X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
_________
N. 73
SEDUTA Di LUNEDì 24 GIUGNO 2019
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL
SEGRETARIO QUESTORE DOMENICO TALLINI
Presidenza del presidente Nicola
Irto
La seduta inizia alle 16,33
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà
lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto d’intervenire il
consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Ne avevamo già discusso nella
precedente seduta di Consiglio regionale: l’inserimento all’ordine del giorno
della proposta di legge numero 441/10^, concernente una modifica all’articolo
16 della legge regionale numero 9 del 2018. Si tratta, più che altro, di
un’interpretazione autentica, se vuole la illustro già adesso.
Intanto votiamo l’inserimento
all’ordine del giorno. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Anch’io chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 445/10^,
recante: “Modifiche
all’articolo 4 della legge regionale numero 8 del 2019”.
È un impegno preso dal Consiglio
regionale già col Consiglio dei Ministri, al fine di evitare un’impugnativa.
Ha chiesto d’intervenire il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento
all’ordine del giorno della proposta di legge numero 394/10^, già all’ordine
del giorno della precedente seduta di Consiglio regionale.
Tutte e tre le proposte di legge si
riferiscono alla precedente seduta di Consiglio regionale.
Ne pongo in votazione l’inserimento
all’ordine del giorno.
Sono inseriti i tre punti.
(Così resta stabilito)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
So che non è stata discussa questa
ipotesi, però volevo richiamare in Aula la proposta di legge numero 446/10^ per
la modifica dell’articolo 2 della legge regionale numero 17 del 2019, approvata
pochissimo tempo fa, che prevede solo una piccolissima modifica per
un’incongruenza che rende impossibile ai ciechi pluriminorati di presentare i
progetti presso l’Assessorato competente.
Intanto distribuiamo il progetto di
legge, che consegna il consigliere Mirabello, per avere contezza. Lo
rimettiamo, quindi, all’esame dell’Aula.
(Così resta stabilito)
Il primo punto è la proposta di
provvedimento amministrativo numero 258/10^ d’iniziativa dell’Ufficio di
Presidenza, recante: “Approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario
2018 e della relazione sulla gestione”. Il rendiconto 2019 del Consiglio
regionale.
Comunico che, rispettati i vincoli
di finanza pubblica, relativi alle spese di studi, consulenze e relazioni
pubbliche e tutte le attività esterne, al 31 dicembre 2018 risultano iscritte
nella contabilità del Consiglio regionale residui attivi pari a euro
32.610.712,11, di cui 30.451.320,00 sono relativi ai trasferimenti correnti che
la Giunta regionale eroga per il funzionamento del Consiglio regionale e che,
alla data odierna, risultano quasi integralmente riscossi; residui passivi per
euro 10.872.693,04; fondo cassa per euro 11.953.139,02.
L’avanzo di amministrazione al 31
dicembre 2018 è risultato pari a euro 31.119.591,51.
Sul presente provvedimento, di cui
avete copia poiché consegnato all’atto della convocazione della seduta di
Consiglio regionale, si comunica che il Collegio dei revisori dei conti ha
espresso parere favorevole, con proprio verbale numero 260 del 18 giugno 2019.
Se non ci sono interventi, passiamo
all’esame ed alla votazione della proposta di provvedimento amministrativo,
prendendo atto della relazione della Commissione speciale di vigilanza, resa ai
sensi dell’articolo 73, comma 3, del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità, e del parere favorevole del Collegio revisori dei conti.
Pongo ai voti la proposta di
provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Il consigliere Bova può illustrare
la proposta di legge. Prego.
Presidente, si tratta di una
modifica all’articolo 16 della legge regionale numero 9 del 2018, cosiddetta
legge anti ‘ndrangheta, per risolvere un problema interpretativo o, meglio,
perché, così per com’è formulato l’articolo, lascerebbe un dubbio
interpretativo se devono considerarsi inclusi o esclusi dalla previsione
normativa i congegni e gli apparecchi per il gioco lecito, di cui alla lettera
c) del comma 7 del Regio decreto numero 773 del 1931. In pratica si tratterebbe
di flipper, calcio balilla, eccetera.
È chiaro che questi li escludiamo al
fine di togliere ogni dubbio. La norma dice proprio questo.
Il testo recita precisamente: “sono
esclusi dall’applicazione della disciplina prevista dal presente articolo gli
apparecchi e i congegni per il gioco lecito, di cui alla lettera c) del comma 7
del Regio decreto numero 773 del 1931”. Si tratta solo di questo. Presidente,
ne chiedo l’approvazione.
Passiamo all’esame del
provvedimento.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Votiamo la proposta di legge nel suo
complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all’ordine del
giorno della proposta di legge numero 443/10^, sullo stanziamento delle risorse
per il precariato e sulla storicizzazione dei costi, e della proposta di legge
numero 442/10^, già passata in Commissione, relativa all’autorizzazione
all’anticipazione della liquidità.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Intervengo sulla richiesta del
collega Sebastiano Romeo d’introdurre all’ordine del giorno il disegno di legge
numero 443/10^, che ritengo una proposta di legge estremamente importante. Ne
condivido l’inserimento all’ordine del giorno, anche se il percorso concordato
era leggermente diverso e, visto che arriva in Aula adesso, mi riservo di prenderne
visione e di presentare da subito un emendamento alla stessa.
(Così resta stabilito)
Il consigliere Bevacqua può
illustrare la proposta di legge numero 445/10^. Prego.
La proposta di legge mira a superare
alcune osservazioni formulate dal Ministero della Giustizia e dal Ministero
dell’Ambiente, modificando l’articolo 4 della legge regionale numero 8 del
2019.
All’articolo 1 modifichiamo
l’articolo 4 della legge regionale numero 8 del 2019, al fine di adeguare
alcune disposizioni alle prescrizioni del Governo nazionale; all’articolo 2 si
prevede naturalmente la clausola d’invarianza finanziaria, trattandosi di
modifica avente carattere ordinamentale; l’articolo 3 anticipa l’entrata in
vigore della legge regionale al giorno successivo alla pubblicazione sul
Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria, considerata, appunto,
l’urgenza di eseguire gli impegni assunti con il Governo.
Chiedo, quindi, all’Aula di
approvare le modifiche alla legge regionale numero 8 del 2019.
Passiamo all’esame della proposta di
legge. Comunico che su questo progetto di legge la Presidenza, del Consiglio
regionale ha già comunicato che ci saremmo impegnati ad approvare tale proposta
di legge nella seduta odierna.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Votiamo la proposta di legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo alla proposta di legge
numero 394/10^, d’iniziativa dei consiglieri Gallo, Mirabello e Romeo, recante:
“Modifica alla legge regionale 18 giugno 1984, numero 14 (Provvidenze in favore
dei mutilati, invalidi civili e del lavoro)”. Era già iscritta all’ordine del
giorno della scorsa seduta di Consiglio regionale e si era deciso di rinviarla.
Il consigliere Gallo può illustrarne il contenuto. Prego.
Presidente, nella precedente seduta
di Consiglio regionale c’era stata una richiesta di rinvio, sulla scorta di
alcune valutazioni del collega Romeo, per alcuni approfondimenti che si
sarebbero dovuti svolgere in merito.
Si tratta di una norma che riguarda
una ridefinizione, anche da parte del Consiglio regionale, in merito a questo
settore delle associazioni relative alla disabilità, per cui chiedo,
Presidente, che si proceda all’approvazione della norma.
Passiamo all’esame del
provvedimento, articolo per articolo.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
proposta di legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Il consigliere Mirabello può
illustrare la proposta di legge. Prego.
Grazie, Presidente. Questa proposta
di legge ha la funzione di modificare ed integrare la normativa vigente,
provvedendo a sostituire il primo comma dell’articolo 2 della legge regionale
numero 17: “Interventi per modificare per l’assistenza in favore dei ciechi
pluriminorati”.
La modifica individuata
consentirebbe alla Unione italiana ciechi e IAPB di riconoscere formalmente il
compito di presentare annualmente i progetti per essere poi sottoposti ad
approvazione da parte dell’Assessorato di competenza in materia di politiche
sociali.
Specifico che è una semplice
modifica, generata da un’incongruenza della legge regionale numero 17, che
abbiamo recentemente approvato in Aula, in forza della quale sembrava, nella
precedente versione, che a dover proporre i progetti presso l’Assessorato non
fossero le associazioni Unione Italiana Ciechi ed Unione Italiana Ipovedenti ma
che fosse direttamente l’Assessorato.
Quindi siamo semplicemente
intervenuti su un’incongruenza, che era sorta nell’immediata applicazione della
legge.
Passiamo all’esame del
provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
proposta di legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
L’assessore Fragomeni può illustrare
la proposta di legge, prego.
Grazie, Presidente. L’articolo 1,
dai commi 849 a 857, della legge numero 145 del 30 dicembre 2018, cioè la legge
di bilancio 2019, autorizza le Regioni, le Province autonome, i Comuni, le
Città metropolitane e le Province a richiedere alla Cassa depositi e prestiti
anticipazione di liquidità, da destinare al rimborso dei debiti certi, liquidi
ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2018, relative a
somministrazioni, forniture, appalti e obbligazioni per prestazioni
professionali e registrati nella piattaforma elettronica per la gestione telematica
del rilancio della certificazione, di cui all’articolo 7, comma 1, del decreto
legge numero 35 del 8 aprile 2013, convertito con modificazioni dalla Legge
numero 64 del 6 giugno 2013.
Con il presente disegno di legge
viene data attuazione alle citate disposizioni della legge numero 145 del 2018,
al fine di garantire il rispetto dei tempi di pagamento di cui all’articolo 4
del decreto legislativo numero 231 del 2002 ed evitare l’applicazione delle
sanzioni previste dall’articolo 1, commi 857, 862 e 865, collegate alla
persistenza dei ritardi nel pagamento dei debiti commerciali rispetto alle
norme vigenti, nonché alla mancata attivazione dell’anticipazione stessa.
Da un punto di vista prettamente finanziario
la presente proposta di legge è corredata da una relazione tecnico-finanziaria,
nella quale vengono indicati i criteri di quantificazione degli oneri connessi
alla contrazione dell’anticipazione di liquidità, relativa sia al comparto
Regione, 5.111.607 euro, che al comparto sanitario, pari a 117.111.314 euro, e
viene specificato che i maggiori oneri, connessi al presente articolo,
consistono nella quota per interessi passivi - tasso d’interesse applicato
sull’anticipazione di liquidità, attualmente pari allo 0,67 per cento, da
pagare a fronte dell’erogazione e dell’anticipazione di liquidità di cui
trattasi.
Ciò in quanto detta anticipazione di
liquidità viene registrata mediante iscrizione contestuale nella parte
“entrate” e nella parte “spesa” del bilancio regionale 2019-2021, annualità
2019 della somma concessa.
La copertura finanziaria degli oneri
per interessi, derivanti da tale anticipazione di liquidità, è garantita a
valere sugli stanziamenti dell’annualità 2019 del bilancio di previsione
2019-2021, Missione 20, Programma 01, Capitolo U07.002.21.01.01 - Fondo di
riserva per le spese obbligatorie e d’ordine, che vengono ridotti per il
medesimo importo.
Il presente disegno di legge è
altresì stato approvato della seconda Commissione il 17 giugno 2019.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Ne abbiamo già discusso anche in
Commissione. È una cosa importante che dà respiro alle Aziende sanitarie e devo
fare un plauso al Dipartimento salute, che ha lavorato fino a notte fonda per
poter così aderire a quest’opportunità, relativa all’anticipazione di
liquidità.
Devo dire, ahimè!, che l’avevamo già
visto, assessore Fragomeni: purtroppo mancano l’Azienda sanitaria di Reggio
Calabria e anche quella di Cosenza.
Era un’occasione importante per
poter dare respiro alle Aziende sanitarie e si è fatta sfuggire.
Quindi vorrei, Assessore e
Presidente della Giunta regionale, anche con l’ausilio del commissario Cotticelli,
che già ne sarà a conoscenza, che si verificasse se ci sono state negligenze da
parte del management che – credo -
non ha certificato in tempo i crediti e i debiti per poter aderire
all’anticipazione della liquidità.
Naturalmente il mio voto è favorevole,
così com’è stato in Commissione.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Anch’io volevo sapere perché mancano
alcune Aziende sanitarie provinciali e alcune Aziende ospedaliere della
Calabria, visto che questo problema affligge, in modo particolare, tutto il
sistema sanitario, atteso che siamo la Regione che paga con un ritardo di 983
giorni. Quindi, quest’opportunità avrebbe potuto dare la possibilità di essere
pagate a tutte quelle aziende che hanno rapporti economici e finanziari con le
Aziende sanitarie provinciali e le Aziende sanitarie ospedaliere calabresi.
Poi volevo capire anche, rispetto
alla scheda del Settore assistenza giuridica, se è stata superata la questione
che riguarda la norma in riferimento alla impignorabilità delle risorse. La
norma regionale su indicata che prescrive l’impignorabilità delle somme
suddette, “rischia, a parere di chi scrive, di ledere il riparto di competenze
legislative tra Stato e Regione”, atteso che interviene in una materia
giurisdizionale, che rientra nella potestà legislativa esclusiva dello Stato,
nell’ambito di norme processuali dell’ordinamento civile. Volevo capire se
questa criticità è stata superata nel testo perché altrimenti rischiamo che il
Governo nazionale impugni la legge per aver oltrepassato le competenze
regionali, entrando nel merito delle competenze statali.
Era soltanto per specificare che le
Aziende sanitarie non rientrano perché avrebbero dovuto obbligatoriamente
presentare richiesta entro il 28 febbraio. Non hanno presentato richiesta sulla
piattaforma. Solo per questo.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo anch’io, Presidente, per
sottolineare quello che abbiamo già sottolineato in Commissione. Mi astengo su
questa proposta di legge per l’utilità che il provvedimento porta ai pagamenti
della P.A., nello specifico, la Regione ha scelto d’intervenire nell’ambito
sanitario.
Ho anch’io gli stessi dubbi che
qualcuno, a Cosenza come a Reggio Calabria, abbia dimenticato di certificare i
crediti esigibili e che potevano essere remunerati.
Politicamente mi preme sottolineare
- l’ho già fatto in Commissione - una criticità di questo provvedimento.
Il Governo giallo-verde che fa? Non
solo stralcia per Comuni e anche Regioni tasse che doveva incassare e dopodiché
dice: per far pagare la P.A., anziché fare come è stato fatto a Roma o a
Catania, impone: prestatevi i soldi! Di questo si sta parlando.
Mettere le risorse per andare a
lenire questa crisi di liquidità è un’operazione utile e necessaria ma
politicamente la definirei pericolosa perché lo Stato non fa la sua parte, non
paga e dice alle Regioni, per il suo tramite - come ha fatto anche con i
Comuni, a cui poi ha tagliato entrate che dovevano arrivare – “prestati una
cifra allo 07, allo 08… c’è Cassa depositi e prestiti…”, cioè rinviamo sempre
il problema, che comprendo essere necessario. Solo per questo motivo mi
astengo, non voto favorevolmente, ma mi astengo per far sì che possano arrivare
questi pagamenti. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Quindi, se ho capito bene, c’è stata
un’inadempienza da parte dei direttori generali delle Asp e delle Aziende
ospedaliere, che non hanno provveduto, in tempo utile, a inviare le richieste e
accedere alle procedure previste per legge per poter usufruire di questa
opportunità.
Si profila, pertanto,
un’inadempienza dei direttori generali ed è chiaro che è prevista una
responsabilità anche politica. Penso che il Dipartimento competente avrebbe
potuto convocare in tempo utile una riunione con tutti i direttori generali
delle Aziende ospedaliere calabresi e delle Asp per concordare un percorso che
riguardasse tutto il sistema sanità calabrese.
L’altra questione che le avevo
chiesto di chiarire è in merito al rilievo posto dal Settore assistenza
giuridica nella parte in cui, nella legge, tali risorse si dichiarano
impignorabili e lo stesso Settore dice: “Guardate che questa cosa non è
possibile perché andate a ledere, ad invadere una responsabilità e una
competenza dello Stato!”
Assessore, le ho chiesto se questo
rilievo critico sia stato superato o se ancora permane nella legge, perché se
dovesse permanere tale criticità credo che il Consiglio dei Ministri potrebbe
impugnare il provvedimento per violazione della norma costituzionale.
Sì, consigliere, permane, però è
superabile.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Ritengo che
questo disegno di legge abbia una doppia valenza, Presidente. Da un lato lo
ritengo un provvedimento importante, anche lungimirante, per certi aspetti;
dall’altro rileva un fatto drammatico, colleghi. Ho avuto modo di seguirlo in
Commissione sanità e di approvarlo - e lo voterò anche oggi - ma il dato
fondamentale, che viene fuori da questo provvedimento, è che oggi, a fronte di
un finanziamento di 122 milioni di euro, dato a tasso altamente agevolato - quindi
un’anticipazione di cassa importante - le Aziende sanitarie provinciali e le
Aziende sanitarie ospedaliere, rispettivamente della provincia di Reggio
Calabria e di Cosenza, sostanzialmente non sono state in grado di mandare entro
il 31 dicembre 2018 il conto della spesa.
Non sono stati
in grado di dire, bene o male, di quanti soldi avevano bisogno…se non tutti,
una parte; quindi non sono rientrati nel finanziamento a tasso agevolato… ma
non per 122 milioni di euro, attenzione!, ma per 222 milioni di euro! Quindi,
sostanzialmente, oggi stiamo lasciando sul tappeto 100 milioni di euro a tasso
agevolato che - ripeto - avrebbero potuto sicuramente dare una grossissima mano
d’aiuto alle Aziende sanitarie ospedaliere e provinciali di Reggio Calabria e
di Cosenza. È ovvio che questa è una responsabilità diretta di chi ha gestito
le Aziende di queste due province.
Non possiamo
permettere che un errore del genere vada ad incidere in un momento così
particolare per quelle che sono le casse anche delle Aziende sanitarie, che
tutti conosciamo benissimo!
Parliamo in
continuazione di come risolvere i problemi della sanità! Abbiamo la possibilità
di recuperare 100 milioni di euro a tasso agevolato e non lo facciamo. Allora,
da questi piccoli passi si inizia a risolvere il problema!
Se tu già perdi
un’occasione del genere credo che siamo di fronte ad una situazione davvero
drammatica!
Il
provvedimento lo voto perché, devo dire, che le Aziende sanitarie in elenco
sono state diligenti. I manager di
quelle Aziende sanitarie non si sono fatti sfuggire queste occasioni, però
dispiace per Reggio Calabria, che è la mia Provincia, e Cosenza, che non sono
state capaci di approfittare di questa situazione. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Non conoscevo,
per la verità, la portata di questo provvedimento.
Il dibattito
che si è sviluppato mi porta a qualche brevissima riflessione, legata alla
“boccata d’ossigeno” che avremmo potuto dare oggi al tessuto economico
calabrese e a ciò che, invece, oggi delibereremo in quest’Aula.
Se è vero com’è
vero che perdiamo l’opportunità di dare al tessuto sociale ed economico della
Calabria 100 milioni di euro in più, a tasso agevolato, vuol dire che vi è una
minima responsabilità, - ripeto, se ho capito bene dagli interventi che ho
avuto modo di ascoltare -, che c’è stata superficialità nel gestire questa
opportunità per il tessuto economico calabrese.
Mi chiedo e lo
chiedo al Dipartimento alla sanità, a questo punto, come mai, se la somma
disponibile era quell’importo, non ci siamo preoccupati di chiamare,
sensibilizzare, stimolare coloro che non hanno certificato quanto andava fatto
entro una certa data.
Abbiamo davanti
dirigenti incompetenti o poco attenti o superficiali oppure siamo davanti alla
solita situazione, cioè che non riusciamo a sfruttare le occasioni che si
presentano.
Allora chiedo:
conoscendo bene i direttori generali dell’Azienda sanitaria ospedaliera e
dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, mi meraviglia che non si siano
attivati per partecipare a questa possibilità, per sfruttare questa
opportunità!
Quindi chiedo
formalmente all’assessore al bilancio - ma credo che la richiesta debba essere
rivolta più al Dipartimento alla sanità che all’assessore al bilancio - di
capire, al di là dell’opportunità legata al provvedimento, i passaggi che
abbiamo fatto per sensibilizzare anche le Aziende sanitarie mancanti, in questo
caso Cosenza e Reggio Calabria.
Cosa abbiamo
fatto, quindi, per tentare di rendere partecipi le Aziende in questa
opportunità, per ridare ossigeno al tessuto economico di alcune province e
capire quali sono stati i passaggi mancanti. Credo che anche questo sia un modo
di rapportarsi ai bisogni ed alle esigenze e anche un modo di tenere insieme il
tessuto calabrese, perché quando mancano alcuni pezzi importanti vuol dire che
qualcosa non funziona. Credo che su questo bisognerebbe fare più chiarezza.
Al di là delle
responsabilità - ripeto -, perché, secondo me, si sarebbe potuto fare un lavoro
diverso, più stimolante, coinvolgendo di più le Aziende sanitarie che mancano e
che hanno perso questa opportunità di ridare ossigeno al tessuto economico
calabrese.
Naturalmente
anche il mio voto sarà a favore della proposta di legge. Ci mancherebbe pure!
Però, ecco, mi
sembrava giusto fare pubblicamente, in quest’Aula, alcune osservazioni per non
commettere più errori, per non perdere opportunità per il tessuto economico
calabrese.
Ha chiesto la
parola l’assessore Fragomeni. Ne ha facoltà.
Allora, ci
tengo a precisare, così come ho detto prima, che il termine del 28 febbraio era
un termine perentorio per presentare le domande sulla piattaforma del MEF.
Le varie
Aziende ospedaliere sono state, oltre che incalzate, invitate a presentare le
domande nei termini. Ripeto, sono state sollecitate tanto dal Dipartimento
bilancio quanto dal Dipartimento sanità.
Il termine,
però, era perentorio e, purtroppo, non si è potuto fare nulla.
Passiamo
all’esame del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Passiamo alla
votazione della proposta di legge nel suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
L’assessore Robbe ha facoltà di illustrare la proposta di legge. Prego.
Buonasera a tutti.
Con questa proposta di legge andiamo
nella direzione di dare un quadro certo al precariato storico presente nella
Regione Calabria.
In particolare, in questa legge –
che non è esaustiva di tutto il precariato – diamo risposte – o ci
predisponiamo a farlo – al precariato di cui alla legge regionale numero 1 del
2014, per il quale erano già previste forme di contributo e forme di intervento
per il sostegno o la contrattualizzazione.
Nello specifico, facciamo
riferimento ai lavoratori Lsu e Lpu della Regione
Calabria; ai lavoratori di cui alla legge numero 40 del 2013; ai lavoratori di
cui alla legge numero 31 del 2016 e ai lavoratori della legge numero 15 del
2008, tenendo anche conto di una serie di sollecitazioni di questo Consiglio
regionale in ordine alla sistematizzazione del precariato, all'individuazione
di risorse e di soluzioni che andassero verso la risoluzione definitiva del
precariato.
In ultimo, ricordo l'ordine del
giorno proposto dal consigliere Sergio il 17 giugno scorso, ma non cito tutti
gli altri ordini del giorno e tutte le altre richieste che erano arrivate in
ordine alla legge.
Cosa prevede?
Per quanto riguarda i lavoratori Lsu
e Lpu, ovviamente parliamo della storicizzazione
delle risorse fino ad esaurimento del bacino degli Lsu e Lpu
in Regione Calabria, che dovranno andare a completare le risorse già messe a
disposizione dal precedente Governo, e che ci auguriamo possano anche venire
dall'attuale Governo.
Per quanto riguarda la legge numero
40 e la legge numero 31, parliamo di un contributo fisso nel caso di assunzioni
a tempo indeterminato per i lavoratori, per i primi 3 anni del loro rapporto;
un contributo fisso per due anni, nel caso di assunzioni a tempo determinato da
parte degli enti presso cui attualmente sono.
Per quanto riguarda i lavoratori
della legge numero 15, anche per loro prevediamo un contributo e la
possibilità, intanto, di andare verso la contrattualizzazione, che non è
attualmente prevista dalla norma che li riguarda; quindi, di avviare anche
questi lavoratori verso un percorso che gradualmente li porti alla
storicizzazione.
Nelle relazioni tecniche allegate e
presentate, sono contenuti i capitoli di bilancio che consentono la copertura
della norma che dovrebbe entrare in funzione, permettere finalmente di cristallizzare
una situazione, dare il via ai percorsi di stabilizzazione che sappiamo essere
attesi da diverso tempo e rispetto a cui, insomma, mi auguro che tutto il
Consiglio regionale, come diverse volte sollecitato, si possa pregiare di aver
dato una risposta fin qui non arrivata.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Avendo letto nei giorni scorsi un
simpatico articolo del giornalista Bellantoni, credo
che lei, assessore, sia in grave ritardo su questo tema.
Comprendo il lavoro di confronto con
il Governo nazionale per quanto riguarda gli Lsu e Lpu,
ma condivido l'emendamento del collega Esposito e penso che si debba sostenere
questa azione che storicizza le risorse nel confronto con il Governo.
Penso, altresì, che dovremmo
chiedere per chi ha gestito il lavoro, perlomeno in questo ultimo frangente,
una valutazione negativa. Ricordo a me stesso, a quest'Aula e a chi vuole
approfondire questo tema del precariato storico in Calabria che il dirigente
che ha dovuto gestire la legge numero 1 del 2014 avrebbe dovuto farlo a partire
dal 2015. La sua interpretazione autentica serviva ovviamente, assessore, a
fotografare a una certa data, al 2014, per persone che non conosce lei, non conosco
io, non conosce Oliverio, storicizzate in questa Regione. Si trattava di un
atto di indirizzo dirigenziale, ma qualcuno in Assessorato – chi l'ha preceduta
in questi mesi – avrebbe dovuto dire ai dirigenti: “Approvate velocemente,
atteso che non è la politica che sceglie.” Chi aveva i requisiti rispetto a
quelle virgole, punto e virgola; su questo registriamo un ritardo pauroso. Il
rischio qual è?
Nel comprendere che si tratta di una
legge “manifesto”, così come dice bene il presidente Oliverio, perché va nel
confronto con il Governo, bisogna storicizzare la spesa e non c'è bisogno di
significare che è storicizzata ma, sul tema del precariato – che significava
tirare una linea, e l'abbiamo tirata del 2014 – dovevate certificarla nel 2015
con questi famosi elenchi e c'è qualcuno che, nelle strutture dell'assessorato
al lavoro, si è grattato la pancia, a partire dai dirigenti.
Non si può arrivare al 2019 ed avere
ancora oggi – tant'è che il consigliere Baldo Esposito deve emendare questa
“legge manifesto” – incertezze su quello che doveva essere il precariato
storico certificato e dire a chiunque, ad Oliverio e a chi verrà dopo di lui:
“Per il futuro evitiamo di produrre precariato, siano Lsu-Lpu,
ex 18, 12, Azienda Calabria lavoro e quant'altro”. Anche perché in questi
provvedimenti si infila sempre qualcuno che, magari, poi quei requisiti e quei
diritti proprio non ce li avrebbe, no? – se vogliamo andare a dare una visione
attenta – e rischia, invece, di rimanere fuori chi nella volontà del
legislatore regionale doveva essere, a quella data certa, valutato se fosse
precario storico di questa Regione o meno e, quindi, avente diritto in un
percorso di stabilizzazione ad essere storicizzato insieme alle somme; e,
insieme alle somme poi, ci sono gli uomini, le donne e, quindi, le facce, le
persone, le famiglie.
Mi perdoni se dico che su un
provvedimento utile al confronto col Governo, che nicchia e che gioca di una
spesa che ormai è storicizzata in Calabria, un Governo di sinistra o di
centro-sinistra, non solo è in grave ritardo, ma è proprio fuori tempo massimo
perché questo elenco completa il lavoro che, dal 2015, i dirigenti dovevano
portare e valutare, facendolo da dirigenti.
Avevano tutti gli elementi per
riconoscere lo stato di precari.
Arriva in modo tardo ed incompleto
e, giustamente, avremmo ricorsi di gente che dirà: “avete valutato male la mia
domanda” e lo facciamo a fine Legislatura, quando avremmo potuto farlo – non è
colpa sua, perché lei non c'era prima a dirigere il lavoro, ma do un riferimento
a tutta questa stagione politica – nel 2015, 2016, 2017 o almeno dal 2018;
invece, ormai siamo arrivati a fine Legislatura.
Nel sottoscrivere l'emendamento del
collega Esposito e nel fare questa critica, speriamo che si possa porre la
parola fine e certificare, almeno in questa Legislatura, quanti sono, quali
sono i precari storici della Calabria e non produrne più in tutte le azioni di
governo, questo poco che rimane e il futuro governo che ci sarà in questa
Regione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Stasera
approviamo una legge che è un altro tassello che in questa Legislatura ha
riguardato un processo positivo sulle politiche del lavoro.
Il presidente Oliverio, sin dal suo
insediamento, ha ritenuto di dover lavorare e di voler lavorare allo
svuotamento di ogni bacino di precarietà.
In questo senso, tantissime sono
state le risorse investite e le interlocuzioni con i diversi Governi nazionali,
fino ad arrivare a questo. Le sensibilità che l'assessore al lavoro e il
Presidente di volta in volta hanno incontrato sono oggettivamente diverse.
Ferma è rimasta l'impostazione della
Regione Calabria e – possiamo dirlo – anche dell’Assemblea legislativa di
questo Consiglio regionale.
Il governo Oliverio non ha fatto un
precario in più.
Ha lavorato a contrattualizzare
e stabilizzare i precari che ha trovato.
Credo che oggi, con la
storicizzazione di queste risorse, si dia l'ennesima indicazione di quella che
è una volontà politica e di governo molto chiara.
I precari sono tutti uguali! Non ci
sono precari più eguali di altri.
La nostra impostazione politica e
amministrativa, politica e di governo, sarà sempre uguale!
Alcuni colleghi, nell’ultima Conferenza
dei capigruppo, non hanno posto un problema – colleghi Esposito e Scalzo – ma
hanno sottolineato una questione, e noi concordiamo.
L'assessore Robbe
lo ha detto, lo dirà, e lo dirà anche il presidente Oliverio: verifica veloce
del percorso e degli elenchi, individuazione eventuale delle risorse; non ci
sono precari più o meno degli altri, ma la stessa impostazione vale per tutti.
Questo è l’impegno che assumiamo in
Consiglio regionale.
Era anche superfluo, diciamo così,
da parte nostra, ed è evidente che sia così.
Tuttavia, mi fa piacere
sottolinearlo sia per la questione posta dai colleghi sia per tutte quelle che,
eventualmente, verranno in futuro perché, probabilmente, si potrebbero aprire
altri casi.
Dare dignità alle persone, al
lavoro; dare dignità alle persone attraverso la stabilità del lavoro: questo è
l'obiettivo di governo per il quale vale la pena battersi.
Il fatto che lo facciamo tutti
assieme è una sottolineatura ancora più importante, per i calabresi, per la
Calabria e per questa Assemblea legislativa.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ritengo che
l'Aula oggi si appresti a votare un provvedimento estremamente significativo e importante.
Condivido l'enfasi dell'intervento
del collega Romeo perché, pur trattandosi di una legge, tra virgolette
“manifesto”, sancisce lo stato dell'arte in quel mondo complesso, delicato e
debole del precariato in Calabria.
Questa legge di iniziativa della
Giunta regionale racchiude i lavoratori della legge numero 15 del 2008, la
numero 28 del 2008, la numero 8 del 2010; leggi poi racchiuse nella legge
numero 1 del 2014, oltre alle leggi numero 30 e numero 46, già enunciate
dall'assessore Robbe.
Il problema nasce nel momento in cui
viene emanata la legge numero 1 del 2014, che ha posto delle difficoltà di
interpretazione tant'è che, a luglio 2014, è stato necessario che quest’Aula,
in modo bipartisan – ci tengo a
sottolinearlo – dell’allora maggioranza
oggi opposizione, e dell'opposizione oggi maggioranza, a luglio 2014, votò la
legge numero 12 di interpretazione autentica della legge numero 1; un passaggio
anche questo estremamente significativo e importante perché la legge numero 12
del 2014 porta in sé il diritto di tanti lavoratori che, con un'interpretazione
errata o superficiale, non avrebbero potuto godere di essere inseriti nel
bacino dei precari.
Dopodiché, inizia quell’iter del
dipartimento, estremamente lento. Qualcuno ci deve dare una risposta –
assessore – perché quello che è successo è inammissibile.
Stiamo parlando di luglio 2014;
siamo a giugno 2019 e quest’Aula stasera rischia, se non ci fosse un qualcosa –
poi dirò che cosa – di fare figli e figliastri, una disuguaglianza che non fa
onore al centro-sinistra nell'ambito del mondo del lavoro.
Qualcuno deve
dare una risposta di questo iter estremamente lento che ha tratteggiato meglio
di me, perché protagonista in quest’Aula, insieme a tanti amici
dell'opposizione, oggi anche della maggioranza, che hanno lavorato al fine di
rendere eque le difficoltà del precariato nella Regione Calabria.
Per ovviare a questa disuguaglianza
avevamo soltanto uno strumento: segnalare, nelle sedi opportune, quello che si
stava facendo.
Lo abbiamo segnalato nella
precedente seduta di Consiglio regionale in riunione dei capigruppo.
Quando il sottoscritto, insieme al
collega Gallo, al collega Scalzo e ai colleghi dell'opposizione, abbiamo
tratteggiato l’iter che stava prendendo questa proposta di legge lasciando
fuori i lavoratori della legge numero 12 del 2014, abbiamo avuto la piena
condivisione anche da parte dei capigruppo della maggioranza, del collega Romeo
e del collega Nucera, tant'è che nella precedente
seduta di Consiglio regionale non si è trattata la tematica e, alla fine,
abbiamo avuto una lunga interlocuzione con l'assessore Angela Robbe, al fine di porre rimedio a questa stortura.
Dobbiamo capire se si tratta di una
struttura che, all'interno di questa importante legge, va a stabilizzare e traccia
il percorso di stabilizzazione di 765 dipendenti lavoratori.
Io sono favorevole a questa proposta
di legge. Che sia chiaro!
Nessuna strumentalizzazione della
maggioranza nei confronti dell'opposizione perché ci dichiariamo nettamente
favorevoli a questa proposta di legge.
Ci saremmo dichiarati ancora più
favorevoli se questa Giunta regionale e se lei, assessore, in quanto
espressione politica – non è un problema personale, conosce la stima che ho nei
suoi confronti – oggi non fate di questa una legge che pone figli e figliastri
e che crea sacche di precariato e una guerra tra poveri.
Questo sarebbe stata questa proposta
di legge oggi se non ci fosse stata l'opposizione.
L'opposizione interviene con un
emendamento – presidente Irto – che ho dovuto fare per accelerare i tempi in
quanto, anche oggi, non era stato concordato di richiamare questa proposta di
legge all'ordine del giorno.
I percorsi politici condivisi non
possono essere modificati da colpi di maggioranza, altrimenti queste importanti
leggi ve le votate, e non avrete i numeri per votarle.
Anche stasera dimostreremo, con il
voto, che questa maggioranza non avrebbe avuto il voto per poter stabilizzare e
storicizzare 765 dipendenti che, mediante questo percorso, e questa “legge
manifesto”, tuttavia trovano una luce, per le loro legittime aspettative
occupazionali, ma anche professionali perché hanno maturato estrema
professionalità; una professionalità, però, che hanno maturato anche i
dipendenti della legge numero 12 del 2014.
Di che cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando che, in una proposta
di legge per 775 dipendenti/lavoratori, questa Giunta definisce un fabbisogno
economico di 40 milioni di euro sulla base delle 10-11 mensilità del famoso
decreto del Governo penta stellato.
Ebbene, lasciamo fuori 100/105
dipendenti in cui un calcolo approssimativo da parte mia, presidente Irto, che
non sono un tecnico, ma non mi è stato difficile fare un business plain per quanto concerne il
finanziamento bastevole per inserire in questa legge di storicizzazione anche i
dipendenti della legge numero 12 del 2014.
Si tratta del banalissimo 5 per
cento dei 40 milioni – 5,1- 4,9 – ma un Dipartimento dovrebbe premere un
pulsante e avere questi dati.
Se non ce li ha, la preoccupazione è
che non possiamo andare avanti e veramente dobbiamo capire che cosa fare.
Nella precedente seduta di Consiglio
regionale ci siamo intrattenuti con l'assessore Robbe
e avevamo pensato – collega Guccione – che c'erano i tempi per cercare di
capire se era vero il problema politico che l'opposizione – non Esposito – aveva posto, condiviso dai capigruppo di
maggioranza, e se c'erano i tempi per venire oggi in Aula con una proposta di
legge comprensiva dei 765 dipendenti, più i 103-105.
Poi è stata fatta anche una stortura
in termini numerici, ma quella – è un errore, sono problemi tecnici nei quali
non mi ci infilo – poteva essere sanata, ma secondo il percorso stabilito e nel
rispetto del Consiglio regionale, assessore Robbe,
che oggi questa pratica doveva venire in Consiglio regionale nella sua
pienezza.
Così non è.
Mi sorge un dubbio amletico: se
fosse vero – mi perdoni, ripeto, lo dirò 100 volte in questo mio intervento,
nulla di personale – quello che ha detto il consigliere Gallo nella precedente
seduta di Consiglio regionale, che lei avrebbe anche manifestato scarsa
considerazione nei confronti del Consiglio regionale, anche agli stessi
lavoratori, come per dire “faccio quello che ritengo opportuno, vado avanti, me
ne frego dei consiglieri regionali, delle loro interrogazioni, delle loro
interpellanze e vado avanti come un treno”, state andando avanti creando una
disuguaglianza nel mondo debole del precariato calabrese.
Questa è la delibera di oggi,
meritoria – ripeto – e la voterò.
Forse sembrerà una contraddizione,
ma sicuramente non sarà l'opposizione a non individuare un percorso e una luce
alla fine del tunnel per 775 dipendenti.
Avremmo voluto – e vorremmo – che
anche i lavoratori della legge numero 12 avessero questa aspettativa. Oggi non
ce l'abbiamo.
Che cosa fare?
Ho presentato un emendamento,
consapevole che sarà bocciato –
assessore Robbe – per una serie di motivi.
Si, glielo dico io!
Se ci fosse stata la volontà, lei
oggi non sarebbe venuta in Consiglio regionale, avrebbe chiamato i capigruppo
di opposizione, avremmo lavorato insieme con il Dipartimento e avremmo trovato
i banalissimi 2 milioni su una cifra di 40 milioni – ripeto, il 5 per cento –
per far sì che non facciamo figli e figliastri in questa terra di poveri,
creando anche una guerra dei poveri all'interno di chi un lavoro non ce l'ha o
ce l'ha in modo precario e vede una luce in questa proposta deliberativa.
Legge “manifesto” o meno, dico che è
una legge importante a merito della Giunta di centrosinistra, ma sarà una
delibera veramente importante se entrambe le facce di questa medaglia non
creeranno questa disuguaglianza alla quale mi sto appellando all'interno di
questo mio ragionamento.
Non siamo qui per fare
strumentalizzazioni. Non accetto la strumentalizzazione della maggioranza,
eventualmente nei confronti dell'opposizione rispetto alle legittime
aspettative dei 775 dipendenti.
Non faremo strumentalizzazione se
troveremo un percorso che, a mio modesto avviso, sarebbe facile – collega
Giudiceandrea – votando l'emendamento; un emendamento che dica che alla legge
numero 1 vanno inserite anche le parole “legge 12”; poi sarà il dipartimento, e
chi di competenza, a trovare i due milioni, perché è veramente altrettanto
ridicolo pensare che nell'ambito di un bilancio di 6/7 miliardi di euro della
Regione Calabria ma, in ogni caso, di quei sette/ottocento milioni in cui la
discrezionalità politica ha un senso quando si parla di emergenza sociale e di
emergenza occupazionale.
Bene, se il bilancio è di 6/7
miliardi e serve per coprire sanità, fitti, muti, dipendenti e chi più ne ha,
più ne metta, rimane sempre quella quota, anche abbastanza importante, di
sette/ottocento milioni dove eventualmente reperire i 2 milioni o anche, con
iniziative con i vari dipartimenti sui Piani di azione e coesione, ritengo che
non sarebbe stata una cosa difficilissima.
Se non è stato fatto, c'è una
discrasia tra l'indirizzo politico, se c'è – e oggi vediamo se c'è l'indirizzo
politico da parte dell'assessore Robbe alla soluzione
di questo problema – e la ricerca della soluzione del problema da parte dei
tecnici.
C’è questa discrasia.
Se non si risolve questo problema,
vadano a casa gli uni, ma vada pure lei a casa, assessore, perché non si può
portare una legge come questa, dopo un percorso concordato; altrimenti
veramente non si ha rispetto e stima del Consiglio regionale.
Lo avevamo concordato; oggi
arriviamo in Aula, viene richiamata la proposta di legge numero 443/10^, e vi
garantisco che ci vuole anche molta memoria per ricordare di quale legge si
tratta, quando si inseriscono all'ordine del giorno con molta confusione –
presidente Irto – delle proposte di legge così importanti, quasi – collega Bova
– alla chetichella.
Oggi abbiamo posto un problema.
Ci sono delle possibilità di
soluzione del problema; miriamo alla soluzione di questo problema, al fine
veramente di non determinare una così brutta pagina, accanto ad una faccia
della medaglia che è meritoria. Il merito lo sto dando alla Giunta targata
Mario Oliverio, ma l'altra faccia della medaglia pone in sé un qualcosa che, se
non ci fossero stati gli interventi prima in Conferenza dei capigruppo e oggi
in Consiglio regionale, probabilmente avremmo passato questa legge sottotraccia
per poi, magari, sentire i grandi ragionamenti sulla stampa, di grande enfasi,
di svolta epocale nei confronti del precariato calabrese.
Questo è un primo intervento; poi,
magari, in fase di ulteriore discussione e di dichiarazione di voto, ritornerò
sul problema. C'è un emendamento e l’assoluta disponibilità a rivederlo. Su
quale certezza, presidente Oliverio? Che oggi si stabiliscano i tempi della
Commissione del dipartimento.
È vergognoso, tra le altre cose, che
una richiesta di far parte del bacino dei precari la cui – tra virgolette –
candidatura è sostenuta da un’autocertificazione, oggi il Dipartimento si
inventi che per validare quell'elenco B, serve un'altra autocertificazione; il
dubbio che si stia giocando al rimando e alla perdita di tempo è estremamente forte.
Stanno giocando i tecnici o sta
giocando la politica?
Per questo prima, nel mio
intervento, magari duro, ma che – ripeto - riguarda il piano politico e non
della correttezza personale, ritengo che, se non risolviamo questo problema,
c'è qualcuno che deve andare a casa.
L’assessore mi aveva detto: “il 24
verremo in Consiglio regionale perché il lavoro di 2-3 giorni ci consentirà di
andare avanti”.
La difficoltà sarà, tutt’al più, di
trovare il finanziamento; ripeto, un finanziamento di 2 milioni di euro su una
proposta di 40 milioni di euro nell'ambito di un bilancio regionale che ha
sempre una disponibilità di almeno settecento/ottocento milioni che,
legittimamente, sono a disposizione di quella discrezionalità della politica
che va in capo principalmente a chi ha vinto le elezioni e che oggi, invece, si
appresta a questa fine Legislatura in modo così così nebuloso e così così poco
confacente – dico io – su una problematica del genere che è nel DNA del
centrosinistra – l'ha detto il consigliere Romeo – ma che oggi, eventualmente,
passa questa prima tranche di 765
dipendenti.
Invito la stampa a contare i numeri
e verificare se questa maggioranza aveva i numeri per fare questa legge così
importante sul precariato calabrese che, invece, passerà con i voti
dell’opposizione. Questa opposizione chiede che, in tempi brevi, la Commissione
del Dipartimento lavoro finisca i lavori, un iter durato quattro anni – ha ragione Fausto Orsomarso – e questa è una
sua responsabilità, assessore.
Deve pretendere, perché non si
possono inventare autocertificazioni su autocertificazioni.
Siamo addirittura al paradosso:
qualcuno pensa che i lavoratori dovrebbero avere i requisiti all'entrata in
vigore della legge numero 12 del 2014, che è una legge di interpretazione della
legge numero 1.
È scritto anche nella relazione di
presentazione della legge numero 12 che avete fatto in Aula, consigliere Orsomarso, dove c'è scritto che,
in ogni caso, tutta l'entrata in vigore è riferibile alla legge madre, che non
è stata cambiata dal punto di vista legislativo perché la legge numero 12 non
sposta i criteri legislativi della legge numero 1, ma ne dà un’interpretazione
autentica dalla quale 103/108 lavoratori –
non so quanti sono – hanno trovato giustamente spazio nell'ambito di
questo bacino di questi benedetti, maledetti precari calabresi.
La Commissione – assessore – deve
prendere un impegno sacro nei confronti del Consiglio regionale, che la invito
a rispettare.
La Commissione deve essere chiara
sui tempi, così come deve essere chiara sull'elenco definitivo di chi ha
diritto a far parte di usufruire dei vantaggi, fra virgolette, della legge
numero 12.
Dopodiché, presidente Oliverio,
venga anche la Giunta regionale e inviti il Dipartimento bilancio a trovare
quelle minime risorse economiche che servono per stabilizzare anche questi
105/108 lavoratori.
Collega Nucera,
la ringrazio perché ha appoggiato la mia visione delle cose in Conferenza dei
capigruppo. Quando si parla dell'interesse vero dei calabresi, non c'è
divisione.
Servono misure economiche e,
soprattutto, individuare – vado alla fine, presidente Irto – i lavori della
Commissione e l'elenco definitivo senza queste banalità
dell'autocertificazione, ma con assunzione di responsabilità.
Se non ne hanno diritto, con coraggio,
li lasciamo fuori dicendo: “Tizio, Caio e Sempronio non hanno diritto, quindi
vadano fuori”.
Aumenteremo, però, la necessità che
i calabresi vadano al TAR per vedere legittimati i loro diritti, sia nella
forma – so che ci saranno pure cittadini che andranno al TAR, perché anche la
forma è stata violata nei loro confronti – e sia nella sostanza.
Individuate le misure economiche,
servono tempi certi per portare in Aula, collega Romeo, la fine dei lavori
della Commissione del dipartimento, elenco definitivo, misure economiche che,
oggi mi auguro, il Presidente si impegnerà ad andare a definire con
Dipartimento bilancio.
Tempi certi per portare un nuovo
progetto di legge che non faccia figli e figliastri.
Solo in questo modo costruiremo un
criterio di uguaglianza in quel mondo difficile, delicato e debole del
precariato calabrese.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
SCALZO Antonino (Moderati per la
Calabria)
Grazie,
Presidente. Ho ascoltato, con attenzione, gli interventi dei colleghi che mi
hanno preceduto, perché questo è un tema importante, interessa centinaia di
lavoratori che, da anni, contribuiscono con il loro lavoro in settori
fondamentali e non hanno la certezza di un futuro.
La
prima cosa che penso quando si parla di storicizzazione è che vogliono una
storicizzazione che di fatto esiste, perché questo Consiglio nel 2014-2015 e,
poi, ogni anno ha provveduto in maniera puntuale. E allora dico, per non dare
alibi, rispondiamo: presenti!
Una
cosa vorrei dire, presidente Irto, dobbiamo prendere la buona abitudine di dare
esecuzione a ciò che si decide in conferenza dei capigruppo, per cui mi sarei
aspettato e avrei voluto che questo fosse stato il primo punto all'ordine del
giorno senza dover aspettare per discutere di una cosa così importante; così
come ritengo che sulla storicizzazione bisogna fare una un'altra precisazione:
si tratta di un alibi del Governo giallo verde che, così, tenta di giustificare
la sua mancata presenza.
Presidenza del segretario
questore Domenico Tallini
Vedo
che - non solo su questo tema, ma su altri temi che riguardano il lavoro, il
Mezzogiorno, il Sud, per non parlare della sanità - c'è un'assenza totale nei
confronti del Mezzogiorno e della Calabria, ma non si fanno dispetti a chi
governa una Regione piuttosto che un'altra; il dispetto lo si fa ai lavoratori
precari di cui stiamo parlando oggi; lo si fa a chi non ha risposte in termini
di servizio sanitario, perché si sta perdendo solo tempo e non si vede nessuna
strategia alternativa ad una riorganizzazione dei servizi. C’è un'assenza
totale del Governo e in questo settore non dobbiamo offrire l’alibi,
rappresentato da un Consiglio regionale che non legifera, che non si fa carico
dei problemi dei cittadini calabresi, ribadendo, ancora una volta, che ci siamo
sempre fatti carico di garantire la copertura finanziaria per questo settore.
Alcune
brevissime considerazioni prima di esprimere, ovviamente, l'assoluta
condivisione e di portare a casa questo risultato con alcune azioni
fondamentali. È necessario ribadire ancora una volta che non dobbiamo creare
più sacchi di precariato; bisogna, una volta per tutte, fare un’attenta analisi
di tutti coloro che hanno diritto ad entrare nel bacino del precariato e bisogna,
fino all'ultimo, occuparsi e farsi carico anche dell'ultimo della serie. Così
come è stato detto - lo condivido - ci sono altre figure che non rientrano
oggi, assessore, per un motivo, se ho ben capito. Comunque mi sembra che sia la
conferenza dei capigruppo, sia la Giunta condividano il percorso da lei
prospettato. Allora qualcun’altro si deve prendere questa responsabilità e
poiché vedo che nella cittadella si sta bene, come si sta bene qui, c’è un
ambiente confortevole, forse debbono lavorare un pochino di più, debbono
rendere meglio, bisogna stargli col fiato sul collo per portare a termine
questo obiettivo; non ci sono scorciatoie, non ci sono furberie, non devono
esserci scorciatoie, non ci devono essere furberie.
Credo
che bisogna andare verso un provvedimento più inclusivo possibile e quando dico
inclusivo deve esserlo nella sua totalità, perché - lo diceva prima il collega
Esposito – lei, assessore, deve farsi carico, in tempi certi, di reperire la
copertura finanziaria di altri due milioni di euro per i centoventi lavoratori,
possono esserci altri dieci-quindici, non di più, che hanno diritto ad entrare
in questo bacino di storicizzazione. Quindi per affrontare e risolvere il
sistema del precariato ci vogliono tempi certi e credo che possiamo, dobbiamo
accogliere l'appello del collega Baldo Esposito quando pensa anche di ritirare,
di tramutare, di cambiare quell’emendamento a fronte di un impegno; non un
impegno che non porta alcun risultato, ma a fronte di un impegno con una data
certa, che non può che essere la prossima seduta di Consiglio regionale.
Potrebbe essere il 2 luglio la prossima seduta di Consiglio regionale.
Allora
al primo punto all'ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio
regionale trattiamo di questo che non deve essere un ordine del giorno come
tanti, ma deve contenere somme certe, riferimenti ed impegni certi per tutti i
precari che oggi possono entrare in questo bacino.
In
questo modo credo che l'Aula nella sua interezza, maggioranza e minoranza,
possa esprimere soddisfazione. Lo faccio a nome mio, a nome del gruppo a cui
appartengo ma vedo che c'è da parte di tutti non solo un semaforo verde, ma la
volontà di dare a questa problematica la precedenza assoluta rispetto a tutte
le altre. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
NICOLÒ Alessandro (Gruppo Misto)
Intervengo,
per dichiarazione di voto, su una questione di metodo; vorrei sollevare le mie
eccezioni, le mie riflessioni all’Aula, soprattutto dopo il richiamo del consigliere
Romeo, nella scorsa seduta, alla responsabilità istituzionale.
Il
consigliere Romeo si ricorda della responsabilità istituzionale a fine
Legislatura quando, invece, spesso, dai banchi dell'opposizione, fu richiamata
la responsabilità del Consiglio rispetto a materie per le quali si voleva, si
intendeva discutere, dialogare, dibattere e confrontarsi. Caro consigliere
Romeo, avete affrontato in questa legislatura, a colpi di maggioranza,
questioni importanti. Lo avete fatto con scienza, con la consapevolezza di
ottenere i vostri risultati, non quelli che i calabresi – no, consigliere
Tallini, non i suoi, è seduto là - non quelli che i calabresi auspicavano
rispetto ad un mandato elettorale che vi è stato consegnato per quella svolta
di cui avete sempre parlato. Ed oggi siamo qui a discutere dei precari per i
quali ritengo si sarebbe dovuta svolgere una seduta di Consiglio ad hoc.
Ha
fatto bene l'opposizione, condivido i contenuti del collega Orsomarso e
sottoscrivo l'emendamento del consigliere Esposito.
Però,
consigliere Romeo, i precari dell’aeroporto dello Stretto dove stavano quando
decideste di accorpare la Sogas con la Sacal? Quei precari che lavorano da venticinque anni, che
lei conosce e che io vedo perché passiamo da quel gate per andare a Roma, a
Milano, quelle maestranze che vengono a bussare dietro la porta, che da venti
anni hanno speso la loro attività al servizio di una struttura che, rispetto a
certe logiche, ha una sua valenza, le avete dimenticate. Non giro molto e non
vado in Europa per motivi di lavoro, ci andate voi, siete internazionali,
quindi viaggiate spesso e li vedete, li avete visti, io ci vado per motivi di
famiglia, per motivi personali. Vorrei capire come avete affrontato la
questione dei precari perché questo non è chiaro! Ecco perché oggi a fine
Legislatura tutto fa brodo. Poi tutti siamo responsabili. La maggioranza la
dovete tenere in Aula, caro consigliere Romeo, e lei lo sa che queste sono
regole non scritte della politica; non raccontare le favole ad altri, perché te
le racconto io le favole. La maggioranza si garantisce in Aula e se non ce
l'avete - lo dissi a giugno dello scorso anno - stacchiamo la spina! Oggi non
avete i numeri per votare questo atto e siamo qui, come abbiamo sempre fatto,
assieme all'amico Tallini e agli altri amici dell’opposizione, a rendere un
servizio, ma non a fare i comodi vostri, perché questi sono solo i comodi
vostri ed il segno di responsabilità oggi è tangibile, caro consigliere Romeo.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
GUCCIONE Carlo (Partito democratico)
Credo
che oggi si compia un atto politico: l'approvazione di questa delibera che,
come ha detto già qualcuno, è una legge manifesto; prendiamo atto di avere
storicizzato per lunghi anni gli LSU e gli LPU con somme che si ripetono nello
stanziamento in bilancio; facciamo un atto politico perché è giusto farlo, in
rispondenza del fatto che è in atto un tentativo, anzi pregherei l’assessore di
correggere, in parte, la proposta di legge e di inserire oltre alla
contrattualizzazione e alla storicizzazione anche la stabilizzazione. Forse si
tratta di un refuso. Credo che questo non lo dobbiamo permettere, perché se
vogliamo utilizzare questa legge per dire al governo nazionale che abbiamo le
carte in regola per procedere alla stabilizzazione, la legge deve prevedere
anche la stabilizzazione. Sono d'accordo, se il consigliere Esposito proporrà
quell’emendamento che ho letto, essendo coerente con quella interpretazione
autentica dell'articolo 1, della quale sono stato il firmatario insieme - mi
pare – al consigliere Orsomarso. Fu votata all'unanimità dal Consiglio
regionale nella passata Legislatura ed è ovvio che ci dobbiamo chiedere il
perché quell’interpretazione autentica, ancora ad oggi, non ha avuto corso.
Credo
che quando parliamo di precariato dobbiamo esseri molto trasparenti e, quindi,
mi sarei aspettato la pubblicazione di una graduatoria o di più graduatorie in
base alla legge numero 1 del 2014, per dare la possibilità a tutti di poter
guardare la propria posizione e per aver un quadro preciso, considerato che si
era resa necessaria quell’interpretazione autentica proprio per impedire
l’incunearsi di persone che non avevano diritto a poter utilizzare quella
legge. Penso che su questo l’assessore debba prendere l’impegno che, nel giro
di qualche settimana, si proceda a trovare una soluzione anche per quanto
riguarda questa questione.
Poi,
non dimentichiamoci, parliamo di LSU e LPU che da lunghi anni, oltre 20-25
anni, svolgono funzioni importanti nella pubblica amministrazione calabrese,
negli enti utilizzatori, però c'è il problema degli oneri previdenziali.
Sono
contributi figurativi quelli versati agli LSU-LPU ed esiste anche il problema
delle ore. Noi puntiamo alla stabilizzazione, alla contrattualizzazione, però
gli LSU, quelli della legge numero 15, legge numero 18 sono tutti
contrattualizzati ad un orario minimo. Dobbiamo, anche qui, porci il problema
di come dare loro una prospettiva di vita portandoli ad un numero di ore
lavorate che sia quello minimo previsto dalla legge italiana.
Accanto
a questo mi sarei aspettato e mi aspetto l’apertura di una vera e propria
vertenza istituzionale contro il Governo. Lo dico anche a CGIL, CISL e UIL: su
questa partita degli LSU-LPU non possiamo aspettare, dobbiamo incalzare il
Governo nazionale, anche con azioni eclatanti, affinché faccia il suo dovere,
così come per tre anni in fila, quattro anni in fila, lo hanno fatto tutti i
Governi nazionali che si sono succeduti.
Oggi
i lavoratori LSU-LPU hanno maturato il diritto ad essere stabilizzati in modo
definitivo e, quindi, dobbiamo aprire lo scontro con il Governo nazionale. Per
questo chiedo che venga accolto l'emendamento Esposito, per le ragioni che ho
precedentemente detto. Sono stato uno dei promotori di quella interpretazione
autentica, proprio per garantire legalità e trasparenza in questo settore e
chiedo che ci sia un ordine del giorno conclusivo, alla fine dell’approvazione
di questa legge, che inviti il Governo nazionale ad avviare, rapidamente, le procedure
per la stabilizzazione; inviterei, inoltre, tutti gli enti che utilizzano gli
LSU-LPU, i tanti Comuni, le Province, ad approvare in Consiglio, nei vari
Consigli comunali e provinciali, un ordine del giorno da inviare al Presidente
della Repubblica e al Presidente del Consiglio Conte. Dobbiamo costruire
un’iniziativa istituzionale ed il Consiglio regionale e la Giunta regionale lo
debbono fare, perché ritengo che questa sia una partita decisiva in quanto se
passiamo alla stabilizzazione degli LSU-LPU si apre la possibilità di procedere
a fotografare tutto il precariato in Calabria e a procedere, di concerto, alla
stabilizzazione di tutte le figure che oggi lavorano per gli enti pubblici.
Presidenza del presidente
Nicola Irto
Reputo
che questo sia un passaggio fondamentale e credo vada accolta anche la
richiesta, proveniente dal consigliere Esposito, di approvazione
dell’emendamento a sua firma.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
TALLINI Domenico (Forza Italia)
Colleghi,
ho ascoltato, con grande interesse, gli interventi provenienti da chi ha
responsabilità di governo, dall’ex maggioranza ai tantissimi colleghi in Aula
che hanno, su questo tema delicato, fatto i loro interventi in merito alla
storicizzazione e alla stabilizzazione del personale. Voglio precisare che in
una regione come la Calabria, che è una delle ultime in Europa per occupazione,
quando si parla di stabilizzazione o di opportunità di lavoro lo si dovrebbe
fare secondo un criterio di programmazione, un criterio di equità, un criterio
di approfondimento, di condivisione, di partecipazione. Invece noi discutiamo
di una cosa così importante in un'Aula quasi distratta, quindi è giusto che chi
ha il compito e anche il ruolo di essere protagonista di un momento come questo
non perda l'occasione per sottolineare alcuni passaggi.
Il
primo passaggio: io considero che non sia stato metabolizzato abbastanza il
nuovo clima che si è creato; da questa parte è stato sottolineato con grande
trasparenza, non solo dal sottoscritto, ma da quasi tutti i colleghi; lo hanno
sottolineato alcuni prima di me. Non è stato metabolizzato in quanto ancora
qualcuno pensa o si illude di rappresentare proposte di governo che devono
essere approvate a colpi di maggioranza. Vi ricordo soltanto che questa
maggioranza – e la voglio chiudere qua - alcune proposte che stavano nel
programma di governo del presidente Oliverio non è riuscita ad approvarle
nemmeno quando aveva i numeri per farlo, figuriamoci se si può pigliare il
lusso di farlo oggi, perlomeno apparirebbe come un tentativo ridicolo.
Però
c'è un'altra parte del Consiglio che si è assunta questa responsabilità e, in
questo momento, la responsabilità di quest’altra parte del Consiglio - se mi
consentite - è maggiore di quella che si è assunta la parte che è diventata
minoritaria e che, rispetto alla nostra parte, è vista, all'occhio
dell'opinione pubblica, come la parte che appartiene ad un progetto
fallimentare.
Allora
il primo ragionamento che voglio fare è il seguente: se abbiamo detto che su
questo argomento dobbiamo ragionare non a parole, non possiamo accettare
forzature, perché fare una forzatura, all'inizio dei lavori, sull'inserimento
in Aula, è un errore. Consentitemelo, è un appunto che faccio ai miei colleghi,
laddove questo schieramento è determinante per fare inserire le leggi
attraverso i due terzi dei componenti dell'Assemblea. Perché è un errore?
Perché non può essere questo un metodo giusto se all'inizio di una discussione,
su una cosa così delicata, non ci si parla prima e non ci si mette d'accordo
prima; stiamo parlando di precari e stiamo ragionando e stiamo andando avanti
come se in Calabria nulla fosse accaduto.
E
allora non penso che lo spirito politico che, da qualche seduta, sta
caratterizzando i lavori del Consiglio possa essere definito come un “grande
senso di responsabilità”, considerato che manca soltanto qualche mese alla
scadenza elettorale.
Cerchiamo
di non fare danni alla Calabria, nessuno deve essere in campagna elettorale, ma
bisogna avere grande senso di responsabilità verso i nostri corregionali, che
non possono, da una parte, auspicare ed evocare chissà quali altri scenari e,
dall'altra, vedere un Consiglio regionale che va avanti così per inerzia, senza
che loro possano fare qualcosa sentendosi, addirittura, impotenti.
E
allora giustamente l'intervento del consigliere Esposito: qual è l'arma che ha
l’opposizione? L'opposizione ha una sola arma, avrebbe una sola arma per
rispondere a questa forzatura: uscire dall’Aula! Ma, come avete visto, ci sono
stati colleghi che hanno detto: noi siamo qua, senza di noi questa norma non si
può approvare. Dobbiamo bilanciare e dobbiamo rendere credibile quello che è il
vostro atteggiamento in Aula.
Dobbiamo
portare a definizione una cosa che riteniamo giusta e che - lo voglio
ricordare, perché il tempo dà ragione a tutti e per ogni cosa ci deve essere il
tempo giusto - credo che questo sia il tempo per riconoscere all'esperienza Scopelliti, finita traumaticamente in quel modo, il merito
di aver realizzato delle buone cose e ringrazio il consigliere Guccione per
averlo ricordato poco fa. Tra le righe del suo intervento ho percepito questo
riconoscimento.
Ebbene,
ero assessore al personale e ricordo che, in quella esperienza, abbiamo messo
in moto una tale attività di lavoro che, con sincerità, insomma, alla fine, in
una delle ultime sedute, l'assessore al personale Viscomi
ha dovuto riconoscere la bontà della cosiddetta riforma, che era difficile da
realizzare, quella relativa all’unificazione dei ruoli dirigenziali. Eravamo un
caso anomalo in Italia. Avevamo un dirigente di settore che aveva
l'assegnazione del PEG e un dirigente di servizio che stava là e non aveva
nessun PEG da gestire. Abbiamo unificato queste fasce, abbiamo messo tutto
sullo stesso livello e addirittura anche sul piano della responsabilità e della
retribuzione abbiamo equiparato i livelli dirigenziali.
Una
riforma che - voi capite bene - non era facile da realizzare, perché tanti
interessi si erano consolidati, eppure siamo riusciti a concretizzarla.
Probabilmente qualcuno aveva tentato di bloccarla durante la fase della prorogatio, ma
non ho nessuna difficoltà a dare merito a questa amministrazione di averla
sbloccata.
Allora,
in quella esperienza, abbiamo lavorato molto per i precari, non ultima e voglio
partire da quella, la famosa legge numero 1 del 2014, una grande proposta, una
grande intuizione. Per la prima volta si mette tutto in un unico bacino di
precari e si riteneva fosse un punto di partenza per chiudere, definitivamente,
questa problematica che ha afflitto la storia della Regione in Calabria. Ci
sono i precari di tutte le leggi e quindi, almeno, abbiamo messo un punto. Sono
stati inseriti dentro questo bacino gli LPU, sono stati inseriti quelli della
legge numero 28, gli LSU, quelli della legge numero 8, ci sono quelli della
Field e quelli della legge numero 15.
Quindi,
dato, caro consigliere Guccione, che lei mi ha detto che la proposta in
discussione “è un manifesto”, grazie a
Dio pure noi, come centro-destra, ci vantiamo di essere partiti da quel
manifesto e, se può essere un fatto di emulazione oppure di simpatia, credo che
questo vostro manifesto o noi l’abbiamo copiato da voi, l’abbiamo trovato sui
vostri manuali dell'amministrazione di sinistra, oppure siete stati voi ad
attingere al nostro modo di fare politica, molto attento al problema dei
lavoratori precari.
Abbiamo
fatto questo lavoro e lo abbiamo fatto con cognizione di causa e anche la
nostra esperienza ha pensato, per esempio, alla stabilizzazione dei cento
giovani laureati. Lo sapete, c'è stato un momento in cui l'amministrazione
regionale, un amministrazione che non era certamente di centrodestra, ha voluto
fare cimentare cento giovani laureati, tutti laureati con 110 e lode, in
un'esperienza precaria con l'amministrazione regionale e, durante la fase in
cui ho avuto la possibilità di stare all’assessorato al personale, abbiamo,
all'inizio della legislatura, stabilizzato questi cento giovani laureati;
abbiamo fatto una bella manifestazione alla Provincia di Catanzaro; abbiamo
esaltato quell'evento; abbiamo dato un contratto full time ai lavoratori
precari che erano LSU e LPU. Non abbiamo potuto completare questo lavoro perché
sapete benissimo che le assunzioni dirette impediscono la stabilizzazione in
categorie che non siano la B1 o la B2. Comunque non abbiamo difficoltà a
riconoscere che il lavoro che si è fatto in questa esperienza con Calabria
lavoro sia una cosa importante che va riconosciuta a questa amministrazione,
perché poi i precari sono un po’ frutto della mala politica che si è
concretizzata in tutte le compagini che hanno governato la Calabria.
Non è che non ricordiamo
chi sono gli ex lavoratori “Why not”,
per esempio. Ma i precari devono essere tutti uguali, dobbiamo cercare di
evitare che qualcuno possa pensare di fare il furbo e che ci possano essere
precari che abbiano titoli per essere stabilizzati e precari che anche
“moralmente” non li abbiano.
Esiste un solo metodo per
evitare che alla forzatura che sta portando avanti la maggioranza si aggiunga
la beffa di stare in Aula, votare e non portare a casa nessun risultato. Ci
sono state delle interlocuzioni, ci si è detto come si può garantire il
rispetto ai lavoratori della legge regionale numero 12 del 2014 che sono in un
momento di debolezza, non hanno strumenti per incidere come gli altri.
Però, grazie a Dio, ci sono
consiglieri regionali che hanno la sensibilità di ricordare che il precariato
può avere delle sfumature, ma non può avere delle primogeniture. Così come non
ci può essere qualcuno che può giurare ed attestare che alcune persone hanno i
requisiti mentre per altri non esistono.
Esiste un solo modo. Lo
accennavano – è una proposta che faccio anche al mio schieramento -, l'impegno
deve essere credibile, non è sufficiente un documento che dica: “anche quelli
con un ordine del giorno dovranno essere riconosciuti”. No.
Abbiamo bisogno di votare
un documento che sia quasi una legge e che dica che alla prima seduta di
Consiglio regionale utile dobbiamo portare questa proposta, anche domani
mattina se il presidente Irto convoca il Consiglio regionale.
Dobbiamo votare un
documento che impegni tutto il Consiglio regionale, che contenga tutto il
lavoro e tutto quello che c'è in itinere. Stiamo parlando di un mondo molto,
molto variegato, con molte persone coinvolte, può darsi che alcune oggi non
siano più interessate alla stabilizzazione, abbiano trovato soluzioni migliori.
Non lo sappiamo.
Va portato un elenco
puntuale di coloro che hanno i requisiti e hanno titolo, aggiungo anche che
dobbiamo portare tutto quello di cui siamo a conoscenza.
Alcuni colleghi hanno
ricordato - l'ha fatto il consigliere Nicolò –, per esempio, che anche durante
l'esperienza dell’ex presidente Scopelliti c'erano
state delle vicende simili a causa della liquidazione del consorzio aeroportuale.
Ricordo due o tre dipendenti dell'aeroporto di Reggio Calabria che sono stati
assunti, grazie a quella proposta, alla Regione. Ricordo benissimo, diedi
parere favorevole. Quanti casi ci sono? Quanti sono coloro che sono degni di
attenzione? Altrimenti vengono fuori come ciliegine. Quanti sono reali?
Non per mettere più carne
al fuoco o per mettere in difficoltà, stiamo dicendo solamente che, per i
lavoratori della legge regionale numero 12 del 2014, vogliamo che, alla prima
seduta di Consiglio regionale utile, venga portato l'elenco completo, perché ci
è stato detto che non esiste ancora un elenco ufficiale, che si stanno
verificando, uno per uno, requisiti e numero e che, pertanto, non si può
nemmeno definire l'eventuale impegno di spesa, rispetto a questa categoria di
lavoratori.
Un documento che dica che,
dalla prossima seduta, attraverso un’interpretazione autentica o una legge
regionale, i lavoratori della legge numero 12 del 2014 possono seguire e
affrontare il futuro alle stesse condizioni di tutti gli altri.
Se, come schieramento,
vogliamo avere una dignità non possiamo essere, nonostante la disponibilità
mostrata, gabbati da un atteggiamento che rischia di compromettere il clima
della serata, se qualcuno tra noi ancora dice di non aver capito, di non aver
percepito o si attarda perché non ha compreso bene, il clima che c'è. O no?
Ho fatto, addirittura, una
battuta simpatica in Commissione: il collega Bova ha detto “noi della
maggioranza” ed io ho ribattuto: “forse sta dicendo, noi nella minoranza”. Era
una semplice battuta. Consigliere Bova, ho molto rispetto di queste parole,
perché ritengo che, al di là dei movimenti in Aula, si debba rispondere
all'opinione pubblica per come ha votato e dato la maggioranza al
centro-sinistra. Quindi, al di là dei numeri e delle difficoltà, io, fino alla
fine della legislatura, riconoscerò che la Calabria, 4 anni e mezzo fa, ha
votato per il centro-sinistra ed ha votato a larga maggioranza per Oliverio,
con tutto quello che ne deriva in termini di considerazioni politiche e di
responsabilità rispetto alla gestione.
Noi abbiamo riguardo nei
confronti dei lavoratori, della proposta portata in Aula dall'Assessore, ma ci
dovete riconoscere pari livello di dignità.
Quindi, insieme alla legge,
verso cui annuncio il voto favorevole del gruppo di Forza Italia,
contestualmente, deve essere votato un documento che stabilisca i principi
attraverso cui si mettono sullo stesso livello i lavoratori della legge numero
12 del 2014 e quelli che oggi stiamo stabilizzando con questo atto.
Prima di passare la parola
la parola per il prossimo intervento, se c'è una bozza del documento su cui
state lavorando, fatela avere alla Presidenza. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
In conclusione dell’ultima
seduta di Consiglio regionale c’è stato un forte appello del capogruppo del
Partito Democratico ad una presenza maggiore dei consiglieri regionali di
centro-sinistra; ritengo che oggi questo appello debba essere rifatto, perché,
anche se è vero che aritmeticamente saremmo di più quelli che seggono da questa
parte dell'emiciclo, hanno ragione i colleghi della minoranza a dire che da
soli non riusciremmo ad approvare la legge dato che mancherebbe il minimo delle
presenze previste dal Regolamento.
Altrettanto vero è che
questo non può diventare il motivo per omettere la responsabilità o calcare
troppo la mano sul senso di responsabilità di un gruppo contro un altro gruppo.
Ci sono sensi di responsabilità che sono squisitamente personali e chi è qui
poco vede di ciò che accade alle sue spalle, ma molto vede di ciò che accade di
fronte. Oggi sono contento di vedere una minoranza compatta, in altri giorni
eravate molti di meno, ma non stiamo qui a contare, è un ringraziamento che
viene offerto nei confronti della responsabilità dei singoli consiglieri
regionali che sono chiamati a rispondere sull’approvazione di una legge che
vede finalmente storicizzare una spesa e mettere al sicuro centinaia di famiglie
di calabresi.
Questo non è dovuto alla
storia, ma al lavoro alacre della maggioranza di Governo e dell'Assessore che
si sta occupando di questa cosa, alla quale non credo, né per malafede né per mala gestio,
possa essere addebitato il fatto che non vengono oggi inseriti nella norma
proposta e richiamata all'ordine del giorno le famiglie, le persone facenti
capo alla legge regionale numero 12 del 2014.
Bisogna risolvere il
problema, ha fatto bene il collega Esposito a sollevarlo e io sarei pronto a
votare, la proposta di emendamento - lo dico come gruppo, faccio mia anche
l'opinione del collega Arturo Bova -, se non fosse per un problema. Chiedo agli
uffici: se approvassimo oggi questo provvedimento senza copertura finanziaria,
riusciremo davvero a non mettere in difficoltà l’approvazione della norma che
invece è in regola con tutte le prescrizioni?
Ho una proposta, collega
Esposito, vediamo se riusciamo a trovare una quadra, indipendentemente dalla
serietà e dall’afflato che personalmente guida ognuno di voi sull’applicazione
di questa norma che è sincero ed evidente e va sottolineato.
Potremmo trasformare questo
emendamento in ordine del giorno, se siete d'accordo, con - suggerisce bene il
consigliere Tallini - una tempistica e una terminologia precisa che importi un
obbligo per gli Uffici, prima ancora che per il Governo, di provvedere al
reperimento delle risorse necessarie alla copertura di carattere finanziario.
Per cui si tratterebbe o di
rinviare l'intera approvazione della norma, rimettendo il destino di chi oggi è
presente in Aula e si aspetta, finalmente, di mettere la parola fine a questo
increscioso rinvio - è la terza volta che rinviamo questa norma – oppure - mi
permetto di proporre – di procedere all'approvazione della norma, ma con,
prima, l'approvazione della trasformazione in ordine del giorno
dell’emendamento a firma del consigliere Esposito che, ovviamente, dovrebbe
impegnare il Governo di questa Regione al reperimento dei 2 milioni di euro
necessari alla copertura finanziaria, per mettere a posto anche la questione
relativa agli uomini e alle donne della legge regionale numero 12 del 2014 e
consentire anche a loro, in brevissimo tempo, di raggiungere quella
tranquillità che è auspicata dal centro-sinistra - sicuramente sì, perché è da
diverso tempo che ci sta lavorando -, ma anche dai componenti della minoranza.
Per cui ripasso la
richiesta al collega Esposito, magari ci possiamo riunire, come Capigruppo,
davanti al Presidente del Consiglio e trasformare questo emendamento in ordine
del giorno con una tempistica precisa - come giustamente indicava il
consigliere Tallini - da definire entro e non oltre il prossimo Consiglio
regionale, per poi passare all’ approvazione della norma, dopo aver approvato
questo benedetto ordine del giorno. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Chiedo e ottengo la parola
su questo argomento che è importante nel mondo del lavoro, su un settore
particolare che è quello del precariato che, nel corso degli anni, nel corso
dei lustri dei Governo di centro-destra e di centro-sinistra, è stato
alimentato in questa Regione.
Stasera, per la verità,
discutiamo principalmente di un settore che è quello degli LSU-LPU che sono
precari ormai dal 1995 o dal 1996, 1997, a seconda dell'anzianità di progetto,
a questo vengono aggiunte altre sacche di precariato che si sono accumulate nel
corso dei decenni.
Quasi mai in questa
Regione, quasi mai nel Mezzogiorno c'è stato il rispetto della norma
costituzionale che prevede per l'accesso alla Pubblica amministrazione, al
pubblico impiego un pubblico concorso.
Tant’è che ormai sono
situazioni definite, cristallizzate, bisogna evitare di alimentarle
ulteriormente, ma quelle che esistono vanno sistemate.
Lo diciamo da tempo, siamo
stati qui a votare anche sostenendo, in quel caso con i nostri numeri e con la
nostra presenza, in maniera decisiva, l'approvazione della stabilizzazione di
coloro i quali erano impegnati ai sensi della legge regionale numero 28 del 2008,
gli ex “Why not”, ed anche
stasera siamo qui per dimostrare la presenza seria di una parte politica, la
nostra, che garantisce in questo momento lo svolgimento dei lavori del
Consiglio regionale.
Lo diceva anche il collega
Giudiceandrea: il centro-sinistra, il Governo regionale non avrebbe i numeri
per portare all'approvazione stasera in Aula questa norma. Ma noi riteniamo che
sia una norma meritevole di approvazione nell'interesse di queste categorie di
lavoratori anche se comprendiamo che l'approvazione di questa norma è solo un
pretesto richiesto dal Governo 5 Stelle e dal Ministro 5 Stelle, perché questi
sono stanziamenti ormai cristallizzati nel bilancio regionale.
Il collega Salerno che è
stato Assessore al lavoro nel momento in cui approvammo in quest’Aula di
Consiglio regionale la legge regionale numero 1 del 2014, ricorderà bene che fu
la prima legge a prevedere la stabilizzazione dei Lavoratori Socialmente Utili
e di Pubblica Utilità.
Si tratta di somme che
ormai sono storicamente indicate e non modificate nel bilancio regionale.
Approviamo comunque questa
legge, che è il frutto di una delibera di Giunta regionale, per la
storicizzazione della spesa storica in Consiglio regionale, ma da questi banchi
si pone un problema: la legge regionale numero 12 del 2014.
Si pone il problema di
quella legge che fu null’altro - lo voglio ricordare, lo ha fatto anche qualche
collega - che l'interpretazione autentica della legge regionale numero 1 del
2014. Questa legge, a firma dei consiglieri Orsomarso e Guccione, stabilì o
meglio interpretò in maniera precisa quelli che erano i requisiti che dovevano
avere i lavoratori per essere inseriti nelle valutazioni positive di cui alla
legge regionale numero 1 del 2014.
Per la verità - mi
aspettavo che il collega Romeo lo dicesse - in questa norma sono anche inseriti
i lavoratori di cui alle leggi regionali numero 40 del 2013 e 31 del 2016 che
sono altri lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità che per un pezzo
del loro percorso lavorativo, per una serie di vicissitudini relative alle
società che li avevano stabilizzati, erano fuori usciti dal bacino e poi sono
stai reinseriti all’interno del bacino dalla Commissione tripartita, ma non più
utilizzati.
Lavoratori che, poi, grazie
alle leggi regionali numero 40 del 2013 e 31 del 2016, che fu un po' un
ripercorso della 40/2013, sono stati riavviati al lavoro e quindi sono
all'interno del bacino storico come lavoratori riutilizzati.
Il collega Romeo ed io
stavamo per presentare una proposta di legge - avevamo anche un testo elaborato
- affinché fossero agganciati alla legge regionale numero 1 del 2014 questi
lavoratori di cui alle leggi regionali numero 40 del 2013 e 31 del 2016.
Per la verità, prendiamo
atto che, nella delibera, l'assessore Robbe con il
presidente Oliverio ricomprendono all'interno del percorso di storicizzazione
della spesa questi lavoratori, per cui, insieme al collega Romeo, abbiamo
desistito dal presentare questa norma.
Si pone, però, il problema
della legge regionale numero 12 del 2014.
Credo che questa
maggioranza, ormai minoranza, in un certo qual modo, metta questa parte
politica di fronte alla responsabilità del rinvio di una norma che è attesa da
centinaia e centinaia di lavoratori in questa regione. Per la verità,
ribadisco: norma alla quale noi abbiamo caricato forse un peso eccessivo,
rispetto poi alla reale incidenza sul percorso personale di questi lavoratori.
Comunque, la situazione è
questa e ci si pone il problema, nonostante ne avessimo già discusso in
Conferenza dei capigruppo in un'altra circostanza, all'ultima seduta di
Consiglio regionale. Ci saremmo aspettati di avere stasera, come da impegni,
una risposta positiva da parte del Governo regionale.
Ci eravamo lasciati, alla
fine dell'ultima seduta di Consiglio regionale, con l’impegno dell'Assessore di
reperire le risorse affinché anche i lavoratori della legge regionale numero 12
del 2014 potessero, già sin d'ora, essere inseriti nel percorso virtuoso di
questa legge e di questa delibera di Giunta regionale.
Stasera scopriamo che non è
così, che non sono state individuate le risorse, che non c'è spazio per i
lavoratori della legge regionale numero 12 del 2014.
C'è un emendamento del
collega Esposito che, poi, è firmato dal collega Esposito, ma è di tutta la
minoranza, perché hanno lavorato anche i consiglieri Tallini, Parente, Scalzo,
il sottoscritto, Nicolò, Orsomarso, hanno lavorato quasi tutti i colleghi che
hanno, anche, incontrato, questi lavoratori.
Assessore, nel corso di
questi incontri, peraltro, lei ha avuto modo di dire che i consiglieri
regionali non l’impensierivano molto nella seduta di Consiglio regionale.
Stasera siamo noi gli eletti del Popolo e lei non lo è, perché lei è stata
nominata dal presidente Oliverio che è eletto dal popolo, ma lei non lo è.
Stasera lei deve passare sotto il giogo, sotto le forche caudine dei
consiglieri regionali, perché un minimo di spazio, assessore Russo, noi ce
l’abbiamo ancora, grazie al cielo, e quindi siamo sotto la volontà espressa
dalla politica regionale; lei, purtroppo, deve ancora passare, deve ancora
essere subordinata.
Come le ha detto il collega
Esposito, questi lavoratori hanno confermato che nel corso di una riunione,
alla presenza di più persone, lei si sia così espressa. Rilancio, non voglio
stigmatizzare, lascio alla sua coscienza e alla sua consapevolezza il contenuto
di queste affermazioni.
In ogni caso, le voglio
ricordare che c'è questa problematica che riguarda la legge regionale numero 12
del 2014, si tratta di lavoratori che non si trovano nelle stesse condizioni degli
altri. Le voglio spiegare.
Le leggi regionali numero
40 del 2013 e 31 del 2016 da cosa nascono? Nascono dall’esigenza di mettere in
condizione di parità lavoratori che, nel corso degli anni, non erano stati
posti nelle stesse condizioni degli altri colleghi. Anche i lavoratori della
legge regionale numero 12 del 2014, per una serie di lentezze del Dipartimento
e una serie di problematiche che si sono create nella loro selezione - una
Commissione ha lavorato per oltre un anno per stabilire quali potessero essere
inseriti in questi elenchi -, Assessore e presidente Oliverio, non si trovano
nelle stesse condizioni degli altri.
Qual è l'esigenza? Non è
fare campagna elettorale. L'esigenza che, in questo momento, noi abbiamo è di
parificare le posizioni in maniera legittima. Si tratta di lavoratori che sono
stati penalizzati da una serie di problematiche e di lentezze e non si trovano
nelle condizioni dei colleghi soltanto per questo motivo.
Mi permetto di insistere,
credo che questo emendamento - me lo consenta il consigliere Esposito – che è
di tutta questa parte politica, a fronte, peraltro, di una norma, che, ripeto,
viene approvata grazie alla presenza in Aula e i voti decisivi di questa parte
politica, debba essere portato al voto ed all'approvazione, senza passare
attraverso l'ordine del giorno ed il rinvio di una settimana.
Insisto e mi appello al
Presidente della Giunta, Oliverio, che ritengo sensibile a questi argomenti -
poi potremmo non essere d'accordo su altro - se non altro per i suoi trascorsi e
per la sua storia. Per la verità, ne abbiamo discusso prima dell'inizio del
Consiglio regionale ed ha dichiarato apertamente - ma ce lo dirà sicuramente
nell'intervento conclusivo – che, rispetto questa all'inserimento di questa
norma, è totalmente d'accordo. Ci dirà anche: “non ho creato queste sacche di
precariato, le sto sistemando via via, perché le trovo sul mio percorso”.
Presidente, sto dicendo una
cosa a suo favore, per una volta.
Insisto per arrivare
stasera, trovando poi la forma tecnica, all’approvazione dell'emendamento per
poi dare mandato al Dipartimento di trovare quelle risorse che, comunque,
dovrebbero essere trovate da qui ad una settimana, 10 giorni, in maniera tale
da far sì che stasera raggiungiamo pienamente il risultato con il contributo di
tutti e, in particolare, con il contributo decisivo di questa parte politica.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Allora sul punto vorrei fare alcune considerazioni
perché vorrei avvisare la maggioranza di quello che è il rischio anche di un
tranello - lo dico in senso metaforico, in buona fede - da parte della
minoranza; un tranello che ci si può attendere in riferimento a questo
importante provvedimento.
Mi sia consentito, previamente, esprimere soddisfazione per il lavoro
svolto dall'assessore Robbe che, anche per il ruolo
che svolgeva da prima, ha dedicato una vita nella conquista dei diritti dei
lavoratori; non la scopriamo certo oggi che ha messo in campo l'ennesimo sforzo
importante. Lasciatemi esprimere un pensiero anche verso chi l'ha preceduta
perché, attenzione, quando sono stati mossi determinati rilievi forse avremmo
dovuti muoverli a quello che è il personale dei dipartimenti che troppo spesso
risulta essere quasi del tutto avulso da un contesto che ci vorrebbe collocare,
proiettare in avanti, ma che invece è un contesto di conservazione. Il termine
lo dovete interpretare nel peggiore dei sensi che possa essere inteso.
Presidente, se è stata emanata una legge di interpretazione autentica nel 2014,
la citata numero 12 del 7 luglio, di interpretazione autentica dell'articolo 1,
a mio avviso, una legge successiva che tratti diversamente le categorie dei
lavoratori sarebbe affetta da illegittimità costituzionale. A scanso di
equivoci, preciso che è la mia opinione per quello che sto sentendo durante
questa seduta consiliare e per quello che ho avuto modo di leggere. Lo sto
elaborando adesso questo principio e vi prego di riflettere bene su questa considerazione.
Ritengo che nella legge, a seguito della emanazione della legge 12 di
interpretazione autentica, non è più dato dire quali sono le categorie; il
legislatore regionale è intervenuto e ha stabilito che devono rientrare anche i
lavoratori degli enti partecipati interamente dalla Regione. Un eventuale
trattamento diversificato tra gli uni e gli altri, a mio avviso, pone un
problema di legittimità costituzionale della legge. Si potrebbe ovviare a
questo problema ove si approvasse l'emendamento proposto dal consigliere
Esposito. Ma qui mi pongo l'altro problema che sollevava, giustamente, il mio
capogruppo Giuseppe Giudiceandrea dicendo che se si approvasse la proposta tout court con l'emendamento del
consigliere Esposito andremmo incontro al momento, però, all'approvazione di
una legge sguarnita di copertura finanziaria. Allora, delle due una soluzione è
possibile, se si dovesse approvare oggi la legge così come non emendata
ovviamente dovremmo correre e approvare, poi, una successiva legge che equipari
pure i lavoratori di cui alla legge regionale di interpretazione autentica, in
modo tale da togliere il significato ad un eventuale ricorso proposto davanti
alla Corte Costituzionale. Oppure facciamo una cosa dandoci anche una parola
solenne, tutti, in questa Aula, e rinviare - lo dico col cuore in mano, pure ai
lavoratori presenti o a chi ci sta seguendo o a chi sentirà da domani in avanti
- di pochi giorni, impegnandoci a trovare, c'è anche l'assessore al bilancio,
c’è il Presidente, i due milioni di euro, le risorse che non sono del tutto
impossibili da reperire, considerato di cosa stiamo parlando, di quale
categoria di persone stiamo parlando, di quale sia la finalità nobilissima
dell'intervento che potremmo definire prioritario rispetto a qualsiasi
altra operazione.
Qui c'è da dare un aiuto concreto alle famiglie che sono alla fame; è
diverso dalle altre cose, dai parchi, dal turismo, dallo sviluppo eccetera; c’è
gente che è alla fame totale e dobbiamo vedere come intervenire. Credo che in
15 giorni potremmo, rinviando il testo di oggi e l'approvazione, reperire
queste risorse e portare un nuovo testo integrato direttamente con
l'emendamento proposto dal consigliere Baldo Esposito. Quindi vi invito a
riflettere su questo punto per evitare di approvare una legge impugnabile,
perché l'impugnativa del Governo, innanzi alla Corte Costituzionale, di un
testo di legge non è mai una bella cosa, soprattutto se si dovesse dire,
domani, “lo sapevate, lo avete addirittura discusso in Consiglio regionale”. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, innanzitutto, per esprimere il mio voto
favorevole, il mio sostegno a questa proposta di legge che pone fine a
situazioni di precarietà che riguardano un certo numero di operai di questo
bacino. Però vorrei uscire fuori dal coro nella riflessione politica di
stasera, perché credo che sia surreale fare un dibattito di questo genere in
questa Aula; parlare di precariato non esalta il nostro ruolo di consiglieri
regionali, perché ognuno di noi ha cercato di farsi vanto, di esprimere il
proprio compiacimento, di testimoniare il lavoro svolto in questi dieci,
quindici anni per iniziare un percorso di precariato.
Parliamo sempre di un lavoro precario che pone, ogni anno, un dibattito
serio per reperire risorse, per far sentire protagonista chi vive un dramma,
per trasmettere fiducia in quelle persone che vivono questo dramma. È un tema
che non mi entusiasma, mi sarebbe piaciuto di più se avessimo le capacità, le
qualità, l'intelligenza politica di dimostrare al Governo nazionale che in
Calabria facciamo il nostro dovere, che in Calabria abbiamo dedicato le risorse
che abbiamo a disposizione per dare ossigeno, speranza, per non far perdere
altro ossigeno alla comunità calabrese, per non far partire altri giovani, già
vecchi per la verità, quindi far rimanere tante persone. È questa la sfida che
dobbiamo accettare, perché rivendicare meriti sulla stabilizzazione del precariato,
per me, non è una vittoria di questo gruppo dirigente, dei Consigli regionali
che si sono sostituiti nel tempo, è solo prendere atto di questa continua
precarietà che porta le famiglie, ogni mese, alla disperazione. Quindi credo
che bisogna alzare il tiro su questo tema e dimostrare che la sforzo che
facciamo non è sufficiente per dare certezza, per dare sicurezza, per dare
stabilità alle tante persone interessate a questo provvedimento.
Dobbiamo alzare il tiro, dobbiamo aumentare la sfida, dobbiamo
dimostrare che abbiamo le carte in regola ma per farlo bisogna avere
un’interlocuzione forte con il Governo nazionale, perché altrimenti, oggi c’è
Oliverio, domani ci sarà Bevacqua, dopodomani ci sarà Romeo ma non risolveremo
mai i problemi e dimostreremo che la Calabria è una terra sempre fragile,
sempre fatta di precarietà, di debolezze socio-economiche, di difficoltà nel
gestire il quotidiano e il contingente. Questo è il tema che io mi aspettavo,
mi aspetto sempre in quest’Aula, al centro della discussione. Ripeto: non è un
merito di Tallini, un merito di Gallo, un merito di Bevacqua cercare le
soluzioni perché siamo di fronte ad una emergenza, non si è di fronte alla
programmazione e le emergenze non possono sempre essere governate perché prima
o poi esplodono, diventano una bomba e noi in questi anni abbiamo sempre
cercato di governare la bomba ma non so fino a quando riusciremo a gestirla.
Credo che il Consiglio regionale tutto, la Giunta regionale tutta, il
Presidente della Giunta debbano avere la capacità di interloquire con il
Governo nazionale in maniera forte, con le carte in regola per dire “basta con
questo precariato”. La Calabria è stanca di precariato perché i miei coetanei,
a 50 anni, vivono ancora situazioni di questo genere, sono stanchi non ce la
fanno più. O alziamo il tiro e dimostriamo di essere un gruppo di gente seria
o, altrimenti, possiamo fare quello che vogliamo ma la gente non ci darà più
fiducia e credibilità.
Ecco perché bisogna alzare il tiro e non governare solo il contingente e
le emergenze, perché da questo non ci può tornare nessun frutto né politico, né
di gratificazione personale perché la gente è disperata. Non facciamo diventare
sempre più una disperazione rimanere in Calabria, rimanere in questo bacino, ma
cerchiamo di alzare il tiro verso chi dovrebbe darci risposte per poter
risolvere il problema, perché se non è adesso sarà ad ottobre ma scoppierà di
nuovo il problema, poi scoppierà a dicembre e poi a gennaio e saremo sempre qui
a trovare pezze, a rattoppare con pezze. Cerchiamo invece di spostare il tiro,
la mira e chiamare alla responsabilità chi deve aiutarci nel Mezzogiorno:
questo Governo nazionale che ha dimenticato proprio il Mezzogiorno, che se ne
frega del Presidente della Giunta regionale e se ne frega del Consiglio
regionale, se ne frega di tutti.
Ed è lì che dobbiamo alzare il tiro, ed è lì che potremmo conquistare un
poco di credibilità e fiducia che oggi non abbiamo, ed è lì che invito ognuno
di noi a mettere a fuoco il problema, a mettere in linea determinate proposte e
a dimostrare che siamo forti, credibili, onesti perché più di questo non
possiamo fare.
Conosco la sensibilità del presidente Oliverio su questo tema - lo
ricordava il consigliere Gallo - e di tutti noi, anche il lavoro che sta
facendo l’assessore, ma non è sufficiente perché la gente, questi ragazzi,
questi giovani, questi uomini, queste donne, che oggi a 50 anni non hanno una
certezza, spesso non hanno nemmeno i contributi se parliamo di alcuni mondi; mi
riferisco sempre all’ex Sial ad esempio, di cui non parliamo in questa Aula,
che sono tanti e non hanno nemmeno i contributi.
Credo siano questi i temi importanti da affrontare ma non sono
sufficienti per dimostrare che in Calabria abbiamo cambiato verso, perché
cambiamo verso quando e se mettiamo punti fermi nel raggiungimento degli
obiettivi che sono, appunto, quelli di dare certezza a chi vive e soffre, di
dare un lavoro a chi vive e soffre e di dare, soprattutto, anche, ai Comuni dei
dipendenti preparati, degli impiegati seri che possono supplire alle mancanze
di personale. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo perché ho visto, solo adesso, sia la
proposta di legge sia l'emendamento e vorrei porre una questione al Presidente
della Giunta e all'assessore. Fermo restando che condivido le questioni
politiche poste dai colleghi, pongo solo una questione tecnica, perché quando
andiamo ad approvare delle leggi è anche importante che queste leggi non siano,
poi, esposte a eventuali censure di incostituzionalità e se, eventualmente, ce
ne accorgiamo prima è bene discuterne anche con il supporto degli assessori
che, appunto, sono dei tecnici. È importante. Presidente, da quello che leggo,
l'emendamento del consigliere Esposito è, sostanzialmente, un emendamento
inutile. L'interpretazione autentica, come tutti sapete, è fatta dall'organo
che ha emanato la legge stessa, quindi è insindacabile e dice che in questo
bacino rientrano anche coloro che fanno parte della legge 12 e allora non sto
capendo il motivo del contendere di oggi. Da quello che leggo i soggetti
ricompresi nella legge 12, oggi, vengono ricompresi in questa legge, quindi non
c'è il problema riguardante l’inclusione o meno dei soggetti della legge 12. Ci
può essere un problema sui 40 milioni, avete calcolato male i 40 milioni oppure
i 40 milioni vanno a coprire anche quelli della legge 12. Quindi se non sbaglio,
ripeto solo adesso ho letto l’emendamento, ho guardato un attimo la legge
gennaio 2014, vedo il corpo completo, poi ci sono la clausola di invarianza
finanziaria e l’entrata in vigore. Se ci sono altre cose spiegatemi e voto
convintamente questa proposta, ma da quello che leggo qui è già tutto compreso,
collega Esposito, mi pare che nessuno rimanga fuori.
La somma di 40 milioni di euro ovviamente è stata calcolata dagli
Uffici. Ripeto: tecnicamente la vedo così, diversamente, Presidente, se
qualcuno mi dovesse dire che sono esclusi da questa legge i soggetti di cui
alla legge 12 allora è ovvio che qui vi è un evidente profilo di
incostituzionalità perché in una legge non si può escludere una determinata
categoria, a meno che non si vada per categorie generali, ma non si può dire
questa legge vale per tutti ma non vale per Tizio e per Caio perché,
ovviamente, ci sarebbe una disparità di trattamento facilmente censurabile in
sede costituzionale. Se oggi questa legge dovesse arrivare sul tavolo della
Corte dei conti, sul tavolo della Corte costituzionale, sul tavolo e Ministero,
nulla quaestio, va benissimo perché
dice i 40 milioni di euro come li avete calcolati, al più la Corte dei conti
potrebbe dire “hai sbagliato a calcolare i quaranta milioni dovevi prevederne
quarantadue”. Da quello che leggo, non vedo un problema di bacino d'utenza. Per
quello che dice la legge e per come è stato interpretato il comma 6
dell'articolo 1 della legge 13 gennaio 2004, a mio avviso, è tutto chiaro e non
vedo altri termini discussione.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Robe. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo brevemente e poi lascio la parola al presidente
Oliverio. Volevo dire una cosa sulla necessità, che tutti avete espresso, di
portare avanti la questione del precariato per tutti i precari. È naturale che
non solo condivido ma ho accettato di lavorare su questo, sull’ indicazione,
sulla base delle indicazioni che il Presidente ha chiaramente espresso: nessun
tipo di pregiudizio, di esclusione o di parzialità. I precari hanno tutti
condizioni difficili e vanno tutti sostenuti così come tutti voi avete
dichiarato, oggi, in quest'Aula. In questo senso ho lavorato e sto lavorando.
Indubbiamente avevo preso un impegno, così come ha detto correttamente il
consigliere Esposito, nella scorsa seduta di Consiglio di portare a compimento
e chiudere entro questa seduta - mi farebbe piacere se mi seguisse anche il
consigliere Esposito - è quello che ci siamo detti, non ce l'ho fatta perché i
lavori sono stati più complessi di quello che io stessa ritenevo, non ultima la
necessità di portare a compimento un lavoro individuando con precisione
chirurgica, lo dico a lei che medico, le risorse ma non sono riuscita a
chiuderlo per la giornata di oggi. Per cui sulla base di quello che valuterete
opportuno fare, rispetto all'ordine del giorno, alle modalità che sceglierete
come Consiglio e che adotterete, cercherò di produrre il lavoro utile e necessario
nei tempi e con la stessa moneta con cui ho riconosciuto di non essere arrivata
in tempo per come avevamo concordato.
Ribadisco il rispetto nei confronti di questo Consiglio e di tutti voi
consiglieri, cosa a cui non mi sono mai sottratta. Lei sa, consigliere
Esposito, in che modo ho accolto, positivamente, le sollecitazioni proprio
riguardo all' interpretazione autentica, così come ho accolto, considerandole
un supporto e un aiuto ad andare avanti, per quanto possibile, al meglio, tutte
le sollecitazioni che mi sono venute in ordine alle deleghe che rappresento.
Pertanto vi chiedo di prendere queste mie parole con la sincerità con cui sono
solita parlare. Ho anche espresso e ho avuto occasione di dire in una riunione
che ho tenuto con i lavoratori o con gli aventi diritto della interpretazione
autentica che dal lavoro fatto correttamente avrebbe tratto forza il Consiglio
nell'approvare una qualsiasi determinazione che avesse ritenuto utile ed
opportuno approvare. Per cui credo che lavorando e prendendo come impegno
quello che voi riterrete opportuno fare, il lavoro fatto nella massima
trasparenza e con la massima serietà non potrà che dare, ulteriormente, un
segno dell'impegno di questa legislatura nei confronti del precariato. Quindi,
vi prego di considerare questa come un'ulteriore forma di rispetto, perché
portare rispetto agli eletti, come ha detto correttamente il consigliere Gallo,
per quanto mi riguarda, lo interpreto anche nel portare avanti correttamente il
lavoro nei confronti di queste persone, che sono elettrici ed elettori tanto
quanto me, quindi lo ritengo un dovere quello di lavorare secondo le
indicazioni e la correttezza che voi, giustamente, ponete.
C’è una questione che è stata posta e che mi sembra sia un refuso, una
questione che ha posto il consigliere Guccione: manca il termine
stabilizzazione. È un refuso e va correttamente accettato. Per quanto riguarda
le questioni del precariato ritengo che voi l'altra volta in Consiglio -
ovviamente mi esprimo per quello che è nelle mie possibilità - e in alcune
sedute precedenti, avete colto esattamente la cattiva disponibilità del Governo
nazionale a lavorare per i nostri precari in maniera seria, affidabile e
veloce.
Questa legge non fa altro che andare nella direzione di sostenere la necessità
che abbiamo di dare forza all'impegno che voi avete posto nel supportare la
necessità di dare stabilizzazione a queste persone. Vi ringrazio per tutto
quello che avete detto stasera, per la forza che date al lavoro che stiamo
facendo e che sto facendo non senza difficoltà, ve lo assicuro. So benissimo
che quando bussa alla mia porta ognuno di quei precari non lo fa perché ha
voglia di venire a perdere tempo, lo fa perché ha dietro le spalle una
famiglia, delle necessità e delle esigenze di cui forse non siamo, io non sono
abbastanza consapevole. Quindi tutto il mio impegno va nella direzione di dare
un sollievo così come, correttamente, è stata l'indicazione del Presidente e
oggi tutti voi l'avete sostenuta e condivisa. Per cui vi prego davvero di costruire
un impegno al quale mi atterrò puntualmente per chiudere anche la partita
dell’interpretazione autentica nei tempi che riterrete opportuno darmi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi consiglieri, intervengo brevemente a conclusione di
questa discussione per fare alcune considerazioni che auspico possano essere
anche di chiarimento rispetto alle preoccupazioni ed anche ai diversi punti di
vista che sono stati qui espressi. Innanzitutto permettetemi una considerazione
di ordine generale che è sollecitata da una riflessione che, all'inizio del suo
intervento, faceva il consigliere Tallini, ovvero il fatto che non può passare in
sordina o inosservata la realtà che in questo Consiglio regionale si lavora con
la consapevole, come dire, maturità e valutazione da parte dei diversi gruppi
politici, variamente collocati in Consiglio.
Credo che la scorsa seduta di Consiglio regionale sia stata produttiva
anche di fatti importanti: abbiamo approvato uno strumento che è il piano di
sviluppo del turismo sostenibile e non è cosa di poco conto. Uno strumento di
programmazione di un settore fondamentale della nostra Regione e altri provvedimenti
li abbiamo approvati con un confronto che si è sviluppato qui, con una
assunzione di responsabilità che c'è stata da parte di tutti e, mi permetto di
dire, a conclusione di un lavoro proficuo, importante con provvedimenti
importanti che il Consiglio regionale ha prodotto. Lo ricordo qui perché
c'erano colleghi che non erano presenti, in quel momento, su un ordine del
giorno, poi su una mozione è successo un incidente quasi a dimostrare che ci
fosse in questo Consiglio regionale chissà quale incapacità di funzionamento,
cosa naturalmente non vera e voglio, qui, rimarcarlo oggi.
Stiamo lavorando, secondo me, nell'interesse della Calabria e, aggiungo,
che non c'è bisogno, di volta in volta, di richiamare il numero legale, perché
chi il numero legale non lo garantisce si assume una responsabilità personale
nei confronti della Calabria. Voglio essere seguito per evitare di essere
frainteso. Se c’è una dichiarazione politica circa la volontà di far venir meno
il numero legale, naturalmente, ognuno, politicamente è legittimato a farlo, ma
con altrettanta chiarezza se ne assume la responsabilità, Consigliere Nicolò,
mi scusi, lei è una persona intelligente, mi riferisco al Consiglio nel suo
complesso, non è riferita ad una parte del Consiglio regionale. Per amore di
chiarezza, per evitare che qui le cose si facciano, come dire, con un agire
carsico, preciso che non esiste in un'istituzione un agire carsico, esistono
assunzioni di responsabilità personali e politiche. Detto questo - mi premeva
recuperarlo proprio partendo dalla considerazione che faceva il consigliere
Tallini - voglio arrivare al merito. Parlo in qualità della assunzione di
responsabilità che, appunto, un Presidente di Regione ha sulle proprie spalle e
degli obiettivi che si pone.
Sin dall'inizio della mia esperienza di governo ho assunto come bussola
l'obiettivo di lavorare per il superamento del precariato a 360 gradi e di
lavorare, con priorità, per il superamento del precariato, con coerenza di
comportamenti e di atti, non aggiungendo precariato se non prima si fosse
riuscito a stabilizzare il precariato precedente. Permettetemi di fare questa
considerazione: non ho prodotto un solo nuovo precario. Non ho prodotto
precariato, sto lavorando per stabilizzare il precariato che ho trovato.
Parto dal dicembre del 2014, mi sono insediato il 9 dicembre del 2014 e
la prima questione che mi sono trovato sul tavolo è stata quella dei precari
che, in modo particolare, vedevano messa in discussione anche la precarietà,
anche quel lavoro precario che, appunto, caratterizzava la loro esistenza. Mi
riferisco agli LSU-LPU che qui a Villa San Giovanni hanno bloccato i traghetti,
a Cosenza hanno bloccato l'autostrada, a Lamezia hanno bloccato la ferrovia.
Mi sono preoccupato immediatamente di assumere ogni iniziativa nei
confronti del Governo dell'epoca, del ministro del lavoro Poletti e di proporre
una iniziativa in direzione del superamento di quella condizione di incertezza
e di disperazione. Ricostruisco la storia per venire al dunque, non per
ricostruire la storia o per rivendicare niente.
A seguito di quella iniziativa, nel fuoco della discussione della legge
finanziaria del 2015 che si discuteva a dicembre 2014, fu inserito un capitolo
nel bilancio dello Stato di cinquanta milioni di euro per gli LSU-LPU che erano
quattromila novecento, circa cinquemila, a cui la Regione, che si accingeva a
fare il bilancio del 2015 con la nuova maggioranza, aggiungeva, si impegnava ad
aggiungere trentanove milioni nel bilancio della Regione per avviare, a far
data dal primo gennaio 2015, un nuovo percorso che partiva con la
contrattualizzazione dei lavoratori che prima non esisteva. Prima c'era un
bacino, il cosiddetto bacino, a cui si attingeva in modo altamente precario per
avviare, quindi, la contrattualizzazione di questi lavoratori ad una fascia di
ore per la quale c’era la copertura finanziaria. È stato fatto per ventisei ore
settimanali e naturalmente avviando un percorso di stabilizzazione.
Ogni anno, dal 2016 al 2018, questa somma è stata prevista
nel bilancio della Regione ed ogni anno, fino al 2018, la somma dei 50 milioni
di euro si è riproposta nel bilancio dello Stato.
La novità è che il Governo giallo-verde – per capirci
perché, altrimenti, parliamo di farfalle – ha messo in discussione anche questa
somma e l’anno scorso, in occasione della discussione della legge finanziaria
2019, con il Governo giallo-verde in carica, sono riemerse le tensioni perché
il fondo di 50 milioni di euro era sparito, scomparso, dalla proposta di legge
finanziaria licenziata dal Governo ed all’esame del Parlamento.
Dopodiché, in seguito a tensioni sociali, sindacali, blocchi
ferroviari, iniziative delle organizzazioni sindacali anche a Roma, durante
l’esame della legge finanziaria al Parlamento, è stata recuperata una somma non
di 50 milioni di euro, come sarebbe stato necessario, ma pari alla copertura
fino al 31 ottobre di quest’anno cioè per 10 mesi su 12: cosa un po’ ardita,
anche dal punto di vista politico. Non ne ho capito la ratio nemmeno dal punto di vista di chi, appunto, ha fatto questa
operazione, cioè dal punto di vista della maggioranza di Governo. Ma così è!
Cosa succede, poi? Che, successivamente, questi 4.600
lavoratori preoccupati – ancora oggi lo sono – insieme alle organizzazioni
rappresentative hanno alzato l’attenzione per cui, in occasione dell’ultima
campagna elettorale, hanno annunciato, con la venuta del Ministro del lavoro,
un presidio in una di queste iniziative.
È stato anticipato un incontro a Roma, che si è tenuto il 7
o 10 di maggio, prima della venuta del Ministro del lavoro, nel quale è stato
annunciato che sarebbe stato convocato un altro tavolo perché a quella riunione
la Regione non era stata convocata. Ho anche protestato pubblicamente proprio
per l’assenza della Regione a quel tavolo, ritenendola una scorrettezza
istituzionale, ma tant’è!
Ognuno ha la sua cultura delle Istituzioni e di Governo e,
chiaramente, se la tiene.
È stato, così, fissato un nuovo incontro per il 5 giugno, bypassando la data delle elezioni del 26
di maggio, nel quale, praticamente, il Governo ha chiesto: “ma la Regione?”
La Regione ha mantenuto la storicizzazione delle risorse,
confermando anche nel bilancio del 2019 le risorse stanziate nel 2015.
Le organizzazioni sindacali, preoccupate anche di questo,
hanno chiesto di storicizzare queste somme con una legge. Personalmente, – lo
dico in Consiglio regionale e non ho nessuna difficoltà a dirlo – ritengo che
queste somme, dal 2015 al 2019, quindi fino all’anno in corso, siano già
storicizzate perché sono già allocate nel bilancio della Regione.
Indipendentemente da chi ci sarà, se ci sarà o meno
Oliverio, credo che nessuno potrà mettere in discussione questo, salvo
l’esplosione di un caos sociale; però, per essere tranquilli, il Sindacato dice
di approvare una legge per storicizzare le risorse – ecco perché la definisco
una legge “manifesto” – ma, per
tranquillità, va bene! Il Governo vuole che si dichiari con una legge che c’è
la certificazione delle risorse. Va bene! Approviamo una legge! Tutto qui.
Naturalmente, in questa legge sono ricomprese quelle
categorie di lavoratori, Lsu-Lpu, lavoratori della
legge regionale numero 31 eccetera, che sono già coperte da quel fondo.
Stiamo portando avanti il percorso di superamento del
precariato non con le chiacchiere o intervenendo in Consiglio regionale per
dire che i precari muoiono di fame – vedo cose che, insomma, sono così … – ma
lo stiamo portando avanti concretamente.
Sono oltre 1200 i lavoratori che sono stati già stabilizzati
dagli enti locali grazie a questo percorso che stiamo spingendo perché si porti
avanti.
Anzi, abbiamo chiesto al Parlamento ed al Governo
giallo-verde ed, in modo particolare, al Ministro del lavoro - che, appunto,
ogni giorno si riempie o, meglio, si riempiva la bocca di Mezzogiorno, di povertà,
eccetera … – non soltanto di ripristinare totalmente i 50 milioni di euro, così come è stato nel corso di
questi anni, ma anche di approvare delle norme che consentano agli enti locali
di procedere alla stabilizzazione, con la flessibilità ed anche con la mobilità
necessarie, perché – come sapete – gli enti locali, per quanto riguarda gli
organici e le assunzioni, sono sottoposti a norme che, se non vengono
modificate prevedendo la flessibilità e l’adeguamento della normativa, non
consentono di procedere alla stabilizzazione anche laddove questi lavoratori
precari, Lsu e Lpu, garantiscono i servizi.
Stiamo spingendo in questa direzione ed anche concertando
con i sindacati azioni comuni, quindi, la legge che oggi discutiamo – ripeto
– non fa altro che sancire un dato di
fatto, una situazione già esistente e consolidata.
Permettetemi, poi, di dire che, rispetto al quadro generale
del precariato, ci stiamo muovendo con atti concreti non soltanto nei confronti
di Lsu-Lpu, lavoratori previsti dalla legge regionale
numero 31, numero 15, numero 40, eccetera … ossia tutto l’elenco delle leggi a
cui fa riferimento la legge regionale numero 1 del 2014 che qui è stata
richiamata: per esempio, i lavoratori della cosiddetta legge 28 sono stati
trasformati da precari in lavoratori a tempo determinato; sarà da affrontare
anche il problema dell’orario di lavoro, però la questione è stata messa sul
binario della stabilizzazione e del tempo indeterminato. Si tratta di
lavoratori che prestano servizio da 20-25 anni. Chi è stato in questo Consiglio
ed anche nelle sedi della Giunta regionale sa bene di cosa parlo.
Oggi, si pone un problema che disconoscevo – lo dichiaro – e
relativamente alla legge regionale numero 12 del 2014 riaffermo quello che sto
dichiarando in termini generali sul precariato: chi versa in una condizione di
precariato deve essere aiutato ad uscirne e deve essere accompagnato verso la
stabilizzazione. Chiaro?
Detto questo, oggi, la discussione – per capirci – non è se
escludere o includere la legge regionale numero 12 del 2014, ma, piuttosto,
come affrontare il problema di questi lavoratori, sapendo, come primo punto,
che è necessaria la certezza di copertura finanziaria e oggi stiamo approvando
una legge che storicizza una somma – quella di 40 milioni di euro – già
assorbita dalle categorie che ho richiamato prima cioè Lsu-Lpu,
lavoratori previsti dalla legge regionale numero 31, numero 15, numero 40,
quindi, risorse già assorbite.
Si tratta di lavorare per trovare la copertura finanziaria –
e noi lavoriamo in questa direzione – e, poi, di certificare i lavoratori che
hanno diritto perché, relativamente alla legge regionale numero 1 del 2014, gli
elenchi sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione – non li
invento io– sono stati pubblicati un anno fa.
(Interruzione)
Consentitemi di concludere. Sulla legge regionale numero 12
del 2014 si stanno compiendo le necessarie verifiche perché, appunto, si eviti
di incorrere in errore.
Dopodiché, si sta completando questo lavoro anche a garanzia
dei lavoratori che hanno maturato il diritto e, garantita la copertura
finanziaria, per la quale ci impegniamo a cercare le risorse, e certificato il
numero di coloro i quali hanno diritto, verremo in Aula, se è necessaria una
legge, perché il consigliere Neri prima ha fatto una considerazione ed ha
ragione per cui non so se è proprio necessaria una legge per i lavoratori che
sono ricompresi nella legge regionale numero 1 del 2014 o è sufficiente
soltanto un atto amministrativo.
Anche questo aspetto, richiamato prima dal consigliere Neri,
va approfondito perché, oggi, rispetto alla legge che stiamo per approvare, non
stiamo parlando di certificare il diritto alla stabilizzazione degli Lsu e
degli altri lavoratori. No!
Stiamo soltanto certificando la storicizzazione della spesa,
solo questo. Non stiamo dicendo chi ha o non ha diritto. Questo stiamo facendo
oggi.
Allora, il problema è di recuperare le risorse e valutare
alla luce, appunto, anche degli spunti che sono stati dati in Consiglio: se è
necessaria una legge, predisponiamo una legge; se è necessario soltanto un atto
amministrativo, seguiremo questo percorso, come abbiamo fatto per i lavoratori
della legge regionale numero 28 del 2008, per i quali non è stata prevista una
legge da sottoporre all’esame dell’Aula, poiché era compresa nella fattispecie
della legge numero 1 del 2014, ma è stato predisposto un atto amministrativo,
una delibera di Giunta cioè lo strumento più appropriato per affrontare il
problema.
Quello che posso dire – naturalmente apprezzo le
preoccupazioni del consigliere Esposito e di tutti i consiglieri che nel
dibattito sono stati, come dire, protagonisti della sottolineatura di queste
esigenze, – è che da parte della Giunta regionale, consigliere Scalzo, non c’è
la furbizia di voler bypassare un
problema, ma c’è un pieno impegno che è in coerenza con il lavoro che stiamo
portando avanti concretamente, con stati di avanzamento, per fare uscire
migliaia di persone da una condizione di incertezza e di precariato.
Saremmo in una condizione più agevole per farlo se anche il
Governo nazionale facesse la sua parte, aiutando le Regioni, sia dal punto di
vista normativo sia dal punto di vista delle risorse, a costruire percorsi
concreti, evitando di pensare di contrastare la povertà con interventi
caritatevoli e con impostazioni che non portano da nessuna parte, come abbiamo
verificato nel corso di oltre un anno abbondante di sperimentazione sulla pelle
del Mezzogiorno.
Oggi, con questa legge “manifesto” togliamo un pretesto a
chi vuole utilizzare, appunto, pretestuosamente, argomenti per giustificare le
proprie inadempienze e l’andare contro corrente rispetto alle necessarie
risposte che, invece, richiederebbero interventi di ben altra natura e in ben
altre direzioni.
Quindi, a conclusione di questo intervento, dico: “noi ci
siamo!”. Naturalmente, anche per quanto riguarda questo spezzone, questa
nicchia di precariato – fatte le dovute verifiche nei tempi più celeri
possibili – vediamo se lo strumento amministrativo deve essere la legge, facciamo
una legge e la riportiamo qui, altrimenti, un atto amministrativo e procediamo,
come abbiamo proceduto per tutto quanto il resto. Mi pare che non si possa
essere più chiari di così.
Procediamo con l’esame del provvedimento. Non so se sia
stato già predisposto un documento, però, consigliere Esposito, non riapriamo
il dibattito. Può intervenire soltanto sull’ordine dei lavori, perché il
dibattito è concluso.
Invito i capigruppo ad avvicinarsi al banco della Presidenza
per stabilire l’ordine dei lavori sulla votazione. Grazie.
(I capigruppo
si recano al banco della Presidenza)
La seduta sospesa alle 19,31
riprende alle 19,35
Riprendiamo i lavori passando all’esame ed alla votazione del
provvedimento.
All’articolo 1 sono stati presentati diversi emendamenti. Il
primo è il protocollo numero 18825, a firma del consigliere Esposito, al quale
cedo la parola per l’illustrazione. Prego, consigliere Esposito.
Presidente, da questa brevissima interruzione dei lavori e
da come si è dipanato il dibattito, non ultimo l’intervento del collega Neri,
non v’è dubbio che l’emendamento ha in sé un elemento di inutilità e – aggiungo
– anche un probabile elemento di inammissibilità perché l’emendamento va a
racchiudere nella legge regionale numero 12 del 2014 un numero di dipendenti
che non avete previsto in questa proposta di storicizzazione, determinando un
incremento di spesa.
Questo è il passaggio tecnico anche se il collega Neri,
presidente Oliverio, non ha detto solo questo, ma anche che l’emendamento è
inutile in quanto la legge regionale numero 12 del 2014 è inclusa già in una
legge della Regione Calabria, il rispetto della quale avrebbe fatto sì che la Giunta
emanasse una proposta di legge anche con l’allegato A e l’allegato B che il
Dipartimento lavoro ha decretato in marzo 2019.
Consigliere Esposito, la invito a limitare l’intervento
all’illustrazione dell’emendamento, perché il dibattito è concluso.
Questi sono passaggi politici, tecnici e normativi per i
quali sto facendo un’ammissione di responsabilità tecnica e normativa, ma mi
consenta anche di esplicitare il pensiero politico perché il collega Neri ha
posto una questione seria sulla quale non c’è stata risposta perché ritengo
che, proprio perché i dipendenti della legge numero 12 sono racchiusi nella
legge numero 1, la proposta di legge è parziale, omissiva e potrebbe anche
essere inficiata sul piano della costituzionalità.
Questo ha detto il collega Neri e su questo aspetto non è
emerso un chiarimento dalla risposta dell’assessore Robbe
e neanche da quella del presidente Oliverio.
Apprezzo anche l’ammissione dei ritardi che l’assessore Robbe ha voluto esplicitare in questa seduta di Consiglio
regionale. Ne prendo atto come un gesto di umiltà da parte sua, ma, assessore,
oggi, i ritardi si riverberano contro questi lavoratori.
Allora, Presidente, – ho sempre riconosciuto la sua condotta
forte di onestà intellettuale – lei al microfono ha detto che, in tempi brevi,
verrà in quest’Aula per comunicare l’individuazione della copertura finanziaria
per i dipendenti della legge regionale numero 12, fermo restando i quesiti
posti dal collega Neri che non sono certamente io a poter discernere poiché non
sono un costituzionalista.
Sul piano politico, prendo atto della sua parola e di quella
dell’assessore Robbe, data a questo Consiglio
regionale, che, in tempi brevi, si procederà con un’assunzione di responsabilità
verso questi lavoratori, con una copertura finanziaria, e ritengo, Presidente,
per dare contezza a questo Consiglio regionale che, se anche dovesse bastare un
decreto o una determina della Giunta regionale, lei farebbe bene, invece, a
venire in Aula con una proposta analoga a questa di iniziativa della Giunta,
affinché il Consiglio regionale tutto, all’unanimità, in modo bipartisan, possa votarla.
Sono queste le condizioni che mi spingono a ritirare
l’emendamento e, nello stesso tempo, restano in piedi tutti i dubbi tecnici,
normativi, legislativi e, non ultimo, di tipo politico.
Quindi, l’emendamento è ritirato. Ha chiesto di intervenire,
per dichiarazione di voto, il consigliere Tallini. Prego, consigliere Tallini.
Intervengo per dichiarazione di voto, per dire che non
capisco per quale ragione – rispetto ad un impegno reciproco di fissare i
paletti attraverso cui indicare un percorso trasparente e certo – adesso il
collega Esposito ritira l’emendamento e chiede la rassicurazione generica di un
impegno che è venuto dal Consiglio.
Io sto chiedendo, invece, l’approvazione di un documento che
all’interno contenga, in maniera perentoria e categorica, gli impegni necessari
– almeno per me, per poter stare in Aula ed esprimere un voto – per essere
messo nelle condizioni di poter trattare due categorie di lavoratori precari
allo stesso modo, altrimenti mi dovrei pregiare nei confronti di una categoria
e, poi, dovrei vergognarmi nei confronti di un’altra.
Invito il consigliere Romeo a predisporre un documento
insieme al consigliere Tallini.
Va bene, lo concordiamo.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il
consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Intervengo per dare manforte al ragionamento fatto dal
consigliere Tallini partendo, ovviamente, dall’ottimo ragionamento del
consigliere Esposito.
Vi è necessità che in un documento venga santificata la
volontà del Consiglio e, in qualche modo, anche del Governo centrale, con un
impegno anche di carattere temporale. Rinunciare a questo sembrerebbe una presa
in giro nei confronti di quella parte di lavoratori che fa capo alla legge
regionale numero 12 del 2014, per cui votiamo prima la trasformazione
dell’emendamento in ordine del giorno e, poi, se siamo tutti d’accordo, votiamo
a favore della legge. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha
facoltà.
Intervengo brevemente, Presidente, per comunicare,
naturalmente, il voto favorevole rispetto a questo provvedimento che va,
comunque, a garantire maggiormente dei lavoratori precari.
Ho fiducia su quanto dichiarato dall’assessore Robbe e dal Presidente per i lavoratori della legge numero
12 del 2014 ed anche se, eventualmente, si riscontrasse l’esistenza di altri
precari non inclusi in questo pacchetto. È chiaro, però, visto che siamo a fine
legislatura, signor Presidente, che dobbiamo anche stabilire dei tempi per cui
indicate voi una tempistica certa anche per questi lavoratori della legge 12
del 2014. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Presidente, intervengo per dichiarazione di voto.
Ribadisco che abbiamo trattato due argomenti che non
c’entrano nulla, al di là adesso dell’emendamento ed anche dell’intervento che
ha fatto il consigliere Neri che, giustamente, dice di fare attenzione poiché i
lavoratori della legge regionale numero 12 del 2014 sono ricompresi.
Presidente, le ho sempre detto che lei urla in Aula. In
condizioni normali, in genere, urla sempre l’opposizione, ma, poiché credo che,
sui temi del lavoro e su tanti temi centrali, si debba provare ad essere
differenti, comprendo lo sforzo perché ritengo che soltanto uno che è mister Hyde
non pensi.
Mi sento di ribadire questo sul tema del lavoro e su questo
esempio pratico perché l’interpretazione autentica della legge regionale numero
1 del 2014 non offre lavoro, cioè doveva certificare il precariato esistente ad
una certa data per non produrne più.
Ritengo di dover ribadire la critica a tutti gli assessori
al lavoro che si sono succeduti perché non si può fare spallucce e dire “sì,
abbiamo avuto ritardi …” perché è stata approvata a marzo la norma volta a
certificare se vale o meno quella condizione di precari per quei poveri
calabresi – purtroppo, ahi noi, non c’entro io, non c’entra l’assessore Robbe, non c’entra questo Governo – che hanno prestato un
lavoro in questi anni.
Noi abbiamo fatto un torto, basterebbe soltanto questo per
chiederle le dimissioni perché è stata pubblicata a marzo del 2019 una
graduatoria che sarà oggetto, sicuramente, di molti ricorsi per la
disattenzione e sciatteria della burocrazia, di dirigenti – ancora ricordo –
chiamati ad agosto del 2015 per dire: “ma, scusateci?!”, e su questo figuratevi
che hanno costruito anche falsi precari; su una norma che ancora non ha
attuazione, abbiamo dovuto subire, insomma, leggende ed altro.
Mi permetto di dire soltanto questo e non c’entra lei,
assessore, non è colpa sua, nel senso che è arrivata dopo. Poteva anche lei
insistere un po’ di più, però, le ripeto trattiamo due argomenti differenti,
associati ad un precariato storico e, quindi, non potrei votare contro una
norma … Lasciamo stare la speculazione perché negli anni del governo di
centro-sinistra, ricordo ancora la deputata Bruno Bossio
che faceva i comizi dicendo che aveva risolto il problema del precariato e non
era stato così.
Oggi, è ovvio che abbiamo un confronto con un Governo, con
una norma e dobbiamo votarla.
Mi permetterete, sommessamente, senza urlare, di fare una
critica politica: si tratta di un ritardo che rischia di danneggiare persone in
carne ed ossa – fosse soltanto una – che non conosco poiché non vengono dalla
mia stagione, nei cui confronti abbiamo una grande responsabilità storica ed è
tutta di quel Dipartimento e di quei dirigenti che hanno impiegato quattro
lunghi anni a valutare graduatorie che hanno fatto e pare che le abbiamo fatte
anche male perché ci saranno tanti ricorsi.
Pertanto, Presidente, poiché c’è il dibattito, ribadisco che
si tratta di due questioni differenti. Annuncio il voto favorevole ad una
misura che non può non vederci tutti uniti perché, insomma, risolviamo un pezzo
di problema, facendo nostre le preoccupazioni del consigliere Neri e auspicando
l’approvazione di un ordine del giorno affinché anche quel pezzo di precariato,
ancora oggi non riconosciuto, possa essere finalmente riconosciuto e si metta
una parola fine con la speranza di non produrne più in nessuna stagione della
politica.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo per dichiarazione di voto tengo a precisare una cosa: per quello che
mi riguarda esprimo il mio voto favorevole a questa proposta di legge, nel
senso che, per quel che mi riguarda e per quello che leggo, il disegno di legge
“Storicizzazione risorse del precariato storico” si riferisce alla legge
regionale 13 gennaio 2014. Quindi, per quanto mi riguarda, il riferimento è
alla legge 13 gennaio 2014, così come riportata nel Bollettino ufficiale della
Regione Calabria e i 40 milioni di stanziamento previsti vengono certificati
dal direttore generale della Regione e dal direttore del Dipartimento. Nello
specifico, i due tecnici, assistiti in Giunta dal Segretario generale,
attestano che questa legge ha una copertura.
Per
queste ragioni esprimo il mio voto favorevole a questa legge. Grazie.
Passiamo
agli emendamenti. All'articolo 1 sono stati presentati due emendamenti
tecnico-ordinamentali a firma del consigliere Mirabello, protocollo numero
18781 e 18780. Prego, consigliere Mirabello, illustri gli emendamenti.
Sì,
grazie Presidente. Potrei illustrare entrambi gli emendamenti perché sono
conseguenziali. Si tratta di quegli emendamenti di cui già ha parlato il
collega Guccione e che sono stati ripresi anche dall'assessore. All'articolo 1,
comma 3 aggiungiamo il termine “stabilizzazione alla contrattualizzazione”. In
effetti questo emendamento emerge già dalla motivazione, dal testo della stessa
delibera di Giunta che approva il disegno di legge e non fa altro che eliminare
un problema causato, diceva l'assessore, da un refuso.
Parimenti
l'emendamento successivo il protocollo numero 18780, che modifica articolo 1
comma 3, aggiunge il termine “pluriennale regionale” prevedendo il periodo di
tempo che va dal 2019 al 2021.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 18781.
(È approvato)
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 18780.
(È approvato)
Articolo
1.
(È approvato per come emendato)
Articolo
2.
(È approvato)
Articolo
3.
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale.
Chiedo
di intervenire per dichiarazione di voto, Presidente.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Credo
che la legge rappresenti un passo in avanti rispetto alla vicenda che ci vede
coinvolti con il Governo nazionale, ma ad una condizione; la condizione è
quella di assumere un'iniziativa istituzionale e politica, perché è stato detto
da più parti - mi pare anche dal Presidente – che siamo di fronte ad una legge
manifesto; fotografiamo la situazione al netto delle dichiarazioni che ha fatto
il consigliere Neri, perché le sue dichiarazioni riguardano, sostanzialmente,
la effettiva copertura finanziaria della legge. Inviterei la Giunta ad
approfondire, nelle sedi opportune, la questione della copertura finanziaria e
del requisito che ha posto il consigliere Neri, prima di inviarla al Governo
nazionale. Inviterei ad un maggiore approfondimento su questo.
Dobbiamo
accompagnare l’approvazione di questa legge ad un'iniziativa istituzionale, che
ponga con le spalle al muro il Governo nazionale, perché altrimenti il problema
ce lo ritroveremo sempre; rischiamo, a un certo punto, di diventare noi gli
interlocutori, la controparte degli LSU-LPU, perché se il Governo mantiene
questa posizione, noi la stabilizzazione non la faremo mai.
Allora
dobbiamo assurgere con forza, chiamando il sistema delle autonomie locali a
svolgere un ruolo importante e le forze di opposizione di questo Consiglio a
tenere alto lo scontro istituzionale, sui contenuti, con il Governo nazionale.
Non
possiamo stare più a guardare o tentare di metterci la coscienza a posto;
questo è un atto politico e mi fa piacere che sia stato assunto all'unanimità,
mi fa piacere che nella legge venga riportata quell’interpretazione autentica
che il Consiglio, nella passata legislatura, ha approvato all'unanimità e
qualcuno di noi si è preso anche degli improperi, ma si andava nella direzione
di garantire trasparenza, perché dobbiamo stabilizzare i precari veri, non
quelli che tentano, in ogni momento, di inserirsi.
Per
questo c'è bisogno su questo di un’attenzione particolare dell'Assessorato e
del Dipartimento, di vigilanza, di rispetto delle norme, di coerenza, di
trasparenza. Penso che questo è quello che dobbiamo fare, lo dobbiamo fare
presto e credo che sarebbe anche il caso che la Giunta regionale, alla luce
dell'approvazione di questa legge, prendesse un'iniziativa e convocasse i
sindacati, per vedere come impostare una vertenza politico-istituzionale.
Chiedo, quindi, anche ai sindacati di fare la propria parte affinché si arrivi
alla conclusione della stabilizzazione.
Votiamo
il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in
allegato)
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Chiedo
l’inserimento del progetto di legge numero 447/10^, recante: “Modifiche
all'articolo 1 della legge regionale 3/2015”.
È
già stato distribuito. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Presidente,
chiedo che venga votato il secondo punto all'ordine del giorno che è l’ordine
del giorno di mia iniziativa sulla ZES, altrimenti facciamo come nella scorsa
seduta e ce ne andiamo.
SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)
Presidente
chiedo che subito dopo venga discussa l’interrogazione a risposta immediata che
contiene un argomento importante, soprattutto in termini temporali di urgenza.
L'ordine
del giorno di iniziativa del consigliere Pedà era già stato discusso, bisogna
votarlo in Aula. Votiamo il progetto di legge così passiamo agli ordini del
giorno.
Presidente,
voglio che sia messa al voto la mia richiesta di votare adesso l'ordine del
giorno.
Intervengo
per accogliere la proposta del consigliere Pedà.
È
accolta.
Il
consigliere Romeo ha facoltà di illustrare il provvedimento.
Questo
progetto di legge, al fine di consentire la discussione del tema posto dal
consigliere Pedà, si illustra da sé. È allegata la relazione finanziaria, ne
abbiamo discusso prima.
È
già distribuita. Passiamo alla votazione.
Articolo
1
(È approvato)
Articolo
2
(È approvato)
Articolo
3
(È approvato)
Dichiaro
il mio voto di astensione.
Pongo
in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in
allegato)
Prego,
consigliere Pedà, ha facoltà di intervenire riguardo l’ordine del giorno,
protocollo numero 2153, “Sullo stato di attuazione della ZES Calabria
iniziative programmate”
Presidente,
grazie. Rispetto ad una settimana fa, è intervenuta, visto che parliamo di area
portuale di Gioia Tauro, purtroppo, una morte sul lavoro e quindi credo che
tutto il Consiglio possa essere solidale, esprimendo sentimenti di vicinanza e
cordoglio alla famiglia di questo lavoratore che è morto nel porto di Gioia
Tauro, considerato, anche, che si era aperta la polemica dei sindacati sulla
mancanza del presidio sanitario al porto di Gioia Tauro su cui è stato chiamato
in causa il Dipartimento salute.
Ho
sentito l'ottimo ammiraglio Agostinelli, che guida l’Autorità Portuale di Gioia
Tauro, e mi ha chiarito che entro domani bandiranno la gara per espletare e per
dare il servizio, che era già fornito dall'autorità portuale, per il presidio
sanitario, perché questa morte pare sia stata una morte sul colpo e quindi non
si poteva evitare; è chiaro, però, che in un posto dove lavorano 1500 persone
ad alto rischio, con il trasbordo dei container, il presidio sanitario è
indispensabile.
Quindi
ringrazio l'ammiraglio Agostinelli per aver precisato questa cosa e per aver
sollevato il Dipartimento alla salute da un’altra incombenza per la quale
veniva chiamato in causa, ma stavolta non aveva responsabilità.
Tornando
sulla ZES (Zona Economica Speciale),
ribadisco, assessore, la volontà simbolica, ma non solo simbolica, di avere lo
sportello a Gioia Tauro, perché Gioia Tauro è il punto fondamentale inerente il
riscatto lavorativo, su cui tutti facciamo leva e quindi credo sia giusto avere
questo sportello a Gioia Tauro.
Ho
letto oggi – professore, lei è più bravo di me - che c'è un altro rischio. Ecco
perché dobbiamo accelerare anche con la ZES: prima la via della seta passava
anche dall'Italia, comunque veniva così individuato, via mare, il percorso via
Suez, passando da Venezia e Trieste; oggi vedo che c'è un investimento. Ho
letto su “La Repubblica”, oggi, di un investimento della Repubblica Popolare
Cinese nella parte artica, per fare una galleria e ridurre di un terzo, da 43,
credo, a 33 giorni, i tempi di arrivo delle merci dalla Cina all'Europa.
Risulta
sempre più necessario attuare questo sistema di leve fiscali per rendere
appetibile il porto di Gioia Tauro. Anche se si è risolta una crisi, oggi, che
è quella della società che gestisce il porto, con il quasi riassorbimento di
tutti i lavoratori e credo che, considerati i piani di investimento, se ne
potranno assumere altri, è chiaro che il rischio di questa via della seta, con
la Cina che potrebbe spostare tutto il traffico di merci, potrebbe causare, di
nuovo, un vuoto nell'area industriale di Gioia Tauro. Ecco perché credo che,
oggi, sia importante, più che mai, costituire e dare forza all’area di Gioia
Tauro con uno sportello fisico della ZES. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne
ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Mi associo a quanto detto dal consigliere Pedà riguardo al tragico
evento avvenuto, in questi giorni, al porto di Gioia Tauro, che andrebbe
approfondito perché le aziende debbono lavorare in sicurezza. Pare che quella
azienda di recente, avesse chiesto l'autorizzazione di un carroponte, quindi se
quella situazione si fosse realizzata, questa morte si sarebbe potuta evitare.
Comunque,
al di là di questo, che è opportuno approfondire, non posso che condividere
l'ordine del giorno del collega Pedà. Questo è un iter lungo che parte dal
2017. Lo condivido perché, noi, come gruppo consiliare, ad ottobre 2017,
abbiamo fatto un convegno alla presenza dell'allora sottosegretario alle
infrastrutture, Gentile, proprio sulle opportunità di sviluppo della ZES; un
iter lungo.
Assessore
Russo, oggi approfitto per chiederle - la volta scorsa non c'ero - se ci sono sviluppi riguardo le problematiche
che ci sono e che riguardano il regolamento che, ancora, deve essere definito.
Il decreto è stato firmato nel 2017, dal Ministero dello Sviluppo Economico, e
poi, nel 2018, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato il
regolamento di attuazione; purtroppo, oggi, siamo a giugno 2019 ed ancora
l'iter non si è concluso.
Quindi,
sono convinto che l’ordine del giorno sarà approvato all'unanimità, anche
perché l'istituzione dello sportello informativo era stato previsto da una
delibera di Giunta regionale, mi pare la numero100 del 2018.
Ritengo
opportuno, assessore, sollecitare e mettere in campo tutte le iniziative
possibili, perché non possiamo perdere nemmeno un giorno in più, altrimenti il
messaggio ed il segnale che passa e che giunge agli investitori che vogliono
investire nel nostro territorio è che, purtroppo, in Calabria le lungaggini
sono sempre infinite; presumo che questa della zona economica speciale sia
l'ultima spiaggia per poter attrarre
investitori e poter effettivamente risolvere la problematica del retroporto e di tutte quelle cose che dovevano essere fatte
negli anni e non sono state fatte. Quindi, invito lei - sono convinto che stia
lavorando benissimo - a relazionare nel più breve tempo possibile su queste
problematiche e la invito a mettere in campo tutte le azioni possibili per
definire questa spinosa questione. Grazie.
Poniamo
in votazione l'ordine del giorno protocollo numero 2153, a firma del
consigliere Pedà.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in
allegato)
Prego
il consigliere Gallo di illustrare l'ordine del giorno.
L’ordine
del giorno, relativo alla proposta di legge approvata sul precariato storico,
numero 443/10^, impegna il governo regionale ad inserire nel percorso di cui
alla suddetta proposta di legge numero 443/10^ i lavoratori contenuti negli
elenchi derivanti dalla legge n. 12/2014, oggetto di valutazione di apposita
Commissione, istituita all'interno del Dipartimento lavoro, e di prevedere il
loro inserimento all'interno del percorso di impiego contrattualizzazione e
stabilizzazione, individuando, nel contempo, le necessarie risorse finanziarie
e portando il relativo provvedimento all'approvazione del Consiglio regionale
entro e non oltre trenta giorni dalla data odierna.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno appena illustrato.
(Il Consiglio approva)
Il
consigliere Scalzo ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Grazie,
Presidente. L’interrogazione ha ad oggetto quanto pubblicato sul BURC numero 39
della Regione Calabria. In data 11 aprile 2019 veniva pubblicato un bando di
concorso dell'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno per la copertura di 3
posti di dirigente. Come sapete, l'Istituto è sia della Regione Calabria sia
della Regione Campania e, contrariamente a tanto, il bando, invece, era stato
già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Pertanto gli interessati e tutti i
professionisti calabresi, eventualmente interessati a partecipare ad un
concorso di dirigente in questo ente, hanno appreso solo da pochi giorni,
dall'accesso sul sito istituzionale di questo Istituto, che i termini per la
partecipazione erano scaduti.
L’erronea
indicazione contenuta nel bollettino della Regione Calabria ha impedito,
quindi, a tanti professionisti calabresi di poter partecipare e, quindi, tutti
i partecipanti saranno della Campania e solo pochissimi calabresi potranno
partecipare al bando.
Ritengo
che sia chiaramente evidenziabile un problema di leggerezza, di superficialità
da parte degli uffici del BURC che dovrebbe dare la possibilità anche alla
Calabria di mettersi al pari della Regione Campania, chiedendo, in autotutela,
la riapertura dei termini di partecipazione al bando per poter dare la
possibilità ai tanti in possesso dei titoli di poter partecipare al bando. Tra
l'altro l'Istituto viene finanziato dalla Regione Calabria e dalla Regione
Campania e, quindi, non dare la possibilità ai calabresi di partecipare mi
sembra assolutamente discriminante. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
In
riferimento all'interrogazione del consigliere Scalzo, mi preme precisare
quanto segue. L'istituto Zooprofilattico sperimentale ha bandito un concorso
pubblico per titoli ed esami, come ricordava prima il consigliere Scalzo, volto
alla copertura di due posti di dirigente amministrativo da assegnare all'area
economica e di un posto di dirigente amministrativo da assegnare all'area
amministrativa. Gli stessi bandi risultano pubblicati sulla Gazzetta ufficiale
numero 25 del 29 marzo 2019, sul Bur Calabria numero
39 dell’11.04.2019 e sul Bur Campania numero 18 del
primo aprile 2019. Considerata la rituale inversione della tempistica nella
pubblicazione del bando, prima sulla Gazzetta Ufficiale e successivamente sul
bollettino ufficiale delle due Regioni interessate, che come avete visto hanno
pubblicato quasi nella stessa settimana, questa inversione di tempistica
avrebbe impedito la partecipazione di potenziali interessati, quindi ho inoltrato
espressa richiesta di riapertura dei termini dei concorsi in oggetto, nello
spirito di leale collaborazione tra gli enti ed al fine di: evitare eventuale
contenzioso da parte di chi non ha potuto partecipare; ed è prevedibile il
contenzioso; garantire la par condicio
tra potenziali partecipanti; assicurare la massima partecipazione alle
selezioni.
Difatti,
al di là degli eventuali ritardi nella pubblicazione dell'avviso sul Bur Calabria, dovuti anche alla difficoltà di accesso al
link indicato dall'Istituto, ai sensi dell'articolo 2, comma 6 del DPR 10
dicembre 1997 numero 483 (ovvero Regolamento recante la disciplina contrattuale
del Servizio Sanitario Nazionale, citato nella determinazione numero 335 del
05.03.2019, di indizione del concorso ed approvazione del bando), il bando deve
essere, dice testualmente, pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione e
per estratto sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, al bando deve
essere data la massima diffusione; mentre il successivo comma 7 dello stesso
articolo prevede che il termine per la presentazione delle domande di
partecipazione ai concorsi scade il trentesimo giorno successivo a quello della
pubblicazione del bando per estratto nella Gazzetta Ufficiale. Quindi è chiara
la normativa in tal senso.
È
stato fatto notare che lo spirito della norma, da parte nostra naturalmente,
nella lettera, nonché l'impostazione della stessa, prevedono la pubblicazione
integrale del bando sul bollettino ufficiale della Regione, quale momento
propedeutico alla pubblicazione di un estratto dello stesso sulla Gazzetta
Ufficiale. Sono stati, inoltre, contattati i vertici dell'Istituto per
evidenziare la loro problematica e le criticità rilevate nella gestione delle
procedure concorsuali. Devo aggiungere che da parte dei vertici dell'Istituto è
stato argomentato che sarebbe stata già fissata la prova selettiva e, quindi,
avrebbe comportato un eventuale, praticamente, accettazione delle nostre
osservazioni, un contenzioso rovesciato. Noi abbiamo detto, chiaramente, che
riteniamo indispensabile garantire i diritti di tutti, a partire dal rispetto
delle norme, anche in materia di pubblicazione dei bandi, quelle che ho
richiamato adesso e qualora non dovessero procedere in tal senso sarà la
Regione ad accendere il contenzioso e non i singoli. Quindi li abbiamo
diffidati dal procedere.
Naturalmente,
siccome loro hanno insistito sul fatto che era stata già fissata la data per la
prima selezione, quindi non ritenevano di poter assumere la responsabilità di
mettere in discussione tutto questo, pena responsabilità nel contenzioso da
parte loro, abbiamo insistito e continueremo ad insistere, perché qualora
dovessero procedere, malgrado questo richiamo, sarà la Regione ad impugnare
questa eventuale decisione da parte loro.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Ho
apprezzato positivamente la risposta. Credo che le ultime parole, quelle
dell'impegno della Regione, presidente Oliverio, siano un impegno che ha preso
in Aula e che garantiscano soprattutto il rispetto dei tanti calabresi che non
devono essere mortificati nel non poter partecipare al bando. La Calabria è
attore protagonista al pari della Campania,
L’ultima
nota è una sollecitazione agli uffici. Prima l'abbiamo fatta al Dipartimento,
oggi, in questa fase, la facciamo agli uffici e al BURC, perché siano più
attenti, più solerti e lavorino ancora di più. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente,
chiedo il rinvio della restante parte dell'ordine del giorno che non abbiamo
svolto.
Pongo
ai voti la richiesta di rinvio dei rimanenti punti all’ordine del giorno che è
approvata.
Avendo
esaurito i punti all'ordine del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle
20,13
Ha chiesto congedo: Aieta,
Battaglia, Ciconte, Gentile, Greco, Morrone
(È concesso)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri
regionali:
Bevacqua
– “Modifiche all’articolo 4 della l.r. 8/2019” (PL n.
445/10^)
È stata assegnata alla
prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale – ed alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere
(Così
resta stabilito)
Mirabello – “Modifica al comma 1 articolo 2
della legge regionale n. 17/2019 'Interventi per l’assistenza a favore dei
ciechi pluriminorati'” (PL n. 446/10^)
È stata assegnata alla terza Commissione –
Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Romeo – “Modifiche all'articolo 1 della legge
regionale 3/2015” (PL n. 447/10 )
È stata depositata ed approvata direttamente
in Aula.
(Così
resta stabilito)
Il Consigliere Bevacqua,
con nota prot. n. 25/2019, ha comunicato il ritiro
dell’interrogazione n. 396/10^, recante: 'Rischio chiusura Agenzie INPS sul
territorio calabrese'.
In data 21 giugno 2019, il Presidente della
Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le
stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 67 del 21 giugno 2019:
1. Legge regionale 21 giugno 2019 n. 20,
recante: 'Modifiche alla denominazione e alle competenze della Commissione
contro la ‘ndrangheta di cui alla l.r. 50/2002';
2. Legge regionale 21 giugno 2019 n. 21,
recante: 'Interventi regionali per il sistema del cinema e dell’audiovisivo in
Calabria';
3. Legge regionale 21 giugno 2019 n. 22,
recante: 'Autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico';
4. Legge regionale 21 giugno 2019 n. 23,
recante: 'Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, ai sensi
dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118'.
In data 17 giugno 2019, il Presidente della
Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo
stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 66 del 18 giugno 2019:
Regolamento regionale n. 12 del 17 giugno 2019,
concernente: 'Modifiche al Regolamento regionale n. 3/2019 approvato con DGR n.
63 del 15.2.2019'
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il presidio ospedaliero di
Polistena versa in una situazione di estrema criticità ascrivibile alla carenza
di personale;
tale situazione potrebbe
compromettere, anche in virtù dell'incremento del numero di utenze durante la
stagione estiva, la copertura integrale del servizio sanitario e la completa funzionalità
di taluni reparti, quali chirurgia, radiologia, rianimazione/anestesia, pronto
soccorso, psichiatria ed in particolare ostetricia/ginecologia e pediatria;
Considerato che tale
presidio ospedaliero costituisce un importante punto di riferimento della
sanità pubblica nel territorio tirrenico;
il sottoscritto consigliere
regionale interroga il Presidente della Giunta -:
quali provvedimenti si
intendono adottare al fine di garantire la completa funzionalità del nosocomio
di Polistena e per scongiurare ogni ipotesi legata alla discontinuità del
servizio sanitario.
(487; 21/06/2019)
Guccione
- Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
• il 18 agosto 2019 scade
la proroga dei contratti di servizio del Trasporto pubblico locale per le
aziende pubbliche e private per mancanza della copertura finanziaria;
• mancano circa 24 milioni
di euro per garantire i servizi di trasporto della Regione Calabria fino al 31
dicembre 2019;
• la Regione Calabria si è
avvalsa della facoltà prevista dalla legge 266/2005 e dalla legge regionale
18/2006 con la quale sono concesse agli operatori dei trasporti diverse
proroghe per l'indizione della gara ad evidenza pubblica per il servizio del
trasporto pubblico locale in Calabria;
• la normativa europea, in
particolare gli articoli 5 e 8 del regolamento CE numero 1370/2007 del
Parlamento Europeo e del Consiglio relativo ai servizi pubblici di trasporto di
passeggeri su strada e per ferrovie, dispone che la Regione debba mettere a
gara europea (procedura ad evidenza pubblica) i servizi del trasporto pubblico
locale;
• in caso di inadempienza
da parte della Regione la normativa prevede i poteri sostitutivi dello Stato;
• a tutt'oggi non è dato
sapere se la Regione Calabria ha predisposto la gara europea per l'affidamento
del servizio del trasporto pubblico locale. Si interroga la S.V. -:
quali iniziative urgenti
intende adottare: per assicurare la copertura finanziaria dei servizi di
trasporto per i mesi di agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre 2019.
Chiedo di conoscere, inoltre, lo stato delle procedure per l'indizione della
gara europea così come previsto dal Regolamento CE per evitare che possano
scattare i poteri sostitutivi dello Stato in caso di inadempienza, con il
conseguente commissariamento della Regione Calabria.
(488; 24/06/2019)
Guccione
- Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- nel 2017 1'ex
amministratore delegato dell'Anas Gianni Armani avviò un censimento dei ponti.
Dopo un anno di indagine emerse che 1425 viadotti sono risultati senza un
proprietario e gestore identificato. Di questi 1425 viadotti, ben 150 si
trovano nella nostra regione. In particolare, nei Comuni di Feroleto Antico,
Catanzaro, Soverato, Simeri Crichi, Marcellinara, Stalettì, Lamezia Terme,
Martirano, Maida, Pianopoli, Motta Santa Lucia, Belvedere Marittimo, Bonifati,
Acquappesa, Casali del Manco, Rovito, Villapiana, Pedivigliano, Corigliano
Rossano, Praia a Mare, Diamante, Guardia Piemontese, Fagnano, San Marco
Argentano, Spezzano Sila, Trebisacce, Falconara Albanese, Longobardi, San
Giovanni in Fiore, Rende, Amendolara, San Fili, Cosenza, Celico, Cassano allo
Jonio, Tortora, Scalea, Tarsia, Rocca Imperiale, Cetraro, Roseto Capo Spulico,
San Nicola Arcella, Crotone, Caccuri, Cerenzia, Rocca di Neto, Reggio Calabria,
Bova Marina, Polistena, Cinquefrondi, Motta San Giovanni, Scilla, Stignano,
Vibo Valentia, Vazzana. La gravità della situazione e
il fatto di non poter risalire ai gestori dei ponti, non chiarisce se in questi
anni sia stata effettuata una manutenzione ordinaria e straordinaria delle
opere;
- dopo il disastro del
Morandi, si è appreso che in cima alla lista dei ponti che destano
preoccupazione c'è il Viadotto Cannavino al km 42,700
della strada statale 107 "Silana-Crotonese";
- il Viadotto Cannavino è già crollato una volta nel 1972, quando era in
costruzione, provocando la morte di due operai, mentre un terzo operaio si
salvò per miracolo;
- il monitoraggio del
viadotto Cannavino è iniziato nel 2006. Nel corso del
tempo, una serie di segnalazioni di cittadini e amministratori locali hanno
evidenziato numerose criticità;
- nel corso di questi anni
sono stati avviati numerosi tavoli tecnici per seguire e monitorare i lavori e
gli interventi di manutenzione straordinaria sul Viadotto;
- il primo marzo 2017
l'Anas ha attivato, in via sperimentale, "un sistema integrato d'allarme
che, in caso di vibrazioni o cedimenti eccessivi della struttura registrati dai
sensori in monitoraggio continuo, accenderà immediatamente il rosso sulle
lanterne semaforiche installate alle teste di ingresso del Viadotto impedendo
il transito di qualunque mezzo di trasporto sul ponte";
- il 6 settembre 2018, con
una nota, l'Anas ha comunicato di aver completato sul Viadotto Cannavino "gli interventi di prima fase che hanno
mirato a migliorare il transito, eliminando gli avvallamenti presenti sulla
soletta e riducendo le vibrazioni subite dalla struttura al passaggio dei mezzi
pesanti. L'intervento di seconda fase, per un importo complessivo di 4 milioni
di euro, prevede l'adeguamento sismico della struttura e avrà inizio nei primi
mesi del 2019 con una durata massima di 8 mesi. Anas ha investito nel
monitoraggio del Viadotto Cannavino 300 mila euro
l'anno";
- dopo la caduta di
calcestruzzo dal viadotto Cannavino, lo scorso 29
gennaio 2019, è stato effettuato un sopralluogo da parte dei tecnici Anas, dove
si è potuto constatare "la presenza di piccole porzioni di calcestruzzo
sul tratto di strada comunale bypassata dal viadotto Cannavino".
Ad ogni modo l'Anas ha precisato che non sussistono criticità per la staticità
dell'opera d'arte. Inoltre, ha comunicato che "è stata ultimata la
progettazione dell'intervento per l'adeguamento sismico del viadotto il cui
avvio dei lavori è previsto a partire entro la primavera del 2019. L'intervento
avrà un importo di 4 milioni di euro ed una durata di circa dodici mesi, con
l'esecuzione dello stesso si procederà ad un ripristino corticale del calcestruzzo
e all'adeguamento sismico secondo la normativa vigente";
- nonostante in un primo
momento fosse stata indicata una durata massima di otto mesi per l'esecuzione
dei lavori, dopo qualche mese l'Anas ha parlato di una chiusura totale del
Viadotto per un periodo di circa dodici mesi;
- il 31 gennaio del 2019 si
è tenuta alla Prefettura di Cosenza una riunione del Comitato operativo per la
viabilità provinciale (COV) allargata ai sindaci del comprensorio, per
stabilire strategie congiunte ed azioni finalizzate a mitigare i disagi alla
cittadinanza ed all'utenza stradale, in considerazione della prevista chiusura
totale del Viadotto Cannavino;
- il 4 marzo si è tenuta
una nuova riunione in Prefettura. All'incontro alla presenza dei sindaci di
Celico, Casali del Manco, Rovito, Spezzano, del Comitato degli operatori e dei
commercianti, l'Anas ha assunto l'impegno di mettere in sicurezza il percorso
alternativo sottostante il Viadotto;
- bisogna fare in fretta
affinché da subito vengano messe in sicurezza le due strade alternative (via
Pianette di Rovito e via Casali del Manco) che dovranno sopportare un ulteriore
volume di traffico per tutta la durata dei lavori sul viadotto Cannavino. La strada alternativa comunale ex ss107 (via
Pianette) - al momento non è sicura. I guardrail non sono a norma e addirittura
in alcuni tratti mancano, o ci sono muretti bassi ormai quasi del tutto
crollati. Il grave pericolo di caduta massi e le possibili frane lungo il
percorso non rendono praticabile quella strada, soprattutto con l'aumento del
traffico nel periodo di chiusura del viadotto. Inoltre, su quel tratto c'è un
vecchio ponte costruito negli anni '20: qui è necessario effettuare le dovute
prove di carico e verifiche di stabilità per capire se questo ponte è in grado
di reggere un flusso elevato di veicoli. Va avviata poi una bonifica e una
pulizia straordinaria dei lati della strada e dei condotti in cui scorre
l'acqua;
- l'ennesima chiusura al
transito dell'arteria sulla statale 107 fra Paola e Crotone preoccupa cittadini
e commercianti dell'intero territorio presilano -:
- quali iniziative urgenti
intende adottare per far in modo che vengano eseguiti in maniera celere e
puntuale i lavori sul viadotto Cannavino. Bisogna
avere garanzie dal Governo nazionale e dall'Anas per evitare un prolungamento
dei tempi di chiusura della statale. Così come è avvenuto per il Ponte Morandi
di Genova, la Regione Calabria dovrà proporre al Governo agevolazioni ed
esenzioni fiscali per le attività commerciali, imprenditoriali e agricole della
zona, in modo da alleviare il grave danno economico che saranno costretti a
subire durante il periodo della durata dei lavori del viadotto Cannavino. È poi urgente attivare un tavolo tecnico in
Prefettura per monitorare e avere le dovute garanzie sul rispetto del
cronoprogramma dei lavori, evitando slittamenti di chiusura dei cantieri.
Inoltre, si chiede se non intende interessare il Ministero delle infrastrutture
e Anas per i ponti che sono risultati senza un proprietario o gestore
identificato.
(457 del 15/03/2019)
Risposta: “Per conoscere lo stato aggiornato dei
lavori oggetto della presente interrogazione è stata interpellata ANAS S.p.A , competente
sul viadotto, che ha risposto con una nota ufficiale datata 16 maggio 2019.
In primis il Dipartimento competente di ANAS indica nella citata nota
che i lavori di rifacimento del viadotto “Cannavino”
ricadono nell'ambito di un programma per la riqualificazione delle opere d'arte
nella Regione Calabria per cui ANAS ha stipulato un contratto di appalto tramite
accordo quadro, di durata triennale, per un importo complessivo di 25 milioni
di euro.
Lo stato aggiornato dei lavori è il seguente.
ANAS, nel mese di luglio 2018 ha ultimato la prima fase dei lavori di
manutenzione straordinaria per l'impermeabilizzazione e il risanamento della
pavimentazione stradale, eliminando gli avvallamenti presenti sulla soletta
riducendo le vibrazioni subite dalla Struttura al passaggio dei mezzi pesanti.
La seconda fase, già appaltata, consiste in un intervento di manutenzione
straordinaria finalizzato anche all'adeguamento sismico del viadotto in
argomento, per un investimento di circa di 5 milioni di euro.
L’esecuzione dei lavori sopra indicati comporterà la chiusura totale del
viadotto per un periodo di circa otto mesi, pertanto, nel quadro economico
delle somme a disposizione, sono previsti 600 mila euro per il potenziamento
della viabilità provinciale. Le modalità e le tempistiche dell'intervento sono
state, afferma ANAS, concordate con gli Enti territoriali.
È in fase di completamento l'iter amministrativo
per il finanziamento cui seguirà la consegna dei lavori.La
nota ANAS non dichiara alcun ritardo, né segnala criticità nelle tempistiche
dell’intervento in corso che procede in linea con quanto previsto.
La questione sicurezza delle reti di trasporto
regionali è un tema considerato di notevole importanza dalla Giunta Regionale.
L’esigenza di riduzione del rischio in tali reti e nelle infrastrutture a esse
connesse è stata posta in via esplicita all’interno del Piano Regionale dei
Trasporti, adottato con DGR n. 503 del 6 dicembre 2016 e approvato con Delibera
del Consiglio Regionale n. 157 del 19 dicembre 2016. È stato pertanto approvato
con DGR n. 633 del 19 dicembre 2018 un Programma di Attuazione, un Piano
straordinario di Monitoraggio e Intervento (PMI) sulle principali strutture
delle reti stradali extraurbane di carattere regionale. Esso definisce le
attività di monitoraggio e le conseguenti attività di attuazione degli
interventi. Il Piano straordinario si inserisce anche in un percorso avviato
dalla Regione Calabria nell’autunno 2016 denominato Calabria Sicura. È stato
costituito un gruppo di lavoro e sono state svolte una serie di attività
inclusive di tutto il territorio, durante le quali si sono confrontati i dirigenti
della Regione Calabria e gli attori sociali. L’obiettivo che il gruppo di
lavoro si è dato è stato quello di attenzionare, da
punti di vista differenti, le molteplici azioni per la riduzione del rischio
che gli Enti pubblici possono portare avanti e che, in ciascun ente, vengono
sviluppate da differenti settori, in relazione alle specifiche competenze.
I tavoli tematici hanno prodotto una serie di
contributi da parte degli attori del territorio che sono stati successivamente
sintetizzati in proposte operative, atte a consentire la più ampia condivisione
degli obiettivi e delle strategie finalizzate alla mitigazione del rischio.
I PMI rappresenta pertanto una delle missioni che
consentono di perseguire la vision definita nel PRT.
Cordiali saluti”
Prof. Roberto Musmanno (Assessore alle Infrastrutture)
Il
Consiglio regionale,
vista
la deliberazione n. 27 del 28 maggio 2019, con la quale l’Ufficio di Presidenza
ha proposto al Consiglio regionale l’approvazione del rendiconto dell’esercizio
finanziario 2018 e della relazione sulla gestione;
premesso
che:
- il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, così
come modificato ed integrato dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n.
126, ha introdotto il nuovo impianto normativo sull’armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali, finalizzato a
stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili generali
per regioni, province autonome ed enti locali, fissando al primo gennaio 2015
l'entrata in vigore per gli enti citati delle norme in materia di
armonizzazione contabile;
- con deliberazione consiliare n. 276 del 19 dicembre
2017, è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio regionale della
Calabria per gli esercizi finanziari 2018-2020, redatto secondo gli schemi
armonizzati di cui al D.Lgs. n. 118/2011;
- con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 3 del
9 gennaio 2018 è stato approvato il Documento tecnico di accompagnamento al
bilancio di previsione per gli esercizi 2018-2020 e sono state assegnate le
risorse al Segretario/Direttore Generale, ai sensi dell'articolo 3 del
Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;
- con determinazione del Segretario Generale R.G. n. 1
del 10 gennaio 2018 è stato approvato il bilancio finanziario gestionale del
Consiglio regionale per gli esercizi 2018-2020;
- con deliberazione del Consiglio regionale n. 345 del
16 novembre 2018 è stato approvato l'assestamento al bilancio di previsione
2018-2020 del Consiglio regionale;
- con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 9 del
26 febbraio 2019 è stato approvato il verbale di chiusura della contabilità
dell'esercizio finanziario 2018;
dato
atto che:
- l'articolo 67 del D. Lgs. n.
118/2011 e ss.mm.ii., dispone che "La Presidenza
del Consiglio regionale sottopone all'Assemblea consiliare (…) il rendiconto
del Consiglio regionale. Le relative risultanze finali confluiscono nel
rendiconto consolidato di cui all'art. 63, comma 3. Al fine di consentire il
predetto consolidato, l'assemblea consiliare approva il proprio rendiconto entro
il 30 giugno dell'anno successivo";
- l'articolo 77 del Regolamento interno di
amministrazione e contabilità, dispone che "Successivamente
all'approvazione del rendiconto, l'assemblea consiliare approva il bilancio
consolidato di gruppo del Consiglio regionale con le società controllate e
partecipate secondo le modalità e gli schemi previsti dal D.Lgs.
118/2011 (…) II bilancio consolidato è approvato dal Consiglio regionale entro
il 31 agosto dell'anno successivo all'esercizio finanziario di riferimento ed è
trasmesso alla Regione entro il 10 settembre per consentire il consolidamento
dei conti con il bilancio regionale";
- il Consiglio regionale detiene la partecipazione nella
società in house providing
"Portanova S.p.A.";
-
rilevato
che:
- è stata effettuata la parificazione del conto del
tesoriere e degli agenti contabili interni;
- con deliberazione consiliare n. 406 del 17 giugno 2019
è stato approvato il riaccertamento ordinario dei
residui attivi e passivi al 31 dicembre 2018, ai sensi dell'articolo 3, comma 4,
del D. Lgs. n. 118/2011;
visto
l'articolo 7, comma 8, della legge regionale 15 marzo 2002, n.13 e ss.mmii, che prevede che i rendiconti dei gruppi consiliari
siano pubblicati, in allegato, al conto consuntivo del Consiglio regionale e
sul sito istituzionale dell'Ente;
visto
il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio
regionale, approvato con deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017 e
aggiornato con deliberazione consiliare n. 342 del 28 settembre 2018;
visto
lo schema di rendiconto dell’esercizio 2018 redatto ai sensi dell’allegato 10
al D.Lgs n. 118/2011 e ss.mm.ii.;
vista
la relazione sulla gestione dell'esercizio 2018 ed i relativi allegati, redatta
ai sensi dell'articolo 11, comma 6, del D.Lgs. n.
118/2011;
tenuto
conto della relazione della Commissione speciale di vigilanza, redatta ai sensi
dell’articolo 73, comma 3, del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale, allegata alla presente per farne parte
integrante e sostanziale;
preso
atto del verbale n. 260 del 18 giugno
2019, con cui il Collegio dei Revisori dei Conti ha espresso parere favorevole
all’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2018 ed alla
relazione sulla gestione, allegato alla presente per farne parte integrante e
sostanziale;
delibera
- di approvare, ai sensi degli articoli 18 e 67 del D.Lgs. n. 118/2011, il rendiconto dell'esercizio
finanziario 2018, unitamente ai relativi allegati, per farne parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione, con le seguenti risultanze finali
riepilogative:
GESTIONE
2018 |
TOTALE |
||
|
RESIDUI |
COMPETENZA |
|
Fondo
di cassa al 1° gennaio 2018 |
11.057.144,60 |
||
RISCOSSIONI |
21.140.953,93 |
43.250.788,57 |
64.391.742,50 |
PAGAMENTI |
1.747.807,06 |
61.747.941,02 |
63.495.748,08 |
Fondo
di cassa al 31 dicembre 2018 |
11.953.139,02 |
||
PAGAMENTI
per azioni esecutive non regolarizzate al 31 dicembre |
0,00 |
||
Differenza |
11.953.139,02 |
||
RESIDUI
ATTIVI |
4.947.639,95 |
27.663.132,16 |
32.610.772,11 |
RESIDUI
PASSIVI |
8.167.566,06 |
2.705.126,98 |
10.872.693,04 |
Differenza |
21.738.079,07 |
||
FPV
per spese correnti |
2.060.641,30 |
||
FPV
per spese in conto capitale |
510.985,28 |
||
|
|
||
Avanzo
d’amministrazione al 31 dicembre 2018 |
31.119.591,51 |
- di approvare la Relazione sulla gestione
dell'esercizio 2018, unitamente ai relativi allegati, per farne parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione;
- di dare atto che l'avanzo di amministrazione
dell'esercizio 2018 è così suddiviso:
Avanzo
vincolato |
8.172.251,51 |
Avanzo
accantonato |
7.577.313,87 |
Avanzo
destinato agli investimenti |
9.717.295,09 |
Avanzo
libero |
5.652.731,04 |
- di rinviare a successivo atto la destinazione
dell'avanzo libero dell'esercizio 2018, pari ad euro 5.652.731,04;
- di dare atto che i risultati della gestione del
Consiglio regionale per l'esercizio 2018 confluiranno nel rendiconto
consolidato della Regione Calabria, ai sensi dell'art. 67 del D. Lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii.;
- di dare atto che, successivamente all'approvazione del
rendiconto per l’esercizio 2018, si procederà all'approvazione del bilancio
consolidato di gruppo del Consiglio regionale con la società partecipata
"Portanova S.p.A.";
- di trasmettere il presente provvedimento ed i relativi
allegati alla Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 73, comma 6, del
Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 16 della l.r. 9/2018)
1. Dopo il comma 13 dell’articolo 16 della legge
regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto
del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità,
dell’economia responsabile e della trasparenza), è aggiunto il seguente:
“14.
Sono esclusi dall’applicazione della disciplina prevista dal presente articolo
gli apparecchi e i congegni per il gioco lecito di cui alla lettera c) del
comma 7 dell’articolo 110 del r.d. 773/1931”.
Art. 2
(Norma finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 4 della l.r. 8/2019)
1. All'articolo 4 della legge regionale 2 maggio
2019, n. 8 (Modifiche e integrazioni alla legge urbanistica della Calabria (l.r. 19/2002)) sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla
fine della lettera b) del comma 2, sono aggiunte le seguenti parole: “, fatte
salve le disposizioni di cui alla parte II del d.lgs. 152/2006.";
b) il
comma 3 è abrogato;
c) alla
fine del comma 4 sono aggiunte le seguenti parole: "e dall'autorità
competente in materia ambientale nei casi previsti e ai sensi di quanto
disposto dalla parte II del d.lgs. 152/2006."
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione
sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
1. L'articolo 1 della legge regionale 18 giugno
1984, n. 14 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del
lavoro) è sostituito dal seguente:
"1. Allo scopo di favorire il
potenziamento dell’attività socio-assistenziale in favore dei mutilati e
invalidi civili e dei mutilati e invalidi del lavoro residenti nell’ambito
della Regione Calabria, l'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere
alle cinque sedi provinciali calabresi dell’Associazione nazionale mutilati e
invalidi civili e dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro
dei contributi finanziari, previa presentazione di un programma da realizzare
per il perseguimento dei fini istituzionali.".
Art. 2
1. Il
primo comma dell’articolo 2 della l.r. 14/1984 è
sostituito dal seguente: "1. La somma, annualmente stanziata in bilancio
per la concessione dei contributi alle Associazioni dei disabili, di cui
all’articolo 1, viene ripartita, con provvedimento della Giunta regionale, tra
le cinque sedi provinciali calabresi dell'Associazione nazionale dei mutilati e
invalidi civili e dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro in
rapporto al numero degli invalidi, dei quali, per legge, hanno la
rappresentanza e la tutela, all’attività socio-assistenziale da svolgere, nel
corso dell'esercizio finanziario, per il perseguimento dei fini istituzionali,
e in proporzione al numero dei disabili iscritti alle associazioni di
appartenenza sul territorio provinciale di pertinenza.".
Art. 3
1. Dopo
il comma 2, dell’articolo 2, della l.r. 14/1984 è aggiunto
il seguente: “2 bis. Le associazioni di categoria titolari di un patronato, ai
sensi della legge 30 marzo 2001, n. 152 (Nuova disciplina per gli istituti di
patronato e di assistenza sociale), emanazione diretta della propria
organizzazione associativa, operante nello stesso territorio provinciale in cui
svolge l’attività di assistenza l'Associazione, sono escluse dai benefici
economici previsti dalla presente legge. A tale fine, ciascuna sede provinciale
trasmette alla Regione Calabria, unitamente alla copia del rendiconto di cui al
comma 2, apposita dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, ai sensi
dell’articolo 47 Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n.
445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione amministrativa) attestante che nella medesima provincia essa non
operi anche con istituto di patronato, emanazione diretta della propria
organizzazione associativa”.
Art. 4
1. Dall’attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico
del bilancio regionale rispetto a quelli previsti dalla legislazione vigente
alla Missione 12, Programma 02 (U.12.02) capitolo 434110101 dello stato di
previsione della spesa del bilancio di previsione 2019/2021.
Art. 5
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica all'art. 2 della l.r. 17/2019)
1. Il comma 1 dell’articolo 2 della legge
regionale 31 maggio 2019, n.17 (Interventi per l’assistenza a favore dei ciechi
pluriminorati) è sostituito dal seguente:
“1.
I progetti di cui all'articolo 1 sono presentati, ogni anno entro il 30 marzo,
dall'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB) - Comitato
Regionale Calabria e dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti (UICI) Consiglio
Regionale Calabria - Onlus all'assessorato competente
in materia di politiche sociali, che provvede all'approvazione”.
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. La
presente legge si riferisce a modifiche di norme di tipo ordinamentale e non
comporta incremento di spesa a carico del bilancio della Regione Calabria.
Art. 3
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Autorizzazione all'anticipazione
di liquidità)
1. La Giunta regionale è autorizzata a contrarre
con Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., anche per conto degli enti del servizio
sanitario regionale che ne hanno fatto richiesta, un’anticipazione di liquidità
ai sensi dell’articolo 1, commi da 849 a 857 della legge 30 dicembre 2018, n.
145 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio
pluriennale per il triennio 2019-2021), da destinare al rimborso di debiti
certi, liquidi ed esigibili maturati alla data del 31 dicembre 2018 e relativi
a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per
prestazioni
professionali, registrati nella piattaforma elettronica per la gestione
telematica del rilascio della certificazione di cui all’articolo 7, comma 1 del
decreto legge 8 aprile 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei
debiti scaduti della pubblica amministrazione, per il riequilibrio finanziario
degli enti territoriali, nonché in materia di versamento di tributi degli enti
locali), convertito con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64.
Art. 2
(Importo
dell’anticipazione)
1. L’importo
dell’anticipazione di liquidità è stabilito in complessivi 122.222.922,03 euro,
di cui:
a) 5.111.607,51
euro per la Regione Calabria;
b) 53.556.248,46
euro per l’Azienda ospedaliera Mater Domini;
c) 17.714.776,08
euro per l’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio;
d) 26.615.898,64
euro per l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro;
e) 19.224.391,34
euro per l’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone.
2. Le
risorse di cui alle lettere b), c) d) ed e) del comma 1 devono intendersi “a
destinazione vincolata”, finalizzate al pagamento delle fatture, estratte dalla
Piattaforma dei Crediti Commerciali gestita dal MEF, per le quali è stata richiesta
l’anticipazione di liquidità e, pertanto, soggette ad impignorabilità.
Art. 3
(Anticipazione di liquidità
in favore degli enti del Servizio sanitario regionale)
1. L’anticipazione
di liquidità erogata alla Regione dall’istituto finanziatore per l’importo di
117.111.314,52 euro è imputata alla Tipologia di entrata 200 “Accensione
Prestiti a breve termine” del Titolo 6 “Accensione Prestiti” del bilancio di
previsione 2019/2021, annualità 2019.
2. Alla
restituzione dell’anticipazione di cui al comma 1 si fa fronte nell’ambito
degli stanziamenti della Missione 13 “Tutela della salute”, Programma 07
“Ulteriori spese in materia sanitaria”, del Titolo 4 “Rimborso prestiti” del
bilancio di previsione 2019 - 2021, annualità 2019.
3. Gli
oneri finanziari connessi all’anticipazione di liquidità di cui al comma 1, da
corrispondere all’ente finanziatore, determinati per l'esercizio finanziario
2019 nel limite massimo di 396.690,00 euro, sono allocati alla Missione 50,
Programma 01 (U50.01), Titolo 1 “Spese correnti” del bilancio di previsione
2019-2021, annualità 2019, e alla relativa copertura finanziaria si provvede
con le risorse allocate alla Missione 20, Programma 01 (U20.01) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2019-2021, annualità 2019, che viene
ridotto del medesimo importo.
4. La
Giunta regionale, attraverso il dipartimento competente in materia di tutela
della salute, provvede, entro il 10 dicembre 2019, ad assumere tutti gli atti
necessari a garantire la obbligatoria restituzione alla Regione delle somme
erogate a favore degli enti del S.S.R.
Art. 4
(Anticipazione di liquidità
in favore della Regione)
1. L’anticipazione
di liquidità erogata alla Regione dall’istituto finanziatore per l’importo di
5.111.607,51 euro è imputata alla Tipologia di entrata 200 “Accensione Prestiti
a breve termine” del Titolo 6 “Accensione Prestiti” del bilancio di previsione
2019/2021, annualità 2019.
2. Alla
restituzione dell’anticipazione di cui al comma 1, pari a 5.111.607,51 euro, si
fa fronte nell’ambito degli stanziamenti della Missione 01 “Servizi
istituzionali, generali e di gestione”, Programma 03 “Gestione economica,
finanziaria, programmazione, provveditorato”, del Titolo 4 “Rimborso prestiti”
del bilancio di previsione 2019 - 2021, annualità 2019.
3. Gli
oneri finanziari connessi all’anticipazione di liquidità di cui al comma 1, da
corrispondere all’ente finanziatore, determinati per l'esercizio finanziario
2019 in 8.660,00 euro, sono allocati alla Missione 50, Programma 01 (U50.01)
del Titolo 1 “Spese correnti” del bilancio di previsione 2019-2021, annualità
2019, e alla relativa copertura finanziaria si provvede con le risorse allocate
alla Missione 20, Programma 01 (U20.01) dello stato di previsione della spesa
del bilancio 2019/2021, annualità 2019, che viene ridotto del medesimo importo.
Art. 5
(Variazioni di bilancio)
1. La
Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo
stato di previsione 2019-2021, annualità 2019.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Superamento
del precariato dei lavoratori di cui alla l.r.
1/2014,
l.r. 40/2013 e l.r. 31/2016)
1. Al fine di favorire il superamento del
precariato dei lavoratori di cui leggi regionali 13 gennaio 2014, n. 1 (Indirizzi
volti a favorire il superamento del precariato di cui al D.L. 31 agosto 2013,
n. 101 convertito in legge 30 ottobre 2013, n. 125), 2 agosto 2013, n. 40 (Norme
per l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità nel
bacino regionale e non ancora utilizzati) e 8 novembre 2016, n. 31 (Norme per
l’utilizzo dei lavoratori socialmente utili, di pubblica utilità ed ex articolo
7 D.lgs. n. 469/1997 nel bacino regionale calabrese), è confermata
l'autorizzazione annuale di spesa di 40.375.402,64 euro, allocata alla Missione
15, Programma 03 (U15.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio di
previsione 2019-2021.
2. La
Regione, nell'ambito dell'autorizzazione di spesa di cui al comma 1, sostiene
gli enti locali interessati alla contrattualizzazione dei lavoratori di cui
alle leggi regionali 40/2013 e 31/2016, erogando per ciascun lavoratore:
a) nel
caso di assunzione a tempo indeterminato, il contributo fisso annuo del valore
di 11.157,24 euro per i primi tre anni del rapporto;
b) nel
caso di assunzione a tempo determinato, per i primi due anni del rapporto il
contributo fisso annuo del valore di 11.157,24 euro e, successivamente, qualora
l'ente proceda all'assunzione a tempo indeterminato, il contributo fisso per un
ulteriore anno di 11.157,24 euro;
c) nel
caso di assunzione a tempo determinato, per il primo anno del rapporto il
contributo fisso annuo del valore di 11.157,24 euro e, successivamente, qualora
l'ente proceda all'assunzione a tempo indeterminato, il contributo fisso per
due ulteriori anni di 11.157,24 euro.
3. La
Regione sostiene, altresì, la contrattualizzazione e la stabilizzazione dei
lavoratori di cui all'articolo 2 della legge regionale 13 giugno 2008, n. 15
(Provvedimento Generale di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla
manovra di finanza regionale per l’anno 2008 ai sensi dell’art. 3, comma 4,
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8), nel limite massimo
dell'autorizzazione annuale di spesa, allocata alla Missione 15, Programma 03
(U15.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2019-2021,
approvato con legge regionale 21 dicembre 2018, n. 49 (Bilancio di previsione
finanziario della Regione Calabria per gli anni 2019-2021).
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o ulteriori oneri per il bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 1 della l.r. 3/2015)
1. Al comma 4 dell'articolo 1 della legge
regionale 13 gennaio 2015, n.3 (Misure per il contenimento della spesa
regionale), sono apportate le seguenti modifiche:
a) prima
della parola "Commissioni" è inserita la seguente: "per";
b) le
parole "gli emolumenti e/o" sono sostituite dalla seguente:
"i";
c) le
parole ", anche di vertice," sono soppresse.
Art. 2
(Norma finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il
Consiglio regionale,
premesso
che:
•
con DPCM del 25 gennaio 2018, n. 12 “Regolamento recante istituzione di Zone
economiche speciali (ZES)” è stato disciplinato il procedimento di istituzione
delle ZES in ambito regionale, quale istituto giuridico identificato
dall’articolo 4, comma 2, del decreto-legge n. 91 del 2017;
•
le ZES, ai sensi dell’articolo 4 e 5 della sopra citata normativa, sono
istituite al fine di favorire la creazione di condizioni favorevoli in termini
economici, finanziari e amministrativi, che consentano lo sviluppo, in alcune
aree del Paese, delle imprese già operanti, nonché l’insediamento di nuove
imprese che avviano un programma di attività economiche imprenditoriali o di
investimenti di natura incrementale nella ZES;
•
le suddette imprese che investono nell’area della ZES usufruiscono delle seguenti
tipologie di agevolazioni: a) procedure semplificate, individuate anche a mezzo
di protocolli e convenzioni tra le amministrazioni locali e statali
interessate, e regimi procedimentali speciali, recanti accelerazione dei
termini procedimentali ed adempimenti semplificati rispetto a procedure e
regimi previsti dalla normativa regolamentare ordinariamente applicabile, sulla
base di criteri derogatori e modalità individuate con DPCM; b) accesso alle
infrastrutture esistenti e previste nel Piano di sviluppo strategico della ZES
di cui all’articolo 4, comma 5, alle condizioni definite dal soggetto per
l’amministrazione, ai sensi della legge 28 gennaio 1994, n. 84, e successive
modificazioni e integrazioni, nel rispetto della normativa europea e delle norme
vigenti in materia di sicurezza, nonché delle disposizioni vigenti in materia
di semplificazione previste dagli articoli 18 e 20 del decreto legislativo 4
agosto 2016, n. 169; c) riconoscimento di un credito d’imposta, ai sensi
dell’articolo 1, commi 98 e seguenti, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, è
commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti entro il 31
dicembre 2020 nel limite massimo, per ciascun progetto di investimento, di 50
milioni di euro;
•
con DPGR del 25.01.2018, n. 12, “Proposta istituzione Zona Economica Speciale
(ZES) Calabria” è stato predisposto e trasmesso alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri il “Piano di Sviluppo Strategico della Regione Calabria”,
approvato con D.G.R. del 29.03.2018, n. 100, che contiene, fra l’altro, quanto
previsto dall’art. 6, comma 1, lett. a), b), c), d),
f), g), h), i), l), m) del DPCM del 25.01.2018, n. 12 ed è stato formalmente
richiesto, ai sensi dell’art. 5 del DPCM del 25.01.2018, n. 12, l’istituzione
della Zona Economica Speciale (ZES) Calabria;
•
con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 maggio 2018,
adottato su proposta del Ministero per la Coesione Territoriale e il
Mezzogiorno, di concerto con il Ministro dell’economica e delle Finanze e con
il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata istituita la “ZES
Calabria”.
Considerato
che:
•
il quadro istitutivo e programmatico della Regione Calabria è stato rafforzato
con la D.G.R. del 09.08.2016, n. 304 “POR Calabria FESR FSE 2014 – 2020.
Approvazione del Progetto Strategico Regionale “CalabriaImpresa.eu – Accesso
unico ai servizi e agli strumenti digitali dell’Amministrazione regionale per
lo sviluppo imprenditoriale”, con la quale si è inteso intervenire sulle
procedure amministrative a sostegno dei progetti d’investimento delle imprese.
Dato
atto che:
•
il sopra citato progetto, parte integrante del DEFR 2019 – 2021, prevede alcune
azioni trasversali, già strutturate nel Progetto strategico
“CalabriaImpresa.eu”, avranno l’obiettivo di aumentare la semplificazione
amministrativa e digitale, in particolare nelle aree ZES nel quadro del già
avviato processo di semplificazione dei procedimenti amministrativi riguardanti
le attività produttive con la piattaforma unica regionale “Calabria SUAP” che è
a supporto dell’attività amministrativa dei Comuni con un’interfaccia web che
si pone come punto unico di contatto tra le imprese, i SUAP dei Comuni e tutti
gli Enti terzi;
•
il “Piano di Sviluppo Strategico della Regione Calabria”, approvato con D.G.R.
del 29.03.2018, n. 100, dispone espressamente (al capitolo 8) tra le azioni di
competenza della Regione la costituzione dello Sportello Unico Associato della
Piana di Gioia Tauro, l’armonizzazione e la digitalizzazione delle procedure
dell’Ente portuale con le disposizioni del D.P.R. 160/2010 e del CAD e il
Marketing Territoriale. Le iniziative da realizzare riguardano la progettazione
uno Sportello informativo dedicato ZES, le Aree Produttive Ecologicamente
Attrezzate e ulteriori misure che la Regione si impegna attuare.
Considerato
che:
•
l’articolo 22-bis del D.L. n. 23 ottobre 2018, n. 119 “Disposizioni urgenti in
materia fiscale e finanziaria”, convertito con modificazioni dalla L. 17
dicembre 2018, n. 136, ha istituito l’Autorità Portuale dello Stretto ed ha compreso
nella nuova perimetrazione territoriale i Porti di Messina, Milazzo,
Tremestieri, Villa San Giovanni e Reggio Calabria;
• i
porti di Villa San Giovanni e di Reggio Calabria sono già stati individuati nel
“Piano di Sviluppo Strategico della Regione Calabria” per l’istituita ZES e ciò
richiede di valutare l’impatto dei due sistemi portuali e retro portuali nel
quadro logistico, trasportistico e produttivo riferito a due Autorità portuali.
Preso
atto della irrinunciabilità al rispetto di tempi celeri nella predisposizione
degli atti di competenza della Regione Calabria e finalizzati alla piena
attuazione della ZES nel nostro territorio.
Tutto ciò premesso e
considerato,
impegna
il
Presidente della Regione Calabria e la Giunta regionale:
-
alla conseguente adozione, nei termini del capitolo 8 del “Piano di Sviluppo
Strategico della Regione Calabria” per la ZES, dei provvedimenti progettuali ed
amministrativi e delle iniziative necessarie, con tutti i soggetti di specifica
competenza in materia alla predisposizione, di uno sportello informativo fisico
per l’area di Gioia Tauro orientato al supporto ed all’accompagnamento degli
investimenti per tutta la zona portuale e retroportuale
del porto di Gioia Tauro;
-
ad attivare tutti gli strumenti di programmazione finalizzati alla valutazione
della collocazione dei due contesti portuali di Villa San Giovanni e di Reggio
Calabria in relazione ai tessuti imprenditoriali delle aree di Campo Calabro,
Villa San Giovanni e di Reggio Calabria ed ai nessi economico-funzionali
derivanti dalla loro prossimità alle infrastrutture di trasporto navale, aereo
e stradale ed alla tutela e sviluppo della competitività d’impresa nel contesto
interregionale conseguente alla nuova perimetrazione che ha identificato l’Area
dello Stretto.
Il
Consiglio regionale,
in
ordine alla proposta di legge n. 443/10^ “Sulla storicizzazione delle risorse
per il precariato storico”;
impegna
il
Governo regionale ad inserire nel percorso di cui alla suddetta proposta di
legge n. 443/10^ i lavoratori contenuti negli elenchi derivanti dalla legge n.
12/2014, oggetto di valutazione di apposita commissione istituita all’interno
del Dipartimento lavoro, e di prevedere il loro inserimento all’interno del
percorso di impiego, contrattualizzazione e stabilizzazione, individuando, nel
contempo, le necessarie risorse finanziarie, e pertanto il relativo
provvedimento all’approvazione del Consiglio regionale, entro e non oltre 30
giorni dalla data odierna.