria.

E allora noi ci ritroviamo, i calabresi si ritrovano a subire dei danni economici ingenti e anche psicologici per essere stati ristretti nelle loro case, perché in realtà l'obiettivo da ottenere era un altro.

Si dice in questa brillante audizione, che ha tenuto il ministro Speranza in Aula a Montecitorio avantieri, che di fatto si arriva a classificare la Calabria quale zona rossa per la debolezza, sostanzialmente, del suo sistema sanitario. Nel dire questo, caro ministro Speranza, tu stai bocciando te stesso, i tuoi predecessori, il tuo Governo; stai bocciando il generale Cotticelli, che solo qualche giorno prima avevi rinominato, tra l'altro prendendo atto del suo fallimento.

E allora errare è umano, perseverare è diabolico e sta perseverando di nuovo il premier Conte quando rilascia un’intervista, come quella che ha rilasciato poche ore fa. Un’intervista che doveva avere il significato di tranquillizzare i cittadini calabresi “non vi preoccupate, eliminiamo il generale cattivo e negligente, ma questa volta ve ne nomineremo uno bravo, buono e bello”.

Non è così! Non è così!

Il ministro Speranza ha anche detto una cosa che a me non risulta, che a noi non risulta, e cioè che la classificazione quale zona rossa sarebbe il frutto anche di un percorso condiviso all'interno della Conferenza Stato-Regioni. Non è così!

Noi sappiamo che andava sentito il presidente facente funzioni Spirlì prima di adottare questo provvedimento. Ebbene, la Calabria deve sapere che il presidente Spirlì è stato sentito solo pochi minuti prima che il premier Conte andasse in conferenza stampa a dire quello che ha detto, solo minuti prima e via telefono. Non credo che questa sia l’interlocuzione che a livello istituzionale si deve, nel momento in cui si stanno andando a chiudere in casa due milioni di cittadini calabresi e a far naufragare quel po' di economia e di sviluppo che questa regione martoriata riesce ancora ad avere.

E allora, caro ministro Speranza, tu stai bocciando te stesso, stai il bocciando il commissario Arcuri. E, signori colleghi, amici colleghi consiglieri, vorrei anche rappresentarvi una cosa che mi permetto di dire tra le righe, il presidente Spirlì lo ha evidenziato, ma io voglio precisare.

Il generale Cotticelli - lasciamolo stare - non sapeva neppure di averlo adottato un piano anti-Covid, un piano comunque, per come già detto ampiamente, avversato e non condiviso da questa Giunta, ma piano che c'era in data 18 giugno. Esiste un piano anti-Covid per questa regione.

Ebbene il Ministero della Salute lo approva con un mese di lavoro in piena emergenza, ma lo approva, a luglio lo approva. Qualcuno ci deve spiegare perché da giugno si arriva solo al 9 di ottobre - signori miei - solo il 9 di ottobre, e, con l'ordinanza numero 29, il commissario Arcuri indica e nomina i soggetti attuatori di quel piano anti-Covid. Qualcuno ci deve spiegare al Governo, a Roma cosa è successo da giugno a ottobre? Chi ha dormito da giugno a ottobre? Non certo la Calabria, non certo la Regione Calabria e ora noi siamo qui a pagare il prezzo di questa sonnolenza, di questa negligenza. Commissario Arcuri, ci deve spiegare perché i soggetti attuatori di quel piano presentato il 18 giugno sono stati da lei nominati solo in data 9 ottobre. Ce lo deve spiegare!

E poi - mi scuso per i toni, ma siamo tutti soggetti ad un fortissimo stress psicologico, un fortissimo stress - io mi rivolgo ai decani di quest'Aula, innanzitutto al presidente Tallini perché probabilmente questi pochi mesi non mi hanno ancora adeguatamente formato e le chiedo: presidente Tallini, cosa avrebbe dovuto fare un rappresentante del popolo, democraticamente eletto come me, più che eccepire sostanzialmente quello che viene ribadito anche tra i 21 criteri?

Si parla di algoritmo. Ebbene, colleghi dell'opposizione, molti di voi - lo intuisco, lo immagino - hanno la fortuna di avere il contatto diretto del ministro Speranza. Se parla di algoritmo, non deve trattare la Calabria e la sanità in Calabria come se fosse il processo ed il risultato di un algoritmo; se parla di algoritmo dovrebbe spiegarci che fine hanno fatto i dati sui Lea. Che fine hanno fatto i dati sull'indebitamento. Che fine hanno fatto i dati sulla migrazione sanitaria.

Ma comunque - e vengo a quello che stavo dicendo - tra gli elementi il ministro Speranza dice “non sono stati allestiti i centri Covid”.

E allora, presidente Tallini, lei mi è testimone, l’Aula mi è testimone, sono delle idee, erano delle idee, dei suggerimenti, ma il guasto, il corto circuito che crea l'istituto del commissariamento io l'ho vissuto sulla mia pelle e la mia provincia l'ha vissuto sulla sua pelle e l'area che più mi rappresenta l'ha vissuto sulla propria pelle, perché io stesso, il 26 di marzo, alla prima seduta di Consiglio regionale ho chiesto e ho rivendicato e ho anche per i più scettici prova documentale, rappresentata anche da alcune PEC.

Per esempio, nel momento in cui si dice “non sono stati fatti centri Covid”, a Siderno c’è la struttura che ospitava fino a qualche anno fa l'Ospedale Civile di Siderno, che era stata oggetto anche di un sopralluogo di una serie di cittadini che allora si erano resi promotori di un sopralluogo affinché venisse identificato quel luogo che, tra l'altro, risulta essere già ampiamente disponibile, salvo l'acquisto delle sole attrezzature.

E allora cosa deve fare, presidente Tallini, un giovane consigliere regionale che manda una comunicazione ufficiale al commissario Cotticelli chiedendo semplicemente di effettuare un sopralluogo solo teso alla verifica dei presupposti, dei requisiti e all'esito del quale, se fossero stati negativi, ci saremmo accontentati della risposta? Ma neppure una risposta ho avuto dal commissario Cotticelli. Io non sono stato eletto democraticamente dal popolo per non ottenere neppure una risposta.

Cosa deve fare, presidente Tallini, un giovane consigliere regionale oltre che inviare una PEC, oltre che ribadirlo sempre in Consiglio regionale il 26 di marzo, sull’esigenza pregnante, forte che c'era affinché venisse autorizzato il laboratorio di analisi dell'Ospedale di Locri all'effettuazione dei tamponi, all'effettuazione della refertazione dei tamponi? Perché quello che è avvenuto in questi sette mesi è da terzo mondo. I cittadini che hanno dovuto attendere tre giorni, quattro giorni, cinque giorni, sette giorni prima di poter accedere ai reparti perché dovevano attendere che arrivasse il referto dei tamponi.

Ebbene io non posso e non voglio neppure essere badato. Il 26 di aprile, dopo averlo fatto un mese prima in quest'Aula, Presidente, il 26 aprile io ho inviato una PEC - posso darle anche l'ora ed il minuto - ai commissari dell’ASP 5 di Reggio Calabria, dicendo loro che andava al più presto attrezzato il laboratorio di analisi di Locri, perché quello che stava avvenendo era assolutamente fuori dalla legge.

Ad oggi, caro Presidente, è inutile dirle che non ho avuto alcuna risposta.

Ad oggi, caro Presidente, a distanza di sette mesi, otto mesi salutiamo come ad un miracolo, in queste ore o in questi giorni, salutiamo come un miracolo dopo otto mesi di inferno, salutiamo come un miracolo che il suddetto nosocomio sia stato dotato di una macchinetta per l'effettuazione quantomeno dei test rapidi.

Con ogni probabilità potevo fare più di questo, ognuno di noi poteva fare più di questo, ma è l'Istituto del commissariamento che ha tarpato le ali all'intera Regione.

Nel corso degli anni, amici colleghi, consiglieri dell'opposizione, a parti invertite fino a pochi mesi fa, qualcuno per voi diceva di essere pronto ad incatenarsi se non avesse avuto sulla sua persona il commissariamento della sanità.

E ora io auspico nulla in più di quello che ogni cittadino calabrese si aspetta da noi: auspico che stasera, dopo un dibattito approfondito, serrato, da quest’Aula, da questa seduta possa uscire una posizione univoca, compatta, unita. 

Nel rassegnare le seguenti conclusioni e far vedere che la Calabria sul tema della sanità non si divide, non si disperde, non segue le logiche di bottega di partito, noi dobbiamo dare la responsabilità a questo Governo, nella persona del ministro Speranza, per quello che ha fatto e chiederne le dimissioni, alla stessa stregua di tutti coloro nella filiera di funzionari e dirigenti e commissari governativi che si sono susseguiti nella catena di comando, dal commissario Arcuri, per i ritardi che di cui ho già parlato, al commissario Cotticelli che, bontà sua, ha ritenuto già di farlo. Chiedo a tutti voi, vi esorto, ad aggiungervi alla voce che arriverà dalla maggioranza consiliare compatta.

Spendiamoci affinché non venga firmato dal presidente Mattarella il decreto con il quale viene prorogato il Decreto Calabria. Sarà l'ennesima tegola sulle nostre teste.

Io non sono più disposto che noi stessi e i nostri figli paghiamo per i guasti di chi ha gestito male per oltre quarant’anni questa Regione; non sono disposto che i miei bambini ed i vostri bambini e i bambini di tutti paghino un prezzo per altri. Noi dobbiamo fare un'azione forte e, se voi non la farete, state certi che la faremo da soli. Noi dobbiamo fare un'azione forte affinché addirittura venga azzerato il debito della sanità in Calabria. Sì, azzerato, e non la sparo grossa!

Noi dobbiamo assolutamente superare la logica del commissariamento ed è il Governo, lo Stato, questa mamma che deve prendersi cura di questa regione fragile e debole. Si deve fare carico dell'enorme debito che purtroppo si è consolidato, perché questo è avvenuto in altre aree d'Italia, questo è avvenuto, cari amici e cari colleghi consiglieri, quando si sono dovute salvare delle città, anche importanti, e delle regioni anche importanti. Questo è avvenuto! Abbiamo la necessità che avvenga anche in Calabria.

Spero e lavoro e auspico che su queste battaglie ci si possa trovare tutti uniti. Se così non fosse, qui sì che ci prendiamo ognuno le responsabilità che abbiamo, non laddove non le abbiamo mai avute. Qui sì che ce le prendiamo, ci prenderemo tutti, ciascuno di noi la responsabilità di avere detto al popolo calabrese se vogliamo finalmente che, quantomeno sul tema della salute e della sanità, la Calabria alzi una voce chiara, univoca e forte affinché la nostra mamma, il nostro Stato si prenda finalmente cura di noi, non con mere logiche ragionieristiche, non con la logica dell'algoritmo di Speranza, ma con la logica del buon senso, dell'umanità e dei diritti civili.

Grazie, Presidente.

DI NATALE Graziano (Io resto in Calabria)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, oggi svolgiamo questa prima seduta di Consiglio regionale senza la presenza della presidente Santelli a cui va il mio ricordo.

Ho ascoltato gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e sinceramente continuo a non capire come in quest'Aula non si riesca ancora a comprendere la gravità della situazione in Calabria.

Ai calabresi non interessa più il balletto delle responsabilità, ai calabresi interessa avere una sanità dove uno che sta male trova le cure. E mi fa specie che si trovi ancora il tempo di “comiziare” in questa sala, in questa aula, quando fuori c’è gente che ha perso il lavoro, quando nei nostri ospedali ci sono malati che non trovano un posto per curarsi e sono adagiati nelle corsie degli ospedali. Rispetto a questo la soluzione non è di chiedere o rimpallare le responsabilità, ma la soluzione è quella di capire come intervenire, non domani, non dopodomani, ma ora, subito, perché le responsabilità non si danno, le responsabilità si prendono e si prendono specie se, al di là di destra e sinistra, si rappresenta una Regione.

Questo è il tema. Le responsabilità si prendono perché si prendono anche se un Presidente di Giunta regionale, un assessore, un amministratore pubblico va negli ospedali e fa qualcosa per gli ospedali. Sarebbe molto facile per me, che rispetto al tema della sanità ho fatto in questi mesi battaglie anche da questi banchi, dire e fare una cronologia delle cose che non sono state fatte. Ve ne dico una: il 31 marzo del 2020 in quest'Aula, in questo posto, chiedevo la nomina di un Commissario straordinario capace di gestire l'emergenza coronavirus in Calabria perché sappiamo tutti e sapete tutti, sapevamo tutti, che il 30 gennaio il Direttore generale del dipartimento del Ministero della Salute, D'Amario, diceva: “Attenzione, la Calabria non ha le strutture idonee per fronteggiare le emergenze”.

Ve la ricordate o no la nota del 30 gennaio? O la ricordo solo io? Il 30 marzo, qualche mese dopo, da questo posto, chiedevo la nomina di un Commissario straordinario.

Ve la leggo: “Il direttore D’Amario che è il direttore generale della prevenzione sanitaria nazionale, il 30 gennaio diceva che la Calabria non è pronta ad affrontare l'emergenza perché non ha i mezzi adeguati per fronteggiarla.” Rispondevo con una nota in cui manifestavo la necessità di valutare misure eccezionali che la Regione avrebbe dovuto prendere, che avremmo dovuto prendere. La differenza non è quella di scaricare sugli altri, ma è quella che quest’Aula avrebbe dovuto prendere e che la Regione nella sua interezza avrebbe dovuto prendere, perché sulla salute non c'è né destra e né sinistra. E allora, dicevo: “Ritengo opportuna la nomina di un commissario esperto nel fronteggiare l’emergenza prima che l'epidemia si diffonda ulteriormente. E ’indispensabile una figura di comprovata esperienza in grado di coordinare una situazione che tra un po' in Calabria diventerà ingestibile. Graziano di Natale il 31 marzo 2020”.

A questa nota è seguita una telefonata di qualcuno che si lamentava dicendo “non è possibile una cosa del genere, non è possibile che noi riceviamo un commissario, qualcuno, che possa gestire l'emergenza coronavirus in Calabria” e questi sono i risultati. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. I risultati sono che poi l’11 marzo la Regione Calabria diffonde una nota; l’11 marzo la Regione Calabria diffonde una nota, nella quale nota si dice che in collaborazione con il commissario Cotticelli si è approvato il piano per l'implementazione dei posti di terapia intensiva, 400 posti di terapia intensiva, la nota dell’11 marzo della Regione Calabria. Ad oggi di quei posti di terapia intensiva, ditemi, quanti ne sono stati attivati? E perché non sono stati attivati? Chi aveva il compito di vigilare se non la Regione Calabria? Io non lo devo dire a nessuno, io lo dico qui in quest'Aula perché quest’Aula è il luogo adatto e deputato per dire le cose. Rispetto alle cose che stavo dicendo, il 12 maggio qui in quest'Aula, in questo posto, facevo un'altra denuncia riguardante i tamponi, riguardante la necessità del rintracciamento, riguardante la necessità di fare la ricostruzione dei contagi, di dire al Presidente della Giunta regionale e alla Giunta regionale che i nostri laboratori non hanno la capacità di processare un elevato numero di tamponi. E che cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto le passerelle, abbiamo detto che si è comprato un macchinario, per esempio, nell'ospedale di Rossano capace di processare 300 tamponi al giorno che è ancora incellofanato, che è ancora lì, e l'ospedale di Cosenza, che non è in grado quindi di processare questi tamponi, costringe positivi al coronavirus a stare dentro le proprie abitazioni per giorni.

Addirittura c'è qualcuno che è costretto a vivere nella propria abitazione isolata per giorni; bambini, adolescenti di 15 anni lontani dalla loro famiglia. E noi che cosa abbiamo fatto? Abbiamo rimpallato le responsabilità, le responsabilità a questo o a quello. Non è così che si gestisce la cosa pubblica. Non è così che si gestisce una Regione. Perché, ripeto, le responsabilità non si danno, ma si prendono, le responsabilità non si danno, ma si prendono.

È di qualche giorno fa poi l'immagine che è circolata sui social, le avete viste tutti, delle file nei Pronto soccorso, delle autoambulanze che non trovano posto e che sono costrette a stare lì ferme in fila con pazienti dentro. E la politica regionale che fa? La politica regionale si scanna su quello che è il comando, su chi deve nominare il commissario, su chi no, su chi lo vuole; quando gli fa piacere va bene il commissario, quando non fa bene si scarica sul commissario.

E quest'Aula che avrebbe dovuto prendere i provvedimenti giusti nei mesi opportuni è stata ferma e immobile. Questa è la verità!

 

(Interruzione del consigliere Esposito)

 

 Consigliere Esposito, io sono stato in silenzio anche quando si sono dette corbellerie, per cui anche se le sto dicendo, con lo stesso garbo con cui ho ascoltato gli altri siete pregati di ascoltare me.

E abbiamo una responsabilità: qui non siamo venuti in un'arena, qui non siamo venuti a fare le guerre, come facevano i romani, per andare a rintracciare la responsabilità, qui siamo venuti a dire che cosa dobbiamo fare per i calabresi che sono fuori, per quelle persone che al di là di zona rossa o di zona gialla hanno bisogno di una sola parola, della sicurezza della loro salute. Questa è la verità!

Dobbiamo spiegare, per esempio, perché nell’ospedale di San Francesco di Paola c'è un reparto nuovo, incellofanato, con 4 posti di terapia intensiva che sono fermi là dal mese di aprile e nessuno ha mosso un dito, nonostante nell’emergenza del lockdown anche i cittadini abbiano fatto delle donazioni volontarie di letti, respiratori, ventilatori polmonari. E questo è una vergogna tutta calabrese perché, anziché fare altro, avremmo potuto spendere quei soldini per mettere in moto quel reparto di terapia intensiva, per comprare gli arredi perché non c'è l'arresto per nessuno se si comprano mobili e arredi per potenziare i nostri ospedali. Questa è la verità! Gli arresti ci sono per altre cose non per gli investimenti sulla famiglia, sulla salute. Questa è la verità che dobbiamo dire ai calabresi.

E allora io- vi chiedo scusa per il tono - come tutti sento la responsabilità del ruolo, sento la responsabilità delle cose che dobbiamo dire. Dietro quelle saracinesche chiuse c'è il fallimento della Calabria, non c’è il fallimento del PD o di Forza Italia o della Lega o di un altro partito, c'è il fallimento di tutti quanti noi, di tutte le persone che sono state elette in Calabria. Altroché! C'è il fallimento di una classe politica calabrese perché anche se il mio Governo è il Governo di centro-sinistra - io non ho paura a dire le cose - la soluzione non è abbassare la saracinesca, la soluzione è mettere i calabresi in sicurezza e garantire la salute dei calabresi. E allora qui in questa Aula oggi voi venite a dire: “Chiediamo al Governo di declassarci da zona rossa a zona gialla”. Non è questa la soluzione! Impegniamoci subito…

(Interruzione del consigliere Graziano)

 

Guardi, Graziano, io e lei in comune abbiamo solamente il suo cognome ed il mio nome, ma siamo diversi, siamo molto diversi.

Stavo dicendo, la soluzione non è questa, la soluzione è quella di dire insieme, tutti quanti insieme “potenziamo in 15 giorni, in 20 giorni”. Prendiamo le risorse della Regione e destiniamole ai nostri ospedali. Al di là del commissariamento, questo dobbiamo fare! Prendiamo i soldi e destiniamoli alle nostre strutture, potenziamo le strutture. Dobbiamo fare questo al di là del colore politico.

Credo, Presidente, in merito alla responsabilità, in merito al rimpallo delle responsabilità ho detto agli organi di stampa che in questo momento è vero che dobbiamo rimboccarci le mani, ma è anche vero che c'è qualcuno che doveva fare e non ha fatto, c’è qualcuno che doveva fare e non ha fatto e le denunce non si fanno solo nelle piazze, nei Consigli regionali o nei Consigli comunali. Le denunce si fanno nelle Procure della Repubblica, lì si fanno le denunce!

E ho presentato un esposto sia alla Procura della Repubblica di Paola, per quanto riguarda la terapia intensiva di Paola, sia alla Procura della Repubblica di Cosenza, per quanto riguarda tutti gli ospedali della provincia di Cosenza, che vi invito a firmare insieme a me, perché qualcuno doveva fare e non ha fatto. È qui la denuncia, firmatela insieme a me. Firmiamola tutti quanti, assumiamoci questa responsabilità di capire di chi è la responsabilità di questo sfascio della sanità in Calabria.

Non mi interessa spiegare, assessore Orsomarso, ci sono atti, fatti concreti e abbiamo bisogno di mettere un punto su questa situazione. E io finisco, Presidente, raccontandovi una cosa, perché la Calabria è rappresentata da persone che hanno bisogno d'aiuto in questo momento. Ho ricevuto, lo dico qui, l'ho detto già ieri, una telefonata di una mia concittadina la quale mi diceva: “Graziano, io sono disperata perché mio papà e mia mamma sono positivi, non stanno bene, sono anziani e sono a casa con me. Io sono negativa, però non li posso abbandonare, non posso lasciarli soli! Ho figli, ho un marito, ho abbandonato la mia casa per assistere i miei genitori!”

È su queste persone che rappresentano la vera Calabria che noi dobbiamo impegnarci, altro che destra e sinistra! Rispetto a questo punto di riferimento io dico: da stasera impegniamoci, troviamo le risorse, trovate le risorse e spendiamole al di là del Governo, al di là dei commissari, al di là di ogni altra cosa, per potenziare i nostri ospedali perché non siamo qui a fare politica in campagna elettorale, siamo in guerra e quando si è in guerra dobbiamo scendere in campo tutti senza distinzioni tra Generali e soldati. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sainato. Ne ha facoltà.

SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Buonasera a tutti, capisco l'intervento accorato del collega Di Natale. Sì, prima di andare via ti rispondo velocemente su una cosa: ti chiediamo scusa, noi della maggioranza, perché non avevamo capito che dovevamo nominare il maestro di sostegno al commissario che si doveva occupare del Covid.

Tu ci hai chiesto un ulteriore commissario, cioè dovevamo andare a trovare un maestro di sostegno a chi si doveva occupare del Covid e per questo ti chiediamo scusa a livello di maggioranza.

Caro Di Natale, cari colleghi, caro Presidente, il problema della sanità, al di là del Covid, è un problema vecchio, è un problema che ci portiamo dietro da vent'anni. Oggi siamo venuti in Aula per parlare di zona gialla invece di zona rossa. Raccogliamo le problematiche della sanità che non è solo un problema del Covid, delle emergenze in questo caso, ma è un problema che ci portiamo dietro da anni. È un problema di responsabilità politica e questo - sì, è vero - è un problema di responsabilità politica, di cosa fare e come affrontare le difficoltà. Lo diceva qualcuno prima di me: anche il precedente Consiglio regionale ha tentato col il Governo del suo stesso colore politico di far capire che il commissariamento non era la strada da seguire. Purtroppo siamo arrivati al commissariamento per una cattiva, anche, gestione politica e ci siamo fatti commissariare. Oggi oltre a commissariarci la sanità, ci stanno “commissariando” anche le attività commerciali che non meritano di essere commissariate, di essere chiuse, di non avere un'attività per poter portare il pane a casa ai propri figli e per questo, con grande responsabilità e tutti insieme, dobbiamo trovare una soluzione.

Il consigliere Di Natale diceva prima che non dobbiamo capire di chi è la responsabilità, l'ha spiegato bene il presidente facente funzione Spirlì che ringrazio, ma è necessario non tanto per la responsabilità, ma per fare chiarezza, per far capire, non per addossare responsabilità. Per far capire come sono andate le cose in queste otto mesi, per restituire la verità ai cittadini. Se ancora il consigliere Di Natale non ha capito dove in questi otto mesi sono andati a finire i 99 milioni di euro, di cui 45 già arrivati e 54 ancora devono arrivare, forse qualche euro in più sentivo prima dal Presidente del consiglio, allora non ci siamo.

Si è scatenata in questi giorni la piazza, non perché avevano paura del Covid, si è scatenata la piazza perché la gente non ce la fa più, la gente ha fame. Noi dobbiamo trovare una soluzione all'aspetto sanitario, ma dobbiamo di pari passo trovare una soluzione per le famiglie, per le attività commerciali, per chi oggi è titolare di partita IVA. Ha fatto bene in questi otto mesi l’assessore Orsomarso. Ha fatto il “Riparti Calabria”, ha cercato, ha tentato, però si è scontrato con che cosa, Fausto? Si è scontrato con la burocrazia, si è scontrato con la norma. Chiediamo al presidente Conte che in un periodo di guerra, come è stato detto prima, le norme, che in situazioni normali vanno applicate e sono giuste da applicare, in queste situazioni non possiamo applicarle; perché se oggi noi diciamo che per avere un ristoro l’attività commerciale deve presentarci il DURC, noi i soldi li diamo solo a quelli che hanno avuto la possibilità in questi mesi, in questi anni, di pagarsi il DURC, cioè alle stesse persone. Quindi chi è andato in difficoltà per le chiusure non potrà mai avere un ristoro. Dobbiamo trovare una soluzione diversa anche sul piano sociale perché è questo che ci chiede la Calabria.

Noi calabresi non scendiamo in piazza facilmente. Se scendiamo, lo facciamo perché c'è la disperazione e la disperazione è la disperazione sociale. Poi il problema sanitario dovremmo risolverlo senza colore politico di destra e di sinistra, ma assumendoci le responsabilità del passato per non commettere gli stessi errori in futuro.

Non siamo riusciti ad aumentare i posti Covid, non è assolutamente responsabilità nostra, è sul piatto, è davanti a tutti, è responsabilità di chi ci ha gestito, del Governo che ha mandato là una persona che… I social aiutano anche a ricordare cosa ha detto il ministro Grillo alla presentazione di Cotticelli; alla fine dell’intervento vorrei rileggervelo cosa ha detto di Cotticelli. Cosa dobbiamo aspettarci da un commissario che non è stato in grado, né lui né chi l’ha preceduto, di dare una soluzione alla sanità, non solo sul Covid, ma anche ai problemi che la sanità ha?!

Parlava prima il collega Graziano degli ospedali. Non siamo riusciti a sanare gli ospedali che abbiamo adesso e costruire i nuovi ospedali. E pensate che sia un problema di Covid? E pensate che sia un problema del 2019? O è un problema di questi 10 anni di commissariamento in cui non siamo riusciti a creare una sanità diversa. Potevamo affrontare l'emergenza Covid come in tutte le regioni in modo diverso.

Oggi questo non lo possiamo fare. Non siamo riusciti a farlo prima e oggi non siamo in grado, anche con le risorse che lo Stato ci sta dando, di aumentare fino a 310 i posti. Non stiamo parlando di 3000 posti. Non siamo stati in grado sul piano politico e quando dico in grado mi riferisco a chi è deputato, all’ente attuatore, commissariale, alla gestione. Noi dovevamo vigilare e l'abbiamo fatto. Il presidente Spirlì ha spiegato quello che abbiamo fatto, attraverso la presidente Santelli, quello che ha fatto, quello che ha scritto, quello che ha potuto fare.

SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)

Voi ne siete testimoni - vedo gente che è stata nello scorso Consiglio regionale - di quante difficoltà ha avuto la gestione regionale anche di fronte al commissariamento. Vi siete divisi anche in queste cose. Lo sapete benissimo e quindi non sto a raccontare quello che noi abbiamo subito in questi otto mesi, è una cosa che voi sapete benissimo.

Ora che fare? Ora come risolvere questo problema?

Spetta a noi, spetta al Consiglio regionale, spetta sicuramente al Governo. Chi ha la possibilità di parlare col Governo amico spieghi che la Calabria non è una terra di conquista, non è una terra di conquista di voti e non è una terra di passerelle, ma è una terra dove bisogna dare soluzioni e noi siamo chiamati qui a dare soluzioni. Dovete metterci nelle condizioni di poter offrire soluzioni e non siamo stati messi, in questi otto mesi, in condizione di offrire soluzioni. Le uniche soluzioni che abbiamo potuto dare le abbiamo date e se qualcosa si è fatto è grazie alle continue diffide.

Il collega Crinò prima parlava dell'ospedale di Siderno, ma io potrei parlare dell'ospedale di Locri che è stato previsto tra i reparti che dovevano essere attivati per il Covid e quant’altro, completamente abbandonato, una zona completamente abbandonata ed è passata la Grillo, è passata la Lorenzin. Possiamo fare tanti nomi, facciamo un elenco, possiamo fare una squadra di calcio di quanta gente, di quanti Ministri sono venuti nella nostra zona e non c’era il Covid. È venuto Conte, ci ha detto che sarebbe venuto a gennaio, non ci ha detto l'anno, ha detto che sarebbe tornato a gennaio però, correttamente, non ci ha detto l'anno. Noi ancora lo stiamo aspettando. Questi sono i risultati della politica!

La gente ci giudica ogni giorno, ci giudica per quello che facciamo, per quello che diciamo, per i risultati che portiamo avanti e noi, in questi otto mesi - è sotto gli occhi di tutti - abbiamo avuto diversi problemi tra cui la sanità.

Vedo l’assessore all’ambiente, che ringrazio per lo sforzo che ha fatto in questi otto mesi sull'ambiente.

Quello che abbiamo subito, quello che abbiamo ricevuto e ci siamo divisi, attenzione, anche in quest’ Aula, sui grandi temi, spesso, ci siamo divisi e voi siete a conoscenza delle problematiche sia della sanità sia dell’ambiente. Poi non si può continuare con la politica nella sanità, perché la distruzione della sanità avviene nel momento in cui il primario di turno o il medico di turno va a bussare alla porta del politico di turno per farsi rappresentare ed è inadeguato per fare il primario ma, soprattutto, anche per fare l'amico politico.

Queste cose dobbiamo dircele, non possiamo preoccuparci del trasferimento di x o del trasferimento di y, dobbiamo dare risposte, dobbiamo portare i migliori all'interno della nostra terra e non fare politica con la sanità.

Qualcuno, negli anni passati, ha criticato i comitati di gestione, i vecchi comitati di gestione che c’erano nella sanità. Dico - e politica ne ho fatta anche se non a livello regionale - che i comitati di gestione hanno portato più risultati di tutti i commissari messi insieme in questi ultimi dieci anni. I comitati di gestione – lo ricordano tutti quelli che hanno fatto politica come me e più di me - avevano diverso colore politico non si era di un solo colore politico all’interno, eppure si faceva per la sanità, si portavano, si sceglievano i medici migliori, gli infermieri migliori all'interno del proprio ospedale. Questa era la battaglia che c'era tra la politica di allora. Oggi la battaglia è quella non solo di non fare nulla, ma, se si deve inserire, all'interno della sanità si scelgono i peggiori che possono curare i nostri i nostri figli, noi stessi.

Ve l'avevo detto prima che volevo leggervi cosa ha scritto il ministro Grillo e lo rileggo testualmente: “Mi hanno fatto qualche critica per avere enfatizzato il bisogno di legalità quale presupposto della scelta dei nomi; i commissari ad acta sono figure di garanzia che incarnano i valori della competenza, onestà e trasparenza, da sempre miei cavalli di battaglia. Sono sicura che porteremo buoni risultati nel decreto di nomina di Cotticelli, visto il curriculum del Generale Saverio Cotticelli, che ha maturato specifiche esperienze in materia di sanità.”

Lascio a voi ogni commento, ogni valutazione rispetto a quanto scriveva il ministro Grillo in riferimento al commissario Cotticelli.

Se queste sono le persone che dovevano risolvere il problema della sanità, se questi sono i politici che, in questi anni, dovevano risolvere il problema della sanità, forse ci dobbiamo chiedere se abbiamo sbagliato, se c'è qualcosa di errato, altrimenti, se non siamo in grado di risolvere i problemi sanitari e sociali, forse è arrivato, anche, il momento, per chi di dovere, di mettersi da parte. Grazie

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, questa è la seduta in cui non abbiamo tra di noi il Presidente eletto. Ovviamente ha fatto bene lei a ricordarlo all’inizio. È stato un evento traumatico per la Calabria e voglio ricordarla all'inizio di questa seduta proprio perché in questo Consiglio regionale in questi nove mesi abbiamo avuto uno scambio molto importante sui temi della sanità. Abbiamo anche convenuto, in alcuni momenti, su alcune questioni importanti quali una riforma del sistema sanitario, proprio perché convinti che dalla pandemia, dal coronavirus, è illusorio pensare che qualcuno possa uscire da solo. Abbiamo sempre detto, l'ho detto in quest'Aula diverse volte, che in questo momento non badavo alla tessera di partito, ma a fare sinergia, a fare squadra per uscire da questa situazione sia da un punto di vista sanitario che da un punto di vista economico.

Però devo dire che alcuni toni di stasera, anzi di oggi pomeriggio, francamente, mi sembrano degli spot elettorali, rispetto alla gravità delle cose. Qui, alla luce di quello che ha detto ieri Cotticelli, sommiamo zona rossa più problemi strutturali della sanità. Fare il tiro al piccione con Cotticelli è facile dopo quell’intervista, bisognava farlo prima.

Ho avuto una posizione che, storicamente, molti conoscono, anche quando a quel banco c'era seduto Mario Oliverio sulla sanità. Conoscete la mia posizione. Anche lì, molte volte da solo, rispetto al modo di essere della sanità e all’operare sbagliato della politica calabrese, dico che anche oggi, per esempio, non possiamo assistere a degli spot elettorali e pensare di risolvere la cosa proponendo o una legge o un ricorso al TAR.

Sappiamo che dal piano di rientro si esce, attualmente, attraverso l’approvazione di due bilanci consecutivi in pareggio e con i LEA a centosettanta. Questo è quello che dice la legge e dobbiamo stare attenti perché questo dibattito ha ricadute sul territorio e il clima non è dei più semplici, dei più facili.

Vorrei ripristinare una verità: la Giunta regionale calabrese ha condiviso col Governo nazionale i criteri per dichiarare le varie zone rosse, arancioni e quant’altro. Quei ventuno criteri non sono il frutto di una scelta unilaterale del Governo, tutte le Regioni, compresa la Calabria, le hanno condivise e se noi oggi siamo zona rossa è perché voi avete comunicato i dati al Ministero della Salute e all'Istituto Superiore di Sanità che, poi, in base a quella griglia, che voi avete contribuito a decidere, ci hanno dichiarato zona Rossa. È un dato ineccepibile.

Allora come si fa? Facciamo una seduta di Consiglio regionale e ci costituiamo Stato a parte? Dichiariamo la secessione dall'Italia? Oppure ci impegniamo a trovare le soluzioni ai dati per cui siamo diventati zona rossa?!

O voi non vedete i dati allarmanti del contagio in Calabria, i morti che ci sono dai contagi in Calabria? Quello non è un dato?

Noi dobbiamo andare nel merito e vi sfidiamo su questo merito, cari colleghi, perché se non decidiamo, in tempi rapidi, di assumere i trecentoventi infermieri di quartiere che sono stati previsti dal Decreto Rilancio, che spettano alla Calabria e per i quali ci sono state attribuite anche le risorse…

Perché di quei trecento venti infermieri di quartiere della Calabria non ne è stato assunto uno! Chiediamocelo! Superiamo gli ostacoli! Perché non ci sono, sui territori, quei trecentoventi infermieri di quartiere che servono a contrastare il coronavirus? Perché delle trentasette USCA, previste per la Calabria, non sono stati assunti i medici e gli infermieri? I soldi ce li ha messi lo Stato, li ha trasferiti alla Regione per mettere in campo l'unità di assistenza, le unità speciali di continuità assistenziale che servono a gestire i malati di Covid domiciliati a casa e che non hanno bisogno di ricovero ospedaliero.

Queste due misure potevano servire, possono servire, se le realizziamo, ad essere declassati ad un'area meno punitiva rispetto a quella che, oggi, il Governo, come ho detto prima, ci ha assegnato.

Permettete, ma dobbiamo riportare la verità: Cotticelli è stato nominato quando a presiedere il Consiglio dei Ministri era Conte, ma il vice-presidente era il segretario della Lega, Matteo Salvini; il commissario dell'ASP di Cosenza e dell’AO di Cosenza sono due leghiste, sono la dottoressa Bettelin e la dottoressa Panizzoli che hanno lavorato in Lombardia con Maroni e sono state nominate, sempre in quel Consiglio dei Ministri, sempre da quel Consiglio dei Ministri. Quindi di che cosa parliamo? Sapete quant'è il bilancio dell’ASP di Cosenza? È di un miliardo e duecentocinquanta milioni di euro, è un terzo di tutto quello che trasferisce il Governo nazionale ogni anno alla Regione. Ma di che cosa vogliamo parlare?! Vogliamo nascondere questo e i danni che hanno procurato a Cosenza sia all'azienda ospedaliera che all'azienda sanitaria? Ne vogliamo parlare? Chiedete a Giannetta - l'abbiamo audita in Commissione speciale di vigilanza - cosa ci è venuta a dire. Ancora, questa signora non ha approvato il bilancio consuntivo né del 2018 né del 2019 perché ci sono sessanta milioni di euro che ballano per fatture non registrate e per debiti fuori bilancio.

Cosa è venuta a fare? A prendere, a pagarsi le indennità dai calabrese e non assumersi le responsabilità!

Di che cosa stiamo parlando?! Questo è, questo è.

C’è una questione, secondo me, importantissima e voglio leggere un comunicato della Giunta del 16 marzo 2020, permettetemi, perché qua si citano tutti, mi sono andato a leggere questo comunicato: “Mi spiace” - si dice in questo comunicato – “dover prendere atto che, in questo momento particolarmente delicato, il commissario Cotticelli venga continuamente tirato per la giacca dall'onorevole Callipo che invita Il commissario a far sentire concretamente la sua presenza. Voglio far presente che il Generale sta lavorando al progetto emergenza senza protagonismi e in un sereno e serissimo lavoro di squadra. Lo dimostra il fatto che tutti i provvedimenti assunti sono stati concordati, firmati e controfirmati dal commissario. Stiamo lavorando in un clima di grande collaborazione, senza polemiche, evitando di essere autoreferenziali, per questo ringrazio di cuore il commissario Saverio Cotticelli, il sub-commissario Maria Crocco e tutta la struttura del dipartimento tutela della salute per l'impegno e la competenza che stanno dimostrando.”

Oggi ci troviamo con un decreto per adeguare il sistema calabrese, per realizzare posti letto di terapia intensiva, sub-intensiva aggiuntivi, per adeguare i Pronto soccorso di tutti i nosocomi ospedalieri in modo anche dettagliato, ma di quelle cose non se n'è fatta una.

Ho presentato, a tempo debito, venti interrogazioni su questo, in cui denunciavo l'assenza dei piani che ci sono solo sulla carta perché diventassero realtà. Non è stato fatto. Ma mettiamo al bando le polemiche, mettiamo al bando le polemiche perché non servono. Vogliamo uscire dalla zona rossa? Allora facciamo le cose che abbiamo detto nella nostra mozione: operativi, entro la settimana, si proceda all'assunzione dei trecento venti infermieri di comunità, c’è la copertura finanziaria; in una settimana si rendano operative le USCA, così come previsto per legge, 4 infermieri e 4 medici, dalle otto alle venti, sette giorni su sette.

L’ abbiamo detto nella Commissione speciale di vigilanza, con il presidente Giannetta, quando abbiamo udito i vari commissari delle Asp, per non parlare della situazione dei debiti - la dirà, mi auguro, Giannetta. Solo con due ASP siamo quasi a due miliardi di euro, ottocento milioni di debito dell'ASP di Cosenza, detto dal responsabile finanziario, non solo dalla Bettelin, così anche dal responsabile finanziario dell’ASP di Reggio Calabria che riferisce di novecento milioni, novecento venti milioni di debiti.

Non abbiamo fatto in tempo ad audire gli altri commissari, ma se questa è la situazione c'è una concausa dovuta a come hanno lavorato sia l'ufficio del commissario sia la Regione, ma mi ci metto pure io nelle responsabilità e non ne ho.

Voglio fare un discorso concreto: per realizzare, per uscire da questo pantano - se non si esce da questo pantano non si salva nessuno - dobbiamo essere concreti, pigliare impegni stasera e dire se realizziamo in una settimana queste cose, se potenziamo le terapie intensiva e sub-intensive. Vediamo come fare, ma senza scaricare le responsabilità, perché nella sanità, in un lungo periodo, si sono alternati Giunte di centro-destra e Giunte di centro-sinistra, ma a governare la sanità sono stati sempre gli stessi interessi, non è una novità e l'ho detto diverse volte in quest'Aula: consociativismo e trasversalismo. Perché fanno gola i tre miliardi e cinquecento milioni di euro, sono il 67% del bilancio regionale e se non rompiamo i potentati… Si è parlato pure di migrazione sanitaria, ma diciamoci la verità: c'è qualcuno che vuole i trecento milioni di euro e i settanta mila calabresi che devono andare in altre regioni, in particolare nel Veneto e nella Lombardia, perché fanno comodo ai bilanci delle ASL, di quelle aziende ospedaliere, di quella sanità privata, fanno comodo - o vogliamo fare i finti tonti? - gli fanno comodo.

Allora dobbiamo rompere questi interessi e, in questo ultimo rush finale, credo che, ormai, sia giusto restituire la parola ai calabresi. Se vogliamo essere utili, facciamo, diamo risposte concrete e rispondiamo a quei requisiti con i fatti per uscire da questa situazione.

Se vogliamo diventare zona gialla - non ricordo qual è l'ultima zona - dobbiamo fare un lavoro comune anche per quanto riguarda alcuni provvedimenti di ristoro, anche a livello nazionale, per dare una risposta alla crisi. L'abbiamo fatto, l'abbiamo sollecitato, abbiamo fatto proposte, siamo stati, come dire, responsabili. Però finiamola con questi comizi, vediamo cosa fare concretamente, se ci sono le condizioni, perché poi i comizi li faremo, comunque, quando verrà indetta la campagna elettorale e se c'è un minimo di possibilità facciamo in modo che tutte quelle cose che abbiamo messo nella nostra mozione, le cose che ho sentito qui, diventino operative nei prossimi giorni.

Solo così possiamo contrastare la pandemia che, quanto riguarda la nostra regione, è molto più virulenta della prima pandemia e le strutture sanitarie sono al collasso. Arriveremo alla saturazione delle terapie intensive nei prossimi tre o quattro giorni se questo è il livello di crescita dei contagi in Calabria e non li fermeremo con le mani nude, dobbiamo fare in modo che ci sia la possibilità di mettere in campo atti concreti.

Io mi auguro – mi auguro! – che ciò avvenga di comune accordo, altrimenti saremo costretti a fare la nostra battaglia di testimonianti, essendo minoranza; però, penso che, una volta elencate le priorità, potremo trovare delle soluzioni che ci permetteranno di potenziare il sistema territoriale calabrese della sanità e, con uno sforzo vero, potremo aprire qualche reparto di Terapia intensiva, sub-intensiva ed aumentare i reparti di Pneumologia o di Malattie infettive.

Mi hanno mandato delle fotografie, per esempio, dello Spoke di Cetraro in cui fervono i lavori per il reparto con dieci posti di Pneumologia.

Se c'è la politica, l’accordo e la volontà politica, l’emergenza potrà essere fronteggiata anche in queste ore e, considerato che nel Decreto è previsto anche il fatto che, da qui a una settimana, si possa fare una verifica per vedere se sussistono i requisiti per dichiarare la Calabria zona diversa da quella rossa, è chiaro che, così facendo, avremo qualche possibilità in più con il Governo nazionale.

Non possiamo pensare solo a chiedere le dimissioni del ministro Speranza, del consigliere Guccione o del presidente Tallini, o che basti convocare il Consiglio regionale per decidere, al di là dei parametri e dei requisiti, di diventare zona gialla o, tantomeno, che si debba preparare una legge – non ho capito che tipo di legge – per uscire fuori dal commissariamento o per dichiarare che non siamo zona rossa.

Dobbiamo essere seri, anche perché i calabresi ci sentono e sanno giudicare.

Se vogliamo fare una cosa utile, dobbiamo realizzare veramente un Piano operativo e cominciare a dare delle risposte, già nella prossima settimana.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinaro. Ne ha facoltà.

MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Intervengo, dando per scontata la totale serietà di quest'Aula, nel momento in cui si riunisce in una seduta straordinaria ricordando – come bene abbiamo fatto all'inizio – la prematura scomparsa della governatrice Santelli.

Cosa vogliamo decidere stasera? Cosa vogliamo discutere questa sera? Cosa vogliamo dire ai calabresi che ci hanno eletti?

Intanto, sulla sanità e sul tema specifico del Covid-19, c’è bisogno di fare un’operazione di verità, perché la verità, insieme alla consapevolezza di eventuali errori – alcuni dei quali, già conclamati – ci aiuteranno ad individuare delle soluzioni.

Ritengo che questa settimana, in particolare, che ci ha visti impegnati – come hanno ricordato il presidente ff., Spirlì ed il presidente Tallini – in una interlocuzione doverosa ma costante e con tanto impegno, in direzione di aiutare il Governo nazionale che, per legge – e noi conosciamo le leggi di questa Repubblica e di questa Regione – poteva individuare alcune cose – e, da qui a poco, dirò che non sono automatismi – e che se si vuole trincerare sulla demagogia o sull’allargare troppo un ragionamento per il quale, invece, ci siamo riuniti su un fatto specifico, è chiaro che, secondo me, ci porterà, o rischia di portarci fuori strada.

Perché è importante stare sull'argomento?

Questa settimana abbiamo rivissuto il calvario di decenni; certamente, ho l'onore di poter dire che faccio parte di quel sessanta per cento di consiglieri regionali che sono entrati in quest’Aula il 27 marzo 2020, ma ho rispetto per chi c'è stato prima di me, per chi prima di me c'è stato ed è ritornato e che, ovviamente, se vuole, si può confrontare con tutti.

Perché faccio queste precisazioni?

Oggi sbagliamo, presidente ff. Spirlì e presidente Tallini, se allarghiamo troppo il ragionamento sui mali e sui danni della sanità di questi ultimi decenni che vedono responsabile, in primis, la Calabria tutta; io penso che dobbiamo dire qualcosa ai calabresi ma anche a noi stessi e, quindi, alla fine mi auguro di poter decidere un qualche cosa che possa aiutare il presidente Spirlì e la Giunta regionale a fare in modo che la Calabria abbia rispetto della sua dignità, delle sue paure e delle sue preoccupazioni.

La dignità che chiediamo sia riconosciuta alla Calabria, passa dall'etica dei comportamenti di chi ha responsabilità in Calabria e di chi la guarda dall'alto.

Faccio un piccolo riferimento a quello che, brillantemente, è apparso in una trasmissione della rete pubblica di ieri sera vista da tutti in diretta e vista, ovviamente, oggi sui social.

Cosa ci dice quella trasmissione? Tante cose!

Non vorrei, però, che qui si partisse da Cotticelli per evitare di parlare del presidente Conte e del ministro Speranza, perché Cotticelli che, certamente, non assolvo perché ha dimostrato di non avere l’etica di un professionista che si è assunto una responsabilità, ma, nel merito, cosa ha detto Cotticelli ieri sera a quei microfoni?

Ha detto di aver verificato che il Governo nazionale ha commesso un errore, disconoscendo o dimenticandosi che, in Italia, c'erano e ci sono due Regioni commissariate sulla sanità , Calabria e Molise, e che, comunque, nel mese di giugno, ha chiesto al Governo di fornire indicazioni su come si poteva procedere e chi, in sintonia con le Linee guida nazionali, doveva realizzare il Piano anti-Covid per la seconda fase; ed è strano per una Repubblica dove un Ministro e il Governo non hanno mai perso l'occasione di dire nel corso della prima fase che, se il virus fosse arrivato in Calabria e al Sud, sarebbe stata una carneficina.

Se quelle affermazioni di preoccupazione erano vere, non c'è stata coerenza né responsabilità politica e amministrativa da parte del ministro Speranza, il quale ha risposto ad una richiesta dopo tre mesi.

Ritengo che questa cosa vada sottolineata. Non è successo solo questo.

Difatti, il generale Cotticelli si è dimesso circa tre o due settimane fa, prima della riconferma del commissariamento della sanità in Calabria, dicendo che non voleva essere il capro espiatorio di questa situazione e il ministro Speranza non l’ha convocato, non l'ha sentito e ha fatto finta di niente. Perché ha riprogrammato, riproposto e riapprovato il commissariamento, lasciando lì Cotticelli?

Da cittadino calabrese e da persona che ci ha messo la faccia – e ringrazio i miei elettori per la fiducia che mi hanno dato – ma, soprattutto, per la responsabilità di far parte di un Consiglio regionale che governa la Calabria e che deve fare gli interessi generali di questa regione, dico che, per prima cosa, nell'atto finale che faremo in questa discussione, oltre a quello che già è stato preannunciato dal presidente ff., Spirlì e dal presidente Tallini, dobbiamo chiedere che il ministro Speranza, che si è dimostrato inaffidabile per quello che ho detto, va dalla seconda parte.

Come può essere affidabile per quello che ha già fatto?

Mi voglio spiegare con qualche dettaglio: i 21 criteri o punti, che sono stati proposti e condivisi, partono dal fatto che – io personalmente, ma ritengo tutti – di sicuro, riconosciamo alla comunità scientifica italiana, che ha poco da invidiare agli altri, grande autorevolezza.

Dunque, non sono in discussione i 21 punti in termini scientifici, ma è in discussione, mi fa paura e ci ha messo in ansia il momento in cui abbiamo visto come quei 21 punti sono stati alimentati, trasmettendo dati da parte di chi aveva la responsabilità; certamente non il Consiglio o la Giunta regionale ma, soprattutto, non deve sfuggire – e io vi invito, penso che l'abbiano fatto tutti – che c'è una discrasia forte ed evidente tra il documento dell'Istituto superiore di sanità, e quindi la comunità scientifica che raccoglie e mette in piedi i 21 criteri, e la discrezionalità di chi ha deciso di dare i colori alle Regioni italiane. Non è un automatismo, non c'è algoritmo, e non c'è un pulsante da premere; c’è stata una valutazione, ci sono verbali ancora segretati, ma è chiaro che qualcuno ha deciso di assegnare questi colori che, meglio ancora, rappresentano quattro scenari.

Dall'esperienza Covid della prima fase, la comunità scientifica ha detto chiaramente e senza attribuire colori quali potevano essere gli scenari da settembre/ottobre/ in poi e cosa dovevamo fare per contrastare l'eventuale difficoltà, soprattutto di quegli scenari che oggi indichiamo come rossi, arancioni e così via.

Questo chi l'ha fatto?

L’attribuzione delle Regioni non è un fatto automatico e non lo è stato; non è un elemento derivato dalla sommatoria di criteri, ma è una valutazione e, quindi, una discrezionalità.

Dunque, se il ministro Speranza è stato inaffidabile, penso sia possibile avere il dubbio sul monitoraggio e sulla valutazione dei commissari e del commissario Cotticelli in prima persona, perché io non sono tra quelli che valutano le persone in base ai fatti, alle casacche o all’appartenenza.

A me non mi interessa sapere in quale Partito si riconosce Cotticelli e non mi interessa nemmeno chi l’ha nominato.

Come calabrese, a me interessa che chi aveva la responsabilità di controllare Cotticelli non lo ha fatto e, quando lo stesso Cotticelli ha scritto le sue difficoltà e le sue incapacità di andare avanti, il ministro Speranza, tramite i suoi uffici, ha risposto dopo tre mesi.

Per me è un atto di inaffidabilità, e se faccio uno più uno uguale due, cioè inaffidabile su questo punto, ritengo molto possibile l’inaffidabilità della valutazione discrezionale sull’attribuzione del colore rosso alla regione Calabria.

Questo è un primo punto.

Secondo punto: come facciamo a dare un contributo per queste paure che sono sui territori, nelle nostre case e dappertutto?

Paura sanitaria, paura sul diritto alla salute – in particolare sull’emergenza Covid, i cui fatti non c'è bisogno di ripeterli perché, ovviamente, c'è difficoltà a uscire fuori regione, ammesso che uno si voglia curare fuori – e, soprattutto, paura economica, che è già una realtà.

Le domande che faccio a questo Consiglio regionale sono le seguenti: possiamo stare tranquilli sull'aspetto del contrasto al Covid-19 in termini sanitari dopo quello che è successo e abbiamo visto ieri sera in televisione? No!

Possiamo stare tranquilli sull'aspetto economico, finanziario e di mancanza di liquidità alle famiglie e alle imprese dopo le tante promesse del primo ministro Conte, con i tanti decreti secondo cui dovevano arrivare miliardi e miliardi e, invece, ci sono persone che ancora devono percepire la cassa integrazione?

Caro presidente Tallini, cari colleghi, caro presidente ff. Spirlì, intanto bisogna continuare il pressing nel confronto istituzionale.

Sicuramente non siamo degli scostumati, ma abbiamo la schiena dritta, presidente ff. Spirlì.

Dobbiamo evidenziare al premier Conte che abbiamo apprezzato la carezza al saluto della governatrice Santelli, ma quella carezza deve essere rivolta a tutti i calabresi e, insieme a Cotticelli, deve mandare subito a casa il ministro Speranza.

Due: nei modi possibili, indipendentemente da leggi e quant’altro, vogliamo condividere le scelte su questa emergenza Covid-19 perché le falle, le disfunzioni, le omissioni e l’incapacità di chi risponde alla catena di comando che, purtroppo, non è né la Regione né questo Consiglio né la Giunta regionale.

Deve essere rafforzata e derogata; usiamo i termini che vogliamo, ma il presidente Conte deve garantirci urgentemente quello che non ci ha saputo garantire fino a ieri col suo ministro Speranza e con tutti gli altri.

Terzo aspetto: sull'elemento economico non possiamo continuare a dire ai calabresi, imprenditori, partite Iva e famiglie, già tanto in disoccupazione, già con le elemosine rispetto alle strategie di politica attiva messe in campo da questo Governo nazionale – e i frutti li conosciamo tutti – di continuare così.

A mio avviso, dobbiamo accelerare su tutto quello che possiamo in termini di pagamenti, considerato che le risorse della Regione sono Fondi comunitari e sappiamo che i Fondi comunitari hanno griglie di gestione burocratica lunghissima.

Serve una deroga, una collaborazione, mettiamola come vogliamo, qualcosa che ci faciliti l'erogazione delle risorse che sono impantanate da anni – non da mesi, ma da anni! – in procedure nazionali e comunitarie che hanno portato all’asfissia di molte imprese e di molte famiglie.

Non basta! Non basta!

Noi dobbiamo chiedere al Governo Conte, non un risarcimento per i danni di immagine, ma un’erogazione di risorse di liquidità ad una Calabria che è stata maltrattata, non nei secoli, non ne voglio discutere, ma in questi mesi, quando al presidente Conte è sfuggita la velina e i nostri sono tornati di notte da Milano; quando si è dimenticato di mandarci le risorse puntuali per poter acquistare i tamponi o gli strumenti e gli indumenti di protezione individuale.

Io suggerisco di offrire immediatamente a tutti i calabresi – che non è un'offesa! – queste mascherine.

Dobbiamo aiutare i calabresi da questo punto di vista e, forse, faremmo bene a spendere un po' di risorse della Regione per fornire un’informazione diffusa.

Oggi la migliore risposta in questa situazione è proteggerci singolarmente, così rispettiamo l'altro e tutti i concittadini ed i corregionali; mascherina e tutto quello che sappiamo, che spesso non si trovano, caro presidente ff. Spirlì, in farmacia; spesso qualcuno non le può comprare, ed evitiamo di continuare a dare mascherine chirurgiche che non servono quasi a niente.

Ecco, piccoli atti concreti affinché possiamo supplire alle negatività e alle insufficienze di un Governo nazionale.

Chiudo chiedendovi che questi interventi immediati sul Governo e per quello che possiamo fare noi per la tutela dei nostri cittadini per quanto riguarda il contagio, possano essere affiancati domani mattina, per esempio, dall'erogazione delle risorse, già programmate quando non sapevamo di dover gestire una “zona rossa” che non ci spettava e che, certamente, da tanti punti di vista che non sto qui ad elencarvi, i documenti ufficiali confermano che è stata una valutazione discrezionale, a mio avviso, forse influenzata da altri interessi.

Con le risorse che abbiamo a disposizione, non possiamo chiedere ai calabresi regolarità contributiva, non perché siamo delinquenti o perché avvaloriamo il non rispetto delle regole; siamo in guerra anche da un punto di vista economico e, in Calabria, si rischia di morire di più in termini di salute sanitaria, ma si rischia di morire anche per fatti economici.

L’invito – e chiudo – è quello di stare sul pezzo, se mi è consentito dirlo, così come abbiamo fatto all'ordine del giorno: un unico punto.

Cosa facciamo per questa attribuzione di un colore sbagliato che ha riverberi economici e ha creato paure?

Cosa fa il Governo di più rispetto alla sua inefficacia?

Licenziasse subito il suo ministro Speranza e collaborasse di più con la Regione Calabria per affrontare questa emergenza domani.

Poi ritengo che, se votiamo subito – e dobbiamo votare subito – potremo ridare a noi stessi l'autorevolezza di poter decidere con più forza, da qui a poche settimane, perché la Calabria non può essere maltrattata. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Democratici progressisti)

Signor Presidente, tenterò di fare un ragionamento che va fuori dal solco della discussione.

Mi sembra che questo Consiglio regionale voglia assumere pieni poteri, dimettendo il ministro Speranza, trasformando un decreto del Governo e via di seguito.

Mi pare che il momento sia drammatico e, tra l’altro, oggi, ricordiamo anche un tragico evento rappresentato da quelle rose rosse deposte sullo scranno della presidente Santelli. Quindi, anche in sua memoria, dobbiamo essere seri e fare uno sforzo di serietà e di responsabilità.

Signor Presidente, mi consenta di dire – lo faccio sottovoce, senza urlare e senza fare comizi perché non è il caso di farli – che già nell’ordine del giorno c’è una speculazione.

È un ordine del giorno che non è serio – mi consenta di dirlo – perché in questa seduta di Consiglio – che, tra l’altro, come dire, rasenta l’illegittimità – mi sarei aspettato che si parlasse dei ristori ai commercianti, ai titolari di partita IVA, ai tirocinanti – che hanno subito la sospensione dal servizio e dall’indennità – alle imprese e non fosse una seduta di Consiglio regionale di contrapposizione al Governo.

Ero titubante a partecipare, ma la discussione mi ha convinto che non ci si sottrae di fronte a temi di questa serietà e drammaticità.

Cominciamo, quindi, signor Presidente, a stabilire qualche punto di verità: il Governo non decide secondo le proprie volontà politiche.

Chi ha avuto modo di assistere alla conferenza stampa del Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Brusaferro, e del direttore generale del Ministero della salute, Rezza, si sarà accorto che la zona rossa della Calabria è stata decretata sulla base di dati rigorosamente scientifici e non di altra natura.

Questo Consiglio regionale si dovrebbe o si sarebbe dovuto occupare – probabilmente, tenendo quattro sedute al mese, da quando è stato decretato lo stato d’emergenza in Italia – intanto del fatto che nella provincia più grande della Calabria, esiste un solo laboratorio, a Cosenza, dove, secondo Rezza, è sfuggito il tracciamento dei contatti.

Ma perché è sfuggito? Perché quel laboratorio è, ormai, intasato da centinaia di tamponi da processare e non riesce più a processarli.

Oppure, ci saremmo dovuti occupare dei posti letto. Già in tempi non sospetti, avevamo detto alla governatrice Santelli che non era in capo alle proprie possibilità e cioè alle possibilità della governance sanitaria regionale gestire l’emergenza, perché abbiamo conosciuto in tempi ordinari tale governance che, dopo un anno, non ha ancora realizzato i lavori per il punto nascita dell’ospedale di Cetraro.

L’abbiamo conosciuta! Immaginate se quella governance poteva essere in grado di gestire l’emergenza!

Ecco perché non è stato realizzato un posto letto nella provincia di Cosenza!

Da quando è scoppiata la pandemia, gli Spoke di Cetraro-Paola, di Castrovillari e di Rossano-Corigliano non hanno un posto letto in più né sono stati allestiti i posti letto per i ricoveri ordinari per Covid-19!

Oggi, il Commissario dell’Asp di Cosenza, la dottoressa Bettelini, che si risveglia da un lungo letargo, è in processione all’ospedale di Cetraro a fare un sopralluogo.

Lo dico al collega Guccione: ma davvero pensano di prenderci in giro così, di mortificarci così e di mortificare anche quest’Aula?

Hanno promesso Stroke, hanno promesso reparti, hanno promesso tempi celeri.

Lo avevamo previsto, presidente Spirlì, e lo abbiamo sempre detto alla governatrice, alla quale, personalmente, avevo suggerito di nominare Bertolaso.

Vedo con piacere che, ieri in Aula alla Camera dei deputati, un deputato calabrese di Forza Italia ha chiesto al ministro Speranza di nominare Bertolaso Commissario della sanità in Calabria.

Lo avevamo detto – ripeto – ma non possiamo perderci in disquisizioni che vanno indietro nel tempo.

Lo avevamo detto all’epoca del presidente Oliverio quando da solo tentava di annientare

la stortura del commissariamento in Calabria.

La sanità in Calabria è commissariata dal 2009 ed è da allora che quest’Aula non ha più potestà legislativa in materia, nonostante la sanità assorba il 65-66 percento del bilancio regionale.

Il presidente Oliverio era solo! Era solo – ripeto – quando si tenne la seduta del Consiglio dei ministri a Reggio Calabria!

Mai nella storia repubblicana, neanche nelle calamità più tragiche, un Governo ha tenuto una seduta del Consiglio dei ministri fuori da Palazzo Chigi!

Eppure, il presidente Oliverio fu da solo a contestare quel Decreto Calabria perché era chiaro che non favoriva gli interessi dei calabresi.

Poi, è arrivato il commissario Cotticelli, ma – vi prego! – adesso non scarichiamo tutte le responsabilità su Cotticelli, le cui qualità in ambito sanitario abbiamo bocciato già da tempo.

Ad un certo punto, Cotticelli era diventato l’ottavo assessore della vostra Giunta.

Lo ritrovavo dappertutto, in tutte le riunioni, lui e il nono assessore, il subcommissario Maria Crocco, la cui voce si sente fuori campo nell’intervista rilasciata dal commissario Cotticelli.

Quindi, non scarichiamo le responsabilità, anche perché non è giusto e non è corretto, signor Presidente, chiedere a Cotticelli di fare harakiri come facevano i samurai nell’antico Giappone.

Ora il punto è un altro. Il punto è che noi siamo alla fine della legislatura ed è necessario per quest’Aula fare uno scatto d’orgoglio e farlo imitando ed emulando Regioni virtuose come l’Emilia Romagna, ad esempio, perché nel tracciamento potevamo anche dire la nostra.

Il governatore Bonaccini ha messo a disposizione della sua regione un milione di tamponi rapidi. In Calabria i tamponi rapidi non sono neanche normati per cui i calabresi devono andare a fare i tamponi rapidi nelle cliniche private perché, se attendono i tamponi molecolari, campa cavallo! Campa cavallo! Questa è la verità!

Allora, poiché ci sono stati nel tempo, in questa pandemia, tentativi anche apprezzati – l’ho già detto in altre sedute di Consiglio regionale – quali, per esempio, quelli messi in campo dall’assessorato alle attività produttive, dall’assessore Orsomarso, credo che su questo si debba incidere.

In questo momento, signor Presidente, abbiamo due temi da trattare e non altri – è un gabinetto di guerra quest’Aula! – e sono le terapie intensive ed i ristori per coloro che sono fuori da qui.

Si può fare perché con il Piano già autorizzato di 320 infermieri, intanto, si dà una boccata d’ossigeno e si assicura l’assistenza domiciliare ai malati Covid-19 che sono a casa.

Il 95 per cento dei positivi è asintomatico, ma attendono di sapere cosa devono fare e questi infermieri – lo abbiamo detto nella mozione – sono utili.

Abbiamo la necessità di stare con il fiato sul collo per le USCA – anche questo abbiamo detto nella mozione – allora, abbandonate questo tentativo di supplirvi al Governo, sospendiamo i lavori di quest’Aula e troviamo un’intesa.

Dimentichiamoci che sullo sfondo ci sono le elezioni e troviamo – ripeto – un’intesa tra la nostra e la vostra mozione su questi temi: una task-force politico-istituzionale che faccia sentire il fiato sul collo a chi finora ha bivaccato e adesso fa le passerelle negli ospedali pubblici per salvarsi la coscienza.

Questo dobbiamo fare perché i dati al Governo, all’Istituto superiore di sanità, li avete trasmessi voi e quando dico voi parlo della governance sanitaria verso cui non avevo fiducia, fin dall’inizio, per la gestione di questa emergenza.

Noi siamo pronti, signor Presidente. Ci vuole un atto di coraggio perché, se questo Consiglio regionale serve ad alzare un muro, questo è un danno per i calabresi che, giustamente e legittimamente, protestano ed è un danno per tutti noi perché, indistintamente, verremo tutti coinvolti nel giudizio negativo della Calabria e dei calabresi.

Siamo venuti in Aula, abbiamo proposto una mozione, aspettiamo che il senso di responsabilità prevalga. Presidente Spirlì, lei che ha le funzioni di responsabile dell’Esecutivo, di valutare la nostra proposta, la prego di abbandonare le spinte leghiste che non servono alla Calabria e a quest’Aula e la prego – ripeto – di valutare la bontà di una proposta che è fatta di responsabilità perché non siamo fuggiti da quest’Aula, siamo venuti a confrontarci, vi stiamo dando e mostrando la nostra disponibilità. Non pensiamo alle elezioni che sono sullo sfondo perché, in questo momento, ci interessa superare una fase terribile per i calabresi.

Poiché ogni settimana si aggiornano i report al Ministero della salute, possiamo far valere le nostre ragioni in una interlocuzione civile e non da guerra civile, per cui vi invito ad occuparvi – e ad occuparci insieme – dei due aspetti fondamentali che devono essere veloci, rapidi, netti e chiari ai calabresi: i ristori alle imprese, ai titolari di partita Iva, ai tirocinanti, ai disoccupati e, ovviamente, i letti di terapia intensiva, sperando che i signori dell’Asp di Cosenza e dell’Azienda Ospedaliera – parlo del mio territorio – vadano via subito per i danni di ignavia che hanno commesso in questi mesi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere De Caprio. Ne ha facoltà.

DE CAPRIO Antonio (Forza Italia)

Buonasera colleghi, prima di intervenire il mio pensiero va alla compianta presidente Santelli e consegno a voi una riflessione: mai come in questi giorni sentiamo forte la sua assenza, la sentiamo tutti, l'ha detto a chiare lettere anche il vicepresidente Spirlì.

Credo che questo attacco da parte del Governo nazionale assuma ancor di più la caratteristica dell’attacco militarizzato, politico, elettorale, in assenza di una guida forte, che avrebbe cambiato le sorti di questa terra nei prossimi quattro anni e mezzo circa.

Ricordo, poi, all'Aula – come ha ben detto il collega Molinaro – che il 60 per cento dei consiglieri è di prima nomina e ci siamo trovati in una nuova condizione: gestire una regione già incasinata di suo, durante una pandemia.

Non posso non sottolineare gli interventi dei colleghi dell’opposizione e, con sommo dispiacere, devo dire che è essenziale un’assunzione di responsabilità, se vogliamo continuare a lavorare assieme per risolvere i problemi di una Calabria che non dipendono da questa maggioranza, però credo che questo manchi.

Qualcuno, finanche, ha fatto uno show prima di entrare in Aula, non rispettando l’Istituzione e infangando chi era seduto a valutare anche quello che era successo questa notte quando un Commissario, nominato dal Ministero, si assumeva la responsabilità di un fallimento e voi venite qui a dire che quella responsabilità è la nostra.

Ho qualche dimestichezza nella gestione aziendale e non credo proprio che il proprietario, nel momento in cui la propria azienda viene sottoposta a controllo del commissario liquidatore, possa esprimere il suo punto di vista.

Noi siamo in questa condizione – è vero da decenni – però, la responsabilità che ascrivo a voi è anche un’altra: avete gestito la Calabria quando c’era una congiuntura positiva, con la guida del medesimo colore politico a livello regionale e nazionale.

Cosa avete fatto? Nulla. Avete preferito il litigio tra le varie classi dirigenziali del vostro Partito. E dov’è, oggi, il vostro Partito? Dov’è l’interlocuzione con gli esponenti del vostro Partito?

Venite qui a consegnare una realtà totalmente mistificata sulle disgrazie e sulle miserie che stanno al di fuori di quest’Aula.

Mi offendo da calabrese nel sentire interventi che distolgono l’attenzione dal reale problema che, oggi, non è solo la salute dei calabresi, ma anche la disperazione che c’è in mezzo alla strada.

Noi, anzi voi, di questo dovevate parlare. Invece, no!

Siete venuti qui a cambiare le carte in tavola, a dire che il Decreto Calabria l’ha fatto questa maggioranza e che il Decreto Calabria bis l’ha proposto questa maggioranza.

State proponendo dal Governo nazionale il commissariamento del vostro commissariamento e questo è grave e chiedo scusa per i toni perché parlo da calabrese e non da esponente di un Partito politico.

Questa è una vergogna che stiamo regalando per l’ennesima volta ai nostri conterranei, ma di vergogna non voglio vivere e, assolutamente, non condurrò i mesi che sono rimasti in questa esperienza, purtroppo stroncata per la perdita della vita di chi stava stravolgendo l’ordine delle cose in questa regione, e sono qui anche per salvaguardare tutti gli imprenditori che saranno costretti a rivolgersi alle ‘ndrine per vivere.

Vi chiedo un atto di responsabilità ed è quello di assumervi l’onere della situazione in cui si trova oggi la Calabria. Ve lo dovete assumere perché non concordo assolutamente nel dire che c’è la condivisione di una responsabilità. Assolutamente no.

Assumetevi la responsabilità e, poi, parliamo. La zona rossa, il Decreto Calabria bis sono attacchi alla nostra terra, ai nostri conterranei ed a questo ci opponiamo fermamente.

Non c’è bisogno che ripeta le considerazioni già fatte dai colleghi su quello che questa sera deve uscire da quest’Aula cioè, prima di tutto, una vicinanza al nostro popolo perché noi siamo meri rappresentanti di quelle persone che oggi sono attanagliate, chi a casa con la paura, chi in mezzo la strada, chi si trova a dover non rispettare le norme perché non può chiudere altrimenti non ha come mangiare.

Di fronte a questo, abbiamo deciso di convocare questa seduta di Consiglio e lo abbiamo fatto perché, purtroppo, abbiamo preso coscienza che coloro i quali hanno lanciato la rete da Roma e hanno imbrigliato i pesci. Hanno sbagliato, dovevano essere i pesci ad intrappolare la rete, non ci siamo riusciti, non abbiamo questa forza. Però ora basta! Alla minoranza, come forma di collaborazione, chiedo di unirsi alla voce unanime della maggioranza e chiedere le dimissioni del “vostro” ministro Speranza, non “nostro”. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mancuso. Ne ha facoltà.

MANCUSO Filippo (Lega Salvini)

Nel mio intervento, visti gli interventi precedenti, non volevo fare alcun riferimento alla sanità, né al commissario Cotticelli, né all’accaduto.

Sento, però, che, purtroppo, qualcosa bisogna dirla, è come sparare sulla Croce Rossa però, onestamente, quando, all'indomani delle dichiarazioni del commissario Cotticelli, ci si chiede collaborazione, non si può tacere che fino a ieri sera i toni erano completamente diversi. Erano toni di accusa, eravamo i colpevoli, condannati senza alcun processo. Quando ci si è accorti che quello che è accaduto non è certo colpa di questo governo regionale ci si chiede collaborazione. Non c'è bisogno di “buttare la croce addosso” perché i numeri di questa sanità commissariata parlano chiaro. Ne elenco solo alcuni, altrimenti la serie sarebbe lunghissima: 200 sono i milioni di deficit della sanità che c'erano prima del commissariamento e ci sono tutt'ora, 60.000 sono i calabresi che si recano fuori regione per curarsi, 200 sono i milioni che la nostra Regione paga alle altre Regioni per la cura dei nostri concittadini, 1.700 sono in posti letto in meno da quando la sanità in Calabria è stata commissariata, 7,5 è la media dei dipendenti nella sanità ogni 10.000 abitanti, pensate che la media delle regioni del Nord -ne dico due, Val d'Aosta e Veneto - è13,5, hanno 5 operatori in più ogni 10.000 abitanti, 450 sono i milioni che i nostri concittadini spendono per sostenere e per accudire gli ammalati fuori regione e 1 milione sono i pernottamenti dei nostri cittadini fuori regione per assistere i propri congiunti. Penso ci sia poco da aggiungere a questi numeri per dire che il commissariamento ha fallito.

Noi dobbiamo assumerci le nostre responsabilità per gestire la sanità e dichiarare questo decreto contrario alla dignità nostra e di tutti i calabresi.

Il mio intervento non doveva riguardare la sanità, volevo più rivolgere la mia attenzione a quelle che sono le difficoltà delle nostre imprese, delle nostre partita IVA, qualcuno di voi le ha citate in precedenza. Parliamo di gente che deve portare il pane a casa alla propria famiglia e che in questo momento si ritrova con le aziende “commissariate”, chiuse da un giorno all'altro. Chi aveva programmato gli acquisti per il periodo natalizio, si ritrova con l’azienda chiusa. È stata una vera e propria doccia fredda. Parlo degli artigiani, degli ambulanti e dei commercianti, dei ristoratori che speriamo che possano tornare alla normalità al più presto.

A tal proposito, faccio un appello alla sensibilità della Giunta regionale ed in particolare dell'assessore Orsomarso che è sempre attento alle problematiche delle imprese, delle partite IVA in questo periodo di difficoltà. Faccio appello affinché si faccia promotore di bandi a favore di queste imprese. So che ci sta lavorando già da tempo, ha annunciato che, a breve, ci saranno degli interventi. Quindi, gli do atto della grande attenzione che c'è e ci sarà per le difficoltà di queste piccole aziende.

Inoltre, dobbiamo rivolgerci al Governo centrale affinché possa, con degli interventi specifici, creare delle situazioni che possano portare a delle agevolazioni territoriali per le nostre aziende: contributi finanziari, sgravi fiscali, contributi a fondo perduto, per chi in questi mesi è stato danneggiato. Solo così, solo con questi contributi, solo con questa attenzione alle piccole aziende, potrà essere colmato in parte, anche se solo in parte, il danno che questo Governo con l'istituzione della zona rossa ha fatto alla Calabria e a tutti i calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tassone. Ne ha facoltà.

TASSONE LUIGI (Partito Democratico)

Mi associo anch'io al ricordo della presidente Santelli.

Intervenendo in quest'Aula sento la necessità di rivolgere a tutti un appello. La nostra regione vive da mesi un momento drammatico, difficoltà e disuguaglianze si aggiungono ai numerosi problemi che ci trasciniamo dal passato. L'indignazione delle persone e la loro rabbia, i segnali di allarme sociale di questi giorni e di disagio economico sono evidenti, la loro voce non può essere ignorata. Mai come oggi questa Istituzione e i suoi rappresentanti devono lasciare ai calabresi ed a tutto il Paese che ci guarda un segno forte di responsabilità e di serietà. Sin dalla prima seduta di questo Consiglio regionale, in piena emergenza sanitaria, ognuno di noi ha svolto la propria attività nel rispetto delle prerogative assegnate alla maggioranza, all'opposizione e al ruolo di questa amministrazione regionale.

Da subito, abbiamo richiamato la Giunta alla condivisione delle iniziative per rispondere all'emergenza ed allo stesso tempo abbiamo dato la nostra disponibilità nell'affrontare i problemi legati al Covid-19 per individuare delle soluzioni condivise e, per questo motivo, oggi non possiamo accettare atti di ambiguità, ipocrisia o peggio di irresponsabilità. Sarebbe poco credibile, oltre che irresponsabile, raccontare che questa Regione non ha avuto e non ha voce in capitolo sulla gestione dell'emergenza. Se così fosse, gli atti prodotti da questa amministrazione per la programmazione e l'attuazione degli interventi necessari in materia sanitaria, sarebbero posti nel nulla. Se così fosse, le deleghe di Protezione Civile e tutela della salute, gli atti firmati congiuntamente dal Commissario ad acta e dal Presidente della Regione non avrebbero alcun valore. Eppure, da inizio marzo, anche se in maniera confusa, siete stati voi a portare in Consiglio testimonianze di un lavoro incessante, di un lavoro comune, di squadra, di un’interlocuzione attenta con il Commissario, della sua partecipazione e condivisione delle scelte di governo di questa fase. Il tutto mentre il gruppo del Partito Democratico e i colleghi dell'opposizione si sono permessi di segnalare la totale assenza di raziocinio nelle scelte assunte da tutta la filiera di comando, con scelte che si discostavano dalle indicazioni ministeriali sul piano organizzativo. Per fare un esercizio di memoria, richiamo - lo ricordava poco fa il collega Guccione - il comunicato della Presidente della Giunta, pubblicato sul sito della Regione in data 16 marzo, che tranquillizzava sulla competenza e sull'operato della struttura commissariale. Quindi, questa maggioranza sottolineava la competenza del Commissario, non noi.

Senza dimenticare, la direttiva, firmata congiuntamente dal Commissario ad acta e dalla Presidente della Giunta, indirizzata, il 26 marzo, alle Aziende Sanitarie Ospedaliere nella quale, sostanzialmente, si diffidava le stesse dall'intraprendere ulteriori attività di programmazione e organizzazione della rete per l'emergenza. Sintomo che, dopo un mese dall’impatto con la pandemia, il sistema Regione era in preda ad una psicosi.

Ci sono gli interventi dei colleghi delle opposizioni, ci sono le nostre interrogazioni di questi mesi, in tempi non sospetti il gruppo del Partito Democratico ha assunto una posizione rispetto alle esperienze del commissariamento senza fare sconti e nonostante tutto. È tutto agli atti.

Di cosa stiamo parlando? La zona rossa è la parte finale dello scoppio e il risultato matematico di una diffusione del contagio non controllata e di una sofferenza a carico delle strutture alla quale bisognava provvedere per tempo. L’Istituto superiore di sanità, due giorni fa, ha ragionato sui criteri e sulle ragioni che hanno portato a questa scelta e sul sito sono reperibili i dati di questa situazione. I parametri di cui si parla sono oggetto di un decreto del Ministero della salute, pubblicato il 30 aprile, discusso e condiviso dalla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta, chiaramente, di una situazione negativa per la Calabria, a nessuno fa piacere essere in zona rossa, ma il paradosso più grande è che questi provvedimenti si giustificano per evitare misure ancora più drastiche in caso di peggioramento dello scenario con il quale dobbiamo fare i conti.

Peggioramento che, purtroppo, anche i dati di oggi testimoniano. Siamo quasi a 400 casi oggi di persone positive in Calabria. Abbiamo la necessità, quindi, di affrontare in maniera concreta e celere i problemi più urgenti per uscire a pieno titolo dalle attuali restrizioni e ridare dignità a questa terra maltrattata. Sottolineo in maniera concreta e celere, non con atti unilaterali e propagandistici.

Dobbiamo, perciò, intervenire sul fabbisogno della rete ospedaliera e assistenziale. Abbiamo presentato una mozione e vi chiediamo di prenderla seriamente in considerazione. Bisogna integrare con azioni regionali le misure di ristoro già predisposte dal Governo. Facciamo questo e avremo messo una toppa, perché di fronte a questa inadempienza ed a questo fallimento algebrico o dimostriamo responsabilità e serietà e troviamo una strada per uscirne insieme oppure semplicemente non ne usciremo. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia)

Presidente, colleghi, consentitemi prima di iniziare il mio intervento di esprimere un pensiero per la compianta Presidente, visto che questa è la prima seduta di Consiglio dopo la sua scomparsa. Jole ci manca tantissimo, manca a me, manca a voi, manca ai calabresi, manca alla politica calabrese e non penso di peccare di presunzione se dico che manca anche alla politica nazionale. Mai come ora ci sentiamo soli senza di te, ma oggi abbiamo il dovere di proseguire nel solco tracciato dalla nostra Presidente con lo stesso amore e con lo stesso coraggio e, soprattutto, con quella assunzione di responsabilità.

Quella assunzione di responsabilità che deve essere bipartisan.

Perché dico questo? Mi riferisco soprattutto ai colleghi dell'opposizione che fino a qualche mese fa si ritrovavano ad essere nei banchi della maggioranza e che in questo momento sono anche espressione e rappresentano un partito nazionale o più partiti nazionali, che in questo momento stanno assumendo delle scelte scellerate che penalizzano, sicuramente, fortemente i calabresi.

Allora, io credo che nella vita sia necessario avere coerenza, così come in politica.

Proprio due giorni fa ho fatto una nota stampa in cui invitavo - non l'ho mandato a dire - alle dimissioni il commissario Arcuri, il Commissario ad acta, i commissari straordinari - a differenza del doppio moralismo del centrosinistra.

Non bisogna andare lontano per capire di cosa parlo, mi riferisco a quanto è successo, solo ieri, nel Consiglio comunale di Reggio Calabria, dove l'amministrazione di centro-sinistra che il giorno prima sosteneva ed aiutava le manifestazioni che si svolgevano nella nostra città, il giorno dopo rifiutava la proposta della minoranza di fare un documento e, quindi, di sostenere una mozione per contestare la zona rossa.

Io, invece - come dicevo prima - sono stato sempre coerente e ho portato avanti delle battaglie nell'ambito sanitario da medico, da politico, da rappresentante delle istituzioni, mai deferente nei confronti del potere e per questo, forse, scomodo.

Diceva bene prima il consigliere Guccione, richiamando il lavoro fatto dalla Presidenza della Commissione speciale di vigilanza. Tra i primi atti che ho fatto da Presidente della Commissione speciale di vigilanza, ho convocato in Commissione il commissario Cotticelli che non è venuto. Consigliere Guccione, forse oggi capiamo perché. Perché non voleva studiare e non vuole studiare, come gli ha detto la famosa Maria: “studia prima di andare a parlare in qualche intervista”. Magari è successa la stessa cosa per la Commissione.

Al bando le battute, abbiamo proseguito nelle audizioni dei Commissari straordinari di alcune ASP, nello specifico quelle di Cosenza e quelle di Reggio Calabria, facendo emergere una mole debitoria importantissima: 860 milioni per l'ASP di Cosenza e 463 milioni per quella di Reggio Calabria. Purtroppo non abbiamo avuto tempo di andare a stanare anche altre situazioni della nostra sanità calabrese.

Una cosa è certa: il commissariamento è stato un fallimento in Calabria, non solo non ha guarito la Calabria dal suo male, ma non ha nemmeno tentato di curarlo. Questo è veramente qualcosa di grave e - vi ripeto - ascoltando alcuni degli interventi in quest'Aula vi dico che è inaccettabile oggi la doppia morale del Partito Democratico.

Questo sarà un tema che ricorrerà spesso nel mio intervento nei prossimi cinque minuti. Perché cinque anni fa l’allora presidente Oliverio, assieme a tutto il centro-sinistra, ha fatto fronte comune di fronte alla possibilità di togliere il commissariamento. Oggi tutti voi state in silenzio, dov’è il Partito Democratico? Perché non parla? Perché non si associa ad una protesta legittima della coalizione di centro-destra che in questo momento ha ragione? Lo sapete anche voi, come si vede forse solo ora, che all'epoca facevate della questione dell'eliminazione del commissariamento una questione di potere. Oggi il Partito Democratico, sempre dalla doppia morale, non fa nulla, non cita il presidente Conte, non si scaglia contro il presidente Conte, non fa proposte contro il presidente Conte o contro il suo adepto, il Ministro della sanità, Speranza. Perché la maggioranza di Governo si limita solamente, forse, a fregarsi le mani, pensando di avere più possibilità con un nuovo decreto Calabria e con la nomina di un nuovo Commissario, con due sub commissari e con 25 collaboratori di questa struttura. Perché nel decreto Calabria si vuole rimpiazzare, rinnovare in Calabria, di questo si parla, proprio queste figure professionali.

Siamo stanchi di questa finta superiorità intellettuale del centrosinistra che non ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Abbiamo oggi un Partito Democratico che fino a qualche giorno fa era, ed è ancora, al Governo, che prima era contro il MoVimento 5 Stelle ed oggi non fa altro che fargli da stampella. Abbiamo tutti consapevolezza, così noi, come anche voi e lo sapete benissimo, che c'è stato un piano di emergenza che è fallito nel peggiore dei modi, perché alcuni DPCM rasentano il limite dell’incostituzionalità.

Spiegatemi, quando qualcuno di voi parlava di razionalismo, di criteri o delle cose in senso generale, come si fa a dire ai nostri ragazzi che fino a 11 anni possono andare a scuola dal dodicesimo anno in poi no? Mi spiegate quale criterio razionale, logico o scientifico c'è in questo? Come si possono chiudere gli esercizi commerciali, quando, fino a qualche mese fa, si diceva: “spendete soldi dalle vostre tasche per mettervi a norma”? Subito dopo si è deciso di chiudere. Non c'è razionalità in questo. E come si fa, soprattutto, a dire che il Governo Conte non usa un criterio di dittatura nelle scelte? I DPCM dovevano essere solo delle misure straordinarie da adottare in situazioni particolari, non dovevano diventare la regola all'interno di un mancato dibattito nei due rami del Parlamento. Perché di questo si tratta.

E allora, di che cosa vogliamo parlare? Dell'estrema lentezza del commissario Arcuri? No, credo che questo sia sotto gli occhi di tutti. Di chi ha promesso mascherine a tutti e che le mascherine sarebbero state effettuate e costruite all'interno delle imprese italiane? Oggi l'Italia continua ad acquistare mascherine dall'estero.

Di che cosa vogliamo parlare? Di chi aveva promesso che le terapie intensive, comprese quelle calabresi, sarebbero state attuate per tempo, se non andare a bandire i bandi a fine ottobre? Ottobre intendo! E poi parla a noi di programmazione. Ma questa è solo roba da pazzi!

Dobbiamo chiamare le cose con il proprio nome.

Che il governo si nasconde dietro un algoritmo di 21 griglie per andare poi a dire “no, noi non possiamo utilizzare la discrezionalità, perché ci sono questi 21 parametri che dobbiamo utilizzare”. Ah, sì, e spiegatemi quale parametro hanno utilizzato nell'andare a chiudere i teatri, il mondo della cultura con un solo caso di contagio in tutta Italia. E allora qual è stato il loro criterio? Devo smentirli subito. Devo dire che, invece, c'è una forte discrezionalità da parte di questo Governo.

Ma che cosa ci volete raccontare ancora? Lo sapete benissimo che il piano delle emergenze, come dicevo prima, è inadeguato, che il sistema pubblico è incapace di tracciare contagi, che l’App Immuni ha fallito completamente, che il piano per l'emergenza scolastica è ridicolo perché abbiamo anche una Ministra che, presa dalla schizofrenia, non fa altro che smentirsi in continuazione e che prima fa, assieme al Governo, adeguare le scuole affinché si possa andare in sicurezza, giustamente, all'interno delle scuole, se non da lì a poco andare a chiudere.

E vogliamo parlare dello screening dei docenti che c'era stato promesso da Arcuri che sarebbe stato effettuato nel migliore dei modi e anche e soprattutto pubblicizzando al meglio questa situazione!

Dobbiamo dire solo grazie ai medici di medicina generale della regione Calabria che, con grande spirito di sacrificio, si sono sostituiti a un Governo che navigava a vista. Io stesso sono stato in Commissione in videoconferenza, in Commissione salute, quando Arcuri… non faceva altro che, praticamente, dire “Facciamo noi una campagna mediatica per quanto riguarda le scuole ed esautoriamo completamente le Regioni da qualsiasi responsabilità”.

Siamo stanchi delle vostre prediche, non ce la facciamo veramente più. I cittadini calabresi devono sapere la verità.

Sempre quella vostra doppia morale ha comportato degli episodi di sciacallaggio anche contro la nostra Presidente, scomparsa da poco; nell'ambito del centro destra c'era chi si metteva a fare campagna elettorale contro, immaginando di speculare su situazioni particolari.

E allora oggi vediamo, leggiamo dai mezzi stampa che il presidente del Consiglio Conte annuncia, dopo le dimissioni di Cotticelli, che nominerà un nuovo commissario.

Fatemi capire: il nuovo commissario che arriverà con quali criteri verrà scelto? Se prima abbiamo scelto un Generale dei carabinieri che probabilmente sapeva fare bene - dico probabilmente tra virgolette - il suo lavoro e ha fatto in maniera pessima e male quello da commissario ad acta, ci fate capire quali possono essere questi criteri?

Non vorrei, caro presidente Conte, che la pezza fosse peggio del buco!

Soprattutto, mi permetto di dire questo: è vero il partito in cui sono iscritto, in cui milito e a cui mi onoro di essere scritto, Forza Italia, si è permesso in questi giorni, anche ieri, alla Camera di fare il nome di Bertolaso. Ma noi almeno abbiamo forse utilizzato dei criteri quando abbiamo scelto delle persone, perché sappiamo che Bertolaso è un nome di tutto spessore. Io vorrei capire quali criteri utilizza Conte da questo punto di vista. E se le cose stanno come c'è scritto nel DPCM, allora non dovete dire ai cittadini calabresi “rimanete a casa”, vi dovete dimettere tutti in blocco ed è il Governo che lo deve fare, perché così non se ne può più, perché siete voi che avete amministrato la Regione Calabria con i vostri commissari in questi cinque anni; siete voi che l'avete fatto, non l'abbiamo fatto di certo noi!

Si parla di programmazione, come dicevo prima, ma questa programmazione io non la vedo, perché non l'abbiamo vista nell'arco di tutto questo periodo ed aggiungerei che il commissario Cotticelli però, guarda caso, quando è sollecitato riesce a dare il meglio di sé.

Vi cito alcuni esempi. Quando ha avuto sentore che la Regione Calabria, nella persona della sua Presidente, avrebbe nominato, da lì a breve, un direttore generale, scrive al Governo a giugno per chiedere quali dovevano essere le sue mansioni. Da quando è arrivato il dottore Bevere si è aperto uno scontro tra titani. Queste cose ce le dobbiamo anche dire e le dobbiamo dire perché è vero che oggi c'è sul piatto d'argento una testa che è stata consegnata all'opinione pubblica che è quella di Cotticelli, ma noi dobbiamo continuare a fare un'operazione verità per sapere se ci sono anche altre persone che hanno corresponsabilità nel fallimento della Regione e soprattutto del settore della sanità.

Quando è stato incalzato, come da me nello specifico, sullo sblocco di 209 assunzioni al GOM, dopo tre giorni questo sblocco c'è stato.

Guarda caso, autorizza i tamponi dell'ospedale di Polistena proprio ieri, dopo che abbiamo fatto una battaglia di settimane; guarda caso autorizza le assunzioni per il personale Covid per le riaperture del centro Covid di Gioia Tauro.

E allora sul lockdown il Governo non faccia delle scelte particolari e sul Decreto Calabria altrettanto, deve metterci molta attenzione, perché noi ci ritroviamo ad avere nella Regione Calabria un piano pandemico del 2009. All'epoca lo fece Loiero che è stato semplicemente un copia e incolla del piano pandemico nazionale.

Ci aspettavamo lealtà e vicinanza da questo governo, perché così era stato assicurato alla nostra Presidente e così la nostra Presidente, con una grande assunzione di responsabilità e di coraggio, in una delle ultime Conferenze Stato-Regioni, disse appunto al commissario Arcuri “Dammi la possibilità, in una settimana, di mettere in piedi io il piano per l'emergenza anti-Covid”. Il super commissario, dai poteri straordinari, Arcuri, le rispose che non poteva farlo in una regione dove c'è un commissario straordinario ad acta. E allora la Presidente fece bene dicendogli: “Se non è così, io non mi assumerò la responsabilità di scelte scellerate che farete voi e che dovranno filtrare attraverso la mia persona”. E fu così che, addirittura, Arcuri non diede nemmeno la possibilità e non diede la delega al commissario straordinario, bypassandolo anche lui e dando la possibilità a tutte le ASP e le AO di andare a fare, come dire, i piani straordinari per l'emergenza Covid.

Quindi questo era già sintomatico di come non ci fosse un collegamento importante tra il commissario ad acta e il Governo.

Ma non è questo il punto, perché in questi giorni - mi dispiace dirlo, ma è la sacrosanta verità perché ormai l'hanno scoperto tutti i cittadini calabresi - ci sono stati i soliti speculatori che hanno cercato di approfittare della situazione per addossare a questa maggioranza colpe che noi non abbiamo. Per onore di verità, oggi stesso, dopo quella intervista televisiva a Cotticelli, abbiamo capito chi veramente ha torto.

Mi avvio alle conclusioni, dicendo solo questo per farvi un quadro della situazione calabrese che questa maggioranza ha ereditato.

In 10 anni abbiamo avuto una riduzione del personale di 3700 unità per il blocco del turnover; in 20 anni abbiamo avuto una riduzione del 60% dei posti letto negli ospedali; la media dei posti letto in Calabria è il 2,5% per 1000 abitanti a fronte del 4% per 1000 abitanti nelle altre regioni; sono stati chiusi tanti ospedali, solo 5 nella provincia di Reggio Calabria; tre ASP sono commissariate.

Credo che questo sia il bilancio di un fallimento della sanità in questi anni, dove, per quanto ci riguarda e per quanto riguarda questa amministrazione, in questi mesi noi non abbiamo toccato palla. Quindi che nessuno venga ad additare colpe che noi non abbiamo.

Oggi che cosa ci verrebbe da dire per essere conseguenziali a quelle che sono poi le parole? Che bisogna anche essere propositivi e questa maggioranza lo farà subito dopo con la mozione che noi abbiamo presentato, perché chiederemo al Governo delle cose importanti, non perché - come ha detto qualcuno - vogliamo sostituirci ai poteri del Governo. Non siamo abbastanza sciocchi per farlo, siamo con la testa sulle spalle, siamo con i piedi per terra e non siamo con la testa per aria. Noi al Governo chiederemo e anche al presidente Mattarella che blocchi questo Decreto Calabria, perché sarà l'ennesimo fallimento.

Questi DPCM non possono continuare ad esistere così in una regione dove la mortalità è al 2% a fronte della regione Campania in cui è al 5%.

E allora mi spiegate, lasciando stare tutti gli altri parametri, visto che il dato importante è quello di contagiosità e, soprattutto, della mortalità, perché non si tiene nelle debite considerazioni questo fattore specifico. Vi ripeto 2% in Calabria e 5% in Campania. Voglio dirlo, vogliamo dirlo, lo pensiamo tutti e forse pochi lo dicono, forse perché tre Regioni importanti su quattro sono Regioni del centrodestra, governate dal centrodestra e, quindi, soprattutto poi nella Regione Calabria, dove magari non c'erano i dati, qualcuno ci deve fare lo sgambetto per dare la possibilità al centro sinistra di organizzarsi visto che lo sappiamo tutti che siamo in campagna elettorale. Mi viene da pensare questo. E non solo. Come mai, invece, fino a qualche mese fa il Governo - e mi avvio veramente alle conclusioni - la pensava diversamente?

È stato fatto un Consiglio dei Ministri straordinario a Reggio Calabria, nella città metropolitana di Reggio Calabria con il presidente Conte e con l'allora ministro Grillo, dove cito testualmente: “saremo fulminei nella fase del commissariamento”. Ed essere fulminei che vuol dire? Lasciare l'attuale commissario 18 mesi - ed è successo quello che è successo sennò sarebbe rimasto altri 24 - e fare una proroga del Decreto Calabria per altri tre anni con tutti quei benefici che dicevo, togliendo potere al Dipartimento della Regione, assumendolo in capo alla struttura commissariale, con un commissario, due sub commissari e uno staff formato da 25 persone?

Allora sapete che vi dico? Che se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Nel disegno politico del Governo contro la Calabria c'è veramente qualcosa di diabolico. 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Democratico progressisti)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, onorevoli colleghi, bene si è fatto a convocare questa seduta straordinaria del Consiglio regionale.

Noi non potevamo e non avremmo potuto nasconderci e non avremmo potuto sottrarci, soprattutto alla luce degli eventi drammatici che si sono verificati in queste ultime ore.

Come è stato già detto da chi mi ha preceduto, la situazione è particolarmente delicata e drammatica a causa di una pandemia che non ci ha colpito soltanto dal punto di vista sanitario ma anche e soprattutto dal punto di vista economico e sociale, minando alla base la coesione dei nostri stessi territori. Una situazione questa che è stata amplificata dalla decisione del governo di collocarci tra le zone ad alto rischio, dunque zona rossa.

Non siamo arrivati a questo punto della situazione all'improvviso e magari nelle ultime ore. Non vi è dubbio che ci sono responsabilità ed inadempienze gravi che si sono verificate anche in questi ultimi mesi. Avremmo dovuto agire con ordine, con immediatezza e con l'efficacia nella realizzazione di quegli interventi sul sistema sanitario calabrese, che ci avrebbero consentito di affrontare con maggiore serenità e magari con maggiore tranquillità questa nuova ondata pandemica che sta sconvolgendo l'Europa e il nostro Paese, che purtroppo ho raggiunto anche la nostra regione e le nostre comunità.

Così non è stato. Dobbiamo dirlo con chiarezza e apertamente, dobbiamo dirlo per correttezza e per onestà.

In queste ultime ore, poi, ogni cittadino della nostra regione ha visto e ha ascoltato l'intervista nella quale parla il commissario per la sanità in Calabria, il generale Cotticelli.

Sono rimasti e siamo rimasti tutti a dir poco inorriditi. Non è accettabile che la sanità sia stata affidata ad una persona che ignora persino quali siano i propri compiti.

Cotticelli, come lui stesso dichiara nell'intervista, si sveglia a giugno, dopo un lungo ed inconcludente letargo primaverile, e si domanda: “ma chi sarà mai il responsabile dell'attuazione del Piano Covid in Calabria?”. E scopre solo oggi, nella stessa intervista, leggendo le risposte al suo quesito da parte del Ministro, che è lui il responsabile dell'attuazione del Piano Covid in Calabria.

È un’autentica vergogna! Ma come è stato possibile che ci siamo dovuti accorgere di questa enorme gravità attraverso una trasmissione televisiva? Come è stato possibile ignorare e non accorgersi dell'inefficienza così grave del commissario e della struttura commissariale a cui sono state affidate le responsabilità della gestione della salute dei cittadini calabresi in una fase così grave e drammatica emergenza? Noi dove eravamo? Non tanto e non solo ora, ma da lungo tempo. A noi i cittadini hanno dato il loro consenso e noi dobbiamo saperci meritare la loro fiducia.

Sono queste le drammatiche domande che si fanno i cittadini calabresi.

La gravità della situazione non avrebbe dovuto consentire e non consente che ci sia ancora oggi il solito andamento inefficace, improduttivo, una caratteristica di questa regione che in tutti questi anni ha combinato poco rispetto alle esigenze e le aspettative dei calabresi.

Questa situazione di caos e questa situazione di debolezza ha consentito al Governo di bollarci come zona rossa.

Ancora una volta, dunque, ci sono le nostre colpe, ma ancor più gravi, anzi gravissime - e bisogna dirlo ad alta voce e senza timidezza - ci sono le colpe degli altri. La sanità in Calabria non funziona e non da oggi, nemmeno da ieri ed il Governo non poteva non sapere e continuare ad ignorare che da oltre dieci anni è il Governo stesso che gestisce direttamente la sanità calabrese, attraverso commissari che, invece, che migliorare la situazione, l'hanno aggravata e l'hanno peggiorata.

Il Governo poi è intervenuto con provvedimenti rivolti a contenere la pandemia, ma si è mostrato ancora una volta inadeguato, si è mostrato tardivo, inefficace e ad affrontare le conseguenze economiche e sociali che si sono generate.

Per questo i calabresi sono tutti in allarme, per questo sono carichi di preoccupazione, sono carichi di rabbia e sono carichi di indignazione.

Come si può sostenere che non hanno ragione? Perché hanno ragione, hanno ragione da vendere e noi non possiamo continuare a restare sordi, distanti e lontani dai loro bisogni e dalle loro richieste. Noi dobbiamo stare al fianco dei calabresi e non, invece, dividerci in base alle appartenenze, recitando il solito, stanco ed inutile gioco delle parti, perseverando nel rimpallo delle responsabilità, portando così alle estreme conseguenze il conflitto e ancora una volta per non combinare nulla.

Il nostro dovere è quello di dire che cosa questo governo regionale e questo Consiglio farà a partire da oggi e non da domani per riparare agli errori commessi e per recuperare il tempo perduto e per consentire alla Calabria di uscire, in tempi brevi, dalla zona rossa, assicurando tranquillità e certezze calabresi.

Ogni proposta di deliberazione che assumerà tale orientamento, io la sosterrò. Il dibattito che si è realizzato sino ad ora, con gli interventi che mi hanno preceduto, è stato vivace, a tratti anche aspro ed è stato carico di variegati umori.

Tuttavia io penso che è giunto il momento di allontanare i litigi, i conflitti ed è giunto il tempo di concentrare le energie per far funzionare un sistema di rappresentanza e di governo che, purtroppo, non ha funzionato come avrebbe dovuto. Un sistema che, invece, deve funzionare per fare le cose che gli competono, per programmare, per agire, per fare subito e per fare bene e possiamo farlo e dobbiamo farlo anche se siamo a conclusione di questa legislatura.

Non c'è più consentito procedere a tentoni senza una rotta e senza una meta. Dobbiamo svegliarci da questo torpore e da questo letargo inconcludente. Dobbiamo costruire ed offrire una prospettiva ed una visione. Dobbiamo essere pronti a cambiare prima noi per cambiare la Calabria.

Questo vogliono e si aspettano i calabresi e noi dobbiamo essere all'altezza di questa attesa e di questo legittimo e non più eludibile desiderio. 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Raso. Ne ha facoltà.

RASO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, signor Presidente. Credo che in questo momento sia opportuno pensare alle difficoltà delle categorie sociali più colpite dalla pandemia, in particolar modo ai titolari di partita IVA che soffrono più di altri questo periodo di lockdown. Sono sicuro che la Giunta regionale stia adottando tutti i provvedimenti necessari per dare ristoro a queste categorie e per questo, Presidente, ringrazio l’Esecutivo.

Senza voler accusare nessuno, ma al fine di stigmatizzare i facili giudizi negativi sulla politica, posso affermare che, nel caso specifico della Calabria, l’aver voluto sottrarre alla politica le sue legittime funzioni a vantaggio dei tecnici o dei cosiddetti burocrati non abbia prodotto gli esiti sperati e quanto mai attesi.

La sanità calabrese, infatti, commissariata da oltre 10 anni in nome del Piano di rientro finanziario ha visto l’aggravamento debitorio e l’impoverimento del servizio sanitario. Nello stesso tempo i Lea, i Livelli essenziali di assistenza, sono a 162 punti su 225. Siamo all’ultimo posto in Italia rispetto ai 220 su 225 della Regione Veneto.

Tutto questo è frutto di 20 anni di commissariamento, di 5 anni di amministrazione di centro-sinistra e anche di un Governo, Partito Democratico-MoVimento 5 Stelle, che l’anno scorso, il 19 dicembre, ha nominato i commissari delle aziende sanitarie ed ospedaliere che adesso tutti critichiamo.

Come tutti abbiamo potuto osservare, l’emergenza Covid-19 è stata gestita bene per quanto riguarda la Protezione civile, che era in capo alla nostra amata Presidente, fino a quando non è iniziata la parte sanitaria.

Voglio ricordare, per fare delle precisazioni, che con il Decreto numero 18 del 17 marzo 2020 – lo ricordo al consigliere Di Natale – il Governo ha stabilito, nell’articolo 18, comma 1, che le Regioni – e, nel caso della Regione Calabria i commissari – dovevano attuare il Programma operativo Covid-19. Quindi, la presidente Santelli, che l’11 marzo aveva comunicato alla stampa – la notizia è presente sul sito istituzionale della Regione – la predisposizione del Programma, da quella data in poi non ha potuto fare più nulla.

L’articolo citato stabiliva che la struttura commissariale era tenuta a redigere un apposito Programma operativo per la gestione delle emergenze Covid-19 e la creazione di un apposito centro di spesa – in modo da spendere i soldi in modo veloce – da approvarsi da parte del Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze e da monitorarsi da parte dei predetti Ministri.

Quindi, cari amici, da quella data anche il ministro Speranza – come diceva il mio collega Molinaro – che doveva vigilare, controllare ed approvare il Piano, si è dimenticato della Calabria.

Da marzo si sono dimenticati, non gli è venuto in mente: “la Calabria ha trasmesso il Piano”?

“Lo dobbiamo approvare, lo dobbiamo monitorare?”, come era previsto dall’articolo che avevano scritto loro.

È questa la domanda che mi pongo. La confusione è regnata sovrana in questo periodo.

Volevo sottolineare che più volte la presidente Santelli e la Giunta hanno chiesto informazioni su questo e di poter gestire l’emergenza Covid in Calabria e ne è ultima testimonianza la lettera letta prima dal presidente Spirlì.

In questo periodo – ripeto – la confusione è regnata sovrana. Il 19 giugno viene approvato dal Commissario ad acta, con DCA numero 91, un documento di riordino della rete ospedaliera nel quale si prevedeva di aumentare le degenze ed i posti letto negli ospedali. Quello che manca adesso e che ci ha portato a diventare zona rossa.

Questo documento doveva essere recepito nel Piano Covid-19. Alla data odierna ancora non è stato presentato.

In quel documento – dal quale emerge la non responsabilità della nostra Giunta e della nostra Amministrazione regionale – venivano individuati come soggetti attuatori i commissari nominati sempre dallo stesso Governo.

Alla luce di quanto esposto, possiamo affermare, con tranquillità, che la politica regionale è stata espropriata dalle sue funzioni e competenze dal Governo nazionale, impedendoci di occuparci della salute dei cittadini calabresi.

Ci hanno rubato il diritto di aiutare, di stare vicino ai calabresi. Da 10 anni ci stanno rubando questo diritto, ci stanno commissariando. Quando si commissaria vuol dire che c’è stato qualcuno prima che non ha saputo fare, ma è qualcosa di temporaneo, di incostituzionale.

Per questo, chiedo, piuttosto che al TAR, di fare ricorso alla Corte costituzionale perché è necessario che il Governo nazionale riconsideri l’eventuale annullamento dell’ulteriore commissariamento della sanità calabrese, mostratosi inefficiente e inefficace, e lasci le competenze alla Regione Calabria, come previsto dal Titolo V della Costituzione.

Per rispondere, poi, ai consiglieri d’opposizione, che dicevano che siamo tutti nella stessa barca, dico che la Giunta è pronta a governare per il tempo che rimane e ad assumersi le proprie responsabilità, nessuno scappa da queste. Il Governo, però, deve permetterci di farlo annullando il commissariamento della Regione Calabria.

Oggi, tutti uniti dobbiamo chiedere questo, pensare al futuro della nostra regione e soltanto annullando il commissariamento si può pensare a questo.

La Giunta è pronta – ripeto – ad assumersi tutte le proprie responsabilità.

Metto in rilievo che anche il Governo nazionale ha grosse responsabilità per il danno arrecato ai cittadini calabresi causando le disfunzioni della nostra struttura sanitaria per le quali la Calabria, a giudizio del Governo, viene classificata ancora zona rossa.

Mi associo, infine, alla proposta che farà il Presidente del Consiglio per quanto riguarda le misure per limitare questo grande danno che ci è stato fatto inserendo la Calabria tra le zone rosse. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.

ARRUZZOLO Giovanni (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Mi sarei aspettato questa sera dai colleghi dell’opposizione che, in questo momento particolare, in questo triste momento – voglio ricordare la presidente Santelli che, purtroppo, un tragico destino ha portato via – si cogliesse l’occasione per dar vita ad una giornata nella quale, con senso di responsabilità e senza colori politici, si potessero dare delle risposte ai calabresi.

Penso che oggi abbiamo l’obbligo di dare risposte a tutti quei cittadini che si sentono traditi da tutta una serie di responsabilità, per quanto riguarda la gestione della sanità, senza scaricare colpe perché presumo che si tratti di responsabilità di lungo corso di tutte le componenti politiche. Però, se, oggi, purtroppo, ci sono delle situazioni di responsabilità che non riguardano la politica, è bene che i calabresi lo sappiano.

Voglio fare presente ai colleghi che alcuni interventi sono apparsi come preelettorali.

Il collega Aieta diceva “siamo a fine legislatura”, ma voglio ricordargli che, purtroppo, questa legislatura, per il destino atroce di cui ho parlato poco fa, è cominciata solo 8 mesi fa.

Lo voglio tranquillizzare anche sulla sospensione dei tirocini dicendo che, a differenza dell’assoluta assenza del Governo, la Giunta ha sì sospeso l’attività, però ha attuato, con risorse proprie, un ristoro di 2 mensilità. È chiaro che si tratta di una categoria debole con responsabilità enormi e i tirocinanti non potevano essere lasciati a lavorare in questo momento particolare.

Quindi, penso che l’attenzione ci sia, consigliere Aieta, e mi dispiace perché da lei non me lo sarei aspettato. Così come non mi sarei aspettato dal consigliere Guccione che tirasse fuori quel documento di marzo, a firma della presidente Santelli.

Caro consigliere Guccione, la Giunta Santelli si è insediata il 17 febbraio e nell’arco di 20 giorni la Presidente, per il momento particolare in cui si trovava la Calabria nell’affrontare una pandemia, ha cercato di attuare una fase collaborativa e non continuare nel solco del presidente Oliverio che aveva minacciato di incatenarsi proprio per la rottura con la gestione commissariale.

Questo lo dico al 60 percento dei colleghi che non c’erano. Lei ride perché c’era e c’eravamo anche i consiglieri Aieta, Irto ed io.

Quindi, la presidente Santelli non poteva dire diversamente di un Commissario che era stato mandato dai rappresentanti del vostro Partito e del MoVimento 5 Stelle, avendolo conosciuto da un mese.

Ritengo che oggi delle responsabilità ci siano e non possiamo nasconderle.

Questa seduta di Consiglio è stata convocata, presidente Tallini, prima ancora – non voglio usare termini forti – della sicuramente vergognosa intervista del generale Cotticelli.

Non voglio essere ripetitivo perché i colleghi lo hanno già evidenziato in maniera chiara, ma, sicuramente, se il Generale, da giugno ad ottobre, avesse svolto le funzioni che gli spettavano con una retribuzione di 125.000 euro l’anno, presumo che oggi la Calabria non sarebbe stata dichiarata zona rossa. Leggevo, poi, che il nuovo Decreto Calabria prevede una struttura con due sub commissari e 25 unità amministrative a supporto.

Come dicevano i consiglieri Molinaro e Giannetta, gli indicatori della Calabria rispetto ad altre regioni sono molto più bassi, ma le motivazioni del Governo sono state quelle che la Calabria, in caso di aumento esponenziale dei contagi, non è in grado di affrontare l’epidemia.

Se chi era preposto a far sì che le strutture sanitarie calabresi fossero attrezzate in maniera adeguata ad affrontare la pandemia, lo avesse fatto, la Calabria non sarebbe stata dichiarata zona rossa e, quindi, oltre al danno la beffa.

Non dimentichiamo che, quando c’è stata la prima fase, tutti hanno invidiato la Calabria per il comportamento nell’osservare le norme di sicurezza, in particolare da parte dei commercianti e delle categorie imprenditoriali che hanno fatto dei sacrifici aspettando il ristoro governativo che non è mai arrivato o è arrivato in forte ritardo. Non dimentichiamo – ripeto – che sono stati invidiati da tutte le regioni.

È chiaro che, oggi, in un momento particolare di forte sofferenza, se queste categorie scendono nelle piazze sfidando anche il virus, è perché, effettivamente, la situazione economica in Calabria è talmente critica che la gente lo fa pur di poter lavorare.

Per chi ha impegnato delle risorse, proprio come qualcuno diceva oggi, è dura vedersi nuovamente chiudere l’attività. Significa che migliaia e migliaia di aziende saranno sicuramente costrette a chiudere con le conseguenze occupazionali, economiche e sociali che, purtroppo, ne derivano.

Il collega Giannetta ha dimenticato di dire che la presidente Santelli, nel chiedere al commissario Arcuri l’assunzione della responsabilità per quanto riguarda il Piano Covid- 19, aveva detto che si assumeva l’impegno di proporre in 5 giorni un Piano adeguato, ma, purtroppo, non è stata ascoltata.

Oggi, cari colleghi del PD – per fortuna non ci sono i 5 Stelle in quest’Aula e mi auguro che non ci saranno perché, sicuramente, dopo le scelte scellerate fatte, non entreranno nell’Aula anche se faranno l’accordo con voi – di 12 deputati e 5 senatori che rappresentano la Calabria si sono preoccupati di fare un’interrogazione al Ministro della salute quando c’è stato il problema dei tamponi da processare – non so se ricordate la polemica che c’era stata – ma non si sono ricordati di chiedere notizie al Commissario nominato da loro.

Il consigliere Guccione ha detto che all’epoca c’era anche la Lega, ma poco interessa, ci poteva essere chiunque. Siamo tutti convinti che le gestioni commissariali, purtroppo, producono degli effetti nefasti – l’abbiamo detto più volte – e, sicuramente, il risultato dell’intervista di ieri è proprio la plastica dimostrazione di quello che è stato fatto: attività concorsuali totalmente ferme e lo stesso per quanto riguarda le USCA e tutte le altre azioni che dovevano essere messe in campo.

Però, cari colleghi Guccione e Aieta, che eravate presenti nella precedente legislatura, dopo la Lega c’è stato il Partito Democratico con il MoVimento 5 Stelle e, quindi, la responsabilità nella gestione e nel seguire le attività del Commissario sicuramente è anche vostra.

Ora al di là delle polemiche, che ritengo che non facciano sicuramente bene a nessuno, penso che il fatto che il presidente del Consiglio Conte prima proroghi il commissario Cotticelli nella fase transitoria e poi, dopo tre giorni, corra subito ai ripari chiedendone la rimozione e proponendoci un ulteriore commissariamento di 2 anni, prorogabili di 12 mesi, penso che questo non ce lo possiamo permettere e che tutti con forza dobbiamo appellarci al senso di responsabilità che ci contraddistingue nel ruolo che ricopriamo.

Il collega Aieta, giustamente, parlava di dimissioni … Certo, caro collega Aieta, il ministro Speranza si deve dimettere perché ha fallito e ha prodotto un danno irreparabile alla Calabria e non possiamo permetterci di non chiedere le dimissioni di chi non vuole bene alla Calabria perché, poi, cari colleghi, noi siamo i parafulmini. La gente si dimentica di Speranza e di Cotticelli e vede soltanto noi.

Il consigliere Tassone parlava delle responsabilità della Regione, ma mi rendo conto – lo dico affettuosamente – della sua inesperienza.

Che titolo ha la Regione nella gestione Covid-19 quando è stata esautorata al 100 per cento?

Che discorsi facciamo? Vogliamo veramente fare discorsi preelettorali o vogliamo essere seri e cercare di dare un contributo serio alla Calabria?

TASSONE LUIGI (Partito Democratico)

Voi avete fatto comizi oggi…

ARRUZZOLO Giovanni (Forza Italia)

Non ho disturbato durante il suo intervento. Il comizio l’ha fatto lei citando quei documenti di marzo.

Comunque, concludo dicendo che ritengo necessaria, presidente Tallini, l’approvazione della mozione che necessariamente dovrà dare un segnale forte ai calabresi della vicinanza di chi oggi li governa.

Penso che abbiamo una responsabilità seria e non possiamo esimerci da questo.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Notarangelo. Ne ha facoltà.

NOTARANGELO Libero (Partito Democratico)

Buonasera a tutti. Permettetemi alcune pacate riflessioni perché, personalmente, ci tengo a sottrarmi al rischio di una passerella pre-elettorale tanto di moda in questa quest’Aula quest’oggi, da tutte e due le parti, non ho timore a dirlo, caro consigliere Arruzzolo.

Personalmente non m’interessa, ma ritengo di intercettare l'opinione e il sentimento dei cittadini calabresi in un momento serio e difficile per tutti. A me interessano solo i cittadini calabresi – come avrò modo di aggiungere – sia da un punto di vista sanitario, sia economico.

Vorrei invitare tutti a ragionare nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini calabresi proprio perché, tra le altre cose, siamo ormai alla fine di questa Legislatura per i tragici eventi che conosciamo tutti.

Purtroppo, anche oggi in quest'Aula, stiamo assistendo ad un “teatrino desolante” – permettetemi di definirlo così – sul gioco e sul balletto delle responsabilità.

Parlo di “teatrino desolante” perché – è la mia personalissima opinione, prima di tutto da cittadino calabrese e anche, permettetemi, da medico – che la colpa e la responsabilità di questa situazione oggi è di tutti: è del Governo nazionale, che ha mantenuto in carica un commissario ad acta incompetente; è della maggioranza che siede in quest’Aula e della Giunta regionale che, evidentemente, non ha supportato a sufficienza un commissario ad acta incompetente; ed è anche – perché no?! –, per onestà intellettuale, responsabilità di questa minoranza che, spesso, invece di preoccuparsi di questioni prettamente e meramente procedurali, o quelle che io definisco di “lana caprina”, avrebbe invece potuto meglio attentamente vigilare sull'attuazione, per esempio, del Piano Covid.

Al di là delle responsabilità – ci sarà tempo e modo di affrontare il discorso della responsabilità, ci sarà un'intera campagna elettorale che si preannuncia, tra le altre cose, abbastanza lunga, purtroppo – alcune cose sinceramente non riesco a capirle e mi sento un po' confuso.

C'è chi dice che – lo ha detto il presidente Tallini – per fortuna, in Calabria non sono stati raggiunti i livelli di guardia; c'è chi dice – mi pare il collega Crinò – che i tamponi sono e giacciono per giorni e giorni senza essere processati; il collega Aieta diceva, invece, che a Cosenza non vengono più processati e vengono mandati a Catanzaro, già peraltro saturo; il tracciamento è saltato.

Beh, delle due l'una: o non c'è da preoccuparsi perché non si è raggiunto il livello di guardia, oppure, invece, questa zona rossa – ahimè – ce la siamo tutti indistintamente meritata.

Oggi i contagi sono 400 con 267 ricoveri ordinari nelle Malattie infettive.

Per capirci, quei ricoveri che non necessitano ancora, per fortuna, di trattamento nella Rianimazione o nelle Terapie sub-intensive, necessitano, comunque, di monitoraggio medico e, in questi ricoveri, ci sono anche quei soggetti che, invece, non hanno dove poter passare la quarantena, tanto per cominciare o, perlomeno, paucisintomatici che non possono stare a casa perché conviventi con altri familiari; quindi, la situazione attuale è di forte preoccupazione tra la gente, è paura per il diffondersi di un contagio in strutture sanitarie di degenza ordinaria già oggi al collasso.

Le file delle ambulanze ferme al Pronto soccorso in attesa di scaricare i pazienti Covid, sono vere, sono cose di oggi.

Con questi numeri e continuando così, la mia preoccupazione personale è che, nel giro di pochi giorni, lo scenario che abbiamo visto in Lombardia nello scorso marzo-aprile, diventi realtà anche qui!

Questo noi non possiamo nascondercelo e non possiamo far finta che non ci sia!

Non possiamo additare il Governo dicendo che sono usciti pazzi o, peggio ancora, che sono in malafede e che, per giochetti politici, ci rilegano in una zona rossa col lockdown pressoché totale.

Chiaramente, i cittadini calabresi sono preoccupati anche per i logici e naturali risvolti economici con una tangibile tensione sociale diffusa fino al punto di esplodere.

Se a questo aggiungiamo l'assoluto blocco attuale – inevitabile direi, purtroppo – di ogni attività sanitaria, tra virgolette “ordinaria” con un relativo ovvio incremento naturale della mortalità nei prossimi mesi in Calabria, per esempio, per patologie di tipo cardio-vascolare, che oggi non possono essere monitorate e curate, il quadro è abbastanza chiaro.

Come vedete, cerco di andare direttamente al punto per essere più rapido possibile perché di parole ne ho sentite davvero tante, a mio avviso ridondanti perché quando la colpa è di tutti, alla fine non è di nessuno, siamo d'accordo, ma ci sarà tempo per ricostituire la filiera delle responsabilità.

Adesso si tratta di un richiamo forte alla responsabilità di ognuno di noi e alle proposte; ed è questo che io speravo venendo qui, Presidente, oggi per questa riunione del Consiglio regionale.

Speravo di poter analizzare insieme a voi quali possano essere le possibilità per uscire da questa situazione, perché la zona rossa – come diceva il consigliere Guccione – non la supereremo per decreto, ma soprattutto perché il quadro sanitario è migliorato; quindi, prima di tutto serve una attivazione immediata – entro 48 ore, direi – del centro Covid nella provincia di Catanzaro.

Dallo scorso mese di aprile si discute se farlo accanto al Policlinico, dove esiste un padiglione completamente vuoto, che potrebbe essere pronto, con 75 posti letto, entro 48 ore, oppure farlo nell'edificio dell'ex Policlinico universitario.

Ecco di cosa hanno bisogno i calabresi: di chiarezza di decisioni, possibilmente condivise; reclutamento del personale sanitario, in particolare medici e, credetemi, non sarà facile perché i nostri medici, i migliori medici, anche i giovani ovviamente, appena laureati, purtroppo, sono stati costretti a partire; quindi c'è carenza di personale medico; ecco perché, alcuni mesi fa, ebbi la possibilità di scrivere una nota sull'inutilità di un test di ammissione al corso di Laurea in Medicina in questo momento; chiaramente, una richiesta di supporto tecnico concreto al commissario Arcuri, per un’implementazione di tutto, non solo degli arredi, ma anche dei respiratori e della macchina sanitaria di degenza ordinaria, in particolare; l'individuazione al più presto di famosi Covid hotel che sono stati, in qualche maniera lanciati mesi fa ma, ancora oggi, sono lettera morta.

L'unica cosa che mi auguro, e che abbiamo avuto modo di chiedere direttamente ai nostri rappresentanti al Governo, è che questa nuova struttura commissariale, formata da un commissario ad acta e da due sub-commissari, venga al più presto nominata con un solo requisito, finalmente: la competenza che, a detta di tutti, in questi ultimi mesi e anni, purtroppo, è mancata e, chiaramente, anche rivolgendosi al Governo, tutti insieme dovremo chiedere l’attivazione immediata per reperire subito le risorse necessarie per dei ristori economici concreti e sufficienti.

Queste sono le cose di cui sinceramente volevo parlarvi e che volevo segnalare; le cose su cui, secondo me, i calabresi attendono principalmente delle risposte.

Scarica barile, tatticismi, posizionamenti e strumentalizzazioni politiche, da qualunque parte esse provengano, mostrano plasticamente l'inadeguatezza di tutta la politica regionale.

Da questi giochetti io invito tutti quanti a sottrarsi. Grazie. 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.

NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Vorrei riportare la discussione su quello che è il punto all'ordine del giorno ed essere in grado, oggi, di dare una risposta ai calabresi che ci chiedono perché la Calabria si trova in zona rossa.

Se oggi dovessi rispondere a questi calabresi – cosa che non sono in grado di fare – dovrei dire: “Oggi sei in zona rossa perché, sulla base di parametri scientifici inoppugnabili, il Governo ha deciso di metterti in zona rossa”. Ma questo non lo posso dire ai calabresi in tutta coscienza, Presidente, perché oggi i calabresi sono in zona rossa, non sulla base di criteri scientifici validi ed inoppugnabili, ma sono in zona rossa sulla base di un criterio, cosiddetto della “debolezza intrinseca” del Sistema sanitario calabrese, che significa dire tutto e non dire niente.

Se il Governo si basa sui 21 parametri, come hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, che sono dei parametri oggettivi e misurabili – il 30 percento delle Terapie intensive, il numero dei medici per abitanti –, se su quei parametri, noi siamo positivi per 85 percento, e quel 15 percento non ci consentirebbe in alcun modo di andare in zona rossa, quindi sulla base di criteri scientifici, non capisco come fa il Governo a chiudere dicendo che, in ogni caso, la Calabria va in zona rossa perché ha una debolezza sanitaria intrinseca.

La Calabria ha una debolezza economica intrinseca! La Calabria ha una debolezza sociale intrinseca! Che cosa vuol dire?

Vuol dire – ripeto – dire tutto e non dire niente.

Si tratta di un parametro sul quale non si può fare alcun tipo di valutazione e sul quale non possiamo neanche argomentare; quindi, la decisione di mettere la Calabria in zona rossa, non è basata su criteri scientifici perché, se fosse basata su criteri scientifici, oggi la Calabria non sarebbe in zona rossa.

Questo non lo dice il consigliere regionale Neri, ma lo dice l'Istituto superiore della sanità, quindi, non lo dice neanche la Regione Calabria.

Noi dobbiamo avere il coraggio e l'onestà di dire questo ai cittadini calabresi: “Oggi, sulla base di un documento stilato dall'Istituto superiore della Sanità, per i parametri scientifici tu non vai in zona rossa; però, per una mera valutazione discrezionale fatta dal Governo e perché si dice che la Calabria dal punto di vista sanitario abbia una debolezza intrinseca, tu vai in zona rossa”. 

Allora mi chiedo a cosa servono i 21 parametri!?

Bastava solo dire: “La Calabria ha un’atavica debolezza sanitaria, mandiamola automaticamente in zona rossa, cioè, escludiamola da tutta l'Italia a questo punto!”

Sappiamo, quindi che, comunque vadano le cose, comunque vadano i contagi, se la curva sale o scende, la Calabria è da considerare zona rossa!

La stessa cosa accade quando voi mandate una persona a processo e la accusate di omicidio perché quella sera è stata vista vicino alla vittima e aveva dei dissidi con la vittima, però queste prove non bastano e il Giudice la condanna perché dice: “Ha precedenti penali per violenza, quindi, è un violento e lo condanno per questo”.

È la stessa identica cosa. Perché dico questo?

Non per fare un semplice parallelismo giuridico, ma per dire che nel Diritto penale c'è la Corte di Cassazione che, di fronte a una condanna del genere, assolve e libera immediatamente.

Che cosa dobbiamo fare noi in questa situazione?

Come possiamo spiegare ai calabresi che si trovano in zona rossa solo perché il Governo ha fatto una valutazione oggettiva, in effetti, ma talmente generica che non permette né di controbattere né di adeguarsi. 

Al netto di tutte le considerazioni – dei posti di Terapia intensiva, degli ospedali e di quant'altro – oggi ci dobbiamo basare su quelli che sono i dati scientifici.

Consiglieri Aieta e Guccione, la Calabria non è stata chiusa sulla base di dati scientifici, perché se andate a leggere il documento dell’Istituto superiore della sanità, la Calabria è stata chiusa – lo ripeto per l'ennesima volta, di modo che tutti lo possano capire – sulla base di un concetto generico, che è l’intrinseca debolezza sanitaria.

La Calabria non dovrebbe avere neanche negozi; anzi, al contrario, dovrebbe essere aiutata sempre più rispetto agli altri, proprio perché ha un’intrinseca debolezza economica.

Anche dal punto vista sociale, la Calabria dovrebbe essere aiutata di più rispetto agli altri perché ha un’intrinseca debolezza sociale.

Detto questo, qual è il punto della questione?

Che oggi non siamo nelle condizioni di approntare un Piano o, perlomeno, non siamo nelle condizioni di rendere immediatamente disponibile ai nostri concittadini un qualcosa che li possa far superare indenni il periodo del lockdown.

Il vero problema è questo!

Oggi chiediamo la zona gialla perché la zona rossa genererà la zona rossa per sempre in Calabria.

I cittadini oggi non hanno un problema sanitario o, perlomeno, non lo percepiscono; i cittadini hanno un problema economico. Se noi oggi lasciamo la Calabria in zona rossa per altri 15 giorni, gli altri 15 giorni saranno ancora di zona rossa e il sistema collasserà definitivamente.

Questo è il vero problema! Il problema non è programmare e dare contributi; l'abbiamo fatto e lo faremo ma, in questo momento, dobbiamo dare risposte ai cittadini; lasciamo stare le altre cose, ma oggi abbiamo un unico dovere, che è quello di essere responsabili nei confronti dei cittadini!

Dobbiamo mettere da parte la politica e avere il coraggio di dire che questo Governo, indipendentemente dal colore, se n'è fregato della Calabria distruggendola con la zona rossa.

Questo lo si può vedere anche sulla base di due elementi fondamentali, se ieri i giornalisti di Rai tre non fossero andati dal commissario Cotticelli, oggi saremmo ancora qui con il commissario Cotticelli! Questa cosa è drammatica!

Il Ministro ed il Governo hanno lasciato una persona per due anni, sapendo che era incompetente e che aveva bisogno della badante!

Due sono le cose: o c’è dolo o c'è colpa grave! In entrambi i casi sei condannato! Non ci può essere appello! Questo è il punto nodale della questione: la responsabilità!

Oggi diventiamo zona rossa perché, su una mancanza del Governo, se ne accavalla un'altra e ci chiude dichiarandoci zona rossa.

Su questo bisogna ragionare oggi e bisogna avere il coraggio di fare delle scelte!

Il collega Aieta suggeriva di evitare lo scontro con il Governo, ma è il Governo che ha spostato la partita su un altro campo, chiaro? Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo giocare in un campo senza palla perché la palla ce l'ha il Governo e se l'è portata su un altro campo!

Allora noi andiamo a giocare perché – ripeto – il nostro dovere è uno solo, e non è né quello di rispondere ai partiti né a nessuno altro, ma è quello di rispondere ai cittadini calabresi in questo particolare momento!

La partita si deve giocare! Non siamo più in una situazione normale.

Non possiamo parlare di programmazione di aiuti, ma dobbiamo intervenire immediatamente con quello che abbiamo a disposizione, che non è solo la nostra capacità legislativa, ma dobbiamo andare oltre.

La mozione di oggi deve essere il primo segnale di tutta una serie di atti che dimostrino che la Calabria vuole – come dicevano i colleghi Graziano e di Natale – assumersi le sue responsabilità.

Come si assumono responsabilità? Le responsabilità si assumono facendo cose che vanno anche oltre le competenze perché la politica supera tutto e, in questo caso, noi siamo legittimati e siamo i delegati del popolo. Va bene?

Presidente, il primo atto da compiere è quello di chiedere al Governo, indipendentemente dalle dimissioni di tutta la catena di comando – quello mi interessa poco – di revocare immediatamente la zona rossa e di applicare alla Calabria, come a tutte le altre Regioni che sono in condizioni peggiori della Calabria, la zona gialla.

Se il Governo non dovesse fare questo in tempi brevi, allora vorrà dire che si è rotto quel filo di connessione che esiste tra le Istituzioni e, quindi, che questo Governo non ci rappresenta e non fa gli interessi dei calabresi! Siamo noi gli unici a poter fare gli interessi dei calabresi!

Io inviterò il presidente ff. Spirlì – questo lo dico anche a nome del gruppo di Fratelli d’Italia – ad adottare lui stesso un'ordinanza che riporti la Calabria in zona gialla; un’ordinanza che, in punto di diritto, sicuramente non trova giustificazione, ma che, dal punto di vista politico, ci deve mettere nelle condizioni di essere noi a chiamare il Governo di fronte a un Giudice perché, quando faremo l'ordinanza e il Governo la impugnerà, noi chiederemo che venga discussa di fronte al TAR della Calabria e non di fronte al TAR del Lazio.

A quel punto, sarà il Giudice ad entrare nel merito, e noi dovremo essere capaci di far valutare su quali basi la Calabria è stata chiusa ed è diventata zona rossa.

Punto numero due: come diceva il presidente Tallini, se si apre questo scontro, il secondo atto sarà la legge che, sostanzialmente, elimina il commissariamento.

Bisogna fare in questo modo, non per ribellarsi alle Istituzioni, ma perché finora siamo stati calmi, buoni e abbiamo avuto rispetto delle Istituzioni.

Lo stiamo dimostrando anche oggi perché l’avremmo potuto fare oggi, ma per rispetto di tutti, in primis dei calabresi, oggi chiediamo al Governo di applicare quella che è la cosa più giusta per la Calabria e che emerge da un documento scientifico prodotto da un Ente governativo.

Chiediamo questo, ma è l'ultima richiesta, per quanto mi riguarda, perché la situazione non è più sopportabile!

A 500 metri da noi, c'è la gente in piazza con le Forze di Polizia in tenuta antisommossa.

Un fatto che, a mia memoria, non era mai successo a Reggio Calabria!

Non possiamo più giocare con la pelle dei calabresi, perché qui si sta parlando di diritti costituzionalmente garantiti.

Dobbiamo spiegare ai nostri cittadini perché permettiamo che i loro diritti costituzionalmente garantiti vengano fortemente limitati e, in alcuni casi, addirittura esclusi! Non possiamo più consentire che questo stato di cose vada avanti.

Presidente, – e concludo – non mi soffermo a parlare del commissario Cotticelli; non mi interessa più niente! Il fallimento del commissario Cotticelli è certificato ed ormai granitico.

Il punto non è quello di dire chi ha fallito e chi no! Il punto è che oggi siamo ad un bivio: abbiamo superato il punto di non ritorno e l'economia calabrese rischia il collasso. Questi 15 giorni saranno 15 giorni mortali, se rimaniamo in zona rossa.

Aggiungo un'altra cosa: questa zona rossa provocherà un'altra zona rossa per un motivo molto semplice: immaginate quanto contagio produrranno tutte queste persone che stanno andando a manifestare e sono in assembramento; quindi, prima fermiamo questa situazione, meglio è!

Ribadisco le mie richieste, Presidente: approvo la mozione in tutto e per tutto, nel senso di chiedere al Governo di eliminare immediatamente la zona rossa; al contempo chiedo, però, al Presidente facente funzioni che, qualora il Governo non dovesse declassare la Calabria da zona rossa a zona gialla, adotti lui un'ordinanza che riporti la Calabria in zona gialla; il che è sicuramente discutibile dal punto di vista amministrativo ma, ripeto: la politica deve assumersi queste responsabilità!

Quella è una poltrona che scotta e chi siede sopra deve assumersi le responsabilità.

Ci vuole coraggio e forza perché il mandato politico è anche questo! Il mandato politico è compiere azioni che vadano anche oltre l'ordinario, ma che rispondono alla comunità che ha fatto sì che tu ti sedessi lì. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pietropaolo. Ne ha facoltà.

PIETROPAOLO Filippo Maria (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Mi associo completamente a quanto detto dal collega Giuseppe Neri. Le richieste che ha fatto, quelle che riguardano il contenuto della mozione che andremo ad approvare, le ha fatte a nome del Gruppo. Volevo semplicemente fare una riflessione: sono uno dei nuovi - come ha detto Antonio Di Caprio, che ha fatto un bellissimo intervento - e quindi mi sento un po' disorientato e allibito quando non riesco a capire come sia possibile venire in questa Aula e chiedere, consiglieri Aieta e Guccione, di aderire a una vostra mozione che ci chiede di mettere in campo degli altri interventi, delle assunzioni o dei ristori, quando sapete perfettamente che la sanità, da oltre 10 anni, principalmente da due anni, è commissariata.

Noi non abbiamo alcuna possibilità. Parlate ancora di assunzioni, di USCA! Allora, forse ho capito male io. Siccome avete parlato di responsabilità, di serietà, allora io vi dico, se volete essere seri voi, di aderire alla nostra mozione, in cui chiediamo che il Presidente della Repubblica non firmi il decreto sul rinnovo del decreto Calabria; chiediamo le dimissioni del ministro Speranza, e io dico pure del presidente Conte, che oggi con un tweet ha mandato a casa Cotticelli, senza proferire una parola di scusa nei confronti dei calabresi per il danno che ha provocato.

Il presidente Conte è il responsabile dei danni e del disastro sanitario degli ultimi due anni ed è responsabile di quello che sta succedendo adesso; quindi unitevi a noi nel fare queste richieste e nel chiedere che il Governo faccia una verifica puntuale e corretta dei dati in merito ai famosi 21 parametri. Come ha detto il consigliere Neri prima, non sono parametri che oggettivamente potevano essere intesi in modo diverso, sono parametri che mettono la Calabria in una situazione diversa dalla zona rossa. Noi non abbiamo forse la sensazione di quello che sta succedendo fuori. Mi fanno piacere tutte le riflessioni che ha fatto il collega Notarangelo che sono corrette, sicuramente apprezzabili dal punto di vista sanitario, ma il problema è l'aspetto economico oggi. Oggi non ci possiamo permettere di chiudere e far chiudere i piccoli e piccolissimi imprenditori, i bar, i ristoranti, perché non sanno come andare avanti e io non voglio avere questa responsabilità. Preferisco stare vicino a queste persone e, quindi, mi associo alla richiesta del consigliere Neri di approvare la mozione e di chiedere, anche, al Presidente facente funzioni, laddove il Governo non dovesse riportare la Calabria in zona gialla o non ci dovesse consentire di transitare in un'altra ipotetica zona, di approvare un'ordinanza che riguardi la Calabria; un’ordinanza che per esempio limiti gli ingressi dall'esterno, ma apra i bar e i ristoranti perché, dopo tutte le iniziative che sono state richieste per mettere in sicurezza questi posti, non capisco perché proprio loro devono essere quelli oggetto di sacrificio.

Mi unisco a questa richiesta e in più faccio un appello alla Giunta, al presidente Spirlì, ma anche all'assessore Orsomarso, di mettere in campo subito tutte le iniziative per dare un sostegno a queste tipologie di attività; un sostegno che può essere dato con l'utilizzo dei nostri fondi comunitari e senza burocrazia, magari attraverso il coinvolgimento dei Comuni, come è stato fatto in passato con il bonus povertà. Dare i fondi ai Comuni, quindi, che riescono a individuare più facilmente, anziché alla Regione con i suoi tempi burocratici purtroppo a volte devastanti; i Comuni possono essere forse l'arma migliore per poter dare, lo strumento migliore per poter far arrivare i fondi a queste persone, queste piccole imprese, in modo facile e veloce. Questa io credo che possa essere una soluzione da mettere in campo, così come chiedo al presidente Spirlì di utilizzare i nostri fondi comunitari, la cui riprogrammazione martedì approveremo anche in consiglio, per mettere in campo tutte le iniziative che superino i commissariamenti. A questo punto, dopo quello che è successo ieri sera, ci siamo resi conto che non possiamo più in assoluto tener conto di quello che fanno questi commissari, i commissari voluti dal Governo che voi rappresentate qui. Se volete portare avanti la vostra mozione, assumere i 300 infermieri, mettere in campo le USCA, chiedetelo al vostro Governo e ai vostri commissari, non alla nostra Regione. È questo il problema. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Morrone. Ne ha facoltà.

MORRONE Luca (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Un saluto alla Giunta. Anche io mi unisco al ricordo della grande assente qui, questa sera: la governatrice Santelli. Cercherò di essere breve anche io, di aggiungere delle riflessioni che possono essere utili all'Aula e ai calabresi che ci stanno guardando da casa, anche nel rispetto dei colleghi che sono qui a discutere da tempo. Credo che ci sia davvero qualcosa di divino in quello che è successo ieri sera, quando abbiamo appreso dal servizio andato in onda su Rai 3 quest'episodio davvero sconcertante, riguardante il nostro commissario Cotticelli e la figura che la Calabria ha fatto. Lo dico non perché voglia strumentalizzare questo, sarebbe davvero fin troppo facile farlo, ma perché ha dato la possibilità ai calabresi, forse, in un momento così difficile con questa epidemia sanitaria che continua a crescere, giorno dopo giorno, di smascherare quello che stava avvenendo col commissariamento e anche le responsabilità di questo Governo. Purtroppo non possiamo far finta che tutto quello che è avvenuto negli ultimi 10 anni nella regione Calabria e che ha riguardato la sanità non sia successo; non possiamo quindi far finta di niente.

E quello che andato in onda ieri sera è stato davvero, credo, imbarazzante perché abbiamo appreso che il commissario Cotticelli non soltanto non sapeva di essere lui il responsabile per la predisposizione del Piano Covid per la regione Calabria, ma ne disconosceva completamente anche i contenuti.

Non aveva la più pallida idea del numero di posti di rianimazione da realizzare, non aveva la più pallida idea di quello che si stava mettendo in campo. Credo che quindi la responsabilità del Governo sia ancor più grave in questo momento per la Calabria; a differenza degli altri, di quando c'era il centro-sinistra al Governo con Oliverio, Presidente di Regione, almeno Oliverio, nonostante abbia condotto sempre una battaglia contro il commissariamento e abbia minacciato addirittura di incatenarsi più volte, aveva avuto la possibilità di nominare i manager delle aziende ospedaliere e delle aziende sanitarie. Ebbene, invece noi questa volta, in virtù di questo Decreto Calabria, non abbiamo avuto la possibilità neanche di fare questo. Il Governo nazionale in questo momento ha commissariato interamente la sanità, con la volontà, credo, di mettere in campo nomine decise… quindi nomi, oltretutto con criteri, credo, discutibili perché alla fine ci hanno propinato commissari, la maggior parte delle volte, non calabresi che disconoscevano completamente le problematiche della sanità calabrese. Oggi, questo Governo che ha decretato - lo diceva prima il collega Peppe Neri - la regione Calabria zona rossa, utilizzando delle griglie, dei parametri che ancora oggi non siamo riusciti a comprendere, questo stesso Governo ha prorogato contemporaneamente il commissariamento della sanità in Calabria per altri 3 anni. Questo è davvero un fatto gravissimo e va denunciato!

Oltretutto bisogna fare anche altre riflessioni. Io credo che, appunto, l'ordine del giorno di oggi sia quello per la regione Calabria zona gialla, cioè noi siamo qui per fare un appello forte al Presidente del Consiglio, al nostro premier Conte, al Ministro alla Sanità perché immediatamente, già da lunedì, oltre a sostituire immediatamente il commissario - questo lo ha preannunciato il premier Conte - decretino la Calabria zona gialla, come giustamente successo per altre regioni che oggi hanno un dato epidemiologico sicuramente meno pesante, meno importante del nostro, per dare la possibilità ai calabresi di poter riaprire per quanto possibile qualche attività.

Non ci dimentichiamo che nella prima ondata il premier Conte aveva attuato delle misure ben diverse. Anche quando la Calabria non aveva nessun contagio o comunque pochissimi contagi rispetto al resto d'Italia, allora lì si è deciso di applicare una misura che valeva per tutta la Nazione, un lockdown totale. Oggi che invece la Calabria vive una situazione sicuramente un po' più difficoltosa rispetto ad altre regioni si è deciso di fare queste chiusure differenziate. Credo che ci sia davvero una volontà politica purtroppo legata al colore politico, rispetto a quelle decisioni prese dal Governo quindi oggi, giustamente, lo diceva il consigliere Neri, noi voteremo una mozione - invitiamo anche i consiglieri del centrosinistra a unirsi a noi - in cui chiederemo al premier Conte immediatamente di ritirare il Dpcm o meglio la decisione di far rientrare la Calabria in zona rossa dando la possibilità, invece, di rientrare in zona gialla, ma soprattutto avvieremo anche tutta una serie di studi per far sì che nella seduta di Consiglio regionale, convocata per martedì 10, si possa addirittura andare oltre e credo che su questo sia la maggioranza sia la minoranza saranno d'accordo.

A prescindere se i commissari siano stati nominati da Governi di centro-destra o di centro-sinistra - e per la maggior parte degli anni in cui la sanità calabrese è stata commissariata, ahimé, sono state nomine decise dai Governi di centro-sinistra - credo che si debba pensare addirittura di eliminare proprio l'istituto di commissariamento perché se in 10 anni, più di 10 anni, questo non è riuscito a risolvere i problemi della sanità - anzi il debito pubblico è aumentato, i servizi sono diminuiti, non siamo riusciti a costruire nuovi ospedali, siamo qui a gridare e diciamo allarme per i ricoveri anche quelli ordinari - credo che continuare a utilizzare questo istituto sia davvero un crimine. Dovremmo lanciare un appello anche ai nostri parlamentari e farlo anche noi come Consiglio regionale affinché si possa pensare ad un istituto diverso; altrimenti noi - lo diceva prima il consigliere Carlo Guccione - per uscire dal commissariamento avremmo bisogno di chiudere almeno due bilanci consecutivi non in passivo, ma ciò, con i dati che oggi si sviluppano nella  Regione Calabria, è praticamente impossibile. Saremmo, quindi, destinati a un commissariamento perenne e credo che possa essere anche questo un segnale importante da lanciare al Governo nazionale: inventarsi qualche misura diversa, ma soprattutto restituire alla Calabria e ai calabresi la possibilità di scegliere chi li deve curare, chi deve pensare alla loro cura, attraverso investimenti in sanità. Si parla di ospedali, di assunzioni di personale medico e paramedico, ma questo potrà avvenire solo se chi si candida a governare la  Regione Calabria e chi va nei territori a chiedere il consenso ai calabresi può avere anche poi la possibilità di decidere sul futuro della Calabria in un settore così importante, così strategico come la sanità che, oltretutto, assorbe dal punto di vista del bilancio regionale il 70% dell’attuale bilancio della  Regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

La consigliera Minasi, iscritta a parlare, non è in Aula. Ha chiesto di intervenire il consigliere Irto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito Democratico)

Ho ascoltato con molto interesse tutti gli interventi dei colleghi sia di maggioranza sia di minoranza. Ad un certo punto mi sono un po' perso perché ci sono state talmente tante richieste di dimissioni di tutti, sempre a salire, che ad un certo punto ho provato a scriverle e mi sono un po' perso perché pensavo e speravo che alcuni interventi, soprattutto di alcuni colleghi della maggioranza, si potessero contraddistinguere più sul tema del momento drammatico che stiamo vivendo, facendo anche un minimo di operazione verità che vale per tutti. Su questo vorrei brevemente intervenire perché dobbiamo partire da un dato: i commissariamenti nella nostra Regione hanno rappresentato probabilmente sempre, almeno negli ultimi 11 anni, un momento di scontro e contraddizione per chi protempore governava la  Regione e chi protempore governava Roma. È sempre avvenuto! E se ci guardiamo a fondo - lo dico a qualche collega di maggioranza - e andiamo ad analizzare quando iniziò l'istituto del commissariamento, vediamo quale parte politica c’era all’inizio e con quale è continuato: nessuno è esente da errori, da sottovalutazioni, da improvvisazioni sulla questione calabrese.

Questa stessa Aula approvò anche un documento per ridiscutere la gestione commissariale e l'ufficio del commissario. Lo fece e lo fecero tutte le forze politiche presenti in questa Aula, e sarebbe troppo facile buttarla su una parte politica. Se qualcuno pensa che questa seduta di Consiglio regionale di oggi possa servire per prendere qualche voto in più, allora non abbiamo capito cosa c'è fuori e quali sono i problemi di oggi in Calabria. Sarebbe troppo facile rispondere a chi dice “il centro-sinistra sostiene oggi questo governo, Cotticelli è stato cacciato da Conte ora”. L’ex ministro Grillo ha trasmesso una nota stampa 10 minuti fa dicendo che “Il commissario Cotticelli è stato proposto dal Ministero di Economia e Finanza e dal Ministero della Salute, quindi da Tria e da Grillo, e approvato da tutto il Consiglio dei Ministri”. Il vicepremier era Matteo Salvini, consigliere Molinaro. Era Matteo Salvini, era il “diffusore seriale di fake news”, così viene dipinto ieri dai giornali britannici, Salvini. È Salvini che ha approvato e ha scelto Cotticelli. C’è una responsabilità del secondo Governo di non aver accelerato una verifica sull’ufficio del commissario? Certo, si, sono d’accordo, è vero! Il Governo attuale doveva intervenire prima probabilmente sull'ufficio del commissario. Ma questo è! E se vogliamo fare un'analisi vera, raccontando fatti, dicendo dati, dobbiamo avere la capacità di dire in maniera concreta che noi dobbiamo decidere in maniera serena. Ognuno può dire quello che vuole, nei limiti della possibilità che i calabresi hanno dato a ognuno di noi per stare qui dentro, ma nessuno può sentir di apparire un passante rispetto alle vicende sanitarie calabresi. Prima dell'estate in questa Aula è stato approvato il bilancio della Regione Calabria e non era un bilancio ordinario e non era un bilancio che potevamo, diciamo così, fare 5, 10, 15 anni fa. Era un bilancio straordinario, era un bilancio in cui in quest'Aula abbiamo dovuto approvare le risorse che il governo Nazionale ci ha dato per il covid-19 e la minoranza presentò anche degli emendamenti. Abbiamo presentato un emendamento per dire facciamo, aumentiamo di 7 milioni il plafond Covid. È stato detto no! Non è vero che non possiamo fare nulla, non è vero! Abbiamo detto: “facciamo un emendamento di €512.000 per aumentare i posti delle borse di studio nelle specializzazioni mediche”, è stato detto di no, per poi sentirmi dire da qualche collega della maggioranza nei corridoi “hai fatto, avete proposto, hai proposto una cosa straordinaria, ma abbiamo dovuto dire no perché veniva dalla minoranza”.

Abbiamo proposto di mettere 2.000.000 di euro per darli a quei poveretti di infermieri e medici che combattono con il Covid tutti i giorni. Avete detto no! È una scelta politica, legittima, che ha fatto la maggioranza, ma non diciamo che non c'entriamo nulla e non diciamo che siamo dei passanti e non diciamo che sulla sanità alziamo le mani. Non alziamo le mani! In questo caso noi ce le dobbiamo mettere, nel senso di provare a cambiare un sistema che non funziona, che è drammatico; e poi vorrei dire al consigliere Neri: premesso che ho guardato quali sono i 21 criteri del Ministero e so che c'è stato un problema di dati, io spero sia così semplice come lui racconta, nel senso che è stata semplificata dal Ministero l'idea sulla Calabria.

Presidente Tallini, mi scuserà se anche io do lettura di una nota, così come hanno fatto il presidente f.f. Spirlì e altri; in questa nota, la motivazione è che “la Calabria ha una fragilità sanitaria”. E continua: “Sicuramente non è una novità: la riprova è il grande fenomeno dell'emergenza sanitaria. “I posti in terapia intensiva attivi, prima dell'emergenza Covid, erano 106, poi sono stati portati a 140 e negli ultimi giorni sono stati aumentati di qualcuno. I posti attivi dedicati al Covid sono 57. Il problema sono i posti dei numeri letto: mancano all'appello 119 posti di terapia intensiva, perché il Governo aveva previsto di attivarne fino a 280. Allora se le altre malattie devono essere curate e i numeri aumentano, va da sé che siamo veramente in una situazione molto rischiosa, per cui se questa misura riesce a riflettere la curva del contagio che ben venga.”

Queste non sono le mie parole, perché io non ho le competenze tecniche per fare un'analisi di questo tipo, sono le parole pronunciate ieri da un vostro consulente, da un consulente della Regione Calabria nominato dalla Giunta regionale, il professore Bruno, che ha rilasciato un'intervista a un giornale calabrese.

In quel comitato tecnico scientifico, di cui parlava il consigliere Neri, ci sono dei rappresentanti nominati dalla Regione Calabria. Io non lo dico per accusare qualcuno, lo dico per assumerci la responsabilità. Noi abbiamo presentato una mozione che prende atto dei problemi che la Calabria ha e si tratta di problemi di natura sanitaria, giganteschi. Io voterò contro la vostra mozione perché non analizza, non affronta con la testa e con il cuore i problemi che ci sono oggi e che sono i problemi delle le terapie intensive, i problemi dei reparti, i problemi dell’assenza di tamponi, i problemi relativi alle strutture che analizzano e che lavorano sul Covid che sono sotto stress e sono al collasso.

Il Covid ha accelerato un processo che secondo me bisognerà anche affrontare in un momento diverso, con calma, e cioè il tema del regionalismo in Italia. A mio giudizio il Covid ha aumentato - non vale per la Calabria, ma vale in tutta Italia - un percorso di forte spinta regionalistiche. È una discussione che noi dovremmo affrontare con più calma, laicamente; e capire a cinquant’anni dalla nascita delle Regioni se tutto ha funzionato bene e se può continuare così l'impalcatura dello Stato, così come la stiamo vivendo. Oggi la Regione ha grandi possibilità di intervento, non solo nel comparto sanitario per quello che ho detto prima, perché siamo in una situazione straordinaria e unica, ma anche nelle misure a sostegno, come stanno facendo altre Regioni per dare ristoro.

Anche se il Governo nazionale nel “Decreto Ristoro 2” darà delle risorse ai codici Ateco, ai negozi che chiuderanno, per la nostra economia fragilissima potrebbe non bastare. E allora siccome il Consiglio Regionale è a fine legislatura, purtroppo, è a fine legislatura per la morte della Presidente Santelli e siamo di fatto nel periodo elettorale, il Consiglio Regionale si può riunire, il Consiglio regionale, per capirci, si può riunire anche il giorno prima delle elezioni regionali se ci sono dei motivi forti, urgenti che servono ai calabresi.

E allora - qualcuno della maggioranza lo diceva e l’accolgo, mi pare Pietropaolo - vogliamo riportare la rimodulazione del POR affinché possa dare ossigeno veloce agli artigiani, alle partite IVA, agli autonomi che verranno massacrati? Facciamolo! Sfidiamoci su questo, ma non sfidiamoci su colpi: “Io l'avevo detto, tu l'hai fatto, il tuo governo amico”, perché così non ne usciamo. Ma non è che non ne usciamo noi, non ne esce la Calabria e non si salva nessuno.

PRESIDENTE

Assessore Gallo, se lei permette, ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito, ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle Libertà) 

Grazie, Presidente, chiedo scusa all’assessore Gallo per questo disguido.

Intanto, credo che stasera abbiamo dato dimostrazione, maggioranza e opposizione, essendo presenti in Aula, di quel senso di responsabilità che sempre ci hanno chiesto i calabresi e che continuano a chiederci, a maggior ragione in questo tragico momento.

Il mio primo saluto va a chi dei colleghi consiglieri non può essere in Aula. Mando un saluto, sperando di vederlo prima possibile, a Mimmo Bevacqua.

Certo, affrontiamo questo momento difficilissimo senza quella che era la nostra guida, come candidata a Presidente prima e come Presidente dopo, credo che senso di responsabilità sia essere qui anche per lei - alla quale va il mio ricordo - e anche cercare di capire quello che ha fatto Jole Santelli fino al giorno prima della sua dipartita perché è stata più volte evocata anche con la lettura di alcuni scritti. È come se io tra qualche anno trovassi una lettera dell'amico Carlo Guccione in cui parlava di Oliverio come il miglior candidato, miglior Presidente della Regione Calabria. La politica vive di tempi, alcune riflessioni cambiano, fermo restando il rispetto delle persone.

Quindi, mi permetto di sottolineare solo questo.

Andando al problema della zona rossa, sfido chiunque: nessuno poteva prevedere, da Pordenone a Palermo passando dalla Calabria, una settimana fa, 10 giorni fa, che in un’ordinanza del ministro Speranza, poi tramutata in DPCM, la Calabria sarebbe stata messa in zona rossa. Non lo pensava nessuno di noi, perché, bene o male, con la responsabilità istituzionale che ci deriva dal nostro mandato, siamo in piazza, siamo fra la gente, siamo anche negli ospedali. Nessuno di noi poteva prevedere questo. Non lo prevedeva, forse, neanche lo stesso Governo, perché fino a mercoledì sera, se era in buona fede, credo che il premier Conte, il ministro Speranza, il commissario Arcuri abbia lavorato con il Presidente facente funzioni, Spirlì, e hanno chiesto di avere pazienza: “vediamo come fare… stiamo lavorando…”, per cui c'era un momento di difficoltà nel decidere. Per l'amor di Dio, scelta difficilissima da parte del Governo perché come noi abbiamo a cuore le sorti dei calabresi, il Governo, qualunque Governo, credo che abbia a cuore i problemi degli italiani. Ebbene, soltanto mezz'ora prima, 10 minuti prima, 2 minuti prima, che il presidente Conte andasse alla conferenza stampa, il ministro Speranza ha chiamato il Presidente facente funzioni, Spirlì, dicendogli: “Abbiamo visto la situazione, purtroppo abbiamo preso questa decisione”.

Quel purtroppo significa che non era una decisione veramente cristallizzata da quei famosi 21 criteri, di cui poi, se avete pazienza, anche parlerò.

Da quel momento, abbiamo avuto la responsabilità. Ringrazio il Presidente per l’ospitalità che ci ha dato al nono piano - veramente un po’ in tutti i piani - della Cittadella regionale, perché lì è iniziato un confronto serrato all’interno della maggioranza, perché ci siamo posti come primo problema quello di capire con i nostri tecnici. Tutti hanno consulenti tecnico-scientifici, ce l’ha il Governo e li abbiamo anche noi, ma abbiamo anche dei dirigenti che hanno la responsabilità di dirci come stanno le cose.

Abbiamo, quindi, avuto un confronto all'interno della maggioranza, un confronto con il capo della Protezione civile, il dottore Varone, con il generale Cotticelli, che in quel momento aveva ruolo, con il dottore Belcastro, in quanto commissario dell’emergenza Covid in Calabria, con il dottore Bevere e con i dirigenti di settore del Dipartimento tutela della salute.

Bene, prima di ogni cosa, c’ è sempre una grande assunzione di responsabilità, perché in quest'Aula non stiamo dicendo che siamo fuori dalla crisi pandemica, non stiamo dicendo che i nostri ospedali hanno una grande buona salute per cui possono reggere l'urto di un eventuale implementazione della pandemia, ma abbiamo semplicemente cercato di capire come è lo stato delle cose, prima di tutto rispetto a questi 21 criteri. I criteri, è vero, sono stati condivisi dalle Regioni, ma non da tutti gli stati membri della Comunità Europea perché questi sono dei criteri che afferiscono solo allo Stato italiano, al Governo italiano, all'Istituto superiore di sanità italiana. Gli altri Stati membri della Comunità Europea hanno altri criteri. Noi abbiamo dei grandi scienziati, ma ritengo che anche gli altri Stati abbiano scienziati di fama internazionale al loro servizio.

Per prima cosa, colleghi dell'opposizione, non siamo incoscienti, abbiamo a cuore i problemi di questa pandemia come voi, allo stesso, identico, livello. Per questo, prima, plaudivo al senso di responsabilità reciproca che abbiamo dimostrato stasera. Poi, molte riflessioni venute dai banchi della maggioranza, seppur con quel momento di diversificazione politica e partitica, sono state dette anche dall’opposizione, magari in modo diverso. Vediamo se troviamo una sintesi, vediamo, non è detto che la troviamo, ma sforziamoci in tal senso.

Si è parlato di criteri, uno in particolare è al centro dell'attenzione nazionale ed ha avuto un riverbero anche in Calabria dove sono state fatte alcune speculazioni: l’Rt.

Badate bene, la decisione del Governo è stata assunta legittimamente basandosi su un report, il report 24 dell’Istituto superiore di sanità che va a sancire i dati pervenuti in Italia, quindi anche in Calabria, dal 19 al 25 ottobre. Il report è settimanale e settimanalmente il Governo assume le sue determinazioni. Giusto e corretto, perché, in questo momento, qualunque decisione si assuma, nessuno può avere la presunzione di doverla difendere a tutti i costi se si dimostra che non ha dato i frutti sperati. Quindi, ancora ci sono dei margini per chiedere qualcosa al Governo.

L’Rt dal 19 al 25 ottobre era 1,66, lo stesso prevede il momento di allerta quando si supera il valore 1,5. Ed è stato così, anche se questo dato, 1,66, in quel momento era uno dei migliori d'Italia, escluse 4-5 regioni, dato che il nostro dato deve essere confrontato anche con quello delle altre regioni.

Così si arriva alle riflessioni che hanno fatto i miei colleghi che hanno parlato di scelta “discrezionale”; ripeto: è stata una scelta difficile da parte del Governo, perché io ai colpi di Stato non ci credo, ma sicuramente è opinabile, può essere discussa e può essere anche criticata.

L’Rt fino al 25 ottobre era 1,66. Bene, è successo, siamo zona rossa, vediamo di darci una mano, anche con l'opposizione che è forza di Governo a livello nazionale.

L’Rt dal 26 ottobre al primo novembre, che sarà momento di discussione del Governo - quindi anche del ministro Speranza, oltreché del premier Conte - il prossimo venerdì è 1,56. Un dato in controtendenza nazionale, perché, vedete, ogni criterio in modo assoluto non ha nessun significato, il Governo stesso lo prende in esame rispetto alla tendenza con la freccia sopra o con la freccia sotto.

Questo è un indice - tra le altre cose sono perfettamente d'accordo con chi mi ha preceduto - un algoritmo decisionale che non individua criteri unici, è un discorso tecnico e non voglio fare discorsi tecnici stasera. Però, sull’Rt c’è una specificazione che pongono in essere altri Stati membri della Comunità Europea che fanno riferimento al Centro europeo per la prevenzione e il controllo della malattia, centro Gold Standard in Europa. Io mi sono chiesto perché la cancelliera Merkel ad un certo punto si sia innamorata della Calabria, perché la Germania usa questi dati e i calabresi che vanno in Germania, state tranquilli, alla frontiera o negli aeroporti tedeschi non devono fare il tampone, perché? Perché i dati dell’Istituto Superiore di Sanità si trovano su una piattaforma europea - anche gli altri Stati hanno il diritto di sapere quello che succede in Italia, in Spagna, in Portogallo, così come noi abbiamo il diritto di sapere loro dati -ed i dati della Calabria in Germania non fanno paura. Se volete vi spiego anche il perché tecnicamente, altrimenti me lo risparmio, così i colleghi non mi prendono in giro dicendo che parlo troppo in Consiglio regionale.

Intanto, lo dico adesso o lo dirò più tardi, riguardo le responsabilità: è vero, non siamo alla ricerca delle streghe. Qualcuno parla di balletti, è un termine improprio, dire che vi è un balletto delle responsabilità riduce l'intelligenza e l’alto dovere istituzionale che noi abbiamo in questo Consiglio regionale.

Si è parlato dei posti letto in terapia intensiva, se volete vi spiego perché alcuni dati sono stati corretti. Il collega Notarangelo sa bene che, se ho un posto in terapia intensiva per un paziente borderline, mi conviene metterlo lì per monitorarlo meglio. Non aumenta i costi perché non è intubato, magari lo tengo in una respirazione meccanica con il casco o con la mascherina, lo vado ad inquadrare meglio. Quel posto che ho utilizzato, impropriamente, come terapia intensiva torna libero se c’è la necessità d’intubare un altro paziente.

Sono scelte che spettano all'etica, alla responsabilità ed alla coscienza dei medici che nessun decreto può scrivere in nessun modo.

Sono fortemente preoccupato perché se, su circa 400 tamponi positivi, 250 sono sintomatici dobbiamo stare attenti, questo andrebbe a implementare in modo forte l'occupazione dei posti nell’area medica.

Allora, va benissimo, diamo quelle che sono le responsabilità del governo regionale, del Dipartimento tutela della salute e della struttura commissariale che non può rimanere vacante. Anch’io spero che il Governo nomini subito il Commissario ad acta tenendo conto del merito e della competenza. Si potrebbe discutere sui due sub-commissari, su una struttura elefantiaca di 25 dipendenti a supporto del nuovo Commissario che verrà, sul perché non è stata fatta prima. Quasi, quasi mi viene il dubbio che qualcuno, non in Calabria ma anche a Roma, abbia voluto far fuori Cotticelli.

Al nuovo Commissario: che venga prima possibile, che sia di altissimo spessore, daremo tutto il nostro supporto. Quel supporto, amici miei, che la presidente Santelli, all’inizio, aveva dato anche al commissario Cotticelli ed al Governo per non entrare in conflitto.

Io credo che quel funerale di Stato che ha avuto luogo alla morte di Jole Santelli sia la testimonianza della correttezza istituzionale nei confronti del Governo italiano, ma anche dell’autorevolezza che ha dimostrato in questi pochi mesi che ha avuto l’onore di guidare la Regione Calabria. Jole Santelli non è voluta entrare in conflitto con il Governo, c'è un dato inconfutabile che lo dimostra: dal 2 maggio avrebbe potuto nominare i direttori generali o commissari delle Aziende sanitarie e delle Aziende provinciali. Aveva un senso farlo, eravamo ad inizio legislatura, avevamo ancora quattro anni davanti a noi e si poteva fare perché rientrava nello spoil system che è affidato, anche da una legge dello Stato, a chi vince le elezioni.

Amici della maggioranza, abbiamo vinto le elezioni, ma non abbiamo iniziato a governare un giorno, soprattutto in sanità, ed è dimostrato da quello che è successo in questi giorni.

Io ero molto preoccupato, maggioranza e opposizione, consiglieri regionali di Forza Italia, della Casa delle Libertà, del PD, Democratici Progressisti e quant'altro, sono fortemente preoccupato, perché c’è rabbia sociale, è vero, l’avete detto meglio voi dai banchi dell'opposizione. Quella rabbia sociale che ha individuato nei consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione i veri ladri di questa situazione, i veri truffatori della Calabria, i veri responsabili di una sanità che è allo sbando. Quello che è successo ieri, ma soprattutto quello che sta succedendo in questi momenti testimonia che non è così.

Il Governo si deve assumere delle responsabilità sulla sanità, collega Guccione, ed anche il presidente Conte in prima persona.

Certo, era provocatoria la proposta, non siamo così blasfemi da chiedere le dimissioni al premier, ma io vi dimostro che ci sono delle responsabilità forti in capo al presidente Conte e vi dico perché.

Vi faccio un esempio, oggi si è parlato dei 300 circa infermieri che devono essere assunti in base al calcolo della densità di popolazione - erano circa 304 -, fanno parte dell'allegato al decreto numero 103 del 22 luglio, i soldi erano nel decreto Rilancio di maggio 2020. Quel decreto diceva che questi infermieri dovevano essere assunti per 32 settimane, a far data del 15 maggio fino al 31 dicembre. Non sono stati assunti perché quei soldi sono arrivati fortemente in ritardo, non potevano essere assunti e poi, nel momento in cui sono arrivati, i soldi sono stati ripartiti alle Aziende sanitarie ed alle Aziende ospedaliere.

Sulle Aziende sanitarie e Aziende ospedaliere devo dire qualcosa.

Si è parlato di commissari e direttori generali con la tessera della Lega Nord, verifichiamo se è vero, ma a me non tornano i conti perché l'attuale commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza è stato nominato dopo che abbiamo vinto le elezioni, perché prima era direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera “Annunziata”.

Io disapprovo sempre chi spara sul cavallo perdente, chi prende le distanze da chi è ferito o è morto. L’ex ministra Grillo fino a ieri era responsabile della nomina del generale Cotticelli, con l’allora ministro Tria e con la corresponsabilità dell’ex ministro Salvini e quant'altro, chi si allontana dalle responsabilità quando vede un morto in mezzo alla strada non gode della mia stima.

Dicevo, il commissario - visto che non è stata nominata, non la nomino nemmeno io, tra le altre cose sono di un territorio completamente diverso - dell'Azienda sanitaria provinciale è stato nominato in epoca Speranza, quindi se non vale, se sta facendo tanto danno a Cosenza, la responsabilità in capo al Ministro gli dà la potestà anche, eventualmente, di rimuoverlo. Prima, era direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera Annunziata.

Amici dell'opposizione, qui tutti stiamo facendo comizi, è inevitabile, quando la politica parla diventa quasi un comizio. Non è un delitto e non mi vergogno di farlo.

Ma se vedo che in una mozione ufficiale del Consiglio regionale si dice: “il presidente Spirlì deve rispondere dell'operato dei rappresentanti della Lega Nord”, dico che il ministro Speranza deve rispondere dei Commissari che ha nominato, che hanno la tessera del Partito Democratico in tasca - sono costretto a dirlo - e che hanno fatto grandi danni.

Perché, collega Notarangelo, per quanto riguarda la nostra area - che tu conosci come me, se non meglio di me - c'era solo una possibilità: fare il centro Covid al Mater Domini, ex Villa Bianca. Lo hai detto anche tu prima, lo dico io adesso. Dissenti con la testa ma lo hai detto nel tuo intervento –…non ho interrotto nessuno, anzi chiedo scusa all'unico che ho interrotto, il consigliere Di Natale - hai detto che il centro Covid bisognava farlo nell'ala C del Policlinico o anche al Policlinico Materdomini, intendendo Villa Bianca. Io e te conosciamo i quartieri. Chi non ha voluto, senza confronto, in modo autoritario e non autorevole, è il Commissario dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, anche commissario dell'Azienda ospedaliera Mater Domini. Qui non dobbiamo difendere nessuno, caro Libero! Non l'ha voluto il Commissario unico di quelle due grandi Aziende! Poteva anche essere legittimo avere delle perplessità su quel centro Covid, anche se io ritengo di no, perché - non sono uno sciocco in sanità, conosco il territorio - vi garantisco che quello è un centro Covid quasi preconfezionato, visto che è quasi vuoto.

L'ho detto perché non posso vedere una mozione in cui si dice alla Lega Nord: “tenete conto dell'operato di due presunte vostre nomine”, così come ritengo che questa mozione abbia un vizio di tempistica.

Poteva andar bene fino a ieri pomeriggio, prima di ieri sera.

Dopo quello che è successo ieri sera, con le dimissioni del commissario Cotticelli, questa mozione diventa irrilevante; non è più attuabile perché la stragrande maggioranza delle cose che ci sono scritte – giuste e condivise, per l'amor di Dio – non sono più praticabili, per un semplice motivo che, probabilmente, è la parte più importante di ciò che voglio dire stasera.

Con il decreto Cura Italia, tra le altre cose, viene nominato Commissario straordinario per l'emergenza sanitaria, il dottore Arcuri, al quale il Decreto Rilancio di maggio 2020 affida la realizzazione di reparti e strutture per la lotta al Covid-19, nonché l’implementazione dei posti letto in Rianimazione.

Siamo a maggio 2020, quando il dottore Arcuri può nominare come suoi delegati Presidenti di Regione.

Ne nomina sette-otto, ma non nomina la governatrice della Calabria, Jole Santelli, che glielo aveva chiesto pur non essendo Presidente della sanità in quanto c'era il commissario ad acta.

Ebbene, il dottore Arcuri nomina quei Presidenti e fa le gare che scadono, più o meno, il 9 ottobre.

Dunque, il commissario Arcuri è stato nominato a marzo, poi c’è stato il Decreto Rilancio, i soldini a maggio; da maggio ad ottobre non sono state fatte le gare.

Significa che il commissario Arcuri ha dormito?

Il Decreto Rilancio, su questi aspetti dell'ospedalizzazione e dell'implementazione dei posti letto di Terapia intensiva, Malattie infettive, Pneumologia e quant'altro, prevedeva – o meglio, era sostenuto – da un accordo con la Banca europea per i finanziamenti.

Bene, qualcuno scrive, in modo autorevole a livello nazionale, che questo accordo con la Banca europea dei finanziamenti è stato concretizzato dal premier Conte non più tardi di settembre.

Ciò significa che il commissario Arcuri non ha dormito. Il Decreto Rilancio è di maggio! 

Abbiamo messo i soldini in tasca al commissario Arcuri, che uno sciocco non è, per fare le gare; altrimenti, le avrebbe dovute fare senza la certezza della copertura economica.

L'accordo con la Banca europea dei finanziamenti si è materializzato a settembre. Ciò significa che ha dormito anche il premier Conte!

Certo, non arriveremo a chiederne le dimissioni ma, sicuramente, in questo momento, ci sono delle responsabilità anche del presidente Conte.

Si dice che la maggioranza chieda le dimissioni del ministro Speranza, ma io credo che sia stato già mandato a casa ieri sera dal viceministro Sileri, che in una televisione pubblica nazionale ha detto una cosa di una gravità inaudita; non passi inosservato!

Il viceministro Sileri ha dichiarato che vorrebbe - sarebbe giusto e bello - che dal Ministero della Sanità uscissero dati non segregati e trasparenti.

Sarebbe il caso che il viceministro chiarisse che cosa ha voluto dire ieri sera in televisione.

Se il viceministro Sileri e il ministro Speranza non si chiariscono fra di loro, veramente lì c'è un qualcosa che bisognerà andare a capire, non solo la Calabria perché, poi, questo grido di dolore nei confronti delle decisioni del Governo, non parte solo dalla Calabria, ma da tutte le Regioni!

C'è un assurdo: le Regioni gialle vorrebbero essere rosse e quelle rosse vorrebbero essere arancioni; quindi, c'è una certa confusione, ma – ripeto, per essere pacato e moderato – la scelta del Governo non era facile.

Alla luce delle discrasie che ci sono determinate sul territorio nazionale, dico a me stesso: hanno chiuso la Calabria con contagi zero, perché bisognava chiudere la Lombardia, il Veneto.

A febbraio, marzo, aprile ci hanno chiusi con contagi quasi vicino allo zero; probabilmente, anche adesso sarebbe utile prendere una decisione in tal senso, per un lockdown nazionale che anche noi dovremo accettare perché i dati sono in aumento in tutte le Regioni, dove l'asticella dell'allerta è sempre alta.

Non vedo come possiamo implementare i posti di Terapia intensiva, come legittimamente richiesto dai colleghi dell'opposizione con la loro mozione.

Per quanto concerne gli infermieri di continuità, ho chiarito che non è un problema della Regione Calabria, perché il decreto è stato fatto ed è stato trasferito a quelle Asp dove i colleghi firmatari non hanno inserito i direttori generali e quant'altro.

I direttori generali delle Aziende sanitarie e provinciali devono darsi un'accelerata perché molti fondi sono stati trasferiti e non vengono utilizzati.

Sul balletto degli 86-99, dico che sono 115 milioni di euro. Ogni euro che è transitato dalla Regione Calabria al Dipartimento e anche alla struttura commissariale è stato decretato e trasferito alle Aziende sanitarie.

Per quanto riguarda i tamponi, personalmente ho avuto una prima, non disputa, per l'amor di Dio, ma – nella correttezza dei ruoli e, soprattutto, nell’educazione di quella nobil donna che non c'è più, e del sottoscritto, che non mi reputo poi così ineducato – fui il primo consigliere regionale a chiedere “al presidente” Santelli – come amava essere chiamata – di vedere se era il caso di studiare noi i sierologici, perché ancora eravamo agli inizi dei sierologi; forse, qualche collega ricorderà questo mio intervento, quindi, c'è una partita aperta su cui si può discutere e migliorare le cose, anche con iniziative della Giunta regionale.

Signori assessori, noi siamo pronti a tornare in Aula, laddove ci siano le necessità, per decidere insieme qualcosa con i colleghi dell'opposizione nella straordinarietà del momento che viviamo.

Siamo pronti a venire e a dialogare con l'opposizione presso i vostri assessorati e per creare insieme nuove misure, che siano non solo di ristoro, ma anche di prevenzione di questa pandemia.

Non dico questo perché ci vogliamo sostituire all’inefficienza del Governo, ma vi garantisco che il Governo non ha brillato di tempistica perché ho dimostrato come alcuni decreti, che erano stati finanziati, hanno avuto grandissima valenza, ma l’hanno persa perché i soldi sono stati trasferiti nettamente in ritardo.

Quando si danno i soldi, anche la tempistica diventa fondamentale per l'utilizzo di quei finanziamenti.

La nostra mozione non va nella direzione di uno scontro contro il Governo, ma ritengo che, anche con questa seduta di Consiglio regionale, abbiamo avviato un confronto aperto in tutta Italia.

Tutte le Regioni sono alla ricerca disperata di uno scontro col Governo, perché in moltissime Regioni – ma anche fossero soltanto due, tre, quattro o cinque - c'è questo dibattito nei confronti della decisione assunta dal Governo.

Perché c'è il dibattito? Perché noi, che siamo i rappresentanti del popolo e vediamo anche quelle esigenze che sono dette dai consiglieri Pietropaolo, Molinaro, Crinò e da tutti i colleghi che mi hanno preceduto, sappiamo bene che sarà difficilissimo trovare quell'equilibrio nella tutela sanitaria; non abbiamo la bacchetta magica.

Questo sì che mi preoccupa: l'equilibrio fra la tutela sanitaria e l'economia povera e distrutta della Regione Calabria.

Questa non è una sfida, però non so se, presidente Tallini e assessore Gallo, senza quelle giornate di lavoro che noi abbiamo fatto alla Cittadella regionale e i colleghi avranno fatto presso le loro sedi ed i loro Partiti, senza quei quattro giorni di lavoro, ieri sera sarebbero arrivate le telecamere di Rai uno, Rai due, Canale 5 e quant' altro.

Mentre noi siamo qui in Consiglio regionale, mezz'ora fa, Boccia ha detto: “Guai alla Regione Calabria se adotta atti illegittimi”, come diceva prima il collega Peppe Neri, e dice anche qual è il problema: “Discutiamo, se dobbiamo trovare ulteriori ristori”.

Credo che alzare la testa, non significhi aprire uno scontro con il Governo. Noi alziamo la testa perché ce lo ha insegnato Jole Santelli, che non è andata al Governo con il cappello in mano, ma con la forza delle idee.Queste sono le nostre idee.

Più volte è stato detto – anche se tra le righe, ma non hanno avuto il coraggio di dirlo chiaramente - anche dai consiglieri Aieta, Guccione e tanti altri colleghi dell'opposizione che il decreto Calabria ha fallito.

Contestiamo il decreto Calabria, ma abbiamo paura perché, oggi, il decreto Calabria non è più targato Lega - Movimento Cinque Stelle, ma Partito democratico - Movimento Cinque Stelle.

Non abbiamo il coraggio di dire che, se quel decreto ha fallito, ancora di più fallirà un suo rilancio e che, se era offensivo per la Calabria, oggi sarà dieci volte più offensivo perché, in poche parole, dice: “Non siete in grado di fare nulla, non siete in grado di gestire un euro; vi metto non un commissario o un sub-commissario ma due sub-commissari che daranno la responsabilità della progettazione di edilizia sanitaria ad alcuni.

Non ho parlato né bene né male del commissario Arcuri. Non lo conosco, non ho questa fortuna, non ho questo piacere e non ho questo onore, ma credo che sia uno degli uomini più impegnati d'Italia in questo momento, perché sta gestendo, da commissario straordinario nazionale, la pandemia Covid; dargli anche un incarico così gravoso, di una Calabria che aspetta da 50-60 anni la costruzione di uno degli ospedali più giovani e più belli – l'ospedale più giovane della Calabria ha 60 anni di vita – dargli anche questo compito, e darglielo in modo incondizionato, nel senso che può intervenire su questi progetti di edilizia sanitaria a prescindere dallo stato dei progetti, significa un sovraccarico di lavoro, che mi preoccupa.

Sono preoccupato, non delle capacità del dottore Arcuri, ma di eventuali ulteriori ritardi nella costruzione di questi ospedali. L’implementazione di un reparto di Malattie infettive passa da progetti strutturali che erano tutti insiti nel Decreto rilancio.

La Regione Calabria, la governatrice Jole Santelli prima, il presidente ff. Spirlì oggi, ma anche il Dipartimento nulla potevano fare rispetto a queste dinamiche.

Concludo dicendo qual era la ratio della nostra mozione: come ho già detto, era per alzare il livello del confronto e non dello scontro ma, naturalmente, qualcosa la dobbiamo dire perché, altrimenti, oggi siamo venuti qui tanto per pulirci la coscienza.

La nostra coscienza ce la puliamo meglio, se chiediamo al presidente Mattarella di non firmare il rinnovo del decreto Calabria.

Chiediamo al presidente Mattarella di farlo nell'ambito della sua supervisione costituzionale anche del decreto, e lo chiediamo con forza, così come chiediamo che la Giunta regionale e il presidente ff. Spirlì pongano in essere ogni iniziativa che possa servire al ministro Speranza e al presidente Conte per rivedere, anche alla luce di quelle verifiche e di quei dati che vi ho detto, che alcuni dati sono migliorati e non ci facciamo impressione che i positivi sono aumentati di 400; i dati possono migliorare anche quando aumentano, perché basta fare 1000 tamponi in più per avere dati che, ai più, appaiono disastrosi e drammatici.

Chiediamo al presidente f.f. Spirlì e alla Giunta regionale di interloquire con ogni iniziativa utile, affinché il ministro Speranza e il premier Conte restituiscano quella zona gialla, che per noi non sarà una zona gialla.

Non stiamo dicendo "libertà”, perché il virus c'è e c'è anche in Calabria; stiamo dicendo di restituire alla Calabria una zona gialla che sarà opera nostra; sarà opera del presidente f. f. Spirlì, così come ha già fatto, conoscendo il territorio, andando a mettere delle bandierine rosse laddove c'è la necessità con un monitoraggio che anche la Regione Calabria sa fare, per farla diventare, magari sempre più rossa.

Io mi auguro sempre più gialla. Il mio augurio è che questo maledetto virus possa essere limitato, anche alla luce di nuove terapie – non vedo più il collega Notarangelo che, magari, aveva da fare – e quant'altro; quindi, un insieme di cose che possano servire alla Calabria e all'Italia per uscire da questa pandemia.

Certo, se non succederà niente, credo che ci dovremo determinare con quella forza che abbiamo dimostrato in questi quattro giorni.

Ci dobbiamo determinare in un tutt'uno, come è stato fatto in questi giorni, tra Consiglio regionale, presidente ff. Spirli e l'intera Giunta regionale, dove il dialogo può anche essere forte perché, senza forza e senza scontro non c'è animo.

Noi ci metteremo tanto animo e tanta forza al servizio della Calabria, ma soprattutto affinché ognuno di noi possa dire: “Quello che dovevo fare, lo sto facendo”, e camminare a testa alta perché, chi fa politica – noi consiglieri regionali, in questo momento – qualcuno dice che dobbiamo camminare a testa bassa, ma questa maggioranza, in memoria di Jole Santelli, vuole continuare a camminare a testa alta!

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto, assessore allo sviluppo economico e lavoro

Ho atteso fino alla fine del dibattito perché volevo aggiungere un paio di cose, anche se è ora di cena.

Abbiamo tardato perché siamo stati un paio d'ore a verificare i numeri e i dati perché, come maggioranza, l'intero Consiglio regionale e anche la Giunta volevano parlare alla sua gente, e mi spiace perché, essendo ora di cena, è rimasta soltanto la maggioranza e qualche consigliere di minoranza, che ringrazio.

Due ragionamenti velocissimi di cui avevo dato evidenza pubblica, presentando alla stampa le ennesime misure che questa Giunta regionale aveva previsto prima.

Voglio dire due cose sul piano politico e sul perché si è dato un significato al di fuori di quest’Aula; lo so perché sono d'accordo con qualche consigliere della minoranza, che è già andato via, sul fatto che, se non c'è la maggioranza, che viene votata e che vince, come avveniva anche a livello nazionale, e se non c’è la minoranza, in questa terra c'è qualcos'altro; quindi, in queste ore, mi preoccupa anche un certo tipo di stampa e di informazione perché, chi vuole abbattere quest'Aula, probabilmente, vuole fare altri interessi, e mai come in quest’Aula, che è il tempio la democrazia, c'è chi è stato votato per governare e chi per controllare.

Poi c’è un momento tremendo – lo voglio ricordare a me stesso, ma anche al collega Gianluca Gallo e a quelli che, come me, fino a gennaio erano all’opposizione del governo Oliverio in quest'Aula, e a marzo, dopo le elezioni mi è toccato svolgere il ruolo di assessore – e mai avremmo immaginato di trovarci in quest'Aula con questa pandemia, in un clima surreale; per cui abbiamo vissuto questi difficili mesi, sotto una grande guida che manca a questa terra e manca a tutti noi; l'abbiamo già pianta, e ho detto che non la voglio portare più nella prossima campagna elettorale perché nessuno la strumentalizzi, ma era una guida sul piano dell'etica, della morale, della prospettiva e del confronto serio che con un Governo si fa. 

Il presidente f.f. Spirlì, che sostituisce la governatrice Santelli, ha giustapposto tutte quelle norme, tutta una serie di passaggi attraverso i quali una governatrice voleva assumersi la responsabilità.

Ricordo – e ringrazio Giuseppe Aieta – che in quest'Aula firmammo un emendamento affinché l’allora presidente Oliverio si confrontasse con il Governo sui commissariamenti; quindi, noi siamo in quest'Aula per provare a rappresentare i calabresi, nel bene o nel male.

E’ successo qualcosa di diverso rispetto a quella tendenza perché, anche quando la Presidente, sulla base di dati tecnici e scientifici, che non erano un algoritmo, ma erano la percezione di cosa avveniva, ricordo che noi avevamo provato a dire: “Abbiamo quasi zero casi; anticipiamo l'apertura dei ristoranti per non far soffrire chi lavora”; insomma, si poteva fare.

Abbiamo addirittura anticipato al 13 la chiusura delle discoteche con qualcuno che ironizzava; finanche io andai a fare la foto per dire di mettere la mascherina e che, a breve, ci sarebbe stata la chiusura. 

In questo ragionamento, si ritorna, e noi abbiamo lavorato come Giunta regionale; per cui, riassumo alcune cose accennate.

Perché si rompe il legame con il Governo? Perché mi pare che sia avvenuto, e non parlo da dirigente politico, ma parlo da assessore di una Regione, maggioranza di una Regione, che vuole difendere la sua gente, perché un Governo – mi pare di capire, oggi lo possiamo dire – che ha affrontato la pandemia con monopattini e banchi a rotelle – questa è la battuta che corre – che fa?

Lo dico anche a voi, che siete consiglieri regionali, di un pezzo di quella parte politica del Governo, ahi noi, anzi, grazie a Dio, che non c'è in quest’Aula, quelli che hanno urlato perché si riaffacciano anche in questa terra e quelli che li vorrebbero abbattere perché urlano. Qual è la mancanza di rispetto?

Scaricano prima sui Sindaci – difatti è uscita l’Anci – poi sulle Regioni, dando le pagelle a colori, e a noi ce l’hanno data proprio… non so.

O c'è stato qualcuno che ci ha messo la manina, oppure l’hanno giocata a sorte perché – come diceva bene il collega Sinibaldo Esposito - quei parametri non ce li ritroviamo con i dati.

Noi abbiamo studiato in queste ore e anche noi ci siamo occupati di sanità, per capire, per dare una risposta perché non è il problema della disperazione sociale che c'è – e qui è più alta –; è il problema della preoccupazione perché non possiamo guardare la gente, parlando anche in quest’Aula, e spiegare l’R con t.

Noi dobbiamo dire alla gente come il presidente Conte ha provato a fare, e l'ha fatto quando non lo meritavamo, non differenziando, provando a dare le pagelle e mettendo le Regioni una contro l'altra: “State a casa perché il livello è alto”, senza spiegare tutta la scienza, perché uno poi si rompe.

Questi sono gli strumenti economici per intervenire ed è quello che è mancato e che ha portato alla rottura con questo Governo. Penso che questa maggioranza stia dicendo oggi al ministro Speranza: “Tu sei il primo che ti devi dimettere, perché il generale Cotticelli non può diventare il capro espiatorio”. A me ha fatto quasi tenerezza ed ha avuto finanche il coraggio di ammettere le sue responsabilità; lo dico a noi che viviamo in Calabria perché, sapete bene, che ci conosciamo con stima pur avendo una visione diversa delle cose per cui ci battiamo e per le quali la differenziazione diventa anche polemica politica, però ci riconosciamo il ruolo.

Qui, invece, si è rotto un meccanismo. Si è rotto il meccanismo di un Governo, con Conte che va in televisione.

Glielo stanno dicendo in tutta Italia, glielo ha detto finanche Bonaccini: “Tu non puoi annunciare una roba che non conosci”. E non l'ha fatto con il collega Spirlì a cui abbiamo chiesto che cosa si sono detti in Conferenza Stato-Regioni.

Se si chiude la Calabria, problematiche come quella dei tirocinanti non si risolveranno mai; se li sono scordati la prima volta, e noi abbiamo fatto il primo provvedimento una tantum da 500 euro; se li sono scordati anche la seconda volta e poi scrivono ai Comuni per dire: “Ma come, hai bloccato?”

È obbligatorio, con la zona rossa non si va a lavorare.

Abbiamo rimodulato i tirocini bloccati – e ringrazio tutta la Giunta regionale e il presidente Spirlì –: 6 milioni e ottocentomila euro per dare mille euro e dire: “novembre-dicembre state a casa tranquilli”.

Abbiamo rimodulato, abbiamo lavorato; questa è la differenza fra noi ed il ministro Speranza, tra noi ed il presidente Conte.

Poi, non so cosa accade in altre Regioni.

A giugno e luglio, tranne il voucher per la cena che non ha funzionato perché non si sono iscritti gli operatori, dato che è stato avviato più tardi, abbiamo chiuso ed abbiamo pagato.

Giustamente, il collega Molinaro sottolineava la grande difficoltà che abbiamo avuto.

Adesso abbiamo rimodulato 110 milioni di euro di risorse nuove: 50 milioni di euro, facendo un fondo di garanzia di liquidità vera, data da Fincalabra e non dalle banche alle nostre imprese, che avranno un prestito da 15 a 80 mila euro da restituire in due anni con dieci anni di restituzione, quindi due anni di preammortamento; abbiamo messo 20 milioni di euro su Lavoro Calabria che dà il contributo a fondo perduto più alto e 40 milioni di euro su quella misura flat che andrà a tutti quei codici Ateco che non abbiamo potuto prevedere.

Oltre a mitigare le sofferenze economiche -  noi non eravamo e non siamo obbligati a fare misure di aiuto, questo spetta al Governo - che cosa abbiamo immaginato? Essendo noi in grande difficoltà abbiamo strafatto.

Non c'è nessuna misura d'aiuto, andate a vedere in altre Regioni che cosa hanno fatto. L'abbiamo fatto noi per gli alberghi perché lo sostenevamo, non potevamo farne un dramma. Quelli si sono scordati proprio l'intervento. Ti chiudo e mi scordo dei tirocinanti, degli ambulanti che, appunto, stavano sotto il palazzo della Regione e che qualcuno ha aizzato.

Qualcuno si era inserito - io ho fatto una differenziazione, la faccio in quest'Aula - a provare a dire che c'era qualcun altro, uno che non si poteva difendere, che si era girato i pollici e che non aveva previsto non la ricostruzione della Sanità – questo lo diciamo da dieci anni - ma non aveva previsto il Piano dell'emergenza Covid e questo ci avrebbe permesso di non avere questo indice Rt, tutti questi dati e poter tenere aperto un pezzo di economia. Quindi gli aiuti andavano in quella direzione.

Questo è un Consiglio che ha finito, questa è una Giunta che ha finito!

Proseguiremo, ma nella prossima seduta di Consiglio, il 10 novembre, il Presidente congederà i consiglieri.

Speriamo di votare nel più breve tempo possibile, ma era giusto raccontare la verità perché, per quanto ci riguarda, la verità rende sempre liberi.

Non c'è la capacità, oggi, di informarsi. La cosa strana, se manca il confronto tra noi, è che oggi quella verità che noi abbiamo gridato in questi giorni, anche in modo…

Guardate io non l’ho mai fatto, perché essendo assessore, dovevo essere assessore di tutti i calabresi, quindi devo rispettare anche la sensibilità del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, mi son lasciato andare pure io, perché il problema veramente serio è che quella verità che a livello istituzionale gridavamo - non sempre e non tutti i consiglieri della minoranza, qualcuno ci ha pure speculato - i calabresi l’hanno dovuto accettare perché l’hanno visto in televisione e si è perso il senso dell’Istituzione.

Perché se non lo avessero visto in televisione ancora qualcuno poteva avere il dubbio che la presidente Santelli, questa Giunta, questa maggioranza si fosse battuta in un'emergenza straordinaria.

Mi piace, almeno stasera, questa verità. La verità ha avuto la sua piena affermazione per un fatto di memoria e anche per un fatto di futuro. Noi, come sempre, per quanto riguarda le nostre competenze e il nostro ruolo ci siamo stati ieri, ci siamo oggi, e mi auguro che ci saremo anche in futuro per i calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Vito Pitaro. Ne ha facoltà.

PITARO Vito (Jole Santelli Presidente)

Presidente, assessori, colleghi consiglieri, anche questa volta volevo evitare di intervenire però vengo “tirato per la giacca” rispetto ad alcuni interventi della minoranza.

Intervengo da politico perché, a dispetto di come vorrebbe qualcuno, anche in quest'Aula, io non ho da fare mea culpa o da sottopormi a calvari, non solo perché sono in questa Aula da pochi mesi, ma anche perché sono fiero di essere politico dall'età di 14 anni; al contrario di come pensa qualcuno, per coprire la propria inadeguatezza politica, la politica in Italia, in Calabria, anche della prima, anzi, soprattutto della prima Repubblica, alla Calabria e al sistema sanitario ha dato tanto.

Chi ricorda i Comitati di gestione rammenta delle esperienze positive per la Sanità: il settore sanità funzionava, si creavano gli ospedali, si assumevano i medici e gli infermieri e se colpa ha la politica della prima Repubblica dei famosi Comitati di gestione è solo quella di aver avvicinato la sanità al cittadino.

Cito un esempio: nella mia provincia, la sanità o meglio la politica degli anni 70-80 ha creato ben cinque ospedali che servivano ad una popolazione geograficamente non grandissima, ma che servivano ai cittadini per sentirsi al sicuro e protetti dalle Istituzioni e dal sistema sanitario.

Da politico, oggi, non posso che analizzare i fatti alla luce di quella che è la politica delle azioni, della concretezza e della programmazione. E allora quando qualcuno, a cui mi associo, in quest'Aula, chiede le dimissioni simboliche del ministro Speranza non lo fa per creare contrapposizione con l'opposizione, ma lo fa, logicamente, convinto che questo Ministro abbia dimostrato la propria inadeguatezza ad amministrare un Settore già di per sé complicato, ma soprattutto in un momento straordinario.

Se è vero, com’è vero, che nel momento in cui la compianta presidente Santelli apriva i bar dando la possibilità di mettere qualche tavolino, il Governo impugnava questa ordinanza per poi, dopo qualche settimana, permettere ai giovani di andare in discoteca, permettere alle città, ai paesi, alle strade di ospitare migliaia e migliaia di persone, in spregio anche a quelle che erano le previsioni dello stesso Ministro e del Governo, nonostante già nel mese di giugno si prevedesse che in autunno ci sarebbe stato il picco di questa pandemia.

E non voglio pensare che se il lockdown non è proseguito, non è proseguito perché alcune Regioni, dove il turismo è la fonte principale di guadagno, andavano a votare a settembre, così come sono andate. Non mi piace pensarlo. Non voglio pensarlo perché questo sarebbe grave.

Zona rossa, zona gialla…pensare che, oggi, questa Giunta, questo Consiglio, questa maggioranza voglia creare una contrapposizione o fare un braccio di ferro col Governo solo perché ci piace far credere ai cittadini che la zona gialla significa un respiro diverso, significa riprendere un'economia che ormai si trova al lumicino, questo non può essere accettato.

È vero, invece, che noi ci rendiamo conto che questa zona rossa è stata fatta male, che le zone sono state fatte male. Se è vero come è vero, che fino a qualche tempo fa nella zona gialla, anzi tuttora, in zona gialla si può pranzare in un ristorante di giorno, mentre non si può cenare; che nelle zone rosse i centri commerciali possono essere aperti dal lunedì al venerdì, mentre devono essere chiusi sabato e domenica, come se dal lunedì al venerdì non ci fosse la possibilità di essere contagiati.

Allora io penso che la nostra mozione sia giusta, perché tiene conto di un aspetto che è un aspetto essenziale e cioè che noi non possiamo pensare che anche laddove il Governo dovesse ancora ostinarsi a classificare zona rossa la Calabria, non possiamo aspettarci che il 3 dicembre finisca il lockdown e la pandemia.

È chiaro ed evidente che continuando in questo modo finché non arriverà un vaccino noi saremo sottoposti, ogni tot mesi, ad un lockdown. Che significa uccidere l'economia. Che significa sacrificare centinaia di migliaia di attività, così come tante migliaia sono state le attività che abbiamo già perso.

Oggi, il problema è capire che noi con questa malattia, con questa pandemia per un po' di tempo dobbiamo convivere e convivere significa non pensare di poter chiudere perennemente, ma significa mettere nelle condizioni i cittadini, mettere in condizione gli imprenditori ad andare avanti ugualmente.

Non è possibile più pensare che ci possono essere ristori, risarcimenti, indennità che in qualche modo possano dare un aiuto alle tante attività che stanno per precipitare, ai tanti cittadini che non hanno più soldi da portare a casa. Non è più possibile pensare in questo modo e allora è chiaro che questo Consiglio ha il dovere di assumersi la responsabilità di programmare una Calabria diversa dalle altre regioni, di programmare un periodo che vada oltre il 3 dicembre e che garantisca la sopravvivenza ai nostri concittadini, a nostri conterranei.

Tutte le iniziative che noi abbiamo preso per le attività produttive, che noi prenderemo anche dopo l'eventuale lockdown, è chiaro che mirano a ristorare solo quelle attività, quei cittadini, quelle imprese che sono imprese dichiarate, rimangono fuori dai nostri interventi tutti quei lavoratori del sommerso.

Noi non possiamo nascondere che in Calabria, così come nel resto d'Italia, vi sono migliaia, decine di migliaia di lavoratori che lavorano in nero, e a questi noi in questo modo non possiamo dare alcuna protezione, non possiamo dare alcun ristoro, non possiamo dare alcuna indennità. Allora noi ci dobbiamo fare il carico, anche, di queste migliaia di persone che la mattina si svegliano alle cinque per andare a farsi la giornata di lavoro e a recuperare 50 euro e in caso di lockdown, in caso di fermo, queste persone non hanno la possibilità di andare a lavorare e quindi di portare a casa 50-100 euro e poter sfamare la propria famiglia. È a questi che noi dobbiamo, anche, rivolgerci.

Ecco perché la zona gialla ci mette nelle condizioni di poter riprogrammare la nostra economia, di poter riprogrammare le nostre attività sapendo, anche, che vi sono in questo momento delle fasce deboli che sono più a rischio come gli anziani. Anziani e persone che rimangono sole, perché si trovano con parenti che hanno il Covid e non hanno assistenza. Quindi il nostro pensiero, la nostra programmazione deve essere rivolta anche a queste persone.

Presidente, non posso che essere favorevole a questa mozione, auspicando che il Governo possa rivedere nel più breve tempo possibile la propria decisione rispetto la zona rossa della Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca, assessore all’agricoltura, welfare, politiche sociali e per la famiglia

Presidente prendo la parola, innanzitutto, ricordando la memoria della nostra presidente Santelli. Un emozionato sincero ricordo nei confronti della presidente Santelli noi avremo modo di farlo nella seduta del 10 novembre, la seduta di martedì prossimo, ma stasera è la prima volta che torniamo in Aula dopo che ci ha lasciato. Torniamo in Aula, peraltro, per discutere di un argomento di strettissima attualità che ci ha accompagnato per tutto quest'anno di Legislatura: il Covid, per il quale - lo abbiamo detto in tanti e lo avete detto in tanti, devo dire anche qualcuno dall'opposizione - la presidente Santelli ha dimostrato sempre di essere all'avanguardia nel Paese.

La gestione dell'emergenza Covid, nel periodo di febbraio, marzo, aprile, da parte della nostra Presidente, ha portato la Calabria al centro dell'attenzione generale, sempre un passo in avanti rispetto anche ad altri Presidenti di Regione.

La Calabria, in alcuni casi, ha dettato il passo al resto del Paese.

Ricordo, ad esempio, quella notte tra sabato e domenica, quando la presidente Santelli decise di chiudere i confini della Calabria, con una decisione forte, una decisione pesante e a distanza di qualche ora, alle 18 di domenica, ci fu un provvedimento da parte del Ministro della Salute, del Ministro dell'Interno che chiuse di fatto tutte le regioni.

Una prima fase, quella della gestione del Covid, che ha visto il Governo, questo stesso governo Conte, massificare il Paese nel trattamento. Vale a dire c'erano regioni che avevano migliaia di contagiati (la Lombardia, il Piemonte, l'Emilia Romagna, il Veneto) e la nostra regione, così come la Basilicata, avevano 2-3-5 contagiati al giorno; in quel caso il governo Conte, il Governo PD-5 stelle, impose a tutte le regioni un lockdown, tutto il Paese fu bloccato e tutte le regioni furono trattate allo stesso modo.

Eppure, il Presidente, la Giunta regionale, i Sindaci, i calabresi dimostrarono in quella circostanza di essere i più bravi del paese. Perché noi siamo stati - e lo siamo ancora, tutto sommato – in quella fase la terra meno Covid d’Italia.

La terra con meno contagiati in rapporto alla popolazione. Tanto è vero che ancora oggi non Roma, ma Berlino, la Germania riconosce alla nostra regione di essere l'unica col bollino verde, vale a dire gli italiani provenienti dal nostro paese verso la Germania vengono sottoposti tutti a tampone tranne quelli provenienti dalla Calabria.

Ma evidentemente siamo più fortunati in Germania che in Italia, e Roma ci considera di meno; io non credo che i tedeschi siano superficiali tutt’altro, mentre noi abbiamo un Governo che è assai scrupoloso, un Governo che è puntiglioso, un Governo che è molto attento.

Io però sottolineo, invece, che quando il nostro Presidente – l’assessore Orsomarso lo ricorderà e lo ricorderà anche il presidente Spirlì, eravamo in Giunta, era un venerdì mattina, era il 29 di aprile - ci disse: “I calabresi sono stati bravi, noi siamo la terra meno contagiata, ai calabresi voglio fare un regalo”. In quella circostanza riaprì con un'ordinanza che uscì tardi e che non fu capita proprio forse da noi calabresi. Riaprì i ristoranti e i bar con i tavolini all'aperto, dando al resto del Paese un messaggio devastante, vale a dire in Calabria riusciamo a stare all'aperto. La Calabria è una terra più salubre.

Scaturì una polemica in Calabria, ma soprattutto col Governo. Un Governo attento in quella circostanza, puntiglioso che fece ricorso al TAR. Noi resistemmo, ma dopo una settimana, dieci giorni, ebbe la meglio, con una decisione che io in quel caso definì, da parte del TAR, accomodante nei confronti del Governo. Il Governo in quel caso fu assai puntiglioso, perché impugnò un’ordinanza del Presidente della Regione Calabria e limitò una libera scelta da parte di un governatore di una Regione che non apparteneva allo stesso colore politico. Di esempi ne potrei citare tanti in quella stessa circostanza, il Presidente della Regione Campania, il Presidente della Regione Emilia Romagna che aprì parrucchieri ed estetisti e nessuno intervenne.

Oggi il presidente Emiliano chiude le scuole, c'è una polemica col ministro Azzolina, e nessuno, in questa circostanza, interviene dal Governo centrale per riaprire le scuole in Puglia. Segno evidente che c'è un trattamento diversificato tra regioni e non possiamo non sottolinearlo in questa circostanza, perché in quest'Aula dobbiamo dire la verità e dobbiamo raccontare ai calabresi, che ci seguono numerosi via streaming, cosa accade nel Paese. In quest’Aula non possiamo non ragionare, non spiegare che, probabilmente, nei confronti della Calabria - e chiedo un atto di verità a chi è classe dirigente e anche a chi è dello stesso colore politico in quest’ Aula del Governo centrale -, in questo caso nel Paese, è in atto, ancora una volta, una forte discriminazione. Non c'è più la nostra Presidente, il Presidente eletto, c'è il Vice Presidente facente funzioni, c'è la Giunta regionale, è chiaro che non è la stessa cosa, ma non perché ci sia Spirlì, sarebbe stata la stessa cosa ci fossero stati Gallo, Talarico, Tallini. Ho assistito ai dialoghi tra il vice presidente e il ministro Speranza, si è arrabbiato, è stato educato, si è incavolato, è stato morbido, non c'è stato niente da fare. Durante l'interlocuzione, in quei giorni, anzi una sera - lo dico io, vicepresidente Spirlì, non lo racconta lei, lo dico io - il ministro Speranza, chiamato dal vicepresidente, distrattamente, rispetto a bozze di decreto Calabria che circolavano ormai sui cellulari di ognuno, di tutti i cittadini calabresi, interrogato su questo punto, sotto questo aspetto, dal vicepresidente Spirlì ha risposto: “No, ma guarda io non ne so nulla, devi parlare col mio capo di gabinetto”. E il decreto - poi abbiamo visto - ha preso la luce, poche ore dopo, in Consiglio dei Ministri.

Allora, chiaramente, c’è in questo caso - mi assumo la responsabilità di quello che dico - probabilmente, una interpretazione particolare, strana, di questa emergenza; c’è una campagna elettorale alle porte, che si avvicina e, ahimè, non voglio pensar male, ma questo tipo di azione, con la dichiarazione della zona rossa in Calabria, nasconde un odioso tentativo o, meglio, un odioso prolungamento del decreto salute Calabria che ha denunciato, ieri sera, attraverso la quasi ingenuità - vogliamo definirla così - del generale Cotticelli, il suo generale fallimento sia per come la sanità in Calabria, negli ultimi otto mesi, si è portata avanti, sia per come non è stato fatto nulla da chi aveva la responsabilità di operare nell’ emergenza Covid.

Il decreto viene addirittura prolungato di 3 anni, con un costo notevolissimo per tutti noi calabresi, perché viene creata una struttura di 25 persone di cui 5 dirigenti che costeranno, a tutti noi calabresi, qualcosa come un milione e mezzo, due milioni di euro in una sanità che già di per sé è disastrata. Allora credo che noi, come classe dirigente, uno sforzo dobbiamo farlo e dobbiamo, innanzitutto, raccontare la verità e anche - quando si è classe dirigente la verità si racconta perché si è arrivati a tutto questo.

Qualcuno, qui in Aula, perché ha sostenuto quella esperienza fino in fondo, con coerenza, oggi ha ricordato e anche evocato il presidente Oliverio. Il presidente Oliverio ha fallito in tutto, ma soprattutto ha fallito nel campo della sanità. Rientrai in Consiglio regionale nel novembre 2017 e Oliverio in quest'Aula minacciò di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi per la questione sanitaria, il fallimento del politico, dell'amministratore e dell’uomo.

 

(Interruzioni)

 

Non ti ho interrotto, tu ancora difendi Oliverio, Oliverio è nel centro-sinistra e Oliverio è dietro l'esperienza nel centro-sinistra perché Oliverio ha iniziato di nuovo a lavorare nel centro sinistra e tu lo sai benissimo.

 

(Interruzioni)

 

Dicevo che Oliverio ha fallito nell’ esperienza e dobbiamo anche spiegare e ricordare ai calabresi come si è arrivati al Decreto salute, perché nessuno lo ha ricordato stasera: ci siamo arrivati perché, in quel caso, in quel periodo, la Giunta regionale nominava i direttori generali e i direttori generali del tempo avevano l'ordine, da parte del Presidente della Giunta regionale, di disattendere i DCA che provenivano dal commissario ad acta, l'ingegnere Scura, nominato dal PD, lo stesso partito del Presidente della Giunta regionale.

Si è arrivati alla sostituzione di Scura e si è arrivati al Decreto salute che di fatto ha espropriato il diritto dei calabresi a nominare anche il direttore generale dell'azienda sanitaria. Le aziende sanitarie sono governate dai commissari nominati dal Governo centrale, noi non abbiamo alcuna interlocuzione sulla sanità in Calabria da 18 mesi e la gestione è ancora peggiorata, consigliere Guccione. Più volte ho letto tutti gli articoli, ha denunciato che il commissariamento della Salute calabrese non solo non ha portato alcun effetto, ma che, invece, ha peggiorato la situazione. Oggi questo Governo dichiara, in barba a tutti i parametri, che la Calabria è zona rossa per nascondere un odioso provvedimento che è quello del prolungamento, per altri tre anni, del decreto sulla salute calabrese.

Questa è la situazione! Sono due colpi mortali che vengono assestati alla Calabria e qui non può non esserci una levata di scudi da parte di tutta la classe dirigente, non solo da parte del centrodestra o da parte di chi governa in questo momento la Calabria, anche da parte del centrosinistra, da chi è calabrese. Chi è calabrese non può non reagire in questo momento, bisogna reagire insieme e non è questione di appartenenza politica! Poi, fra qualche mese, ognuno voterà chi vuole, ma oggi la Calabria è stata mortificata ed è mortificata anche ora, perché il nostro vice presidente f.f. è convocato per le ore 21 dal Consiglio dei Ministri - lo dico io, mi assumo la responsabilità - per sostituire il commissario Cotticelli in un battibaleno, perché c’è una decisione, anche in questo caso, spartitoria, perché questo è il percorso prescelto senza pietà per i calabresi.

Dichiarare la Calabria zona rossa è una decisione pesantissima! Non viene dichiarata zona rossa - queste cose le dobbiamo dire - la Campania con 4 mila contagiati al giorno, ma viene dichiarata la Calabria con 200 contagiati al giorno, oggi sono 390, mettendo ancor di più in ginocchio un'economia già duramente provata nei mesi di febbraio, marzo e aprile. Al di là degli interventi che la Giunta regionale, il Governo ha potuto mettere in campo, quel colpo è stato un colpo dal quale difficilmente l'economia calabrese riuscirà a riprendersi. Oggi ne viene assestato un altro e viene assestato gratuitamente rispetto ad altre regioni. A marzo e aprile, in quel caso, fu massificato il Paese, in questo caso viene condotta un'azione punitiva nei confronti di alcune regioni tra cui la nostra.

Non è che non sia preoccupato per la diffusione del virus, sono molto preoccupato, l'ho detto sempre, l'ho detto anche a luglio, l'ho detto ad agosto e ho detto che, riprendendo anche il discorso del collega Molinaro, i dispositivi di protezione individuale, le mascherine, il distanziamento sono assolutamente necessari. Noi come classe dirigente lo dobbiamo dire che tutto questo è necessario, perché in questo momento c'è grande preoccupazione per la diffusione veloce del virus in Calabria, ma lo è anche in altre regioni, e non c'è ancora, per fortuna, quella pressione che ci aspettiamo sui reparti di malattie infettive, sui reparti di terapia intensiva. Nulla è stato fatto dal commissario Cotticelli, ce l'ha dichiarato ieri sera; nulla è stato fatto, forse, o poco è stato fatto dai commissari che hanno incassato 45 milioni provenienti dal Governo per l'emergenza Covid e non li hanno spesi se non in minima parte. Però, anche in questo caso, credo che dobbiamo chiedere al vicepresidente Spirlì e al delegato del commissario per la gestione di questa fase emergenziale di intervenire perché, probabilmente, nelle prossime ore bisognerà surrogarsi all'inerzia di questi commissari che, ancora una volta, verranno qui, in Calabria, non conoscendo il territorio, non conoscendone i problemi, completamente scollegati da esso e nemmeno studiando. Ieri sera, purtroppo, il generale Cotticelli ci ha dimostrato che non studiava tutte le questioni che riguardano la nostra regione, la nostra salute e il fallimento che è venuto fuori, anzi che è stato auto denunciato, è un fallimento, purtroppo, senza veli, sotto gli occhi di tutti.

Allora anziché fermarsi un attimo e riflettere, perché questo bisognava fare soprattutto dopo ieri sera, il Governo centrale accelera, sostituisce il commissario, ne nomina un altro, probabilmente nominerà altri due sub commissari, faranno tutta una serie di iniziative di accelerazione, probabilmente anche necessarie per affrontare questa emergenza, tutta una serie di iniziative che dimostrano che il Governo accelera anziché ripensarci un istante.

Noi cosa chiediamo al Governo centrale? Chiediamo al Governo centrale di derubricare la Calabria da zona rossa a zona gialla, lo diciamo con grande forza perché, in questo momento, non ci sono le condizioni per un nuovo lockdown in Calabria. Siamo preoccupati per la pandemia, bisogna essere bravi come siamo stati bravi nel mese di febbraio, marzo e aprile ma, comunque, possiamo ancora evitare di essere chiusi come è stato in altre regioni. Cosa chiediamo, poi, al Governo centrale? Di fermarsi un attimo. Lo chiediamo al presidente Mattarella di non firmare, di non prolungare il decreto Calabria anche perché sul decreto Calabria, sul primo decreto Calabria, c'era stata una impugnativa giusta da parte del presidente Oliverio, della Regione Calabria. La sentenza ha rigettato il ricorso della Regione Calabria ma affermò un principio importante: la sanità è una delle materie concorrenti, è una materia nella quale c'è una potestà concorrente delle Regioni e del Governo centrale e che quando una di queste potestà viene limitata, può esserlo. Ce lo dice in quella sentenza la Corte Costituzionale ma soltanto per un tempo limitato e per affrontare questioni stringenti. Il tempo è scaduto perché sono trascorsi 18 mesi, i risultati hanno dimostrato che il rimedio è stato peggiore del male e anziché rilanciare per 3 anni sarebbe stato opportuno gestire insieme, non restituendo a noi la palla, una situazione che è difficile e che, probabilmente, chi ha commissariato la Calabria in questi mesi ha peggiorato.

Pertanto, noi, da quest'Aula, non possiamo non chiedere con forza, in maniera istituzionale, al Presidente della Repubblica di non promulgare quel decreto che va a violare principi costituzionali che garantiscono anche la gestione della Salute in capo alle Regioni e in capo al Regione Calabria.

Poi chiediamo un regime di aiuto. Non possiamo essere lasciati soli. Qualche mese fa quell’ ordinanza geniale della presidente Santelli, quella che dichiarò la riapertura dei ristoranti e dei bar con i tavolini all'aperto, consentiva alla Calabria di essere avanguardista e anche di essere al centro dell'attenzione nel panorama nazionale. Si discusse di Calabria per una settimana intera, per 10 giorni e il nostro Presidente fu protagonista di tutte le trasmissioni televisive nazionali per un'intera settimana. In effetti qual è il messaggio che passò? In Calabria quest'estate si può andare perché la Calabria è più salubre, in Calabria l'aria è più pulita. Dai primi di maggio tanti, che avevano seconde case in Calabria chiuse da anni, tantissimi altri turisti si sono riversati nella nostra regione e la nostra regione è cresciuta nel gradimento nazionale del settore turistico anche grazie, naturalmente, all'impegno dell'assessore al turismo, è cresciuta notevolmente risalendo posizioni e arrivando al quinto, al quarto posto nel gradimento nazionale. Oggi dichiararla zona rossa dà un colpo mortale, anche in prospettiva, alla nostra economia. Il cittadino della regione Friuli o della regione Val d'Aosta o del Piemonte o della Toscana che guarda i dati con distrazione, come è giusto che sia, dice “La Calabria è zona rossa come la Lombardia, come il Piemonte, dobbiamo starne alla larga”, quindi c’è un danno mortale che questo governo PD -5 Stelle dà alla nostra regione, un colpo mortale.

Dobbiamo chiedere al Governo centrale un regime di aiuti forte, un regime di interventi forte, una sorta di risarcimento nei confronti di una regione che il Governo ha penalizzato commettendo un errore storico. La Calabria viene, ancora una volta, penalizzata. Queste sono le cose che dobbiamo dire in Consiglio regionale, che ci dobbiamo dire come classe dirigente e, dopo aver chiarito questi aspetti, chiediamo a tutti una levata di scudi, perché è chiaro che in questa fase noi non possiamo pensare di dividerci. Mi dispiace aver avuto un momento di tensione col collega Aieta. Giuseppe, non dobbiamo dividerci su questo, dobbiamo, su questo, levare gli scudi. Una classe dirigente, i consiglieri eletti in questo Consiglio regionale, anche per rispettare la memoria della nostra Presidente, anche per rispettare la memoria di Jole Santelli, devono stare insieme e, in questo momento, trovare una soluzione condivisa facendo una levata di scudi e chiedendo, tutto il Consiglio regionale, al di là delle appartenenze, al Governo centrale di revocare la zona rossa, di non andare avanti sul decreto Calabria e di iniziare, nei confronti della nostra regione, un'inversione di tendenza con un regime di aiuti importante e pesante.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente f.f., Spirlì. Ne ha facoltà.

SPIRLI’ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale

Pochi minuti fa sono stato informato che alle 21 - infatti volerò - c'è una seduta di Consiglio dei Ministri che è stata convocata proprio per la nomina del sostituto del commissario Cotticelli. Il Presidente della Giunta in realtà è invitato, ma non ha alcuna possibilità di segnalare nominativi; una cosa sicuramente la chiederò: totale discontinuità con il passato, cioè che nessuno dei commissari che fino a oggi è stato impegnato in Calabria, in questa gestione strafallimentare, possa essere assolutamente il candidato o il nominato.

Ho avuto interlocuzioni, peraltro pochissimi minuti fa, sia con il ministro Speranza sia con il ministro Boccia, a loro ho già anticipato la nostra posizione che credo sia condivisa: non vogliamo, assolutamente, chiediamo ma con un “non vogliamo” - anche perché i colleghi hanno visto la tenuta del fervore – e cioè non vogliamo che ci siano riconferme di commissari che abbiano partecipato già a questo commissariamento.

Mi auguro che questa volta sia la volta buona, che ci sia la scelta per competenza, finalmente, e soprattutto fatta con buon senso, perché siamo in piena emergenza Covid, ma non abbiamo un piano emergenziale per combatterlo o quantomeno per arginarlo. Per cui dovranno essere attenti al nominativo che andranno a scegliere.

Mi auguro che sia una persona che possa fare tutto quello che non è stato fatto fino a ora. E spero che il tutto non duri una vita, se per caso ancora l’Assise fosse aperta vi informerò, altrimenti troverò le vie brevi per informarvi tutti quanti.

Scusatemi, vado perché veramente sono con 10 minuti già di ritardo.

PRESIDENTE

Presidente, soltanto 30 secondi. Mi sento di affidare un mandato al Presidente: la invito anche a cominciare a ragionare intanto rispetto a una scaletta che individuerebbe quale ipotetiche date per il voto il 17 gennaio, il 24 gennaio, il 31 gennaio, il 7 febbraio. Sono quattro date ipotetiche per dire che noi non vincoliamo nulla e che non c’è nulla che non possa essere valutato e concordato. L'altro mandato - penso in questo momento di interpretare la volontà almeno della maggioranza, ma io mi auguro…  - è che il nuovo commissario, oltre ad essere, se sarà e potrà essere, di livello, che non fuoriesca dal criterio che i commissari vengano nominati all'interno dell'elenco della griglia che hanno redatto esperti dell'Age.na.s, esperti della Luiss ed esperti della Cattolica. Fuori da questa griglia noi pensiamo che si sarà ricorso alla solita lottizzazione. E questo sarà ancor di più inaccettabile.

SPIRLI’ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale

E questo che sarà, secondo me. La seconda parte di questa operazione sarà comunicata con lo stesso fervore di quella che faremo in questa occasione. Scusatemi, però, veramente…

PRESIDENTE

Glielo può anticipare così non subiremo.

SPIRLI’ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale

Grazie.

Comunicazioni

PRESIDENTE

Comunico che sono pervenute due mozioni: numero 45/11^ e numero 46/11^.

(Sono riportate in Allegati)

Mozione numero 45 di iniziativa dei consiglieri Di Natale G., Irto N., Tassone L., Notarangelo L., Guccione C., Anastasi M., Aieta G., recante: “Appello alla Giunta regionale e alla maggioranza affinché attivino interventi utili per uscire dalla “zona rossa” e ridurre il numero dei contagi”

PRESIDENTE

La mozione numero 45 è pervenuta da parte dei consiglieri regionali di opposizione, firmata da sette consiglieri regionali. Chi è che la vuole illustrare? Si illustra da sé!? Se nessuno si decide…

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Mi pare che la nostra mozione sia chiara. Vado alla sintesi perché è stata già illustrata. Noi chiediamo concretamente di mettere in atto una serie di interventi necessari perché la Calabria esca dalla zona rossa e abbiamo elencato tutto quello che è necessario fare in una settimana. Mi pare che sia chiara. Noi chiediamo che su questo si voti.

PRESIDENTE

Si va bene. Allora, annuncio che c'è un'altra mozione, presentata dalla maggioranza con 19 firme. Procediamo prima con la votazione sulla mozione presentata dalla minoranza.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Democratico Progressisti)

Presidente, ho chiesto di intervenire perché io non ho voluto firmare in via preliminare - prima di aver ascoltato il dibattito che si è realizzato questa sera - alcuna proposta, né quella che ha presentato la minoranza e né quella che ha depositato e predisposto la maggioranza, perché ho auspicato - e l'ho detto anche nel mio intervento - che almeno su questo argomento, almeno su questo ci fosse e si realizzasse sintesi e convergenza. Non era questa una seduta di Consiglio ordinario come tante altre che noi abbiamo realizzato su temi, appunto, di ordinaria amministrazione, ma è una seduta di Consiglio straordinaria perché è straordinaria ed eccezionale la situazione dell'argomento.

Invece si è giocata la partita nel vecchio schema, maggioranza e minoranza, senza fare uno sforzo di sintesi.

Dividersi oggi in questa circostanza, su questo argomento, significa indebolire ogni azione che la Calabria tutta è chiamata a mettere in campo e deve farlo per restituire speranza al popolo calabrese che ci sta osservando e ci sta ascoltando e giustamente sta aspettando una risposta e non giustificherebbe e non perdonerebbe mai una divisione su questo argomento.

Il governo regionale ha elaborato una proposta abbastanza articolata e soprattutto ha deciso e si è impegnato a fare la propria parte, mettendo in campo ogni risorsa e ogni azione utile per fronteggiare l'emergenza economica e sociale in atto. E dunque credo che questi siano obiettivi che non possono che essere condivisi.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi?

Mi permetto di dire, senza ovviamente prendere posizione - parlo di principi generali -che a mio avviso, certo, l'auspicio era quello di arrivare alla sintesi di un voto unanime in questo Consiglio e sarebbe stato auspicabile, ma creare un papocchio o trovare un compromesso che avrebbe vanificato le posizioni di ognuno, sia quelle della opposizione sia quelle della maggioranza, credo che avrebbe fatto rischiare di fare una cosa peggiore. Se c'è la volontà di fare uno sforzo serio da tutt'e due le parti…, ma non mi è sembrato dal dibattito di percepire questo.

E allora pongo ai voti la mozione presentata dai consiglieri dell’opposizione che è respinta.

(Il Consiglio respinge)

Mozione numero 46 di iniziativa dei consiglieri Tallini, Arruzzolo, De Caprio, Gallo, Giannetta, Sainato, Caputo, Pitaro V., Crino', Esposito, Morrone, Neri, Pietropaolo, Mancuso, Minasi, Molinaro, Raso, Graziano, Paris “Per derubricare da "zona rossa" a "zona gialla" la Calabria e invitare il Presidente Mattarella a non promulgare il Decreto Calabria

PRESIDENTE

Se qualcuno brevemente vuole illustrare la mozione, chieda la parola, altrimenti la pongo ai voti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle Libertà)

Intervengo brevemente perché la mozione è stata già discussa durante più di un intervento da parte della maggioranza e riteniamo che la scelta di fare la Calabria zona rossa sia una scelta di estrema discrezionalità politica, non supportata da dati tecnici e scientifici che abbiamo evidenziato nei nostri interventi. Riteniamo che sia una grave deficienza, un colpo mortale che diamo al sistema economico della nostra regione. Siamo consapevoli di stare in allerta per quanto concerne la fase pandemica, che ancora è pienamente in atto, per cui chiediamo al presidente Mattarella di non dare corso alla firma sul decreto Calabria e nello stesso tempo al premier Conte e al ministro Speranza di rivedere in tempi brevi, anzi brevissimi, la collocazione della Calabria nell'area gialla. In mancanza di queste due situazioni questa maggioranza insieme alla Giunta si articolerà per eventualmente definire anche ordinanze di responsabilità politica.

PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione sulla mozione precedente: hanno votato “no” 19 consiglieri, hanno votato “sì” 5 consiglieri.

Chi è d'accordo sulla mozione illustrata testé dal collega Esposito?

È approvata all’unanimità dei presenti, non ci sono altri esponenti della opposizione in Aula, per cui con 20 voti favorevoli per la mozione espressa e proposta dei colleghi della maggioranza e illustrata dal collega Esposito.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in Allegati)

Ci aggiorniamo alla prossima seduta di Consiglio regionale, già convocata per il giorno 10 novembre.

 

La seduta termina alle 21,20

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: i consiglieri Billari e Pitaro Francesco.

  concesso)

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- la scelta di dichiarare "zona rossa" la Calabria è frutto di criteri ben precisi, condivisi anche dalla stessa Regione Calabria, che ha inviato i dati al Ministero della Salute e all'Istituto Superiore di Sanità. Quindi, non è stata una decisione politica bensì una scelta tecnica. - Si ribadisce, i dati e i criteri sono stati condivisi e inviati dal Dipartimento della Salute della Regione Calabria e dall'Ufficio del Commissario. Anche l'ammissione del Presidente facente funzioni che, nel corso di una trasmissione sul La7, alla domanda sulle terapie intensive, ha dovuto confessare di essere "ignorante sulla situazione", la dice lunga sul lavoro che la Regione ha fatto in questi mesi per prepararsi in tempo a questa nuova seconda ondata. - se qualcuno pensa oggi di utilizzare questa situazione per iniziare una campagna elettorale in vista delle prossime elezioni regionali, si sbaglia di grosso e rischia di far pagare un caro prezzo ai calabresi. - il Presidente f.f. Spirlì deve oggi rispondere dell'operato dei rappresentanti della Lega alla guida di importanti strutture sanitarie calabresi e dei danni che hanno provocato non mettendo in atto tutto quello che era necessario per contrastare la pandemia e la sua diffusione. - nell'ultimo verbale di verifica del Tavolo Adduce, formalmente approvato il 20 maggio 2020, della riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e del Comitato permanente per la verifica dei Lea, sono emerse notevoli criticità con riferimento alla rete ospedaliera, alla rete oncologica, all'assistenza territoriale. In questa situazione, la Regione non appare in grado di garantire un regime di normalità per l'organizzazione e l'erogazione dei servizi sanitari regionali ai cittadini calabresi. - ci si chiede come mai non si è proceduto a rendere operativo il Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, previsto con decreto n. 91 del giugno 2020. Nel piano venivano specificati quanti posti letto aggiuntivi erano stati previsti per le terapie intensive, sub intensive, per i reparti di Malattie intensive e Pneumologia, e venivano indicati i requisiti da rispettare per la riorganizzazione dei Pronto soccorso della Rete Covid. E ancora, perché non sono stati assunti i 320 infermieri di comunità, previsti per la Calabria dal Decreto Ri1ancio? Queste figure professionali dovevano servire a implementare e aiutare l'assistenza sanitaria territoriale. Che fine hanno fatto i 332 milioni e 640 mila euro stanziati dal governo per l'assunzione di queste figure professionali? Inoltre, come mai ancora non sono operative le 37 Unità speciali di continuità assistenziali (Usca) regionali? Ogni Usca necessita di 4 medici e 4 infermieri e deve essere operativa sette giorni su sette, dalle 8 alle 20. Ma anche qui poco o nulla è stato fatto. Così come per gli hotel Covid, perché nessuno li ha previsti? Perché non sono stati rafforzati e potenziati i laboratori regionali in grado di processare i tamponi molecolari? È inconcepibile, infatti, che ancora oggi non sia entrato in funzione ad esempio il laboratorio dell'ospedale Spoke di Corigliano Rossano visto che quello di Cosenza non è più in grado di gestire e processare da solo centinaia di tamponi al giorno. Bisognerà autorizzare altri laboratori per evitare che il sistema in tilt e che vengano trasferiti fuori Regione. Questa lunga sequela di inadempienze della Regione e dell'Ufficio del Commissario ha provocato la nostra entrata nella "zona rossa". - autorevoli esperti del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, in questi giorni, hanno spiegato il perché la Calabria si trova oggi in questa situazione. Tra l'altro, il Tar del Lazio ha respinto proprio oggi il ricorso della Regione Calabria contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero della Salute per l'annullamento dell'ultimo Dpcm del 3 novembre 2020, che inserisce la Calabria nella zona rossa. Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali fanno appello affinché si mettano da parte le polemiche e l'inizio della campagna elettorale, se si vuole effettivamente uscire da questa "zona rossa". Impegna la Giunta regionale

e la maggioranza a dare risposte immediate nei prossimi giorni assumendo, ad esempio, gli infermieri di comunità, rendendo le Usca operative così come prevede la legge, attivando i posti letto aggiuntivi di terapia intensiva, sub intensiva, di pneumologia e malattie infettive dei nostri ospedali. Solo così, insieme, saremo in grado di poter uscire dalla zona rossa e di ridurre il numero dei contagi. Ma ognuno deve fare la propria parte, quello che non è stato fatto in questi mesi né dall'ufficio del Commissario, né dalla Regione.

(45; 07/11/2020) Di Natale, Irto, Tassone, Notarangelo, Guccione, Anastasi, Aieta

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- il DPCM del 3 novembre 2020 e l'ordinanza del Ministro della Salute n. 24 del 19-25 ottobre- contengono le nuove misure per il contrasto e il contenimento dell'emergenza da Covid-19 - hanno individuato tre aree corrispondenti ad altrettanti livelli di criticità delle Regioni;

- che la Regione Calabria è stata inserita nella cosiddetta Zona Rossa, a più alta criticità, che impone pesanti restrizioni alle libertà individuali e alle attività economiche, attraverso un lockdown pressoché totale;

- che in seguito al DPCM del 3 novembre 2020 in Calabria è vietato ogni spostamento, anche all'interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute;

vietati gli spostamenti da una Regione all'altra e da un Comune all'altro;

- che il DPCM del 3 novembre 2020 dispone la chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7, consentendo solo l'asporto e la consegna a domicilio, nonché la chiusura dei negozi e dei centri estetici;

- che le restrizioni riguardano anche tutte le competizioni sportive, con la chiusura di musei, mostre, teatri, cinema e palestre;

- che viene disposta la Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le scuole dell'infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le università. Considerato che - l'inclusione della Calabria nella Zona Rossa dettate da una discutibile lettura dei dati epidemiologici, costituisce un colpo mortale per l'economia regionale che era riuscita con sacrifici immani a resistere alla prima ondata del virus, attraverso il comportamento virtuoso dei suoi cittadini e all'abnegazione degli operatori economici;

- che la decisione del Governo appare, alla luce di tutti i dati ufficiali a disposizione della Regione Calabria, incomprensibile e senza senso, soprattutto se confrontata all'assegnazione nella Zona Gialla di Regioni, anche meridionali, che hanno superato ogni livello di guardia;

- che l'improvvida decisione del Governo ha scatenato una comprensibile rabbia sociale nella Regione, sfociata in manifestazioni di protesta su tutto il territorio regionale che potrebbero nei giorni moltiplicarsi con gravi effetti anche sulla situazione dell'ordine pubblico;

Considerato, inoltre, che - la parzialità della lettura, da parte del Governo, dei dati epidemiologici riferiti alla Calabria che ad oggi continua a registrare i migliori rapporti nel Meridione e in Italia tra la diffusione del virus e il numero degli abitanti;

- che i seguenti ultimi report settimanali del Ministero della Salute, n. 22 (relativo alla settimana 5 - 11 ottobre 2020), n. 23 (relativo alla settimana del 12-18 ottobre), n. 24 (relativo alla settimana del 19-25 ottobre), indicano valori dell'indicatore Rt pari a 0,94, 1,29, 1,66. Tali non integrano le condizioni dello Scenario 4 (corrispondente alla Zona Rossa) previsto dal documento ufficiale del Ministero della Salute: "Prevenzione e risposta al Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale", giuridicamente applicabile alla situazione in corso;

- che in Calabria la situazione epidemiologica aggiornata al 6 novembre 2020 è la seguente: - che il totale dei casi Covid nella nostra regione 6714 di cui 4456 casi attivi e 2258 casi chiusi (guariti + morti). Dei 4456 casi attivi 15 pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva, 212 pazienti sono ricoverati nei reparti, 4229 pazienti sono in isolamento domiciliare, 1974 sono i pazienti guariti e 132 sono i pazienti morti. - che i casi sono cosi ripartiti per Provincia: • Reggio Calabria casi totali 2589 di cui 1819 casi attivi e 770 casi chiusi. Attualmente la provincia di Reggio Calabria conta 29 morti, 62 ricoverati in reparto, 6 in terapia intensiva, 1751 in isolamento domiciliare e 741 guariti. • Cosenza casi totali 2058 di cui 1379 casi attivi e 693 casi chiusi. Attualmente la provincia di Cosenza conta 49 morti, 78 ricoverati in reparto, 4 in terapia intensiva, 1297 in isolamento domiciliare e 630 guariti. • Catanzaro casi totali 1051 di cui 693 casi attivi e 358 casi chiusi. Attualmente la provincia di Catanzaro conta 40 morti, 52 ricoverati in reparto, 5 in terapia intensiva, 636 in isolamento domiciliare e 329 guariti. • Crotone casi totali 383 di cui 222 casi attivi e 161 casi chiusi. Attualmente la provincia di Crotone conta 6 morti, 15 ricoverati in reparto, O in terapia intensiva, 207 in isolamento domiciliare e 155 guariti. • Vibo Valentia casi totali 227 di cui 101 casi attivi e 126 casi chiusi. Attualmente la provincia di Vibo Valentia conta 7 morti, 5 ricoverati in reparto, O in terapia intensiva, 96 in isolamento domiciliare e 119 guariti. Il totale dei casi provenienti da fuori Regione e dall'Estero è di 396 casi: 1 morto, 267 in isolamento domiciliare e 128 guariti;

In particolare: - che nel rapporto "attualmente positivi"/popolazione, in Calabria si registra 1 caso ogni 534 abitanti contro 1/316 della Basilicata, 1/297 di Sicilia e Puglia, 1/114 della Campania. - che nel rapporto "casi totali"/popolazione in Calabria si registra 1 caso ogni 333 abitanti contro 1/219 della Basilicata, 1/200 della Sicilia, 1/191 della Puglia, 1/88 della Campania. - che nel rapporto "tamponi/casi positivi" in Calabria si registra 1 caso ogni 48 tamponi eseguiti contro 1/42 della Basilicata, 1/28 di Sicilia e Puglia, 1/15 della Campania. - che il tasso di guarigione della Calabria "guariti/casi totali" è del 35,4% contro il 32% della Puglia, il 30% della Sicilia, il 28% della Basilicata, il 21,3% della Campania;

- che il tasso di mortalità "deceduti/popolazione" in Calabria è del 2,07%, migliore di Sicilia (2,2%), Basilicata (2,10%), Puglia (3,57%) e certamente molto al di sotto della media nazionale (4,87%). - che l'utilizzazione parziale e strumentale dei dati riferiti alla cosiddetta "resilienza del sistema sanitario" che sarebbe risultato elemento decisivo per l'inserimento della Zona Rossa. Considerato. altresì. che - le gravissime inadempienze del Governo Nazionale che da oltre 1O anni mantiene l'assoluto controllo e la gestione diretta di tutte le risorse economiche del Sistema sanitario Regionale, svuotando la Regione di ogni competenza o ruolo;

- che le politiche dei Commissari Governativi che si sono succeduti fino ad oggi e che hanno perseguito solo logiche di tagli orizzontali, diminuendo drasticamente il numero di medici, infermieri, OSS in tutti gli ospedali calabresi, con la contestuale chiusura di reparti e servizi sul territorio;

- che l'inerzia degli attuali Commissari hanno avuto sulle risorse per l'emergenza Covid-19 (si pensi ai 115.059.171,54 di euro assegnati con: D.L. n. 14/2020 pari a 21.104.026,00;

D.L. n. 18/2020 pari a 23.981.850,00;

D.L. n. 34/2020 pari a 54.715.667,00;

D.L. n. 104/2020 pari a 15.257.628,54), milioni di euro destinati alla Calabria senza riuscire ad alzare il numero dei posti di "terapia intensiva" e ad aumentare la potenzialità di esecuzione dei tamponi;

- che la "testarda" decisione del Governo nazionale di continuare nel regime commissariale, mantenendo in capo a sé ogni funzione gestionale, programmatica, organizzativa per i prossimi tre anni, colpendo duramente l'autonomia della Regione Calabria che si vede definitivamente privata di una competenza fissata nella Costituzione. Tanto premesso e considerato,

impegna la Giunta regionale

si chiede, al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di intervenire con immediatezza presso il Sig. Presidente della Repubblica on. Sergio Mattarella, al fine di non promulgare il Decreto Calabria. Altresì si chiede al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di porre in essere ogni iniziativa utile, necessaria e significativa rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute, anche e soprattutto allo scopo di evitare l'aggravarsi di conflitti sociali nella Regione, finalizzata a rivedere, con estrema urgenza, la decisione di collocare la Calabria Zona Rossa attraverso una nuova e più serena lettura dei dati epidemiologici da cui possa scaturire l'inserimento tra le Regioni a Zona Gialla. In caso contrario il Consiglio regionale invita il Presidente FF della Giunta regionale di valutare l'opportunità di determinarsi con una propria ordinanza straordinaria che, in deroga all'ordinanza del Ministro della Salute del 4 Novembre, "Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19", disponga l'applicazione alla Regione Calabria delle condizioni previste dall'art. 1 del DPCM del 3 novembre 2020, e non di quelle previste dall'art. 3 del DPCM, fermo restando eventuali restrizioni di tipo locale, disposte a seguito dell'evolversi della emergenza epidemiologica in atto.

(46; 07/11/2020) Tallini, Arruzzolo, De Caprio, Gallo, Giannetta, Sainato, Caputo, Vito Pitaro, Crinò, Esposito, Morrone, Neri, Pietropaolo, Mancuso, Minasi, Molinaro, Raso, Giuseppe Graziano, Paris

Mozione numero 46/11^ di iniziativa dei consiglieri regionali Tallini, Arruzzolo, De Caprio, Gallo, Giannetta, Sainato, Caputo, Vito Pitaro, Crinò, Esposito, Morrone, Neri, Pietropaolo, Mancuso, Minasi, Molinaro, Raso, Graziano, Paris recante: “Derubricare da “zona rossa” a “zona gialla” la Calabria e invitare il Presidente Sergio Mattarella a non promulgare il Decreto Calabria”.

Il Consiglio regionale della Calabria, premesso che:

il DPCM del 3 novembre 2020 e l'ordinanza del Ministro della Salute n. 24 del 19-25 ottobre – contengono le nuove misure per il contrasto e il contenimento dell'emergenza da Covid-19 - hanno individuato tre aree corrispondenti ad altrettanti livelli di criticità delle Regioni;

che la Regione Calabria è stata inserita nella cosiddetta Zona Rossa, a più alta criticità, che impone pesanti restrizioni alle libertà individuali e alle attività economiche, attraverso un lockdown pressoché totale;

che in seguito al DPCM del 3 novembre 2020 in Calabria è vietato ogni spostamento, anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute; vietati gli spostamenti da una Regione all’altra e da un Comune all’altro;

che il DPCM del 3 novembre 2020 dispone la chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7, consentendo solo l'asporto e la consegna a domicilio, nonché la chiusura dei negozi e dei centri estetici;

che le restrizioni riguardano anche tutte le competizioni sportive, con la chiusura di musei, mostre, teatri, cinema e palestre;

che viene disposta la Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le università.

Considerato che

l'inclusione della Calabria nella Zona Rossa, dettata da una discutibile lettura dei dati epidemiologici, costituisce un colpo mortale per l'economia regionale che era riuscita con sacrifici immani a resistere alla prima ondata del virus, attraverso il comportamento virtuoso dei suoi cittadini e all'abnegazione degli operatori economici;

che la decisione del Governo appare, alla luce di tutti i dati ufficiali a disposizione della Regione Calabria, incomprensibile e senza senso, soprattutto se confrontata all'assegnazione nella Zona Gialla di Regioni, anche meridionali, che hanno superato ogni livello di guardia;

che l'improvvida decisione del Governo ha scatenato una comprensibile rabbia sociale nella Regione, sfociata in manifestazioni di protesta su tutto il territorio regionale che potrebbero nei giorni moltiplicarsi con gravi effetti anche sulla situazione dell’ordine pubblico;

considerato, inoltre, che

la parzialità della lettura, da parte del Governo, dei dati epidemiologici riferiti alla Calabria che ad oggi continua a registrare i migliori rapporti nel Meridione e in Italia tra la diffusione del virus e il numero degli abitanti;

che i seguenti ultimi report settimanali del Ministero della Salute, n. 22 (relativo alla settimana 5-11 ottobre 2020), n. 23 (relativo alla settimana del 12-18 ottobre), n. 24 (relativo alla settimana del 19-25 ottobre), indicano valori dell'indicatore Rt pari a 0,94, 1,29, 1,66. Tali non integrano le condizioni dello Scenario 4 (corrispondente alla Zona Rossa) previsto dal documento ufficiale del Ministero della Salute: "Prevenzione e risposta al Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale", giuridicamente applicabile alla situazione in corso;

che in Calabria la situazione epidemiologica aggiornata al 6 novembre 2020 è la seguente:

che il totale dei casi Covid nella nostra regione 6714 di cui 4456 casi attivi e 2258 casi chiusi (guariti + morti).

Dei 4456 casi attivi 15 pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva, 212 pazienti sono ricoverati nei reparti, 4229 pazienti sono in isolamento domiciliare, 1974 sono i pazienti guariti e 132 sono i pazienti morti.

che i casi sono così ripartiti per Provincia:

 Reggio Calabria casi totali 2589 di cui 1819 casi attivi e 770 casi chiusi. Attualmente la provincia di Reggio Calabria conta 29 morti, 62 ricoverati in reparto, 6 in terapia intensiva, 1751 in isolamento domiciliare e 741 guariti.

 Cosenza casi totali 2058 di cui 1379 casi attivi e 693 casi chiusi. Attualmente la provincia di Cosenza conta 49 morti, 78 ricoverati in reparto, 4 in terapia intensiva, 1297 in isolamento domiciliare e 630 guariti.

 Catanzaro casi totali 1051 di cui 693 casi attivi e 358 casi chiusi. Attualmente la provincia di Catanzaro conta 40 morti, 52 ricoverati in reparto, 5 in terapia intensiva, 636 in isolamento domiciliare e 329 guariti.

 Crotone casi totali 383 di cui 222 casi attivi e 161 casi chiusi. Attualmente la provincia di Crotone conta 6 morti, 15 ricoverati in reparto, 0 in terapia intensiva, 207 in isolamento domiciliare e 155 guariti.

 Vibo Valentia casi totali 227 di cui 101 casi attivi e 126 casi chiusi. Attualmente la provincia di Vibo Valentia conta 7 morti, 5 ricoverati in reparto, 0 in terapia intensiva, 96 in isolamento domiciliare e 119 guariti.

Il totale dei casi provenienti da fuori Regione e dall'Estero è di 396 casi: 1 morto, 267 in isolamento domiciliare e 128 guariti;

in particolare:

che nel rapporto “attualmente positivi"/popolazione, in Calabria si registra 1 caso ogni 534 abitanti contro 1/316 della Basilicata, 1/297 di Sicilia e Puglia, 1/114 della Campania.

che nel rapporto "casi totali"/popolazione in Calabria si registra 1 caso ogni 333 abitanti contro 1/219 della Basilicata, 1/200 della Sicilia, 1/191 della Puglia, 1/88 della Campania.

che nel rapporto "tamponi/casi positivi" in Calabria si registra 1caso ogni 48 tamponi eseguiti contro 1/42 della Basilicata, 1/28 di Sicilia e Puglia, 1/15 della Campania.

che il tasso di guarigione della Calabria "guariti/casi totali" è del 35,4% contro il 32% della Puglia, il 30% della Sicilia, il 28% della Basilicata, il 21,3% della Campania;

che il tasso di mortalità "deceduti/popolazione” in Calabria è del 2,07%, migliore di Sicilia (2,2%), Basilicata (2,10%), Puglia (3,57%) e certamente molto al di sotto della media nazionale (4,87%).

che l'utilizzazione parziale e strumentale dei dati riferiti alla cosiddetta "resilienza del sistema sanitario" che sarebbe risultato elemento decisivo per l'inserimento della Zona Rossa.

Considerato, altresì, che

le gravissime inadempienze del Governo Nazionale che da oltre 10 anni mantiene l'assoluto controllo e la gestione diretta di tutte le risorse economiche del Sistema sanitario Regionale, svuotando la Regione di ogni competenza o ruolo;

che le politiche dei Commissari Governativi che si sono succeduti fino ad oggi e che hanno perseguito solo logiche di tagli orizzontali, diminuendo drasticamente il numero di medici, infermieri, OSS in tutti gli ospedali calabresi, con la contestuale chiusura di reparti e servizi sul territorio;

che l'inerzia degli attuali Commissari hanno avuto sulle risorse per l'emergenza Covid-19 (si pensi ai 115.059.171,54 di euro assegnati con: D.L. n. 14/2020 pari a 21.104.026,00; D.L. n. 18/2020 pari a 23.981.850,00; D.L. n. 34/2020 pari a

54.715.667,00; D.L. n. 104/2020 pari a 15.257.628,54), milioni di euro destinati alla Calabria senza riuscire ad alzare il numero dei posti di "terapia intensiva" e ad aumentare la potenzialità di esecuzione dei tamponi;

che la "testarda" decisione del Governo nazionale di continuare nel regime commissariale, mantenendo in capo a sé ogni funzione gestionale, programmatica, organizzativa per i prossimi tre anni, colpendo duramente l'autonomia della Regione Calabria che si vede definitivamente privata di una competenza fissata nella Costituzione.

Tanto premesso e considerato,

si chiede, al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di intervenire con immediatezza presso il Sig. Presidente della Repubblica on. Sergio Mattarella, al fine di non promulgare il Decreto Calabria.

Altresì

si chiede al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di porre in essere ogni iniziativa utile, necessaria e significativa rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute, anche e soprattutto allo scopo di evitare l'aggravarsi di conflitti sociali nella Regione, finalizzata a rivedere, con estrema urgenza, la decisione di collocare la Calabria Zona Rossa attraverso una nuova e più serena lettura dei dati epidemiologici da cui possa scaturire l'inserimento tra le Regioni a Zona Gialla.

In caso contrario il Consiglio regionale invita il Presidente FF della Giunta regionale di valutare l'opportunità di determinarsi con una propria ordinanza straordinaria che, in deroga all'ordinanza del Ministro della Salute del 4 Novembre, "Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19", disponga l'applicazione alla Regione Calabria delle condizioni previste dall'art. 1 del DPCM del 3 novembre 2020, e non di quelle previste dall'art. 3 del DPCM, fermo restando eventuali restrizioni di tipo locale, disposte a seguito dell'evolversi della emergenza epidemiologica in atto.