X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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n.36

 

SEDUTA Di VENERDI’ 12 MAGGIO 2017

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO

 

 

 

Presidenza del Presidente Nicola Irto

La seduta inizia alle 13,30

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazione

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge l’interrogazione presentata alla Presidenza.

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Sull’ordine dei lavori ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, chiedo che venga inserito l’ordine del giorno, protocollo numero 20618, riguardante la “Stabilizzazione dei lavoratori Lsu/Lpu”.

PRESIDENTE

Consegni una copia dell’ordine del giorno alla Presidenza prima di mettere in votazione la richiesta di inserimento. Intanto che si recupera l’ordine del giorno cedo la parola al consigliere Greco che ha chiesto di intervenire e ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Presidente, vorrei chiedere l’inversione del punto all’ordine del giorno, atteso che con i gruppi di minoranza si è deciso di fare un incontro ad hoc sulla legge per la promozione del turismo sportivo golfistico. Pertanto, la proposta di legge che era inserita al punto 1 diventa il punto 4, ed il punto 4 che recita “Disposizioni per l’organizzazione del servizio idrico integrato” viene inserito al primo.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Magno. Ne ha facoltà.

MAGNO Mario (Forza Italia)

Presidente chiedo, per cortesia, che venga inserito l’ordine del giorno già inserito nel precedente Consiglio, il protocollo numero 19497, relativo ad Azienda Calabria Verde. Inoltre, chiedo se può richiamare anche l’ordine del giorno presentato stamattina, il protocollo numero 20737, relativo alla situazione carceraria.

PRESIDENTE

Prima di entrare nel merito dei singoli inserimenti, pongo in votazione la proposta del consigliere Greco che rimodula l’attuale ordine del giorno dove, sostanzialmente, il quarto punto, riguardante il “Servizio idrico integrato”, diventa il punto numero 1 all’ordine del giorno. Il secondo punto all’ordine del giorno riguarderà la “Proposta di legge numero 198/10^: <Norme per la programmazione allo sviluppo regionale alle attività teatrali>; il punto 3 all’ordine del giorno riguarda “Proposta di legge di iniziativa del consigliere D’Acri: <Interpretazione autentica del comma 1ter>” per capirci, sull’Arcea; il quarto punto diventa la “Proposta di legge di iniziativa dei consiglieri Greco, D’Acri, D’Agostino, Pasqua e Sergio sul <Turismo sportivo mediante la diffusione del golf>”. Il quinto punto vede la “Legge regionale 39/95 delle nomine” e, a seguire, mettiamo ai voti la richiesta di inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Guccione.

Intanto pongo in votazione la modifica del nuovo ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno a firma del consigliere Guccione e l’inserimento dell’ordine del giorno sulle carceri, come richiesto dal consigliere Magno perché l’altro era già stato inserito.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, chiedo che sia inserito all’ordine dei lavori un ulteriore ordine del giorno sulla situazione dei Centri per l’impiego.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento presentata dal consigliere Mirabello di un ordine del giorno sui Centri per l’impiego.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa delle libertà)

Presidente, grazie, chiedo che venga inserita all’ordine del giorno la mozione numero 77 del 3 marzo 2017, avente ad oggetto “Per la sensibilizzazione del Parlamento italiano a procedere con urgenza alla approvazione del testo di legge sul biotestamento”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione numero 77, come richiesto dal consigliere Cannizzaro.

(Il Consiglio approva)

ESAME ABBINATO

- Proposta di legge numero 42/10^ di iniziativa popolare recante: “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell'acqua”;

- Proposta di legge numero 46/10^ di iniziativa del Consiglio comunale di Cosenza recante: “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell'acqua”;

- Proposta di legge numero 140/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni per l'organizzazione del Servizio Idrico Integrato”;

PRESIDENTE

Passiamo adesso al primo punto all’ordine del giorno che riguarda l’esame abbinato delle proposte di legge numero 42/10^ di iniziativa popolare, recante: “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell'acqua”  numero 46/10^ di iniziativa del Consiglio comunale di Cosenza, recante: “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell'acqua” e numero 140/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni per l'organizzazione del Servizio Idrico Integrato”.

La parola al relatore del provvedimento, consigliere Bevacqua.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico), relatore

Grazie Presidente, la legge che oggi approveremo consentirà alla Regione di poter, finalmente, rispondere agli obblighi legislativi, nazionali e comunitari. Dopo tanti anni di discussione, di confronto, di analisi e di proposte – vorrei ricordare ad ognuno di noi qui presenti che l’ultima proposta risale al 2012 – dotiamo la Calabria di una normativa organica e completa che copre il ciclo delle acque, dalla captazione al consumo.

Questa maggioranza non si è sottratta, dunque, alle proprie responsabilità ed il testo che oggi approda in Aula è frutto di un lavoro sinergico tra l’Esecutivo regionale, il Presidente della Giunta, Oliverio, la Commissione da me presieduta e gli enti ed i soggetti attori e portatori di interessi coinvolti attraverso numerose audizioni svolte dalla Commissione.

In questa legge un ruolo centrale viene riservato agli Enti locali e ai sindaci e viene sancita la garanzia e la tutela dei territori e delle comunità, mediante l’istituzione del Comitato consultivo degli utenti del servizio e dei portatori di interesse.

Il punto essenziale riguarda l’istituzione dell’Autorità Idrica della Calabria, ente di governo dell’Ato regionale. I principi ispiratori della normativa sono fondamentalmente due: innanzitutto viene riconosciuto e garantito il governo pubblico dell’acqua che, per questa maggioranza, è uno dei punti cardine del governo del programma presentato dal presidente Oliverio; in secondo luogo, questa legge rende concreto un effettivo decentramento amministrativo; infatti, l’AIC è rappresentativa di tutti i comuni calabresi e della Città Metropolitana di Reggio Calabria, che vi partecipano obbligatoriamente. Abbiamo, inoltre, ritenuto opportuno accogliere un emendamento e delle richieste fatte dall’Upi Calabria in Commissione, prevedendo la presenza delle Province e affidando loro il coordinamento territoriale, a dimostrazione della disponibilità di questa maggioranza e di questo governo verso le Upi e le loro richieste che si é deciso di accogliere per un maggior coinvolgimento nella loro azione e per un governo del territorio plurale e più vicino possibile ai territori.

Dicevo che un altro punto qualificante di questa legge risiede nell’aver previsto un Comitato consultivo degli utenti del servizio e dei portatori di interesse come garanzia, tutela e controllo della qualità del servizio da parte dei cittadini fruitori. Il Comitato potrà usufruire anche di una apposita banca dati sulla gestione delle risorse idriche che raccoglierà tutte le informazioni e i dati provenienti dalle singole gestioni e quelli prodotti dall’Autorità nazionale di regolazione del settore.

Cosa spetterà alle Regioni? Alle Regioni spetterà la verifica di coerenza del Piano d’ambito con la pianificazione regionale di settore, la predisposizione di un apposito programma finalizzato al conseguimento del risparmio idrico, l’individuazione degli interventi strategici, delle risorse, dei criteri e delle modalità e priorità per la concessione dei contributi per la realizzazione del programma stesso.

La Regione potrà inoltre promuovere la determinazione dei criteri per l’articolazione delle tariffe del servizio tra i diversi territori regionali, in armonia con le diverse disposizioni normative nazionali in materia, nonché vigilare sulle attività dell’Ente di governo dell’ambito, esercitando in caso di inadempimento i poteri sostitutivi e, attraverso il dipartimento competente in materia di servizio idrico, esprimere pareri in merito alla questione di carattere tecnico-economico organizzativo e gestionale nonché, se richiesti, sugli atti di stretta competenza dell’assemblea dell’AIC.

In buona sostanza, cari colleghi, la finalità complessiva di questa nuova normativa è quella di garantire un consumo responsabile, controllato e virtuoso delle risorse idriche, in linea con uno dei punti essenziali caratterizzanti il programma di questa maggioranza. Se pensiamo – solo per far riflettere i colleghi – che allo stato attuale più della metà dell’acqua immessa in rete si disperde, comprendiamo quanto sia urgente avviare una gestione virtuosa di questa preziosa risorsa.

Ci troviamo, pertanto, davanti ad un ulteriore strumento di programmazione che questa maggioranza – lo voglio dire con forza e che questo Consiglio – riesce a condurre in porto in questa legislatura. Sappiamo bene quanto la programmazione sia necessaria per una gestione oculata e razionale delle risorse e delle opportunità emergenti.

Sappiamo bene anche quanto la programmazione sia il primo compito a cui un legislatore attento, coscienzioso e consapevole deve adempiere. Altrettanto bene sappiamo, per onestà, che la programmazione è il primo passo, ma non basta – dico anche questo con estrema chiarezza ed onestà - perché bisogna dare risposte immediate e concrete alle problematiche delle comunità e dei territori. La posta in gioco deve essere a tutti chiara: o riusciamo ad incidere in breve tempo sulle tariffe e sui servizi oppure il lavoro legislativo rischierà di passare inosservato, nonché inefficace rispetto al soddisfacimento delle esigenze prioritarie dei nostri cittadini.

A tal proposito, rimane poi da affrontare il problema della Sorical, con tutte le criticità connesse a questo settore. Questa è senz’altro una questione delle quale saremo chiamati ad occuparci da qui a breve e, per questo, abbiamo tenuto anche distinto il problema Sorical con una legge che doti la Calabria dell’AIC.

In conclusione – lo dico ai colleghi di maggioranza e di minoranza – possiamo affermare che questa maggioranza e questo Consiglio, pur con tutti i limiti e le debolezze che qualcuno si occupa puntualmente di evidenziare, dota la Calabria di uno strumento atteso da anni. Ogni tanto, cari colleghi, possiamo essere orgogliosi del lavoro compiuto senza lasciarci prendere da gelosie, localismi o strumentazione politica. Quando si scrivono belle pagine di legislazione il merito è di tutti: dalla burocrazia all’Esecutivo, al lavoro della Commissione, al Consiglio nel suo insieme. Vorrei che sapessimo tutti guardare a questo modello di azione politica, propositivo, lungimirante e privo di qualsiasi interesse che non sia quello dei nostri concittadini.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Ferro. Ne ha facoltà.

FERRO Wanda (Gruppo Misto)

Grazie signor Presidente, rispetto alla pratica in essere che, credo, verrà accolta un po’ da tutti con piacere, considerato che il Gestore unico integrato – su cui da anni si è dibattuto a tutela dei cittadini e a tutela di un servizio che, spesso, anche per chi è abituato ad arrivare in Calabria ed a prendere senza mai lasciare – ha visto tante difficoltà anche degli enti locali.

Rispetto alla proposta di legge, credo che ci sia l’esigenza da parte di tutti di chiarirci su alcuni aspetti tecnici che, probabilmente, saranno trattati in questo autorevole dibattito. La proposta di legge numero 42/10^ di iniziativa popolare recante: “Tutela, governo e gestione pubblica del ciclo integrato dell'acqua” e la proposta di legge numero 140/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni per l'organizzazione del Servizio Idrico Integrato”, vedono un articolato normativo sostanzialmente identico che prevede, in particolare, l’individuazione – da parte della Regione con apposita legge regionale da adottarsi entro 12 mesi – degli ambiti di bacino per la costituzione delle autorità di ambito e delle autorità inserite al suo interno.

Ad ogni ambito di bacino idrografico partecipano gli Enti locali il cui territorio ricade nei predetti ambiti di bacino. Ad ogni ambito di bacino ci sarà una organizzazione sulla base di una convenzione di cooperazione tipo, anche essa da emanarsi entro 12 mesi. Nel complesso, la prima parte della proposta di legge, che va dall’articolo 1 all’articolo 6, appare molto generica e confusa e, in sostanza, contiene esclusivamente delle dichiarazioni di principio.

L’articolo 7 regolamenta l’istituzione dell’Azienda pubblica “Acqua bene comune Calabria – ABC”. La prima incongruenza è la scelta dell’azienda speciale di diritto pubblico regionale quale forma giuridica per l’azienda. Tale scelta è in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale numero 228 del 2013 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 79 della legge regionale Molise numero 2 del 2012 nella parte in cui aveva stabilito la gestione del servizio idrico integrato affidato all’azienda speciale Regione Molise Acque, ente di diritto pubblico. Quindi, la natura giuridica non può essere modificata e con la sentenza della Corte costituzionale numero 62 del 2012, relativa all’acquedotto pugliese, in particolare viene censurato l’affidamento del servizio idrico con legge regionale ad un ente individuato dalla medesima Regione.

Altra incongruenza dell’articolo risiede nella confusione dell’organo competente all’approvazione dello Statuto, individuato al comma 5 nella Giunta regionale e al comma 6 nel Consiglio regionale. L’articolo 8 disciplina gli organi dell’ABC Calabria ed, in particolare, prevede “la nomina da parte della Giunta regionale del Presidente, del Vicepresidente e di tre membri del Consiglio, indicati dall’Assemblea dei sindaci come segue: l’Assemblea plenaria dei comuni calabresi costituita da sindaci esprime un numero di voti in proporzione al numero dei cittadini residenti nel proprio comune”.

Diciamo che abbiamo un po’ emulato la legge aborto che ha prodotto la nuova elezione all’interno delle Province. Ovviamente non si potranno esprimere più di due preferenze. Si intendono eletti tre candidati che abbiano conseguito il maggior numero di voti. Sembra, quindi, che il Presidente ed il Vicepresidente vengano direttamente individuati dalla Giunta regionale e non è, quindi, chiaro il meccanismo di individuazione del consiglio di amministrazione ovvero se i candidati siano oggetti esterni e come questi candidati verranno individuati.

L’articolo 8 prevede una generica adozione di strumenti di partecipazione attiva dei lavoratori al relativo servizio idrico integrato, degli abitanti del territorio, delle associazioni ambientaliste ecc., rinviando la relativa disciplina agli Statuti comunali che, probabilmente, non saranno uguali uno con l’altro e creeranno ulteriori confusioni.

L’articolo 10 sottopone l’ABC alla vigilanza ed al controllo della Regione Calabria in contraddizione con quanto previsto per la nomina del consiglio di amministrazione che viene prevista con la possibilità per il Consiglio regionale di revoca del Presidente, del Vicepresidente e dei singoli membri del consiglio di amministrazione.

L’articolo 11 prevede che i lavoratori dipendenti della Sorical Spa – mi chiedo se tutti o solo quelli a tempo indeterminato? - alla data di costituzione dell’ABC Calabria transitano mediante accordo sindacale nell’organico della medesima. Da chiarire, quindi, se si tratta dei dipendenti a tempo determinato o di quelli a tempo indeterminato.

Gli articoli 14 e 15 istituiscono, con oneri sul bilancio regionale, rispettivamente il Fondo regionale per il diritto all’acqua ed il Fondo regionale per la ripubblicizzazione. L’articolo 16 istituisce il Fondo regionale di solidarietà internazionale, alimentato attraverso il prelievo in tariffa di euro 0,001 per metro cubo dell’acqua erogata.

L’articolo 17 delega la Giunta ad emanare il Regolamento di attuazione della legge. Ora, qui faccio delle osservazioni.

La legge – che trovo particolarmente generica – non è chiara, perché non disciplina né i compiti, né le competenze dei vari organi di questa azienda ABC che – ripeto – è in contrasto con quanto già fatto dalla Corte costituzionale per la Regione Molise.

La proposta di legge numero 140/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni per l'organizzazione del Servizio Idrico Integrato” prevede anche l’istituzione dell’Autorità idrica della Calabria, l’AIC, cui viene assegnato un Fondo di dotazione costituito dai beni ex ATO.

Alla AIC partecipano, ovviamente ed obbligatoriamente, gli Enti locali. L’articolo 5 individua, quali organi dell’AIC: l’Assemblea, il direttore generale e il revisore unico dei conti. Dimentica, però, di includere il Presidente, che viene richiamato all’articolo successivo.

L’articolo 6 disciplina l’assemblea. L’articolo 8 disciplina in maniera confusa e con un sistema di elezione contorto che – ripeto – anche in questo caso, sembra mutato da quello delle Province. L’articolo 11 prevede, quale articolazione organizzativa, le Conferenze territoriali di zona come strutture territoriali composte da sindaci dell’ambito territoriale. Queste strutture hanno la funzione di definire gli interventi e le priorità da individuare nel Piano d’ambito e di formulare proposte e indirizzi di miglioramento nell’organizzazione del servizio; qui con ponderazione di voto e, quindi – ripeto – come nel caso delle Province si applica: alla prima convocazione, la maggioranza assoluta dei sindaci e la rappresentanza contestuale di almeno due terzi della popolazione come avveniva nei vecchi Ato e, in seconda convocazione, la sola maggioranza dei presenti.

Per quanto riguarda le competenze dell’Assemblea – mi chiedo – si rinvia, quindi, all’articolo 7? L’articolo 17 cosa fa? Istituisce un Comitato consultivo degli utenti per garantire la partecipazione; l’articolo 19 prevede, a decorrere dalla entrata in vigore della legge, il trasferimento del personale dipendente degli enti di ambito all’AIC con cessazione dei contratti a tempo determinato alla scadenza.

I costi del personale e quelli di funzionamento degli organi e della struttura operativa dell’AIC in sede di prima applicazione e fino alla definizione a regime del costo del servizio idrico, fanno carico tutti agli Enti locali ricadenti nell’ambito territoriale comunale. Ultima osservazione è che la proposta della legge non entra neanche nel merito della tariffa, ma prevede un merito di costituzione dell’Assemblea molto farraginoso e contiene anche alcune contraddizioni e ripetizioni. Il personale che viene assorbito dall’AIC, quindi in questo caso, è quello degli enti d’ambito. Grazie.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente, per avermi dato la parola. Arriviamo a questo appuntamento – lo voglio dire in Aula – un po’ a briglie sciolte, nel senso che mi sarei aspettato una riunione della maggioranza o almeno del mio gruppo per affrontare una questione molto delicata che è quella che stiamo adesso dibattendo, anche perché le avvisaglie c’erano state e arriviamo sull’onda di una emergenza. Il rischio è che la Regione venga commissariata. Già a gennaio 2017 l’Autorità nazionale per l’energia elettrica, il gas ed il sistema idrico intimava alla Regione Calabria di dotarsi di una legge, pena il commissariamento.

Lo facciamo in modo non condiviso. Ho ascoltato attentamente l’intervento della collega Ferro perché alcuni suoi rilievi appaiono fondati rispetto all’impianto della legge. Ma la cosa che mi sarei aspettato da parte della Giunta era di venire in Aula a relazionare pure sulla vicenda di Sorical.

Non possiamo mettere da parte quel che è accaduto in questi anni, perché sarebbe un errore politico gravissimo. Quello che è accaduto fino ad oggi sulla vicenda Sorical non può essere rimosso, anzi, deve far parte e tener conto nell’impianto legislativo delle soluzioni per impedire quello che è successo in questi anni. Mi sarei aspettato che il Consiglio deliberasse una Commissione di inchiesta sul Sistema idrico integrato in Calabria e sull’attività della Sorical, da quando è nata fino ad oggi. Perché non farsi carico di quello che è successo, secondo me, significa far pagare un caro prezzo ai calabresi e a questa regione.

Sorical è un grave buco nell’acqua che in questi anni ha rappresentato uno sperpero di denaro pubblico e questa vicenda non si può concludere – lo dico qua – col fatto che i privati non pagano dazio rispetto a quello che è stato fatto e che ad accollarsi i debiti sia solo la parte pubblica.

Questo è un altro punto sul quale dobbiamo fare chiarezza, perché non discutere sullo stato di attuazione della legge Galli in Calabria – quindi della Sorical – non solo è un grave vulnus politico, ma non ci fa comprendere nemmeno di quale legislazione ha bisogno questa regione. Non basta copiare l’impianto della Toscana e sconfinare in Emilia Romagna per assolverci e dire al Governo nazionale che abbiamo un impianto legislativo.

Credo che in questi anni il Sistema idrico integrato in Calabria abbia prodotto un grave e strutturale deficit, questo è un primo punto; l’inefficienza della rete calabrese non ha subito miglioramenti in questi anni anzi, addirittura, l’efficienza risulta sotto la media italiana, per non parlare – anche qui, ci ritorno, ma è come sparare alla Croce Rossa – del fatto che nella passata legislatura erano stati fatti appalti per la sistemazione, la conoscenza e l’ingegnerizzazione del Servizio idrico delle Città capoluogo di provincia con finanziamenti 2007-2013 per Cosenza, Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria e Vibo Valentia, ma ancora non ne usciamo da questa situazione.

Circa 30 milioni di fondi comunitari sono dovuti slittare sulla programmazione 2014-2020 ma, ad oggi, non abbiamo ancora appaltato un’opera; eppure, quando è scoppiata la vicenda del comune di Cosenza, ci eravamo impegnati ad accelerare l’iter burocratico, ma non abbiamo fatto un passo in avanti.

Il relatore Bevacqua diceva che abbiamo bisogno di segni tangibili in questa regione. Sono passati un po’ di anni dall’inizio della legislatura, ma di segni tangibili non ne abbiamo ancora, non sono individuabili, la gente non li percepisce e, quindi, c’è bisogno di un salto di qualità. Se lavoriamo solo per metterci la coscienza a posto, e la realtà concreta non cambia nella vita dei cittadini, il rischio è di apparire marziani in questa regione. Penso che sulla vicenda del sistema idrico calabrese ci sia bisogno di una legge che tenga conto dello stato e di quello che è accaduto in questi anni, attraverso una forte concertazione sugli gli attori che si occupano di questo servizio.

L’acqua – che per la Calabria poteva essere una risorsa – fino ad oggi è stata un buco nero che ha fatto aumentare i deficit per le casse regionali ed il peggioramento dell’efficienza del servizio idrico calabrese.

Non credo che la legge che oggi portiamo al vaglio del Consiglio regionale sia sufficiente a garantire quel salto di qualità di cui abbiamo bisogno nel servizio idrico integrato. Anzi, questo impianto rischia forse solo di evitare il commissariamento, e di non migliorare assolutamente il servizio. Grazie.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa delle libertà)

Grazie, Presidente, Presidente della Giunta, assessore, colleghi consiglieri. Vorrei preliminarmente manifestare apprezzamento per l’ennesimo sforzo da parte dell’Esecutivo regionale, nella fattispecie del professore Musmanno. Accolgo con piacere il fatto che la Giunta regionale abbia avvertito l’esigenza di cambiare rotta rispetto ad una tematica importante come quella dell’organizzazione idrica calabrese.

Ma questo non basta perché il progetto di legge proposto oggi in Aula appare molto confuso e fumoso. In maniera puntuale la collega Ferro ma anche il collega Guccione hanno fotografato un po’ il progetto di legge che appare confuso -ribadisco- e disarticolato. Disarticolato anche su alcuni articoli che ci lasciano molto perplessi, entrando nel merito della proposta di legge. L’istituzione dell’AIC – Autorità Idrica Calabrese – appare l’ennesimo istituto, l’ennesimo carrozzone che si vuole istituire come organizzazione di una gestione di un così delicato argomento.

L’articolo 2 prevede la suddivisione in 5 ambiti regionali e credo che questa sia una voce molto superficiale. Mi chiedo e vi chiedo come si potrà avere la gestione completa dell’intera Regione con soli 5 ambiti che dovranno monitorare l’andamento della situazione idrica. Ancora più curioso pare l’articolo 9 dove è prevista la nomina di un direttore generale, scelto di concerto col Presidente della Giunta che – come poi ci suggerisce l’articolo 10 – dovrà lavorare in piena sinergia con l’unico revisore scelto, anch’esso dall’Esecutivo regionale.

Sono dettagli che vorrei porre all’attenzione dell’intera Assemblea legislativa e che meritano una attenzione importante. Appare più curioso l’articolo 17 che vi vuol far apparire che vi è, addirittura, una partecipazione dei cittadini, dei calabresi nella istituzione di un Comitato di cittadini ma pare curioso che questi cittadini verranno scelti direttamente dal Governatore per come viene proposto dal Pdl.

Senza andare troppo nel merito, perché chi mi ha preceduto è stato molto più bravo e abile di me a farlo, chiedo al Presidente della Giunta ed alla maggioranza, di fare una riflessione importante prima di far passare a colpi di maggioranza un progetto di legge che può causare ulteriori danni per la nostra regione, visto che qui stiamo parlando di un argomento molto importante e sensibile per l’intera regione e siamo d’accordo sul fatto che bisogna cambiare rotta su un fallimento di gestione ormai arrivato fin qui

Personalmente credo di poter parlare anche a nome dei colleghi della minoranza e vi invito ad una riflessione, anche nell’immediato, per poter portare i nostri contributi e magari, anche sommessamente, dei suggerimenti, in maniera tale che possiate darci delle sollecitazioni. L’assessore che, assieme alla sua struttura, ha lavorato a questo progetto di legge in modo particolare, potrebbe toglierci dei dubbi che, ribadisco, credo non siano soltanto dubbi politici o solo nostri ma siano dubbi di tanti sindaci o amministratori chiamati quotidianamente ad aggredire questa problematica gravosa della situazione idrica.

Tra l’altro, e concludo, appare anche un po’ surreale questa Assemblea che dovrà avere il compito di monitorare il Comitato, l’Autorità idrica dei 40 sindaci o dei loro delegati con all’interno i 5 capoluoghi. Ciò ancora una volta evidenzia come tante parti della Calabria, forse quelle un po’ più lontane dalle metropoli, vengano escluse da processi così importanti che dovrebbero mirare e puntare al coinvolgimento delle piccole realtà e metterle in primo piano.

Ecco, qui le esclude a priori e chiedo con forza ai colleghi della maggioranza di sederci anche nell’immediato ad aprire un Tavolo di confronto. Capisco pure che avete fretta di approvare questo progetto di legge perché è altissimo il rischio che venga commissariato il sistema. E questo non sarebbe positivo né per la maggioranza né per il Governo regionale e nemmeno, credetemi, per tutta la Calabria.

Per manifestare e confermare un atteggiamento costruttivo vi invito sin da subito ad unire le forze e far prevalere quello che è il senso di responsabilità, ribadisco, per un argomento così importante. Grazie.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Presidente, anche oggi questa maggioranza evidenzia un metodo già conosciuto rispetto a criticità riscontrate per quanto riguarda l’attività di produzione. Si arriva in Aula con una proposta di legge che, come è stato detto, è carente e per la quale si cercano degli approfondimenti. Nel ricercare gli approfondimenti si invita l’opposizione al dialogo ed al confronto; ma penso che questi passaggi si sarebbero potuti consumare in precedenza con la buona volontà che il rappresentante istituzionale deve avere, nell’interpretare il ruolo che da buon padre di famiglia deve mettere in campo, perché, altrimenti, diamo la parvenza, soprattutto ai calabresi, di un Consiglio regionale molto, molto superficiale con un atteggiamento politicamente, oserei dire, dilettantistico.

E’ capitato altre volte, per cui sto parlando a ragion veduta, e non voglio fare demagogia. Invito i colleghi consiglieri di maggioranza, al di là dell’apporto costruttivo che abbiamo sempre offerto, ad essere sempre più responsabili rispetto al ruolo guida di questa coalizione e, quindi, alle forti responsabilità nei confronti del Governo regionale, che vengono meno con queste defaillance che sono sotto gli occhi di tutti.

Non voglio fare adesso interventi di carattere politico ma mi soffermo sull’argomento in specie. Abbiamo una scadenza perché si rischia il commissariamento ma si arriva sempre qui all’ultimo momento, senza avere la consapevolezza e la responsabilità delle varie scadenze. E’ come se si andasse a svolgere il proprio compitino o a presentarsi a sostenere un esame all’Università studiando all’ultimo momento oppure immaginando di potersi preparare tre-quattro giorni prima della scadenza degli esami.

Per formazione e per chi vuole essere responsabile anche nei propri confronti – e se non lo è nei propri confronti non lo è nemmeno nei confronti dei calabresi – non si può che essere garantisti rispetto a quella qualità che il Consiglio regionale deve garantire.

Adesso sento dire dal collega Romeo, preliminarmente a questa seduta, assieme alla collega Ferro e ad altri, che abbiamo immaginato di concertare una seduta di Consiglio regionale per la prossima settimana oppure un Tavolo di discussione, concordato prima, come diceva il consigliere Cannizzaro.

Non possiamo improvvisare! Qui dimostrate di non essere preparati rispetto a questioni che hanno anche una loro complessità e per le quali l’opposizione chiese tempo fa - non tanto tempo fa, e ripetutamente fu rappresentata e manifestata questa intenzione all’Assemblea – di aprire un dibattito su questioni che riguardano il settore ambientale che è complesso e che riguarda la depurazione che lascia molto a desiderare.

Una offerta che dovremmo garantire ai turisti per quanto riguarda la qualità e l’erogazione di un servizio che è primario, per quanto concerne la balneazione, da cui discende poi la salute pubblica perché se andiamo a vedere di cosa si nutre il nostro prodotto ittico sappiamo poi chi siamo quando mangiamo.

Al di là di tutto abbiamo più volte chiesto un dibattito e ci chiedono adesso, collega Cannizzaro, un dialogo. Siamo pronti al confronto, al dialogo ma lo siamo sempre stati, purtroppo, anche con l’arroganza che contraddistingue alcuni comparti di questo centro-sinistra che è un modo di essere caratterizzante e questo dialogo spesso non è stato voluto.

Presidente Irto, siamo ancora disponibili per tentare in extremis di salvare il salvabile ma -abbiate pazienza! - è importante che si faccia una riflessione sulle responsabilità della massima Assise regionale e di chi la rappresenta, ognuno per le proprie competenze e rispetto alla delega conferitici dal corpo elettorale, sia per chi governa sia per chi fa opposizione.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito democratico)

Grazie Presidente, intanto mi complimento per il nuovo Sito istituzionale del Consiglio regionale che va nella direzione di realizzare quella grande operazione di funzionamento e trasparenza avviata in questo Consiglio e che, devo dire, è molto bello e fruibile.

Colleghi, Presidente della Giunta regionale, signori assessori, ci troviamo a discutere stasera di un progetto di legge importante che riguarda uno dei temi maggiormente sensibili per la popolazione e che, fino ad ieri, segnalava un grave ritardo da parte della Istituzione Regione: un ritardo normativo, un ritardo di attenzione, un ritardo di intervento sul funzionamento complessivo del ciclo delle acque.

Ho parlato con i colleghi della minoranza, anche con qualche collega della maggioranza: vengono poste delle questioni ed io sono per discuterle perché quando c’è una richiesta che viene formulata se ne discute.

Chiederò alla fine del mio intervento di fare un approfondimento, ma non possiamo farlo a valle di considerazioni che non riconducono il dibattito alla realtà delle cose. Questa proposta di legge - già così com’è è una buona proposta di legge – non è piombata in Aula all’improvviso ma è frutto di una discussione che c’è stata nelle sedi istituzionalmente deputate e preposte.

Se ne è discusso nella Commissione: il relatore, collega Bevacqua, ha svolto una relazione nella quale ha sintetizzato l’esito della discussione e della votazione che c’è stata in Commissione. E la Commissione stessa non si è limitata ad ascoltare i tecnici ed i dirigenti che se ne sono occupati e che ringrazio per il prezioso, meticoloso ed importante lavoro che hanno fatto per la nostra regione.

Ha raccolto l’opinione e l’apprezzamento dell’Anci, ha raccolto l’opinione e qualche suggerimento e anche l’apprezzamento dell’UPI. Gli enti locali, le categorie, i tecnici ed i consiglieri regionali hanno discusso in maniera approfondita di questo testo di legge altrimenti parliamo di cose che non sono accadute in questa Regione. Hanno discusso di un testo che, per carità, è perfettibile – siamo aperti – e suscettibile di modificazioni e apre una nuova pagina nella storia della Calabria, rispetto alla gestione dell’acqua pubblica perché si fonda su un principio che, peraltro, recepisce un referendum fortemente partecipato dal popolo italiano che dice che la gestione dell’acqua deve essere pubblica perché l’acqua è un bene comune.

E lo fa restituendo ai calabresi l’acqua e chiarendo qual è l’opinione di questo Governo regionale e di questa maggioranza e mi auguro di questo Consiglio regionale. Restituisce ai calabresi l’acqua e la toglie da quegli interessi con cui si è lucrato sull’acqua dei calabresi.

Naturalmente tutto quel che c’è stato finora è ovviamente oggetto di discussione e di approfondimento, è ovvio. Se abbiamo elaborato una proposta di legge di questo tipo che costituisce una svolta è ovvio che è così, e lo fa coinvolgendo gli enti locali, realizzando un principio di decentramento amministrativo, con l’intento di razionalizzare le risorse ed arrivare anche a tariffe migliori, assieme ad un migliore servizio idrico per i calabresi. Queste sono le cose che realizza il testo di legge.

Vi sono poi delle osservazioni di tipo tecnico nel merito? Bene. Presidente Irto, chiedo che si faccia un approfondimento. Il collega Cannizzaro ha aggiunto “immediato”. La sua è una richiesta accoglibile ma lo si fa dopo un dibattito che chiarisce quel che è accaduto e cioè che abbiamo un testo di legge che è un buon testo di legge che è stato discusso. C’è bisogno di approfondimenti? Si facciano gli approfondimenti. Si può migliorare? Lo si migliori, ma lo si faccia perché siamo di fronte alla esigenza di dotare la Calabria di una nuova legge sulla gestione delle risorse idriche e lo dobbiamo fare. Grazie.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Musmanno. Chiedo ai capigruppo, al termine dell’intervento dell’assessore, di avvicinarsi al banco della Presidenza.

Prego assessore. Ne ha facoltà.

MUSMANNO Roberto, assessore alle infrastrutture

Grazie, Presidente. Non entro nel merito della discussione, che è avvenuta nelle sedi istituzionali competenti, vale a dire nella Commissione consiliare, su un testo che è stato licenziato dalla Giunta nella prima versione nel 2016 e che ha subito, in questi mesi, un lungo travaglio ed una lunga discussione che ha prodotto delle modifiche che sono state recepite nell’ambito delle riunioni della Commissione consiliare.

Tuttavia è bene, anche, inquadrare brevemente quel che rappresenta questa legge che ha, sicuramente, un impatto piuttosto significativo sotto il profilo dell’importanza alla pari di quel che è accaduto in passato, per esempio, quando questo Consiglio si è trovato ad approvare la legge urbanistica oppure, a titolo esemplificativo, il Piano regionale dei trasporti.

Cosa vuol dire servizio idrico in quanto integrato? E’ stato già sottolineato: comprende tutte le strutture alle attività connesse alla fornitura di acqua per usi civili. Si parla, dunque, del sistema di captazione, adduzione e distribuzione di acqua potabile nonché della raccolta e depurazione delle acque reflue.

Fin dal 2006, con il decreto legislativo numero 152, il legislatore nazionale ha previsto e in un certo senso obbligato tutte le Regioni ad adeguare l’assetto normativo per quanto riguarda la gestione delle acque, troppo spesso inefficiente e inefficace anche a causa della frammentazione del sistema di governo.

La Regione Calabria ha, tuttavia, accumulato forti ritardi nell’implementare quanto stabilito. Nella scorsa legislatura la Regione ha definito un unico Ambito territoriale ottimale che coincide con il territorio regionale. Quindi si parla di un unico Ambito regionale.

Tuttavia il passaggio è rimasto monco, mancando, in particolare, l’individuazione dell’Ente di Governo. La proposta di legge in discussione, oggi, disegna la struttura e il funzionamento di tale ente che prende il nome – come è stato già sottolineato - di Autorità Idrica della Calabria (A.I.C.). Si completano, quindi, gli obblighi normativi non più rinviabili.

L’Autorità Idrica della Calabria è un ente pubblico, rappresentativo di tutti i comuni calabresi. È il soggetto centrale nella nuova organizzazione del sistema idrico e ad esso è affidato il governo di tutto il sistema. Una regia unica si sostituirà alla gestione frammentata, attualmente in vigore.

Con la nuova legge regionale il singolo comune non avrà più competenza diretta sull’acqua. Nel suo bilancio non saranno più presenti entrate e uscite relative all’acqua per usi civili, né gestirà strutture o fisserà tariffe. Tutti questi compiti saranno svolti dall’Autorità di cui il comune farà parte.

In questo modo si eviteranno situazioni problematiche, ben note a chi si è occupato di questa questione in passato e legate prevalentemente allo squilibrio fra le entrate del comune e i costi addebitati a quest’ultimo per la fornitura.

Facciamo un cosiddetto esempio di scuola, vede un comune X emettere ruoli per 200.000 euro all’anno, incassare 150.000 euro, e avere addebitata, per esempio, una fornitura di 300.000 euro per quell’anno. In questa situazione ciascuno dei due soggetti, sia il comune sia il fornitore dell’acqua all’ingrosso, è portato a scaricare la responsabilità ’ sull’altro. Con il principio dell’integrazione del sistema idrico e un unico meccanismo di governance in mano all’Autorità Idrica della Calabria, questo non sarà più possibile e tutti gli attori dovranno agire in modo coerente per garantire il funzionamento affidabile ed efficiente della rete, in ragione dell’equilibrio finanziario che deve essere garantito nella sua globalità.

La proposta di legge regionale realizza la partecipazione dei comuni all’Autorità Idrica della Calabria prevedendo come organo l’Assemblea, costituita da 40 membri, eletti fra i sindaci di tutti i comuni calabresi. Per la partecipazione all’Assemblea non è prevista la corresponsione di alcun compenso, gettone o indennità. Questo è scritto nella norma.

All’Assemblea competono le più importanti determinazioni di competenza dell’A.I.C., in particolare, la determinazione dei livelli di qualità del servizio e delle tariffe nel rispetto, rigoroso, dei criteri stabiliti dal Ministro dell’ambiente su proposta dell’apposita Autorità di vigilanza. Si tratta, in sintesi, del soggetto rappresentativo dei comuni calabresi per il governo pubblico dell’acqua.

La legge nazionale stabilisce, inoltre, che per ogni ambito ci sia anche un unico gestore. Essendo l’unico Ambito abbiamo la necessità di individuare un unico Gestore che è il soggetto che operativamente realizza il servizio.

L’Assemblea dell’Autorità Idrica della Calabria ha un ruolo fondamentale nella scelta del Gestore e nel definire i suoi obblighi e le modalità con cui realizza il servizio. Sarà l’Assemblea, infatti, a decidere se affidare la gestione a un soggetto pubblico in house, affidarlo a un privato attraverso una gara o a un soggetto misto pubblico-privato.

L’Autorità Idrica della Calabria approva anche la convenzione con il Gestore Unico. Tale convenzione disciplina le modalità con cui il servizio viene gestito in ogni suo aspetto. Averne affidato l’approvazione all’Assemblea dell’A.I.C. significa aver messo il servizio in mano ai comuni. Tanto più che la convenzione stabilisce anche le modalità con cui sarà effettuato il controllo sull’operato del gestore.

All’A.I.C. sono attribuite, quindi, tutte le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico, al fine di garantire efficienza, efficacia, economicità e trasparenza.

Risultato è che queste attività non competeranno più in alcun modo alla Regione, che esce dalla gestione operativa del servizio.

Di conseguenza, l’A.I.C. non peserà più sul bilancio regionale, ma sarà autosufficiente, finanziandosi con gli introiti associati alle tariffe per l’erogazione del servizio.

L’attività di programmazione si concretizza nell’approvazione del piano d’ambito, documento che prevede la ricognizione delle infrastrutture, il programma degli interventi, il modello gestionale e organizzativo, il piano economico finanziario.

Con il piano d’ambito verranno fissati i livelli minimi del servizio da garantire ai cittadini e gli investimenti da realizzare. È evidente che l’approvazione del piano d’ambito da parte di un ente che governa l’intero sistema e comprende al suo interno i comuni è un’occasione per fissare regole eque e realistiche. La responsabilità diretta nella gestione del sistema idrico spingerà i comuni a fissare tariffe equilibrate, adeguate a rendere il sistema affidabile.

Non si è trascurata, in questa proposta, l’importanza della vicinanza alle problematiche territoriali. Queste ultime sono veicolate all’A.I.C. attraverso le Conferenze Territoriali di Zona. Le Conferenze Territoriali di Zona sono strutture periferiche che operano su zone territoriali coincidenti con i vecchi ambiti e composte dai sindaci, o loro delegati, dei comuni della zona.

Alle Conferenze Territoriali di Zona spetta la definizione dell’elenco degli interventi e delle relative priorità da individuare nel piano di ambito e la formulazione di proposte e indirizzi per il miglioramento dell’organizzazione del servizio.

Alla Regione rimangono competenze di indirizzo politico e controllo di alto livello. In particolare dovrà controllare la coerenza del piano d’ambito rispetto agli obiettivi complessivi della Regione in materia di risorse idriche.

Infine, la proposta prevede l’istituzione di un Comitato consultivo degli utenti e dei portatori di interesse. Non era obbligatorio ma noi lo abbiamo inserito per garantire la partecipazione diretta dei cittadini calabresi al governo del Sistema Idrico Integrato, in analogia a quanto fatto in altri contesti, ad esempio nel Trasporto Pubblico Locale attraverso il Comitato della Mobilità.

Il Comitato rappresenta un ulteriore strumento attraverso il quale i cittadini potranno monitorare e influenzare il modo con cui vengono gestite le risorse idriche in Calabria.

Chiudo questo intervento ricordando lo sforzo che è stato compiuto da più parti, anche dai consiglieri di opposizione, in seno alle Commissioni consiliari. Questo testo è stato approvato dalla Commissione alla unanimità, segno evidente che dopo aver ascoltato i cosiddetti stakeholder, vale a dire i rappresentanti delle autonomie locali, i comuni e gli enti provinciali, riteniamo che il testo abbia superato tutte le criticità possibili.

Certo, può essere discusso e rivisto, ma riteniamo che già oggi si possa presentare per essere approvato e rappresenta una grande opportunità di rinnovamento in questo settore, per l’intero territorio calabrese, al di là di quelle che sono prescrizioni che lo Stato ci impone, ricordando che sulla Calabria pesa da mesi il rischio del commissariamento in materia.

Rischio che noi vogliamo assolutamente e definitivamente scongiurare dopo anni di assoluto immobilismo in materia. Grazie.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Grazie Presidente, vorrei ricordare all’assessore che il dibattito in quest’Aula rappresenta un’opportunità, ma c’è un problema di toni ed è bene che la maggioranza lo ricordi, così come lo faccio a me stesso; lo dicevo prima commentando col collega Magno che, ovviamente, ha portato – essendo di fresca nomina in Consiglio regionale, come anche la collega Wanda Ferro – un contributo ulteriore. Non essendo, tra l’altro, una rappresentanza onnisciente della minoranza in Commissione, proviamo ad apportare il nostro contributo di approfondimento, valutando, come sto facendo anch’io – me ne darà il presidente Aieta – in Commissione bilancio, giusto per fare un esempio, dove è in discussione, o forse sarà ridiscussa, la legge sul golf con il mio parere favorevole su un testo per cui si é manifestata una apertura anche per una revisione rispetto alle criticità ed alle interpretazioni che sono venute fuori.

Ben venga, quindi, l’ultima parte dell’intervento dell’assessore, non nel tono ma nel merito. Non dobbiamo stare qui a ricordarne l’importanza, la conosciamo, ma il contributo della collega Ferro, rispetto ai rilievi di costituzionalità, ha, addirittura, sollevato un problema di interpretazione complessiva che reputo positivo per un miglioramento di questa legge e che quindi non va né sottovalutato, né censurato, finanche con il tono.

Bisogna fare buone leggi per questa regione – ci mancherebbe altro – col contributo pregnante, come è ovvio che sia, della maggioranza e, quindi, anche dei tecnici che provano a rimediare gli errori del passato. Gli Ato non hanno funzionato e – lo ricordo a me stesso – Cosenza Acqua non ha funzionato. Si ripercorrono le tappe che ci hanno lasciato dei rischi che hanno approfondito i colleghi della minoranza, chi anche più di me.– Quindi, al di là del voto unanime in Commissione, il dibattito dell’Aula e la revisione di questa opzione non è lesa maestà, ma una opportunità.

Bene anche l’invito del capogruppo del Partito democratico di dire “teniamo fermo un lavoro” ma se si può migliorare, stando nei tempi per evitare i commissariamenti – e questa Regione ha dimostrato nel tempo, purtroppo, di averne impropriamente tanti, a partire dai rifiuti con i danni che hanno generato – ribadisco che non c’è schizofrenia, ma in Commissione si può votare all’unanimità anche col contributo della minoranza e si può arrivare in Aula anche con un nuovo contributo, una nuova sensibilità, maturità ed eventualmente anche rivedere il voto espresso.

Non è un richiamo per dire che il testo è perfetto e che non si può migliorare, come bene ha fatto – ho seguito con grande attenzione anche rispetto al rischio di incostituzionalità avvenuto in altre regioni – la collega Wanda Ferro. Grazie.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, colleghi del Consiglio, questo è un punto estremamente importante perché finalmente andremo ad approvare con un’ampia discussione una legge che va a regolamentare il Servizio idrico integrato che per molto, troppo tempo, è stato gestito senza una visione d'insieme che consentisse una programmazione sul medio-lungo termine.

Oggi siamo di fronte a un processo di riforma che finalmente riconsegna un bene primario, qual è appunto l'acqua al pubblico ed alla comunità, in ottemperanza anche al Referendum costituzionale sull'acqua pubblica che tutti quanti abbiamo sostenuto con forza.

E' giusto essere chiari, prendendo anche un po’ di tempo in più, ma approfondendo tutte le tematiche che questa legge propone.

La situazione del Servizio idrico integrato in Calabria è in forte ritardo, e lo è soprattutto perché fino ad oggi è mancata una capacità di programmazione, una visione strategica che consentisse seri interventi su una rete infrastrutturale ormai vetusta e che, allo stesso tempo, tenesse conto delle esigenze dei territori e delle amministrazioni locali.

La Calabria dispone di acqua in gran quantità, ciononostante non ha saputo preservare questo bene che ancora oggi viene sprecato in misura enorme, in una mega quantità neppure quantificabile.

Esistono, quindi, ritardi, lacune e inadeguatezze tecnologiche nell'utilizzo di questa importante risorsa.

La gestione del Servizio idrico è salita anche alla ribalta della stampa nazionale con “il Sole 24 Ore” che ha documentato, nelle scorse settimane, come in Calabria persista da decenni una vera e propria emergenza. Difatti, tra guasti alle reti di adduzione e di distribuzione, vecchie di 60 anni, dispersioni che superano il 50 per cento, disservizi, tariffe contestate, morosità diffuse e Piani di rientro disattesi, l'acqua viene erogata a singhiozzo.

Del resto, anche la recente analisi del commissario alla liquidazione Sorical sullo stato del servizio idrico è stata impietosa, tanto da farci riflettere tutti, anche in senso autocritico.

Ha evidenziato, infatti, come i Comuni non riescano a incassare interamente la tariffa dai cittadini. Solo il 50 per cento dei calabresi, infatti, paga l'acqua; una percentuale che scende, in alcune zone della Calabria, alla cifra record del 20 per cento.

Tutto questo è causa di assenza di investimenti comunali sulla rete idrica che presenta criticità evidenti, così come è evidente che il sistema integrato, attraverso la lettura elettronica dei contatori e la tariffa unica per tutto l'ambito calabrese, contribuirà a mitigare sensibilmente la piaga degli allacci abusivi e delle morosità dei contribuenti.

Ad oggi, secondo i dati del commissario Incarnato, immettiamo nel sistema 500 milioni di metri cubi di acqua, con costi di gestione altissimi ed in presenza di una necessità pubblica pari alla metà.

Gli effetti di ciò si vedono poi sulle tariffe con un'incidenza sociale devastante per i cittadini calabresi.

Per rendere il sistema efficiente c'è bisogno di un nuovo screening completo della rete idrica calabrese, funzionale alla elaborazione di un piano di investimenti sulle reti di grande adduzione e sulle reti interne.

Chi ha amministrato un Comune conosce bene quante insidie, quante difficoltà si annidino dietro la gestione di un servizio così importante per le comunità territoriali.

Il Servizio idrico integrato è costituito, infatti – lo diceva prima l’assessore Musmanno –dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue. Proprio per questo deve essere gestito secondo principi di assoluta efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie.

Al riguardo, è inutile negare come in quasi tutti i Comuni calabresi si registrino delle carenze in questo settore, non certo dovute alla gestione delle amministrazioni locali che, certamente, hanno inciso negativamente sull'efficienza del servizio, sulla programmazione di interventi strutturali, sullo spreco delle risorse, sull'aumento a dismisura dei costi e, conseguentemente, delle tariffe per i cittadini.

Di fatto, anche dalla relazione illustrativa della legge sottoposta all'odierno esame consiliare, soprattutto per ciò che concerne la situazione relativa ai cessati enti di ambito, si percepisce come la regolazione regionale sulla materia non sia stata negli anni passati in grado, fino ad oggi, di impedire l'esercizio di funzioni extra a quelle rinvenibili dalla normativa.

In particolare, relativamente all'organizzazione del Servizio idrico si sono registrati ritardi o, più precisamente, pericolose ingessature nei segmenti della distribuzione e della depurazione, sia in ordine ai processi di affidamento del servizio al soggetto unico, in relazione alla scelta della forma di gestione operata dagli Ato – in particolare gli Ato di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria –, sia in ordine alla piena operatività dei soggetti individuati e a cui risulta affidato il servizio Ato di Cosenza e Crotone. Ricordo che l’Ato Cosenza aveva affidato, come società in house, alla Cosenza Acque il servizio di gestione.

Numerosi sono stati anche i ritardi e le criticità registrati nei processi amministrativi relativi al funzionamento delle Ato, anche per quanto si evince dalla relazione alla legge dove, non risultando approvati i rendiconti relativi agli esercizi passati, non si ha contezza della correttezza delle poste iscritte a bilancio in termini di residui attivi e passivi.

Queste sono solo alcune delle criticità rilevate a causa del mancato adeguamento della normativa, ma basterebbe guardare ciò che accade quotidianamente nei comuni della Calabria, ai disservizi che subiscono i cittadini, alla sproporzione tra servizio e tariffa, all'incertezza sugli affidamenti in essere e a divenire per capire come il riordino della disciplina del servizio idrico integrato, anche in ragione delle recenti novità normative, non sia più rinviabile.

Un plauso va alla Giunta per aver accelerato i tempi ed alla Commissione per aver approvato, anche dopo diverse discussioni una proposta che, pur essendo un testo base, è di grande importanza e sul quale oggi dobbiamo pronunciarci.

Ritengo vada fatta un'attenta analisi su come sia stato gestito sino ad oggi il Servizio idrico, se esistano delle responsabilità sui mancati adempimenti previsti dalla normativa e quale sia lo stato economico patrimoniale dei cessati enti d'ambito.

Contemporaneamente ai passi propedeutici all'istituzione dell'Autorità idrica della Calabria, si faccia chiarezza su una gestione che fino ad oggi ha causato gravi inefficienze individuando, laddove presenti, specifiche responsabilità.

A questo proposito, è apprezzabile che tra gli aspetti procedurali ed organizzativi per la compiuta attuazione della nuova legge, oltre alla piena operatività dell'Aic, sia prevista l'istituzione di una apposita banca dati sulla gestione delle risorse idriche che raccolga tutte le informazioni, i dati provenienti dalle singole gestioni, quelli prodotti dall'Autorità nazionale di regolazione del settore e la costituzione e nomina – come diceva l’assessore Musmanno – non obbligatoria del Comitato consultivo degli utenti e dei portatori di interesse.

La legge che si va ad approvare oggi rappresenta di certo uno straordinario passo in avanti rispetto alla normativa vigente, soprattutto in termini di semplificazione normativa e coordinamento con gli Enti locali.

Attraverso la nuova Autorità idrica – questo è uno dei punti fondamentali del programma del presidente Oliverio – i sindaci saranno realmente protagonisti nel percorso di programmazione relativo agli investimenti da stanziare per l'intero settore.

E' un fatto epocale che questo Consiglio non può sottacere: attraverso un’assemblea di sindaci vengano prese le decisioni di diretto impatto, quelle che avranno un effetto diretto sull'efficienza del Servizio idrico integrato. Quegli stessi sindaci che sino ad oggi sono stati limitati a registrare e comunicare ai propri cittadini il bollettino quotidiano di disservizi sulla rete idrica, oggi diventano protagonisti.

L’Autorità Idrica della Calabria è stata individuata quale ente di governo dell'ambito territoriale ottimale per la gestione del Servizio idrico integrato dell'intera circoscrizione regionale.

Tale soluzione è stata necessaria, visto che in Calabria non si era ancora provveduto ad affidare complessivamente il Servizio idrico integrato delle acque ai sensi del decreto legislativo numero 152 del 2006.

Attraverso l'Aic tutti i comuni calabresi potranno, pertanto, svolgere le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull'attività di gestione del Servizio idrico integrato.

In proposito, ritengo tuttavia che vadano fatte alcune considerazioni. In particolare per ciò che concerne l'assemblea – e qui faccio mie anche le considerazioni del capogruppo Romeo e degli altri capigruppo che hanno posto in rilievo alcuni possibili approfondimenti e modifiche in merito alla legge – che, di fatto, sarà l'organo più rilevante dell'Autorità idrica in quanto provvederà, tra le altre cose: all'approvazione del Piano di ambito; alla determinazione della tariffa di base del servizio; alla definizione dei criteri per l'affidamento del servizio idrico integrato in favore del soggetto gestore e all'approvazione dei criteri per la ripartizione delle risorse da destinare agli interventi.

La legge prevede che l'assemblea sia composta da 40 comuni, cinque capoluoghi di provincia, che sono membri di diritto, e gli altri trentacinque comuni individuati mediante una vera e propria elezione di secondo livello, alla quale partecipano i sindaci e i consiglieri comunali. A questo proposito, vorrei fare a questo autorevole Consesso delle osservazioni in riferimento alle modalità attraverso cui vengono individuati i comuni che faranno parte dell'assemblea:

Punto uno: 40 comuni per l'assemblea, a mio avviso, sono troppi in quanto si rischia di ingessare i lavori e incorrere nell'assenza di numero legale nelle sedute. Al riguardo, basta guardare quanto accade nell'Autorità Idrica Toscana, dove non si riesce dal 2014 ad approvare il nuovo piano economico finanziario, quindi anche l'adeguamento tariffario, a causa dell'assenza di numero legale nelle sedute, dove è richiesta una maggioranza qualificata. Fanno parte in Toscana dell'AIT 50 Sindaci su una popolazione di oltre 3 milioni e 700 mila abitanti. La Calabria ne ha 40 con un popolazione di 1 milione e 900 mila abitanti. Così come l'Umbria dove a fronte di una popolazione di circa 900.000 abitanti l'organo decisionale è composto da 9 comuni. Una sproporzione del tutto evidente. Oltretutto tutti i sindaci verranno già coinvolti – giustamente – dalla previsione di legge nelle Conferenze territoriali di zona (CTZ) dove potranno depositare delle proposte da sottoporre all'assemblea.

Per superare quest'evidente sproporzione ci sono due possibilità, alle quali rimando come ipotesi a questo Autorevole consesso:

a) l'assemblea dovrebbe essere composta al massimo da 20 comuni con un numero di rappresentanti per provincia proporzionale all'entità demografica della stessa;

b) rimangono i 40 sindaci prevedendo un Consiglio direttivo obbligatorio da 5 a 9 membri eletti all'interno dell'assemblea per snellire le procedure e facilitare i processi decisionali.

Punto secondo: a mio avviso non c'è nessuna ragione per la quale i cinque comuni capoluogo di provincia calabresi debbano essere membri di diritto dell'assemblea senza partecipare alle elezioni. Tutti i comuni dell'assemblea dovrebbero essere individuati tramite elezioni.

Punto terzo: per ciò che concerne il meccanismo elettivo – che è poi il vero punto da chiarire – non si tiene conto del fatto che, a causa delle modifiche normative degli ultimi anni, c'è grande disparità numerica all'interno dei Consigli comunali, anche tra quelli appartenenti alla stessa fascia demografica; per cui all’interno di una fascia demografica ci sono comuni che hanno Consigli di 16 componenti e comuni con 32.

Disparità di trattamento, questa, accentuata dal fatto che i consiglieri e i sindaci potranno votare solo per i comuni nella propria fascia. Questo metodo favorirà, ovviamente, i Comuni che per pure contingenze temporali, quasi per caso, avranno in quel particolare momento storico un maggiore numero di consiglieri.

L'unica soluzione per ovviare a questo problema è che a votare siano solo i sindaci. Così facendo, oltre a semplificare le procedure di voto, saranno garantite pari opportunità a tutti i Comuni, a prescindere dalla composizione numerica dei consigli comunali.

Ritengo che queste siano delle modifiche di buon senso, che tutta l’assemblea dovrà valutare ed essere in grado di garantire contemporaneamente pari opportunità, governabilità e rappresentanza dell'assemblea.

La riduzione dei componenti dell'assemblea, oltre a rendere più snelli i lavori della stessa, è giustificata anche dal fatto che tutti i Comuni calabresi saranno, comunque, coinvolti nelle Conferenze territoriali di zona, le strutture periferiche dell'Aic, dove i sindaci divisi per ambito territoriale, coadiuvati dai Presidenti delle Province della Città Metropolitana di Reggio Calabria, si riuniranno al fine di definire, nei limiti delle risorse stabilite dall'assemblea, l'elenco degli interventi e le relative priorità da individuare nel piano di ambito e per formulare proposte ed indirizzi per il miglioramento dell'organizzazione del servizio, sulla carta della qualità del servizio e sul regolamento di utenza.

Queste prime osservazioni attengono, nel particolare, all'organizzazione funzionale interna dell'Autorità idrica calabrese ma il punto cruciale, quello più importante, attiene al passaggio del Servizio idrico integrato ad un gestore unico.

L'articolo 13, in tal senso, garantisce la salvaguardia fino alla scadenza naturale delle gestioni esistenti in conformità all'articolo 172, ma non specifica il destino dei lavoratori di queste società pubbliche, private, pubblico-private e consorzi, una volta che sarà completato il passaggio al gestore unico.

Di fatto, sarebbe importante inserire un riferimento all'articolo 173 del decreto legislativo sopra richiamato che prevede che: il personale che appartenga alle amministrazioni comunali municipalizzate o consortili che operano, o hanno operato nel settore dei servizi idrici, sarà soggetto al passaggio diretto ed immediato al nuovo gestore del Servizio idrico integrato con la salvaguardia delle condizioni contrattuali, collettive e individuali in atto.

Mi riferisco alle Acque potabili Spa.

Non si può pensare che il gestore unico possa subentrate ai gestori esistenti senza prevedere l'assorbimento del personale specializzato che da anni, in Calabria, svolge questo tipo di lavoro. Così facendo, c'è il rischio concreto, da una parte che molti lavoratori possano perdere il lavoro dopo anni di servizio, e dall'altra che si debba poi provvedere a cercare nuove unità da formare aumentando costi e determinando inevitabili carenze nei servizi.

A tal fine – e chiudo – un ruolo importante dovrà essere giocato dalla Regione che dovrà mantenere un ruolo di grande rilevanza, sia per ciò che concerne la fase transitoria – auspichiamo la più breve possibile – che sarà gestita dal dirigente generale del dipartimento competente in materia di servizio idrico, che in termini di controllo e programmazione sull'attività svolta dall'Aic.

E' indispensabile che la Regione individui gli interventi strategici di interesse regionale, con particolare riferimento a potenziamenti, rinnovi, sostituzioni, riassetti funzionali dei grandi schemi acquedottistici e fognario-depurativi che attualmente rappresentano la prima causa di dispersione idrica in Calabria.

E' evidente che a ciò dovrà essere legato un vero e proprio programma finalizzato al conseguimento del risparmio idrico con l'adeguamento impiantistico di tutte le strutture pubbliche calabresi. Per fare ciò sarà necessario individuare delle misure di finanziamento attraverso cui ridurre le inefficienze e ottenere effetti calmieranti sulla tariffa del servizio.

Alla luce delle considerazioni espresse, ritengo che questa legge abbia punti di forza sicuramente innovativi rispetto alla normativa vigente in Calabria, ma ritengo sia necessario superare le criticità prima espresse in particolare all'articolo 8 e all'articolo 13, che vanno rivisti, attesi i pericoli che sottacciono e che oggi possono essere argomento di discussione di questo autorevole Consesso, soprattutto perché una volta approvata la legge non si potrà più tornare indietro e inizierà la fase più importante, quella attuativa. Da domani occorrerà, poi, riorganizzare il personale, verificare lo stato economico-patrimoniale dei cessati enti di ambito, coordinare gli Enti locali, i Comuni, attraverso azioni di ascolto e coinvolgimento, salvaguardare le gestioni esistenti negli Enti locali in conformità all'articolo 172.

Oggi la Calabria fa un importante passo nel futuro, ma se questo processo non verrà seguito con l'adeguata attenzione c'è il rischio concreto che si possano ripetere gli errori del passato.

L'acqua è elemento essenziale alla vita, ed esige il rispetto che merita da parte di tutte le Istituzioni coinvolte nella sua gestione, ma che obbliga anche ogni interessato, a monte e a valle della sua erogazione, ad averne rispetto, anche in relazione agli sprechi generati e generabili. Da parte nostra, da parte della maggioranza, la dimostrazione non solo di volerlo, bensì di pretenderlo fare e di riuscirci.

PRESIDENTE

Esaurito il dibattito chiedo ai capigruppo di avvicinarsi al banco della Presidenza. Prego anche i capigruppo della minoranza Cannizzaro, Nicolò, Orsomarso.

Sospendiamo 10 minuti la seduta del Consiglio.

La seduta sospesa alle 15,08 riprende alle 15,55

 

PRESIDENTE

Presidente Oliverio, se vuole prendere la parola prima dell’inizio della votazione. Prego.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Vorrei ringraziare il Consiglio regionale per avere, attraverso un confronto di merito, compiuto un lavoro serio per dare alla Calabria una legge sul sistema idrico integrato che mette la nostra regione nelle condizioni di superare difficoltà, insufficienze e limiti che sono stati registrati in passato e di fare dell’acqua – di questa risorsa importante, preziosa, per la nostra regione – una risorsa sulla quale agire per creare valore aggiunto dal punto di vista economico.

Innanzitutto, mi preme dire che lo spirito che ha animato la scrittura di questo disegno di legge ha un chiaro e preciso obiettivo, quello di creare le basi per un governo pubblico dell’acqua, in coerenza non soltanto con il programma di governo che ci siamo dati, ma anche con il pronunciamento dell’elettorato, pure in Calabria, in occasione del referendum sull’acqua pubblica.

Ricordate? Anche in Calabria c’è stata una prevalenza del consenso verso questa impostazione.

Quindi, lo spirito della legge muove, innanzitutto, da questa impostazione, ossia dal governo pubblico dell’acqua.

La seconda considerazione scaturisce non soltanto da un principio – quello di esaltare il ruolo delle autonomie locali, dei Comuni, nel governo di questa risorsa –, ma anche dall’esperienza compiuta nel corso di questi anni – dopo farò su questo una considerazione nel merito – che presenta un bilancio non positivo perché nell’impostazione del governo di questa risorsa c’è stata una discrasia di carattere organizzativo. La legge regionale numero 10 del 1997, approvata dal Consiglio regionale in applicazione della legge Galli, prevede, infatti, due momenti: uno, quello della grande adduzione, affidata alla Sorical, intendendo per grande adduzione l’approvvigionamento e la distribuzione fino ai serbatoi; l’altro momento, quello della distribuzione alle utenze, partendo, sostanzialmente, dal serbatoio fino alla depurazione.

In questa impostazione c’è un primo fattore di distorsione, di discrasia, che bisogna superare, perché alla base dell’inefficienza ed anche dei problemi di carattere economico che si sono determinati c’è proprio questa strozzatura. Noi abbiamo avuto nel primo momento la gestione da parte di Sorical, sulla cui esperienza ritorneremo a parlare in questo Consiglio regionale, perché Sorical – com’è noto – è in liquidazione, è una società a prevalenza pubblica, ma con la partecipazione privata. È chiaro che della situazione della Sorical ed anche e soprattutto del bilancio negativo di questa esperienza, dovrà essere investito il Consiglio regionale affinché approfondisca la relazione tecnico-economica che, anche attraverso un supporto di consulenza, stiamo predisponendo, perché ci sia una lettura analitica, chiara, comprensibile, sulla base della quale si possa pervenire alle determinazioni successive. Perché se è vero, come è vero, che lo spirito ed anche il dettame di questa legge che ci apprestiamo ad approvare è quello di pervenire al governo pubblico dell’acqua, noi dovremo avere un soggetto in house, un soggetto pubblico, al quale affidare la gestione dell’acqua.

Quindi, bisognerà capire nei dettagli qual è la situazione al fine di avere un quadro chiaro anche per determinarsi in rapporto alla possibilità di rilanciare Sorical, liquidando o assumendo la parte privata di quella società – e le condizioni alle quali bisognerà assumerla dovranno essere chiare e determinate dal Consiglio regionale – o andare alla sua liquidazione definitiva ed alla creazione del nuovo soggetto in house.

Su questo dovremo ritornare con una apposita relazione, analisi e determinazione da parte del Consiglio regionale, però un aspetto deve essere chiaro: noi dobbiamo andare verso l’organizzazione del ciclo integrato dell’acqua, perché fino ad oggi non è stato così, perché fino ad oggi ci sono stati quei due momenti che hanno praticamente determinato un’alterazione del circuito. C’è stata – ripeto –, da una parte, la gestione della grande adduzione e, dall’altra, la gestione al dettaglio, di fatto in mano ai Comuni, con un piccolo – lo dico in modo metaforico – aspetto che bisognerà affrontare, perché è importante, e cioè che chi ha introitato i ruoli dell’acqua non ha naturalmente supportato il complesso del ciclo dalla grande adduzione fino alla distribuzione.

Questa legge assegna ai Comuni una funzione di responsabilità, perché – come dicevo prima e come qui è stato evidenziato – l’Assemblea dell’Aic, dell’Autorità idrica integrata, rappresenta il governo dell’acqua che sarà affidato ai Comuni.

I Comuni, infatti, eleggeranno un’Assemblea rappresentativa composta da 40 componenti ed, all’interno di questo organismo di governo, si propone – in seguito al confronto che abbiamo avuto adesso con i diversi gruppi consiliari – l’istituzione di un Comitato di coordinamento – tale lo definirei – più ristretto, al fine di governare meglio ed in modo più agile e funzionale, ma sempre in rappresentanza della soggettività degli enti locali che assumono il governo di questa importante risorsa. Si supera quella discrasia, perché il governo dell’acqua sarà in tutto il ciclo, dalla grande adduzione fino alla depurazione, al rubinetto ed alla depurazione.

Quindi, c’è una impostazione che è chiaramente diretta non soltanto a valorizzare il ruolo dei Comuni, ma anche a determinare le condizioni di una gestione efficiente del servizio, di un miglioramento del servizio che è a carico dell’utenza e, naturalmente, a pervenire all’ottimizzazione anche nel rapporto costo-beneficio, perché di questo si tratta.

Su questo punto è necessario fare il vero salto di qualità.

Credo che proprio con questa impostazione noi, oggi, mettiamo un punto fermo nella riorganizzazione di una risorsa importante come è quella idrica, per fare crescere la nostra regione, ma anche per utilizzarla non soltanto a fini potabili, ma anche a fini civili e produttivi.

Ci sono tanti problemi da affrontare, a partire da un migliore approvvigionamento alla fonte, da un migliore sfruttamento della risorsa idrica che oggi finisce in buona parte in mare e, invece, attraverso interventi di captazione di nuove grandi adduzioni, può consentirci di sopperire, per esempio, alle esigenze delle aree urbane ed anche delle aree della costa, in modo particolare nei periodi di picco di presenza turistica nei quali vediamo emergere questa problematica.

Abbiamo il problema di efficientare le reti, perché non dobbiamo mai dimenticare che c’è oltre il 40 per cento di perdita nelle reti di distribuzione. A proposito di un richiamo che faceva prima il consigliere Guccione, riguardo all’efficientamento delle reti nelle cinque città, devo dire che il procedimento è stato accelerato: per Cosenza e Reggio Calabria si è già proceduto alla contrattualizzazione con l’impresa appaltatrice, quindi credo che dovranno presto iniziare i lavori per l’efficientamento; per quanto riguarda Catanzaro, la gara è in via di contrattualizzazione, poi rimangono Crotone e Vibo, per i quali sono in atto le procedure di gara. Ma questo è un problema che deve essere affrontato per il complesso dei Comuni calabresi, perché dappertutto c’è un problema di questa natura, poiché gli interventi sulle reti risalgono all’epoca della Cassa del Mezzogiorno. Parliamoci molto chiaramente: sono pochi i Comuni che hanno provveduto a migliorare o ad efficientare le reti, attraverso il ricorso all’indebitamento con la Cassa depositi e prestiti. Gli interventi sulle reti – ripeto – risalgono al periodo della Cassa del Mezzogiorno.

Quindi, c’è un problema di efficientamento, di miglioramento, di innovazione anche nel sistema di distribuzione dell’acqua.

Bisogna agire anche sulle tariffe, ma questa è materia sulla quale si determinerà l’Autorità di gestione, cioè si determineranno i Comuni, perché, in rapporto al piano industriale ed ai costi che questo servizio richiederà, è necessario adeguare la tariffa. Non si sfugge da qui, ecco perché è di fondamentale importanza superare la discrasia tra la grande distribuzione e la distribuzione sulle reti.

Quindi, responsabilizzazione dei Comuni a 360 gradi e, in questo quadro, c’è anche il problema della depurazione, che è un tema che non voglio affrontare in questa discussione, ma c’è un problema perché il ciclo integrato è appunto ciclo integrato.

Dico subito che, per quanto riguarda quest’aspetto, abbiamo assunto alcune iniziative coinvolgendo i Comuni anche d’intesa con le Prefetture. C’è già stata un’iniziativa con il Prefetto di Vibo; per la settimana prossima, venerdì precisamente, è programmato un incontro con il Prefetto di Catanzaro e tutti i Comuni delle coste comprese nella provincia di Catanzaro. Altrettanto è stato programmato con le altre province, perché abbiamo messo a disposizione dei Comuni risorse sulla base di uno screening fatto Comune per Comune sui depuratori, eccetera, eccetera, per vedere, sostanzialmente, quali interventi sono necessari per tamponare in un quadro di interventi più strutturali; per questi ultimi sono state allocate risorse nella programmazione che abbiamo definito e che richiedono, però, procedure di gara, progettazioni, con tempi medio-lunghi rispetto alle esigenze immediate di intervento.

Abbiamo stanziato risorse e costituito una task force a supporto tecnico dei Comuni, perché – come sapete – fino a quando non si attiverà il ciclo integrato e, quindi, l’Autorità idrica integrata con l’Assemblea dei Comuni, questa materia rimarrà nella diretta responsabilità dei Comuni e noi stiamo lavorando per supportarli sia dal punto di vista delle risorse finanziarie che dal punto di vista tecnico.

Quindi, la legge che oggi stiamo per approvare è uno strumento di fondamentale e vitale importanza per la nostra regione e, naturalmente, abbiamo lavorato per definire uno strumento sulla base dell’esperienza che abbiamo alle spalle e della necessaria proiezione sul futuro.

Ringrazio i consiglieri regionali appartenenti ai diversi gruppi, di maggioranza e di opposizione, perché, da ultimo, nell’incontro che abbiamo avuto durante la sospensione dei lavori, abbiamo ulteriormente approfondito alcuni aspetti e siamo pervenuti ad una condivisione, perché questa è una legge quadro che deve regolare una risorsa al di là di chi è al governo della Regione, di chi è maggioranza od opposizione. Quindi, è stato importante questo contributo, vi ringrazio per questo, perché i problemi sono stati affrontati con grande maturità, con senso di responsabilità e senso civico verso la nostra regione e i cittadini. Sono sicuro che oggi scriviamo una pagina importante dal punto di vista legislativo, che va a merito di questo Consiglio regionale, perché il Consiglio regionale – non mi stancherò mai di dirlo – è la sede fondamentale e naturale del governo inteso come massima espressione delle rappresentanze delle nostre popolazioni.

Oggi davvero – lo dico con soddisfazione, anche esprimendo un apprezzamento – si scrive una pagina importante su una grande risorsa e su un grande tema, che è quello dell’acqua, che nella sua utilizzazione integrata è un bene prezioso in generale e per la nostra regione.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato un emendamento, a firma del consigliere Mirabello, protocollo numero 20837 che recita: “Alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 7 le parole “che può prevedere un apposito consiglio direttivo” sono eliminate”.

Prego, consigliere Mirabello, ha facoltà di illustrarlo.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Il discorso vale per tutti gli emendamenti che ho depositato.

PRESIDENTE

Sì può fare un’unica relazione per tutti gli emendamenti.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Gli emendamenti derivano da un accordo che abbiamo raggiunto anche con i colleghi della minoranza, per cui mi richiamo a questo senso di responsabilità comune. Quindi, si illustrano da sé. Con riferimento all’articolo 7 è stata prevista nello specifico – lo voglio precisare – l’istituzione di un Consiglio direttivo composto da sette membri e, pertanto, si aggiunge questo ulteriore organo dell’Aic.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 20837.

(E’ approvato)

C’è un altro emendamento all’articolo 7, sempre presentato dal consigliere Mirabello, protocollo numero 20838 che recita: “Dopo la lettera a) del comma 1 dell’articolo 7 è inserita la seguente: “a bis) alla nomina del consiglio direttivo”.

Lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

E’ pervenuto un altro emendamento, a firma del consigliere Mirabello, con protocollo numero 20839 che recita: “Alla lettera m) del comma 1 dell’articolo 7 le parole “qualora previsto dallo Statuto” sono eliminate”.

Lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7 per come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 20840, a firma del consigliere Mirabello che recita: “All’articolo 8, comma 2, lettera b), le parole da “compresa tra 5001 e i 15.000 abitanti” sono sostituite con “compresa tra 10.001 e 15.000 abitanti”.

Lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

C’è, poi, l’emendamento protocollo numero 20841 a firma del consigliere Mirabello che recita: “All’articolo 8, comma 2, è aggiunta la lettera b bis) recante “compresa tra 5001 e 10.000 abitanti”.

Lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, relativamente agli emendamenti all’articolo 8 volevo specificare che, ovviamente, la tabella illustrativa presente nell’allegato dovrà essere adeguata in sede di coordinamento formale.

PRESIDENTE

Sì, è chiaro. Questi sono gli emendamenti che abbiamo concordato poco fa in Conferenza dei capigruppo.

Pongo in votazione l’articolo 8 per come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

C’è, poi, l’emendamento, protocollo numero 20842, a firma del consigliere Mirabello che recita: “Dopo l’articolo 9 è inserito il seguente: <Art. 9 bis (Consiglio Direttivo). 1. Il Consiglio direttivo ha funzioni consultive e di controllo. Esso è composto da sette membri nominati dall’Assemblea tra i suoi componenti, garantendo la rappresentanza delle CTZ. 2. Il Consiglio direttivo formula pareri preventivi sugli atti del direttore generale da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea e verifica la coerenza dell’attività del direttore rispetto agli indirizzi formulati dall’assemblea informandone la stessa. 3. Il Consiglio direttivo delibera validamente con la presenza di 4 membri ed il voto favorevole della maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del Presidente. 4. I membri del Consiglio direttivo eleggono al loro interno un Presidente, con funzioni di organizzazione e coordinamento del lavori del Consiglio medesimo. 5. I membri del consiglio direttivo non percepiscono alcuna indennità>”.

Lo pongo in votazione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato)

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, c’è stata una svista: c’è l’emendamento con protocollo numero 20842 che recita: “Dopo l’articolo 9 è inserito l’articolo 9 bis”

PRESIDENTE

L’abbiamo già votato.

Pongo in votazione l’articolo 18.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 19.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 20.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 21.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 22.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 23.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 24.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 25

(E’ approvato)

(Interruzione)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

In Aula è stato completato un lavoro che ha visto la partecipazione della minoranza ed anche la nostra rappresentanza in quarta Commissione.

C’è da dire che, durante la sospensione dei lavori, rispetto ad alcuni rilievi che erano sottintesi nel dibattito avvenuto in Commissione e non emergevano nella legge, si è convenuto, rispetto al contributo dei consiglieri Wanda Ferro e Mario Magno, che erano stati discussi, ma non trovavano menzione ed evidenza nel testo della legge.

Volevo, rispetto all’approvazione di una legge importante, salutata positivamente, su uno strumento che può rendere i Comuni protagonisti, aggiungere anche una raccomandazione a noi stessi e su tutti al presidente Oliverio, relativamente alla disciplina che norma la nomina di un direttore generale – lo dico io che non conosco nessuno di specifico, perché può capitare – perché in questa regione l’abbiamo vissuto su altri temi –, per ciò che riguarderà l’assorbimento di alcuni lavoratori appartenuti a diverse stagioni della politica. Penso che in questo caso, come in molti casi, alcuni vengano da esperienze di lavoro subordinato determinato e occorrerebbe far sì che l’ente gestore – che vede poi il protagonismo dei sindaci – non debba far assorbire, a mio avviso, lavoratori anonimi.

Sto parlando proprio in questo caso. Sono vicende – cioè le stabilizzazioni erga omnes – che questa Calabria ha vissuto in negativo; soprattutto per il futuro – questo è il tema su cui abbiamo dibattuto con il Presidente anche in Conferenza dei capigruppo – occorre dare ai calabresi l’idea che possano partecipare ad una nuova stagione che vedrà, comunque, aggiunte risorse umane con un metodo che garantisca chi non ha padroni, chi non ha numeri di telefono da chiamare, a prescindere dalla politica – che ha pur sbagliato e abbiamo evidenze negative che vengono dalle cronache.

Questo è lo sforzo che devono fare maggioranza e minoranza!

Penso che, nel votare questa legge e, quindi, nel poter dire alla gente “partecipate, perché nel nuovo corso ci sarà libertà”, noi faremo un ammonimento che non riguarda la legge, ma tutto quello che accadrà dall’approvazione della legge in avanti. Mi sembrava utile lasciarlo alle cronache del Consiglio regionale ed al lavoro che insieme, chi dirige e chi controllerà, dovrà fare per il futuro.

Quindi, come è già avvenuto in Commissione, annuncio il voto favorevole del Gruppo Misto.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa della Libertà)

Intervengo per dichiarazione di voto. Non posso esimermi dal ringraziare lei, Presidente, e il capogruppo del Partito democratico, il consigliere Romeo, per aver accolto la mia proposta di riunirci nell’immediato al fine di poter dare anche un contributo, un parere sull’argomento. Con estrema sincerità, ringrazio il presidente Oliverio per la disponibilità e l’apertura, nonché l’assessore Musmanno, rispetto anche a ciò che abbiamo evidenziato.

Personalmente, mi ritengo soddisfatto, ma in parte. Con il collega Nicolò abbiamo voluto evidenziare come fosse necessaria in questo nuovo istituto una maggiore rappresentanza delle piccole realtà. Tengo molto e porto nel cuore i piccoli Comuni e vorrei ricordare che dall’Anci vengono definiti piccoli i Comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti. In questo nuovo istituto saranno rappresentati i Comuni a partire dai 5 mila abitanti in poi.

Credo che le piccole realtà sarebbero dovute essere coinvolte in questo nuovo processo e rese più partecipi.

La nostra proposta non è stata accolta o è stata accolta soltanto in parte. Rispetto ad alcuni pensieri che abbiamo voluto evidenziare, mi ritengo – ripeto – parzialmente soddisfatto, però apprezzo l’approccio costruttivo e la responsabilità emersa e credo che questo sia il modus operandi.

Per questo non mi sento di votare a favore della legge e, quindi, annuncio il mio voto di astensione, ma con l’auspicio e l’augurio che questo nuovo istituto possa realmente aggredire, anzitutto, le problematiche della nostra regione e che rappresenti seriamente un momento di discontinuità riguardo ad un passato certamente fallimentare e superficiale rispetto ad una situazione così delicata.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Non v’è dubbio che il lavoro di sintesi abbia sortito risultati positivi, anche se – lo diceva bene il consigliere Cannizzaro – soltanto parzialmente soddisfacenti sia per questioni di metodo – lo dicemmo prima nei nostri interventi – sia per questioni di merito. Mi risulta che, poi, la maggioranza abbia recepito tutte – anzi devo dire in larga parte – le eccezioni sollevate, ma doveva essere acquisita anche qualche eccezione dal punto di vista strutturale. Sarebbe stato responsabile da parte della coalizione che governa questa Regione, in un contesto in cui noi riteniamo importante l’argomento in discussione, ma non perché non si vogliano fare sconti, non mettiamo la testa sotto la sabbia. La consigliera Ferro aveva formulato alcuni rilievi, alcuni dei quali dal punto di vista tecnico – ribadisco – sono stati recepiti, altri ci lasciano perplessi rispetto alla loro inammissibilità. La stessa cosa dicasi per il consigliere Magno.

Per queste ragioni non votiamo favorevolmente a questo provvedimento, ci asteniamo, ma ci siamo resi responsabili a favorire un processo di definizione, rispetto al quale l’Aula aveva incontrato grosse difficoltà riguardo all’iter; mi riferisco all’approvazione in Commissione, ai deficit riscontrati in quest’Aula rispetto all’approvazione del provvedimento in Commissione. E’ servito un ulteriore approfondimento; si voleva, addirittura, rinviare, con la “spada di Damocle” del commissariamento, perché abbiamo lavorato – diciamolo anche alla stampa – perché siamo vincolati da una scadenza. Pertanto, responsabilmente insieme al presidente Oliverio che ha fornito un contributo importante, per certi aspetti anche esaustivo rispetto ai quesiti posti laddove si intravedevano lati oscuri, è stato possibile oggi definire un percorso che sarà sicuramente importante.

Per quanto ci riguarda, Forza Italia si astiene dalla votazione.

PRESIDENTE

Prima abbiamo votato all’articolo 9 l’emendamento protocollo numero 20842 che introduceva l’articolo 9 bis.

Mi comunicano, poi, che c’è un altro emendamento all’articolo 8, anch’esso, sostanzialmente, concordato, che prevede soltanto il voto dei sindaci e non dei sindaci e dei consiglieri.

Questo è quello che abbiamo chiarito all’interno della Conferenza dei capigruppo, quindi pongo in votazione questo emendamento.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento suo complesso, come modificato, con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale, così come emendato.

Proposta di legge numero 198/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per la programmazione e lo sviluppo regionale dell'attività teatrale”

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 198/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per la programmazione e lo sviluppo regionale dell'attività teatrale”.

Prego il consigliere Mirabello di illustrare il provvedimento.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

La proposta di legge numero 198/10^ è stata approvata dalla Giunta regionale in data 16 dicembre 2016.

La delibera di Giunta ha rappresentato un primo schema che, poi, nella fase intercorsa fino all’approvazione da parte della terza Commissione avvenuta il 16 marzo 2017, ha subìto o, meglio, ha attraversato una importante fase di coordinamento e di discussione con le associazioni di categoria.

E’ stato fatto, quindi, un importante lavoro emendativo, un importante lavoro di concertazione anche alla presenza del Presidente della Giunta regionale, per cui oggi abbiamo una proposta di legge che rappresenta il necessario adeguamento legislativo, alla luce delle modifiche intervenute in materia a livello nazionale.

In sostanza, questa proposta costituisce il superamento e l’abrogazione della legge regionale numero 3 del 2004 e rappresenta un importante strumento legislativo a sostegno della produzione teatrale.

Prima di affrontare nel merito le modifiche previste da questa legge, è importante fare un resoconto dell’iter e dei risultati che la legge ha prodotto in questi anni.

In effetti, la legge regionale 3 del 2004, dopo l’approvazione del 9 febbraio 2004, ha avuto una prima programmazione triennale che ha previsto nel primo triennio un consolidamento del sistema esistente, poi, nel triennio successivo, dal 2008 in poi, è stata sviluppata e implementata la costituzione di nuove attività teatrali, tanto che in Calabria, nel triennio 2008-2010, assistiamo alla costituzione di undici compagnie teatrali alcune delle quali – dato molto importante –, anche se la legge ha avuto una dotazione finanziaria molto limitata, sono riuscite a sviluppare un lavoro organico di rilevanza nazionale.

Per esempio, il teatro stabile di Calabria gestisce dal 2010 il teatro Quirino, Vittorio Gassman di Roma, c’è l’associazione culturale “Scena Verticale”, che è stata più volte insignita del premio Ubu, poi il centro Rat, che realizza produzioni molto apprezzate in campo nazionale ed è presente sulla scena contemporanea da oltre trent’anni.

Nel sestennio 2005-2010 le strutture teatrali ammesse a contributo hanno impiegato 260 persone, versato contributi per 15 mila giornate all’anno (dati Enpals), prodotto 1.100 recite di spettacoli teatrali ed ottenuto questi primi risultati che oggi noi, con questa nuova legge, ci proponiamo di implementare meglio.

In effetti, la finalità di questa legge è quella di riorganizzare il sistema teatrale calabrese e di consentire l’accesso ai benefici ad un numero maggiore di soggetti, anche differenziati per ambiti di intervento, stimolando l’adeguamento dell’offerta della produzione teatrale e la distribuzione su tutto il territorio regionale, perché possano moltiplicarsi le occasioni di produzione, fruizione e circolazione culturale in Calabria.

In buona sostanza, in quest’ottica, nella nuova legge prevediamo i teatri stabili con particolari e precisi requisiti, proponiamo all’articolo 11 la creazione di un Albo delle associazioni e, quindi, un Albo delle compagnie teatrali e focalizziamo l’attenzione – lo dicono già i primi articoli della legge – sulla produzione, sulla distribuzione e soprattutto sulla formazione e sulla ricerca, con l’obiettivo di valorizzare anche i fermenti culturali presenti nella nostra regione, con particolare riferimento ai teatri cosiddetti itineranti, ai borghi ed alle minoranze linguistiche.

PRESIDENTE

Ci sono interventi? No. Si passa all’esame del provvedimento articolo per articolo.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

All’articolo 6 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 19522, a firma del consigliere Mirabello che recita: “Dopo la lettera c) nel comma 1 dell’articolo 6 è aggiunta la lettera d) con il seguente testo: d) programmazione articolata su almeno dieci piazze distribuite uniformemente sul territorio regionale ed effettuata in sale teatrali, ovvero in ambiti diversi muniti delle prescritte autorizzazioni”.

Prego, consigliere Mirabello.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Si tratta di un emendamento che si è reso necessario perché, per una mera svista, in sede di Commissione, anziché aggiungere una lettera, la lettera d) a quelle già precedentemente deliberate dalla Giunta regionale, la lettera è stata eliminata. Per cui è un emendamento meramente tecnico, che reintroduce la lettera d che era stata eliminata.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 19522.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6 per come emendato.

(E’ approvato)

All’articolo 7 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 20557, a firma del consigliere Neri che recita: “Alla fine della lettera d) del comma 2 dell’articolo 7 del disegno di legge n. 198/X^ recante “Norme per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale” sono aggiunte le seguenti parole: “ o di cui almeno uno in prima nazionale nel solo caso di festival storicizzati, cioè di riconosciuta natura culturale e multidisciplinare che abbiano realizzato una programmazione annuale sul territorio della Regione Calabria per un periodo continuativo non inferiore a venticinque annualità”.

Prego, consigliere Neri.

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

L’emendamento va a modificare l’articolo 7, il comma 2, dopo la lettera d): “Aggiungere che dopo” per poter beneficiare dei finanziamenti per quanto riguarda i festival storicizzati, cioè di riconosciuta natura culturale e multidisciplinare che abbiano realizzato un programma annuale sul territorio della Regione Calabria, per un periodo continuativo non inferiore a 25 annualità.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Il parere non è positivo per una semplice ragione, abbiamo concertato il testo di questo disegno di legge attraverso un lungo lavoro in Commissione, anche con le associazioni di categoria con una serie di incontri avvenuti presso la Giunta regionale, per cui le richieste che provengono, proprio, dalle associazioni di categoria e del settore sono quelle di mantenere il testo nel merito così come è stato licenziato.

 

PRESIDENTE

La parola al consigliere Neri.

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

Chiedo scusa, Presidente, giusto per chiarire, questo emendamento non va – attenzione – a modificare l’impianto normativo, ma è un emendamento che va a tutelare i cosiddetti festival storicizzati, cioè quelli che da 25 anni, in maniera continuativa, ogni anno, sul nostro territorio, svolgono un’attività e tra l’altro con l’emendamento ci adeguiamo, collega Mirabello, a quello che prevede il ministero.

Quindi, sostanzialmente, questo emendamento ha due finalità: non incide sull’aspetto normativo dell’impianto, va a tutelare i festival storicizzati, quindi solo quelli che per venticinque anni di fila hanno svolto attività, allineandosi e armonizzandosi con quella che è la normativa nazionale. Tra l’altro, si sta dando semplicemente una deroga, non viene cambiato niente, al posto di prevedere un terzo degli spettacoli sui nove, per questo tipo di attività – che sono pochissime, immagino, nella regione Calabria, ma che vanno salvaguardate – se ne prevede solo una.

Quindi, sostanzialmente, al posto di farne tre, loro ne possono fare solo una, relativamente, però, ai festival, non a tutte le manifestazioni, chiaro? Il punto è questo, tant’è che la direttiva ministeriale prevede anche che per questo tipo di attività ne venga prevista una sola, quindi stiamo armonizzando il testo con la normativa nazionale vigente.

Pertanto non credo che vada ad impattare né su tutto l’impianto normativo, né crea situazioni di disparità rispetto ad altri.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Capisco lo spirito col quale il consigliere Neri propone questo emendamento, però vorrei evidenziare che la norma nazionale prevede venticinque anni, perché nazionalmente abbiamo eventi che si sono storicizzati, si sono affermati e sono diventati eventi di dimensione internazionale.

Operiamo in una regione nella quale bisogna lavorare per costruire queste condizioni. E’ chiaro che, nel momento in cui limitiamo a questo vincolo la possibilità di accedere alla organizzazione di un festival che abbiamo proposto, proprio al fine di incominciare ad avviare questa esperienza di organizzare eventi anche nella nostra regione in cui abbiano questa dimensione, rischiamo di tagliare tutto il resto.

Su questo c’è stata una discussione con tutte le associazioni teatrali, tutte le organizzazioni di rappresentanza…

(Interruzione del consigliere Neri)

No, non è al contrario!

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

E’ al contrario! Stiamo dicendo le stesse cose!

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

No, così lo limiti!

(Interruzione del consigliere Neri)

Certo, bisogna avere venticinque anni.

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

Assolutamente no! Solo per farne una…

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

No, per farne una, infatti, è prevista una qui.

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

No, sono previste tre, Presidente.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Previste tre, ma per consentire l’accesso. Qui, chi ha venticinque anni può partecipare lo stesso. Il problema è di non fare uno sbarramento e fare partecipare solo uno e poi il resto viene tagliato fuori.

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

Ne possono fare tre, tutti gli altri ne devono fare tre. Questa è la realtà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Sì, però, chi ha venticinque anni può partecipare, con più titoli parteciperà, perché nel bando prevedi anche l’esperienza, ma senza tagliare fuori tutto il resto.

Questa è stata oggetto di concertazione, consigliere Mirabello; chi è stato in Commissione, con la Commissione, ha audito anche tutte le organizzazioni, sa benissimo come stanno le cose.

(Interruzione del consigliere Neri)

No, lo legga bene, consigliere Neri, perché è proprio come dico io.

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

Chiedo scusa, giusto per chiarire, perché evidentemente c’è un errore di interpretazione, forse mio.

Tra i vari requisiti, Presidente, c’è programmazione…

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Scusi, può portare una copia dell’emendamento?

PRESIDENTE

Prego, consigliere Neri.

NERI Giuseppe (Democratici Progressisti)

Tra i vari requisiti, per accedere ai festival e quindi ai finanziamenti regionali, c’è la lettera d) che dice: “Programmazione di un numero di spettacoli non inferiore a nove, di cui almeno un terzo in prima nazionale”, chiaro? Quindi che cosa vuol dire? Che almeno tre spettacoli tu me li devi fare in prima nazionale perché sono… Chiaro? Quindi questa norma vale per tutti.

Alla lettera d) il mio emendamento aggiunge e dice che cosa? Che i festival storicizzati che hanno fatto venticinque anni di fila, possono anche loro partecipare ai finanziamenti regionali, basta che ne facciano uno, non ne devono fare tre, quindi per questi è un’eccezione, ma solamente nel senso di limitare, cioè al posto di farne tre, loro ne possono fare uno ed accedere. Questo è il punto.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa della Libertà)

Presidente, credo che questa sia una proposta appetibile rispetto al settore, però ritengo che sia autorevolmente ancora più appetibile l’emendamento del collega Neri, che va ad includere maggiormente.

Personalmente, per concludere il mio pensiero, richiamo un po’ l’Aula che è disattenta; di fatto mi rendo conto che non è una tematica di fondamentale importanza, dove ancora una volta la maggioranza sta dimostrando disarticolazione e organizzazione al proprio interno, però, visto che dobbiamo concludere la votazione…

PRESIDENTE

Entriamo nel merito, consigliere Cannizzaro.

CANNIZZARO Francesco (Casa della Libertà)

Non è una dichiarazione di voto, Presidente. Vorrei richiamare l’attenzione della maggioranza e anche dei colleghi della minoranza sull’emendamento del consigliere Neri, che secondo me è paradossalmente più inclusivo rispetto anche già al Pdl proposto.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi su questo emendamento? Prego il relatore e il Presidente della Giunta regionale di avvicinarsi al tavolo per discutere l’emendamento.

Siamo in votazione. La parola al relatore del provvedimento.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Pur condividendo lo spirito dell’emendamento proposto dal collega Neri, che peraltro segnala la possibilità di un’estensione della possibilità di accesso al finanziamento, ribadisco, per senso di responsabilità, che questo è un testo che è stato frutto di un lavoro molto approfondito con le associazioni di categoria, per cui non ritengo opportuno…

PRESIDENTE

Consigliere Neri?

(Interruzione del consigliere Neri)

Il consigliere Neri comunica che ritira l’emendamento.

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 15.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 16.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 17.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso, come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale, così come emendato.

Proposta di legge numero 231/10^ di iniziativa del consigliere M. D’Acri, recante: “Interpretazione autentica del comma 1ter dell'articolo 12 della l.r. 8 luglio 2002, n. 24”

PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 231/10^ di iniziativa del consigliere M. D'Acri, recante: “Interpretazione autentica del comma 1ter dell'articolo 12 della l.r. 8 luglio 2002, n. 24”.

La parola al relatore. Prego, consigliere D’Acri.

D‘ACRI Mauro (Oliverio Presidente), relatore

Si è reso necessario fare un’interpretazione autentica del comma 1 ter dell’articolo 12 della legge regionale 8 luglio 2002, numero 24, per definire meglio il ruolo dell’Arcea.

Come ben sapete, l’Arcea è l’ente regionale per i pagamenti in agricoltura, quindi è sottoposta a normative e a regole della Comunità europea, per cui deve fare dei controlli sia prima sia dopo.

L’interpretazione viene fatta in questo modo, si interpreta nel senso che i limiti derivanti da disposizioni di legge regionale in materia di contenimento della spesa per gli enti sub-regionali non si applichino in Arcea, limitatamente alle attività ivi previste.

La legge non prevede variazione finanziaria di bilancio.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, passiamo all’esame del provvedimento.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Vorrei chiederle il rinvio del punto riguardante le nomine e della restante parte dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio dei punti all’ordine del giorno che erano inseriti.

(Il Consiglio approva)

 

Essendo finiti i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 16,50