XI^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n.4
SEDUTA
Di mercoledì 03 giugno 2020
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DOMENICO TALLINI
Inizio
lavori h. 15,39
Fine
lavori h. 17,37
Presidenza
del Presidente Domenico Tallini
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del
verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È
approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Ringrazio i
consiglieri Di Natale e Pitaro per aver accettato l’invito di ritirare una loro
proposta che oggi sarebbe stata iscritta all’ordine del giorno.
Ringrazio,
altresì, i colleghi Graziano e Pietropaolo per aver condiviso il ritiro delle
proposte di legge, di cui avrebbero potuto proporre l’inserimento all’ordine
del giorno, e la collega Minasi, che, invece, si riserva di richiedere
l’inserimento della proposta di legge a sua firma nella prossima seduta di
Consiglio regionale.
Interverrò personalmente per introdurre la
discussione che riguarda la proposta di legge numero 13/11^, di mia iniziativa
e dei consiglieri Callipo, Esposito, Pietropaolo, Minasi, F. Pitaro, Bevacqua,
Graziano, Caputo e Arruzzolo, recante: “Abrogazione della legge regionale
numero 5 del 2020 (“Modifiche alla legge regionale numero 13 del 31 maggio 2019
per la rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti
e di reversibilità e adeguamento al decreto legge numero 174 del 2012”)”
Onorevoli colleghi, mi sono assunto la
responsabilità di convocare questa seduta di Consiglio regionale straordinaria
ed urgente per abrogare la legge numero 5 del 2020 con cui sono state apportate
modifiche alla legge numero 13 del 2019 che regola l’indennità differita e
l’indennità di fine mandato, spettanti ai Consiglieri regionali.
Questa Presidenza ha verificato la sussistenza
di incongruenze, sia per quanto riguarda il mancato allineamento alle intese
raggiunte sulla materia in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Provincie Autonome
sia per quanto riguarda l’impatto finanziario per l’Ente, che si realizzerebbe
potenzialmente con l’allargamento della platea dei beneficiari.
Ho anche verificato la volontà unanime dei
Gruppi consiliari, che avevano presentato la proposta di legge, di procedere
all’abrogazione della norma approvata.
I profili di formale irregolarità non sono,
purtroppo, emersi con la necessaria chiarezza nell’ultima seduta di Consiglio
regionale, anche perché il ricorso all’articolo 42 del Regolamento interno da
parte dei Gruppi proponenti – vale a dire l’inserimento di pratiche non
contemplate nell’ordine del giorno – ha sostanzialmente ristretto gli spazi per
un’analisi più approfondita dell’argomento in discussione, anche a causa di
un’inadeguata e insufficiente relazione che questa Presidenza si sente – sia
pure a posteriori – di censurare.
La revoca della legge numero 5 del 2020 è un
atto doveroso e, nello stesso tempo, un atto di responsabile umiltà da parte
del Consiglio regionale della Calabria, capace di riconoscere errori di
valutazione, errori di analisi ed errori di opportunità politica.
Con questo atto che compiamo oggi, non
cancelliamo nessun “peccato originale” di cui vergognarci, ma prendiamo
semplicemente atto, con umiltà e senso del dovere, dell’enorme responsabilità
che abbiamo come Assemblea legislativa, rappresentativa della sovranità
popolare; una responsabilità così gravosa non ci consente di sbagliare, nemmeno
in buona fede.
Proprio perché ogni esperienza, anche
negativa, diventa una lezione utile e preziosa, mi sento di raccomandare a
tutti i consiglieri regionali di limitare in futuro quanto più possibile – lo
diciamo a tutti e io sono custode di questo messaggio - il ricorso all’articolo
42 del Regolamento interno, riservandolo solo ai casi che impongono scadenze
rigorose o che presentano profili di urgenza.
L’istruttoria in sede di Commissioni
consiliari dovrà essere sempre e comunque la nostra stella polare, a meno di
fattispecie straordinarie che impongano deliberazioni d’urgenza. Prima di
passare all’illustrazione dell’atto di revoca della legge numero 5 del 2020,
consentitemi di esprimere tutta la mia indignazione per l’ingiusto attacco
concentrico rivolto in questi giorni al Consiglio regionale della Calabria e ai
suoi componenti, un attacco basato su fake
news, falsità, bugie, inaccettabili forzature e fantasiose ricostruzioni.
La più colossale fake news ha riguardato il ripristino dei vecchi vitalizi che il
Consiglio regionale avrebbe operato con la legge numero 5 del 2020, che stiamo
per abrogare.
I vecchi vitalizi sono stati aboliti sin dal
2011, mentre la legge numero 13 del 2019 ha consentito di rideterminare su base
contributiva ben 189 assegni vigenti con un risparmio per l’Ente di un milione
e 249 mila euro all’anno.
Sono questi i dati inoppugnabili che nessuno
potrà mai mistificare!
La legge che stiamo per abrogare non incide
sull’impianto della normativa esistente, se non per aspetti marginali, anche se
dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riconoscerne i profili di
inopportunità politica e di non aderenza alle intese della Conferenza
Stato-Regioni.
Di questo aspetto parlerò più avanti, in
maniera dettagliata, perché oggi più che mai c’è necessità di un’operazione
verità che restituisca dignità al Consiglio regionale della Calabria davanti ad
un’opinione pubblica disorientata dal disinvolto uso dell’arma della falsità.
Onorevoli colleghi, si è formato, in questi
giorni, un singolare “cartello” che ha utilizzato in perfetta malafede fake news e bugie per demonizzare e
infangare il Consiglio regionale della Calabria, senza distinzione tra
maggioranza e opposizione.
In questo triste e variopinto “cartello di
sciacalli” ci sono paladini dell’antipolitica, nostalgici della Prima
Repubblica, antimeridionalisti a pagamento, giornalisti che si cimentano in
fantasiosi racconti gialli su “manine” che fanno proposte e poi scompaiono.
Non credo ai complotti – che sono cose serie,
organizzate da gente seria – ma registriamo una singolare convergenza di
interessi di soggetti diversi tra loro, ma tutti accomunati da sentimenti di
rivalsa e perfino dall’odio e, comunque, da obiettivi dai tratti non proprio
nobili.
Questo Consiglio regionale, insediatosi nel
momento più drammatico e delicato dell’epidemia, ha risposto con grande senso
di responsabilità, licenziando i provvedimenti riguardanti il bilancio
regionale e sostenendo direttamente iniziative a favore delle famiglie, come
gli stanziamenti per gli studenti universitari fuori sede; il che, messo alla
prova dal Governo del Paese e di grandi città come Roma, ha dato prova di
incultura, ignoranza dei problemi, improvvisazione, dilettantismo, scadendo
anche in forme perverse di gestione del potere.
Non mi pare che il “cartello” dei novelli
fustigatori del costume politico si sia indignato, per esempio, per la
scarcerazione di centinaia di boss mafiosi, mandati ai domiciliari con una
superficialità che lascia basiti.
Non ho traccia della loro indignazione per i
disinvolti “aiuti di Stato” elargiti anche a chi non ne ha diritto, con un “reddito
di cittadinanza” finito nelle tasche di delinquenti e nullafacenti di
professione, che ha riportato indietro di mezzo secolo il nostro Paese.
Prendo atto dei toni più distesi del ministro
Di Maio, che ha parzialmente corretto un suo affrettato e disinformato commento
su questa vicenda, ma noto con stupore che alcuni leader nazionali, anche della mia parte politica, non hanno sentito
l’esigenza di approfondire la questione prima di lanciarsi in giudizi
affrettati e carichi di demagogia.
Che la Calabria abbia bisogno di treni,
ospedali e posti di lavoro lo sanno anche i bambini!
Onorevoli colleghi, come ho dichiarato alla
stampa, oggi occorre compiere un’operazione-verità che diradi ogni possibile
nube su questo Consiglio regionale e spazzi via le fake news divulgate a piene mani dal “cartello degli sciacalli”.
Non sarà un’operazione semplice perché il
vento dell’antipolitica ha fatto passare il falso messaggio di un’Assemblea
che, in piena emergenza sanitaria, ripristina i vitalizi, aboliti da tempo.
Ho già precisato che le inopportune modifiche
introdotte dalla legge numero 5 del 2020 che ci apprestiamo a revocare,
comunque non avrebbero inciso sull’impianto della legge numero 13 del 2019, che
ha introdotto, come in quasi tutte le Regioni italiane, il regime
dell’indennità differita per i consiglieri regionali, imperniato sul sistema
contributivo.
Quell’impianto resta ben saldo!
La legge regionale numero 13 del 2019 ha
previsto l’indennità differita basata sul metodo contributivo previsto dal
decreto legge numero 174 del 2012 al pari delle altre Regioni d’Italia. Il
Consiglio regionale della Calabria ha provveduto a dare attuazione alle
disposizioni contenute nel Capo I della legge, rideterminando un numero
complessivo di 189 vitalizi in erogazione, con un risparmio di spesa pari ad
euro 1 milione 249 mila 588 ogni anno.
Il risparmio di spesa quantificato nella
relazione tecnico-finanziaria, considerato che il consuntivo medio rilevato a
consuntivo è pari ad euro 102 mila 252,5, tenuto conto delle cessazioni del
diritto al vitalizio che, ad oggi sono state 4 e che, attualmente, è in linea
con le previsioni.
L’indennità differita è un istituto introdotto
con le disposizioni contenute nel Capo II, espressamente previsto dalla legge
dello Stato (Decreto Monti) la cui ratio risiede
nel sistema di calcolo contributivo.
I tratti fondamentali dell’istituto prevedono
che, al compimento del 65° anno di età, il consigliere regionale che abbia
versato una contribuzione anche volontaria della durata di 5 anni, può accedere
al relativo beneficio.
A titolo esemplificativo: un consigliere
regionale versa una contribuzione volontaria in 5 anni, quantificata in euro
38.000,00 circa. A fronte di tali versamenti, al compimento dei 65 anni di età,
percepirà un’indennità differita, al lordo delle tasse, per circa 720 euro
mensili.
A tal proposito, l’indennità differita è
diversa dall’istituto del vitalizio, così come disciplinato dalle leggi
regionali precedenti. Infatti, quest’ultimo era sganciato dalla logica
contributiva, che noi abbiamo determinato con la legge numero 13 del 2019, ed è
stato abrogato con la legge regionale numero 38 del 2011.
Ancora a titolo esemplificativo: un
consigliere regionale che aveva svolto il mandato per una Legislatura e che,
quindi, aveva versato i contributi per 5 anni, al raggiungimento dei 60 anni di
età, percepiva un vitalizio pari ad euro 3.745,16 lordi mensili, a fronte
dell’importo di 720 euro che il consigliere percepirà in virtù della legge
regionale numero 13 del 2019.
In altre parole, si è passati da vitalizi di
3.745 euro al mese, ad una indennità differita di 720 euro al mese.
L’errore è stato quello di lasciare intendere,
con la legge che stiamo per abrogare, che tale beneficio poteva estendersi con
la contribuzione volontaria, anche ai consiglieri dichiarati decaduti.
Si è trattato di un errore che il Consiglio
regionale riconosce e ripara.
C’è da dire che il consigliere regionale
calabrese percepisce un’indennità differita inferiore a quella dei consiglieri
regionali di tutte le altre Regioni d’Italia perché si calcola sull’indennità di
carica che risulta più bassa della media delle altre Regioni italiane. La
Calabria prevede 5.100 euro contro i 6.400 euro di media delle altre Regioni.
Onorevoli colleghi, non sarà facile
ripristinare la verità, ma dobbiamo provarci in tutte le sedi, così come
dovremo, con responsabilità e senza tentazioni demagogiche, intervenire
progressivamente sul contenimento dei costi della politica che derivano da
normative e scelte del passato, come ho sentito condividere in Conferenza dei capigruppo.
Un primo passo, molto significativo e che
dovremmo maggiormente sottolineare, è la riduzione di ben tre milioni di euro
sul bilancio di funzionamento del Consiglio regionale che abbiamo recentemente
approvato.
Si tratta di una cifra importante e
significativa, che rappresenta una prima svolta rispetto al passato.
Segnalo, con soddisfazione, anche la riduzione
dei costi dei Gruppi consiliari, testimoniata dalla restituzione di oltre 360
mila euro alla fine della scorsa Legislatura.
Sono certo – e, in tal senso, rivolgo una
raccomandazione ai Presidenti dei Gruppi consiliari – che, anche in questa
Legislatura, le somme assegnate ai Gruppi saranno impiegate con saggezza e
moderazione.
Onorevoli colleghi, oggi compiamo un dovere,
lo facciamo a testa alta, facendo ammenda di un errore di valutazione che ha
suscitato reazioni nell’opinione pubblica, ma respingendo con forza e dignità
la valanga di ingiuste e false accuse che sono state rivolte all’Istituzione e
ai singoli consiglieri.
Grazie alla validità del nostro lavoro con la
produzione di leggi che incideranno positivamente sulla vita sociale, economica
e culturale della Calabria, sapremo dimostrare che siamo ben degni di
rappresentare i cittadini che ci hanno concesso l’alto onore di rappresentarli.
Al “cartello dei falsi indignati” intendo
rivolgere una sfida pubblica: li sfido a dimostrare che con la legge numero 5
del 2020, che stiamo per abrogare, sono stati reintrodotti i vecchi vitalizi;
li sfido a dimostrare che il regime dell’indennità differita con il metodo
contributivo è stato adottato solo dalla Regione Calabria; li sfido a
dimostrare che i consiglieri regionali della Calabria percepiscono un’indennità
di carica superiore a quella dei loro colleghi delle altre Regioni italiane.
Solo ai calabresi dobbiamo delle scuse per
l’errore commesso, però diciamo anche che questa Assemblea regionale non ha
reintrodotto, né reintrodurrà mai, alcun privilegio già abolito.
Il Consiglio regionale della Calabria saprà
ben riconquistare la fiducia dei cittadini con le sue condotte e con il suo
lavoro!
Con questo auspicio, chiedo al Consiglio
regionale di approvare l’abrogazione della legge numero 5 del 2020. Grazie.
Cedo la parola al consigliere Mancuso, che
illustrerà il provvedimento.
Onorevoli
colleghi, ringrazio il presidente Tallini e tutti i capigruppo che,
interpretando la volontà di tutti noi, all'indomani dell'approvazione della
legge riguardante l'indennità differita di cui alla legge numero 13 del 2019,
hanno concordato di tenere una seduta straordinaria del Consiglio regionale per
abrogare quella norma e consentire al Consiglio regionale dell'undicesima
Legislatura, eletto a fine gennaio ossia appena quattro mesi fa, di riprendere
il fondamentale rapporto di fiducia che ci deve essere tra chi siede in
quest'Aula e la società calabrese.
Preliminarmente,
volevo far presente che la norma approvata il 26 maggio non ha assolutamente
variato, aumentato e, in ogni modo, modificato ciò che sono gli importi dei
vitalizi previsti dalla legge numero 13 del 2019, frutto dell’accordo sancito
nella Conferenza Stato-Regioni che ha stabilito in tutta Italia quelli che
devono essere i trattamenti pensionistici dei consiglieri regionali.
La legge
approvata il 26 maggio scorso doveva eliminare solo la disparità di trattamento
sul Trattamento di fine mandato, tra chi sceglie di versare i contributi e chi,
invece, rinuncia a tale opportunità.
Probabilmente,
alcuni di noi erano convinti che nella seduta del 26 maggio sia stato votato
solo questo; invece, il testo approvato, eliminando un periodo del comma 4
dell'articolo 7 della legge numero 13 del 2019, ha dato la possibilità al
consigliere sollevato dall'incarico di versare i contributi previdenziali.
L’intenzione
era quella di abrogare tutto il comma 4 e non approvare attenuanti, ma
l’articolo di legge che attestava l’invarianza economico-finanziaria del
bilancio, secondo me, produce anche effetti economici negli esercizi futuri,
quindi è potuto succedere che ci ha ulteriormente tratto in errore.
Con la legge che ci apprestiamo ad approvare
metteremo un punto a tale vicenda, annullando completamente il provvedimento
del 26 maggio.
Abbiamo fin
qui dimostrato, pur non nascondendo difficoltà derivanti dalla fisiologica
dialettica politica, che questo Consiglio regionale ha voglia di adoperarsi per
dare risposte concrete ai bisogni dei calabresi.
Intendiamo
proseguire in tal senso, soprattutto appena le Commissioni saranno insediate,
per portare a compimento il tantissimo lavoro legislativo che c'è da fare, sia
per fronteggiare l'emergenza sanitaria sia per dare alla Calabria una
prospettiva di riscatto economico e sociale.
Vogliamo farlo
avendo come faro esclusivamente gli interessi dei calabresi, in piena
trasparenza, nel rispetto della legalità e dei criteri di efficienza ed
efficacia che debbono improntare l'azione legislativa ed amministrativa.
Sono convinto
che nessuno di noi – pur adoperandoci, ciascuno in base alla funzione che
l'elettorato ci ha assegnato – vorrà disattendere gli impegni assunti in campagna
elettorale.
A testa alta e
con il coraggio politico che il difficile frangente esige, siamo qui per
produrre leggi di qualità e dare una sterzata alla politica/politicante dei
decenni scorsi e agli errori compiuti in mezzo secolo da un certo modo di intendere
il regionalismo che, purtroppo, ci lascia in eredità uno scollamento tra le
Istituzioni e la società civile, a cui occorrerà porre rimedio.
Rispetto alla
importante progettualità di questo Consiglio regionale aperto alle istanze
della società calabresi e disposto all'ascolto finalizzato a rimettere la
Regione nei circuiti politici nazionali, consideriamo quanto accaduto con
l'approvazione della legge che stiamo per cancellare un incidente di percorso
che vogliamo assolutamente lasciarci alle spalle.
Una
disattenzione generale a cui oggi rimediamo ma che, sono sicuro, non si
ripeterà mai più.
Non siamo il
Consiglio regionale dei privilegi!
Lo voglio dire
chiaro e tondo, soprattutto ai cittadini che ci ascoltano e che ci guardano, ma
anche a tutti coloro che in questi giorni hanno colto l'opportunità per gettare
discredito sulla massima Assise democratica della Calabria.
Non siamo il
Consiglio dei privilegi, non soltanto perché non abbiamo avuto il tempo per
concretizzarli, ma perché nel corso di questa Legislatura, per quanto concerne
i costi della politica, non ci discosteremo mai da quanto accade nelle altre
Regioni.
Provvederemo a
razionalizzare i costi della politica nella maniera più coerente, con le
esigenze di buon funzionamento di un'Assemblea legislativa e nel pieno rispetto
dei bisogni reali dei calabresi che per noi sono al primo posto nell'agenda
politica e legislativa.
Leggo il testo
del progetto di legge che sottopongo all'Aula per l'approvazione.
La presente proposta di legge
mira ad abrogare la legge regionale numero 5 del 2020, approvata nella seduta
del Consiglio regionale del 26 maggio 2020, e a far rivivere nuovamente ed
esattamente le parti degli articoli 7 e 16 della legge regionale numero 13 del
2019 nel testo vigente, prima delle modifiche apportate alla sopracitata legge
numero 5 del 2020.
L'intervento normativo si
rende necessario in quanto la lettera a)
del comma 1 dell'articolo 1 della legge numero 5 del 2020, appare non in linea
con quanto statuito nello schema comune del testo trovato nell'intesa sancita
in data 3 aprile 2019 in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Infatti, nel testo de quo era espressamente previsto che il
consigliere regionale la cui elezione veniva annullata non poteva essere
ammesso alla contribuzione volontaria per gli anni di esercizio del mandato.
La proposta di legge consta
di tre articoli: l’articolo 1 reca l’abrogazione della legge numero 5 del 2020;
l’articolo 2 reca la clausola dell’invarianza finanziaria; l’articolo 3 reca
l’urgenza dell’entrata in vigore della legge, che si rimette all'Aula per
l'approvazione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Non avrei mai
immaginato di trovarmi in Aula per abrogare la proposta di legge da noi
approvata di recente. È un momento, credo, difficile per ognuno di noi.
Un momento che ci ha anche
segnato, in questi giorni, per le tante sollecitazioni ricevute, e non ho
remore ad affermare che non potevamo fare peggiore scelta di quella che ha dato
la possibilità ai tanti professionisti del facile populismo di strumentalizzare
ed enfatizzare una vicenda, bella e pronta, per essere cavalcata.
Non solo: abbiamo consentito anche
ai tanti nostri amici, veri o falsi, che oggi prendono il vitalizio, di
strumentalizzare questa vicenda, quando noi, sicuramente, per quanto detto dal
consigliere Mancuso e dal presidente Tallini, non parliamo di questo. Non
potevamo fare cosa peggiore.
Peggiore scelta, come dicevo,
anche perché abbiamo instillato in tanti nostri amici il dubbio sulla nostra
credibilità, e di questo mi sento molto colpito e amareggiato.
Non potevamo fare peggiore scelta,
perché ai tanti cittadini onesti e in difficoltà economica, abbiamo dato
l'impressione - l'impressione, non la sostanza - di pensare soltanto ai fatti
nostri e non al bene comune.
Cari colleghi, per questo dico che
un Consiglio regionale non si può permettere una simile rappresentazione e
percezione all’esterno. Ed ecco perché, io parlo a nome del mio gruppo, ma
penso dell’intera minoranza, da oggi non ci saranno più consentiti errori di
questa portata e noi non vi parteciperemo, perché, per chi come noi esercita
ruoli di responsabilità, la leggerezza e il mancato approfondimento dei provvedimenti
posti in votazioni non sono in nessun modo giustificabili.
Potevamo e dovevamo prenderci il
tempo necessario, non l'abbiamo fatto.
Abbiamo sbagliato tutti.
Mi rivolgo, però, alla
maggioranza: se avessimo eletto gli Uffici di Presidenza delle Commissioni,
dove si sarebbe potuto approfondire l’argomento, senza farsi prendere dalla
fretta - come in quella seduta che è stata presentata la proposta di legge -
sicuramente questo errore non l’avremmo fatto.
Invito la maggioranza a cercare di
trovare la quadra intorno a questa problematica e di costituire nei prossimi
giorni le Commissioni consiliari, di cui la Calabria è priva da mesi; questa è
una violazione del principio di legalità perché è previsto dallo Statuto e noi,
dopo quattro mesi, non siamo riusciti ad eleggere gli Uffici di Presidenza
delle Commissioni.
Presidente Tallini, la invito
caldamente a convocare al più presto una seduta di Consiglio per provvedervi,
poiché le Commissioni sono il vero filtro, il vero motore di un Consiglio
regionale.
Detto ciò, io non sfuggo dalle mie
responsabilità, perché, come dicevo, ognuno di noi avrebbe dovuto esercitare un
controllo più attento su quel testo. Da parte mia, non ho alcun problema ad
ammettere che ho personalmente peccato di superficialità.
Ho personalmente peccato di
superficialità e non voglio puntare il dito contro nessuno, perché quando si
sbaglia la responsabilità è personale.
Ho apportato la mia firma su quel
documento e mi assumo la responsabilità, perché così si fa in un Consiglio
regionale, perché così si dimostra di essere classe dirigente e di essere
responsabili, quando si sbaglia bisogna chiedere scusa ai calabresi.
Bisogna chiedere scusa agli amici
del centrosinistra che ci hanno sostenuto. Bisogna chiedere scusa ai tanti
elettori, iscritti al Partito Democratico, che sicuramente non hanno apprezzato
e condiviso questa scelta.
Voglio chiedere, anche, scusa
pubblicamente ai consiglieri Pippo Callipo e Francesco Pitaro, perché entrambi
hanno firmato il documento, dopo aver visto la mia firma sulla proposta che mi
era stata sottoposta dai colleghi di maggioranza. Anche questo è un segnale di
correttezza, di onestà intellettuale che fa onore a chi ha avuto rispetto dei
ruoli, del lavoro della minoranza e che dimostra che abbiamo con ingenuità, con
superficialità, approvato questo provvedimento.
Quello che mi sento di garantire,
però - l’ho già detto nella Conferenza dei capigruppo - è che quanto successo
non si ripeterà mai più, mai più. Non avalleremo più, almeno come gruppo PD, il
richiamo in Aula di proposte di legge che non siano state adeguatamente
discusse, approfondite, confrontate con gli uffici competenti.
Presidente Tallini, dico con
chiarezza che a me non va bene che, in quella seduta, non ci fosse la relazione
del Settore assistenza giuridica, perché forse avremmo avuto più attenzione
sulla tematica. Quindi anche la burocrazia credo che dovrebbe fare meglio il
proprio dovere e svolgere meglio il proprio ruolo, assumendosi, le sue
responsabilità.
Credo che questo dobbiamo dirlo con
franchezza, perché tutti noi sappiamo - l'hanno detto bene il presidente
Tallini e il consigliere Mancuso - che approvando la legge numero 5 non abbiamo
né introdotto, né riesumato privilegi e vitalizi morti e sepolti da anni, per
come è stato ricordato; morti e sepolti da anni. Così come sappiamo che la
legge regionale approvata lo scorso anno, con la presidenza Irto, ha
adeguatamente regolamentato il sistema contributivo in vigore e ha consentito
già un risparmio superiore a un milione di euro, ma nell'opinione pubblica
abbiamo ingenerato questo convincimento e dobbiamo porre rimedio non con le
parole ma con i fatti.
All’onore di ricoprire la carica,
si affianca il sacrosanto onere di esercitare le nostre funzioni in piena
coscienza e nel rispetto integerrimo dei principi fondamentali del nostro
ordinamento. E non è un caso che, oggi, sia proprio il Presidente di quest'Aula
a farsi primo firmatario della proposta in esame, che tra poco approveremo e
che abroga la legge approvata nella seduta del 26 maggio.
Noi, come gruppo del Partito
Democratico, non abbiamo presentato una proposta di legge, perché abbiamo
ritenuto che fosse necessario un intervento diretto del presidente Tallini, in
quanto Presidente di questo Consiglio, in qualità appunto della funzione di
equilibrio e di responsabilità del Consiglio regionale tutto.
Oggi, quindi correggiamo un
errore, facciamo in modo di non commetterne altri e soprattutto facciamo in
modo che la politica, nel suo insieme, riacquisti quella credibilità che le
compete. È la primaria risposta adeguata che abbiamo il dovere inderogabile di
offrire.
Abbiamo davanti tempi duri e sfide
straordinarie e questo l’abbiamo già detto nella discussione sul bilancio e
nella discussione successiva.
Abbiamo davanti le nuove fasi dell'emergenza
Covid.
Abbiamo davanti delle sfide
importanti per la Calabria relative alla modalità di utilizzo dei Fondi
provenienti dal Recovery Fund e spero
anche del MES. Sta in questo la sfida che noi, adesso, vogliamo lanciare alla
maggioranza.
Dobbiamo dimostrare che la
Calabria ha una classe dirigente competente e responsabile ed il gruppo del
Partito Democratico nei prossimi giorni metterà in campo idee e proposte, a
partire dalla sanità, a partire da un modello organizzativo diverso tra rete
ospedaliera e territorio.
Noi adesso, da oggi, metteremo al
centro del dibattito politico le problematiche dei calabresi; questo significa
essere all’altezza del compito e sarà l’unico modo per conferire significato
alla presenza tra questi banchi.
Cito un articolo che ho letto
ieri, a firma di un giornalista che stimo molto, Mimmo Nunnari, che accusava
che questo Consiglio regionale potesse essere una palla al piede dei calabresi.
Conosco bene Mimmo Nunnari e la sua onestà intellettuale, con la quale ha posto
questa problematica.
Noi, invece, dobbiamo dimostrare
che questo Consiglio non è la palla al piede di nessuno, ma ha qualità,
competenza e onestà, da poter oggi mettere in campo idee e proposte utili ai
calabresi e che la Calabria è pronta ad accettare le sfide che oggi ci
provengono da un Europa diversa, una nuova Europa e mi auguro anche una nuova
Calabria.
Basta errori! Facciamo mea culpa e lavoriamo per ridare dignità
e credibilità a questo Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Minasi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, assessori,
colleghi consiglieri. Avendo sempre creduto che vi sia poca colpa nell'errore e
poco merito nella virtù, non è, oggi, mio interesse ricercare approcci retorici
o più ancora additare responsabili, per quanto accaduto sui titoli di coda
dell'ultima seduta consiliare che, unitamente a legittime ma per niente pacate
critiche, ha però costituito un pretesto per riaccendere ed alimentare gratuite
speculazioni sul tema sempre caldo dei vitalizi che, come avete tutti
ricordato, ormai sono stati abrogati da anni.
È con profonda amarezza che
abbiamo registrato come i tanti meriti acquisiti da questa governance nella sapiente gestione dell'emergenza, prima sanitaria
e poi economica, legata alla pandemia, siano stati immolati in nome della
spasmodica ricerca della manina che avrebbe perseguito interessi personali, al
di là delle appartenenze ideologiche o partitiche o al di là della
collaborazione nella maggioranza o nell'opposizione.
Non possiamo nemmeno nascondere
come la vicenda, oggi all'ordine del giorno, abbia generato un messaggio che è
in netta antitesi con la discontinuità che concretamente intendiamo perseguire,
consentendo a tanti, forse anche a troppi di potersi spingere oltre la giusta
critica, esprimendo opinioni a volte anche fuorvianti e spesso tracimanti anche
in giudizi di carattere personale.
Questo non possiamo permetterlo
perché unitamente al diritto di sbagliare e di redimersi, rivendichiamo con
forza, anche, quello di difendere la nostra storia, il cammino tracciato in
tanti anni di attività politica-amministrativa al servizio della cosa pubblica.
Ed è proprio l’accresciuta
percezione delle cose che ciascuno ha acquisito durante il proprio cammino, che
ha ispirato quest'Aula a portare all'adozione della proposta abrogativa, oggi
in discussione, e che ci consente di trasformare un errore in un atto d'onore,
lenendo, così, la delusione che, purtroppo, abbiamo cagionato ai cittadini
calabresi.
Voglio rivolgere, anch'io, ai
cittadini calabresi le più sentite scuse per l'accaduto che senza infingimenti
ha, ovviamente, rappresentato una brutta pagina della storia di questa
Assise e che, personalmente, non ho ben vissuto sia da rappresentante delle Istituzioni
da appartenente ad un partito come la Lega.
Voglio qui ribadire che la scelta
di partecipare alle recenti competizioni elettorali ha l'esclusiva finalità di
contribuire alla crescita di un governo del popolo, dal popolo e per il popolo,
e che sappia quindi riportare i territori e ancor di più il cittadino al centro
del villaggio, altrimenti sviliremo l’essenza propria e vitale della politica
stessa; tornare indietro, quindi, risponde a questo proposito, risponde ai
calabresi dando delle rassicurazioni sulle legittime perplessità espresse.
Questo, ovviamente, è stato già
ribadito, non deve più accadere.
Non dovremo più dare spazio a
situazioni borderline, a
fraintendimenti, a condizioni dalle quali si possa desumere - anche se in
maniera errata, come accaduto in questi giorni - che i personalismi e i
privilegi siano la nostra priorità. Così non è! Altrimenti non annulleremo mai
quella distanza, che purtroppo continua a crescere tra cittadini e istituzioni.
A maggior ragione adesso che le problematiche sono ancora più accentuate e che
tanti cittadini, oggi, non hanno una visione di un futuro e quindi le
cosiddette beghe di Palazzo contribuiscono solo alla costruzione di muri, che
non consentono di osservare bene il paese reale.
Dopo quello che è accaduto, come
Lega, ci siamo confrontati a lungo. Il nostro è un partito che per la prima
volta entra, quest'anno, a Palazzo Campanella e ciò è stato possibile, perché
in tanti hanno sposato un progetto. Un progetto basato su valori solidi,
sull'assenza di compromessi, sulla necessità di costruire insieme ai territori
e sul forte richiamo alla volontà degli elettori, che alcuni ad arte bollano
come populismo, usando questo termine nella peggiore delle sue accezioni.
Certo non è questo il momento di
scandagliare significato e ricorsi storici, però possiamo dire a gran voce che
essere a favore del popolo, essere dalla parte della gente, è semplicemente la
normalità, cercando di non creare quelle fratture insanabili fra l'elettorato
attivo e passivo.
Ed è partendo da queste basi che
voglio evidenziare come la Lega non intenderà più soprassedere su situazioni
analoghe. Mi riferisco alle modalità che adesso non è il momento di rinfangare,
ma sulle quali ho già provveduto a presentare un progetto di legge di modifica
del Regolamento.
Il nostro impegno, quindi, sarà
indirizzato non solo ad adoperarci affinché si evitano certe circostanze e
situazioni, ma anche di provvedere a rivedere i margini della legge numero 13,
per apportare, ovviamente, con la dovuta calma, con i dovuti approfondimenti e
con un’analisi ponderata e ben strutturata, delle variazioni che la rendono più
virtuosa.
Il nostro intento è lavorare per
non disperdere il credito dei nostri elettori, i quali sanno che determinati
atteggiamenti non ci appartengono, che i vecchi modus operandi vanno superati e che i nostri privilegi sono
soltanto quelli di poter dare risposte alla comunità. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi
consiglieri, anche io voglio intervenire nella discussione, dopo aver ascoltato
le parole del Presidente del Consiglio regionale. Intanto, al di là delle
questioni che i colleghi Consiglieri hanno prima di me espresso all'Aula,
voglio dire che in qualità di consigliere regionale, come rappresentante del
movimento “Io Resto in Calabria”, avevo presentato la proposta di legge numero
12/11^, depositata alle ore 19:15, e ho inteso ritirarla, insieme agli altri
colleghi, perché ritengo corretto che il Presidente del Consiglio regionale
rappresenti una unità di intenti dell'intero Consiglio regionale.
Però, voglio, al di là di questo,
specificare che il ritiro è stato subordinato alla parola abrogazione, che è il
termine che dobbiamo utilizzare tutti, senza aver paura di scandire lo stesso
termine; nel senso che la legge numero 5 del 2020 viene abrogata dal Consiglio
regionale, in un clima surreale, che ha suscitato nella nostra Regione e
soprattutto nel sentimento di ciascuno di noi profondo in imbarazzo, non fosse
altro per il modo in cui si è approvata quella legge regionale, non fosse altro
che per il contesto in cui la nostra Regione sta vivendo e che vive
quotidianamente - noi stiamo uscendo da una emergenza sanitaria con tanti problemi
-, non fosse altro perché il problema più importante ora è anche la crisi
economica. Una presa di coscienza dell'intera Assemblea, dunque, era più che
mai utile e soprattutto doverosa, dopo aver fatto alcune precisazioni.
Sono alla mia prima legislatura,
insieme ad altri colleghi, i colleghi del mio Gruppo, Io resto in Calabria,
siamo tutti alla prima legislatura e non vogliamo passare per quelli che sono
sprovveduti o per quelli che non si leggono le carte. Noi vogliamo passare
invece e passiamo per i rappresentanti di quei calabresi onesti e, soprattutto,
come rappresentanti di una parte che vuole rappresentare - e chiedo scusa per
il bisticcio di parole - la buona politica.
Non dobbiamo avere paura di usare
questa terminologia. Noi vogliamo, consigliere Callipo, rappresentare quella
parte di politica che pensa agli interessi generali dei calabresi.
Allora, rispetto a questa cosa,
dobbiamo giungere a un punto di conclusione del ragionamento. Questa Assemblea
non ha dato un buon segnale ai calabresi. E io intanto dico che come componente
dell'Ufficio di Presidenza - e mi rivolgo a lei, Presidente - alcune cose
devono essere anche riviste, rispetto al funzionamento dei lavori dell'Aula.
Per esempio - lo diceva prima il collega Bevacqua - noi abbiamo un vulnus, che è la mancanza delle
Commissioni, che va a ledere un diritto sacrosanto di tutti i consiglieri. Non
è un diritto dei consiglieri di opposizione o un diritto dei consiglieri di
maggioranza, è il diritto di tutto il Consiglio regionale di venire qui in Aula
istruiti, per andare ad approvare e sostenere iniziative che interessano i
calabresi.
E le Commissioni, lo dicevo guarda
caso nell’intervento della precedente seduta di Consiglio regionale, servono
per snellire i lavori dell’Assemblea. Le proposte di legge, che in questo
scorcio di legislatura sono arrivate in Consiglio regionale, Presidente, non
hanno passato un vaglio importante che è quello dello studio delle Commissioni,
che non solo servono per garantire un passaggio giuridico e il rispetto del
Regolamento, ma servono anche per rendere edotti, coscienti i consiglieri
regionali per esprimere il loro voto, dopo aver fatto un attento studio che
passa, appunto, dalle Commissioni.
Proposte di legge che giungono in
questa Aula senza il vaglio delle Commissioni, senza uno studio preliminare,
personalmente - e credo di rappresentare e sono convinto di rappresentare il
Gruppo “Io Resto in Calabria” - noi non ne voteremo più. Non fosse altro per
non incorrere in errori, ma soprattutto per essere edotti, fino alla massima
potenza della esposizione, della intelligenza di ognuno di noi, per capire
realmente come un atto giunge all'interno del Consiglio regionale. E questo è
il primo punto che volevo dire. Il secondo punto - non voglio assumere le vesti
di chi vuole fare il primo della classe, anche perché non ho né la statura né
l’ambizione di farlo - riguarda, Presidente, il sistema di votazione che noi
abbiamo praticato in questo Consiglio regionale, nelle sedute che abbiamo
effettuato nei mesi scorsi. A me non convince. Dobbiamo dare a questa Aula una
autorevolezza, perché l’Aula che rappresenta i calabresi non può commettere
errori, non può rappresentare incertezze.
In tutte le Regioni d'Italia c'è uno strumento
di voto elettronico che consente, con certezza, di cristallizzare i voti della
maggioranza, della minoranza, ma anche e soprattutto di ogni singolo
consigliere. E il voto così veloce non mi convince, né mi convince la
giustificazione che è una prassi voluta e dovuta da anni e anni di questo Consiglio
regionale. Se è così, è una prassi sbagliata, che io non condivido e invito
tutto il Consiglio regionale a correggere il tiro, in maniera collaborativa.
Non so se esiste un progetto di legge in questa direzione, che valuti le
modalità del voto in Aula. Anche questo rappresenta uno strumento importante di
democrazia e rappresenta uno strumento per non incorrere in errori e
soprattutto per non incorrere in incertezze. Siamo nel 2020, non è possibile
che la massima Assise calabrese non si possa esprimere elettronicamente, come
avviene in gran parte delle Regioni della nostra Nazione. Presidente, io sono
stato eletto qui, insieme agli altri consiglieri, non per avere dei privilegi.
L’unico privilegio che voglio avere è quello di rappresentare degnamente i
calabresi, che mi hanno permesso con il loro voto di sedere in questi banchi.
Non voglio nient'altro, nessun altro privilegio. E penso che, come ciascuno di
voi, a me gli schizzi di fango sulla giacca non piacciono. Per cui oggi, lo
dico a gran voce, - vi chiedo scusa per il tono un po' sopra le righe che sto
usando, non è un tono polemico, ma è un tono per far capire l'importanza degli
argomenti - questa Assemblea deve assumere, come sono certo che assumerà,
l'autorevolezza del ruolo, l'autorevolezza di rappresentare degnamente i
calabresi, che non sono interessati alla discussione sul vitalizio, sulla
reintroduzione della norma, sulla modifica, sull’assemblamento di norme in
passato, ma sono interessati a vedere risolti i loro problemi, che sono al centro
e che devono essere al centro della nostra discussione e della nostra agenda
politica. Grazie, Presidente, grazie ai colleghi per avermi ascoltato.
Prima di passare la parola al collega Pitaro,
volevo ricordare all’Aula che, da questa postazione, non mi sono mai sognato di
compiere un solo atto che non fosse contemplato dal
Regolamento, grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Pitaro Francesco.
Ne ha facoltà.
Presidente, manifesto sin da
subito, immediatamente, il mio voto positivo alla proposta di legge abrogativa,
anche da me individualmente presentata. Lei ha parlato poc'anzi, presidente
Tallini, di incongruenze. Però io direi che dobbiamo dirci la verità: il
Consiglio regionale ha scritto nella scorsa seduta una pagina avvilente, oscena
che dobbiamo immediatamente cancellare.
Sulla vicenda, subito, non appena
mi sono accorto dell'inganno, Presidente, perché d'inganno si è trattato, ho
ammesso pubblicamente la mia leggerezza, la mia disattenzione, insieme a tutti
i colleghi dell'opposizione. Mi sono piovuti addosso accuse e insulti. Ma io
devo dirlo, non sono abituato a nascondermi: sono stato leggero. L'ho detto e
nello stesso giorno ho depositato in Consiglio regionale una proposta di legge
abrogativa. Sono alla prima legislatura, non ho mai avuto incarichi politici,
non ho mai avuto indennità, prebende, nulla di tutto ciò. Mi sono candidato al
Consiglio regionale e vengo, peraltro, dal mondo della professione,
dell'associazionismo, sono abituato a stare vicino alle persone, al territorio,
alle loro problematiche. Mi sono candidato al Consiglio regionale per stare
vicino alla mia terra, per dare una mano per quanto mi è possibile alla Regione
Calabria. Mi sono già alzato in questa Aula e ho preso già più volte la parola
in quest'Aula, Presidente. Ho preso la parola per manifestare la mia vicinanza
ai commercianti, alle persone, alle famiglie. Ho preso la parola per contestare
i ritardi di questo Consiglio regionale che non ha ancora le Commissioni. Se
avesse avuto le Commissioni, Presidente, questa cosa non sarebbe certamente
accaduta. Mi sono alzato in questa Aula e ho preso la parola per contestare la
costituzione di una nuova Commissione, inutile e costosa.
E alla fine della scorsa seduta,
dopo un lunghissimo dibattito sulle linee programmatiche, c'è stata rifilata
una proposta di legge diversa da quella che era stata concordata in Conferenza
dei capigruppo. In Conferenza dei capigruppo era stato detto che si sarebbe
trattato di una proposta di legge di adeguamento alla normativa statale. Invece
no, c’era tutt’altro. È vero: siamo stati leggeri! Lo abbiamo ammesso,
l'abbiamo confessato. Però, Presidente, è giusto che i calabresi, la comunità,
sappiano che si è trattato di un inganno, di un atto di slealtà, di manifesta
slealtà. Presidente, quella proposta, diversa da quella concordata, è stata
elaborata all'interno di quella parte dell'emiciclo. La mano di un furfantello
ha elaborato una proposta e aveva in mente non l'interesse della Calabria, dei
calabresi, ma evidentemente aveva in testa l'interesse proprio. Ora,
Presidente, se fossimo all'interno di un ordine professionale, questo
furfantello sarebbe immediatamente radiato e mandato via in malo modo da
quest'Aula. Tocca a voi adesso, della maggioranza, individuarlo - ritengo che
sappiate già chi sia - o di individuarli se sono di più e ovviamente renderli
innocui sotto il profilo politico.
Peraltro si è trattato, aggiungo,
di un furfantello ignorante, perché evidentemente questo furfantello non sa
nemmeno che quella leggina, che lui si era fatto probabilmente artigianalmente
a casa, non avrebbe nemmeno superato il vaglio di costituzionalità. Come è noto
le leggi regionali vengono esaminate dal Consiglio dei Ministri e vengono
impugnate dinanzi alla Corte Costituzionale e questa presentava evidenti segni
di incostituzionalità. Ma quel furfantello, presidente Tallini, non sapeva
nemmeno - evidentemente lo ignora - che le leggi hanno efficacia per il futuro,
non hanno efficacia retroattiva.
Nella scorsa seduta ho
stigmatizzato il comportamento della presidente Santelli, nella parte in cui
emargina il Consiglio regionale, e ho chiesto a lei di ripristinare il rapporto
Giunta-Consiglio. Tuttavia questa vicenda triste, viscida, scivolosa, mi ha
aperto gli occhi e ho capito che purtroppo il problema è all'interno del
Consiglio regionale, all'interno dei componenti.
È chiaro che d'ora in poi, da
questa parte, Presidente, certamente, per quanto mi riguarda, ogni atto sarà
esaminato, riesaminato e passato ai Raggi-x. Non accetteremo più che vengano
tirati fuori atti in Aula, senza essere preventivamente iscritti dell'ordine
del giorno. Occorre, presidente Tallini, ripristinare immediatamente il
principio di lealtà che deve essere il motore di questa istituzione. Senza lealtà
e correttezza istituzionale da qui troverete senz'altro barricate.
Chiudo con un appello a tutti i
consiglieri regionali: isoliamo ed emarginiamo gli sleali, i disonesti, i
furfanti, non facciamoci trascinare in altri obbrobri giuridici e politici che
infangano il buon nome della nostra Regione e infangano anche il buon nome di
chi sta qui in Aula per dare una mano alla nostra terra, grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Molinaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo dopo
tanti colleghi, dopo il mio capogruppo, sostanzialmente per precisare tre cose.
È chiaro che, per quello che è stato detto, apprezzo l'elemento di forte
trasparenza e determinazione del presidente Tallini e del collega Mancuso
nell'individuare il vulnus che ci ha
portato a commettere questo “errore”. Quindi voglio stigmatizzare tre cose.
È stato già detto, ma mi piace
confermarlo anche in questa occasione: non c'è stata una comunicazione e quindi
una consapevolezza relativa a un esatto input rispetto alla Conferenza dei
capigruppo, rispetto ai consiglieri. “È venuto fuori, è stato detto, si era
detto, non s’era detto”.
È importante sottolinearlo: un consigliere
che, ovviamente, va in Aula e lavora sull'ordine del giorno si assume le sue
responsabilità, perché ha avuto il tempo di guardare, di condividere, di
prendere la parola e votare contro o astenersi o dichiarare il perché vota a
favore, insomma le cose che deve fare un consigliere. Ma quando c'è, alle
ultime ore la mattina, la Conferenza dei capigruppo e non si esce con il
documento che poi bisogna condividere ed inserire all’ordine del giorno, si
creano delle disattenzioni, delle disfunzioni. Questo è stato. Altrimenti chi
ci ascolta fuori da quest’Aula non capirebbe perché è successo; non è successo
per volontà dello Spirito Santo! È successo che questo “errore” qualcuno l'ha
commesso, qualcuno non l'ha comunicato e non l'ha fatto condividere.
Altro elemento: in questi giorni,
dopo che ci siamo tutti accorti di questo errore, ovviamente abbiamo, sia pure
artigianalmente, non avendo luogo istituzionale che può essere una Commissione,
può essere questa Aula, oggi, lavorato a casa, almeno per quanto mi riguarda,
cercando di capire che cos'è la legge regionale 13 del 2019, per capire cosa
conteneva il decreto legislativo 174 del 2012 e tante altre cose. Non mi
scandalizzo e penso che nessuno si possa scandalizzare se io faccio parte di
quel 60 per cento dei consiglieri per la prima volta eletti in questo
Consiglio. Ovviamente ringrazio tutti e sono onorato di questo e pertanto devo
esercitare la mia responsabilità trasparente e dare conto non solo a chi mi ha
votato come consigliere, ma a tutti i calabresi.
Faccio due proposte a questa Aula.
Uno: noi dobbiamo verificare e possibilmente abrogare l’articolo 42 del
Regolamento interno, perché non è possibile che un consigliere posto, da un
minuto all'altro, davanti ad una decisione, ad un voto, senza approfondire; può
essere una mozione, un ordine del giorno, una proposta di legge, quando viene
presentata durante i lavori o peggio a fine lavoro... mi auguro che ci sia
qualche collega che in testa ha un computer che quando si dice “si abroga il
secondo capoverso del comma 4, articolo 7” capisce che cosa è. Io ho questa
difficoltà, sono un comune cittadino calabrese, quindi non riesco ad elaborare
in secondi e non posso avere la conoscenza di 50 anni di regionalismo.
Questo è un vulnus che ci porta a fare qualche errore. Come richiamato prima
dal presidente Tallini che ha detto: “io non ho mai fatto” - e mi consta –
“un’infrazione al Regolamento e alla legge”. Ma, se il Regolamento prevede
quello che è successo giorno 26, è chiaro che poi tutti siamo stati poco
attenti.
Secondo aspetto: siccome non
abbiamo ripristinato - l'avete detto, l'avevo compreso pure io e lo voglio
ribadire qui - vitalizi o privilegi particolari, ma il decreto legislativo 174
ha stabilito che la Conferenza Stato- Regione o con decreto del Presidente dei
Consiglio dei Ministri si individuasse il parametro per le indennità dei
consiglieri regionali - non sono né somme rapinate, né illegittime, se ci
atteniamo al rispetto delle norme - e ha individuato il principio comparativo
della Regione più virtuosa, allora io sono sicuro che chi mi ha preceduto,
nelle precedenti Legislature, ovviamente ha parametrato l’indennità di carica,
l’indennità di funzione, l'indennità di fine mandato, secondo questo crisma,
questo carattere. Poiché giorno 11 forse ci sarà una nuova seduta di Consiglio
regionale, in cui eleggeremo i Presidenti e l'Ufficio di Presidenza delle
Commissioni, subito dopo potremo verificare gli effetti della legge 13 del
2019, prima in Commissione e poi in questa Aula, effettuando la comparazione
con la Regione più virtuosa, secondo il decreto 174, e far capire ai calabresi
quali sono le differenze di queste tre indennità, che non sono privilegi, tra
la Calabria e il resto d'Italia, grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intanto la
ringrazio per aver voluto dare speditezza ai lavori di questo Consiglio, era
necessario farlo perché il danno di immagine arrecato alla più alta assise
calabrese è un danno incalcolabile. Anche perché, signor Presidente, l'inizio
di questa Legislatura è stato un inizio di buon senso; quel buon senso di
manzoniana memoria, e con un atto che è stato fugace, un atto che non riusciamo
neanche a definire, abbiamo fatto sì che il buon senso rimanesse da parte per
dare spazio al senso comune. E qual è il senso comune? Senso comune è quello di
una politica rapace, di una politica famelica, di una politica che pensa solo a
privilegi e benefici. Così non è!
Credo che una parola di verità su
questa vicenda debba essere ancora scritta e cioè che noi in questa Aula, tranne
qualcuno che viene dalle Legislature precedenti a quella scorsa, non percepiamo
il vitalizio. È una parola che ancora non è arrivata nel cuore dei cittadini,
perché ancora si alimenta il dubbio e talvolta lo alimentiamo noi stessi con
parole riportate sui testi di legge, facendo riferimento ai vitalizi.
Vitalizi non ce ne sono! Io non
prenderò il vitalizio! E molti che sono qui dentro non percepiranno il
vitalizio. Questa è la prima parola di verità, è una parola semplice da dire.
In più, signor Presidente, con questo atto abbiamo evocato un bellissimo
romanzo di Gioacchino Criaco, scrittore calabrese, che ha scritto “La Maligredi” e la maligredi è quella brama del lupo che
entra in un recinto e anziché accontentarsi di una pecora le scanna tutte,
perché famelico. Abbiamo dato un senso terribile all'opinione pubblica, cioè
l’opinione pubblica nazionale si è interessata a quella modifica di legge e lei
oggi, con speditezza e umiltà, porta in Aula la sua abrogazione.
Ed era un atto necessario, un atto
necessario che però ci fa comprendere come i lavori del Consiglio - lo hanno
detto molti colleghi - debbono essere gestiti in modo diverso. È accaduto a
Parlamento italiano, è accaduto dappertutto che una manina abbia inserito una
modifica, un emendamento, un testo e che tutti in buona fede, con ingenuità
anche, si siano lasciati convincere. E però, per evitare questo, signor
Presidente, è bene che non si portino in Aula provvedimenti fuori sacco. Così
come è bene, signor Presidente, che ai lavori del Consiglio partecipino i
nostri capostruttura, che sono persone preparatissime che avrebbero sicuramente
dato un contributo per approfondire quel testo di legge, in corso di
discussione, e probabilmente avremmo evitato questa esposizione mediatica.
Cosa rimane di tutta questa
vicenda e finisco. Rimane che questa Assemblea, che con i suoi risparmi ha
destinato un milione di euro ai banchi alimentari della Calabria, che ha varato
provvedimenti importanti come il Riparti Calabria, che ha discusso del destino dei
calabresi al tempo del Covid-19, con una crisi che sta distruggendo le
famiglie, oggi con uno scivolone che è tipico dei bambini, quindi uno scivolone
infantile, ha riportato indietro le lancette dell'orologio. Chiudiamo questa
fase, ripariamo il danno. E quando si riparava, nell'ottocento, si riparava con
un beneficio uguale o maggiore al danno. Quindi noi dobbiamo - l'ho già detto
in Conferenza dei capigruppo - assumere l'impegno di lavorare alla manutenzione
delle leggi e dei regolamenti, cominciando dalle spese di funzionamento dei
Gruppi, che non servono e che vanno abolite.
Mi assumo la responsabilità di
questo. Sono tentazioni e le tentazioni vanno abolite.
Questo è il segno che noi possiamo
dare, il segno che è in linea con quello dell'inizio di questa Legislatura,
quando lei, signor Presidente, ha proposto di devolvere i risparmi del
Consiglio regionale ai banchi alimentari. Questo è il segno che, oltre alla
qualità legislativa, dobbiamo dare, per dire ai calabresi che si possono
fidare, perché si è rotto il rapporto di fiducia e per ripristinarlo ci
vogliono atti e fatti. Parole non servono, servono fatti, grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Callipo. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, volevo
solamente fare una piccola considerazione. Noi oggi abbiamo dato prova di una
grande forza. Abbiamo tutti insieme abrogato una legge che era stata approvata
pochi giorni fa, il 26 maggio. Questa è una cosa che non ci rende deboli, ma ci
rende forti e ci fa onore, checché ne dicano tutti questi ciarlatani che
parlano su Facebook e su televisioni da quattro soldi. Questa è una cosa che fa
onore a tutti.
Noi adesso dobbiamo lavorare per
riacquistare fiducia dai calabresi, da chi ci ho votato e da chi non ci ha
votato. Dobbiamo riacquistare immagine, dobbiamo riacquistare credibilità e per
fare questo ci dobbiamo impegnare tutti, da domani, a combattere e a tagliare
privilegi e spese inutili che esistono nell'ambito della Regione Calabria,
grazie Presidente.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Irto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, intervengo
brevemente solo per qualche considerazione di carattere organizzativo e anche
un po' come memoria storica, rispetto a molte cose che sono state dette. Credo,
innanzitutto - lo dico in premessa - che bene ha fatto, lei, a convocare questo
Consiglio regionale, bene fa oggi il Consiglio regionale ad abrogare questa
norma, che è una norma di modifica della legge regionale 13 del 2019, che
conosco bene perché in quella fase ero, pro tempore, Presidente del Consiglio
regionale; ho discusso con il Governo nazionale di allora e nella Conferenza
dei Presidenti delle Assemblee legislative delle regioni e delle Provincie
autonome. Quella legge si può modificare, io ritengo che sia ancora lacunosa
per alcuni aspetti e, se ci saranno finalmente i luoghi deputati cioè le
Commissioni, si potrà aprire una discussione di riforma in quel senso.
Però lei l'ha detto nel suo
intervento, è opportuno ribadirlo: quella legge regionale di maggio, di un anno
fa, ha già portato delle risorse nelle casse della Regione Calabria, ha portato
delle risorse, ha portato oltre un milione di euro di risorse. Quella legge è
andata finalmente ad attaccare i vitalizi passati dei consiglieri regionali,
che sono stati consiglieri regionali fino al 2010, fino alla IX Legislatura,
perché i vitalizi ci sono stati fino alla IX Legislatura. E qua - se mi posso
permettere – vorrei sollevare una piccolissima critica di carattere politico,
rispetto a chi era in quella maggioranza allora: si tolsero i vitalizi, ma si
tolsero dalla Legislatura successiva, non si tolsero per l'immediato; quindi
nel 2011, si tolsero i vitalizi per la X Legislatura.
Si intervenne in quella Conferenza
Stato-Regioni, si arrivò a partorire quella norma in un quadro nazionale;
ricordo che nello stesso giorno in cui l’approvò questo Consiglio regionale,
norme analoghe furono approvate dalla Campania e, mi pare, dal Friuli-Venezia
Giulia. Facemmo un testo coordinato per tutte le Regioni d'Italia. Mi consento
di dire, ma non per autoreferenzialità, che fu la Calabria a fare quella
proposta, affinché quel testo fosse armonizzato per tutte le Regioni d'Italia
che non avevano ancora provveduto a fare un testo. Si trattava di un testo
coordinato, uguale, un testo comune da cui partire. Così come non possiamo non
dire, presidente Tallini, che nell’aprile del 2018, la nostra Regione ha
introdotto l’applicazione di un contributo di solidarietà a carico di chi
percepiva un vitalizio. Questo ha portato a un risparmio di quasi ottocentomila
euro nelle casse della Regione Calabria. Eravamo l’unica Regione d’Italia a non
aver introdotto il contributo di solidarietà, però l'abbiamo fatto.
In una parola - non lo dico per
una questione politica - nell'ultimo bilancio regionale - mi dispiace che non
ci siano l’assessore Talarico e la presidente Santelli - lei lo ha già detto,
otto milioni di euro di quei risparmi sono serviti a finanziare molte delle
cose inserite nel bilancio approvato un mese fa. Penso ai tre milioni di euro
per gli studenti fuori sede. Penso al milione di euro proposto dall'Ufficio di
Presidenza per il banco alimentare, al cammino Basiliano, ai due milioni di
euro destinati al diritto allo studio. Sono in tutto otto milioni di euro.
Erano diventati un tesoretto di risparmi e di tagli che avevamo fatto alla
politica, alla politica nella scorsa Legislatura.
Però, presidente Tallini, ci
possiamo solo trincerare, raccontando queste cose. Io non lo posso fare! E non
lo posso fare perché dobbiamo metterci in testa, ci piaccia o non ci piaccia,
che per la Calabria è tutto più difficile.
Divago un attimo: ad aprile dello
scorso anno, marzo dello scorso anno, la Conferenza dei Presidenti delle
Assemblee legislative si teneva in Campania. Finita quella Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee legislative, andammo con tutti i Presidenti dei
Consigli a fare una visita di solidarietà a un esercizio commerciale al centro
di Napoli, che aveva subito un attentato dalla camorra. C'era tutta la stampa,
sono seguite fotografie e dichiarazioni di rito. Davanti a tutti i Presidenti
dei Consigli regionali, un giornalista chiese chi fosse il Presidente del
Consiglio regionale della Calabria. Allora dissi: “io”. Mi chiese: “Perché non
approvate la legge sulla doppia preferenza di genere?” Io mi misi a ridere e
dissi: “È una cosa calendarizzata”, come infatti poi fu. Poi questo Consiglio
regionale perse un'occasione storica non approvando quella norma, su cui spero
si possa ritornare. Però chiesi a quel giornalista, subito dopo, ridendo:
“Perché lo ha chiesto alla Calabria, al Presidente del Consiglio regionale
della Calabria e non l'ha chiesto agli altri 5 o 6 Presidenti delle altre
regioni che, ancora, la doppia preferenza di genere non l'hanno introdotta?” E
lì si misero un po’ tutti a ridere, la risposta non ci fu. Io non mi arrabbiai,
non me la presi con quel giornalista, perché dobbiamo prendere atto che sulla
Calabria c'è un'aspettativa maggiore rispetto ad altre Regioni. Per questioni
storiche, per questioni di arretratezza economica, per questioni culturali, per
questioni di immaginario della proiezione della nostra regione fuori di essa,
quello che in altre Regioni può passare per normalità, in Calabria non lo è. Su
questo serve uno sforzo in più, non ci possiamo fermare solo nel giudicare ciò
che non è illegittimo, dobbiamo anche valutare ciò che è opportuno e ciò che
non è opportuno.
Prendendo atto di questo,
prendendo in considerazione questo, purtroppo, noi dobbiamo dare dei segnali
sempre più forti.
Bene facciamo oggi, senza se e
senza ma, ad abrogare la norma, nonostante non siano stati reinseriti i
vitalizi che non esistono più in Calabria. Ha ragione il consigliere Aieta, io
non prenderò il vitalizio, come moltissimi di noi qui dentro. Però resta un
fatto, Presidente, io tra populismo e verità scelgo sempre la verità. Allora
noi non possiamo non prendere atto del fatto che, rispetto a un’emergenza
economica straordinaria e senza precedenti, in Calabria, i calabresi si
aspettano ancora di più da noi.
Facciamo bene oggi ad abrogare
quella norma, ma siccome siamo convinti che al populismo si risponde con la
verità, noi dobbiamo aprire una stagione vera, in cui ulteriormente mettiamo le
mani ad altre norme. Presidente, se lei porta in una discussione in Ufficio di
presidenza su leggi che disciplinano, per esempio, gli stipendi dei burocrati,
dove lo si può fare, mi troverà alleato su questo. Che si faccia una revisione
dei Gruppi consiliari, che si apra anche la questione delle strutture speciali.
Lo si faccia! Non in un quadro populistico, ma in un quadro di riforme, in un
quadro di discussioni profonde, di merito, senza demagogia e, soprattutto,
perché - ne sono convinto - al populismo più spinto, la migliore risposta sono
la verità e la trasparenza.
Penso che, nonostante tutto quello
è avvenuto, il Consiglio regionale di oggi bene abbia fatto a convocarsi, dopo
la festa del 2 giugno, per abrogare questa norma. Comprendo la reazione di molti
calabresi che si sono indignati, ma non giustifico gli attacchi.
Qualcuno ha cercato di assolvermi
perché ero assente e non ho votato. Io non ho votato la norma, ma questo non mi
assolve. E non assolve l’attacco ai consiglieri regionali che hanno votato e
firmato quella norma. Il clima di odio, quando è svincolato dalla realtà, è un
clima che fa male alla nostra Regione e fa male al Paese.
Ieri nel giorno di unità
nazionale, hanno attaccato il Presidente della Repubblica, dicendo che hanno
ammazzato il fratello sbagliato. Questo è il clima che oggi c'è in Italia e noi
non possiamo consentire con la nostra azione, con il nostro modo di fare di
alimentare ulteriore populismo. Al populismo rispondiamo col coraggio e con la
verità, su questi temi si gioca la partita del futuro dell'Italia e della
Calabria. Grazie.
Non ci sono altri iscritti, una
brevissima riflessione, collega Irto, mi auguro che il suo sia stato un
riferimento per dare senso al ragionamento che ha fatto. Non me la sento di
dire che dappertutto noi dobbiamo dire che dobbiamo diventare una Regione
normale. Noi dobbiamo diventare una Regione come tutte le altre Regioni
d'Italia. E in questo caso, collega Irto, noi siamo gli ultimi, lei lo sa che
siamo gli ultimi.
Lei mi deve dire perché noi
dobbiamo essere addirittura dopo gli ultimi, perché lei dice che dappertutto
può essere possibile ma in Calabria non è possibile. Noi chiediamo soltanto,
dignitosamente, di essere trattati come tutti i consiglieri regionali d’
Italia, null’altro. Anche se siamo gli ultimi, siamo consiglieri regionali di
una Regione che applica le stesse leggi che ci sono dalla Lombardia alla
Sicilia. Penso che dobbiamo essere tra quelli che invocano la normalità; non
voglio trattamenti speciali, ma non voglio nemmeno discriminazioni. Noi non
siamo un Consiglio regionale del terzo mondo, se mi si consente. Lei è stato
Presidente del Consiglio, anche da queste cose si vede e si misura la dignità e
lo spessore di una classe politica.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Tassone. Ne ha facoltà.
Intervengo velocemente, perché condivido
quanto già detto dal capogruppo e dal consigliere Nicola Irto e per fare due
considerazioni.
Intanto abbiamo fatto bene a
convocare questa seduta di Consiglio, ha fatto bene il presidente Tallini, è
stato condiviso da tutti per abrogare questa norma. Quindi oggi riconosciamo un
errore. Però bisogna anche dire, lo hanno detto anche i colleghi che mi hanno
preceduto, che non possiamo essere messi alla gogna mediatica e lasciar dire
che i consiglieri regionali oggi percepiscono un vitalizio.
Quando finirò di fare il
consigliere regionale, non mi sarà accordato nessun vitalizio. Ed è giusto
ribadire ciò, perché altrimenti si fa confusione.
Quando si commettono errori di
superficialità, così come è successo la volta scorsa, poi assistiamo ai soliti
populisti, assistiamo a dibattiti su Facebook, assistiamo ai cosiddetti leoni
di tastiera, che parlano senza sapere nemmeno ciò che dicono.
Non ci sto a essere messo alla
gogna mediatica ed è giusto dire che il sottoscritto, così come tutti i
consiglieri regionali appena eletti, non percepiranno alcun vitalizio quando
finirà questa legislatura. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, ritengo che
quello che è successo meriti una riflessione da parte di tutti noi, anche
perché si è andato a toccare un discorso di ordine generale, la sfera personale
di ognuno di noi.
Noi viviamo su due livelli, quello
personale, appunto, che appartiene ad ognuno di noi, ed è la storia umana,
professionale e politica che abbiamo scritto fino ad oggi. E poi ce n'è un
altro livello, quello più generale che è il fare politica in un momento, in un
contesto che giustamente non consente errori a chi fa politica, specialmente
poi se l'errore è visto come una difesa della “casta”. La legge 5 è stata vista
così. E di questo ne abbiamo preso atto e ognuno di noi deve fare ammenda, anche
perché poi dopo quella sera è scaturito tanto fango, caduto a livello personale
su ognuno di noi, fango su tutti, nessuno escluso, colpevoli, manine e
quant'altro. Nessuno escluso! Me lo sento tutto quel fango addosso. E poco
importa se ho una responsabilità del 1, del 10, del 50 o del 99 per cento.
Ritengo, però, che oggi, dai colleghi che mi hanno preceduto, parta un nuovo
modo - non di vedere la politica, perché non ci inventiamo nulla - di
condividere in modo bipartisan alcuni messaggi che partono da questo momento
difficile del Consiglio regionale.
Facciamo un passo indietro: la
legge 5 è stata vista come un problema di difesa di casta e quindi siamo stati
picchiati in modo violento. Abbiamo fatto degli errori di tre tipi.
Innanzitutto un errore di opportunità politica, lo ha detto chi mi ha
preceduto. Il problema dell’epidemia, pandemia, la crisi sociale, la crisi
economica, probabilmente ci avrebbero dovuto insegnare un momento di cautela,
ma abbiamo compiuto anche un errore di forte mancata comunicazione, tant'è che,
oggi, condivido e faccio miei i discorsi che ho sentito anche dei banchi della
opposizione.
Non offendendo nessuno,
consentitemi di condividere quella piccola, ma esaustiva riflessione che ha
fatto il consigliere Pippo Callipo, perché so quanto le è nociuta questa fase
della sua vita. Così come condivido in pieno l'analisi che è partita prima dal
consigliere Bevacqua, dal consigliere Irto, ma in particolare, il ragionamento
che per primo in quest'Aula stasera ha fatto il consigliere Aieta.
L'ha spiegato il presidente
Tallini, l’ha spiegato il consigliere Aieta e poi stato ripreso: non si tratta
di vitalizi. Questa parola che probabilmente è obsoleta e desueta in questa
Aula è stata rivista, invece, come la possibilità di essere reinserita nell’
economia delle tasche degli attuali consiglieri regionali. I vitalizi - è bene
ripeterlo anche e chiedo scusa i colleghi che l'hanno detto - sono stati
aboliti con una legge del 2011, Legislatura Scopelliti. Sono stati aboliti
dalla successiva legislatura, la decima, perché non potevano essere aboliti ora
per allora. Ho avuto l'onore di sedere su questi banchi nella decima Legislatura
e non esistono i vitalizi. La legge regionale 13, la tanta famigerata legge 13,
ha introdotto quello che hanno tutte le altre Regioni d'Italia, vale a dire
l’indennità differita, mediante il sistema di calcolo contributivo, come
previsto dal decreto Monti e le Regioni italiane si sono allineate
all'indennità differita. La legge regionale 13 del 2019 parlava solo di questo.
È stato fatto anche un distinguo in termini di emolumenti tra i vitalizi e
l'indennità differita. Credo che questo messaggio debba passare forte stasera:
la legge 5 non voleva reinserire nessun vitalizio.
C’è stato un errore forte, di
opportunità politica, un errore di comunicazione e - perché no? - terzo errore,
anche un errore di merito, in quanto non era in linea con quanto approvato in
sede di Conferenza Stato-Regioni e in sede di Conferenza dei Presidenti delle
Assemblee, testé ricordata dal collega Nicola irto.
Credo invece che si debba
ripartire. Credo che oggi dall’ opposizione sia stato inviato un messaggio
chiaro: non dobbiamo più tergiversare sulle Commissioni. Siamo perfettamente
d'accordo, ma ricordo ai colleghi di opposizione che proprio oggi, prima della
seduta di Consiglio regionale, abbiamo stabilito in Conferenza dei capigruppo
che giorno 11 ci sarà un’altra seduta per istituire e votare gli Uffici di
presidenza delle Commissioni.
In quelle Commissioni, se noi
prendiamo spunto da tutti gli interventi che ci sono stati, c'è da lavorare,
partendo anche dalla eventuale rivisitazione, dalla manutenzione delle leggi e
dei regolamenti. Perché no? Partendo da quella spesa dei Gruppi, che però,
ricordo anche al collega Aieta, in parte sono stati oggetto di lavoro
dell'Ufficio di Presidenza, se è vero come è vero, che andremo a disciplinare
non solo le spese – aggiungendo la loro entità - ma anche altro, mediante delle proposte e
delle linee di indirizzo che gli Uffici stanno preparando.
Ritengo che si debba ripartire con
la testa alta. Abbiamo fatto un errore di valutazione, ce ne assumiamo la
responsabilità, però quel fango ce lo sentiamo tutti addosso. Cerchiamo con il
lavoro di togliercelo nel più breve tempo possibile e giorno 11 partiranno
questi organi sub consiliari, le Commissioni, e credo che ci sarà tanto tempo
per riacquistare la fiducia della gente, fermo restando che quello che è
successo c'ha segnato un po' tutti.
Non ci sono più iscritti a
parlare. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento. Prima di votare
volevo ribadire, in maniera chiara: quando abbiamo votato la legge 5 non
abbiamo votato la reintroduzione dei vitalizi. Allo stesso modo, con
l’abrogazione di questa legge, non abroghiamo la legge dei vitalizi. Così come
non l'abbiamo introdotta, quindi, non abroghiamo la legge dei vitalizi. La
legge 5 non è una legge di reintroduzione dei vitalizi.
Credo che le cose che abbiamo
detto siano documentate dai fatti, dalla storia, dai documenti e sono facilmente
riscontrabili per chiunque voglia farlo. Guarda caso tutto si sa all'interno,
quello che viene pubblicato e quello che non viene pubblicato, però, a volte,
si scrivono delle falsità che sono facilmente confutabili e, mentre le verità
sono facilmente documentabili, si insiste nelle falsità, invece di avere
l’onestà di approfondire le questioni e verificare se quello che dicono i
consiglieri regionale è la verità o non è la verità. Procediamo all’esame e
votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È
approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale. Il provvedimento è approvato, con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta termina alle 17,37
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti
proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Arruzzolo, Graziano, Esposito, Minasi, Caputo,
Pitaro V., Bevacqua, Callipo, Pitaro F., Aieta, Pietropaolo “Modifiche alla
legge regionale 31 maggio 2019, n. 13. Rideterminazione della misura degli
assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento alla D.L.
n. 174/2012”, (PL n. 10/11^);
Caputo, Pitaro V., Arruzzolo, Giannetta, De Caprio
“Modifica termine di scadenza comma 3, articolo 14, legge regionale 21 dicembre
2018, n. 47”, (PL n. 11/11^);
Di Natale “Abrogazione della legge regionale n. 5
del 2020”, (PL n. 12/11^);
Tallini “Abrogazione della legge regionale n.
5/2020 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (rideterminazione
della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e
adeguamento al d.l. n. 174/2012)”, (PL n. 13/11^);
Pitaro F. “Modifiche alla legge regionale 31
maggio 2019, n. 13”, (PL n. 14/11^);
Minasi, Molinaro “Abrogazione della l.r. 5/2020 e
dell'indennità di fine mandato di cui all'articolo 14 della l.r. 13/2019”, (PL
n. 15/11^);
Graziano “Abrogazione del comma 4 dell’articolo 7
della legge regionale 31 maggio 2019, n. 13, avente ad oggetto:
"Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e
di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012 convertito in legge n.
213/2012 e della legge regionale 29 maggio 2020, n. 5”, (PL n. 16/11^);
Pietropaolo, Morrone, Neri, Sainato “Abrogazione
della legge regionale 29 maggio 2020, n. 5 (Modifiche alla legge regionale 31
maggio 2019, n. 13 – Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi
diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)”, (PL
n. 18/11^).
E’ stata presentata la seguente proposta di legge
di iniziativa della Giunta regionale recante:
“Promozione dell'istituzione delle comunità
energetiche da fonti rinnovabili – (deliberazione G.R. n. 110 del 29.5.2020)”,
(PL n. 17/11^).
E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento
amministrativo di iniziativa della Giunta regionale recante:
“Piano di azione coesione 2007/2013 -
Rimodulazione piano finanziario e approvazione schede intervento –
(deliberazione G.R. n. 104 del 25.5.2020)”,
(PPA n. 16/11^);
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della consigliera
regionale Minasi recante:
“Integrazioni all'articolo 42 del Regolamento interno
del Consiglio regionale”,
(PPA n. 17/11^).
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 103 del 25 maggio
2020 recante: 'Approvazione Piano Esecutivo Annuale d'Immagine e Promozione
Turistica 2020 ex art. 4 della l.r. 8/2008'
(PARERE N. 7/11^)
Comunico che, in data 29 maggio 2020, il Presidente
della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le
stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 52 del 29 maggio 2020:
1) Legge regionale 29 maggio 2020, n. 4, recante: “Riconoscimento
della legittimità di due debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della
Calabria derivanti da sentenze esecutive di condanna, ai sensi dell'articolo 73,
comma 1, lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come
modificato e integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n.126”;
2) Legge regionale 29 maggio 2020, n. 5, recante: “Modifiche
alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (Rideterminazione della misura degli
assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n.
174/2012)”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2019-2021:
Deliberazione Giunta regionale n. 107 del
29.5.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 108 del
29.5.2020;
Deliberazione Giunta regionale n. 109 del 29.5.2020.
F. Pitaro. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-che l'Assessore regionale all'Agricoltura
Gianluca Gallo ha annunciato l'abbattimento in Calabria di 10 mila cinghiali;
-che la presenza degli ungulati in Calabria e di
migliaia di centinaia (dai 300 ai 500 mila);
-che l'emergenza cinghiali è una priorità di cui
occuparsi (specie dopo il blocco delle attività dei selettori causa lockdown),
perché arrecano danni all'economia agricola, all'ecosistema e alla
biodiversità;
-che è una priorità di cui occuparsi anche perché
sono una minaccia alla sicurezza delle persone: si avvistano innumerevoli
nell'entroterra dove producono devastazioni alle colture, ma anche sulla costa
(sono frequenti le notizie di incidenti stradali) e persino nelle città: a
Catanzaro in località Babbo i cittadini se li ritrovano sull'uscio delle case;
-che è elevato il rischio d'introduzione del virus
della Peste Suina Africana, così come affermato dell'ISPRA (Istituto Superiore
per la Protezione e Ricerca Ambientale) nel parere prot. 20099 del 13/05/2020;
-che per come affermato dallo stesso Dipartimento
Agricoltura e Risorse Agroalimentari, tale emergenza sta provocando un
rilevante aumento delle richieste di risarcimento danni da cinghiali,
soprattutto nelle zone non vocate alla specie e fortemente antropizzate, con
conseguente lievitazione delle spese di liquidazione dei danni che la Regione è
tenuta a pagare;
-che (pur essendo una buona notizia l'annuncio
dell'Assessore circa l'abbattimento di 10mila cinghiali), a fronte del numero
impressionante di cinghiali, degli allarmi, dei danni e pericoli segnalati in
ogni territorio, la preoccupazione degli agricoltori, allevatori e cittadini
invece che sfumare cresce e che, dunque, la risposta della Regione appare
essere oggettivamente insufficiente;
tutto ciò premesso, si CHIEDE all'Assessore
regionale all'Agricoltura:
per sapere:
-se non ritiene di fare il punto sull'emergenza -
cinghiali con tutti i soggetti interessati: dalle organizzazioni professionali,
alle AATTCC, ai sindaci delle aree in cui la presenza dei cinghiali è
segnalata, incluse le Prefetture, per concordare rimedi efficaci e tempestivi;
-se non ritiene di dover sollecitare gli Enti
Parco nazionali e regionali e le Riserve al censimento della consistenza dei
cinghiali e ai Piani di riduzione del numero degli stessi;
-di sapere a che punto si è:
a) con l'aggiornamento del Piano Faunistico-
Venatorio;
b) con la ridefinizione delle aree vocate al
cinghiale con l'ausilio dei dati Arcea;
c) con i Piani di sorveglianza epidemiologica;
d) con il monitoraggio delle malattie sulla fauna
selvatica con particolare riguardo al cinghiale;
e) con l'attivazione della misura 5 del 'Psr' per
interventi di prevenzione dei danni nelle aree agricole colpite;
-se non ritiene:
a) di disporre l'allungamento del periodo di caccia
con la rotazione delle squadre dei cacciatori;
b) di autorizzare gli agricoltori proprietari e
conduttori dei fondi, in possesso di porto d'armi e permesso di caccia, ad
effettuare interventi di abbattimento tutto l'anno;
c) di procedere alla semplificazione delle
procedure amministrative per velocizzare il risarcimento dei danni agli
agricoltori, che spesso attendono anni prima di poter ottenere il giusto
ristoro e che a volte addirittura non riescono neppure ad ottenerlo;
-per quale ragione l'ultimo Piano di contenimento
del cinghiale pubblicato sul Bur - Calabria il 14 maggio 2020 non è stato
concertato con i portatori di interessi (associazioni agricole, associazioni
venatorie e rappresentanti degli Ambiti di Caccia), considerato anche che lo
stesso Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale raccomanda il
coinvolgimento di questi ultimi;
-se non conviene che sono troppo pochi i capi che
si possono abbattere, di erto non sufficienti ad eradicare dalle aree non
vocate il cinghiale. Cifre ben lontane dei 10.000 capi, ferme invece a poco più
della metà, che probabilmente si riferiscono al nuovo Piano come prolungamento
di quello precedente;
-se non ritiene, inoltre, di voler estendere la
programmazione dell'intervento di abbattimento contenuta nel Piano di
contenimento del cinghiale a tutela degli "insediamenti turistici in piena
attività e di coltivazione intensive ad alto reddito (uliveti, agrumeti, e
coltivazioni di Bergamotto)" non dimenticando anche altre eccellenze
calabresi come vigneti, la patata della Sila, i seminativi e le coltivazioni a
cereali o ortive. -se non ritiene opportuno, considerato che i cinghiali
presentano ritmi di attività prevalentemente crepuscolari e notturni, così come
evidenziato dal parere dell'ISPRA prot. 20099 del 13/05/2020 in ordine al Piano
di prelievo in caccia di selezione del cinghiale, di voler rideterminare la
fascia orario sera (17:00/23:30) con inizio alle ore 17:00, e quella
dell'orario mattina (4:00/9:00) con termine alle ore 9:00, essendo le attività
umane in pieno svolgimento, valutando pertanto l'opportunità di concentrare
l'attività nelle ore notturne, momento in cui i cinghiali sono più attivi
essendo spinti dal ricercare il cibo;
-se non ritiene di coinvolgere anche la task-force
veterinaria che col Dipartimento Salute può contribuire alla risoluzione di
questa che ormai è più che un'emergenza;
-quali rimedi intenda adottare per semplificare la
procedura di autorizzazione degli interventi di selezione che è considerata
estremamente farraginosa, posto che per ogni singola uscita si richiede che
debba avvenire per iscritto alla Regione con l'indicazione del personale
coinvolto, del numero dei capi da abbattere, dei campioni biologici,
dell'indicazione dell'orario dell'intervento, della località prescelta che
dovrà essere cartografata con precisione e raggiunta con il fucile al fodero.
(27; 29/05/2020)
Aieta.
Al Presidente della Giunta regionale. Premesso:
-che con il D.Lgs n. 171/2016 entrato in vigore il
18.09.2016, al fine di garantire efficienza, imparzialità e trasparenza nella
scelta dei vertici delle aziende sanitarie, si sono stabiliti i criteri e le
modalità di nomina dei Direttori sanitari ed amministrativi delle aziende
sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio
sanitario nazionale;
-che all’art. 3 del D.Lgs n. 171/2016 si è
espressamente stabilito: Il Direttore generale, nel rispetto dei principi di
trasparenza, nomina il direttore amministrativo, il direttore sanitario e, ove
previsto dalle leggi regionali, il direttore dei servizi socio sanitari,
attingendo obbligatoriamente agli elenchi regionali di idonei, anche di altre
regioni, appositamente costituiti, previo avviso pubblico e selezione per
titoli e colloquio, effettuati da una commissione nominata dalla Regione,
specificando -all’art. 5 comma 1- di poter far ricorso ad elenchi di altre
Regioni solo nel caso in cui non si sia provveduto alla costituzione di un
proprio elenco;
-che in merito alla nomina dei Direttori Sanitari
ed Amministrativi, l’art. 4 del Decreto Calabria (Decreto legge n.35 convertito
in legge n. 60/2019) ha tuttavia specificato che la nomina dei dirigenti deve
obbligatoriamente avvenire attingendo agli elenchi regionali, istituiti nel
rispetto del D.lgs n. 171/2016 e che sia consentito attingere ad elenchi fuori
Regione solo nel caso in cui non sia stato possibile, attraverso un avviso
pubblico finalizzato, acquisire la disponibilità ad assumere l’incarico;
-che la Regione Calabria con deliberazione n. 395
del 28 agosto 2019 ha approvato gli elenchi regionali individuando i soggetti
idonei alla nomina di Direttore sanitario e Direttore amministrativo del
Servizio sanitario della Regione Calabria;
-che nonostante ciò, si è proceduto alla nomina
dei vertici, attingendo ad elenchi fuori Regione, violando così il dettato
normativo previsto;
-che il caso più eclatante riguarda l’Azienda
Ospedaliera di Cosenza, ove il Direttore generale nella scelta, sia del
Direttore sanitario che del Direttore amministrativo, ha deliberatamente eluso
la normativa vigente provvedendo a nominare ai vertici soggetti estranei
all’elenco regionale, attingendo, per quanto riguarda la nomina del Direttore
sanitario all’elenco della Regione Lombardia, per quanto riguarda la nomina del
Direttore amministrativo all’elenco della Regione Campania;
-che nella specie, per il Direttore sanitario, con
delibera n. 307 del 27.09.2019, a seguito di avviso pubblico ove hanno
partecipato 13 candidati iscritti all’elenco della Regione Calabria, si è
espressamente violata la normativa vigente nominando professionista attinto
all’elenco della Regione Lombardia;
-che invece per il Direttore amministrativo, dopo
ben tre avvisi pubblici a cui hanno partecipato candidati calabresi iscritti
all’elenco regionale, si è proceduto, con delibera n. 56 del 15.04.2020, alla
nomina di professionista attinto all’elenco della Regione Campania;
-che ancora una volta si registra, a discapito
dell’intera collettività, una gravissima violazione di legge in quanto si è
agito in spregio alle regole vigenti oltre che ai principi di trasparenza ed
imparzialità atti a garantire il buon andamento della Pubblica amministrazione;
-che una simile scelta, oltre che contraria alla
legge e ai principi ad essa sottesi, si pone in netto contrasto con la dichiarazione
programmatica del Presidente della Regione Calabria che ha dichiarato che ove
esistono professionalità calabresi occorre utilizzarle e valorizzarle al
meglio;
per sapere:
tanto premesso e considerato: si chiede al
Presidente della Giunta Regionale, alla luce di quanto sopra esposto, di
conoscere quali iniziative intenda assumere al fine di verificare la regolarità
nei procedimenti di nomina dei vertici e di conseguenza quali iniziative
intende assumere al fine di garantire, nella scelta dei vertici delle aziende
sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio
sanitario nazionale, il rispetto della legge e dei principi di legalità,
imparzialità e trasparenza nell’esercizio dell’attività amministrativa.
(28; 31/05/2020)
Il Consiglio Regionale, premesso che:
-che a seguito di un tragico evento
verificatosi il 17 luglio 2019 presso l'Ospedale Iannelli di Cetraro - Reparto
di Ostetricia e Ginecologia - una giovane donna, nel dare alla luce il suo
bambino, ha perso la vita;
-che nell'immediatezza dei fatti, il Ministero
della Salute aveva inviato una ispezione all'esito della quale erano emerse
delle criticità sul piano organizzativo, strutturale e di carenza di risorse
umane, derivanti anche dalla mancata nomina del Direttore dell'UOC d
Ginecologia ed Ostetricia;
-che pertanto veniva disposta la sospensione
del Punto Nascita dell'Ospedale Iannelli di Cetraro e venivano imposte delle
prescrizioni aventi lo scopo di sopperire a quanto rilevato in sede di
ispezione da parte del Ministero della Salute;
-che nel mese di novembre 2019 da una verifica
effettuata dall'O.T.A. Regionale veniva accertato che le prescrizioni imposte
dal Ministero della Salute erano state tutte eseguite e nella specie veniva
accertato che presso la struttura ospedaliera - Reparto di Ostetricia e
Ginecologia - era stata creata una sala operatoria dedicata, due sale parto,
una sala post partum, protocolli condivisi, formazione di personale dedicato,
nonché si era proceduto anche alla nomina del Primario;
-che dalla medesima verifica effettuata
dall'O.T.A. Regionale era emersa anche la necessità, ai fini
dell'accreditamento della struttura, di intervenire sull'adeguamento del blocco
operatorio in riferimento al percorso sporco/pulito, di procedere all'adeguamento
dell'apparato di sterilizzazione nonché all'ampliamento della terza sala
operatoria e della sala di accettazione ostetrica;
-che sempre nel mese di novembre 2019, l'ASP
di Cosenza predisponeva un progetto finalizzato alla risoluzione di quanto
richiesto, ai fini dell'accreditamento, prevedendo una somma complessiva pari
ad € 273.360,00;
-che il progetto prevedeva nella specie,
l'esecuzione di lavori edili ed impiantistici per un importo complessivo pari
ad € 85.000,00 nonché la fornitura di apparati elettromedicali. Nel medesimo
progetto si prevedeva l'inizio dei lavori per il 7.01.2020, e che gli stessi
avrebbero dovuto essere completati 45 giorni dopo;
-che in realtà nulla è accaduto in quanto, non
solo i lavori non sono mai iniziati, ma ad oggi ancora si sta discutendo su chi
abbia la competenza ad autorizzare tali lavori, se sia l'Asp di Cosenza o il
Commissario Straordinario alla Sanità;
-che nelle more di questa gravissima
situazione, e al solo fine di risolvere il problema e dare all'intera
collettività risposte concrete, il Comune di Cetraro nella persona del Sindaco
p.t., con nota del 7.05.2020 chiedeva di essere autorizzato ad eseguire
direttamente i lavori richiesti mediante l'utilizzo di fondi derivanti da una
raccolta pubblica;
-che ancora una volta tutte le richieste
inoltrate sono rimaste inevase e senza seguito con gravissimo pregiudizio a
discapito solo dell'intera collettività, che si vede costretta a recarsi fuori
dal territorio di appartenenza;
-che il Sindaco di Cetraro, registrato il
totale disinteresse di chi dovrebbe garantire rapidi e immediati interventi, ha
deciso di rassegnare le dimissioni come rimedio estremo per protestare contro
tutti gli organi competenti che nulla stanno garantendo se non sterili ed
inutili promesse che di fatto non hanno risolto il problema in quanto il Punto
nascita dello Spoke Cetraro - Paola è ancora chiuso;
-che ad oggi è inaccettabile il grave disagio
e il pregiudizio subìto solo dall'intera collettività che si vede privata
ingiustamente di un Presidio sanitario che altro non è che un diritto per tutte
quelle famiglie che oggi sono costrette a rivolgersi a strutture ospedaliere
lontane dal proprio territorio di apparenza;
per tutto quanto sopra premesso ed
evidenziato,
si impegna la Giunta regionale
e il Presidente della Regione Calabria, on.le
Jole Santelli, affinché vengano adottate tutte le misure urgenti e necessarie
al fine di fare in modo che la situazione relativa al Punto nascita dello Spoke
Cetraro - Paola sia immediatamente risolta nonché vengano poste in essere
misure concrete, indifferibili ed urgenti, per rendere il Punto Nascita dello
Spoke Cetraro - Paola immediatamente fruibile e così garantire, all'intera
collettività, il diritto alla maternità presso il proprio territorio di
appartenenza che comprende non solo il Tirreno cosentino ma anche la Valle
dell'Esaro.
(20; 26/05/2020) Aieta, Bevacqua, F.Pitaro
E’ pervenuta risposta scritta alle seguenti
interrogazioni:
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso
che:
-la grave situazione sanitaria in cui versa la
nostra Regione in conseguenza della pandemia causata dal coronavirus che lascia
in trincea medici, infermieri, Oss e tutti gli operatori sanitari in generale;
-nello spoke Paola-Cetraro assistiamo ad una condizione
di confusione generale con provvedimenti del Commissario Straordinario che
puntualmente vengono emanati, disattesi, o peggio ancora modificati in itinere
causando un cortocircuito nell’erogazione dei servizi;
-in data 01/04/2020, con delibera n. 366, il
Commissario Straordinario, Giuseppe Zuccatelli, ha individuato il P.O. di
Cetraro quale presidio per l’emergenza, con attività di Pneumologia Covid-19,
per l’area del tirreno cosentino con conseguente trasferimento, in via
provvisoria e temporanea, fino al rientro dell’emergenza pandemica del reparto
di UOC Chirurgia Generale e del personale assegnato dal P.O. di Cetraro al P.O.
di Paola con effetto immediato;
-a seguito della deliberazione n. 366 non è
avvenuta la piena attuazione di quanto stabilito in delibera creando così
incertezze sull’erogazione dei servizi commistione tra Centro Covid e altri
servizi sanitari essenziali ma soprattutto pregiudicando ritardi
nell’assistenza dei pazienti che hanno il diritto conoscere, senza dubbio
alcuno, il funzionamento del nostro sistema sanitario con cure adeguate ed
efficienti.
Per sapere:
-quali provvedimenti urgenti intende adottare al
fine di affrontare l’emergenza coronavirus senza ritardi nello spoke
Paola-Cetraro ma soprattutto al fine di evitare una confusione e commistione
nell’erogazione dei servizi nello Spoke Paola- Cetraro. -Di attivarsi nei
confronti del Governo centrale per la materia oggetto dell’interrogazione, e
quindi del Vice Ministro della Sanità Dott. Pierpaolo Sileri, affinché si
ottengano risposte.
(6; 03/04/2020)
Con riferimento all'interrogazione a risposta
scritta n. 6/11^ del 03.04.2020 presentata dal consigliere Graziano
Di Natale si fa presente quanto segue:
Com'è noto in data 3.4 u.s si è tenuta - sull'argomento - una riunione, alla quale hanno partecipato, anche, il Commissario Straordinario dell'ASP di Cosenza, il Direttore Sanitario dello spoke Paola-Cetraro, il Direttore del dipartimento di chirurgia dell'ASP
di Cosenza, i consiglieri
regionali del comprensorio, il sindaco
di Paola ed il sindaco
di Cetraro, oltre al Commissario ad Acta per il Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario
della Calabria ed il dirigente
Generale del dipartimento Tutela
della Salute. In quell'occasione - alla quale ha partecipato anche Lei in videoconferenza - siamo stati tutti rassicurati sulla presenza, all'interno dell'Ospedale di Cetraro, dei DPI necessari, e sul fatto che lo
spazio covid è perfettamente isolato,
così come tutti i percorsi, ivi compresi quelli per l'accesso alla diagnostica.
Sempre in quell'occasione si è stabilito di rimandare, ad una fase successiva, la rivalutazione dell'attuale rete ospedaliera, con particolare riferimento alla revisione del DCA 64/2016.
Jole Santelli (Presidente della Giunta regionale)
Tassone. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso
che:
-con delibera commissariale n. 300 del 11.07.2018
ad oggetto “Conferimento di incarichi dirigenziali a tempo pieno e determinato
di posti vacanti nell'ambito della struttura organizzativa dell’Azienda
Calabria Verde ai sensi dell'art. 19, comma 6, del Dlgs. 165/01 e dell'art. 21
dell'atto aziendale dell'Azienda Calabria Verde, approvato con delibera del
D.G. n. 43 dell'11 luglio 2014. Avviso di selezione pubblica finalizzata al
ricevimento di candidature” erano state avviate le procedure per coprire gli altri
posti vacanti della struttura organizzativa dell’Ente;
-con delibera commissariale n. 132 del 6 aprile
2020 è stato disposto l'annullamento delle procedure e dei relativi atti
avviati a seguito della succitata delibera 300 del 11.7.2018 avendone manifestato
un vizio di legittimità;
-con delibera commissariale n. 136 del 10 aprile
2020, dopo l'annullamento della delibera n. 300 dell'11 luglio 2018, è stato
dato incarico al Dirigente del settore Risorse Umane di approntare un nuovo o
più avvisi pubblici di selezione pubblica per il conferimento degli incarichi
dirigenziali vacanti;
-con delibera commissariale n. 137 del 10 aprile
2020 ad oggetto “Azienda Calabria Verde. Ricorso all'istituto della “reggenza
temporanea” dei settori aziendali” sono stai individuati i Settori che possano
essere retti temporaneamente da funzionari dell'Azienda da nominare con
successivi singoli atti;
-con delibera commissariale n. 146 del 14 aprile
2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore
Coordinamento Distretti Territoriali”;
-con delibera commissariale n. 147 del 14 aprile
2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore
Economico Finanziario”;
-con delibera commissariale n. 148 del 14 aprile
2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore
Aziende Faunistiche e Vivaistiche”;
-con delibera commissariale n. 149 del 14 aprile
2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore
Concessioni e Demanio”;
-con delibera commissariale n. 150 del 14 aprile
2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore
Segreteria della Direzione Generale”;
-con delibera commissariale n. 151 del 14 aprile
2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Antincendio
Boschivo-Supporto Protezione Civile”;
-con delibera commissariale n. 152 del 14 aprile
2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore
Antincendio Boschivo-Supporto Protezione Civile”;
Considerato che i posti di Dirigenti dei Settori
assegnati sono vacanti da numerosi anni ma che solo ora si ravvedano ragioni di
urgenza e necessità ad attribuire autonomia operativa conferendo incarichi di
reggenza;
Considerato che il Dott. Alisio Mariggiò risulta
decaduto dall'incarico del Commissario Straordinario dell’Azienda Calabria
Verde e che, qualora agisse in regime di prorogatio, non avrebbe titolo a
conferire incarichi dirigenziali e qualsiasi atto emanato risulterebbe nullo
esponendo, pertanto, l'Ente a gravi conseguenze. Si interroga il Presidente
Jole Santelli
per sapere:
-se è informata di quanto sopra citato;
-a che titolo il Dott. Alisio Mariggiò svolge le
funzioni di Commissario Straordinario dell'Azienda Calabria Verde essendo
decaduto dall'incarico;
-quali iniziative intende intraprendere al fine di
ripristinare lo stato di legittimità dell'agire amministrativo dell'Azienda
Calabria Verde.
(12; 24/04/2020)
Con
riferimento all'interrogazione di cui sopra si forniscono di seguito i
chiarimenti richiesti:
"Con
nota prot.5272 del 22 aprile u.s., inviata anche alla scrivente per conoscenza,
il Commissario Straordinario dell'Azienda Calabria Verde Gen. Aloisio Mariggiò
nominato con D.G.R. n.l00 del 30 marzo 2016,quindi prima dei nove mesi previsti
per la decadenza dalla L.R. n. 12/2005, ha comunicato l'attribuzione di
incarichi di reggenza temporanea nella struttura organizzativa dell'Ente de quo
per garantire l'operatività di alcuni settori vacanti, previo avvio del
procedimento amministrativo di selezione pubblica.
Con nota prot.162309
del 14 maggio u.s. (all.01), il Dirigente Generale del Dipartimento Presidenza
a cui compete la vigilanza sull'Azienda Calabria Verde, ha puntualmente
contestato al Commissario Straordinario della stessa, l'affidamento degli
incarichi di reggenza temporanea, chiedendo al contempo ulteriori elementi a
sostegno e chiarimento delle motivazioni che hanno portato all'adozione degli
stessi, ovvero ad adottare gli adempimenti contabili di cui si rileva la
carenza".
Jole Santelli (Presidente della Giunta regionale)
Guccione, Bevacqua, Irto, Notarangelo, Tassone. Al
Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
-l’effettiva cantierizzazione dei nuovi ospedali e
delle Case della salute, l’acquisto delle nuove apparecchiature tecnologiche
nel servizio sanitario calabrese sono una necessità avvertita da anni, resasi
oggi ancora più indispensabile vista l’emergenza Covid-19, sia per il
potenziamento dell’offerta sanitaria e sia per le considerevoli ricadute sul
sistema economico calabrese. Basti pensare che l’iter per la realizzazione
delle Case della salute è partito nel 2009 e quella per i nuovi ospedali nel
2007. Centinaia di milioni di euro disponibili e non utilizzati da oltre un
decennio;
-il 6 dicembre 2007 è stato stipulato il
Protocollo di intesa tra il Ministero della salute e la Regione Calabria ai
fini della sottoscrizione dell’Accordo di programma per la realizzazione delle
nuove strutture ospedaliere della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di
Gioia Tauro, prevedendo le risorse necessarie, sia statali che regionali. La
realizzazione dei suddetti ospedali è stata confermata nell'accordo sul Piano
di rientro del debito del settore sanitario della Regione Calabria sottoscritto
il 17-12-2009 e dai successivi programmi operativi di prosecuzione del Piano di
rientro;
-il nuovo ospedale della Sibaritide prevede una
dotazione di 330 posti letto (DO, DH, DS) oltre a 46 posti letto tecnici per un
totale di 376 posti letto, con un impegno finanziario di spesa pari a euro
143.921.997,42;
-il nuovo ospedale di Vibo Valentia prevede una
struttura sanitaria con una dotazione sanitaria di 287 posti letto (DO, DH, DS)
oltre a 52 posti letto tecnici per un totale di 339 posti letto, con un impegno
finanziario di spesa pari a euro 143.965.197,29;
-il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro
prevede una struttura sanitaria con 314 posti letto (DO, DH, DS) oltre a 38
posti letto tecnici per un totale di 352 posti letto, con un impegno
finanziario di spesa pari a euro 150.133.542,61;
-sono trascorsi 13 anni dalla stipula dell’accordo
di programma tra Regione e Ministero e ancora non si è riusciti a realizzare i
tre ospedali importanti per migliorare anche la qualità dell’offerta sanitaria,
ospedaliera e territoriale calabrese, e le Case della salute, per un totale di
circa mezzo miliardo di euro disponibili per la loro costruzione che
rappresenterebbero, inoltre, una opportunità per l’economia e l’occupazione
calabrese;
-il 20 per cento (cioè circa cento milioni) della
cifra totale, pari a mezzo miliardo di euro, dovrà essere destinata
all'acquisto di macchinari e tecnologie sanitarie a supporto delle strutture
ospedaliere e delle Case della salute;
-con il Dpgr numero 135 del 2011, rettificando
parzialmente il Dgr numero 740/2009, sono stati rideterminati i siti in cui
realizzare le Case della salute;
più precisamente gli otto siti individuati con
Dpgr 135/2011 per la realizzazione della Casa della salute sono: Trebisacce,
Praia a Mare, San Marco Argentano, Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e
Siderno;
-per le Case della salute di San Marco Argentano,
Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e Siderno risultano ratificati gli studi
di fattibilità approvati dalle Asp competenti. Per le Case della salute di San
Marco Argentano, Mesoraca e Siderno sono state effettuate le verifiche di
vulnerabilità sismica delle strutture;
-con Decreto del Commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di rientro sono state approvate le nuove convenzioni
aggiornate alle sopraggiunte disposizioni in materia di appalti pubblici,
decreto legislativo 50/2016 e decreto legislativo 56/2017;
-le risorse disponibili risultano essere euro
49.315.529,20 a seguito della rimodulazione del PAC con Dgr 40/2016;
è pertanto prevista la spesa per la realizzazione
delle sei Case della salute di seguito riportate: Asp di Cosenza: San Marco
Argentano euro 8.149.648,89;
Cariati: 9.172.683,54. Asp di Crotone: Piattaforma
sanitaria di Mesoraca euro 5.500.000,00. Asp di Catanzaro: Chiaravalle euro
8.100.000,00. Asp di Reggio Calabria: Scilla euro 8.270.000; Siderno euro
9.760.000;
-a tutt'oggi, quindi, si è determinato un accumulo
di risorse finanziarie in materia di investimenti in edilizia e tecnologie
sanitarie che non ha precedenti nella storia della regione e che rappresenta la
prima voce per disponibilità dell’intero bilancio regionale: sono disponili
poco meno di DUE miliardi di euro;
-in data 30-04-2016 è stato sottoscritto un
Accordo di programma tra il presidente del Consiglio dei Ministri e il
presidente della regione Calabria e che comprende: il nuovo ospedale di
Catanzaro, il nuovo ospedale di Cosenza, l’ospedale di Reggio Calabria
completamento ospedale Morelli, adeguamento e potenziamento ospedale di
Crotone, adeguamento e potenziamento ospedale di Lamezia;
-da giugno 2018 con il Ministero della Salute sono
stati decisi gli obiettivi dell'Apq attivando i rispettivi studi di fattibilità
quali strumenti propedeutici per la realizzazione degli ospedali di cui sopra;
-con delibera n. 115 del 2 aprile 2019 della
giunta regionale si trasmetteva al Ministero della salute il documento
programmatico definitivo, in accordo con lo stesso Ministero;
-con dca 124 del 20 settembre 2019 veniva
trasmesso lo stesso atto con un impegno complessivo di risorse tra primo e
secondo stralcio pari a 788 milioni;
-sono in corso i lavori di progettazione del nuovo
ospedale (completamento Morelli) di Reggio Calabria con intervento Inail pari a
180 milioni;
-sono stati già trasmessi lo scorso anno le
relative schede al Ministero per gli interventi previsti in materia di
potenziamento delle radioterapie delle regioni meridionali (legge De Vincenti)
pari a 10 milioni;
-con dca n. 183 del 19 dicembre 2019 è stato
trasmesso al Ministero della salute il programma di ammodernamento tecnologico
pari a euro 86.488.000,00;
-con dpcm del 24 dicembre 2018 sono state
assegnate alla Calabria 300 milioni di euro per investimenti Inail in materia
di edilizia sanitaria e sociale. Visto quanto descritto e le risorse economiche
rilevanti e immediatamente disponibili, la circostanziata ricostruzione degli
atti e l'emergenza Covid-19 in atto,
per sapere:
quali iniziative urgenti intende assumere, anche
con l'attivazione di strumenti eccezionali tesi a garantire la cantierizzazione
di tutte le opere finanziate da oltre dieci anni per centinaia di milioni di
euro, finalizzati a una nuova edilizia sanitaria e a un ammodernamento
tecnologico del sistema sanitario calabrese utili anche ad affrontare
l'emergenza Covid-19. Tutto ciò rappresenterebbe per l'economia calabrese anche
un'opportunità con la creazione di migliaia di posti di lavoro e un sostegno a
tutto ii sistema delle imprese della nostra regione. E' necessario recuperare i
ritardi che si sono registrati in questi anni nella realizzazione dei tre nuovi
ospedali e delle Case della Salute attraverso la nascita di un istituto in
grado di semplificare e sburocratizzare l'iter teso a imprimere
un'accelerazione delle attività utili ad avviare i cantieri, così come è stato
fatto ad esempio per la ricostruzione del Ponte di Genova.
(16; 11/05/2020)
Risposta:
Anastasi, Callipo, Di Natale. Al Presidente della
Giunta regionale. Premesso che:
-l'ordinanza n. 38 del 30 aprile 2020 della
Presidente della Regione Calabria, recante ulteriori misure per la prevenzione
e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-2019, ha disposto le misure
relative al rientro delle persone fisiche nella Regione Calabria presso i
luoghi di residenza;
-dopo alcune notizie apparse su diversi organi di
informazione il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ha
dichiarato, con comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale della
Regione il 12 maggio 2020 alle ore 14:26, che vi sono circa 1500 tamponi
conservati presso le Asp di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria in attesa di
essere processati;
-si moltiplicano le segnalazioni da parte di
calabresi provenienti da fuori regione che nonostante le richieste agli organi
competenti non sono stati ancora sottoposti a tampone presso il proprio
domicilio o che ne attendono gli esiti;
per sapere:
1.quali siano nello specifico le modalità, le
condizioni e i tempi di conservazione dei tamponi a cui fa riferimento il
Dipartimento Tutela della Salute;
2.se e quanti test riguardanti i calabresi
provenienti da fuori regione non sono stati processati bensì conservati;
3.quale sia il soggetto che ha deciso ed
autorizzato tale procedura ed il motivo di tale decisione;
4.se la procedura di conservazione dei tamponi
attuata garantisce l'efficacia e l'affidabilità dell'esito dei test;
5.se tale procedura sia stata concordata con gli
esperti della Task force istituita dalla Regione Calabria a supporto dell'Unità
di crisi regionale;
6.se la Regione abbia verificato la correttezza
delle procedure seguite dalla Protezione civile regionale, dalle ASP, dalle
strutture sanitarie e uffici regionali interessati e quali provvedimenti
intende, eventualmente, adottare;
7.se, "al fine di evitare flussi
incontrollati" come previsto nella predetta ordinanza n. 38 del 30 aprile
scorso, i cittadini residenti in Calabria, rientranti da altra regione, sono
obbligati o meno a sottoporsi al tampone ed all'isolamento di 14 giorni (cd
"quarantena");
8.quale sia il numero effettivo delle persone
rientrate in Calabria dall'inizio della "fase due", il numero dei
tamponi effettuati presso le stazioni di servizio e stazioni ferroviarie, il
numero dei tamponi effettuati presso il domicilio, il numero dei tamponi
processati ed il risultato dei test;
9.il motivo dei ritardi degli esiti dei tamponi su
chi rientra da fuori regione o sugli operatori sanitari sottoposti a tampone
negli ultimi giorni;
10.il motivo dei ritardi nel sottoporre a tampone
le persone rientrate in Calabria che ne hanno fatto richiesta alle autorità
competenti;
11.il motivo dei ritardi nel sottoporre a tampone
di controllo le persone già risultate positive e in quarantena da tempo;
12.quali provvedimenti la Regione abbia adottato
negli ultimi due mesi in vista della "fase due" e del rientro dei
calabresi da fuori regione per risolvere il problema della carenza dei
reagenti, dei macchinari per processare i tamponi e del personale addetto alle
analisi dei test e sulla carenza di dispositivi di protezione individuale;
13.se è vero che ci sono macchinari per processare
tamponi in dotazione al Servizio sanitario regionale ma inutilizzati e in
quest'ultimo caso, ii motivo sotteso a tale mancato impiego;
14.se le procedure poste in essere per l'attività
di screening relativa alla ricerca di Covid-19/SARS- Cov-2 e successive misure
di salvaguardia stiano garantendo le misure di sicurezza previste dalle norme e
dalle ordinanze vigenti;
15.se il Presidente della Regione ritiene di
riferire in Consiglio regionale sullo stato dell'emergenza COVID-19 in
Calabria.
(20; 13/05/2020)
Risposta:
Art. 1
(Abrogazione
della legge regionale 5/2020)
1. La legge regionale 29 maggio 2020, n. 5
(Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (Rideterminazione della
misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e
adeguamento al d.l. n. 174/2012)), è abrogata.
Art. 2
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in
vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.