X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
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N. 72
SEDUTA Di LUNEDì 17 GIUGNO 2019
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA IRTO, DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE E DEL SEGRETARIO QUESTORE
DOMENICO TALLINI
Dà avvio ai lavori, invitando il
Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta
precedente.
(È
approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Chiedo che venga inserita all'ordine del giorno la proposta di legge numero 441/10^, già assegnata alle competenti Commissioni per l’esame di merito.
Si tratta di una legge in materia di ludopatia e, in particolare, di un articolo, la cui interpretazione mi è stata sollecitata da alcuni Prefetti e da alcuni Sindaci.
Nello specifico, è necessario chiarire un dubbio interpretativo relativo agli apparecchi da considerare sensibili; infatti, un errore di battitura, indurrebbe a pensare che siano inclusi anche giochi come il flipper e il calcio balilla.
Pertanto, al fine di dirimere ogni dubbio interpretativo, si vuole chiarire che questa categoria di giochi non fa parte di quelle previste all'articolo 16.
Sono
d’accordo con lei, ma avendo riformulato l'ordine del giorno in Conferenza dei
capigruppo, potremo discutere questo progetto di legge nella prossima seduta di
Consiglio regionale, già calendarizzata per il 24 giugno.
Va bene.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo.
Ne ha facoltà.
Chiedo
l'inserimento all'ordine dei lavori di un ordine del giorno in merito ai
ritardi per la realizzazione del Megalotto 3 della Statale 106 Jonica.
Si
tratta di un ordine del giorno sottoscritto da molti consiglieri regionali e
sicuramente da tutti i capigruppo di maggioranza e minoranza.
Chiedo,
altresì, che lo stesso sia discusso come primo punto dell'ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori della prossima seduta di Consiglio regionale, prevista per il 24 giugno, di un ordine del giorno che ho appena depositato e che riguarda la situazione dei lavoratori di cui alla legge regionale numero 15/2008.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Come stabilito in Conferenza dei capigruppo, chiedo l’inserimento
all'ordine dei lavori di un ordine del giorno firmato dal sottoscritto, ma
condiviso dalla stragrande maggioranza dei colleghi consiglieri di maggioranza
e di opposizione, relativo alla chiusura delle Scuole di specializzazione
dell'Università Magna Graecia di Catanzaro.
Ho
chiesto che venga discusso oggi perché i tempi sono ristretti e, qualora si
possa fare qualcosa, è necessario che l'Aula ne prenda atto ed eventualmente
deliberi in tal senso.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Chiedo che
venga inserita all'ordine del giorno la proposta di legge numero 444/10^ recante:
“Modifiche della legge regionale 7 novembre 2017, numero 42” in merito alla proroga della liquidazione dell’Afor.
Votiamo
l'inserimento di questi ordini del giorno, così come concordato in Conferenza
dei Capigruppo.
Gli
ordini del giorno sono inseriti e saranno discussi dopo la trattazione dei
progetti di legge.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Chiedo che venga inserita all'ordine del giorno una proposta di legge per richiamare l’attenzione del Governo nazionale sul completamento della famosa diga del Melito e per creare fin da subito le condizioni di procedere alla pulizia all'interno del cantiere sospeso.
In
Conferenza dei capigruppo si era discusso anche di questa proposta di legge che
è inserita.
Avviamo
la discussione, che vuole essere anche un momento di dibattito del Consiglio
regionale, sull'ordine del giorno presentato e firmato dal consigliere Gallo e
dagli altri consiglieri capigruppo.
Cedo la
parola al consigliere Gallo per illustrare l’ordine del giorno.
Prego, consigliere Gallo.
Insieme
ai colleghi capigruppo di maggioranza e di minoranza, abbiamo deciso di
presentare questo ordine del giorno perché dai resoconti parlamentari e
giornalistici di questi ultimi giorni è emersa l'ipotesi di un rinvio quasi sine die dell'apertura dei lavori del
Megalotto 3 sulla Strada Statale 106 che collegherà Sibari-Roseto; un tracciato
di 34 chilometri composto da una strada a due corsie per ogni senso di marcia e
che costituirebbe l'ultimo collegamento di questa tipologia in un corridoio
europeo che in tutto il suo percorso, addirittura fino a Palermo, è a quattro
corsie.
L'unico
tratto di strada che attualmente collega territori molto lontani e passa
attraverso il territorio della sibaritide – quindi Sibari-Roseto,
sibaritide-alto ionio – è questo, per il quale ormai da tempo immemore ci sono
stati notevoli impegni di spesa, approvazioni di progetti a seguito di iter
lunghissimi che hanno visto coinvolti gli Enti locali, il Ministero delle
infrastrutture presso il Consiglio nazionale dei lavori pubblici, il Ministero
dell'Ambiente, quindi tutta una serie di percorsi e di procedimenti
amministrativi che sembravano aver visto il momento finale nella scelta del
contraente generale allorquando si è espletata la gara.
Quest’Aula
si è occupata in tante circostanze di questo argomento; ci sono state varie
interpellanze da parte di colleghi, qualcuna anche da parte del sottoscritto e,
l’ultima circostanza, nel settembre 2018 ha visto un'interpellanza nella quale
la Giunta regionale assicurava che, comunque, entro il 16 marzo 2019 avrebbe
avuto luogo la consegna del progetto esecutivo in modo da consentire ad Anas di
approvarlo nel periodo successivo e far sì che, addirittura, i lavori potessero
iniziare inderogabilmente entro l'11 novembre 2019.
Tali
impegni, chiaramente, non sono stati mantenuti.
A questo
punto, diventa impossibile rispettare questo cronoprogramma ed il mancato avvio
dei lavori è già causa di grandi e gravi preoccupazioni da parte delle
popolazioni e delle amministrazioni locali.
È chiaro
che lo svolgimento di questi lavori potrebbe essere un'occasione di crescita
per l’asfittica economia locale, anche dal punto di vista economico.
Questa
preoccupazione è stata ulteriormente aggravata dai lavori parlamentari della
scorsa settimana, nel corso dei quali la maggioranza di Governo – peraltro, una
maggioranza di Governo a guida Movimento Cinque Stelle e Lega - e il Ministro
dei lavori pubblici, Toninelli, che è un ministro del Movimento Cinque Stelle,
hanno respinto la proposta di un ordine del giorno volto ad impegnare
l'Esecutivo, quindi il Governo centrale, ad assumere impegni chiari sulla
realizzazione dell'opera e ad impegnarsi per la velocizzazione del relativo iter.
A
seguito di ciò, il Ministro alle infrastrutture, Toninelli, del Movimento
Cinque Stelle, ha dichiarato che “l'ammodernamento della Statale 106 è una
delle opere per le quali si procederà a designazione di un Commissario”,
alimentando indirettamente i timori di chi teme nuovi e ulteriori ritardi nella
realizzazione delle opere pianificate.
Ormai da
tempo immemore le popolazioni attendono la realizzazione di un'opera per la
messa in sicurezza di questa arteria stradale vitale nei collegamenti, ma anche
estremamente pericolosa e sede ogni anno di centinaia di incidenti, molti dei
quali mortali.
Secondo
la denuncia dell'associazione “Basta vittime sulla strada” sulla Statale 106,
il ritardo nell'apertura dei cantieri sarebbe da ricondursi a ripensamenti
indotti dalla contrarietà al progetto da parte di alcuni parlamentari calabresi
delle forze politiche appartenenti alla coalizione di Governo dell'Esecutivo
guidato dal premier Conte.
Signor
Presidente, con questo ordine del giorno, sottoscritto dalla maggioranza e
dalla minoranza di questo Consiglio regionale, chiediamo alla Giunta regionale
di adoperarsi presso il Governo centrale, per chiarire cause e ritardi
nell'esecuzione delle opere afferenti il Megalotto 3 della Statale 106 Jonica.
Chiediamo,
altresì, di promuovere con urgenza un Tavolo di confronto.
So che
lei in questi giorni ho già intrapreso un'iniziativa in questo senso, ma credo
che ci debba essere anche il sostegno forte da parte del Consiglio regionale
con il Governo nazionale, affinché il competente Ministro delle infrastrutture
e trasporti ci dia certezze in ordine ai tempi e alle modalità di realizzazione
dell'opera.
Penso
che in un contesto generale, signor Presidente del Consiglio regionale, nel
quale il Governo centrale ha licenziato una serie di impegni e di opere
pubbliche di rilievo addirittura internazionale, anche per i profili di spesa
per la finanza pubblica che sono concentrate quasi tutte nel nord del Paese -
questa è l'unica opera pubblica di rilievo per il Mezzogiorno e soprattutto per
la Calabria – perché l'impegno di spesa che già c'è ammonta a un miliardo e 420
milioni di euro circa, non si possa giocare come al solito a nascondino mentre
a pagare le conseguenze di tutto è l'ultima ruota del carro, cioè la Calabria,
ma penso che gli impegni presi debbano
essere rispettati; vale a dire che questo investimento che inseguiamo ormai da
decenni, sia realizzato in tempi brevi e sul territorio adempiendo agli impegni
presi.
Mi
dispiacerebbe molto che la spesa – peraltro, come dicevo prima, già impegnata –
una spesa cospicua fosse, magari con qualche pretesto, deviata verso altri
territori del Paese.
La
Calabria e, in particolare la sibaritide dell'alto Jonio, non possono più
aspettare.
È
necessario che quest’opera venga realizzata.
Chiediamo
al Presidente della Regione, con la forza dell'intero Consiglio regionale, di
avere un confronto con questo Governo che, lo voglio ricordare, il 4 marzo 2018
ha avuto un suffragio notevolissimo degli elettori calabresi: 20 parlamentari
su 30, in questa Regione sono parlamentari di maggioranza.
Ai
parlamentari calabresi, soprattutto a quelli di maggioranza – perché quelli di
minoranza sono già fortemente impegnati in questa vicenda a favore della
realizzazione del Megalotto – chiediamo di assumere impegni chiari e precisi e,
anche al di là delle note indirizzate ai calabresi, assumano in Parlamento, che
è la sede deputata, attraverso condotte chiare ed univoche, degli impegni nei
confronti dei calabresi.
Credo
che questo lo dobbiamo ai calabresi, ai cittadini di quell’area e a coloro i
quali attendono da tempo la realizzazione di quest'opera.
Presidenza
del vicepresidente Vincenzo Ciconte
Grazie, consigliere Gallo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Al di là
dell'alternanza che, in genere, si fa fra consiglieri di minoranza e di maggioranza,
in Conferenza dei capigruppo abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno che
riguarda i lavori della Statale 106 Jonica, ovvero un investimento di un
miliardo e 400 milioni di euro che andrebbe spiegato ai turisti senza Gratta e
vinci, no? – purtroppo, se sono turisti, lo sono anche per i Gratta e vinci –
ai turisti della politica e, in particolar modo a quelli calabresi, che vorrei
elencare ma non li ricordo a differenza del consigliere Bova, del presidente
Oliverio e dei parlamentari calabresi del Partito Democratico, di Fratelli
d’Italia e di Forza Italia che stanno in Parlamento.
Ho
atteso con grande pazienza questo giorno.
L'ho
atteso perché penso che, nonostante la differenza che mi vede sulle questioni
che riguardano Giuseppe Aieta, il presidente Oliverio o l’essere minoranza
alternativa sulle cose, la politica resta rispetto a mentitori seriali.
Posso
farlo perché non stavo in “Rimborsopoli”, perché restituirò forse molto di più
di quanto restituirà il suo gruppo alla Camera alla fine di questa legislatura
e perché continuo a viaggiare per le strade di questa terra mentre qualcuno è
andato in vacanza a Bruxelles e a Roma, disconoscendo i problemi a cui hanno
sicuramente ha contribuito un pezzo di politica di centro, di destra e di
sinistra, come in tutte le stagioni della politica.
D'altronde,
si è scoperto che poi quella che ha riempito la capitale di topi e di gabbiani,
era impegnata a mettere le mani sugli stadi; oppure De Vito, arrestato, era
impegnato a prendere le mazzette per gli stadi; l'altra, la Appendino, era
impegnata, così come quelli non confermati.
Significa
che, finalmente, dopo una stagione difficile, la politica seria ha dovuto
osservare anche il silenzio, che ci sta quando c'è qualcuno che fa vergognare
l’arco costituzionale della politica.
Poi c'è
qualcuno che ha anche raccontato di aver provato a restituire 800 euro che non
ha neppure restituito e, anche lì, c’è la truffa e la menzogna. No!?
L'abbiamo
ricordato nell’Aula del Consiglio regionale, quando qualcuno, anziché occuparsi
del suo ruolo secondo la Legislatura, prima di minoranza oggi di super
maggioranza, nel Parlamento italiano veniva a dare le lezioncine a chi in
questa terra ha studiato, ha visto mondo e prova a svolgere e a rispettare il
proprio ruolo, che è fatto anche delle cosiddette indennità di funzione e,
ancora oggi, ogni volta che parte la crisi, ritorna sul tema dicendo: “Forse
taglieremo, forse diremo” e, anziché di occuparsi di quello che il Parlamento
delibera, raccolgono le firme per dire: “Sai, il consigliere Greco percepisce 5
mila euro lorde di indennità del Consiglio regionale, bisogna prenderne 2 mila e cinque”.
Va bene,
lo possiamo stabilire in ambito nazionale, però siamo arrivati al tema che è
quello che ci porta a dire che la serietà finalmente tornerà di moda. Per
quanto mi riguarda l'onestà lo è sempre stata, perché bisogna esserlo
nell'esercizio di professionista, di uomo, di padre.
Nello
specifico, chi ha raccontato menzogne ha costruito percorsi che mi hanno visto
lontano mille miglia come partito Fratelli d'Italia, ma penso anche Forza
Italia, rispetto a provvedimenti di questa terra: un reddito di cittadinanza
che non si capisce a chi viene dato e che ci fa tornare indietro su un
provvedimento di una difficoltà inaudita perché è un percorso che dura da
diversi Governi nazionali e regionali, cioè: appostare risorse su progetti di
Megalotto, andare a verificarli, espropri, quello che serviva a questa terra da
tanto tempo.
Poi,
ovviamente, vale anche per gli ospedali per i quali sono state fatte le gare,
ma non si riesce a mettere una pietra. Quanto è diventato difficile oggi
governare l'Italia!
Questi
signori, che ogni giorno danno lezioni e che siedono sulle sedie a
rappresentare i calabresi in modo inutile, nello specifico sono: Francesco
Forciniti, Elisa Scutellà – perdonatemi, li devo leggere perché non li so, non
me li ricordo, non ne ho traccia, tranne qualcuno – Alessandro Melicchio,
Dalila Nesci – aiutatemi – Paolo Parentela – questo si ricorda un po' di più
perché ha il capello alla Little John – Riccardo Tucci, Carmelo Misiti, l'uomo
del sistema che fa l'uomo anti sistema. Basta!
Francesco
Sapia, Anna Laura Orrico; non li cito tutti, altrimenti sembra di dare
importanza personalistica.
Al di là
dei nomi e dei cognomi, la gente li porta in Parlamento per difendere la
Regione.
Di
fronte al provvedimento di un Governo che ha sfasciato l'Italia e che continua
a sfasciarla sui temi importanti – e Fratelli d'Italia è stata contraria anche
perdendo deputati e consiglieri regionali rispetto al tema dell’autonomia
differenziata – abbiamo un pezzo di rappresentanza calabrese - e mai nella
storia di questa Regione neanche ai tempi della Democrazia Cristiana, una forza
politica ha avuto tanti parlamentari, compresi quelli della Lega – che di
fronte a un provvedimento così importante, per cui ogni giorno sentivamo le
manifestazioni e le frustrazioni, ancora oggi ci dice che forse taglieranno gli
stipendi ai parlamentari.
Dovete
andare a casa e dovete vergognarvi.
Se
Rousseau non vi dà la possibilità di dire una cosa in questi anni, da minoranze
e oggi da maggioranza non avete non solo la capacità – perché non c'è proprio
il senso della conoscenza dei problemi veri della Calabria – ma nemmeno la
possibilità e la facoltà, perché siete figli di una piattaforma a cui siete
obbligati a pagare anche l’obolo.
Da anni
attendo pazientemente questo giorno per dire a questa gente inutile, che usurpa
la rappresentanza che, su un tema così centrale, questi nomi e cognomi, che ci
ritroveremo per strada, nei confronti anche delle elezioni regionali, non solo
non hanno rappresentato la Calabria, ma sono stati silenti perché non
rappresentano nulla e nessuno, se non un pensiero terzo che gli ha fatto
vincere un concorso da click.
C’è
gente a cui va il massimo rispetto; l'abbiamo riservato a Laura Ferrara, con
cui ci siamo confrontati e alla quale ho fatto finanche un in bocca al lupo per
essere stata rieletta a Bruxelles, ma sono qui per dire che le funzioni, così
come richiamiamo alla responsabilità la nostra minoranza e quella del
presidente Oliverio che anche noi critichiamo, devono avere un significato.
La
pagina vergognosa – ha detto bene in Parlamento la nostra deputata, Wanda Ferro
– di questo Governo di aver tagliato un provvedimento, che è arrivato dopo
forse 11 anni di lavoro stancante della destra quando governava, della sinistra
e di tutti i governi, oggi è stata mortificata senza che nessuno – perché non
hanno la potestà – si potesse alzare in Aula a difendere un provvedimento che
non solo significa sviluppo, ma significa anche sicurezza.
Questo
giusto per dare una risposta a chi ha raccontato bugie. Finalmente, insieme
all'onestà di cui siamo testimoni indefessi nella nostra storia di uomini e di rappresentanti
dei partiti, di militanti, di dirigenti e anche di membri di questa Assemblea,
aggiungiamo anche l'inutilità di chi non sa neanche di cosa parla.
Forse,
finalmente, nel dibattito – e lo saluto positivamente, ahi noi, per un dramma,
l’ennesimo di questa terra – la serietà tornerà di moda nel confronto sui
contenuti.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Presidenti e colleghi consiglieri, intervengo
in questo dibattito dato dalla discussione dell’ordine del giorno votato
all'unanimità da tutti i capigruppo circa un chiarimento che deve essere fatto
sulla gestione della Statale 106 Jonica.
Tutto
questo dà la possibilità di fare una valutazione politica, così come ha fatto
poc'anzi il consigliere Orsomarso; una valutazione politica che – guardate –
non è tanto e solo il dibattito – consigliere Orsomarso – sulla questione della
106.
Quello
che è venuto fuori è che un Ministro, il ministro Tria – non l'usciere del bar,
o il contadino di Roccasecca, ma il ministro Tria – dichiara con candore
verginale che c'è da sbloccare una serie di opere pubbliche.
Queste opere pubbliche sono:
la Tav Torino-Lione, il terzo valico Genova-Milano, la Pedemontana Lombarda, il
Mose di Venezia, la Tav Brescia-Padova, la tangenziale veneta, la nuova pista
aeroportuale di Firenze, il Passante di Firenze, il Passante di mezzo di
Bologna, la Gronda di Genova e, dulcis in
fundo, qualche chilometro che riguarda la 106 Jonica Roseto-Sibari.
Questo è un tema politico! È
un tema che deve necessariamente dare un mandato pieno al presidente Oliverio.
Ricominciare a fare battaglia
politica: la dobbiamo fare tutti, caro consigliere Orsomarso! E la dobbiamo
fare, però, non guardando semplicemente ai 20 inutili parlamentari dei 5
Stelle, che abbiamo avuto l’opportunità di avere in Commissione e che, tranne
qualche residuale idea in ragione di taglio o di altro, rispetto a quello che
dev’essere una valutazione politica sono il silenzio, il nulla. Non v’è dubbio
che, però, nella concretezza delle cose qua ci sia da stabilire quella che è
stata la logica di alcuni partiti centralisti, compreso il PD.
Senza ombra di dubbio!
Compreso il PD! Presidente Oliverio, tu l’hai fatto quando eri Presidente alla
Provincia; ricordo delle sedute di Consiglio provinciale importanti, quando a
Roma si votava per la trivellazione a Maglione e noi eravamo lì, su tua
proposta, a votare contro le trivellazioni a Maglione.
Quel Governo era il Governo
del PD.
Però c’è da dire una cosa
semplice e molto chiara, lo dico con grande franchezza: non accetto, caro
consigliere Orsomarso, che l’avversario sia solo il Movimento 5 Stelle; e la
Lega Nord? La Lega Nord!?
Questo dev’essere oggi il tema
vero!
Che cosa riusciamo a costruire
se il nordismo leghista, che invade tanti partiti centralisti, oggi la fa da
padrone e quindi dobbiamo assistere al commissariamento dei lavori della Strada
Statale 106, al commissariamento della sanità. Il sistema è un sistema talmente
marcio che per giustificare i 350 milioni - e per le Regioni del Sud quasi 1
miliardo di euro! – necessari per riammodernare l’ospedale San Camillo o altri
ospedali della Lombardia… Signori miei, qua dobbiamo dire le cose come stanno e
quindi diciamo che noi, per utilizzare una metafora bellissima di Manzoni, non
vorremmo essere “tanti vasi di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro”.
Per fare questo bisogna oggi
che ci sia una ribellione politica, una ribellione imponente, una ribellione
che vede, nel detassarci da quella che è una mentalità, una filosofia,
riscattarci da quello che dev’essere oggi il riscatto del Sud.
A cosa servono le battaglie
sulla ZES quando si fanno poi la via della seta e quindi quando si preferisce
altro!?
Sono tutte tematiche che noi
dobbiamo affrontare; sono tematiche politiche e mi trovo d’accordo. Questa
mozione io la trasformerei e l’ho votata, l’ho firmata, consigliere Gallo!
È una mozione generale su
quello che dev’essere il rapporto con un Governo, che è Governo a trazione
leghista.
Una cosa che non farà mai, a
mio avviso, il ministro Salvini è quello di voler fare il Presidente del
Consiglio perché in quell’occasione getterà la maschera, dovrà gettare la
maschera e quindi realmente verificare se ci sono le condizioni per fare
qualcosa per l’Italia.
Mi fa ridere quando si dice:
prima gli italiani! Ma quali italiani!?
Gli italiani che hanno, come
quelli della Liguria, 57 chilometri di infrastrutture per azienda, rispetto a
quelli della Puglia che hanno 13 chilometri di infrastrutture per aziende.
Allora dobbiamo chiarircelo e
dircelo in modo netto!
Probabilmente questo scorcio
di Legislatura – e mi fa piacere - ci porterà a discutere su quella che
dev’essere una linea netta di demarcazione, non tra minoranza e opposizione o
tra minoranza e maggioranza, non tra sinistra e destra, ma tra chi oggi tiene
alla Calabria e al Sud e chi è contro la Calabria e il Sud.
Questo è il tema vero che
dev’essere posto all’attenzione da ognuno di noi.
Noi possiamo chiaramente - e chiudo
-, votare la mozione, tentando di capire se possiamo inserire altri elementi di
natura politica.
Questo Consiglio regionale,
prima della fine della Legislatura, dovrà dire un secco “no” ad ogni forma di
condizionamento politico o di commissariamento politico, perché il
commissariamento di chi sta su rispetto a chi sta giù è una metafora che non mi
piace, che non mi appartiene e che non mi troverà mai genuflesso a questo tipo
di ragionamento.
Quindi, presidente Oliverio,
ognuno di noi, Presidente del Consiglio, ha un compito specifico: aprire un
tavolo serio di discussione.
Spostiamo per un attimo il
tiro; ci saranno dei punti importanti, chiaramente, che riguarderanno gli
LSU-LPU, ma – scusatemi – se il problema di questi poveri lavoratori, che tanto
hanno fatto e stanno facendo per i Comuni, fosse stato un problema del Nord
saremmo stati qui o sarebbe già risolto?
Il problema vero è che noi in
questi anni non abbiamo avuto una classe parlamentare di destra e di sinistra
capace di difendere la Calabria e il Sud. Probabilmente ha lasciato la Calabria
e il Sud al proprio destino.
Invertiamo la tendenza perché
il destino di domani dobbiamo essere capaci oggi di scriverlo noi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo
brevemente, anche perché credo di essere stato in questi anni, insieme ad altri
colleghi, uno dei più attenti su questa vicenda di cui oggi discutiamo; ahimè!
momenti di difficoltà e di criticità e nessuno mai pensava di poter, dopo 2
anni dall’approvazione della delibera del CIPE, discutere ancora dell’avvio dei
lavori.
Questa è, credo, la
testimonianza più vera di come oggi chi governa il Paese ha intenzione di
rapportarsi ai bisogni, alle esigenze, alle aspettative delle comunità, non
solo calabresi ma del Mezzogiorno del Paese.
Basta leggere il libro
pubblicato di recente da Marco Esposito, un giornalista del Mattino, per
renderci conto di come il Sud sia stato tagliato da ogni forma d’investimento,
di programmazione, di interventi da parte di questo Governo.
Badate bene, noi oggi parliamo
della Lega e parliamo dei 5 Stelle - condivido tutto quello che ha detto il
collega Orsomarso, quello che ha detto il collega Greco - ma il vero pericolo
per il Mezzogiorno e per la Calabria non sono i 5 Stelle!
Il vero pericolo per la
Calabria e per il Mezzogiorno si chiama Lega!
Non c’è bisogno di attaccare i
5 Stelle non perché per la loro inconsistenza, insipienza, incapacità saranno
spazzati via da qui a poco.
Già le elezioni europee hanno
testimoniato la difficoltà, la fragilità di un movimento che non ha nulla se
non la piattaforma di Casaleggio.
Ma c’è un problema serio di
cui parlare in quest’Aula: il problema Lega. Qual è il progetto della Lega per
la Calabria e per il Mezzogiorno del Paese?
Vi invito nuovamente a leggere
il libro pubblicato qualche giorno fa da Marco Esposito per capire la
drammaticità della situazione e la pericolosità della situazione e il pericolo
che rappresenta un uomo come Salvini, che rischia d’infrangere l’unità del
Paese, di rompere l’unità del Paese e di rendere sempre più marginale il Sud
nelle scelte a livello nazionale ed europeo.
Questa è una riflessione a latere del problema.
Sul problema specifico credo
che abbia fatto bene il presidente Oliverio a chiedere l’istituzione di un
Tavolo tecnico di discussione sul problema, perché quando un Governo nomina un
commissario dimostra che c’è un qualche problema; qualcuno dice di ordine
finanziario ed economico; qualcun altro dice d’incapacità o di non fiducia nei
confronti di chi dovrebbe realizzare l’opera.
Credo che abbia fatto bene il
presidente Oliverio a rivendicare, a richiedere l’istituzione di un Tavolo dove
si discuta con il Governo nazionale e con il Governo regionale su questo tema,
che è cruciale per lo sviluppo di questo territorio.
Ricordiamo che la Strada
Statale 106 è la “strada della morte”, in cui, fino a un mese fa, sono stati
censiti 750 morti; cosa sono il diritto alla sicurezza o il diritto alla
mobilità se non si realizzano quelle opere strategiche per lo sviluppo di una
regione, quali sono appunto le infrastrutture?!
E mai - e lo voglio dire al
collega Greco questo, riferito al Governo nazionale, anche a Governi nazionali
precedenti, come quello del Governo Renzi e del Governo Gentiloni - mai la
Calabria, caro collega Greco, aveva avuto un investimento di 1 miliardo di euro
per realizzare una finanziaria, per realizzare 32 chilometri di strada che
collegasse lo Ionio all’Adriatico in maniera veloce e dignitosa per un Paese
civile.
Anche su questo dobbiamo
essere chiari, né tanto meno fare “di tutta l’erba un fascio”, perché
altrimenti commetteremmo l’errore di chi punta sempre il dito e mai, invece,
affronta il problema.
Noi dobbiamo affrontare il
problema e mai puntare il dito perché altrimenti questo diventa poi “un terno
al lotto”, dove ognuno di noi è coinvolto, risucchiato e non risolviamo il
problema.
Oggi noi dobbiamo pretendere!
Avete fatto bene come Conferenza
dei capigruppo all’unanimità a firmare un ordine del giorno duro, di
condivisioni, che dev’essere ancora di più allargato e supportato dalle altre
emergenze che ha la Calabria. Parlo anche della famosa Frecciargento
Sibari-Roma.
Un altro punto di forza di
questo Governo del centro-destra: Toninelli è andato su Sibari ad annunciare la
Frecciargento; Labate… 50 articoli sui giornali dove annunciava…ebbene.
Anche lì dimostrano
incapacità, incompetenza e irresponsabilità nei confronti dei cittadini perché
io so il lavoro che stanno facendo l’assessore Musmanno, il presidente
Oliverio, l’assessore Russo su questo tema, per avvicinare sempre di più la
Calabria al resto d’Europa!
Ma poi bisogna fare i conti
con altri strumenti, altre esigenze, anche sui costi-benefici, come oggi si
parla, no!?
Bisogna fare i conti con tanti
strumenti per poter poi realizzare le cose.
Anche lì dimostrano
incapacità, irresponsabilità questi territori.
Quando si annunciano misure,
quando si annunciano interventi, quando si annunciano alcune cose e poi non
vengono realizzate, la colpa è della politica in generale, non fa distinzione
la gente!
Ecco perché si ricoprono
irresponsabilità e mancanza di rispetto dei ruoli in questo nostro Governo
nazionale.
Noi oggi su queste cose
dobbiamo battere il pugno, pretendere rispetto per la Calabria e per i
rappresentanti istituzionali. Non si è mai verificato che venisse in Calabria
un Ministro, il Presidente del Consiglio e non venisse invitato il Presidente
della Giunta regionale a un incontro o ad un’interlocuzione, a un confronto!
Non si era mai verificato!
Ecco perché sono privi di senso di responsabilità, privi del rispetto delle
istituzioni.
È su questo che noi dobbiamo
alzare la voce, dobbiamo alzare il tiro e dobbiamo farci rispettare, per quello
che rappresentiamo, per il nostro impegno verso la Calabria. Soprattutto, non
alzando la voce come sto facendo io, ma mettendo in campo azioni concrete.
Credo che in questi anni
abbiamo messo in campo tante azioni concrete, inerenti al sistema della
mobilità e delle infrastrutture.
Credo che abbiamo le carte in
regola, oggi, per rivendicare ascolto, per chiedere, per pretendere ascolto e
per dare risposte ai nostri cittadini, ben sapendo che non abbiamo un Governo
amico ma un Governo oggi a trazione leghista, che a me preoccupa più dei 5
Stelle che - ripeto - sono inconsistenti, incapaci e irresponsabili.
Lì c’è un segno più pericoloso
per il Paese! È lì che noi dobbiamo alzare il tiro; verso la Lega con più
forza, con più determinazione, con più coraggio, anche facendo capire ai tanti
nostri amici, che in buona fede oggi votano la Lega - perché Salvini riesce a
parlare alla pancia delle persone - che è un danno alla Calabria il voto alla
Lega, è un danno al Mezzogiorno ed è un pericolo per l’Italia e per la sua
tenuta democratica.
Presidenza del presidente Nicola Irto
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Intervengo, innanzitutto, per ringraziare il consigliere Gianluca Gallo e gli
altri componenti della Conferenza dei capigruppo per aver voluto mettere
all’ordine del giorno di questa seduta odierna del Consiglio regionale, anche
come primo punto all’ordine del giorno, la vicenda del Megalotto 3 della SS
106.
Era qualche anno fa, era il
1993. Svolgevo il servizio militare e lo facevo a Lecce.
Di tanto in tanto capitava che
ci dessero delle licenze per poter ritornare a casa e si arrivava fino a
Metaponto con tranquillità e con agevolezza.
Da quel punto fino ad arrivare
a casa, in Presila, le strade erano nelle condizioni che ricordiamo fino a
quest’anno.
Con sacrifici indicibili si è
messo mano alla A3 - oggi diventata A2 - resa, almeno in quel tratto,
un’autostrada degna di questo nome.
Si è finalmente ultimato il
lotto che da Firmo porta fino a Sibari e che collega, quindi, la provincia di
Cosenza, in teoria, con il Golfo di Taranto e quello che significa, dal punto
di vista degli scambi commerciali della Piana di Sibari con quel territorio
vastissimo e vediamo oggi una parte del Parlamento italiano, dei nostri
parlamentari calabresi, bloccare un Megalotto, non di 300 chilometri, non un
lavoro immenso, quale è stato quello della realizzazione della A3, qualche
decennio addietro, ma, dopo oltre 30 anni, bloccare una bretella di circa 34
chilometri. E non farlo perché abbiamo paura del fatto che ci possano essere
imprenditori che si incaricheranno della realizzazione di questi lavori, perché
i controlli adesso li fa il Ministero, i controlli li hanno loro nelle mani.
Sono state verificate le
progettuali; è stato fatto lo screening
preciso di ogni tipo di possibile intervento contro la natura e l’ecologia e
non c’è impatto ambientale.
Difendono - e lo dico senza
paura! - gli interessi di qualche piccolo prenditore e per l’interesse di
qualche piccolo prenditore continuano a rimestare, a bloccare la realizzazione
di un’opera strategica, che è diventata un “tappo” per l’economia calabrese.
34 chilometri di velocità normale,
non di iperboli, di velocità a 130 chilometri orari, come è previsto in una
superstrada di quel tipo, a quattro corsie, sicura, dove non ci sono
interversioni nel traffico, dove non c’è possibilità di svolte a sinistra, di
svolte ad U, dove finalmente non vedremo, almeno in quel tratto della Strada
Statale 106, morire persone come fossero gocce d’acqua.
Le persone che moriranno le
porteranno sulla loro coscienza, per ogni giorno di ritardo, su quel tratto di
strada!
34 miseri chilometri bloccano la
realizzazione di una strada che può rappresentare, invece, uno sbocco
commerciale enorme e di lavoro! Sì, di lavoro, perché di lavoro si tratta,
collega Bova.
Le imprese che andranno a
realizzare quel Megalotto daranno lavoro per anni agli operai, alle maestranze
calabresi che potranno lavorarci.
Questa è la verità. C’è una
volontà di distrarre l’opinione pubblica con un “no” continuo a tutto quanto
quello che di buono viene proposto persino dal loro stesso Governo!
Cos’è che li muove?
Non posso che pensare che è
l’interesse di quei piccoli prenditori della ricezione e del turismo, che non
hanno capito che - è vero, c’è necessità di un turismo lento - le strade che
però consentono quel tipo di turismo non verranno eliminate.
C’è una bretella che consente
la viabilità sicura, veloce e che elimina le interversioni e gli ingressi
all’interno delle città e finalmente una strada moderna, anche in quella zona,
che ci mette in contatto con la Basilicata e con la Puglia in maniera veloce,
sicura e certamente determinante per l’economia del nostro territorio.
Ancora complimenti ai colleghi
della minoranza che hanno voluto discutere questo problema. Non voglio scendere
in questioni di carattere politico perché, credetemi, di politico ci vedo
davvero poco!
Sono le micragne di chi pensa
che questo tipo di struttura, che è un investimento enorme da parte dello
Stato, possa portare un nocumento di carattere economico alla povera propria
tasca; che un partito politico, che si tinge di onestà, prenda questa bandiera e
l’ammanti, senza spiegarcene poi le ragioni, di un’onestà che non c’è, è una
cosa che sfugge alla comprensione di chiunque.
L’invito, allora, Presidente,
alla Giunta, a tutto quanto il Consiglio, se dovesse esserci necessità, di
prendere ogni azione, è di assumere ogni azione, ogni iniziativa affinché
questo Megalotto possa essere finalmente realizzato e la si smetta con questa
pantomima del “sì” o del “no” alternato, come se si trattasse del bastone e
della carota da dare a questuanti ed elemosinanti.
È un’opera strategica. Va
fatta. Va realizzata.
Quando si è trattato di farla
come maggioranza sulla ferrovia jonica non abbiamo esitato un attimo ad
investire 570 milioni di euro, che probabilmente se avessimo destinato ai
Sindaci dei Comuni, dei 405 Comuni della nostra Calabria, probabilmente
avrebbero avuto un impatto più immediato, dal punto di vista elettorale, ma non
è questa la politica che abbiamo avuto intenzione di fare dal primo giorno del
nostro mandato.
Per cui grazie ancora ai
colleghi della minoranza e a tutti i colleghi capigruppo, al presidente Irto.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
presidente Oliverio, prego.
Presidente, colleghi
consiglieri, credo più che opportuna questa discussione.
Ringrazio i proponenti di
quest’ordine del giorno per averla provocata, per avere consentito al Consiglio
di affrontare una discussione su questo tema, che è al centro di questo ordine
del giorno.
Non nego che rimango
esterrefatto rispetto ad un’iniziativa che è l’opposto degli interessi della
Calabria.
Nei giorni scorsi abbiamo
appreso che in un’Aula del Parlamento, alla Camera dei Deputati, un
rappresentante del Governo, in risposta ad un’interrogazione, relativa alle
opere comprese nello “Sblocca cantieri”, nel cosiddetto “Sblocca cantieri”, nel
decreto, appunto, assunto per l’accelerazione dei lavori di alcuni cantieri, ha
affermato che relativamente al Megalotto in questione, Sibari - Roseto Capo
Spulico, bisognava verificare la copertura finanziaria.
Lasciando intendere che
relativamente a quest’opera saremmo all’anno zero. Ora, a parte il fatto che un
rappresentante del Governo, in un’Aula parlamentare, prima di accingersi ad
affermazioni relative a fatti precisi, puntuali, dovrebbe avere l’amabilità
d’informarsi, credo che liberare parole, così, in libertà, sia significativo
della condizione nella quale, appunto, il Paese si trova.
Naturalmente a questo c’è
stato un coro, una eco da parte di alcuni rappresentanti dei 5 Stelle, rappresentanti
calabresi.
Anche qui siamo in presenza di
un paradosso: una volta i rappresentanti istituzionali di un territorio si
battevano che il territorio avesse spazio nella programmazione, negli
investimenti, nella realizzazione di opere interessanti quel territorio.
Oggi assistiamo ad
un’impostazione inversa, cioè si mette in discussione un’opera che, come qui è
stato detto, ha avuto un iter
travagliato, perché a è stata concepita nel 2007 - è ricordato qui anche nella
interrogazione, la cui prima parte ricostruisce la storia di quest’opera e,
anzi, per la prima parte ho già detto al primo firmatario, al consigliere
Gallo, che ci sono piccole correzioni da fare - e che finalmente è stata
portata a buon fine.
Ed è stata portata a buon fine
con un deliberato del CIPE del 28 febbraio 2018, che ha messo la parola fine ad
una telenovela; una telenovela, appunto, che ha visto tessere di giorno e
scucire di notte, che ha rimbalzato responsabilità tra le varie Amministrazioni
dello Stato (il Mibact, il Ministero dell’ambiente, eccetera, eccetera), che
noi abbiamo preso per mano; un’opera che abbiamo preso per mano e abbiamo
portato a buon fine e con determinazione.
Vorrei ricordare che al CIPE
del 28 di febbraio quest’opera è arrivata ed è stata approvata con la relativa
copertura finanziaria - perché questo fa il CIPE - dopo aver superato non pochi
ostacoli; per ultimo quello del Consiglio superiore dei lavori pubblici, a cui
il sottoscritto, guidando la delegazione dei Sindaci dei territori interessati all’opera,
ha partecipato, pronunciando un voto favorevole della Regione e degli Enti
locali e acquisendo definitivamente il parere del Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici, che si è tenuto…adesso non ricordo la data precisa, ma nei
giorni precedenti il deliberato del CIPE del 28 di febbraio.
Un investimento di 1 miliardo
350 milioni di euro; un investimento che consente di chiudere l’anello tra
l’Autostrada del Sole, Sibari, quindi la 534 - uscita Firmo - già completata per
quanto riguarda i lavori di ammodernamento, e Roseto Capo Spulico e, quindi, il
collegamento con il Corridoio Adriatico.
Un Megalotto che consente di
rendere accessibile la Calabria, attraverso una infrastruttura adeguata alle
norme comunitarie; classificata, secondo le norme comunitarie, con doppia
carreggiata e 4 corsie. Mi pare che tentare di mettere in discussione o non
avere le giuste e rispondenti alla realtà informazioni da parte di
rappresentanti del Governo sia davvero, come dire!?, un fatto incredibile, che
suscita confusione, suscita preoccupazione nelle popolazioni.
Ho chiesto, con una lettera,
al ministro Toninelli, non già di rispondere a questa confusione, perché gli
atti sono già formalmente assunti. Gli atti sono un deliberato del CIPE e la
relativa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Gli atti sono che si è dato
incarico ad Anas, che è l’Ente attuatore, di seguire le procedure con
l’appaltatore, con l’impresa aggiudicataria dei lavori nel 2011. Non stiamo
parlando di un’aggiudicazione fresca di questi ultimi anni o di queste ultime
settimane.
Le procedure sono già
avanzate, perché si è già provveduto a tutta la procedura espropriativa,
all’acquisizione dei terreni; si è in attesa che l’impresa aggiudicataria
presenti il progetto esecutivo - che credo entro fine giugno dovrebbe essere
presentato -; c’è stata una richiesta di proroga dei termini, per quanto di
nostra conoscenza, da parte dell’impresa ad Anas per la progettazione, per la
presentazione della progettazione esecutiva ma solo per problemi che hanno
interessato l’ATI. Lì c’è un ATI; ci sono due grandi imprese in ATI e ci sono
stati, da come abbiamo appreso anche dai giornali, problemi che hanno
interessato, appunto, le imprese dell’ATI; problemi che sarebbero stati
superati. Quindi, c’è stata una richiesta di proroga nella presentazione della
progettazione esecutiva.
C’è un impegno dell’impresa ad
organizzare il cantiere entro il mese di settembre, per partire con i lavori.
Stiamo parlando di un’opera
che è non solo finanziata ma già in fase di progettazione definitiva,
esecutiva, sulla quale sono stati acquisiti tutti i pareri degli Enti
interessati e dei Ministeri interessati. Stiamo parlando di un’opera che è già
in cantiere!
Di questo stiamo parlando!
Come si può, appunto, rispetto allo stato di una grande opera, qual è quello
che presenta il Megalotto, mettere in discussione 10 anni di lavoro, 10 anni di
confronto, di acquisizione di nulla osta, eccetera!? Ecco perché noi abbiamo chiesto con una
lettera al ministro Toninelli di convocare subito un Tavolo tecnico, Regione -
Ministero, per verificare e monitorare l’andamento dei lavori, non per avere
risposte circa i quesiti che scaturiscono dalla confusione che è stata
alimentata in questi giorni ovvero circa il fatto se è finanziata o non
finanziata; è un’opera che è già in stato avanzato, che è già nella fase di
apertura dei cantieri e che ha avuto un deliberato da parte del CIPE nel
febbraio di un anno fa, un anno e mezzo fa.
È un’opera che, appunto, ha
altra storia; non è in discussione.
Fa riflettere la discussione
che, anche ad opera di alcuni rappresentanti parlamentari, è stata sollecitata,
è stata agitata in questi giorni.
Fare opposizione a quello che
è stato realizzato prima, a quello che è stato realizzato negli anni
precedenti, non significa mettere in discussione le opere già realizzate.
Siccome, però, siamo accecati ormai da una furia iconoclasta, senza bussola,
senza razionalità e senza saldi collegamenti con gli interessi dei territori
che si rappresentano, appunto, può succedere di tutto in quanto alla
discussione e al dibattito pubblico.
Credo che anche questo debba
essere oggetto di riflessione perché chi rappresenta un territorio, oltre che a
rappresentarne gli interessi, deve avere la bontà di rispettare, appunto,
quelli che sono i canoni fondamentali di una funzione di rappresentanza. E i
canoni fondamentali di una funzione di rappresentanza non possono non fare
riferimento al merito delle questioni.
Al merito delle questioni.
Quando il merito è sconosciuto
e si parla a vanvera si produce solo danno e il Mezzogiorno e la Calabria hanno
bisogno di tutto tranne che di rappresentanti che parlano a vanvera!
Si può avere punti di vista
diversi sulle questioni ma parlare senza sapere di cosa si parla e parlare in
modo precostituito rispetto a problemi, a fatti, significa produrre solo danni!
Significa alimentare la
sfiducia, la confusione. Noi, credo, di tutto abbiamo bisogno tranne che di
confusione e di sfiducia.
Il Consiglio regionale, che
oggi si pronuncia, rafforza sicuramente quella che è già una posizione che noi
abbiamo espresso; la rafforza, mi pare, unitariamente, e rende ancora più
incisiva l’iniziativa per la quale noi abbiamo chiesto, nei giorni scorsi, con
una lettera al ministro Toninelli, di costituire il Tavolo tecnico perché,
appunto, abbiamo preso atto anche che lo stesso Ministro, in presenza di una
confusione, alimentata dalla sua parte , è corso ai ripari cercando di dire
“non è in discussione nulla di quanto si sta agitando ed alimentando”.
Il pronunciamento del
Consiglio regionale non è altro, quindi, che un atto importante che rafforza
questa iniziativa ed io lo raccolgo positivamente.
Pongo in votazione l’ordine del giorno, protocollo
numero 18047. È approvato.
(Il Consiglio approva)
Chiedo di intervenire sull’ordine dei lavori per ricordare che c’è un
ordine del giorno, a mia firma, che ci trasciniamo dal 21 gennaio 2019, una
volta perché non c’era l’assessore Russo, un’altra perché è mancato il numero
legale. È quello sulla ZES (Zona
Economica Speciale), quindi, chiedo, se è possibile, di invertire l’ordine
dei lavori per discuterlo.
Consigliere Pedà, il provvedimento è già inserito all’ordine del giorno.
Nella Conferenza dei capigruppo abbiamo stabilito di trattare soltanto tre
proposte di legge, rinviare le altre e, poi, passare immediatamente all’esame
di tutti gli ordini del giorno.
Va bene, grazie.
Proposta
di legge numero 346/10^ di iniziativa del consigliere A. Bova, recante:
“Modifiche alla denominazione e alle competenze della Commissione contro la
‘ndrangheta di cui alla l. r. 50/2002”
Continuiamo con la proposta di legge numero 446/10^
di iniziativa del consigliere Bova recante: “Modifica alla denominazione e alle
competenze della Commissione contro la ‘ndrangheta di cui alla l. r. 50/2002”.
Cedo la parola al consigliere Sergio per illustrare
la proposta. Prego, consigliere Sergio.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la proposta
in esame interviene sulla legge regionale numero 50 del 2002, istitutiva della
Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta, modificandone la denominazione ed
esplicitandone meglio le competenze.
La proposta reca anche le indicazioni della
Commissione consiliare contro la ‘ndrangheta che, esaminando la proposta nella
seduta del 12 giugno 2018, ai sensi dell’articolo 66, comma 2, del Regolamento
interno, ha espresso parere favorevole subordinato alla modifica della
denominazione della Commissione, in luogo di quella indicata nell’articolo 1
della proposta, nei seguenti termini “Commissione consiliare contro il fenomeno
della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa”.
Il testo della proposta si compone di 6 articoli:
l’articolo 1 modifica il titolo della legge regionale numero 50 del 2002 e il
comma 1 dell’articolo 1, al fine di esplicitare meglio le competenze della
Commissione consiliare ivi disciplinata anche per coordinarne le funzioni con
la recentissima legge regionale numero 9 del 26 aprile 2018 recante:
“Interventi regionale per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della
‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile,
della trasparenza”; l’articolo 2 adegua l’articolo 2 della legge regionale
numero 50 del 2002 alla nuova composizione delle Commissioni consiliari
derivanti dalla riduzione legislativa del numero dei consiglieri regionali e
dal nuovo testo del Regolamento interno; l’articolo 3 modifica l’articolo 3
della legge regionale numero 50 del 2002, inserendovi, tra le competenze, il
contrasto al fenomeno della corruzione e la promozione della cultura della legalità,
sempre in linea con la legge regionale numero 9 del 2018; l’articolo 4 modifica
l’articolo 4 della legge regionale numero 50 del 2002, inserendovi la
possibilità della Commissione di coordinare la propria attività con quella
delle altre Commissioni regionali competenti per materia; l’articolo 5 prevede
l’invarianza finanziaria di tale proposta di legge regionale, in considerazione
della sua natura squisitamente ordinamentale; l’articolo 6, in ultimo, dispone
l’entrata in vigore anticipata della legge, fissandola nel giorno successivo a
quello della sua pubblicazione sul BUR Calabria invece che nell’ordinario
termine dei 15 giorni dalla medesima pubblicazione.
La proposta è stata deliberata all’unanimità dalla
prima Commissione nella seduta del 26 giugno 2018. Il provvedimento è neutrale
dal punto di vista finanziario in quanto reca norme a carattere ordinamentale.
A tal fine, la Commissione bilancio si è espressa favorevolmente nella seduta
del 29 giugno scorso.
Ringrazio il Presidente e tutti i componenti del
Consiglio e, per quanto sin qui esposto, chiedo l’approvazione della presente
proposta di legge. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà
Intervengo velocemente soltanto ad integrazione
della relazione introduttiva del consigliere Franco Sergio, Presidente della
prima Commissione, che ringrazio espressamente, unitamente ai componenti di
quella Commissione ed anche della Commissione anti ’ndrangheta.
Questa legge – come già anticipava il consigliere
Franco Sergio – è diretta a modificare la legge istitutiva della Commissione
anti ‘ndrangheta, numero 50 del 2002, nell’aspetto formale, proprio nel nomem,
che, attualmente, è Commissione contro il fenomeno della ‘ndrangheta, ma
diventa anche contro il fenomeno della corruzione e dell’illegalità
diffusa.
Oltre a questa modifica di natura formale, c’è una
modifica anche di natura sostanziale per ciò che riguarda le competenze e,
quindi, lo spettro di azione della Commissione che, a seguito dell’approvazione
di questa legge, potrà occuparsi anche di fenomeni di natura strettamente
corruttiva – quindi, di corruttele – e di illegalità diffusa.
Ci tengo anche a segnalare, nella seduta della
Commissione anti ’ndrangheta del 12 giugno del 2018, l’audizione molto accorata
di Davide Mattiello che, oltre ad essere stato componente della Commissione
parlamentare antimafia, è relatore al Parlamento della legge di modifica del
Codice Antimafia ed il quale ha avuto modo di sottolineare l’importanza di
questa norma perché estende – come
sappiamo – lo spettro di azione nei confronti non soltanto della
‘ndrangheta, ma delle mafie in genere che si avvalgono più della corruzione che
del ricorso alla violenza o altro. Su questo aspetto si sono spesi fiumi di
parole, quindi, non aggiungo altro.
È una legge importante da approvare perché, se
approvata, consentirà anche alla Commissione antimafia – a chi la presiederà,
la costituirà, ed anche a chi verrà dopo di noi – di poter continuare in un
lavoro molto apprezzato ed importante, di contrasto al fenomeno della
criminalità a 360 gradi e senza le false inibizioni che, purtroppo, fino ad
oggi, talvolta, hanno caratterizzato questa battaglia vera e propria.
Quindi, anche io insisto nel ringraziare di nuovo i
componenti delle Commissioni e chiedo che venga approvata questa importante
legge per questa consiliatura.
Passiamo all’esame ed alla votazione del
provvedimento.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Articolo 4.
(È approvato)
Articolo 5.
(È approvato)
Articolo 6.
(È approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Passiamo alla proposta di legge numero 362/10^ di iniziativa
della Giunta regionale recante: “Interventi regionali per il sistema del cinema
e dell’audiovisivo in Calabria”.
Cedo la parola al consigliere Mirabello per
illustrare la proposta. Prego, consigliere Mirabello.
Grazie, Presidente, onorevoli colleghi. La proposta
di legge numero 362/10^ è una importante proposta proveniente dalla Giunta
regionale che è stata approvata dalla terza Commissione e che rappresenta una
scelta importante nella strada dello sviluppo del settore audiovisivo e
cinematografico in Calabria, a partire dal risanamento, dal rilancio e da un
più efficace funzionamento della Fondazione Calabria Film Commission.
Si tratta di una fondazione che in poco più di un
anno, con il lavoro che è stato messo in campo, ha sostenuto le opere di
numerosi giovani creativi del territorio quali: il cortometraggio “Penalty” del
giovane crotonese Aldo Iuliano; il lungometraggio di Fabio Mollo “Il padre
d’Italia”; il film del regista Renato Pagliuso “Racconto calabrese”; il
documentario “Uscirai sano”, prodotto dall’Associazione culturale Kinema di
Girifalco; il film “Judas” del giovane regista Pier Luigi Sposato; il corto di
Gianfranco Loffredo “Quasi domani”; e tanti altri titoli che non riporto adesso
per non prolungare troppo il dibattito.
Si tratta, quindi, di una scelta che la Regione
Calabria ha intrapreso anche decidendo di stipulare un innovativo accordo con
la vicina Regione Basilicata – che, sappiamo, in questo settore ha prodotto
importanti risultati, noti al grande pubblico – che è volto ad implementare le
politiche di sviluppo del settore cinematografico nell’intero Mezzogiorno e
grazie al quale sono state già finanziate numerose produzioni tra cui: “The
Millionairs” di Claudio Santamaria, proiezione speciale nelle Giornate degli
Autori alla 74° Mostra del cinema di
Venezia e Premio SIAE “Talento creativo 2017”; “A Ciambra” del giovane talento
italo-americano Carpignano, premiato con l’Europa Cinemas Label alla Quinzaine
del Réalisateurs del Festival di Cannes, film della critica e candidato a
rappresentare il cinema italiano agli Oscar quale miglior film straniero, la
cui casa di produzione “Stayblack Production” ha aperto una sede operativa in
Calabria.
Tutte queste produzioni hanno visto l’impiego
massiccio di attori, artisti e maestranze locali e dal punto di vista
economico-finanziario si fa riferimento alle sole spese dirette sostenute sul
territorio calabrese. In base ad una prima stima – che necessita di verifica in
seguito alle rendicontazioni finali che saranno presentate – le produzioni
cinematografiche hanno speso il 473,38% dei finanziamenti ottenuti. In
sostanza, per ogni euro di contributo concesso sono stati spesi sul territorio
4,73 euro.
Illustro velocemente gli obiettivi della proposta
di legge.
Intanto, questa proposta di legge punta ad uno
sviluppo qualitativo e quantitativo della cultura della filiera cinematografica
in Calabria, fornendo idoneo supporto finanziario, strutturale, centro di
competenza e consulenza, promuovendo e sostenendo la produzione di opere
cinematografiche, televisive, web, audiovisive e pubblicitarie italiane ed
estere in Calabria.
Gli altri obiettivi sono: quello di promuovere e
sostenere la nascita e lo sviluppo di un distretto dell’industria cinematografica
e audiovisiva locale, nel più ampio contesto delle industrie creative, sia per
promuovere lo sviluppo e la produzione di opere cinematografiche e audiovisive
realizzate nel territorio regionale calabrese sia per agevolare lo sviluppo di
professionalità nel settore, anche in sinergia con altri settori produttivi e
professionali; promuovere e sostenere iniziative volte ad attrarre nel
territorio regionale calabrese produzioni nazionali e internazionali, al fine
di favorire la valorizzazione e la promozione della conoscenza del patrimonio
paesaggistico, culturale, ambientale, enogastronomico e sociale del territorio
regionale – come avvenuto, come ho detto
prima, in altre regioni d’Italia, con brillanti risultati – e il cineturismo e
favorire così opportunità che possono agevolare lo sviluppo di professionalità
e di un distretto dell’industria cinematografica e audiovisiva locale;
sostenere lo sviluppo di una rete di esercizi cinematografici diffusa;
promuovere e sostenere lo sviluppo e la diffusione della cultura
cinematografica e audiovisiva e, in generale, il linguaggio del cinema e
dell’audiovisivo, attraverso il sostegno a festival, rassegne, premi di
carattere nazionale ed internazionale; promuovere la formazione alle
professioni del cinema e l’educazione all’immagine; potenziare e sviluppare i
compiti ed il ruolo della Fondazione Calabria Film Commission nel più vasto
sistema di promozione del territorio, aiutandola e affidandole funzioni di
organismo con compiti di attuazione, sostegno e coordinamento delle attività e
politiche cinematografiche e audiovisive quali definite e disciplinate dalla
presente legge; assicurare l’attuazione coordinata degli interventi previsti
dalla presente legge anche rispetto alle politiche ed agli interventi da attuarsi
dalla Regione nei settori dell’impresa, della cultura e dell’educazione in
ambito regionale; infine, promuovere il monitoraggio, lo sviluppo e
l’evoluzione del settore cinematografico e audiovisivo in Calabria, dando
impulso allo studio, alla ricerca ed alla sperimentazione nell’ambito del
cinema e dell’audiovisivo.
In sostanza, i potenziali fruitori delle attività,
degli interventi e dei contributi previsti da questa proposta di legge sono
costituiti da: imprese private di produzione cinematografica regionali,
nazionali ed internazionali, destinatarie dei contributi previsti dall’articolo
8 e di interventi di sostegno logistico previsti dall’articolo 7; i giovani
creativi e i lavoratori della complessa filiera cinematografica, destinatari di
percorsi di formazione e professionalizzazione previsti dall’articolo 11 della
legge, da realizzare in collaborazione con enti pubblici e privati attivi nel
campo della formazione e dell’educazione; i privati esercenti cinematografici
della regione, in particolare i gestori di esercizi storici e sale d’essai, destinatari
di misure di sostegno previste dall’articolo 9; le associazioni culturali, i
cine-circoli e i cine-studio privati che possono beneficiare dei contributi
secondo quanto disposto dall’articolo 10; i soggetti pubblici e privati
organizzatori di festival, rassegne, premi e simili eventi, beneficiari degli
interventi previsti dall’articolo 10; le Università ed i Consorzi universitari,
gli enti di ricerca, le mediateche territoriali, in relazione alle misure predisposte
all’articolo 12.
Si tratta, dunque, come ho detto, di una proposta
di legge che la Giunta ha varato e che può rappresentare un importante spunto
di sviluppo di un settore al quale la Calabria ha guardato per tanti anni con
grande interesse, ma che non ha mai prodotto i risultati sperati e, quindi, per
questa ragione, ritenendo lo strumento utile alla definizione di questo
percorso positivo, propongo all’Aula l’approvazione del testo di legge.
Se non ci sono altri interventi,
passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1.
Chiedo di
intervenire per dichiarazione di voto.
Vuole
intervenire adesso o sulla votazione finale?
Adesso, su
tutto. Nella valutazione è ovvio che non siamo contrari allo sviluppo
dell’audiovisivo ed al ruolo che la Calabria può giocare però, di fatto, questo
provvedimento ci lascia molte perplessità per cui, insomma, annuncio – credo a
nome di tutta la minoranza, perlomeno del gruppo di Fratelli d’Italia e Gruppo
Misto – il voto contrario.
Ha chiesto
di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Anche il gruppo
di Forza Italia vota contro per le medesime motivazioni.
Presidente,
chiedo di verbalizzare la mia astensione.
Pongo in
votazione l’articolo 1. La minoranza è contraria. Il consigliere Guccione si astiene.
(È approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2. Analogamente alla votazione precedente.
(È approvato)
Articolo
3
(È approvato)
Articolo
4
(È approvato)
Articolo
5
(È approvato)
Articolo
6
(È approvato)
Articolo
7
(È approvato)
Articolo
8
(È approvato)
Articolo
9
(È approvato)
Articolo
10
(È approvato)
Articolo
11
(È approvato)
Articolo
12
(È approvato)
Articolo
13
(È approvato)
Articolo
14
(È approvato)
Articolo
15
(È approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Il terzo punto dell’ordine del giorno, che è diventato il
quarto, è la proposta di legge numero 367/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Autorecupero del patrimonio immobiliare pubblico”.
Cedo la parola al consigliere Bevacqua per illustrare la
proposta. Prego, consigliere Bevacqua.
Grazie, Presidente. Credo che la proposta di legge che
stiamo per approvare sia particolarmente importante e attesa ed ha visto un
lungo lavoro della Commissione al fine di recepire alcune criticità emerse
durante il dibattito da parte del Settore assistenza giuridica.
Penso che oggi stiamo per approvare un testo
particolarmente significativo che risponde a due problemi rilevanti che
affliggono i nostri territori nell’intento di incentivare una possibile
soluzione che possa riguardarli entrambi: in primo luogo, il territorio della
Calabria è caratterizzato dalla presenza di un enorme patrimonio immobiliare,
in particolare pubblico, abbandonato ed in condizioni di degrado; in secondo
luogo, molte famiglie ed individui vivono la difficoltà di accesso ad un
alloggio dignitoso.
Con questa proposta, quindi, interveniamo sul problema
dell’emergenza abitativa in presenza di una forte crisi economica e di esigue
risorse pubbliche.
La problematica degli immobili abbandonati è
particolarmente seria nei centri storici dove lo stato di degrado pone spesso
problemi di sicurezza. L’edilizia abitativa, specialmente, agevolata e
sovvenzionata, è stata negli ultimi anni anche occasione per un consumo
eccessivo di suolo e la proposta di legge regola, infatti, gli interventi di
autorecupero cioè interventi per il recupero di edifici pubblici abbandonati
cui gli assegnatari – riuniti in cooperative ed associazioni – contribuiscono
direttamente.
Questa è la novità. Gli assegnatari ricevono gli alloggi
in locazione per un periodo di tempo proporzionale rispetto al contributo
erogato e hanno scontato lo stesso contributo dai canoni da corrispondere
all’ente proprietario del bene.
La possibilità di accedere a questa forma di agevolazione
è riservata, naturalmente, ad individui e famiglie che rientrano nei criteri
stabiliti per l’edilizia sociale.
Dall’attuazione della legge deriveranno due importanti
vantaggi: da un lato, l’ente pubblico vedrà utilizzato un bene altrimenti
abbandonato e potrà recuperarlo con il contributo di risorse private;
dall’altro lato, il bene verrà affidato a soggetti che ne hanno effettivamente
bisogno e che, avendo contribuito al recupero con risorse proprie, saranno
responsabilizzati nei confronti del bene interessato.
Mi preme,
infine, rimarcare ancora che, in luogo dell’edificazione dei nuovi edifici, la
legge agisce attraverso il recupero di spazi esistenti nell’ottica, appunto, di
quel consumo di suolo zero che rappresenta uno dei princìpi cardine su cui
questa maggioranza si è impegnata e che questo Consiglio, per la prima volta,
ha sancito dal punto di vista normativo.
Il testo che
ci apprestiamo ad approvare dimostra, insomma, che prevenzione strutturale,
salvaguardia dei contesti storici e concrete politiche attive di aiuto
all’emergenza abitativa non sono in contrasto, ma anzi possono e devono
reciprocamente sostenersi all’interno, appunto, di una visione più ampia
organica e complessiva di sostenibilità nel lungo termine.
Quindi,
chiedo all’Aula di approvare questa proposta di legge.
Ha chiesto
di intervenire l’assessore Musmanno. Prego, ne ha facoltà.
Nell’esprimere
il parere favorevole da parte della Giunta regionale, è giusto ricordare che
esperienze sperimentali di autorecupero sono state condotte anche in altre
regioni italiane come il Lazio, l’Umbria, la Toscana, l’Emilia Romagna, la
Lombardia ed il Piemonte, ma questa proposta di legge è una delle poche che
organizza e promuove in modo sistematico questa modalità di intervento e nei
centri storici, oltre a favorire il ripopolamento ed il recupero degli immobili
aumenterà la sicurezza degli edifici, il tutto contenendo il consumo di suolo
zero.
Approfitto
anche per ringraziare tutti i membri della quarta Commissione per il lavoro che
è stato svolto ed il contributo offerto in fase istruttoria. Grazie.
Passiamo
all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo 1.
(È approvato)
All’articolo
2 è stato presentato l’emendamento, protocollo 6405, a firma del consigliere
Aieta.
Parere della
Giunta?
Favorevole.
Parere del
relatore?
Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 6405.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato come emendato)
Articolo 3.
(È approvato)
Articolo 4.
(È approvato)
Articolo 5.
(È approvato)
All’articolo
6 è stato presentato l’emendamento protocollo 6406, sempre a firma del
consigliere Aieta. Prego, consigliere Aieta.
Signor Presidente,
l’emendamento si illustra da sé.
Parere della
Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 6406.
(È approvato)
Articolo 6.
(È approvato come emendato)
Articolo 7.
(È approvato)
Articolo 8.
(È approvato)
Articolo 9.
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale, procedendo alla riformulazione della relazione illustrativa e della
relazione tecnico-finanziaria alla luce degli emendamenti approvati.
Il
provvedimento è approvato così per come emendato, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Passiamo
alla proposta di legge numero 394/10^ di iniziativa dei consiglieri Gallo,
Mirabello e Romeo, recante: “Modifiche alla legge regionale 14/84 (Provvidenze
in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro)”.
Cedo la
parola al consigliere Mirabello per illustrare la proposta. Prego, consigliere
Mirabello.
Presidente,
vorrei proporre il rinvio di questo punto ad altra seduta per un
approfondimento.
Concordo.
Consigliere Gallo, che è il primo firmatario? Quindi, si rinvia.
(Il Consiglio rinvia)
Per le proposte di legge numero 406/10^ e numero
414/10^, che erano rispettivamente al quinto e sesto punto all’ordine del
giorno, c’è una proposta di rinvio condivisa con i capigruppo.
(Così resta
stabilito)
Passiamo alla proposta di legge numero 422/10^ di
iniziativa della Giunta regionale recante: “Riconoscimento della legittimità
dei debiti fuori bilancio, ai sensi dell’articolo 73 del decreto legislativo 23
giugno 2011 numero 118”.
Cedo la parola al consigliere Aieta per illustrare
la proposta. Prego, consigliere Aieta.
Signor Presidente, si tratta, nello specifico, di un
provvedimento che si compone della delibera di Giunta numero 105 del 22 marzo
2019 che richiama i decreti dirigenziali contenenti gli elementi necessari per
il riconoscimento del debito fuori bilancio da parte del Consiglio regionale.
Alla suddetta delibera di Giunta regionale sono
allegati: il disegno di legge con la relazione di accompagnamento e la
relazione tecnico-finanziaria nell’Allegato B); la tabella di dettaglio dei
debiti, che è allegata alla tabella A), nella quale vengono specificati gli estremi
del provvedimento, il dipartimento proponente, l’importo e tutti gli altri
elementi utili ai fini del riconoscimento nonché il parere dell’Ufficio
legislativo della Giunta regionale.
Questo disegno di legge si compone di 3 articoli:
all’articolo 1, comma 1, si prevede il riconoscimento della legittimità dei
debiti fuori bilancio derivanti da sentenze o altri titoli esecutivi equiparati
non ancora oggetto di procedura esecutiva, per l’importo complessivo di €
83.306,72, secondo il dettaglio contenuto nell’allegata tabella numero 1 al
disegno di legge; l’articolo 1, comma 2, prevede il riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze o altri titoli
esecutivi equiparati già oggetto di procedura esecutiva, per l’importo complessivo
di 304.437,72, secondo il dettaglio contenuto nell’allegata tabella numero 2 al
disegno di legge; all’articolo 2, comma 1, viene indicata la forma di copertura
finanziaria; all’articolo 2, comma 2, si specifica che il riconoscimento dei
debiti fuori bilancio di cui all’articolo 1, comma 2, non comporta oneri a
carico delle annualità del bilancio regionale 2019-2021; l’ultimo articolo del
disegno di legge contiene le disposizioni relative all’entrata in vigore.
Sulla proposta i revisori dei conti hanno espresso
parere favorevole con verbale numero 251 del 3 maggio 2019.
Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, unitamente ai relativi allegati, con
autorizzazione al coordinamento formale, prendendo atto, altresì, del parere
favorevole del Collegio dei revisori dei conti.
Il
provvedimento, unitamente ai relativi allegati, è approvato con autorizzazione
al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Passiamo all’ottavo punto dell’ordine del giorno relativo
alla proposta di provvedimento amministrativo numero 232/10^ d’Ufficio,
recante: “Effettuazione referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di
legge numero 138/10^: ‘Modifiche dei confini territoriali dei comuni di San
Pietro Apostolo e Gimigliano della provincia di Catanzaro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha
facoltà.
Presidente, con riferimento
a questa proposta di legge che è stata approvata dalla competente Commissione consiliare,
la compiuta valutazione delle argomentazioni delle Amministrazioni interessate
ha permesso di verificare che, per quanto riguarda l’estensione territoriale da
un Comune all’altro, è necessario che ci sia una compensazione.
Da parte delle Amministrazioni
interessate è pervenuta una richiesta in tal senso indirizzata al presidente
Oliverio ed al presidente Irto e per questo motivo chiedo che questa proposta
ritorni all’esame della Commissione competente per ridefinire questo aspetto
prima di essere approvata definitivamente.
Ci sono altri interventi sulla proposta del consigliere Scalzo, già discussa in Conferenza dei capigruppo? Pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione.
(Il Consiglio rinvia)
Viene rimessa in discussione in Commissione.
Adesso passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 249/10^di iniziativa del consigliere Bova recante “Proposta di legge al Parlamento, recante: 'Elenco delle imprese denuncianti fenomeni estorsivi e criminali. Affidamento diretto di lavori pubblici fino a 150.000 euro. Modifiche al decreto legislativo 50/2016 (Codice dei contratti pubblici)'”. Cedo la parola prima al consigliere Bevacqua, che è il relatore del provvedimento, e poi al consigliere Bova, che è il proponente.
Intervengo brevemente per dire che questo provvedimento amministrativo è relativo ad un progetto di legge da presentare in Parlamento, teso ad introdurre degli elenchi di merito delle ditte che si oppongono alla criminalità organizzata e denunciano fenomeni estorsivi e criminali. Questa proposta mira a creare un effettivo supporto alle aziende che instaurano una collaborazione o comunicano con lo Stato e le forze politiche.
Mi sembra un provvedimento degno di attenzione da parte dell'Aula e lascerei la parola al collega Bova per meglio illustrare il provvedimento.
Prego, consigliere Bova.
Questa proposta di legge al Parlamento assume una notevole importanza anche perché attesa dai Presidenti delle Commissioni Antimafia delle altre regioni italiane. Spiego il perché: è diretta a modificare la famosa legge, la legge numero 145 del 2018, la finanziaria 2019, che ha introdotto fino al 31 dicembre 2019 una deroga alle procedure di affidamento degli appalti pubblici, stabilendo che fino a 150.000 euro si può procedere ad affidamenti diretti.
Negli ultimi tempi, soprattutto da parte delle Procure Antimafia, anzi della Procura nazionale antimafia, sono arrivate sollecitazioni al Legislatore nazionale, ma anche ai Legislatori regionali, ad inserire provvedimenti legislativi contenenti aiuti e segnali concreti alle imprese che hanno deciso di contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, denunciando il racket e rifiutandosi di sottoporsi a questa pratica ormai diffusa nella nostra nazione.
Come sapete, noi avevamo introdotto nella cosiddetta “legge anti ‘ndrangheta”, la numero 9 del 2018, una previsione relativa alla costituzione di un registro delle imprese che denunciavano il racket, riservando una quota degli appalti pubblici in via esclusiva, e quindi con prelazione, alle imprese iscritte in questo registro.
Non dimentichiamo che, per quanto riguarda gli appalti a chiamata diretta, il beneficiario e destinatario è discrezionale del tecnico comunale nei Comuni o del Rup, qualora ci sia il responsabile unico del procedimento.
L’aver introdotto questa norma nella legge anti ‘ndrangheta, purtroppo, non ha prodotto gli effetti sperati, perché il Governo in carica, in maniera molto garbata e sensibile, ha evidenziato, a noi legislatori regionali, la necessità di intervenire ed espungere questa previsione legislativa, anche se ritenuta di grande spessore, sol perché trattasi di materia sottratta alla competenza del Legislatore regionale e riservata alla competenza esclusiva di quello nazionale.
Ma cos'è successo dopo? Non si è visto alcun provvedimento in tal senso da parte del Legislatore nazionale e da qui la necessità di stimolare, anche attraverso una proposta di legge al Parlamento, l’introduzione di una modifica legislativa.
Sono due articoli: l’articolo 2-bis che dovrebbe essere aggiunto dopo il comma 2, dell'articolo 36, del decreto legislativo 18 aprile 2016 numero 50 (Codice dei Contratti Pubblici). Questo articolo prevede che le imprese che denunciano i fenomeni estorsivi e criminali vengano inserite in un elenco, istituito presso tutte le Stazioni appaltanti, integrante circuito preferenziale di partecipazione agli affidamenti di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria di cui alle lettere a) e b) del comma 2. Per gli affidamenti di cui alle lettere a) e b) del comma 2, il responsabile unico del procedimento attinge - ed è qui la parte che interessa maggiormente - prioritariamente e con prelazione rispetto al mercato dall'elenco delle imprese denuncianti di cui al comma 2-bis, mediante affidamento diretto.
A Napoli, giorno 19, è previsto uno degli incontri che abbiamo stabilito con tutti i Presidenti. Questi incontri sono diretti dal Presidente del Consiglio regionale dell'Umbria che ha la delega, per quanto riguarda la Conferenza delle Regioni, proprio nel settore legalità e, lasciatemelo dire con un po' di orgoglio, è un settore in cui la Calabria si sta mettendo molto in evidenza per iniziative proprio su proposta del sottoscritto, come rappresentante del Consiglio regionale in seno alla Conferenza dei Presidenti delle Commissioni Antimafia.
È partito un orientamento nuovo, anche con grande afflato, che è quello di vederci periodicamente su tematiche specifiche - a Napoli, dopodomani, sui beni confiscati -, però mettendo in campo proposte di legge o provvedimenti che vadano a modificare, ad incidere concretamente. Quindi, non una semplice passarella, ma provvedimenti che vadano a sensibilizzare il Legislatore nazionale, in alcune materie troppo spesso lento e poco sensibile, anche, all'introduzione di provvedimenti coraggiosi.
È un qualcosa che credo - anzi non credo, sono sicuro - faccia vanto a questa legislatura. È un bel momento anche l'approvazione di questa legge, perché va ad incidere su provvedimenti di natura nazionale.
Quindi, mi auguro che il Consiglio vorrà approvare questa legge che è diretta a stimolare il Parlamento in una materia di particolare importanza: il contrasto alla criminalità organizzata. Grazie.
Ci sono altri interventi? Pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
Il punto 10 all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 251/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2019/2021 dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica della Regione Calabria”. Prego, consigliere Aieta.
Questa proposta è relativa al bilancio di previsione 2019-2021 dell’ATERP, l’azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica della Regione Calabria.
Il Collegio dei revisori dei conti, col verbale numero 23 del 28 gennaio 2019, ritiene necessario un costante monitoraggio del contenzioso in essere, al fine di prevenire l'insorgere di debiti fuori bilancio. L'organo di controllo prende atto che sono state avviate iniziative tese al ripristino della legalità per quanto attiene sia le occupazioni abusive, sia il recupero delle morosità. Il rafforzamento di tali iniziative si rende necessario ed urgente, attesa la notevole mole di residui attivi da recuperare. Problematica che potrà trovare soluzione anche alla luce del piano del fabbisogno del personale recentemente approvato. Il Collegio altresì ritiene urgente che siano estese a tutte le Prefetture della Regione Calabria i protocolli con le Forze dell'ordine e con gli Enti locali.
A conclusione del verbale, il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2019-2021 dell’ATERP.
Il Dipartimento lavori pubblici, a conclusione dell'attività istruttoria, essendo il Dipartimento vigilante, ha espresso parere favorevole con la condizione che l’ATERP disponga, nel più breve tempo possibile ed in ogni caso prima della approvazione del consuntivo 2018, una descrizione analitica delle passività latenti, concretizzi il fondo con l’apposizione delle necessarie somme e faccia pervenire una relazione dettagliata ed esaustiva sulle attività intraprese in merito all'abusivismo occupazionale.
Il Dipartimento bilancio raccomanda all’Ente di verificare la congruità del fondo “crediti dubbia esigibilità”, di provvedere, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2018, alle dovute variazioni di bilancio. Per quanto concerne la verifica rispetto al limite spesa, risulta uno sforamento dei limiti di spesa di cui all'articolo 6, comma 1, lettera b), della legge regionale numero 43 del 2016, con riferimento alle spese di funzionamento. Posto che, a fronte di un limite di spesa quantificato in euro 558.000, il totale dei relativi stanziamenti di spesa in conto esercizio 2019 è pari ad euro 667.000, con un conseguente sforamento di 109.000 euro.
In relazione a ciò il Dipartimento, nell’istruttoria di competenza, rivela che l’Ente ha comunicato, nelle more dell'approvazione del bilancio di previsione da parte del Consiglio regionale, che provvederà a non impegnare la somma di euro 109.000, pari allo sforamento del limite delle spese previsto dalla legge regionale numero 43 del 2016.
A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento bilancio ritiene possibile procedere all'adozione parte della Giunta regionale del bilancio di previsione, a condizione che l'Ente provveda: 1) ad effettuare, con immediatezza, i dovuti correttivi riportando gli stanziamenti di spesa entro i limiti di legge, stante l'assenza di coerenza delle previsioni di spesa; 2) ad adempiere a quanto richiesto al Dipartimento infrastrutture, lavori pubblici e mobilità; 3) ad apportare correttivi al fondo pluriennale vincolato a seguito della definizione della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2018.
Ciò premesso, signor Presidente, sottopongo all’Aula per l'esame la proposta di provvedimento amministrativo.
Pongo in votazione il provvedimento.
Proposta di provvedimento amministrativo numero 253/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge regionale 5.4.2008 n. 8 'Riordino dell'organizzazione turistica regionale – Approvazione proposta di Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2019/2021”. Prego, consigliere Aieta.
Questo provvedimento, approvato dalla Giunta regionale con delibera numero 142 dell’11 aprile 2019, riguarda il Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile per il triennio 2019-2021.
Questo Piano viene redatto ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale numero 8 del 2008 che prevede espressamente che la Giunta regionale elabori il Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile con l'obiettivo di aumentare in maniera sostenibile la competitività nazionale e internazionale delle destinazioni turistiche regionali, migliorando la qualità dell'offerta e l'orientamento al mercato dei pacchetti turistici territoriali, valorizzando gli specifici vantaggi che si hanno nelle nostre comunità, in primo luogo relativamente alle risorse naturali e culturali.
Tale Piano deve avere durata triennale e può essere aggiornato annualmente, attuando dei Piani esecutivi annuali che la Giunta approva.
In applicazione di questo articolo, l'articolo 3 della legge regionale 8 del 2008, il Piano deve definire alcuni asset: la strategia e la capacità di valorizzare e integrare in un'ottica turistica il patrimonio culturale, naturale e paesaggistico della Calabria; azioni di marketing che contribuiscano a posizionare adeguatamente l'offerta turistica regionale e a veicolare sui mercati di riferimento i suoi fattori distintivi di bellezza e attrattività; gli interventi operativi attraverso cui dare attuazione annualmente a tale visione strategica.
Infine, si specifica che le attività di questo Piano sono a valere sul POR Calabria2014/202 e sul PAC 2014/2020, Asse 6, Azione 6.8.3, per un importo totale per il triennio 2019/2021 pari ad euro 38.338.053,24.
Ai lavori della Commissione hanno partecipato il direttore generale del Dipartimento turismo, dottoressa Tallarico, il direttore generale del Dipartimento programmazione nazionale e comunitaria, il dottor Calabrò, e l'ingegnere Giovanni Soda, dirigente del nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici, i quali hanno apportato un proficuo contributo alla discussione ed alla comprensione del provvedimento in questione.
Ciò premesso, sottopongo all’Aula l’esame della proposta di provvedimento amministrativo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Solo per fare qualche veloce considerazione in ordine al documento, ma soprattutto alla ricaduta che avrà su un settore di così grande importanza come quello turistico di cui parliamo, nella nostra terra, da tanti anni e per il quale si spendono energie importanti al fine di ottenere risultati che molto spesso la nostra terra ha tardato a conseguire.
Credo che la strada intrapresa in questo settore possa essere considerata molto positiva, alla luce del fatto che la Calabria ha alle spalle un triennio di dati positivi consolidati. Nel senso che abbiamo registrato, in maniera strutturale, un dato che vede un segno “+” sia negli arrivi che nelle presenze turistiche e abbiamo, anche, conseguito risultati importanti nella permanenza durante la bassa stagione di turisti stranieri.
Questo è anche il frutto degli interventi legislativi che questo Consiglio regionale ha messo in campo. Penso alla legge “charter” (Legge regionale 7 febbraio 2018, n. 3), penso alle norme di riqualificazione dell’extra-alberghiero e quant'altro.
Credo che la grande operazione messa in campo in questo settore si sia creata, innanzitutto, dalla capacità di cogliere un dato che non è endogeno, che non proviene da una situazione diretta della nostra terra, ma da una contingenza internazionale positiva per noi, però, quando questi dati cominciano ad essere strutturali, significa che si sta imboccando la direzione giusta e si stanno consolidando scelte molto importanti.
Vorrei sottolineare in maniera particolare che nell’era del turismo telematico, cioè della capacità del turista di conoscere i luoghi che va a visitare prima ancora di arrivarci, la nostra terra deve avere - e credo che possa fare questo passaggio, grazie anche alla azione politica - la capacità di essere in campo come sistema. Abbiamo un sistema che funziona nel momento in cui si riesce a mettere al centro delle politiche turistiche la possibilità di vivere un'esperienza, cioè di riuscire a intercettare quell’importante fetta di domanda costituita dal turismo esperienziale.
In questa direzione - attraverso un'attività di promozione che, rispetto a ciò che avveniva nel passato, è stata totalmente rivoluzionata - si è sviluppata in maniera particolare la leva dell'enogastronomia, della cultura dell'alimentazione, la legge sulla dieta mediterranea e, quindi, la valorizzazione della nostra terra come terra di elezione della stessa e, soprattutto, l'importante intervento sui borghi che, nel momento in cui produrrà i risultati che sono stati programmati, potrà finalmente valorizzare aree che sono oggi tagliate fuori dai grandi circuiti, ma che possono costituire una valvola di sfogo e di interesse per il visitatore.
Ritengo che oggi, con questo strumento che andiamo ad approvare, si stia mettendo in campo un importante presupposto per un ulteriore sviluppo e, soprattutto, si stia progettando una direzione precisa per la nostra terra e la sua vocazione turistica che non può più essere solo un aspetto legato all’importante dotazione ambientale e naturalistica, ma deve anche essere accompagnato da un'azione che valorizzi le infrastrutture e, soprattutto, lo stile di vita, la qualità della vita, il sistema Calabria nel suo complesso. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Prendiamo atto della proposta di provvedimento amministrativo della Giunta regionale sul riordino dell’organizzazione turistica regionale e, in particolare, dell’approvazione del Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile. Ma voglio ricordare all'Aula, ai colleghi, al Presidente della Giunta regionale, che più volte abbiamo ragionato in questo Consiglio regionale su proposte “spot” che riguardano il settore turistico e più volte abbiamo detto ai colleghi consiglieri, anche di maggioranza, ed al Presidente della Giunta regionale - che in questi anni ha trattenuto per sé la delega al turismo - delle esigenza di avviare un confronto serio, un dibattito in quest'Aula su quello che - come sosteneva il collega Mirabello - è un sistema potenziale di sviluppo e di crescita per l'intera regione.
Lo diciamo spesso, ci parliamo addosso, però poi quando si tratta di andare a ragionare in termini seri e anche complessivi di un sistema generale economico, come quello dello sviluppo turistico, beh! Continuiamo, invece, a presentare “step” o dei provvedimenti “spot” come quello odierno o come quello dello scorso anno sull’incoming turistico. Anche in quella circostanza ebbi a dire al Presidente della Giunta regionale, quale titolare della delega, della necessità di discutere in quest'Aula - lo dico anche a lei, presidente Irto -, dell'opportunità, forse, di fare una seduta di Consiglio regionale monotematica sull'argomento, anche perché io non intravedo - e ribadisco anche un concetto più volte espresso - altri fattori di crescita e di sviluppo in questa terra se non attraverso il comparto agricolo e il comparto turistico.
Comparto turistico che va anche riletto attraverso una reimpostazione rispetto al turismo che abbiamo avuto fino ad oggi in Calabria, che è soprattutto balneare; si riduce a 20 giorni di agosto e non porta reale crescita per la nostra terra.
Io ho avuto la ventura di amministrare, per otto anni, un Comune che è secondo in Calabria per presenza di turisti, 550 mila presenze: Cassano allo Ionio con Sibari. Vi assicuro che quel tipo di economia non è un fattore di potenziale crescita e di lunga gittata per un territorio. Certo, è meglio che ci sia, anche rispetto ad altri territori circonvicini che non hanno questa potenzialità, ma vi assicuro che non è quello che è necessario per trattenere le giovani generazioni in Calabria.
Quindi, è necessaria una rilettura del turismo - diciamolo con chiarezza, anche se le carte a nostra disposizione non sono sufficienti per esprimere un giudizio - che possa passare attraverso la sostenibilità, la migliore utilizzazione dei centri urbani, dei centri storici, il connubio con l'enogastronomia - che ha delle unicità e delle tipicità - e la possibilità di migliorare la qualità dell'accoglienza che, forse, in alcune parti della nostra regione non è al top.
Ecco, credo che ci siano argomenti su cui ragionare, discutere per stabilire anche un decalogo di regole e far sì che, poi, possa essere utile in termini di rilancio economico per la Calabria.
Non si può pensare che il passaggio da nove milioni e mezzo a 10.000.000/ 10.200.000 di presenze registrato negli ultimi anni - anche a causa della crisi del turismo in Nord Africa – possa essere un grande successo. Credo che la regione possa passare dai 10 milioni di presenze attuali - che è una notte, stiamo parlando di due milioni di turisti - a 20/30 milioni, purché ce ne accorgiamo e stabiliamo una serie di possibilità e di potenzialità e le utilizziamo attraverso strumenti che possano garantire una reale crescita.
Questo è il mio appello, non è un intervento di opposizione pura, è un appello al Presidente della Giunta regionale. Noi scontiamo - diciamolo con grande chiarezza – da due legislature - anche dalla legislatura in cui ero consigliere di maggioranza con il presidente Scopelliti - la mancanza di un Assessore al Turismo, di un responsabile politico del Dipartimento. Il Presidente della Giunta regionale non può occuparsi di 1.000 materie, tra cui anche l'unica realmente in grado di garantire un minimo di crescita a questa regione.
I segnali ci sono, soprattutto in alcune aree della Calabria e soprattutto per alcuni aspetti specifici che riguardano l’enogastronomia, il connubio tra enogastronomia e centri storici. Abbiamo tanti piccoli esempi di realtà virtuose che, da sole, hanno deciso di darsi un’ipotesi di sviluppo e lo hanno fatto garantendo presenze, qualità dell'accoglienza, dimostrando di essere avanti, rispetto al resto della regione, di un paio di decenni.
Credo che noi dobbiamo cogliere questi segnali, farli diventare endemici nel territorio calabrese, affinché queste potenzialità possano essere realmente occasione di crescita.
Oggi può anche passare il Piano di turismo sostenibile, noi siamo qui in Aula e garantiamo anche l’approvazione con la nostra presenza -- ancora una volta, divento noioso anche a me stesso nel momento in cui lo ribadisco –, perché questi sono argomenti importanti.
Però faccio un appello al Presidente del Consiglio regionale, al Presidente della Giunta regionale affinché, magari, possiamo, nei mesi che rimangono fino alla fine di questa legislatura, ritrovarci per una seduta di Consiglio monotematica e discutere in maniera franca di quanto si è fatto, di quanto si potrebbe fare, di quanto magari si farà in futuro, in questo settore che ritengo sia nevralgico per trattenere giovani generazioni nella nostra terra.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Intervengo per completare quanto detto dal collega Gallo e dagli altri colleghi. Ho sentito, nell'esposizione del consigliere Mirabello, una parola che mi ha fatto riflettere.
Il turismo, colleghi, va supportato, soprattutto nella nostra Regione che può ancora utilizzare i fondi comunitari.
Credo che, finito il sogno industriale - con varie leggi, professore Russo, come la numero 488 del 1992 che ha illuso le popolazioni locali diventate facili vittime di predatori, spesso del Nord, che venivano a dare un'illusione, a costruire dei capannoni ed hanno lasciato solo cemento e tanti debiti –, il turismo sia uno dei driver, insieme al settore agroalimentare, che possa rilanciare questa terra.
Quando ho sentito la parola borghi mi sono ricordato di uno zelante dirigente che, due mesi addietro, in Commissione ci disse, felice, che sarebbe stato pronto per i primi di giugno - siamo a giugno – il bando relativo ai borghi.
Perché dico questo? Perché ci sono tanti giovani, e meno giovani, calabresi a cui, ogni volta, diamo una speranza, dicendo di presentare dei progetti. Queste persone ricorrono a dei professionisti, si impegnano, ci credono, creano nella loro mente un percorso formativo e di vita. Perché poi passano mesi? I progetti sono stati presentati a dicembre, siamo a giugno ed ho saputo ieri che ancora vengono chieste integrazioni alle domande.
Quindi, è inutile prendere degli impegni con i calabresi dicendo: “presentate le domande, fate impresa, create startup”, quando poi non siamo mai in condizione di dare delle risposte immediate.
Credo che chiederò al Presidente della Giunta regionale di sapere a che punto sono questi bandi e se è vero che stanno utilizzando dei tirocinanti per espletare il controllo di queste pratiche; cosa che non credo sia possibile. Lo metterò per iscritto e lo formalizzerò nei prossimi giorni.
Ma, se vogliamo dare una speranza a questa gente, dobbiamo cercare di dare dei tempi certi. La politica ha iniziato a farlo, lavoriamo nelle Commissioni. Credo che anche la burocrazia regionale debba fare la sua parte e chi non fa la propria parte, signor Presidente della Giunta, signori assessori, venga sanzionato come prevede la legge. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Anch’io voglio
prendere la parola per testimoniare e contribuire su un punto qualificante oggi
alla discussione di questa Aula.
Quando il
presidente Oliverio formò la Giunta, mi meravigliai molto che tra gli assessori
non venisse annoverato un assessore al turismo, atteso che la risorsa più
immediata che viene in mente, parlando della Calabria, è quella del turismo.
Poi ho cercato anche di capire per quale ragione, ho cercato di sondare se
questa delega fosse tra quelle assegnate al Presidente. Se voi andate sul sito,
nelle deleghe assegnate al Presidente, non c'è scritto “assessore - delega al
turismo”, ma c'è una voce ulteriore che dice “ed ogni altra materia non
espressamente richiamata”. E allora ho ritrovato la competenza del presidente
Oliverio in questa voce anonima.
Questo per
dire, caro Presidente!, che, al di là di quello che poi concretamente si fa, se
si vuole puntare sul turismo, a mio avviso, bisogna pensare che la Calabria è
una regione che ha tutte le potenzialità, soprattutto di tipo naturalistico e
ambientale; nonostante tutto - forse il fatto che non siamo stati colonizzati,
industrializzati e non abbiamo subito l'invasione dei lanzichenecchi in
Calabria - abbiamo conservato quasi per intero il nostro patrimonio naturale,
paesaggistico e, quindi, da questo punto di vista, è un dato positivo.
Oggi
dobbiamo soltanto pensare a come questo grande patrimonio naturalistico,
paesaggistico e incontaminato possa essere e rappresentare un'attrazione per
coloro che vengono da fuori della Calabria, perché il turismo non può essere un
turismo interno, no! Deve essere un turismo che attira le persone che vengono
da altre nazioni oppure da altre regioni della Calabria. Una regione come la
nostra, che è al di sotto dei due milioni di abitanti, con un patrimonio così
inestimabile dal punto di vista ambientale e naturalistico, non dovrebbe avere
difficoltà a mettere in piedi un progetto per creare la piena occupazione.
E che cosa
bisogna fare, a nostro avviso, perché tutto questo avvenga? Di certo non ci può
essere nessuna improvvisazione se non c'è a monte una pianificazione
dell'organizzazione del sistema che dovrebbe far funzionare il turismo; non ci
può essere una pianificazione se non ci sono le risorse che possono poi
attuarla e queste risorse non possono essere nemmeno utilizzate a tempo
determinato oppure per brevi periodi, devono essere garantite nel tempo e fino
a quando non si realizza un progetto serio che possa davvero sfruttare tutte le
potenzialità che la Calabria ha.
Vogliamo
dire quali sono queste potenzialità? Non diciamo e non parliamo di banalità se
parliamo di 800 circa km di coste. Ma che tipo di coste? Qualsiasi tipo di
coste: abbiamo la costa con la sabbia rossa; abbiamo la costa frastagliata;
abbiamo la costa con la spiaggia sabbiata. Abbiamo una costa così varia che,
tra l'altro, offre la possibilità di sviluppo a tutti quelli che sono i siti
inseriti nel piano portuale, che è uno dei migliori di cui la Calabria si è
dotata; la possibilità di realizzare tantissimi porti in Calabria che possono
aumentare a dismisura la capacità dei posti barca e rappresentare un punto
certo di riferimento per tantissimi italiani che potrebbero tenere le barche da
noi, invece di tenerle al nord o nell'adriatico o in questi posti lontanissimi
dall'area mediterranea.
Se questa
programmazione è fatta, perché il turismo in Calabria abbia successo, ha
bisogno di una pianificazione a più anni che tenga conto del fatto che uno
degli obiettivi che dobbiamo raggiungere è allungare la stagionalizzazione dei
turisti. Non è possibile avere questi turisti – i pochi coraggiosi - soltanto
un mese, un mese e mezzo all'anno; vengono, apprezzano e ci fanno sempre i
complimenti, nonostante noi stessi siamo quelli che parliamo male dei nostri
mari. Magari loro arrivano e li trovano pulitissimi, salubri, trasparenti e
mentre noi diciamo “guardate che i nostri mari sono sporchi”. Poi magari può
capitare, come l'altro giorno, che, invece di inquinamento, si trattasse di
polline che era venuto giù dagli alberi e l'Arpacal in questo momento sta svolgendo
i propri lavori come non mai.
È difficile
pensare ad un progetto sul turismo che aumenti la stagionalizzazione, che pensi
agli anziani, che pensi alla possibilità di legare l'aspetto turistico alla
montagna, al mare oppure alla montagna e al mare contestualmente, visto che
abbiamo caratteristiche che lo consentono. Basti pensare che dal Mar Ionio, da
dove siamo noi, attraverso la strada che hanno fatto, si arriva a Buturo in
soli 20 minuti. In 20 minuti si fa dal mare alla montagna e questa è una caratteristica
che, probabilmente, nessuna regione d'Italia o nessuna forse d'Europa ha, in
quanto hanno territori piatti e monotoni.
La vera
ricchezza della Calabria potrebbe essere la collina; la collina se curata la
possiamo utilizzare. Oggi la collina è considerata una parte residuale, una
parte quasi degradata della nostra regione. Per esempio, ci sarebbe la
possibilità di legare il turismo ai beni culturali. In Calabria ci mancano le
risorse culturali ed i siti culturali per parlare e dire a chi vuole venire
che, oltre al bagno e oltre all'aria di montagna, può fare anche cultura?
Un'altra
cosa che si può aggiungere è il ciclo dell'agroalimentare - lo ricordava poco
fa - e noi abbiamo questa grandissima altra qualità. Quando curiamo tutti
questi aspetti e li inseriamo in un progetto che non può essere estemporaneo,
che non può essere asfittico, ma deve avere una gradualità di attuazione, anche
temporale, con una pianificazione di allungare sempre di più, magari i primi
anni dovremo dire alla gente “venite gratis e vi facciamo conoscere e vivere
meglio la Calabria”; dovremo portare la gente e tentare, anche attraverso il
Governo, di favorire le presenze dei turisti in Calabria, magari quella degli
anziani. C’è tantissima gente che se noi migliorassimo la sanità - è una delle
cose che li spaventa di più - programmerebbe di venire a passare le loro
stagioni più fredde in Calabria, dove anche ad ottobre c'è gente che può fare
il bagno.
E allora
tutto questo se non viene messo insieme sarà, caro Presidente, l'ennesimo
tentativo apprezzabile, che avrà però il fiato corto. Poi tutto questo - a mio
avviso - dovrà essere sostenuto da una campagna di marketing che deve essere
finalizzata non a dimostrare che tutto questo è ottimo prodotto, ma a
dimostrare proprio quello a cui noi stessi calabresi abbiamo contribuito nel
tempo e negli anni, attraverso anche i mass media nazionale, compresa questa
bella operazione che da anni si sta consumando nella locride, nel comune di San
Luca. Non credo che la criminalizzazione di quel comune sia stata un dato
eccezionale. Io sono stato a San Luca e ho visto persone per bene, ho visto
persone che chiedevano soltanto di avere l'opportunità di lavorare. Certo, ci
sono sempre le pecore nere, ma ormai sono ben individuate
Quindi
abbiamo questa immagine negativa della Calabria, questa immagine che induce ad
avere tantissimi pregiudizi. Va fatta, quindi, insieme al progetto
un'operazione di rilancio della Calabria; prima o poi lo faranno - chissà chi
lo farà; prima o poi succederà che la Calabria sarà scoperta; prima o poi
succederà che queste caratteristiche naturali, che nessuno potrà rubarci, ci
daranno quell’opportunità che sino adesso è mancata.
Dobbiamo
dirlo e dobbiamo dirlo e sottolinearlo senza sottrarci a qualsiasi
responsabilità: la classe politica non è tale per definizione, una società che
ha espresso sempre le classi politiche che ha voluto, una società e le diverse
categorie che hanno avuto la capacità e l'opportunità di governare la Calabria,
non solo a livello politico, è tutta responsabile di aver fatto cosa? Di aver
assunto un atteggiamento comodo alle grandi lobby economiche del Nord, che non
hanno interesse che in Calabria si sviluppi il turismo. I calabresi hanno
abboccato molto molto all’amo, cercando di essere funzionali a questo tipo di
strumentalizzazione. I grandi interessi sono nel centro-nord Italia.
Noi siamo un
popolo di consumatori e noi consumiamo solo i prodotti che vengono prodotti
dalle industrie del Nord. Così è successo in passato e così continua a succedere
oggi anche e soprattutto nel mercato agroalimentare, dove i prezzi che possono
adottare, perché loro hanno grandi produzioni industriali, riescono sempre a
vincere la concorrenza sui prodotti genuini che questa Calabria offre ai
calabresi e potrebbe offrire anche a tantissimi cittadini d'Italia e d'Europa.
Quindi diamo
un voto favorevole, con le precedenti osservazioni, che io mi auguro siano
ascoltate; e, laddove ci sarà la possibilità di smentire questo tipo di
analisi, spero si possa incidere per eliminare questi stereotipi. La Calabria è
una regione, come dicevo, bellissima ma che vede i propri figli emigrare per
trovare un’opportunità di lavoro, non solo al Nord ma anche all'estero.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Signor
presidente, colleghi consiglieri, voglio fare alcune valutazioni in merito a
questa legge.
Per chi deve
fare buona politica ci sono delle precondizioni e delle condizioni. Ho sempre ritenuto
che la precondizione, per fare bene politica, fosse l'onestà; le due
condizioni, invece, che reputo importanti sono: da un lato la competenza,
dall'altro aver girato il mondo.
Dico questo
perché quando parliamo di turismo, ne parliamo se abbiamo cognizione di quello
che significa turismo e di quello che può significare il turismo nel mondo.
C'è una
frase, un intervento bellissimo che fece Marchionne, uno degli ultimi
interventi che fece, quando arrivò in Fiat e, Presidente, si intitola “In ferie
da cosa”. È un intervento bellissimo che da un po' lo spaccato del mondo.
Marchionne
arriva in questa fabbrica il 29 luglio; nella fabbrica il 29 luglio non c'era
nessuno e Marchionne chiede all'amministratore che c'era lì “ma che cosa è
successo?”, lui dice “sa, siamo a fine luglio e sono tutti in ferie”.
Marchionne faceva un'analisi precisa di quello che significa il mondo.
Noi siamo in
questo momento l'unica nazione al mondo che fa le ferie ad agosto. In America,
in Canada, in Australia non esiste che le ferie si facciano ad agosto e questo
cambia, chiaramente, la prospettiva di chi come noi deve legiferare in materia
di turismo, se è quello il mercato al quale ambiamo.
In questi
ultimi due giorni, su delega del Presidente, ho accompagnato 13 imprenditori del
Nord America, insieme al Presidente della camera di commercio di Chicago, che è
anche il Presidente dei tour operator di tutto il nord America. Parliamo di una
camera di commercio ricchissima, la più ricca al mondo, superiore alla camera
di commercio di New York e hanno avuto l'opportunità di vedere e valutare un
po' la regione e le sue potenzialità, per capire che cosa il turismo può dare e
che cosa il turismo deve dare all'interno di un mercato che deve essere globale
e puntare in alto. La bellezza della Calabria - che, devo dire, non sempre fa
il paio con i servizi e con le infrastrutture - merita un turismo alto.
Allora se
questo è, cominciamo ad analizzare i nostri potenziali fruitori e questa legge
dà uno spaccato importante di quello che la Calabria può e deve rappresentare.
La scelta, fatta in illo tempore, di
inserire nei contratti di sviluppo il settore il turistico, è stata positiva.
Siamo stati a fare una visita relativa ad un intervento importante nella
sibaritide e, beh!, i contratti di sviluppo sono stati fatti e sono stati
contratti di sviluppo che hanno garantito servizi adeguati.
Che cosa
vuole il turista americano che viene in Calabria? Vuole quello che ha lì,
atteso che il turista americano, canadese o australiano quando va al ristorante
trova il servizio di parcheggio - per dire - quando va al supermercato trova
che gli posteggia la macchina. Allora ha bisogno di servizi importanti, ha
bisogno di avere la palestra nei ristoranti; se non c'è la palestra il turista
probabilmente neanche verrà o, se dovesse venire, andrebbe via dopo due minuti,
ha bisogno di avere servizi adeguati.
Quindi noi
dobbiamo adeguare i nostri servizi ad una clientela che non è più quella
sfigata del cosentino – per essere chiari - o di altre regioni a noi vicine; è
una clientela che ha un target alto e che non fa storie se deve pagare la
bottiglia di vino 20 euro, 30 euro.
Questo lo
dico con grande chiarezza in una sede istituzionale preposta, se vogliamo fare
turismo e turismo di qualità. E quello che è stato messo in campo, anche in
ragione di un rapporto che la Calabria deve avere con gli stakeholder locali - e mi riferisco, appunto, alle camere di
commercio e a tutte le associazioni di categoria locale - è uno strumento
importante e fondamentale.
Sono stati
fatti dei passaggi importanti: la legge sui borghi. Quando prima ho citato
Marchionne è per far capire che non si può pensare ad un mercato turistico
luglio e agosto; non è interessante, non interessa a nessuno, perché già di per
sé quel mercato c'è e devo dire la Calabria lo fa da solo.
Aver
finanziato per 160 milioni i borghi, questo ha significato e significa poter
dare in quei borghi, che possono essere i più belli al mondo, ma se non c’è una
connettività 4G, che è ormai antiquata, se non c’è una connettività 5G e se non
sei connesso con mondo, il turista starà là un giorno e se ne andrà via; se non
hai la possibilità, in quei borghi, di avere servizi adeguati come la raccolta
porta a porta o altro, chiaramente quel turismo non verrà mai.
Allora la
Calabria, oggi, ha un compito che è iniziato e che deve ancor di più migliorare
in questa direzione: adeguare i servizi alla domanda di turismo.
Io ho
presentato una serie di proposte di legge poi approvate. Abbiamo avuto la
fortuna in questi anni di essere stati amministratori a cavallo dell'anno dei
“borghi”, dell'anno del “cibo sano”, dell'anno - come quest'anno - del “turismo
lento”. C’è una mia proposta che è a corollario di altre, così come la modifica
alla legge 8, che spero la Commissione possa licenziare presto, che prevede una
serie di disposizioni rivolte al turismo lento.
Fare turismo
significa conoscere intanto la Calabria, ma significa conoscere i mercati.
È successa
una cosa straordinaria: per la prima volta si è aperto non soltanto alle fiere,
ma ai mercati; i mercati sono venuti qua e sono stati interessati dal
verificare realmente le potenzialità della Calabria e questa è stata la grande
novità; non semplicemente le fiere che hanno sborsato soldi e che non hanno
prodotto nulla, perché la fiera è una cosa fredda, freddissima, perché non c'è
l’afflato con la comunità.
Quindi, io
ritengo che questa sia una legge di fondamentale importanza, che snellisce
anche l'approvazione - diciamocelo chiaramente - di una serie di progetti in
essere, che continua con determinazione quello che è stato un percorso per
valorizzare grandi interventi e non piccoli interventi e, soprattutto,
caratterizza una peculiarità di una Calabria che vuole puntare a un turismo
medio-alto, ad un turismo fatto di qualità e ad un turismo che è in linea con
la bellezza straordinaria di questa terra. Grazie.
Ha chiesto
di intervenire il presidente Oliverio, prego.
Anch'io
intervengo brevemente, perché il provvedimento che è all'esame e
all'approvazione del Consiglio non è un provvedimento di ordinaria
amministrazione. Si tratta della proposta di Piano regionale di sviluppo
turistico sostenibile, uno strumento che è stato oggetto di un lavoro intenso,
di un confronto con gli operatori turistici, i sindaci, le organizzazioni
rappresentative del partenariato ed è stato redatto da un gruppo di lavoro che,
ascoltando e coinvolgendo appunto i diversi soggetti, è pervenuto alla
definizione di questo strumento.
È importante
che il Consiglio regionale si sia soffermato su questo strumento. Non stiamo
parlando di un provvedimento spot, stiamo parlando di uno strumento di
programmazione di un settore nevralgico e strategico della nostra regione.
Chi non ha
avuto il tempo di leggerlo questo Piano, lo faccia, perché nel Piano c'è una
prima parte di analisi, ma c'è anche il quadro della evoluzione, nel corso di
questi anni, di un settore importante per l'economia regionale.
E qual è
l'evoluzione di questo settore? Questo lo dico per evitare approssimazioni, per
evitare che anche nella discussione si sia ripetitivi di un senso comune che è
stato acquisito e che prescinde spesso da quello che è l'andamento della
realtà, l'evoluzione della realtà.
Quali sono i
dati che vengono fuori? Non sono dati prodotti da Oliverio o dall’ufficio
statistica della Regione, ma sono il frutto di una rilevazione della realtà.
Stamattina Bankitalia ha presentato il rapporto annuale sull’economia calabrese
a Catanzaro. Nella valutazione più complessiva di questo rapporto, che è di un
quadro incoraggiante, positivo, anche se non di recupero totale del gap tra le realtà più avanzate del Paese
e la Calabria, chiaramente, uno dei riflettori più importanti è stato acceso
sull'andamento del settore turistico in Calabria.
Che cosa
dice Bankitalia, confermando quella che è una tendenza che, nel corso degli
ultimi anni dal 2015, segna il settore turistico? Perché parlo del 2015? Perché
noi abbiamo avuto nel periodo 2007/2014 un segno negativo anche nel settore del
turismo, in termini di presenze, e poi c'è stata un’inversione di trend, fino a raggiungere nel 2017 la
performance più importante nella storia delle presenze turistiche. Cioè abbiamo
realizzato nel 2017 il record delle presenze turistiche, con un andamento
ulteriore nel 2018, anno che è stato oggetto dell’analisi di Bankitalia, di un
ulteriore incremento rispetto al 2017. E quali sono le novità? Non c'è solo la
rilevazione di una crescita delle presenze turistiche, c'è un'analisi sulla
qualità di queste presenze, c'è un incremento a due cifre delle presenze
internazionali.
L'altro
elemento che sottolinea il rapporto di Bankitalia di questa mattina, fresco
anzi caldo di presentazione, è che c'è un allargamento della stagionalità, non
c'è solo una concentrazione, come avveniva in passato, del mese di luglio - se
vogliamo dirla tutta dal 20 luglio al 30 di agosto - ma c'è un allargamento
della stagionalità, c'è un incremento delle presenze, anche nel corso degli
altri mesi e delle altre stagioni e in modo particolare, anche per quanto
riguarda il turismo balneare, c’è un aumento delle presenze nel mese di maggio,
nel mese di giugno, nel mese di settembre e nel mese di ottobre. Incrementi a
due cifre in questi mesi.
Da cosa sono dati questi elementi di espansione? A mio parere sono dati sostanzialmente da due fattori. Certo c'è stata la crisi del sud del Mediterraneo che è datata 2012-2013, gli anni del terrorismo, Sharm el Sheikh ecc… Perché oggi c'è questa intercettazione turistica anche da parte della Calabria? Perché nel 2012 c'era una intercettazione fortissima della Puglia e della Campania, oltre che della Sicilia. Perché? Perché la Calabria ha avuto e ha un problema che è stato quello dell'accessibilità alla Regione e quando parlo di accessibilità parlo, in primo luogo, dei collegamenti internazionali. Non rimuoviamo i dati della realtà, non è né propaganda né mettere medaglie al petto. Non di questo si tratta, insisto su questo.
Noi abbiamo questo dato per quanto riguarda l'accessibilità 2014, andate a rilevarlo all'aeroporto di Lamezia; nel 2014 i collegamenti extra nazionali con aeroporti fuori dai confini nazionali erano meno di 10. Andate a chiedere oggi quali sono i collegamenti. Sono oltre 50 e sono tali perché abbiamo scelto di investire, non perché prima eravamo antipatici e adesso siamo diventati simpatici alle compagnie aeree; abbiamo scelto di investire e di incoraggiare questi collegamenti con risorse che abbiamo allocato nella programmazione comunitaria, nelle risorse che abbiamo programmato.
Ci sono stati i bandi, ci sono stati due bandi, uno di 12 e altri di 12 milioni di euro, per incentivare i collegamenti, per creare una convenienza alle compagnie a collegarsi con il nostro sistema aeroportuale. Va a merito di questo Consiglio regionale.
È stata approvata una legge sulla charteristica che, per quanto riguarda il mese di luglio e il mese di agosto, non concede incentivi perché in quei mesi non c'è bisogno di incentivi, perché anche la charteristica, nel mese di luglio e nel mese di agosto, è collegata a flussi che la sostengono, naturalmente, perché i tour operator, che agiscono attraverso la charteristica, hanno coperti quei mesi anche dal punto di vista dei costi di trasporto aereo che incentiva, invece, con diversa gradazione il mese di giugno e il mese di settembre e, poi, il mese di ottobre fino a maggio con incentivi importanti.
Cioè un tour operator che voglia portare in Calabria 20 persone che si fermano per una settimana, ha - come voi sapete - un incentivo del 30%, un abbattimento del costo del 30%. Questo ha consentito di allargare la presenza anche in altri periodi dell'anno e di intercettare flussi turistici.
L'accessibilità e l'agevolazione nell’accessibilità è il primo fattore che ha agito per una regione che è periferica rispetto ai mercati e per una regione che, anche attraverso altri vettori di collegamento, ha avuto e continua ad avere difficoltà, chiaramente.
C'è stato quindi un chiaro obiettivo, perseguito attraverso gli strumenti che il Consiglio regionale ha approvato nel corso di questi anni e, poi, c’è stato - permettetemi di dire – una estensione rispetto alle diverse nicchie di turismo.
Oggi si parla di turismi, non di turismo, perché ci sono diverse nicchie di turismo: c'è il turismo naturalistico, c'è il turismo religioso, c'è il turismo sportivo, c'è il turismo esperienziale. Ci sono diverse nicchie di turismo a cui è stata prestata o meglio si è incominciato a prestare un’attenzione; non è un caso che c'è stata una intercettazione anche da questo punto di vista, perché le presenze non ci sono solo nei villaggi turistici, ma sono spalmate sul territorio.
Andate a vedere i dati e analizzateli, perché è importante questo. L'analisi dei dati vi invito a farla, perché da essa si coglie quelle che sono le evoluzioni che presenta questo settore. Non è un caso che noi, proprio per corrispondere a questa evoluzione, abbiamo messo in campo alcune iniziative importanti; per esempio abbiamo pubblicato due bandi: uno per quanto riguarda i borghi volto ai Comuni, alla qualificazione e alla valorizzazione dei borghi, attraverso l'intervento dei Comuni e l'altro, sempre nei borghi, attraverso la valorizzazione delle unità immobiliari ai fini della ricettività diffusa rivolto ai privati.
Vorrei dire – e piglio spunto dall’intervento del consigliere Pedà - che anche quello che sta avvenendo in questi giorni, la letterina che sta arrivando a coloro i quali non erano a posto formalmente è relativa al soccorso istruttorio, perché coloro i quali hanno solo omesso atti formali e non di sostanza possano integrare le pratiche; chi ha omesso atti sostanziali viene escluso, chiaramente, perché entro 10 giorni, attraverso questo rapporto diretto, possa essere chiusa, anche lì, la parte relativa all’ammissibilità delle pratiche al bando.
Perché? Noi abbiamo approvato anche qui una legge, abbiamo approvato una legge per regolare le attività ricettive diffuse: b&b (bed and breakfast), affittacamere eccetera…E quella legge che noi abbiamo approvato consente non solo di classificare le diverse tipologie di offerta di turismo diffuso, ma ci ha consentito di fare quel bando che richiamavo prima e allo stesso tempo consente di evitare che il b&b diventi una concorrenza sleale per l'albergo, per l'attività turistica che, appunto, è chiamata ad un regime fiscale. Se non fosse regolata la parte della ricettività diffusa, diventerebbe concorrenza sleale. E infatti con le partite IVA coloro i quali fanno il b&b e fanno le attività di turismo diffuso sono sottoposti a regime fiscale che non è, come dire, competitivo in modo sleale con le attività di ricettività alberghiera vera e propria, ma c'è un campo che è in crescita anche nella nostra regione.
La ricettività, attraverso b&b eccetera, è in crescita esponenziale anche nella nostra regione. Quindi, praticamente, su questo versante si sta lavorando e in modo importante.
Con l'approvazione di questo Piano che approviamo oggi, sblocchiamo un altro canale importante di risorse e cioè i contratti di sviluppo, per i quali noi abbiamo destinato, con un accordo con il MISE fatto nel 2018, risorse importanti: parte del fondo nazionale e parte del fondo della Regione. Questo consentirà di mettere in campo iniziative importanti.
Perché a tal fine è importante il Piano che approviamo stasera? Perché il precedente Piano poneva dei vincoli, per cui l'esame delle proposte presentate sui contratti di sviluppo, fatto da Invitalia, richiede il parere della Regione, il parere di conformità e congruità rispetto al Piano.
Il precedente Piano era un carico di vincoli, nel senso che praticamente era predestinata l'area alla quale c'era maggiore vocazione turistica eccetera eccetera. Ritengo che questo sia un vincolo assurdo, perché la “vocazionalità”, se la sceglie il mercato, in questo caso non la sceglie il pubblico a priori.
Un investitore che vuole fare un investimento sa dove fare l'investimento, perché poiché mette i suoi soldini, fa l’investimento dove c'è una convenienza, perché sa che c'è un mercato che tira; non lo va a fare nel deserto, lo va a fare in zone dove quell'investimento ha un ritorno. Quindi è il mercato che regola e nel precedente Piano c'erano vincoli per cui molte proposte sono impedite da quei vincoli.
Oggi con questo strumento noi sblocchiamo un altro canale importante, poi agiranno gli strumenti tecnici di Invitalia, che ha strumenti competenti. Io non ho voluto che lo facesse la Regione, deve farlo Invitalia per conto della Regione, per liberarla dall’esame della qualità e della congruità delle proposte, in modo tale che quelle risorse possono essere sbloccate.
Noi, anche dal punto di vista della strategia di comunicazione, abbiamo cambiato radicalmente l'approccio; non ci siamo affidati ai “sei per tre” che prima si trovavano negli aeroporti. Voi che, come me, avete modo di mobilitarvi oltre i confini della nostra regione, per motivi di lavoro, attività amministrativa eccetera, sapete che ci si era affidati alle campagne negli aeroporti. No! Noi abbiamo scelto un'altra strada che è quella della promozione mirata.
L'anno scorso abbiamo avuto in questa città, a Reggio Calabria, a conclusione di una settimana che ha coinvolto l'intera regione, un meeting che ha visto la presenza di 750 tour operator tedeschi. La più grande organizzazione dei tour operator che agisce nel mondo è quella tedesca. 750 tour operator della Germania, dell'Austria e della Svizzera, che prima sono stati portati in giro per la Calabria, dal Pollino fino allo Stretto e hanno avuto modo di incontrare gli operatori turistici nostri, sia sul mare sia sulla montagna, a conclusione di quella settimana sono venuti a Reggio Calabria. A Reggio Calabria si è tenuto un meeting che per tre giorni, da giovedì fino a sabato, si è concluso il sabato mattina al teatro qui a Reggio Calabria e ha visto la presenza di questi operatori.
Una iniziativa a cui ha partecipato il Ministro dell'economia tedesca e a cui ha partecipato anche il capo dell'opposizione tedesca, Müller e Schulz, per dirvi l'importanza dell'organizzazione. Un'organizzazione che si porta dietro due personalità, una del governo tedesco e l'altra dell'opposizione, il capo dell'opposizione, vuol dire che è un'organizzazione che ha un peso nel suo Paese.
Ebbene, a conclusione di quella iniziativa, noi abbiamo avuto un'attenzione anche da parte degli investitori tedeschi. Vi annuncio - per chi non lo sa - che alcuni di quegli investitori hanno deciso di investire - avevano già deciso prima di investire, perché ci stavano interlocuzione presso l'ambasciata tedesca a Berlino con questi investitori - in Calabria, perché c'è un interesse. Uno di questi investitori ha investito a Pizzo e l'11 maggio si è aperto un villaggio di 1200 camere a Pizzo; parlo dell'investitore Tui; un altro, Thomas Cook, ha investito a Villapiana, il 20 di questo mese ci sarà l'inaugurazione e altri stanno investendo.
Cioè si è aperto anche un varco degli investimenti da parte di tour operator che non sono cosa di poco conto; sono coloro i quali hanno, come accompagnamento alle loro attività turistiche, anche le loro flotte aeree private, che partono nella programmazione dei flussi per riempire i loro villaggi turistici e non solo anche attraverso accordi con operatori che già operano in Calabria.
Ieri sono stato nella zona di Soverato in cui c'è un villaggio - vi dico pure il nome per capirci - Estella, che mi diceva che questi operatori hanno già contrattato con loro un blocco di posti letto, perché appunto hanno un surplus di domanda che collocano nei villaggi che sono già preesistenti.
Perché dico questo? Perché nel dato dell'aumento delle presenze turistiche c’è un complesso di elementi. Certo le potenzialità sono enormi e tanto tanto ancora si può fare. Ma la strategia è questa, la strategia che noi stiamo seguendo ha una bussola, perché si fa presto a fare discorsi disancorati dalla realtà.
Naturalmente noi stiamo lavorando per investire anche negli attrattori. Per esempio il piano di valorizzazione dei beni culturali sul quale stiamo lavorando è proprio questo: la valorizzazione di attrattori. Poi un territorio deve essere messo nelle condizioni di offrire quello che ha. Stiamo lavorando molto sulla sinergia tra i parchi nazionali, i tre parchi nazionali del Parco delle Serre per costruire anche un'offerta di turismo naturalistico; stiamo sostenendo anche gli eventi sportivi; per quanto riguarda la vela, sia a Crotone sia a Reggio Calabria, stanno facendo esperienze importanti, sostenute anche da noi oppure altre attività di turismo sportivo ed esperienziale. Cioè iniziative mirate in tal senso, che vanno nella direzione della qualificazione dell'offerta nel territorio.
Chiaramente l'enogastronomia ha un ruolo importante. Anche da questo punto di vista devo dire che noi abbiamo assunto iniziative importanti, sostenute assumendo come messaggera di queste iniziative una figura rilevante che, soprattutto negli Stati Uniti d'America, ci ha consentito di fare una serie di iniziative e di promozione. Cioè questa è la strada che abbiamo imboccato.
Con il Piano di oggi noi facciamo un ulteriore passo in avanti nel rafforzamento di questo percorso. C'è molto da fare, però io credo che, se su questo percorso si spinge, si investe, si coinvolgono gli enti locali, si investe anche sulla formazione, c’è la possibilità di fare davvero del binomio turismo- agricoltura i pilastri della costruzione di uno sviluppo sostenibile nella nostra regione. Se leggiamo anche da questo versante il rapporto di Bankitalia, ci rendiamo conto che proprio questa espansione della presenza turistica ha determinato anche un’espansione dell’occupazione, certamente non nella misura che sarebbe necessaria e possibile, ma, anche qui, c'è stato un segno positivo determinato da questa espansione.
Questo strumento lo considero importante questa sera e considero importante che il Consiglio regionale abbia dato attenzione a questo settore, a queste problematiche, perché quello che conta è sui dati e noi sui dati dobbiamo esprimere valutazioni e posizioni, naturalmente analizzandone nel merito quelle che sono le sfaccettature che presenta il quadro che esaminiamo. Non c'è dubbio che è un quadro importante, interessante, positivo che deve essere ulteriormente rafforzato e migliorato, perché è significativo delle potenzialità che offre.
Finalmente passiamo dall’auspicio della costruzione sul turismo dell’espressione delle potenzialità della nostra regione alla concreta realizzazione in questa direzione.
Ripeto: tanto c'è ancora da fare, ma la strada che abbiamo imboccato va nella direzione giusta.
Passiamo alla votazione del provvedimento.
Siamo favorevoli, Presidente.
Il provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
Il dodicesimo punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 254/10^ d'Ufficio, recante “Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2018, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del D. Lgs. n. 118/2011 e conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2018-2020 e al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale”.
Cedo la parola al consigliere Tallini, che è il relatore del provvedimento per l’illustrazione.
Con il presente provvedimento il Consiglio regionale è chiamato ad approvare il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2018 del Consiglio regionale e le conseguenti variazioni di bilancio di previsione, così come deliberato dall'Ufficio di Presidenza con la deliberazione numero 16 del 15 aprile 2019.
Dalle attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi, effettuate dagli uffici competenti del Consiglio regionale, è risultato che al termine dell'esercizio 2018: l’ammontare dei residui attivi è pari ad euro 32.610.772,11; l'ammontare dei residui passivi è pari ad euro 10.872.693,04; la consistenza finale del fondo pluriennale vincolato da iscrivere nelle entrate di bilancio dell'esercizio 2019 è pari ad euro 2.571.626,58, di cui euro 510.985,28 per spese in conto capitale.
Le risultanze del presente provvedimento saranno inserite nel rendiconto del Consiglio regionale relativo all'esercizio 2018.
Con il presente provvedimento sono, infine, approvate le variazioni al bilancio di previsione 2019-2021 necessarie per l'adeguamento delle previsioni di competenza e di cassa alle risultanze del riaccertamento dei residui attivi e passivi.
Sul presente provvedimento il Collegio dei Revisori dei Conti, col verbale numero 254 del 14 maggio 2019, ha espresso il parere favorevole.
Non ci sono richieste di intervento, passiamo alla votazione del provvedimento, unitamente ai relativi allegati, prendendo atto anche del parere favorevole del Collegio dei Revisori dei Conti.
Il provvedimento, unitamente ai relativi allegati, è approvato.
(Il
Consiglio approva)
Passiamo all'ordine del giorno a firma del consigliere Mirabello “Inerente il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato della Abramo Customer S.p.A. - centro operativo di Crotone”.
Prego, consigliere Mirabello.
Presidente l'ordine del giorno oramai, di fatto, è superato.
È ritirato.
(È ritirato)
Passiamo all'ordine del giorno a firma del consigliere Pedà “Sullo stato di attuazione della ZES Calabria e iniziative programmate”. Prego, consigliere Pedà, ha facoltà di illustrarlo.
Si tratta della volontà di dare uno sportello fisico della ZES che - devo dire - in Calabria ha avuto un iter abbastanza celere, anche rispetto alla vicina Sicilia, forse meno della Campania, ma era dipeso dalla mancata nomina - credo - del componente del Comitato - vero professore? – da parte del Governo.
Quindi si vuole dare un segnale con un sportello fisico, oltre a quello internet, a Gioia Tauro per dare le informazioni agli imprenditori che volessero venire ad investire proprio nell'aria industriale di Gioia Tauro, nel porto di Gioia Tauro, dando un segnale importante sul territorio, che penso lo meriti. Grazie.
Se vuole può replicare, assessore Russo, ne ha facoltà.
Non è tanto una replica quanto una specificazione.
Per quanto riguarda il primo punto, è proprio la cosa su cui stiamo lavorando con uno sportello e per la quale stiamo concordando i dettagli con Fincalabra; ormai si tratta solo di dettagli, quindi dovrebbe aprire.
Il tema sta sempre all'interno della ZES, nel senso che il Comitato di indirizzo si è insediato dopo quello della Campania, perché il membro nominato dal MIT (Ministero infrastrutture e trasporti) è arrivato soltanto a dicembre.
Fortunatamente dopo abbiamo cominciato a lavorare; prima, su nostro impulso e su nostra indicazione si è chiesto che il Comitato di indirizzo si facesse capo immediatamente di un regolamento molto semplice e specificativo del credito d'imposta per quanto riguarda i 204 milioni di euro previsti nella legge iniziale, che noi riteniamo cruciale.
Questo è accaduto e la proposta che abbiamo fatto come rappresentanti della Regione è alla discussione del Comitato di indirizzo.
Ricordo che il Comitato di indirizzo, a differenza di come avevamo proposto noi con l'indicazione della legge regionale del settembre 2015, non ha una preminenza di espressione della Regione; la Regione è assolutamente in minoranza nel Comitato di indirizzo.
Comunque, si è fatta carico lo stesso di promuovere il regolamento che a breve – penso già nella prossima settimana o l'altra – dovrebbe essere discusso nel Comitato indirizzo.
C'è un ulteriore ritardo, ancora una volta, da parte di Roma nella specificazione del rapporto con l'Agenzia delle entrate.
Riteniamo che debba essere estremamente semplice e che debba richiamare esattamente quanto già previsto per l’utilizzo del credito d’imposta, senza mettere ulteriori barriere.
Questa è stata la nostra posizione.
Se la legge nazionale dice che il credito d'imposta deve prescindere da valutazioni ex-ante, ma deve stare esattamente, come il credito d’imposta nazionale, nella capacità del management della singola azienda, così deve essere senza mettere ulteriori freni alla possibilità di intervento nella ZES.
Se cominciamo a mettere nuovi freni, nuovi vincoli, nuovi lacci, nuove inerzie e nuovi muri di gomma, torniamo a vecchie esperienze che non vogliamo ripercorrere; vecchie esperienze, per certi versi viste con la legge numero 488 o con alcuni insediamenti di aree industriali e cose che ben conosciamo, con capannoni vuoti e compagnia bella.
Questo non deve accadere.
Per non accadere, secondo noi, il credito d’imposta non deve avere vincoli oltre quelli già previsti dalla legge nazionale. Questo è il primo punto.
C'è un secondo punto e ne approfitto per richiamarlo perché è avvenuto nel tempo rispetto alla presentazione delle indicazioni da parte del consigliere Pedà, che riguarda l'integrazione dei 300 milioni di euro per la ZES. Anche su questo, voglio richiamare l’attenzione.
Avevamo proposto che i 300 milioni di euro, che il ministro Lezzi ha chiesto di inserire, venissero spesi con un comma semplicissimo aumentando il Fondo da 204 a 504 milioni di euro. Questo non è accaduto.
Se andate a vedere la specificazione dei 300 milioni di euro, di fatto implica un percorso completamente nuovo su cui si sta cominciando a discutere a Roma.
Anche su questo abbiamo fatto una proposta operativa, ovvero che i 300 milioni di euro vengano spesi e indirizzati esattamente – ne abbiamo parlato poco fa per il turismo, ma la proposta che facciamo noi è uguale – con la logica dei contratti di sviluppo, quindi seguendo norme già esistenti senza provare a inventarci nuove norme; se ci inventiamo nuove norme, l'unico risultato che otteniamo è che prima che queste risorse vadano a regime, passeranno i mesi e gli anni, invece diciamo: “Pazienza, per i 300 milioni di euro si è scelta un’altra strada; bene, però utilizziamo una strada già codificata, una strada di cui già si conosce il percorso e di cui già siano identificati gli attori”. Per cui l'imprenditore non deve ritrovarsi una macchina completamente nuova che non sappiamo se parte, se non parte, se arriva, se conosce il percorso, e tutto quanto sappiamo della burocrazia nostra.
Per i due strumenti abbiamo previsto credito d’imposta e contratti di sviluppo sic et simpliciter. Questi sono gli elementi principali.
Si tratta di un work in progress che stiamo seguendo e monitorando costantemente perché riteniamo che la questione della ZES – che, ricordo, è stata proposta da questo Consiglio regionale all'attenzione del Parlamento – continua ad essere uno degli elementi centrali.
Ci crediamo e credo negli imprenditori, se è vero come è vero, che tutta una serie di proposte anche per la ZES Calabria sono già accadute e le richieste che vengono fatte al MISE (Ministero dello sviluppo economico) sono già in quantità notevole.
Questo è in qualche modo lo stato, per cui riteniamo che, per concludere nel breve periodo, ci possa essere il regolamento di indirizzo per i 200 milioni di euro.
Per quanto riguarda la specificazione dello sportello unico, è evidente che stiamo aspettando questo regolamento di indirizzo, perché l’indicazione specifica che dobbiamo dare non è tanto descrittiva ma è proprio operativa.
Che cosa si deve fare? Come si deve fare? Con quale forma?
Noi siamo pronti.
Appena ci sarà la specificazione del Comitato di indirizzo, potremo operare immediatamente perché gli atti interni alla Regione già sono stati fatti per lo sportello fisico.
Non credo che lo sportello fisico in quanto tale sia particolarmente importante; però credo che sia importante come immagine di presidio sul territorio.
L'immagine sul territorio deve essere una risposta importante; poi l'investitore giapponese, quello americano o quello australiano interagiranno via internet e non certamente con lo sportello fisico.
Lo sportello fisico, però, significa una presenza qui ed ora della Regione e, quindi, dell'istituto regionale proprio sul territorio; questo è l'obiettivo e questo è quello su cui stiamo ragionando.
Il secondo tema, però, non è stato richiamato nell'esposizione che ha fatto il consigliere Pedà.
Stiamo aspettando il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla questione della separazione delle Autorità di sistema portuale.
Riteniamo che ci sia un limite, un forte limite, nella decisionalità del Governo di spezzare le Autorità portuali.
Non è accettabile che un’unità che consentiva di avere già dentro lo stesso sistema portuale di tutti i porti della Calabria e, quindi, rendendo complementari al porto di Gioia Tauro gli altri porti che, ricordo, sono il porto di Vibo Valentia, primo porto industriale e petrolifero che abbiamo in Calabria, il porto di Reggio Calabria, altro grande porto turistico, quindi – questo solo per i porti del Tirreno –sul Tirreno avremmo una espressione completa di offerta.
Il fatto di togliere Villa S. Giovanni e Reggio Calabria a Gioia Tauro, crediamo che tenda a indebolire fortemente sia il porto di Gioia Tauro sia i porti di Villa e Reggio Calabria.
Ciò è impensabile, considerato quanto sta accadendo a livello mondiale con l'integrazione dei grandi sistemi.
Faccio l'ultimo richiamo e poi concludo, se riteniamo possiamo tornarci quando vogliamo.
La Danimarca e la Svezia, che, come voi ben sapete - passatemi la semplificazione - si possono vedere come cani e gatti, hanno messo insieme i due porti principali della Svezia e della Danimarca.
Malmö e Copenaghen hanno costituito un sistema portuale integrato. Malmö e Copenaghen, i due porti principali di due Paesi concorrenti, fanno un solo sistema portuale.
Si parla di porti di quarta generazione.
Dunque, è assolutamente inaccettabile che, non solo si scinda l'Autorità così come era stata definita, ma che addirittura si tagli o si spacchi l’Autorità portuale della Calabria.
Questo è il motivo per cui abbiamo fatto ricorso in Corte Costituzionale.
Abbiamo fatto ricorso, non soltanto nella forma, perché le Regioni non sono state consultate per una materia così concorrente di decisionalità della Regione ma, nello stesso ricorso, abbiamo introdotto il merito della questione; quindi, l'atteggiamento della Regione Calabria, il fatto che non abbia accettato questa separazione e quel percorso, non è un atto meramente formale di non aver ascoltato la Regione Calabria nella Conferenza delle regioni, ma c'è un problema di merito.
Il fatto di aver saltato l'ascolto della Regione ha impedito alla Regione Calabria di esprimere proprio quello che dicevo, cioè un problema di merito che vede – e torno al punto di partenza che introducevo prima – la possibilità di fare un grande porto, un grande sistema portuale di quarta generazione; sono i sistemi portuali che adesso si stanno affermando a livello mondiale, facendoci tornare e mettendo le lancette dell'orologio fortemente all'indietro; quindi, un problema di contenuto e un problema di metodo.
Su tutte e due abbiamo proposto, appunto, il ricorso alla Corte Costituzionale, ripeto, per evidenziare che la nostra non è una tattica strumentale per ritardare la definizione delle nuove Autorità portuali, ma c'è un grave problema di merito.
Ultimo elemento, e concludo, che in qualche modo veniva richiamato implicitamente nel secondo punto della nota che faceva il consigliere Pedà, è il tema della ZES relativa ai due porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni.
In questo caso c'è un grave problema di complicazione che viene introdotto con questo sistema. Chiaramente una complicazione che va in direzione ostinatamente contraria a qualunque concetto di semplificazione.
Chiarisco questo punto: noi abbiamo delle aree ZES all'interno del porto di Villa San Giovanni e del porto di Reggio Calabria; la legge numero 84, istitutiva dei porti, dava al Presidente dell'Autorità portuale il potenziale della definizione della concessione rispetto ai tempi.
La nuova legge, che spacca l’Autorità portuale, sostanzialmente dice che nei porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni, per quanto riguarda le aree ZES, decide il Presidente dell'Autorità portuale di Gioia Tauro e non il Presidente dell’Autorità portuale dello Stretto.
Di fatto, appena si esce un metro da queste aree, decide di nuovo il Presidente dell'Autorità portuale dello Stretto; quindi, qualunque problema di accessibilità, di marketing e di governo complessivo dell'area, viene deciso dalle Autorità dello Stretto, mentre lo specifico dei mille, due, quattro, cinque, sei mila metri quadrati dell'area identificata come ZES viene deciso in un altro.
C'è una sorta di mostro giuridico per cui la concessione, anziché essere data da uno, come fortunatamente era stato introdotto dalla legge numero 84 del 94 in Italia, adesso è bicefala; la qual cosa è veramente un atto di complicazione estrema, e ci voleva una grande capacità per farla.
Questa è una cosa che, secondo me – non voglio esprimere valutazioni politiche – ma di certo tutto si può chiamare tranne che cambiamento.
Se cambiamento significa mettere le lancette dell'orologio indietro, fortemente indietro, ma non di qualche ora, bensì di qualche decennio, scontando tutto quello che accade a livello mondiale – e, ripeto, ho fatto la citazione di Malmo e Copenaghen di proposito, perché è uno dei più grandi sistemi addirittura sovranazionali – siamo riusciti a spaccare l'atomo, ma non l’atomo perché già sapevamo che la ricerca nucleare ci permette di prendere gli elettroni; qui abbiamo spaccato l'elettronica.
Questa è una cosa che, fisicamente, è già definita come impossibile. Ci stiamo provando.
La proposta non può essere messa ai voti perché è evidente la mancanza del numero legale, perciò si toglie la seduta.
Non so più cosa fare con quest’ordine del giorno. Avevo chiesto espressamente che venisse rimodulato l’ordine del giorno proprio per discutere questo. Non ce l’ho con lei.
PRESIDENTE
Ci impegniamo a ripartire da questo punto all’ordine del giorno.
Presidente, la discussione è stata comunque
svolta; pertanto, nella prossima seduta, prevista per il 24 giugno, al primo
punto si procederà alla votazione.
Io non voterò più
nessun ordine del giorno di nessuno! Questa è veramente una vergogna di questo
Consiglio regionale.
Avevo chiesto espressamente
che venisse invertito l'ordine del giorno perché dal 22 gennaio ci portiamo
questo punto riguardante lo sportello della ZES.
Siamo arrivati
qui, finalmente lo abbiamo discusso col professore Russo, e non c'è il numero
legale.
È veramente è una
mancanza di rispetto anche per il proponente e per questo gruppo consiliare.
Naturalmente
per la città di Gioia Tauro.
Per
quanto mi riguarda è assunta come fatto positivo, quindi, me ne faccio
assolutamente carico, poi nel merito il consigliere Pedà faccia le valutazioni
che ritiene. Per quanto mi riguarda mi sento di condividere, personalmente, e
quindi di seguire esattamente quello che sta qua dentro, ripeto, a prescindere
dalla discussione formale su cui non mi permetto di intervenire. Nel merito
sono pienamente d’accordo.
Siamo
tutti d’accordo con l’assessore, l’importante è che la discussione sia avvenuta
e che la Giunta abbia espresso la propria posizione che non può modificare con
l'approvazione o con la bocciatura del documento. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Gallo, ne ha facoltà.
Presidente,
il problema è politico, non è relativo al singolo ordine del giorno che potrà
essere approvato, non essere approvato e che l’Aula potrà anche respingere. Il
problema però è politico e di reciproco rispetto fra le parti che sono in
questo Consiglio regionale. In maniera sommessa, durante la seduta di Consiglio
regionale, l’ho comunicato ai colleghi, ai cari colleghi che rappresentano la
maggioranza o la non maggioranza, Presidente, perché come sa, se ne è discusso
anche in Conferenza dei capigruppo: si è profondamente modificata la geografia
del Consiglio in questi anni e le rimprovero di non aver saputo tenere la sua
maggioranza.
Pertanto,
oggi, si sono determinate condizioni diverse; nell'ultima seduta di Consiglio
ho fatto osservare che non avevate il numero legale, abbiamo concordato alcuni punti
che interessano ai calabresi e su questi punti vi abbiamo garantito il numero
legale. Oggi non ci sono più le condizioni, abbiamo svolto una Conferenza dei
capigruppo nella quale abbiamo detto di svolgere l'intero ordine del giorno.
Potevamo, su tutte le pratiche, Presidente, perché lo deve ammettere,
dall'inizio del Consiglio lei non aveva la maggioranza su alcuni punti;
Presidente, lei non avrebbe avuto la maggioranza se in maniera responsabile
questa opposizione non avesse tenuto il numero legale.
Non
c'è nessun inciucio, noi siamo la sua opposizione, siamo dall'altra parte, le
contestiamo l'azione di Governo, saremo contro di lei elettoralmente il
prossimo mese di novembre e la invitiamo, ancora una volta, a prendere atto di
questa situazione e quindi a non prolungare più questa legislatura. Il
problema, Presidente, è di rispetto anche fra le diverse parti, perché da
questa parte rimaniamo per discutere di argomenti come la Strada Statale 106;
io ho questo ordine del giorno, che riguarda i precari, dal mese di gennaio. Lo
so potrei anche dare fastidio all'assessore che, per la verità, - assessore,
questo glielo dico in Aula perché io sono abituato a dire le cose con grande
chiarezza anche in Aula - mi risulta che, in un incontro avuto con dei lavoratori
in questi giorni, abbia detto: “Ma a me del Consiglio regionale non interessa
nulla, possono fare quel che vogliono tanto io vado avanti come un treno”. Se
questa cosa risponde a verità è un fatto molto grave. Chiaro, lei non è tenuto
a rispettare noi, però noi siamo stati eletti dal popolo e lei dal popolo non è
stato eletto.
Allora
dicevo: abbiamo questo ordine del giorno, per esempio sui precari; il problema
è che di questo ordine del giorno noi stiamo ragionando, discutendo da mesi e
non è un fatto di propaganda, così come non è mera propaganda il fatto che,
come dirà il consigliere Esposito, c'è un problema sulle scuole di
specializzazione dell'Università Magna Graecia di Catanzaro e non è stato un
problema di propaganda discutere e dare forza anche al Presidente sulla Strada
Statale 106. Qui dobbiamo capire se la legislatura deve andare avanti o se la
possiamo interrompere anche in questo momento, a noi non interessa, andiamo a
votare prima possibile, non ci sono problemi.
Credo
che la questione sia una questione politica seria, altrimenti non entriamo più
in Consiglio regionale e vediamo se ci sono le condizioni per svolgere, d'ora
in avanti, una seduta di Consiglio regionale. Abbiamo procrastinato e rinviato
al 24 di giugno, per l'approvazione, una delibera sulla storicizzazione delle
spese per quanto riguarda i lavoratori precari, c'è un impegno di spesa di
40.000 euro. Non dobbiamo venire in Consiglio regionale? Avete la forza per approvarla? Magari la strapperete,
ma il problema è un problema di rispetto nei rapporti reciproci tra maggioranza
e minoranza ed il Presidente della Giunta regionale dovrebbe essere garante
anche di questo perché, altrimenti, noi, da questo momento in poi, ci fermiamo,
non andiamo avanti e chiudiamo la legislatura.
Conclude
il presidente Oliverio, non si vota, quindi adesso hanno chiesto di intervenire
nell’ordine i consiglieri: Esposito, Tallini. Poi concludiamo la seduta.
Consigliere Esposito, ne ha facoltà.
Intervengo
semplicemente per condividere lo sfogo del collega Pedà che ha seguito questa
tematica relativa alla ZES con grande impegno e rispettoso delle assenze
giustificate dell'assessore Russo quando ha presentato e illustrato, più volte,
questo ordine del giorno. Ho apprezzato anche l'attenta analisi dell'assessore
Russo e sicuramente gli sforzi del collega Pedà e lo sforzo e la relazione che,
sull’ordine del giorno, ha fatto l'assessore meritavano ben altro rispetto.
Ritengo, così come accennato dal collega Gallo, che è anche importante,
stasera, discutere delle scuole di specializzazione perché riteniamo che ci sia
in atto un tiro al piccione nei confronti dell'università di Catanzaro e che
l'unico ente che può dare forza a tutti noi, compreso lei, presidente Oliverio,
è il Consiglio regionale. In caso contrario presenterò alla stampa questa
mozione ma ritengo che sia cosa di poco conto se, poi, la massima Assise
regionale non si pronuncia all'unanimità su questi temi.
Il
dato politico emerge. Il Piano regionale dello sviluppo turistico sostenibile
che, come detto da lei, non è una pratica di ordinaria amministrazione - non
siamo intervenuti per dichiarazione di voto, ma non ce ne voglia, Presidente,
se la riprendiamo adesso - ma quella Calabria che lei ha descritto non è
proprio come lei la definisce; magari esiste la Calabria di quei calabresi che
si lamentano ma non è un popolo che si lamenta e piange quello dei calabresi.
Vuol dire che la verità, probabilmente, sta in mezzo.
Quel
Piano regionale dello sviluppo turistico sostenibile, che è in linea anche con
quell’inversione di tendenza dei numeri che lei, con grande precisione, ha
voluto dar conto all’Aula, non sarebbe passato se non ci fossero stati in aula
i 7/8 rappresentanti dell'opposizione perché il numero della maggioranza
difettava già nel momento in cui in cui abbiamo votato quella pratica. Del
resto, non è passato inosservato quello che aveva cercato di fare il collega
Pedà quando è stata avviata la votazione; credo che il collega avesse chiesto
la parola, per dichiarazione di voto, proprio per mettere in evidenza questo
dato politico. Non l'abbiamo fatto per la correttezza che contraddistingue
questa opposizione, siamo costretti a farlo oggi. Mi dispiace effettivamente
essere rimasto qui e non portare a casa non un risultato di Baldo Esposito e
dei tanti colleghi che hanno firmato la mozione sulle scuole di
specializzazione, ma non aver detto “no” ad un tiro al piccione che qualche
forza politica sta facendo nei confronti dell'Università Magna Graecia di
Catanzaro. È vergognoso e da questa vergogna se ne può uscire solo ed
esclusivamente se questo Consiglio regionale sa stare attento e unito su questa
problematica. Altrimenti il tiro al piccione non sarà solo nei confronti
dell'Università di Catanzaro ma sull'intera classe politica che la rappresenta.
Il consigliere Tallini ha facoltà di intervenire.
Colleghi
mi permetto di invitare tutti quanti ad una sana riflessione, che significa
cercare di essere coscienti del momento che attraversa la Regione Calabria, del
momento che attraversa questa amministrazione, del momento che attraversa
questa maggioranza e del momento che vede chiamati alle proprie responsabilità
non i partiti, non le maggioranze, ma i singoli consiglieri regionali. Mi
permetto di interpretare e anche di correggere, diciamo, la posizione che hanno
posto alcuni colleghi del mio schieramento, non per dire che non hanno ragione,
hanno assolutamente ragione. Mi permetto di dire che questo senso di
responsabilità appartiene all'intero Consiglio regionale in un momento
particolarmente delicato in cui da questa parte ci sono più consiglieri
regionali che da quella parte. Pertanto, la insensibilità non appartiene solo
alla ex maggioranza, lo dico con grande rispetto anche al mio schieramento, ma
appartiene anche ai consiglieri regionali; certamente quello schieramento,
oggi, ha maggiore responsabilità di un altro schieramento che, come diceva il
collega Gallo, si sta ponendo con grande responsabilità e alla luce del sole,
con grande trasparenza per evitare che questa legislatura finisca in maniera
traumatica. Non perché qualcuno si debba dimettere o perché si debba dimettere
il Presidente o i consiglieri regionali. Finisce in maniera traumatica perché si
blocca totalmente la macchina anche nell' ordinaria amministrazione, nella
ordinarissima amministrazione.
Qualcuno
si dovrebbe accorgere che questa macchina è talmente inceppata e dire:
“Fermiamoci un attimo, nominiamo un commissario in questi sei mesi considerato
che nessuno è in grado di gestire la Regione in questo momento”. Certo, poco
fa, c'erano i consiglieri regionali che con grande senso di responsabilità
hanno dato vita ad una seduta, io dico, importante perché è vero che oggi c'è
questo incidente diplomatico ma è pur vero che quello che è avvenuto in questa
seduta, mi permetto di dire, è avvenuto, in gran parte, per senso di
responsabilità di cui noi rispondiamo all'opinione pubblica. Voi siete
percepiti come fallimentari, almeno attraverso i mass-media, siete quelli che
state per passare; noi dovremmo essere, invece, quelli che dovremmo sostituirvi
al Governo di questa Regione e abbiamo maggiore responsabilità e maggiore
attenzione su di noi. Teniamo conto di questo e della insensibilità di due tre
consiglieri regionali che erano seduti là e hanno capito che se si fossero
alzati per andare via sarebbe mancato il numero legale, accanto a tanti altri
che abitualmente, ormai, hanno preso l'abitudine di venire, stare un'oretta e
poi andar via.
Non mi
sembra, questo, un grande senso di attaccamento alle istituzioni, non mi sembra
un grande senso di responsabilità e di svolgimento del ruolo importantissimo di
consigliere regionale della Calabria.
Ritengo che, insomma, fatta così l'analisi sia più giusta perché io
insieme al collega e ai colleghi ci siamo domandati, ci interroghiamo
continuamente se supportare questa maggioranza che, in questo momento, nei
numeri ha qualche problema.
Io
non temo nessuno perché tutto quello che faccio lo faccio la luce del sole, ma
c'è chi strumentalizza queste posizioni. Dovete rendervi conto che la gente
strumentalizza il fatto che noi stiamo in Aula e consentiamo l'approvazione di
un Piano del turismo che, nei fatti, per noi, è un'occasione eccezionale ma
che, per qualcuno che sta fuori, può essere scambiato come un supporto e uno
sgabello per una maggioranza che ormai non ha più i numeri. Quindi diciamo che,
per alcuni versi, va meglio inquadrata l'analisi politica nei termini in cui
abbiamo detto, ma per altri versi, caro presidente Oliverio, da lei ci
aspettiamo sicuramente parole ancora più ferme e di censura nei confronti di
chi tiene questo comportamento.
Allora
dovremmo dire di aver sostenuto che la Calabria, sia pure in questo scorcio di
legislatura, ha bisogno di essere amministrata, ma che ci troviamo innanzi
all’atteggiamento di gente che ancora si dichiara organica a questa maggioranza
e poi, invece, fa mancare il numero legale, venendo meno ad un comportamento,
ad un regolamento etico che ognuno di noi dovrebbe rispettare.
Eravamo
16, chi se ne è andato in questo momento, si è alzato e ha fatto mancare il
numero legale, sapeva che andando via non veniva sostituito e avrebbe fatto
mancare il numero legale. Poteva anche pensare di dire: abbiamo esigenze particolari
suggeriamo di spostare la seduta, di rinviare la seduta. La scorrettezza sta in
questo, non nella difficoltà politica, su quello ci possiamo pure stare, sta
sul piano del rispetto personale nei confronti di chi come noi, agli occhi
dell'opinione pubblica, si sta assumendo la responsabilità di impedire che
questa Regione rimanga nella paralisi più totale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, colleghi. Mi
sembra che l’intervento del collega Tallini abbia ricondotto le cose in maniera
più aderente alla realtà.
Oggi abbiamo svolto una seduta di
Consiglio regionale importante; abbiamo approvato otto provvedimenti di legge,
fra i quali due sul cinema e sul turismo che hanno una rilevanza e un impatto
di un certo tipo sulla Calabria e sul suo futuro; lo abbiamo fatto in un clima
di collaborazione e responsabilità trasversale agli schieramenti.
Non abbiamo difficoltà a
riconoscere che il centro-destra ha partecipato positivamente, anche oggi,
anche stasera, a questi lavori, perché questo è un dato del tutto evidente ed è
un dato assolutamente positivo.
Quest’esercizio, peraltro, si
svolge nell’esclusivo interesse della Calabria, non di un partito, di un
amministratore, di uno schieramento, di una coalizione, con un’Assemblea
legislativa che lavora e legifera nell’interesse della Calabria.
Quindi, da questo punto di vista,
accanto alla responsabilità che - ripeto - riconosciamo, vi sta anche un aspetto
che riguarda il dovere del singolo consigliere regionale.
Su questo non voglio sottrarmi,
assolutamente, al dibattito, perché registro, dall’inizio della Legislatura,
comportamenti che non sono consoni rispetto al dovere di un eletto, sia esso di
centro-destra, di centro-sinistra, di sinistra, di centro, di destra e così
via.
Un eletto che gode della fiducia
popolare e che è stato, appunto, demandato a rappresentare i calabresi, viene
in Consiglio regionale ed esercita il proprio mandato, secondo il programma al
quale ha aderito, la sua coscienza e il suo impegno.
Quello che non può fare è
continuare a venire per poi andarsene, a non venire o a immaginare di venire o
non venire, a secondo del suo particolare interesse, perché così rompiamo le
parentesi ed entriamo dentro la questione, che non va elusa.
Il ruolo di un eletto è quello di
rappresentare chi lo ha votato e, più in generale, il popolo calabrese, anche e
soprattutto chi non lo ha votato. Lo deve fare con disciplina, onore e decoro.
Il decoro, in quest’Aula,
purtroppo, manca in maniera permanente da parte alcuni consiglieri.
Lo dico pubblicamente. Non è una
questione di schieramento.
Il consigliere Tallini ha
chiesto: “c’è una difficoltà nella maggioranza di centro-sinistra?” Sì.
Va bene. Dopodiché, però, c’è un
dovere che gli eletti hanno e questo dovere spesso viene meno. Siccome siamo in
un’Aula pubblica e c’è la stampa e ci sono gli organi del Consiglio regionale,
si vadano a vedere le presenze in Aula di questi anni, le abitudini di ciascuno
e se ne discuta.
Presidente Irto, io propongo che
si discuta anche di una modifica del Regolamento, con riferimento alla
frequenza dell’Aula, collegata anche alla retribuzione ed al mandato.
Non è più possibile. Non è più
possibile davanti ai calabresi!
Bisogna lavorare, se si vuole
lavorare; se non si vuole lavorare uno va a casa. Si smetta con questa
pantomima indecente!
Dopodiché le maggioranze e le
minoranze si misurano su atti importanti, come quelli di bilancio. Vedremo se
al bilancio la maggioranza che sostiene il Governo Oliverio non avrà i numeri.
Se non avrà i numeri il
presidente Oliverio non avrà interesse a stare qui a “scaldare la sedia” - lo
ha detto più volte -… torneremo ai calabresi.
Questo si vedrà al bilancio; fino
al bilancio, che è la “cartina di tornasole”, bisogna lavorare nell’interesse
della Calabria, con grande senso di responsabilità, così come i colleghi di
centro-destra spesso hanno fatto in quest’Aula, stasera e in altre occasioni.
Però un Consiglio regionale, che
approva otto provvedimenti di legge e lo fa dopo una discussione, non può
concludersi nella confusione!
Si conclude così perché ci sono
dei consiglieri regionali che non sono adeguati al loro ruolo, né
istituzionale, né politico. Punto. Diciamocelo. Basta!
Non è una questione di
centro-destra o centro-sinistra; è una questione di decoro personale che ad
alcuni consiglieri regionali manca.
Ha chiesto di intervenire il
Presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Credo che ci siano problemi di
natura politica e problemi di altra natura che vanno distinti e valutati per
quello che sono.
Quando ci sono problemi di natura
politica, e nessuno, chiaramente, li può negare, rimuovere o minimizzare, quei
problemi vanno valutati politicamente.
Ci sono problemi che si
riconducono alla responsabilità personale e ad un approccio anche etico e di e
d’interpretazione della funzione di un ruolo di rappresentanza che devono
essere valutati nella dimensione della responsabilità e della consapevolezza di
natura personale che è necessaria.
Stasera abbiamo svolto una seduta
di Consiglio regionale ricca di discussione e anche di provvedimenti
importanti, perché abbiamo approvato leggi e abbiamo approvato un Piano per un
settore strategico, quello del turismo, sul quale si è svolta una discussione e
si è espresso un voto.
Siamo passati poi agli ordini del
giorno, al primo dei quali si è verificato quello che si è verificato.
Credo che una riflessione, sia
pure in questo scorcio finale di Legislatura, debba essere fatta – e su questo
ha ragione il consigliere Romeo -, perché non si può vedere, valutare ed
esprimere la funzione del consigliere regionale come un passaggio, una presenza
“mordi e fuggi”.
Questo non va bene. Non va bene
rispetto alla Calabria, alle responsabilità di ognuno.
Se c’è l’esigenza d’interrompere
una seduta ci si alza - come diceva il consigliere Tallini e sono molto
d’accordo con lui - e si chiede motivatamente di rinviare la seduta, perché,
salvo che non ci siano scadenze, necessità ed urgenza, non casca il mondo se si
rinvia una discussione o un provvedimento e si aggiorna di qualche giorno.
Però, correttezza vorrebbe che ci
si alzasse e si dicesse: “ho un altro impegno…” e quindi, dopo avere svolto
attività per un intero pomeriggio, approvato provvedimenti, eccetera, eccetera,
a conclusione di tutto, chiedere di aggiornare la seduta.
Non va bene per quanto riguarda
la seduta di stasera, perché di questo si tratta, parliamoci molto chiaramente.
Dico anche che gli ordini del
giorno hanno una particolare importanza, a partire da quello sulla ZES,
presentato dal consigliere Pedà, proseguendo con gli altri, tra cui quello
sulle Scuole di specializzazione, per le quali vorrei intervenire, visto che
sull’ordine del giorno relativo alla ZES c’è stato un pronunciamento da parte
della Giunta regionale; è intervenuto il vicepresidente Russo e ha riferito
qual è la nostra posizione e attenzione.
Anche sulle Scuole di
specializzazione vorrei dire che condivido l’idea di muoversi in anticipo e i
contenuti dell’ordine del giorno. Aggiungo che non è un caso che abbia già
scritto una lettera al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca, per non tenere conto delle risultanze dell’Osservatorio nazionale
della formazione medica specialistica, che, come appreso dalla stampa, avrebbe
reso parere contrario all’accreditamento di alcune Scuole di specializzazione
dell’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro.
Perché? Perché i presupposti di
quella valutazione, come anche l’argomento principale che è stato addotto per
negare l’accreditamento, o meglio, che ha indotto l’Osservatorio a rendere al
Ministro parere contrario all’accreditamento, si riconducono, sostanzialmente,
al blocco delle assunzioni, che ha determinato la carenza di personale medico.
Ho già scritto una lettera al
Ministro e mi permetto di dire che rafforzeremo questa richiesta, anche sulla
base dei contenuti dell’ordine del giorno, che considero, sostanzialmente, un
rafforzamento di quest’iniziativa, pur non potendo essere assunto formalmente
dal Consiglio regionale perché in mancanza di numero legale.
Quindi, Presidente - mi riferisco
al Presidente del Consiglio regionale - credo che, da questo punto di vista, una
riflessione vada fatta, non per caricare al Presidente del Consiglio la
responsabilità - ci mancherebbe altro! -, anche attraverso misure, che per la
prospettiva determinano un vincolo di responsabilità per i consiglieri.
Non è possibile! Teniamo due sedute
di Consiglio regionale al mese, poi, tra una seduta e l’altra, c’è l’attività
delle Commissioni, c’è un attività e un impegno dei consiglieri ma nelle sedute
d’Aula bisogna che ci siano regole, per
cui o ci si alza e si giustifica l’assenza o ci si alza e si chiede una
sospensione dei lavori, un aggiornamento dei lavori e si vota
sull’aggiornamento dei lavori oppure, in qualsiasi momento della seduta del
Consiglio regionale, scattano misure diverse, perché in quel determinato
momento il consigliere è assente.
Ci sono poi, invece, problemi di
ordine politico? Benissimo! Su problemi di ordine politico ci si alza, ci si
pronuncia, per cui se c’è un’assenza per tali motivi se ne prende atto, in modo
tale da rendere trasparente la discussione, perché non ci può essere, di volta
in volta, come spesso avviene, un’utilizzazione delle assenze, che magari sono
motivate da altre ragioni e si caricano di politica o sono motivate da ragioni
politiche e si caricano di altre ragioni.
Parliamoci molto chiaramente:
questo gioco del “gatto e del topo” non porta da nessuna parte, se non a
svilire il ruolo delle istituzioni.
Faccio questo ragionamento, a
conclusione, perché stasera - mi permetto di dire - il Consiglio regionale è
stato proficuo, ha prodotto provvedimenti importanti. Sarebbe davvero triste
ritornare sempre al punto di partenza!
Quindi, nel dire questo voglio
affermare un concetto: in quest’Aula, prima ancora della maggioranza o della
minoranza, c’è una responsabilità dei consiglieri, che naturalmente non significa
minimizzare o ovattare o mettere in sordina problemi di ordine politico quando
ci sono.
Ci sono stati e sono stati
discussi apertamente e anche aspramente in quest’Aula e nessuno si è sottratto,
ma ci sono responsabilità di carattere personale e istituzionale che non
possono non essere sottolineate e messe a fuoco, perché, altrimenti,
significherebbe nascondersi sempre dietro la politica e non è giusto che sia
così.
C’è una responsabilità che è
riconducibile alla funzione di rappresentanza, che non può essere ovattata e
nascosta dietro altre ragioni - almeno quando queste ragioni non ci sono, com’è
evidente questa sera.
La seduta è tolta.
Ha chiesto congedo: Salerno, Sculco, Rizzo
(È concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla
lettera a) comma 1, dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.
118 e s.m.i. – (deliberazione G.R. n. 213 del 28.5.2019)” (PL n° 438/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario
2018 – (deliberazione G.R. n. 218 del 28.5.2019)” (PL n° 440/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione all’anticipazione
di liquidità ai sensi dell’articolo 1, commi da 849 a 857 della legge 30
dicembre 2018, n. 145 – (deliberazione G.R. n. 231 del 6.6.2019)” (PL n°
442/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Storicizzazione risorse del precariato storico – (deliberazione G.R. n.
245 del 14.6.2019)” (PL n 443/10^)
È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Tallini – “Riconoscimento della legittimità di un debito fuori bilancio
del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1,
lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed
integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126” (PL n. 437/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea – “Disposizioni in materia funeraria e di polizia
mortuaria” (PL n. 439/10^)
È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Bova – “Modifiche all’articolo 16 della legge
regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il
contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità,
dell’economia responsabile e della trasparenza)” (PL n° 441/10^)
È stata assegnata alla prima - Affari
istituzionali, affari generali e normativa elettorale – alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere e alla terza
Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla
Commissione contro la ‘ndrangheta ai sensi dell’articolo 66, comma 2, del
Regolamento interno del Consiglio regionale.
(Così resta stabilito)
Romeo “Modifiche della legge regionale 7 novembre 2017, n. 42” (PL n°
444/10^)
È stata assegnata alla prima - Affari
istituzionali, affari generali e normativa elettorale – ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2018 e della
relazione sulla gestione – (deliberazione U.P. n. 27 del 28.5.2019)” (PPA n°
258/10^)
In data 31 maggio 2019, il Presidente della
Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le
stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 61 del 3 giugno 2019:
1. Legge regionale 31 maggio 2019 n. 13,
recante: 'Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti,
indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012';
2. Legge regionale 31 maggio 2019 n. 14,
recante: 'Interpretazione autentica del comma 1 dell’articolo 10 della legge
regionale 2 marzo 2005, n. 8 (Collegato alla manovra di finanza regionale per
l’anno 2005)';
3. Legge regionale 31 maggio 2019 n. 15,
recante: 'Modifiche alla l.r. 37/2015';
4. Legge regionale 31 maggio 2019 n. 16,
recante: 'Interpretazione autentica dell’articolo 1 della legge regionale 27
aprile 2015, n. 11';
5. Legge regionale 31 maggio 2019 n. 17,
recante: 'Interventi per l’assistenza a favore dei ciechi pluriminorati';
6. Legge regionale 31 maggio 2019 n. 18,
recante: 'Modifica alla legge regionale n. 2/2019';
7. Legge regionale 31 maggio 2019 n. 19,
recante: 'Istituzione del Premio di studi economici in memoria di Don Carlo De
Cardona'.
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente
Commissione consiliare la deliberazione n. 242 del 7 giugno 2019, recante:
'Presa atto proposta Piano regionale (triennio 2019/2021) legge regionale
18/2009 «Accoglienza dei richiedenti Asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale,
economico e culturale delle Comunità locali»'
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - per il parere.
(Così resta stabilito)
In data 7 giugno 2019, il Presidente della
Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo
stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 63 del 10 giugno 2019:
Regolamento regionale n. 11 del 7 giugno 2019,
concernente: 'Modifica al regolamento regionale n. 10 del 30.3.2015 come
modificato con regolamento n. 13 del 28.10.2015 «Regolamento sulle modalità di
conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale»'
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2019-2021:
Deliberazione Giunta regionale n. 661 del
31.12.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 205 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 206 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 209 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 210 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 211 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 212 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 214 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 215 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 216 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 217 del
28.5.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 234 del
6.6.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 236 del
6.6.2019;
Scalzo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- in data 11.4.2019 veniva pubblicato sul BURC
n. 39 della Regione Calabria il bando di concorso dell'Istituto Zooprofilattico
Sperimentale del Mezzogiorno, volto alla copertura di tre posti di dirigente
amministrativo, precisandosi nello stesso che i termini per la partecipazione a
tale selezione concorsuale sarebbero decorsi dalla successiva data di
pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana;
- contrariamente a tanto, il bando di concorso
era già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale;
- pertanto, gli interessati, pur provvedendo
con diligenza a effettuare la continua disamina della Gazzetta Ufficiale non
hanno mai visto la pubblicazione di tale concorso, apprendendo solo pochi
giorni addietro, a seguito dell'accesso al sito istituzionale di codesto
Istituto, che erano stati convocati i partecipanti al concorso al fine di
effettuare le prove concorsuali;
-l'erronea indicazione contenuta nel Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria ha, quindi, impedito agli interessati di
potere inviare domanda di partecipazione alla selezione, essendo scaduti i
termini previsti;
- tanto appare in violazione dei principi di
correttezza e buon andamento della pubblica amministrazione, essendosi violato
il diritto dei potenziali interessati a prendere parte al concorso a causa
dell'inversione dei termini di pubblicazione, impedendosene la partecipazione;
- appare più opportuno che in autotutela siano
riaperti i termini di partecipazione alla predetta selezione concorsuale,
sospendendosi le convocazioni dei partecipanti e differendosi, pertanto, le
date delle prove;
Tanto premesso, il sottoscritto Consigliere
regionale interroga il Presidente della Giunta regionale -:
se ritiene opportuno attivarsi con gli uffici
preposti affinché siano riaperti i termini di partecipazione alla predetta selezione
concorsuale, sospendendone le convocazioni dei partecipanti e differendosi,
pertanto, le date delle prove.
(486; 12/06/2019)
Sergio - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
che il comma 18 dell'art. 4 (Nuove
autorizzazioni di spesa) della Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 48 (Legge
di stabilità regionale 2019), testualmente recita: "Al fine di favorire la
socializzazione e l'integrazione in luoghi idonei allo svolgimento di attività
ludico-ricreative, la Giunta regionale è autorizzata per l'esercizio
finanziario 2019 a concedere in favore dei Comuni contributi finalizzati a
dotare i parchi-gioco, esistenti o da realizzare, di attrezzature e giochi
fruibili da parte dei bambini diversamente abili per un importo complessivo di
500.000,00 euro con allocazione alla Missione 06, Programma 01 (U 06.01) dello
stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2019-2021 ".
Considerata la rilevanza educativa, sociale e
di dignità e rispetto di persone fra le più deboli e bisognose di cura ed
attenzione precipua della normativa citata in premessa;
considerato che tra le attività educative,
ricreative e di socializzazione che concorrono al benessere dei minori sono
fondamentali anche servizi e interventi ludico-ricreativi specifici e di
aggregazione per l'infanzia come la realizzazione di attrezzature e giochi
fruibili da parte dei bambini disabili;
rilevato che ad oggi, nonostante il notevole
lasso di tempo intercorso dall'approvazione della normativa, non vi sia alcuna
traccia dei provvedimenti volti a dare esecuzione alla disposizione in oggetto;
ribadita la necessità di implementare le
politiche in favore delle persone con disabilità promuovendo la realizzazione
dei parchi e delle aree verdi accessibili anche ai bambini disabili;
interroga il Signor Presidente della Giunta
regionale calabrese e il Dirigente generale competente -:
quale sia lo stato di attuazione alla disposizione
dettata dal comma 18 dell'art. 4 (Nuove autorizzazioni di spesa) della Legge
regionale 21 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità regionale 2019) ed in
particolare se sono stati adottati i provvedimenti amministrativi volti a dare
esecuzione alla norma, se non ancora adottati, di conoscere i motivi che hanno
determinato tale inadempienza.
(482; 28/05/2019)
Aieta - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- la normativa fondamentale in materia di
bonifica è contenuta nel R.D del 13 febbraio 1933 n. 215 recante "nuove
norme per la bonifica integrale" - nota anche come Legge Serpieri -
tuttora in vigore e che prevede una disciplina organica della materia;
- buona parte dei principi contenuti ed
introdotti dal Regio Decreto hanno trovato conferma sia nel codice civile che
nella Costituzione che all'art. 44 espressamente riconosce e promuove la
bonifica delle terre;
- a livello regionale la disciplina specifica
che tutela i Consorzi di Bonifica è dettata dalla Legge Regionale del 23 luglio
2013 n. 11 contenente "Disposizioni per la Bonifica e la tutela del
territorio rurale-Ordinamento dei Consorzi di Bonifica";
normativa questa modificata di recente dalla
Legge Regionale n. 13/2017 che ha introdotto il principio di corrispondenza dei
contributi dei consorziati ad effettiva attività di miglioramento;
- secondo le definizioni fornite dalla legge
Regionale, i Consorzi di Bonifica sono persone giuridiche pubbliche a struttura
associativa, rientranti tra gli Enti Pubblici economici che operano secondo
criteri di efficienza, trasparenza ed economicità;
- a seguito del Protocollo di Intesa
Stato-Regione del 18 settembre 2008, il numero complessivo dei consorzi
calabresi si è ridotto da 17 a 11;
- la Regione Calabria, secondo la legge di
riferimento, è deputata al controllo di tutti i consorzi esistenti nel
territorio regionale, essendo di competenza della Giunta Regionale, previo
parere consultivo della Commissione consiliare, l'approvazione del programma
pluriennale delle opere di bonifica e di tutela del territorio;
- nonostante tutti gli sforzi effettuati nel
corso degli anni volti a tutelare maggiormente i Consorzi esistenti nel
territorio calabrese, si sta assistendo inermi a ingiustizie perpetrate ai
danni dei lavoratori dei consorzi che, andati in pensione, non percepiscono il
trattamento di fine rapporto dovuto per legge alla cessazione dell'attività
lavorativa;
- è compito della Regione, quale Ente di
Controllo, verificare le motivazioni di fatto e di diritto che non consentono
ai Consorzi stessi di erogare in favore dei propri dipendenti quanto ex lege previsto;
- quale Ente di controllo la Regione Calabria
ha anche il dovere/potere politico ed istituzionale di acquisire, a tutela
degli Enti sottoposti al suo controllo, i bilanci dei Consorzi stessi al fine
di accertare se realmente le somme dovute a titolo di T.F.R. siano state
realmente accantonate, prevedendo in caso contrario una violazione di legge e
un abuso ai danni dei lavoratori -:
alla luce di quanto sopra esposto, quali
iniziative intende assumere al fine di fare in modo che i lavoratori del
Consorzio di Bonifica integrale dei bacini del tirreno cosentino e del
Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini dello Jonio cosentino, possano
ottenere risposte concrete e soprattutto quanto loro dovuto per legge.
(483; 07/06/2019)
Guccione - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
• in data 06-06-2019 ho effettuato una visita
ispettiva al Poliambulatorio di Amantea dell'Asp di Cosenza;
• nell'atto aziendale dell'Asp di Cosenza, ai
sensi del Dca 76/0215, è prevista la trasformazione da Poliambulatorio in Casa
della salute;
• numerose sono le criticità presenti al
Poliambulatorio di Amantea: carenza di personale medico e paramedico;
la specialistica di Pneumologia viene
effettuata solo un giorno a settimana: il mercoledì;
Ortopedia, invece, solo 4 ore settimanali;
i tempi di attesa per la Cardiologia sono
lunghi;
per quanto riguarda il servizio di radiologia
bisogna attendere da 10 a 15 giorni per la consegna del referto;
sospese da diversi mesi gli esami Moc e
Mammografia: per effettuare le prestazioni venivano addirittura da fuori
provincia e oggi non possono essere erogati perché i macchinari sono rotti o
mancanti e non sono stati sostituiti dall'Asp di Cosenza (le procedure di gara
non sono state avviate con delibera 18 del 02-02-2016 e con delibera 818 del
15/05/2018 avente come titolo Apparecchiatura per Moc e mammografi digitali per
il Poliambulatorio di Amantea);
• nonostante siano previsti due milioni e mezzo
per il completamento strutturale del Poliambulatorio ad oggi, dopo anni di
annunci, nulla è stato fatto. Inoltre, il 20 per cento di questa cifra è
destinato all'acquisto di nuove attrezzature tecnologiche sanitarie;
• agli annunci di realizzazione della Casa
della salute non sono seguiti i fatti. Anzi nello stesso Poliambulatorio sono
state ridotte le prestazioni specialistiche;
• al centro di Emodialisi non sono stati ancora
individuati i turni estivi. Il personale in servizio non ha ancora avuto
disposizioni dall'Asp di Cosenza e pare che quest'anno le prestazioni non
potranno essere effettuate e bisognerà spostarsi presso il centro di Paola per
mancanza di medici e infermieri. I turisti che negli anni passati hanno
usufruito di tale servizio al Centro di eccellenza di Amantea, quest'anno molto
probabilmente saranno costretti a non poter venire in Amantea a trascorrere le
vacanze visto che non avranno la possibilità di fare la dialisi. L'estate
scorsa oltre duecento persone hanno usufruito del servizio. Mentre dal primo
gennaio ad oggi sono state effettuate 290 visite ambulatoriali ed è stata
praticamente azzerata la lista dei trapianti;
• non si può disperdere un patrimonio di
competenze, professionalità ed efficienza delle prestazioni. Competenze oggi
presenti nel Centro di Amantea;
• la Casa della salute di Amantea potrebbe
rappresentare un importante presidio sanitario nell'area del basso tirreno
cosentino, perché prevede l'Unità complessa di cure primarie con prestazioni
h24 e la presenza di medici di Medicina generale e specialistica, che sarebbero
in grado di gestire e monitorare le patologie croniche e i codici bianchi. Le
risorse ci sono: basterebbe spostare quelle che erano previste per la Casa della
salute di Praia a Mare (oggi ospedale di frontiera) pari a nove milioni e 600
mila euro -:
quali iniziative urgenti intende adottare per
passare dalle promesse ai fatti, visto che sono trascorsi diversi anni e nulla
è stato realizzato per rafforzare gli attuali servizi specialistici del
Poliambulatorio di Amantea. Tra l'altro nessun intervento ancora è stato
predisposto per essere convertito in Casa della salute. Siamo al mese di giugno
e al momento i turisti che vogliono raggiungere Amantea e che hanno bisogno di
effettuare la dialisi, non sanno se potranno usufruire o meno della
prestazione. In caso di risposta negativa saranno costretti a rinunciare alle
vacanze nel centro del Tirreno Cosentino.
(484; 07/06/2019)
Nicolò - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- nonostante le ingenti risorse finanziarie
finalizzate al risanamento delle ataviche problematiche del settore della
depurazione, a tutt'oggi si riscontra una situazione di grave criticità
ascrivibile al malfunzionamento degli impianti, insufficiente manutenzione
degli stessi, oltre che mancato smaltimento dei rifiuti prodotti costituiti
principalmente da fanghi di depurazione e sversamento incontrollato di liquami;
Considerato che:
- la situazione determina gravi conseguenze sul
piano ambientale, con effetti negativi per la salute pubblica della comunità;
Ritenuto che:
- il sottoscritto, mediante precedenti atti di
sindacato ispettivo, aveva più volte denunciato la situazione emergenziale,
sollecitando interventi urgenti al fine di sanare il sistema depurativo
regionale e circoscrivere le conseguenze pregiudizievoli arrecate all'ambiente
e alle potenzialità turistiche dell'intero territorio costiero -:
- quali interventi sono stati effettuati e
quali si intendono esperire in merito.
(485; 07/06/2019)
Gallo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- con Delibera n. 449 del 16 dicembre 2016 la
Giunta Regionale approvava i regolamenti attuativi della LR 23/2003;
- con sentenza 978/2018 il Tar Calabria
annullava la DGR 449/2016 e successive modifiche ed integrazioni;
- con ordinanza n. 0483/2018 il Consiglio di
Stato, definitivamente pronunciandosi, confermava l'annullamento della DGR
449/2016 sentenziato in primo grado, stigmatizzando il comportamento della PA
che - nei fatti e negli atti successivi alla sentenza del Tar - poneva in
essere condotte elusive del giudicato, reiterative degli atti annullati;
- già prima dei pronunciamenti da parte della
giustizia amministrativa, come pure in seguito ad essi, il merito e le
procedure di adozione dei regolamenti approvati con DGR 449/2016 erano stati
oggetto di ampia discussione in Consiglio regionale ed in seno alla competente
Terza Commissione consiliare, fino a sfociare - in data 5 Luglio 2018 -
nell'approvazione all'unanimità in sede di Terza Commissione di una mozione
bipartisan, a firma Gallo-Greco, contenente le linee guida cui la Giunta
avrebbe dovuto ispirarsi nel nuovo percorso riformatore del sistema di accoglienza
socio-assistenziale in Calabria;
- la richiamata mozione bipartisan, recante n
124/2018, veniva in seguito nuovamente esaminata in Terza Commissione e
riapprovata all'unanimità il 18 marzo 2019;
- detta mozione conteneva non solo le linee
guida per il riassetto del sistema integrato di interventi alla persona di cui
alla LR 23/2003, ma anche precise indicazioni per la disciplina e
l'organizzazione della quotidianità dei servizi erogatori di prestazioni
sociali in regime di convenzione con l'Ente Regione, al quale veniva richiesto
anche di procedere alla proroga delle addende contrattuali fino alla fine del
2019, onde evitare l'ingenerarsi di confusione;
- la proroga della validità dei contratti con
le strutture erogatrici fino alla fine dell'anno 2019 è dettata dall'esigenza
di garantire la continuità assistenziale per gli ospiti accolti dalle
strutture, la stabilità del sistema creditizio a sostegno dell'intero comparto
e stabilità dei livelli occupazionali del personale in forza nelle strutture;
- ad oggi, nonostante i ripetuti richiami
rivolti in questo senso alla Giunta regionale ad opera del Consiglio regionale,
non vi è stata ancora la firma di nessun contratto con le strutture e,
soprattutto, permane il blocco della fatturazione, tanto che le strutture
convenzionate stanno erogando prestazioni - da gennaio 2019 - senza poter
emettere fattura;
- il 2 Maggio scorso l'assessore regionale al
welfare ha inviato al presidente della Consulta per le autonomie la bozza di
regolamento relativa alle procedure di autorizzazione e accreditamento dei
servizi socio-assistenziali, con la richiesta di far pervenire eventuali
osservazioni entro il successivo 9 Maggio, omettendo per contro qualsiasi
invito o comunicazione al Consiglio regionale ed alla Terza commissione, in
spregio agli accordi assunti dalla Giunta regionale proprio in Terza
commissione;
- nella citata bozza si legge che dal primo
luglio al 31 dicembre 2019 la Regione Calabria trasferirà le competenze
economiche ai Comuni i quali provvederanno al pagamento delle prestazioni alle
strutture erogatrici delle medesime;
- si prevede inoltre che le convenzioni con le
strutture - ancorché solo annunciate e non ancora firmate - avranno validità
fino al 30 giugno 2019;
- la predetta bozza di regolamento inviata alla
Consulta per le autonomie, recante anche le procedure di autorizzazione al
funzionamento ed accreditamento dei servizi socio-assistenziali, è priva
dell'allegato con le tariffe ed il costo delle prestazioni;
- i Comuni, pertanto, non sono posti nelle condizioni
di conoscere i livelli di compartecipazione e le modalità di calcolo della
stessa compartecipazione che andrà richiesta ai residenti, gravando sugli
stessi;
- non si desume come sarà disciplinata la fase
di regime transitorio, ed in particolare se gli ospiti attualmente inseriti
dovranno essere dimessi alla data del 30 giugno e se e come saranno pagate le
prestazioni in loro favore dall'1 luglio al 31 dicembre;
- riesce impossibile verificare se il
trasferimento delle risorse economiche che la Regione effettuerà ai Comuni a
luglio 2019 sarà sufficiente a coprire l'inserimento degli utenti nelle varie
strutture, sia quelle di recente autorizzazione sia quelle ammesse a contributo
retta;
- per tutto quanto evidenziato, emerge evidente
la difformità della bozza di regolamento rispetto alle indicazioni contenute
sotto forma di linee guida nella mozione bi-partisan
n.124/2018;
tanto premesso, interpella il Signor Presidente
della Giunta regionale calabrese -:
- se il Governo regionale, nella persona del Presidente
della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;
- se ritenga quanto esposto coerente con
l'indirizzo politico ed il programma di governo;
- se si intenda osservare il rispetto delle
linee guida contenute nella mozione unificata n° 124/2018;
- se e come si pensi di garantire il rinnovo
delle addende contrattuali fino al 31 dicembre 2019, quindi per tutto il
periodo transitorio e fino all'approvazione dei nuovi regolamenti;
- se e come si ritenga di condividere col
Consiglio regionale, in sede di Terza Commissione consiliare, la fase di
discussione ed approvazione dei regolamenti attuativi della LR 23/2003;
- se ed in quali tempi intenda attivarsi presso
il Dipartimento competente per lo sblocco immediato della fatturazione;
- se e come intenda adoperarsi per assicurare
la continuità assistenziale degli ospiti nelle strutture di accoglienza,
evitando azioni amministrative che possano mettere a rischio la natura tutelare
delle strutture di accoglienza.
(41; 29/05/2019)
Gallo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- alla metà di maggio 2019 la disponibilità di
cassa del conto ordinario della Regione Calabria risultava essere pari a 85
milioni di euro;
- tale disponibilità, per come accertato da
tempo anche dagli Uffici competenti, si appalesava ridotta a causa dei vincoli
derivanti da pignoramenti di ammontare pari a circa 160 milioni di euro;
- siffatta situazione rischia di paralizzare
del tutto o in parte le capacità di spesa della Regione, dal momento che la
somma occorrente per far fronte a tutte le uscite preventivate al termine del
30 giugno 2019 è di 86 milioni di euro, mentre per le entrate si attesta a 74
milioni di euro, con una differenza di 12 milioni di euro;
- detto stato di cose rischia di pregiudicare
il pagamento delle fatture per forniture e servizi, gli stipendi dei
dipendenti, le indennità di Lsu e Forestali;
- nella consapevolezza di non poter onorare
tutti gli impegni in scadenza, gli Uffici hanno già da tempo richiesto
indicazioni programmatorie di matrice politica, senza tuttavia ricevere sin qui
- secondo quanto consta allo scrivente - alcuna indicazione;
tanto premesso, interpella il Signor Presidente
della Giunta regionale calabrese -:
- se il Governo regionale, nella persona del
Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;
- se ritenga quanto esposto coerente con
l'indirizzo politico ed il programma di governo;
- se abbia verificato cause ed eventuali
responsabilità della situazione determinatasi, e nel caso con quali esiti;
- se abbia appurato, e nel caso con quali
esiti, le motivazioni sottostanti il lievitare dei pignoramenti, con aggravio
di spese sui conti regionali;
- se, quando e come abbia fornito risposta - ed
in che termini - alle richieste degli Uffici;
- se e come intenda adoperarsi per evitare il
blocco, totale o parziale, dei pagamenti delle spese obbligatorie.
(42; 29/05/2019)
Gallo
- Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
• in data 22 maggio 2019, in prima serata, Rai
1 ha trasmesso il film "Duisburg-Linea di sangue", incentrato sulla
strage di Duisburg;
• la ricostruzione offerta della Calabria,
dipinta come terra di 'ndrangheta senza alcun riferimento positivo, ha
suscitato indignazione e proteste diffuse;
• in particolare, forti e vigorose sono state
le contestazioni mosse tempestivamente da esponenti politici del centrodestra,
della società civile calabrese ed anche della Chiesa, che attraverso il vescovo
di Locri ha espresso dolore e condanna per il ripetersi di luoghi comuni che
lasciano nell'ombra storie ed esperienze positive, accomunate ed anzi confuse
con malaffare e la violenza che la 'ndrangheta, di cui non si nega certo
l'esistenza e la pervasività, impone;
• lo stesso presidente della Regione Calabria,
preso atto della sollevazione generale, ha inteso intervenire nel merito della
vicenda, indirizzando una nota di formale protesta all'AD della Rai;
• alla luce di quanto emerso dopo il clamore
ingenerato dalla trasmissione del film, si è appreso che lo stesso è stato
interamente girato presso gli studi cinematografici della Puglia, godendo per
questo di un finanziamento pubblico della Apulia Film Commission;
• tale ultima circostanza preoccupa e, al tempo
stesso, accresce il senso di amarezza, rafforzando la sensazione di trovarsi di
fronte ad una mera operazione commerciale, ispirata dall'esigenza di far
cassetta offrendo al mondo l'immagine stereotipata della Calabria tutta coppola
e lupara, parlandone senza avervi mai messo piede neppure per un ciak;
tanto premesso, interpella il Signor Presidente
della Giunta regionale calabrese -:
• se il Governo regionale, nella persona del
Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;
• se ritenga quanto esposto coerente con
l'indirizzo politico ed il programma di governo;
• se la produzione del film tv
"Duisburg-Linea di confine" abbia goduto - in via diretta o indiretta
- di agevolazioni, sostegni o finanziamenti erogati dalla Regione o da enti ad
essa comunque collegati;
• se e come intenda adoperarsi per ottenere la
riparazione del danno d'immagine patito dai calabresi;
• se reputi opportuno intraprendere un'azione
risarcitoria impegnandosi a destinare le somme eventualmente così ottenute al
finanziamento di progetti di educazione alla legalità da portare avanti nelle
scuole di tutta la Calabria.
(43; 29/05/2019)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
• il giorno 26 aprile 2018, il Consiglio
regionale ha approvato la Legge regionale n. 9/2018 (cd. legge anti'ndrangheta);
• con delibera di G.R. n. 364 del 10 agosto
2018, la competenza sull'attuazione della L.R. 9/2108 è stata assegnata al
Dipartimento Presidenza - Settore Legalità e Sicurezza;
• che da quel giorno, il Dipartimento
competente non ha posto in essere alcun atto, provvedimento e/o quanto altro
potesse essere, quantomeno, funzionale all'attuazione della L.R. 9/2018;
• che le risorse previste per il 2018 a
copertura delle iniziative promosse dalla legge per contrastare il fenomeno
mafioso, non sono state attivate e, solo dopo diversi mesi l'ufficio competente
ha adottato le misure necessarie affinché le risorse previste per lo scorso
anno si cumulassero a quelle previste per l'anno 2019;
• che il PSLA è stato redatto dalla Commissione
contro la 'ndrangheta in Calabria e trasmesso alla Giunta Regionale con nota
del 13 febbraio 2019;
• che a tutt'oggi non è stato ancora approvato
il PSLA (Piano Speciale Legalità, Antiracket e Antiusura), strumento necessario
affinché la legge trovi attuazione;
• che molta confusione si è, altresì, creata
tra i vari Dipartimenti e i loro uffici interni, dopo l'emanazione della
Circolare del Comitato di Direzione afferente al Segretariato Generale,
approvata nella riunione del 14 maggio 2019 che, modificando radicalmente la
decisione di cui alla citata DGR n. 364 del 10.08.2018, distribuisce la
competenza degli adempimenti attuativi della L.R. 9/2018 ai Dipartimenti
competenti per ciascuno di essi;
• che ad oggi non pochi sono gli adempimenti da
porre in essere affinché trovino concreta attuazione le norme previste in
materia di formazione e diffusione della cultura della legalità, di contrasto
al gioco patologico d'azzardo, al caporalato, e così via.
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria a farsi
parte attiva cosicché si ponga in essere ogni azione necessaria ed opportuna
affinché la legge regionale n.9/2018 trovi applicazione.
(158; 11/06/2019) Bova
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
- il funzionamento a singhiozzo
dell'apparecchiatura per la tomografia computerizzata rappresenta una
situazione insostenibile e inaccettabile soprattutto nella città capoluogo di
provincia, Vibo Valentia, dove di tale esame diagnostico ne vengono effettuati
circa diecimila all'anno;
- la presenza di un'unica apparecchiatura per
la Tac all'interno del presidio ospedaliero "Jazzolino" di Vibo
Valentia, non è in grado di fronteggiare compiutamente le istanze che si
presentano quotidianamente. Tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
ad adottare i provvedimenti necessari volti a
inserire l'acquisto con la massima urgenza di una apparecchiatura nuova per la
Tac, provvedendo comunque, medio tempore, ad effettuare i dovuti controlli per
garantire l'efficienza dell'apparecchiatura già presente che dovrà essere in
ogni caso di supporto alla nuova.
(159; 17/06/2019) Pasqua
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
- si è concluso il 12 giugno u.s. l'iter
parlamentare di conversione in legge del decreto legge n. 32/2019 (noto come
"Sblocca cantieri"). Il decreto Sblocca cantieri è il provvedimento
che introduce disposizioni urgenti che dovrebbero favorire la crescita
economica e a dare impulso al sistema produttivo anche attraverso il
completamente delle opere incompiute;
- tra le opere incompiute rientra la
realizzazione di un grande bacino idrico nella Calabria Centrale, "lavori
di costruzione dello sbarramento di Gimigliano sul fiume Melito". La diga
sul fiume Melito ricade nei comuni di Gimigliano, Sorbo San Basile e Fossato
Serralta;
- che la diga sul Fiume Melito è inserita nel
sistema SIMOI (Sistema informativo Monitoraggio Opere Incompiute) gestito dal
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e nella BDAP (Banca Dati
Amministrazioni Pubbliche) gestita dal Ministero Economia e Finanze;
- la diga è stata finanziata dalla Cassa per il
Mezzogiorno nel 1982 con l'avvio dei lavori nel 1991 che sono stati sospesi nel
1993 e successivamente ripresi nel 2003 e interrotti nuovamente nel 2008, a
seguito di contenzioso insorto con le imprese appaltatrici dei lavori;
- la concessione dei lavori era stata affidata
al Consorzio di Bonifica Alli Punta di Copanello oggi Consorzio di Bonifica
Ionio Catanzarese che è titolare delle relative concessioni;
- il Consorzio, sulla scorta di precise
indicazioni della Direzione Generale ha rimodulato gli elaborati progettuali
del progetto iniziale che recepiscono gli approfondimenti e gli aggiornamenti
al progetto;
- gli ultimi tre Presidenti di Giunta Regionali
della Calabria, hanno scritto al Ministero delle Infrastrutture chiedendo il
rifinanziamento e il completamento dell'opera ritenendola
"strategica", - riveste carattere d'urgenza la possibilità di
completare la realizzazione di un grande bacino idrico nella Calabria centrale
di cui la Diga sul Fiume Melito, rappresenta il principale intervento. L'opera,
inoltre, assicurerà anche un rilevante impatto strategico in termini di aumento
della disponibilità idropotabile nell'area di interesse con i correlati,
indubbi, effetti positivi sul piano sociale, ambientale e occupazionale
costituendo un valore aggiunto per tutto il territorio.
Impegna la Giunta regionale
il Presidente della Giunta Regionale ed il
Presidente del Consiglio Regionale, ad attuare ogni iniziativa, aprendo se
necessario anche una speciale vertenza, nei confronti del Governo Italiano e
del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti affinché la Diga sul fiume Melito
venga inserita tra le opere da rifinanziare e completare che saranno definite
nella Legge "sblocca cantieri".
(160; 17/06/2019) Arruzzolo, Esposito, Gallo,
Neri, Parente, Pasqua, Scalzo, Tallini
È pervenuta risposta scritta alle seguenti
interrogazioni:
Guccione - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l’Asp di Cosenza, a causa dei molteplici
pignoramenti notificati all’Ente, ha somme vincolate presso il Tesoriere (BNL)
per euro 103.711.876,50, alcuni dei quali azionati con lo stesso titolo
esecutivo in quanto il debitore, sino a quando non viene soddisfatto il proprio
credito, può azionare il proprio titolo più volte anche presso diversi
Tribunali, come previsto e consentito dalle norme di procedura civile in
vigore;
l’importo dei pignoramenti che l’Asp di Cosenza
ha subito è poco meno di trecento milioni di euro;
dai dati ricavabili dagli elenchi trasmessi dai
Tribunali di Paola, Cosenza e Castrovillari e dai dati risultanti presso UOC
Affari legali e Contenzioso risulta un totale di euro 190.802.698,62 di
contenzioso in essere per l’Asp di Cosenza;
la stima presumibile del contenzioso in essere
non tiene conto dei giudizi pendenti presso i Tribunali di Milano, Roma,
Tivoli, Bologna e Catanzaro che ammonterebbe a circa 200 milioni;
l’avvocato Giovanni Lauricella, direttore
Affari legali e Contenzioso Asp di Cosenza, scrive: “Ritenendo di dover fornire
un dato non contestabile, nella somma complessiva non è stato conteggiato il
valore delle controversie di valore indeterminato e/o indeterminabile, i
procedimenti esecutivi (non essendo stato possibile reperire negli elenchi
trasmessi dai Tribunali i titoli, gli interventi effettuati e gli importi
richiesti), e i procedimenti di lavoro pendenti al 31/12/2016 presso il
Tribunale di Cosenza, salvo quelli comunicati dai dipendenti interni”;
sempre l’avvocato Giovanni Lauricella
sottolinea che: “E in corso una ulteriore verifica interna con l’obiettivo di
individuare ogni ulteriore elemento utile al fine di cristallizzare il
contenzioso”;
nella seduta del 19/09/2018 della Commissione
Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, il Commissario per l’attuazione
del Piano di Rientro, ing. Massimo Scura, ha informato che nel novembre 2016 la
struttura commissariale ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica
di Cosenza sulle vicende del contenzioso dell’Asp di Cosenza su fatti
circostanziati. Nel corso dell’audizione il commissario Scura ha riferito in
data 27/10/2016 ho presentato un’interrogazione al presidente della Giunta
regionale in merito alla questione del contenzioso Asp di Cosenza;
in data 21/11/2016 il direttore generale
dell’Asp di Cosenza ha presentato un circostanziato esposto sempre sul tema del
contenzioso Asp, alla Procura di Cosenza denunciando atti e comportamenti posti
in essere in danno delle casse dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza;
sempre il direttore generale dell’Asp di
Cosenza rappresentando la carenza di organico dell’ufficio legale, ha richiesto
l’autorizzazione all’indizione di procedure concorsuali per l’assunzione di
personale qualificato al fine di fronteggiare l’enorme contenzioso;
lo stesso responsabile dell’ufficio legale
dell’Asp, Giovanni Lauricella, ha ammesso che non è in grado di fornire ad oggi
un dato non contestabile sullo stato del contenzioso dell’Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza che potrebbe essere di molto superiore alla stima: se si
sommano le cifre vincolate presso il Tesoriere, i pignoramenti, il contenzioso
in essere arriverebbe alla considerevole cifra di euro 783.947.089,32;
non è da escludere che in considerazione delle numerose
cessioni di credito, della cartolarizzazione dei crediti, della prassi di
azionare i medesimi titoli presso vari Tribunali d’Italia, della non
obbligatorietà dei terzi assegnatari di somme nell’ambito delle varie procedure
esecutive di notificare l’ordinanza al debitore Asp, del comportamento
scorretto di alcuni creditori, della carente o distorta informazione tra i vari
uffici dell’Asp, siano stati effettuati pagamenti doppi o addirittura tripli;
sono state già rilevate duplici richieste di
pagamento delle stesse fatture e la conseguente illegittima formazione di
decreti ingiuntivi, unitamente all’abusivo e perdurante frazionamento del
credito azionato in danno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza che ha
comportato e comporta un notevole aumento delle spese;
è evidente che centinaia di milioni di euro
finalizzati a garantire i Livelli essenziali di assistenza e le prestazioni
sanitarie, siano stati utilizzati invece per pagare parcelle, interessi di mora
e pagamenti doppi o tripli che rischiano di aggravare la già precaria
situazione del debito sanitario calabrese e che costringerebbe ad allungare
ancora di più, dopo nove anni, il commissariamento della sanità;
risulta inadeguato l’accantonamento al Fondo
rischi del Bilancio dell’Azienda sanitaria, in relazione soprattutto
all’ingente contenzioso in essere all’Asp di Cosenza;
è stato messo in atto un vero e proprio
sistema, un circolo vizioso che vede ritardi nei pagamenti, decreti ingiuntivi,
pignoramenti e cessioni di credito, nomine di commissari ad acta che aggravano
ì costi finanziari (interessi, spese legali, etc.) e bruciano risorse che
potrebbero essere utilizzate per migliorare la sanità cosentina e calabrese -:
quali iniziative intende intraprendere per
evitare che decine di milioni di euro destinati a curare i cittadini della
provincia di Cosenza, siano utilizzati per pagare interessi e spese legali per
l’enorme contenzioso che ha portato addirittura, vista la scarsa organizzazione
dell’ufficio legale dell’Asp di Cosenza, a doppi e/o tripli pagamenti di una
stessa fattura.
(424; 02/01/2019)
Risposta: “Si
fa seguito all’interrogazione in oggetto rivolta al Presidente della Giunta
regionale dal Consigliere C. Guccione, rappresentando che per quanto comunicato
dalla Direzione Generale dell’ASP di Cosenza sono stati inviati i dati relativi
al contenzioso complessivamente pendente al 31.12.2018.
Si
rappresenta che il contenzioso è stato suddiviso per categorie (lavoro,
prestazioni sanitarie, risarcimento danni, forniture), in modo da verificarne
l’incidenza su Fondo rischi cause processuali ed ordinato partendo dal dato
delle cause pendenti al 31.12.2016, indicando, anno per anno l'importo delle
procedure definite (giudizialmente o stragiudizialmente) e delle procedure insorte,
in modo da verificare l’efficacia delle azioni messe in campo rispetto alla
mole dei giudizi intrapresi contro l’A.S.P di Cosenza.
I
risultati raggiunti confermano un trend positivo rispetto all'importo del
contenzioso pendente, passato da Euro 262.878.856,78 al 31.12.2016 ad Euro
244.492.094,72 al 31.12.2018, come si evince dalla seguente tabella.
Tipo contenzioso |
Pendente al 31.12.2016 |
Pendente al 31.12.2018 |
Contenzioso lavoro |
7.820.758,59 |
8.718.899,89 |
Contenzioso risarcimento danni |
39.175.194,00 |
39.646.902,20 |
Contenzioso prestazioni sanitarie |
104.383.693,46 |
88.422.509,59 |
Contenzioso forniture |
111.499.210,73 |
107.703.783,04 |
Totale |
262.878.856,78 |
244.492.094,72 |
I pignoramenti presso terzi
sono stati quantificati in € 102.090.376,52 al 31.12.2018 dall’Istituto
Tesoriere e sono oggetto di verifica da parte del Giudice dell'Esecuzione
presso il
Tribunale di Cosenza (innanzi al quale pende la maggioranza delle azioni
esecutive promosse).
Nell'ambito delle procedure esecutive in essere, la
difesa dell'ASP ha infatti evidenziato al Giudice che i fascicoli processuali
non contengono tutti gli originali dei titoli esecutivi azionati e che i
creditori hanno avviato plurime azioni esecutive in forza dello stesso titolo,
con conseguente necessità di rideterminare gli importi residui rispetto ai
titoli esecutiva emessi nei confronti dell'Azienda.
Seppure con la grave carenza di organico dell’ASP di
Cosenza la diminuzione dello stato del contenzioso pendente al 31.12.2018 è
stata possibile lavorando su più fronti.
L’Azienda ha promosso la stipulazione di atti
transattivi, al fine di contribuire alla diminuzione del contenzioso instaurato
per il pagamento di forniture e per il risarcimento dei danni non coperti da
polizza assicurativa, realizzando un risparmio complessivamente quantificabile
in €18.438.055,04.
Ha attivato il recupero dei credito vantato quantificato
in complessivi €28.409.818,222, recuperando i costi sostenuti per le
prestazioni sanitarie con conseguente sopravvenienza attiva nel
bilancio aziendale.
Per quanto concerne, invece, l'effettiva esecuzione dei
titoli azionati nei pignoramenti presso terzi e per verificare la legittimità
delle procedure esecutive in corso, la U.O.C. Area Legale sta collaborando con
la U.O.C. G.R.E.F. per le attività necessarie al regolarizzo dei sospesi di
cassa derivanti da assegnazioni.
Al fine di prevenire l'insorgere di nuovo contenzioso,
l’Azienda ha promosso la stipulazione di specifici atti transattivi con i
fornitori che non avevano avviato azioni giudiziarie, ottenendo l’abbattimento
del 100% degli interessi moratori.
È previsto l'acquisito di un software che consentirà
l'immediata tracciabilità delle cause insorte e un conseguente maggiore controllo
dello stato del contenzioso.
Con delibera n. 505 del 20.03.2018 è stato istituito il
Nucleo Aziendale Mediazione conflitti in Sanità (NAM), le cui funzioni e
attività sono contenute in specifico regolamento, al fine di ridurre il numero
dei giudizi conseguenti a esponsabilità
civile e penale per attività sanitaria e al malessere organizzativo nei servizi
e tra gli operatore dell’ASP di Cosenza.”
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Nicolò -
Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- la situazione regionale in tema di gestione
dei rifiuti è ben lungi dall'essere stabile e regolare, a causa della forte
carenza di impiantistica in tutto il territorio regionale e delle difficoltà
organizzative che hanno impedito il subentro degli enti di governo degli ATO
nei contratti con i gestori degli impianti;
- la Regione Calabria, in ordine al subentro
dei Comuni nei contratti di gestione degli impianti di trattamento rifiuti, ha
disposto la proroga di un anno (fino al 31 dicembre 2019), rispetto al termine
del 31 dicembre 2018, originariamente previsto dalla Legge regionale n.
29/2017, impegnandosi ad affiancare tali enti nel percorso di subentro;
- la forte carenza di impiantistica in tutto il
suolo regionale, ha reso necessari una serie di provvedimenti speciali ed
ordinanze contingibili e urgenti per autorizzare il pressoché sistematico
superamento dei limiti di smaltimento delle discariche nonché il superamento
dei limiti di trattamento dei pochi impianti di trattamento (pubblici e
privati) operativi e, cosa ben più grave, il conferimento dei rifiuti fuori
Regione, con evidenti inefficienze operative e incremento dei costi;
considerato che: - il sottoscritto, in
occasione della seduta del Consiglio Regionale del 19 dicembre 2016, in ordine
all'approvazione del PRGR aveva espresso voto contrario, evidenziando il
mancato confronto istituzionale con i Sindaci dei Comuni calabresi in una
materia così delicata, auspicando un maggiore sostegno delle Istituzioni,
soprattutto per la raccolta differenziata. Infine, si prospettava
l'inapplicabilità del Piano, a causa della mancata istituzione degli Ambiti
territoriali ottimali;
ritenuto che: - larga parte del rifiuto
prodotto dai Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria deve essere
inviato fuori Regione, con evidenti ripercussioni in termini di incremento dei
costi a carico dei contribuenti;
- assume grande rilievo la necessità di
predisporre impianti di trattamento della frazione organica a servizio dell'ATO
5 che siano in grado non solo di ridurre i quantitativi da mandare in
discarica, ma che siano anche capaci di valorizzare il rifiuto producendo, per
esempio, biogas e compost;
- il PRGR nei "Criteri di localizzazione
dei nuovi impianti", Parte II cap. 19, al par. 19.2.7 prevede per gli
impianti di trattamento/recupero dei rifiuti una distanza minima dai centri
abitati di 2000 m in linea d'aria, rendendo di fatto molto difficile
l'individuazione di zone idonee alla costruzione dei nuovi impianti di trattamento
dei rifiuti;
- vista la tipologia degli impianti necessari,
la loro naturale localizzazione dovrebbe essere all'interno o in prossimità di
aree già infrastrutturate, come per esempio quella di Gioia Tauro- Rosarno-San
Ferdinando, che registrano la presenza di infrastrutture e servizi
indispensabili allo svolgimento dell'attività di recupero, trattamento e
valorizzazione della FORSU;
- il vincolo dei 2000 m dal centro abitato o
anche solo da case sparse, previsto nel PRGR per la realizzazione degli impianti
di trattamento, è superiore ad analoghi limiti presenti in altre Regioni
d'Italia (ad es. 1000 m in Lombardia e 500 m in Veneto) e non è giustificabile,
atteso che gli impianti di trattamento delle frazioni umide della raccolta
differenziata sono oggi costruiti con particolare attenzione agli aspetti
ambientali, tali da renderli perfettamente adatti ad essere inseriti
direttamente in contesti urbani;
- la predetta limitazione rappresenta la prima
causa ostativa ad investimenti finalizzati alla costruzione di impianti
pubblici o privati nell'Area industriale, che sicuramente sarebbero funzionali
alla soluzione dell’annoso problema dei rifiuti con conseguenti ricadute
positive sull'incremento dei livelli occupazionali dell'Area industriale;
- la produzione di biogas, da utilizzare nella
produzione di energia rinnovabile e nei trasporti a basso impatto ambientale
(direttiva DAFI) e compost di qualità da utilizzare in agricoltura (per la
diffusione delle produzioni biologiche) consentirebbe l'instaurarsi di cicli
virtuosi nell'ambito dello sviluppo dell'economia circolare;
- la necessità di realizzare impianti di
compostaggio collegati al territorio per aumentare la quota di raccolta
differenziata, che completano il percorso virtuoso nella gestione dei rifiuti,
è conclamata anche sulla base di quanto già avviene in altre aree del Paese. Il
sottoscritto Consigliere interroga il Presidente della Giunta -:
- se, data la naturale localizzazione degli
impianti di trattamento delle frazione organica dei rifiuti, all'interno e/o in
prossimità di aree dotate di infrastrutture e servizi, come l'Area Industriale
di Gioia Tauro- Rosarno-San Ferdinando per le ragioni sopra illustrate, la
Regione e i Dipartimenti competenti per materia hanno allo studio la
rivisitazione del PRGR, anche al fine di eliminare i vincoli che attualmente
impediscono la realizzazione di nuovi impianti pubblici e/o privati di
trattamento della frazione organica;
- in particolare, quali provvedimenti la
Regione intende adottare in ordine alla rivisitazione del limite prescritto dal
PRGR relativo alla distanza di 2000 m degli impianti de quibus dai centri abitati, al fine di stabilire un limite non
solo coerente con i limiti stabiliti in altre Regioni d'Italia ma soprattutto
compatibile con la conformazione territoriale ed urbanistica delle aree
industriali presenti nella Regione e, in particolare, per quanto riguarda il
territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, dell'Area industriale
di Gioia Tauro-Rosarno-San Ferdinando, anche tenuto conto delle potenzialità
della relativa ZES;
- quale è l'indirizzo politico della Regione
Calabria nella gestione dei rifiuti, considerato che la Regione medesima
continua ad inviare buona parte dei rifiuti in altre Regioni o all'estero senza
osservare la normativa europea che impone la riduzione dell'utilizzo delle
discariche a vantaggio della raccolta differenziata e del riciclo, attraverso
la valorizzazione del rifiuto, in una logica diretta a favorire lo sviluppo
virtuoso dell'economia circolare (ad es. mediante produzione di biogas e
compost).
(466; 08/04/2019)
Risposta: “Al
fine di corrispondere all’interrogazione avanzata dal Consigliere regionale
On.le Alessandro Nicolò, si rappresenta quanto segue.
1)
È noto che il vigente
Piano regionale di gestione dei rifiuti, prevede, in provincia di Reggio
Calabria, la realizzazione di tre impianti per il trattamento dei rifiuti dei
quali due di essi (ubicati rispettivamente a Reggio Calabria e Siderno in
sostituzione degli attuali) sono completi della linea di trattamento della
frazione organica da raccolta differenziata, con produzione di compost e di
energia che potrà essere utilizzata per autoconsumo ovvero sottoposta ad
upgrading per la produzione di biometano.
In particolare, in ordine all'impianto di Siderno, il
PRGR prevede la trasformazione dell'esistente impianto di trattamento meccanico
biologico (linea Rur per 40.000 t/a; linea umido per 18.000 t/a; linea secco
per 15.000 t/a) in una moderna piattaforma (“Ecodistretto”) di riciclaggio spinto, con trasformazione della
linea aerobica in una nuova sezione anerobica, con produzione di biogas ed ammendante
compostato, e con contestuale aumento della potenzialità (che diverrebbe per
tale nuova sezione di 40.000 t/a).
Tuttavia
la popolazione locale nonché l'Amministrazione comunale pro tempore, hanno
richiesto di rivedere tale ultima scelta, motivandola con la necessità di
evitare pressioni ambientali in un'area già fortemente caratterizzata da
notevoli presenze impattanti.
Hanno
quindi chiesto di prevedere la linea di trattamento del secco da RD e
dell'urbano residuale da raccolta differenziata, con la nuova tipologia
impiantistica di riciclaggio spinto, ma di mantenere la linea di trattamento
aerobico per la potenzialità attuale, migliorandone i presidi ambientali.
Nel
contempo, i comuni della Piana di Gioia Tauro, hanno espresso la volontà di
ospitare sul proprio territorio, in un'area nel comune di Rosarno, un'analoga
piattaforma per l'organico da RD.
Questa
Regione ha quindi preso atto di tale proposta, rendendosi disponibile a
svolgere una preliminare campagna di indagini nella vasta area situata in
località Zimbario nel Comune di Rosarno e a condizione che tale proposta sia
confermata e condivisa dalla competente Comunità d'ambito di Reggio Calabria
che allo stato sta valutando tale alternativa. All'uopo è fissata una riunione
per il prossimo 8 maggio. Si evidenzia infine che la Regione ha già individuato
sia il progettista dell’opera sia il finanziamento necessario.
2) In merito poi al limite dei 2000 m di
distanza degli impianti dai centri abitati ad oggi previsto dall'attuale Piano
regionale dei rifiuti, si precisa che esso proviene da una puntuale richiesta
formulata, in sede di Valutazione Ambientale Strategica, dalle Associazioni
Ambientaliste, al fine di scongiurare ogni possibile impatto odorigeno sulla
popolazione.
Tuttavia
nulla osta che in sede di periodico aggiornamento del Piano medesimo, si potrà
valutare la rivisitazione di detto limite, verso valori inferiori rispetto a
quello attuale, magari attraverso la previsione di stringenti presidi
ambientali, in grado di assicurare la medesima efficacia in materia di impatto
odorigeno, in aderenza con la volontà e gli interessi espressi in più occasioni
dalle varie associazioni ambientaliste.
3) Quanto infine alla richiesta di
conoscere l’indirizzo politico della Regione Calabria nella gestione dei
rifiuti, appare doveroso precisare preliminarmente che l'imponente azione
svolta negli ultimi anni da questa amministrazione ha consentito di trattare
tutto il rifiuto prodotto all’intemo dei confini regionali. Ed infatti gli
ultimi conferimenti extra regionali risalgono, tra l'altro per esigue quantità
di rifiuto organico (verso la Regione Toscana) e di rifiuto indifferenziato (in
Regione Campania), alla stagione estiva 2016 mentre non sono mai stati inviati
a trattamento rifiuti all'estero.
Ciò
detto, si rileva che diversamente da quanto asserito nell’interrogazione in
oggetto, la nuova pianificazione regionale - di cui al vigente Piano Regionale
di Gestione dei Rifiuti aggiornato e adeguato ai dettami della Direttiva
2008/98/CE allora vigente - è improntata su obiettivi di prevenzione e di
riciclaggio e relega lo smaltimento in discarica ad opzione residuale seguendo
l'obiettivo “discariche zero".
In
particolare per come previsto dal Piano regionale di Gestione dei Rifiuti, la
Regione si sta dotando di una rete impiantistica pubblica di trattamento che,
nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità, garantisca la
valorizzazione delle frazioni raccolte in maniera differenziata e sia in grado
quindi di accompagnare l'auspicato aumento della percentuale di RD sull'intero
territorio regionale, nonché di assicurare il trattamento del rifiuto urbano
che da essa residua.
La
tipologia impiantistica è concepita per il trattamento dell'organico da
raccolta differenziata, del tipo anaerobico, completa di linea aerobica, con
produzione di biometano per autotrazione (energia elettrica per il solo
impianto di Reggio Calabria) e ammendante di qualità da utilizzare in
agricoltura; per il trattamento del secco da RD e del rifiuto urbano
indifferenziato residuo, con macchinari in grado di recuperare materia prima
seconda da immettere nel mercato del riciclaggio.
Uno
dei nuclei centrali della strategia regionale è il raggiungimento, entro il
2020, dell'obiettivo del 50% del riciclaggio di materia. A valle della raccolta
differenziata, da effettuare con livelli quali-quantitativi sempre maggiori, il
rifiuto urbano sarà sottoposto a operazioni di recupero spinto nelle moderne
piattaforme di trattamento previste nella nuova pianificazione regionale. Gli
Ecodistretti sono concepiti come piattaforme integrate a servizio di ciascuno
dei 5 Ambiti Territoriali Ottimali. Esse garantiranno la valorizzazione dei
flussi della frazione secca della raccolta differenziata, da avviare alle
successive filiere del riciclaggio, e saranno in grado di recuperare materia
anche dal rifiuto urbano residuo, cosicché verrà inviato a recupero di energia
presso l'inceneritore di Gioia Tauro (che fungerà da piattaforma di interesse
regionale) solo una parte residuale del rifiuto in ingresso. L'ecodistretto
disporrà anche di una linea dedicata al trattamento della frazione umida della
raccolta differenziata con produzione di compost e di energia che potrà essere
utilizzata per autoconsumo ovvero sottoposta ad upgrading per la produzione di
biometano.
Gli
Ecodistretti che sorgeranno saranno 8:
•
4 nasceranno dalla riconversione degli impianti TMB attualmente esistenti di Rossano
(CS),
Catanzaro.
Sambatello (RC) e Sidemo (RC);
•
2 dalla delocalizzazione degli esistenti impianti di Lamezia Terme (CZ) e
Crotone;
•
2 saranno realizzati ex novo, a servizio rispettivamente dell'ATO di Cosenza e
di Vibo Valentia;
Nell'ATO
di Reggio Calabria l’impianto esistente di Gioia Tauro, manterrà la
tradizionale linea di trattamento meccanico biologico (TMB) del rifiuto urbano
oltre alle 2 linee di incenerimento.
II
Piano regionale di gestione dei rifiuti prevede che vengano realizzati a titolarità
regionale le nuove piattaforme di trattamento di Catanzaro in loc. Alli, di
Rossano (CS) in loc. Bucita e di Reggio Calabria in loc. Sambatello. I
rimanenti impianti dovranno essere realizzati dalle rispettive Comunità
d'Ambito attraverso l'Ufficio Comune.
Lo
stato di attuazione è il seguente.
a)
È stata aggiudicata la gara per la realizzazione del nuovo Ecodistretto di
Catanzaro-Alli.
L'aggiudicatario,
ATI mandataria Intercantieri Vittadello SpA ha prodotto il progetto definitivo
ed ha richiesto e ottenuto l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) e il
parere favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). In data 22 marzo
è stato acquisito, con prescrizioni, il parere del Consiglio Superiore dei
Lavori Pubblici. Recepite dalla progettazione definitiva tali prescrizioni, si
potrà procedere alla sua approvazione ed alla successiva sottoscrizione del
contratto (si stimano 2-3 mesi);
b)
È in corso di registrazione il decreto di aggiudicazione definitiva della gara
per la realizzazione dell’Ecodistretto di Reggio Calabria-Sambatello -
espletata ponendo a base di gara il progetto definitivo corredato da tutti i
pareri e le autorizzazioni- in favore del Consorzio ordinario di concorrenti
(da costituirsi): Cisa spa capogruppo -Salvaguardia Ambientale spa (mandante) –
Miga spa (mandante) - Coiv srl (mandante). Nel mese di maggio potrà essere
sottoscritto il contratto di appalto.
c)
Il progetto definitivo per la realizzazione dell'ecodistretto di Rossano è in
corso di approvazione. La Regione ha ottenuto tutti i pareri di AIA e di VIA. È
in corso di rilascio il parere del Provveditorato Regionale alle Opere
Pubbliche, che si è espresso favorevolmente nella seduta del 6 marzo u.s.. A
breve sarà quindi bandita la gara di appalto integrato sul progetto definitivo
corredato da tutti i pareri, autorizzazioni e nulla osta.
Per
gli ecodistretti che dovranno essere realizzati dalle Comunità d'Ambito:
- sono state attivate le concertazioni con gli
Ambiti di Vibo Valentia e di Cosenza per l’individuazione dei siti di
realizzazione delle nuove piattaforme;
- per quello di Siderno. che nascerà dal
revamping dell'impianto esistente, è in corso la rivalutazione del progetto
preliminare:
- le nuove piattaforme di trattamento di Crotone
e di Lamezia Terme, saranno delocalizzate in accordo alla previsione del piano
regionale attraverso la scelta di nuovi siti che dovrà avvenire in seno alle
rispettive Comunità d’Ambito.
- alla risorsa dell'Azione 6.1.3 del POR Calabria
FESR-FSE 2014-2020 (impianto di Sambatello per l’importo di 42,9 Meuro)
- alla risorsa della Delibera C1PE 79/2012
(impianti di Rossano e di Catanzaro per l’importo di 79,3 Meuro);
- alla risorsa del FSC Delibera C1PE 25/2016.
confluita nel patto per la Calabria (impianti di Vibo Valentia e di Cosenza per
l’importo di 86.1 Meuro);
- alla risorsa del FSC Delibera C1PE 26/2016
(impianto di Siderno per l’importo di 44,0 Meuro).
II
sistema impiantistico sarà completato dall'esistente impianto di Gioia Tauro
che manterrà la linea TMB tradizionale, a servizio dell'ATO di Reggio Calabria,
e le linee di incenerimento esistenti, a servizio di tutti gli ambiti
territoriali ottimali. Al fine di ottimizzare le prestazioni ambientali del
termovalorizzatore è prevista anche la realizzazione di un nuovo impianto di
inertizzazione delle scorie e ceneri (già finanziato con i fondi del FSC
Delibera C1PE 26/2016, per l’importo di 12,0 Meuro e per il quale è stato già
redatto il progetto preliminare).
Per
il trattamento della frazione umida della RD, infine, oltre alla realizzazione delle
linee di compostaggio aerobico-anaerobico degli ecodistretti, la rete pubblica
sarà completata con impianti di prossimità di piccola taglia, a servizio dei
comuni montani o parzialmente montani, lontani dagli assi viari principali e
dagli impianti di trattamento dell'ambito di riferimento. A tal proposito è
stata avviata una procedura concertativa, approvata con DDG n. 10587 del
27/09/2018, per individuare e finanziare tali impianti. La copertura
finanziaria è assicurata da circa 10 M€ allocati sull'Azione 6.1.3 del POR
Calabria FESR-FSE 2014-2020, in coerenza con la Deliberazione di Giunta
Regionale 225/2017.”
Ing. Antonio Augruso (Dirigente settore
Rifiuti)
Arch. Orsola Reillo (Dirigente Generale Dipartimento ambiente)
Bevacqua - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- in data 18 aprile 2019, il Consiglio dei
Ministri, tenutosi in seduta nella città di Reggio Calabria, ha approvato il
Decreto Legge recante "Misure emergenziali per il servizio sanitario della
Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria".
Rilevato che: nella relazione illustrativa al
decreto legge di cui premessa si legge che: “la Regione Calabria rappresenta -
nell'ambito delle regioni impegnate nei piani di rientro ovvero nella loro
prosecuzione in programmi operativi - quella che ha registrato il valore più
basso nel contesto nazionale, che identifica nel livello di valutazione
ministeriale (Griglia LEA) il livello di soddisfacimento minimo dei livelli
essenziali di assistenza. Infatti, il punteggio complessivo per il 2017 della
Griglia LEA si attesta per la Regione Calabria su un punteggio pari a 136 che,
secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range 25-225,
positivo a 160), risulta sotto la soglia di adempienza e in preoccupante
flessione rispetto alla precedente annualità " (...) “con riferimento alla
situazione economico-finanziaria, i Tavoli tecnici hanno rilevato che la
Regione Calabria, al IV trimestre 2018, presenta un disavanzo di 168,898 mln di
euro”.
Stante che:
- in data 23 aprile 2019, in merito al citato
decreto legge, mediante lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio
dei Ministri, l'ing. Massimo Scura (già Commissario ad acta per l'attuazione
del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione
Calabria), contesta i dati sopra riportati e afferma quanto segue: - "I
livelli essenziali di assistenza della Calabria sono arrivati a 153,45 punti
nel 2016, hanno raggiunto la sufficienza, 160, nel 2017, e circa 170 punti nel
2018. Semplicemente il flusso dei dati 2016 e 2017 non è stato inviato in modo
completo dalla regione sui corretti canali";
- "E stato verificato, solo ora per
verità, che nel 2016 e 2017 le altre regioni hanno addebitato alla Calabria
decine di milioni di euro per prestazioni non offerte a calabresi";
- “Se i flussi Lea non sono stati inviati
correttamente la responsabilità è del Presidente Oliverio, che pensava solo a
farsi nominare commissario. È sempre responsabilità del governatore se ai
tavoli del contenzioso con le altre Regioni o non ha inviato nessuno o ha
inviato persone incompetenti”;
- “la Calabria ha innanzitutto necessità di far
funzionare il Dipartimento Tutela della Salute decapitato dal Presidente
Oliverio e la Stazione unica appaltante, causa di una spesa per beni e servizi
fuori controllo e di tempi biblici per esperire una gara, favorendo proroghe a
vantaggio dei soliti noti”.
Ritenuto che: al netto delle criticità e
incongruenze del menzionato decreto legge, che non aggredisce i gangli
problematici della sanità calabrese e non predispone ricadute positive per la
salute dei cittadini, le affermazioni dell'ex Commissario Scura in relazione
alle presunte mancate o, peggio, errate comunicazioni della Regione rispetto al
disavanzo e, ancor di più, rispetto ai LEA, nonché alle presunte responsabilità
del Dipartimento Tutela Salute, necessitano di un chiarimento immediato da
parte del Presidente della Giunta Regionale -:
quali iniziative ha inteso e intende
intraprendere il Presidente della Regione Calabria, On. Mario Oliverio, per
illustrare con dati inequivocabili il quadro effettivo degli atti compiuti in
materia e dello stato attuale della sanità regionale, al fine, soprattutto, di
garantire il diritto dei cittadini calabresi alla chiarezza e alla verità.
(473; 29/04/2019)
Risposta: “Con riferimento all’interrogazione a risposta orale di
cui all’oggetto a firma dell’on. le D. Bevacqua si fa presente che con
un’azione congiunta del delegato alla Sanità dei Presidente On. Franco Pacenza e
dei Dirigente Generale dei Dipartimento Tutela della Salute e Presidenza della Regione
Calabria Dott. Antonio Belcastro, si è intervenuti in Conferenza Stato Regioni
per rimettere in discussione gli addebiti della mobilità passiva da parte delle
Regioni e Provincie autonome per gli anni 2016 e 2017.
Come esito della discussione con le altre Regioni e Provincie
astenerne si è ottenuto un “riconoscimento” attraverso la ripartizione del
Fondo Sanitario Regionale con circa 22 Milioni di euro per l’anno 2019, come
parziale riconoscimento degli addebiti non dovuti.
La problematica degli addebiti non dovuti sono stati
fatti presenti anche nella seduta del 04 aprile u.s. del Tavolo Tecnico per la
verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica
dei Livelli Essenziali di Assistenza presso il Ministero di Economia e Finanze,
in quanto hanno contribuito sul Conto Economico della G.S.A. (Gestione
Sanitaria Accentrata) per Fanno 2018 e le conseguenze di Legge per il
superamento delle perdite alia
copertura finanziaria con risorse di bilancio proprio, implicando l’aumento
delle tasse ed il blocco del turn-over.
Presidenza e Dipartimento Tutela della Salute stanno analizzando
i dati relativi alla mobilità, anche per gli anni ante 2016, per documentare
altri addebiti non dovuti ed azionare ulteriori misure nei confronti delle
Regioni, e Provincie autonome al fine del recupero delle somme non dovute.
A partire dall’anno 2018, Dipartimento Tutela della
Salute e Presidenza, hanno messo a regime tutti i Flussi di Mobilità con le
Regioni e Provincie autonome ed i relativi controlli previsti dal T.U.C. per
cui il fenomeno non dovrebbe più presentarsi.
Al Tavolo di verifica tenutosi il 4 aprile u.s., dove
sono stati esaminati, in particolare, i conti sanitari del quarto trimestre
2018, la regione si presentava con un risultato economico in disavanzo,
eccedente le coperture fiscali, circa 28 milioni di euro, ma con
ulteriori correttivi di tale disavanzo, tali da consentire ai Ministeri
affiancanti di riconoscere alla Regione maggiori ricavi da una parte e minori
costi dall’altra e, quindi, contenere la perdita dell’esercizio 2018 entro le
predette coperture quantificate in 98,7 milioni di euro.
In particolare, i dati riguardanti gli addebiti
inappropriati di mobilità passiva extraregionale, ammontano a 36 milioni per il
2017 ed a 30 milioni per il 2016, anno che è stato considerato per la
determinazione del fondo sanitario netto del 2018. Inoltre, con DGR. n. 81 del
2019 è stata stabilite la possibilità per le Aziende del nostro SSR di poter
ricondurre le risorse residue della prima fase del Programma di investimenti ex
art. 20 della legge 67/1988, pari a 19,7 milioni di euro, ai costi già
sostenuti dalle Aziende sanitarie ed ospedaliere negli anni 2017 e 2018 per
adeguamenti strutturali e manutenzione straordinaria che, contabilmente,
avevano determinato rettifiche negative sui bilanci aziendali, peggiorando i
risultati economici di quegli anni.
In sintesi, considerando una minore mobilità passiva ed
azzerando le rettifiche contabili determinate dagli investimenti, la Regione avrebbe
indubbiamente superato la verifica odierna registrando l'equilibro economico.
In verità, l'ufficialità di tali evidenze avrebbe dovuto
scaturire da un approfondimento con i Ministeri affiancanti.
Invece, sorprendentemente, il MEF non solo non ha
riconosciuto alcune risultanze contabili (9.2 mln. per insussistenza attiva
fondi GSA, 8 mln. per insussistenza attiva fondi rischi di un'azienda
sanitaria, 4,7 mln. per insussistenza attiva di un'altra, azienda sanitaria e
10,6 mln. Per insussistenza attiva di debiti di un'ulteriore azienda sanitaria)
pari complessivamente a 32,5 milioni, ma ha calcolato un disavanzo peggiore di
quello comunicato dalla Regione, determinando una perdita di 61 milioni di euro
oltre le coperture fiscali ed annunciando il verificarsi delle condizioni per
l’applicazione automatica delle extra aliquote fiscali, addizionale regionale
Irpef e Irap, che aumenteranno rispettivamente dello 0,30 e dello 0,15 per cento,
nonché il blocco totale del turnover fino al 31 dicembre 2020 e, infine, il
divieto di prevedere spese non obbligatorie sul bilancio regionale.
Il Dipartimento "Tutela della Salute" ha
predisposto una relazione integrativa recante gli approfondimenti ed i
chiarimenti necessari a confermare le risultanze contabili comunicate per la riunione
del Tavolo di verifica congiunta.
Dalla relazione risulta, di fatto, un risultato in
equilibrio economico. Infatti, il disavanzo calcolato dal Tavolo, pari a 160
mln., viene ripianato, innanzitutto, con le coperture fiscali sull’esercizio
2018, pari a 98,7 mln.; con i 32,5 mln. sopra specificati; con la copertura di
8,7 mln. dei maggiori costi riguardanti la quota sociale delle
prestazioni socio-sanitarie; con i 19,7 mln. ex DGR 81/2019 e con la riduzione
di un accantonamento per il payback farmaceutico (erroneamente imposto dal MEF)
di € 1,4 mln.
Alla luce di quanto esposto, la Regione ha chiesto, con
nota prot. n. 156913 del 1.04.2019 e nota prot. n. 196134 del 21.05.2019.
l’aggiornamento della riunione del Tavolo di verifica congiunta e. di
conseguenza, la rideterminazione del risultato economico del IV^
trimestre 2018.
Quanto affermato dall'ex Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro, Ing. Massimo Scura, sui punteggi LEA
relativi agli anni 2016 e 2017, questi risaltano non coerenti, in quanto i
punteggi reali inviati al
tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato
permaneste per la verifica dei livelli essenziali di assistenza» che emergono
dai relativi verbali, sono i seguenti: Anno 2016 punti 147. Anno 2017 punti
136.
Per quanto riguarda l'anno 2018, anche se il comitato LEA
non ha ancora approvato il relativo questionario» il dato previsionale è pari a
161 punti con un notevole
miglioramento rispetto agli anni precedenti ed attestaste il superamento della
soglia minima di adempienza al punteggio LEA.
La Regione ha avviato, inoltre, al fine di superare le
criticità relative agli indicatori area “distrettuale” un sistema di
monitoraggio dei dati riferiti ai modelli dove vengono rilevate le attività
gestionali ed economiche delle Aziende Sanitarie Provinciali ed Ospedaliere che
prevede, oltre ai processi di controllo che porteranno ad un miglioramento
della qualità e copertura dei dati, il coinvolgimento diretto di tutti i referenti aziendali e delle
strutture private accreditate.
Per migliorare gli indicatori relativi all’area
“ospedaliera” è stato implementato, sul sistema informativo sanitario
regionale, un controllo specifico che prevede gli stessi criteri di valutazione
e validazione previsti dagli obblighi informativi statistici per i flussi SDO,
CEDAP, HSP. 11/bis, HSP. 12 e HSP.13.
Per quanto attiene il funzionamento del Dipartimento
Tutela della Salute e Politiche Sanitarie si rappresenta che con D.G.R. 63 del
15.02.2019 la Regione ha approvato la riorganizzazione amministrativa dei
Dipartimenti Regionali, definendo lo schema di articolazione dei Settori in
Uffici Operativi. La procedura di riorganizzazione è in via di definizione con conseguente
rafforzamento del Dipartimento Tutela della Salute.
Il D.L. del 30 aprile 2019, n. 35 "Misure emergenziali per il servizio sanitaria della Regione
Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria'' all’art. 6
inibisce in radice agli Enti del Servizio Sanitario della Regione di avvalersi
della centrale di committenza S.U.A., ossia dell'unico soggetto aggregatole
della Regione esautorandola di ogni potere.
E’ opportuno evidenziare che la Stazione Unica Appaltante
è stata istituita nel lontano 2007 (L.R. 26/07), prevedendo come obbligatorio
il ricorso alla S.U.A. - tra gli altri - per gli enti appartenenti
al S.S.N.: tale previsione, non è mai oggetto di impugnazione, ed anzi
addirittura venne espressamente lodata
nel ricorso a suo tempo proposto dal Governo avverso altre disposizioni della
medesima legge, in quanto ritenuta, idea virtuosa in un panorama connotato da
frammentazione delle stazioni appaltanti e particolarmente opportuna. “in un
contesto territoriale del quale sono noti gli enormi rischi di condizionamento
e di alterazione”.
In proposito, dunque, la
Regione ha anticipato di anni le linee di tendenza
dell’ordinamento in materia di centrali di committenza, realizzando obiettivi
di legalità ed efficienza per come
espressamente riconosciuto anche dalle stesse strutture ministeriali.
In proposito, va rilevato che la S.U.A. regionale non è
mai stata oggetto di iniziative giudiziarie correlate alle procedure di
affidamento effettuate per conto dei S.S.N. (o di qualsiasi altro tipo).
Anzi, dal 2015, la S.U.A. regionale è stata sempre
destinataria di valutazioni ampiamente positive proprio da parte del Ministero
Economia e Finanze, che in relazione alle performance positive realizzate l'ha
costantemente ammessa al riparto del Fondo incentivante ex art, 9 L.89/14 ed non ha ricevuto alcun
rilievo da parte dell’ANAC in ordine alle modalità di espletamento delle funzioni
istituzionali.
Cordiali Saluti”
Dott.
Antonio Belcastro (Dirigente Generale)
Esposito, Pedà, Scalzo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- in data 28/12/2017 sono stati pubblicati gli
avvisi interni per il conferimento degli incarichi di responsabile delle
strutture a valenza dipartimentale del servizio veterinario area A, B e C
presso l’ASP n. 8 di Vibo Valentia;
- sono state correttamente espletate tutte le
procedure previste dalla normativa vigente e dal CCNL in materia di affidamento
degli incarichi, compresa la proposta di designazione dei dirigenti a cui
conferire gli incarichi da parte del direttore del dipartimento di prevenzione
pro tempore;
- a tutt'oggi sono già stati affidati da tempo
gli incarichi di SSVD compresi nel nuovo atto aziendale.
Considerato che:
- è interesse legittimo dei dirigenti
interessati rivendicare la conclusione dell'iter amministrativo ai fini del
corretto riconoscimento del trattamento economico nonché il rispetto delle
norme cogenti in materia di trasparenza degli atti della pubblica
amministrazione e delle leggi anticorruzione;
- sono letteralmente cadute nel vuoto le
numerose diffide fatte dalle sigle sindacali di categoria al fine di ottenere
la corretta applicazione delle norme contrattuali in tema di assegnazione degli
incarichi, diffide alle quali la DG non si è nemmeno degnata di rispondere,
ritenendo che tutti i dirigenti hanno pari dignità per quanto concerne
l'affidamento degli incarichi, nonché tutte le sollecitazioni del Direttore del
dipartimento di prevenzione pro tempore con la relativa richiesta di procedere
correttamente all'assegnazione dei predetti incarichi;
- anche l'ufficio del commissario al piano di
rientro con missiva a firma dell'ing. Massimo Scura, commissario pro tempore,
ha più volte sollecitato l'affidamento degli incarichi al fine soprattutto di
scongiurare il mancato raggiungimento dei LEA. - stessa sorte è toccata ai
dirigenti del SIAN, dell'Igiene e Sanità Pubblica e della Medicina del Lavoro
che ormai da tempo aspettano che venga affidato temporaneamente l'incarico di
struttura complessa per come legittimamente previsto dall'ex art. 18 del CCNL
della dirigenza medica e veterinaria in attesa dell'espletamento dei concorsi;
- simile stato di cose potrebbe ingenerare un
concreto pericolo di collasso del sistema di servizi così importanti, come
quelli della prevenzione, in quanto potrebbero comportare seri rischi alla
salute dei cittadini, atteso che tali servizi garantiscono il funzionamento di
tutti i controlli in tema di sicurezza alimentare, oltre che dar luogo
eventualmente a gravissime ipotesi delittuose nonché ad evidenti responsabilità
di natura disciplinare ed erariale. Alla luce di questa gravissima ed oltremodo
intollerabile situazione, si interroga il Presidente della Giunta regionale e
la Giunta -:
le vere motivazioni che hanno portato il
Dirigente dell'Asp di Vibo Valentia a non procedere, ad un anno e mezzo dal
regolare espletamento degli avvisi pubblici, all'assegnazione degli incarichi
delle strutture semplici a valenza dipartimentale dei servizi veterinari
dell'Asp di Vibo Valentia. Si chiede, altresì, alle SSLL sulle reali
motivazioni per le quali la dott.ssa Caligiuri non ha proceduto all'affidamento
provvisorio dell'incarico ai sensi dell'ex art. 18 del CCNL della dirigenza
medica e veterinaria delle strutture complesse del dipartimento di prevenzione,
nonché di attivare ogni potere di verifica ed indagine interna al fine di
accertare la reale natura del comportamento della Dirigente e nel contempo
attivare le procedure urgenti al fine di procedere all'assegnazione di tutti
gli incarichi del dipartimento di prevenzione.
(474; 29/04/2019)
Risposta: “In
riferimento all’interrogazione degli Onorevoli Sinibaldo Esposito, Giuseppe
Pedà e Antonio Scalzo, specificata in oggetto, si precisa quanto segue -
L’iter procedurale per il conferimento degli incarichi
delle Strutture Semplici a valenza Dipartimentale dei Servizi Veterinari Area
A, B e C, è stato espletato in data 3 maggio u.s. ed e stata trasmessa la
proposta di delibera, dagli uffici competenti, alla Direzione Generale dell’ASP
di Vibo Valentia.
In quella data il Commissario della suddetta Azienda, ai
sensi e per gli effetti del D.L. 35 del 30 aprile 2019, pubblicato sulla G.U.
in data 02.05.2019, ha cessato le proprie funzioni, pertanto la suddetta
proposta non è stata adottata.
Con pec
del 29 aprile 2019, il Commissario ad
acta per il Piano di rientro dai disavanzi delle Aziende del SSR, ha
emanato una apposita direttiva a tutte le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere ove
tutti i conferimenti di incarichi e/o utilizzi di graduatorie, in qualunque
ruolo e profilo professionale, dovranno essere validati dalla Struttura
Commissariale.
Successivamente, con nota prot. n. 172689 del 0.3 maggio
2019, la Struttura Commissariale ha comunicato alle Aziende del SSR, che fino
alla nomina del nuovo Direttore Generale, il Direttore Amministrativo e/o
Sanitario più anziano “svolge le
funzioni di Direttore Generate
dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera, al fine di assicurarne l'ordinaria
amministrazione".
Pertanto, alla luce di quanto esposto la Direzione
Aziendale dell’ASP di Vibo Valentia, con nota del 20 maggio 2019, ha chiesto al
Commissario ad Acta di conoscere se il conferimento degli incarichi in itinere
rientra tra le attività di ordinaria amministrazione.
Ciò detto, tenuto conto che il conferimento degli
incarichi dirigenziali regola il percorso di carriera dei dirigenti all’interno
dell'azienda , si è dell’avviso che il relativo iter procedurale rientra tra le
attività di ordinaria amministrazione e non è soggetto ai vincoli del blocco
del turn over.
Cordiali Saluti”
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Greco - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- con Avviso del 06/07/2018, pubblicato sul
BURC dell'11/07/2018, è stato emanato l'Avviso Pubblico per il sostegno di
Progetti di Valorizzazione dei Borghi della Calabria, riservato ai Comuni, di
cui alla Programmazione Regionale Unitaria 2014-2020, Valorizzazione Turistica e
Culturale dei Borghi della Calabria;
- il predetto avviso ha previsto la scadenza
per la presentazione delle domande di agevolazione per il giorno 30 luglio
2019, successivamente prorogata al 21/09/2018;
- con Decreto n. 1737 del 14/02/2019 è stata
nominata la Commissione di Valutazione delle proposte ai sensi dell'Art. 12
comma 2 dell'Avviso;
- con Decreto n. 4534 del 09/04/2019 sono stati
Approvati gli Elenchi delle Proposte Ammesse e non Ammesse di cui agli Allegati
n. 1 (Proposte Ammesse) e n. 2 (Proposte Non Ammesse);
- e Proposte Ammesse, di cui all'All. 1,
risultano 361 e le Proposte non Ammesse, di cui all'All. 2, risultano 35;
- il predetto Decreto 4534 prevede "Di
provvedere con successivo atto alla pubblicazione delle Graduatorie
Definitive", -ai sensi dell'Art. 12, comma 6 i progetti saranno ammessi a
finanziamento fino ad esaurimento delle risorse disponibili, sulla base
dell'ordine decrescente del punteggio ottenuto nel contesto di una graduatoria
unica in cui confluiranno tutti i restanti interventi proposti;
- come si evince dall'All. l, l'Elenco dei
"Comuni Ammessi" è stato redatto sulla base del solo protocollo di
arrivo delle proposte e non di una valutazione di merito da parte della
Commissione ai sensi dell'Art. 12, comma 6, che ne determinerà investimenti
ammissibili, contributo concedibile e punteggi;
Preso atto che: -le proposte devono essere
ancora valutate nel merito (investimenti ammissibili, contributo concedibile,
ecc.) e che alle stesse dovrà essere attribuito il punteggio ai sensi
all'Art.12 comma 3 dell'Avviso sulla base del quale verrà pubblicata la
graduatoria provvisoria e determinato, pertanto, il posto effettivo in
graduatoria di ciascun Comune;
Considerato che:
- l'Avviso prevede un contributo pari al 100%
degli investimenti con un minimo di € 300.000 ed un massimo di € 1.500.000;
- come indicato in premessa, le domande ammesse
di cui all'All. 1 sono pari a n. 361;
- la dotazione finanziaria è di € 100.000.000;
Considerato inoltre che: -le numerose
sollecitazioni ricevute da parte di Sindaci di Comuni della Regione ed il forte
eco della notizia sulla stampa regionale, nella convinzione che l'All. 1 al
Decreto 4534 è da considerarsi quale elenco definitivo delle domande ammesse a
ricevere il contributo richiesto -:
1) di chiarire, dandone ampia diffusione, la
vera natura degli elenchi pubblicati e che l'ammissione al contributo verrà
successivamente stabilita dalla Commissione sulla base dei punteggi attribuiti
ai sensi dell'Art. 12, comma 3 dell'Avviso;
2) di chiarire che, solo successivamente, verrà
redatta e pubblicata la graduatoria provvisoria dei progetti finanziati (sulla
base delle risorse disponibili) ed eventualmente non finanziati (a causa
dell'esaurimento dei fondi) così come previsto all'Art. 12 dell'Avviso, comma
6;
3) per le 361 domande in elenco, a quanto
ammonta il totale dei contributi richiesti;
4) se, preso atto sia della numerosità delle
domande e sia del rilevante contributo ammissibile previsto (Max € 1.500.000
per ogni domanda), si prevede lo stanziamento di ulteriori fondi e di quanto si
intende incrementare l'originaria dotazione di € 100.000.000;
5) se l'Amministrazione, al fine di anticipare
i tempi di istruttoria delle domande, intende nominare più Commissioni di
valutazione;
6) se, al fine di ridurre i tempi di
attuazione, sono state già avviate le azioni previste dall'art. 24 dell'Avviso
che prevede, al fine di determinare effettive e concrete ricadute sociali ed
economiche sul territorio a che l'Amministrazione regionale provveda ad attivare
forme di indirizzo e coordinamento e a realizzare i seguenti interventi a
livello trasversale e strategico: a. Azioni di marketing territoriale e
promozione dei borghi della Calabria;
b. Realizzazione di prodotti e servizi
divulgativi e promozionali;
c. Realizzazione di ambienti virtuali e sistemi
informativi basati sulle tecnologie ICT per la promozione e la fruizione;
d. Azioni di accompagnamento e di rafforzamento
amministrativo rivolte alle amministrazioni beneficiarie.
(477; 24/04/2019)
Risposta: “In relazione
all’interrogazione di cui all’oggetto si comunica quanto segue:
•
in riferimento al punto 1,
si chiarisce che gli elenchi pubblicati sono la risultanza dell’attività in
capo al RUP, di cui all’art. 12, co. 1 dell’Avviso; tale attività è stata esclusivamente
di natura accertativa, con il compito di provvedere all’esame della documentazione
amministrativa prodotta dai soggetti richiedenti. Pertanto, la fase di valutazione
è stata demandata alla Commissione che ha il compito di valutazione ed attribuzione
dei relativi punteggi di cui all’art. 12, comma 2 e 3 dell’Avviso;
•
in riferimento al punto 2,
si chiarisce che la graduatoria provvisoria dei progetti finanziati e non, così
come previsto dall’art. 12, comma 6 dell’Avviso, sarà redatta e pubblicata con
atto formale solo al termine dei lavori della Commissione;
•
in riferimento al punto 3,
si comunica che, il dato non è disponibile in quanto rientra nell’attività
della Commissione, la quale si determina alla fine dei lavori;
•
in riferimento al punto 4,
si comunica che, la risposta non è attinente all’attività di questo Dipartimento;
•
in riferimento al punto 5,
si comunica che, la Commissione di valutazione per “Progetti di valorizzazione dei Borghi della Calabria”, riservato ai
Comuni, di cui alla programmazione Regionale Unitaria 2011-2020, è stata
nominata con Decreto n. 1737/2019;
•
in riferimento al punto 6,
si comunica che si potrà dare risposta solo al termine dell’attività della
Commissione.”
Arch. Domenicantonio Schiava (Dirigente
Generale Dipartimento Urbanistica e Beni Culturali)
Guccione - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
• con delibera 339 del 12-04-2007 dell'ex As 3
di Rossano veniva affidato, per la durata di tre anni, il servizio di ristorazione
per un importo di 1.951.000,00 più Iva. Colazione, pranzo e cena: euro 11,80
più Iva;
• con le delibere 1440 del 01-04-2010;
1233 del 25-03-2011;
539 del 28-02-2012 l'Asp di Cosenza (che ha
assorbito la As 3 di Rossano) prorogava il servizio di ristorazione per gli
anni 2010-2011-2012;
• con delibera 3085 del 30-10-2012 dell'Asp di
Cosenza, veniva affidato in aggiunta, sempre alla stessa ditta e senza alcuna
indizione e procedura di gara, il servizio di ristorazione degenti del P.O. di
Castrovillari e il CAPT di Lungro;
• con delibera 1876 del 30-10-2015 dell'Asp di
Cosenza, veniva affidato temporaneamente (invece sono trascorsi circa quattro
anni) sempre alla stessa ditta e sempre senza procedura di gara, il servizio di
ristorazione ospedaliero per i presidi di Paola e Cetraro - per un importo
giornaliero per la fornitura di colazione, pranzo e cena di euro 13,397 oltre
Iva. Nella delibera si specificava che il pranzo e la cena venivano preparati
nel centro cottura di Castrolibero, distante 35 minuti dal presidio ospedaliero
di Paola e 50 minuti dal presidio di Cetraro;
• in data 2015 con decreto dirigenziale
Stazione unica appaltante numero 10959 del 13-10-2015 venivano aggiudicati
alcuni lotti di procedura di gara per il servizio di ristorazione in alcuni
ospedali calabresi. Esempi: per l'ospedale Pugliese-Ciacco di Catanzaro il
servizio di ristorazione veniva aggiudicato a euro 10,99 (colazione, pranzo e
cena). All'Azienda ospedaliera Bianco-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria euro
9,22 (colazione, pranzo e cena). Prezzo inferiore di oltre tre euro a quello
che l'Asp di Cosenza ha riconosciuto con delibera 1876/2015 per i servizi di
ristorazione per i presidi di Paola e Cetraro;
• la Regione Calabria attraverso la Sua
(Stazione unica appaltante) con decreto del direttore generale n. 15575 del
15-11-2013, indiceva una procedura di gara per l'affidamento del servizio di
ristorazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Calabria.
Importo complessivo della gara: euro 62.910.604,94 più Iva - suddivisa in sette
lotti. In particolare, per il quarto lotto, quello dell'Asp di Cosenza,
l’importo previsto era di euro 19.927.347,40 oltre Iva - durata 36 mesi;
• nell'ambito della gara del servizio di
ristorazione delle Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Calabria non
veniva mai aggiudicato il lotto quattro denominato: "servizio di
ristorazione degenti dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza", come
si evince dal decreto del direttore generale della Sua numero 10317 del
30-08-2016. Da allora ad oggi non è stato più espletato alcun bando di gara per
i presidi ospedalieri appartenenti all'Asp di tutta la provincia di Cosenza.
Ininterrottamente e in costante regime di prorogatio
l'azienda continua a fornire il servizio di esternalizzazione della mensa,
in assenza di qualsivoglia aggiudicazione di gara di evidenza europea come
prescritto dalla legge. Continuando la propria attività con più di dieci anni
di proroghe si è vista aumentare le proprie commesse e i propri fatturati
pagati dall'Asp di Cosenza. Nello stesso tempo sono stati finanche aumentati i
presidi ospedalieri oggetto della fornitura: si sono aggiunti la Casa Albergo
di Oriolo, l’Hospice di Cassano allo Jonio, il Centro Dialisi di Cosenza e il
Centro Salute Mentale di Montalto Uffugo;
• l'Asp di Cosenza in definitiva allo stato
attuale continua a intrattenere rapporti commerciali ed economici per la
fornitura del servizio mensa esternalizzato su tutto il territorio provinciale
con l'azienda, la quale doveva solo per il triennio 2007-2010 essere
affidataria del servizio mensa dell'ex As n.3 di Rossano. Ma scaduto il
triennio ha continuato e continua in regime di prorogatio non solo l'originale servizio ma si è esteso a tutti i
presidi della provincia di Cosenza afferenti all'Asp;
• la Regione Calabria attraverso la Sua non ha
inteso oggi indire alcuna gara. L'Asp di Cosenza anch'essa non ha proceduto ad
avviare nessuna procedura di gara, continuando in questo modo a pagare milioni
di euro in regime di una chiara e illegittima proroga (sine die) e in barba a
ogni regola e rispetto della concorrenza, con un aggravio di costi enormi per
le casse pubbliche;
• in data 24-10-2016 con nota numero 0320030 il
direttore generale della Sua, dott. Mario Donato, inviava ai direttori generali
delle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria e al direttore generale
del Dipartimento Salute della Regione Calabria, una nota nella quale invitava a
seguire le indicazioni operative, di uniformarsi con le proprie attività di
acquisizione di beni e servizi al Dpcm del 24-12-2015 al fine di scongiurare
potenziali situazioni di danni erariali e connessi profili di responsabilità
amministrativi e contabili;
• con nota 0256763 del 24-07-2018 sempre il
direttore generale della Sua invitava i direttori generali di aziende
ospedaliere e sanitarie della Calabria di attuare gli adempimenti operativi per
le gare centralizzate in cui si può leggere che "il ricorso in proprio
alla proroga di contratti per la fornitura di beni e servizi in assenza dei
presupposti che lo giustificano e/o in violazione dei limiti temporali previsti
dalla normativa di riferimento e sopra richiamati, dà luogo ad affidamenti
diretti in violazione dei principi generali dell'evidenza pubblica per i quali
è senz'altro avvisabile la responsabilità contabile e amministrativa" -:
quali iniziative urgenti intende adottare per
vigilare su ciò che è avvenuto e continua ad avvenire all'Asp di Cosenza. Non è
più tollerabile la situazione in cui si trova l'Azienda sanitaria provinciale
di Cosenza dove regnano disordine e caos amministrativo. Forniture di beni e
servizi ottenute con proroghe di fatto illegittime, in violazione ai principi
di concorrenza, trasparenza e senza alcuna procedura di gara.
(480; 17/05/2019)
Risposta: “In riferimento all’interrogazione
inoltrata dall’on. Carlo Guccione, specificata in oggetto, si precisa quanto
segue -
La predetta interrogazione fa
riferimento alla procedura di gara per "l’affidamento dei Servizio di Ristorazione
delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Regione Calabria" ed in
particolare al lotto riguardante l'Asp di Cosenza (lotto n. 4) non aggiudicato
con decreto dirigenziale n. 10317 del 30.08.2016 in quanto dichiarato deserto
per offerte sopra la base d'asta.
A seguito del suddetto decreto
si è instaurato un contenzioso con uno degli operatori economici concorrenti
conclusosi favorevolmente con sentenza del Consiglio di Stato n. 2181/2019
pubblicata in data 2 aprile 2019.
Nelle more di definizione del
contenzioso la Stazione Appaltante, in qualità di Soggetto Aggregatore, le cui
funzioni sono state riconosciute con deliberazione ANAC n. 58 del 22.07.2015,
ha trasmesso a tutte le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere della Calabria,
compresa l'Asp di Cosenza, più lettere circolari (prot n. 320030 del 24.10.2016
e prot. n. 256763 del 24.07.2018), circa gli adempimenti operativi da adottare
relativamente all'acquisizione di beni e servizi rientranti nelle categorie
merceologiche di cui al DPCM 24.12.2015.
Nella predetta circolare si
rimarcava l'obbligo per le aziende e gli enti del servizio sanitario di
ricorrere al soggetto aggregatore di riferimento ovvero alla Consip, ovvero ad
altro soggetto aggregatore individuato diverso da quello di riferimento per
l'approvvigionamento di beni e servizi afferenti alle categorie merceologiche
individuate nel predetto DPCM, facendo ricorso nell’eventualità di iniziative
non ancora attive da parte di nessuno dei soggetti sopra richiamati alla
stipula di “contratti ponte” ai sensi dell'art 63 dei D.Lgs. 50/2016 o alla
proroga dei contratti (solo nel caso vi sia una espressa previsione nel bando
di gara iniziale e nei termini in esso disciplinari), e comunque, in entrambe
le circostanze, non oltre la data di attivazione dei contratti da parte del
soggetto aggregatore ovvero alla Consip, ovvero ad altro soggetto aggregatore
individuato, inserendo una clausola di autotutela che consenta di risolvere il
rapporto convenzionale anticipatamente.
Di recente la Stazione Unica Appaltante aveva
riavviato le attività per l'indizione di una nuova procedura di gara per
l'affidamento del Servizio di Ristorazione delle Aziende Sanitarie ed
Ospedaliere della Regione Calabria, comprendente anche l'Asp di Cosenza, ma
l'entrata in vigore del D.L. 35/2019 c.d. Decreto Calabria, ha bloccato tutte
le attività della Sua Calabria disponendo, al comma 1 dell’art 6, che ῾gli
enti del Servizio sanitario della Regione si avvalgono esclusivamente degli
strumenti di acquisto e di negoziazione aventi ad oggetto beni, servizi e
lavori di manutenzione messi a disposizione da CONSIP SpA. nell’ambito del
Programma di razionalizzazione degli acquisti della Pubblica amministrazione
ovvero, previa convenzione, di centrali di committenza di altre regioni per l'affidamento di appalti di lavori,
servizi e forniture, strumentali all’esercizio delle proprie funzioni,
superiori alle soglie di rilevanza comunitaria di cui all'articolo 35 del
decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50’.
Cordiali
saluti”
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale del
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Il Consiglio regionale,
premesso che:
• il CIPE, con delibera 21 dicembre 2001 n. 121, ha approvato il primo
programma delle infrastrutture strategiche che include, nell’ambito dei
corridoi trasversali e dorsale appenninica, tra i sistemi stradali ed
autostradali, il <<corridoio ionico Taranto/Sibari/Reggio
Calabria>> e, tra le opere che interessano la regione Calabria, il
<<corridoio jonico: tratta calabrese Taranto/Sibari/Reggio
Calabria>>;
• il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al fine di attivare
anticipatamente l’utilizzo dei finanziamenti disponibili, ha invitato l’ANAS a
procedere per stralci funzionali;
• il CIPE, con delibera 28 settembre 2007, n. 103, ha approvato il
progetto preliminare dei lavori di costruzione del III Megalotto
<<Sibari/Roseto Capo Spulico>> della nuova strada statale 106
Jonica;
• il <<Megalotto 3 della SS 106 Jonica>> riguarda il tratto
compreso tra l’innesto della SS 534, alla progressiva chilometrica 365+150
della attuale SS 106 <<Jonica>>, a Roseto Capo Spulico, alla
progressiva chilometrica 400+000 della attuale SS 106 <<Jonica>;
• il piano di riqualificazione comprende sia la realizzazione di nuovo
tracciato con sezione stradale di tipo <<B>> (doppia carreggiata
con due corsie di 3,75 mt ciascuna, banchina di 1,75 mt per senso di marcia e
spartitraffico di 3,5 mt), sia la messa in sicurezza dell’infrastruttura
esistente con sezione di tipo C1 (carreggiata unica con due corsie di 3,75 mt
ciascuna, banchina di 1,50 mt per senso di marcia);
• con delibera 6 dicembre 2011, n. 88, il Cipe ha preso atto:
a) che i fondi cosiddetti <<ex Fintecna>> e <<PON 2007-2013>>,
che concorrevano alla copertura finanziaria del primo stralcio funzionale di
cui alla delibera n. 103 del 2007, non risultavano più disponibili;
b) che in data 23 dicembre 2010 ANAS S.p.A. aveva aggiudicato
provvisoriamente a contraente generale la gara relativa all’intero
<<Megalotto 3 della SS 106 Jonica>>, prevedendo, da parte
dell’aggiudicatario, la redazione del <<progetto definitivo>> e la
realizzazione della sola parte finanziata, fermo restando che qualora fosse stato
finanziato il residuo importo all’atto della consegna dei lavori, il contraente
generale avrebbe dovuto realizzare anche la parte residua;
c) ha disposto che fosse destinato alla realizzazione del citato nuovo
stralcio funzionale l’importo di:
1) 154,4 milioni di euro concesso con la citata delibera n. 103 del 2007;
2) 543,9 milioni di euro previsto con la citata delibera n. 30 del 2008;
• in data 12 marzo 2012 è stato sottoscritto il contratto tra ANAS S.p.A.
e il contraente generale per lo sviluppo del progetto definitivo, lo sviluppo
del progetto esecutivo, le prestazioni propedeutiche ai lavori e l’esecuzione
dei lavori stessi;
• in data 17 aprile 2013 ANAS S.p.A., alla luce delle criticità nel
frattempo riscontrate, ha chiesto al contraente generale lo studio di una
modifica progettuale, in particolare dell’altimetria del tracciato nel tratto
compreso tra la progressiva chilometrica 18+863 e la progressiva chilometrica
31+800, al fine di contenere i maggiori costi emersi e di limitare l’estensione
dei tratti in galleria naturale anche per evitare i rischi derivanti dalla
presenza di gas metano in fase di costruzione;
• il progetto definitivo integrato veniva presentato, dopo la conclusione
dell’iter previsto per la Conferenza dei servizi, in data 24 luglio 2014;
• nella seduta preparatoria del 24 giugno 2015 il Cipe avviava l’esame del
<<progetto definitivo integrato>> del <<Megalotto 3 della SS
106 Jonica>> e rinviava il medesimo per la carenza di copertura
finanziaria e le incertezze sul tracciato e le soluzioni tecniche adottate in
assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici;
• con parere n. 40 del 2016 il Consiglio superiore dei lavori pubblici
restituiva il progetto affinché fosse rivisto sulla base delle prescrizioni e
osservazioni formulate;
• con delibera 10 agosto 2016, n. 41, il Cipe approvava il
<<progetto definitivo integrato>> del primo lotto funzionale del
<<Megalotto 3 della SS 106 Jonica>>, dalla progressiva chilometrica
0+000 alla progressiva chilometrica 18+863 (svincolo di Trebisacce incluso),
rinviando a nuova istruttoria, per aggiornamenti, il <<progetto
definitivo integrato>> del secondo lotto funzionale, dalla progressiva
chilometrica 18+863 alla progressiva chilometrica di progetto 38+000 (estremità
nord – fine intervento) del <<Megalotto 3 della SS 106 Jonica>>;
• con parere n. 36 del 2017, relativo al secondo lotto funzionale del
<<Megalotto 3 della SS 106 Jonica>>, il Consiglio superiore dei
lavori pubblici prescriveva che il <<progetto definitivo
aggiornato>> presentato nel 2017 fosse sviluppato, aggiornato, integrato
e modificato sulla base delle osservazioni formulate;
• la Regione, con nota del 6 ottobre 2017, sentiti i Comuni, confermava ed
esprimeva parere favorevole all’intesa sulla localizzazione dell’opera sulla
base della nuova pubblicazione effettuata da ANAS Sp.A. in data 8 agosto 2017
del <<progetto definitivo aggiornato>> del secondo lotto
funzionale;
• con nota del 13 febbraio 2018 il Ministero delle infrastrutture e dei
trasporti chiedeva l’iscrizione all’ordine del giorno della prima seduta utile
del Cipe del <<progetto definitivo revisionato>>, relativo ai
lavori di costruzione del solo secondo lotto funzionale del <<Megalotto 3
della SS 106 Jonica>> e trasmetteva la relativa documentazione
istruttoria del medesimo <<progetto definitivo revisionato>>;
• nei giorni successivi tale richiesta veniva integrata dai pareri
prescritti per legge, trasmessi al Cipe dagli enti interessati e competenti;
• il <<progetto definitivo revisionato>> tiene conto in linea
generale dell’esigenza di mantenere, sebbene in riduzione per contemperare le
prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici, tutti i tratti in
galleria artificiale, ricompresi tra la galleria Trebisacce e il viadotto Forno,
per ridurre l’interferenza con i pianori tutelati con specifici decreti di
vincolo paesaggistico;
• ANAS S.p.A., con provvedimento del 16 febbraio 2018, approvava in linea
tecnica l’ultima revisione del progetto definitivo, denominata <<progetto
definitivo revisionato>>, ai fini della successiva approvazione del Cipe,
procedendo altresì alla rimodulazione del quadro economico dell’intero
<<Megalotto 3 della SS 106 Jonica>> per un totale complessivo
dell’investimento di 1.335.118.435,56 euro;
• il Consiglio superiore dei lavori pubblici formulava il parere n. 8 del
2018 nella adunanza del 16 febbraio 2018 sul <<progetto definitivo
revisionato>>, con la puntuale osservanza delle prescrizioni,
raccomandazioni e indicazioni>> di cui al parere stesso;
• Con delibera del 28 febbraio 2018 il Cipe provvedeva all’approvazione
del progetto definitivo e della relativa copertura finanziaria;
• in data 9 maggio 2018 il Presidente della Giunta regionale convocava un
incontro pubblico a Sibari per presentare il progetto, annunciando
ufficialmente l’avvio dei lavori insieme all’amministratore delegato dell’Anas;
• a seguito del mancato avvio dei lavori, in risposta ad interpellanza
presentata dal Consigliere regionale Gallo nel settembre 2018, la Giunta
regionale assicurava che comunque entro il 16 marzo avrebbe avuto luogo la
consegna del progetto esecutivo, in modo da consentire ad Anas di approvarlo
nei 420 giorni successivi per far sì che si potesse procedere alla consegna
formale dei lavori entro l’11 novembre 2019;
• anche tali impegni non sono stati mantenuti, sicché risulterà
impossibile rispettare l’anzidetto crono programma;
• il mancato avvio dei lavori, già causa di per sé di grandi e gravi
preoccupazioni da parte delle popolazioni e delle amministrazioni locali, è
stato se possibile ulteriormente aggravato dai lavori parlamentari, nel corso
del quale la maggioranza di Governo ha respinto la proposta di un ordine del
giorno volto ad impegnare l’Esecutivo ad assumere impegni chiari sulla
realizzazione dell’opera e ad adoperarsi per una velocizzazione del relativo
iter;
• a seguito di ciò, il ministro alle infrastrutture Toninelli ha
dichiarato essere l’ammodernamento della Statale 106 una di quelle opere per le
quali si procederà a designazione di un commissario, con ciò indirettamente
alimentando i timori di chi teme nuovi ulteriori ritardi nella realizzazione
delle opere pianificate;
• che da tempo ormai immemore le popolazioni locali attendono la
realizzazione di un’opera per la messa in sicurezza di un’arteria stradale
vitale nei collegamenti, ma anche – nelle sue attuali condizioni – estremamente
pericolosa e sede ogni anno di centinaia di incidenti, molti dei quali mortali;
• secondo la denuncia dell’associazione “Basta vittime sulla statale 106”,
il ritardo nell’apertura dei cantieri sarebbe da ricondursi a ripensamenti
indotti dalla contrarietà al progetto da parte di alcuni parlamentari calabresi
delle forze politiche appartenenti alla coalizione di Governo Esecutivo guidato
dal premier Giuseppe Conte.
Tutto ciò
premesso,
impegna la Giunta
regionale:
- a chiarire natura e cause dei ritardi nell’esecuzione delle opere
afferenti il Megalotto 3 della Statale 106 Jonica;
- a promuovere con urgenza un tavolo di confronto con il Governo
nazionale, attraverso il competente Ministero alle infrastrutture ed ai
trasporti, per acquisire certezze da parte degli stessi in ordine ai tempi ed
alle modalità di realizzazione dell’opera.
Art. 1
(Modifiche alla
denominazione della Commissione contro la ‘ndrangheta
di cui alla l.r.
50/2002)
1. Il titolo della legge
regionale 27 dicembre 2002, n. 50 (Istituzione di una Commissione Consiliare
contro la ‘ndrangheta), come modificato dall’articolo 1, comma 1, della legge
regionale 7 marzo 2011, n. 6 (Modifiche alla legge regionale 19 dicembre 2002,
n. 50 “Istituzione di una Commissione consiliare contro il fenomeno della mafia
in Calabria”), è sostituito dal seguente: “Istituzione della Commissione
consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e
dell’illegalità diffusa”.
2. Al comma 1 dell’articolo 1 della l.r. 50/2002,
come modificato dalla l.r. 6/2011, le parole “una Commissione contro la
‘ndrangheta” sono sostituite dalle seguenti: “la Commissione consiliare contro
il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa”.
Art. 2
(Modifiche articolo 2
della l.r. 50/2002)
1. All’articolo 2 della l.r. 50/2002 sono
apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 1 è sostituito dal seguente: “L’Ufficio
di Presidenza della Commissione è composto dal Presidente, da un Vicepresidente
e da un Consigliere segretario. Il Consiglio regionale elegge gli organi della
Commissione ai sensi dell’articolo 30 del Regolamento interno.”;
b) all’inizio del comma 2, le parole “, ai due
Vice Presidenti ed ai due Consiglieri segretari” sono soppresse.
Art. 3
(Modifiche articolo 3
della l.r. 50/2002)
1. Al comma 1 dell’articolo 3 della l.r. 50/2002
sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla fine della lettera a) la parola
“similari;” è sostituita dalle seguenti:
“similari, oltre che su potenziali fenomeni di
corruzione;”;
b) alla fine della lettera e) le parole “sopra
citati;” sono sostituite dalle seguenti: “e corruttivi, nonché per rafforzare
la cultura della legalità;”;
c) alla lettera f) dopo la parola “antimafiosa”
sono inserite le seguenti: “e della legalità”;
d) dopo la lettera f) è aggiunta la seguente: “f
bis) approfondire la conoscenza del fenomeno ‘ndranghetistico e di quello
corruttivo adottando iniziative che ne stimolino la riprovazione sociale e
rafforzino altresì la cultura della legalità e il rifiuto di ogni attività
corruttiva.”.
Art. 4
(Modifica articolo 4
della l.r. 50/2002)
1. Nella rubrica dell’articolo 4 della l.r.
50/2002, dopo la parola “autorità” è inserita la seguente: “regionali,”.
2. Dopo il comma 2 dell’articolo 4 della l.r.
50/2002 è aggiunto il seguente: “2 bis. La Commissione, in ambito regionale ed extraregionale,
in collegamento con la Commissione parlamentare antimafia di cui al comma 2,
oltre che con le altre commissioni regionali competenti per materia, svolge,
senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, attività di monitoraggio
e studio delle azioni di matrice ‘ndranghetista, specialmente di quelle
connesse alla gestione dei rifiuti e al coinvolgimento delle cosiddette
ecomafie e agromafie.”.
Art. 5
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
CAPO I
DISPOSIZIONI
GENERALI
Art. 1
(Oggetto)
1. La Regione, in
attuazione delle finalità previste agli articoli 9, 21 e 33 della Costituzione
e all’articolo 2 del proprio Statuto, nel quadro dei principi stabiliti dall’articolo
167 del TFUE e dalla Convenzione Unesco sulla protezione e la promozione della
diversità delle espressioni culturali, dei principi fondamentali dettati dalla
legge 14 novembre 2016, n. 220 (Disciplina del cinema e dell'audiovisivo),
promuove, sostiene e valorizza le attività cinematografiche e audiovisive quale
strumento di libera espressione artistica e creativa, di formazione culturale,
di coesione sociale, di valorizzazione dell'identità culturale, di innovazione,
di sviluppo economico e di promozione del territorio.
2. La presente legge disciplina gli interventi
della Regione Calabria nel settore delle attività cinematografiche e
audiovisive, con particolare riguardo all'individuazione e all'attuazione,
anche in forma coordinata con le politiche attuate in altri settori, di quelle
tipologie che ne sostengono lo sviluppo, la promozione e la valorizzazione.
Art. 2
(Definizioni)
1. Ai fini della presente legge, ove non sia diversamente
disposto, si rinvia alle definizioni di cui alla l. 220/2016 e alla normativa
attuativa della stessa.
Art. 3
(Finalità e obiettivi)
1. Gli interventi di cui all'articolo 1, comma 2,
sono volti a promuovere e sostenere, anche attraverso collaborazioni e sinergie
con soggetti pubblici e privati:
a) la nascita di un distretto dell'industria
cinematografica e audiovisiva locale, nel più ampio contesto delle industrie
creative, sia per favorire la produzione di opere cinematografiche e audiovisive
realizzate nel territorio regionale, sia per agevolare la crescita di
professionalità, anche in sinergia con altri settori, al fine di potenziare il
sistema economico, occupazionale e sociale a livello territoriale;
b) iniziative volte ad attrarre nel territorio
regionale produzioni nazionali e internazionali, al fine di favorire la
valorizzazione e la promozione della conoscenza del patrimonio paesaggistico,
culturale, ambientale, enogastronomico e sociale del territorio regionale e il
cineturismo;
c) lo sviluppo di una rete di esercizi
cinematografici diffusa, concorrenziale e di qualità, con particolare
attenzione per gli esercizi storici e per le sale d'essai, anche al fine di
favorire la programmazione e l'ottimizzazione delle potenzialità del sistema a
livello territoriale;
d) lo sviluppo e la diffusione della cultura
cinematografica e audiovisiva attraverso il sostegno a festival, rassegne e
premi di carattere nazionale e internazionale, ad attività di associazioni
culturali e ad altre iniziative, anche con finalità di promozione territoriale,
che concorrano all’educazione delle giovani generazioni, all’accrescimento e
alla qualificazione della capacità critica del pubblico, al confronto
generazionale e al dialogo interculturale, preferenzialmente in relazione a
opere realizzate da produzioni indipendenti, d'interesse regionale e d'autore;
e) la formazione alle professioni del cinema e
l'educazione all'immagine, anche attraverso:
1) progetti che favoriscano la crescita di nuovi
talenti e professionalità, anche mediante percorsi formativi di eccellenza;
2) azioni mirate alla crescita e alla
qualificazione tecnica degli operatori del sistema cinematografico e
audiovisivo;
3) una banca dati regionale degli operatori del
settore cinematografico e audiovisivo;
f) la Fondazione Calabria Film Commission di cui
all’articolo 7 (FCFC), nel più vasto sistema di promozione del territorio,
affidando ad essa compiti di attuazione, sostegno e coordinamento delle
attività e politiche cinematografiche e audiovisive disciplinate dalla presente
legge, adeguandone la struttura organizzativa in relazione agli ambiti e agli
interventi previsti;
g) l'attuazione coordinata degli interventi
previsti dalla presente legge anche rispetto alle politiche e interventi da
attuarsi nei settori dell'impresa, della cultura e dell'educazione in ambito
regionale, al fine di realizzare positive sinergie;
h) il monitoraggio sull’evoluzione del settore
cinematografico e audiovisivo in Calabria;
i) lo studio, la ricerca e la sperimentazione
nell'ambito del cinema e dell'audiovisivo;
j) il reperimento, la raccolta, la
catalogazione, la conservazione, la valorizzazione e l'utilizzo della
documentazione cinematografica e audiovisiva prodotta nel territorio regionale;
k) lo sviluppo e la diffusione di progetti e
attività cinematografiche e audiovisive attraverso collaborazioni e progetti
comuni con lo Stato, le altre Regioni, l'Unione europea, le università e il
sistema economico produttivo e finanziario.
Art. 4
(Funzioni e compiti
della Regione)
1. La Regione, nel rispetto dei principi dettati
dalla Costituzione e dalle leggi statali, e in particolare dal decreto
legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di compiti e funzioni dello
Stato alle Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15
marzo 1997, n. 59), elabora e definisce gli indirizzi e i criteri generali
delle politiche in materia di cinema e audiovisivo a livello regionale, con
particolare riferimento alle sinergie attuabili con altri settori della società
civile e del mondo dell'impresa, e pone in essere ogni attività finalizzata al
perseguimento degli obiettivi e delle finalità previsti dall’articolo 3,
avvalendosi della Film Commission di cui all'articolo 7.
2. La Regione persegue gli obiettivi e finalità
di cui all'articolo 3 anche nell’ambito dell’attività di programmazione per lo
sviluppo culturale e sociale del territorio e delle attività produttive, con
particolare attenzione alle sinergie attuabili tra le finalità e gli obiettivi
specifici delle attività cinematografiche e audiovisive e quelli più generali
perseguiti in materia di sviluppo delle industrie creative, innovazione,
internazionalizzazione, turismo, formazione, politiche giovanili, promozione
del territorio e dell'occupazione.
3. Nell'ambito delle attività di propria
competenza la Regione opera anche con il concorso degli enti locali,
coinvolgendo altresì le associazioni e gli altri enti pubblici o privati
presenti sul territorio e maggiormente rappresentativi nel settore del cinema e
dell'audiovisivo, nonché ricercando il coinvolgimento delle realtà maggiormente
rappresentative nel mondo della cultura, dell'impresa, dell'educazione e delle
professioni.
4. La Regione assicura la massima semplificazione
e trasparenza delle procedure amministrative di propria competenza, al fine di
agevolare le attività delle produzioni cinematografiche e audiovisive operanti
sul territorio calabrese e, in generale, l'attuazione delle politiche,
iniziative e attività previste dalla presente legge.
5. La Regione persegue gli obiettivi e le
finalità di cui alla presente legge anche attraverso collaborazioni e progetti
comuni con lo Stato, le altre Regioni, l'Unione europea, le università e
soggetti pubblici e privati del sistema economico, produttivo e finanziario.
Art. 5
(Funzioni e compiti
degli enti locali)
1. Gli enti locali, in conformità alle linee di
indirizzo contenute nella programmazione regionale, nell'ambito dei rispettivi
ordinamenti, in conformità con la normativa statale vigente e sulla base delle
risorse disponibili nei propri bilanci:
a) sostengono le attività cinematografiche e
audiovisive per promuovere lo sviluppo culturale e sociale delle comunità
locali;
b) sostengono le iniziative locali di promozione
del proprio territorio tramite progetti e produzioni cinematografiche e
audiovisive;
c) promuovono interventi di tutela, restauro e
promozione del patrimonio artistico cinematografico e audiovisivo, anche
attraverso progetti di catalogazione e conservazione;
d) monitorano le attività cinematografiche e
audiovisive che operano sul proprio territorio dandone comunicazione alla
Regione;
e) collaborano con la Regione nell'attuazione
degli interventi previsti dalla presente legge.
CAPO II
PROGRAMMAZIONE E
ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI
Art. 6
(Programmazione)
1. La Giunta regionale, sulla base dei dati,
delle proposte e delle indicazioni comunicati dalla Film Commission ai sensi dell'articolo
7, comma 3, lettera l), approva il Programma, annuale o pluriennale, di
interventi per l'attività cinematografica e audiovisiva.
2. Il Programma, in armonia con le finalità della
presente legge e in coerenza con il Documento di economia e finanza regionale
(DEFR), individua:
a) gli obiettivi da perseguire;
b) le priorità tra le diverse tipologie di
intervento;
c) le risorse finanziarie per la realizzazione
degli obiettivi;
d) i criteri per la verifica della realizzazione
degli obiettivi individuati;
e) le forme di raccordo con altri piani e
programmi regionali;
f) le tipologie di beneficiari;
g) le procedure e i criteri per la concessione,
erogazione e revoca dei contributi, assicurando la massima trasparenza, anche
per il tramite di uno specifico sito web, in ogni fase del procedimento;
h) le procedure, le modalità e le tempistiche di
attuazione degli interventi;
i) la copertura nel bilancio regionale.
Art. 7
(Film Commission Regione
Calabria)
1. La Regione riconosce la Fondazione Calabria
Film Commission, già prevista e disciplinata dall’articolo 3 della legge
regionale 11 gennaio 2006, n. 1 (Collegato alla manovra finanziaria regionale
per l’anno 2006), quale unica film commission della Regione Calabria, anche ai
fini e per gli effetti di cui alla l. 220/2016 e delle relative disposizioni
attuative, che persegue finalità di pubblico interesse nel settore
dell’industria del cinema e dell'audiovisivo, e le ulteriori funzioni previste
dalla presente legge.
2. La FCFC fornisce supporto e assistenza alle
produzioni cinematografiche e audiovisive nazionali e internazionali e alle
amministrazioni competenti nel settore del cinema e dell'audiovisivo, nel
territorio della Regione Calabria, e provvede altresì, quale organismo
attuatore, alla gestione e realizzazione in forma coordinata degli interventi
regionali in materia di cinema e audiovisivo previsti dalla presente legge.
3. La FCFC, in particolare, ha il compito di:
a) promuovere e sostenere lo sviluppo di un distretto
dell'industria cinematografica e audiovisiva locale e ogni azione volta ad
accrescere la visibilità e l’attrattività della Regione sui mercati nazionali e
internazionali, quale location di riprese;
b) promuovere e sostenere ogni azione volta a incrementare
l'impatto economico e occupazionale della produzione audiovisiva a livello
locale, con strategie mirate ad accrescere la competitività dell'offerta
territoriale di beni e servizi per il settore;
c) fornire assistenza alle società di produzione
che intendono realizzare in Calabria produzioni audiovisive, con particolare
riguardo, in collaborazione con gli enti locali e tutti gli altri soggetti
pubblici e privati coinvolti, agli aspetti logistici e amministrativi;
d) promuovere la conoscenza della realtà
professionale e imprenditoriale del settore audiovisivo locale implementando,
in accordo con le imprese e le istituzioni locali, le associazioni di categoria
e gli altri soggetti pubblici e privati coinvolti, iniziative di
internazionalizzazione presso i mercati di settore, messa in rete di dati e
incontro tra domanda e offerta;
e) elaborare e realizzare, di concerto con le
amministrazioni e gli enti preposti alla promozione turistica, iniziative
coordinate volte a promuovere le location regionali;
f) promuovere la creazione e l'aggiornamento di
un elenco regionale di professionisti e imprese del settore cinematografico e
audiovisivo;
g) promuovere e sostenere ogni iniziativa volta a
favorire lo sviluppo del comparto professionale locale in tutte le
articolazioni della sua filiera e assicurare la promozione dell’immagine della
Calabria e del suo patrimonio ambientale, storico, artistico e culturale;
h) sostenere e promuovere le attività in materia
di tutela e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo;
i) promuovere, sostenere e favorire progetti e
iniziative che consentano l'attivazione di risorse, a livello regionale o
interregionale, statale, dell'Unione europea o di partnership tra soggetti
pubblici e soggetti privati;
l) elaborare e fornire alla Giunta regionale,
anche al fine di cui alla lettera a), dati, proposte e indicazioni per
l’elaborazione del Programma di cui all'articolo 6;
m) attuare
e sostenere, nell'ambito delle competenze e funzioni sue proprie, ogni altra
iniziativa coerente con gli obiettivi e le finalità previsti dall’articolo 3.
4. Con riferimento alla programmazione e
attuazione degli interventi disciplinata nel presente Capo, e alle specifiche
forme di interventi previste nel Capo III, la FCFC:
a) monitora e raccoglie dati e informazioni sul
mercato audiovisivo locale, al fine di valutare l'impatto delle politiche e
iniziative attuate o da attuarsi ai sensi della presente legge;
b) attua e gestisce gli interventi previsti
dall’articolo 8 a sostegno dello sviluppo e della produzione di opere
cinematografiche, audiovisive e multimediali;
c) attua e gestisce gli interventi previsti
dall'articolo 9 a sostegno dell'esercizio cinematografico;
d) attua e gestisce gli interventi previsti
dall'articolo 10 in materia di promozione della cultura cinematografica e
audiovisiva;
e) attua e gestisce gli interventi previsti
dall'articolo 11 in materia di formazione e specializzazione professionale
degli autori, dei professionisti e delle imprese locali del settore;
f) attua e gestisce gli interventi previsti
dall'articolo 12 in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio
cinematografico e audiovisivo;
g) attua e gestisce gli eventuali ulteriori
interventi previsti nel Programma di cui all'articolo 6.
5. Al fine di agevolare e allineare l'attuazione
dei propri compiti con la normativa e con le migliori prassi riconosciute a
livello nazionale e internazionale, la FCFC può partecipare ad associazioni che
perseguano la finalità del coordinamento delle attività di altre Film
Commission e altri enti e istituzioni, a livello nazionale e internazionale.
6. La FCFC ha facoltà, in sede di attuazione
degli interventi, di adottare specificazioni delle definizioni e dei criteri
previsti dalla presente legge, nel Programma di cui all’articolo 6, anche
tenendo conto della evoluzione tecnologica del settore e delle condizioni e
prassi del mercato e del territorio.
CAPO III
TIPOLOGIE DI INTERVENTI
Art. 8
(Sostegno allo sviluppo
e alla produzione di opere cinematografiche, audiovisive e multimediali)
1. La Regione, nell'ambito degli obiettivi e
delle finalità della presente legge, e in particolare di quelli di cui
all'articolo 3, lettere a) e b), nei limiti delle risorse di bilancio di cui
all’articolo 13 e in relazione al Programma di cui all'articolo 6, attua
interventi volti a favorire lo sviluppo e la produzione di opere
cinematografiche e audiovisive di interesse regionale.
2. Ai sensi della presente legge, sono ritenute
di interesse regionale e pertanto, nella misura in cui ciò sia compatibile con
la normativa europea e statale, sostenute in via prioritaria, le opere
cinematografiche, audiovisive e multimediali che posseggano almeno uno dei
seguenti requisiti:
a) prevedano una partecipazione effettiva e
sostanziale, preferibilmente fin dalla fase iniziale di creazione e sviluppo,
di almeno un autore o una società di produzione aventi residenza o sede nel
territorio della Regione Calabria;
b) realizzino una parte apprezzabile delle
attività di produzione o post-produzione nel territorio della Regione Calabria,
coinvolgendo maestranze e professionalità del settore del cinema e
dell'audiovisivo e comunque lavoratori residenti nel territorio,
preferibilmente con il coinvolgimento di giovani e soggetti che abbiano
partecipato a percorsi formativi sostenuti dalla Regione Calabria;
c) trattino temi legati alla cultura, alla
storia, all'identità o al territorio calabrese o, comunque, tali da suscitare
interesse per la Regione in ambito nazionale o internazionale;
d) rivestano, in base alle politiche e agli
interventi attuati dalla Regione Calabria in materia di cinema e audiovisivo,
particolare importanza strategica per le sinergie attuabili nel campo delle
industrie creative, dell'innovazione, dell'internazionalizzazione, della
promozione del territorio, del turismo, della formazione, delle politiche
giovanili e della promozione dell’occupazione.
3. I criteri per l'individuazione dell'interesse
regionale di cui al comma 2 possono essere oggetto di ulteriori specificazioni
nel Programma di cui all’articolo 6 e, in ogni caso, ad opera della FCFC in
sede di attuazione dei singoli interventi.
4. Gli interventi possono riguardare tutte le
tipologie di opere audiovisive previste dalla vigente normativa statale, quanto
al genere, al formato e alla sede di sfruttamento. Le risorse di cui
all’articolo 13, da destinare a ciascuna tipologia di opera, possono essere
specificate nel Programma di cui all’articolo 6 o, in mancanza, dalla FCFC in
sede di attuazione degli interventi.
Art. 9
(Sostegno alle attività
dell'esercizio cinematografico e principi di localizzazione)
1. La Regione, nell'ambito degli obiettivi e
delle finalità della presente legge, e in particolare di quelli di cui
all'articolo 3, lettera c), nei limiti delle risorse di bilancio di cui
all'articolo 13 e in relazione al Programma di cui all’articolo 6, concede
contributi, a partire dall'esercizio finanziario 2019, secondo criteri e
requisiti da stabilire in appositi avvisi pubblici:
a) alle attività delle sale cinematografiche che
assicurino una programmazione di spettacoli cinematografici di film d'essai nel
corso dell'anno;
b) a progetti di messa in rete delle attività di
sale cinematografiche che siano in grado di potenziare la programmazione e
l'ottimizzazione delle potenzialità del sistema a livello territoriale, in
conformità ai principi previsti al comma 2.
2. La Regione promuove una presenza adeguata e
una distribuzione razionale, equilibrata e collegata ai bacini di utenza delle
attività di esercizio cinematografico sul proprio territorio, attuando il
proprio intervento secondo i seguenti principi:
a) lo sviluppo di una rete di sale cinematografiche
efficiente, diversificata, con particolare attenzione alle mono-sale e alle
sale d'essai, distribuita in maniera equilibrata sul territorio e
tecnologicamente adeguata;
b) il pluralismo e l'equilibrio tra le diverse
tipologie di esercizio, con particolare riferimento al piccolo e medio
esercizio;
c) l'accesso al prodotto filmico da parte di
tutte le tipologie di esercizio, con particolare riferimento al piccolo e medio
esercizio;
d) la valorizzazione delle sale cinematografiche
come centri di aggregazione e di integrazione sociale;
e) la particolare salvaguardia dei centri storici
e delle zone periferiche, delle zone classificate montane e dei comuni minori e
di quelli particolarmente svantaggiati, anche attraverso una adeguata presenza
di esercizi cinematografici;
f) il sostegno ad azioni specifiche dirette alle
agevolazioni per le persone con disabilità, le categorie svantaggiate, il
pubblico giovane, le scuole e le famiglie.
Art. 10
(Promozione della
cultura cinematografica e audiovisiva)
1. La Regione, nell’ambito degli obiettivi e
delle finalità della presente legge, e in particolare di quelli di cui
all'articolo 3, lettera d), nei limiti delle risorse di bilancio di cui
all'articolo 13 e in relazione al Programma di cui all'articolo 6, concede
contributi a partire dall'esercizio finanziario 2019 per il finanziamento di
progetti e iniziative volte a promuovere e sostenere lo sviluppo e la
diffusione della cultura cinematografica e audiovisiva, e in generale il
linguaggio del cinema e dell'audiovisivo, quali in particolare:
a) festival, rassegne, premiazioni ed eventi
simili, di carattere nazionale e internazionale, che si svolgano in Calabria o
comunque presentino preminente interesse regionale, in relazione alla
promozione della cultura cinematografica e alla valorizzazione delle qualità
artistiche delle opere e degli autori del proprio territorio;
b) progetti di associazioni culturali,
cine-circoli, cine-studio che operano sul territorio per la diffusione del
cinema e dell'audiovisivo, che producano attività di formazione e
alfabetizzazione audiovisiva del pubblico, specie di quello giovane, attraverso
azioni innovative anche con le istituzioni scolastiche e universitarie.
Art. 11
(Sostegno alla
formazione e alla specializzazione professionale)
1. La Regione, nell'ambito degli obiettivi e
delle finalità della presente legge, e in particolare di quelli di cui
all’articolo 3, lettera e), sostiene e promuove, nei limiti delle risorse di bilancio
di cui all'articolo 13 e in relazione al Programma di cui all'articolo 6, la
formazione alle professioni del cinema e l'educazione all'immagine, e in
particolare:
a) progetti diretti alla crescita e allo sviluppo
di nuovi talenti e nuove professionalità nel campo del cinema, dell'audiovisivo
e della multimedialità, e la fruizione da parte degli stessi di esperienze e
percorsi formativi di eccellenza, anche mediante partecipazione a progetti,
mercati, corsi e altre iniziative esistenti nel settore e collaborazioni con
enti pubblici e privati nel campo della formazione e dell'educazione;
b) azioni mirate alla crescita e alla
qualificazione tecnica degli operatori del sistema cinematografico e
audiovisivo;
c) la creazione di una banca dati regionale degli
operatori del settore cinematografico e audiovisivo, e la messa in rete di dati
e informazioni sulle professionalità e competenze del settore e sulle
opportunità di formazione e professionali per gli operatori medesimi.
Art. 12
(Patrimonio cinematografico
e audiovisivo)
1. La Regione, nell'ambito degli obiettivi e
delle finalità della presente legge, e in armonia con le disposizioni
dell'articolo 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni
culturali e del paesaggio), e degli articoli 7 e 29 della l. 220/2016, promuove
e concorre alla realizzazione dell'attività di conservazione, catalogazione,
digitalizzazione e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo
presente nel proprio territorio o di particolare interesse regionale.
2. La Regione sostiene la ricerca, la raccolta,
la catalogazione, la digitalizzazione, lo studio, la conservazione, la
valorizzazione e il deposito legale del patrimonio cinematografico e
audiovisivo d'interesse regionale, attraverso progetti e iniziative da
realizzarsi anche in rete con l'archivio della Cineteca nazionale e altri
soggetti regionali.
3. La Regione promuove, anche mediante
l'istituzione di una cineteca regionale, e con il supporto delle mediateche
territoriali, delle università, dei consorzi universitari e degli enti di
ricerca presenti nel territorio regionale, l'acquisizione, la catalogazione e
la conservazione dei materiali cinematografici e audiovisivi d'interesse
regionale, espressione della storia e della cultura del territorio della
Calabria.
CAPO IV
NORME FINANZIARIE,
FINALI E TRANSITORIE
Art. 13
(Copertura finanziaria)
1. Alla copertura degli oneri derivanti dalle
attività e dagli interventi previsti dagli articoli 7 e 9 della presente legge,
quantificati in euro 800.000,00 per l’esercizio finanziario 2019 e in euro
600.000,00 per le annualità 2020 e 2021, si provvede con le risorse già
allocate alla missione 05, programma 02 (U05.02) del bilancio di previsione
2019-2021.
2. Alla copertura degli oneri relativi alle
attività e agli interventi disciplinati agli articoli 8 e 10, quantificati
complessivamente in euro 2.550.000,00 per l'annualità 2019, in euro
2.500.000,00 per l'annualità 2020 e in euro 550.000,00 per l'anno 2021, si
provvede con le risorse del Piano di azione e coesione 2014-2020, Asse 6,
Obiettivo specifico 6.8, Azione 6.8.3, allocate alla missione 07, programma 02
(U07.02) del bilancio di previsione 2019-2021.
3. Per la realizzazione delle attività e degli
interventi previsti dall’articolo 11, i cui oneri sono quantificati in euro
1.000.000,00 per l’annualità 2019 e in euro 500.000,00 in ciascuna delle
annualità 2020 e 2021, si provvede con le risorse del Piano di azione e
coesione 2014-2020, Asse 8, Obiettivo specifico 8.5, Azione 8.5.1, allocate
alla missione 15, programma 04 (U15.04) del bilancio di previsione 2019-2021.
4. Alla copertura degli oneri derivanti dalle
attività previste dall’articolo 12, quantificati in euro 100.000,00 per
l'annualità 2019 e in euro 200.000,00 in ciascuna delle annualità 2020 e 2021,
si provvede con le risorse del Piano di azione e coesione 2014-2020, Asse 6,
Obiettivo specifico 6.7, Azione 6.7.2, allocate alla missione 05, programma 03
(U05.03) del bilancio di previsione 2019-2021.
5. Per gli esercizi successivi all'anno 2021, i
contributi di cui al presente articolo sono consentiti nei limiti della
disponibilità di risorse per come stabilito dalla legge di approvazione del
bilancio di previsione della Regione.
Art. 14
(Normativa dell’Unione europea
su aiuti di Stato)
1. Gli interventi regionali di cui alla presente
legge costituiscono aiuti per la cultura e la conservazione del patrimonio e
sono, pertanto, esenti dalla notifica ai sensi degli articoli 4 e 53 del
regolamento (UE) n. 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014 (GBER).
2. Le informazioni relative agli aiuti di cui al
comma 1 sono trasmesse al registro nazionale degli aiuti di stato ai sensi
dell’articolo 52 della legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla
partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e
delle politiche dell’Unione europea).
Art. 15
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione.
Art. 1
(Definizioni)
1. Ai fini della presente legge si
intendono per:
a) “recupero”: gli interventi di cui all'articolo
3, comma 1, lettere a), b), c) e d), del decreto del Presidente della Repubblica
6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e
regolamentari in materia edilizia);
b) “organizzazione di autorecupero”: la società
cooperativa edilizia di abitazione di cui all'articolo 13 della legge 31
gennaio 1992, n. 59 (Nuove norme in materia di società cooperative), o
l'associazione di promozione sociale di cui all'articolo 35 del decreto
legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del terzo settore), costituita con la
finalità di eseguire interventi di recupero con le modalità definite agli
articoli 4, 5 e 6;
c) “soci locatari”: i soci dell'organizzazione di
autorecupero, assegnataria, all'esito del procedimento previsto dall'articolo
4, degli immobili di cui all'articolo 2 da sottoporre a interventi di recupero,
a cui concedere in locazione, ai sensi dell'articolo 7, le unità immobiliari
risultanti dagli interventi medesimi.
Art. 2
(Programmi di recupero)
1. La Regione, le province, la Città
metropolitana di Reggio Calabria, i comuni, l’azienda territoriale per l’edilizia
residenziale pubblica regionale, le istituzioni pubbliche di assistenza e
beneficenza e gli altri enti pubblici possono adottare programmi di recupero di
immobili di loro proprietà, ubicati nel territorio della Regione Calabria,
destinati a finalità diverse da quelle di edilizia residenziale pubblica,
inutilizzati o comunque in avanzato stato di degrado, con priorità per gli
immobili ubicati nei centri storici, al fine di assegnarli, per l'esecuzione di
interventi di recupero, a organizzazioni di autorecupero e di concedere in
locazione con contratto a uso abitativo ai soci di dette organizzazioni le
unità immobiliari risultanti dagli interventi medesimi.
2. Gli interventi definiti nei programmi di
recupero sono attuati dalle organizzazioni di autorecupero individuate mediante
il procedimento di cui all'articolo 4.
Art. 3
(Requisiti delle
organizzazioni di autorecupero)
1. Per partecipare alle procedure di cui
all'articolo 4, le organizzazioni di autorecupero devono:
a) essere costituite, fermi restando, per le
associazioni di promozione sociale, i limiti dimensionali minimi previsti
dall'articolo 35, comma 1, del d.lgs. 117/2017, da soci in possesso dei
requisiti per l'accesso all'edilizia sociale, in numero pari a quello delle
unità immobiliari risultanti dagli interventi di recupero indicati nell'avviso
di cui all'articolo 4;
b) prevedere nell'atto costitutivo:
1) la finalità perseguita attraverso l'esecuzione
di interventi di recupero ai sensi degli articoli 4, 5 e 6;
2) le modalità di scioglimento a seguito della
stipulazione dei contratti di locazione di cui all'articolo 7, comma 1;
c) essere iscritte:
1) le società cooperative edilizie di abitazione,
nell'albo nazionale di cui all'articolo 13 della l. 59/1992 e alla camera di commercio,
industria, artigianato e agricoltura come cooperative con la finalità di cui
alla lettera b), numero 1);
2) le associazioni di promozione sociale, nel
Registro unico nazionale del Terzo settore di cui all'articolo 45 del d.lgs.
117/2017.
Art. 4
(Individuazione delle
organizzazioni di autorecupero assegnatarie)
1. Sulla base dei programmi di cui all'articolo
2, l'ente proprietario pubblica un avviso per l'assegnazione a organizzazioni
di autorecupero degli immobili da sottoporre a interventi di recupero.
2. L'avviso pubblico di cui al comma 1, oltre ai
criteri per l'individuazione dell'organizzazione di autorecupero assegnataria,
indica:
a) gli immobili da sottoporre a interventi di
recupero, la loro ubicazione, la descrizione degli interventi da eseguire e la
specificazione delle unità immobiliari risultanti dagli interventi medesimi;
b) il valore, determinato in base al prezziario
regionale per le opere pubbliche, dei lavori a carico dell’organizzazione di
autorecupero assegnataria, riferito a ciascuna unità immobiliare risultante
dagli interventi di recupero;
c) lo schema della convenzione di cui
all'articolo 5;
d) lo schema del contratto di locazione a uso
abitativo da stipulare con i soci locatari;
e) l'importo del canone di locazione per ciascuna
unità immobiliare risultante dagli interventi di recupero;
f) le modalità di formulazione della domanda di
assegnazione, la documentazione da allegare alla medesima, e, in particolare,
l'atto costitutivo, lo statuto, l'elenco dei soci dell'organizzazione di
autorecupero, nonché il termine per la presentazione della domanda;
g) la regolamentazione del procedimento di
individuazione dell'organizzazione di autorecupero assegnataria.
3. Nello schema di convenzione di cui al comma 2,
lettera c), sono, in particolare, determinati:
a) i termini per la conclusione degli interventi
di recupero;
b) le garanzie che l'organizzazione di
autorecupero assegnataria è tenuta a prestare;
c) le sanzioni relative all'inadempimento, o al
ritardo nell'adempimento, di specifiche obbligazioni contrattuali, con
particolare riferimento ai termini di cui alla lettera a);
d) i casi di risoluzione del contratto per
inadempimento.
4. I criteri di cui al comma 2 prevedono
specifici punteggi da attribuire in ragione della presenza di soci versanti in
situazioni di mancanza di disponibilità di un'abitazione e di sottoposizione a
procedura di sfratto.
5. L'ente pubblico proprietario individua
l'organizzazione di autorecupero a cui sono assegnati gli immobili indicati
nell'avviso sulla base dei criteri di cui al comma 2.
6. L'assegnazione di cui al comma 5 può essere
disposta solo in favore di organizzazioni di autorecupero il cui organo di
amministrazione sia costituito esclusivamente da uno o più soci dell'organizzazione.
Art. 5
(Convenzione tra ente
proprietario dell’immobile e organizzazione
di autorecupero
assegnataria)
1. Gli immobili da sottoporre a interventi di
recupero sono assegnati all’organizzazione di autorecupero individuata
all'esito del procedimento di cui all'articolo 4 mediante una convenzione
conforme allo schema di cui all'articolo 4, comma 2, lettera c), e comma 3,
nella quale sono riportati gli elementi di cui alle lettere a), b), d), e) del
predetto comma 2 ed è stabilito:
a) il rispetto degli obblighi derivanti dalla
normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e dai contratti
collettivi nazionali;
b) la risoluzione della convenzione e il rientro
dell'immobile nella immediata disponibilità dell'ente pubblico proprietario,
nei casi di cessazione anche di un solo socio dell'organizzazione di
autorecupero prima del completamento dell'intervento di recupero;
c) il divieto dell’assegnazione di cui
all’articolo 7, comma 1, delle unità immobiliari risultanti dagli interventi di
recupero a soci dell'organizzazione di autorecupero diversi da quelli a essa
aderenti all'atto della presentazione della domanda di cui all'articolo 4,
comma 2, lettera f).
2. Alla convenzione è allegato il progetto
esecutivo dell'intervento oggetto della convenzione medesima.
Art. 6
(Realizzazione degli
interventi di recupero)
1. Sono di competenza dell'ente pubblico
proprietario degli immobili la progettazione, la direzione dei lavori e il
collaudo degli interventi di recupero con oneri a carico dell’organizzazione di
autorecupero.
2. Gli interventi di recupero sono eseguiti
dall'organizzazione di autorecupero assegnataria tramite la partecipazione
diretta dei soci locatari agli oneri economici per servizi e per i materiali di
costruzione e mediante i loro apporti lavorativi personali, entro i limiti, per
le associazioni di promozione sociale, previsti dall'articolo 36, comma 1, del
d.lgs. 117/2017. I soci locatari scomputano dal canone di locazione, ai sensi
dell'articolo 7, comma 2, il valore di tali oneri e apporti, determinato con le
modalità indicate all'articolo 4, comma 2, lettera b).
Art. 7
(Assegnazione ai soci
locatari delle unità immobiliari risultanti
dagli interventi di
recupero)
1. Al termine dei lavori relativi agli interventi
di recupero l'ente pubblico proprietario, previa verifica del possesso dei
requisiti per l’accesso all'edilizia sociale, assegna ciascuna unità
immobiliare risultante dagli interventi di recupero ai soci dell'organizzazione
di autorecupero dalla medesima individuati e stipula con essi il contratto di
locazione a uso abitativo, in conformità alle previsioni dell'articolo 4, comma
2, lettere d) ed e) e del comma 2 del presente articolo.
2. I soci locatari scomputano dai canoni da
corrispondere all'ente pubblico proprietario dell'immobile il valore, di cui
all'articolo 6, comma 2, degli oneri economici sostenuti per la realizzazione
degli interventi di recupero e del loro apporto lavorativo personale, per un
periodo proporzionale al valore predetto.
3. Il valore che i soci locatari scomputano dai
canoni da corrispondere all'ente pubblico proprietario dell'immobile non può
essere superiore a 20.000,00 euro per ciascuna unità immobiliare risultante
dagli interventi di recupero.
Art. 8
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 9
(Entrata In vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione.
Art. 1
(Riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti
da sentenze esecutive o
atti equiparati)
1. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo
73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42), è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori
bilancio della Regione Calabria derivanti da sentenze o atti equiparati non
ancora oggetto di procedure esecutive già contabilmente regolarizzate, per la
complessiva somma di 83.306,72 euro, per come dettagliato nell'allegata tabella
numero 1 alla presente legge per farne parte integrale e sostanziale.
2. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 73,
comma 1, lettera a) del d.lgs. 118/2011, è riconosciuta la legittimità dei debiti
fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da procedure esecutive già
contabilmente regolarizzate negli esercizi finanziari 2017 e 2018, per la
complessiva somma di 304.437,72 euro, per come dettagliato nell'allegata
tabella numero 2 alla presente legge per far parte integrale e sostanziale.
Art. 2
(Copertura finanziaria)
1. Alla copertura finanziaria degli oneri
derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui all'articolo 1,
comma 1, si provvede per l'importo corrispondente a 83.306,72 euro, con le
risorse allocate alla Missione U.20 "Fondi e Accantonamenti",
Programma 03 "Altri fondi” (U. 20.03) dello stato di previsione della
spesa del bilancio 2019, per come indicato nella tabella numero 1.
2. Il riconoscimento dei debiti fuori bilancio di
cui all'articolo 1, comma 2, non comporta oneri a carico delle annualità del
bilancio regionale 2019/2021 in quanto relativo a procedure esecutive pagate e
quietanzate dal tesoriere regionale in qualità di terzo pignorato, che sono
state oggetto di regolarizzazione contabile negli esercizi finanziari
precedenti, e a fronte dei quali sono stati già assunti impegni contabili per
177.861,26 euro nell'anno 2017 e per 126.576,46 euro per l'anno 2018, per come
dettagliato nell'allegata tabella numero 2.
3. La Giunta regionale, per la copertura dei
debiti fuori bilancio di cui al comma 1, è autorizzata ad apportare le
necessarie variazioni al bilancio annuale 2019 e pluriennale 2019-2021
approvato con legge regionale 21 dicembre 2018, n. 49 (Bilancio di previsione
finanziario della Regione Calabria per gli anni 2019- 2021).
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
IL Consiglio regionale,
vista
la proposta di provvedimento amministrativo n. 249/10^ recante: "Proposta
di legge al Parlamento - Elenco delle imprese denuncianti fenomeni estorsivi e
criminali. Affidamento diretto di lavori pubblici fino a 150.000,00 euro.
Modifiche al decreto legislativo 50/2016 (Codice dei contratti pubblici)";
rilevata
la propria competenza ai sensi del comma 2, dell'articolo 16, della legge
regionale 19 ottobre 2005, n. 25 recante: "Statuto della Regione
Calabria";
visti:
-
l'articolo 121 della Costituzione;
-
il decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici);
delibera
- di
approvare la proposta di legge al Parlamento, recante: "Elenco delle
imprese denuncianti fenomeni estorsivi e criminali. Affidamento diretto di
lavori pubblici fino a 150.000,00 euro. Modifiche al decreto legislativo
50/2016 (Codice dei contratti pubblici)" che, nell’unito testo, viene allegata alla
presente per farne parte integrante;
-
di conferire mandato al Presidente del
Consiglio regionale affinché inoltri al Parlamento la proposta di legge
approvata.
Il Consiglio regionale,
viste:
-
la delibera di Giunta
regionale n. 99 del 13 marzo 2019, recante: "Bilancio di previsione
2019/2021 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica della
Regione Calabria. Proposta al Consiglio regionale";
-
la delibera del Commissario
straordinario n. 48 del 29/01/2019 di approvazione del bilancio preventivo
armonizzato 2019/2021 dell'Aterp Calabria;
premesso
che:
-
la legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della
Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli
Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre
di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e
Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-
la Giunta regionale entro il
15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera
b) dello Statuto;
-
con il decreto del Presidente
della Giunta regionale n. 7 del 12 gennaio 2016 è stato nominato l'Ing.
Ambrogio Mascherpa, quale Commissario Straordinario dell'Aterp unica regionale;
-
con il decreto del Presidente
della Giunta regionale n.99 del 09/05/2016 veniva formalmente costituita la
nuova Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica Regionale con
conseguente estinzione delle ATERP provinciali;
visti:
-
la legge regionale n. 24 del
2013, recante "Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie
regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore
sanità", istitutiva dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione in materia di edilizia
residenziale pubblica, con l'accorpamento delle Aziende regionali per edilizia
residenziale;
-
la legge regionale n. 8/2002
recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria";
-
l'articolo 54, comma 5,
lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
-
il D.Lgs. n. 118/2011 recante
"Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli
schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a
norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42", per come
modificato e integrato dal D.Lgs. 126/2014;
tenuto
conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Azienda, con verbale n. 23
del 28.1.2019:
-
ritiene necessario un costante
monitoraggio del contenzioso in essere al fine di prevenire l'insorgere di
debiti fuori bilancio;
-
prende atto che sono state
avviate iniziative tese al ripristino della legalità per quanto attiene sia le
occupazioni abusive sia il recupero delle morosità; il rafforzamento di tali
iniziative si rende necessario ed urgente, attesa la notevole mole di residui
attivi da recuperare, problematica che potrà trovare soluzione anche alla luce
del piano del fabbisogno del personale recentemente approvato;
-
ritiene urgente che siano
estesi a tutte le Prefetture della regione Calabria i protocolli con le forze
dell'Ordine e con gli enti locali e, in conclusione, ha espresso parere
favorevole;
considerato
che il dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità:
-
rileva la necessità di
un'azione più concreta rivolta all'attività di accertamento sulle occupazioni
abusive, al fine di dare all'ente una stabilità economica; la costituzione di
un "Fondo per potenziali passività latenti", porterebbe l'ente a
tutelarsi da rischi di potenziali passività, evitando di ricorrere
frequentemente a debiti fuori bilancio per l'evasione dei costi relativi alle
sentenze passate in giudicato esponendolo a un forte disagio finanziario;
-
auspica una imminente e
dettagliata analisi del contenzioso in essere e la costituzione del "Fondo
per potenziali passività latenti",
e,
a conclusione dell’istruttoria di competenza, ha espresso parere favorevole con
la condizione che l'Aterp disponga nel più breve tempo possibile, ed in ogni
caso prima dell'approvazione del consuntivo 2018, di una descrizione analitica
delle passività latenti, concretizzi il fondo, con l'apposizione delle
necessarie somme e faccia pervenire una dettagliata relazione ed esaustiva
sulle attività intraprese in merito all'abusivismo occupazionale;
atteso
che il dipartimento Bilancio evidenzia che sussistono gli equilibri di
bilancio, per come definiti dal decreto legislativo n. 118/2011 e, a
conclusione dell'attività istruttoria, raccomanda l'Ente di:
-
verificare la congruità del
Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità durante la gestione degli esercizi di cui al
bilancio di previsione, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito
di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in
termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con
riferimento all'effettivo andamento degli incassi;
-
provvedere, a seguito del
completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per
l'esercizio 2018, alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti
correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e per la parte
in conto capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza
finanziaria potenziata;
-
per quanto concerne la
verifica del rispetto dei limiti di spesa, il dipartimento evidenzia uno
sforamento dei limiti di spesa di cui all'art. 6, comma 1, lettera b) della
legge regionale n. 43/2016, con riferimento alle spese di funzionamento, posto
che, a fronte di un limite di spesa quantificato in € 558.701,90, il totale dei
relativi stanziamenti di spesa, in conto dell'esercizio 2019, è pari a €
667.800, con un conseguente sforamento di € 109.098,10. In relazione a ciò, il
dipartimento rileva che l'Ente ha comunicato, nelle more dell'approvazione del
bilancio di previsione da parte del Consiglio regionale, che provvederà a non
impegnare la somma di € 109.098,10, pari allo sforamento del limite delle spese
previsto dalla legge regionale n. 43/2016;
considerato
che il dipartimento Bilancio ritiene possibile procedere all'adozione, da parte
della Giunta regionale, del bilancio di previsione 2019/2021 approvato
dall'Aterp Calabria, al fine della successiva trasmissione dello stesso al
Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 57 della legge regionale n. 8/2002, a
condizione che l'Ente provveda:
-
con immediatezza ad effettuare
i dovuti correttivi riportando gli stanziamenti di spesa entro i limiti di
legge stante l'assenza di coerenza delle previsioni di spesa dei capitoli
afferenti alle spese di funzionamento, con il relativo limite di cui all'art.
6, comma 1, lettera b) della legge regionale n. 43/2016;
-
ad adempiere a quanto
richiesto dal dipartimento Infrastrutture, Lavori pubblici e Mobilità con il
parere favorevole condizionato relativo al bilancio di previsione, ovvero
"disponga, nel più breve tempo possibile, ed in ogni caso prima
dell'approvazione del consuntivo 2018, di una descrizione analitica delle
passività latenti, concretizzi il fondo (per potenziali passività latenti), con
l'apposizione delle necessarie somme e faccia pervenire una dettagliata ed
esaustiva relazione sulle attività intraprese in merito all'abusivismo
occupazionale";
-
ad apportare i correttivi al
Fondo Pluriennale Vincolato a seguito della definizione della procedura di
riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2018;
rilevato
che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 6 maggio 2019, ha
approvato il bilancio di previsione 2019/2021 dell’Azienda Territoriale per
l’Edilizia Residenziale Pubblica della Regione Calabria e i documenti ad esso
allegati;
delibera
di
approvare, ai sensi dell’articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il bilancio di
previsione 2019/2021 dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica della Regione Calabria e i documenti ad esso allegati, che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
premesso
che:
-
la legge regionale 5 aprile
2008, n. 8 prevede all'articolo 3 l'elaborazione del Piano Regionale di
Sviluppo Turistico Sostenibile con l'obiettivo di aumentare in maniera
sostenibile la competitività nazionale e internazionale delle destinazioni
turistiche regionali, migliorando la qualità dell'offerta e l'orientamento al
mercato dei pacchetti turistici territoriali e valorizzando gli specifici
vantaggi competitivi locali, in primo luogo le risorse naturali e culturali;
-
l'articolo 3, comma 2 della
predetta legge stabilisce la durata triennale del Piano, la possibilità di
aggiornamento annuale dello stesso, l'approvazione del PRSTS da parte del
Consiglio regionale e la validità del PRSTS fino all'approvazione del piano
successivo;
-
il Piano Regionale di Sviluppo
Turistico Sostenibile deve contenere tra l'altro il Piano di Marketing
Strategico per la definizione della strategia di mercato, al fine di
intraprendere azioni per il posizionamento e la promozione dell'offerta
turistica regionale nei mercati turistici nazionali e internazionali;
-
l'articolo 4 della predetta
legge regionale n.8/2008 sancisce l'attuazione del PRSTS attraverso Programmi
annuali di attuazione predisposti e approvati dalla Giunta regionale;
viste:
-
la delibera di Giunta
regionale n. 142 del 11 aprile 2019 recante: "Riordino dell'organizzazione
turistica regionale - Approvazione proposta di Piano Regionale di Sviluppo
Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2019/2021";
-
la delibera del Consiglio
regionale della Calabria n. 140 del 07.11.2011 recante "Approvazione Piano
Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile per il triennio 2011/2013. Articolo
3, legge regionale n. 8/2008";
-
la delibera di Giunta
regionale n. 473 del 19.10.2017 recante: "Legge regionale 5 aprile 2008 n.
8 - Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile - Linee di
indirizzo";
visto
il POR Calabria 2014-2020 - "Obiettivo tematico preservare e tutelare
l'ambiente e promuovere l'uso efficiente delle risorse", con specifico
riferimento alla priorità 6 c - Conservare, proteggere, promuovere e sviluppare
il patrimonio naturale e culturale, Azioni di cui agli obiettivi specifici 6.6,
6.7 e 6.8;
visto
il Piano Strategico del turismo 2017/2022 Italia Paese per viaggiatori;
vista
la legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 recante: "Riordino
dell'organizzazione turistica regionale";
preso
atto che il predetto Piano, come prescritto dall'articolo 3, contiene:
-
la strategia capace di
valorizzare e integrare in un'ottica turistica il patrimonio culturale,
naturale, paesaggistico e territoriale della Calabria, garantendone una
fruizione sostenibile, accessibile e responsabile;
-
le azioni di marketing che
contribuiscano a posizionare adeguatamente l'offerta turistica regionale e a
veicolare sui mercati di riferimento i suoi fattori distintivi di bellezza e
attrattività;
-
gli interventi operativi
attraverso cui dare attuazione annualmente a tale visione strategica, tenendo
conto delle risorse previste dai documenti di programmazione regionali o
nazionali;
rilevato
che, al fine di rendere la proposta del Piano più coerente rispetto
ai
fabbisogni espressi dal territorio con un processo di condivisione si è
provveduto ad esaminare e ad accogliere le istanze trasmesse dal partenariato
istituzionale
ed economico-sociale regionale, laddove ritenute coerenti con gli
obiettivi
programmatici della Giunta;
preso
atto, altresì, che le attività del predetto Piano sono a valere sul POR
Calabria 2014/2020 e sul PAC 2014/2020, Asse 6, Azione 6.8.3 per un importo
totale per il triennio 2019/2021 pari a euro 38.338.053,24;
tenuto
conto che il provvedimento è stato redatto in collaborazione con Invitalia e
con il Nucleo di valutazione sugli investimenti pubblici e che, rispetto al
precedente, è stato profondamente innovato nei contenuti, alla luce degli
elementi di scenario che si sono nel frattempo concretizzati;
rilevato
che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 6 maggio 2019, ha
approvato il Piano Regione di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio
2019/2021 e i documenti ad esso allegati;
delibera
di
approvare, ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale n. 8/2009, il Piano
Regione di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2019/2021 e i
documenti ad esso allegati, per farne parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
Vista la deliberazione
n. 16 del 15 aprile 2019, con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto al
Consiglio regionale l’approvazione del riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2018, ai sensi dell’art. 3,
comma 4, del D.Lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii., nonché le conseguenti variazioni
al bilancio di previsione 2018-2020 e al bilancio di previsione 2019-2021 del
Consiglio regionale;
premesso
che:
- il decreto legislativo 23 giugno 2011, n.
118, così come modificato ed integrato dal decreto legislativo del 10 agosto
2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto normativo sull'armonizzazione dei
sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato
a stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili
generali per regioni, province autonome ed enti locali;
- con deliberazione consiliare n. 276 del 19
dicembre 2017 è stato approvato il bilancio di previsione Consiglio regionale
della Calabria per gli esercizi finanziari 2018-2020, redatto secondo gli
schemi armonizzati di cui al D.Lgs. n. 118/2011, con valore autorizzatorio;
- con deliberazione consiliare n. 356 del 19
dicembre 2018 è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio
regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2019-2021;
- con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza
n. 9 del 26 febbraio 2019 è stato approvato il verbale di chiusura della
contabilità dell'esercizio finanziario 2018;
visto il Regolamento
interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, approvato con
deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017;
richiamato l'art. 3,
comma 4, del citato D. Lgs. 23 giugno 2011, n. 118, e ss.mm.ii., il quale
prevede che tutte le pubbliche amministrazioni effettuano annualmente
l'operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi, consistente nella
revisione delle ragioni del loro mantenimento, ai fini del rendiconto. Lo
stesso articolo prescrive, inoltre, che "possono essere conservati tra i
residui attivi le entrate accertate esigibili nell'esercizio di riferimento, ma
non incassate. Possono essere conservate fra i residui passivi le spese
impegnate, liquidate o liquidabili nel corso dell'esercizio, ma non pagate. Le
entrate e le spese accertate e impegnate non esigibili nell'esercizio
considerato, sono immediatamente reimputate all'esercizio in cui sono
esigibili. La reimputazione degli impegni è effettuata incrementando, di pari
importo, il fondo pluriennale di spesa, al fine di consentire, nell'entrata
degli esercizi successivi, l'iscrizione del fondo pluriennale vincolato a
copertura delle spese reimputate. La costituzione del fondo pluriennale
vincolato non è effettuata in caso di reimputazione contestuale di entrate e di
spese. Le variazioni agli stanziamenti del fondo pluriennale vincolato e agli
stanziamenti correlati, dell'esercizio in corso e dell'esercizio precedente,
necessarie alla reimputazione delle entrate e delle spese riaccertate, sono
effettuate con provvedimento amministrativo della giunta entro i termini
previsti per l'approvazione del rendiconto dell'esercizio precedente (...) Al
termine delle procedure di riaccertamento non sono conservati residui cui non
corrispondono obbligazioni giuridicamente perfezionate";
richiamato, altresì, il
principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (all. 4/2
al D. Lgs. n. 118/2011) ed in particolare il punto 9.1, inerente il
riaccertamento ordinario dei residui;
dato atto che, alla luce
della normativa sopra richiamata, il Consiglio regionale, prima
dell’approvazione del rendiconto dell'esercizio 2018, deve approvare con
propria deliberazione il riaccertamento ordinario dei residui e procedere alla
cancellazione dei residui attivi e passivi non assistiti da obbligazioni
giuridicamente perfezionate, nonché alla reimputazione dei residui attivi e
passivi le cui obbligazioni non sono esigibili alla data del 31 dicembre
dell'esercizio cui si riferisce il rendiconto;
considerato che la
reimputazione dei residui passivi non esigibili nell'esercizio 2018 comporta:
a)
la creazione, sul bilancio d'esercizio 2018,
cui si riferisce il rendiconto, dei fondi pluriennali vincolati connessi alle
spese reimputate per le quali la copertura è data dal fondo medesimo;
b)
una variazione del bilancio di previsione 2019
in corso di gestione, al fine di istituire o incrementare gli stanziamenti di
entrate e spese su cui devono essere imputate le relative obbligazioni;
c)
il trasferimento d'esercizio di reimputazione
anche della copertura che l'impegno aveva nello stanziamento dell'esercizio in
cui era stato inizialmente imputato, attraverso il fondo pluriennale vincolato
in entrata. La costituzione o l'incremento di tale fondo è escluso solo in caso
di contestuale reimputazione di entrate e spese;
Tenuto conto che le
risultanze del presente riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi
confluiranno nel rendiconto per l’esercizio 2018 del Consiglio regionale;
Visti:
a) i prospetti relativi
al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi alla data del
31.12.2018, contenenti sia gli importi da conservare, sia gli importi da
eliminare definitivamente in quanto non corrispondenti ad obbligazioni
giuridicamente perfezionate, nonché gli importi da eliminare e reimputare agli
esercizi successivi nei quali l'esigibilità avrà scadenza, sia gli importi da
conservare a residuo (Allegati A e B);
b) gli elenchi dei residui attivi e passivi da
conservare nel conto del bilancio dell'esercizio 2018 (Allegati C e D), dai quali
risulta che l’ammontare dei residui attivi al 31 dicembre 2018 è pari ad euro
32.610.772,11 e che l’ammontare dei residui passivi al 31 dicembre 2018 è pari
ad euro 10.872.693,04;
c) il prospetto relativo agli impegni da
reimputare negli esercizi successivi a quello a cui si riferisce il rendiconto
2018 (Allegato E);
d) il prospetto relativo alle variazioni
intervenute nel Fondo Pluriennale Vincolato a seguito delle operazioni di
riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2018 e di
reimputazione degli impegni (Allegato F). La consistenza finale al 31 dicembre
2018 del Fondo Pluriennale Vincolato, da iscrivere nell'entrata del bilancio
dell'esercizio 2019, è pari a euro 2.571.626,58, di cui euro 2.060.641,30 per
spese correnti ed euro 510.985,28 per spese in conto capitale;
e) il prospetto relativo alle variazioni di
competenza e di cassa del bilancio di previsione finanziario 2018-2020,
esercizio 2018, a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi
e passivi alla data del 31 dicembre 2018 e di reimputazione degli impegni
(Allegato G);
f) il prospetto relativo alle variazioni di
competenza del bilancio di previsione finanziario 2019-2021, esercizio 2019, a
seguito delle operazioni di reimputazione dei residui passivi (Allegato H);
g) il prospetto relativo alle variazioni di
cassa del bilancio di previsione finanziario 2019-2021, esercizio 2019, al fine
di adeguare le previsioni di cassa alle risultanze delle operazioni di
riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2018 (Allegato I);
h) il prospetto relativo alle somme da
vincolare nel risultato di amministrazione dell'esercizio 2018 a seguito delle
operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi (Allegato L);
Ritenuto,
pertanto, di dover procedere, in ragione di quanto sopra espresso ed in
esecuzione dell'art. 3, comma 4, del D.Lgs. n. 118/2031 e ss.mm.ii.,
all'approvazione delle risultanze del riaccertamento ordinario dei residui
attivi e passivi, nonché all'approvazione delle conseguenti variazioni al
bilancio di previsione 2018-2020 e al bilancio di previsione 2019-2021 del
Consiglio regionale;
Preso atto del verbale
n. 254 del 14 maggio 2019, con cui il Collegio dei Revisori dei Conti ha
espresso parere favorevole al riaccertamento ordinario dei residui attivi e
passivi al 31.12.2018 e alle conseguenti variazioni
al bilancio di previsione 2018-2020 e al bilancio di previsione 2019-2021 del
Consiglio regionale;
Delibera
di approvare il
riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al
31.12.2018, ai sensi dell’art. 3, comma 4, del D.Lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii.,
e le variazioni al bilancio di previsione 2018-2020 e al bilancio di previsione
2019-2021 del Consiglio regionale, unitamente ai relativi allegati, che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.