X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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N. 80

 

SEDUTA Di MARTEDì 19 NOVEMBRE 2019

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO

E DEL SEGRETARIO QUESTORE GIUSEPPE NERI

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

La seduta inizia alle 16,35

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’indizione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale

PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il presidente Oliverio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Presidente, intervengo rapidamente, all'inizio dei lavori del Consiglio, per come avevo già dichiarato in questo Consiglio regionale, per informare il Consiglio che ho chiesto l'intesa sulla data delle elezioni al Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, per come previsto dalla legge, e il parere, appunto, al Presidente del Consiglio.

La data, cui mi sono orientato a fissare le elezioni, è quella, che è stata riportata tra l'altro anche dai giornali, del 26 di gennaio. È una data che coincide anche con le elezioni in un'altra Regione e, quindi, anche dal punto di vista del rapporto con le piattaforme informatiche con il Ministero dell'Interno, è una data che coincide e che consente di razionalizzare le spese. Ma questo è un elemento, assolutamente, secondario.

Quindi volevo informare il Consiglio di questo, che nei prossimi giorni e, comunque, prima del sessantesimo giorno dal 26 di gennaio, sarà emanato da me il decreto per l’indizione delle elezioni.

In relazione a questa scelta, devo informare anche il Consiglio che, essendo le elezioni ad inizio dell'esercizio finanziario 2020, ho proposto ieri in Giunta ed approvato ieri sera in Giunta l'esercizio provvisorio, per consentire alla Regione di poter essere garantita nell'attività ordinaria, nelle spese di funzionamento e di autorizzare, esclusivamente, il capitolo relativo alle spese elettorali, in modo tale che, anche da questo punto di vista, ci possa essere la garanzia che le risorse destinate all’esercizio finanziario 2020 possano essere interamente decise nella finalizzazione dal nuovo Consiglio e dalla nuova Giunta, come è necessario fare per doveroso rispetto istituzionale.

Naturalmente, questo significa che noi dovremo concludere questa legislatura, perché i 45 giorni antecedenti al 26 di gennaio sono un vincolo per l'attività del Consiglio regionale, in termini di deliberazione e di assunzioni di atti legislativi e perché si possano consegnare, alla prossima legislatura, gli strumenti per l'ordinario funzionamento della Regione.

Devo smentire, categoricamente, le notizie apparse proprio in queste ore circa un crac e un default del bilancio della Regione. Lo smentisco perché è assolutamente falsa questa notizia, ma, soprattutto, per tranquillizzare la Calabria, i calabresi, il Consiglio regionale, che le misure che sono state suggerite anche dalla Corte dei conti circa il recupero di un debito che i Comuni hanno verso la Regione, relativamente al periodo 1981-2004, sono state assunte; il bilancio della Regione 2018 è stato sottoposto a parifica e ha ottenuto la parifica da parte della Corte dei conti e, naturalmente, con l'approvazione dei rendiconti che saranno trasmessi - perché domani saranno approvati dalla Giunta regionale - al Consiglio regionale, vi renderete conto che le cose che sto dicendo rispecchiano la realtà. Quindi, smentisco, categoricamente, i venditori di false notizie, perché credo che la Calabria non abbia bisogno di allarmismi costruiti su notizie false, ma abbia bisogno di confrontarsi sulla realtà, che per dura quanto si voglia è il punto e deve essere il punto di riferimento di un confronto rispettoso dei fatti.

Tanto dovevo al Consiglio regionale perché avevo già, in occasione dell'ultima seduta del Consiglio regionale, avuto modo di dire che avrei informato, prima dell'assunzione dell'atto, della sottoscrizione del decreto, il Consiglio regionale e, in coerenza con quell’impegno e nel rispetto assoluto di questa Assemblea, ho sentito il dovere di informarvi circa gli orientamenti assunti e le determinazioni che saranno assunte nei prossimi giorni e, comunque, prima del 26 di questo mese. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Signor Presidente della Giunta, signor Presidente del Consiglio e colleghi, io ritengo che le comunicazioni introdotte in Aula dal Presidente della Giunta, Oliverio, tranquillamente, potessero essere anche introdotte prima, perché non fa altro che indicare una data che è l'ultima possibile; quindi se c'era questa intenzione, noi avremmo auspicato che questa data - è un po' la richiesta che gli è venuta da tutti i settori del Consiglio regionale - potesse essere indicata prima, per dare l’opportunità a tutte le forze politiche, a tutti i partiti, a tutti coloro che vorranno iniziare a proporre nuove iniziative per le prossime elezioni regionali, di organizzarsi, di confrontarsi, di dar vita a quella che è tutta l'attività pre-elettorale: l'individuazione dei candidati, l’individuazione della coalizione, la raccolta delle firme, laddove è necessario. Era solo questo. Onestamente oggi ha visto, presidente Oliverio, che, da un certo punto in poi, nessuno le ha chiesto più la data, perché era scontata la data comunicata oggi, quella del 26 gennaio 2020, perché è l'ultima data utile che noi abbiamo per fare le elezioni. Non c'è nulla di male!

Credo che ci sia stata, da questo punto di vista, una certa superficialità nel comunicare la data, a mio avviso. E le dico pure perché. Perché guardando tutte le trasmissioni nazionali, i talk-show sulle elezioni regionali delle varie Regioni, guarda caso, si è parlato di tutto, però si arrivava alla Calabria e si saltava la Calabria. Ma perché? Come se la Calabria non esistesse nella geografia e nel programma delle elezioni, fosse testo a sé. No! Era solo per il fatto che l'Emilia Romagna aveva già fissato da tempo la data del 26 e noi, invece, la data del 26 non l'avevamo ancora fissata.

Altra vicenda, Presidente, è la questione del bilancio. Io credo che, in un clima come questo e, soprattutto, nel suo interesse e per il fatto che la Legislatura di fatto, poi, durerà 45 giorni prima della data del 26, sarebbe stato opportuno e avremmo avuto più tempo a predisporre il bilancio di previsione.

Perché le dico questo? Perché dal 2010 ad oggi, cioè da quando c'era il presidente Scopelliti, il primo anno in cui ci siamo allineati alla normalità, cioè quello di approvare il bilancio di previsione in maniera preventiva e non in maniera postuma, è avvenuto dal 2010 fino ad oggi. Da oggi, invece, con la richiesta dell'esercizio provvisorio, noi ci ricollochiamo nell'ambito di quei Comuni che andranno all'esercizio provvisorio e non sappiamo quanto esso potrà durare.

Le dico, poi, un'altra cosa rispetto alle cose che ci ha comunicato e, con onestà intellettuale, voglio preventivamente dire che questo non è un problema che riguarda il presidente Oliverio, anche se c'è una realtà che riguarda, in questo momento, l'ente regionale e anche se noi abbiamo l'onestà di dire che non riguarda la conseguenza di una cattiva amministrazione della Giunta Oliverio in particolare, ma una sommatoria di esercizi finanziari - lo ha detto prima il Presidente – dal 1981 al 2004. Allora, bisogna dire, caro Presidente, la realtà com'è e quale sarà la conseguenza di questa realtà, perché se la Corte dei conti, oggi, ci dice che molti Comuni non hanno messo in bilancio il debito verso la Regione e la Regione non riportava in bilancio i crediti che da molti Comuni venivano e ci costringerà a metterli…

Ora il problema ha riguardato diversi amministrazioni prima di questa e dobbiamo dire una cosa: i Comuni saranno in grado di pagare alla Regione i debiti che noi iscriviamo in bilancio? Io credo di no, caro Presidente!

L'altra cosa: la Regione Calabria sarà in grado di pagare ancora, con il bilancio che abbiamo e nelle condizioni in cui siamo, cifre enorme per lo smaltimento dei rifiuti? Atteso che da questo punto di vista una sola discarica ormai è quasi finita e non so se durerà sei, otto mesi al massimo e poi saremo tutti in una condizione non solo di dover pagare 3-4 volte…

E allora io credo che questa novità, questa discussione sul bilancio, queste sottolineature andassero fatte, ma attraverso anche - io lo dico - una serena discussione che deve essere svolta in questa Aula, rispetto alla quale noi ci impegniamo ad essere onesti, ma a dire anche la verità e la verità è che, se i Comuni non pagano, trascinano la Regione in un default oppure, se i Comuni non sono in grado di pagare, poi che fa la Regione Calabria? È costretta a fare i decreti ingiuntivi nei confronti della stragrande maggioranza dei Comuni calabresi e, quindi, invece che in default vada la Regione, andranno tutti Comuni. Perciò, poi, la Regione Calabria sarà costretta ad emanare i decreti ingiuntivi.

Purtroppo questo è il quadro che abbiamo davanti, amici, ed è giusto che nella nostra consapevolezza… E lo diciamo, soprattutto, a quelli che pensano in questo momento di venire ad amministrare la Regione, sapendo… non so che cosa pensano di gestire. Solo problemi, problemi seri!

Certamente l'onestà intellettuale - e lo sottolineo per l'ennesima volta - è il sunto di un'attività che guarda più esercizi finanziari e rispetto alla quale ci vuole una consapevolezza di tutti, maggioranza e opposizione, perché altrimenti non ne usciamo. C'è il rischio, caro Presidente, che fra qualche mese i dipendenti non si possano più pagare, né quelli del Consiglio né, soprattutto, quelli della Giunta, e corre voce in maniera consistente. I dipendenti parlano con i funzionari, i funzionari parlano con i dirigenti ed i dirigenti….

Il pericolo del default non è che arriva così perché qualcuno si è inventato una mattina di essere apocalittico; arrivano dagli atti e dalle comunicazioni formali che sono arrivate dalla Corte dei conti e che come Calabria ci devono vedere tutti uniti in un unico obiettivo: evitare che la Calabria subisca anche questa onta, perché poi alla fine - e ho finito, caro Presidente - la responsabilità non sarà delle tante amministrazioni che negli anni, prima di noi, hanno messo e hanno fatto delle cose obbrobriose, la responsabilità sarà nostra, a noi addebiteranno la responsabilità di aver portato una Regione al default, cosa che mi auguro non avvenga mai.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA Domenico (Partito Democratico)

Il mio non vuole essere un intervento fuori dal coro, però ho aspettato che, giustamente, fosse il Presidente a fare le comunicazioni. Torno un passo indietro e chiedo a quest’Aula che sia osservato un minuto di silenzio in memoria del vigile del fuoco Antonio Candido, tragicamente perito. Un figlio di Reggio Calabria, un figlio della nostra Calabria, anche per testimoniare la vicinanza della massima Assise calabrese alla famiglia e al Corpo dei Vigili del Fuoco.

Ritengo che sia giusto osservare un minuto di silenzio.

In memoria del vigile del fuoco, Nino Candido, deceduto nell’esplosione ad Alessandria

PRESIDENTE

Invito i presenti a levarsi in piedi ed osservare un minuto di silenzio.

(I consiglieri ed i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto di silenzio)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor presidente, chiedo che siano posti in discussione due ordini del giorno, protocollo numero 33748 e 33746.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Na ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Stavo ragionando sulle comunicazioni del Presidente.

PRESIDENTE

Appena finita la discussione sulla comunicazione del presidente Oliverio, metteremo ai voti la richiesta del consigliere Sergio.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Il Presidente della Giunta ha aperto i lavori del Consiglio regionale con una comunicazione che, per la verità, era stata anticipata dai media calabresi, ma che era un segreto ormai per pochi chiaramente, nonostante noi, da mesi, avessimo chiesto al presidente Oliverio di svelare la data delle elezioni, nonostante noi, da mesi, avessimo chiesto, giustamente, al presidente Oliverio di porre fine a questa Legislatura a scadenza naturale, il 24 di novembre; significava svolgere una campagna elettorale durante un mese autunnale non rigido, cercare di coinvolgere i calabresi che, credo, abbiano visto in questi anni uno spettacolo pessimo e, quindi, si allontaneranno ancora di più rispetto alla politica e all’istituzione Regione.

Ricordo a me stesso che nel 2014, anche per demerito di chi aveva governato e aveva sostenuto quel governo, votarono soltanto il 44 per cento dei calabresi. Il rischio ora è che voti il 30 per cento. Si voterà il 26 gennaio, nel mese più rigido dell'anno, in una campagna elettorale che durerà meno di 20 giorni. Chiaramente il rischio è quello di allontanare ancora di più la gente dalla politica e dall’istituzione Regione.

Una scelta che non condividiamo, una scelta ormai, naturalmente, dovuta perché i tempi sono questi, ma una scelta che è stata giustificata, caro collega capogruppo Battaglia, nelle sedute passate, perché era necessario - e tu hai fatto anche, collega capogruppo, degli articoli in merito - votare il 26 gennaio per approvare il bilancio della Regione e non consentire l'esercizio provvisorio.

Credo, collega Battaglia, che il Presidente della Regione ti abbia fatto fare una figuraccia, l'ennesima figuraccia che ha fatto fare ai suoi consiglieri in questi anni. Molti annunci fatti dai consiglieri regionali, poi, sono stati traditi dai fatti e anche in questo caso non è giustificabile il rinvio per la data della convocazione delle elezioni regionali, perché il Presidente viene oggi a dirci “per rispetto nei confronti di coloro i quali governeranno, non intendo fare il bilancio”. I rumors però ci dicono altro, ci dicono di una Regione quasi incapace di chiudere l'assestamento di bilancio, di una Regione incapace, assolutamente, di chiudere un bilancio. Queste cose le ha dichiarate oggi, in una conversazione, il direttore generale De Cello.

Credo che siamo di fronte ad un rischio serio di default, al di là delle rassicurazioni che ci dà il Presidente della Regione. Il rischio di default è serio; il giudizio di parifica della Corte dei conti stabilisce un percorso obbligato. Voglio sgomberare il campo: non ci sono responsabilità dirette di questa gestione, perché si tratta di problematiche risalenti nel tempo. Ma problematiche risalenti nel tempo che, in questi anni, non sono state affrontate, se non in questa fase, peraltro anche commettendo errori di natura marchiana.

Presenterò, in queste ore, un’interpellanza in Consiglio regionale per chiedere lumi su alcune situazioni poco chiare, vale a dire una Regione matrigna che, ad esempio, nei confronti di piccoli Comuni trattiene somme di contributi per opere pubbliche e omette, invece, di dare a questi Comuni somme necessarie e somme che la Regione deve a questi Comuni a vario titolo. Ad esempio, per quanto riguarda il Comune di Scala Coeli, somme che sono dovute al Comune di Scala Coeli per la gestione della discarica, che tanto servizio dà al settore ambientale della nostra Regione e, credo, per il quale dal 2017 al 2018 non si calcolano le royalty.

Una Regione, quindi, che con la mano sinistra non sa cosa fa la mano destra; una Regione disorganizzata; una Regione allo sbando e la conferma ulteriore di questo sbando è il fatto che ci avete propinato l'idea che avremmo votato il 26 gennaio, ingiustificatamente oltre la scadenza naturale, per approvare il bilancio e oggi ci dite che questo bilancio non lo fate e non lo volete fare perché lascerete la Regione, perché i tempi saranno questi, almeno fino ad aprile senza bilancio di previsione.

Non è un comportamento di un'amministrazione seria, non è un comportamento di un'amministrazione che avrebbe dovuto rappresentare la Calabria ed i calabresi. D'altro canto, oggi, abbiamo un altro dramma che è quello del Corap, che si è consumato da mesi ed al quale porrà rimedio il Consiglio regionale.

D'altro canto non ci si poteva aspettare di meglio da un’amministrazione assolutamente fallimentare che, per fortuna, è ai titoli di coda. Almeno conosciamo l'obiettivo: il 26 gennaio, nel quale si concluderà questa brutta esperienza regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Intervengo brevemente, Presidente, perché, ferma restando la legittimità normativa degli atti che la Giunta ha prodotto circa il bilancio e la richiesta di esercizio provvisorio, oggi quanto comunicato dal Presidente, naturalmente, riveste una risposta di natura politica da parte nostra e ritengo che sia la comunicazione della data sia la comunicazione dell'atto che la Giunta, ieri, ha deliberato per quanto concerne l'esercizio provvisorio, siano tra loro collegate.

Mi chiedo, se non fossimo a fine Legislatura e, quindi, non si votasse, per le motivazioni apposte nell'atto deliberativo, questa Giunta di centro-sinistra sarebbe ricorsa lo stesso all'esercizio provvisorio? Perché se sono valide quelle motivazioni di ordine tecnico, dovute al criterio di parificazione posto dalla Corte dei conti, il ritardo ci avrebbe dovuto portare lo stesso a questo esercizio provvisorio. Perché se è vero questo, allora sono motivazioni tecniche; se non è vero questo, c'è una motivazione politica rispetto all'atto deliberato dalla Giunta ieri sera. E l’atto politico credo che sia la dimostrazione di un fallimento, come diceva il collega Gallo, se è vero come è vero che la richiesta di spostare al 26 gennaio le elezioni era proprio per consentire al Consiglio di poter discutere sul bilancio di previsione.

Credo che anche per quanto riguarda la data, probabilmente, questa indecisione abbia inciso sulla difficoltà e, oggi, sui ritardi che questa Giunta di centro-sinistra ha nel poter approntare un bilancio di previsione.

Ritengo che concludere la Legislatura ricorrendo ad un esercizio provvisorio sia, veramente, un fine brutto di questa Legislatura che testimonia quello che è successo in questi anni e, secondo me, quello che è successo fra il collega Battaglia, consigliere Gallo, ed il Presidente non credo che sia un brutto schiaffo che riceve il collega Battaglia; lo riceve l'intero Consiglio regionale che, ancora una volta, è tenuto distante dalle decisioni del presidente Oliverio per quanto riguarda la data delle elezioni. Che la data fosse il 26 gennaio, l'abbiamo appreso non oggi, ma dai rumors, mediante la stampa, poi, probabilmente, si sposterà al 9 febbraio, così come anche questo esercizio provvisorio ritengo che meritasse un maggiore approfondimento dal punto di vista politico. Ma di questo parleremo nel momento in cui il Presidente, entro il 30 novembre, porterà questo esercizio provvisorio, perché c'è pure una scadenza. E se questa fine Legislatura poteva andare 40 giorni prima con la convocazione di alcune sedute di Consiglio regionale, per portare a termine le varie pratiche che sono in itinere, credo, invece, che il presidente Irto sarà costretto a convocare il Consiglio prima del 30, perché ce lo impongono i tempi, ce lo impone questa decisione della Giunta di venire in Consiglio e avere l'approvazione dell'esercizio provvisorio.

Naturalmente, lo approverà questa maggioranza, perché ritengo, invece, che il problema politico fosse quello dei numeri pericolosamente in bilico in questa maggioranza ed è il motivo politico per cui si è ricorso all'esercizio provvisorio; è più questo e non quello tecnico che i dirigenti di settore hanno voluto porre in essere mediante la deliberazione della Corte dei conti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Presidente, intervengo sulla richiesta di inserimento all'ordine del giorno del collega Sergio, anzi di due, sicuramente meritevoli dell'attenzione di questo Consiglio, ma comunico ai colleghi consiglieri che non intendo votare più ordini del giorno e mi spiego.

Dopo un iter lungo, iniziato a febbraio con la mia richiesta di un ordine del giorno sulla ZES di Gioia Tauro, la mia richiesta di uno sportello fisico nella città di Gioia Tauro, il Consiglio, a giugno, aveva votato l'ordine del giorno per istituire uno sportello fisico. Siamo arrivati a dicembre, io mi sono prodigato, tra l'altro, di andare negli uffici, ho parlato con il dottore Calabrò, che si è dimostrato entusiasta della cosa e aveva già individuato come attrezzare questo sportello fisico a Gioia Tauro; il Comune di Gioia Tauro ha messo a disposizione dei locali di un nuovo edificio, denominato urban center, al centro della città.

Ahimè, invece di adire alla richiesta, all'impegno che aveva la Giunta rispetto a questo ordine del giorno, votato all'unanimità dall'intero Consiglio, ho letto un'intervista non smentita del professore Russo - mi dispiace che oggi non ci sia - che smentisce quanto detto in Consiglio regionale da lui stesso e dice che lo sportello sarà solo informatico.

Allora mi dispiace, collega Sergio, ma io non intendo partecipare più alla votazione di ordini del giorno che non verranno mai attuati. Anzi vorrei che venga stilato un elenco di tutti gli ordini del giorno per vedere a quali è stato dato seguito e, quindi, già comunico, ma poi interverrò per dichiarazione di voto, la mia astensione su tutti gli ordini del giorno fino a quando lo sportello informatico della ZES a Gioia Tauro non sarà attivato, così come indicato dal Consiglio Regionale come impegno alla Giunta.

Ne approfitto anche perché è giusto, secondo me, aprire un dibattito, perché ho sempre dato atto, presidente Oliverio, al merito di aver attivato la ZES in Calabria, ma oggi mi pare che stia passando in sordina questa paventata riduzione drastica delle risorse della ZES a Gioia Tauro.

Credo che, come sulla sanità, sia una battaglia che dobbiamo condurre tutti quanti assieme a fianco del Consiglio, a fianco della Giunta, a fianco dei cittadini perché era l'ultima battaglia, l'ultimo barlume di speranza, di sviluppo per questo territorio, che chiede, essenzialmente, tre cose: sanità, lavoro e trasporto pubblico locale.

Visto che la sanità - poi ne parleremo magari -, anche rispetto ai commissariamenti, non siamo riusciti a smuoverla più di tanto, io credo che questa battaglia sul lavoro, sulla ZES, sull’infrastrutturazione dovevamo condurla tutti quanti assieme. Siamo ancora in tempo per il resto della Legislatura che ci rimane, quantomeno per lasciare una traccia da percorrere a chi verrà dopo di noi. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, intervengo sulle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale.

Penso che le ragioni del perché non approviamo il bilancio e andiamo in esercizio provvisorio siano tante e anche retrodatate nel tempo. Ovviamente se arriviamo ad oggi in questa situazione è perché in questi cinque anni abbiamo fatto poco per impedire che la Corte dei conti arrivasse a un giudizio di parifica che, di fatto, costringe la Regione a fare delle operazioni di taglio e di lacrime e sangue.

Questa è una ragione del perché non si fa il bilancio e l’avevamo capito in una riunione di Commissione in cui ha partecipato il direttore del bilancio, il dottore De Cello, che ad una mia obiezione sulla vicenda del CORAP ha risposto che non abbiamo le risorse necessarie. Nella schiettezza che lo contraddistingue, il dottore De Cello disse, sostanzialmente, che se si farà il bilancio sarà un bilancio restrittivo, il che significa trovare le risorse necessarie, come ci ha detto la Corte dei Conti, per rimpinguare il capitolo del bilancio dei crediti di dubbia esigibilità, una manovra economica di sessanta-settanta milioni di euro.

È stata una Legislatura iniziata con la rivoluzione sul bilancio: presentare e fare i bilanci in tempo utile. Questa rivoluzione naufraga sugli scogli dell'esercizio provvisorio che è stato annunciato oggi. Credo che questo sia l’emblema di un fallimento. Dobbiamo dircelo chiaramente: è evidente che dopo cinque anni di legislatura, chiudere con questa richiesta significa che non si è agito in modo tale da terminare questa Legislatura con l'approvazione del bilancio. Tra l’altro è stata una richiesta del mio capogruppo che, qui, nel momento in cui si chiedeva la data delle elezioni, a un certo punto ha detto che per noi, come tempo ultimo, sarebbe andato bene il 26 di gennaio perché avremmo avuto il tempo per approvare il bilancio, per non far pagare un prezzo alla Calabria. Andare in esercizio provvisorio significa che qualche categoria un prezzo lo pagherà in Calabria.

Da questo punto di vista ritengo che sia un errore non approvare il bilancio, bisogna provare ad approvare il bilancio perché ritengo che politicamente questa cosa suoni come una ritirata dalle responsabilità da parte di questa Giunta. Dobbiamo dire, con molta chiarezza, che è ovvio che nelle nostre riflessioni, alla necessità di fare un salto di qualità rispetto a questi cinque anni, si aggiunge anche questa richiesta di non approvazione del bilancio e la richiesta di esercizio provvisorio.

Mi sarei aspettato una riunione di maggioranza, che questo annuncio non si facesse in Consiglio. Qualche consigliere sgamato in Consiglio aveva già capito, ma arrivare qui, con una decisione già presa, a me sembra grave, sembra una mancanza di rispetto alla maggioranza e anche ai gruppi di opposizione. Lo si è fatto sempre, in solitario, con un solo uomo al comando, senza che neanche il gruppo del PD fosse a conoscenza di questa decisione ma una scelta così importante, si concorda prima, si discute, ci si confronta, invece si vuole continuare sempre, come si è fatto in questi cinque anni, con un solo uomo al comando. Non si rispetta la maggioranza e il proprio gruppo di appartenenza, ma si arriva con il Consiglio a cose fatte. Ritengo questo sia un errore, una mancanza di rispetto, di democrazia e sono sicuro che la Calabria queste cose le capirà.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Avrei evitato volentieri di intervenire ma poiché il consigliere Guccione ha richiamato una cosa che è chiara, che è evidente, che è lampante, vorrei provare a dare un contributo.

Alla fine di questa Legislatura - non so se conserviamo le registrazioni perché ricordo quando Oliverio si insediò, quando il PD si insediò - dopo cinque anni con i Governi nazionali, con le nomine dei commissari sanità, con le campagne elettorali, con il voto a Zingaretti, che oggi è il segretario del PD, non penso che oggi potete fare differenziazioni, non perché io sia pro Oliverio o pro Guccione o pro altri.

Giusto per dire una verità storica, lo dicevo poc'anzi, mi sono avvicinato al banco del presidente Oliverio, vi comunico che la mia sensazione, che non riguarda soltanto voi, ma riguarda anche noi che faremo la nostra parte come centro-destra troveremo il candidato, ci candideremo, ma in Calabria: c'è una questione surreale legata al MoVimento 5 Stelle e che la Calabria vive più di altre realtà. Addirittura oggi sono contro Cotticelli che è quello che hanno nominato loro, cioè siamo alla follia.

Il tema vero che abbiamo provato a dibattere, come minoranza, sentendo anche tanti simposi alcune volte, era quello dell'armonizzazione dei bilanci, per la quale servivano un’ altra Europa, la politica, una visione del mondo differente, e ci portava a dire - a noi che siamo con i tagli orizzontali, con i Comuni di cui il 72 per cento sono al di sotto i cinquemila abitanti e per cui salutammo positivamente anche il bando sui borghi - che un'interlocuzione con il Governo nazionale non solo era fondamentale e necessaria sulla ZES in riferimento agli investimenti, come diceva poc'anzi il collega Pedà, ma finanche sulla tenuta istituzionale e democratica minima di questa Regione. Qui siamo tutti i consiglieri da una, due legislature al massimo e, aldilà, diciamo, di chi ha più esperienza, è ovvio che questa Regione ha accumulato, in un tot di anni, un ritardo funzionale che oggi la condanna rispetto ai cicli economici. Ci sono i dati, no? Assessore.

È ovvio che noi continueremo ad esportare gente formata se l’economia non riparte, se tu non riesci a farla ripartire, anche concordando con lo Stato, perché le risorse europee sono di una tecnicità di spesa enorme, se non hai l'ordinario, anche delle delibere CIPE e quant'altro, non ti salvi. Ad esempio un'ipotesi poteva essere seguita, rispetto alle regioni del Mezzogiorno, anziché sprecare sette miliardi di euro sul reddito di cittadinanza si potevano riannodare i fili dei bilanci dei Comuni. Non è colpa, sicuramente, di questa ennesima Giunta regionale ma il problema si è accumulato nel tempo.

Faccio questo intervento per dire che, ovviamente, credo che sarebbe stato opportuno approvare il bilancio, per quanto non tocchi a noi approvare un bilancio da dare alla Calabria; avremmo contribuito come minoranza, come abbiamo provato sempre a fare, però mi pare che si possa sottolineare, sul piano politico, un'evidenza che non è banale: il presidente Oliverio e il Partito Democratico non stanno più insieme. Fra le argomentazioni del capogruppo del PD, quando Oliverio, noi ce lo saremmo augurati, ipotizzava di votare il 15 di dicembre piuttosto che il 24 novembre, c’era l’approvazione del bilancio. Abbiamo ascoltato un partito, che oggi è al Governo dell'Italia con Zingaretti, tra l’altro sostenuto da Oliverio. E cosa ha fatto il segretario di questo partito? Ha fatto un Governo con i 5 Stelle che sono gli stessi, lo dico a quelli del PD, che in Calabria volevano arrestarvi, non fare polemica politica, arrestarvi. Siamo alla follia!

Non posso non sottolinearlo questo aspetto politico, rispetto alla richiesta del capogruppo del PD che argomentava elezioni al 26 gennaio perché non possiamo essere irresponsabili e non offrire ai calabresi un bilancio. È una scelta politica, in questo caso del Presidente, però si sottolinea, non è banale sottolineare, che in quest'Aula c'è una rottura oggettiva, chiara, per una volta chiara, perché siamo stati schiavi in questi anni delle guerriglie sulla sanità fra i nominati del PD e quelli che giustamente nominava il Presidente di Regione, schiavi di tante polemiche.

Mi sembra, quindi, sul piano politico, richiamato anche da Guccione, che c'è un’evidenza e su questo il PD non ha minore responsabilità di Oliverio: non vi chiamate fuori dopo cinque anni, non è sicuramente il posto giusto, lo diremo ai calabresi, lo diremo durante gli incontri pubblici provando a proporre il nostro programma.

Quindi l'appello che faccio, Presidente, è che se lei vuole, se lei può, nonostante la necessità di armonizzare la parifica della Corte dei Conti, noi siamo pronti a dare un contributo per offrire un bilancio ai calabresi, quindi, dal nostro punto di vista, se vuole ci ripensi ed essendo un bilancio, diciamo, di transizione avremo tutta la responsabilità per provare ad affrontarlo anche se la Corte dei conti si è svegliata un po' tardi. Perdonatemi, noi siamo oggetto ogni giorno di verifiche, come si può costruire, in un solo anno, la parificazione e l'armonizzazione quando dentro c’è il debito dei Comuni per la fornitura idrica relativa agli anni ottanta? Orlandino Greco non faceva neanche il sindaco a Castrolibero, insomma, forse, c’è qualche tariffa che non pagavano quelli che lo hanno preceduto.

Quindi grande rispetto per tutte le istituzioni, ma è anche necessario non prendersi in giro ed accollarsi un carico di responsabilità. Lo dico al PD e lo dico ad Oliverio, che mi pare, oggi, siano due cose diverse: se volete noi siamo pronti a dare un contributo per approvare un bilancio, anche se gravoso, anche se non dobbiamo darvi colpe se non su quello che abbiamo valutato in cinque anni di governo in cui ci siete sembrati - è l'aggettivo più elegante che posso utilizzare - dei marziani.

Se si volesse valutare di approvare un bilancio credo che siamo pronti a dare il nostro contributo per consegnare un bilancio ai calabresi. Penso di poter parlare a nome di Ennio Morrone e di tutti quelli che hanno aderito al gruppo di Fratelli d'Italia, come il consigliere Neri, e che ringrazio. Siamo una famiglia che cresce.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, non volevo intervenire, ma dopo l'equilibrato e giusto intervento del collega Orsomarso ho ritenuto necessario prendere posizione su un dibattito che rischia di diventare una pantomima e che pone in evidenza alcune questioni importanti. Intanto è da sottolineare come chi è stato all'opposizione in questi anni oggi mette al centro uno spirito di responsabilità, proponendo di cercare insieme, se è il caso, ad approvare il bilancio di previsione, evitando, così, l’esercizio provvisorio. Preciso che anche l'esercizio provvisorio non è questo grande male per chi ha l'esperienza, come il sottoscritto, da amministratore locale; l’esercizio provvisorio ha la funzione di garantire, fino alla nuova Legislatura, le risorse necessarie al funzionamento dell’Ente, in ragione di quelle che sono le spese in dodicesimi dell'anno precedente. Non vi è dubbio che non si può non evidenziare, in questo Consiglio, una linea di demarcazione netta all'interno della maggioranza. Hanno detto bene, dobbiamo dircelo chiaramente: se il Presidente oggi non porta il bilancio e la Giunta non porta il bilancio non vi è dubbio che non lo fa per evitare un dibattito capzioso all'interno della stessa maggioranza. Se non diciamo la verità a chi ci ascolta da casa, rischiamo di far perdere fiducia nella politica, fiducia nelle istituzioni democratiche. Chi parla non è stato mai una voce legata o sempre fedele al diktat della maggioranza, del Presidente, della Giunta, ma, con spirito critico, ha preso anche strade diverse. Non vi è dubbio che questa maggioranza non c'è più. Fa specie l'amico Guccione che quando è stato Assessore non vedeva quelli che erano i residui attivi riportati, dal 1984 al 2001, all'interno di un bilancio. Invece, ci si accorge a fine legislatura, quando la barca affonda e quando altri hanno scelto rotte diverse.

La coerenza in politica deve avere senso e deve avere senso anche in ragione di quella che deve essere la credibilità che ognuno di noi deve avere nei confronti dei cittadini elettori. È troppo facile accorgersi degli errori e dire che la colpa è della Giunta, è del Presidente. Il Presidente era lo stesso già cinque anni fa, quando ognuno di noi ha accettato di diventare Vicepresidente del Consiglio, Presidente di Commissione, capogruppo e assessore. Era lo stesso! Oggi ci svegliamo e diciamo che il Presidente della Giunta non va bene. Scusatemi, io ritengo che, per quello che è la mia storia politica, come diceva in una frase bellissima Jim Morrison, è meglio morire in piedi ma con la coerenza di una linea politica che deve essere un baluardo per i tanti giovani che vogliono fare politica.

Presidente, accolga l'invito serio del capogruppo Orsomarso, al di là di tutti quelli che si siedono alla sua destra e alla sua sinistra e che oggi sono pronti a sparare contro di lei, contro la Giunta e che erano seduti a destra e a sinistra. Quando poi il potere si perde, alla fine, nel tentativo di mantenere la poltrona, rispetto anche a quelli che sono i sondaggi elettorali, si cerca la strada migliore per mantenere quella poltrona e quella posizione.

Sfidi il Partito Democratico! Lo sfidi! Sfidi la sua maggioranza per vedere se sul bilancio sono pronti a dare fiducia e a dimostrare, nella canea di una politica che non ha più ragion d'essere nella ripartizione e nella richiesta spasmodica di questa o di quella prebenda o finanziamento, se hanno il coraggio di dire “no” al bilancio di previsione di fronte ai calabresi. Sarebbe un atto eroico anche a dimostrazione del fatto che, parliamoci chiaro, ripeto, i rilievi della Corte dei conti sono i rilievi che sono stati fatti nei confronti di tanti Comuni. Quanti bilanci si facevano in modo allegro?! Per far quadrare il bilancio si mettevano partite che erano quantomeno inverosimili, lo hanno fatto tutti, lo hanno fatto tutti ed è quello che dico io quando si dice che non si fa il bilancio perché c'è il rischio default, ma perché si ha la difficoltà a quadrare i bilanci. Qualcuno oggi vuole far credere alla Calabria che abbiamo delle difficoltà a far quadrare il bilancio di previsione. Ma di cosa parliamo? A quadrare il bilancio, per chi come me ne ha fatti tanti, a quadrare il bilancio ci impieghiamo esattamente tre secondi. Non è, però, quella la filosofia, bisogna evitare alla Calabria un Consiglio regionale, come peraltro anche quello di oggi, dove manca la dignità di una posizione netta e chiara, capace di dire che probabilmente abbiamo sbagliato in questi anni perché quello che chiedevamo, in ragione di quello che serviva e serve ai calabresi e alla Calabria, non l'abbiamo ottenuto.

Quindi, Presidente, assuma un atto di coraggio, sfidi la tua stessa maggioranza con un bilancio di previsione immediato, per dimostrare ai calabresi chi vuole rivendicare, nella posizione che occupa, il rispetto della Calabria e dei calabresi e non già quello di una posizione personale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Intervengo, signor Presidente, perché credo che su questa vicenda, come su molte altre in questi anni, la confusione maggiore sia arrivata proprio dai banchi di quella che doveva essere la maggioranza del presidente Oliverio. In questa questione ci sono due aspetti, due profili: uno è squisitamente tecnico e credo che il Presidente debba, su questa vicenda, dire parole più forti e più chiare, perché la storia di addossarsi sempre le croci addosso per responsabilità e per alto profilo istituzionale non va più bene. Questa è una questione che è relativa al giudizio di parifica della Corte dei conti che è stato trasmesso alla Regione il 7 novembre scorso. Cosa dice quel giudizio di parifica? Cosa dice al presidente Oliverio? Cosa dice alla Regione? Di cosa si deve caricare la Regione? Di responsabilità proprie o, forse, di responsabilità altrui? Il presidente lo deve dire perché siamo arrivati ad un punto della Legislatura e ad un punto di confusione, di disordine politico e anche, scusatemi se lo dico, amministrativo, che è come se mancasse l’a, b, c della pubblica amministrazione. Il Presidente dica le motivazioni per cui la Corte dei conti ci carica nel giudizio di parifica gli ottantuno milioni di euro… C'è il secondo profilo che è politico e cioè quello di approvare un bilancio che necessariamente investirà e condizionerà la nuova maggioranza e il nuovo Consiglio regionale.

Avremmo potuto fare un bilancio elettorale come si fa in molti Comuni e come si fa anche in molte Regioni, però basta con questo alto profilo istituzionale. Caro presidente Oliverio, è il momento che anche lei si adegui alla realtà in cui vive, dica la verità e dia la responsabilità a chi ce l'ha, perché in questo momento a portare le croci non è disponibile nessuno, a cominciare da me che faccio il Presidente della Commissione bilancio e conosco le difficoltà che sta vivendo la Regione e per le quali ci sono responsabilità precise che non arridono, sicuramente, a questo Presidente e a questa maggioranza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.

GIORDANO Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, intervengo dopo questo dibattito, che francamente ritengo fosse doveroso perché, tranne le notizie di alcuni giornali web, stava passando quasi in sordina, come se fosse una cosa normale, ordinaria che una Regione, un Consiglio, un’Assemblea legislativa concluda un mandato e non consegni un orizzonte politico, una prospettiva politica. Il bilancio, il bilancio di un’amministrazione, il bilancio di un ente, il bilancio di un ente come la Regione è un atto, prima di ogni cosa, eminentemente politico. Questo segna, purtroppo, lo dico con molta amarezza, il fallimento; un fallimento, altro che crac! Sul crac finanziario poi, ove ci sia, bisogna fare altrettanta chiarezza. Però il fatto che si concluda un mandato e non si faccia un bilancio di mandato e non si dia un orizzonte politico attraverso una manovra finanziaria, che doveva consegnare alla Calabria delle certezze, non delle incertezze, non è una cosa sulla quale si può passare così!

Vado agli aspetti e ai profili tecnici che qualcuno, che qualche collega prima ha evocato, sul giudizio di parifica e cioè la criticità degli 81 milioni che derivano dalle poste relative ai debiti dei Comuni morosi sulla partita del ciclo dei rifiuti. Tutto ciò segna l’altro fallimento che questa Legislatura doveva superare, doveva avviare la soluzione, doveva avviare con nervo, con decisione, affrontare le criticità, per troppe Legislature forse e per troppi anni rimaste consegnate sempre ai posteri.

Il riordino ha segnato anche la mancanza di una politica di ristrutturazione di alcune partite critiche di questa Regione. Questa è la verità. Allora, delle due l’una: o c’è la possibilità e il Consiglio regionale, a questo punto, non la maggioranza ma il Consiglio regionale nella sua interezza si assume la responsabilità di approvare un bilancio, una manovra finanziaria, che dia un minimo di prospettiva, un minimo di risposta, oppure dobbiamo registrare che questo è un fallimento complessivo di tutte le componenti che hanno vissuto l’istituzione Regione in questa Legislatura.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Resto basito che uno, alla fine della Legislatura, debba prendere atto del fatto che si lancino accuse al proprio campo di aver operato male, di aver gestito male le finanze, di non dar prova della giusta utilizzazione del denaro pubblico. Si resta basiti, colleghi, perché capisco tutto, gli schieramenti, una maggioranza che è vero che è spappolata, e siamo arrivati alla fine grazie al Presidente e ad una Giunta che stanno lavorando e al lavoro anche di chi qui, nei banchi, sta tentando a viva forza di non far fare brutta figura al campo del centrosinistra, indipendentemente da chi sarà o non sarà il Presidente. C’è una battaglia da condurre avanti, che non è quella della ricollocazione personale! C’è la battaglia da condurre per portare a termine un lavoro di 5 anni, che è stato gravoso, oneroso e l’abbiamo fatto tutti. E io mi sento di prendere i meriti di tutte le migliaia di cose buone che sono state fatte in questi 5 anni, ma devo portarmi sulle spalle anche quelle negative e lanciare eventualmente accuse alla Giunta laddove riteniamo che ci sia stata - ecco, sì, forse - una scarsa compartecipazione nelle riunioni di maggioranza.

Dico però che è assurdo che oggi il presidente Oliverio e la Giunta assumano su di loro la responsabilità di dirci che non dobbiamo votare un bilancio definitivo e ci spiegano con chiarezza che questa cosa viene fatta per dare la possibilità a chi verrà dopo di poter utilizzare i residui e senza, come si dice!?, pulire il piatto, cioè effettuare le operazioni che vengono fatte alla fine delle Legislature. Rinzelarsi per questo la vedo una cosa assurda, assurda! Ricomponiamoci perché è al 28 che si discuterà di questa cosa, non è oggi e come capigruppo abbiamo deciso che la discussione doveva essere fatta poi il 28 sulle decisioni prese dalla Giunta. Ricomponiamoci perché come maggioranza dobbiamo avere il decoro di lasciare al campo del centrosinistra - chiunque verrà dopo di noi - col campo del centrosinistra la possibilità di avere la dignità di poter continuare un lavoro che è stato rivoluzionario e del quale io, per quanto riguarda la posizione di consigliere regionale e di capogruppo, rivendico ogni singolo risultato positivo.

E devo necessariamente accollarmi anche le parti negative perché abbiamo la mano qui dentro e non basta prendere posizioni negative sulle ultime due sedute di Consiglio regionale per poter dire che eravamo contro la maggioranza. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Intervengo brevemente, perché credo che il dibattito a cui stiamo dando vita è un dibattito che meriterebbe una riflessione maggiore, con approfondimento tra gruppi presenti in questo Consiglio regionale, tra contesti, anche legati all’attuale momento, perché nessuno può negare le difficoltà che viviamo ma nessuno può anche dimenticarsi delle responsabilità, non politiche, istituzionali che ricadono su ognuno di noi. Perché il bilancio o l’esercizio provvisorio non è una responsabilità politica – ho di fronte il collega Giordano - ma è una responsabilità istituzionale verso i cittadini e quando si cerca di scaricare su altri le colpe è sempre un gioco al rialzo! Non siamo pronti, noi abbiamo trovato queste situazioni, non siamo oggi in grado di fare un bilancio preventivo… Quindi c’è un momento che mette anche in discussione le qualità, le capacità di questo Consiglio regionale perché credo che, ripeto, quando parliamo di bilancio parliamo dell’interesse dei calabresi. Quando parliamo di esercizio provvisorio parliamo di un’opportunità che si dà per tirare a campare, ma non si dà una prospettiva certa ai calabresi, una visione ai calabresi, una certezza ai calabresi, a chi si aspetta risposte da questa maggioranza, da questo Consiglio regionale, al di là del colore politico di appartenenza. Credo che sia importante oggi - ha ragione il collega Giudiceandrea - recuperare il buon senso del padre di famiglia, utilizzare questi giorni, da qui al 28, per capire il da farsi perché non voglio regalare l’immagine di un Consiglio regionale tutto ripiegato su sé stesso, tutto ripiegato sulle divisioni, sulla contrapposizione, sulle divergenze che oggi ci sono - è inutile negarle! - all’interno della maggioranza e dell’opposizione. Credo che non faremo gli interessi dei calabresi, dimostreremo invece di essere un gruppo dirigente non capace di guidare i processi, di essere attenti, sensibili a ciò che le persone, la gente ci chiede.

Quindi inviterei i capigruppo di maggioranza, insieme al Presidente della Giunta regionale e, se ho colto bene, anche con la disponibilità della minoranza, a ragionare su un’eventuale bilancio di previsione, accogliendo anche l’invito di Orlandino Greco. Al collega Orlandino Greco dico: collega, è inutile oggi dire “io ho detto… io non ho detto… io ho fatto… io non ho fatto”. Questo è lo stato dell’arte e da questo bisogna partire e ragionare in questo mese.

È inutile pensare di dire: io sono il più bravo, io sono il più buono, io sono il più bello, io sono il più cattivo. Conosciamo le posizioni di ognuno di noi! Però, quantomeno, recuperiamo il senso di responsabilità verso questo Consiglio regionale, verso i nostri cittadini e ragioniamo sulla risposta migliore che oggi possiamo dare, per senso di responsabilità; quella responsabilità che ha sempre contraddistinto, al di là dei pochi casi o delle poche situazioni personali, questa maggioranza, perché quando siamo stati chiamati a rispondere abbiamo sempre votato in gran parte quello che c’è stato proposto dalla Giunta regionale, le nostre proposte fatte in questo Consiglio regionale. Quindi c’è stato, dal punto di vista del rispetto dei ruoli, un senso di responsabilità che ha sempre prevalso, che non è responsabilità politica ma è rispetto verso le Istituzioni e verso i calabresi che rappresentiamo, magari con poca dignità, ma che oggi qui rappresentiamo.

L’invito che faccio è questo: capigruppo di maggioranza, ragioniamo nei prossimi giorni sul da farsi. Se ci sono le condizioni, bene, o altrimenti non possiamo che prendere atto della proposta che oggi è stata avanzata. Mi affido al senso di responsabilità dei capigruppo di maggioranza; io sosterrò qualsiasi scelta farete, con eventualmente l’ausilio delle minoranze.

Parliamoci chiaro, se approviamo un bilancio preventivo, sappiamo che è già ingessato! Quindi, quando qualcuno parla di manovre come di mancia elettorale…ma quale mancia elettorale! Ma scherziamo!? Non credo che ci dilanieremo al nostro interno! Non ci siamo dilaniati in 5 anni! Non ho visto mance elettorali in questi 5 anni! Tranne pochissime cose… Ho visto solo una ristrettezza di spazio, una difficoltà nel fare un bilancio e, quindi, altro che mance elettorali! Voi dovete essere coscienti che forse negli anni passati ci sono state molte ma molte maglie larghe, ma oggi in questo Governo non abbiamo scialacquato! Abbiamo vissuto 5 anni di difficoltà, legati, appunto, a quello che abbiamo ereditato e ai tagli che abbiamo subito. Di questo dobbiamo essere coscienti. Altro che bilancio di mance, sarebbe un bilancio di responsabilità verso le nostre comunità. Invito ad una riflessione maggiore i gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza per capire se ci sono le condizioni, altrimenti non possiamo che prendere atto della richiesta che oggi ha avanzato il Presidente della Giunta regionale e il 28 novembre approveremo l’esercizio provvisorio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA Domenico Donato (Partito Democratico)

Il Presidente della Giunta regionale ha voluto aprire questa seduta con la comunicazione della data per il rinnovo delle elezioni. Tanto doveva - sono le sue parole - a questa Assise. Ha voluto aggiungere della avvenuta approvazione della delibera, con la quale viene chiesto l’esercizio provvisorio. Credo che questa comunicazione non pregiudichi assolutamente quello che è il cammino che noi vogliamo. Raccolgo l’intenzione del collega Bevacqua. Abbiamo tenuto una Conferenza dei capigruppo. Rispetto alla comunicazione del Presidente sappiamo oggi che abbiamo 21-22 giorni di Legislatura, di lavori di questa Assemblea. Siccome abbiamo fatto una conferenza dei capigruppo qualche ora fa, dandoci una road map, con la possibilità di arrivare nelle sedute, che faremo da qui al 11-12 dicembre, ultima data utile per poter effettuare dei lavori in quest’Aula, a creare le condizioni per portare a termine con serenità una Legislatura. Una Legislatura ricca di cose fatte e abbiamo ancora oggi solo un ordine del giorno di circa 16-17 punti. Quindi, direi di abbassare un attimo i toni della discussione. Poi ci sono delle liturgie che la politica vuole: il rendiconto e l’assestamento andranno in Commissione bilancio. Faccio sempre salvi i passaggi politici e istituzionali. Rispetto a questo si apriranno le discussioni. Oggi abbiamo un altro ordine del giorno e andiamo avanti su questo. Noi dovremmo vederci in quest’Aula entro il 30 di novembre, quindi non fra 50 anni! Fra 8-9 giorni. Rispetto a questo ritengo sia doveroso riprenderci intanto la tranquillità di assumere l’ordine del giorno dei lavori di questa seduta e dopodiché si discute, siamo qua. Tutti vogliamo onorare il nostro impegno, il mandato che i calabresi ci hanno assegnato fino all’ultimo giorno utile. Quindi rispetto a questo io dico che la politica è sovrana. Mi hanno insegnato questo e io con questo vado avanti. Grazie

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Presidente, colleghi consiglieri. Credo che ci sia un limite a tutto e anche alla utilizzazione di argomenti che, quando si tratta di problematiche che interessano le comunità, dovrebbero indurre alla prudenza, quantomeno alla prudenza. Capisco risentimenti, rancori, capisco tante cose. Le capisco ma non capisco, non posso capire operazioni di alterazione della verità e anche, appunto, masochistiche.

Come stanno le cose. Le cose stanno che il bilancio della Regione 2018 è stato sottoposto a giudizio di parifica da parte della Corte dei conti e ha ottenuto il giudizio di parifica. La Corte dei conti ha poi aggiunto: cara Regione, c’è un debito risalente agli anni 1981- 2004 da parte dei Comuni verso la Regione, quando ancora non c’era Sorical, quando ancora c’era la Cassa del Mezzogiorno. Stiamo parlando dell’altro secolo! Stiamo parlando dell’altro secolo! È un debito che i Comuni non hanno pagato, non hanno onorato, che ammonta - non vorrei sbagliarmi – a 266 milioni di euro e parte di questo debito, circa 120-130 milioni di euro, è in capo alle città capoluogo, alle 5 città capoluogo, anzi a 4 città capoluogo, perché su Crotone ancora la verifica non è stata completata. E quindi, cara Regione, o tu incassi questo credito da parte dei Comuni oppure devi accantonare questa somma nel conto crediti di dubbia esigibilità. Stiamo parlando di un debito 1981-2004, prevalentemente dell’altro secolo. Stiamo parlando di un debito che dall’81 in poi - con tutte le amministrazioni che si sono alternate - avrebbe dovuto essere riscosso. Non è stato riscosso. Non è stato riscosso per motivazioni varie: i Comuni sono in una condizione di difficoltà, perché non si è prestata attenzione dovuta a questo problema, tantissime sono le ragioni. Ma questo è, per chiarirci, per chiarirlo ai calabresi, per evitare che i mestatori, e coloro i quali fanno prevalere il rancore e il risentimento per mestare nel torbido, siano messi, appunto, in angolo. E per evitare che si rappresenti una situazione per quella che non è. Questo è il quadro che presenta la situazione oggi. Ora, rispetto a questo, proprio in conseguenza del dettato della Corte, di quanto la Corte ha chiesto, noi abbiamo già operato e lo troverete nei rendiconti che verranno all’esame proprio in questi giorni di quest’Aula. Non abbiamo fatto finta di nulla! Non abbiamo messo la testa sotto la sabbia! Non abbiamo rinviato alla prossima Legislatura! Abbiamo assunto oggi provvedimenti con una operazione che risponde a quanto la Corte ci ha detto, cioè abbiamo costruito le condizioni per accantonare quegli 81 milioni di euro, a cui faceva riferimento il Presidente della Commissione bilancio, proprio a salvaguardia del bilancio della Regione, proprio a salvaguardia della operazione che abbiamo fatto in questi anni di risanamento del bilancio la Regione. Perché in questi anni noi abbiamo lavorato per chiudere mulini che macinavano risorse, mettendo in liquidazione Enti che gravano sul bilancio della Regione e che procuravano una spirale perversa di debiti e di default.

Chiaro come stanno le cose!? La maggioranza. Vedo che alla maggioranza non interessa. Ma quale maggioranza!? Ritorno su questo tema, ci ritorno, perché ne ho parlato già un anno fa. Qual è la maggioranza!? Se qualcuno mi sa dire qual è la maggioranza alzi la mano! Ho visto che il consigliere Guccione si appella ad una riunione di maggioranza che bisognava fare prima. Ah, bellissimo! A conclusione di una Legislatura nella quale si è picconata a colpi di fuga per fare venire meno il numero legale, a colpi di voti contro per affossare provvedimenti, ci si appella alla maggioranza!

Siamo proprio ad un’operazione che davvero richiederebbe il ricorso a Basaglia, il defunto Basaglia richiederebbe! Ma di cosa stiamo parlando!? Noi, quelli che sono stati al posto consegnato loro dall’elettorato calabrese, consegniamo una Regione che ha lavorato per uscire dal baratro e, anche in termini di conti, per risanare i bilanci. Perché noi abbiamo approvato 72 bilanci - e ringrazio il Presidente della Commissione bilancio e ringrazio il Consiglio regionale -, 72 bilanci dal 2001 ad oggi di tutti gli Enti sub-regionali che non erano stati approvati e nemmeno esaminati e che presentavano buchi, appunto, e in molti casi li abbiamo messi in liquidazione, in molti, in molti casi, a proposito di bilancio e a proposito di default. Consegniamo una Regione ripulita da questo punto di vista e ci facciamo carico anche di un debito accumulato dal 1981 al 2004. C’è un debito accumulato nell’altro secolo e poi credo che - lo dico senza arroganza ma lo dico con grandissima, anche qui, riflessione e quindi anche preoccupazione - l’esercizio della funzione di rappresentanza nel Consiglio regionale della Calabria richiederebbe oltre che responsabilità anche uno sforzo per capire di cosa si parla quando si interviene qui dentro. Scusate, non mi rivolgo naturalmente ai singoli, ma bisognerebbe avere la responsabilità di leggersi le carte, di capire di cosa si parla prima di parlare a vanvera, perché lanciare anatemi senza esprimere quello che è il merito, in una situazione come questa, significa non solo lanciare l’allarme nei calabresi ma significa indebolire e creare una condizione di discredito per questa Istituzione. Al di là di Oliverio, se si è d’accordo o non si è d’accordo con Oliverio, al di là se bisogna contrastare una possibile ricandidatura di Oliverio oppure no. Sono due terreni distinti, che solo chi è annebbiato non riesce, appunto, a distinguere e a capire. E poi permettetemi a proposito di esercizio provvisorio: ma cos’è l’esercizio provvisorio? Approfondite cos’è l’esercizio provvisorio! L’esercizio provvisorio è uno strumento che consente di utilizzare le risorse per il funzionamento della Regione e di utilizzare, mese per mese, il dodicesimo di quella posta di bilancio. C’è una posta di bilancio in agricoltura, c’è una posta di bilancio nell’artigianato, c’è una posta di bilancio per i servizi; si utilizza per dodicesimo quella posta di bilancio per evitare, appunto, la paralisi. Ma il 2014 - vorrei ricordarlo - quando io sono arrivato a dicembre alla guida della Regione non c’era nemmeno l’esercizio provvisorio. L’esercizio provvisorio l’ho adottato io perché non c’era nemmeno la Giunta! Con atto monocratico del Presidente, il 28 dicembre del 2014 - non c’era nemmeno la Giunta! - ho approvato, con atto monocratico del Presidente, l’esercizio provvisorio e poi, dopo che si è entrati nel vivo della Legislatura, la nuova maggioranza, il Presidente, la nuova Giunta hanno impostato il bilancio e hanno approvato il bilancio entro il 31 marzo del 2015.

Non è successo nulla! Non è successo nessun dramma! Era giusto che il Presidente nuovo, che la nuova maggioranza, che avevano presentato un programma agli elettori e che avevano avuto il consenso su quel programma, impostassero il bilancio! Perché il bilancio non è un fatto burocratico, il bilancio, con tutte le difficoltà di risorse, l’esiguità di risorse che ci può essere, è innanzitutto lo strumento delle scelte politiche e programmatiche!

E noi dovremmo oggi usurpare la nuova Legislatura, ipotecare la nuova Legislatura, e perché mai? Qual è il disastro che succede? Il disastro succederebbe se noi non approvassimo l’esercizio provvisorio, succederebbe il disastro. Perché, è chiaro, si lascerebbe allo sbando la Regione. Qui c'è un fatto di responsabilità e anzi devo dire che ritengo che bisognerebbe apprezzare una scelta di questo tipo.

Si vuole fare un bilancio? Un bilancio senza scelte? Perché di questo si tratta, né si può dire il bilancio lo fa la maggioranza. Intanto perché non c'è una maggioranza, intanto e lo sottolineo. Se poi ci sono pentimenti e, quindi, ritorni alla maggioranza, ci si alzi e si dica: “Io sono ritornato nell'alveo da cui sono partito”. Se ci sono questi pentimenti, ci si alzi e dica “Io sono ritornato nell'alveo di partenza”. Non c’è! E non lo sto dicendo oggi io: “guardate che non c’è la maggioranza”. Lo sto dicendo da oltre un anno! Ne ho preso atto, via, via, oltre all’opposizione che è stata eletta come opposizione, è stata espressione del voto, c'è stata un'opposizione cresciuta dentro la maggioranza. Non è stata un fatto secondario ai fini degli ostacoli e della corsa ad ostacoli a cui siamo stati costretti. Basti riprendere la rassegna stampa di questi anni. Ve la manderò io! Anzi, vi manderò, per evitare di essere molto impegnati nella lettura della rassegna stampa, le parti più significative di una rassegna stampa che ripercorre almeno gli ultimi due anni di questa Legislatura.

L'esercizio provvisorio è questo. Poi, Orlandino Greco ha fatto una proposta, ho visto che il consigliere Orsomarso l’ha ripigliata. Scusami inverto le parti, voi ritenete che il Consiglio regionale possa approvare un bilancio, bene! Non sarò io a mettermi di traverso, anche perché un bilancio ritengo che debba essere frutto di scelte: io ho 100 milioni di euro disponibili e scelgo come destinare quei 100 milioni di euro. Ecco perché si vota e si esprime attraverso il voto chi il popolo vuole che lo governi. Si vota anche per questo. Voi ritenete che nell'ultimo mese bisogna ipotecare la prossima Legislatura con un bilancio e poi magari qualcuno può dire: “poi si cambia”, perché la maggioranza, una nuova maggioranza, può sempre cambiare il bilancio.

Benissimo, non sarò io a mettermi di traverso. Però, non bisogna utilizzare argomenti, appunto, speciosi, non bisogna alterare la realtà per affermare, appunto, punti di vista politici. La politica si esprime e si esercita attraverso valutazioni che non devono necessariamente ricorrere all’alterazione della verità, perché si può esercitare attraverso una valutazione dei fatti che è una cosa diversa, l'espressione di un’idea che è una cosa diversa dall’alterazione della verità.

E poi l'ultima considerazione - la ripiglio perché l'ha inserita nel suo intervento il consigliere Tallini - la condizione dei Comuni che è una delle ragioni del debito 1981-2004, ma anche della difficoltà che hanno i Comuni a pagare i servizi. La difficoltà dei Comuni è anche per quanto riguarda i servizi che attualmente vengono erogati: i rifiuti, l'acqua, la difficoltà nella quale versano i Comuni. Noi abbiamo circa cento Comuni che sono in dissesto in Calabria, abbiamo la condizione delle città capoluogo a partire da Reggio, da Cosenza, che sono in una condizione di bilancio difficilissima che non nasce oggi - parliamoci molto chiaramente -, che nasce nel corso degli anni, che si determina nel corso degli anni. Parlo di questi Comuni perché sono i maggiori debitori sia di quel del debito che del debito dei rifiuti, per capirci.

La Regione in questi anni, solo per i rifiuti, per far funzionare il sistema dei rifiuti ha anticipato 257 milioni di euro, 2015-2018, perché quella è la condizione dei Comuni. Naturalmente, dovranno essere incassati, abbiamo fatto una delibera per chiedere che, attraverso Piani di rientro, i Comuni possano regolare questa posizione.

Ritengo che sia necessaria anche un’iniziativa legislativa, perché i Comuni siano messi nelle condizioni di poter onorare questo debito. Anche perché è un problema non solo calabrese, è un problema più generale, appunto, che investe i Comuni nel nostro Paese.

Quindi, questo è un elemento sul quale bisognerà che si assuma un'iniziativa, perché un Sindaco non è che non paga perché non vuole pagare, spesso non paga perché è in condizione di difficoltà nell’esercizio della funzione di governo del proprio territorio e della propria comunità.

Quindi, è necessaria una riflessione in tal senso e la Regione che cosa avrebbe dovuto fare? Abbandonare i Comuni a sé stessi? Di che cosa stiamo parlando? Abbandonare le comunità a sé stesse? La Regione ha cercato di farsi carico, fino a quando ha potuto farsi carico. Ora, naturalmente, si tratta di vedere come si affrontano questi problemi, ma questi sono problemi che vanno bene al di là di uno schema maggioranza-opposizione o di uno schema di appartenenza.

Chiudo affermando con grande responsabilità, e lo dico ai calabresi prima ancora che al Consiglio regionale, che il bilancio della Regione Calabria non è in default. La Regione Calabria ha avuto la parificazione dei conti da parte della Corte dei conti. La Regione Calabria oggi deve fare i conti con nodi non affrontati nel corso di decenni, perché stiamo parlando di debiti dei Comuni verso la Regione appunto dal 1981 al 2004, e noi con grande responsabilità ci siamo fatti carico anche di questo. Credo che questo vada a merito di questa Regione. Dopodiché, nei prossimi giorni, il Consiglio regionale, la Commissione bilancio, quest’Aula, esamineranno prima del 30 di novembre, non fra 10 anni, il rendiconto e si renderanno conto che quello che io sto dicendo è sostenuto dai dati, è sostenuto dai fatti.

Naturalmente, poiché siamo in un momento pre-elettorale nel quale le incursioni non dico populiste, perché il populismo in questo senso, che io ho sempre contrastato, è una parola nobile, ma le incursioni… e la Vandea, tendente all’immeschinimento del confronto politico e alla sollevazione di polveroni, è molto dietro l'angolo, se non anche davanti all’angolo.

Credo che sia giusto che chi è animato da responsabilità e chi è guidato, al di là delle magliette, delle collocazioni politiche, da senso di responsabilità possa convenire che dire una parola chiara è necessario per evitare preoccupazioni e allarmi che aggraverebbero le già preoccupazioni pesanti che vivono le famiglie e vivono i cittadini.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, chiedo la parola.

PRESIDENTE

Abbiamo già concluso.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Chiedo la parola sulla proposta del consigliere Orlandino Greco.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Capisco tutti i travagli che ci sono e, scusatemi, non sono abituato a sparare sulla Croce rossa, perché sparare sulla Croce rossa non è stato mai il mio sport preferito, anche perché il consigliere Orlandino Greco proponeva una cosa che è in contraddizione con quando detto testé dal Presidente sulla questione del bilancio.

PRESIDENTE

Dobbiamo concluderla.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Si, concludo.

Un dato è certo: Bonaccini, Presidente dell'Emilia-Romagna, fa il bilancio perché ha i conti a posto, la Regione Calabria non è in grado di fare il bilancio perché non ha i conti a posto. Nel senso che anzi Bonaccini dice: “io voto il 26 per fare il bilancio”, la Regione Calabria non lo fa.

PRESIDENTE

Consigliere Guccione, sulla proposta del consigliere Greco perché altrimenti si riapre la discussione. Deve concludere.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Invito il mio capogruppo, sulla proposta che ha fatto il consigliere Greco, di verificare se ci sono le condizioni perché il Consiglio regionale, su proposta del Presidente della Regione, approvi il bilancio. Si stabiliscono alcune cose e si va all’approvazione del bilancio d'accordo con la minoranza. Perché, secondo me, è un grave errore politico.

Poi, il Presidente si accorge che non c’è una maggioranza, ci sono 5 consiglieri che hanno formato altri gruppi e si candideranno dalla parte opposta, vuol dire che il presidente Oliverio ha lavorato benissimo da questo punto di vista.

PRESIDENTE

Grazie. Allora abbiamo la proposta di inserimento dei due ordini del giorno del consigliere Sergio, la pongo in votazione. Gli ordini del giorno sono inseriti, prego di distribuirli ai consiglieri.

Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Presidente, io pongo all'attenzione del Consiglio la necessità di invertire l'ordine del giorno per discutere della vicenda CORAP che è stata oggetto di esame da parte delle Commissioni e il cui disegno di legge è stato licenziato oggi anche dalla Commissione bilancio.

PRESIDENTE

Quindi, sostanzialmente chiede l’inversione del punto sul CORAP. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, abbiamo dibattuto, in Conferenza dei capigruppo, lungamente di questo aspetto, vale a dire dell'ordine dei lavori, e dopo ampio approfondito dibattito, confronto - è durato più di un’ora - all’unanimità abbiamo deciso di portare a termine l'ordine del giorno, di collocare la questione CORAP alla fine dell'ordine del giorno. Ma noi come minoranza - se i colleghi non mi contraddicono, credo che possano confermare questo - siamo disponibili ad esaurire l'ordine del giorno, quindi anche la questione CORAP, non abbandoneremo l’Aula, non faremo venir meno il numero legale.

Semmai, Presidente, il problema non sta da questa parte, sta dall'altra parte, perché, anche dalla sua replica, credo che sia venuto fuori in maniera molto plastica come questa Legislatura si concluda. L'ho detto tante volte, con una maggioranza in frantumi, plasticamente, coloro i quali stanno col PD potrebbero stare da una parte, coloro i quali stanno con lei potrebbero stare dall'altra parte. Ma è la fine di una storia.

Sicuramente, in questo e per quanto riguarda l'ordine del giorno di oggi, così come in altre circostanze, per il senso di responsabilità che abbiamo avuto nei confronti dei calabresi e anche sulla vicenda CORAP, da parte nostra non verrà meno la presenza in Aula, garantendo il numero legale e quindi esaurendo l'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Presidente Oliverio, prego.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Prendo atto della disponibilità o meglio della precisazione fatta, anche in coerenza con quanto è stato stabilito dalla Conferenza dei capigruppo; mi auguro che il Consiglio regionale, nel suo insieme, consenta questa sera di affrontare ed approvare il disegno di legge relativo al CORAP.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)

Grazie, Presidente. Credo che oggi si sia svolta una Conferenza dei capigruppo in maniera ordinata e molto positiva per l'ordine del giorno che avremmo dovuto svolgere in Aula.

Voglio ricollegarmi a ciò che il collega Gallo ha poc'anzi detto: noi abbiamo in Conferenza dei capigruppo valutato varie opzioni, compresa quella di invertire o scegliere alcune priorità e, voglio dire, tra queste c'è ovviamente il CORAP, poc’anzi licenziato. Abbiamo anche pensato di metterlo subito al primo punto oppure di scegliere altri punti all'ordine del giorno importanti.

Ci sono bilanci di assestamento, cose che vanno approvate e vanno approvate indipendentemente dalla casacca, per il ruolo che rivestiamo e per il mandato che abbiamo.

Ci sono, parimenti, altri provvedimenti importanti: quello sulla legge funeraria, altri importanti provvedimenti che sono all'ordine del giorno, ce ne sono a decine.

Alla fine abbiamo deciso questo, poiché non siamo ad orario in Consiglio regionale, abbiamo dato la disponibilità a mantenere intatto, integro, quell’ordine del giorno e di aggiungere l'ulteriore provvedimento che era stato poc'anzi approvato dalla Commissione.

Quindi l'impegno è stato preso in Conferenza dei capigruppo ed io non ho motivo alcuno di dubitare che quell’impegno non venga mantenuto in Aula.

Proposta di legge numero 172/10^ di iniziativa del consigliere G. Morrone recante: " 'Integrazione e promozione della minoranza romanì'"

PRESIDENTE

Passiamo all’esame del primo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 172/10^ d’iniziativa del consigliere Morrone, recante: "Integrazione e promozione della minoranza romanì". Cedo la parola al consigliere Mirabello, relatore del provvedimento.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, questa proposta di legge, trattata in terza Commissione e che reca la firma del collega Morrone, rappresenta un’importante presa di posizione o meglio uno strumento importante finalizzato alla garanzia di strumenti e di forme di riconoscimento per minoranze storiche, come nel caso specifico della minoranza linguistica, della minoranza romanì.

In realtà, su questa materia si sono pronunciati nel corso degli anni più Consigli regionali che però hanno realizzato tutti una serie di testi normativi che, alla fine dei conti, sostanzialmente, hanno creato una sorta di implicita equivalenza in alcuni casi, in altri casi proprio esplicita equivalenza, fra la cultura Rom e il nomadismo. In realtà, questa proposta di legge del collega Morrone punta proprio a superare questa equivalenza, andando a riconoscere in maniera più specifica le caratteristiche dei rom e di questa minoranza.

Il testo di legge ha un articolato composto da 7 norme. La prima norma prevede nello specifico come obiettivo generale - ed è il punto focale della legge stessa - l'integrazione e la promozione della minoranza - come dicevo in precedenza - sul territorio regionale e poi vengono individuate una serie di iniziative finalizzate, appunto, a questi due obiettivi. Parliamo delle iniziative previste, per esempio, nell'articolo 2 dove si prevedono la commemorazione dello sterminio della minoranza romanì ad Auschwitz, durante un giorno specifico che è il 2 agosto, il giorno del cosiddetto Porrajmos, oppure la giornata internazionale della popolazione romanì dell’8 aprile. Si prevedono anche la creazione di un osservatorio territoriale partecipativo con la finalità, intanto, di effettuare studi di tipo qualitativo e quantitativo sulla natura e sulla composizione di queste minoranze nella nostra terra, effettuare analisi per valutare e monitorare le politiche attuate a favore di queste minoranze, fornire supporti conoscitivi finalizzati alla programmazione di azione di promozione della minoranza stessa, realizzare studi di tipo linguistico e quant'altro. Molto importante anche la costituzione prevista all'articolo 5 di un garante regionale per i diritti delle comunità romanì. Quindi, il testo che si propone all'approvazione dell'Aula e che è stato approvato all'unanimità dalla Commissione che presiedo, è un testo che può sicuramente fornire strumenti utili e contribuire alla crescita anche culturale di un’idea di una terra inclusiva, la nostra terra di Calabria, come tutti desidereremmo realizzare anche attraverso questi strumenti.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame ed alla votazione del provvedimento.

Al titolo della proposta di legge è stato presentato un emendamento, protocollo numero 30429, a firma del consigliere Mirabello.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

È un emendamento che si illustra da sé.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento che è approvato.

Articolo 1

(Approvato per come emendato)

Articolo 2

(Approvato)

Articolo 3

(Approvato)

Articolo 4

(Approvato)

Articolo 5

(Approvato)

Articolo 6

(Approvato)

 

Dopo l'articolo 6 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 30430, a firma del consigliere Mirabello.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento, protocollo numero 30430, che è approvato.

Articolo 7

(Approvato per come emendato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 411/10^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, G. Giudiceandrea, recante: "Soggetti attuatori in materia di invecchiamento attivo. Modifiche alla l.r. 12/2018"

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno è la proposta di legge numero 411/10^ d'iniziativa dei consiglieri Gallo e Giudiceandrea, recante: "Soggetti attuatori in materia di invecchiamento attivo. Modifiche alla l.r. 12/2018". La parola al consigliere Mirabello per illustrare il provvedimento.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. In realtà si tratta di una norma che è finalizzata ad ampliare, attraverso una migliore precisazione, la portata della legge regionale che è stata già approvata Il 16 maggio 2018, numero 12: “Norme recanti disposizioni volte alla tutela, la promozione e la valorizzazione dell'invecchiamento attivo”, già pubblicata il 17 maggio 2018. L'articolo 4 di questa legge regionale ha provveduto ad individuare i soggetti attuatori degli obiettivi fissati e delle misure delineate nella legge stessa. Tra questi, tuttavia, non figurano le Istituzioni pubbliche di assistenza alle persone attive nell'ambito dei servizi sociali alla persona, riconosciute e debitamente autorizzate alla Regione Calabria, pure operanti in diverse realtà territoriali.

Quindi, questa legge potrebbe, deve, attraverso questa proposta, essere integrata attraverso la possibilità di ricomprendere tra i soggetti attuatori anche questi ultimi soggetti indubitabilmente fra i protagonisti sotto il profilo pratico operativo delle politiche della terza età, affinché, appunto, lo strumento legislativo, che è stato già predisposto e sta già di dispiegando i primi effetti, abbia un più completo radicamento nella nostra regione.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame del provvedimento.

Articolo1

(Approvato)

Articolo 2

(Approvato)

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(ll Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 414/10^ di iniziativa del consigliere M. D'Acri, recante: "Modifica alla legge regionale n. 4/2019"

PRESIDENTE

Il terzo punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 414/10^ di iniziativa del consigliere D'Acri, recante: "Modifica alla legge regionale n. 4/2019". Cedo la parola al consigliere Aieta per illustrare il provvedimento.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Signor Presidente, questo provvedimento mira a modificare la legge regionale numero 4 del 2019 che stabilisce requisiti e procedure semplificate per sostenere piccole produzioni agricole. Più in particolare, la modifica proposta riguarda la disciplina relativa all'avvio dell'attività di vendita diretta dei prodotti agricoli e si rende necessaria al fine di uniformare la norma regionale alle disposizioni statali.

Con la proposta di legge in oggetto si dispone, pertanto, la soppressione della previsione contenuta al comma 2, dell'articolo 3, della legge regionale numero 4 del 2012 della segnalazione certificata di inizio attività.

Dal punto di vista finanziario, si evidenzia che la proposta è corredata di relazione finanziaria nonché di norma finanziaria, nelle stesse si chiarisce il carattere squisitamente ordinamentale del provvedimento, atteso che la proposta di legge contiene disposizioni che semplificano il procedimento per l'avvio dell'attività di vendita diretta e come tale non comporta oneri per il bilancio regionale.

La scheda del Settore assistenza giuridica ha, anche, specificato che l'intervento modificativo si rende necessario per superare, nell'ottica della leale collaborazione, le criticità evidenziate in sede governativa. La novellazione è stata pertanto concordata con il referente della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, dunque, la proposta appare compatibile con il quadro ordinamentale vigente.

PRESIDENTE

Ci sono interventi? Passiamo all'esame del provvedimento. Prima dell’articolo 1 sono pervenuti alcuni emendamenti. Il primo, protocollo numero 33714, a firma del consigliere Sergio.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

L'emendamento, signor Presidente, si illustra da sé.

PRESIDENTE

C'è il parere della Giunta su questo emendamento?

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Negativo.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Negativo.

PRESIDENTE

Votiamo l'emendamento col parere contrario della Giunta e del relatore. L’emendamento è respinto. Passiamo all’emendamento, protocollo numero 15772, a firma del consigliere Sergio. Prego, consigliere Sergio, può illustrarlo.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Negativo

PRESIDENTE

Parere del relatore?

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Negativo.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’emendamento. È respinto. Passiamo all'emendamento, protocollo numero 15775, a firma del consigliere Sergio, che può illustrarlo.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere della Giunta, consigliere D’Acri?

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Negativo.

PRESIDENTE

Parere del relatore negativo. Passiamo alla votazione. La maggioranza è contraria, pertanto l’emendamento è respinto.

È pervenuto un emendamento, sempre a firma del consigliere Sergio, protocollo numero 15776. Prego, consigliere Sergio, può illustrarlo.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Si illustra da sé.

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Parere negativo.

PRESIDENTE

Parere negativo anche del relatore. Pongo ai voti l’emendamento. La maggioranza è contraria, pertanto è respinto.

Articolo 1

(Approvato)

Dopo l'articolo 1 sono stati presentati emendamenti, il primo è il protocollo numero 17735, a firma del consigliere Sergio.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Si illustra da sé.

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Parere negativo.

PRESIDENTE

La maggioranza è contraria all'emendamento e quindi viene respinto. Passiamo all'emendamento, protocollo numero 15778, a firma del consigliere Sergio. Si illustra da sé, consigliere Sergio?

(Il consigliere Sergio annuisce)

Parere della Giunta?

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Negativo.

PRESIDENTE

Parere negativo anche del relatore. La maggioranza è contraria quindi l’emendamento è respinto. Passiamo all’emendamento, protocollo numero 15780, a firma del consigliere Sergio. Prego, può illustrarlo.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Si illustra da sé.

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Parere negativo.

PRESIDENTE

L'emendamento è respinto.

Passiamo all'emendamento, protocollo numero 15782, a firma del consigliere Sergio, si illustra da sé. Parere della Giunta?

D'ACRI Mauro, delegato del Presidente della Regione per l'agricoltura

Negativo.

PRESIDENTE

Anche il relatore è contrario. Lo pongo ai voti. L'emendamento è respinto. Pongo ai voti gli articoli.

Articolo 2

(Approvato)

Articolo 3

(Approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 423/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: "Parchi marini regionali. Interpretazione autentica dell'articolo 23, comma 1, lettera d) della legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013"

PRESIDENTE

Passiamo al quarto punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge numero 423/10^ d'iniziativa della Giunta regionale, recante: “Parchi marini regionali. Interpretazione autentica dell'articolo 23, comma 1, lettera d) della legge regionale 16 maggio 2013, numero 24. Cedo la parola al consigliere Bevacqua per l’illustrazione, prego.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Intervengo velocemente. Si tratta semplicemente di una proposta della Giunta regionale che nasce dalla necessità di superare alcuni problemi di applicazione di una parte della normativa relativa ai Parchi marini regionali.

La proposta, infatti, prevede l’interpretazione autentica dell'articolo 23, comma 1, lettera d) della legge regionale 24 del 2013, chiarendo che le abrogazioni ivi prescritte vanno intese limitatamente all'articolo 5 delle singole leggi regionali istitutive dei Parchi marini e non alle leggi nella loro interezza.

È chiaro, quindi, che la volontà del legislatore del 2013 è stata quella non certo di abolire i Parchi marini, ma di accorparli, quindi di renderne più funzionale l’esistenza nella gestione.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi. Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.

Articolo1

(Approvato)

Articolo 2

(Approvato)

Articolo 3

(Approvato)

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 439/10^ di iniziativa del consigliere G. Giudiceandrea recante: “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria”

PRESIDENTE

Il quinto punto all'ordine giorno riguarda la proposta di legge numero 439/10^ d’iniziativa del consigliere Giudiceandrea, recante: “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria”. Cedo la parola al consigliere Mirabello per illustrare il provvedimento. Prego.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Questa proposta di legge torna in Aula dopo una lunga discussione in Commissione e dopo l’abrogazione della precedente formulazione che era stata varata dal nostro Consiglio, dovuta a una vicenda che ha comportato l'impugnativa, da parte del Governo, di alcuni aspetti non secondari della precedente formulazione e che hanno consigliato di revocare il provvedimento e di riformularlo in maniera più approfondita.

Devo dire che l'iter per arrivare a questa formulazione è stato abbastanza complesso, nonostante a monte ci sia stata l'esperienza della lunga discussione, relativa alla precedente formulazione, per via della evidente necessità di muoversi su un crinale abbastanza delicato, costituito, da un lato, dai limiti e dai paletti posti già dal Governo in sede di impugnativa che hanno consentito sicuramente di avere un canovaccio un po' più preciso e, dall'altro, per via delle oggettive divergenze di impostazione politica e di tensione all'interno del tessuto delle aziende e delle imprese di questo settore presente in Calabria e per le quali si registravano diversità di opinioni fra categorie e soprattutto fra dimensioni di attività presenti sul territorio.

Il punto che ha determinato di più i colleghi consiglieri, componenti della Commissione, e il proponente è stato soprattutto costituito dall’esigenza indifferibile nella nostra terra di mettere ordine in un settore che per lungo tempo e per lunghi periodi, purtroppo, ha avuto una sorta di deregulation, in forza della quale si sono registrate anche delle forme di irregolarità o comunque la carenza evidente di forme e regole precise e di reale garanzia della concorrenza; quindi una garanzia oggettiva e non formale del regime di concorrenza all'interno di regole precise.

A proposito di questo devo dire che anche oggi in Aula arrivano una serie di emendamenti sui quali discuteremo a breve, rispetto ai quali ci sono delle valutazioni che saranno, senza dubbio, determinate esclusivamente dalla necessità di tenere insieme un quadro che è oggettivamente complesso, ma che non ci può far perdere di vista l'obiettivo principale che è quello di garantire regole precise nel settore.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Passiamo all'esame del provvedimento. Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Presidente, vi è la necessità di fare una precisazione a verbale, col suo permesso, perché nella relazione finanziaria abbiamo dovuto inserire tempestivamente la parte che sto per leggere per quanto riguarda l'ultimo capoverso.

PRESIDENTE

Inserire dove?

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Nella relazione finanziaria, Presidente. È di accompagnamento alla relazione finanziaria e va detto al microfono, così come va detto al microfono che va fatta una correzione materiale su una data.

PRESIDENTE

Intanto la illustri, così resta tutto registrato e, poi, passiamo all'esame del provvedimento.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Nella relazione finanziaria, al terzo capoverso, viene aggiunto il quarto capoverso che recita così: “Per quanto riguarda l'ultimo capoverso della nota del dottor De Cello, protocollo 27702 del 30 settembre 2019, si specifica che i compiti di controllo di cui all'articolo 3 non comportano oneri aggiuntivi, atteso che gli stessi, come risulta da specifico emendamento depositato in data odierna, devono essere effettuati in isospesa e con personale già in servizio presso la Regione.”

Allo stesso modo, la specifica per la correzione dell'errore materiale va fatta sull'articolo 11 dove è riportato il termine 60 giorni, ma va equiparato alla data di entrata in vigore della norma che è 30 giugno del 2020. Grazie.

 

(Così resta stabilito)

PRESIDENTE

Bene passiamo quindi all'articolo 1. È stato presentato un emendamento, protocollo numero 30482, a firma del consigliere Neri. Prego, consigliere Neri, può illustrarlo.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Grazie, Presidente. Prima di discutere l'emendamento, vorrei precisare che ho presentato tutta una serie di emendamenti che hanno un carattere più che altro tecnico, non entrano sostanzialmente nel merito, perché la maggior parte degli emendamenti che ho presentato si riferiscono alle funzioni dell'ASP e a quello che dovrebbero fare in merito alle finalità di questa legge.

Le motivazioni degli emendamenti sono tutte simili, nel senso che ho tentato di eliminare nella legge tutte quelle previsioni che determinano nuovi o maggiori compiti per le ASP, per evitare che potessero essere sollevate questioni di legittimità costituzionale. Anche se non vanno a incidere direttamente, ormai la giurisprudenza sul punto è chiara e dice che anche la potenziale interferenza della Regione in quelli che sono i compiti delle Asp può determinare un’interferenza in quelli che sono i poteri del Commissario e, di conseguenza, interferire col Piano di rientro e, in ultima analisi, determinare un problema di legittimità costituzionale.

Relativamente a questo primo emendamento la lettera a) del comma 3, dell'articolo 1, è abrogata nella parte in cui la lettera a) del comma 3 dice che “la presente legge definisce le funzioni della Regione e degli enti locali e individua i compiti dei comuni e delle aziende sanitarie provinciali, le modalità di svolgimento delle loro funzione e dei loro servizi, negli ambiti delle rispettive competenze”. È una formulazione generica che potrà determinare delle problematiche dal punto di vista costituzionale, sicuramente verrà impugnata quindi ne propongo l'abrogazione.

PRESIDENTE

Dobbiamo votare l'emendamento. Parere della Giunta? Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Non c’è il parere della Giunta, votiamo l'emendamento. È approvato. Pongo in votazione gli articoli.

Articolo 1

(Approvato per come emendato)

Articolo 2

(Approvato)

All’articolo 3 è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 33717, a firma del consigliere Giudiceandrea. Prego, consigliere Giudiceandrea, può illustrarlo.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento che è approvato.

Articolo 3

(Approvato per come emendato)

Articolo 4

(Approvato)

Articolo 5

(Approvato)

 

All’articolo 6 è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 30483, a firma del consigliere Neri che può illustrarlo.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Presidente, anche questo emendamento è stato presentato in ragione delle stesse motivazioni che ho espresso prima, sostanzialmente l'articolo 6 attribuisce alle Aziende sanitarie provinciali tutta una serie di funzioni, pertanto non essendo possibile intervenire in maniera specifica, l’articolo 6, a mio avviso, andrebbe completamente abrogato.

È ovvio che io propongo solo l'abrogazione, non so se poi l'abrogazione di questo articolo possa determinare problemi strutturali della legge, però sicuramente questo articolo potrebbe incorrere in questione di legittimità costituzionale. Siccome i miei emendamenti sono tutti finalizzati a questo, non vorrei però che nel complesso ci fossero altri problemi. Comunque poi li vediamo, magari articolo per articolo, emendamento per andamento, quindi l'emendamento che propongo è di abrogare integralmente l'articolo 6.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. È approvato. Votiamo l'articolo 6 così per come emendato

Articolo 6

(Approvato per come emendato).

All’articolo 7 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 32629, a firma del consigliere Sergio. Prego, consigliere Sergio, può illustrarlo.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, questo emendamento apporta modifiche al comma 2 dell'articolo 7 della proposta di legge, al fine di consentire l'uso della SCIA per l'avvio dell'attività funeraria. Inoltre, con l'aggiunta del comma 4 bis si vieta l'intermediazione dell’attività funebre. Di questo emendamento viene eliminata la parte B per cui la proposta ha carattere esclusivamente ordinamentale ed è priva di oneri a carico del bilancio regionale. La parte B viene soppressa.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Presidente, intervengo a chiarimento. L'emendamento presentato dal collega Sergio prevede due parti: la parte A e la parte B. Il collega Sergio rinuncia alla parte B, mentre la parte A deve essere posta in votazione.

PRESIDENTE

Quindi votiamo l'emendamento protocollo numero 32629 solo per la prima parte, per la parte A. Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Se è solo per la parte A, il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Votiamo solo per la parte A. L'emendamento è approvato, quindi votiamo l'articolo 7 come emendato.

Articolo 7

(Approvato per come emendato)

Articolo 8

(Approvato)

All’articolo 9 sono stati presentati alcuni emendamenti, il primo è il protocollo numero 29169, a firma del consigliere Greco. Prego, consigliere Greco, può illustrarlo.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento, protocollo numero 30490, a firma dei consiglieri Giordano e Battaglia. Consigliere Giordano, può illustrare l’emendamento.

GIORDANO Giuseppe (Partito Democratico)

Presidente, questo emendamento incide sulla capacità tecnico-organizzativa che deve essere garantita dalle aziende che svolgono servizi nei confronti di altre aziende e quindi definisce meglio il numero degli operatori che devono essere assunti per svolgere questi servizi.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’emendamento. È approvato. Passiamo all'emendamento, protocollo numero 32631, a firma del consigliere Sergio che può illustrarlo.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Questo emendamento apporta modifiche all'articolo 9 della proposta. Tale modifica attiene alla necessità di coordinare il testo con la previsione della SCIA per l'avvio dell'attività introdotta con l'emendamento all'articolo 7. Inoltre, l'adeguamento delle attività esistenti ai nuovi requisiti, dove prevista al comma 4 entro il 30 giugno 2020, è disposto entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge.

La proposta emendativa ha carattere ordinamentale ed è priva di oneri a carico del bilancio regionale.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’emendamento. È approvato, quindi pongo in votazione l'articolo 9, così per come emendato.

Articolo 9

(Approvato per come emendato)

All’articolo 10 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 29170, a firma del consigliere Greco.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Ritiro l'emendamento.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'articolo 10.

Articolo 10

(Approvato)

All’articolo 11 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 30484, a firma del consigliere Neri che può illustrarlo.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

L'accertamento dei requisiti per l'esercizio dell'attività funebri è effettuato dai Comuni e dalle ASP, in questo caso eliminiamo la parola “dalle ASP”, esercitato le funzioni attribuite dalla presente legge.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

L’emendamento è approvato, quindi pongo in votazione l'articolo 11 così per come emendato.

Articolo 11

(Approvato per come emendato)

All’articolo 12 è stato presentato l'emendamento protocollo numero 30485, a firma del consigliere Neri. Prego, consiglieri Neri, può illustrarlo.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

In questo caso il primo comma dell'articolo 12 recita testualmente “Il Comune, avvalendosi delle ASP per gli aspetti igienico-sanitari…”, eliminiamo questa parte e lasciamo che il Comune vigila e controlla lo svolgimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Ci sarebbero problemi, collega e Presidente, ma il problema è che per le questioni di carattere igienico-sanitario è necessario che ci si avvalga delle ASP quindi è una precisazione al limite pleonastica, possiamo anche toglierla, ma è un obbligo di legge. Soprattutto per professioni importanti come quelle che stiamo curando è obbligatorio che siano le ASP ad occuparsi delle questioni igienico-sanitarie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Presidente, il Comune non ha le competenze per effettuare questo tipo di approfondimento, anche se l'obiezione formalizzata dal collega è sensata. In questo caso, però, mi permetto di sottolineare, che è una funzione che va sé, nel senso che è normale che le ASP su questa materia abbiamo competenza, al di là del fatto se noi le attribuiamo o meno con la legge.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Non ho problemi a ritirare l’emendamento. Però, qual è il concetto? Se già le ASP hanno la competenza allora la previsione qui è pleonastica perché è superata. Se però con questa dicitura tu sostanzialmente assegni ulteriori e maggiori compiti… ti potrebbero dire - questo è l'unico punto – se già le ASP hanno questa competenza e quindi esula quella del Sindaco che è il primo presidio sanitario del Comune…

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Presidente, quello che dice il collega Neri è corretto, però se noi lasciamo nella norma solamente i Comuni si può verificare l'esatto contrario, cioè si attribuisce un potere ai Comuni che di fatto da soli non potrebbero averlo.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 12. È approvato

Articolo 12

(Approvato)

All’articolo 13 sono stati presentati alcuni emendamenti, il primo, protocollo numero 30491, a firma dei consiglieri Giordano e Battaglia. Consigliere Giordano, può illustrarlo.

GIORDANO Giuseppe (Partito Democratico)

Presidente, si tratta di una migliore precisazione delle modalità del trasferimento delle salme e della riconsegna alle famiglie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. È approvato.

Passiamo alla votazione dell'emendamento, sempre all’articolo 13, protocollo numero 30488, a firma del consigliere Nucera, limitatamente alla parte relativa al comma 12 dell'articolo 13 che elimina le parole “nell'ambito dello stesso Comune” con le parole “del defunto o di un suo familiare”.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Rinuncio, è già stato approvato nell’altro emendamento.

PRESIDENTE

È ritirato.

Passiamo alla votazione dell’articolo 13, così per come emendato.

All'articolo 14 sono stati presentati 2 emendamenti, il primo è il protocollo numero 30486, a firma del consigliere Neri. Prego, consigliere neri, può illustrarlo.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

In questo caso l’emendamento propone alla lettera g) di eliminare un periodo di modo che le case funerarie devono necessariamente avere una cella frigorifera e non una sala climatizzata o un apparecchio climatizzato.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Negativo.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Siamo all'articolo 13 ancora, Presidente, ce ne sono altri due di emendamenti all’articolo 13.

PRESIDENTE

Consigliere Giudiceandrea, un attimo. Sì, abbiamo l'emendamento, protocollo numero 29171, a firma del consigliere Greco.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE

Poi, l’emendamento, protocollo numero 30492, a firma dei consiglieri Giordano e Battaglia.

GIORDANO Giuseppe (Partito Democratico)

Si è collegato all'emendamento di cui al comma precedente, quindi si illustra da sé.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Poniamo in votazione questo emendamento. È approvato, adesso rivotiamo l'articolo 13, così per come emendato.

Articolo 13

(Approvato per come emendato)

All'articolo 14 c'era l'emendamento protocollo numero 30486 che il consigliere Neri ha già illustrato. Prego, consigliere Neri, può illustrarlo nuovamente.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

L'articolo 14 prevede gli obblighi e le caratteristiche di una casa funeraria, alla lettera g) è scritto che una casa funeraria deve avere almeno, alternativamente, o una cella frigorifera o una sala climatizzata o un apparecchio climatico. Questo cosa vuol dire, mettendo la o? Che una casa funeraria potrebbe solo avere una sala climatizzata, cioè una stanza con un climatizzatore. A mio avviso, questo, per norme igienico-sanitarie e quant'altro, non dovrebbe essere possibile, quindi l'emendamento che propongo è che la casa funeraria debba avere una cella frigorifera e in caso una sala climatizzata. La cella frigorifera ci deve essere, le altre cose possono essere alternative.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Siamo assolutamente d'accordo, tenga conto, collega, che abbiamo scelto di dire di sì all'emendamento successivo, a firma del collega Giordano, semplicemente perché è stato posto in ordine di tempo in maniera precedente; dite la stessa cosa, per cui se dà lettura all'emendamento successivo vedrà che, altrimenti, potremmo approvare due emendamenti che dicono la stessa cosa.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Collega, in realtà se posso interrompere, l'emendamento presentato dal collega Battaglia e dal collega Giordano aggiunge alla cella frigorifera anche la sala climatizzata quindi è diverso l'emendamento rispetto alla proposta del collega Neri, mentre nel primo caso era alternativa.

PRESIDENTE

Gli Uffici mi riferiscono che se approviamo l'emendamento a firma Neri, l'emendamento a firma Giordano e Battaglia decade automaticamente; altrimenti va respinto quello a firma Neri e votato quello a firma Giordano e Battaglia.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Chiediamo al collega Neri di ritirarlo.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Esattamente, abbiamo dato parere negativo su quello a firma del consigliere Neri per la ragione che ha spiegato il collega.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Se l'emendamento a firma dei consiglieri Battaglia e Giordano è un emendamento migliore di quello che ho presentato, ritiro il mio ovviamente, è logico.

PRESIDENTE

È ritirato. Adesso dobbiamo illustrare e votare l'emendamento, protocollo numero 30493, a firma dei consiglieri Giordano e Battaglia. Consigliere Giordano, può illustrarlo.

GIORDANO Giuseppe (Partito Democratico)

Come già si è ampiamente compreso, l'emendamento stabilisce che oltre alla cella frigorifera è necessaria la sala climatizzata.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. È approvato. Pongo in votazione l'articolo 14, così per come emendato.

Articolo 14

(Approvato per come emendato)

Articolo 15

(Approvato)

Articolo 16

(Approvato)

All’articolo 17 è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 30487, a firma del consigliere Neri che può illustrarlo.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Intervengo per l'articolo 17. Presidente e colleghi che avete presentato la legge, a mio avviso, c’è un problema, nel senso che l'articolo 17, sostanzialmente, ricalca per intero l'articolo 28 che è già stato oggetto di impugnativa in tutta la sua interezza. Perché? Perché, sostanzialmente, l’ex articolo 28 – odierno articolo 17 – va ad invadere tutta una serie di competenze del Codice civile relative, appunto, alle norme testamentarie che porterebbero sicuramente alla dichiarazione di incostituzionalità.

Un altro problema, che evidentemente sarà sfuggito, è che all’interno dell'articolo 17 è prevista la dicitura: “La dispersione delle ceneri è consentita nel rispetto della volontà del defunto espressa in uno dei modi previsti solo in aree…”.

Che succede in questo caso? L’articolo 411 del Codice penale dice che la dispersione delle ceneri del defunto è consentita solo previa autorizzazione dell’ufficiale di Stato civile.

Sostanzialmente, al primo comma dice che disperdere le ceneri è un reato, punito da 2 a 7 anni, se non sbaglio; se però si disperdono le ceneri, con l'autorizzazione del defunto e con la necessaria autorizzazione dell'ufficiale di Stato, c’è un’esimente, quindi non è punibile chi ha commesso il fatto in presenza di quelle determinate circostanze.

Se noi scriviamo che la dispersione delle ceneri è consentita, senza fare quell’espresso richiamo, sostanzialmente introduciamo un'esimente e non possiamo farlo. Sostanzialmente, diamo la possibilità di commettere un reato e, purtroppo, questo è di certo incostituzionale.

Non vedo altre possibilità di salvare l'articolo 17, consigliere Giudiceandrea; quindi, 'emendamento che propongo è quello di abrogarlo integralmente perché, dico la verità, non sono riuscito a riscriverlo; a mio avviso, è molto complicato riscriverlo per le eccezioni che già sono state sollevate in prima battuta all'articolo 28.

Per quanto riguarda la norma, potremmo anche correggere la parte relativa all’esimente ma solo quella, aggiungendo il riferimento all’ufficiale di stato civile.

Ma come si fa a intervenire, poi, sulla violazione delle norme per quanto riguarda il diritto testamentario? Questo è il problema. Per questo propongo l'abolizione integrale dell’articolo 17.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Per quanto riguarda l'esimente, non v’è ragione di esistere perché è nella parte precedente dell'articolo in cui è prevista l'autorizzazione da parte dell'ufficiale di Stato civile.

Secondariamente, il nostro articolo ricalca esattamente la norma che vige in altre Regioni e che ha superato il vaglio della Corte costituzionale.

L'impugnativa effettuata nei confronti dell'articolo 28, probabilmente, se avesse trovato la difesa del Consiglio regionale, avrebbe superato il vaglio della Corte Costituzionale.

Mi permetto di chiedere che venga posto in votazione perché c'è un numero consistente di nostri concittadini che vorrebbero procedere in maniera legale alla dispersione delle ceneri dei loro cari. Va votato.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Parere contrario, Presidente.

Con la correzione indicata dell'estensore, il parere è favorevole.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Presidente, se il collega Giudiceandrea dice che la stessa norma ha già superato il vaglio di costituzionalità, ci affidiamo a questo ma, vorrei capire, dov'è la prescrizione dell'ufficiale dello Stato civile?

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Nella parte iniziale dell'articolo, ogni atto che deve essere compiuto per la dispersione, deve essere sottoposto prima all'autorizzazione dell'Ufficiale di Stato civile.

È ovvio che io non posso approvare una norma che contenga una scorrettezza di carattere penale.

Se manca, è perché nella trascrizione non è stato inserito che deve essere prevista l'autorizzazione dall'Ufficiale di Stato civile; è il Codice penale che lo prevede.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Al primo comma non la vedo.

Dico solo questo: se noi approviamo la norma così, senza aggiungere la dicitura “senza la prescrizione dell'ufficiale di Stato civile”, questa norma è sicuramente incostituzionale perché inserisce un’esimente e noi, dal punto di vista del diritto penale, non abbiamo alcun tipo di competenza. Almeno questo.

PRESIDENTE

L’estensore è favorevole?

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Favorevole con la prescrizione.

PRESIDENTE

Favorevole quindi all’emendamento.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Intervengo a chiarimento della prescrizione a cui fa cenno il collega Neri che, per mero errore, non è stata inserita. Deve invece essere inserita per l'approvazione e la legittimità della norma.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

Al comma due.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Al comma due c’è la prescrizione. Ovunque essa sia, deve essere prevista la prescrizione perché, altrimenti, commetteremmo un reato.

PRESIDENTE

Stiamo parlando dell’articolo 17.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Esattamente.

NERI Giuseppe (Moderati per la Calabria)

All'articolo 17, comma 2, l'emendamento dovrebbe essere questo: “la dispersione delle ceneri è consentita nella disponibilità del defunto e con la prescritta autorizzazione dell'Ufficiale dello Stato civile”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 30487 riformulato, così per come letto al microfono dal consigliere Neri.

L’emendamento è approvato.

Articolo 17.

(È approvato per come emendato)

Articolo 18

(È approvato)

Articolo 19

(È approvato)

 

Articolo 20

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, unitamente ai relativi allegati, con autorizzazione al coordinamento formale adeguando la relazione tecnico- finanziaria, così come presentata dal consigliere Giudiceandrea, protocollo numero 33715 del 19 novembre 2019.

Il provvedimento unitamente ai relativi allegati, è approvato, come modificato, con autorizzazione al coordinamento formale.

Proposta di legge numero 451/10^ di iniziativa del consigliere D. Tallini, recante: Modifica dell'articolo 6 della legge regionale n. 41/2016

PRESIDENTE

Il sesto punto all'ordine del giorno, riguarda la proposta di legge 451/10^ di iniziativa del consigliere Tallini, recante: “Modifica dell'articolo 6 della legge regionale numero 41/2016”.

Cedo la parola al consigliere Bevacqua per illustrare il provvedimento.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Il disegno di legge, proposto dal collega Tallini, mira alla modifica della legge regionale numero 41 del 2016, istitutiva della Riserva naturale regionale Valli Cupe, con l’obiettivo precipuo di estendere la gestione dell'area protetta.

L’idea di un cambio nella gestione nasce dall'esigenza di snellire l'amministrazione della Riserva, affidando la sua direzione all'Associazione nazionale Legambiente, la quale, fondando la sua missione sull’ambientalismo scientifico e sulla tutela dell'ecosistema e dello sviluppo sostenibile, potrebbe maggiormente valorizzare le esperienze naturalistiche delle Valli Cupe e quelle spiccate caratteristiche di originalità che hanno consentito al sito di ottenere, ad oggi, successi nazionali ed internazionali.

In particolare, l’articolo 1 della proposta, modifica l’articolo 6, commi 1 e 2 della legge regionale numero 41 del 2016, affidando, appunto, la gestione della Riserva Valli Cupe a Legambiente e garantendo, comunque, nel rispetto della Legge quadro numero 394 del 1991, il pieno coinvolgimento degli Enti locali nell'ambito del cui territorio ricade la Riserva stessa.

Durante la discussione in quarta Commissione, ho personalmente invitato il collega proponente, Tallini, a interloquire con il Settore assistenza giuridica per dissipare ogni dubbio strettamente giuridico in ordine alla validità della proposta.

Il collega Tallini ha prontamente accolto il mio invito e, in piena intesa con il Settore assistenza giuridica, ha presentato un opportuno emendamento mediante il quale si precisa testualmente che: “l’Ente gestore, infatti, garantisce la partecipazione degli Enti locali interessati alla gestione della Riserva ai sensi della lettera c) del comma 1 e dell'articolo 22 della legge numero 394 del 1991”; d'altronde, la possibilità di indicazione dell'associazione ambientalista, quale Ente gestore delle aree naturali protette regionali, è espressamente prevista dalla legge regionale numero 10 del 2003.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Presidente, intervengo per argomentare il mio voto contrario e ribadire quanto già espresso in alcune argomentazioni nell’ambito della quarta Commissione ambiente ai cui lavori ha già fatto riferimento il presidente Bevacqua.

Si tratta di due tipi di argomentazioni: una di natura formale, sollevata sempre in Commissione, dove avevo trovato anche il conforto del Settore assistenza giuridica, che attiene alla possibile incostituzionalità di questa legge, dal momento che ritengo che l'affidamento della gestione di Valli Cupe non possa essere fatto così, per attribuzione diretta ad una associazione, anche se si tratta di un'associazione come Legambiente, la cui competenza nel settore ambientale è assolutamente riconosciuta e condivisa. Mi verrebbe, però, da chiedere perché Legambiente e non WWF o un'altra associazione.

Ritengo che in questa materia, comunque, si dovrebbe procedere o si sarebbe dovuto procedere ad un bando ad evidenza pubblica per assicurare, ovviamente, il rispetto dei principi di legge. Stiamo parlando di Valli Cupe; se interessa poco, poi non ci lamentiamo di altro, però. Se si parla di altro, ho difficoltà ad argomentare.

Vi prego! Per favore! Non fosse per altro per rispetto! C'è anche un Sindaco presente in Aula con la fascia tricolore. Trentuno sindaci hanno scritto.

Ritengo che anche il relatore avrebbe dovuto farvi riferimento: 31 Sindaci hanno scritto; 31 Sindaci dei Comuni; tutti e 31 Sindaci dei Comuni della zona di Valli Cupe hanno scritto per protestare contro questa proposta di modifica della legge istitutiva e ne va dato atto.

Tutti i Sindaci della zona e anche altri, addirittura, hanno lamentato di non essere stati avvisati di quella lettera per poterla sottoscrivere; dopodiché, si decide di cambiare la gestione, improvvisamente, senza motivo alcuno.

Presidente, è veramente difficile.

Per me è una materia importante, le altre cose poi se le vedono tra di loro. Per questo non abbiamo aderenza fuori.

Presidente, richiami chi non sta ascoltando perché poi si vota anche senza percezione di quello che si va a votare o all'ultimo momento si chiede di cosa si tratta.

Al di là di quelle che sono le motivazioni e le argomentazioni di natura tecnica e formale, ci sono delle argomentazioni di natura sostanziale.

Premetto che l’affidamento della gestione delle Valli Cupe è una delle più belle pagine che avevamo scritto come Regione Calabria e come Legislatura, una perla riconosciuta come uno dei più bei posti al mondo; bravo il consigliere Tallini ad avere anche intuito la necessità di intervenire con legge, ottenendo l’unanimità del Consiglio; nessuno sottrae la paternità ad una legge che è del consigliere Tallini che oggi, improvvisamente e senza motivo…

Poi potremmo anche dibattere su questo, se le motivazioni sono quelle che sono state evidenziate dal momento che l'amministrazione di Sersale che, al fine di scongiurare ogni dubbio, non è certo guidata dallo stesso colore politico cui il sottoscritto appartiene, ha avuto modo di rispondere puntualmente ad ognuno dei rilievi formali che sono stati mossi. E non mi sembra che le risposte che hanno dato a chiarimento gli amministratori di Sersale siano state da alcuno smentite, inficiate o quant'altro.

Ma perché avevamo deciso di affidare la gestione?

Sono tante le motivazioni: quella di dare risposte, di dare riconoscimento alle popolazioni locali che con tanto entusiasmo avevano affrontato questo progetto di rilancio di un'intera zona – non solo di quella zona, ma anche della Calabria – un riconoscimento alla municipalità, intesa come istituzione che, per prima, è chiamata a tutelare un ambiente; l’investimento anche nella creazione di una classe dirigente.

 Parliamo tanto di classe dirigente sul posto.

All’epoca, in sede di votazione, contrariamente a quanto sosteneva lo stesso Sindaco di Sersale, al fine di fugare dubbi, ero uno di quelli che in Commissione aveva proposto di estendere la gestione a tutti i Comuni o, almeno, ai Comuni principali che gravitavano nell'alveo della Valli Cupe; sia pure, poi, con un potere decisionale, un potere di voto che fosse rapportato a quella che era la superficie di territorio interessata a quel Comune.

Oggi lo ribadisco ancora a maggior ragione: è un'occasione di crescita la strategia della Regione Calabria.

Investiamo 140 milioni di euro: un investimento senza precedenti nel rilancio delle aree interne! 140 milioni per il rilancio delle aree interne!

Per quale motivo poi sottraiamo ai Comuni, ai Sindaci e alle popolazioni la gestione di quel patrimonio naturalistico?

Il coinvolgimento dei cittadini: sono queste o no le occasioni per far crescere la nostra classe dirigente?

A mio avviso, le prossime competizioni elettorali in quel Comune, la prossima classe dirigente si confronterà sulla capacità di conservare, tutelare e rilanciare sempre più l’immagine di Valle Cupe.

Per questo motivo, sia pure in maniera sintetica, non solo esprimo il parere contrario, ma vi chiedo di riflettere bene prima di votare una modifica di quella legge originale istitutiva della Riserve delle Valli Cupe in tal senso.

Ho finito, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)

Credo che nessuno possa contestare che la Riserva naturale regionale delle Valli Cupe sia un fiore all'occhiello per la nostra regione; quindi, è un'opera meritoria la legge che l'ha istituita e che vede gli Enti locali pienamente coinvolti nella gestione di questa Riserva.

Credo, però, che la modifica che viene richiesta con questa legge, contenga degli aspetti di criticità, lacunosi, poiché viene dai Comuni interessati a questa Riserva; in sostanza, con questa proposta, così come veniva prima esplicitato nella relazione del collega Bevacqua, vengono sostituiti gli Enti locali con un'associazione ambientalista privata.

Io credo che, invece, Legambiente e i Comuni debbano, ognuno per le proprie competenze e per il proprio ruolo, lavorare insieme per rilanciare la Riserva delle Valli Cupe, a cominciare dalla Regione Calabria.

Vorrei capire qual è il pensiero dell'Assessore all'ambiente della Regione Calabria, del Presidente della Regione e di chi ha finanziato con fondi di bilancio questa legge per la quale continua ad andare avanti in questa gestione.

Oggi noi ci troviamo di fronte a una scelta importante: quella di mettere gli Enti pubblici, i Comuni e la Regione insieme a un'associazione che è Legambiente, oppure sostituire gli Enti pubblici con un'associazione ambientalista.

Credo che la via più giusta sia la prima, cioè quella di trovare un modo per cui la gestione passi attraverso gli Enti locali; altrimenti, parliamo di Comuni, di municipalità, ci riempiamo la bocca del ruolo degli Enti locali e poi, in alcuni momenti come questi, vediamo che agli Enti locali non viene dato il ruolo che spetta loro.

Non si tratta di posizioni precostituite.

Credo che l'obiettivo della legge e l'obiettivo di quest’Aula sia quello di fare una legge migliore possibile e la legge migliore possibile, secondo me, è in questo contesto.

A questo devo aggiungere un altro aspetto, e mi dispiace che il Presidente della Giunta non ci sia.

Oggi in quei Comuni, viene istituito attraverso il CIS (Contratto Istituzionale di Sviluppo) uno strumento straordinario di sviluppo con la possibilità di vedere finanziata, con circa 10 milioni di euro, proprio l'area delle Valli Cupe.

Se togliamo i Comuni e la affidiamo solo a Legambiente, Legambiente non è un Ente pubblico; se vi andate a leggere i contratti istituzionali di sviluppo, vedrete che sono indirizzati solo agli Enti locali.

Chiedo, quindi, che venga ripensato questo passaggio e che la legge venga migliorata in questo aspetto, senza penalizzare o demonizzare nessuno; dando merito a chi ha proposto la legge, a chi l'ha seguita, ognuno per la propria parte, ma trovando questo correttivo, che è fondamentale per le cose che ho detto, soprattutto per il fatto che se la lasciamo in questo modo, col finanziamento di cento mila euro, nell'altro modo, facendola entrare nei CIS, daremo la possibilità a quell'area di poter accedere a un progetto importante per lo sviluppo con alcuni milioni di euro; per cui, chiedo una modifica sostanziale di questa cosa, altrimenti il voto sarà contrario.

Ovviamente, prima interverrò per la dichiarazione di voto, eventualmente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Signor Presidente del Consiglio e colleghi consiglieri, è una discussione sul piano teorico sui generis, perché io stesso chiedo che venga modificata una proposta di legge da me proposta, illustrata e condivisa, attraverso varie occasioni e vari passaggi dall'intera maggioranza.

Ho presentato questa proposta di modifica sulla scorta di numerosi, assolutamente numerosi elementi, che mi hanno indotto a proporla, perché la Riserva Valli Cupe è nata su mia iniziativa, su sollecitazione di un botanico che si chiama Carmine Lupia e di diversi soggetti che hanno condiviso questa proposta e, insieme a me, l’hanno sostenuta con uno studio e un lavoro in tutte le fasi: Commissione, Comitato tecnico-scientifico, eccetera eccetera.

Mi meraviglia come qui si facciano ragionamenti scontati e non ci si domandi per quale motivo io, che sono stato colui che ha proposto la legge, oggi ne chiedo la modifica; io mi sarei posto questa domanda.

Ebbene, queste motivazioni ce le siamo dette in Commissione ambiente, dove è stato ascoltato il direttore dei parchi e delle aree protette, l’assessore; il Sindaco di Sersale ha fatto anche una relazione nella qualità di rappresentante dell'Ente della Riserva; anche il direttore dimissionario è intervenuto con una relazione scritta e mi meraviglia il fatto che non sia stato sottolineato che l'inventore di Valle Cupe, Carmine Lupia, che è un direttore di fama internazionale che rappresenta un prestigio per la Calabria, si sia dimesso con motivazioni specifiche.

Tutti hanno espresso una posizione e poi, alla fine di quella discussione, la Commissione votò all'unanimità la proposta.

Non voglio infierire sulle tante questioni che hanno riguardato la vicenda di Valli Cupe.

So solo che alla fine delle valutazioni abbiamo avuto anche le risposte degli esperti giuridici.

Collega Bova, ho molto preso in considerazione le cose che ha detto e le ho approfondite. Le posso dire che lei, come Presidente della Commissione antimafia, dovrebbe contestare la legge 5 maggio 1990, numero 52: da 19 anni, due Riserve naturali, quella di Tarsia e quella del fiume Crati, sono gestite da un'associazione che, per la verità, se lei parla di Legambiente, magari sa cos'è, ma sentire parlare di associazione “Amici della Terra” è un po’ più…

E allora, è vero che l’istituzione della Riserva da parte del Consiglio nel 2016, con la legge da me proposta, ha inteso dare veste giuridica a una esperienza naturalistica su base volontaristiche, messe in campo dal dottor Carmine Lupia che, col lavoro di una vita, è stato in grado di riscuotere successi non solo in Calabria ma anche in Italia e anche all’estero.

Il Consiglio regionale dimostra con questo atto alcune cose: non è disponibile a tollerare, avendo riconosciuto alla Riserva Valli Cupe i tratti di un esperimento originale e innovativo, che dalle ottime intenzioni annunciate e contenute nella stessa legge si passasse, come d’altronde è avvenuto in questi mesi di transizione, ad una Riserva ormai adagiata su un binario morto, ad una gestione grigia e mediocre…

Sono d’accordo con quelli che hanno detto che è una buona legge, che ha prodotto...

L’obiettivo che conseguiamo è impedire che una Riserva di successo diventi l’ennesimo carrozzone clientelare, di cui la Calabria non ha assolutamente bisogno. Non potevamo consentire che una eccellenza naturalistica regionale degradasse nei fatti ad ente sub-comunale, divenendo l’oggetto del desiderio di un sindaco e di una maggioranza che, anziché compiacersi con la Regione per il buon lavoro fatto, si prende il lusso di minacciare il legislatore regionale, reo di non condividere l’idea che la Riserva possa diventare di proprietà di una parte degli amministratori comunali, incapaci persino di valorizzare Valli Cupe e praticamente tutto quello che contiene nelle sue premesse e non a parole bensì con tanti sacrifici e molta passione.

La legge approvata, caro consigliere Bova, non toglie nulla alla comunità di Sersale; toglie solo l’amministrazione locale della gestione che, con i soldi della Riserva, finanzia la Proloco per fare festicciole in paese, finanzia la squadra di calcio, finanzia l’acquisto di libri scritti dallo stesso sindaco per 7 mila euro. Ho tutte le determinazioni belle conservate, basta andare sul sito del Comune e si recupera tutta questa documentazione.

Credo che l’abbandono del direttore e quindi anche l’abbandono della Riserva alla mercé ormai degli improvvisati ci debba fare riflettere. Ci deve indurre a dire che questo esperimento - e deve essere significativo anche per il futuro che noi abbiamo fatto in questo Comune - ci ha detto che o si cambia davvero pagina o si volta davvero in positivo - si pensi che questi sono gli elementi che ci inducono veramente a guardare al futuro con positività - oppure, anche in questo caso, le delusioni di un professionista che da giovane ha sempre sognato questa meravigliosa Riserva, i sacrifici e il riconoscimento di una Assemblea legislativa, che all’unanimità ha votato questa idea…

Non è che non mi sono posto il problema della partecipazione, l’abbiamo posto in Commissione e in Commissione abbiamo scritto che la Legambiente, che non è un’associazione qualsiasi. È lontana dal mio modo ideologico di vedere la politica, semmai può essere più vicina a quello di Bova, così come lui ha detto che l’Amministrazione non è a lui vicina, ma se c’è un’associazione dal punto di vista ideologico a me lontana è proprio Legambiente. Però, riconosco a Legambiente delle caratteristiche che nessuno può mettere in discussione. La gestione sarà di Legambiente, la sede della gestione di Valli Cupe sarà a Sersale. Semmai è una cosa che si aggiunge alla comunità di Sersale.

Certamente chi ha pensato che attraverso le risorse della Riserva potesse fare clientele, campagna elettorale e potesse curare i propri elettori, secondo me, ha sbagliato! In questa vicenda non mi voglio sommare. non mi voglio sommare. D’altra parte le cose che sono state dette… Abbiamo scritto che Legambiente dovrà, con un protocollo d’Intesa, caro consigliere Bova, coinvolgere nella gestione i Comuni interessati territorialmente dalla Riserva e, quindi, rispondo pure al consigliere Scalzo, i Comuni interessati. Si tratta di 3-4 Comuni e Legambiente ha l’obbligo, in base a questa legge, di coinvolgerli per programmare, per condividere, eccetera, eccetera.

Non è assolutamente vero che i Comuni, le Amministrazioni comunali vengono messe da parte; sono soltanto messe da parte quelle persone che pensavano che attraverso la Riserva Valli Cupe, messo da parte un direttore che ci invidia tutta Europa – la Riserva potesse diventare lo strumento attraverso cui ognuno può curare i propri elettori. E vi dico che in questa vicenda l’unico problema esistente è proprio questo.

Io non ho voluto fare nessuna speculazione politica. Mi riservo di fare le mie conferenze stampa per dire tutto il resto, con tutti i documenti che ho conservato e che io, al momento opportuno, esibirò, attraverso conferenze stampe che farò senza alcuna paura, anche nel Comune di Sersale. Andrò io a spiegare le ragioni per cui si è arrivati a questo punto.

E, quindi, se poi ci saranno dei problemi risponderò io, attraverso le mie azioni, così come ho risposto con le mie azioni quando ho portato a compimento la prima proposta, la prima proposta che dava la gestione contro il parere del collega Scalzo, contro altri che hanno tentato prima, durante e dopo di sabotare questa cosa. Il collega Bova lo sa. No, non mi riferisco a lei perché sa benissimo che ci sono stati dei tentativi sia prima che dopo di sabotare la legge, di cercare di modificarla.

La gestione di una Riserva non può essere delegata a più Comuni, in cui uno dice una cosa, uno ne dice un’altra, uno ne dice un’altra ancora. Il gestore dev’essere unico.

Quello che deve essere garantito: la partecipazione dei Comuni alla gestione. E questo lo abbiamo scritto nella legge e la legge garantisce la partecipazione degli Enti locali, a meno che gli Enti locali non abbiano, invece, come obiettivo quello di fare clientele. La Riserva Valli Cupe non è una Riserva che serve a fare clientele. Le carte le ho; per adesso le sto valutando solo da questo punto di vista, ma le valuterò anche da altri punti di vista, visto che qualcuno dice che per questa iniziativa io, addirittura, sia passibile di una denuncia. Credo di aver fatto il mio dovere di legislatore e che in questo momento se c’è una cosa da tutelare è l’autonomia che questo Consiglio regionale, nella sua azione legislativa, può esercitare in piena libertà. E io vi dico che in questa cosa sono stato molto e pesantemente condizionato, attraverso sindaci che hanno smentito di aver dato adesione; hanno smentito di aver detto cose, tant’è che hanno affermato che non si sono mai presentati in questa Aula per fare delle proteste. Vi ringrazio per quello.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Un punto così importante non può passare così, se non fosse stato per le parole che ha usato il consigliere Tallini, questo punto sarebbe passato così, in modo blando e senza la giusta valutazione. Ci sono dei rilievi da fare. Il primo - lo dico ai miei colleghi – è un rilievo politico. Se le Valli Cupe dovevano essere una prova di alleanza, si comincia a capire che questa alleanza, già ancor prima di porsi in essere, viene messa in discussione, perché non v’è dubbio che la visione del consigliere Tallini con quella del consigliere Scalzo, che dovrebbero trovarsi uniti in una futura competizione elettorale, sono visioni diametralmente opposte.

Secondo. Lo dico con grande chiarezza, consigliere Tallini: noi non abbiamo parlato come gruppo, né di maggioranza né tantomeno del gruppo Oliverio Presidente, quindi la mia è una valutazione estremamente personale. Sono molto sensibile alla costituzione, così com’è stata, delle riserve. Io stesso ho presentato una proposta di legge per l’istituzione di un Parco, che trova anche avversità, perché non è facile far capire l’importanza delle Riserve naturalistiche.

Le cose che il consigliere Tallini ha detto e che ho ascoltato pongono una questione, che è estremamente importante, quella dell’autonomia - non v’è dubbio - del Consiglio regionale, che deve valutare in termini autonomi, liberi, scevri da condizionamenti, scevri da qualsivoglia attività di natura politica, di interesse politico. Se fossi venuto qui con l’idea di votare contro la sua proposta - lo dico con grande chiarezza –, il coraggio nel dire alcune cose in quest’Aula, la determinazione nello svolgere il suo ruolo istituzionale, a salvaguardia dell’autonomia di questo Consiglio, mi portano a fare una dichiarazione di voto e a votare a favore della sua proposta.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)

Non mi ritengo soddisfatto delle argomentazioni, proprio su quel punto specifico che riguarda il ruolo dei Comuni, perché nella legge è specificato il coinvolgimento, ma non è specificato il ruolo. Allora non è stato fatto nessun passo avanti. Quindi chiedo che si voti per appello nominale e dichiaro il voto contrario, ovviamente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Prendo atto sia delle dichiarazioni del consigliere Orlandino Greco. Tra l’altro ci tengo anche a ricordare che forse le prove di alleanza in questo Consiglio sono state altre, erano altre. Meno male che poi negli ultimi tempi alcune nuove formazioni politiche hanno stravolto le cose. E forse perché ci sono forse alleanze innaturali pure in questa maggioranza, ma ne discuteremo, non facciamoci ulteriormente del male. Poi, tra l’altro, è incredibile quello che ho sentito stasera da parte del consigliere Tallini. Premesso che, per quello che mi ha dato sapere, questi amministratori sono delle persone per bene, scusate se lo dico, non degli imbroglioni che fanno…

PRESIDENTE

Consigliere Bova, si limiti alla dichiarazione di voto.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Va bene, Presidente. Innanzitutto le chiedo di trasmettere formalmente il verbale all’ufficio della Procura della Repubblica. Se il consigliere Tallini lamenta collusioni, concussione, corruzione, clientelismo, acquisti di libri…io non lo so… venisse e lo dicesse nelle sedi opportune, a chi di competenza! Intanto lo vada a dire all’Ufficio della Procura, così seguiremo questa cosa…

PRESIDENTE

Consigliere Bova, non riapriamo il dibattito.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Nel ribadire, Presidente, che le chiedo formalmente di inviare il verbale, almeno in questa parte, all’Ufficio della Procura per quanto di competenza, Presidente, per questi motivi, confermo il mio voto contrario.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Chiedo scusa, Presidente, vorrei sapere se è possibile sapere come sia stata approvato questo testo in Commissione.

PRESIDENTE

Consigliere Bevacqua, può intervenire.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Eravamo presenti…

(Voci fuori microfono – Interruzioni)

PRESIDENTE

È stato approvato all’unanimità.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Ho sempre espresso il parere negativo in Commissione.

PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni di voto. Passiamo all’esame e alla votazione del provvedimento con la votazione per appello nominale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. Il dibattito è chiuso.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Sarò veramente breve, Presidente, perché condivido in linea di massima alcune argomentazioni fatte dal collega Tallini. Devo dargli merito insindacabile di aver valorizzato più della stessa bellezza naturale di Valli Cupe, nulla devo aggiungere alla competenza e professionalità del dottor Lupia, però io ritengo che gli uomini passino e le norme restino. Anche le amministrazioni possono cambiare e se il sindaco non è capace di gestire la sua comunità lo diranno i cittadini di Sersale. Potrebbe diventare sindaco, dopo questo attuale, un sindaco ambientalista, che può dare valore ulteriore alle Valli Cupe. Con questa legge noi vietiamo agli altri sindaci, pur bravi, più bravi di questo sindaco attuale, di poter dare quegli indirizzi politici, programmatici, di sviluppo del territorio e quindi, questo, secondo me, non mi convince al 100 per cento. È meritevole il ruolo di Legambiente sul territorio nazionale e internazionale, ma perché non possono essere i Comuni a coinvolgere Legambiente nella gestione di Valle Cupe dando indirizzi politici, di programmazione e di sviluppo di quel territorio a Legambiente? Legambiente diventerebbe un ente gestore e non politico nella gestione di Valle Cupe.

È vero il mio capogruppo ha votato sì in Commissione, io invece annuncio il mio voto contrario su questa pratica.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Intervengo per una piccola annotazione, per quanto riguarda le osservazioni fatte dal collega Baldo Esposito. Varrebbe quello che dice Baldo Esposito se Valli Cupe fosse stato uno dei programmi del sindaco, sottoposto alla valutazione dei cittadini di Sersale al momento elettorale. Invece, la proposta è stata mia e credo - ringrazio tutto il Consiglio regionale per avermi dato la felicità di vedere approvata all’unanimità la legge, compreso il voto del collega Baldo Esposito - che sia impertinente e inopportuno e sicuramente strumentale l’intervento del collega Baldo Esposito.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Calabria in Rete)

Grazie. Confesso che sono stata molto combattuta fino a qualche giorno fa rispetto alla proposta di modifica che oggi stiamo discutendo, ma so che la Commissione ha fatto un ottimo lavoro, approfondendo la proposta di modifica della legge che ha istituito la Riserva Valli Cupe. So che è stata - come è stato appena dichiarato - votata all’unanimità da tutti i gruppi consiliari presenti in Commissione, che lo hanno fatto dopo aver, fra l’altro, audito tutti i soggetti che sono protagonisti di questa vicenda. Quindi io mi rimetto alla decisione che ha già assunto la Commissione e voterò a favore.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione articolo per articolo e poi per appello nominale sulla legge nel suo complesso.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale, procedendo per appello nominale. Prego, Segretario questore, faccia la chiama.

NERI Giuseppe, segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 22: hanno risposto sì 12; hanno risposto no 7; si sono astenuti 3.

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Bevacqua, D’Agostino, Gallo, Giannetta, Greco, Irto, Mirabello, Parente, Pedà, Sculco, Tallini; hanno risposto no i consiglieri: Bova, Esposito, Giordano, Guccione, Neri, Scalzo, Sergio; si sono astenuti i consiglieri: D’Acri, Giudiceandrea, Oliverio).

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 263/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale 34/2001 – Attuazione Diritto allo Studio Universitario – Piano Triennale degli Interventi 2019/2021”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 263/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale 34/2001 - Attuazione Diritto allo Studio Universitario - Piano Triennale degli Interventi 2019/2021”. Cedo la parola al consigliere Mirabello. Prego.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Si tratta della proposta di provvedimento amministrativo che prevede l’attuazione del diritto allo studio universitario. Il Piano triennale è stato approvato dalla Giunta regionale il 22 luglio 2019 e la proposta di provvedimento amministrativo è passata in Commissione con voto unanime. In sostanza, si tratta di approvare il Piano triennale degli interventi per l’attuazione, che prevede, nello specifico, la determinazione dell’importo della tassa regionale, 130 euro per la prima fascia, 140 per la seconda, 160 per la terza fascia, e di determinare in complessivi euro 16 milioni e 700 mila l’importo e l’obbligazione di spesa a carico del bilancio regionale.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, Pongo in votazione il provvedimento. È approvato.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 264/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “DPCM 25 gennaio 2008 – Approvazione Piano Triennale 2019-2021 – Istruzione Tecnica Superiore (ITS)”

PRESIDENTE

Proseguiamo con l’ottavo punto che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 264/10, d’iniziativa della Giunta regionale, recante: “DPCM 25 gennaio 2008 – Approvazione Piano Triennale 2019-2021 – Istruzione Tecnica Superiore”. Prego, consigliere Mirabello, può relazionare.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Anche questo provvedimento è stato approvato in Commissione. Prevede l’approvazione di una proposta di provvedimento amministrativo che fa riferimento all’approvazione di un Piano Triennale, approvato con delibera di Giunta 317 del 22 luglio 2019. Si tratta degli Istituti tecnici superiori, in particolare di un piano di distribuzione di questi Istituti tecnici superiori sul territorio regionale calabrese, con le specialità e con, ovviamente, il finanziamento delle medesime. Anche questo Piano è stato approvato dalla Commissione all’unanimità.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi. Pongo in votazione il provvedimento. Il provvedimento è approvato.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 428/10^ di iniziativa del consigliere M. Mirabello, recante: “Modifica alla lettera a) comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n.17

PRESIDENTE

Proseguiamo con il nono punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge d’iniziativa del consigliere Mirabello recante: “Modifica alla lettera a) comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, numero 17”.

Cedo la parola al consigliere Bevacqua. Prego.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico), relatore

Grazie, Presidente, come lei ha citato si tratta di una proposta di legge di iniziativa del collega Mirabello che modifica la lettera a) comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale 2005, numero 17.

Nella situazione attuale un operatore economico che intenda investire sulle aree del demanio marittimo, in quei Comuni in cui manca il Piano spiaggia (PSC), deve fare richiesta anno per anno.

Al fine di evitare inutili aggravi burocratici per gli operatori del settore, la proposta stabilisce che la dicitura “concessioni demaniali marittime stagionali” deve intendersi come concessioni demaniali pluriennali di natura stagionale. Ciò dovrebbe garantire uno snellimento delle procedure e, anche in assenza di PSC, consentirà che il titolare della concessione mantenga l’attività per gli anni successivi.

Come ho evidenziato nella seduta di presentazione di questa proposta di legge, sarebbe opportuno individuare degli incentivi per quei Comuni che approvano i Piani spiaggia e avevo, pertanto, invitato l’assessore Rossi ed il Dipartimento ad elaborare una proposta di definizione di Linee guida in materia. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.

Articolo1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 270/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2018 Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL)

PRESIDENTE

Il punto dieci riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 270/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2018 regionale Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL)”.

Prego, consigliere Aieta, può illustrare il provvedimento.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Su questo provvedimento, signor Presidente, si è espresso il Revisore unico formulando un parere favorevole all’approvazione del Rendiconto per l’esercizio finanziario 2018.

Il Dipartimento ambiente, nella verifica del rispetto della normativa regionale in materia di contenimento della spesa, rileva l’esclusione di alcune tipologie di spesa da parte dell’Agenzia in quanto dalla stessa considerate incomprimibili.

A conclusione dell’istruttoria di competenza, il Dipartimento ambiente ritiene che nulla osta all’attuazione del Rendiconto di gestione dell’esercizio 2018.

Il Comitato di indirizzo ha espresso parere favorevole. Il Dipartimento bilancio, nell’istruttoria di competenza, rileva che l’Azienda ha provveduto ad effettuare il riaccertamento dei residui attivi e passivi verificando, ai fini del Rendiconto, le ragioni del loro mantenimento.

Il Dipartimento, a conclusione dell’istruttoria, rileva che: sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2018 ed il corrispondente saldo di cui al conto del Tesoriere; sussiste continuità tra i residui finali dell’esercizio 2017 e quelli iniziali dell’esercizio 2018; sussiste la quadratura delle poste contabili scritte nelle cosiddette “partite di giro”.

Il Dipartimento bilancio precisa anche che l’eventuale mancato rispetto dei limiti di cui alla normativa sul contenimento delle spese non incide sull’approvazione del Rendiconto.

Con la delibera di approvazione del Rendiconto, la Giunta regionale raccomanda il Dipartimento ambiente di completare la verifica di competenza sul contenimento delle spese e di proporre alla Giunta regionale, sulla base delle normative e della documentazione di riferimento, l’adozione delle misure conseguenti.

Il Dipartimento bilancio, eseguite le verifiche, ritiene possibile procedere all’adozione, da parte della Giunta regionale, del Rendiconto per l’esercizio 2018 dell’ARPACAL.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Pongo in votazione il provvedimento.

È approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 271/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)

PRESIDENTE

Il punto undici è la proposta di provvedimento amministrativo numero 271/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Rendiconto esercizio 2018 dell’Ente per i Parchi Marini”.

Prego, consigliere Aieta, può illustrare il provvedimento.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

L’Ente è stato istituito con legge regionale numero 24 del 2013 e, con decreto del Presidente della Giunta regionale numero 195 del 2016, è stato nominato il Commissario straordinario.

Con successivo decreto, il numero 138 del 2017, il Presidente della Giunta ha provveduto a costituire il nuovo Ente, trasferendo tutti i diritti attivi e passivi nonché i beni mobili e immobili e le risorse finanziarie degli accorpati 5 Parchi Marini regionali.

Il Revisore unico dei conti, che è stato nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale numero 108 dell’11.10.2018, attesta la corrispondenza del Rendiconto alle risultanze della gestione ed esprime giudizio positivo per l’approvazione del Rendiconto dell’esercizio finanziario 2018.

Il Dipartimento ambiente rileva che il 2019 costituisce il primo esercizio di effettiva attività per l’Ente, dunque non risulta possibile determinare per l’anno 2018 i limiti di spesa.

Il Dipartimento vigilante esprime parere favorevole. Il Dipartimento bilancio, con riferimento al risultato di amministrazione, evidenzia l’assenza di quote del risultato di amministrazione oggetto di vincolo o accantonamenti con una conseguente determinazione della parte disponibile del risultato di amministrazione, coincidente all’importo del risultato di amministrazione alla data del 31.12.2018 pari ad euro 311 mila 952. Tale situazione è dovuta al fatto che l’Ente non ha svolto attività di gestione nel corso del 2018 tale da originare condizioni oggettive per la costituzione di accantonamenti o vincoli. Il Dipartimento raccomanda all’Ente di procedere con immediatezza, nel corso del 2019, alla corretta regolarizzazione dei sospesi di entrata, di cui al conto del Tesoriere 2018, nel rispetto del principio contabile applicato e delle disposizioni di riferimento; di rispettare le regole di bilancio.

Il Dipartimento bilancio, quindi, ritiene possibile procedere all’adozione da parte della Giunta regionale del rendiconto per l’esercizio 2018 dell’Ente per i Parchi Marini regionali, al fine della successiva trasmissione allo stesso Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Passiamo alla votazione del provvedimento.

È Approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 275/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Variazioni al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria

 Proposta di provvedimento amministrativo numero 277/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria (deliberazione U.P. n. 55 del 10 ottobre 2019, così come modificata ed integrata dalla deliberazione U.P. n. 58 del 22 ottobre 2019)

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 275/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza recante: “Variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria”.

Cedo la parola relatore del provvedimento, il consigliere Tallini, al quale chiedo di svolgere anche la relazione al provvedimento amministrativo numero 270, inserito al successivo 13° punto all’ordine del giorno. Prego, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Forza Italia), relatore

Proposte di provvedimento amministrativo numero 275/10^ e numero 277/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza “Variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria”.

Le due proposte di provvedimento amministrativo hanno ad oggetto l’approvazione di variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria, approvate rispettivamente con le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza numero 55 del 10 ottobre 2019 e numero 58 del 22 ottobre 2019.

Le variazioni di bilancio del Consiglio regionale, approvate con deliberazione consiliare numero 356 del 19 dicembre 2018, sono state effettuate a seguito delle richieste dei dirigenti della struttura amministrativa consiliare, al fine di soddisfare i fabbisogni previsti per il corrente esercizio finanziario ed i successivi. Inoltre, al fine di garantire gli equilibri di bilancio e sulla base della documentazione acquisita dagli uffici competenti, è stato istituito il Fondo crediti di dubbia esigibilità, ai sensi del principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria, allegato al Decreto legislativo 23 giugno 2011 numero 118 e sue successive approvazioni e, in particolare, il punto 3.3.

Infine, si dà atto che, a seguito delle variazioni apportate all’approvazione contestale dei due provvedimenti amministrativi, sono garantiti gli equilibri generali di bilancio per il triennio 2019-2021.

Sulle proposte del provvedimento amministrativo in oggetto, il Collegio dei revisori dei conti, con il parere numero 1 del 28.10.2019, ha espresso parere favorevole.

Si chiede, pertanto, di approvare contestualmente e congiuntamente le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza numero 55 del 10 ottobre 2019 e numero 58 del 22 ottobre 2019, rubricate, rispettivamente, al numero 275/10^ e al numero 277/10^.

PRESIDENTE

Allora, alla luce di quanto riferito dal relatore, pongo in votazione la proposta di approvazione contestuale e congiunta dei provvedimenti.

I provvedimenti sono approvati, prendendo atto, altresì, del parere favorevole dei Revisori dei conti.

(Il Consiglio approva)

(Sono riportate in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 278/10^ d'Ufficio, recante: "Nomina di un membro effettivo ed uno supplente – iscritti all'albo dei revisori dei conti - del Collegio dei sindaci, costituito in forma monocratica, dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura (ARSAC) (art. 6, comma 1, legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66)"

Proposta di provvedimento amministrativo numero 279/10^ d'Ufficio, recante: "Nomina di un membro effettivo ed uno supplente – iscritti nel registro dei revisori legali di cui all'art. 2 del D.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 – di Revisore unico dei conti, costituito in forma monocratica, dell'Azienda Calabria Verde (art. 7, comma 1, legge regionale n. 25/2013 per come sostituito dall'art. 24, comma 1, della legge regionale 27 dicembre 2016, n. 43)"

Proposta di provvedimento amministrativo numero 280/10^ d'Ufficio, recante: "Nomina del Presidente e di un membro effettivo del Collegio sindacale della Fincalabra S.p.A. (art. 3, comma 6, lett. b) legge regionale 11 maggio 2007, n. 9)"

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Chiedo di rinviare, Presidente.

PRESIDENTE

Chiede il rinvio dei punti 14, 15 e 16?

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

I punti 14, 15 e 16, sì.

PRESIDENTE

I provvedimenti sono rinviati alla prossima seduta di Consiglio.

(Il Consiglio rinvia)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Presidente, c’è stato un refuso nella proposta di legge 439/10^, chiedo che possa relazionare il consigliere Mirabello.

PRESIDENTE

Dispone la ripresa della discussione della proposta di legge numero 439/10^.

Proposta di legge numero 439/10^ di iniziativa del consigliere G. Giudiceandrea, recante: “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria”

Ripresa della discussione

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Presidente, all’interno dell’articolo 9 c’è un refuso di stampa. Il primo capoverso del comma 2 dell’articolo 9 prevede, nella formulazione approvata, che i requisiti di cui al comma 1, lettera a) b) e c) non possono essere ottenuti, invece, in realtà, la ratio della norma prevede che questi requisiti di cui al comma 1, lettera a) b) e c) possono essere ottenuti ricorrendo ad accordi con altre imprese.

PRESIDENTE

C’è anche la firma dell’estensore, consigliere Giudiceandrea, su questo. Pongo in votazione la correzione del refuso. È approvato.

Si rivota la proposta di legge 439/10^ nel suo complesso, così per come modificata. È approvata.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 257/10^ di iniziativa dei consiglieri N. Irto, S. Romeo, G. Nucera, G. Gallo, C. Parente, G. Arruzzolo recante: “Proposta di legge al Parlamento recante: Proposta di modifica e integrazione alla legge 11 gennaio 2018, n. 4 'Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici'”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 257/10^ di iniziativa dei consiglieri Irto, Romeo, Nucera, Gallo, Parente, Arruzzolo recante: “Proposta di legge al Parlamento recante: Proposta di modifica e integrazione alla legge 11 gennaio 2018 numero 4 ‘Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici’”.

Prego, consigliere Mirabello, può illustrarla.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico), relatore

Presidente, si tratta di una proposta di provvedimento amministrativo, già trattata in Commissione, che prevede la proposta al Parlamento per l’approvazione di un disegno di legge. La materia è di competenza statale ed attraverso l’eventuale sua approvazione si può ampliare lo spettro delle ipotesi di tutela per gli orfani di crimini domestici, non ultima vi è la possibilità di estendere le norme della legge 68/99 e, quindi, favorire anche l’accesso al lavoro.

Diamo atto che la firma dei proponenti è larga; è proposta dalla Commissione pari opportunità del nostro Consiglio regionale.

Pongo ai voti il provvedimento. È approvato.

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Proposta di legge numero 473/10^ di iniziativa dei consiglieri D. Battaglia, G. Giordano, M. Mirabello, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 e principi generali per la costituzione dell'Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 473/10^ di iniziativa dei consiglieri Battaglia, Giordano e Mirabello, recante: “Modifica alla legge regionale 16 maggio 2013 numero 24 e principi generali per la costituzione dell’Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali”.

Sull’ordine dei lavori

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, le ricordo che c’era un’informativa dell’assessore Robbe per come deciso in Conferenza dei capigruppo.

PRESIDENTE

Lo facciamo subito dopo, sull’altro punto. Abbiamo ancora degli altri ordini del giorno da fare.

Proposta di legge numero 473/10^ di iniziativa dei consiglieri D. Battaglia, G. Giordano, M. Mirabello, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 e principi generali per la costituzione dell'Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali” - Ripresa della discussione

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.

GIORDANO Giuseppe (Partito Democratico)

Presidente, questa proposta di legge, che fissa i principi generali per la costituzione dell’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali e anche il perimetro che dovrà accompagnarne la liquidazione coatta amministrativa e, quindi, il traghettamento del CORAP, è un progetto di legge che ha seguito un iter molto articolato.

All’indomani della prima proposta di legge che era rivolta solo all’aspetto della liquidazione coatta amministrativa e dalla quale era scaturito un dibattito anch’esso articolato di quest’Aula l’11 settembre, è seguita un’attività certosina ed alacre delle Commissioni, della prima e seconda Commissione in forma congiunta.

Altresì, le Commissioni anti ’ndrangheta e vigilanza in forma congiunta hanno avviato, parallelamente, dei procedimenti per accertare tutte le responsabilità in capo a quella che è stata una indecorosa gestione, una mala gestione del CORAP e che ha portato allo stato di decozione.

Con questa proposta di legge si istituisce tutto il perimetro della liquidazione coatta amministrativa, ma soprattutto si dà un orizzonte certo per garantire quelli che ne sono stati, poi, i cardini. Dall’espressione politica di tutte le componenti del Consiglio regionale e dall’attività che è stata condotta in sede di Commissione, prima attraverso la formulazione di tre distinti progetti di legge, refluiti sostanzialmente in questa proposta, è stata predisposta la proposta in esame, la 473, che si è fatta carico di essere la sintesi operativa dei progetti di legge, ma soprattutto la sintesi di quella che è stata un’attività di ascolto di tutte le parti sociali che, negli ultimi giorni, non hanno mancato di rivolgere un appello a quest’Aula; appello che oggi culmina con l’auspicata approvazione del provvedimento che – come dicevo – fissa i cardini su cui c’è stata la più ampia condivisione: la garanzia delle funzioni obbligatorie, che la Regione, comunque, doveva garantire e che venivano assolte e vengono assolte dal CORAP e verranno garantite e ulteriormente rilanciate da quella che raccoglierà il testimone che è l’Agenzia di sviluppo; la garanzia della salvaguardia delle risorse umane, che sono preziose in quanto in questi anni hanno garantito delle attività, non solamente quelle definite dalla norma e quindi dalle ASI, ma sono state le attività di autentico servizio pubblico al quale faccio riferimento anche riguardo alla depurazione industriale e civile; risorse umane che sono un autentico know how che può e dovrà dare il contributo e dovrà essere protagonista di una pagina nuova del rilancio delle politiche industriali e delle politiche dell’Innovazione della Regione Calabria; in ultimo, la garanzia della salvaguardia del patrimonio, del consistente patrimonio infrastrutturale, un patrimonio infrastrutturale che è stato costruito con grande sforzo e con grande fatica negli anni e che è un punto qualificante su cui fondare il rilancio delle attività dell’Agenzia e delle politiche industriali della Regione.

Questo è il condensato degli articoli che sono stati raccolti in questo progetto di sintesi che è la proposta di legge numero 473, sulla quale chiediamo l’approvazione al Consiglio regionale.

 

Presidenza del segretario questore Giuseppe Neri

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, la proposta è l'espressione dell'esigenza di apprestare un quadro normativo puntuale ed esaustivo della disciplina della crisi del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive (d’ora in avanti CORAP o consorzio) che tuteli l'interesse dei creditori quanto quello dei consorziati nonché, ed in primis, l'interesse pubblico che è all’origine dell’istituzione dell’Ente.

La proposta si compone di 4 articoli e reca un contenuto impatto sul bilancio regionale, la cui descrizione degli oneri è di seguito analiticamente indicata.

L'articolo 1 modifica le disposizioni dettate dalla legge regionale 16 maggio 2013, numero 24, mediante introduzione dell'articolo 6-bis nella legge regionale 24/2013 che, come esplicitato nella relazione descrittiva che il collega prima ha illustrato, individua le situazioni di crisi aziendale in presenza delle quali viene disposta la liquidazione coatta amministrativa del CORAP, nonché le modalità di effettuazione della stessa.

L'articolo 2 reca le disposizioni che dettano i principi generali per la costituzione dell'Agenzia regionale sviluppo aree industriali. Vengono definite le funzioni dell'Agenzia e le modalità di esercizio. La stessa è dotata di funzioni e competenze proprie già appartenenti al CORAP e assorbe le funzioni ricavate dalla legge regionale 38 del 2001, il tutto nell'ambito del quadro normativo statale e regionale disposto e vigente in materia di consorzi industriali. Sono descritte le funzioni della Regione in materia di indirizzo, vigilanza e controllo unitamente ai controlli contabili e gestionali di competenza del revisore unico per conto della stessa Regione. Sono elencati gli organi dell'Agenzia, unitamente alle loro funzioni e compiti.

Gli articoli 3 e 4 espongono, rispettivamente, la norma di natura finanziaria e l'entrata in vigore della presente legge.

La proposta è stata deliberata dalla prima Commissione nella seduta del 4 novembre 2019 e dalla Commissione bilancio in data odierna.

Inoltre, la stessa è stata oggetto di un serrato confronto con le organizzazioni sindacali di categoria che ne hanno condiviso l'impianto e che, con la nota pervenuta ieri, ne sollecitano l’approvazione.

Ringrazio il Presidente e tutti i componenti del Consiglio, il collega Aieta che ne ha proseguito l'iter favorevolmente e, per quanto si è esposto, chiedo che la legge venga approvata in data odierna. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, anticipo il mio voto favorevole. Questa legge ha avuto un iter faticoso, complicato, che è stato possibile portare ad una felice soluzione grazie al contributo di più parti non solo delle Commissioni, della prima e della seconda. Voglio ringraziare il presidente Franco Sergio e tutti i componenti della prima Commissione, ma anche di alcuni lavoratori che non hanno fatto mancare il loro sostegno e così, ovviamente, il contributo del Dipartimento e dell'Assessore e il prezioso contributo del commissario che in questa vicenda ha svolto un ruolo fondamentale e davvero prezioso.

Per cui questo è un felice, felicissimo, episodio di buona politica. Grazie anche ai proponenti delle leggi, a chi ha mollato e a chi ha avanzato nelle proposte, che ha rappresentato un momento alto, intenso di responsabilità e di maturità politica. Annuncio, quindi, il mio voto convinto e favorevole.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia)

Bene, dopo aver assistito in maniera silenziosa e composta a tutti gli interventi sulle proposte di legge ai punti precedenti all'ordine del giorno, consentitemi di ritagliarmi uno spazio su una questione che ho seguito fin dall'inizio. Dopo che il Presidente della Regione, oggi, ha ufficiosamente detto - lo ufficializzerà da qua a breve - che il 26 gennaio voteremo, è arrivato il momento di fare il necrologio della decima Legislatura di questa Regione.

Prima di entrare nello specifico di questa tematica, vorrei fare anche velocemente una premessa. Perché, a questo punto, mi viene il dubbio che forse tutto quello che facciamo in quest’Aula e nelle Commissioni sia una questione di metodo, perché se noi possiamo in Calabria vivere e sviluppare la nostra terra, per esempio, in dei settori particolari e nevralgici quali l'agricoltura e il turismo, ci ritroviamo - a meno che io oggi a fine Legislatura non venga smentito - ad avere queste due deleghe trattenute dal Presidente, senza che le abbia conferite a nessuno degli Assessori.

Senza nasconderci, nell'ambito della sanità, dietro l’alibi del commissariamento, ci ritroviamo a non saper dare risposte da nessun punto di vista nell'ambito sanitario: alla questione del 118 che ho affrontato ieri, alla questione dei precari del Mater Domini, alla questione della carenza di organico all'interno degli ospedali, per arrivare al tema centrale e al punto dell'ordine del giorno di oggi.

Sono contento che sia una delle poche volte in cui non abbiamo invertito i punti all'ordine del giorno per parlare di una questione così importante all'inizio, forse l'avete fatto perché aspettavate che si approvasse prima la legge sulla polizia mortuaria e, tra le altre cose, adesso, gli addetti al settore porteranno sulle spalle anche il peso di questa responsabilità che vi state assumendo.

Dico questo perché non è che, per utilizzare in parallelo, una terminologia medica, il CORAP viene stroncato da un infarto, ma c’è stata un’agonia che è durata anni e quest’agonia, durata anni, non avete fatto altro che incentivarla voi, perché non avete dotato della cosa più elementare e fondamentale il CORAP, ossia il Piano industriale. È come se noi avessimo uno dei nostri figli che è un bravissimo pilota e non lo dotiamo di una macchina per andare a correre e gli diciamo corri a piedi, mentre tutti gli altri hanno la macchina.

Le cose che dobbiamo fare sono due: o ci guardiamo allo specchio e ognuno di noi è a posto con la propria coscienza oppure, guardandoci allo specchio, scopriremo che purtroppo non tutti forse possiamo esserlo.

Ho seguito, ovviamente, fin da quando mi sono insediato, dall’11 settembre, tutte le Commissioni. Mi sono sforzato a fare anche di più, a cercare di contribuire e collaborare, presentando una proposta di legge e ho teso anche una mano a questa maggioranza, nel momento in cui il presidente Oliverio, in una delle precedenti sedute di Consiglio, ha detto: “Ho visto, più o meno, l'impianto delle tre proposte di legge, si può fare qualcosa insieme per cercare di estrapolare da queste tre proposte di legge un’unica legge che possa salvaguardare il CORAP”.

Devo dire che realmente la visione strategica tra le tre proposte di legge presentate era presente solo nella proposta di legge del sottoscritto. All’interno di quella proposta di legge c’era la visione di come rigenerare il CORAP, di come dotare il CORAP di ulteriori funzioni che potessero renderlo effettivamente operativo e non riempirlo solamente di… forse di niente, di nessun contenuto.

Perché noi avevamo proposto, in quella proposta di legge appunto, di fare l'APEA, che è l'area produttiva ecologicamente attrezzata, avevamo immaginato un'interazione del CORAP con le Università, avevamo immaginato un'interazione dello stesso con le startup, avevamo immaginato un CORAP 4.0, forse, come ho detto, più volte, all'interno delle Commissioni, ma tutto questo non è stato possibile.

E, allora, noi oggi non possiamo sottacere di fronte all'ennesima morte annunciata. Non l'ho fatto la prima volta, non l'ho fatto con una serie di comunicati in questo periodo, in questi lunghi mesi, che hanno portato oggi in Aula questa proposta di legge che non oso definire scellerata, ma che non valorizza quelle che sono le potenzialità di un ente economico come il CORAP, che potrebbe veramente dare manforte a quella che è l'economia calabrese. Oggi non stiamo non solo salvaguardando i posti di lavoro, non solo non stiamo immaginando di dare continuità a quelle che sono le funzioni, non immaginiamo nemmeno, con una visione strategica, quello che può essere anche il futuro industriale di una regione che ha delle grandi potenzialità, anche se non sono prioritarie rispetto alle altre. Perché, per esempio, noi abbiamo il porto di Gioia Tauro che da solo potrebbe rappresentare il volano di sviluppo di un'intera regione. Invece cosa pensiamo? Pensiamo che, giustamente, accorpando le ASI e facendo un unico consorzio, che è il CORAP, possa camminare da sé, senza dotarlo, come dicevo prima, di un Piano industriale.

E allora, sul CORAP non possiamo fare oggi un passo indietro, dobbiamo dire pure le cose come sono e dobbiamo ripensare di valorizzarlo, non immaginare di fare quello che stiamo per fare.

Quindi, oggi vi porto alcuni esempi per renderci tutti conto di quelle che possono essere le nostre responsabilità.

Dicevo prima: non un passo indietro - l'ho detto anche in diversi comunicati stampa - sulla salvaguardia dei dipendenti e, soprattutto, su quelle che sono le funzioni.

Ora, io oggi vi porto un esempio banale: io che sono un imprenditore e domani voglio andare ad investire in una qualsiasi delle aree industriali che fanno parte del CORAP, nel momento in cui voi oggi adottate la liquidazione coatta amministrativa, nell'attesa che questo processo si svolga, se vado al CORAP e chiedo l'autorizzazione per avere affittato un'area industriale e poter lavorare, mi viene risposto: l'autorizzazione chi te la dà? Non esiste in nessun posto una cosa del genere, che nell'attesa della transizione della chiusura della liquidazione coatta amministrativa, non vi sia parallelamente la formazione di un consorzio.

Questo ho chiesto, potevo anche essere d'accordo all'istituto della liquidazione coatta amministrativa, ma la salvaguardia dei posti di lavoro e delle funzioni doveva nascere contemporaneamente, perché il “chi vivrà vedrà” non è più consentito in questa Calabria. E la Regione, da questo punto di vista, mi sento di dire che sta abdicando nella gestione delle funzioni, perché nel momento in cui noi liquidiamo in maniera coatta il CORAP e non creiamo un'alternativa, blocchiamo, paradossalmente, tutto; blocchiamo le funzioni e soprattutto avremmo una crisi importante che colpirà i nostri lavoratori.

Che nessuno mi venga a dire, come accaduto a volte in Commissione: “sai tu che fai il legislatore fai una proposta di legge, però devi entrare nello specifico e mi deve dire come, effettivamente, poi riusciamo a recuperare le somme per dare una nuova svolta e rilanciare il CORAP”. Io mi sono sforzato a farlo, nonostante ciò, però, i pareri erano sempre negativi.

Se noi andiamo da un notaio ad aprire una società che deve lavorare, al notaio che cosa gli dobbiamo portare? La ricevuta del versamento del capitale sociale e finisce là. Lui mi apre la società, io domani vado in banca, se ce la faccio, ho soldi miei, e investo.

Non è possibile che qualcuno oggi faccia dell'ostruzionismo su quelle che poi possono essere le prerogative future del CORAP. Non sta in nessun posto o non sta al legislatore andare a scendere nei particolari su come poi bisogna reperire le somme; al legislatore spetta definire come queste somme possono essere recuperate.

Io mi sono sforzato di dirvi che nell'ambito, per esempio, della depurazione, se noi solo immaginassimo di poter dare direttamente lo svolgimento di questa funzione al CORAP sul depuratore di Gioia Tauro - lasciamo stare quello di Vibo e quello di Crotone - noi potremmo incassare, conti alla mano, 22 milioni di euro l'anno.

Ho fatto uno sforzo esagerato nel cercare di entrare in questi tecnicismi, perché nella vita faccio altro, però non ho fatto altro che, seduta dopo seduta, capire che questo è stato un articolato processo che non ha portato, purtroppo, oggi alla soluzione migliore. E sapete perché lo dico?

Perché nelle Commissioni spesso ci siamo ritrovati a dover scegliere, noi politici, quelli che dovevano essere gli aspetti tecnici o dei tecnici, perché ci ritrovavamo spesso, intanto, a non capire effettivamente al centesimo di quanti debiti stiamo parlando all'interno del CORAP, ci trovavamo ad avere una grande confusione. Perché? Il revisore dei conti con un documento diceva una cosa, il commissario liquidatore con un altro documento ne diceva un'altra. Fatemi capire voi, com'è possibile risolvere questo dilemma? Quindi, a questo punto, quello che noi vogliamo è che si possa avere una situazione diversa da quella che voi state proponendo e la situazione diversa l'abbiamo cercata e sviscerata in tanti modi.

A un certo punto, quando per ben due volte siamo andati in Commissione ed eravamo in uno stato di stallo, io, anche in quell'occasione, per grande senso di responsabilità, ho ritirato la mia proposta di legge per dimostrare: “bene, andate avanti e miglioriamo”. Purtroppo tutto ciò non è stato possibile e, oggi, per forza di cose, noi ci ritroviamo a, quantomeno, astenerci da questa situazione.

Abbiamo presentato anche degli emendamenti e in Commissione – vi dico la verità - ad un certo punto io mi sono sentito anche preso in giro, perché mi avete fatto credere, ci avete fatto credere, che quando dovevamo discutere di questi emendamenti la cosa più giusta, e anche legale e secondo le normative, dovesse essere quella di discuterle nelle cosiddette Commissioni congiunte.

A un certo punto tutto questo è venuto meno, in particolare nell’ultima seduta di Commissione. Purtroppo voi non avete avuto mai il numero legale da soli e devo dare atto a questa minoranza che, sempre, con grande senso di responsabilità - io non faccio parte di nessuna Commissione ma i colleghi della minoranza sì - ha sempre garantito e mantenuto il numero legale. A un certo punto, quando voi non avete avuto più nelle Commissioni congiunte la maggioranza, qualcuno si è inventato e se n’è uscito dicendo: “No, ma tanto ora, a questo punto, possiamo anche dividere le due Commissioni. Lo passiamo prima in una Commissione e poi nell'altra”.

Tant'è che il parere del bilancio, l'avete passato oggi prima di portarlo in Consiglio. Ve ne assumete la responsabilità da questo punto di vista, perché fuori ci sono cento padri di famiglia che rischiano il posto di lavoro. E che nessuno mi venga a dire che quel discorso della liquidazione coatta non deve essere così, perché poi questo lo vedremo col passare del tempo.

anche perché - vi dicevo e mi avvio alle conclusioni - non vi è un'alternativa che tuteli una continuità sia delle funzioni sia dei dipendenti.

Poi, chi mi seguirà potrà dire tutto quello che vorrà, tanto lo so già cosa direte, perché l'abbiamo detto e sviscerato più volte all'interno delle Commissioni.

Purtroppo non siamo sulla stessa lunghezza d'onda, io la vedo in un modo che è molto diverso rispetto a quella che è l'azione che voi state ponendo in essere, che è quella della liquidazione coatta amministrativa.

Quindi, con questo concludo, preannunciando il mio voto di astensione, se non addirittura sfavorevole.

Assumetevi le responsabilità di tutto. Non mi sento di aver dato il massimo in questo e non pretendevo che un consigliere di minoranza o di opposizione potesse proporre alla maggioranza qualcosa del genere, però di fronte a questo, a una tematica così articolata e spinosa, abbiamo detto, io l’ho detto sin dall’inizio, non dobbiamo alzare degli steccati ideologici, perché questa questione del CORAP non è un salvacondotto politico per nessuno. Ognuno di noi, prima di alzare oggi la mano e dire sì o no o astenersi, deve mettersi la mano sulla propria coscienza. Grazie.

Presidenza del presidente Nicola Irto

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA Domenico Donato (Partito Democratico)

Intervengo brevemente perché è stato già detto tutto dai colleghi. Come primo firmatario e come capogruppo del Partito Democratico, non mi astengo dall'intervenire, solo per dire che, oggi, arriva in Aula un esempio virtuoso di sinergia istituzionale. Noi abbiamo racchiuso in un testo quelle che riteniamo siano le tre prerogative da consegnare al testo di legge che oggi dovremmo licenziare: la salvaguardia delle funzioni, la salvaguardia del patrimonio e quella del personale, dei lavoratori. Questi ultimi credo, caro amico, collega Giannetta, che se noi non approvassimo il testo oggi dovrebbero guardare con preoccupazione al futuro.

Abbiamo, anche, ritenuto di non arricchire il testo per non esporlo a possibili impugnative del Governo; siamo in chiusura di Legislatura, non avremo altre possibilità di ritornare sul testo, quindi è un testo che salvaguarda quel percorso che noi abbiamo ritenuto di fare. Poche volte in questa Legislatura, il Consiglio regionale ha affrontato i problemi in Commissioni congiunte, forse l'unica volta in cui si è verificato è proprio per trattare il CORAP. Ripeto: si è realizzata una sinergia istituzionale con il Dipartimento, con l'Assessore, con la Giunta, con il Consiglio, con i Presidenti delle Commissioni, con i sindacati, con i lavoratori, con tutti i soggetti attivi, con il Commissario, per cui quella che oggi approda in Aula è la migliore sintesi possibile, nell'interesse di tutti e soprattutto nell'interesse di portare a casa una continuità di lavoro del CORAP che, come ricordo, è stato istituito non in questa Legislatura, ma nel 2013, nella passata Legislatura. Noi ci siamo presi in carico la questione, la stiamo portando in Aula e pensiamo che questa sia la fine di un percorso che possa portare a far rinascere il CORAP. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Grazie, Presidente. Ricordo che venne due mesi or sono, in Aula, il presidente Oliverio, richiamando proprio lui una legge per la liquidazione coatta del CORAP e chiedendo di fare in fretta “perché qui la casa brucia e rischiamo di perdere sia la salvaguardia dei lavoratori sia le funzioni e sia anche il patrimonio”, perché evidentemente si era confrontato prima con i tecnici che avevano assunto la guida del CORAP e non avevano trovato altra soluzione.

Bene ha fatto il Consiglio regionale a ragionare su questo tema, a prendere un po' di tempo per capire cosa stava succedendo. Non l'abbiamo fatto, specialmente nelle Commissioni, di imperio, avendo noi il verbo, ma lo abbiamo fatto anche ascoltando tutte le associazioni sindacali; siamo andati anche oltre i rappresentanti sindacali, abbiamo ascoltato anche tanti lavoratori.

Sarebbe stato bello, signor Presidente, signora assessore, poter addivenire a una soluzione diversa e rendere operativa già un'Agenzia, soprattutto per quel che riguarda oggi la ZES, perché fino a qualche giorno fa speravamo in una grande dotazione finanziaria per la ZES, per gli investimenti nella ZES. L'ho ribadito più volte: le competenze e il know how di quegli uomini e quelle donne che lavorano all'interno del CORAP non dovevano andare dispersi.

È vero pure, collega Esposito, che abbiamo visto più volte e sentito, più volte, i vari tecnici, Revisori dei conti, Commissari, che ci hanno prospettato una situazione, collega Battaglia, che era ormai così allo stremo. Più volte ho chiesto al Commissario come facessero a prendersi ancora una responsabilità come quella di non versare i contributi e devo ringraziare chi non ha fatto solo l’amministratore protempore, ma ha sopperito anche alla parte politica, perché ha capito che in un’azienda i lavoratori non possono essere portati sic et simpliciter, così, alla chiusura senza cercare una soluzione estrema.

Le cose, però, le dobbiamo dire, Assessore, in particolare in riferimento al risultato economico che noi prevediamo. Ho visto pure che sono arrivati sul tavolo, collega Esposito, conti, per esempio, dell'area industriale di Gioia Tauro, che conosco un po' di più, in cui si prospettavano entrate del depuratore per 20 milioni di euro. Nessuno dice, però, che il depuratore sta fallendo perché i Comuni non pagano e le entrate sono soltanto dati contabili che non si verificheranno mai. Allora non possiamo soltanto fare dei conti su quelle che sono le previsioni: qui stanno fallendo tutti i Comuni e tutti gli enti pubblici perché si facevano i bilanci sulle previsioni e mai sull'incassato e riscosso.

Purtroppo lì abbiamo una realtà dove i Comuni sono in grande difficoltà e non riescono a pagare da anni e da anni, nonostante abbiano un servizio, c'è una zona industriale, per esempio, che è il più grande porto del Mediterraneo, quasi inaccessibile col gommato perché negli anni l’ex ASI oggi CORAP non è riuscito a manutenerla.

Queste sono le realtà con cui ci siamo confrontati e se c'è questa realtà nell'area industriale di Gioia, immagino quello che può succedere in un grande patrimonio che è quello del CORAP regionale. Sarebbe stato bello creare subito un’Agenzia, prevedendo delle entrate, così com'era stato prospettato da alcuni soloni che parlano sempre quando devono decidere gli altri e le responsabilità se le devono prendere gli altri, perché oggi ci stiamo prendendo una grande responsabilità, collega Guccione, insieme al collega Esposito, nonostante siamo minoranza. Il collega Giannetta aveva presentato una proposta interessante che però certamente andava costruita nel tempo e non poteva essere esaminata mentre c'era il cadavere del CORAP pronto ad essere cremato – oggi siamo pure in tema. Il Piano industriale, come diceva il consigliere Giannetta, andava fatto precedentemente. Non so di chi siano le responsabilità, non sono abituato a chiedere quando devo prendere una decisione se la colpa è di questo o la colpa è di quello.

Abbiamo maturato, in ore e ore di audizioni in Commissione, la consapevolezza che, oggi, l'unica soluzione fosse quella che è uscita fuori dalle Commissioni.

Noi, per grande senso di responsabilità, nonostante siamo minoranza, e per senso di responsabilità verso quei lavoratori, quella gente che ha lavorato, verso questa terra perché quel know how, quelle competenze di alta professionalità devono essere subito riutilizzate all'interno del comparto regionale, ci siamo astenuti.

Eravamo venuti qua, devo dirlo, quasi con la voglia di votare contro e cavalcare questa onda populistica, consigliere Battaglia, dicendo: noi volevamo fare una grande Agenzia. Ma ci rendiamo conto che non avremmo fatto il bene di nessuno, magari avremmo preso qualche applauso e qualche consenso usciti da quest'Aula, però alla fine, fra 30-40 giorni, quei lavoratori e quelle persone ci avrebbero chiesto: “Ma che avete fatto?”.

Allora, oggi, con grande senso di responsabilità, così come fatto in Commissione col collega Esposito, ci asterremo su questa proposta di legge, tutelando naturalmente la salvaguardia dei lavoratori, così come abbiamo sempre fatto nei ruoli istituzionali che abbiamo ricoperto. Io ho guidato una Azienda con 1000 dipendenti e quando sono arrivato, consigliere Battaglia, non avevano due stipendi e due anni di contributi versati, e non ho portato i libri in Tribunale, ci siamo assunti le responsabilità.

Così come allora, oggi, ci prendiamo le responsabilità di dare un’astensione benevola, a questo punto, dicendo che difenderemo allo stremo, oggi dai banchi della minoranza e domani dai banchi della maggioranza - collega Esposito, tu ci sarai sicuramente, io magari verrò tra gli spalti a fare il tifo per te - quello che abbiamo oggi messo per iscritto, quello che abbiamo certificato, quello che abbiamo fatto in ore e ore di lavoro nelle Commissioni, perché io sfido chiunque, quando si dice che i consiglieri regionali non lavorano, a prendersi i risultati di Commissione. Ieri con il consigliere Michele Mirabello siamo stati sette ore in Commissione sanità. Presidente Oliverio, io ho grande stima però su certe cose… questo Dipartimento regionale della Salute. Personalmente su dieci volte che ho chiesto l'audizione, sono stati presi dieci impegni, non ne è stato assolto uno, c'era il collega Bova, allora io dico che i burocrati devono pagare così come paghiamo noi con la politica.

Un resoconto dell'attività politica deve essere fatto, in Commissione. Ieri, Assessore, ti ho giustificato perché sei sempre presente e so che c'era Giunta, anche lì avevo una proposta sui nostri lavoratori stabilizzati Lsu-Lpu, però non è possibile che il Dirigente del personale non sia mai venuto in Commissione, è un fantasma, è stato un ologramma in questa Commissione, mi dispiace dirlo perché è una persona che conosco, un professionista, però non si può mortificare ed umiliare il Consiglio regionale. La burocrazia deve capire che noi siamo demandati dal popolo e fatemi la cortesia fino al 26 gennaio ditegli che le porta e gli uffici della Cittadella devono restare aperte, che non si devono chiudere là dentro, perché abbiamo accesso alle stanze a vedere cosa fanno il giorno, se lavorano o non lavorano.

È finito questo sfogo, consentitemelo perché è pieno di rancore rispetto a tanto lavoro che abbiamo fatto e oggi il popolo calabrese non lo riconosce per colpa di quei burocrati. Anche sul CORAP, quindi, per grande senso di responsabilità, annuncio il nostro voto di astensione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Intervengo, intanto, per fare anch'io gli auguri al consigliere Pedà, perché anche lui risieda su questi banchi, così come lo ha augurato a me. Al di là della battuta, abbiamo seguito questa problematica in Commissione e anch'io sento il dovere di ringraziare l'Assessore, sempre presente, il dottore Caldiero, il revisore che ci ha fornito lettere e lettere sulla situazione.

Una situazione che da tutti, in ogni caso, è stata definita di grave criticità, una profonda crisi da cui si poteva anche pensare di uscire con una coraggiosa forma di ricapitalizzazione. C'è stato spiegato, anche in Commissione, che probabilmente non era quella la strada da seguire e quindi la liquidazione coatta amministrativa diventava quasi un percorso obbligatorio.

Abbiamo posto dei quesiti, sollevato dei dubbi, su molti quesiti e dubbi non c'è stata, devo dire la verità, data una risposta chiara dal punto di vista tecnico, anzi alcune volte è stato un tecnicismo quasi per dire un “ni” alle nostre indecisioni e ai nostri dubbi.

Il problema primo che abbiamo affrontato è la liquidazione coatta amministrativa: per un ente come il CORAP è costituzionalmente valida? Si può fare?

Abbiamo posto altri problemi, ma alla base di tutti i nostri ragionamenti, a un certo punto, e non lo dico per farcene un vanto, collega Pedà, si è posto il problema dei lavoratori.

Un problema congiunto con i colleghi della maggioranza e allora questo problema dei lavoratori ha fatto sì che noi in Commissione abbiamo mantenuto il numero legale. Prima il collega Battaglia parlava di un esempio, questo del CORAP, unico perché ha consentito più giorni, più sedute di Commissioni congiunte. Ricordo al collega Battaglia, al collega Aieta, invece, che è bastata una giustificata assenza di chi in Commissione bilancio era sempre stato presente, nella sua qualità di vicepresidente, affinché quella Commissione quel giorno non si sia tenuta congiuntamente alla Prima, ma è stata valida solo la seduta della Prima Commissione stessa.

C'è stato spiegato l'esercizio provvisorio, anche lì abbiamo posto dei dubbi perché quella inefficienza, inefficacia che ha portato alla crisi del CORAP con l'esercizio provvisorio, probabilmente diventa quasi l'esercizio stesso delle sabbie mobili. Naturalmente però la salvaguardia dei posti di lavoro non vi è dubbio che potesse essere fatta solo in un modo: l’istituzione di una nuova Azienda.

Anche lì abbiamo espresso dei dubbi. Non lo dico perché non vorrei sembrare Cassandra, da questo punto di vista, e allora mi limito a dire che secondo noi, così com'è, non vedo una tranquilla e serena salvaguardia dei posti di lavoro con il percorso che stasera si inizia.

C'è un’assunzione di responsabilità, l'ha detto anche il collega Pedà, che il problema nella forma di istituzione di una nuova Azienda se lo ritroverà, voglio essere scaramantico, se lo ritroverà tutto per intero, tutto per intero la nuova Amministrazione che da gennaio in poi i calabresi chiameranno a governare la Regione Calabria. Questo problema ci sarà tutto per intero.

Però, questo problema ci ha spinto a mantenere il numero legale in Commissione, non stiamo verificando qui se c'è il numero legale, perché noi, a prescindere da questo, staremo in Aula, quantomeno a garantire la nostra presenza perché, finalmente, questa pratica possa essere votata stasera, con il nostro voto di astensione. Abbiamo votato prima una legge sulle attività funerarie, se non passava e non ci fosse stata la nostra presenza in Aula a mantenere il numero legale, così come lo abbiamo mantenuto in Commissione, avremmo decretato la morte di questi lavoratori.

Ci appigliamo a questo percorso, non lo abbiamo condiviso su molte tematiche, ciò nonostante lo riteniamo l'unico che sia possibile, affinché il prossimo Consiglio Regionale possa mettere in campo quello che è l’auspicio di tutti, quello che è il desiderio di tutti noi, salvaguardare oltre 100 padri di famiglia e quindi oltre 100 famiglie in un contesto già difficile, dal punto di vista occupazionale, come quello della Regione Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Intervengo molto brevemente, solo per esprimere il mio apprezzamento per il lavoro svolto durante questi lunghi mesi di confronto, analisi, riflessioni e anche scontro.

Voglio fare i miei complimenti ai colleghi Presidenti delle Commissioni, nonché al lavoro svolto da molti colleghi di maggioranza e di minoranza per poter addivenire a un testo, quantomeno concordato o dibattuto che, poi, ci ha permesso di arrivare in Aula stasera.

Un lavoro, a mio avviso, significativo e importante; il migliore che potesse essere fatto alla vigilia di una competizione elettorale.

Infatti, vorrei ricordare che siamo già in campagna elettorale, e c’era la necessità di trovare una sintesi intorno a una problematica che per me aveva un solo tema centrale: la salvaguardia dei lavoratori e non altro in questa fase!

Non potevamo lasciare a rischio o mandare a casa chi oggi paga il prezzo di una cattiva gestione, dovuta alla politica malata che, negli ultimi trenta, venti, dieci anni, ha prodotto enormi guasti alla società calabrese e, in questo caso, a un organo come quello di cui parliamo stasera, che doveva promuovere e garantire l’attività industriale in Calabria e che invece, oggi, si trovava sul lastrico di una crisi profonda dalla quale era difficile uscire.

Ognuno di noi ha dato il proprio contributo in questi giorni – chi più, chi meno – e abbiamo dimostrato che, in questo Consiglio regionale, c’è quel senso di responsabilità che spesso è mancato e che ci ha permesso di trovare oggi – ripeto – la miglior sintesi nell’ultimo scorcio di Legislatura.

Magari, se avessimo avuto mesi in più, avremmo affrontato meglio la problematica e, magari, avremmo ascoltato meglio chi, come il commissario Caldiero, si è speso molto su questa vicenda, mettendoci “anima e core” – come dico io, perché ho avuto modo di incontrarlo in più occasioni insieme ai lavoratori – per dimostrare, appunto, il senso di responsabilità dimostrato da parte di questa maggioranza, ma anche da parte di tutto il Consiglio regionale che – come dicevano poco fa i colleghi Giannetta e Pedà – ci ha permesso di avere la maggioranza in Commissione e di arrivare in Consiglio regionale con questo testo che, mi auguro, oggi licenzieremo con convinzione.

Ripeto: il mio unico obiettivo, in questa fase, era quello di garantire cento posti di lavoro e di non uccidere la speranza di chi si trova in una situazione precaria e difficile, legata a quello che tutti noi abbiamo creato in questi anni intorno a questo contesto.

La responsabilità è di tutti: di chi non c'è più e di chi oggi, anche timidamente, ha avuto modo di constatare questa problematica; quindi, credo che questo sia il miglior risultato per una politica che vuole dare risposte e che vuole continuare a dare un minimo di speranza ai nostri conterranei per far capire che, quando c'è la volontà politica e c'è la consapevolezza della responsabilità, arriviamo sempre a una sintesi, condivisa o no in termini di voto ma, quantomeno, in termini di responsabilità e che ci permette di arrivare oggi in Aula con un risultato che per me è il migliore possibile in questo ultimo scorcio di Legislatura.

Complimenti al lavoro svolto dai Presidenti, dai colleghi e da chi si è speso molto in questi mesi.

Credo che oggi scriviamo una bella pagina; o meglio, non scriviamo una bella pagina, ma garantiamo al nostro territorio un servizio che, mi auguro, possa essere espletato ancora meglio.

Ho letto che le competenze e le funzioni rimangono, quindi abbiamo già un buon punto di partenza; dobbiamo solo renderlo operativo e produttivo per far sì che si possa uscire da questa palude e, finalmente, la Calabria si ponga allo stesso livello delle altre Regioni del Mezzogiorno, che sono già deboli, ma che hanno un sistema e uno strumento utile, migliore, più funzionale e più efficace del nostro; quindi, la speranza è questa: da oggi l’assunzione di responsabilità, non solo della classe politica – che stiamo assumendo – ma soprattutto degli addetti ai lavori; quei dirigenti e funzionari che, magari, dovrebbero dare di più e meglio e non lasciarsi solo allettare dal politico di turno, ma dare il meglio in termini di professionalità, conoscenza ed onestà intellettuale, nel rendere il miglior servizio possibile alla Calabria e ai calabresi e testimoniare che c'è una Calabria diversa e positiva, che vuole misurarsi con le sfide che abbiamo davanti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Intervengo per annunciare e anche motivare il mio voto favorevole; però, bisogna sfatare alcuni aspetti: questo procedimento legislativo, a mio avviso, non assicura ai lavoratori la stabilità del posto di lavoro.

In futuro, magari, ci saranno altri fatti; mi auguro succederanno altre cose, ma non con questo provvedimento legislativo; tra l’atro, si tratta di un atto dovuto, come diceva il consigliere Baldo Esposito, anche perché sono state tante – l'avete detto tutti – le Commissioni congiunte che si sono riunite, non solo bilancio e affari istituzionali, ma anche anti ‘ndrangheta e vigilanza col presidente Morrone.

Si tratta, però, dell'ennesima eredità negativa della precedente Legislatura. Poi spiegherò perché parto da questo presupposto. Infatti, nel bilancio del 2006, il primo bilancio approvato, con la fusione delle cinque ASI provinciali, abbiamo ereditato le aree di sviluppo industriale.

Con la legge numero 24 del 16 maggio 2013, governo Scopelliti, abbiamo ereditato – e lo abbiamo appreso dal primo bilancio – 27 milioni di euro di debito, che era passato inosservato ai precedenti amministratori, quasi come se fossero state bazzecole quelle; però, volevo dire una cosa: non vorrei che, anche qui, per una vicenda così drammatica, chiudessimo – forse perché siamo a fine Legislatura – con toni quasi trionfalistici.

Si tratta di un atto dovuto.

Ho appreso – anzi, ho apprezzato – le spiegazioni, anche di fronte ai dubbi, tra l’altro pressanti, che poi ha fornito il commissario – e non solo lui – nel corso delle varie audizioni che mi hanno convinto nei limiti della mia competenza, nel senso di un'azione obbligata che dobbiamo seguire; seguiamola, se questo può servire a salvare il salvabile e, soprattutto, con riferimento ai lavoratori, ai quali mi rivolgo tra l'altro, perché c'è una cattiva abitudine.

Io cerco di affrontare con coraggio determinate questioni.

Non è vero che quando un consigliere o dei consiglieri cercano di approfondire dei temi o di individuare le cause e trovare le giuste soluzioni, la colpa poi sia di quei consiglieri o quei consiglieri sono contro i lavoratori perché, altrimenti, dovremmo dire anche che ci sono lavoratori del settore pubblico e lavoratori del settore privato.

Quante sono le imprese che hanno a che fare col CORAP e con queste gestioni scellerate? Il commissario sente e non gli possiamo dare nessuna responsabilità; c’è da agosto – da settembre, se non sbaglio – quasi con un'unica missione obbligata, che è quella di portare il CORAP poi alle conseguenze. Lo facciamo nell'interesse di tutti. Mi rivolgo anche alle rappresentanze sindacali.

Attenzione, non è che il lavoro lo si trova, lo si costruisce e si assumono le persone, tanto per creare i carrozzoni e metterci dentro le persone. Quello è lavoro?

Poi succedono queste cose e, magari, per assicurare il lavoro a cento persone sacrifichiamo il lavoro di altre mille persone che vengono, perché nel privato non vigono determinate regole. Questo cerco di ribadirlo con onestà intellettuale.

Attenzione però, anche qui, cosa avremmo dovuto fare e in cosa mi sarei aspettato di più, quando ho appreso, ho studiato, e mi sono pure informato bene sulla vicenda CORAP, a prescindere dall'audizione del Revisore dei conti?

Il Revisore dei conti non è una figura qualsiasi; anzi, è l’unico organo che è stato costituito e che c’è perché manca sia il direttore sia il Comitato di programmazione e, di recente, è stato approvato lo Statuto.

Io mi sarei aspettato che, nel momento in cui si veniva a sapere che c'era quella situazione di debito ormai consolidato, quantomeno si avviasse un'opera di controllo e di rilancio – attenzione – stabilendo e accertando dov'erano le responsabilità, perché anche questo è il compito di un Ente pubblico di fronte a una Società partecipata alla quale erano legati lo sviluppo, le speranze della Calabria e dei nostri figli.

Sono stato il primo a dire che l'unica cosa bella era stato prendere quel famoso appartamento di cui tanto si è parlato, però avrei voluto poi sapere ed ho chiesto se qualcuno mi diceva: “beh, siamo andati là, in Marocco, Tunisia dove eravamo; abbiamo questo immobile”. Bene!

Quali sono state le occasioni di lavoro? Quali sono stati gli incontri tra imprenditori calabresi e imprenditori stranieri? Quali sono state le commesse che ne sono scaturite? Se non è andato nessuno, quantomeno hanno invitato qualcuno o quelle sedi sono state prese tanto per prenderle?

Mi sarei aspettato quel principio di continuità, o prassi di continuità, la buona prassi di continuità nell'azione politica amministrativa per cui chi succede, comunque, deve assumersi le responsabilità anche di chi non può diventare, però non può essere trasformato o, addirittura, snaturato fino a sconfinare nella reticenza e nelle omissioni di accertamento.

Il CORAP è l'ennesimo carrozzone della mala politica calabrese! Non ha importanza chi lo ha creato, ma chi lo ha continuato! Ci sono delle responsabilità!

Da altri banchi ho sentito, anche della maggioranza, che erano quelle occasioni in cui bisognava non dare il colpo di spugna, ma andare ad accertare le responsabilità.

È chiaro! È inequivocabile quali siano stati i criteri che hanno guidato nella conduzione e nella gestione di questo Ente.

Abbiamo visto chiamate in Sanità, chiamate dirette – io ricordo varie vicende –; lo rivediamo nel CORAP quando, senza che ancora ci fosse un minimo di attività, l'unica preoccupazione era stata quella di mettere persone.

Ben venga il lavoro. Ricordo il presidente Loiero quando in televisione ebbe a dire, addirittura, che la Sanità è un ammortizzatore sociale in Calabria perché, negli anni, l'abbiamo dovuta utilizzare per fronteggiare una crisi e una sete di lavoro impressionanti.

Talvolta, si è addirittura ricorso ad una compressione di quelle che sono le regole di legalità, pur di trovare lavoro.

Attenzione però, ad arricchirsi sono in pochi o, forse, sono i soliti centri di potere.  Quello che ha dichiarato il revisore è di una gravità inaudita; vero o non vero!  Attenzione, ce lo ha detto chiaro, proprio durante l'audizione in Commissione.

Ahimè, la cosa ormai si è resa pubblica, quindi la possiamo ribadire; ha detto: “io sono stato già sentito diverse volte da Autorità giudiziarie e altri”.

Allora, poi non ci lamentiamo se diciamo che l'Autorità giudiziaria, magari, non viaggia assieme a quello che è il mondo della politica, se il mondo della politica non ha il coraggio e la forza di andare ad aprire i propri accertamenti; quello che poi ci avrebbe potuto consentire di dire che è una bella pagina di politica.

Secondo quello che ci è stato detto, ancora non abbiamo dei dati precisi. Ho chiesto dei dati precisi, ma non ci sono. Se non sbaglio, si parla di 90/95 milioni di euro; ma quando uscirà fuori questo dato e si vedranno le cose, cosa diremo? Cosa dirà la classe politica ai calabresi? Quale credibilità potrà pretendere?

Ci tenevo a dire queste cose e, forse, queste saranno le doglianze su cui avremmo dovuto confrontarci, anziché su altro.

Nonostante tutto questo, mi auguro che, chi di competenza, faccia fino in fondo il proprio dovere, segua la propria strada e accerti le responsabilità.

Questo sì che significherebbe liberare la Calabria da certe zavorre per poi arrivare ai risultati tanto sperati.

Nonostante questo, ripeto, poiché mi ha convinto in quelle spiegazioni e sembra che sia una strada obbligata, voterò a favore per l'approvazione della legge di cui stiamo trattando.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Presidente, sento dire dai colleghi che mi hanno preceduto, che stasera in questo Consiglio regionale si sta scrivendo una bella pagina di politica.

Il Consiglio regionale, devo dire, interviene sopperendo a manchevolezze altrui, dopo un lungo travaglio ma, ricordo a me stesso, ai colleghi e al Presidente della Giunta regionale che noi stasera stiamo celebrando il funerale, il de profundis della Istituzione che dovrebbe gestire le aree produttive industriali della Calabria.

Non è una bella pagina, ma bensì una pagina pessima; un soccorso che si va a fare, celebrando e dichiarando la liquidazione coatta amministrativa di questo Ente, frutto di una serie di errori commessi negli anni; il centro-destra non si può chiamare fuori, ma credo che ci siano responsabilità assai risalenti.

Quando fu approvata questa legge, probabilmente, c’era l'esigenza di scardinare rendite di posizione che si tramandavano nel tempo con indennità per i direttori generali che sfioravano i 300 mila euro e l'unico modo per scardinare queste situazioni fu l'istituzione del CORAP con una legge, probabilmente errata. Dal 2014 in poi, però – e lo voglio ricordare, perché queste cose ce le dobbiamo dire nella sede opportuna, che è il Consiglio regionale – nel momento in cui approviamo questa norma, nulla si è fatto per correggere le storture; anzi, stasera nessuno parla in Consiglio – beh! – di quanto, invece, ci siamo detti nell'ultima seduta, nella quale ci era stata portata in Aula, da parte della Giunta, una soluzione sicuramente non condivisibile; si parlava, anche in quel caso, di liquidazione coatta amministrativa, ma nulla c'era in termini di salvaguardia delle situazioni occupazionali; nulla c'era e, credo anche ora, in termini di Piano industriale e in termini di garanzie nei confronti dei tanti, tantissimi creditori che prima erano creditori delle ASI e oggi sono creditori del CORAP.

Nessuna inversione di tendenza rispetto agli errori commessi in questi anni nella gestione, anzi, una serie infinita di consulenze e appesantimenti dell'Ente CORAP. La polemica che ha travalicato anche i confini calabresi, con l'apertura di una sede oltre i confini europei, addirittura in nord Africa; segno evidente di come, in questi anni, la bussola si sia evidentemente perduta, con la totale assenza di un Piano industriale, danno la misura e la certificazione dell'ennesimo fallimento della presidenza Oliverio e della sua Giunta.

Diciamolo con grande chiarezza: quale bella pagina di politica, colleghi consiglieri regionali? Il contrario!

Celebriamo il funerale dell'Ente che gestisce le aree industriali calabresi. Non sappiamo stasera – forse sappiamo soltanto che ci sarà la salvaguardia occupazionale – quale sarà il futuro di questo Ente.

Non sappiamo stasera che fine faranno i creditori, i tantissimi creditori che avanzano somme, anche cospicue, da questo Ente. Io credo che ci sia poco da gioire.

Con l’approvazione di questa norma, di questa legge, noi stasera andiamo a mettere una pezza e, dopo due mesi di ragionamenti e discussioni all'interno del Consiglio regionale, si approva una norma che stabilisce la liquidazione coatta amministrativa del CORAP, ma per il resto, non c'è assolutamente nessuna proiezione.

Sono convinto che all’inizio della prossima Legislatura, chi sarà al governo dovrà intervenire ancora una volta per sanare le storture di questa norma che oggi, probabilmente, è necessaria per evitare il licenziamento collettivo dei dipendenti, ma credo che gli interventi dovranno essere ulteriori.

C'è il divieto da parte della Regione di intervenire per il soccorso finanziario; è chiaro, ma una soluzione dovrà pur trovarsi, perché non è possibile che noi stasera licenziamo la problematica e non sappiamo in futuro come verranno e dovranno essere gestite queste aree; non sappiamo come si assicurerà il futuro delle aree industriali calabresi.

Ricordo a me stesso che, sia pure nella difficoltà economica e produttiva che vive la nostra Regione, ci sono aree nelle quali ci sono insediamenti industriali con centinaia e centinaia di dipendenti che, quindi, vanno assolutamente tutelate perché, attraverso la tutela di queste aree, vengono tutelati i posti di lavoro che le Aziende, che sono lì insediate, hanno determinato nel corso degli anni.

Lo ripeto per la terza volta: nessuna bella pagina, ma una pagina tremenda e di disastri; ancora disastri in questa Regione.

Una pezza non servirà a nulla o a poco.

Sicuramente, in futuro, bisognerà ripensare a come queste aree dovranno essere proiettate nel futuro.

Bisognerà ripensare, oltre che alla salvaguardia dei posti di lavoro, a come dovranno essere tutelati colori i quali, in questi anni, sono stati magari espropriati delle proprie aree, dei propri appezzamenti di terreno, e mai hanno ricevuto da parte, prima delle ASI – macchine mangiasoldi – e poi del CORAP, un ristoro dei propri diritti.

Certo, bisogna che chi rappresenta le Istituzioni, chi è Ente pubblico, non si comporti come coloro i quali decidono di contrarre dei debiti e non onorarli. Così sta facendo la Regione Calabria in questo momento.

Poiché ci rendiamo conto che il principio fondamentale è la salvaguardia dei posti di lavoro, poiché ci rendiamo conto e ci siamo resi conto in queste settimane che, rispetto al cul de sac nel quale si è trovato il CORAP non ci possono essere altre soluzioni, da parte di questa minoranza c'è stato già in Commissione un atteggiamento di apertura e di responsabilità.

In Aula, ancora una volta, la maggioranza è lacerata. Lo ha dimostrato nel corso di questa seduta; non avrebbe i numeri per approvare questo provvedimento e noi altri siamo qui per consentire che, in questo momento, la barca non affondi del tutto, ma siamo perfettamente consapevoli che si tratta soltanto di un intervento di soccorso temporaneo e che, in futuro, bisognerà fare altro e meglio di come, in questi anni, la Giunta Oliverio ha fatto: l’ennesimo fallimento di questa triste esperienza di governo!

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Volevo intervenire per dichiarazione di voto, ma già che ci siamo completiamo. Non abbiamo lavorato tantissimo in questo Consiglio regionale, quindi qualche ora in più possiamo restare.

Faccio una considerazione per dire a me stesso e anche a al centro-sinistra calabrese: leggevo poc’anzi che quelli del nulla mischiato col niente, che sono i 5 Stelle, che sono quelli che hanno governato Roma, hanno annunciato sul tema del bilancio, su cui abbiamo fatto un dibattito serio, di essere i salvatori della Patria. Non credo che ci possano essere salvatori della Patria, siano essi i 5 Stelle, il centro-destra o chi vince - e noi siamo convinti di vincere - né tantomeno siete stati voi. I toni trionfalistici di Oliverio erano sbagliati; gli abbiamo sempre detto quando nelle sedute di Consiglio urlava - il Presidente se ne ricorderà: Presidente, non urlare.

Il dato centrale è questo: il CORAP è l’ennesima difficoltà e io credo che con i futuri Governi nazionali noi si debba andare a contrattare. Lo era l’area speciale della ZES. Dobbiamo intenderci su cosa fare perché le aree industriali sono fondamentali per i nostri territori. Sono dell’idea che bisogna campare di turismo e agricoltura ma, se non fai industria, è una leva di PIL fondamentale, e ce ne sono, come ricordava il consigliere Gianluca Gallo.

Lo dico perché l’ho già fatto in Commissione, a tarda ora anche in presenza dei dipendenti del CORAP: abbiamo mantenuto molto spesso numero legale, che altrimenti non sarebbe esistito, siamo stati molto spesso critici, con un tono sempre rispettoso sia del ruolo di chi è stato votato e sia di chi, dal nostro punto di vista, non ha fatto bene il proprio lavoro.

Ve lo dico: intendiamoci subito già da adesso, il presidente Oliverio, che sull’esperienza e anche su un ciclo non è sicuramente al trampolino di lancio, ma ha un ciclo di lavoro importante, un’esperienza durata tanti anni, non dico finale perché non è un problema d’età, però avrebbe potuto permettersi qualche lusso in più e ciè parlare il linguaggio della verità.

Sul CORAP - l’ho già detto in Commissione - bene le misure che il Codice civile ti consente, ma è bene - lo abbiamo fatto mettere a verbale anche in Commissione - capire che chi è stato espropriato deve avere un ristoro. C’è stato un ritardo che non riguarda questa Legislatura ma tante altre, però dobbiamo intenderci. Lo dico a chi lo governa in queste ore, in qualità di commissario, a chi in futuro farà un Piano industriale: un’Azienda non regge con 98 dipendenti se non servono o se sono di più. Non dico che non servono. Questo è il linguaggio della chiarezza perché è ovvio che noi dobbiamo salvarne, con un Piano industriale, 40-50 che sono quelli utili a un’azienda che governa questi processi, quindi le aree industriali calabresi. Dobbiamo capire, chiudere questo contenzioso e dovremmo farlo come è stato fatto per Roma capitale. Lo dico a Orlandino Greco che ha fatto il Sindaco, dovrebbe esserci un confronto con il Governo com’è stato per Roma Capitale. Qui lo Stato ha riguardato Catania come Comune, ha riguardato una grande capitale, ma c’è un problema che riguarda quei debiti iscritti dal 1980 e che riguardano acqua e Tari. Non possiamo pensare di chiuderla così. Non dico noi, perché arriveranno altre generazioni a governare dopo di noi! Noi possiamo pensare di chiuderla così, quindi che sia necessario contrattare un rientro dei nostri Comuni, ma in tutto questo c’entra anche il CORAP! E al CORAP, a chi nel CORAP lavora, a chi nel CORAP sarà salvato con la responsabilità della minoranza bisogna dire la verità, senza offendere nessuno, capendo quali sono le risorse formate, occupandoci anche degli altri casi; ci saranno sicuramente dei pensionamenti, così come ci saranno delle risorse che possono svolgere altre mansioni. Il linguaggio della chiarezza è questo, cioè deve stare sul mercato! Deve stare sul mercato! Questo è il linguaggio, ripeto, di verità, che nessuno ha il coraggio di usare. È come quando sono entrato in Consiglio regionale, avevo 38 anni, assessore, e mi è toccato pagare i debiti sulla sanità e spiegare alla gente che dovevamo riconvertire, quindi chiudere, gli ospedali. La colpa poi sembrava che fosse di Orsomarso! Io non c’entravo nulla! Semmai, come abbiamo detto, ci abbiamo messo la faccia, come stiamo mettendo la faccia anche stasera, e altri ci hanno messo le mani! Quindi, non assolvete chi ci ha messo le mani, perché la responsabilità vale per i dirigenti, vale per chi si assume la responsabilità tecnica ma vale ovviamente anche per la politica.

Quindi metterci la faccia, sapendo che sarà difficile. Non è che se anche viene sconfitto il centro-sinistra i problemi non restano, vengono rinviati.

Ricordate quando chi vi ha anche criticato, provando a tenere un atteggiamento responsabile, che in futuro non si sarebbe fatto come in passato, come sulla sanità…. No, noi arriveremo e riapriremo. Noi. È una tendenza di chi non governa i processi! I 5stelle hanno approvato un decreto che ha imbarbarito e distrutto quel poco che era rimasto di sanità! Quindi è facile parlare! Io lo dico per sottolineare, visto che siamo alla fine e finalmente penso ci siamo riusciti, che è ovvio che chi c’ha 50 anni non può reinventarsi una vita, no… Quindi, i lavoratori del CORAP e tutti i creditori vanno tutelati però ricordatevi queste giornate per il futuro perché devono appartenere a tutti. Questo è il tenore, per cui annuncio, come ho già fatto in Commissione, anche a nome di tutta la minoranza, la nostra astensione su questo provvedimento. 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Penso che sia utile ricordare brevemente che qui si era arrivati con una proposta di Giunta, all’insaputa del Consiglio, in cui si si proponeva un provvedimento, per quanto riguarda il CORAP. Quel tentativo è stato sventato; il Consiglio regionale si è appropriato delle sue competenze; si è avviata una discussione e questa discussione è servita a fare un’operazione verità sul CORAP. Abbiamo scoperto che il CORAP nasce senza un Piano industriale, e uno dice: “tu fai nascere un organismo e non sostanzi con un piano industriale quest’organismo”, senza statuto e senza regolamento. 

Se il CORAP è nato in questo modo, la vicenda politica e finanziaria era segnata! È ovvio che quando nasce il CORAP lo fa sulla base di una ricognizione dei bilanci delle vecchie ASI, che portano a meno 26 milioni di euro, ma il Piano industriale doveva servire - e non è stato fatto - a sostenere una proposta economica e finanziaria che permettesse al CORAP di togliere i debiti e di fare le sue funzioni. Poi l’operazione verità - l’abbiamo visto - in questi quattro anni e mezzo è successo l’ira di Dio al CORAP: spreco di risorse, utilizzo di risorse pubbliche in modo clientelare, addirittura siamo finiti a Marrakech mentre il CORAP affondava nei debiti! Consulenze e parcelle quasi milionarie agli avvocati, un contenzioso enorme e mi dicono che alcune cause di risarcimento, per quanto riguarda gli espropri, sono andate a sentenza ultimamente.

Ma di chi è la colpa!? Dei commissari che sono stati nominati dalla Giunta o della Regione, che non ha vigilato e aveva il compito di vigilare sui bilanci e sulle attività del CORAP? Perché si è omessa la vigilanza che era in capo al Dipartimento attività economiche e produttive?

 Ritengo che ormai sia veramente stucchevole il fatto che la Calabria, anche in questi minuti, in importanti trasmissioni televisive viene ricordata in negativo, proprio in questi minuti mi sono arrivati un sacco di sms che mi avvisano che si parla della Calabria, nelle trasmissioni in prima serata. Ma non diamo loro la stura a parlare in modo negativo! E vedrete che questa vicenda del CORAP, al di là delle vicende che noi abbiamo appreso durante le audizioni in Commissione in relazione a un’inchiesta da parte della Magistratura e che dovrà fare il suo corso, c’è una questione vera, politica e cioè di come in questi anni siano state utilizzate le risorse pubbliche, regionali e non solo, che non sono stati finalizzate a produrre investimenti, occupazione, ma sono stati utilizzate per produrre consenso, attraverso procedure clientelari, contornate da consociativismo e trasversalismo! Consociativismo e trasversalismo.

E quindi è chiaro, non lo voglio dire, anche oggi siamo costretti a approvare un provvedimento di questo tipo perché – e lo dobbiamo dire - il bilancio di esercizio provvisorio non ha permesso di evitare questo tipo di provvedimento, perché se ci fosse stata l’approvazione del bilancio noi avremmo potuto reperire risorse fondamentali, risorse fondamentali per ripianare i debiti e non saremmo dovuti arrivare all’ operazione che ci permette, attraverso questa legge, di cercare di salvaguardare i livelli occupazionali. Ricordiamocelo! Cercare di salvaguardare i livelli occupazionali, cercare di salvaguardare le funzioni e il patrimonio.

La partita si giocherà sul patrimonio dell’Ente, vedrete su questa questione! E non dobbiamo rifuggire dalle responsabilità. Non ho bisogno di prendermela con il presidente Oliverio perché non ho nessuna ragione politica, anche perché il mio partito ha deciso di non ricandidarlo. Quindi il mio partito ha deciso di non ricandidare il presidente Oliverio alle prossime elezioni regionali e di dar vita a una nuova fase politica.

Non ho interesse ad attaccare Oliverio, come ho detto prima! Non ho interesse a sparare sulla croce rossa! Il punto è, anche qui, che per questo provvedimento dobbiamo ringraziare il centro-destra, l’opposizione, perché io nelle Commissioni ho partecipato; non solo hanno garantito la maggioranza, la possibilità di garantire il proseguo dei lavori e pervenire a una proposta che è la proposta sulla quale il Consiglio si è ritrovato, ma anche stasera il centro-destra è fondamentale per l’approvazione di questo provvedimento. L’astensione è frutto delle mediazioni su questo testo.

Quindi c’è un dato politico evidente. E non dobbiamo evitare di fare di tutta l’erba un fascio e dire: “eh, sì… ma c’erano i 26 milioni di euro!” Certo che c’erano 26 milioni di euro, ma quando nasce il CORAP lo sapevamo che c’erano quei 26 milioni di euro. Perché non si sono messi nel momento di nascita del CORAP quelle necessarie iniziative per ridurre il debito e non farne altri? Perché accanto ai 26 milioni noi abbiamo avuto 3 milioni e mezzo-4 milioni di euro di perdita ogni anno, perché il CORAP non aveva il Piano industriale, ha funzionato senza Statuto e senza Regolamento, senza una visione di prospettiva! Io mi auguro che questa legge a cui perveniamo serva in questa fase di transizione, in questi due o tre mesi, perché ovviamente non è che sia necessario essere maghi.

Ovviamente, appena si voterà, ci sarà una nuova amministrazione che metterà mano a questa legge. Nel momento in cui sarà in grado di formulare un bilancio, troverà le risorse necessarie a impedire che non vengano garantiti i posti di lavoro, in particolare non venga svenduto il patrimonio di un Ente importante. È uno sforzo che lasciamo alla prossima Legislatura.

Credo che fosse quello che si poteva fare in questo momento storico - visto l’impossibilità di approvare un bilancio - e mi auguro, è questo l’auspicio, che chi sarà chiamato a gestire questa fase, il commissario, sia in grado di garantire trasparenza, di fare scelte che vanno nella direzione di salvaguardare i posti di lavoro e di salvaguardare il patrimonio di questo Ente. Questo è l’auspicio che noi lasciamo. In questa fase si poteva fare di più se ci fosse stata una maggiore volontà politica e anche una maggiore agibilità economica, finanziaria di questo Consesso.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Fragomeni. Ne ha facoltà.

FRAGOMENI Mariateresa, Assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

Grazie, Presidente. Preliminarmente consentitemi di ringraziare veramente tutti coloro che hanno partecipato alle svariate e numerose sedute delle Commissioni e che hanno apportato, quindi, i contributi tramite idee, scontri. Non è stato semplice arrivare all’iter che oggi approda in Aula con la proposta di legge 473/10^.

Ha ricordato il consigliere Pedà che la prima proposta era partita da quella del consigliere Mirabello, su cui poi si è lavorato; è stata presentata un'altra proposta di legge che era quella del consigliere Giordano del gruppo del Partito Democratico, cui poi si è aggiunta l'altra, la terza proposta di legge, del consigliere Giannetta. Si è lavorato cercando di fare una sintesi di quelle tre proposte, arrivando alla proposta numero 473/10^.

Il lavoro non è stato semplice neanche per noi; noi avevamo una contezza maggiore visto che, con il Dipartimento e con il CORAP, abbiamo lavorato più a stretto contatto Purtroppo, però, non è stato semplice poter dire ed arrivare a questa proposta di legge, perché è chiaro che gli obiettivi che ci si è sempre posti sono stati: la salvaguardia delle funzioni, dell'occupazione, dei servizi, del patrimonio dei creditori. E, purtroppo, tutti assieme, così come si sarebbe voluto, è chiaro che con un colpo di bacchetta magica non si possono avere.

È bene ricordare che - lo hanno ricordato anche parecchi consiglieri nel loro intervento - il CORAP nasce con la legge 24 del 2013 con cui si approda all'accorpamento delle cinque ASI, dei cinque Consorzi provinciali, regolati dalla legge 38 del 2001.

La legge numero 24 è una legge lacunosa - lo dico sempre e l'ho ripetuto più volte - soprattutto perché non era stato fatto nessun tipo di studio economico finanziario. Quindi si sono prese le 5 ASI e si sono accorpate così senza…

È stata una legge, quindi, di difficile applicazione, proprio perché, nella definizione del modello organizzativo e nella complessa procedura di accorpamento, si sono trovate cinque differenti realtà, produttive ed organizzative, completamente differenti.

Quindi è chiaro che nel momento in cui c’è stato il primo bilancio da approvare, il bilancio 2016, per via dei numerosi disallineamenti, non è stato facile arrivarci, tant'è che poi si sono succedute delle operazioni, cosiddette verità, che hanno fatto venire fuori quella che era la vera situazione del CORAP, cioè il primo anno si è chiuso con un disavanzo di 26 milioni e 6 circa; il secondo anno, il 2017, si è andata a sommare un'altra perdita di 3 milioni 170 e il terzo anno, nel 2018, una perdita di 3 milioni 570 circa.

Ovviamente, questo che cosa ha fatto capire? Ha fatto capire che, al di là della situazione disastrosa di anni e di mala gestione per ventenni, ante costituzione del CORAP, che erano venuti fuori soltanto tra il 2016/2017, c'era comunque una crisi strutturale riconosciuta dal revisore, che, nei suoi numerosi verbali ne ha sempre parlato; tant’è che, addirittura, nel verbale del marzo scorso aveva minacciato di “portare i libri in Tribunale”. Questa è la frase tipica che si trova nei libri di diritto commerciale, come per dire “sto andando a dichiarare il fallimento”, cosa che tra l'altro non si può fare per questo tipo di Ente, ma comunque le note continue dei vari commissari, direttore generale e attuale Commissario straordinario del CORAP parlano di questa situazione di crisi strutturale.

Noi abbiamo cercato e la Giunta Oliverio ha cercato, fino alla fine, di trovare la soluzione. Addirittura voi ricorderete che, con la finanziaria del 2018, questa Giunta ha messo 9 milioni di euro per il triennio 2018-2021. Perché? Perché considerando i 3 milioni di perdita strutturale, la maggior parte dovuta, comunque, ad un costo piuttosto sostenuto del personale, noi avevamo cercato di coprire le perdite con l'introduzione di questi 9 milioni nel triennio. Nell'ultimo anno si era registrato un notevole aumento di contenzioso, legato - e ci tengo a sottolinearlo - alle vicissitudini delle precedenti ASI che, ovviamente, hanno generato delle difficoltà nella gestione quotidiana, tanto da non riuscire pagare più né fornitori né lavoratori né, ovviamente, ad affrontare i debiti tributari.

Arrivati a questo punto ci si è dovuti, necessariamente, imporre una pausa di riflessione e studiare attentamente le varie proposte, considerando che noi dobbiamo sempre fare i conti - e non dobbiamo dimenticarlo - con la normativa e con la legislazione vigente, dove c'è appunto il divieto di soccorso finanziario. Sarebbe bello per noi poter dire “mettiamo dei fondi, mettiamo 40 milioni, si ripiana tutto”.

Non si può fare! È stato detto in tutte le Commissioni, è stato, praticamente, sviscerato più e più volte, perché c'è il divieto di soccorso finanziario. Tant'è che anche volendo ed avendo la disponibilità di mettere 40 milioni di euro, cioè che la Regione possa mettere 40 milioni di euro, non si potrebbe fare perché non si può ripianare questa perdita. Senza entrare, poi, nel dettaglio che, comunque, la Regione ha solo il 46,67% delle quote, perché il restante sono agli altri vari Comuni eccetera.

Per onestà, ovviamente, io faccio questo breve excursus, perché la Regione ha provato, fino alla fine, a trovare una soluzione. Tra l'altro, mi dispiace per il consigliere Giannetta, che ora non vedo in Aula, perché gli emendamenti che ha presentato in Aula - lo sa bene - altro non erano che di fatto la sua stessa proposta di legge, che purtroppo però non era sostenibile dal punto di vista economico-finanziario, perché in pratica significava rimettere i famosi 40 milioni di euro.

Tra l'altro c'è un'altra questione. Né si può dire “non è compito del legislatore preoccuparsi della copertura finanziaria”, perché questo credo sia poco responsabile. Cioè un legislatore che fa una cosa del genere, senza avere la copertura finanziaria e, quindi, con i pareri, tra l'altro, negativi delle Commissioni, significa praticamente mandare, automaticamente, tutto alla Corte dei conti con tutto ciò che ne consegue. Tra l'altro, i vari confronti che si sono tenuti, sia in Commissione sia con i sindacati, anche con i lavoratori, hanno portato a questo testo di legge.

Altro non facciamo con questa proposta di legge che aggiungere alla legge numero 24 del 2013 idonei istituti che mancano e riconducono l'azione amministrativa ad ipotesi di scioglimento dell'Ente in caso di crisi strutturale dello stesso, sulla base di indicatori che devono essere fissati per legge. Infatti la proposta di legge individua le situazioni di crisi aziendale, in presenza delle quali potrebbe essere disposta la liquidazione coatta amministrativa.

Gli indicatori, così come sono stati già detti in precedenza, quando è stata spiegata la proposta di legge, sono: le gravi perdite di esercizio per due esercizi finanziari consecutivi, l'impossibilità di assicurare la sostenibilità e l'assorbimento delle funzioni indispensabili e l'impossibilità di pagamento dei debiti liquidi ed esigibili nei confronti dei terzi.

Assieme a questa parte, quindi a questo primo articolo, in cui si va ad aggiungere – ripeto –alla liquidazione ordinaria l’istituto della liquidazione coatta amministrativa che consente alla Regione di procedere, mediante l'ausilio di particolari tutele giuridiche, per il personale, i creditori, nonché nei confronti di tutti quegli altri operatori economici che, quotidianamente, interagiscono con l’Ente.

Quindi, assieme all'introduzione di questo istituto, la Regione, però, nel secondo comma - mi dispiace che si parli soltanto del primo comma, cioè dell'introduzione della liquidazione amministrativa, ma non si tenga conto del secondo comma – scandendo i tempi istituisce la nuova agenzia; cioè il secondo comma dice che “la Regione, nel caso di liquidazione coatta amministrativa del CORAP, è impegnata, anche al fine di procedere con un generale riordino e rilancio delle politiche connesse alla gestione delle aree industriali ed attrazione investimenti, a costituire un nuovo ente pubblico economico denominato, appunto, Agenzia regionale sviluppare industriali”, nell'ambito del quale dovrebbero confluire le funzioni già previste dalla legge 317 del ’91 e le leggi regionali 38 del 2001 e 24 del 2013.

Pertanto, questo – ripeto - non è soltanto l'introduzione di un istituto che già c'è, ovviamente con delle maggiori tutele, ma scandisce anche tutta una serie di attività che si susseguiranno, ovviamente, alla liquidazione.

Infine, al consigliere Pedà volevo dire una cosa, perché più volte ha fatto riferimento alla mancanza dei direttori generali in Commissione e gli ho sempre dato ragione, tant'è che abbiamo - e questo l'ho fatto io come Assessore al personale - introdotto degli obiettivi, per quanto riguarda i direttori generali, che riguardano le presenze o le assenze in Commissione per seguirne i lavori.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame alla votazione del provvedimento, consigliere Battaglia, passiamo all'esame del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Ordine del giorno numero 66 di iniziativa dei consiglieri G. Arruzzolo, O. Greco, D. Battaglia, G. Gallo, C. Parente, G. Giudiceandrea, G. Nucera “Sulla situazione di malati di Alzheimer e sulla qualità del sistema assistenziale”

PRESIDENTE

Ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Gallo, Arruzzolo, Greco, Battaglia, Parente, Giudiceandrea e Nucera “Sulla situazione dei malati di Alzheimer e sulla qualità del sistema assistenziale”

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, questo ordine del giorno è finalizzato a dare attuazione al Decreto del commissario ad acta.

Semplicemente, questo ordine del giorno impegna la Giunta regionale a dare effettiva attuazione al decreto del commissario ad acta numero 258 del 2018, che recepisce l'accordo sul Piano nazionale delle demenze e la strategia per la promozione ed il miglioramento della qualità e l'appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze. L'Alzheimer è un'emergenza, un’emergenza anche in Calabria e noi abbiamo bisogno di dare una risposta.

Ringrazio tutti i colleghi capigruppo che hanno firmato questo ordine del giorno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Sono sicuro che il collega Gallo capirà, ma, come ho già detto prima, mi astengo dalla votazione di ordini del giorno fino a quando non vedrò rispettato l'ordine del giorno della ZES, che impegnava la Giunta regionale a costituire uno sportello fisico a Gioia Tauro.

Grazie.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’ordine del giorno. È approvato.

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Ordine del giorno numero 67 di iniziativa del consigliere Sergio “Sul Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino – ex Valle Lao di Scalea(CS) e relativa situazione economico finanziaria”

PRESIDENTE

Passiamo all’ordine del giorno a firma del consigliere Sergio che ha facoltà di illustrarlo.

Poi sul secondo ordine del giorno facciamo intervenire anche l’assessore Robbe. Prego.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, il presente ordine del giorno riguarda il Consorzio di Bonifica integrale dei bacini del Tirreno Cosentino-ex Valle Lao di Scalea e la sua situazione economico-finanziaria abbastanza in difficoltà.

Premesso che con Decreto del Presidente della Giunta regionale numero 84 del 11.08.2017, in esecuzione alla deliberazione della Giunta regionale 354 del 31.07.2017, è stato nominato il nuovo Commissario straordinario del Consorzio di Bonifica del Tirreno Cosentino-ex Valle Lao di Scalea, individuato nella persona del funzionario regionale Celiberto Leonardo, in sostituzione del dottor Domenico Macrì.

La decisione di sostituire la guida dell'Ente consortile - e questo non è riferito al nominato funzionario - ha suscitato perplessità anche da parte dei Sindaci di sei Comuni dell'Alto Tirreno Cosentino (Orsomarso, Belvedere, Santa Maria del Cedro, Grisolia, San Nicola Arcella e Cetraro), in quanto la sostituzione del Commissario straordinario è stata assunta in assenza di dialogo tra i rappresentanti del territorio, vanificando, quindi, il lavoro anche di concertazione con le organizzazioni sindacali, con cui era stato raggiunto un accordo sulle iniziative da attuare a tutela dei lavoratori e finalizzata a superare le criticità strutturali e finanziare del Consorzio stesso, ereditate dalle precedenti irresponsabili, inefficienti gestioni. Ciò non può che ripercuotersi sui diritti del lavoratore, sul loro futuro e sul destino di un ente, che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia del territorio e nel sostegno all’economia agricola.

Nello scorso mese di ottobre i dipendenti del Consorzio di Bonifica, in una intera lettera avviata al Presidente della Giunta e al Prefetto, hanno rappresentato una situazione di disagio perché non vengono corrisposte - con quella di questo mese - probabilmente 5 mensilità. Tutto questo premesso, si impegna il Presidente della Giunta regionale ad adottare, come da precedenti accordi assunti, tutte le iniziative necessarie volte a tutelare i diritti lavoratori del Consorzio, che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia del territorio e nel sostegno all’economia agricola. In particolare avviando tempestivamente un Tavolo di concertazione che abbia come primo obiettivo il pagamento degli stipendi arretrati al mese di dicembre prossimo venturo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Intervengo per dichiarazione di voto: continuo ad astenermi, Presidente, come ho già detto in precedenza, visto che ritengo che queste approvazioni di ordine del giorno siano solo una mera perdita di tempo. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’ordine del giorno. È approvato.

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Ordine del giorno protocollo numero 33748 di iniziativa del consigliere Sergio “Sui tirocinanti dell’amministrazione della Giustizia; ai tirocinanti degli Enti locali rientranti nell’ex bacino dei percettori di mobilità in deroga; ai tirocinanti Mibact; ai lavoratori in servizio presso il Miur; alla storicizzazione dei precari della Regione”

PRESIDENTE

Passiamo all’ultimo ordine del giorno. Si tratta dell’ordine del giorno in merito ai tirocinanti dell’amministrazione della Giustizia e i tirocinanti degli Enti locali, rientranti nel bacino ex percettori di mobilità in deroga, ai tirocinanti Mibact, ai lavoratori in servizio presso il Miur, in ordine alla storicizzazione dei precari della Regione. Consigliere Sergio, se vuole illustrarlo ne ha facoltà, altrimenti possiamo passare anche all’intervento dell’assessore.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Premesso che da anni negli Uffici dell’amministrazione della giustizia del Mibact presso il Miur e presso gli Enti locali regionali sono impiegati, con reiterate proroghe contrattuali a termine o attraverso tirocini, percorsi formativi e altre forme di impiego precarie, migliaia di lavoratori calabresi che ai titoli di studio in loro possesso sommano ora una consolidata formazione, come si vede dall’elenco dei lavoratori precari storici della Regione Calabria di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 81/2000, dei lavoratori di cui alla legge regionale 15, 28 e 8 del 2010.

Lavoratori che indubbiamente costituiscono per il nostro Paese in generale e per la nostra Regione in particolare, quasi sempre al collasso, proprio per deficienza di organico e mezzi, una risorsa preziosa ed irrinunciabile, avendo garantito e garantendo alla pubblica amministrazione l’opportunità di avvalersi, nei comparti richiamati, di personale qualificato. Improcrastinabile, dunque, è divenuta ora la necessità di trovare una soluzione conclusiva alla vicenda lavorativa dei medesimi.

Peraltro, come anzidetto, quei lavoratori hanno pur sopperito alla grave carenza degli organici determinata dal blocco del turnover, restando, per l’altro verso, la risposta del mondo politico assolutamente insufficiente, limitata al più a una proroga dei contratti senza soluzione di continuità, alla reiterazione dei tirocini, dei percorsi formativi e altre forme di impiego precario, senza mai predisporre ed attuare iniziative e strumenti adeguati, concreti e fattivi.

Per poter procedere ragionevolmente ad un esito che vede la effettiva stabilizzazione occupazionale e che contemperi, però, imprescindibilmente i criteri ordinari di accesso al pubblico negli uffici interessati con i tirocini, i risvolti, le esperienze ivi acquisite e la formazione ivi perfezionata, quali assoluti titoli preferenziali. Per quanto premesso si impegna il Presidente della Giunta regionale, in ordine a tutte queste categorie di lavoratori, di procedere, tenuto conto dei tempi per l’attuazione del processo e della volontà del legislatore, di valorizzare queste figure, di poter rendere stabile il lavoro di questa massa di lavoratori importanti, che sono una risorsa, sono un valore aggiunto per tutte le attività che svolgono e per i settori in cui le svolgono.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Robbe. Ne ha facoltà e, con l’occasione, svolgerà l’informativa che aveva annunciato in Capigruppo.

ROBBE Savina Angela Antonietta, Assessore al lavoro e welfare

Comincerei dall’informativa e poi interverrei sull’ordine del giorno. È condivisibile la necessità di lavorare per dare degli sbocchi e sugli impegni richiesti. L’informativa riguarda i lavoratori di cui alla legge numero 1 del 2014, cosiddetti lavoratori della legge 12. Stiamo dando quest’informativa perché c’è stato nel corso degli ultimi mesi un interesse particolarmente forte da parte di tutti i consiglieri per capire quale fosse la sorte di questa categoria di lavoratori, inclusi nella legge, volta a favorire il superamento del precariato storico in Calabria.

Per censire questi lavoratori, di cui non si conosceva l’entità complessiva, era stata pubblicata una manifestazione di interesse, che di recente si è chiusa e ha portato all’approvazione di due allegati, l’allegato A e l’allegato B, con cui si è identificato il diritto di 88 lavoratori, che provengono da bacini di precariato storico, ad arrivare ad accedere, come gli altri lavoratori individuati dalla legge, ad opportunità occupazionali, costruite in funzione del superamento del precariato.

Con i capigruppo e con alcuni consiglieri abbiamo discusso recentemente sulla necessità di aprire una nuova manifestazione di interesse che è stata avviata, nella convinzione che ci siano ulteriori beneficiari che non erano stati censiti con la precedente manifestazione. Cosa succede adesso? Che gli 88 beneficiari identificati possono, essendo stati identificati e cristallizzati, trovare una soluzione qualora decidessimo di portare avanti le attività per loro, fermo restando il diritto che acquisiranno i beneficiari che andremo ad identificare con la nuova manifestazione di interesse.

In questo senso abbiamo lavorato e abbiamo identificato una opportunità importante per dare una risposta occupazionale a questi lavoratori, ma soprattutto per andare incontro alle esigenze di qualificare il sistema dei servizi sociali che, in questo momento, in Regione Calabria, abbiamo posto alla nostra attenzione e stiamo arrivando ad una sistemazione nuova rispetto al pregresso. In questo senso abbiamo ritenuto opportuno incontrare ieri i sindacati per rappresentare l’opportunità e condividere oggi con i consiglieri sia l’opportunità che abbiamo messo in campo con i capigruppo sia la volontà di procedere ad attivare questa opportunità; tutto ciò, senza togliere nulla a coloro che verranno identificati successivamente, ma andando già ad impiegare gli 88 lavoratori identificati con la manifestazione di interesse chiusasi a novembre scorso.

In cosa consiste questa opportunità? Noi abbiamo fatto una ricognizione abbastanza approfondita e dettagliata dell’utilizzo delle risorse. In particolare, abbiamo visto che sul PON inclusione c’è stato un utilizzo, non dal punto di vista quantitativo, non adeguato da parte degli Ambiti che hanno nella disponibilità le risorse e, contemporaneamente, abbiamo avviato la riforma del Welfare, che è stata deliberata qualche tempo fa.

Che cosa si rileva? Che gli Ambiti, per arrivare ad utilizzare in maniera più qualificata il PON inclusione e dare corso all’attivazione della riforma in maniera corretta, hanno bisogno di un intervento che potenzi le capacità degli uffici, le dotazioni degli uffici di Piano con interventi di capacity building. Questi interventi li abbiamo concordati con il Ministero del Lavoro, titolare della procedura e che trasferisce agli Ambiti le risorse del PON e che ha riconosciuto questa necessità e la ha anche definita, identificata, come ho appreso nelle ultime ore. Siamo in grado di dire che per interventi di capacity building potremmo utilizzare, per l’avviso del 2019 delle risorse del PON, una parte importante di risorse per effettuare interventi di capacity building e di assistenza tecnica agli Ambiti, utilizzando le risorse umane che abbiamo individuato con la manifestazione di interesse precedente, sapendo che probabilmente non saranno esaustive delle esigenze degli Ambiti.

Perché questo? Non perché abbiamo…

(Interruzione)

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Assessore, ma non è meglio farla la discussione quando c’è il numero legale!? Perché altrimenti poi la deve ripetere!

PRESIDENTE

C’è una richiesta di verifica del numero legale! Non è neanche corretto che l’Assessore parli di…

TALLINI Domenico (Forza Italia)

È lavoro sprecato, Assessore!

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, si avvicini per fare la chiama. Consigliere Esposito, però, qualora mancasse il numero legale, comunico che è già convocato il Consiglio regionale per il 28 novembre. Il primo punto sarà l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Sergio.

Prego, consigliere Tallini, faccia la chiama. Se c’è il numero legale l’Assessore continua e si porta ai voti l’ordine del giorno.

(Interruzione del consigliere Gallo)

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Questa discussione, se vogliamo, possiamo farla domani mattina nell’ufficio dell’Assessore.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, faccia la chiama, per favore. Consigliere Gallo, grazie.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Si tratta di un’informativa che sussegue ad una riunione in Conferenza dei capigruppo.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Procediamo con la verifica del numero legale!

TALLINI Domenico, Segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

In attesa del conteggio dei presenti, comunico che il Consiglio regionale, come concordato, sarà convocato per il prossimo 28 novembre, per l’approvazione dei documenti contabili da approvare inderogabilmente non oltre il 30 novembre. I presenti sono 13, manca il numero legale, pertanto la seduta è tolta.

La seduta termina alle 22,10

 

Allegati

Congedi

Ha chiesto congedo: Arruzzolo, Ciconte, Gentile, Salerno, Musmanno, Russo

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a) e lettera e) comma 1, dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. – (deliberazione G.R. n. 508 del 30.10.2019)” (PL n. 474/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni 2020-2022 (Art. 43 del decreto legislativo 118/2011) – (deliberazione G.R. n. 529 del 18.11.2019)” (PL n. 478/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - e alla quinta Commissione - Riforme - per il parere di cui all’articolo 108 del Regolamento interno, alla Commissione speciale di Vigilanza ai sensi dell’articolo 34 del Regolamento interno e al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi dell’articolo 127 del Regolamento interno del Consiglio regionale

(Così resta stabilito)

 

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

 

Battaglia, Tallini, Mirabello, Nucera, Guccione, Arruzzolo, Sergio, Aieta, Sculco, D’Acri - “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 agosto 2010, n. 21, recante: 'Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale'” (PL n. 472/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Battaglia, Giordano, Mirabello – “Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 e principi generali per la costituzione dell’Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali” (PL n. 473/10^)

È stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Greco “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 18 maggio 2017, n. 18 (Disposizioni per l’organizzazione del servizio idrico integrato)” (PL n. 475/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Giordano, Bova, Nucera, Giudiceandrea “Modifiche alla legge regionale 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro)” (PL n. 476/10 )

È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

 

 

Pedà – “Agevolazioni sui mezzi di trasporto regionali per gli appartenenti al Corpo nazionale dei vigili del fuoco – modifiche alla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto pubblico locale)” (PL n. 477/10)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposta/e di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Rendiconto esercizio 2018 dell’Azienda Calabria Verde – (deliberazione G.R. n. 493 del 25.10.2019)” (PPA n. 281/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“POR Calabria FESR FSE 2014-2020. Presa d’atto della Decisione di esecuzione della Commissione europea C(2019) 1752 final del 28.2.2019 che modifica la decisione di esecuzione C(2015) 7227 che approva determinati elementi del programma operativo 'POR Calabria FESR FSE' per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo nell’ambito dell’obiettivo 'Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione' pe la regione Calabria in Italia” (PPA n. 282/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“Rendiconto esercizio 2018 dell’Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA) – (deliberazione G.R. n. 516 del 14.11.2019)” (PPA n. 283/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria (deliberazione U.P. n. 55 del 10 ottobre 2019, così come modificata ed integrata dalla deliberazione U.P. n. 58 del 22 ottobre 2019)” (PPA n. 277/10^)

 

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Nomina di un membro effettivo ed uno supplente – iscritti all’albo dei revisori dei conti – del Collegio dei sindaci, costituito in forma monocratica, dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura (ARSAC) (art. 6, comma 1, Legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66)” (PPA n. 278/10^)

“Nomina di un membro effettivo ed uno supplente – iscritti nel registro dei revisori legali di cui all’art. 2 del D.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39 – di Revisore unico dei conti, costituito in forma monocratica, dell’Azienda Calabria Verde (art. 7, comma 1, Legge regionale n. 25/2013 per come sostituito dall’art. 24, comma 1, della Legge regionale 27 dicembre 2016, n. 43)” (PPA n. 279/10^)

“Nomina del Presidente e di un membro effettivo del Collegio sindacale della Fincalabra S.p.A. (Art. 3, comma 6, lett. b) Legge regionale 11 maggio 2007, n. 9)” (PPA n. 280/10^)

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 495 del 25 ottobre 2019, recante: 'POR Calabria FESR-FSE 2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario Asse 14 “Assistenza Tecnica (FESR)” –Azioni 14.1.1 – 14.1.2'

(PARERE N. 56/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

 

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 507 del 30 ottobre 2019, recante: 'Adozione del Piano delle alienazioni e valorizzazioni degli immobili della Regione Calabria – Esercizio finanziario 2019'

(PARERE N. 57/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere e alla Commissione speciale di vigilanza ai sensi dell’articolo 34, comma 3, lettera d) del Regolamento interno del Consiglio regionale.

Ritiro proposta di legge da parte del proponente

Con nota acquisita al protocollo generale n. 31269 del 29.10.2019, il Consigliere regionale Michele Mirabello ha ritirato la proposta di legge n. 460/10^ recante: 'Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24' di sua iniziativa.

 

Con nota acquisita al protocollo generale n. 31330 del 29.10.2019, il Consigliere regionale Domenico Battaglia ha ritirato la proposta di legge n. 469/10^ recante: 'Istituzione Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali e liquidazione del CO.R.A.P.' di sua iniziativa.

 

Con nota acquisita al protocollo generale n. 31390 del 29.10.2019, il Consigliere regionale Domenico Giannetta ha ritirato la proposta di legge n. 467/10^ recante: 'Legge regionale in materia di politiche di insediamento industriale' di sua iniziativa.

Trasmissione di deliberazione

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 528 del 14 novembre 2019, recante: 'Revoca della deliberazione di Giunta regionale n. 424 del 9.9.2019 concernente 'Presentazione al Consiglio regionale del disegno di legge recante 'Provvedimento di variazione al bilancio di previsione 2019-2021 approvato con la legge 21 dicembre 2018, n. 49' e conseguente ritiro del disegno di legge n. 459/10'.

Emanazione di regolamento regionale

In data 31 ottobre 2019, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 121 del 31 ottobre 2019:

Regolamento regionale n. 20 del 31 ottobre 2019, concernente: 'Modifiche al regolamento regionale 5 novembre 2013, n. 10 (Regolamento regionale di attuazione della l.r. 3 settembre 2012, n. 39, recante: 'Istituzione della struttura tecnica di valutazione VAS-VIA-AUA-VI' pubblicata sul BUR n. 16 dell’1.9.2012, s.s. n. 2 dell’11.9.2012)'.

 

In data 7 novembre 2019, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 123 dell’8 novembre 2019:

Regolamento regionale n. 21 del 7 novembre 2019, concernente: 'Modifica al Regolamento regionale n. 14, recante la disciplina delle strutture ausiliarie, del 10 agosto 2017 e s.m.i.'.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2019-2021:

 

Deliberazione Giunta regionale n. 496 del 25.10.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 517 del 14.11.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 518 del 14.11.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 519 del 14.11.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 520 del 14.11.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 521 del 14.11.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 522 del 14.11.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 523 del 14.11.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 524 del 14.11.2019.

Interrogazioni a risposta immediata

Neri - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

tra le prestazioni previste nel nomenclatore LEA approvato dal Parlamento Italiano è prevista la "Osservazione in epiluminescenza" cod.89.39.1, grossolanamente denominata esame videodermatoscopico, che risulta come esame di secondo livello per la prevenzione e la diagnosi precoce del Melanoma Maligno;

tale prestazione è prevista nelle linee guida internazionali per una diagnosi accurata di gran parte dei tumori della pelle e viene eseguita con cadenza periodica da alcune categorie di pazienti (oncologici, neuropatici, con familiarità positiva etc);

tale prestazione, rientrando tra i LEA, comporta il pagamento di un ticket di euro 6,97 e in Calabria viene effettuata esclusivamente negli ospedali HUB. Sembrerebbe che nell'ultimo anno presso il GOM tale prestazione sia stata eseguita in alcuni casi con la dicitura "Capillaroscopica" a fronte del pagamento di un ticket di euro 56 e in altri addirittura in regime extra LEA, cioè senza ricetta, a tariffa di euro 50. Tale prassi, ove fosse confermata, appare lesiva dei diritti dei pazienti nonché delle buone regole di pratica medica, ingenerando una confusione organizzativa nonché un aggravio di costi per i malati sottraendo alla copertura universale l'assistenza verso una patologia oncologica che per prevalenza ed incidenza è in continuo aumento -:

 

quali urgenti provvedimenti intende adottare per verificare l'esistenza di tali gravi comportamenti, valutando anche l'invio di una ispezione al fine di ristabilire una prassi conforme ai LEA e dare certezze di cure e di trattamenti ai pazienti del GOM di Reggio Calabria.

(520; 19/11/2019)

Interrogazioni a risposta scritta

Bova - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

- il PSR Calabria 2014/2020 è lo strumento di programmazione comunitaria basato su uno dei fondi SIE, il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), che permette alle singole Regioni italiane di sostenere e finanziare gli interventi del settore agricolo - forestale regionale e accrescere lo sviluppo delle aree rurali;

- l'Unione Europea ha messo a disposizione della Regione Calabria risorse finanziarie pari a €. 1.103.562.000 offrendo a tutti i potenziali beneficiari la possibilità di aumentare la competitività del settore agricolo e forestale del territorio;

- l'intervento 7.3.2 "Interventi per la crescita digitale nelle aree rurali" sostiene, all'interno delle aree rurali C e D del territorio regionale, l'implementazione delle tecnologie informatiche nell'ambito delle pubbliche amministrazioni e l'ampliamento della capacità di fruizione dei servizi digitali da parte dei cittadini, e favorire l'accesso alla fornitura di servizi pubblici on line;

- con D.D.G. n. 3168 del 11/04/2018 è stato pubblicato l'Avviso pubblico per la presentazione delle domande di sostegno relative alla Misura 07 — intervento 7.3.2. "Interventi per la crescita digitale nelle aree rurali" del PSR Calabria 2014-2020, annualità 2018;

- il punto 2.3 delle Disposizioni Procedurali allegate all'avviso di cui sopra, prevede la possibilità per i soggetti non ammessi di proporre istanze di riesame a cui è destinato in via cautelativa un importo pari al 10% della dotazione finanziaria complessiva prevista dal bando per la creazione di apposita riserva;

- con D.D.G. n. 11013 del 05/10/2018 è stata approvata la graduatoria definitiva relativa al suddetto avviso con riconoscimento del contributo finanziario limitatamente agli investimenti compresi tra la posizione n. 1 e la posizione n. 114;

- con D.D.G. n. 9724 del 06/08/2019 è stato approvato l'elenco delle domande oggetto di riesame con riconoscimento del contributo finanziario ai comuni compresi dalla posizione n. 1 alla n. 12. Considerato che: - il primo dei soggetti non beneficiari del contributo finanziario collocato in posizione n. 115 della graduatoria definitiva approvata con D.D.G. n. 11013 del 05/10/2018 ha un punteggio riconosciuto di 37;

- tra i soggetti beneficiari del contributo finanziario nell'elenco delle domande oggetto di riesame sono finanziati comuni con punteggi inferiori a 37, e in particolare con punteggi pari a 36, 35.5 e 34 -:

 

quale sia stata la ratio utilizzata nel riconoscimento dei contributi finanziari relativi alla Misura 07 — intervento 7.3.2 "Interventi per la crescita digitale nelle aree rurali" del PSR Calabria 2014-2020, in virtù dell'esistenza di due graduatorie separate (una per le domande ammesse e una per le domande oggetto di riesame) che di fatto assegnano il contributo finanziario senza tener conto di una graduatoria complessiva, con la risultanza che soggetti a cui sono attributi punteggi inferiori risultano vincitori in danno di altri soggetti che, pur avendo presentato progetti migliori e con punteggio maggiore, sono risultati esclusi dal riconoscimento del contributo finanziario.

(513; 23/10/2019)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

• in data 24 ottobre 2019, la Filt Cgil e la Camera del Lavoro di Cosenza hanno promosso a Lorica, nel salone dell'Ente Parco, un incontro per discutere della necessità di riaprire gli impianti di risalita di Lorica-Cavaliere in vista dell'imminente stagione invernale;

• la riapertura degli impianti di risalita di Lorica-Cavaliere è stato oggetto di una manifestazione di interesse da parte del Comune di Casali del Manco che non ha avuto nessun esito. Al momento nessuna impresa privata si è resa disponibile a gestire l'impianto per la prossima stagione invernale;

• nel 2018, una convenzione transitoria tra Regione Calabria, Ferrovie della Calabria e Arsac, ha permesso l'apertura dell'impianto sciistico di Lorica-Cavaliere per un periodo non superiore a un anno. Una volta scaduta la convenzione, nessuno si è occupato della manutenzione ordinaria e straordinaria, gli impianti a fune di Lorica sono nuovamente chiusi e ad oggi non c'è ancora alcuna data certa per la riapertura -:

 

visto l'ormai imminente avvio della stagione invernale e sciistica, quali iniziative urgenti intende adottare affinché possano essere riaperti, così come è avvenuto lo scorso anno, i nuovi impianti di risalita di Lorica. L'obiettivo è quello di consentire la riapertura degli impianti, in affidamento provvisorio, per l'otto dicembre. Bisogna lavorare e velocizzare le procedure per rilanciare l'economia del settore. Lorica è uno dei punti di forza per incrementare il turismo invernale, una risorsa da tutelare e promuovere al meglio per fare in modo che la Sila torni ad essere una meta attrattiva per gli appassionati dello sci. E non solo.

(514; 28/10/2019)

 

Bova - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

- la Giunta Regionale, con deliberazione n. 329 del 22 luglio 2019, ha approvato il Programma Triennale del Fabbisogno di Personale triennio 2019-2021, prevedendo, tra l'altro, per l'anno 2019, la stabilizzazione di personale ai sensi dell'art. 20, comma 2, d.lgs 25 maggio 2017, n. 75;

- con riferimento a queste tipologie di assunzioni, la Giunta Regionale con deliberazione n. 610 dell'11 dicembre 2017 ha approvato un "atto di indirizzo in materia di valorizzazione dell'esperienza professionale del personale con contratto di lavoro flessibile e superamento del precariato";

- per l'anno 2019 le risorse destinate alle stabilizzazioni ex art. 20, comma 2, d.lgs n. 75/2017 relativamente alla quota interna (50%), ammontano ad euro 1.007.991,03 per come si evince dall'allegato alla DGR n. 329 del 22 luglio 2019;

Considerato che: - l'art. 17 della Legge 124/2015 recante "Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", meglio conosciuta come Legge Madia di Riforma della PA, prevede che nelle procedure concorsuali pubbliche di meccanismi di valutazione finalizzati a valorizzare l'esperienza professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile con le amministrazioni pubbliche siano esclusi in ogni caso i titolari di incarichi con uffici di diretta collaborazione degli organi politici;

- la Circolare n. 3/2017 del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione specifica al punto 3.2 che è escluso dall'applicazione dell'art. 20 del d.lgs n. 75 del 2017 "il servizio prestato negli uffici di diretta collaborazione di cui all'art. 17 del d.lgs 165/2001 0 degli organi politici delle Regioni, secondo i rispettivi ordinamenti, nonché quello prestato in virtù dei contratti di cui agli articoli 90 e 110 del d.lgs 18 agosto 2000, n. 267 (comma 7)";

- nell'avviso del Dipartimento "Organizzazione e Risorse Umane" per la ricognizione dei contratti di lavoro flessibile, pubblicato sul sito istituzionale della Regione Calabria in data 08.03.2018, si richiedeva ai soggetti interessati di dichiarare di aver maturato almeno tre anni di contratto, anche non continuativi, negli ultimi otto anni, prestato NON negli uffici di diretta collaborazione con l'Organo politico;

Dato atto che: - dall'atto interno del Dipartimento "Organizzazione e Risorse Umane" (prot. SIAR n. 0366887 del 23.10.2019) si evince che sono state presentate n. 809 autocertificazioni ricognitive -:

 

quali controlli siano stati effettuati sulle autocertificazioni ricognitive di cui sopra e se soggetti attualmente titolari di incarichi di diretta collaborazione con gli organi politici della Giunta Regionale abbiano presentato autocertificazione per l'accesso alle procedure di stabilizzazione di cui sopra.

(515; 08/11/2019)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

• in data 05-09-2017, con delibera numero 1670, l'Asp di Cosenza ha indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di 16 posti di operatore tecnico specializzato - autista di autoambulanza, categoria BS;

• in data 29-10-2018, con delibera numero 1661, l'Asp di Cosenza ha nominato la commissione esaminatrice per il concorso pubblico OTS - Autista di autoambulanza Categoria BS;

• l'Asp di Cosenza, in modo inopportuno e con profili di illegittimità, con delibera numero 931 del 31-10-2019, ha revocato il concorso pubblico OTS - Autista di autoambulanza Categoria BS, nonostante siano state presentate centinaia di domande da parte degli aspiranti candidati;

• la direzione dell'Asp di Cosenza, tra l'altro, era a conoscenza di incontri tra i sindacati, il dirigente generale del Dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie, il commissario ad acta per il Piano di rientro. Incontro mirati per verificare il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) assicurati dalle Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione Calabria in relazione al fabbisogno di personale tecnico/sanitario necessario per mantenere gli standard assistenziali previsti. Nel verbale sottoscritto da tutti i partecipanti all'incontro, veniva specificato che bisognava risolvere alcuni aspetti, tra i quali lo "sblocco delle procedure concorsuali già bandite e non ancora definite ed espletate, che dovranno essere concluse entro il 30 giugno 2020";

• è evidente che la procedura adottata dall'Asp di Cosenza con delibera numero 931 del 31 ottobre 2019 deve essere immediatamente revocata, perché è palesemente in contraddizione con quanto deciso dalla Regione Calabria, dal commissario ad acta Saverio Cotticelli e dai sindacati e di fatto lede il diritto di centinaia di persone che hanno deciso di partecipare al concorso -:

 

- quali iniziative intende mettere in atto per evitare che ci siano palesi violazioni nei confronti di centinaia di calabresi che hanno legittimamente presentato domanda e chiesto di partecipare al concorso pubblico indetto nel 2017 e che oggi, per motivazioni amministrative poco chiare, hanno portato l'Asp di Cosenza a revocarlo;

- si chiede che, in autotutela, la Regione Calabria e il Dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie, venga annullato quanto deciso dall'Asp di Cosenza, anche alla luce dell'accordo sottoscritto con i sindacati e l'ufficio del commissario.

(516; 08/11/2019)

 

 

Giordano - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

- l'Oasi WWF del Lago dell'Angitola si trova in un Sito d'importanza Comunitaria nei Comuni di Monterosso Calabro e Maierato (Vv) e rappresenta una zona umida di importanza internazionale, tappa fondamentale di un'importante rotta migratoria di uccelli. L'area si estende per circa 875 ettari e comprende un lago artificiale sul fiume Angitola che offre un rifugio sicuro a molte specie di uccelli;

- a seguito di una segnalazione di una significativa moria di pesci il Direttore del Dipartimento Provinciale Arpacal di Vibo Valentia, dott. Migliorino, con una nota inviata al Commissario straordinario del Parco regionale delle Serre e ad altri Enti competenti ha evidenziato che "le analisi chimico-fisiche, batteriologiche ed eco-tossicologiche, effettuate su un campione di acqua superficiale sono da riferire al campione istantaneo prelevato in superficie dalla sponda sinistra del lago. Le analisi dei fitofarmaci rilevano la presenza di dde e ddt;

inoltre viene rilevata la presenza di para para Dde e Ddt totale (pesticidi), entrambi in concentrazioni superiori se confrontato i rispettivi standard di qualità ambientali, espressi come valori medi annui, riportati nella tabella 1A del decreto legislativo 172 del 2015 (La ricerca degli idrocarburi policiclici aromatici ha rilevato la presenza di fenantrene (sostanza inquinante)";

- i risultati delle analisi sono da ritenersi preoccupanti sia per l'ecosistema del sito comunitario sia per la salute della comunità territoriale limitrofa al sito -:

 

- quali sono le azioni finora intraprese, anche in collaborazione con gli altri Enti competenti alla salvaguardia del sito, per stabilire la provenienza degli inquinanti rinvenuti e per accertare le cause dell'inquinamento;

- quale sia lo stato di aggiornamento, da parte del Dipartimento Ambiente e Territorio della regione, del Piano di Tutela delle acque, quest'ultimo condizione imprescindibile per la redazione del Piano di gestione;

- quale sia lo stato di aggiornamento del "Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati" a seguito dello schema della convenzione stipulata tra il Dipartimento Politiche dell'Ambiente della Regione Calabria e l'ARPACAL (Delibera ARPACAL n. 37 del 5/2/2015) che affida all'Agenzia stessa la predisposizione e attuazione di un Piano di Lavoro per lo svolgimento delle attività finalizzate all'aggiornamento dei dati dei siti potenzialmente inquinati presenti nella Regione Calabria, al fine di stabilire l'ordine di priorità degli interventi di bonifica secondo criteri di valutazione del rischio relativo e se il lago Angitola sia già stato inserito nei suddetti interventi prioritari;

- quali siano, in ogni caso, gli interventi urgenti programmati per una prima bonifica del sito.

(517; 13/11/2019)

 

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

• in data 15 novembre 2018 ho presentato un'interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale della Calabria Mario Oliverio, sul mancato funzionamento del Blocco Operatorio (quattro sale operatorie: Cardiochirugia, Ortopedia e due di Chirurgia) del Presidio ospedaliero di Castrovillari, inaugurato più volte in modo farlocco, costato euro 4.778.400,00 (Iva inclusa), chiavi in mano, con gara aggiudicata nel 2008. A distanza di undici anni il Blocco Operatorio risulta non collaudabile perché manca la progettazione della Centrale gas medicali, del Gruppo elettrogeno e i lavori correlati all'utilizzazione delle Sale operatorie da parte degli operatori quali spogliatoi e bagni;

• in data 30 novembre 2018 il Presidente della Regione Calabria inviava risposta scritta alla mia interrogazione confermando l'impossibilità di attivare le Sale operatorie dell'ospedale Spoke di Castrovillari e specificando che si sarebbe provveduto a progettare, finanziare i lavori necessari all'effettiva apertura del Blocco operatorio;

• ad oggi non risulta che siano stati avviati gli interventi necessari e promessi per l'apertura del Blocco Operatorio. Il permanere di tale situazione evidenzia un chiaro caso di "malasanità" dove sono stati sprecati euro 4.778.400,00 per un'opera che la malapolitica ha inaugurato per ben tre volte consecutive e che deve ancora essere completata per poter offrire un servizio ospedaliero efficiente ai cittadini dell'area del Pollino;

Tutto ciò premesso: • l'Asp di Cosenza e la Regione Calabria, a distanza di oltre un anno, non sono stati in grado di mettere in atto quegli interventi necessari al funzionamento del Blocco operatorio, nonostante le rassicurazioni date in risposta alla mia interrogazione del 15 novembre 2018 (protocollo numero 45138).

Per sapere:

quali sono gli ostacoli e gli impedimenti che hanno portato alla mancata realizzazione della Centrale dei gas medicali, del Gruppo elettrogeno e dei lavori correlati all'utilizzazione delle Sale operatorie da parte degli operatori quali spogliatoi e bagni. Lavori necessari per poter procedere al collaudo, all'accreditamento e all'utilizzo del Blocco operatorio del presidio ospedaliero di Castrovillari. Visto che la Regione Calabria ha speso inutilmente quasi 5 milioni di euro, sprecando risorse pubbliche per un'opera che non può ancora entrare in funzione se non vengono effettuati tali interventi, chiedo se non sia necessario procedere all'apertura di un procedimento finalizzato a individuare i responsabili di tale situazione. Credo, tra l'altro, sia opportuno segnalare alla Corte dei Conti e agli organi competenti la grave situazione che ha portato alla mancata apertura del Blocco Operatorio. Si chiede, inoltre, di conoscere il cronoprogramma per l'entrata in esercizio delle quattro sale operatorie dell'ospedale Spoke di Castrovillari.

(518; 14/11/2019)

 

Esposito - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

- nei mesi di ottobre e novembre 2018, moltissimi comuni calabresi sono stati colpiti da eccezionali eventi alluvionali, che hanno causato anche l'esondazione di torrenti e fiumi, con conseguente allagamento di case e strade ed ingentissimi danni, tanto alle abitazioni (con conseguente evacuazione di moltissime famiglie), che alle unità produttive, esposte a gravissimo pericolo per l'incolumità delle persone e delle strutture;

- con O.P.C.M., pubblicata in G.U. del 15/11/18, veniva dichiarato lo stato di emergenza, per i territori colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici, nelle varie regioni, con stanziamento di € 3.000.000, per i primi interventi urgenti in Calabria;

- con O.C.D.P.C. n. 558 del 15/11/18, pubblicata in G.U. n. 270 del 20/11/18, i presidenti delle regioni interessate, tra cui la Calabria, venivano nominati Commissari delegati, per fronteggiare l'emergenza, anzitutto predisponendo un piano degli interventi, da sottoporre all'approvazione del capo del dipartimento della protezione civile, in ordine a: soccorso ed assistenza alla popolazione;

ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche;

attività di gestione dei rifiuti e delle macerie;

misure volte a garantire la continuità amministrativa nei territori;

contributi ai nuclei familiari ed altri benefici;

- con nota prot. 390318/SIAR del 19/11/18, a firma del Responsabile U.O. 4 e del Dirigente U.O.A.- Protezione civile, è stato richiesto ai Comuni interessati di trasmettere la documentazione relativa a: interventi realizzati nella fase di prima emergenza, per assistenza e ricovero delle popolazioni colpite;

attività urgenti di messa in sicurezza;

prime misure di immediato sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle attività economiche e produttive;

- con D.P.C.M. del 27/2/19, sulla scorta della ricognizione dei fabbisogni ulteriori, rispetto alle somme stanziate con la delibera del 15/11/18, sono state assegnate ai Commissari delegati, le risorse finanziarie (quantificate, per la regione Calabria, in 25.107.996,61 euro, per l'anno 2019 e 28.246.496,18 euro, per gli anni 2020 e 2021, per un totale di 115.831.372,17 euro) per la realizzazione di investimenti strutturali ed infrastrutturali finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico, nonché all'aumento del livello di resilienza delle strutture ed infrastrutture colpite dagli eventi calamitosi e per la realizzazione di interventi volti al ripristino ed alla tutela della risorsa ambientale, nella misura e con le modalità meglio esplicitate nelle tabelle A e B, allegate al decreto, per costituirne parte integrante e sostanziale;

- con nota prot. 25135/SIAR del 8/7/19, a firma del Commissario delegato, è stato trasmesso, ai Comuni interessati, l'avviso pubblico per la presentazione di "domande di finanziamento per aumento di resilienza strutture di proprietà privata e per l'aumento di resilienza delle strutture sedi di attività economiche e produttive", da parte dei soggetti danneggiati, tramite gli appositi modelli allegati, da inviarsi entro il termine di 60 giorni;

tutto quanto sopra premesso -:

 

quale sia lo stato dell'istruttoria delle domande presentate dai soggetti aventi diritto e quali provvedimenti di propria competenza intenda assumere al fine di garantire, entro tempi brevissimi, la concreta erogazione dei fondi di "immediato sostegno" ai Comuni destinatari.

(519; 19/11/2019)

 

Tallini - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -  premesso che:

 

- la crisi della Manitalidea spa, appaltatore affidatario della Convenzione Consip FM 3"Servizio di Facility Management per immobili adibiti prevalentemente ad uso ufficio, in uso a qualsiasi titolo alle Pubbliche Amministrazioni, nota alla cronaca nazionale ed in atto dal 2017, ha provocato il mancato pagamento di lavoratori, subappaltatori e tornitori in tutta Italia, inclusi quelli coinvolti nella commessa Regione Calabria e per tale ragione l'Ente Regione, oltre che affrontare le agitazioni sindacali per il mancato pagamento delle maestranze, è stato più volte diffidato dai subappaltatori all'applicazione del pagamento sostitutivo delle somme dovute, in forza dell'art. 118 comma 3 del Dlgs. 163/2006;

- il dirigente pro-tempore dopo aver più volte respinto le richieste avanzate dalle aziende anche tramite i propri legali, ha contestato l'applicabilità dell'art. 118 Dlgs 163 - 2006, divergendo da quanto fatto da altri Enti pubblici nella medesima situazione, per poi cambiare avviso e avviare formalmente il procedimento per il pagamento diretto dei subappaltatori, senza mai concluderlo;

- nelle more, la Manitalidea spa, il cui caso è attenzionato dal MISE in ragione di istanze di fallimento plurime e rischio insolvenza presso il competente tribunale di Torino, ha contestato a Regione Calabria, come ad altri Enti, il mancato pagamento dei propri crediti e richiesto espressamente la delegazione di pagamento nei confronti dei suoi subappaltatori. - il dirigente, adducendo da un lato la cessione di credito a Banca Farmactoring e dall'altro contestazioni sull'esecuzione di alcune attività manutentive, ha ammesso comunque la dovutezza di pagamenti per somme non contestare, senza però mai darvi corso;

- la Società Manitalidea respingendo ogni addebito ha rilevato l'infondatezza delle contestazioni, mai elevate nelle forme di legge e comunque smentite dalle bolle di lavoro sempre controfirmate dai referenti regionali, cui peraltro è seguita regolare autorizzazione a fatturare, ma soprattutto, ha ribadito che ogni criticità lamentata sugli impianti tecnologici della Cittadella afferisce a difetti strutturali e decadimento progressivo non imputabile alla manutenzione, criticità segnalate a suo tempo con relazioni e prove tecniche e di laboratorio. Infine ha eccepito la tardività delle suddette contestazioni, intervenute e quantificate solo a distanza di molti mesi dal subentro della Siram spa altra azienda incaricata dello svolgimento di tali attività manutentive;

Considerato che: - in merito alla questione impianti anche l'azienda Siram spa, incaricata successivamente della gestione degli impianti, ha confermato con proprie relazioni tecniche che la condizione di grave decadimento degli impianti tecnologici della Cittadella sia imputabile a difetti originari di realizzazione e non possano essere riferiti alla manutenzione. - si rilevano criticità anche sui decreti dirigenziali adottati a modifica degli affidamenti dei servizi di gestione degli immobili regionali, decreto n. 1842 del 18.02 2019, che ha rimodulato l'appalto alla Manitalidea spa senza variarne l'importo complessivo, e il decreto n. 2409 del 28.02.2019 con cui si è affidato alla Siram spa l'attività di manutenzione degli impianti tecnologici della Regione Calabria, in primis della Cittadella;

- l'agire della Regione Calabria - per il tramite dei propri dirigenti - appare non rispondente alle esigenze primarie di chiarezza e non contraddittorietà, risultando frustrati interessi meritevoli di tutela, in primis il diritto di lavoratori e PMI che costituiscono i soggetti più esposti nell'articolata vicenda;

- le relazioni tecniche di ben due diverse aziende, supportate da prove ed esami, hanno dimostrano come i difetti strutturali e il decadimento progressivo di gran parte degli impianti tecnologici sia imputabile alle caratteristiche dell'acqua fornita alla Cittadella e che tali difetti di costruzione inficianti gli impianti tecnologici della Cittadella, avrebbero dovuto imporre l'adozione di iniziative tempestive per risolvere a monte e definitivamente tali criticità;

- risulta, altresì, inverosimile infatti l'iniziativa dei dirigenti e responsabili protempore di programmare l'acquisto di costosi impianti (es. gruppi frigo) anzichè rimuovere la causa originaria del problema. Tanto premesso e considerato -:

 

se il Presidente della Giunta Regionale, intende intervenire e quali provvedimenti vorrà adottare in merito alla vicenda del mancato pagamento delle ditte subappaltatrici, dando seguito all'applicazione del pagamento sostitutivo delle somme dovute, in forza dell'art. 1 18 comma 3 del Dlgs. 163/2006, nonché sulle altre criticità rappresentate, foriere di contenziosi e responsabilità erariale in danno della Regione Calabria.

(521; 19/11/2019)

Interpellanze

Giannetta - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

• ai sensi della normativa vigente in materia dal Dipartimento Lavoro, Formazione e Politiche sociali (lfps). settore 6 - mercato del lavoro, servizi per l'impiego, politiche attive e passive, ammortizzatori sociali, con Decreto Dirigenziale n. 8221 del 25/07/2018 avente ad oggetto: "Articolazione territoriale dei centri per l'impiego. Conferma dei responsabili e attribuzioni deleghe" è stata approvata l'articolazione territoriale dei Centri per l'impiego e si è proceduto alla conferma dei responsabili, nelle more della riorganizzazione, e comunque non oltre il 31/12/2018, dei funzionari amministrativi, già nominati con provvedimento delle amministrazioni provinciali e Città Metropolitana di Reggio Calabria, con i ruoli di responsabili dei Centri per l'impiego e di responsabili delle attività di cui alla legge 68/99 e ss.mm.ii.;

• con ulteriore Decreto Dirigenziale n. 26 del 07/01/2019 avente ad oggetto: " Proroga dei responsabili dei Centri per l'impiego e del collocamento mirato l.68/99" venivano prorogati i suddetti funzionari quali responsabili fino al 30.06.2019;

Considerato che: • a far data dal 1 luglio 2019 fino ad oggi non vi è stato alcun provvedimento o Decreto Dirigenziale di nomina o proroga per i 15 funzionari già responsabili dei 15 Centri per l'impiego calabrese;

• i funzionari predetti di fatto fino ad oggi continuano a gestire nella qualità di responsabili senza alcun Decreto di nomina o di proroga gli uffici suddetti;

Ritenuto che:

• i funzionari summenzionati nell'espletare di fatto tale attività, senza avere, peraltro alcuna posizione organizzativa, si stanno assumendo gravose responsabilità in modo illegittimo e non conforme alla legge. Tanto premesso, considerato e ritenuto si interpella il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:

 

• se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale ne sia a conoscenza;

• se ritenga quanto esposto coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo;

• se e come intenda adoperarsi affinché chi di competenza nell'immediatezza proceda ex lege al rinnovo o alla proroga dei Funzionari preposti, quali Responsabili dei 15 Centri per l'impiego dislocati in tutto il territorio regionale.

(52; 04/11/2019)

 

Gallo, Orsomarso - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

• sul Burc n. 71 dell'11.07.2018 veniva pubblicato il bando per la valorizzazione dei Borghi della Calabria;

• detta iniziativa, tesa a valorizzare e promuovere in un'ottica di nuove strategie i borghi della Calabria, attraverso uno stanziamento di 100 milioni di euro a valere sul fondo di sviluppo e coesione-FSC in favore dei Comuni calabresi, ad esclusione di quelli rientranti nella strategia regionale per le aree urbane e le reti di Comuni;

• tra gli interventi ammissibili figuravano quelli in grado di promuovere e incentivare la domanda turistica nazionale ed internazionale, migliorando l'offerta e l'accoglienza del territorio;

• il contributo concedibile veniva fissato in misura pari al 100% delle spese sostenute per la realizzazione di interventi di importo non inferiore a 300.000 euro, fino ad un massimo per beneficiario di 1.500.000 euro;

• il termine finale per la presentazione delle domande, inizialmente fissato al 30 luglio 2018, veniva successivamente prorogato al 21 settembre 2019;

• per la valutazione e l'esame delle istanze pervenute veniva nominata dalla Regione apposita Commissione;

• la stessa si insediava nel febbraio 2019, ultimando i suoi lavori nel volgere di due sedute consumate nell'arco temporale di dieci giorni;

• pur in mancanza di notizie ufficiali circa l'espletamento dei lavori della predetta Commissione, in data 3 settembre 2019 il Presidente della Giunta regionale, dopo aver convocato nella sala verde della Cittadella la quasi totalità dei sindaci calabresi, rendeva loro pubblicamente noto, presenti anche l'assessore regionale all'urbanistica ed il Dirigente del Dipartimento Urbanistica, aver avuto luogo l'ammissione a finanziamento di 359 proposte progettuali;

• nella stessa occasione, il dirigente del Dipartimento Urbanistica precisava essere avventa il 31 luglio 2019 la trasmissione degli atti da parte della Commissione di valutazione e di essere in fase di redazione la pubblicazione della graduatoria provvisoria;

• ad oggi, tuttavia, la predetta graduatoria non è stata ancora resa nota né pubblicata;

• a conti fatti, lo stanziamento complessivo di 100 milioni suddiviso per i 359 progetti indicati come ammessi a finanziamento da parte del Presidente della Giunta regionale comporterebbe, come evidente, una ripartizione delle risorse a disposizione in misura inferiore alla soglia minima di 300.000 euro indicata dal Bando, per di più, attraverso una redistribuzione a pioggia a discapito del merito e dell'effettiva bontà dei progetti presentati;

• negli ultimi giorni, riesce difficile capire a che titolo e da chi, molti Comuni sarebbero stati raggiunti da richieste di riformulazione delle schede progettuali a suo tempo presentate, pur essendo il Bando chiuso e le valutazioni già espletate;

• in particolare, da diversi articoli giornalistici apparsi su testate di rilevanza regionale, rimasti tutti privi di smentita, si è appreso dell'esistenza di comunicazioni indirizzate dal Dipartimento ai Comuni, con invito agli stessi ad accettare il finanziamento loro concesso previa rinuncia, da parte degli stessi, a possibili azioni giudiziarie finalizzate a reclamare il pieno rispetto delle previsioni del Bando;

• vane sono risultate, sin qui, le richieste di chiarimento formulate anche a mezzo stampa all'indirizzo della giunta regionale come del Dipartimento competente;

tanto premesso, interpellano il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:

 

• se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;

• se ritenga quanto esposto coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo, ed in particolare se reputi corretto procedere ad una sostanziale suddivisione in egual misura delle risorse disponibili, ignorando il merito dei progetti presentati ed ignorando le previsioni del Bando nel punto in cui si fissa in 300.000 euro il minimo ed in 1.500.000 di euro il massimo dell'importo del contributo concedibile;

• se e quando si intenda procedere alla pubblicazione della graduatoria ufficiale dei progetti ammessi a finanziamento;

• quali iniziative intenda assumere con urgenza per consentire il trasferimento immediato delle risorse in favore dei Comuni beneficiari.

(53; 12/11/2019)

 

Giannetta - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

- dopo l'adozione del Contratto dei Medici di Medicina Regionale - "AIR" (Accordo Integrativo Regionale) del 16 settembre 2006, approvato con deliberazione dell'08 agosto 2006, pubblicato nella Parte I e II BURC n. 17 del settembre 2006, l' A.S.L. n. 6 di Lamezia, considerato che nel Capo V, esaminando l'Emergenza Sanitaria Territoriale, si è stabilito che al fine di migliorare qualità del servizio e prestazioni erogate, oltre ai compiti istituzionali previsti dall'A.C.N. ai medici dell'Emergenza Sanitaria Territoriale sono attribuiti, come indicato all'art. 29 compiti specifici aggiuntivi e per questo a coloro che «forniranno formalmente all'Azienda la disponibilità a partecipare alle attività indicate e all'espletamento dei compiti aggiuntivi sarà corrisposta una indennità aggiuntiva di € 5,50 per ogni ora di attività>> e considerato che la lettura di tale norma aveva dato adito a diverse interpretazioni e per tale motivo la corresponsione di tale indennità era stata momentaneamente sospesa dalla Direzione della medesima ASL. n. 6 in attesa di chiarimenti da parte dell'Ufficio Regionale competente in materia;

- in risposta a detto quesito il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie — Settore Assistenza Territoriale, in data 26 febbraio 2007 (prot. n. 6394) aveva fornito risposta positiva confermando che «l'indennità aggiuntiva di €. 5,50 debba essere corrisposta sulla base della dichiarazione di disponibilità, da parte dei sanitari, a partecipare alle attività indicate nell'art. 29 di cui trattasi, fermo restando la responsabilità amministrativa-contabile dell'Azienda Sanitaria circa la mancata attivazione degli istituti connessi>>;

- con nota del 22 marzo 2017 (prot. n. 98976), il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche sanitarie — Settore "Risorse Umane del SSR Formazione ECM", ponendosi in posizione dubitativa e «prendendo atto della contraddittorietà di remunerare ore aggiuntive per attività pur esse aggiuntive al valore rispettivamente ai punti sopra indicati di €. 0,90 e 5,50 cent. Al fine di dirimere definitivamente in tempi rapidi la interpretazione corretta dell'A.C.N. si è richiesto alle OO.SS. una dettagliata relazione documentata relativamente ai criteri tecnico-contabili utilizzati a suo tempo per il calcolo del fondo che ha alimentato la corresponsione delle citate attività da parte delle Aziende Sanitarie Provinciali», concludendo che «tale ricostruzione verrà poi analizzata da parte del Dipartimento ricorrendo ad un parere dell'Avvocatura Regionale»;

- tale parere non è mai intervenuto e si sono verificate, soprattutto negli ultimi periodi, episodi di tensioni sociali, anche all'interno dei presidi sanitari;

- si sono verificati episodi di intolleranza ed esasperazione che hanno condizionato il già precario funzionamento delle strutture interessate;

- con nota a firma del Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, Prof. Riccardo Fatarella, del 23 marzo 2017 (prot. n. 101066), con l'intento dichiarato di fornire precisazioni alla precedente nota del 22 marzo 2017 (prot. n. 98976), laddove si diceva che «nell'ultimo capoverso che "nelle more della definitiva corretta interpretazione dell'A.I.R., il Comitato ha deciso anche al fine di raffreddare tensioni sociali a annoverate con nota messa a verbale in data 07 marzo c.a., di dare disposizioni alle ASP, ove ritenessero di non sospendere la corresponsione delle indennità con le modalità di indicare nel cedolino stipendi che la indennità di cui ai punti 20.2 e 29 dell'AIR sono comunque corrisposte in acconto salvo restituzione, ivi comprese l'eventuale recupero di somme corrisposte da parte delle ASP che alla fine dell'istruttoria in essere risultassero non dovute" deve eliminarsi la frase "ove ritenessero di non sospendere la corresponsione delle indennità con le modalità" ed intendersi per come segue: nelle more della definitiva corretta interpretazione dell'A.I.R. il Comitato ha deciso anche al fine di raffreddare tensioni sociali annoverate con nota messa a verbale in data 07 marzo c.a., di dare disposizioni alle ASP, di indicare nel cedolino stipendi che la indennità di cui ai punti 20.2 e 29 dell'A.l.R. sono comunque corrisposte in acconto salvo restituzione, ivi comprese l'eventuale recupero di somme corrisposte da parte delle ASP che alla fine dell'istruttoria in essere risultassero non dovute»;

- dopo quest'ulteriore nota esplicativa che non ha evidentemente avuto efficacia dirimente dell'ormai annosa questione, le ASP di Crotone e Catanzaro hanno soppresso l'indennità ex art. 29 per le ore di ferie, nelle quali hanno comunque diritto;

- l'attuale situazione di incertezza, sta di fatto disincentivando medici ed operatori, sempre più "in fuga" verso altri presidi, soprattutto del nord Italia, spogliando ulteriormente la Regione di professionalità ed operatori sanitari, con conseguente aggravamento della situazione deficitaria in cui versa già la sanità regionale;

tanto premesso, considerato e ritenuto si interpella il Signor Presidente della Giunta Regionale Calabrese -:

 

• se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta Regionale ne sia a conoscenza;

• se ritenga quanto esposto coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo;

• se e come intenda adoperarsi affinché chi di competenza nell'immediatezza intervenga ex lege a disciplinare in modo univoco adeguato e sistematico la materia riconoscendo in via definitiva ai medici operanti nel settore l'indennità di cui sopra, al fine di migliorar il servizio ed evitare la fuga delle professionalità.

(54; 19/11/2019)

Risposta scritta ad interrogazione

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

• l'attuale rete vaccinale della provincia di Cosenza necessita di una radicale ed efficiente riorganizzazione visto le numerose criticità funzionali e alla luce del Dca 147/2017 che stabilisce i requisiti di accreditamento e della deliberazione del commissario straordinario n. 1811 del 28/06/2011 avente per oggetto "Piano di riorganizzazione e accorpamento degli ambulatori vaccinali aziendali";

• la dotazione organica è carente al punto che molto spesso i pochi medici vaccinatori sono costretti a spostarsi da una sede vaccinale a un'altra riuscendo però a garantire pochi accessi e senza la necessaria sicurezza nello svolgimento delle attività. Inoltre, alcuni medici vaccinatori sono ormai prossimi al pensionamento. I requisiti igienico-sanitari sono assolutamente carenti presso la sede di Trebisacce che ha bisogno urgente di un'altra sede presso Mirto e Cariati. L'anagrafe vaccinale solo da poco tempo è attivata e si rivela una carenza di supporti informatici in tutte le sedi;

• emerge chiaramente la notevole criticità in cui versa la rete vaccinale di Cosenza, frutto di anni di inerzia e di superficialità e aggravata da dieci anni di Piani di rientro e di commissariamento. Nonostante il Dca 147/2017 abbia rivisitato la rete vaccinale regionale attraverso un nuovo calendario vaccinale regionale assolutamente innovativo al punto da essere ripreso da quello nazionale, si riscontra però che nessuno ha realizzato o fatto realizzare la rete secondo i contenuti del Dca 147/2017;

• da un'analisi attenta tutto è rimasto come previsto dalla delibera 1811/2011 del Commissario straordinario pro tempore dell'Asp di Cosenza;

• il blocco del turn over ha colpito anche la rete vaccinale in provincia di Cosenza perché negli ultimi due anni sono andati in pensione 11 medici, 10 infermieri, 4 amministrativi mentre un medico è stato trasferito a Roma e altri 4 medici sono in procinto di andare in pensione da qui a sei mesi;

• l'anagrafe vaccinale si presenta a macchia di leopardo e non soddisfa la necessaria organizzazione che impone l'informatizzazione dei flussi dati al fine di garantire i Livelli essenziali di assistenza;

• a far data dall'1.12.2018 - da un'analisi attenta e da una ricognizione precisa — è emerso che la maggior parte dei centri vaccinali della provincia di Cosenza non era idonea secondo la normativa vigente e ancor più non assolveva ai contenuti del Dca 14/2017 e non era ben sviluppata la rilevazione informatizzata dell'attività vaccinale;

• la frammentarietà degli accessi nella maggior parte dei punti di erogazione periferici vaccinali, gli accessi in questi casi avvengono uno-due volte al mese, ciò mette a rischio la corretta applicazione del calendario vaccinale;

• il calendario vaccinale ha una cadenza temporale che deve essere appropriata e obbligatoria, in caso contrario si assiste alla mancata o non tempestiva immunità individuale, che di fatto allungano progressivamente gli intervalli fra le due sedute vaccinali con conseguente disagio nella popolazione;

• l'inidoneità dei locali è insufficiente nella maggior parte dei punti di erogazione rispetto ai requisiti richiesti. Una grave carenza di personale sanitario comporta accessi nei punti di erogazione settimanali o mensili soltanto delle figure mediche comportando un rischio della sicurezza nella somministrazione vaccinale. Tra le criticità bisogna inoltre riscontrare una situazione di rischio per il mantenimento della catena del freddo, un'anagrafe vaccinale non attiva nella maggior parte degli erogatori periferici -:

 

vista la gravità della situazione quali iniziative intende adottare per scongiurare che un servizio così importante possa essere ridimensionato o addirittura, in alcuni casi, non erogato per mancanza di medici infermieri, strutture non idonee o per motivi organizzativi. Chiedo alla S.V. se non sarebbe il caso di coinvolgere il commissario dell'Asp di Cosenza, il Dipartimento Tutela della salute e politiche sanitarie della Regione Calabria e la struttura commissariale per il Piano di rientro per affrontare tali tematiche e garantire soluzioni rapidi, efficienti ed efficaci.

(508; 27/09/2019)

 

Risposta: “Con riferimento all’interrogazione a risposta scritta n. 508/10 del 27/09/19, a firma dell'On. Carlo Guccione, si rappresenta quanto segue:

La rete vaccinale della Provincia di Cosenza necessita di una radicale e efficiente riorganizzazione secondo quanto previsto dal DCA 147/2017 ed in questo senso l’attuale Direzione dell’ASP di Cosenza ha intavolato una discussione costruttiva con la Direzione del Dipartimento di Prevenzione e l’UOC di Igiene Pubblica della stessa ASP al fine di individuare il percorso più efficace, malgrado le difficoltà derivanti dal blocco del turnover, che ha impedito la sostituzione di 19 medici e 19 infermieri andati in pensione negli ultimi anni.

La soluzione proposta è quella di ottimizzare le risorse umane attualmente esistenti, rimodulando i centri vaccinali in 21 sedi e individuando delle sedi satellite in modo da garantire la presenza di 2 medici, 3 infermieri e 1 unità amministrativa.

La scelta delle 21 sedi, distribuite in modo omogeneo su tutto il territorio provinciale, sarà condivisa con tutti i direttori di Distretto in un incontro che sarà tenuto il 30 ottobre p.v. presso la sede del Distretto di Cosenza, informando in modo chiaro e secondo i principi di legittimità i Sindaci del territorio. Parimenti si sta procedendo ad una rivisitazione dei centri vaccinali dal punto di vista strutturale ed igienico sanitario ed in questo senso, a breve, secondo un calendario stilato con il Direttore f.f, dell'UOC Servizi Patrimoniali, entro dicembre 2019 saranno consegnati i lavori delle sedi di Cosenza, Castrovillari, Trebisacce ed Acri, idonei secondo la normativa soprarichiamata. La nuova sede di Rende sarà individuata dal Comune in tempi brevissimi.

L’anagrafe vaccinale entro questo mese avrà una copertura del 100% potenziata da 20 computer che sono stati deliberati ai fini dell'acquisizione.

La maggiore criticità è rappresentata dalla carenza di personale medico e paramedico che l’ASP di Cosenza ha provveduto in parte a coprire con la richiesta di assunzione di igienisti e di infermieri, regolarmente inoltrata alla struttura Commissariale per la necessaria autorizzazione.

Contestualmente si è aperto un tavolo di discussione con i Direttori di Distretto per verificare la possibilità di impegno nei centri vaccinali delle guardie mediche previo aumento onte orario.”

Antonio Belcastro (Dirigente Generale)

 

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

- presso gli Stabilimenti Ospedalieri delle Azienda Ospedaliere della Regione Calabria sono presenti uffici Ticket — CUP per la prenotazione e pagamento delle diverse prestazioni sanitarie dell’utenza;

- in particolare, presso il Presidio Ospedaliero Annunziata dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza risultano presenti n. 7 sportelli da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17:45 - Orario Continuato;

e n. 3 sportelli esenti per patologia da lunedì a venerdì dalle ore 8,00 alle ore 17:45 - Orario Continuato;

- tale servizio, come si apprende dalle lamentele degli utenti, anche divulgate sui social, pare che funzioni a singhiozzo e/o comunque che non riesca a soddisfare l'affluenza dell'utenza in tempi congrui;

- addirittura, sempre stando a quanto si apprende da organi di stampa e social, pare che presso l'ufficio ticket - Cup dell'ospedale di Cosenza, i tempi di attesa per il pagamento delle prestazioni sanitari a volte superano le 2/3 ore, con molti utenti in coda. Chiede al Presidente della Giunta e agli uffici competenti -:

 

1) quali siano i tempi di attesa previsti per i pagamenti all'ufficio ticket presso il presidio ospedaliero Annunziata di Cosenza in particolare, e presso tutti gli uffici ticket delle aziende ospedaliere della Regione Calabria;

2) nel caso di accertate anomalie sui tempi di attesa non ragionevoli, le motivazioni e le responsabilità delle eventuali anomalie;

3)quali siano, nel caso di accertate anomalie sui tempi d'attesa non ragionevoli e non congrui per l'utenza, le azioni messe in campo e/o previste e/o i provvedimenti che la Regione Calabria volesse intraprende al fine di risolvere con immediatezza le eventuali problematiche.

(510; 14/09/2019)

 

Risposta: In riferimento all’interrogazione dell’Onorevole Orlandino Greco si precisa, sulla scorta delle risultanze pervenute dall'Azienda Ospedaliera di Cosenza, quanto segue:

Presso l'Azienda Ospedaliera di Cosenza l’attività di fronte office viene svolta nelle seguenti sedi:

Stabilimento Annunziata sono attivi n.9 sportelli dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alte 17:45 di cui:

1 è dedicato all’Alpi

4 nelle ore antimeridiane per le registrazioni delle impegnative con prestazioni dì Laboratorio e Virologia.

4 per tutte le altre impegnative

Tale servizio è garantito da tre dipendenti aziendali e sei dipendenti della Cooperativa Seatt.

Le modalità di pagamento previste sono: contanti e Pos.

Stabilimento Mariano Santo sono attivi n. 2 sportelli dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 15:00 e sabato dalle 8:00 alle 12:00.

Tale servizio è garantito da due dipendenti della Cooperativa Seatt.

Le modalità di pagamento prevista è: Pos

Stabilimento Santa Barbara sono attivi n. 2 sportelli dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 13:00 e martedì e giovedì dalle 15:00 alle 17:45.

Tale servizio è garantito un dipendente aziendale e uno della Cooperativa Seatt.

Le modalità di pagamento previste sono: contanti e Pos.

Presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, vengono gestiti giornalmente circa 1.000 utenti con un tempo medio di attesa pari a circa un'ora, calcolato tra il ritiro del numero dall'eliminacode al tempo di pagamento.

Negli ultimi tre mesi a causa delle aumentate richieste di prestazioni dì laboratorio e virologia, in conseguenza dell’indisponibilità dei laboratori privati accreditati, si è proceduto ad anticipare la chiusura dell’erogazione del ticket di accesso al front office per garantire il completamento delle operazioni di cassa entro le 18:00 di ogni giorno.

Per questo motivo in alcuni giorni sono stati registrati ritardi, in quanto non è stata possibile soddisfare la richiesta dei presenti in sala, che hanno dovuto rimandare al giorno successivo la possibilità di prenotazione.

La gestione della prenotazione delle prestazioni ambulatoriali è un momento centrale tra cittadini e strutture sanitarie in cui diventa fondamentale l’integrazione in tempo reale delle informazioni relative alle disponibilità offerte dall'intero territorio provinciale. Molto spesso, però, la dispersione e il frazionamento delle competenze e delle disponibilità alimentano il faticoso peregrinare del cittadino malato da una struttura sanitaria all’altra alla ricerca della prestazione prescrittagli.

L'Azienda Ospedaliera, pur essendo un centro HUB e in quanto deputato garantisce, in primis, le urgenze e le emergenze che giungono quotidianamente da tutta la provincia e dalla Regione, oltre a soddisfare le richieste interne dei ricoverati, effettua prestazioni di specialistica ambulatoriale di primo e secondo livello.

Nonostante la possibilità di prenotare presso i front office ospedalieri, comunali e territoriali, le farmacie, le parafarmacie, la procedura Online e il call center, si registra un’eccessiva presenza di utenza presso gli sportelli di front office dell’AO, che ha già messo in atto le procedure necessarie per l'attivazione di un Pos per il pagamento del rilascio di atti amministrativi, di un totem per il pagamento dei codici bianchi e verdi e per il pagamento online delle quote ticket.”

Antonio Belcastro (Dirigente Generale)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

- con atto pubblicato in data 03.11.2016 sull'albo Pretorio dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, è stata indetta una selezione per assunzione a tempo pieno e indeterminato di n. 49 (quarantanove) posti riservati alle categorie (protette) di cui all'art. 1 comma 1, della legge 12.03.1999, n. 68 di varie qualifiche;

- l'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza è la più grande tra le Aziende Sanitarie territoriali d'Italia, come segnalato nella propria Carta dei Servizi, l'ASP di Cosenza ha il compito di organizzare l'offerta per fornire all'utenza un prodotto sanitario sempre più adeguato, efficiente e rispondente ai bisogni seguendo il principio della differenziazione e della specializzazione della risposta per le diverse fasi del bisogno sanitario di un cittadino: fase acuta;

fase post-acuta e fase cronica;

- il Concorso mette in palio 49 posti a tempo pieno e indeterminato nei seguenti profili: 9 Addetti assistenza personale (cura ed igiene della persona);

10 Coadiutori amministrativi (compiti esecutivi);

24 Personale di segreteria con patente europea del PC;

6 Addetti all'ufficio tecnico (addetti al magazzino, sorveglianza ed archivi);

- si tratta di un avviso pubblico a selezione, mediante chiamata nominativa, per colloquio e prova attitudinale riservata agli appartenenti alle categorie di cui all'art. 1 comma 1 della legge n. 68/99;

- successivamente, in più occasioni sono state calendarizzate le prove selettive con relativa convocazione dei candidati, ma poi sono seguite rinvii delle date;

- da ultimo le prove sono state stabilite nei giorni 7, 8, 9, 15, 22, 29 gennaio 2019 e, due giorni prima dell'espletamento, sono state rinviate ulteriormente "a data da destinarsi a causa di una sopravvenuta impossibilità di una componente della commissione esaminatrice”;

- a tutt'oggi, a distanza di 9 mesi dalla data in cui le prove avrebbero dovuto essere svolte nulla è stato comunicato circa il concorso. Chiede al Presidente della Giunta regionale e agli uffici competenti -:

 

1) le reali motivazioni dei diversi rinvii delle prove selettive già calendarizzate in merito all'avviso pubblico dell'Asp di Cosenza a selezione per assunzione a tempo pieno e indeterminato di n. 49 (quarantanove) posti riservati alle categorie di cui all'art. 1 comma 1, della legge 12.03.1999, n. 68 di varie qualifiche;

2) lo stato di attuazione dell'Avviso di cui in premessa ed in particolare di conoscere lo stato e i tempi dell'indizione del nuovo calendario delle prove selettive in merito all'avviso dell'ASP di Cosenza per n. 49 posti categorie protette.

(512; 15/10/2019)

 

Risposta: “In riferimento all’interrogazione dell’Onorevole Orlandino Greco, si precisa, sulla scorta delle risultanze acquisite anche presso l’ASP di Cosenza, quanto segue:

Con provvedimento adottato in data 20 luglio 2015, l‘Amministrazione Provinciale di Cosenza – settore mercato del lavoro - ha approvato la convenzione stipulata con l'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza ai sensi dell’art. 11 della legge 68/1999 per l’assunzione di personale disabile nel triennio 2016/2018.

Detta convenzione prevedeva l’assunzione di n. 49 unità entro il 30.03.2016, 49 unità entro il 30.06.2017 e 49 unità entro il 30.09.2018.

Il Settore Mercato del Lavoro della Provincia di Cosenza, con nota n.015996 del 20 aprile 2017, trasmetteva all’ ASP di Cosenza l’elenco dei candidati ammessi alla selezione pari a n. 1550 unità e, conseguentemente, con Determinazione del Direttore Generale pro tempore n. 207 del 19 settembre 2017 veniva costituita apposita Commissione per le previste procedure selettive.

La complessità delle procedure selettive, diversificate a seconda delle qualifiche da reclutare, ha comportato tempi lunghi tant’è che solo nel mese di aprile 2018 è stato possibile calendarizzare le procedure selettive mediante invio di lettera raccomandata agli indirizzi dei primi 400 candidati ammessi sul totale di 1550 candidati.

Successivamente, per sopraggiunta indisponibilità dei locali adibiti alle prove selettive (SERD di Cosenza), le prove selettive venivano rinviate a data da destinarsi.

La particolare complessità delle procedure e l’elevato numero dei candidati ha fatto sì che la Commissione individuasse, come da nota prot. n. 0150264 del 16 novembre 2018, il nuovo calendario degli esami, provvedendo alla pubblicazione dello stesso sul sito Aziendale.

Successivamente, a causa della indisponibilità di un componente la Commissione Esaminatrice, le prove fissate come da calendario ancora visionabile sul sito Aziendale, per i giorni 7, 8, 9, 15, 22, 29 gennaio 2019, venivano ancora una volta rinviate a data da destinarsi.

Sì è proceduto con successive determinazioni alla sostituzione dei segretari che però, rassegnavano le dimissioni dall'incarico.

Il sopraesposto iter procedurale, le difficoltà di designazione del segretario a garanzia della regolarità dei lavori della Commissione e l’avvicendarsi dei vari Direttori e/o Reggenti alla guida di un Ente di così grandi dimensioni come I'ASP dì Cosenza non ha consentito di completare il procedimento selettivo.

Da ultimo, l‘attuale Dirigente Reggente, con nota n. 0126978 de! 23 ottobre 2019 indirizzata all'UOC Risorse Umane, invitava a    predisporre delibera di revoca, in autotutela dell'avviso pubblico a selezione a tempo pieno di n. 49 posti riservati alle categorie protette di cui alla legge 68/99 pubblicato all'albo Pretorio dell'ASP di Cosenza il 3 novembre 2016, la cui procedura è ferma alla fase iniziale e risulta ormai desueta e non in linea con la nuova normativa vigente.      

Con la stessa nota chiedeva di proporre alla Direzione Aziendale procedure alternative di

reclutamento del personale disabile alla luce della Direttiva 24 giugno 2019 della PCM – Dipartimento della Funzione Pubblica.”

Antonio Belcastro (Dirigente Generale)

Proposta di legge numero 172/10^ di iniziativa del consigliere G. Morrone recante: " 'Integrazione e promozione della minoranza romanì'" (Del. n. 436)

Art. 1

(Obiettivi generali)

 

  1.         La Regione Calabria, nel rispetto dei principi di pluralismo sanciti dalla Costituzione, dall’articolo 2 dello Statuto della Regione Calabria, dalla Convenzione - quadro per la protezione delle minoranze nazionali del 1° febbraio 1995, dalla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del 5 novembre 1992, dalla Risoluzione del Parlamento europeo dell’11 settembre 2013 sulle lingue europee minacciate di estinzione e sulla diversità linguistica (2013/2007 (INI) nota come Rapport Alfonsi, nonché dei principi contenuti nella Comunicazione della Commissione europea n. 173 del 5 aprile 2011, cosiddetto Quadro UE per le strategie nazionali di integrazione dei rom fino al 2020, adotta opportune azioni dirette all’integrazione e alla promozione della minoranza romanì nel territorio regionale.

 

Art. 2

(Iniziative pubbliche)

 

  1.         La Regione Calabria, al fine di promuovere iniziative pubbliche per commemorare lo sterminio della minoranza romanì ad Auschwitz, riconosce il giorno del Porrajmos, che coincide con il 2 agosto.

  2.         La Regione Calabria, al fine di promuovere iniziative pubbliche per diffondere la conoscenza della minoranza romanì, riconosce la giornata internazionale della popolazione romanì, che coincide con l’8 aprile.

  3.         Gli oneri derivanti dall’attuazione del presente articolo sono quantificati nella misura massima di 5.000,00 euro.

 

Art. 3

(Istituzione e funzioni dell’Osservatorio territoriale partecipativo

delle comunità romanì)

 

  1.         Al fine di promuovere l'integrazione della minoranza romanì presente sul territorio regionale, la Regione Calabria istituisce l’Osservatorio territoriale partecipativo delle comunità romanì (OTP) con le funzioni di:

              a)         effettuare studi di tipo quantitativo e qualitativo sulla natura e composizione della minoranza romanì;

              b)         effettuare analisi volte alla valutazione e al monitoraggio delle politiche attuate e in corso di attuazione sulla minoranza romanì;

              c)         fornire un supporto conoscitivo finalizzato alla programmazione di azioni per la promozione della minoranza romanì;

              d)         realizzare, favorire o supportare studi di tipo linguistico e culturale sulla comunità romanì;

              e)         realizzare, favorire o supportare attività di formazione sulla comunità romanì al fine di sviluppare la partecipazione attiva e qualificata dei membri di tale comunità;

              f)          favorire la partecipazione attiva e qualificata delle comunità romanì alle attività politiche e amministrative delle istituzioni territoriali e locali, a quelle culturali e sociali di ogni tipo, per creare sinergia con la società civile;

              g)         realizzare azioni di proficuo scambio e confronto con analoghi Osservatori regionali o altri istituti di ricerca.

 

Art. 4

(Struttura e composizione dell'OTP)

 

  1.         L'OTP è un organo di studio, di ricerca e promozione formativa e sociale, avente natura tecnico-scientifica, con funzioni consultive e propositive agli organi politici della Regione.

  2.         La nomina dei componenti dell’OTP è effettuata dal dipartimento competente in materia sulla base della valutazione oggettiva dei curricula, secondo parametri e criteri che stabiliscono, a parità di punteggio, la precedenza per:

              a)         la qualità dei curricula;

              b)         il rispetto per la parità di genere;

              c)         il candidato più giovane d’età.

  3.         L'OTP è composto da nove membri, di cui:

              a)         cinque membri del mondo accademico e della società civile di provata esperienza sulla minoranza romanì nell’ambito giuridico, sociologico, storico, pedagogico, linguistico, interculturale e della ricerca;

              b)         quattro membri delle comunità romanì.

  4.         L’OTP, nella prima seduta, elegge in seno ad esso un Presidente.

  5.         I componenti dell’OTP restano in carica per tre anni. L'assenza permanente per malattia, morte o dimissioni di uno dei componenti, comporta la riapertura del procedimento di nomina dei nuovi componenti, che si conclude entro sessanta giorni dall’accertamento dell’assenza da parte del Presidente.

  6.         Con decorrenza dalla prima seduta, il Presidente dell’OTP trasmette semestralmente al Garante di cui all’articolo 5 una dettagliata relazione sulle attività svolte dall’Osservatorio.

  7.         L’incarico di componente dell’OTP è a titolo gratuito e non dà luogo a rimborsi spese.

 

Art. 5

(Garante regionale per i diritti delle comunità romanì)

 

  1.         Il Consiglio regionale, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, previo avviso pubblico, nomina il Garante regionale per i diritti delle comunità romanì calabresi, con deliberazione adottata a maggioranza assoluta, in base alla valutazione della professionalità rilevata dai curricula presentati secondo parametri e criteri oggettivi che stabiliscono, a parità di punteggio la precedenza per la qualità dei curricula, il rispetto della parità di genere e la più giovane età.

  2.         Il Garante dura in carica tre anni e può essere confermato per una sola volta.

  3.         Il Garante svolge il ruolo di garanzia dei diritti fondamentali della comunità romanì, nonché di mediazione rispetto alle segnalazioni dell’OTP, anche in via informale. Il Garante segnala alle autorità competenti i casi di violazione dei diritti umani.

  4.         Il Garante è scelto tra persone che assicurino indipendenza, terzietà e idoneità alla funzione, siano di riconosciuta competenza nelle discipline afferenti alla salvaguardia dei diritti umani e possiedano un’esperienza pluriennale in tale campo.

  5.         Il Garante non può ricoprire cariche elettive, governative o istituzionali, né ricoprire altri incarichi o uffici pubblici di qualsiasi natura, né svolgere attività lavorativa, autonoma o subordinata, né rivestire incarichi di responsabilità in partiti politici o in organizzazioni no profit.

  6.         Il Garante è immediatamente sostituito in caso di dimissioni, incompatibilità, accertato impedimento fisico o psichico, grave violazione dei doveri inerenti all’incarico, condanna penale definitiva.

  7.         Il Garante ha l’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria competente ogni qualvolta venga a conoscenza di fatti che possano costituire reato.

  8.         Entro il 30 giugno di ogni anno il Garante presenta al Consiglio regionale della Calabria una relazione annuale sull’attività svolta dall’OTP nell’anno precedente, indicando la natura degli interventi, gli esiti degli stessi e le proposte per migliorare il processo di interazione e integrazione culturale delle comunità romanì, nonché i diritti fondamentali.

  9.         La relazione annuale è altresì trasmessa ai consigli comunali calabresi.

        10.            Al Garante regionale spetta un’indennità di carica pari a 10.000,00 euro annui omnicomprensiva di rimborso spese.

 

Art. 6

(Norme organizzative e funzionali)

 

  1.         È istituito presso la struttura organizzativa della Giunta regionale l’Ufficio regionale dell’OTP e del Garante regionale per i diritti delle comunità romanì.

 

Art. 7

(Modifica all’art. 1 della l.r. 19/1995)

 

  1.         Al comma 1 dell’articolo 1 della legge regionale 19 aprile 1995, n. 19 (Partecipazione della Regione all’Istituto della Biblioteca Calabrese), dopo la parola: “calabrese” si aggiungono le seguenti parole: “anche mediante distacco funzionale temporaneo di personale dipendente”.

 

Art. 8

(Norma finanziaria)

 

  1.         Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, determinati in 15.000,00 euro, si provvede con le risorse allocate alla missione 20, programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del Bilancio 2019-2021, a valere sul “Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l’approvazione del bilancio recanti spese di parte corrente”, che viene ridotto del medesimo importo.

  2.         Per gli esercizi successivi all’anno 2021, il contributo di cui al comma 1 è consentito nei limiti delle risorse autonome, per come stabilito dalla legge di approvazione del bilancio di previsione della Regione.

  3.         La Giunta regionale è autorizzata a effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione 2019-2021 con prelievo dal Fondo speciale di cui al comma 1 ed all’allocazione alla missione 01, programma 07 (U.01.07) dello stato di previsione delle spese del bilancio medesimo.

(Allegati)

Proposta di legge numero 411/10^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, G. Giudiceandrea, recante: "Soggetti attuatori in materia di invecchiamento attivo. Modifiche alla l.r. 12/2018" (Del. n. 437)

Art. 1

(Modifica dell’articolo 4 della l.r. 12/2018)

 

  1.         Dopo la lettera c), del comma 1, dell’articolo 4, della legge regionale 16 maggio 2018, n. 12 (Norme in materia di tutela, promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo) è inserita la seguente:

              “d) le istituzioni pubbliche di assistenza alla persona che operano nell’ambito dei servizi sociali, riconosciute e debitamente autorizzate dalla Regione Calabria.”.

 

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.         Dall’attuazione della presente legge non derivano oneri a carico del bilancio regionale.

(Allegati)

Proposta di legge numero 414/10^ di iniziativa del consigliere M. D'Acri, recante: "Modifica alla legge regionale n. 4/2019" (Del. n. 438)

Art. 1

(Modifica all'art. 3 della l.r. 4/2019)

 

  1.         Al comma 2 dell'articolo 3 della legge regionale 25 gennaio 2019, n. 4 (Norme per la lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli di esclusiva provenienza aziendale da destinare alla vendita diretta), le parole da: “, da effettuare", fino a: "territorio," sono soppresse.

 

Art. 2

(Norma finanziaria)

 

  1.         Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.         La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 423/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: "Parchi marini regionali. Interpretazione autentica dell'articolo 23, comma 1, lettera d) della legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013" (Del. n. 439)

Art. 1

(Interpretazione autentica dell’articolo 23, comma 1, lettera d),

della l.r. 24/2013)

 

  1.         La lettera d) del comma 1 dell’articolo 23 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità), si interpreta nel senso che, in ciascuna delle leggi regionali 9/2008, 10/2008, 11/2008, 12/2008 e 13/2008, deve ritenersi abrogato il solo articolo 5, in quanto non compatibile con l'articolo 2 (accorpamento degli enti di gestione dei cinque Parchi marini regionali) e con l'articolo 9 (Ente per i Parchi marini regionali) della predetta legge regionale 24/2013.

 

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.         Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.         La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione.

(Allegati)

Proposta di legge numero 451/10^ di iniziativa del consigliere D. Tallini, recante: Modifica dell'articolo 6 della legge regionale n. 41/2016” (Del. n. 441)

Art. 1

(Modifica dell’articolo 6 della l.r. 41/2016)

 

  1.         L'articolo 6 della legge regionale 27 dicembre 2016, n. 41 (Istituzione della riserva naturale regionale delle Valli Cupe) è così modificato:

              a)         al comma 1 le parole “al Comune di Sersale” sono sostituite dalle seguenti: “all'associazione Legambiente Calabria riconosciuta a livello nazionale”;

              b)         dopo il comma 1 è inserito il seguente:

“1 bis. L’ente gestore garantisce la partecipazione degli enti locali interessati alla gestione della riserva ai sensi della lettera c) del comma 1, dell’articolo 22 della legge n. 394/1991.”;

              c)         alla fine del comma 2 le parole “dal Comune di Sersale” sono sostituite dalle seguenti: “dall’associazione nazionale Legambiente Calabria”.

 

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.         La presente legge non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.         La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 263/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale 34/2001 – Attuazione Diritto allo Studio Universitario – Piano Triennale degli Interventi 2019/2021” (Del. n. 442)

Il Consiglio regionale,

 

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 316 del 22 luglio 2019, recante: “Legge regionale 34/2001 - Attuazione Diritto allo Studio Universitario – Piano Triennale degli Interventi 2019/ 2021”;

rilevato che la Giunta regionale con la suddetta deliberazione ha approvato il Piano Triennale 2019-2021;

ritenuto che ai sensi della normativa vigente, ai fini del perfezionamento dell'iter, si rende necessaria l'approvazione del Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 67 del Regolamento interno;

vista la legge regionale n. 34/2001;

rilevato che la Terza Commissione Permanente “Sanità, attività sociali, culturali e formative” nella seduta del 26 settembre 2019 ha approvato il provvedimento in questione;

delibera

di approvare il Piano Triennale degli Interventi di attuazione del Diritto allo Studio Universitario per il triennio 2019/2021 e di affidare alle Università calabresi la gestione ed erogazione delle borse di studio unitamente agli altri interventi di attuazione del DSU, secondo quanto disposto nell’Allegato A, che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 264/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “DPCM 25 gennaio 2008 – Approvazione Piano Triennale 2019-2021 – Istruzione Tecnica Superiore (ITS)” (Del. n. 443)

Il Consiglio regionale,

 

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 317 del 22 luglio 2019, recante: “DPCM 25 gennaio 2008 – Approvazione Piano Triennale 2019-2021 - Istruzione tecnica Superiore (ITS)”;

rilevato che la Giunta regionale con la suddetta deliberazione ha approvato il Piano Triennale 2019-2021 – Istruzione Tecnica Superiore (ITS);

ritenuto che ai sensi della normativa vigente, ai fini del perfezionamento dell'iter, si rende necessaria l'approvazione del Consiglio Regionale ai sensi dell’articolo 67 del regolamento interno;

visto il DPCM 25 gennaio 2008;

rilevato che la Terza Commissione Permanente “Sanità, attività sociali, culturali e formative” nella seduta del 26 settembre 2019 ha approvato il provvedimento in questione;

Delibera

di approvare il Piano triennale 2019-2021 - Istruzione Tecnica Superiore (ITS), allegato alla presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale.

(Allegati)

Proposta di legge numero 428/10^ di iniziativa del consigliere M. Mirabello, recante: “Modifica alla lettera a) comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n.17” (Del. n. 444)

Art. 1

(Modifica all’art. 14 l.r. 17/2005)

 

  1.         Al comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 concernente “Norme per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo” sono apportate le seguenti modifiche:

              a)         dopo le parole “Nelle more dell'approvazione del PCS, in deroga a quanto disposto dal comma 1, possono essere rilasciate” sono aggiunte le parole “o comunque rinnovate:”;     

              b)         all’alinea della lettera a) le parole “concessioni demaniali marittime stagionali” sono sostituite dalle parole “concessioni demaniali pluriennali di natura stagionale”.

 

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.         Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.         La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC).

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 270/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2018 Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL)” (Del. n. 445)

Il Consiglio regionale,

 

viste:

- la delibera di Giunta regionale n. 437 del 27 settembre 2019, recante: "Rendiconto esercizio 2018 - Agenzia Regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) - Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di competenza";

- la deliberazione del Direttore generale dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente della Calabria n. 322 del 30.07.2019 con cui si è provveduto ad approvare il rendiconto finanziario di gestione esercizio 2018;

premesso che:

- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 81 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria dì propria competenza;

- la Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;

visti:

- la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 recante "Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.”;

- la legge regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione Calabria";

- l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;

- il D.Lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato dal D.Lgs. 126/2014;

considerato che il Revisore unico dei conti ha espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto per l'esercizio finanziario 2018;

considerato che il dipartimento Ambiente ha provveduto a verificare il rispetto della normativa regionale in materia di contenimento della spesa, con riferimento alle risultanze della gestione per l'esercizio 2018, ritenendo necessario effettuare con separata attività un approfondimento istruttorio, al fine di accertare eventuali responsabilità, e, a conclusione dell'istruttoria di competenza, ha ritenuto che "nulla osta all'attuale impostazione del rendiconto di gestione dell'esercizio 2018";

tenuto conto che il Comitato di indirizzo regionale dell'Arpacal ha espresso parere favorevole sul rendiconto per l'esercizio finanziario 2018;

considerato che il dipartimento Bilancio ha rilevato che l'azienda ha provveduto ad effettuare il riaccertamento dei residui attivi e passivi, verificando, ai fini del rendiconto, le ragioni del loro mantenimento; il dipartimento formula le seguenti raccomandazioni:

- con riferimento agli interventi che prevedono la realizzazione di progetti di investimento, di prevedere sempre, tramite un'attenta attività di programmazione, i relativi impegni di spesa e accertamenti di entrata, con imputazione agli esercizi in cui è prevista la realizzazione delle varie fasi degli interventi, sulla base di appositi cronoprogrammi, nel rispetto di quanto previsto al punto 5.3, inerente le modalità di registrazione delle spese di investimento, al fine di garantire la corretta applicazione del principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria;

- effettuare un ulteriore accantonamento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità pari ad € 76.222,97 al fine di garantirne l'effettiva congruità, con conseguente riduzione della quota libera del risultato di amministrazione,

e, a conclusione dell'istruttoria, ha rilevato che:

- sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2018 e il corrispondente saldo di cui al conto del tesoriere;

- sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2017 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2018;

- sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di giro";

- sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nello stato patrimoniale, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

- sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce "disponibilità liquide" dell'attivo dello Stato patrimoniale;

- risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del risultato di amministrazione al 31.12.2018;

 

rilevato altresì che il dipartimento Bilancio ritiene che l'eventuale mancato rispetto dei limiti di cui alla normativa sul contenimento delle spese non incide sull'approvazione del rendiconto, fatte salve le responsabilità in capo ai soggetti che hanno determinato eventuali maggiori esborsi, in termini di risorse impiegate, oltre i limiti di legge e, pertanto, lo stesso dipartimento ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del rendiconto per l'esercizio 2018 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale;

considerato che la Giunta regionale, con la delibera di approvazione del rendiconto, raccomanda il dipartimento Ambiente di completare la verifica di competenza sul contenimento delle spese, e di proporre alla Giunta regionale, sulla base della normativa e della documentazione di riferimento, l'adozione delle misure conseguenti alle eventuali violazioni riscontrate;

tenuto conto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 21 ottobre 2019, ha approvato il rendiconto per l’esercizio 2018 dell’Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) e i documenti ad esso allegati;

delibera

di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2018 dell’Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 271/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)” (Del. n. 446)

Il Consiglio regionale,

 

vista la delibera di Giunta regionale n. 453 del 27 settembre 2019 recante: "Rendiconto esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) - Trasmissione proposta al Consiglio regionale";

 

visti:

- la legge regionale n. 24/2013 che ha istituito l'Ente per Parchi Marini Regionali;

- la legge regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione Calabria";

- l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

- il D.Lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da D.Lgs. 126/2014;

premesso che:

- la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

- la Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;

tenuto conto che:

- con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 195 del 20/12/2016 è stato nominato il Commissario Straordinario dell'Ente per i parchi Marini Regionali, al fine di addivenire all'accorpamento dei cinque parchi marini della Regione Calabria nell'ente unico “Ente per i Parchi Marini Regionali”;

- con decreto n. 138 del 12/12/2017 il Presidente della Giunta regionale ha provveduto a costituire il nuovo Ente trasferendo tutti i diritti attivi e passivi nonché i beni mobili e immobili e le risorse finanziarie degli accorpati cinque parchi marini regionali;

- con deliberazione di Giunta regionale n. 318 del 19/07/2018 è stato approvato lo statuto dell'Ente;

considerato che il Revisore unico dei conti:

- attesta la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione;

- esprime giudizio positivo per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2018;

- nonostante alcune modifiche ed integrazioni che il rendiconto 2018 ha subito, esprime parere favorevole con verbale n. 8 del 20.09.2019, in quanto le modifiche mantengono inalterati gli equilibri di bilancio;

 

considerato che il dipartimento vigilante "Ambiente e Territorio" esprime parere favorevole all'approvazione del consuntivo 2018 dell'Ente e, con riferimento all'applicazione della normativa regionale in materia di contenimento della spesa, rileva che il 2019 costituisce il primo esercizio di effettiva attività per l'ente, e che dunque non risulta possibile determinare per l'anno 2018 i limiti di spesa;

considerato che il dipartimento Bilancio, nel corso dell'istruttoria espletata

- ha rilevato che:

sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2017 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2018, prendendo atto del fatto che, essendo il 2018 il primo esercizio di costituzione per l'Ente, non risulta alcun importo riportato dall'esercizio 2017;

sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle partite di giro;

sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché con riferimento al conto economico la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;

sussiste la quadratura tra il saldo di cassa pari a zero, riportato nel conto del bilancio 2018, e il valore registrato alla voce "disponibilità liquide" dell'attivo dello stato patrimoniale;

risulta formalmente corretta la determinazione del fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione al 31/12/2018;

con riferimento al risultato di amministrazione, evidenzia l'assenza di quote del risultato di amministrazione oggetto di vincoli o accantonamenti, con una conseguente determinazione della parte disponibile del risultato di amministrazione coincidente all'importo del risultato di amministrazione alla data del 31/12/2018. Tale situazione è dovuta al fatto che l'Ente non ha svolto attività di gestione nel corso dell'esercizio 2018, tale da originare condizioni oggettive per la costituzione di accantonamenti o vincoli;

- raccomanda l'Ente di:

procedere con immediatezza, nel corso dell'esercizio 2019, alla corretta regolarizzazione dei sospesi di entrata di cui al conto del tesoriere 2018, nel rispetto del principio contabile applicato e delle disposizioni di riferimento;

rispettare le regole dì bilancio inerenti le modalità di impiego della parte libera dell'avanzo di amministrazione, ai sensi dell'art. 42, comma 6, del decreto legislativo n. 118/2011;

e, al termine dell’istruttoria, ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del rendiconto per l'esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002;

rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 21 ottobre 2019, ha approvato il rendiconto per l’esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati;

delibera

di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 275/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Variazioni al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria”

 Proposta di provvedimento amministrativo numero 277/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria (deliberazione U.P. n. 55 del 10 ottobre 2019, così come modificata ed integrata dalla deliberazione U.P. n. 58 del 22 ottobre 2019)” (Del. n. 447)

Il Consiglio regionale,

 

vista la deliberazione n. 55 del 10 ottobre 2019 con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto l’approvazione della variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria;

premesso che:

- il decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, così come modificato ed integrato dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto normativo sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed enti locali, fissando al primo gennaio 2015 l’entrata in vigore per gli enti citati delle norme in materia di armonizzazione contabile;

- l’art. 4 del predetto decreto legislativo n. 118/2011 prevede che, al fine di consentire il consolidamento ed il monitoraggio dei conti pubblici, nonché il miglioramento della raccordabilità dei conti delle amministrazioni pubbliche con il S.E.C. dei conti nazionali nell’ambito delle rappresentazioni contabili, le regioni, gli enti locali e i loro enti strumentali adottano il piano dei conti integrato, raccordato al piano dei conti di cui all’articolo 4, comma 3, lettera a), del decreto legislativo 31 maggio 2011, n.91, costituito da conti che rilevano le entrate e le spese in termini di contabilità finanziaria e da conti economico-patrimoniali redatto secondo comuni criteri di contabilizzazione;

- con deliberazione consiliare n. 356 del 19 dicembre 2018 è stato approvato il Bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2019-2021;

- con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 79 del 21 dicembre 2018 è stato approvato il Documento tecnico di accompagnamento al Bilancio di previsione per gli esercizi 2019-2021 e sono state assegnate le risorse al Segretario/Direttore Generale, ai sensi dell’art. 3 del Regolamento Interno di Amministrazione e Contabilità del Consiglio regionale;

- con determinazione del Segretario Generale R.G. n. 711 del 27 dicembre 2018 è stato approvato il bilancio finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli esercizi 2019-2021;

considerato che:

- con deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza n. 1 del 30 gennaio 2019, n. 15 del 15 aprile 2019, n. 28 del 28 maggio 2019, n. 37 del 2 luglio 2019, n. 43 del 1^ agosto 2019 e n. 53 del 30 settembre 2019 sono state approvate alcune variazioni compensative al bilancio di previsione 2019-2021, esercizi 2019-2021, e le conseguenti variazioni al documento tecnico di accompagnamento al bilancio;

- con determinazioni del Direttore Generale R.G. n. 40 del 5 febbraio 2019, n. 104 del 5 marzo 2019, n. 249 del 18 aprile 2019, n. 320 del 4 giugno 2019, n. 375 del 5 luglio 2019, n. 410 del 23 luglio 2019, n. 440 del 6 agosto 2019, n. 511 del 27 settembre 2019 e n. 529 del 3 ottobre 2019 sono state approvate le variazioni al bilancio finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli esercizi 2019-2021;

- con deliberazione consiliare n. 406 del 17 giugno 2019 è stato approvato il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2018, ai sensi dell’art. 3, c. 4 del D.Lgs. n.118 del 23 giugno 2011 e ss.mm.ii., e le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2018- 2020 e al bilancio di previsione 2019-2021;

preso atto che con deliberazione consiliare n. 424 del 30 settembre 2019 è stato approvato l’assestamento del bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale;

considerato che i dirigenti delle strutture amministrative del Consiglio regionale hanno manifestato l’esigenza di apportare alcune variazioni al bilancio di previsione 2019-2021, al fine di soddisfare i fabbisogni previsti per il corrente esercizio finanziario ed i successivi;

considerato, altresì, che l’Ufficio di Presidenza, sulla base della comunicazione del dirigente del Settore Assistenza Giuridica, ha ritenuto necessario effettuare un accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità per l’importo pari al 90% del credito accertato con determinazioni dirigenziali R.G. n. 753/2018 e R.G. n. 283/2019;

richiamato il principio contabile applicato concernete la contabilità finanziaria, allegato al decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 e ss.mm.ii, ed in particolare il punto 3.3;

tenuto conto che l’Ufficio di Presidenza con deliberazione n. 58 del 22 ottobre 2019 ha integrato e modificato la deliberazione n. 55 del 10 ottobre 2019 unitamente ai relativi allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;

dato atto che con le variazioni suddette sono rispettati i limiti di spesa imposti dalla Legge n. 122 del 2010 e permangono gli equilibri generali di bilancio;

udito il relatore del provvedimento che ha proposto all’Assemblea di approvare contestualmente e congiuntamente le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza n. 55/2019 e n. 58/2019 rubricate rispettivamente come proposte di provvedimento amministrativo n 275/10^ e n. 277/10^;

preso atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti della Regione Calabria espresso in data 28 ottobre 2019 (Allegato E), che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;

delibera

di approvare le variazioni di competenza e di cassa al bilancio di previsione 2019-2021 riportate nell’Allegato A) e nell’Allegato B), parti integranti e sostanziali del presente provvedimento;

di prendere atto della verifica sulla congruità degli accantonamenti effettuati con il presente provvedimento al Fondo crediti dubbia esigibilità nel bilancio di previsione 2019-2021, come riportato nell’Allegato C), che ne costituisce parte integrante;

di dare atto che, in conseguenza delle variazioni di cui agli allegati A) e B), sono garantiti gli equilibri del bilancio di previsione del Consiglio regionale per il triennio 2019-2021, come risulta dall’Allegato D) al presente provvedimento;

di dare mandato all’Ufficio di Presidenza a procedere alla conseguente variazione del documento tecnico di accompagnamento al bilancio 2019-2021, approvato con deliberazione U.P. n. 79 del 21 dicembre 2018, nonché ad assolvere ai successivi adempimenti di propria competenza.

(Allegati)

Proposta di legge numero 439/10^ di iniziativa del consigliere G. Giudiceandrea, recante: “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria” (Del. n. 448)

Titolo I

Finalità e definizioni

 

Art. 1

(Finalità, princìpi e ambito di applicazione)

 

  1.         La Regione Calabria assicura la dignità delle scelte personali in materia di disposizione del proprio corpo nell’evenienza del decesso, in un quadro di rispetto delle idee, delle convinzioni e dei sistemi valoriali.

  2.         La presente legge disciplina il complesso dei servizi e delle funzioni in ambito funebre e di polizia mortuaria, al fine di tutelare l’interesse degli utenti dei servizi e di uniformare le attività pubbliche e gestionali ai princìpi di evidenza scientifica, efficienza, economicità ed efficacia delle prestazioni, tenuto conto degli interessi pubblici preordinati alla tutela della salute pubblica, dell’igiene e della sicurezza.

  3.         In particolare, la presente legge:

              a)         disciplina le procedure relative alla polizia mortuaria, anche per quanto attiene ai profili igienico-sanitari;

              b)         armonizza, nell’ambito della polizia mortuaria, le attività certificate, di vigilanza e di controllo da parte degli enti competenti;

              c)         regolamenta le condizioni e i requisiti per l’esercizio delle attività mortuarie e funebri affinché le stesse siano svolte nel rispetto delle finalità e delle garanzie di cui alla presente legge.

 

Art. 2

(Definizioni)

 

  1.         Ai fini della presente legge:

              a)         per «salma» si intende il corpo umano rimasto privo delle funzioni vitali fino a ventiquattro ore dalla constatazione di decesso o prima dell’accertamento della morte;

              b)         per «cadavere» si intende la salma, dopo le ventiquattro ore dalla constatazione di decesso o dell’accertamento della morte ai sensi di quanto previsto dalla legislazione vigente;

              c)         per «resto mortale» si definisce il risultato della completa scheletrizzazione di un cadavere ovvero, per salme inumate, l'esito della trasformazione delle stesse allo scadere del turno almeno decennale di rotazione per effetto di mummificazione o saponificazione e, per salme tumulate, l'esito della trasformazione allo scadere di concessioni della durata di oltre venti anni per effetto di corificazione;

              d)         per «attività di polizia mortuaria» si intendono le attività di autorizzazione, di vigilanza e di controllo da parte degli enti individuati dalla presente legge;

              e)         per «servizi funebri» si intendono le attività imprenditoriali svolte congiuntamente nel rispetto delle ineludibili esigenze di sanità, di ordine pubblico, di sicurezza e di ottemperanza a regola d’arte degli obblighi contrattuali assunti con i dolenti, dai soggetti in possesso dei requisiti stabiliti dalla presente legge, ai fini delle seguenti prestazioni:

                          1)        disbrigo, in nome e per conto dei familiari o di altri aventi titolo, di pratiche amministrative conseguenti al decesso di una persona;

                          2)        preparazione, vendita e fornitura di casse mortuarie e di eventuali articoli funebri, in occasione del funerale, nel rispetto delle norme in materia di tutela sanitaria;

                          3)        trasporto, con idoneo mezzo speciale, del cadavere o della salma dal luogo di rinvenimento, decesso o deposizione, al cimitero o all’impianto di cremazione;

                          4)        ricomposizione del cadavere mediante sua vestizione;

                          5)        eventuale gestione di case funerarie;

              f)          per «attività necroscopiche» si intendono le seguenti attività obbligatorie poste in essere:

                          1)        dal comune, in forma singola o associata, eseguite direttamente, gestite con le modalità previste per i servizi pubblici locali o affidate con le procedure ad evidenza pubblica previste dal codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2006, n. 50 (Codice dei contratti pubblici), ovvero, con criteri di turnazione, a soggetti in possesso delle prescritte certificazioni di impresa funebre che provvede:

                                      1.1) in caso di indigenza del defunto o dei suoi familiari ovvero in caso di disinteresse dei familiari e di mancanza di altri soggetti che possano provvedere, qualora sia necessario eseguire sia il trasporto sia la sepoltura nel cimitero sia la fornitura della semplice bara da inumazione o da cremazione. Per «disinteresse» si intende la situazione in cui il trasporto e la sepoltura di una persona defunta non sono effettuati entro sei giorni dal suo decesso, fatte salve particolari circostanze, nelle quali il comune può disporre l’eventuale differimento del termine;

                                      1.2) su disposizione dell’Autorità giudiziaria, o anche dell’Autorità sanitaria per esigenze igienico-sanitarie, quando si debba provvedere alla raccolta e al trasporto di una salma o di un cadavere in un obitorio, in un deposito di osservazione o in un servizio mortuario del Servizio sanitario nazionale;

                          2)        dal servizio sanitario provinciale, quali il deposito di osservazione, l’obitorio, il servizio mortuario e le attività di medicina necroscopica. Gli istituti di medicina legale e delle assicurazioni svolgono funzioni obitoriali nel territorio della ASP di riferimento;

              g)         per «attività cerimoniale funebre» si intendono le manifestazioni di cordoglio e di commemorazione di defunti da parte di chi partecipa alle esequie svolte in ambiti civili o religiosi. Tali attività possono comportare l’accoglimento e la temporanea permanenza di feretri o di urne cinerarie in luoghi predisposti per le cerimonie per lo svolgimento dei riti del commiato, intendendosi per tali le chiese e gli altri luoghi di culto, le case funerarie, le sale del commiato e le   strutture di accoglienza nel cimitero o nel crematorio nonché le camere ardenti allestite presso enti pubblici per defunti ritenuti degni di particolari onoranze. In particolare:

                          1)        per «casa funeraria» si intende la struttura privata gestita da soggetti certificati allo svolgimento dell’attività funebre, in possesso diretto dei requisiti stabiliti dalla presente legge, ove, a richiesta dei familiari del defunto, in apposite sale attrezzate, sono ricevute, custodite ed esposte le salme di persone decedute presso luoghi pubblici, abitazioni private, strutture sanitarie e ospedaliere, in vista della composizione, della vestizione e dell’osservazione della salma, della custodia e dell’esposizione del cadavere e delle attività di commemorazione e di commiato del defunto tecnicamente equiparate e strutturate a deposito di osservazione. I feretri sigillati possono sostare presso la casa funeraria per brevi periodi, in attesa del trasporto verso il luogo di destinazione finale;

                          2)        per «sala del commiato» si intende la sala, collocata all’interno della casa funeraria o, eventualmente, anche nel cimitero o nel crematorio, ma comunque al di fuori dalle strutture sanitarie pubbliche o private accreditate, adibita all’esposizione a fini cerimoniali del defunto posto in un feretro chiuso;

              h)        per «trasporto funebre» si intende il trasporto della salma o del cadavere dal luogo di decesso a ogni altra destinazione prevista dalla presente legge, eseguito con mezzi e personale idonei dai soggetti abilitati all’esercizio dell’attività funebre.

 

Titolo II

Competenze e attribuzioni

 

Art. 3

(Compiti e attribuzioni della Regione)

 

  1.         La Regione esercita compiti di riordino, indirizzo, coordinamento e controllo, improntando la propria attività alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, in conformità ai princìpi di efficacia, di efficienza e di sussidiarietà. In ogni caso, i compiti sopraelencati sono svolti in isospesa e con personale già in servizio presso la Regione Calabria, nei normali orari di lavoro.

  2. La Giunta regionale concorre a definire, entro 60 giorni, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze e in attuazione dei princìpi di cui alla presente legge:

              a)         i requisiti delle autorimesse;

              b)         i criteri e gli obiettivi in materia di controllo, trasparenza e informazione dei servizi funebri;

              c)         le modalità per la formazione e la tenuta degli elenchi delle imprese funebri certificate, garantendo che gli stessi siano consultabili liberamente in via telematica;

              d)         le modalità per la formazione e l’aggiornamento professionali, nei limiti di quanto previsto dalla presente legge.

 

Art. 4

(Compiti e attribuzioni dei Comuni)

 

  1.         Il Comune assicura la sepoltura o la cremazione dei cadaveri delle persone residenti e di quelle decedute nel proprio territorio, tramite la realizzazione, anche in associazione con altri Comuni, di cimiteri e di crematori e in particolare:

              a)         rilascia le autorizzazioni previste dalla presente legge;

              b)         assicura spazi o locali pubblici idonei ad accogliere il feretro sigillato per lo svolgimento di riti funebri nel rispetto della volontà del defunto e dei suoi familiari;

              c)         adotta il regolamento di polizia mortuaria che stabilisce le condizioni di esercizio e di utilizzo dei cimiteri, delle strutture obitoriali, delle sale del commiato e delle case funerarie;

              d)         assicura il trasporto e il servizio funebre in caso di indigenza del defunto o dei suoi familiari ovvero in caso di disinteresse, nonché il servizio di raccolta e di trasferimento all’obitorio dei deceduti sulla pubblica via o in luogo pubblico;

              e)         esercita i poteri di rilevamento delle imprese funebri;

              f)          esercita poteri di vigilanza e di controllo, avvalendosi, per gli aspetti igienico-sanitari, delle Aziende sanitarie provinciali (ASP).

 

Art. 5

(Riordino territoriale)

 

  1.         L’esercizio dell’attività funebre è sottoposto al riordino territoriale al fine di assicurare le migliori funzionalità e produttività dei servizi resi agli utenti, nel rispetto dei princìpi di trasparenza e di concorrenza e della legge nazionale vigente.

 

Titolo III

Disciplina dell’attività funebre

 

Art. 6

(Attività funebre)

 

  1.         L’attività funebre costituisce attività imprenditoriale e comprende e assicura l’esercizio in forma congiunta dei seguenti servizi:

              a)         disbrigo, su mandato dei familiari o di altri aventi titolo, delle pratiche amministrative inerenti al decesso e all’organizzazione delle onoranze funebri;

              b)         vendita di casse e di altri articoli funebri, in occasione del funerale;

              c)         preparazione del defunto, sua vestizione e confezionamento del feretro;

              d)         trasferimento durante il periodo di osservazione e di trasporto funebre;

              e)         recupero di cadaveri, su disposizioni dell’autorità giudiziaria, da luoghi pubblici o privati;

              f)          eventuale gestione di case funerarie.

  2.         Per lo svolgimento dell’attività funebre è necessaria la presentazione al Comune in cui ha sede commerciale l’impresa, di una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), con efficacia immediata, ai sensi dell’articolo 19, comma 2, della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) e secondo i requisiti stabiliti all’articolo 3, circa i quali è necessario allegare dichiarazione sostitutiva ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa).

  3.         Il procacciamento di affari rivolto all’acquisizione e all’esecuzione di servizi funebri e delle attività connesse e complementari, anche ad opera di persone solo indirettamente riconducibili a soggetti autorizzati all’esercizio di tale attività, è vietato e perseguibile.

  4.         L’attività funebre rientra tra le prestazioni di servizio disciplinate dall’articolo 115 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).

  5.         Il conferimento dell’incarico per il disbrigo delle pratiche amministrative, la vendita delle casse e di articoli funebri e ogni altra attività connessa al funerale sono svolti solo nelle sedi di imprese funebri certificate o, eccezionalmente e su richiesta degli interessati, presso l’abitazione del defunto e dell’avente titolo, purché non all’interno di strutture sanitarie e socio-assistenziali di ricovero e cura, pubbliche e private, di strutture obitoriali, crematori e di cimiteri.

  6.         Al fine di tutelare l’utenza, l’attività funebre è incompatibile con:

              a)         la gestione del servizio cimiteriale;

              b)         la gestione del servizio obitoriale;

              c)         la gestione delle camere mortuarie delle strutture sanitarie, socio-assistenziali, di ricovero e cura e assimilate, sia pubbliche e sia private;

              d)         il servizio privato di ambulanza in entità pubblica di emergenza sanitaria (Servizio emergenze 118), il servizio pubblico del trasporto sangue e organi.

  7.         Il Comune verifica annualmente la persistenza dei requisiti strutturali e gestionali previsti per lo svolgimento l’esercizio dell’attività funebre.

 

Art. 7

(Impresa funebre)

 

  1.         I servizi funebri sono attività imprenditoriali e sono erogati secondo princìpi di concorrenza nel mercato e con modalità che difendono l’effettiva libertà di scelta delle famiglie colpite da un lutto.

  2.         I servizi funebri sono erogati da soggetti che, essendo in possesso dei requisiti stabiliti dalla presente legge, nonché di risorse umane, strumentali e finanziarie idonee e adeguate, sono titolari dell’apposita certificazione comunale rilasciata dal comune previa istruttoria in ordine al possesso dei requisiti di cui all'articolo 8 della presente legge.

  3.         Ogni impresa funebre è libera nella determinazione dei propri listini dei prezzi delle forniture e dei servizi.

  4.         Le imprese funebri non possono esercitare attività private in mercati paralleli, quali quelli relativi all’ambito cimiteriale e al trasporto sanitario come servizio pubblico di emergenza sanitaria data in convenzione, al trasporto di organi, sangue e pazienti dializzati e sono obbligate alla separazione societaria. La separazione societaria è intesa come svolgimento distinto, con società o con soggetto, dotati di separata personalità giuridica, di organizzazione distinta e adeguata di mezzi e risorse, diverse da quelle riconducibili a soggetti che svolgono attività funebre.

  5.         Alle imprese funebri è vietata la prestazione dei servizi in ambito necroscopico, intendendo per tali la gestione di servizi mortuari di strutture sanitarie pubbliche e assimilabili e di obitori. Le gestioni delle attività svolte da esercenti l’attività funebre in contrasto con quanto previsto dalla presente legge cessano dalla data di entrata in vigore della legge.

 

Art. 8

(Requisiti dell’impresa funebre e dei soggetti a essa collegati)

 

  1.         La dichiarazione da allegare alla SCIA ai sensi dell’articolo 6, comma 2, contiene l’autocertificazione del possesso dei seguenti requisiti:

              a)         una sede idonea e adeguata per la trattazione degli affari, comprendente un ufficio e una sala di esposizione per gli articoli funebri, diversi dalle altre attività svolte con la stessa Partita Iva. Presso ogni sede commerciale delle imprese esercenti l’attività funebre, è esposto il prezziario di tutte le forniture e prestazioni rese, con la precisazione che il corrispettivo relativo alla parte del servizio funebre di competenza dell’impresa è attualmente esente da IVA, in conformità a quanto stabilito dall’articolo 10, comma 1, n. 27, del Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 (Istituzione e disciplina dell’imposta sul valore aggiunto), e lo stesso è esibito a chiunque richieda un preventivo per lo svolgimento del servizio funebre;

              b)         un qualsiasi mezzo funebre, con relativa idoneità sanitaria, di proprietà o tramite leasing, adibito al trasporto di salme e di cadaveri e un’apposita autorimessa, avente requisiti di idoneità secondo la normativa nazionale vigente verificati dalle ASP. Tali autorimesse dispongono di adeguate dotazioni per la sanificazione del vano di carico del mezzo funebre. Il lavaggio della carrozzeria esterna e dell’abitacolo può essere effettuato all’esterno dell’impresa presso autolavaggi autorizzati;

              c)         un responsabile, abilitato alla trattazione delle pratiche amministrative e degli affari, stabilmente assunto con regolare rapporto di lavoro con il richiedente, che può coincidere con il titolare o legale rappresentante della stessa.

  2.         I requisiti di cui al comma 1 lettere a), b), e c) possono essere ottenuti ricorrendo ad accordi con altre imprese funebri certificate, associazione temporanea di impresa o contratti di rete. Per svolgere il servizio di trasporto e cerimonia:

              a)         l’impresa che effettua il trasporto funebre e la cerimonia, in maniera autonoma, dispone di personale dipendente numericamente necessario a svolgere il servizio nel rispetto delle norme nazionali sul lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori;

              b)         l'impresa in possesso dei requisiti di cui al comma 1, lettere a), b), e c), in maniera trasparente e col consenso della famiglia, ottenuto tramite formale mandato, può appaltare il trasporto funebre per la cerimonia ad altra impresa funebre certificata in possesso autonomo dei requisiti di cui alla successiva lettera c); la stessa svolgerà col proprio rischio d'impresa, tramite contratto genuino, il servizio di trasporto funebre ad essa commissionato nel rispetto delle norme nazionali in materia di appalto, lavoro e sicurezza dei lavoratori. Il servizio di trasporto funebre è eseguibile, previo formale assenso della famiglia del defunto, ricorrendo a partecipazioni, ad aggregazioni aziendali quali consorzi e società consortili, in possesso autonomo dei requisiti di cui alla successiva lettera c);

              c)         i soggetti che con i contratti previsti alla lettera b) garantiscono il possesso dei requisiti tecnico-organizzativi per svolgere la cerimonia funebre ad altri esercenti possiedono la disponibilità autonoma, ovvero senza il ricorso ad altri soggetti, delle seguenti dotazioni minime adeguate alle attività svolte: almeno sei operatori assunti con regolare contratto di lavoro e due auto funebri. A fronte di ogni contratto stipulato con imprese funebri, dopo il quindicesimo, è previsto l’incremento di una unità di personale. A fronte di ogni quattro contratti stipulati con imprese funebri, oltre il quindicesimo, è previsto l’incremento di un’auto funebre.

  3.         Il titolare, il socio o responsabile possono svolgere anche le mansioni di necroforo.

  4.         Le figure professionali del personale dell’impresa funebre sono:

              a)         responsabile abilitato al disbrigo delle pratiche amministrative, addetto alla trattazione degli affari;

              b)         necroforo, col ruolo di svolgere la preparazione del defunto, la sua sistemazione nel feretro, la sigillatura, oltre la movimentazione dei feretri e l'organizzazione della cerimonia.

  5.         L’utilizzo da parte della stessa impresa di altre eventuali sedi per la trattazione degli affari, ubicate nel Comune dove si trova la sede principale o in Comuni diversi da quello ove è stata presentata la SCIA, non comporta il rilascio di ulteriori certificazioni all’esercizio dell’attività funebre. Le eventuali autorizzazioni in materia edilizia o commerciale, necessarie per l’utilizzo di dette sedi, sono rilasciate previa dimostrazione del possesso della certificazione all’esercizio dell’attività funebre rilasciata dal Comune ove ha sede principale l’impresa. Tali sedi dispongono di un addetto alla trattazione degli affari, in persona diversa da quella utilizzata per la sede principale o altre sedi, che sia in possesso degli stessi requisiti formativi del responsabile della conduzione dell’attività, il cui nominativo va comunicato al Comune competente.

  6.         Le imprese funebri esistenti prima della pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC) della presente legge hanno 12 mesi di tempo dalla sua entrata in vigore per adeguarsi alle disposizioni del presente testo, ripresentando una SCIA, per variazioni Agenzia di affari, presente sul portale Calabria Suap, con cui autocertificano il possesso dei requisiti richiesti dalla legge. I Comuni verificano quanto autocertificato. Gli esercenti l’attività funebre autocertificano annualmente la perduranza dei requisiti di cui al presente articolo.

 

Art. 9

(Requisiti del personale dell’impresa funebre e dei soggetti a essa collegati)

 

  1.         A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, i corsi abilitanti la professione sono d'obbligo per le imprese presenti sul territorio della Regione.

  2.         I responsabili di cui all’articolo 8, comma 4, lettera a), con comprovata esperienza lavorativa, superiore a cinque anni, effettuano metà delle ore stabilite dalla Giunta regionale per ogni figura professionale ricoperta; coloro con meno di cinque anni di esperienza lavorativa certificata seguono l'orario pieno delle ore stabilite. In attesa dei regolamenti di attuazione sulla formazione professionale, che indicano le ore e le materie trattate, le imprese funebri possono continuare a

svolgere l'attività funebre provvedendo ad avviare i responsabili allo specifico corso professionale subito dopo la pubblicazione dei regolamenti inerenti alla formazione ed entro un anno dalla loro pubblicazione.

  3.         L’attività funebre, in qualsiasi forma esercitata, è preclusa alle persone dichiarate fallite o incorse in alcuno dei provvedimenti di cui al regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 (Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e della liquidazione coatta amministrativa), salvo che sia intervenuta riabilitazione, nonché a chi abbia riportato:

              a)         condanna definitiva per uno dei reati di cui al libro secondo, titolo VIII, capo II, del codice penale;

              b)         condanna definitiva per reati non colposi a pena detentiva superiore a tre anni;

              c)         condanna definitiva per reati contro la fede pubblica, contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio;

              d)         condanna alla pena accessoria dell’interdizione dall’esercizio di una professione o di un’arte ovvero dell’interdizione dagli uffici direttivi delle imprese, salvo che sia intervenuta la riabilitazione;

              e)         sottoposizione alle misure previste dal codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136);

              f)          contravvenzioni accertate e definitive per violazioni di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n.206 (Codice del consumo);

              g)         contravvenzioni accertate per violazioni di norme in materia di lavoro, di previdenza, di assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nonché di prevenzione della sicurezza nei luoghi di lavoro non conciliabili in via amministrativa.

  4.         Le condizioni ostative di cui al comma 3 si applicano al titolare, al legale rappresentante, ai prestatori d’opera nonché a tutto il personale.

 

Art. 10

(Accertamento dei requisiti)

 

  1.         L’accertamento dei requisiti per l’esercizio delle attività funebri è effettuato dai Comuni esercitando le funzioni a essi attribuite dalla presente legge.

  2.         Ai fini dell’accertamento di cui al comma 1, le imprese, entro il 30 giugno 2020, si muniscono della certificazione attestante il possesso dei requisiti.

  3.         La certificazione di cui al comma 2 è rilasciata annualmente dai Comuni, ai quali spetta la verifica, e scade il giorno successivo a quello della data di rilascio dell'anno seguente.

  4.         La certificazione ha validità annuale ed è validata ripresentando, presso il Comune dove si esercita l'attività suddetta, un'autocertificazione che attesti la continuità e la persistenza, per l’anno in corso, dei requisiti previsti all'articolo 8. In caso di variazioni strutturali o logistiche è necessaria la presentazione di una nuova SCIA.

  5.         La mancata acquisizione o presentazione della certificazione equivale a carenza dei requisiti e comporta l’immediata cessazione dell’attività.

 

Art. 11

(Mandato)

 

  1.         Il Comune, avvalendosi delle ASP per gli aspetti igienico-sanitari, vigila e controlla lo svolgimento delle attività funebri al fine di garantire agli utenti il diritto di scegliere liberamente l’impresa funebre di cui avvalersi, senza intervenire direttamente sulla domanda e sull’offerta dei servizi nonché sulla definizione delle tariffe, a esclusione delle seguenti prestazioni a carico della stessa amministrazione comunale:

              a)         servizio funebre obbligatorio di cadaveri, nei casi di indigenza del defunto o dei suoi familiari ovvero nel caso di disinteresse;

              b)         servizio obbligatorio di raccolta e di trasferimento all’obitorio dei deceduti sulla pubblica via o in luogo pubblico ovvero in abitazione o in luogo privati, a seguito di richiesta dell’autorità giudiziaria.

  2.         Il contratto di servizi funebri è conferito per iscritto a un’impresa funebre certificata.

  3.         Il conferimento del mandato di cui al comma 2 ha luogo nella sede, principale o secondaria, dell’impresa funebre cui esso è conferito ovvero, su richiesta dei familiari, presso l’abitazione del defunto o dell’avente titolo, purché al di fuori di strutture socio-sanitarie di ricovero e cura nonché di strutture socio-sanitarie pubbliche o private e cimiteri. È vietato l’uso di sedi e di uffici mobili.

  4.         È fatto divieto a chiunque di segnalare o comunque di portare a conoscenza di imprese funebri il decesso di persone. È altresì fatto divieto al personale adibito a ente pubblico, a strutture sanitarie, socio-assistenziali, di ricovero e cura e assimilate, pubbliche o private, a strutture deputate ai pubblici servizi e a gestori di un servizio di ambulanze di indirizzare il dolente nella scelta dell’impresa funebre.

  5.         Nello svolgimento dell’attività funebre, fatta salva la promozione commerciale e da ricorrenza mediante oggettistica di valore trascurabile, è vietato proporre direttamente o indirettamente provvigioni, offerte, regalie di valore o vantaggi di qualsiasi genere, al fine di ottenere informazioni tese all’acquisizione di mandati.

 

Art. 12

(Trasporti funebri)

 

  1.         Costituisce trasporto di salma il trasferimento del defunto, eseguito in modo da non impedire eventuali manifestazioni di vita, dal luogo del decesso ai locali di osservazione quali l’abitazione del defunto o di un avente titolo, servizio mortuario sanitario, il deposito di osservazione comunale, l’obitorio, la casa funeraria entro ventiquattro ore dalla morte, indipendentemente dalla circostanza che sia o non sia intervenuto l’accertamento della morte, con la certificazione cui al comma 10, nel rispetto delle norme sanitarie e su tutto il territorio regionale. Per il tributo di speciali onoranze possono essere eccezionalmente individuati altri luoghi previo singola autorizzazione del sindaco e con il rilascio dell’autorizzazione al trasporto come prevista dal decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285 (Approvazione del regolamento di polizia mortuaria).

  2.         Costituisce trasporto di cadavere il trasferimento del defunto dal luogo ove questo è stato sigillato al luogo di destinazione, sia esso un cimitero, un crematorio o un luogo di onoranze, previamente autorizzato dal Comune.

  3.         Il trasporto di salma o di cadavere previamente identificato a cura dell’addetto al trasporto è riservato ai soggetti titolati alla sua esecuzione ed è effettuato con un’auto funebre e da personale numericamente sufficiente, in conformità alle normative vigenti in materia di igiene e di sanità pubblica, di servizi funebri, di tutela della salute e di sicurezza dei lavoratori.

  4.         L’addetto al trasporto di cadavere, in qualità di incaricato di pubblico servizio, prima della partenza verifica e certifica su un apposito verbale:

              a)         l’identità del cadavere;

              b)         che il feretro, in relazione alla destinazione e alla distanza da percorrere, sia stato confezionato secondo quanto previsto dalla normativa vigente;

              c)         i nominativi dei necrofori utilizzati e i dati dell’auto funebre che materialmente eseguono il trasporto.

  5.         L’addetto al trasporto funebre appone i sigilli per i trasporti e ne è responsabile, redige il verbale di verifica in duplice originale, di cui uno accompagna sempre il feretro fino a destinazione e l’altro è conservato dall’incaricato del trasporto. La chiusura del feretro può essere fatta esclusivamente da personale necroforo o da addetto dell’impresa previamente formato. Il Comune di destinazione trasmette copia del verbale di verifica al Comune in cui è avvenuto il decesso.

  6.         Per il trasporto all’estero, l’autorizzazione al trasporto funebre è rilasciata dal Comune in cui è avvenuto il decesso e si applicano le norme previste dai trattati internazionali vigenti.

  7.         Qualora il decesso avvenga presso una struttura sanitaria, una casa di riposo ovvero istituti pubblici o privati, il trasferimento della salma o del cadavere all’interno delle stesse strutture è effettuato da personale incaricato dalla competente direzione sanitaria che non riveste la qualità di esercente di attività funebre o attività di cui al comma 6 dell’articolo 6.

  8.         Nella nozione di trasporto di cadavere è altresì compresa la raccolta e la decorosa composizione nel feretro, il prelievo di quest’ultimo, con il relativo trasferimento, la sosta per cerimonie civili o religiose e la consegna al personale incaricato della sepoltura o della cremazione.

  9.         I Comuni controllano che, nello svolgimento dei trasporti funebri e delle operazioni cimiteriali, sia presente un numero di addetti pari a quanto individuato nei documenti di valutazione dei rischi predisposti ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).

        10.            Il medico intervenuto al momento della constatazione del decesso certifica preventivamente, qualora non sussista pericolo per la salute pubblica e si escluda il sospetto di morte dovuta a reato o malattie infettive, dopo l'igienizzazione della salma e dopo che siano stati tolti aghi, sondini e cateteri, qualora il decesso avvenga presso strutture sanitarie pubbliche o private, la possibilità del trasferimento della salma, in tutto il territorio regionale, con l'impiego di un contenitore rigido o flessibile, impermeabile sul fondo ma in grado, contemporaneamente, di permettere passaggio di aria così da consentire la respirazione se vi fossero segni di vita, entro la durata del periodo di osservazione, presso strutture obitoriali, case funerarie certificate, abitazione del defunto o di un suo familiare, previa richiesta degli stessi familiari; la visita necroscopica, se non già eseguita prima del trasporto, attiene all'ASP del luogo in cui si svolge il residuo periodo d'osservazione.

        11.            La certificazione di cui al comma 10 è titolo valido per il trasferimento della salma. Dell’eventuale trasferimento è data comunicazione certificata da parte del soggetto esercente attività funebre incaricato, anche per via telematica certificata, al Comune in cui è avvenuto il decesso, al Comune ove è destinata la salma, nonché alla ASP competente per il luogo di destinazione della stessa.

        12.            Il responsabile della struttura ricevente, o un suo delegato, registra l’accettazione della salma con l’indicazione del luogo di partenza, dell’orario di arrivo e dell’addetto al trasporto e trasmette tali informazioni, anche in via telematica certificata, al Comune in cui è avvenuto il decesso, al Comune ove è destinata la salma, nonché alla ASP competente per il luogo di destinazione della stessa. Qualora non sia stato fatto nel luogo del decesso, il Comune di destinazione della salma dà notizia al medico necroscopo per effettuare l’accertamento di morte che è trasmesso, anche in via telematica, al Comune ove è avvenuto il decesso per il rilascio della relativa documentazione necessaria. Nel caso di trasporto presso l'abitazione del defunto o di un suo familiare, l'impresa incaricata trasmette quanto previsto nel presente comma e svolge le comunicazioni e gli atti obbligatori.

        13.            In caso di pericolo per la salute pubblica, il trasferimento di salma è autorizzato dal medico necroscopo che detta altresì le cautele da osservare in concreto.

        14.            Il trasporto di ceneri e di ossa umane non ha controindicazioni igienico-sanitarie e può essere svolto da chiunque, previa autorizzazione dell’ufficiale di stato civile del Comune di partenza, che ne dà avviso all’ufficiale di stato civile del luogo di destinazione o alla corrispondente autorità, se all’estero.

        15.            Il trasporto di resti mortali da un cimitero all’altro o al crematorio è effettuato, su richiesta dei familiari, da soggetti abilitati e previa autorizzazione del comune ove erano sepolti, con l’adozione delle misure necessarie a garantire il decoro e la salute pubblica.

        16.            Ogni trasporto funebre di salma o di cadavere è svolto a pagamento, previo incarico di chi lo commissiona, da un soggetto esercente l’attività funebre. I costi del trasporto sono a carico di chi lo richiede o lo dispone; i costi dei servizi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f), numeri 1.1) e 1.2), sono a carico del Comune dove ha avuto luogo il decesso.

        17.            Il trasporto funebre non può essere gravato di alcun diritto fisso sanitario e comunale.

        18.            La chiusura e il sigillo del feretro, in cera lacca o adesivo, riportante i dati dell'impresa che trasporta il cadavere e che attesti l'integrità della chiusura, apposto sul coperchio per i trasporti nell'ambito comunale, fuori comune, fuori regione e fuori nazione, che non rientrano nella fattispecie dei trasporti di cui ai commi 10 e 11, sono demandati all'impresa funebre che ne effettua il trasporto e la stessa ne è responsabile sotto il profilo civile e penale. La puntura conservativa nel periodo imposto dalla norma nazionale è effettuata, in maniera da garantire la sicurezza sulla salute dell'addetto, da personale necroforo o da personale sanitario pubblico o privato.

 

Art. 13

(Case funerarie o depositi di osservazioni e servizi mortuari)

 

  1.         La realizzazione e l’esercizio di una casa funeraria o deposito d’osservazione, all’interno della quale possono essere presenti anche una o più sale destinate alla custodia e all’esposizione dei defunti, nonché alla celebrazione e al commiato, sono consentite ai soggetti esercenti l'attività funebre in possesso diretto dei requisiti di cui all’articolo 8, comma 1, previa SCIA, in piena autonomia del soggetto gestore per quanto riguarda gli orari di apertura in funzione dei servizi richiesti dai dolenti, gli orari di fissazione dei funerali e l’organizzazione aziendale.

  2.         L’accesso a una casa funeraria avviene su richiesta del familiare del defunto o di un altro soggetto avente titolo.

  3.         Per l’esercizio delle attività, le dotazioni strutturali e impiantistiche della casa funeraria sono conformi alle caratteristiche igienico-sanitarie previste dalle norme nazionali per i servizi mortuari delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, come specificate nell’atto di indirizzo e coordinamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 1997, integrate da quanto previsto dalla presente legge.

  4.         La casa funeraria dispone di spazi per la sosta e per la preparazione dei defunti e di una camera ardente o sala del commiato. In termini di accessibilità sono consentite l’entrata e l’uscita autonome senza interferenze rispetto al sistema generale dei percorsi interni della struttura. È previsto un accesso dall’esterno per i visitatori ed un parcheggio per questi ultimi. Le case funerarie possiedono i seguenti requisiti strutturali minimi:

              a)         locale di osservazione o di sosta delle salme;

              b)         camera ardente o sala di esposizione;

              c)         locale di preparazione dei defunti;

              d)         servizi igienici per il personale;

              e)         servizi igienici per i dolenti;

              f)          sala per onoranze funebri al feretro;

              g)         almeno una cella frigorifera e una sala climatizzata;

              h)        deposito per i materiali;

              i)          rimessa funebre anche esterna alla struttura;

              j)          uffici.

  5.         Le case funerarie non possono essere collocate all’interno di strutture sanitarie, di ricovero e cura, socio-sanitarie e socio-assistenziali, nei crematori e nei cimiteri. Le case funerarie non possono essere convenzionate con strutture sanitarie pubbliche e private e assimilabili per lo svolgimento dei servizi mortuari.

  6.         I servizi mortuari sanitari e le attività necroscopiche di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f), numero 2), costituiscono servizi della struttura sanitaria e possono essere gestiti solo in forma diretta o affidati, previa gara ad evidenza pubblica, a soggetti terzi che a nessun titolo possono essere esercenti di attività funebri o soggetti a essi collegati o in qualsiasi modo ad essi riconducibili.

 

Art. 14

(Attività collaterali e integrative)

 

  1.         Le imprese funebri, qualora effettuino altre prestazioni di servizio o cessione di beni rispetto a quelle definite dal presente titolo, possiedono i requisiti stabiliti relativi alle singole prestazioni di servizio o cessioni di beni.

 

Art. 15

(Vigilanza e sanzioni)

 

  1.         I Comuni e le ASP vigilano e controllano l’osservanza delle norme per le attività funebri nel territorio di riferimento.

  2.         Gli oneri per la vigilanza e per il controllo sono coperti da risorse proprie dei Comuni e delle ASP e dai proventi derivanti dalle sanzioni di cui al presente articolo.

  3.         Le violazioni alla presente legge da parte dei soggetti esercenti attività di impresa funebre sono soggette alla sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000,00 euro a 3.000,00 euro, salvo quanto previsto dai commi 4, 5, 6 e 7.

  4.         Le violazioni alle disposizioni dell’articolo 7 e dell’articolo 12 sono soggette, a seconda della gravità, alla sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000,00 euro a 30.000,00 euro.

  5.         In caso di violazione alle disposizioni dell’articolo 11, le sanzioni di cui al comma 4 sono duplicate.

  6.         In caso di recidiva, le violazioni alle disposizioni dell’articolo 11 comportano altresì la sospensione dell’attività per tre mesi decorrenti dalla notificazione dell’accertamento definitivo e non impugnabile della violazione, elevati a sei mesi in caso di violazione delle disposizioni dell’articolo 11, commi 4 e 5. In caso di violazioni particolarmente gravi è altresì disposta la revoca all’esercizio dell’attività.

  7.         Sono fatte salve le fattispecie costituenti reati relative alle violazioni delle disposizioni della presente legge.

 

Titolo IV

Disciplina della cremazione

 

Art. 16

(Disposizioni concernenti l’affidamento, la custodia e la dispersione delle ceneri)

 

  1.         Il gestore del forno crematorio consegna l’urna cineraria al coniuge, al convivente, a un altro familiare avente diritto o a un suo delegato, all’esecutore testamentario o al rappresentante legale dell’associazione riconosciuta che abbia tra i propri fini statutari quello della cremazione dei cadaveri dei propri associati o all’impresa funebre a tale fine incaricata dall’avente titolo. I predetti soggetti, nel rispetto della volontà del defunto, possono disporre la tumulazione dell’urna al cimitero, l’affidamento personale dell’urna a un familiare o, se del caso, al convivente, i quali possono anche conferirla presso edifici destinati alla custodia di urne. L’urna è sigillata e conservata in modo da consentire in ogni caso l’identificazione dei dati anagrafici del defunto. L’affidatario dell’urna esprime consenso scritto, sottoscrivendo apposito verbale di custodia.

  2.         La dispersione delle ceneri è consentita, nel rispetto della volontà del defunto, e con la prescritta autorizzazione dell’ufficiale dello stato civile, espressa in uno dei modi previsti, solo in aree a ciò appositamente destinate all’interno dei cimiteri, in aree private o in natura.

  3.         La dispersione delle ceneri all’interno dei cimiteri è disciplinata dai comuni che individuano apposite aree cimiteriali a ciò destinate. Tali aree possono essere sostitutive del cinerario comune previsto dal comma 6 dell’articolo 80 del regolamento di cui al dpr 285/1990.

  4.         La dispersione delle ceneri in natura avviene all’aperto, è libera ed è consentita nel rispetto delle seguenti condizioni:

              a)         in montagna e in natura, a distanza di oltre duecento metri da centri e da insediamenti abitativi;

              b)         in mare, a oltre mezzo miglio dalla costa;

              c)         nei laghi, a oltre cento metri dalla riva;

              d)         nei fiumi e nei corsi d’acqua ad alveo pieno permanente, nei tratti liberi da manufatti e da natanti.

  5.         La dispersione in aree private avviene all’aperto e con il consenso dei proprietari e non può comunque dare luogo ad attività aventi fini di lucro.

  6.         La dispersione delle ceneri è in ogni caso vietata nei centri abitati.

  7.         In caso di affidamento personale, l’ufficio del Comune ove le ceneri sono conservate annota, nel registro previsto dall’articolo 52 del d.p.r. 285/1990, le generalità della persona cui è stata consegnata l’urna ai sensi del comma 1 e quelle del defunto. Se l’affidatario intende, per qualsiasi motivo, rinunciare all’affidamento dell’urna conferisce la stessa a un cimitero di sua scelta o presso

edifici destinati alla custodia di urne, per la conservazione, facendosi carico dei relativi oneri. L’affidatario comunica l’avvenuto conferimento dell’urna al Comune di partenza e a quello di destinazione, per le necessarie registrazioni. È altresì ammesso l’ulteriore affidamento personale dell’urna a un altro familiare ovvero al convivente. L’affidatario conserva l’urna in locale idoneo, teca o similare, che abbia destinazione stabile e sia garantito da ogni profanazione.

  8.         L’autorizzazione all’affidamento e alla dispersione non è soggetta a specifica tariffa. Il Comune può provvedere a riportare i dati relativi al defunto in un’apposita targa o cippo cimiteriale situati nel cimitero individuato dagli aventi diritto, perché non sia perduto il senso comunitario della morte e del ricordo comune.

  9.         Il trasporto delle urne cinerarie non è soggetto a particolari misure precauzionali. Ogni eventuale trasferimento è accompagnato da una dichiarazione, effettuata dall’affidatario, indicante il luogo di partenza e il luogo di destinazione nonché gli estremi dell’autorizzazione all’affido o alla dispersione. Il trasporto può essere effettuato dall’affidatario, da familiari, da una impresa funebre o da qualsiasi altro vettore. Per il trasferimento all’estero su richiesta degli interessati, il Comune dove si trova l’urna rilascia apposita autorizzazione al trasporto, in cui sono indicate le generalità del defunto, la data in cui avvenuta la morte e la data di cremazione.

        10.            Per consentire il rispetto dei riti di commemorazione del defunto a feretro chiuso e per garantire un dignitoso commiato, nell’ambito dei crematori sono predisposte apposite sale del commiato, nel rispetto di quanto previsto dalla presente legge.

 

Titolo V

Disposizioni di adeguamento e finali

 

Art. 17

(Disposizioni di adeguamento)

 

  1.         La Regione comunica ai Comuni la pubblicazione telematica della presente legge e definisce le linee di indirizzo cui essi si attengono per il recepimento della stessa nonché per adeguare le norme regolamentari eventualmente emanate nelle materie oggetto della medesima legge, abrogando quelle incompatibili entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge sul BURC.

  2.         Con apposito regolamento sono definite le norme di attuazione su:

              a)         locali di osservazione e obitori, presenza territoriale di celle refrigerate o di camere refrigerate;

              b)         prescrizioni tecniche per la casa funeraria e le sale del commiato;

              c)         modalità per la formazione e l’aggiornamento professionali, nei limiti di quanto previsto dalla presente legge;

              d)         realizzazione di un elenco telematico regionale delle imprese certificate esistenti su tutto il territorio regionale.

  3.         La modulistica uniforme da utilizzare in tutto il territorio della Regione viene inserita nel presente testo secondo i seguenti certificati e modelli:

Certificato A.1: Certificazione medica per il trasporto salma

Certificato A.2: Accertamento necroscopico

Certificato A.3: Cremazione

Modello B.1: Avviso di morte

Modello B.2: Constatazione di morte

Modello B.3: Mandato ad impresa funebre

Modello B.4: Domanda di autorizzazione per il trasporto di cadavere in altro comune

Modello B.4.1: Autorizzazione per il trasporto di cadavere fuori dal comune di decesso

Modello B.4.2: Verbale di chiusura feretro per trasporto di cadavere nell’ambito dello stesso comune

Modello B.4.3: Verbale di chiusura feretro per trasporto di cadavere fuori comune

Modello B.5: Domanda di autorizzazione per il trasporto di cadavere nell'ambito dello stesso comune

Modello B.5.1: Autorizzazione per il trasporto di cadavere nell’ambito del comune di decesso

Modello B.6: Richiesta autorizzazione al trasporto e cremazione di cadavere/resti mortali, al trasferimento e alla dispersione/affidamento/seppellimento delle ceneri

Modello B.7: Autorizzazione al trasporto e cremazione di cadavere/ resti mortali, al trasferimento e alla dispersione/affidamento/seppellimento delle ceneri

Modello B.8: Verbale di dispersione delle ceneri

  4.         Nel rispetto delle disposizioni contenute nella presente legge e dei relativi provvedimenti di attuazione, si disciplinano le attività funebri, necroscopiche, cimiteriali, di cremazione e di polizia mortuaria coordinate con le norme nazionali vigenti.

 

Art. 18

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.         Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 19

(Entrata in vigore)

 

  1.         La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 257/10^ di iniziativa dei consiglieri N. Irto, S. Romeo, G. Nucera, G. Gallo, C. Parente, G. Arruzzolo recante: “Proposta di legge al Parlamento recante: Proposta di modifica e integrazione alla legge 11 gennaio 2018, n. 4 'Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici'” (Del. n. 449)

Il Consiglio regionale,

 

vista la proposta di provvedimento amministrativo n. 257/10^ recante: "Proposta di legge al Parlamento - Proposta di modifica e integrazione alla legge 11 gennaio 2018, n. 4 «Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici»";

rilevata la propria competenza ai sensi del comma 2, dell'articolo 16, della legge regionale 19 ottobre 2005, n. 25 recante: "Statuto della Regione Calabria";

visti:

- l'articolo 121 della Costituzione;

delibera

- di approvare la proposta di legge al Parlamento, recante: "Proposta di modifica e integrazione alla legge 11 gennaio 2018, n. 4 «Modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici»” che, nell’unito testo, viene allegata alla presente per farne parte integrante;

- di conferire mandato al Presidente del Consiglio regionale affinché inoltri al Parlamento la proposta di legge approvata.

(Allegati)

Proposta di legge numero 473/10^ di iniziativa dei consiglieri D. Battaglia, G. Giordano, M. Mirabello, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 e principi generali per la costituzione dell'Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali” (Del. n. 450)

Art. 1

(Modifiche alla l.r. 24/2013)

 

  1.         Dopo l’articolo 6 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità), è inserito il seguente:

 

Art. 6 bis

(Liquidazione coatta amministrativa)

 

  1.         In caso di gravi perdite di esercizio per due esercizi finanziari consecutivi o di impossibilità di assicurare la sostenibilità e l'assolvimento delle funzioni indispensabili o di impossibilità di pagamento di debiti liquidi ed esigibili nei confronti di terzi, il Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta regionale, adottata su proposta dei dipartimenti competenti, dispone con decreto la messa in liquidazione coatta amministrativa del CORAP.

  2.         Con il provvedimento che ordina la liquidazione o con altro successivo viene nominato un commissario liquidatore e un comitato di sorveglianza, composto di tre o cinque membri scelti fra persone particolarmente esperte nel ramo di attività esercitato dal Consorzio, possibilmente fra i creditori.

  3.         Dalla data che ordina la liquidazione coatta amministrativa cessano le funzioni degli organi del Consorzio, salvo per il caso previsto dall'articolo 214 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 (Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e della liquidazione coatta amministrativa).

  4.         Il commissario liquidatore provvede alla liquidazione del Consorzio e all'estinzione dei debiti esclusivamente nei limiti delle risorse disponibili alla data della liquidazione ovvero di quelle che si ricavano dalla liquidazione del patrimonio del Consorzio medesimo. Il commissario liquidatore, nell'esecuzione delle funzioni attribuite, è autorizzato a porre in essere ogni atto funzionale alla liquidazione, alla gestione e alla salvaguardia del patrimonio del Consorzio.

  5.         Con il decreto che dispone la messa in liquidazione coatta amministrativa si può stabilire, tenuto conto delle funzioni e delle attività istituzionali del Consorzio e ricorrendone presupposti anche di carattere economico finanziario, la prosecuzione in via provvisoria delle attività svolte dal CORAP, assicurando nel relativo periodo le funzioni previste dall'articolo 36, comma 5, della legge 5 ottobre 1991, n. 317 (Interventi per l'innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese), dalla l.r. 38/2001 e dalla presente legge.

  6.         Alla eventuale prosecuzione in via provvisoria delle attività svolte dal CORAP troveranno integrale applicazione anche le disposizioni di cui agli articoli 104 e 104 bis del r.d. 267/1942, sostituiti il tribunale e il giudice delegato con l'autorità di vigilanza, il curatore con il commissario liquidatore e il comitato dei creditori con il comitato di sorveglianza.

  7.         Il decreto di assoggettamento alla procedura di liquidazione coatta amministrativa non determina lo scioglimento automatico dei contratti pendenti e relativamente ai contratti di appalto in corso si applica l'articolo 110, comma 3, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici).

  8.         Ai processi in corso si applica l'articolo 43, terzo e quarto comma, del r.d. 267/1942.

  9.         Fermi restando il rispetto e l'attuazione della normativa di legge e amministrativa, durante l'esercizio provvisorio è perseguita, anche con il ricorso agli strumenti di legge consentiti, e nel rispetto della sostenibilità economico finanziaria e dei principi generali vigenti, la salvaguardia dei livelli occupazionali e il mantenimento delle posizioni giuridiche ed economiche del personale di ruolo in dotazione al CORAP.

        10.            La procedura liquidatoria persegue soluzioni che, nel prioritario rispetto dell'interesse pubblico, degli equilibri del bilancio e delle ragioni del ceto creditorio, siano altresì coerenti con la salvaguardia dei livelli occupazionali, anche tramite il trasferimento di funzioni e di personale ai sensi delle vigenti leggi nazionali e regionali.

        11.            Se il commissario liquidatore subentra in un contratto ad esecuzione continuata o periodica deve pagare integralmente il prezzo delle consegne avvenute e dei servizi erogati dopo l'apertura della procedura della liquidazione coatta amministrativa. Il credito maturato per le consegne avvenute e per i servizi erogati prima dell'apertura della liquidazione coatta amministrativa è trattato come credito concorsuale.

        12.            Il commissario liquidatore presenta alla Giunta regionale, entro sessanta giorni dalla nomina, il programma della liquidazione in esecuzione delle funzioni attribuite, precisando i tempi di realizzazione. Il programma è approvato dalla Giunta regionale che ne monitora l'attuazione anche sulla base della presentazione, da parte del commissario liquidatore, di relazioni semestrali.

        13.            Al commissario liquidatore spetta un compenso per come determinato dal decreto del Ministro dello sviluppo economico 3 novembre 2016 (Criteri per la determinazione e liquidazione dei compensi spettanti ai commissari liquidatori e ai membri dei comitati di sorveglianza delle procedure di liquidazione coatta amministrativa). Gli oneri derivanti dal presente comma sono a carico della gestione del Consorzio. Qualora il Consorzio non presenti disponibilità liquide sufficienti al pagamento delle spese di procedura, il compenso del commissario liquidatore è posto a carico della Regione, che lo determina tenendo conto dell'impegno richiesto. In tale ultimo caso, il compenso del commissario liquidatore non può essere comunque superiore a 2.500,00 euro, onnicomprensivi.

        14.            L'ammontare del compenso spettante ai componenti del comitato di sorveglianza è a carico della gestione del Consorzio, è onnicomprensivo di qualsiasi ulteriore spesa sostenuta ed è determinato ai sensi dell'articolo 7 del decreto del Ministro dello sviluppo economico del 3 novembre 2016. Qualora il Consorzio non presenti disponibilità liquide sufficienti al pagamento delle spese di procedura, il compenso dei componenti del comitato di sorveglianza è posto a carico della Regione, che lo determina tenendo conto dell'impegno richiesto. In tale ultimo caso, il compenso dei componenti del comitato di sorveglianza non può essere comunque superiore a 500,00 euro, onnicomprensivi per tutta la durata della procedura.

        15.            Il Presidente della Giunta regionale, previa delibera della Giunta regionale, approva il bilancio finale di liquidazione.

 

Art. 2

(Principi generali per la costituzione dell'Agenzia regionale

Sviluppo Aree Industriali)

 

  1.         Nel caso si verifichino le condizioni di legge per lo scioglimento o la liquidazione coatta amministrativa del CORAP la Giunta regionale, al fine di assicurare la continuità nell'esercizio delle funzioni pubbliche attribuite al CORAP dalle norme nazionali e regionali e dagli articoli 12, 20, 23 e 24, della legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38 (Nuovo regime giuridico dei Consorzi per le Aree, i Nuclei e le Zone di Sviluppo Industriale) nonché quelle previste dalla presente legge, e nel contempo procedere al riordino del sistema regionale di sostegno all'insediamento, allo sviluppo e alla competitività delle imprese di ogni comparto economico ed industriale, all'attrazione di investimenti produttivi, entro novanta giorni dal decreto che dispone la liquidazione del CORAP, compatibilmente con la disciplina di legge della procedura di liquidazione coatta amministrativa, con le sue finalità e nel rispetto delle disposizioni di legge dei principi generali vigenti e dei vincoli di bilancio e sulla base di un sostenibile Piano economico finanziario che garantisca la continuità aziendale, istituisce l'Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali, ente pubblico economico, con legge regionale contenente la disciplina organica dell'Agenzia stessa. L'Agenzia, entro tre mesi dalla sua istituzione, redige il Piano industriale triennale, proposto dal Commissario straordinario e approvato dalla Giunta regionale, previo parere obbligatorio delle competenti commissioni consiliari.

  2.         L'Agenzia, in particolare, conformemente alle funzioni previste dalle leggi regionali n. 38/2001 e n. 24/2013: sostiene l'attrattività del contesto territoriale mediante la promozione dello sviluppo sostenibile, la limitazione del consumo del suolo e delle risorse naturali, il contrasto alla dispersione insediativa e alla delocalizzazione produttiva e la specializzazione degli insediamenti per sostenere le produzioni; introduce strumenti di promozione per l'attrazione di nuovi investimenti; promuove lo sviluppo del sistema produttivo, anche al fine di sostenere e incrementare l'occupazione e la qualificazione; attua misure di semplificazione a favore dello sviluppo delle imprese; sostiene le specializzazioni produttive; programma, progetta e gestisce impianti e infrastrutture sostenibili e compatibili con l'ambiente e con i processi produttivi; sostiene l'innovazione tecnologica nelle imprese favorendo l'integrazione tra la ricerca applicata e gli investimenti produttivi; ha competenza per la ideazione, programmazione, progettazione, regolamentazione, realizzazione e gestione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate (APEA).

  3.         La Regione esercita le funzioni di indirizzo, vigilanza e controllo dell'Agenzia.

  4.         La Giunta regionale approva lo statuto, il piano economico finanziario, il bilancio previsionale triennale e il bilancio annuale dell'Agenzia.

  5.         Le funzioni di vigilanza e controllo sugli atti di cui al comma 4 sono esercitate dal dipartimento regionale competente in materia di sviluppo economico e le funzioni sugli atti di cui al comma 2 e sugli atti gestionali dell'Agenzia sono altresì esercitate dal Revisore unico che, anche in applicazione delle norme in materia di controllo e revisione, provvede semestralmente ad inviare una apposita relazione al Presidente della Giunta regionale.

  6.         Sono organi dell'Agenzia:

              a)         il direttore generale;

              b)         il revisore unico dei conti.

I compiti, le funzioni e l'organizzazione degli organi amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dall'Agenzia regionale entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi.

  7.         Sino alla nomina degli organi di cui al comma 6, l'amministrazione ordinaria dell'Agenzia è demandata a un commissario straordinario, nominato dalla Giunta regionale e scelto tra i dirigenti di ruolo, il quale non ha diritto ad alcun compenso.

  8.         Nell'ambito della procedura di liquidazione coatta amministrativa del CORAP di cui all'articolo 1 della presente legge o anche al termine dell'eventuale esercizio provvisorio, compatibilmente con la disciplina di legge di tale procedura di rigore e con le sue finalità, con i vincoli di bilancio e nel rispetto della normativa vigente, ove sostenibile economicamente e coerentemente con il Piano economico finanziario di cui al comma 1, le attività del CORAP e il relativo personale, coerenti con le finalità dell'Agenzia di cui al comma 2, sono trasferiti all'Agenzia che ne assume la gestione per la realizzazione dei suoi scopi statutari.

 

Art. 3

(Disposizioni finanziarie)

 

  1.         Agli oneri finanziari derivanti dall'attuazione della presente legge quantificati in complessivi 5.000,00 euro per l'annualità 2019, si provvede mediante l'utilizzo del "Fondo occorrente per fare fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l’approvazione del bilancio”, iscritto alla· Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2019-2021, annualità 2019, che presenta la necessaria disponibilità.

  2.         La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa di bilancio 2019-2021, annualità 2019, con prelievo dal Programma 20.03 - Altri Fondi e allocazione alla Missione 14, Programma 01 (U 14.01) dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2019-2021.

 

Art. 4

(Entrata in vigore)

 

  1.         La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione.

(Allegati)

Ordine del giorno numero 66 di iniziativa dei consiglieri G. Arruzzolo, O. Greco, D. Battaglia, G. Gallo, C. Parente, G. Giudiceandrea, G. Nucera “Sulla situazione di malati di Alzheimer e sulla qualità del sistema assistenziale”

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

l’allungamento della durata media della vita e la diminuzione delle nascite hanno determinato, specie nei Paesi industrializzati, una progressiva trasformazione demografica della società, caratterizzata da un aumento della popolazione anziana;

la demenza senile, o malattia di Alzheimer, è una sindrome a decorso cronico e progressivo caratterizzata da un progressivo declino della memoria e di altre funzioni cognitive, provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali che implica serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane;

essa colpisce circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e rappresenta la causa più comune di demenza nella popolazione anziana dei paesi occidentali: i malati di Alzheimer e di altre demenze sono oggi stimati 36 milioni nel mondo (un milione nel nostro Paese), numerosi destinati ad aumentare drammaticamente nel giro di pochi anni;

l’ultimo rapporto del Censis evidenzia che in Europa si prevede il raddoppio della prevalenza delle demenze ogni 5 anni a decorrere dai 65 anni;

molti malati, in fase avanzata della malattia, vengono assistiti dal loro medico curante, mentre molti altri non accedono alla rete dei servizi sanitari e/o socio-sanitari anche perché spesso la famiglia, forse per un malinteso senso del pudore, tende a nascondere tra le pareti domestiche il dramma che la sconvolge;

il malato di Alzheimer, con il progredire della malattia, soffre pesantemente di sintomi che vanno dall’aggressività all’ansia, ai deliri, alle allucinazioni, alla depressione, per finire con i disturbi del sonno;

in tale situazione il percorso delle famiglie diventa ogni giorno sempre più lungo e difficile, in quanto le alterazioni della personalità ed i disturbi cognitivi sono sempre più gravi e per questo il malato di Alzheimer, nel tempo, ha bisogno di una assistenza continua per aiutarlo a lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire, muoversi all’interno della propria casa;

con decreto del Commissario ad Acta n. 258 del 07.12.2018 si è proceduto al “Recepimento dell’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comunità Montane sul documento recante: “Piano nazionale demenze – Strategie e per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle demenze” (Rep. Atti n. 135/CU del 30 ottobre 2014) G.U. n. 9 del 13.01.2015 (15A00130) e dell’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, e gli Enti Locali sui documenti “Linee di indirizzo nazionali sui percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) per le demenze” e “Linee di indirizzo nazionali sull’uso dei sistemi informativi per caratterizzare il fenomeno delle demenze” (Rep. Atti n. 130/CU del 26 ottobre 2017);

si sono dunque condivise ed adottate strategie per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali;

l’effettiva attuazione del Decreto sopracitato consentirebbe di migliorare i servizi creando una rete assistenziale intorno al malato e alla sua famiglia per non essere lasciati soli ad affrontare il lungo e difficile percorso della malattia, attraverso un qualificato servizio di assistenza domiciliare integrata e consulenze gratuite medico-scientifico;

tutto ciò premesso

impegna

la Giunta regionale:

- a dare effettiva attuazione al Decreto sopracitato;

- ad individuare risorse anche proprie per garantire il rispetto delle previsioni di legge;

- ad avviare, se opportuno e necessario, un’attività di concertazione e confronto col Ministero della Salute al fine di individuare ulteriori misure idonee ad assicurare l’effettività delle disposizioni di cui al Decreto medesimo.

(Allegati)

Ordine del giorno numero 67 di iniziativa del consigliere Sergio “Sul Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino – ex Valle Lao di Scalea(CS) e relativa situazione economico finanziaria”

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 84 del 11.08.2017, in esecuzione alla Deliberazione della Giunta regionale n. 354 del 31.07.2017, è stato nominato il nuovo Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino – ex Valle Lao di Scalea (CS) -, individuato nella persona del funzionario regionale Celiberto Leonardo Pier Luigi, in sostituzione del Dr. Domenico Macrì;

la decisione di sostituire la guida dell’Ente Consortile ha suscitato diverse perplessità, anche da parte dei Sindaci di 6 Comuni dell’Alto Tirreno Cosentino (Orsomarso, Belvedere Marittimo, Santa Maria del Cedro, Grisolia, San Nicola Arcella e Cetraro), in quanto la sostituzione del Commissario Straordinario è stata assunta in spregio a ogni forma di rispetto istituzionale e di dialogo tra i rappresentanti del territorio, vanificando il proficuo, brillante ed intenso lavoro, anche di concertazione con le organizzazioni sindacali, messo in campo dal Commissario Straordinario Macrì e dopo che era stato raggiunto un accordo sulle iniziative da attuare a tutela dei lavoratori dipendenti del Consorzio e finalizzate a superare le criticità strutturali e finanziarie del Consorzio stesso, certamente non ascrivibili al brillante ed egregio lavoro svolto dal Commissario Macrì, ma ereditate dalle precedenti irresponsabili e inefficienti gestioni;

il Commissario Domenico Macrì, sostituito dal Presidente della Giunta regionale, in una dettagliata relazione ha portato alla luce la gravissima situazione finanziaria del Consorzio, ereditata dalle scellerate gestioni del passato, che non può che ripercuotersi sui diritti dei lavoratori, sul loro futuro e sul destino di un Ente che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia del territorio e nel sostegno all’economia agricola;

nello scorso mese di ottobre, i dipendenti del consorzio di bonifica, in una lettera inviata al Presidente della Giunta regionale e al Prefetto di Cosenza, hanno avviato lo stato di agitazione rendendo noto che sono ben quattro le mensilità non corrisposte, luglio, agosto, settembre e ottobre;

la mancata corresponsione delle mensilità assume particolare gravità nel considerare che, al momento, nessuna garanzia di possibili soluzioni viene prospettata dall’Amministrazione consortile, sia per il pregresso che per il futuro, infatti, senza il salario ovvero il pagamento di un diritto, le famiglie dei dipendenti non possono più vivere.

tutto quanto premesso e considerato

impegna

Il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad adottare, come da precedenti accordi assunti dalla Regione, tutte le iniziative necessarie volte a tutelare i diritti dei lavoratori del Consorzio, che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia del territorio e nel sostegno all’economia agricola, in particolare, avviando tempestivamente un tavolo di concertazione che abbia come primo obiettivo il pagamento degli stipendi arretrati entro il mese dicembre p.v..

(Allegati)