X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 69
SEDUTA Di LUNEDì 15 APRILE 2019
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL
VICEPRESIDENTE GIUSEPPE GENTILE
Presidenza del presidente
Nicola Irto
La seduta inizia alle 16,07
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario
questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle Comunicazioni.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente,
chiedo che sia inserito all’ordine dei lavori della seduta odierna un ordine
del giorno, a mia firma, protocollo numero 11814, che riguarda la convocazione
del Consiglio dei Ministri, in Calabria, da parte del Governo per il 18 aprile
per l’approvazione di un decreto sull’emergenza sanità in Calabria.
Ritengo
grave che dopo nove anni di commissariamento da parte del Governo nazionale si
prospetti il blocco del turnover.
Questo provvedimento, di fatto, sembra una sconfessione di tutti i commissari
di nomina ministeriale che si sono succeduti nella sanità calabrese.
Per
colpa del turnover alcuni reparti
sono stati chiusi; altri sono stati addirittura accorpati negli ospedali
calabresi e la spesa per l’emigrazione passiva è arrivata ad oltre 300 milioni
di euro.
Il
diritto alla salute ed i livelli essenziali di assistenza non sono ovviamente
garantiti.
Insieme
alla Regione ed all’Ufficio del commissario era stato redatto un piano di
assunzioni di 1.500 dipendenti, tra OSS, infermieri e medici. Questo piano
rischia di essere vanificato dal blocco del turnover
e, in più, era stata inserita anche la stabilizzazione tutti i precari, che da
anni svolgono attività in questo stato negli ospedali della regione.
Credo
che, se si dovesse arrivare al blocco del turnover,
in base alla legge regionale numero 24 del 2008 e al DCA (Decreto
commissariale) numero 81 del 2016, mancheranno i requisiti minimi, strutturali,
tecnici, organizzativi per il proseguo di alcune attività ospedaliere nei
nostri nosocomi.
Per
questo chiedo che il Consiglio regionale impegni la Giunta regionale ad
investire della vicenda il Presidente della Repubblica, perché c’è il rischio
evidente del mancato rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, che
garantisce il diritto alla salute in ogni parte del nostro Paese.
Lo
dichiaro ufficialmente perché è chiaro che, prima del baratro, ognuno vada
informato per assumersi le proprie responsabilità.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Insieme a un gran numero di colleghi abbiamo presentato, con una
ampia condivisione, un ordine del giorno sull’argomento trattato poc’anzi dal
collega Guccione.
Insieme
al collega Guccione, ai colleghi in Aula, ne chiediamo, quindi, l’inserimento,
unitamente - se siete d’accordo - all’inversione dei punti all’ordine dei
lavori, per discuterlo al primo punto, perché credo non solo che questo sia un
argomento di attualità ma anche quello più importante da discutere: sul diritto
alla salute, sulla tutela della salute e sull’azione scellerata del Governo
nazionale, che rischia di far chiudere gli ospedali in Calabria.
“Quota
100” da una parte e il paventato blocco del turnover
dall’altra aggraverebbero le condizioni di un settore che già versa in
grandissima difficoltà, dal punto di vista del personale, medico e paramedico,
negli ospedali e nel sistema territoriale.
I
settori che più ne soffrono sono soprattutto il sistema delle urgenze, i Pronto
soccorsi, le terapie intensive, le sale operatorie. Rischieremmo di vedere
chiusi, di fatto, molti ospedali della Calabria. Questo non ce lo possiamo
permettere! Bene ha fatto la Giunta regionale anche ad opporsi e a minacciare
qualunque forma di azione contro il Governo nazionale.
La
stessa reazione dobbiamo avere in Consiglio regionale. I calabresi devono
assolutamente rappresentare un gruppo coeso in questa materia. Bisogna togliere
le casacche che ognuno di noi ha e indossarne una: quella della difesa della
salute per i nostri cittadini.
Chiedo,
quindi, l’inserimento e l’inversione al primo punto dell’ordine di lavori dell’ordine
del giorno.
Se
siamo d’accordo possiamo inserire prima i due ordini del giorno, quello a firma
del consigliere Guccione e quello a firma del consigliere Scalzo, e gli altri
li mettiamo in coda. Creiamo anche le condizioni affinché i due ordini del
giorno si possano unificare per poter avere un documento unanime, così come si
era detto in Conferenza dei capigruppo.
Pongo
in votazione l’inserimento degli ordini del giorno. Sono inseriti.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, richiamo alla discussione di oggi, all’ordine del giorno, la
proposta di legge numero 424/10^, che riguarda la ratifica dell’accordo per
l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra la Regione Sicilia, la
Regione Calabria, le due Città metropolitane di Messina e Reggio Calabria e la
Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche
nell’Area dello Stretto, che mi onoro di presiedere.
Il
Protocollo è finalizzato principalmente all’istituzione del bacino territoriale
ottimale dell’area integrata dello Stretto. Chiedo, quindi, di inserirlo
all’ordine del giorno.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno sia della proposta di
legge numero 415/10^, che modifica la legge regionale numero 2 del 2019 sui
distretti turistici regionali, in conformità alle richieste di modifica
pervenute dal Governo, sia della proposta di legge numero 362/10^, d’iniziativa
della Giunta regionale: “Interventi regionali per il sistema del cinema e
dell’audiovisivo in Calabria”.
Sulla
prima proposta di legge c’è un rilievo tecnico da parte del Governo nazionale,
quindi bisogna immediatamente procedere.
Pongo
in votazione l’inserimento delle proposte di legge richieste.
(Sono inserite)
Pongo
in votazione anche l’inserimento della proposta di legge numero 413/10^, che
prevede modifiche ed integrazioni alla legge regionale urbanistica, a firma dei
consiglieri Bevacqua e Tallini, richiesta da molti Comuni sul QTRP (Quadro Territoriale Regionale a valenza
Paesaggistica), e poi il disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale
(Deliberazione id Giunta regionale numero 141), che riguarda la gestione dei
rifiuti urbani. Sono inserite.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge 394/10^, a firma
mia e dei consiglieri Romeo e Mirabello.
Pongo
ai voti l’inserimento della proposta. È inserita.
Proposta di legge statutaria numero 2/10^ di
iniziativa dei consiglieri S. Esposito, V. Pasqua, recante: “Modifiche allo
Statuto della Regione Calabria”
Passiamo
al primo punto all’ordine del giorno, “Proposta di legge statutaria numero
2/10^ di iniziativa dei consiglieri Esposito, Pasqua, recante: “Modifica allo
Statuto della Regione Calabria”.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Chiedo che questo punto sia rinviato per approfondire meglio alcune
modifiche statutarie.
Vorrei capire qual è il motivo della richiesta di rinviare la proposta
di legge da parte del capogruppo del PD.
La
motivazione credo che sia da ricercare rispetto ai rilievi che abbiamo
ricevuto. Dovremmo operare altre modifiche statutarie, che riguardano diverse
questioni, soprattutto di natura patrimoniale del Consiglio regionale, in modo
tale da realizzare un’unica modifica statutaria.
Ne
avevamo parlato con lei, in qualità di relatore della suddetta proposta di
legge.
Se è
questa la motivazione sono d’accordo. Non avevo ben capito.
Pongo
in votazione il rinvio della proposta di legge.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 31/10^, di iniziativa della consigliera Sculco, recante: “Promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali”. Cedo la parola al consigliere Sergio per illustrare il provvedimento. Prego.
Onorevoli colleghi, signor Presidente,
onorevoli rappresentanti della Giunta regionale, la presente proposta mira a
garantire al sistema elettivo regionale calabrese il principio dell’equilibrio
di entrambi i generi, ormai consolidato nella giurisprudenza europea e
costituzionale e presente nella maggior parte degli Statuti regionali e degli
Enti locali, nei Consigli e nelle Giunte delle autonomie territoriali, nonché
delle Regioni.
Tale misura rappresenta una priorità
imprescindibile per ragioni di democrazia e civiltà giuridica e sociale, anche
in considerazione dell’esito delle ultime consultazioni elettorali, che hanno
visto giungere agli scranni consiliari della Regione Calabria solo una donna.
La proposta di legge, peraltro, attua
pienamente i principi di cui agli articoli 3 e 51, comma 1, 117, comma 7, e 122
della Costituzione, nonché il comma 2 dell’articolo 38 dello Statuto regionale,
secondo cui la legge regionale promuove la parità di accesso tra donne e uomini
alle cariche elettive. Inoltre, si pone in linea con la legge numero 215 del
2012: “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di
genere nei Consigli e nelle Giunte degli Enti locali e nei Consigli regionali.
Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle
commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni”, nonché, con il novellato
articolo 35, comma 3 bis dello Statuto, che introduce la misura minima del 30
per cento per la rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale.
Tale proposta di legge, quindi, novella la
legge regionale numero 1 del 2005, in modo che anche la Regione Calabria
assicuri pari opportunità tra donne e uomini - articolo 51 della Costituzione -
e che il sistema elettorale calabrese promuova la parità di accesso tra donne e
uomini alle cariche elettive - articolo 117, comma 7, della Costituzione.
Si tratta di una facoltà aggiuntiva che
introduce una norma riequilibratrice, volta ad ottenere, indirettamente ed
eventualmente, il risultato di un’azione positiva. Tale risultato non sarebbe
in ogni caso effetto della legge ma delle libere scelte dagli elettori, cui si
attribuisce uno specifico strumento, utilizzabile a loro discrezione (Corte
Costituzionale, sentenza numero 4 del 2010).
In particolare, l’articolo 1 modifica il
comma 6 della legge regionale numero 1 del 2015, introducendo una percentuale
di rappresentanza minima di genere nella lista dei candidati. In ciascuna
lista, a pena di inammissibilità, nessun genere può essere rappresentato in
misura superiore ai due terzi dei candidati.
L’articolo 2 modifica il comma 2
dell’articolo 2 della legge regionale numero 1 del 2005, prevedendo che, in
caso di espressione di due preferenze, una debba riguardare un candidato di
genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista,
a pena di annullamento della seconda preferenza.
L’articolo 3 prevede poi l’adattamento
delle schede di votazione al correlato principio di parità di accesso di uomini
e donne alle cariche elettive regionali.
L’articolo 4 contiene la clausola di
invarianza finanziaria.
La proposta è dotata di una scheda
finanziaria. Grazie.
Ai sensi dell’articolo 38 dello Statuto
regionale, la legge elettorale regionale è approvata a maggioranza assoluta dei
consiglieri. Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Presidente, chiedo la votazione per
appello nominale.
Sull’articolo 1 sono pervenuti alcuni
emendamenti; il primo è l’emendamento, protocollo numero 41771, a firma del
consigliere Sergio. Prego, consigliere Sergio, ha facoltà di illustrarlo.
Emendamento del sottoscritto all’articolo
1 della proposta di legge 31/10^, d’iniziativa della consigliera Sculco:
“Promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive
regionali”.
La proposta di legge modifica la legge elettorale
regionale al fine di renderla pienamente in linea con il vigente quadro
normativo nazionale, come al comma 1, lettera c bis, dell’articolo 4 della legge numero 165 del 2004, introdotto
dall’articolo 1, comma 1, della legge del 15 febbraio 2016, numero 20.
Successivamente, al testo licenziato dalla prima Commissione in sede referente,
il presente emendamento modifica la proposta di legge de qua, che prevede nell’ordinamento regionale la preferenza di
genere, introducendo nelle liste circoscrizionali l’alternanza tra candidati di
sesso diverso, in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per
cento del totale.
La proposta emendativa ha carattere
ordinamentale ed è priva di oneri a carico del bilancio regionale. Leggo il
testo integrale dell’emendamento: “L’articolo 1 della proposta di legge 31/10^
è sostituito dal seguente: <Articolo 1 (Modifica art. 1 l.r. 1/2005). – 1.
Il comma 6 dell’articolo 1 della legge regionale 7 febbraio 2005, numero 1
(Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio
regionale) è sostituito dal seguente: “6. Al fine di assicurare la parità di
accesso alle cariche elettive degli uomini e delle donne, ai sensi degli
articoli 51 e 117, comma 7, della Costituzione, in ogni lista circoscrizionale,
a pena d’inammissibilità, nessuno dei due generi può essere rappresentato in
misura superiore al 60 per cento dei seggi assegnati alla circoscrizione; in
caso di quoziente frazionario si procede all’arrotondamento all’unità più
vicina.”>”.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Presidente, la mia richiesta di appello nominale
riguardava il voto complessivo, non i singoli emendamenti.
PRESIDENTE
Ci sono altri interventi sull’emendamento protocollo
numero 41771? Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Presidente, tutti i colleghi della minoranza mi hanno
chiesto di fare un intervento complessivo di dichiarazione di voto sul
provvedimento, con una serie di dichiarazioni – definiamole così – serene.
C'è stato il tentativo di fare una verifica e quando
si fanno le riforme, ovviamente, si parla della riforma complessiva della legge
elettorale; addirittura c'era qualcuno che ipotizzava il rinvio e, per evitare
che si pensasse di fare strategia, noi siamo il gruppo consiliare che si era
detto favorevole anche a questa norma e, nonostante le polemiche e nonostante
una gestione dell'Aula anche difficile su questa complessità, abbiamo convinto
anche i colleghi della minoranza che erano contrari ad astenersi su un
provvedimento che arriva dalla maggioranza, per far sì che l’Aula possa votarlo
serenamente se hai i numeri. È un atto dovuto, fermo restando che, se non
dovesse accogliere il consenso complessivo dell'Aula, saremo disponibili anche
in un secondo momento a trattare in Commissione una nuova legge complessiva che
non disciplini soltanto la preferenza di genere; quindi, aver convinto anche
tutta l’intera minoranza ad astenersi sul provvedimento, è un fatto che ritengo
positivo.
Buon lavoro!
Annuncio, già da subito, l'astensione di tutta la
minoranza sia sugli emendamenti sia sulla legge.
Ci sono altri interventi? Passiamo alla votazione
dell'emendamento protocollo numero 41771.
(È
approvato)
Passiamo al secondo emendamento, protocollo numero
39226, a firma del consigliere Bova.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne
ha facoltà.
Vorrei porre un quesito e ricevere una risposta. È vero
che per la votazione sulla legge elettorale c'è bisogno della maggioranza
qualificata – per come previsto dallo Statuto – ma non serve anche per gli
emendamenti una maggioranza qualificata?
Credo di sì.
Solo che dobbiamo fare la chiama, articolo per
articolo, e votare.
Considerato che il voto che conta è il voto finale,
sarebbe opportuno fare – così come lei, da Segretario questore, mi suggeriva
anche prima – un voto con appello nominale alla fine, diciamo così, in modo che
sia una conta generale.
(Voci fuori
microfono)
Consigliere Tallini, anche se l’emendamento è
respinto, bisogna continuare.
Noi votiamo contro tutti gli emendamenti. Sono
respinti o sono accolti? Se vale un principio secondo cui ci sono i numeri dei
favorevoli e degli astenuti, in base ai favorevoli e agli astenuti, alla fine
della votazione, si deve dire se l’emendamento si dichiara approvato o bocciato.
Allora si fa la chiama per ogni votazione, compresa
quella attuale.
(Voci fuori
microfono)
Per fare quello che dice lei, si deve fare la chiama.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo.
Ne ha facoltà.
Senza stare qui a discutere di tecnicismi d'Aula, che
naturalmente dobbiamo rispettare, il collega Tallini ha toccato un punto sul
quale è bene che l'Aula si pronunci perché se non ci pronunciamo con chiarezza
non rendiamo un servizio alla Calabria, al Consiglio regionale e a noi stessi.
L’approvazione della legge cosiddetta “Sculco”, come
abbiamo detto, non è legata a un vincolo di maggioranza; non è un tema che
riguarda il governo della Calabria, ma bensì la scrittura delle regole; in
questo caso, la legge elettorale.
Lo abbiamo detto soprattutto l'ultima volta; lo ha
detto il presidente Oliverio con chiarezza più volte; lo abbiamo detto l'ultima
volta, quando ci siamo assunti la responsabilità di rinviare alla seduta
odierna l'approvazione di questa legge per consentire che venisse condivisa
largamente – collega Aieta – nel senso che è stato rilevato che non può essere
la legge di una parte, ma che dobbiamo condividerla.
Bene! Adesso, però, condividiamola! Non utilizziamo
tecnicismi per mutare la sostanza del nostro orientamento!
Se siamo a favore di questa legge – e lo siamo –
votiamo a favore; se invece, come mi pare di capire, non siamo a favore, o
meglio, voi non siete a favore perché vi astenete, sapendo che l'astensione
impedisce la realizzazione del quorum
necessario e, quindi, della maggioranza assoluta – perché si tratta di una
modifica alla legge elettorale che necessita della maggioranza assoluta dei
componenti d'Aula e il Presidente del Consiglio, per come è abituato, lo ha
detto aprendo la discussione – beh, non prendiamoci in giro!
Tutto posso accettare; tutto possiamo accettare,
tranne che i sotterfugi. Si vuole approvare la preferenza di genere? Siamo in
sede di votazione e si vota a favore.
Faccio appello alla sensibilità dei colleghi
consiglieri regionali.
Voi ci avete detto: “non avete i numeri, la dobbiamo
condividere insieme!”, è vero!
Noi vi abbiamo detto: “non è una questione di
maggioranza e di minoranza, su questa legge non abbiamo i numeri, facciamola
insieme”.
Il tema di stasera è fare insieme questa importante
legge di riforma, perché non facciamo altro che uniformarci a una previsione
normativa nazionale e fare un ulteriore passo in direzione della democrazia
paritaria, punto!
Diversamente, il vostro voto impedirà l'approvazione
della legge, sia esso contrario o di astensione.
Togliamo il velo! Squarciamolo questo velo, subito!
Non siamo davanti a una questione di maggioranza e di minoranza! Non siamo
davanti a una questione di Governo, tant'è che – tutti insieme – dopo l’ultima
Conferenza dei capigruppo, abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio
regionale, Nicola Irto, di istituire un gruppo di lavoro composto da
maggioranza e minoranza o, come preferite, da centro-destra e centro-sinistra,
per riformare insieme la legge elettorale.
Accettare di creare un gruppo di lavoro per fare le
riforme – come è giusto – e poi dire che le riforme sono una questione della
maggioranza, è una grande contraddizione.
Si dica la verità! La si vuole la preferenza di
genere? Noi la vogliamo! Si voti a favore, e la si smetta!
Non si vota? Ci si assuma la responsabilità!
In questo senso, il collega Giudiceandrea ed io,
abbiamo chiesto la votazione per appello nominale.
Ci sono altri interventi?
Prego, consigliere Segretario-questore, proceda con la
chiama.
Fa la chiama.
Presenti e votanti: 29.
Hanno risposto sì: 15 consiglieri; ha risposto no: 1
consigliere; si sono astenuti: 13 consiglieri.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri,
D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo,
Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i
consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò,
Orsomarso, Parente Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini).
(Il
Consiglio respinge)
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha
facoltà.
Posso dire che oggi è una pagina buia per la Calabria
e per il regionalismo calabrese, perché ci si è nascosti dietro un voto di
astensione.
(Interruzione)
Non ho il diritto di esprimere la mia delusione e la
mia amarezza rispetto alla bocciatura di un provvedimento così significativo?
Consigliere Gallo, lei parla anche di aria fritta.
Mi consente di esprimere la mia opinione su questo
provvedimento? La ringrazio.
Passiamo all'emendamento protocollo numero 39226, a
firma del consigliere Bova.
Prego, consigliere Bova, può illustrare l’emendamento.
Ce ne sono due, Presidente. Quale dei due?
PRESIDENTE
Il primo emendamento, protocollo numero 39226.
Rinuncio a questo emendamento perché è identico a
quello depositato dal consigliere Sergio il 26 settembre 2018.
PRESIDENTE
Può illustrare il successivo. Prego.
Grazie. L'emendamento protocollo numero 39484 – che,
tra l’altro, prende atto anche dei rilievi tecnici mossi nella scheda di analisi
tecnico-normativa all'emendamento protocollo numero 39226 – si rende necessario
per recepire espressamente nel nostro ordinamento regionale il principio a
mezzo del quale è necessario garantire, nell'ambito delle trasmissioni di
comunicazione politica anche durante la campagna elettorale, la presenza
equilibrata di uomini e donne; quindi, non soltanto nella parte della
composizione delle liste.
Leggo testualmente: “all'articolo 1 della proposta di
legge numero 31/10^: “Modifica articolo 1 legge regionale numero 1 del 2005, è
aggiunto il comma 1 bis; all’articolo
1 della legge regionale 7 febbraio 2005 numero 1, è aggiunto il comma 6 quater”.
Lo leggo testualmente: “In occasione delle elezioni
regionali, i soggetti politici devono assicurare la presenza di candidati di
entrambi i generi nei programmi di comunicazione politica offerti dalle
emittenti Radio televisive pubbliche e private e, per quanto riguarda i
messaggi autogestiti previsti dalla vigente normativa sulle campagne
elettorali, devono mettere in risalto con pari evidenza la presenza dei
candidati di entrambi i generi nelle liste presentate dal soggetto politico che
realizza il messaggio”. Grazie.
PRESIDENTE
Procediamo alla votazione per appello nominale
sull’emendamento.
Prego, consigliere Segretario-questore, faccia la
chiama.
Fa la chiama.
Presenti e votanti: 29.
Hanno risposto sì: 15 consiglieri; ha risposto no: 1 consigliere;
si sono astenuti: 13 consiglieri.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri,
D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo,
Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i
consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò,
Orsomarso, Parente Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini).
(Il
Consiglio respinge)
L'emendamento protocollo numero 11591, a firma dei
consiglieri Nicolò e Orsomarso, è ritirato.
Votiamo l'articolo 1 che, sostanzialmente, non è stato
emendato, quindi è come la proposta originaria.
Prego, consigliere Segretario-questore.
Fa la chiama.
Presenti e votanti: 29.
Hanno risposto sì: 15 consiglieri; ha risposto no: 1 consigliere;
si sono astenuti: 13 consiglieri.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri,
D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo,
Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i
consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò,
Orsomarso, Parente Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini).
(Il Consiglio respinge)
PRESIDENTE
Ci sono altri 3 articoli e vanno votati.
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
Chiedo la parola.
PRESIDENTE
Prima dell'articolo 2, però. Siamo in fase di
votazione.
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
È ovvio che il voto che si è appena concluso.
PRESIDENTE
La votazione non si è ancora conclusa. Ci sono altre
tre votazioni. Se può aspettare.
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
Il mio intervento riguarda l’articolo 1.
PRESIDENTE
Prego, consigliere Guccione, ha facoltà di
intervenire.
È evidente il segnale di una mancanza di maggioranza
in questo Consiglio regionale; ed è evidente che questa legge non verrà
approvata.
Non penso che sia una questione di maggioranza e
minoranza, però è chiaro che il segnale che diamo all’Italia, secondo me, non è
positivo; ognuno si farà carico di queste responsabilità.
Ritengo fondamentale – le regole si scrivono insieme,
e questo vale sempre – che, se ci sono le condizioni, si apra un processo di
rivisitazione della legge elettorale e che, in quella sede, questa questione
possa essere ripresa, visto che l'esito delle votazioni non sarà positivo per
l'approvazione della legge.
Almeno questo senso di responsabilità, questo
messaggio, se ci sono le condizioni.
È ovvio che le leggi elettorali scritte a colpi di
maggioranza sono una iattura.
Se si trovano le condizioni, rapidamente, per
verificare se ci sono situazioni in cui possiamo migliorare la legge elettorale
e rivedere la questione anche della preferenza di genere – in questa direzione,
ci sono proposte di legge presentate anche da altri colleghi – è chiaro che
daremmo un segnale importante, non solo alla Calabria ma anche all'Italia; è
ovvio che domani le prime pagine dei giornali nazionali saranno riempite da
questo voto che riguarda la Calabria.
Penso che sia un fatto negativo e ritengo che da
questo punto di vista – è un appello che rivolgo alla minoranza – si debba
aprire questa stagione e chiuderla rapidamente, con la capacità di creare una
legge elettorale migliore di quella che abbiamo e in cui ci sia anche la
questione della preferenza di genere.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne
ha facoltà.
Per la verità, il consigliere Guccione sta dicendo le
stesse cose che abbiamo detto in Conferenza dei capigruppo, cioè di rinviare la
proposta in Commissione e fare di tutto per trovare un punto di incontro.
Stamattina siamo stati accolti al suono di “Bella
ciao”. Si diceva che non bisognava politicizzare una cosa che interessa le
donne. Ho grande rispetto per “Bella ciao”, però questa cosa ha fatto intendere
che questa proposta, come dichiarata “di sinistra”, si voleva imporre a colpi
di maggioranza.
Pertanto, ci siamo posti anche un'altra domanda per
capire come dovevamo esprimerci in Aula per evitare che qualcuno pensasse che
fossimo contro le donne.
Noi non siamo contro le donne, ma abbiamo una visione
diversa di come si possono valorizzare.
Lo sappiamo, lo sappiamo.
(Voci fuori
microfono)
Chiedete a noi il rispetto delle donne, ma dovete
cominciare ad avere un po' di rispetto delle Istituzioni e mi sembra che nelle
ultime due sedute questa cosa si sia messa in discussione.
Sulla considerazione del collega Guccione, che ritengo
responsabile, vorrei solo capire se il capogruppo della maggioranza – ex
maggioranza o maggioranza insufficiente – sia il collega Giudiceandrea, il
collega Romeo o il collega Guccione; quando parliamo con autorevoli esponenti,
abbiamo difficoltà a capire con quanti consiglieri regionali della maggioranza
o della maggioranza non autosufficiente parliamo; abbiamo difficoltà a trovare
una sintonia perché abbiamo l'impressione che questa maggioranza sia ostaggio
dei ricatti di chi, a fine Legislatura, vuole questa legge a tutti i costi, nei
termini in cui l'ha voluta imporre, a tappe forzate e senza una discussione,
solo perché si deve incassare un risultato politico.
Riteniamo che il percorso sia stato sbagliato; si
poteva portare ad inizio Legislatura, quando il presidente Oliverio aveva una
sua maggioranza e non avrebbe avuto bisogno dell'ausilio della minoranza, ma
iscriverla all'ordine del giorno con l'idea di imporla a colpi di maggioranza,
purtroppo, non è stato sufficiente già la volta scorsa; ce l'abbiamo messa
tutta anche noi, per cercare di epurarla da tutti quegli aspetti di natura
politica, ma abbiamo dovuto registrare che, purtroppo, a sinistra, la voglia e
la forza di rivendicare e di strumentalizzare ogni cosa – anche una cosa che
interesserebbe le donne – molte volte, come è successo e sta succedendo
stamattina, è più forte dell'interesse vero di una categoria che vogliamo davvero
pensare di aiutare e di mettere nelle condizioni di poter fare politica, come
fa tantissima gente anche negli schieramenti e tra le file dei partiti in cui
militiamo. Abbiamo una difficoltà.
Diciamo che questa procedura è finita; poi, se ci sono
i margini per ragionare, dico sempre che dobbiamo essere pronti e disponibili
ad aprire un dialogo sereno, scevro di strumentalizzazioni e disponibili a
confrontarci su una legge che, eventualmente, può essere quella vera, efficace
e che può davvero fare gli interessi e aiutare le donne ad entrare in un
settore difficile in Calabria, come è quello della politica.
Presidenza del vicepresidente Giuseppe Gentile
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.
Credo
che, oggi, si stia scrivendo una pagina negativa per il Consiglio regionale.
Si
sta scrivendo una pagina negativa perché si rappresenta la Calabria per quello
che non è, ovvero una regione arretrata, non al passo con i cambiamenti che, a
livello nazionale ed europeo, sono già largamente in atto.
Non
vi nego che tutto ciò mi crea tristezza e questo lo dico al di là delle
appartenenze politiche.
Durante
i lavori dell’ultima seduta è stata accolta una proposta di rinvio della trattazione
del punto, venuta dai banchi dell'opposizione sulla base di una richiesta, ma
anche di un impegno, perché è stato detto: “Chiediamo il rinvio perché anche
noi siamo d'accordo con la preferenza di genere, però vogliamo inserire la
proposta Sculco, o tentare di farlo, nel quadro di una proposta di riforma più
complessiva della legge”. C'è stato un impegno a riportare il lavoro di gruppo,
che si è proposto di costituire, nella prima seduta utile di Consiglio.
Vorrei
ricordare che l’ultima seduta di Consiglio regionale si è tenuta il 12 di
marzo, ovvero oltre un mese fa, e quando è stata convocata la Conferenza dei
capigruppo, questo per amore della verità e per onestà, per decidere se
convocare la seduta per giorno 26 o 27 di marzo, è stato detto che avendo
assunto l'impegno di mettere come primo punto all'ordine del giorno della
seduta la proposta di legge di modifica della legge elettorale e non essendo
pronto il gruppo che si era costituito per avanzare una proposta complessiva,
servivano ulteriori 15 giorni e siamo arrivati ad oggi, al 15 di aprile.
Sto
facendo questa sottolineatura non già per fare una ricostruzione temporale, ma
per evidenziare chiaramente che c'è un problema politico. Non c'è la volontà di
affrontare questo tema, che è un tema fondamentale, importante relativamente ad
una proposta di riforma della legge elettorale.
Oggi
siamo qui per registrare il tentativo chiaro, anzi, evidente di affossare
questa proposta di riforma, né si può far riferimento a maggioranze o a
minoranze, perché si è costituito il gruppo di lavoro, anche, sulla base della
convergente valutazione che le regole del gioco vanno scritte al di là degli
schemi e delle appartenenze di maggioranze precostituite. Questo vuole una
impostazione di rispetto delle regole del gioco.
D'altronde
stiamo lavorando per l'applicazione di una legge nazionale, cioè questo
emendamento che noi testé non abbiamo approvato non fa altro che riprendere
quello che è il dettame di una legge nazionale, ovvero che non ci possono
essere nelle liste appartenenze ad un genere superiore al 60 per cento. Questo
lo stabilisce la legge nazionale.
In
questo momento ci si accinge a votare una proposta di legge che, naturalmente,
ha anche come riferimento una legge nazionale che, badate, non è stata approvata
a maggioranza, è stata approvata con un concorso convergente delle forze
politiche diversamente collocate nel Parlamento italiano, se non mi credete,
andate a vedere. Già lo sapevo, ma l’ho verificato ulteriormente dopo l'ultima
seduta del Consiglio regionale, è stata approvata con un voto larghissimo,
convergente, come era giusto che fosse, perché le regole del gioco vanno
scritte insieme e non con forzature di parte.
Mi
appello all'opposizione: credo che, oggi, si stia commettendo un errore grave. Guardate
non si sta facendo una operazione che si scarica sulla maggioranza, su Oliverio
ecc… Sbagliate se pensate questo. La mia posizione l'ho espressa nella prima
seduta di Consiglio regionale, qui in quest'Aula, il 19 di gennaio del 2015,
quando ho proposto la modifica dello Statuto.
La
modifica dello Statuto, tra quelli che erano presenti in Aula quel giorno, è
stata fatta con il voto largo del Consiglio regionale, non con una parte dei
consiglieri regionali. Perché già in quell'occasione dissi che lo Statuto e le
regole come quella della legge elettorale vanno fatte con convergenze larghe.
Ecco
perché, oggi, non capisco questa posizione. Non la capisco. Lo dico
sinceramente: non la capisco. Né il fatto che si approvi oggi una proposta di
legge, che è la legge Sculco, impedisce ulteriori approfondimenti - che non
sono stati fatti nel corso di questo mese che ci separa dell’'ultima seduta di
Consiglio regionale, quando è stato chiesto di rinviare la trattazione della
proposta di legge per fare una riforma più complessiva - perché questo nessuno
lo impedisce.
Nessuno
impedisce di discutere del voto disgiunto, di discutere, anche, di modifiche
statutarie che sono state qui paventate. Stiamo attenti, perché altrimenti se
ci si illude che facendo, oggi, scudo sul fatto che bisogna fare una riforma
generale si pensa di evitare la preferenza di genere, si commette un errore
grave.
Si
commette un errore grave, anche perché è chiaro che ci sono altri nodi che
bisogna affrontare.
Credo
che bisogna affrontare con una convergenza larga e io non sono contrario a
valutare il voto disgiunto, se il Consiglio regionale valuta di discutere sul
voto disgiunto. Non sono per scongiurare riforme statutarie se il Consiglio
regionale valuta, nella sua larghezza di valutazioni, di fare modifiche allo
Statuto.
Oggi,
però non ci si può trincerare dietro la riforma generale per non affrontare
questo nodo.
Io
capisco il consigliere Tallini, capisco che tenere un gruppo non è semplice. Lo
capisco non è che non lo capisco. Però ci sono momenti, ci sono passaggi nella
vita delle Istituzioni in cui non è possibile ripiegare per non affrontare le
difficoltà che ci sono in tutti i gruppi - ci sono nella minoranza, ci sono
nella maggioranza politica, le difficoltà ci sono dappertutto -, però questo
non significa che bisogna trincerarsi dietro lo schema “maggioranze e
minoranze” per evitare di affrontare i problemi e per nascondersi rispetto ai
problemi che bisogna affrontare.
Credo,
lo dico con grande sincerità, di potermi appellare all’intera Aula, ai singoli
consiglieri per assumere una valutazione ponderata, perché questa è una
proposta di legge che non fa altro che mettere la Calabria al passo con le
trasformazioni, intervenute a livello generale. Non fa altro che mettere la
Calabria nelle condizioni di altre realtà e del Paese più in generale, non è un
obbligo, è stato ricordato.
Non
è un vincolo per cui la doppia preferenza di genere impone di avere la presenza
di un genere o dell'altro al 60/40. Guardate, anche, la Regione Basilicata ha
approvato una legge con la doppia preferenza di genere e me ne rammarico che ci
sia una sola donna. Questo lo dico a sottolineare il fatto che non è che sono
contento che in Basilicata ci sia una sola donna, ma lo dico a sottolineare il
fatto che proprio perché la doppia preferenza di genere è una facoltà, non è un
obbligo, non è un vincolo.
L’elettore
è libero di scegliere. L’elettore ha la libertà di dare una preferenza o di
darne due, nel caso in cui ne dia due è vincolato alla doppia preferenza di
genere, altrimenti può votare una sola donna o un solo uomo. Ripeto è una
facoltà, è un atto di libertà e non di imposizione.
Ecco
perché non comprendo questa scelta che si presenta come una scelta di ottusità,
di chiusura e di regresso di una terra che non ha bisogno di rappresentarsi
come una terra regredita. Avete visto già nelle settimane passate gli organi di
informazione nazionale, autorevoli penne nazionali, magari facendo la polemica
in direzioni sbagliate - perché poi la si fa anche in direzioni sbagliate - ma
abbiamo visto la rappresentazione che è stata data della Calabria. La Calabria
non merita questa rappresentazione e questo Consiglio regionale non ha il
diritto di rappresentare in modo regressivo una terra che non lo merita.
Credetemi.
Mi
appello a tutta l’Aula: non si commette l'errore di affossare un provvedimento
innovativo, necessario sul piano culturale, al passo con i tempi che viviamo.
Ecco perché sono intervenuto, perché al di là di tutto, poi, ognuno assuma la
responsabilità del voto che esprime. Perché in questo caso davvero ognuno
singolarmente è chiamato ad assumere la responsabilità del voto che esprime, e
ritengo che, saggezza vorrebbe, questo voto fosse in linea con i tempi che
viviamo. Grazie.
PRESIDENTE
Hanno chiesto di parlare i consiglieri Nucera e Bova.
Consigliere Nucera, ne ha facoltà.
Brevemente, dopo
l'intervento del Presidente, vorrei solamente chiarire un punto, altrimenti non
si capisce bene.
Oggi c'è stato un voto di astensione, Presidente,
di tutta la minoranza, però volevo ricordare - a me stesso ed a noi tutti - che
in Commissione questo punto all'ordine del giorno è passato con il voto
favorevole di tutti, maggioranza e minoranza.
Ora, se si è già votato in Commissione e
la minoranza ha espresso un voto favorevole, non capisco il motivo, a distanza
di un paio di mesi, di questa attenzione. La discussione è già stata fatta in
maniera chiara e dettagliata. Si poteva integrare la legge della consigliera
Sculco e non è stato fatto. Si è pensato che fosse una buona legge e si è
votato.
Aggiungo questo intervento per fare
chiarezza. Grazie.
PRESIDENTE
Ha facoltà di intervenire il consigliere
Bova.
Stanotte ho viaggiato per partecipare a
questa seduta che ritenevo - credo di avere ragione - la più importante di
questa Legislatura.
Finalmente abbiamo gettato la maschera,
Presidente. Lei si è meravigliato per quello che sta succedendo oggi. Ho
apprezzato molto il suo discorso di oggi, forse l’avrei voluto sentire un po'
prima, ma è difficile meravigliarsi, anzi io mi stupisco che qualcuno si possa
meravigliare.
Era già stato annunciato in altre sedute
in cui ci sono stati atteggiamenti veramente deprecabili. Oggi ci copriamo di
vergogna, non c’è altra parola. Dovremmo andare tutti a casa. Che cosa dovremmo
cercare di ricucire? Con chi?
Posso capire le strategie, le architetture
politiche, le tattiche all'interno di una maggioranza o minoranza, ma non sui
principi di civiltà! Su tutto! Ma su un principio di civiltà, forse siamo
l'unica regione!
Stiamo veramente non toccando il fondo ma
raschiando proprio il barile.
Il consigliere Guccione, giustamente,
dice: “le regole si votano a maggioranza” e lo diciamo sempre tutti in
politica, ma quando in politica ci sono persone perbene. Perbenismo intendo
politico, non vorrei essere frainteso, ma non pensate che si possa usare un
linguaggio tranquillo. In un Consiglio comunale sarebbe successa - vero ex
sindaci o amministratori comunali? - l'ira di Dio.
Chi sta seguendo la diretta streaming, ci
sta prendendo in giro.
Fior fiore di professori universitari
della Giunta regionale, credo che dentro di loro stiano dicendo: “Ma che stiamo
facendo qui?” A prescindere dal giudizio su una Giunta tecnica, se sia giusto o
sbagliato, sono persone di livello culturale elevatissimo, nel bene e nel male,
che hanno prestato la loro opera per tirare avanti la baracca, questa carretta.
Ecco dove siamo andati a sbattere e talvolta la pezza è peggiore del buco.
Perché, Presidente, posso pure capire
quello che succede, non lo giustifico, ma, Presidente, lei deve volgere lo
sguardo anche da questa parte.
Perché ci sono persone della maggioranza
che oggi non hanno votato gli emendamenti, il primo e il secondo. Qualcuno non
è presente, non ci si può assentare in una seduta del genere dove c'è in gioco
la nostra vita politica, l'immagine del Consiglio regionale.
Per favore! È incredibile stare in
quest'Aula! Qualcuno tenga l'ordine in quest’Aula! Si sente un brusio, parlare
a destra a sinistra, come se stessimo parlando di alzare un ticket da 10 euro a
10,50! Per favore, seguite tutti questa seduta!
Consigliere Tallini, magari fossi arrivato
prima per sentire cantare “Bella ciao” come lei! Mai come in questo momento
canzoni come “Bella ciao” dovrebbero essere cantate, quando si celebrano le
donne e l’apporto che danno alle istituzioni.
Caro consigliere Greco, sa quanto la
stimi, ma non mi sarei mai aspettato un atteggiamento del genere! Mai! Le ho
sempre detto che vola alto e glielo dico in Aula - poi parlerò di altri -, ma
non mi sarei aspettato uno stratagemma per non votare.
Presidente, voglio dire queste cose,
perché non vorrei che mi associassero ad altri. Da questo momento, c'è maturità
per portare a termine la Legislatura, ma ognuno corre per la propria strada.
Io milito nella sinistra italiana, sono di
Articolo 1, e non mi voglio vergognare. Faccio la mia politica, ognuno faccia
la propria, ma qui ci sono ex Presidenti del Consiglio, ex assessori di
grandissimo rilievo, che, oggi, le hanno giocato un tiretto! E le devo dire che
la responsabilità se la deve assumere lei, Presidente, perché io, quando ho
combattuto sul territorio per certe politiche, sono stato preso a calci in culo
e chiedo scusa per l'espressione.
Ho voluto dire queste cose ed ognuno
capisca quello che c'è da capire.
Presidenza del presidente Nicola Irto
PRESIDENTE
Votiamo l’articolo 2. Prego, consigliere
Segretario questore.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e
votanti 29: hanno votato sì 15 consiglieri, ha votato no 1 consigliere, si sono
astenuti 13 consiglieri.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri,
D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo,
Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i
consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò,
Orsomarso, Parente, Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini.)
(Il Consiglio respinge)
Passiamo alla votazione dell'articolo 3.
Prego, consigliere Segretario questore.
Fa la chiama
Comunico l’esito della votazione: presenti e
votanti 29: hanno votato sì 15 consiglieri, ha votato no 1 consigliere, si sono
astenuti 13 consiglieri.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri,
D’Agostino, Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo,
Sculco, Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i
consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò,
Orsomarso, Parente, Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini.)
(Il Consiglio respinge)
Passiamo alla votazione dell'articolo 4.
Prego, consigliere Segretario questore.
Fa la chiama
Comunico l’esito della votazione: presenti e
votanti 29: hanno votato sì 15 consiglieri, ha votato no 1 consigliere, si sono
astenuti 13 consiglieri.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino,
Giudiceandrea, Guccione, Irto, Mirabello, Nucera, Oliverio, Romeo, Sculco,
Sergio; ha risposto no il consigliere: Greco; si sono astenuti i consiglieri:
Arruzzolo, Esposito, Gallo, Gentile, Morrone Neri, Nicolò, Orsomarso, Parente,
Pasqua, Pedà, Scalzo, Tallini.)
(Il Consiglio respinge)
(La proposta di legge è respinta)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, ho ascoltato con
attenzione l'intervento del Presidente della Giunta regionale.
Devo dire che, se non avessi
seguito attentamente le vicende delle ultime settimane e dell'ultimo mese e
mezzo, beh, quasi quasi, con la sua vemenza da tribuno, mi avrebbe convinto.
Mi avrebbe convinto che qui
c'è un Consiglio regionale che si divide tra i buoni, quelli che sono
favorevoli alle donne e alla preferenza di genere, e i cattivi che, invece,
sono dall'altra parte.
Purtroppo, ho seguito
attentamente le vicende di questi mesi e devo dire che l'intervento del
Presidente lo avrei paragonato non a quello di un Presidente di Giunta
regionale, ma a quello di un passante – tra l'altro anche alzando i toni in
maniera ingiustificata, ma lo sappiamo fare anche noi –come se fosse un
osservatore esterno che non conosce né dinamiche né vicende.
Credo che l'appello che il
Presidente della Giunta regionale, in maniera accorata, oggi ha rivolto ai
consiglieri, soprattutto ai consiglieri di minoranza, arrivi a tempo
estremamente scaduto.
Cosa certifichiamo oggi?
Una maggioranza che, non
avendo i numeri, ancora una volta fa prove di forza e prove muscolari secondo
quella che è la cultura del suo Presidente, che è la cultura della sfida al
Consiglio regionale che, anche in questo caso, è troppo tardiva; poi si fa
appello ai singoli consiglieri regionali.
Chiedo scusa, si tratta di una
proposta di legge che proviene da un consigliere di maggioranza, con degli
emendamenti di consiglieri di maggioranza, approvato nel 2015, a luglio o a
giugno, in Commissione, quando non ero nemmeno consigliere regionale, perché
sono entrato nel novembre 2017.
Di solito, quando i
provvedimenti vengono licenziati, soprattutto se vengono licenziati
all'unanimità e c’è reale condivisione e non ipocrisia per essere poi
strumentali, il provvedimento si approva velocemente.
Cosa che avrebbero dovuto fare
i colleghi di maggioranza alla prima seduta di Consiglio regionale utile,
unitamente al responsabile politico della maggioranza che, se non lo sapete, è
il Presidente della Giunta regionale, il quale dovrebbe dettare i tempi di ciò che
accade in Consiglio regionale, tenendo la sua maggioranza compatta e non come
dice oggi al consigliere Tallini: “È difficile tenere un gruppo”.
Beh, credo che non abbia nulla
da insegnare, atteso che, in questi anni, abbiamo assistito, per esclusiva sua
responsabilità, allo sfacelo della maggioranza.
Voglio ribadire, ancora una
volta, che i consiglieri regionali sono stati alienati dal progetto politico,
sono stati allontanati dalla Giunta regionale con ogni pretesto, dimostrando
anche doppia morale e non possono essere richiamati i consiglieri di
maggioranza che oggi certificano la mancanza dei numeri perché, ancora oggi – e
lo voglio dire a beneficio di tutti – da questa parte politica si è tentato di
arrivare a un dialogo e ad una condivisione attraverso il rinvio in Commissione
di questa proposta di legge, per esaminarla unitamente alle altre proposte di
legge regionale di riforma della legge elettorale.
Non siamo misogini, non siamo
contro le donne e non siamo contro la preferenza di genere.
Peraltro, si tratta di una
tempesta in un bicchiere d'acqua.
Le elezioni regionali della
Basilicata, che si sono svolte meno di un mese fa, hanno certificato, pure in
presenza della preferenza di genere, che in Consiglio regionale entra una sola
donna.
Ho le mie perplessità, però
non vorrei essere interrotto, perché parlo a braccio e non voglio essere
disturbato!
Mi rivolgo a chi mi devo
rivolgere!
Ho manifestato apertamente, in
più circostanze, perché non ci nascondiamo sotto il banco; a mio avviso, a
livello ultra comunale la preferenza di genere altera soltanto gli equilibri
fra i candidati e, quindi, non è finalizzata a questo.
Credo che il vero problema sia
stato quello di caricare questa vicenda di significato politico, e lo avete
fatto anche stasera negli interventi nei quali, cercando di rimanere e
arrampicarvi sugli specchi, avete ributtato responsabilità esclusivamente
vostre e della maggioranza a carico dell’opposizione e della minoranza.
Avete dimostrato di non avere
i numeri; nonostante questo e nonostante sapevate benissimo di non avere i
numeri, siete entrati in Consiglio regionale sicuri di bocciarla, per fare poi
il pianto del coccodrillo nel momento in cui si faceva appello alla minoranza.
Io, invece, ricordo bene –
collega Romeo – che nell’ultima seduta, al contrario di chi sostiene che c'è
stata una richiesta di rinvio da parte della minoranza, la maggioranza ancora
una volta non aveva i numeri per approvare questa legge, perché non aveva i 16
voti; ricordo a tutti come in questa circostanza e sulla discussione generale
di questo progetto di legge, all'interno della maggioranza nella scorsa seduta
di Consiglio regionale, si sia deciso di politicizzare la questione.
Ricordo che si è parlato di
proposta che veniva dal Partito Democratico; si è parlato di proposta che
rispondeva alle sensibilità della sinistra; si è parlato di proposta che era
ascrivibile alla maggioranza, forse in un momento in cui, non conoscendo le
regole, si pensava di poter passare all'approvazione anche con 13 voti su 31.
Credo che dobbiamo smetterla,
in questo Consiglio regionale, di assistere al solito festival dell'ipocrisia.
Credo che, attraverso questa
astensione, non si possa fare riferimento alla minoranza che, in più di una
circostanza, vi ha dato la possibilità di proseguire nel percorso e, anche
oggi, in Conferenza dei capigruppo – eravamo 20 o 21 su 30 consiglieri
regionali – di rinviare questa proposta di legge in Commissione per avere una
nuova legge elettorale.
C'è stata una riforma, per chi
non lo conoscesse, dell'articolo 416 ter del Codice penale.
Sapete cos'è? Il voto di
scambio politico mafioso.
Sapete che riforma è stata
fatta da un Parlamento che, probabilmente, non ha consapevolezza di ciò che
vota, o lo fa soltanto per non consentire di fare campagna elettorale a chi la
campagna elettorale la fa sui territori perché è abituato ad ottenere i voti
senza fare campagna elettorale?
Si è stabilito che, anche
nelle inconsapevolezze del candidato, qualora un intermediario prometta voti,
soldi o favori in cambio di voti, c’è il rischio per il candidato – ancorché
eletto, perché c'è un aumento della responsabilità penale – di avere una
condanna fino – presidente Irto – a 22 anni di carcere.
Credo che, in una regione
difficile come la nostra, nella quale – non dobbiamo nasconderci – le
infiltrazioni sono dietro l'angolo, questo debba fare riflettere anche chi,
come noi, è cacciatore di preferenze, è abituato ad andare alla ricerca del
consenso e lo fa con passione e volontà sui territori; il rischio di un
infortunio, stante anche i difficili rapporti che esistono fra Istituzioni
dello Stato e tra poteri dello Stato, potrebbe essere per tutti dietro
l'angolo.
Perché abbiamo chiesto,
eventualmente, di portare all'esame della Commissione la discussione sulla
nuova proposta di legge elettorale?
Perché, ad esempio, anche in
Regione, così come avviene in Parlamento – magari a malincuore – ma per far sì
che non ci siano intromissioni, infiltrazioni, rischi e combattimenti all’arma
bianca tra poteri dello Stato, l'idea di pensare a liste bloccate con
l'alternanza fissa uomo-donna, potrebbe essere una soluzione.
PRESIDENTE
Concluda, consigliere Gallo.
GALLO Gianluca (Casa delle
Libertà)
Presidente, sto svolgendo il
mio mandato; non penso di dover rispondere ad ironie o provocazioni di nessuno.
PRESIDENTE
Concluda, consigliere Gallo.
GALLO Gianluca (Casa delle
Libertà)
Se dobbiamo votare per
accontentare la gente, lo facciamo; se, invece, dobbiamo ragionare in termini
politici e in termini istituzionali, lo facciamo pure.
Concluda, consigliere Gallo.
Presidente, penso che l'idea
di una proposta di questo genere, che abbiamo anche lanciato – l'ho fatto io
personalmente in più circostanze, anche nella odierna Conferenza dei capigruppo
– sia stata avviata per ragionare e discutere in Commissione di una riforma
della legge elettorale.
Oggi il Presidente faceva
riferimento “alla possibilità del voto disgiunto o altre cose di cui al
Consiglio regionale”, ma perché non c'è stato detto in precedenza? Perché non
ne abbiamo parlato in precedenza? Perché si è voluti arrivare a tutti i costi
alla bocciatura della legge?
Beh, a questo punto, credo che
la vicenda sia chiara.
Consigliere Gallo, concluda,
ha finito il suo tempo.
Chiudo, Presidente! Credo che
la maschera sia disvelata, fra chi veramente voleva questa legge – e credo che
siano stati ben pochi – e chi, invece, questa legge l’ha strumentalizzata; lo
voglio ribadire ancora una volta – magari, in questa circostanza – per
riprendere qualche centimetro di quota in una opinione pubblica che ormai non
ha grande considerazione di chi rappresenta questa Istituzione.
Chiudo, Presidente, dicendo
che il nostro voto di astensione è stato anche un'apertura rispetto ad una
maggioranza che, ancora una volta, ha voluto mostrare i muscoli, ma ha
dimostrato – ahimè – di crollare all'ultimo metro.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, colleghi
consiglieri. Beh, parlerò poco, atteso che diversi sono i miei interventi su
questa materia.
La mia posizione è chiara a
tutti. È una posizione che, già nella scorsa seduta di Consiglio regionale,
avevo avuto modo di esplicitare; è una posizione certamente non di maggioranza
o di minoranza; è una posizione personale; è una posizione che in solitudine
rivendico, perché ritengo che siano altri gli strumenti per la partecipazione
alla quale io stesso affido e ho affidato tutte le mie energie, anche in
ragione di partecipazione politica e, quindi, voglio semplicemente ribadire –
collega Bova e consiglieri tutti – che, per esempio, i provvedimenti importanti
per me sono quelli di garantire alle donne il 50 per cento della presenza in
lista; che, per esempio, è la presenza delle donne nelle Giunte o nelle
Istituzioni comunali, nelle partecipate, e non solo.
Per me significa questo.
Poi c'è la campagna elettorale
che è fatta di partecipazione, di presenza, o di altro.
Voglio essere abbastanza
saggio e chiedo a tutti quanti di essere saggi su questa vicenda; il presidente
Oliverio ha ribadito più volte che questo attiene a sensibilità personali, ad
esperienze personali che ognuno di noi ha fatto, e vanno rispettate.
La mia esperienza personale mi
dice che, probabilmente, la classe politica femminile – e non solo – deve
formarsi all'interno dei partiti o delle Istituzioni e deve poter crescere
senza avere l'ossessione – e lo dico a chiunque – di arrivare.
È una differenza sostanziale.
Non voglio citare esempi –
potrei essere enfatico e non lo voglio essere – di chi e quanti sono cresciuti
ed hanno governato.
Sarebbe inopportuno parlare
della Merkel, della Thatcher o altro. Non si tratta di discriminare un sesso,
ci mancherebbe altro.
Io, invece, oggi prediligo
l'impegno di ciascuno, a partire dalle donne, per la crescita politica che
avviene con la partecipazione e con la presenza; avviene nelle Istituzioni,
certo; avviene cominciando a governare i processi politici; avviene in questo.
Si tratta di avere sensibilità
diverse.
Lo dico al consigliere
Guccione e a tutti quelli che sono intervenuti: le scelte politiche – caro
collega Guccione – ognuno di noi le fa a viso aperto; se dovessero esserci
strade diverse, a viso aperto, ognuno di noi prenderà strade diverse, ma non si
può strumentalizzare questa posizione.
Anche la consigliera Sculco
sapeva, sin dal 2015, che ero contrario a questa norma.
L'ho ribadito in tutte le
salse, anche in televisione; posso essere criticato – vabbè, figuratevi,
diverse sono state le critiche che ho avuto sui social e gli attacchi personali – ma vado avanti con spalle larghe
e schiena dritta, probabilmente non condividendo questa scelta, ma
privilegiando la politica e la partecipazione politica, che è diversa dalla
partecipazione istituzionale; quindi, per quanto mi riguarda, il mio voto è
stato un voto consapevole, non legato alle vicende e alle questioni di
maggioranza.
L’ho fatto in solitudine, come
sempre, mettendoci la faccia; quindi, voglio ribadire il mio voto contrario, ma
che certamente non è un voto legato alla maggioranza.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Sì, Presidente, la
ringrazio. Lo dico al presidente Oliverio, ma anche al collega Bova, che,
ovviamente, questa Regione ci fa vergognare tante volte anche del nostro ruolo,
di tante cose che non funzionano. È sempre al centro della cronaca per fatti
negativi.
Noi – ed anche il
collega Nicolò – lo avevamo detto due anni fa di essere a favore di questa
norma che può aumentare la partecipazione. C’è stato, però, un atteggiamento
sbagliato tant’è che – non a caso – abbiamo convinto finanche chi era
contrario, come il consigliere Greco, a tenere una posizione di astensione.
Trovo, anzi, modo
di chiedere scusa a chi si è sentito offeso nella precedente seduta, perché
ancora oggi un po’ di brusìo – ho utilizzato un altro termine – lo abbiamo
ascoltato.
Penso che non
rappresentiate necessariamente tutte le donne italiane né tutte le donne
calabresi. Tra l’altro, evidenzio anche il clima che accoglie una proposta che
riguarda le donne erga omnes con
“Bella ciao”. Grande rispetto anche per gli ideali di chi canta “Bella ciao”,
ma tutte le donne con cui parlo di politica e con cui faccio politica non
necessariamente …
Sto tornando da
Torino dove 2.000 dirigenti italiani hanno incoronato Giorgia Meloni leader di un partito e, prima di tale
incontro, il comunicato del capogruppo del mio partito – c’è tutta una
discussione nell’ambito anche del centro-destra – ha incoronato Wanda Ferro,
una donna di Calabria, candidata del centro-destra alla Presidenza della
Regione Calabria.
Quindi, nessuno sul
modello di civiltà, di calabresi che guardano avanti, che hanno visto il mondo
… perché ho visto atteggiamenti di vecchie culture politiche che sono medievali
e da terzo mondo che ancora legano la Calabria.
E, allora, il
brusìo … Va bene il termine brusìo? Lo dico alla mia amica consigliera – di cui
ho stima, sebbene sia del Partito democratico – che qui si è celebrata un’altra
questione.
Lo dico con grande
rispetto, presidente Oliverio: la contesto e provo a dirglielo e a fare delle
considerazioni con garbo, riservando a lei tutto il rispetto, anche non essendo
d’accordo sui fatti politici. Abbiamo visto nei mesi scorsi, anche su una
questione del genere, un Presidente presentare e riunirsi con una parte di
donne calabresi che – al di là dei colori politici – non necessariamente
rappresentano tutte le donne; e sono state dette loro cose che hanno rappresentato
un atteggiamento sbagliato che ha portato oggi anche all’ingresso…
Ribadisco, non
penso che muoia il mondo e – se serve – mi farò latore, insieme al consigliere
Nicolò, di riproporre questa legge. Tra l’altro, avevamo presentato un emendamento,
finalizzato a ridurre le percentuali, sapendo quanta difficoltà abbiamo vissuto
anche nel predisporre le liste per le elezioni provinciali perché non si può
nemmeno violentare la coscienza di una donna e candidarla a forza perché non si
raggiunge il numero.
Faccio un
ragionamento politico complessivo e ribadisco che, su una vicenda che è nata
male, su cui c’è stato un atteggiamento sbagliato, diventa un fatto politico
rilevante convincere tutta la minoranza – anche chi era contrario – ad
astenersi per dare la possibilità a chi ne ha fatto una legge manifesto di
esprimersi non trovando la maggioranza.
Allora, poiché ho
dovuto sentire, ascoltare, non mi faccio dare lezioni da donne che non
rappresentano tutte le donne italiane o calabresi.
Chi ha una leader donna incoronata da calabresi che
hanno preso mezzi di trasporto, aerei per andare a Torino a stabilire che
Giorgia Meloni deve continuare a fare la leader
e, se possibile, candidarla alla Presidenza del Consiglio, come abbiamo
candidato Wanda Ferro, allora dimostra che non c’è distanza culturale; è
sull’ossimoro, insomma, che la Calabria è indietro.
La Calabria è
indietro a livello medievale per altri vizi, di centro, di destra e di sinistra
che non hanno colori politici, che ci fanno vergognare, che producono inchieste
e producono quella distanza.
Tra l’altro, lo
dice chi ha fatto una scelta e lo ribadisco anche in questa seduta di Consiglio
regionale anche se tanti amici mi dicono “ma tu non annunciare …”; ho fatto una
scelta nell’ambito del mio partito - quindi non c’è neanche un interesse
personale di provare a fare liste facendo partecipare gente nuova - di non
candidarmi perché il mio partito, se ci sarà lo spazio, mi riconoscerà altri
tipi di ruolo; se non ci sarà nessuno, non c’è nessun problema.
Quindi, attenzione
a vergare di modernità una norma che non passa per altri centomila motivi e che
questa maggioranza – hanno fatto bene i consiglieri Bova e Guccione, in parte,
a sottolinearlo – ha caratterizzato rispetto a questo provvedimento; quindi “fly down” sulla civiltà legata alle
norme.
Le regole vanno
scritte insieme. Non so – perché, ribadisco, i tempi di questa seduta di
Consiglio sono stati dettati da chi aveva i numeri per approvare o meno le
norme – se ci sarà lo spazio per approvare la norma elettorale. Bene ha detto
il consigliere Gianluca Gallo: la rivoluzione più grande – lo dico con grande
umiltà perché anche quando si prova a non sbagliare si rischia di sbagliare –
potrebbe essere, ad esempio, quella più coraggiosa di togliere le preferenze
nelle elezioni in Calabria, di fare una legge elettorale che preveda
l’alternanza alla pari uomo-donna e le donne si scelgono per il merito che
hanno.
Noi – ribadisco –
abbiamo scelto Wanda Ferro come candidata alla Presidenza, abbiamo scelto la
Meloni come leader e come candidata
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, quindi non accettiamo lezioni da
una parte politica su come si valorizzano le donne. Sono quelle donne che hanno
fatto militanza, che hanno tolto tante giornate anche alla propria vita privata
per fare politica e queste sono le regole; quindi, ribadisco ancora che abbiamo
messo la maggioranza – che ne ha fatto una questione ideologica tanto che si
canta “Bella ciao” – nelle condizioni di dire “votate liberamente”.
Anche il consigliere
Gianluca Gallo che, per sue ragioni, manifestava una contrarietà si è
dichiarato favorevole all’astensione quindi non trasformiamo un momento di
civiltà nello scontro che non c’è stato; sarebbe stato peggiore oggi votare il
rinvio e quel rinvio possiamo sempre farlo in Commissione per dare a questa
terra una legge; ad esempio c’è la proposta a firma mia e del consigliere
Nicolò che unisce alla nomina, già prevista, delle quote rosa in Giunta, anche
la nomina del 50 percento di donne nei Consigli di Amministrazione degli enti
sub regionali.
Ci può essere una
legge anche elettorale che riprende quella nazionale e vede le donne
protagoniste, ma su una scelta di merito perché quando i partiti, poi, faranno
le liste, prevedendo l’alternanza uomo-donna, dovranno scegliere donne che
fanno politica perché se scelgono donne che non fanno politica non è che uno se
le porta al traino. Devono rappresentare un valore aggiunto della lista, di chi
ci mette l’impegno, la propria capacità, il proprio consenso, di chi gira il
territorio e per questo territorio si batte.
Quindi, presidente
Oliverio, rispetto al suo tono, nulla di grave, nel senso noi siamo sempre in
tempo, in momenti diversi, con atteggiamento diverso – che non abbia le
criticità della vostra maggioranza che state pagando negli ultimi anni, perché
sono evidenti e lampanti anche su questioni importanti che non la preferenza di
genere – ad andare in Commissione per fare un lavoro serio, ad essere anche più
coraggiosi rispetto alla norma nazionale. Ma non venite a dirci, consigliere
Bova, che noi le donne…
Noi abbiamo scelto
come leader una donna capace, che fa
politica da circa 20 anni, che ha fatto parte di Consigli comunali,
provinciali, circoscrizionali, si è fatta votare come leader anche nei Congressi di partito. Da parte nostra questa
provocazione è rispedita al mittente e siamo pronti – finita questa partita,
nata male e gestita male – ad andare in Commissione a lavorare per una buona
legge, che faccia anche scelte più coraggiose, senza questa tensione. Ha
ragione il consigliere Gianluca Gallo che richiamava le grandi difficoltà di
questa terra, per cui aboliamo le preferenze in Calabria, facciamo l’alternanza
uomo-donna. Ci state? Noi saremo pronti, è una delle proposte.
Questo penso che
sia un solco, senza drammatizzare, senza dare pagelle e chiedo nuovamente scusa
se ho utilizzato il termine brusio – essendo stato a favore di questa proposta
di legge – ma la volta scorsa in Consiglio ma c’era un brusìo anomalo, strano;
il termine magari non è stato bello, elegante, ma lo utilizzo indistintamente
per gli uomini come per le donne.
Il problema è come
ci si arriva, come le si costruisce e – ribadisco – non tutti rappresentano le
donne.
Giorgia Meloni non
si fa rappresentare sicuramente da questo tipo di atteggiamento, ma fa politica
da un po’ di anni ed è al massimo del livello istituzionale per una donna in
politica oggi in Italia, grazie anche al contributo di gente come il
consigliere Nicolò, come il consigliere Orsomarso: tanti maschietti, uomini che
riconoscono la leadership e per la
costruzione maggiore di quella leadership
lavorano quotidianamente.
Presidenza vicepresidente Giuseppe Gentile
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Assistiamo ad una situazione anomala che Gabriel Garcìa Marquez avrebbe
definito “cronaca di una morte annunciata”.
Sapevamo che,
probabilmente, questo provvedimento non avrebbe avuto vita facile una volta sottoposto
all’esame ed alla votazione del Consiglio, però è servita questa giornata per
ottenere – lo dico con la massima sintesi – due risultati: innanzitutto, la
svelatura di alcuni giochetti e di alcune dichiarazioni a favore della norma
che, invece, si sono rivelate, poi, essere contro l’approvazione della legge stessa.
Dunque, – fatemelo dire – una lettura di una norma di civiltà, – l’ha
illustrata bene il presidente Oliverio – la possibilità di scelta fra un voto
singolo ad un uomo o ad una donna o la possibilità di esprimere liberamente due
preferenze per un uomo e per una donna.
Nient’altro –
dimostrato, peraltro, da quanto successo recentemente in Basilicata – che nuoce
alle nostre ed alle vostre poltrone, né niente che non possa mettere i cittadini
calabresi nelle condizioni di una migliore scelta per un Consiglio regionale –
come si auspica – rinnovato alle prossime elezioni.
Dico che c’è stata,
quindi, questa svelatura del mostro o dei mostri – se vogliamo chiamarli così –
dei buoni e dei cattivi – come bene ha detto il consigliere Gianluca Gallo –
indipendentemente dallo schieramento di destra o di sinistra, di coloro i quali
hanno fatto finta di appoggiare questa legge invece oggi hanno lavorato per
affossarla, magari non rimanendo presenti ai lavori del Consiglio.
L’altra cosa
importante – che è successa oggi e va sottolineata – è che finalmente il
collega Orsomarso ha fatto somigliare il suo intervento più ad un brusìo
gradevole che ad uno starnazzo.
Salutiamo questa
innovazione per il collega, considerato che ne apprezziamo le doti di carattere
politico, un po’ meno gli interventi quando gli aggettivi possono ferire la
sensibilità delle persone che ci ascoltano. Grazie.
Il consigliere Nicolò rinuncia
al suo intervento. Lo ringrazio. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Romeo. Ne ha facoltà
Grazie, Presidente.
Oggi, questa sera, il Consiglio regionale scrive una pagina buia.
(Interruzione)
Questo lo
giudicheranno gli elettori, ognuno avrà le sue opinioni, ma stasera è stata
scritta una pagina buia. C’è un aspetto che più di altri ci colpisce che è
quello del tentativo di mistificare la realtà che, tuttavia, è molto evidente
ed è sotto gli occhi di tutti.
Alcuni colleghi
hanno detto, addirittura, “perché questa fretta? Perché queste forzature?
Perché questa assenza di dialogo?”
È stato detto,
presidente Gentile, in quest’Aula, ma – scusate – il testo di legge della
consigliera Sculco è stato approvato in Commissione il 16 luglio del 2015, quasi
4 anni fa.
Fretta? Non mi
pare. Volontà di non discutere? Non mi pare.
Nell’ultima
riunione di Consiglio abbiamo deciso insieme di rinviare alla seduta odierna
l’approvazione del testo proprio per consentirne un’approvazione condivisa,
larga, anche con delle modifiche – perché no? – infatti, oggi erano all’esame
dell’Aula alcuni emendamenti.
Peraltro, il
centrodestra ha cambiato opinione in corso di legislatura perché in quella
seduta in Commissione un esponente del centro-destra votò a favore della legge.
Dovreste,
piuttosto, spiegarci il perché – e lo dovete spiegare alla Calabria – avete
detto: “non avete i numeri, non avete la maggioranza”. È sufficientemente
chiaro che non si tratta di questioni di governo, che l’approvazione delle
riforme e delle leggi elettorali non è oggetto di uno scontro fra maggioranza e
minoranza e lo avete anche certificato chiedendo al presidente Irto di
costituire un gruppo di lavoro appunto per fare insieme le riforme.
La verità è che non
volete la preferenza di genere e avete paura di affrontare l’opinione pubblica
ed alcuni esponenti – anche istituzionali – dei vostri partiti. Oggi, in
Conferenza dei capigruppo, il presidente Irto ci ha informato che gli è
pervenuta una lettera da parte del Consiglio comunale di Catanzaro che
sollecitava l’approvazione della preferenza di genere.
Il Consiglio
comunale di Catanzaro, la città di Catanzaro, sono governate da Forza Italia.
Poiché siete di
fronte ad un “no” incomprensibile ed ingiustificabile, la buttate in caciara,
ma non vi sarà consentito perché noi abbiamo dato disponibilità alle modifiche
– lo ha detto il presidente Oliverio – più volte pubblicamente qui stasera.
Consigliere
supplente? Se l’Aula ritiene, modifichiamo lo Statuto. Sbarramento? Va bene,
discutiamone. Voto disgiunto? Ok, va bene. Ci sono altre cose? Ragioniamo.
La verità è che non
volete la preferenza di genere. Non la volete. E, però, dovete dirlo anche
perché l’hanno capito tutti. Non aggravate la vostra maschera di ipocrisia –
questa sì è una maschera – perché non vi servirà.
Oggi, avete
scientemente deciso di affossare la preferenza di genere perché siete contrari.
Ditelo! Altrimenti, votate! Se avessimo rifiutato il dialogo, il confronto,
proposto un ulteriore rinvio, allora sì, ma abbiamo detto che la legge la
dobbiamo fare insieme perché non abbiamo i numeri. L’abbiamo detto! Nessuno si
nasconde.
Le riforme si fanno
insieme. Non è una questione di maggioranza e di minoranza.
Abbiamo istituito,
su vostra richiesta, un gruppo per fare insieme le riforme e oggi tirate fuori
argomenti che nella realtà non reggono, tanto che in Commissione – il massimo
dell’ipocrisia –presentate, addirittura, un disegno di legge per prevedere la
presenza delle donne nelle aziende o negli enti sub regionali e così via. Ma
smettetela, per cortesia! Il gioco è scoperto, finito.
L’astensione è la
fiera delle ipocrisie che è andata in onda questa sera di fronte alla Calabria.
L’argomento che avete, tra gli altri, avanzato e cioè quello di dire “il nostro
schieramento non è concorde e, per tenerlo unito, non facciamo passare la
legge” rivela la vera natura del vostro voto. Avete anteposto gli interessi di
uno schieramento al merito di una legge che, invece, farebbe fare un grande
passo davanti alla nostra Regione verso la democrazia paritaria
Questo è anteporre
gli interessi politici agli interessi dei cittadini e delle cittadine
calabresi!
Questo è. Lo avete
detto e lo avete, purtroppo, fatto.
Pensavate che
temessimo il voto disgiunto. Ma, sinceramente, dopo l’ultimo rilevamento del
Sole24ore, svolto con il Presidente ingiustamente e immotivatamente dimorato a
San Giovanni, avete, giustamente, cominciato ad avere dei dubbi. Noi no, se ne
discute.
Pensavate di avere
chiuso la partita, ma le partite si chiudono quando l’arbitro fischia. Ancora
non è iniziata, quindi, figuratevi!
Oggi, avete deciso
di scrivere una pagina buia e questo mio dire è tanto fuori dalle ritualità che
– care colleghe e cari colleghi del centrosinistra e della maggioranza –
ritengo che non ci siano più le condizioni per proseguire i lavori di questa
seduta di Consiglio regionale stasera, perché la bocciatura della preferenza di
genere non è la bocciatura di una legge qualsiasi.
È un fatto
straordinariamente grave – almeno per quanto ci riguarda – e, di fronte a fatti
straordinariamente gravi, ci si ferma un attimo e si riflette, per cui vi
chiedo di interrompere i lavori e lasciare quest’Aula.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Tallini. Ne ha facoltà.
Colleghi, colleghi del centrosinistra, visto
che il collega Romeo, Sebi Romeo, ha voluto parlare di verità e ha voluto anche
rimarcare il fatto che stasera si è celebrato il valzer delle ipocrisie, il mio
vuole essere un intervento volto a completare questa verità, con una versione
che proviene da parte di chi ha vissuto tutte le vicende di questa fase in cui
il Consiglio regionale si è interessato alla preferenza di genere.
È credibile questa maggioranza quando
dichiara di voler porre un'attenzione verso le donne e poi si oppone al ricorso
fatto da Wanda Ferro davanti al TAR e davanti alla Corte Costituzionale? Ma se
vi siete costituiti in giudizio per impedire e per difendere le ragioni per cui
una donna, l'unica donna, doveva stare fuori dal Consiglio regionale, la
seconda donna, la candidata donna alla presidenza! Potete essere credibili
rispetto a questo? Poi, volevate votare e approvare la legge sulla preferenza
di genere, sapendo di non avere la maggioranza da diversi mesi, da quando lo ha
ripetuto, in tutte le salse, uno della vostra stessa maggioranza che più volte
ha preso la parola. È stato il consigliere Guccione, Carlo Guccione, a dire
“non abbiamo più la maggioranza e dobbiamo stabilire come si può portare a
compimento questa legislatura”. No, invece si è andati avanti, è andato avanti
anche il compito della maggioranza che sta andando avanti, signori miei, a
colpi di decreti e delibere. Basta leggere le delibere che vengono fuori dalla
Giunta regionale con il legittimo obiettivo che è quello di portare a
compimento, fino all'ultimo giorno, quello che è il programma del
centro-sinistra, della sua esperienza.
Sono d'accordo che questo legittimamente lo
possono fare ma, poi, perché meravigliarci quando, in Aula, sapendo di non
avere i numeri e sapendo che la legge, senza l'apporto della minoranza, avrebbe
avuto questo esito?! Perché a tutti i costi insistere? È vero, consigliere
Romeo, c'è stato questo tentativo di trovare un accordo, è vero, lo testimonio,
siamo stati davvero sinceri quando abbiamo chiesto il rinvio. Presidente, quel
giorno, comunque, non è che stavate approvando la proposta di legge, la stavate
bocciando perché eravate in 15 in Aula e con 15 consiglieri non si può
approvare la legge elettorale. Ve lo hanno comunicato quel giorno ed il fatto
che vi abbiamo dato la possibilità di discutere ancora è dovuta al fatto che,
all'interno del nostro schieramento, c'erano, davvero, delle persone convinte
che si potesse raggiungere a un risultato.
Che cosa non ci ha aiutato? Diciamo la
verità! Ha ragione il consigliere Guccione quando dice che questo fine
legislatura avrebbe dovuto essere accompagnato da una visione diversa perché
non c'era più la maggioranza; l’ha più volte rimarcato in quest'Aula e l'ultimo
intervento è stato proprio nel momento in cui nell'altra seduta, nell'ultima
seduta, è mancato il numero attraverso il quale la maggioranza questa legge avrebbe
potuto approvarla con i propri numeri. E allora è il valzer delle ipocrisie
questo? No! Sono delle cose vere quelle che vi stiamo dicendo. Con onestà non
possiamo accettare gli insulti da parte di qualche consigliere regionale che
dice che se una persona, se un consigliere è favorevole alla preferenza di
genere è persona perbene, se non è favorevole alla preferenza di genere è una
persona non perbene. Questo è l’assioma e mi auguro che le donne non
condividano questa impostazione e siano convinte, davvero, soprattutto dalla
nostra presenza in Aula. Una presenza che è l'opposto di un’eventuale fuga, è
una presenza con interventi, con argomenti, è una presenza con motivazioni
inerenti al voto di astensione.
Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo votato
contro? E da quando in qua la minoranza deve andare in soccorso alla
maggioranza, soprattutto quando la maggioranza deve mostrare i muscoli?
Allora
le donne, se ritengono di avere qualche cosa in più degli uomini in termini di
intelligenza, di sensibilità, devono, anche in questo caso, tirarla fuori
questa sensibilità, questa intelligenza e capire questa forzatura, in Aula, a
tutti i costi, con il testo di legge portava il nome di un consigliere
regionale della maggioranza che ne ha fatto una battaglia di principio. Onore
al principio di una battaglia che tutti quanti, sul piano politico, da
avversari politici, dobbiamo rispettare.
Però le considerazioni finali sono due: o il
centro-sinistra non ha una regia o ha una pessima regia, perché l'amico Sebi
Romeo -lo ringrazio e ricambio la stima che mi ha pubblicamente manifestato
l'altra volta - sapeva bene che per onestà, durante questi colloqui, non l'abbiamo
mai illuso che ci fosse l'unanimità su questa proposta e abbiamo sempre detto
che, al di là delle posizioni dei singoli, questo schieramento aveva un altro
obiettivo proprio perché ci avviciniamo alla scadenza elettorale e la Calabria
aspetta di essere governata, considerato che fino ad oggi, lo abbiamo detto
tutti e lo hanno detto tutti, lo dicono tutti a tutti i livelli, non è stata
governata o perlomeno è stata governata male.
Abbiamo il dovere, sul piano politico, di
stare uniti e abbiamo il dovere, sul piano politico, di dare vita ad uno
schieramento che sia il più compatto possibile ed è una delle ragioni per cui
questa minoranza ha dovuto fare i conti con questa realtà.
Allora due sono le cose: o il centro-sinistra
non ha una regia e diciamo che chi ha fatto la regia, visto che ci sono più
registi in questa maggioranza, ha fatto una regia fallimentare rispetto
all'obiettivo, oppure era consapevole dell'esito perché noi glielo abbiamo
detto, glielo abbiamo detto sopra, glielo abbiamo detto sotto, glielo abbiamo
detto in tutte le salse.
Evitiamo in Consiglio regionale questa pagina
perché non è una pagina esaltante. Non mi vergogno di quello che ho fatto,
credo di aver servito le istituzioni e non ci sono pratiche che ti consentono
di essere bravo o di accreditarti agli occhi dell'opinione pubblica ed altre
no. Invece io mi vanto di aver fatto il mio dovere anche quando voto una
delibera o una legge che porta un beneficio a qualche povero calabrese
afflitto.
E allora si deve dedurre che questa maggioranza
ha voluto affossare questa legge elettorale, questa legge di modifica l'ha
voluta affossare perché lo sapeva prima, lo sapeva dopo, gli abbiamo detto
“portiamola di nuovo in Commissione e cerchiamo di capire se ci sono i margini
e quali possono essere i margini”. Onestamente questa maggioranza ne ha fatto
una questione politica e lo dimostra il fatto che era talmente politica la
questione che erano disposti a fare lo sbarramento, lo sbarramento alto, lo
sbarramento basso, il voto disgiunto, tutto purché si votasse la proposta messa
all'ordine del giorno. Si è trattato cioè di un ricatto politico che qualcuno
ha subito all’interno della maggioranza e che qualcuno voleva che il Consiglio
regionale subisse al suo interno. Sarebbe stato più onorevole, più dignitoso
che qualcuno dicesse a qualcun’altro “ritira questa proposta perché oggi non
abbiamo i numeri e invece di affossarla definitivamente tentiamo, se ci sono le
condizioni, un estremo recupero in questo mese che manca, per vedere se una
strada è possibile”.
Invece no, sono venuti e hanno votato. Tra
l'altro non è presente il consigliere Ciconte, un consigliere regionale della
maggioranza, noi lo sapevamo, è vero c'è stato un impedimento, un
inconveniente, assolutamente, ma è sempre uno della maggioranza che è venuto
meno rispetto a quello che, magari, ci si era prefissati. E allora concludo
questo mio intervento dicendo che la legislatura volge alla fine e i calabresi
si stanno organizzando per un'alternativa, speriamo che sia l'alternativa giusta.
Però devo dire che c'è stato un tentativo che
ha cercato, sta cercando o di fatto accelera il processo di crisi di un
Consiglio regionale che se con la volontà, con la buona volontà e con la
sensibilità di tutti i consiglieri regionali si prefigge di fare ancora qualche
cosa di importante, con questa votazione oggi interrompe questo processo al
punto tale da indurre il consigliere Romeo, il collega Romeo, a dire: “Per oggi
andiamocene”. Ora non so se ho sentito bene, nell'ultima considerazione ha
detto “per oggi andiamocene”, vorrei capire se dice andiamocene per oggi oppure
andiamocene per oggi ma anche per domani, dopodomani. Per come ha lanciato la
sfida mi è sembrato quasi che dicesse: “Questo Consiglio regionale ha finito la
sua funzione, la sua missione, con la seduta di oggi finisce questa
esperienza”. Però mi rimane il dubbio perché ha detto stasera e allora stasera
cosa significa? Che lui si è alzato e se ne è andato? Che solo per stasera deve
finire questa esperienza e deve continuare da domani mattina in poi o che deve
finire per sempre? Se deve finire per sempre, se questa richiesta viene proprio
dalla sua stessa maggioranza, non ci poteva essere testimone più credibile del
capogruppo del PD nel momento in cui afferma che questa esperienza è fallita.
Credo che davanti ad una dichiarazione del genere, ob torto collo, noi non possiamo esimerci dal condividere le
considerazioni del collega Sebi Romeo.
Grazie, collega Tallini. La maggioranza ha
abbandonato l’Aula, quindi la seduta è tolta per mancanza del numero legale. La
prossima seduta di Consiglio regionale sarà convocata a domicilio.
La
seduta termina alle 18,30
Ha chiesto congedo: Ciconte, Salerno
(È concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifiche alle leggi regionali 11 agosto
2010, n. 21, 4 novembre 2011, n. 41, 16 aprile 2002, n. 19 e 21 dicembre 2018,
n. 47 – (deliberazione G.R. n. 110 del 22.3.2019)” (PL n. 421/10^)
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
“Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a), comma 1,
dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.
relativi a sentenze ed atti equiparati già oggetto di procedura esecutiva,
nonché a sentenze ed atti equiparati non ancora oggetto di procedura esecutiva
– (deliberazione G.R. n. 105 del 22.3.2019)” (PL n. 422/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
“Interpretazione autentica dell’articolo 23,
comma 1, lettera d) della legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013 –
(deliberazione G.R. n. 112 del 22.3.2019)” (PL n. 423/10^)
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
“Disposizioni relative alla Città
Metropolitana di Reggio Calabria in materia di gestione dei rifiuti urbani –
(deliberazione G.R. n. 141 del 2.3.2019)” (PL n. 425/10^)
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Nicolò, Orsomarso - “Equilibrio tra i generi
negli organi di amministrazione delle società a controllo pubblico regionale
ovvero enti sub-regionali” (PL n. 419/10^)
È stata assegnata alla prima - Affari
istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Mirabello - “Interpretazione autentica del comma
3, lettera a) dell’articolo 4 della legge regionale 5 novembre 2013, n. 48” (PL
n. 420/10^)
È stata assegnata alla terza Commissione –
Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Battaglia – “Ratifica dell’accordo per
l’istituzione dell’Area integrata dello Stretto tra la Regione Siciliana, la
Regione Calabria, la Città metropolitana di Messina, la Città metropolitana di
Reggio Calabria e la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento
delle politiche nell’Area dello Stretto” (PL n. 424/10^)
È stata assegnata alla prima - Affari
istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta
regionale:
“Bilancio di previsione 2019/2021
dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica della Regione
Calabria – (deliberazione G.R. n. 99 del 13.3.2019)” (PPA n. 251/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
“Legge regionale 5.4.2008 n. 8 “Riordino
dell’organizzazione turistica regionale” – Approvazione proposta di Piano
Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2019/2021 –
(deliberazione G.R. n. 142 dell’11.4.2019)” (PPA n. 253/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la
seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Effettuazione referendum consultivo
obbligatorio sulla proposta di legge n. 399/10^ di iniziativa del Consigliere
Romeo, recante: 'Istituzione del Comune di San Marco Cervicati'” (PPA n. 252/10^)
La prima Commissione, con nota prot. n. 8753
del 19.3.2019, ha comunicato che nella seduta del 18 marzo 2019 ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 56 del 15
febbraio 2019, recante: 'Legge regionale n. 24 del 16.5.2013. Ente per i Parchi
Marini Regionali. Adozione regolamento di contabilità armonizzata dell’Ente'
(PARERE N. 49)
Il Consigliere
regionale Orlandino Greco, con nota pervenuta il 15.4.2019 al protocollo
generale n. 11696, ha chiesto ulteriori chiarimenti in riferimento alla
risposta all’interrogazione n. 453 del 13.3.2019 'Sullo stato della sanità in
Calabria'.
In data 13
marzo 2019, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto
indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 34 del 13 marzo 2019:
Legge
regionale 13 marzo 2019 n. 6, recante: 'Integrazione delle aziende ospedaliere
della città capoluogo della Regione'.
Il Consigliere
regionale Giuseppe Ennio Morrone, con nota del 27 marzo 2019, acquisita al
protocollo generale n. 9583 del 27.3.2019 e il Consigliere regionale Vincenzo
Pasqua, con nota del 22 marzo 2019, acquisita al protocollo generale n. 9584
del 27.3.2019, hanno aderito con effetto immediato al Gruppo consiliare
'Moderati per la Calabria'.
Il Comitato
Regionale per le Comunicazione (CORECOM), in data 19 marzo 2019, ha approvato
la relazione sulle attività svolte nell’anno 2018, in uno con la relazione sul
Sistema delle Comunicazioni in Calabria anno 2018.
La Giunta
regionale, con nota prot. n. 138366 del 4 aprile 2019, ha trasmesso la
deliberazione n. 118 del 2 aprile 2019, recante: 'POR Calabria FESR FSE
2014-2020. Presa d’atto della Decisione di esecuzione della Commissione europea
C (2019) 1752 final del 28.2.2019 che modifica la decisione di esecuzione C (2015)
7227 che approva determinati elementi del programma operativo 'POR Calabria
FESR FSE' per il sostegno del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo
sociale europeo nell’ambito dell’obiettivo 'Investimenti a favore della crescita
e dell’occupazione' per la regione Calabria in Italia'
Il Presidente
della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali e che
gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 34 del 13 marzo 2019:
1. Regolamento
regionale n. 5 del 13 marzo 2019, concernente: 'Regolamento di attuazione ai
sensi dell’articolo 38, comma 1, della legge regionale 23 dicembre 2011, n.
47';
2. Regolamento
regionale n. 6 del 13 marzo 2019, concernente: 'Modifiche al regolamento
regionale 16 dicembre 2016, n. 18 (Disciplina dell’Albo regionale del
volontariato di protezione civile, delle procedure operative per la sua
gestione e dell’utilizzo dei loghi di protezione civile regionale)';
3. Regolamento
regionale n. 7 del 13 marzo 2019, concernente: 'Regolamento per la disciplina
degli incentivi per funzioni tecniche ai sensi dell’articolo 113 del decreto
legislativo 18 aprile 2016, n. 50'.
In data 25
marzo 2019, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato
regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 38del 26 marzo 2019:
1. Regolamento
regionale n. 8 del 25 marzo 2019, concernente: 'Modifiche al regolamento 10
agosto 2017, n. 15 (Procedure per la denuncia, il deposito e l’autorizzazione
di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in
prospettiva 'SISMICA' di cui alla legge regionale 28 dicembre 2015, n. 37)'.
La Giunta
regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al
bilancio di previsione finanziario 2019-2021:
Deliberazione
Giunta regionale n. 100 del 13.3.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 106 del 22.3.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 107 del 22.3.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 108 del 22.3.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 109 del 22.3.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 122 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 123 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 125 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 126 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 127 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 128 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 129 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 130 del 2.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 151 dell’11.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 152 dell’11.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 153 dell’11.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 154 dell’11.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 155 dell’11.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 156 dell’11.4.2019;
Deliberazione
Giunta regionale n. 158 dell’11.4.2019.
Giudiceandrea
- Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- nei giorni
scorsi su numerosi quotidiani nazionali sia cartacei che on-line è comparsa una
foto pubblicata sul proprio profilo di facebook dal sindaco di Condofuri (RC)
Tommaso Iaria il quale compariva con altre persone seduto alla scrivania della
sua stanza presso la delegazione comunale della marina di Condofuri dove, alla
parete di sfondo al posto della foto del Presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, compariva un quadro contenente il giuramento del battaglione
italiano delle "Waffen SS";
- le
"Waffen SS" erano reparti non tedeschi responsabili di alcune stragi
durante la Resistenza, tra cui quella di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) che
provocò la morte di oltre 500 persone. Considerato che: - l'ANPI ha già
presentato un esposto in Procura in cui si denuncia il sindaco di Condofuri per
Apologia del fascismo;
- si rende
necessario un intervento efficace ed esemplare, tanto legale che culturale, affinché
tali gesti di disprezzo della nostra Costituzione che riaprono ferite profonde
della nostra storia, non possano più essere compiuti con tale leggerezza;
- l'apologia
del fascismo è un reato grave, che non può essere tollerato in alcun caso, in
modo particolare quando a perpetrarlo sono dei rappresentanti della
Costituzione che su questa hanno giurato;
Tanto premesso
e considerato, il sottoscritto interroga il Presidente della Giunta regionale
-:
quali misure
La Giunta Regionale intende prendere contro azioni quali quella posta in essere
dal Sindaco di Condofuri, affinché fatti come questo non passino inosservati e
non abbiano mai più luogo.
(456;
14/03/2019)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
e se risulta
al vero, - con atto deliberativo della Giunta Regionale n. 651 del 24 luglio
2001, avente ad oggetto “Attuazione delle linee di indirizzo e direttive
straordinarie di cui alla deliberazione di G.R. n. 198 del 06/03/2001 —
Provvedimenti”, è stata approvata la dotazione organica e profili professionali
e fissazione dei posti per le progressioni verticali;
- con atto
deliberativo n. 737 del 06 agosto 2002, avente ad oggetto "Modifiche ed
integrazioni accordo con le organizzazioni sindacali e RSU del 05/08/2002 di
cui alla delibera n. 651 del 24/07/2001", si è provveduto ad approvare
altresì il Regolamento per le progressioni verticali;
- in data
26/06/2003 sul supplemento straordinario del BURC n. 5 al 11 del 16/06/2003
sono stati pubblicati i bandi per le progressioni verticali per le categorie B
per n. 176 posti, B3 per n. 394 posti, C per n. 329 posti, Dl per n. 799 posti
e D3 per n. 186 posti, in attuazione delle D.G.R. n. 651/2001 e n. 737/2002;
- in data
08/07/2003 sul supplemento straordinario del BURC n. 5 al 12 del 01/07/2003,
sono state pubblicate le rettifiche dei bandi per come precedentemente
indicato;
- in data
14/07/2003 è stata pubblicata l’ulteriore rettifica del bando relativo alla
categoria C;
- a seguito
dell'espletamento delle procedure concorsuali, l'ente regione con decreti
dirigenziali: l) n. 12870 del 30/08/2005, ha provveduto ad approvare la
graduatoria definitiva per la progressione verticali inerente la categoria C ed
ha provveduto alla dichiarazione di n. 329 vincitori dei posti messi a
concorso;
2) n. 13925
del 26/09/2005, ha provveduto ad approvare la graduatoria definitiva per la
progressione verticale inerente la categoria Dl ed ha provveduto alla
dichiarazione di n. 799 vincitori dei posti messi a concorso;
3) n. 17708
del 22/11/2005, ha provveduto ad approvare la graduatoria definitiva per la
progressione verticale inerente la categoria D3 ed ha provveduto alla
dichiarazione di numero 186 vincitori messi a concorso;
- l’ente regione,
con successivi decreti dirigenziali, ha provveduto ad utilizzare le graduatorie
per come previsto dai bandi per la copertura di quei posti resi liberi a vario
titolo, nel rispetto della dotazione organica, ed esattamente con: l) decreto n.
806 del 13/02/2006 per la copertura di n. 150 posti per la categoria C, per la
copertura di n. 100 posti per la categoria D1, per la copertura di n. 100 posti
per la categoria D3;
2) decreto n.
6286 del 26/05/2006 per la copertura di n. 3 posti per la categoria C, per la
copertura di n. 4 posti per la categoria D1, per la copertura di n. 3 posti per
la categoria D3;
3) decreto n.
2767 del 19/03/2008 per la copertura di 44 posti per la categoria D1, per la
copertura di n. 25 posti per la categoria D3;
- quanto fin
sopra esposto, è stato impugnato dall' ing. Grosso Francesco, il quale chiedeva
dapprima al Tar Calabria e poi al Consiglio di Stato l'annullamento dei
provvedimenti dirigenziali, del 26 giugno e l’8 luglio 2003, di indizione delle
selezioni verticali alle categorie Dl e D3 per il personale dipendente della
Regione, nonché delle delibere della Giunta n. 198 del 6 marzo 2001 n. 651 del
24 luglio 2001 e n. 737 del 6 agosto 2002, concernenti la dotazione organica
degli uffici regionali;
- il Consiglio
di Stato con sentenza n. 4139/2015 accogliendo il ricorso in appello, e quindi
le motivazioni sollevate dall'ing. Grosso (i provvedimenti impugnati gli
precludevano la possibilità di partecipare ai concorsi per la copertura dei
posti vacanti, illegittimamente tutti riservati al personale già dipendente
dell'ente senza specificazione dei profili professionali) ha annullato gli atti
impugnati a partire dalle deliberazioni n. 198 del 06/03/2001, n. 651 del
24/07/2001 e n o 737 del 06/08/2002, e di contro tutti gli atti consequenziali,
ordinando altresì l'esecuzione della sentenza all'autorità amministrativa;
- circa un
anno dopo la Regione Calabria, con Delibera di Giunta del 02/05/2016,
conferisce incarico esterno a soggetto di altissima competenza al fine di
ricevere parere delucidativo sulla sentenza del Consiglio di Stato;
- l’Ente
Regione facendo proprio, seppur senza alcuna delibera, il parere del Prof. avv.
Aristite Police, che sostanzialmente si è discostato dalla pronuncia del
Consiglio di Stato, considerando le graduatorie viziate ma valide con effetto
ora per allora, ha mantenuto i complessivi 2.313 dipendenti alle categorie
giuridiche BI, B3, C, Dl e D3 assegnate con le progressioni verticali, senza
dunque ottemperare alla statuizione dall'organo superiore di giustizia
amministrativa;
successivamente
agli stessi dipendenti, in applicazioni dei contratti decentrati, ha attribuito
anche le cosiddette progressioni economiche orizzontali;
- se da un
lato la Regione ha disatteso la sentenza anzidetta, dall'altro in sede
giudiziaria, precisamente innanzi al Tribunale di Reggio Calabria - sez.
lavoro, nel procedimento contro una dipendente, a sostegno della propria
difesa, adduceva il declassamento della ricorrente dalla categoria D3
assegnatale a seguito di progressione verticale, in virtù della pronuncia del
Consiglio di Stato, in quanto la sentenza aveva annullato tutti gli atti
inerenti le progressioni verticali;
- dello stesso
tenore la sentenza di merito emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro - sez.
lavoro - la n. 898/2018 nel ricorso proposto da altri dipendenti, dove gli
stessi hanno visto rigettato il gravame proposto, in virtù della tesi difensiva
della Regione Calabria, in quanto a seguito della sentenza del Consiglio di
Stato n. 4139 del 07/09/2015 che ha annullato gli atti presupposti (le
anzidette D.G.R.), nonché i successivi decreti di attuazione, comprese le
relative graduatorie, è sopravvenuta la carenza di interesse, concreta e
attuale alla domanda formulata
Per sapere:
Quali sono le
determinazioni che hanno spinto la Regione Calabria a non ottemperare alla
sentenza del Consiglio di Stato per 2.313 dipendenti e ad applicarla invece per
una piccola parte di dipendenti, non riconoscendo loro la progressione
verticale.
(452;
12/03/2019)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- in data 6
marzo 2019 il ministro della Sanità Giulia Grillo ha visitato gli ospedali di
Locri e Polistena riscontrando gravi carenze strutturali e di personale;
-
successivamente, nella conferenza stampa indetta dal ministro, la stessa ha
evidenziato il peggioramento dei livelli essenziali di assistenza in Calabria e
l'aumento del disavanzo sanitario che ha raggiunto i 127 milioni di cui 28
extra gettito;
- come
riferito dal ministro in conferenza stampa, il deficit delle aziende
ospedaliere calabresi continua a crescere e ha raggiunto: 32 milioni di euro
all'Asp di Cosenza, 32 a Crotone, 40 a Catanzaro, 22 a Reggio, mentre l'Asp di
Vibo è in pareggio perché non eroga servizi;
- il ministro
Grillo ha dichiarato la presenza di situazioni da incubo e del rischio che
siano i cittadini calabresi a dover pagare debiti e deficit accumulati negli
anni;
- si tratta di
dati allarmanti e il ministro Grillo ha chiaramente fatto riferimento a
responsabilità politiche e amministrative anche di carattere penale;
- alla luce di
tutto questo il ministro Grillo ha annunciato un decreto straordinario a favore
della sanità in Calabria;
- il
commissariamento della sanità in Calabria non ha consentito di superare le
tante criticità presenti, anzi, risultano peggiorate le performance di molte
strutture ospedaliere e siamo distanti anni luce dai livelli essenziali di
assistenze;
- il quadro
delineato dal ministro Grillo lascia presagire la possibilità di ulteriori
commissariamenti per la nostra Regione e aggrava ancor di più la percezione che
tutti i calabresi hanno relativamente alla gestione dell'intero comparto della
sanità in Calabria;
- la sanità è
un diritto fondamentale nel nostro Paese, ma evidentemente esiste una disparità
di trattamento e di prestazioni tra i cittadini calabresi e quelli delle altre
regioni italiane -:
1) quanti
siano i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi e se
questi siano idonei a garantire copertura alla domanda di servizi ospedalieri
dei cittadini calabresi;
2) quale sia
il cronoprogramma degli interventi strutturali in itinere e di tutti quelli
programmati negli ospedali pubblici calabresi;
3) quali siano
in Calabria gli ospedali Hub e quali invece Spoke, e quanti di questi siano
adeguati sismicamente secondo la normativa vigente;
4) quali siano
i tempi previsti per la realizzazione e l'apertura di nuovi presidi ospedalieri
pubblici;
5) cosa sia
stato predisposto per arginare il crescente flusso dell'emigrazione sanitaria verso
le altre regioni, aumentata negli ultimi quattro anni 2015-2019 dal 17% al 21%,
con costi esorbitanti (almeno 70 mila calabresi ogni anno emigrano fuori
regione per curarsi, con un costo per la nostra Regione di circa € 320 milioni
di euro l'anno);
6) se
corrisponde al vero che siano state riscontrate carenze igienico-sanitarie e
carenze strutturali, in diversi ospedali della Regione Calabria;
7) nel
tentativo di fare chiarezza sulla situazione economica della sanità in
Calabria, per garantire la massima trasparenza delle gestioni pubbliche, quali
siano le reali condizioni finanziarie della sanità calabrese in ordine ai
bilanci di tutte le aziende ospedaliere e di tutte le ASP calabresi, in
particolare: - numero pignoramenti in essere e relativo importo;
- debiti fuori
bilancio da riconoscere ed eventuali debiti fuori bilancio riconosciuti ma in
attesa di copertura finanziaria;
- disavanzo
strutturale di ogni singola azienda ospedaliera e ASP alla data odierna, anche
in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni;
- spesa
sanitaria complessiva
(453;
13/03/2019)
Aieta - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con la Legge
di Bilancio 2019 (n. 145/2018) si è previsto "un Piano di cessione di
immobili pubblici" al fine di garantire - al netto delle quote non destinate
al Fondo per ammortamento dei titoli di Stato o alla riduzione del debito degli
enti - un introito minimo di 950 milioni di euro per l'anno 2019 e di 150
milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021;
pertanto nella
medesima Legge di Bilancio si è stabilito che: al fine di incentivare la
realizzazione del piano di cessione, nonché l'attivazione di nuovi investimenti
in armonia con il tessuto sociale di riferimento, il piano può individuare
modalità per la valorizzazione dei beni medesimi, ivi compreso l'adeguamento
della loro destinazione, nonché per l'attribuzione agli enti territoriali di
una quota non inferiore al 5 per cento e non superiore al 15 per cento del
ricavato della vendita degli immobili alla cui valorizzazione i predetti enti
abbiano contribuito;
tra i beni
identificati e che potrebbero essere oggetto del piano di cessione, il Demanio
provinciale di Cosenza ha indicato il Complesso Monastico di Santa Maria in
Valle Josaphat di Badia, luogo della Città del Santo che — oltre a racchiudere
una storia millenaria — rappresenta uno dei riferimenti identitari più stabili
nel tempo. Il Monastero, situato a confine tra i Comuni di Paola e San Lucido,
comunemente noto col nome di Badia Luta, nel 1921 è stato acquistato
dall'Azienda Speciale del Demanio Forestale di Stato e da oltre dieci anni è
affidato in sub-comodato d'uso gratuito ad un'associazione di volontariato
(Auser) che ne ha fatto un rinomato centro culturale e didattico;
nel 1997, il
complesso monumentale è stato oggetto di importanti lavori di ristrutturazione,
nonché di una interessante campagna di scavi finanziata dalla Soprintendenza
BAAAS della Calabria;
la struttura
oggi ospita un Museo archeologico, frutto di finanziamento concesso nel 2005 al
Comune di Paola - a sua volta comodatario principale della Badia - dalla
Regione Calabria (P.O.R. Calabria 2000/2006 — Determinazione n. 126 del
29.12.2005);
la decisione
di inserire il Monastero Badia Luta tra i beni oggetto del piano di cessione,
con contestuale inserimento dello stesso nell'elenco dei beni pubblici da
dismettere, si pone in netto contrasto con quanto statuito dal Decreto n. 141
del 25.07.2013 a firma del Direttore Regionale, con cui la Soprintendenza di
Cosenza ha dichiarato Badia "Bene culturale di interesse storico e artistico
" ai sensi dell'art. 10 comma 1 del D. Lgs. 42/2004 e s.m.i.;
il complesso
monumentale di Badia secondo quanto statuito dal D. Lgs. 42/2004, Codice dei
beni culturali e del paesaggio, ai sensi degli art. 53 e 54, può, a tutti gli
effetti, essere considerato demanio culturale, vista l'importanza del sito dal
punto di vista archeologico, e pertanto a tutti gli effetti inalienabile;
nonostante
ciò, il Monastero rischia, in applicazione della nuova legge di Bilancio, di
essere messo all'asta, con conseguente ed invitabile perdita di ogni risorsa
artistica e culturale fino ad oggi spesa, sia dalla Regione Calabria sia dal
territorio locale che ha da sempre considerato il complesso come bene
appartenente al patrimonio e all'identità collettiva -:
alla luce di
quanto sopra esposto, quali iniziative intenda assumere al fine di fare in modo
che, anche in considerazione dei finanziamenti concessi in passato per il
recupero e l'allestimento del Museo, si possa procedere e chiedere che il
Monastero di Badia possa diventare a tutti gli effetti patrimonio della Regione
ai sensi dell'art. 54 comma 3 del D. Lgs. 42/2004, atteso che la restante parte
di Badia (a monte del monastero) e i terreni limitrofi, sono già di proprietà
della Regione Calabria, gestiti - nello specifico - da Calabria Verde.
(454;
13/03/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- l'iter
burocratico per la realizzazione del nuovo Grande Ospedale Metropolitano di
Reggio Calabria, è stato avviato con la partecipazione, nel settembre del 2015,
da parte dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi - Melacrino - Morelli"
(oggi G.O.M.) ad un bando nazionale di investimenti in opere pubbliche
dell'INAIL;
- nel mese di
luglio u.s., in seguito ad uno stallo burocratico, il Dipartimento della
Presidenza della Regione Calabria ha proceduto alla pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica e su quella dell'Unione Europea (avvenute
rispettivamente il 13 ed il 16 luglio) della gara di progettazione, tramite
procedura aperta, per la redazione della progettazione dell'opera;
considerato
che: - il sottoscritto, già in data 20 luglio 2015 e successivamente il 31
agosto 2016, interrogava il Presidente della Giunta regionale sia in ordine
alle condizioni di sterilità, igiene e sicurezza del presidio ospedaliero
Bianchi – Melacrino - Morelli, stante il blocco di alcune sale operatorie, per
citarne due oculistica e ostetricia/ginecologia, sia in merito al rischio
sismico dello stesso, in virtù altresì della nota n. 126364/SIAR del Dirigente
Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sociali in cui si
evidenziava la situazione "non ottimale" del nosocomio reggino nonché
"la non conformità ai più recenti e rigorosi requisiti antisismici" -
è opportuno quanto necessario dotare la città metropolitana di Reggio Calabria
di tale opera strategica -:
- lo stato
dell'arte in merito alla realizzazione del nuovo ospedale metropolitano di
Reggio Calabria.
(455;
13/03/2019)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- nel 2017
1'ex amministratore delegato dell'Anas Gianni Armani avviò un censimento dei
ponti. Dopo un anno di indagine emerse che 1425 viadotti sono risultati senza
un proprietario e gestore identificato. Di questi 1425 viadotti, ben 150 si
trovano nella nostra regione. In particolare, nei Comuni di Feroleto Antico,
Catanzaro, Soverato, Simeri Crichi, Marcellinara, Stalettì, Lamezia Terme,
Martirano, Maida, Pianopoli, Motta Santa Lucia, Belvedere Marittimo, Bonifati,
Acquappesa, Casali del Manco, Rovito, Villapiana, Pedivigliano, Corigliano
Rossano, Praia a Mare, Diamante, Guardia Piemontese, Fagnano, San Marco
Argentano, Spezzano Sila, Trebisacce, Falconara Albanese, Longobardi, San
Giovanni in Fiore, Rende, Amendolara, San Fili, Cosenza, Celico, Cassano allo
Jonio, Tortora, Scalea, Tarsia, Rocca Imperiale, Cetraro, Roseto Capo Spulico,
San Nicola Arcella, Crotone, Caccuri, Cerenzia, Rocca di Neto, Reggio Calabria,
Bova Marina, Polistena, Cinquefrondi, Motta San Giovanni, Scilla, Stignano, Vibo
Valentia, Vazzana. La gravità della situazione e il fatto di non poter risalire
ai gestori dei ponti, non chiarisce se in questi anni sia stata effettuata una
manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere;
- dopo il
disastro del Morandi, si è appreso che in cima alla lista dei ponti che destano
preoccupazione c'è il viadotto Cannavino al km 42,700 della strada statale 107
"Silana-Crotonese";
- il viadotto
Cannavino è già crollato una volta nel 1972, quando era in costruzione,
provocando la morte di due operai, mentre un terzo operaio si salvò per
miracolo;
- il
monitoraggio del viadotto Cannavino è iniziato nel 2006. Nel corso del tempo,
una serie di segnalazioni di cittadini e amministratori locali hanno
evidenziato numerose criticità;
- nel corso di
questi anni sono stati avviati numerosi tavoli tecnici per seguire e monitorare
i lavori e gli interventi di manutenzione straordinaria sul Viadotto;
- il primo
marzo 2017 l'Anas ha attivato, in via sperimentale, "un sistema integrato
d'allarme che, in caso di vibrazioni o cedimenti eccessivi della struttura
registrati dai sensori in monitoraggio continuo, accenderà immediatamente il
rosso sulle lanterne semaforiche installate alle teste di ingresso del Viadotto
impedendo il transito di qualunque mezzo di trasporto sul ponte";
- il 6
settembre 2018, con una nota, l'Anas ha comunicato di aver completato sul viadotto
Cannavino "gli interventi di prima fase che hanno mirato a migliorare il
transito, eliminando gli avvallamenti presenti sulla soletta e riducendo le
vibrazioni subite dalla struttura al passaggio dei mezzi pesanti. L'intervento
di seconda fase, per un importo complessivo di 4 milioni di euro, prevede
l'adeguamento sismico della struttura e avrà inizio nei primi mesi del 2019 con
una durata massima di 8 mesi. Anas ha investito nel monitoraggio del viadotto
Cannavino 300 mila euro l'anno";
- dopo la
caduta di calcestruzzo dal viadotto Cannavino, lo scorso 29 gennaio 2019, è
stato effettuato un sopralluogo da parte dei tecnici Anas, dove si è potuto constatare
"la presenza di piccole porzioni di calcestruzzo sul tratto di strada
comunale bypassata dal viadotto Cannavino". Ad ogni modo l'Anas ha
precisato che non sussistono criticità per la staticità dell'opera d'arte.
Inoltre, ha comunicato che "è stata ultimata la progettazione
dell'intervento per l'adeguamento sismico del viadotto il cui avvio dei lavori
è previsto a partire entro la primavera del 2019. L'intervento avrà un importo
di 4 milioni di euro ed una durata di circa dodici mesi, con l'esecuzione dello
stesso si procederà ad un ripristino corticale del calcestruzzo e
all'adeguamento sismico secondo la normativa vigente";
- nonostante
in un primo momento fosse stata indicata una durata massima di otto mesi per
l'esecuzione dei lavori, dopo qualche mese l'Anas ha parlato di una chiusura
totale del Viadotto per un periodo di circa dodici mesi;
- il 31
gennaio del 2019 si è tenuta alla Prefettura di Cosenza una riunione del
Comitato operativo per la viabilità provinciale (COV) allargata ai sindaci del
comprensorio, per stabilire strategie congiunte ed azioni finalizzate a
mitigare i disagi alla cittadinanza ed all'utenza stradale, in considerazione
della prevista chiusura totale del viadotto Cannavino;
- il 4 marzo
si è tenuta una nuova riunione in Prefettura. All'incontro alla presenza dei
sindaci di Celico, Casali del Manco, Rovito, Spezzano, del Comitato degli
operatori e dei commercianti, l'Anas ha assunto l'impegno di mettere in
sicurezza il percorso alternativo sottostante il Viadotto;
- bisogna fare
in fretta affinché da subito vengano messe in sicurezza le due strade
alternative (via Pianette di Rovito e via Casali del Manco) che dovranno
sopportare un ulteriore volume di traffico per tutta la durata dei lavori sul
viadotto Cannavino. La strada alternativa comunale ex ss107 (via Pianette) - al
momento non è sicura. I guardrail non sono a norma e addirittura in alcuni
tratti mancano, o ci sono muretti bassi ormai quasi del tutto crollati. Il
grave pericolo di caduta massi e le possibili frane lungo il percorso non
rendono praticabile quella strada, soprattutto con l'aumento del traffico nel
periodo di chiusura del viadotto. Inoltre, su quel tratto c'è un vecchio ponte
costruito negli anni '20: qui è necessario effettuare le dovute prove di carico
e verifiche di stabilità per capire se questo ponte è in grado di reggere un
flusso elevato di veicoli. Va avviata poi una bonifica e una pulizia
straordinaria dei lati della strada e dei condotti in cui scorre l'acqua;
- l'ennesima
chiusura al transito dell'arteria sulla statale 107 fra Paola e Crotone
preoccupa cittadini e commercianti dell'intero territorio presilano -:
- quali
iniziative urgenti intende adottare per far in modo che vengano eseguiti in
maniera celere e puntuale i lavori sul viadotto Cannavino. Bisogna avere
garanzie dal Governo nazionale e dall'Anas per evitare un prolungamento dei
tempi di chiusura della statale. Così come è avvenuto per il Ponte Morandi di
Genova, la Regione Calabria dovrà proporre al Governo agevolazioni ed esenzioni
fiscali per le attività commerciali, imprenditoriali e agricole della zona, in
modo da alleviare il grave danno economico che saranno costretti a subire
durante il periodo della durata dei lavori del viadotto Cannavino. È poi
urgente attivare un tavolo tecnico in Prefettura per monitorare e avere le
dovute garanzie sul rispetto del cronoprogramma dei lavori, evitando
slittamenti di chiusura dei cantieri. Inoltre, si chiede se non intende
interessare il Ministero delle infrastrutture e Anas per i ponti che sono
risultati senza un proprietario o gestore identificato.
(457;
15/03/2019)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- a distanza
di qualche anno dalla costituzione del Corap, la Regione Calabria per questo
Ente, nato dall'accorpamento degli ex cinque Consorzi industriali della
Calabria, non ha ancora adottato un Piano industriale;
- il Corap non
riesce più a far fronte in maniera tempestiva al pagamento degli stipendi e
degli oneri riflessi ai propri dipendenti: ciò denota un'incapacità corrente
del Consorzio di generare flussi di cassa sufficienti a garantire l'adempimento
delle obbligazioni già assunte e da assumere;
- le abnormi
situazioni debitorie hanno inoltre alimentato in modo esponenziale il
contenzioso, con conseguenti pignoramenti sui 26 conti correnti bancari di cui
dispone il Consorzio che di fatto hanno paralizzato l'attività dell'Ente;
- la
situazione contabile al 31 dicembre denota una crisi finanziaria che necessita
di un immediato intervento considerato che il bilancio al 31.12.2016 ha chiuso
con una perdita di esercizio di euro 26.606.447,00 che ha azzerato
completamente il capitale consortile e il patrimonio netto disponibile, facendo
emergere un consistente deficit patrimoniale. Se a ciò si aggiunge che
l'esercizio relativo all'anno 2017 ha chiuso con un risultato economico
negativo, si può dedurre senza dubbio che tutto ciò comporterà un quasi
assoluto stato di insolvenza che potrà assumere carattere strutturale o
definitivo portando l'Ente in uno stato di crisi irreversibile;
- il bilancio
di esercizio per l'anno 2018 chiuderà ancora una volta con una perdita
rilevante -:
quali sono le
iniziative urgenti da assumere per evitare che il Corap possa precipitare in
una crisi irreversibile. Solo una reale programmazione a medio termine potrebbe
evitare il precipitare della situazione finanziaria dell'Ente. Per questo è
necessario predisporre, in tempi ravvicinati, l'adozione di un Piano
industriale che possa rilanciare il Consorzio e dare la possibilità all'Ente di
uscire da questa situazione che rischia di portare a una irreversibile
insolvenza economico-finanziaria.
(458;
22/03/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- i
tirocinanti degli enti locali rientranti nell'ex bacino dei percettori di
mobilità in deroga, in virtù dell'esperienza acquisita nel corso degli anni,
costituiscono una risorsa importante rispetto al buon andamento dell'apparato
burocratico - amministrativo a fronte di una carenza di organico endemica;
considerato
che: - con decreto regionale n. 2065 del 20 febbraio 2019, rispetto a tali
tirocinanti, è stata prevista una proroga ulteriore di soli sei mesi, non
contemplando, difformemente per quanto statuito per i tirocinanti del Ministero
della Giustizia, percorsi formativi preordinati all'accrescimento delle proprie
competenze e professionalità, nonché all'acquisizione di titoli utili per
facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro;
ritenuto che:
- la condizione di precariato riguardante tali soggetti, persiste ormai da
molti anni e fino ad oggi non è dato riscontrare alcun provvedimento
risolutivo;
il
sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta
regionale -:
- quali
iniziative si intendono adottare in merito.
(459; 22/03/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- a Bruxelles
è allocata la sede della Regione Calabria e che la stessa peraltro è stata
inaugurata a settembre 2015, ovvero poco dopo l'insediamento del Presidente
Oliverio;
considerato
che: - si rileverebbe l'inerzia in ordine al funzionamento della stessa;
- il canone di
affitto ammonta a 50 mila euro annui;
ritenuto che:
- tale situazione oltre a danneggiare la visibilità della nostra Regione con
inutile dispendio di risorse economiche, pregiudica fortemente l'efficacia
delle politiche di promozione della Calabria, vanificando gli obiettivi per i
quali la sede era stata istituita. Il sottoscritto Consigliere regionale
interroga il Presidente della Giunta -:
- chiarimenti
in merito, in una logica volta a rendere operativi e rilanciare gli uffici
regionali di Bruxelles.
(460;
25/03/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con la legge
regionale n.38 del 2001 è stato disciplinato l'assetto, la costituzione e il
funzionamento dei consorzi industriali;
con la legge
regionale n. 24 del 2013, al fine di assicurare un esercizio unitario delle
funzioni amministrative degli enti pubblici regionali, si è provveduto al
riordino degli stessi e tra questi anche l'accorpamento delle cinque ASI in un
unico ente;
con decreto
del Presidente della Giunta Regionale, n. 115 del 29.06.2016, è stato istituito
il Consorzio Regionale per lo sviluppo delle Attività Produttive (CORAP), ente
pubblico economico e strumentale della Regione Calabria, mediante
l'accorpamento nel Consorzio ASI di Catanzaro degli altri quattro Consorzi
regolamentati con legge regionale 31 dicembre 2001, n. 38, con conseguente
cambio della denominazione in CORAP. Il CORAP esercita su base unitaria
regionale le funzioni attribuite dalla L.R. n. 38/2001 agli enti consortili e
le funzioni di legge, nazionali e regionali, e quelle delegate con carattere di
strumentalità, afferenti alle attività produttive ed economiche, industriali e
dei servizi, operando quale soggetto con attività di rilievo pubblico ed
organismo intermedio della Regione Calabria, secondo le procedure previste per
tali assegnazioni. Considerato che: nonostante siano passati tre anni dalla
nomina del primo Commissario: l'Ente rimane senza Statuto, nonostante avesse
dovuto procedere a tale adempimento sin dal 2016;
il CORAP è
senza piano industriale, fondamentale strumento di programmazione e
pianificazione, a riprova dello stato di confusione in cui è stato rilegato
l'Ente, probabilmente perché l'incertezza ad utilizzare direttamente le
strutture depurative di cui dispone e le altre infrastrutture produttive, ne
condizionano una razionale e seria valutazione, tanto dei costi quanto dei
ricavi;
l'Ente versa
da anni in uno stato di crisi finanziaria e di liquidità, tale da non poter far
fronte agli impegni essenziali e tra questi il pagamento degli stipendi
(arretrati di 4 mensilità) e degli oneri diretti e riflessi;
Ritenuto che:
il Consiglio regionale, nell'ultima legge finanziaria, ha assegnato nel periodo
2019/2021, l'importo annuo di 3.000.000 euro per far fronte al disavanzo di
bilancio del CORAP e garantire la sostenibilità dell'Ente -:
i motivi per i
quali l'Ente di maggioranza del CORAP, ovvero la Regione Calabria, non liquida
a favore del CORAP le somme assegnate in bilancio e garantire in tal modo, in
primo luogo, il pagamento degli stipendi degli oltre 100 dipendenti;
i motivi della
mancanza di un piano industriale;
se risponde al
vero che i gestori (privati) degli impianti di depurazione (Gioia Tauro,
Crotone, Lamezia) non versano nelle casse del CORAP quanto contrattualmente
stabilito e quantificato in milioni di euro solo per la piattaforma di Gioia
Tauro, a gestione IAM, dove confluiscono ben 18 Comuni della Piana;
i motivi per i
quali gli impianti di depurazione di cui dispone il CORAP e che potrebbero
certamente far vivere l'Ente, non vengono gestiti direttamente dallo stesso
CORAP;
quali
iniziative intende assumere per il rilancio di tale fondamentale ente.
(461; 26/03/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la L.R. n.
24/2008 recante “Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi
contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche
e private” disciplina la materia dell’autorizzazione all’esercizio e
accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie;
considerato
che: il nuovo regolamento attuativo approvato dal dca n. 81 del 2016,
all’allegato n. 5, effettua un’interpretazione dell’art 2, comma 1, lett. d,
della l.r. de quo, distinguendo da un lato le strutture che devono qualificarsi
come “ambulatorio” e come tali assoggettate a regime autorizzatorio e
dall’altro “l’esercizio in forma associato dello studio”, non rientrante nella
definizione di ambulatorio e pertanto non assoggettato ad autorizzazione;
ritenuto che:
il dca in questione è potenzialmente idoneo a determinare incertezza normativa
in relazione alle strutture sanitarie già operanti in ossequio ai dictum della
l.r. n. 24 del 2008, non soggette ad autorizzazione in quanto già qualificati
come studi associati, erogatori di prestazioni sanitarie prive di azioni
invasive e dunque non comportanti un rischio per la salute del paziente;
il mancato
adeguamento da parte di una serie di strutture all’interpretazione intervenuta
non è ascrivibile a negligenza e disattenzione;
alla luce
della sentenza del Consiglio di Stato n. 1328/17 si evince, nella parte
introduttiva, il principio secondo il quale lo studio medico non attrezzato per
la chirurgia non necessita di alcuna autorizzazione;
tali strutture
sono fondamentali in una logica di implementazione della sanità pubblica spesso
deficitaria rispetto alle esigenze di cura degli utenti -:
perché sia
eliminata l’incertezza normativa esistente in materia che in talune fattispecie
ha generato dubbi sull’applicazione del regime autorizzatorio;
nonché per
sapere quali provvedimenti si intendono adottare al fine di garantire la
continuità delle strutture sanitarie, già qualificate come studi medici e che a
seguito dell’entrata in vigore del dca n. 81 del 2016, non rientrerebbero più
nella qualificazione di “studio medico” ma in quella di “ambulatorio” (e dunque
come tali soggette al regime autorizzatorio).
(462;
26/03/2019)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- ai fini
dell'affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale, la legge regionale
n. 35/2015 ha determinato un unico bacino regionale con la possibilità di
articolarlo in più ambiti territoriali/lotti di affidamento;
- in data 26
maggio del 2016 è stato pubblicato l'avviso di pre-informazione che prevede la
gara per tutti i servizi di TPL su gomma della Regione per una durata di nove
anni dall'aggiudicazione e un valore stimato di circa 120 milioni di euro annui
al netto dell'IVA per lo svolgimento di circa 50 milioni di bus Km/annui;
-
preordinatamente all'espletamento della gara devono essere tuttavia effettuati
determinati atti di programmazione dei servizi previsti dalla stessa legge
regionale n. 35/2015, in coerenza con la normativa nazionale cornice di cui al
D.Lgs. n. 422/1997 e s.m.i., che allo stato attuale non risultano ancora
adottati: - la procedura di definizione dei servizi minimi prevista dall'art. 5
della L.R. n. 35/2015 risulta essere stata avviata ma non conclusa;
- il Piano
attuativo del TPL ed il Programma attuativo del TPL, di cui rispettivamente,
agli artt. 8 e 9 della richiamata L.R. n. 35/2015 non sono allo stato definiti;
-
l'organizzazione del bacino territoriale in più lotti ambiti di affidamento, in
ossequio a quanto disposto dall'art. 48, commi 1-4, del D.L n. 50/2018, non
risulta ad oggi essere stata adottata, anche a causa della solo parziale
attuazione di quanto previsto dall'art. 13 della legge regionale circa
attribuzioni, competenze e funzioni dell'ART-CAL -:
- se siano
adottati, anche ai sensi della normativa nazionale di cui al D.Lgs. n. 422/1997
ed all'art. 48, commi 1-4, del D.L. n. 50/2017, gli atti di programmazione
(piano regionale dei trasporti, piani di bacino, piano dei servizi, definizione
bacini di mobilità) preordinati alle procedure di affidamento dei servizi;
e nel caso in
cui siano stati predisposti se ne chiede copia;
- in caso
negativo, invece, se non sia opportuno accelerare le procedure di adozione degli
atti di programmazione (piano regionale dei trasporti, piani di bacino, piano
dei servizi, definizione bacini di mobilità) preordinati alle procedure di
affidamento dei servizi.
(463;
01/04/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- il presidio
ospedaliero di Polistena versa in una situazione di estrema criticità
ascrivibile al disfunzionamento di tac e radiologia;
considerato
che: - tale situazione arreca un vulnus al diritto alla salute degli utenti,
costretti a recarsi presso strutture sanitarie private o altri presidi
ospedalieri;
- con
interrogazione n. 397 del 27.09.2018, il sottoscritto, aveva evidenziato la
necessità di nuove strumentazioni e lavori strutturali;
ritenuto che:
- nonostante le rassicurazioni pervenute tramite risposta scritta del
24.10.2018, in cui si indicavano futuri investimenti in alta tecnologia (tac e
risonanza magnetica) e rinnovo di attrezzature elettromedicali obsolete e
necessarie, ad oggi si riscontra che sebbene siano state acquistate tre
risonanze magnetiche, le stesse risultano ancora imballate, in attesa di
trovare il posto giusto dove allocarle. Il sottoscritto Consigliere regionale
interroga il Presidente della Giunta -:
- quali azioni
impellenti si intendono esperire al fine di garantire la funzionalità di taluni
servizi fondamentali come tac e risonanza magnetica del presidio ospedaliero di
Polistena.
(464;
01/04/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- i centri
dialisi di Taurianova e Palmi versano in una condizione di estrema criticità
ascrivibile alla carenza di personale medico;
considerato
che: - tale situazione è potenzialmente idonea a compromettere la continuità
relativa al mantenimento dei LEA per l'attività emodialitica;
il sottoscritto
Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta -:
- quali sono
le azioni intraprese e da intraprendere al fine di risolvere le criticità in
una logica volta a garantire la continuità dei trattamenti agli utenti
dialitici.
(465; 04/04/2019)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- la
situazione regionale in tema di gestione dei rifiuti è ben lungi dall'essere
stabile e regolare, a causa della forte carenza di impiantistica in tutto il
territorio regionale e delle difficoltà organizzative che hanno impedito il
subentro degli enti di governo degli ATO nei contratti con i gestori degli
impianti;
- la Regione
Calabria, in ordine al subentro dei Comuni nei contratti di gestione degli
impianti di trattamento rifiuti, ha disposto la proroga di un anno (fino al 31
dicembre 2019), rispetto al termine del 31 dicembre 2018, originariamente
previsto dalla Legge regionale n. 29/2017, impegnandosi ad affiancare tali enti
nel percorso di subentro;
- la forte
carenza di impiantistica in tutto il suolo regionale, ha reso necessari una
serie di provvedimenti speciali ed ordinanze contingibili e urgenti per
autorizzare il pressoché sistematico superamento dei limiti di smaltimento
delle discariche nonché il superamento dei limiti di trattamento dei pochi
impianti di trattamento (pubblici e privati) operativi e, cosa ben più grave,
il conferimento dei rifiuti fuori Regione, con evidenti inefficienze operative
e incremento dei costi;
considerato
che: - il sottoscritto, in occasione della seduta del Consiglio Regionale del
19 dicembre 2016, in ordine all'approvazione del PRGR aveva espresso voto
contrario, evidenziando il mancato confronto istituzionale con i Sindaci dei
Comuni calabresi in una materia così delicata, auspicando un maggiore sostegno
delle Istituzioni, soprattutto per la raccolta differenziata. Infine, si
prospettava l'inapplicabilità del Piano, a causa della mancata istituzione
degli Ambiti territoriali ottimali;
ritenuto che:
- larga parte del rifiuto prodotto dai Comuni della Città Metropolitana di
Reggio Calabria deve essere inviato fuori Regione, con evidenti ripercussioni
in termini di incremento dei costi a carico dei contribuenti;
- assume
grande rilievo la necessità di predisporre impianti di trattamento della
frazione organica a servizio dell'ATO 5 che siano in grado non solo di ridurre
i quantitativi da mandare in discarica, ma che siano anche capaci di
valorizzare il rifiuto producendo, per esempio, biogas e compost;
- il PRGR nei
"Criteri di localizzazione dei nuovi impianti", Parte II cap. 19, al
par. 19.2.7 prevede per gli impianti di trattamento/recupero dei rifiuti una
distanza minima dai centri abitati di 2000 m in linea d'aria, rendendo di fatto
molto difficile l'individuazione di zone idonee alla costruzione dei nuovi
impianti di trattamento dei rifiuti;
- vista la
tipologia degli impianti necessari, la loro naturale localizzazione dovrebbe
essere all'interno o in prossimità di aree già infrastrutturate, come per
esempio quella di Gioia Tauro- Rosarno-San Ferdinando, che registrano la
presenza di infrastrutture e servizi indispensabili allo svolgimento
dell'attività di recupero, trattamento e valorizzazione della FORSU;
- il vincolo
dei 2000 m dal centro abitato o anche solo da case sparse, previsto nel PRGR
per la realizzazione degli impianti di trattamento, è superiore ad analoghi
limiti presenti in altre Regioni d'Italia (ad es. 1000 m in Lombardia e 500 m
in Veneto) e non è giustificabile, atteso che gli impianti di trattamento delle
frazioni umide della raccolta differenziata sono oggi costruiti con particolare
attenzione agli aspetti ambientali, tali da renderli perfettamente adatti ad
essere inseriti direttamente in contesti urbani;
- la predetta
limitazione rappresenta la prima causa ostativa ad investimenti finalizzati
alla costruzione di impianti pubblici o privati nell'Area industriale, che
sicuramente sarebbero funzionali alla soluzione dell’annoso problema dei
rifiuti con conseguenti ricadute positive sull'incremento dei livelli occupazionali
dell'Area industriale;
- la
produzione di biogas, da utilizzare nella produzione di energia rinnovabile e
nei trasporti a basso impatto ambientale (direttiva DAFI) e compost di qualità
da utilizzare in agricoltura (per la diffusione delle produzioni biologiche)
consentirebbe l'instaurarsi di cicli virtuosi nell'ambito dello sviluppo
dell'economia circolare;
- la necessità
di realizzare impianti di compostaggio collegati al territorio per aumentare la
quota di raccolta differenziata, che completano il percorso virtuoso nella
gestione dei rifiuti, è conclamata anche sulla base di quanto già avviene in
altre aree del Paese. Il sottoscritto Consigliere interroga il Presidente della
Giunta -:
- se, data la
naturale localizzazione degli impianti di trattamento delle frazione organica
dei rifiuti, all'interno e/o in prossimità di aree dotate di infrastrutture e
servizi, come l'Area Industriale di Gioia Tauro- Rosarno-San Ferdinando per le
ragioni sopra illustrate, la Regione e i Dipartimenti competenti per materia
hanno allo studio la rivisitazione del PRGR, anche al fine di eliminare i
vincoli che attualmente impediscono la realizzazione di nuovi impianti pubblici
e/o privati di trattamento della frazione organica;
- in
particolare, quali provvedimenti la Regione intende adottare in ordine alla
rivisitazione del limite prescritto dal PRGR relativo alla distanza di 2000 m
degli impianti de quibus dai centri
abitati, al fine di stabilire un limite non solo coerente con i limiti
stabiliti in altre Regioni d'Italia ma soprattutto compatibile con la
conformazione territoriale ed urbanistica delle aree industriali presenti nella
Regione e, in particolare, per quanto riguarda il territorio della Città
Metropolitana di Reggio Calabria, dell'Area industriale di Gioia Tauro-Rosarno-San
Ferdinando, anche tenuto conto delle potenzialità della relativa ZES;
- quale è
l'indirizzo politico della Regione Calabria nella gestione dei rifiuti,
considerato che la Regione medesima continua ad inviare buona parte dei rifiuti
in altre Regioni o all'estero senza osservare la normativa europea che impone
la riduzione dell'utilizzo delle discariche a vantaggio della raccolta
differenziata e del riciclo, attraverso la valorizzazione del rifiuto, in una
logica diretta a favorire lo sviluppo virtuoso dell'economia circolare (ad es.
mediante produzione di biogas e compost).
(466;
08/04/2019)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- Il Contratto
di sviluppo, introdotto nell'ordinamento dall'articolo 43 del decreto-legge 25
giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento
agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi
strategici ed innovativi di grandi dimensioni;
- la normativa
attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9
dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020,
consente la finanziabilità di: - programmi di sviluppo industriali, con
investimenti minimi di € 20.000.000 compresi i programmi riguardanti l'attività
di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, con Investimenti
minimi di € 7.000.000;
- programmi di
sviluppo per la tutela ambientale, Investimenti minimi di € 20.000.000;
- programmi di
sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non
superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi
destinati allo sviluppo delle attività commerciali;
con
Investimenti minimi di € 20.000.000;
- con decreto
ministeriale 7 dicembre 2017 si è provveduto ad adeguare il decreto
ministeriale 9 dicembre 2014 e ss.mm.ii. alle nuove disposizioni comunitarie in
materia di delocalizzazione introdotte dal regolamento (UE) n. 1084/2017, che
modifica il Regolamento (UE) n. 651/2014;
- la gestione
dei Contratti di sviluppo è affidata all'Agenzia nazionale per l'attrazione
degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. — Invitalia, che opera sotto
le direttive ed il controllo del Ministero dello sviluppo economico;
- in data 26
luglio 2017, è stato firmato un Accordo di Programma tra il MISE, Invitalia e
Regione Calabria, per il cofinanziamento di programmi strategici per le
esigenze di sviluppo territoriali Prioritariamente nei settori agroalimentare e
turismo, di cui € 65.000.000 da parte della Regione Calabria ed € 80.000.000 da
parte del MISE Chiede al Presidente della Giunta Regionale e al Direttore
Generale competente -:
1) di
conoscere lo stato di attuazione dell'Accordo di Programma sottoscritto dalla
Regione Calabria in data 26 luglio 2017;
2) in forza
del suddetto Accordo ed in ragione degli obblighi derivanti per la Regione dal
Decreto Ministeriale 2014 di sapere: a) quali contratti sono stati dichiarati
compatibili in forma esplicita dalla Regione ai sensi dell'art. 9 del suddetto
Decreto;
b) quali
contratti sono stati dichiarati compatibili in forma implicita (silenzio
assenso);
c) quali
contratti sono stati dichiarati incompatibili ed in ragione di quali
motivazioni;
d)
relativamente ai contratti di cui ai punti a) e b) quale sia lo stato di
attuazione ad oggi, ed in particolare: - Quali Contratti sono stati approvati
da Invitalia e quali sono stati bocciati - Gli Importi assorbiti dai Contratti
approvati - Gli eventuali importi residuali rispetto all'originaria dotazione -
Quanti e Quali Contratti risultano giacenti e da esaminare presso Invitalia -
Quali somme necessitano per soddisfare tali richieste 3) di conoscere le
disponibilità finanziarie complessive, già disponibili e previste, per i
contratti di sviluppo ricadenti nel territorio calabrese (vedi anche delibera
CIPE che assegna ulteriori € 90.000.000 alla Calabria per i contratti di
sviluppo - Oliverio nell'incontro con gli imprenditori????) 4) in virtù
dell'Accordo, di sapere come sia stato organizzato il procedimento istruttorio
nei rapporti tra la Regione Calabria e Invitalia;
5) Di sapere
se la Regione Calabria Intende apportare ulteriori risorse finanziarie in
favore dei Contratti di Sviluppo attraverso lo strumento dell'Accordo di
Programma e per quali importi intende eventualmente intervenire al fine di
soddisfare le richieste degli imprenditori calabresi.
(467;
15/04/2019)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- ai sensi
dell'art. 3 della L.R 5 aprile 2008, n. 8, la Giunta regionale elabora il Piano
Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile con l'obiettivo di aumentare in
maniera sostenibile la competitività nazionale e internazionale delle
destinazioni turistiche regionali, migliorando la qualità dell'offerta e
l'orientamento al mercato dei pacchetti turistici territoriali e valorizzando
gli specifici vantaggi competitivi locali, in primo luogo le risorse naturali e
culturali;
- il Piano ha
durata triennale e può essere aggiornato annualmente, ed è approvato dal
Consiglio regionale entro il 30 giugno dell'anno precedente il triennio di
riferimento;
- il Piano
mantiene la sua validità fino all'approvazione del successivo;
- il Piano
Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile deve contenere: a) la definizione
della strategia di mercato e alle azioni di marketing per il posizionamento e la
promozione dell'offerta turistica regionale - Piano di Marketing Turistico
Regionale;
b) la
definizione della strategia e l'individuazione delle azioni per migliorare la
competitività e la sostenibilità ambientale delle destinazioni e dei prodotti
turistici regionali;
c) le modalità
operative per l'applicazione delle norme di cui all'articolo 1, comma n. 583 e
seguenti che non hanno subìto le censure della Corte Costituzionale, della
legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Legge Finanziaria 2006);
d) i criteri di
ripartizione delle risorse finanziarie;
- ai sensi
dell'Art. 4 della L. R n. 8/2008 il Piano Regionale di Sviluppo Turistico
Sostenibile si attua attraverso Programmi Annuali di attuazione predisposti e
approvati dalla Giunta regionale entro il 30 settembre dell'anno antecedente a
quello di riferimento;
- la Giunta
regionale, ai sensi dell'art. 4 della L.R 8/2008, informa semestralmente la
competente Commissione consiliare sullo stato di attuazione del Piano Regionale
di Sviluppo Turistico Sostenibile e dei Programmi Annuali di Attuazione. Chiede
al Presidente della Giunta Regionale e al Direttore Generale competente -:
1) quale sia
il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile attualmente in vigore,
quando questo sia stato approvato e se sia scaduto ai sensi della L. 8/2008;
2) qualora il
periodo di validità dell'ultimo Piano triennale approvato sia stato superato,
come si sia proceduto ad attuare le politiche turistiche regionali in questo
periodo di tempo;
3) come, in
questi anni di vacatio del piano
triennale, si sia potuto approvare il piano esecutivo annuale, e modificarlo di
anno in anno, senza aver aggiornato invece il propedeutico piano triennale;
4) in
particolare, sul tema della promozione turistica, come si sia operato, quali
fiere turistiche internazionali, fiere eventi, borse ha inteso partecipare la
Regione Calabria, quali costi dettagliati siano stati sostenuti dalla Regione,
quali le strategie di comunicazione e di promozione, chi ha fornito i servizi
di comunicazione e organizzazione delle stesse;
5) altresì, se
è in itinere la redazione di un nuovo Piano, quali i tempi previsti di
approvazione, se siano stati adeguatamente coinvolte tutte le parti sociali, le
associazioni di categoria, i portatori d'interesse, come prescritto dalla legge
di riferimento e quali sono le gli obiettivi e le linee strategiche nonché la
Dotazione Finanziaria Complessiva prevista.
(468;
15/04/2019)
Greco, Sergio –
- Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- l’art. 194
del Tuel disciplina l'ambito di applicazione nonché le procedure di
riconoscibilità dei debiti fuori bilancio, ossia delle obbligazioni contratte
in maniera difforme dallo schema ordinario dei princìpi giuscontabili;
- il
riconoscimento di debiti fuori bilancio, effettuato al momento
dell'approvazione dell'atto di Rendiconto della Gestione, può riguardare
esclusivamente i debiti fuori bilancio relativi alle passività pregresse non
contabilizzate;
dette
passività, infatti, non erano considerate al momento dell'approvazione del
Bilancio di Previsione, ma risultavano dall'ultimo Consuntivo approvato;
- il Ministero
dell'Interno con Circolare 20 settembre 1993 n.F.L.21/1993 ha definito il
debito fuori bilancio "come un'obbligazione verso terzi per il pagamento
di una determinata somma di danaro che grava sull'ente ( . . . ) assunta in
violazione delle norme, giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa
degli Enti Locali”;
- nell'attuale
sistema giuscontabile sono riconoscibili i debiti fuori bilancio derivanti da:
sentenze esecutive. Sono da ritenersi "esecutive" sia le sentenze
passate in giudicato, sia le sentenze immediatamente esecutive;
copertura di
disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni nei limiti degli
obblighi derivanti da statuto, convenzione o atti costitutivi. purché sia stato
rispettato l'obbligo di pareggio del bilancio, disciplinato dall'art. 114 tuel,
ed il disavanzo derivi da fatti di gestione;
Ricapitalizzazione,
nei limiti e nelle forme previste dal codice civile o da norme speciali, di
società costituite per l'esercizio di servizi pubblici locali;
procedure
espropriative o di occupazione d'urgenza per opere di pubblica utilità;
acquisizione
di beni e servizi, in violazione degli obblighi di cui ai commi 1, 2 e 3
dell'art. 191 del Tue, nei limiti degli accertati e dimostrati utilità ed
arricchimento per l'ente, nell'ambito dell'espletamento di pubbliche funzioni e
servizi di competenza;
- con
Circolare del Ministero degli Interni del 14 novembre 1997, n. F.L. 28/1997,
vennero apportate delle novità in materia di debiti fuori bilancio. Di
particolare rilievo è la modifica delle tipologie dei debiti fuori bilancio che
possono essere sanati permanentemente. Delle cinque tipologie fissate
dall'articolo 37, comma 1, del decreto legislativo n. 77 del 1995, poi
confluito nel Testo Unico Enti Locali all'art. 194, è stata modificata
l'ultima, quella della lettera e);
- il Ministero
ha osservato come, nonostante le norme cogenti in materia di procedura di spesa
ribadite dalla legge 8 giugno 1990, n. 142, il problema relativo all'esistenza
dei debiti fuori bilancio resta una realtà patologica nella vita dell'ente
locale, per la quale è obbligatorio porre in essere tutte le misure idonee ad
impedire la formazione dei predetti debiti;
- il
riconoscimento dei debiti fuori bilancio spetta all'organo consiliare, sebbene
sia stata avanza in dottrina l'ipotesi che tale onere spetti all'organo
gestionale (responsabile di servizio o di settore), in maniera conforme
all'ordinario regime delle competenze di spesa;
- tuttavia
occorre, per l'adozione di detti debiti, un provvedimento di natura
programmatica e quindi politica, attraverso delibera di giunta, se lo
stanziamento è capiente, ovvero di consiglio, se occorre modificare il
bilancio;
- tale
soluzione, fermo restando che la norma, inderogabile ex art. 152 Tuel, pare
affidare tale competenza esclusivamente al consiglio, probabilmente al fine di
evidenziare la natura patologica dei debiti fuori bilancio nonché per
scoraggiare la sciagurata prassi di effettuare spese senza copertura;
Considerato
quanto sopra evidenziato e sottolineato il numero di debiti fuori bilancio
portati, nel corso di questa legislatura, all'attenzione del Consiglio
regionale. Chiede al Presidente della Giunta Regionale e al Direttore Generale
competente -:
1) quanti, in
termini numerici, sono stati, ad oggi e dalla prima seduta di questa
consiliatura, i debiti fuori bilancio portati, dalla Giunta regionale,
all'approvazione del massimo consesso calabrese;
2) quali, di
questi debiti fuori bilancio, sono derivati da sentenze passate in giudicato;
3) se, tali
debiti, potevano essere evitati attraverso delle procedure di transazione tra
le parti, portando, di conseguenza, ad un risparmio per le casse della Regione
Calabria;
4) quanti e
quali sono, i debiti fuori bilancio, di altra natura, che nulla hanno a che
vedere con sentenze passate in giudicato.
(469;
15/04/2019)
Aieta - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- il
Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un
accordo politico provvisorio sulle nuove e ambiziose norme proposte dalla
Commissione per contrastare i rifiuti marini alla fonte, che si concentrano sui
10 prodotti di plastica che più di frequente vengono trovati sulle nostre
spiagge e sugli attrezzi da pesca abbandonati;
- l'accordo si
basa sul divieto di utilizzare determinati prodotti considerati altamente
inquinanti;
- il progetto
presentato dalla Commissione, nell'ambito della prima strategia globale sulla
plastica, adottata all'inizio di quest'anno, si pone l'importante obiettivo di
proteggere i cittadini e l'ambiente dall'inquinamento causato dai rifiuti di
plastica, favorendo al tempo stesso la crescita e l'innovazione;
- le nuove
norme si inseriscono nel più ampio sforzo volto a portare in Europa un'economia
più sostenibile e circolare;
- con un
provvedimento approvato dal Parlamento Europeo, a partire dal 2021, alcuni
prodotti in plastica come posate, bastoncini cotonati, cannucce e bastoncini
per palloncini, che costituiscono il 49% dei rifiuti marini saranno vietati;
- la decisione
del Parlamento ratifica la proposta approvata dalla Commissione europea lo
scorso maggio per far sì che i prodotti usa e getta siano fabbricati
esclusivamente con materiali sostenibili;
- nella
medesima decisione si è altresì stabilito che, entro il 2025, gli Stati membri
dovranno raccogliere e riciclare il 90% delle bottiglie di plastica monouso per
bevande. La ragione risiede nel fatto che attualmente, secondo il rapporto del
Parlamento europeo, le bottiglie e i loro coperchi rappresentano circa il 20%
di tutta la plastica presente in mare;
- secondo la
direttiva, inoltre, i contenitori per bevande in plastica saranno ammessi solo
se tappi e coperchi non saranno rimovibili. Per i contenitori per alimenti e le
tazze per bevande in plastica, gli Stati membri dovranno anche fissare
obiettivi nazionali di riduzione;
- l'iniziativa
intrapresa traduce l'impegno, annunciato nella strategia europea sulla
plastica, di affrontare con un intervento legislativo il dispendioso problema
dei rifiuti di plastica e dei relativi danni. Le misure proposte aiuteranno
l'Europa a compiere la transizione verso un'economia circolare, a realizzare
gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a onorare gli
impegni assunti sul fronte del clima e della politica industriale.
Ricordato che:
- la Regione Calabria vive soprattutto grazie al turismo che attira, per il
mare e le splendide coste frastagliate, milioni di turisti da tutto il mondo;
- la Regione
Calabria nell'anno 2018 è stata considerata la prima regione per numero di
"Bandiere verdi": premiate 18 spiagge su tutto il territorio
regionale, coste considerate tra le più belle al mondo;
- si è sulla
buona strada per raggiungere obiettivi importanti e rendere anche la Regione
Calabria altamente sostenibile, dando concreta attuazione a quanto
espressamente statuito nella direttiva comunitaria;
- è compito
della politica fare in modo di poter maggiormente incentivare il turismo
sostenibile a tutela dei cittadini e dell'intero territorio regionale al fine
di proteggere non solo il mare, considerato tra i più belli al mondo, ma
soprattutto le coste che necessitano di un intervento volto ad una maggiore
tutela;
- è
auspicabile poter concordare e prevedere con le associazioni di categoria
progetti e piani di investimento al fine di rendere concreta la possibilità di
vietare anche sulle nostre coste l'utilizzo di materiali di plastica
considerati altamente inquinanti.
Constatato che:
- la Regione Puglia con ordinanza balneare 2019 è stata la prima Regione a dare
concreta attuazione alla direttiva comunitaria, predisponendo - nel
provvedimento regionale - il divieto di utilizzare negli stabilimenti balneare
"la plastica a favore invece di materiale compostabile e monouso”. Tanto
premesso, ritenuto e considerato il sottoscritto on.le Giuseppe Aieta
interpella il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore alla tutela
dell'Ambiente -:
quali
iniziative e/o provvedimenti intendano assumere al fine di fare in modo che,
anche la Regione Calabria possa dare concreta ed immediata attuazione alla
Direttiva comunitaria e conseguentemente conoscere le modalità con cui
procedere a tutelare l'intero territorio regionale vietando l'utilizzo di
materiali considerati inquinanti e consentite solo l'uso di materiali
compostabili.
(38;
19/03/2019)
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
- il centro di
dialisi di Trebisacce, anche in considerazione della spoliazione di servizi
sanitari patita da Sibaritide e alto Ionio cosentino negli ultimi anni, è ormai
unica struttura di riferimento per decine di dializzati di un ampio territorio;
- sin qui, pur
dovendo fare di conto con le carenze di medici, strutture e attrezzature,
grazie all'abnegazione del personale comunque in servizio il centro è riuscito
a garantire ottimi livelli di assistenza ed offerta sanitaria ai cittadini;
- purtuttavia,
nonostante ciò, alcuni recenti pensionamenti non seguiti da immediate
sostituzioni hanno creato una situazione di grave precarietà, tale da mettere a
rischio il regolare funzionamento e la stessa sopravvivenza del centro;
- per quanto
determinatosi, attualmente il centro risulta nell'impossibilità di garantire i
propri servizi nei pomeriggi del martedì, del giovedì e del sabato,
costringendo i dializzati a recarsi in altre strutture, distanti e non
raggiungibili con mezzi pubblici;
- vane sono
risultate essere, al momento, le accorate segnalazioni dei responsabili medici
della struttura ospedaliera Trebisaccese e dello stesso sindaco della cittadina
ionica, indirizzate sia al Presidente della Giunta regionale sia al Commissario
per il rientro dal debito sanitario;
- prive di
riscontro sono state al momento le richieste rivolte con urgenza alla direzione
generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza;
- la
situazione descritta pregiudica fortemente il diritto alla salute di decine di
migliaia di persone e centinaia di dializzati, costretti a ricorrere ad altre
strutture, con pesanti penalizzazioni soprattutto quanto agli spostamenti, in
un'area fatta di piccoli centri molti dei quali montani e soprattutto d'un
sistema viario precario e di trasporti pubblici quasi inesistenti;
tanto
premesso, interpella il signor Presidente della Giunta regionale calabrese
Per sapere:
- se il
Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, sia a
conoscenza della situazione;
- se ritenga
quanto esposto coerente con l'indirizzo politico ed il programma di governo;
- se e come
intenda adoperarsi per garantire la funzionalità e l'efficienza del centro di
dialisi di Trebisacce.
(39;
11/04/2019)
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
- la
coltivazione delle clementine, che ha trovato nel territorio calabrese il suo
habitat ideale, costituisce un comparto produttivo d'eccellenza per la nostra
regione;
- la qualità e
le virtù organolettiche e salutistiche delle clementine di Calabria sono
notorie;
- quella che
sta per chiudersi costituisce una delle campagne più drammatiche per i piccoli
agrumi italiani. In particolare in Calabria, nei principali bacini produttivi,
il 30 - 40% delle clementine è rimasto non raccolto sulle piante;
- tale
situazione è imputabile alle anomalie del clima che ha colpito le regioni del
mezzogiorno, ma anche alle speculazioni di mercato ed alla grossa presenza di
prodotto estero;
- per questo
comparto produttivo è alto il rischio fitosanitario;
- il 21
febbraio 2019 la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni
e le Province autonome di Trento e Bolzano ha sancito l'intesa sullo schema di
decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del
turismo, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, recante
criteri e modalità di ripartizione delle risorse del Fondo nazionale agrumicolo;
- le risorse
disponibili nel Fondo nazionale agrumicolo sono pari a 10 milioni di euro (6
milioni per il 2019 e 4 milioni per il 2020) e la loro articolazione è frutto
del lavoro di concertazione con le parti produttive espresso nel tavolo
agrumicolo di novembre 2018;
- il Fondo
nazionale per il settore agrumicolo consentirà il finanziamento non solo dei
contributi per il sostegno al ricambio varietale delle aziende agrumicole
danneggiate dal virus Tristeza e del mal secco, ma anche dei contributi per la
conoscenza, salvaguardia e sviluppo dei prodotti agrumicoli Dop/Igp e renderà
possibile, altresì, il finanziamento delle campagne di comunicazione
istituzionale e promozionale rivolte ai consumatori per sostenere la
competitività e la qualità del settore agrumicolo;
- l'avvio del
Fondo nazionale agrumicolo è propedeutico all'adozione del Piano agrumicolo di
settore pluriennale, essenziale al fine di attuare una puntuale programmazione
degli interventi di medio e lungo periodo rivolti alla ristrutturazione
dell'intero comparto, sia in termini di produzione che di commercializzazione
ed internazionalizzazione. Tutto ciò premesso, al fine di sostenere gli
investimenti e la promozione delle clementine di Calabria
Impegna la
Giunta regionale
ed il
Presidente della Giunta Regionale, ad intervenire presso il Governo nazionale e
il Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo affinché
adottino, nel più breve tempo possibile, il decreto di attuazione del Fondo
nazionale agrumicolo e il nuovo Piano pluriennale del settore agrumicolo che
tenga conto di misure di trasformazione e riqualificazione della base
produttiva.
(150;
14/03/2019) Battaglia, D'Acri
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
- con la
L.R.23/2003, recante "Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del
sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche
sociali", la Regione Calabria recepiva la Legge Quadro 328/2000 sui
servizi sociali, con l'obiettivo di garantire alle persone ed alle famiglie un
sistema integrato di interventi e servizi sociali volti al miglioramento delle
condizioni e della qualità della vita, all'abbattimento delle condizioni
generatrici di discriminazione sociale e all'eliminazione e riduzione dello
stato di bisogno e del disagio individuale, ispirandosi ad un principio di
universalità, equità sociale e solidarietà, attraverso la realizzazione di una
rete di servizi integrati e con diversi livelli di intensità assistenziale:
dall'accoglienza nelle strutture a carattere semiresidenziale e residenziale al
sostegno mediante servizi di prossimità e territoriali;
- con la
L.R.24/2008 venivano abrogati gli artt. 24 e 25 della L.R.23/2003 che
disciplinavano l'autorizzazione al funzionamento e l'accreditamento delle
strutture di accoglienza a ciclo semiresidenziale e residenziale;
- con la
D.G.R. 210/2015 si definivano gli ambiti socio-assistenziali regionali
individuati in 32 ambiti su tutto il territorio regionale e in buona sostanza
coincidenti con i distretti socio-sanitari;
- con Delibera
di Giunta regionale 37 del 24 febbraio 2015 veniva costituito un Tavolo Tecnico
rappresentativo delle parti sociali per le problematiche relative al settore
socio-sanitario e socio-assistenziale con funzioni consultive, con successiva
delibera di giunta 52/2015 integrato nella sua composizione;
- con Delibera
di Giunta regionale 449 del 14.12.2016, recante "Riorganizzazione
dell'assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di
servizi e politiche sociali", venivano adottati i regolamenti attuativi
della L.R. 23/2003 con le nuove tariffe delle prestazioni sociali triplicate
rispetto al passato, prevedendo una spesa immodificata per il sociale da parte
della Regione Calabria e, invece, una pesante compartecipazione alla spesa
sociale tanto da parte di comuni che degli utenti. Contestualmente venivano,
sempre con la D.G.R. 449, ridotti del 50% gli accreditamenti dei posti letto
per anziani in relazione ai quali, da uno studio condotto dal settore Politiche
Sociali, era emerso uno squilibrio tra domanda ed offerta. Infine, venivano
espressamente escluse dal percorso di riforma alcune tipologie di servizi;
-con Sentenza
978/2018 del 2 maggio 2018, poi confermata dal Consiglio di Stato, il Tar
Calabria accoglieva il ricorso formulato dal Comune di Catanzaro e da alcune
strutture socio assistenziali ed annullava la delibera 449 e successive con
tutti gli atti conseguenziali da essa discendenti e ad essa collegati;
- in seguito
alle bocciature degli organi di giustizia amministrativa, si sono avviate in
Consiglio ed in Terza commissione ampie ed approfondite analisi sui regolamenti
annullati ma anche sull'intero percorso di riforma che aveva poi portato
all'adozione della d.g.r. 449. Nel corso dei quali approfondimenti, emergevano
diffuse critiche di metodo e di merito sulla precedente delibera di Giunta 449,
tanto da ritenere necessario ed opportuno ripercorrere l'intero percorso di
riforma con un'attività di concerto con la Terza commissione consiliare. Le
principali critiche sul precedente percorso di riforma poi annullato dagli
organi di giustizia amministrativa e dalla volontà politica emersa sia in
Consiglio Regionale che in Terza Commissione riguardavano principalmente la
mancata realizzazione del c.d. sistema integrato degli interventi, il mancato
aggiornamento della lettura del fabbisogno, la mancata pianificazione degli
interventi alla persona mediante un unico strumento di programmazione, la
reiterazione della scissione tra sistema sociosanitario e socio-assistenziale
esattamente come nella vecchia l.r. 5/87, la mancata previsione di diversi
livelli assistenziali in relazione al diverso grado di bisogno non essendo
stata prevista la necessità, nel calcolo del costo delle prestazioni, di fare
riferimento alle valutazioni delle commissioni ufficiali;
- alla seduta
del 14 giugno 2018, la Terza Commissione consiliare "Sanità e Attività
Sociali" delegava i consiglieri Gallo e Greco a predisporre una mozione
unificata che dettasse le linee guida cui la Giunta avrebbe dovuto ispirarsi
per l'adozione dei nuovi regolamenti attuativi della l.r. 23/2003;
- alla seduta
del 5 luglio 2018, la Terza Commissione Consiliare approvava all'unanimità la
Mozione bipartisan Greco - Gallo e rinviava la discussione sulla stessa al
Consiglio Regionale;
- con Delibera
di Giunta regionale 410 del 21 settembre 2018 venivano revocate le precedenti
dgr. 37/2015 e 502/2015 con le quali veniva istituito il Tavolo Tecnico;
- con DGR 607
del 3.12.2018 si modificava in parte la d.g.r. 210/2015 nella parte in cui
aveva sospeso tutte le richieste di autorizzazione al funzionamento in attesa
dei nuovi regolamenti di attuazione della l.r. 23/2003 e, pertanto, si dava il
via a nuove autorizzazioni al funzionamento. Nella citata d.g.r. 607/2018
quanto ai requisiti strutturali si fa riferimento al DM 308/2001 e, quanto ai
requisiti professionali, si fa riferimento ai regolamenti attuativi di alcune
tipologie di strutture;
- più
precisamente, con la DGR 607/2018 si indicano quali requisiti professionali
richiesti ai fini dell'autorizzazione al funzionamento quelli contenuti nei
regolamenti relativi alle seguenti specifiche tipologie di servizi: 1)
Strutture residenziali per minori con disturbi psichici e disturbi del
comportamento sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi;
2) Tipologie
di servizio residenziale per minori: Centri specialistici per la cura e la
protezione di bambini e adolescenti in situazioni di maltrattamento;
3) Tipologie
di servizio residenziale per minori: strutture residenziali per minori
disadattati sociali e sottoposti a provvedimenti penali e/o amministrativi;
4) Tipologia
di servizio per soggetti con minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali Centri
socio riabilitativi per disabili;
5) Tipologia
di servizio per soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali
per persone con problemi di non autosufficienza;
- con
comunicazione Prot. Siar 437926 del 28 dicembre 2018 il Dipartimento n. 7
Politiche Sociali ha inviato alla Stazione Unica Appaltante richiesta di
espletare secondo le modalità ritenute opportune e necessarie le procedure di
gara finalizzate alla individuazione degli operatori ai quali affidare i
servizi sociali;
- la richiesta
inviata alla Stazione Unica Appaltante acclara la volontà dell'Assessorato
Regionale e del Dipartimento di preferire, per l'affidamento dei servizi alla
persona, il sistema dell'aggiudicazione scartando il sistema di affidamento
mediante accreditamento e convenzionamento;
- per via del
trasferimento delle competenze in capo ai Comuni dovranno essere questi Enti a
determinare le modalità di affidamento dei Servizi per cui la richiesta fatta
dal Dipartimento Politiche Sociali alla stazione Unica Appaltante appare ancor
di più anomala considerata la libertà di determinazione dei comuni Capo Ambito
rispetto a quanto eventualmente deciso dalla Stazione Unica Appaltante;
- in data 21
febbraio 2019, con comunicazione inviata via mail, il Dipartimento Politiche
Sociali ha chiesto alle strutture socio assistenziali la documentazione
necessaria per il rinnovo dei contratti precisando che gli stessi avranno
validità solo per il I° quadrimestre 2019, quindi, fino al 30 aprile;
- il rinnovo
dei contratti fino al 30 aprile e la comunicazione del Dipartimento Politiche
Sociali alla Stazione Unica Appaltante del 28 dicembre 2018, evidenziano la
decisione di modificare il sistema di affidamento dei servizi ma, allo stato,
non sono stati resi noti i nuovi requisiti che gli erogatori di servizi
dovranno possedere alla data del 1 maggio, quindi, all'entrata in vigore del
nuovo sistema. Ciò determinerà l'impossibilità per tutti i soggetti di essere
in regola con la nuova normativa alla data della sua entrata in vigore;
- l'ultimo
Piano Regionale dei Servizi alla Persona approvato dalla Regione Calabria è
quello 2007/2009 e a livello nazionale, ad eccezione del Piano Sociale
nazionale 2001-2003, non è stato adottato più nessun altro Piano Sociale
Nazionale con individuazione dei livelli minimi dei servizi su base nazionale
e, di conseguenza, con funzione di pianificazione unitaria. - nella nostra
Regione, ad oggi, registriamo la mancata garanzia dei Lea, per cui la funzione
complementare dell'assistenza sociale risulta amplificata e diventa
obbligatoria e non solo opportuna, l'adozione di un Piano Regionale Integrato
Socio-Sanitario;
- nella nostra
Regione il costo della migrazione non solo strettamente sanitaria ma anche
socio-assistenziale è una criticità gravissima tutt'altro in tendenza
decrescente;
- allo stato
permane il vuoto legislativo creato dalla l.r. 24/2007 con l'abrogazione degli
artt. 24 e 25 della l.r. 23/2003 e che, al contrario, questi due istituti hanno
carattere fondamentale per la corretta applicazione della l.r.23/2003 e
garantiscono uniformità, trasparenza e correttezza nell'esecuzione delle
prestazioni
impegna la Giunta regionale
ed il
Presidente della Regione Calabria all'osservanza di quanto contenuto nella
mozione unificata Greco/Gallo come atto di indirizzo cui la giunta dovrà
ispirarsi per la stesura dei nuovi regolamenti, come di seguito si riporta: -
ad aggiornare, preliminarmente, la lettura del fabbisogno regionale;
- all'avvio
della concertazione necessaria tra Dipartimenti interessati al fine di evitare
la reiterazione delle conseguenze aberranti ottenute con la precedente dgr
526/2017;
- a prevedere
forme di concertazione tra le conferenze Regionali permanenti per la
programmazione socio-sanitaria e quella per la programmazione
socio-assistenziale al fine di mettere in campo uno strumento unico di
programmazione degli interventi alla persona;
- ad
approvare, il Piano Socio-Sanitario Regionale Integrato, contenente i Lea ed i
Livelli Essenziali di Servizi alla persona utilizzando un unico strumento di
programmazione degli interventi alla persona;
- a valutare
le proposte che in merito ai nuovi regolamenti approvandi giungono dalla terza Commissione
consiliare "Salute e Attività Sociali", quindi, a riconoscere alla TERZA
Commissione Consiliare il ruolo di organismo di confronto necessario;
- all’adozione
preventiva dei criteri generali per la determinazione del concorso alla spesa
sociale, come stabilito dall'art. 32 della l.r. 23/2003;
- a
riconoscere, nel quadro dell'offerta dei servizi di assistenza da realizzare in
attuazione della l.r. 23/2003 1'importanza della rete di strutture presenti sul
territorio regionale quale servizio essenziale nell'erogazione delle
prestazioni socio-assistenziali in favore delle fasce deboli, uniformando la
normativa dell'intera rete di strutture di accoglienza;
- a garantire
la stabilità amministrativa e giuridica delle stesse strutture di accoglienza
al fine di non mettere a rischio la continuità assistenziale nei confronti
degli ospiti inseriti e consentire alle stesse di mantenere costanti i livelli
occupazionali;
- al rinnovo
immediato delle convenzioni fino al 31 dicembre 2019 con conseguente sblocco
della fatturazione dal 1 gennaio 2019;
-
all’approvazione del Piano di conversione delle strutture contestualmente
all'approvazione del Piano degli interventi nonché della Lettura del
Fabbisogno;
- a chiarire,
con la massima urgenza, l'interpretazione della d.g.r. 607/2018 in merito ai
requisiti professionali richiesti per l'autorizzazione al funzionamento delle
varie tipologie di servizi;
- a
scongiurare forme di affidamento dei servizi mediante aggiudicazione ed a
preferire forme di affidamento della gestione dei servizi mediante
accreditamento e convenzionamento dei soggetti erogatori;
sollecita il
Consiglio Regionale ad adottare i provvedimenti legislativi finalizzati a
colmare il vuoto legislativo conseguenti all'abrogazione ad opera della l.r.
24/2008 degli artt. 24 e 25 della l.r.23/2003.
(151;
18/03/2019) Greco, Gallo
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
- la
Commissione Europea ha avviato nel 2018 una Strategia per la riduzione del
consumo di plastica in tutti i Paesi della CE;
- la
Commissione Europea ha promosso un piano di azione di economia circolare per la
riduzione dei consumi della plastica e dell'impatto che essi hanno sugli
elementi naturali e gli ecosistemi;
- la
commissione europea ha divulgato dati preoccupanti sul consumo di plastica e
sull'impatto che questo ha sull'ambiente, riassunti in un documento che invita
i cittadini europei a ridurre il consumo di plastica;
- la plastica
rappresenta la principale causa di inquinamento dei mari e corsi fluviali;
- la maggior
parte degli oggetti di uso comune sono costituiti in plastica monouso,
comportando una produzione sproposita di rifiuti da smaltire;
- a livello
mondiale, i materiali di plastica rappresentano il 70% di tutti i rifiuti
marini;
- le ricerche,
i rapporti ambientali e le campagne di monitoraggio svolte negli ultimi due
decenni hanno evidenziato come l'impatto dei frammenti di plastica comprometta
la vita della fauna marina e la qualità stessa delle acque;
- le correnti
marine favoriscono il deposito di detriti, rifiuti e materiali di scarto lungo
le coste;
- il danno
ambientale causato impone un cambiamento di abitudini e stili di vita non più
procrastinabile;
rilevato che:
- i dati pubblicati riguardanti la presenza di rifiuti sulle spiagge o nei
luoghi turistici di montagna indicano che, in generale, si tratta
principalmente di rifiuti in "plastica";
- il 90% degli
imballaggi alimentari è in plastica;
- esistono in
commercio prodotti monouso e packaging realizzati con materiali biocompostabili
a base di fibre vegetali;
preso atto
che: - gli effetti dell'inquinamento per la produzione e lo smaltimento delle
plastiche sono deleteri per l'ambiente e la nostra salute;
- l'uso di
bicchieri e posate di plastica usa e getta è largamente diffuso nei luoghi di
vacanza, nei lidi e stabilimenti balneari, specialmente dai turisti giornalieri
che frequentano spiagge e boschi;
- la comunità
europea ha promosso una campagna "Be
Ready to change ", per ridurre il consumo di plastica monouso;
- il ministero
dell'Ambiente ha lanciato a ottobre 2018 la campagna #Io sono ambiente,
lanciando appello a persone, società e istituzioni di qualsiasi livello
governativo, con l’obiettivo primario di eliminare la plastica usa e getta,
grave fonte di inquinamento di acque e terre;
- il bilancio
di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e il bilancio pluriennale
per il triennio 2019-2021 prevede al comma 73, art. l, pag. 14 della Legge n.
145 del 30/12/2018 misure specifiche di incentivo all'acquisto di imballi e
oggetti monouso biodegradabili.
Impegna la Giunta regionale
- ad attuare
provvedimenti che vietino, già dal 2019, di utilizzare e quindi di introdurre
stoviglie, cannucce e sacchetti in plastica all'interno di lidi e stabilimenti
balneari o aree protette montane ad alto traffico di turisti;
- ad attuare
campagne di sensibilizzazione nei comuni ad alto flusso turistico rivolte a
grandi catene di distribuzione, bar, caffetterie, pub, lidi e in tutti gli
esercizi commerciali, per eliminare l'uso della plastica e promuovere la
vendita e l'utilizzo di soli imballaggi, piatti, bicchieri e cannucce
biodegradabili;
eccezion fatta
per le bottigliette d'acqua che, data la mancanza sul mercato di valide
alternative facilmente utilizzabili dai gestori, si potranno ancora vendere,
almeno per l'estate 2019;
- predisporre
un cronoprogramma per bandire l'uso della plastica in tutti i comuni del
territorio regionale entro il 2021, anticipando i tempi per attuare le
disposizioni imposte dalle direttive europee in merito, ponendo l'obiettivo di
CALABRIA REGIONE PLASTIC FREE;
- predisporre
un regolamento regionale per destinare contributi ad enti o associazioni che
intendano organizzare ecoeventi, ecofeste, o eventi ecosostenibili di ogni
genere sul territorio regionale.
(152;
25/03/2019) Greco, D'Agostino
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
- l'iniziativa
"Blind Accessibily Marchio Etico
di qualità e accessibilità" è mirata alla creazione ed alla diffusione di
un Marchio di Prodotto volontario, di carattere "trasversale", ossia
che può essere apposto, dalle Aziende che ne fanno richiesta e che si attengono
ai Regolamenti e ai Disciplinari che verranno previsti, formulati con l'Unione
Italiana Ciechi ed Ipovedenti, su tutti i tipi di prodotti (alimentari, di
personal care, farmaceutici e parafarmaceutici, ecc.) e strutture, sia mobili
che semoventi, di mare e di terra (ristoranti, lidi, hotel, bar, musei
biblioteche ecc.);
- i marchi di
qualità sono certificazioni che attestano la qualità dei prodotti in commercio.
Possono essere rilasciati sia da Consorzi di aziende che s'impongono
determinate regole di produzione o di erogazione di servizi, sia da Organismi
di certificazione, i quali rappresentano una parte indipendente rispetto ai
produttori ed ai consumatori;
- alcuni
marchi sono volontari: in questi casi le imprese decidono di attenersi a
determinate norme tecniche di produzione che determinano la qualità del
prodotto. La certificazione di conformità ad una determinata norma tecnica -
oltre ad essere una garanzia interna all'azienda - può costituire un fattore
strategico di competitività, rappresentando agli occhi del consumatore un
simbolo di "Qualità";
- si tratta di
una iniziativa innovativa, dotata di forte impatto sul mondo dell'accoglienza e
del turismo, capace di proporsi implicitamente con grandi valenze di animazione
e sensibilizzazione nei confronti delle tematiche dell'accessibilità;
- la
"cultura" dell'accoglienza, nonché della "eticità" intesa
come rispetto delle persone disabili, dell'ambiente naturale, e soprattutto del
consumatore, cui viene proposto un rapporto diretto e dialettico con
l'imprenditore ed il personale dipendente, porterà alla creazione di
"Buone Prassi", che avranno sempre maggiore diffusione nel territorio
regionale;
- obiettivo
del Marchio è quello di garantire, per le Aziende fruitrici, una visibilità,
attraverso un mezzo ampiamente riconoscibile, nella Regione Calabria, che
contraddistingue una superiore "Visione dell'Accoglienza" e
soprattutto identifica ambienti e persone organizzate per garantire dei servizi
di livello superiore;
- il marchio
di "Blind Accessibility" è
la certificazione che un'apposita commissione di certificazione creata
dall'Unione Italiana dei Ciechi di Cosenza (proprietaria del Marchio "Blind Accessibility" depositato
presso la Camera di Commercio di Cosenza) concede dopo aver verificato, caso
per caso, la sussistenza di determinati parametri atti al superamento delle
barriere fisiche e/o immateriali. Esempi: Strutture: esistenza di percorsi
tattili plantari, esistenza di mappe tattili della struttura, utilizzo di
determinate tonalità di colore atte alla distinzione per gli ipovedenti,
indicazione tattile e/o sonora di luoghi e/o servizi. Prodotti: indicazioni
braille di informazioni obbligatorie (scadenza, conservazione, controindicazioni
ecc.), Qrcode con indicazione della filiera di produzione ecc. Servizi:
Esistenza all'interno del personale di dipendente ad hoc formato, brochure
delle attività in braille ecc.. Considerato che: - il Brand Blind Accesibility identifica sia
l'accessibilità di strutture, eventi o aree di territorio che il singolo
prodotto che dalle aziende di quel territorio viene prodotto, in tutti i
settori merceologici;
- una forte
ricaduta si avrà anche sull'accessibilità turistica del Territorio della
Regione Calabria, in effetti per "Turismo accessibile" solitamente si
intende l'insieme di servizi e strutture in grado di permettere a persone con
caratteristiche ed esigenze differenti la fruizione della vacanza e del tempo
libero senza ostacoli e difficoltà;
- anche nel
campo della esportazione dei nostri prodotti agro alimentari, dotati del
marchio "Blind Accessibility",
vi sarà un impatto positivo sulla loro commercializzazione in quanto dotati di
un codice di lettura universale riconosciuto e riconoscibile come tale in tutto
il mondo che travalica i confini delle lingue.
Impegna la Giunta regionale
- ad attuare
tutti quei provvedimenti necessari per l'applicazione di detto marchio "Blind Accessibility" e per la
messa in atto di tutte quelle misure idonee alla sua diffusione (campagne di
sensibilizzazione, contributi economici, ecc..);
- a
riconoscere quale punto di premialità nell'accesso di tutti i bandi regionali
e/o europei il marchio di accessibilità sopra descritto;
- a
predisporre un regolamento regionale per destinare contributi ad enti o
associazioni che intendano organizzare eventi sul territorio regionale
finalizzati alla diffusione e applicazione del marchio Blind Accessibility.
(153;
08/04/2019) Greco
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
- era il 16
agosto del 1972, quando un chimico romano, Stefano Mariottini, si trova a
Riace, in Calabria, per inseguire la sua passione: le immersioni in mare
aperto. Cercava scogli isolati dove poter fare pesca subacquea e ne trovò un
gruppo quasi circolare con della sabbia al centro. Lì, a circa 300 metri dal
litorale ed a quasi 10 metri di profondità, in un'acqua limpida e quasi
trasparente, che la sua attenzione viene catturata da un qualcosa che non era
un sasso qualunque, bensì una spalla. Una spalla di bronzo, appartenente ad una
statua che, assieme ad un'altra ritrovata nelle immediate vicinanze, venne
recuperata dalle acque cinque giorni dopo dai Carabinieri sommozzatori del
nucleo di Messina. Due sculture, che sarebbero state protagoniste di uno dei
più straordinari ritrovamenti del XX secolo;
- i Bronzi di Riace,
databili intorno al V secolo a.C., sono dei veri e propri capolavori dell'arte
greca e, da tempo, rappresentano un simbolo della Calabria e un'icona italiana.
I due guerrieri, alti quasi due metri, sono stati ribattezzati A e B dagli
esperti, il Giovane e l'Adulto dai più poetici;
- il primo
colpisce per i suoi ricci perfettamente definiti, le ciglia, i denti che
emergono tra labbra appena dischiuse, gli occhi. Il secondo è quello che ha
attratto maggiormente gli esperti. Di statuaria antica, con il movimento del
busto più plastico e morbido, opera certamente di un artista superiore. Non in
molti sanno, che un'ipotesi avvalorata dagli studiosi, afferma che i Bronzi
avessero labbra rosso fuoco. Oltre che denti scintillanti, occhi vivaci e
carnagione abbronzata. Il luogo comune le vuole statue monocromatiche e,
invece, l'analisi chimica ha rilevato tracce di trattamenti allo zolfo, che
venivano usati per modificare il colore del materiale originario, su cui si
inserivano anche inserti decorativi o bitume come legante;
- ancora oggi,
conservati al Museo Nazionale di Reggio Calabria, rappresentano una delle opere
scultoree più apprezzate al mondo. Un patrimonio inestimabile, che, in
un'ottica di promozione culturale e turistica della Calabria, dovrebbero essere
inserite in una programmazione ben dettagliata, che non escluda una eventuale
esposizione in altre regioni o, addirittura, nei musei più importanti del
pianeta;
- ovviamente,
curandone, nei minimi dettagli, ogni aspetto utile ad una adeguata
conservazione e tutela dell'opera e senza tralasciare l'importanza di far
evincere quella che è e resta la loro "casa", ovvero Reggio Calabria;
- far
conoscere le nostre bellezze ed organizzare tour internazionali, potrebbe ancor
di più incentivare ed invogliare, i turisti, a visitare la Calabria ed a
recarsi nei posti e nei luoghi dei Bronzi: dove sono collocati, dove sono stati
ritrovati. Si creerebbe, così, un percorso, che consenta di far rete tra
territori ed enti, che è ciò che ancora manca e che non ci consente di alzare
quella famosa asticella, per addivenire ad un turismo capace di offrire servizi
completi, competenti e professionali, rispondendo alle esigenze del turista;
- la Calabria,
infatti, deve poter entrare nella "mental map" turistica e, di
conseguenza, portare i Bronzi in quelle parti del mondo, che oggi stanno
tentando di conquistare mercati nuovi (ad esempio in Cina, in Giappone, ecc),
potrà certamente portare riscontri di non poco conto, innescando quei
meccanismi, che arriveranno ad alimentare le potenzialità del nostro sistema
turistico e culturale, spesso decantate e, di fatto, mai sfruttare per come
richiedono le sfide dei tempi attuali e di un comparto, in continua evoluzione.
Impegna la Giunta regionale
a valutare,
con concretezza e nell'immediato, la possibilità di approvare eventuali
spostamenti e tour, in tutto il mondo, dei Bronzi di Riace, richiedendo,
magari, la collaborazione dei nostri consultori e delle tantissime associazioni
di italiani nel mondo, che potrebbero perfettamente collaborare alla
realizzazione di una programmazione storica e strategica, che avrà,
sicuramente, un forte impatto mediatico ed un ritorno in termini di immagine e
di rilancio turistico e culturale della nostra Regione.
(154;
08/04/2019) Greco, Ciconte
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
- il Comune di
Acri (CS) presenta un territorio di oltre 200 km quadrati, circa 808 km di
strade principali, di cui pressappoco 50 km nel solo territorio della frazione
"La Mucone";
- la rete
stradale di "La Mucone" si sviluppa su tre arterie: l) un tratto di
strada collega la periferia con Acri centro;
2) un secondo
tratto di strada è quello interno alla periferia;
3) un terzo
tratto di strada è quello che collega la frazione "La Mucone" alla
città capoluogo di Cosenza "a valle", e verso il comune di Celico
"a monte";
- su questo
ultimo tratto di strada, nella parte verso Celico, circa dieci anni fa è stato
effettuato un intervento di miglioramento (allargamenti stradali, cordoli, bitumazione,
marciapiedi, ecc), rimasto però incompleto;
- il versante
Serricella - Cosenza, invece, strada realizzata negli anni '50, ha una
conformazione e un andamento che è bisognevole dei lavori di miglioramento;
- il tratto di
strada in questione è stato da sempre trascurato (tranne qualche piccolo
intervento di miglioramento con fondi comunali), ed infatti oggi si presenta
alquanto dissestato con tutto ciò che ne concerne in termini di sicurezza, di
disagi agli automobilisti che percorrono questo tratto, di danni economici alle
autovetture (costringendo a continue manutenzioni le vetture su gomme,
ammortizzatori, giunti ecc.), carente di sistemi di sicurezza, carente di
illuminazione pubblica, carente di segnaletica orizzontale e verticale, che si
presenta in alcuni tratti molto stretta da non consentire il transito su
entrambi i sensi di marcia e/o a veicoli di grosse dimensioni e quant'altro;
Considerato
che: - la frazione di "La Mucone" è un territorio con 28 contrade, di
62 km2, con 2.647 (duemilaseicentoquarantasette) residenti, corrispondenti a
1.063 nuclei familiari;
- il tratto di
strada interessata è una arteria principale per il collegamento alle zone più
sviluppate quali Montalto Uffugo, Rende e l'Università, la città capoluogo di
Cosenza, in particolare consentendo ai residenti della zona un più rapido
raggiungimento dei presidi ospedalieri presenti nella città di Cosenza ed altri
servizi;
- nel Piano
delle Opere Pubbliche del Comune di Acri, già in passato era stato inserito
come prioritario un intervento strutturale per il miglioramento del tratto di
strada comunale Serricella - Ponte Mucone;
- da un quadro
economico determinato sulla base di un computo metrico estimativo di massima e
da una bozza informale di progetto, redatto da tecnici abitanti del luogo, e
depositato agli atti del Consiglio comunale del 04.12.2018, si è stimato un
costo totale di circa Euro 2.700.000,00 (due milioni e settecento mila euro);
- è interesse
dell'amministrazione di Acri reperire congrui finanziamenti al fine di
effettuare i lavori di miglioramento sopra descritti del tratto di strada
Serricella - La Mucone.
Impegna la Giunta regionale
- a destinare
un congruo finanziamento al fine di poter ottemperare ai lavori di
miglioramento del tratto di strada comunale Serricella - Ponte Mucone.
(155;
08/04/2019) Greco
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
- sono oltre
1.000 i posti non coperti, tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari e
altre figure professionali, occorrenti al buon funzionamento della sanità calabrese
e che dovevano essere reperiti attraverso una serie di concorsi di cui solo una
parte è stata portata a termine;
- la struttura
commissariale del piano di rientro dal debito sanitario ha chiesto alle Aziende
sanitarie e ospedaliere le graduatorie vigenti dalle quali ogni azienda
dovrebbe attingere per le proprie esigenze;
- è reale il
rischio di blocco del turnover nella sanità calabrese che coinvolge anche i
precari che già lavorano negli ospedali della regione;
- la cronica
carenza di personale di cui soffrono da anni le strutture mette concretamente a
rischio il diritto alla salute dei cittadini;
- sempre da
notizie di stampa, si apprende che il Governo terrà una riunione in Calabria
del Consiglio dei ministri il prossimo 18 aprile;
Impegna la Giunta regionale
ed il
Presidente della Giunta regionale, preso atto della grave situazione: - a
promuovere, con urgenza, con il governo la necessaria concertazione per
valutare le iniziative da assumere a garanzia del buon funzionamento della
sanità calabrese;
- ad adottare,
a tal fine, ogni provvedimento di propria competenza che si rende essenziale
per il raggiungimento dello scopo.
(156;
15/04/2019) Morrone, Scalzo, Esposito, Orsomarso, Arruzzolo, Nicolò, Parente,
Neri, Tallini, Gallo, Pasqua
Guccione
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
nella
consultazione popolare del giugno 2011, il 54% degli elettori ha votato contro
la privatizzazione del sistema idrico, sancendo che in Italia l’acqua è un bene
pubblico;
la
società So.Ri.Cal. Spa è stata messa in liquidazione nel 2012. La quota di
partecipazione della Regione Calabria è del 53,50%, quella di Acque di Calabria
S.p.A. è del 46,50%;
in una
recente conferenza stampa, il dg della Presidenza della Regione Domenico
Pallaria, dopo sette anni dalla messa in liquidazione della So.Ri.Cal. Spa, ha
affermato che: “il percorso che stiamo cercando di perseguire è questo: la
So.Ri.Cal. è una società mista, il socio privato ha manifestato l'intenzione di
uscire dalla Spa e ora abbiamo trovato una soluzione e probabilmente entro fine
marzo il socio privato uscirà, la So.Ri.Cal. diventerà totalmente pubblica”;
il
presidente della Regione Calabria, su mia richiesta, da oltre un anno si era
impegnato a discutere della vicenda So.Ri.Cal. Spa con una sua informativa
riguardante il futuro del sistema idrico calabrese. E' da chiarire lo stato dei
rapporti tra la Regione e il socio privato di So.Ri.Cal. Ad oggi ciò non è
avvenuto;
è
arrivato il momento che il Consiglio regionale discuta del futuro del sistema
idrico calabrese, affrontando tutte le questioni rimaste in sospeso e le
soluzioni che potranno garantire una gestione del servizio idrico efficiente e
pubblico -:
Per
sapere:
quali
iniziative urgenti intende adottare per chiudere la vicenda della liquidazione
della società So.Ri.Cal. Spa, evitando quello che è accaduto in passato dove i
profitti restano in capo ai privati a discapito del pubblico che si trova a
pagare le relative perdite. E’ necessario mettere in atto un'operazione di
trasparenza attraverso una relazione dettagliata che parta dalla sua
costituzione alla messa in liquidazione. Si faccia luce, soprattutto, sulla
gestione degli anni in cui la società So.Ri.Cal. Spa è stata messa in
liquidazione per capire se siano state violate le norme in termini di
assunzioni, promozioni di personale e se gli atti amministrativi compiuti siano
conformi alla normativa per quanto riguarda le aziende pubbliche e/o private
poste appunto in liquidazione.
(437; 18/02/2019)
Risposta: “Il Servizio Idrico integrato, come noto, "è costituito
dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di
acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue". Il
modello attuativo regionale di organizzazione del servizio, giusta legge
regionale n. 10/97, pro tempore vigente, di recepimento della legge n. 36/94
(c.d. legge Galli), prevedeva: - un Sovrambito, coincidente con l’intero
territorio regionale, in cui organizzare la gestione le fonti di approvvigionamento,
adduttrici ed opere di accumulo, delle opere realizzate dalla ex Casmez e
trasferite alla Regione nel 1983; opere, che la stessa Regione ha gestito in
economia fino al 31 ottobre 2004, garantendo l’alimentazione idropotabile dei
Comuni calabresi; - cinque ambiti territoriali ottimali (ATO), coincidenti con
i territori delle cinque Province calabresi, in cui organizzare la gestione dei
segmenti di competenza dei Comuni (reti distributive, reti fognarie e
depuratori nonché i segmenti di adduzione (fonti, adduttrici ed opere di
accumulo comunali). L’organizzazione della gestione prevedeva l’individuazione,
da parte dell’ente di governo d’Ambito, di un soggetto unico, per ambito, a cui
i singoli Comuni, con le eccezioni a suo tempo previste dall'art. 148 del
d.lgs. n. 152/2006, avrebbero dovuto trasferire i segmenti di competenza. Nel
Sovrambito esiste ed opera dal 1 novembre 2004 la So.Ri.Cal. S.p.A., società
mista a maggioranza pubblica, espressamente prevista dall'art. 40 della
richiamata legge regionale n. 10/97, quale soggetto deputato a completare e
gestire il complesso acquedottistico regionale e, pertanto, fornitore
all'ingrosso dell'acqua per usi civili/potabili alla totalità dei Comuni
calabresi; La Regione, con l'art. 47 della legge regionale n. 34/2010, ha
disegnato un ambito unico per l’intero territorio regionale (ATO).
L’Amministrazione regionale in carica, a partire dal gennaio 2015, ha cercato
con ogni mezzo di accelerare il percorso imposto, adottando la deliberazione
della Giunta Regionale n. 183 del 12 giugno 2015, con la quale è stato
individuato nella istituenda Autorità Idrica della Calabria (AIC) l’'Ente di
governo dell’ambito territoriale ottimale per il servizio idrico comprendente
l’intera circoscrizione regionale ed è stata approvata la proposta di legge
"Istituzione dell’Ente di Governo d'ambito per il servizio idrico
integrato Autorità Idrica della Calabria (A.I.C.)". Con la stessa
deliberazione n. 183/2015 si è, inoltre, stabilito che nelle more dell’entrata
in vigore della legge regionale istitutiva dell'AIC, le relative funzioni
continuavano ad essere attribuite alla Regione Calabria ed esercitate dal
Dirigente generale del Dipartimento competente. L'individuazione dell’ente di
governo è diventata poi, per le Regioni, un'imposizione di legge; il comma I,
lettera b) dell'art. 7 del decreto "Sblocca Italia” DL 133/2014,
modificando il Codice dell’Ambiente del 2006, prescrive testualmente, "le
regioni che non hanno individuato gli enti di governo dell’ambito provvedono, con
delibera, entro il termine perentorio del 31 dicembre 2014. Decorso inutilmente
si attivano i poteri sostitutivi. In data 17 marzo 2018 si sono tenute le
elezioni dei componenti l’Autorità Idrica Calabrese (AIC) che si è insediata lo
scorso 29 maggio 2018. È da premettere che con decreto dirigenziale n. 552 del
03/02/2016 è stata sancita la volontà "politica", più volte ribadita
dall'Amministrazione regionale in carica, di pervenire ad una gestione
totalmente pubblica del servizio idrico. In tal senso è imprescindibile la
pubblicizzazione della So.Ri.Cal. atteso che il socio privato di So.Ri.Cal. ha
manifestato il proprio interesse alla cessione delle quote azionarie possedute
nella società. Attraverso svariate interlocuzioni con professionisti del settore
sono state valutate tutte le ipotesi legalmente previste per la fuoriuscita di
Veolia. In primis la relazione inviata dai consulenti incaricati dalla
So.Ri.Cal. per conto della Regione - acquisita il 19 gennaio 2018. Secondo i
consulenti le strade possibili per tenere in considerazione la richiesta di
Veolia potrebbero essere due: - acquistare, a titolo oneroso (1 euro), le
azioni; - liquidare la quota con l’effetto di diventare, comunque, socio unico;
- acquisto di quote proprie Nel caso di compravendita, la Regione non potrà, in
ogni caso, acquistare una società in liquidazione; di conseguenza vi sarà la
necessità di revocare la liquidazione, che deve essere disposta secondo quanto
sancito dall'art. 7 del d.lgs. 175/2016 (TUSP)9, e procedere alla redazione di
un piano industriale che consenta di dimostrare l’utilità futura dell’acquisto,
ancorché al prezzo simbolico di un euro. Secondo gli esperti, la strada più
idonea, è "l'acquisto di azioni del socio di minoranza da parte della
medesima società emittente (acquisto di azioni proprie)". Questa strada,
infatti, consente di arrivare comunque al risultato di una società interamente
in mano pubblica. Il ricorso a tale procedura di acquisto è espressamente
prevista nel contratto di finanziamento, sottoscritto in data 4 maggio 2006,
modificato in data 27 febbraio 2007 ed ulteriormente modificato ed integrato in
data 21 aprile 2008 ed all'interno dell’accordo integrativo sottoscritto in
data 20 maggio 2004. Prima dell’istituzione dell’ambito unico, legge regionale
34/2010 si sono registrati, comunque, due "affidamenti” coerenti: - uno in
provincia di Crotone (SOAKRO S.p.A.), operativo dal 2007 ma incompleto e
fallito (2015); - uno in provincia di Cosenza, con soggetto individuato,
Cosenza Acque S.p.a., che ha elaborato, nel 2011 il progetto industriale ma mai
diventato operativo. La mancata operatività degli ATO è risultata determinante
nel compromettere gli obiettivi che con la costituzione di So.Ri.Cal. la
Regione si era data. La situazione di stallo che si è protratta per oltre un
decennio con la mancata individuazione e/o operatività del/i gestore/i ed il
mantenimento delle gestioni comunali ha inciso in modo determinante su
So.Ri.Cal. (e sulla Regione, quale socio di maggioranza), che ha risentito dei
mancati introiti derivanti dai pagamenti delle fatture dell’acqua da parte dei
Comuni, con mancati introiti che, ovviamente, hanno avuto ripercussioni sui
rapporti con le banche nel Project Financing imbastito e, quindi, sulle reali
possibilità di investimento per il miglioramento del servizio. Le cause reali e
profonde del fallimento del modello organizzativo sancito dalla legge regionale
n. 10/97, sono da ricercarsi nell'arresto del processo di riorganizzazione dei
servizi idrici a livello di Ambito territoriale ottimale, nel mantenimento
delle gestioni comunali e nell'assenza di qualsiasi forma di integrazione tra
queste e la gestione della grande adduzione che, come nella precedente gestione
regionale, rappresentava per le gestioni comunali un costo insostenibile. Con
nota del 14.4.2016 il socio privato di So.Ri.Cal. ha manifestato il proprio
interesse alla cessione delle quote azionarie possedute nella società. Appare
opportuno ricordare che la società, in liquidazione volontaria dal 13/07/2012,
in ragione dell'essenzialità del servizio pubblico gestito, ha garantito e sta
garantendo normalmente la fornitura idropotabile all'ingrosso ai Comuni, agli
Enti ed agli altri soggetti titolari di contratti per la fornitura di acqua
all'ingrosso nonostante le molteplici difficoltà. È evidente, infatti, come
So.Ri.Cal. nell’ambito del sistema regionale di fornitura idropotabile
all’ingrosso, pur avendo sempre puntualmente garantito tutti i propri servizi e
forniture, stia letteralmente “finanziando" Comuni ed altri Enti serviti,
verso i quali "vanta" il notevolissimo ammontare di circa 200 milioni
di Euro. Inoltre, attraverso il servizio regionale di fornitura idropotabile
all'ingrosso, attesa la particolare natura, peraltro non interrompibile, del
servizio prestato da So.Ri.Cal., 383 Clienti serviti (Comuni ed altri Enti) si
è praticamente ed impropriamente “finanziato”, a volte anche sulla base di
presupposti palesemente quanto manifestamente infondati e strumentali,
omettendo di pagare regolarmente le forniture idriche richieste a So.Ri.Cal.
Dunque la So.Ri.Cal. versa in uno stato di crisi indotta essenzialmente dai
mancati incassi da parte dei comuni che risultano morosi, e non dal
malfunzionamento della stessa; una società pienamente attiva, praticamente, con
importanti potenzialità che non possono essere dispiegate a causa della
difficilissima situazione finanziaria. Nonostante i mancati incassi la società
ha comunque provveduto e sta provvedendo, nel termine di cui all'art. 182 bis
L.Fall. a soddisfare i debiti scaduti, secondo quanto previsto dall'Accordo di
Ristrutturazione. Parallelamente all'esecuzione degli obblighi assunti
nell'Accordo di Ristrutturazione, So.Ri.Cal. ha poi continuato a garantire la
regolare erogazione del servizio idrico all'ingrosso in favore di tutti i
propri Clienti, all'uopo sostenendone tutti i connessi costi operativi (per
gestione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture acquedottistiche
regionali ricevute in concessione), con particolare riguardo a quelli
energetici onde evitare il rientro di So.Ri.Cal. nel c.d. Mercato di
salvaguardia. A fronte di una esposizione debitoria, considerata nell'Accordo,
ammontante a ca. € 386 mln, il debito residuo è attualmente pari a € 188 mln,
con una riduzione dello stesso in tre anni del 51 Preme sottolineare che
l'aggravarsi delle difficoltà finanziare dei Comuni, impone un'accelerazione
della messa a sistema del servizio idrico integrato i cui ritardi rischiano di
compromettere l'erogazione di un servizio primario; che tale responsabilità è
in capo all'Autorità Idrica Calabrese che deve scegliere la forma di gestione
nelle tre ipotesi previste dalla normativa vigente, pubblica, privata o mista.
Atteso che siamo tutti d'accordo per costituire in Calabria una gestione
pubblica, essa non può prescindere all'esperienza consolidata della So.Ri.Cal. e
dalla circostanza che la Regione è proprietaria della quasi totalità delle
infrastrutture idropabili. Relativamente alle assunzioni, si riporta la sintesi
della risposta di So.Ri.Cal. ad una richiesta di chiarimenti della Regione: le
prime assunzioni risalgono a settembre 2003 con l’assunzione di un primo nucleo
di dipendente al fine di costituire il nucleo amministrativo della Società. A
novembre 2004, con l'avvio della gestione delle strutture regionali vera e
propria, inizialmente So.Ri.Cal. si è avvalsa di 83 dipendenti regionali, già
operanti presso gli uffici di zona, e distaccati per un periodo di 6 mesi alla
So.Ri.Cal. Nel 2005 So.Ri.Cal. ha assunto direttamente il personale operante
sugli impianti di potabilizzazione e, a settembre, una parte del personale
distaccato dalla Regione Calabria. Sempre nel 2005, inoltre, So.Ri.Cal. ha
internalizzato tutto il personale del laboratorio e telecontrollo, il tutto per
un totale di 130 unità. Escludendo il personale ex-regione, transitato nella
società, le assunzioni sono state effettuate al termine di un processo di
ricognizione e verifica del personale operante continuativamente presso gli
schemi idrici di competenza So.Ri.Cal. L'elenco in questione è stato il frutto
del lavoro di una commissione Sorical-Sindacato che ha esaminato le rose dei
nominativi forniti dai vari responsabili di zona, verificato la continuità
operativa, disponibilità lavorative ed anzianità di servizio per singolo schema
di ogni singola zona e blocco impianti. Al fine di questo lavoro, la
commissione ha proposto ai vertici della So.Ri.Cal. e alle segreterie regionali
dei sindacati un documento che ha avuto la sottoscrizione definitiva in data 23
marzo 2005. Dopo il 2012, la struttura organizzativa territoriale di So.Ri.Cal.
indispensabile al garantire il servizio idrico, ha registrato delle cospicue
carenze di personale, vieppiù acuite dai pensionamenti e purtroppo da alcuni
decessi che, dal 2013 al tutto il 2019, con le uscite previste dalla vigente
normativa, sono pari a 31 unità. Le recentissime nuove disposizioni legislative
cd "quota cento" daranno verosimilmente luogo ad un ulteriore aumento
del numero delle cessazioni entro fine d’anno. Per poter garantire la
continuità gestionale, la struttura del presidio territoriale viene rinforzata
mediante l’impiego di personale messo a disposizione dalle imprese appaltatrici
che di volta in volta risultano aggiudicatarie delle gare per i contratti di
manutenzione civile-idraulica del complesso delle opere idropotabili regionali.
L'impiego di detto personale risulta ad oggi imprescindibile ed è appena
sufficiente per mantenere l’attuate livello di servizio nella conduzione e
funzionamento degli schemi acquedottistici gestiti dalla So.Ri.Cal. Detto personale
viene impegnato in tutte quelle attività relative alla regolazione degli organi
idraulici degli acquedotti, al contatto/confronto con il personale comunale che
gestisce le reti di distribuzione per la definizione di tutti gli aspetti di
dettaglio tecnico dell'erogazione presso i diversi serbatoi, al controllo
dell’efficienza dei dispositivi di disinfezione, alla sorveglianza dei lavori
di manutenzione e pronto intervento sugli acquedotti effettuati dalle stesse
imprese di manutenzione. In sintesi può considerarsi che detto personale operi
alla stessa stregua del personale interno, avendo in assegnazione parti del
territorio ovvero alcuni degli schemi acquedottistici di pertinenza
dell'ufficio di zona che non sarebbero gestibili con le sole forze interne,
risultando gli stessi lavoratori pressoché insostituibili. Nel corso degli
anni, nel disciplinare di gara per i contratti di manutenzione, veniva inserita
la cd “clausola sociale”, finalizzata al dare continuità lavorativa agli operai
impegnati per come sopra detto nell'integrazione della struttura interna di
So.Ri.Cal. Quanto sopra anche nel rispetto del protocollo d'intesa siglato con
le OO.SS. nel 2003, all'atto dell’avvio operativo della So.Ri.Cal. e nei
successivi accordi attuativi sottoscritti dalle OO.SS (CGIL - CISL - UIL) e la
Società. Successive modifiche introdotte dal codice degli appalti non hanno poi
reso più possibile inserire la sopramenzionata clausola sociale di salvaguardia
ed in relazione a questo le OO.SS. hanno in ogni circostanza chiesto la
stabilizzazione del personale esterno che So.Ri.Cal. impegnava tramite le
imprese appaltatrici esterne. Una analisi dei costi operativi connessi a tale
impegno di manodopera esternalizzata condotta tra la direzione area operativa e
l'area risorse umane ha chiaramente dato evidenza del fatto che So.Ri.Cal. - a
parità di prestazione manutentiva - avrebbe avuto delle rilevanti economie ove
avesse proceduto ad assumere direttamente il personale necessario, evitando
l'intermediazione ed i relativi margini dell'impresa appaltatrice che davano
luogo ad un impegno di oltre il 40% del costo complessivo della manutenzione
esternalizzata, solo per l'impiego del personale esterno finalizzato a
rinforzare i ranghi delle squadre operative della So.Ri.Cal. Complessivamente
l'operazione sopra descritta porterà un risparmio in conto economico per
So.Ri.Cal. valutato in 1,6 milioni di euro/anno. In questi giorni, la società
costruttrice dell'impianto di potabilizzazione del Menta ha ultimato la fase
sperimentale e trasferito a So.Ri.Cal. la gestione dell’Ipot. Per garantire la
continuità della gestione dell’impianto la So.Ri.Cal. procederà alla
contrattualizzazione a tempo determinato per 6 mesi di nove unità più un
tecnico specializzato, del personale utilizzato dall'impresa nella fase
sperimentale e di avvio dell’impianto. Rispetto alle procedure adottate, si fa
presente che So.Ri.Cal. non essendo una società pubblica, ma a partecipazione
pubblica, non deve bandire alcun concorso pubblico per le assunzioni e in ogni caso
delle recenti assunzioni si tratta di personale specializzato.”
Luigi Incarnato (Commissario liquidatore
So.Ri.Cal. Spa)
Pedà -
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
da
qualche tempo i mezzi di stampa ed i social stanno diffondendo messaggi
allarmanti sulla situazione strutturale dell'ospedale " Tiberio
Evoli" di Melito Portosalvo che — stando anche alle eloquenti immagini
video diffuse via web e divenute ormai virali - versa in una gravissima
situazione di degrado strutturale e di abbandono;
in
particolare, nei giorni scorsi, l'Assemblea dei Sindaci dell'area Greganica ha
affrontato tale problematica evidenziando lo stato di completo abbandono della
struttura;
a tale
situazione di incuria va ad aggiungersi la più volte segnalata carenza
organizzativa dei servizi sanitari che, per come reiteratamente denunciato
pubblicamente dai cittadini e dalle associazioni a tutela dei diritti del
malato, impongono una revisione delle modalità di erogazioni dei LEA che
appaiono in emergenza continua: oltre alla chiusura della sala obitoriale per cornicioni pericolanti, numerosi
padiglioni sono tenuti momentaneamente fuori uso per le gravissime situazioni
di rischio crolli di intonaco;
tale
condizione emergenziale limita ovviamente anche le ordinarie attività di
carattere precipuamente sanitario: dalla riduzione dei servizi erogati alla
scarsità di risorse umane - mediche e paramediche assegnate alla struttura.
Rilevato che il Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2012/2014 approvato dall'ASP
5 di Reggio Calabria, nell'ambito delle previsioni in materia di adeguamento
delle strutture alla vigente normativa in materia di sicurezza, ha disposto uno
stanziamento a favore dell'Ospedale di Melito pari a complessivi €
10.000.000,00 (con una previsione di € 4.000.000,00 nel 2012, € 3.500.000,00
nel 2013 ed € 2.500.000,00 nel 2014). Dato atto che sino ad oggi non risultano
essere stati effettuati interventi di alcun tipo al fine di ripristinare le
necessarie condizioni di sicurezza della struttura, in netta contraddizione con
la programmazione finanziaria approvata, rispetto alla cui mancata attuazione
non sono note giustificazioni di alcun genere;
considerato che alla luce della tristemente
nota situazione di precarietà dell'organizzazione sanitaria in Calabria appare
irrinunciabile la volontà di acquisire tutte le informazioni necessarie a
comprendere i perché di una perdita di risorse pubbliche il cui investimento
era ed è indispensabile a garantire l'attuazione dell'art. 32 della nostra
Carta Costituzionale -:
se
sono stati adottati gli opportuni provvedimenti atti ad appurare: 1) le
motivazioni per le quali — dal 2012 sino ad oggi — non siano stati attuati e
neppure avviati gli interventi strutturali programmati sulla struttura
ospedaliera "Tiberio Evoli" di Melito Porto Salvo, per come inseriti
del Piano Triennale delle Opere Pubbliche approvato dall'ASP 5 di Reggio
Calabria. 2) di conoscere se gli ufficio regionali preposti hanno avviato le
iniziative atte supplire alla mancata attuazione degli interventi programmati
dell'Autorità Sanitaria e, in caso positivo, di conoscerne gli esiti. 3) di
conoscere le iniziative e le direttive impartite da parte dell'Assessorato
Regionale competente all'ASP n. 5 di Reggio Calabria in merito alla mancata
realizzazione degli interventi programmati sul nosocomio di Melito.
(439; 20/02/2019)
Risposta: “Con l'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta
regionale dal Consigliere regionale on. Giuseppe Pedà, riguardante la grave
situazione organizzativa e strutturale in cui versa il Presidio Ospedaliero
“Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo, si chiede di conoscere: - le motivazioni
per le quali, dal 2012 sino ad oggi, non siano stati attuati e neppure avviati
gli interventi strutturali programmati sulla struttura ospedaliera “Tiberio
Evoli” di Melito Porto Salvo, per come inseriti nel Piano Triennale delle Opere
Pubbliche approvato dall’ASP di Reggio Calabria. -Se gli uffici regionali
preposti hanno avviato le iniziative atte a supplire alla mancata attuazione
degli interventi programmati dall’ASP e, in caso positivo, di conoscerne gli
esiti. - Le iniziative e le direttive impartite, da parte dell’Assessorato
regionale competente, all’ASP di Reggio Calabria in merito alla mancata
realizzazione degli interventi programmati sul nosocomio di Melito. Per Quanto
di competenza lo scrivente Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29.09.2017
sono state attribuite le competenze in materia di Edilizia Sanitaria,
precedentemente in capo al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie, provvede a rappresentare quanto segue: Nell’ambito del Programma
Triennale delle Opere Pubbliche 2012/2014, l’ASP di Reggio Calabria ha previsto
per il presidio ospedaliero di “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo interventi
per complessivi € 10.000.000,00 (di cui € 4.000.000,00 nel 2012, € 3.500.000,00
nel 2013 ed € 2.500.000,00 nel 2014) finalizzati all’adeguamento della
struttura alle vigenti normative in materia di sicurezza. La stima effettuata
dall’ASP di Reggio Calabria si basa su quanto previsto dal “Programma di
adeguamento degli impianti delle strutture sanitarie alla normativa vigente in
materia di sicurezza”, approvato dal Commissario delegato per l’emergenza
socio-economico-sanitaria (OPCM 3635/2007) n. 5 del 16 febbraio 2010, in
seguito modificata dall’ordinanza n. 57 del 19 dicembre 2011. Nello specifico,
infatti, il suddetto Programma ha previsto, tra gli altri, un finanziamento di
€ 10.000.000,00 di cui € 9.500.000,00 a carico dello Stato ed € 500.000,00 a
carico della Regione Calabria, destinato alla messa in sicurezza dell’Ospedale
di Melito Porto Salvo. Occorre tuttavia far presente che il finanziamento del
programma non si è poi concretizzato. Infatti, ai fini dell’ammissione a
finanziamento degli interventi presentati nel Programma, il Ministero della
Salute, con nota n. 39755 del 02/12/2010, ha chiesto la trasmissione dei
progetti cantierabili (all’epoca era sufficiente la progettazione preliminare).
Lo stato di emergenza socio-economico-sanitaria nella Regione Calabria è
scaduto in data 31/12/2011, senza che venisse ammesso a finanziamento alcun
intervento previsto dal suddetto Programma. Per quanto riguarda l'intervento di
messa in sicurezza del PO di Melito Porto Salvo, il progetto preliminare è
stato approvato con deliberazione dell’ASP di Reggio Calabria n. 683 del
19/11/2013, ovvero dopo l’emanazione dell'ordinanza n. 27 del 05 dicembre 2012,
con la quale il Capo del Dipartimento della Protezione Civile ha stabilito il
subentro della Regione Calabria nelle iniziative finalizzate al definitivo
superamento della situazione di criticità socio-economico-sanitaria nel
territorio regionale, al fine di consentire la prosecuzione degli interventi in
regime ordinario, determinando di fatto l’azzeramento di tutte le procedure
avviate in regime commissariale, ovvero in deroga alle procedure ordinarie che
prevedono prima dell’ammissione a finanziamento la stipula di uno specifico
Accordo di Programma (ex art. 5 bis del D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i.), con tempi
di attuazione molto più lunghi. Al riguardo si fa presente che il predisponendo
Accordo di Programma non contempla l’intervento di messa in sicurezza del PO di
Melito Porto Salvo in quanto l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio
Calabria, d’intesa con la Regione, con nota prot. n. 9459 del 12/02/2018, ha
presentato all’INAIL una proposta di intervento denominata “Riqualificazione
strutturale ed adeguamento normativo dello stabilimento Ospedaliero “Tiberio
Evoli” di Melito Porto Salvo” ai fini della valutabilità per l’ammissione al
Piano di investimento dello stesso Istituto. Con Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 24/12/2018, ai sensi dell’art. 1 comma 602 e 603,
della legge 11/12/2016 n. 232, tra le iniziative urgenti di elevata utilità
sociale nel campo dell’edilizia sanitaria presentate, è stata ritenuta
valutabile anche quella riguardante l’ospedale di Melito Porto Salvo per un
importo complessivo pari a € 40.198.952,00. Nello specifico la proposta
presentata dall’ASP di Reggo Calabria prevede un Importo di € 15.000.000,00 per
la realizzazione degli interventi e un importo di € 25.198.952,00 quale valore
dell'area di sedime su cui sorge l’ospedale che dovrà essere corrisposto
dall’INAIL per la sua acquisizione. L’ASP di Reggio Calabria è già in possesso
di una progettazione preliminare approvata con deliberazione n. 683 del
19/11/2013, la quale dovrà essere aggiornata alla nuova programmazione
sanitaria della rete ospedaliera, ai sensi del Decreto del Commissario ad acta
per l’attuazione del Piano di rientro n. 64/2016, e della rete territoriale ai
sensi del DCA n. 1266/2017. La proposta mira a rendere concreto il programma di
riassetto della rete ospedaliera e territoriale avviato dalla Regione Calabria
per il Presidio Ospedaliero “Tiberio Evoli” di Melito Porto Salvo al quale è
attribuita con il DCA n. 64 del 05/07/2016 la funzione di Ospedale Generale con
una nuova distribuzione funzionale che prevede una assegnazione complessiva di
102 p.l. così distinti: - 32 p.l. di Medica comprensivi di cui n. 4 p.l. di
Oncologia; - 20 p.l. di Chirurgia Generale; - 20 p.l. di Ortopedia e
Traumatologia; - 10 p.l. di Ginecologia; - 10 p.l. di Riabilitazione e Recupero
Funzionale di tipo Cardiologico; - 10 p.l. tecnici in Emodialisi con i seguenti
servizi generali connessi: Pronto Soccorso, Radiologia, Laboratorio Analisi,
Servizi Territoriali, Uffici Amministrativi di supporto. Sono previste le
seguenti tipologie di interventi: 1. Interventi di ristrutturazione delle aree
costituenti gli esistenti padiglioni; 2. Realizzazione di un nuovo padiglione e
dei collegamenti con i preesistenti edifici; 3. Messa a norma degli impianti
tecnologici, comprensiva di prevenzione incendi e di verifica di Vulnerabilità
Sismica.”
Ing. Domenico Pallaria (Dirigente generale
Dipartimento Presidenza)
Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore
Opere Pubbliche)
Guccione - Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il
D.L. 28 marzo 2014 n. 47 introduce la facoltà di riscatto ai locatari di
alloggi sociali anche realizzati con contributi pubblici, dal settimo al decimo
anno della locazione;
l'art.
8 del DL. 28 marzo 2014 n. 47 stabilisce che la disciplina in materia di
locazione con patto di riscatto potrà trovare applicazione con riguardo ai
contratti di locazione stipulati: successivamente alla data di entrata in
vigore del D.L. 47/2014 (ossia successivamente al 28 maggio 2014)
successivamente alla stipula delle apposite convenzioni che disciplinano le
modalità di locazione degli "alloggi sociali";
successivamente
all'emanazione del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,
chiamato a disciplinare le clausole standard dei contratti locativi e di futuro
riscatto, le tempistiche, gli altri aspetti ritenuti rilevanti nel rapporto
nonché le modalità di determinazione e di fruizione del credito d'imposta (art.
8 c. 4);
l'art.
8, DL. 28 marzo 2014 n. 47, convertito con legge 23 maggio 2014 n. 80
(rubricato "riscatto a termine dell'alloggio sociale"), riconosce la
possibilità per il conduttore di acquistare la proprietà di alloggi di edilizia
sovvenzionata, ossia di alloggi prioritariamente destinati alla locazione;
il
Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di cui al precedente
punto sub 3, è stato emanato il 21 giugno 2017 e pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica Italiana n. 183 del 7 agosto 2017;
pertanto
a seguito della pubblicazione di detto decreto la disciplina in tema di
locazione con patto di riscatto, discendente dal D.L. 28 marzo 2014 n. 47, è
divenuta a tutti gli effetti operativa;
il V
comma dell'articolo 8 del D.L. n.47/2014 recita testualmente che "le
disposizioni contenute nel presente articolo si applicano ai contratti di
locazione stipulati successivamente alla data di entrata in vigore del presente
decreto". Quindi, si applicano dal 27/05/2014 in poi;
la
normativa nazionale, per come concepita, concede dunque al conduttore,
trascorsi almeno 7 anni dalla locazione degli alloggi di edilizia sociale
coperti anche da contributo pubblico, la facoltà di esercitare o meno il
diritto di riscatto dell'abitazione;
ad
oggi oltre 100 famiglie, assegnatarie del bando 3.3 Edilizia Sociale della
Regione Calabria pubblicato nel luglio 2014, hanno fatto richiesta per il
diritto di riscatto. Ad alcune famiglie gli uffici regionali hanno dato
risposta negativa, facendo fronte alla non previsione nel bando della modalità
di riscatto;
le disposizioni
del D.L. n.47/2014 e del D.M. 21/06/2017 si applicano soprattutto ai casi in
cui il riscatto non è disciplinato a livello locale e pertanto non sussistono
motivi ostativi di tipo normativo sull'applicabilità della legge sugli alloggi
sociali assegnati in locazione con il bando 3.3 della Regione Calabria e con altri
bandi della stessa finalità -:
quali
sono le determinazioni politiche programmatiche che la Regione Calabria intende
adottare alla luce delle richieste di riscatto pervenute ai sensi di legge D.L.
n.47/2014 dalle famiglie di assegnatari degli alloggi sociali.
(440; 25/02/2019)
Risposta: “Nel 2014 la Giunta Regionale
aveva approvato un atto di indirizzo per la gestione di un programma operativo
nel settore politiche della casa. L'atto di indirizzo prevede varie attività
tra cui al punto 3.3 la realizzazione di un programma pilota e sperimentale
destinato alla locazione permanente finalizzata a sostenere modelli abitativi
solidali da attuare nelle città con popolazione superiore a 30.000 abitanti.
L'avviso pubblico per l'individuazione dei soggetti beneficiari specifica che i
contributi massimi concedibili sono pari all'80% con vincolo di destinazione a
25 anni (termine minimo per la definizione di locazione permanente). L'Avviso
Pubblico prevedeva, inoltre, l'atto d'obbligo regolarmente trascritto, con il
quale il soggetto proponente si impegna al rispetto dei vincoli. Lo schema di
convenzione tra la Regione Calabria e il soggetto beneficiario riporta
testualmente: I complessi edilizi realizzati mediante il finanziamento di cui
alla presente misura, trascorso il periodo di vincolo di destinazione per la
cosiddetta locazione permanente, potranno rientrare ad insindacabile giudizio
della Regione, nella disponibilità di quest'ultima con trasferimento tramite
atto pubblico ad altro soggetto o ente che la stessa Regione indicherà, salvo
che non si riscontrino le condizioni per la concessione di proroghe, le quali
non potranno superare, di volta in volta, il periodo del primo conferimento.
L'eventuale diverso Soggetto o Ente Regionale subentrante dovrà comunque
garantire la gestione in termini economici e di qualità del servizio. La durata
del periodo del vincolo di destinazione non potrà comunque superare di tre
volte quello minimo di 25 anni come previsto al punto 13 dell'avviso pubblico.
Tali vincoli dovranno espressamente essere riportati negli eventuali atti di
trasferimento. L'Avviso Pubblico approvato è da considerarsi "lex
specialis”. Lo stesso è stato emanato il 24 giugno 2014 mentre il Decreto del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che disciplina le clausole
standard dei contratti locativi e di futuro riscatto, è stato emanato il 21
giugno 2017 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana il
7 agosto 2017. L'applicazione della suddetta Legge, andrebbe a provocare una
discriminazione per quei soggetti (Aterp, Imprese in forma singola o
consorziata, Cooperative di produzione e lavoro e Cooperative di abitazione in
forma singola o consorziata) che, considerati i criteri fissati ai tempi dal
bando, non presentarono domanda di partecipazione. Infatti, l'applicazione
della Legge Ministeriale andrebbe a snaturare tali criteri oltre a comportare
una modifica delle condizioni di locazione permanente fissate dallo stesso
nonché la gestione degli immobili, per il periodo di locazione, da parte dei
soggetti proponenti. Di conseguenza il riscatto degli alloggi di cui al bando
3.3 sarebbe possibile solo a condizione che l'intero contributo sia restituito
alla Regione.”
Prof. Roberto Musmanno (Assessore alle
Infrastrutture)
Pedà -
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
Risale
al mese di novembre
del 2017 la sottoscrizione della convenzione per la realizzazione della "
Casa della salute di Siderno" presso i locali dell'ex presidio ospedaliero
per i quali era prevista la riqualificazione strutturale ed il pieno utilizzo a
beneficio della collettività - che prevedeva uno stanziamento originario di
circa € 9.760.000,00, nell'ambito dei finanziamenti PAC. Preso atto che la
firma di tale convenzione ha costituito l'epilogo di un iter amministrativo e
burocratico durato quasi un decennio - e avviato dopo la chiusura dell'ospedale
di Siderno - e grazie al quale era stato prospettato un intervento risolutivo rispetto
alla endemica situazione di sovraffollamento dell'Ospedale di Locri che -
grazie a tale nuova struttura - verrebbe ad essere liberato da un carico di
utenza insostenibile. Le Case della Salute infatti, per le molteplici funzioni
svolte - amministrative, sanitarie e sociali - consentono per loro vocazione
l'alleggerimento del carico delle strutture ospedaliere, nel caso specifico di
quella limitrofa di Locri, che registra un'affluenza ben al di sopra della
capacità di assistenza e di accoglienza che la struttura è in grado di offrire.
Considerato che, nonostante sia trascorso un lungo lasso di tempo, ancora ad
oggi i finanziamenti attesi non sono stati erogati: situazione questa che
aggrava la già precaria situazione sanitaria del territorio Ionico, a discapito
del funzionamento dell'ospedale di Locri e - soprattutto - a discapito
dell'utenza, spesso dirottata in presidi molto distanti con gravissimo
nocumento del proprio Diritto alla Salute. Rilevata l'Importanza delle
"Case Salute" che sono presidi altamente tecnologici in grado di
gestire la presa in carico globale del cittadino e soddisfare i bisogni di
salute con costi anche di dieci volte inferiori ad analoghi modelli di cura
ospedalieri e la cui realizzazione consentirebbe, al contempo, la riqualificazione
e l’utilizzo ottimale di strutture già esistenti ed altrimenti in disuso.
Quanto sopra detto -:
se
sono stati adottati gli opportuni provvedimenti atti ad appurare: le
motivazioni per le quali — dal mese di Novembre 2017 sino ad oggi — non siano stati
erogati i finanziamenti di € 9.760.00,00 previsti dalla convenzione stipulata
nella sopraindicata data e relativi alla realizzazione della "Casa della
Salute di Siderno";
se gli
ufficio regionali preposti hanno avviato le iniziative atte a concludere l'iter
burocratico necessario alla definizione della procedura sopradetta e, in caso
positivo, di conoscerne gli esiti;
le
iniziative e le direttive impartite in relazione alla specifica problematica da
parte dell'Assessorato Regionale competente.
(441; 26/02/2019)
Risposta: “Con l'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta
Regionale dal Consigliere Regionale on. Giuseppe Pedà, riguardante la
situazione della Casa della Salute di Siderno ed in particolare l’iter della
procedura di finanziamento, si chiede di conoscere: - le motivazioni per le
quali, dal mese di Novembre 2017 sino ad oggi, non sano stati erogati i
finanziamenti di € 9.760.000,00 previsti dalla convenzione stipulata nella
sopraindicata data e relativi alla realizzazione della "Casa della Salute
di Siderno”; - se gli uffici regionali preposti hanno avviato le iniziative
atte a concludere l'iter burocratico necessario alla definizione della
procedura sopradetta e, in caso positivo, di conoscerne gli esiti; - le
iniziative e le direttive impartite in relazione alla specifica problematica da
parte dell'assessorato Regionale competente. Per quanto di competenza lo
scrivente Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29/09/2017 sono state
attribuite le competenze in materia di Edilizia Sanitaria, precedentemente in
capo al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, provvede a
rappresentare quanto segue. Il DPGR n. 135/2011 rettificando parzialmente la
DGR n. 740/2009, ha rideterminato i siti in cui realizzare le Case della Salute
coniugando tale realizzazione con processi di riconversione previsti dal DPGR
18/2010 e nel rispetto di un'equa distribuzione territoriale al fine di
garantire il principio di “equità sociale" Tra le Case della Salute
individuate risulta anche quella di Siderno da realizzare attraverso la
riconversione dell'ex Presidio Ospedaliero. Con DCA n. 161 del 13/09/2012 si è
preso atto dello studio di fattibilità approvato dell'ASP di Reggio Calabria,
dal quale è emerso un costo di realizzazione pari a € 9.760.000,00. Tale somma
è stata successivamente impegnata sul bilancio regionale, mentre la stipula
della prima convenzione regolante il finanziamento concesso è avvenuta in data
04/12/2013. L'originaria tempistica prevista per la realizzazione dell'intervento
tuttavia non è stata rispettata a causa dei ritardi accumulati per effettuare
le preliminari verifiche sismiche della struttura, previste dalla suddetta
convenzione, i cui esiti son stati approvati dall'ASP di Reggio Calabria con
delibera n. 29 del 15/02/2016. Inoltre, l’entrata in vigore del nuovo Codice
dei contratti pubblici, approvato con D.Lgs n. 50 del 18/04/2016, in seguito
modificato ed integrato con il D.Lgs. n. 56 del 19/04/2017, ha prodotto dei
rallentamenti nella prosecuzione delle procedure, impostate invece sulle base
delle disposizioni del D.Lgs. n. 163/2006, determinando la necessità di
aggiornare la convenzione alla nuova normativa in materia di appalti pubblici.
In data 20/11/2017 si è proceduto pertanto alla stipula della nuova convenzione,
tra la Regione Calabria e l’ASP di Reggio, regolante il finanziamento.
L’Amministrazione regionale, alla quale spetta il compito di svolgete ogni
iniziativa rivolta al controllo e alla verifica delle opere e delle relative
procedure messe in atto dall'ASP, che in quanto beneficiaria del finanziamento
provvede invece allo svolgimento di tutte le procedure previste dalla vigente
normativa in materia di appalti pubblici, da ultimo con nota prot. 33160 del
28/01/2019, ha richiesto all'ASP di Reggio Calabria una relazione sullo stato
dell'arte delle attività previste nella sopracitata convenzione corredata da
apposito cronoprogramma. Sulla base del riscontro effettuato dall'Azienda con
nota prot. n. 8799 del 12/02/2019 e delle recenti riunioni tenutesi presso gli
uffici regionali è emerso che l’ASP ha ultimato ed approvato le verifiche di
vulnerabilità sismica della struttura e che a breve procederà ad effettuare
l'atto di investitura alla Stazione Unica Appaltante per lo svolgimento della
gara per la redazione della progettazione esecutiva, per la quale è stata già
predisposta la documentazione di gara. Con la stessa nota l'ASP ha anche
trasmesso il cronoprogramma aggiornato prevedendo il collaudo della struttura
entro dicembre 2021 Tutto Ciò premesso, l’erogazione del finanziamento
assegnato per realizzazione della Casa della Salute di Siderno è disciplinato
dall'art. 19 (Anticipazioni, acconti e saldo) della convenzione regolante il
finanziamento sottoscritta in data 20/11/2017 tra la Regione Calabria e l’ASP
di Reggio Calabria. In particolare il sopracitato articolo prevede: 1. La
Regione provvederà all’erogazione del finanziamento per le indagini e le
verifiche sismiche previa approvazione da parte del Beneficiario. 2. La Regione
provvederà all’erogazione del finanziamento per servizi di progettazione in
un’unica soluzione, previa approvazione del progetto esecutivo da porre a base
di gara. 3. La Regione provvederà all’erogazione del finanziamento per lavori,
fornitura e servizi di direzione lavori e collaudo in favore del Beneficiario,
secondo le modalità stabilite dalla Legge regionale n. 31/75 e s.m.i. ed in
particolare per come segue: a) la prima anticipazione, pari al 30% del
finanziamento assentito è comunque subordinata alla pubblicazione del bando di
gara di appalto per la realizzazione dell’opera; b) le successive
anticipazioni, fino ad un massimo del 90% del costo definitivo dell’intervento
rilevato dal quadro economico definitivo, riapprovato in seguito
all’aggiudicazione dei lavori, saranno disposte entro 60 giorni dalla data di
ricezione della relativa richiesta ed erogate, sulla base di stati
d’avanzamento e certificati di pagamento comunicati dal Beneficiario,
evidenzianti l’avvenuto utilizzo di almeno il 75% del trasferimento precedente;
c) Le erogazioni saranno di pari importo ai certificati di pagamento prodotti
dal Beneficiario in relazione ai successivi stati di avanzamento. d) Il saldo
finale, pari al restante 10% del costo totale dell’intervento, sarà liquidato
ad avvenuta approvazione e presentazione degli atti relativi alla contabilità
finale, certificato di regolare esecuzione o collaudo finale dei lavori, della
relazione acclarante i rapporti finanziari con la Regione che attesti l’intera
spesa sostenuta in conformità al finanziamento assentito. La regione, pertanto,
procederà ad erogare il finanziamento su richiesta dell’ASP di Reggio Calabria
e secondo le modalità sopra indicate.”
Ing. Domenico Pallaria (Dirigente generale
Dipartimento Presidenza)
Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore
Opere Pubbliche)
Pedà -
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
Per
quanto è dato conoscere da informazioni assunte presso gli uffici preposti,
risultano essere in corso i lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria
Sibari — Crotone e Catanzaro Lido, interventi rispetto ai quali è stato
previsto un investimento pari a 150 milioni di euro. Risulta, invero, che —
seppur previsti — non siano stati ancora finanziati analoghi interventi nella
ulteriore tratta che va da Catanzaro Lido a Melito di Portosalvo, per una
estensione di circa 148 KM. Considerato che tali interventi appaiono
indispensabili e non rinviabili atteso che — il completamento di tutta la linea
di percorrenza Ionica, con l'aggiunta di tale tratto renderebbe possibile la
percorribilità dei collegamenti ferroviari Freccia, Intercity ed Intercity
Notte, con eliminazione definitiva dei mezzi rotabili diesel. Considerato che
il completamento dell'intera tratta Ionica garantirebbe inoltre una valida ed
immediata soluzioni operativa per il caso di interruzioni, accidentali o
programmate, nella linea tirrenica. Rilevato che — da fonti tecniche —
sembrerebbe che le somme stimate per la realizzazione di tale interventi
ammonterebbero a circa 100 milioni di euro. Considerato che è compito specifico
delle istituzioni Regionali occuparsi e preoccuparsi degli interventi sulla
mobilità che siano non soltanto “importanti” ma che siano prioritariamente
"utili" rispetto ad una crescita continua della domanda di servizi
ferroviari. Valutazione questa che assume maggiore importanza in un Italia
spaccata a metà che vede la Calabria tra le regioni dove è più difficile
garantire servizi alternativi al gommato che siano accettabili e soprattutto
accessibili. Una Calabria anch'essa spaccata a metà, con una fascia ionica — da
sempre limitata e compromessa nella possibilità di garantire spostamenti
semplici e veloci ai tantissimi utenti che, causa motivi di studio o di lavoro,
sono obbligati a scegliere il trasporto ferroviario, subendo una
discriminazione nella erogazione dei servizi che non trova alcuna
giustificazione. Preso atto quindi dell'importanza di un progetto politico
serio che investa nel rilancio di una parte della Calabria dove i problemi —
obiettivamente — possono essere definiti incredibili e dato atto che la
mobilità efficiente e non discriminante deve essere considerata una priorità
per le Istituzioni Regionali. Quanto sopra detto
per sapere:
se
sono stati adottati gli opportuni provvedimenti atti a: prevedere adeguati stanziamenti
finanziari per la realizzazione ed il completamento della elettrificazione
della rete ferroviaria Ionica nel tratto compreso tra Catanzaro Lido a Melito
di Portosalvo al fine di garantire la continuità e la completezza dell'opera
già in fase di realizzazione che riguarda la tratta Sibari- Crotone e Catanzaro
Lido;
prevedere
il raddoppio per parte della linea Ionica con costruzione delle bretelle
ferroviarie al fine di ovviare ove ammissibile al sistema del “Binario
Unico", che compromette fortemente il diritto ad una mobilità equa e
razionale per i cittadini calabresi utenti della fascia Ionica, il cui diritto
alla fruizione dei servizi ferroviari è purtroppo fortemente compromesso
rispetto agli utenti della linea tirrenica.
(442; 26/02/2019)
Risposta: “L'attuale Giunta Regionale ha dimostrato negli anni forte attenzione
verso il rilancio della linea ferroviaria jonica. Diverse sono le azioni in tal
senso, tutte miranti a fornire agli utenti, pendolari e turisti, un servizio
ferroviario migliore, da un punto di vista quantitativo e qualitativo. Tra di
esse, da segnalare che dal giugno 2016, la percorrenza media giornaliera sulla
linea jonica è incrementata di circa 1.400 chilometri rispetto a quanto
avveniva in precedenza. Inoltre, grazie alla chiusura dei debiti pregressi con
Trenitalia nel 2015 la Regione ha ottenuto da Trenitalia la possibilità di
avere tre treni nuovi. La scelta politica è stata di richiedere tre treni di
tipo "Swing", treni in grado di andare in esercizio sulla linea
jonica. Pertanto dal dicembre 2015 il primo dei tre "Swing" svolge
servizi sulla linea jonica. Successivamente (marzo 2016 e febbraio 2017) sono
entrati in esercizio gli altri due. Nel febbraio 2017, ancora, è stata
aggiunta, su proposta della Regione Calabria, nel contratto di servizio per
servizi universali tra MIT e Trenitalia, una seconda coppia di Intercity sulla
linea Jonica tratta Reggio Calabria - Taranto. Le azioni per la valorizzazione
della linea jonica più rilevanti sono anche e soprattutto nel campo degli
interventi infrastrutturali. In tale ambito, in primis, è da segnalare che nel
maggio 2017 è stato siglato il Protocollo d'intesa tra Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti, Rete Ferroviaria Italiana e Regione Calabria
per "Adeguamento e Velocizzazione Linea Jonica". Un investimento
complessivo di circa 500 milioni di euro. Tra i principali interventi previsti:
(a) velocizzazione ed elevazione a rango C di tutta la linea jonica; (b)
eliminazione di passaggi a livello e realizzazione di opere viarie alternative;
(c) rinnovo degli scambi e dei binari, nei punti della rete in cui è
necessario; (d) prolungamento di alcuni sottopassi e la costruzione di nuovi;
(e) riqualificazione di stazioni, con particolare attenzione a quelle con
maggiore traffico di viaggiatori. Nel 2017 sono stati: eseguiti lavori di
rinnovo armamento di linea per 63 km di infrastruttura; avviata l'attività di
rimozione di 77 PL pubblici e 12 PL privati con 6 PL per i quali i lavori sono
stati consegnati; lavori di rinnovo armamento, installazione deviatoi e rinnovo
binari in alcune stazioni (Corigliano, Calopezzati, Mandatoriccio, Simeri,
Crucoli, Cropani); lavori di rinnovo binari nei pressi di 14 PL nella tratta
Sibari-CZ Lido; adeguamento e manutenzione galleria di Cutro. Nel 2018 lavori
di adeguamento infrastrutturale nella tratta Metaponto-Sibari; lavori nelle
stazioni di tali tratta (tra cui Trebisacce, Montegiordano, Mirto Crosia,
Botricello, Gioiosa J., Bovalino, Palizzi); lavori di rinnovo binari con
risanamento massicciata in alcune tratte della infrastruttura tra Rossano —
Mirto Crosia e a scendere fino a Crotone. A tale azione si affiancano i lavori
di elettrificazione della linea jonica. Intervento che ricade in un contesto
complessivo di velocizzazione tramite elettrificazione che comprende la linea
Catanzaro Lido-Lamezia Terme e la linea Sibari-Catanzaro Lido per un budget
complessivo che uno studio di fattibilità di RFI ha stimato in circa 275
milioni con risorse provenienti da Contratto di Programma RFI, Fondi FSC (Delibera
CIPE del 28 febbraio 2018) e altre fonti di competenza regionale e RFI. Il 30
agosto 2018 è avvenuta a Corigliano Scalo la realizzazione dei plinti e la posa
in opera dei tralicci per la trazione elettrica che ha dato inizio effettivo ai
lavori di elettrificazione della linea jonica, con termine sul tratto
Sibari-Catanzaro Lido previsto tra il 2022 e il 2023. L'interesse della Giunta
verso il completamento dell'elettrificazione della linea jonica sul tratto
finale, il tratto Catanzaro Lido-Melito P.S., è dimostrato nei documenti
programmatici da essa approvati. Nel Piano Regionale Trasporti, redatto e
approvato dall'attuale Giunta Regionale, si fa riferimento a tale intervento
strategico nell'Appendice IX. Inoltre nell'Accordo Quadro tra Regione-RFI, sancito
nell'Agosto 2018, che rappresenta lo strumento di programmazione che definisce
l'utilizzo di capacità sull'infrastruttura ferroviaria regionale calabrese e
che ha durata decennale ma è rinnovabile per altri 5, è previsto oltre che la
"Progressiva Elettrificazione della relazione Catanzaro L. - Sibari"
e la "Progressiva Elettrificazione della relazione Lamezia Terme -
Catanzaro Lido" e anche la "Progressiva Elettrificazione della
relazione Catanzaro L. - Melito P.S". Per quanto riguarda il raddoppio del
binario sulla linea jonica, anch'esso è inserito tra gli interventi strategici
atti a migliorare il sistema infrastrutturale dei trasporti regionali, come si
può evincere dalla lettura della Appendice IX del citato Piano Regionale dei
Trasporti. Vanno individuate e reperite le relative risorse. Recentemente è
stato comunicato dal Ministero competente la disponibilità di risorse
aggiuntive per l'aggiornamento del Contratto di Programma tra Stato e RFI. Come
confermato durante recenti incontri con il Ministro Toninelli, esse verranno
utilizzate per il finanziamento di opere strategiche di carattere nazionale,
per la definizione delle quali saranno a breve convocati incontri specifici con
le varie Regioni. Oltre alla volontà di garantire il finanziamento per il
completamento da Catanzaro Lido fino a Melito Porto Salvo dell'elettrificazione
della linea jonica, è intenzione della Regione Calabria portare al tavolo,
nell'ambito di questi incontri, anche la possibilità di avere risorse per
interventi selettivi di raddoppio del binario su alcune tratte specifiche, a
partire da quelle ricadenti in aree a maggiore densità abitativa.”
Prof. Roberto Musmanno (Assessore alle
Infrastrutture)
Nicolò
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
il Governo
stanzia ogni anno alle Regioni risorse attraverso il Fondo Nazionale per la Non
Autosufficienza, al fine di consentire alle famiglie dei soggetti con grave
disabilità, di sostenere i costi dell'assistenza diretta al proprio domicilio;
le
Regioni devono provvedere ad erogare tali risorse attraverso assegni mensili di
cura;
considerato
che: la Calabria, ad eccezione della Azienda sanitaria provinciale di Crotone,
ha erogato solo i fondi stanziati dal Governo nel 2014 e a tutt'oggi non è dato
riscontrare alcun avviso pubblico per l'erogazione dei fondi per gli anni 2015,
2016, 2017 e 2018;
ritenuto
che: tale situazione determina notevoli disagi alle famiglie dei soggetti
affetti da grave disabilità, privati dell'assegno di cura per lunghi periodi -:
ed avere
chiarimenti in merito, quali provvedimenti impellenti si intendono adottare al
fine di garantire alle famiglie dei soggetti affetti da grave disabilità il
sostegno economico.
(443; 26/02/2019)
Risposta: “In ordine all'interrogazione indicata in oggetto si precisa quanto
segue: Con Delibera di Giunta Regionale n. 311 dell'11/09/2013 il Fondo della
Non Autosufficienza annualità 2013, pari ad € 9.680.000,00 è stato erogato agli
Ambiti Comunali. Alla data odierna sono stati rendicontati € 5.025.626,62 solo
da n. 22 ambiti sul totale di n. 32. In riferimento ai Fondi annualità 2014 con
Delibera di Giunta regionale n. 464 del 12/11/2015 sono state emanate le linee
guida per la ripartizione dello stesso fondo pari ad € 12.100.000,00. È stato
quindi disposto di destinare la somma di 7.201.200,00 agli ambiti comunali e
con DGR n. 364 del 27/09/2016 ad integrazione e modifica della precedente sono
stati destinati € 4.800.800,00 alle Aziende Sanitarie Provinciali per le
disabilità gravissime erogati poi con decreto n. 14208 del 21/11/2016. Ad oggi
dopo vari incontri con le ASP, sollecitati dal settore Politiche Sociali,
considerato il ritardo nella redazione delle graduatorie dei beneficiari,
dovuto alle carenze di personale e sovraccarico di lavoro per le Commissioni di
valutazione delle ASP, da pochi mesi sono state pubblicate le graduatorie ed
erogati gli assegni di cura, ad eccezione dell'ASP di Crotone che, nonostante i
continui solleciti non ha ancora provveduto all'erogazione. Il Settore è
intervenuto per agevolare l'uniformità di procedure in tutta la Regione
invitando le ASP a trasmettere, una volta pubblicata, ai Comuni la graduatoria
al fine di poter ammettere al beneficio (con il fondo assegnato agli ambiti)
anche le domande ammesse ma non finanziabili per esaurimento del fondo delle
ASP. Per quanto riguarda l'annualità 2015 con DGR n. 638 del 14 dicembre 2018
sono state approvate le linee guida per il FNA 2015 con la seguente
ripartizione: 8.057.000,00 agli ambiti territoriali ed € 5.538.000,00 alle ASP
per le disabilità gravissime. È stato predisposto decreto di erogazione della
somma alle Aziende Sanitarie Provinciali. Si provvederà a breve all'erogazione
dei fondi ai Comuni capo ambito, dopo la valutazione da parte della Commissione
competente dei progetti inviati dagli stessi ambiti. Relativamente ai fondi
degli anni 2016-2017 e 2018 gli stessi ad oggi non sono stati trasferiti dal
Ministero alla Regione in considerazione di quanto sopra evidenziato circa la
mancata rendicontazione da parte degli Ambiti territoriali relativamente alle
annualità 2013 e 2014. Il Dipartimento ha convocato un incontro in data 7 marzo
p.v. con i rappresentanti delle ASP, presso il Dipartimento Tutela della
Salute, per garantire in brevissimo tempo l'erogazione dei fondi relativi
all'annualità 2015 ai soggetti affetti da disabilità gravissime. Ulteriore
incontro si svolgerà in data 12 marzo p.v. con i rappresentanti
dell'Associazione AISLA per concordare soluzioni volte a garantire la
continuità dell'erogazione dell'assegno di cure. Si provvederà a diffidare i
Comuni capo ambito per la trasmissione delle rendicontazioni relative ai fondi
annualità 2013 (per n. 10 ambiti) e 2014 al fine di consentire il trasferimento
dal Ministero dei fondi FNA 2016 e 2017.”
Dott.ssa Rosalba Barone (Dirigente Settore n. 9 “Datore di lavoro, sicurezza
luoghi di lavoro, privacy”)
Guccione
- Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la
Regione Calabria da oltre 5 anni ha una mobilità sanitaria passiva in netta
crescita verso le altre regioni, che è arrivata alla cifra di circa 320 milioni
di euro;
la
Regione Calabria in questi quattro anni non ha mai contestato e verificato i
dati sull'emigrazione passiva, accettando silenziosamente le cifre. Solo oggi,
con la nomina del nuovo dirigente generale del Dipartimento della sanità della
Regione Calabria, è emerso con dossier alla mano e con dati confrontati in
contradditorio con le altre Regioni, che "sulla mobilità per anni eravamo
stati trattati male per una responsabilità nostra, nel senso che non
controllando, non contestando mai un dato, le altre Regioni ne hanno
approfittato e hanno assunto comportamenti opportunistici e non solo";
nel
corso della Commissione salute della Conferenza dei presidenti sul riparto del
Fondo sanitario 2019, si è preso atto della fondatezza delle contestazioni
sull'emigrazione passiva della Regione Calabria. Non potendo fare altro, visto
che gli esercizi finanziari degli anni passati erano tutti chiusi
contabilmente, tramite un accordo si è stanziato un fondo ad hoc per sanare
parzialmente l'ingiustizia che era stata perpetrata nei confronti della Regione
Calabria. Sostanzialmente la Regione Calabria è stata condannata in contumacia
perché non si è mai presentata ai tavoli ministeriali in questi ultimi quattro
anni per contestare nel merito l'emigrazione passiva della Regione;
dei
55.605 ricoveri fuori regione, il 57 per cento avviene in quattro regioni:
Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Sicilia. Per quanto riguarda la Regione
Sicilia avremmo potuto fare, nel tempo, accordi cosiddetti di confine per
stabilire tariffe più convenienti e con un esborso economico da parte della
regione Calabria di molto inferiore;
solo
per il "flusso A" dei ricoveri, su 222 milioni di mobilità passiva
nel 2017, 36 milioni sarebbero stati oggetto di contestazione e probabilmente
di non addebito;
risultano
euro 4.699.000,00 di anagrafe sbagliata, cioè di comuni non calabresi che sono
stati addebitati come mobilità di pazienti ma si è scoperto non residenti in
Calabria. Tutto ciò premesso: vista la gravità della situazione che emerge dopo
quattro anni di inerzia da parte della Giunta regionale, dove nessuno nella
Conferenza Stato-Regioni con documenti alla mano ha mai contestato i dati della
mobilità passiva calabrese. Solo oggi emerge un dato drammatico: la Calabria
per pressapochismo della Giunta regionale ha fatto pagare ai calabresi milioni
di euro di somme non dovute per prestazioni sanitarie fuori regione. Una tale
gravità richiederebbe le dimissioni da parte di qualcuno -:
quali
sono le iniziative che la Regione Calabria intende adottare per porre rimedio a
quanto accaduto e ai danni provocati alla sanità calabrese. Alla luce del
quadro drammatico emerso, e considerando che la Regione Calabria ha pagato per
molti anni prestazioni sanitarie regionali non dovute ad altre regioni e
prestazioni di pazienti non residenti in Calabria, chiedo se non ritiene
necessario intraprendere un'iniziativa chiara e trasparente per far luce su
questa sconcertante realtà, tutta imputabile alla leggerezza amministrativa e
politica della Regione.
(444; 28/02/2019)
Risposta: “In riferimento all'interrogazione dell'onorevole Carlo Guccione,
specificata oggetto, si precisa quanto segue La Regione Calabria ha messo in
atto tutte le iniziative per riportare nella corretta dimensione, giuridica ed
economica, i saldi di mobilità sanitaria a far data dal 2014. È stato fatto un
primo intervento sull'annualità 2017, sebbene già definito, in quanto si
trattava dell'anno di riferimento per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale
2019. Il risultato, già molto positivo, si è concretizzato - nel verbale della
Commissione Salute del 12 febbraio u.s., ratificato il giorno successivo dalla
Conferenza dei Presidenti con l'approvazione del Riparto Fondo Sanitario Nazionale
2019 - nella sospensione, per il 2019, della 2^ rata di conguaglio 2014 e nel
riconoscimento di una ulteriore quota a valere sul riparto 2019 "in
ragione delle verifiche effettuate dalla Regione Calabria sulla effettività
degli addebiti di mobilità sanitaria inter-regionale per gli anni
pregressi". Si sta continuando lo stesso lavoro di approfondimento per
l'anno in corso e per gli anni 2014 - 2016, mentre successivamente si andranno
a verificate eventuali responsabilità.”
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Nicolò
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
il
contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di sistemazione
idraulico-forestale e idraulico-agraria è scaduto nel 31 dicembre 2011 e
riguarda oltre 5000 lavoratori alle dipendenze di Calabria Verde, Ente Parco
delle Serre e Consorzi di bonifica;
considerato che: il mancato rinnovo del
contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di sistemazione
idraulico-forestale e idraulico-agraria (scaduto il 31 dicembre 2011) ha
determinato anche la contrazione in termini reali degli stipendi con la perdita
di potere d'acquisto che colpisce i lavoratori e le loro famiglie, spesso monoreddito,
appartenenti a zone rurali e montane della Calabria -:
quali
iniziative sono state esplicate e quali si intendono adottare in merito al
rinnovo del contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di
sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria scaduto il 31 dicembre
2011, nonché in ordine all'adeguamento della parte economica del medesimo
contratto.
(445; 28/02/2019)
Risposta: “Con riferimento all'oggetto ed in riscontro alla interrogazione n. 445
del 28.02.2019 in atti prot. SIAR 104787 del 13 marzo 2019, si comunica che
presso l'ufficio di Gabinetto è istituito il tavolo istituzionale per il
rinnovo del contratto integrativo regionale per gli addetti ai lavori di
sistemazione idraulico - forestale e idraulico - agraria. Al predetto tavolo sono
stati invitati tutte le sigle sindacali firmatari. Si fa presente che
all'ordine del giorno dei prossimi incontri è posta la problematica
dell'adeguamento della parte economica del contratto in argomento.”
Ing. Salvatore Siviglia (Dirigente UOA
“Politica della Montagna, Foreste, Forestazione, Difesa del Suolo”)
Il dirigente generale ing. Domenico
Pallaria (Dirigente generale Dipartimento Presidenza)
Guccione
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
a
tutt'oggi non risulta che il progetto esecutivo della Metropolitana leggera di
Cosenza sia stato redatto dalla firma del contratto avvenuta circa un anno fa;
sono
stati avviati solo i lavori complementari previsti nell'Accordo quadro tra
Comune di Cosenza e Regione Calabria (Parco del Benessere), ma i lavori della
Metropolitana leggera non sono partiti per mancanza del progetto esecutivo;
i
lavori della Metropolitana leggera di Cosenza devono essere completati nel
2023, così come previsto dalle scadenze europee -:
per
conoscere quali sono le ragioni dei ritardi in merito all'approvazione del
progetto esecutivo della Metropolitana leggera e al conseguente inizio dei
lavori. Ritardi che, molto probabilmente, possono essere addebitati a errori
progettuali o alla errata valutazione sulle risorse necessarie per la
realizzazione della Metrotranvia di Cosenza. Se tutto ciò dovesse essere vero
si chiede al Presidente della Giunta regionale quali iniziative urgenti intende
intraprendere per evitare che queste importanti risorse vengano definanziate
dalla Commissione Europea.
(446; 01/03/2019)
Risposta: “L'approvazione del Progetto Esecutivo, la cui consegna era
inizialmente prevista per il 24/01/2018, è stata condizionata già a seguito di
una prima e iniziale proroga che aveva lo scopo di recepire nel progetto
esecutivo stesso le necessità scaturenti da un Accordo di Programma,
sottoscritto dalla Regione Calabria con i comuni di Cosenza e Rende in data 12
giugno 2017, dopo l'aggiudicazione della procedura di gara e prima della
stipula del contratto di Progettazione Esecutiva ed esecuzione lavori.
L'Accordo di Programma ha di fatto modificato alcuni presupposti iniziali per
l'avvio della progettazione, introducendo quale elemento di nuovo
confronto/criticità la definizione di nuovi aspetti non precedentemente
valutati che dovevano soggiacere al parere dei comuni di Rende e Cosenza. Un
ulteriore criticità, emersa successivamente all'approvazione del Progetto
Definitivo, riguarda la risoluzione delle interferenze con gli enti gestori dei
servizi pubblici, i quali nel corso delle conferenze servizi tenutesi prima
dell'approvazione dei progetti preliminare e definitivo non hanno espresso
pareri contrari alla soluzione prospettata, né hanno dettato prescrizioni al
riguardo. La soluzione che si era prospettata in progetto riguarda la
realizzazione di un'unica polifora, nella quale alloggiare tutte le nuove
linee. Per la risoluzione delle interferenze da censire in maniera puntuale e
per le quali alcuni enti/gestori non avevano in disponibilità neanche le planimetrie
di localizzazione delle stesse, è stato necessario effettuare vere e proprie
campagne di indagini per la determinazione dell'ubicazione planimetrica e di
profondità delle varie reti affidate a ditte terze, per le reti di Italgas e
per i sottoservizi comunali di Rende e Cosenza. Questa Importante criticità,
oltre a comportare importanti ritardi nella stesura del Progetto Esecutivo ha
generato nel quadro economico dello stesso importanti maggiori previsioni di
spesa, che salvo specifiche considerazioni nel merito in fase di verifica (vedi
seguito) si attestano a circa 25 M€. Altra criticità è riconducibile alle
necessarie procedure espropriative. A tal riguardo si deve precisare che nel
corso dello sviluppo dei livelli di progettazione antecedenti al Progetto
Esecutivo tanto il Comune di Cosenza che quello di Rende, avevano attestato che
le aree sulle quali ricadeva l'intero intervento (ovviamente per la sola parte
relativa alle prossimità stradali e/o di spazi pubblici) erano di proprietà
comunale, interessati quali erano da opere pubbliche quali strade e
marciapiedi. Il venir meno di tale affermazione ha costretto il gruppo di
progettazione incaricato dall'impresa appaltatrice per la redazione del
Progetto Esecutivo di rivedere il piano particellare di esproprio e l'elenco
ditte espropriande, secondo le specifiche del D.P.R. 327/2001 e smi, producendo
ulteriore ritardi nella stesura del progetto nonché un maggiore spesa non
puntualmente quantificata, derivante dai maggiori oneri per attività espropriativa.
Ulteriore importante criticità, nella redazione del Progetto Esecutivo è stata
la variazione del materiale rotabile, previsto nel progetto originale, che ha
dovuto soddisfare l'esigenza del Comune di Cosenza. In particolare, per il
materiale rotabile, veniva ordinato di procedere ottemperando alle prescrizioni
intervenute a seguito della sottoscrizione dell'Accordo di Programma, ovvero:
alimentazione autonoma del materiale rotabile nel sopracitato tratto del Parco
Urbano di Cosenza, compreso la fermata "Due fiumi" e la fermata,
direzione nord, immediatamente precedente via Padre Giglio (quarta fermata
direzione nord, dopo la Stazione "Due fiumi"), e nei tratti ricadenti
nel comune di Rende di via G. Rossini direzione sud, tra la stazione n. 14 la
stazione n. 15, e nel tratto rettilineo di Via J.F. Kennedy direzione nord tra
la Stazione n. 9 e la stazione n. 29, al fine di evitare l'allestimento della
catenaria di alimentazione elettrica in tali aree di pregio urbano. La
progettazione per tener conto del materiale rotabile dovrà consentire altresì
la transitabilità dello stesso sulla tratta "Cosenza- Rogliano" delle
Ferrovie della Calabria, garantendo la perfetta compatibilità del veicolo
tramviario con le infrastrutture delle stesse Ferrovie della Calabria, nel
rispetto di quanto previsto nei documenti di contratto. Conseguentemente a
tutte queste variazioni e ad altre di minore rilevanza, si è arrivati alla
consegna degli elaborati in formato digitale in data 09/11/2018 da parte del
RTI, inerenti la Progettazione Esecutiva dell'intervento principale. La
Stazione Appaltante è in attesa di ricevere esito della verifica della PE da
parte dell'affidataria del servizio, RINA Check S.r.l. e Conteco S.p.a. In
relazione alle criticità sopra menzionate, che hanno condotto al ritardo
rispetto ai tempi di consegna degli elaborati del progetto esecutivo, si può
comprendere, per le ragioni esposte che le stesse sono da ricondurre a esigenze
nascenti dall'Accordo di Programma e dall'atteggiamento, certamente non collaborativo,
degli enti gestori di pubblici servizi che hanno solo in fase di redazione del
progetto esecutivo palesato realmente le interferenze presenti sul territorio,
generando altresì maggiori costi per l'intero intervento.”
Prof. Roberto Musmanno (Assessore alle
Infrastrutture)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
secondo
la rivista statunitense News and World Report, la Dieta Mediterranea del nostro
Paese è la più salutare al mondo. Dopo un'analisi su 41 tipi di diete in tutto
il mondo, il regime alimentare della dieta mediterranea risulta il migliore per
la sua salubrità e per gli effetti contro le malattie cardiovascolari. Un vero
e proprio patrimonio che unisce salute e alimentazione per uno stile di vita
orientato al benessere. Un riconoscimento che avvalora ulteriormente il Seven
Countries Study dello scienziato Encel Keys che nel 1957, dopo dieci anni di
studi, individuò la città di Nicotera quale modello di riferimento per la dieta
mediterranea;
con
Legge regionale n. 40/2017 "Valorizzazione Dieta mediterranea italiana di
riferimento di Nicotera ", la Regione Calabria promuove la Dieta
mediterranea italiana di riferimento di Nicotera, ove è stato effettuato lo
Studio cooperativo internazionale di epidemiologia della cardiopatia
coronarica, altresì denominato Seven countries study (SCS), considerato come
modello di sviluppo culturale e sociale;
valorizza
e diffonde, in particolare, la Dieta mediterranea italiana di riferimento di
Nicotera, come stile di vita per il mantenimento del buono stato di salute;
riconosce
e adotta i criteri di adeguatezza mediterranei, stabiliti dalla comunità
scientifica, per una dieta salutare di cui all'Allegato n. 1 della stessa
legge;
attiva
un partenariato con i sette Paesi del SCS e, in particolare, con la Croazia e
la Grecia, per il riconoscimento di Nicotera quale sito "patrimonio
dell'umanità" tra quelli ricompresi nel SCS dai quali trae origine il
modello alimentare salutare;
promuove
interventi diretti a sostenere la diffusione del modello nutrizionale e le
attività economiche, ambientali, sociali e culturali legate a tale stile
alimentare, con misure dirette a valorizzare il patrimonio storico-culturale ad
essa connesso;
promuove
lo sviluppo di progetti ed iniziative di studio e di ricerca, culturali ed
enogastronomiche, a livello regionale, interregionale ed internazionale;
predispone
annualmente bandi diretti a sostenere lo sviluppo di filiere enogastronomiche
dedicate alla commercializzazione dei prodotti tipici caratterizzanti la Dieta
mediterranea italiana di riferimento di Nicotera;
a
tutt'oggi, dall'approvazione della legge avvenuta il 7 novembre 2017 ed
incardinata presso il Dipartimento Salute della Regione Calabria, mancano i
decreti attuativi della legge e nulla sia stato fatto per la fase esecutiva
della stessa, nonostante le somme stanziate e già impegnate in bilancio per le
annualità 2017, 2018 e 2019, per un totale di Euro 360.000,00
(trecentosessanta/00) -:
quale
sia lo stato di attuazione della legge regionale n. 40 del 7 novembre 2017
"Valorizzazione Dieta Mediterranea Italiana di riferimento di
Nicotera", riguardo alle azioni previste dalla legge tese a: costituire
l'Odimir;
riconoscere
e adottare i criteri di adeguatezza mediterranei per una dieta salutare;
attivare
un partenariato con i sette Paesi del Seven Country Studies per il
riconoscimento di Nicotera quale sito patrimonio dell'umanità;
promuovere
interventi diretti a sostenere la diffusione del modello nutrizionale e le
attività economiche, ambientali, sociali e culturali legate a tale stile
alimentare;
promuovere
lo sviluppo di progetti ed iniziative di studio e di ricerca, culturali ed
enogastronomiche, a livello regionale, interregionale ed internazionale;
predisporre
annualmente bandi diretti a sostenere lo sviluppo di filiere enogastronomiche
dedicate alla commercializzazione dei prodotti tipici caratterizzanti la dieta
mediterranea di Nicotera.
(447; 01/03/2019)
Risposta: “In riferimento all'interrogazione dell'Onorevole Orlandino Greco,
specificata in oggetto si precisa quanto segue - Com'è noto, l'articolo 2 della
legge prevede l'istituzione dell'Osservatorio della dieta mediterranea di
riferimento (ODIMIR) mentre il successivo art. 3 definisce la struttura e le
attività dello stesso Osservatorio, che opera attraverso un Consiglio direttivo
e un Comitato scientifico. La Costituzione di detto Osservatorio è propedeutica
ad ogni altra attività, con particolare riferimento a quelle previste dall'art.
4 della citata Legge Regionale. A tal fine è stata richiesta la designazione
dei membri e dei componenti esperti dei citati organismi, che si ritiene
potrebbero essere comunicati entro la fine del corrente mese. Una volta
ottenute dette designazioni, la Giunta Regionale è nelle condizioni di
approvare tutti i provvedimenti consequenziali, peraltro già predisposti, al
fine di dare concreta attuazione a tutto quanto previsto nella Legge Regionale
n. 40/2017.”
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Guccione
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
l'Asp
di Cosenza, con decreto 1848 del 28/11/2016, ha indetto una gara a procedura
aperta per l'affidamento della gestione della Residenza sanitaria assistenziale
(Rsa) sita
nel comune di Caloveto. Approvazione capitolato, disciplinare di gara e
pubblicazione del bando;
la Rsa
di Caloveto (Cs) ha complessivamente 60 posti;
l'Asp
di Cosenza, con decreto 1299 del 04/08/2016, ha indetto una gara a procedura
aperta per la gestione della Residenza sanitaria assistenziale "San
Francesco di Paola" Sita in San Nicola Arcella. Approvato capitolato,
disciplinare di gara e pubblicazione del bando;
la Rsa
per anziani "San Francesco di Paola" Sita in San Nicola Arcella ha 60
posti letto;
la Rsa
di Caloveto per una serie di vicende è stata chiusa, da almeno quattro anni,
dall'Asp di Cosenza, con conseguente licenziamento dei dipendenti e provocando
un disagio enorme per i pazienti che sono stati costretti a trasferirsi;
da
oltre tre anni è scaduto l'affidamento di gestione della Rsa di San Nicola
Arcella all'impresa che in prorogatio ancora gestisce la struttura dell'Asp, in
attesa dell'esito della gara;
quali
sono le ragioni che, a distanza di anni dalla pubblicazione dei bandi per la
gestione delle Rsa di Caloveto e San Nicola Arcella, non hanno permesso l'espletamento
delle gare anzidette.
(448; 01/03/2019)
Risposta: “In riferimento
all'interrogazione dell'Onorevole Carlo Guccione, si precisa quanto segue - RSA
San Nicola Arcella: - con delibera n. 1299 del 4.8.2016 è stata indetta gara a
procedura aperta per la gestione della residenza sanitaria RSA di San Nicola
Arcella; - la stessa è stata pubblicata con scadenza 4.11.2016, prorogati al 30
novembre 2016; - con determina n. 64 del 16.03.2017 veniva nominata la
commissione esaminatrice. La prima seduta della commissione veniva
ufficialmente convocata per giorno 16.06.2017; - considerato che erano
pervenute diverse istanze di potenziali candidati che dichiaravano di non
essere stati posti in condizione di eseguire il sopralluogo sulla struttura il
Presidente della commissione lo comunicava per le vie brevi alla Direzione
strategica che disponeva di riaprire i termini della gara con rinnovo delle
pubblicazioni adottando la delibera 1389 del 12.07.2017; pertanto la nuova
scadenza veniva fissata al 18.9.2017; - con determina n. 205 del 19.9.2017 poi
modificate con determina n. 215 del 20.10.2017 e n. 226 del 13.12.2017, veniva
nominata la commissione di gara; - le diverse determinazioni sono state
adottate a seguito di impedimenti o dimissioni di alcuni dei componenti
nominati; - la commissione di gara procedeva così all'esamina delle offerte
pervenute con i verbali del 21.12.2017, 2.5.2018, 2.8.2018 e 24.1.2019; - la
commissione esaminatrice ha proceduto ad esaminare la documentazione
amministrativa e quella tecnica, mentre devono essere aperti i plichi
contenenti l'offerta economica; -da precisare che nel frattempo è stato
presentato relativo ricorso per l'annullamento della gara da parte della
Società Cooperativa Universiis che è stato rigettato con sentenza del TAR
Calabria n. 181/2019. RSA Caloveto: - con protocollo n. 0210683 del 24.10.2014
la Asscoop comunicava la sospensione delle attività presso la RSA di Caloveto
chiedendo contestualmente la voltura degli accreditamenti alla Società clinica
Madonna della Catena; - con nota n. 0041326 del 29.3.2016 il Sindaco del Comune
di Caloveto richiedeva l'indizione di una nuova gara alla luce della sentenza
del consiglio di stato del 22.2.2016 con la quale si dichiarava la chiusura
della RSA e la illegittimità di trasferimento degli accreditamenti ad altra
Società; - con delibera n. 1848 del 28.11.2016, veniva indetta una nuova
procedura di gara per l'affidamento della concessione della RSA di Caloveto ai
sensi dell'art. 60 del D.Lgs, 50/2016 ed approvati sia il capitolato tecnico
che il disciplinare di gara; - con D.C.A n. 4 dell'11.01.2017 veniva annullata
la richiamata delibera n. 1848 del 28.11.2016 in quanto non era ancora stato
approvato in via definitiva il provvedimento attuativo del piano di
riorganizzazione della rete dell'assistenza territoriale nell'ambito della
Provincia di Cosenza; - con delibera n. 193 del 16.02.2018 l'ASP di Cosenza ha
approvato, in attuazione del DCA 166/2017, il nuovo piano attuativo di
riorganizzazione della rete territoriale nell'ambito della Provincia di
Cosenza, ed ha trasmesso copia del presente atto alla Struttura Commissariale
ed al Dipartimento Tutela delta Salute della Regione Calabria; - con DCA n. 108
del 10.05.2018 è stata approvata la richiamata delibera n. 193/2018 dell'ASP di
Cosenza con la quale è stato adottato il nuovo piano attuativo di
riorganizzazione della rete territoriale nell'ambito della Provincia di
Cosenza; - il DCA n.108 del 10.05.2018 fa venire meno l'elemento ostativo
richiamato nel DCA n. 4/2017; - con delibera n.1149 del 18.6.2018 è stata
indetta nuova gara a procedura aperta per la concessione RSA di Caloveto con
scadenza delle offerte fissata al 20.09.2018; - con determina n. 482 del
9.10.2018 è stata nominata la commissione giudicatrice; - alla data odierna
sono stati esaminati i documenti amministrativi e la documentazione tecnica;
deve essere fissata la seduta per l'apertura dei plichi per l'offerta
economica.”
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Nicolò
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
Regione,
Comune e So.Ri.Cal. con una cerimonia in grande stile, il 28 ottobre u.s.,
hanno annunciato l'attivazione della fornitura idrica dell'acqua della Diga del
Menta ai serbatoi e alla rete idrica del comune di Reggio Calabria;
considerato
che: ancora oggi, a distanza di quattro mesi dall'inaugurazione, si riscontrano
gli atavici disservizi idrici sia al centro storico, sia nei quartieri, che
nelle varie frazioni del comune di, Reggio Calabria -:
dove
va a finire l'acqua del Menta? Quali interventi si devono effettuare per
superare le inaccettabili criticità riscontrate? i motivi che ancora oggi,
nonostante l'inaugurazione in pompa magna, negano alla città, i suoi quartieri
e le sue frazioni, la fruizione del liquido prezioso.
(449; 04/03/2019)
Risposta:
“Con
riferimento all’interrogazione n. 449/10^ del 18.2 u.s., a firma del
consigliere on. Alessandro Nicolò, si rimette in allegato la relazione
trasmessa sa So.Ri.Cal. in data 1.4.2019, richiesta alla medesima Società con
precedente nota prot. 118128 del 21.3.2019.
Cordiali
saluti”
Ing. Francesco Costantino (Dirigente del
Settore “Tutela delle Acque e contrasto inquinamento)
“In riferimento, alla nota di codesto
Spettabile Dipartimento, riportata in oggetto E relativa allo stato dei citati
interventi afferenti allo schema idrico Menta, si comunica che lo schema
acquedottistico "Diga del Menta”, a seguito dei lavori di completamento,
dopo le prove funzionali dal 3.07.2018 al 01.10.2018 ed a seguito
dell’acquisizione dell’autorizzazione al consumo umano, da parte dell’ASP del
10.10.2018, ha iniziato l’effettiva distribuzione verso i serbatoi della città
il 28.10.2018.
L’erogazione è avvenuta per stralci
funzionali, con portate crescenti, fino alla portata attuale di circa 300 lt/s,
pari al 60% della portata di esercizio effettivo.
I serbatoi attualmente fomiti sono Condera
(110 lt/s), Lazzaretto, (45 lt/s), Modena (60 lt/s), San Sperato (15 lt/s),
Trabocchetto (10 lt/s), S. Caterina (60 lt/s).
A partire da luglio dello scorso anno
dall’invaso del Menta sono stati captati circa 5.200.000 mc di acqua e di
questi circa 3.600.000 mc, dopo il trattamento di potabilizzazione, sono stati
successivamente erogati per la distribuzione in città. Ad ulteriore chiarimento
si precisa che la risorsa proveniente dall’acquedotto del Menta va a sostituire
con acqua di qualità, le risorse deteriorate provenienti da fonti esistenti sia
comunali che regionali ed integra la dotazione storica nelle zone a più altra
carenza idrica.
Per quanto riguarda le opere di
distribuzione realizzate a valle dell’impianto di Potabilizzazione di “Armo”, a
seguito dell’avvio funzionale ai fini idropotabili dello schema idrico posto a
valle della diga del Menta, sono stati posti in esercizio e quindi completati,
funzionanti e operativi, i Tronchi principali 0,1,2, lungo la direttrice nord,
incluso il partitore e la diramazione per il serbatoio di S. Caterina ed i Tronchi
6, 7, 8 e 9 lungo la direttrice sud. Pertanto sono attualmente in esercizio
continuativo circa 32 Km di condotte principali e diramazioni con annessi
manufatti di linea, su un totale di 68,2 Km. di opere complessivamente
realizzate e disponibili.
Alcuni tratti non sono operativi: la frana
che ha interrotto la strada comunale in località “Fortini di Pentimele” ha
generato nel tempo smottamenti, anche sulla condotta posta a valle, mettendone
a nudo un tratto di circa 20 m. Per motivi di sicurezza non è quindi possibile
erogare la risorsa idrica del Menta anche nei tratti (già completati) che vanno
oltre la diramazione per il Serbatoio di S. Caterina, fino al serbatoio di
testata di Campo Calabro. La zona periferica della città posta a nord del
tratto in questione fino a Gallico è tuttavia alimentata dagli emungimenti di
Pettogallico, Gallico Marina e Gallico Superiore, oltre che da fonti comunali.
Una seconda criticità, in via dì
risoluzione, è rappresentata dalla condotta di avvicinamento per il partitore
‘Trabocchetto” ed il serbatoio del Centro Storico. La condotta esistente posta
in via Reggio Campi, completamente ammalorata è stata sostituita quasi per
intero ed è in procinto di essere messa in esercizio, contribuendo
all’erogazione anche nella zona centrale del corso e del centro storico
cittadino.
I lavori di posa della nuova tubazione in
ghisa si sono protratti oltre la previsione iniziale a causa delle abnormi
difficoltà di posa dovute della presenza dei numerosi sottoservizi, spesso non
segnalati, dell’impossibilità di interrompere l’erogazione sulla vecchia
condotta durante i lavori, degli impedimenti generati, dal traffico stradale e
dai conseguenti rallentamenti necessari al mantenimento, delle condizioni
minime di sicurezza.
Certi di aver fornito utili aggiornamenti,
si rimane a disposizione per ogni eventuale ulteriore informazione riteniate di
interesse.
Distinti saluti”
Ing, Giuseppe Sorrentino (Responsabile del
procedimento)
Greco -
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
l'importanza
della programmazione urbanistica per lo sviluppo del territorio calabrese
riveste ruolo fondamentale per la Regione Calabria, al fine di garantire la
pianificazione per tutti i territori comunali mediante l'utilizzo di un nuovo
strumento che è il c.d. Piano Strutturale Comunale (PSC);
al
riguardo dello stato di attuazione della Legge Urbanistica Regionale (LUR), si
registrano da parte della stragrande maggioranza dei comuni calabresi le
numerose difficoltà che si riscontrano nella fase di formazione dei P.S.C., e
quindi della fase applicativa della legge;
le
difficoltà degli Enti Locali consistono quindi nel prevedere in tali strumenti
il proprio disegno di città, rilevando incomprensibili ostacoli normativi e
interpretativi che impediscono di intercettare i bisogni della collettività per
promuovere azioni a sostegno della vocazione territoriale ed economica dei
luoghi;
il
governo del territorio appare come mero strumento normativo finalizzato ai
"divieti ", in forma generalizzata, di ogni possibile trasformazione
del territorio antitetico al compito, invece, della politica di dare risposte
adeguate alle esigenze dei territori che rivendicano autonomia decisionale;
la
conseguenza è il consolidarsi di una stagnazione dello "sviluppo sostenibile"
dei comuni che non trova sbocco alcuno;
dopo
ben 17 anni dalla emanazione della LUR la quasi totalità dei comuni calabresi
non ha ancora un P.S.C. vigente, a causa della acclarata complessità
procedurale nella applicazione della norma e del quadro di riferimento
regionale. Considerato che: tali condizioni pongono degli interrogativi molto
importanti per quanto attiene la verifica dell'impegno politico che la Regione
Calabria ha profuso fino ad oggi nel settore della legislazione urbanistica, al
fine di riprogrammare e migliorare le azioni future che dovranno andare nella
direzione del superamento delle criticità riscontrate;
alla
luce di quanto esposto in premessa, è necessario conoscere lo stato
d'attuazione della legislazione in materia urbanistica e degli effetti
registrati sul territorio -:
1.
Quali azioni sono state intraprese dall’Organo esecutivo per operare un
corretto monitoraggio dell'attuazione della L.R. n. 19/02, con particolare
riferimento allo stato di redazione ed approvazione dei Piani Strutturali
Comunali, al fine di porre rimedio alla prevalente mancata vigenza di tali
Strumenti Urbanistici;
2.
quali tra gli Organi di controllo e monitoraggio previsti dalla L.R. n. 19/02,
come ad esempio il Nucleo di Valutazione urbanistico-territoriale di cui
all'art. 9 bis della citata L.R. n. 19/02, sono stati ad oggi attivati;
3.
qualora siano stati attivati, quale attività finora hanno prodotto gli stessi e
quali sono state le specifiche determinazioni dell'Organo esecutivo per
contrastare le eventuali criticità emerse in tali attività;
4. in
quali termini e consistenza è stata garantita la partecipazione e concertazione
della Regione con le forze economiche e sociali e con le categorie
tecnico-professionali nei vari procedimenti di modifica della legislazione
urbanistica;
5.
quale attività di accompagnamento ai comuni è stata concretamente avviata dalla
Regione Calabria per assicurare una fattiva collaborazione tra gli Enti che ha
avuto come risultato la definizione dei procedimenti di formazione ed
approvazione dei P.S.C.;
6.
quali iniziative sono state attuate per garantire la vigilanza della Regione
sulla partecipazione e concertazione con tutti i soggetti interessati al
procedimento della formazione dei Piani Strutturali Comunali, per assicurare il
rispetto dell'art. 2 L.R. 19/02 e s.m.i.
7.
quanti Piani Strutturali Comunali in Calabria sono stati definitivamente
adottati e/o approvati dalla entrata in vigore della L.R. n. 19/02 distinti per
annualità e, comunque, entro i termini previsti dal comma 1 dell'art. 65 della
L.R. 19/02 e s.m.i.;
8. in
relazione ai citati termini perentori prescritti dall'art. 65 della legge
Urbanistica, ormai da molto tempo scaduti, quali poteri sostitutivi previsti
dall'art. 28 della medesima legge per i Comuni inadempienti sono stati attuati
ed in quale termini e consistenza, o se tali comuni inadempienti godono ancora
dei meccanismi di premialità riservati, invece, ai comuni adempienti;
9.
quanti progetti di privati in variante alle previsioni degli strumenti urbanistici,
con la procedura di cui all'art. 14 della L.R. 19/02 e s.m.i., sono stati
approvati nei Comuni, quale soluzione alternativa all'inadeguatezza ed alla
mancata approvazione dei PSC, in sostituzione dei vecchi strumenti urbanistici
(PdF-PRG);
10.
quanti sono ad oggi i permessi a costruire rilasciati dopo l'entrata in vigore
della LUR e del QTRP;
11.
nella incentivazione del recupero delle aree degradate e dello sviluppo di
quelle idonee alla trasformazione ai fini produttivi anche del turismo
ambientale, quali esiti hanno prodotto gli artt. 12 e 13 del QTRP in merito
alle fasce di rispetto degli alvei fluviali e della linea di costa marina, che
hanno imposto uno spirito estremamente inibitorio;
12.
quanti piani attuativi ed insediamenti produttivi sono stati bloccati in
applicazione dell'art. 21 del QTRP relativamente alla superficie minima
richiesta di mq 30.000 per i comuni superiori a 5.000 abitanti;
13.
poiché tali norme del QTRP non sembrano essere contestualizzate in un
territorio come quello calabrese, caratterizzato non da estese proprietà
fondiarie bensì da una diffusa parcellizzazione dei suoli e da condizioni
orografiche ed infrastrutturali mutevoli anche in ridotti ambiti, con
conseguente impossibilità a pianificare superfici di tali dimensioni, oltreché
si configura l'assurdo che la dimensione inferiore a tali limiti che permette
un consumo di suolo minore non sia ammissibile ad essere pianificata, pertanto
il risultato sembra quello di non pianificare anziché creare le condizioni per
una sostenibile programmazione delle trasformazioni territoriali;
alla
luce di quanto sopra, se ritiene "Esecutivo regionale di dover modificare
la normativa vigente in merito a tali vincoli ostativi.
(450; 07/03/2019)
Risposta: “In relazione al programma politico-amministrativo l'Assessorato alla
Pianificazione Territoriale ed Urbanistica ha orientato le proprie attività
assumendo come priorità le pratiche della concertazione e della sussidiarietà
integrando così gli attori pubblici e privati che operano sul territorio e
mettendo in campo una serie di iniziative mirate alla
rigenerazione/rivitalizzazione e riconversione/ riqualificazione dei territori
calabresi. La ratio ispiratrice dell'attività posta in essere da questo
Assessorato, in linea con gli obiettivi ed azioni del governo regionale, è
quella di dare piena attuazione alla Legge Urbanistica Regionale ed indirizzare
gli Enti territoriali a gestire le trasformazioni del territorio nella
direzione della sostenibilità ambientale, dell'equità sociale e della vivibilità
nelle città, nei contesti urbani e negli spazi aperti attraverso la
semplificazione dei passaggi procedimentali. A tal proposito, la L.U.R è stata
innovata dalle LLRR nn. 40/2015, 28/2016, 46/2016 e 21/2017, che tra l'altro
hanno introdotto nuovi obiettivi e orientamenti in ordine ai processi di
rigenerazione urbana, di risparmio del suolo, di coordinamento con il MIBAC, di
tutela del paesaggio, di redazione degli strumenti urbanistici comunali secondo
il principio di consumo di suolo zero, ed infine di semplificazione delle
procedure di approvazione dei Piani Strutturali Comunali o Associati (PSC/PSA).
Al fine di imprimere un'accelerazione nella redazione degli stessi ed un
innalzamento sostanziale delle percentuali dei PSC/PSA, la LUR ha introdotto uno
specifico dispositivo sulle "Misure organizzative straordinarie per il
supporto alla redazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed
urbanistica", che prevede un'azione di accompagnamento e supporto ai
Comuni nel processo di elaborazione della strumentazione urbanistica,
attraverso lo snellimento delle procedure e soprattutto attraverso
l'unificazione di tutti i pareri regionali in un unico provvedimento, così come
anche già previsto dalla normativa nazionale. Inoltre con DGR n. 473 del 24.11.2016,
ha approvato apposito disciplinare operativo finalizzato a regolamentare lo
svolgimento delle funzioni attribuite al Settore Urbanistica competente che,
mediante successivo DDS n. 810 del 01.02.2017, ha dato attuazione
all'istituzione di un tavolo tecnico, assolutamente operativo, che oltre le
funzioni ad esso attribuite, assicura un'importante azione di monitoraggio Non
solo, per effetto dell'inserimento del principio della pianificazione a consumo
di suolo zero è stata stabilita una piena sintonia con la direttiva d'azione
del Parlamento che ha in fase di approvazione una legge nazionale in coerenza
con detto principio. Ai comuni che non hanno ancora adottato il Piano
Strutturale Comunale (PSC) o in forma associata (PSA), è offerta la possibilità
di scegliere la procedura che meglio si conforma alla condizione e allo
sviluppo socio-economico ipotizzato, secondo una delle suddette tre procedure;
in particolare: "ordinaria" "semplificata" "a consumo
di suolo zero" richiamate rispettivamente agli articoli 27, 27 ter e
27quater della LUR per come novellata in ultimo dalla LR 21/2017. ln attuazione
alla Legge Urbanistica, inoltre, si è portato finalmente a compimento l'iter
per l'approvazione del Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica
(QTRP) che è stato approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 134
del 01.08.2016. Con l'approvazione del QTRP, la Regione Calabria si è
finalmente dotata di uno strumento organico di governance del Territorio,
dell'ambiente e del Paesaggio, che incide sul sistema delle tutele, sulla
difesa del suolo e sulle previsioni dei rischi. Successivamente, con DGR 6 del
10.01.19, si è inoltre provveduto all'aggiornamento del Quadro Conoscitivo
strutturato in elaborati conoscitivi grafici e testuali che consentono una
lettura completa del territorio nonché in schede ricognitive che rivestono
primaria importanza per la pianificazione del territorio e per le politiche del
paesaggio e che consente agli enti territoriali, ai sensi dell'art. 25, c. 9
bis della L.R. 19/02 , di avere un quadro conoscitivo aggiornato e certificato
quale base necessaria per l'elaborazione dei quadri conoscitivi inerenti la
propria strumentazione urbanistica. ln materia di attività di pianificazione
territoriale si fa presente la ripresa dei lavori per la redazione del Piano
Paesaggistico d'ambito costituito, costituito dall'insieme dei "Piani
Paesaggistici d'Ambito" previsti dagli articoli 17 e 17 bis della L.R.
19/2002 e s.m.i., in quanto parte fondante dello strumento di pianificazione di
livello regionale Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico (approvato con
DCR 134/16) in coerenza con le finalità di salvaguardia dei valori
paesaggistici ed ambientali di cui all'articolo 143 e seguenti del Codice. Ad
oggi da parte questo Assessorato, previo coinvolgimento dei soggetti
interessati, ha provveduto a comunicare la proposta di formazione e
costituzione del Nucleo di valutazione urbanistico-territoriale di cui all'art.
9 bis della L. R. 19/02 anche se rinviata, probabilmente a seguito delle
modifiche alla macro e micro struttura organizzativa regionale. Si rammenta che
dapprima il Dipartimento "Urbanistica e Governo del Territorio" si è
fuso nel 2015 con il Dipartimento "Ambiente", nel Dipartimento
"Ambiente e Territorio" che è stato oggetto di due
microorganizzazioni. Successivamente è stato istituito il Dipartimento
"Urbanistica" ed infine si è giunti al neo istituito Dipartimento 'I
Urbanistica e Beni Culturali". Sarà interesse di questo Assessorato
proporre nuovamente al Presidente della Giunta Regionale la nomina dei
componenti del Nucleo di valutazione urbanistico-territoriale di cui all'art. 9
bis della LUR. Nei procedimenti di modifica della legislazione urbanistica e,
in generale, in tutte le attività promosse, questo Assessorato e il
Dipartimento hanno garantito la partecipazione e concertazione con le forze
economiche e sociali e con le categorie tecnico- professionali, in ossequio
all'art. 2 della L. R. 19/02, con incontri all'uopo organizzati a margine dei
quali sono stati richiesti contributi ai soggetti intervenuti sulla normativa,
riconoscendo a questi un ruolo determinante nella corretta pianificazione e
gestione del territorio. ln particolare, di recente, alla presenza delle
competenti strutture tecniche del Dipartimento, impegnate, ai sensi dell'art.
68 della L.R. 19/02, ad assicurare il supporto tecnico per l'esercizio delle
funzioni e dei compiti amministrativi demandati dalla LUR., è stata avviata
un'importante attività con tutti gli Ordini professionali calabresi al fine di
condividere un percorso comune per la definizione dei PSC/PSA. Gli incontri si
sono svolti a partire dal 27 settembre scorso, giusta nota di convocazione
prot.n. 312863 del 19.09.2018, per proseguire in data 16 ottobre e 5 novembre
(prot.n. 362929 del 25.10.2018). Altra importante attività di partecipazione e
concertazione è stata avviata il 9 ottobre 2018, con tutti i soggetti
istituzionali interessati (nota di convocazione prot. SIAR n. 307041 del
14/09/2018 all. 1), ai fini dell'Aggiornamento al Quadro Conoscitivo del QTRP
secondo l'Atto di Indirizzo emanato dalla Giunta regionale con DGR n. 377 del
10.08.2018. ln occasione dell'incontro è stato fornito a tutti i presenti il
materiale (schede di rilevazione e di proposte) per intervenire in via preventiva
sulle materie oggetto di pianificazione. I lavori sono proseguiti Inoltre, a
seguito dell'istituzione del neo Dipartimento "Urbanistica e Beni
Culturali", si è avviato in data 11 febbraio 2019, un ciclo di incontri
programmati con tutti i soggetti interessati, per un percorso partecipato e
condiviso nell'ambito delle politiche di governo del territorio, che si
concretizzerà con la sottoscrizione di un Patto tra Regione ed Enti Locali, in
base al quale, dato un cronoprogramma definito, la Regione si impegna a fornire
assistenza tecnica, attraverso i professionisti iscritti agli ordini, che
assumono il ruolo di facilitatori nell'iter procedurale tecnico amministrativo,
per consentire agli enti di dotarsi nel più breve tempo possibile dei nuovi
strumenti urbanistici. La collaborazione tra gli Enti per la definizione dei
procedimenti e la vigilanza della partecipazione e concertazione con tutti i
soggetti interessati al procedimento di formazione dei Piani è stata garantita
dalla Regione secondo le procedure codificate proprio a tal fine dalla LUR
negli specifici articoli 2 e 27 che gli uffici preposti hanno puntualmente
rispettato in occasione di ciascun procedimento (Conferenze di Pianificazione e
successivi) con atti formali. ln aggiunta anche al fine di rafforzare il
principio di condivisione e concertazione nell'ambito dell'Ente medesimo è
stata data attuazione a quanto disposto dall'art. 9 della LUR già menzionato.
ln merito allo stato dell'arte circa l'attuazione della LUR sulla base dei dai
dati ufficiali si evidenzia un incremento dei comuni che hanno avviato
effettivamente le procedure di redazione dei nuovi piani urbanistici negli
ultimi quattro anni. Si allega quadro riassuntivo stato dell'arte (all. 1). Si
precisa che ai sensi dell'art. 65 della LUR sono inadempienti tutti i Comuni
che non hanno approvato entro il 31 dicembre 2017 il Piano strutturale comunale
o associato, ad eccezione di quelli che hanno aderito alla procedura 27 ter,
che sono n. 28. Su espressa volontà politica dell'Esecutivo, finalizzata a non
voler mortificare i territori calabresi ed i loro amministratori, già in enormi
difficoltà economiche, si è attivato il potere sostitutivo esclusivamente nei
casi di specifica richiesta comunale (San Marco Argentano e Acquappesa), a
causa di accertate incompatibilità all'interno del Consiglio Comunale. Le
premialità previste al comma 2 bis dell'art. 65, rivolte a tutti i comuni che
hanno aderito alla procedura a pianificazione di suolo zero di cui all'art. 27
quater che sono n. 81, prevedono tra l'altro, misure procedurali semplificative
volte all'accelerazione dell'iter di approvazione dei piani. ln merito al
rilascio dei permessi di costruire, si precisa che, ai sensi dell'art. 13 del
D.P.R. 380/01 e ss.mm.ii., la competenza, anche per i progetti in variante agli
strumenti urbanistici comunali, è in capo al dirigente o al responsabile dello
sportello unico comunale, pertanto, la Regione non è tenutaria del numero dei
permessi emessi. Si rammenta a tal proposito, che il Settore Urbanistica regionale,
ai sensi dell'art. 28 della legge n. 1150/42 e degli artt. 24 e 30 della L.R.
19/02, esprime parere vincolante di competenza nell'ambito dell’endoprocedimento
inerente l'approvazione di piani attuativi (PdL e PAU) in conformità agli
strumenti urbanistici comunali (PdF, PRG e PSC/PSA), e sempre nell'ambito dell’endoprocedimento
ai sensi dell'art. 14 della LUR e della 241/90, nel caso di progetti di
iniziativa dei privati in variante parziale ai medesimi strumenti urbanistici
comunale. Al ogni modo da alcune elaborazioni dei dati disponibili e sulla base
di analisi fondata solo sugli interventi di tipo produttivo che in realtà è
quello che maggiormente dà la guida sul trend evolutivo è possibile, ampliando
l'arco temporale per valutare l'effettiva tendenza, risulta palesemente che il
dato è comunque tendenzialmente in aumento sia che l'analisi è condotta su base
dei permessi rilasciati. ln particolare si allega di seguito lo schema dei
dati: Anno/qualità intervento Numero pratiche 2013 803 Autorizzazioni/Permessi
204 SCIA con intervento edilizio 52 2014 11879 Autorizzazioni/Permessi 1592
SCIA con intervento edilizio 597 2015 21887 Autorizzazioni/Permessi 2998 SCIA
con intervento edilizio 1231 2016 26851 Autorizzazioni/Permessi 3794 SCIA con
intervento edilizio 1760 2017 29150 Autorizzazioni/Permessi 3415 SCIA con
intervento edilizio 2176 2018 30636 Autorizzazioni/Permessi 3175 SCIA con
intervento edilizio 2439 Totale complessivo 121206 Incremento percentuale 755,0
93,2 31,33 0,67 0,41 ln merito agli artt. 12 e 13 del QTRP in ordine al
recupero delle aree degradate e del turismo sostenibile non hanno prodotto
effetti negativi, al contrario, con la diffusione del Programma "Verso il
Contratto di Fiume" avviato dall'Assessorato e con l'approvazione del
Regolamento di attuazione di cui all'art. 40 bis, c. 5, della L. R. 19/2002 ss.
mm. ii. - "Documento d'indirizzo per l'attuazione dei Contratti di Fiume e
per il relativo programma per la promozione e il monitoraggio"(DGR n. 301
del 28.07.2016) si sono determinati effetti positivi in ordine all'affermazione
di una nuova cultura di governance del territorio. I Contratti di Fiume, che
riguardano fiume, lago, costa sono stati identificati dalla Regione Calabria
come strumenti di partecipazione e di programmazione integrata e negoziata che
coinvolge i Comuni, le Agenzie di Sviluppo, le Associazioni di categoria e dei
diversi stakeholders che operano sul territorio, per coordinare le azioni di
tutela dei bacini idrografici e fluviali con le strategie di programmazione negoziata
e di pianificazione territoriale che insistono sui territori di riferimento. La
strategia avviata dall'Amministrazione è stata accolta favorevolmente dai
Comuni calabresi e dal partenariato economico-sociale locale che hanno, colto,
nei Contratti di Fiume/Costa/Lago, l'occasione di una pianificazione condivisa
sul territorio degli interventi di tutela e preservazione dei bacini
idrografici e fluviali e del contesto territoriale circostante, e di
programmazione integrata. ln particolare, i Contratti di Fiume/Lago/Costa
avviati nel 2018 sono 20 su aree idrografiche che interessano circa 180 Comuni
ognuno dei quali con proprie specificità e particolari criticità ambientali.
Riguardo l'applicazione dell'art. 20 del QTRP, come precisato nella circolare esplicativa
dipartimentale n. 222149 del 26.06.2018, le prescrizioni ivi contenute,
comprese quelle inerenti l'estensione minima di mq 30.000 nel caso dei piani
attuativi per i comuni con più di 5.000 abitanti, sono da riferirsi agli
interventi di nuova costruzione realizzabili negli ambiti urbanizzabili dei PSC
e PSA approvati. Formalmente al settore Urbanistica regionale non risulta
essere stato bloccato alcun piano attuativo per mancato raggiungimento della
soglia dimensionale minima prescritta. E, ancora, le disposizioni di cui al
predetto art. 20 del QTRP, inerenti gli ambiti urbanizzabili, stabiliscono che
gli stessi siano utilizzati in via straordinaria e solamente dopo avere
raggiunto gli obiettivi principali di sostenibilità riferiti agli ambiti urbanizzati
del PSC/PSA. Pertanto, dovranno essere localizzati in intimo rapporto di
funzionalità urbanistica con l'ambito urbanizzato e la soglia dimensionale
minima prescritta è finalizzata a consentire una razionale crescita del
medesimo ambito urbanizzato.”
Arch. Domenicantonio Schiava (Dirigente
Generale Dipartimento Urbanistica e Beni culturali)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con
DCA n. 57 del 29 marzo 2017 è stato approvato l'Atto aziendale dell'Asp di
Reggio Calabria;
con
disposizioni di servizio, sono state emanate indicazioni operative ed attuative
in merito alla disposta esecutività dell'atto aziendale, tra le quali è
opportuno richiamare la deliberazione n. 133 del 3 marzo 2017, in cui al punto
n. 4, si evince la revoca di tutti gli incarichi dirigenziali relativi a
strutture organizzative, complesse e semplici, nonché posizioni organizzative e
di coordinamento preesistenti e non più previste dal sopracitato atto
aziendale;
tali
incarichi, in ossequio alla delibera ultimo citata, si intendevano comunque
prorogati fino al conferimento di nuovi incarichi dei dirigenti e del comparto
interessati -:
di
verificare il rispetto del dispositivo sancito dalla delibera n. 133
sopracitata nella parte afferente l'applicazione della proroga dei contratti de
quo nei confronti di tutti i soggetti interessati.
(451; 08/03/2019)
Risposta: “Con l’interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta
Regionale dal Consigliere Regionale On. Alessandro Nicolò, riguardante una
maggiore informazione afferente l'atto aziendale (dell'ASP di Reggio Calabria)
approvato con DCA n. 57 del 29 marzo 2017 si chiede di verificare: - il
rispetto del dispositivo sancito dalla delibera n. 133 del 3 marzo 2017 nella
parte afferente l’applicazione della “proroga dei contratti relativi agli
incarichi dirigenziali di strutture organizzative, complesse e semplici, ovvero
di posizioni organizzative e di coordinamento preesistenti" non più
previste dall'Atto aziendale approvato con DCA n. 57 del 29 marzo 2017. A
seguito di specifica apposita richiesta all'Azienda Sanitaria Provinciale di
Reggio Calabria. è stato rappresento quanto segue: a) Relativamente alle
posizioni organizzative e di coordinamento preesistenti all'approvazione
dell’Atto Aziendale, alla maggioranza dei dirigenti non era mai stato
conferito, con procedura formale, alcun incarico di responsabilità
professionale. La direzione pro-tempore aveva già avviato alcune procedure di
ricollocazione dei direttori di struttura complessa, attraverso l'istituzione
di apposita “Unità di missione” per l'attuazione dell'atto aziendale con
personale appositamente individuato nello staff della direzione generale, che
non risultano aver prodotto alcun esito. b) L'attuale direzione dell'Ufficio
Personale ha avviato l'iter amministrativo procedendo, attraverso la
ricognizione dei fascicoli personali, alla verifica della vigenza dei contratti
individuali di struttura complessa presenti, con particolare riguardo a quelli
di strutture complesse non più previste dal nuovo atto aziendale. Nello
specifico l’ASP di Reggio Calabria ha comunicato che già dal mese di gennaio si
è provveduto a sospendere le competenze economiche legate all'incarico di
direttore del dipartimento ospedaliero, non più previsto dall'atto aziendale.
Con gli emolumenti del mese di febbraio, sempre da fonte ASP, risultano sospese
le competenze economiche di struttura complessa per gli incarichi di direttore
di Pronto soccorso dell’ex Ospedale di Scilla e di direttore del coordinamento
dei Servizi sociali, entrambi scaduti. Analogamente l'ASP di Reggio Calabria ha
proceduto dal 1 aprile 2019 per altri due incarichi di direzione di strutture
complesse non più previsti dall'atto aziendale. Unica diversificazione, per
soppressione di struttura complessa non più prevista dall'atto aziendale, ha
riguardato l’ex Struttura Complessa Laboratorio analisi dell’Ospedale di Gioia
Tauro con assegnazione provvisoria del dirigente presso la Struttura Complessa
Laboratorio analisi dell’Ospedale di Polistena. Al completamento delle
operazioni di verifica di tutti gli incarichi scaduti, l’azienda ha fatto
sapere che procederà all'attivazione delle procedure previste dalla normativa
corrente per il conferimento definitivo degli incarichi dirigenziali. Il Dipartimento
Tutela della Salute e politiche sanitarie vigilerà su tutte le procedure.”
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Generale
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Greco
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
- in
data 6 marzo 2019 il ministro della Sanità Giulia Grillo ha visitato gli
ospedali di Locri e Polistena riscontrando gravi carenze strutturali e di
personale;
-
successivamente, nella conferenza stampa indetta dal ministro, la stessa ha
evidenziato il peggioramento dei livelli essenziali di assistenza in Calabria e
l'aumento del disavanzo sanitario che ha raggiunto i 127 milioni di cui 28
extra gettito;
- come
riferito dal ministro in conferenza stampa, il deficit delle aziende
ospedaliere calabresi continua a crescere e ha raggiunto: 32 milioni di euro
all'Asp di Cosenza, 32 a Crotone, 40 a Catanzaro, 22 a Reggio, mentre l'Asp di
Vibo è in pareggio perché non eroga servizi;
- il
ministro Grillo ha dichiarato la presenza di situazioni da incubo e del rischio
che siano i cittadini calabresi a dover pagare debiti e deficit accumulati
negli anni;
- si
tratta di dati allarmanti e il ministro Grillo ha chiaramente fatto riferimento
a responsabilità politiche e amministrative anche di carattere penale;
- alla
luce di tutto questo il ministro Grillo ha annunciato un decreto straordinario
a favore della sanità in Calabria;
- il
commissariamento della sanità in Calabria non ha consentito di superare le
tante criticità presenti, anzi, risultano peggiorate le performance di molte
strutture ospedaliere e siamo distanti anni luce dai livelli essenziali di
assistenze;
- il
quadro delineato dal ministro Grillo lascia presagire la possibilità di
ulteriori commissariamenti per la nostra Regione e aggrava ancor di più la percezione
che tutti i calabresi hanno relativamente alla gestione dell'intero comparto
della sanità in Calabria;
- la
sanità è un diritto fondamentale nel nostro Paese, ma evidentemente esiste una
disparità di trattamento e di prestazioni tra i cittadini calabresi e quelli
delle altre regioni italiane -:
1)
quanti siano i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi
e se questi siano idonei a garantire copertura alla domanda di servizi
ospedalieri dei cittadini calabresi;
2)
quale sia il cronoprogramma degli interventi strutturali in itinere e di tutti
quelli programmati negli ospedali pubblici calabresi;
3)
quali siano in Calabria gli ospedali Hub e quali invece Spoke, e quanti di
questi siano adeguati sismicamente secondo la normativa vigente;
4)
quali siano i tempi previsti per la realizzazione e l'apertura di nuovi presidi
ospedalieri pubblici;
5)
cosa sia stato predisposto per arginare il crescente flusso dell'emigrazione
sanitaria verso le altre regioni, aumentata negli ultimi quattro anni 2015-2019
dal 17% al 21%, con costi esorbitanti (almeno 70 mila calabresi ogni anno
emigrano fuori regione per curarsi, con un costo per la nostra Regione di circa
€ 320 milioni di euro l'anno);
6) se
corrisponde al vero che siano state riscontrate carenze igienico-sanitarie e
carenze strutturali, in diversi ospedali della Regione Calabria;
7) nel
tentativo di fare chiarezza sulla situazione economica della sanità in
Calabria, per garantire la massima trasparenza delle gestioni pubbliche, quali
siano le reali condizioni finanziarie della sanità calabrese in ordine ai
bilanci di tutte le aziende ospedaliere e di tutte le ASP calabresi, in
particolare: - numero pignoramenti in essere e relativo importo;
-
debiti fuori bilancio da riconoscere ed eventuali debiti fuori bilancio
riconosciuti ma in attesa di copertura finanziaria;
-
disavanzo strutturale di ogni singola azienda ospedaliera e ASP alla data odierna,
anche in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni;
-
spesa sanitaria complessiva
(453; 13/03/2019)
Risposta:
“Con
riferimento all’interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta
Regionale, dal Consigliere Regionale on. Orlandino Greco, per quanto, dì
competenza, lo scrivente Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29/09/201
sono state attribuite le competenze in materia di Edilizia Sanitaria,
precedentemente in capo al Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie,
provvede a riscontrare i seguenti quesiti:
2)
Quale sia il cronoprogramma degli interventi strutturali in itinere e di tutti
quelli programmati negli ospedali pubblici calabresi;
3)
Quali siano in Calabria gli ospedali Hub e quali invece Spoke, e quanti di
questi siano adeguati sismicamente secondo la normativa vigente;
4)
Quali siano i tempi previsti per la realizzazione e l’apertura di nuovi presidi
ospedalieri pubblici;
5)
Se corrisponde al vero che siano state riscontrate carenze igienico-sanitarie e
carenze strutturali, in diversi ospedali della Regione Calabria.
Con
riferimento ai quesiti 2) e 3), occorre preliminarmente rappresentare che con
nota, prot. n. 270014 del 07/09/2016, il Dipartimento Tutela della Salute ha
avviato la ricognizione dello stato, di adeguatezza strutturale in materia
antisismica dei presidi ospedalieri, e degli altri edifici sanitari della
Regione Calabria, richiedendo alle Aziende Sanitarie e Ospedaliere la
compilazione di una scheda di rilevamento appositamente predisposta.
Successivamente.
anche il Ministero della Salute, per il tramite della Regione, con nota prot.
n. 23232 del 20/07/2017, ha avviato il monitoraggio dello stato di avanzamento
delle verifiche sismiche dei presidi ospedalieri, ai sensi dell’OPCM 3274/2003;
al fine, di verificare lo stato del patrimonio edilizio delle strutture, e
quindi poter quantificare il fabbisogno finanziario.
Dall’analisi
delle informazioni raccolte con le suddette ricognizioni (i cui dati dì
dettaglio riguardanti, le attività sanitarie svolte, le caratteristiche
dimensionali e costruttive, l’epoca di costruzione, lo stato dell’arte delle
strutture rispetto alla normativa antisismica ecc. sono agli atti del
Dipartimento Presidenza è emerso che per la quasi totalità delle strutture ospedaliere
non sono state effettuate le verifiche di vulnerabilità sismica, né sono
stati realizzati interventi di miglioramento o adeguamenti sismico, di competenza delle Aziende Ospedaliere e
Sanitarie regionali, anche per il rilevante impegno economico concesso e
per l’assenza di specifici programmi a
valere su fondi statali.
Occorre
innanzitutto considerare. che l’esecuzione di verifiche strutturali è la
realizzazione dei conseguenti interventi di adeguamento alle vigenti norme. in
materia antisismica, sul consistente patrimonio delle strutture Ospedaliere
regionali, richiede. un notevole impegno finanziario.
L’ordine,
di grandezza dei costi per verifiche sismiche ed interventi di adeguamento di
edifici esistenti, può essere desunto dall’applicazione dei costi parametrici
fissati dall’ordinanza di protezione civile n. 3362 del 8-7-2004, in funzione
della volumetria degli edifici stessi, come da tabella seguente.
Volume Edificio mc |
Costo
unitario verifiche E/mc |
Costo
verifiche |
Costo
unitario adeguamento E/mc |
Costo
massimo adeguamento Alfa<0,2 |
Costo medio
adeguamento alfa= 0,5 |
10.000,00 |
2,50 € |
25.000,00 € |
150,00 € |
1.500.000,00
€ |
900.000,00
€ |
30.000,00 |
1,80 € |
45.000,00 € |
150,00 € |
4.500.000,00
€ |
2.700.000,00
€ |
60.000,00 |
1,20 € |
75.000,00 € |
150,00 € |
9.000.000,00
€ |
5.400.000,000
€ |
100.000,00 |
0,60 € |
115.000,00
€ |
150,00 € |
15.000.000,00
€ |
9.000.000,00
€ |
150.000,00 |
0,30 € |
165.000,00
€ |
150,00 € |
22.500.000,00
€ |
13.500.000,00
€ |
A
questo va aggiunta l’ulteriore difficoltà che gli interventi strutturali devono
essere realizzati in modo da garantire la continuità delle attività ospedaliere
con conseguente maggiore difficoltà nell’ esecuzione e allungamento dei tempi
di realizzazione.
Anche
per tali motivi, la Regione sta investendo. ingenti risorse, a valere sia sul
bilancio regionale che sui fondi art. 20 della legge 67/88, per:
-
la realizzazione dei Nuovi Ospedali. dì Vibo Valentia, della Sibaritide e della
Piana di Gioia Tauro, per i quali sono state già concluse per l’affidamento
delle relative concessioni di realizzazione e gestione dei servizi non
sanitari;
-
per la progettazione dei Nuovi Ospedali di Catanzaro, di Cosenza e di Reggio
Calabria'(con i fondi INAIL), ai fini delle successive gare di appalto o
concessione, ai fini della realizzazione dei nuovi presidi.
La
realizzazione di queste nuove strutture, infatti, consentirà ai cittadini di poter
usufruire di
Ospedali
dotati, dei più elevati standard di sicurezza consentendo in tal modo la
prosecuzione delle attività sanitarie negli attuali presidi, che saranno poi
dismessi con l’entrata in funzione dei nuovi ospedali.
Per
alcuni dei presidi ospedalieri per i quali non è prevista la dismissione sono
previsti interventi dì adeguamento nell’ambito di finanziamenti già concessi o
programmati. È il caso dei PO di Locri, beneficiario un finanziamento di oltre
14 mln di euro, per il quale sono già state effettuate le verifiche di
vulnerabilità sismica e a breve saranno avviate le procedure di gara per il
servizio di progettazione, e dei PPOO di Crotone Lamezia Terme, per i quali
sono previsti finanziamenti rispettivamente di 25 e 20 mln. di euro nell’ambito
del patto per la Calabria, da attuare tramite Accordo di Programma per il
settore degli investimenti sanitari, attualmente in fase di definizione.
Per
le rimanenti strutture ospedaliere, e per tutte quelle che in ogni caso
necessiteranno di interventi di messa in sicurezza, si valuterà la possibilità
di finanziare le opere più urgenti, nell’ambito delle residue somme disponibili
a valere sui finanziamenti statati ex. art. 20 legge 67/88 e su eventuali
ulteriori risorse di bilancio.
Tenuto
conto dell’entità delle risorse necessarie per le verifiche sismiche e per gli
interventi di adeguamento sismico, la Regione Calabria si farà promotrice
dell’avvio da parte dei Ministero della Salute, di uno specifico programma
finalizzato ad effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica di tutte le
strutture ospedaliere.
Al
riguardo, si riporta di seguito una tabella riepilogativa degli ospedali HUB e
SPOKE: (per come individuati dai DCA n. 64/2016), interessati dalle verifiche e
dai conseguenti interventi di adeguamento sismico, sulla base dei dati. forniti
dalle Aziende.
OSPEDALI HUB E SPOKE- DCA n. 64/2016 |
||
azienda |
PRESÌDIO |
TIPOLOGIA |
ASP di Cosenza |
P.O
“Ferrari-Castrovillari |
SPOKE-DEA I livello |
P.O “Rossano(
Spoke-Rossano-Corigliano) |
SPOKE-DEA I livello |
|
P.O “di
Corigliano ( Spoke-Rossano-Corigliano) |
||
P.O “di
Cetraro (Spoke-Cetraro-Paola) |
SPOKE-DEA I livello |
|
P.O “Di
Paola(Spoke-Cetraro Paola) |
||
ASP di
Crotone |
P.O “ San
Giovanni di Dio di Crotone |
SPOKE-DEA I livello |
ASP di
Catanzaro |
P.O “
Giovanni Paolo Secondo- Lamezia Terme |
SPOKE-DEA I livello |
ASP di Vibo Valentia |
P.O “
jazzolino- Vibo valentia |
SPOKE-DEA I livello |
ASP di Reggio di Calabria |
P.O “ Locri |
SPOKE-DEA I livello |
P.O “ santa
Maria Ungheresi Polistena |
SPOKE-DEA I livello |
|
AO”Annunziata di Cosenza” |
P.O “
Annunziata |
HUB-DEA II livello |
P.O “ Mariano Santo |
||
P.O “ Santa Barbara |
||
AO”Pugliese –Ciaccio” di Catanzaro |
P.O “ Pugliese |
HUB-DEA II livello |
P.O “ De
Lella |
||
GOM” Bianchi–Melacrino- Morrelli di Reggio di
Calabria |
P.O “ Morelli |
HUB-DEA II livello |
P.O “ Riuniti |
Con
riferimento al quesito 4), sì riportano le previsioni. di entrata in esercizio
delle nuove strutture ospedaliere, per come desumibile dai cronoprogrammi
aggiornati delle singole opere.
Nuovo Ospedale della Sibaritide (376 posti
letto)
Nel
mese di febbraio 2019 sono iniziate le lavorazioni, relative al getto dei
magroni di fondazione.
II
progetto esecutivo dell’intervento, è stato consegnato dal Concessionario ed è
in fase di verifica, ai fini dell’approvazione. Si prevede di pervenire
all’approvazione del progetto esecutivo entro la metà del mese dì aprile 2019.
Entro
la fine del mese di aprile 2019 è previsto l’avvio delle realizzazioni delle
fondazioni, essendo state completate, nel frattempo le lavorazioni
propedeutiche di scavo e getto dei magroni.
Fatte
salve le incertezze connesse alle vicende societarie del concessionario e della
società mandataria Tecnis SpA., l’ultimazione dei lavori e l’istallazione delle
apparecchiature e degli arredi è prevista entro, il mese di ottobre 2021;
l’entrata in esercizio della struttura è prevista per il mese di gennaio 2022.
Nuovo Ospedale di Vibo Valentia (339 posti
letto)
Il
progetto definitivo dell’intervento è stato consegnato dal Concessionario ed è
in fase di verifica, ai fini dell’approvazione. La Conferenza di Servizi
decisoria sul progetto definitivo si è conclusa con Determinazione positiva del
RUP nel mese di giugno 2018.
Si
prevede di pervenire alla approvazione del progetto definitivo nel mese di
maggio 2019 e del progetto esecutivo entro la fine del mese di novembre 2019.
L’ultimazione dei lavori e installazione delle apparecchiature è prevista entro
il mese di febbraio 2022; l’entrata in esercizio della struttura è prevista per
il mese di giugno 2022.
Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro
(352 posti letto)
Nel
mese di marzo 2018, il Responsabile del Procedimento ha emesso l’Ordine di
Servizio che ha stabilito il riavvio della progettazione definitiva. Il
progetto definitivo è stato consegnato nel mese di ottobre 2018 e nel mese di
novembre 2018 è stata indetta la Conferenza di Servizi decisoria.
Nel
corso dei lavori della Conferenza è pervenuto il parere della Soprintendenza
Archeologica di Reggio Calabria che ha evidenziato che, nel corso delle indagini
di approfondimento sismotettonico dell’area, sono stati rinvenuti elementi di
due condutture in tubuli di terracotta. Pertanto, la Soprintendenza ha
prescritto la redazione di un progetto di indagine archeologica a cura della Regione
Calabria e con la direzione scientifica della Soprintendenza, che preveda le
seguenti attività: prosecuzione dello scavo stratigrafico lungo le direttrici
ipotetiche degli acquedotti, recupero degli elementi degli acquedotti, prima
catalogazione dei reperti rinvenuti e trasferimento dei materiali all’interno
di strutture indicare dalla direzione scientifica.
Previa
verifica del progetto e conclusione della Conferenza di Servizi decisoria, si
prevede, di pervenire all’approvazione del progetto definitivo entro la fine
del mese di luglio 2019 e del progetto esecutivo entro la fine del mese di
febbraio 2020.
Fatte
salve le incertezze connesse alle vicende societarie del concessionario e della
società mandataria Tècnis SpA., l’ultimazione dei lavori e l’installazione
delle apparecchiature e degli arredi è prevista entro il mese di ottobre 2022; l’entrata
in esercizio della struttura è prevista per il mese di gennaio 2023.
Completamento Nuovo Ospedale di Reggio
Calabria (350 posti letto)
Nel
mese di luglio 2018. è stato pubblicato il bando, per l’acquisizione della
progettazione del Nuovo Ospedale “Morelli’’ di Reggio Calabria.
Con
decreto dirigenziale n. 3153 del 14/03/2019 è stata disposta l’aggiudicazione
della gara relativa all’affidamento dei servizi progettazione e sono in corso,
ai fini della sottoscrizione del contratto, le verifiche sulle dichiarazioni
dell’aggiudicato in merito al possesso dei requisiti di partecipazione alla gara
per come previsto dal Codice dei contratti pubblici. Nel caso di esito
favorevole delle suddette verifiche si prevede che le attività di elaborazione
del primo livello di progettazione, ovvero del progetto di fattibilità tecnica
ed economica, possano prendere il via entro le prime settimane del mese di
maggio 2019.
Entro
la fine del mese di giugno 2020 è prevista l’approvazione del progetto
esecutivo dell’opera.
Ai
fini della realizzazione, allestimento e collaudo del Nuovo Ospedale, che dovrà
curare INAIL, ente finanziatore dì iniziative immobiliari di elevata utilità
sociale, si ritengono necessari non meno di 4 anni.
Nuovo Ospedale di Cosenza (705 posti letto)
Con
Delibera n. 450 dell’11/10/2018 la Giunta Regionale ha preso atto dello degli
esiti dello Studio di Fattibilità e della relativa Conferenza dei Servizi
istruttoria del nuovo Ospedale di Cosenza. Il Comune di Cosenza non ha ancora
sciolto la riserva sulla localizzazione del Nuovo Ospedale nell’area di Vaglio
Lise.
L’utilizzo
delle risorse statali disponibili ai sensi dell’art. 20 della L. 67/88 è
subordinato alla stipula di un Accordo di programma tra la Regione Calabria ed
il Ministero della Salute, attualmente in fase di definizione.
Ai
fini della progettazione, realizzazione ed allestimento del Nuovo Ospedale si
ritengono necessari non meno di 6 anni.
Nuovo Ospedale di Catanzaro (330 Posti
letto)
L’avvio
delle attività di progettazione del Nuovo Ospedale è subordinato, come
richiesto dal
Ministero
dell’economia e della Salute, all’accorpamento tra l’Azienda Ospedaliera
“Pugliese-Ciaccio” e l’Azienda Universitaria “Mater Domini”.
Con
legge Regionale 13 marzo 2019, n. 6 “Integrazione delle Aziende ospedaliere della
città capoluogo della Regione”, è stato avviato il processo di accorpamento tra
l’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e l’Azienda Ospedaliero Universitaria
“Mater Domini”, che assume la denominazione di Azienda Ospedaliero
Universitaria “Mater Domini Pugliese
Ciaccio''; il conseguente nuovo assetto dell’offerta sanitaria della città di
Catanzaro richiederà l’adeguamento funzionale ed impiantistico del P.O. ‘Mater Domini’ per consentire di fruire
dei circa 200 posti letto disponibili ed attualmente non attivati.
Il
quadro sanitario del Nuovo Ospedale e degli altri presidi aziendali potrà
essere definito solo previa definizione dei rapporti tra la Regione Calabria e
l’Università degli Studi Magna Grecia di Catanzaro in materia di attività
integrate di didattica, ricerca e assistenza, mediante Protocollo d’intesa.
L’utilizzo
delle risorse statali disponibili ai sensi dell’art. 20 della legge 67/88 è
subordinato alla stipula di un Accordo di programma, tra la Regione Calabria ed
il Ministero della Salute, attualmente in Fase di definizione.
Ai
fini della progettazione, realizzazione ed allestimento del Nuovo Ospedale si
ritengono necessari non meno di 6 anni.”
Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore
Opere Pubbliche)
Ing. Domenico Pallaria (Dirigente Generale
Dipartimento Presidenza)
“Con
riferimento all'interrogazione a risposta scritta di cui all'oggetto ed a
integrazione di quanto riscontrato con nota prot. 142164 del 05.04.2019, si
precisa che il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie ha
avviato un tavolo di confronto con i Carabinieri del NAS ed i Direttori
Sanitari delle Aziende del S.S.R. per addivenire ad una ricognizione delle
carenze, di cui si chiede riscontro, ed alle soluzioni da adottare.” (Integrazione)
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
“Con
riferimento all'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta
Regionale dal Consigliere Regionale on. Orlandino Greco, per quanto di
competenza, lo scrivente Dipartimento, provvede a riscontrare i seguenti
quesiti:
1)
quanti siano i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi
e se questi siano idonei a garantire copertura alla domanda di servizi
ospedalieri dei cittadini calabresi;
5)
cosa sia stato predisposto per arginare il crescente flusso dell'emigrazione
sanitaria verso le altre regioni, aumentata negli ultimi quattro anni 2015-2019
dal 17% al 21%, con costi esorbitanti (almeno 70 mila calabresi ogni anno
emigrano fuori regione per curarsi, con un costo per la nostra Regione di circa
€320 milioni di curo l'anno);
7)
nel tentativo di fare chiarezza sulla situazione economica della sanità in
Calabria, per garantire la massima trasparenza delle gestioni pubbliche, quali
siano le reali condizioni finanziarie della sanità calabrese in ordine ai
bilanci di tutte le aziende ospedaliere e di tutte le Asp calabresi, in
particolare: - numero pignoramenti in essere e relativo importo;
- debiti
fuori bilancio da riconoscere ed eventuali debiti fuori bilancio riconosciuti
ma in attesa di copertura finanziaria;
- disavanzo
strutturale di ogni singola azienda ospedaliera e Asp alla data odierna, anche
in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni;
- spesa
sanitaria complessiva.
Con
riferimento al quesito 1) occorre preliminarmente rappresentare che con DCA n.
64/2016 si è proceduto ad aggiornare la programmazione della rete ospedaliera e
delle reti tempo dipendenti al fine di recepire le osservazioni espresse dai
Tavoli ministeriali di verifica degli adempimenti e gli indirizzi di
programmazione
sopravvenuti
con il DM Salute n. 70/2015. In particolare, ai sensi dell’Art. 1, comma 541,
della L 28/12/2015, n. 208, i Ministeri hanno chiesto di adottare il
provvedimento generale di programmazione della dotazione dei posti letto
ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio sanitario
regionale sulla base dello standard di posti letto per mille abitanti corretta
per il saldo di mobilità secondo quanto disposto dell'articolo 1, comma 3,
lettera b, del DM n. 70/2015.
Dall’analisi
sulla situazione attuale e di quella programmata con il DCA n. 64/2016,
effettuata per singola area geografica e per singola struttura, emerge che le aziende
sanitarie pubbliche hanno dato avvio al processo di riordino dell’attività
ospedaliera e si rappresenta che i posti letto disponibili in tutti gli
ospedali pubblici calabresi (fonte flusso HSP 12-banca dati NSIS) risultano
essere:
PI
Degenza Ordinaria 3347
PI
Day Hospital 432
PI
Day Surgery 197
Con
riferimento al quesito 5) si rappresenta che la Regione Calabria ha messo in
atto tutte le iniziative per riportare nella corretta dimensione, giuridica ed
economica, i saldi di mobilità sanitaria a far data dal 2014. È stato fatto un
primo intervento sull'annualità 2017, sebbene già definito, in quanto si
trattava dell'anno di riferimento per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale
2019. Il risultato, già molto positivo, si è concretizzato - nel verbale della
Commissione Salute del 12 febbraio u.s., ratificato il giorno successivo dalla
Conferenza dei Presidenti con l'approvazione del Riparto Fondo Sanitario
Nazionale 2019 - nella sospensione, per il 2019, della 2^ rata di conguaglio
2014 e nel riconoscimento di una ulteriore quota a valere sul riparto 2019
"in ragione delle verifiche effettuate dalla Regione Calabria sulla
effettività degli addebiti di mobilità sanitaria inter-regionale per gli anni
pregressi". Si sta continuando lo stesso lavoro di approfondimento per
l'anno in corso e per gli anni 2014-2016, mentre successivamente si andranno a
verificare eventuali responsabilità.
Con
riferimento al quesito 7) si precisa che, per quanto riguarda il numero
pignoramenti in essere e il relativo importo, il Dipartimento Tutela della
salute e Politiche sanitarie sta effettuando una ricognizione, alla quale
seguirà una riconciliazione con l’Istituto Tesoreria e le singole Aziende per
comunicare il dato dettagliato relativo al numero e all’importo dei pignoramenti
in essere.
Per
quanto concerne i debiti fuori bilancio da riconoscere ed eventuali debiti
fuori bilancio riconosciuti ma in attesa di copertura finanziaria, si precisa
che il debito fuori bilancio in Contabilità Economica Patrimoniale viene
rilevato negli oneri straordinari, dunque, si rinvia per il dettaglio alla
spesa sanitaria complessiva.
I
risultati economici di ogni singola azienda ospedaliera e Asp alla data
odierna, anche in rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni sono
desumibile dalla seguente tabella:
Risultati
economici di ogni singola Azienda Ospedaliera e Asp alia data odierna, anche
In rapporto ai rispettivi consuntivi degli ultimi 5 anni |
|||||||||
|
CE IV trin.201B |
CE Cons2017 |
Delta208 vs2017. |
CE Cons2016 |
Delta2018 vs2016 |
CE Cons 2015 |
2018 vs2015 |
CE ConsZ014 |
Delta2018 vs2014 |
Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza |
- 32.509 |
-39375 |
7.466 |
-40.214 |
7.705 |
- 30,372 |
-2.137 |
-27.265 |
-5.243 |
Azienda Sanitaria
Provinciale di Crotone |
-31391 |
-18.694 |
-13.197 |
-27.507 |
-4384 |
-9.937 |
-21.954 |
-6.631 |
-25.260 |
Azienda Sanitaria
Provinciale di Catanzaro |
-40387 |
-19.071 |
-21316 |
-26.075 |
-14.312 |
-19.032 |
-21.355 |
-7,554 |
-32.833 |
Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Vaentia |
8.010 |
68 |
7.942 |
-2.481 |
10.491 |
-2.800 |
10310 |
73 |
7.937 |
Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria |
-21.610 |
-28.929 |
7319 |
-23.393 |
1.783 |
-6.113 |
-15.497 |
-1.019 |
-20.591 |
Azienda
Ospedaliera di Cosenza |
10 |
155 |
:-145 |
301 |
-291. . |
25 |
-15 |
-8.494 |
8304 |
Azienda Ospedaliera
di Catanzaro |
-27.743 |
-12.930 |
-14.813 |
-17377 |
-10.366 |
-2.265 |
-25.478 |
-3.764 |
-23.979 |
Azienda Ospedaliera Universitaria
Mater Domini |
-20.942 |
-12319 |
-8.623 |
-20.279 |
-663 |
-27;999 |
7.057 |
-26.467 |
5325 |
Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria |
-13.970 |
343 |
-14313 |
554 |
-14324 |
612 |
-14.582 |
495 |
•14.465 |
Si
precisa che i valori sono espressi in €/000
Il
dato relativo alla spesa sanitaria complessiva viene di seguito riportato:
Spesa sanitaria complessiva |
Valore (67000) |
Costi delia produzione |
3,760.979 |
Oneri finanziari |
46.779 |
Oneri straordinari |
33.909 |
Totale imposte e tasse |
79.802 |
TOTALE |
3.921.469 |
Si
precisa che i valori sono espressi in €/000
Dott. Antonio Belcastro (Dirigente del
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)
Nicolò
- Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
- l'iter
burocratico per la realizzazione del nuovo Grande Ospedale Metropolitano di
Reggio Calabria, è stato avviato con la partecipazione, nel settembre del 2015,
da parte dell'Azienda Ospedaliera "Bianchi - Melacrino - Morelli"
(oggi G.O.M.) ad un bando nazionale di investimenti in opere pubbliche
dell'INAIL;
- nel
mese di luglio u.s., in seguito ad uno stallo burocratico, il Dipartimento
della Presidenza della Regione Calabria ha proceduto alla pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica e su quella dell'Unione Europea (avvenute
rispettivamente il 13 ed il 16 luglio) della gara di progettazione, tramite
procedura aperta, per la redazione della progettazione dell'opera;
considerato
che: - il sottoscritto, già in data 20 luglio 2015 e successivamente il 31
agosto 2016, interrogava il Presidente della Giunta regionale sia in ordine
alle condizioni di sterilità, igiene e sicurezza del presidio ospedaliero
Bianchi – Melacrino - Morelli, stante il blocco di alcune sale operatorie, per
citarne due oculistica e ostetricia/ginecologia, sia in merito al rischio
sismico dello stesso, in virtù altresì della nota n. 126364/SIAR del Dirigente
Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sociali in cui si
evidenziava la situazione "non ottimale" del nosocomio reggino nonché
"la non conformità ai più recenti e rigorosi requisiti antisismici" -
è opportuno quanto necessario dotare la città metropolitana di Reggio Calabria
di tale opera strategica -:
- lo
stato dell'arte in merito alla realizzazione del nuovo ospedale metropolitano
di Reggio Calabria.
(455; 13/03/2019)
Risposta: “Con l'interrogazione oggetto, rivolta al Presidente della Giunta
Regionale dal Consigliere Regionale on. Alessandro Nicolò, si chiede di
conoscere: Lo stato dell'arte afferente la realizzazione del nuovo ospedale
metropolitano di Reggio Calabria. Per quanto di competenza lo scrivente
Dipartimento, al quale con DGR n. 453 del 29/09/2017 sono state attribuite le
competenze in materia di Edilizia Sanitaria, precedentemente in capo al
Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie, provvede a
rappresentare quanto segue. Si premette che la legge 24 dicembre 2014, n. 190
(legge di stabilità 2015) e, in particolare l’articolo 1, comma 317, ha
previsto che con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, siano
individuate le iniziative di elevata utilità sociale valutabili nell'ambito dei
piani triennali di investimento dell’INAIL da finanziare, a valere sulle
risorse e nei precedenti piani triennali, con l’impiego di quota parte delle
somme detenute dal medesimo Istituto presso la tesoreria centrale dello Stato.
In attuazione di ciò, in data 2 luglio 2015, è stato pubblicato sul sito
istituzionale del Governo l'avviso riguardante la Selezione delle
manifestazioni di interesse per l’effettuazione di iniziative di elevata utilità
sociale valutabili nell'ambito dei piani triennali di investimento dell’INAIL.
Alla suddetta manifestazione di interesse, il Grande Ospedale Metropolitano
(GOM) "Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, con nota prot. n.
2399 dell'11/09/2015, ha partecipato con il progetto denominato “Ampliamento
Nuovo Ospedale Morelli di Reggio Calabria” di importo pari a € 180.000.000,00.
Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 23/12/2015, la
manifestazione di interesse presentata dall’Azienda, è stata ritenuta
valutabile nell’ambito dei piani triennali di investimento dell’INAIL per un
importo pari a € 180.000.000,00. La specifica tipologia di investimento prevede
la gestione dell’appalto di costruzione da parte dell’INAIL dopo che avrà
acquistato la titolarità dell’area e della progettazione esecutiva, verificata
e valida. Inoltre, l’inserimento dell’iniziativa nel Programma di che trattasi
non comporta anticipazioni economiche da parte dell’INAIL. In considerazione di
ciò il GOM di Reggio Calabria ha chiesto alla Regione Calabria la disponibilità
allo svolgimento della gara per l’affidamento dell’incarico di progettazione di
fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva e di coordinamento
per la sicurezza in fase di progettazione e relative indagini, nonché di
incarico per la verifica del progetto, quantificando in € 10.000.000,00
l'importo relativo ai servizi richiesti. Con la deliberazione n. 23/2018 la
Giunta regionale ha autorizzato il Dipartimento Presidenza ad assegnare al GOM
di Reggio Calabria un finanziamento, nella misura massima di € 10.000.000,00, IVA
e oneri compresi, a valere sul capitolo di spesa n. U6106013500 del bilancio
regionale, finalizzato a coprire, le spese per le attività di indagine,
progettazione e verifica relative all'intervento di che trattasi. Inoltre, in
data 21/02/2018 è stata sottoscritta, tra la Regione Calabria e il GOM di
Reggio Calabria, la convenzione regolante i rapporti per l’attuazione di tutte
le attività necessarie, nonché l’impegno della Regione Calabria a: - Nominare
il Responsabile del Procedimento; - Predisporre gli atti di gara ed i
contratti; - Curare gli adempimenti di gara in tutte le sue fasi; -
Sottoscrivere i contratti; - Svolgere le attività di controllo sullo sviluppo
della progettazione; - Validare e approvare la progettazione esecutiva. In
virtù di ciò il Dipartimento Presidenza ha avviato la procedura di gara per
l’affidamento dei servizi di progettazione per la realizzazione
“dell’Ampliamento del Nuovo Ospedale Morelli di Reggio Calabria”. Si riportano
di seguito i principali atti ad oggi adottati: - Decreto dirigenziale n. 3200
del 12/04/2018 con il quale: - è stata disposta l’autorizzazione a contrarre ai
sensi e per gli effetti dell’art. 32, comma 2, del D.Lgs. 50/2016 per
l’affidamento della progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva
ed esecutiva e della verifica della progettazione; - è stato affidato
l’incarico di Responsabile Unico del Procedimento delle suddette procedure; -
Decreto dirigenziale n. 7323 del 06/07/2018, tra l’altro: - è stata formalmente
indetta la gara, ai sensi e per gli effetti dell’art. 32, comma 2, del D.Lgs
50/2016, con procedura aperta, ex art. 60 D.Lgs 50/2016, per l’affidamento dei
servizi di redazione dei diversi livelli di progettazione, comprensivi delle
necessarie attività di indagine; - sono stati approvati gli schemi di Bando di
gara (GURI e GUUE) e di Disciplinare di gara e dei relativi allegati, la
documentazione tecnico-economica inerente i corrispettivi di progettazione, il
computo metrico delle indagini e il capitolato tecnico delle indagini e lo schema
di contratto; - Decreto dirigenziale n. 13343 del 16/11/2018 con il quale sono
stati approvati gli esiti dell’attività svolta dal Seggio di gara e per
l'effetto sono stati ammessi alle fasi successive di gara tutti gli operatori
partecipanti; - Decreto dirigenziale n. 16306 del 12/12/2018 con il quale, ai
sensi dell'art 77 del D.Lgs 50/2016, è stata nominata la Commissione
giudicatrice per la valutazione delle offerte tecniche ed economiche e
l'attribuzione dei relativi punteggi; - Decreto dirigenziale n. 3153 del
14/03/2019 con la quale è stata disposta l’aggiudicazione della gara relativa
all’affidamento dei servizi progettazione dell’Ampliamento del Nuovo Ospedale
Morelli di Reggio Calabria all’operatore economico RTI STEAM (mandataria) –
PINEARQ – ing. Taverriti – Studio Valle Progettazioni – dr. Aquilino – dr. Moro
(mandanti). Ad oggi, ai fini della sottoscrizione del contratto, sono in corso
le verifiche sulle dichiarazioni dell'aggiudicatario in merito al possesso dei
requisiti di partecipazione alla gara, per come previsto dal Codice dei
contratti pubblici. Nel caso di esito favorevole delle suddette verifiche si
prevede che le attività di elaborazione del primo livello di progettazione,
ovvero del progetto di fattibilità tecnica ed economica, possano prendere il
via entro le prime settimane del prossimo mese di maggio. E’ altresì in corso
di predisposizione la documentazione di gara relativa alla procedura per
l'affidamento del servizio di verifica della progettazione di fattibilità
tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva, ai sensi dell’art. 26 del D.Lgs
n. 50/2016. Si prevede di giungere all’approvazione del progetto esecutivo
entro giugno 2020.”
Ing. Pasquale Gidaro (Dirigente del Settore
Opere Pubbliche)
Ing. Domenico Pallaria (Dirigente Generale
Dipartimento Presidenza)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
- i tirocinanti degli enti locali
rientranti nell'ex bacino dei percettori di mobilità in deroga, in virtù
dell'esperienza acquisita nel corso degli anni, costituiscono una risorsa
importante rispetto al buon andamento dell'apparato burocratico -
amministrativo a fronte di una carenza di organico endemica;
considerato che: - con decreto regionale n.
2065 del 20 febbraio 2019, rispetto a tali tirocinanti, è stata prevista una
proroga ulteriore di soli sei mesi, non contemplando, difformemente per quanto
statuito per i tirocinanti del Ministero della Giustizia, percorsi formativi
preordinati all'accrescimento delle proprie competenze e professionalità,
nonché all'acquisizione di titoli utili per facilitare l'ingresso nel mondo del
lavoro;
ritenuto che: - la condizione di precariato
riguardante tali soggetti, persiste ormai da molti anni e fino ad oggi non è
dato riscontrare alcun provvedimento risolutivo;
Il sottoscritto Consigliere regionale
interroga il Presidente della Giunta regionale -:
- quali iniziative si intendono adottare in
merito.
(459; 22/03/2019)
Risposta:
“È
opportuno precisare che i Tirocini sono disciplinati da norme nazionali alle
quali la Regione deve attenersi. Considerato che questi specifici Tirocini sono
stati introdotti come intervento volto a tutelare gli ex percettori di mobilità
in deroga e ad aprire loro nuove eventuali opportunità di lavoro, oggi, a valle
dell'esperienza, si sta lavorando con gli Uffici per dare continuità agli
stessi individuando, secondo quanto è possibile per legge, attività ulteriori
da programmare di concerto con gli EE.LL e le istituzioni che hanno ospitato i
tirocinanti.”
Angela Robbe (Assessore al Lavoro e
Welfare)