X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
N. 80
SEDUTA Di MARTEDì 19 NOVEMBRE 2019
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE NICOLA IRTO
E DEL
SEGRETARIO QUESTORE GIUSEPPE NERI
Presidenza del presidente Nicola Irto
La seduta inizia alle 16,35
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto la parola il presidente
Oliverio.
Presidente, intervengo rapidamente,
all'inizio dei lavori del Consiglio, per come avevo già dichiarato in questo Consiglio
regionale, per informare il Consiglio che ho chiesto l'intesa sulla data delle
elezioni al Presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, per come previsto
dalla legge, e il parere, appunto, al Presidente del Consiglio.
La data, cui mi sono orientato a fissare le
elezioni, è quella, che è stata riportata tra l'altro anche dai giornali, del 26
di gennaio. È una data che coincide anche con le elezioni in un'altra Regione e,
quindi, anche dal punto di vista del rapporto con le piattaforme informatiche
con il Ministero dell'Interno, è una data che coincide e che consente di
razionalizzare le spese. Ma questo è un elemento, assolutamente, secondario.
Quindi volevo informare il Consiglio di questo,
che nei prossimi giorni e, comunque, prima del sessantesimo giorno dal 26 di
gennaio, sarà emanato da me il decreto per l’indizione delle elezioni.
In relazione a questa scelta, devo
informare anche il Consiglio che, essendo le elezioni ad inizio dell'esercizio finanziario
2020, ho proposto ieri in Giunta ed approvato ieri sera in Giunta l'esercizio provvisorio,
per consentire alla Regione di poter essere garantita nell'attività ordinaria,
nelle spese di funzionamento e di autorizzare, esclusivamente, il capitolo
relativo alle spese elettorali, in modo tale che, anche da questo punto di
vista, ci possa essere la garanzia che le risorse destinate all’esercizio
finanziario 2020 possano essere interamente decise nella finalizzazione dal
nuovo Consiglio e dalla nuova Giunta, come è necessario fare per doveroso
rispetto istituzionale.
Naturalmente, questo significa che noi
dovremo concludere questa legislatura, perché i 45 giorni antecedenti al 26 di
gennaio sono un vincolo per l'attività del Consiglio regionale, in termini di
deliberazione e di assunzioni di atti legislativi e perché si possano
consegnare, alla prossima legislatura, gli strumenti per l'ordinario
funzionamento della Regione.
Devo smentire, categoricamente, le notizie
apparse proprio in queste ore circa un crac
e un default del bilancio della
Regione. Lo smentisco perché è assolutamente falsa questa notizia, ma,
soprattutto, per tranquillizzare la Calabria, i calabresi, il Consiglio
regionale, che le misure che sono state suggerite anche dalla Corte dei conti circa
il recupero di un debito che i Comuni hanno verso la Regione, relativamente al
periodo 1981-2004, sono state assunte; il bilancio della Regione 2018 è stato
sottoposto a parifica e ha ottenuto la parifica da parte della Corte dei conti e,
naturalmente, con l'approvazione dei rendiconti che saranno trasmessi - perché
domani saranno approvati dalla Giunta regionale - al Consiglio regionale, vi
renderete conto che le cose che sto dicendo rispecchiano la realtà. Quindi,
smentisco, categoricamente, i venditori di false notizie, perché credo che la
Calabria non abbia bisogno di allarmismi costruiti su notizie false, ma abbia bisogno
di confrontarsi sulla realtà, che per dura quanto si voglia è il punto e deve
essere il punto di riferimento di un confronto rispettoso dei fatti.
Tanto dovevo al Consiglio regionale perché
avevo già, in occasione dell'ultima seduta del Consiglio regionale, avuto modo di
dire che avrei informato, prima dell'assunzione dell'atto, della sottoscrizione
del decreto, il Consiglio regionale e, in coerenza con quell’impegno e nel
rispetto assoluto di questa Assemblea, ho sentito il dovere di informarvi circa
gli orientamenti assunti e le determinazioni che saranno assunte nei prossimi
giorni e, comunque, prima del 26 di questo mese. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente della Giunta, signor
Presidente del Consiglio e colleghi, io ritengo che le comunicazioni introdotte
in Aula dal Presidente della Giunta, Oliverio, tranquillamente, potessero essere
anche introdotte prima, perché non fa altro che indicare una data che è
l'ultima possibile; quindi se c'era questa intenzione, noi avremmo auspicato
che questa data - è un po' la richiesta che gli è venuta da tutti i settori del
Consiglio regionale - potesse essere indicata prima, per dare l’opportunità a
tutte le forze politiche, a tutti i partiti, a tutti coloro che vorranno
iniziare a proporre nuove iniziative per le prossime elezioni regionali, di
organizzarsi, di confrontarsi, di dar vita a quella che è tutta l'attività
pre-elettorale: l'individuazione dei candidati, l’individuazione della
coalizione, la raccolta delle firme, laddove è necessario. Era solo questo. Onestamente
oggi ha visto, presidente Oliverio, che, da un certo punto in poi, nessuno le ha
chiesto più la data, perché era scontata la data comunicata oggi, quella del 26
gennaio 2020, perché è l'ultima data utile che noi abbiamo per fare le elezioni.
Non c'è nulla di male!
Credo che ci sia stata, da questo punto di
vista, una certa superficialità nel comunicare la data, a mio avviso. E le dico
pure perché. Perché guardando tutte le trasmissioni nazionali, i talk-show sulle elezioni regionali delle
varie Regioni, guarda caso, si è parlato di tutto, però si arrivava alla
Calabria e si saltava la Calabria. Ma perché? Come se la Calabria non esistesse
nella geografia e nel programma delle elezioni, fosse testo a sé. No! Era solo
per il fatto che l'Emilia Romagna aveva già fissato da tempo la data del 26 e
noi, invece, la data del 26 non l'avevamo ancora fissata.
Altra vicenda, Presidente, è la questione
del bilancio. Io credo che, in un clima come questo e, soprattutto, nel suo
interesse e per il fatto che la Legislatura di fatto, poi, durerà 45 giorni
prima della data del 26, sarebbe stato opportuno e avremmo avuto più tempo a
predisporre il bilancio di previsione.
Perché le dico questo? Perché dal 2010 ad
oggi, cioè da quando c'era il presidente Scopelliti,
il primo anno in cui ci siamo allineati alla normalità, cioè quello di
approvare il bilancio di previsione in maniera preventiva e non in maniera
postuma, è avvenuto dal 2010 fino ad oggi. Da oggi, invece, con la richiesta
dell'esercizio provvisorio, noi ci ricollochiamo nell'ambito di quei Comuni che
andranno all'esercizio provvisorio e non sappiamo quanto esso potrà durare.
Le dico, poi, un'altra cosa rispetto alle
cose che ci ha comunicato e, con onestà intellettuale, voglio preventivamente
dire che questo non è un problema che riguarda il presidente Oliverio, anche se
c'è una realtà che riguarda, in questo momento, l'ente regionale e anche se noi
abbiamo l'onestà di dire che non riguarda la conseguenza di una cattiva
amministrazione della Giunta Oliverio in particolare, ma una sommatoria di
esercizi finanziari - lo ha detto prima il Presidente – dal 1981 al 2004. Allora,
bisogna dire, caro Presidente, la realtà com'è e quale sarà la conseguenza di
questa realtà, perché se la Corte dei conti, oggi, ci dice che molti Comuni non
hanno messo in bilancio il debito verso la Regione e la Regione non riportava in
bilancio i crediti che da molti Comuni venivano e ci costringerà a metterli…
Ora il problema ha riguardato diversi
amministrazioni prima di questa e dobbiamo dire una cosa: i Comuni saranno in
grado di pagare alla Regione i debiti che noi iscriviamo in bilancio? Io credo
di no, caro Presidente!
L'altra cosa: la Regione Calabria sarà in
grado di pagare ancora, con il bilancio che abbiamo e nelle condizioni in cui
siamo, cifre enorme per lo smaltimento dei rifiuti? Atteso che da questo punto
di vista una sola discarica ormai è quasi finita e non so se durerà sei, otto
mesi al massimo e poi saremo tutti in una condizione non solo di dover pagare
3-4 volte…
E allora io credo che questa novità, questa
discussione sul bilancio, queste sottolineature andassero fatte, ma attraverso
anche - io lo dico - una serena discussione che deve essere svolta in questa Aula,
rispetto alla quale noi ci impegniamo ad essere onesti, ma a dire anche la
verità e la verità è che, se i Comuni non pagano, trascinano la Regione in un default oppure, se i Comuni non sono in
grado di pagare, poi che fa la Regione Calabria? È costretta a fare i decreti
ingiuntivi nei confronti della stragrande maggioranza dei Comuni calabresi e,
quindi, invece che in default vada la Regione, andranno tutti Comuni. Perciò,
poi, la Regione Calabria sarà costretta ad emanare i decreti ingiuntivi.
Purtroppo questo è il quadro che abbiamo
davanti, amici, ed è giusto che nella nostra consapevolezza… E lo diciamo,
soprattutto, a quelli che pensano in questo momento di venire ad amministrare
la Regione, sapendo… non so che cosa pensano di gestire. Solo problemi,
problemi seri!
Certamente l'onestà intellettuale - e lo
sottolineo per l'ennesima volta - è il sunto di un'attività che guarda più
esercizi finanziari e rispetto alla quale ci vuole una consapevolezza di tutti,
maggioranza e opposizione, perché altrimenti non ne usciamo. C'è il rischio, caro
Presidente, che fra qualche mese i dipendenti non si possano più pagare, né
quelli del Consiglio né, soprattutto, quelli della Giunta, e corre voce in
maniera consistente. I dipendenti parlano con i funzionari, i funzionari
parlano con i dirigenti ed i dirigenti….
Il pericolo del default non è che arriva così perché qualcuno si è inventato una
mattina di essere apocalittico; arrivano dagli atti e dalle comunicazioni formali
che sono arrivate dalla Corte dei conti e che come Calabria ci devono vedere tutti
uniti in un unico obiettivo: evitare che la Calabria subisca anche questa onta,
perché poi alla fine - e ho finito, caro Presidente - la responsabilità non
sarà delle tante amministrazioni che negli anni, prima di noi, hanno messo e
hanno fatto delle cose obbrobriose, la responsabilità sarà nostra, a noi
addebiteranno la responsabilità di aver portato una Regione al default, cosa che mi auguro non avvenga
mai.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.
Il mio non vuole essere un intervento fuori
dal coro, però ho aspettato che, giustamente, fosse il Presidente a fare le
comunicazioni. Torno un passo indietro e chiedo a quest’Aula che sia osservato
un minuto di silenzio in memoria del vigile del fuoco Antonio Candido,
tragicamente perito. Un figlio di Reggio Calabria, un figlio della nostra
Calabria, anche per testimoniare la vicinanza della massima Assise calabrese
alla famiglia e al Corpo dei Vigili del Fuoco.
Ritengo che sia giusto osservare un minuto
di silenzio.
Invito i presenti a levarsi in piedi ed
osservare un minuto di silenzio.
(I
consiglieri ed i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto di
silenzio)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signor presidente, chiedo che siano posti in
discussione due ordini del giorno, protocollo numero 33748 e 33746.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Na ha facoltà.
Stavo ragionando sulle comunicazioni del Presidente.
Appena finita la discussione sulla comunicazione del presidente
Oliverio, metteremo ai voti la richiesta del consigliere Sergio.
Il Presidente della Giunta ha aperto i lavori del Consiglio regionale
con una comunicazione che, per la verità, era stata anticipata dai media
calabresi, ma che era un segreto ormai per pochi chiaramente, nonostante noi,
da mesi, avessimo chiesto al presidente Oliverio di svelare la data delle
elezioni, nonostante noi, da mesi, avessimo chiesto, giustamente, al presidente
Oliverio di porre fine a questa Legislatura a scadenza naturale, il 24 di
novembre; significava svolgere una campagna elettorale durante un mese
autunnale non rigido, cercare di coinvolgere i calabresi che, credo, abbiano
visto in questi anni uno spettacolo pessimo e, quindi, si allontaneranno ancora
di più rispetto alla politica e all’istituzione Regione.
Ricordo a me stesso che nel 2014, anche per demerito di chi aveva
governato e aveva sostenuto quel governo, votarono soltanto il 44 per cento dei
calabresi. Il rischio ora è che voti il 30 per cento. Si voterà il 26 gennaio,
nel mese più rigido dell'anno, in una campagna elettorale che durerà meno di 20
giorni. Chiaramente il rischio è quello di allontanare ancora di più la gente
dalla politica e dall’istituzione Regione.
Una scelta che non condividiamo, una scelta ormai, naturalmente,
dovuta perché i tempi sono questi, ma una scelta che è stata giustificata, caro
collega capogruppo Battaglia, nelle sedute passate, perché era necessario - e
tu hai fatto anche, collega capogruppo, degli articoli in merito - votare il 26
gennaio per approvare il bilancio della Regione e non consentire l'esercizio
provvisorio.
Credo, collega Battaglia, che il Presidente della Regione ti abbia
fatto fare una figuraccia, l'ennesima figuraccia che ha fatto fare ai suoi
consiglieri in questi anni. Molti annunci fatti dai consiglieri regionali, poi,
sono stati traditi dai fatti e anche in questo caso non è giustificabile il rinvio
per la data della convocazione delle elezioni regionali, perché il Presidente
viene oggi a dirci “per rispetto nei confronti di coloro i quali governeranno,
non intendo fare il bilancio”. I rumors però ci dicono altro, ci dicono di una Regione quasi
incapace di chiudere l'assestamento di bilancio, di una Regione incapace,
assolutamente, di chiudere un bilancio. Queste cose le ha dichiarate oggi, in
una conversazione, il direttore generale De Cello.
Credo che siamo di fronte ad un rischio serio di default, al di là delle rassicurazioni che ci dà il Presidente
della Regione. Il rischio di default è
serio; il giudizio di parifica della Corte dei conti stabilisce un percorso
obbligato. Voglio sgomberare il campo: non ci sono responsabilità dirette di
questa gestione, perché si tratta di problematiche risalenti nel tempo. Ma
problematiche risalenti nel tempo che, in questi anni, non sono state
affrontate, se non in questa fase, peraltro anche commettendo errori di natura marchiana.
Presenterò, in queste ore, un’interpellanza in Consiglio regionale per
chiedere lumi su alcune situazioni poco chiare, vale a dire una Regione
matrigna che, ad esempio, nei confronti di piccoli Comuni trattiene somme di contributi
per opere pubbliche e omette, invece, di dare a questi Comuni somme necessarie
e somme che la Regione deve a questi Comuni a vario titolo. Ad esempio, per
quanto riguarda il Comune di Scala Coeli, somme che sono dovute al Comune di
Scala Coeli per la gestione della discarica, che tanto servizio dà al settore
ambientale della nostra Regione e, credo, per il quale dal 2017 al 2018 non si
calcolano le royalty.
Una Regione, quindi, che con la mano sinistra non sa cosa fa la mano
destra; una Regione disorganizzata; una Regione allo sbando e la conferma
ulteriore di questo sbando è il fatto che ci avete propinato l'idea che avremmo
votato il 26 gennaio, ingiustificatamente oltre la scadenza naturale, per approvare
il bilancio e oggi ci dite che questo bilancio non lo fate e non lo volete fare
perché lascerete la Regione, perché i tempi saranno questi, almeno fino ad
aprile senza bilancio di previsione.
Non è un comportamento di un'amministrazione seria, non è un comportamento
di un'amministrazione che avrebbe dovuto rappresentare la Calabria ed i
calabresi. D'altro canto, oggi, abbiamo un altro dramma che è quello del Corap, che si è consumato da mesi ed al quale porrà rimedio
il Consiglio regionale.
D'altro canto non ci si poteva aspettare di meglio da
un’amministrazione assolutamente fallimentare che, per fortuna, è ai titoli di
coda. Almeno conosciamo l'obiettivo: il 26 gennaio, nel quale si concluderà questa
brutta esperienza regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Esposito. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, Presidente, perché,
ferma restando la legittimità normativa degli atti che la Giunta ha prodotto
circa il bilancio e la richiesta di esercizio provvisorio, oggi quanto
comunicato dal Presidente, naturalmente, riveste una risposta di natura
politica da parte nostra e ritengo che sia la comunicazione della data sia la
comunicazione dell'atto che la Giunta, ieri, ha deliberato per quanto concerne
l'esercizio provvisorio, siano tra loro collegate.
Mi chiedo, se non fossimo a fine
Legislatura e, quindi, non si votasse, per le motivazioni apposte nell'atto
deliberativo, questa Giunta di centro-sinistra sarebbe ricorsa lo stesso
all'esercizio provvisorio? Perché se sono valide quelle motivazioni di ordine
tecnico, dovute al criterio di parificazione posto dalla Corte dei conti, il
ritardo ci avrebbe dovuto portare lo stesso a questo esercizio provvisorio. Perché
se è vero questo, allora sono motivazioni tecniche; se non è vero questo, c'è
una motivazione politica rispetto all'atto deliberato dalla Giunta ieri sera. E
l’atto politico credo che sia la dimostrazione di un fallimento, come diceva il
collega Gallo, se è vero come è vero che la richiesta di spostare al 26 gennaio
le elezioni era proprio per consentire al Consiglio di poter discutere sul
bilancio di previsione.
Credo che anche per quanto riguarda la data,
probabilmente, questa indecisione abbia inciso sulla difficoltà e, oggi, sui
ritardi che questa Giunta di centro-sinistra ha nel poter approntare un
bilancio di previsione.
Ritengo che concludere la Legislatura ricorrendo
ad un esercizio provvisorio sia, veramente, un fine brutto di questa
Legislatura che testimonia quello che è successo in questi anni e, secondo me,
quello che è successo fra il collega Battaglia, consigliere Gallo, ed il Presidente
non credo che sia un brutto schiaffo che riceve il collega Battaglia; lo riceve
l'intero Consiglio regionale che, ancora una volta, è tenuto distante dalle decisioni
del presidente Oliverio per quanto riguarda la data delle elezioni. Che la data
fosse il 26 gennaio, l'abbiamo appreso non oggi, ma dai rumors, mediante la stampa, poi,
probabilmente, si sposterà al 9 febbraio, così come anche questo esercizio
provvisorio ritengo che meritasse un maggiore approfondimento dal punto di
vista politico. Ma di questo parleremo nel momento in cui il Presidente, entro
il 30 novembre, porterà questo esercizio provvisorio, perché c'è pure una
scadenza. E se questa fine Legislatura poteva andare 40 giorni prima con la
convocazione di alcune sedute di Consiglio regionale, per portare a termine le
varie pratiche che sono in itinere, credo,
invece, che il presidente Irto sarà costretto a convocare il Consiglio prima
del 30, perché ce lo impongono i tempi, ce lo impone questa decisione della
Giunta di venire in Consiglio e avere l'approvazione dell'esercizio provvisorio.
Naturalmente, lo approverà questa maggioranza,
perché ritengo, invece, che il problema politico fosse quello dei numeri
pericolosamente in bilico in questa maggioranza ed è il motivo politico per cui
si è ricorso all'esercizio provvisorio; è più questo e non quello tecnico che i
dirigenti di settore hanno voluto porre in essere mediante la deliberazione
della Corte dei conti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo sulla richiesta di
inserimento all'ordine del giorno del collega Sergio, anzi di due, sicuramente
meritevoli dell'attenzione di questo Consiglio, ma comunico ai colleghi
consiglieri che non intendo votare più ordini del giorno e mi spiego.
Dopo un iter lungo, iniziato a febbraio con
la mia richiesta di un ordine del giorno sulla ZES di Gioia Tauro, la mia
richiesta di uno sportello fisico nella città di Gioia Tauro, il Consiglio, a
giugno, aveva votato l'ordine del giorno per istituire uno sportello fisico. Siamo
arrivati a dicembre, io mi sono prodigato, tra l'altro, di andare negli uffici,
ho parlato con il dottore Calabrò, che si è
dimostrato entusiasta della cosa e aveva già individuato come attrezzare questo
sportello fisico a Gioia Tauro; il Comune di Gioia Tauro ha messo a
disposizione dei locali di un nuovo edificio, denominato urban center, al centro della città.
Ahimè, invece di adire alla richiesta,
all'impegno che aveva la Giunta rispetto a questo ordine del giorno, votato
all'unanimità dall'intero Consiglio, ho letto un'intervista non smentita del
professore Russo - mi dispiace che oggi non ci sia - che smentisce quanto detto
in Consiglio regionale da lui stesso e dice che lo sportello sarà solo
informatico.
Allora mi dispiace, collega Sergio, ma io
non intendo partecipare più alla votazione di ordini del giorno che non
verranno mai attuati. Anzi vorrei che venga stilato un elenco di tutti gli
ordini del giorno per vedere a quali è stato dato seguito e, quindi, già
comunico, ma poi interverrò per dichiarazione di voto, la mia astensione su
tutti gli ordini del giorno fino a quando lo sportello informatico della ZES a
Gioia Tauro non sarà attivato, così come indicato dal Consiglio Regionale come
impegno alla Giunta.
Ne approfitto anche perché è giusto,
secondo me, aprire un dibattito, perché ho sempre dato atto, presidente
Oliverio, al merito di aver attivato la ZES in Calabria, ma oggi mi pare che stia
passando in sordina questa paventata riduzione drastica delle risorse della ZES
a Gioia Tauro.
Credo che, come sulla sanità, sia una battaglia
che dobbiamo condurre tutti quanti assieme a fianco del Consiglio, a fianco
della Giunta, a fianco dei cittadini perché era l'ultima battaglia, l'ultimo
barlume di speranza, di sviluppo per questo territorio, che chiede, essenzialmente,
tre cose: sanità, lavoro e trasporto pubblico locale.
Visto che la sanità - poi ne parleremo
magari -, anche rispetto ai commissariamenti, non siamo riusciti a smuoverla
più di tanto, io credo che questa battaglia sul lavoro, sulla ZES, sull’infrastrutturazione
dovevamo condurla tutti quanti assieme. Siamo ancora in tempo per il resto
della Legislatura che ci rimane, quantomeno per lasciare una traccia da percorrere
a chi verrà dopo di noi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo sulle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale.
Penso che le ragioni del perché non approviamo il bilancio e andiamo in esercizio provvisorio siano tante e anche retrodatate nel tempo. Ovviamente se arriviamo ad oggi in questa situazione è perché in questi cinque anni abbiamo fatto poco per impedire che la Corte dei conti arrivasse a un giudizio di parifica che, di fatto, costringe la Regione a fare delle operazioni di taglio e di lacrime e sangue.
Questa è una ragione del perché non si fa il bilancio e l’avevamo capito in una riunione di Commissione in cui ha partecipato il direttore del bilancio, il dottore De Cello, che ad una mia obiezione sulla vicenda del CORAP ha risposto che non abbiamo le risorse necessarie. Nella schiettezza che lo contraddistingue, il dottore De Cello disse, sostanzialmente, che se si farà il bilancio sarà un bilancio restrittivo, il che significa trovare le risorse necessarie, come ci ha detto la Corte dei Conti, per rimpinguare il capitolo del bilancio dei crediti di dubbia esigibilità, una manovra economica di sessanta-settanta milioni di euro.
È stata una Legislatura iniziata con la rivoluzione sul bilancio: presentare e fare i bilanci in tempo utile. Questa rivoluzione naufraga sugli scogli dell'esercizio provvisorio che è stato annunciato oggi. Credo che questo sia l’emblema di un fallimento. Dobbiamo dircelo chiaramente: è evidente che dopo cinque anni di legislatura, chiudere con questa richiesta significa che non si è agito in modo tale da terminare questa Legislatura con l'approvazione del bilancio. Tra l’altro è stata una richiesta del mio capogruppo che, qui, nel momento in cui si chiedeva la data delle elezioni, a un certo punto ha detto che per noi, come tempo ultimo, sarebbe andato bene il 26 di gennaio perché avremmo avuto il tempo per approvare il bilancio, per non far pagare un prezzo alla Calabria. Andare in esercizio provvisorio significa che qualche categoria un prezzo lo pagherà in Calabria.
Da questo punto di vista ritengo che sia un errore non approvare il bilancio, bisogna provare ad approvare il bilancio perché ritengo che politicamente questa cosa suoni come una ritirata dalle responsabilità da parte di questa Giunta. Dobbiamo dire, con molta chiarezza, che è ovvio che nelle nostre riflessioni, alla necessità di fare un salto di qualità rispetto a questi cinque anni, si aggiunge anche questa richiesta di non approvazione del bilancio e la richiesta di esercizio provvisorio.
Mi sarei aspettato una riunione di maggioranza, che questo annuncio non si facesse in Consiglio. Qualche consigliere sgamato in Consiglio aveva già capito, ma arrivare qui, con una decisione già presa, a me sembra grave, sembra una mancanza di rispetto alla maggioranza e anche ai gruppi di opposizione. Lo si è fatto sempre, in solitario, con un solo uomo al comando, senza che neanche il gruppo del PD fosse a conoscenza di questa decisione ma una scelta così importante, si concorda prima, si discute, ci si confronta, invece si vuole continuare sempre, come si è fatto in questi cinque anni, con un solo uomo al comando. Non si rispetta la maggioranza e il proprio gruppo di appartenenza, ma si arriva con il Consiglio a cose fatte. Ritengo questo sia un errore, una mancanza di rispetto, di democrazia e sono sicuro che la Calabria queste cose le capirà.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Avrei evitato volentieri di intervenire ma poiché il consigliere Guccione ha richiamato una cosa che è chiara, che è evidente, che è lampante, vorrei provare a dare un contributo.
Alla fine di questa Legislatura - non so se conserviamo le registrazioni perché ricordo quando Oliverio si insediò, quando il PD si insediò - dopo cinque anni con i Governi nazionali, con le nomine dei commissari sanità, con le campagne elettorali, con il voto a Zingaretti, che oggi è il segretario del PD, non penso che oggi potete fare differenziazioni, non perché io sia pro Oliverio o pro Guccione o pro altri.
Giusto per dire una verità storica, lo dicevo poc'anzi, mi sono avvicinato al banco del presidente Oliverio, vi comunico che la mia sensazione, che non riguarda soltanto voi, ma riguarda anche noi che faremo la nostra parte come centro-destra troveremo il candidato, ci candideremo, ma in Calabria: c'è una questione surreale legata al MoVimento 5 Stelle e che la Calabria vive più di altre realtà. Addirittura oggi sono contro Cotticelli che è quello che hanno nominato loro, cioè siamo alla follia.
Il tema vero che abbiamo provato a dibattere, come minoranza, sentendo anche tanti simposi alcune volte, era quello dell'armonizzazione dei bilanci, per la quale servivano un’ altra Europa, la politica, una visione del mondo differente, e ci portava a dire - a noi che siamo con i tagli orizzontali, con i Comuni di cui il 72 per cento sono al di sotto i cinquemila abitanti e per cui salutammo positivamente anche il bando sui borghi - che un'interlocuzione con il Governo nazionale non solo era fondamentale e necessaria sulla ZES in riferimento agli investimenti, come diceva poc'anzi il collega Pedà, ma finanche sulla tenuta istituzionale e democratica minima di questa Regione. Qui siamo tutti i consiglieri da una, due legislature al massimo e, aldilà, diciamo, di chi ha più esperienza, è ovvio che questa Regione ha accumulato, in un tot di anni, un ritardo funzionale che oggi la condanna rispetto ai cicli economici. Ci sono i dati, no? Assessore.
È ovvio che noi continueremo ad esportare gente formata se l’economia non riparte, se tu non riesci a farla ripartire, anche concordando con lo Stato, perché le risorse europee sono di una tecnicità di spesa enorme, se non hai l'ordinario, anche delle delibere CIPE e quant'altro, non ti salvi. Ad esempio un'ipotesi poteva essere seguita, rispetto alle regioni del Mezzogiorno, anziché sprecare sette miliardi di euro sul reddito di cittadinanza si potevano riannodare i fili dei bilanci dei Comuni. Non è colpa, sicuramente, di questa ennesima Giunta regionale ma il problema si è accumulato nel tempo.
Faccio questo intervento per dire che, ovviamente, credo che sarebbe stato opportuno approvare il bilancio, per quanto non tocchi a noi approvare un bilancio da dare alla Calabria; avremmo contribuito come minoranza, come abbiamo provato sempre a fare, però mi pare che si possa sottolineare, sul piano politico, un'evidenza che non è banale: il presidente Oliverio e il Partito Democratico non stanno più insieme. Fra le argomentazioni del capogruppo del PD, quando Oliverio, noi ce lo saremmo augurati, ipotizzava di votare il 15 di dicembre piuttosto che il 24 novembre, c’era l’approvazione del bilancio. Abbiamo ascoltato un partito, che oggi è al Governo dell'Italia con Zingaretti, tra l’altro sostenuto da Oliverio. E cosa ha fatto il segretario di questo partito? Ha fatto un Governo con i 5 Stelle che sono gli stessi, lo dico a quelli del PD, che in Calabria volevano arrestarvi, non fare polemica politica, arrestarvi. Siamo alla follia!
Non posso non sottolinearlo questo aspetto politico, rispetto alla richiesta del capogruppo del PD che argomentava elezioni al 26 gennaio perché non possiamo essere irresponsabili e non offrire ai calabresi un bilancio. È una scelta politica, in questo caso del Presidente, però si sottolinea, non è banale sottolineare, che in quest'Aula c'è una rottura oggettiva, chiara, per una volta chiara, perché siamo stati schiavi in questi anni delle guerriglie sulla sanità fra i nominati del PD e quelli che giustamente nominava il Presidente di Regione, schiavi di tante polemiche.
Mi sembra, quindi, sul piano politico, richiamato anche da Guccione, che c'è un’evidenza e su questo il PD non ha minore responsabilità di Oliverio: non vi chiamate fuori dopo cinque anni, non è sicuramente il posto giusto, lo diremo ai calabresi, lo diremo durante gli incontri pubblici provando a proporre il nostro programma.
Quindi l'appello che faccio, Presidente, è che se lei vuole, se lei può, nonostante la necessità di armonizzare la parifica della Corte dei Conti, noi siamo pronti a dare un contributo per offrire un bilancio ai calabresi, quindi, dal nostro punto di vista, se vuole ci ripensi ed essendo un bilancio, diciamo, di transizione avremo tutta la responsabilità per provare ad affrontarlo anche se la Corte dei conti si è svegliata un po' tardi. Perdonatemi, noi siamo oggetto ogni giorno di verifiche, come si può costruire, in un solo anno, la parificazione e l'armonizzazione quando dentro c’è il debito dei Comuni per la fornitura idrica relativa agli anni ottanta? Orlandino Greco non faceva neanche il sindaco a Castrolibero, insomma, forse, c’è qualche tariffa che non pagavano quelli che lo hanno preceduto.
Quindi grande rispetto per tutte le istituzioni, ma è anche necessario non prendersi in giro ed accollarsi un carico di responsabilità. Lo dico al PD e lo dico ad Oliverio, che mi pare, oggi, siano due cose diverse: se volete noi siamo pronti a dare un contributo per approvare un bilancio, anche se gravoso, anche se non dobbiamo darvi colpe se non su quello che abbiamo valutato in cinque anni di governo in cui ci siete sembrati - è l'aggettivo più elegante che posso utilizzare - dei marziani.
Se si volesse valutare di approvare un bilancio credo che siamo pronti a dare il nostro contributo per consegnare un bilancio ai calabresi. Penso di poter parlare a nome di Ennio Morrone e di tutti quelli che hanno aderito al gruppo di Fratelli d'Italia, come il consigliere Neri, e che ringrazio. Siamo una famiglia che cresce.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, non volevo intervenire, ma dopo l'equilibrato e giusto intervento del collega Orsomarso ho ritenuto necessario prendere posizione su un dibattito che rischia di diventare una pantomima e che pone in evidenza alcune questioni importanti. Intanto è da sottolineare come chi è stato all'opposizione in questi anni oggi mette al centro uno spirito di responsabilità, proponendo di cercare insieme, se è il caso, ad approvare il bilancio di previsione, evitando, così, l’esercizio provvisorio. Preciso che anche l'esercizio provvisorio non è questo grande male per chi ha l'esperienza, come il sottoscritto, da amministratore locale; l’esercizio provvisorio ha la funzione di garantire, fino alla nuova Legislatura, le risorse necessarie al funzionamento dell’Ente, in ragione di quelle che sono le spese in dodicesimi dell'anno precedente. Non vi è dubbio che non si può non evidenziare, in questo Consiglio, una linea di demarcazione netta all'interno della maggioranza. Hanno detto bene, dobbiamo dircelo chiaramente: se il Presidente oggi non porta il bilancio e la Giunta non porta il bilancio non vi è dubbio che non lo fa per evitare un dibattito capzioso all'interno della stessa maggioranza. Se non diciamo la verità a chi ci ascolta da casa, rischiamo di far perdere fiducia nella politica, fiducia nelle istituzioni democratiche. Chi parla non è stato mai una voce legata o sempre fedele al diktat della maggioranza, del Presidente, della Giunta, ma, con spirito critico, ha preso anche strade diverse. Non vi è dubbio che questa maggioranza non c'è più. Fa specie l'amico Guccione che quando è stato Assessore non vedeva quelli che erano i residui attivi riportati, dal 1984 al 2001, all'interno di un bilancio. Invece, ci si accorge a fine legislatura, quando la barca affonda e quando altri hanno scelto rotte diverse.
La coerenza in politica deve avere senso e deve avere senso anche in ragione di quella che deve essere la credibilità che ognuno di noi deve avere nei confronti dei cittadini elettori. È troppo facile accorgersi degli errori e dire che la colpa è della Giunta, è del Presidente. Il Presidente era lo stesso già cinque anni fa, quando ognuno di noi ha accettato di diventare Vicepresidente del Consiglio, Presidente di Commissione, capogruppo e assessore. Era lo stesso! Oggi ci svegliamo e diciamo che il Presidente della Giunta non va bene. Scusatemi, io ritengo che, per quello che è la mia storia politica, come diceva in una frase bellissima Jim Morrison, è meglio morire in piedi ma con la coerenza di una linea politica che deve essere un baluardo per i tanti giovani che vogliono fare politica.
Presidente, accolga l'invito serio del capogruppo Orsomarso, al di là di tutti quelli che si siedono alla sua destra e alla sua sinistra e che oggi sono pronti a sparare contro di lei, contro la Giunta e che erano seduti a destra e a sinistra. Quando poi il potere si perde, alla fine, nel tentativo di mantenere la poltrona, rispetto anche a quelli che sono i sondaggi elettorali, si cerca la strada migliore per mantenere quella poltrona e quella posizione.
Sfidi il Partito Democratico! Lo sfidi! Sfidi la sua maggioranza per vedere se sul bilancio sono pronti a dare fiducia e a dimostrare, nella canea di una politica che non ha più ragion d'essere nella ripartizione e nella richiesta spasmodica di questa o di quella prebenda o finanziamento, se hanno il coraggio di dire “no” al bilancio di previsione di fronte ai calabresi. Sarebbe un atto eroico anche a dimostrazione del fatto che, parliamoci chiaro, ripeto, i rilievi della Corte dei conti sono i rilievi che sono stati fatti nei confronti di tanti Comuni. Quanti bilanci si facevano in modo allegro?! Per far quadrare il bilancio si mettevano partite che erano quantomeno inverosimili, lo hanno fatto tutti, lo hanno fatto tutti ed è quello che dico io quando si dice che non si fa il bilancio perché c'è il rischio default, ma perché si ha la difficoltà a quadrare i bilanci. Qualcuno oggi vuole far credere alla Calabria che abbiamo delle difficoltà a far quadrare il bilancio di previsione. Ma di cosa parliamo? A quadrare il bilancio, per chi come me ne ha fatti tanti, a quadrare il bilancio ci impieghiamo esattamente tre secondi. Non è, però, quella la filosofia, bisogna evitare alla Calabria un Consiglio regionale, come peraltro anche quello di oggi, dove manca la dignità di una posizione netta e chiara, capace di dire che probabilmente abbiamo sbagliato in questi anni perché quello che chiedevamo, in ragione di quello che serviva e serve ai calabresi e alla Calabria, non l'abbiamo ottenuto.
Quindi, Presidente, assuma un atto di coraggio, sfidi la tua stessa maggioranza con un bilancio di previsione immediato, per dimostrare ai calabresi chi vuole rivendicare, nella posizione che occupa, il rispetto della Calabria e dei calabresi e non già quello di una posizione personale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Intervengo, signor Presidente, perché credo che su questa vicenda, come su molte altre in questi anni, la confusione maggiore sia arrivata proprio dai banchi di quella che doveva essere la maggioranza del presidente Oliverio. In questa questione ci sono due aspetti, due profili: uno è squisitamente tecnico e credo che il Presidente debba, su questa vicenda, dire parole più forti e più chiare, perché la storia di addossarsi sempre le croci addosso per responsabilità e per alto profilo istituzionale non va più bene. Questa è una questione che è relativa al giudizio di parifica della Corte dei conti che è stato trasmesso alla Regione il 7 novembre scorso. Cosa dice quel giudizio di parifica? Cosa dice al presidente Oliverio? Cosa dice alla Regione? Di cosa si deve caricare la Regione? Di responsabilità proprie o, forse, di responsabilità altrui? Il presidente lo deve dire perché siamo arrivati ad un punto della Legislatura e ad un punto di confusione, di disordine politico e anche, scusatemi se lo dico, amministrativo, che è come se mancasse l’a, b, c della pubblica amministrazione. Il Presidente dica le motivazioni per cui la Corte dei conti ci carica nel giudizio di parifica gli ottantuno milioni di euro… C'è il secondo profilo che è politico e cioè quello di approvare un bilancio che necessariamente investirà e condizionerà la nuova maggioranza e il nuovo Consiglio regionale.
Avremmo potuto fare un bilancio elettorale come si fa in molti Comuni e come si fa anche in molte Regioni, però basta con questo alto profilo istituzionale. Caro presidente Oliverio, è il momento che anche lei si adegui alla realtà in cui vive, dica la verità e dia la responsabilità a chi ce l'ha, perché in questo momento a portare le croci non è disponibile nessuno, a cominciare da me che faccio il Presidente della Commissione bilancio e conosco le difficoltà che sta vivendo la Regione e per le quali ci sono responsabilità precise che non arridono, sicuramente, a questo Presidente e a questa maggioranza.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intervengo dopo questo dibattito, che francamente
ritengo fosse doveroso perché, tranne le notizie di alcuni giornali web, stava
passando quasi in sordina, come se fosse una cosa normale, ordinaria che una
Regione, un Consiglio, un’Assemblea legislativa concluda un mandato e non
consegni un orizzonte politico, una prospettiva politica. Il bilancio, il
bilancio di un’amministrazione, il bilancio di un ente, il bilancio di un ente
come la Regione è un atto, prima di ogni cosa, eminentemente politico. Questo
segna, purtroppo, lo dico con molta amarezza, il fallimento; un fallimento,
altro che crac! Sul crac finanziario poi, ove ci sia, bisogna fare altrettanta
chiarezza. Però il fatto che si concluda un mandato e non si faccia un bilancio
di mandato e non si dia un orizzonte politico attraverso una manovra
finanziaria, che doveva consegnare alla Calabria delle certezze, non delle
incertezze, non è una cosa sulla quale si può passare così!
Vado agli aspetti e ai profili tecnici che qualcuno, che qualche collega
prima ha evocato, sul giudizio di parifica e cioè la criticità degli 81 milioni
che derivano dalle poste relative ai debiti dei Comuni morosi sulla partita del
ciclo dei rifiuti. Tutto ciò segna l’altro fallimento che questa Legislatura doveva
superare, doveva avviare la soluzione, doveva avviare con nervo, con decisione,
affrontare le criticità, per troppe Legislature forse e per troppi anni rimaste
consegnate sempre ai posteri.
Il riordino ha segnato anche la mancanza di una politica di
ristrutturazione di alcune partite critiche di questa Regione. Questa è la
verità. Allora, delle due l’una: o c’è la possibilità e il Consiglio regionale,
a questo punto, non la maggioranza ma il Consiglio regionale nella sua
interezza si assume la responsabilità di approvare un bilancio, una manovra
finanziaria, che dia un minimo di prospettiva, un minimo di risposta, oppure
dobbiamo registrare che questo è un fallimento complessivo di tutte le
componenti che hanno vissuto l’istituzione Regione in questa Legislatura.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea.
Ne ha facoltà.
Resto basito che uno, alla fine della Legislatura, debba prendere atto
del fatto che si lancino accuse al proprio campo di aver operato male, di aver
gestito male le finanze, di non dar prova della giusta utilizzazione del denaro
pubblico. Si resta basiti, colleghi, perché capisco tutto, gli schieramenti,
una maggioranza che è vero che è spappolata, e siamo arrivati alla fine grazie
al Presidente e ad una Giunta che stanno lavorando e al lavoro anche di chi
qui, nei banchi, sta tentando a viva forza di non far fare brutta figura al campo
del centrosinistra, indipendentemente da chi sarà o non sarà il Presidente. C’è
una battaglia da condurre avanti, che non è quella della ricollocazione
personale! C’è la battaglia da condurre per portare a termine un lavoro di 5
anni, che è stato gravoso, oneroso e l’abbiamo fatto tutti. E io mi sento di
prendere i meriti di tutte le migliaia di cose buone che sono state fatte in
questi 5 anni, ma devo portarmi sulle spalle anche quelle negative e lanciare
eventualmente accuse alla Giunta laddove riteniamo che ci sia stata - ecco, sì,
forse - una scarsa compartecipazione nelle riunioni di maggioranza.
Dico però che è assurdo che oggi il presidente Oliverio e la Giunta assumano
su di loro la responsabilità di dirci che non dobbiamo votare un bilancio definitivo
e ci spiegano con chiarezza che questa cosa viene fatta per dare la possibilità
a chi verrà dopo di poter utilizzare i residui e senza, come si dice!?, pulire
il piatto, cioè effettuare le operazioni che vengono fatte alla fine delle
Legislature. Rinzelarsi per questo la vedo una cosa
assurda, assurda! Ricomponiamoci perché è al 28 che si discuterà di questa
cosa, non è oggi e come capigruppo abbiamo deciso che la discussione doveva
essere fatta poi il 28 sulle decisioni prese dalla Giunta. Ricomponiamoci
perché come maggioranza dobbiamo avere il decoro di lasciare al campo del
centrosinistra - chiunque verrà dopo di noi - col campo del centrosinistra la
possibilità di avere la dignità di poter continuare un lavoro che è stato
rivoluzionario e del quale io, per quanto riguarda la posizione di consigliere
regionale e di capogruppo, rivendico ogni singolo risultato positivo.
E devo necessariamente accollarmi anche le parti negative perché abbiamo
la mano qui dentro e non basta prendere posizioni negative sulle ultime due
sedute di Consiglio regionale per poter dire che eravamo contro la maggioranza.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua.
Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, perché credo che il dibattito a cui stiamo dando
vita è un dibattito che meriterebbe una riflessione maggiore, con
approfondimento tra gruppi presenti in questo Consiglio regionale, tra
contesti, anche legati all’attuale momento, perché nessuno può negare le difficoltà
che viviamo ma nessuno può anche dimenticarsi delle responsabilità, non
politiche, istituzionali che ricadono su ognuno di noi. Perché il bilancio o
l’esercizio provvisorio non è una responsabilità politica – ho di fronte il
collega Giordano - ma è una responsabilità istituzionale verso i cittadini e
quando si cerca di scaricare su altri le colpe è sempre un gioco al rialzo! Non
siamo pronti, noi abbiamo trovato queste situazioni, non siamo oggi in grado di
fare un bilancio preventivo… Quindi c’è un momento che mette anche in
discussione le qualità, le capacità di questo Consiglio regionale perché credo
che, ripeto, quando parliamo di bilancio parliamo dell’interesse dei calabresi.
Quando parliamo di esercizio provvisorio parliamo di un’opportunità che si dà
per tirare a campare, ma non si dà una prospettiva certa ai calabresi, una
visione ai calabresi, una certezza ai calabresi, a chi si aspetta risposte da
questa maggioranza, da questo Consiglio regionale, al di là del colore politico
di appartenenza. Credo che sia importante oggi - ha ragione il collega Giudiceandrea - recuperare il buon senso del padre di
famiglia, utilizzare questi giorni, da qui al 28, per capire il da farsi perché
non voglio regalare l’immagine di un Consiglio regionale tutto ripiegato su sé
stesso, tutto ripiegato sulle divisioni, sulla contrapposizione, sulle
divergenze che oggi ci sono - è inutile negarle! - all’interno della
maggioranza e dell’opposizione. Credo che non faremo gli interessi dei
calabresi, dimostreremo invece di essere un gruppo dirigente non capace di
guidare i processi, di essere attenti, sensibili a ciò che le persone, la gente
ci chiede.
Quindi inviterei i capigruppo di maggioranza, insieme al Presidente
della Giunta regionale e, se ho colto bene, anche con la disponibilità della
minoranza, a ragionare su un’eventuale bilancio di previsione, accogliendo
anche l’invito di Orlandino Greco. Al collega Orlandino Greco dico: collega, è
inutile oggi dire “io ho detto… io non ho detto… io ho fatto… io non ho fatto”.
Questo è lo stato dell’arte e da questo bisogna partire e ragionare in questo
mese.
È inutile pensare di dire: io sono il più bravo, io sono il più buono,
io sono il più bello, io sono il più cattivo. Conosciamo le posizioni di ognuno
di noi! Però, quantomeno, recuperiamo il senso di responsabilità verso questo
Consiglio regionale, verso i nostri cittadini e ragioniamo sulla risposta
migliore che oggi possiamo dare, per senso di responsabilità; quella
responsabilità che ha sempre contraddistinto, al di là dei pochi casi o delle
poche situazioni personali, questa maggioranza, perché quando siamo stati
chiamati a rispondere abbiamo sempre votato in gran parte quello che c’è stato
proposto dalla Giunta regionale, le nostre proposte fatte in questo Consiglio
regionale. Quindi c’è stato, dal punto di vista del rispetto dei ruoli, un
senso di responsabilità che ha sempre prevalso, che non è responsabilità
politica ma è rispetto verso le Istituzioni e verso i calabresi che
rappresentiamo, magari con poca dignità, ma che oggi qui rappresentiamo.
L’invito che faccio è questo: capigruppo di maggioranza, ragioniamo nei
prossimi giorni sul da farsi. Se ci sono le condizioni, bene, o altrimenti non
possiamo che prendere atto della proposta che oggi è stata avanzata. Mi affido
al senso di responsabilità dei capigruppo di maggioranza; io sosterrò qualsiasi
scelta farete, con eventualmente l’ausilio delle minoranze.
Parliamoci chiaro, se approviamo un bilancio preventivo, sappiamo che è
già ingessato! Quindi, quando qualcuno parla di manovre come di mancia
elettorale…ma quale mancia elettorale! Ma scherziamo!? Non credo che ci
dilanieremo al nostro interno! Non ci siamo dilaniati in 5 anni! Non ho visto
mance elettorali in questi 5 anni! Tranne pochissime cose… Ho visto solo una
ristrettezza di spazio, una difficoltà nel fare un bilancio e, quindi, altro
che mance elettorali! Voi dovete essere coscienti che forse negli anni passati
ci sono state molte ma molte maglie larghe, ma oggi in questo Governo non
abbiamo scialacquato! Abbiamo vissuto 5 anni di difficoltà, legati, appunto, a
quello che abbiamo ereditato e ai tagli che abbiamo subito. Di questo dobbiamo
essere coscienti. Altro che bilancio di mance, sarebbe un bilancio di
responsabilità verso le nostre comunità. Invito ad una riflessione maggiore i
gruppi consiliari di maggioranza e di minoranza per capire se ci sono le
condizioni, altrimenti non possiamo che prendere atto della richiesta che oggi
ha avanzato il Presidente della Giunta regionale e il 28 novembre approveremo
l’esercizio provvisorio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.
Il Presidente della Giunta regionale ha voluto aprire questa seduta con
la comunicazione della data per il rinnovo delle elezioni. Tanto doveva - sono
le sue parole - a questa Assise. Ha voluto aggiungere della avvenuta
approvazione della delibera, con la quale viene chiesto l’esercizio
provvisorio. Credo che questa comunicazione non pregiudichi assolutamente
quello che è il cammino che noi vogliamo. Raccolgo l’intenzione del collega Bevacqua. Abbiamo tenuto una Conferenza dei capigruppo.
Rispetto alla comunicazione del Presidente sappiamo oggi che abbiamo 21-22
giorni di Legislatura, di lavori di questa Assemblea. Siccome abbiamo fatto una
conferenza dei capigruppo qualche ora fa, dandoci una road map, con la possibilità di arrivare
nelle sedute, che faremo da qui al 11-12 dicembre, ultima data utile per poter
effettuare dei lavori in quest’Aula, a creare le condizioni per portare a
termine con serenità una Legislatura. Una Legislatura ricca di cose fatte e
abbiamo ancora oggi solo un ordine del giorno di circa 16-17 punti. Quindi,
direi di abbassare un attimo i toni della discussione. Poi ci sono delle liturgie
che la politica vuole: il rendiconto e l’assestamento andranno in Commissione
bilancio. Faccio sempre salvi i passaggi politici e istituzionali. Rispetto a
questo si apriranno le discussioni. Oggi abbiamo un altro ordine del giorno e
andiamo avanti su questo. Noi dovremmo vederci in quest’Aula entro il 30 di
novembre, quindi non fra 50 anni! Fra 8-9 giorni. Rispetto a questo ritengo sia
doveroso riprenderci intanto la tranquillità di assumere l’ordine del giorno
dei lavori di questa seduta e dopodiché si discute, siamo qua. Tutti vogliamo
onorare il nostro impegno, il mandato che i calabresi ci hanno assegnato fino
all’ultimo giorno utile. Quindi rispetto a questo io dico che la politica è
sovrana. Mi hanno insegnato questo e io con questo vado avanti. Grazie
Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi consiglieri. Credo che ci sia un limite a tutto e
anche alla utilizzazione di argomenti che, quando si tratta di problematiche
che interessano le comunità, dovrebbero indurre alla prudenza, quantomeno alla
prudenza. Capisco risentimenti, rancori, capisco tante cose. Le capisco ma non
capisco, non posso capire operazioni di alterazione della verità e anche,
appunto, masochistiche.
Come stanno le cose. Le cose stanno che il bilancio della Regione 2018 è
stato sottoposto a giudizio di parifica da parte della Corte dei conti e ha
ottenuto il giudizio di parifica. La Corte dei conti ha poi aggiunto: cara
Regione, c’è un debito risalente agli anni 1981- 2004 da parte dei Comuni verso
la Regione, quando ancora non c’era Sorical, quando
ancora c’era la Cassa del Mezzogiorno. Stiamo parlando dell’altro secolo!
Stiamo parlando dell’altro secolo! È un debito che i Comuni non hanno pagato,
non hanno onorato, che ammonta - non vorrei sbagliarmi – a 266 milioni di euro
e parte di questo debito, circa 120-130 milioni di euro, è in capo alle città
capoluogo, alle 5 città capoluogo, anzi a 4 città capoluogo, perché su Crotone
ancora la verifica non è stata completata. E quindi, cara Regione, o tu incassi
questo credito da parte dei Comuni oppure devi accantonare questa somma nel
conto crediti di dubbia esigibilità. Stiamo parlando di un debito 1981-2004,
prevalentemente dell’altro secolo. Stiamo parlando di un debito che dall’81 in
poi - con tutte le amministrazioni che si sono alternate - avrebbe dovuto
essere riscosso. Non è stato riscosso. Non è stato riscosso per motivazioni
varie: i Comuni sono in una condizione di difficoltà, perché non si è prestata
attenzione dovuta a questo problema, tantissime sono le ragioni. Ma questo è,
per chiarirci, per chiarirlo ai calabresi, per evitare che i mestatori, e
coloro i quali fanno prevalere il rancore e il risentimento per mestare nel
torbido, siano messi, appunto, in angolo. E per evitare che si rappresenti una
situazione per quella che non è. Questo è il quadro che presenta la situazione
oggi. Ora, rispetto a questo, proprio in conseguenza del dettato della Corte,
di quanto la Corte ha chiesto, noi abbiamo già operato e lo troverete nei
rendiconti che verranno all’esame proprio in questi giorni di quest’Aula. Non
abbiamo fatto finta di nulla! Non abbiamo messo la testa sotto la sabbia! Non
abbiamo rinviato alla prossima Legislatura! Abbiamo assunto oggi provvedimenti
con una operazione che risponde a quanto la Corte ci ha detto, cioè abbiamo
costruito le condizioni per accantonare quegli 81 milioni di euro, a cui faceva
riferimento il Presidente della Commissione bilancio, proprio a salvaguardia
del bilancio della Regione, proprio a salvaguardia della operazione che abbiamo
fatto in questi anni di risanamento del bilancio la Regione. Perché in questi
anni noi abbiamo lavorato per chiudere mulini che macinavano risorse, mettendo
in liquidazione Enti che gravano sul bilancio della Regione e che procuravano
una spirale perversa di debiti e di default.
Chiaro come stanno le cose!? La maggioranza. Vedo che alla maggioranza
non interessa. Ma quale maggioranza!? Ritorno su questo tema, ci ritorno,
perché ne ho parlato già un anno fa. Qual è la maggioranza!? Se qualcuno mi sa
dire qual è la maggioranza alzi la mano! Ho visto che il consigliere Guccione si appella ad una riunione di maggioranza che
bisognava fare prima. Ah, bellissimo! A conclusione di una Legislatura nella
quale si è picconata a colpi di fuga per fare venire meno il numero legale, a
colpi di voti contro per affossare provvedimenti, ci si appella alla
maggioranza!
Siamo proprio ad un’operazione che davvero richiederebbe il ricorso a Basaglia, il defunto Basaglia
richiederebbe! Ma di cosa stiamo parlando!? Noi, quelli che sono stati al posto
consegnato loro dall’elettorato calabrese, consegniamo una Regione che ha
lavorato per uscire dal baratro e, anche in termini di conti, per risanare i
bilanci. Perché noi abbiamo approvato 72 bilanci - e ringrazio il Presidente
della Commissione bilancio e ringrazio il Consiglio regionale -, 72 bilanci dal
2001 ad oggi di tutti gli Enti sub-regionali che non erano stati approvati e
nemmeno esaminati e che presentavano buchi, appunto, e in molti casi li abbiamo
messi in liquidazione, in molti, in molti casi, a proposito di bilancio e a
proposito di default. Consegniamo una
Regione ripulita da questo punto di vista e ci facciamo carico anche di un
debito accumulato dal 1981 al 2004. C’è un debito accumulato nell’altro secolo
e poi credo che - lo dico senza arroganza ma lo dico con grandissima, anche
qui, riflessione e quindi anche preoccupazione - l’esercizio della funzione di
rappresentanza nel Consiglio regionale della Calabria richiederebbe oltre che
responsabilità anche uno sforzo per capire di cosa si parla quando si
interviene qui dentro. Scusate, non mi rivolgo naturalmente ai singoli, ma
bisognerebbe avere la responsabilità di leggersi le carte, di capire di cosa si
parla prima di parlare a vanvera, perché lanciare anatemi senza esprimere
quello che è il merito, in una situazione come questa, significa non solo
lanciare l’allarme nei calabresi ma significa indebolire e creare una
condizione di discredito per questa Istituzione. Al di là di Oliverio, se si è
d’accordo o non si è d’accordo con Oliverio, al di là se bisogna contrastare
una possibile ricandidatura di Oliverio oppure no. Sono due terreni distinti,
che solo chi è annebbiato non riesce, appunto, a distinguere e a capire. E poi
permettetemi a proposito di esercizio provvisorio: ma cos’è l’esercizio
provvisorio? Approfondite cos’è l’esercizio provvisorio! L’esercizio
provvisorio è uno strumento che consente di utilizzare le risorse per il
funzionamento della Regione e di utilizzare, mese per mese, il dodicesimo di
quella posta di bilancio. C’è una posta di bilancio
in agricoltura, c’è una posta di bilancio nell’artigianato, c’è una posta di
bilancio per i servizi; si utilizza per dodicesimo quella posta
di bilancio per evitare, appunto, la paralisi. Ma il 2014 - vorrei ricordarlo -
quando io sono arrivato a dicembre alla guida della Regione non c’era nemmeno
l’esercizio provvisorio. L’esercizio provvisorio l’ho adottato io perché non
c’era nemmeno la Giunta! Con atto monocratico del Presidente, il 28 dicembre
del 2014 - non c’era nemmeno la Giunta! - ho approvato, con atto monocratico
del Presidente, l’esercizio provvisorio e poi, dopo che si è entrati nel vivo
della Legislatura, la nuova maggioranza, il Presidente, la nuova Giunta hanno
impostato il bilancio e hanno approvato il bilancio entro il 31 marzo del 2015.
Non è successo nulla! Non è successo nessun dramma! Era giusto che il
Presidente nuovo, che la nuova maggioranza, che avevano presentato un programma
agli elettori e che avevano avuto il consenso su quel programma, impostassero
il bilancio! Perché il bilancio non è un fatto burocratico, il bilancio, con
tutte le difficoltà di risorse, l’esiguità di risorse che ci può essere, è
innanzitutto lo strumento delle scelte politiche e programmatiche!
E noi dovremmo
oggi usurpare la nuova Legislatura,
ipotecare la nuova Legislatura, e perché mai? Qual è il disastro che succede? Il
disastro succederebbe se noi non approvassimo l’esercizio provvisorio,
succederebbe il disastro. Perché, è chiaro, si lascerebbe allo sbando la
Regione. Qui c'è un fatto di responsabilità e anzi devo dire che ritengo che
bisognerebbe apprezzare una scelta di questo tipo.
Si vuole
fare un bilancio? Un bilancio senza scelte? Perché di questo si tratta, né si
può dire il bilancio lo fa la maggioranza. Intanto perché non c'è una maggioranza,
intanto e lo sottolineo. Se poi ci sono pentimenti e, quindi, ritorni alla maggioranza,
ci si alzi e si dica: “Io sono ritornato nell'alveo da cui sono partito”. Se ci
sono questi pentimenti, ci si alzi e dica “Io sono ritornato nell'alveo di
partenza”. Non c’è! E non lo sto dicendo oggi io: “guardate che non c’è la
maggioranza”. Lo sto dicendo da oltre un anno! Ne ho preso atto, via, via,
oltre all’opposizione che è stata eletta come opposizione, è stata espressione del
voto, c'è stata un'opposizione cresciuta dentro la maggioranza. Non è stata un
fatto secondario ai fini degli ostacoli e della corsa ad ostacoli a cui siamo
stati costretti. Basti riprendere la rassegna stampa di questi anni. Ve la
manderò io! Anzi, vi manderò, per evitare di essere molto impegnati nella
lettura della rassegna stampa, le parti più significative di una rassegna
stampa che ripercorre almeno gli ultimi due anni di questa Legislatura.
L'esercizio
provvisorio è questo. Poi, Orlandino Greco ha fatto una proposta, ho visto che il
consigliere Orsomarso l’ha ripigliata. Scusami inverto le parti, voi ritenete
che il Consiglio regionale possa approvare un bilancio, bene! Non sarò io a
mettermi di traverso, anche perché un bilancio ritengo che debba essere frutto
di scelte: io ho 100 milioni di euro disponibili e scelgo come destinare quei
100 milioni di euro. Ecco perché si vota e si esprime attraverso il voto chi il
popolo vuole che lo governi. Si vota anche per questo. Voi ritenete che
nell'ultimo mese bisogna ipotecare la prossima Legislatura con un bilancio e
poi magari qualcuno può dire: “poi si cambia”, perché la maggioranza, una nuova
maggioranza, può sempre cambiare il bilancio.
Benissimo,
non sarò io a mettermi di traverso. Però, non bisogna utilizzare argomenti, appunto,
speciosi, non bisogna alterare la realtà per affermare, appunto, punti di vista
politici. La politica si esprime e si esercita attraverso valutazioni che non
devono necessariamente ricorrere all’alterazione della verità, perché si può
esercitare attraverso una valutazione dei fatti che è una cosa diversa,
l'espressione di un’idea che è una cosa diversa dall’alterazione della verità.
E poi
l'ultima considerazione - la ripiglio perché l'ha inserita nel suo intervento il
consigliere Tallini - la condizione dei Comuni che è una delle ragioni del debito
1981-2004, ma anche della difficoltà che hanno i Comuni a pagare i servizi. La
difficoltà dei Comuni è anche per quanto riguarda i servizi che attualmente
vengono erogati: i rifiuti, l'acqua, la difficoltà nella quale versano i
Comuni. Noi abbiamo circa cento Comuni che sono in dissesto in Calabria,
abbiamo la condizione delle città capoluogo a partire da Reggio, da Cosenza,
che sono in una condizione di bilancio difficilissima che non nasce oggi - parliamoci
molto chiaramente -, che nasce nel corso degli anni, che si determina nel corso
degli anni. Parlo di questi Comuni perché sono i maggiori debitori sia di quel
del debito che del debito dei rifiuti, per capirci.
La Regione
in questi anni, solo per i rifiuti, per far funzionare il sistema dei rifiuti
ha anticipato 257 milioni di euro, 2015-2018, perché quella è la condizione dei
Comuni. Naturalmente, dovranno essere incassati, abbiamo fatto una delibera per
chiedere che, attraverso Piani di rientro, i Comuni possano regolare questa
posizione.
Ritengo
che sia necessaria anche un’iniziativa legislativa, perché i Comuni siano messi
nelle condizioni di poter onorare questo debito. Anche perché è un problema non
solo calabrese, è un problema più generale, appunto, che investe i Comuni nel
nostro Paese.
Quindi,
questo è un elemento sul quale bisognerà che si assuma un'iniziativa, perché un
Sindaco non è che non paga perché non vuole pagare, spesso non paga perché è in
condizione di difficoltà nell’esercizio della funzione di governo del proprio
territorio e della propria comunità.
Quindi, è
necessaria una riflessione in tal senso e la Regione che cosa avrebbe dovuto
fare? Abbandonare i Comuni a sé stessi? Di che cosa stiamo parlando?
Abbandonare le comunità a sé stesse? La Regione ha cercato di farsi carico,
fino a quando ha potuto farsi carico. Ora, naturalmente, si tratta di vedere
come si affrontano questi problemi, ma questi sono problemi che vanno bene al di
là di uno schema maggioranza-opposizione o di uno schema di appartenenza.
Chiudo
affermando con grande responsabilità, e lo dico ai calabresi prima ancora che
al Consiglio regionale, che il bilancio della Regione Calabria non è in default. La Regione Calabria ha avuto la
parificazione dei conti da parte della Corte dei conti. La Regione Calabria
oggi deve fare i conti con nodi non affrontati nel corso di decenni, perché
stiamo parlando di debiti dei Comuni verso la Regione appunto dal 1981 al 2004,
e noi con grande responsabilità ci siamo fatti carico anche di questo. Credo
che questo vada a merito di questa Regione. Dopodiché, nei prossimi giorni, il
Consiglio regionale, la Commissione bilancio, quest’Aula, esamineranno prima
del 30 di novembre, non fra 10 anni, il rendiconto e si renderanno conto che
quello che io sto dicendo è sostenuto dai dati, è sostenuto dai fatti.
Naturalmente,
poiché siamo in un momento pre-elettorale nel quale le incursioni non dico
populiste, perché il populismo in questo senso, che io ho sempre contrastato, è
una parola nobile, ma le incursioni… e la Vandea, tendente all’immeschinimento del confronto politico e alla sollevazione
di polveroni, è molto dietro l'angolo, se non anche davanti all’angolo.
Credo che
sia giusto che chi è animato da responsabilità e chi è guidato, al di là delle
magliette, delle collocazioni politiche, da senso di responsabilità possa
convenire che dire una parola chiara è necessario per evitare preoccupazioni e
allarmi che aggraverebbero le già preoccupazioni pesanti che vivono le famiglie
e vivono i cittadini.
Presidente,
chiedo la parola.
Abbiamo
già concluso.
Chiedo la
parola sulla proposta del consigliere Orlandino Greco.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Capisco
tutti i travagli che ci sono e, scusatemi, non sono abituato a sparare sulla Croce
rossa, perché sparare sulla Croce rossa non è stato mai il mio sport preferito,
anche perché il consigliere Orlandino Greco proponeva una cosa che è in
contraddizione con quando detto testé dal Presidente sulla questione del bilancio.
Dobbiamo
concluderla.
Si, concludo.
Un dato è
certo: Bonaccini, Presidente dell'Emilia-Romagna, fa
il bilancio perché ha i conti a posto, la Regione Calabria non è in grado di
fare il bilancio perché non ha i conti a posto. Nel senso che anzi Bonaccini dice: “io voto il 26 per fare il bilancio”, la
Regione Calabria non lo fa.
Consigliere
Guccione, sulla proposta del consigliere Greco perché
altrimenti si riapre la discussione. Deve concludere.
Invito il
mio capogruppo, sulla proposta che ha fatto il consigliere Greco, di verificare
se ci sono le condizioni perché il Consiglio regionale, su proposta del
Presidente della Regione, approvi il bilancio. Si stabiliscono alcune cose e si
va all’approvazione del bilancio d'accordo con la minoranza. Perché, secondo me,
è un grave errore politico.
Poi, il Presidente
si accorge che non c’è una maggioranza, ci sono 5 consiglieri che hanno formato
altri gruppi e si candideranno dalla parte opposta, vuol dire che il presidente
Oliverio ha lavorato benissimo da questo punto di vista.
Grazie. Allora abbiamo la proposta di inserimento dei due ordini del giorno del consigliere Sergio, la pongo in votazione. Gli ordini del giorno sono inseriti, prego di distribuirli ai consiglieri.
Ha chiesto di intervenire il
presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Presidente,
io pongo all'attenzione del Consiglio la necessità di invertire l'ordine del
giorno per discutere della vicenda CORAP che è stata oggetto di esame da parte
delle Commissioni e il cui disegno di legge è stato licenziato oggi anche dalla
Commissione bilancio.
Quindi, sostanzialmente
chiede l’inversione del punto sul CORAP. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente,
abbiamo dibattuto, in Conferenza dei capigruppo, lungamente di questo aspetto,
vale a dire dell'ordine dei lavori, e dopo ampio approfondito dibattito,
confronto - è durato più di un’ora - all’unanimità abbiamo deciso di portare a
termine l'ordine del giorno, di collocare la questione CORAP alla fine
dell'ordine del giorno. Ma noi come minoranza - se i colleghi non mi contraddicono,
credo che possano confermare questo - siamo disponibili ad esaurire l'ordine
del giorno, quindi anche la questione CORAP, non abbandoneremo l’Aula, non faremo
venir meno il numero legale.
Semmai, Presidente,
il problema non sta da questa parte, sta dall'altra parte, perché, anche dalla
sua replica, credo che sia venuto fuori in maniera molto plastica come questa
Legislatura si concluda. L'ho detto tante volte, con una maggioranza in
frantumi, plasticamente, coloro i quali stanno col PD potrebbero stare da una
parte, coloro i quali stanno con lei potrebbero stare dall'altra parte. Ma è la
fine di una storia.
Sicuramente,
in questo e per quanto riguarda l'ordine del giorno di oggi, così come in altre
circostanze, per il senso di responsabilità che abbiamo avuto nei confronti dei
calabresi e anche sulla vicenda CORAP, da parte nostra non verrà meno la
presenza in Aula, garantendo il numero legale e quindi esaurendo l'ordine del
giorno.
Presidente
Oliverio, prego.
Prendo
atto della disponibilità o meglio della precisazione fatta, anche in coerenza
con quanto è stato stabilito dalla Conferenza dei capigruppo; mi auguro che il
Consiglio regionale, nel suo insieme, consenta questa sera di affrontare ed
approvare il disegno di legge relativo al CORAP.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Credo che oggi si sia svolta una Conferenza dei capigruppo in
maniera ordinata e molto positiva per l'ordine del giorno che avremmo dovuto
svolgere in Aula.
Voglio ricollegarmi
a ciò che il collega Gallo ha poc'anzi detto: noi abbiamo in Conferenza dei
capigruppo valutato varie opzioni, compresa quella di invertire o scegliere alcune
priorità e, voglio dire, tra queste c'è ovviamente il CORAP, poc’anzi
licenziato. Abbiamo anche pensato di metterlo subito al primo punto oppure di
scegliere altri punti all'ordine del giorno importanti.
Ci sono
bilanci di assestamento, cose che vanno approvate e vanno approvate
indipendentemente dalla casacca, per il ruolo che rivestiamo e per il mandato
che abbiamo.
Ci sono,
parimenti, altri provvedimenti importanti: quello sulla legge funeraria, altri
importanti provvedimenti che sono all'ordine del giorno, ce ne sono a decine.
Alla fine
abbiamo deciso questo, poiché non siamo ad orario in Consiglio regionale, abbiamo
dato la disponibilità a mantenere intatto, integro, quell’ordine del giorno e
di aggiungere l'ulteriore provvedimento che era stato poc'anzi approvato dalla
Commissione.
Quindi
l'impegno è stato preso in Conferenza dei capigruppo ed io non ho motivo alcuno
di dubitare che quell’impegno non venga mantenuto in Aula.
Passiamo all’esame del
primo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 172/10^
d’iniziativa del consigliere Morrone, recante: "Integrazione e promozione
della minoranza romanì". Cedo la parola al
consigliere Mirabello, relatore del provvedimento.
Grazie,
signor Presidente, onorevoli colleghi, questa proposta di legge, trattata in terza
Commissione e che reca la firma del collega Morrone, rappresenta un’importante
presa di posizione o meglio uno strumento importante finalizzato alla garanzia
di strumenti e di forme di riconoscimento per minoranze storiche, come nel caso
specifico della minoranza linguistica, della minoranza romanì.
In realtà,
su questa materia si sono pronunciati nel corso degli anni più Consigli regionali
che però hanno realizzato tutti una serie di testi normativi che, alla fine dei
conti, sostanzialmente, hanno creato una sorta di implicita equivalenza in
alcuni casi, in altri casi proprio esplicita equivalenza, fra la cultura Rom e
il nomadismo. In realtà, questa proposta di legge del collega Morrone punta
proprio a superare questa equivalenza, andando a riconoscere in maniera più
specifica le caratteristiche dei rom e di questa minoranza.
Il testo
di legge ha un articolato composto da 7 norme. La prima norma prevede nello
specifico come obiettivo generale - ed è il punto focale della legge stessa -
l'integrazione e la promozione della minoranza - come dicevo in precedenza -
sul territorio regionale e poi vengono individuate una serie di iniziative
finalizzate, appunto, a questi due obiettivi. Parliamo delle iniziative
previste, per esempio, nell'articolo 2 dove si prevedono la commemorazione dello
sterminio della minoranza romanì ad Auschwitz,
durante un giorno specifico che è il 2 agosto, il giorno del cosiddetto Porrajmos, oppure la giornata internazionale della
popolazione romanì dell’8 aprile. Si prevedono anche
la creazione di un osservatorio territoriale partecipativo con la finalità,
intanto, di effettuare studi di tipo qualitativo e quantitativo sulla natura e
sulla composizione di queste minoranze nella nostra terra, effettuare analisi
per valutare e monitorare le politiche attuate a favore di queste minoranze,
fornire supporti conoscitivi finalizzati alla programmazione di azione di
promozione della minoranza stessa, realizzare studi di tipo linguistico e
quant'altro. Molto importante anche la costituzione prevista all'articolo 5 di
un garante regionale per i diritti delle comunità romanì.
Quindi, il testo che si propone all'approvazione dell'Aula e che è stato
approvato all'unanimità dalla Commissione che presiedo, è un testo che può
sicuramente fornire strumenti utili e contribuire alla crescita anche culturale
di un’idea di una terra inclusiva, la nostra terra di Calabria, come tutti
desidereremmo realizzare anche attraverso questi strumenti.
Passiamo all'esame
ed alla votazione del provvedimento.
Al titolo
della proposta di legge è stato presentato un emendamento, protocollo numero
30429, a firma del consigliere Mirabello.
È un
emendamento che si illustra da sé.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Articolo
1
(Approvato per come emendato)
Articolo
2
(Approvato)
Articolo
3
(Approvato)
Articolo
4
(Approvato)
Articolo
5
(Approvato)
Articolo
6
(Approvato)
Dopo l'articolo
6 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 30430, a firma del
consigliere Mirabello.
Si
illustra da sé.
Pongo in
votazione l’emendamento, protocollo numero 30430, che è approvato.
Articolo
7
(Approvato per come emendato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il
secondo punto all’ordine del giorno è la proposta di legge numero 411/10^
d'iniziativa dei consiglieri Gallo e Giudiceandrea, recante:
"Soggetti attuatori in materia di invecchiamento attivo. Modifiche alla l.r. 12/2018". La parola al consigliere Mirabello per
illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente.
In realtà si tratta di una norma che è finalizzata ad ampliare, attraverso una
migliore precisazione, la portata della legge regionale che è stata già
approvata Il 16 maggio 2018, numero 12: “Norme recanti disposizioni volte alla
tutela, la promozione e la valorizzazione dell'invecchiamento attivo”, già
pubblicata il 17 maggio 2018. L'articolo 4 di questa legge regionale ha
provveduto ad individuare i soggetti attuatori degli obiettivi fissati e delle
misure delineate nella legge stessa. Tra questi, tuttavia, non figurano le Istituzioni
pubbliche di assistenza alle persone attive nell'ambito dei servizi sociali
alla persona, riconosciute e debitamente autorizzate alla Regione Calabria,
pure operanti in diverse realtà territoriali.
Quindi,
questa legge potrebbe, deve, attraverso questa proposta, essere integrata
attraverso la possibilità di ricomprendere tra i soggetti attuatori anche
questi ultimi soggetti indubitabilmente fra i protagonisti sotto il profilo
pratico operativo delle politiche della terza età, affinché, appunto, lo strumento
legislativo, che è stato già predisposto e sta già di dispiegando i primi
effetti, abbia un più completo radicamento nella nostra regione.
Passiamo
all'esame del provvedimento.
Articolo1
(Approvato)
Articolo
2
(Approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(ll Consiglio
approva)
(È riportata in Allegati)
Il terzo
punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 414/10^ di
iniziativa del consigliere D'Acri, recante: "Modifica alla legge regionale
n. 4/2019". Cedo la parola al consigliere Aieta per illustrare il
provvedimento.
Signor Presidente,
questo provvedimento mira a modificare la legge regionale numero 4 del 2019 che
stabilisce requisiti e procedure semplificate per sostenere piccole produzioni
agricole. Più in particolare, la modifica proposta riguarda la disciplina
relativa all'avvio dell'attività di vendita diretta dei prodotti agricoli e si
rende necessaria al fine di uniformare la norma regionale alle disposizioni
statali.
Con la
proposta di legge in oggetto si dispone, pertanto, la soppressione della
previsione contenuta al comma 2, dell'articolo 3, della legge regionale numero
4 del 2012 della segnalazione certificata di inizio attività.
Dal punto
di vista finanziario, si evidenzia che la proposta è corredata di relazione
finanziaria nonché di norma finanziaria, nelle stesse si chiarisce il carattere
squisitamente ordinamentale del provvedimento, atteso che la proposta di legge
contiene disposizioni che semplificano il procedimento per l'avvio
dell'attività di vendita diretta e come tale non comporta oneri per il bilancio
regionale.
La scheda
del Settore assistenza giuridica ha, anche, specificato che l'intervento
modificativo si rende necessario per superare, nell'ottica della leale
collaborazione, le criticità evidenziate in sede governativa. La novellazione è stata pertanto concordata con il referente
della Presidenza del Consiglio dei Ministri e, dunque, la proposta appare
compatibile con il quadro ordinamentale vigente.
Ci sono
interventi? Passiamo all'esame del provvedimento. Prima dell’articolo 1 sono
pervenuti alcuni emendamenti. Il primo, protocollo numero 33714, a firma del
consigliere Sergio.
L'emendamento,
signor Presidente, si illustra da sé.
C'è il
parere della Giunta su questo emendamento?
Negativo.
Negativo.
Votiamo
l'emendamento col parere contrario della Giunta e del relatore. L’emendamento è
respinto. Passiamo all’emendamento, protocollo numero 15772, a firma del
consigliere Sergio. Prego, consigliere Sergio, può illustrarlo.
SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)
Si illustra da
sé.
Parere della
Giunta?
Negativo
Parere del
relatore?
Negativo.
Pongo ai voti
l’emendamento. È respinto. Passiamo all'emendamento, protocollo numero 15775, a
firma del consigliere Sergio, che può illustrarlo.
Si illustra da
sé.
Parere della
Giunta, consigliere D’Acri?
Negativo.
Parere del
relatore negativo. Passiamo alla votazione. La maggioranza è contraria,
pertanto l’emendamento è respinto.
È pervenuto un
emendamento, sempre a firma del consigliere Sergio, protocollo numero 15776.
Prego, consigliere Sergio, può illustrarlo.
Si illustra da
sé.
Parere negativo.
Parere negativo
anche del relatore. Pongo ai voti l’emendamento. La maggioranza è contraria, pertanto
è respinto.
Articolo 1
(Approvato)
Dopo l'articolo
1 sono stati presentati emendamenti, il primo è il protocollo numero 17735, a
firma del consigliere Sergio.
Si illustra da
sé.
Parere negativo.
La maggioranza
è contraria all'emendamento e quindi viene respinto. Passiamo all'emendamento,
protocollo numero 15778, a firma del consigliere Sergio. Si illustra da sé, consigliere
Sergio?
(Il consigliere Sergio annuisce)
Parere della
Giunta?
Negativo.
Parere negativo
anche del relatore. La maggioranza è contraria quindi l’emendamento è respinto.
Passiamo all’emendamento, protocollo numero 15780, a firma del consigliere
Sergio. Prego, può illustrarlo.
Si illustra da
sé.
Parere negativo.
L'emendamento è
respinto.
Passiamo
all'emendamento, protocollo numero 15782, a firma del consigliere Sergio, si
illustra da sé. Parere della Giunta?
Negativo.
Anche il
relatore è contrario. Lo pongo ai voti. L'emendamento è respinto. Pongo ai voti
gli articoli.
Articolo 2
(Approvato)
Articolo 3
(Approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al
quarto punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge numero 423/10^
d'iniziativa della Giunta regionale, recante: “Parchi marini regionali.
Interpretazione autentica dell'articolo 23, comma 1, lettera d) della legge
regionale 16 maggio 2013, numero 24. Cedo la parola al consigliere Bevacqua per l’illustrazione, prego.
Grazie,
Presidente. Intervengo velocemente. Si tratta semplicemente di una proposta
della Giunta regionale che nasce dalla necessità di superare alcuni problemi di
applicazione di una parte della normativa relativa ai Parchi marini regionali.
La proposta,
infatti, prevede l’interpretazione autentica dell'articolo 23, comma 1, lettera
d) della legge regionale 24 del 2013, chiarendo che le abrogazioni ivi
prescritte vanno intese limitatamente all'articolo 5 delle singole leggi
regionali istitutive dei Parchi marini e non alle leggi nella loro interezza.
È chiaro,
quindi, che la volontà del legislatore del 2013 è stata quella non certo di
abolire i Parchi marini, ma di accorparli, quindi di renderne più funzionale l’esistenza
nella gestione.
Non ci sono
interventi. Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo1
(Approvato)
Articolo 2
(Approvato)
Articolo 3
(Approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il quinto punto
all'ordine giorno riguarda la proposta di legge numero 439/10^ d’iniziativa del
consigliere Giudiceandrea, recante: “Disposizioni in
materia funeraria e polizia mortuaria”. Cedo la parola al consigliere Mirabello
per illustrare il provvedimento. Prego.
Questa proposta
di legge torna in Aula dopo una lunga discussione in Commissione e dopo l’abrogazione
della precedente formulazione che era stata varata dal nostro Consiglio, dovuta
a una vicenda che ha comportato l'impugnativa, da parte del Governo, di alcuni
aspetti non secondari della precedente formulazione e che hanno consigliato di
revocare il provvedimento e di riformularlo in maniera più approfondita.
Devo dire che
l'iter per arrivare a questa formulazione è stato abbastanza complesso,
nonostante a monte ci sia stata l'esperienza della lunga discussione, relativa
alla precedente formulazione, per via della evidente necessità di muoversi su
un crinale abbastanza delicato, costituito, da un lato, dai limiti e dai
paletti posti già dal Governo in sede di impugnativa che hanno consentito
sicuramente di avere un canovaccio un po' più preciso e, dall'altro, per via
delle oggettive divergenze di impostazione politica e di tensione all'interno
del tessuto delle aziende e delle imprese di questo settore presente in
Calabria e per le quali si registravano diversità di opinioni fra categorie e
soprattutto fra dimensioni di attività presenti sul territorio.
Il punto che ha
determinato di più i colleghi consiglieri, componenti della Commissione, e il
proponente è stato soprattutto costituito dall’esigenza indifferibile nella
nostra terra di mettere ordine in un settore che per lungo tempo e per lunghi
periodi, purtroppo, ha avuto una sorta di deregulation,
in forza della quale si sono registrate anche delle forme di irregolarità o
comunque la carenza evidente di forme e regole precise e di reale garanzia
della concorrenza; quindi una garanzia oggettiva e non formale del regime di
concorrenza all'interno di regole precise.
A proposito di
questo devo dire che anche oggi in Aula arrivano una serie di emendamenti sui
quali discuteremo a breve, rispetto ai quali ci sono delle valutazioni che
saranno, senza dubbio, determinate esclusivamente dalla necessità di tenere
insieme un quadro che è oggettivamente complesso, ma che non ci può far perdere
di vista l'obiettivo principale che è quello di garantire regole precise nel
settore.
Non ci sono
altri interventi. Passiamo all'esame del provvedimento. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha
facoltà.
Presidente, vi
è la necessità di fare una precisazione a verbale, col suo permesso, perché
nella relazione finanziaria abbiamo dovuto inserire tempestivamente la parte
che sto per leggere per quanto riguarda l'ultimo capoverso.
Inserire dove?
Nella relazione
finanziaria, Presidente. È di accompagnamento alla relazione finanziaria e va
detto al microfono, così come va detto al microfono che va fatta una correzione
materiale su una data.
Intanto la
illustri, così resta tutto registrato e, poi, passiamo all'esame del
provvedimento.
Nella relazione
finanziaria, al terzo capoverso, viene aggiunto il quarto capoverso che recita
così: “Per quanto riguarda l'ultimo capoverso della nota del dottor De Cello,
protocollo 27702 del 30 settembre 2019, si specifica che i compiti di controllo
di cui all'articolo 3 non comportano oneri aggiuntivi, atteso che gli stessi,
come risulta da specifico emendamento depositato in data odierna, devono essere
effettuati in isospesa e con personale già in
servizio presso la Regione.”
Allo stesso
modo, la specifica per la correzione dell'errore materiale va fatta
sull'articolo 11 dove è riportato il termine 60 giorni, ma va equiparato alla
data di entrata in vigore della norma che è 30 giugno del 2020. Grazie.
(Così resta stabilito)
Bene passiamo
quindi all'articolo 1. È stato presentato un emendamento, protocollo numero
30482, a firma del consigliere Neri. Prego, consigliere Neri, può illustrarlo.
Grazie,
Presidente. Prima di discutere l'emendamento, vorrei precisare che ho
presentato tutta una serie di emendamenti che hanno un carattere più che altro
tecnico, non entrano sostanzialmente nel merito, perché la maggior parte degli
emendamenti che ho presentato si riferiscono alle funzioni dell'ASP e a quello
che dovrebbero fare in merito alle finalità di questa legge.
Le motivazioni
degli emendamenti sono tutte simili, nel senso che ho tentato di eliminare
nella legge tutte quelle previsioni che determinano nuovi o maggiori compiti
per le ASP, per evitare che potessero essere sollevate questioni di legittimità
costituzionale. Anche se non vanno a incidere direttamente, ormai la
giurisprudenza sul punto è chiara e dice che anche la potenziale interferenza
della Regione in quelli che sono i compiti delle Asp può determinare un’interferenza
in quelli che sono i poteri del Commissario e, di conseguenza, interferire col
Piano di rientro e, in ultima analisi, determinare un problema di legittimità
costituzionale.
Relativamente a
questo primo emendamento la lettera a) del comma 3, dell'articolo 1, è abrogata
nella parte in cui la lettera a) del comma 3 dice che “la presente legge
definisce le funzioni della Regione e degli enti locali e individua i compiti
dei comuni e delle aziende sanitarie provinciali, le modalità di svolgimento
delle loro funzione e dei loro servizi, negli ambiti delle rispettive
competenze”. È una formulazione generica che potrà determinare delle
problematiche dal punto di vista costituzionale, sicuramente verrà impugnata
quindi ne propongo l'abrogazione.
Dobbiamo votare
l'emendamento. Parere della Giunta? Parere del relatore?
Parere
favorevole.
Non c’è il parere
della Giunta, votiamo l'emendamento. È approvato. Pongo in votazione gli
articoli.
Articolo 1
(Approvato per come emendato)
Articolo 2
(Approvato)
All’articolo 3
è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 33717, a firma del
consigliere Giudiceandrea. Prego, consigliere Giudiceandrea, può illustrarlo.
Si illustra da
sé.
Parere del
relatore?
Parere
favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento che è approvato.
Articolo 3
(Approvato per come emendato)
Articolo 4
(Approvato)
Articolo 5
(Approvato)
All’articolo 6
è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 30483, a firma del
consigliere Neri che può illustrarlo.
Presidente,
anche questo emendamento è stato presentato in ragione delle stesse motivazioni
che ho espresso prima, sostanzialmente l'articolo 6 attribuisce alle Aziende
sanitarie provinciali tutta una serie di funzioni, pertanto non essendo
possibile intervenire in maniera specifica, l’articolo 6, a mio avviso,
andrebbe completamente abrogato.
È ovvio che io
propongo solo l'abrogazione, non so se poi l'abrogazione di questo articolo
possa determinare problemi strutturali della legge, però sicuramente questo
articolo potrebbe incorrere in questione di legittimità costituzionale. Siccome
i miei emendamenti sono tutti finalizzati a questo, non vorrei però che nel
complesso ci fossero altri problemi. Comunque poi li vediamo, magari articolo
per articolo, emendamento per andamento, quindi l'emendamento che propongo è di
abrogare integralmente l'articolo 6.
Parere del
relatore?
Favorevole.
Pongo in
votazione l'emendamento. È approvato. Votiamo l'articolo 6 così per come emendato
Articolo 6
(Approvato per come emendato).
All’articolo 7
è stato presentato un emendamento, protocollo numero 32629, a firma del
consigliere Sergio. Prego, consigliere Sergio, può illustrarlo.
Signor
Presidente, questo emendamento apporta modifiche al comma 2 dell'articolo 7
della proposta di legge, al fine di consentire l'uso della SCIA per l'avvio
dell'attività funeraria. Inoltre, con l'aggiunta del comma 4 bis si vieta
l'intermediazione dell’attività funebre. Di questo emendamento viene eliminata
la parte B per cui la proposta ha carattere esclusivamente ordinamentale ed è
priva di oneri a carico del bilancio regionale. La parte B viene soppressa.
Presidente, intervengo a chiarimento. L'emendamento presentato dal collega Sergio
prevede due parti: la parte A e la parte B. Il collega Sergio rinuncia alla
parte B, mentre la parte A deve essere posta in votazione.
Quindi votiamo
l'emendamento protocollo numero 32629 solo per la prima parte, per la parte A.
Parere del relatore?
Se è solo per
la parte A, il parere è favorevole.
Votiamo solo
per la parte A. L'emendamento è approvato, quindi votiamo l'articolo 7 come
emendato.
Articolo 7
(Approvato per come emendato)
Articolo 8
(Approvato)
All’articolo 9 sono
stati presentati alcuni emendamenti, il primo è il protocollo numero 29169, a
firma del consigliere Greco. Prego, consigliere Greco, può illustrarlo.
Ritiro
l'emendamento.
Passiamo
all'emendamento, protocollo numero 30490, a firma dei consiglieri Giordano e
Battaglia. Consigliere Giordano, può illustrare l’emendamento.
Presidente,
questo emendamento incide sulla capacità tecnico-organizzativa che deve essere
garantita dalle aziende che svolgono servizi nei confronti di altre aziende e
quindi definisce meglio il numero degli operatori che devono essere assunti per
svolgere questi servizi.
Parere del
relatore?
Favorevole.
Pongo ai voti
l’emendamento. È approvato. Passiamo all'emendamento, protocollo numero 32631,
a firma del consigliere Sergio che può illustrarlo.
Questo emendamento apporta modifiche all'articolo 9 della proposta. Tale
modifica attiene alla necessità di coordinare il testo con la previsione della
SCIA per l'avvio dell'attività introdotta con l'emendamento all'articolo 7.
Inoltre, l'adeguamento delle attività esistenti ai nuovi requisiti, dove
prevista al comma 4 entro il 30 giugno 2020, è disposto entro un anno
dall'entrata in vigore della presente legge.
La proposta
emendativa ha carattere ordinamentale ed è priva di oneri a carico del bilancio
regionale.
Parere del
relatore?
Favorevole.
Pongo ai voti
l’emendamento. È approvato, quindi pongo in votazione l'articolo 9, così per
come emendato.
Articolo 9
(Approvato per come emendato)
All’articolo 10
è stato presentato l'emendamento protocollo numero 29170, a firma del
consigliere Greco.
Ritiro
l'emendamento.
Pongo in
votazione l'articolo 10.
Articolo 10
(Approvato)
All’articolo 11
è stato presentato un emendamento, protocollo numero 30484, a firma del
consigliere Neri che può illustrarlo.
L'accertamento
dei requisiti per l'esercizio dell'attività funebri è effettuato dai Comuni e
dalle ASP, in questo caso eliminiamo la parola “dalle ASP”, esercitato le
funzioni attribuite dalla presente legge.
Parere del
relatore?
Favorevole.
L’emendamento è
approvato, quindi pongo in votazione l'articolo 11 così per come emendato.
Articolo 11
(Approvato per come emendato)
All’articolo 12
è stato presentato l'emendamento protocollo numero 30485, a firma del
consigliere Neri. Prego, consiglieri Neri, può illustrarlo.
In questo caso
il primo comma dell'articolo 12 recita testualmente “Il Comune, avvalendosi
delle ASP per gli aspetti igienico-sanitari…”, eliminiamo questa parte e
lasciamo che il Comune vigila e controlla lo svolgimento.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha
facoltà.
Ci sarebbero
problemi, collega e Presidente, ma il problema è che per le questioni di
carattere igienico-sanitario è necessario che ci si avvalga delle ASP quindi è
una precisazione al limite pleonastica, possiamo anche toglierla, ma è un
obbligo di legge. Soprattutto per professioni importanti come quelle che stiamo
curando è obbligatorio che siano le ASP ad occuparsi delle questioni
igienico-sanitarie.
Parere del relatore?
Presidente, il
Comune non ha le competenze per effettuare questo tipo di approfondimento,
anche se l'obiezione formalizzata dal collega è sensata. In questo caso, però,
mi permetto di sottolineare, che è una funzione che va sé, nel senso che è
normale che le ASP su questa materia abbiamo competenza, al di là del fatto se
noi le attribuiamo o meno con la legge.
Non ho problemi
a ritirare l’emendamento. Però, qual è il concetto? Se già le ASP hanno la
competenza allora la previsione qui è pleonastica perché è superata. Se però
con questa dicitura tu sostanzialmente assegni ulteriori e maggiori compiti… ti
potrebbero dire - questo è l'unico punto – se già le ASP hanno questa
competenza e quindi esula quella del Sindaco che è il primo presidio sanitario
del Comune…
Parere del
relatore?
Presidente,
quello che dice il collega Neri è corretto, però se noi lasciamo nella norma
solamente i Comuni si può verificare l'esatto contrario, cioè si attribuisce un
potere ai Comuni che di fatto da soli non potrebbero averlo.
Ritiro
l’emendamento.
Pongo in
votazione l’articolo 12. È approvato
Articolo 12
(Approvato)
All’articolo 13
sono stati presentati alcuni emendamenti, il primo, protocollo numero 30491, a
firma dei consiglieri Giordano e Battaglia. Consigliere Giordano, può
illustrarlo.
Presidente, si
tratta di una migliore precisazione delle modalità del trasferimento delle
salme e della riconsegna alle famiglie.
Parere del relatore?
Parere
favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento. È approvato.
Passiamo alla
votazione dell'emendamento, sempre all’articolo 13, protocollo numero 30488, a
firma del consigliere Nucera, limitatamente alla
parte relativa al comma 12 dell'articolo 13 che elimina le parole “nell'ambito
dello stesso Comune” con le parole “del defunto o di un suo familiare”.
Rinuncio, è già
stato approvato nell’altro emendamento.
È ritirato.
Passiamo alla
votazione dell’articolo 13, così per come emendato.
All'articolo 14
sono stati presentati 2 emendamenti, il primo è il protocollo numero 30486, a
firma del consigliere Neri. Prego, consigliere neri, può illustrarlo.
In questo caso
l’emendamento propone alla lettera g) di eliminare un periodo di modo che le
case funerarie devono necessariamente avere una cella frigorifera e non una
sala climatizzata o un apparecchio climatizzato.
Parere del relatore?
Negativo.
Siamo
all'articolo 13 ancora, Presidente, ce ne sono altri due di emendamenti
all’articolo 13.
Consigliere Giudiceandrea, un attimo. Sì, abbiamo l'emendamento,
protocollo numero 29171, a firma del consigliere Greco.
Ritiro
l’emendamento.
Poi,
l’emendamento, protocollo numero 30492, a firma dei consiglieri Giordano e
Battaglia.
Si è collegato
all'emendamento di cui al comma precedente, quindi si illustra da sé.
Parere del relatore?
Parere
favorevole.
Poniamo in
votazione questo emendamento. È approvato, adesso rivotiamo l'articolo 13, così
per come emendato.
Articolo 13
(Approvato per come emendato)
All'articolo 14
c'era l'emendamento protocollo numero 30486 che il consigliere Neri ha già
illustrato. Prego, consigliere Neri, può illustrarlo nuovamente.
L'articolo 14
prevede gli obblighi e le caratteristiche di una casa funeraria, alla lettera
g) è scritto che una casa funeraria deve avere almeno, alternativamente, o una
cella frigorifera o una sala climatizzata o un apparecchio climatico. Questo
cosa vuol dire, mettendo la o? Che una casa funeraria potrebbe solo avere una
sala climatizzata, cioè una stanza con un climatizzatore. A mio avviso, questo,
per norme igienico-sanitarie e quant'altro, non dovrebbe essere possibile,
quindi l'emendamento che propongo è che la casa funeraria debba avere una cella
frigorifera e in caso una sala climatizzata. La cella frigorifera ci deve
essere, le altre cose possono essere alternative.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha
facoltà.
Siamo
assolutamente d'accordo, tenga conto, collega, che abbiamo scelto di dire di sì
all'emendamento successivo, a firma del collega Giordano, semplicemente perché
è stato posto in ordine di tempo in maniera precedente; dite la stessa cosa,
per cui se dà lettura all'emendamento successivo vedrà che, altrimenti,
potremmo approvare due emendamenti che dicono la stessa cosa.
Collega, in
realtà se posso interrompere, l'emendamento presentato dal collega Battaglia e
dal collega Giordano aggiunge alla cella frigorifera anche la sala climatizzata
quindi è diverso l'emendamento rispetto alla proposta del collega Neri, mentre
nel primo caso era alternativa.
Gli Uffici mi
riferiscono che se approviamo l'emendamento a firma Neri, l'emendamento a firma
Giordano e Battaglia decade automaticamente; altrimenti va respinto quello a
firma Neri e votato quello a firma Giordano e Battaglia.
Chiediamo al
collega Neri di ritirarlo.
Esattamente,
abbiamo dato parere negativo su quello a firma del consigliere Neri per la
ragione che ha spiegato il collega.
Se
l'emendamento a firma dei consiglieri Battaglia e Giordano è un emendamento
migliore di quello che ho presentato, ritiro il mio ovviamente, è logico.
È ritirato.
Adesso dobbiamo illustrare e votare l'emendamento, protocollo numero 30493, a
firma dei consiglieri Giordano e Battaglia. Consigliere Giordano, può
illustrarlo.
Come già si è
ampiamente compreso, l'emendamento stabilisce che oltre alla cella frigorifera
è necessaria la sala climatizzata.
Parere del
relatore?
Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento. È approvato. Pongo in votazione l'articolo 14, così
per come emendato.
Articolo 14
(Approvato per come emendato)
Articolo 15
(Approvato)
Articolo 16
(Approvato)
All’articolo 17
è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 30487, a firma del
consigliere Neri che può illustrarlo.
Intervengo per l'articolo 17. Presidente e colleghi che avete presentato
la legge, a mio avviso, c’è un problema, nel senso che l'articolo 17,
sostanzialmente, ricalca per intero l'articolo 28 che è già stato oggetto di
impugnativa in tutta la sua interezza. Perché? Perché, sostanzialmente, l’ex
articolo 28 – odierno articolo 17 – va ad invadere tutta una serie di
competenze del Codice civile relative, appunto, alle norme testamentarie che
porterebbero sicuramente alla dichiarazione di incostituzionalità.
Un altro problema, che evidentemente sarà sfuggito, è che all’interno
dell'articolo 17 è prevista la dicitura: “La dispersione delle ceneri è
consentita nel rispetto della volontà del defunto espressa in uno dei modi
previsti solo in aree…”.
Che succede in questo caso? L’articolo 411 del Codice penale dice che la
dispersione delle ceneri del defunto è consentita solo previa autorizzazione
dell’ufficiale di Stato civile.
Sostanzialmente, al primo comma dice che disperdere le ceneri è un
reato, punito da 2 a 7 anni, se non sbaglio; se però si disperdono le ceneri,
con l'autorizzazione del defunto e con la necessaria autorizzazione
dell'ufficiale di Stato, c’è un’esimente, quindi non è punibile chi ha commesso
il fatto in presenza di quelle determinate circostanze.
Se noi scriviamo che la dispersione delle ceneri è consentita, senza
fare quell’espresso richiamo, sostanzialmente introduciamo un'esimente e non
possiamo farlo. Sostanzialmente, diamo la possibilità di commettere un reato e,
purtroppo, questo è di certo incostituzionale.
Non vedo altre possibilità di salvare l'articolo 17, consigliere Giudiceandrea; quindi, 'emendamento che propongo è quello
di abrogarlo integralmente perché, dico la verità, non sono riuscito a
riscriverlo; a mio avviso, è molto complicato riscriverlo per le eccezioni che
già sono state sollevate in prima battuta all'articolo 28.
Per quanto riguarda la norma, potremmo anche correggere la parte
relativa all’esimente ma solo quella, aggiungendo il riferimento all’ufficiale
di stato civile.
Ma come si fa a intervenire, poi, sulla violazione delle norme per
quanto riguarda il diritto testamentario? Questo è il problema. Per questo
propongo l'abolizione integrale dell’articolo 17.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea.
Ne ha facoltà.
Per quanto riguarda l'esimente, non v’è ragione di esistere perché è
nella parte precedente dell'articolo in cui è prevista l'autorizzazione da
parte dell'ufficiale di Stato civile.
Secondariamente, il nostro articolo ricalca esattamente la norma che
vige in altre Regioni e che ha superato il vaglio della Corte costituzionale.
L'impugnativa effettuata nei confronti dell'articolo 28, probabilmente,
se avesse trovato la difesa del Consiglio regionale, avrebbe superato il vaglio
della Corte Costituzionale.
Mi permetto di chiedere che venga posto in votazione perché c'è un
numero consistente di nostri concittadini che vorrebbero procedere in maniera
legale alla dispersione delle ceneri dei loro cari. Va votato.
Parere
del relatore?
Parere contrario, Presidente.
Con la correzione indicata dell'estensore, il parere è favorevole.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Presidente, se il collega Giudiceandrea dice
che la stessa norma ha già superato il vaglio di costituzionalità, ci affidiamo
a questo ma, vorrei capire, dov'è la prescrizione dell'ufficiale dello Stato
civile?
Nella parte iniziale dell'articolo, ogni atto che deve essere compiuto
per la dispersione, deve essere sottoposto prima all'autorizzazione dell'Ufficiale
di Stato civile.
È ovvio che io non posso approvare una norma che contenga una
scorrettezza di carattere penale.
Se manca, è perché nella trascrizione non è stato inserito che deve
essere prevista l'autorizzazione dall'Ufficiale di Stato civile; è il Codice
penale che lo prevede.
Al primo comma non la vedo.
Dico solo questo: se noi approviamo la norma così, senza aggiungere la
dicitura “senza la prescrizione dell'ufficiale di Stato civile”, questa norma è
sicuramente incostituzionale perché inserisce un’esimente e noi, dal punto di
vista del diritto penale, non abbiamo alcun tipo di competenza. Almeno questo.
L’estensore è favorevole?
Favorevole con la prescrizione.
Favorevole quindi all’emendamento.
Intervengo a chiarimento della prescrizione a cui fa cenno il collega Neri
che, per mero errore, non è stata inserita. Deve invece essere inserita per
l'approvazione e la legittimità della norma.
Al comma due.
Al comma due c’è la prescrizione. Ovunque essa sia, deve essere prevista
la prescrizione perché, altrimenti, commetteremmo un reato.
Stiamo parlando dell’articolo 17.
Esattamente.
All'articolo 17, comma 2, l'emendamento dovrebbe essere questo: “la
dispersione delle ceneri è consentita nella disponibilità del defunto e con la prescritta
autorizzazione dell'Ufficiale dello Stato civile”.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 30487 riformulato,
così per come letto al microfono dal consigliere Neri.
L’emendamento è approvato.
Articolo 17.
(È approvato per come
emendato)
Articolo 18
(È approvato)
Articolo 19
(È approvato)
Articolo 20
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, unitamente ai
relativi allegati, con autorizzazione al coordinamento formale adeguando la
relazione tecnico- finanziaria, così come presentata dal consigliere Giudiceandrea, protocollo numero 33715 del 19 novembre 2019.
Il provvedimento unitamente ai relativi allegati, è approvato, come
modificato, con autorizzazione al coordinamento formale.
Il sesto punto all'ordine del giorno, riguarda la proposta di legge
451/10^ di iniziativa del consigliere Tallini, recante: “Modifica dell'articolo
6 della legge regionale numero 41/2016”.
Cedo la parola al consigliere Bevacqua per
illustrare il provvedimento.
Il disegno di legge, proposto dal collega Tallini, mira alla modifica
della legge regionale numero 41 del 2016, istitutiva della Riserva naturale
regionale Valli Cupe, con l’obiettivo precipuo di estendere la gestione
dell'area protetta.
L’idea di un cambio nella gestione nasce dall'esigenza di snellire l'amministrazione
della Riserva, affidando la sua direzione all'Associazione nazionale
Legambiente, la quale, fondando la sua missione sull’ambientalismo scientifico e
sulla tutela dell'ecosistema e dello sviluppo sostenibile, potrebbe
maggiormente valorizzare le esperienze naturalistiche delle Valli Cupe e quelle
spiccate caratteristiche di originalità che hanno consentito al sito di
ottenere, ad oggi, successi nazionali ed internazionali.
In particolare, l’articolo 1 della proposta, modifica l’articolo 6,
commi 1 e 2 della legge regionale numero 41 del 2016, affidando, appunto, la
gestione della Riserva Valli Cupe a Legambiente e garantendo, comunque, nel
rispetto della Legge quadro numero 394 del 1991, il pieno coinvolgimento degli
Enti locali nell'ambito del cui territorio ricade la Riserva stessa.
Durante la discussione in quarta Commissione, ho personalmente invitato
il collega proponente, Tallini, a interloquire con il Settore assistenza
giuridica per dissipare ogni dubbio strettamente giuridico in ordine alla
validità della proposta.
Il collega Tallini ha prontamente accolto il mio invito e, in piena
intesa con il Settore assistenza giuridica, ha presentato un opportuno
emendamento mediante il quale si precisa testualmente che: “l’Ente gestore,
infatti, garantisce la partecipazione degli Enti locali interessati alla
gestione della Riserva ai sensi della lettera c) del comma 1 e dell'articolo 22
della legge numero 394 del 1991”; d'altronde, la possibilità di indicazione
dell'associazione ambientalista, quale Ente gestore delle aree naturali
protette regionali, è espressamente prevista dalla legge regionale numero 10
del 2003.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per argomentare il mio voto contrario e ribadire quanto
già espresso in alcune argomentazioni nell’ambito della quarta Commissione
ambiente ai cui lavori ha già fatto riferimento il presidente Bevacqua.
Si tratta di due tipi di argomentazioni: una di natura formale,
sollevata sempre in Commissione, dove avevo trovato anche il conforto del
Settore assistenza giuridica, che attiene alla possibile incostituzionalità di
questa legge, dal momento che ritengo che l'affidamento della gestione di Valli
Cupe non possa essere fatto così, per attribuzione diretta ad una associazione,
anche se si tratta di un'associazione come Legambiente, la cui competenza nel
settore ambientale è assolutamente riconosciuta e condivisa. Mi verrebbe, però,
da chiedere perché Legambiente e non WWF o un'altra associazione.
Ritengo che in questa materia, comunque, si dovrebbe procedere o si sarebbe
dovuto procedere ad un bando ad evidenza pubblica per assicurare, ovviamente, il
rispetto dei principi di legge. Stiamo parlando di Valli Cupe; se interessa
poco, poi non ci lamentiamo di altro, però. Se si parla di altro, ho difficoltà
ad argomentare.
Vi prego! Per favore! Non fosse per altro per rispetto! C'è anche un
Sindaco presente in Aula con la fascia tricolore. Trentuno sindaci hanno
scritto.
Ritengo che anche il relatore avrebbe dovuto farvi riferimento: 31
Sindaci hanno scritto; 31 Sindaci dei Comuni; tutti e 31 Sindaci dei Comuni
della zona di Valli Cupe hanno scritto per protestare contro questa proposta di
modifica della legge istitutiva e ne va dato atto.
Tutti i Sindaci della zona e anche altri, addirittura, hanno lamentato
di non essere stati avvisati di quella lettera per poterla sottoscrivere;
dopodiché, si decide di cambiare la gestione, improvvisamente, senza motivo alcuno.
Presidente, è veramente difficile.
Per me è una materia importante, le altre cose poi se le vedono tra di
loro. Per questo non abbiamo aderenza fuori.
Presidente, richiami chi non sta ascoltando perché poi si vota anche
senza percezione di quello che si va a votare o all'ultimo momento si chiede di
cosa si tratta.
Al di là di quelle che sono le motivazioni e le argomentazioni di natura
tecnica e formale, ci sono delle argomentazioni di natura sostanziale.
Premetto che l’affidamento della gestione delle Valli Cupe è una delle
più belle pagine che avevamo scritto come Regione Calabria e come Legislatura,
una perla riconosciuta come uno dei più bei posti al mondo; bravo il
consigliere Tallini ad avere anche intuito la necessità di intervenire con
legge, ottenendo l’unanimità del Consiglio; nessuno sottrae la paternità ad una
legge che è del consigliere Tallini che oggi, improvvisamente e senza motivo…
Poi potremmo anche dibattere su questo, se le motivazioni sono quelle
che sono state evidenziate dal momento che l'amministrazione di Sersale che, al
fine di scongiurare ogni dubbio, non è certo guidata dallo stesso colore
politico cui il sottoscritto appartiene, ha avuto modo di rispondere
puntualmente ad ognuno dei rilievi formali che sono stati mossi. E non mi
sembra che le risposte che hanno dato a chiarimento gli amministratori di
Sersale siano state da alcuno smentite, inficiate o quant'altro.
Ma perché avevamo deciso di affidare la gestione?
Sono tante le motivazioni: quella di dare risposte, di dare
riconoscimento alle popolazioni locali che con tanto entusiasmo avevano
affrontato questo progetto di rilancio di un'intera zona – non solo di quella
zona, ma anche della Calabria – un riconoscimento alla municipalità, intesa
come istituzione che, per prima, è chiamata a tutelare un ambiente;
l’investimento anche nella creazione di una classe dirigente.
Parliamo tanto di classe
dirigente sul posto.
All’epoca, in sede di votazione, contrariamente a quanto sosteneva lo
stesso Sindaco di Sersale, al fine di fugare dubbi, ero uno di quelli che in
Commissione aveva proposto di estendere la gestione a tutti i Comuni o, almeno,
ai Comuni principali che gravitavano nell'alveo della Valli Cupe; sia pure, poi,
con un potere decisionale, un potere di voto che fosse rapportato a quella che
era la superficie di territorio interessata a quel Comune.
Oggi lo ribadisco ancora a maggior ragione: è un'occasione di crescita
la strategia della Regione Calabria.
Investiamo 140 milioni di euro: un investimento senza precedenti nel
rilancio delle aree interne! 140 milioni per il rilancio delle aree interne!
Per quale motivo poi sottraiamo ai Comuni, ai Sindaci e alle popolazioni
la gestione di quel patrimonio naturalistico?
Il coinvolgimento dei cittadini: sono queste o no le occasioni per far
crescere la nostra classe dirigente?
A mio avviso, le prossime competizioni elettorali in quel Comune, la
prossima classe dirigente si confronterà sulla capacità di conservare, tutelare
e rilanciare sempre più l’immagine di Valle Cupe.
Per questo motivo, sia pure in maniera sintetica, non solo esprimo il
parere contrario, ma vi chiedo di riflettere bene prima di votare una modifica
di quella legge originale istitutiva della Riserve delle Valli Cupe in tal
senso.
Ho finito, Presidente.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Scalzo. Ne ha facoltà.
Credo che nessuno possa contestare che la Riserva naturale regionale
delle Valli Cupe sia un fiore all'occhiello per la nostra regione; quindi, è
un'opera meritoria la legge che l'ha istituita e che vede gli Enti locali
pienamente coinvolti nella gestione di questa Riserva.
Credo, però, che la modifica che viene richiesta con questa legge,
contenga degli aspetti di criticità, lacunosi, poiché viene dai Comuni
interessati a questa Riserva; in sostanza, con questa proposta, così come
veniva prima esplicitato nella relazione del collega Bevacqua,
vengono sostituiti gli Enti locali con un'associazione ambientalista privata.
Io credo che, invece, Legambiente e i Comuni debbano, ognuno per le
proprie competenze e per il proprio ruolo, lavorare insieme per rilanciare la
Riserva delle Valli Cupe, a cominciare dalla Regione Calabria.
Vorrei capire qual è il pensiero dell'Assessore all'ambiente della
Regione Calabria, del Presidente della Regione e di chi ha finanziato con fondi
di bilancio questa legge per la quale continua ad andare avanti in questa
gestione.
Oggi noi ci troviamo di fronte a una scelta importante: quella di
mettere gli Enti pubblici, i Comuni e la Regione insieme a un'associazione che è
Legambiente, oppure sostituire gli Enti pubblici con un'associazione
ambientalista.
Credo che la via più giusta sia la prima, cioè quella di trovare un modo
per cui la gestione passi attraverso gli Enti locali; altrimenti, parliamo di
Comuni, di municipalità, ci riempiamo la bocca del ruolo degli Enti locali e
poi, in alcuni momenti come questi, vediamo che agli Enti locali non viene dato
il ruolo che spetta loro.
Non si tratta di posizioni precostituite.
Credo che l'obiettivo della legge e l'obiettivo di quest’Aula sia quello
di fare una legge migliore possibile e la legge migliore possibile, secondo me,
è in questo contesto.
A questo devo aggiungere un altro aspetto, e mi dispiace che il Presidente
della Giunta non ci sia.
Oggi in quei Comuni, viene istituito attraverso il CIS (Contratto Istituzionale
di Sviluppo) uno strumento straordinario di sviluppo con la possibilità di
vedere finanziata, con circa 10 milioni di euro, proprio l'area delle Valli Cupe.
Se togliamo i Comuni e la affidiamo solo a Legambiente, Legambiente non
è un Ente pubblico; se vi andate a leggere i contratti istituzionali di
sviluppo, vedrete che sono indirizzati solo agli Enti locali.
Chiedo, quindi, che venga ripensato questo passaggio e che la legge
venga migliorata in questo aspetto, senza penalizzare o demonizzare nessuno;
dando merito a chi ha proposto la legge, a chi l'ha seguita, ognuno per la propria
parte, ma trovando questo correttivo, che è fondamentale per le cose che ho
detto, soprattutto per il fatto che se la lasciamo in questo modo, col
finanziamento di cento mila euro, nell'altro modo, facendola entrare nei CIS,
daremo la possibilità a quell'area di poter accedere a un progetto importante
per lo sviluppo con alcuni milioni di euro; per cui, chiedo una modifica
sostanziale di questa cosa, altrimenti il voto sarà contrario.
Ovviamente, prima interverrò per la dichiarazione di voto,
eventualmente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio e colleghi consiglieri, è una
discussione sul piano teorico sui generis,
perché io stesso chiedo che venga modificata una proposta di legge da me
proposta, illustrata e condivisa, attraverso varie occasioni e vari passaggi
dall'intera maggioranza.
Ho presentato questa proposta di modifica sulla scorta di numerosi,
assolutamente numerosi elementi, che mi hanno indotto a proporla, perché la Riserva
Valli Cupe è nata su mia iniziativa, su sollecitazione di un botanico che si
chiama Carmine Lupia e di diversi soggetti che hanno condiviso questa proposta
e, insieme a me, l’hanno sostenuta con uno studio e un lavoro in tutte le fasi:
Commissione, Comitato tecnico-scientifico, eccetera eccetera.
Mi meraviglia come qui si facciano ragionamenti scontati e non ci si
domandi per quale motivo io, che sono stato colui che ha proposto la legge,
oggi ne chiedo la modifica; io mi sarei posto questa domanda.
Ebbene, queste motivazioni ce le siamo dette in Commissione ambiente,
dove è stato ascoltato il direttore dei parchi e delle aree protette,
l’assessore; il Sindaco di Sersale ha fatto anche una relazione nella qualità
di rappresentante dell'Ente della Riserva; anche il direttore dimissionario è intervenuto
con una relazione scritta e mi meraviglia il fatto che non sia stato sottolineato
che l'inventore di Valle Cupe, Carmine Lupia, che è un direttore di fama
internazionale che rappresenta un prestigio per la Calabria, si sia dimesso con
motivazioni specifiche.
Tutti hanno espresso una posizione e poi, alla fine di quella
discussione, la Commissione votò all'unanimità la proposta.
Non voglio infierire sulle tante questioni che hanno riguardato la
vicenda di Valli Cupe.
So solo che alla fine delle valutazioni abbiamo avuto anche le risposte
degli esperti giuridici.
Collega Bova, ho molto preso in considerazione le cose che ha detto e le
ho approfondite. Le posso dire che lei, come Presidente della Commissione
antimafia, dovrebbe contestare la legge 5 maggio 1990, numero 52: da 19 anni,
due Riserve naturali, quella di Tarsia e quella del fiume Crati, sono gestite
da un'associazione che, per la verità, se lei parla di Legambiente, magari sa
cos'è, ma sentire parlare di associazione “Amici della Terra” è un po’ più…
E allora, è vero che l’istituzione della Riserva da parte del Consiglio nel 2016, con la legge da me proposta, ha inteso dare veste giuridica a una esperienza naturalistica su base volontaristiche, messe in campo dal dottor Carmine Lupia che, col lavoro di una vita, è stato in grado di riscuotere successi non solo in Calabria ma anche in Italia e anche all’estero.
Il Consiglio regionale dimostra con questo atto alcune
cose: non è disponibile a tollerare, avendo riconosciuto alla Riserva Valli
Cupe i tratti di un esperimento originale e innovativo, che dalle ottime
intenzioni annunciate e contenute nella stessa legge si passasse, come
d’altronde è avvenuto in questi mesi di transizione, ad una Riserva ormai
adagiata su un binario morto, ad una gestione grigia e mediocre…
Sono d’accordo con quelli che hanno detto che è una
buona legge, che ha prodotto...
L’obiettivo che conseguiamo è impedire che una Riserva
di successo diventi l’ennesimo carrozzone clientelare, di cui la Calabria non
ha assolutamente bisogno. Non potevamo consentire che una eccellenza
naturalistica regionale degradasse nei fatti ad ente sub-comunale, divenendo
l’oggetto del desiderio di un sindaco e di una maggioranza che, anziché
compiacersi con la Regione per il buon lavoro fatto, si prende il lusso di
minacciare il legislatore regionale, reo di non condividere l’idea che la
Riserva possa diventare di proprietà di una parte degli amministratori
comunali, incapaci persino di valorizzare Valli Cupe e praticamente tutto quello
che contiene nelle sue premesse e non a parole bensì con tanti sacrifici e
molta passione.
La legge approvata, caro consigliere Bova, non toglie
nulla alla comunità di Sersale; toglie solo l’amministrazione locale della
gestione che, con i soldi della Riserva, finanzia la Proloco per fare
festicciole in paese, finanzia la squadra di calcio, finanzia l’acquisto di
libri scritti dallo stesso sindaco per 7 mila euro. Ho tutte le determinazioni
belle conservate, basta andare sul sito del Comune e si recupera tutta questa
documentazione.
Credo che l’abbandono del direttore e quindi anche
l’abbandono della Riserva alla mercé ormai degli improvvisati ci debba fare
riflettere. Ci deve indurre a dire che questo esperimento - e deve essere
significativo anche per il futuro che noi abbiamo fatto in questo Comune - ci
ha detto che o si cambia davvero pagina o si volta davvero in positivo - si
pensi che questi sono gli elementi che ci inducono veramente a guardare al
futuro con positività - oppure, anche in questo caso, le delusioni di un
professionista che da giovane ha sempre sognato questa meravigliosa Riserva, i
sacrifici e il riconoscimento di una Assemblea legislativa, che all’unanimità
ha votato questa idea…
Non è che non mi sono posto il problema della
partecipazione, l’abbiamo posto in Commissione e in Commissione abbiamo scritto
che la Legambiente, che non è un’associazione qualsiasi. È lontana dal mio modo
ideologico di vedere la politica, semmai può essere più vicina a quello di Bova,
così come lui ha detto che l’Amministrazione non è a lui vicina, ma se c’è
un’associazione dal punto di vista ideologico a me lontana è proprio
Legambiente. Però, riconosco a Legambiente delle caratteristiche che nessuno
può mettere in discussione. La gestione sarà di Legambiente, la sede della
gestione di Valli Cupe sarà a Sersale. Semmai è una cosa che si aggiunge alla
comunità di Sersale.
Certamente chi ha pensato che attraverso le risorse
della Riserva potesse fare clientele, campagna elettorale e potesse curare i
propri elettori, secondo me, ha sbagliato! In questa vicenda non mi voglio
sommare. non mi voglio sommare. D’altra parte le cose che sono state dette…
Abbiamo scritto che Legambiente dovrà, con un protocollo d’Intesa, caro
consigliere Bova, coinvolgere nella gestione i Comuni interessati
territorialmente dalla Riserva e, quindi, rispondo pure al consigliere Scalzo,
i Comuni interessati. Si tratta di 3-4 Comuni e Legambiente ha l’obbligo, in
base a questa legge, di coinvolgerli per programmare, per condividere, eccetera,
eccetera.
Non è assolutamente vero che i Comuni, le
Amministrazioni comunali vengono messe da parte; sono soltanto messe da parte
quelle persone che pensavano che attraverso la Riserva Valli Cupe, messo da
parte un direttore che ci invidia tutta Europa – la Riserva potesse diventare
lo strumento attraverso cui ognuno può curare i propri elettori. E vi dico che
in questa vicenda l’unico problema esistente è proprio questo.
Io non ho voluto fare nessuna speculazione politica.
Mi riservo di fare le mie conferenze stampa per dire tutto il resto, con tutti
i documenti che ho conservato e che io, al momento opportuno, esibirò,
attraverso conferenze stampe che farò senza alcuna paura, anche nel Comune di
Sersale. Andrò io a spiegare le ragioni per cui si è arrivati a questo punto.
E, quindi, se poi ci saranno dei problemi risponderò
io, attraverso le mie azioni, così come ho risposto con le mie azioni quando ho
portato a compimento la prima proposta, la prima proposta che dava la gestione
contro il parere del collega Scalzo, contro altri che hanno tentato prima,
durante e dopo di sabotare questa cosa. Il collega Bova lo sa. No, non mi
riferisco a lei perché sa benissimo che ci sono stati dei tentativi sia prima
che dopo di sabotare la legge, di cercare di modificarla.
La gestione di una Riserva non può essere delegata a
più Comuni, in cui uno dice una cosa, uno ne dice un’altra, uno ne dice
un’altra ancora. Il gestore dev’essere unico.
Quello che deve essere garantito: la partecipazione
dei Comuni alla gestione. E questo lo abbiamo scritto nella legge e la legge
garantisce la partecipazione degli Enti locali, a meno che gli Enti locali non
abbiano, invece, come obiettivo quello di fare clientele. La Riserva Valli Cupe
non è una Riserva che serve a fare clientele. Le carte le ho; per adesso le sto
valutando solo da questo punto di vista, ma le valuterò anche da altri punti di
vista, visto che qualcuno dice che per questa iniziativa io, addirittura, sia
passibile di una denuncia. Credo di aver fatto il mio dovere di legislatore e
che in questo momento se c’è una cosa da tutelare è l’autonomia che questo
Consiglio regionale, nella sua azione legislativa, può esercitare in piena
libertà. E io vi dico che in questa cosa sono stato molto e pesantemente
condizionato, attraverso sindaci che hanno smentito di aver dato adesione;
hanno smentito di aver detto cose, tant’è che hanno affermato che non si sono
mai presentati in questa Aula per fare delle proteste. Vi ringrazio per quello.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha
facoltà.
Un punto così importante non può passare così, se non
fosse stato per le parole che ha usato il consigliere Tallini, questo punto
sarebbe passato così, in modo blando e senza la giusta valutazione. Ci sono dei
rilievi da fare. Il primo - lo dico ai miei colleghi – è un rilievo politico.
Se le Valli Cupe dovevano essere una prova di alleanza, si comincia a capire
che questa alleanza, già ancor prima di porsi in essere, viene messa in discussione,
perché non v’è dubbio che la visione del consigliere Tallini con quella del
consigliere Scalzo, che dovrebbero trovarsi uniti in una futura competizione
elettorale, sono visioni diametralmente opposte.
Secondo. Lo dico con grande chiarezza, consigliere
Tallini: noi non abbiamo parlato come gruppo, né di maggioranza né tantomeno
del gruppo Oliverio Presidente, quindi la mia è una valutazione estremamente
personale. Sono molto sensibile alla costituzione, così com’è stata, delle
riserve. Io stesso ho presentato una proposta di legge per l’istituzione di un
Parco, che trova anche avversità, perché non è facile far capire l’importanza
delle Riserve naturalistiche.
Le cose che il consigliere Tallini ha detto e che ho
ascoltato pongono una questione, che è estremamente importante, quella
dell’autonomia - non v’è dubbio - del Consiglio regionale, che deve valutare in
termini autonomi, liberi, scevri da condizionamenti, scevri da qualsivoglia
attività di natura politica, di interesse politico. Se fossi venuto qui con
l’idea di votare contro la sua proposta - lo dico con grande chiarezza –, il
coraggio nel dire alcune cose in quest’Aula, la determinazione nello svolgere
il suo ruolo istituzionale, a salvaguardia dell’autonomia di questo Consiglio,
mi portano a fare una dichiarazione di voto e a votare a favore della sua
proposta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha
facoltà.
Non mi ritengo soddisfatto delle argomentazioni,
proprio su quel punto specifico che riguarda il ruolo dei Comuni, perché nella
legge è specificato il coinvolgimento, ma non è specificato il ruolo. Allora
non è stato fatto nessun passo avanti. Quindi chiedo che si voti per appello
nominale e dichiaro il voto contrario, ovviamente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha
facoltà.
Prendo atto sia delle dichiarazioni del consigliere
Orlandino Greco. Tra l’altro ci tengo anche a ricordare che forse le prove di
alleanza in questo Consiglio sono state altre, erano altre. Meno male che poi
negli ultimi tempi alcune nuove formazioni politiche hanno stravolto le cose. E
forse perché ci sono forse alleanze innaturali pure in questa maggioranza, ma
ne discuteremo, non facciamoci ulteriormente del male. Poi, tra l’altro, è
incredibile quello che ho sentito stasera da parte del consigliere Tallini.
Premesso che, per quello che mi ha dato sapere, questi amministratori sono
delle persone per bene, scusate se lo dico, non degli imbroglioni che fanno…
Consigliere Bova, si limiti alla dichiarazione di
voto.
Va bene, Presidente. Innanzitutto le chiedo di
trasmettere formalmente il verbale all’ufficio della Procura della Repubblica.
Se il consigliere Tallini lamenta collusioni, concussione, corruzione,
clientelismo, acquisti di libri…io non lo so… venisse e lo dicesse nelle sedi
opportune, a chi di competenza! Intanto lo vada a dire all’Ufficio della
Procura, così seguiremo questa cosa…
Consigliere Bova, non riapriamo il dibattito.
Nel ribadire, Presidente, che le chiedo formalmente di
inviare il verbale, almeno in questa parte, all’Ufficio della Procura per
quanto di competenza, Presidente, per questi motivi, confermo il mio voto
contrario.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha
facoltà.
Chiedo scusa, Presidente, vorrei sapere se è possibile
sapere come sia stata approvato questo testo in Commissione.
Consigliere Bevacqua, può
intervenire.
Eravamo presenti…
(Voci fuori
microfono – Interruzioni)
È stato approvato all’unanimità.
Ho sempre espresso il parere negativo in Commissione.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto. Passiamo
all’esame e alla votazione del provvedimento con la votazione per appello
nominale. Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito, per dichiarazione
di voto. Ne ha facoltà. Il dibattito è chiuso.
Sarò veramente breve, Presidente, perché condivido in
linea di massima alcune argomentazioni fatte dal collega Tallini. Devo dargli
merito insindacabile di aver valorizzato più della stessa bellezza naturale di
Valli Cupe, nulla devo aggiungere alla competenza e professionalità del dottor
Lupia, però io ritengo che gli uomini passino e le norme restino. Anche le
amministrazioni possono cambiare e se il sindaco non è capace di gestire la sua
comunità lo diranno i cittadini di Sersale. Potrebbe diventare sindaco, dopo
questo attuale, un sindaco ambientalista, che può dare valore ulteriore alle
Valli Cupe. Con questa legge noi vietiamo agli altri sindaci, pur bravi, più
bravi di questo sindaco attuale, di poter dare quegli indirizzi politici,
programmatici, di sviluppo del territorio e quindi, questo, secondo me, non mi
convince al 100 per cento. È meritevole il ruolo di Legambiente sul territorio
nazionale e internazionale, ma perché non possono essere i Comuni a coinvolgere
Legambiente nella gestione di Valle Cupe dando indirizzi politici, di
programmazione e di sviluppo di quel territorio a Legambiente? Legambiente
diventerebbe un ente gestore e non politico nella gestione di Valle Cupe.
È vero il mio capogruppo ha votato sì in Commissione,
io invece annuncio il mio voto contrario su questa pratica.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne
ha facoltà.
Intervengo per una piccola annotazione, per quanto
riguarda le osservazioni fatte dal collega Baldo Esposito. Varrebbe quello che
dice Baldo Esposito se Valli Cupe fosse stato uno dei programmi del sindaco,
sottoposto alla valutazione dei cittadini di Sersale al momento elettorale.
Invece, la proposta è stata mia e credo - ringrazio tutto il Consiglio
regionale per avermi dato la felicità di vedere approvata all’unanimità la
legge, compreso il voto del collega Baldo Esposito - che sia impertinente e
inopportuno e sicuramente strumentale l’intervento del collega Baldo Esposito.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
Grazie. Confesso che sono stata molto combattuta fino
a qualche giorno fa rispetto alla proposta di modifica che oggi stiamo
discutendo, ma so che la Commissione ha fatto un ottimo lavoro, approfondendo
la proposta di modifica della legge che ha istituito la Riserva Valli Cupe. So
che è stata - come è stato appena dichiarato - votata all’unanimità da tutti i
gruppi consiliari presenti in Commissione, che lo hanno fatto dopo aver, fra
l’altro, audito tutti i soggetti che sono
protagonisti di questa vicenda. Quindi io mi rimetto alla decisione che ha già
assunto la Commissione e voterò a favore.
Passiamo alla votazione articolo per articolo e poi
per appello nominale sulla legge nel suo complesso.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso,
con autorizzazione al coordinamento formale, procedendo per appello nominale.
Prego, Segretario questore, faccia la chiama.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti
22: hanno risposto sì 12; hanno risposto no 7; si sono astenuti 3.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Bevacqua,
D’Agostino, Gallo, Giannetta, Greco, Irto, Mirabello, Parente, Pedà, Sculco, Tallini; hanno
risposto no i consiglieri: Bova, Esposito, Giordano, Guccione,
Neri, Scalzo, Sergio; si sono astenuti i consiglieri: D’Acri, Giudiceandrea, Oliverio).
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo
numero 263/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale
34/2001 - Attuazione Diritto allo Studio Universitario - Piano Triennale degli
Interventi 2019/2021”. Cedo la parola al consigliere Mirabello. Prego.
Si tratta della proposta di provvedimento
amministrativo che prevede l’attuazione del diritto allo studio universitario.
Il Piano triennale è stato approvato dalla Giunta regionale il 22 luglio 2019 e
la proposta di provvedimento amministrativo è passata in Commissione con voto
unanime. In sostanza, si tratta di approvare il Piano triennale degli
interventi per l’attuazione, che prevede, nello specifico, la determinazione
dell’importo della tassa regionale, 130 euro per la prima fascia, 140 per la
seconda, 160 per la terza fascia, e di determinare in complessivi euro 16
milioni e 700 mila l’importo e l’obbligazione di spesa a carico del bilancio
regionale.
Non ci sono altri interventi, Pongo in votazione il
provvedimento. È approvato.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in Allegati)
Proseguiamo con l’ottavo punto che riguarda la
proposta di provvedimento amministrativo numero 264/10, d’iniziativa della
Giunta regionale, recante: “DPCM 25 gennaio 2008 – Approvazione Piano Triennale
2019-2021 – Istruzione Tecnica Superiore”. Prego, consigliere Mirabello, può
relazionare.
Grazie, Presidente. Anche questo provvedimento è stato
approvato in Commissione. Prevede l’approvazione di una proposta di
provvedimento amministrativo che fa riferimento all’approvazione di un Piano
Triennale, approvato con delibera di Giunta 317 del 22 luglio 2019. Si tratta
degli Istituti tecnici superiori, in particolare di un piano di distribuzione
di questi Istituti tecnici superiori sul territorio regionale calabrese, con le
specialità e con, ovviamente, il finanziamento delle medesime. Anche questo
Piano è stato approvato dalla Commissione all’unanimità.
Non ci sono interventi. Pongo in votazione
il provvedimento. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Proseguiamo con il nono
punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge d’iniziativa del
consigliere Mirabello recante: “Modifica alla lettera a) comma 2 dell’articolo
14 della legge regionale 21 dicembre 2005, numero 17”.
Cedo la parola al
consigliere Bevacqua. Prego.
Grazie, Presidente, come lei
ha citato si tratta di una proposta di legge di iniziativa del collega Mirabello
che modifica la lettera a) comma 2 dell’articolo 14 della legge regionale 2005,
numero 17.
Nella situazione attuale un
operatore economico che intenda investire sulle aree del demanio marittimo, in
quei Comuni in cui manca il Piano spiaggia (PSC),
deve fare richiesta anno per anno.
Al fine di evitare inutili
aggravi burocratici per gli operatori del settore, la proposta stabilisce che
la dicitura “concessioni demaniali marittime stagionali” deve intendersi come
concessioni demaniali pluriennali di natura stagionale. Ciò dovrebbe garantire
uno snellimento delle procedure e, anche in assenza di PSC, consentirà che il
titolare della concessione mantenga l’attività per gli anni successivi.
Come ho evidenziato nella
seduta di presentazione di questa proposta di legge, sarebbe opportuno
individuare degli incentivi per quei Comuni che approvano i Piani spiaggia e
avevo, pertanto, invitato l’assessore Rossi ed il Dipartimento ad elaborare una
proposta di definizione di Linee guida in materia. Grazie.
Non ci sono altri interventi. Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il punto dieci riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 270/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2018 regionale Agenzia Regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL)”.
Prego, consigliere Aieta, può illustrare il provvedimento.
Su questo provvedimento, signor Presidente,
si è espresso il Revisore unico formulando un parere favorevole
all’approvazione del Rendiconto per l’esercizio finanziario 2018.
Il Dipartimento ambiente, nella verifica
del rispetto della normativa regionale in materia di contenimento della spesa,
rileva l’esclusione di alcune tipologie di spesa da parte dell’Agenzia in
quanto dalla stessa considerate incomprimibili.
A conclusione dell’istruttoria di
competenza, il Dipartimento ambiente ritiene che nulla osta all’attuazione del Rendiconto
di gestione dell’esercizio 2018.
Il Comitato di indirizzo ha espresso parere
favorevole. Il Dipartimento bilancio, nell’istruttoria di competenza, rileva
che l’Azienda ha provveduto ad effettuare il riaccertamento
dei residui attivi e passivi verificando, ai fini del Rendiconto, le ragioni
del loro mantenimento.
Il Dipartimento, a conclusione
dell’istruttoria, rileva che: sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di
cassa al 31.12.2018 ed il corrispondente saldo di cui al conto del Tesoriere;
sussiste continuità tra i residui finali dell’esercizio 2017 e quelli iniziali
dell’esercizio 2018; sussiste la quadratura delle poste contabili scritte nelle
cosiddette “partite di giro”.
Il Dipartimento bilancio precisa anche che
l’eventuale mancato rispetto dei limiti di cui alla normativa sul contenimento
delle spese non incide sull’approvazione del Rendiconto.
Con la delibera di approvazione del
Rendiconto, la Giunta regionale raccomanda il Dipartimento ambiente di
completare la verifica di competenza sul contenimento delle spese e di proporre
alla Giunta regionale, sulla base delle normative e della documentazione di
riferimento, l’adozione delle misure conseguenti.
Il Dipartimento bilancio, eseguite le
verifiche, ritiene possibile procedere all’adozione, da parte della Giunta regionale,
del Rendiconto per l’esercizio 2018 dell’ARPACAL.
Non ci sono altri interventi. Pongo in
votazione il provvedimento.
È approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il punto undici è la proposta di provvedimento amministrativo numero 271/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Rendiconto esercizio 2018 dell’Ente per i Parchi Marini”.
Prego, consigliere Aieta, può illustrare il
provvedimento.
L’Ente è stato istituito con legge
regionale numero 24 del 2013 e, con decreto del Presidente della Giunta regionale
numero 195 del 2016, è stato nominato il Commissario straordinario.
Con successivo decreto, il numero 138 del
2017, il Presidente della Giunta ha provveduto a costituire il nuovo Ente,
trasferendo tutti i diritti attivi e passivi nonché i beni mobili e immobili e
le risorse finanziarie degli accorpati 5 Parchi Marini regionali.
Il Revisore unico dei conti, che è stato
nominato con decreto del Presidente della Giunta regionale numero 108
dell’11.10.2018, attesta la corrispondenza del Rendiconto alle risultanze della
gestione ed esprime giudizio positivo per l’approvazione del Rendiconto dell’esercizio
finanziario 2018.
Il Dipartimento ambiente rileva che il 2019
costituisce il primo esercizio di effettiva attività per l’Ente, dunque non
risulta possibile determinare per l’anno 2018 i limiti di spesa.
Il Dipartimento vigilante esprime parere
favorevole. Il Dipartimento bilancio, con riferimento al risultato di
amministrazione, evidenzia l’assenza di quote del risultato di amministrazione
oggetto di vincolo o accantonamenti con una conseguente determinazione della
parte disponibile del risultato di amministrazione, coincidente all’importo del
risultato di amministrazione alla data del 31.12.2018 pari ad euro 311 mila 952.
Tale situazione è dovuta al fatto che l’Ente non ha svolto attività di gestione
nel corso del 2018 tale da originare condizioni oggettive per la costituzione
di accantonamenti o vincoli. Il Dipartimento raccomanda all’Ente di procedere
con immediatezza, nel corso del 2019, alla corretta regolarizzazione dei
sospesi di entrata, di cui al conto del Tesoriere 2018, nel rispetto del
principio contabile applicato e delle disposizioni di riferimento; di
rispettare le regole di bilancio.
Il Dipartimento bilancio, quindi, ritiene
possibile procedere all’adozione da parte della Giunta regionale del rendiconto
per l’esercizio 2018 dell’Ente per i Parchi Marini regionali, al fine della
successiva trasmissione allo stesso Consiglio regionale.
Non ci sono altri interventi. Passiamo alla
votazione del provvedimento.
È Approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di provvedimento
amministrativo numero 275/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza recante:
“Variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della
Calabria”.
Cedo la parola relatore del provvedimento,
il consigliere Tallini, al quale chiedo di svolgere anche la relazione al
provvedimento amministrativo numero 270, inserito al successivo 13° punto all’ordine
del giorno. Prego, consigliere Tallini.
Proposte di provvedimento
amministrativo numero 275/10^ e numero 277/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza
“Variazione al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della
Calabria”.
Le due proposte di
provvedimento amministrativo hanno ad oggetto l’approvazione di variazione al
bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria,
approvate rispettivamente con le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza numero
55 del 10 ottobre 2019 e numero 58 del 22 ottobre 2019.
Le variazioni di bilancio del
Consiglio regionale, approvate con deliberazione consiliare numero 356 del 19
dicembre 2018, sono state effettuate a seguito delle richieste dei dirigenti
della struttura amministrativa consiliare, al fine di soddisfare i fabbisogni
previsti per il corrente esercizio finanziario ed i successivi. Inoltre, al fine
di garantire gli equilibri di bilancio e sulla base della documentazione
acquisita dagli uffici competenti, è stato istituito il Fondo crediti di dubbia
esigibilità, ai sensi del principio contabile applicato concernente la
contabilità finanziaria, allegato al Decreto legislativo 23 giugno 2011 numero
118 e sue successive approvazioni e, in particolare, il punto 3.3.
Infine, si dà atto che, a
seguito delle variazioni apportate all’approvazione contestale dei due
provvedimenti amministrativi, sono garantiti gli equilibri generali di bilancio
per il triennio 2019-2021.
Sulle proposte del
provvedimento amministrativo in oggetto, il Collegio dei revisori dei conti,
con il parere numero 1 del 28.10.2019, ha espresso parere favorevole.
Si chiede, pertanto, di
approvare contestualmente e congiuntamente le deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza
numero 55 del 10 ottobre 2019 e numero 58 del 22 ottobre 2019, rubricate, rispettivamente,
al numero 275/10^ e al numero 277/10^.
Allora, alla luce di quanto
riferito dal relatore, pongo in votazione la proposta di approvazione contestuale
e congiunta dei provvedimenti.
I provvedimenti sono
approvati, prendendo atto, altresì, del parere favorevole dei Revisori dei
conti.
(Il Consiglio approva)
(Sono riportate in Allegati)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Chiedo di rinviare, Presidente.
Chiede il rinvio dei punti 14, 15 e 16?
I punti 14, 15 e 16, sì.
I provvedimenti sono rinviati alla prossima seduta di Consiglio.
(Il Consiglio rinvia)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, c’è stato un
refuso nella proposta di legge 439/10^, chiedo che possa relazionare il
consigliere Mirabello.
Dispone la ripresa della discussione della proposta di legge numero
439/10^.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Presidente, all’interno
dell’articolo 9 c’è un refuso di stampa. Il primo capoverso del comma 2 dell’articolo
9 prevede, nella formulazione approvata, che i requisiti di cui al comma 1,
lettera a) b) e c) non possono essere ottenuti, invece, in realtà, la ratio della norma prevede che questi
requisiti di cui al comma 1, lettera a) b) e c) possono essere ottenuti
ricorrendo ad accordi con altre imprese.
C’è anche la firma dell’estensore,
consigliere Giudiceandrea, su questo. Pongo in
votazione la correzione del refuso. È approvato.
Si rivota la proposta di
legge 439/10^ nel suo complesso, così per come modificata. È approvata.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
provvedimento amministrativo numero 257/10^ di iniziativa dei consiglieri Irto,
Romeo, Nucera, Gallo, Parente, Arruzzolo
recante: “Proposta di legge al Parlamento recante: Proposta di modifica e
integrazione alla legge 11 gennaio 2018 numero 4 ‘Modifiche al codice civile,
al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore
degli orfani per crimini domestici’”.
Prego, consigliere
Mirabello, può illustrarla.
Presidente, si tratta di
una proposta di provvedimento amministrativo, già trattata in Commissione, che prevede
la proposta al Parlamento per l’approvazione di un disegno di legge. La materia
è di competenza statale ed attraverso l’eventuale sua approvazione si può
ampliare lo spettro delle ipotesi di tutela per gli orfani di crimini domestici,
non ultima vi è la possibilità di estendere le norme della legge 68/99 e,
quindi, favorire anche l’accesso al lavoro.
Diamo atto che la firma dei
proponenti è larga; è proposta dalla Commissione pari opportunità del nostro
Consiglio regionale.
Pongo ai voti il
provvedimento. È approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 473/10^ di iniziativa dei consiglieri Battaglia, Giordano e
Mirabello, recante: “Modifica alla legge regionale 16 maggio 2013 numero 24 e
principi generali per la costituzione dell’Agenzia Regionale Sviluppo Aree
Industriali”.
Presidente, le ricordo che
c’era un’informativa dell’assessore Robbe per come
deciso in Conferenza dei capigruppo.
Lo facciamo subito dopo,
sull’altro punto. Abbiamo ancora degli altri ordini del giorno da fare.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Giordano. Ne ha facoltà.
Presidente, questa proposta
di legge, che fissa i principi generali per la costituzione dell’Agenzia
regionale di sviluppo delle aree industriali e anche il perimetro che dovrà
accompagnarne la liquidazione coatta amministrativa e, quindi, il
traghettamento del CORAP, è un progetto di legge che ha seguito un iter molto articolato.
All’indomani della prima
proposta di legge che era rivolta solo all’aspetto della liquidazione coatta
amministrativa e dalla quale era scaturito un dibattito anch’esso articolato di
quest’Aula l’11 settembre, è seguita un’attività certosina ed alacre delle Commissioni,
della prima e seconda Commissione in forma congiunta.
Altresì, le Commissioni
anti ’ndrangheta e vigilanza in forma congiunta hanno avviato, parallelamente, dei
procedimenti per accertare tutte le responsabilità in capo a quella che è stata
una indecorosa gestione, una mala gestione del CORAP e che ha portato allo
stato di decozione.
Con questa proposta di
legge si istituisce tutto il perimetro della liquidazione coatta amministrativa,
ma soprattutto si dà un orizzonte certo per garantire quelli che ne sono stati,
poi, i cardini. Dall’espressione politica di tutte le componenti del Consiglio
regionale e dall’attività che è stata condotta in sede di Commissione, prima
attraverso la formulazione di tre distinti progetti di legge, refluiti
sostanzialmente in questa proposta, è stata predisposta la proposta in esame,
la 473, che si è fatta carico di essere la sintesi operativa dei progetti di
legge, ma soprattutto la sintesi di quella che è stata un’attività di ascolto
di tutte le parti sociali che, negli ultimi giorni, non hanno mancato di
rivolgere un appello a quest’Aula; appello che oggi culmina con l’auspicata
approvazione del provvedimento che – come dicevo – fissa i cardini su cui c’è
stata la più ampia condivisione: la garanzia delle funzioni obbligatorie, che
la Regione, comunque, doveva garantire e che venivano assolte e vengono assolte
dal CORAP e verranno garantite e ulteriormente rilanciate da quella che
raccoglierà il testimone che è l’Agenzia di sviluppo; la garanzia della
salvaguardia delle risorse umane, che sono preziose in quanto in questi anni hanno
garantito delle attività, non solamente quelle definite dalla norma e quindi
dalle ASI, ma sono state le attività di autentico servizio pubblico al quale faccio
riferimento anche riguardo alla depurazione industriale e civile; risorse umane
che sono un autentico know how che può e
dovrà dare il contributo e dovrà essere protagonista di una pagina nuova del
rilancio delle politiche industriali e delle politiche dell’Innovazione della
Regione Calabria; in ultimo, la garanzia della salvaguardia del patrimonio, del
consistente patrimonio infrastrutturale, un patrimonio infrastrutturale che è
stato costruito con grande sforzo e con grande fatica negli anni e che è un
punto qualificante su cui fondare il rilancio delle attività dell’Agenzia e
delle politiche industriali della Regione.
Questo è il condensato
degli articoli che sono stati raccolti in questo progetto di sintesi che è la
proposta di legge numero 473, sulla quale chiediamo l’approvazione al Consiglio
regionale.
Presidenza del segretario questore
Giuseppe Neri
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, la proposta è l'espressione dell'esigenza di apprestare un quadro
normativo puntuale ed esaustivo della disciplina della crisi del Consorzio
regionale per lo sviluppo delle attività produttive (d’ora in avanti CORAP o
consorzio) che tuteli l'interesse dei creditori quanto quello dei consorziati
nonché, ed in primis, l'interesse
pubblico che è all’origine dell’istituzione dell’Ente.
La
proposta si compone di 4 articoli e reca un contenuto impatto sul bilancio
regionale, la cui descrizione degli oneri è di seguito analiticamente indicata.
L'articolo
1 modifica le disposizioni dettate dalla legge regionale 16 maggio 2013, numero
24, mediante introduzione dell'articolo 6-bis nella legge regionale 24/2013 che,
come esplicitato nella relazione descrittiva che il collega prima ha illustrato,
individua le situazioni di crisi aziendale in presenza delle quali viene
disposta la liquidazione coatta amministrativa del CORAP, nonché le modalità di
effettuazione della stessa.
L'articolo
2 reca le disposizioni che dettano i principi generali per la costituzione
dell'Agenzia regionale sviluppo aree industriali. Vengono definite le funzioni
dell'Agenzia e le modalità di esercizio. La stessa è dotata di funzioni e
competenze proprie già appartenenti al CORAP e assorbe le funzioni ricavate
dalla legge regionale 38 del 2001, il tutto nell'ambito del quadro normativo statale
e regionale disposto e vigente in materia di consorzi industriali. Sono
descritte le funzioni della Regione in materia di indirizzo, vigilanza e
controllo unitamente ai controlli contabili e gestionali di competenza del
revisore unico per conto della stessa Regione. Sono elencati gli organi dell'Agenzia,
unitamente alle loro funzioni e compiti.
Gli
articoli 3 e 4 espongono, rispettivamente, la norma di natura finanziaria e l'entrata
in vigore della presente legge.
La
proposta è stata deliberata dalla prima Commissione nella seduta del 4 novembre
2019 e dalla Commissione bilancio in data odierna.
Inoltre,
la stessa è stata oggetto di un serrato confronto con le organizzazioni
sindacali di categoria che ne hanno condiviso l'impianto e che, con la nota
pervenuta ieri, ne sollecitano l’approvazione.
Ringrazio
il Presidente e tutti i componenti del Consiglio, il collega Aieta che ne ha
proseguito l'iter favorevolmente e, per quanto si è esposto, chiedo che la
legge venga approvata in data odierna. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, anticipo il mio voto favorevole. Questa legge ha avuto un iter faticoso,
complicato, che è stato possibile portare ad una felice soluzione grazie al
contributo di più parti non solo delle Commissioni, della prima e della seconda.
Voglio ringraziare il presidente Franco Sergio e tutti i componenti della prima
Commissione, ma anche di alcuni lavoratori che non hanno fatto mancare il loro
sostegno e così, ovviamente, il contributo del Dipartimento e dell'Assessore e il
prezioso contributo del commissario che in questa vicenda ha svolto un ruolo
fondamentale e davvero prezioso.
Per
cui questo è un felice, felicissimo, episodio di buona politica. Grazie anche
ai proponenti delle leggi, a chi ha mollato e a chi ha avanzato nelle proposte,
che ha rappresentato un momento alto, intenso di responsabilità e di maturità
politica. Annuncio, quindi, il mio voto convinto e favorevole.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.
Bene,
dopo aver assistito in maniera silenziosa e composta a tutti gli interventi sulle
proposte di legge ai punti precedenti all'ordine del giorno, consentitemi di
ritagliarmi uno spazio su una questione che ho seguito fin dall'inizio. Dopo che
il Presidente della Regione, oggi, ha ufficiosamente detto - lo ufficializzerà da
qua a breve - che il 26 gennaio voteremo, è arrivato il momento di fare il
necrologio della decima Legislatura di questa Regione.
Prima
di entrare nello specifico di questa tematica, vorrei fare anche velocemente
una premessa. Perché, a questo punto, mi viene il dubbio che forse tutto quello
che facciamo in quest’Aula e nelle Commissioni sia una questione di metodo, perché
se noi possiamo in Calabria vivere e sviluppare la nostra terra, per esempio,
in dei settori particolari e nevralgici quali l'agricoltura e il turismo, ci
ritroviamo - a meno che io oggi a fine Legislatura non venga smentito - ad
avere queste due deleghe trattenute dal Presidente, senza che le abbia conferite
a nessuno degli Assessori.
Senza
nasconderci, nell'ambito della sanità, dietro l’alibi del commissariamento, ci
ritroviamo a non saper dare risposte da nessun punto di vista nell'ambito
sanitario: alla questione del 118 che ho affrontato ieri, alla questione dei
precari del Mater Domini, alla questione della carenza di organico all'interno
degli ospedali, per arrivare al tema centrale e al punto dell'ordine del giorno
di oggi.
Sono
contento che sia una delle poche volte in cui non abbiamo invertito i punti
all'ordine del giorno per parlare di una questione così importante all'inizio,
forse l'avete fatto perché aspettavate che si approvasse prima la legge sulla
polizia mortuaria e, tra le altre cose, adesso, gli addetti al settore
porteranno sulle spalle anche il peso di questa responsabilità che vi state
assumendo.
Dico
questo perché non è che, per utilizzare in parallelo, una terminologia medica,
il CORAP viene stroncato da un infarto, ma c’è stata un’agonia che è durata
anni e quest’agonia, durata anni, non avete fatto altro che incentivarla voi,
perché non avete dotato della cosa più elementare e fondamentale il CORAP,
ossia il Piano industriale. È come se noi avessimo uno dei nostri figli che è
un bravissimo pilota e non lo dotiamo di una macchina per andare a correre e
gli diciamo corri a piedi, mentre tutti gli altri hanno la macchina.
Le
cose che dobbiamo fare sono due: o ci guardiamo allo specchio e ognuno di noi è
a posto con la propria coscienza oppure, guardandoci allo specchio, scopriremo
che purtroppo non tutti forse possiamo esserlo.
Ho
seguito, ovviamente, fin da quando mi sono insediato, dall’11 settembre, tutte
le Commissioni. Mi sono sforzato a fare anche di più, a cercare di contribuire
e collaborare, presentando una proposta di legge e ho teso anche una mano a
questa maggioranza, nel momento in cui il presidente Oliverio, in una delle
precedenti sedute di Consiglio, ha detto: “Ho visto, più o meno, l'impianto
delle tre proposte di legge, si può fare qualcosa insieme per cercare di estrapolare
da queste tre proposte di legge un’unica legge che possa salvaguardare il
CORAP”.
Devo
dire che realmente la visione strategica tra le tre proposte di legge
presentate era presente solo nella proposta di legge del sottoscritto.
All’interno di quella proposta di legge c’era la visione di come rigenerare il
CORAP, di come dotare il CORAP di ulteriori funzioni che potessero renderlo
effettivamente operativo e non riempirlo solamente di… forse di niente, di
nessun contenuto.
Perché
noi avevamo proposto, in quella proposta di legge appunto, di fare l'APEA, che è
l'area produttiva ecologicamente attrezzata, avevamo immaginato un'interazione
del CORAP con le Università, avevamo immaginato un'interazione dello stesso con
le startup, avevamo immaginato un
CORAP 4.0, forse, come ho detto, più volte, all'interno delle Commissioni, ma
tutto questo non è stato possibile.
E,
allora, noi oggi non possiamo sottacere di fronte all'ennesima morte annunciata.
Non l'ho fatto la prima volta, non l'ho fatto con una serie di comunicati in
questo periodo, in questi lunghi mesi, che hanno portato oggi in Aula questa
proposta di legge che non oso definire scellerata, ma che non valorizza quelle
che sono le potenzialità di un ente economico come il CORAP, che potrebbe
veramente dare manforte a quella che è l'economia calabrese. Oggi non stiamo
non solo salvaguardando i posti di lavoro, non solo non stiamo immaginando di
dare continuità a quelle che sono le funzioni, non immaginiamo nemmeno, con una
visione strategica, quello che può essere anche il futuro industriale di una
regione che ha delle grandi potenzialità, anche se non sono prioritarie
rispetto alle altre. Perché, per esempio, noi abbiamo il porto di Gioia Tauro
che da solo potrebbe rappresentare il volano di sviluppo di un'intera regione.
Invece cosa pensiamo? Pensiamo che, giustamente, accorpando le ASI e facendo un
unico consorzio, che è il CORAP, possa camminare da sé, senza dotarlo, come
dicevo prima, di un Piano industriale.
E
allora, sul CORAP non possiamo fare oggi un passo indietro, dobbiamo dire pure
le cose come sono e dobbiamo ripensare di valorizzarlo, non immaginare di fare
quello che stiamo per fare.
Quindi,
oggi vi porto alcuni esempi per renderci tutti conto di quelle che possono
essere le nostre responsabilità.
Dicevo
prima: non un passo indietro - l'ho detto anche in diversi comunicati stampa - sulla
salvaguardia dei dipendenti e, soprattutto, su quelle che sono le funzioni.
Ora,
io oggi vi porto un esempio banale: io che sono un imprenditore e domani voglio
andare ad investire in una qualsiasi delle aree industriali che fanno parte del
CORAP, nel momento in cui voi oggi adottate la liquidazione coatta
amministrativa, nell'attesa che questo processo si svolga, se vado al CORAP e
chiedo l'autorizzazione per avere affittato un'area industriale e poter
lavorare, mi viene risposto: l'autorizzazione chi te la dà? Non esiste in
nessun posto una cosa del genere, che nell'attesa della transizione della
chiusura della liquidazione coatta amministrativa, non vi sia parallelamente la
formazione di un consorzio.
Questo
ho chiesto, potevo anche essere d'accordo all'istituto della liquidazione
coatta amministrativa, ma la salvaguardia dei posti di lavoro e delle funzioni
doveva nascere contemporaneamente, perché il “chi vivrà vedrà” non è più
consentito in questa Calabria. E la Regione, da questo punto di vista, mi sento
di dire che sta abdicando nella gestione delle funzioni, perché nel momento in
cui noi liquidiamo in maniera coatta il CORAP e non creiamo un'alternativa, blocchiamo,
paradossalmente, tutto; blocchiamo le funzioni e soprattutto avremmo una crisi
importante che colpirà i nostri lavoratori.
Che
nessuno mi venga a dire, come accaduto a volte in Commissione: “sai tu che fai il
legislatore fai una proposta di legge, però devi entrare nello specifico e mi
deve dire come, effettivamente, poi riusciamo a recuperare le somme per dare
una nuova svolta e rilanciare il CORAP”. Io mi sono sforzato a farlo,
nonostante ciò, però, i pareri erano sempre negativi.
Se
noi andiamo da un notaio ad aprire una società che deve lavorare, al notaio che
cosa gli dobbiamo portare? La ricevuta del versamento del capitale sociale e
finisce là. Lui mi apre la società, io domani vado in banca, se ce la faccio, ho
soldi miei, e investo.
Non
è possibile che qualcuno oggi faccia dell'ostruzionismo su quelle che poi
possono essere le prerogative future del CORAP. Non sta in nessun posto o non
sta al legislatore andare a scendere nei particolari su come poi bisogna
reperire le somme; al legislatore spetta definire come queste somme possono
essere recuperate.
Io
mi sono sforzato di dirvi che nell'ambito, per esempio, della depurazione, se
noi solo immaginassimo di poter dare direttamente lo svolgimento di questa
funzione al CORAP sul depuratore di Gioia Tauro - lasciamo stare quello di Vibo
e quello di Crotone - noi potremmo incassare, conti alla mano, 22 milioni di
euro l'anno.
Ho
fatto uno sforzo esagerato nel cercare di entrare in questi tecnicismi, perché
nella vita faccio altro, però non ho fatto altro che, seduta dopo seduta,
capire che questo è stato un articolato processo che non ha portato, purtroppo,
oggi alla soluzione migliore. E sapete perché lo dico?
Perché
nelle Commissioni spesso ci siamo ritrovati a dover scegliere, noi politici,
quelli che dovevano essere gli aspetti tecnici o dei tecnici, perché ci
ritrovavamo spesso, intanto, a non capire effettivamente al centesimo di quanti
debiti stiamo parlando all'interno del CORAP, ci trovavamo ad avere una grande
confusione. Perché? Il revisore dei conti con un documento diceva una cosa, il
commissario liquidatore con un altro documento ne diceva un'altra. Fatemi
capire voi, com'è possibile risolvere questo dilemma? Quindi, a questo punto,
quello che noi vogliamo è che si possa avere una situazione diversa da quella
che voi state proponendo e la situazione diversa l'abbiamo cercata e sviscerata
in tanti modi.
A
un certo punto, quando per ben due volte siamo andati in Commissione ed eravamo
in uno stato di stallo, io, anche in quell'occasione, per grande senso di
responsabilità, ho ritirato la mia proposta di legge per dimostrare: “bene,
andate avanti e miglioriamo”. Purtroppo tutto ciò non è stato possibile e, oggi,
per forza di cose, noi ci ritroviamo a, quantomeno, astenerci da questa situazione.
Abbiamo
presentato anche degli emendamenti e in Commissione – vi dico la verità - ad un
certo punto io mi sono sentito anche preso in giro, perché mi avete fatto
credere, ci avete fatto credere, che quando dovevamo discutere di questi
emendamenti la cosa più giusta, e anche legale e secondo le normative, dovesse
essere quella di discuterle nelle cosiddette Commissioni congiunte.
A
un certo punto tutto questo è venuto meno, in particolare nell’ultima seduta di
Commissione. Purtroppo voi non avete avuto mai il numero legale da soli e devo
dare atto a questa minoranza che, sempre, con grande senso di responsabilità - io
non faccio parte di nessuna Commissione ma i colleghi della minoranza sì - ha
sempre garantito e mantenuto il numero legale. A un certo punto, quando voi non
avete avuto più nelle Commissioni congiunte la maggioranza, qualcuno si è
inventato e se n’è uscito dicendo: “No, ma tanto ora, a questo punto, possiamo
anche dividere le due Commissioni. Lo passiamo prima in una Commissione e poi
nell'altra”.
Tant'è
che il parere del bilancio, l'avete passato oggi prima di portarlo in Consiglio.
Ve ne assumete la responsabilità da questo punto di vista, perché fuori ci sono
cento padri di famiglia che rischiano il posto di lavoro. E che nessuno mi
venga a dire che quel discorso della liquidazione coatta non deve essere così,
perché poi questo lo vedremo col passare del tempo.
anche perché - vi dicevo e mi avvio
alle conclusioni - non vi è un'alternativa che tuteli una continuità sia delle
funzioni sia dei dipendenti.
Poi,
chi mi seguirà potrà dire tutto quello che vorrà, tanto lo so già cosa direte,
perché l'abbiamo detto e sviscerato più volte all'interno delle Commissioni.
Purtroppo
non siamo sulla stessa lunghezza d'onda, io la vedo in un modo che è molto
diverso rispetto a quella che è l'azione che voi state ponendo in essere, che è
quella della liquidazione coatta amministrativa.
Quindi,
con questo concludo, preannunciando il mio voto di astensione, se non
addirittura sfavorevole.
Assumetevi
le responsabilità di tutto. Non mi sento di aver dato il massimo in questo e
non pretendevo che un consigliere di minoranza o di opposizione potesse
proporre alla maggioranza qualcosa del genere, però di fronte a questo, a una
tematica così articolata e spinosa, abbiamo detto, io l’ho detto sin
dall’inizio, non dobbiamo alzare degli steccati ideologici, perché questa
questione del CORAP non è un salvacondotto politico per nessuno. Ognuno di noi,
prima di alzare oggi la mano e dire sì o no o astenersi, deve mettersi la mano
sulla propria coscienza. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente
perché è stato già detto tutto dai colleghi. Come primo firmatario e come
capogruppo del Partito Democratico, non mi astengo dall'intervenire, solo per
dire che, oggi, arriva in Aula un esempio virtuoso di sinergia istituzionale. Noi
abbiamo racchiuso in un testo quelle che riteniamo siano le tre prerogative da
consegnare al testo di legge che oggi dovremmo licenziare: la salvaguardia
delle funzioni, la salvaguardia del patrimonio e quella del personale, dei
lavoratori. Questi ultimi credo, caro amico, collega Giannetta, che se noi non
approvassimo il testo oggi dovrebbero guardare con preoccupazione al futuro.
Abbiamo, anche,
ritenuto di non arricchire il testo per non esporlo a possibili impugnative del
Governo; siamo in chiusura di Legislatura, non avremo altre possibilità di
ritornare sul testo, quindi è un testo che salvaguarda quel percorso che noi
abbiamo ritenuto di fare. Poche volte in questa Legislatura, il Consiglio
regionale ha affrontato i problemi in Commissioni congiunte, forse l'unica
volta in cui si è verificato è proprio per trattare il CORAP. Ripeto: si è
realizzata una sinergia istituzionale con il Dipartimento, con l'Assessore, con
la Giunta, con il Consiglio, con i Presidenti delle Commissioni, con i sindacati,
con i lavoratori, con tutti i soggetti attivi, con il Commissario, per cui
quella che oggi approda in Aula è la migliore sintesi possibile, nell'interesse
di tutti e soprattutto nell'interesse di portare a casa una continuità di
lavoro del CORAP che, come ricordo, è stato istituito non in questa Legislatura,
ma nel 2013, nella passata Legislatura. Noi ci siamo presi in carico la
questione, la stiamo portando in Aula e pensiamo che questa sia la fine di un
percorso che possa portare a far rinascere il CORAP. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Ricordo che venne due mesi or sono, in Aula, il presidente Oliverio,
richiamando proprio lui una legge per la liquidazione coatta del CORAP e chiedendo
di fare in fretta “perché qui la casa brucia e rischiamo di perdere sia la
salvaguardia dei lavoratori sia le funzioni e sia anche il patrimonio”, perché
evidentemente si era confrontato prima con i tecnici che avevano assunto la
guida del CORAP e non avevano trovato altra soluzione.
Bene ha fatto
il Consiglio regionale a ragionare su questo tema, a prendere un po' di tempo
per capire cosa stava succedendo. Non l'abbiamo fatto, specialmente nelle
Commissioni, di imperio, avendo noi il verbo, ma lo abbiamo fatto anche ascoltando
tutte le associazioni sindacali; siamo andati anche oltre i rappresentanti
sindacali, abbiamo ascoltato anche tanti lavoratori.
Sarebbe stato
bello, signor Presidente, signora assessore, poter addivenire a una soluzione
diversa e rendere operativa già un'Agenzia, soprattutto per quel che riguarda oggi
la ZES, perché fino a qualche giorno fa speravamo in una grande dotazione
finanziaria per la ZES, per gli investimenti nella ZES. L'ho ribadito più volte:
le competenze e il know how di quegli
uomini e quelle donne che lavorano all'interno del CORAP non dovevano andare
dispersi.
È vero pure,
collega Esposito, che abbiamo visto più volte e sentito, più volte, i vari
tecnici, Revisori dei conti, Commissari, che ci hanno prospettato una
situazione, collega Battaglia, che era ormai così allo stremo. Più volte ho
chiesto al Commissario come facessero a prendersi ancora una responsabilità come
quella di non versare i contributi e devo ringraziare chi non ha fatto solo l’amministratore
protempore, ma ha sopperito anche alla parte politica, perché ha capito che in
un’azienda i lavoratori non possono essere portati sic et simpliciter, così, alla chiusura senza cercare una soluzione
estrema.
Le cose, però,
le dobbiamo dire, Assessore, in particolare in riferimento al risultato
economico che noi prevediamo. Ho visto pure che sono arrivati sul tavolo,
collega Esposito, conti, per esempio, dell'area industriale di Gioia Tauro, che
conosco un po' di più, in cui si prospettavano entrate del depuratore per 20
milioni di euro. Nessuno dice, però, che il depuratore sta fallendo perché i
Comuni non pagano e le entrate sono soltanto dati contabili che non si
verificheranno mai. Allora non possiamo soltanto fare dei conti su quelle che
sono le previsioni: qui stanno fallendo tutti i Comuni e tutti gli enti
pubblici perché si facevano i bilanci sulle previsioni e mai sull'incassato e
riscosso.
Purtroppo lì
abbiamo una realtà dove i Comuni sono in grande difficoltà e non riescono a
pagare da anni e da anni, nonostante abbiano un servizio, c'è una zona
industriale, per esempio, che è il più grande porto del Mediterraneo, quasi
inaccessibile col gommato perché negli anni l’ex ASI oggi CORAP non è riuscito
a manutenerla.
Queste sono le
realtà con cui ci siamo confrontati e se c'è questa realtà nell'area
industriale di Gioia, immagino quello che può succedere in un grande patrimonio
che è quello del CORAP regionale. Sarebbe stato bello creare subito un’Agenzia,
prevedendo delle entrate, così com'era stato prospettato da alcuni soloni che
parlano sempre quando devono decidere gli altri e le responsabilità se le
devono prendere gli altri, perché oggi ci stiamo prendendo una grande
responsabilità, collega Guccione, insieme al collega
Esposito, nonostante siamo minoranza. Il collega Giannetta aveva presentato una
proposta interessante che però certamente andava costruita nel tempo e non
poteva essere esaminata mentre c'era il cadavere del CORAP pronto ad essere
cremato – oggi siamo pure in tema. Il Piano industriale, come diceva il
consigliere Giannetta, andava fatto precedentemente. Non so di chi siano le
responsabilità, non sono abituato a chiedere quando devo prendere una decisione
se la colpa è di questo o la colpa è di quello.
Abbiamo
maturato, in ore e ore di audizioni in Commissione, la consapevolezza che, oggi,
l'unica soluzione fosse quella che è uscita fuori dalle Commissioni.
Noi, per grande
senso di responsabilità, nonostante siamo minoranza, e per senso di
responsabilità verso quei lavoratori, quella gente che ha lavorato, verso questa
terra perché quel know how, quelle
competenze di alta professionalità devono essere subito riutilizzate
all'interno del comparto regionale, ci siamo astenuti.
Eravamo venuti
qua, devo dirlo, quasi con la voglia di votare contro e cavalcare questa onda
populistica, consigliere Battaglia, dicendo: noi volevamo fare una grande
Agenzia. Ma ci rendiamo conto che non avremmo fatto il bene di nessuno, magari
avremmo preso qualche applauso e qualche consenso usciti da quest'Aula, però
alla fine, fra 30-40 giorni, quei lavoratori e quelle persone ci avrebbero chiesto:
“Ma che avete fatto?”.
Allora, oggi,
con grande senso di responsabilità, così come fatto in Commissione col collega
Esposito, ci asterremo su questa proposta di legge, tutelando naturalmente la
salvaguardia dei lavoratori, così come abbiamo sempre fatto nei ruoli
istituzionali che abbiamo ricoperto. Io ho guidato una Azienda con 1000
dipendenti e quando sono arrivato, consigliere Battaglia, non avevano due
stipendi e due anni di contributi versati, e non ho portato i libri in
Tribunale, ci siamo assunti le responsabilità.
Così come
allora, oggi, ci prendiamo le responsabilità di dare un’astensione benevola, a
questo punto, dicendo che difenderemo allo stremo, oggi dai banchi della
minoranza e domani dai banchi della maggioranza - collega Esposito, tu ci sarai
sicuramente, io magari verrò tra gli spalti a fare il tifo per te - quello che
abbiamo oggi messo per iscritto, quello che abbiamo certificato, quello che
abbiamo fatto in ore e ore di lavoro nelle Commissioni, perché io sfido
chiunque, quando si dice che i consiglieri regionali non lavorano, a prendersi
i risultati di Commissione. Ieri con il consigliere Michele Mirabello siamo
stati sette ore in Commissione sanità. Presidente Oliverio, io ho grande stima
però su certe cose… questo Dipartimento regionale della Salute. Personalmente
su dieci volte che ho chiesto l'audizione, sono stati presi dieci impegni, non ne
è stato assolto uno, c'era il collega Bova, allora io dico che i burocrati
devono pagare così come paghiamo noi con la politica.
Un resoconto
dell'attività politica deve essere fatto, in Commissione. Ieri, Assessore, ti
ho giustificato perché sei sempre presente e so che c'era Giunta, anche lì
avevo una proposta sui nostri lavoratori stabilizzati Lsu-Lpu,
però non è possibile che il Dirigente del personale non sia mai venuto in
Commissione, è un fantasma, è stato un ologramma in questa Commissione, mi
dispiace dirlo perché è una persona che conosco, un professionista, però non si
può mortificare ed umiliare il Consiglio regionale. La burocrazia deve capire
che noi siamo demandati dal popolo e fatemi la cortesia fino al 26 gennaio
ditegli che le porta e gli uffici della Cittadella devono restare aperte, che
non si devono chiudere là dentro, perché abbiamo accesso alle stanze a vedere
cosa fanno il giorno, se lavorano o non lavorano.
È finito questo
sfogo, consentitemelo perché è pieno di rancore rispetto a tanto lavoro che
abbiamo fatto e oggi il popolo calabrese non lo riconosce per colpa di quei
burocrati. Anche sul CORAP, quindi, per grande senso di responsabilità,
annuncio il nostro voto di astensione. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Intervengo, intanto,
per fare anch'io gli auguri al consigliere Pedà,
perché anche lui risieda su questi banchi, così come lo ha augurato a me. Al di
là della battuta, abbiamo seguito questa problematica in Commissione e anch'io
sento il dovere di ringraziare l'Assessore, sempre presente, il dottore
Caldiero, il revisore che ci ha fornito lettere e lettere sulla situazione.
Una situazione
che da tutti, in ogni caso, è stata definita di grave criticità, una profonda
crisi da cui si poteva anche pensare di uscire con una coraggiosa forma di
ricapitalizzazione. C'è stato spiegato, anche in Commissione, che probabilmente
non era quella la strada da seguire e quindi la liquidazione coatta
amministrativa diventava quasi un percorso obbligatorio.
Abbiamo posto
dei quesiti, sollevato dei dubbi, su molti quesiti e dubbi non c'è stata, devo
dire la verità, data una risposta chiara dal punto di vista tecnico, anzi
alcune volte è stato un tecnicismo quasi per dire un “ni” alle nostre
indecisioni e ai nostri dubbi.
Il problema
primo che abbiamo affrontato è la liquidazione coatta amministrativa: per un
ente come il CORAP è costituzionalmente valida? Si può fare?
Abbiamo posto
altri problemi, ma alla base di tutti i nostri ragionamenti, a un certo punto,
e non lo dico per farcene un vanto, collega Pedà, si
è posto il problema dei lavoratori.
Un problema
congiunto con i colleghi della maggioranza e allora questo problema dei
lavoratori ha fatto sì che noi in Commissione abbiamo mantenuto il numero
legale. Prima il collega Battaglia parlava di un esempio, questo del CORAP,
unico perché ha consentito più giorni, più sedute di Commissioni congiunte. Ricordo
al collega Battaglia, al collega Aieta, invece, che è bastata una giustificata
assenza di chi in Commissione bilancio era sempre stato presente, nella sua
qualità di vicepresidente, affinché quella Commissione quel giorno non si sia
tenuta congiuntamente alla Prima, ma è stata valida solo la seduta della Prima
Commissione stessa.
C'è stato
spiegato l'esercizio provvisorio, anche lì abbiamo posto dei dubbi perché
quella inefficienza, inefficacia che ha portato alla crisi del CORAP con
l'esercizio provvisorio, probabilmente diventa quasi l'esercizio stesso delle
sabbie mobili. Naturalmente però la salvaguardia dei posti di lavoro non vi è dubbio
che potesse essere fatta solo in un modo: l’istituzione di una nuova Azienda.
Anche lì
abbiamo espresso dei dubbi. Non lo dico perché non vorrei sembrare Cassandra,
da questo punto di vista, e allora mi limito a dire che secondo noi, così
com'è, non vedo una tranquilla e serena salvaguardia dei posti di lavoro con il
percorso che stasera si inizia.
C'è un’assunzione
di responsabilità, l'ha detto anche il collega Pedà,
che il problema nella forma di istituzione di una nuova Azienda se lo
ritroverà, voglio essere scaramantico, se lo ritroverà tutto per intero, tutto
per intero la nuova Amministrazione che da gennaio in poi i calabresi
chiameranno a governare la Regione Calabria. Questo problema ci sarà tutto per intero.
Però, questo
problema ci ha spinto a mantenere il numero legale in Commissione, non stiamo
verificando qui se c'è il numero legale, perché noi, a prescindere da questo,
staremo in Aula, quantomeno a garantire la nostra presenza perché, finalmente,
questa pratica possa essere votata stasera, con il nostro voto di astensione. Abbiamo
votato prima una legge sulle attività funerarie, se non passava e non ci fosse
stata la nostra presenza in Aula a mantenere il numero legale, così come lo
abbiamo mantenuto in Commissione, avremmo decretato la morte di questi
lavoratori.
Ci appigliamo a
questo percorso, non lo abbiamo condiviso su molte tematiche, ciò nonostante lo
riteniamo l'unico che sia possibile, affinché il prossimo Consiglio Regionale
possa mettere in campo quello che è l’auspicio di tutti, quello che è il
desiderio di tutti noi, salvaguardare oltre 100 padri di famiglia e quindi
oltre 100 famiglie in un contesto già difficile, dal punto di vista
occupazionale, come quello della Regione Calabria.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
Intervengo molto brevemente, solo per esprimere il mio
apprezzamento per il lavoro svolto durante questi lunghi mesi di confronto,
analisi, riflessioni e anche scontro.
Voglio fare i miei complimenti ai colleghi Presidenti delle Commissioni,
nonché al lavoro svolto da molti colleghi di maggioranza e di minoranza per
poter addivenire a un testo, quantomeno concordato o dibattuto che, poi, ci ha
permesso di arrivare in Aula stasera.
Un lavoro, a mio avviso, significativo e importante; il
migliore che potesse essere fatto alla vigilia di una competizione elettorale.
Infatti, vorrei ricordare che siamo già in campagna
elettorale, e c’era la necessità di trovare una sintesi intorno a una problematica
che per me aveva un solo tema centrale: la salvaguardia dei lavoratori e non
altro in questa fase!
Non potevamo lasciare a rischio o mandare a casa chi oggi
paga il prezzo di una cattiva gestione, dovuta alla politica malata che, negli ultimi
trenta, venti, dieci anni, ha prodotto enormi guasti alla società calabrese e,
in questo caso, a un organo come quello di cui parliamo stasera, che doveva promuovere
e garantire l’attività industriale in Calabria e che invece, oggi, si trovava
sul lastrico di una crisi profonda dalla quale era difficile uscire.
Ognuno di noi ha dato il proprio contributo in questi giorni
– chi più, chi meno – e abbiamo dimostrato che, in questo Consiglio regionale,
c’è quel senso di responsabilità che spesso è mancato e che ci ha permesso di
trovare oggi – ripeto – la miglior sintesi nell’ultimo scorcio di Legislatura.
Magari, se avessimo avuto mesi in più, avremmo affrontato meglio
la problematica e, magari, avremmo ascoltato meglio chi, come il commissario
Caldiero, si è speso molto su questa vicenda, mettendoci “anima e core” – come
dico io, perché ho avuto modo di incontrarlo in più occasioni insieme ai
lavoratori – per dimostrare, appunto, il senso di responsabilità dimostrato da
parte di questa maggioranza, ma anche da parte di tutto il Consiglio regionale
che – come dicevano poco fa i colleghi Giannetta e Pedà
– ci ha permesso di avere la maggioranza in Commissione e di arrivare in Consiglio
regionale con questo testo che, mi auguro, oggi licenzieremo con convinzione.
Ripeto: il mio unico obiettivo, in questa fase, era quello di
garantire cento posti di lavoro e di non uccidere la speranza di chi si trova
in una situazione precaria e difficile, legata a quello che tutti noi abbiamo
creato in questi anni intorno a questo contesto.
La responsabilità è di tutti: di chi non c'è più e di chi
oggi, anche timidamente, ha avuto modo di constatare questa problematica;
quindi, credo che questo sia il miglior risultato per una politica che vuole
dare risposte e che vuole continuare a dare un minimo di speranza ai nostri
conterranei per far capire che, quando c'è la volontà politica e c'è la consapevolezza
della responsabilità, arriviamo sempre a una sintesi, condivisa o no in termini
di voto ma, quantomeno, in termini di responsabilità e che ci permette di
arrivare oggi in Aula con un risultato che per me è il migliore possibile in
questo ultimo scorcio di Legislatura.
Complimenti al lavoro svolto dai Presidenti, dai colleghi e da
chi si è speso molto in questi mesi.
Credo che oggi scriviamo una bella pagina; o meglio, non
scriviamo una bella pagina, ma garantiamo al nostro territorio un servizio che,
mi auguro, possa essere espletato ancora meglio.
Ho letto che le competenze e le funzioni rimangono, quindi
abbiamo già un buon punto di partenza; dobbiamo solo renderlo operativo e
produttivo per far sì che si possa uscire da questa palude e, finalmente, la
Calabria si ponga allo stesso livello delle altre Regioni del Mezzogiorno, che
sono già deboli, ma che hanno un sistema e uno strumento utile, migliore, più
funzionale e più efficace del nostro; quindi, la speranza è questa: da oggi l’assunzione
di responsabilità, non solo della classe politica – che stiamo assumendo – ma
soprattutto degli addetti ai lavori; quei dirigenti e funzionari che, magari,
dovrebbero dare di più e meglio e non lasciarsi solo allettare dal politico di
turno, ma dare il meglio in termini di professionalità, conoscenza ed onestà
intellettuale, nel rendere il miglior servizio possibile alla Calabria e ai
calabresi e testimoniare che c'è una Calabria diversa e positiva, che vuole
misurarsi con le sfide che abbiamo davanti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Intervengo per annunciare e anche motivare il mio voto
favorevole; però, bisogna sfatare alcuni aspetti: questo procedimento legislativo,
a mio avviso, non assicura ai lavoratori la stabilità del posto di lavoro.
In futuro, magari, ci saranno altri fatti; mi auguro
succederanno altre cose, ma non con questo provvedimento legislativo; tra
l’atro, si tratta di un atto dovuto, come diceva il consigliere Baldo Esposito,
anche perché sono state tante – l'avete detto tutti – le Commissioni congiunte
che si sono riunite, non solo bilancio e affari istituzionali, ma anche anti
‘ndrangheta e vigilanza col presidente Morrone.
Si tratta, però, dell'ennesima eredità negativa della
precedente Legislatura. Poi spiegherò perché parto da questo presupposto.
Infatti, nel bilancio del 2006, il primo bilancio approvato, con la fusione
delle cinque ASI provinciali, abbiamo ereditato le aree di sviluppo industriale.
Con la legge numero 24 del 16 maggio 2013, governo Scopelliti, abbiamo ereditato – e lo abbiamo appreso dal
primo bilancio – 27 milioni di euro di debito, che era passato inosservato ai
precedenti amministratori, quasi come se fossero state bazzecole quelle; però,
volevo dire una cosa: non vorrei che, anche qui, per una vicenda così
drammatica, chiudessimo – forse perché siamo a fine Legislatura – con toni
quasi trionfalistici.
Si tratta di un atto dovuto.
Ho appreso – anzi, ho apprezzato – le spiegazioni, anche di
fronte ai dubbi, tra l’altro pressanti, che poi ha fornito il commissario – e
non solo lui – nel corso delle varie audizioni che mi hanno convinto nei limiti
della mia competenza, nel senso di un'azione obbligata che dobbiamo seguire;
seguiamola, se questo può servire a salvare il salvabile e, soprattutto, con
riferimento ai lavoratori, ai quali mi rivolgo tra l'altro, perché c'è una
cattiva abitudine.
Io cerco di affrontare con coraggio determinate questioni.
Non è vero che quando un consigliere o dei consiglieri
cercano di approfondire dei temi o di individuare le cause e trovare le giuste
soluzioni, la colpa poi sia di quei consiglieri o quei consiglieri sono contro
i lavoratori perché, altrimenti, dovremmo dire anche che ci sono lavoratori del
settore pubblico e lavoratori del settore privato.
Quante sono le imprese che hanno a che fare col CORAP e con
queste gestioni scellerate? Il commissario sente e non gli possiamo dare
nessuna responsabilità; c’è da agosto – da settembre, se non sbaglio – quasi con
un'unica missione obbligata, che è quella di portare il CORAP poi alle
conseguenze. Lo facciamo nell'interesse di tutti. Mi rivolgo anche alle
rappresentanze sindacali.
Attenzione, non è che il lavoro lo si trova, lo si costruisce
e si assumono le persone, tanto per creare i carrozzoni e metterci dentro le
persone. Quello è lavoro?
Poi succedono queste cose e, magari, per assicurare il lavoro
a cento persone sacrifichiamo il lavoro di altre mille persone che vengono,
perché nel privato non vigono determinate regole. Questo cerco di ribadirlo con
onestà intellettuale.
Attenzione però, anche qui, cosa avremmo dovuto fare e in
cosa mi sarei aspettato di più, quando ho appreso, ho studiato, e mi sono pure informato
bene sulla vicenda CORAP, a prescindere dall'audizione del Revisore dei conti?
Il Revisore dei conti non è una figura qualsiasi; anzi, è
l’unico organo che è stato costituito e che c’è perché manca sia il direttore
sia il Comitato di programmazione e, di recente, è stato approvato lo Statuto.
Io mi sarei aspettato che, nel momento in cui si veniva a
sapere che c'era quella situazione di debito ormai consolidato, quantomeno si
avviasse un'opera di controllo e di rilancio – attenzione – stabilendo e accertando
dov'erano le responsabilità, perché anche questo è il compito di un Ente pubblico
di fronte a una Società partecipata alla quale erano legati lo sviluppo, le
speranze della Calabria e dei nostri figli.
Sono stato il primo a dire che l'unica cosa bella era stato
prendere quel famoso appartamento di cui tanto si è parlato, però avrei voluto poi
sapere ed ho chiesto se qualcuno mi diceva: “beh, siamo andati là, in Marocco,
Tunisia dove eravamo; abbiamo questo immobile”. Bene!
Quali sono state le occasioni di lavoro? Quali sono stati gli
incontri tra imprenditori calabresi e imprenditori stranieri? Quali sono state
le commesse che ne sono scaturite? Se non è andato nessuno, quantomeno hanno
invitato qualcuno o quelle sedi sono state prese tanto per prenderle?
Mi sarei aspettato quel principio di continuità, o prassi di
continuità, la buona prassi di continuità nell'azione politica amministrativa
per cui chi succede, comunque, deve assumersi le responsabilità anche di chi
non può diventare, però non può essere trasformato o, addirittura, snaturato
fino a sconfinare nella reticenza e nelle omissioni di accertamento.
Il CORAP è l'ennesimo carrozzone della mala politica calabrese!
Non ha importanza chi lo ha creato, ma chi lo ha continuato! Ci sono delle
responsabilità!
Da altri banchi ho sentito, anche della maggioranza, che
erano quelle occasioni in cui bisognava non dare il colpo di spugna, ma andare
ad accertare le responsabilità.
È chiaro! È inequivocabile quali siano stati i criteri che
hanno guidato nella conduzione e nella gestione di questo Ente.
Abbiamo visto chiamate in Sanità, chiamate dirette – io
ricordo varie vicende –; lo rivediamo nel CORAP quando, senza che ancora ci
fosse un minimo di attività, l'unica preoccupazione era stata quella di mettere
persone.
Ben venga il lavoro. Ricordo il presidente Loiero quando in
televisione ebbe a dire, addirittura, che la Sanità è un ammortizzatore sociale
in Calabria perché, negli anni, l'abbiamo dovuta utilizzare per fronteggiare
una crisi e una sete di lavoro impressionanti.
Talvolta, si è addirittura ricorso ad una compressione di
quelle che sono le regole di legalità, pur di trovare lavoro.
Attenzione però, ad arricchirsi sono in pochi o, forse, sono
i soliti centri di potere. Quello che ha
dichiarato il revisore è di una gravità inaudita; vero o non vero! Attenzione, ce lo ha detto chiaro, proprio
durante l'audizione in Commissione.
Ahimè, la cosa ormai si è resa pubblica, quindi la possiamo
ribadire; ha detto: “io sono stato già sentito diverse volte da Autorità
giudiziarie e altri”.
Allora, poi non ci lamentiamo se diciamo che l'Autorità
giudiziaria, magari, non viaggia assieme a quello che è il mondo della politica,
se il mondo della politica non ha il coraggio e la forza di andare ad aprire i
propri accertamenti; quello che poi ci avrebbe potuto consentire di dire che è
una bella pagina di politica.
Secondo quello che ci è stato detto, ancora non abbiamo dei
dati precisi. Ho chiesto dei dati precisi, ma non ci sono. Se non sbaglio, si
parla di 90/95 milioni di euro; ma quando uscirà fuori questo dato e si
vedranno le cose, cosa diremo? Cosa dirà la classe politica ai calabresi? Quale
credibilità potrà pretendere?
Ci tenevo a dire queste cose e, forse, queste saranno le doglianze
su cui avremmo dovuto confrontarci, anziché su altro.
Nonostante tutto questo, mi auguro che, chi di competenza,
faccia fino in fondo il proprio dovere, segua la propria strada e accerti le
responsabilità.
Questo sì che significherebbe liberare la Calabria da certe
zavorre per poi arrivare ai risultati tanto sperati.
Nonostante questo, ripeto, poiché mi ha convinto in quelle
spiegazioni e sembra che sia una strada obbligata, voterò a favore per
l'approvazione della legge di cui stiamo trattando.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha
facoltà.
Presidente, sento dire dai colleghi che mi hanno preceduto,
che stasera in questo Consiglio regionale si sta scrivendo una bella pagina di
politica.
Il Consiglio regionale, devo dire, interviene sopperendo a
manchevolezze altrui, dopo un lungo travaglio ma, ricordo a me stesso, ai
colleghi e al Presidente della Giunta regionale che noi stasera stiamo
celebrando il funerale, il de profundis
della Istituzione che dovrebbe gestire le aree produttive industriali della
Calabria.
Non è una bella pagina, ma bensì una pagina pessima; un soccorso
che si va a fare, celebrando e dichiarando la liquidazione coatta
amministrativa di questo Ente, frutto di una serie di errori commessi negli
anni; il centro-destra non si può chiamare fuori, ma credo che ci siano responsabilità
assai risalenti.
Quando fu approvata questa legge, probabilmente, c’era l'esigenza
di scardinare rendite di posizione che si tramandavano nel tempo con indennità
per i direttori generali che sfioravano i 300 mila euro e l'unico modo per
scardinare queste situazioni fu l'istituzione del CORAP con una legge,
probabilmente errata. Dal 2014 in poi, però – e lo voglio ricordare, perché
queste cose ce le dobbiamo dire nella sede opportuna, che è il Consiglio
regionale – nel momento in cui approviamo questa norma, nulla si è fatto per
correggere le storture; anzi, stasera nessuno parla in Consiglio – beh! – di
quanto, invece, ci siamo detti nell'ultima seduta, nella quale ci era stata portata
in Aula, da parte della Giunta, una soluzione sicuramente non condivisibile; si
parlava, anche in quel caso, di liquidazione coatta amministrativa, ma nulla
c'era in termini di salvaguardia delle situazioni occupazionali; nulla c'era e,
credo anche ora, in termini di Piano industriale e in termini di garanzie nei
confronti dei tanti, tantissimi creditori che prima erano creditori delle ASI e
oggi sono creditori del CORAP.
Nessuna inversione di tendenza rispetto agli errori commessi
in questi anni nella gestione, anzi, una serie infinita di consulenze e appesantimenti
dell'Ente CORAP. La polemica che ha travalicato anche i confini calabresi, con
l'apertura di una sede oltre i confini europei, addirittura in nord Africa;
segno evidente di come, in questi anni, la bussola si sia evidentemente perduta,
con la totale assenza di un Piano industriale, danno la misura e la
certificazione dell'ennesimo fallimento della presidenza Oliverio e della sua Giunta.
Diciamolo con grande chiarezza: quale bella pagina di
politica, colleghi consiglieri regionali? Il contrario!
Celebriamo il funerale dell'Ente che gestisce le aree
industriali calabresi. Non sappiamo stasera – forse sappiamo soltanto che ci
sarà la salvaguardia occupazionale – quale sarà il futuro di questo Ente.
Non sappiamo stasera che fine faranno i creditori, i
tantissimi creditori che avanzano somme, anche cospicue, da questo Ente. Io
credo che ci sia poco da gioire.
Con l’approvazione di questa norma, di questa legge, noi
stasera andiamo a mettere una pezza e, dopo due mesi di ragionamenti e
discussioni all'interno del Consiglio regionale, si approva una norma che
stabilisce la liquidazione coatta amministrativa del CORAP, ma per il resto,
non c'è assolutamente nessuna proiezione.
Sono convinto che all’inizio della prossima Legislatura, chi
sarà al governo dovrà intervenire ancora una volta per sanare le storture di
questa norma che oggi, probabilmente, è necessaria per evitare il licenziamento
collettivo dei dipendenti, ma credo che gli interventi dovranno essere
ulteriori.
C'è il divieto da parte della Regione di intervenire per il
soccorso finanziario; è chiaro, ma una soluzione dovrà pur trovarsi, perché non
è possibile che noi stasera licenziamo la problematica e non sappiamo in futuro
come verranno e dovranno essere gestite queste aree; non sappiamo come si
assicurerà il futuro delle aree industriali calabresi.
Ricordo a me stesso che, sia pure nella difficoltà economica
e produttiva che vive la nostra Regione, ci sono aree nelle quali ci sono insediamenti
industriali con centinaia e centinaia di dipendenti che, quindi, vanno
assolutamente tutelate perché, attraverso la tutela di queste aree, vengono
tutelati i posti di lavoro che le Aziende, che sono lì insediate, hanno
determinato nel corso degli anni.
Lo ripeto per la terza volta: nessuna bella pagina, ma una
pagina tremenda e di disastri; ancora disastri in questa Regione.
Una pezza non servirà a nulla o a poco.
Sicuramente, in futuro, bisognerà ripensare a come queste
aree dovranno essere proiettate nel futuro.
Bisognerà ripensare, oltre che alla salvaguardia dei posti di
lavoro, a come dovranno essere tutelati colori i quali, in questi anni, sono
stati magari espropriati delle proprie aree, dei propri appezzamenti di terreno,
e mai hanno ricevuto da parte, prima delle ASI – macchine mangiasoldi – e poi
del CORAP, un ristoro dei propri diritti.
Certo, bisogna che chi rappresenta le Istituzioni, chi è Ente
pubblico, non si comporti come coloro i quali decidono di contrarre dei debiti
e non onorarli. Così sta facendo la Regione Calabria in questo momento.
Poiché ci rendiamo conto che il principio fondamentale è la
salvaguardia dei posti di lavoro, poiché ci rendiamo conto e ci siamo resi
conto in queste settimane che, rispetto al cul de sac nel quale si è trovato il CORAP non
ci possono essere altre soluzioni, da parte di questa minoranza c'è stato già
in Commissione un atteggiamento di apertura e di responsabilità.
In Aula, ancora una volta, la maggioranza è lacerata. Lo ha dimostrato
nel corso di questa seduta; non avrebbe i numeri per approvare questo
provvedimento e noi altri siamo qui per consentire che, in questo momento, la
barca non affondi del tutto, ma siamo perfettamente consapevoli che si tratta
soltanto di un intervento di soccorso temporaneo e che, in futuro, bisognerà
fare altro e meglio di come, in questi anni, la Giunta Oliverio ha fatto:
l’ennesimo fallimento di questa triste esperienza di governo!
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Volevo intervenire per dichiarazione di voto,
ma già che ci siamo completiamo. Non abbiamo lavorato tantissimo in questo Consiglio
regionale, quindi qualche ora in più possiamo restare.
Faccio una considerazione per dire a me
stesso e anche a al centro-sinistra calabrese: leggevo poc’anzi che quelli del
nulla mischiato col niente, che sono i 5 Stelle, che sono quelli che hanno
governato Roma, hanno annunciato sul tema del bilancio, su cui abbiamo fatto un
dibattito serio, di essere i salvatori della Patria. Non credo che ci possano
essere salvatori della Patria, siano essi i 5 Stelle, il centro-destra o chi
vince - e noi siamo convinti di vincere - né tantomeno siete stati voi. I toni
trionfalistici di Oliverio erano sbagliati; gli abbiamo sempre detto quando
nelle sedute di Consiglio urlava - il Presidente se ne ricorderà: Presidente,
non urlare.
Il dato centrale è questo: il CORAP è
l’ennesima difficoltà e io credo che con i futuri Governi nazionali noi si
debba andare a contrattare. Lo era l’area speciale della ZES. Dobbiamo
intenderci su cosa fare perché le aree industriali sono fondamentali per i
nostri territori. Sono dell’idea che bisogna campare di turismo e agricoltura
ma, se non fai industria, è una leva di PIL fondamentale, e ce ne sono, come
ricordava il consigliere Gianluca Gallo.
Lo dico perché l’ho già fatto in Commissione,
a tarda ora anche in presenza dei dipendenti del CORAP: abbiamo mantenuto molto
spesso numero legale, che altrimenti non sarebbe esistito, siamo stati molto
spesso critici, con un tono sempre rispettoso sia del ruolo di chi è stato
votato e sia di chi, dal nostro punto di vista, non ha fatto bene il proprio
lavoro.
Ve lo dico: intendiamoci subito già da
adesso, il presidente Oliverio, che sull’esperienza e anche su un ciclo non è
sicuramente al trampolino di lancio, ma ha un ciclo di lavoro importante, un’esperienza
durata tanti anni, non dico finale perché non è un problema d’età, però avrebbe
potuto permettersi qualche lusso in più e ciè parlare
il linguaggio della verità.
Sul CORAP - l’ho già detto in Commissione -
bene le misure che il Codice civile ti consente, ma è bene - lo abbiamo fatto mettere
a verbale anche in Commissione - capire che chi è stato espropriato deve avere
un ristoro. C’è stato un ritardo che non riguarda questa Legislatura ma tante
altre, però dobbiamo intenderci. Lo dico a chi lo governa in queste ore, in
qualità di commissario, a chi in futuro farà un Piano industriale: un’Azienda
non regge con 98 dipendenti se non servono o se sono di più. Non dico che non
servono. Questo è il linguaggio della chiarezza perché è ovvio che noi dobbiamo
salvarne, con un Piano industriale, 40-50 che sono quelli utili a un’azienda
che governa questi processi, quindi le aree industriali calabresi. Dobbiamo
capire, chiudere questo contenzioso e dovremmo farlo come è stato fatto per
Roma capitale. Lo dico a Orlandino Greco che ha fatto il Sindaco, dovrebbe
esserci un confronto con il Governo com’è stato per Roma Capitale. Qui lo Stato
ha riguardato Catania come Comune, ha riguardato una grande capitale, ma c’è un
problema che riguarda quei debiti iscritti dal 1980 e che riguardano acqua e
Tari. Non possiamo pensare di chiuderla così. Non dico noi, perché arriveranno
altre generazioni a governare dopo di noi! Noi possiamo pensare di chiuderla
così, quindi che sia necessario contrattare un rientro dei nostri Comuni, ma in
tutto questo c’entra anche il CORAP! E al CORAP, a chi nel CORAP lavora, a chi
nel CORAP sarà salvato con la responsabilità della minoranza bisogna dire la
verità, senza offendere nessuno, capendo quali sono le risorse formate,
occupandoci anche degli altri casi; ci saranno sicuramente dei pensionamenti,
così come ci saranno delle risorse che possono svolgere altre mansioni. Il
linguaggio della chiarezza è questo, cioè deve stare sul mercato! Deve stare
sul mercato! Questo è il linguaggio, ripeto, di verità, che nessuno ha il coraggio
di usare. È come quando sono entrato in Consiglio regionale, avevo 38 anni,
assessore, e mi è toccato pagare i debiti sulla sanità e spiegare alla gente
che dovevamo riconvertire, quindi chiudere, gli ospedali. La colpa poi sembrava
che fosse di Orsomarso! Io non c’entravo nulla! Semmai, come abbiamo detto, ci
abbiamo messo la faccia, come stiamo mettendo la faccia anche stasera, e altri
ci hanno messo le mani! Quindi, non assolvete chi ci ha messo le mani, perché
la responsabilità vale per i dirigenti, vale per chi si assume la
responsabilità tecnica ma vale ovviamente anche per la politica.
Quindi metterci la faccia, sapendo che sarà
difficile. Non è che se anche viene sconfitto il centro-sinistra i problemi non
restano, vengono rinviati.
Ricordate quando chi vi ha anche criticato,
provando a tenere un atteggiamento responsabile, che in futuro non si sarebbe
fatto come in passato, come sulla sanità…. No, noi arriveremo e riapriremo.
Noi. È una tendenza di chi non governa i processi! I 5stelle hanno approvato un decreto che ha
imbarbarito e distrutto quel poco che era rimasto di sanità! Quindi è facile
parlare! Io lo dico per sottolineare, visto che siamo alla fine e finalmente
penso ci siamo riusciti, che è ovvio che chi c’ha 50 anni non può reinventarsi
una vita, no… Quindi, i lavoratori del CORAP e tutti i creditori vanno tutelati
però ricordatevi queste giornate per il futuro perché devono appartenere a
tutti. Questo è il tenore, per cui annuncio, come ho già fatto in Commissione,
anche a nome di tutta la minoranza, la nostra astensione su questo
provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Penso che sia utile ricordare brevemente che
qui si era arrivati con una proposta di Giunta, all’insaputa del Consiglio, in
cui si si proponeva un provvedimento, per quanto riguarda il CORAP. Quel
tentativo è stato sventato; il Consiglio regionale si è appropriato delle sue
competenze; si è avviata una discussione e questa discussione è servita a fare
un’operazione verità sul CORAP. Abbiamo scoperto che il CORAP nasce senza un
Piano industriale, e uno dice: “tu fai nascere un organismo e non sostanzi con
un piano industriale quest’organismo”, senza statuto e senza regolamento.
Se il CORAP è nato in questo modo, la vicenda
politica e finanziaria era segnata! È ovvio che quando nasce il CORAP lo fa
sulla base di una ricognizione dei bilanci delle vecchie ASI, che portano a
meno 26 milioni di euro, ma il Piano industriale doveva servire - e non è stato
fatto - a sostenere una proposta economica e finanziaria che permettesse al
CORAP di togliere i debiti e di fare le sue funzioni. Poi l’operazione verità -
l’abbiamo visto - in questi quattro anni e mezzo è successo l’ira di Dio al CORAP:
spreco di risorse, utilizzo di risorse pubbliche in modo clientelare,
addirittura siamo finiti a Marrakech mentre il CORAP affondava nei debiti!
Consulenze e parcelle quasi milionarie agli avvocati, un contenzioso enorme e
mi dicono che alcune cause di risarcimento, per quanto riguarda gli espropri,
sono andate a sentenza ultimamente.
Ma di chi è la colpa!? Dei commissari che
sono stati nominati dalla Giunta o della Regione, che non ha vigilato e aveva
il compito di vigilare sui bilanci e sulle attività del CORAP? Perché si è
omessa la vigilanza che era in capo al Dipartimento attività economiche e
produttive?
Ritengo
che ormai sia veramente stucchevole il fatto che la Calabria, anche in questi
minuti, in importanti trasmissioni televisive viene ricordata in negativo,
proprio in questi minuti mi sono arrivati un sacco di sms che mi avvisano che
si parla della Calabria, nelle trasmissioni in prima serata. Ma non diamo loro
la stura a parlare in modo negativo! E vedrete che questa vicenda del CORAP, al
di là delle vicende che noi abbiamo appreso durante le audizioni in Commissione
in relazione a un’inchiesta da parte della Magistratura e che dovrà fare il suo
corso, c’è una questione vera, politica e cioè di come in questi anni siano
state utilizzate le risorse pubbliche, regionali e non solo, che non sono stati
finalizzate a produrre investimenti, occupazione, ma sono stati utilizzate per
produrre consenso, attraverso procedure clientelari, contornate da
consociativismo e trasversalismo! Consociativismo e trasversalismo.
E quindi è chiaro, non lo voglio dire, anche
oggi siamo costretti a approvare un provvedimento di questo tipo perché – e lo
dobbiamo dire - il bilancio di esercizio provvisorio non ha permesso di evitare
questo tipo di provvedimento, perché se ci fosse stata l’approvazione del
bilancio noi avremmo potuto reperire risorse fondamentali, risorse fondamentali
per ripianare i debiti e non saremmo dovuti arrivare all’ operazione che ci
permette, attraverso questa legge, di cercare di salvaguardare i livelli
occupazionali. Ricordiamocelo! Cercare di salvaguardare i livelli
occupazionali, cercare di salvaguardare le funzioni e il patrimonio.
La partita si giocherà sul patrimonio
dell’Ente, vedrete su questa questione! E non dobbiamo rifuggire dalle responsabilità.
Non ho bisogno di prendermela con il presidente Oliverio perché non ho nessuna
ragione politica, anche perché il mio partito ha deciso di non ricandidarlo.
Quindi il mio partito ha deciso di non ricandidare il presidente Oliverio alle
prossime elezioni regionali e di dar vita a una nuova fase politica.
Non ho interesse ad attaccare Oliverio, come
ho detto prima! Non ho interesse a sparare sulla croce rossa! Il punto è, anche
qui, che per questo provvedimento dobbiamo ringraziare il centro-destra,
l’opposizione, perché io nelle Commissioni ho partecipato; non solo hanno
garantito la maggioranza, la possibilità di garantire il proseguo dei lavori e
pervenire a una proposta che è la proposta sulla quale il Consiglio si è
ritrovato, ma anche stasera il centro-destra è fondamentale per l’approvazione
di questo provvedimento. L’astensione è frutto delle mediazioni su questo
testo.
Quindi c’è un dato politico evidente. E non
dobbiamo evitare di fare di tutta l’erba un fascio e dire: “eh, sì… ma c’erano i
26 milioni di euro!” Certo che c’erano 26 milioni di euro, ma quando nasce il
CORAP lo sapevamo che c’erano quei 26 milioni di euro. Perché non si sono messi
nel momento di nascita del CORAP quelle necessarie iniziative per ridurre il
debito e non farne altri? Perché accanto ai 26 milioni noi abbiamo avuto 3
milioni e mezzo-4 milioni di euro di perdita ogni anno, perché il CORAP non
aveva il Piano industriale, ha funzionato senza Statuto e senza Regolamento,
senza una visione di prospettiva! Io mi auguro che questa legge a cui
perveniamo serva in questa fase di transizione, in questi due o tre mesi,
perché ovviamente non è che sia necessario essere maghi.
Ovviamente, appena si voterà, ci sarà una
nuova amministrazione che metterà mano a questa legge. Nel momento in cui sarà
in grado di formulare un bilancio, troverà le risorse necessarie a impedire che
non vengano garantiti i posti di lavoro, in particolare non venga svenduto il
patrimonio di un Ente importante. È uno sforzo che lasciamo alla prossima Legislatura.
Credo che fosse quello che si poteva fare in
questo momento storico - visto l’impossibilità di approvare un bilancio - e mi
auguro, è questo l’auspicio, che chi sarà chiamato a gestire questa fase, il
commissario, sia in grado di garantire trasparenza, di fare scelte che vanno
nella direzione di salvaguardare i posti di lavoro e di salvaguardare il
patrimonio di questo Ente. Questo è l’auspicio che noi lasciamo. In questa fase
si poteva fare di più se ci fosse stata una maggiore volontà politica e anche
una maggiore agibilità economica, finanziaria di questo Consesso.
Ha chiesto di intervenire
l’assessore Fragomeni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Preliminarmente consentitemi di ringraziare veramente tutti coloro che hanno
partecipato alle svariate e numerose sedute delle Commissioni e che hanno
apportato, quindi, i contributi tramite idee, scontri. Non è stato semplice
arrivare all’iter che oggi approda in Aula con la proposta di legge 473/10^.
Ha ricordato il consigliere Pedà che la prima proposta era partita da quella del
consigliere Mirabello, su cui poi si è lavorato; è stata presentata un'altra
proposta di legge che era quella del consigliere Giordano del gruppo del
Partito Democratico, cui poi si è aggiunta l'altra, la terza proposta di legge,
del consigliere Giannetta. Si è lavorato cercando di fare una sintesi di quelle
tre proposte, arrivando alla proposta numero 473/10^.
Il lavoro non è stato semplice
neanche per noi; noi avevamo una contezza maggiore visto che, con il
Dipartimento e con il CORAP, abbiamo lavorato più a stretto contatto Purtroppo,
però, non è stato semplice poter dire ed arrivare a questa proposta di legge,
perché è chiaro che gli obiettivi che ci si è sempre posti sono stati: la
salvaguardia delle funzioni, dell'occupazione, dei servizi, del patrimonio dei
creditori. E, purtroppo, tutti assieme, così come si sarebbe voluto, è chiaro
che con un colpo di bacchetta magica non si possono avere.
È bene ricordare che - lo
hanno ricordato anche parecchi consiglieri nel loro intervento - il CORAP nasce
con la legge 24 del 2013 con cui si approda all'accorpamento delle cinque ASI,
dei cinque Consorzi provinciali, regolati dalla legge 38 del 2001.
La legge numero 24 è una legge
lacunosa - lo dico sempre e l'ho ripetuto più volte - soprattutto perché non
era stato fatto nessun tipo di studio economico finanziario. Quindi si sono
prese le 5 ASI e si sono accorpate così senza…
È stata una legge, quindi, di
difficile applicazione, proprio perché, nella definizione del modello
organizzativo e nella complessa procedura di accorpamento, si sono trovate
cinque differenti realtà, produttive ed organizzative, completamente
differenti.
Quindi è chiaro che nel
momento in cui c’è stato il primo bilancio da approvare, il bilancio 2016, per
via dei numerosi disallineamenti, non è stato facile arrivarci, tant'è che poi
si sono succedute delle operazioni, cosiddette verità, che hanno fatto venire
fuori quella che era la vera situazione del CORAP, cioè il primo anno si è
chiuso con un disavanzo di 26 milioni e 6 circa; il secondo anno, il 2017, si è
andata a sommare un'altra perdita di 3 milioni 170 e il terzo anno, nel 2018,
una perdita di 3 milioni 570 circa.
Ovviamente, questo che cosa ha
fatto capire? Ha fatto capire che, al di là della situazione disastrosa di anni
e di mala gestione per ventenni, ante costituzione del CORAP, che erano venuti
fuori soltanto tra il 2016/2017, c'era comunque una crisi strutturale
riconosciuta dal revisore, che, nei suoi numerosi verbali ne ha sempre parlato;
tant’è che, addirittura, nel verbale del marzo scorso aveva minacciato di
“portare i libri in Tribunale”. Questa è la frase tipica che si trova nei libri
di diritto commerciale, come per dire “sto andando a dichiarare il fallimento”,
cosa che tra l'altro non si può fare per questo tipo di Ente, ma comunque le
note continue dei vari commissari, direttore generale e attuale Commissario
straordinario del CORAP parlano di questa situazione di crisi strutturale.
Noi abbiamo cercato e la
Giunta Oliverio ha cercato, fino alla fine, di trovare la soluzione.
Addirittura voi ricorderete che, con la finanziaria del 2018, questa Giunta ha
messo 9 milioni di euro per il triennio 2018-2021. Perché? Perché considerando
i 3 milioni di perdita strutturale, la maggior parte dovuta, comunque, ad un
costo piuttosto sostenuto del personale, noi avevamo cercato di coprire le
perdite con l'introduzione di questi 9 milioni nel triennio. Nell'ultimo anno
si era registrato un notevole aumento di contenzioso, legato - e ci tengo a
sottolinearlo - alle vicissitudini delle precedenti ASI che, ovviamente, hanno
generato delle difficoltà nella gestione quotidiana, tanto da non riuscire
pagare più né fornitori né lavoratori né, ovviamente, ad affrontare i debiti
tributari.
Arrivati a questo punto ci si
è dovuti, necessariamente, imporre una pausa di riflessione e studiare
attentamente le varie proposte, considerando che noi dobbiamo sempre fare i
conti - e non dobbiamo dimenticarlo - con la normativa e con la legislazione
vigente, dove c'è appunto il divieto di soccorso finanziario. Sarebbe bello per
noi poter dire “mettiamo dei fondi, mettiamo 40 milioni, si ripiana tutto”.
Non si può fare! È stato detto
in tutte le Commissioni, è stato, praticamente, sviscerato più e più volte,
perché c'è il divieto di soccorso finanziario. Tant'è che anche volendo ed
avendo la disponibilità di mettere 40 milioni di euro, cioè che la Regione possa
mettere 40 milioni di euro, non si potrebbe fare perché non si può ripianare
questa perdita. Senza entrare, poi, nel dettaglio che, comunque, la Regione ha
solo il 46,67% delle quote, perché il restante sono agli altri vari Comuni
eccetera.
Per onestà, ovviamente, io
faccio questo breve excursus, perché la Regione ha provato, fino alla fine, a
trovare una soluzione. Tra l'altro, mi dispiace per il consigliere Giannetta,
che ora non vedo in Aula, perché gli emendamenti che ha presentato in Aula - lo
sa bene - altro non erano che di fatto la sua stessa proposta di legge, che
purtroppo però non era sostenibile dal punto di vista economico-finanziario,
perché in pratica significava rimettere i famosi 40 milioni di euro.
Tra l'altro c'è un'altra
questione. Né si può dire “non è compito del legislatore preoccuparsi della
copertura finanziaria”, perché questo credo sia poco responsabile. Cioè un
legislatore che fa una cosa del genere, senza avere la copertura finanziaria e,
quindi, con i pareri, tra l'altro, negativi delle Commissioni, significa
praticamente mandare, automaticamente, tutto alla Corte dei conti con tutto ciò
che ne consegue. Tra l'altro, i vari confronti che si sono tenuti, sia in
Commissione sia con i sindacati, anche con i lavoratori, hanno portato a questo
testo di legge.
Altro non facciamo con questa
proposta di legge che aggiungere alla legge numero 24 del 2013 idonei istituti
che mancano e riconducono l'azione amministrativa ad ipotesi di scioglimento
dell'Ente in caso di crisi strutturale dello stesso, sulla base di indicatori
che devono essere fissati per legge. Infatti la proposta di legge individua le
situazioni di crisi aziendale, in presenza delle quali potrebbe essere disposta
la liquidazione coatta amministrativa.
Gli indicatori, così come sono
stati già detti in precedenza, quando è stata spiegata la proposta di legge,
sono: le gravi perdite di esercizio per due esercizi finanziari consecutivi,
l'impossibilità di assicurare la sostenibilità e l'assorbimento delle funzioni
indispensabili e l'impossibilità di pagamento dei debiti liquidi ed esigibili
nei confronti dei terzi.
Assieme a questa parte, quindi
a questo primo articolo, in cui si va ad aggiungere – ripeto –alla liquidazione
ordinaria l’istituto della liquidazione coatta amministrativa che consente alla
Regione di procedere, mediante l'ausilio di particolari tutele giuridiche, per
il personale, i creditori, nonché nei confronti di tutti quegli altri operatori
economici che, quotidianamente, interagiscono con l’Ente.
Quindi, assieme
all'introduzione di questo istituto, la Regione, però, nel secondo comma - mi
dispiace che si parli soltanto del primo comma, cioè dell'introduzione della
liquidazione amministrativa, ma non si tenga conto del secondo comma –
scandendo i tempi istituisce la nuova agenzia; cioè il secondo comma dice che
“la Regione, nel caso di liquidazione coatta amministrativa del CORAP, è
impegnata, anche al fine di procedere con un generale riordino e rilancio delle
politiche connesse alla gestione delle aree industriali ed attrazione
investimenti, a costituire un nuovo ente pubblico economico denominato,
appunto, Agenzia regionale sviluppare industriali”, nell'ambito del quale
dovrebbero confluire le funzioni già previste dalla legge 317 del ’91 e le
leggi regionali 38 del 2001 e 24 del 2013.
Pertanto, questo – ripeto -
non è soltanto l'introduzione di un istituto che già c'è, ovviamente con delle
maggiori tutele, ma scandisce anche tutta una serie di attività che si
susseguiranno, ovviamente, alla liquidazione.
Infine, al consigliere Pedà volevo dire una cosa, perché più volte ha fatto
riferimento alla mancanza dei direttori generali in Commissione e gli ho sempre
dato ragione, tant'è che abbiamo - e questo l'ho fatto io come Assessore al
personale - introdotto degli obiettivi, per quanto riguarda i direttori
generali, che riguardano le presenze o le assenze in Commissione per seguirne i
lavori.
Passiamo all'esame alla
votazione del provvedimento, consigliere Battaglia, passiamo all'esame del
provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Ordine del giorno di
iniziativa dei consiglieri Gallo, Arruzzolo, Greco,
Battaglia, Parente, Giudiceandrea e Nucera “Sulla situazione dei malati di Alzheimer e sulla
qualità del sistema assistenziale”
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, questo ordine del
giorno è finalizzato a dare attuazione al Decreto del commissario ad acta.
Semplicemente, questo ordine
del giorno impegna la Giunta regionale a dare effettiva attuazione al decreto
del commissario ad acta numero 258 del 2018, che recepisce l'accordo sul Piano
nazionale delle demenze e la strategia per la promozione ed il miglioramento
della qualità e l'appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore
delle demenze. L'Alzheimer è un'emergenza, un’emergenza anche in Calabria e noi
abbiamo bisogno di dare una risposta.
Ringrazio tutti i colleghi
capigruppo che hanno firmato questo ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Sono sicuro che il collega
Gallo capirà, ma, come ho già detto prima, mi astengo dalla votazione di ordini
del giorno fino a quando non vedrò rispettato l'ordine del giorno della ZES,
che impegnava la Giunta regionale a costituire uno sportello fisico a Gioia
Tauro.
Grazie.
Pongo ai voti l’ordine del
giorno. È approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Passiamo all’ordine del giorno
a firma del consigliere Sergio che ha facoltà di illustrarlo.
Poi sul secondo ordine del
giorno facciamo intervenire anche l’assessore Robbe.
Prego.
Signor Presidente, il presente
ordine del giorno riguarda il Consorzio di Bonifica integrale dei bacini del
Tirreno Cosentino-ex Valle Lao di Scalea e la sua situazione
economico-finanziaria abbastanza in difficoltà.
Premesso che con Decreto del
Presidente della Giunta regionale numero 84 del 11.08.2017, in esecuzione alla
deliberazione della Giunta regionale 354 del 31.07.2017, è stato nominato il
nuovo Commissario straordinario del Consorzio di Bonifica del Tirreno
Cosentino-ex Valle Lao di Scalea, individuato nella persona del funzionario
regionale Celiberto Leonardo, in sostituzione del
dottor Domenico Macrì.
La decisione di sostituire la
guida dell'Ente consortile - e questo non è riferito al nominato funzionario -
ha suscitato perplessità anche da parte dei Sindaci di sei Comuni dell'Alto
Tirreno Cosentino (Orsomarso, Belvedere, Santa Maria del Cedro, Grisolia, San
Nicola Arcella e Cetraro), in quanto la sostituzione del Commissario
straordinario è stata assunta in assenza di dialogo tra i rappresentanti del
territorio, vanificando, quindi, il lavoro anche di concertazione con le
organizzazioni sindacali, con cui era stato raggiunto un accordo sulle
iniziative da attuare a tutela dei lavoratori e finalizzata a superare le
criticità strutturali e finanziare del Consorzio stesso, ereditate dalle precedenti irresponsabili, inefficienti gestioni. Ciò
non può che ripercuotersi sui diritti del lavoratore, sul loro futuro e sul
destino di un ente, che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia del
territorio e nel sostegno all’economia agricola.
Nello scorso mese di ottobre i dipendenti del Consorzio di Bonifica, in
una intera lettera avviata al Presidente della Giunta e al Prefetto, hanno
rappresentato una situazione di disagio perché non vengono corrisposte - con
quella di questo mese - probabilmente 5 mensilità. Tutto questo premesso, si
impegna il Presidente della Giunta regionale ad adottare, come da precedenti
accordi assunti, tutte le iniziative necessarie volte a tutelare i diritti
lavoratori del Consorzio, che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia
del territorio e nel sostegno all’economia agricola. In particolare avviando
tempestivamente un Tavolo di concertazione che abbia come primo obiettivo il
pagamento degli stipendi arretrati al mese di dicembre prossimo venturo.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Intervengo
per dichiarazione di voto: continuo ad astenermi, Presidente, come ho già detto
in precedenza, visto che ritengo che queste approvazioni di ordine del giorno
siano solo una mera perdita di tempo. Grazie.
Pongo ai voti
l’ordine del giorno. È approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Passiamo
all’ultimo ordine del giorno. Si tratta dell’ordine del giorno in merito ai
tirocinanti dell’amministrazione della Giustizia e i tirocinanti degli Enti
locali, rientranti nel bacino ex
percettori di mobilità in deroga, ai tirocinanti Mibact,
ai lavoratori in servizio presso il Miur, in ordine
alla storicizzazione dei precari della Regione. Consigliere Sergio, se vuole
illustrarlo ne ha facoltà, altrimenti possiamo passare anche all’intervento
dell’assessore.
Premesso che da anni negli Uffici dell’amministrazione della giustizia
del Mibact presso il Miur e
presso gli Enti locali regionali sono impiegati, con reiterate proroghe
contrattuali a termine o attraverso tirocini, percorsi formativi e altre forme
di impiego precarie, migliaia di lavoratori calabresi che ai titoli di studio
in loro possesso sommano ora una consolidata formazione, come si vede
dall’elenco dei lavoratori precari storici della Regione Calabria di cui all’articolo 2, comma 1, del
decreto legislativo 81/2000, dei lavoratori di cui alla legge regionale 15, 28
e 8 del 2010.
Lavoratori che indubbiamente costituiscono per il nostro Paese in
generale e per la nostra Regione in particolare, quasi sempre al collasso,
proprio per deficienza di organico e mezzi, una risorsa preziosa ed
irrinunciabile, avendo garantito e garantendo alla pubblica amministrazione
l’opportunità di avvalersi, nei comparti richiamati, di personale qualificato.
Improcrastinabile, dunque, è divenuta ora la necessità di trovare una soluzione
conclusiva alla vicenda lavorativa dei medesimi.
Peraltro, come anzidetto, quei lavoratori hanno pur sopperito alla grave
carenza degli organici determinata dal blocco del turnover, restando, per l’altro verso, la risposta del mondo
politico assolutamente insufficiente, limitata al più a una proroga dei contratti
senza soluzione di continuità, alla reiterazione dei tirocini, dei percorsi
formativi e altre forme di impiego precario, senza mai predisporre ed attuare
iniziative e strumenti adeguati, concreti e fattivi.
Per poter
procedere ragionevolmente ad un esito che vede la effettiva stabilizzazione
occupazionale e che contemperi, però, imprescindibilmente i criteri ordinari di
accesso al pubblico negli uffici interessati con i tirocini, i risvolti, le
esperienze ivi acquisite e la formazione ivi perfezionata, quali assoluti
titoli preferenziali. Per quanto premesso si impegna il Presidente della Giunta
regionale, in ordine a tutte queste categorie di lavoratori, di procedere,
tenuto conto dei tempi per l’attuazione del processo e della volontà del
legislatore, di valorizzare queste figure, di poter rendere stabile il lavoro
di questa massa di lavoratori importanti, che sono una risorsa, sono un valore
aggiunto per tutte le attività che svolgono e per i settori in cui le svolgono.
Ha chiesto
di intervenire l’assessore Robbe. Ne ha facoltà e,
con l’occasione, svolgerà l’informativa che aveva annunciato in Capigruppo.
Comincerei dall’informativa e poi
interverrei sull’ordine del giorno. È condivisibile la necessità di lavorare
per dare degli sbocchi e sugli impegni richiesti. L’informativa riguarda i
lavoratori di cui alla legge numero 1 del 2014, cosiddetti lavoratori della
legge 12. Stiamo dando quest’informativa perché c’è stato nel corso degli
ultimi mesi un interesse particolarmente forte da parte di tutti i consiglieri
per capire quale fosse la sorte di questa categoria di lavoratori, inclusi
nella legge, volta a favorire il superamento del precariato storico in
Calabria.
Per censire questi lavoratori, di cui non
si conosceva l’entità complessiva, era stata pubblicata una manifestazione di
interesse, che di recente si è chiusa e ha portato all’approvazione di due
allegati, l’allegato A e l’allegato B, con cui si è identificato il diritto di
88 lavoratori, che provengono da bacini di precariato storico, ad arrivare ad
accedere, come gli altri lavoratori individuati dalla legge, ad opportunità
occupazionali, costruite in funzione del superamento del precariato.
Con i capigruppo e con alcuni consiglieri
abbiamo discusso recentemente sulla necessità di aprire una nuova
manifestazione di interesse che è stata avviata, nella convinzione che ci siano
ulteriori beneficiari che non erano stati censiti con la precedente
manifestazione. Cosa succede adesso? Che gli 88 beneficiari identificati
possono, essendo stati identificati e cristallizzati, trovare una soluzione
qualora decidessimo di portare avanti le attività per loro, fermo restando il
diritto che acquisiranno i beneficiari che andremo ad identificare con la nuova
manifestazione di interesse.
In questo senso abbiamo lavorato e abbiamo
identificato una opportunità importante per dare una risposta occupazionale a
questi lavoratori, ma soprattutto per andare incontro alle esigenze di
qualificare il sistema dei servizi sociali che, in questo momento, in Regione
Calabria, abbiamo posto alla nostra attenzione e stiamo arrivando ad una
sistemazione nuova rispetto al pregresso. In questo senso abbiamo ritenuto
opportuno incontrare ieri i sindacati per rappresentare l’opportunità e
condividere oggi con i consiglieri sia l’opportunità che abbiamo messo in campo
con i capigruppo sia la volontà di procedere ad attivare questa opportunità;
tutto ciò, senza togliere nulla a coloro che verranno identificati successivamente,
ma andando già ad impiegare gli 88 lavoratori identificati con la
manifestazione di interesse chiusasi a novembre scorso.
In cosa consiste questa opportunità? Noi
abbiamo fatto una ricognizione abbastanza approfondita e dettagliata dell’utilizzo
delle risorse. In particolare, abbiamo visto che sul PON inclusione c’è stato
un utilizzo, non dal punto di vista quantitativo, non adeguato da parte degli
Ambiti che hanno nella disponibilità le risorse e, contemporaneamente, abbiamo
avviato la riforma del Welfare, che è
stata deliberata qualche tempo fa.
Che cosa si rileva? Che gli Ambiti, per
arrivare ad utilizzare in maniera più qualificata il PON inclusione e dare
corso all’attivazione della riforma in maniera corretta, hanno bisogno di un
intervento che potenzi le capacità degli uffici, le dotazioni degli uffici di
Piano con interventi di capacity
building. Questi interventi li
abbiamo concordati con il Ministero del Lavoro, titolare della procedura e che
trasferisce agli Ambiti le risorse del PON e che ha riconosciuto questa
necessità e la ha anche definita, identificata, come ho appreso nelle ultime
ore. Siamo in grado di dire che per interventi di capacity building potremmo utilizzare, per l’avviso del 2019 delle risorse
del PON, una parte importante di risorse per effettuare interventi di capacity building e di assistenza tecnica agli
Ambiti, utilizzando le risorse umane che abbiamo individuato con la
manifestazione di interesse precedente, sapendo che probabilmente non saranno
esaustive delle esigenze degli Ambiti.
Perché questo? Non perché abbiamo…
(Interruzione)
Assessore,
ma non è meglio farla la discussione quando c’è il numero legale!? Perché
altrimenti poi la deve ripetere!
C’è una
richiesta di verifica del numero legale! Non è neanche corretto che l’Assessore
parli di…
È lavoro
sprecato, Assessore!
Consigliere
Tallini, si avvicini per fare la chiama. Consigliere Esposito, però, qualora
mancasse il numero legale, comunico che è già convocato il Consiglio regionale
per il 28 novembre. Il primo punto sarà l’ordine del giorno di iniziativa del
consigliere Sergio.
Prego,
consigliere Tallini, faccia la chiama. Se c’è il numero legale l’Assessore
continua e si porta ai voti l’ordine del giorno.
(Interruzione
del consigliere Gallo)
Questa
discussione, se vogliamo, possiamo farla domani mattina nell’ufficio dell’Assessore.
Consigliere
Tallini, faccia la chiama, per favore. Consigliere Gallo, grazie.
Si tratta di
un’informativa che sussegue ad una riunione in Conferenza dei capigruppo.
(Interruzione)
Procediamo
con la verifica del numero legale!
Fa la chiama.
In attesa
del conteggio dei presenti, comunico che il Consiglio regionale, come
concordato, sarà convocato per il prossimo 28 novembre, per l’approvazione dei
documenti contabili da approvare inderogabilmente non oltre il 30 novembre. I
presenti sono 13, manca il numero legale, pertanto la seduta è tolta.
La seduta
termina alle 22,10
Ha
chiesto congedo: Arruzzolo, Ciconte,
Gentile, Salerno, Musmanno, Russo
(È concesso)
Sono state presentate
alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a) e lettera e) comma
1, dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. – (deliberazione G.R. n. 508 del 30.10.2019)” (PL n.
474/10^)
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per
gli anni 2020-2022 (Art. 43 del decreto legislativo 118/2011) – (deliberazione
G.R. n. 529 del 18.11.2019)” (PL n. 478/10^)
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - alla terza
Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - alla quarta
Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente
- e alla quinta Commissione - Riforme - per il parere di cui all’articolo 108
del Regolamento interno, alla Commissione speciale di Vigilanza ai sensi
dell’articolo 34 del Regolamento interno e al Consiglio delle Autonomie Locali
ai sensi dell’articolo 127 del Regolamento interno del Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa
dei consiglieri regionali:
Battaglia,
Tallini, Mirabello, Nucera, Guccione,
Arruzzolo, Sergio, Aieta, Sculco,
D’Acri - “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 agosto 2010, n. 21,
recante: 'Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al
miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale'” (PL n.
472/10^)
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Battaglia,
Giordano, Mirabello – “Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 e
principi generali per la costituzione dell’Agenzia Regionale Sviluppo Aree
Industriali” (PL n. 473/10^)
È
stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Greco
“Modifiche e integrazioni alla legge regionale 18 maggio 2017, n. 18
(Disposizioni per l’organizzazione del servizio idrico integrato)” (PL n.
475/10^)
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Giordano,
Bova, Nucera, Giudiceandrea
“Modifiche alla legge regionale 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed
invalidi civili e del lavoro)” (PL n. 476/10 )
È
stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Pedà – “Agevolazioni sui
mezzi di trasporto regionali per gli appartenenti al Corpo nazionale dei vigili
del fuoco – modifiche alla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i
servizi di trasporto pubblico locale)” (PL n. 477/10)
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate
alla Presidenza le seguenti proposta/e di provvedimento amministrativo di
iniziativa della Giunta regionale:
“Rendiconto esercizio 2018 dell’Azienda Calabria
Verde – (deliberazione G.R. n. 493 del 25.10.2019)” (PPA n. 281/10^)
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
“POR Calabria FESR FSE 2014-2020. Presa d’atto
della Decisione di esecuzione della Commissione europea C(2019)
1752 final del 28.2.2019 che modifica la decisione di
esecuzione C(2015) 7227 che approva determinati elementi del programma
operativo 'POR Calabria FESR FSE' per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo
regionale e del Fondo sociale europeo nell’ambito dell’obiettivo 'Investimenti
a favore della crescita e dell’occupazione' pe la regione Calabria in Italia”
(PPA n. 282/10^)
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
“Rendiconto esercizio 2018 dell’Agenzia Regione
Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA) – (deliberazione G.R. n. 516
del 14.11.2019)” (PPA n. 283/10^)
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla
Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa
dell’Ufficio di Presidenza:
“Variazione al bilancio di
previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria (deliberazione U.P.
n. 55 del 10 ottobre 2019, così come modificata ed integrata dalla
deliberazione U.P. n. 58 del 22 ottobre 2019)” (PPA n. 277/10^)
È
stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento
amministrativo d’Ufficio:
“Nomina di un membro effettivo ed uno supplente –
iscritti all’albo dei revisori dei conti – del Collegio dei sindaci, costituito
in forma monocratica, dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura
(ARSAC) (art. 6, comma 1, Legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66)” (PPA n.
278/10^)
“Nomina di un membro effettivo ed uno supplente –
iscritti nel registro dei revisori legali di cui all’art. 2 del D.lgs. 27
gennaio 2010, n. 39 – di Revisore unico dei conti, costituito in forma
monocratica, dell’Azienda Calabria Verde (art. 7, comma 1, Legge regionale n.
25/2013 per come sostituito dall’art. 24, comma 1, della Legge regionale 27
dicembre 2016, n. 43)” (PPA n. 279/10^)
“Nomina del Presidente e di un
membro effettivo del Collegio sindacale della Fincalabra
S.p.A. (Art. 3, comma 6, lett. b) Legge regionale 11
maggio 2007, n. 9)” (PPA n. 280/10^)
La Giunta regionale ha
trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione n. 495 del 25 ottobre 2019, recante: 'POR Calabria FESR-FSE
2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario Asse 14 “Assistenza Tecnica
(FESR)” –Azioni 14.1.1 – 14.1.2'
(PARERE N. 56/10^)
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
La Giunta regionale ha
trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione n. 507 del 30 ottobre 2019, recante: 'Adozione del Piano delle
alienazioni e valorizzazioni degli immobili della Regione Calabria – Esercizio
finanziario 2019'
(PARERE N. 57/10^)
È
stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere e
alla Commissione speciale di vigilanza ai sensi dell’articolo 34, comma 3,
lettera d) del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Con nota acquisita al
protocollo generale n. 31269 del 29.10.2019, il Consigliere regionale Michele
Mirabello ha ritirato la proposta di legge n. 460/10^ recante: 'Modifiche alla
legge regionale 16 maggio 2013, n. 24' di sua iniziativa.
Con nota acquisita al
protocollo generale n. 31330 del 29.10.2019, il Consigliere regionale Domenico
Battaglia ha ritirato la proposta di legge n. 469/10^ recante: 'Istituzione
Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali e liquidazione del CO.R.A.P.' di
sua iniziativa.
Con nota acquisita al
protocollo generale n. 31390 del 29.10.2019, il Consigliere regionale Domenico
Giannetta ha ritirato la proposta di legge n. 467/10^ recante: 'Legge regionale
in materia di politiche di insediamento industriale' di sua iniziativa.
La Giunta regionale ha
trasmesso la deliberazione n. 528 del 14 novembre 2019, recante: 'Revoca della
deliberazione di Giunta regionale n. 424 del 9.9.2019 concernente
'Presentazione al Consiglio regionale del disegno di legge recante
'Provvedimento di variazione al bilancio di previsione 2019-2021 approvato con
la legge 21 dicembre 2018, n. 49' e conseguente ritiro del disegno di legge n.
459/10'.
In data 31 ottobre 2019, il Presidente della Giunta
regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è
stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 121 del 31 ottobre 2019:
Regolamento regionale n. 20
del 31 ottobre 2019, concernente: 'Modifiche al regolamento regionale 5 novembre
2013, n. 10 (Regolamento regionale di attuazione della l.r.
3 settembre 2012, n. 39, recante: 'Istituzione della struttura tecnica di
valutazione VAS-VIA-AUA-VI' pubblicata sul BUR n. 16 dell’1.9.2012, s.s. n. 2 dell’11.9.2012)'.
In data 7 novembre 2019, il Presidente della Giunta
regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è
stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 123 dell’8 novembre 2019:
Regolamento regionale n. 21
del 7 novembre 2019, concernente: 'Modifica al Regolamento regionale n. 14,
recante la disciplina delle strutture ausiliarie, del 10 agosto 2017 e s.m.i.'.
La Giunta regionale ha
trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di
previsione finanziario 2019-2021:
Deliberazione Giunta regionale
n. 496 del 25.10.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 517 del 14.11.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 518 del 14.11.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 519 del 14.11.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 520 del 14.11.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 521 del 14.11.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 522 del 14.11.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 523 del 14.11.2019;
Deliberazione Giunta regionale
n. 524 del 14.11.2019.
Neri - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
tra le prestazioni previste
nel nomenclatore LEA approvato dal Parlamento Italiano è prevista la
"Osservazione in epiluminescenza"
cod.89.39.1, grossolanamente denominata esame videodermatoscopico,
che risulta come esame di secondo livello per la prevenzione e la diagnosi
precoce del Melanoma Maligno;
tale prestazione è prevista
nelle linee guida internazionali per una diagnosi accurata di gran parte dei
tumori della pelle e viene eseguita con cadenza periodica da alcune categorie
di pazienti (oncologici, neuropatici, con familiarità positiva etc);
tale prestazione, rientrando
tra i LEA, comporta il pagamento di un ticket di euro 6,97 e in Calabria viene
effettuata esclusivamente negli ospedali HUB. Sembrerebbe che nell'ultimo anno
presso il GOM tale prestazione sia stata eseguita in alcuni casi con la
dicitura "Capillaroscopica" a fronte del pagamento di un ticket di
euro 56 e in altri addirittura in regime extra LEA, cioè senza ricetta, a
tariffa di euro 50. Tale prassi, ove fosse confermata, appare lesiva dei
diritti dei pazienti nonché delle buone regole di pratica medica, ingenerando
una confusione organizzativa nonché un aggravio di costi per i malati
sottraendo alla copertura universale l'assistenza verso una patologia
oncologica che per prevalenza ed incidenza è in continuo aumento -:
quali urgenti provvedimenti
intende adottare per verificare l'esistenza di tali gravi comportamenti,
valutando anche l'invio di una ispezione al fine di ristabilire una prassi
conforme ai LEA e dare certezze di cure e di trattamenti ai pazienti del GOM di
Reggio Calabria.
(520; 19/11/2019)
Bova - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- il PSR Calabria 2014/2020 è
lo strumento di programmazione comunitaria basato su uno dei fondi SIE, il
FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale), che permette alle
singole Regioni italiane di sostenere e finanziare gli interventi del settore
agricolo - forestale regionale e accrescere lo sviluppo delle aree rurali;
- l'Unione Europea ha messo a
disposizione della Regione Calabria risorse finanziarie pari a €. 1.103.562.000
offrendo a tutti i potenziali beneficiari la possibilità di aumentare la
competitività del settore agricolo e forestale del territorio;
- l'intervento 7.3.2
"Interventi per la crescita digitale nelle aree rurali" sostiene,
all'interno delle aree rurali C e D del territorio regionale, l'implementazione
delle tecnologie informatiche nell'ambito delle pubbliche amministrazioni e
l'ampliamento della capacità di fruizione dei servizi digitali da parte dei
cittadini, e favorire l'accesso alla fornitura di servizi pubblici on line;
- con D.D.G. n. 3168 del
11/04/2018 è stato pubblicato l'Avviso pubblico per la presentazione delle
domande di sostegno relative alla Misura 07 — intervento 7.3.2.
"Interventi per la crescita digitale nelle aree rurali" del PSR
Calabria 2014-2020, annualità 2018;
- il punto 2.3 delle
Disposizioni Procedurali allegate all'avviso di cui sopra, prevede la
possibilità per i soggetti non ammessi di proporre istanze di riesame a cui è
destinato in via cautelativa un importo pari al 10% della dotazione finanziaria
complessiva prevista dal bando per la creazione di apposita riserva;
- con D.D.G. n. 11013 del
05/10/2018 è stata approvata la graduatoria definitiva relativa al suddetto
avviso con riconoscimento del contributo finanziario limitatamente agli investimenti
compresi tra la posizione n. 1 e la posizione n. 114;
- con D.D.G. n. 9724 del
06/08/2019 è stato approvato l'elenco delle domande oggetto di riesame con
riconoscimento del contributo finanziario ai comuni compresi dalla posizione n.
1 alla n. 12. Considerato che: - il primo dei soggetti non beneficiari del
contributo finanziario collocato in posizione n. 115 della graduatoria
definitiva approvata con D.D.G. n. 11013 del 05/10/2018 ha un punteggio
riconosciuto di 37;
- tra i soggetti beneficiari del
contributo finanziario nell'elenco delle domande oggetto di riesame sono
finanziati comuni con punteggi inferiori a 37, e in particolare con punteggi
pari a 36, 35.5 e 34 -:
quale sia stata la ratio
utilizzata nel riconoscimento dei contributi finanziari relativi alla Misura 07
— intervento 7.3.2 "Interventi per la crescita digitale nelle aree
rurali" del PSR Calabria 2014-2020, in virtù dell'esistenza di due
graduatorie separate (una per le domande ammesse e una per le domande oggetto
di riesame) che di fatto assegnano il contributo finanziario senza tener conto
di una graduatoria complessiva, con la risultanza che soggetti a cui sono
attributi punteggi inferiori risultano vincitori in danno di altri soggetti
che, pur avendo presentato progetti migliori e con punteggio maggiore, sono
risultati esclusi dal riconoscimento del contributo finanziario.
(513; 23/10/2019)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
• in data 24 ottobre 2019, la Filt Cgil e la Camera del Lavoro di Cosenza hanno promosso
a Lorica, nel salone dell'Ente Parco, un incontro per discutere della necessità
di riaprire gli impianti di risalita di Lorica-Cavaliere in vista
dell'imminente stagione invernale;
• la riapertura degli impianti
di risalita di Lorica-Cavaliere è stato oggetto di una manifestazione di
interesse da parte del Comune di Casali del Manco che non ha avuto nessun
esito. Al momento nessuna impresa privata si è resa disponibile a gestire
l'impianto per la prossima stagione invernale;
• nel 2018, una convenzione
transitoria tra Regione Calabria, Ferrovie della Calabria e Arsac,
ha permesso l'apertura dell'impianto sciistico di Lorica-Cavaliere per un
periodo non superiore a un anno. Una volta scaduta la convenzione, nessuno si è
occupato della manutenzione ordinaria e straordinaria, gli impianti a fune di
Lorica sono nuovamente chiusi e ad oggi non c'è ancora alcuna data certa per la
riapertura -:
visto l'ormai imminente avvio
della stagione invernale e sciistica, quali iniziative urgenti intende adottare
affinché possano essere riaperti, così come è avvenuto lo scorso anno, i nuovi
impianti di risalita di Lorica. L'obiettivo è quello di consentire la
riapertura degli impianti, in affidamento provvisorio, per l'otto dicembre.
Bisogna lavorare e velocizzare le procedure per rilanciare l'economia del
settore. Lorica è uno dei punti di forza per incrementare il turismo invernale,
una risorsa da tutelare e promuovere al meglio per fare in modo che la Sila
torni ad essere una meta attrattiva per gli appassionati dello sci. E non solo.
(514; 28/10/2019)
Bova - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- la Giunta Regionale, con
deliberazione n. 329 del 22 luglio 2019, ha approvato il Programma Triennale
del Fabbisogno di Personale triennio 2019-2021, prevedendo, tra l'altro, per
l'anno 2019, la stabilizzazione di personale ai sensi dell'art. 20, comma 2, d.lgs 25 maggio 2017, n. 75;
- con riferimento a queste
tipologie di assunzioni, la Giunta Regionale con deliberazione n. 610 dell'11
dicembre 2017 ha approvato un "atto di indirizzo in materia di
valorizzazione dell'esperienza professionale del personale con contratto di
lavoro flessibile e superamento del precariato";
- per l'anno 2019 le risorse
destinate alle stabilizzazioni ex art. 20, comma 2, d.lgs
n. 75/2017 relativamente alla quota interna (50%), ammontano ad euro
1.007.991,03 per come si evince dall'allegato alla DGR n. 329 del 22 luglio
2019;
Considerato che: - l'art. 17
della Legge 124/2015 recante "Deleghe al Governo in materia di
riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", meglio conosciuta come
Legge Madia di Riforma della PA, prevede che nelle procedure concorsuali
pubbliche di meccanismi di valutazione finalizzati a valorizzare l'esperienza
professionale acquisita da coloro che hanno avuto rapporti di lavoro flessibile
con le amministrazioni pubbliche siano esclusi in ogni caso i titolari di
incarichi con uffici di diretta collaborazione degli organi politici;
- la Circolare n. 3/2017 del
Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione specifica al
punto 3.2 che è escluso dall'applicazione dell'art. 20 del d.lgs
n. 75 del 2017 "il servizio prestato negli uffici di diretta
collaborazione di cui all'art. 17 del d.lgs 165/2001
0 degli organi politici delle Regioni, secondo i rispettivi ordinamenti, nonché
quello prestato in virtù dei contratti di cui agli articoli 90 e 110 del d.lgs 18 agosto 2000, n. 267 (comma 7)";
- nell'avviso del Dipartimento
"Organizzazione e Risorse Umane" per la ricognizione dei contratti di
lavoro flessibile, pubblicato sul sito istituzionale della Regione Calabria in
data 08.03.2018, si richiedeva ai soggetti interessati di dichiarare di aver
maturato almeno tre anni di contratto, anche non continuativi, negli ultimi otto
anni, prestato NON negli uffici di diretta collaborazione con l'Organo
politico;
Dato atto che: - dall'atto
interno del Dipartimento "Organizzazione e Risorse Umane" (prot. SIAR n. 0366887 del 23.10.2019) si evince che sono
state presentate n. 809 autocertificazioni ricognitive -:
quali controlli siano stati
effettuati sulle autocertificazioni ricognitive di cui sopra e se soggetti
attualmente titolari di incarichi di diretta collaborazione con gli organi
politici della Giunta Regionale abbiano presentato autocertificazione per
l'accesso alle procedure di stabilizzazione di cui sopra.
(515; 08/11/2019)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
• in data 05-09-2017, con
delibera numero 1670, l'Asp di Cosenza ha indetto un concorso pubblico per
titoli ed esami per la copertura di 16 posti di operatore tecnico specializzato
- autista di autoambulanza, categoria BS;
• in data 29-10-2018, con
delibera numero 1661, l'Asp di Cosenza ha nominato la commissione esaminatrice
per il concorso pubblico OTS - Autista di autoambulanza Categoria BS;
• l'Asp di Cosenza, in modo
inopportuno e con profili di illegittimità, con delibera numero 931 del
31-10-2019, ha revocato il concorso pubblico OTS - Autista di autoambulanza
Categoria BS, nonostante siano state presentate centinaia di domande da parte
degli aspiranti candidati;
• la direzione dell'Asp di
Cosenza, tra l'altro, era a conoscenza di incontri tra i sindacati, il
dirigente generale del Dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie,
il commissario ad acta per il Piano di rientro. Incontro mirati per verificare
il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) assicurati dalle
Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione Calabria in relazione al
fabbisogno di personale tecnico/sanitario necessario per mantenere gli standard
assistenziali previsti. Nel verbale sottoscritto da tutti i partecipanti
all'incontro, veniva specificato che bisognava risolvere alcuni aspetti, tra i
quali lo "sblocco delle procedure concorsuali già bandite e non ancora
definite ed espletate, che dovranno essere concluse entro il 30 giugno
2020";
• è evidente che la procedura
adottata dall'Asp di Cosenza con delibera numero 931 del 31 ottobre 2019 deve
essere immediatamente revocata, perché è palesemente in contraddizione con
quanto deciso dalla Regione Calabria, dal commissario ad acta Saverio Cotticelli e dai sindacati e di fatto lede il diritto di
centinaia di persone che hanno deciso di partecipare al concorso -:
- quali iniziative intende
mettere in atto per evitare che ci siano palesi violazioni nei confronti di
centinaia di calabresi che hanno legittimamente presentato domanda e chiesto di
partecipare al concorso pubblico indetto nel 2017 e che oggi, per motivazioni
amministrative poco chiare, hanno portato l'Asp di Cosenza a revocarlo;
- si chiede che, in
autotutela, la Regione Calabria e il Dipartimento Tutela della salute e
Politiche sanitarie, venga annullato quanto deciso dall'Asp di Cosenza, anche
alla luce dell'accordo sottoscritto con i sindacati e l'ufficio del
commissario.
(516; 08/11/2019)
Giordano - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- l'Oasi WWF del Lago
dell'Angitola si trova in un Sito d'importanza Comunitaria nei Comuni di
Monterosso Calabro e Maierato (Vv) e rappresenta una
zona umida di importanza internazionale, tappa fondamentale di un'importante
rotta migratoria di uccelli. L'area si estende per circa 875 ettari e comprende
un lago artificiale sul fiume Angitola che offre un rifugio sicuro a molte
specie di uccelli;
- a seguito di una
segnalazione di una significativa moria di pesci il Direttore del Dipartimento
Provinciale Arpacal di Vibo Valentia, dott.
Migliorino, con una nota inviata al Commissario straordinario del Parco
regionale delle Serre e ad altri Enti competenti ha evidenziato che "le
analisi chimico-fisiche, batteriologiche ed eco-tossicologiche, effettuate su
un campione di acqua superficiale sono da riferire al campione istantaneo
prelevato in superficie dalla sponda sinistra del lago. Le analisi dei
fitofarmaci rilevano la presenza di dde e ddt;
inoltre viene rilevata la
presenza di para para Dde e
Ddt totale (pesticidi), entrambi in concentrazioni
superiori se confrontato i rispettivi standard di qualità ambientali, espressi
come valori medi annui, riportati nella tabella 1A del decreto legislativo 172
del 2015 (La ricerca degli idrocarburi policiclici aromatici ha rilevato la
presenza di fenantrene (sostanza inquinante)";
- i risultati delle analisi
sono da ritenersi preoccupanti sia per l'ecosistema del sito comunitario sia
per la salute della comunità territoriale limitrofa al sito -:
- quali sono le azioni finora
intraprese, anche in collaborazione con gli altri Enti competenti alla
salvaguardia del sito, per stabilire la provenienza degli inquinanti rinvenuti
e per accertare le cause dell'inquinamento;
- quale sia lo stato di
aggiornamento, da parte del Dipartimento Ambiente e Territorio della regione,
del Piano di Tutela delle acque, quest'ultimo condizione imprescindibile per la
redazione del Piano di gestione;
- quale sia lo stato di
aggiornamento del "Piano Regionale di Bonifica dei Siti Inquinati" a
seguito dello schema della convenzione stipulata tra il Dipartimento Politiche
dell'Ambiente della Regione Calabria e l'ARPACAL (Delibera ARPACAL n. 37 del
5/2/2015) che affida all'Agenzia stessa la predisposizione e attuazione di un
Piano di Lavoro per lo svolgimento delle attività finalizzate all'aggiornamento
dei dati dei siti potenzialmente inquinati presenti nella Regione Calabria, al
fine di stabilire l'ordine di priorità degli interventi di bonifica secondo
criteri di valutazione del rischio relativo e se il lago Angitola sia già stato
inserito nei suddetti interventi prioritari;
- quali siano, in ogni caso,
gli interventi urgenti programmati per una prima bonifica del sito.
(517; 13/11/2019)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
• in data 15 novembre 2018 ho
presentato un'interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta
regionale della Calabria Mario Oliverio, sul mancato funzionamento del Blocco
Operatorio (quattro sale operatorie: Cardiochirugia,
Ortopedia e due di Chirurgia) del Presidio ospedaliero di Castrovillari,
inaugurato più volte in modo farlocco, costato euro 4.778.400,00 (Iva inclusa),
chiavi in mano, con gara aggiudicata nel 2008. A distanza di undici anni il
Blocco Operatorio risulta non collaudabile perché manca la progettazione della
Centrale gas medicali, del Gruppo elettrogeno e i lavori correlati
all'utilizzazione delle Sale operatorie da parte degli operatori quali
spogliatoi e bagni;
• in data 30 novembre 2018 il
Presidente della Regione Calabria inviava risposta scritta alla mia
interrogazione confermando l'impossibilità di attivare le Sale operatorie
dell'ospedale Spoke di Castrovillari e specificando
che si sarebbe provveduto a progettare, finanziare i lavori necessari
all'effettiva apertura del Blocco operatorio;
• ad oggi non risulta che
siano stati avviati gli interventi necessari e promessi per l'apertura del
Blocco Operatorio. Il permanere di tale situazione evidenzia un chiaro caso di
"malasanità" dove sono stati sprecati euro 4.778.400,00 per un'opera
che la malapolitica ha inaugurato per ben tre volte
consecutive e che deve ancora essere completata per poter offrire un servizio
ospedaliero efficiente ai cittadini dell'area del Pollino;
Tutto ciò premesso: • l'Asp di
Cosenza e la Regione Calabria, a distanza di oltre un anno, non sono stati in
grado di mettere in atto quegli interventi necessari al funzionamento del
Blocco operatorio, nonostante le rassicurazioni date in risposta alla mia
interrogazione del 15 novembre 2018 (protocollo numero 45138).
Per sapere:
quali sono gli ostacoli e gli
impedimenti che hanno portato alla mancata realizzazione della Centrale dei gas
medicali, del Gruppo elettrogeno e dei lavori correlati all'utilizzazione delle
Sale operatorie da parte degli operatori quali spogliatoi e bagni. Lavori
necessari per poter procedere al collaudo, all'accreditamento e all'utilizzo
del Blocco operatorio del presidio ospedaliero di Castrovillari. Visto che la
Regione Calabria ha speso inutilmente quasi 5 milioni di euro, sprecando
risorse pubbliche per un'opera che non può ancora entrare in funzione se non
vengono effettuati tali interventi, chiedo se non sia necessario procedere
all'apertura di un procedimento finalizzato a individuare i responsabili di
tale situazione. Credo, tra l'altro, sia opportuno segnalare alla Corte dei
Conti e agli organi competenti la grave situazione che ha portato alla mancata
apertura del Blocco Operatorio. Si chiede, inoltre, di conoscere il
cronoprogramma per l'entrata in esercizio delle quattro sale operatorie
dell'ospedale Spoke di Castrovillari.
(518; 14/11/2019)
Esposito - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- nei mesi di ottobre e
novembre 2018, moltissimi comuni calabresi sono stati colpiti da eccezionali
eventi alluvionali, che hanno causato anche l'esondazione di torrenti e fiumi,
con conseguente allagamento di case e strade ed ingentissimi danni, tanto alle
abitazioni (con conseguente evacuazione di moltissime famiglie), che alle unità
produttive, esposte a gravissimo pericolo per l'incolumità delle persone e
delle strutture;
- con O.P.C.M., pubblicata in
G.U. del 15/11/18, veniva dichiarato lo stato di emergenza, per i territori
colpiti dagli eccezionali eventi meteorologici, nelle varie regioni, con
stanziamento di € 3.000.000, per i primi interventi urgenti in Calabria;
- con O.C.D.P.C. n. 558 del
15/11/18, pubblicata in G.U. n. 270 del 20/11/18, i presidenti delle regioni
interessate, tra cui la Calabria, venivano nominati Commissari delegati, per
fronteggiare l'emergenza, anzitutto predisponendo un piano degli interventi, da
sottoporre all'approvazione del capo del dipartimento della protezione civile,
in ordine a: soccorso ed assistenza alla popolazione;
ripristino della funzionalità
dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche;
attività di gestione dei
rifiuti e delle macerie;
misure volte a garantire la
continuità amministrativa nei territori;
contributi ai nuclei familiari
ed altri benefici;
- con nota prot.
390318/SIAR del 19/11/18, a firma del Responsabile U.O. 4 e del Dirigente
U.O.A.- Protezione civile, è stato richiesto ai Comuni interessati di
trasmettere la documentazione relativa a: interventi realizzati nella fase di
prima emergenza, per assistenza e ricovero delle popolazioni colpite;
attività urgenti di messa in
sicurezza;
prime misure di immediato
sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle
attività economiche e produttive;
- con D.P.C.M. del 27/2/19,
sulla scorta della ricognizione dei fabbisogni ulteriori, rispetto alle somme
stanziate con la delibera del 15/11/18, sono state assegnate ai Commissari
delegati, le risorse finanziarie (quantificate, per la regione Calabria, in
25.107.996,61 euro, per l'anno 2019 e 28.246.496,18 euro, per gli anni 2020 e
2021, per un totale di 115.831.372,17 euro) per la realizzazione di
investimenti strutturali ed infrastrutturali finalizzati alla mitigazione del
rischio idraulico ed idrogeologico, nonché all'aumento del livello di
resilienza delle strutture ed infrastrutture colpite dagli eventi calamitosi e
per la realizzazione di interventi volti al ripristino ed alla tutela della
risorsa ambientale, nella misura e con le modalità meglio esplicitate nelle
tabelle A e B, allegate al decreto, per costituirne parte integrante e
sostanziale;
- con nota prot.
25135/SIAR del 8/7/19, a firma del Commissario delegato, è stato trasmesso, ai
Comuni interessati, l'avviso pubblico per la presentazione di "domande di
finanziamento per aumento di resilienza strutture di proprietà privata e per
l'aumento di resilienza delle strutture sedi di attività economiche e produttive",
da parte dei soggetti danneggiati, tramite gli appositi modelli allegati, da
inviarsi entro il termine di 60 giorni;
tutto quanto sopra premesso -:
quale sia lo stato
dell'istruttoria delle domande presentate dai soggetti aventi diritto e quali
provvedimenti di propria competenza intenda assumere al fine di garantire,
entro tempi brevissimi, la concreta erogazione dei fondi di "immediato
sostegno" ai Comuni destinatari.
(519; 19/11/2019)
Tallini - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- la crisi della Manitalidea spa, appaltatore affidatario della Convenzione Consip FM 3"Servizio di Facility
Management per immobili adibiti prevalentemente ad uso ufficio, in uso a
qualsiasi titolo alle Pubbliche Amministrazioni, nota alla cronaca nazionale ed
in atto dal 2017, ha provocato il mancato pagamento di lavoratori,
subappaltatori e tornitori in tutta Italia, inclusi quelli coinvolti nella
commessa Regione Calabria e per tale ragione l'Ente Regione, oltre che
affrontare le agitazioni sindacali per il mancato pagamento delle maestranze, è
stato più volte diffidato dai subappaltatori all'applicazione del pagamento
sostitutivo delle somme dovute, in forza dell'art. 118 comma 3 del Dlgs. 163/2006;
- il dirigente pro-tempore
dopo aver più volte respinto le richieste avanzate dalle aziende anche tramite
i propri legali, ha contestato l'applicabilità dell'art. 118 Dlgs 163 - 2006, divergendo da quanto fatto da altri Enti
pubblici nella medesima situazione, per poi cambiare avviso e avviare formalmente
il procedimento per il pagamento diretto dei subappaltatori, senza mai
concluderlo;
- nelle more, la Manitalidea spa, il cui caso è attenzionato
dal MISE in ragione di istanze di fallimento plurime e rischio insolvenza
presso il competente tribunale di Torino, ha contestato a Regione Calabria,
come ad altri Enti, il mancato pagamento dei propri crediti e richiesto
espressamente la delegazione di pagamento nei confronti dei suoi
subappaltatori. - il dirigente, adducendo da un lato la cessione di credito a
Banca Farmactoring e dall'altro contestazioni
sull'esecuzione di alcune attività manutentive, ha ammesso comunque la dovutezza di pagamenti per somme non contestare, senza però
mai darvi corso;
- la Società Manitalidea respingendo ogni addebito ha rilevato
l'infondatezza delle contestazioni, mai elevate nelle forme di legge e comunque
smentite dalle bolle di lavoro sempre controfirmate dai referenti regionali,
cui peraltro è seguita regolare autorizzazione a fatturare, ma soprattutto, ha
ribadito che ogni criticità lamentata sugli impianti tecnologici della
Cittadella afferisce a difetti strutturali e decadimento progressivo non
imputabile alla manutenzione, criticità segnalate a suo tempo con relazioni e
prove tecniche e di laboratorio. Infine ha eccepito la tardività delle suddette
contestazioni, intervenute e quantificate solo a distanza di molti mesi dal
subentro della Siram spa altra azienda incaricata
dello svolgimento di tali attività manutentive;
Considerato che: - in merito
alla questione impianti anche l'azienda Siram spa,
incaricata successivamente della gestione degli impianti, ha confermato con
proprie relazioni tecniche che la condizione di grave decadimento degli
impianti tecnologici della Cittadella sia imputabile a difetti originari di
realizzazione e non possano essere riferiti alla manutenzione. - si rilevano
criticità anche sui decreti dirigenziali adottati a modifica degli affidamenti
dei servizi di gestione degli immobili regionali, decreto n. 1842 del 18.02
2019, che ha rimodulato l'appalto alla Manitalidea
spa senza variarne l'importo complessivo, e il decreto n. 2409 del 28.02.2019
con cui si è affidato alla Siram spa l'attività di
manutenzione degli impianti tecnologici della Regione Calabria, in primis della
Cittadella;
- l'agire della Regione
Calabria - per il tramite dei propri dirigenti - appare non rispondente alle
esigenze primarie di chiarezza e non contraddittorietà, risultando frustrati
interessi meritevoli di tutela, in primis il diritto di lavoratori e PMI che
costituiscono i soggetti più esposti nell'articolata vicenda;
- le relazioni tecniche di ben
due diverse aziende, supportate da prove ed esami, hanno dimostrano come i
difetti strutturali e il decadimento progressivo di gran parte degli impianti
tecnologici sia imputabile alle caratteristiche dell'acqua fornita alla
Cittadella e che tali difetti di costruzione inficianti gli impianti
tecnologici della Cittadella, avrebbero dovuto imporre l'adozione di iniziative
tempestive per risolvere a monte e definitivamente tali criticità;
- risulta, altresì,
inverosimile infatti l'iniziativa dei dirigenti e responsabili protempore di
programmare l'acquisto di costosi impianti (es. gruppi frigo) anzichè rimuovere la causa originaria del problema. Tanto
premesso e considerato -:
se il Presidente della Giunta
Regionale, intende intervenire e quali provvedimenti vorrà adottare in merito
alla vicenda del mancato pagamento delle ditte subappaltatrici, dando seguito
all'applicazione del pagamento sostitutivo delle somme dovute, in forza
dell'art. 1 18 comma 3 del Dlgs. 163/2006, nonché
sulle altre criticità rappresentate, foriere di contenziosi e responsabilità
erariale in danno della Regione Calabria.
(521; 19/11/2019)
Giannetta - Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
• ai sensi della normativa
vigente in materia dal Dipartimento Lavoro, Formazione e Politiche sociali (lfps). settore 6 - mercato del lavoro, servizi per
l'impiego, politiche attive e passive, ammortizzatori sociali, con Decreto Dirigenziale
n. 8221 del 25/07/2018 avente ad oggetto: "Articolazione territoriale dei
centri per l'impiego. Conferma dei responsabili e attribuzioni deleghe" è
stata approvata l'articolazione territoriale dei Centri per l'impiego e si è
proceduto alla conferma dei responsabili, nelle more della riorganizzazione, e
comunque non oltre il 31/12/2018, dei funzionari amministrativi, già nominati
con provvedimento delle amministrazioni provinciali e Città Metropolitana di
Reggio Calabria, con i ruoli di responsabili dei Centri per l'impiego e di
responsabili delle attività di cui alla legge 68/99 e ss.mm.ii.;
• con ulteriore Decreto
Dirigenziale n. 26 del 07/01/2019 avente ad oggetto: " Proroga dei
responsabili dei Centri per l'impiego e del collocamento mirato l.68/99"
venivano prorogati i suddetti funzionari quali responsabili fino al 30.06.2019;
Considerato che: • a far data
dal 1 luglio 2019 fino ad oggi non vi è stato alcun provvedimento o Decreto
Dirigenziale di nomina o proroga per i 15 funzionari già responsabili dei 15
Centri per l'impiego calabrese;
• i funzionari predetti di
fatto fino ad oggi continuano a gestire nella qualità di responsabili senza
alcun Decreto di nomina o di proroga gli uffici suddetti;
Ritenuto che:
• i funzionari summenzionati
nell'espletare di fatto tale attività, senza avere, peraltro alcuna posizione
organizzativa, si stanno assumendo gravose responsabilità in modo illegittimo e
non conforme alla legge. Tanto premesso, considerato e ritenuto si interpella
il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:
• se il Governo regionale,
nella persona del Presidente della Giunta regionale ne sia a conoscenza;
• se ritenga quanto esposto
coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo;
• se e come intenda adoperarsi
affinché chi di competenza nell'immediatezza proceda ex lege
al rinnovo o alla proroga dei Funzionari preposti, quali Responsabili dei 15
Centri per l'impiego dislocati in tutto il territorio regionale.
(52; 04/11/2019)
Gallo, Orsomarso - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
• sul Burc
n. 71 dell'11.07.2018 veniva pubblicato il bando per la valorizzazione dei
Borghi della Calabria;
• detta iniziativa, tesa a
valorizzare e promuovere in un'ottica di nuove strategie i borghi della Calabria,
attraverso uno stanziamento di 100 milioni di euro a valere sul fondo di
sviluppo e coesione-FSC in favore dei Comuni calabresi, ad esclusione di quelli
rientranti nella strategia regionale per le aree urbane e le reti di Comuni;
• tra gli interventi
ammissibili figuravano quelli in grado di promuovere e incentivare la domanda
turistica nazionale ed internazionale, migliorando l'offerta e l'accoglienza
del territorio;
• il contributo concedibile
veniva fissato in misura pari al 100% delle spese sostenute per la
realizzazione di interventi di importo non inferiore a 300.000 euro, fino ad un
massimo per beneficiario di 1.500.000 euro;
• il termine finale per la
presentazione delle domande, inizialmente fissato al 30 luglio 2018, veniva
successivamente prorogato al 21 settembre 2019;
• per la valutazione e l'esame
delle istanze pervenute veniva nominata dalla Regione apposita Commissione;
• la stessa si insediava nel
febbraio 2019, ultimando i suoi lavori nel volgere di due sedute consumate
nell'arco temporale di dieci giorni;
• pur in mancanza di notizie
ufficiali circa l'espletamento dei lavori della predetta Commissione, in data 3
settembre 2019 il Presidente della Giunta regionale, dopo aver convocato nella
sala verde della Cittadella la quasi totalità dei sindaci calabresi, rendeva
loro pubblicamente noto, presenti anche l'assessore regionale all'urbanistica
ed il Dirigente del Dipartimento Urbanistica, aver avuto luogo l'ammissione a
finanziamento di 359 proposte progettuali;
• nella stessa occasione, il
dirigente del Dipartimento Urbanistica precisava essere avventa il 31 luglio
2019 la trasmissione degli atti da parte della Commissione di valutazione e di
essere in fase di redazione la pubblicazione della graduatoria provvisoria;
• ad oggi, tuttavia, la
predetta graduatoria non è stata ancora resa nota né pubblicata;
• a conti fatti, lo
stanziamento complessivo di 100 milioni suddiviso per i 359 progetti indicati
come ammessi a finanziamento da parte del Presidente della Giunta regionale
comporterebbe, come evidente, una ripartizione delle risorse a disposizione in
misura inferiore alla soglia minima di 300.000 euro indicata dal Bando, per di
più, attraverso una redistribuzione a pioggia a discapito del merito e
dell'effettiva bontà dei progetti presentati;
• negli ultimi giorni, riesce
difficile capire a che titolo e da chi, molti Comuni sarebbero stati raggiunti
da richieste di riformulazione delle schede progettuali a suo tempo presentate,
pur essendo il Bando chiuso e le valutazioni già espletate;
• in particolare, da diversi
articoli giornalistici apparsi su testate di rilevanza regionale, rimasti tutti
privi di smentita, si è appreso dell'esistenza di comunicazioni indirizzate dal
Dipartimento ai Comuni, con invito agli stessi ad accettare il finanziamento
loro concesso previa rinuncia, da parte degli stessi, a possibili azioni
giudiziarie finalizzate a reclamare il pieno rispetto delle previsioni del
Bando;
• vane sono risultate, sin
qui, le richieste di chiarimento formulate anche a mezzo stampa all'indirizzo
della giunta regionale come del Dipartimento competente;
tanto premesso, interpellano
il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:
• se il Governo regionale,
nella persona del Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della
situazione;
• se ritenga quanto esposto
coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo, ed in particolare
se reputi corretto procedere ad una sostanziale suddivisione in egual misura
delle risorse disponibili, ignorando il merito dei progetti presentati ed
ignorando le previsioni del Bando nel punto in cui si fissa in 300.000 euro il
minimo ed in 1.500.000 di euro il massimo dell'importo del contributo
concedibile;
• se e quando si intenda
procedere alla pubblicazione della graduatoria ufficiale dei progetti ammessi a
finanziamento;
• quali iniziative intenda
assumere con urgenza per consentire il trasferimento immediato delle risorse in
favore dei Comuni beneficiari.
(53; 12/11/2019)
Giannetta - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- dopo l'adozione del
Contratto dei Medici di Medicina Regionale - "AIR" (Accordo
Integrativo Regionale) del 16 settembre 2006, approvato con deliberazione
dell'08 agosto 2006, pubblicato nella Parte I e II BURC n. 17 del settembre
2006, l' A.S.L. n. 6 di Lamezia, considerato che nel Capo V, esaminando
l'Emergenza Sanitaria Territoriale, si è stabilito che al fine di migliorare
qualità del servizio e prestazioni erogate, oltre ai compiti istituzionali
previsti dall'A.C.N. ai medici dell'Emergenza Sanitaria Territoriale sono
attribuiti, come indicato all'art. 29 compiti specifici aggiuntivi e per questo
a coloro che «forniranno formalmente all'Azienda la disponibilità a partecipare
alle attività indicate e all'espletamento dei compiti aggiuntivi sarà
corrisposta una indennità aggiuntiva di € 5,50 per ogni ora di attività>>
e considerato che la lettura di tale norma aveva dato adito a diverse
interpretazioni e per tale motivo la corresponsione di tale indennità era stata
momentaneamente sospesa dalla Direzione della medesima ASL. n. 6 in attesa di
chiarimenti da parte dell'Ufficio Regionale competente in materia;
- in risposta a detto quesito
il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie — Settore Assistenza
Territoriale, in data 26 febbraio 2007 (prot. n.
6394) aveva fornito risposta positiva confermando che «l'indennità aggiuntiva
di €. 5,50 debba essere corrisposta sulla base della dichiarazione di
disponibilità, da parte dei sanitari, a partecipare alle attività indicate
nell'art. 29 di cui trattasi, fermo restando la responsabilità
amministrativa-contabile dell'Azienda Sanitaria circa la mancata attivazione
degli istituti connessi>>;
- con nota del 22 marzo 2017 (prot. n. 98976), il Dipartimento Tutela della Salute e
Politiche sanitarie — Settore "Risorse Umane del SSR Formazione ECM",
ponendosi in posizione dubitativa e «prendendo atto
della contraddittorietà di remunerare ore aggiuntive per attività pur esse
aggiuntive al valore rispettivamente ai punti sopra indicati di €. 0,90 e 5,50
cent. Al fine di dirimere definitivamente in tempi rapidi la interpretazione
corretta dell'A.C.N. si è richiesto alle OO.SS. una dettagliata relazione
documentata relativamente ai criteri tecnico-contabili utilizzati a suo tempo
per il calcolo del fondo che ha alimentato la corresponsione delle citate
attività da parte delle Aziende Sanitarie Provinciali», concludendo che «tale
ricostruzione verrà poi analizzata da parte del Dipartimento ricorrendo ad un
parere dell'Avvocatura Regionale»;
- tale parere non è mai
intervenuto e si sono verificate, soprattutto negli ultimi periodi, episodi di
tensioni sociali, anche all'interno dei presidi sanitari;
- si sono verificati episodi
di intolleranza ed esasperazione che hanno condizionato il già precario
funzionamento delle strutture interessate;
- con nota a firma del
Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie,
Prof. Riccardo Fatarella, del 23 marzo 2017 (prot. n.
101066), con l'intento dichiarato di fornire precisazioni alla precedente nota
del 22 marzo 2017 (prot. n. 98976), laddove si diceva
che «nell'ultimo capoverso che "nelle more della definitiva corretta
interpretazione dell'A.I.R., il Comitato ha deciso anche al fine di raffreddare
tensioni sociali a annoverate con nota messa a verbale in data 07 marzo c.a.,
di dare disposizioni alle ASP, ove ritenessero di non sospendere la
corresponsione delle indennità con le modalità di indicare nel cedolino
stipendi che la indennità di cui ai punti 20.2 e 29 dell'AIR sono comunque
corrisposte in acconto salvo restituzione, ivi comprese l'eventuale recupero di
somme corrisposte da parte delle ASP che alla fine dell'istruttoria in essere
risultassero non dovute" deve eliminarsi la frase "ove ritenessero di
non sospendere la corresponsione delle indennità con le modalità" ed
intendersi per come segue: nelle more della definitiva corretta interpretazione
dell'A.I.R. il Comitato ha deciso anche al fine di raffreddare tensioni sociali
annoverate con nota messa a verbale in data 07 marzo c.a., di dare disposizioni
alle ASP, di indicare nel cedolino stipendi che la indennità di cui ai punti
20.2 e 29 dell'A.l.R. sono comunque corrisposte in
acconto salvo restituzione, ivi comprese l'eventuale recupero di somme
corrisposte da parte delle ASP che alla fine dell'istruttoria in essere
risultassero non dovute»;
- dopo quest'ulteriore nota
esplicativa che non ha evidentemente avuto efficacia dirimente dell'ormai
annosa questione, le ASP di Crotone e Catanzaro hanno soppresso l'indennità ex
art. 29 per le ore di ferie, nelle quali hanno comunque diritto;
- l'attuale situazione di
incertezza, sta di fatto disincentivando medici ed operatori, sempre più
"in fuga" verso altri presidi, soprattutto del nord Italia,
spogliando ulteriormente la Regione di professionalità ed operatori sanitari,
con conseguente aggravamento della situazione deficitaria in cui versa già la
sanità regionale;
tanto premesso, considerato e
ritenuto si interpella il Signor Presidente della Giunta Regionale Calabrese -:
• se il Governo regionale,
nella persona del Presidente della Giunta Regionale ne sia a conoscenza;
• se ritenga quanto esposto
coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo;
• se e come intenda adoperarsi
affinché chi di competenza nell'immediatezza intervenga ex lege
a disciplinare in modo univoco adeguato e sistematico la materia riconoscendo
in via definitiva ai medici operanti nel settore l'indennità di cui sopra, al
fine di migliorar il servizio ed evitare la fuga delle professionalità.
(54; 19/11/2019)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
• l'attuale rete vaccinale
della provincia di Cosenza necessita di una radicale ed efficiente
riorganizzazione visto le numerose criticità funzionali e alla luce del Dca 147/2017 che stabilisce i requisiti di accreditamento e
della deliberazione del commissario straordinario n. 1811 del 28/06/2011 avente
per oggetto "Piano di riorganizzazione e accorpamento degli ambulatori
vaccinali aziendali";
• la dotazione organica è
carente al punto che molto spesso i pochi medici vaccinatori sono costretti a
spostarsi da una sede vaccinale a un'altra riuscendo però a garantire pochi
accessi e senza la necessaria sicurezza nello svolgimento delle attività.
Inoltre, alcuni medici vaccinatori sono ormai prossimi al pensionamento. I
requisiti igienico-sanitari sono assolutamente carenti presso la sede di
Trebisacce che ha bisogno urgente di un'altra sede presso Mirto e Cariati.
L'anagrafe vaccinale solo da poco tempo è attivata e si rivela una carenza di
supporti informatici in tutte le sedi;
• emerge chiaramente la
notevole criticità in cui versa la rete vaccinale di Cosenza, frutto di anni di
inerzia e di superficialità e aggravata da dieci anni di Piani di rientro e di
commissariamento. Nonostante il Dca 147/2017 abbia
rivisitato la rete vaccinale regionale attraverso un nuovo calendario vaccinale
regionale assolutamente innovativo al punto da essere ripreso da quello
nazionale, si riscontra però che nessuno ha realizzato o fatto realizzare la
rete secondo i contenuti del Dca 147/2017;
• da un'analisi attenta tutto
è rimasto come previsto dalla delibera 1811/2011 del Commissario straordinario
pro tempore dell'Asp di Cosenza;
• il blocco del turn over ha
colpito anche la rete vaccinale in provincia di Cosenza perché negli ultimi due
anni sono andati in pensione 11 medici, 10 infermieri, 4 amministrativi mentre
un medico è stato trasferito a Roma e altri 4 medici sono in procinto di andare
in pensione da qui a sei mesi;
• l'anagrafe vaccinale si
presenta a macchia di leopardo e non soddisfa la necessaria organizzazione che
impone l'informatizzazione dei flussi dati al fine di garantire i Livelli
essenziali di assistenza;
• a far data dall'1.12.2018 -
da un'analisi attenta e da una ricognizione precisa — è emerso che la maggior
parte dei centri vaccinali della provincia di Cosenza non era idonea secondo la
normativa vigente e ancor più non assolveva ai contenuti del Dca 14/2017 e non era ben sviluppata la rilevazione
informatizzata dell'attività vaccinale;
• la frammentarietà degli
accessi nella maggior parte dei punti di erogazione periferici vaccinali, gli
accessi in questi casi avvengono uno-due volte al mese, ciò mette a rischio la
corretta applicazione del calendario vaccinale;
• il calendario vaccinale ha
una cadenza temporale che deve essere appropriata e obbligatoria, in caso
contrario si assiste alla mancata o non tempestiva immunità individuale, che di
fatto allungano progressivamente gli intervalli fra le due sedute vaccinali con
conseguente disagio nella popolazione;
• l'inidoneità dei locali è
insufficiente nella maggior parte dei punti di erogazione rispetto ai requisiti
richiesti. Una grave carenza di personale sanitario comporta accessi nei punti
di erogazione settimanali o mensili soltanto delle figure mediche comportando
un rischio della sicurezza nella somministrazione vaccinale. Tra le criticità
bisogna inoltre riscontrare una situazione di rischio per il mantenimento della
catena del freddo, un'anagrafe vaccinale non attiva nella maggior parte degli
erogatori periferici -:
vista la gravità della
situazione quali iniziative intende adottare per scongiurare che un servizio
così importante possa essere ridimensionato o addirittura, in alcuni casi, non
erogato per mancanza di medici infermieri, strutture non idonee o per motivi
organizzativi. Chiedo alla S.V. se non sarebbe il caso di coinvolgere il
commissario dell'Asp di Cosenza, il Dipartimento Tutela della salute e
politiche sanitarie della Regione Calabria e la struttura commissariale per il
Piano di rientro per affrontare tali tematiche e garantire soluzioni rapidi,
efficienti ed efficaci.
(508; 27/09/2019)
Risposta: “Con riferimento all’interrogazione a risposta scritta n. 508/10 del
27/09/19, a firma dell'On. Carlo Guccione, si
rappresenta quanto segue:
La rete vaccinale della Provincia di Cosenza
necessita di una radicale e efficiente riorganizzazione secondo quanto previsto
dal DCA 147/2017 ed in questo senso l’attuale Direzione dell’ASP di Cosenza ha
intavolato una discussione costruttiva con la Direzione del Dipartimento di
Prevenzione e l’UOC di Igiene Pubblica della stessa ASP al fine di individuare
il percorso più efficace, malgrado le difficoltà derivanti dal blocco del
turnover, che ha impedito la sostituzione di 19 medici e 19 infermieri andati
in pensione negli ultimi anni.
La soluzione proposta è quella di ottimizzare le
risorse umane attualmente esistenti, rimodulando i centri vaccinali in 21 sedi
e individuando delle sedi satellite in modo da garantire la presenza di 2
medici, 3 infermieri e 1 unità amministrativa.
La scelta delle 21 sedi, distribuite in modo
omogeneo su tutto il territorio provinciale, sarà condivisa con tutti i
direttori di Distretto in un incontro che sarà tenuto il 30 ottobre p.v. presso
la sede del Distretto di Cosenza, informando in modo chiaro e secondo i
principi di legittimità i Sindaci del territorio. Parimenti si sta procedendo
ad una rivisitazione dei centri vaccinali dal punto di vista strutturale ed
igienico sanitario ed in questo senso, a breve, secondo un calendario stilato
con il Direttore f.f, dell'UOC Servizi Patrimoniali,
entro dicembre 2019 saranno consegnati i lavori delle sedi di Cosenza, Castrovillari,
Trebisacce ed Acri, idonei secondo la normativa soprarichiamata. La nuova sede
di Rende sarà individuata dal Comune in tempi brevissimi.
L’anagrafe vaccinale entro questo mese avrà una
copertura del 100% potenziata da 20 computer che sono stati deliberati ai fini
dell'acquisizione.
La maggiore criticità è rappresentata dalla carenza
di personale medico e paramedico che l’ASP di Cosenza ha provveduto in parte a
coprire con la richiesta di assunzione di igienisti e di infermieri,
regolarmente inoltrata alla struttura Commissariale per la necessaria
autorizzazione.
Contestualmente si è aperto un tavolo di
discussione con i Direttori di Distretto per verificare la possibilità di
impegno nei centri vaccinali delle guardie mediche previo aumento onte orario.”
Antonio Belcastro (Dirigente
Generale)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- presso gli Stabilimenti
Ospedalieri delle Azienda Ospedaliere della Regione Calabria sono presenti
uffici Ticket — CUP per la prenotazione e pagamento delle diverse prestazioni
sanitarie dell’utenza;
- in particolare, presso il
Presidio Ospedaliero Annunziata dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza risultano
presenti n. 7 sportelli da lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle ore 17:45 - Orario
Continuato;
e n. 3 sportelli esenti per
patologia da lunedì a venerdì dalle ore 8,00 alle ore 17:45 - Orario
Continuato;
- tale servizio, come si
apprende dalle lamentele degli utenti, anche divulgate sui social, pare che
funzioni a singhiozzo e/o comunque che non riesca a soddisfare l'affluenza
dell'utenza in tempi congrui;
- addirittura, sempre stando a
quanto si apprende da organi di stampa e social, pare che presso l'ufficio
ticket - Cup dell'ospedale di Cosenza, i tempi di attesa per il pagamento delle
prestazioni sanitari a volte superano le 2/3 ore, con molti utenti in coda.
Chiede al Presidente della Giunta e agli uffici competenti -:
1) quali siano i tempi di
attesa previsti per i pagamenti all'ufficio ticket presso il presidio
ospedaliero Annunziata di Cosenza in particolare, e presso tutti gli uffici
ticket delle aziende ospedaliere della Regione Calabria;
2) nel caso di accertate
anomalie sui tempi di attesa non ragionevoli, le motivazioni e le
responsabilità delle eventuali anomalie;
3)quali siano, nel caso di
accertate anomalie sui tempi d'attesa non ragionevoli e non congrui per
l'utenza, le azioni messe in campo e/o previste e/o i provvedimenti che la
Regione Calabria volesse intraprende al fine di risolvere con immediatezza le
eventuali problematiche.
(510; 14/09/2019)
Risposta: In riferimento all’interrogazione dell’Onorevole Orlandino Greco si
precisa, sulla scorta delle risultanze pervenute dall'Azienda Ospedaliera di
Cosenza, quanto segue:
Presso l'Azienda Ospedaliera di Cosenza l’attività
di fronte office viene svolta nelle seguenti sedi:
Stabilimento Annunziata sono attivi n.9 sportelli dal lunedì al venerdì
dalle 8:00 alte 17:45 di cui:
• 1 è dedicato
all’Alpi
• 4 nelle ore
antimeridiane per le registrazioni delle impegnative con prestazioni dì
Laboratorio e Virologia.
• 4 per tutte
le altre impegnative
Tale servizio è garantito da tre dipendenti
aziendali e sei dipendenti della Cooperativa Seatt.
Le modalità di pagamento previste sono: contanti e Pos.
Stabilimento Mariano Santo sono attivi n. 2 sportelli dal lunedì al venerdì
dalle 8:00 alle 15:00 e sabato dalle 8:00 alle 12:00.
Tale servizio è garantito da due dipendenti della
Cooperativa Seatt.
Le modalità di pagamento prevista è: Pos
Stabilimento Santa Barbara sono attivi n. 2 sportelli dal lunedì al venerdì
dalle 8:00 alle 13:00 e martedì e giovedì dalle 15:00 alle 17:45.
Tale servizio è garantito un dipendente aziendale e
uno della Cooperativa Seatt.
Le modalità di pagamento previste sono: contanti e Pos.
Presso l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, vengono
gestiti giornalmente circa 1.000 utenti con un tempo medio di attesa pari a
circa un'ora, calcolato tra il ritiro del numero dall'eliminacode al tempo di
pagamento.
Negli ultimi tre mesi a causa delle aumentate
richieste di prestazioni dì laboratorio e virologia, in conseguenza
dell’indisponibilità dei laboratori privati accreditati, si è proceduto ad
anticipare la chiusura dell’erogazione del ticket di accesso al front office
per garantire il completamento delle operazioni di cassa entro le 18:00 di ogni
giorno.
Per questo motivo in alcuni giorni sono stati
registrati ritardi, in quanto non è stata possibile soddisfare la richiesta dei
presenti in sala, che hanno dovuto rimandare al giorno successivo la
possibilità di prenotazione.
La gestione della prenotazione delle prestazioni
ambulatoriali è un momento centrale tra cittadini e strutture sanitarie in cui
diventa fondamentale l’integrazione in tempo reale delle informazioni relative
alle disponibilità offerte dall'intero territorio provinciale. Molto spesso,
però, la dispersione e il frazionamento delle competenze e delle disponibilità
alimentano il faticoso peregrinare del cittadino malato da una struttura
sanitaria all’altra alla ricerca della prestazione prescrittagli.
L'Azienda Ospedaliera, pur essendo un centro HUB e
in quanto deputato garantisce, in primis, le urgenze e le emergenze che
giungono quotidianamente da tutta la provincia e dalla Regione, oltre a
soddisfare le richieste interne dei ricoverati, effettua prestazioni di
specialistica ambulatoriale di primo e secondo livello.
Nonostante la possibilità di prenotare presso i
front office ospedalieri, comunali e territoriali, le farmacie, le
parafarmacie, la procedura Online e il call center, si
registra un’eccessiva presenza di utenza presso gli sportelli di front office
dell’AO, che ha già messo in atto le procedure necessarie per l'attivazione di
un Pos per il pagamento del rilascio di atti
amministrativi, di un totem per il pagamento dei codici bianchi e verdi e per
il pagamento online delle quote ticket.”
Antonio Belcastro (Dirigente
Generale)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- con atto pubblicato in data
03.11.2016 sull'albo Pretorio dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, è
stata indetta una selezione per assunzione a tempo pieno e indeterminato di n.
49 (quarantanove) posti riservati alle categorie (protette) di cui all'art. 1
comma 1, della legge 12.03.1999, n. 68 di varie qualifiche;
- l'Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza è la più grande tra le Aziende Sanitarie territoriali
d'Italia, come segnalato nella propria Carta dei Servizi, l'ASP di Cosenza ha
il compito di organizzare l'offerta per fornire all'utenza un prodotto
sanitario sempre più adeguato, efficiente e rispondente ai bisogni seguendo il
principio della differenziazione e della specializzazione della risposta per le
diverse fasi del bisogno sanitario di un cittadino: fase acuta;
fase post-acuta e fase
cronica;
- il Concorso mette in palio
49 posti a tempo pieno e indeterminato nei seguenti profili: 9 Addetti
assistenza personale (cura ed igiene della persona);
10 Coadiutori amministrativi
(compiti esecutivi);
24 Personale di segreteria con
patente europea del PC;
6 Addetti all'ufficio tecnico
(addetti al magazzino, sorveglianza ed archivi);
- si tratta di un avviso
pubblico a selezione, mediante chiamata nominativa, per colloquio e prova
attitudinale riservata agli appartenenti alle categorie di cui all'art. 1 comma
1 della legge n. 68/99;
- successivamente, in più
occasioni sono state calendarizzate le prove selettive con relativa
convocazione dei candidati, ma poi sono seguite rinvii delle date;
- da ultimo le prove sono
state stabilite nei giorni 7, 8, 9, 15, 22, 29 gennaio 2019 e, due giorni prima
dell'espletamento, sono state rinviate ulteriormente "a data da destinarsi
a causa di una sopravvenuta impossibilità di una componente della commissione
esaminatrice”;
- a tutt'oggi, a distanza di 9
mesi dalla data in cui le prove avrebbero dovuto essere svolte nulla è stato
comunicato circa il concorso. Chiede al Presidente della Giunta regionale e
agli uffici competenti -:
1) le reali motivazioni dei
diversi rinvii delle prove selettive già calendarizzate in merito all'avviso
pubblico dell'Asp di Cosenza a selezione per assunzione a tempo pieno e
indeterminato di n. 49 (quarantanove) posti riservati alle categorie di cui
all'art. 1 comma 1, della legge 12.03.1999, n. 68 di varie qualifiche;
2) lo stato di attuazione
dell'Avviso di cui in premessa ed in particolare di conoscere lo stato e i
tempi dell'indizione del nuovo calendario delle prove selettive in merito
all'avviso dell'ASP di Cosenza per n. 49 posti categorie protette.
(512; 15/10/2019)
Risposta: “In riferimento all’interrogazione
dell’Onorevole Orlandino Greco, si precisa, sulla scorta delle risultanze
acquisite anche presso l’ASP di Cosenza, quanto segue:
Con provvedimento adottato in data 20 luglio 2015,
l‘Amministrazione Provinciale di Cosenza – settore mercato del lavoro - ha
approvato la convenzione stipulata con l'Azienda Sanitaria Provinciale di
Cosenza ai sensi dell’art. 11 della legge 68/1999 per l’assunzione di personale
disabile nel triennio 2016/2018.
Detta convenzione prevedeva l’assunzione di n. 49
unità entro il 30.03.2016, 49 unità entro il 30.06.2017 e 49 unità entro il
30.09.2018.
Il Settore Mercato del Lavoro della Provincia di
Cosenza, con nota n.015996 del 20 aprile 2017, trasmetteva all’ ASP di Cosenza
l’elenco dei candidati ammessi alla selezione pari a n. 1550 unità e,
conseguentemente, con Determinazione del Direttore Generale pro tempore n. 207
del 19 settembre 2017 veniva costituita apposita Commissione per le previste
procedure selettive.
La complessità delle procedure selettive,
diversificate a seconda delle qualifiche da reclutare, ha comportato tempi
lunghi tant’è che solo nel mese di aprile 2018 è stato possibile calendarizzare
le procedure selettive mediante invio di lettera raccomandata agli indirizzi
dei primi 400 candidati ammessi sul totale di 1550 candidati.
Successivamente, per sopraggiunta indisponibilità
dei locali adibiti alle prove selettive (SERD di Cosenza), le prove selettive
venivano rinviate a data da destinarsi.
La particolare complessità delle procedure e
l’elevato numero dei candidati ha fatto sì che la Commissione individuasse,
come da nota prot. n. 0150264 del 16 novembre 2018,
il nuovo calendario degli esami, provvedendo alla pubblicazione dello stesso
sul sito Aziendale.
Successivamente, a causa della indisponibilità di
un componente la Commissione Esaminatrice, le prove fissate come da calendario
ancora visionabile sul sito Aziendale, per i giorni 7, 8, 9, 15, 22, 29 gennaio
2019, venivano ancora una volta rinviate a data da destinarsi.
Sì è proceduto con successive determinazioni alla
sostituzione dei segretari che però, rassegnavano le dimissioni dall'incarico.
Il sopraesposto iter procedurale, le difficoltà di
designazione del segretario a garanzia della regolarità dei lavori della
Commissione e l’avvicendarsi dei vari Direttori e/o Reggenti alla guida di un
Ente di così grandi dimensioni come I'ASP dì Cosenza non ha consentito di
completare il procedimento selettivo.
Da ultimo, l‘attuale Dirigente Reggente, con nota
n. 0126978 de! 23 ottobre 2019 indirizzata all'UOC Risorse Umane, invitava a predisporre delibera di revoca, in
autotutela dell'avviso pubblico a selezione a tempo pieno di n. 49 posti
riservati alle categorie protette di cui alla legge 68/99 pubblicato all'albo
Pretorio dell'ASP di Cosenza il 3 novembre 2016, la cui procedura è ferma alla fase
iniziale e risulta ormai desueta e non in linea con la nuova normativa vigente.
Con la stessa nota chiedeva di proporre alla
Direzione Aziendale procedure alternative di
reclutamento del personale disabile alla luce della
Direttiva 24 giugno 2019 della PCM – Dipartimento della Funzione Pubblica.”
Antonio Belcastro (Dirigente
Generale)
Art. 1
(Obiettivi generali)
1. La Regione Calabria, nel rispetto dei
principi di pluralismo sanciti dalla Costituzione, dall’articolo 2 dello
Statuto della Regione Calabria, dalla Convenzione - quadro per la protezione
delle minoranze nazionali del 1° febbraio 1995, dalla Carta europea delle
lingue regionali o minoritarie del 5 novembre 1992, dalla Risoluzione del
Parlamento europeo dell’11 settembre 2013 sulle lingue europee minacciate di
estinzione e sulla diversità linguistica (2013/2007 (INI) nota come Rapport Alfonsi, nonché dei
principi contenuti nella Comunicazione della Commissione europea n. 173 del 5
aprile 2011, cosiddetto Quadro UE per le strategie nazionali di integrazione
dei rom fino al 2020, adotta opportune azioni dirette all’integrazione e alla
promozione della minoranza romanì nel territorio
regionale.
Art. 2
(Iniziative
pubbliche)
1. La Regione Calabria, al fine di
promuovere iniziative pubbliche per commemorare lo sterminio della minoranza romanì ad Auschwitz, riconosce il giorno del Porrajmos, che coincide con il 2 agosto.
2. La Regione Calabria, al fine di
promuovere iniziative pubbliche per diffondere la conoscenza della minoranza romanì, riconosce la giornata internazionale della
popolazione romanì, che coincide con l’8 aprile.
3. Gli oneri derivanti dall’attuazione del
presente articolo sono quantificati nella misura massima di 5.000,00 euro.
Art. 3
(Istituzione e
funzioni dell’Osservatorio territoriale partecipativo
delle comunità romanì)
1. Al fine di promuovere l'integrazione
della minoranza romanì presente sul territorio
regionale, la Regione Calabria istituisce l’Osservatorio territoriale
partecipativo delle comunità romanì (OTP) con le
funzioni di:
a) effettuare studi di tipo quantitativo e
qualitativo sulla natura e composizione della minoranza romanì;
b) effettuare analisi volte alla
valutazione e al monitoraggio delle politiche attuate e in corso di attuazione
sulla minoranza romanì;
c) fornire un supporto conoscitivo
finalizzato alla programmazione di azioni per la promozione della minoranza romanì;
d) realizzare, favorire o supportare studi
di tipo linguistico e culturale sulla comunità romanì;
e) realizzare, favorire o supportare
attività di formazione sulla comunità romanì al fine
di sviluppare la partecipazione attiva e qualificata dei membri di tale
comunità;
f) favorire la partecipazione attiva e
qualificata delle comunità romanì alle attività
politiche e amministrative delle istituzioni territoriali e locali, a quelle
culturali e sociali di ogni tipo, per creare sinergia con la società civile;
g) realizzare azioni di proficuo scambio e
confronto con analoghi Osservatori regionali o altri istituti di ricerca.
Art. 4
(Struttura e
composizione dell'OTP)
1. L'OTP è un organo di studio, di ricerca
e promozione formativa e sociale, avente natura tecnico-scientifica, con
funzioni consultive e propositive agli organi politici della Regione.
2. La nomina dei componenti dell’OTP è
effettuata dal dipartimento competente in materia sulla base della valutazione
oggettiva dei curricula, secondo parametri e criteri che stabiliscono, a parità
di punteggio, la precedenza per:
a) la qualità dei curricula;
b) il
rispetto per la parità di genere;
c) il
candidato più giovane d’età.
3. L'OTP è composto da nove membri, di cui:
a) cinque membri del mondo accademico e
della società civile di provata esperienza sulla minoranza romanì
nell’ambito giuridico, sociologico, storico, pedagogico, linguistico,
interculturale e della ricerca;
b) quattro
membri delle comunità romanì.
4. L’OTP, nella prima seduta, elegge in
seno ad esso un Presidente.
5. I componenti dell’OTP restano in carica
per tre anni. L'assenza permanente per malattia, morte o dimissioni di uno dei
componenti, comporta la riapertura del procedimento di nomina dei nuovi
componenti, che si conclude entro sessanta giorni
dall’accertamento dell’assenza da parte del Presidente.
6. Con decorrenza dalla prima seduta, il
Presidente dell’OTP trasmette semestralmente al Garante di cui all’articolo 5
una dettagliata relazione sulle attività svolte dall’Osservatorio.
7. L’incarico di componente dell’OTP è a
titolo gratuito e non dà luogo a rimborsi spese.
Art. 5
(Garante regionale
per i diritti delle comunità romanì)
1. Il Consiglio regionale, entro novanta
giorni dall’entrata in vigore della presente legge, previo avviso pubblico,
nomina il Garante regionale per i diritti delle comunità romanì
calabresi, con deliberazione adottata a maggioranza assoluta, in base alla
valutazione della professionalità rilevata dai curricula presentati secondo
parametri e criteri oggettivi che stabiliscono, a parità di punteggio la
precedenza per la qualità dei curricula, il rispetto della parità di genere e
la più giovane età.
2. Il Garante dura in carica tre anni e
può essere confermato per una sola volta.
3. Il Garante svolge il ruolo di garanzia
dei diritti fondamentali della comunità romanì,
nonché di mediazione rispetto alle segnalazioni dell’OTP, anche in via
informale. Il Garante segnala alle autorità competenti i casi di violazione dei
diritti umani.
4. Il Garante è scelto tra persone che
assicurino indipendenza, terzietà e idoneità alla funzione, siano di
riconosciuta competenza nelle discipline afferenti alla salvaguardia dei
diritti umani e possiedano un’esperienza pluriennale in tale campo.
5. Il Garante non può ricoprire cariche
elettive, governative o istituzionali, né ricoprire altri incarichi o uffici
pubblici di qualsiasi natura, né svolgere attività lavorativa, autonoma o
subordinata, né rivestire incarichi di responsabilità in partiti politici o in
organizzazioni no profit.
6. Il Garante è immediatamente sostituito
in caso di dimissioni, incompatibilità, accertato impedimento fisico o
psichico, grave violazione dei doveri inerenti all’incarico, condanna penale
definitiva.
7. Il Garante ha l’obbligo di denuncia
all’autorità giudiziaria competente ogni qualvolta venga a conoscenza di fatti
che possano costituire reato.
8. Entro il 30 giugno di ogni anno il
Garante presenta al Consiglio regionale della Calabria una relazione annuale
sull’attività svolta dall’OTP nell’anno precedente, indicando la natura degli
interventi, gli esiti degli stessi e le proposte per migliorare il processo di
interazione e integrazione culturale delle comunità romanì,
nonché i diritti fondamentali.
9. La relazione annuale è altresì
trasmessa ai consigli comunali calabresi.
10. Al Garante regionale spetta
un’indennità di carica pari a 10.000,00 euro annui omnicomprensiva di rimborso
spese.
Art. 6
(Norme organizzative
e funzionali)
1. È istituito presso la struttura
organizzativa della Giunta regionale l’Ufficio regionale dell’OTP e del Garante
regionale per i diritti delle comunità romanì.
Art. 7
(Modifica all’art. 1
della l.r. 19/1995)
1. Al comma 1 dell’articolo 1 della legge
regionale 19 aprile 1995, n. 19 (Partecipazione della Regione all’Istituto
della Biblioteca Calabrese), dopo la parola: “calabrese” si aggiungono le
seguenti parole: “anche mediante distacco funzionale temporaneo di personale
dipendente”.
Art. 8
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall’attuazione
della presente legge, determinati in 15.000,00 euro, si provvede con le risorse
allocate alla missione 20, programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione
della spesa del Bilancio 2019-2021, a valere sul “Fondo occorrente per far
fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno
dopo l’approvazione del bilancio recanti spese di parte corrente”, che viene
ridotto del medesimo importo.
2. Per gli esercizi successivi all’anno
2021, il contributo di cui al comma 1 è consentito nei limiti delle risorse
autonome, per come stabilito dalla legge di approvazione del bilancio di
previsione della Regione.
3. La Giunta regionale è autorizzata a
effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione 2019-2021 con
prelievo dal Fondo speciale di cui al comma 1 ed all’allocazione alla missione
01, programma 07 (U.01.07) dello stato di previsione delle spese del bilancio
medesimo.
Art. 1
(Modifica
dell’articolo 4 della l.r. 12/2018)
1. Dopo la lettera c), del comma 1,
dell’articolo 4, della legge regionale 16 maggio 2018, n. 12 (Norme in materia
di tutela, promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo) è inserita
la seguente:
“d) le
istituzioni pubbliche di assistenza alla persona che operano nell’ambito dei
servizi sociali, riconosciute e debitamente autorizzate dalla Regione
Calabria.”.
Art. 2
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge
non derivano oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 1
(Modifica all'art. 3
della l.r. 4/2019)
1. Al comma 2 dell'articolo 3 della legge
regionale 25 gennaio 2019, n. 4 (Norme per la lavorazione, trasformazione e
confezionamento dei prodotti agricoli di esclusiva provenienza aziendale da
destinare alla vendita diretta), le parole da: “, da effettuare", fino a:
"territorio," sono soppresse.
Art. 2
(Norma finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge
non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Interpretazione
autentica dell’articolo 23, comma 1, lettera d),
della l.r. 24/2013)
1. La lettera d) del comma 1 dell’articolo
23 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende
regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque
denominati, con esclusione del settore sanità), si interpreta nel senso che, in
ciascuna delle leggi regionali 9/2008, 10/2008, 11/2008, 12/2008 e 13/2008,
deve ritenersi abrogato il solo articolo 5, in quanto non compatibile con
l'articolo 2 (accorpamento degli enti di gestione dei cinque Parchi marini
regionali) e con l'articolo 9 (Ente per i Parchi marini regionali) della
predetta legge regionale 24/2013.
Art. 2
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge
non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione.
Art. 1
(Modifica
dell’articolo 6 della l.r. 41/2016)
1. L'articolo 6 della legge regionale 27
dicembre 2016, n. 41 (Istituzione della riserva naturale regionale delle Valli
Cupe) è così modificato:
a) al comma 1 le parole “al Comune di
Sersale” sono sostituite dalle seguenti: “all'associazione Legambiente Calabria
riconosciuta a livello nazionale”;
b) dopo il comma 1 è inserito il seguente:
“1 bis. L’ente gestore garantisce la partecipazione degli
enti locali interessati alla gestione della riserva ai sensi della lettera c)
del comma 1, dell’articolo 22 della legge n. 394/1991.”;
c) alla fine del comma 2 le parole “dal
Comune di Sersale” sono sostituite dalle seguenti: “dall’associazione nazionale
Legambiente Calabria”.
Art. 2
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. La presente legge non comporta nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 316 del
22 luglio 2019, recante: “Legge regionale 34/2001 - Attuazione Diritto allo
Studio Universitario – Piano Triennale degli Interventi 2019/ 2021”;
rilevato che la Giunta regionale con la suddetta
deliberazione ha approvato il Piano Triennale 2019-2021;
ritenuto che ai sensi della normativa vigente, ai fini
del perfezionamento dell'iter, si rende necessaria l'approvazione del Consiglio
regionale ai sensi dell’articolo 67 del Regolamento interno;
vista la legge regionale n. 34/2001;
rilevato che la Terza Commissione Permanente “Sanità,
attività sociali, culturali e formative” nella seduta del 26 settembre 2019 ha
approvato il provvedimento in questione;
delibera
di approvare il Piano Triennale degli Interventi di
attuazione del Diritto allo Studio Universitario per il triennio 2019/2021 e di
affidare alle Università calabresi la gestione ed erogazione delle borse di
studio unitamente agli altri interventi di attuazione del DSU, secondo quanto
disposto nell’Allegato A, che costituisce parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 317 del
22 luglio 2019, recante: “DPCM 25 gennaio 2008 – Approvazione Piano Triennale
2019-2021 - Istruzione tecnica Superiore (ITS)”;
rilevato che la Giunta regionale con la suddetta
deliberazione ha approvato il Piano Triennale 2019-2021 – Istruzione Tecnica
Superiore (ITS);
ritenuto che ai sensi della normativa vigente, ai fini
del perfezionamento dell'iter, si rende necessaria l'approvazione del Consiglio
Regionale ai sensi dell’articolo 67 del regolamento interno;
visto il DPCM 25 gennaio 2008;
rilevato che la Terza Commissione Permanente “Sanità,
attività sociali, culturali e formative” nella seduta del 26 settembre 2019 ha
approvato il provvedimento in questione;
Delibera
di approvare il Piano triennale 2019-2021 - Istruzione
Tecnica Superiore (ITS), allegato alla presente deliberazione per farne parte
integrante e sostanziale.
Art. 1
(Modifica all’art.
14 l.r. 17/2005)
1. Al comma 2 dell'articolo 14 della legge
regionale 21 dicembre 2005, n. 17 concernente “Norme per l’esercizio della
delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo” sono
apportate le seguenti modifiche:
a) dopo le parole “Nelle more
dell'approvazione del PCS, in deroga a quanto disposto dal comma 1, possono
essere rilasciate” sono aggiunte le parole “o comunque rinnovate:”;
b) all’alinea della lettera a) le parole
“concessioni demaniali marittime stagionali” sono sostituite dalle parole
“concessioni demaniali pluriennali di natura stagionale”.
Art. 2
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge
non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria (BURC).
Il Consiglio regionale,
viste:
- la delibera di
Giunta regionale n. 437 del 27 settembre 2019, recante: "Rendiconto
esercizio 2018 - Agenzia Regionale per la protezione dell'Ambiente della
Calabria (ARPACAL) - Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di
competenza";
- la deliberazione
del Direttore generale dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente della
Calabria n. 322 del 30.07.2019 con cui si è provveduto ad approvare il
rendiconto finanziario di gestione esercizio 2018;
premesso che:
- la legge regionale
4 febbraio 2002, n. 81 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che
i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria dì propria
competenza;
- la Giunta
regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per
la successiva approvazione entro il 30 giugno;
visti:
- la legge regionale
3 agosto 1999, n. 20 recante "Istituzione dell'Agenzia Regionale per la
Protezione dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.”;
- la legge regionale
n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della
regione Calabria";
- l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
- il D.Lgs. n. 118/2011, per come
modificato e integrato dal D.Lgs.
126/2014;
considerato che il Revisore unico dei conti ha espresso
parere favorevole all'approvazione del rendiconto per l'esercizio finanziario
2018;
considerato che il dipartimento Ambiente ha provveduto a
verificare il rispetto della normativa regionale in materia di contenimento
della spesa, con riferimento alle risultanze della gestione per l'esercizio
2018, ritenendo necessario effettuare con separata attività un approfondimento
istruttorio, al fine di accertare eventuali responsabilità, e, a conclusione
dell'istruttoria di competenza, ha ritenuto che "nulla osta all'attuale
impostazione del rendiconto di gestione dell'esercizio 2018";
tenuto conto che il Comitato di indirizzo regionale dell'Arpacal ha espresso parere favorevole sul rendiconto per
l'esercizio finanziario 2018;
considerato che il dipartimento Bilancio ha rilevato che
l'azienda ha provveduto ad effettuare il riaccertamento
dei residui attivi e passivi, verificando, ai fini del rendiconto, le ragioni
del loro mantenimento; il dipartimento formula le seguenti raccomandazioni:
- con riferimento
agli interventi che prevedono la realizzazione di progetti di investimento, di
prevedere sempre, tramite un'attenta attività di programmazione, i relativi
impegni di spesa e accertamenti di entrata, con imputazione agli esercizi in
cui è prevista la realizzazione delle varie fasi degli interventi, sulla base
di appositi cronoprogrammi, nel rispetto di quanto previsto al punto 5.3,
inerente le modalità di registrazione delle spese di investimento, al fine di
garantire la corretta applicazione del principio contabile applicato
concernente la contabilità finanziaria;
- effettuare un
ulteriore accantonamento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità pari ad €
76.222,97 al fine di garantirne l'effettiva congruità, con conseguente
riduzione della quota libera del risultato di amministrazione,
e, a conclusione dell'istruttoria, ha rilevato che:
- sussiste la piena
corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2018 e il corrispondente saldo di
cui al conto del tesoriere;
- sussiste
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2017 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2018;
- sussiste la
quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
- sussiste
corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nello stato
patrimoniale, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui
attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con
riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto
competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;
- sussiste la
quadratura tra il saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce
"disponibilità liquide" dell'attivo dello Stato patrimoniale;
- risulta
formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del
risultato di amministrazione al 31.12.2018;
rilevato altresì che il dipartimento Bilancio ritiene che
l'eventuale mancato rispetto dei limiti di cui alla normativa sul contenimento
delle spese non incide sull'approvazione del rendiconto, fatte salve le
responsabilità in capo ai soggetti che hanno determinato eventuali maggiori
esborsi, in termini di risorse impiegate, oltre i limiti di legge e, pertanto,
lo stesso dipartimento ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della
Giunta regionale, del rendiconto per l'esercizio 2018 dell'Agenzia Regionale
per la Protezione dell'Ambiente della Calabria al fine della successiva
trasmissione dello stesso al Consiglio regionale;
considerato che la Giunta regionale, con la delibera di
approvazione del rendiconto, raccomanda il dipartimento Ambiente di completare
la verifica di competenza sul contenimento delle spese, e di proporre alla
Giunta regionale, sulla base della normativa e della documentazione di
riferimento, l'adozione delle misure conseguenti alle eventuali violazioni
riscontrate;
tenuto conto che la Seconda Commissione consiliare, nella
seduta del 21 ottobre 2019, ha approvato il rendiconto per l’esercizio 2018
dell’Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL)
e i documenti ad esso allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2018
dell’Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL)
e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la delibera di Giunta regionale n. 453 del 27
settembre 2019 recante: "Rendiconto esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi
Marini Regionali (E.P.M.R.) - Trasmissione proposta al Consiglio
regionale";
visti:
- la legge regionale
n. 24/2013 che ha istituito l'Ente per Parchi Marini Regionali;
- la legge regionale
n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della
regione Calabria";
- l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
- il D.Lgs. n. 118/2011, per come
modificato e integrato da D.Lgs.
126/2014;
premesso che:
- la legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che
i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
- la Giunta
regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per
la successiva approvazione entro il 30 giugno;
tenuto conto che:
- con Decreto del
Presidente della Giunta regionale n. 195 del 20/12/2016 è stato nominato il
Commissario Straordinario dell'Ente per i parchi Marini Regionali, al fine di
addivenire all'accorpamento dei cinque parchi marini della Regione Calabria
nell'ente unico “Ente per i Parchi Marini Regionali”;
- con decreto n. 138
del 12/12/2017 il Presidente della Giunta regionale ha provveduto a costituire
il nuovo Ente trasferendo tutti i diritti attivi e passivi nonché i beni mobili
e immobili e le risorse finanziarie degli accorpati cinque parchi marini
regionali;
- con deliberazione
di Giunta regionale n. 318 del 19/07/2018 è stato approvato lo statuto
dell'Ente;
considerato che il Revisore unico dei conti:
- attesta la
corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione;
- esprime giudizio
positivo per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2018;
- nonostante alcune
modifiche ed integrazioni che il rendiconto 2018 ha subito, esprime parere
favorevole con verbale n. 8 del 20.09.2019, in quanto le modifiche mantengono
inalterati gli equilibri di bilancio;
considerato che il dipartimento vigilante "Ambiente
e Territorio" esprime parere favorevole all'approvazione del consuntivo
2018 dell'Ente e, con riferimento all'applicazione della normativa regionale in
materia di contenimento della spesa, rileva che il 2019 costituisce il primo
esercizio di effettiva attività per l'ente, e che dunque non risulta possibile
determinare per l'anno 2018 i limiti di spesa;
considerato che il dipartimento Bilancio, nel corso
dell'istruttoria espletata
- ha rilevato che:
• sussiste
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2017 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2018, prendendo atto del fatto che, essendo il 2018 il primo
esercizio di costituzione per l'Ente, non risulta alcun importo riportato
dall'esercizio 2017;
• sussiste la
quadratura delle poste contabili iscritte nelle partite di giro;
• sussiste
corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui
attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché con
riferimento al conto economico la corrispondenza tra impegni in conto
competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;
• sussiste la
quadratura tra il saldo di cassa pari a zero, riportato nel conto del bilancio
2018, e il valore registrato alla voce "disponibilità liquide"
dell'attivo dello stato patrimoniale;
• risulta
formalmente corretta la determinazione del fondo pluriennale vincolato e del
risultato di amministrazione al 31/12/2018;
• con riferimento al
risultato di amministrazione, evidenzia l'assenza di quote del risultato di
amministrazione oggetto di vincoli o accantonamenti, con una conseguente
determinazione della parte disponibile del risultato di amministrazione
coincidente all'importo del risultato di amministrazione alla data del
31/12/2018. Tale situazione è dovuta al fatto che l'Ente non ha svolto attività
di gestione nel corso dell'esercizio 2018, tale da originare condizioni
oggettive per la costituzione di accantonamenti o vincoli;
- raccomanda l'Ente
di:
• procedere con
immediatezza, nel corso dell'esercizio 2019, alla corretta regolarizzazione dei
sospesi di entrata di cui al conto del tesoriere 2018, nel rispetto del
principio contabile applicato e delle disposizioni di riferimento;
• rispettare le
regole dì bilancio inerenti le modalità di impiego della parte libera
dell'avanzo di amministrazione, ai sensi dell'art. 42, comma 6, del decreto
legislativo n. 118/2011;
e, al termine dell’istruttoria, ritiene possibile
procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del rendiconto per
l'esercizio 2018 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali al fine della
successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale, ai sensi
dell'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002;
rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella
seduta del 21 ottobre 2019, ha approvato il rendiconto per l’esercizio 2018
dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso
allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2018
dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso
allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione n. 55 del 10 ottobre 2019 con la
quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto l’approvazione della variazione al
bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria;
premesso che:
- il decreto
legislativo 23 giugno 2011, n.118, così come modificato ed integrato dal
decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto
normativo sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di
riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed
enti locali, fissando al primo gennaio 2015 l’entrata in vigore per gli enti
citati delle norme in materia di armonizzazione contabile;
- l’art. 4 del
predetto decreto legislativo n. 118/2011 prevede che, al fine di consentire il
consolidamento ed il monitoraggio dei conti pubblici, nonché il miglioramento
della raccordabilità dei conti delle amministrazioni
pubbliche con il S.E.C. dei conti nazionali nell’ambito delle rappresentazioni
contabili, le regioni, gli enti locali e i loro enti strumentali adottano il
piano dei conti integrato, raccordato al piano dei conti di cui all’articolo 4,
comma 3, lettera a), del decreto legislativo 31 maggio 2011, n.91, costituito
da conti che rilevano le entrate e le spese in termini di contabilità finanziaria
e da conti economico-patrimoniali redatto secondo comuni criteri di
contabilizzazione;
- con deliberazione
consiliare n. 356 del 19 dicembre 2018 è stato approvato il Bilancio di
previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari
2019-2021;
- con deliberazione
dell’Ufficio di Presidenza n. 79 del 21 dicembre 2018 è stato approvato il
Documento tecnico di accompagnamento al Bilancio di previsione per gli esercizi
2019-2021 e sono state assegnate le risorse al Segretario/Direttore Generale,
ai sensi dell’art. 3 del Regolamento Interno di Amministrazione e Contabilità
del Consiglio regionale;
- con determinazione
del Segretario Generale R.G. n. 711 del 27 dicembre 2018 è stato approvato il
bilancio finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli esercizi
2019-2021;
considerato che:
- con deliberazioni
dell’Ufficio di Presidenza n. 1 del 30 gennaio 2019, n. 15 del 15 aprile 2019,
n. 28 del 28 maggio 2019, n. 37 del 2 luglio 2019, n. 43 del 1^ agosto 2019 e
n. 53 del 30 settembre 2019 sono state approvate alcune variazioni compensative
al bilancio di previsione 2019-2021, esercizi 2019-2021, e le conseguenti
variazioni al documento tecnico di accompagnamento al bilancio;
- con determinazioni
del Direttore Generale R.G. n. 40 del 5 febbraio 2019, n. 104 del 5 marzo 2019,
n. 249 del 18 aprile 2019, n. 320 del 4 giugno 2019, n. 375 del 5 luglio 2019,
n. 410 del 23 luglio 2019, n. 440 del 6 agosto 2019, n. 511 del 27 settembre
2019 e n. 529 del 3 ottobre 2019 sono state approvate le variazioni al bilancio
finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli esercizi 2019-2021;
- con deliberazione
consiliare n. 406 del 17 giugno 2019 è stato approvato il riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2018, ai sensi dell’art.
3, c. 4 del D.Lgs. n.118 del
23 giugno 2011 e ss.mm.ii., e le conseguenti
variazioni al bilancio di previsione 2018- 2020 e al bilancio di previsione
2019-2021;
preso atto che con deliberazione consiliare n. 424 del 30
settembre 2019 è stato approvato l’assestamento del bilancio di previsione
2019-2021 del Consiglio regionale;
considerato che i dirigenti delle strutture
amministrative del Consiglio regionale hanno manifestato l’esigenza di
apportare alcune variazioni al bilancio di previsione 2019-2021, al fine di
soddisfare i fabbisogni previsti per il corrente esercizio finanziario ed i
successivi;
considerato, altresì, che l’Ufficio di Presidenza, sulla
base della comunicazione del dirigente del Settore Assistenza Giuridica, ha
ritenuto necessario effettuare un accantonamento al fondo crediti di dubbia
esigibilità per l’importo pari al 90% del credito accertato con determinazioni dirigenziali
R.G. n. 753/2018 e R.G. n. 283/2019;
richiamato il principio contabile applicato concernete la
contabilità finanziaria, allegato al decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118
e ss.mm.ii, ed in
particolare il punto 3.3;
tenuto conto che l’Ufficio di Presidenza con
deliberazione n. 58 del 22 ottobre 2019 ha integrato e modificato la
deliberazione n. 55 del 10 ottobre 2019 unitamente ai relativi allegati, che
costituiscono parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
dato atto che con le variazioni suddette sono rispettati
i limiti di spesa imposti dalla Legge n. 122 del 2010 e permangono gli
equilibri generali di bilancio;
udito il relatore del provvedimento che ha proposto
all’Assemblea di approvare contestualmente e congiuntamente le deliberazioni
dell’Ufficio di Presidenza n. 55/2019 e n. 58/2019 rubricate rispettivamente
come proposte di provvedimento amministrativo n 275/10^ e n. 277/10^;
preso atto del parere favorevole del Collegio dei
revisori dei conti della Regione Calabria espresso in data 28 ottobre 2019
(Allegato E), che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
delibera
• di approvare le
variazioni di competenza e di cassa al bilancio di previsione 2019-2021
riportate nell’Allegato A) e nell’Allegato B), parti integranti e sostanziali
del presente provvedimento;
• di prendere atto
della verifica sulla congruità degli accantonamenti effettuati con il presente
provvedimento al Fondo crediti dubbia esigibilità nel bilancio di previsione
2019-2021, come riportato nell’Allegato C), che ne costituisce parte
integrante;
• di dare atto che,
in conseguenza delle variazioni di cui agli allegati A) e B), sono garantiti
gli equilibri del bilancio di previsione del Consiglio regionale per il
triennio 2019-2021, come risulta dall’Allegato D) al presente provvedimento;
• di dare mandato
all’Ufficio di Presidenza a procedere alla conseguente variazione del documento
tecnico di accompagnamento al bilancio 2019-2021, approvato con deliberazione
U.P. n. 79 del 21 dicembre 2018, nonché ad assolvere ai successivi adempimenti
di propria competenza.
Titolo I
Finalità e
definizioni
Art. 1
(Finalità, princìpi
e ambito di applicazione)
1. La Regione Calabria assicura la dignità
delle scelte personali in materia di disposizione del proprio corpo
nell’evenienza del decesso, in un quadro di rispetto delle idee, delle
convinzioni e dei sistemi valoriali.
2. La presente legge disciplina il
complesso dei servizi e delle funzioni in ambito funebre e di polizia
mortuaria, al fine di tutelare l’interesse degli utenti dei servizi e di
uniformare le attività pubbliche e gestionali ai princìpi di evidenza
scientifica, efficienza, economicità ed efficacia delle prestazioni, tenuto
conto degli interessi pubblici preordinati alla tutela della salute pubblica,
dell’igiene e della sicurezza.
3. In particolare, la presente legge:
a) disciplina le procedure relative alla
polizia mortuaria, anche per quanto attiene ai profili igienico-sanitari;
b) armonizza,
nell’ambito della polizia mortuaria, le attività certificate, di vigilanza e di
controllo da parte degli enti competenti;
c) regolamenta
le condizioni e i requisiti per l’esercizio delle attività mortuarie e funebri
affinché le stesse siano svolte nel rispetto delle finalità e delle garanzie di
cui alla presente legge.
Art. 2
(Definizioni)
1. Ai fini della presente legge:
a) per «salma» si intende il corpo umano
rimasto privo delle funzioni vitali fino a ventiquattro ore dalla constatazione
di decesso o prima dell’accertamento della morte;
b) per
«cadavere» si intende la salma, dopo le ventiquattro ore dalla constatazione di
decesso o dell’accertamento della morte ai sensi di quanto previsto dalla
legislazione vigente;
c) per
«resto mortale» si definisce il risultato della completa scheletrizzazione
di un cadavere ovvero, per salme inumate, l'esito della trasformazione delle
stesse allo scadere del turno almeno decennale di rotazione per effetto di
mummificazione o saponificazione e, per salme tumulate, l'esito della
trasformazione allo scadere di concessioni della durata di oltre venti anni per
effetto di corificazione;
d) per «attività di polizia mortuaria» si
intendono le attività di autorizzazione, di vigilanza e di controllo da parte
degli enti individuati dalla presente legge;
e) per «servizi funebri» si intendono le
attività imprenditoriali svolte congiuntamente nel rispetto delle ineludibili
esigenze di sanità, di ordine pubblico, di sicurezza e di ottemperanza a regola
d’arte degli obblighi contrattuali assunti con i dolenti, dai soggetti in
possesso dei requisiti stabiliti dalla presente legge, ai fini delle seguenti
prestazioni:
1) disbrigo, in nome e per conto dei
familiari o di altri aventi titolo, di pratiche amministrative conseguenti al
decesso di una persona;
2) preparazione, vendita e fornitura di
casse mortuarie e di eventuali articoli funebri, in occasione del funerale, nel
rispetto delle norme in materia di tutela sanitaria;
3) trasporto, con idoneo mezzo speciale,
del cadavere o della salma dal luogo di rinvenimento, decesso o deposizione, al
cimitero o all’impianto di cremazione;
4) ricomposizione del cadavere mediante sua
vestizione;
5) eventuale gestione di case funerarie;
f) per «attività necroscopiche» si
intendono le seguenti attività obbligatorie poste in essere:
1) dal comune, in forma singola o
associata, eseguite direttamente, gestite con le modalità previste per i
servizi pubblici locali o affidate con le procedure ad evidenza pubblica
previste dal codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e
forniture, di cui al decreto legislativo 18 aprile 2006, n. 50 (Codice dei contratti
pubblici), ovvero, con criteri di turnazione, a soggetti in possesso delle
prescritte certificazioni di impresa funebre che provvede:
1.1)
in caso di indigenza del defunto o dei suoi familiari ovvero in caso di
disinteresse dei familiari e di mancanza di altri soggetti che possano
provvedere, qualora sia necessario eseguire sia il trasporto sia la sepoltura
nel cimitero sia la fornitura della semplice bara da inumazione o da
cremazione. Per «disinteresse» si intende la situazione in cui il trasporto e
la sepoltura di una persona defunta non sono effettuati entro sei giorni dal
suo decesso, fatte salve particolari circostanze, nelle quali il comune può
disporre l’eventuale differimento del termine;
1.2)
su disposizione dell’Autorità giudiziaria, o anche dell’Autorità sanitaria per
esigenze igienico-sanitarie, quando si debba provvedere alla raccolta e al
trasporto di una salma o di un cadavere in un obitorio, in un deposito di
osservazione o in un servizio mortuario del Servizio sanitario nazionale;
2) dal servizio sanitario provinciale,
quali il deposito di osservazione, l’obitorio, il servizio mortuario e le
attività di medicina necroscopica. Gli istituti di medicina legale e delle
assicurazioni svolgono funzioni obitoriali nel
territorio della ASP di riferimento;
g) per «attività cerimoniale funebre» si
intendono le manifestazioni di cordoglio e di commemorazione di defunti da
parte di chi partecipa alle esequie svolte in ambiti civili o religiosi. Tali
attività possono comportare l’accoglimento e la temporanea permanenza di
feretri o di urne cinerarie in luoghi predisposti per le cerimonie per lo
svolgimento dei riti del commiato, intendendosi per tali le chiese e gli altri
luoghi di culto, le case funerarie, le sale del commiato e le strutture di accoglienza nel cimitero o nel
crematorio nonché le camere ardenti allestite presso enti pubblici per defunti
ritenuti degni di particolari onoranze. In particolare:
1) per «casa funeraria» si intende la
struttura privata gestita da soggetti certificati allo svolgimento
dell’attività funebre, in possesso diretto dei requisiti stabiliti dalla
presente legge, ove, a richiesta dei familiari del defunto, in apposite sale
attrezzate, sono ricevute, custodite ed esposte le salme di persone decedute presso
luoghi pubblici, abitazioni private, strutture sanitarie e ospedaliere, in
vista della composizione, della vestizione e dell’osservazione della salma,
della custodia e dell’esposizione del cadavere e delle attività di
commemorazione e di commiato del defunto tecnicamente equiparate e strutturate
a deposito di osservazione. I feretri sigillati possono sostare presso la casa
funeraria per brevi periodi, in attesa del trasporto verso il luogo di
destinazione finale;
2) per «sala del commiato» si intende la
sala, collocata all’interno della casa funeraria o, eventualmente, anche nel
cimitero o nel crematorio, ma comunque al di fuori dalle strutture sanitarie
pubbliche o private accreditate, adibita all’esposizione a fini cerimoniali del
defunto posto in un feretro chiuso;
h) per «trasporto funebre» si intende il
trasporto della salma o del cadavere dal luogo di decesso a ogni altra
destinazione prevista dalla presente legge, eseguito con mezzi e personale
idonei dai soggetti abilitati all’esercizio dell’attività funebre.
Titolo II
Competenze e
attribuzioni
Art. 3
(Compiti e
attribuzioni della Regione)
1. La Regione esercita compiti di
riordino, indirizzo, coordinamento e controllo, improntando la propria attività
alla semplificazione dei procedimenti amministrativi, in conformità ai princìpi
di efficacia, di efficienza e di sussidiarietà. In ogni caso, i compiti
sopraelencati sono svolti in isospesa e con personale
già in servizio presso la Regione Calabria, nei normali orari di lavoro.
2. La Giunta
regionale concorre a definire, entro 60 giorni, nei limiti delle proprie
attribuzioni e competenze e in attuazione dei princìpi di cui alla presente
legge:
a) i
requisiti delle autorimesse;
b) i criteri e gli obiettivi in materia di
controllo, trasparenza e informazione dei servizi funebri;
c) le modalità per la formazione e la
tenuta degli elenchi delle imprese funebri certificate, garantendo che gli
stessi siano consultabili liberamente in via telematica;
d) le modalità per la formazione e l’aggiornamento
professionali, nei limiti di quanto previsto dalla presente legge.
Art. 4
(Compiti e
attribuzioni dei Comuni)
1. Il Comune assicura la sepoltura o la
cremazione dei cadaveri delle persone residenti e di quelle decedute nel
proprio territorio, tramite la realizzazione, anche in associazione con altri
Comuni, di cimiteri e di crematori e in particolare:
a) rilascia le autorizzazioni previste
dalla presente legge;
b) assicura spazi o locali pubblici idonei
ad accogliere il feretro sigillato per lo svolgimento di riti funebri nel
rispetto della volontà del defunto e dei suoi familiari;
c) adotta il regolamento di polizia
mortuaria che stabilisce le condizioni di esercizio e di utilizzo dei cimiteri,
delle strutture obitoriali, delle sale del commiato e
delle case funerarie;
d) assicura il trasporto e il servizio
funebre in caso di indigenza del defunto o dei suoi familiari ovvero in caso di
disinteresse, nonché il servizio di raccolta e di trasferimento all’obitorio
dei deceduti sulla pubblica via o in luogo pubblico;
e) esercita i poteri di rilevamento delle
imprese funebri;
f) esercita poteri di vigilanza e di
controllo, avvalendosi, per gli aspetti igienico-sanitari, delle Aziende
sanitarie provinciali (ASP).
Art. 5
(Riordino territoriale)
1. L’esercizio dell’attività funebre è
sottoposto al riordino territoriale al fine di assicurare le migliori
funzionalità e produttività dei servizi resi agli utenti, nel rispetto dei
princìpi di trasparenza e di concorrenza e della legge nazionale vigente.
Titolo III
Disciplina
dell’attività funebre
Art. 6
(Attività funebre)
1. L’attività funebre costituisce attività
imprenditoriale e comprende e assicura l’esercizio in forma congiunta dei
seguenti servizi:
a) disbrigo,
su mandato dei familiari o di altri aventi titolo, delle pratiche
amministrative inerenti al decesso e all’organizzazione delle onoranze funebri;
b) vendita di casse e di altri articoli
funebri, in occasione del funerale;
c) preparazione del defunto, sua
vestizione e confezionamento del feretro;
d) trasferimento durante il periodo di
osservazione e di trasporto funebre;
e) recupero di cadaveri, su disposizioni
dell’autorità giudiziaria, da luoghi pubblici o privati;
f) eventuale gestione di case funerarie.
2. Per lo svolgimento dell’attività
funebre è necessaria la presentazione al Comune in cui ha sede commerciale
l’impresa, di una segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), con
efficacia immediata, ai sensi dell’articolo 19, comma 2, della legge 7 agosto 1990,
n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di
accesso ai documenti amministrativi) e secondo i requisiti stabiliti
all’articolo 3, circa i quali è necessario allegare dichiarazione sostitutiva
ai sensi del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445
(Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione amministrativa).
3. Il procacciamento di affari rivolto
all’acquisizione e all’esecuzione di servizi funebri e delle attività connesse
e complementari, anche ad opera di persone solo indirettamente riconducibili a
soggetti autorizzati all’esercizio di tale attività, è vietato e perseguibile.
4. L’attività funebre rientra tra le
prestazioni di servizio disciplinate dall’articolo 115 del regio decreto 18
giugno 1931, n. 773 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza).
5. Il conferimento dell’incarico per il
disbrigo delle pratiche amministrative, la vendita delle casse e di articoli
funebri e ogni altra attività connessa al funerale sono svolti solo nelle sedi
di imprese funebri certificate o, eccezionalmente e su richiesta degli
interessati, presso l’abitazione del defunto e dell’avente titolo, purché non
all’interno di strutture sanitarie e socio-assistenziali di ricovero e cura,
pubbliche e private, di strutture obitoriali,
crematori e di cimiteri.
6. Al fine di tutelare l’utenza,
l’attività funebre è incompatibile con:
a) la gestione del servizio cimiteriale;
b) la gestione del servizio obitoriale;
c) la gestione delle camere mortuarie
delle strutture sanitarie, socio-assistenziali, di ricovero e cura e
assimilate, sia pubbliche e sia private;
d) il servizio privato di ambulanza in
entità pubblica di emergenza sanitaria (Servizio emergenze 118), il servizio
pubblico del trasporto sangue e organi.
7. Il Comune verifica annualmente la
persistenza dei requisiti strutturali e gestionali previsti per lo svolgimento
l’esercizio dell’attività funebre.
Art. 7
(Impresa funebre)
1. I servizi funebri sono attività
imprenditoriali e sono erogati secondo princìpi di concorrenza nel mercato e
con modalità che difendono l’effettiva libertà di scelta delle famiglie colpite
da un lutto.
2. I servizi funebri sono erogati da
soggetti che, essendo in possesso dei requisiti stabiliti dalla presente legge,
nonché di risorse umane, strumentali e finanziarie idonee e adeguate, sono
titolari dell’apposita certificazione comunale rilasciata dal comune previa
istruttoria in ordine al possesso dei requisiti di cui all'articolo 8 della
presente legge.
3. Ogni impresa funebre è libera nella
determinazione dei propri listini dei prezzi delle forniture e dei servizi.
4. Le imprese funebri non possono
esercitare attività private in mercati paralleli, quali quelli relativi
all’ambito cimiteriale e al trasporto sanitario come servizio pubblico di
emergenza sanitaria data in convenzione, al trasporto di organi, sangue e
pazienti dializzati e sono obbligate alla separazione societaria. La
separazione societaria è intesa come svolgimento distinto, con società o con
soggetto, dotati di separata personalità giuridica, di organizzazione distinta
e adeguata di mezzi e risorse, diverse da quelle riconducibili a soggetti che
svolgono attività funebre.
5. Alle imprese funebri è vietata la
prestazione dei servizi in ambito necroscopico, intendendo per tali la gestione
di servizi mortuari di strutture sanitarie pubbliche e assimilabili e di
obitori. Le gestioni delle attività svolte da esercenti l’attività funebre in
contrasto con quanto previsto dalla presente legge cessano dalla data di
entrata in vigore della legge.
Art. 8
(Requisiti
dell’impresa funebre e dei soggetti a essa collegati)
1. La dichiarazione da allegare alla SCIA
ai sensi dell’articolo 6, comma 2, contiene l’autocertificazione del possesso
dei seguenti requisiti:
a) una sede idonea e adeguata per la
trattazione degli affari, comprendente un ufficio e una sala di esposizione per
gli articoli funebri, diversi dalle altre attività svolte con la stessa Partita
Iva. Presso ogni sede commerciale delle imprese esercenti l’attività funebre, è
esposto il prezziario di tutte le forniture e prestazioni rese, con la
precisazione che il corrispettivo relativo alla parte del servizio funebre di
competenza dell’impresa è attualmente esente da IVA, in conformità a quanto
stabilito dall’articolo 10, comma 1, n. 27, del Decreto del Presidente della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 (Istituzione e disciplina dell’imposta sul
valore aggiunto), e lo stesso è esibito a chiunque richieda un preventivo per
lo svolgimento del servizio funebre;
b) un qualsiasi mezzo funebre, con
relativa idoneità sanitaria, di proprietà o tramite leasing, adibito al
trasporto di salme e di cadaveri e un’apposita autorimessa, avente requisiti di
idoneità secondo la normativa nazionale vigente verificati dalle ASP. Tali
autorimesse dispongono di adeguate dotazioni per la sanificazione del vano di
carico del mezzo funebre. Il lavaggio della carrozzeria esterna e
dell’abitacolo può essere effettuato all’esterno dell’impresa presso
autolavaggi autorizzati;
c) un responsabile, abilitato alla
trattazione delle pratiche amministrative e degli affari, stabilmente assunto
con regolare rapporto di lavoro con il richiedente, che può coincidere con il
titolare o legale rappresentante della stessa.
2. I requisiti di cui al comma 1 lettere
a), b), e c) possono essere ottenuti ricorrendo ad accordi con altre imprese
funebri certificate, associazione temporanea di impresa o contratti di rete.
Per svolgere il servizio di trasporto e cerimonia:
a) l’impresa che effettua il trasporto
funebre e la cerimonia, in maniera autonoma, dispone di personale dipendente
numericamente necessario a svolgere il servizio nel rispetto delle norme
nazionali sul lavoro e sulla sicurezza dei lavoratori;
b) l'impresa in possesso dei requisiti di
cui al comma 1, lettere a), b), e c), in maniera trasparente e col consenso
della famiglia, ottenuto tramite formale mandato, può appaltare il trasporto
funebre per la cerimonia ad altra impresa funebre certificata in possesso
autonomo dei requisiti di cui alla successiva lettera c); la stessa svolgerà
col proprio rischio d'impresa, tramite contratto genuino, il servizio di
trasporto funebre ad essa commissionato nel rispetto delle norme nazionali in
materia di appalto, lavoro e sicurezza dei lavoratori. Il servizio di trasporto
funebre è eseguibile, previo formale assenso della famiglia del defunto,
ricorrendo a partecipazioni, ad aggregazioni aziendali quali consorzi e società
consortili, in possesso autonomo dei requisiti di cui alla successiva lettera
c);
c) i soggetti che con i contratti previsti
alla lettera b) garantiscono il possesso dei requisiti tecnico-organizzativi
per svolgere la cerimonia funebre ad altri esercenti possiedono la
disponibilità autonoma, ovvero senza il ricorso ad altri soggetti, delle
seguenti dotazioni minime adeguate alle attività svolte: almeno sei operatori
assunti con regolare contratto di lavoro e due auto funebri. A fronte di ogni
contratto stipulato con imprese funebri, dopo il quindicesimo, è previsto
l’incremento di una unità di personale. A fronte di ogni quattro contratti
stipulati con imprese funebri, oltre il quindicesimo, è previsto l’incremento
di un’auto funebre.
3. Il titolare, il socio o responsabile
possono svolgere anche le mansioni di necroforo.
4. Le figure professionali del personale
dell’impresa funebre sono:
a) responsabile abilitato al disbrigo
delle pratiche amministrative, addetto alla trattazione degli affari;
b) necroforo, col ruolo di svolgere la
preparazione del defunto, la sua sistemazione nel feretro, la sigillatura,
oltre la movimentazione dei feretri e l'organizzazione della cerimonia.
5. L’utilizzo da parte della stessa
impresa di altre eventuali sedi per la trattazione degli affari, ubicate nel Comune
dove si trova la sede principale o in Comuni diversi da quello ove è stata
presentata la SCIA, non comporta il rilascio di ulteriori certificazioni
all’esercizio dell’attività funebre. Le eventuali autorizzazioni in materia
edilizia o commerciale, necessarie per l’utilizzo di dette sedi, sono
rilasciate previa dimostrazione del possesso della certificazione all’esercizio
dell’attività funebre rilasciata dal Comune ove ha sede principale l’impresa.
Tali sedi dispongono di un addetto alla trattazione degli affari, in persona
diversa da quella utilizzata per la sede principale o altre sedi, che sia in
possesso degli stessi requisiti formativi del responsabile della conduzione
dell’attività, il cui nominativo va comunicato al Comune competente.
6. Le imprese funebri esistenti prima
della pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
(BURC) della presente legge hanno 12 mesi di tempo dalla sua entrata in vigore
per adeguarsi alle disposizioni del presente testo, ripresentando una SCIA, per
variazioni Agenzia di affari, presente sul portale Calabria Suap, con cui
autocertificano il possesso dei requisiti richiesti dalla legge. I Comuni
verificano quanto autocertificato. Gli esercenti l’attività funebre
autocertificano annualmente la perduranza dei requisiti di cui al presente
articolo.
Art. 9
(Requisiti del
personale dell’impresa funebre e dei soggetti a essa collegati)
1. A decorrere dalla data di entrata in
vigore della presente legge, i corsi abilitanti la professione sono d'obbligo
per le imprese presenti sul territorio della Regione.
2. I responsabili di cui all’articolo 8,
comma 4, lettera a), con comprovata esperienza lavorativa, superiore a cinque
anni, effettuano metà delle ore stabilite dalla Giunta regionale per ogni figura
professionale ricoperta; coloro con meno di cinque anni di esperienza
lavorativa certificata seguono l'orario pieno delle ore stabilite. In attesa
dei regolamenti di attuazione sulla formazione professionale, che indicano le
ore e le materie trattate, le imprese funebri possono continuare a
svolgere l'attività funebre provvedendo ad avviare i
responsabili allo specifico corso professionale subito dopo la pubblicazione
dei regolamenti inerenti alla formazione ed entro un anno dalla loro
pubblicazione.
3. L’attività funebre, in qualsiasi forma
esercitata, è preclusa alle persone dichiarate fallite o incorse in alcuno dei
provvedimenti di cui al regio decreto 16 marzo 1942, n. 267 (Disciplina del
fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e della
liquidazione coatta amministrativa), salvo che sia intervenuta riabilitazione,
nonché a chi abbia riportato:
a) condanna definitiva per uno dei reati
di cui al libro secondo, titolo VIII, capo II, del codice penale;
b) condanna definitiva per reati non
colposi a pena detentiva superiore a tre anni;
c) condanna definitiva per reati contro la
fede pubblica, contro la pubblica amministrazione e contro il patrimonio;
d) condanna alla pena accessoria
dell’interdizione dall’esercizio di una professione o di un’arte ovvero
dell’interdizione dagli uffici direttivi delle imprese, salvo che sia
intervenuta la riabilitazione;
e) sottoposizione alle misure previste dal
codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto
legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle
misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione
antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136);
f) contravvenzioni accertate e definitive
per violazioni di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n.206 (Codice
del consumo);
g) contravvenzioni accertate per
violazioni di norme in materia di lavoro, di previdenza, di assicurazioni
obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nonché
di prevenzione della sicurezza nei luoghi di lavoro non conciliabili in via
amministrativa.
4. Le condizioni ostative di cui al comma
3 si applicano al titolare, al legale rappresentante, ai prestatori d’opera
nonché a tutto il personale.
Art. 10
(Accertamento dei
requisiti)
1. L’accertamento dei requisiti per
l’esercizio delle attività funebri è effettuato dai Comuni esercitando le
funzioni a essi attribuite dalla presente legge.
2. Ai fini dell’accertamento di cui al
comma 1, le imprese, entro il 30 giugno 2020, si muniscono della certificazione
attestante il possesso dei requisiti.
3. La certificazione di cui al comma 2 è
rilasciata annualmente dai Comuni, ai quali spetta la verifica, e scade il giorno
successivo a quello della data di rilascio dell'anno seguente.
4. La certificazione ha validità annuale
ed è validata ripresentando, presso il Comune dove si esercita l'attività
suddetta, un'autocertificazione che attesti la continuità e la persistenza, per
l’anno in corso, dei requisiti previsti all'articolo 8. In caso di variazioni
strutturali o logistiche è necessaria la presentazione di una nuova SCIA.
5. La mancata acquisizione o presentazione
della certificazione equivale a carenza dei requisiti e comporta l’immediata
cessazione dell’attività.
Art. 11
(Mandato)
1. Il Comune, avvalendosi delle ASP per
gli aspetti igienico-sanitari, vigila e controlla lo svolgimento delle attività
funebri al fine di garantire agli utenti il diritto di scegliere liberamente
l’impresa funebre di cui avvalersi, senza intervenire direttamente sulla
domanda e sull’offerta dei servizi nonché sulla definizione delle tariffe, a
esclusione delle seguenti prestazioni a carico della stessa amministrazione
comunale:
a) servizio funebre obbligatorio di
cadaveri, nei casi di indigenza del defunto o dei suoi familiari ovvero nel
caso di disinteresse;
b) servizio obbligatorio di raccolta e di
trasferimento all’obitorio dei deceduti sulla pubblica via o in luogo pubblico
ovvero in abitazione o in luogo privati, a seguito di richiesta dell’autorità
giudiziaria.
2. Il contratto di servizi funebri è
conferito per iscritto a un’impresa funebre certificata.
3. Il conferimento del mandato di cui al
comma 2 ha luogo nella sede, principale o secondaria, dell’impresa funebre cui
esso è conferito ovvero, su richiesta dei familiari, presso l’abitazione del
defunto o dell’avente titolo, purché al di fuori di strutture socio-sanitarie
di ricovero e cura nonché di strutture socio-sanitarie pubbliche o private e
cimiteri. È vietato l’uso di sedi e di uffici mobili.
4. È fatto divieto a chiunque di segnalare
o comunque di portare a conoscenza di imprese funebri il decesso di persone. È
altresì fatto divieto al personale adibito a ente pubblico, a strutture
sanitarie, socio-assistenziali, di ricovero e cura e assimilate, pubbliche o
private, a strutture deputate ai pubblici servizi e a gestori di un servizio di
ambulanze di indirizzare il dolente nella scelta dell’impresa funebre.
5. Nello svolgimento dell’attività
funebre, fatta salva la promozione commerciale e da ricorrenza mediante
oggettistica di valore trascurabile, è vietato proporre direttamente o
indirettamente provvigioni, offerte, regalie di valore o vantaggi di qualsiasi
genere, al fine di ottenere informazioni tese all’acquisizione di mandati.
Art. 12
(Trasporti funebri)
1. Costituisce trasporto di salma il
trasferimento del defunto, eseguito in modo da non impedire eventuali
manifestazioni di vita, dal luogo del decesso ai locali di osservazione quali
l’abitazione del defunto o di un avente titolo, servizio mortuario sanitario,
il deposito di osservazione comunale, l’obitorio, la casa funeraria entro
ventiquattro ore dalla morte, indipendentemente dalla circostanza che sia o non
sia intervenuto l’accertamento della morte, con la certificazione cui al comma
10, nel rispetto delle norme sanitarie e su tutto il territorio regionale. Per
il tributo di speciali onoranze possono essere eccezionalmente individuati
altri luoghi previo singola autorizzazione del sindaco e con il rilascio
dell’autorizzazione al trasporto come prevista dal decreto del Presidente della
Repubblica 10 settembre 1990, n. 285 (Approvazione del regolamento di polizia
mortuaria).
2. Costituisce trasporto di cadavere il
trasferimento del defunto dal luogo ove questo è stato sigillato al luogo di
destinazione, sia esso un cimitero, un crematorio o un luogo di onoranze,
previamente autorizzato dal Comune.
3. Il trasporto di salma o di cadavere
previamente identificato a cura dell’addetto al trasporto è riservato ai
soggetti titolati alla sua esecuzione ed è effettuato con un’auto funebre e da
personale numericamente sufficiente, in conformità alle normative vigenti in
materia di igiene e di sanità pubblica, di servizi funebri, di tutela della
salute e di sicurezza dei lavoratori.
4. L’addetto al trasporto di cadavere, in
qualità di incaricato di pubblico servizio, prima della partenza verifica e
certifica su un apposito verbale:
a) l’identità del cadavere;
b) che il feretro, in relazione alla
destinazione e alla distanza da percorrere, sia stato confezionato secondo
quanto previsto dalla normativa vigente;
c) i nominativi dei necrofori utilizzati e
i dati dell’auto funebre che materialmente eseguono il trasporto.
5. L’addetto al trasporto funebre appone i
sigilli per i trasporti e ne è responsabile, redige il verbale di verifica in
duplice originale, di cui uno accompagna sempre il feretro fino a destinazione
e l’altro è conservato dall’incaricato del trasporto. La chiusura del feretro
può essere fatta esclusivamente da personale necroforo o da addetto
dell’impresa previamente formato. Il Comune di destinazione trasmette copia del
verbale di verifica al Comune in cui è avvenuto il decesso.
6. Per il trasporto all’estero,
l’autorizzazione al trasporto funebre è rilasciata dal Comune in cui è avvenuto
il decesso e si applicano le norme previste dai trattati internazionali
vigenti.
7. Qualora il decesso avvenga presso una
struttura sanitaria, una casa di riposo ovvero istituti pubblici o privati, il
trasferimento della salma o del cadavere all’interno delle stesse strutture è
effettuato da personale incaricato dalla competente direzione sanitaria che non
riveste la qualità di esercente di attività funebre o attività di cui al comma
6 dell’articolo 6.
8. Nella nozione di trasporto di cadavere
è altresì compresa la raccolta e la decorosa composizione nel feretro, il
prelievo di quest’ultimo, con il relativo trasferimento, la sosta per cerimonie
civili o religiose e la consegna al personale incaricato della sepoltura o
della cremazione.
9. I Comuni controllano che, nello
svolgimento dei trasporti funebri e delle operazioni cimiteriali, sia presente
un numero di addetti pari a quanto individuato nei documenti di valutazione dei
rischi predisposti ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
(Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).
10. Il medico intervenuto al momento
della constatazione del decesso certifica preventivamente, qualora non sussista
pericolo per la salute pubblica e si escluda il sospetto di morte dovuta a
reato o malattie infettive, dopo l'igienizzazione della salma e dopo che siano
stati tolti aghi, sondini e cateteri, qualora il decesso avvenga presso
strutture sanitarie pubbliche o private, la possibilità del trasferimento della
salma, in tutto il territorio regionale, con l'impiego di un contenitore rigido
o flessibile, impermeabile sul fondo ma in grado, contemporaneamente, di
permettere passaggio di aria così da consentire la respirazione se vi fossero
segni di vita, entro la durata del periodo di osservazione, presso strutture obitoriali, case funerarie certificate, abitazione del
defunto o di un suo familiare, previa richiesta degli stessi familiari; la
visita necroscopica, se non già eseguita prima del trasporto, attiene all'ASP
del luogo in cui si svolge il residuo periodo d'osservazione.
11. La certificazione di cui al comma 10
è titolo valido per il trasferimento della salma. Dell’eventuale trasferimento
è data comunicazione certificata da parte del soggetto esercente attività
funebre incaricato, anche per via telematica certificata, al Comune in cui è
avvenuto il decesso, al Comune ove è destinata la salma, nonché alla ASP
competente per il luogo di destinazione della stessa.
12. Il responsabile della struttura
ricevente, o un suo delegato, registra l’accettazione della salma con
l’indicazione del luogo di partenza, dell’orario di arrivo e dell’addetto al
trasporto e trasmette tali informazioni, anche in via telematica certificata,
al Comune in cui è avvenuto il decesso, al Comune ove è destinata la salma,
nonché alla ASP competente per il luogo di destinazione della stessa. Qualora
non sia stato fatto nel luogo del decesso, il Comune di destinazione della
salma dà notizia al medico necroscopo per effettuare l’accertamento di morte
che è trasmesso, anche in via telematica, al Comune ove è avvenuto il decesso
per il rilascio della relativa documentazione necessaria. Nel caso di trasporto
presso l'abitazione del defunto o di un suo familiare, l'impresa incaricata
trasmette quanto previsto nel presente comma e svolge le comunicazioni e gli
atti obbligatori.
13. In caso di pericolo per la salute
pubblica, il trasferimento di salma è autorizzato dal medico necroscopo che
detta altresì le cautele da osservare in concreto.
14. Il trasporto di ceneri e di ossa
umane non ha controindicazioni igienico-sanitarie e può essere svolto da
chiunque, previa autorizzazione dell’ufficiale di stato civile del Comune di
partenza, che ne dà avviso all’ufficiale di stato civile del luogo di
destinazione o alla corrispondente autorità, se all’estero.
15. Il trasporto di resti mortali da un
cimitero all’altro o al crematorio è effettuato, su richiesta dei familiari, da
soggetti abilitati e previa autorizzazione del comune ove erano sepolti, con
l’adozione delle misure necessarie a garantire il decoro e la salute pubblica.
16. Ogni trasporto funebre di salma o di
cadavere è svolto a pagamento, previo incarico di chi lo commissiona, da un
soggetto esercente l’attività funebre. I costi del trasporto sono a carico di
chi lo richiede o lo dispone; i costi dei servizi di cui all’articolo 2, comma
1, lettera f), numeri 1.1) e 1.2), sono a carico del Comune dove ha avuto luogo
il decesso.
17. Il trasporto funebre non può essere
gravato di alcun diritto fisso sanitario e comunale.
18. La chiusura e il sigillo del feretro,
in cera lacca o adesivo, riportante i dati dell'impresa che trasporta il
cadavere e che attesti l'integrità della chiusura, apposto sul coperchio per i
trasporti nell'ambito comunale, fuori comune, fuori regione e fuori nazione,
che non rientrano nella fattispecie dei trasporti di cui ai commi 10 e 11, sono
demandati all'impresa funebre che ne effettua il trasporto e la stessa ne è
responsabile sotto il profilo civile e penale. La puntura conservativa nel
periodo imposto dalla norma nazionale è effettuata, in maniera da garantire la
sicurezza sulla salute dell'addetto, da personale necroforo o da personale
sanitario pubblico o privato.
Art. 13
(Case funerarie o
depositi di osservazioni e servizi mortuari)
1. La realizzazione e l’esercizio di una
casa funeraria o deposito d’osservazione, all’interno della quale possono
essere presenti anche una o più sale destinate alla custodia e all’esposizione
dei defunti, nonché alla celebrazione e al commiato, sono consentite ai
soggetti esercenti l'attività funebre in possesso diretto dei requisiti di cui
all’articolo 8, comma 1, previa SCIA, in piena autonomia del soggetto gestore
per quanto riguarda gli orari di apertura in funzione dei servizi richiesti dai
dolenti, gli orari di fissazione dei funerali e l’organizzazione aziendale.
2. L’accesso a una casa funeraria avviene
su richiesta del familiare del defunto o di un altro soggetto avente titolo.
3. Per l’esercizio delle attività, le
dotazioni strutturali e impiantistiche della casa funeraria sono conformi alle
caratteristiche igienico-sanitarie previste dalle norme nazionali per i servizi
mortuari delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate, come
specificate nell’atto di indirizzo e coordinamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997, pubblicato nel supplemento
ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 1997, integrate da
quanto previsto dalla presente legge.
4. La casa funeraria dispone di spazi per
la sosta e per la preparazione dei defunti e di una camera ardente o sala del
commiato. In termini di accessibilità sono consentite l’entrata e l’uscita
autonome senza interferenze rispetto al sistema generale dei percorsi interni
della struttura. È previsto un accesso dall’esterno per i visitatori ed un parcheggio
per questi ultimi. Le case funerarie possiedono i seguenti requisiti
strutturali minimi:
a) locale di osservazione o di sosta delle
salme;
b) camera
ardente o sala di esposizione;
c) locale di preparazione dei defunti;
d) servizi igienici per il personale;
e) servizi igienici per i dolenti;
f) sala per onoranze funebri al feretro;
g) almeno una cella frigorifera e una sala
climatizzata;
h) deposito per i materiali;
i) rimessa funebre anche esterna alla
struttura;
j) uffici.
5. Le case funerarie non possono essere
collocate all’interno di strutture sanitarie, di ricovero e cura,
socio-sanitarie e socio-assistenziali, nei crematori e nei cimiteri. Le case
funerarie non possono essere convenzionate con strutture sanitarie pubbliche e
private e assimilabili per lo svolgimento dei servizi mortuari.
6. I servizi mortuari sanitari e le
attività necroscopiche di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f), numero 2),
costituiscono servizi della struttura sanitaria e possono essere gestiti solo
in forma diretta o affidati, previa gara ad evidenza pubblica, a soggetti terzi
che a nessun titolo possono essere esercenti di attività funebri o soggetti a
essi collegati o in qualsiasi modo ad essi riconducibili.
Art. 14
(Attività
collaterali e integrative)
1. Le imprese funebri, qualora effettuino
altre prestazioni di servizio o cessione di beni rispetto a quelle definite dal
presente titolo, possiedono i requisiti stabiliti relativi alle singole
prestazioni di servizio o cessioni di beni.
Art. 15
(Vigilanza e
sanzioni)
1. I Comuni e le ASP vigilano e
controllano l’osservanza delle norme per le attività funebri nel territorio di
riferimento.
2. Gli oneri per la vigilanza e per il
controllo sono coperti da risorse proprie dei Comuni e delle ASP e dai proventi
derivanti dalle sanzioni di cui al presente articolo.
3. Le violazioni alla presente legge da
parte dei soggetti esercenti attività di impresa funebre sono soggette alla
sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000,00 euro a 3.000,00 euro, salvo
quanto previsto dai commi 4, 5, 6 e 7.
4. Le violazioni alle disposizioni
dell’articolo 7 e dell’articolo 12 sono soggette, a seconda della gravità, alla
sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000,00 euro a 30.000,00 euro.
5. In caso di violazione alle disposizioni
dell’articolo 11, le sanzioni di cui al comma 4 sono duplicate.
6. In caso di recidiva, le violazioni alle
disposizioni dell’articolo 11 comportano altresì la sospensione dell’attività
per tre mesi decorrenti dalla notificazione dell’accertamento definitivo e non
impugnabile della violazione, elevati a sei mesi in caso di violazione delle
disposizioni dell’articolo 11, commi 4 e 5. In caso di violazioni
particolarmente gravi è altresì disposta la revoca all’esercizio dell’attività.
7. Sono fatte salve le fattispecie
costituenti reati relative alle violazioni delle disposizioni della presente
legge.
Titolo IV
Disciplina della
cremazione
Art. 16
(Disposizioni
concernenti l’affidamento, la custodia e la dispersione delle ceneri)
1. Il gestore del forno crematorio
consegna l’urna cineraria al coniuge, al convivente, a un altro familiare
avente diritto o a un suo delegato, all’esecutore testamentario o al
rappresentante legale dell’associazione riconosciuta che abbia tra i propri fini
statutari quello della cremazione dei cadaveri dei propri associati o
all’impresa funebre a tale fine incaricata dall’avente titolo. I predetti
soggetti, nel rispetto della volontà del defunto, possono disporre la
tumulazione dell’urna al cimitero, l’affidamento personale dell’urna a un
familiare o, se del caso, al convivente, i quali possono anche conferirla
presso edifici destinati alla custodia di urne. L’urna è sigillata e conservata
in modo da consentire in ogni caso l’identificazione dei dati anagrafici del
defunto. L’affidatario dell’urna esprime consenso scritto, sottoscrivendo
apposito verbale di custodia.
2. La dispersione delle ceneri è
consentita, nel rispetto della volontà del defunto, e con la prescritta
autorizzazione dell’ufficiale dello stato civile, espressa in uno dei modi
previsti, solo in aree a ciò appositamente destinate all’interno dei cimiteri,
in aree private o in natura.
3. La dispersione delle ceneri all’interno
dei cimiteri è disciplinata dai comuni che individuano apposite aree
cimiteriali a ciò destinate. Tali aree possono essere sostitutive del cinerario
comune previsto dal comma 6 dell’articolo 80 del regolamento di cui al dpr 285/1990.
4. La dispersione delle ceneri in natura
avviene all’aperto, è libera ed è consentita nel rispetto delle seguenti
condizioni:
a) in montagna e in natura, a distanza di
oltre duecento metri da centri e da insediamenti abitativi;
b) in mare, a oltre mezzo miglio dalla
costa;
c) nei laghi, a oltre cento metri dalla
riva;
d) nei fiumi e nei corsi d’acqua ad alveo
pieno permanente, nei tratti liberi da manufatti e da natanti.
5. La dispersione in aree private avviene
all’aperto e con il consenso dei proprietari e non può comunque dare luogo ad
attività aventi fini di lucro.
6. La dispersione delle ceneri è in ogni
caso vietata nei centri abitati.
7. In caso di affidamento personale,
l’ufficio del Comune ove le ceneri sono conservate annota, nel registro
previsto dall’articolo 52 del d.p.r. 285/1990, le
generalità della persona cui è stata consegnata l’urna ai sensi del comma 1 e
quelle del defunto. Se l’affidatario intende, per qualsiasi motivo, rinunciare
all’affidamento dell’urna conferisce la stessa a un cimitero di sua scelta o
presso
edifici destinati alla custodia di urne, per la conservazione,
facendosi carico dei relativi oneri. L’affidatario comunica l’avvenuto
conferimento dell’urna al Comune di partenza e a quello di destinazione, per le
necessarie registrazioni. È altresì ammesso l’ulteriore affidamento personale
dell’urna a un altro familiare ovvero al convivente. L’affidatario conserva
l’urna in locale idoneo, teca o similare, che abbia destinazione stabile e sia
garantito da ogni profanazione.
8. L’autorizzazione all’affidamento e alla
dispersione non è soggetta a specifica tariffa. Il Comune può provvedere a
riportare i dati relativi al defunto in un’apposita targa o cippo cimiteriale
situati nel cimitero individuato dagli aventi diritto, perché non sia perduto
il senso comunitario della morte e del ricordo comune.
9. Il trasporto delle urne cinerarie non è
soggetto a particolari misure precauzionali. Ogni eventuale trasferimento è
accompagnato da una dichiarazione, effettuata dall’affidatario, indicante il
luogo di partenza e il luogo di destinazione nonché gli estremi dell’autorizzazione
all’affido o alla dispersione. Il trasporto può essere effettuato
dall’affidatario, da familiari, da una impresa funebre o da qualsiasi altro
vettore. Per il trasferimento all’estero su richiesta degli interessati, il
Comune dove si trova l’urna rilascia apposita autorizzazione al trasporto, in
cui sono indicate le generalità del defunto, la data in cui avvenuta la morte e
la data di cremazione.
10. Per consentire il rispetto dei riti
di commemorazione del defunto a feretro chiuso e per garantire un dignitoso
commiato, nell’ambito dei crematori sono predisposte apposite sale del
commiato, nel rispetto di quanto previsto dalla presente legge.
Titolo V
Disposizioni di
adeguamento e finali
Art. 17
(Disposizioni di
adeguamento)
1. La Regione comunica ai Comuni la
pubblicazione telematica della presente legge e definisce le linee di indirizzo
cui essi si attengono per il recepimento della stessa nonché per adeguare le
norme regolamentari eventualmente emanate nelle materie oggetto della medesima
legge, abrogando quelle incompatibili entro 60 giorni dalla pubblicazione della
presente legge sul BURC.
2. Con apposito regolamento sono definite
le norme di attuazione su:
a) locali di osservazione e obitori,
presenza territoriale di celle refrigerate o di camere refrigerate;
b) prescrizioni tecniche per la casa
funeraria e le sale del commiato;
c) modalità per la formazione e
l’aggiornamento professionali, nei limiti di quanto previsto dalla presente
legge;
d) realizzazione di un elenco telematico
regionale delle imprese certificate esistenti su tutto il territorio regionale.
3. La modulistica uniforme da utilizzare
in tutto il territorio della Regione viene inserita nel presente testo secondo
i seguenti certificati e modelli:
Certificato A.1: Certificazione medica per il trasporto
salma
Certificato A.2: Accertamento necroscopico
Certificato A.3: Cremazione
Modello B.1: Avviso di morte
Modello B.2: Constatazione di morte
Modello B.3: Mandato ad impresa funebre
Modello B.4: Domanda di autorizzazione per il trasporto
di cadavere in altro comune
Modello B.4.1: Autorizzazione per il trasporto di
cadavere fuori dal comune di decesso
Modello B.4.2: Verbale di chiusura feretro per trasporto
di cadavere nell’ambito dello stesso comune
Modello B.4.3: Verbale di chiusura feretro per trasporto
di cadavere fuori comune
Modello B.5: Domanda di autorizzazione per il trasporto
di cadavere nell'ambito dello stesso comune
Modello B.5.1: Autorizzazione per il trasporto di
cadavere nell’ambito del comune di decesso
Modello B.6: Richiesta autorizzazione al trasporto e
cremazione di cadavere/resti mortali, al trasferimento e alla
dispersione/affidamento/seppellimento delle ceneri
Modello B.7: Autorizzazione al trasporto e cremazione di
cadavere/ resti mortali, al trasferimento e alla
dispersione/affidamento/seppellimento delle ceneri
Modello B.8: Verbale di dispersione delle ceneri
4. Nel rispetto delle disposizioni
contenute nella presente legge e dei relativi provvedimenti di attuazione, si
disciplinano le attività funebri, necroscopiche, cimiteriali, di cremazione e
di polizia mortuaria coordinate con le norme nazionali vigenti.
Art. 18
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge
non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 19
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale,
vista la proposta di provvedimento amministrativo n.
257/10^ recante: "Proposta di legge al Parlamento - Proposta di modifica e
integrazione alla legge 11 gennaio 2018, n. 4 «Modifiche al codice civile, al
codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore
degli orfani per crimini domestici»";
rilevata la propria competenza ai sensi del comma 2,
dell'articolo 16, della legge regionale 19 ottobre 2005, n. 25 recante:
"Statuto della Regione Calabria";
visti:
- l'articolo 121 della Costituzione;
delibera
- di approvare la
proposta di legge al Parlamento, recante: "Proposta di modifica e
integrazione alla legge 11 gennaio 2018, n. 4 «Modifiche al codice civile, al
codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore
degli orfani per crimini domestici»” che, nell’unito testo, viene allegata alla
presente per farne parte integrante;
- di conferire
mandato al Presidente del Consiglio regionale affinché inoltri al Parlamento la
proposta di legge approvata.
Art. 1
(Modifiche alla l.r. 24/2013)
1. Dopo l’articolo 6 della legge regionale
16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie
regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore
sanità), è inserito il seguente:
Art. 6 bis
(Liquidazione coatta
amministrativa)
1. In caso di gravi perdite di esercizio
per due esercizi finanziari consecutivi o di impossibilità di assicurare la
sostenibilità e l'assolvimento delle funzioni indispensabili o di impossibilità
di pagamento di debiti liquidi ed esigibili nei confronti di terzi, il
Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta regionale,
adottata su proposta dei dipartimenti competenti, dispone con decreto la messa
in liquidazione coatta amministrativa del CORAP.
2. Con il provvedimento che ordina la
liquidazione o con altro successivo viene nominato un commissario liquidatore e
un comitato di sorveglianza, composto di tre o cinque membri scelti fra persone
particolarmente esperte nel ramo di attività esercitato dal Consorzio,
possibilmente fra i creditori.
3. Dalla data che ordina la liquidazione
coatta amministrativa cessano le funzioni degli organi del Consorzio, salvo per
il caso previsto dall'articolo 214 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267
(Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione
controllata e della liquidazione coatta amministrativa).
4. Il commissario liquidatore provvede alla
liquidazione del Consorzio e all'estinzione dei debiti esclusivamente nei
limiti delle risorse disponibili alla data della liquidazione ovvero di quelle
che si ricavano dalla liquidazione del patrimonio del Consorzio medesimo. Il
commissario liquidatore, nell'esecuzione delle funzioni attribuite, è
autorizzato a porre in essere ogni atto funzionale alla liquidazione, alla
gestione e alla salvaguardia del patrimonio del Consorzio.
5. Con il decreto che dispone la messa in
liquidazione coatta amministrativa si può stabilire, tenuto conto delle
funzioni e delle attività istituzionali del Consorzio e ricorrendone
presupposti anche di carattere economico finanziario, la prosecuzione in via
provvisoria delle attività svolte dal CORAP, assicurando nel relativo periodo
le funzioni previste dall'articolo 36, comma 5, della legge 5 ottobre 1991, n.
317 (Interventi per l'innovazione e lo sviluppo delle piccole imprese), dalla l.r. 38/2001 e dalla presente legge.
6. Alla eventuale prosecuzione in via
provvisoria delle attività svolte dal CORAP troveranno integrale applicazione
anche le disposizioni di cui agli articoli 104 e 104 bis del r.d. 267/1942, sostituiti il tribunale e il giudice
delegato con l'autorità di vigilanza, il curatore con il commissario liquidatore
e il comitato dei creditori con il comitato di sorveglianza.
7. Il decreto di assoggettamento alla
procedura di liquidazione coatta amministrativa non determina lo scioglimento
automatico dei contratti pendenti e relativamente ai contratti di appalto in
corso si applica l'articolo 110, comma 3, del decreto legislativo 18 aprile
2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici).
8. Ai processi in corso si applica
l'articolo 43, terzo e quarto comma, del r.d.
267/1942.
9. Fermi restando il rispetto e l'attuazione
della normativa di legge e amministrativa, durante l'esercizio provvisorio è
perseguita, anche con il ricorso agli strumenti di legge consentiti, e nel
rispetto della sostenibilità economico finanziaria e dei principi generali
vigenti, la salvaguardia dei livelli occupazionali e il mantenimento delle
posizioni giuridiche ed economiche del personale di ruolo in dotazione al
CORAP.
10. La procedura liquidatoria persegue
soluzioni che, nel prioritario rispetto dell'interesse pubblico, degli equilibri
del bilancio e delle ragioni del ceto creditorio, siano altresì coerenti con la
salvaguardia dei livelli occupazionali, anche tramite il trasferimento di
funzioni e di personale ai sensi delle vigenti leggi nazionali e regionali.
11. Se il commissario liquidatore
subentra in un contratto ad esecuzione continuata o periodica deve pagare
integralmente il prezzo delle consegne avvenute e dei servizi erogati dopo
l'apertura della procedura della liquidazione coatta amministrativa. Il credito
maturato per le consegne avvenute e per i servizi erogati prima dell'apertura
della liquidazione coatta amministrativa è trattato come credito concorsuale.
12. Il commissario liquidatore presenta
alla Giunta regionale, entro sessanta giorni dalla nomina, il programma della
liquidazione in esecuzione delle funzioni attribuite, precisando i tempi di
realizzazione. Il programma è approvato dalla Giunta regionale che ne monitora
l'attuazione anche sulla base della presentazione, da parte del commissario liquidatore,
di relazioni semestrali.
13. Al commissario liquidatore spetta un
compenso per come determinato dal decreto del Ministro dello sviluppo economico
3 novembre 2016 (Criteri per la determinazione e liquidazione dei compensi
spettanti ai commissari liquidatori e ai membri dei comitati di sorveglianza
delle procedure di liquidazione coatta amministrativa). Gli oneri derivanti dal
presente comma sono a carico della gestione del Consorzio. Qualora il Consorzio
non presenti disponibilità liquide sufficienti al pagamento delle spese di
procedura, il compenso del commissario liquidatore è posto a carico della
Regione, che lo determina tenendo conto dell'impegno richiesto. In tale ultimo
caso, il compenso del commissario liquidatore non può essere comunque superiore
a 2.500,00 euro, onnicomprensivi.
14. L'ammontare del compenso spettante
ai componenti del comitato di sorveglianza è a carico della gestione del
Consorzio, è onnicomprensivo di qualsiasi ulteriore spesa sostenuta ed è
determinato ai sensi dell'articolo 7 del decreto del Ministro dello sviluppo
economico del 3 novembre 2016. Qualora il Consorzio non presenti disponibilità
liquide sufficienti al pagamento delle spese di procedura, il compenso dei
componenti del comitato di sorveglianza è posto a carico della Regione, che lo
determina tenendo conto dell'impegno richiesto. In tale ultimo caso, il
compenso dei componenti del comitato di sorveglianza non può essere comunque
superiore a 500,00 euro, onnicomprensivi per tutta la durata della procedura.
15. Il Presidente della Giunta
regionale, previa delibera della Giunta regionale, approva il bilancio finale
di liquidazione.
Art. 2
(Principi generali
per la costituzione dell'Agenzia regionale
Sviluppo Aree
Industriali)
1. Nel caso si verifichino le condizioni
di legge per lo scioglimento o la liquidazione coatta amministrativa del CORAP
la Giunta regionale, al fine di assicurare la continuità nell'esercizio delle
funzioni pubbliche attribuite al CORAP dalle norme nazionali e regionali e
dagli articoli 12, 20, 23 e 24, della legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38
(Nuovo regime giuridico dei Consorzi per le Aree, i Nuclei e le Zone di
Sviluppo Industriale) nonché quelle previste dalla presente legge, e nel
contempo procedere al riordino del sistema regionale di sostegno
all'insediamento, allo sviluppo e alla competitività delle imprese di ogni
comparto economico ed industriale, all'attrazione di investimenti produttivi,
entro novanta giorni dal decreto che dispone la liquidazione del CORAP,
compatibilmente con la disciplina di legge della procedura di liquidazione
coatta amministrativa, con le sue finalità e nel rispetto delle disposizioni di
legge dei principi generali vigenti e dei vincoli di bilancio e sulla base di
un sostenibile Piano economico finanziario che garantisca la continuità
aziendale, istituisce l'Agenzia Regionale Sviluppo Aree Industriali, ente
pubblico economico, con legge regionale contenente la disciplina organica
dell'Agenzia stessa. L'Agenzia, entro tre mesi dalla sua istituzione, redige il
Piano industriale triennale, proposto dal Commissario straordinario e approvato
dalla Giunta regionale, previo parere obbligatorio delle competenti commissioni
consiliari.
2. L'Agenzia, in particolare,
conformemente alle funzioni previste dalle leggi regionali n. 38/2001 e n.
24/2013: sostiene l'attrattività del contesto territoriale mediante la
promozione dello sviluppo sostenibile, la limitazione del consumo del suolo e
delle risorse naturali, il contrasto alla dispersione insediativa e alla
delocalizzazione produttiva e la specializzazione degli insediamenti per
sostenere le produzioni; introduce strumenti di promozione per l'attrazione di
nuovi investimenti; promuove lo sviluppo del sistema produttivo, anche al fine
di sostenere e incrementare l'occupazione e la qualificazione; attua misure di
semplificazione a favore dello sviluppo delle imprese; sostiene le
specializzazioni produttive; programma, progetta e gestisce impianti e
infrastrutture sostenibili e compatibili con l'ambiente e con i processi
produttivi; sostiene l'innovazione tecnologica nelle imprese favorendo
l'integrazione tra la ricerca applicata e gli investimenti produttivi; ha
competenza per la ideazione, programmazione, progettazione, regolamentazione,
realizzazione e gestione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate
(APEA).
3. La Regione esercita le funzioni di
indirizzo, vigilanza e controllo dell'Agenzia.
4. La Giunta regionale approva lo statuto,
il piano economico finanziario, il bilancio previsionale triennale e il
bilancio annuale dell'Agenzia.
5. Le funzioni di vigilanza e controllo
sugli atti di cui al comma 4 sono esercitate dal dipartimento regionale
competente in materia di sviluppo economico e le funzioni sugli atti di cui al
comma 2 e sugli atti gestionali dell'Agenzia sono altresì esercitate dal
Revisore unico che, anche in applicazione delle norme in materia di controllo e
revisione, provvede semestralmente ad inviare una apposita relazione al
Presidente della Giunta regionale.
6. Sono organi dell'Agenzia:
a) il direttore generale;
b) il revisore unico dei conti.
I compiti, le funzioni e l'organizzazione degli organi
amministrativi sono disciplinati dallo statuto, adottato dall'Agenzia regionale
entro trenta giorni dalla data di nomina degli organi.
7. Sino alla nomina degli organi di cui al
comma 6, l'amministrazione ordinaria dell'Agenzia è demandata a un commissario
straordinario, nominato dalla Giunta regionale e scelto tra i dirigenti di
ruolo, il quale non ha diritto ad alcun compenso.
8. Nell'ambito della procedura di
liquidazione coatta amministrativa del CORAP di cui all'articolo 1 della
presente legge o anche al termine dell'eventuale esercizio provvisorio,
compatibilmente con la disciplina di legge di tale procedura di rigore e con le
sue finalità, con i vincoli di bilancio e nel rispetto della normativa vigente,
ove sostenibile economicamente e coerentemente con il Piano economico
finanziario di cui al comma 1, le attività del CORAP e il relativo personale,
coerenti con le finalità dell'Agenzia di cui al comma 2, sono trasferiti
all'Agenzia che ne assume la gestione per la realizzazione dei suoi scopi
statutari.
Art. 3
(Disposizioni
finanziarie)
1. Agli oneri finanziari derivanti
dall'attuazione della presente legge quantificati in complessivi 5.000,00 euro
per l'annualità 2019, si provvede mediante l'utilizzo del "Fondo
occorrente per fare fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi
che si perfezioneranno dopo l’approvazione del bilancio”, iscritto alla· Missione
20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio
2019-2021, annualità 2019, che presenta la necessaria disponibilità.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad
effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa di
bilancio 2019-2021, annualità 2019, con prelievo dal Programma 20.03 - Altri
Fondi e allocazione alla Missione 14, Programma 01 (U 14.01) dello stato di
previsione della spesa del bilancio di previsione 2019-2021.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
• l’allungamento
della durata media della vita e la diminuzione delle nascite hanno determinato,
specie nei Paesi industrializzati, una progressiva trasformazione demografica
della società, caratterizzata da un aumento della popolazione anziana;
• la demenza
senile, o malattia di Alzheimer, è una sindrome a decorso cronico e progressivo
caratterizzata da un progressivo declino della memoria e di altre funzioni
cognitive, provocato da una alterazione delle funzioni cerebrali che implica
serie difficoltà per il paziente nel condurre le normali attività quotidiane;
• essa colpisce
circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni e rappresenta la causa
più comune di demenza nella popolazione anziana dei paesi occidentali: i malati
di Alzheimer e di altre demenze sono oggi stimati 36 milioni nel mondo (un
milione nel nostro Paese), numerosi destinati ad aumentare drammaticamente nel
giro di pochi anni;
• l’ultimo rapporto
del Censis evidenzia che in Europa si prevede il
raddoppio della prevalenza delle demenze ogni 5 anni a decorrere dai 65 anni;
• molti malati, in
fase avanzata della malattia, vengono assistiti dal loro medico curante, mentre
molti altri non accedono alla rete dei servizi sanitari e/o socio-sanitari
anche perché spesso la famiglia, forse per un malinteso senso del pudore, tende
a nascondere tra le pareti domestiche il dramma che la sconvolge;
• il malato di
Alzheimer, con il progredire della malattia, soffre pesantemente di sintomi che
vanno dall’aggressività all’ansia, ai deliri, alle allucinazioni, alla depressione,
per finire con i disturbi del sonno;
• in tale situazione
il percorso delle famiglie diventa ogni giorno sempre più lungo e difficile, in
quanto le alterazioni della personalità ed i disturbi cognitivi sono sempre più
gravi e per questo il malato di Alzheimer, nel tempo, ha bisogno di una
assistenza continua per aiutarlo a lavarsi, vestirsi, mangiare, uscire,
muoversi all’interno della propria casa;
• con decreto del
Commissario ad Acta n. 258 del 07.12.2018 si è proceduto al “Recepimento dell’accordo
tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, le
Province, i Comuni e le Comunità Montane sul documento recante: “Piano
nazionale demenze – Strategie e per la promozione ed il miglioramento della
qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore delle
demenze” (Rep. Atti n. 135/CU del 30 ottobre 2014) G.U. n. 9 del 13.01.2015
(15A00130) e dell’accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di
Trento e Bolzano, e gli Enti Locali sui documenti “Linee di indirizzo nazionali
sui percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (PDTA) per le demenze” e
“Linee di indirizzo nazionali sull’uso dei sistemi informativi per
caratterizzare il fenomeno delle demenze” (Rep. Atti n. 130/CU del 26 ottobre
2017);
• si sono dunque
condivise ed adottate strategie per la promozione ed il miglioramento della
qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali;
• l’effettiva
attuazione del Decreto sopracitato consentirebbe di migliorare i servizi
creando una rete assistenziale intorno al malato e alla sua famiglia per non
essere lasciati soli ad affrontare il lungo e difficile percorso della
malattia, attraverso un qualificato servizio di assistenza domiciliare
integrata e consulenze gratuite medico-scientifico;
tutto
ciò premesso
impegna
la Giunta regionale:
- a dare effettiva
attuazione al Decreto sopracitato;
- ad individuare
risorse anche proprie per garantire il rispetto delle previsioni di legge;
- ad avviare, se
opportuno e necessario, un’attività di concertazione e confronto col Ministero
della Salute al fine di individuare ulteriori misure idonee ad assicurare
l’effettività delle disposizioni di cui al Decreto medesimo.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
• con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 84 del
11.08.2017, in esecuzione alla Deliberazione della Giunta regionale n. 354 del
31.07.2017, è stato nominato il nuovo Commissario Straordinario del Consorzio
di Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino – ex Valle Lao di Scalea
(CS) -, individuato nella persona del funzionario regionale Celiberto
Leonardo Pier Luigi, in sostituzione del Dr. Domenico Macrì;
• la decisione di sostituire la guida dell’Ente Consortile ha
suscitato diverse perplessità, anche da parte dei Sindaci di 6 Comuni dell’Alto
Tirreno Cosentino (Orsomarso, Belvedere Marittimo, Santa Maria del Cedro,
Grisolia, San Nicola Arcella e Cetraro), in quanto la sostituzione del
Commissario Straordinario è stata assunta in spregio a ogni forma di rispetto
istituzionale e di dialogo tra i rappresentanti del territorio, vanificando il
proficuo, brillante ed intenso lavoro, anche di concertazione con le
organizzazioni sindacali, messo in campo dal Commissario Straordinario Macrì e
dopo che era stato raggiunto un accordo sulle iniziative da attuare a tutela
dei lavoratori dipendenti del Consorzio e finalizzate a superare le criticità
strutturali e finanziarie del Consorzio stesso, certamente non ascrivibili al
brillante ed egregio lavoro svolto dal Commissario Macrì, ma ereditate dalle
precedenti irresponsabili e inefficienti gestioni;
• il Commissario Domenico Macrì, sostituito dal Presidente della
Giunta regionale, in una dettagliata relazione ha portato alla luce la
gravissima situazione finanziaria del Consorzio, ereditata dalle scellerate
gestioni del passato, che non può che ripercuotersi sui diritti dei lavoratori,
sul loro futuro e sul destino di un Ente che ha un ruolo importantissimo nella
salvaguardia del territorio e nel sostegno all’economia agricola;
• nello scorso mese di ottobre, i dipendenti del consorzio di
bonifica, in una lettera inviata al Presidente della Giunta regionale e al
Prefetto di Cosenza, hanno avviato lo stato di agitazione rendendo noto che
sono ben quattro le mensilità non corrisposte, luglio, agosto, settembre e
ottobre;
• la mancata corresponsione delle mensilità assume particolare gravità
nel considerare che, al momento, nessuna garanzia di possibili soluzioni viene
prospettata dall’Amministrazione consortile, sia per il pregresso che per il
futuro, infatti, senza il salario ovvero il pagamento di un diritto, le
famiglie dei dipendenti non possono più vivere.
tutto quanto premesso e considerato
impegna
Il Presidente della Regione e
la Giunta regionale ad adottare, come da precedenti accordi assunti dalla
Regione, tutte le iniziative necessarie volte a tutelare i diritti dei
lavoratori del Consorzio, che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia
del territorio e nel sostegno all’economia agricola, in particolare, avviando
tempestivamente un tavolo di concertazione che abbia come primo obiettivo il
pagamento degli stipendi arretrati entro il mese dicembre p.v..