Logo Alta Risoluzione

 

X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

_________

n. 70

 

SEDUTA Di LUNEDì 29 APRILE 2019

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO

E DEL SEGRETARIO QUESTORE DOMENICO TALLINI

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

La seduta inizia alle 16,07

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

TALLINI Domenico, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine di lavori

PRESIDENTE

Come stabilito in Conferenza dei capigruppo, propongo l'inserimento della proposta di legge numero 426/10^, recante: “Abrogazione della legge regionale numero 22 del 2018”, e della mozione numero 157/10 “In ordine alle iniziative da intraprendere per scongiurare la chiusura di Radio Radicale”.

La proposta di legge numero 426/10^ e la mozione numero 157 sono inserite.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Presidente, vorrei chiedere all’Aula di poter discutere oggi un’interrogazione da me presentata in merito alle gravi dichiarazioni rivolte dall'ex commissario Scura sia al Governo nazionale sia al Dipartimento alla salute della Regione Calabria.

Lo faccio per onore della verità e, anche, per dare la possibilità al Presidente della Giunta regionale di spiegare, con dati inequivocabili, l’effettiva situazione dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) in questi tre anni di commissariamento Scura.

Se, poi, l'accusa che il commissario Scura ha rivolto ai Direttori generali del Ministero della Salute dovesse essere vera – ovvero di essere conniventi e di aver permesso l’elaborazione del decreto di commissariamento dei Commissari dell'Asp in Calabria – sarebbe ancora più grave; quindi, chiedo all’Aula di poter discutere questa interrogazione per far sì che il presidente Oliverio abbia l’opportunità di fornire chiarimenti in merito alle gravi accuse rivolte dal commissario Scura, e che ho avuto modo di leggere in questi giorni.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bevacqua. In Conferenza dei Capigruppo abbiamo deciso all'unanimità di non inserire nuovi punti all'ordine del giorno; tuttavia, la discussione da lei posta sul tema sulla sanità sarà affrontata in coda ai lavori odierni, nell’ambito di specifico ordine del giorno.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Per contribuire alla semplificazione dei lavori in Aula, ad inizio di seduta volevo chiedere al presidente Oliverio se è possibile e se è nella condizione di poter chiarire le problematiche relative all’Accordo di programma quadro tra il Comune di Catanzaro e la Regione Calabria.

Da quanto ho appreso, allo stato, per quell'Accordo che presupponeva una serie di finanziamenti per la realizzazione di una serie di opere e di infrastrutture che, tra l'altro, erano di grande valenza per la città di Catanzaro, relative soprattutto ad un progetto a supporto del Sistema metropolitano, ad oggi, non è stato erogato neanche un centesimo.

Dunque, per questo obiettivo che prevede interventi fondamentali, che consentirebbero al Comune di Catanzaro di regolarizzare il rapporto e gli aspetti edilizi che riguardano la Cittadella regionale, non è stato erogato un solo centesimo.

Pertanto, volevo chiedere al Presidente della Giunta regionale se è possibile fornire elementi di chiarimento e fare un incontro ad hoc su questa problematica; siamo qui anche per valutare ed apprezzare eventuali fatti concreti che il Presidente volesse fornirci in Aula.

PRESIDENTE

Cedo la parola al Presidente della Giunta regionale. Prego, presidente Oliverio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Intervengo brevemente, per sottolineare che l'Accordo che è stato sottoscritto, è pienamente valido in quanto è stato sottoscritto con un supporto di carattere tecnico rispetto alle singole voci che lo compongono.

Credo di poter accogliere la proposta di fare una riunione tecnica, fermo restando che i contenuti dell'Accordo sono assolutamente validi; si tratta di un Accordo sottoscritto tra il Presidente della Regione Calabria e il Sindaco della città di Catanzaro supportato, altresì, da valutazioni tecniche fatte preliminarmente proprio per consentirne la sottoscrizione.

Chiaramente, sull'andamento delle singole voci, non sono oggi nelle condizioni di poter rispondere ma, naturalmente, questo può essere oggetto di una verifica tecnica che, a breve, saremo nelle condizioni di fare.

Quello che mi preme oggi sottolineare è che i contenuti di quell’Accordo sono pienamente riconfermati.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Nel ringraziarla per la risposta, chiedo se è possibile fissare una data per questa verifica che avrà l'amabilità di convocare il Sindaco della città di Catanzaro, in maniera tale che si riparta, visto che pur avendo tentato più volte, sono avvenute parecchie cose come le difficoltà, il problema di Zinno, però c'è bisogno di un dato certo, ovvero di una data entro cui convocare questo Tavolo, da cui ripartire per l'attuazione di questo programma.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Tallini, a tal proposito, mi pare di aver già detto che si tratta di fare una verifica tecnica.

Appena sarò a Catanzaro, verificherò l’agenda e vedremo di fissare questa data.

Proposta di legge numero 362/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Interventi regionali per il sistema del cinema e dell’audiovisivo in Calabria”

PRESIDENTE

Continuiamo con l'esame della proposta di legge numero 362/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Interventi regionali per il sistema del cinema e dell'audiovisivo in Calabria”.

Cedo la parola al consigliere Aieta per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Aieta.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, la Regione Calabria ha intrapreso la strada dello sviluppo del settore audiovisivo e cinematografico regionale, a partire dal risanamento della Fondazione Calabria Film Commission che, in poco più di un anno, ha sostenuto le opere di numerosi giovani creativi del territorio calabrese.

La Regione, inoltre, ha stipulato un innovativo accordo con la vicina Basilicata, volto ad implementare le politiche di sviluppo del settore cinematografico nell'intero Mezzogiorno, e grazie al quale sono già state finanziate numerose produzioni.

Tutte queste produzioni hanno visto l'impiego massiccio di attori, artisti e maestranze locali, offrendo concrete opportunità ai giovani del territorio.

Gli obiettivi della proposta di legge hanno delle finalità che sono quelle di stimolare e sostenere, con continuità di azione, il progressivo sviluppo qualitativo e quantitativo della cultura e della filiera cinematografica in Calabria, fornendo idoneo supporto finanziario, strutturale, di competenze e di consulenza, promuovendo e sostenendo in Calabria la produzione di opere cinematografiche, televisive, web, audiovisive e pubblicitarie, italiane ed estere.

L'obiettivo strategico primario della Giunta regionale è quello di attrarre sul territorio regionale – attraverso finanziamenti, contributi e supporto logistico – imprese di produzione nazionali ed internazionali e strutturare il comparto audiovisivo regionale, promuovendo una rinnovata attrattività industriale e turistica della Regione.

Da questo obiettivo strategico derivano degli obiettivi specifici che sono quelli di: promuovere e sostenere la nascita e lo sviluppo di un distretto dell'industria cinematografica e audiovisiva locale; promuovere e sostenere iniziative volte ad attrarre sul territorio regionale produzioni nazionali ed internazionali; sostenere lo sviluppo di una rete di esercizi cinematografici diffusa, concorrenziale e di qualità, con particolare attenzione per gli esercizi storici; potenziare e sviluppare i compiti ed il ruolo della Fondazione Calabria Film Commission nel più basso sistema di promozione del territorio.

Vi è da dire, signor Presidente, che il consigliere Mirabello – che doveva essere relatore di questa legge ma che, ovviamente per la sua assenza, mi ha chiesto di sostituirlo – ha presentato un emendamento alla norma finanziaria e una nuova relazione tecnico-finanziaria del progetto di legge, entrambi acquisiti dal settore Segreteria assemblea, rispettivamente al protocollo numero 11852 del 15 aprile 2019 e protocollo numero 11853 di pari data.

Vi è da dire anche che questa proposta di legge è arrivata in seconda Commissione, da me presieduta, per il parere finanziario e, per come suggerito Direttore generale, abbiamo riformulato la scheda finanziaria, che è parte integrante di questo emendamento; pertanto, è pervenuto il parere finanziario favorevole da parte del Dipartimento bilancio, il quale testé scrive: “In relazione all'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo 13, nonché alle conseguenti modifiche apportate alla relazione tecnico-finanziaria allegata, si esprime, per quanto di competenza, parere favorevole”.

Pertanto, chiedo all’Aula di votare questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDA’ Giuseppe (Casa delle libertà)

Grazie, signor Presidente. Come già riferito in Commissione, ritengo che la proposta sia un'ottima iniziativa per il riordino del sistema; anzi, più che riordino, per l'ordine del sistema audiovisivo e del cinema.

Proprio in questi giorni, andando in giro per la Regione, riflettevo con la gente sui benefici ottenuti dal “modello Ragusa”; infatti, la realizzazione della fiction “Il commissario Montalbano”, ripetuta e replicata in 20 lingue, ha consentito alla provincia di Ragusa di implementare tutte le strutture ricettive, e la recettività in generale, grazie ai turisti venuti dall'estero e alla grande capacità di spesa.

Inoltre, grazie al film e alla fiction, si sono fatte conoscere sia le bellezze sia il meraviglioso clima di quei posti.

Stessa cosa può valere per la Regione Calabria; è chiaro che la fiction, la promozione culturale, audiovisiva e il riordino in generale, andavano sistemati e promossi nel migliore dei modi; quindi, in generale, sono d'accordo per l'approvazione di questa legge.

Devo dire, però che, quando in Commissione approvammo il regolamento – brillantemente esposto dall'Assessore al ramo – non c'era ancora il Piano finanziario che, come ha detto il collega Aieta, è stato poi rivisto in seconda Commissione.

Pertanto, vorremmo avere la possibilità di dare un'occhiata per quanto concerne l’aspetto finanziario, anche perché – come è giusto – sono previste importanti risorse del bilancio regionale; per questo, vi chiediamo di rinviarlo alla prossima seduta di Consiglio regionale per ulteriori approfondimenti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Considerato il sostanziale accordo sul testo di legge, approvato all'unanimità in Commissione, e del quale vengono apprezzate le finalità, il collega Pedà però ha chiesto di fare un approfondimento ed ha fatto un’osservazione tecnica in virtù della quale non abbiamo difficoltà a rinviare la trattazione alla prossima seduta di Consiglio regionale.

PRESIDENTE

La trattazione è rinviata alla prossima seduta.

 

(Il Consiglio rinvia)

Proposta di legge numero 413/10^ di iniziativa dei consiglieri regionali Bevacqua, Tallini, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge urbanistica della Calabria”

PRESIDENTE

Il secondo punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 413/10^ di iniziativa dei consiglieri Bevacqua e Tallini, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge urbanistica della Calabria, la legge regionale numero 19/2002”.

Cedo la parola al consigliere Bevacqua per illustrare la proposta. Prego, consigliere Bevacqua.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Sì, grazie Presidente. Questa proposta di legge porta la mia firma e quella del collega Tallini; naturalmente, è stata condivisa con l'Assessore regionale e con il Dipartimento ed è stata oggetto di più sedute da parte della Commissione.

Si tratta di una proposta di legge che apporta alcune modifiche alla legge urbanistica, necessarie, appunto, per superare alcune difficoltà riscontrate in sede di applicazione concreta sul territorio e segnalate sia dai Sindaci sia dagli Ordini professionali.

La proposta di modifica prevede, innanzitutto, l'estensione della procedura semplificata a tutti i Comuni con popolazione non superiore ai 5 mila abitanti; in secondo luogo, vengono ammesse varianti ai regolamenti operativi e al PSC nei casi di adeguamento a leggi sovraordinate o, in mancanza di norme specifiche che consentano il corretto uso del territorio, previo – ove necessario – parere vincolante degli Enti interessati competenti in materia; in terzo luogo, si introduce un ulteriore termine di 12 mesi per i Comuni di adeguare i loro strumenti urbanistici alla legge regionale e al QTRP (Quadro territoriale paesaggistico regionale).

Queste sono le principali modifiche che proponiamo all’approvazione di questa proposta che, naturalmente, porterebbe anche ad alcune riflessioni politiche, ovvero: se, da parte dei Comuni non vi è senso di responsabilità nell'attuarle, o gli strumenti necessari nei termini previsti, saremo sempre costretti a inseguire o apportare ulteriori modifiche.

Credo che ci sia bisogno di un appello che mi sento di rivolgere ai Sindaci della Calabria affinché diventino anche loro attori principali di questa proposta di legge.

In questi anni, il Consiglio regionale della Calabria, su questa materia ha fatto ed innovato molto, approvando strumenti importanti per la salvaguardia del territorio e sancendo un principio fondamentale che è quello del consumo di suolo zero; quindi, credo che questo sia un argomento importante da non sottovalutare e che, senza una sinergia completa da parte di tutti gli attori istituzionali sul territorio, diventerà difficile rendere operativo e concreto nelle sue varie sfaccettature.

Ne approfitto per rivolgere un appello ai Sindaci calabresi, ma anche per capire come supportare il nuovo lavoro, perché molti Comuni sono privi di uffici tecnici competenti o di professionalità tali da poterle aiutare e supportare.

Penso che, come Consiglio regionale, dovremmo fare anche questo ed è proprio questa la riflessione che lascio a quest’Aula.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bevacqua. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Ho condiviso volentieri col collega Bevacqua una norma che, sicuramente, molti Comuni della Calabria – anzi, la stragrande maggioranza dei Comuni della Calabria – aspettano con ansia; questa è una norma di sollievo rispetto alla preoccupazione della maggior parte dei Comuni della Calabria ovvero quelli che non sono riusciti, nei termini previsti dall'articolo 73 del QTRP, ad adeguare gli strumenti urbanistici e, soprattutto, quelli della fascia al di sotto dei 5 mila abitanti che si troverebbero in una condizione di paralisi di un settore edilizio completamente al collasso; non solo ma, contestualmente, questa norma dovrebbe indurre anche il settore urbanistico ad emanare una serie di provvedimenti di semplificazione che dovrebbero riguardare tutti gli Enti preposti ad esprimere i vari pareri: la Sovrintendenza, le Province, gli uffici regionali e, tutto quello che è materia e organo di controllo e, quindi, di parere; portando ad una comunicazione e ad una interpretazione della norma all'insegna di una semplificazione, proprio per mettere nelle opportune condizioni i vari Comuni, ma anche i privati. I Piani, in base a questa norma, dovrebbero decadere ed i Comuni non solo non avrebbero più lo strumento ma, come ricordava il collega Bevacqua, non sarebbero possibili nemmeno varianti funzionali alla realizzazione di opere che potrebbero essere finanziate col POR.

Pertanto ritengo che, in questo momento, questa iniziativa bipartisan rappresenti un modo per fronteggiare un’esigenza particolarmente delicata, che dà una mano d'aiuto ai tanti Comuni che – è vero – hanno ottenuto più volte la deroga, ma rispetto ai quali dobbiamo capire come continuare ad aiutarli affinché si individuino i problemi che causano questi ritardi; se il fenomeno è così grave, vuol dire che qualche cosa nella norma probabilmente non ha funzionato.

Per questo motivo, l’iniziativa mia e del collega Bevacqua, va incontro alla realtà calabrese che, di per sé, è già grave e che potrebbe aggravarsi ulteriormente se non provvederemo, avendo raccolto anche l'invito degli uffici – che ringrazio – e che si sono adoperati, condividendo questa preoccupazione e dando una mano a tanti Sindaci e a tante Amministrazioni comunali perché non abbiano definitivamente precluse le possibilità di attingere alle tante opportunità previste con i Fondi regionali.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento, articolo per articolo:

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Intervengo per esprimere il voto favorevole del gruppo che rappresento su una norma che, peraltro, semplifica e risponde anche a quelle che sono le esigenze dei territori in merito alle lungaggini e ai blocchi della legge urbanistica del 2002 e a quelle riscontrate da tantissimi Comuni nella produzione di strumenti urbanistici, ma anche perché si tratta di una legge condivisa e scritta a quattro mani dal collega Bevacqua e dal collega di minoranza, Tallini.

Senza entrare nel merito e per abbreviare i tempi – altrimenti poi mi si dice che parliamo di aria fritta – vorrei sottolineare un dato politico importante: ancora una volta – mi sarei aspettato che l'avesse sottolineato il capogruppo del Partito Democratico – su argomenti come questo, che interessano gli Ordini professionali, gli imprenditori edili e i calabresi, che vivono e lavorano in questa terra e che hanno bisogno di risposte, questa norma si approva grazie al contributo fondamentale, in termini di voti, ma anche in termini di presenze in Aula, della minoranza, o meglio, del centro-destra; ancora una volta, la maggioranza non ha i numeri, si presenta decimata e dimostra – almeno, stando ai numeri dei presenti in Aula – di non poter approvare nulla, quando si tratta di argomenti che riguardano il bene dei calabresi, se non con il supporto di questa parte politica.

Presidente, credo di essere rientrato nei limiti della dichiarazione di voto!

Noi votiamo a favore, ma non possiamo non sottolineare che, purtroppo, questo governo regionale non è autosufficiente e che noi votiamo gli argomenti e le leggi che condividiamo, sottoscriviamo e che sono nell’interesse dei calabresi.

PRESIDENTE

Votiamo, quindi, la legge nel suo complesso.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

 

Cedo la parola all’assessore Rossi. Prego, Assessore.

ROSSI Franco, Assessore alla pianificazione territoriale ed urbanistica

Volevo semplicemente sottolineare la collaborazione che c’è stata tra il Governo e i consiglieri.

Apprezzando molto la qualità del lavoro che è stato sviluppato, abbiamo sostanzialmente condiviso tutto e, quindi, ci riteniamo soddisfatti delle modifiche apportate a questa legge che, realmente, consentono un ulteriore snellimento ed efficacia dei provvedimenti per il governo del territorio. Grazie.

Proposta di legge numero 425/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni relative alla Città Metropolitana di Reggio Calabria in materia di gestione dei rifiuti urbani”

PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge numero 425/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni relative alla Città Metropolitana di Reggio Calabria in materia di gestione dei rifiuti”.

Cedo la parola al consigliere Bevacqua, per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Bevacqua.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico), relatore

Grazie, Presidente. Come tutti noi sappiamo, la legge regionale numero 14 del 2014 aveva fissato al 31 dicembre 2018 il termine ultimo dell’esercizio delle competenze regionali in materia di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, con la conseguenza che, dal primo gennaio 2019, i Comuni dovevano subentrare nella gestione dello stesso.

Naturalmente, anche qui si registrano dei ritardi e questa modifica, o meglio questa proposta di legge, avviene su richiesta del Comune di Reggio Calabria anche perché, in base alla legge Delrio del 2014, aveva già individuato non più il capoluogo, ma la Città Metropolitana, come in questo caso, Reggio Calabria.

Con questa modifica non facciamo altro che assegnare le funzioni della comunità d'ambito, previste dal precedente comma, non più al Comune di Reggio Calabria, ma alla Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Questa è la finalità e lo scopo di questa proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento, articolo per articolo:

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 405/10^ di iniziativa del consigliere D. Tallini recante: “Riconoscimento della legittimità di un debito fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118”

PRESIDENTE

Il quarto punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 405/10^ di iniziativa del consigliere Tallini, recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria, ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118.

Cedo la parola al consigliere Aieta per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Aieta.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Signor Presidente, la proposta di legge di iniziativa del consigliere Tallini è stata licenziata dalla seconda Commissione nella seduta del 7 febbraio 2019.

La Commissione ha esaminato sia i profili di merito sia le conseguenze di carattere finanziario, derivanti dall'approvazione del presente provvedimento.

La proposta di legge ha come obiettivo quello di riconoscere la legittimità di un debito fuori bilancio del Consiglio regionale, derivante da una sentenza esecutiva di condanna, per l'importo complessivo di euro 6.990; all'articolo 3, viene esplicitata la disposizione relativa all'entrata in vigore della legge e, su questa proposta, i Revisori dei conti hanno espresso parere favorevole con verbale numero 240 del 7 febbraio 2019.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento:

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale e prendendo atto, altresì, del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.

 

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 410/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a) comma 1, dell'articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.”

PRESIDENTE

Il quinto punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 410/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, di cui alla lettera a), comma 1, articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118”.

Cedo la parola al consigliere Aieta per illustrare il provvedimento.

Prego, consigliere Aieta.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Signor Presidente, anche questo disegno di legge è stato licenziato dalla seconda Commissione nella seduta del 6 marzo 2019.

La Commissione ha esaminato i profili di merito e le conseguenze di carattere finanziario derivanti dall'approvazione del presente provvedimento, che ha come obiettivo quello di riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria, derivanti da sentenze esecutive o altri titoli esecutivi.

La proposta si rende necessaria per dare attuazione a quanto disposto dal decreto legislativo numero 118 del 2011, nel quale si rammenta che il Consiglio regionale riconosce con legge la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive, copertura dei disavanzi di Enti, Società ed organismi controllati, procedure espropriative e di occupazione d'urgenza per opere di pubblica utilità.

Nello specifico, il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale numero 43 del 4 febbraio 2019, che richiama i decreti dirigenziali contenenti gli elementi necessari per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio da parte del Consiglio regionale.

Alla suddetta delibera di Giunta regionale sono allegati: il disegno di legge con la relazione di accompagnamento della relazione tecnico-finanziaria; la tabella di dettaglio dei debiti, nella quale vengono specificati gli estremi del provvedimento; il Dipartimento proponente; l'importo, e tutti gli altri elementi utili ai fini del riconoscimento.

Sulla proposta, i Revisori dei conti hanno espresso parere favorevole con verbale numero 241 del 7 febbraio 2019.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, in una proposta di legge si riconoscono debiti fuori bilancio per circa 63.708 euro. Questa dei debiti fuori bilancio è una situazione delicata.

Vorrei chiedere se con riguardo a tale riconoscimento si è operato un cambiamento forte e significativo.

È vero che, in questo caso, si tratta di una sentenza esecutiva ma bisognerebbe individuare e perseguire i responsabili della gestione amministrativa e burocratica che hanno determinato un tale aggravio, che hanno portato al debito. In questa Legislatura sono state votate leggi di riconoscimento di debiti fuori bilancio già oltre 20 volte, per un totale di oltre 18 milioni di euro.

Le risorse per queste voci vengono facilmente “scovate”, ma purtroppo si deve constatare che lo stesso impegno non viene profuso per inserire fondi con cui finanziare leggi importanti sul piano sociale, che riguardano, per esempio, la famiglia, il Garante dei disabili, gli assistenti familiari, per non parlare degli interventi per favorire la diffusione di veicoli a basso impatto ambientale.

Vorrei avere qualche delucidazione in merito. Grazie.

PRESIDENTE

Per la Giunta regionale ha chiesto di intervenire l’assessore Fragomeni. Ne ha facoltà.

FRAGOMENI Mariateresa, Assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

Grazie, Presidente. Come ha ricordato il consigliere Aieta, i debiti riconosciuti nel presente disegno di legge sono tutti fattispecie rientranti nell’ambito applicativo di cui all’articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo numero 118 del 2011, in quanto sussistono, in tutte le situazioni analizzate, delle pronunce giudiziali di condanna a sfavore della Regione Calabria.

L’amministrazione, quindi, ha il dovere, non la facoltà, di procedere con l’ordinaria procedura di cui all’articolo sopracitato.

Ricordo comunque che dei 63.708,17 euro da approvare sono quattro i decreti relativi agli anni in cui è sorta la controversia: anno 2011, anno 2012, anno 2013, anno 2014. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, unitamente al relativo allegato, con autorizzazione al coordinamento formale, prendendo atto, altresì, del parere favorevole del Collegio dei revisori.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Astenuto.

PRESIDENTE

Il provvedimento, unitamente al relativo allegato, è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Presidente, come da accordo in Conferenza dei Capigruppo, le chiedo il rinvio dei punti 6, 7, 8 e 9 all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Sì, lo abbiamo discusso in Conferenza dei Capigruppo. Pongo in votazione il rinvio dei punti.

(Sono rinviati)

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Rilevo il rinvio anche del punto 7, la proposta di legge numero 346/10^, recante: “Modifiche alla denominazione e alle competenze della Commissione contro la ‘ndrangheta di cui alla l.r. 50/2002”. Capisco ovviamente le difficoltà, però, Presidente, le chiederei, di trattare il punto alla prossima seduta di Consiglio regionale perché è un punto molto importante, per il quale, tra l’altro, mi è stato posto giustamente un rilievo.

Lo anticiperò in Conferenza dei Capigruppo.

La Commissione contro la ‘ndrangheta, attualmente, non può discutere o non può avviare indagini che attengono al fenomeno della corruzione per un problema relativo alla dicitura nella legge istitutiva della Commissione. C’è bisogno di questa modifica, altrimenti su alcune questioni siamo sguarniti completamente. Pregherei di averne particolare attenzione nella prossima seduta di Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Tutti i punti che rinviamo oggi, compreso questo, sono inseriti in automatico all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Concordo nel rinviare i punti all’ordine giorno; tra questi c’erano due proposte di legge da me presentate. Ne discutiamo la prossima volta. Va benissimo, però ce n’era anche una importante sui sorveglianti idraulici, sul dissesto idrogeologico, che chiedo di inserire all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Assolutamente sì!

 

(Così resta stabilito)

Proposta di legge numero 424/10^ di iniziativa del consigliere D. Battaglia recante: “Ratifica dell’accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra la Regione Siciliana, la Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 424/10^, di iniziativa del consigliere Battaglia, recante: “Ratifica dell’accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra la Regione Siciliana, la Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto”.

Il consigliere Battaglia può illustrare la proposta di legge.

BATTAGLIA Domenico (Partito Democratico), relatore

Grazie, signor Presidente. Si tratta, appunto, di ratificare l’accordo che è stato sottoscritto in data 1 marzo a Palermo e, poi, grazie alla raccolta delle firme digitali, l’iter è stato completato il 3 aprile scorso. Chiaramente la ratifica è imposta dall’articolo 117 della Costituzione italiana.

L’inquadramento normativo riguarda l’articolo 14 della legge regionale numero 35 del 31 dicembre 2015, che prevede, mediante intesa con la Regione Sicilia e sentita la Conferenza Permanente per l’Area dello Stretto, la possibilità di istituire i servizi di trasporto pubblico locale nell’Area integrata dello Stretto, costituita dalle Città metropolitane di Reggio e Messina. In tal caso, nelle forme previste dall’intesa, l’Area integrata dello Stretto costituisce un bacino ottimale, interregionale e all’Ente di governo partecipa la Città metropolitana di Reggio Calabria.

A sua volta, l’articolo 14 della legge regionale numero 8 del 24 marzo 2014 della Regione Sicilia, prevede che la Regione, d’intesa con la Città Metropolitana di Messina, favorisca la stipula di appositi accordi con lo Stato, la Regione Calabria e la Città Metropolitana di Reggio Calabria, al fine di consentire ai cittadini residenti nell’area metropolitana di Messina e nella Città metropolitana di Reggio Calabria di usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità.

C’è un iter chiaramente che ha riguardato i Comuni di Messina e Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto.

In data 1 marzo è stato poi stipulato il Protocollo, principalmente finalizzato all’istituzione del bacino territoriale ottimale dell’Area integrata dello Stretto.

Il Protocollo non prevede determinazioni in deroga ma più semplicemente l’effettuazione dell’istruttoria congiunta, finalizzata ad assumere le più opportune determinazioni; lo stesso prevede per gli aspetti attinenti l’indirizzo politico e amministrativo sia costituito un Comitato composto da 6 membri.

Per l’istruttoria e l’approfondimento degli aspetti amministrativi e tecnici il Comitato di indirizzo e coordinamento si avvale di un gruppo di lavoro costituito da componenti designati, nel numero di due, da ciascun ente che ha sottoscritto l’accordo.

Per gli altri aspetti trattati all’accordo si rinvia nel dettaglio alle disposizioni sui servizi di competenza.

Il Protocollo non prevede oneri finanziari.

Voglio ringraziare il Dipartimento lavori pubblici e mobilità della Regione Calabria, l’assessore Musmanno e tutta la Giunta regionale, che hanno consentito la promulgazione del Protocollo e chiedo all’Aula di votarlo.

PRESIDENTE

Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, unitamente al relativo allegato, con autorizzazione al coordinamento formale.

È approvata.

 

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 232/10^ d’Ufficio, recante: “Effettuazione referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 138/10^ di iniziativa del consigliere Ciconte recante: ‘Modifiche dei confini territoriali dei Comuni di San Pietro Apostolo e Gimigliano della Provincia di Catanzaro’”

PRESIDENTE

Il punto undici riguarda la proposta di provvedimento amministrativo 232/10^, d’Ufficio, recante: “Effettuazione referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 138/10^ di iniziativa del consigliere Ciconte recante: ‘Modifiche dei confini territoriali dei Comuni di San Pietro Apostolo e Gimigliano della Provincia di Catanzaro’”.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, mi hanno riferito che nella Conferenza dei Capigruppo è stato richiesto il rinvio di questo punto.

PRESIDENTE

Anche questo punto, quindi, è rinviato alla prossima seduta di Consiglio regionale.

CICONTE Vincenzo Antonio (Partito Democratico)

Se ne discuterà, però, la prossima volta.

PRESIDENTE

Tutti i punti rinviati verranno trattati nella prossima seduta di Consiglio regionale.

 

(Il Consiglio rinvia)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 248/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali 2018-2020 (E.P.M.R.).”

PRESIDENTE

Il dodicesimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 248/10^, di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali 2018-2020”. Cedo la parola al consigliere Aieta, prego.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

La proposta di provvedimento amministrativo è relativa al bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali 2018-2020.

L’Ente per i Parchi Marini Regionali è un ente strumentale della Regione, preposto allo svolgimento di funzioni tecnico-operative e gestionali nel settore della tutela dei beni ambientali, con particolare riferimento ai Parchi marini regionali.

All’Ente sono attribuite le funzioni svolte dagli Enti gestori dei cinque Parchi marini regionali.

L’Ente è stato istituito con la legge regionale numero 24 del 2013.

Nel 2016, con decreto del Presidente della Giunta regionale, è stato nominato il Commissario straordinario; con successivo decreto il Presidente della Giunta regionale ha provveduto a costituire il nuovo Ente, trasferendo tutti i diritti attivi e passivi, nonché i beni mobili e immobili e le risorse finanziarie degli accorpati cinque Parchi marini regionali.

Con deliberazione di Giunta regionale del 2018 è stato approvato lo Statuto dell’Ente.

Il Revisore unico dei conti, nominato nel 2018, con decreto del Presidente della Giunta regionale, ha evidenziato che non risulta alcuna gestione per l’anno 2017, essendo un ente di nuova istituzione; che le previsioni di competenza per l’anno 2018 sono state effettuate in base alle passività dei precedenti Parchi; che le previsioni di competenza per gli anni 2019-2020 sono state fatte in base alle attività necessarie al funzionamento dell’Ente.

L’organo di controllo, nell’esprimere parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2018- 2020, ha verificato che il bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge.

Il Dipartimento ambiente e territorio ha espresso parere favorevole sul bilancio di previsione 2018-2020 e, essendo Dipartimento vigilante, ha evidenziato, nell’istruttoria di competenza, che la mancata adozione del bilancio, nel rispetto dei termini di legge, è motivata dal fatto che l’Ente è stato costituito in data successiva a quella prevista dalla normativa e dai ritardi subiti dall’avvio della fase operativa dell’Ente.

Il Dipartimento bilancio, nell’istruttoria di competenza, ha rilevato che sussistono gli equilibri di bilancio; che sussiste la corrispondenza tra gli stanziamenti dell’Ente, di cui alla tipologia di entrata “trasferimenti correnti da Regioni”, con le previsioni di spesa del bilancio di previsione della Regione Calabria 2018-2020.

Il Dipartimento bilancio, quindi, ha ritenuto possibile procedere all’adozione da parte della Giunta regionale del bilancio di previsione per gli esercizi 2018-2020 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale.

Ciò premesso, si sottopone all’Aula l’esame della proposta di provvedimento amministrativo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

In effetti, Presidente, ci viene riferito che il termine per l’approvazione della proposta di provvedimento amministrativo numero 248/10^, recante: “Il bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali” è quello del 30 aprile.

Il relatore non ci fa capire bene, però, quali sono i termini di questo bilancio, ma soprattutto quali sono le competenze, le funzioni e quali i risultati che i Parchi marini regionali stanno raggiungendo in questi anni.

Mi avrebbe fatto piacere, quindi, che ci fosse stata una relazione anche di questo tipo e di natura tecnica, da parte dell’Assessore competente, anche per capire effettivamente quali sono i risultati per la Calabria e per i calabresi, a seguito dell’accorpamento e della legge regionale che ha unificato i Parchi marini regionali, visto anche l’impegno cospicuo di oltre 600.000 euro all’interno del bilancio regionale.

Anche in questo caso rilevo - ahimè! - una maggioranza che si presenta liquefatta, ormai in numeri assai sparuti. Peraltro, bisognerebbe capire ormai chi siede dall’altra parte e in quanti, tra coloro che siedono dall’altra parte, sono organici, solidali con quella che era la maggioranza in Consiglio regionale e possano oggi essere sostenitori di questa norma, di questo provvedimento amministrativo, ma soprattutto, in un certo qual modo, possano essere autosufficienti, senza la presenza seria, rigorosa, nell’interesse generale, di questa parte politica.

Onestamente - devo dirlo con grande chiarezza - avrei rinviato il punto.

Si è raggiunto un accordo in Conferenza dei capigruppo, ma avrei rinviato anche questo punto, così come almeno un altro; il senso di responsabilità dei consiglieri di questa parte politica ci spinge ad essere presenti.

In ogni caso vorrei capire di più, vorrei saperne di più - ed è quello che chiedo all’assessore competente - su quali sono le funzioni espletate, su cosa la neo-struttura unificata dei Parchi marini regionali stia svolgendo in questi anni.

PRESIDENTE

Per la Giunta regionale interviene l’assessore Rizzo. Ne ha facoltà.

RIZZO Antonietta, Assessore alla tutela dell’ambiente

Grazie, Presidente. Per quanto riguarda le funzioni che sono state attribuite all’Ente per i Parchi Marini Regionali, come diceva bene il consigliere Aieta, vi è stato l’accorpamento di cinque Parchi, che fino al 2014 erano veri e propri “carrozzoni”, con le spese di cui ha riferito.

Non un euro è stato speso da questa Amministrazione regionale che, nell’accorpamento dell’Ente, ha visto tagliare anche le spese per i Presidenti ed i direttori.

In questo momento esiste un unico soggetto, che è il Commissario. Naturalmente la preoccupazione che ha avuto questo Assessorato è stata proprio quella di tentare di conferire nuovamente un valore all’Ente per i Parchi Marini Regionali, attraverso l’assegnazione di funzioni che riguardano, in maniera particolare, la gestione di tutti i SIC (Siti di Importanza Comunitaria) a mare.

Questo lo abbiamo fatto anche perché è un modo anche per dare risalto ai territori, non solo risorse.

Nella riorganizzazione dell’Ente abbiamo tenuto conto delle necessità territoriali; per cui abbiamo mantenuto tutti i Comuni che facevano parte dei Parchi marini, stabilendo, però, che non vi fossero gettoni di presenza per l’amministrazione.

In questo momento, quindi, siamo nella fase della ricognizione dei debiti - che sono, appunto, quelli di cui parlava prima lei - e del rilancio, anche attraverso una guida che viene fatta dall’Area marina protetta Capo Rizzuto perché, insieme ad essa, gli Enti per i Parchi marini possano diventare l’Area marina protetta più grande d’Europa.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Credo che la risposta non sia stata esaustiva. Chiedevo all’Assessore una risposta concreta sull’utilità dell’Ente per i Parchi Marini Regionali, anche a seguito della riforma del centro-destra, che istituì cinque Parchi marini. Probabilmente in qualche Legislatura di centro-destra si erano anche ampliati il numero dei Parchi marini e le spese, ma credo che il centro-sinistra non abbia fatto di meglio nel corso degli anni. Nel 2013 si decise, con una legge regionale, di istituire un unico Ente e quindi di ridurre, in un certo qual modo, le spese.

A distanza di tanti anni - perché ricordo a tutti noi che questo Governo regionale è in carica dal 10 dicembre 2014 - volevo capire dall’Assessore al ramo quale fosse l’esito della riforma; cosa concretamente avremmo potuto dire, nella massima Assise regionale, ai cittadini calabresi in merito a questo Ente; se la prossima riforma dovrà essere la soppressione dell’Ente dei Parchi Marini regionali e l’accorpamento a qualche altro ente o se si riesce, in qualche modo, a venir fuori dalle secche, dalle sabbie mobili, dalle difficoltà che si incontrano per questo tipo di Enti e sui territori e ad offrire una risposta concreta, com’è auspicabile in una Regione che dovrebbe proiettarsi verso la tutela del proprio territorio, che dovrebbe avere un modello di sviluppo diverso, che dovrebbe essere green, che dovrebbe utilizzare al meglio il proprio mare e, quindi, tutelare al meglio le proprie riserve ed i propri Parchi marini.

Noto che l’Assessore ha chiesto la parola; mi farebbe piacere averla stimolata per avere risposte concrete, dato che oggi votiamo il bilancio di previsione, e capire, a distanza di sei anni ormai da quella riforma e a distanza di quasi cinque anni dalla presenza di questo Governo regionale, quali sono le risposte che diamo ai calabresi in quest’ambito e quale la possibilità di incidenza anche sullo sviluppo turistico del settore, atteso che c’è anche una parte notevole dei flussi turistici rivolta alla riscoperta di questi ambiti, che possono essere anche quelli dello snorkeling e della osservazione da parte di tanti appassionati, di tanti subacquei, dei fondali marini e delle specie protette, che credo la Calabria possa vantare, essendo stata “baciata dalla fortuna” in questo settore.

Noi altri calabresi, poi, noi tutti - non solo voi, ci mancherebbe altro! -, nel corso degli anni, delle Legislature, abbiamo “giocato a peggiorare” questa situazione ma mi augurerei che ci possa essere uno slancio positivo per la Calabria e per i calabresi.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, chiedo di inserire nell’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale la proposta di legge numero 261/10^, già licenziata.

PRESIDENTE

Consigliere, siamo nel dibattito! Va bene. Sì.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 248/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Bilancio di previsione dell'Ente per i Parchi Marini Regionali 2018-2020 (E.P.M.R.).”
- Ripresa discussione -

PRESIDENTE

Per la Giunta regionale ha chiesto di intervenire l’assessore Rizzo. Ne ha facoltà.

RIZZO Antonietta, Assessore alla tutela dell’ambiente

Naturalmente, consigliere Gallo, non avevo fatto la cronistoria che lei, invece, ha tenuto a sottolineare e quindi sono costretta a dirle che quella legge regionale, che è stata approvata dal centro-destra, purtroppo non ha avuto nessun esito; tant’è che il Ministero per l’ambiente aveva bocciato la costituzione dei Parchi marini, così com’erano previsti da quella stessa legge.

Nell’accorpamento - come sa bene - abbiamo dovuto anche modificare il Regolamento.

Per quanto riguarda lo sviluppo di cui lei parlava, assegnare la gestione dei SIC significa naturalmente che tutta la valorizzazione della Rete Natura 2000 è stata assegnata, per la prima volta, ai Parchi marini, cosa che non facevano precedentemente, attribuendo tutta la parte della valorizzazione degli habitat naturali, partendo dall’habitat della Posidonia.

Siamo partiti dal lavoro fatto con Marine Strategy, per cui siamo la Regione capofila e coordiniamo, come tale, tutto il bacino meridionale.

All’Ente per i Parchi Marini sono state assegnate le risorse per la gestione dei SIC, che significa valorizzazione non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche dal punto di vista turistico, come fonte attrattiva di un turismo più sostenibile, più lento. L’itinerario dell’Ente per i Parchi Marini Regionali e di tutti i Comuni costieri ad esso afferenti è stato, quindi, inserito all’interno di un circuito turistico ben dettagliato.

Naturalmente sarà mia cura farle avere il dettaglio di tutti gli investimenti che potranno essere effettuati.

PRESIDENTE

Per la Giunta regionale ha chiesto di intervenire l’assessore Fragomeni. Ne ha facoltà.

FRAGOMENI Mariateresa, Assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

Grazie, Presidente. Ad integrazione del bilancio, dal punto di vista economico-finanziario, con riferimento alla proposta di provvedimento amministrativo numero 248/10^, avente, appunto, l’approvazione del bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali 2018-2019-2020, occorre in premessa specificare che l’approvazione di un bilancio di previsione 2018-2020, ampiamente chiuso, non è anacronistica, nel caso di specie, se si considera che il documento in questione risulta il primo bilancio previsionale del nuovo Ente per i Parchi Marini Regionali, così per come costituito ex legge regionale numero 24 del 16 maggio 2013 che, come ricordava l’assessore Rizzo, è stata voluta dal centro-destra.

La Giunta regionale, seppur ad esercizio 2018 concluso, con deliberazione numero 650 del 21 dicembre 2018, ha reputato di procedere all’approvazione del documento contabile in questione, in quanto lo stesso permette al nuovo Ente di dotarsi, fin da subito, dello strumento fondamentale per poter iniziare a svolgere la propria attività di gestione.

Al riguardo, si consideri che le previsioni di entrata e di spesa, specificate nella proposta di bilancio in questione, avendo carattere autorizzatorio per ciascuno degli esercizi indicati (2018-2019-2020), permettono all’Ente di avere, fin da subito, delle previsioni di bilancio su cui operare tramite la cosiddetta gestione provvisoria, nelle more della presentazione del nuovo bilancio 2019-2021.

Circa la predisposizione del nuovo bilancio 2019-2021, si comunica che l’Ente per i Parchi Marini Regionali, per come rappresentato dal Commissario straordinario, provvederà in tempi brevi alla definizione dello stesso.

Ciò posto, occorre precisare, con riferimento al nuovo Ente per i Parchi Marini Regionali, come lo stesso veniva costituito con la legge regionale numero 24 del 16 maggio 2013, avente ad oggetto “Riordini enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità”, quale ente strumentale della Regione, preposto allo svolgimento di funzioni tecnico-operative e gestionali nel settore della tutela dei beni ambientali, con particolare riferimento ai Parchi marini regionali.

All’Ente per i Parchi Marini Regionali sono attribuite le funzioni svolte dagli enti gestori dei cinque Parchi marini regionali: il Parco Marino Regionale “Riviera dei Cedri”, il Parco Marino Regionale “Baia di Soverato”; il Parco Marino Regionale “Costa dei Gelsomini”; il Parco Marino Regionale “Scogli di Isca”; il Parco Marino Regionale “Fondali di Capocozzo - S. Irene - Vibo Marina - Pizzo - Capo Vaticano - Tropea”, di cui alle leggi numeri: 9, 10, 11, 12 e 13 del 2008.

L’Ente neo-costituito è, a tutt’oggi, sotto gestione commissariale, a seguito della conclusione delle procedure conseguenti l’accorpamento dei cinque Parchi Marini Regionali.

Il bilancio di previsione in questione è stato formulato tenendo conto di quanto stabilito dal decreto legislativo numero 118 del 2011 e dei successivi aggiornamenti.

Per quanto riguarda i criteri di valutazione delle previsioni di entrata 2018, sempre ai sensi del decreto legislativo numero 118 del 2011, abbiamo le seguenti entrate: contributi ordinari della Regione; contributi dello Stato; introiti a qualunque titolo, derivanti dalla gestione di funzioni e compiti assegnati; proventi derivanti da specifici progetti con finanziamenti regionali, statali e comunitari; contributi ottenuti sulla base di eventuali incentivazioni, disposte da leggi statali e normative comunitarie; risorse derivanti da atti di programmazione negoziata, ripartite e assegnate, in conformità alle rispettive discipline in materia; finanziamenti previsti in altre disposizioni regionali specifiche.

La medesima normativa stabilisce che può essere, altresì, prevista l’erogazione di contributi straordinari, sulla base di richieste connesse a programmi e progetti di particolare rilevanza per lo sviluppo delle funzioni e dei servizi.

Definite le tipologie di entrata, che possono essere appostate dall’Ente per i Parchi Marini Regionali, entrando nel merito del provvedimento in oggetto, le risorse in esso specificate ricadono nei Titoli secondo, terzo, quarto e quinto del bilancio di previsione e nel Titolo nono delle partite di giro: Titolo secondo, trasferimenti correnti, 604.000 euro; Titolo terzo, entrate extra-tributarie, 7.880.000 euro; entrate da riduzione di attività finanziarie, 11.791 euro; entrate per conto terzi, 26.977 euro.

Trattandosi del primo bilancio dell’Ente, gli stanziamenti sono stati formulati, in questa prima fase, tenendo conto delle risultanze economico-contabili, risultanti dalle precedenti gestioni dei cinque Parchi Marini Regionali. In particolare, sono stati iscritti separatamente i contributi ed i trasferimenti stabiliti dall’Amministrazione regionale, per come previsti dalle rispettive leggi regionali istitutive dei singoli Parchi Marini, non ancora erogati e di cui vi è riscontro nei corrispondenti residui passivi del bilancio regionale, per un ammontare complessivo di 504.000 euro.

A queste risorse deve aggiungersi il contributo di funzionamento ordinario dell’Ente per i Parchi Marini Regionali, che risulta pari a 100.000 euro, rispettivamente, per le annualità 2018, 2019 e 2020.

Per quanto riguarda i criteri di valutazione di spesa, anche per gli stanziamenti di spesa, analogamente, quindi, alle summenzionate previsioni di entrata, si è tenuto conto delle passività ereditate dalle precedenti gestioni dei cinque Parchi Marini Regionali.

Gli ulteriori stanziamenti sono stati determinati in relazione alle esigenze funzionali ed agli obiettivi concretamente perseguibili dell’Ente nella prima fase di funzionamento.

Osserviamo, infatti, la missione 1 “Servizi istituzionali, generali e di gestione” e la missione 9 “Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente”; queste sono le maggiori spese.

In conclusione, risulta verificata la presenza degli equilibri di bilancio, per come definito al decreto legislativo numero 118 del 2011; risulta verificato l’allineamento tra gli stanziamenti, di cui alla tipologia di entrata “Trasferimenti correnti da Regioni”, con le corrispondenti previsioni di spesa del bilancio di previsione della Regione Calabria 2018-2020, in termini, dunque, di una effettiva veridicità degli stessi.

Risulta che il Dipartimento ambiente e il revisore dei conti dell’Ente hanno entrambi rilasciato parere favorevole circa l’approvazione della proposta di bilancio di previsione 2018-2020 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali e che, con riferimento all’applicazione della vigente normativa regionale in materia di contenimento della spesa, in applicazione a quanto previsto dall’articolo 6 della legge regionale numero 43 del 2016, essendo, presumibilmente, il 2019 il primo esercizio di effettiva attività per l’Ente in questione, non risulta possibile determinare i limiti di spesa, rispetto ai quali applicare le relative limitazioni di legge, cosicché le stesse troveranno applicazione solo a partire dagli anni successivi al 2019.

Nulla osta, pertanto, all’adozione del bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali per il triennio 2018-2020. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento. Il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Come da accordi presi nella Conferenza dei capigruppo, chiedo il rinvio dei punti all’ordine del giorno dal 13 al 20.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)

Quindi questi punti sono tutti rinviati. Per quanto riguarda, in particolare, il punto 13, si potrebbe poi delegare, per il provvedimento amministrativo, la Conferenza dei Capigruppo e lei, come precedentemente stabilito.

PRESIDENTE

È già previsto dalla legge regionale numero 39 del 1995.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Volevo porre l’attenzione anche sul punto 14, per quanto riguarda la fusione dei Comuni di San Marco Argentano e Cervicati. È un provvedimento che stiamo rimandando più volte e credo che non ce lo possiamo permettere più, per rispetto nei confronti delle comunità che hanno chiesto di condividere un processo di fusione, come quello che, da diverso tempo, stiamo cercando di approvare, di discutere in Aula e non abbiamo mai fatto.

Quindi, per evitare ulteriori incomprensioni, malesseri, amarezze da parte di due comunità che avevano chiesto all’unanimità la possibilità d’indire un referendum consultivo per la fusione delle due realtà, chiedo all’Aula d’inserire questo punto al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale, in modo da trattarlo definitivamente e dare la possibilità a quei Comuni di decidere liberamente su tale opportunità.

Su questo tema abbiamo portato avanti una battaglia; siamo state una delle Regioni più avanzate; abbiamo consentito la fusione di realtà importanti, come quella di Corigliano Calabro, Rossano e di altre realtà della provincia di Cosenza.

Credo, dunque, che sia un peccato oggi dare l’impressione che il Consiglio regionale non sia in grado di deliberare su una fusione che riguarda realtà piccole e non particolarmente significative - in termini di numeri, non di importanza del territorio – per offrire loro la possibilità di scegliere.

PRESIDENTE

Rinviamo i punti dal 13 al 20 dell’ordine del giorno, secondo le richieste dei consiglieri Romeo e Scalzo.

 

(Sono rinviati)

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno sul “decreto Calabria” in materia sanitaria, di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 18 aprile 2019, firmata dai consiglieri Parente, Romeo, Gallo, Esposito, Arruzzolo e altri.

 

(È inserito)

Proposta di legge numero 426/10^ di iniziativa dei consiglieri Irto, Gallo, Romeo, Arruzzolo, Parente, Scalzo, Sculco, recante: “Abrogazione della legge regionale numero 22 del 2018”.

PRESIDENTE

Prima di introdurre l’ordine del giorno, che resterà come ultimo punto di discussione per l’Aula, pongo in votazione la proposta di legge 426/10^, che abbiamo inserito oggi, a firma dei consiglieri Romeo, Parente, Sculco, Tallini, Arruzzolo, D’Agostino. Tale proposta prevede l’abrogazione della legge regionale numero 22 del 2018, che è stata oggetto di impugnativa da parte del Governo nazionale.

Passiamo alla votazione della proposta di legge articolo per articolo.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Pongo in votazione la proposta di legge numero 426/10^ nel suo complesso. È approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

Mozione numero 157/10^ di iniziativa dei consiglieri Irto, Gallo, Romeo, Arruzzolo, Parente, Scalzo, Sculco “In ordine alle iniziative da intraprendere per scongiurare la chiusura di Radio Radicale”

PRESIDENTE

La mozione numero 157/10^, firmata dalla Presidenza del Consiglio regionale e dai capigruppo, impegna il Presidente della Giunta regionale a farsi parte attiva nei confronti del Governo nazionale e del Ministero dello Sviluppo Economico, affinché vengano intraprese tutte le iniziative per scongiurare la chiusura di Radio Radicale e la conseguente perdita di un patrimonio storico, culturale e politico per l’Italia.

Pongo in votazione la mozione.

 

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno sul decreto Calabria in materia sanitaria di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 18 aprile 2019.

PRESIDENTE

Passiamo alla discussione dell’ordine del giorno sul “decreto Calabria” in materia sanitaria, di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 18 aprile 2019.

Iniziamo il dibattito. Ha chiesto di intervenire il consigliere Parente. Ne ha facoltà.

PARENTE Claudio (Forza Italia)

Grazie, Presidente. L’ordine del giorno riassume in poche parole le problematiche scaturite dal “decreto Calabria”. Un decreto legge emanato dal Consiglio dei Ministri il 18 aprile 2019, che riteniamo sia assolutamente incostituzionale, che lede sicuramente l’autonomia della Regione, quanto previsto dall’articolo 120, comma 2, della legge 131 del 2013, e presenta notevoli profili di incostituzionalità rispetto agli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione, nonché rispetto all’articolo 77, per quanto riguarda il riferimento alle condizioni di necessità e d’urgenza richiamate nel decreto.

Questo decreto, inoltre, è in palese contrasto con tutta una serie di norme nazionali, tuttora vigenti, sia in quanto leggi sia in quanto decreti legislativi, che dispongono sul funzionamento del Sistema sanitario nazionale.

Poi va chiarito dal punto di vista politico, ambito in cui poi si avvierà il dibattito, perché dissente praticamente, in modo palese, da tante posizioni.

Stanno nominando commissari per cercare di “mettere a posto” quello che i commissari hanno provocato in Calabria per ben 9 anni, con tutta una serie di norme e di leggi, che non fanno altro che aggravare la situazione sanitaria calabrese, già abbastanza disastrata!

Questi sono i motivi che ci hanno indotto a presentare l’ordine del giorno per impegnare il Presidente della Giunta regionale ed il Presidente del Consiglio regionale ad attuare ogni iniziativa utile, finalizzata a non rendere operativo tale decreto, che sicuramente non assicura la continuità nell’erogazione delle prestazioni sanitarie, soprattutto se pensiamo al blocco del turn over, che sarebbe ulteriormente devastante, e i livelli essenziali di assistenza. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)

Grazie, Presidente. Concordo con quanto scritto nell’ordine del giorno che abbiamo presentato con i colleghi e anche con gli aspetti tecnici che il collega Parente ha poc’anzi ben illustrato.

Vorrei solo aggiungere qualche considerazione sul decreto legge, che è stato emesso dal Consiglio dei Ministri del Governo Giallo-Verde in questa “passerella calabrese” e che al di là della “passerella” non lascia nemmeno un euro per la Calabria!

Oltre a non lasciare nemmeno un euro, il Governo pensa ad un decreto che mortifica non solo il lavoro di tanti operatori della sanità, ma anche le Leggi ordinarie, nazionali. Il blocco del turnover previsto, ovviamente, ha come risultato non un riordino o un cambio di passo. Il vero cambio di passo è quello della paralisi perché il mancato turnover porterebbe alla paralisi di un sistema che è già in affanno, frutto di un commissariamento che ormai dura da quasi 10 anni, e senz’altro alla chiusura di importanti strutture, reparti, soprattutto nel sistema di emergenza-urgenza della Calabria; paralizzerebbe il sistema nel suo insieme, riguardo alla rete ospedaliera, a quella territoriale, alla medicina di base ed a quella assistenziale.

Credo bisogni attuare ogni iniziativa affinché il decreto legge non sia reso operativo e il Presidente della Repubblica non lo firmi.

L’intenzione del Governo Giallo-Verde, voglio ripeterlo, con tale decreto legge è quella di arrivare non solo al blocco del turnover ed alla chiusura delle attività e dei servizi ospedalieri e sanitari della Calabria ma, in sostanza, di andare a costruire, in maniera indiretta, il più grande ospedale per la Calabria fuori dalla Calabria, oltre la Calabria, nel territorio nazionale. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Colleghi consiglieri, signor Presidente, forse è la prima volta che si discute veramente del problema della sanità in Consiglio regionale. Non a caso faccio questa premessa per evidenziare che forse è questa la giusta impostazione su come affrontare un problema serio, coinvolgendo tutte le forze politiche calabresi, che poi altro non sono che l’espressione rappresentativa di tutti i cittadini calabresi al dibattito, ad una condivisione, eventualmente anche di strategie, finalizzate ad impedire che la Calabria possa continuare ad essere considerata una “colonia”, dove chiunque può fare sperimentazioni, anche di tipo personale, come si ravvisano nelle caratteristiche del decreto legge proposto e attuato dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 18 aprile 2019 a Reggio Calabria.

Credo che forse la presunzione o le valutazioni del presidente Oliverio abbiano avuto un peso ma non voglio parlare di presunzione perché siamo già in una fase della Legislatura in cui non vale più la pena nemmeno di argomentare in questi termini, in cui, probabilmente, siamo più sereni per svolgere un dibattito sulla sanità.

Una vera condivisione con le altre forze politiche forse ci avrebbe portato ad una situazione diversa. Sia pure a cose fatte, avremmo potuto auspicare qualche risultato diverso.

La politica del presidente Oliverio, invece, muovendosi probabilmente da posizioni giuste ma portando avanti una determinata linea d’azione, è stata facilmente “demonizzata” attraverso l’emarginazione, la mancanza del dialogo, l’isolamento della Regione Calabria; attraverso l’indisponibilità assoluta di dialogo, almeno per quanto riguarda il Consiglio regionale!

Oggi anche noi ci sentiamo più sereni da questo punto di vista. Sappiamo che una responsabilità da parte della Regione Calabria c’è stata, che il Presidente della Regione ha avuto la sua buona parte di responsabilità ma questo non toglie la convinzione che invece la vera responsabilità è di un Governo nazionale che continua a trattare la Calabria come una “colonia”, di un Governo che non conosce i problemi calabresi e quindi giudica la Calabria attraverso stereotipi di stampo, luoghi comuni, episodi, che quando avvengono in Calabria sono fatti eclatanti, da sbattere nei programmi televisivi e sulle testate giornalistiche, mentre quando avvengono in altre parti d’Italia si tratta di ordinaria amministrazione!

Quindi un modo di gestire il problema della sanità in Calabria e man mano che la Legislatura è andata avanti e che le vicende della Calabria si sono evolute, anche la linea politica dello stesso Presidente, che sarebbe potuta risultare vincente, poi, alla fine, è rimasta un tentativo sterile, anzi, un’opportunità in più data al Governo nazionale, man mano che anche le difficoltà della sanità in Calabria aumentavano, al punto tale da essere noi l’oggetto di tutte le trasmissioni televisive di Striscia la notizia, probabilmente a corto di notizie! Ma la Calabria ha offerto grandi, ottimi spunti, magari sono state ingigantite situazioni oggettivamente diverse, sciorinati numeri che non esistono, fatte classifiche, stilati parametri, che presupporrebbero ben altre analisi!

Quindi un massacro dal punto di vista mediatico nei confronti della sanità calabrese, che purtroppo oggi ci condiziona tutti e ci mette anche in difficoltà, nel momento in cui dobbiamo esprimere un giudizio vero, rispetto a quanto sta accadendo e anche a quanto già accaduto.

Per cui anche un dibattito, anche un’iniziativa come questa - che presupporrebbe ben altra reazione!, oltre ad un ordine del giorno, approvato probabilmente all’unanimità -, a sostegno di cose giuste, esatte anche giuridicamente, che sottolinea l’assurdità, anche dal punto di vista della legittimità, del provvedimento emanato dal Consiglio dei Ministri, rischia di rimanere sterile o di non avere nella pubblica opinione quell’efficacia che invece avrebbe dovuto avere in presenza di una classe politica, soprattutto di Governo nazionale, più credibile di quanto, invece, in questo momento, non possa essere questa, nell’opinione pubblica della Calabria.

Al di là di questo, abbiamo sempre detto, con onestà intellettuale, che la responsabilità della sanità in Calabria in parte va ricondotta anche alla gestione di direttori generali o amministrativi, e ne abbiamo avuto prova. Non so se sono stati questi che in alcune situazioni hanno mantenuto riserve, caro Presidente, riguardanti uomini politici, che hanno continuato a svolgere la gestione politica…

Non è stata una regola generalizzata ma se volessimo - e non è questa la sede in cui vogliamo fare quest’elencazione perché l’obiettivo di oggi è un altro - potremmo fare l’elenco di tutto quello che abbiamo vissuto, personalmente, in presenza di cose assurde e con direttori generali che, con i procedimenti in corso, hanno continuato ad omettere atti dovuti, provocando notevoli danni.

Proprio per la condotta di questi direttori generali nel settore della sanità, nei prossimi mesi, nei prossimi anni, la Calabria sicuramente subirà delle conseguenze.

Oggi, in presenza di un decreto legge assurdo, mi espongo almeno personalmente, almeno per la nostra parte politica, magari anche insieme alla maggioranza ed al Presidente della Giunta regionale, il cui lavoro in questo momento, è percepito dall’opinione pubblica calabrese come un’esperienza fallimentare.

Mi espongo, prima ancora che come consigliere regionale, come calabrese e come consigliere regionale dell’opposizione, pur avendo le carte in regola, almeno in questi 5 anni di Legislatura, non avendo avuto nessuna responsabilità sulla gestione della sanità.

Ritengo che i numeri siano stati artefatti, che il lavoro sia stato svolto con approssimazione, che si sia costruita una vicenda mediatica. Non a caso abbiamo assistito a delle incursioni della ministra Grillo, delle vere e proprie incursioni, con singoli episodi; abbiamo cioè assistito alla politica-spettacolo, alla politica dello scandalismo, trasferita ai rappresentanti. Di solito questo tipo di politica veniva delegata a soggetti che nulla hanno a che fare con le istituzioni e che non hanno responsabilità; adesso, invece, la politica è diventata di chi ha il potere, la delega, la competenza per poter intervenire e proporre le giuste soluzioni.

Mi riferisco, ovviamente, alla Ministra della Salute. Dobbiamo sottolinearlo!

Ma perché? Perché non riusciamo a convincere i mass media e i giornali, i nostri concittadini, attraverso i canali istituzionali della scuola, attraverso i canali delle categorie istituzionali, che si rivolgono a tutti quei soggetti, che oggi dovrebbero aiutarci nello schierarci insieme per convincere l’opinione pubblica, che in questo momento ha posizioni giustizialiste e, quindi, non entra nel merito della legge, dei fatti.

Ma perché? Perché, purtroppo - sostengo - siamo percepiti come una classe politica, tutti insieme; una classe politica, che non ha, purtroppo, credibilità.

Per chi non voglia essere confuso da un giudizio collettivo, generale e ritenga di avere le carte in regola, almeno rispetto ai temi trattati, voglio gridare a gran voce che su alcuni argomenti, che sono quelli dei commissari, la Calabria dovrebbe fare bene altri ragionamenti!

E allora il primo ragionamento che dovremmo fare a tutti coloro che invocano i commissari come “giustizieri delle malefatte” della classe politica calabrese è questo: dovremmo ricordare all’opinione pubblica, a questa minoranza di persone, che invece svolge un ruolo di disinformazione attraverso i mass media.

Per esempio, c’è un settore della Calabria, quello relativo all’ambiente, che ha subito varie vicende e, nella storia del regionalismo, è stato temporalmente gestito più dai commissari che dal Governo regionale!

Abbiamo avuto oltre 20 anni, 25 anni di gestione commissariale dell’ambiente.

Che cosa avrebbero dovuto fare i commissari nominati dal Governo? Avrebbero dovuto costruire depuratori; avrebbero dovuto risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti; avrebbero dovuto vigilare sull’attività di verifica di una Regione che, dal punto di vista ambientale, è potenzialmente forse una delle più dotate dell’intera Nazione.

Tutto questo, invece, si è trasformato in un fallimento.

Se oggi in Calabria non ci sono depuratori o depuratori adeguati o depuratori che garantiscono la pulizia dei mari e assistiamo continuamente a fiumi inquinati che scaricano a mare, o ad ogni tipo di inquinamento, dovuto anche alla mancanza di controllo di tante situazioni, questo va addebitato ai commissari! A quei commissari.

Chi sono stati i commissari? Uomini politici? Sono stati i personaggi scelti attraverso una short list? No. Sono stati dei soggetti individuati: prefetti, uomini di Stato, questori, ex questori.

Abbiamo avuto ogni tipo di uomini, rappresentanti di Istituzioni dello Stato, individuati quali soggetti al di sopra di ogni sospetto.

Questi commissari come hanno operato? Hanno operato con leggi e strumenti speciali, per cui, mentre per la classe politica fare un appalto per costituire e riparare un depuratore o adeguare un depuratore necessita di tutte le formalità, di tutte le procedure, nel rispetto della legge, con i tempi dovuti - salvo che non ci sia poi sempre un incidente di percorso - per questi nulla. Procedure dirette, strumenti eccezionali. Eppure i depuratori in Calabria non ci sono, non funzionano.

La Calabria perché dimentica questo?

Quando si parla di una Calabria che dal punto di vista ambientale ha le carte in regola, perché si scarica questa responsabilità sulla classe politica? Perché la classe politica non è in grado di respingere gli attacchi e le accuse infondate?

Perché non abbiamo uomini autorevoli, non abbiamo memoria storica, non abbiamo documentazione a supporto. Possiamo fare l’elenco di tutto quello che è avvenuto. In Calabria questi commissari, questi uomini dello Stato, in nome di una presunta solidarietà, hanno scaricato la spazzatura della Campania. Questo lo posso documentare!

La spazzatura della Campania… il problema dell’Italia in quei momenti, grazie alla condivisione di quei commissari che hanno consentito ciò.

Probabilmente nessuno chiederà mai conto a quei commissari del perché sono stati servizievoli!

Quindi, dal punto di vista idrogeologico, caro Presidente, quanti commissari ci sono e quanti ne abbiamo avuti? Eppure quando c’è un problema di dissesto in Calabria la colpa di chi è? Dei calabresi! La colpa di chi è? Della classe politica che amministra la Calabria.

Eppure la Calabria è una colonia, per cui quando qualche “potentato politico” di Roma deve piazzare qualcuno, che cosa fa? Te lo piazza in Calabria, dove magari gli danno l’indennità, eccetera, eccetera…

Ero consigliere regionale, ero Assessore quando l’ex presidente Scopelliti disse: “Ben venga la figura del commissario” se l’obiettivo è quello di risanare, in un mix corretto in cui la politica possa vigilare e i commissari svolgere il proprio dovere, anche in ambito burocratico.

Una cosa la dobbiamo dire: la colpa è un po’ di tutti e quando dico di tutti dico proprio di tutti!

Di tutti. Nessuno escluso. Perché la pressione sulla classe politica avviene a tutti i livelli, da quelli più bassi a quelli più alti.

Perché questo è il sistema della Calabria, dove il politico deve stare in equilibrio e se non sta in questo equilibrio inciampa ogni giorno.

Allora anche sulla questione della sanità l’ex presidente Scopelliti riteneva che tutto sommato quella fosse la “formula”. Si era avviata una certa fase, sia pure con i sacrifici che abbiamo avuto, ma limitatamente alla questione che riguarda il problema del Piano del rientro dal deficit sanitario.

Era una mediazione continua con la politica! Mi sembrava una formula giusta!

Dopodiché, per certi versi questa formula, per quanto riguarda il Piano di rientro, ha funzionato. Se qualcuno mi chiede: “È stato risolto il problema della sanità in Calabria?” Io dico: “No! Non è stato risolto”.

La politica di chiudere i piccoli ospedali, dove la gente vorrebbe continuare a curarsi, nonostante il rischio di morire, ha portato ad assistere alla rivolta dei sindaci man mano che veniva ipotizzata la chiusura. È legato ad un problema culturale, il problema della sanità fa i conti anche con queste realtà.

È stata avviata la procedura per l'utilizzo di fondi per la realizzazione degli ospedali, ma, guarda caso, solo in Calabria abbiamo impugnative ed ogni genere di ostacolo.

In Calabria, se si procede a realizzare un'opera che supera i 10 milioni di euro di valore, potete stare tranquilli che verrà ostacolata, perché entrano in gioco tanti interessi in una regione di miseria come la Calabria. Come abbiamo verificato, ci sono interessi del Nord che bloccano i processi. Purtroppo ormai al Sud non abbiamo imprese con la credibilità necessaria quando si parla di opere di un certo livello e i processi si bloccano.

Questo processo si è bloccato con l’ex presidente Loiero, si è bloccato con l’ex presidente Scopelliti, e cammina a grande rilento anche in questa Legislatura. È un problema complessivo che riguarda tutti noi e questo sistema.

All'inizio, quando è arrivato il commissario Scura, ho creduto che si potesse pensare di avere un interlocutore neutro, tecnico, per discutere di sanità, senza pregiudizi ideologici. Onestamente, ho avuto l'occasione di parlare diverse volte con il commissario Scura e per la prima volta, caro presidente Oliverio, le devo dire che, alla fine, sono arrivato al punto di dire che aveva ragione.

Con il commissario Scura ogni tipo di dialogo era impossibile e l'ho dovuto registrare personalmente. Credo che avesse qualcosa a livello di salute mentale, perché iniziava un confronto, dopo 10 minuti alzava la voce, mistificava la realtà e, un altro poco, se non stavi attento, chiamava i Carabinieri per farti arrestare. Questo era l'unico dialogo che Scura voleva con i suoi collaboratori.

Purtroppo, dobbiamo dire che questa terra è sfortunata. Perché? Perché da una parte ci sono tanti elementi per dire che la realtà odierna non è frutto solo di un fallimento politico, la debolezza politica del Sud è risaputa, ma è stata interpretata, è stata colta per insinuare i grandi interessi del Nord.

Forse una buona sanità avrebbe portato anche più turisti in Calabria. Ho sentito delle persone che non vengono in Calabria perché hanno paura del sistema sanitario: “Se dovessi avere un problema ed andare in ospedale…”. L'immagine dell'ospedale è quella di Locri o di Reggio Calabria. Ho sentito gente che ha il terrore di venire in Calabria solo per questo motivo.

Che non sia tutto un disegno?

La cosa che non potrò mai digerire - lo dico a me stesso ed è il motivo per cui sono contento che oggi ci sia un vero dibattito sulla sanità - è che questo possa avvenire con l'avallo dei calabresi, la convinzione che il ministro Grillo ha fatto un atto grandissimo tale da rendere contenti tutti i calabresi.

Chiaramente, per noi sarebbe facilissimo rispondere: “Ci vedremo fra uno, due o tre mesi, fra un anno. Ci confronteremo al momento della verifica”, perché noi che siamo addetti ai lavori abbiamo almeno quel minimo di competenza per capire che questa terribile situazione avrà conseguenze ancora più drammatiche.

In questi giorni sono andato a fare delle analisi nel mio ospedale di Catanzaro, vi posso assicurare che i medici sono smarriti. Il danno, che stanno facendo alla Calabria e ai cittadini, è enorme, non si capisce quanto.

Voglio dire: fate una riforma, fatela in maniera tale che quando entra in vigore abbia efficacia, poi giudicheremo. La carenza di un sistema, per quanto male potesse essere gestito, provoca all'interno degli ospedali un disorientamento che è da criminali ipotizzare.

Hanno lasciato la Calabria in una situazione di ambiguità che si sta trasferendo all'interno delle strutture sanitarie. I medici non sanno da chi prendere ordini e l'anarchia che si sta sviluppando non è altro che il frutto di un atto di criminalità pura che il ministro Grillo ha compiuto con il suo provvedimento.

A supporto politico delle motivazioni tecniche della proposta elaborata dal consigliere Parente, e condivisa dal Consiglio Regionale, volevo aggiungere queste considerazioni che nascono, ovviamente, dalla riunione dello scorso 18 aprile del Consiglio dei Ministri nella città di Reggio Calabria, che ha emanato il decreto cosiddetto “sanità”.

Il decreto sanità colpisce mortalmente l'autonomia della Regione. Addirittura, è come se avessero fatto una riforma costituzionale per la Calabria.

Lo so che qui decide il presidente Irto, ma se il presidente Oliverio mi dice di smetterla, io smetto, se invece mi dice di continuare vuol dire che…

 

PRESIDENTE

Concluda, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Posso continuare, Presidente?

Il decreto sanità colpisce mortalmente l'autonomia della Regione, è come se avessero fatto con un decreto legge una riforma costituzionale.

Abbiamo l'autonomia nella materia - con tutto ciò che di correttivo si prevede: i commissari, la spesa, eccetera, eccetera - ma siamo messi in una condizione di non poter fare niente con l’introduzione di un inedito, illegittimo e anticostituzionale meccanismo, attraverso cui la gestione del sistema regionale viene totalmente centralizzata e governata direttamente dallo Stato.

Questo decreto della sanità accentra nelle mani del Ministro della salute, attraverso i commissari ad acta per il Piano di rientro del debito, tutti i poteri di nomina dei direttori generali, del management delle aziende ospedaliere calabresi. Decreto sanità che si traduce esclusivamente in un aumento di potere e di retribuzione per i commissari, senza incidere in alcun modo sui nodi storici della sanità calabrese, caratterizzata sempre da un preoccupante fenomeno di migrazione verso le altre regioni, nonché da non più sopportabili condizioni di pronto soccorso.

Il meccanismo della sottrazione di competenze alla Regione costituirebbe un pericoloso precedente, che, spregiudicatamente, potrebbe essere esteso anche ad altre Regioni del meridione per via di una loro debolezza strutturale del momento.

Aggiungo - esprimendo questo concetto concludo il mio intervento motivando anche il mio voto favorevole all'iniziativa – che, in linea di massima, avrei potuto pure accettare un decreto come quello che è stato emanato il 18 aprile a Reggio Calabria, ma, poiché hanno detto che la sanità in Calabria è disastrata, che non abbiamo strutture sanitarie, che non possiamo assumere medici, mi sarebbe sembrato normale, se si fosse voluto intervenire pesantemente, come minimo preoccuparsi di migliorare questa sanità. Come? Migliorando l’edilizia sanitaria e dando la possibilità alla sanità calabrese di ripartire attraverso l'assunzione delle necessarie professionalità.

Vorrei capire per quale ragione il ministro Grillo, per espressa richiesta e volontà del suo partito, propone un decreto “Salva Roma” per pagare tutti i debiti pregressi della capitale e, invece, nel momento in cui viene in Calabria, l'unica cosa che sa proporre è la testa di quelli che lei pensa siano tecnici inadeguati alla sanità calabrese, aggiungendo solamente la previsione di risorse addizionali per pagare le missioni ai Commissari per potersi spostare - non so se in elicottero o in aereo - da un’area della Calabria all'altra.

Mi sembra che offesa peggiore alla Calabria non si potesse fare, il mondo dei social, se è contento di essere stato offeso così, lo dica.

Le generazioni che seguiranno, che un giorno approfondiranno, valuteranno e si domanderanno, davanti a questo quadro, come ognuno di noi si è comportato.

Certamente il Consiglio regionale deve avere un minimo sussulto, per questo motivo noi abbiamo aderito all'iniziativa e pensiamo di sostenerla, con ogni mezzo e strumento, anche al di fuori di questo Consiglio regionale.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Credo che il consigliere Tallini abbia preso molto tempo alla discussione, perché la discussione lo merita.

È un tema molto sentito dai calabresi, che spesso discredita l'impegno delle istituzioni e della politica, che spesso ci vede distanti dal Paese reale, che spesso ci mette in difficoltà e cattiva luce nei confronti dei nostri concittadini.

Devo dire che l'intervento del consigliere Tallini mi conforta un po', perché capisco che, dopo la chiusura di questa Legislatura, non potrebbe fare una alleanza con la Lega, viste le sue affermazioni nette, trancianti nei confronti di questo Governo che oggi sta guidando la maggioranza a livello politico nazionale.

Ho ben accolto l’intervento del consigliere Tallini, ne condivido le motivazioni e sono certo che questo dovrà ancora di più spingere chi ha oggi responsabilità politica in Calabria ad una riflessione ulteriore sui temi delle alleanze, delle nostre responsabilità, delle nostre competenze.

Perché, se il consigliere Tallini avesse ascoltato il presidente della Giunta regionale del Veneto, Zaia, pochi giorni fa al Senato della Repubblica, ancora di più credo che avrebbe rincarato le dosi contro una rappresentazione del Paese come due Italie: quella che produce e quella che non produce, quella che è assistita e quella che non è assistita, quella che ha la sanità di serie A e quella ha una sanità di serie C.

Tutti temi che mortificano il lavoro di chi, come noi, in quest’Aula cerca di alzare il livello, di misurarsi con le sfide che ha davanti, con le responsabilità, i compiti, i doveri verso i cittadini e che spesso viene sbeffeggiato da chi, come il presidente Zaia, si permette di dire che in Calabria abbiamo dei servizi non efficienti, una classe politica e dirigente non adeguata, una classe politico-istituzionale che dovrebbe essere presa a calci nel sedere. Così si è espresso.

Davvero offende, mortifica, il lavoro che ognuno di noi fa con abnegazione, con passione e con umiltà quotidianamente al servizio dei cittadini e delle nostre comunità che rappresentiamo perché siamo stati eletti.

Non siamo stati nominati, ognuno di noi è in quest’Aula perché ha preso un certo numero di voti che gli consente di essere presente, non perché qualcuno ci ha promosso o nominato o regalato qualcosa.

Fatta questa doverosa premessa, non imposterei la discussione sul piano dell’incostituzionalità del decreto, ma sull’offesa verso la comunità calabrese e le istituzioni. Perché quando c'è la mancanza del minimo rispetto di ogni regola elementare democratica, come non invitare il Presidente della Giunta regionale, chiunque sia, a partecipare ai lavori del Consiglio dei Ministri, ascoltarlo o incontrarlo come rappresentante istituzionale, lì c’è da denunciare un vulnus democratico.

È questa la prima denuncia che io voglio fare a quest'Aula. Perché non è pensabile che in un Paese democratico, qual è l’Italia, non ci sia il rispetto dei ruoli e delle responsabilità ricoperte ad ogni livello. Quindi, questo è il primo elemento da evidenziare. Il secondo elemento - lo dico ai miei colleghi d'Aula, ai partiti politici, alle forze politiche sociali presenti in Calabria – è che non ho visto una sollevazione popolare, una mobilitazione di massa o un mucchio di articoli dopo il Consiglio dei Ministri in Calabria.

Ho visto poche timide uscite di Forza Italia, ho letto qualche dichiarazione della deputata Santelli, ma non ho visto una mobilitazione vera per affermare che la dignità dei calabresi e delle Istituzioni calabresi non poteva essere mortificata, come è stata mortificata, con quella visita, con quello spot elettorale fatto in Calabria dal Governo, da questo Governo.

Per non parlare delle improvvisazioni. Quando il Presidente del Consiglio, Conte, è stato fermato dai lavoratori LSU LPU che gli hanno chiesto: “Presidente, vogliamo essere stabilizzati”, lui ha risposto: “chiedete il reddito di cittadinanza”.

Questo è l'esempio di questo Governo che non ha competenze, non ha conoscenze, non ha una preparazione tale da poter affrontare i problemi drammatici che vive il Sud, la Calabria, il Mezzogiorno.

Tutto si affida all'improvvisazione, allo spot, al ridicolo, all'illusione dei famosi pifferai magici.

Noi dobbiamo prepararci seriamente per sconfiggere questi pifferai magici, ma, per farlo, dobbiamo essere prima noi con la coscienza a posto, con le carte in regola, con le competenze, la credibilità, la serietà, l’onestà necessarie, con tutto ciò che ci permette di essere oggi interlocutori forti, seri nei confronti del Governo nazionale.

Credo che questo decreto, prodotto – ripeto - come spot elettorale, non sia altro che l'ennesimo errore a cui stiamo assistendo verso la Calabria, già vittima di un commissariamento decennale che ha prodotto solo debiti e servizi disastrosi.

Perché - caro collega Tallini - scaricare - perché questo decreto toglie le residue competenze in materia sanitaria alla Regione - tutte le responsabilità sui direttori generali, amministrativi e sanitari, quando siamo in una monarchia assoluta, quella del Commissario, è mortificante, ridicolo nei confronti dei calabresi.

Un decreto che prevede l’aumento dell'indennità ai Commissari, che prevede l'analisi del sangue ai direttori amministrativi e non fa un'analisi critica di cosa ha prodotto il commissariamento in Calabria in questi dieci anni.

Questa è la partita da mettere in campo, questo è il lavoro che dobbiamo fare con serietà, con scrupolosità.

Anche noi abbiamo commesso errori, lo dico al Governo precedente che abbiamo anche noi perseguito su quella linea senza capire gli errori commessi negli anni passati con il Commissariamento della sanità.

Perché, quando non si producono miglioramenti dei servizi, quando i LEA sono quelli che sono, quando sul territorio non si registrano novità particolari, vuol dire che c'è un deficit dei Commissari, magari una mancanza di collegialità, magari anche una mancanza di collaborazione con i Dipartimenti regionali; non lo so, poi lo chiederò al presidente Oliverio.

Sui LEA il problema è serio, presidente Oliverio. Non possiamo permettere a nessuno di dire che, grazie al Dipartimento tutela della salute, oggi non si raggiunge il livello minimo dei LEA.

È una cosa gravissima, presidente Oliverio, se dovesse essere vero. Credo che non sia vero per come conosco la sua serietà, la sua onestà, la sua correttezza, il suo impegno, però bisogna smentire chi oggi ha affermato con forza che il mancato raggiungimento dei LEA è colpa del Dipartimento tutela della salute e che questo decreto nasce con la condivisione dei dirigenti del Dipartimento.

Sono temi importanti che vanno affrontati, sviscerati, discussi con serietà.

La sanità rappresenta i tre quarti del bilancio regionale, ma spesso, in questi dieci anni, abbiamo solo gestito carte e non abbiamo programmato nulla, perché non eravamo in condizione di farlo visto che la competenza c'è stata tolta.

Un’altra riflessione che vorrei fare - poi mi fermo, perché condivido le cose che hanno detto prima – è: perché non pensiamo di fare una battaglia per centralizzare di nuovo la sanità? Così la smettiamo di avere servizi di serie A e servizi di serie B.

Siamo stati incapaci, c'è stata un’incapacità delle regioni del Mezzogiorno del Paese. Perché oggi non chiediamo di nuovo la centralizzazione della sanità? In modo che una siringa costi 01 in Lombardia e 01 in Campania, che il servizio A costi 01 in Calabria e 01 in Veneto.

Così la smettiamo con questa deriva a cui stiamo assistendo. Tra poco rischiamo anche di approvare il cosiddetto regionalismo differenziato.

Sono temi che dobbiamo affrontare con coraggio, dicendo se abbiamo sbagliato, dove abbiamo sbagliato e ponendo al centro, nella Conferenza Stato-Regioni, la possibilità di tornare alla centralizzazione della sanità.

Su questo vorrei che il Consiglio regionale si esprimesse e iniziasse una riflessione per capire davvero se è utile continuare oggi questa manfrina.

Ripeto, se ascoltate l'intervento del presidente Zaia, è mortificante. È mortificante che un Presidente della Giunta regionale si possa esprimere in quel modo verso i suoi interlocutori del Mezzogiorno, verso i suoi colleghi.

Smettiamola con questa manfrina, assumiamoci la responsabilità, eventualmente, di dire: “Centralizziamo di nuovo la sanità”, così vediamo se siamo uguali al Nord, al Sud, al Centro.

Credo che questo sia un elemento da porre all'attenzione del Consiglio regionale, perché, su questo, negli anni, ci siamo solo fatti del male, maggioranza e minoranza.

È un tema che, giustamente, i cittadini soffrono, vivono sulle proprie spalle, quando vanno nei Pronto Soccorso capiscono cos'è la sanità.

Ma poi dimentichiamo le cose positive fatte in questi anni. Per esempio, se parlo dell'ospedale Annunziata, posso dire che, in questi cinque anni, hanno migliorato molto i servizi, hanno portato in Calabria primari di primo livello. Oggi tanti Dipartimenti sono all'avanguardia, l'ospedale Annunziata è un’eccezione nel Sud.

Ma questo non basta, i cittadini guardano altro: i servizi, i Pronto Soccorso, la prima emergenza.

Credo, anche, che una riflessione in merito a un nuovo Piano per quanto riguarda i servizi socio-assistenziali sul territorio potesse essere fatta, Presidente.

Secondo me, lì c’è una nostra pecca, perché potevamo davvero dimostrare, con la partenza di alcune istituzioni tipo le AFT (Aggregazioni funzionali territoriali), i nuclei primari di assistenza, che questo Consiglio regionale crea servizi che avvicinano la sanità al territorio.

Lì, secondo me, potevamo spingere di più i processi, potevamo aiutare a realizzarli, potevamo imporre alcune cose a chi svolge il ruolo di dirigente, manager della sanità. Forse non l’abbiamo fatto perché – ripeto - presi troppo da questa maledizione del commissariamento, forse abbiamo perso occasioni importanti che potevamo gestire e governare meglio e dare risposte migliori ai nostri territori.

 

Presidenza del Segretario questore Domenico Tallini

 

PRESIDENTE

È iscritto a parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Consigliere Bevacqua, io credo che il presidente Zaia faccia il suo gioco e se noi cadiamo nel tranello di dividerci e dire: “Forza Italia non si può alleare con la Lega Nord, il Partito Democratico non si alleerà mai con il Movimento 5 stelle”, li assecondiamo.

Credo, invece, che oggi non sia il momento giusto per confrontarsi sulle nostre vedute differenti sulla sanità. L'ha già detto il consigliere Tallini, oggi c'è la necessità di trovare punti in comune, una sintesi dell'intero Consiglio regionale di cui sia partecipe anche il Presidente della Giunta regionale.

Lo scopo della seduta di oggi - che è partito dalla sua interrogazione - non è esaminare i punti di divergenza tra il centro destra e centro sinistra – in cui tutti, tra le altre cose, abbiamo delle responsabilità - ma è, invece, capire cosa è successo prima, durante e dopo il 18 aprile 2019.

Credo che il primo grande fallimento di quel Consiglio dei Ministri è testimoniato dal fatto che c'era tanta attesa, era un momento in cui la Calabria doveva sentire vicino il Governo, ma quando sono andati via vi garantisco, consigliere Bevacqua, che il sentore, quello che si respira fra la gente, è che la Calabria, i calabresi, la gente comune, non solo gli addetti ai lavori, si sentono ancora più distanti dal Governo centrale.

Questo è il primo fallimento del Consiglio dei Ministri in Calabria. Perché? Perché è iniziato male. È iniziato con uno sfregio istituzionale, perché non invitare il Presidente della Giunta regionale, il Presidente del Consiglio regionale, i sindaci delle cinque città capoluogo di provincia, è uno sfregio alla Calabria e alla democrazia rappresentativa che noi siamo in questa Aula e fuori anche da quest'Aula. Per cui, è da questo che noi dobbiamo partire.

Non discuto sulla sede, per me la sede naturale era questa, Palazzo Campanella a Reggio Calabria o in alternativa, la casa di tutti i calabresi, la Cittadella regionale. Non c'era bisogno di una Prefettura che fosse quella di Reggio, quella di Catanzaro o quella di Cosenza, si doveva parlare ai calabresi in questa Aula o quantomeno alla Cittadella regionale.

Un percorso del genere, probabilmente, avrebbe coinvolto anche noi, con le nostre responsabilità. Nessuna parte politica può essere considerata scevra da responsabilità sulle forti criticità che presenta il sistema sanitario regionale. Se ci deresponsabilizzassimo, faremmo un grande errore, Presidente.

Mi auguro che alla conclusione di questo dibattito, che naturalmente sarà sancito dal suo intervento, non avremo necessità di difenderci rispetto alle nostre posizioni.

Abbiamo la necessità di dire forte all’Italia cosa ci saremmo aspettati da quel Consiglio dei Ministri - e anche dopo quella burla nei confronti dei calabresi -, cosa vogliamo fare insieme a lei, Presidente, ed insieme al Consiglio regionale. Lei sarà più forte se andrà a Roma a portare le motivazioni di tutto il Consiglio regionale. Non potrà venire tutto il Consiglio regionale, andrà lei che rappresenta i calabresi che l’hanno delegata come Presidente quattro anni fa e, naturalmente, se lo riterrà opportuno, per il Consiglio regionale verrà il Presidente con qualcuno dell'Ufficio di Presidenza, da cui tutti ci sentiamo rappresentati.

Detto questo, entrando più specificatamente nel merito, ognuno di noi ha letto quel decreto, io non sono un sommo della questione, ma non vedo nessuna soluzione dei problemi della sanità.

Abbiamo due strade: la violazione costituzionale che, vivaddio, è sancita da una carta costituzionale che vale da Pordenone fino a Palermo ed è il primo momento di discussione che dovremmo fare - con chi, poi lo vedremo alla fine di questo Consiglio regionale –, poi dovremmo entrare nel merito del decreto Calabria.

Dicevo prima, che cosa ci saremmo aspettati? Io mi sarei aspettato anche delle bacchettate, perché no? Ma nell'ambito di una visione completa e dell’individuazione di un percorso che potesse essere veramente risolutivo di alcuni problemi. Fermo restando che neanche il ministro Grillo, venendo in Calabria, poteva avere la bacchetta magica per risolvere i problemi della nostra sanità, mi sarei aspettato una presa di posizione forte, come un decreto “Salva Roma,” un decreto sblocca turnover. L'abbiamo detto, questo blocco è una iattura sulla testa dei calabresi che si sta già manifestando, non in estate, ma già adesso in tantissimi ospedali che non riescono a coprire i turni in varie unità operative complesse, anche nelle urgenze-emergenze.

Il 25 aprile, nell'ospedale regionale di Catanzaro, non c'era un medico di turno per i pazienti con codice bianco; la mancanza di un medico per i pazienti con codice bianco ha superaffollato anche il percorso dei pazienti con codici di colore più importante, con un massacro, in primis, per i pazienti. La centralità, non v’è dubbio, deve essere il paziente, ma anche per tutti gli operatori sanitari che sono diventati sempre più a rischio di aggressioni verbali e non sempre verbali. La cronaca è piena di aggressioni fisiche nei confronti di medici, infermieri, O.O.S.S. e quant'altro. Non un plauso ma ci saremmo aspettati una parola, rispetto, per esempio, a quella riforma epocale che questo Consiglio regionale ha fatto in modo bipartisan sull’ integrazione dei nosocomi Pugliese Ciaccio e Mater Domini; ce la saremmo aspettati perché è stato il mantra degli ultimi 10 anni, rispetto al cosiddetto Tavolo Massicci, oggi Tavolo Adduce: “Senza l'integrazione non si risana la sanità calabrese”. Non c'è stata una parola! Allora dico che non c'è stata una parola, Presidente, perché quella integrazione, al di là di come l'abbiamo costruita in questo Consiglio regionale, perché tutto è perfettibile, non la vogliono.

Le chiedo, quindi, anche perché quella legge di integrazione prevedeva entro 90 giorni la sottoscrizione del Protocollo d'intesa, se ci sono state riunioni, se lei ha partecipato a riunioni, essendo uno dei tre attori che deve formulare quel protocollo d'intesa insieme al Magnifico Rettore ed insieme alla struttura commissariale, fin quando saremo commissariati. Non abbiamo notizie, ce le dia lei, le porti a Roma perché, invece, le notizie, i rumors che ci sono fanno capire che nel Movimento 5 Stelle, anche qui in modo contraddittorio - non me ne voglia il generale Cotticelli, non stiamo parlando delle persone - pensano di opporsi a quella legge con una presa di posizione sulla costituzionalità della stessa, nonostante il Movimento 5 Stelle abbia presentato una legge di integrazione dell'area sanitaria ospedaliera del centro della Calabria in cui Catanzaro è con Lamezia.

Al di là di queste disposizioni non c'è stata una parola su quella integrazione tanto voluta dai Ministeri, dal Ministro della sanità e dai Ministeri affiancanti il Tavolo Adduce. Ci saremmo aspettati una parola, questo sì, collega Bevacqua; ci saremmo aspettati una parola su come procede la questione del regionalismo differenziato in materia sanitaria e sul rischio delle disuguaglianze che il regionalismo differenziato in materia sanitaria porterà fra Nord e Sud. Venite a casa nostra portateci delle notizie anche su questa istituzionalizzazione, sui divari che aumenteranno fra Nord e Sud se dovesse passare pedissequamente la riforma del regionalismo differenziato, come la vuole giustamente il governatore Zaia, giustamente per il loro punto di vista la vogliono Lombardia ma anche, in parte, l'Emilia-Romagna. Non una parola!

Ci saremmo aspettati dal ministro Grillo una visione unitaria; la centralità della sanità non è quella, non me ne voglia il collega Bevacqua, di come si compra una siringa a Pordenone, di come si compra a Palermo perché poi ci sono costi di produzione, costi di viaggio così diversificati che non è quella. Ci saremmo aspettati che il ministro Grillo venisse a parlarci di un sistema informativo del sistema sanitario nazionale, unificato nel linguaggio, nella modulistica, così, probabilmente, il problema che oggi ha posto, con la sua interrogazione, il collega Bevacqua non sarebbe successo, se è vero come è vero che c'è una criticità al Dipartimento della salute che non ha trasmesso bene i dati dei livelli di assistenza nella nostra regione.

Anche quello che dice l'ingegnere Scura. Non mi soffermo sulle responsabilità che l'ingegnere vuole imputare a destra, a sinistra perché ho detto che non è oggi il momento e la sede delle divergenze fra di noi, Presidente, ma invece mi sono soffermato su un'altra frase di quell’ intervista, della relazione, di quello che l'ingegnere Scura ha mandato al Governo centrale. L'ingegnere Scura sostiene che il ministro Grillo e i Ministeri affiancanti il Tavolo Adduce sapevano che quei dati erano sottostimati. Quindi c’è un disegno perverso! Se lo sapevano non ne hanno tenuto assolutamente conto e si sono attenuti alla ufficialità dei dati perché vogliono maledettamente disegnare una situazione della sanità calabrese ancora più critica, ancora più deficitaria di quella che è. Da qui il linciaggio mediatico che la Calabria sta subendo a livello nazionale mediante i media nazionali.

È questo il vero problema, è questo che ci costringe, tra virgolette ci costa, perché quando si parla, lo diceva prima su una pratica il consigliere Gallo, di interessi collettivi non c'è maggioranza e opposizione e l'abbiamo anche dimostrato, oggi, da questi banchi, a maggior ragione quando si parla di sanità. Sembra quasi che si voglia descrivere questa Calabria come deficitaria oltre ogni confine. E il decreto che cosa prevede per risolvere il problema? Concede, assegna più poteri ai commissari. Che ben vengano questi poteri - al di là che non mi scandalizzo degli emolumenti accessori per la trasferta e quant'altro - ma mi sembra veramente paradossale che si vogliano dare più poteri ai commissari come se, in questa regione, fossero arrivati ieri. I commissari ci sono dal 2009 e ritengo che la Calabria debba sapere che quello che ha fatto il Consiglio dei Ministri, che le bacchettate del Consiglio dei Ministri sono rivolte allo Stato stesso che ha inviato dal 2009 i commissari. Ripeto: non è un problema di quel nome o di quell'altra persona, ma è un problema dell’istituzione commissariale che ha portato la sanità calabrese ben sotto dove l'ha trovata.

Andrò per sintesi perché ho già detto che non è questo il momento di un confronto, che mi auguro ci sarà successivamente, ma è il momento della condivisione di alcuni passaggi generali, poi, sull'analisi ci sarà tempo e modo di confrontarci.

Credo che se si trovano questi punti in comune, se si trova una sintesi, lo ha detto all'inizio il collega Scalzo, dal Consiglio regionale, insieme al Presidente della Giunta, Mario Oliverio, deve partire un appello al Presidente della Repubblica, Mattarella; un appello non accorato, un appello forte, politicamente forte. Mi auguro che il presidente Mattarella, nella sua eleganza istituzionale, nella sua espressione dell’unità d'Italia, nella sua eleganza di uomo politico che conosce i princìpi della Repubblica, i princìpi della Carta costituzionale, quantomeno ci ascolti, ci dia una risposta, perché troppe volte abbiamo scritto, chiunque di noi da destra a sinistra, e non abbiamo ottenuto risposte. Non ottenere risposte è vergognoso nei confronti della Calabria, non ha importanza che tipo di risposta ci saremmo aspettati, avremmo voluto il rispetto delle istituzioni perché sono la rappresentanza dei cittadini.

Credo che non sia demagogia, non sia apparire, non sia un fatto mediatico se da questo Consiglio regionale, oggi, parte un documento forte, da sottoporre all'attenzione del presidente Mattarella, affinché non si renda responsabile della firma di un decreto Calabria che offende i calabresi, attraverso una violazione alla Carta costituzionale. Soprattutto, la cosa più importante, è che una violazione mi potrebbe anche stare bene, laddove quella violazione guarda e determina il percorso per la risoluzione dei problemi. Quel decreto non risolve nulla dei problemi della Calabria, li accentua, perché in base a quello che stabilisce il decreto domani mattina, con senso di responsabilità, i manager e i tanto vituperati nominati dalla politica dovrebbero chiudere l'ospedale di Locri, l'ospedale di Melito e chissà quanti altri ospedali si dovrebbero chiudere.

Vorrei chiedere al ministro Grillo, che è andata a visitare l'ospedale di Locri, se, presi dalle strette di una esasperazione normativa, decidessimo di chiudere gli ospedali, cosa provocheremmo? Provocheremmo solo un allarme sociale nella nostra terra. Noi invece a questa terra ci crediamo, siamo sicuri che adesso partirà la battaglia delle battaglie.

Presidente, mettiamo da parte gli scontri di 4 anni, mettiamo da parte anche gli scontri futuri da qui a fine Legislatura, ma facciamo fronte comune sulla battaglia delle battaglie di cui dicevo prima.

La dignità dei calabresi è una ed è quella di una sanità che vada verso la soluzione di alcuni problemi. Mi sarei aspettato - concludo veramente -, Presidente, un percorso chiaro, anche di semplificazione, che andasse a sanare quello che è un gap strutturale della Calabria rispetto al Nord e che riguarda la presenza di grandi ospedali. In Calabria non abbiamo grandi ospedali dove poter dare delle prestazioni tecnologicamente avanzate ed in un quadro complesso e multidisciplinare delle varie patologie di cui sono affetti i calabresi. Dobbiamo colmare quel gap strutturale e non lo possiamo fare da soli perché questa è una terra maledetta, da un certo punto di vista, perché un bando che a Pordenone si espleta, magari, in 60 giorni qui si realizza in 6 anni, per tutte le motivazioni che sappiamo da quando è stato fatto l’accordo di programma quadro degli ospedali della Sibaritide, di Gioia Tauro e di Vibo Valentia, per non parlare dei finanziamenti dell'ospedale di Catanzaro e dell'ospedale di Cosenza.

Nessun campanilismo ci divide, non ci divide l'atteggiamento di questo Consiglio dei Ministri, anzi, se un risultato lo hanno ottenuto, che è quello di farci perdere la faccia con i calabresi, hanno però determinato il risultato che su questa battaglia, mi auguro anche oggi, venga sancito in modo forte e sostanziale da questo Consiglio regionale che non c'è maggioranza e non c'è opposizione. Questo Consiglio regionale è unito e proteso alla salvaguardia della sanità calabrese per quello che sarà il nostro compito, partendo dalle tante criticità e delle tante responsabilità che ognuno di noi, nessuno escluso, ha per quello che vediamo sotto i nostri occhi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo, ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Presidente, penso che il Consiglio regionale, oggi, collega Esposito, abbia deciso di scrivere una pagina importante sul piano istituzionale. Il documento scritto dal collega Parente e condiviso da tutti i gruppi è un documento forte e chiaro. Secondo me, ascoltati gli interventi di tutti i consiglieri regionali, è un primo passo verso la necessaria mobilitazione che la Calabria deve mettere in campo, rispetto ad un provvedimento inutile nel merito e grave nel metodo, poi vedremo anche il perché.

È un atto istituzionale importante perché proviene da tutte le forze rappresentate in Consiglio regionale, dalla massima Assemblea elettiva calabrese e quindi dalla democrazia rappresentativa della nostra regione.

È un atto che esplicita che il “Governo del cambiamento”, o presunto tale, ha scelto formalmente ed ufficialmente, dopo il cosiddetto decreto sanità, di non cambiare nulla, anzi ha scelto di estendere, di aggravare i provvedimenti che i precedenti Governi avevano fatto in tema di commissariamento della sanità. Da questo punto di vista, pur comprendendo alcuni accenti polemici di qualche consigliere regionale, devo dire che l'atteggiamento e la linea seguita dal presidente Oliverio è incontestabilmente, di assoluta chiarezza e coerenza di fronte a tutti i Governi che hanno prorogato il Commissario, nominato il Commissario, sostenuto la necessità di avere un Commissario alla sanità. Il presidente Oliverio ha detto: “Non va bene! Bisogna tornare alla gestione ordinaria.” Lo ha detto con grande forza al governo Renzi, al governo Gentiloni e lo dice, oggi, al governo Conte. Da questo punto di vista nessuno può dire che Oliverio abbia omesso il suo dovere-diritto di rappresentare i calabresi in tema di diritto alla salute ed alle cure.

Questo governo ha peggiorato la situazione perché di fronte a un consuntivo scandaloso del commissariamento della sanità, scandaloso perché è peggiorata la mobilità passiva, scandaloso perché sono peggiorati i LEA, scandaloso perché è del tutto evidente che lo strumento commissariale lungo 10 anni - anche questa, collega Aieta, è una contraddizione in termini perché il commissariamento dovrebbe riguardare un periodo breve di intervento straordinario - non è servito a restituire ai calabresi il diritto alla salute! E qui veniamo alle responsabilità. Spesso ascoltiamo nel dibattito pubblico che il Commissario ha delle responsabilità però i direttori generali li nomina il Presidente. Aggiungo, vorrei ricordare, che i direttori generali o i commissari agiscono dentro le linee di un piano di rientro governato dal commissario, non voglio aggiungere nient'altro rispetto a quanto detto dal collega Tallini sulla possibilità di confrontarsi con taluni soggetti. Lo ha detto il consigliere Tallini in Aula, io lo sottoscrivo! È nota a tutti questa polemica pretestuosa, è noto a tutti quale sarebbe stata la responsabilità di Oliverio: non si è rapportato con i commissari. Oliverio, con una precisa impostazione di autonomia a difesa delle prerogative della Regione e non della persona, ha lavorato per garantire il rispetto delle funzioni proprie della Regione Calabria, senza scendere a contrattazioni, ad ammiccamenti, in discussioni che pure qualcuno provava, di volta in volta, a proporre, ma tenendo come obiettivo, come bussola il diritto dei calabresi a essere curati dignitosamente nella loro regione.

Quante volte abbiamo detto “il più grande ospedale della Calabria si trova fuori dalla Calabria”, quante volte abbiamo ascoltato denunce rispetto alla mobilità passiva e rispetto ai LEA.

La verità, triste ma grave, è che si alternano i governi in Italia ma rimane il commissariamento della sanità in Calabria! Rimane il commissariamento della sanità in Calabria perché, evidentemente, c'è un pregiudizio nei confronti della nostra regione, perché altrimenti non si potrebbe spiegare diversamente e aggiungo che vi sono degli interessi che è chiaro, da quello che accade, che per i governi nazionali e per le loro lobby di riferimento vengono prima del diritto dei calabresi a essere curati.

Faccio una domanda al governo Conte, così come l’ho rivolta al governo Renzi e al governo Gentiloni: ma se è vero che i bilanci della sanità calabrese non sono reali perché si continua a pagare un advisor che ha certificato dei bilanci, evidentemente, fallaci? Questo advisor, KPMG, pagato profumatamente dai calabresi, quando risponderà del suo operato? È vero o non è vero che ci sono interessi romani del settentrione, di gruppi imprenditoriali rappresentati in queste compagini che stanno succhiando il sangue alla Calabria? Perché permane il commissariamento e non si può avere una gestione ordinaria in Calabria? Perché il governo Conte, addirittura, si inventa una incostituzionale estensione dei poteri commissariali che non risponde al bisogno, alla domanda di salute e di sanità pubblica dei calabresi? C’è nel decreto sanità, cosiddetto, una risposta al bisogno di medici nei nostri ospedali? Saranno assunti medici? No! C'è un investimento sulle apparecchiature? No! Ci sono risposte alla domanda di ospedalità? No! Che cosa c'è in questo decreto? C'è un poltronificio, nel peggiore stile della peggiore politica che tanto viene bistrattata negli slogan del Governo giallo-verde.

Tra una lite e l'altra, Salvini e Di Maio piazzano provvedimenti dal vecchio sapore clientelare e, diciamo, con una caratteristica di occupazione del potere che farebbe venire i brividi ai peggiori Governi monocolore della prima Repubblica.

Questa è la realtà! E per di più con un aggravio di costi per i calabresi, perché addirittura si dice che bisogna sostenere ulteriori spese, ulteriori costi per pagare gli spostamenti dei commissari.

Attenzione! Io non l'ho ascoltato in quest’Aula ma è un aspetto che mi preme denunciare fortemente: ma gli ordini professionali della Calabria hanno letto bene cosa c'è scritto in questo decreto? Addirittura è preferibile che i professionisti calabresi non vengano impiegati nello svolgere le funzioni manageriali nella regione, in sanità. Ma vogliamo alzare la testa e ribellarci di fronte a provvedimenti di impostazione razzista e neocoloniale! Così vanno definiti, perché questa è la loro natura.

 È possibile che i manager calabresi, che eccellono in tutto il mondo, non possano agire nella loro regione? Ma che decreto è? A chi serve? Qual è l'operazione di potere, di interessi che deve coprire? E non mi si venga a dire, per carità, che in Calabria anche la sanità è una questione criminale. La si smetta! I calabresi hanno bisogno di cure, hanno bisogno di una buona sanità pubblica e hanno bisogno che lo Stato la garantisca e finora lo Stato non l’ha garantita.

Se ci sono problemi di infiltrazione della ‘ndrangheta e dei poteri criminali nella sanità intervengano le Procure, le Prefetture e gli organi che sono preposti a farlo.

Quando l'amministrazione Oliverio ha avuto notizia di questo ha invitato i dirigenti nominati a portare le carte in procura, sui doppi pagamenti così come sulle forniture degli appalti e ci sono organi, nominati dal Presidente della Giunta regionale, che hanno fatto precise e pubbliche segnalazioni agli organismi competenti.

Non accettiamo lezioni di legalità dal Grillo di turno! La Calabria respinge questo tentativo di lanciare ombre, di gettare sempre il sospetto, di alimentare il pregiudizio di fronte ad un gravissimo furto di sanità e di risorse nei confronti della nostra Regione che ha fatto bene il presidente Oliverio a denunciare con forza dopo l'ultima pantomima del Consiglio dei Ministri, ha ragione il collega Tallini, svolta a Reggio Calabria. Lo diceva il consigliere Baldo Esposito, l'ha detto il consigliere Mimmo Bevacqua, lo hanno detto tutti i colleghi che mi hanno preceduto: “Ma che Consiglio dei Ministri è un Consiglio dei Ministri che viene qui, non invita le autorità rappresentative del territorio, salvo poi immaginare di essere accompagnati in passerelle inutili presso qualche nosocomio regionale, per fare un provvedimento che non affronta la domanda di sanità dei calabresi?”. Il Consiglio dei Ministri è un Consiglio dei Ministri che si riunisce in Prefettura per non affrontare nessuna delle questioni, dal precariato alle infrastrutture, che sono drammaticamente attuali per la Calabria.

Che Consiglio dei Ministri è? Questa è la questione.

Allora, di fronte a questa questione, il Consiglio regionale, oggi, decide di fare un ordine del giorno preciso, scritto dai consiglieri regionali, proposto dal consigliere Claudio Parente che ringrazio. Secondo me scrive una prima pagina importante.

Dobbiamo riflettere, abbiamo fatto l'integrazione delle aziende a Catanzaro, dobbiamo lavorare sull'approvazione della riforma che separa gli ospedali dal territorio perché questo è il modo per un Consiglio regionale di affrontare il tema della salute. Lo possiamo ancora fare, lo possiamo fare insieme e, l'approvazione di questo ordine del giorno, vuol dire, Presidente, che si possono convocare gli stati generali della sanità calabrese con gli ordini professionali, con le associazioni, con i sindacati dei medici, convocando gli enti locali, i cittadini e sollevando una questione nazionale di fronte al Paese e al Presidente della Repubblica. È la questione della dignità della Calabria e dei calabresi, è una questione che riguarda tutti a prescindere dalle appartenenze politiche. Per questo ritengo, presidente Oliverio, che oggi bisogna cogliere, unitariamente, l'opportunità che il Consiglio regionale dà e rilanciare una lotta nell'interesse esclusivo della Calabria per il suo futuro, per il nostro futuro, per il futuro della regione ed il futuro dei cittadini e per ribadire che qui abbiamo bisogno di avere una sanità pubblica efficiente e gestita ordinariamente.

Credo che tutte le forze politiche che si sono espresse stasera siano disponibili a ragionare insieme degli stati generali, credo che l'ordine del giorno sia un primo passo e che la mobilitazione debba continuare con forza e con costanza.

La Calabria dà un segnale al resto del Paese, un segnale di dignità, di pulizia, di unità e di rivendicazione di diritti sanciti dalla Costituzione ma mai applicati nella nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Grazie, Presidente. Sono stato tra i firmatari di questo ordine del giorno che, peraltro, nella stesura originale, impegnava il Presidente del Consiglio regionale e non anche il Presidente della Giunta regionale ad attuare ogni iniziativa finalizzata a non rendere operativo il suddetto decreto. Ne hanno parlato diffusamente tutti coloro i quali mi hanno preceduto.

Credo che siamo perfettamente d'accordo su un principio, vale a dire che questo Governo e queste parti politiche il 4 marzo scorso erano su posizioni totalmente diverse; poi si sono unite violando anche quello che era il mandato degli elettori che aveva dato un voto specifico alla coalizione di centro-sinistra, alla coalizione di centro-destra e ai 5 stelle, tradendo, quindi, il voto degli elettori.

Hanno comunque raccolto, partendo dalla contestazione dei calabresi e dal malessere dei calabresi e degli italiani del mezzogiorno, tantissimi voti. Voglio ricordare, per esempio, che i 5 Stelle detengono su 30 parlamentari calabresi ben 18 parlamentari e che la Lega, che negli ultimi mesi ha cancellato dal proprio logo la parola Nord, ha raccolto due parlamentari di cui uno, il ministro Salvini, probabilmente, per una serie di conteggi non giusti, dovrebbe cedere il suo seggio a Forza Italia. Mi auguro che la giunta per le elezioni lo faccia ben presto. Detengono, quindi, in Calabria 20 parlamentari su 30 che sostengono, come maggioranza, un Governo che viene definito “giallo-verde” e vengono in Calabria a tenere un Consiglio dei Ministri senza precedenti, peraltro mortificando i calabresi, perché nel momento in cui non viene invitato il Presidente della Giunta regionale ad una riunione che si tiene in Calabria si mortificano i calabresi. Fino a prova contraria, possiamo scontrarci e per me Oliverio sarà un ex Presidente o lo è già, o lo sarà di qui a qualche mese, ma è il Presidente della Giunta regionale, il Presidente dei calabresi e quando non viene invitato il Presidente della Giunta regionale è una offesa, una mortificazione senza precedenti ai calabresi.

Vengono in Calabria, con grande rullo di tamburi, ad approvare un decreto sulla sanità - del quale parlerò di qui a tra poco - che non dà alcun’altra risposta sulle altre emergenze calabresi. L’avete detto bene tutti quelli che mi avete preceduto. Anzi, intervistati ed avvicinati da cittadini calabresi su tematiche come quelle della mobilità o del precariato, il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri hanno denotato una grandissima mancanza di conoscenza di questi problemi, così come non si danno risposte, ad esempio, sulle infrastrutture. Non c’è il decreto sblocca cantieri, non sappiamo se e quando partiranno i lavori sulla Strada Statale 106, nel tratto Roseto-Sibari, perché impantanati da questo Governo e via discorrendo. Nessuna risposta viene data sugli altri temi specifici e sulle emergenze di questa regione, tradendo, quindi, la volontà di cambiamento e le speranze di risposte concrete da parte dei calabresi che, il 4 marzo del 2018, hanno guardato a questa compagine o a queste forze politiche con grande speranza.

Sulla sanità tanto rumore per nulla.

Un decreto che eleva, anche, delle competenze e dei rimborsi spese - vogliamo sorvolare su questo - ma soprattutto consegna le chiavi della sanità calabrese a quelli che non sono due mostri di efficienza, per un verso Invitalia, per l’altro verso AGENAS. 

Ricordo il 2010, quando venni eletto consigliere regionale, iniziò la fase del Piano di rientro che il presidente Loiero aveva procrastinato nei tempi, grazie ai suoi rapporti romani; iniziò il rapporto con AGENAS il cui atteggiamento nei confronti della sanità calabrese era di taglio totale, assoluto.

Oggi, a distanza di dieci anni, l'Agenzia nazionale servizi sanitari viene riportata in campo.

Viene riportata in campo da questo Governo, probabilmente per far sì che ulteriori tagli, rispetto a servizi ormai inefficienti, vengano ad essere effettuati nei confronti di una Regione che è la cenerentola in assoluto; quindi un fallimento completo, da parte del Governo, rispetto alle risposte, ma anche nei confronti e nel rapporto con la Calabria e i calabresi.

Capisco, anche, il clima di unità, non lo voglio andare a minare, ci mancherebbe altro.

La dignità dei calabresi la dobbiamo difendere. Abbiamo un mandato specifico, dobbiamo essere uniti. Se c'è un decreto legge del Consiglio dei Ministri che riguarda la Calabria che è illegittimo e che il Presidente della Repubblica, Mattarella, non può firmare, perché travalica i confini del rispetto della Costituzione, delle competenze costituzionali fra Stato e Regioni, dobbiamo evitare che ciò avvenga.

Però non comprendo, non giustifico e non sostengo un clima secondo il quale i piemontesi, ancora una volta, vengono in Calabria a rubare i nostri tesori, perché se diciamo questo - e mi riferisco ad alcuni interventi del dibattito - non facciamo un servizio ai calabresi, siamo i soliti piagnoni e in più non diciamo la verità fino in fondo.

Nel corso degli anni, come classe dirigente, abbiamo assommato delle responsabilità. Oggi, chiaramente, queste responsabilità emergono. Abbiamo lasciato ad altri, ad altre parti politiche e ad altri parti istituzionali, spazi per far sì che ci siano questi interventi, interventi ultronei e travalicanti, e oggi probabilmente dobbiamo correre ai ripari. Speriamo non sia troppo tardi.

Non posso sottacere che ci sono delle responsabilità anche negli ultimi anni, perché queste responsabilità, ahimè, sono chiare ed evidenti. Se abbiamo prestato il fianco, rispetto a questa iniziativa, ebbene ci saranno anche dei disegni che partono da lontano, ma non credo che la sanità calabrese sia la più appetibile del Paese, comunque, ci sono delle responsabilità chiare e precise che vanno individuate in capo, anche, a quest'ultimo governo regionale e al Presidente della Giunta regionale. Lo devo dire, non posso tacerlo, perché altrimenti non facciamo un servizio ai calabresi e un servizio alla verità.

In questi anni la sanità è peggiorata; i LEA sono peggiorati; il debito della sanità calabrese è peggiorato passando dai 30 milioni di euro del 2014 ai 260 circa milioni di euro del 2018 e questo anche al netto dell’addizionale IRPEF che i calabresi pagano.

La mobilità passiva è aumentata in questi anni e può essere, anche, che i controlli sulla mobilità passiva non siano stati efficaci, ma credo che ci siano delle responsabilità gravi da parte di questa Giunta regionale, del suo Presidente e di chi in questi anni ha amministrato la Calabria.

Egregi colleghi, capisco che ci sono delle responsabilità da parte dei Commissari, ma l'ultimo Commissario, quello che ha preceduto gli attuali, era di nomina del Partito Democratico con il quale un Presidente dello stesso colore politico non ha inteso ragionare. Magari il consigliere Tallini avrà litigato con il commissario Scura, ma io con il commissario Scura ho parlato in tante circostanze e non mi pare che fosse un irragionevole completo.

Credo che, comunque, al di là dei limiti caratteriali di ognuno, ci siano responsabilità istituzionali.

Nel momento in cui c'è un Commissario in casa, sia pure per responsabilità altrui, con quel Commissario, nell’interesse generale dei calabresi, si deve ragionare, non si può soltanto litigare.

Credo, anche, che l'approccio istituzionale, l'approccio del Presidente della Giunta regionale rispetto a questi arrivi dei nuovi Commissari non sia stato il migliore possibile.

Lo voglio ribadire, purtroppo ancora una volta, è stato l’atteggiamento della sfida con la nomina dei direttori, dei commissari delle Aziende sanitarie; vantando e sottolineando peraltro in quella circostanza un'emergenza che probabilmente non era tale, e quindi urtando anche suscettibilità e muovendo situazioni che nei rapporti istituzionali, facilmente, provocano delle reazioni. E le reazioni, probabilmente, sono la conseguenza delle sfide che sono state lanciate, senza avere poi forza per sostenerle da parte di questo governo regionale e da parte del suo Presidente.

Queste cose le dobbiamo dire con grande chiarezza, perché altrimenti abbiamo soltanto un clima da “volemose bene” e posizioni certamente concordanti sul rapporto con il Governo e con il decreto, probabilmente illegittimo, emanato dal Governo, ma non possiamo non dirci quali sono le responsabilità dalle quali una parte di queste azioni sono scaturite.

Le responsabilità sono chiare ed evidenti e da questa parte politica, almeno io, le voglio sottolineare, perché non siamo la stessa cosa.

In questi ultimi anni, questa parte politica non ha governato, ha fatto opposizione, più volte ha chiesto al Presidente della Giunta regionale di ragionare sulla programmazione in sanità e una delle poche cose buone che sono state fatte per la sanità calabrese è, ad esempio, l'integrazione fra l’Azienda ospedaliera di Catanzaro, Pugliese-Ciaccio, e l’Azienda universitaria Mater Domini, che è stata frutto di concertazione. Questo governo, poi, potrà bloccare questa iniziativa che però, ribadisco, è frutto di concertazione, in quel momento, con il commissario Scura e dunque frutto di un percorso condiviso nell'interesse dei calabresi e di quella parte del territorio calabrese.

In tante altre circostanze, questa azione concertativa non c'è stata e le conseguenze sono state nefaste soprattutto per i nostri conterranei; per esempio, io sono rientrato in Consiglio regionale nel novembre 2017, beh, in quel periodo il Presidente della Giunta regionale, con un Governo del PD, un Presidente del Consiglio del PD, un Commissario del PD, chiedeva la rimozione del Commissario minacciando di incatenarsi di fronte a Palazzo Chigi. Più volte ho definito quello il vero e proprio fallimento della politica calabrese, dell’istituzione “Regione” calabrese e, ahimè, del suo Presidente.

Amici, colleghi, queste cose le dobbiamo dire fino in fondo, perché, oggi, se per un verso siamo qui come firmatari di questo ordine del giorno, non c'è dubbio che uniti difendiamo i calabresi, rispetto ad un provvedimento che probabilmente travalica i confini della legittimità ed è ultroneo e punitivo oltremodo per i calabresi, anche perché, in questo decreto, non ci sono rimedi seri per migliorare la sanità calabrese, ma forse qualche argomento e qualche strumento per saccheggiarla ulteriormente o per avere un rimedio peggiore del danno che finora è stato effettuato.

Passata questa fase, non possiamo non dirci le cose come stanno.

Non possiamo non confrontarci, anche in maniera dura, su questi argomenti, dicendo le cose nella loro verità e non mandandole certamente a dire, perché noi, lo dico ai colleghi del centro-destra, siamo cosa diversa rispetto a chi ha governato finora, e a chi sta governando, fermo restando il rispetto istituzionale per il Presidente della Giunta regionale, che è anche il mio Presidente, che è stato mortificato e con lui i calabresi nel momento in cui questo Governo raffazzonato è venuto in Calabria e non l'ha invitato ad un incontro istituzionale.

Credo che questo Governo si sia macchiato di questa ulteriore offesa alla Calabria, per il resto penso che siamo uniti nell’approccio anche nel rapporto col Governo, ma le responsabilità e le differenziazioni le dobbiamo marcare fino in fondo.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

 

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Voglio fare brevissime considerazioni, anche perché ho avuto modo di esprimere la mia opinione in modo chiaro e in modo netto su questo decreto immediatamente dopo la riunione del Consiglio dei Ministri. Innanzitutto permettetemi di esprimere un sincero apprezzamento per la discussione che si è svolta qui, oggi, perché a parte i toni che, come dire, caricano sempre la casacca di parte anche rispetto a problemi che, nel merito, sono di interesse generale, c'è stata una discussione seria, matura e responsabile.

Ci sono stati interventi che condivido, al di là delle collocazioni politiche, perché sono stati ispirati da una valutazione di merito, rispetto a un problema che è vitale per la nostra Regione, quindi c’è stata una discussione che, lo dico senza politichese, è stata abbastanza vera.

Innanzitutto sul Consiglio dei Ministri: un Consiglio dei Ministri che per la prima volta nella sua storia, non solo nella storia della Calabria, si tiene fuori da Palazzo Chigi è un evento di straordinaria importanza che crea un'attesa speciale.

Credo che tutti noi calabresi, prima di conoscere i contenuti dell’ordine del giorno di quel Consiglio dei Ministri, anche alla luce di annunci sulle location nelle quali si sarebbe riunito, Gioia Tauro, eccetera, avessimo un’attesa per i provvedimenti di un Consiglio dei Ministri straordinario, convocato straordinariamente in un territorio, in una regione.

Mi sarei aspettato, non vi nego, provvedimenti su Gioia Tauro, sull'occupazione, in particolare quella giovanile, a sostegno del sistema delle imprese, anche perché questo Consiglio dei Ministri è stato preannunciato dal presidente Conte con una valutazione fortemente preoccupata sulla condizione della Calabria. Ha detto: “La Calabria è una regione al di fuori della normalità”. Quindi ha effettuato una valutazione che sottende una convocazione straordinaria del Consiglio dei Ministri; chiaramente lancia un messaggio ed attese, rispetto a provvedimenti straordinari.

Niente di tutto questo.

L'ordine del giorno, al primo punto, prevedeva provvedimenti straordinari sulla sanità calabrese e sul sistema sanitario; al secondo punto, provvedimenti per le assunzioni nella scuola nella regione Val d'Aosta, deroghe nella regione Val d'Aosta, e poi il decreto sblocca cantieri.

Da un provvedimento straordinario sulla sanità, mi sarei aspettato provvedimenti straordinari sulla sanità calabrese. Andiamo a leggere i contenuti del decreto. Non c'è una sola norma che interessa il servizio sanitario, che interessa il personale della sanità attraverso lo sblocco del turnover. Come qui è stato ricordato, a giorni, sarà notificata la relazione del Tavolo Adduce che bloccherà le assunzioni, perché farà scattare il blocco e farà scattare aliquote extra, chiaramente, per quanto riguarda la pressione fiscale.

Nulla di tutto questo. Solo norme tese ad estendere ed a rafforzare i poteri commissariali anche nella nomina dei manager delle Aziende sanitarie.

Molti di voi non hanno letto la relazione - ve la mando - che accompagna questo decreto perché, a un certo punto nel testo è scritto in modo esplicito che si aumentano le indennità dei commissari, cioè dei manager delle Aziende sanitarie di nomina del Commissario ad acta, di 50 mila euro si aumentano le indennità e si prevede una somma di 20 mila euro per le spese di missione, di viaggio, di vitto, di alloggio, eccetera. Queste scelte si motivano con una frase, che vi invito a leggere, cioè si giustifica l'aumento delle indennità di 50 mila euro e le spese per missioni, viaggi, eccetera perché è massimamente auspicabile che la scelta di questi manager venga fatta al di fuori delle professioni e del contesto ambientale calabrese. Testualmente! È scritto testualmente!

Questa è una cosa di una gravità inaudita. Praticamente si utilizzano argomenti di criminalizzazione della Calabria, delle professioni e di tutto quello che in questa Calabria risiede ed opera per fare un’operazione di marca prettamente coloniale e di occupazione del potere.

Questa è la verità! Senza girarci intorno. Questo viene fatto con una operazione tesa a rappresentare la Calabria e il suo sistema sanitario in modo sommario, come un covo di malaffare, di criminalità, eccetera. Chiaro? Questo è il problema! Dopodiché io aggiungo che i problemi ci sono. Certo che ci sono i problemi.

Il consigliere Tallini ha fatto un intervento che io condivido, perché ha fatto una riflessione sull'esperienza dei commissariamenti, come strumento di occupazione del potere, rispetto alla Calabria, e per la verità non solo rispetto alla Calabria, ma al Sud più in generale.

Vogliamo parlare dell'Azienda sanitaria di Reggio Calabria, dove di recente c'è stato un commissariamento a seguito della Commissione di accesso?

Allora, sto facendo a tal proposito una ricostruzione, 9 degli ultimi 15 anni sono stati di commissariamento da parte del Ministero dell’Interno sulla Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, anzi, forse circa 10 degli ultimi 15 anni sono stati gestiti dal Ministero dell'Interno. Andate a vedere, andate a fare la ricostruzione.

In questo mio dire non c’è la rimozione di problemi e di malaffare all’interno della Azienda territoriale di Reggio Calabria che esistono e, naturalmente, per essere obiettivi, non solo in quella di Reggio Calabria.

Quando un Direttore generale, da me nominato all'inizio della mia esperienza di governo, tale Gioffrè per capirci, venne da me con un fascicolo di carte a dirmi: “Presidente, guardi che mi è stato evidenziato, da alcuni dirigenti dell'ufficio, che ci sono fatture che sono state già pagate una volta”.

Sapete cosa ho detto al direttore Gioffrè? Ho detto: “Bene, prendi queste carte e vai alla Procura di Reggio Calabria”.

Mi ha risposto: “Va bene, vado domani.” Gli ho detto: “Non devi andare domani, devi andare ora. Come esci dalla porta della Regione vai alla Procura di Reggio Calabria e consegna queste carte.”

Stranamente è successa una cosa, lo ricorderete tutti?

Dopo dieci giorni, sospesero Oliverio dal potere di nominare i Direttori generali.

È la prima volta che ne parlo e che ricordo questo episodio.

Il direttore Gioffrè sarebbe stato incompatibile perché due anni e mezzo prima si era candidato a fare il Sindaco di Seminara, e guarda caso, rispetto alla mia azione di impugnativa di quell'atto al novantesimo giorno, quando cioè il giorno dopo si sarebbe pronunciato il TAR, hanno ritirato quel provvedimento.

Non hanno permesso alla giustizia amministrativa di pronunciarsi, hanno ritirato quel provvedimento. Senza colpo ferire. Se voi andate a guardare la vicenda, Oliverio è stato di fatto sospeso, ma dal punto di vista giuridico quel provvedimento non è mai stato assunto, perché è stato ritirato il giorno prima che il TAR si pronunciasse, era stata già fissata l’udienza del TAR. Intanto era stato rimosso il direttore Gioffrè. Questa è la storia, questi sono i fatti.

E, allora, di cosa parliamo? Si giustifica un decreto che è stato approvato in una seduta del Consiglio dei Ministri, convocata in pompa magna per consumare un inganno e, attraverso il cambio delle carte in tavola e rappresentando chissà quali provvedimenti a favore della Calabria e dei calabresi, per consentire una estensione dei poteri affinché il Ministro potesse, attraverso i suoi commissari, decidere anche sul residuo dei poteri rimasti in capo alla Regione.

Questo vorrei che fosse chiaro perché, al di là di Oliverio, di chi c’era prima e di chi ci sarà dopo, c’è un problema di dignità di una Istituzione e del Consiglio regionale che è la sua massima rappresentanza.

Oggi, l’ex commissario Scura – che ha perso un’altra occasione per tacere le sue responsabilità – è alla ricerca dello scarico di responsabilità.

Al consigliere Bevacqua che ha presentato un’interrogazione – e su questo non voglio pronunciare giudizi – vorrei ricordare che il Commissario è colui che decide in tutto e per tutto sulla sanità, salvo la nomina dei direttori generali; adesso, con questo decreto, viene sottratta anche questa funzione.

Nella Giunta regionale da me presieduta non ho mai assunto atti sulla sanità perché questi poteri e queste competenze sono stati sottratti dal commissario.

Al Tavolo Adduce – o al precedente Tavolo Massicci – non è presente il Presidente della Giunta regionale; c’è il Commissario e quando il Tavolo, Adduce oggi o Massicci prima, decideva le relazioni sulla base delle quali si prorogava il commissariamento, c’era il Commissario a dimostrare se la mobilità, appunto, rispondeva al vero oppure era truccata, come è stato dimostrato non dal commissario Scura, ma più modestamente dal dirigente Belcastro che – adesso non so neanche declinare perfettamente la procedura – ha scoperto che nel 2017 c’erano 30 milioni di euro che erano stati pagati tre volte. La questione è stata posta al Tavolo della Conferenza Stato-Regioni e sia le Regioni sia la dottoressa Adduce hanno dovuto darne atto.

Sottoporrò al Consiglio una relazione che ricostruisce questa vicenda che, chiaramente, non è stata tenuta in nessun conto dalla dottoressa Adduce che, nei tre mesi precedenti, aveva dialogato con il dirigente generale Belcastro, ma, stranamente, nel giorno in cui è stato convocato il Tavolo – dopo aver ascoltato ed annuito circa la bontà delle valutazioni e delle osservazioni che venivano fatte – ha letto alla lettera una relazione già scritta e preconfezionata.

Il commissario Scura c’è stato dal 5 marzo del 2015 fino al 7 dicembre 2018. Chi si è illuso – interloquendo con lui e bypassando il potere della Regione – di poter costruire un alter ego in Calabria, ha sbagliato valutazione. Questa è stata la verità, se vogliamo dirla tutta e vogliamo essere onesti! Chi non ha accettato Oliverio, sin dal primo giorno, ha pensato di utilizzare, come alter ego, il potere della sanità per contrastarlo. Ha sbagliato valutazione – dicevo – perché contrastando me contrastava ed aggravava le condizioni della sanità calabrese; non Oliverio in quanto persona, ma Oliverio in quanto rappresentante del potere ordinario che in altre Regioni viene esercitato in modo abituale.

Parliamoci molto chiaramente: per caso, è stato diverso in Campania? O è stato diverso in Puglia? Con i commissari nominati dall’esterno, con le figure nominate al di fuori della responsabilità per cui un Presidente viene investito dalla volontà popolare e, quindi, risponde a quella volontà?

I commissari sono una iattura sempre. Ricordatelo questo!

Il consigliere Tallini ha ricordato la vicenda dell’ambiente, con i commissari che hanno macinato dal ’97 fino al 2013 un miliardo e 100 milioni di euro di risorse senza risolvere nulla, anzi con le città calabresi colme di montagne di spazzatura.

Una spirale perversa per cui più l’emergenza era permanente più giustificavano la loro presenza e la loro funzione e, poi, naturalmente, rispondevano ad un potere centrale e ad interessi esterni alla Calabria, non sempre leciti.

E questo vale per i rifiuti e anche per la sanità perché vorrei ricordare al consigliere Gallo – lo dico positivamente – che la sanità in Calabria – quando è venuto il Commissario nel 2010, non nel 2015, malgrado fosse in capo al Presidente della Regione con due sub-commissari – è passata, con l’istituto del commissario, dal 2010 al 2017, da 200 ad oltre 300 milioni di euro di mobilità passiva con un aumento progressivo.

Andate a vedere la curva delle risorse che la Calabria ha pagato ad altre Regioni per i calabresi che sono andati a curarsi fuori e vedrete che è costantemente in aumento, progressiva, perché, appunto, la struttura commissariale non ha posto mano ad un progetto di riorganizzazione; quando sono andato nella seduta del Consiglio dei Ministri del 5 di marzo del 2015 ad esprimere la mia netta contrarietà alla gestione ed alla scelta di un Commissario– lo ricordate tutti – all’uscita di quel Consiglio dei Ministri, ho dichiarato che, pur mantenendo le mie posizioni, ero disposto ad interloquire ed a dialogare nell’interesse della Calabria.

Quando si entrava nel merito il Commissario era – come dire – come una trota, come una saponetta che sfuggiva dalle mani perché l’istituto del Commissario ha risposto ad altri interessi e non agli interessi della Calabria. Sto parlando proprio come fatto strutturale, istituzionale.

Naturalmente, questa scelta oggi viene fatta da un Ministro grillino che, guarda caso, rappresenta un Movimento che, prima delle elezioni del marzo del 2018, suonava la grancassa contro i commissari. Non dimenticatelo questo perché ricordo i grillini Parentela e Nesci e chi più ne ha più ne metta, a Catanzaro, – i consiglieri regionali di Catanzaro lo hanno vissuto anche direttamente – e quella che era la grancassa quotidiana contro i commissari. Adesso, l’istituto del Commissario non solo va bene, ma bisogna rafforzarne i poteri.

E, allora, credo che vada fatta una riflessione più di fondo perché i contenuti di questo decreto sono assolutamente inaccettabili.

Primo perché – come dicevo e come è stato ricordato da tanti di voi – non prevede nulla per rafforzare i servizi sanitari. Secondo perché si compie un’operazione di vergognosa e sfacciata occupazione del potere e di colonizzazione della regione. Terzo anche per quanto riguarda la Stazione Unica Appaltante (SUA) e le gare.

La Calabria è dotata dal 2008 di una Stazione Unica Appaltante che negli ultimi 3-4 anni è stata tra le stazioni, in Italia, ad aver ottenuto la premialità.

Ora, benissimo che ci sia un potere che voglia costruire un sistema più trasparente, più rafforzato e corazzato contro i tentativi di permeabilità e di controllo degli appalti, ma vi pare che la via sia quella di dire “le gare si affidano alla Consip oppure a centrali di altre Regioni”? Ad altre Regioni? Cioè non è che si dice “qui c’è, si costituisce una struttura con magistrati di alta esperienza, con personalità e competenze di alto valore, e si mette a disposizione della Calabria, appunto, per garantire procedure celeri e trasparenti”.

Ben venga una cosa di questo tipo! No! Si mette in mora la Stazione Unica Appaltante che il Ministero della funzione pubblica – non io, ma – ripeto – il Ministero della funzione pubblica – nel corso degli anni ha dichiarato essere tra le stazioni da premiare, idonee ad ottenere la premialità e, poi, appunto, si dice no alla SUA e di fare, invece, ricorso alla Consip o ad altre Regioni.

Delle due l’una: qui c’è – come dire – un covo di infezione unico in Italia per cui tutto il resto va bene – e non mi pare sia così per quello che è il quadro generale delle notizie e della cronaca quotidiana che leggiamo rispetto a regioni avanzatissime, come Lombardia, Veneto e non solo, ma anche altre regioni del Sud – oppure, insomma, dall’altra parte si vuole fare un’operazione meramente propagandistica, mediatica e, anche qui, di potere. Dobbiamo dire le cose con il loro nome, senza complessi e senza timidezze, perché il complesso e la timidezza li hanno chi ha i carboni bagnati e pensa di non poter trattare questi problemi.

Credo che tutti quanti noi dobbiamo trattare questi problemi a testa alta, quindi, di questo si tratta. Questa è l’operazione che si sta facendo, di questo si tratta, poi si può dire quello che si vuole. Ognuno, insomma, gira e volta la vicenda come vuole però mettere la sordina e la nebbia, creare ed alimentare la confusione su questa materia è suicida, al di là della collocazione della maglietta che ognuno può avere in quest’Aula. È suicida perché questo significa praticamente fare crescere una cultura dell’abdicazione al proprio ruolo, alla propria funzione ed alla propria dignità.

Potrei dire – è stato ricordato dal consigliere Romeo e lo riprendo anche io – ma dov’era l’advisor in questi anni? Anzi, è sempre lo stesso, l’advisor che viene assunto dal Ministero come suo consulente privilegiato. Fino a prova contraria, KPMG è dal 2005 circa che gira da queste parti e continua a girare da queste parti anche con il commissario Cotticelli; ci sono stati, come commissari, Scura e Pezzi e l’advisor è sempre lì.

E chi doveva controllarli i conti? Non è l’advisor il soggetto, lo strumento, che è preposto al controllo dei conti? O no? O mi sbaglio? Non è lo stesso advisor che nel 2009, quando Loiero era Presidente della Regione, presentò un quadro di 2000 miliardi di euro che, l’anno dopo, appena arrivò, poi, Scopelliti diventarono 800 miliardi. O mi sbaglio?

L’anno dopo – ripeto – son diventati 800 miliardi di euro come il mago Zurlì con il gioco dei bussolotti cioè i deficit aumentavano e diminuivano a seconda … cioè queste cose le ricordo perché, se non cresce una consapevolezza forte sul fatto che bisogna spezzare questa spirale, non si va da nessuna parte e non si andrà da nessuna parte – indipendentemente da chi ha lo sterzo – perché è molto facile il gioco della divisione, dell’inganno, della sollevazione di polveroni perché, appunto, poi sono sempre gli stessi a fare le carte, per quanto riguarda gli interessi eccetera eccetera.

La sanità privata calabrese? “È un pericolo pubblico, è un’occasione di traffico!” Si va all’esterno, andate a vedere quei 300 milioni di euro che paga la Calabria per quanto alimentano i grandi gruppi privati all’esterno. Andate a vedere!

Nel dire questo non è che voglio negare che anche in Calabria non ci sia il marcio, per capirci, però non va bene quando si utilizza l’argomento, appunto, per alimentare altre spirali ed altri interessi. Allora, – la riflessione la sto facendo a voce alta – mi batterò fino in fondo, impugnerò il “decreto Calabria” davanti alla Corte costituzionale, come ho già fatto per il decreto di nomina dei due commissari del 7 dicembre. Ho già impugnato quel provvedimento davanti alla Corte costituzionale e l’udienza è stata fissata per i primi giorni del mese di luglio.

Appena sarà pubblicato il “decreto Calabria” – perché non è stato ancora pubblicato, mi dicono che sarà pubblicato domani – e, quindi, ci sarà, formalmente, l’oggetto, lo impugnerò senza problemi perché ritengo – come è stato ricordato dal consigliere Parente – che è viziato da incostituzionalità oltre a ledere l’autonomia della Regione, intanto perché è un provvedimento che non solo è in violazione della Costituzione, ma anche delle leggi ordinarie perché queste passano dalla Conferenza Stato-Regioni.

Questo provvedimento non è stato sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni, malgrado il Presidente della Conferenza – a nome dell’intero organismo, che si è pronunciato all’unanimità, su mia sollecitazione – abbia sottoposto, formalmente, al Presidente del Consiglio l’esigenza di avere un incontro preliminare e di sottoporre il provvedimento alla Conferenza.

Quindi, ci sono, chiaramente, tutti gli estremi della incostituzionalità.

Ritengo che questo non sia sufficiente. Se c’è – come è stato espresso in quest’Aula – un moto di ripulsa, di rigetto, di questo approccio da parte del Governo nei confronti della Calabria, bisogna trasmetterlo e a partire dal personale sanitario, dagli operatori sanitari, le cui condizioni di lavoro – mi auguro di essere un profeta facilmente smentibile – si aggraveranno; perché già oggi che cosa è successo?

Succede che, mentre da una parte i commissari sollecitano lo scorrimento delle graduatorie, dall’altra parte, oggi, con un provvedimento che avete visto, mettono l’aut aut ai commissari pro-tempore, diffidandoli dal procedere allo scorrimento di graduatorie che significa, chiaramente, bloccare tutto.

E, quando, a giorni, sarà notificata la relazione del Tavolo Adduce, automaticamente, scatta il blocco delle assunzioni e il Ministro – e mi permetto di utilizzare una parola che non ho mai forzatamente utilizzato nei confronti di nessuno – in modo sfacciato ha già annunciato che si provvederà a sbloccare le assunzioni con un ulteriore provvedimento.

Ma è una cosa davvero da barzelletta se non fossimo di fronte a problematiche serie che sono oggetto, appunto, di questi provvedimenti.

Il Ministro che, mentre approva un provvedimento, all’uscita del Consiglio dei Ministri, nella conferenza stampa, annuncia che seguirà un ulteriore provvedimento, che sarà concordato con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – perché evidentemente il MEF ha posto problemi su questo aspetto del decreto – e, quindi, già vedo quelle che saranno le difficoltà nel momento in cui si dovesse anche soltanto proporre un provvedimento per sbloccare le assunzioni, quando scatterà il blocco da parte del MEF e vedo anche le conseguenze che il consigliere Esposito prima ricordava ossia che nell’ospedale di Catanzaro domenica c’era personale sottoposto a turni pesanti per la carenza di personale.

Vorrei vedere e, poi, naturalmente, anche in quell’occasione qualcuno si alzerà – magari anche da parte di chi è vicino ai commissari – e dirà la Regione, Oliverio …

Avete capito che cosa voglio dire? Lo sto preannunciando questo. Non va bene questa situazione, lo dico perché per onestà bisogna parlare il linguaggio della verità e della chiarezza e ritengo che questo Consiglio regionale, da questo punto di vista, abbia messo un punto fermo, ferme restando le posizioni di ognuno. Ognuno – nel pronunciare gli interventi che ha fatto – non è ha lasciato la sua identità dietro la porta oppure ha rinunciato alla sua identità, ma ognuno è consapevole ed è preoccupato che su questo problema della sanità sono mature le condizioni per evitare il gioco dei bussolotti ed entrare nella rappresentazione del Manzoni cioè praticamente di accapigliarsi come i polli di Renzo perché ci sarà poi chi, naturalmente, fa le carte e continua a fare gli interessi che deve fare sulla pelle della Calabria e massacrando la sanità calabrese.

Credo che sia giunto il momento di un sussulto ed io, per la verità, lo avevo manifestato quando avevo annunciato di volermi incatenare davanti a Palazzo Chigi.

Sono stato ingannato – lo dichiaro – perché mi era stato detto che, a breve, ci sarebbero stati provvedimenti per chiudere la pagina del commissariamento da parte di chi in quel momento dirigeva il Governo.

Purtroppo, non è stato così perché, evidentemente, poi, dietro le cose c’è sempre uno spessore umano, una serietà che si misura concretamente alla prova dei fatti. Grazie.

 

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’ordine del giorno che è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

 

Avendo esaurito i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 19,44

 

Allegati

Congedi

Ha chiesto congedo: Giudiceandrea, Greco, Guccione, Mirabello, Neri, Nicolò, Orsomarso, Salerno

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

 

Romeo, Parente, Sculco, Tallini, Scalzo, Arruzzolo, D’Agostino – “Abrogazione della legge regionale 22/2018” (PL n. 426/10^)

 

È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d'Ufficio:

 

“Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2018, ai sensi dell’articolo 3, comma 4, del D.Lgs. n. 118/2011 e s.m.i. e conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2018-2020 e al bilancio di previsione 2019-2021 del Consiglio regionale – (deliberazione U.P. n. 16 del 15.4.2019)” (PPA n. 254/10^)

Integrazione risposta all’interrogazione n. 453 del 13 marzo 2019

In data 24 aprile 2019, è pervenuta integrazione alla risposta all’interrogazione n. 453 del 13 marzo 2019.

Emanazione di regolamento regionale

In data 12 aprile 2019, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 44 del 16 aprile 2019:

 

1. Regolamento regionale n. 9 del 12 aprile 2019, concernente: 'Modifica al regolamento regionale n. 14, recante la disciplina delle strutture ausiliarie, del 10 agosto 2017 e s.m.i.'.

Interrogazioni a risposta scritta

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

- la legge 7 aprile 2014 n. 56 nota come legge Delrio, disciplina l'istituzione delle città metropolitane;

considerato che: - a tutt'oggi e nonostante diverse sollecitazioni si registra ancora l'inerzia del Governo regionale in ordine al trasferimento delle funzioni stabilite per legge dalla Regione alla Città metropolitana;

ritenuto che: - tale situazione penalizza settori strategici per lo sviluppo del nostro territorio come il turismo, l'agricoltura, i trasporti e l'ambiente, generando disfunzioni e frenando processi di crescita;

il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta -:

 

- quali sono i motivi ostativi che impediscono il trasferimento delle deleghe alla Città metropolitana di Reggio Calabria.

(470; 16/04/2019)

 

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

con Decreto 10508 del 26/09/2018 è stato approvato il Bando per il sostegno alle attività Ricettive, della Ristorazione e dei Servizi turistici e culturali nei Borghi della Calabria;

il predetto bando è stato pubblicato in data 27/09/2018;

la scadenza ultima per la presentazione delle domande è stata prevista per il giorno 05/12/2018;

l'art. 11, comma 2 dell'avviso prevede che la procedura di selezione delle domande è a graduatorie e che il comma 4 dello stesso articolo prevede che la valutazione delle domande è effettuata da una Commissione appositamente nominata dall'Amministrazione regionale;

l'Amministrazione, inoltre, si riserva di nominare più Commissioni di valutazione;

Considerato che: ad oltre 4 mesi dalla scadenza del 05/12/2018, non si hanno notizie circa la nomina della Commissione/i di Valutazione;

Preso atto delle numerose richieste presentate;

Si rivolge al Presidente della Giunta regionale e al Direttore Generale competente

per sapere:

1) quale sia lo stato di attuazione dell'Avviso di cui in premessa ed in particolare: a) se è stata/sono state nominata/e la/e Commissione/i di Valutazione e, se non ancora nominata/e, di conoscere i motivi che hanno determinato tale inadempienza. b) Il numero delle domande pervenute. c) L'importo complessivo dei contributi richiesti in domanda.

2) Considerato che la dotazione finanziaria prevista dall'Avviso è di € 36.718.382,43, se tale somma copre tutte le domande oppure quante domande si presume vengano soddisfatte;

3) se la Regione Calabria, considerato l'elevato numero di domande presentate, prevede lo stanziamento di ulteriori fondi e di quanto eventualmente intende incrementare la dotazione finanziaria originaria.

(471; 24/04/2019)

 

 

Bevacqua - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

-in data 18 aprile 2019, il Consiglio dei Ministri, tenutosi in seduta nella città di Reggio Calabria, ha approvato il Decreto Legge recante "Misure emergenziali per il servizio sanitario della regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria".

Rilevato che: nella Relazione Illustrativa al decreto legge di cui premessa si legge che: “la Regione Calabria rappresenta - nell'ambito delle regioni impegnate nei piani di rientro ovvero nella loro prosecuzione in programmi operativi - quella che ha registrato il valore più basso nel contesto nazionale, che identifica nel livello di valutazione ministeriale (Griglia LEA) il livello di soddisfacimento minimo dei livelli essenziali di assistenza. Infatti, il punteggio complessivo per il 2017 della Griglia LEA si attesta per la Regione Calabria su un punteggio pari a 136 che, secondo i parametri di riferimento fissati dal Comitato Lea (range 25-225;

positivo a 160), risulta sotto la soglia di adempienza e in preoccupante flessione rispetto alla precedente annualità " (...) “con riferimento alla situazione economico-finanziaria, i Tavoli tecnici hanno rilevato che la Regione Calabria, al IV trimestre 2018, presenta un disavanzo di 168,898 mln di euro”.

Stante che: - in data 23 aprile 2019, in merito al citato decreto legge, mediante lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri, l'ing. Massimo Scura (già Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria), contesta i dati sopra riportati e afferma quanto segue:

- "i livelli essenziali di assistenza della Calabria sono arrivati a 153,45 punti nel 2016, hanno raggiunto la sufficienza, 160, nel 2017, e circa 170 punti nel 2018. Semplicemente il flusso dei dati 2016 e 2017 non è stato inviato in modo completo dalla regione sui corretti canali";

- "è stato verificato, solo ora per verità, che nel 2016 e 2017 le altre regioni hanno addebitato alla Calabria decine di milioni di euro per prestazioni non offerte a calabresi";

- “se i flussi Lea non sono stati inviati correttamente la responsabilità è del Presidente Oliverio, che pensava solo a farsi nominare commissario. È sempre responsabilità del governatore se ai tavoli del contenzioso con le altre Regioni o non ha inviato nessuno o ha inviato persone incompetenti”;

- “la Calabria ha innanzitutto necessità di far funzionare il Dipartimento Tutela della Salute decapitato dal Presidente Oliverio e la Stazione unica appaltante, causa di una spesa per beni e servizi fuori controllo e di tempi biblici per esperire una gara, favorendo proroghe a vantaggio dei soliti noti”.

Ritenuto che: al netto delle criticità e incongruenze del menzionato decreto legge, che non aggredisce i gangli problematici della sanità calabrese e non predispone ricadute positive per la salute dei cittadini, le affermazioni dell'ex Commissario Scura in relazione alle presunte mancate o, peggio, errate comunicazioni della Regione rispetto al disavanzo e, ancor di più, rispetto ai LEA, nonché alle presunte responsabilità del Dipartimento Tutela Salute, necessitano di un chiarimento immediato da parte del Presidente della Giunta Regionale -:

 

quali iniziative ha inteso e intende intraprendere il Presidente della Regione Calabria, On. Mario Oliverio, per illustrare con dati inequivocabili il quadro effettivo degli atti compiuti in materia e dello stato attuale della sanità regionale, al fine, soprattutto, di garantire il diritto dei cittadini calabresi alla chiarezza e alla verità.

(473; 29/04/2019)

Mozioni

Il Consiglio Regionale,

 

premesso che:

• con legge 230/1990, lo Stato finanzia imprese radiofoniche private che trasmettono "quotidianamente propri programmi informativi su avvenimenti politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o letterari per non meno di nove ore comprese tra le ore 7:00 e le ore 20:00";

• Radio Radicale svolge con la sua attività un servizio pubblico di informazione che dal 1976 garantisce la trasmissione integrale di eventi istituzionali e politici, un servizio di rassegna stampa quotidiana dei giornali, interviste con ospiti politici e attività di confronto e dialogo diretto con i cittadini;

• Radio Radicale, con i suoi 285 impianti di diffusione terrestre (contro i 120 della Rai), copre il 75% del territorio italiano raggiungendo l’85% della popolazione del Paese;

• Radio Radicale custodisce il più grande archivio audio e video presente in Italia, composto da oltre 540 mila documenti;

• da 11 anni lo Stato rinnova annualmente la convenzione con Radio Radicale per trasmettere senza pubblicità le sedute del Parlamento, del Consiglio Superiore della Magistratura e della Corte Costituzionale;

• il finanziamento statale percepito fino all'anno 2018 è stato pari a 10 milioni di euro: Considerato che: • la legge di bilancio 2019 autorizza (art. l, comma 88) il Ministero dello sviluppo economico "a prorogare di ulteriori sei mesi il regime convenzionale con il Centro di produzione Spa ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della legge 11 luglio 1998, n. 224" con una spesa di 5 milioni di euro per l'anno 2019;

• il contributo stanziato per l'anno 2019, garantisce il servizio radiofonico fino al 30 giugno 2019;

• la legge di bilancio 2019 (art. 1 comma 810) prevede l'abrogazione della legge 7 agosto 1990 n. 230, a decorrere dal 1° gennaio 2020: tutto ciò premesso

impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Regione Calabria a farsi parte attiva nei confronti del Governo nazionale e del Ministero dello Sviluppo economico, affinché vengano intraprese tutte le iniziative per scongiurare la chiusura di Radio Radicale e la conseguente perdita di un patrimonio storico, culturale e politico di incommensurabile valore per l’Italia.

(157; 29/04/2019) Irto, Gallo, Romeo, Arruzzolo, Parente, Scalzo, Sculco

 

Risposta scritta ad interrogazione

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la L.R. n. 24/2008 recante “Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private” disciplina la materia dell’autorizzazione all’esercizio e accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie;

considerato che: il nuovo regolamento attuativo approvato dal dca n. 81 del 2016, all’allegato n. 5, effettua un’interpretazione dell’art 2, comma 1, lett. d, della l.r. de quo, distinguendo da un lato le strutture che devono qualificarsi come “ambulatorio” e come tali assoggettate a regime autorizzatorio e dall’altro “l’esercizio in forma associato dello studio”, non rientrante nella definizione di ambulatorio e pertanto non assoggettato ad autorizzazione;

ritenuto che: il dca in questione è potenzialmente idoneo a determinare incertezza normativa in relazione alle strutture sanitarie già operanti in ossequio ai dictum della l.r. n. 24 del 2008, non soggette ad autorizzazione in quanto già qualificati come studi associati, erogatori di prestazioni sanitarie prive di azioni invasive e dunque non comportanti un rischio per la salute del paziente;

il mancato adeguamento da parte di una serie di strutture all’interpretazione intervenuta non è ascrivibile a negligenza e disattenzione;

alla luce della sentenza del Consiglio di Stato n. 1328/17 si evince, nella parte introduttiva, il principio secondo il quale lo studio medico non attrezzato per la chirurgia non necessita di alcuna autorizzazione;

tali strutture sono fondamentali in una logica di implementazione della sanità pubblica spesso deficitaria rispetto alle esigenze di cura degli utenti -:

 

perché sia eliminata l’incertezza normativa esistente in materia che in talune fattispecie ha generato dubbi sull’applicazione del regime autorizzatorio;

nonché per sapere quali provvedimenti si intendono adottare al fine di garantire la continuità delle strutture sanitarie, già qualificate come studi medici e che a seguito dell’entrata in vigore del dca n. 81 del 2016, non rientrerebbero più nella qualificazione di “studio medico” ma in quella di “ambulatorio” (e dunque come tali soggette al regime autorizzatorio).

(462; 26/03/2019)

 

Risposta: “Con riferimento all'interrogazione a risposta scritta di cui all’oggetto si precisa quanto infra. Per meglio comprendere il tema oggetto dell’interrogazione appare opportuno analizzare la normativa regionale vigente in materia di autorizzazione ed accreditamento. La Legge Regionale n. 24 del 18 luglio 2008, in particolar modo, all'art. 2, rubricato "Definizioni” definisce: “c) studio medico o di altre professioni sanitarie, ad esclusione degli studi odontoiatrici: il luogo nel quale un professionista sanitario, regolarmente abilitato ed iscritto all'ordine o albo di competenza, esercita la propria attività professionale in forma singola od associata. Le prestazioni effettuabili presso lo studio si caratterizzano come semplici visite senza l'utilizzo di apparecchi diagnostici complessi e senza azioni invasive che comportino un rischio per la sicurezza del paziente; d) ambulatorio: la struttura aperta al pubblico, con vincoli di giorni ed orari di apertura, avente individualità autonoma rispetto a quella dei professionisti che ne fanno parte, e natura giuridica di impresa con separazione fra attività professionale e gestione amministrativa. L’ambulatorio può essere gestito in forma individuale, associata o societaria ed avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati ed iscritti agli ordini o albi professionali di competenza. Al successivo art. 3 comma 2, la Legge succitata, individua analiticamente le tipologie assoggettate ad autorizzazione sanitaria all’esercizio tra cui “…r) gli studi medici, odontoiatrici e delle professioni sanitarie ove attrezzati per erogare prestazioni di chirurgia ambulatoriale, ovvero procedure diagnostiche e terapeutiche che comportino un rischio per la sicurezza e la salute del paziente”. Ancora, l'art. 3, comma 3, definisce chi non è assoggettato ad autorizzazione ovvero: “a) gli studi medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta che rispondano ai requisiti stabiliti dai vigenti accordi collettivi nazionali; b) gli studi medici odontoiatrici, delle altre professioni sanitarie e quelli che non sono attrezzati ad erogare prestazioni di chirurgia ambulatoriale, ovvero procedure diagnostiche e terapeutiche che comportino un rischio per la sicurezza e la salute del paziente." Dal punto di vista normativo la differenza più rilevante attiene, appunto al diverso regime di autorizzazione cui le due tipologie sono assoggettate. Se, infatti per gli studi medici "che non sono attrezzati ad erogare prestazioni di chirurgia ambulatoriale, ovvero procedure diagnostiche e terapeutiche che comportino un rischio per la sicurezza e la salute del paziente " è sufficiente una comunicazione al Dipartimento tutela della salute per gli ambulatori è necessaria una specifica istanza di autorizzazione sanitaria all'esercizio ai sensi del D.D.G. n. 16301 del 19/12/2016 - modello 4. Nel solco della citata normativa regionale si inserisce il Regolamento attuativo della L.R. n. 24/2008 approvato con DCA n. 81/2016 il quale si limita a chiarire ed integrare quanto già statuito dalla citata normativa Regionale, valorizzando l'aspetto “gestionale” quale ulteriore connotato per la distinzione dell'ambulatorio da altra tipologia non rientrante in tale concetto. In linea con la suddetta ricostruzione appare il dettato normativo di cui al comma 2 dell'art. 8-ter del decreto legislativo n. 502/1992 in base al quale “L'autorizzazione all'esercizio di attività sanitarie è, altresì, richiesta per gli studi odontoiatrici, medici e di altre professioni sanitarie ove attrezzati per erogare prestazioni di chirurgia ambulatoriale, ovvero procedure diagnostiche e terapeutiche di particolare complessità o che comportino un rischio per la sicurezza del paziente, individuati ai sensi del comma 4, nonché per le strutture esclusivamente dedicate ad attività diagnostiche, svolte anche a favore di soggetti terzi” assimilando quanto al regime di autorizzazione gli studi medici "attrezzati" agli ambulatori. Quanto alla sentenza del Consiglio di Stato sulla stessa viene pacificamente ribadito che "a) lo studio medico non attrezzato per la chirurgia, non necessita di autorizzazione; b) lo studio medico attrezzato per l'esecuzione di prestazioni chirurgiche necessita dell'autorizzazione all’esercizio; c) l’ambulatorio necessita dell'autorizzazione alla realizzazione prima e dell’autorizzazione all’esercizio dopo". Pertanto, per quanto riguarda la definizione “non costituisce Ambulatorio” l’esercizio in forma associata dello studio è inteso sempre come chiarimento della forma giuridica di gestione della professione sanitaria e, conseguentemente, laddove quest'ultima, rientri nelle attività sanitarie di cui all'art. 3 comma 2, della L.R. n. 24 del 18.07.2008, sarà assoggettata ad autorizzazione sanitaria all’esercizio.”

 

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

Proposta di legge numero 413/10^ di iniziativa dei consiglieri regionali Bevacqua, Tallini, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge urbanistica della Calabria” (Del. n. 385)

Art. 1

(Modifiche all’articolo 27 della l.r. 19/2002)

 

  1.  L’articolo 27 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio-Legge urbanistica della Calabria) è così modificato:

       a)  alla fine del comma 1 il periodo: “e all'adeguamento agli strumenti di pianificazione sovraordinata di cui al comma 3 dell'articolo 73.” è sostituito dalle seguenti parole: “al PSC approvato.”;

       b)  dopo il comma 14 è inserito il seguente:

“14 bis. Sono ammesse modifiche al REU, nei casi di recepimento o adeguamento a disposizioni normative o regolamentari o in mancanza di norme specifiche che consentono il corretto uso del territorio, mediante procedura semplificata di cui agli articoli 14 e seguenti della L. 241/90 e all’articolo 14 della presente legge, previa acquisizione dei pareri formulati dagli enti e soggetti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante.”.

 

Art. 2

(Modifiche all’articolo 27 ter della l.r. 19/2002)

 

  1.  L'articolo 27 ter della l.r. 19/2002 è così modificato:

       a)  al comma 1 le parole: “che hanno nello strumento urbanistico approvato (PRG/PdF) un dimensionamento non superiore a 5.000 abitanti” sono sostituite dalle seguenti: “con popolazione non superiore a 5.000 abitanti secondo l’ultimo censimento ISTAT”;

       b)  alla fine del comma 7 sono aggiunti i seguenti periodi: “È fatta salva la definizione delle richieste di trasformazione acquisite dai comuni entro i termini ammissibili ai sensi della legge regionale urbanistica vigente al momento della loro presentazione, in relazione alle differenti zone omogenee. Ai restanti suoli è estesa la destinazione agricola la cui utilizzazione è disciplinata dagli articoli 50, 51 e 52, salvo quanto previsto in forma più restrittiva dal RO.”;

       c)  dopo il comma 8 è aggiunto il seguente:

“8 bis. Sono altresì ammesse modifiche al Regolamento Operativo, nei casi di recepimento o adeguamento a disposizioni normative o regolamentari o in mancanza di norme specifiche che consentono il corretto uso del territorio, mediante procedura semplificata, previa acquisizione dei pareri vincolanti rilasciati dalla competente soprintendenza e dal settore regionale competente in materia urbanistica secondo i termini e le modalità previste dal comma 5.”.

 

Art. 3

(Modifiche all’articolo 65 della l.r. 19/2002)

 

  1.  L’articolo 65 della l.r. 19/2002 è così modificato:

       a)  la lettera b) del comma 2 è sostituita dalla seguente:

“b) non sono ammesse varianti urbanistiche al di fuori di quelle derivanti dalla definizione delle richieste di trasformazione di cui alla lettera a), di quelle relative alla realizzazione di attrezzature e impianti pubblici di interesse generale, anche di iniziativa dei privati, ricadenti nella previgente zona omogenea “F” e relative sottozone dello strumento urbanistico comunale, di quelle derivanti dalla realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico sottoposti alle disposizioni del d.p.r. 327/2001, del d.lgs. 50/2016, dell’articolo 58 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria) convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, di quelle derivanti dalla realizzazione di interventi previsti da strumenti di programmazione negoziata individuati dal POR Calabria o che siano beneficiari di finanziamenti pubblici, anche parziali o finalizzati alla partecipazione a bandi pubblici, purché beneficiari finali di finanziamento, nonché quelli proposti dagli enti ecclesiastici di cui alla legge 20 maggio 1985, n. 222 (Disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi), non in contrasto con gli strumenti urbanistici sovraordinati. Per i predetti interventi, pena la decadenza della variante urbanistica e contestuale ripristino della destinazione originaria, è fatto obbligo il rispetto dei termini di inizio lavori fissati dalla legge in materia. Sono ammesse modifiche alle norme tecniche di attuazione e al regolamento edilizio degli strumenti urbanistici vigenti, nei casi di recepimento o adeguamento a disposizioni normative o regolamentari o in mancanza di norme specifiche che consentono il corretto uso del territorio, mediante procedura semplificata di cui agli articoli 14 e seguenti della L. 241/90 e all’articolo 14 della presente legge, previa acquisizione dei pareri formulati dagli enti e soggetti che per legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante.”.

 

Art. 4

(Modifiche all’articolo 73 della l.r. 19/2002)

 

  1.  I commi 2, 3 e 4 dell’articolo 73 della l.r. 19/2002 sono sostituiti dai seguenti:

          “2.           Tutti gli strumenti urbanistici generali vigenti, nelle more dell’approvazione del Piano Paesaggistico Regionale di cui agli articoli 17 bis e 25 bis della presente legge e del relativo coordinamento previsto dall’articolo 145 del d.lgs. 42/2004, devono, entro dodici mesi dall’entrata in vigore della presente legge, essere adeguati a quest’ultima e alle disposizioni di salvaguardia del Quadro Territoriale Regionale a valenza paesaggistica, secondo le seguenti modalità:

       a)  nel caso di esclusivo adeguamento di norme e disposizioni in contrasto, i dirigenti responsabili del servizio preposto all'attuazione degli strumenti urbanistici, al fine di chiarire le modificazioni delle norme interessanti il proprio territorio, adottano gli atti amministrativi di conformazione con propri provvedimenti da trasmettere al settore regionale competente in materia di urbanistica;

       b)  nel caso di accertato contrasto del piano, da parte dei dirigenti responsabili del servizio preposto all'attuazione degli strumenti urbanistici, sia per quanto attiene l'aspetto urbanistico sia per quello paesaggistico-ambientale, dovrà essere elaborata ed approvata dal consiglio comunale apposita valutazione di coerenza e compatibilità che, previo vincolante parere favorevole della competente soprintendenza, è trasmessa al settore regionale competente in materia di urbanistica che, entro trenta giorni dall’acquisizione, rilascia il parere vincolante di coerenza con la legge e con lo strumento urbanistico sovraordinato.

  3.  Alle procedure previste nel comma 2 non si applica la VAS di cui al d.lgs. 152/2006, trattandosi di mero adeguamento ai contenuti della legge e dello strumento di pianificazione territoriale regionale già assoggettati alla procedura di valutazione ambientale.

  4.  Al fine di semplificare l’iter procedimentale di tutti gli interventi attuativi agli strumenti urbanistici generali, anche in variante, nonché di quelli previsti al comma 7 dell’articolo 30 del QTRP, l’adeguamento e la valutazione di coerenza con il QTRP avvengono esclusivamente nell’ambito delle procedure di approvazione dei medesimi, in forma ordinaria o semplificata, previa acquisizione dei pareri vincolanti rilasciati dal MIBAC e dal settore regionale competente in materia urbanistica.

  5.  In caso di adeguamenti resi necessari a causa di errori materiali di trascrizione, grafici o legati a disfunzioni degli apparati telematici, elettromagnetici o di digitazione, vi provvede il dirigente responsabile del servizio preposto all'attuazione del piano.

  6.  Ai Comuni che non adempiono a quanto disposto dal comma 2, si applica il potere sostitutivo regionale di cui agli articoli 28 e 67.”.

 

Art. 5

(Invarianza di spesa)

 

  1.  Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 6

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 425/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni relative alla Città Metropolitana di Reggio Calabria in materia di gestione dei rifiuti urbani” (Del. n. 386)

Art. 1

(Modifiche alla l.r. 14/2014)

 

  1.  Dopo l'articolo 4 della legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 (Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria), è inserito il seguente:

“Art. 4 bis

(Disposizioni relative alla Città metropolitana di Reggio Calabria

in materia di gestione dei rifiuti urbani)

 

  1.  Per l’ATO relativo al territorio della provincia di Reggio Calabria, le funzioni della Comunità d'ambito di cui all'articolo 4 sono attribuite alla Città metropolitana di Reggio Calabria.

  2.  Per l’ATO di cui al comma 1:

       a)  le disposizioni della presente legge relative alla Comunità d'ambito sono da intendersi riferite, in quanto applicabili, alla Città metropolitana di Reggio Calabria;

       b)  le decisioni in merito all'organizzazione e allo svolgimento del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani e assimilati, riguardanti esclusivamente la singola ARO, sono adottate dall'assemblea ristretta prevista dall'articolo 4, comma 11, alla quale partecipano esclusivamente i sindaci dei comuni ricadenti nel territorio dell'ARO stessa, convocata e presieduta dal sindaco del comune dell'ARO avente il maggior numero di abitanti.”.

 

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.  Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 405/10^ di iniziativa del consigliere D. Tallini recante: “Riconoscimento della legittimità di un debito fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118” (Del. n. 387)

Art. 1

(Riconoscimento di un debito fuori bilancio derivante da sentenza esecutiva)

 

       1.  Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), è riconosciuta la legittimità di un debito fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria derivante dalla sentenza esecutiva di condanna numero 340/2018 emessa dal TAR Calabria, sezione staccata di Reggio Calabria, per la somma complessiva di 6.990,00 euro.

 

Art. 2

(Copertura finanziaria)

 

  1.  Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio di cui all'articolo 1 si provvede con le risorse disponibili nel bilancio 2019-2021 del Consiglio regionale della Calabria, esercizio 2019, allocate al Programma U.20.03 Capitolo 82512 Articolo 512, recante "Fondo per rischi di soccombenza spese legali, transazioni e debiti fuori bilancio".

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 410/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a) comma 1, dell'articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.” (Del. n. 388)

Art. 1

(Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio

derivanti da sentenze esecutive)

 

       1.  Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da sentenze o altri titoli esecutivi equiparati non ancora oggetto di procedure esecutive di pignoramento pagate e quietanzate dal terzo tesoriere regionale per la complessiva somma di euro 63.708,17, per come dettagliato nella tabella 1 allegata alla presente legge per farne parte integrante e sostanziale.

 

Art. 2

(Copertura finanziaria)

 

  1.  Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui all'articolo 1, si provvede per l'importo corrispondente ad euro 63.708,17 con le risorse allocate alla Missione U.20 "Fondi e Accantonamenti'', Programma 03 "Altri fondi" (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2019, per come indicato nella tabella 1.

  2.  La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio annuale 2019 e pluriennale 2019-2021 approvato con legge regionale 21 dicembre 2018, n. 49 (Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2019-2021), istituendo appositi capitoli di bilancio nell'ambito del documento tecnico approvato con delibera di Giunta regionale n. 648 del 21 dicembre 2018 nonché a compiere tutti gli atti necessari all'attuazione di quanto previsto nei precedenti articoli.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 424/10^ di iniziativa del consigliere D. Battaglia recante: “Ratifica dell’accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra la Regione Siciliana, la Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto” (Del. n. 389)

Art. 1

(Ratifica)

 

  1.  Ai sensi dell'articolo 117, ottavo comma, della Costituzione è ratificato l'accordo per l'istituzione dell'Area integrata dello Stretto, tra la Regione Siciliana, la Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto.

  2.  L'accordo di cui al comma 1 è stato sottoscritto in data 1 marzo 2019 in Palermo dall'assessore competente della Regione Calabria, dal Presidente della Regione Siciliana, dai Sindaci delle Città metropolitane e dal Presidente della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto, nel testo allegato alla presente legge.

 

Art. 2

(Ordine di esecuzione)

 

  1.  Piena e intera esecuzione è data all'accordo di cui all'articolo 1 dall'entrata in vigore della presente legge regionale di ratifica.

 

Art. 3

(Norma finanziaria)

 

  1.  Dalla presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 4

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 248/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali 2018-2020 (E.P.M.R.)” (Del. n. 390)

Il Consiglio regionale

 

vista la delibera di Giunta regionale n. 650 del 21 dicembre 2018 recante: "Bilancio di previsione dell'Ente per i Parchi Marini Regionali 2018/2020 (E.P.M.R.). - Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti dì competenza";

viste:

-      la legge regionale n. 24/2013 che ha istituito l'Ente per Parchi Marini Regionali;

-      la legge regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione Calabria";

-      l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;

-      il D.Lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da D. Lgs. 126/2014;

premesso che:

-      la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

-      la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;

tenuto conto che:

-      con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 195 del 20/12/2016 è stato nominato il Commissario Straordinario dell'Ente per i Parchi Marini Regionali, al fine di addivenire all'accorpamento dei cinque parchi marini della Regione Calabria nell'ente unico Ente per i Parchi Marini Regionali;

-      con decreto n. 138 del 12/12/2017 il Presidente della Giunta regionale ha provveduto a costituire il nuovo Ente trasferendo tutti i diritti attivi e passivi nonché i beni mobili e immobili e le risorse finanziarie degli accorpati cinque parchi marini regionali;

-      con deliberazione di Giunta regionale n. 318 del 19/07/2018 è stato approvato lo statuto dell'Ente;

considerato che il Revisore unico dei conti, nell'esprimere parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2018-2020, ha verificato che il bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di legge, dello statuto dell'Ente, del regolamento di contabilità, delle norme del D. Lgs. n. 118/2011 e dei relativi principi contabili applicati allegati al decreto; altresì ha rilevato la coerenza, la congruità e l'attendibilità contabile delle previsioni di bilancio;

considerato che il dipartimento vigilante "Ambiente e Territorio" evidenzia che:

-      la mancata adozione del bilancio, nel rispetto dei termini di legge, è motivata dal fatto che l'ente è stato costituito in data successiva a quella prevista dalla normativa e dai ritardi subiti dall'avvio della fase operativa dell'Ente, nonché dalla definizione dell'iter procedurale per la nomina del revisore unico dei conti;

-      relativamente all'applicazione della normativa in materia di contenimento della spesa, atteso che l'anno 2019 costituisce il primo esercizio di effettiva attività dell'ente, non risulta possibile determinare i limiti di spesa di cui alla vigente normativa, posto che gli stessi potranno trovare applicazione dagli esercizi successivi al 2019, poiché occorre fare riferimento alle "spese sostenute nell'anno in cui si è verificata l'assoluta necessità di sostenere la spesa se l'anno di effettiva operatività dell'ente è successivo al 2014";

-      non risulta costituito il comitato d'indirizzo,

e, a conclusione dell'istruttoria di competenza, esprime parere favorevole sul bilancio di previsione 2018-2020;

considerato che il dipartimento Bilancio, nel corso dell'istruttoria espletata, rileva che:

-      sussistono gli equilibri di bilancio per come definiti dal D.Lgs. n. 118/2011;

-      sussiste la corrispondenza tra gli stanziamenti di cui alla tipologia di entrata "trasferimenti correnti da Regioni" dell'Ente con le previsioni di spesa del bilancio di previsione della Regione Calabria 2018-2020;

-      ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del bilancio di previsione per gli esercizi 2018-2020 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali al fine della successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 57 della legge regionale n. 8/2002;

rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 22 gennaio 2019, ha approvato il Bilancio di previsione dell'Ente per i Parchi Marini Regionali 2018/2020 (E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati;

 

delibera

 

di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il Bilancio di previsione dell'Ente per i Parchi Marini Regionali 2018/2020 (E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.

(Allegati)

Proposta di legge numero 426/10^ di iniziativa dei consiglieri Irto, Gallo, Romeo, Arruzzolo, Parente, Scalzo, Sculco, recante: “Abrogazione della legge regionale numero 22 del 2018” (Del. n. 391)

Art. 1

(Abrogazione della l.r. 22/2018)

 

       1.  La legge regionale 26 giugno 2018, n. 22 (Disposizioni in materia funeraria e di polizia mortuaria) è abrogata.

 

Art. 2

 (Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.  Dall’attuazione della presente legge non derivano oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Mozione numero 157/10^ di iniziativa dei consiglieri Irto, Gallo, Romeo, Arruzzolo, Parente, Scalzo, Sculco “In ordine alle iniziative da intraprendere per scongiurare la chiusura di Radio Radicale”

Il Consiglio regionale della Calabria,

 

premesso che:

 

• con legge 230/1990, lo Stato finanzia imprese radiofoniche private che trasmettono “quotidianamente propri programmi informativi su avvenimenti politici, religiosi, economici, sociali, sindacali o letterari per non meno di nove ore comprese tra le ore 7:00 e le ore 20:00”;

• Radio Radicale svolge con la sua attività un servizio pubblico di informazione che da 1976 garantisce la trasmissione integrale di eventi istituzionali e politici, un servizio di rassegna stampa quotidiana dei giornali, interviste con ospiti politici e attività di confronto e dialogo diretto con i cittadini;

• Radio Radicale, con i suoi 285 impianti di diffusione terrestre (contro i 120 della Rai), copre il 75% del territorio italiano raggiungendo l’85% della popolazione del Paese;

• Radio radicale custodisce il più grande archivio audio e video presente in Italia, composto da oltre 540 mila documenti;

• da 11 anni lo Stato rinnova annualmente la convenzione con Radio Radicale per trasmettere senza pubblicità le sedute del Parlamento, del Consiglio Superiore della Magistratura e della Corte Costituzionale;

• il finanziamento statale percepito fino all’anno 2018 è stato pari a 10 milioni di euro;

considerato che:

• la legge di bilancio 2019 autorizza (articolo 1, comma 88) il Ministero dello sviluppo economico “a prorogare di ulteriori sei mesi il regime convenzionale con il Centro di produzione Spa ai sensi dell’articolo 1, comma 1, della legge 11 luglio 1998, n. 224” con una spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2019;

• il contributo stanziato per l’anno 2019, garantisce il servizio radiofonico fino al 30 giugno 2019;

• la legge di bilancio 2019 (articolo 1, comma 810) prevede l’abrogazione della legge 7 agosto 1990 n. 230, a decorrere dal 1° gennaio 2020;

tutto ciò premesso

impegna

il Presidente della Regione Calabria a farsi parte attiva nei confronti del Governo nazionale e del Ministero dello Sviluppo economico, affinché vengano intraprese tutte le iniziative per scongiurare la chiusura di Radio Radicale e la conseguente perdita di un patrimonio storico, culturale e politico di incommensurabile valore per l’Italia.

(Allegati)

Ordine del giorno numero 57 sul decreto Calabria in materia sanitaria di cui alla delibera del Consiglio dei Ministri del 18 aprile 2019

 

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

 

• il Consiglio dei Ministri, in data 18 aprile 2019, ha emanato il cosiddetto Decreto Legge Calabria finalizzato ad introdurre una serie di norme urgenti atte a garantire un migliore funzionamento del sistema sanitario regionale;

• tale Decreto viola l’autonomia della Regione sancita dalla Corte Costituzionale modificando norme ordinarie attuative dell’art. 120, comma 2, (legge 131/2013), oltre alla presunta incostituzionalità con gli articoli 2, 3 e 5 della Costituzione e con l’articolo 77 in riferimento alle condizioni di necessità ed urgenza richiamate nel Decreto;

• lo stesso Decreto risulta essere in contrasto con legge ordinarie e decreti legislativi che sono alla base del funzionamento dell’intero Sistema sanitario nazionale;

• dal lato istituzionale, il Decreto, che dissente da quanto fatto, in ben nove anni, dai Commissari governativi nominati dai Ministeri competenti, non risolverebbe nulla rispetto alle problematiche sanitarie che la Regione vive da oltre un decennio, oggi aggravate dal blocco del turnover del personale che mette a rischio il diritto della salute dei cittadini calabresi.

Impegna

il Presidente della Giunta regionale ed il Presidente del Consiglio regionale, ad attuare ogni iniziativa finalizzata a non rendere operativo il suddetto Decreto che non permette di assicurare la continuità dell’erogazione delle prestazioni sanitarie concernenti i livelli essenziali di assistenza.

(Allegati)