Logo Alta Risoluzione

 

X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

_________

n. 69

 

SEDUTA Di LUNEDì 15 APRILE 2019

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE GENTILE

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

La seduta inizia alle 16,07

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

TALLINI Domenico, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle Comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, chiedo che sia inserito all’ordine dei lavori della seduta odierna un ordine del giorno, a mia firma, protocollo numero 11814, che riguarda la convocazione del Consiglio dei Ministri, in Calabria, da parte del Governo per il 18 aprile per l’approvazione di un decreto sull’emergenza sanità in Calabria.

Ritengo grave che dopo nove anni di commissariamento da parte del Governo nazionale si prospetti il blocco del turnover. Questo provvedimento, di fatto, sembra una sconfessione di tutti i commissari di nomina ministeriale che si sono succeduti nella sanità calabrese.

Per colpa del turnover alcuni reparti sono stati chiusi; altri sono stati addirittura accorpati negli ospedali calabresi e la spesa per l’emigrazione passiva è arrivata ad oltre 300 milioni di euro.

Il diritto alla salute ed i livelli essenziali di assistenza non sono ovviamente garantiti.

Insieme alla Regione ed all’Ufficio del commissario era stato redatto un piano di assunzioni di 1.500 dipendenti, tra OSS, infermieri e medici. Questo piano rischia di essere vanificato dal blocco del turnover e, in più, era stata inserita anche la stabilizzazione tutti i precari, che da anni svolgono attività in questo stato negli ospedali della regione.

Credo che, se si dovesse arrivare al blocco del turnover, in base alla legge regionale numero 24 del 2008 e al DCA (Decreto commissariale) numero 81 del 2016, mancheranno i requisiti minimi, strutturali, tecnici, organizzativi per il proseguo di alcune attività ospedaliere nei nostri nosocomi.

Per questo chiedo che il Consiglio regionale impegni la Giunta regionale ad investire della vicenda il Presidente della Repubblica, perché c’è il rischio evidente del mancato rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, che garantisce il diritto alla salute in ogni parte del nostro Paese.

Lo dichiaro ufficialmente perché è chiaro che, prima del baratro, ognuno vada informato per assumersi le proprie responsabilità.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Moderati per la Calabria)

Grazie, Presidente. Insieme a un gran numero di colleghi abbiamo presentato, con una ampia condivisione, un ordine del giorno sull’argomento trattato poc’anzi dal collega Guccione.

Insieme al collega Guccione, ai colleghi in Aula, ne chiediamo, quindi, l’inserimento, unitamente - se siete d’accordo - all’inversione dei punti all’ordine dei lavori, per discuterlo al primo punto, perché credo non solo che questo sia un argomento di attualità ma anche quello più importante da discutere: sul diritto alla salute, sulla tutela della salute e sull’azione scellerata del Governo nazionale, che rischia di far chiudere gli ospedali in Calabria.

“Quota 100” da una parte e il paventato blocco del turnover dall’altra aggraverebbero le condizioni di un settore che già versa in grandissima difficoltà, dal punto di vista del personale, medico e paramedico, negli ospedali e nel sistema territoriale.

I settori che più ne soffrono sono soprattutto il sistema delle urgenze, i Pronto soccorsi, le terapie intensive, le sale operatorie. Rischieremmo di vedere chiusi, di fatto, molti ospedali della Calabria. Questo non ce lo possiamo permettere! Bene ha fatto la Giunta regionale anche ad opporsi e a minacciare qualunque forma di azione contro il Governo nazionale.

La stessa reazione dobbiamo avere in Consiglio regionale. I calabresi devono assolutamente rappresentare un gruppo coeso in questa materia. Bisogna togliere le casacche che ognuno di noi ha e indossarne una: quella della difesa della salute per i nostri cittadini.

Chiedo, quindi, l’inserimento e l’inversione al primo punto dell’ordine di lavori dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Se siamo d’accordo possiamo inserire prima i due ordini del giorno, quello a firma del consigliere Guccione e quello a firma del consigliere Scalzo, e gli altri li mettiamo in coda. Creiamo anche le condizioni affinché i due ordini del giorno si possano unificare per poter avere un documento unanime, così come si era detto in Conferenza dei capigruppo.

Pongo in votazione l’inserimento degli ordini del giorno. Sono inseriti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA Domenico Donato (Partito Democratico)

Signor Presidente, richiamo alla discussione di oggi, all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 424/10^, che riguarda la ratifica dell’accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra la Regione Sicilia, la Regione Calabria, le due Città metropolitane di Messina e Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto, che mi onoro di presiedere.

Il Protocollo è finalizzato principalmente all’istituzione del bacino territoriale ottimale dell’area integrata dello Stretto. Chiedo, quindi, di inserirlo all’ordine del giorno.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno sia della proposta di legge numero 415/10^, che modifica la legge regionale numero 2 del 2019 sui distretti turistici regionali, in conformità alle richieste di modifica pervenute dal Governo, sia della proposta di legge numero 362/10^, d’iniziativa della Giunta regionale: “Interventi regionali per il sistema del cinema e dell’audiovisivo in Calabria”.

PRESIDENTE

Sulla prima proposta di legge c’è un rilievo tecnico da parte del Governo nazionale, quindi bisogna immediatamente procedere.

Pongo in votazione l’inserimento delle proposte di legge richieste.

 

(Sono inserite)

 

Pongo in votazione anche l’inserimento della proposta di legge numero 413/10^, che prevede modifiche ed integrazioni alla legge regionale urbanistica, a firma dei consiglieri Bevacqua e Tallini, richiesta da molti Comuni sul QTRP (Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica), e poi il disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale (Deliberazione id Giunta regionale numero 141), che riguarda la gestione dei rifiuti urbani. Sono inserite.

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge 394/10^, a firma mia e dei consiglieri Romeo e Mirabello.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’inserimento della proposta. È inserita.

Proposta di legge statutaria numero 2/10^ di iniziativa dei consiglieri S. Esposito, V. Pasqua, recante: “Modifiche allo Statuto della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo al primo punto all’ordine del giorno, “Proposta di legge statutaria numero 2/10^ di iniziativa dei consiglieri Esposito, Pasqua, recante: “Modifica allo Statuto della Regione Calabria”.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Chiedo che questo punto sia rinviato per approfondire meglio alcune modifiche statutarie.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Vorrei capire qual è il motivo della richiesta di rinviare la proposta di legge da parte del capogruppo del PD.

PRESIDENTE

La motivazione credo che sia da ricercare rispetto ai rilievi che abbiamo ricevuto. Dovremmo operare altre modifiche statutarie, che riguardano diverse questioni, soprattutto di natura patrimoniale del Consiglio regionale, in modo tale da realizzare un’unica modifica statutaria.

Ne avevamo parlato con lei, in qualità di relatore della suddetta proposta di legge.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Se è questa la motivazione sono d’accordo. Non avevo ben capito.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il rinvio della proposta di legge.

 

(Il Consiglio rinvia)

Proposta di legge numero 31/10^ di iniziativa del consigliere F. Sculco, recante: “Promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali”

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 31/10^, di iniziativa della consigliera Sculco, recante: “Promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali”. Cedo la parola al consigliere Sergio per illustrare il provvedimento. Prego.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria), relatore

Onorevoli colleghi, signor Presidente, onorevoli rappresentanti della Giunta regionale, la presente proposta mira a garantire al sistema elettivo regionale calabrese il principio dell’equilibrio di entrambi i generi, ormai consolidato nella giurisprudenza europea e costituzionale e presente nella maggior parte degli Statuti regionali e degli Enti locali, nei Consigli e nelle Giunte delle autonomie territoriali, nonché delle Regioni.

Tale misura rappresenta una priorità imprescindibile per ragioni di democrazia e civiltà giuridica e sociale, anche in considerazione dell’esito delle ultime consultazioni elettorali, che hanno visto giungere agli scranni consiliari della Regione Calabria solo una donna.

La proposta di legge, peraltro, attua pienamente i principi di cui agli articoli 3 e 51, comma 1, 117, comma 7, e 122 della Costituzione, nonché il comma 2 dell’articolo 38 dello Statuto regionale, secondo cui la legge regionale promuove la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive. Inoltre, si pone in linea con la legge numero 215 del 2012: “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti locali e nei Consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni”, nonché, con il novellato articolo 35, comma 3 bis dello Statuto, che introduce la misura minima del 30 per cento per la rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale.

Tale proposta di legge, quindi, novella la legge regionale numero 1 del 2005, in modo che anche la Regione Calabria assicuri pari opportunità tra donne e uomini - articolo 51 della Costituzione - e che il sistema elettorale calabrese promuova la parità di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive - articolo 117, comma 7, della Costituzione.

Si tratta di una facoltà aggiuntiva che introduce una norma riequilibratrice, volta ad ottenere, indirettamente ed eventualmente, il risultato di un’azione positiva. Tale risultato non sarebbe in ogni caso effetto della legge ma delle libere scelte dagli elettori, cui si attribuisce uno specifico strumento, utilizzabile a loro discrezione (Corte Costituzionale, sentenza numero 4 del 2010).

In particolare, l’articolo 1 modifica il comma 6 della legge regionale numero 1 del 2015, introducendo una percentuale di rappresentanza minima di genere nella lista dei candidati. In ciascuna lista, a pena di inammissibilità, nessun genere può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei candidati.

L’articolo 2 modifica il comma 2 dell’articolo 2 della legge regionale numero 1 del 2005, prevedendo che, in caso di espressione di due preferenze, una debba riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, a pena di annullamento della seconda preferenza.

L’articolo 3 prevede poi l’adattamento delle schede di votazione al correlato principio di parità di accesso di uomini e donne alle cariche elettive regionali.

L’articolo 4 contiene la clausola di invarianza finanziaria.

La proposta è dotata di una scheda finanziaria. Grazie.

PRESIDENTE

Ai sensi dell’articolo 38 dello Statuto regionale, la legge elettorale regionale è approvata a maggioranza assoluta dei consiglieri. Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Sull’articolo 1 sono pervenuti alcuni emendamenti; il primo è l’emendamento, protocollo numero 41771, a firma del consigliere Sergio. Prego, consigliere Sergio, ha facoltà di illustrarlo.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria), relatore

Emendamento del sottoscritto all’articolo 1 della proposta di legge 31/10^, d’iniziativa della consigliera Sculco: “Promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali”.

La proposta di legge modifica la legge elettorale regionale al fine di renderla pienamente in linea con il vigente quadro normativo nazionale, come al comma 1, lettera c bis, dell’articolo 4 della legge numero 165 del 2004, introdotto dall’articolo 1, comma 1, della legge del 15 febbraio 2016, numero 20. Successivamente, al testo licenziato dalla prima Commissione in sede referente, il presente emendamento modifica la proposta di legge de qua, che prevede nell’ordinamento regionale la preferenza di genere, introducendo nelle liste circoscrizionali l’alternanza tra candidati di sesso diverso, in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale.

La proposta emendativa ha carattere ordinamentale ed è priva di oneri a carico del bilancio regionale. Leggo il testo integrale dell’emendamento: “L’articolo 1 della proposta di legge 31/10^ è sostituito dal seguente: <Articolo 1 (Modifica art. 1 l.r. 1/2005). – 1. Il comma 6 dell’articolo 1 della legge regionale 7 febbraio 2005, numero 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale) è sostituito dal seguente: “6. Al fine di assicurare la parità di accesso alle cariche elettive degli uomini e delle donne, ai sensi degli articoli 51 e 117, comma 7, della Costituzione, in ogni lista circoscrizionale, a pena d’inammissibilità, nessuno dei due generi può essere rappresentato in misura superiore al 60 per cento dei seggi assegnati alla circoscrizione; in caso di quoziente frazionario si procede all’arrotondamento all’unità più vicina.”>”.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Presidente, la mia richiesta di appello nominale riguardava il voto complessivo, non i singoli emendamenti.

 

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi sull’emendamento protocollo numero 41771? Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Presidente, tutti i colleghi della minoranza mi hanno chiesto di fare un intervento complessivo di dichiarazione di voto sul provvedimento, con una serie di dichiarazioni – definiamole così – serene.

C'è stato il tentativo di fare una verifica e quando si fanno le riforme, ovviamente, si parla della riforma complessiva della legge elettorale; addirittura c'era qualcuno che ipotizzava il rinvio e, per evitare che si pensasse di fare strategia, noi siamo il gruppo consiliare che si era detto favorevole anche a questa norma e, nonostante le polemiche e nonostante una gestione dell'Aula anche difficile su questa complessità, abbiamo convinto anche i colleghi della minoranza che erano contrari ad astenersi su un provvedimento che arriva dalla maggioranza, per far sì che l’Aula possa votarlo serenamente se hai i numeri. È un atto dovuto, fermo restando che, se non dovesse accogliere il consenso complessivo dell'Aula, saremo disponibili anche in un secondo momento a trattare in Commissione una nuova legge complessiva che non disciplini soltanto la preferenza di genere; quindi, aver convinto anche tutta l’intera minoranza ad astenersi sul provvedimento, è un fatto che ritengo positivo.

Buon lavoro!

Annuncio, già da subito, l'astensione di tutta la minoranza sia sugli emendamenti sia sulla legge.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? Passiamo alla votazione dell'emendamento protocollo numero 41771.

 

(È approvato)

 

Passiamo al secondo emendamento, protocollo numero 39226, a firma del consigliere Bova.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Vorrei porre un quesito e ricevere una risposta. È vero che per la votazione sulla legge elettorale c'è bisogno della maggioranza qualificata – per come previsto dallo Statuto – ma non serve anche per gli emendamenti una maggioranza qualificata?

Credo di sì.

PRESIDENTE

Solo che dobbiamo fare la chiama, articolo per articolo, e votare.

Considerato che il voto che conta è il voto finale, sarebbe opportuno fare – così come lei, da Segretario questore, mi suggeriva anche prima – un voto con appello nominale alla fine, diciamo così, in modo che sia una conta generale.

 

(Voci fuori microfono)

 

Consigliere Tallini, anche se l’emendamento è respinto, bisogna continuare.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Noi votiamo contro tutti gli emendamenti. Sono respinti o sono accolti? Se vale un principio secondo cui ci sono i numeri dei favorevoli e degli astenuti, in base ai favorevoli e agli astenuti, alla fine della votazione, si deve dire se l’emendamento si dichiara approvato o bocciato.

PRESIDENTE

Allora si fa la chiama per ogni votazione, compresa quella attuale.

 

(Voci fuori microfono)

 

Per fare quello che dice lei, si deve fare la chiama.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Senza stare qui a discutere di tecnicismi d'Aula, che naturalmente dobbiamo rispettare, il collega Tallini ha toccato un punto sul quale è bene che l'Aula si pronunci perché se non ci pronunciamo con chiarezza non rendiamo un servizio alla Calabria, al Consiglio regionale e a noi stessi.

L’approvazione della legge cosiddetta “Sculco”, come abbiamo detto, non è legata a un vincolo di maggioranza; non è un tema che riguarda il governo della Calabria, ma bensì la scrittura delle regole; in questo caso, la legge elettorale.

Lo abbiamo detto soprattutto l'ultima volta; lo ha detto il presidente Oliverio con chiarezza più volte; lo abbiamo detto l'ultima volta, quando ci siamo assunti la responsabilità di rinviare alla seduta odierna l'approvazione di questa legge per consentire che venisse condivisa largamente – collega Aieta – nel senso che è stato rilevato che non può essere la legge di una parte, ma che dobbiamo condividerla.

Bene! Adesso, però, condividiamola! Non utilizziamo tecnicismi per mutare la sostanza del nostro orientamento!

Se siamo a favore di questa legge – e lo siamo – votiamo a favore; se invece, come mi pare di capire, non siamo a favore, o meglio, voi non siete a favore perché vi astenete, sapendo che l'astensione impedisce la realizzazione del quorum necessario e, quindi, della maggioranza assoluta – perché si tratta di una modifica alla legge elettorale che necessita della maggioranza assoluta dei componenti d'Aula e il Presidente del Consiglio, per come è abituato, lo ha detto aprendo la discussione – beh, non prendiamoci in giro!

Tutto posso accettare; tutto possiamo accettare, tranne che i sotterfugi. Si vuole approvare la preferenza di genere? Siamo in sede di votazione e si vota a favore.

Faccio appello alla sensibilità dei colleghi consiglieri regionali.

Voi ci avete detto: “non avete i numeri, la dobbiamo condividere insieme!”, è vero!

Noi vi abbiamo detto: “non è una questione di maggioranza e di minoranza, su questa legge non abbiamo i numeri, facciamola insieme”.

Il tema di stasera è fare insieme questa importante legge di riforma, perché non facciamo altro che uniformarci a una previsione normativa nazionale e fare un ulteriore passo in direzione della democrazia paritaria, punto!

Diversamente, il vostro voto impedirà l'approvazione della legge, sia esso contrario o di astensione.

Togliamo il velo! Squarciamolo questo velo, subito! Non siamo davanti a una questione di maggioranza e di minoranza! Non siamo davanti a una questione di Governo, tant'è che – tutti insieme – dopo l’ultima Conferenza dei capigruppo, abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, di istituire un gruppo di lavoro composto da maggioranza e minoranza o, come preferite, da centro-destra e centro-sinistra, per riformare insieme la legge elettorale.

Accettare di creare un gruppo di lavoro per fare le riforme – come è giusto – e poi dire che le riforme sono una questione della maggioranza, è una grande contraddizione.

Si dica la verità! La si vuole la preferenza di genere? Noi la vogliamo! Si voti a favore, e la si smetta!

Non si vota? Ci si assuma la responsabilità!

In questo senso, il collega Giudiceandrea ed io, abbiamo chiesto la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi?

Prego, consigliere Segretario-questore, proceda con la chiama.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Presenti e votanti: 29.

Hanno risposto sì: 15 consiglieri; ha risposto no: 1 consigliere; si sono astenuti: 13 consiglieri.

 

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò, Orsomarso, Parente Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini).

 

(Il Consiglio respinge)

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Calabria in Rete)

Posso dire che oggi è una pagina buia per la Calabria e per il regionalismo calabrese, perché ci si è nascosti dietro un voto di astensione.

 

(Interruzione)

 

Non ho il diritto di esprimere la mia delusione e la mia amarezza rispetto alla bocciatura di un provvedimento così significativo? Consigliere Gallo, lei parla anche di aria fritta.

Mi consente di esprimere la mia opinione su questo provvedimento? La ringrazio.

PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento protocollo numero 39226, a firma del consigliere Bova.

Prego, consigliere Bova, può illustrare l’emendamento.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Ce ne sono due, Presidente. Quale dei due?

 

PRESIDENTE

Il primo emendamento, protocollo numero 39226.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Rinuncio a questo emendamento perché è identico a quello depositato dal consigliere Sergio il 26 settembre 2018.

 

PRESIDENTE

Può illustrare il successivo. Prego.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Grazie. L'emendamento protocollo numero 39484 – che, tra l’altro, prende atto anche dei rilievi tecnici mossi nella scheda di analisi tecnico-normativa all'emendamento protocollo numero 39226 – si rende necessario per recepire espressamente nel nostro ordinamento regionale il principio a mezzo del quale è necessario garantire, nell'ambito delle trasmissioni di comunicazione politica anche durante la campagna elettorale, la presenza equilibrata di uomini e donne; quindi, non soltanto nella parte della composizione delle liste.

Leggo testualmente: “all'articolo 1 della proposta di legge numero 31/10^: “Modifica articolo 1 legge regionale numero 1 del 2005, è aggiunto il comma 1 bis; all’articolo 1 della legge regionale 7 febbraio 2005 numero 1, è aggiunto il comma 6 quater”.

Lo leggo testualmente: “In occasione delle elezioni regionali, i soggetti politici devono assicurare la presenza di candidati di entrambi i generi nei programmi di comunicazione politica offerti dalle emittenti Radio televisive pubbliche e private e, per quanto riguarda i messaggi autogestiti previsti dalla vigente normativa sulle campagne elettorali, devono mettere in risalto con pari evidenza la presenza dei candidati di entrambi i generi nelle liste presentate dal soggetto politico che realizza il messaggio”. Grazie.

 

PRESIDENTE

Procediamo alla votazione per appello nominale sull’emendamento.

Prego, consigliere Segretario-questore, faccia la chiama.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Presenti e votanti: 29.

Hanno risposto sì: 15 consiglieri; ha risposto no: 1 consigliere; si sono astenuti: 13 consiglieri.

 

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò, Orsomarso, Parente Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini).

 

(Il Consiglio respinge)

PRESIDENTE

L'emendamento protocollo numero 11591, a firma dei consiglieri Nicolò e Orsomarso, è ritirato.

Votiamo l'articolo 1 che, sostanzialmente, non è stato emendato, quindi è come la proposta originaria.

Prego, consigliere Segretario-questore.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Presenti e votanti: 29.

Hanno risposto sì: 15 consiglieri; ha risposto no: 1 consigliere; si sono astenuti: 13 consiglieri.

 

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò, Orsomarso, Parente Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini).

 

(Il Consiglio respinge)

 

PRESIDENTE

Ci sono altri 3 articoli e vanno votati.

 

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Chiedo la parola.

 

PRESIDENTE

Prima dell'articolo 2, però. Siamo in fase di votazione.

 

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

È ovvio che il voto che si è appena concluso.

 

PRESIDENTE

La votazione non si è ancora conclusa. Ci sono altre tre votazioni. Se può aspettare.

 

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Il mio intervento riguarda l’articolo 1.

 

PRESIDENTE

Prego, consigliere Guccione, ha facoltà di intervenire.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

È evidente il segnale di una mancanza di maggioranza in questo Consiglio regionale; ed è evidente che questa legge non verrà approvata.

Non penso che sia una questione di maggioranza e minoranza, però è chiaro che il segnale che diamo all’Italia, secondo me, non è positivo; ognuno si farà carico di queste responsabilità.

Ritengo fondamentale – le regole si scrivono insieme, e questo vale sempre – che, se ci sono le condizioni, si apra un processo di rivisitazione della legge elettorale e che, in quella sede, questa questione possa essere ripresa, visto che l'esito delle votazioni non sarà positivo per l'approvazione della legge.

Almeno questo senso di responsabilità, questo messaggio, se ci sono le condizioni.

È ovvio che le leggi elettorali scritte a colpi di maggioranza sono una iattura.

Se si trovano le condizioni, rapidamente, per verificare se ci sono situazioni in cui possiamo migliorare la legge elettorale e rivedere la questione anche della preferenza di genere – in questa direzione, ci sono proposte di legge presentate anche da altri colleghi – è chiaro che daremmo un segnale importante, non solo alla Calabria ma anche all'Italia; è ovvio che domani le prime pagine dei giornali nazionali saranno riempite da questo voto che riguarda la Calabria.

Penso che sia un fatto negativo e ritengo che da questo punto di vista – è un appello che rivolgo alla minoranza – si debba aprire questa stagione e chiuderla rapidamente, con la capacità di creare una legge elettorale migliore di quella che abbiamo e in cui ci sia anche la questione della preferenza di genere.

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Per la verità, il consigliere Guccione sta dicendo le stesse cose che abbiamo detto in Conferenza dei capigruppo, cioè di rinviare la proposta in Commissione e fare di tutto per trovare un punto di incontro.

Stamattina siamo stati accolti al suono di “Bella ciao”. Si diceva che non bisognava politicizzare una cosa che interessa le donne. Ho grande rispetto per “Bella ciao”, però questa cosa ha fatto intendere che questa proposta, come dichiarata “di sinistra”, si voleva imporre a colpi di maggioranza.

Pertanto, ci siamo posti anche un'altra domanda per capire come dovevamo esprimerci in Aula per evitare che qualcuno pensasse che fossimo contro le donne.

Noi non siamo contro le donne, ma abbiamo una visione diversa di come si possono valorizzare.

Lo sappiamo, lo sappiamo.

 

(Voci fuori microfono)

 

Chiedete a noi il rispetto delle donne, ma dovete cominciare ad avere un po' di rispetto delle Istituzioni e mi sembra che nelle ultime due sedute questa cosa si sia messa in discussione.

Sulla considerazione del collega Guccione, che ritengo responsabile, vorrei solo capire se il capogruppo della maggioranza – ex maggioranza o maggioranza insufficiente – sia il collega Giudiceandrea, il collega Romeo o il collega Guccione; quando parliamo con autorevoli esponenti, abbiamo difficoltà a capire con quanti consiglieri regionali della maggioranza o della maggioranza non autosufficiente parliamo; abbiamo difficoltà a trovare una sintonia perché abbiamo l'impressione che questa maggioranza sia ostaggio dei ricatti di chi, a fine Legislatura, vuole questa legge a tutti i costi, nei termini in cui l'ha voluta imporre, a tappe forzate e senza una discussione, solo perché si deve incassare un risultato politico.

Riteniamo che il percorso sia stato sbagliato; si poteva portare ad inizio Legislatura, quando il presidente Oliverio aveva una sua maggioranza e non avrebbe avuto bisogno dell'ausilio della minoranza, ma iscriverla all'ordine del giorno con l'idea di imporla a colpi di maggioranza, purtroppo, non è stato sufficiente già la volta scorsa; ce l'abbiamo messa tutta anche noi, per cercare di epurarla da tutti quegli aspetti di natura politica, ma abbiamo dovuto registrare che, purtroppo, a sinistra, la voglia e la forza di rivendicare e di strumentalizzare ogni cosa – anche una cosa che interesserebbe le donne – molte volte, come è successo e sta succedendo stamattina, è più forte dell'interesse vero di una categoria che vogliamo davvero pensare di aiutare e di mettere nelle condizioni di poter fare politica, come fa tantissima gente anche negli schieramenti e tra le file dei partiti in cui militiamo. Abbiamo una difficoltà.

Diciamo che questa procedura è finita; poi, se ci sono i margini per ragionare, dico sempre che dobbiamo essere pronti e disponibili ad aprire un dialogo sereno, scevro di strumentalizzazioni e disponibili a confrontarci su una legge che, eventualmente, può essere quella vera, efficace e che può davvero fare gli interessi e aiutare le donne ad entrare in un settore difficile in Calabria, come è quello della politica.

 

Presidenza del vicepresidente Giuseppe Gentile

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta

Credo che, oggi, si stia scrivendo una pagina negativa per il Consiglio regionale.

Si sta scrivendo una pagina negativa perché si rappresenta la Calabria per quello che non è, ovvero una regione arretrata, non al passo con i cambiamenti che, a livello nazionale ed europeo, sono già largamente in atto.

Non vi nego che tutto ciò mi crea tristezza e questo lo dico al di là delle appartenenze politiche.

Durante i lavori dell’ultima seduta è stata accolta una proposta di rinvio della trattazione del punto, venuta dai banchi dell'opposizione sulla base di una richiesta, ma anche di un impegno, perché è stato detto: “Chiediamo il rinvio perché anche noi siamo d'accordo con la preferenza di genere, però vogliamo inserire la proposta Sculco, o tentare di farlo, nel quadro di una proposta di riforma più complessiva della legge”. C'è stato un impegno a riportare il lavoro di gruppo, che si è proposto di costituire, nella prima seduta utile di Consiglio.

Vorrei ricordare che l’ultima seduta di Consiglio regionale si è tenuta il 12 di marzo, ovvero oltre un mese fa, e quando è stata convocata la Conferenza dei capigruppo, questo per amore della verità e per onestà, per decidere se convocare la seduta per giorno 26 o 27 di marzo, è stato detto che avendo assunto l'impegno di mettere come primo punto all'ordine del giorno della seduta la proposta di legge di modifica della legge elettorale e non essendo pronto il gruppo che si era costituito per avanzare una proposta complessiva, servivano ulteriori 15 giorni e siamo arrivati ad oggi, al 15 di aprile.

Sto facendo questa sottolineatura non già per fare una ricostruzione temporale, ma per evidenziare chiaramente che c'è un problema politico. Non c'è la volontà di affrontare questo tema, che è un tema fondamentale, importante relativamente ad una proposta di riforma della legge elettorale.

Oggi siamo qui per registrare il tentativo chiaro, anzi, evidente di affossare questa proposta di riforma, né si può far riferimento a maggioranze o a minoranze, perché si è costituito il gruppo di lavoro, anche, sulla base della convergente valutazione che le regole del gioco vanno scritte al di là degli schemi e delle appartenenze di maggioranze precostituite. Questo vuole una impostazione di rispetto delle regole del gioco.

D'altronde stiamo lavorando per l'applicazione di una legge nazionale, cioè questo emendamento che noi testé non abbiamo approvato non fa altro che riprendere quello che è il dettame di una legge nazionale, ovvero che non ci possono essere nelle liste appartenenze ad un genere superiore al 60 per cento. Questo lo stabilisce la legge nazionale.

In questo momento ci si accinge a votare una proposta di legge che, naturalmente, ha anche come riferimento una legge nazionale che, badate, non è stata approvata a maggioranza, è stata approvata con un concorso convergente delle forze politiche diversamente collocate nel Parlamento italiano, se non mi credete, andate a vedere. Già lo sapevo, ma l’ho verificato ulteriormente dopo l'ultima seduta del Consiglio regionale, è stata approvata con un voto larghissimo, convergente, come era giusto che fosse, perché le regole del gioco vanno scritte insieme e non con forzature di parte.

Mi appello all'opposizione: credo che, oggi, si stia commettendo un errore grave. Guardate non si sta facendo una operazione che si scarica sulla maggioranza, su Oliverio ecc… Sbagliate se pensate questo. La mia posizione l'ho espressa nella prima seduta di Consiglio regionale, qui in quest'Aula, il 19 di gennaio del 2015, quando ho proposto la modifica dello Statuto.

La modifica dello Statuto, tra quelli che erano presenti in Aula quel giorno, è stata fatta con il voto largo del Consiglio regionale, non con una parte dei consiglieri regionali. Perché già in quell'occasione dissi che lo Statuto e le regole come quella della legge elettorale vanno fatte con convergenze larghe.

Ecco perché, oggi, non capisco questa posizione. Non la capisco. Lo dico sinceramente: non la capisco. Né il fatto che si approvi oggi una proposta di legge, che è la legge Sculco, impedisce ulteriori approfondimenti - che non sono stati fatti nel corso di questo mese che ci separa dell’'ultima seduta di Consiglio regionale, quando è stato chiesto di rinviare la trattazione della proposta di legge per fare una riforma più complessiva - perché questo nessuno lo impedisce.

Nessuno impedisce di discutere del voto disgiunto, di discutere, anche, di modifiche statutarie che sono state qui paventate. Stiamo attenti, perché altrimenti se ci si illude che facendo, oggi, scudo sul fatto che bisogna fare una riforma generale si pensa di evitare la preferenza di genere, si commette un errore grave.

Si commette un errore grave, anche perché è chiaro che ci sono altri nodi che bisogna affrontare.

Credo che bisogna affrontare con una convergenza larga e io non sono contrario a valutare il voto disgiunto, se il Consiglio regionale valuta di discutere sul voto disgiunto. Non sono per scongiurare riforme statutarie se il Consiglio regionale valuta, nella sua larghezza di valutazioni, di fare modifiche allo Statuto.

Oggi, però non ci si può trincerare dietro la riforma generale per non affrontare questo nodo.

Io capisco il consigliere Tallini, capisco che tenere un gruppo non è semplice. Lo capisco non è che non lo capisco. Però ci sono momenti, ci sono passaggi nella vita delle Istituzioni in cui non è possibile ripiegare per non affrontare le difficoltà che ci sono in tutti i gruppi - ci sono nella minoranza, ci sono nella maggioranza politica, le difficoltà ci sono dappertutto -, però questo non significa che bisogna trincerarsi dietro lo schema “maggioranze e minoranze” per evitare di affrontare i problemi e per nascondersi rispetto ai problemi che bisogna affrontare.

Credo, lo dico con grande sincerità, di potermi appellare all’intera Aula, ai singoli consiglieri per assumere una valutazione ponderata, perché questa è una proposta di legge che non fa altro che mettere la Calabria al passo con le trasformazioni, intervenute a livello generale. Non fa altro che mettere la Calabria nelle condizioni di altre realtà e del Paese più in generale, non è un obbligo, è stato ricordato.

Non è un vincolo per cui la doppia preferenza di genere impone di avere la presenza di un genere o dell'altro al 60/40. Guardate, anche, la Regione Basilicata ha approvato una legge con la doppia preferenza di genere e me ne rammarico che ci sia una sola donna. Questo lo dico a sottolineare il fatto che non è che sono contento che in Basilicata ci sia una sola donna, ma lo dico a sottolineare il fatto che proprio perché la doppia preferenza di genere è una facoltà, non è un obbligo, non è un vincolo.

L’elettore è libero di scegliere. L’elettore ha la libertà di dare una preferenza o di darne due, nel caso in cui ne dia due è vincolato alla doppia preferenza di genere, altrimenti può votare una sola donna o un solo uomo. Ripeto è una facoltà, è un atto di libertà e non di imposizione.

Ecco perché non comprendo questa scelta che si presenta come una scelta di ottusità, di chiusura e di regresso di una terra che non ha bisogno di rappresentarsi come una terra regredita. Avete visto già nelle settimane passate gli organi di informazione nazionale, autorevoli penne nazionali, magari facendo la polemica in direzioni sbagliate - perché poi la si fa anche in direzioni sbagliate - ma abbiamo visto la rappresentazione che è stata data della Calabria. La Calabria non merita questa rappresentazione e questo Consiglio regionale non ha il diritto di rappresentare in modo regressivo una terra che non lo merita. Credetemi.

Mi appello a tutta l’Aula: non si commette l'errore di affossare un provvedimento innovativo, necessario sul piano culturale, al passo con i tempi che viviamo. Ecco perché sono intervenuto, perché al di là di tutto, poi, ognuno assuma la responsabilità del voto che esprime. Perché in questo caso davvero ognuno singolarmente è chiamato ad assumere la responsabilità del voto che esprime, e ritengo che, saggezza vorrebbe, questo voto fosse in linea con i tempi che viviamo. Grazie.

 

PRESIDENTE

Hanno chiesto di parlare i consiglieri Nucera e Bova. Consigliere Nucera, ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Brevemente, dopo l'intervento del Presidente, vorrei solamente chiarire un punto, altrimenti non si capisce bene.

Oggi c'è stato un voto di astensione, Presidente, di tutta la minoranza, però volevo ricordare - a me stesso ed a noi tutti - che in Commissione questo punto all'ordine del giorno è passato con il voto favorevole di tutti, maggioranza e minoranza.

Ora, se si è già votato in Commissione e la minoranza ha espresso un voto favorevole, non capisco il motivo, a distanza di un paio di mesi, di questa attenzione. La discussione è già stata fatta in maniera chiara e dettagliata. Si poteva integrare la legge della consigliera Sculco e non è stato fatto. Si è pensato che fosse una buona legge e si è votato.

Aggiungo questo intervento per fare chiarezza. Grazie.

 

PRESIDENTE

Ha facoltà di intervenire il consigliere Bova.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Stanotte ho viaggiato per partecipare a questa seduta che ritenevo - credo di avere ragione - la più importante di questa Legislatura.

Finalmente abbiamo gettato la maschera, Presidente. Lei si è meravigliato per quello che sta succedendo oggi. Ho apprezzato molto il suo discorso di oggi, forse l’avrei voluto sentire un po' prima, ma è difficile meravigliarsi, anzi io mi stupisco che qualcuno si possa meravigliare.

Era già stato annunciato in altre sedute in cui ci sono stati atteggiamenti veramente deprecabili. Oggi ci copriamo di vergogna, non c’è altra parola. Dovremmo andare tutti a casa. Che cosa dovremmo cercare di ricucire? Con chi?

Posso capire le strategie, le architetture politiche, le tattiche all'interno di una maggioranza o minoranza, ma non sui principi di civiltà! Su tutto! Ma su un principio di civiltà, forse siamo l'unica regione!

Stiamo veramente non toccando il fondo ma raschiando proprio il barile.

Il consigliere Guccione, giustamente, dice: “le regole si votano a maggioranza” e lo diciamo sempre tutti in politica, ma quando in politica ci sono persone perbene. Perbenismo intendo politico, non vorrei essere frainteso, ma non pensate che si possa usare un linguaggio tranquillo. In un Consiglio comunale sarebbe successa - vero ex sindaci o amministratori comunali? - l'ira di Dio.

Chi sta seguendo la diretta streaming, ci sta prendendo in giro.

Fior fiore di professori universitari della Giunta regionale, credo che dentro di loro stiano dicendo: “Ma che stiamo facendo qui?” A prescindere dal giudizio su una Giunta tecnica, se sia giusto o sbagliato, sono persone di livello culturale elevatissimo, nel bene e nel male, che hanno prestato la loro opera per tirare avanti la baracca, questa carretta. Ecco dove siamo andati a sbattere e talvolta la pezza è peggiore del buco.

Perché, Presidente, posso pure capire quello che succede, non lo giustifico, ma, Presidente, lei deve volgere lo sguardo anche da questa parte.

Perché ci sono persone della maggioranza che oggi non hanno votato gli emendamenti, il primo e il secondo. Qualcuno non è presente, non ci si può assentare in una seduta del genere dove c'è in gioco la nostra vita politica, l'immagine del Consiglio regionale.

Per favore! È incredibile stare in quest'Aula! Qualcuno tenga l'ordine in quest’Aula! Si sente un brusio, parlare a destra a sinistra, come se stessimo parlando di alzare un ticket da 10 euro a 10,50! Per favore, seguite tutti questa seduta!

Consigliere Tallini, magari fossi arrivato prima per sentire cantare “Bella ciao” come lei! Mai come in questo momento canzoni come “Bella ciao” dovrebbero essere cantate, quando si celebrano le donne e l’apporto che danno alle istituzioni.

Caro consigliere Greco, sa quanto la stimi, ma non mi sarei mai aspettato un atteggiamento del genere! Mai! Le ho sempre detto che vola alto e glielo dico in Aula - poi parlerò di altri -, ma non mi sarei aspettato uno stratagemma per non votare.

Presidente, voglio dire queste cose, perché non vorrei che mi associassero ad altri. Da questo momento, c'è maturità per portare a termine la Legislatura, ma ognuno corre per la propria strada.

Io milito nella sinistra italiana, sono di Articolo 1, e non mi voglio vergognare. Faccio la mia politica, ognuno faccia la propria, ma qui ci sono ex Presidenti del Consiglio, ex assessori di grandissimo rilievo, che, oggi, le hanno giocato un tiretto! E le devo dire che la responsabilità se la deve assumere lei, Presidente, perché io, quando ho combattuto sul territorio per certe politiche, sono stato preso a calci in culo e chiedo scusa per l'espressione.

Ho voluto dire queste cose ed ognuno capisca quello che c'è da capire.

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

 

PRESIDENTE

Votiamo l’articolo 2. Prego, consigliere Segretario questore.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 29: hanno votato sì 15 consiglieri, ha votato no 1 consigliere, si sono astenuti 13 consiglieri.

 

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò, Orsomarso, Parente, Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini.)

 

(Il Consiglio respinge)

 

Passiamo alla votazione dell'articolo 3. Prego, consigliere Segretario questore.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 29: hanno votato sì 15 consiglieri, ha votato no 1 consigliere, si sono astenuti 13 consiglieri.

 

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò, Orsomarso, Parente, Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini.)

 

(Il Consiglio respinge)

 

Passiamo alla votazione dell'articolo 4. Prego, consigliere Segretario questore.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 29: hanno votato sì 15 consiglieri, ha votato no 1 consigliere, si sono astenuti 13 consiglieri.

 

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò, Orsomarso, Parente, Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini.)

 

(Il Consiglio respinge)

 

(La proposta di legge è respinta)

 

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, ho ascoltato con attenzione l'intervento del Presidente della Giunta regionale.

Devo dire che, se non avessi seguito attentamente le vicende delle ultime settimane e dell'ultimo mese e mezzo, beh, quasi quasi, con la sua vemenza da tribuno, mi avrebbe convinto.

Mi avrebbe convinto che qui c'è un Consiglio regionale che si divide tra i buoni, quelli che sono favorevoli alle donne e alla preferenza di genere, e i cattivi che, invece, sono dall'altra parte.

Purtroppo, ho seguito attentamente le vicende di questi mesi e devo dire che l'intervento del Presidente lo avrei paragonato non a quello di un Presidente di Giunta regionale, ma a quello di un passante – tra l'altro anche alzando i toni in maniera ingiustificata, ma lo sappiamo fare anche noi –come se fosse un osservatore esterno che non conosce né dinamiche né vicende.

Credo che l'appello che il Presidente della Giunta regionale, in maniera accorata, oggi ha rivolto ai consiglieri, soprattutto ai consiglieri di minoranza, arrivi a tempo estremamente scaduto.

Cosa certifichiamo oggi?

Una maggioranza che, non avendo i numeri, ancora una volta fa prove di forza e prove muscolari secondo quella che è la cultura del suo Presidente, che è la cultura della sfida al Consiglio regionale che, anche in questo caso, è troppo tardiva; poi si fa appello ai singoli consiglieri regionali.

Chiedo scusa, si tratta di una proposta di legge che proviene da un consigliere di maggioranza, con degli emendamenti di consiglieri di maggioranza, approvato nel 2015, a luglio o a giugno, in Commissione, quando non ero nemmeno consigliere regionale, perché sono entrato nel novembre 2017.

Di solito, quando i provvedimenti vengono licenziati, soprattutto se vengono licenziati all'unanimità e c’è reale condivisione e non ipocrisia per essere poi strumentali, il provvedimento si approva velocemente.

Cosa che avrebbero dovuto fare i colleghi di maggioranza alla prima seduta di Consiglio regionale utile, unitamente al responsabile politico della maggioranza che, se non lo sapete, è il Presidente della Giunta regionale, il quale dovrebbe dettare i tempi di ciò che accade in Consiglio regionale, tenendo la sua maggioranza compatta e non come dice oggi al consigliere Tallini: “È difficile tenere un gruppo”.

Beh, credo che non abbia nulla da insegnare, atteso che, in questi anni, abbiamo assistito, per esclusiva sua responsabilità, allo sfacelo della maggioranza.

Voglio ribadire, ancora una volta, che i consiglieri regionali sono stati alienati dal progetto politico, sono stati allontanati dalla Giunta regionale con ogni pretesto, dimostrando anche doppia morale e non possono essere richiamati i consiglieri di maggioranza che oggi certificano la mancanza dei numeri perché, ancora oggi – e lo voglio dire a beneficio di tutti – da questa parte politica si è tentato di arrivare a un dialogo e ad una condivisione attraverso il rinvio in Commissione di questa proposta di legge, per esaminarla unitamente alle altre proposte di legge regionale di riforma della legge elettorale.

Non siamo misogini, non siamo contro le donne e non siamo contro la preferenza di genere.

Peraltro, si tratta di una tempesta in un bicchiere d'acqua.

Le elezioni regionali della Basilicata, che si sono svolte meno di un mese fa, hanno certificato, pure in presenza della preferenza di genere, che in Consiglio regionale entra una sola donna.

Ho le mie perplessità, però non vorrei essere interrotto, perché parlo a braccio e non voglio essere disturbato!

Mi rivolgo a chi mi devo rivolgere!

Ho manifestato apertamente, in più circostanze, perché non ci nascondiamo sotto il banco; a mio avviso, a livello ultra comunale la preferenza di genere altera soltanto gli equilibri fra i candidati e, quindi, non è finalizzata a questo.

Credo che il vero problema sia stato quello di caricare questa vicenda di significato politico, e lo avete fatto anche stasera negli interventi nei quali, cercando di rimanere e arrampicarvi sugli specchi, avete ributtato responsabilità esclusivamente vostre e della maggioranza a carico dell’opposizione e della minoranza.

Avete dimostrato di non avere i numeri; nonostante questo e nonostante sapevate benissimo di non avere i numeri, siete entrati in Consiglio regionale sicuri di bocciarla, per fare poi il pianto del coccodrillo nel momento in cui si faceva appello alla minoranza.

Io, invece, ricordo bene – collega Romeo – che nell’ultima seduta, al contrario di chi sostiene che c'è stata una richiesta di rinvio da parte della minoranza, la maggioranza ancora una volta non aveva i numeri per approvare questa legge, perché non aveva i 16 voti; ricordo a tutti come in questa circostanza e sulla discussione generale di questo progetto di legge, all'interno della maggioranza nella scorsa seduta di Consiglio regionale, si sia deciso di politicizzare la questione.

Ricordo che si è parlato di proposta che veniva dal Partito Democratico; si è parlato di proposta che rispondeva alle sensibilità della sinistra; si è parlato di proposta che era ascrivibile alla maggioranza, forse in un momento in cui, non conoscendo le regole, si pensava di poter passare all'approvazione anche con 13 voti su 31.

Credo che dobbiamo smetterla, in questo Consiglio regionale, di assistere al solito festival dell'ipocrisia.

Credo che, attraverso questa astensione, non si possa fare riferimento alla minoranza che, in più di una circostanza, vi ha dato la possibilità di proseguire nel percorso e, anche oggi, in Conferenza dei capigruppo – eravamo 20 o 21 su 30 consiglieri regionali – di rinviare questa proposta di legge in Commissione per avere una nuova legge elettorale.

C'è stata una riforma, per chi non lo conoscesse, dell'articolo 416 ter del Codice penale.

Sapete cos'è? Il voto di scambio politico mafioso.

Sapete che riforma è stata fatta da un Parlamento che, probabilmente, non ha consapevolezza di ciò che vota, o lo fa soltanto per non consentire di fare campagna elettorale a chi la campagna elettorale la fa sui territori perché è abituato ad ottenere i voti senza fare campagna elettorale?

Si è stabilito che, anche nelle inconsapevolezze del candidato, qualora un intermediario prometta voti, soldi o favori in cambio di voti, c’è il rischio per il candidato – ancorché eletto, perché c'è un aumento della responsabilità penale – di avere una condanna fino – presidente Irto – a 22 anni di carcere.

Credo che, in una regione difficile come la nostra, nella quale – non dobbiamo nasconderci – le infiltrazioni sono dietro l'angolo, questo debba fare riflettere anche chi, come noi, è cacciatore di preferenze, è abituato ad andare alla ricerca del consenso e lo fa con passione e volontà sui territori; il rischio di un infortunio, stante anche i difficili rapporti che esistono fra Istituzioni dello Stato e tra poteri dello Stato, potrebbe essere per tutti dietro l'angolo.

Perché abbiamo chiesto, eventualmente, di portare all'esame della Commissione la discussione sulla nuova proposta di legge elettorale?

Perché, ad esempio, anche in Regione, così come avviene in Parlamento – magari a malincuore – ma per far sì che non ci siano intromissioni, infiltrazioni, rischi e combattimenti all’arma bianca tra poteri dello Stato, l'idea di pensare a liste bloccate con l'alternanza fissa uomo-donna, potrebbe essere una soluzione.

 

PRESIDENTE

Concluda, consigliere Gallo.

 

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, sto svolgendo il mio mandato; non penso di dover rispondere ad ironie o provocazioni di nessuno.

 

PRESIDENTE

Concluda, consigliere Gallo.

 

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Se dobbiamo votare per accontentare la gente, lo facciamo; se, invece, dobbiamo ragionare in termini politici e in termini istituzionali, lo facciamo pure.

PRESIDENTE

Concluda, consigliere Gallo.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, penso che l'idea di una proposta di questo genere, che abbiamo anche lanciato – l'ho fatto io personalmente in più circostanze, anche nella odierna Conferenza dei capigruppo – sia stata avviata per ragionare e discutere in Commissione di una riforma della legge elettorale.

Oggi il Presidente faceva riferimento “alla possibilità del voto disgiunto o altre cose di cui al Consiglio regionale”, ma perché non c'è stato detto in precedenza? Perché non ne abbiamo parlato in precedenza? Perché si è voluti arrivare a tutti i costi alla bocciatura della legge?

Beh, a questo punto, credo che la vicenda sia chiara.

PRESIDENTE

Consigliere Gallo, concluda, ha finito il suo tempo.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Chiudo, Presidente! Credo che la maschera sia disvelata, fra chi veramente voleva questa legge – e credo che siano stati ben pochi – e chi, invece, questa legge l’ha strumentalizzata; lo voglio ribadire ancora una volta – magari, in questa circostanza – per riprendere qualche centimetro di quota in una opinione pubblica che ormai non ha grande considerazione di chi rappresenta questa Istituzione.

Chiudo, Presidente, dicendo che il nostro voto di astensione è stato anche un'apertura rispetto ad una maggioranza che, ancora una volta, ha voluto mostrare i muscoli, ma ha dimostrato – ahimè – di crollare all'ultimo metro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Grazie Presidente, colleghi consiglieri. Beh, parlerò poco, atteso che diversi sono i miei interventi su questa materia.

La mia posizione è chiara a tutti. È una posizione che, già nella scorsa seduta di Consiglio regionale, avevo avuto modo di esplicitare; è una posizione certamente non di maggioranza o di minoranza; è una posizione personale; è una posizione che in solitudine rivendico, perché ritengo che siano altri gli strumenti per la partecipazione alla quale io stesso affido e ho affidato tutte le mie energie, anche in ragione di partecipazione politica e, quindi, voglio semplicemente ribadire – collega Bova e consiglieri tutti – che, per esempio, i provvedimenti importanti per me sono quelli di garantire alle donne il 50 per cento della presenza in lista; che, per esempio, è la presenza delle donne nelle Giunte o nelle Istituzioni comunali, nelle partecipate, e non solo.

Per me significa questo.

Poi c'è la campagna elettorale che è fatta di partecipazione, di presenza, o di altro.

Voglio essere abbastanza saggio e chiedo a tutti quanti di essere saggi su questa vicenda; il presidente Oliverio ha ribadito più volte che questo attiene a sensibilità personali, ad esperienze personali che ognuno di noi ha fatto, e vanno rispettate.

La mia esperienza personale mi dice che, probabilmente, la classe politica femminile – e non solo – deve formarsi all'interno dei partiti o delle Istituzioni e deve poter crescere senza avere l'ossessione – e lo dico a chiunque – di arrivare.

È una differenza sostanziale.

Non voglio citare esempi – potrei essere enfatico e non lo voglio essere – di chi e quanti sono cresciuti ed hanno governato.

Sarebbe inopportuno parlare della Merkel, della Thatcher o altro. Non si tratta di discriminare un sesso, ci mancherebbe altro.

Io, invece, oggi prediligo l'impegno di ciascuno, a partire dalle donne, per la crescita politica che avviene con la partecipazione e con la presenza; avviene nelle Istituzioni, certo; avviene cominciando a governare i processi politici; avviene in questo.

Si tratta di avere sensibilità diverse.

Lo dico al consigliere Guccione e a tutti quelli che sono intervenuti: le scelte politiche – caro collega Guccione – ognuno di noi le fa a viso aperto; se dovessero esserci strade diverse, a viso aperto, ognuno di noi prenderà strade diverse, ma non si può strumentalizzare questa posizione.

Anche la consigliera Sculco sapeva, sin dal 2015, che ero contrario a questa norma.

L'ho ribadito in tutte le salse, anche in televisione; posso essere criticato – vabbè, figuratevi, diverse sono state le critiche che ho avuto sui social e gli attacchi personali – ma vado avanti con spalle larghe e schiena dritta, probabilmente non condividendo questa scelta, ma privilegiando la politica e la partecipazione politica, che è diversa dalla partecipazione istituzionale; quindi, per quanto mi riguarda, il mio voto è stato un voto consapevole, non legato alle vicende e alle questioni di maggioranza.

L’ho fatto in solitudine, come sempre, mettendoci la faccia; quindi, voglio ribadire il mio voto contrario, ma che certamente non è un voto legato alla maggioranza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Sì, Presidente, la ringrazio. Lo dico al presidente Oliverio, ma anche al collega Bova, che, ovviamente, questa Regione ci fa vergognare tante volte anche del nostro ruolo, di tante cose che non funzionano. È sempre al centro della cronaca per fatti negativi.

Noi – ed anche il collega Nicolò – lo avevamo detto due anni fa di essere a favore di questa norma che può aumentare la partecipazione. C’è stato, però, un atteggiamento sbagliato tant’è che – non a caso – abbiamo convinto finanche chi era contrario, come il consigliere Greco, a tenere una posizione di astensione.

Trovo, anzi, modo di chiedere scusa a chi si è sentito offeso nella precedente seduta, perché ancora oggi un po’ di brusìo – ho utilizzato un altro termine – lo abbiamo ascoltato.

Penso che non rappresentiate necessariamente tutte le donne italiane né tutte le donne calabresi. Tra l’altro, evidenzio anche il clima che accoglie una proposta che riguarda le donne erga omnes con “Bella ciao”. Grande rispetto anche per gli ideali di chi canta “Bella ciao”, ma tutte le donne con cui parlo di politica e con cui faccio politica non necessariamente …

Sto tornando da Torino dove 2.000 dirigenti italiani hanno incoronato Giorgia Meloni leader di un partito e, prima di tale incontro, il comunicato del capogruppo del mio partito – c’è tutta una discussione nell’ambito anche del centro-destra – ha incoronato Wanda Ferro, una donna di Calabria, candidata del centro-destra alla Presidenza della Regione Calabria.

Quindi, nessuno sul modello di civiltà, di calabresi che guardano avanti, che hanno visto il mondo … perché ho visto atteggiamenti di vecchie culture politiche che sono medievali e da terzo mondo che ancora legano la Calabria.

E, allora, il brusìo … Va bene il termine brusìo? Lo dico alla mia amica consigliera – di cui ho stima, sebbene sia del Partito democratico – che qui si è celebrata un’altra questione.

Lo dico con grande rispetto, presidente Oliverio: la contesto e provo a dirglielo e a fare delle considerazioni con garbo, riservando a lei tutto il rispetto, anche non essendo d’accordo sui fatti politici. Abbiamo visto nei mesi scorsi, anche su una questione del genere, un Presidente presentare e riunirsi con una parte di donne calabresi che – al di là dei colori politici – non necessariamente rappresentano tutte le donne; e sono state dette loro cose che hanno rappresentato un atteggiamento sbagliato che ha portato oggi anche all’ingresso…  

Ribadisco, non penso che muoia il mondo e – se serve – mi farò latore, insieme al consigliere Nicolò, di riproporre questa legge. Tra l’altro, avevamo presentato un emendamento, finalizzato a ridurre le percentuali, sapendo quanta difficoltà abbiamo vissuto anche nel predisporre le liste per le elezioni provinciali perché non si può nemmeno violentare la coscienza di una donna e candidarla a forza perché non si raggiunge il numero.

Faccio un ragionamento politico complessivo e ribadisco che, su una vicenda che è nata male, su cui c’è stato un atteggiamento sbagliato, diventa un fatto politico rilevante convincere tutta la minoranza – anche chi era contrario – ad astenersi per dare la possibilità a chi ne ha fatto una legge manifesto di esprimersi non trovando la maggioranza.

Allora, poiché ho dovuto sentire, ascoltare, non mi faccio dare lezioni da donne che non rappresentano tutte le donne italiane o calabresi.

Chi ha una leader donna incoronata da calabresi che hanno preso mezzi di trasporto, aerei per andare a Torino a stabilire che Giorgia Meloni deve continuare a fare la leader e, se possibile, candidarla alla Presidenza del Consiglio, come abbiamo candidato Wanda Ferro, allora dimostra che non c’è distanza culturale; è sull’ossimoro, insomma, che la Calabria è indietro.

La Calabria è indietro a livello medievale per altri vizi, di centro, di destra e di sinistra che non hanno colori politici, che ci fanno vergognare, che producono inchieste e producono quella distanza.

Tra l’altro, lo dice chi ha fatto una scelta e lo ribadisco anche in questa seduta di Consiglio regionale anche se tanti amici mi dicono “ma tu non annunciare …”; ho fatto una scelta nell’ambito del mio partito - quindi non c’è neanche un interesse personale di provare a fare liste facendo partecipare gente nuova - di non candidarmi perché il mio partito, se ci sarà lo spazio, mi riconoscerà altri tipi di ruolo; se non ci sarà nessuno, non c’è nessun problema.

Quindi, attenzione a vergare di modernità una norma che non passa per altri centomila motivi e che questa maggioranza – hanno fatto bene i consiglieri Bova e Guccione, in parte, a sottolinearlo – ha caratterizzato rispetto a questo provvedimento; quindi “fly down” sulla civiltà legata alle norme.

Le regole vanno scritte insieme. Non so – perché, ribadisco, i tempi di questa seduta di Consiglio sono stati dettati da chi aveva i numeri per approvare o meno le norme – se ci sarà lo spazio per approvare la norma elettorale. Bene ha detto il consigliere Gianluca Gallo: la rivoluzione più grande – lo dico con grande umiltà perché anche quando si prova a non sbagliare si rischia di sbagliare – potrebbe essere, ad esempio, quella più coraggiosa di togliere le preferenze nelle elezioni in Calabria, di fare una legge elettorale che preveda l’alternanza alla pari uomo-donna e le donne si scelgono per il merito che hanno.

Noi – ribadisco – abbiamo scelto Wanda Ferro come candidata alla Presidenza, abbiamo scelto la Meloni come leader e come candidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi non accettiamo lezioni da una parte politica su come si valorizzano le donne. Sono quelle donne che hanno fatto militanza, che hanno tolto tante giornate anche alla propria vita privata per fare politica e queste sono le regole; quindi, ribadisco ancora che abbiamo messo la maggioranza – che ne ha fatto una questione ideologica tanto che si canta “Bella ciao” – nelle condizioni di dire “votate liberamente”.

Anche il consigliere Gianluca Gallo che, per sue ragioni, manifestava una contrarietà si è dichiarato favorevole all’astensione quindi non trasformiamo un momento di civiltà nello scontro che non c’è stato; sarebbe stato peggiore oggi votare il rinvio e quel rinvio possiamo sempre farlo in Commissione per dare a questa terra una legge; ad esempio c’è la proposta a firma mia e del consigliere Nicolò che unisce alla nomina, già prevista, delle quote rosa in Giunta, anche la nomina del 50 percento di donne nei Consigli di Amministrazione degli enti sub regionali.

Ci può essere una legge anche elettorale che riprende quella nazionale e vede le donne protagoniste, ma su una scelta di merito perché quando i partiti, poi, faranno le liste, prevedendo l’alternanza uomo-donna, dovranno scegliere donne che fanno politica perché se scelgono donne che non fanno politica non è che uno se le porta al traino. Devono rappresentare un valore aggiunto della lista, di chi ci mette l’impegno, la propria capacità, il proprio consenso, di chi gira il territorio e per questo territorio si batte.

Quindi, presidente Oliverio, rispetto al suo tono, nulla di grave, nel senso noi siamo sempre in tempo, in momenti diversi, con atteggiamento diverso – che non abbia le criticità della vostra maggioranza che state pagando negli ultimi anni, perché sono evidenti e lampanti anche su questioni importanti che non la preferenza di genere – ad andare in Commissione per fare un lavoro serio, ad essere anche più coraggiosi rispetto alla norma nazionale. Ma non venite a dirci, consigliere Bova, che noi le donne…

Noi abbiamo scelto come leader una donna capace, che fa politica da circa 20 anni, che ha fatto parte di Consigli comunali, provinciali, circoscrizionali, si è fatta votare come leader anche nei Congressi di partito. Da parte nostra questa provocazione è rispedita al mittente e siamo pronti – finita questa partita, nata male e gestita male – ad andare in Commissione a lavorare per una buona legge, che faccia anche scelte più coraggiose, senza questa tensione. Ha ragione il consigliere Gianluca Gallo che richiamava le grandi difficoltà di questa terra, per cui aboliamo le preferenze in Calabria, facciamo l’alternanza uomo-donna. Ci state? Noi saremo pronti, è una delle proposte.

Questo penso che sia un solco, senza drammatizzare, senza dare pagelle e chiedo nuovamente scusa se ho utilizzato il termine brusio – essendo stato a favore di questa proposta di legge – ma la volta scorsa in Consiglio ma c’era un brusìo anomalo, strano; il termine magari non è stato bello, elegante, ma lo utilizzo indistintamente per gli uomini come per le donne.

Il problema è come ci si arriva, come le si costruisce e – ribadisco – non tutti rappresentano le donne.

Giorgia Meloni non si fa rappresentare sicuramente da questo tipo di atteggiamento, ma fa politica da un po’ di anni ed è al massimo del livello istituzionale per una donna in politica oggi in Italia, grazie anche al contributo di gente come il consigliere Nicolò, come il consigliere Orsomarso: tanti maschietti, uomini che riconoscono la leadership e per la costruzione maggiore di quella leadership lavorano quotidianamente.

 

Presidenza vicepresidente Giuseppe Gentile

 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Grazie, Presidente. Assistiamo ad una situazione anomala che Gabriel Garcìa Marquez avrebbe definito “cronaca di una morte annunciata”.

Sapevamo che, probabilmente, questo provvedimento non avrebbe avuto vita facile una volta sottoposto all’esame ed alla votazione del Consiglio, però è servita questa giornata per ottenere – lo dico con la massima sintesi – due risultati: innanzitutto, la svelatura di alcuni giochetti e di alcune dichiarazioni a favore della norma che, invece, si sono rivelate, poi, essere contro l’approvazione della legge stessa. Dunque, – fatemelo dire – una lettura di una norma di civiltà, – l’ha illustrata bene il presidente Oliverio – la possibilità di scelta fra un voto singolo ad un uomo o ad una donna o la possibilità di esprimere liberamente due preferenze per un uomo e per una donna.

Nient’altro – dimostrato, peraltro, da quanto successo recentemente in Basilicata – che nuoce alle nostre ed alle vostre poltrone, né niente che non possa mettere i cittadini calabresi nelle condizioni di una migliore scelta per un Consiglio regionale – come si auspica – rinnovato alle prossime elezioni.

Dico che c’è stata, quindi, questa svelatura del mostro o dei mostri – se vogliamo chiamarli così – dei buoni e dei cattivi – come bene ha detto il consigliere Gianluca Gallo – indipendentemente dallo schieramento di destra o di sinistra, di coloro i quali hanno fatto finta di appoggiare questa legge invece oggi hanno lavorato per affossarla, magari non rimanendo presenti ai lavori del Consiglio.

L’altra cosa importante – che è successa oggi e va sottolineata – è che finalmente il collega Orsomarso ha fatto somigliare il suo intervento più ad un brusìo gradevole che ad uno starnazzo.

Salutiamo questa innovazione per il collega, considerato che ne apprezziamo le doti di carattere politico, un po’ meno gli interventi quando gli aggettivi possono ferire la sensibilità delle persone che ci ascoltano. Grazie.

PRESIDENTE

Il consigliere Nicolò rinuncia al suo intervento. Lo ringrazio. Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Oggi, questa sera, il Consiglio regionale scrive una pagina buia.

 

(Interruzione)

 

Questo lo giudicheranno gli elettori, ognuno avrà le sue opinioni, ma stasera è stata scritta una pagina buia. C’è un aspetto che più di altri ci colpisce che è quello del tentativo di mistificare la realtà che, tuttavia, è molto evidente ed è sotto gli occhi di tutti.

Alcuni colleghi hanno detto, addirittura, “perché questa fretta? Perché queste forzature? Perché questa assenza di dialogo?”

È stato detto, presidente Gentile, in quest’Aula, ma – scusate – il testo di legge della consigliera Sculco è stato approvato in Commissione il 16 luglio del 2015, quasi 4 anni fa.

Fretta? Non mi pare. Volontà di non discutere? Non mi pare.

Nell’ultima riunione di Consiglio abbiamo deciso insieme di rinviare alla seduta odierna l’approvazione del testo proprio per consentirne un’approvazione condivisa, larga, anche con delle modifiche – perché no? – infatti, oggi erano all’esame dell’Aula alcuni emendamenti.

Peraltro, il centrodestra ha cambiato opinione in corso di legislatura perché in quella seduta in Commissione un esponente del centro-destra votò a favore della legge.  

Dovreste, piuttosto, spiegarci il perché – e lo dovete spiegare alla Calabria – avete detto: “non avete i numeri, non avete la maggioranza”. È sufficientemente chiaro che non si tratta di questioni di governo, che l’approvazione delle riforme e delle leggi elettorali non è oggetto di uno scontro fra maggioranza e minoranza e lo avete anche certificato chiedendo al presidente Irto di costituire un gruppo di lavoro appunto per fare insieme le riforme.

La verità è che non volete la preferenza di genere e avete paura di affrontare l’opinione pubblica ed alcuni esponenti – anche istituzionali – dei vostri partiti. Oggi, in Conferenza dei capigruppo, il presidente Irto ci ha informato che gli è pervenuta una lettera da parte del Consiglio comunale di Catanzaro che sollecitava l’approvazione della preferenza di genere.

Il Consiglio comunale di Catanzaro, la città di Catanzaro, sono governate da Forza Italia.

Poiché siete di fronte ad un “no” incomprensibile ed ingiustificabile, la buttate in caciara, ma non vi sarà consentito perché noi abbiamo dato disponibilità alle modifiche – lo ha detto il presidente Oliverio – più volte pubblicamente qui stasera.

Consigliere supplente? Se l’Aula ritiene, modifichiamo lo Statuto. Sbarramento? Va bene, discutiamone. Voto disgiunto? Ok, va bene. Ci sono altre cose? Ragioniamo.

La verità è che non volete la preferenza di genere. Non la volete. E, però, dovete dirlo anche perché l’hanno capito tutti. Non aggravate la vostra maschera di ipocrisia – questa sì è una maschera – perché non vi servirà.

Oggi, avete scientemente deciso di affossare la preferenza di genere perché siete contrari. Ditelo! Altrimenti, votate! Se avessimo rifiutato il dialogo, il confronto, proposto un ulteriore rinvio, allora sì, ma abbiamo detto che la legge la dobbiamo fare insieme perché non abbiamo i numeri. L’abbiamo detto! Nessuno si nasconde.

Le riforme si fanno insieme. Non è una questione di maggioranza e di minoranza.

Abbiamo istituito, su vostra richiesta, un gruppo per fare insieme le riforme e oggi tirate fuori argomenti che nella realtà non reggono, tanto che in Commissione – il massimo dell’ipocrisia –presentate, addirittura, un disegno di legge per prevedere la presenza delle donne nelle aziende o negli enti sub regionali e così via. Ma smettetela, per cortesia! Il gioco è scoperto, finito.

L’astensione è la fiera delle ipocrisie che è andata in onda questa sera di fronte alla Calabria. L’argomento che avete, tra gli altri, avanzato e cioè quello di dire “il nostro schieramento non è concorde e, per tenerlo unito, non facciamo passare la legge” rivela la vera natura del vostro voto. Avete anteposto gli interessi di uno schieramento al merito di una legge che, invece, farebbe fare un grande passo davanti alla nostra Regione verso la democrazia paritaria

Questo è anteporre gli interessi politici agli interessi dei cittadini e delle cittadine calabresi!

Questo è. Lo avete detto e lo avete, purtroppo, fatto.

Pensavate che temessimo il voto disgiunto. Ma, sinceramente, dopo l’ultimo rilevamento del Sole24ore, svolto con il Presidente ingiustamente e immotivatamente dimorato a San Giovanni, avete, giustamente, cominciato ad avere dei dubbi. Noi no, se ne discute.

Pensavate di avere chiuso la partita, ma le partite si chiudono quando l’arbitro fischia. Ancora non è iniziata, quindi, figuratevi!

Oggi, avete deciso di scrivere una pagina buia e questo mio dire è tanto fuori dalle ritualità che – care colleghe e cari colleghi del centrosinistra e della maggioranza – ritengo che non ci siano più le condizioni per proseguire i lavori di questa seduta di Consiglio regionale stasera, perché la bocciatura della preferenza di genere non è la bocciatura di una legge qualsiasi.

È un fatto straordinariamente grave – almeno per quanto ci riguarda – e, di fronte a fatti straordinariamente gravi, ci si ferma un attimo e si riflette, per cui vi chiedo di interrompere i lavori e lasciare quest’Aula.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Colleghi, colleghi del centrosinistra, visto che il collega Romeo, Sebi Romeo, ha voluto parlare di verità e ha voluto anche rimarcare il fatto che stasera si è celebrato il valzer delle ipocrisie, il mio vuole essere un intervento volto a completare questa verità, con una versione che proviene da parte di chi ha vissuto tutte le vicende di questa fase in cui il Consiglio regionale si è interessato alla preferenza di genere.

È credibile questa maggioranza quando dichiara di voler porre un'attenzione verso le donne e poi si oppone al ricorso fatto da Wanda Ferro davanti al TAR e davanti alla Corte Costituzionale? Ma se vi siete costituiti in giudizio per impedire e per difendere le ragioni per cui una donna, l'unica donna, doveva stare fuori dal Consiglio regionale, la seconda donna, la candidata donna alla presidenza! Potete essere credibili rispetto a questo? Poi, volevate votare e approvare la legge sulla preferenza di genere, sapendo di non avere la maggioranza da diversi mesi, da quando lo ha ripetuto, in tutte le salse, uno della vostra stessa maggioranza che più volte ha preso la parola. È stato il consigliere Guccione, Carlo Guccione, a dire “non abbiamo più la maggioranza e dobbiamo stabilire come si può portare a compimento questa legislatura”. No, invece si è andati avanti, è andato avanti anche il compito della maggioranza che sta andando avanti, signori miei, a colpi di decreti e delibere. Basta leggere le delibere che vengono fuori dalla Giunta regionale con il legittimo obiettivo che è quello di portare a compimento, fino all'ultimo giorno, quello che è il programma del centro-sinistra, della sua esperienza.

Sono d'accordo che questo legittimamente lo possono fare ma, poi, perché meravigliarci quando, in Aula, sapendo di non avere i numeri e sapendo che la legge, senza l'apporto della minoranza, avrebbe avuto questo esito?! Perché a tutti i costi insistere? È vero, consigliere Romeo, c'è stato questo tentativo di trovare un accordo, è vero, lo testimonio, siamo stati davvero sinceri quando abbiamo chiesto il rinvio. Presidente, quel giorno, comunque, non è che stavate approvando la proposta di legge, la stavate bocciando perché eravate in 15 in Aula e con 15 consiglieri non si può approvare la legge elettorale. Ve lo hanno comunicato quel giorno ed il fatto che vi abbiamo dato la possibilità di discutere ancora è dovuta al fatto che, all'interno del nostro schieramento, c'erano, davvero, delle persone convinte che si potesse raggiungere a un risultato.

Che cosa non ci ha aiutato? Diciamo la verità! Ha ragione il consigliere Guccione quando dice che questo fine legislatura avrebbe dovuto essere accompagnato da una visione diversa perché non c'era più la maggioranza; l’ha più volte rimarcato in quest'Aula e l'ultimo intervento è stato proprio nel momento in cui nell'altra seduta, nell'ultima seduta, è mancato il numero attraverso il quale la maggioranza questa legge avrebbe potuto approvarla con i propri numeri. E allora è il valzer delle ipocrisie questo? No! Sono delle cose vere quelle che vi stiamo dicendo. Con onestà non possiamo accettare gli insulti da parte di qualche consigliere regionale che dice che se una persona, se un consigliere è favorevole alla preferenza di genere è persona perbene, se non è favorevole alla preferenza di genere è una persona non perbene. Questo è l’assioma e mi auguro che le donne non condividano questa impostazione e siano convinte, davvero, soprattutto dalla nostra presenza in Aula. Una presenza che è l'opposto di un’eventuale fuga, è una presenza con interventi, con argomenti, è una presenza con motivazioni inerenti al voto di astensione.

Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo votato contro? E da quando in qua la minoranza deve andare in soccorso alla maggioranza, soprattutto quando la maggioranza deve mostrare i muscoli?

 Allora le donne, se ritengono di avere qualche cosa in più degli uomini in termini di intelligenza, di sensibilità, devono, anche in questo caso, tirarla fuori questa sensibilità, questa intelligenza e capire questa forzatura, in Aula, a tutti i costi, con il testo di legge portava il nome di un consigliere regionale della maggioranza che ne ha fatto una battaglia di principio. Onore al principio di una battaglia che tutti quanti, sul piano politico, da avversari politici, dobbiamo rispettare.

Però le considerazioni finali sono due: o il centro-sinistra non ha una regia o ha una pessima regia, perché l'amico Sebi Romeo -lo ringrazio e ricambio la stima che mi ha pubblicamente manifestato l'altra volta - sapeva bene che per onestà, durante questi colloqui, non l'abbiamo mai illuso che ci fosse l'unanimità su questa proposta e abbiamo sempre detto che, al di là delle posizioni dei singoli, questo schieramento aveva un altro obiettivo proprio perché ci avviciniamo alla scadenza elettorale e la Calabria aspetta di essere governata, considerato che fino ad oggi, lo abbiamo detto tutti e lo hanno detto tutti, lo dicono tutti a tutti i livelli, non è stata governata o perlomeno è stata governata male.

Abbiamo il dovere, sul piano politico, di stare uniti e abbiamo il dovere, sul piano politico, di dare vita ad uno schieramento che sia il più compatto possibile ed è una delle ragioni per cui questa minoranza ha dovuto fare i conti con questa realtà.

Allora due sono le cose: o il centro-sinistra non ha una regia e diciamo che chi ha fatto la regia, visto che ci sono più registi in questa maggioranza, ha fatto una regia fallimentare rispetto all'obiettivo, oppure era consapevole dell'esito perché noi glielo abbiamo detto, glielo abbiamo detto sopra, glielo abbiamo detto sotto, glielo abbiamo detto in tutte le salse.

Evitiamo in Consiglio regionale questa pagina perché non è una pagina esaltante. Non mi vergogno di quello che ho fatto, credo di aver servito le istituzioni e non ci sono pratiche che ti consentono di essere bravo o di accreditarti agli occhi dell'opinione pubblica ed altre no. Invece io mi vanto di aver fatto il mio dovere anche quando voto una delibera o una legge che porta un beneficio a qualche povero calabrese afflitto.

E allora si deve dedurre che questa maggioranza ha voluto affossare questa legge elettorale, questa legge di modifica l'ha voluta affossare perché lo sapeva prima, lo sapeva dopo, gli abbiamo detto “portiamola di nuovo in Commissione e cerchiamo di capire se ci sono i margini e quali possono essere i margini”. Onestamente questa maggioranza ne ha fatto una questione politica e lo dimostra il fatto che era talmente politica la questione che erano disposti a fare lo sbarramento, lo sbarramento alto, lo sbarramento basso, il voto disgiunto, tutto purché si votasse la proposta messa all'ordine del giorno. Si è trattato cioè di un ricatto politico che qualcuno ha subito all’interno della maggioranza e che qualcuno voleva che il Consiglio regionale subisse al suo interno. Sarebbe stato più onorevole, più dignitoso che qualcuno dicesse a qualcun’altro “ritira questa proposta perché oggi non abbiamo i numeri e invece di affossarla definitivamente tentiamo, se ci sono le condizioni, un estremo recupero in questo mese che manca, per vedere se una strada è possibile”.

Invece no, sono venuti e hanno votato. Tra l'altro non è presente il consigliere Ciconte, un consigliere regionale della maggioranza, noi lo sapevamo, è vero c'è stato un impedimento, un inconveniente, assolutamente, ma è sempre uno della maggioranza che è venuto meno rispetto a quello che, magari, ci si era prefissati. E allora concludo questo mio intervento dicendo che la legislatura volge alla fine e i calabresi si stanno organizzando per un'alternativa, speriamo che sia l'alternativa giusta.

Però devo dire che c'è stato un tentativo che ha cercato, sta cercando o di fatto accelera il processo di crisi di un Consiglio regionale che se con la volontà, con la buona volontà e con la sensibilità di tutti i consiglieri regionali si prefigge di fare ancora qualche cosa di importante, con questa votazione oggi interrompe questo processo al punto tale da indurre il consigliere Romeo, il collega Romeo, a dire: “Per oggi andiamocene”. Ora non so se ho sentito bene, nell'ultima considerazione ha detto “per oggi andiamocene”, vorrei capire se dice andiamocene per oggi oppure andiamocene per oggi ma anche per domani, dopodomani. Per come ha lanciato la sfida mi è sembrato quasi che dicesse: “Questo Consiglio regionale ha finito la sua funzione, la sua missione, con la seduta di oggi finisce questa esperienza”. Però mi rimane il dubbio perché ha detto stasera e allora stasera cosa significa? Che lui si è alzato e se ne è andato? Che solo per stasera deve finire questa esperienza e deve continuare da domani mattina in poi o che deve finire per sempre? Se deve finire per sempre, se questa richiesta viene proprio dalla sua stessa maggioranza, non ci poteva essere testimone più credibile del capogruppo del PD nel momento in cui afferma che questa esperienza è fallita. Credo che davanti ad una dichiarazione del genere, ob torto collo, noi non possiamo esimerci dal condividere le considerazioni del collega Sebi Romeo.

PRESIDENTE

Grazie, collega Tallini. La maggioranza ha abbandonato l’Aula, quindi la seduta è tolta per mancanza del numero legale. La prossima seduta di Consiglio regionale sarà convocata a domicilio.

 

La seduta termina alle 18,30

 

Allegati

Congedi

Ha chiesto congedo: Ciconte, Salerno

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Modifiche alle leggi regionali 11 agosto 2010, n. 21, 4 novembre 2011, n. 41, 16 aprile 2002, n. 19 e 21 dicembre 2018, n. 47 – (deliberazione G.R. n. 110 del 22.3.2019)” (PL n. 421/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

 “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a), comma 1, dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. relativi a sentenze ed atti equiparati già oggetto di procedura esecutiva, nonché a sentenze ed atti equiparati non ancora oggetto di procedura esecutiva – (deliberazione G.R. n. 105 del 22.3.2019)” (PL n. 422/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“Interpretazione autentica dell’articolo 23, comma 1, lettera d) della legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013 – (deliberazione G.R. n. 112 del 22.3.2019)” (PL n. 423/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“Disposizioni relative alla Città Metropolitana di Reggio Calabria in materia di gestione dei rifiuti urbani – (deliberazione G.R. n. 141 del 2.3.2019)” (PL n. 425/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Nicolò, Orsomarso - “Equilibrio tra i generi negli organi di amministrazione delle società a controllo pubblico regionale ovvero enti sub-regionali” (PL n. 419/10^)

È stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Mirabello - “Interpretazione autentica del comma 3, lettera a) dell’articolo 4 della legge regionale 5 novembre 2013, n. 48” (PL n. 420/10^)

È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Battaglia – “Ratifica dell’accordo per l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra la Regione Siciliana, la Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana di Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto” (PL n. 424/10^)

È stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Bilancio di previsione 2019/2021 dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Regione Calabria – (deliberazione G.R. n. 99 del 13.3.2019)” (PPA n. 251/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“Legge regionale 5.4.2008 n. 8 “Riordino dell’organizzazione turistica regionale” – Approvazione proposta di Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2019/2021 – (deliberazione G.R. n. 142 dell’11.4.2019)” (PPA n. 253/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Effettuazione referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 399/10^ di iniziativa del Consigliere Romeo, recante: 'Istituzione del Comune di San Marco Cervicati'” (PPA n. 252/10^)

Parere favorevole su deliberazione

La prima Commissione, con nota prot. n. 8753 del 19.3.2019, ha comunicato che nella seduta del 18 marzo 2019 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 56 del 15 febbraio 2019, recante: 'Legge regionale n. 24 del 16.5.2013. Ente per i Parchi Marini Regionali. Adozione regolamento di contabilità armonizzata dell’Ente'

(PARERE N. 49)

Richiesta chiarimenti in riferimento alla risposta all’interrogazione n. 453 del 13.3.2019

Il Consigliere regionale Orlandino Greco, con nota pervenuta il 15.4.2019 al protocollo generale n. 11696, ha chiesto ulteriori chiarimenti in riferimento alla risposta all’interrogazione n. 453 del 13.3.2019 'Sullo stato della sanità in Calabria'.

Promulgazione di legge regionale

In data 13 marzo 2019, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 34 del 13 marzo 2019:

 

Legge regionale 13 marzo 2019 n. 6, recante: 'Integrazione delle aziende ospedaliere della città capoluogo della Regione'.

Adesione di consigliere regionale a gruppo consiliare

Il Consigliere regionale Giuseppe Ennio Morrone, con nota del 27 marzo 2019, acquisita al protocollo generale n. 9583 del 27.3.2019 e il Consigliere regionale Vincenzo Pasqua, con nota del 22 marzo 2019, acquisita al protocollo generale n. 9584 del 27.3.2019, hanno aderito con effetto immediato al Gruppo consiliare 'Moderati per la Calabria'.

Approvazione della relazione sulle attività svolte nel 2018 (CORECOM)

Il Comitato Regionale per le Comunicazione (CORECOM), in data 19 marzo 2019, ha approvato la relazione sulle attività svolte nell’anno 2018, in uno con la relazione sul Sistema delle Comunicazioni in Calabria anno 2018.

Trasmissione deliberazione

La Giunta regionale, con nota prot. n. 138366 del 4 aprile 2019, ha trasmesso la deliberazione n. 118 del 2 aprile 2019, recante: 'POR Calabria FESR FSE 2014-2020. Presa d’atto della Decisione di esecuzione della Commissione europea C (2019) 1752 final del 28.2.2019 che modifica la decisione di esecuzione C (2015) 7227 che approva determinati elementi del programma operativo 'POR Calabria FESR FSE' per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo nell’ambito dell’obiettivo 'Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione' per la regione Calabria in Italia'

Emanazione Regolamento regionale

Il Presidente della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 34 del 13 marzo 2019:

 

1. Regolamento regionale n. 5 del 13 marzo 2019, concernente: 'Regolamento di attuazione ai sensi dell’articolo 38, comma 1, della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47';

2. Regolamento regionale n. 6 del 13 marzo 2019, concernente: 'Modifiche al regolamento regionale 16 dicembre 2016, n. 18 (Disciplina dell’Albo regionale del volontariato di protezione civile, delle procedure operative per la sua gestione e dell’utilizzo dei loghi di protezione civile regionale)';

3. Regolamento regionale n. 7 del 13 marzo 2019, concernente: 'Regolamento per la disciplina degli incentivi per funzioni tecniche ai sensi dell’articolo 113 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50'.

 

In data 25 marzo 2019, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 38del 26 marzo 2019:

1. Regolamento regionale n. 8 del 25 marzo 2019, concernente: 'Modifiche al regolamento 10 agosto 2017, n. 15 (Procedure per la denuncia, il deposito e l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva 'SISMICA' di cui alla legge regionale 28 dicembre 2015, n. 37)'.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2019-2021:

Deliberazione Giunta regionale n. 100 del 13.3.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 106 del 22.3.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 107 del 22.3.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 108 del 22.3.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 109 del 22.3.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 122 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 123 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 125 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 126 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 127 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 128 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 129 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 130 del 2.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 151 dell’11.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 152 dell’11.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 153 dell’11.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 154 dell’11.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 155 dell’11.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 156 dell’11.4.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 158 dell’11.4.2019.

Interrogazioni a risposta immediata

Giudiceandrea - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- nei giorni scorsi su numerosi quotidiani nazionali sia cartacei che on-line è comparsa una foto pubblicata sul proprio profilo di facebook dal sindaco di Condofuri (RC) Tommaso Iaria il quale compariva con altre persone seduto alla scrivania della sua stanza presso la delegazione comunale della marina di Condofuri dove, alla parete di sfondo al posto della foto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, compariva un quadro contenente il giuramento del battaglione italiano delle "Waffen SS";

- le "Waffen SS" erano reparti non tedeschi responsabili di alcune stragi durante la Resistenza, tra cui quella di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) che provocò la morte di oltre 500 persone. Considerato che: - l'ANPI ha già presentato un esposto in Procura in cui si denuncia il sindaco di Condofuri per Apologia del fascismo;

- si rende necessario un intervento efficace ed esemplare, tanto legale che culturale, affinché tali gesti di disprezzo della nostra Costituzione che riaprono ferite profonde della nostra storia, non possano più essere compiuti con tale leggerezza;

- l'apologia del fascismo è un reato grave, che non può essere tollerato in alcun caso, in modo particolare quando a perpetrarlo sono dei rappresentanti della Costituzione che su questa hanno giurato;

Tanto premesso e considerato, il sottoscritto interroga il Presidente della Giunta regionale -:

 

quali misure La Giunta Regionale intende prendere contro azioni quali quella posta in essere dal Sindaco di Condofuri, affinché fatti come questo non passino inosservati e non abbiano mai più luogo.

(456; 14/03/2019)

Interrogazioni a risposta scritta

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

e se risulta al vero, - con atto deliberativo della Giunta Regionale n. 651 del 24 luglio 2001, avente ad oggetto “Attuazione delle linee di indirizzo e direttive straordinarie di cui alla deliberazione di G.R. n. 198 del 06/03/2001 — Provvedimenti”, è stata approvata la dotazione organica e profili professionali e fissazione dei posti per le progressioni verticali;

- con atto deliberativo n. 737 del 06 agosto 2002, avente ad oggetto "Modifiche ed integrazioni accordo con le organizzazioni sindacali e RSU del 05/08/2002 di cui alla delibera n. 651 del 24/07/2001", si è provveduto ad approvare altresì il Regolamento per le progressioni verticali;

- in data 26/06/2003 sul supplemento straordinario del BURC n. 5 al 11 del 16/06/2003 sono stati pubblicati i bandi per le progressioni verticali per le categorie B per n. 176 posti, B3 per n. 394 posti, C per n. 329 posti, Dl per n. 799 posti e D3 per n. 186 posti, in attuazione delle D.G.R. n. 651/2001 e n. 737/2002;

- in data 08/07/2003 sul supplemento straordinario del BURC n. 5 al 12 del 01/07/2003, sono state pubblicate le rettifiche dei bandi per come precedentemente indicato;

- in data 14/07/2003 è stata pubblicata l’ulteriore rettifica del bando relativo alla categoria C;

- a seguito dell'espletamento delle procedure concorsuali, l'ente regione con decreti dirigenziali: l) n. 12870 del 30/08/2005, ha provveduto ad approvare la graduatoria definitiva per la progressione verticali inerente la categoria C ed ha provveduto alla dichiarazione di n. 329 vincitori dei posti messi a concorso;

2) n. 13925 del 26/09/2005, ha provveduto ad approvare la graduatoria definitiva per la progressione verticale inerente la categoria Dl ed ha provveduto alla dichiarazione di n. 799 vincitori dei posti messi a concorso;

3) n. 17708 del 22/11/2005, ha provveduto ad approvare la graduatoria definitiva per la progressione verticale inerente la categoria D3 ed ha provveduto alla dichiarazione di numero 186 vincitori messi a concorso;

- l’ente regione, con successivi decreti dirigenziali, ha provveduto ad utilizzare le graduatorie per come previsto dai bandi per la copertura di quei posti resi liberi a vario titolo, nel rispetto della dotazione organica, ed esattamente con: l) decreto n. 806 del 13/02/2006 per la copertura di n. 150 posti per la categoria C, per la copertura di n. 100 posti per la categoria D1, per la copertura di n. 100 posti per la categoria D3;

2) decreto n. 6286 del 26/05/2006 per la copertura di n. 3 posti per la categoria C, per la copertura di n. 4 posti per la categoria D1, per la copertura di n. 3 posti per la categoria D3;

3) decreto n. 2767 del 19/03/2008 per la copertura di 44 posti per la categoria D1, per la copertura di n. 25 posti per la categoria D3;

- quanto fin sopra esposto, è stato impugnato dall' ing. Grosso Francesco, il quale chiedeva dapprima al Tar Calabria e poi al Consiglio di Stato l'annullamento dei provvedimenti dirigenziali, del 26 giugno e l’8 luglio 2003, di indizione delle selezioni verticali alle categorie Dl e D3 per il personale dipendente della Regione, nonché delle delibere della Giunta n. 198 del 6 marzo 2001 n. 651 del 24 luglio 2001 e n. 737 del 6 agosto 2002, concernenti la dotazione organica degli uffici regionali;

- il Consiglio di Stato con sentenza n. 4139/2015 accogliendo il ricorso in appello, e quindi le motivazioni sollevate dall'ing. Grosso (i provvedimenti impugnati gli precludevano la possibilità di partecipare ai concorsi per la copertura dei posti vacanti, illegittimamente tutti riservati al personale già dipendente dell'ente senza specificazione dei profili professionali) ha annullato gli atti impugnati a partire dalle deliberazioni n. 198 del 06/03/2001, n. 651 del 24/07/2001 e n o 737 del 06/08/2002, e di contro tutti gli atti consequenziali, ordinando altresì l'esecuzione della sentenza all'autorità amministrativa;

- circa un anno dopo la Regione Calabria, con Delibera di Giunta del 02/05/2016, conferisce incarico esterno a soggetto di altissima competenza al fine di ricevere parere delucidativo sulla sentenza del Consiglio di Stato;

- l’Ente Regione facendo proprio, seppur senza alcuna delibera, il parere del Prof. avv. Aristite Police, che sostanzialmente si è discostato dalla pronuncia del Consiglio di Stato, considerando le graduatorie viziate ma valide con effetto ora per allora, ha mantenuto i complessivi 2.313 dipendenti alle categorie giuridiche BI, B3, C, Dl e D3 assegnate con le progressioni verticali, senza dunque ottemperare alla statuizione dall'organo superiore di giustizia amministrativa;

successivamente agli stessi dipendenti, in applicazioni dei contratti decentrati, ha attribuito anche le cosiddette progressioni economiche orizzontali;

- se da un lato la Regione ha disatteso la sentenza anzidetta, dall'altro in sede giudiziaria, precisamente innanzi al Tribunale di Reggio Calabria - sez. lavoro, nel procedimento contro una dipendente, a sostegno della propria difesa, adduceva il declassamento della ricorrente dalla categoria D3 assegnatale a seguito di progressione verticale, in virtù della pronuncia del Consiglio di Stato, in quanto la sentenza aveva annullato tutti gli atti inerenti le progressioni verticali;

- dello stesso tenore la sentenza di merito emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro - sez. lavoro - la n. 898/2018 nel ricorso proposto da altri dipendenti, dove gli stessi hanno visto rigettato il gravame proposto, in virtù della tesi difensiva della Regione Calabria, in quanto a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 4139 del 07/09/2015 che ha annullato gli atti presupposti (le anzidette D.G.R.), nonché i successivi decreti di attuazione, comprese le relative graduatorie, è sopravvenuta la carenza di interesse, concreta e attuale alla domanda formulata

Per sapere:

Quali sono le determinazioni che hanno spinto la Regione Calabria a non ottemperare alla sentenza del Consiglio di Stato per 2.313 dipendenti e ad applicarla invece per una piccola parte di dipendenti, non riconoscendo loro la progressione verticale.

(452; 12/03/2019)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- in data 6 marzo 2019 il ministro della Sanità Giulia Grillo ha visitato gli ospedali di Locri e Polistena riscontrando gravi carenze strutturali e di personale;

- successivamente, nella conferenza stampa indetta dal ministro, la stessa ha evidenziato il peggioramento dei livelli essenziali di assistenza in Calabria e l'aumento del disavanzo sanitario che ha raggiunto i 127 milioni di cui 28 extra gettito;

- come riferito dal ministro in conferenza stampa, il deficit delle aziende ospedaliere calabresi continua a crescere e ha raggiunto: 32 milioni di euro all'Asp di Cosenza, 32 a Crotone, 40 a Catanzaro, 22 a Reggio, mentre l'Asp di Vibo è in pareggio perché non eroga servizi;

- il ministro Grillo ha dichiarato la presenza di situazioni da incubo e del rischio che siano i cittadini calabresi a dover pagare debiti e deficit accumulati negli anni;

- si tratta di dati allarmanti e il ministro Grillo ha chiaramente fatto riferimento a responsabilità politiche e amministrative anche di carattere penale;

- alla luce di tutto questo il ministro Grillo ha annunciato un decreto straordinario a favore della sanità in Calabria;

- il commissariamento della sanità in Calabria non ha consentito di superare le tante criticità presenti, anzi, risultano peggiorate le performance di molte strutture ospedaliere e siamo distanti anni luce dai livelli essenziali di assistenze;

- il quadro delineato dal ministro Grillo lascia presagire la possibilità di ulteriori commissariamenti per la nostra Regione e aggrava ancor di più la percezione che tutti i calabresi hanno relativamente alla gestione dell'intero comparto della sanità in Calabria;

- la sanità è un diritto fondamentale nel nostro Paese, ma evidentemente esiste una disparità di trattamento e di prestazioni tra i cittadini calabresi e quelli delle altre regioni italiane -:

 

1) quanti siano i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi e se questi siano idonei a garantire copertura alla domanda di servizi ospedalieri dei cittadini calabresi;

2) quale sia il cronoprogramma degli interventi strutturali in itinere e di tutti quelli programmati negli ospedali pubblici calabresi;

3) quali siano in Calabria gli ospedali Hub e quali invece Spoke, e quanti di questi siano adeguati sismicamente secondo la normativa vigente;

4) quali siano i tempi previsti per la realizzazione e l'apertura di nuovi presidi ospedalieri pubblici;

5) cosa sia stato predisposto per arginare il crescente flusso dell'emigrazione sanitaria verso le altre regioni, aumentata negli ultimi quattro anni 2015-2019 dal 17% al 21%, con costi esorbitanti (almeno 70 mila calabresi ogni anno emigrano fuori regione per curarsi, con un costo per la nostra Regione di circa € 320 milioni di euro l'anno);

6) se corrisponde al vero che siano state riscontrate carenze igienico-sanitarie e carenze strutturali, in diversi ospedali della Regione Calabria;

7) nel tentativo di fare chiarezza sulla situazione economica della sanità in Calabria, per garantire la massima trasparenza delle gestioni pubbliche, quali siano le reali condizioni finanziarie della sanità calabrese in ordine ai bilanci di tutte le aziende ospedaliere e di tutte le ASP calabresi, in particolare: - numero pignoramenti in essere e relativo importo;

- debiti fuori bilancio da riconoscere ed eventuali debiti fuori bilancio riconosciuti ma in attesa di copertura finanziaria;

- disavanzo strutturale di ogni singola azienda ospedaliera e ASP alla data odierna, anche in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni;

- spesa sanitaria complessiva

(453; 13/03/2019)

 

Aieta - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con la Legge di Bilancio 2019 (n. 145/2018) si è previsto "un Piano di cessione di immobili pubblici" al fine di garantire - al netto delle quote non destinate al Fondo per ammortamento dei titoli di Stato o alla riduzione del debito degli enti - un introito minimo di 950 milioni di euro per l'anno 2019 e di 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021;

pertanto nella medesima Legge di Bilancio si è stabilito che: al fine di incentivare la realizzazione del piano di cessione, nonché l'attivazione di nuovi investimenti in armonia con il tessuto sociale di riferimento, il piano può individuare modalità per la valorizzazione dei beni medesimi, ivi compreso l'adeguamento della loro destinazione, nonché per l'attribuzione agli enti territoriali di una quota non inferiore al 5 per cento e non superiore al 15 per cento del ricavato della vendita degli immobili alla cui valorizzazione i predetti enti abbiano contribuito;

tra i beni identificati e che potrebbero essere oggetto del piano di cessione, il Demanio provinciale di Cosenza ha indicato il Complesso Monastico di Santa Maria in Valle Josaphat di Badia, luogo della Città del Santo che — oltre a racchiudere una storia millenaria — rappresenta uno dei riferimenti identitari più stabili nel tempo. Il Monastero, situato a confine tra i Comuni di Paola e San Lucido, comunemente noto col nome di Badia Luta, nel 1921 è stato acquistato dall'Azienda Speciale del Demanio Forestale di Stato e da oltre dieci anni è affidato in sub-comodato d'uso gratuito ad un'associazione di volontariato (Auser) che ne ha fatto un rinomato centro culturale e didattico;

nel 1997, il complesso monumentale è stato oggetto di importanti lavori di ristrutturazione, nonché di una interessante campagna di scavi finanziata dalla Soprintendenza BAAAS della Calabria;

la struttura oggi ospita un Museo archeologico, frutto di finanziamento concesso nel 2005 al Comune di Paola - a sua volta comodatario principale della Badia - dalla Regione Calabria (P.O.R. Calabria 2000/2006 — Determinazione n. 126 del 29.12.2005);

la decisione di inserire il Monastero Badia Luta tra i beni oggetto del piano di cessione, con contestuale inserimento dello stesso nell'elenco dei beni pubblici da dismettere, si pone in netto contrasto con quanto statuito dal Decreto n. 141 del 25.07.2013 a firma del Direttore Regionale, con cui la Soprintendenza di Cosenza ha dichiarato Badia "Bene culturale di interesse storico e artistico " ai sensi dell'art. 10 comma 1 del D. Lgs. 42/2004 e s.m.i.;

il complesso monumentale di Badia secondo quanto statuito dal D. Lgs. 42/2004, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi degli art. 53 e 54, può, a tutti gli effetti, essere considerato demanio culturale, vista l'importanza del sito dal punto di vista archeologico, e pertanto a tutti gli effetti inalienabile;

nonostante ciò, il Monastero rischia, in applicazione della nuova legge di Bilancio, di essere messo all'asta, con conseguente ed invitabile perdita di ogni risorsa artistica e culturale fino ad oggi spesa, sia dalla Regione Calabria sia dal territorio locale che ha da sempre considerato il complesso come bene appartenente al patrimonio e all'identità collettiva -:

 

alla luce di quanto sopra esposto, quali iniziative intenda assumere al fine di fare in modo che, anche in considerazione dei finanziamenti concessi in passato per il recupero e l'allestimento del Museo, si possa procedere e chiedere che il Monastero di Badia possa diventare a tutti gli effetti patrimonio della Regione ai sensi dell'art. 54 comma 3 del D. Lgs. 42/2004, atteso che la restante parte di Badia (a monte del monastero) e i terreni limitrofi, sono già di proprietà della Regione Calabria, gestiti - nello specifico - da Calabria Verde.

(454; 13/03/2019)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- l'iter burocratico per la realizzazione del nuovo Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, è stato avviato con la partecipazione, nel settembre del 2015, da parte dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi - Melacrino - Morelli" (oggi G.O.M.) ad un bando nazionale di investimenti in opere pubbliche dell'INAIL;

- nel mese di luglio u.s., in seguito ad uno stallo burocratico, il Dipartimento della Presidenza della Regione Calabria ha proceduto alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e su quella dell'Unione Europea (avvenute rispettivamente il 13 ed il 16 luglio) della gara di progettazione, tramite procedura aperta, per la redazione della progettazione dell'opera;

considerato che: - il sottoscritto, già in data 20 luglio 2015 e successivamente il 31 agosto 2016, interrogava il Presidente della Giunta regionale sia in ordine alle condizioni di sterilità, igiene e sicurezza del presidio ospedaliero Bianchi – Melacrino - Morelli, stante il blocco di alcune sale operatorie, per citarne due oculistica e ostetricia/ginecologia, sia in merito al rischio sismico dello stesso, in virtù altresì della nota n. 126364/SIAR del Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sociali in cui si evidenziava la situazione "non ottimale" del nosocomio reggino nonché "la non conformità ai più recenti e rigorosi requisiti antisismici" - è opportuno quanto necessario dotare la città metropolitana di Reggio Calabria di tale opera strategica -:

 

- lo stato dell'arte in merito alla realizzazione del nuovo ospedale metropolitano di Reggio Calabria.

(455; 13/03/2019)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- nel 2017 1'ex amministratore delegato dell'Anas Gianni Armani avviò un censimento dei ponti. Dopo un anno di indagine emerse che 1425 viadotti sono risultati senza un proprietario e gestore identificato. Di questi 1425 viadotti, ben 150 si trovano nella nostra regione. In particolare, nei Comuni di Feroleto Antico, Catanzaro, Soverato, Simeri Crichi, Marcellinara, Stalettì, Lamezia Terme, Martirano, Maida, Pianopoli, Motta Santa Lucia, Belvedere Marittimo, Bonifati, Acquappesa, Casali del Manco, Rovito, Villapiana, Pedivigliano, Corigliano Rossano, Praia a Mare, Diamante, Guardia Piemontese, Fagnano, San Marco Argentano, Spezzano Sila, Trebisacce, Falconara Albanese, Longobardi, San Giovanni in Fiore, Rende, Amendolara, San Fili, Cosenza, Celico, Cassano allo Jonio, Tortora, Scalea, Tarsia, Rocca Imperiale, Cetraro, Roseto Capo Spulico, San Nicola Arcella, Crotone, Caccuri, Cerenzia, Rocca di Neto, Reggio Calabria, Bova Marina, Polistena, Cinquefrondi, Motta San Giovanni, Scilla, Stignano, Vibo Valentia, Vazzana. La gravità della situazione e il fatto di non poter risalire ai gestori dei ponti, non chiarisce se in questi anni sia stata effettuata una manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere;

- dopo il disastro del Morandi, si è appreso che in cima alla lista dei ponti che destano preoccupazione c'è il viadotto Cannavino al km 42,700 della strada statale 107 "Silana-Crotonese";

- il viadotto Cannavino è già crollato una volta nel 1972, quando era in costruzione, provocando la morte di due operai, mentre un terzo operaio si salvò per miracolo;

- il monitoraggio del viadotto Cannavino è iniziato nel 2006. Nel corso del tempo, una serie di segnalazioni di cittadini e amministratori locali hanno evidenziato numerose criticità;

- nel corso di questi anni sono stati avviati numerosi tavoli tecnici per seguire e monitorare i lavori e gli interventi di manutenzione straordinaria sul Viadotto;

- il primo marzo 2017 l'Anas ha attivato, in via sperimentale, "un sistema integrato d'allarme che, in caso di vibrazioni o cedimenti eccessivi della struttura registrati dai sensori in monitoraggio continuo, accenderà immediatamente il rosso sulle lanterne semaforiche installate alle teste di ingresso del Viadotto impedendo il transito di qualunque mezzo di trasporto sul ponte";

- il 6 settembre 2018, con una nota, l'Anas ha comunicato di aver completato sul viadotto Cannavino "gli interventi di prima fase che hanno mirato a migliorare il transito, eliminando gli avvallamenti presenti sulla soletta e riducendo le vibrazioni subite dalla struttura al passaggio dei mezzi pesanti. L'intervento di seconda fase, per un importo complessivo di 4 milioni di euro, prevede l'adeguamento sismico della struttura e avrà inizio nei primi mesi del 2019 con una durata massima di 8 mesi. Anas ha investito nel monitoraggio del viadotto Cannavino 300 mila euro l'anno";

- dopo la caduta di calcestruzzo dal viadotto Cannavino, lo scorso 29 gennaio 2019, è stato effettuato un sopralluogo da parte dei tecnici Anas, dove si è potuto constatare "la presenza di piccole porzioni di calcestruzzo sul tratto di strada comunale bypassata dal viadotto Cannavino". Ad ogni modo l'Anas ha precisato che non sussistono criticità per la staticità dell'opera d'arte. Inoltre, ha comunicato che "è stata ultimata la progettazione dell'intervento per l'adeguamento sismico del viadotto il cui avvio dei lavori è previsto a partire entro la primavera del 2019. L'intervento avrà un importo di 4 milioni di euro ed una durata di circa dodici mesi, con l'esecuzione dello stesso si procederà ad un ripristino corticale del calcestruzzo e all'adeguamento sismico secondo la normativa vigente";

- nonostante in un primo momento fosse stata indicata una durata massima di otto mesi per l'esecuzione dei lavori, dopo qualche mese l'Anas ha parlato di una chiusura totale del Viadotto per un periodo di circa dodici mesi;

- il 31 gennaio del 2019 si è tenuta alla Prefettura di Cosenza una riunione del Comitato operativo per la viabilità provinciale (COV) allargata ai sindaci del comprensorio, per stabilire strategie congiunte ed azioni finalizzate a mitigare i disagi alla cittadinanza ed all'utenza stradale, in considerazione della prevista chiusura totale del viadotto Cannavino;

- il 4 marzo si è tenuta una nuova riunione in Prefettura. All'incontro alla presenza dei sindaci di Celico, Casali del Manco, Rovito, Spezzano, del Comitato degli operatori e dei commercianti, l'Anas ha assunto l'impegno di mettere in sicurezza il percorso alternativo sottostante il Viadotto;

- bisogna fare in fretta affinché da subito vengano messe in sicurezza le due strade alternative (via Pianette di Rovito e via Casali del Manco) che dovranno sopportare un ulteriore volume di traffico per tutta la durata dei lavori sul viadotto Cannavino. La strada alternativa comunale ex ss107 (via Pianette) - al momento non è sicura. I guardrail non sono a norma e addirittura in alcuni tratti mancano, o ci sono muretti bassi ormai quasi del tutto crollati. Il grave pericolo di caduta massi e le possibili frane lungo il percorso non rendono praticabile quella strada, soprattutto con l'aumento del traffico nel periodo di chiusura del viadotto. Inoltre, su quel tratto c'è un vecchio ponte costruito negli anni '20: qui è necessario effettuare le dovute prove di carico e verifiche di stabilità per capire se questo ponte è in grado di reggere un flusso elevato di veicoli. Va avviata poi una bonifica e una pulizia straordinaria dei lati della strada e dei condotti in cui scorre l'acqua;

- l'ennesima chiusura al transito dell'arteria sulla statale 107 fra Paola e Crotone preoccupa cittadini e commercianti dell'intero territorio presilano -:

- quali iniziative urgenti intende adottare per far in modo che vengano eseguiti in maniera celere e puntuale i lavori sul viadotto Cannavino. Bisogna avere garanzie dal Governo nazionale e dall'Anas per evitare un prolungamento dei tempi di chiusura della statale. Così come è avvenuto per il Ponte Morandi di Genova, la Regione Calabria dovrà proporre al Governo agevolazioni ed esenzioni fiscali per le attività commerciali, imprenditoriali e agricole della zona, in modo da alleviare il grave danno economico che saranno costretti a subire durante il periodo della durata dei lavori del viadotto Cannavino. È poi urgente attivare un tavolo tecnico in Prefettura per monitorare e avere le dovute garanzie sul rispetto del cronoprogramma dei lavori, evitando slittamenti di chiusura dei cantieri. Inoltre, si chiede se non intende interessare il Ministero delle infrastrutture e Anas per i ponti che sono risultati senza un proprietario o gestore identificato.

(457; 15/03/2019)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- a distanza di qualche anno dalla costituzione del Corap, la Regione Calabria per questo Ente, nato dall'accorpamento degli ex cinque Consorzi industriali della Calabria, non ha ancora adottato un Piano industriale;

- il Corap non riesce più a far fronte in maniera tempestiva al pagamento degli stipendi e degli oneri riflessi ai propri dipendenti: ciò denota un'incapacità corrente del Consorzio di generare flussi di cassa sufficienti a garantire l'adempimento delle obbligazioni già assunte e da assumere;

- le abnormi situazioni debitorie hanno inoltre alimentato in modo esponenziale il contenzioso, con conseguenti pignoramenti sui 26 conti correnti bancari di cui dispone il Consorzio che di fatto hanno paralizzato l'attività dell'Ente;

- la situazione contabile al 31 dicembre denota una crisi finanziaria che necessita di un immediato intervento considerato che il bilancio al 31.12.2016 ha chiuso con una perdita di esercizio di euro 26.606.447,00 che ha azzerato completamente il capitale consortile e il patrimonio netto disponibile, facendo emergere un consistente deficit patrimoniale. Se a ciò si aggiunge che l'esercizio relativo all'anno 2017 ha chiuso con un risultato economico negativo, si può dedurre senza dubbio che tutto ciò comporterà un quasi assoluto stato di insolvenza che potrà assumere carattere strutturale o definitivo portando l'Ente in uno stato di crisi irreversibile;

- il bilancio di esercizio per l'anno 2018 chiuderà ancora una volta con una perdita rilevante -:

 

quali sono le iniziative urgenti da assumere per evitare che il Corap possa precipitare in una crisi irreversibile. Solo una reale programmazione a medio termine potrebbe evitare il precipitare della situazione finanziaria dell'Ente. Per questo è necessario predisporre, in tempi ravvicinati, l'adozione di un Piano industriale che possa rilanciare il Consorzio e dare la possibilità all'Ente di uscire da questa situazione che rischia di portare a una irreversibile insolvenza economico-finanziaria.

(458; 22/03/2019)

 

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- i tirocinanti degli enti locali rientranti nell'ex bacino dei percettori di mobilità in deroga, in virtù dell'esperienza acquisita nel corso degli anni, costituiscono una risorsa importante rispetto al buon andamento dell'apparato burocratico - amministrativo a fronte di una carenza di organico endemica;

considerato che: - con decreto regionale n. 2065 del 20 febbraio 2019, rispetto a tali tirocinanti, è stata prevista una proroga ulteriore di soli sei mesi, non contemplando, difformemente per quanto statuito per i tirocinanti del Ministero della Giustizia, percorsi formativi preordinati all'accrescimento delle proprie competenze e professionalità, nonché all'acquisizione di titoli utili per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro;

ritenuto che: - la condizione di precariato riguardante tali soggetti, persiste ormai da molti anni e fino ad oggi non è dato riscontrare alcun provvedimento risolutivo;

il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale -:

 

- quali iniziative si intendono adottare in merito.

(459; 22/03/2019)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- a Bruxelles è allocata la sede della Regione Calabria e che la stessa peraltro è stata inaugurata a settembre 2015, ovvero poco dopo l'insediamento del Presidente Oliverio;

considerato che: - si rileverebbe l'inerzia in ordine al funzionamento della stessa;

- il canone di affitto ammonta a 50 mila euro annui;

ritenuto che: - tale situazione oltre a danneggiare la visibilità della nostra Regione con inutile dispendio di risorse economiche, pregiudica fortemente l'efficacia delle politiche di promozione della Calabria, vanificando gli obiettivi per i quali la sede era stata istituita. Il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta -:

 

- chiarimenti in merito, in una logica volta a rendere operativi e rilanciare gli uffici regionali di Bruxelles.

(460; 25/03/2019)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con la legge regionale n.38 del 2001 è stato disciplinato l'assetto, la costituzione e il funzionamento dei consorzi industriali;

con la legge regionale n. 24 del 2013, al fine di assicurare un esercizio unitario delle funzioni amministrative degli enti pubblici regionali, si è provveduto al riordino degli stessi e tra questi anche l'accorpamento delle cinque ASI in un unico ente;

con decreto del Presidente della Giunta Regionale, n. 115 del 29.06.2016, è stato istituito il Consorzio Regionale per lo sviluppo delle Attività Produttive (CORAP), ente pubblico economico e strumentale della Regione Calabria, mediante l'accorpamento nel Consorzio ASI di Catanzaro degli altri quattro Consorzi regolamentati con legge regionale 31 dicembre 2001, n. 38, con conseguente cambio della denominazione in CORAP. Il CORAP esercita su base unitaria regionale le funzioni attribuite dalla L.R. n. 38/2001 agli enti consortili e le funzioni di legge, nazionali e regionali, e quelle delegate con carattere di strumentalità, afferenti alle attività produttive ed economiche, industriali e dei servizi, operando quale soggetto con attività di rilievo pubblico ed organismo intermedio della Regione Calabria, secondo le procedure previste per tali assegnazioni. Considerato che: nonostante siano passati tre anni dalla nomina del primo Commissario: l'Ente rimane senza Statuto, nonostante avesse dovuto procedere a tale adempimento sin dal 2016;

il CORAP è senza piano industriale, fondamentale strumento di programmazione e pianificazione, a riprova dello stato di confusione in cui è stato rilegato l'Ente, probabilmente perché l'incertezza ad utilizzare direttamente le strutture depurative di cui dispone e le altre infrastrutture produttive, ne condizionano una razionale e seria valutazione, tanto dei costi quanto dei ricavi;

l'Ente versa da anni in uno stato di crisi finanziaria e di liquidità, tale da non poter far fronte agli impegni essenziali e tra questi il pagamento degli stipendi (arretrati di 4 mensilità) e degli oneri diretti e riflessi;

Ritenuto che: il Consiglio regionale, nell'ultima legge finanziaria, ha assegnato nel periodo 2019/2021, l'importo annuo di 3.000.000 euro per far fronte al disavanzo di bilancio del CORAP e garantire la sostenibilità dell'Ente -:

 

i motivi per i quali l'Ente di maggioranza del CORAP, ovvero la Regione Calabria, non liquida a favore del CORAP le somme assegnate in bilancio e garantire in tal modo, in primo luogo, il pagamento degli stipendi degli oltre 100 dipendenti;

i motivi della mancanza di un piano industriale;

se risponde al vero che i gestori (privati) degli impianti di depurazione (Gioia Tauro, Crotone, Lamezia) non versano nelle casse del CORAP quanto contrattualmente stabilito e quantificato in milioni di euro solo per la piattaforma di Gioia Tauro, a gestione IAM, dove confluiscono ben 18 Comuni della Piana;

i motivi per i quali gli impianti di depurazione di cui dispone il CORAP e che potrebbero certamente far vivere l'Ente, non vengono gestiti direttamente dallo stesso CORAP;

quali iniziative intende assumere per il rilancio di tale fondamentale ente.

(461; 26/03/2019)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la L.R. n. 24/2008 recante “Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private” disciplina la materia dell’autorizzazione all’esercizio e accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie;

considerato che: il nuovo regolamento attuativo approvato dal dca n. 81 del 2016, all’allegato n. 5, effettua un’interpretazione dell’art 2, comma 1, lett. d, della l.r. de quo, distinguendo da un lato le strutture che devono qualificarsi come “ambulatorio” e come tali assoggettate a regime autorizzatorio e dall’altro “l’esercizio in forma associato dello studio”, non rientrante nella definizione di ambulatorio e pertanto non assoggettato ad autorizzazione;

ritenuto che: il dca in questione è potenzialmente idoneo a determinare incertezza normativa in relazione alle strutture sanitarie già operanti in ossequio ai dictum della l.r. n. 24 del 2008, non soggette ad autorizzazione in quanto già qualificati come studi associati, erogatori di prestazioni sanitarie prive di azioni invasive e dunque non comportanti un rischio per la salute del paziente;

il mancato adeguamento da parte di una serie di strutture all’interpretazione intervenuta non è ascrivibile a negligenza e disattenzione;

alla luce della sentenza del Consiglio di Stato n. 1328/17 si evince, nella parte introduttiva, il principio secondo il quale lo studio medico non attrezzato per la chirurgia non necessita di alcuna autorizzazione;

tali strutture sono fondamentali in una logica di implementazione della sanità pubblica spesso deficitaria rispetto alle esigenze di cura degli utenti -:

 

perché sia eliminata l’incertezza normativa esistente in materia che in talune fattispecie ha generato dubbi sull’applicazione del regime autorizzatorio;

nonché per sapere quali provvedimenti si intendono adottare al fine di garantire la continuità delle strutture sanitarie, già qualificate come studi medici e che a seguito dell’entrata in vigore del dca n. 81 del 2016, non rientrerebbero più nella qualificazione di “studio medico” ma in quella di “ambulatorio” (e dunque come tali soggette al regime autorizzatorio).

(462; 26/03/2019)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- ai fini dell'affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale, la legge regionale n. 35/2015 ha determinato un unico bacino regionale con la possibilità di articolarlo in più ambiti territoriali/lotti di affidamento;

- in data 26 maggio del 2016 è stato pubblicato l'avviso di pre-informazione che prevede la gara per tutti i servizi di TPL su gomma della Regione per una durata di nove anni dall'aggiudicazione e un valore stimato di circa 120 milioni di euro annui al netto dell'IVA per lo svolgimento di circa 50 milioni di bus Km/annui;

- preordinatamente all'espletamento della gara devono essere tuttavia effettuati determinati atti di programmazione dei servizi previsti dalla stessa legge regionale n. 35/2015, in coerenza con la normativa nazionale cornice di cui al D.Lgs. n. 422/1997 e s.m.i., che allo stato attuale non risultano ancora adottati: - la procedura di definizione dei servizi minimi prevista dall'art. 5 della L.R. n. 35/2015 risulta essere stata avviata ma non conclusa;

- il Piano attuativo del TPL ed il Programma attuativo del TPL, di cui rispettivamente, agli artt. 8 e 9 della richiamata L.R. n. 35/2015 non sono allo stato definiti;

- l'organizzazione del bacino territoriale in più lotti ambiti di affidamento, in ossequio a quanto disposto dall'art. 48, commi 1-4, del D.L n. 50/2018, non risulta ad oggi essere stata adottata, anche a causa della solo parziale attuazione di quanto previsto dall'art. 13 della legge regionale circa attribuzioni, competenze e funzioni dell'ART-CAL -:

 

- se siano adottati, anche ai sensi della normativa nazionale di cui al D.Lgs. n. 422/1997 ed all'art. 48, commi 1-4, del D.L. n. 50/2017, gli atti di programmazione (piano regionale dei trasporti, piani di bacino, piano dei servizi, definizione bacini di mobilità) preordinati alle procedure di affidamento dei servizi;

e nel caso in cui siano stati predisposti se ne chiede copia;

- in caso negativo, invece, se non sia opportuno accelerare le procedure di adozione degli atti di programmazione (piano regionale dei trasporti, piani di bacino, piano dei servizi, definizione bacini di mobilità) preordinati alle procedure di affidamento dei servizi.

(463; 01/04/2019)

 

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- il presidio ospedaliero di Polistena versa in una situazione di estrema criticità ascrivibile al disfunzionamento di tac e radiologia;

considerato che: - tale situazione arreca un vulnus al diritto alla salute degli utenti, costretti a recarsi presso strutture sanitarie private o altri presidi ospedalieri;

- con interrogazione n. 397 del 27.09.2018, il sottoscritto, aveva evidenziato la necessità di nuove strumentazioni e lavori strutturali;

ritenuto che: - nonostante le rassicurazioni pervenute tramite risposta scritta del 24.10.2018, in cui si indicavano futuri investimenti in alta tecnologia (tac e risonanza magnetica) e rinnovo di attrezzature elettromedicali obsolete e necessarie, ad oggi si riscontra che sebbene siano state acquistate tre risonanze magnetiche, le stesse risultano ancora imballate, in attesa di trovare il posto giusto dove allocarle. Il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta -:

 

- quali azioni impellenti si intendono esperire al fine di garantire la funzionalità di taluni servizi fondamentali come tac e risonanza magnetica del presidio ospedaliero di Polistena.

(464; 01/04/2019)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- i centri dialisi di Taurianova e Palmi versano in una condizione di estrema criticità ascrivibile alla carenza di personale medico;

considerato che: - tale situazione è potenzialmente idonea a compromettere la continuità relativa al mantenimento dei LEA per l'attività emodialitica;

il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta -:

 

- quali sono le azioni intraprese e da intraprendere al fine di risolvere le criticità in una logica volta a garantire la continuità dei trattamenti agli utenti dialitici.

(465; 04/04/2019)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- la situazione regionale in tema di gestione dei rifiuti è ben lungi dall'essere stabile e regolare, a causa della forte carenza di impiantistica in tutto il territorio regionale e delle difficoltà organizzative che hanno impedito il subentro degli enti di governo degli ATO nei contratti con i gestori degli impianti;

- la Regione Calabria, in ordine al subentro dei Comuni nei contratti di gestione degli impianti di trattamento rifiuti, ha disposto la proroga di un anno (fino al 31 dicembre 2019), rispetto al termine del 31 dicembre 2018, originariamente previsto dalla Legge regionale n. 29/2017, impegnandosi ad affiancare tali enti nel percorso di subentro;

- la forte carenza di impiantistica in tutto il suolo regionale, ha reso necessari una serie di provvedimenti speciali ed ordinanze contingibili e urgenti per autorizzare il pressoché sistematico superamento dei limiti di smaltimento delle discariche nonché il superamento dei limiti di trattamento dei pochi impianti di trattamento (pubblici e privati) operativi e, cosa ben più grave, il conferimento dei rifiuti fuori Regione, con evidenti inefficienze operative e incremento dei costi;

considerato che: - il sottoscritto, in occasione della seduta del Consiglio Regionale del 19 dicembre 2016, in ordine all'approvazione del PRGR aveva espresso voto contrario, evidenziando il mancato confronto istituzionale con i Sindaci dei Comuni calabresi in una materia così delicata, auspicando un maggiore sostegno delle Istituzioni, soprattutto per la raccolta differenziata. Infine, si prospettava l'inapplicabilità del Piano, a causa della mancata istituzione degli Ambiti territoriali ottimali;

ritenuto che: - larga parte del rifiuto prodotto dai Comuni della Città Metropolitana di Reggio Calabria deve essere inviato fuori Regione, con evidenti ripercussioni in termini di incremento dei costi a carico dei contribuenti;

- assume grande rilievo la necessità di predisporre impianti di trattamento della frazione organica a servizio dell'ATO 5 che siano in grado non solo di ridurre i quantitativi da mandare in discarica, ma che siano anche capaci di valorizzare il rifiuto producendo, per esempio, biogas e compost;

- il PRGR nei "Criteri di localizzazione dei nuovi impianti", Parte II cap. 19, al par. 19.2.7 prevede per gli impianti di trattamento/recupero dei rifiuti una distanza minima dai centri abitati di 2000 m in linea d'aria, rendendo di fatto molto difficile l'individuazione di zone idonee alla costruzione dei nuovi impianti di trattamento dei rifiuti;

- vista la tipologia degli impianti necessari, la loro naturale localizzazione dovrebbe essere all'interno o in prossimità di aree già infrastrutturate, come per esempio quella di Gioia Tauro- Rosarno-San Ferdinando, che registrano la presenza di infrastrutture e servizi indispensabili allo svolgimento dell'attività di recupero, trattamento e valorizzazione della FORSU;

- il vincolo dei 2000 m dal centro abitato o anche solo da case sparse, previsto nel PRGR per la realizzazione degli impianti di trattamento, è superiore ad analoghi limiti presenti in altre Regioni d'Italia (ad es. 1000 m in Lombardia e 500 m in Veneto) e non è giustificabile, atteso che gli impianti di trattamento delle frazioni umide della raccolta differenziata sono oggi costruiti con particolare attenzione agli aspetti ambientali, tali da renderli perfettamente adatti ad essere inseriti direttamente in contesti urbani;

- la predetta limitazione rappresenta la prima causa ostativa ad investimenti finalizzati alla costruzione di impianti pubblici o privati nell'Area industriale, che sicuramente sarebbero funzionali alla soluzione dell’annoso problema dei rifiuti con conseguenti ricadute positive sull'incremento dei livelli occupazionali dell'Area industriale;

- la produzione di biogas, da utilizzare nella produzione di energia rinnovabile e nei trasporti a basso impatto ambientale (direttiva DAFI) e compost di qualità da utilizzare in agricoltura (per la diffusione delle produzioni biologiche) consentirebbe l'instaurarsi di cicli virtuosi nell'ambito dello sviluppo dell'economia circolare;

- la necessità di realizzare impianti di compostaggio collegati al territorio per aumentare la quota di raccolta differenziata, che completano il percorso virtuoso nella gestione dei rifiuti, è conclamata anche sulla base di quanto già avviene in altre aree del Paese. Il sottoscritto Consigliere interroga il Presidente della Giunta -:

 

- se, data la naturale localizzazione degli impianti di trattamento delle frazione organica dei rifiuti, all'interno e/o in prossimità di aree dotate di infrastrutture e servizi, come l'Area Industriale di Gioia Tauro- Rosarno-San Ferdinando per le ragioni sopra illustrate, la Regione e i Dipartimenti competenti per materia hanno allo studio la rivisitazione del PRGR, anche al fine di eliminare i vincoli che attualmente impediscono la realizzazione di nuovi impianti pubblici e/o privati di trattamento della frazione organica;

- in particolare, quali provvedimenti la Regione intende adottare in ordine alla rivisitazione del limite prescritto dal PRGR relativo alla distanza di 2000 m degli impianti de quibus dai centri abitati, al fine di stabilire un limite non solo coerente con i limiti stabiliti in altre Regioni d'Italia ma soprattutto compatibile con la conformazione territoriale ed urbanistica delle aree industriali presenti nella Regione e, in particolare, per quanto riguarda il territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria, dell'Area industriale di Gioia Tauro-Rosarno-San Ferdinando, anche tenuto conto delle potenzialità della relativa ZES;

- quale è l'indirizzo politico della Regione Calabria nella gestione dei rifiuti, considerato che la Regione medesima continua ad inviare buona parte dei rifiuti in altre Regioni o all'estero senza osservare la normativa europea che impone la riduzione dell'utilizzo delle discariche a vantaggio della raccolta differenziata e del riciclo, attraverso la valorizzazione del rifiuto, in una logica diretta a favorire lo sviluppo virtuoso dell'economia circolare (ad es. mediante produzione di biogas e compost).

(466; 08/04/2019)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- Il Contratto di sviluppo, introdotto nell'ordinamento dall'articolo 43 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni;

- la normativa attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020, consente la finanziabilità di: - programmi di sviluppo industriali, con investimenti minimi di € 20.000.000 compresi i programmi riguardanti l'attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, con Investimenti minimi di € 7.000.000;

- programmi di sviluppo per la tutela ambientale, Investimenti minimi di € 20.000.000;

- programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali;

con Investimenti minimi di € 20.000.000;

- con decreto ministeriale 7 dicembre 2017 si è provveduto ad adeguare il decreto ministeriale 9 dicembre 2014 e ss.mm.ii. alle nuove disposizioni comunitarie in materia di delocalizzazione introdotte dal regolamento (UE) n. 1084/2017, che modifica il Regolamento (UE) n. 651/2014;

- la gestione dei Contratti di sviluppo è affidata all'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. — Invitalia, che opera sotto le direttive ed il controllo del Ministero dello sviluppo economico;

- in data 26 luglio 2017, è stato firmato un Accordo di Programma tra il MISE, Invitalia e Regione Calabria, per il cofinanziamento di programmi strategici per le esigenze di sviluppo territoriali Prioritariamente nei settori agroalimentare e turismo, di cui € 65.000.000 da parte della Regione Calabria ed € 80.000.000 da parte del MISE Chiede al Presidente della Giunta Regionale e al Direttore Generale competente -:

 

1) di conoscere lo stato di attuazione dell'Accordo di Programma sottoscritto dalla Regione Calabria in data 26 luglio 2017;

2) in forza del suddetto Accordo ed in ragione degli obblighi derivanti per la Regione dal Decreto Ministeriale 2014 di sapere: a) quali contratti sono stati dichiarati compatibili in forma esplicita dalla Regione ai sensi dell'art. 9 del suddetto Decreto;

b) quali contratti sono stati dichiarati compatibili in forma implicita (silenzio assenso);

c) quali contratti sono stati dichiarati incompatibili ed in ragione di quali motivazioni;

d) relativamente ai contratti di cui ai punti a) e b) quale sia lo stato di attuazione ad oggi, ed in particolare: - Quali Contratti sono stati approvati da Invitalia e quali sono stati bocciati - Gli Importi assorbiti dai Contratti approvati - Gli eventuali importi residuali rispetto all'originaria dotazione - Quanti e Quali Contratti risultano giacenti e da esaminare presso Invitalia - Quali somme necessitano per soddisfare tali richieste 3) di conoscere le disponibilità finanziarie complessive, già disponibili e previste, per i contratti di sviluppo ricadenti nel territorio calabrese (vedi anche delibera CIPE che assegna ulteriori € 90.000.000 alla Calabria per i contratti di sviluppo - Oliverio nell'incontro con gli imprenditori????) 4) in virtù dell'Accordo, di sapere come sia stato organizzato il procedimento istruttorio nei rapporti tra la Regione Calabria e Invitalia;

5) Di sapere se la Regione Calabria Intende apportare ulteriori risorse finanziarie in favore dei Contratti di Sviluppo attraverso lo strumento dell'Accordo di Programma e per quali importi intende eventualmente intervenire al fine di soddisfare le richieste degli imprenditori calabresi.

(467; 15/04/2019)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- ai sensi dell'art. 3 della L.R 5 aprile 2008, n. 8, la Giunta regionale elabora il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile con l'obiettivo di aumentare in maniera sostenibile la competitività nazionale e internazionale delle destinazioni turistiche regionali, migliorando la qualità dell'offerta e l'orientamento al mercato dei pacchetti turistici territoriali e valorizzando gli specifici vantaggi competitivi locali, in primo luogo le risorse naturali e culturali;

- il Piano ha durata triennale e può essere aggiornato annualmente, ed è approvato dal Consiglio regionale entro il 30 giugno dell'anno precedente il triennio di riferimento;

- il Piano mantiene la sua validità fino all'approvazione del successivo;

- il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile deve contenere: a) la definizione della strategia di mercato e alle azioni di marketing per il posizionamento e la promozione dell'offerta turistica regionale - Piano di Marketing Turistico Regionale;

b) la definizione della strategia e l'individuazione delle azioni per migliorare la competitività e la sostenibilità ambientale delle destinazioni e dei prodotti turistici regionali;

c) le modalità operative per l'applicazione delle norme di cui all'articolo 1, comma n. 583 e seguenti che non hanno subìto le censure della Corte Costituzionale, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Legge Finanziaria 2006);

d) i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie;

- ai sensi dell'Art. 4 della L. R n. 8/2008 il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile si attua attraverso Programmi Annuali di attuazione predisposti e approvati dalla Giunta regionale entro il 30 settembre dell'anno antecedente a quello di riferimento;

- la Giunta regionale, ai sensi dell'art. 4 della L.R 8/2008, informa semestralmente la competente Commissione consiliare sullo stato di attuazione del Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile e dei Programmi Annuali di Attuazione. Chiede al Presidente della Giunta Regionale e al Direttore Generale competente -:

 

1) quale sia il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile attualmente in vigore, quando questo sia stato approvato e se sia scaduto ai sensi della L. 8/2008;

2) qualora il periodo di validità dell'ultimo Piano triennale approvato sia stato superato, come si sia proceduto ad attuare le politiche turistiche regionali in questo periodo di tempo;

3) come, in questi anni di vacatio del piano triennale, si sia potuto approvare il piano esecutivo annuale, e modificarlo di anno in anno, senza aver aggiornato invece il propedeutico piano triennale;

4) in particolare, sul tema della promozione turistica, come si sia operato, quali fiere turistiche internazionali, fiere eventi, borse ha inteso partecipare la Regione Calabria, quali costi dettagliati siano stati sostenuti dalla Regione, quali le strategie di comunicazione e di promozione, chi ha fornito i servizi di comunicazione e organizzazione delle stesse;

5) altresì, se è in itinere la redazione di un nuovo Piano, quali i tempi previsti di approvazione, se siano stati adeguatamente coinvolte tutte le parti sociali, le associazioni di categoria, i portatori d'interesse, come prescritto dalla legge di riferimento e quali sono le gli obiettivi e le linee strategiche nonché la Dotazione Finanziaria Complessiva prevista.

(468; 15/04/2019)

 

Greco, Sergio – - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- l’art. 194 del Tuel disciplina l'ambito di applicazione nonché le procedure di riconoscibilità dei debiti fuori bilancio, ossia delle obbligazioni contratte in maniera difforme dallo schema ordinario dei princìpi giuscontabili;

- il riconoscimento di debiti fuori bilancio, effettuato al momento dell'approvazione dell'atto di Rendiconto della Gestione, può riguardare esclusivamente i debiti fuori bilancio relativi alle passività pregresse non contabilizzate;

dette passività, infatti, non erano considerate al momento dell'approvazione del Bilancio di Previsione, ma risultavano dall'ultimo Consuntivo approvato;

- il Ministero dell'Interno con Circolare 20 settembre 1993 n.F.L.21/1993 ha definito il debito fuori bilancio "come un'obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di danaro che grava sull'ente ( . . . ) assunta in violazione delle norme, giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli Enti Locali”;

- nell'attuale sistema giuscontabile sono riconoscibili i debiti fuori bilancio derivanti da: sentenze esecutive. Sono da ritenersi "esecutive" sia le sentenze passate in giudicato, sia le sentenze immediatamente esecutive;

copertura di disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni nei limiti degli obblighi derivanti da statuto, convenzione o atti costitutivi. purché sia stato rispettato l'obbligo di pareggio del bilancio, disciplinato dall'art. 114 tuel, ed il disavanzo derivi da fatti di gestione;

Ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme previste dal codice civile o da norme speciali, di società costituite per l'esercizio di servizi pubblici locali;

procedure espropriative o di occupazione d'urgenza per opere di pubblica utilità;

acquisizione di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3 dell'art. 191 del Tue, nei limiti degli accertati e dimostrati utilità ed arricchimento per l'ente, nell'ambito dell'espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza;

- con Circolare del Ministero degli Interni del 14 novembre 1997, n. F.L. 28/1997, vennero apportate delle novità in materia di debiti fuori bilancio. Di particolare rilievo è la modifica delle tipologie dei debiti fuori bilancio che possono essere sanati permanentemente. Delle cinque tipologie fissate dall'articolo 37, comma 1, del decreto legislativo n. 77 del 1995, poi confluito nel Testo Unico Enti Locali all'art. 194, è stata modificata l'ultima, quella della lettera e);

- il Ministero ha osservato come, nonostante le norme cogenti in materia di procedura di spesa ribadite dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, il problema relativo all'esistenza dei debiti fuori bilancio resta una realtà patologica nella vita dell'ente locale, per la quale è obbligatorio porre in essere tutte le misure idonee ad impedire la formazione dei predetti debiti;

- il riconoscimento dei debiti fuori bilancio spetta all'organo consiliare, sebbene sia stata avanza in dottrina l'ipotesi che tale onere spetti all'organo gestionale (responsabile di servizio o di settore), in maniera conforme all'ordinario regime delle competenze di spesa;

- tuttavia occorre, per l'adozione di detti debiti, un provvedimento di natura programmatica e quindi politica, attraverso delibera di giunta, se lo stanziamento è capiente, ovvero di consiglio, se occorre modificare il bilancio;

- tale soluzione, fermo restando che la norma, inderogabile ex art. 152 Tuel, pare affidare tale competenza esclusivamente al consiglio, probabilmente al fine di evidenziare la natura patologica dei debiti fuori bilancio nonché per scoraggiare la sciagurata prassi di effettuare spese senza copertura;

Considerato quanto sopra evidenziato e sottolineato il numero di debiti fuori bilancio portati, nel corso di questa legislatura, all'attenzione del Consiglio regionale. Chiede al Presidente della Giunta Regionale e al Direttore Generale competente -:

 

1) quanti, in termini numerici, sono stati, ad oggi e dalla prima seduta di questa consiliatura, i debiti fuori bilancio portati, dalla Giunta regionale, all'approvazione del massimo consesso calabrese;

2) quali, di questi debiti fuori bilancio, sono derivati da sentenze passate in giudicato;

3) se, tali debiti, potevano essere evitati attraverso delle procedure di transazione tra le parti, portando, di conseguenza, ad un risparmio per le casse della Regione Calabria;

4) quanti e quali sono, i debiti fuori bilancio, di altra natura, che nulla hanno a che vedere con sentenze passate in giudicato.

(469; 15/04/2019)

Interpellanze

Aieta - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulle nuove e ambiziose norme proposte dalla Commissione per contrastare i rifiuti marini alla fonte, che si concentrano sui 10 prodotti di plastica che più di frequente vengono trovati sulle nostre spiagge e sugli attrezzi da pesca abbandonati;

- l'accordo si basa sul divieto di utilizzare determinati prodotti considerati altamente inquinanti;

- il progetto presentato dalla Commissione, nell'ambito della prima strategia globale sulla plastica, adottata all'inizio di quest'anno, si pone l'importante obiettivo di proteggere i cittadini e l'ambiente dall'inquinamento causato dai rifiuti di plastica, favorendo al tempo stesso la crescita e l'innovazione;

- le nuove norme si inseriscono nel più ampio sforzo volto a portare in Europa un'economia più sostenibile e circolare;

- con un provvedimento approvato dal Parlamento Europeo, a partire dal 2021, alcuni prodotti in plastica come posate, bastoncini cotonati, cannucce e bastoncini per palloncini, che costituiscono il 49% dei rifiuti marini saranno vietati;

- la decisione del Parlamento ratifica la proposta approvata dalla Commissione europea lo scorso maggio per far sì che i prodotti usa e getta siano fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili;

- nella medesima decisione si è altresì stabilito che, entro il 2025, gli Stati membri dovranno raccogliere e riciclare il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande. La ragione risiede nel fatto che attualmente, secondo il rapporto del Parlamento europeo, le bottiglie e i loro coperchi rappresentano circa il 20% di tutta la plastica presente in mare;

- secondo la direttiva, inoltre, i contenitori per bevande in plastica saranno ammessi solo se tappi e coperchi non saranno rimovibili. Per i contenitori per alimenti e le tazze per bevande in plastica, gli Stati membri dovranno anche fissare obiettivi nazionali di riduzione;

- l'iniziativa intrapresa traduce l'impegno, annunciato nella strategia europea sulla plastica, di affrontare con un intervento legislativo il dispendioso problema dei rifiuti di plastica e dei relativi danni. Le misure proposte aiuteranno l'Europa a compiere la transizione verso un'economia circolare, a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a onorare gli impegni assunti sul fronte del clima e della politica industriale.

Ricordato che: - la Regione Calabria vive soprattutto grazie al turismo che attira, per il mare e le splendide coste frastagliate, milioni di turisti da tutto il mondo;

- la Regione Calabria nell'anno 2018 è stata considerata la prima regione per numero di "Bandiere verdi": premiate 18 spiagge su tutto il territorio regionale, coste considerate tra le più belle al mondo;

- si è sulla buona strada per raggiungere obiettivi importanti e rendere anche la Regione Calabria altamente sostenibile, dando concreta attuazione a quanto espressamente statuito nella direttiva comunitaria;

- è compito della politica fare in modo di poter maggiormente incentivare il turismo sostenibile a tutela dei cittadini e dell'intero territorio regionale al fine di proteggere non solo il mare, considerato tra i più belli al mondo, ma soprattutto le coste che necessitano di un intervento volto ad una maggiore tutela;

- è auspicabile poter concordare e prevedere con le associazioni di categoria progetti e piani di investimento al fine di rendere concreta la possibilità di vietare anche sulle nostre coste l'utilizzo di materiali di plastica considerati altamente inquinanti.

Constatato che: - la Regione Puglia con ordinanza balneare 2019 è stata la prima Regione a dare concreta attuazione alla direttiva comunitaria, predisponendo - nel provvedimento regionale - il divieto di utilizzare negli stabilimenti balneare "la plastica a favore invece di materiale compostabile e monouso”. Tanto premesso, ritenuto e considerato il sottoscritto on.le Giuseppe Aieta interpella il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore alla tutela dell'Ambiente -:

 

quali iniziative e/o provvedimenti intendano assumere al fine di fare in modo che, anche la Regione Calabria possa dare concreta ed immediata attuazione alla Direttiva comunitaria e conseguentemente conoscere le modalità con cui procedere a tutelare l'intero territorio regionale vietando l'utilizzo di materiali considerati inquinanti e consentite solo l'uso di materiali compostabili.

(38; 19/03/2019)

 

Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- il centro di dialisi di Trebisacce, anche in considerazione della spoliazione di servizi sanitari patita da Sibaritide e alto Ionio cosentino negli ultimi anni, è ormai unica struttura di riferimento per decine di dializzati di un ampio territorio;

- sin qui, pur dovendo fare di conto con le carenze di medici, strutture e attrezzature, grazie all'abnegazione del personale comunque in servizio il centro è riuscito a garantire ottimi livelli di assistenza ed offerta sanitaria ai cittadini;

- purtuttavia, nonostante ciò, alcuni recenti pensionamenti non seguiti da immediate sostituzioni hanno creato una situazione di grave precarietà, tale da mettere a rischio il regolare funzionamento e la stessa sopravvivenza del centro;

- per quanto determinatosi, attualmente il centro risulta nell'impossibilità di garantire i propri servizi nei pomeriggi del martedì, del giovedì e del sabato, costringendo i dializzati a recarsi in altre strutture, distanti e non raggiungibili con mezzi pubblici;

- vane sono risultate essere, al momento, le accorate segnalazioni dei responsabili medici della struttura ospedaliera Trebisaccese e dello stesso sindaco della cittadina ionica, indirizzate sia al Presidente della Giunta regionale sia al Commissario per il rientro dal debito sanitario;

- prive di riscontro sono state al momento le richieste rivolte con urgenza alla direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza;

- la situazione descritta pregiudica fortemente il diritto alla salute di decine di migliaia di persone e centinaia di dializzati, costretti a ricorrere ad altre strutture, con pesanti penalizzazioni soprattutto quanto agli spostamenti, in un'area fatta di piccoli centri molti dei quali montani e soprattutto d'un sistema viario precario e di trasporti pubblici quasi inesistenti;

tanto premesso, interpella il signor Presidente della Giunta regionale calabrese

Per sapere:

- se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;

- se ritenga quanto esposto coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo;

- se e come intenda adoperarsi per garantire la funzionalità e l'efficienza del centro di dialisi di Trebisacce.

(39; 11/04/2019)

 

Mozioni

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

- la coltivazione delle clementine, che ha trovato nel territorio calabrese il suo habitat ideale, costituisce un comparto produttivo d'eccellenza per la nostra regione;

- la qualità e le virtù organolettiche e salutistiche delle clementine di Calabria sono notorie;

- quella che sta per chiudersi costituisce una delle campagne più drammatiche per i piccoli agrumi italiani. In particolare in Calabria, nei principali bacini produttivi, il 30 - 40% delle clementine è rimasto non raccolto sulle piante;

- tale situazione è imputabile alle anomalie del clima che ha colpito le regioni del mezzogiorno, ma anche alle speculazioni di mercato ed alla grossa presenza di prodotto estero;

- per questo comparto produttivo è alto il rischio fitosanitario;

- il 21 febbraio 2019 la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha sancito l'intesa sullo schema di decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, recante criteri e modalità di ripartizione delle risorse del Fondo nazionale agrumicolo;

- le risorse disponibili nel Fondo nazionale agrumicolo sono pari a 10 milioni di euro (6 milioni per il 2019 e 4 milioni per il 2020) e la loro articolazione è frutto del lavoro di concertazione con le parti produttive espresso nel tavolo agrumicolo di novembre 2018;

- il Fondo nazionale per il settore agrumicolo consentirà il finanziamento non solo dei contributi per il sostegno al ricambio varietale delle aziende agrumicole danneggiate dal virus Tristeza e del mal secco, ma anche dei contributi per la conoscenza, salvaguardia e sviluppo dei prodotti agrumicoli Dop/Igp e renderà possibile, altresì, il finanziamento delle campagne di comunicazione istituzionale e promozionale rivolte ai consumatori per sostenere la competitività e la qualità del settore agrumicolo;

- l'avvio del Fondo nazionale agrumicolo è propedeutico all'adozione del Piano agrumicolo di settore pluriennale, essenziale al fine di attuare una puntuale programmazione degli interventi di medio e lungo periodo rivolti alla ristrutturazione dell'intero comparto, sia in termini di produzione che di commercializzazione ed internazionalizzazione. Tutto ciò premesso, al fine di sostenere gli investimenti e la promozione delle clementine di Calabria

Impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Giunta Regionale, ad intervenire presso il Governo nazionale e il Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo affinché adottino, nel più breve tempo possibile, il decreto di attuazione del Fondo nazionale agrumicolo e il nuovo Piano pluriennale del settore agrumicolo che tenga conto di misure di trasformazione e riqualificazione della base produttiva.

(150; 14/03/2019) Battaglia, D'Acri

 

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

- con la L.R.23/2003, recante "Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali", la Regione Calabria recepiva la Legge Quadro 328/2000 sui servizi sociali, con l'obiettivo di garantire alle persone ed alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali volti al miglioramento delle condizioni e della qualità della vita, all'abbattimento delle condizioni generatrici di discriminazione sociale e all'eliminazione e riduzione dello stato di bisogno e del disagio individuale, ispirandosi ad un principio di universalità, equità sociale e solidarietà, attraverso la realizzazione di una rete di servizi integrati e con diversi livelli di intensità assistenziale: dall'accoglienza nelle strutture a carattere semiresidenziale e residenziale al sostegno mediante servizi di prossimità e territoriali;

- con la L.R.24/2008 venivano abrogati gli artt. 24 e 25 della L.R.23/2003 che disciplinavano l'autorizzazione al funzionamento e l'accreditamento delle strutture di accoglienza a ciclo semiresidenziale e residenziale;

- con la D.G.R. 210/2015 si definivano gli ambiti socio-assistenziali regionali individuati in 32 ambiti su tutto il territorio regionale e in buona sostanza coincidenti con i distretti socio-sanitari;

- con Delibera di Giunta regionale 37 del 24 febbraio 2015 veniva costituito un Tavolo Tecnico rappresentativo delle parti sociali per le problematiche relative al settore socio-sanitario e socio-assistenziale con funzioni consultive, con successiva delibera di giunta 52/2015 integrato nella sua composizione;

- con Delibera di Giunta regionale 449 del 14.12.2016, recante "Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali", venivano adottati i regolamenti attuativi della L.R. 23/2003 con le nuove tariffe delle prestazioni sociali triplicate rispetto al passato, prevedendo una spesa immodificata per il sociale da parte della Regione Calabria e, invece, una pesante compartecipazione alla spesa sociale tanto da parte di comuni che degli utenti. Contestualmente venivano, sempre con la D.G.R. 449, ridotti del 50% gli accreditamenti dei posti letto per anziani in relazione ai quali, da uno studio condotto dal settore Politiche Sociali, era emerso uno squilibrio tra domanda ed offerta. Infine, venivano espressamente escluse dal percorso di riforma alcune tipologie di servizi;

-con Sentenza 978/2018 del 2 maggio 2018, poi confermata dal Consiglio di Stato, il Tar Calabria accoglieva il ricorso formulato dal Comune di Catanzaro e da alcune strutture socio assistenziali ed annullava la delibera 449 e successive con tutti gli atti conseguenziali da essa discendenti e ad essa collegati;

- in seguito alle bocciature degli organi di giustizia amministrativa, si sono avviate in Consiglio ed in Terza commissione ampie ed approfondite analisi sui regolamenti annullati ma anche sull'intero percorso di riforma che aveva poi portato all'adozione della d.g.r. 449. Nel corso dei quali approfondimenti, emergevano diffuse critiche di metodo e di merito sulla precedente delibera di Giunta 449, tanto da ritenere necessario ed opportuno ripercorrere l'intero percorso di riforma con un'attività di concerto con la Terza commissione consiliare. Le principali critiche sul precedente percorso di riforma poi annullato dagli organi di giustizia amministrativa e dalla volontà politica emersa sia in Consiglio Regionale che in Terza Commissione riguardavano principalmente la mancata realizzazione del c.d. sistema integrato degli interventi, il mancato aggiornamento della lettura del fabbisogno, la mancata pianificazione degli interventi alla persona mediante un unico strumento di programmazione, la reiterazione della scissione tra sistema sociosanitario e socio-assistenziale esattamente come nella vecchia l.r. 5/87, la mancata previsione di diversi livelli assistenziali in relazione al diverso grado di bisogno non essendo stata prevista la necessità, nel calcolo del costo delle prestazioni, di fare riferimento alle valutazioni delle commissioni ufficiali;

- alla seduta del 14 giugno 2018, la Terza Commissione consiliare "Sanità e Attività Sociali" delegava i consiglieri Gallo e Greco a predisporre una mozione unificata che dettasse le linee guida cui la Giunta avrebbe dovuto ispirarsi per l'adozione dei nuovi regolamenti attuativi della l.r. 23/2003;

- alla seduta del 5 luglio 2018, la Terza Commissione Consiliare approvava all'unanimità la Mozione bipartisan Greco - Gallo e rinviava la discussione sulla stessa al Consiglio Regionale;

- con Delibera di Giunta regionale 410 del 21 settembre 2018 venivano revocate le precedenti dgr. 37/2015 e 502/2015 con le quali veniva istituito il Tavolo Tecnico;

- con DGR 607 del 3.12.2018 si modificava in parte la d.g.r. 210/2015 nella parte in cui aveva sospeso tutte le richieste di autorizzazione al funzionamento in attesa dei nuovi regolamenti di attuazione della l.r. 23/2003 e, pertanto, si dava il via a nuove autorizzazioni al funzionamento. Nella citata d.g.r. 607/2018 quanto ai requisiti strutturali si fa riferimento al DM 308/2001 e, quanto ai requisiti professionali, si fa riferimento ai regolamenti attuativi di alcune tipologie di strutture;

- più precisamente, con la DGR 607/2018 si indicano quali requisiti professionali richiesti ai fini dell'autorizzazione al funzionamento quelli contenuti nei regolamenti relativi alle seguenti specifiche tipologie di servizi: 1) Strutture residenziali per minori con disturbi psichici e disturbi del comportamento sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi;

2) Tipologie di servizio residenziale per minori: Centri specialistici per la cura e la protezione di bambini e adolescenti in situazioni di maltrattamento;

3) Tipologie di servizio residenziale per minori: strutture residenziali per minori disadattati sociali e sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi;

4) Tipologia di servizio per soggetti con minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali Centri socio riabilitativi per disabili;

5) Tipologia di servizio per soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali per persone con problemi di non autosufficienza;

- con comunicazione Prot. Siar 437926 del 28 dicembre 2018 il Dipartimento n. 7 Politiche Sociali ha inviato alla Stazione Unica Appaltante richiesta di espletare secondo le modalità ritenute opportune e necessarie le procedure di gara finalizzate alla individuazione degli operatori ai quali affidare i servizi sociali;

- la richiesta inviata alla Stazione Unica Appaltante acclara la volontà dell'Assessorato Regionale e del Dipartimento di preferire, per l'affidamento dei servizi alla persona, il sistema dell'aggiudicazione scartando il sistema di affidamento mediante accreditamento e convenzionamento;

- per via del trasferimento delle competenze in capo ai Comuni dovranno essere questi Enti a determinare le modalità di affidamento dei Servizi per cui la richiesta fatta dal Dipartimento Politiche Sociali alla stazione Unica Appaltante appare ancor di più anomala considerata la libertà di determinazione dei comuni Capo Ambito rispetto a quanto eventualmente deciso dalla Stazione Unica Appaltante;

- in data 21 febbraio 2019, con comunicazione inviata via mail, il Dipartimento Politiche Sociali ha chiesto alle strutture socio assistenziali la documentazione necessaria per il rinnovo dei contratti precisando che gli stessi avranno validità solo per il I° quadrimestre 2019, quindi, fino al 30 aprile;

- il rinnovo dei contratti fino al 30 aprile e la comunicazione del Dipartimento Politiche Sociali alla Stazione Unica Appaltante del 28 dicembre 2018, evidenziano la decisione di modificare il sistema di affidamento dei servizi ma, allo stato, non sono stati resi noti i nuovi requisiti che gli erogatori di servizi dovranno possedere alla data del 1 maggio, quindi, all'entrata in vigore del nuovo sistema. Ciò determinerà l'impossibilità per tutti i soggetti di essere in regola con la nuova normativa alla data della sua entrata in vigore;

- l'ultimo Piano Regionale dei Servizi alla Persona approvato dalla Regione Calabria è quello 2007/2009 e a livello nazionale, ad eccezione del Piano Sociale nazionale 2001-2003, non è stato adottato più nessun altro Piano Sociale Nazionale con individuazione dei livelli minimi dei servizi su base nazionale e, di conseguenza, con funzione di pianificazione unitaria. - nella nostra Regione, ad oggi, registriamo la mancata garanzia dei Lea, per cui la funzione complementare dell'assistenza sociale risulta amplificata e diventa obbligatoria e non solo opportuna, l'adozione di un Piano Regionale Integrato Socio-Sanitario;

- nella nostra Regione il costo della migrazione non solo strettamente sanitaria ma anche socio-assistenziale è una criticità gravissima tutt'altro in tendenza decrescente;

- allo stato permane il vuoto legislativo creato dalla l.r. 24/2007 con l'abrogazione degli artt. 24 e 25 della l.r. 23/2003 e che, al contrario, questi due istituti hanno carattere fondamentale per la corretta applicazione della l.r.23/2003 e garantiscono uniformità, trasparenza e correttezza nell'esecuzione delle prestazioni

impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Regione Calabria all'osservanza di quanto contenuto nella mozione unificata Greco/Gallo come atto di indirizzo cui la giunta dovrà ispirarsi per la stesura dei nuovi regolamenti, come di seguito si riporta: - ad aggiornare, preliminarmente, la lettura del fabbisogno regionale;

- all'avvio della concertazione necessaria tra Dipartimenti interessati al fine di evitare la reiterazione delle conseguenze aberranti ottenute con la precedente dgr 526/2017;

- a prevedere forme di concertazione tra le conferenze Regionali permanenti per la programmazione socio-sanitaria e quella per la programmazione socio-assistenziale al fine di mettere in campo uno strumento unico di programmazione degli interventi alla persona;

- ad approvare, il Piano Socio-Sanitario Regionale Integrato, contenente i Lea ed i Livelli Essenziali di Servizi alla persona utilizzando un unico strumento di programmazione degli interventi alla persona;

- a valutare le proposte che in merito ai nuovi regolamenti approvandi giungono dalla terza Commissione consiliare "Salute e Attività Sociali", quindi, a riconoscere alla TERZA Commissione Consiliare il ruolo di organismo di confronto necessario;

- all’adozione preventiva dei criteri generali per la determinazione del concorso alla spesa sociale, come stabilito dall'art. 32 della l.r. 23/2003;

- a riconoscere, nel quadro dell'offerta dei servizi di assistenza da realizzare in attuazione della l.r. 23/2003 1'importanza della rete di strutture presenti sul territorio regionale quale servizio essenziale nell'erogazione delle prestazioni socio-assistenziali in favore delle fasce deboli, uniformando la normativa dell'intera rete di strutture di accoglienza;

- a garantire la stabilità amministrativa e giuridica delle stesse strutture di accoglienza al fine di non mettere a rischio la continuità assistenziale nei confronti degli ospiti inseriti e consentire alle stesse di mantenere costanti i livelli occupazionali;

- al rinnovo immediato delle convenzioni fino al 31 dicembre 2019 con conseguente sblocco della fatturazione dal 1 gennaio 2019;

- all’approvazione del Piano di conversione delle strutture contestualmente all'approvazione del Piano degli interventi nonché della Lettura del Fabbisogno;

- a chiarire, con la massima urgenza, l'interpretazione della d.g.r. 607/2018 in merito ai requisiti professionali richiesti per l'autorizzazione al funzionamento delle varie tipologie di servizi;

- a scongiurare forme di affidamento dei servizi mediante aggiudicazione ed a preferire forme di affidamento della gestione dei servizi mediante accreditamento e convenzionamento dei soggetti erogatori;

sollecita il Consiglio Regionale ad adottare i provvedimenti legislativi finalizzati a colmare il vuoto legislativo conseguenti all'abrogazione ad opera della l.r. 24/2008 degli artt. 24 e 25 della l.r.23/2003.

(151; 18/03/2019) Greco, Gallo

 

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

- la Commissione Europea ha avviato nel 2018 una Strategia per la riduzione del consumo di plastica in tutti i Paesi della CE;

- la Commissione Europea ha promosso un piano di azione di economia circolare per la riduzione dei consumi della plastica e dell'impatto che essi hanno sugli elementi naturali e gli ecosistemi;

- la commissione europea ha divulgato dati preoccupanti sul consumo di plastica e sull'impatto che questo ha sull'ambiente, riassunti in un documento che invita i cittadini europei a ridurre il consumo di plastica;

- la plastica rappresenta la principale causa di inquinamento dei mari e corsi fluviali;

- la maggior parte degli oggetti di uso comune sono costituiti in plastica monouso, comportando una produzione sproposita di rifiuti da smaltire;

- a livello mondiale, i materiali di plastica rappresentano il 70% di tutti i rifiuti marini;

- le ricerche, i rapporti ambientali e le campagne di monitoraggio svolte negli ultimi due decenni hanno evidenziato come l'impatto dei frammenti di plastica comprometta la vita della fauna marina e la qualità stessa delle acque;

- le correnti marine favoriscono il deposito di detriti, rifiuti e materiali di scarto lungo le coste;

- il danno ambientale causato impone un cambiamento di abitudini e stili di vita non più procrastinabile;

rilevato che: - i dati pubblicati riguardanti la presenza di rifiuti sulle spiagge o nei luoghi turistici di montagna indicano che, in generale, si tratta principalmente di rifiuti in "plastica";

- il 90% degli imballaggi alimentari è in plastica;

- esistono in commercio prodotti monouso e packaging realizzati con materiali biocompostabili a base di fibre vegetali;

preso atto che: - gli effetti dell'inquinamento per la produzione e lo smaltimento delle plastiche sono deleteri per l'ambiente e la nostra salute;

- l'uso di bicchieri e posate di plastica usa e getta è largamente diffuso nei luoghi di vacanza, nei lidi e stabilimenti balneari, specialmente dai turisti giornalieri che frequentano spiagge e boschi;

- la comunità europea ha promosso una campagna "Be Ready to change ", per ridurre il consumo di plastica monouso;

- il ministero dell'Ambiente ha lanciato a ottobre 2018 la campagna #Io sono ambiente, lanciando appello a persone, società e istituzioni di qualsiasi livello governativo, con l’obiettivo primario di eliminare la plastica usa e getta, grave fonte di inquinamento di acque e terre;

- il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 prevede al comma 73, art. l, pag. 14 della Legge n. 145 del 30/12/2018 misure specifiche di incentivo all'acquisto di imballi e oggetti monouso biodegradabili.

Impegna la Giunta regionale

- ad attuare provvedimenti che vietino, già dal 2019, di utilizzare e quindi di introdurre stoviglie, cannucce e sacchetti in plastica all'interno di lidi e stabilimenti balneari o aree protette montane ad alto traffico di turisti;

- ad attuare campagne di sensibilizzazione nei comuni ad alto flusso turistico rivolte a grandi catene di distribuzione, bar, caffetterie, pub, lidi e in tutti gli esercizi commerciali, per eliminare l'uso della plastica e promuovere la vendita e l'utilizzo di soli imballaggi, piatti, bicchieri e cannucce biodegradabili;

eccezion fatta per le bottigliette d'acqua che, data la mancanza sul mercato di valide alternative facilmente utilizzabili dai gestori, si potranno ancora vendere, almeno per l'estate 2019;

- predisporre un cronoprogramma per bandire l'uso della plastica in tutti i comuni del territorio regionale entro il 2021, anticipando i tempi per attuare le disposizioni imposte dalle direttive europee in merito, ponendo l'obiettivo di CALABRIA REGIONE PLASTIC FREE;

- predisporre un regolamento regionale per destinare contributi ad enti o associazioni che intendano organizzare ecoeventi, ecofeste, o eventi ecosostenibili di ogni genere sul territorio regionale.

(152; 25/03/2019) Greco, D'Agostino

 

 

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

- l'iniziativa "Blind Accessibily Marchio Etico di qualità e accessibilità" è mirata alla creazione ed alla diffusione di un Marchio di Prodotto volontario, di carattere "trasversale", ossia che può essere apposto, dalle Aziende che ne fanno richiesta e che si attengono ai Regolamenti e ai Disciplinari che verranno previsti, formulati con l'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, su tutti i tipi di prodotti (alimentari, di personal care, farmaceutici e parafarmaceutici, ecc.) e strutture, sia mobili che semoventi, di mare e di terra (ristoranti, lidi, hotel, bar, musei biblioteche ecc.);

- i marchi di qualità sono certificazioni che attestano la qualità dei prodotti in commercio. Possono essere rilasciati sia da Consorzi di aziende che s'impongono determinate regole di produzione o di erogazione di servizi, sia da Organismi di certificazione, i quali rappresentano una parte indipendente rispetto ai produttori ed ai consumatori;

- alcuni marchi sono volontari: in questi casi le imprese decidono di attenersi a determinate norme tecniche di produzione che determinano la qualità del prodotto. La certificazione di conformità ad una determinata norma tecnica - oltre ad essere una garanzia interna all'azienda - può costituire un fattore strategico di competitività, rappresentando agli occhi del consumatore un simbolo di "Qualità";

- si tratta di una iniziativa innovativa, dotata di forte impatto sul mondo dell'accoglienza e del turismo, capace di proporsi implicitamente con grandi valenze di animazione e sensibilizzazione nei confronti delle tematiche dell'accessibilità;

- la "cultura" dell'accoglienza, nonché della "eticità" intesa come rispetto delle persone disabili, dell'ambiente naturale, e soprattutto del consumatore, cui viene proposto un rapporto diretto e dialettico con l'imprenditore ed il personale dipendente, porterà alla creazione di "Buone Prassi", che avranno sempre maggiore diffusione nel territorio regionale;

- obiettivo del Marchio è quello di garantire, per le Aziende fruitrici, una visibilità, attraverso un mezzo ampiamente riconoscibile, nella Regione Calabria, che contraddistingue una superiore "Visione dell'Accoglienza" e soprattutto identifica ambienti e persone organizzate per garantire dei servizi di livello superiore;

- il marchio di "Blind Accessibility" è la certificazione che un'apposita commissione di certificazione creata dall'Unione Italiana dei Ciechi di Cosenza (proprietaria del Marchio "Blind Accessibility" depositato presso la Camera di Commercio di Cosenza) concede dopo aver verificato, caso per caso, la sussistenza di determinati parametri atti al superamento delle barriere fisiche e/o immateriali. Esempi: Strutture: esistenza di percorsi tattili plantari, esistenza di mappe tattili della struttura, utilizzo di determinate tonalità di colore atte alla distinzione per gli ipovedenti, indicazione tattile e/o sonora di luoghi e/o servizi. Prodotti: indicazioni braille di informazioni obbligatorie (scadenza, conservazione, controindicazioni ecc.), Qrcode con indicazione della filiera di produzione ecc. Servizi: Esistenza all'interno del personale di dipendente ad hoc formato, brochure delle attività in braille ecc.. Considerato che: - il Brand Blind Accesibility identifica sia l'accessibilità di strutture, eventi o aree di territorio che il singolo prodotto che dalle aziende di quel territorio viene prodotto, in tutti i settori merceologici;

- una forte ricaduta si avrà anche sull'accessibilità turistica del Territorio della Regione Calabria, in effetti per "Turismo accessibile" solitamente si intende l'insieme di servizi e strutture in grado di permettere a persone con caratteristiche ed esigenze differenti la fruizione della vacanza e del tempo libero senza ostacoli e difficoltà;

- anche nel campo della esportazione dei nostri prodotti agro alimentari, dotati del marchio "Blind Accessibility", vi sarà un impatto positivo sulla loro commercializzazione in quanto dotati di un codice di lettura universale riconosciuto e riconoscibile come tale in tutto il mondo che travalica i confini delle lingue.

Impegna la Giunta regionale

- ad attuare tutti quei provvedimenti necessari per l'applicazione di detto marchio "Blind Accessibility" e per la messa in atto di tutte quelle misure idonee alla sua diffusione (campagne di sensibilizzazione, contributi economici, ecc..);

- a riconoscere quale punto di premialità nell'accesso di tutti i bandi regionali e/o europei il marchio di accessibilità sopra descritto;

- a predisporre un regolamento regionale per destinare contributi ad enti o associazioni che intendano organizzare eventi sul territorio regionale finalizzati alla diffusione e applicazione del marchio Blind Accessibility.

(153; 08/04/2019) Greco

 

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

- era il 16 agosto del 1972, quando un chimico romano, Stefano Mariottini, si trova a Riace, in Calabria, per inseguire la sua passione: le immersioni in mare aperto. Cercava scogli isolati dove poter fare pesca subacquea e ne trovò un gruppo quasi circolare con della sabbia al centro. Lì, a circa 300 metri dal litorale ed a quasi 10 metri di profondità, in un'acqua limpida e quasi trasparente, che la sua attenzione viene catturata da un qualcosa che non era un sasso qualunque, bensì una spalla. Una spalla di bronzo, appartenente ad una statua che, assieme ad un'altra ritrovata nelle immediate vicinanze, venne recuperata dalle acque cinque giorni dopo dai Carabinieri sommozzatori del nucleo di Messina. Due sculture, che sarebbero state protagoniste di uno dei più straordinari ritrovamenti del XX secolo;

- i Bronzi di Riace, databili intorno al V secolo a.C., sono dei veri e propri capolavori dell'arte greca e, da tempo, rappresentano un simbolo della Calabria e un'icona italiana. I due guerrieri, alti quasi due metri, sono stati ribattezzati A e B dagli esperti, il Giovane e l'Adulto dai più poetici;

- il primo colpisce per i suoi ricci perfettamente definiti, le ciglia, i denti che emergono tra labbra appena dischiuse, gli occhi. Il secondo è quello che ha attratto maggiormente gli esperti. Di statuaria antica, con il movimento del busto più plastico e morbido, opera certamente di un artista superiore. Non in molti sanno, che un'ipotesi avvalorata dagli studiosi, afferma che i Bronzi avessero labbra rosso fuoco. Oltre che denti scintillanti, occhi vivaci e carnagione abbronzata. Il luogo comune le vuole statue monocromatiche e, invece, l'analisi chimica ha rilevato tracce di trattamenti allo zolfo, che venivano usati per modificare il colore del materiale originario, su cui si inserivano anche inserti decorativi o bitume come legante;

- ancora oggi, conservati al Museo Nazionale di Reggio Calabria, rappresentano una delle opere scultoree più apprezzate al mondo. Un patrimonio inestimabile, che, in un'ottica di promozione culturale e turistica della Calabria, dovrebbero essere inserite in una programmazione ben dettagliata, che non escluda una eventuale esposizione in altre regioni o, addirittura, nei musei più importanti del pianeta;

- ovviamente, curandone, nei minimi dettagli, ogni aspetto utile ad una adeguata conservazione e tutela dell'opera e senza tralasciare l'importanza di far evincere quella che è e resta la loro "casa", ovvero Reggio Calabria;

- far conoscere le nostre bellezze ed organizzare tour internazionali, potrebbe ancor di più incentivare ed invogliare, i turisti, a visitare la Calabria ed a recarsi nei posti e nei luoghi dei Bronzi: dove sono collocati, dove sono stati ritrovati. Si creerebbe, così, un percorso, che consenta di far rete tra territori ed enti, che è ciò che ancora manca e che non ci consente di alzare quella famosa asticella, per addivenire ad un turismo capace di offrire servizi completi, competenti e professionali, rispondendo alle esigenze del turista;

- la Calabria, infatti, deve poter entrare nella "mental map" turistica e, di conseguenza, portare i Bronzi in quelle parti del mondo, che oggi stanno tentando di conquistare mercati nuovi (ad esempio in Cina, in Giappone, ecc), potrà certamente portare riscontri di non poco conto, innescando quei meccanismi, che arriveranno ad alimentare le potenzialità del nostro sistema turistico e culturale, spesso decantate e, di fatto, mai sfruttare per come richiedono le sfide dei tempi attuali e di un comparto, in continua evoluzione.

Impegna la Giunta regionale

a valutare, con concretezza e nell'immediato, la possibilità di approvare eventuali spostamenti e tour, in tutto il mondo, dei Bronzi di Riace, richiedendo, magari, la collaborazione dei nostri consultori e delle tantissime associazioni di italiani nel mondo, che potrebbero perfettamente collaborare alla realizzazione di una programmazione storica e strategica, che avrà, sicuramente, un forte impatto mediatico ed un ritorno in termini di immagine e di rilancio turistico e culturale della nostra Regione.

(154; 08/04/2019) Greco, Ciconte

 

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

- il Comune di Acri (CS) presenta un territorio di oltre 200 km quadrati, circa 808 km di strade principali, di cui pressappoco 50 km nel solo territorio della frazione "La Mucone";

- la rete stradale di "La Mucone" si sviluppa su tre arterie: l) un tratto di strada collega la periferia con Acri centro;

2) un secondo tratto di strada è quello interno alla periferia;

3) un terzo tratto di strada è quello che collega la frazione "La Mucone" alla città capoluogo di Cosenza "a valle", e verso il comune di Celico "a monte";

- su questo ultimo tratto di strada, nella parte verso Celico, circa dieci anni fa è stato effettuato un intervento di miglioramento (allargamenti stradali, cordoli, bitumazione, marciapiedi, ecc), rimasto però incompleto;

- il versante Serricella - Cosenza, invece, strada realizzata negli anni '50, ha una conformazione e un andamento che è bisognevole dei lavori di miglioramento;

- il tratto di strada in questione è stato da sempre trascurato (tranne qualche piccolo intervento di miglioramento con fondi comunali), ed infatti oggi si presenta alquanto dissestato con tutto ciò che ne concerne in termini di sicurezza, di disagi agli automobilisti che percorrono questo tratto, di danni economici alle autovetture (costringendo a continue manutenzioni le vetture su gomme, ammortizzatori, giunti ecc.), carente di sistemi di sicurezza, carente di illuminazione pubblica, carente di segnaletica orizzontale e verticale, che si presenta in alcuni tratti molto stretta da non consentire il transito su entrambi i sensi di marcia e/o a veicoli di grosse dimensioni e quant'altro;

Considerato che: - la frazione di "La Mucone" è un territorio con 28 contrade, di 62 km2, con 2.647 (duemilaseicentoquarantasette) residenti, corrispondenti a 1.063 nuclei familiari;

- il tratto di strada interessata è una arteria principale per il collegamento alle zone più sviluppate quali Montalto Uffugo, Rende e l'Università, la città capoluogo di Cosenza, in particolare consentendo ai residenti della zona un più rapido raggiungimento dei presidi ospedalieri presenti nella città di Cosenza ed altri servizi;

- nel Piano delle Opere Pubbliche del Comune di Acri, già in passato era stato inserito come prioritario un intervento strutturale per il miglioramento del tratto di strada comunale Serricella - Ponte Mucone;

- da un quadro economico determinato sulla base di un computo metrico estimativo di massima e da una bozza informale di progetto, redatto da tecnici abitanti del luogo, e depositato agli atti del Consiglio comunale del 04.12.2018, si è stimato un costo totale di circa Euro 2.700.000,00 (due milioni e settecento mila euro);

- è interesse dell'amministrazione di Acri reperire congrui finanziamenti al fine di effettuare i lavori di miglioramento sopra descritti del tratto di strada Serricella - La Mucone.

Impegna la Giunta regionale

- a destinare un congruo finanziamento al fine di poter ottemperare ai lavori di miglioramento del tratto di strada comunale Serricella - Ponte Mucone.

(155; 08/04/2019) Greco

 

Il Consiglio Regionale,

premesso che:

- sono oltre 1.000 i posti non coperti, tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari e altre figure professionali, occorrenti al buon funzionamento della sanità calabrese e che dovevano essere reperiti attraverso una serie di concorsi di cui solo una parte è stata portata a termine;

- la struttura commissariale del piano di rientro dal debito sanitario ha chiesto alle Aziende sanitarie e ospedaliere le graduatorie vigenti dalle quali ogni azienda dovrebbe attingere per le proprie esigenze;

- è reale il rischio di blocco del turnover nella sanità calabrese che coinvolge anche i precari che già lavorano negli ospedali della regione;

- la cronica carenza di personale di cui soffrono da anni le strutture mette concretamente a rischio il diritto alla salute dei cittadini;

- sempre da notizie di stampa, si apprende che il Governo terrà una riunione in Calabria del Consiglio dei ministri il prossimo 18 aprile;

Impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Giunta regionale, preso atto della grave situazione: - a promuovere, con urgenza, con il governo la necessaria concertazione per valutare le iniziative da assumere a garanzia del buon funzionamento della sanità calabrese;

- ad adottare, a tal fine, ogni provvedimento di propria competenza che si rende essenziale per il raggiungimento dello scopo.

(156; 15/04/2019) Morrone, Scalzo, Esposito, Orsomarso, Arruzzolo, Nicolò, Parente, Neri, Tallini, Gallo, Pasqua

 

Risposta scritta ad interrogazione

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nella consultazione popolare del giugno 2011, il 54% degli elettori ha votato contro la privatizzazione del sistema idrico, sancendo che in Italia l’acqua è un bene pubblico;

la società So.Ri.Cal. Spa è stata messa in liquidazione nel 2012. La quota di partecipazione della Regione Calabria è del 53,50%, quella di Acque di Calabria S.p.A. è del 46,50%;

in una recente conferenza stampa, il dg della Presidenza della Regione Domenico Pallaria, dopo sette anni dalla messa in liquidazione della So.Ri.Cal. Spa, ha affermato che: “il percorso che stiamo cercando di perseguire è questo: la So.Ri.Cal. è una società mista, il socio privato ha manifestato l'intenzione di uscire dalla Spa e ora abbiamo trovato una soluzione e probabilmente entro fine marzo il socio privato uscirà, la So.Ri.Cal. diventerà totalmente pubblica”;

il presidente della Regione Calabria, su mia richiesta, da oltre un anno si era impegnato a discutere della vicenda So.Ri.Cal. Spa con una sua informativa riguardante il futuro del sistema idrico calabrese. E' da chiarire lo stato dei rapporti tra la Regione e il socio privato di So.Ri.Cal. Ad oggi ciò non è avvenuto;

è arrivato il momento che il Consiglio regionale discuta del futuro del sistema idrico calabrese, affrontando tutte le questioni rimaste in sospeso e le soluzioni che potranno garantire una gestione del servizio idrico efficiente e pubblico -:

Per sapere:

quali iniziative urgenti intende adottare per chiudere la vicenda della liquidazione della società So.Ri.Cal. Spa, evitando quello che è accaduto in passato dove i profitti restano in capo ai privati a discapito del pubblico che si trova a pagare le relative perdite. E’ necessario mettere in atto un'operazione di trasparenza attraverso una relazione dettagliata che parta dalla sua costituzione alla messa in liquidazione. Si faccia luce, soprattutto, sulla gestione degli anni in cui la società So.Ri.Cal. Spa è stata messa in liquidazione per capire se siano state violate le norme in termini di assunzioni, promozioni di personale e se gli atti amministrativi compiuti siano conformi alla normativa per quanto riguarda le aziende pubbliche e/o private poste appunto in liquidazione.

(437; 18/02/2019)

 

Risposta: “Il Servizio Idrico integrato, come noto, "è costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue". Il modello attuativo regionale di organizzazione del servizio, giusta legge regionale n. 10/97, pro tempore vigente, di recepimento della legge n. 36/94 (c.d. legge Galli), prevedeva: - un Sovrambito, coincidente con l’intero territorio regionale, in cui organizzare la gestione le fonti di approvvigionamento, adduttrici ed opere di accumulo, delle opere realizzate dalla ex Casmez e trasferite alla Regione nel 1983; opere, che la stessa Regione ha gestito in economia fino al 31 ottobre 2004, garantendo l’alimentazione idropotabile dei Comuni calabresi; - cinque ambiti territoriali ottimali (ATO), coincidenti con i territori delle cinque Province calabresi, in cui organizzare la gestione dei segmenti di competenza dei Comuni (reti distributive, reti fognarie e depuratori nonché i segmenti di adduzione (fonti, adduttrici ed opere di accumulo comunali). L’organizzazione della gestione prevedeva l’individuazione, da parte dell’ente di governo d’Ambito, di un soggetto unico, per ambito, a cui i singoli Comuni, con le eccezioni a suo tempo previste dall'art. 148 del d.lgs. n. 152/2006, avrebbero dovuto trasferire i segmenti di competenza. Nel Sovrambito esiste ed opera dal 1 novembre 2004 la So.Ri.Cal. S.p.A., società mista a maggioranza pubblica, espressamente prevista dall'art. 40 della richiamata legge regionale n. 10/97, quale soggetto deputato a completare e gestire il complesso acquedottistico regionale e, pertanto, fornitore all'ingrosso dell'acqua per usi civili/potabili alla totalità dei Comuni calabresi; La Regione, con l'art. 47 della legge regionale n. 34/2010, ha disegnato un ambito unico per l’intero territorio regionale (ATO). L’Amministrazione regionale in carica, a partire dal gennaio 2015, ha cercato con ogni mezzo di accelerare il percorso imposto, adottando la deliberazione della Giunta Regionale n. 183 del 12 giugno 2015, con la quale è stato individuato nella istituenda Autorità Idrica della Calabria (AIC) l’'Ente di governo dell’ambito territoriale ottimale per il servizio idrico comprendente l’intera circoscrizione regionale ed è stata approvata la proposta di legge "Istituzione dell’Ente di Governo d'ambito per il servizio idrico integrato Autorità Idrica della Calabria (A.I.C.)". Con la stessa deliberazione n. 183/2015 si è, inoltre, stabilito che nelle more dell’entrata in vigore della legge regionale istitutiva dell'AIC, le relative funzioni continuavano ad essere attribuite alla Regione Calabria ed esercitate dal Dirigente generale del Dipartimento competente. L'individuazione dell’ente di governo è diventata poi, per le Regioni, un'imposizione di legge; il comma I, lettera b) dell'art. 7 del decreto "Sblocca Italia” DL 133/2014, modificando il Codice dell’Ambiente del 2006, prescrive testualmente, "le regioni che non hanno individuato gli enti di governo dell’ambito provvedono, con delibera, entro il termine perentorio del 31 dicembre 2014. Decorso inutilmente si attivano i poteri sostitutivi. In data 17 marzo 2018 si sono tenute le elezioni dei componenti l’Autorità Idrica Calabrese (AIC) che si è insediata lo scorso 29 maggio 2018. È da premettere che con decreto dirigenziale n. 552 del 03/02/2016 è stata sancita la volontà "politica", più volte ribadita dall'Amministrazione regionale in carica, di pervenire ad una gestione totalmente pubblica del servizio idrico. In tal senso è imprescindibile la pubblicizzazione della So.Ri.Cal. atteso che il socio privato di So.Ri.Cal. ha manifestato il proprio interesse alla cessione delle quote azionarie possedute nella società. Attraverso svariate interlocuzioni con professionisti del settore sono state valutate tutte le ipotesi legalmente previste per la fuoriuscita di Veolia. In primis la relazione inviata dai consulenti incaricati dalla So.Ri.Cal. per conto della Regione - acquisita il 19 gennaio 2018. Secondo i consulenti le strade possibili per tenere in considerazione la richiesta di Veolia potrebbero essere due: - acquistare, a titolo oneroso (1 euro), le azioni; - liquidare la quota con l’effetto di diventare, comunque, socio unico; - acquisto di quote proprie Nel caso di compravendita, la Regione non potrà, in ogni caso, acquistare una società in liquidazione; di conseguenza vi sarà la necessità di revocare la liquidazione, che deve essere disposta secondo quanto sancito dall'art. 7 del d.lgs. 175/2016 (TUSP)9, e procedere alla redazione di un piano industriale che consenta di dimostrare l’utilità futura dell’acquisto, ancorché al prezzo simbolico di un euro. Secondo gli esperti, la strada più idonea, è "l'acquisto di azioni del socio di minoranza da parte della medesima società emittente (acquisto di azioni proprie)". Questa strada, infatti, consente di arrivare comunque al risultato di una società interamente in mano pubblica. Il ricorso a tale procedura di acquisto è espressamente prevista nel contratto di finanziamento, sottoscritto in data 4 maggio 2006, modificato in data 27 febbraio 2007 ed ulteriormente modificato ed integrato in data 21 aprile 2008 ed all'interno dell’accordo integrativo sottoscritto in data 20 maggio 2004. Prima dell’istituzione dell’ambito unico, legge regionale 34/2010 si sono registrati, comunque, due "affidamenti” coerenti: - uno in provincia di Crotone (SOAKRO S.p.A.), operativo dal 2007 ma incompleto e fallito (2015); - uno in provincia di Cosenza, con soggetto individuato, Cosenza Acque S.p.a., che ha elaborato, nel 2011 il progetto industriale ma mai diventato operativo. La mancata operatività degli ATO è risultata determinante nel compromettere gli obiettivi che con la costituzione di So.Ri.Cal. la Regione si era data. La situazione di stallo che si è protratta per oltre un decennio con la mancata individuazione e/o operatività del/i gestore/i ed il mantenimento delle gestioni comunali ha inciso in modo determinante su So.Ri.Cal. (e sulla Regione, quale socio di maggioranza), che ha risentito dei mancati introiti derivanti dai pagamenti delle fatture dell’acqua da parte dei Comuni, con mancati introiti che, ovviamente, hanno avuto ripercussioni sui rapporti con le banche nel Project Financing imbastito e, quindi, sulle reali possibilità di investimento per il miglioramento del servizio. Le cause reali e profonde del fallimento del modello organizzativo sancito dalla legge regionale n. 10/97, sono da ricercarsi nell'arresto del processo di riorganizzazione dei servizi idrici a livello di Ambito territoriale ottimale, nel mantenimento delle gestioni comunali e nell'assenza di qualsiasi forma di integrazione tra queste e la gestione della grande adduzione che, come nella precedente gestione regionale, rappresentava per le gestioni comunali un costo insostenibile. Con nota del 14.4.2016 il socio privato di So.Ri.Cal. ha manifestato il proprio interesse alla cessione delle quote azionarie possedute nella società. Appare opportuno ricordare che la società, in liquidazione volontaria dal 13/07/2012, in ragione dell'essenzialità del servizio pubblico gestito, ha garantito e sta garantendo normalmente la fornitura idropotabile all'ingrosso ai Comuni, agli Enti ed agli altri soggetti titolari di contratti per la fornitura di acqua all'ingrosso nonostante le molteplici difficoltà. È evidente, infatti, come So.Ri.Cal. nell’ambito del sistema regionale di fornitura idropotabile all’ingrosso, pur avendo sempre puntualmente garantito tutti i propri servizi e forniture, stia letteralmente “finanziando" Comuni ed altri Enti serviti, verso i quali "vanta" il notevolissimo ammontare di circa 200 milioni di Euro. Inoltre, attraverso il servizio regionale di fornitura idropotabile all'ingrosso, attesa la particolare natura, peraltro non interrompibile, del servizio prestato da So.Ri.Cal., 383 Clienti serviti (Comuni ed altri Enti) si è praticamente ed impropriamente “finanziato”, a volte anche sulla base di presupposti palesemente quanto manifestamente infondati e strumentali, omettendo di pagare regolarmente le forniture idriche richieste a So.Ri.Cal. Dunque la So.Ri.Cal. versa in uno stato di crisi indotta essenzialmente dai mancati incassi da parte dei comuni che risultano morosi, e non dal malfunzionamento della stessa; una società pienamente attiva, praticamente, con importanti potenzialità che non possono essere dispiegate a causa della difficilissima situazione finanziaria. Nonostante i mancati incassi la società ha comunque provveduto e sta provvedendo, nel termine di cui all'art. 182 bis L.Fall. a soddisfare i debiti scaduti, secondo quanto previsto dall'Accordo di Ristrutturazione. Parallelamente all'esecuzione degli obblighi assunti nell'Accordo di Ristrutturazione, So.Ri.Cal. ha poi continuato a garantire la regolare erogazione del servizio idrico all'ingrosso in favore di tutti i propri Clienti, all'uopo sostenendone tutti i connessi costi operativi (per gestione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture acquedottistiche regionali ricevute in concessione), con particolare riguardo a quelli energetici onde evitare il rientro di So.Ri.Cal. nel c.d. Mercato di salvaguardia. A fronte di una esposizione debitoria, considerata nell'Accordo, ammontante a ca. € 386 mln, il debito residuo è attualmente pari a € 188 mln, con una riduzione dello stesso in tre anni del 51 Preme sottolineare che l'aggravarsi delle difficoltà finanziare dei Comuni, impone un'accelerazione della messa a sistema del servizio idrico integrato i cui ritardi rischiano di compromettere l'erogazione di un servizio primario; che tale responsabilità è in capo all'Autorità Idrica Calabrese che deve scegliere la forma di gestione nelle tre ipotesi previste dalla normativa vigente, pubblica, privata o mista. Atteso che siamo tutti d'accordo per costituire in Calabria una gestione pubblica, essa non può prescindere all'esperienza consolidata della So.Ri.Cal. e dalla circostanza che la Regione è proprietaria della quasi totalità delle infrastrutture idropabili. Relativamente alle assunzioni, si riporta la sintesi della risposta di So.Ri.Cal. ad una richiesta di chiarimenti della Regione: le prime assunzioni risalgono a settembre 2003 con l’assunzione di un primo nucleo di dipendente al fine di costituire il nucleo amministrativo della Società. A novembre 2004, con l'avvio della gestione delle strutture regionali vera e propria, inizialmente So.Ri.Cal. si è avvalsa di 83 dipendenti regionali, già operanti presso gli uffici di zona, e distaccati per un periodo di 6 mesi alla So.Ri.Cal. Nel 2005 So.Ri.Cal. ha assunto direttamente il personale operante sugli impianti di potabilizzazione e, a settembre, una parte del personale distaccato dalla Regione Calabria. Sempre nel 2005, inoltre, So.Ri.Cal. ha internalizzato tutto il personale del laboratorio e telecontrollo, il tutto per un totale di 130 unità. Escludendo il personale ex-regione, transitato nella società, le assunzioni sono state effettuate al termine di un processo di ricognizione e verifica del personale operante continuativamente presso gli schemi idrici di competenza So.Ri.Cal. L'elenco in questione è stato il frutto del lavoro di una commissione Sorical-Sindacato che ha esaminato le rose dei nominativi forniti dai vari responsabili di zona, verificato la continuità operativa, disponibilità lavorative ed anzianità di servizio per singolo schema di ogni singola zona e blocco impianti. Al fine di questo lavoro, la commissione ha proposto ai vertici della So.Ri.Cal. e alle segreterie regionali dei sindacati un documento che ha avuto la sottoscrizione definitiva in data 23 marzo 2005. Dopo il 2012, la struttura organizzativa territoriale di So.Ri.Cal. indispensabile al garantire il servizio idrico, ha registrato delle cospicue carenze di personale, vieppiù acuite dai pensionamenti e purtroppo da alcuni decessi che, dal 2013 al tutto il 2019, con le uscite previste dalla vigente normativa, sono pari a 31 unità. Le recentissime nuove disposizioni legislative cd "quota cento" daranno verosimilmente luogo ad un ulteriore aumento del numero delle cessazioni entro fine d’anno. Per poter garantire la continuità gestionale, la struttura del presidio territoriale viene rinforzata mediante l’impiego di personale messo a disposizione dalle imprese appaltatrici che di volta in volta risultano aggiudicatarie delle gare per i contratti di manutenzione civile-idraulica del complesso delle opere idropotabili regionali. L'impiego di detto personale risulta ad oggi imprescindibile ed è appena sufficiente per mantenere l’attuate livello di servizio nella conduzione e funzionamento degli schemi acquedottistici gestiti dalla So.Ri.Cal. Detto personale viene impegnato in tutte quelle attività relative alla regolazione degli organi idraulici degli acquedotti, al contatto/confronto con il personale comunale che gestisce le reti di distribuzione per la definizione di tutti gli aspetti di dettaglio tecnico dell'erogazione presso i diversi serbatoi, al controllo dell’efficienza dei dispositivi di disinfezione, alla sorveglianza dei lavori di manutenzione e pronto intervento sugli acquedotti effettuati dalle stesse imprese di manutenzione. In sintesi può considerarsi che detto personale operi alla stessa stregua del personale interno, avendo in assegnazione parti del territorio ovvero alcuni degli schemi acquedottistici di pertinenza dell'ufficio di zona che non sarebbero gestibili con le sole forze interne, risultando gli stessi lavoratori pressoché insostituibili. Nel corso degli anni, nel disciplinare di gara per i contratti di manutenzione, veniva inserita la cd “clausola sociale”, finalizzata al dare continuità lavorativa agli operai impegnati per come sopra detto nell'integrazione della struttura interna di So.Ri.Cal. Quanto sopra anche nel rispetto del protocollo d'intesa siglato con le OO.SS. nel 2003, all'atto dell’avvio operativo della So.Ri.Cal. e nei successivi accordi attuativi sottoscritti dalle OO.SS (CGIL - CISL - UIL) e la Società. Successive modifiche introdotte dal codice degli appalti non hanno poi reso più possibile inserire la sopramenzionata clausola sociale di salvaguardia ed in relazione a questo le OO.SS. hanno in ogni circostanza chiesto la stabilizzazione del personale esterno che So.Ri.Cal. impegnava tramite le imprese appaltatrici esterne. Una analisi dei costi operativi connessi a tale impegno di manodopera esternalizzata condotta tra la direzione area operativa e l'area risorse umane ha chiaramente dato evidenza del fatto che So.Ri.Cal. - a parità di prestazione manutentiva - avrebbe avuto delle rilevanti economie ove avesse proceduto ad assumere direttamente il personale necessario, evitando l'intermediazione ed i relativi margini dell'impresa appaltatrice che davano luogo ad un impegno di oltre il 40% del costo complessivo della manutenzione esternalizzata, solo per l'impiego del personale esterno finalizzato a rinforzare i ranghi delle squadre operative della So.Ri.Cal. Complessivamente l'operazione sopra descritta porterà un risparmio in conto economico per So.Ri.Cal. valutato in 1,6 milioni di euro/anno. In questi giorni, la società costruttrice dell'impianto di potabilizzazione del Menta ha ultimato la fase sperimentale e trasferito a So.Ri.Cal. la gestione dell’Ipot. Per garantire la continuità della gestione dell’impianto la So.Ri.Cal. procederà alla contrattualizzazione a tempo determinato per 6 mesi di nove unità più un tecnico specializzato, del personale utilizzato dall'impresa nella fase sperimentale e di avvio dell’impianto. Rispetto alle procedure adottate, si fa presente che So.Ri.Cal. non essendo una società pubblica, ma a partecipazione pubblica, non deve bandire alcun concorso pubblico per le assunzioni e in ogni caso delle recenti assunzioni si tratta di personale specializzato.”

Luigi Incarnato (Commissario liquidatore So.Ri.Cal. Spa)

 

 

Pedà - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

da qualche tempo i mezzi di stampa ed i social stanno diffondendo messaggi allarmanti sulla situazione strutturale dell'ospedale " Tiberio Evoli" di Melito Portosalvo che — stando anche alle eloquenti immagini video diffuse via web e divenute ormai virali - versa in una gravissima situazione di degrado strutturale e di abbandono;

in particolare, nei giorni scorsi, l'Assemblea dei Sindaci dell'area Greganica ha affrontato tale problematica evidenziando lo stato di completo abbandono della struttura;

a tale situazione di incuria va ad aggiungersi la più volte segnalata carenza organizzativa dei servizi sanitari che, per come reiteratamente denunciato pubblicamente dai cittadini e dalle associazioni a tutela dei diritti del malato, impongono una revisione delle modalità di erogazioni dei LEA che appaiono in emergenza continua: oltre alla chiusura della sala obitoriale per cornicioni pericolanti, numerosi padiglioni sono tenuti momentaneamente fuori uso per le gravissime situazioni di rischio crolli di intonaco;

tale condizione emergenziale limita ovviamente anche le ordinarie attività di carattere precipuamente sanitario: dalla riduzione dei servizi erogati alla scarsità di risorse umane - mediche e paramediche assegnate alla struttura. Rilevato che il Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2012/2014 approvato dall'ASP 5 di Reggio Calabria, nell'ambito delle previsioni in materia di adeguamento delle strutture alla vigente normativa in materia di sicurezza, ha disposto uno stanziamento a favore dell'Ospedale di Melito pari a complessivi € 10.000.000,00 (con una previsione di € 4.000.000,00 nel 2012, € 3.500.000,00 nel 2013 ed € 2.500.000,00 nel 2014). Dato atto che sino ad oggi non risultano essere stati effettuati interventi di alcun tipo al fine di ripristinare le necessarie condizioni di sicurezza della struttura, in netta contraddizione con la programmazione finanziaria approvata, rispetto alla cui mancata attuazione non sono note giustificazioni di alcun genere;

considerato che alla luce della tristemente nota situazione di precarietà dell'organizzazione sanitaria in Calabria appare irrinunciabile la volontà di acquisire tutte le informazioni necessarie a comprendere i perché di una perdita di risorse pubbliche il cui investimento era ed è indispensabile a garantire l'attuazione dell'art. 32 della nostra Carta Costituzionale -:

 

se sono stati adottati gli opportuni provvedimenti atti ad appurare: 1) le motivazioni per le quali — dal 2012 sino ad oggi — non siano stati attuati e neppure avviati gli interventi strutturali programmati sulla struttura ospedaliera "Tiberio Evoli" di Melito Porto Salvo, per come inseriti del Piano Triennale delle Opere Pubbliche approvato dall'ASP 5 di Reggio Calabria. 2) di conoscere se gli ufficio regionali preposti hanno avviato le iniziative atte supplire alla mancata attuazione degli interventi programmati dell'Autorità Sanitaria e, in caso positivo, di conoscerne gli esiti. 3) di conoscere le iniziative e le direttive impartite da parte dell'Assessorato Regionale competente all'ASP n. 5 di Reggio Calabria in merito alla mancata realizzazione degli interventi programmati sul nosocomio di Melito.

(439; 20/02/2019)

Risposta: “Con l'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta regionale dal Consigliere regionale on. Giuseppe Pedà, riguardante la grave situazione organizzativa e strutturale in cui versa il Presidio Ospedaliero “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, si chiede di conoscere: - le motivazioni per le quali, dal 2012 sino ad oggi, non siano stati attuati e neppure avviati gli interventi strutturali programmati sulla struttura ospedaliera “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, per come inseriti nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche approvato dall’ASP di Reggio Calabria. -Se gli uffici regionali preposti hanno avviato le iniziative atte a supplire alla mancata attuazione degli interventi programmati dall’ASP e, in caso positivo, di conoscerne gli esiti. - Le iniziative e le direttive impartite, da parte dell’Assessorato regionale competente, all’ASP di Reggio Calabria in merito alla mancata realizzazione degli interventi programmati sul nosocomio di Melito. Per Quanto di competenza lo scrivente Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29.09.2017 sono state attribuite le competenze in materia di Edilizia Sanitaria, precedentemente in capo al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, provvede a rappresentare quanto segue: Nell’ambito del Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2012/2014, l’ASP di Reggio Calabria ha previsto per il presidio ospedaliero di “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo interventi per complessivi € 10.000.000,00 (di cui € 4.000.000,00 nel 2012, € 3.500.000,00 nel 2013 ed € 2.500.000,00 nel 2014) finalizzati all’adeguamento della struttura alle vigenti normative in materia di sicurezza. La stima effettuata dall’ASP di Reggio Calabria si basa su quanto previsto dal “Programma di adeguamento degli impianti delle strutture sanitarie alla normativa vigente in materia di sicurezza”, approvato dal Commissario delegato per l’emergenza socio-economico-sanitaria (OPCM 3635/2007) n. 5 del 16 febbraio 2010, in seguito modificata dall’ordinanza n. 57 del 19 dicembre 2011. Nello specifico, infatti, il suddetto Programma ha previsto, tra gli altri, un finanziamento di € 10.000.000,00 di cui € 9.500.000,00 a carico dello Stato ed € 500.000,00 a carico della Regione Calabria, destinato alla messa in sicurezza dell’Ospedale di Melito Porto Salvo. Occorre tuttavia far presente che il finanziamento del programma non si è poi concretizzato. Infatti, ai fini dell’ammissione a finanziamento degli interventi presentati nel Programma, il Ministero della Salute, con nota n. 39755 del 02/12/2010, ha chiesto la trasmissione dei progetti cantierabili (all’epoca era sufficiente la progettazione preliminare). Lo stato di emergenza socio-economico-sanitaria nella Regione Calabria è scaduto in data 31/12/2011, senza che venisse ammesso a finanziamento alcun intervento previsto dal suddetto Programma. Per quanto riguarda l'intervento di messa in sicurezza del PO di Melito Porto Salvo, il progetto preliminare è stato approvato con deliberazione dell’ASP di Reggio Calabria n. 683 del 19/11/2013, ovvero dopo l’emanazione dell'ordinanza n. 27 del 05 dicembre 2012, con la quale il Capo del Dipartimento della Protezione Civile ha stabilito il subentro della Regione Calabria nelle iniziative finalizzate al definitivo superamento della situazione di criticità socio-economico-sanitaria nel territorio regionale, al fine di consentire la prosecuzione degli interventi in regime ordinario, determinando di fatto l’azzeramento di tutte le procedure avviate in regime commissariale, ovvero in deroga alle procedure ordinarie che prevedono prima dell’ammissione a finanziamento la stipula di uno specifico Accordo di Programma (ex art. 5 bis del D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i.), con tempi di attuazione molto più lunghi. Al riguardo si fa presente che il predisponendo Accordo di Programma non contempla l’intervento di messa in sicurezza del PO di Melito Porto Salvo in quanto l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, d’intesa con la Regione, con nota prot. n. 9459 del 12/02/2018, ha presentato all’INAIL una proposta di intervento denominata “Riqualificazione strutturale ed adeguamento normativo dello stabilimento Ospedaliero “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo” ai fini della valutabilità per l’ammissione al Piano di investimento dello stesso Istituto. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24/12/2018, ai sensi dell’art. 1 comma 602 e 603, della legge 11/12/2016 n. 232, tra le iniziative urgenti di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria presentate, è stata ritenuta valutabile anche quella riguardante l’ospedale di Melito Porto Salvo per un importo complessivo pari a € 40.198.952,00. Nello specifico la proposta presentata dall’ASP di Reggo Calabria prevede un Importo di € 15.000.000,00 per la realizzazione degli interventi e un importo di € 25.198.952,00 quale valore dell'area di sedime su cui sorge l’ospedale che dovrà essere corrisposto dall’INAIL per la sua acquisizione. L’ASP di Reggio Calabria è già in possesso di una progettazione preliminare approvata con deliberazione n. 683 del 19/11/2013, la quale dovrà essere aggiornata alla nuova programmazione sanitaria della rete ospedaliera, ai sensi del Decreto del Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro n. 64/2016, e della rete territoriale ai sensi del DCA n. 1266/2017. La proposta mira a rendere concreto il programma di riassetto della rete ospedaliera e territoriale avviato dalla Regione Calabria per il Presidio Ospedaliero “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo al quale è attribuita con il DCA n. 64 del 05/07/2016 la funzione di Ospedale Generale con una nuova distribuzione funzionale che prevede una assegnazione complessiva di 102 p.l. così distinti: - 32 p.l. di Medica comprensivi di cui n. 4 p.l. di Oncologia; - 20 p.l. di Chirurgia Generale; - 20 p.l. di Ortopedia e Traumatologia; - 10 p.l. di Ginecologia; - 10 p.l. di Riabilitazione e Recupero Funzionale di tipo Cardiologico; - 10 p.l. tecnici in Emodialisi con i seguenti servizi generali connessi: Pronto Soccorso, Radiologia, Laboratorio Analisi, Servizi Territoriali, Uffici Amministrativi di supporto. Sono previste le seguenti tipologie di interventi: 1. Interventi di ristrutturazione delle aree costituenti gli esistenti padiglioni; 2. Realizzazione di un nuovo padiglione e dei collegamenti con i preesistenti edifici; 3. Messa a norma degli impianti tecnologici, comprensiva di prevenzione incendi e di verifica di Vulnerabilità Sismica.”

Ing. Domenico Pallaria (Dirigente generale Dipartimento Presidenza)

Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore Opere Pubbliche)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il D.L. 28 marzo 2014 n. 47 introduce la facoltà di riscatto ai locatari di alloggi sociali anche realizzati con contributi pubblici, dal settimo al decimo anno della locazione;

l'art. 8 del DL. 28 marzo 2014 n. 47 stabilisce che la disciplina in materia di locazione con patto di riscatto potrà trovare applicazione con riguardo ai contratti di locazione stipulati: successivamente alla data di entrata in vigore del D.L. 47/2014 (ossia successivamente al 28 maggio 2014) successivamente alla stipula delle apposite convenzioni che disciplinano le modalità di locazione degli "alloggi sociali";

successivamente all'emanazione del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, chiamato a disciplinare le clausole standard dei contratti locativi e di futuro riscatto, le tempistiche, gli altri aspetti ritenuti rilevanti nel rapporto nonché le modalità di determinazione e di fruizione del credito d'imposta (art. 8 c. 4);

l'art. 8, DL. 28 marzo 2014 n. 47, convertito con legge 23 maggio 2014 n. 80 (rubricato "riscatto a termine dell'alloggio sociale"), riconosce la possibilità per il conduttore di acquistare la proprietà di alloggi di edilizia sovvenzionata, ossia di alloggi prioritariamente destinati alla locazione;

il Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di cui al precedente punto sub 3, è stato emanato il 21 giugno 2017 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 183 del 7 agosto 2017;

pertanto a seguito della pubblicazione di detto decreto la disciplina in tema di locazione con patto di riscatto, discendente dal D.L. 28 marzo 2014 n. 47, è divenuta a tutti gli effetti operativa;

il V comma dell'articolo 8 del D.L. n.47/2014 recita testualmente che "le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano ai contratti di locazione stipulati successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto". Quindi, si applicano dal 27/05/2014 in poi;

la normativa nazionale, per come concepita, concede dunque al conduttore, trascorsi almeno 7 anni dalla locazione degli alloggi di edilizia sociale coperti anche da contributo pubblico, la facoltà di esercitare o meno il diritto di riscatto dell'abitazione;

ad oggi oltre 100 famiglie, assegnatarie del bando 3.3 Edilizia Sociale della Regione Calabria pubblicato nel luglio 2014, hanno fatto richiesta per il diritto di riscatto. Ad alcune famiglie gli uffici regionali hanno dato risposta negativa, facendo fronte alla non previsione nel bando della modalità di riscatto;

le disposizioni del D.L. n.47/2014 e del D.M. 21/06/2017 si applicano soprattutto ai casi in cui il riscatto non è disciplinato a livello locale e pertanto non sussistono motivi ostativi di tipo normativo sull'applicabilità della legge sugli alloggi sociali assegnati in locazione con il bando 3.3 della Regione Calabria e con altri bandi della stessa finalità -:

quali sono le determinazioni politiche programmatiche che la Regione Calabria intende adottare alla luce delle richieste di riscatto pervenute ai sensi di legge D.L. n.47/2014 dalle famiglie di assegnatari degli alloggi sociali.

(440; 25/02/2019)

Risposta: “Nel 2014 la Giunta Regionale aveva approvato un atto di indirizzo per la gestione di un programma operativo nel settore politiche della casa. L'atto di indirizzo prevede varie attività tra cui al punto 3.3 la realizzazione di un programma pilota e sperimentale destinato alla locazione permanente finalizzata a sostenere modelli abitativi solidali da attuare nelle città con popolazione superiore a 30.000 abitanti. L'avviso pubblico per l'individuazione dei soggetti beneficiari specifica che i contributi massimi concedibili sono pari all'80% con vincolo di destinazione a 25 anni (termine minimo per la definizione di locazione permanente). L'Avviso Pubblico prevedeva, inoltre, l'atto d'obbligo regolarmente trascritto, con il quale il soggetto proponente si impegna al rispetto dei vincoli. Lo schema di convenzione tra la Regione Calabria e il soggetto beneficiario riporta testualmente: I complessi edilizi realizzati mediante il finanziamento di cui alla presente misura, trascorso il periodo di vincolo di destinazione per la cosiddetta locazione permanente, potranno rientrare ad insindacabile giudizio della Regione, nella disponibilità di quest'ultima con trasferimento tramite atto pubblico ad altro soggetto o ente che la stessa Regione indicherà, salvo che non si riscontrino le condizioni per la concessione di proroghe, le quali non potranno superare, di volta in volta, il periodo del primo conferimento. L'eventuale diverso Soggetto o Ente Regionale subentrante dovrà comunque garantire la gestione in termini economici e di qualità del servizio. La durata del periodo del vincolo di destinazione non potrà comunque superare di tre volte quello minimo di 25 anni come previsto al punto 13 dell'avviso pubblico. Tali vincoli dovranno espressamente essere riportati negli eventuali atti di trasferimento. L'Avviso Pubblico approvato è da considerarsi "lex specialis”. Lo stesso è stato emanato il 24 giugno 2014 mentre il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che disciplina le clausole standard dei contratti locativi e di futuro riscatto, è stato emanato il 21 giugno 2017 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il 7 agosto 2017. L'applicazione della suddetta Legge, andrebbe a provocare una discriminazione per quei soggetti (Aterp, Imprese in forma singola o consorziata, Cooperative di produzione e lavoro e Cooperative di abitazione in forma singola o consorziata) che, considerati i criteri fissati ai tempi dal bando, non presentarono domanda di partecipazione. Infatti, l'applicazione della Legge Ministeriale andrebbe a snaturare tali criteri oltre a comportare una modifica delle condizioni di locazione permanente fissate dallo stesso nonché la gestione degli immobili, per il periodo di locazione, da parte dei soggetti proponenti. Di conseguenza il riscatto degli alloggi di cui al bando 3.3 sarebbe possibile solo a condizione che l'intero contributo sia restituito alla Regione.”

Prof. Roberto Musmanno (Assessore alle Infrastrutture)

 

Pedà - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

Risale al mese di novembre del 2017 la sottoscrizione della convenzione per la realizzazione della " Casa della salute di Siderno" presso i locali dell'ex presidio ospedaliero per i quali era prevista la riqualificazione strutturale ed il pieno utilizzo a beneficio della collettività - che prevedeva uno stanziamento originario di circa € 9.760.000,00, nell'ambito dei finanziamenti PAC. Preso atto che la firma di tale convenzione ha costituito l'epilogo di un iter amministrativo e burocratico durato quasi un decennio - e avviato dopo la chiusura dell'ospedale di Siderno - e grazie al quale era stato prospettato un intervento risolutivo rispetto alla endemica situazione di sovraffollamento dell'Ospedale di Locri che - grazie a tale nuova struttura - verrebbe ad essere liberato da un carico di utenza insostenibile. Le Case della Salute infatti, per le molteplici funzioni svolte - amministrative, sanitarie e sociali - consentono per loro vocazione l'alleggerimento del carico delle strutture ospedaliere, nel caso specifico di quella limitrofa di Locri, che registra un'affluenza ben al di sopra della capacità di assistenza e di accoglienza che la struttura è in grado di offrire. Considerato che, nonostante sia trascorso un lungo lasso di tempo, ancora ad oggi i finanziamenti attesi non sono stati erogati: situazione questa che aggrava la già precaria situazione sanitaria del territorio Ionico, a discapito del funzionamento dell'ospedale di Locri e - soprattutto - a discapito dell'utenza, spesso dirottata in presidi molto distanti con gravissimo nocumento del proprio Diritto alla Salute. Rilevata l'Importanza delle "Case Salute" che sono presidi altamente tecnologici in grado di gestire la presa in carico globale del cittadino e soddisfare i bisogni di salute con costi anche di dieci volte inferiori ad analoghi modelli di cura ospedalieri e la cui realizzazione consentirebbe, al contempo, la riqualificazione e l’utilizzo ottimale di strutture già esistenti ed altrimenti in disuso. Quanto sopra detto -:

 

se sono stati adottati gli opportuni provvedimenti atti ad appurare: le motivazioni per le quali — dal mese di Novembre 2017 sino ad oggi — non siano stati erogati i finanziamenti di € 9.760.00,00 previsti dalla convenzione stipulata nella sopraindicata data e relativi alla realizzazione della "Casa della Salute di Siderno";

se gli ufficio regionali preposti hanno avviato le iniziative atte a concludere l'iter burocratico necessario alla definizione della procedura sopradetta e, in caso positivo, di conoscerne gli esiti;

le iniziative e le direttive impartite in relazione alla specifica problematica da parte dell'Assessorato Regionale competente.

(441; 26/02/2019)

Risposta: “Con l'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale dal Consigliere Regionale on. Giuseppe Pedà, riguardante la situazione della Casa della Salute di Siderno ed in particolare l’iter della procedura di finanziamento, si chiede di conoscere: - le motivazioni per le quali, dal mese di Novembre 2017 sino ad oggi, non sano stati erogati i finanziamenti di € 9.760.000,00 previsti dalla convenzione stipulata nella sopraindicata data e relativi alla realizzazione della "Casa della Salute di Siderno”; - se gli uffici regionali preposti hanno avviato le iniziative atte a concludere l'iter burocratico necessario alla definizione della procedura sopradetta e, in caso positivo, di conoscerne gli esiti; - le iniziative e le direttive impartite in relazione alla specifica problematica da parte dell'assessorato Regionale competente. Per quanto di competenza lo scrivente Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29/09/2017 sono state attribuite le competenze in materia di Edilizia Sanitaria, precedentemente in capo al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, provvede a rappresentare quanto segue. Il DPGR n. 135/2011 rettificando parzialmente la DGR n. 740/2009, ha rideterminato i siti in cui realizzare le Case della Salute coniugando tale realizzazione con processi di riconversione previsti dal DPGR 18/2010 e nel rispetto di un'equa distribuzione territoriale al fine di garantire il principio di “equità sociale" Tra le Case della Salute individuate risulta anche quella di Siderno da realizzare attraverso la riconversione dell'ex Presidio Ospedaliero. Con DCA n. 161 del 13/09/2012 si è preso atto dello studio di fattibilità approvato dell'ASP di Reggio Calabria, dal quale è emerso un costo di realizzazione pari a € 9.760.000,00. Tale somma è stata successivamente impegnata sul bilancio regionale, mentre la stipula della prima convenzione regolante il finanziamento concesso è avvenuta in data 04/12/2013. L'originaria tempistica prevista per la realizzazione dell'intervento tuttavia non è stata rispettata a causa dei ritardi accumulati per effettuare le preliminari verifiche sismiche della struttura, previste dalla suddetta convenzione, i cui esiti son stati approvati dall'ASP di Reggio Calabria con delibera n. 29 del 15/02/2016. Inoltre, l’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici, approvato con D.Lgs n. 50 del 18/04/2016, in seguito modificato ed integrato con il D.Lgs. n. 56 del 19/04/2017, ha prodotto dei rallentamenti nella prosecuzione delle procedure, impostate invece sulle base delle disposizioni del D.Lgs. n. 163/2006, determinando la necessità di aggiornare la convenzione alla nuova normativa in materia di appalti pubblici. In data 20/11/2017 si è proceduto pertanto alla stipula della nuova convenzione, tra la Regione Calabria e l’ASP di Reggio, regolante il finanziamento. L’Amministrazione regionale, alla quale spetta il compito di svolgete ogni iniziativa rivolta al controllo e alla verifica delle opere e delle relative procedure messe in atto dall'ASP, che in quanto beneficiaria del finanziamento provvede invece allo svolgimento di tutte le procedure previste dalla vigente normativa in materia di appalti pubblici, da ultimo con nota prot. 33160 del 28/01/2019, ha richiesto all'ASP di Reggio Calabria una relazione sullo stato dell'arte delle attività previste nella sopracitata convenzione corredata da apposito cronoprogramma. Sulla base del riscontro effettuato dall'Azienda con nota prot. n. 8799 del 12/02/2019 e delle recenti riunioni tenutesi presso gli uffici regionali è emerso che l’ASP ha ultimato ed approvato le verifiche di vulnerabilità sismica della struttura e che a breve procederà ad effettuare l'atto di investitura alla Stazione Unica Appaltante per lo svolgimento della gara per la redazione della progettazione esecutiva, per la quale è stata già predisposta la documentazione di gara. Con la stessa nota l'ASP ha anche trasmesso il cronoprogramma aggiornato prevedendo il collaudo della struttura entro dicembre 2021 Tutto Ciò premesso, l’erogazione del finanziamento assegnato per realizzazione della Casa della Salute di Siderno è disciplinato dall'art. 19 (Anticipazioni, acconti e saldo) della convenzione regolante il finanziamento sottoscritta in data 20/11/2017 tra la Regione Calabria e l’ASP di Reggio Calabria. In particolare il sopracitato articolo prevede: 1. La Regione provvederà all’erogazione del finanziamento per le indagini e le verifiche sismiche previa approvazione da parte del Beneficiario. 2. La Regione provvederà all’erogazione del finanziamento per servizi di progettazione in un’unica soluzione, previa approvazione del progetto esecutivo da porre a base di gara. 3. La Regione provvederà all’erogazione del finanziamento per lavori, fornitura e servizi di direzione lavori e collaudo in favore del Beneficiario, secondo le modalità stabilite dalla Legge regionale n. 31/75 e s.m.i. ed in particolare per come segue: a) la prima anticipazione, pari al 30% del finanziamento assentito è comunque subordinata alla pubblicazione del bando di gara di appalto per la realizzazione dell’opera; b) le successive anticipazioni, fino ad un massimo del 90% del costo definitivo dell’intervento rilevato dal quadro economico definitivo, riapprovato in seguito all’aggiudicazione dei lavori, saranno disposte entro 60 giorni dalla data di ricezione della relativa richiesta ed erogate, sulla base di stati d’avanzamento e certificati di pagamento comunicati dal Beneficiario, evidenzianti l’avvenuto utilizzo di almeno il 75% del trasferimento precedente; c) Le erogazioni saranno di pari importo ai certificati di pagamento prodotti dal Beneficiario in relazione ai successivi stati di avanzamento. d) Il saldo finale, pari al restante 10% del costo totale dell’intervento, sarà liquidato ad avvenuta approvazione e presentazione degli atti relativi alla contabilità finale, certificato di regolare esecuzione o collaudo finale dei lavori, della relazione acclarante i rapporti finanziari con la Regione che attesti l’intera spesa sostenuta in conformità al finanziamento assentito. La regione, pertanto, procederà ad erogare il finanziamento su richiesta dell’ASP di Reggio Calabria e secondo le modalità sopra indicate.”

Ing. Domenico Pallaria (Dirigente generale Dipartimento Presidenza)

Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore Opere Pubbliche)

 

Pedà - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

Per quanto è dato conoscere da informazioni assunte presso gli uffici preposti, risultano essere in corso i lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari — Crotone e Catanzaro Lido, interventi rispetto ai quali è stato previsto un investimento pari a 150 milioni di euro. Risulta, invero, che — seppur previsti — non siano stati ancora finanziati analoghi interventi nella ulteriore tratta che va da Catanzaro Lido a Melito di Portosalvo, per una estensione di circa 148 KM. Considerato che tali interventi appaiono indispensabili e non rinviabili atteso che — il completamento di tutta la linea di percorrenza Ionica, con l'aggiunta di tale tratto renderebbe possibile la percorribilità dei collegamenti ferroviari Freccia, Intercity ed Intercity Notte, con eliminazione definitiva dei mezzi rotabili diesel. Considerato che il completamento dell'intera tratta Ionica garantirebbe inoltre una valida ed immediata soluzioni operativa per il caso di interruzioni, accidentali o programmate, nella linea tirrenica. Rilevato che — da fonti tecniche — sembrerebbe che le somme stimate per la realizzazione di tale interventi ammonterebbero a circa 100 milioni di euro. Considerato che è compito specifico delle istituzioni Regionali occuparsi e preoccuparsi degli interventi sulla mobilità che siano non soltanto “importanti” ma che siano prioritariamente "utili" rispetto ad una crescita continua della domanda di servizi ferroviari. Valutazione questa che assume maggiore importanza in un Italia spaccata a metà che vede la Calabria tra le regioni dove è più difficile garantire servizi alternativi al gommato che siano accettabili e soprattutto accessibili. Una Calabria anch'essa spaccata a metà, con una fascia ionica — da sempre limitata e compromessa nella possibilità di garantire spostamenti semplici e veloci ai tantissimi utenti che, causa motivi di studio o di lavoro, sono obbligati a scegliere il trasporto ferroviario, subendo una discriminazione nella erogazione dei servizi che non trova alcuna giustificazione. Preso atto quindi dell'importanza di un progetto politico serio che investa nel rilancio di una parte della Calabria dove i problemi — obiettivamente — possono essere definiti incredibili e dato atto che la mobilità efficiente e non discriminante deve essere considerata una priorità per le Istituzioni Regionali. Quanto sopra detto

per sapere:

se sono stati adottati gli opportuni provvedimenti atti a: prevedere adeguati stanziamenti finanziari per la realizzazione ed il completamento della elettrificazione della rete ferroviaria Ionica nel tratto compreso tra Catanzaro Lido a Melito di Portosalvo al fine di garantire la continuità e la completezza dell'opera già in fase di realizzazione che riguarda la tratta Sibari- Crotone e Catanzaro Lido;

prevedere il raddoppio per parte della linea Ionica con costruzione delle bretelle ferroviarie al fine di ovviare ove ammissibile al sistema del “Binario Unico", che compromette fortemente il diritto ad una mobilità equa e razionale per i cittadini calabresi utenti della fascia Ionica, il cui diritto alla fruizione dei servizi ferroviari è purtroppo fortemente compromesso rispetto agli utenti della linea tirrenica.

(442; 26/02/2019)

 

Risposta: “L'attuale Giunta Regionale ha dimostrato negli anni forte attenzione verso il rilancio della linea ferroviaria jonica. Diverse sono le azioni in tal senso, tutte miranti a fornire agli utenti, pendolari e turisti, un servizio ferroviario migliore, da un punto di vista quantitativo e qualitativo. Tra di esse, da segnalare che dal giugno 2016, la percorrenza media giornaliera sulla linea jonica è incrementata di circa 1.400 chilometri rispetto a quanto avveniva in precedenza. Inoltre, grazie alla chiusura dei debiti pregressi con Trenitalia nel 2015 la Regione ha ottenuto da Trenitalia la possibilità di avere tre treni nuovi. La scelta politica è stata di richiedere tre treni di tipo "Swing", treni in grado di andare in esercizio sulla linea jonica. Pertanto dal dicembre 2015 il primo dei tre "Swing" svolge servizi sulla linea jonica. Successivamente (marzo 2016 e febbraio 2017) sono entrati in esercizio gli altri due. Nel febbraio 2017, ancora, è stata aggiunta, su proposta della Regione Calabria, nel contratto di servizio per servizi universali tra MIT e Trenitalia, una seconda coppia di Intercity sulla linea Jonica tratta Reggio Calabria - Taranto. Le azioni per la valorizzazione della linea jonica più rilevanti sono anche e soprattutto nel campo degli interventi infrastrutturali. In tale ambito, in primis, è da segnalare che nel maggio 2017 è stato siglato il Protocollo d'intesa tra Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana e Regione Calabria per "Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica". Un investimento complessivo di circa 500 milioni di euro. Tra i principali interventi previsti: (a) velocizzazione ed elevazione a rango C di tutta la linea jonica; (b) eliminazione di passaggi a livello e realizzazione di opere viarie alternative; (c) rinnovo degli scambi e dei binari, nei punti della rete in cui è necessario; (d) prolungamento di alcuni sottopassi e la costruzione di nuovi; (e) riqualificazione di stazioni, con particolare attenzione a quelle con maggiore traffico di viaggiatori. Nel 2017 sono stati: eseguiti lavori di rinnovo armamento di linea per 63 km di infrastruttura; avviata l'attività di rimozione di 77 PL pubblici e 12 PL privati con 6 PL per i quali i lavori sono stati consegnati; lavori di rinnovo armamento, installazione deviatoi e rinnovo binari in alcune stazioni (Corigliano, Calopezzati, Mandatoriccio, Simeri, Crucoli, Cropani); lavori di rinnovo binari nei pressi di 14 PL nella tratta Sibari-CZ Lido; adeguamento e manutenzione galleria di Cutro. Nel 2018 lavori di adeguamento infrastrutturale nella tratta Metaponto-Sibari; lavori nelle stazioni di tali tratta (tra cui Trebisacce, Montegiordano, Mirto Crosia, Botricello, Gioiosa J., Bovalino, Palizzi); lavori di rinnovo binari con risanamento massicciata in alcune tratte della infrastruttura tra Rossano — Mirto Crosia e a scendere fino a Crotone. A tale azione si affiancano i lavori di elettrificazione della linea jonica. Intervento che ricade in un contesto complessivo di velocizzazione tramite elettrificazione che comprende la linea Catanzaro Lido-Lamezia Terme e la linea Sibari-Catanzaro Lido per un budget complessivo che uno studio di fattibilità di RFI ha stimato in circa 275 milioni con risorse provenienti da Contratto di Programma RFI, Fondi FSC (Delibera CIPE del 28 febbraio 2018) e altre fonti di competenza regionale e RFI. Il 30 agosto 2018 è avvenuta a Corigliano Scalo la realizzazione dei plinti e la posa in opera dei tralicci per la trazione elettrica che ha dato inizio effettivo ai lavori di elettrificazione della linea jonica, con termine sul tratto Sibari-Catanzaro Lido previsto tra il 2022 e il 2023. L'interesse della Giunta verso il completamento dell'elettrificazione della linea jonica sul tratto finale, il tratto Catanzaro Lido-Melito P.S., è dimostrato nei documenti programmatici da essa approvati. Nel Piano Regionale Trasporti, redatto e approvato dall'attuale Giunta Regionale, si fa riferimento a tale intervento strategico nell'Appendice IX. Inoltre nell'Accordo Quadro tra Regione-RFI, sancito nell'Agosto 2018, che rappresenta lo strumento di programmazione che definisce l'utilizzo di capacità sull'infrastruttura ferroviaria regionale calabrese e che ha durata decennale ma è rinnovabile per altri 5, è previsto oltre che la "Progressiva Elettrificazione della relazione Catanzaro L. - Sibari" e la "Progressiva Elettrificazione della relazione Lamezia Terme - Catanzaro Lido" e anche la "Progressiva Elettrificazione della relazione Catanzaro L. - Melito P.S". Per quanto riguarda il raddoppio del binario sulla linea jonica, anch'esso è inserito tra gli interventi strategici atti a migliorare il sistema infrastrutturale dei trasporti regionali, come si può evincere dalla lettura della Appendice IX del citato Piano Regionale dei Trasporti. Vanno individuate e reperite le relative risorse. Recentemente è stato comunicato dal Ministero competente la disponibilità di risorse aggiuntive per l'aggiornamento del Contratto di Programma tra Stato e RFI. Come confermato durante recenti incontri con il Ministro Toninelli, esse verranno utilizzate per il finanziamento di opere strategiche di carattere nazionale, per la definizione delle quali saranno a breve convocati incontri specifici con le varie Regioni. Oltre alla volontà di garantire il finanziamento per il completamento da Catanzaro Lido fino a Melito Porto Salvo dell'elettrificazione della linea jonica, è intenzione della Regione Calabria portare al tavolo, nell'ambito di questi incontri, anche la possibilità di avere risorse per interventi selettivi di raddoppio del binario su alcune tratte specifiche, a partire da quelle ricadenti in aree a maggiore densità abitativa.”

Prof. Roberto Musmanno (Assessore alle Infrastrutture)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il Governo stanzia ogni anno alle Regioni risorse attraverso il Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, al fine di consentire alle famiglie dei soggetti con grave disabilità, di sostenere i costi dell'assistenza diretta al proprio domicilio;

le Regioni devono provvedere ad erogare tali risorse attraverso assegni mensili di cura;

considerato che: la Calabria, ad eccezione della Azienda sanitaria provinciale di Crotone, ha erogato solo i fondi stanziati dal Governo nel 2014 e a tutt'oggi non è dato riscontrare alcun avviso pubblico per l'erogazione dei fondi per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018;

ritenuto che: tale situazione determina notevoli disagi alle famiglie dei soggetti affetti da grave disabilità, privati dell'assegno di cura per lunghi periodi -:

 

ed avere chiarimenti in merito, quali provvedimenti impellenti si intendono adottare al fine di garantire alle famiglie dei soggetti affetti da grave disabilità il sostegno economico.

(443; 26/02/2019)

 

Risposta: “In ordine all'interrogazione indicata in oggetto si precisa quanto segue: Con Delibera di Giunta Regionale n. 311 dell'11/09/2013 il Fondo della Non Autosufficienza annualità 2013, pari ad € 9.680.000,00 è stato erogato agli Ambiti Comunali. Alla data odierna sono stati rendicontati € 5.025.626,62 solo da n. 22 ambiti sul totale di n. 32. In riferimento ai Fondi annualità 2014 con Delibera di Giunta regionale n. 464 del 12/11/2015 sono state emanate le linee guida per la ripartizione dello stesso fondo pari ad € 12.100.000,00. È stato quindi disposto di destinare la somma di 7.201.200,00 agli ambiti comunali e con DGR n. 364 del 27/09/2016 ad integrazione e modifica della precedente sono stati destinati € 4.800.800,00 alle Aziende Sanitarie Provinciali per le disabilità gravissime erogati poi con decreto n. 14208 del 21/11/2016. Ad oggi dopo vari incontri con le ASP, sollecitati dal settore Politiche Sociali, considerato il ritardo nella redazione delle graduatorie dei beneficiari, dovuto alle carenze di personale e sovraccarico di lavoro per le Commissioni di valutazione delle ASP, da pochi mesi sono state pubblicate le graduatorie ed erogati gli assegni di cura, ad eccezione dell'ASP di Crotone che, nonostante i continui solleciti non ha ancora provveduto all'erogazione. Il Settore è intervenuto per agevolare l'uniformità di procedure in tutta la Regione invitando le ASP a trasmettere, una volta pubblicata, ai Comuni la graduatoria al fine di poter ammettere al beneficio (con il fondo assegnato agli ambiti) anche le domande ammesse ma non finanziabili per esaurimento del fondo delle ASP. Per quanto riguarda l'annualità 2015 con DGR n. 638 del 14 dicembre 2018 sono state approvate le linee guida per il FNA 2015 con la seguente ripartizione: 8.057.000,00 agli ambiti territoriali ed € 5.538.000,00 alle ASP per le disabilità gravissime. È stato predisposto decreto di erogazione della somma alle Aziende Sanitarie Provinciali. Si provvederà a breve all'erogazione dei fondi ai Comuni capo ambito, dopo la valutazione da parte della Commissione competente dei progetti inviati dagli stessi ambiti. Relativamente ai fondi degli anni 2016-2017 e 2018 gli stessi ad oggi non sono stati trasferiti dal Ministero alla Regione in considerazione di quanto sopra evidenziato circa la mancata rendicontazione da parte degli Ambiti territoriali relativamente alle annualità 2013 e 2014. Il Dipartimento ha convocato un incontro in data 7 marzo p.v. con i rappresentanti delle ASP, presso il Dipartimento Tutela della Salute, per garantire in brevissimo tempo l'erogazione dei fondi relativi all'annualità 2015 ai soggetti affetti da disabilità gravissime. Ulteriore incontro si svolgerà in data 12 marzo p.v. con i rappresentanti dell'Associazione AISLA per concordare soluzioni volte a garantire la continuità dell'erogazione dell'assegno di cure. Si provvederà a diffidare i Comuni capo ambito per la trasmissione delle rendicontazioni relative ai fondi annualità 2013 (per n. 10 ambiti) e 2014 al fine di consentire il trasferimento dal Ministero dei fondi FNA 2016 e 2017.”

Dott.ssa Rosalba Barone (Dirigente Settore n. 9 “Datore di lavoro, sicurezza luoghi di lavoro, privacy”)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la Regione Calabria da oltre 5 anni ha una mobilità sanitaria passiva in netta crescita verso le altre regioni, che è arrivata alla cifra di circa 320 milioni di euro;

la Regione Calabria in questi quattro anni non ha mai contestato e verificato i dati sull'emigrazione passiva, accettando silenziosamente le cifre. Solo oggi, con la nomina del nuovo dirigente generale del Dipartimento della sanità della Regione Calabria, è emerso con dossier alla mano e con dati confrontati in contradditorio con le altre Regioni, che "sulla mobilità per anni eravamo stati trattati male per una responsabilità nostra, nel senso che non controllando, non contestando mai un dato, le altre Regioni ne hanno approfittato e hanno assunto comportamenti opportunistici e non solo";

nel corso della Commissione salute della Conferenza dei presidenti sul riparto del Fondo sanitario 2019, si è preso atto della fondatezza delle contestazioni sull'emigrazione passiva della Regione Calabria. Non potendo fare altro, visto che gli esercizi finanziari degli anni passati erano tutti chiusi contabilmente, tramite un accordo si è stanziato un fondo ad hoc per sanare parzialmente l'ingiustizia che era stata perpetrata nei confronti della Regione Calabria. Sostanzialmente la Regione Calabria è stata condannata in contumacia perché non si è mai presentata ai tavoli ministeriali in questi ultimi quattro anni per contestare nel merito l'emigrazione passiva della Regione;

dei 55.605 ricoveri fuori regione, il 57 per cento avviene in quattro regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia. Per quanto riguarda la Regione Sicilia avremmo potuto fare, nel tempo, accordi cosiddetti di confine per stabilire tariffe più convenienti e con un esborso economico da parte della regione Calabria di molto inferiore;

solo per il "flusso A" dei ricoveri, su 222 milioni di mobilità passiva nel 2017, 36 milioni sarebbero stati oggetto di contestazione e probabilmente di non addebito;

risultano euro 4.699.000,00 di anagrafe sbagliata, cioè di comuni non calabresi che sono stati addebitati come mobilità di pazienti ma si è scoperto non residenti in Calabria. Tutto ciò premesso: vista la gravità della situazione che emerge dopo quattro anni di inerzia da parte della Giunta regionale, dove nessuno nella Conferenza Stato-Regioni con documenti alla mano ha mai contestato i dati della mobilità passiva calabrese. Solo oggi emerge un dato drammatico: la Calabria per pressapochismo della Giunta regionale ha fatto pagare ai calabresi milioni di euro di somme non dovute per prestazioni sanitarie fuori regione. Una tale gravità richiederebbe le dimissioni da parte di qualcuno -:

 

quali sono le iniziative che la Regione Calabria intende adottare per porre rimedio a quanto accaduto e ai danni provocati alla sanità calabrese. Alla luce del quadro drammatico emerso, e considerando che la Regione Calabria ha pagato per molti anni prestazioni sanitarie regionali non dovute ad altre regioni e prestazioni di pazienti non residenti in Calabria, chiedo se non ritiene necessario intraprendere un'iniziativa chiara e trasparente per far luce su questa sconcertante realtà, tutta imputabile alla leggerezza amministrativa e politica della Regione.

(444; 28/02/2019)

 

Risposta: “In riferimento all'interrogazione dell'onorevole Carlo Guccione, specificata oggetto, si precisa quanto segue La Regione Calabria ha messo in atto tutte le iniziative per riportare nella corretta dimensione, giuridica ed economica, i saldi di mobilità sanitaria a far data dal 2014. È stato fatto un primo intervento sull'annualità 2017, sebbene già definito, in quanto si trattava dell'anno di riferimento per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2019. Il risultato, già molto positivo, si è concretizzato - nel verbale della Commissione Salute del 12 febbraio u.s., ratificato il giorno successivo dalla Conferenza dei Presidenti con l'approvazione del Riparto Fondo Sanitario Nazionale 2019 - nella sospensione, per il 2019, della 2^ rata di conguaglio 2014 e nel riconoscimento di una ulteriore quota a valere sul riparto 2019 "in ragione delle verifiche effettuate dalla Regione Calabria sulla effettività degli addebiti di mobilità sanitaria inter-regionale per gli anni pregressi". Si sta continuando lo stesso lavoro di approfondimento per l'anno in corso e per gli anni 2014 - 2016, mentre successivamente si andranno a verificate eventuali responsabilità.”

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria è scaduto nel 31 dicembre 2011 e riguarda oltre 5000 lavoratori alle dipendenze di Calabria Verde, Ente Parco delle Serre e Consorzi di bonifica;

considerato che: il mancato rinnovo del contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria (scaduto il 31 dicembre 2011) ha determinato anche la contrazione in termini reali degli stipendi con la perdita di potere d'acquisto che colpisce i lavoratori e le loro famiglie, spesso monoreddito, appartenenti a zone rurali e montane della Calabria -:

 

quali iniziative sono state esplicate e quali si intendono adottare in merito al rinnovo del contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria scaduto il 31 dicembre 2011, nonché in ordine all'adeguamento della parte economica del medesimo contratto.

(445; 28/02/2019)

 

Risposta: “Con riferimento all'oggetto ed in riscontro alla interrogazione n. 445 del 28.02.2019 in atti prot. SIAR 104787 del 13 marzo 2019, si comunica che presso l'ufficio di Gabinetto è istituito il tavolo istituzionale per il rinnovo del contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico - forestale e idraulico - agraria. Al predetto tavolo sono stati invitati tutte le sigle sindacali firmatari. Si fa presente che all'ordine del giorno dei prossimi incontri è posta la problematica dell'adeguamento della parte economica del contratto in argomento.”

Ing. Salvatore Siviglia (Dirigente UOA “Politica della Montagna, Foreste, Forestazione, Difesa del Suolo”)

Il dirigente generale ing. Domenico Pallaria (Dirigente generale Dipartimento Presidenza)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

a tutt'oggi non risulta che il progetto esecutivo della Metropolitana leggera di Cosenza sia stato redatto dalla firma del contratto avvenuta circa un anno fa;

sono stati avviati solo i lavori complementari previsti nell'Accordo quadro tra Comune di Cosenza e Regione Calabria (Parco del Benessere), ma i lavori della Metropolitana leggera non sono partiti per mancanza del progetto esecutivo;

i lavori della Metropolitana leggera di Cosenza devono essere completati nel 2023, così come previsto dalle scadenze europee -:

 

per conoscere quali sono le ragioni dei ritardi in merito all'approvazione del progetto esecutivo della Metropolitana leggera e al conseguente inizio dei lavori. Ritardi che, molto probabilmente, possono essere addebitati a errori progettuali o alla errata valutazione sulle risorse necessarie per la realizzazione della Metrotranvia di Cosenza. Se tutto ciò dovesse essere vero si chiede al Presidente della Giunta regionale quali iniziative urgenti intende intraprendere per evitare che queste importanti risorse vengano definanziate dalla Commissione Europea.

(446; 01/03/2019)

 

Risposta: “L'approvazione del Progetto Esecutivo, la cui consegna era inizialmente prevista per il 24/01/2018, è stata condizionata già a seguito di una prima e iniziale proroga che aveva lo scopo di recepire nel progetto esecutivo stesso le necessità scaturenti da un Accordo di Programma, sottoscritto dalla Regione Calabria con i comuni di Cosenza e Rende in data 12 giugno 2017, dopo l'aggiudicazione della procedura di gara e prima della stipula del contratto di Progettazione Esecutiva ed esecuzione lavori. L'Accordo di Programma ha di fatto modificato alcuni presupposti iniziali per l'avvio della progettazione, introducendo quale elemento di nuovo confronto/criticità la definizione di nuovi aspetti non precedentemente valutati che dovevano soggiacere al parere dei comuni di Rende e Cosenza. Un ulteriore criticità, emersa successivamente all'approvazione del Progetto Definitivo, riguarda la risoluzione delle interferenze con gli enti gestori dei servizi pubblici, i quali nel corso delle conferenze servizi tenutesi prima dell'approvazione dei progetti preliminare e definitivo non hanno espresso pareri contrari alla soluzione prospettata, né hanno dettato prescrizioni al riguardo. La soluzione che si era prospettata in progetto riguarda la realizzazione di un'unica polifora, nella quale alloggiare tutte le nuove linee. Per la risoluzione delle interferenze da censire in maniera puntuale e per le quali alcuni enti/gestori non avevano in disponibilità neanche le planimetrie di localizzazione delle stesse, è stato necessario effettuare vere e proprie campagne di indagini per la determinazione dell'ubicazione planimetrica e di profondità delle varie reti affidate a ditte terze, per le reti di Italgas e per i sottoservizi comunali di Rende e Cosenza. Questa Importante criticità, oltre a comportare importanti ritardi nella stesura del Progetto Esecutivo ha generato nel quadro economico dello stesso importanti maggiori previsioni di spesa, che salvo specifiche considerazioni nel merito in fase di verifica (vedi seguito) si attestano a circa 25 M€. Altra criticità è riconducibile alle necessarie procedure espropriative. A tal riguardo si deve precisare che nel corso dello sviluppo dei livelli di progettazione antecedenti al Progetto Esecutivo tanto il Comune di Cosenza che quello di Rende, avevano attestato che le aree sulle quali ricadeva l'intero intervento (ovviamente per la sola parte relativa alle prossimità stradali e/o di spazi pubblici) erano di proprietà comunale, interessati quali erano da opere pubbliche quali strade e marciapiedi. Il venir meno di tale affermazione ha costretto il gruppo di progettazione incaricato dall'impresa appaltatrice per la redazione del Progetto Esecutivo di rivedere il piano particellare di esproprio e l'elenco ditte espropriande, secondo le specifiche del D.P.R. 327/2001 e smi, producendo ulteriore ritardi nella stesura del progetto nonché un maggiore spesa non puntualmente quantificata, derivante dai maggiori oneri per attività espropriativa. Ulteriore importante criticità, nella redazione del Progetto Esecutivo è stata la variazione del materiale rotabile, previsto nel progetto originale, che ha dovuto soddisfare l'esigenza del Comune di Cosenza. In particolare, per il materiale rotabile, veniva ordinato di procedere ottemperando alle prescrizioni intervenute a seguito della sottoscrizione dell'Accordo di Programma, ovvero: alimentazione autonoma del materiale rotabile nel sopracitato tratto del Parco Urbano di Cosenza, compreso la fermata "Due fiumi" e la fermata, direzione nord, immediatamente precedente via Padre Giglio (quarta fermata direzione nord, dopo la Stazione "Due fiumi"), e nei tratti ricadenti nel comune di Rende di via G. Rossini direzione sud, tra la stazione n. 14 la stazione n. 15, e nel tratto rettilineo di Via J.F. Kennedy direzione nord tra la Stazione n. 9 e la stazione n. 29, al fine di evitare l'allestimento della catenaria di alimentazione elettrica in tali aree di pregio urbano. La progettazione per tener conto del materiale rotabile dovrà consentire altresì la transitabilità dello stesso sulla tratta "Cosenza- Rogliano" delle Ferrovie della Calabria, garantendo la perfetta compatibilità del veicolo tramviario con le infrastrutture delle stesse Ferrovie della Calabria, nel rispetto di quanto previsto nei documenti di contratto. Conseguentemente a tutte queste variazioni e ad altre di minore rilevanza, si è arrivati alla consegna degli elaborati in formato digitale in data 09/11/2018 da parte del RTI, inerenti la Progettazione Esecutiva dell'intervento principale. La Stazione Appaltante è in attesa di ricevere esito della verifica della PE da parte dell'affidataria del servizio, RINA Check S.r.l. e Conteco S.p.a. In relazione alle criticità sopra menzionate, che hanno condotto al ritardo rispetto ai tempi di consegna degli elaborati del progetto esecutivo, si può comprendere, per le ragioni esposte che le stesse sono da ricondurre a esigenze nascenti dall'Accordo di Programma e dall'atteggiamento, certamente non collaborativo, degli enti gestori di pubblici servizi che hanno solo in fase di redazione del progetto esecutivo palesato realmente le interferenze presenti sul territorio, generando altresì maggiori costi per l'intero intervento.”

Prof. Roberto Musmanno (Assessore alle Infrastrutture)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

secondo la rivista statunitense News and World Report, la Dieta Mediterranea del nostro Paese è la più salutare al mondo. Dopo un'analisi su 41 tipi di diete in tutto il mondo, il regime alimentare della dieta mediterranea risulta il migliore per la sua salubrità e per gli effetti contro le malattie cardiovascolari. Un vero e proprio patrimonio che unisce salute e alimentazione per uno stile di vita orientato al benessere. Un riconoscimento che avvalora ulteriormente il Seven Countries Study dello scienziato Encel Keys che nel 1957, dopo dieci anni di studi, individuò la città di Nicotera quale modello di riferimento per la dieta mediterranea;

con Legge regionale n. 40/2017 "Valorizzazione Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera ", la Regione Calabria promuove la Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera, ove è stato effettuato lo Studio cooperativo internazionale di epidemiologia della cardiopatia coronarica, altresì denominato Seven countries study (SCS), considerato come modello di sviluppo culturale e sociale;

valorizza e diffonde, in particolare, la Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera, come stile di vita per il mantenimento del buono stato di salute;

riconosce e adotta i criteri di adeguatezza mediterranei, stabiliti dalla comunità scientifica, per una dieta salutare di cui all'Allegato n. 1 della stessa legge;

attiva un partenariato con i sette Paesi del SCS e, in particolare, con la Croazia e la Grecia, per il riconoscimento di Nicotera quale sito "patrimonio dell'umanità" tra quelli ricompresi nel SCS dai quali trae origine il modello alimentare salutare;

promuove interventi diretti a sostenere la diffusione del modello nutrizionale e le attività economiche, ambientali, sociali e culturali legate a tale stile alimentare, con misure dirette a valorizzare il patrimonio storico-culturale ad essa connesso;

promuove lo sviluppo di progetti ed iniziative di studio e di ricerca, culturali ed enogastronomiche, a livello regionale, interregionale ed internazionale;

predispone annualmente bandi diretti a sostenere lo sviluppo di filiere enogastronomiche dedicate alla commercializzazione dei prodotti tipici caratterizzanti la Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera;

a tutt'oggi, dall'approvazione della legge avvenuta il 7 novembre 2017 ed incardinata presso il Dipartimento Salute della Regione Calabria, mancano i decreti attuativi della legge e nulla sia stato fatto per la fase esecutiva della stessa, nonostante le somme stanziate e già impegnate in bilancio per le annualità 2017, 2018 e 2019, per un totale di Euro 360.000,00 (trecentosessanta/00) -:

 

quale sia lo stato di attuazione della legge regionale n. 40 del 7 novembre 2017 "Valorizzazione Dieta Mediterranea Italiana di riferimento di Nicotera", riguardo alle azioni previste dalla legge tese a: costituire l'Odimir;

riconoscere e adottare i criteri di adeguatezza mediterranei per una dieta salutare;

attivare un partenariato con i sette Paesi del Seven Country Studies per il riconoscimento di Nicotera quale sito patrimonio dell'umanità;

promuovere interventi diretti a sostenere la diffusione del modello nutrizionale e le attività economiche, ambientali, sociali e culturali legate a tale stile alimentare;

promuovere lo sviluppo di progetti ed iniziative di studio e di ricerca, culturali ed enogastronomiche, a livello regionale, interregionale ed internazionale;

predisporre annualmente bandi diretti a sostenere lo sviluppo di filiere enogastronomiche dedicate alla commercializzazione dei prodotti tipici caratterizzanti la dieta mediterranea di Nicotera.

(447; 01/03/2019)

 

Risposta: “In riferimento all'interrogazione dell'Onorevole Orlandino Greco, specificata in oggetto si precisa quanto segue - Com'è noto, l'articolo 2 della legge prevede l'istituzione dell'Osservatorio della dieta mediterranea di riferimento (ODIMIR) mentre il successivo art. 3 definisce la struttura e le attività dello stesso Osservatorio, che opera attraverso un Consiglio direttivo e un Comitato scientifico. La Costituzione di detto Osservatorio è propedeutica ad ogni altra attività, con particolare riferimento a quelle previste dall'art. 4 della citata Legge Regionale. A tal fine è stata richiesta la designazione dei membri e dei componenti esperti dei citati organismi, che si ritiene potrebbero essere comunicati entro la fine del corrente mese. Una volta ottenute dette designazioni, la Giunta Regionale è nelle condizioni di approvare tutti i provvedimenti consequenziali, peraltro già predisposti, al fine di dare concreta attuazione a tutto quanto previsto nella Legge Regionale n. 40/2017.”

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'Asp di Cosenza, con decreto 1848 del 28/11/2016, ha indetto una gara a procedura aperta per l'affidamento della gestione della Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) sita nel comune di Caloveto. Approvazione capitolato, disciplinare di gara e pubblicazione del bando;

la Rsa di Caloveto (Cs) ha complessivamente 60 posti;

l'Asp di Cosenza, con decreto 1299 del 04/08/2016, ha indetto una gara a procedura aperta per la gestione della Residenza sanitaria assistenziale "San Francesco di Paola" Sita in San Nicola Arcella. Approvato capitolato, disciplinare di gara e pubblicazione del bando;

la Rsa per anziani "San Francesco di Paola" Sita in San Nicola Arcella ha 60 posti letto;

la Rsa di Caloveto per una serie di vicende è stata chiusa, da almeno quattro anni, dall'Asp di Cosenza, con conseguente licenziamento dei dipendenti e provocando un disagio enorme per i pazienti che sono stati costretti a trasferirsi;

da oltre tre anni è scaduto l'affidamento di gestione della Rsa di San Nicola Arcella all'impresa che in prorogatio ancora gestisce la struttura dell'Asp, in attesa dell'esito della gara;

 

quali sono le ragioni che, a distanza di anni dalla pubblicazione dei bandi per la gestione delle Rsa di Caloveto e San Nicola Arcella, non hanno permesso l'espletamento delle gare anzidette.

(448; 01/03/2019)

 

Risposta: “In riferimento all'interrogazione dell'Onorevole Carlo Guccione, si precisa quanto segue - RSA San Nicola Arcella: - con delibera n. 1299 del 4.8.2016 è stata indetta gara a procedura aperta per la gestione della residenza sanitaria RSA di San Nicola Arcella; - la stessa è stata pubblicata con scadenza 4.11.2016, prorogati al 30 novembre 2016; - con determina n. 64 del 16.03.2017 veniva nominata la commissione esaminatrice. La prima seduta della commissione veniva ufficialmente convocata per giorno 16.06.2017; - considerato che erano pervenute diverse istanze di potenziali candidati che dichiaravano di non essere stati posti in condizione di eseguire il sopralluogo sulla struttura il Presidente della commissione lo comunicava per le vie brevi alla Direzione strategica che disponeva di riaprire i termini della gara con rinnovo delle pubblicazioni adottando la delibera 1389 del 12.07.2017; pertanto la nuova scadenza veniva fissata al 18.9.2017; - con determina n. 205 del 19.9.2017 poi modificate con determina n. 215 del 20.10.2017 e n. 226 del 13.12.2017, veniva nominata la commissione di gara; - le diverse determinazioni sono state adottate a seguito di impedimenti o dimissioni di alcuni dei componenti nominati; - la commissione di gara procedeva così all'esamina delle offerte pervenute con i verbali del 21.12.2017, 2.5.2018, 2.8.2018 e 24.1.2019; - la commissione esaminatrice ha proceduto ad esaminare la documentazione amministrativa e quella tecnica, mentre devono essere aperti i plichi contenenti l'offerta economica; -da precisare che nel frattempo è stato presentato relativo ricorso per l'annullamento della gara da parte della Società Cooperativa Universiis che è stato rigettato con sentenza del TAR Calabria n. 181/2019. RSA Caloveto: - con protocollo n. 0210683 del 24.10.2014 la Asscoop comunicava la sospensione delle attività presso la RSA di Caloveto chiedendo contestualmente la voltura degli accreditamenti alla Società clinica Madonna della Catena; - con nota n. 0041326 del 29.3.2016 il Sindaco del Comune di Caloveto richiedeva l'indizione di una nuova gara alla luce della sentenza del consiglio di stato del 22.2.2016 con la quale si dichiarava la chiusura della RSA e la illegittimità di trasferimento degli accreditamenti ad altra Società; - con delibera n. 1848 del 28.11.2016, veniva indetta una nuova procedura di gara per l'affidamento della concessione della RSA di Caloveto ai sensi dell'art. 60 del D.Lgs, 50/2016 ed approvati sia il capitolato tecnico che il disciplinare di gara; - con D.C.A n. 4 dell'11.01.2017 veniva annullata la richiamata delibera n. 1848 del 28.11.2016 in quanto non era ancora stato approvato in via definitiva il provvedimento attuativo del piano di riorganizzazione della rete dell'assistenza territoriale nell'ambito della Provincia di Cosenza; - con delibera n. 193 del 16.02.2018 l'ASP di Cosenza ha approvato, in attuazione del DCA 166/2017, il nuovo piano attuativo di riorganizzazione della rete territoriale nell'ambito della Provincia di Cosenza, ed ha trasmesso copia del presente atto alla Struttura Commissariale ed al Dipartimento Tutela delta Salute della Regione Calabria; - con DCA n. 108 del 10.05.2018 è stata approvata la richiamata delibera n. 193/2018 dell'ASP di Cosenza con la quale è stato adottato il nuovo piano attuativo di riorganizzazione della rete territoriale nell'ambito della Provincia di Cosenza; - il DCA n.108 del 10.05.2018 fa venire meno l'elemento ostativo richiamato nel DCA n. 4/2017; - con delibera n.1149 del 18.6.2018 è stata indetta nuova gara a procedura aperta per la concessione RSA di Caloveto con scadenza delle offerte fissata al 20.09.2018; - con determina n. 482 del 9.10.2018 è stata nominata la commissione giudicatrice; - alla data odierna sono stati esaminati i documenti amministrativi e la documentazione tecnica; deve essere fissata la seduta per l'apertura dei plichi per l'offerta economica.”

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

Regione, Comune e So.Ri.Cal. con una cerimonia in grande stile, il 28 ottobre u.s., hanno annunciato l'attivazione della fornitura idrica dell'acqua della Diga del Menta ai serbatoi e alla rete idrica del comune di Reggio Calabria;

considerato che: ancora oggi, a distanza di quattro mesi dall'inaugurazione, si riscontrano gli atavici disservizi idrici sia al centro storico, sia nei quartieri, che nelle varie frazioni del comune di, Reggio Calabria -:

 

dove va a finire l'acqua del Menta? Quali interventi si devono effettuare per superare le inaccettabili criticità riscontrate? i motivi che ancora oggi, nonostante l'inaugurazione in pompa magna, negano alla città, i suoi quartieri e le sue frazioni, la fruizione del liquido prezioso.

(449; 04/03/2019)

 

Risposta:

“Con riferimento all’interrogazione n. 449/10^ del 18.2 u.s., a firma del consigliere on. Alessandro Nicolò, si rimette in allegato la relazione trasmessa sa So.Ri.Cal. in data 1.4.2019, richiesta alla medesima Società con precedente nota prot. 118128 del 21.3.2019.

Cordiali saluti”

 

Ing. Francesco Costantino (Dirigente del Settore “Tutela delle Acque e contrasto inquinamento)

 

“In riferimento, alla nota di codesto Spettabile Dipartimento, riportata in oggetto E relativa allo stato dei citati interventi afferenti allo schema idrico Menta, si comunica che lo schema acquedottistico "Diga del Menta”, a seguito dei lavori di completamento, dopo le prove funzionali dal 3.07.2018 al 01.10.2018 ed a seguito dell’acquisizione dell’autorizzazione al consumo umano, da parte dell’ASP del 10.10.2018, ha iniziato l’effettiva distribuzione verso i serbatoi della città il 28.10.2018.

L’erogazione è avvenuta per stralci funzionali, con portate crescenti, fino alla portata attuale di circa 300 lt/s, pari al 60% della portata di esercizio effettivo.

I serbatoi attualmente fomiti sono Condera (110 lt/s), Lazzaretto, (45 lt/s), Modena (60 lt/s), San Sperato (15 lt/s), Trabocchetto (10 lt/s), S. Caterina (60 lt/s).

A partire da luglio dello scorso anno dall’invaso del Menta sono stati captati circa 5.200.000 mc di acqua e di questi circa 3.600.000 mc, dopo il trattamento di potabilizzazione, sono stati successivamente erogati per la distribuzione in città. Ad ulteriore chiarimento si precisa che la risorsa proveniente dall’acquedotto del Menta va a sostituire con acqua di qualità, le risorse deteriorate provenienti da fonti esistenti sia comunali che regionali ed integra la dotazione storica nelle zone a più altra carenza idrica.

Per quanto riguarda le opere di distribuzione realizzate a valle dell’impianto di Potabilizzazione di “Armo”, a seguito dell’avvio funzionale ai fini idropotabili dello schema idrico posto a valle della diga del Menta, sono stati posti in esercizio e quindi completati, funzionanti e operativi, i Tronchi principali 0,1,2, lungo la direttrice nord, incluso il partitore e la diramazione per il serbatoio di S. Caterina ed i Tronchi 6, 7, 8 e 9 lungo la direttrice sud. Pertanto sono attualmente in esercizio continuativo circa 32 Km di condotte principali e diramazioni con annessi manufatti di linea, su un totale di 68,2 Km. di opere complessivamente realizzate e disponibili.

Alcuni tratti non sono operativi: la frana che ha interrotto la strada comunale in località “Fortini di Pentimele” ha generato nel tempo smottamenti, anche sulla condotta posta a valle, mettendone a nudo un tratto di circa 20 m. Per motivi di sicurezza non è quindi possibile erogare la risorsa idrica del Menta anche nei tratti (già completati) che vanno oltre la diramazione per il Serbatoio di S. Caterina, fino al serbatoio di testata di Campo Calabro. La zona periferica della città posta a nord del tratto in questione fino a Gallico è tuttavia alimentata dagli emungimenti di Pettogallico, Gallico Marina e Gallico Superiore, oltre che da fonti comunali.

Una seconda criticità, in via dì risoluzione, è rappresentata dalla condotta di avvicinamento per il partitore ‘Trabocchetto” ed il serbatoio del Centro Storico. La condotta esistente posta in via Reggio Campi, completamente ammalorata è stata sostituita quasi per intero ed è in procinto di essere messa in esercizio, contribuendo all’erogazione anche nella zona centrale del corso e del centro storico cittadino.

I lavori di posa della nuova tubazione in ghisa si sono protratti oltre la previsione iniziale a causa delle abnormi difficoltà di posa dovute della presenza dei numerosi sottoservizi, spesso non segnalati, dell’impossibilità di interrompere l’erogazione sulla vecchia condotta durante i lavori, degli impedimenti generati, dal traffico stradale e dai conseguenti rallentamenti necessari al mantenimento, delle condizioni minime di sicurezza.

Certi di aver fornito utili aggiornamenti, si rimane a disposizione per ogni eventuale ulteriore informazione riteniate di interesse.

Distinti saluti”

Ing, Giuseppe Sorrentino (Responsabile del procedimento)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

l'importanza della programmazione urbanistica per lo sviluppo del territorio calabrese riveste ruolo fondamentale per la Regione Calabria, al fine di garantire la pianificazione per tutti i territori comunali mediante l'utilizzo di un nuovo strumento che è il c.d. Piano Strutturale Comunale (PSC);

al riguardo dello stato di attuazione della Legge Urbanistica Regionale (LUR), si registrano da parte della stragrande maggioranza dei comuni calabresi le numerose difficoltà che si riscontrano nella fase di formazione dei P.S.C., e quindi della fase applicativa della legge;

le difficoltà degli Enti Locali consistono quindi nel prevedere in tali strumenti il proprio disegno di città, rilevando incomprensibili ostacoli normativi e interpretativi che impediscono di intercettare i bisogni della collettività per promuovere azioni a sostegno della vocazione territoriale ed economica dei luoghi;

il governo del territorio appare come mero strumento normativo finalizzato ai "divieti ", in forma generalizzata, di ogni possibile trasformazione del territorio antitetico al compito, invece, della politica di dare risposte adeguate alle esigenze dei territori che rivendicano autonomia decisionale;

la conseguenza è il consolidarsi di una stagnazione dello "sviluppo sostenibile" dei comuni che non trova sbocco alcuno;

dopo ben 17 anni dalla emanazione della LUR la quasi totalità dei comuni calabresi non ha ancora un P.S.C. vigente, a causa della acclarata complessità procedurale nella applicazione della norma e del quadro di riferimento regionale. Considerato che: tali condizioni pongono degli interrogativi molto importanti per quanto attiene la verifica dell'impegno politico che la Regione Calabria ha profuso fino ad oggi nel settore della legislazione urbanistica, al fine di riprogrammare e migliorare le azioni future che dovranno andare nella direzione del superamento delle criticità riscontrate;

alla luce di quanto esposto in premessa, è necessario conoscere lo stato d'attuazione della legislazione in materia urbanistica e degli effetti registrati sul territorio -:

 

1. Quali azioni sono state intraprese dall’Organo esecutivo per operare un corretto monitoraggio dell'attuazione della L.R. n. 19/02, con particolare riferimento allo stato di redazione ed approvazione dei Piani Strutturali Comunali, al fine di porre rimedio alla prevalente mancata vigenza di tali Strumenti Urbanistici;

2. quali tra gli Organi di controllo e monitoraggio previsti dalla L.R. n. 19/02, come ad esempio il Nucleo di Valutazione urbanistico-territoriale di cui all'art. 9 bis della citata L.R. n. 19/02, sono stati ad oggi attivati;

3. qualora siano stati attivati, quale attività finora hanno prodotto gli stessi e quali sono state le specifiche determinazioni dell'Organo esecutivo per contrastare le eventuali criticità emerse in tali attività;

4. in quali termini e consistenza è stata garantita la partecipazione e concertazione della Regione con le forze economiche e sociali e con le categorie tecnico-professionali nei vari procedimenti di modifica della legislazione urbanistica;

5. quale attività di accompagnamento ai comuni è stata concretamente avviata dalla Regione Calabria per assicurare una fattiva collaborazione tra gli Enti che ha avuto come risultato la definizione dei procedimenti di formazione ed approvazione dei P.S.C.;

6. quali iniziative sono state attuate per garantire la vigilanza della Regione sulla partecipazione e concertazione con tutti i soggetti interessati al procedimento della formazione dei Piani Strutturali Comunali, per assicurare il rispetto dell'art. 2 L.R. 19/02 e s.m.i.

7. quanti Piani Strutturali Comunali in Calabria sono stati definitivamente adottati e/o approvati dalla entrata in vigore della L.R. n. 19/02 distinti per annualità e, comunque, entro i termini previsti dal comma 1 dell'art. 65 della L.R. 19/02 e s.m.i.;

8. in relazione ai citati termini perentori prescritti dall'art. 65 della legge Urbanistica, ormai da molto tempo scaduti, quali poteri sostitutivi previsti dall'art. 28 della medesima legge per i Comuni inadempienti sono stati attuati ed in quale termini e consistenza, o se tali comuni inadempienti godono ancora dei meccanismi di premialità riservati, invece, ai comuni adempienti;

9. quanti progetti di privati in variante alle previsioni degli strumenti urbanistici, con la procedura di cui all'art. 14 della L.R. 19/02 e s.m.i., sono stati approvati nei Comuni, quale soluzione alternativa all'inadeguatezza ed alla mancata approvazione dei PSC, in sostituzione dei vecchi strumenti urbanistici (PdF-PRG);

10. quanti sono ad oggi i permessi a costruire rilasciati dopo l'entrata in vigore della LUR e del QTRP;

11. nella incentivazione del recupero delle aree degradate e dello sviluppo di quelle idonee alla trasformazione ai fini produttivi anche del turismo ambientale, quali esiti hanno prodotto gli artt. 12 e 13 del QTRP in merito alle fasce di rispetto degli alvei fluviali e della linea di costa marina, che hanno imposto uno spirito estremamente inibitorio;

12. quanti piani attuativi ed insediamenti produttivi sono stati bloccati in applicazione dell'art. 21 del QTRP relativamente alla superficie minima richiesta di mq 30.000 per i comuni superiori a 5.000 abitanti;

13. poiché tali norme del QTRP non sembrano essere contestualizzate in un territorio come quello calabrese, caratterizzato non da estese proprietà fondiarie bensì da una diffusa parcellizzazione dei suoli e da condizioni orografiche ed infrastrutturali mutevoli anche in ridotti ambiti, con conseguente impossibilità a pianificare superfici di tali dimensioni, oltreché si configura l'assurdo che la dimensione inferiore a tali limiti che permette un consumo di suolo minore non sia ammissibile ad essere pianificata, pertanto il risultato sembra quello di non pianificare anziché creare le condizioni per una sostenibile programmazione delle trasformazioni territoriali;

alla luce di quanto sopra, se ritiene "Esecutivo regionale di dover modificare la normativa vigente in merito a tali vincoli ostativi.

(450; 07/03/2019)

 

Risposta: “In relazione al programma politico-amministrativo l'Assessorato alla Pianificazione Territoriale ed Urbanistica ha orientato le proprie attività assumendo come priorità le pratiche della concertazione e della sussidiarietà integrando così gli attori pubblici e privati che operano sul territorio e mettendo in campo una serie di iniziative mirate alla rigenerazione/rivitalizzazione e riconversione/ riqualificazione dei territori calabresi. La ratio ispiratrice dell'attività posta in essere da questo Assessorato, in linea con gli obiettivi ed azioni del governo regionale, è quella di dare piena attuazione alla Legge Urbanistica Regionale ed indirizzare gli Enti territoriali a gestire le trasformazioni del territorio nella direzione della sostenibilità ambientale, dell'equità sociale e della vivibilità nelle città, nei contesti urbani e negli spazi aperti attraverso la semplificazione dei passaggi procedimentali. A tal proposito, la L.U.R è stata innovata dalle LLRR nn. 40/2015, 28/2016, 46/2016 e 21/2017, che tra l'altro hanno introdotto nuovi obiettivi e orientamenti in ordine ai processi di rigenerazione urbana, di risparmio del suolo, di coordinamento con il MIBAC, di tutela del paesaggio, di redazione degli strumenti urbanistici comunali secondo il principio di consumo di suolo zero, ed infine di semplificazione delle procedure di approvazione dei Piani Strutturali Comunali o Associati (PSC/PSA). Al fine di imprimere un'accelerazione nella redazione degli stessi ed un innalzamento sostanziale delle percentuali dei PSC/PSA, la LUR ha introdotto uno specifico dispositivo sulle "Misure organizzative straordinarie per il supporto alla redazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica", che prevede un'azione di accompagnamento e supporto ai Comuni nel processo di elaborazione della strumentazione urbanistica, attraverso lo snellimento delle procedure e soprattutto attraverso l'unificazione di tutti i pareri regionali in un unico provvedimento, così come anche già previsto dalla normativa nazionale. Inoltre con DGR n. 473 del 24.11.2016, ha approvato apposito disciplinare operativo finalizzato a regolamentare lo svolgimento delle funzioni attribuite al Settore Urbanistica competente che, mediante successivo DDS n. 810 del 01.02.2017, ha dato attuazione all'istituzione di un tavolo tecnico, assolutamente operativo, che oltre le funzioni ad esso attribuite, assicura un'importante azione di monitoraggio Non solo, per effetto dell'inserimento del principio della pianificazione a consumo di suolo zero è stata stabilita una piena sintonia con la direttiva d'azione del Parlamento che ha in fase di approvazione una legge nazionale in coerenza con detto principio. Ai comuni che non hanno ancora adottato il Piano Strutturale Comunale (PSC) o in forma associata (PSA), è offerta la possibilità di scegliere la procedura che meglio si conforma alla condizione e allo sviluppo socio-economico ipotizzato, secondo una delle suddette tre procedure; in particolare: "ordinaria" "semplificata" "a consumo di suolo zero" richiamate rispettivamente agli articoli 27, 27 ter e 27quater della LUR per come novellata in ultimo dalla LR 21/2017. ln attuazione alla Legge Urbanistica, inoltre, si è portato finalmente a compimento l'iter per l'approvazione del Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica (QTRP) che è stato approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 134 del 01.08.2016. Con l'approvazione del QTRP, la Regione Calabria si è finalmente dotata di uno strumento organico di governance del Territorio, dell'ambiente e del Paesaggio, che incide sul sistema delle tutele, sulla difesa del suolo e sulle previsioni dei rischi. Successivamente, con DGR 6 del 10.01.19, si è inoltre provveduto all'aggiornamento del Quadro Conoscitivo strutturato in elaborati conoscitivi grafici e testuali che consentono una lettura completa del territorio nonché in schede ricognitive che rivestono primaria importanza per la pianificazione del territorio e per le politiche del paesaggio e che consente agli enti territoriali, ai sensi dell'art. 25, c. 9 bis della L.R. 19/02 , di avere un quadro conoscitivo aggiornato e certificato quale base necessaria per l'elaborazione dei quadri conoscitivi inerenti la propria strumentazione urbanistica. ln materia di attività di pianificazione territoriale si fa presente la ripresa dei lavori per la redazione del Piano Paesaggistico d'ambito costituito, costituito dall'insieme dei "Piani Paesaggistici d'Ambito" previsti dagli articoli 17 e 17 bis della L.R. 19/2002 e s.m.i., in quanto parte fondante dello strumento di pianificazione di livello regionale Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico (approvato con DCR 134/16) in coerenza con le finalità di salvaguardia dei valori paesaggistici ed ambientali di cui all'articolo 143 e seguenti del Codice. Ad oggi da parte questo Assessorato, previo coinvolgimento dei soggetti interessati, ha provveduto a comunicare la proposta di formazione e costituzione del Nucleo di valutazione urbanistico-territoriale di cui all'art. 9 bis della L. R. 19/02 anche se rinviata, probabilmente a seguito delle modifiche alla macro e micro struttura organizzativa regionale. Si rammenta che dapprima il Dipartimento "Urbanistica e Governo del Territorio" si è fuso nel 2015 con il Dipartimento "Ambiente", nel Dipartimento "Ambiente e Territorio" che è stato oggetto di due microorganizzazioni. Successivamente è stato istituito il Dipartimento "Urbanistica" ed infine si è giunti al neo istituito Dipartimento 'I Urbanistica e Beni Culturali". Sarà interesse di questo Assessorato proporre nuovamente al Presidente della Giunta Regionale la nomina dei componenti del Nucleo di valutazione urbanistico-territoriale di cui all'art. 9 bis della LUR. Nei procedimenti di modifica della legislazione urbanistica e, in generale, in tutte le attività promosse, questo Assessorato e il Dipartimento hanno garantito la partecipazione e concertazione con le forze economiche e sociali e con le categorie tecnico- professionali, in ossequio all'art. 2 della L. R. 19/02, con incontri all'uopo organizzati a margine dei quali sono stati richiesti contributi ai soggetti intervenuti sulla normativa, riconoscendo a questi un ruolo determinante nella corretta pianificazione e gestione del territorio. ln particolare, di recente, alla presenza delle competenti strutture tecniche del Dipartimento, impegnate, ai sensi dell'art. 68 della L.R. 19/02, ad assicurare il supporto tecnico per l'esercizio delle funzioni e dei compiti amministrativi demandati dalla LUR., è stata avviata un'importante attività con tutti gli Ordini professionali calabresi al fine di condividere un percorso comune per la definizione dei PSC/PSA. Gli incontri si sono svolti a partire dal 27 settembre scorso, giusta nota di convocazione prot.n. 312863 del 19.09.2018, per proseguire in data 16 ottobre e 5 novembre (prot.n. 362929 del 25.10.2018). Altra importante attività di partecipazione e concertazione è stata avviata il 9 ottobre 2018, con tutti i soggetti istituzionali interessati (nota di convocazione prot. SIAR n. 307041 del 14/09/2018 all. 1), ai fini dell'Aggiornamento al Quadro Conoscitivo del QTRP secondo l'Atto di Indirizzo emanato dalla Giunta regionale con DGR n. 377 del 10.08.2018. ln occasione dell'incontro è stato fornito a tutti i presenti il materiale (schede di rilevazione e di proposte) per intervenire in via preventiva sulle materie oggetto di pianificazione. I lavori sono proseguiti Inoltre, a seguito dell'istituzione del neo Dipartimento "Urbanistica e Beni Culturali", si è avviato in data 11 febbraio 2019, un ciclo di incontri programmati con tutti i soggetti interessati, per un percorso partecipato e condiviso nell'ambito delle politiche di governo del territorio, che si concretizzerà con la sottoscrizione di un Patto tra Regione ed Enti Locali, in base al quale, dato un cronoprogramma definito, la Regione si impegna a fornire assistenza tecnica, attraverso i professionisti iscritti agli ordini, che assumono il ruolo di facilitatori nell'iter procedurale tecnico amministrativo, per consentire agli enti di dotarsi nel più breve tempo possibile dei nuovi strumenti urbanistici. La collaborazione tra gli Enti per la definizione dei procedimenti e la vigilanza della partecipazione e concertazione con tutti i soggetti interessati al procedimento di formazione dei Piani è stata garantita dalla Regione secondo le procedure codificate proprio a tal fine dalla LUR negli specifici articoli 2 e 27 che gli uffici preposti hanno puntualmente rispettato in occasione di ciascun procedimento (Conferenze di Pianificazione e successivi) con atti formali. ln aggiunta anche al fine di rafforzare il principio di condivisione e concertazione nell'ambito dell'Ente medesimo è stata data attuazione a quanto disposto dall'art. 9 della LUR già menzionato. ln merito allo stato dell'arte circa l'attuazione della LUR sulla base dei dai dati ufficiali si evidenzia un incremento dei comuni che hanno avviato effettivamente le procedure di redazione dei nuovi piani urbanistici negli ultimi quattro anni. Si allega quadro riassuntivo stato dell'arte (all. 1). Si precisa che ai sensi dell'art. 65 della LUR sono inadempienti tutti i Comuni che non hanno approvato entro il 31 dicembre 2017 il Piano strutturale comunale o associato, ad eccezione di quelli che hanno aderito alla procedura 27 ter, che sono n. 28. Su espressa volontà politica dell'Esecutivo, finalizzata a non voler mortificare i territori calabresi ed i loro amministratori, già in enormi difficoltà economiche, si è attivato il potere sostitutivo esclusivamente nei casi di specifica richiesta comunale (San Marco Argentano e Acquappesa), a causa di accertate incompatibilità all'interno del Consiglio Comunale. Le premialità previste al comma 2 bis dell'art. 65, rivolte a tutti i comuni che hanno aderito alla procedura a pianificazione di suolo zero di cui all'art. 27 quater che sono n. 81, prevedono tra l'altro, misure procedurali semplificative volte all'accelerazione dell'iter di approvazione dei piani. ln merito al rilascio dei permessi di costruire, si precisa che, ai sensi dell'art. 13 del D.P.R. 380/01 e ss.mm.ii., la competenza, anche per i progetti in variante agli strumenti urbanistici comunali, è in capo al dirigente o al responsabile dello sportello unico comunale, pertanto, la Regione non è tenutaria del numero dei permessi emessi. Si rammenta a tal proposito, che il Settore Urbanistica regionale, ai sensi dell'art. 28 della legge n. 1150/42 e degli artt. 24 e 30 della L.R. 19/02, esprime parere vincolante di competenza nell'ambito dell’endoprocedimento inerente l'approvazione di piani attuativi (PdL e PAU) in conformità agli strumenti urbanistici comunali (PdF, PRG e PSC/PSA), e sempre nell'ambito dell’endoprocedimento ai sensi dell'art. 14 della LUR e della 241/90, nel caso di progetti di iniziativa dei privati in variante parziale ai medesimi strumenti urbanistici comunale. Al ogni modo da alcune elaborazioni dei dati disponibili e sulla base di analisi fondata solo sugli interventi di tipo produttivo che in realtà è quello che maggiormente dà la guida sul trend evolutivo è possibile, ampliando l'arco temporale per valutare l'effettiva tendenza, risulta palesemente che il dato è comunque tendenzialmente in aumento sia che l'analisi è condotta su base dei permessi rilasciati. ln particolare si allega di seguito lo schema dei dati: Anno/qualità intervento Numero pratiche 2013 803 Autorizzazioni/Permessi 204 SCIA con intervento edilizio 52 2014 11879 Autorizzazioni/Permessi 1592 SCIA con intervento edilizio 597 2015 21887 Autorizzazioni/Permessi 2998 SCIA con intervento edilizio 1231 2016 26851 Autorizzazioni/Permessi 3794 SCIA con intervento edilizio 1760 2017 29150 Autorizzazioni/Permessi 3415 SCIA con intervento edilizio 2176 2018 30636 Autorizzazioni/Permessi 3175 SCIA con intervento edilizio 2439 Totale complessivo 121206 Incremento percentuale 755,0 93,2 31,33 0,67 0,41 ln merito agli artt. 12 e 13 del QTRP in ordine al recupero delle aree degradate e del turismo sostenibile non hanno prodotto effetti negativi, al contrario, con la diffusione del Programma "Verso il Contratto di Fiume" avviato dall'Assessorato e con l'approvazione del Regolamento di attuazione di cui all'art. 40 bis, c. 5, della L. R. 19/2002 ss. mm. ii. - "Documento d'indirizzo per l'attuazione dei Contratti di Fiume e per il relativo programma per la promozione e il monitoraggio"(DGR n. 301 del 28.07.2016) si sono determinati effetti positivi in ordine all'affermazione di una nuova cultura di governance del territorio. I Contratti di Fiume, che riguardano fiume, lago, costa sono stati identificati dalla Regione Calabria come strumenti di partecipazione e di programmazione integrata e negoziata che coinvolge i Comuni, le Agenzie di Sviluppo, le Associazioni di categoria e dei diversi stakeholders che operano sul territorio, per coordinare le azioni di tutela dei bacini idrografici e fluviali con le strategie di programmazione negoziata e di pianificazione territoriale che insistono sui territori di riferimento. La strategia avviata dall'Amministrazione è stata accolta favorevolmente dai Comuni calabresi e dal partenariato economico-sociale locale che hanno, colto, nei Contratti di Fiume/Costa/Lago, l'occasione di una pianificazione condivisa sul territorio degli interventi di tutela e preservazione dei bacini idrografici e fluviali e del contesto territoriale circostante, e di programmazione integrata. ln particolare, i Contratti di Fiume/Lago/Costa avviati nel 2018 sono 20 su aree idrografiche che interessano circa 180 Comuni ognuno dei quali con proprie specificità e particolari criticità ambientali. Riguardo l'applicazione dell'art. 20 del QTRP, come precisato nella circolare esplicativa dipartimentale n. 222149 del 26.06.2018, le prescrizioni ivi contenute, comprese quelle inerenti l'estensione minima di mq 30.000 nel caso dei piani attuativi per i comuni con più di 5.000 abitanti, sono da riferirsi agli interventi di nuova costruzione realizzabili negli ambiti urbanizzabili dei PSC e PSA approvati. Formalmente al settore Urbanistica regionale non risulta essere stato bloccato alcun piano attuativo per mancato raggiungimento della soglia dimensionale minima prescritta. E, ancora, le disposizioni di cui al predetto art. 20 del QTRP, inerenti gli ambiti urbanizzabili, stabiliscono che gli stessi siano utilizzati in via straordinaria e solamente dopo avere raggiunto gli obiettivi principali di sostenibilità riferiti agli ambiti urbanizzati del PSC/PSA. Pertanto, dovranno essere localizzati in intimo rapporto di funzionalità urbanistica con l'ambito urbanizzato e la soglia dimensionale minima prescritta è finalizzata a consentire una razionale crescita del medesimo ambito urbanizzato.”

Arch. Domenicantonio Schiava (Dirigente Generale Dipartimento Urbanistica e Beni culturali)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con DCA n. 57 del 29 marzo 2017 è stato approvato l'Atto aziendale dell'Asp di Reggio Calabria;

con disposizioni di servizio, sono state emanate indicazioni operative ed attuative in merito alla disposta esecutività dell'atto aziendale, tra le quali è opportuno richiamare la deliberazione n. 133 del 3 marzo 2017, in cui al punto n. 4, si evince la revoca di tutti gli incarichi dirigenziali relativi a strutture organizzative, complesse e semplici, nonché posizioni organizzative e di coordinamento preesistenti e non più previste dal sopracitato atto aziendale;

tali incarichi, in ossequio alla delibera ultimo citata, si intendevano comunque prorogati fino al conferimento di nuovi incarichi dei dirigenti e del comparto interessati -:

 

di verificare il rispetto del dispositivo sancito dalla delibera n. 133 sopracitata nella parte afferente l'applicazione della proroga dei contratti de quo nei confronti di tutti i soggetti interessati.

(451; 08/03/2019)

 

Risposta: “Con l’interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale dal Consigliere Regionale On. Alessandro Nicolò, riguardante una maggiore informazione afferente l'atto aziendale (dell'ASP di Reggio Calabria) approvato con DCA n. 57 del 29 marzo 2017 si chiede di verificare: - il rispetto del dispositivo sancito dalla delibera n. 133 del 3 marzo 2017 nella parte afferente l’applicazione della “proroga dei contratti relativi agli incarichi dirigenziali di strutture organizzative, complesse e semplici, ovvero di posizioni organizzative e di coordinamento preesistenti" non più previste dall'Atto aziendale approvato con DCA n. 57 del 29 marzo 2017. A seguito di specifica apposita richiesta all'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. è stato rappresento quanto segue: a) Relativamente alle posizioni organizzative e di coordinamento preesistenti all'approvazione dell’Atto Aziendale, alla maggioranza dei dirigenti non era mai stato conferito, con procedura formale, alcun incarico di responsabilità professionale. La direzione pro-tempore aveva già avviato alcune procedure di ricollocazione dei direttori di struttura complessa, attraverso l'istituzione di apposita “Unità di missione” per l'attuazione dell'atto aziendale con personale appositamente individuato nello staff della direzione generale, che non risultano aver prodotto alcun esito. b) L'attuale direzione dell'Ufficio Personale ha avviato l'iter amministrativo procedendo, attraverso la ricognizione dei fascicoli personali, alla verifica della vigenza dei contratti individuali di struttura complessa presenti, con particolare riguardo a quelli di strutture complesse non più previste dal nuovo atto aziendale. Nello specifico l’ASP di Reggio Calabria ha comunicato che già dal mese di gennaio si è provveduto a sospendere le competenze economiche legate all'incarico di direttore del dipartimento ospedaliero, non più previsto dall'atto aziendale. Con gli emolumenti del mese di febbraio, sempre da fonte ASP, risultano sospese le competenze economiche di struttura complessa per gli incarichi di direttore di Pronto soccorso dell’ex Ospedale di Scilla e di direttore del coordinamento dei Servizi sociali, entrambi scaduti. Analogamente l'ASP di Reggio Calabria ha proceduto dal 1 aprile 2019 per altri due incarichi di direzione di strutture complesse non più previsti dall'atto aziendale. Unica diversificazione, per soppressione di struttura complessa non più prevista dall'atto aziendale, ha riguardato l’ex Struttura Complessa Laboratorio analisi dell’Ospedale di Gioia Tauro con assegnazione provvisoria del dirigente presso la Struttura Complessa Laboratorio analisi dell’Ospedale di Polistena. Al completamento delle operazioni di verifica di tutti gli incarichi scaduti, l’azienda ha fatto sapere che procederà all'attivazione delle procedure previste dalla normativa corrente per il conferimento definitivo degli incarichi dirigenziali. Il Dipartimento Tutela della Salute e politiche sanitarie vigilerà su tutte le procedure.”

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- in data 6 marzo 2019 il ministro della Sanità Giulia Grillo ha visitato gli ospedali di Locri e Polistena riscontrando gravi carenze strutturali e di personale;

- successivamente, nella conferenza stampa indetta dal ministro, la stessa ha evidenziato il peggioramento dei livelli essenziali di assistenza in Calabria e l'aumento del disavanzo sanitario che ha raggiunto i 127 milioni di cui 28 extra gettito;

- come riferito dal ministro in conferenza stampa, il deficit delle aziende ospedaliere calabresi continua a crescere e ha raggiunto: 32 milioni di euro all'Asp di Cosenza, 32 a Crotone, 40 a Catanzaro, 22 a Reggio, mentre l'Asp di Vibo è in pareggio perché non eroga servizi;

- il ministro Grillo ha dichiarato la presenza di situazioni da incubo e del rischio che siano i cittadini calabresi a dover pagare debiti e deficit accumulati negli anni;

- si tratta di dati allarmanti e il ministro Grillo ha chiaramente fatto riferimento a responsabilità politiche e amministrative anche di carattere penale;

- alla luce di tutto questo il ministro Grillo ha annunciato un decreto straordinario a favore della sanità in Calabria;

- il commissariamento della sanità in Calabria non ha consentito di superare le tante criticità presenti, anzi, risultano peggiorate le performance di molte strutture ospedaliere e siamo distanti anni luce dai livelli essenziali di assistenze;

- il quadro delineato dal ministro Grillo lascia presagire la possibilità di ulteriori commissariamenti per la nostra Regione e aggrava ancor di più la percezione che tutti i calabresi hanno relativamente alla gestione dell'intero comparto della sanità in Calabria;

- la sanità è un diritto fondamentale nel nostro Paese, ma evidentemente esiste una disparità di trattamento e di prestazioni tra i cittadini calabresi e quelli delle altre regioni italiane -:

 

1) quanti siano i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi e se questi siano idonei a garantire copertura alla domanda di servizi ospedalieri dei cittadini calabresi;

2) quale sia il cronoprogramma degli interventi strutturali in itinere e di tutti quelli programmati negli ospedali pubblici calabresi;

3) quali siano in Calabria gli ospedali Hub e quali invece Spoke, e quanti di questi siano adeguati sismicamente secondo la normativa vigente;

4) quali siano i tempi previsti per la realizzazione e l'apertura di nuovi presidi ospedalieri pubblici;

5) cosa sia stato predisposto per arginare il crescente flusso dell'emigrazione sanitaria verso le altre regioni, aumentata negli ultimi quattro anni 2015-2019 dal 17% al 21%, con costi esorbitanti (almeno 70 mila calabresi ogni anno emigrano fuori regione per curarsi, con un costo per la nostra Regione di circa € 320 milioni di euro l'anno);

6) se corrisponde al vero che siano state riscontrate carenze igienico-sanitarie e carenze strutturali, in diversi ospedali della Regione Calabria;

7) nel tentativo di fare chiarezza sulla situazione economica della sanità in Calabria, per garantire la massima trasparenza delle gestioni pubbliche, quali siano le reali condizioni finanziarie della sanità calabrese in ordine ai bilanci di tutte le aziende ospedaliere e di tutte le ASP calabresi, in particolare: - numero pignoramenti in essere e relativo importo;

- debiti fuori bilancio da riconoscere ed eventuali debiti fuori bilancio riconosciuti ma in attesa di copertura finanziaria;

- disavanzo strutturale di ogni singola azienda ospedaliera e ASP alla data odierna, anche in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni;

- spesa sanitaria complessiva

(453; 13/03/2019)

 

Risposta:

“Con riferimento all’interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale, dal Consigliere Regionale on. Orlandino Greco, per quanto, dì competenza, lo scrivente Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29/09/201 sono state attribuite le competenze in materia di Edilizia Sanitaria, precedentemente in capo al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, provvede a riscontrare i seguenti quesiti:

2) Quale sia il cronoprogramma degli interventi strutturali in itinere e di tutti quelli programmati negli ospedali pubblici calabresi;

3) Quali siano in Calabria gli ospedali Hub e quali invece Spoke, e quanti di questi siano adeguati sismicamente secondo la normativa vigente;

4) Quali siano i tempi previsti per la realizzazione e l’apertura di nuovi presidi ospedalieri pubblici;

5) Se corrisponde al vero che siano state riscontrate carenze igienico-sanitarie e carenze strutturali, in diversi ospedali della Regione Calabria.

 

Con riferimento ai quesiti 2) e 3), occorre preliminarmente rappresentare che con nota, prot. n. 270014 del 07/09/2016, il Dipartimento Tutela della Salute ha avviato la ricognizione dello stato, di adeguatezza strutturale in materia antisismica dei presidi ospedalieri, e degli altri edifici sanitari della Regione Calabria, richiedendo alle Aziende Sanitarie e Ospedaliere la compilazione di una scheda di rilevamento appositamente predisposta.

Successivamente. anche il Ministero della Salute, per il tramite della Regione, con nota prot. n. 23232 del 20/07/2017, ha avviato il monitoraggio dello stato di avanzamento delle verifiche sismiche dei presidi ospedalieri, ai sensi dell’OPCM 3274/2003; al fine, di verificare lo stato del patrimonio edilizio delle strutture, e quindi poter quantificare il fabbisogno finanziario.

Dall’analisi delle informazioni raccolte con le suddette ricognizioni (i cui dati dì dettaglio riguardanti, le attività sanitarie svolte, le caratteristiche dimensionali e costruttive, l’epoca di costruzione, lo stato dell’arte delle strutture rispetto alla normativa antisismica ecc. sono agli atti del Dipartimento Presidenza è emerso che per la quasi totalità delle strutture ospedaliere non sono state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica, né sono stati realizzati interventi di miglioramento o adeguamenti sismico, di  competenza delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie regionali, anche per il rilevante impegno economico concesso e per  l’assenza di specifici programmi a valere su fondi statali.

Occorre innanzitutto considerare. che l’esecuzione di verifiche strutturali è la realizzazione dei conseguenti interventi di adeguamento alle vigenti norme. in materia antisismica, sul consistente patrimonio delle strutture Ospedaliere regionali, richiede. un notevole impegno finanziario.

L’ordine, di grandezza dei costi per verifiche sismiche ed interventi di adeguamento di edifici esistenti, può essere desunto dall’applicazione dei costi parametrici fissati dall’ordinanza di protezione civile n. 3362 del 8-7-2004, in funzione della volumetria degli edifici stessi, come da tabella seguente.

                                                     

Volume

Edificio

mc

Costo unitario verifiche

E/mc

Costo verifiche

Costo unitario adeguamento

E/mc

Costo massimo adeguamento

Alfa<0,2

Costo medio adeguamento alfa= 0,5

10.000,00

2,50 €

25.000,00 €

150,00 €

1.500.000,00 €

900.000,00 €

30.000,00

1,80 €

45.000,00 €

150,00 €

4.500.000,00 €

2.700.000,00 €

60.000,00

1,20 €

75.000,00 €

150,00 €

9.000.000,00 €

5.400.000,000 €

100.000,00

0,60 €

115.000,00 €

150,00 €

15.000.000,00 €

9.000.000,00 €

150.000,00

0,30 €

165.000,00 €

150,00 €

22.500.000,00 €

13.500.000,00 €

                                                     

A questo va aggiunta l’ulteriore difficoltà che gli interventi strutturali devono essere realizzati in modo da garantire la continuità delle attività ospedaliere con conseguente maggiore difficoltà nell’ esecuzione e allungamento dei tempi di realizzazione.

Anche per tali motivi, la Regione sta investendo. ingenti risorse, a valere sia sul bilancio regionale che sui fondi art. 20 della legge 67/88, per:

- la realizzazione dei Nuovi Ospedali. dì Vibo Valentia, della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro, per i quali sono state già concluse per l’affidamento delle relative concessioni di realizzazione e gestione dei servizi non sanitari;

- per la progettazione dei Nuovi Ospedali di Catanzaro, di Cosenza e di Reggio Calabria'(con i fondi INAIL), ai fini delle successive gare di appalto o concessione, ai fini della realizzazione dei nuovi presidi.

La realizzazione di queste nuove strutture, infatti, consentirà ai cittadini di poter usufruire di

Ospedali dotati, dei più elevati standard di sicurezza consentendo in tal modo la prosecuzione delle attività sanitarie negli attuali presidi, che saranno poi dismessi con l’entrata in funzione dei nuovi ospedali.

Per alcuni dei presidi ospedalieri per i quali non è prevista la dismissione sono previsti interventi dì adeguamento nell’ambito di finanziamenti già concessi o programmati. È il caso dei PO di Locri, beneficiario un finanziamento di oltre 14 mln di euro, per il quale sono già state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica e a breve saranno avviate le procedure di gara per il servizio di progettazione, e dei PPOO di Crotone Lamezia Terme, per i quali sono previsti finanziamenti rispettivamente di 25 e 20 mln. di euro nell’ambito del patto per la Calabria, da attuare tramite Accordo di Programma per il settore degli investimenti sanitari, attualmente in fase di definizione.

Per le rimanenti strutture ospedaliere, e per tutte quelle che in ogni caso necessiteranno di interventi di messa in sicurezza, si valuterà la possibilità di finanziare le opere più urgenti, nell’ambito delle residue somme disponibili a valere sui finanziamenti statati ex. art. 20 legge 67/88 e su eventuali ulteriori risorse di bilancio.

Tenuto conto dell’entità delle risorse necessarie per le verifiche sismiche e per gli interventi di adeguamento sismico, la Regione Calabria si farà promotrice dell’avvio da parte dei Ministero della Salute, di uno specifico programma finalizzato ad effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica di tutte le strutture ospedaliere.

Al riguardo, si riporta di seguito una tabella riepilogativa degli ospedali HUB e SPOKE: (per come individuati dai DCA n. 64/2016), interessati dalle verifiche e dai conseguenti interventi di adeguamento sismico, sulla base dei dati. forniti dalle Aziende.

 

OSPEDALI HUB E SPOKE- DCA n. 64/2016

azienda

PRESÌDIO

TIPOLOGIA

ASP di Cosenza

P.O “Ferrari-Castrovillari

SPOKE-DEA I livello

P.O “Rossano( Spoke-Rossano-Corigliano)

SPOKE-DEA I livello

P.O “di Corigliano ( Spoke-Rossano-Corigliano)

P.O “di Cetraro (Spoke-Cetraro-Paola)

SPOKE-DEA I livello

P.O “Di Paola(Spoke-Cetraro Paola)

ASP di Crotone

P.O “ San Giovanni di Dio di Crotone

SPOKE-DEA I livello

ASP di Catanzaro

P.O “ Giovanni Paolo Secondo- Lamezia Terme

SPOKE-DEA I livello

ASP di Vibo Valentia

P.O “ jazzolino- Vibo valentia

SPOKE-DEA I livello

ASP di Reggio di Calabria

P.O “ Locri

SPOKE-DEA I livello

P.O “ santa Maria Ungheresi Polistena

SPOKE-DEA I livello

AO”Annunziata di Cosenza”

P.O “ Annunziata

HUB-DEA II livello

P.O “ Mariano Santo

P.O “ Santa Barbara

AO”Pugliese –Ciaccio” di Catanzaro

P.O “ Pugliese

HUB-DEA II livello

P.O “ De Lella

GOM” Bianchi–Melacrino- Morrelli di Reggio di Calabria

P.O “ Morelli

HUB-DEA II livello

P.O “ Riuniti

 

Con riferimento al quesito 4), sì riportano le previsioni. di entrata in esercizio delle nuove strutture ospedaliere, per come desumibile dai cronoprogrammi aggiornati delle singole opere.

 

Nuovo Ospedale della Sibaritide (376 posti letto)

Nel mese di febbraio 2019 sono iniziate le lavorazioni, relative al getto dei magroni di fondazione.

II progetto esecutivo dell’intervento, è stato consegnato dal Concessionario ed è in fase di verifica, ai fini dell’approvazione. Si prevede di pervenire all’approvazione del progetto esecutivo entro la metà del mese dì aprile 2019.

Entro la fine del mese di aprile 2019 è previsto l’avvio delle realizzazioni delle fondazioni, essendo state completate, nel frattempo le lavorazioni propedeutiche di scavo e getto dei magroni.

Fatte salve le incertezze connesse alle vicende societarie del concessionario e della società mandataria Tecnis SpA., l’ultimazione dei lavori e l’istallazione delle apparecchiature e degli arredi è prevista entro, il mese di ottobre 2021; l’entrata in esercizio della struttura è prevista per il mese di gennaio 2022.

 

Nuovo Ospedale di Vibo Valentia (339 posti letto)

Il progetto definitivo dell’intervento è stato consegnato dal Concessionario ed è in fase di verifica, ai fini dell’approvazione. La Conferenza di Servizi decisoria sul progetto definitivo si è conclusa con Determinazione positiva del RUP nel mese di giugno 2018.

Si prevede di pervenire alla approvazione del progetto definitivo nel mese di maggio 2019 e del progetto esecutivo entro la fine del mese di novembre 2019. L’ultimazione dei lavori e installazione delle apparecchiature è prevista entro il mese di febbraio 2022; l’entrata in esercizio della struttura è prevista per il mese di giugno 2022.

 

Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro (352 posti letto)

Nel mese di marzo 2018, il Responsabile del Procedimento ha emesso l’Ordine di Servizio che ha stabilito il riavvio della progettazione definitiva. Il progetto definitivo è stato consegnato nel mese di ottobre 2018 e nel mese di novembre 2018 è stata indetta la Conferenza di Servizi decisoria.

Nel corso dei lavori della Conferenza è pervenuto il parere della Soprintendenza Archeologica di Reggio Calabria che ha evidenziato che, nel corso delle indagini di approfondimento sismotettonico dell’area, sono stati rinvenuti elementi di due condutture in tubuli di terracotta. Pertanto, la Soprintendenza ha prescritto la redazione di un progetto di indagine archeologica a cura della Regione Calabria e con la direzione scientifica della Soprintendenza, che preveda le seguenti attività: prosecuzione dello scavo stratigrafico lungo le direttrici ipotetiche degli acquedotti, recupero degli elementi degli acquedotti, prima catalogazione dei reperti rinvenuti e trasferimento dei materiali all’interno di strutture indicare dalla direzione scientifica.

Previa verifica del progetto e conclusione della Conferenza di Servizi decisoria, si prevede, di pervenire all’approvazione del progetto definitivo entro la fine del mese di luglio 2019 e del progetto esecutivo entro la fine del mese di febbraio 2020.

Fatte salve le incertezze connesse alle vicende societarie del concessionario e della società mandataria Tècnis SpA., l’ultimazione dei lavori e l’installazione delle apparecchiature e degli arredi è prevista entro il mese di ottobre 2022; l’entrata in esercizio della struttura è prevista per il mese di gennaio 2023.

 

Completamento Nuovo Ospedale di Reggio Calabria (350 posti letto)

Nel mese di luglio 2018. è stato pubblicato il bando, per l’acquisizione della progettazione del Nuovo Ospedale “Morelli’’ di Reggio Calabria.

Con decreto dirigenziale n. 3153 del 14/03/2019 è stata disposta l’aggiudicazione della gara relativa all’affidamento dei servizi progettazione e sono in corso, ai fini della sottoscrizione del contratto, le verifiche sulle dichiarazioni dell’aggiudicato in merito al possesso dei requisiti di partecipazione alla gara per come previsto dal Codice dei contratti pubblici. Nel caso di esito favorevole delle suddette verifiche si prevede che le attività di elaborazione del primo livello di progettazione, ovvero del progetto di fattibilità tecnica ed economica, possano prendere il via entro le prime settimane del mese di maggio 2019.

Entro la fine del mese di giugno 2020 è prevista l’approvazione del progetto esecutivo dell’opera.

Ai fini della realizzazione, allestimento e collaudo del Nuovo Ospedale, che dovrà curare INAIL, ente finanziatore dì iniziative immobiliari di elevata utilità sociale, si ritengono necessari non meno di 4 anni.

 

Nuovo Ospedale di Cosenza (705 posti letto)

Con Delibera n. 450 dell’11/10/2018 la Giunta Regionale ha preso atto dello degli esiti dello Studio di Fattibilità e della relativa Conferenza dei Servizi istruttoria del nuovo Ospedale di Cosenza. Il Comune di Cosenza non ha ancora sciolto la riserva sulla localizzazione del Nuovo Ospedale nell’area di Vaglio Lise.

L’utilizzo delle risorse statali disponibili ai sensi dell’art. 20 della L. 67/88 è subordinato alla stipula di un Accordo di programma tra la Regione Calabria ed il Ministero della Salute, attualmente in fase di definizione.

Ai fini della progettazione, realizzazione ed allestimento del Nuovo Ospedale si ritengono necessari non meno di 6 anni.

 

Nuovo Ospedale di Catanzaro (330 Posti letto)

L’avvio delle attività di progettazione del Nuovo Ospedale è subordinato, come richiesto dal

Ministero dell’economia e della Salute, all’accorpamento tra l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’Azienda Universitaria “Mater Domini”.

Con legge Regionale 13 marzo 2019, n. 6 “Integrazione delle Aziende ospedaliere della città capoluogo della Regione”, è stato avviato il processo di accorpamento tra l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Mater Domini”, che assume la denominazione di Azienda Ospedaliero Universitaria  “Mater Domini Pugliese Ciaccio''; il conseguente nuovo assetto dell’offerta sanitaria della città di Catanzaro richiederà l’adeguamento funzionale ed impiantistico  del P.O. ‘Mater Domini’ per consentire di fruire dei circa 200 posti letto disponibili ed attualmente non attivati.

Il quadro sanitario del Nuovo Ospedale e degli altri presidi aziendali potrà essere definito solo previa definizione dei rapporti tra la Regione Calabria e l’Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro in materia di attività integrate di didattica, ricerca e assistenza, mediante Protocollo d’intesa.

L’utilizzo delle risorse statali disponibili ai sensi dell’art. 20 della legge 67/88 è subordinato alla stipula di un Accordo di programma, tra la Regione Calabria ed il Ministero della Salute, attualmente in Fase di definizione.

Ai fini della progettazione, realizzazione ed allestimento del Nuovo Ospedale si ritengono necessari non meno di 6 anni.”

 

Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore Opere Pubbliche)

Ing. Domenico Pallaria (Dirigente Generale Dipartimento Presidenza)

 

“Con riferimento all'interrogazione a risposta scritta di cui all'oggetto ed a integrazione di quanto riscontrato con nota prot. 142164 del 05.04.2019, si precisa che il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie ha avviato un tavolo di confronto con i Carabinieri del NAS ed i Direttori Sanitari delle Aziende del S.S.R. per addivenire ad una ricognizione delle carenze, di cui si chiede riscontro, ed alle soluzioni da adottare.” (Integrazione)

 

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

 

“Con riferimento all'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale dal Consigliere Regionale on. Orlandino Greco, per quanto di competenza, lo scrivente Dipartimento, provvede a riscontrare i seguenti quesiti:

1) quanti siano i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi e se questi siano idonei a garantire copertura alla domanda di servizi ospedalieri dei cittadini calabresi;

5) cosa sia stato predisposto per arginare il crescente flusso dell'emigrazione sanitaria verso le altre regioni, aumentata negli ultimi quattro anni 2015-2019 dal 17% al 21%, con costi esorbitanti (almeno 70 mila calabresi ogni anno emigrano fuori regione per curarsi, con un costo per la nostra Regione di circa €320 milioni di curo l'anno);

7) nel tentativo di fare chiarezza sulla situazione economica della sanità in Calabria, per garantire la massima trasparenza delle gestioni pubbliche, quali siano le reali condizioni finanziarie della sanità calabrese in ordine ai bilanci di tutte le aziende ospedaliere e di tutte le Asp calabresi, in particolare: - numero pignoramenti in essere e relativo importo;

- debiti fuori bilancio da riconoscere ed eventuali debiti fuori bilancio riconosciuti ma in attesa di copertura finanziaria;

- disavanzo strutturale di ogni singola azienda ospedaliera e Asp alla data odierna, anche in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni;

- spesa sanitaria complessiva.

Con riferimento al quesito 1) occorre preliminarmente rappresentare che con DCA n. 64/2016 si è proceduto ad aggiornare la programmazione della rete ospedaliera e delle reti tempo dipendenti al fine di recepire le osservazioni espresse dai Tavoli ministeriali di verifica degli adempimenti e gli indirizzi di programmazione

sopravvenuti con il DM Salute n. 70/2015. In particolare, ai sensi dell’Art. 1, comma 541, della L 28/12/2015, n. 208, i Ministeri hanno chiesto di adottare il provvedimento generale di programmazione della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario regionale sulla base dello standard di posti letto per mille abitanti corretta per il saldo di mobilità secondo quanto disposto dell'articolo 1, comma 3, lettera b, del DM n. 70/2015.

Dall’analisi sulla situazione attuale e di quella programmata con il DCA n. 64/2016, effettuata per singola area geografica e per singola struttura, emerge che le aziende sanitarie pubbliche hanno dato avvio al processo di riordino dell’attività ospedaliera e si rappresenta che i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi (fonte flusso HSP 12-banca dati NSIS) risultano essere:

PI Degenza Ordinaria 3347

PI Day Hospital 432

PI Day Surgery 197

 

Con riferimento al quesito 5) si rappresenta che la Regione Calabria ha messo in atto tutte le iniziative per riportare nella corretta dimensione, giuridica ed economica, i saldi di mobilità sanitaria a far data dal 2014. È stato fatto un primo intervento sull'annualità 2017, sebbene già definito, in quanto si trattava dell'anno di riferimento per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2019. Il risultato, già molto positivo, si è concretizzato - nel verbale della Commissione Salute del 12 febbraio u.s., ratificato il giorno successivo dalla Conferenza dei Presidenti con l'approvazione del Riparto Fondo Sanitario Nazionale 2019 - nella sospensione, per il 2019, della 2^ rata di conguaglio 2014 e nel riconoscimento di una ulteriore quota a valere sul riparto 2019 "in ragione delle verifiche effettuate dalla Regione Calabria sulla effettività degli addebiti di mobilità sanitaria inter-regionale per gli anni pregressi". Si sta continuando lo stesso lavoro di approfondimento per l'anno in corso e per gli anni 2014-2016, mentre successivamente si andranno a verificare eventuali responsabilità.

Con riferimento al quesito 7) si precisa che, per quanto riguarda il numero pignoramenti in essere e il relativo importo, il Dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie sta effettuando una ricognizione, alla quale seguirà una riconciliazione con l’Istituto Tesoreria e le singole Aziende per comunicare il dato dettagliato relativo al numero e all’importo dei pignoramenti in essere.

Per quanto concerne i debiti fuori bilancio da riconoscere ed eventuali debiti fuori bilancio riconosciuti ma in attesa di copertura finanziaria, si precisa che il debito fuori bilancio in Contabilità Economica Patrimoniale viene rilevato negli oneri straordinari, dunque, si rinvia per il dettaglio alla spesa sanitaria complessiva.

I risultati economici di ogni singola azienda ospedaliera e Asp alla data odierna, anche in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni sono desumibile dalla seguente tabella:

 

Risultati economici di ogni singola Azienda Ospedaliera e Asp alia data odierna, anche In rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni

 

CE IV trin.201B

CE

Cons2017

Delta208  vs2017.

CE

Cons2016

Delta2018 vs2016

CE

Cons 2015

2018 vs2015

CE

ConsZ014

Delta2018

vs2014

Azienda Sanitaria Provinciale di

Cosenza

- 32.509

-39375

7.466

-40.214

7.705

- 30,372

-2.137

-27.265

-5.243

Azienda Sanitaria Provinciale di

Crotone

-31391

-18.694

-13.197

-27.507

-4384

-9.937

-21.954

-6.631

-25.260

Azienda Sanitaria Provinciale di

Catanzaro

-40387

-19.071

-21316

-26.075

-14.312

-19.032

-21.355

-7,554

-32.833

Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Vaentia

8.010

68

7.942

-2.481

10.491

-2.800

10310

73

7.937

Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria

-21.610

-28.929

7319

-23.393

1.783

-6.113

-15.497

-1.019

-20.591

Azienda Ospedaliera di Cosenza

10

155

:-145

301

-291. .

25

-15

-8.494

8304

Azienda Ospedaliera di

Catanzaro

-27.743

-12.930

-14.813

-17377

-10.366

-2.265

-25.478

-3.764

-23.979

Azienda Ospedaliera

Universitaria Mater Domini

-20.942

-12319

-8.623

-20.279

-663

-27;999

7.057

-26.467

5325

Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria

-13.970

343

-14313

554

-14324

612

-14.582

495

•14.465

 

Si precisa che i valori sono espressi in €/000

Il dato relativo alla spesa sanitaria complessiva viene di seguito riportato:

 

Spesa sanitaria complessiva

Valore (67000)

Costi delia produzione

3,760.979

Oneri finanziari

46.779

Oneri straordinari

33.909

Totale imposte e tasse

79.802

TOTALE

3.921.469

 

Si precisa che i valori sono espressi in €/000

 

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- l'iter burocratico per la realizzazione del nuovo Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, è stato avviato con la partecipazione, nel settembre del 2015, da parte dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi - Melacrino - Morelli" (oggi G.O.M.) ad un bando nazionale di investimenti in opere pubbliche dell'INAIL;

- nel mese di luglio u.s., in seguito ad uno stallo burocratico, il Dipartimento della Presidenza della Regione Calabria ha proceduto alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e su quella dell'Unione Europea (avvenute rispettivamente il 13 ed il 16 luglio) della gara di progettazione, tramite procedura aperta, per la redazione della progettazione dell'opera;

considerato che: - il sottoscritto, già in data 20 luglio 2015 e successivamente il 31 agosto 2016, interrogava il Presidente della Giunta regionale sia in ordine alle condizioni di sterilità, igiene e sicurezza del presidio ospedaliero Bianchi – Melacrino - Morelli, stante il blocco di alcune sale operatorie, per citarne due oculistica e ostetricia/ginecologia, sia in merito al rischio sismico dello stesso, in virtù altresì della nota n. 126364/SIAR del Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sociali in cui si evidenziava la situazione "non ottimale" del nosocomio reggino nonché "la non conformità ai più recenti e rigorosi requisiti antisismici" - è opportuno quanto necessario dotare la città metropolitana di Reggio Calabria di tale opera strategica -:

 

- lo stato dell'arte in merito alla realizzazione del nuovo ospedale metropolitano di Reggio Calabria. (455; 13/03/2019)

 

Risposta: “Con l'interrogazione oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale dal Consigliere Regionale on. Alessandro Nicolò, si chiede di conoscere: Lo stato dell'arte afferente la realizzazione del nuovo ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Per quanto di competenza lo scrivente Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29/09/2017 sono state attribuite le competenze in materia di Edilizia Sanitaria, precedentemente in capo al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, provvede a rappresentare quanto segue. Si premette che la legge 24 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015) e, in particolare l’articolo 1, comma 317, ha previsto che con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, siano individuate le iniziative di elevata utilità sociale valutabili nell'ambito dei piani triennali di investimento dell’INAIL da finanziare, a valere sulle risorse e nei precedenti piani triennali, con l’impiego di quota parte delle somme detenute dal medesimo Istituto presso la tesoreria centrale dello Stato. In attuazione di ciò, in data 2 luglio 2015, è stato pubblicato sul sito istituzionale del Governo l'avviso riguardante la Selezione delle manifestazioni di interesse per l’effettuazione di iniziative di elevata utilità sociale valutabili nell'ambito dei piani triennali di investimento dell’INAIL. Alla suddetta manifestazione di interesse, il Grande Ospedale Metropolitano (GOM) "Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, con nota prot. n. 2399 dell'11/09/2015, ha partecipato con il progetto denominato “Ampliamento Nuovo Ospedale Morelli di Reggio Calabria” di importo pari a € 180.000.000,00. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23/12/2015, la manifestazione di interesse presentata dall’Azienda, è stata ritenuta valutabile nell’ambito dei piani triennali di investimento dell’INAIL per un importo pari a € 180.000.000,00. La specifica tipologia di investimento prevede la gestione dell’appalto di costruzione da parte dell’INAIL dopo che avrà acquistato la titolarità dell’area e della progettazione esecutiva, verificata e valida. Inoltre, l’inserimento dell’iniziativa nel Programma di che trattasi non comporta anticipazioni economiche da parte dell’INAIL. In considerazione di ciò il GOM di Reggio Calabria ha chiesto alla Regione Calabria la disponibilità allo svolgimento della gara per l’affidamento dell’incarico di progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva e di coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione e relative indagini, nonché di incarico per la verifica del progetto, quantificando in € 10.000.000,00 l'importo relativo ai servizi richiesti. Con la deliberazione n. 23/2018 la Giunta regionale ha autorizzato il Dipartimento Presidenza ad assegnare al GOM di Reggio Calabria un finanziamento, nella misura massima di € 10.000.000,00, IVA e oneri compresi, a valere sul capitolo di spesa n. U6106013500 del bilancio regionale, finalizzato a coprire, le spese per le attività di indagine, progettazione e verifica relative all'intervento di che trattasi. Inoltre, in data 21/02/2018 è stata sottoscritta, tra la Regione Calabria e il GOM di Reggio Calabria, la convenzione regolante i rapporti per l’attuazione di tutte le attività necessarie, nonché l’impegno della Regione Calabria a: - Nominare il Responsabile del Procedimento; - Predisporre gli atti di gara ed i contratti; - Curare gli adempimenti di gara in tutte le sue fasi; - Sottoscrivere i contratti; - Svolgere le attività di controllo sullo sviluppo della progettazione; - Validare e approvare la progettazione esecutiva. In virtù di ciò il Dipartimento Presidenza ha avviato la procedura di gara per l’affidamento dei servizi di progettazione per la realizzazione “dell’Ampliamento del Nuovo Ospedale Morelli di Reggio Calabria”. Si riportano di seguito i principali atti ad oggi adottati: - Decreto dirigenziale n. 3200 del 12/04/2018 con il quale: - è stata disposta l’autorizzazione a contrarre ai sensi e per gli effetti dell’art. 32, comma 2, del D.Lgs. 50/2016 per l’affidamento della progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva e della verifica della progettazione; - è stato affidato l’incarico di Responsabile Unico del Procedimento delle suddette procedure; - Decreto dirigenziale n. 7323 del 06/07/2018, tra l’altro: - è stata formalmente indetta la gara, ai sensi e per gli effetti dell’art. 32, comma 2, del D.Lgs 50/2016, con procedura aperta, ex art. 60 D.Lgs 50/2016, per l’affidamento dei servizi di redazione dei diversi livelli di progettazione, comprensivi delle necessarie attività di indagine; - sono stati approvati gli schemi di Bando di gara (GURI e GUUE) e di Disciplinare di gara e dei relativi allegati, la documentazione tecnico-economica inerente i corrispettivi di progettazione, il computo metrico delle indagini e il capitolato tecnico delle indagini e lo schema di contratto; - Decreto dirigenziale n. 13343 del 16/11/2018 con il quale sono stati approvati gli esiti dell’attività svolta dal Seggio di gara e per l'effetto sono stati ammessi alle fasi successive di gara tutti gli operatori partecipanti; - Decreto dirigenziale n. 16306 del 12/12/2018 con il quale, ai sensi dell'art 77 del D.Lgs 50/2016, è stata nominata la Commissione giudicatrice per la valutazione delle offerte tecniche ed economiche e l'attribuzione dei relativi punteggi; - Decreto dirigenziale n. 3153 del 14/03/2019 con la quale è stata disposta l’aggiudicazione della gara relativa all’affidamento dei servizi progettazione dell’Ampliamento del Nuovo Ospedale Morelli di Reggio Calabria all’operatore economico RTI STEAM (mandataria) – PINEARQ – ing. Taverriti – Studio Valle Progettazioni – dr. Aquilino – dr. Moro (mandanti). Ad oggi, ai fini della sottoscrizione del contratto, sono in corso le verifiche sulle dichiarazioni dell'aggiudicatario in merito al possesso dei requisiti di partecipazione alla gara, per come previsto dal Codice dei contratti pubblici. Nel caso di esito favorevole delle suddette verifiche si prevede che le attività di elaborazione del primo livello di progettazione, ovvero del progetto di fattibilità tecnica ed economica, possano prendere il via entro le prime settimane del prossimo mese di maggio. E’ altresì in corso di predisposizione la documentazione di gara relativa alla procedura per l'affidamento del servizio di verifica della progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva, ai sensi dell’art. 26 del D.Lgs n. 50/2016. Si prevede di giungere all’approvazione del progetto esecutivo entro giugno 2020.”

Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore Opere Pubbliche)

Ing. Domenico Pallaria (Dirigente Generale Dipartimento Presidenza)

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- i tirocinanti degli enti locali rientranti nell'ex bacino dei percettori di mobilità in deroga, in virtù dell'esperienza acquisita nel corso degli anni, costituiscono una risorsa importante rispetto al buon andamento dell'apparato burocratico - amministrativo a fronte di una carenza di organico endemica;

considerato che: - con decreto regionale n. 2065 del 20 febbraio 2019, rispetto a tali tirocinanti, è stata prevista una proroga ulteriore di soli sei mesi, non contemplando, difformemente per quanto statuito per i tirocinanti del Ministero della Giustizia, percorsi formativi preordinati all'accrescimento delle proprie competenze e professionalità, nonché all'acquisizione di titoli utili per facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro;

ritenuto che: - la condizione di precariato riguardante tali soggetti, persiste ormai da molti anni e fino ad oggi non è dato riscontrare alcun provvedimento risolutivo;

Il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale -:

 

- quali iniziative si intendono adottare in merito.

(459; 22/03/2019)

 

Risposta:

“È opportuno precisare che i Tirocini sono disciplinati da norme nazionali alle quali la Regione deve attenersi. Considerato che questi specifici Tirocini sono stati introdotti come intervento volto a tutelare gli ex percettori di mobilità in deroga e ad aprire loro nuove eventuali opportunità di lavoro, oggi, a valle dell'esperienza, si sta lavorando con gli Uffici per dare continuità agli stessi individuando, secondo quanto è possibile per legge, attività ulteriori da programmare di concerto con gli EE.LL e le istituzioni che hanno ospitato i tirocinanti.”

Angela Robbe (Assessore al Lavoro e Welfare)