XI^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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n.4

 

SEDUTA Di mercoledì 03 giugno 2020

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DOMENICO TALLINI

 

Inizio lavori h. 15,39

Fine lavori h. 17,37


 

Presidenza del Presidente Domenico Tallini

La seduta inizia alle 15,39

 

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

MANCUSO Filippo, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Proposta di legge numero 13/11^ di iniziativa del consigliere D. Tallini recante: “Abrogazione della legge regionale n. 5/2020 recante: "Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 “Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al decreto legge numero 174/2012”)”

PRESIDENTE

Ringrazio i consiglieri Di Natale e Pitaro per aver accettato l’invito di ritirare una loro proposta che oggi sarebbe stata iscritta all’ordine del giorno.

Ringrazio, altresì, i colleghi Graziano e Pietropaolo per aver condiviso il ritiro delle proposte di legge, di cui avrebbero potuto proporre l’inserimento all’ordine del giorno, e la collega Minasi, che, invece, si riserva di richiedere l’inserimento della proposta di legge a sua firma nella prossima seduta di Consiglio regionale.

Interverrò personalmente per introdurre la discussione che riguarda la proposta di legge numero 13/11^, di mia iniziativa e dei consiglieri Callipo, Esposito, Pietropaolo, Minasi, F. Pitaro, Bevacqua, Graziano, Caputo e Arruzzolo, recante: “Abrogazione della legge regionale numero 5 del 2020 (“Modifiche alla legge regionale numero 13 del 31 maggio 2019 per la rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al decreto legge numero 174 del 2012”)”

Onorevoli colleghi, mi sono assunto la responsabilità di convocare questa seduta di Consiglio regionale straordinaria ed urgente per abrogare la legge numero 5 del 2020 con cui sono state apportate modifiche alla legge numero 13 del 2019 che regola l’indennità differita e l’indennità di fine mandato, spettanti ai Consiglieri regionali.

Questa Presidenza ha verificato la sussistenza di incongruenze, sia per quanto riguarda il mancato allineamento alle intese raggiunte sulla materia in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Legislative delle Regioni e delle Provincie Autonome sia per quanto riguarda l’impatto finanziario per l’Ente, che si realizzerebbe potenzialmente con l’allargamento della platea dei beneficiari.

Ho anche verificato la volontà unanime dei Gruppi consiliari, che avevano presentato la proposta di legge, di procedere all’abrogazione della norma approvata.

I profili di formale irregolarità non sono, purtroppo, emersi con la necessaria chiarezza nell’ultima seduta di Consiglio regionale, anche perché il ricorso all’articolo 42 del Regolamento interno da parte dei Gruppi proponenti – vale a dire l’inserimento di pratiche non contemplate nell’ordine del giorno – ha sostanzialmente ristretto gli spazi per un’analisi più approfondita dell’argomento in discussione, anche a causa di un’inadeguata e insufficiente relazione che questa Presidenza si sente – sia pure a posteriori – di censurare.

La revoca della legge numero 5 del 2020 è un atto doveroso e, nello stesso tempo, un atto di responsabile umiltà da parte del Consiglio regionale della Calabria, capace di riconoscere errori di valutazione, errori di analisi ed errori di opportunità politica.

Con questo atto che compiamo oggi, non cancelliamo nessun “peccato originale” di cui vergognarci, ma prendiamo semplicemente atto, con umiltà e senso del dovere, dell’enorme responsabilità che abbiamo come Assemblea legislativa, rappresentativa della sovranità popolare; una responsabilità così gravosa non ci consente di sbagliare, nemmeno in buona fede.

Proprio perché ogni esperienza, anche negativa, diventa una lezione utile e preziosa, mi sento di raccomandare a tutti i consiglieri regionali di limitare in futuro quanto più possibile – lo diciamo a tutti e io sono custode di questo messaggio - il ricorso all’articolo 42 del Regolamento interno, riservandolo solo ai casi che impongono scadenze rigorose o che presentano profili di urgenza.

L’istruttoria in sede di Commissioni consiliari dovrà essere sempre e comunque la nostra stella polare, a meno di fattispecie straordinarie che impongano deliberazioni d’urgenza. Prima di passare all’illustrazione dell’atto di revoca della legge numero 5 del 2020, consentitemi di esprimere tutta la mia indignazione per l’ingiusto attacco concentrico rivolto in questi giorni al Consiglio regionale della Calabria e ai suoi componenti, un attacco basato su fake news, falsità, bugie, inaccettabili forzature e fantasiose ricostruzioni.

La più colossale fake news ha riguardato il ripristino dei vecchi vitalizi che il Consiglio regionale avrebbe operato con la legge numero 5 del 2020, che stiamo per abrogare.

I vecchi vitalizi sono stati aboliti sin dal 2011, mentre la legge numero 13 del 2019 ha consentito di rideterminare su base contributiva ben 189 assegni vigenti con un risparmio per l’Ente di un milione e 249 mila euro all’anno.

Sono questi i dati inoppugnabili che nessuno potrà mai mistificare!

La legge che stiamo per abrogare non incide sull’impianto della normativa esistente, se non per aspetti marginali, anche se dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riconoscerne i profili di inopportunità politica e di non aderenza alle intese della Conferenza Stato-Regioni.

Di questo aspetto parlerò più avanti, in maniera dettagliata, perché oggi più che mai c’è necessità di un’operazione verità che restituisca dignità al Consiglio regionale della Calabria davanti ad un’opinione pubblica disorientata dal disinvolto uso dell’arma della falsità.

Onorevoli colleghi, si è formato, in questi giorni, un singolare “cartello” che ha utilizzato in perfetta malafede fake news e bugie per demonizzare e infangare il Consiglio regionale della Calabria, senza distinzione tra maggioranza e opposizione.

In questo triste e variopinto “cartello di sciacalli” ci sono paladini dell’antipolitica, nostalgici della Prima Repubblica, antimeridionalisti a pagamento, giornalisti che si cimentano in fantasiosi racconti gialli su “manine” che fanno proposte e poi scompaiono.

Non credo ai complotti – che sono cose serie, organizzate da gente seria – ma registriamo una singolare convergenza di interessi di soggetti diversi tra loro, ma tutti accomunati da sentimenti di rivalsa e perfino dall’odio e, comunque, da obiettivi dai tratti non proprio nobili.

Questo Consiglio regionale, insediatosi nel momento più drammatico e delicato dell’epidemia, ha risposto con grande senso di responsabilità, licenziando i provvedimenti riguardanti il bilancio regionale e sostenendo direttamente iniziative a favore delle famiglie, come gli stanziamenti per gli studenti universitari fuori sede; il che, messo alla prova dal Governo del Paese e di grandi città come Roma, ha dato prova di incultura, ignoranza dei problemi, improvvisazione, dilettantismo, scadendo anche in forme perverse di gestione del potere.

Non mi pare che il “cartello” dei novelli fustigatori del costume politico si sia indignato, per esempio, per la scarcerazione di centinaia di boss mafiosi, mandati ai domiciliari con una superficialità che lascia basiti.

Non ho traccia della loro indignazione per i disinvolti “aiuti di Stato” elargiti anche a chi non ne ha diritto, con un “reddito di cittadinanza” finito nelle tasche di delinquenti e nullafacenti di professione, che ha riportato indietro di mezzo secolo il nostro Paese.

Prendo atto dei toni più distesi del ministro Di Maio, che ha parzialmente corretto un suo affrettato e disinformato commento su questa vicenda, ma noto con stupore che alcuni leader nazionali, anche della mia parte politica, non hanno sentito l’esigenza di approfondire la questione prima di lanciarsi in giudizi affrettati e carichi di demagogia.

Che la Calabria abbia bisogno di treni, ospedali e posti di lavoro lo sanno anche i bambini!

Onorevoli colleghi, come ho dichiarato alla stampa, oggi occorre compiere un’operazione-verità che diradi ogni possibile nube su questo Consiglio regionale e spazzi via le fake news divulgate a piene mani dal “cartello degli sciacalli”.

Non sarà un’operazione semplice perché il vento dell’antipolitica ha fatto passare il falso messaggio di un’Assemblea che, in piena emergenza sanitaria, ripristina i vitalizi, aboliti da tempo.

Ho già precisato che le inopportune modifiche introdotte dalla legge numero 5 del 2020 che ci apprestiamo a revocare, comunque non avrebbero inciso sull’impianto della legge numero 13 del 2019, che ha introdotto, come in quasi tutte le Regioni italiane, il regime dell’indennità differita per i consiglieri regionali, imperniato sul sistema contributivo.

Quell’impianto resta ben saldo!

La legge regionale numero 13 del 2019 ha previsto l’indennità differita basata sul metodo contributivo previsto dal decreto legge numero 174 del 2012 al pari delle altre Regioni d’Italia. Il Consiglio regionale della Calabria ha provveduto a dare attuazione alle disposizioni contenute nel Capo I della legge, rideterminando un numero complessivo di 189 vitalizi in erogazione, con un risparmio di spesa pari ad euro 1 milione 249 mila 588 ogni anno.

Il risparmio di spesa quantificato nella relazione tecnico-finanziaria, considerato che il consuntivo medio rilevato a consuntivo è pari ad euro 102 mila 252,5, tenuto conto delle cessazioni del diritto al vitalizio che, ad oggi sono state 4 e che, attualmente, è in linea con le previsioni.

L’indennità differita è un istituto introdotto con le disposizioni contenute nel Capo II, espressamente previsto dalla legge dello Stato (Decreto Monti) la cui ratio risiede nel sistema di calcolo contributivo.

I tratti fondamentali dell’istituto prevedono che, al compimento del 65° anno di età, il consigliere regionale che abbia versato una contribuzione anche volontaria della durata di 5 anni, può accedere al relativo beneficio.

A titolo esemplificativo: un consigliere regionale versa una contribuzione volontaria in 5 anni, quantificata in euro 38.000,00 circa. A fronte di tali versamenti, al compimento dei 65 anni di età, percepirà un’indennità differita, al lordo delle tasse, per circa 720 euro mensili.

A tal proposito, l’indennità differita è diversa dall’istituto del vitalizio, così come disciplinato dalle leggi regionali precedenti. Infatti, quest’ultimo era sganciato dalla logica contributiva, che noi abbiamo determinato con la legge numero 13 del 2019, ed è stato abrogato con la legge regionale numero 38 del 2011.

Ancora a titolo esemplificativo: un consigliere regionale che aveva svolto il mandato per una Legislatura e che, quindi, aveva versato i contributi per 5 anni, al raggiungimento dei 60 anni di età, percepiva un vitalizio pari ad euro 3.745,16 lordi mensili, a fronte dell’importo di 720 euro che il consigliere percepirà in virtù della legge regionale numero 13 del 2019.

In altre parole, si è passati da vitalizi di 3.745 euro al mese, ad una indennità differita di 720 euro al mese.

L’errore è stato quello di lasciare intendere, con la legge che stiamo per abrogare, che tale beneficio poteva estendersi con la contribuzione volontaria, anche ai consiglieri dichiarati decaduti.

Si è trattato di un errore che il Consiglio regionale riconosce e ripara.

C’è da dire che il consigliere regionale calabrese percepisce un’indennità differita inferiore a quella dei consiglieri regionali di tutte le altre Regioni d’Italia perché si calcola sull’indennità di carica che risulta più bassa della media delle altre Regioni italiane. La Calabria prevede 5.100 euro contro i 6.400 euro di media delle altre Regioni.

Onorevoli colleghi, non sarà facile ripristinare la verità, ma dobbiamo provarci in tutte le sedi, così come dovremo, con responsabilità e senza tentazioni demagogiche, intervenire progressivamente sul contenimento dei costi della politica che derivano da normative e scelte del passato, come ho sentito condividere in Conferenza dei capigruppo.

Un primo passo, molto significativo e che dovremmo maggiormente sottolineare, è la riduzione di ben tre milioni di euro sul bilancio di funzionamento del Consiglio regionale che abbiamo recentemente approvato.

Si tratta di una cifra importante e significativa, che rappresenta una prima svolta rispetto al passato.

Segnalo, con soddisfazione, anche la riduzione dei costi dei Gruppi consiliari, testimoniata dalla restituzione di oltre 360 mila euro alla fine della scorsa Legislatura.

Sono certo – e, in tal senso, rivolgo una raccomandazione ai Presidenti dei Gruppi consiliari – che, anche in questa Legislatura, le somme assegnate ai Gruppi saranno impiegate con saggezza e moderazione.

Onorevoli colleghi, oggi compiamo un dovere, lo facciamo a testa alta, facendo ammenda di un errore di valutazione che ha suscitato reazioni nell’opinione pubblica, ma respingendo con forza e dignità la valanga di ingiuste e false accuse che sono state rivolte all’Istituzione e ai singoli consiglieri.

Grazie alla validità del nostro lavoro con la produzione di leggi che incideranno positivamente sulla vita sociale, economica e culturale della Calabria, sapremo dimostrare che siamo ben degni di rappresentare i cittadini che ci hanno concesso l’alto onore di rappresentarli.

Al “cartello dei falsi indignati” intendo rivolgere una sfida pubblica: li sfido a dimostrare che con la legge numero 5 del 2020, che stiamo per abrogare, sono stati reintrodotti i vecchi vitalizi; li sfido a dimostrare che il regime dell’indennità differita con il metodo contributivo è stato adottato solo dalla Regione Calabria; li sfido a dimostrare che i consiglieri regionali della Calabria percepiscono un’indennità di carica superiore a quella dei loro colleghi delle altre Regioni italiane.

Solo ai calabresi dobbiamo delle scuse per l’errore commesso, però diciamo anche che questa Assemblea regionale non ha reintrodotto, né reintrodurrà mai, alcun privilegio già abolito.

Il Consiglio regionale della Calabria saprà ben riconquistare la fiducia dei cittadini con le sue condotte e con il suo lavoro!

Con questo auspicio, chiedo al Consiglio regionale di approvare l’abrogazione della legge numero 5 del 2020. Grazie.

Cedo la parola al consigliere Mancuso, che illustrerà il provvedimento.

MANCUSO Filippo (Lega Salvini)

Onorevoli colleghi, ringrazio il presidente Tallini e tutti i capigruppo che, interpretando la volontà di tutti noi, all'indomani dell'approvazione della legge riguardante l'indennità differita di cui alla legge numero 13 del 2019, hanno concordato di tenere una seduta straordinaria del Consiglio regionale per abrogare quella norma e consentire al Consiglio regionale dell'undicesima Legislatura, eletto a fine gennaio ossia appena quattro mesi fa, di riprendere il fondamentale rapporto di fiducia che ci deve essere tra chi siede in quest'Aula e la società calabrese.

Preliminarmente, volevo far presente che la norma approvata il 26 maggio non ha assolutamente variato, aumentato e, in ogni modo, modificato ciò che sono gli importi dei vitalizi previsti dalla legge numero 13 del 2019, frutto dell’accordo sancito nella Conferenza Stato-Regioni che ha stabilito in tutta Italia quelli che devono essere i trattamenti pensionistici dei consiglieri regionali.

La legge approvata il 26 maggio scorso doveva eliminare solo la disparità di trattamento sul Trattamento di fine mandato, tra chi sceglie di versare i contributi e chi, invece, rinuncia a tale opportunità.

Probabilmente, alcuni di noi erano convinti che nella seduta del 26 maggio sia stato votato solo questo; invece, il testo approvato, eliminando un periodo del comma 4 dell'articolo 7 della legge numero 13 del 2019, ha dato la possibilità al consigliere sollevato dall'incarico di versare i contributi previdenziali.

L’intenzione era quella di abrogare tutto il comma 4 e non approvare attenuanti, ma l’articolo di legge che attestava l’invarianza economico-finanziaria del bilancio, secondo me, produce anche effetti economici negli esercizi futuri, quindi è potuto succedere che ci ha ulteriormente tratto in errore.

Con la legge che ci apprestiamo ad approvare metteremo un punto a tale vicenda, annullando completamente il provvedimento del 26 maggio.

Abbiamo fin qui dimostrato, pur non nascondendo difficoltà derivanti dalla fisiologica dialettica politica, che questo Consiglio regionale ha voglia di adoperarsi per dare risposte concrete ai bisogni dei calabresi.

Intendiamo proseguire in tal senso, soprattutto appena le Commissioni saranno insediate, per portare a compimento il tantissimo lavoro legislativo che c'è da fare, sia per fronteggiare l'emergenza sanitaria sia per dare alla Calabria una prospettiva di riscatto economico e sociale.

Vogliamo farlo avendo come faro esclusivamente gli interessi dei calabresi, in piena trasparenza, nel rispetto della legalità e dei criteri di efficienza ed efficacia che debbono improntare l'azione legislativa ed amministrativa.

Sono convinto che nessuno di noi – pur adoperandoci, ciascuno in base alla funzione che l'elettorato ci ha assegnato – vorrà disattendere gli impegni assunti in campagna elettorale.

A testa alta e con il coraggio politico che il difficile frangente esige, siamo qui per produrre leggi di qualità e dare una sterzata alla politica/politicante dei decenni scorsi e agli errori compiuti in mezzo secolo da un certo modo di intendere il regionalismo che, purtroppo, ci lascia in eredità uno scollamento tra le Istituzioni e la società civile, a cui occorrerà porre rimedio.

Rispetto alla importante progettualità di questo Consiglio regionale aperto alle istanze della società calabresi e disposto all'ascolto finalizzato a rimettere la Regione nei circuiti politici nazionali, consideriamo quanto accaduto con l'approvazione della legge che stiamo per cancellare un incidente di percorso che vogliamo assolutamente lasciarci alle spalle.

Una disattenzione generale a cui oggi rimediamo ma che, sono sicuro, non si ripeterà mai più.

Non siamo il Consiglio regionale dei privilegi!

Lo voglio dire chiaro e tondo, soprattutto ai cittadini che ci ascoltano e che ci guardano, ma anche a tutti coloro che in questi giorni hanno colto l'opportunità per gettare discredito sulla massima Assise democratica della Calabria.

Non siamo il Consiglio dei privilegi, non soltanto perché non abbiamo avuto il tempo per concretizzarli, ma perché nel corso di questa Legislatura, per quanto concerne i costi della politica, non ci discosteremo mai da quanto accade nelle altre Regioni.

Provvederemo a razionalizzare i costi della politica nella maniera più coerente, con le esigenze di buon funzionamento di un'Assemblea legislativa e nel pieno rispetto dei bisogni reali dei calabresi che per noi sono al primo posto nell'agenda politica e legislativa.

Leggo il testo del progetto di legge che sottopongo all'Aula per l'approvazione.

La presente proposta di legge mira ad abrogare la legge regionale numero 5 del 2020, approvata nella seduta del Consiglio regionale del 26 maggio 2020, e a far rivivere nuovamente ed esattamente le parti degli articoli 7 e 16 della legge regionale numero 13 del 2019 nel testo vigente, prima delle modifiche apportate alla sopracitata legge numero 5 del 2020.

L'intervento normativo si rende necessario in quanto la lettera a) del comma 1 dell'articolo 1 della legge numero 5 del 2020, appare non in linea con quanto statuito nello schema comune del testo trovato nell'intesa sancita in data 3 aprile 2019 in sede di Conferenza Stato-Regioni.

Infatti, nel testo de quo era espressamente previsto che il consigliere regionale la cui elezione veniva annullata non poteva essere ammesso alla contribuzione volontaria per gli anni di esercizio del mandato.

La proposta di legge consta di tre articoli: l’articolo 1 reca l’abrogazione della legge numero 5 del 2020; l’articolo 2 reca la clausola dell’invarianza finanziaria; l’articolo 3 reca l’urgenza dell’entrata in vigore della legge, che si rimette all'Aula per l'approvazione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Non avrei mai immaginato di trovarmi in Aula per abrogare la proposta di legge da noi approvata di recente. È un momento, credo, difficile per ognuno di noi.

Un momento che ci ha anche segnato, in questi giorni, per le tante sollecitazioni ricevute, e non ho remore ad affermare che non potevamo fare peggiore scelta di quella che ha dato la possibilità ai tanti professionisti del facile populismo di strumentalizzare ed enfatizzare una vicenda, bella e pronta, per essere cavalcata.

Non solo: abbiamo consentito anche ai tanti nostri amici, veri o falsi, che oggi prendono il vitalizio, di strumentalizzare questa vicenda, quando noi, sicuramente, per quanto detto dal consigliere Mancuso e dal presidente Tallini, non parliamo di questo. Non potevamo fare cosa peggiore.

Peggiore scelta, come dicevo, anche perché abbiamo instillato in tanti nostri amici il dubbio sulla nostra credibilità, e di questo mi sento molto colpito e amareggiato.

Non potevamo fare peggiore scelta, perché ai tanti cittadini onesti e in difficoltà economica, abbiamo dato l'impressione - l'impressione, non la sostanza - di pensare soltanto ai fatti nostri e non al bene comune.

Cari colleghi, per questo dico che un Consiglio regionale non si può permettere una simile rappresentazione e percezione all’esterno. Ed ecco perché, io parlo a nome del mio gruppo, ma penso dell’intera minoranza, da oggi non ci saranno più consentiti errori di questa portata e noi non vi parteciperemo, perché, per chi come noi esercita ruoli di responsabilità, la leggerezza e il mancato approfondimento dei provvedimenti posti in votazioni non sono in nessun modo giustificabili.

Potevamo e dovevamo prenderci il tempo necessario, non l'abbiamo fatto.

Abbiamo sbagliato tutti.

Mi rivolgo, però, alla maggioranza: se avessimo eletto gli Uffici di Presidenza delle Commissioni, dove si sarebbe potuto approfondire l’argomento, senza farsi prendere dalla fretta - come in quella seduta che è stata presentata la proposta di legge - sicuramente questo errore non l’avremmo fatto.

Invito la maggioranza a cercare di trovare la quadra intorno a questa problematica e di costituire nei prossimi giorni le Commissioni consiliari, di cui la Calabria è priva da mesi; questa è una violazione del principio di legalità perché è previsto dallo Statuto e noi, dopo quattro mesi, non siamo riusciti ad eleggere gli Uffici di Presidenza delle Commissioni.

Presidente Tallini, la invito caldamente a convocare al più presto una seduta di Consiglio per provvedervi, poiché le Commissioni sono il vero filtro, il vero motore di un Consiglio regionale.

Detto ciò, io non sfuggo dalle mie responsabilità, perché, come dicevo, ognuno di noi avrebbe dovuto esercitare un controllo più attento su quel testo. Da parte mia, non ho alcun problema ad ammettere che ho personalmente peccato di superficialità.

Ho personalmente peccato di superficialità e non voglio puntare il dito contro nessuno, perché quando si sbaglia la responsabilità è personale.

Ho apportato la mia firma su quel documento e mi assumo la responsabilità, perché così si fa in un Consiglio regionale, perché così si dimostra di essere classe dirigente e di essere responsabili, quando si sbaglia bisogna chiedere scusa ai calabresi.

Bisogna chiedere scusa agli amici del centrosinistra che ci hanno sostenuto. Bisogna chiedere scusa ai tanti elettori, iscritti al Partito Democratico, che sicuramente non hanno apprezzato e condiviso questa scelta.

Voglio chiedere, anche, scusa pubblicamente ai consiglieri Pippo Callipo e Francesco Pitaro, perché entrambi hanno firmato il documento, dopo aver visto la mia firma sulla proposta che mi era stata sottoposta dai colleghi di maggioranza. Anche questo è un segnale di correttezza, di onestà intellettuale che fa onore a chi ha avuto rispetto dei ruoli, del lavoro della minoranza e che dimostra che abbiamo con ingenuità, con superficialità, approvato questo provvedimento.

Quello che mi sento di garantire, però - l’ho già detto nella Conferenza dei capigruppo - è che quanto successo non si ripeterà mai più, mai più. Non avalleremo più, almeno come gruppo PD, il richiamo in Aula di proposte di legge che non siano state adeguatamente discusse, approfondite, confrontate con gli uffici competenti.

Presidente Tallini, dico con chiarezza che a me non va bene che, in quella seduta, non ci fosse la relazione del Settore assistenza giuridica, perché forse avremmo avuto più attenzione sulla tematica. Quindi anche la burocrazia credo che dovrebbe fare meglio il proprio dovere e svolgere meglio il proprio ruolo, assumendosi, le sue responsabilità.

Credo che questo dobbiamo dirlo con franchezza, perché tutti noi sappiamo - l'hanno detto bene il presidente Tallini e il consigliere Mancuso - che approvando la legge numero 5 non abbiamo né introdotto, né riesumato privilegi e vitalizi morti e sepolti da anni, per come è stato ricordato; morti e sepolti da anni. Così come sappiamo che la legge regionale approvata lo scorso anno, con la presidenza Irto, ha adeguatamente regolamentato il sistema contributivo in vigore e ha consentito già un risparmio superiore a un milione di euro, ma nell'opinione pubblica abbiamo ingenerato questo convincimento e dobbiamo porre rimedio non con le parole ma con i fatti.

All’onore di ricoprire la carica, si affianca il sacrosanto onere di esercitare le nostre funzioni in piena coscienza e nel rispetto integerrimo dei principi fondamentali del nostro ordinamento. E non è un caso che, oggi, sia proprio il Presidente di quest'Aula a farsi primo firmatario della proposta in esame, che tra poco approveremo e che abroga la legge approvata nella seduta del 26 maggio.

Noi, come gruppo del Partito Democratico, non abbiamo presentato una proposta di legge, perché abbiamo ritenuto che fosse necessario un intervento diretto del presidente Tallini, in quanto Presidente di questo Consiglio, in qualità appunto della funzione di equilibrio e di responsabilità del Consiglio regionale tutto.

Oggi, quindi correggiamo un errore, facciamo in modo di non commetterne altri e soprattutto facciamo in modo che la politica, nel suo insieme, riacquisti quella credibilità che le compete. È la primaria risposta adeguata che abbiamo il dovere inderogabile di offrire.

Abbiamo davanti tempi duri e sfide straordinarie e questo l’abbiamo già detto nella discussione sul bilancio e nella discussione successiva.

Abbiamo davanti le nuove fasi dell'emergenza Covid.

Abbiamo davanti delle sfide importanti per la Calabria relative alla modalità di utilizzo dei Fondi provenienti dal Recovery Fund e spero anche del MES. Sta in questo la sfida che noi, adesso, vogliamo lanciare alla maggioranza.

Dobbiamo dimostrare che la Calabria ha una classe dirigente competente e responsabile ed il gruppo del Partito Democratico nei prossimi giorni metterà in campo idee e proposte, a partire dalla sanità, a partire da un modello organizzativo diverso tra rete ospedaliera e territorio.

Noi adesso, da oggi, metteremo al centro del dibattito politico le problematiche dei calabresi; questo significa essere all’altezza del compito e sarà l’unico modo per conferire significato alla presenza tra questi banchi.

Cito un articolo che ho letto ieri, a firma di un giornalista che stimo molto, Mimmo Nunnari, che accusava che questo Consiglio regionale potesse essere una palla al piede dei calabresi. Conosco bene Mimmo Nunnari e la sua onestà intellettuale, con la quale ha posto questa problematica.

Noi, invece, dobbiamo dimostrare che questo Consiglio non è la palla al piede di nessuno, ma ha qualità, competenza e onestà, da poter oggi mettere in campo idee e proposte utili ai calabresi e che la Calabria è pronta ad accettare le sfide che oggi ci provengono da un Europa diversa, una nuova Europa e mi auguro anche una nuova Calabria.

Basta errori! Facciamo mea culpa e lavoriamo per ridare dignità e credibilità a questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Minasi. Ne ha facoltà.

MINASI Clotilde (Lega Salvini)

Grazie, Presidente, assessori, colleghi consiglieri. Avendo sempre creduto che vi sia poca colpa nell'errore e poco merito nella virtù, non è, oggi, mio interesse ricercare approcci retorici o più ancora additare responsabili, per quanto accaduto sui titoli di coda dell'ultima seduta consiliare che, unitamente a legittime ma per niente pacate critiche, ha però costituito un pretesto per riaccendere ed alimentare gratuite speculazioni sul tema sempre caldo dei vitalizi che, come avete tutti ricordato, ormai sono stati abrogati da anni.

È con profonda amarezza che abbiamo registrato come i tanti meriti acquisiti da questa governance nella sapiente gestione dell'emergenza, prima sanitaria e poi economica, legata alla pandemia, siano stati immolati in nome della spasmodica ricerca della manina che avrebbe perseguito interessi personali, al di là delle appartenenze ideologiche o partitiche o al di là della collaborazione nella maggioranza o nell'opposizione.

Non possiamo nemmeno nascondere come la vicenda, oggi all'ordine del giorno, abbia generato un messaggio che è in netta antitesi con la discontinuità che concretamente intendiamo perseguire, consentendo a tanti, forse anche a troppi di potersi spingere oltre la giusta critica, esprimendo opinioni a volte anche fuorvianti e spesso tracimanti anche in giudizi di carattere personale.

Questo non possiamo permetterlo perché unitamente al diritto di sbagliare e di redimersi, rivendichiamo con forza, anche, quello di difendere la nostra storia, il cammino tracciato in tanti anni di attività politica-amministrativa al servizio della cosa pubblica.

Ed è proprio l’accresciuta percezione delle cose che ciascuno ha acquisito durante il proprio cammino, che ha ispirato quest'Aula a portare all'adozione della proposta abrogativa, oggi in discussione, e che ci consente di trasformare un errore in un atto d'onore, lenendo, così, la delusione che, purtroppo, abbiamo cagionato ai cittadini calabresi.

Voglio rivolgere, anch'io, ai cittadini calabresi le più sentite scuse per l'accaduto che senza infingimenti ha, ovviamente, rappresentato una brutta pagina della storia di questa Assise e che, personalmente, non ho ben vissuto sia da rappresentante delle Istituzioni da appartenente ad un partito come la Lega.

Voglio qui ribadire che la scelta di partecipare alle recenti competizioni elettorali ha l'esclusiva finalità di contribuire alla crescita di un governo del popolo, dal popolo e per il popolo, e che sappia quindi riportare i territori e ancor di più il cittadino al centro del villaggio, altrimenti sviliremo l’essenza propria e vitale della politica stessa; tornare indietro, quindi, risponde a questo proposito, risponde ai calabresi dando delle rassicurazioni sulle legittime perplessità espresse.

Questo, ovviamente, è stato già ribadito, non deve più accadere.

Non dovremo più dare spazio a situazioni borderline, a fraintendimenti, a condizioni dalle quali si possa desumere - anche se in maniera errata, come accaduto in questi giorni - che i personalismi e i privilegi siano la nostra priorità. Così non è! Altrimenti non annulleremo mai quella distanza, che purtroppo continua a crescere tra cittadini e istituzioni. A maggior ragione adesso che le problematiche sono ancora più accentuate e che tanti cittadini, oggi, non hanno una visione di un futuro e quindi le cosiddette beghe di Palazzo contribuiscono solo alla costruzione di muri, che non consentono di osservare bene il paese reale.

Dopo quello che è accaduto, come Lega, ci siamo confrontati a lungo. Il nostro è un partito che per la prima volta entra, quest'anno, a Palazzo Campanella e ciò è stato possibile, perché in tanti hanno sposato un progetto. Un progetto basato su valori solidi, sull'assenza di compromessi, sulla necessità di costruire insieme ai territori e sul forte richiamo alla volontà degli elettori, che alcuni ad arte bollano come populismo, usando questo termine nella peggiore delle sue accezioni.

Certo non è questo il momento di scandagliare significato e ricorsi storici, però possiamo dire a gran voce che essere a favore del popolo, essere dalla parte della gente, è semplicemente la normalità, cercando di non creare quelle fratture insanabili fra l'elettorato attivo e passivo.

Ed è partendo da queste basi che voglio evidenziare come la Lega non intenderà più soprassedere su situazioni analoghe. Mi riferisco alle modalità che adesso non è il momento di rinfangare, ma sulle quali ho già provveduto a presentare un progetto di legge di modifica del Regolamento.

Il nostro impegno, quindi, sarà indirizzato non solo ad adoperarci affinché si evitano certe circostanze e situazioni, ma anche di provvedere a rivedere i margini della legge numero 13, per apportare, ovviamente, con la dovuta calma, con i dovuti approfondimenti e con un’analisi ponderata e ben strutturata, delle variazioni che la rendono più virtuosa.

Il nostro intento è lavorare per non disperdere il credito dei nostri elettori, i quali sanno che determinati atteggiamenti non ci appartengono, che i vecchi modus operandi vanno superati e che i nostri privilegi sono soltanto quelli di poter dare risposte alla comunità. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.

DI NATALE Graziano (Io Resto in Calabria)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, anche io voglio intervenire nella discussione, dopo aver ascoltato le parole del Presidente del Consiglio regionale. Intanto, al di là delle questioni che i colleghi Consiglieri hanno prima di me espresso all'Aula, voglio dire che in qualità di consigliere regionale, come rappresentante del movimento “Io Resto in Calabria”, avevo presentato la proposta di legge numero 12/11^, depositata alle ore 19:15, e ho inteso ritirarla, insieme agli altri colleghi, perché ritengo corretto che il Presidente del Consiglio regionale rappresenti una unità di intenti dell'intero Consiglio regionale.

Però, voglio, al di là di questo, specificare che il ritiro è stato subordinato alla parola abrogazione, che è il termine che dobbiamo utilizzare tutti, senza aver paura di scandire lo stesso termine; nel senso che la legge numero 5 del 2020 viene abrogata dal Consiglio regionale, in un clima surreale, che ha suscitato nella nostra Regione e soprattutto nel sentimento di ciascuno di noi profondo in imbarazzo, non fosse altro per il modo in cui si è approvata quella legge regionale, non fosse altro che per il contesto in cui la nostra Regione sta vivendo e che vive quotidianamente - noi stiamo uscendo da una emergenza sanitaria con tanti problemi -, non fosse altro perché il problema più importante ora è anche la crisi economica. Una presa di coscienza dell'intera Assemblea, dunque, era più che mai utile e soprattutto doverosa, dopo aver fatto alcune precisazioni.

Sono alla mia prima legislatura, insieme ad altri colleghi, i colleghi del mio Gruppo, Io resto in Calabria, siamo tutti alla prima legislatura e non vogliamo passare per quelli che sono sprovveduti o per quelli che non si leggono le carte. Noi vogliamo passare invece e passiamo per i rappresentanti di quei calabresi onesti e, soprattutto, come rappresentanti di una parte che vuole rappresentare - e chiedo scusa per il bisticcio di parole - la buona politica.

Non dobbiamo avere paura di usare questa terminologia. Noi vogliamo, consigliere Callipo, rappresentare quella parte di politica che pensa agli interessi generali dei calabresi.

Allora, rispetto a questa cosa, dobbiamo giungere a un punto di conclusione del ragionamento. Questa Assemblea non ha dato un buon segnale ai calabresi. E io intanto dico che come componente dell'Ufficio di Presidenza - e mi rivolgo a lei, Presidente - alcune cose devono essere anche riviste, rispetto al funzionamento dei lavori dell'Aula. Per esempio - lo diceva prima il collega Bevacqua - noi abbiamo un vulnus, che è la mancanza delle Commissioni, che va a ledere un diritto sacrosanto di tutti i consiglieri. Non è un diritto dei consiglieri di opposizione o un diritto dei consiglieri di maggioranza, è il diritto di tutto il Consiglio regionale di venire qui in Aula istruiti, per andare ad approvare e sostenere iniziative che interessano i calabresi.

E le Commissioni, lo dicevo guarda caso nell’intervento della precedente seduta di Consiglio regionale, servono per snellire i lavori dell’Assemblea. Le proposte di legge, che in questo scorcio di legislatura sono arrivate in Consiglio regionale, Presidente, non hanno passato un vaglio importante che è quello dello studio delle Commissioni, che non solo servono per garantire un passaggio giuridico e il rispetto del Regolamento, ma servono anche per rendere edotti, coscienti i consiglieri regionali per esprimere il loro voto, dopo aver fatto un attento studio che passa, appunto, dalle Commissioni.

Proposte di legge che giungono in questa Aula senza il vaglio delle Commissioni, senza uno studio preliminare, personalmente - e credo di rappresentare e sono convinto di rappresentare il Gruppo “Io Resto in Calabria” - noi non ne voteremo più. Non fosse altro per non incorrere in errori, ma soprattutto per essere edotti, fino alla massima potenza della esposizione, della intelligenza di ognuno di noi, per capire realmente come un atto giunge all'interno del Consiglio regionale. E questo è il primo punto che volevo dire. Il secondo punto - non voglio assumere le vesti di chi vuole fare il primo della classe, anche perché non ho né la statura né l’ambizione di farlo - riguarda, Presidente, il sistema di votazione che noi abbiamo praticato in questo Consiglio regionale, nelle sedute che abbiamo effettuato nei mesi scorsi. A me non convince. Dobbiamo dare a questa Aula una autorevolezza, perché l’Aula che rappresenta i calabresi non può commettere errori, non può rappresentare incertezze.

In tutte le Regioni d'Italia c'è uno strumento di voto elettronico che consente, con certezza, di cristallizzare i voti della maggioranza, della minoranza, ma anche e soprattutto di ogni singolo consigliere. E il voto così veloce non mi convince, né mi convince la giustificazione che è una prassi voluta e dovuta da anni e anni di questo Consiglio regionale. Se è così, è una prassi sbagliata, che io non condivido e invito tutto il Consiglio regionale a correggere il tiro, in maniera collaborativa. Non so se esiste un progetto di legge in questa direzione, che valuti le modalità del voto in Aula. Anche questo rappresenta uno strumento importante di democrazia e rappresenta uno strumento per non incorrere in errori e soprattutto per non incorrere in incertezze. Siamo nel 2020, non è possibile che la massima Assise calabrese non si possa esprimere elettronicamente, come avviene in gran parte delle Regioni della nostra Nazione. Presidente, io sono stato eletto qui, insieme agli altri consiglieri, non per avere dei privilegi. L’unico privilegio che voglio avere è quello di rappresentare degnamente i calabresi, che mi hanno permesso con il loro voto di sedere in questi banchi. Non voglio nient'altro, nessun altro privilegio. E penso che, come ciascuno di voi, a me gli schizzi di fango sulla giacca non piacciono. Per cui oggi, lo dico a gran voce, - vi chiedo scusa per il tono un po' sopra le righe che sto usando, non è un tono polemico, ma è un tono per far capire l'importanza degli argomenti - questa Assemblea deve assumere, come sono certo che assumerà, l'autorevolezza del ruolo, l'autorevolezza di rappresentare degnamente i calabresi, che non sono interessati alla discussione sul vitalizio, sulla reintroduzione della norma, sulla modifica, sull’assemblamento di norme in passato, ma sono interessati a vedere risolti i loro problemi, che sono al centro e che devono essere al centro della nostra discussione e della nostra agenda politica. Grazie, Presidente, grazie ai colleghi per avermi ascoltato.

PRESIDENTE

Prima di passare la parola al collega Pitaro, volevo ricordare all’Aula che, da questa postazione, non mi sono mai sognato di compiere un solo atto che non fosse contemplato dal Regolamento, grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Pitaro Francesco. Ne ha facoltà.

PITARO Francesco (Misto)

Presidente, manifesto sin da subito, immediatamente, il mio voto positivo alla proposta di legge abrogativa, anche da me individualmente presentata. Lei ha parlato poc'anzi, presidente Tallini, di incongruenze. Però io direi che dobbiamo dirci la verità: il Consiglio regionale ha scritto nella scorsa seduta una pagina avvilente, oscena che dobbiamo immediatamente cancellare.

Sulla vicenda, subito, non appena mi sono accorto dell'inganno, Presidente, perché d'inganno si è trattato, ho ammesso pubblicamente la mia leggerezza, la mia disattenzione, insieme a tutti i colleghi dell'opposizione. Mi sono piovuti addosso accuse e insulti. Ma io devo dirlo, non sono abituato a nascondermi: sono stato leggero. L'ho detto e nello stesso giorno ho depositato in Consiglio regionale una proposta di legge abrogativa. Sono alla prima legislatura, non ho mai avuto incarichi politici, non ho mai avuto indennità, prebende, nulla di tutto ciò. Mi sono candidato al Consiglio regionale e vengo, peraltro, dal mondo della professione, dell'associazionismo, sono abituato a stare vicino alle persone, al territorio, alle loro problematiche. Mi sono candidato al Consiglio regionale per stare vicino alla mia terra, per dare una mano per quanto mi è possibile alla Regione Calabria. Mi sono già alzato in questa Aula e ho preso già più volte la parola in quest'Aula, Presidente. Ho preso la parola per manifestare la mia vicinanza ai commercianti, alle persone, alle famiglie. Ho preso la parola per contestare i ritardi di questo Consiglio regionale che non ha ancora le Commissioni. Se avesse avuto le Commissioni, Presidente, questa cosa non sarebbe certamente accaduta. Mi sono alzato in questa Aula e ho preso la parola per contestare la costituzione di una nuova Commissione, inutile e costosa.

E alla fine della scorsa seduta, dopo un lunghissimo dibattito sulle linee programmatiche, c'è stata rifilata una proposta di legge diversa da quella che era stata concordata in Conferenza dei capigruppo. In Conferenza dei capigruppo era stato detto che si sarebbe trattato di una proposta di legge di adeguamento alla normativa statale. Invece no, c’era tutt’altro. È vero: siamo stati leggeri! Lo abbiamo ammesso, l'abbiamo confessato. Però, Presidente, è giusto che i calabresi, la comunità, sappiano che si è trattato di un inganno, di un atto di slealtà, di manifesta slealtà. Presidente, quella proposta, diversa da quella concordata, è stata elaborata all'interno di quella parte dell'emiciclo. La mano di un furfantello ha elaborato una proposta e aveva in mente non l'interesse della Calabria, dei calabresi, ma evidentemente aveva in testa l'interesse proprio. Ora, Presidente, se fossimo all'interno di un ordine professionale, questo furfantello sarebbe immediatamente radiato e mandato via in malo modo da quest'Aula. Tocca a voi adesso, della maggioranza, individuarlo - ritengo che sappiate già chi sia - o di individuarli se sono di più e ovviamente renderli innocui sotto il profilo politico.

Peraltro si è trattato, aggiungo, di un furfantello ignorante, perché evidentemente questo furfantello non sa nemmeno che quella leggina, che lui si era fatto probabilmente artigianalmente a casa, non avrebbe nemmeno superato il vaglio di costituzionalità. Come è noto le leggi regionali vengono esaminate dal Consiglio dei Ministri e vengono impugnate dinanzi alla Corte Costituzionale e questa presentava evidenti segni di incostituzionalità. Ma quel furfantello, presidente Tallini, non sapeva nemmeno - evidentemente lo ignora - che le leggi hanno efficacia per il futuro, non hanno efficacia retroattiva.

Nella scorsa seduta ho stigmatizzato il comportamento della presidente Santelli, nella parte in cui emargina il Consiglio regionale, e ho chiesto a lei di ripristinare il rapporto Giunta-Consiglio. Tuttavia questa vicenda triste, viscida, scivolosa, mi ha aperto gli occhi e ho capito che purtroppo il problema è all'interno del Consiglio regionale, all'interno dei componenti.

È chiaro che d'ora in poi, da questa parte, Presidente, certamente, per quanto mi riguarda, ogni atto sarà esaminato, riesaminato e passato ai Raggi-x. Non accetteremo più che vengano tirati fuori atti in Aula, senza essere preventivamente iscritti dell'ordine del giorno. Occorre, presidente Tallini, ripristinare immediatamente il principio di lealtà che deve essere il motore di questa istituzione. Senza lealtà e correttezza istituzionale da qui troverete senz'altro barricate.

Chiudo con un appello a tutti i consiglieri regionali: isoliamo ed emarginiamo gli sleali, i disonesti, i furfanti, non facciamoci trascinare in altri obbrobri giuridici e politici che infangano il buon nome della nostra Regione e infangano anche il buon nome di chi sta qui in Aula per dare una mano alla nostra terra, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Molinaro. Ne ha facoltà.

MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Intervengo dopo tanti colleghi, dopo il mio capogruppo, sostanzialmente per precisare tre cose. È chiaro che, per quello che è stato detto, apprezzo l'elemento di forte trasparenza e determinazione del presidente Tallini e del collega Mancuso nell'individuare il vulnus che ci ha portato a commettere questo “errore”. Quindi voglio stigmatizzare tre cose.

È stato già detto, ma mi piace confermarlo anche in questa occasione: non c'è stata una comunicazione e quindi una consapevolezza relativa a un esatto input rispetto alla Conferenza dei capigruppo, rispetto ai consiglieri. “È venuto fuori, è stato detto, si era detto, non s’era detto”.

 È importante sottolinearlo: un consigliere che, ovviamente, va in Aula e lavora sull'ordine del giorno si assume le sue responsabilità, perché ha avuto il tempo di guardare, di condividere, di prendere la parola e votare contro o astenersi o dichiarare il perché vota a favore, insomma le cose che deve fare un consigliere. Ma quando c'è, alle ultime ore la mattina, la Conferenza dei capigruppo e non si esce con il documento che poi bisogna condividere ed inserire all’ordine del giorno, si creano delle disattenzioni, delle disfunzioni. Questo è stato. Altrimenti chi ci ascolta fuori da quest’Aula non capirebbe perché è successo; non è successo per volontà dello Spirito Santo! È successo che questo “errore” qualcuno l'ha commesso, qualcuno non l'ha comunicato e non l'ha fatto condividere.

Altro elemento: in questi giorni, dopo che ci siamo tutti accorti di questo errore, ovviamente abbiamo, sia pure artigianalmente, non avendo luogo istituzionale che può essere una Commissione, può essere questa Aula, oggi, lavorato a casa, almeno per quanto mi riguarda, cercando di capire che cos'è la legge regionale 13 del 2019, per capire cosa conteneva il decreto legislativo 174 del 2012 e tante altre cose. Non mi scandalizzo e penso che nessuno si possa scandalizzare se io faccio parte di quel 60 per cento dei consiglieri per la prima volta eletti in questo Consiglio. Ovviamente ringrazio tutti e sono onorato di questo e pertanto devo esercitare la mia responsabilità trasparente e dare conto non solo a chi mi ha votato come consigliere, ma a tutti i calabresi.

Faccio due proposte a questa Aula. Uno: noi dobbiamo verificare e possibilmente abrogare l’articolo 42 del Regolamento interno, perché non è possibile che un consigliere posto, da un minuto all'altro, davanti ad una decisione, ad un voto, senza approfondire; può essere una mozione, un ordine del giorno, una proposta di legge, quando viene presentata durante i lavori o peggio a fine lavoro... mi auguro che ci sia qualche collega che in testa ha un computer che quando si dice “si abroga il secondo capoverso del comma 4, articolo 7” capisce che cosa è. Io ho questa difficoltà, sono un comune cittadino calabrese, quindi non riesco ad elaborare in secondi e non posso avere la conoscenza di 50 anni di regionalismo.

Questo è un vulnus che ci porta a fare qualche errore. Come richiamato prima dal presidente Tallini che ha detto: “io non ho mai fatto” - e mi consta – “un’infrazione al Regolamento e alla legge”. Ma, se il Regolamento prevede quello che è successo giorno 26, è chiaro che poi tutti siamo stati poco attenti.

Secondo aspetto: siccome non abbiamo ripristinato - l'avete detto, l'avevo compreso pure io e lo voglio ribadire qui - vitalizi o privilegi particolari, ma il decreto legislativo 174 ha stabilito che la Conferenza Stato- Regione o con decreto del Presidente dei Consiglio dei Ministri si individuasse il parametro per le indennità dei consiglieri regionali - non sono né somme rapinate, né illegittime, se ci atteniamo al rispetto delle norme - e ha individuato il principio comparativo della Regione più virtuosa, allora io sono sicuro che chi mi ha preceduto, nelle precedenti Legislature, ovviamente ha parametrato l’indennità di carica, l’indennità di funzione, l'indennità di fine mandato, secondo questo crisma, questo carattere. Poiché giorno 11 forse ci sarà una nuova seduta di Consiglio regionale, in cui eleggeremo i Presidenti e l'Ufficio di Presidenza delle Commissioni, subito dopo potremo verificare gli effetti della legge 13 del 2019, prima in Commissione e poi in questa Aula, effettuando la comparazione con la Regione più virtuosa, secondo il decreto 174, e far capire ai calabresi quali sono le differenze di queste tre indennità, che non sono privilegi, tra la Calabria e il resto d'Italia, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Signor Presidente, intanto la ringrazio per aver voluto dare speditezza ai lavori di questo Consiglio, era necessario farlo perché il danno di immagine arrecato alla più alta assise calabrese è un danno incalcolabile. Anche perché, signor Presidente, l'inizio di questa Legislatura è stato un inizio di buon senso; quel buon senso di manzoniana memoria, e con un atto che è stato fugace, un atto che non riusciamo neanche a definire, abbiamo fatto sì che il buon senso rimanesse da parte per dare spazio al senso comune. E qual è il senso comune? Senso comune è quello di una politica rapace, di una politica famelica, di una politica che pensa solo a privilegi e benefici. Così non è!

Credo che una parola di verità su questa vicenda debba essere ancora scritta e cioè che noi in questa Aula, tranne qualcuno che viene dalle Legislature precedenti a quella scorsa, non percepiamo il vitalizio. È una parola che ancora non è arrivata nel cuore dei cittadini, perché ancora si alimenta il dubbio e talvolta lo alimentiamo noi stessi con parole riportate sui testi di legge, facendo riferimento ai vitalizi.

Vitalizi non ce ne sono! Io non prenderò il vitalizio! E molti che sono qui dentro non percepiranno il vitalizio. Questa è la prima parola di verità, è una parola semplice da dire. In più, signor Presidente, con questo atto abbiamo evocato un bellissimo romanzo di Gioacchino Criaco, scrittore calabrese, che ha scritto “La Maligredi” e la maligredi è quella brama del lupo che entra in un recinto e anziché accontentarsi di una pecora le scanna tutte, perché famelico. Abbiamo dato un senso terribile all'opinione pubblica, cioè l’opinione pubblica nazionale si è interessata a quella modifica di legge e lei oggi, con speditezza e umiltà, porta in Aula la sua abrogazione.

Ed era un atto necessario, un atto necessario che però ci fa comprendere come i lavori del Consiglio - lo hanno detto molti colleghi - debbono essere gestiti in modo diverso. È accaduto a Parlamento italiano, è accaduto dappertutto che una manina abbia inserito una modifica, un emendamento, un testo e che tutti in buona fede, con ingenuità anche, si siano lasciati convincere. E però, per evitare questo, signor Presidente, è bene che non si portino in Aula provvedimenti fuori sacco. Così come è bene, signor Presidente, che ai lavori del Consiglio partecipino i nostri capostruttura, che sono persone preparatissime che avrebbero sicuramente dato un contributo per approfondire quel testo di legge, in corso di discussione, e probabilmente avremmo evitato questa esposizione mediatica.

Cosa rimane di tutta questa vicenda e finisco. Rimane che questa Assemblea, che con i suoi risparmi ha destinato un milione di euro ai banchi alimentari della Calabria, che ha varato provvedimenti importanti come il Riparti Calabria, che ha discusso del destino dei calabresi al tempo del Covid-19, con una crisi che sta distruggendo le famiglie, oggi con uno scivolone che è tipico dei bambini, quindi uno scivolone infantile, ha riportato indietro le lancette dell'orologio. Chiudiamo questa fase, ripariamo il danno. E quando si riparava, nell'ottocento, si riparava con un beneficio uguale o maggiore al danno. Quindi noi dobbiamo - l'ho già detto in Conferenza dei capigruppo - assumere l'impegno di lavorare alla manutenzione delle leggi e dei regolamenti, cominciando dalle spese di funzionamento dei Gruppi, che non servono e che vanno abolite.

Mi assumo la responsabilità di questo. Sono tentazioni e le tentazioni vanno abolite.

Questo è il segno che noi possiamo dare, il segno che è in linea con quello dell'inizio di questa Legislatura, quando lei, signor Presidente, ha proposto di devolvere i risparmi del Consiglio regionale ai banchi alimentari. Questo è il segno che, oltre alla qualità legislativa, dobbiamo dare, per dire ai calabresi che si possono fidare, perché si è rotto il rapporto di fiducia e per ripristinarlo ci vogliono atti e fatti. Parole non servono, servono fatti, grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Callipo. Ne ha facoltà.

CALLIPO Filippo (Io Resto in Calabria)

Presidente, grazie, volevo solamente fare una piccola considerazione. Noi oggi abbiamo dato prova di una grande forza. Abbiamo tutti insieme abrogato una legge che era stata approvata pochi giorni fa, il 26 maggio. Questa è una cosa che non ci rende deboli, ma ci rende forti e ci fa onore, checché ne dicano tutti questi ciarlatani che parlano su Facebook e su televisioni da quattro soldi. Questa è una cosa che fa onore a tutti.

Noi adesso dobbiamo lavorare per riacquistare fiducia dai calabresi, da chi ci ho votato e da chi non ci ha votato. Dobbiamo riacquistare immagine, dobbiamo riacquistare credibilità e per fare questo ci dobbiamo impegnare tutti, da domani, a combattere e a tagliare privilegi e spese inutili che esistono nell'ambito della Regione Calabria, grazie Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Irto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito Democratico)

Grazie, Presidente, intervengo brevemente solo per qualche considerazione di carattere organizzativo e anche un po' come memoria storica, rispetto a molte cose che sono state dette. Credo, innanzitutto - lo dico in premessa - che bene ha fatto, lei, a convocare questo Consiglio regionale, bene fa oggi il Consiglio regionale ad abrogare questa norma, che è una norma di modifica della legge regionale 13 del 2019, che conosco bene perché in quella fase ero, pro tempore, Presidente del Consiglio regionale; ho discusso con il Governo nazionale di allora e nella Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle regioni e delle Provincie autonome. Quella legge si può modificare, io ritengo che sia ancora lacunosa per alcuni aspetti e, se ci saranno finalmente i luoghi deputati cioè le Commissioni, si potrà aprire una discussione di riforma in quel senso.

Però lei l'ha detto nel suo intervento, è opportuno ribadirlo: quella legge regionale di maggio, di un anno fa, ha già portato delle risorse nelle casse della Regione Calabria, ha portato delle risorse, ha portato oltre un milione di euro di risorse. Quella legge è andata finalmente ad attaccare i vitalizi passati dei consiglieri regionali, che sono stati consiglieri regionali fino al 2010, fino alla IX Legislatura, perché i vitalizi ci sono stati fino alla IX Legislatura. E qua - se mi posso permettere – vorrei sollevare una piccolissima critica di carattere politico, rispetto a chi era in quella maggioranza allora: si tolsero i vitalizi, ma si tolsero dalla Legislatura successiva, non si tolsero per l'immediato; quindi nel 2011, si tolsero i vitalizi per la X Legislatura.

Si intervenne in quella Conferenza Stato-Regioni, si arrivò a partorire quella norma in un quadro nazionale; ricordo che nello stesso giorno in cui l’approvò questo Consiglio regionale, norme analoghe furono approvate dalla Campania e, mi pare, dal Friuli-Venezia Giulia. Facemmo un testo coordinato per tutte le Regioni d'Italia. Mi consento di dire, ma non per autoreferenzialità, che fu la Calabria a fare quella proposta, affinché quel testo fosse armonizzato per tutte le Regioni d'Italia che non avevano ancora provveduto a fare un testo. Si trattava di un testo coordinato, uguale, un testo comune da cui partire. Così come non possiamo non dire, presidente Tallini, che nell’aprile del 2018, la nostra Regione ha introdotto l’applicazione di un contributo di solidarietà a carico di chi percepiva un vitalizio. Questo ha portato a un risparmio di quasi ottocentomila euro nelle casse della Regione Calabria. Eravamo l’unica Regione d’Italia a non aver introdotto il contributo di solidarietà, però l'abbiamo fatto.

In una parola - non lo dico per una questione politica - nell'ultimo bilancio regionale - mi dispiace che non ci siano l’assessore Talarico e la presidente Santelli - lei lo ha già detto, otto milioni di euro di quei risparmi sono serviti a finanziare molte delle cose inserite nel bilancio approvato un mese fa. Penso ai tre milioni di euro per gli studenti fuori sede. Penso al milione di euro proposto dall'Ufficio di Presidenza per il banco alimentare, al cammino Basiliano, ai due milioni di euro destinati al diritto allo studio. Sono in tutto otto milioni di euro. Erano diventati un tesoretto di risparmi e di tagli che avevamo fatto alla politica, alla politica nella scorsa Legislatura.

Però, presidente Tallini, ci possiamo solo trincerare, raccontando queste cose. Io non lo posso fare! E non lo posso fare perché dobbiamo metterci in testa, ci piaccia o non ci piaccia, che per la Calabria è tutto più difficile.

Divago un attimo: ad aprile dello scorso anno, marzo dello scorso anno, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative si teneva in Campania. Finita quella Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, andammo con tutti i Presidenti dei Consigli a fare una visita di solidarietà a un esercizio commerciale al centro di Napoli, che aveva subito un attentato dalla camorra. C'era tutta la stampa, sono seguite fotografie e dichiarazioni di rito. Davanti a tutti i Presidenti dei Consigli regionali, un giornalista chiese chi fosse il Presidente del Consiglio regionale della Calabria. Allora dissi: “io”. Mi chiese: “Perché non approvate la legge sulla doppia preferenza di genere?” Io mi misi a ridere e dissi: “È una cosa calendarizzata”, come infatti poi fu. Poi questo Consiglio regionale perse un'occasione storica non approvando quella norma, su cui spero si possa ritornare. Però chiesi a quel giornalista, subito dopo, ridendo: “Perché lo ha chiesto alla Calabria, al Presidente del Consiglio regionale della Calabria e non l'ha chiesto agli altri 5 o 6 Presidenti delle altre regioni che, ancora, la doppia preferenza di genere non l'hanno introdotta?” E lì si misero un po’ tutti a ridere, la risposta non ci fu. Io non mi arrabbiai, non me la presi con quel giornalista, perché dobbiamo prendere atto che sulla Calabria c'è un'aspettativa maggiore rispetto ad altre Regioni. Per questioni storiche, per questioni di arretratezza economica, per questioni culturali, per questioni di immaginario della proiezione della nostra regione fuori di essa, quello che in altre Regioni può passare per normalità, in Calabria non lo è. Su questo serve uno sforzo in più, non ci possiamo fermare solo nel giudicare ciò che non è illegittimo, dobbiamo anche valutare ciò che è opportuno e ciò che non è opportuno.

Prendendo atto di questo, prendendo in considerazione questo, purtroppo, noi dobbiamo dare dei segnali sempre più forti.

Bene facciamo oggi, senza se e senza ma, ad abrogare la norma, nonostante non siano stati reinseriti i vitalizi che non esistono più in Calabria. Ha ragione il consigliere Aieta, io non prenderò il vitalizio, come moltissimi di noi qui dentro. Però resta un fatto, Presidente, io tra populismo e verità scelgo sempre la verità. Allora noi non possiamo non prendere atto del fatto che, rispetto a un’emergenza economica straordinaria e senza precedenti, in Calabria, i calabresi si aspettano ancora di più da noi.

Facciamo bene oggi ad abrogare quella norma, ma siccome siamo convinti che al populismo si risponde con la verità, noi dobbiamo aprire una stagione vera, in cui ulteriormente mettiamo le mani ad altre norme. Presidente, se lei porta in una discussione in Ufficio di presidenza su leggi che disciplinano, per esempio, gli stipendi dei burocrati, dove lo si può fare, mi troverà alleato su questo. Che si faccia una revisione dei Gruppi consiliari, che si apra anche la questione delle strutture speciali. Lo si faccia! Non in un quadro populistico, ma in un quadro di riforme, in un quadro di discussioni profonde, di merito, senza demagogia e, soprattutto, perché - ne sono convinto - al populismo più spinto, la migliore risposta sono la verità e la trasparenza.

Penso che, nonostante tutto quello è avvenuto, il Consiglio regionale di oggi bene abbia fatto a convocarsi, dopo la festa del 2 giugno, per abrogare questa norma. Comprendo la reazione di molti calabresi che si sono indignati, ma non giustifico gli attacchi.

Qualcuno ha cercato di assolvermi perché ero assente e non ho votato. Io non ho votato la norma, ma questo non mi assolve. E non assolve l’attacco ai consiglieri regionali che hanno votato e firmato quella norma. Il clima di odio, quando è svincolato dalla realtà, è un clima che fa male alla nostra Regione e fa male al Paese.

Ieri nel giorno di unità nazionale, hanno attaccato il Presidente della Repubblica, dicendo che hanno ammazzato il fratello sbagliato. Questo è il clima che oggi c'è in Italia e noi non possiamo consentire con la nostra azione, con il nostro modo di fare di alimentare ulteriore populismo. Al populismo rispondiamo col coraggio e con la verità, su questi temi si gioca la partita del futuro dell'Italia e della Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altri iscritti, una brevissima riflessione, collega Irto, mi auguro che il suo sia stato un riferimento per dare senso al ragionamento che ha fatto. Non me la sento di dire che dappertutto noi dobbiamo dire che dobbiamo diventare una Regione normale. Noi dobbiamo diventare una Regione come tutte le altre Regioni d'Italia. E in questo caso, collega Irto, noi siamo gli ultimi, lei lo sa che siamo gli ultimi.

Lei mi deve dire perché noi dobbiamo essere addirittura dopo gli ultimi, perché lei dice che dappertutto può essere possibile ma in Calabria non è possibile. Noi chiediamo soltanto, dignitosamente, di essere trattati come tutti i consiglieri regionali d’ Italia, null’altro. Anche se siamo gli ultimi, siamo consiglieri regionali di una Regione che applica le stesse leggi che ci sono dalla Lombardia alla Sicilia. Penso che dobbiamo essere tra quelli che invocano la normalità; non voglio trattamenti speciali, ma non voglio nemmeno discriminazioni. Noi non siamo un Consiglio regionale del terzo mondo, se mi si consente. Lei è stato Presidente del Consiglio, anche da queste cose si vede e si misura la dignità e lo spessore di una classe politica.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tassone. Ne ha facoltà.

TASSONE Luigi (Partito Democratico)

Intervengo velocemente, perché condivido quanto già detto dal capogruppo e dal consigliere Nicola Irto e per fare due considerazioni.

Intanto abbiamo fatto bene a convocare questa seduta di Consiglio, ha fatto bene il presidente Tallini, è stato condiviso da tutti per abrogare questa norma. Quindi oggi riconosciamo un errore. Però bisogna anche dire, lo hanno detto anche i colleghi che mi hanno preceduto, che non possiamo essere messi alla gogna mediatica e lasciar dire che i consiglieri regionali oggi percepiscono un vitalizio.

Quando finirò di fare il consigliere regionale, non mi sarà accordato nessun vitalizio. Ed è giusto ribadire ciò, perché altrimenti si fa confusione.

Quando si commettono errori di superficialità, così come è successo la volta scorsa, poi assistiamo ai soliti populisti, assistiamo a dibattiti su Facebook, assistiamo ai cosiddetti leoni di tastiera, che parlano senza sapere nemmeno ciò che dicono.

Non ci sto a essere messo alla gogna mediatica ed è giusto dire che il sottoscritto, così come tutti i consiglieri regionali appena eletti, non percepiranno alcun vitalizio quando finirà questa legislatura. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle Libertà)

Grazie, Presidente, ritengo che quello che è successo meriti una riflessione da parte di tutti noi, anche perché si è andato a toccare un discorso di ordine generale, la sfera personale di ognuno di noi.

Noi viviamo su due livelli, quello personale, appunto, che appartiene ad ognuno di noi, ed è la storia umana, professionale e politica che abbiamo scritto fino ad oggi. E poi ce n'è un altro livello, quello più generale che è il fare politica in un momento, in un contesto che giustamente non consente errori a chi fa politica, specialmente poi se l'errore è visto come una difesa della “casta”. La legge 5 è stata vista così. E di questo ne abbiamo preso atto e ognuno di noi deve fare ammenda, anche perché poi dopo quella sera è scaturito tanto fango, caduto a livello personale su ognuno di noi, fango su tutti, nessuno escluso, colpevoli, manine e quant'altro. Nessuno escluso! Me lo sento tutto quel fango addosso. E poco importa se ho una responsabilità del 1, del 10, del 50 o del 99 per cento. Ritengo, però, che oggi, dai colleghi che mi hanno preceduto, parta un nuovo modo - non di vedere la politica, perché non ci inventiamo nulla - di condividere in modo bipartisan alcuni messaggi che partono da questo momento difficile del Consiglio regionale.

Facciamo un passo indietro: la legge 5 è stata vista come un problema di difesa di casta e quindi siamo stati picchiati in modo violento. Abbiamo fatto degli errori di tre tipi. Innanzitutto un errore di opportunità politica, lo ha detto chi mi ha preceduto. Il problema dell’epidemia, pandemia, la crisi sociale, la crisi economica, probabilmente ci avrebbero dovuto insegnare un momento di cautela, ma abbiamo compiuto anche un errore di forte mancata comunicazione, tant'è che, oggi, condivido e faccio miei i discorsi che ho sentito anche dei banchi della opposizione.

Non offendendo nessuno, consentitemi di condividere quella piccola, ma esaustiva riflessione che ha fatto il consigliere Pippo Callipo, perché so quanto le è nociuta questa fase della sua vita. Così come condivido in pieno l'analisi che è partita prima dal consigliere Bevacqua, dal consigliere Irto, ma in particolare, il ragionamento che per primo in quest'Aula stasera ha fatto il consigliere Aieta.

L'ha spiegato il presidente Tallini, l’ha spiegato il consigliere Aieta e poi stato ripreso: non si tratta di vitalizi. Questa parola che probabilmente è obsoleta e desueta in questa Aula è stata rivista, invece, come la possibilità di essere reinserita nell’ economia delle tasche degli attuali consiglieri regionali. I vitalizi - è bene ripeterlo anche e chiedo scusa i colleghi che l'hanno detto - sono stati aboliti con una legge del 2011, Legislatura Scopelliti. Sono stati aboliti dalla successiva legislatura, la decima, perché non potevano essere aboliti ora per allora. Ho avuto l'onore di sedere su questi banchi nella decima Legislatura e non esistono i vitalizi. La legge regionale 13, la tanta famigerata legge 13, ha introdotto quello che hanno tutte le altre Regioni d'Italia, vale a dire l’indennità differita, mediante il sistema di calcolo contributivo, come previsto dal decreto Monti e le Regioni italiane si sono allineate all'indennità differita. La legge regionale 13 del 2019 parlava solo di questo. È stato fatto anche un distinguo in termini di emolumenti tra i vitalizi e l'indennità differita. Credo che questo messaggio debba passare forte stasera: la legge 5 non voleva reinserire nessun vitalizio.

C’è stato un errore forte, di opportunità politica, un errore di comunicazione e - perché no? - terzo errore, anche un errore di merito, in quanto non era in linea con quanto approvato in sede di Conferenza Stato-Regioni e in sede di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee, testé ricordata dal collega Nicola irto.

Credo invece che si debba ripartire. Credo che oggi dall’ opposizione sia stato inviato un messaggio chiaro: non dobbiamo più tergiversare sulle Commissioni. Siamo perfettamente d'accordo, ma ricordo ai colleghi di opposizione che proprio oggi, prima della seduta di Consiglio regionale, abbiamo stabilito in Conferenza dei capigruppo che giorno 11 ci sarà un’altra seduta per istituire e votare gli Uffici di presidenza delle Commissioni.

In quelle Commissioni, se noi prendiamo spunto da tutti gli interventi che ci sono stati, c'è da lavorare, partendo anche dalla eventuale rivisitazione, dalla manutenzione delle leggi e dei regolamenti. Perché no? Partendo da quella spesa dei Gruppi, che però, ricordo anche al collega Aieta, in parte sono stati oggetto di lavoro dell'Ufficio di Presidenza, se è vero come è vero, che andremo a disciplinare non solo le spese – aggiungendo la loro entità -  ma anche altro, mediante delle proposte e delle linee di indirizzo che gli Uffici stanno preparando.

Ritengo che si debba ripartire con la testa alta. Abbiamo fatto un errore di valutazione, ce ne assumiamo la responsabilità, però quel fango ce lo sentiamo tutti addosso. Cerchiamo con il lavoro di togliercelo nel più breve tempo possibile e giorno 11 partiranno questi organi sub consiliari, le Commissioni, e credo che ci sarà tanto tempo per riacquistare la fiducia della gente, fermo restando che quello che è successo c'ha segnato un po' tutti.

PRESIDENTE

Non ci sono più iscritti a parlare. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento. Prima di votare volevo ribadire, in maniera chiara: quando abbiamo votato la legge 5 non abbiamo votato la reintroduzione dei vitalizi. Allo stesso modo, con l’abrogazione di questa legge, non abroghiamo la legge dei vitalizi. Così come non l'abbiamo introdotta, quindi, non abroghiamo la legge dei vitalizi. La legge 5 non è una legge di reintroduzione dei vitalizi.

Credo che le cose che abbiamo detto siano documentate dai fatti, dalla storia, dai documenti e sono facilmente riscontrabili per chiunque voglia farlo. Guarda caso tutto si sa all'interno, quello che viene pubblicato e quello che non viene pubblicato, però, a volte, si scrivono delle falsità che sono facilmente confutabili e, mentre le verità sono facilmente documentabili, si insiste nelle falsità, invece di avere l’onestà di approfondire le questioni e verificare se quello che dicono i consiglieri regionale è la verità o non è la verità. Procediamo all’esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

 

La seduta termina alle 17,37

 

Allegati

 

Annunzio di proposte di legge

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Arruzzolo, Graziano, Esposito, Minasi, Caputo, Pitaro V., Bevacqua, Callipo, Pitaro F., Aieta, Pietropaolo “Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13. Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento alla D.L. n. 174/2012”, (PL n. 10/11^);

Caputo, Pitaro V., Arruzzolo, Giannetta, De Caprio “Modifica termine di scadenza comma 3, articolo 14, legge regionale 21 dicembre 2018, n. 47”, (PL n. 11/11^);

Di Natale “Abrogazione della legge regionale n. 5 del 2020”, (PL n. 12/11^);

Tallini “Abrogazione della legge regionale n. 5/2020 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)”, (PL n. 13/11^);

Pitaro F. “Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13”, (PL n. 14/11^);

Minasi, Molinaro “Abrogazione della l.r. 5/2020 e dell'indennità di fine mandato di cui all'articolo 14 della l.r. 13/2019”, (PL n. 15/11^);

Graziano “Abrogazione del comma 4 dell’articolo 7 della legge regionale 31 maggio 2019, n. 13, avente ad oggetto: "Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012 convertito in legge n. 213/2012 e della legge regionale 29 maggio 2020, n. 5”, (PL n. 16/11^);

Pietropaolo, Morrone, Neri, Sainato “Abrogazione della legge regionale 29 maggio 2020, n. 5 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 – Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)”, (PL n. 18/11^).

 

E’ stata presentata la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale recante:

“Promozione dell'istituzione delle comunità energetiche da fonti rinnovabili – (deliberazione G.R. n. 110 del 29.5.2020)”, (PL n. 17/11^).

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale recante:

“Piano di azione coesione 2007/2013 - Rimodulazione piano finanziario e approvazione schede intervento – (deliberazione G.R. n. 104 del 25.5.2020)”,

(PPA n. 16/11^);

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della consigliera regionale Minasi recante:

“Integrazioni all'articolo 42 del Regolamento interno del Consiglio regionale”,

(PPA n. 17/11^).

Trasmissione deliberazione per richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 103 del 25 maggio 2020 recante: 'Approvazione Piano Esecutivo Annuale d'Immagine e Promozione Turistica 2020 ex art. 4 della l.r. 8/2008'

(PARERE N. 7/11^) 

Promulgazione legge regionale

Comunico che, in data 29 maggio 2020, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 52 del 29 maggio 2020:

 

1) Legge regionale 29 maggio 2020, n. 4, recante: “Riconoscimento della legittimità di due debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria derivanti da sentenze esecutive di condanna, ai sensi dell'articolo 73, comma 1, lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato e integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n.126”;

2) Legge regionale 29 maggio 2020, n. 5, recante: “Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)”.

 

Trasmissione deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2019-2021:

 

Deliberazione Giunta regionale n. 107 del 29.5.2020;

Deliberazione Giunta regionale n. 108 del 29.5.2020;

Deliberazione Giunta regionale n. 109 del 29.5.2020.

Interrogazioni a risposta scritta

F. Pitaro. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:

-che l'Assessore regionale all'Agricoltura Gianluca Gallo ha annunciato l'abbattimento in Calabria di 10 mila cinghiali;

-che la presenza degli ungulati in Calabria e di migliaia di centinaia (dai 300 ai 500 mila);

-che l'emergenza cinghiali è una priorità di cui occuparsi (specie dopo il blocco delle attività dei selettori causa lockdown), perché arrecano danni all'economia agricola, all'ecosistema e alla biodiversità;

-che è una priorità di cui occuparsi anche perché sono una minaccia alla sicurezza delle persone: si avvistano innumerevoli nell'entroterra dove producono devastazioni alle colture, ma anche sulla costa (sono frequenti le notizie di incidenti stradali) e persino nelle città: a Catanzaro in località Babbo i cittadini se li ritrovano sull'uscio delle case;

-che è elevato il rischio d'introduzione del virus della Peste Suina Africana, così come affermato dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) nel parere prot. 20099 del 13/05/2020;

-che per come affermato dallo stesso Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, tale emergenza sta provocando un rilevante aumento delle richieste di risarcimento danni da cinghiali, soprattutto nelle zone non vocate alla specie e fortemente antropizzate, con conseguente lievitazione delle spese di liquidazione dei danni che la Regione è tenuta a pagare;

-che (pur essendo una buona notizia l'annuncio dell'Assessore circa l'abbattimento di 10mila cinghiali), a fronte del numero impressionante di cinghiali, degli allarmi, dei danni e pericoli segnalati in ogni territorio, la preoccupazione degli agricoltori, allevatori e cittadini invece che sfumare cresce e che, dunque, la risposta della Regione appare essere oggettivamente insufficiente;

tutto ciò premesso, si CHIEDE all'Assessore regionale all'Agricoltura:

per sapere:

-se non ritiene di fare il punto sull'emergenza - cinghiali con tutti i soggetti interessati: dalle organizzazioni professionali, alle AATTCC, ai sindaci delle aree in cui la presenza dei cinghiali è segnalata, incluse le Prefetture, per concordare rimedi efficaci e tempestivi;

-se non ritiene di dover sollecitare gli Enti Parco nazionali e regionali e le Riserve al censimento della consistenza dei cinghiali e ai Piani di riduzione del numero degli stessi;

-di sapere a che punto si è:

a) con l'aggiornamento del Piano Faunistico- Venatorio;

b) con la ridefinizione delle aree vocate al cinghiale con l'ausilio dei dati Arcea;

c) con i Piani di sorveglianza epidemiologica;

d) con il monitoraggio delle malattie sulla fauna selvatica con particolare riguardo al cinghiale;

e) con l'attivazione della misura 5 del 'Psr' per interventi di prevenzione dei danni nelle aree agricole colpite;

-se non ritiene:

a) di disporre l'allungamento del periodo di caccia con la rotazione delle squadre dei cacciatori;

b) di autorizzare gli agricoltori proprietari e conduttori dei fondi, in possesso di porto d'armi e permesso di caccia, ad effettuare interventi di abbattimento tutto l'anno;

c) di procedere alla semplificazione delle procedure amministrative per velocizzare il risarcimento dei danni agli agricoltori, che spesso attendono anni prima di poter ottenere il giusto ristoro e che a volte addirittura non riescono neppure ad ottenerlo;

-per quale ragione l'ultimo Piano di contenimento del cinghiale pubblicato sul Bur - Calabria il 14 maggio 2020 non è stato concertato con i portatori di interessi (associazioni agricole, associazioni venatorie e rappresentanti degli Ambiti di Caccia), considerato anche che lo stesso Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale raccomanda il coinvolgimento di questi ultimi;

-se non conviene che sono troppo pochi i capi che si possono abbattere, di erto non sufficienti ad eradicare dalle aree non vocate il cinghiale. Cifre ben lontane dei 10.000 capi, ferme invece a poco più della metà, che probabilmente si riferiscono al nuovo Piano come prolungamento di quello precedente;

-se non ritiene, inoltre, di voler estendere la programmazione dell'intervento di abbattimento contenuta nel Piano di contenimento del cinghiale a tutela degli "insediamenti turistici in piena attività e di coltivazione intensive ad alto reddito (uliveti, agrumeti, e coltivazioni di Bergamotto)" non dimenticando anche altre eccellenze calabresi come vigneti, la patata della Sila, i seminativi e le coltivazioni a cereali o ortive. -se non ritiene opportuno, considerato che i cinghiali presentano ritmi di attività prevalentemente crepuscolari e notturni, così come evidenziato dal parere dell'ISPRA prot. 20099 del 13/05/2020 in ordine al Piano di prelievo in caccia di selezione del cinghiale, di voler rideterminare la fascia orario sera (17:00/23:30) con inizio alle ore 17:00, e quella dell'orario mattina (4:00/9:00) con termine alle ore 9:00, essendo le attività umane in pieno svolgimento, valutando pertanto l'opportunità di concentrare l'attività nelle ore notturne, momento in cui i cinghiali sono più attivi essendo spinti dal ricercare il cibo;

-se non ritiene di coinvolgere anche la task-force veterinaria che col Dipartimento Salute può contribuire alla risoluzione di questa che ormai è più che un'emergenza;

-quali rimedi intenda adottare per semplificare la procedura di autorizzazione degli interventi di selezione che è considerata estremamente farraginosa, posto che per ogni singola uscita si richiede che debba avvenire per iscritto alla Regione con l'indicazione del personale coinvolto, del numero dei capi da abbattere, dei campioni biologici, dell'indicazione dell'orario dell'intervento, della località prescelta che dovrà essere cartografata con precisione e raggiunta con il fucile al fodero.

(27; 29/05/2020)

 

Aieta. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso:

-che con il D.Lgs n. 171/2016 entrato in vigore il 18.09.2016, al fine di garantire efficienza, imparzialità e trasparenza nella scelta dei vertici delle aziende sanitarie, si sono stabiliti i criteri e le modalità di nomina dei Direttori sanitari ed amministrativi delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale;

-che all’art. 3 del D.Lgs n. 171/2016 si è espressamente stabilito: Il Direttore generale, nel rispetto dei principi di trasparenza, nomina il direttore amministrativo, il direttore sanitario e, ove previsto dalle leggi regionali, il direttore dei servizi socio sanitari, attingendo obbligatoriamente agli elenchi regionali di idonei, anche di altre regioni, appositamente costituiti, previo avviso pubblico e selezione per titoli e colloquio, effettuati da una commissione nominata dalla Regione, specificando -all’art. 5 comma 1- di poter far ricorso ad elenchi di altre Regioni solo nel caso in cui non si sia provveduto alla costituzione di un proprio elenco;

-che in merito alla nomina dei Direttori Sanitari ed Amministrativi, l’art. 4 del Decreto Calabria (Decreto legge n.35 convertito in legge n. 60/2019) ha tuttavia specificato che la nomina dei dirigenti deve obbligatoriamente avvenire attingendo agli elenchi regionali, istituiti nel rispetto del D.lgs n. 171/2016 e che sia consentito attingere ad elenchi fuori Regione solo nel caso in cui non sia stato possibile, attraverso un avviso pubblico finalizzato, acquisire la disponibilità ad assumere l’incarico;

-che la Regione Calabria con deliberazione n. 395 del 28 agosto 2019 ha approvato gli elenchi regionali individuando i soggetti idonei alla nomina di Direttore sanitario e Direttore amministrativo del Servizio sanitario della Regione Calabria;

-che nonostante ciò, si è proceduto alla nomina dei vertici, attingendo ad elenchi fuori Regione, violando così il dettato normativo previsto;

-che il caso più eclatante riguarda l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, ove il Direttore generale nella scelta, sia del Direttore sanitario che del Direttore amministrativo, ha deliberatamente eluso la normativa vigente provvedendo a nominare ai vertici soggetti estranei all’elenco regionale, attingendo, per quanto riguarda la nomina del Direttore sanitario all’elenco della Regione Lombardia, per quanto riguarda la nomina del Direttore amministrativo all’elenco della Regione Campania;

-che nella specie, per il Direttore sanitario, con delibera n. 307 del 27.09.2019, a seguito di avviso pubblico ove hanno partecipato 13 candidati iscritti all’elenco della Regione Calabria, si è espressamente violata la normativa vigente nominando professionista attinto all’elenco della Regione Lombardia;

-che invece per il Direttore amministrativo, dopo ben tre avvisi pubblici a cui hanno partecipato candidati calabresi iscritti all’elenco regionale, si è proceduto, con delibera n. 56 del 15.04.2020, alla nomina di professionista attinto all’elenco della Regione Campania;

-che ancora una volta si registra, a discapito dell’intera collettività, una gravissima violazione di legge in quanto si è agito in spregio alle regole vigenti oltre che ai principi di trasparenza ed imparzialità atti a garantire il buon andamento della Pubblica amministrazione;

-che una simile scelta, oltre che contraria alla legge e ai principi ad essa sottesi, si pone in netto contrasto con la dichiarazione programmatica del Presidente della Regione Calabria che ha dichiarato che ove esistono professionalità calabresi occorre utilizzarle e valorizzarle al meglio;

per sapere:

tanto premesso e considerato: si chiede al Presidente della Giunta Regionale, alla luce di quanto sopra esposto, di conoscere quali iniziative intenda assumere al fine di verificare la regolarità nei procedimenti di nomina dei vertici e di conseguenza quali iniziative intende assumere al fine di garantire, nella scelta dei vertici delle aziende sanitarie locali, delle aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale, il rispetto della legge e dei principi di legalità, imparzialità e trasparenza nell’esercizio dell’attività amministrativa.

(28; 31/05/2020)

Mozioni

Il Consiglio Regionale, premesso che:

-che a seguito di un tragico evento verificatosi il 17 luglio 2019 presso l'Ospedale Iannelli di Cetraro - Reparto di Ostetricia e Ginecologia - una giovane donna, nel dare alla luce il suo bambino, ha perso la vita;

-che nell'immediatezza dei fatti, il Ministero della Salute aveva inviato una ispezione all'esito della quale erano emerse delle criticità sul piano organizzativo, strutturale e di carenza di risorse umane, derivanti anche dalla mancata nomina del Direttore dell'UOC d Ginecologia ed Ostetricia;

-che pertanto veniva disposta la sospensione del Punto Nascita dell'Ospedale Iannelli di Cetraro e venivano imposte delle prescrizioni aventi lo scopo di sopperire a quanto rilevato in sede di ispezione da parte del Ministero della Salute;

-che nel mese di novembre 2019 da una verifica effettuata dall'O.T.A. Regionale veniva accertato che le prescrizioni imposte dal Ministero della Salute erano state tutte eseguite e nella specie veniva accertato che presso la struttura ospedaliera - Reparto di Ostetricia e Ginecologia - era stata creata una sala operatoria dedicata, due sale parto, una sala post partum, protocolli condivisi, formazione di personale dedicato, nonché si era proceduto anche alla nomina del Primario;

-che dalla medesima verifica effettuata dall'O.T.A. Regionale era emersa anche la necessità, ai fini dell'accreditamento della struttura, di intervenire sull'adeguamento del blocco operatorio in riferimento al percorso sporco/pulito, di procedere all'adeguamento dell'apparato di sterilizzazione nonché all'ampliamento della terza sala operatoria e della sala di accettazione ostetrica;

-che sempre nel mese di novembre 2019, l'ASP di Cosenza predisponeva un progetto finalizzato alla risoluzione di quanto richiesto, ai fini dell'accreditamento, prevedendo una somma complessiva pari ad € 273.360,00;

-che il progetto prevedeva nella specie, l'esecuzione di lavori edili ed impiantistici per un importo complessivo pari ad € 85.000,00 nonché la fornitura di apparati elettromedicali. Nel medesimo progetto si prevedeva l'inizio dei lavori per il 7.01.2020, e che gli stessi avrebbero dovuto essere completati 45 giorni dopo;

-che in realtà nulla è accaduto in quanto, non solo i lavori non sono mai iniziati, ma ad oggi ancora si sta discutendo su chi abbia la competenza ad autorizzare tali lavori, se sia l'Asp di Cosenza o il Commissario Straordinario alla Sanità;

-che nelle more di questa gravissima situazione, e al solo fine di risolvere il problema e dare all'intera collettività risposte concrete, il Comune di Cetraro nella persona del Sindaco p.t., con nota del 7.05.2020 chiedeva di essere autorizzato ad eseguire direttamente i lavori richiesti mediante l'utilizzo di fondi derivanti da una raccolta pubblica;

-che ancora una volta tutte le richieste inoltrate sono rimaste inevase e senza seguito con gravissimo pregiudizio a discapito solo dell'intera collettività, che si vede costretta a recarsi fuori dal territorio di appartenenza;

-che il Sindaco di Cetraro, registrato il totale disinteresse di chi dovrebbe garantire rapidi e immediati interventi, ha deciso di rassegnare le dimissioni come rimedio estremo per protestare contro tutti gli organi competenti che nulla stanno garantendo se non sterili ed inutili promesse che di fatto non hanno risolto il problema in quanto il Punto nascita dello Spoke Cetraro - Paola è ancora chiuso;

-che ad oggi è inaccettabile il grave disagio e il pregiudizio subìto solo dall'intera collettività che si vede privata ingiustamente di un Presidio sanitario che altro non è che un diritto per tutte quelle famiglie che oggi sono costrette a rivolgersi a strutture ospedaliere lontane dal proprio territorio di apparenza;

per tutto quanto sopra premesso ed evidenziato,

si impegna la Giunta regionale

e il Presidente della Regione Calabria, on.le Jole Santelli, affinché vengano adottate tutte le misure urgenti e necessarie al fine di fare in modo che la situazione relativa al Punto nascita dello Spoke Cetraro - Paola sia immediatamente risolta nonché vengano poste in essere misure concrete, indifferibili ed urgenti, per rendere il Punto Nascita dello Spoke Cetraro - Paola immediatamente fruibile e così garantire, all'intera collettività, il diritto alla maternità presso il proprio territorio di appartenenza che comprende non solo il Tirreno cosentino ma anche la Valle dell'Esaro.

(20; 26/05/2020) Aieta, Bevacqua, F.Pitaro

Risposta scritta ad interrogazione

E’ pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

 

Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:

-la grave situazione sanitaria in cui versa la nostra Regione in conseguenza della pandemia causata dal coronavirus che lascia in trincea medici, infermieri, Oss e tutti gli operatori sanitari in generale;

-nello spoke Paola-Cetraro assistiamo ad una condizione di confusione generale con provvedimenti del Commissario Straordinario che puntualmente vengono emanati, disattesi, o peggio ancora modificati in itinere causando un cortocircuito nell’erogazione dei servizi;

-in data 01/04/2020, con delibera n. 366, il Commissario Straordinario, Giuseppe Zuccatelli, ha individuato il P.O. di Cetraro quale presidio per l’emergenza, con attività di Pneumologia Covid-19, per l’area del tirreno cosentino con conseguente trasferimento, in via provvisoria e temporanea, fino al rientro dell’emergenza pandemica del reparto di UOC Chirurgia Generale e del personale assegnato dal P.O. di Cetraro al P.O. di Paola con effetto immediato;

-a seguito della deliberazione n. 366 non è avvenuta la piena attuazione di quanto stabilito in delibera creando così incertezze sull’erogazione dei servizi commistione tra Centro Covid e altri servizi sanitari essenziali ma soprattutto pregiudicando ritardi nell’assistenza dei pazienti che hanno il diritto conoscere, senza dubbio alcuno, il funzionamento del nostro sistema sanitario con cure adeguate ed efficienti.

Per sapere:

-quali provvedimenti urgenti intende adottare al fine di affrontare l’emergenza coronavirus senza ritardi nello spoke Paola-Cetraro ma soprattutto al fine di evitare una confusione e commistione nell’erogazione dei servizi nello Spoke Paola- Cetraro. -Di attivarsi nei confronti del Governo centrale per la materia oggetto dell’interrogazione, e quindi del Vice Ministro della Sanità Dott. Pierpaolo Sileri, affinché si ottengano risposte.

(6; 03/04/2020)

 

Con riferimento all'interrogazione a risposta scritta n. 6/11^ del 03.04.2020 presentata dal consigliere Graziano Di Natale si fa presente quanto segue:

Com'è noto in data 3.4 u.s si è tenuta - sull'argomento - una riunione, alla quale hanno partecipato, anche, il Commissario Straordinario dell'ASP di Cosenza, il Direttore Sanitario dello spoke Paola-Cetraro, il Direttore del dipartimento di chirurgia dell'ASP di Cosenza, i consiglieri regionali del comprensorio, il sindaco di Paola ed il sindaco di Cetraro, oltre al Commissario ad Acta per il Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Calabria ed il dirigente Generale del dipartimento Tutela della Salute. In quell'occasione - alla quale ha partecipato anche Lei in videoconferenza - siamo stati tutti rassicurati sulla presenza, all'interno dell'Ospedale di Cetraro, dei DPI necessari, e sul fatto che lo spazio covid è perfettamente isolato, così come tutti i percorsi, ivi compresi quelli per l'accesso alla diagnostica.

Sempre in quell'occasione si è stabilito di rimandare, ad una fase successiva, la rivalutazione dell'attuale rete ospedaliera, con particolare riferimento alla revisione del DCA 64/2016.

Jole Santelli (Presidente della Giunta regionale)

(Allegati)

 

Tassone. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:

-con delibera commissariale n. 300 del 11.07.2018 ad oggetto “Conferimento di incarichi dirigenziali a tempo pieno e determinato di posti vacanti nell'ambito della struttura organizzativa dell’Azienda Calabria Verde ai sensi dell'art. 19, comma 6, del Dlgs. 165/01 e dell'art. 21 dell'atto aziendale dell'Azienda Calabria Verde, approvato con delibera del D.G. n. 43 dell'11 luglio 2014. Avviso di selezione pubblica finalizzata al ricevimento di candidature” erano state avviate le procedure per coprire gli altri posti vacanti della struttura organizzativa dell’Ente;

-con delibera commissariale n. 132 del 6 aprile 2020 è stato disposto l'annullamento delle procedure e dei relativi atti avviati a seguito della succitata delibera 300 del 11.7.2018 avendone manifestato un vizio di legittimità;

-con delibera commissariale n. 136 del 10 aprile 2020, dopo l'annullamento della delibera n. 300 dell'11 luglio 2018, è stato dato incarico al Dirigente del settore Risorse Umane di approntare un nuovo o più avvisi pubblici di selezione pubblica per il conferimento degli incarichi dirigenziali vacanti;

-con delibera commissariale n. 137 del 10 aprile 2020 ad oggetto “Azienda Calabria Verde. Ricorso all'istituto della “reggenza temporanea” dei settori aziendali” sono stai individuati i Settori che possano essere retti temporaneamente da funzionari dell'Azienda da nominare con successivi singoli atti;

-con delibera commissariale n. 146 del 14 aprile 2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Coordinamento Distretti Territoriali”;

-con delibera commissariale n. 147 del 14 aprile 2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Economico Finanziario”;

-con delibera commissariale n. 148 del 14 aprile 2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Aziende Faunistiche e Vivaistiche”;

-con delibera commissariale n. 149 del 14 aprile 2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Concessioni e Demanio”;

-con delibera commissariale n. 150 del 14 aprile 2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Segreteria della Direzione Generale”;

-con delibera commissariale n. 151 del 14 aprile 2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Antincendio Boschivo-Supporto Protezione Civile”;

-con delibera commissariale n. 152 del 14 aprile 2020 è stato conferito l'incarico di reggenza temporanea per il “Settore Antincendio Boschivo-Supporto Protezione Civile”;

Considerato che i posti di Dirigenti dei Settori assegnati sono vacanti da numerosi anni ma che solo ora si ravvedano ragioni di urgenza e necessità ad attribuire autonomia operativa conferendo incarichi di reggenza;

Considerato che il Dott. Alisio Mariggiò risulta decaduto dall'incarico del Commissario Straordinario dell’Azienda Calabria Verde e che, qualora agisse in regime di prorogatio, non avrebbe titolo a conferire incarichi dirigenziali e qualsiasi atto emanato risulterebbe nullo esponendo, pertanto, l'Ente a gravi conseguenze. Si interroga il Presidente Jole Santelli

per sapere:

-se è informata di quanto sopra citato;

-a che titolo il Dott. Alisio Mariggiò svolge le funzioni di Commissario Straordinario dell'Azienda Calabria Verde essendo decaduto dall'incarico;

-quali iniziative intende intraprendere al fine di ripristinare lo stato di legittimità dell'agire amministrativo dell'Azienda Calabria Verde.

(12; 24/04/2020)

 

Con riferimento all'interrogazione di cui sopra si forniscono di seguito i chiarimenti richiesti:

"Con nota prot.5272 del 22 aprile u.s., inviata anche alla scrivente per conoscenza, il Commissario Straordinario dell'Azienda Calabria Verde Gen. Aloisio Mariggiò nominato con D.G.R. n.l00 del 30 marzo 2016,quindi prima dei nove mesi previsti per la decadenza dalla L.R. n. 12/2005, ha comunicato l'attribuzione di incarichi di reggenza temporanea nella struttura organizzativa dell'Ente de quo per garantire l'operatività di alcuni settori vacanti, previo avvio del procedimento amministrativo di selezione pubblica.

Con nota prot.162309 del 14 maggio u.s. (all.01), il Dirigente Generale del Dipartimento Presidenza a cui compete la vigilanza sull'Azienda Calabria Verde, ha puntualmente contestato al Commissario Straordinario della stessa, l'affidamento degli incarichi di reggenza temporanea, chiedendo al contempo ulteriori elementi a sostegno e chiarimento delle motivazioni che hanno portato all'adozione degli stessi, ovvero ad adottare gli adempimenti contabili di cui si rileva la

carenza".

Jole Santelli (Presidente della Giunta regionale)

(Allegati)

 

Guccione, Bevacqua, Irto, Notarangelo, Tassone. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:

-l’effettiva cantierizzazione dei nuovi ospedali e delle Case della salute, l’acquisto delle nuove apparecchiature tecnologiche nel servizio sanitario calabrese sono una necessità avvertita da anni, resasi oggi ancora più indispensabile vista l’emergenza Covid-19, sia per il potenziamento dell’offerta sanitaria e sia per le considerevoli ricadute sul sistema economico calabrese. Basti pensare che l’iter per la realizzazione delle Case della salute è partito nel 2009 e quella per i nuovi ospedali nel 2007. Centinaia di milioni di euro disponibili e non utilizzati da oltre un decennio;

-il 6 dicembre 2007 è stato stipulato il Protocollo di intesa tra il Ministero della salute e la Regione Calabria ai fini della sottoscrizione dell’Accordo di programma per la realizzazione delle nuove strutture ospedaliere della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro, prevedendo le risorse necessarie, sia statali che regionali. La realizzazione dei suddetti ospedali è stata confermata nell'accordo sul Piano di rientro del debito del settore sanitario della Regione Calabria sottoscritto il 17-12-2009 e dai successivi programmi operativi di prosecuzione del Piano di rientro;

-il nuovo ospedale della Sibaritide prevede una dotazione di 330 posti letto (DO, DH, DS) oltre a 46 posti letto tecnici per un totale di 376 posti letto, con un impegno finanziario di spesa pari a euro 143.921.997,42;

-il nuovo ospedale di Vibo Valentia prevede una struttura sanitaria con una dotazione sanitaria di 287 posti letto (DO, DH, DS) oltre a 52 posti letto tecnici per un totale di 339 posti letto, con un impegno finanziario di spesa pari a euro 143.965.197,29;

-il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro prevede una struttura sanitaria con 314 posti letto (DO, DH, DS) oltre a 38 posti letto tecnici per un totale di 352 posti letto, con un impegno finanziario di spesa pari a euro 150.133.542,61;

-sono trascorsi 13 anni dalla stipula dell’accordo di programma tra Regione e Ministero e ancora non si è riusciti a realizzare i tre ospedali importanti per migliorare anche la qualità dell’offerta sanitaria, ospedaliera e territoriale calabrese, e le Case della salute, per un totale di circa mezzo miliardo di euro disponibili per la loro costruzione che rappresenterebbero, inoltre, una opportunità per l’economia e l’occupazione calabrese;

-il 20 per cento (cioè circa cento milioni) della cifra totale, pari a mezzo miliardo di euro, dovrà essere destinata all'acquisto di macchinari e tecnologie sanitarie a supporto delle strutture ospedaliere e delle Case della salute;

-con il Dpgr numero 135 del 2011, rettificando parzialmente il Dgr numero 740/2009, sono stati rideterminati i siti in cui realizzare le Case della salute;

più precisamente gli otto siti individuati con Dpgr 135/2011 per la realizzazione della Casa della salute sono: Trebisacce, Praia a Mare, San Marco Argentano, Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e Siderno;

-per le Case della salute di San Marco Argentano, Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e Siderno risultano ratificati gli studi di fattibilità approvati dalle Asp competenti. Per le Case della salute di San Marco Argentano, Mesoraca e Siderno sono state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica delle strutture;

-con Decreto del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro sono state approvate le nuove convenzioni aggiornate alle sopraggiunte disposizioni in materia di appalti pubblici, decreto legislativo 50/2016 e decreto legislativo 56/2017;

-le risorse disponibili risultano essere euro 49.315.529,20 a seguito della rimodulazione del PAC con Dgr 40/2016;

è pertanto prevista la spesa per la realizzazione delle sei Case della salute di seguito riportate: Asp di Cosenza: San Marco Argentano euro 8.149.648,89;

Cariati: 9.172.683,54. Asp di Crotone: Piattaforma sanitaria di Mesoraca euro 5.500.000,00. Asp di Catanzaro: Chiaravalle euro 8.100.000,00. Asp di Reggio Calabria: Scilla euro 8.270.000; Siderno euro 9.760.000;

-a tutt'oggi, quindi, si è determinato un accumulo di risorse finanziarie in materia di investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie che non ha precedenti nella storia della regione e che rappresenta la prima voce per disponibilità dell’intero bilancio regionale: sono disponili poco meno di DUE miliardi di euro;

-in data 30-04-2016 è stato sottoscritto un Accordo di programma tra il presidente del Consiglio dei Ministri e il presidente della regione Calabria e che comprende: il nuovo ospedale di Catanzaro, il nuovo ospedale di Cosenza, l’ospedale di Reggio Calabria completamento ospedale Morelli, adeguamento e potenziamento ospedale di Crotone, adeguamento e potenziamento ospedale di Lamezia;

-da giugno 2018 con il Ministero della Salute sono stati decisi gli obiettivi dell'Apq attivando i rispettivi studi di fattibilità quali strumenti propedeutici per la realizzazione degli ospedali di cui sopra;

-con delibera n. 115 del 2 aprile 2019 della giunta regionale si trasmetteva al Ministero della salute il documento programmatico definitivo, in accordo con lo stesso Ministero;

-con dca 124 del 20 settembre 2019 veniva trasmesso lo stesso atto con un impegno complessivo di risorse tra primo e secondo stralcio pari a 788 milioni;

-sono in corso i lavori di progettazione del nuovo ospedale (completamento Morelli) di Reggio Calabria con intervento Inail pari a 180 milioni;

-sono stati già trasmessi lo scorso anno le relative schede al Ministero per gli interventi previsti in materia di potenziamento delle radioterapie delle regioni meridionali (legge De Vincenti) pari a 10 milioni;

-con dca n. 183 del 19 dicembre 2019 è stato trasmesso al Ministero della salute il programma di ammodernamento tecnologico pari a euro 86.488.000,00;

-con dpcm del 24 dicembre 2018 sono state assegnate alla Calabria 300 milioni di euro per investimenti Inail in materia di edilizia sanitaria e sociale. Visto quanto descritto e le risorse economiche rilevanti e immediatamente disponibili, la circostanziata ricostruzione degli atti e l'emergenza Covid-19 in atto,

per sapere:

quali iniziative urgenti intende assumere, anche con l'attivazione di strumenti eccezionali tesi a garantire la cantierizzazione di tutte le opere finanziate da oltre dieci anni per centinaia di milioni di euro, finalizzati a una nuova edilizia sanitaria e a un ammodernamento tecnologico del sistema sanitario calabrese utili anche ad affrontare l'emergenza Covid-19. Tutto ciò rappresenterebbe per l'economia calabrese anche un'opportunità con la creazione di migliaia di posti di lavoro e un sostegno a tutto ii sistema delle imprese della nostra regione. E' necessario recuperare i ritardi che si sono registrati in questi anni nella realizzazione dei tre nuovi ospedali e delle Case della Salute attraverso la nascita di un istituto in grado di semplificare e sburocratizzare l'iter teso a imprimere un'accelerazione delle attività utili ad avviare i cantieri, così come è stato fatto ad esempio per la ricostruzione del Ponte di Genova.

(16; 11/05/2020)

 

Risposta:

(Allegati)

 

Anastasi, Callipo, Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:

-l'ordinanza n. 38 del 30 aprile 2020 della Presidente della Regione Calabria, recante ulteriori misure per la prevenzione e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-2019, ha disposto le misure relative al rientro delle persone fisiche nella Regione Calabria presso i luoghi di residenza;

-dopo alcune notizie apparse su diversi organi di informazione il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ha dichiarato, con comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale della Regione il 12 maggio 2020 alle ore 14:26, che vi sono circa 1500 tamponi conservati presso le Asp di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria in attesa di essere processati;

-si moltiplicano le segnalazioni da parte di calabresi provenienti da fuori regione che nonostante le richieste agli organi competenti non sono stati ancora sottoposti a tampone presso il proprio domicilio o che ne attendono gli esiti;

per sapere:

1.quali siano nello specifico le modalità, le condizioni e i tempi di conservazione dei tamponi a cui fa riferimento il Dipartimento Tutela della Salute;

2.se e quanti test riguardanti i calabresi provenienti da fuori regione non sono stati processati bensì conservati;

3.quale sia il soggetto che ha deciso ed autorizzato tale procedura ed il motivo di tale decisione;

4.se la procedura di conservazione dei tamponi attuata garantisce l'efficacia e l'affidabilità dell'esito dei test;

5.se tale procedura sia stata concordata con gli esperti della Task force istituita dalla Regione Calabria a supporto dell'Unità di crisi regionale;

6.se la Regione abbia verificato la correttezza delle procedure seguite dalla Protezione civile regionale, dalle ASP, dalle strutture sanitarie e uffici regionali interessati e quali provvedimenti intende, eventualmente, adottare;

7.se, "al fine di evitare flussi incontrollati" come previsto nella predetta ordinanza n. 38 del 30 aprile scorso, i cittadini residenti in Calabria, rientranti da altra regione, sono obbligati o meno a sottoporsi al tampone ed all'isolamento di 14 giorni (cd "quarantena");

8.quale sia il numero effettivo delle persone rientrate in Calabria dall'inizio della "fase due", il numero dei tamponi effettuati presso le stazioni di servizio e stazioni ferroviarie, il numero dei tamponi effettuati presso il domicilio, il numero dei tamponi processati ed il risultato dei test;

9.il motivo dei ritardi degli esiti dei tamponi su chi rientra da fuori regione o sugli operatori sanitari sottoposti a tampone negli ultimi giorni;

10.il motivo dei ritardi nel sottoporre a tampone le persone rientrate in Calabria che ne hanno fatto richiesta alle autorità competenti;

11.il motivo dei ritardi nel sottoporre a tampone di controllo le persone già risultate positive e in quarantena da tempo;

12.quali provvedimenti la Regione abbia adottato negli ultimi due mesi in vista della "fase due" e del rientro dei calabresi da fuori regione per risolvere il problema della carenza dei reagenti, dei macchinari per processare i tamponi e del personale addetto alle analisi dei test e sulla carenza di dispositivi di protezione individuale;

13.se è vero che ci sono macchinari per processare tamponi in dotazione al Servizio sanitario regionale ma inutilizzati e in quest'ultimo caso, ii motivo sotteso a tale mancato impiego;

14.se le procedure poste in essere per l'attività di screening relativa alla ricerca di Covid-19/SARS- Cov-2 e successive misure di salvaguardia stiano garantendo le misure di sicurezza previste dalle norme e dalle ordinanze vigenti;

15.se il Presidente della Regione ritiene di riferire in Consiglio regionale sullo stato dell'emergenza COVID-19 in Calabria.

(20; 13/05/2020)

 

Risposta:

(Allegati)

Proposta di legge n. 13/11^, di iniziativa del Consigliere regionale Domenico Tallini recante: “Abrogazione della legge regionale n. 5/2020 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)”, (Deliberazione n. 16 03/06/2020):

 

Art. 1

(Abrogazione della legge regionale 5/2020)

1. La legge regionale 29 maggio 2020, n. 5 (Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)), è abrogata.

 

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)