X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
n. 67
SEDUTA Di MARTEDì 26 FEBBRAIO
2019
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL
SEGRETARIO QUESTORE DOMENICO TALLINI
Presidenza del Presidente
Nicola Irto
La seduta inizia alle 16,31
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del
verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo sapere se
l'ordine del giorno sulla ZES (Zona
Economica Speciale) verrà discusso prima o dopo il dibattito.
Oggi non saranno discussi ordini del giorno.
Presidente, mi consenta, è stato rinviato
tre volte per assenza del professore Russo. Non lo discuteremo mai così.
Così come stabilito dalla Conferenza dei
capigruppo in cui c’era anche il suo capogruppo.
Prendo atto che non lo discuteremo mai. Presidente,
non abbandono l’Aula per coerenza, però sono veramente rammaricato.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, precedentemente è stato incardinato
anche un ordine del giorno, di iniziativa mia e dei colleghi Orsomarso e Pedà, sulla questione dei
tirocinanti Mibact.
Capisco che la Conferenza dei
capigruppo ha deciso di non discutere questo ordine del giorno, ma sarebbe
opportuno capire dall'assessore Robbe cosa succederà di questi lavoratori e, poiché
la scadenza del loro contratto è prevista per il prossimo 28 febbraio, ovvero fra
due giorni, credo che una risposta dopo tale data sia inutile.
Intanto avviamo la discussione sul
primo punto all'ordine del giorno, ovvero il dibattito “Sullo stato di
attuazione delle Politiche di Coesione europee 2014-2020 in Calabria”.
Ricordo che, ai sensi
dell'articolo 54 del Regolamento interno, ciascun consigliere può intervenire
per massimo 15 minuti.
Cedo la parola al Vicepresidente
della Giunta regionale per avviare il dibattito.
Così come discusso e concordato nella
Conferenza dei capigruppo, seguirà una discussione tra i consiglieri e
successivamente la parola tornerà alla Giunta regionale. Prego, vicepresidente Russo.
Grazie, Presidente. È particolarmente
complesso presentare i dati, l'avanzamento, lo stato attuale della
Programmazione Operativa Regionale (POR), cosa è accaduto nel 2018, cosa
accadrà nel 2019 e da dove veniamo, considerando gli anni 2015-2016-2017.
È piuttosto complesso perché si
tratta di una mole di dati imponenti, un lavoro particolarmente importante che
tutta la Regione sente come un peso gravoso che parte dalle Istituzioni
regionali e poi si ripartisce sulle Province, le Città metropolitane, i Comuni,
tutti gli attori che stanno portando avanti le Politiche connesse con la Programmazione
europea.
Per muoversi all'interno di
quest'ambito che è particolarmente ampio ed articolato, proverò a fare una
schematizzazione in quattro macro elementi, cercando, per ognuno, di rientrare
nei tempi di sette/otto minuti; il che, naturalmente, mi costringerà a tagliare.
Nelle tabelle che stiamo distribuendo, si può entrare nel dettaglio dei singoli numeri, quindi, c'è una specificazione nel dettaglio di tutto ciò che accade. È evidente che su ciascuno di questi numeri potremo tornarci e specificare quando vorremo.
I quattro temi che, in qualche modo, tratterò in questa presentazione schematica sono: gli obiettivi di spesa al dicembre 2018; gli obiettivi di spesa al dicembre 2019, con specificazione dei numeri principali per ciascuno degli Assi del POR; infine, un minimo di riferimento alle performance finanziarie.
È chiaro che dobbiamo subito partire da quelli che sono i due riferimenti principali su cui il dettaglio disaggregato di tutti questi numeri sta costantemente a disposizione di tutti i cittadini che hanno la possibilità di intervenire costantemente, leggere, controllare numero per numero, dato per dato.
I due riferimenti importanti sono: il portale Calabria Europa al cui interno, ricordo, ci sono due sezioni: “area bandi” ed “area logical”, dove vengono presentati i risultati; vorrei evidenziare che questo portale ha avuto fino ad ora una delle performance migliori, garantendo, appunto, una trasparenza totale con più di 2 milioni di accessi da singoli utenti; quindi, due milioni di singoli utenti che hanno avuto accesso a questo sistema ma, in generale, tutta la comunicazione, fino ad ora, è stata impostata per far sì che quante più persone possibili sapessero quali sono i bandi e vi potessero partecipare.
Lo stress non è stato quello di dire che risultati abbiamo ottenuto, quanto siamo stati bravi e capaci di fare, come vedremo da alcuni numeri che richiamerò più tardi e che, in questo momento, ci pongono prima tra tutte le Regioni. Questo non è argomento del Consiglio; ci possiamo tornare quando vogliamo.
L’obiettivo principale della comunicazione fino ad ora è stato quello di dare a tutti i cittadini, a quanti e di più, la possibilità di sapere quali sono le risorse in campo e a favore di chi.
Poi possiamo far sapere che tutti questi obiettivi, finanziari, di performance eccetera, sono tutti quanti ottenuti, che la Calabria sta puntando alla premialità e non si ferma alla dotazione finanziaria prevista in bilancio, i famosi due miliardi e due, ma punta pesantemente ai 140 milioni di euro di premialità perché riteniamo che sia una modifica forte che rappresenta un bollino di qualità per quanto riguarda il lavoro che tutta la Regione, non soltanto l'apparato amministrativo della Regione, ma le singole amministrazioni comunali, le Università, gli imprenditori, stanno facendo.
Questo non è un risultato da ascrivere a una singola persona, ma è un risultato – permettetemi di dire – da ascrivere a 2 milioni di calabresi.
Se questo è il quadro e, quindi, l’elemento forte che è dato dal portale Calabria Europa, voglio sottolineare un altro aspetto importante: abbiamo il Siurp, lo strumento gestionale che permette di entrare nelle virgole del singolo programma; bando per bando possiamo sapere tutto: banca dati dei progetti, cosa c'è per Provincia, cosa c'è per settore; addirittura è possibile scaricare in formato Excel tutto quanto il dato, di modo che ognuno lo possa elaborare come vuole, con le proprie strumentazioni il sabato mattina, la domenica se si smanetta Excel, ci sono proprio i file; non sono neppure immagini, pdf, cose che non si possono toccare o difficili da elaborare o che richiedono delle trasformazioni; no, proprio Excel, quindi, uno dei segmenti connessi a Office che ormai è uno standard internazionale, inutile discutere; chiaramente non stiamo facendo propaganda a Bill Gates, ma è uno standard che tutti abbiamo sui nostri pc; quindi tutti non solo si possono prendere i dati, ma li possono rielaborare e li possono riaggregare; questo è il secondo elemento importante, attraverso direttamente il Siurp, il sistema di gestione dove ci sono tutti i dati, uno per uno.
Terzo elemento, che stiamo sviluppando adesso perché la spesa comincia a correre e ad essere importante: non soltanto ognuno può accedere a questi dati, ma stiamo facendo – e, in questi giorni abbiamo firmato il contratto – il cosiddetto cruscotto di controllo; ognuno può anche fare e riorganizzare addirittura le proprie interrogazioni al sistema; chiunque, in qualunque parte del pianeta Terra può conoscere l’andamento della Regione Calabria, la progressione, il gradiente, la derivata; può fare tutto quello che vuole, quindi, non solo il dato di base, dati aggregati, andamenti, profili, programmi, tutto quanto è a disposizione.
Ripeto, questo terzo elemento, il cruscotto, per come siamo in questo momento, ci porrà come Regione di riferimento per quanto riguarda la comunicazione e, quindi, come Regione che permette a tutti i cittadini, non solo calabresi evidentemente, di accedere a tutto il sistema informativo.
È chiaro che tutto questo serve per puntare a un risultato importante; purtroppo devo introdurre qualche termine tecnico.
Con i miei amici dell’Università abbiamo coniato un neologismo, il cosiddetto brussellese, e, purtroppo, qualche parola di brussellese – anche se non vorrei – la devo usare perché, purtroppo, i numeri ci vengono scritti così, e cercherò di usarne il meno possibile.
Il primo termine che dobbiamo mettere sul campo è il cosiddetto N+3 che, sostanzialmente, è il livello minimo di spesa da certificare ogni anno per evitare di incorrere nel disimpegno automatico della spesa; quindi N+3 è l’indicatore globale di quando dobbiamo spendere ogni anno per il Por.
Data una cifra 100, dobbiamo superare questo cento; se lo superiamo anche di un centesimo, abbiamo rispettato il target che l'Europa ci dà per ogni anno, a partire dal 2018.
Se rispettiamo il target, ci sono due effetti: intanto, chiaramente, non c'è il disimpegno perché se dobbiamo spendere 100 e ci fermiamo a 98, i due li abbiamo persi; ma se superiamo, anche di un centesimo il target N+3, ci scatta la premialità; quindi, non solo ci prendiamo i due miliardi e due, ma ci prendiamo questi famosi 140 milioni che sono soldi, non è una premialità che prevede si pubblichi la fotografia di qualcuno su qualche giornale, no!, premialità a Bruxelles significa soldi specifici che ci danno.
Chiaramente la definizione dell’N+3, quindi di questi valori, non è una definizione che facciamo noi, ma la quantità di spesa totale che dobbiamo fare entro il 31 dicembre 2018 viene stabilita con un algoritmo specifico a Bruxelles per tutte le Regioni in Obiettivo uno, di tutti quanti Paesi europei.
Chiaramente per il 2017 non era previsto niente. Questo è il quadro, quindi, al 31 dicembre 2018 bisogna arrivare a questo N+3.
Devo aprire una parentesi modestissima per ricordare che la presentazione del POR è avvenuta il 18 dicembre 2014; fino ad allora, nonostante fosse un POR 2014-2020, non era stato presentato a Bruxelles; quindi, è stato presentato il 18 dicembre così come trovato dall'amministrazione Oliverio, ed è stato tra i primi atti predisposti da questo Consiglio regionale.
Chiaramente quel Por, su cui il Consiglio regionale e questa amministrazione non avevano lavorato, ha ricevuto da Bruxelles le famose 52 pagine di osservazioni di cui abbiamo sempre parlato, che sono diventate 238 prescrizioni; siamo partiti, abbiamo passato il POR e subito è stato fermato con 238 osservazioni rispetto alle quali si è lavorato da aprile fino a ottobre e, finalmente, nell'ottobre del 2015, è partita la revisione del POR su cui si era lavorato a stretto contatto con gli uffici di Bruxelles e, 10 giorni dopo, il 20 ottobre, il POR è stato approvato; quindi, sostanzialmente, il POR è partito a inizio 2016.
Non è ancora completo per tutto quello che è accaduto, bisogna ricordarlo, perché c'è stata una gran fatica; si chiama POR 2014-2020, ma non è partito il 1 gennaio 2014; come vedete, abbiamo già esaurito il 2014 e il 2015; quindi, i primi due anni ancora non si era fatto niente, si erano prodotte solo carte.
Durante il 2016 è stato necessario lavorare pesantemente sulle condizioni, cosiddette ex ante perché, non solo i quadri finanziari dovevano essere tutti completi e performanti per ogni Asse, ma per ciascuno dei quadri finanziari c'erano delle condizioni ex ante che dovevano essere rispettate; ricordo il Piano dei bacini idrografici, il Piano gestionale dei rifiuti, la legge regionale sul lavoro, l’occupazione eccetera.
Ne voglio richiamare uno, perché sono stato in qualche modo uno di quelli che ha partecipato in forma attiva: il Piano regionale dei Trasporti, e penso che ce lo ricordiamo tutti in quest'Aula, perché ci ha impegnato tutto il 2016.
Un Piano regionale dei trasporti che, giusto per capire il carico di lavoro che c'è stato, ha implicato cinque passaggi in Giunta regionale, quattro passaggi in Commissione regionale territorio e tre passaggi in Consiglio regionale.
Questo ha consentito alla Regione Calabria di approvare il Piano regionale dei Trasporti. Ricordo che l’8 marzo 2017, la Regione Calabria è stata la prima – ad oggi, credo quasi l'unica Regione – con il Piano regionale dei Trasporti approvato in Consiglio e la valutazione positiva da parte della Commissione europea. Nessun'altra Regione si trova in queste condizioni.
Vi risparmio tutti i passaggi, le specificazioni e tutte le date. Questo lavoro fortissimo, ha portato all'obiettivo di spesa 31 dicembre 2018, con una spesa certificata di 420 milioni di euro rispetto – e richiamo la definizione che avevo dato prima di target N+3 – ai 363 milioni di euro di target. Sottolineo e continuo a sottolineare che quando parlo di Regione Calabria intendo sempre la Regione come Ente, ciò che rappresentiamo qui, ma richiamo i Comuni, le Università, i singoli imprenditori, i lavoratori e tutti gli Enti che stanno lavorando pesantemente con le risorse Por. Quindi, la Regione Calabria ci ha portato a 420 milioni di euro; è banale fare la differenza e, quindi, vedere che siamo a 57 milioni di euro sopra il target; quindi, rispetto a un target di 100, abbiamo fatto 116, il che vuol dire che abbiamo superato abbondantemente, nonostante – con la ricostruzione che ho fatto prima – abbiamo, non dico perso, ma due milioni di calabresi non abbiamo avuto a disposizione due anni.
I primi due anni, 2014 e 2015, sono stati utilizzati solo per mettere a punto tutte le procedure.
Questo target dei 57 milioni di euro è diventato particolarmente importante, perché vuol dire che il 31 dicembre 2018 abbiamo fatto già spesa valida per il 2019, ma il percorso non si è fermato; con l'atteggiamento, lo potete vedere, e la specificazione che facciamo al 31 gennaio 2019, se andate ancora più avanti, questi 420 sono già diventati come pagamenti 461.
Ricordo che il POR iscritto a bilancio ammonta a due miliardi duecento trentasei, e ve lo trovate nella slide specificativa, con una riserva di efficacia di 143; quindi, due miliardi e due sono quelli che abbiamo in bilancio.
Se ce la facciamo a rispettare gli N+3 e queste milestones definite dalla Commissione europea, avremo un premio pari ai famosi 143 milioni di euro.
Ciò significa che se siamo in grado di fare questo – e, ripeto, i due milioni di cittadini che lavorano tutti, non solo la Regione ma, sottolineo, tutti – riusciremo a ottenere i 140 milioni di euro che poi hanno un algoritmo di specificazione per Asse, però è inutile che ci attardiamo su questo.
A questo punto il quadro qual è? Al 31 gennaio già stiamo a 461 milioni di euro, rispetto ai 2 mila e duecento milioni di euro a disposizione; quindi, già abbiamo fatto il 21 per cento; questo 21 per cento lo dobbiamo fare sui due Fondi, perché siamo riusciti in qualche modo a unificare in un solo programma POR ma, di fatto, sono due programmi: uno è il FESR che è il Fondo Europeo di Sviluppo regionale, e l'altro è l’FSE, quindi il Fondo Sociale.
A questo punto che cosa abbiamo? Abbiamo una dotazione finanziaria precisa che è l'aliquota dei due miliardi e 200 milioni di euro, ripartita per ogni Asse; poi abbiamo un problema: rispetto a questi soldi, che sono quelli che nel 2015 abbiamo programmato e scandito per Asse, che cosa è successo? Quanti meccanismi e procedure abbiamo attivato? Quante carte ci sono pronte con treni che stanno viaggiando?
Dobbiamo provare a fare una fotografia sapendo che dobbiamo arrivare a 2 miliardi e 200 milioni di euro, ma dobbiamo sapere quanti treni sono partiti.
Se sappiamo quanti treni sono partiti e con che velocità stanno camminando, sappiamo se quegli obiettivi di spesa saranno raggiunti o no.
In qualche modo, abbiamo definito le procedure avviate, ve le troverete all'interno, che sono quelle per le quali abbiamo messo in campo procedure di ammissibilità, controllo della spesa in itinere, monitoraggio finale e certificazione. Che cosa abbiamo fatto?
Abbiamo provato ad alzare l'asticella e su questo è chiaro che, di nuovo, dobbiamo ringraziare sia gli apparati della Regione sia gli apparati degli Enti locali che stanno lavorando; abbiamo messo procedure identiche a quelle del POR che, ricordo, sono le più complesse procedure a disposizione e le abbiamo messe anche in altri programmi di spesa; valga per tutti il PAC che è il Piano di Azione e Coesione e l’FSC (Fondo per lo Sviluppo e la Coesione), chiamato usualmente in gergo “Patto per la Calabria”, quello firmato dal presidente Oliverio e dal presidente Renzi.
Per questi altri programmi, che potrebbero camminare con procedure più semplici perché sono le procedure nazionali, abbiamo chiesto ai dirigenti, ai funzionari, all'assistenza tecnica e a tutti quanti stanno collaborando su questo programma, di alzare l'asticella e di mettere, a partire dall’ammissibilità, le stesse condizioni del Por.
Questo è uno sforzo notevole, lo volevo sottolineare e volevo ringraziare i funzionari e i dirigenti che stanno lavorando in questo modo; questo a che cosa ci porta? Ci porta una cosa che, in qualche modo, è abbastanza semplice, ad avere la possibilità, e lo vedete, di procedure avviate che in questo momento possono addirittura superare le risorse POR a disposizione, perché le procedure le stiamo facendo anche per altri Fondi.
Questo che vuol dire? Vuol dire una cosa molto semplice: che se siamo con 200 milioni di euro superiori alla dotazione finanziaria, adesso non dico che matematicamente abbiamo la certezza di rispettare tutti quanti gli N+3 ma, di sicuro, lo rispetteremo perché le procedure superano di molto le risorse per ogni Asse.
Questo vuol dire che, se ce la facciamo a mantenere questa cosa, è come se un treno che viaggia a 100 chilometri all'ora sempre e tutto rettilineo ha fatto i primi 20 chilometri; gli altri 80 chilometri in quell'ora ce la fa a farli?
Si, di sicuro, perché se viaggia a 100 chilometri all'ora e ne deve fare 80, di sicuro in un'ora farà abbondantemente gli 80 chilometri; questo ci mette in sicurezza, prima ancora che andiamo avanti.
Se ce la facciamo a continuare in questo modo, con una quantità di procedure avviate superiore alla dotazione finanziaria, il nostro obiettivo non è soltanto la premialità a questo punto, perché la premialità credo che sia un obiettivo a portata di mano, ma l'obiettivo è andare a intervenire possibilmente sulle premialità e, quindi, sulle redistribuzioni che avverranno perché ci sono le famose Regioni che in Europa non spendono, come noi nei programmi precedenti.
Allora, non soltanto vogliamo prendere la premialità, ma vogliamo partecipare alle prossime redistribuzioni che ci saranno, 2021-2022-2023; questo che cosa vuol dire?
Se cominciamo ad andare negli Assi, potrete vedere Asse per Asse; sono stato già 20 minuti, quindi, non vorrei sforare, il Presidente mi chiedeva 30 minuti, spero di rientrare nei 35 ma, chiaramente, possiamo tornare punto per punto su tutte le cose che stiamo dicendo, numero su numero, specificazione per specificazione.
Abbiamo a disposizione sia gli assessori, che sono a completa disposizione, sia i dirigenti; quindi, provo a fare questa specificazione.
A che cosa ci porta, sostanzialmente? Per il 2018 abbiamo già messo fieno in cascina; i 57 milioni di euro sopra la spesa certificata N+3 ci dicono che abbiamo risposto.
Adesso, però, c'è un meccanismo ed è delicato perché è chiaro che, nel 2016, la spesa complessiva deve salire di molto; quindi, sostanzialmente, da quei 390 che avevamo, adesso dobbiamo avere un obiettivo molto più alto che è quello che ci ha dato la Commissione, ovvero di 614.
Allora il problema è: come facciamo a fare questo 614? Sostanzialmente ci vogliono 200 milioni di euro di spesa per arrivare ai 614.
L'obiettivo forte che ci stiamo ponendo è di nuovo 116 per cento; mentre il 116 per cento, nel 2018 veniva raggiunto semplicemente con 57 milioni di euro in più, 58 insomma, mettiamo 60 – non mi ricordo la cifra precisa – per fare la stessa cosa nel 2019, dobbiamo spendere almeno 100 milioni in più rispetto a quello che ci dice l'Europa.
L’Europa sostanzialmente ci dice: “tu rispetto all'anno scorso devi spendere duecento milioni”; il che significa che, di colpo, stiamo incrementando la spesa del 50 per cento, perché per i cinque anni 2014, 2015, 2016, 2017 e 2018, ci avevano chiesto di spendere 400 milioni di euro; nel 2019, in un solo anno, ci chiedono di spendere 200 milioni in più; quindi, cinque anni per spendere 400 milioni e un anno per spendere 200 milioni.
Chiaramente abbiamo raccolto la sfida e abbiamo posto in campo quelle cose che dicevo, quindi tutte le procedure estese agli altri Fondi.
Questo ci permette di avere un obiettivo forte, che nuovamente rivendichiamo, un obiettivo di 300 milioni; significa quasi raddoppiare la spesa che abbiamo fatto al 31 dicembre 2018; il che, di sicuro, ci porta a rispettare l’N+3 previsto per il 2019.
Questo risultato, secondo me, è fuori scala rispetto alla storia della Calabria; non mi voglio addentrare, perché non mi voglio discostare dal contenuto tecnico, ma chi ha letto il giornale in questi giorni, il Mattino, il Corriere o seguito l’intervista a Gabanelli dell'altra sera, ha avuto contezza del fiume di risorse che dall'Italia tornano a Bruxelles.
Riteniamo che le condizioni ci siano.
Avete davanti i numeri e, quindi, potete verificare punto per punto tutte le cose che sto dicendo; sto cercando di fare molta sintesi per dare delle chiavi di lettura ai singoli numeri, però ho preferito che il singolo numero fosse a disposizione di ciascun consigliere, di ciascun rappresentante della stampa, quindi, prescindesse dalle sintesi che sto facendo io e che possono essere condizionate e soggettive.
Se il riferimento è questo, vuol dire che possiamo colpire questo 116 e, sostanzialmente, dobbiamo puntare a 713 milioni di euro; questo è quanto già abbiamo sotto forma indicazioni che ci vengono dei singoli dipartimenti che ci confermano il 713; il che vuol dire 293 milioni di euro di spesa e, ricordo, 293 in un anno, significa il 75 per cento di tutto quello che abbiamo fatto nei 5 anni precedenti.
Sottolineo che questo sforzo è, non dico titanico, ma rappresenta ciò che veramente la migliore Calabria può fare, e per migliore Calabria intendo dalla Regione fino all'ultimo percettore di borsa di studio all'interno delle Università.
Lo anticipo subito, perché non è detto che, con i tempi che mi sono dato, avrò il tempo di arrivare e specificare l'Asse 11 che, però, voi potete vedere punto per punto nella documentazione.
L’ho inserita apposta, nella quarta parte, quella sui focus, per evitare che ci fossero delle cose che, nel tempo che ci stiamo dando, non venissero dette.
Se questo è il risultato e se i numeri sono questi, potete vedere la progressione e se vi fate un confronto tra quanto abbiamo messo come spesa certificata al dicembre 2018, e guardate le slides del secondo gruppo che sono le previsioni di spesa al 31 dicembre 2019, vi trovate delle progressioni formidabili, perché la spesa al 31 dicembre 2018 è nuovamente la somma di quello che è accaduto in cinque anni.
Per fare un esempio, se l'Asse I “Ricerca” in cinque anni ha speso 29 milioni di euro e nel 2019 vogliamo arrivare a 59/60 milioni, è come se stessimo raddoppiando la spesa, cioè quanto fatto in cinque anni, adesso lo facciamo in un anno; “Agenda Digitale”, da 26 a 55 – in questo caso, più che raddoppiare; “Competitività”, da 18 a 41.
Tutto questo lo potete fare direttamente perché basta confrontare i due numeri: la spesa già fatta al 31 dicembre 2018 e la spesa programmata al 31 dicembre 2019; se facciamo questo confronto ci ritroviamo Asse per Asse l'incremento che stiamo realizzando.
Questo incremento chiaramente ci porterà a delle specificazioni molto importanti, a risultati che reputo molto importanti e che, Asse per Asse, possiamo vedere.
Se riusciamo a fare questo, chiaramente, già il 116 per cento ce l'abbiamo per il 2018, il nostro obiettivo è quello di mantenerlo anche per il 2019.
Questo fatto, chiaramente, diventa un elemento particolarmente qualificante perché significa che, sostanzialmente, stiamo rappresentando al meglio gli elementi che avevamo a disposizione.
Diciamo che il numero che abbiamo in questo momento, è molto semplice: i famosi 2 miliardi e due, da algoritmo Unione Europea, devono essere pagati e certificati entro il 31 dicembre 2023. Possiamo avere uno o due Assi che arriveranno a quella data perché sono i più grandi progetti, i grandi progetti potrebbero arrivare a quella data; per tutto il resto, riteniamo che al 2021 si riesca addirittura a completare il programma, chiaramente procedendo in questo modo, mettendo le procedure amministrative così come ho detto, anticipando risorse da altri Fondi, alzando la difficoltà degli altri Fondi per avere la possibilità di certificare.
Nei tempi finali che abbiamo, volevo richiamare soltanto alcune cose per dare dei parametri di lettura all'ultima parte delle slides, alla terza parte, dove si entra nello specifico dei singoli Assi.
Ricordo sempre che tutti i numeri degli Assi sono leggibili direttamente dentro il portale Calabria Europa, numero per numero, specificazione per specificazione.
Richiamo soltanto qualcosa così, a volo d'uccello, che reputo più qualificante per ciascuno degli Assi: per quanto riguarda l'Asse uno che, sostanzialmente, se vogliamo usare una keyword, è l'Asse della Ricerca e dell'Innovazione tecnologica; ricordiamo che ci sono 350 imprese sostenute per l'acquisto di servizio innovativo, la partecipazione a Horizon, Start-up e Spin-off; ormai, con molto piacere, vediamo che nei giornali, nei giornali on line, non dico quotidianamente ma quasi, compaiono le nostre imprese con Start-up e Spin-off della Calabria che, sempre di più, si stanno qualificando.
Per il secondo gruppo, chiaramente, abbiamo anche tutti i Poli di innovazione che sono concentrati di sviluppo della ricerca che ci hanno permesso di partecipare; questo lo dico perché molti dei grossi risultati che abbiamo avuto nelle Università con l'incremento dello score, è dovuto proprio a questi investimenti nel settore della ricerca; tornerò su questo tema, se sto nei tempi che mi sono dato, altrimenti rimane nelle slides, con la questione della didattica e con le borse di studio finanziate all'interno dei programmi, che sono state risolutive per far fare un passo forte in avanti alle Università.
Ricordo che le borse di studio per gli aventi diritto sono state tutte quante caricate nei Fondi, cosa che non era mai accaduta.
Il secondo tema riguarda Agenda Digitale, con i 30 milioni di euro stanziati per la banda ultra larga, che dovrebbero permettere l'altro avanzamento.
Il terzo tema, chiaramente, è quello dell’Asse tre “Competitività e Sviluppo produttivo”.
Essendo stato assessore fino a un mese e mezzo addietro, conosco bene questo tema e vorrei specificare meglio.
Intanto ricordo due cose importanti: la questione del Credito di imposta, che desidero rivendicare perché, spesso, ci sono delle imprecise presenze sui social, su Facebook eccetera, in merito alla questione del Credito di imposta, che da tanti viene ascritto a proprio merito.
Voglio chiarire la questione in maniera semplice: i soldi del credito d'imposta sono soldi della Regione Calabria. Fine di tutto il trattato social. Chi si mette in mezzo e vuole dire altre cose, sta dicendo fake news, non sta dicendo realtà.
Il credito d'imposta è targato Regione Calabria. Punto o due punti – come diceva Totò – o punto, due punti e punto e virgola. Sui social possiamo fare quello che vogliamo, possiamo discutere, chiacchierare, ma credo che l’autorevolezza di quest’Aula, che rappresenta il popolo della Calabria, debba avere certezze. Le certezze sono queste.
Dico che in questo caso abbiamo un problema minimo sul
credito d’imposta. Perché, paradossalmente, pur avendo messo le risorse a
disposizione e avendo, quindi, coperto questa partita, che è un debito per noi,
però è un credito per le imprese, la procedura non è stata ancora chiusa
dall’Agenzia delle Entrate.
C’è una discussione dell’Agenzia delle Entrate e
dell’Agenzia per la Coesione territoriale per permetterci di certificare la
somma, anche se fisicamente non è stata ancora trasferita.
Però è uno dei problemi all’interno del Por. Cioè abbiamo
bloccato una somma, che deve essere trasferita dall’Agenzia delle Entrate al
Fisco, perché il Fisco, anziché prendersi le risorse direttamente dal singolo
cittadino, dal singolo contribuente, se le prenderà, credo, dai rimborsi,
perché il Fisco poi deve andare sempre in pareggio. Non è che s’è detto:
“riduciamo le tasse con il credito d’imposta”.
Con il credito d’imposta le tasse sono uguali, solo che
c’è qualcuno che paga quell’aliquota.
In questo caso la Regione. La chiusura del procedimento
ancora non è definita, quindi, non possiamo ancora certificare queste risorse.
Chiaramente sarebbe opportuno e dico solo questo, perché adesso, man, mano, che
andiamo avanti su altri argomenti spenderò solo un minuto per ciascuno degli
Assi.
Uno dei riferimenti forti delle riflessioni che abbiamo
fatto riguarda una locuzione, che avevamo coniato noi ma che abbiamo ritrovato
anche in ambito europeo, e ci ha messo molto in sintonia: “Pianificazione e
programmazione integrata”. Cioè le spese POR che facciamo non sono altre o
differenti dalle spese FSC, dalle spese PAC.
Tutte queste risorse devono convergere per alcuni grandi
problemi di programmazione integrata che stiamo affrontando.
E lo dico. Più tardi - più tardi no, tra qualche minuto -
citerò due temi importanti per capire cosa intendiamo per programmazione
integrata. Lo vedremo tra un attimo per i porti.
Dal POR possiamo fare soltanto la programmazione dei
porti regionali. Ci è vietato espressamente intervenire sui porti
internazionali, intercontinentali, come Gioia Tauro, e sui porti nazionali,
come Vibo Valentia e Reggio Calabria.
In questi porti bisognerebbe intervenire con i PON (Programmi Operativi Nazionali), che
sembra la stessa parola, ma, purtroppo, quell’ultima lettera passa la
responsabilità da Catanzaro a Roma.
E su questo ci tornerò tra un attimo.
Voglio chiudere, però, questa questione dell’Asse 3
perché, a fronte di queste risorse, del credito d’imposta - quindi, un segmento
particolarmente importante, trasversale alle imprese -, l’Asse 3 ha, invece,
una serie di programmi particolarmente specifici per le imprese. Per esempio:
il bando impianti e macchinari, il bando competitività e imprese turistiche, i
servizi per l’internazionalizzazione.
Quindi, è come se ci fossero due macro-blocchi: uno di
supporti generalisti - e poi l’impresa dettaglia quello che le serve - e uno,
invece, di supporti specifici - bando macchinari, bando servizi per
l’internazionalizzazione.
Credo che sia particolarmente importante e ho chiesto
proprio sulla stampa che ci sia attenzione su quanto sta accadendo in Calabria.
Non lo so e nemmeno lo affermo, l’ho letto sui giornali:
se nel 2017 la Calabria ha avuto +13 per cento di export - cosa che non ha fatto nessuna Regione d’Italia –, nel 2017
e nel 2018, considerando i dati fino al terzo trimestre 2018, abbiamo +20 per
cento. Più 20 per cento, che è differente dal più 13 per cento del 2017.
Queste performance
non ce l’ha nessuna Regione italiana!
Non voglio dire che questi numeri dell’esportazione - e
lo sottolineo - derivino o siano direttamente connessi con i bandi per
l’internazionalizzazione, i bandi per lo spin-off,
il supporto con il credito d’imposta, che ha permesso modificazioni importanti.
Apro e chiudo solo una parentesi: ricordo che il credito
d’imposta in Calabria ha avuto, tra tutte le Regioni del Mezzogiorno, la
ricaduta maggiore per imprese rispetto alla popolazione. Il più alto numero di
imprese.
Allora, però, lascio il quesito e lo lascio sul Tavolo:
+13 per cento nel 2017, +20 per cento nel 2018.
Continuo e l’ho detto, l’abbiamo detto: vorremmo che le
Università, i Centri di ricerca di Confindustria, dei sindacati, le Camere di
commercio dessero spiegazioni analitiche e dettagliate di cosa è successo.
Se la Provincia di Reggio Calabria ha fatto +50 per cento
nel 2018 questo è un fatto innegabile! Nessun social può oscurare questi risultati!
Mi sento di parlare in questo senso, stiamo parlando ai
consiglieri regionali, in quanto rappresentanti dei due milioni di calabresi,
senza intermediari.
Credo che questo sia un tema che dev’essere e - mi
permetto di dire - dovrebbe essere un tema per le famiglie.
Perché le famiglie a casa possono pensare: “ma di che
stiamo discutendo? Che cos’è questo 20 per cento?”
Permettetemi anche un tema da bar: possiamo discuterne al
bar del perché la Calabria ha +20 per cento dell’export nel 2018? Dopo il +13 per cento dell’anno prima, significa
+33 per cento. Nessuna Regione l’ha fatto! E in questo, chiaramente, accanto al
credito d’imposta, abbiamo il bando artigiani.
Unica Regione. Mi ricordo che siamo andati in Veneto,
abbiamo avuto un confronto con Confindustria Veneta. Abbiamo promosso i
contratti di sviluppo, abbiamo promosso tutti gli strumenti finanziari e
abbiamo anche citato il bando artigiani.
Alla fine, quando è finita la riunione, mi hanno preso da
parte e mi hanno detto: “Scusate ma la specificazione del bando artigiani… ci
fate vedere? Perché è uno dei fatti più importanti che stiamo sentendo”.
Allo stesso modo, allora, la riflessione che possiamo
fare e che dovrebbe essere fatta per i grandi progetti dell’Asse 4. I grandi
progetti dell’Asse 4 sono chiaramente i progetti delle metropolitane.
Qua si dovrebbe avere un rapporto forte con le
Amministrazioni. Perché riteniamo che i due grandi progetti dell’Asse 4 siano
due progetti strutturali per la Calabria.
Quindi, la metropolitana Cosenza-Rende, che
necessariamente riteniamo debba essere completata e, addirittura, riteniamo
che, nel prossimo Por, nella prossima programmazione, si debba prevedere il
prolungamento che arrivi fino alla stazione di Montalto Uffugo. E che, quindi,
la metropolitana si vada collegare direttamente con l’asse ferroviario con il
bivio Sant’Antonello, con lo shunt,
che abbiamo realizzato nella grande trasversale Nord della Calabria. A partire
dal treno, dall’alta velocità - speriamo che la Freccia Sibari-Paola-Roma parta
al più presto.
Quindi il tratto Sibari-Paola-Roma deve avere in asse la
metropolitana. Se questo accade verso Nord, verso Sud c’è il collegamento e,
quindi, l’elettrificazione e il potenziamento della Cosenza-Catanzaro,
Cosenza-Rogliano, nella prima tranche
fatta con l’Asse 7.
Il secondo grande tema è che cosa accade nel capoluogo di
Regione e, quindi, che cosa accade a Catanzaro con la metropolitana, che,
invece, sta andando avanti, molto bene, con tutte le specificazioni che si
stanno facendo, con il raccordo a Germaneto, tra Sala e Germaneto, e con il
potenziamento della Lamezia-Catanzaro Lido.
Questi temi, chiaramente, che sono POR, devono essere
integrati - per questo parlavo di pianificazione integrata, ne parlavo prima
per lo sviluppo economico ma adesso mi riferisco al sistema ferroviario. Se
questi progetti stanno andando avanti come sistema POR, allo stesso tempo, gli
altri strumenti devono andare avanti, e stanno andando avanti!
Penso a quanto sta accadendo sulla linea ferroviaria
jonica, quindi al potenziamento della stessa.
Il potenziamento della linea ionica, che deve avere
caratteristiche specifiche di servizio metropolitano, nelle grandi due aree di
Crotone e di Rossano Corigliano, ci consentirà di lavorare su due ambiti e
anche questo dev’essere nel prossimo POR, così come il prolungamento della
linea ferroviaria di Rende, di cui si comincerà a parlare nelle prossime
settimane in Commissione.
Per quanto ci riguarda il prossimo POR dovrà essere il
necessario completamento per le opere che si stanno realizzando.
Questo ci permette di avere sistemi metropolitani nei
grandi centri della Calabria.
Altro elemento, quello relativo al PAC e, quindi, la
possibilità di realizzare la metropolitana urbana a Reggio Calabria e le
specificazioni che stiamo avviando per i collegamenti, per quanto riguarda Vibo
Valentia, con Vibo Marina, sempre con servizi in sede riservata.
Questo tema, chiaramente, ci porterà ad avere, non solo
il POR per gli anni 2014-2020, ma anche quali dovranno essere gli interventi,
già chiari, precisi per gli anni 2021-2027.
Perché se saranno già definiti e tutto il sistema sarà
tutto chiaro, ci mancheranno i “pezzetti” e i “pezzetti” naturalmente saranno
questi.
L’obiettivo qual è? Mettere in campo la programmazione
finanziaria adesso, in modo che non si faccia come col precedente POR, che
all’1 gennaio 2014 non si era fatto niente e non c’era niente. L’obiettivo
dev’essere che il 1° gennaio 2021 ci devono essere i cantieri che aprono.
Questo dev’essere l’obiettivo su cui stiamo lavorando!
Chiaramente, poi abbiamo l’Asse 5 che è particolarmente importante perché
riguarda il rischio idro-geologico e anche su questo potremmo aprire un’ampia
discussione con la specificazione delle varie tipologie.
Anche sull’Asse 6, che riguarda la depurazione, è stato
svolto un lavoro importante, con specificazioni differenti.
Anche su questo, Piano integrato con risorse che derivano
da varie parti; da una parte c’è la delibera Cipe, da un’altra parte i fondi di
cui stiamo parlando e da un’altra ancora i fondi FSC.
Cerco di andare avanti velocemente, perché, come dicevo,
tipico esempio di programmazione integrata è il Sistema portuale regionale.
Il Sistema portuale regionale oggi vede in campo 9 porti
già finanziati. Perché dico programmazione integrata? Dico programmazione
integrata perché parte dei porti li abbiamo finanziati con i POR, parte li
abbiamo finanziati con l’FSC, parte con i PAC.
Questo che significa? Che le varie risorse devono
convergere su Piani di programmazione integrata, che poi alla fine riescano a
dare risposte importanti ai calabresi.
Citiamo il vecchio detto, il vecchio esempio: “non mi
importa se il gatto è bianco oppure nero; l’importante è che prenda i topi”.
Allora, qua il problema non è se il porto di Roccella o
quello di Tropea o quello di Scilla si realizza col POR, col PAC, con l’FSC… se
lo facciamo con questo o con quell’altro… l’importante è che abbiamo 10 porti
della Calabria che stiamo rinnovando in maniera fortissima.
Accanto a questo, chiaramente - però là scivoliamo
sull’FSC - stiamo mettendo le risorse che il Governo nazionale non mette da 10
anni!
La Legge numero 84 del 1994 prevede che i porti nazionali
siano finanziati direttamente dallo Stato. Su questi porti lo Stato non mette
un euro per investimenti forti!
E ricordo che stiamo parlando di Vibo Valentia,
Corigliano Calabro, Villa San Giovanni, Reggio Calabria, Palmi e Crotone.
L’ultima citazione - non posso che farla, ma è una
citazione veloce - riguarda il porto intercontinentale.
Sul porto intercontinentale, come dicevo prima, di Gioia
Tauro, le risorse vanno da Bruxelles a Roma e non vanno a Catanzaro e, quindi,
vanno col PON.
Sul PON per il porto di Gioia Tauro - vuoto per pieno -
dovrebbe esserci una cifra che viaggia tra i 130 e i 150 milioni di euro.
Ad oggi non ci risulta predisposta nemmeno una
convenzione PON sui 130 e 150 milioni. Allora, a fronte del 116 per cento, che
abbiamo come Regione Calabria per il 2018, a fronte del 116 per cento che
pensiamo di riuscire ad ottenere per il 31 dicembre 2019, PON - Gioia Tauro -
Area logistica integrata: zero. Zero.
È questa la domanda per la quale sarebbe opportuno
ricevere una risposta forte. L’abbiamo detto varie volte, l’abbiamo scritto,
l’abbiamo indicato al Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti.
È importante e da apprezzare l’intervento messo in atto
da noi dal Ministero, sin da ottobre, richiesto per la verifica delle
concessioni delle banchine ma accanto a quest’intervento, importante nei
confronti dei privati, per la gestione delle banchine, è anche da verificare il
perché queste risorse stanno ferme.
È ineludibile che queste risorse vengano investite!
L’asse principale che dallo svincolo di Rosarno porta alla baia, all’ingresso
del porto, ha 10 milioni di euro, che l’Anas ha da un anno e mezzo. Per quale
motivo non si realizza? L’asse trasversale: 5 milioni di euro, perché non si
realizza? 1 milione e 600 mila euro per il prolungamento, perché non si
realizza? 6 milioni di euro per il ridisegno dello svincolo di Rosarno, perché
non si realizza? La stazione ferroviaria di San Ferdinando, che in questo
momento può ricevere treni lunghi fino a 500 metri, e non può riceverne fino a
750 metri, perché non si realizza? L’elettrificazione del secondo binario dalla
stazione di San Ferdinando fino alla stazione di Rosarno, perché non si
realizza?
Risolveremo i problemi - leggo - risolveremo il raccordo,
faremo un raccordo con l’area San Ferdinando. Ricorderei alla politica
nazionale che il porto di Gioia Tauro è già collegato in via ferroviaria con
Rosarno.
Quindi, se a qualcuno per caso non fosse chiaro…è già
collegato. Il problema è che ci manca il secondo binario, perché non è
elettrificato, e la stazione ferroviaria di San Ferdinando non ha modulo 750
metri.
Nelle tracce ferroviarie così dev’essere se facciamo
viaggiare un treno: quello di 300 metri costa il doppio di uno da 750.
A questo punto credo che gli elementi principali, particolarmente
importanti, li abbiamo trattati. Ricordo soltanto un’ultima cosa - e finisco -
che riguarda, in qualche modo, quanto abbiamo detto, quanto abbiamo visto per
l’Asse 11 e l’Asse 12, che si riferiscono all’istruzione.
L’ultima cosa che ricordo, però credo sia importante
ricordarla in quest’Aula, perché è un risultato importantissimo per la
Calabria: a fronte dei circa 32 milioni di euro dei POR sull’edilizia
scolastica abbiamo concentrato 10 programmi finanziari differenti, compresi i
189 milioni di euro, che quest’Aula ha attribuito alle scuole.
La Calabria si pone, di fatto, oggi, come prima Regione
d’Italia per i finanziamenti alle scuole. Ad oggi sul Tavolo ci sono 639
milioni di euro per 734 edifici scolastici da riattare. Quindi, significa che
più del 40 per cento degli edifici scolastici ha già le risorse.
Riteniamo che questo debba essere il terzo grande
elemento della nuova programmazione e abbiamo fatto un’ipotesi, con un modello
di sviluppo. Se le risorse vengono mantenute e si continua con questo passo,
riteniamo che la Calabria possa avere per il 2023 tutte le scuole riattate.
Presidente, sono andato ampiamente fuori tempo massimo,
lo so benissimo e mi scuso con tutti anche delle cose che non ho detto ma
voglio ricordare solo questo: l’Italia Paese ha 3 mila scuole - 3 mila! - in
zona sismica di prima categoria. Tutto il Paese. La Calabria ha 1.500 edifici
scolastici in zona sismica di prima categoria, cioè il 50 per cento di tutte le
scuole italiane, in zona sismica di prima categoria, sono concentrate in
Calabria.
Questo elemento è decisivo e in questo caso vorrei
ricordare a quest’Aula, ai consiglieri regionali, a tutti i presenti, di una
decisione, di un decreto, che prevedeva per le scuole, come quarto elemento di
ripartizione delle somme nazionali, un’aliquota, che attribuisse più risorse
alle Regioni, che stanno in zona sismica 1 e poi anche in zona sismica 2.
Quest’aliquota avrebbe, banalmente, agevolato la
Calabria! Di fatto, a quest’aliquota è stato dato peso zero nell’ultima ripartizione.
Quindi abbiamo avuto dal Governo nazionale esattamente la
stessa cifra che avremmo avuto senza avere 1.500 scuole. Il 50 per cento delle
scuole italiane, che sono in zona sismica 1, sono in Calabria.
Credo che questo risultato sia particolarmente importante
e ricordo soltanto i 189 milioni di euro che abbiamo messo come Consiglio
regionale.
Credo che tutti i consiglieri regionali che stanno in
quest’Aula - mi permetto di essere forse esagerato - dovrebbero avere una
“medaglietta” come quelle dei circoli!
Nessuna Regione ha stanziato 190 milioni a favore
dell’edilizia scolastica. Nessuno ha creduto nella scuola in questo modo!
Questi 190 milioni ci devono “fare da ponte” verso il prossimo POR.
Se riusciamo a fare questo e, quindi, se con questi 189
milioni finanziamo i famosi 145 interventi - da noi stimati - e riusciamo a
fare le progettazioni, su cui stiamo chiedendo le autorizzazioni, dobbiamo
presentarci, di nuovo, al 1° gennaio 2021, con questi progetti fatti, con gli
altri 700 progetti fatti.
Allora, se siamo riusciti in due anni a mettere in campo
tutte queste risorse, sostanzialmente per gli anni 2017/2018, se ci siamo
riusciti in due anni a fare questo, allora riteniamo che l’obiettivo tutte le
scuole della Calabria - tutte le scuole della Calabria! Nessuna esclusa! -, è
un obiettivo a portata di mano.
Obiettivo che al 2023, quindi al secondo anno di
programmazione del nuovo POR, possiamo certamente raggiungere.
Chiudo, perché sarebbe anche importante discutere,
raccontare di come le 4.760 borse abbiano consentito - se guardate le
graduatorie del Ministero, se guardate le graduatorie del Sole24ore - di fare
schizzare in avanti tutte le Università calabresi.
Perché, a parità di ricerca, a parità di edifici, a
parità di tutto, di colpo, le tre Università calabresi hanno scalato 5
posizioni, ognuna di loro, e sono state proprio le circa 4.800 borse, le 5.000
borse, che hanno permesso di raggiungere il 100 per cento degli aventi diritto.
Cosa mai successa in Calabria!
Se questo è il risultato, se questi sono i numeri,
chiaramente risparmi tutti gli altri “pezzi” sugli studenti, gli elementi
curricolari, eccetera.
Chiudo con quella riflessione che stavo facendo
inizialmente.
Questi dati e i primi informali, che, però, devono essere
elaborati dalla Commissione, ci dicono, in qualche modo, che tutto quanto lo statement che abbiamo permette di avere
i 143 milioni di riserva ordinaria. Si chiama riserva efficace.
Allora, riteniamo che questo sforzo sia particolarmente
importante.
Ho dovuto necessariamente spaziare e passare dal POR agli
altri Programmi, proprio perché li leggiamo non come compartimenti isolati e lo
dico per la scuola e torno al punto di partenza.
Aver concentrato più programmi di spesa su una sola
graduatoria ha garantito certezze ai Sindaci.
I Sindaci se erano i primi della graduatoria, se erano
esclusi o al secondo, al terzo, al quarto posto, o esclusi dal finanziamento…
nessuno si è preoccupato di fare ricorso al TAR perché poi ci sarebbe stata
un’altra gara che avrebbe stravolto la graduatoria ed ogni mattina sarebbe
sorto un modo differente…un Comune non sarebbe mai stato finanziato! Può
succedere anche questo.
Allora, aver fatto una sola graduatoria e concentrato
tutti i soldi lì, ha eliminato, paradossalmente, qualunque problema. I Sindaci
si devono preoccupare semplicemente di portare i progetti.
Questo ci ha permesso di finire completamente tutta la
prima graduatoria, sempre concentrando risorse, di finire la seconda
graduatoria e adesso abbiamo la possibilità di fare la terza.
Praticamente vengono finanziati tutti i Comuni che hanno
portato i progetti. Dove sono allora i 700 progetti che mancano?!
Su questo abbiamo fatto un accordo governance con il dipartimento di Protezione civile per avere un focus specifico sui Comuni dove non
abbiamo avuto progettazione. Quindi, non soltanto stiamo finanziando tutti ma
adesso vogliamo verificare e pensiamo che entro aprile dovremmo avere un report. Vogliamo andare a verificare,
uno per uno, che cosa succede nei posti dove non abbiamo avuto progetti
presentati.
C’è stato un problema perché il Comune era piccolo e
quindi aveva tre impiegati e quindi non riesci a fare nemmeno la domanda… c’è
stato un problema perché erano sovraccarichi… è un Comune molto grande, ha
portato 10 domande e altre 8 non le ha potute fare… C’è stato un problema
perché hanno sbagliato qualche cosa… Ci sono edifici buoni e l’abbiamo già
previsto nella normativa 2008 per cui non c’è alcun motivo di rifare la
procedura.
Credo che il programma, che chiamiamo Programma integrato
scuola, sia, in qualche modo, il prototipo di questo modo di lavorare.
Concentrare tutte le risorse, alzare l’asticella. Quindi l’asticella alzata per
tutti i programmi di spesa. Alzata per il PAC, alzata per l’FSC, alzata per
qualunque risorsa.
Quindi asticella alzata, controlli e verifiche da POR.
Senza tornare indietro nemmeno di un attimo su come bisogna fare, anzi,
realizzando progetti sempre migliori.
Questo ci permetterà di fare convergere tutto.
I risultati? L’ho detto, a partire da quando accade nella
struttura della pianificazione integrata della scuola.
Credo che i 750 edifici scolastici siano il risultato
migliore, al di là di tutti i tecnicismi di cui dicevo prima, l’N+3, l’N+5, la performance, il framework, quello, quell’altro… tutti “numeretti del brussellese”!
Credo che i cittadini della Calabria debbano avere la
possibilità di dire a casa, al bar: “ma questi soldi che ci ha dato l’Europa,
tutti questi 2 miliardi, poi che ne abbiamo fatto? Come sono stati spesi? Che
cosa hanno deciso quei signori che stanno al Consiglio regionale o che stanno a
Germaneto?” Allora riusciamo a dire ai cittadini della Calabria: questi soldi
che sono arrivati dall’Europa hanno permesso di rifare tutta l’edilizia
scolastica! Chi va in una scuola della Calabria dev’essere orgoglioso perché sa
che sotto sisma quella scuola resiste.
Abbiamo rifatto i porti della Calabria. Stiamo facendo un
grande sistema ferroviario.
Allora, ripeto, l’N+3 è importantissimo, anche gli
indicatori di performance, le virgole
e tutti gli appunti! Ho provato a mettere nelle Tabelle tutti i dati
disaggregati.
Credo, però, che il problema sia adesso di altro tipo:
riusciamo a sintetizzare quali sono i 4, i 5 temi forti che cambiano la vita
dei calabresi? Questa è la domanda che dobbiamo porci.
Credo che la scuola - perdonatemi se ho questa
deviazione, è probabile che sia un mio problema - sia in qualche modo “l’alfa e
l’omega” di tutto.
Se riusciamo a dare un messaggio con la scuola significa
che stiamo dando un messaggio alle nuove generazioni e che ci crediamo.
Credo che questo Consiglio regionale possa ascriversi
questo merito. Merito importante, perché significa dare un messaggio alle nuove
generazioni.
Mi permetto di dire una cosa, perché tempo addietro
leggevo delle note: le nuove generazioni hanno un problema semplice, quasi
banale, le nuove generazioni non votano.
Non votano, quindi non hanno un incasso che si può
portare. Come faccio a dire a quello che ha 3 anni, a quello che ne ha 2 o a
quello che ancora deve nascere… come faccio a tradurre in dividendo politico,
in dividendo elettorale!?…Quello lo posso fare se vado sui social ogni mattina… mi calcolo il dividendo elettorale. Ma se
penso a quello che ancora deve nascere o che nasce l’anno venturo come faccio a
chiedergli il voto?
Credo che la politica, la politica alta, possa
distinguersi in questo: avere la capacità di pensare per il futuro. Credo che
proprio pensare per il futuro significhi “piantare un albero” ma significhi
anche, se posso fare un’estrema sintesi, pensare alla scuola come il momento più
alto del nostro essere ma, non solo del nostro essere, anche del nostro
divenire.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Parente.
Ne ha facoltà.
(Interruzione
del consigliere Nicolò)
Intervengo per attirare la sua attenzione sull’ordine del
giorno presentato dal consigliere Pedà, incardinato e discusso nella precedente
seduta del Consiglio, la cui trattazione è stata, poi, sospesa per l’assenza
dell’assessore.
Consigliere Nicolò, è iniziata la discussione su questo
punto all’ordine del giorno. Le concederò la parola in seguito.
Presidente, non può togliermi la parola. È una
mia prerogativa.
Prego, concluda.
Mi faccia completare. Poc’anzi lei ha detto che la
trattazione dell’ordine del giorno non è stata concordata nella Conferenza dei
capigruppo, ma ritengo vada inserita de
plano in Consiglio, per cui la prego di inserirla all’ordine del giorno.
Si parla della ZES di Gioia Tauro: un ordine del giorno
significativo, importante, da non sottovalutare. Chiedo – ripeto –
l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno del consigliere
Pedà, discusso, incardinato e non definito nella precedente seduta per l’assenza
dell’assessore.
Quindi, non esiste altro passaggio da consumare perché
l’Aula è sovrana.
Intanto,
continuiamo con la discussione. Prego, consegni l’ordine del giorno al banco
della Presidenza.
Ne chiedo l’inserimento.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Parente. Ne ha facoltà.
(Interruzione
del consigliere Nicolò)
Continui, consigliere Nicolò.
Devo completare il mio intervento sollevando sempre un’altra eccezione.
Ieri, Presidente, telefonai proprio a lei per chiedere se agli atti del Consiglio ci fosse l’esistenza di una documentazione afferente il punto delicato e importante inserito all’ordine del giorno.
Riscontrai direttamente presso la sede preposta che nessun atto era stato depositato da parte del governo regionale. Allora, con molta linearità, senza strumentalizzazione e demagogia, sarebbe stato auspicabile – lo dico all’assessore – e, quanto meno, opportuno e necessario consentire all’Aula di avere una relazione con allegati, report, con tutte le componenti adeguate per poter studiare, valutare, osservare, analizzare una tematica di così elevata importanza.
Questo non c’è stato consentito.
Concluda, consigliere Nicolò.
Si tratta di
sottovalutare o improvvisare per non mettere nelle condizioni i consiglieri regionali
di lavorare. Io vengo qui per lavorare. Se non mi consentite di lavorare,
prendo atto delle belle parole, dei contenuti significativi testé enunciati
dall’assessore, ma non sono in possesso di una relazione che mi avrebbe
consentito, almeno 24 ore prima, di fare i miei ragionamenti, i miei confronti,
i miei studi – se volete – per venire in Aula a dare il mio contributo.
Non potete
spiazzarci così! Se volete che timbriamo il cartellino, tanto dobbiamo tenere
una seduta di Consiglio regionale, facciamo una seduta esclusivamente per dire
che abbiamo fatto un’altra seduta. È improduttivo, secondo il mio modesto
avviso, perché i consiglieri regionali devono essere informati almeno 12 ore
prima.
Quando si
discutono gli atti in Commissione, nella fase istruttoria, si dà la possibilità
ai consiglieri di arrivare preparati rispetto alla discussione dei
provvedimenti.
Il
provvedimento, tra virgolette, il documento, per rispetto dei consiglieri
regionali e dell’Aula, doveva essere sottoposto alle valutazioni di ciascuno di
noi, per consentire ad ognuno di fare i propri ragionamenti, le proprie
analisi, le proprie deduzioni e controdeduzioni.
Questo non
c’è stato consentito. È una vostra valutazione, un vostro modus agendi. Ne prendo atto, ma non è questo il mio metodo di
lavoro. Prima di entrare nel merito, parliamo di metodo di lavoro e,
Presidente, le chiedo di richiamare questi principi per un metodo di lavoro
efficace e consentire al Consiglio regionale di lavorare. Non è questo il
metodo di lavorare!
Grazie, consigliere Nicolò. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Parente. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Non posso non riallacciarmi a quanto ha detto il consigliere Nicolò
perché, per quanto possa essere sembrata esaustiva l’illustrazione del
vicepresidente, tuttavia, una materia così delicata non si può trattare in un
Assise in cui il consigliere regionale deve andare sul sito per vedere questi
ipotetici stati di avanzamento che non si possono certo valutare sul sito se
non con analisi dettagliate.
Quindi,
anche sui fondi comunitari registriamo la poca trasparenza di questo governo
regionale anche perché le molteplici attività che sono previste con questi POR –
almeno nelle schede e nelle tabelle che siamo riusciti ad estrapolare – per la
quasi totalità hanno la dicitura “in attuazione” e – considerato che tante di
queste azioni non sono nemmeno state avviate – nei documenti ufficiali abbiamo
visto che ci si fregia delle percentuali di spesa impegnata rispetto alla
dotazione dell’Asse e con molta enfasi l’assessore faceva queste proiezioni al
31 dicembre del 2019, per cui per estrapolare un quadro attendibile abbiamo
dovuto considerare solo i valori delle spese certificate.
Questo
perché molti avvisi pubblici con graduatorie già realizzate non sono riusciti a
spendere tutte le risorse impegnate e, quindi, le dichiarazioni entusiastiche
del fatto di aver superato del 116 per cento il target al 31 dicembre 2018 noi le prendiamo con beneficio di
inventario perché lei sa benissimo – assessore – che i conti della Regione sono
sottoposti al controllo di Bruxelles, che ha sollevato diverse criticità per le
quali forse si rischia anche la sospensione dei pagamenti.
Quindi,
questo dato – se permettete – lo teniamo un attimo sospeso e, pertanto, siamo
andati a valutare quella che è stata l’attività sui fondi europei certificata
al 31 ottobre del 2018 da parte dell’IGRUE, che è l’Ispettorato generale dei
rapporti finanziari con l’Unione Europea. Orbene, alla suddetta data le risorse
programmate sul Fondo europeo della ricerca, sul FERS, erano pari a 2 miliardi
e 39 milioni di euro, impegnate per 390 milioni, con pagamenti pari a 125
milioni, per cui il rapporto percentuale tra impegni e risorse programmate è
stato del 19,16 per cento, con una percentuale di pagamento del 6,16 per cento.
Sul Fondo
Sociale Europeo: a fronte di risorse programmate per 339 milioni, gli impegni
sono stati pari a 8,39 milioni, i pagamenti a 4,28 milioni, con uno stato di
avanzamento del 2,48 per cento ed una percentuale di pagamento rispetto alle
risorse programmate dell’1,26 per cento. La somma complessiva dei POR porta,
quindi, ad una percentuale dello stato di avanzamento del 16,78 per cento
rispetto ad una percentuale di pagamenti del 5,46 per cento.
Questo è lo
stato dei numeri, delle spese certificate ed accertate a Bruxelles, mentre lei
sa benissimo che, in tutta l’attività programmatica di questi POR, la Regione
Calabria ha ricevuto svariati richiami da parte della Comunità Europea sia per
il ritardo iniziale nella fase di programmazione dell’attività, di assegnazione
delle risorse e designazione delle tre Autorità di gestione, certificazione e
di Audit sia nella fase di definizione dei sistemi di gestione e controllo,
così come altri richiami sono avvenuti per marcate carenze organizzative
nell’individuazione dei revisori esterni per l’effettuazione dell’attività di controllo
di primo livello: quindi, ad esempio, c’è stato un periodo in cui si è
verificata un’indizione, sospensione e riattivazione delle procedure, che di
fatto ha rallentato di molto le operazioni per circa 24 mesi.
E, quindi,
cosa è successo, poi, al 31 dicembre 2018? Per conseguire questo target di spesa – come lei ha ben
specificato, il cosiddetto raggiungimento della spesa nell’anno n+3 – e per
evitare, quindi, il disimpegno automatico delle risorse, la Regione Calabria,
già dai primi mesi del 2018, ha provveduto a certificare tutta una serie di
progetti considerati coerenti con i dettami programmatici del POR, ma mai
inseriti in fase iniziale di programmazione per la cui realizzazione erano
state stanziate altre risorse.
Ad esempio,
lei sa benissimo che nel FERS sono stati certificati progetti attinenti alla
Rete Ferroviaria Italiana per tratti di linee ferroviarie già realizzate o in
corso di realizzazione in Calabria e già finanziati con altre risorse; progetti
realizzati dal Commissario per il dissesto idrogeologico; progetti in
continuità con la vecchia programmazione 2007-2013 da completare con le nuove
risorse, per esempio, sul Fondo Sociale Europeo risorse erogate ad ANPAL per
tirocini già finanziati. Come si vede, per evitare il disimpegno automatico
delle risorse non c’è stato alcun impegno o merito particolare di questo
governo regionale, ma solo una trasposizione di progetti già finanziati che
dimostra la palese incapacità di programmazione e realizzazione di interventi
finanziabili con i POR.
Incapacità
di cui sono resi conto un po’ tutti, anche chi non è strettamente di questo
settore. Figuriamoci i funzionari della Comunità europea quando hanno visto che
la Regione Calabria – sui circa 200 progetti nazionali, a livello nazionale –
ha presentato progetti cosiddetti coerenti per oltre la metà, quindi è un modo
solo per cercare di aggirare l’impossibilità manifesta di raggiungere il target di spesa. Lei sa benissimo che la
conseguenza di tutto questo è stata quella di assegnare la categoria tre (che
vuol dire che il sistema funziona male e necessita di significativi
miglioramenti) a tutte e tre le Autorità di gestione, di controllo e di Audit.
Allora,
rispetto al suo entusiasmo – che vorrei che fosse anche il mio – posso solo
chiedere – considerato che mancano pochi mesi alla fine di questa legislatura –
quando dovrebbero verificarsi questi significativi miglioramenti che si aspetta
Bruxelles? Quali altri stratagemmi si intendono mettere in atto per far recuperare
il tempo perduto e per simulare a questo punto una spesa che nei fatti abbiamo
visto che non c’è? Grazie.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, intanto, inizierei col dire che non
stiamo tratteggiando l’El Dorado, ovviamente, ma siamo di fronte a dati che non
si inventa il vicepresidente Russo né si inventa il Governatore della Calabria.
Sono dei dati incontrovertibili che parlano di un segno + per la Calabria e ne
parlano, soprattutto, in relazione all’export che è il più pregiato tra gli
indicatori della crescita e, se è vero che per il 2018 si prevede un + 20 per
cento di crescita nelle esportazioni, che è uguale allo 0,3 per cento di PIL,
significa che la Calabria si assesta ancora tra le prime Regioni per crescita
di PIL.
Ripeto: non stiamo tratteggiando e disegnando l’El
Dorado, stiamo soltanto dicendo che la direzione imboccata nel 2014, o meglio
nel 2015, è quella giusta.
Questo dato è ancora più interessante perché non dipende
dall’élite romana – come ama dire il
professore Russo – ma è tutto calabrese. E sapete perché è tutto calabrese? Vi
invito a leggere l’Asse 1 che è quello che riguarda la promozione, la ricerca e
l’innovazione.
Nell’Asse 1 sono riportati i risultati per 347 imprese
sostenute per progetti di innovazione e ricerca, sostegno ai 7 Poli di
innovazione tecnologica e si è favorito l’inserimento di oltre 300 ricercatori
e addetti qualificati alle imprese beneficiare cioè, in sostanza, l’innovazione
tecnologica, poiché non richiede materie prime, è – come dire – tutta
calabrese, tutta relativa e legata alle conoscenze ed alle competenze dei
calabresi,
Il dato ancora più interessante – lo diceva il
vicepresidente Russo – è quello relativo all’Asse 12, che, in qualche modo,
stabilisce che questa Regione ha investito sui giovani e sui giovani talenti,
sulle conoscenze, sulle competenze, sulla formazione, sull’Università: 4760
borse di studio erogate cioè il 100 per cento degli aventi diritto.
Abbiamo abolito quell’obbrobrio degli aventi diritto ma
non beneficiari grazie anche ai ragazzi delle Università, che sono venuti più
volte in Commissione, che più volte hanno richiesto incontri al Presidente, che
hanno dibattuto su questo sacrosanto diritto. E sapete quanto la Calabria abbia
bisogno di conoscenze, di competenze e di formazione!
Quindi, signor Presidente, tra le tante cose che leggo e
di cui conoscevamo anche la valenza, vogliamo parlare dello sviluppo delle reti
di mobilità sostenibile: finalmente i porti calabresi, i porti turistici
calabresi, che, se oggi raddoppiassero i loro posti barca, sarebbero sempre
ultimi nella classifica italiana – sempre ultimi! – eppure noi investiamo
ingenti risorse ad Isola Capo Rizzuto, a Cirò Marina, a Cetraro, a Scilla, a
Roccella, a Belvedere, per non parlare, poi, degli altri porti.
Rispetto a questi dati che, ovviamente, conoscevamo e sui
quali non avevamo alcun dubbio, oggi ci resta un po’, come dire, un obiettivo,
che è quello di andare in fondo alla spesa, di accelerare, di mettere il turbo
in questa coda di legislatura perché penso che la Calabria, attraverso la
qualità di questa spesa, la qualità della programmazione e del POR, possa
liberarsi dalla “morte gora” in cui si trova per responsabilità di nessuno, per
responsabilità di tutti.
Non sono abituato ad avere retropensieri, ma oggi questo
Consiglio regionale con le sue articolazioni assesta un risultato importante di
cui penso che tutta l’Aula debba essere soddisfatta perché, finalmente, quando
apriamo Il Sole 24 Ore – nei dati che esso riporta – troviamo la Calabria tra
le prime Regioni per crescita; poi, abbiamo tanti altri problemi, dagli
ospedali alla sanità e tanti altri ancora, ma abbiamo settori che hanno
inserito la sesta marcia e che oggi diventano orgoglio su cui puntare e su cui
dare fondo a tutte le nostre energie volitive.
Quando parlo delle nostre energie, mi riferisco non
soltanto al Presidente ed alla Giunta, ma a questo Consiglio ed alle
Commissioni.
Signor Presidente, in ultimo, colgo l’occasione per dire
che stamattina avevamo convocato una seduta della seconda Commissione – su
sollecitazione del consigliere Orsomarso che ne è il vicepresidente – per
discutere di Sorical, ma la seduta – lo voglio chiarire – è stata rinviata per
problemi, per impegni dei commissari. Per essere più chiaro, senza retro
pensieri anche qui, il presidente della Commissione aveva convocato questa
seduta senza tenere conto e senza concordare giorno e ora, avendo ricevuto la
disponibilità dai commissari.
Quindi, la responsabilità è del Presidente della Commissione
per cui la Commissione sarà riconvocata nei prossimi giorni e si discuterà
della Sorical perché abbiamo il dovere di dire ai calabresi la verità, di fare
chiarezza, di essere trasparenti perché la trasparenza non la prendiamo come
lezione da nessuno. Non prendiamo lezioni – parlo del Consiglio regionale –
e, quindi, chiariamo le questioni e lo faremo nella seduta che convocherò nei
prossimi giorni alla presenza dei commissari Sorical. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Presidente, a parte la legittima critica del collega
Nicolò che va da sé – ferma restando la capacità di approfondimento che deve
avere un consigliere regionale – vi dico anche che su questo tema dei Fondi
europei ho dato incarico, proprio l’anno scorso, ad un consulente tecnico per
farmi sostenere su una parte di quei fondi regionali del gruppo – penso di
avere ancora in banca circa € 60.000 euro non spesi, rinunciando anche a quelli
che sono gli strumenti utili a noi consiglieri, per toner ed altro – ed anche
per farmi aiutare su una valutazione di bandi. Ha completato una relazione che
sarà inserita nel rendiconto che presenterò – come gruppo regionale –
quest’anno alla Corte dei conti, ed, inoltre, per seguire l’efficacia di questi
bandi che hanno una tecnicità importante soprattutto per valutarne gli effetti
di carattere sociale ed economico perché c’è un vizio di fondo nella vostra
attività politica. Lo dico all’assessore che ci ha parlato, sicuramente, di
algoritmi, di Commissione Europea e lo dico anche ai colleghi di maggioranza,
ad alcuni dei quali ho sempre manifestato anche una stima del lavoro che
facciamo insieme.
Ad esempio, la maggior parte dei rappresentanti della
Giunta sono professori che conosciamo e riconosciamo: al professore Musmanno –
ricordo – quando mi occupai di trasporti affidammo una parte di lavoro e, per
esempio, su quelle norme approvate dalla politica – siano esse state anche la
norma sui trasporti, che abbiamo, anche con critiche, votato – continuiamo ad
avere ritardi perché manca la politica.
Ed è ovvio che ci troviamo in un momento storico
difficilissimo, lo dico al presidente Oliverio che, tra l’altro, oggi ho visto…
bisogna stare con il petto in fuori perché accade anche in Piemonte, in altre
zone, poi c’è una concentrazione specifica perché si spara sempre sulla croce
rossa, di servizi, insomma, … sono cose che vengono dal passato, su sanità e
tutto il resto …
Ma proprio perché, oggi, la politica è debolissima in
tutta Italia – e anche e soprattutto in Calabria – la relazione
dell’assessore-professore non è una relazione che possiamo accettare.
In questo momento storico, avrei tenuto ogni tre mesi una
seduta di Consiglio sul POR, raccontando gli stati di avanzamento, e l’avrei
fatto – concordo con il collega Nicolò – con delle slides che misurano e certificano numeri legittimi perché – lo dico
ai colleghi, poiché ero nel precedente Consiglio regionale – non ho mai concepito
e, quindi, non utilizzerò mai quei toni assurdi di una sinistra … – li
conoscete tutti, ve li ricordate tutti, tutta malora – perché conosco quanto è
difficile. Ogni volta il Titolo V della Costituzione viene riformato a botte di
maggioranza: prima la sinistra poi, adesso, sono questi fantasiosi del Governo
giallo-verde e, insomma, abbiamo discusso in Consiglio nelle scorse settimane
finanche di regionalismo differenziato.
Conosco la difficoltà – dicevo – e su questo, riguardo le
Regioni dell’Obiettivo Convergenza, ci avete sempre sentito parlare con grande
responsabilità.
Per questo non concordo con i vostri toni trionfalistici
così come non concordavo con quei toni disfattisti di chi nella scorsa
legislatura – quando non aveva la responsabilità – trovava facile sparare sulla
croce rossa. Qui non si parla di freddi numeri ed io, poiché ipotizziamo di
andare a governare di nuovo questa Regione, inviterei la mia maggioranza anche
a prendere come consulenti a lavorare i professori universitari, di cui ho
stima nel ruolo ed anche al di fuori di questo Consesso. Ci mancherebbe,
insomma!
Quello che manca è proprio il sapore politico della
vostra azione sul POR perché quando anche il professore fa riferimento a tutto
quello che i Governi – prima con il centro-sinistra con cui c’era, comunque,
un’affinità e oggi anche con il Governo giallo-verde – potevano fare con i PON
in associazione al POR – quello è mancato. Abbiamo fatto una nota allarmata e
non per accompagnare con polemiche i ritardi culturali di questa terra.
L’intervento che volevo fare qui riguarda uno Stato che
ha tagliato orizzontalmente i soldi ai Comuni: chi abita in un Comune che vive
di porti sa benissimo che quel Comune ha subìto tagli, come tutti i Comuni i
calabresi – il 72 per cento dei quali ha una popolazione al di sotto dei 5.000
abitanti – e anche quando gli vai ad affidare delle risorse rispetto alle
strutture che hanno, non solo, difficilmente, possono spendere i fondi dei POR,
ma, difficilmente, possono stare in un costrutto della Regione che prova a
trovare la propria dimensione economica per il futuro.
È un tema che, ormai, riguarda il Mezzogiorno e,
soprattutto, tutta la Calabria da tanti anni ed è quello che manca in queste
relazioni, a parte che mi sarei aspettato di capire quante risorse abbiamo
investito sulla ricerca, quanti brevetti sono stati realizzati con i soldi
della ricerca e quanti brevetti hanno prodotto PIL.
Le do un dato, assessore: quasi zero.
Su altri temi penso che il dovere politico di un
assessore – che non fa solo il tecnico perché è ovvio che questa terra che fa
bene i compiti a casa, su alcuni Fondi, doveva vedere gli assessori impegnati
h24, come accade a chi fa politica in una terra difficile – sia di andare a
stimolare, a spiegare, a parlare con le imprese, con i sindaci, a trasferire i
numeri e non soltanto una relazione, che – comprendo – è stata svolta oltre il
tempo concesso per la voglia di raccontare e dire tante cose, che non sono
raccontate ai calabresi.
Tant’è che, fra gli interventi, ci pare – su questo ci
siamo allarmati e abbiamo fatto un intervento come capigruppo – che sono stati
segnalati come ritardo dalla Commissione europea c’è, finanche, la
comunicazione del POR – e non sono gli articoli dei giornali – quindi, occorre
entrare in sintonia con questo gruppo sociale calabrese, spiegare – anche a chi
ha un indirizzo – che alcuni investimenti possono cambiare la vita. Sono
d’accordo e contento che sulla misura di stati avanzamento … perché è ovvio che
quella tecnicità orribile, incomprensibile – che è fatta da 100.000 fattori
perché tu fai una gara e, poi, la gara si ferma per un ricorso al TAR oppure
per un sindaco incapace o per un dirigente delinquente – incide sulla capacità.
Sono tutte cose che sapevamo anche quando, la scorsa
legislatura, alcuni gridavano da quei banchi e, quindi, non mi troverete a
gridare. Tutta questa roba che ci raccontiamo sicuramente produce effetti.
La preoccupazione di questo Governo – che è una
preoccupazione dell’Europa ed anche della Germania e della Francia – è quella
che l’export, che ha attirato tutte le Regioni e le Nazioni, resto o tardi si
fermerà per una crisi o una congiuntura, perché i consumi interni si erano
frenati e, fisiologicamente, anche le aziende calabresi. Le do un dato,
assessore, e lo dico anche al collega Aieta: sapete quante sono le aziende
calabresi che partecipano a quel dato del + 12, + 18, quasi + 20, registrato
nel 2018, che hanno avuto sovvenzioni con i fondi POR? Solo il 20 per cento.
Tra l’altro, abbiamo un tessuto – anche questo andava
analizzato – fatto di tante piccole imprese: anche quelle che fatturano 25
milioni di euro – e ne abbiamo in questa terra – sono, rispetto ad una
dimensione mondiale, piccole e piccolissime imprese e ci sono aziende con le
quali bisogna entrare in sintonia. A questo serve la politica e per questo
servivano assessori-politici uniti a bravi tecnici, perché sulla valutazione,
sull’impegno, sulle capacità, finanche, su alcuni bandi, avete avuto il nostro
apprezzamento – almeno il mio – ad esempio per i bandi sui borghi e
quant’altro.
Quello che quest’Aula non deve fare e chi ha la
responsabilità di governo non può permettersi, è di non sapere che la gente
fuori – tranne i macroaggregati – non sa queste cose.
Ci sono imprese che producono risultati e che,
intervistate, non vogliono avere contatti, eppure hanno prodotto risultati.
Ad esempio, sono stato tra i firmatari di una proposta di
legge riguardante il tartufo calabrese per adeguare la Calabria alle altre
Regioni e su questo lavoro, avendo maggiore ricavato, alcune imprese calabresi
hanno conseguito da zero a un milione di euro il primo anno senza i contributi.
Sono tanti fattori, dobbiamo conoscerli, interpretarli e
su un tema difficile la battaglia politica di un assessore politico deve
avvenire attraverso il confronto con i Comuni, il corpo sociale ed economico ed
anche il governo deve compiere tutti gli sforzi che pur ci sono e che possiamo
riconoscere.
Sono dati, sono cifre, come lo erano anche quelle della
precedente legislatura. Dati e cifre come anche quel POR, preparato e
modificato in alcune tendenze, che non ha avuto – per dirlo, appunto, in parole
semplici – un sapore politico di questa azione, una condivisione sociale e
politica di questa azione perché – ribadisco – so quanto è difficile spendere
risorse europee.
Su alcuni temi, ad esempio, il tema delle metropolitane
che viene dal passato, aggiustato, sistemato, occorre anche riconoscere quanto
sia difficile e da questa parte troverete sempre l’intelligenza che risponde
anche a quella arroganza che vorrebbe definire la politica tutta “pappone”.
È capitato sugli ospedali, ma anche sulle metropolitane,
che vince un’impresa che sta quasi fallendo e la preoccupazione – per cui la
mettiamo qui come dato acritico di cifre e di numeri – è che, forse,
quell’opera non si farà mai perché il progetto ancora non è esecutivo. E voi la
conoscete – ho visto da qualche parte il dirigente Pallaria – la preoccupazione
di chi vive in una città come Cosenza o Catanzaro: molto probabilmente ci
vorranno 6-7 mesi e, molto probabilmente, non si sa nemmeno se quell’azienda
fallirà.
Quindi, la difficoltà di contorno della vostra azione è
una difficoltà complessiva che bisogna assumersi criticamente e, pertanto, non
li riserviamo tutti quanti a voi, però i toni trionfalistici sull’export quando
la maggior parte di quelle aziende, l’ottanta per cento, – intervistatele se
non avete contatti perché parlo di cifre e dati che ho confrontato sul campo –
non ha preso un contributo di questo POR, da questa legislatura e da questo
governo regionale.
Cosa ben diversa per esempio sul turismo. Si tratta di fare un'operazione per la
Calabria e io la faccio sempre in modo critico e senza utilizzare i toni
volgari del politichese dell'opposizione tout
court perché sono dall'altra parte. Devo dire che avete fatto tutto in modo
sbagliato, quello che manca su misure del genere del POR è un assessore;
ovviamente, mi rendo conto che è tecnico e che se ha portato la misura di
questi risultati è sicuramente frutto di un grande lavoro tecnico. Il confronto
con gli altri non l’ha potuto fare perché, forse, non ce l'ha in ordine di
tempo, ma quello che serve quando c'è un governo politico è un grande lavoro
politico, altrimenti potremmo nominare soltanto assessori, diciamo, bravi e
competenti nella propria materia, affidarci, senza spendere soldi per
consiglieri regionali o Giunta politica, ad un Governo di tecnici, nominato,
magari, anche dall'alto. Questa è la critica sostanziale che facciamo.
Alcuni dati li conosco perché non solo mi appassiono,
li studio, e quando non ci arrivo da solo mi faccio supportare, e riconosco
anche il valore positivo di un’azione. Quello che manca è che l’azione non è
connessa alla Calabria di oggi, non è connessa al fatto che la gente continua a
partire. Non penso che la colpa sia soltanto vostra, considerato che partono
anche da Asti, da Aosta, dal resto d'Italia. Al di là del compitino e di
rispettare i valori dell'algoritmo, mi pare di capire che anche i risultati
positivi non abbiano avuto il modo e il tempo per essere inserirti in una
visione complessiva di questa Regione. Finanche sul turismo che non ha,
rispetto a questo tecnicismo degli assi, grandi risorse; da tempo lo sentiamo
dire, sul turismo non c'è un euro e anche quelle modifiche di spesa dei fondi
POR non avevano una strategia. Non partecipo alla polemica sulla cena che si
doveva fare o meno perché è tutto gossip, non mi ricordo era una cena con un
giornalista, fa parte delle strategie. Insomma anche sul turismo, sul PSR che
non c'entra, diciamo, sulle misure del POR Calabria anche lì i bandi sono
fermi.
L'azione politica non deve fare soltanto i
compitini e rispondere all’algoritmo, ma deve essere interconnessa con le
problematiche complesse del territorio e ciò significa conoscenza profonda anche,
purtroppo, dei difetti del territorio. Lo dico all'assessore perché se,
purtroppo, alcune zone sono più famose per la cocaina anziché per il transhipment non è sicuramente colpa di
questo Consiglio regionale o di chi l'ha preceduto o di chi verrà, è un problema
su cui lo Stato deve mettere fermezza, deve mettere controllo perché nessuno
vuole fare l'eroe, c’è paura. Non a caso il collega Pedà chiedeva di inserire
un punto all'ordine del giorno, da discutere con lei, sul vero volano che è il
porto di Gioia Tauro. Quindi, per farla breve, ci sono bei numeri, giusta
apposizione che tutti i Governi regionali hanno saputo fare con tutti i
tecnici, sono contento che la Calabria sia a più tredici, come l'Italia che si
è rifugiata nell’export, però non possiamo disconoscere, per il ruolo che
abbiamo, che l'ottanta per cento di quelle aziende che producono risultati
positivi non hanno ricevuto un euro da questo POR.
Chi conosce un poco di fatti economici di una
terra che è cambiata - e vi indico poi dei dati anche sulla formazione - non
può disconoscere, come personale politico di questa Regione, che ancora oggi,
nella maggior parte del tessuto economico che riguarda il turismo di questa
regione, dai lidi, agli hotel, ai ristoranti, se arriva un tavolo di Russi i camerieri
parlano a stento l'inglese. Rispetto al tema dell'internazionalizzazione,
dell'accoglienza, è un problema che sembra banale ma resta fondamentale.
Abbiamo speso tanti soldi, però basta andare fuori e vedere che anche in alcune
perle, in alcune zone, diciamo più avanti, come la Costa degli Dei e Tropea,
che si candidano a diventare anche porti turistici importanti, esiste il
problema. Sfido il collega Aieta, se uno attracca a Cetraro, a trovare qualcuno
che l’accolga parlando, non dico il Russo, ma perlomeno l’inglese. Questo
significa avere una conoscenza profonda di questa terra come diceva e ripete
qualcuno, collega Aieta, come diceva Corrado Alvaro “il calabrese vuole essere
parlato”. Il calabrese in questi anni, voi, non solo “non l’avete parlato” ma
non l’avete neanche calcolato e mi rendo conto che la sua funzione, assessore,
è legittimamente quella di un tecnico importante che gode anche della nostra
stima. Penso di averle votato il provvedimento, escluso alcune cose che avete
inserito, come l’aeroporto della sibaritide, tutte cose che il Presidente
prometteva pur sapendo di non poterle mantenere e che avete inserito in quel
Piano dei trasporti.
Credo che si possa recuperare, nell'anno che
vi resta, anche con il nostro contributo, il significato di questi numeri e di
questa potenziale spesa; credo che se ne debba parlare di più, si debba
conoscere profondamente, si debba girare, si debba rivendicare l'idea che
questa Regione ha avuto nell'obiettivo convergenza un intervento interamente
sostitutivo del finanziamento statale; si recupera se lo Stato non ti abbandona
e realizza. Ricordavamo, quell’ Accordo di Programma Quadro dell'intermodalità
per spacchettare le merci a Gioia Tauro che, poi, è il vero elemento che
produce lavoro.
Il presidente Scopelliti ci ammazzò e ancora
siamo all'anno zero riguardo a cose ereditate ma su cui non siete sul pezzo. Lo
dico con grande rispetto assessore, perché siamo abituati a rispettare il
lavoro. In genere fra politici ci prendiamo un po' a cazzotti, è anche giusto,
ma siamo qui, anche in imbarazzo, perché abbiamo dei tecnici a cui dobbiamo
rispondere con considerazioni politico-tecniche.
Quindi bene la ripartenza - speriamo che i
dati siano certificati per come il consigliere Claudio Parente ha fatto
addentrandosi anche nei numeri - ma male rispetto a una Calabria che non vi ha
visto, non vi ha sentito. Non vi hanno avvertito neanche i governi nazionali a
cui dovevamo chiedere delle cose. Sono stati fatti tanti compitini
separatamente, fatti bene, ma che non danno una direttiva di insieme e si vede,
appunto, nei numeri fondamentali.
Penso che la relazione - mi auguro che lei
possa farla ogni tre mesi - ci indichi per ogni investimento quanta occupazione
ha prodotto. Lei, ce lo sa dire? Credo di no. Lo chiedo anche all’assessore al
lavoro: l’assessore al lavoro sa dire a quest’Aula e quindi anche ai calabresi
quanta e quale – qual è glielo dirò io perché ho preso un tecnico per farmi
fare questa valutazione – occupazione si è prodotta, su ogni euro di investimento
prodotto in questa terra? Vi sfido a rispondermi, adesso, in Aula! Penso che
sia un dato che non conoscete, perché è così, perché è tutto fatto in modo
random, tutto perfettamente random, tutto fatto bene, commissione, algoritmo,
ma random. Mi rendo anche conto, aggiungo e ho finito veramente, che anche voi,
come tutti quelli che vi hanno preceduto, ogni mezzo chilometro di passi in
avanti dovete tornare indietro, perché abbiamo gli LSU-LPU e tutte le altre
cose che spostano la mente dai problemi che questa terra continua ad avere.
Quindi massima comprensione, faccio questo
intervento per dire, fly down,
massimo profilo basso rispetto ai toni trionfalistici, perché il contesto è
ancora questo, il contesto è ancora molto difficile e quello che manca, sia sulla
valutazione dei numeri complessivi sia sul poterli rappresentare a questa
Calabria che vuole crescere e che deve crescere, è la mancanza totale, diciamo,
di una guida, definiamola così, politica, senza offesa finanche al valore della
tecnica. Vi ringrazio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giudiceandrea, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Volevo felicitarmi e
congratularmi, invece, con l'assessore Russo per aver raggiunto un risultato
ragguardevole che è quello di aver fatto parlare così bene i dati, che sono
amici dei fatti e come tali, come diceva Gramsci, assolutamente testardi, tanto
da indurre l'opposizione a non muovere critiche sul merito di un documento che
parla da sé, con numeri mai visti in 50 anni di regionalismo Calabrese e con
numeri mai visti in questa nazione negli ultimi quattro anni. Performance che
vedono la Calabria seconda in qualità e quantità della spesa, finalmente non
più ultima. Ho avuto piacere. Concordo con quanto detto dai consiglieri Parente
e Orsomarso: non è un problema di recitazione e di come si sciorinano i dati,
di modalità con la quale si sciorinano i dati; i dati sono dati, sono numeri
asettici, è matematica e se c'è un più 20 per cento nelle esportazioni che ci
rallegra poco, ha ragione il collega Aieta, vuol dire che ci siamo dovuti
riprendere da un de profundis degli
anni precedenti. È un 20 per cento che sembra un dato eccezionale invece
avrebbe dovuto essere la normalità visto che si è arrivati in questa Regione,
come spesso ha avuto l'amabilità di ricordarci il presidente Oliverio, con le
scartoffie che riguardavano queste pratiche e questi soldi e che invadevano
intere stanze e rimanevano inevase.
Eravamo ai limiti della scadenza e si era
speso soltanto il 30 per cento delle risorse, neanche il 30 per cento delle
risorse, per cui è strano che, oggi, ci si venga a fare la lezione su come
dovremmo pubblicizzare, meglio, i risultati eccezionali.
Lei non lo deve fare in modo roboante,
assessore, lo devo fare io che sono un politico, non lei che è tecnico. Evviva
Dio che ci sono i tecnici perché devo salutare, mio malgrado, obtorto collo, il fatto che, in
precedenza, chi ha rivestito le stesse cariche vostre di assessore non è stato
parimenti bravo, perché i soldi quelli erano, le misure quelle erano e non sono
stati in grado di utilizzarli. Allora tanto di cappello a coloro i quali hanno
lavorato plasticamente, quotidianamente, al settore, agli uomini e alle donne
del settore che quotidianamente hanno voluto dare alla Calabria un'immagine
finalmente nuova.
Lo diceva qualche volta il presidente
Oliverio che arrivava la Giunta regionale calabrese e si davano di gomito,
ridacchiavano. Signori, 286 osservazioni sul PSR ed eravamo in scadenza e
stavamo per perdere tutti i soldi del PSR, non solo abbiamo ottemperato alle
286 osservazioni, non solo ci si è rimessi in riga con un piano internazionale
di fondi e un’agricoltura moderna, ma ci hanno fatto i complimenti e il
presidente Oliverio è stato inserito nella cabina di regia della gestione dei
fondi europei, cosa mai vista nella storia del regionalismo calabrese.
Grazie agli assessori tecnici perché hanno
dimostrato che, con il lavoro, l'abnegazione, la testa abbassata sui numeri e
sulle carte, sulle fatiche quotidiane per la gestione di quello che era il
futuro di questa regione, per la gestione dei danari che l'Europa ci ha mandato
sempre copiosamente, avremmo potuto farlo anche noi politici in precedenza e
non lo abbiamo saputo fare.
Avremmo molto da imparare da questi uomini e
queste donne che ci hanno dato una grande mano su come si lavora senza
interessi di carattere personale post-elettoralistico, perché spesso gli
assessorati venivano scambiati per luoghi dove bisognava fare campagna
elettorale perennemente, per 5 anni, con scambi molto spesso al di là di quella
che era la linea della legalità. Si è arrivati, finalmente, ad avere una Giunta
di uomini e di donne calabresi, viva Dio, perché quella era la qualità, con un
innesto, diciamo, siciliano, ma il dialetto, forse, ci accomuna molto, almeno
con quello che è il dialetto reggino, professore.
Il ringraziamento è grande, è ampio per la
lezione di abnegazione e di grande sacrificio personale. Probabilmente, ha
ragione il consigliere Orsomarso: se ci fosse stata la volontà da parte degli
assessori tecnici di promuovere di più, per un loro tornaconto personale
d’immagine, probabilmente saremmo riusciti a far diventare a sei casse di
risonanza le attività della Giunta; è vero, ma questo è un dato di fatto
positivo, collega Orsomarso, non hanno pensato a fare campagna elettorale per
se stessi, hanno pensato, soprattutto, a lavorare quotidianamente per portare
la Calabria fuori dal fango dove era stata lasciata da 50 anni, non da 5 anni,
50 anni di regionalismo maldestro, realizzato, soltanto, per interessi di
carattere personale.
Lei può anche applaudirmi, collega Orsomarso!
Ha difetto di memoria e resta ancorato costantemente a quella che è stata una
stagione di carattere elettorale che è passata, ahimè, è passata. Guardi al
futuro, dopo questi cinque anni di amministrazione regionale che le hanno
insegnato tanto su come avrebbe potuto fare molto, molto meglio anche la sua di
legislatura, ritrovi la speranza di un futuro più roseo. Grazie
Ha chiesto la parola il presidente Oliverio,
poi continua il dibattito il consigliere Gallo. Prego, presidente Oliverio.
Ho chiesto la parola perché ho un altro
impegno, la discussione continuerà e replicherà l’assessore.
Brevemente intervengo perché ritengo che,
innanzitutto, sia stato utile e opportuno porre questo solo punto all'ordine
del giorno di questa seduta di Consiglio regionale, perché il tema che è stato
posto al centro di questa seduta è fondamentale, di cruciale importanza.
Innanzitutto vorrei che in questo Consiglio
regionale non si perdesse la memoria storica, ovvero il fatto che proprio sulla
capacità di utilizzare le risorse comunitarie, nel corso di un lungo periodo,
sono stati diversi i programmi che sono stati definiti e sono stati oggetto di
riflessione, in direzione della utilizzazione delle risorse comunitarie.
C'è stata una costante, non bisogna
dimenticarlo! La costante è stata sempre la mancanza di capacità di utilizzare
le risorse. Alla fine, “in zona Cesarini”, ovvero negli ultimi tre mesi della
scadenza dei programmi - mi riferisco a diverse esperienze e stagioni politiche
– c’era una rincorsa che costringeva i Presidenti pro tempore e le Giunte pro
tempore a fare il giro delle “sette chiese” per scovare progetti, i cosiddetti
progetti rinvenienti, per giustificare le risorse e per evitare di perderle. È capitato
anche a me, consigliere Orsomarso, nell'anno successivo a quello in cui sono
arrivato, di dover girare “le sette chiese” per evitare di perdere, in modo
secco, risorse.
La Calabria aveva impegnato, questi sono i
dati, il 48% del programma 2007-2013, a fine 2014 aveva impegnato il 47%, lo
ricordo benissimo, la Calabria rischiava di perdere 850 milioni di euro, questo
è successo anche nel programma precedente nel 2001- 2007. Nel programma
precedente era successa la stessa cosa e la stessa cosa era successa anche nel
programma 1996-2001. Ora stiamo discutendo del programma 2014-2020 e stiamo
portando i fatti al 2018. Ringrazio il vicepresidente Russo per essere stato
esaustivo nell'articolazione dei dati, ha portato dati e vorrei che si
discutesse, si riflettesse su questo. Siamo partiti con il programma 2014-2020
a gennaio 2016, perché quando sono arrivato alla guida della Regione - mi sono
insediato il 10 dicembre del 2014 - ho trovato sulla scrivania, come si
chiamano, gli scatoloni di un programma che non era stato neanche spedito,
tant’è che la data di inoltro del programma 2014-2020 alla Comunità Europea è
il 18 dicembre 2014. Era già passato il 2014 e quindi il primo anno di
programmazione era stato già consumato e noi il 18 dicembre, una settimana dopo
il mio insediamento, a mia firma, abbiamo trasmesso, sono stati trasmessi i
documenti; poi, a marzo, la Comunità Europea ci ha rimandato indietro 52 pagine
di osservazioni, 238 osservazioni sulla base delle quali abbiamo lavorato sodo
e ad ottobre abbiamo inoltrato il piano ripulito, tenendo conto delle
osservazioni, che è stato approvato dalla Commissione Europea, in via
definitiva, il 18 di ottobre del 2015.
Questo programma è partito, in modo
operativo, a gennaio del 2016 e noi, in 2 anni di operatività del piano,
abbiamo realizzato quei risultati di cui parlava il vicepresidente Russo prima.
Abbiamo realizzato l'obiettivo di performance per quanto riguarda la N+3 che
era previsto in 363 milioni e abbiamo realizzato 420 milioni di euro, 57
milioni in più rispetto alla performance; gli obiettivi per il 2019 li ha
ricordati il vicepresidente, non voglio ritornarci. Vorrei, però, fare solo
alcune considerazioni perché nessuno qui - l'ha ricordato il consigliere Aieta
e io sono d'accordo con lui - è venuto a fare trionfalismi.
Il trionfalismo in una terra difficile che ha
accumulato ritardi di decenni non è, come dire, una cosa a cui si può ricorrere
e non abbiamo mai fatto ricorso al trionfalismo. Sto parlando, stiamo parlando
di un trend che è cambiato rispetto
ad una pratica, ad una consuetudine che era diventata senso comune in Calabria:
ci sono i problemi e si perdono le risorse, questo era il senso comune in
Calabria. Abbiamo invertito questo trend
perché, oggi, la Calabria è nel gruppo di testa delle regioni italiane, è la
prima regione del Sud per quanto riguarda la spesa certificata.
La spesa certificata non è un calcolo solo di
natura, come dire, ragionieristico-contabile ma ha delle implicazioni
nell'economia reale, ha implicazioni per quanto riguarda il PIL, per quanto
riguarda l'export, ha implicazioni per quanto riguarda il turismo, ha
implicazioni per quanto riguarda il sistema delle imprese che operano, in
Calabria, in una situazione difficile, rispetto ad un andamento che, dal 2007
al 2014, vedeva prevalere una moria di imprese rispetto alla vitalità delle
stesse. Certo, c'è tanto lavoro da fare perché i problemi accumulati nel corso
di decenni non si affrontano con uno schiocco di dita, con una battuta o nel
breve periodo. Abbiamo una strada nuova, abbiamo imboccato una strada nuova e
vorrei ricordarlo a chi muove allarmismi.
Ho visto che è stata presentata
un’interrogazione. Capisco che c'è, ormai, un clima di campagna elettorale
permanente, ma quando si parla di irregolarità, come hanno fatto i tre
consiglieri regionali, stiamo attenti al clima che si crea rispetto all'Unione
Europea, perché questo aspetto che è il seguito di una vicenda giudiziaria
sulla quale io non voglio, assolutamente, proferire valutazioni in questa sede
ha allarmato l'Unione Europea e ha indotto i rappresentanti a venire qui.
Quelle problematiche sono relative al
programma 2007-2013, attenti 2007-2013, non all'attuale programma e chiaramente
ritengo, indipendentemente dal fatto che a cavallo di quel programma, alla fine
di quel programma ci siamo trovati a dover chiudere i conti, che la Calabria
possa dire che se ci sono irregolarità le porte sono aperte, non c'è nessuna
irregolarità perché chi ha chiuso i progetti del 2007- 2013, così come chi ha
chiuso i progetti del 2001- 2007, li ha chiusi sulla base di procedure che sono
previste dalla legge, che sono previste dai regolamenti comunitari, lo dico in
positivo non lo dico in polemica.
Attenti a sollevare, ad utilizzare, solo per
il vezzo di fare, di sollevare il polverone, argomenti non consoni perché non
si tratta, voglio ricordarlo ai tre consiglieri regionali che sicuramente con
grande e buona fede hanno come dire sollevato questo problema, della
programmazione di cui stiamo parlando, della programmazione in corso d'opera,
perché in quella in corso d'opera gran parte dei progetti saranno chiusi il
2019, il 2020, con una proiezione fino al 2021.
Ho preso la parola, soprattutto preoccupato
di questo, altrimenti avrei potuto fare a meno di intervenire, considerata l'ampiezza,
l'articolazione dei dati che sono stati esposti dal professore Russo in questa
sede. Ecco perché credo che bisogna stare al merito, bisogna stare sempre al
merito quando si parla di programmi, poi la politica, certo che c'è la
politica, ci mancherebbe altro.
Stiamo
parlando di un programma che ha fatto un tagliando il 31 dicembre 2018. Da
questo possiamo dire che la Calabria può essere soddisfatta perché, finalmente,
non si parla dell’ultima Regione d’Italia, di una Regione incapace di utilizzare
le risorse. Anche qui si è potuto dimostrare, si sta dimostrando, che le
risorse si possono utilizzare, e si possono utilizzare bene e che, con questa
impostazione, abbiamo spostato l’asse, nell’utilizzazione delle risorse, da una
caratura prevalentemente assistenziale ad una impostazione tesa, anzi protesa,
ad alimentare lo sviluppo.
Il sistema
delle imprese. Andate a vedere il sistema delle imprese, per quanto riguarda
tutte le misure ad esse relative e cosa hanno prodotto. Queste risorse e quest’impostazione
hanno incominciato a produrre. Andate a vedere anche per quanto riguarda l’export.
Non è vero
che l’80 per cento delle risorse sono utilizzate da imprese esterne. Dov’è
scritto questo? Chi lo dice? Dove?
Abbiamo un
aumento dell’export in settori
precisi e determinati: nell’agroalimentare, dove si sta investendo; nel
manifatturiero, perché non bisogna dimenticare che anche - non solo
naturalmente - attraverso l’orientamento di risorse per i contratti di
sviluppo, abbiamo alimentato questo circuito virtuoso.
Qui a
Reggio Calabria, abbiamo una grande impresa, che produce con innovazione su
scala mondiale ed esporta materiale rotabile per le metropolitane delle città e
delle metropoli più avanzate nel mondo. Anche questo è stato oggetto di un’attenzione
da parte nostra.
Nell’agroalimentare
c’è una spinta notevole, ma le nostre imprese sono accompagnate dalla Regione
su mercati che prima erano lontanissimi dalla Calabria, anche attraverso il
sostegno diretto alle imprese per la internazionalizzazione. Praticamente
abbiamo posto attenzione a questo tema, perché è un tema importante. Certo, la
Calabria esportava prodotti per 260 milioni di euro ed ora per oltre 540
milioni di euro, è un dato in assoluto ancora piccolo, però, anche qui, il trend è stato invertito. Il trend è stato invertito!
Vogliamo
parlare di turismo? Parliamo di fatti, cioè parlo, faccio riferimento a cose, a
fatti precisi, per dire che c’è una ricaduta nell’utilizzazione delle risorse,
nel corpo vivo della società e dell’economia calabrese.
Per non
parlare, poi, dell’FSE - l’ha ricordato il vicepresidente Russo, voglio solo
fare un riferimento: ritengo che abbiamo fatto una scelta importante quando
abbiamo deciso di consentire a tutti gli studenti universitari calabresi aventi
diritto di poter accedere alle borse di studio.
Nel 2014
gli studenti beneficiari di borsa di studio erano solo nella misura del 34 per
cento degli aventi diritto.
Oggi il
100 per cento degli aventi diritto è beneficiario della borsa di studio. Dati,
ricadute.
Adesso
stiamo parlando del POR, uno strumento ben definito, che è stato coordinato con
un altro che abbiamo definito e governato, che è il PSR, e con altri canali e
strumenti nella nostra disponibilità, che sono FSC, PAC, eccetera.
Le
condizioni per un balzo in avanti sono determinate da politiche anche più
generali. Parliamoci molto più chiaramente!
Sarebbe
una visione provinciale quella di pensare di affrontare il problema solo
guardando a questi strumenti e a quest’aspetto, se le politiche verso il Sud
non cambieranno dal punto di vista generale. Purtroppo stiamo vivendo una
stagione in cui anche quello che si era incominciato ad indurre, in termini di
virtuosità, di recupero, rischia di tornare indietro.
La
discussione aperta oggi è squadernata sotto gli occhi di tutti; è una
discussione che deve preoccupare. Perché deve preoccupare?
Perché si
ritorna ad un’impostazione dualista, secondo la quale al Mezzogiorno bisogna
destinare un po’ di assistenza e il resto alla rimanente parte del Paese.
Questa è
la discussione che si sta tenendo oggi: sul reddito di cittadinanza al Sud,
sulla flat tax e le impostazioni
diverse verso il Nord. Cos’altro è se non la riproduzione di un vecchio cliché del quale il Mezzogiorno è stato
vittima!? Questa riflessione dobbiamo farla sapendo - e chiudo - che abbiamo
bisogno di sfatare una leggenda secondo la quale le risorse destinate al Sud
sono gettate nel “pozzo di San Patrizio” dello spreco, delle clientele e
dell’incapacità di determinare crescita, produzione e qualità dei servizi.
La sfida
delle classi dirigenti nel Mezzogiorno, e quindi anche nella Calabria, è
proprio questa.
E su
questa sfida ci siamo cimentati. L’esempio del POR è proprio questo. Ci siamo
cimentati in questa sfida, dimostrando che è possibile utilizzare le risorse,
utilizzarle in tempi certi, utilizzarle bene per produrre, appunto, avanzamento
delle condizioni economiche, sociali e civili di un territorio.
Certamente
c’è tanto da fare, perché è un’inversione di trend - voglio sottolinearlo dieci mila volte questo concetto. È un’inversione
di trend ma l’inversione di trend c’è ed è un’inversione storica
nella vita della Calabria.
E non
parlo soltanto del periodo che mi ha preceduto, quando sono arrivato e vi ho
ricordato il giro delle “sette chiese” che ho dovuto fare e la fatica per
evitare di perdere le risorse. Parlo di un lungo periodo storico.
Credo che
se si vuole fare una riflessione, un confronto serio, ancorato alla realtà,
evitando fuochi di paglia demagogici, ricorrendo a frasi ad effetto, ma si
vuole stare al merito, dobbiamo partire dal merito. E il merito è che abbiamo
invertito il trend rispetto ad una
situazione difficile, di grave distacco della Calabria rispetto al resto del
Paese e anche rispetto alle altre Regioni del Sud, determinato anche
dall’incapacità di utilizzare le risorse. Abbiamo imboccato la strada giusta.
C’è tanto, ma tanto da fare!
Credo che
in questo confronto bisognerebbe andare oltre gli schemi dell’opposizione e
della maggioranza e stare al merito. Naturalmente questo non significa
rinunciare alle proprie valutazioni politiche o al proprio punto di vista
politico o alla critica politica. Ci mancherebbe altro! Però, permettetemi di
dire che, anche qui, senza nulla togliere alla politica - sono il rappresentante
che incarna la politica, per la storia che ho e per quello che rappresento -
posso dire grazie alla Giunta regionale, alla maggioranza, ai tecnici che hanno
lavorato insieme a me, senza soluzione di continuità, perché grazie al lavoro,
alla fatica, al modo in cui ci si è posti, nel corso degli anni, rispetto a
questi problemi, alla concretezza e anche al pragmatismo con cui sono stati
affrontati, siamo riusciti ad invertire il trend,
a dimostrare che l’ultima regione d’Italia, quella che era sempre additata come
l’ultima regione delle graduatorie, ha invertito questa tendenza.
Lo ha
fatto in relazione alla capacità di utilizzare le risorse comunitarie e,
naturalmente, con chiara consapevolezza e senza ubriacature, perché questa
inversione di trend è importante, ma
non sufficiente.
C’è
bisogno di altro: c’è bisogno di politiche generali; c’è bisogno di politiche
europee, che vadano ancora più a fondo per recuperare il ritardo delle aree di
ritardato sviluppo.
Questo lo
ricordo, anche perché oggi c’è stato un Ministro del Governo in Calabria.
È stato in
Calabria e anche a Gioia Tauro.
Il
ministro Toninelli era stato a Gioia Tauro, mi pare, qualche mese fa, a
settembre, gli abbiamo dato il benvenuto, però, il ministro Toninelli non ci ha
detto oggi perché non si spendono i fondi dell’Accordo di Programma Quadro del
PON, che - come ricordava il vicepresidente Russo - sono fondi nazionali
destinati alla Calabria, che il precedente Governo, in un confronto con noi, ha
destinato alla Calabria. Perché i fondi dell’Accordo di Programma Quadro
destinati a Gioia Tauro sono parcheggiati, sono fermi e non vengono spesi?
Questa è
la prima domanda a cui deve essere data una risposta, naturalmente, in un
quadro nel quale possono essere ripresi anche i problemi relativi al rilancio
della capacità attrattiva del porto di Gioia Tauro, rispetto al volume di merci
che transitano nel Mediterraneo.
Anche su
questo abbiamo fatto un incontro, tra la fine di settembre ed i primi di ottobre,
con il ministro Toninelli, a Roma, nella sede del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, a Porta Pia. Abbiamo posto questi problemi.
Mi auguro
che, se entro un mese la Medcenter Container Terminal non sbloccherà la sua
posizione, oggi si provvederà ad assumere decisioni diverse, dopo le
dichiarazioni che abbiamo avuto modo di ascoltare.
Mi auguro
che questo Governo possa passare, finalmente, dalle presenze periodiche sul
porto di Gioia Tauro alla utilizzazione delle risorse, perché si tratta solo di
dare un input e spendere le risorse.
Un’inversione di trend che, anche
qui, bisogna determinare per quanto riguarda la capacità attrattiva
dell’infrastruttura portuale che, in quanto a transhipment, per quanto riguarda la sponda europea, è chiaramente
la più importante del Mediterraneo.
Credo che
questa discussione sia utile e che debba essere un’occasione per riflettere
anche sui limiti, sui punti in modo critico, perché adesso abbiamo un anno
importante davanti - l’ha ricordato prima il vicepresidente Russo - perché
tutta la spesa e le risorse che attraverso i bandi sono state impegnate e messe
a disposizione nei diversi settori, attraverso le diverse misure, adesso devono
essere oggetto di un’accelerazione, ancora più forte, affinché siano sostenuti
sia quei segnali timidi di ripresa (PIL, esportazioni, sistema delle imprese,
occupazioni, eccetera) sia la capacità di rendere irreversibile questi
processi.
Non siamo
in Lombardia, dove c’è una struttura produttiva solida; siamo nella realtà
calabrese che è quella che conosciamo tutti, dove, appunto, quest’inversione di
trend ha bisogno adesso di
consolidare i processi affinché la struttura produttiva possa crescere e stare
nel contesto europeo, nazionale e anche nel contesto globale, con uno sguardo
lungo, non come un fuoco di paglia, ma con una crescita solida e strutturata.
Questo è
il senso della discussione di oggi e del quadro che abbiamo presentato come
Giunta regionale, collocato soprattutto in un percorso, in un progetto di
lavoro, in un processo, per il quale bisogna impegnarsi sempre di più e fare in
modo che il confronto, la discussione possa essere un fattore di
incentivazione, sempre più virtuosa, dell’impegno.
Il resto
sono solo chiacchiere che lasciano il tempo che trovano, che consentono, come
dire!?, di stare una giornata a guardare un video, a leggere un giornale e poi,
naturalmente, come tutti i fuochi di paglia, lasciano solo cenere e non segnano
quella che è la dura realtà, economica e sociale di un territorio. Grazie.
Presidenza del segretario questore Domenico Tallini
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, credo che sia giusto anche che il Consiglio regionale, si stringa,
eventualmente, attorno al Presidente della Giunta regionale nel rapporto col
Governo centrale; mi riferisco anche alla parte finale dell’intervento del
presidente Oliverio.
In questo
sono d’accordo con il presidente Oliverio per chiedere, come Calabria, perché
questi fondi non vengono spesi, perché c’è un rallentamento nella spesa dei
fondi del Piano operativo nazionale sulle infrastrutture e perché il Governo
giallo-verde non dà le risposte adeguate, nonostante, qualche mese fa, ormai
quasi un anno fa, abbia avuto una massa enorme di consensi da parte dei
calabresi.
È quindi
una disattenzione da parte del Governo centrale, ma anche qui, dobbiamo dirlo,
si ferma il nostro accordo con la Giunta regionale, perché, onestamente, dalla
discussione che è venuta fuori oggi, non mi sembra ci sia grande sintonia fra
quello che viene definito il Paese ideale e quello che è il Paese reale.
Il
Vicepresidente della Giunta regionale con la sua relazione, peraltro, ci
riporta i dati in Consiglio regionale con grande ritardo. In quasi tutti i
Consessi del mondo i dati vengono messi a disposizione dei consiglieri
regionali nelle Assemblee almeno 24 ore prima della discussione.
Qui,
invece, ci vengono forniti solo in Aula e solo in un momento in cui
probabilmente è difficile farsi un’idea.
Sarebbe
stato molto più opportuno che questa documentazione, queste fotocopie, che ci
sono state fornite dal Vicepresidente della Giunta regionale, fossero state
recapitate almeno un giorno prima.
Al di là
di questo, è l’ennesima disattenzione nei confronti del Consiglio regionale. Al
di là di questo, ritengo che né le valutazioni del Vicepresidente della Giunta
regionale né le valutazioni del Presidente della Giunta regionale siano
condivisibili.
Mi
dispiace che il Presidente della Giunta regionale vada via, perché a me
interessa il confronto politico. Mi dispiace che abbia altri impegni, ma credo
che il confronto andasse svolto fino in fondo e che il Presidente della Giunta
regionale avrebbe dovuto chiudere il dibattito.
Invece
ritengo che nel dibattito sia mancata una valutazione politica, sia mancato il
sale della politica, così come manca da anni una valutazione seria,
progettuale, con un’anima, di quanto è necessario fare per la Calabria.
Stasera di
turno in Aula c’era un mio amico collega, come avvocato difensore della
maggioranza, della Giunta regionale: il mio amico Giudiceandrea, che ha tentato
una difesa d’ufficio, ma una difesa onestamente insostenibile, cercando di dare
responsabilità alle gestioni del passato.
Le
gestioni del passato se hanno avuto responsabilità sono state bocciate dai
calabresi, non hanno avuto la riconferma della fiducia da parte dei calabresi.
È chiaro che questa è acqua passata.
Oggi,
invece, ragioniamo e discutiamo della programmazione 2007-2013, che viene
attuata, ed è stata attuata, in gran parte, da questa Giunta regionale, e della
programmazione 2014-2020 e i dati, ci dicono, purtroppo, che ci sono
grandissimi ritardi. E se quei ritardi erano stati accumulati nei decenni, beh,
nulla o pochissimo si è fatto per recuperarli!
Credo che
se quei ritardi, ai quali si fa riferimento - ne faceva riferimento il
Vicepresidente della Giunta regionale e, soprattutto, il Presidente della
Giunta - fossero stati realmente considerati da parte di questa Giunta
regionale, in questa Consiliatura, si sarebbe corso per spendere, dare qualità
ed evidenza anche alla spesa dei fondi europei.
Invece al
31 ottobre dello scorso anno avevamo quote di avanzamento in Calabria per il
FESR e per il FSE che erano del 6,16 per cento e dell’1,26 per cento.
Se c’è
qualche “punticino” in più rispetto agli altri, signor Vicepresidente, beh,
sicuramente non è necessario e sufficiente per recuperare il gap che abbiamo nei confronti delle
altre Regioni!
Così come
quasi tutti i progetti. Quasi tutti sono definiti in attuazione e per quasi
nessuno è certificata la spesa; sono questi i documenti ufficiali che abbiamo
reperito, non avendoceli forniti la Giunta regionale. È una gestione
burocratica.
Negli anni
il Presidente della Giunta regionale ha alienato la politica, ha alienato il
Consiglio regionale - mi dispiace che sia andato via e non possa ascoltare gli
interventi -, ha alienato i consiglieri regionali rispetto al progetto.
È di tutta
evidenza quello che sta accadendo e come la Legislatura si stia concludendo!
Basti
guardare i banchi della maggioranza: se contiamo i consiglieri di maggioranza
sono 4, 5, 6, 7… forse c’è il Presidente del Consiglio regionale, che si è
assentato un attimo… c’è veramente un clima da smobilitazione!
Sono
veramente gli ultimi giorni di Sagunto, e questo è dovuto ad un’azione
specifica, condotta dal Presidente della Giunta regionale, che ha alienato la
politica, ha alienato l’entusiasmo dei consiglieri regionali dal progetto
generale di gestione di Governo e ha invece burocratizzato tutte le questioni,
tra cui anche questa.
Il
Vicepresidente della Giunta regionale, da buon tecnico, diceva: “abbiamo messo
fieno in cascina, più 57 milioni di euro nel 2018”. Dobbiamo fare spesa ma non
sappiamo che tipo di spesa e quale qualità di spesa. Abbiamo una crescita del
PIL, l’N+3, onestamente penso siano solo numeri che vengono dati in quest’Aula
e c’è un profondo distacco tra il Paese reale e il Paese ideale, tra la
Calabria reale e la Calabria ideale.
Credo che
non vi rendiate conto di cosa stia accadendo in questa terra, al di fuori del
Palazzo del Consiglio regionale e del Palazzo della Giunta regionale, e del
clima di sfiducia che c’è nei confronti delle Istituzioni, in particolare
dell’Istituzione-Regione.
Signor
Vicepresidente della Giunta regionale, ogni tanto sono in Regione, frequento la
Cittadella, e le posso assicurare che, alle ore 15,00 di un giorno di rientro o
alle ore 12,30 di una qualsiasi mattina, quei corridori di 150 metri sono
completamente vuoti, perché evidentemente non c’è attenzione, non c’è
partecipazione e c’è un clima di sfiducia e di scoramento, anche da parte dei
dirigenti e dei dipendenti della Regione.
Non vedere
questo significa non avere assolutamente una visione reale di quanto stia
accadendo.
Dare i
numeri in questo modo significa non comprendere cosa in questi anni sia
accaduto.
E se sono
stati decenni di ritardi qui ci sono altri 4 anni e mezzo di ulteriori ritardi
e di mancata crescita!
Le
procedure sono lente. Quando un’impresa, un’azienda si trova ad avere a che
fare con la Regione Calabria c’è un clima di sfiducia sempre crescente.
Spesso le
somme vengono erogate in ritardo, le aziende devono anticipare le risorse e non
hanno la possibilità di recuperarle in tempi brevi; segno evidente che le
procedure e la burocrazia rallentano anche i pagamenti.
Se, poi,
andiamo ad evidenziare i vari aspetti anche dei singoli Assi…si può fare
l’esempio dell’agricoltura: tranne le misure che vengono erogate annualmente da
Arcea, le altre misure, la 4.1.1 o il Pacchetto Giovani, sono appena all’inizio
della spesa, e questo significa sviluppo perché è il settore nevralgico
dell’economia calabrese.
Così come
credo - e lo dico con dispiacere, anche con consapevolezza, ma lo dico - non si
può affermare che, nel momento in cui vengono erogate le borse di studio si sia
raggiunto l’obiettivo su 2 miliardi e 300 milioni di euro.
Credo,
signor Vicepresidente, che i risultati debbano essere diversi e che,
soprattutto in questi anni, quel gap,
quei ritardi non siano stati assolutamente recuperati.
Così come
dico con estrema franchezza, lo abbiamo detto più volte e lo voglio ribadire -
mi dispiace che il Presidente della Giunta regionale sia andato via -, che i
processi non si fanno in Consiglio regionale, si fanno altrove, e quindi non ci
interessa quest’aspetto.
Però è di
tutta evidenza che alcune vicende giudiziarie abbiano denotato, in relazione
alla spesa di fondi europei, perlomeno, disordine nelle procedure e nella
impostazione.
Non penso
che la Giunta regionale possa attribuire delle responsabilità esclusivamente
alla parte burocratica della Regione.
Il Presidente poi faceva
riferimento anche ad una presa di posizione di tre capigruppo dell’opposizione
che, nelle ore precedenti all'inizio della seduta di Consiglio regionale, hanno
diramato una nota nella quale esprimono preoccupazione circa la possibilità che
ci siano irregolarità nella spesa e che queste possano generare ritorsioni da
parte della Commissione europea.
Abbiamo diramato questa nota
stampa - il Presidente ha stigmatizzato l'opposizione, per altro gli abbiamo
chiesto delucidazioni che in parte ha fornito, ma non completamente - alla luce
di indiscrezioni che abbiamo raccolto negli uffici della Cittadella regionale.
L'abbiamo fatto con preoccupazione, perché non pensi che noi godiamo del fatto
che la Calabria sia sempre all'attenzione, in negativo, da parte della
Commissione europea o - lo dico sinceramente anche con una punta di ironia -
che utilizziamo questi argomenti per fare campagna elettorale.
La campagna elettorale è già
chiusa di per sé per gli errori che ha commesso il centro-sinistra, per
l’incapacità sua e di questa Giunta regionale di dare le risposte che si
aspettavano i calabresi. È una partita chiusa e lo sapete anche voi o, se non
lo sapete, ancora una volta siete lontani dalla Calabria reale, vivete in una
Calabria ideale.
Ora però, rispetto a quanto
abbiamo dichiarato intorno alle 15, con una nota stampa insieme al collega
Parente e al collega Orsomarso, ne sappiamo di più e abbiamo la copia della
nota che la Commissione Europea ha scritto qualche tempo fa all'ambasciatore
presso la Commissione europea stessa, in riferimento alla domanda di pagamento
intermedio del 21 dicembre 2018 presentata nell'ambito del Programma operativo
Calabria FESR-FSE.
Scrive la Commissione europea –
e, signor Vicepresidente, mi avrebbe fatto piacere se lei avesse informato il
Consiglio regionale che ha citato più volte come soggetto attuatore dei fondi
europei e lo dico a voi, cari colleghi di maggioranza, che non credo siate a
conoscenza di questa nota -: “Le scrivo per informarla che devo effettuare
verifiche supplementari, essendo venuto a conoscenza della possibilità che le
spese contenute nella richiesta di pagamento, il 21 dicembre 2018, siano
connesse a irregolarità con gravi conseguenze finanziarie ai sensi articolo
83”.
Non penso che noi possiamo
differenziare con delle paratie stagne la gestione finale dei fondi POR 2007-2013
con la gestione di programmazione dei fondi 2014-2020, lei sa, perché si occupa
di questo, professore Russo, che sono estremamente interconnessi e le
conseguenze negative della gestione di una fase ricadono sulla gestione dell'altra
fase.
Quindi, non mi convince il
Presidente quando dice che, eventualmente, queste gestioni si riferiscono al
POR 2007-2013, quasi minacciando chi da questi banchi svolge la propria
funzione di consigliere regionale anche in senso ispettivo e di controllo
rispetto all'azione della maggioranza.
Queste presunte irregolarità,
scrive la Commissione europea, sono connesse ad inchieste su alcuni progetti
cofinanziati dal FESR nell'ambito del Programma operativo 2007-2013 e spiega
quanto sta succedendo, indica una serie di misure preventive e correttive e
infine conclude: “la Commissione può avviare, se necessario, una procedura di
sospensione a norma dell'articolo 142 del Regolamento, nel corso della quale le
autorità italiane avranno la possibilità di presentare osservazioni sulle
carenze e le irregolarità individuate dalla Commissione”.
Per cui, come si dice le nostre
parti: “tanto tuonò che piovve”, vale a dire nel momento in cui si diffonde una
voce ed arriva anche ai consiglieri regionali e, poi, si scopre che è reale,
concreta, mi avrebbe fatto piacere, signor Vicepresidente, se lei, nel corso
del dibattito, anziché enumerare una serie di risultati assolutamente non
visibili agli occhi dei calabresi, avesse rappresentato anche questo aspetto,
informando il Consiglio regionale ed esprimendo le giuste preoccupazioni.
Questo non è stato fatto e io
credo che in un dibattito surreale, in un clima surreale con una maggioranza
che non esiste più, con un Presidente che è andato via perché aveva un altro
impegno - mi riesce difficile immaginare quale –, bene, io penso, signor
Vicepresidente, che, veramente, ancora una volta il Consiglio regionale - non
informato su queste vicende - sia stato offeso e mortificato e mi dispiace che
in questa seduta sia stata scritta una delle ultime pagine negative di questa
Legislatura e che, purtroppo, siamo tutti testimoni e tutti consapevoli.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Rinuncio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato, anche se devo dire
che sono un po' adirato per come sono stato trattato, io ed i calabresi che
rappresento. Ringrazio il collega Nicolò, per aver posto l'accento su una cosa
importante. Un ordine del giorno sulla ZES che - presentato insieme ad altri,
tutti discussi e votati - mi era stato chiesto di rinviare per l'assenza del
professore Russo, persona di grande prestigio che ammiro. Ho acconsentito,
nella successiva seduta di Consiglio regionale, in cui il professore Russo era
ancora assente, che fosse ancora rinviato. Oggi non è stato messo in
discussione.
Entrerò nel merito, visto che la
ZES è collegata ai fondi europei: vorrei capire perché rinviare un ordine del
giorno cui forse, magari, viene anche data attuazione, professore Russo.
Con questo ordine del giorno, si
chiede di creare uno sportello fisico a Gioia Tauro, visto che, pregevolmente,
ne è stato fatto uno sul web, con la Suap, dei tre Comuni che possono dare
informazioni. Inoltre, ripeto sempre di valutare l’inserimento nel perimetro
della ZES della zona industriale di Campo Calabro. Non è un’idea peregrina, in
tutte le ZES ci sono le aree industriali dei porti e, poiché Villa San Giovanni
non ha un retroporto, la più prossima è proprio la zona industriale di Campo
Calabro.
Rispetto a questo, devo dire che
il Consiglio e i consiglieri non sono stati solidali nei miei confronti, perché
non ho visto nessuno - tranne l'amico Nicolò che forse l'ha fatto più per stima
personale che per solidarietà - che si sia adirato per questo fatto che io
ritengo grave, per il problema posto e perché mi è stato negato.
Detto questo, passo alla
valutazione, professore. Ho visto il suo lavoro che c'è stato consegnato 20
secondi prima dell'inizio della seduta di Consiglio regionale. Io sono bravo,
ho un’elevata autostima, però devo dire che in 20 secondi non è possibile
verificare nessuno di questi dati. Ma io mi fido del professore Russo e gli
chiederò, magari, di splittarmeli voce per voce per capire, lì dove la spesa è
già stata certificata, quali sono state le spese effettuate.
Tra i vari temi quello che mi
tocca di più – professore, glielo dico con grande sincerità - è la messa in
sicurezza di tutte le scuole calabresi; se lei mi garantisce che noi la
finanziamo entro il 2023, io sarò il primo a sostenerla in qualsiasi esecutivo
o ovunque vorrà candidarsi. Perché la sicurezza dei nostri ragazzi, è quello
che vogliamo. Ho sentito, addirittura, di un 50 per cento di scuole già
finanziate. Se è così, faccio un plauso a lei ed alla Giunta.
Rispetto alla mobilità devo dire
che ho visto un'accelerazione, soprattutto nell’elettrificazione della rete
ionica, mi riferisco alla Sibari-Catanzaro. Però, proprio oggi ho presentato
un'interrogazione, perché non vorrei che fra i calabresi, già “figli di un Dio
minore”, ci fossero “figli di un Dio minore-minore” perché nella parte più a
sud della Calabria - è vero che il sud è il punto cardinale peggiore, perché
l'economia povera è sempre al sud, non so perché, consigliere Nicolò -, da
Catanzaro a Melito, non abbiamo più notizie dell'elettrificazione. Non avrebbe
senso farla fino a Catanzaro, a meno che non abbiate pensato di usare treni
combinati sia elettrici che a gasolio, perché è l'unica soluzione se rimane
così la linea ferrata. Il professore Musmanno è un grande esperto, gli devo
dire grazie, devo riconoscere che si è impegnato, anche su mia sollecitazione,
rispetto ad alcune fermate di Trenitalia ridicole. Una per tutte quella di
Gioia Tauro, non vogliono accordare una fermata a due intercity che vengono
dalla Sicilia per 4 minuti di ritardo, professore Russo, su una traccia di 7
ore.
Così come il raddoppio della
linea ferrata in alcuni tratti, dov'è possibile. A meno che non si voglia dare
una visione diversa della mobilità in provincia di Reggio e nella parte ionica
e allora tanto vale dire: “va bene, togliamo il ferrato perché è inutile con
quei treni a gasolio”. Poi chiederò al professore Musmanno di chiedere a
Trenitalia quali sono i dati dei viaggiatori nella tratta ionica. Ho letto la
dichiarazione di un economista che ha proposto di togliere completamente la
ferrovia e dare spazio al mare, così, magari, potrebbe avere giovamento il
turismo.
Rispetto alle metropolitane,
assessore Russo, avevo sentito che a Catanzaro i lavori stavano procedendo
velocemente, ma poi, proprio l'altro giorno, ho visto una protesta degli operai
della Vianini per un Protocollo. Quindi, magari, velocemente rispetto agli
adempimenti della Regione, ma i lavori sono bloccati. Ho fatto come Marzullo,
ho fatto una domanda e mi sono dato pure la risposta.
Rispetto ad un'altra linea
importante, la Cosenza-Catanzaro, ho appreso, per le vie brevi, sullo
scartamento ridotto gestito dalle Ferrovie della Calabria, assessore Musmanno,
che sembra che le gare siano in via di espletamento. Questo è un fatto
importante che può collegare le due città principali, le due università e i due
poli sanitari. Quindi, a breve, 53 milioni potranno andare a rimodernare e
velocizzare la Cosenza-Catanzaro.
Molti calabresi non sanno che le
due metropolitane di Cosenza e Catanzaro saranno fatte a scartamento ridotto e,
quindi, si potranno collegare per avere un grande collegamento ferroviario che
potrà agevolare la mobilità dei cittadini calabresi.
Vedo l’assessore Robbe che è
sempre molto disponibile e presente, così come vedo finalmente anche i
dirigenti in Aula, non so se li avete convocati o sono venuti di loro
iniziativa. È bene che la burocrazia apicale segua i lavori del Consiglio e
delle Commissioni, che, invece, spesso disertano e questo rallenta un po' il
lavoro dei consiglieri regionali.
Il welfare è un altro settore
importantissimo - ho letto negli ultimi giorni anche, credo, qualcosa del
collega Gallo in cui sollevava dei dubbi sul lavoro - e mi farebbe piacere se
dedicassimo una seduta per capire lo stato di attuazione e, anche, se sono vere
le notizie allarmistiche che leggiamo nel web che dicono che un sacco di soldi
- io credo, però, che sia impossibile - dedicati ai nostri bambini, ai nostri
ragazzi speciali, alle disabilità, non vengono utilizzati.
Stiamo facendo un grande lavoro
con il presidente Mirabello, in Commissione, per portare finalmente alla luce
una legge sull'autismo, una legge sulla dislessia.
L'altro giorno mi sono
interessato ad un caso a Gioiosa Ionica: una ragazza di scuola media inferiore
– credo - non poteva frequentare perché non c'era l'insegnante adatto a
sostenerla in Aula. Credo che il Comune e l’Asp abbiano risolto, quindi questo
è un plauso.
Ci sono tanti casi come questo e
voi lo sapete meglio di me perché siete il punto d’arrivo delle sofferenze di
questa gente, arrivano tutte in Assessorato.
La stampa fuori diceva “ma la
Legislatura sta terminando”, sì, a novembre finisce, ma ho detto che, se in
questi mesi ci dedichiamo e acceleriamo, anche, sulle cose dette in Aula dal
professore Russo, riusciamo a portare a termine qualcosa.
Io sono sempre dell’idea che il
mandato popolare debba essere rispettato fino a fine legislatura, ma se invece
si pensa che sia finito, possiamo dare mandato agli elettori per scegliere
subito il futuro governo della Calabria. Questo lo dovete decidere più voi che
noi.
Vedo, comunque, che avete
entusiasmo, se oggi venite in Aula a rivendicare un lavoro prezioso - non vedo
più il collega Aieta che era trionfante rispetto ai fondi che sono stati spesi
e al lavoro che è stato fatto in questi anni. E proprio rispetto a questi
virtuosismi, a questa brillantezza, mi aspetto - conoscendo anche la grande
professionalità e l'onestà intellettuale del professore Russo - di avere, nei
prossimi giorni, questo lavoro in maniera più dettagliata - così come, e devo
ringraziarlo, me l'ha fatto avere per la ZES. Ho avuto sempre dal professore
massima collaborazione quando ho effettuato delle richieste.
L'auspicio è, in questi pochi
mesi che ci rimangono da qui a fine legislatura, di accelerare al massimo per
poter dare un po' di sollievo ai cittadini calabresi.
Mi voglio soffermare un attimo
sulla sanità. Le cose che abbiamo visto nel servizio delle “Iene” giorni
addietro, le diciamo tutti i giorni, ma nessuno però ha detto o dato grandi
colpe.
L’ho detto pubblicamente - voi
dei mass media me ne dovete dare atto -, anche qui in Consiglio, che i
burocrati, specialmente i direttori generali, che governano la sanità devono
pagare, così come pagano i politici se sbagliano.
I direttori generali - colleghi
consiglieri che siete rimasti in Aula, gli “ultimi mohicani” - sono stati
nominati dalla Giunta regionale. Qualcuno bravo, qualcuno meno bravo, però,
quando si sbagliano le nomine, si può sempre tornare indietro e rivederle.
Però nessuno ha detto che questa
sanità, negli ultimi tre anni, è stata commissariata da tecnocrati e burocrati
mandati da Roma. Uno su tutti l’ingegnere Scura, persona di altissimo profilo,
che, però, per quanto mi riguarda, per l'esperienza politica che ho avuto, non
è riuscito a interloquire con il territorio, a comprenderne le problematiche.
L'abbiamo invitato negli ospedali, a vedere Locri, la cui situazione non è una
novità. Abbiamo fatto una battaglia su questo.
Dopodomani ho preso appuntamento
con il direttore sanitario del “Tiberio Evoli” di Melito, è ancora peggio! Se
andavano a Melito a fare quel servizio, trovavano di peggio! Dei locali
fatiscenti che stanno cadendo.
La Casa della salute di Siderno,
proprio oggi ho presentato un'interrogazione, c'erano 9.700.000, che fine hanno
fatto? E i soldi della Casa della salute di Scilla?
Vorrei sapere, visto che avete
nominato un nuovo direttore generale al GOM - se esiste, perché ancora non lo
so -, a parte qualche visita istituzionale che ha fatto ed era giusto che
facesse, quali sono le sue intenzioni? Chiedeteglielo: “Ti abbiamo nominato,
dicci che idea hai per governare questa sanità!”
Tutte le colpe non le do alla
politica, qualcuno dovrebbe interrogare i commissari.
Sui tagli ai privati, ad esempio,
bisogna capire se ha un senso farli così in maniera orizzontale. Dico: ben
venga il pubblico rispetto al privato, però dobbiamo metterlo in condizione di
essere competitivo. Perché se oggi tagliamo completamente le strutture private
di Reggio Calabria che sono quelle che hanno garantito un buon servizio alla
sanità - ho visto tanti cittadini durante le proteste, andare a manifestare a
favore di queste strutture per evitarne la chiusura, collega Nicolò, vedo anche
il consigliere Parente in Aula -, vorrei domandare al direttore generale del
GOM, come farà a sostenere, ad esempio, il servizio di analisi. Domani
presenterò un'interrogazione in questo senso.
Chiudo dicendo che, per la prima
volta, in questo Consiglio regionale mi sono sentito umiliato. Non come
persona, ma per una legittima richiesta che avevo fatto, mi era stata accordata
e che adesso mi viene negata. Comunque, anche parlare davanti ad otto persone
non è neanche bello.
L’altra volta ho parlato alla sedia perché pensavo che
l’assessore Russo non ci fosse, invece era amabilmente dietro di me; questa
volta alcuni colleghi ci sono.
Se ci saranno altre sedute, magari cercherò di
intervenire prima – collega Gallo – così potrò avere l'ascolto di tutti i
colleghi presenti e anche dei direttori generali apicali che, finalmente e
amabilmente, sono presenti in Aula. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha
facoltà.
Presidente, onorevoli colleghi, non era mia intenzione
intervenire per le motivazioni che espressi nella mozione d'ordine rivolta al
Consiglio regionale e all'autorevolezza nella sua essenza di decidere ma, come
diceva il collega Pedà, una volta incardinato il processo rispetto ad un ordine
del giorno, de plano, si poteva
procedere senza prevedere altri passaggi.
Ci lamentiamo dei processi di burocratizzazione, ma anche
la politica cerca di burocratizzare.
Le cose sono semplici e le facciamo complesse; sono
semplici e creiamo disagi e difficoltà, ma quell'ordine del giorno poteva
essere inserito d’ufficio, tra virgolette, de
plano, in seduta di Consiglio regionale, anche perché era stato
incardinato, discusso e si attendeva l’autorevole presenza dell'assessore;
quindi, non vedo il motivo per il quale bisogna creare disagi e difficoltà
nelle cose semplici.
Entrando nel merito della discussione e per le cose che
ho detto - parliamo ai banchi! Il capogruppo Romeo sta lasciando l'Aula - il
Presidente della Giunta regionale avrebbe dovuto concludere i lavori dopo aver
ascoltato tutti gli interventi e, quindi, delucidarci rispetto a conclusioni di
un certo respiro politico; invece si è limitato, in modo auto referenziale, ad
effettuare il cosiddetto “tagliando”, abbiamo fatto questo, questo, questo e
faremo quest'altro, quest'altro e quest'altro, in un contesto dove la crisi
langue ed è palpabile ed evidente in tutte le articolazioni.
Si parla dell'agricoltura, ma ci sono atti e attività e
la politica non si caratterizza per i “bla, bla, bla, bla”, ma attraverso un
tracciato che si riscontra, perché gli atti si riscontrano attraverso il lavoro
che si svolge, la produzione: proposte di legge, interrogazioni, interpellanze.
Come diceva bene il collega Pedà, sulla questione di Locri in senso lato
abbiamo prodotto una serie di iniziative che oggi vengono rappresentate
plasticamente dalle televisioni e sono state sottoposte a quest'Aula mediante
interrogazioni a firma del sottoscritto e dei colleghi rispetto alla chiusura
del Pronto soccorso. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire o cieco
che non vuol vedere, perché il nostro lavoro lo facciamo, ma non vuole essere
recepito da una parte politica presuntuosa.
Non è vero che oggi si compatta. Non vedo questa compattezza.
Ci sono defezioni. Una parte politica è già implosa già nel mese di giugno,
quanto dissi in quest’Aula che era meglio ricorrere alle elezioni, e andare
alle urne anticipatamente, sarebbe stato auspicabile nell'interesse e per il
bene dei calabresi.
Oggi ci ritroviamo un pezzo di questa maggioranza che non
esiste più, capitanata dal consigliere Scalzo, seguito dai colleghi componenti
dell'ufficio di Presidenza, Neri e Sergio, che hanno aderito, tra virgolette,
verso altri lidi, apprezzando un progetto politico e, naturalmente, prendendo
atto del fallimento certificato; altro che certificazione della spesa, collega
Gallo.
Qui c'è la certificazione del fallimento che avete
riconosciuto.
Faccio i miei complimenti al collega Sergio che, insieme
ai colleghi Neri e Scalzo, quantomeno, ha avuto il coraggio di conoscere e
riconoscere le pecche di questa maggioranza, che sono evidenti anche qui con
un’Aula di Consiglio regionale vuota.
Vero è che l’Aula è maestosa, prima ospitava 50
consiglieri regionali, poi 40, oggi 30, però, in un dibattito così importante e
voluto e, come diceva il collega Orsomarso, a scadenza trimestrale, sarebbe
stato auspicabile affrontare una discussione seria, invece non è stato così.
Lei ha fatto il suo dovere, Presidente, esercitando il
suo ruolo per un atto dovuto da questo governo regionale in Aula; tuttavia ai
consiglieri regionali non viene data la possibilità di lavorare perché
rispettare la dignità, lo status e il
ruolo del consigliere regionale, significa metterlo nelle condizioni di entrare
nei processi organizzativi e decisionali e non arrivare così, all'ultimo
momento; non voglio pensare che ci sia un’azione dolosa, politicamente
parlando, non mettere nelle condizioni di potersi esprimere e, come diceva il
collega Orsomarso, ci sono aspetti che afferiscono al tecnicismo, che hanno
bisogno di una comprensione e, quindi, di una lavorazione, anche attraverso
confronti e studi particolari; invece, per quanto possa essere apprezzabile la
mera elencazione di dati tecnici che ci veniva distribuita mentre l’assessore
relazionava, a questa Giunta regionale manca l’animus politico che ha creato la scollatura con la maggioranza per
l'implosione di cui parlavo, di non voler prendere atto.
Mentre l'assessore relazionava, ci veniva distribuito il
documento che, al proprio interno annovera una serie di dati, consentendoci
anche di avere una relazione specifica supportata dal report, di capire e di entrare nel merito, di vedere le
certificazioni e cosa è stato è stato fatto; parliamo sempre di 10, 15, 20, 25
anni, ma dobbiamo parlare di quello che è stato fatto e cosa si dovrà fare.
Cose che avremmo potuto comprendere attentamente, venendo
qui preparati e facendo anche noi la nostra parte, non autoreferenziale ma dare
quel contributo che sarebbe stato auspicabile.
Già nel mese di agosto c’erano degli allarmismi;
disimpegno dei finanziamenti per mancanza degli obiettivi e ritardi nella
rendicontazione della spesa, sono il capestro da cui la Regione deve
svincolarsi per evitare il tracollo del Programma Operativo Regionale 2014-2020
dal Fondo Sociale Europeo.
I dati resi noti in data 24 agosto, da un'inchiesta del
quotidiano Il Sole 24 Ore, che ha fatto un report,
non lasciavano dubbi sull'effettivo pericolo della restituzione dei Fondi; quindi,
già c’era un allarmismo rispetto alla restituzione dei Fondi.
Vorrei sapere quanti soldi sono stati restituiti per
incapacità di spesa; lasciamo perdere, poi, le responsabilità e le
corresponsabilità.
Non ho potuto fare questo studio a causa, tra virgolette,
degli strumenti che ci mancano, ma già il quotidiano Il Sole 24 Ore diceva che
non vi erano dubbi rispetto all'effettivo pericolo della restituzione
all'Europa dei Fondi destinati alle Politiche sociali.
Un dato, peraltro comune, anche ad altre Regioni – amara
consolazione – del Mezzogiorno, ma la preoccupazione riguardava la Calabria,
chiamata a salvaguardare 339 milioni di euro previsti dal Programma Operativo
Regionale, Fondo Sociale Europeo; una cifra cospicua che, all'epoca – si diceva
– renderebbe certamente meno problematica l'operatività degli Enti locali e del
privato sociale convenzionato che, spesso, in questi mesi aveva denunciato i
ritardi nei pagamenti delle rette a sostegno delle attività in favore dei
concittadini a forte disagio sociale.
Oggi, a fronte di una notizia, addirittura, di perdita di
Fondi per un versante fragile e meritevole di grande attenzione, noi parliamo
con toni trionfalistici e autoreferenziali in quest’Aula.
Rispetto a queste previsioni, rispetto a quanto è accaduto
e a quanto pubblicato dalle testate giornalistiche, parliamo e ci riempiamo la
bocca dicendo che la Calabria è in netta ripresa, una netta ripresa riscontrata
da chissà quale osservatorio.
Questo non lo vediamo perché frequentiamo i territori, cari
assessori, e, in occasione del bilancio, sottoposi per l'ennesima volta
all'attenzione, quindi, rispetto ai profili di legittimità – lo dico alla
stampa – c'erano tutte le condizioni perché quelle proposte furono presentate a
Catanzaro e provenivano da amministratori, consiglieri comunali, assessori e
Sindaci che non trovano ascolto da questa Giunta regionale, preparata e ricca
di competenze e di eccellenze, ma che manca di quell’animus politico rispetto alle problematiche e alle criticità che
sono state affrontate oggi nel dibattito: edilizia scolastica e sportiva,
infrastrutture, interventi strutturali che pur servirebbero per il rilancio dei
territori, ma parliamo di interventi di manutenzione, onorevoli colleghi, che i
Comuni non possono affrontare, perché sappiamo quali sono i Fondi e le risorse
dei piccoli Comuni anche medi che non possono affrontare questioni
emergenziali, non progettuali.
Facciamo discorsi megagalattici che ben ci stanno.
Seguirò attentamente, attraverso il Sindacato ispettivo,
tutta l'azione rispetto alla programmazione e al governo di questa Giunta
regionale ma quello che è stato fatto, collega Romeo, non ci lascia ben
sperare, perché se gli assessori non hanno un riferimento, l'ascolto viene meno
e vengono da noi a dirci che le scuole sono ridotte al limite della
praticabilità, che servono interventi di manutenzione che loro non possono
garantire e che chiedono, peraltro, presentandoli ai vostri uffici attraverso
quegli emendamenti che, sotto il profilo della legittimità erano ammissibili,
perché l’istruttoria li ha dichiarati tali; non faccio strumentalizzazioni.
Di che cosa stiamo parlando? Di che cosa stiamo
discutendo? Di che cosa si vuole ragionare se si apre un dibattito che oggi è
stato un fallimento, a meno che non si voglia dire che abbiamo fatto un’altra
seduta di Consiglio regionale? Benissimo! Di che cosa?
Per prendere atto di quello che c'è stato; tanto non voteremo
nulla, ognuno esprimerà ed ha espresso il suo pensiero.
Il Presidente è andato via, ha fatto il suo intervento da
consigliere regionale, probabilmente, avrà risposto a qualche suo collega nella
veste di consigliere regionale, ma oggi riscontro che il Consiglio regionale
avrebbe dovuto discutere – condivido col collega Orsomarso – perché su questi
argomenti bisogna accendere i riflettori, quindi, alzare l'asticella e non
abbassare il profilo.
Periodicamente, assessore, bisogna affrontare discussioni
in quest’Aula e consentire – lo ribadisco e lo dico per una questione di metodo
– di lavorare nel merito e di poter fare il nostro lavoro, perché non siamo qui
per prendere in giro i calabresi.
Andate a vedere – diceva bene il collega Pedà – abbiamo
parlato di tutto.
Presidente Irto, lei ha le interrogazioni agli atti, c'è
tutto il sindacato ispettivo che ci ha messi in condizione di svolgere il
nostro lavoro per una questione di competenza rispetto al mandato affidatoci
dal corpo elettorale, che voi non ci consentite di fare come vorremmo.
Cedo la parola, per replica, al vicepresidente Russo.
Prego.
A
differenza del mio intervento iniziale, per il quale ho impiegato molto tempo,
adesso spenderò solo qualche minuto per chiudere le considerazioni fatte e
riflettere, in qualche modo, sull’interessante e ricco dibattito che c’è stato
fino ad ora.
Riesco
solo a prendere qualcuno degli spunti, delle riflessioni esposte. Credo che il
dibattito sia stato particolarmente importante e qualificato.
Una prima
nota la esprimo velocemente sui dati. I dati che abbiamo fornito oggi - questo
lo vorrei sottolineare - arrivano al 31 gennaio 2019 e alcuni di questi,
sostanzialmente, anche al 24 febbraio. Quindi sono dati aggiornati.
La mia
preoccupazione è stata quella di offrire il dato quanto più possibile
aggiornato. Quindi, dato aggiornato, di fatto, a ieri sera. Questa mattina,
infatti, sono stati ulteriormente specificati per offrire all’Aula, ripeto, il
dato più avanzato che in assoluto si potesse fornire.
Proprio
per questo è in corso il terzo livello e l’avevo accennato prima.
Non solo
il singolo dato può essere accessibile da tutti, ma le aggregazioni dei dati
possono e saranno forniti a tutti, cioè chiunque può intervenire sul dato.
Penso alla
fatica, quasi manuale, che abbiamo dovuto fare per ricostruire fogli excel, per fare sommatorie, eccetera,
per arrivare a quelle Tabelle sintetiche di oggi, proprio con il nuovo
programma che stiamo realizzando con il nuovo concessionario, quello che ho
chiamato “cruscotto”; questo dato, che in questo momento deriva dallo sforzo di
10 persone, dall’assistenza tecnica, dal dipartimento, eccetera, per produrre
queste 10 Tabelle, sarà realizzato con un solo click e chiunque acceda al proprio pc potrà avere tutti i dati, con
tutta la programmazione, con l’avanzamento, a prescindere dalle richieste che
vengono fatte alla Giunta regionale, al Presidente della Giunta regionale o a
chiunque altro.
Tutte le
Tabelle di oggi saranno disponibili, in tempo reale, per chiunque voglia
visionarle.
Secondo
tema, che mi sembra particolarmente importante, è quello del livello di
controllo. Si è detto varie volte, varie volte è stato richiamato. Vorrei
ricordare una cosa che ho detto.
Si è
parlato del POR 2007-2013. L’operazione che sta attuando la Calabria è
d’innalzare il livello di controllo su tutto il POR 2014-2020 e su tutti i
programmi, che non sono POR ma sono FSC e PAC, e che, quindi, avrebbero
controlli e richieste dallo Stato italiano.
Abbiamo
alzato l’asticella per tutti i Programmi. Quindi, tutti i Programmi viaggiano
con i controlli di primo livello, fino al POR. Poi ci saranno anche quelli di
secondo livello. Tutta la spesa in Calabria ha, perciò, un’asticella alzata.
Altro tema
- lo volevo accennare -, che era quello di cui parlava il consigliere
Orsomarso, riguarda il 20 per cento delle imprese che fanno export, che hanno avuto supporto dalla Calabria.
Il numero
che abbiamo noi è differente, perché - l’ho detto e lo ripeto, lo rivendico e
lo sottolineo - tutto il credito d’imposta è supportato dalla Regione Calabria.
Non è che
se l’impresa dice: “ho partecipato ad un bando, ho vinto il bando… la Regione
Calabria mi ha dato soldi”. Se l’impresa, nella propria dichiarazione dei
redditi, utilizza il credito d’imposta, in quello stesso momento sta
utilizzando i soldi della Regione Calabria. Quindi, chiunque fa ricorso al
credito d’imposta sta utilizzando soldi della Regione.
Vorrei
capire se l’80 per cento delle imprese, cui si riferiva il consigliere
Orsomarso, ha fatto ricorso al credito d’imposta o no.
Allora,
vediamo in dichiarazione dei redditi e verifichiamo se c’è o no il credito
d’imposta, dato che la Regione Calabria è prima per utilizzo del credito
d’imposta in Italia.
Ultima
annotazione - sarò velocissimo anche su questo. L’ho detto, l’ho sostenuto: c’è
una necessità di ricerca formidabile!
C’è una
necessità proprio per non voler fare il “trionfalismo”… ma quando mai! Lo dico
da umile ricercatore!
L’impegno
che tutti quanti dobbiamo mettere serve a capire come e perché si stanno
facendo queste cose. Proprio perché credo, e l’abbiamo detto, che il 2019
dev’essere una grande occasione per il Consiglio regionale per mettere sul
tavolo i punti-cardine della prossima programmazione.
Questo
dev’essere il tema. Perché la prossima programmazione può essere un grande risultato
per tutti, se si definiscono i punti-cardine in Consiglio regionale.
È chiaro
che richiamo quanto detto dal presidente Oliverio: il POR non può essere
decisivo per il salto della Calabria.
Ricordo un
solo numero: la Germania ha investito nelle Regioni dell’Est, ogni anno, per 15
anni di seguito, 100 miliardi di euro l’anno. 100 miliardi l’anno!
Noi stiamo
parlando di un POR che complessivamente vale 2 miliardi in 7 anni. Questo è il
problema: 2 miliardi in 7 anni!
Allora, 2
miliardi in 7 anni possono modificare il trend
ma la modificazione forte c’è se c’è un Governo nazionale che investe 2
miliardi l’anno in Calabria. L’anno!
Altra
nota, e voglio richiamare quello che diceva il consigliere Pedà, su due temi. Uno
è il tema della verifica in tutte le zone industriali della Calabria, quindi,
non soltanto la zona di Campo Calabro, sulla capacità di essere attrattivi per
i fondi ZES. Dico solo questo e ci ritorneremo quando avremo tempo e modo.
Abbiamo un
indicatore molto forte: la Calabria è l’unica Regione d’Italia - l’unica
Regione d’Italia! - che ha fatto ripartire la legge numero 181 del 1989. È troppo
tardi, non possiamo aprire la discussione sul tema, finisco qua.
La Legge
181 parte solo in Calabria e sarà l’elemento caratterizzante per capire dove
dobbiamo ampliare le ZES.
Se avremo
domande in virtù della Legge 181 sarà la prova provata che dovremo ampliare la
ZES; se non avremo domande vorrà dire che la ZES non si dovrà ampliare. Ultimo
punto: ferrovia ionica, e finisco.
Siamo
andati molto più avanti di quanto abbiamo siglato con il ministro Delrio. Con
il ministro Delrio abbiamo siglato che entro il 2021 si rifaranno tutti gli
Assi. A partire dal 2021 si farebbe l’elettrificazione.
Ripeto:
gli impegni sono fino al 2021. Siamo, praticamente, con 3 anni di anticipo
rispetto a questi impegni. Tre anni di anticipo!
Chiunque
oggi percorra la SS 106 a Catanzaro Lido, con direzione Nord, vede già tutta la
palificata pronta da Catanzaro Lido verso Nord. Cioè cose che avremmo dovuto
vedere nel 2022!
Lo dico
con orgoglio questo. La ferrovia ionica sembrava uno slogan di cui si parlava da 150 anni, da Cavour… nessuno ci ha
speso sopra 1 euro!
Credo che
l’amministrazione Oliverio ed il Consiglio regionale abbiano ribaltato il
tavolo. Se c’è una cosa dove proprio si vede in maniera plastica che il tavolo
è ribaltato è la ferrovia ionica. Questo significa che lo sforzo è forte, lo
sarà e lo sarà ancora di più.
Grazie. Avendo esauriti i
punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 20,04
Ha chiesto congedo: Bevacqua, Guccione, Neri,
Romeo, Salerno, Scalzo, Rizzo
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di legge di iniziativa del consigliere regionale:
Greco – “Riordino dell’Organizzazione turistica
regionale” (PL n° 412/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 56 del 15 febbraio
2019, recante: 'Legge regionale n. 24 del 16.5.2013. Ente per i Parchi Marini
Regionali. Adozione regolamento di contabilità armonizzata dell’Ente'
(PARERE N. 49/10^)
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
La quarta Commissione, con nota prot. n. 5764
del 20.2.2019, ha comunicato che nella seduta del 19 febbraio 2019 ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 6 del 10 gennaio
2019, recante: 'Aggiornamento Quadro Conoscitivo del Quadro Territoriale
Regionale a valenza Paesaggistica (QTRP)'
(PARERE N. 47)
Il Consigliere regionale Pedà, con nota del
18.2.2019, ha comunicato di rinunciare all’interrogazione a risposta scritta n.
430 del 24 gennaio 2019 avente ad oggetto: 'Dissesto idrogeologico in
territorio di Sant’Anna di Seminara' in quanto superata.
La Giunta regionale, con nota prot. n. 68193
del 18.2.2019, ha trasmesso la deliberazione n. 64 del 15 febbraio 2019,
recante: 'Legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 – art. 4 – Fondo unico per la
cultura. Programma annuale 2019. Approvazione'.
La Giunta regionale, con nota prot. n. 72060
del 20.2.2019, ha trasmesso la deliberazione n. 65 del 15 febbraio 2019,
recante: 'Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali. Estensione validità del
programma anno 2017 all’anno 2019'.
In data 19 febbraio 2019, il Presidente della
Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo
stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 26 del 20 febbraio 2019:
Regolamento regionale n. 3 del 19 febbraio
2019, concernente: 'Regolamento di Organizzazione delle Strutture della Giunta
regionale'.
In data 21 febbraio 2019, il Vice Presidente
della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che
lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 28 del 22 febbraio 2019:
Regolamento regionale n. 4 del 21 febbraio
2019, concernente: 'Modifica al Regolamento regionale n. 14, recante la
disciplina delle strutture ausiliarie, del 10 agosto 2017 e s.m. ed i.'
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2019-2021:
Deliberazione Giunta regionale n. 58 del
15.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 59 del
15.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 60 del
15.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 66 del
15.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 71 del
19.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 72 del
19.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 73 del
19.2.2019
Scalzo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
le vicende relative al sistema aeroportuale
calabrese e, segnatamente, della società Sacal, che gestisce lo scalo
internazionale di Lamezia Terme e quelli di Reggio Calabria e Crotone,
continuano a essere al centro dell'interesse e dell'attenzione dell'opinione
pubblica, considerato il valore strategico di tali infrastrutture per le
prospettive di sviluppo futuro della regione e per la garanzia del diritto alla
mobilità dei cittadini calabresi;
- nell'esercizio delle funzioni di sindacato
ispettivo proprie del Consiglio regionale della Calabria, appare importante avere
contezza dell'allocazione delle risorse finanziarie messe a disposizione degli
aeroporti calabresi e, soprattutto, degli investimenti a garanzia della
crescita dello scalo di Lamezia, che secondo le previsioni continuerà a
incrementare la propria fetta di mercato, riguardo sia al numero di passeggeri,
sia a quello di aeromobili movimentati, sia alla quantità delle merci;
- al fine di sostenere e supportare tali previsioni di crescita è di
ogni evidenza la necessità di assicurare l'implementazione delle infrastrutture
esistenti a Lamezia. Osservato che: - in un recente incontro pubblico, l'ing.
Manlio Guadagnuolo, già rappresentante del Comune di Lamezia Terme presso il
Consiglio di Amministrazione della Sacal, secondo quanto riferito da fonti di
stampa, risulta aver dichiarato: "Sono arrivato in Sacal che aveva debiti
e l'ho lasciato con 50 mila euro di attivo. Abbiamo lavorato ai piani
industriali per Lamezia, Reggio e Crotone con un investimento di 51 milioni di
euro, ma ad oggi non si sa che fine hanno fatto i piani industriali e le
risorse messe in campo. Siamo ancora al progetto preliminare. E non si sa come
sono state utilizzate le risorse destinate a mettere in sicurezza sismica lo
scalo". Parimenti non si conoscono le ragioni per le quali "non sono
stati portati a termine i piani occupazionali e quelli a tempo
indeterminato". - Da parte dello stesso ing. Guadagnolo è sollecitata la
costituzione, da parte del Governo nazionale e del ministro delle
infrastrutture On. Danilo Toninelli, di una commissione d'indagine per
l'Aeroporto di Lamezia e per la società Sacal Ground Handling S.p.A. Rilevato
che: - Le dichiarazioni dell'ing. Guadagnolo hanno destato notevole scalpore e
avviato un dibattito pubblico nel quale non sono mancati gli accenti di
oggettiva preoccupazione in ordine alla sorte dei 51 milioni di euro per i
piani industriali dei tre aeroporti, che a tutt'oggi risultano sconosciuti non
soltanto all'opinione pubblica ma anche agli stessi Consiglieri regionali della
Calabria. Appare perciò indifferibile e urgente che il Governo regionale faccia
chiarezza sull'allocazione di tali risorse, sui criteri di ripartizione delle
stesse tra i tre aeroporti calabresi, sui contenuti dei piani industriali,
sulle prospettive occupazionali, sui tempi di risoluzione dell'annosa vicenda
dei lavoratori precari e sul futuro operativo degli scali di Lamezia, Reggio e
Crotone. Considerato che: - è opportuno conoscere i tempi e le modalità di
approvazione dei piani industriali dei tre aeroporti calabresi, rendendone note
le modalità di ripartizione e le finalità dei 51 milioni di euro -:
quali iniziative intende intraprendere a tal
fine.
(435; 13/02/2019)
Nicolò - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Società Risorse Idriche Calabresi s.p.a. —
So.Ri.Cal. è la società mista a prevalente capitale pubblico regionale a cui è
stata affidata la gestione, il completamento, l'ammodernamento e l'ampliamento
degli schemi idrici di grande adduzione, accumulo e potabilizzazione trasferiti
alla Regione Calabria dalla disciolta Cassa per il Mezzogiorno ex art. 6 L. n.
183/1976;
Considerato che:la società in questione avrebbe
già assunto 35 unità, alle quali se ne dovrebbero aggiungere ulteriori 20;
rilevato che:le assunzioni sono state espletate solo per mezzo di
colloquio -:
le procedure adottate per il reclutamento del
personale.
(436; 14/02/2019)
Guccione - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nella consultazione popolare del giugno 2011,
il 54% degli elettori ha votato contro la privatizzazione del sistema idrico,
sancendo che in Italia l’acqua è un bene pubblico;
la società Sorical Spa è stata messa in
liquidazione nel 2012. La quota di partecipazione della Regione Calabria è del
53,50%, quella di Acque di Calabria S.p.A. è del 46,50%;
in una recente conferenza stampa, il dg della
Presidenza della Regione Domenico Pallaria, dopo sette anni dalla messa in
liquidazione della Sorical Spa, ha affermato che: “il percorso che stiamo
cercando di perseguire è questo: la Sorical è una società mista, il socio
privato ha manifestato l'intenzione di uscire dalla Spa e ora abbiamo trovato
una soluzione e probabilmente entro fine marzo il socio privato uscirà, la
Sorical diventerà totalmente pubblica”;
il Presidente della Regione Calabria, su mia
richiesta, da oltre un anno si era impegnato a discutere della vicenda Sorical
Spa con una sua informativa riguardante il futuro del sistema idrico calabrese.
È da chiarire lo stato dei rapporti tra la Regione e il socio privato di
Sorical. Ad oggi ciò non è avvenuto;
è arrivato il momento che il Consiglio regionale discuta del futuro del
sistema idrico calabrese, affrontando tutte le questioni rimaste in sospeso e
le soluzioni che potranno garantire una gestione del servizio idrico efficiente
e pubblico -:
quali iniziative urgenti intende adottare per
chiudere la vicenda della liquidazione della società Sorical Spa, evitando
quello che è accaduto in passato dove i profitti restano in capo ai privati a
discapito del pubblico che si trova a pagare le relative perdite. È necessario
mettere in atto un'operazione di trasparenza attraverso una relazione
dettagliata che parta dalla sua costituzione alla messa in liquidazione. Si
faccia luce, soprattutto, sulla gestione degli anni in cui la società Sorical
Spa è stata messa in liquidazione per capire se siano state violate le norme in
termini di assunzioni, promozioni di personale e se gli atti amministrativi
compiuti siano conformi alla normativa per quanto riguarda le aziende pubbliche
e/o private poste appunto in liquidazione.
(437; 18/02/2019)
Bova - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in data 10/01/2019 la Giunta Regionale prendeva
atto della volontà del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della
Trasparenza, dr.ssa Francesca Palumbo, di non proseguire nell'incarico;
in data 14/01/2019 il Dipartimento
"Organizzazione, Risorse Umane" della Regione Calabria pubblicava un
Avviso interno riservato ai Dirigenti di ruolo della Giunta della Regione
Calabria, per il conferimento dell'incarico di Responsabile della Prevenzione
della Corruzione e di Responsabile della Trasparenza della Giunta della Regione
Calabria;
in data 04/02/2019, con la deliberazione di
Giunta n. 52, la dr.ssa Giovanna La Terra veniva nominata nuova Responsabile
della Prevenzione della Corruzione e di Responsabile della Trasparenza;
dagli organi di stampa si è appreso che in data
11/02/2019 la dr.ssa Giovanna La Terra avrebbe inviato una nota alla Giunta
Regionale con cui comunicava la sua intenzione di rinunciare all'incarico di
cui sopra;
considerato che i fatti sopra esposti hanno
creato una negativa attenzione mediatica nei confronti della Regione Calabria,
finita al centro delle cronache locali e nazionali per via delle ipotesi di
reato contestate alla dr.ssa Rizzo e per le due rinunce all'incarico da parte
delle dirigenti Palumbo e La Terra;
il ruolo del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e di
Responsabile della Trasparenza è garanzia della trasparenza, della legalità e
dello sviluppo della cultura dell'integrità, e deve assicurare completezza,
chiarezza e aggiornamento delle informazioni pubblicate dall'Ente segnalando i
casi di mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione.
Elementi, questi, che diventano prioritari ed essenziali per la Calabria,
Regione la cui immagine è stata troppe volte martoriata da inchieste
giudiziarie concernenti la sua classe dirigente -:
quali siano le motivazioni alla base delle
rinunce all'incarico comunicate dalla dr.ssa Palumbo e dalla dr.ssa La Terra;
quali siano i parametri di riferimento
utilizzati dalla Giunta Regionale per la scelta del Responsabile della
Prevenzione della Corruzione e di Responsabile della Trasparenza;
quali siano, ad oggi, i dirigenti in possesso
dei requisiti stabiliti dalla normativa vigente;
alla luce della rinuncia della dr.ssa La Terra,
unico dirigente ad essersi candidata all'avviso di cui sopra, come intenda
procedere la Giunta Regionale nell'individuazione del Responsabile della
Prevenzione della Corruzione e di Responsabile della Trasparenza.
(438; 19/02/2019)
Pedà - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
da qualche tempo i mezzi di stampa ed i social
stanno diffondendo messaggi allarmanti sulla situazione strutturale
dell'ospedale " Tiberio Evoli" di Melito Portosalvo che — stando
anche alle eloquenti immagini video diffuse via web e divenute ormai virali -
versa in una gravissima situazione di degrado strutturale e di abbandono;
in particolare, nei giorni scorsi, l'Assemblea
dei Sindaci dell'area Greganica ha affrontato tale problematica evidenziando lo
stato di completo abbandono della struttura;
a tale situazione di incuria va ad aggiungersi
la più volte segnalata carenza organizzativa dei servizi sanitari che, per come
reiteratamente denunciato pubblicamente dai cittadini e dalle associazioni a
tutela dei diritti del malato, impongono una revisione delle modalità di
erogazioni dei LEA che appaiono in emergenza continua: oltre alla chiusura
della sala obitriale per cornicioni pericolanti, numerosi padiglioni sono
tenuti momentaneamente fuori uso per le gravissime situazioni di rischio crolli
di intonaco;
tale condizione emergenziale limita ovviamente
anche le ordinarie attività di carattere precipuamente sanitario: dalla
riduzione dei servizi erogati alla scarsità di risorse umane - mediche e
paramediche assegnate alla struttura. Rilevato che il Piano Triennale delle
Opere Pubbliche 2012/2014 approvato dall'ASP 5 di Reggio Calabria, nell'ambito
delle previsioni in materia di adeguamento delle strutture alla vigente
normativa in materia di sicurezza, ha disposto uno stanziamento a favore
dell'Ospedale di Melito pari a complessivi € 10.000.000,00 (con una previsione
di € 4.000.000,00 nel 2012, € 3.500.000,00 nel 2013 ed € 2.500.000,00 nel
2014). Dato atto che sino ad oggi non risultano essere stati effettuati
interventi di alcun tipo al fine di ripristinare le necessarie condizioni di
sicurezza della struttura, in netta contraddizione con la programmazione
finanziaria approvata, rispetto alla cui mancata attuazione non sono note
giustificazioni di alcun genere;
Considerato che alla luce della tristemente nota situazione di
precarietà dell'organizzazione sanitaria in Calabria appare irrinunciabile la
volontà di acquisire tutte le informazioni necessarie a comprendere i perché di
una perdita di risorse pubbliche il cui investimento era ed è indispensabile a
garantire l'attuazione dell'art. 32 della nostra Carta Costituzionale -:
se sono stati adottati gli opportuni
provvedimenti atti ad appurare: 1) le motivazioni per le quali — dal 2012 sino
ad oggi — non siano stati attuati e neppure avviati gli interventi strutturali
programmati sulla struttura ospedaliera "Tiberio Evoli" di Melito
Porto Salvo, per come inseriti del Piano Triennale delle Opere Pubbliche
approvato dall'ASP 5 di Reggio Calabria. 2) di conoscere se gli ufficio regionali
preposti hanno avviato le iniziative atte supplire alla mancata attuazione
degli interventi programmati dell'Autorità Sanitaria e, in caso positivo, di
conoscerne gli esiti. 3) di conoscere le iniziative e le direttive impartite da
parte dell'Assessorato Regionale competente all'ASP n. 5 di Reggio Calabria in
merito alla mancata realizzazione degli interventi programmati sul nosocomio di
Melito.
(439; 20/02/2019)
Guccione - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il D.L. 28 marzo 2014 n. 47 introduce la
facoltà di riscatto ai locatari di alloggi sociali anche realizzati con
contributi pubblici, dal settimo al decimo anno della locazione;
l'art. 8 del DL. 28 marzo 2014 n. 47 stabilisce
che la disciplina in materia di locazione con patto di riscatto potrà trovare
applicazione con riguardo ai contratti di locazione stipulati: successivamente
alla data di entrata in vigore del D.L. 47/2014 (ossia successivamente al 28
maggio 2014) successivamente alla stipula delle apposite convenzioni che disciplinano
le modalità di locazione degli "alloggi sociali";
successivamente all'emanazione del decreto del
Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, chiamato a disciplinare le
clausole standard dei contratti locativi e di futuro riscatto, le tempistiche,
gli altri aspetti ritenuti rilevanti nel rapporto nonché le modalità di
determinazione e di fruizione del credito d'imposta (art. 8 c. 4);
l'art. 8, DL. 28 marzo 2014 n. 47, convertito
con legge 23 maggio 2014 n. 80 (rubricato "riscatto a termine dell'alloggio
sociale"), riconosce la possibilità per il conduttore di acquistare la
proprietà di alloggi di edilizia sovvenzionata, ossia di alloggi
prioritariamente destinati alla locazione;
il Decreto del Ministero delle infrastrutture e
dei trasporti di cui al precedente punto sub 3, è stato emanato il 21 giugno
2017 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 183 del
7 agosto 2017;
pertanto a seguito della pubblicazione di detto
decreto la disciplina in tema di locazione con patto di riscatto, discendente
dal D.L. 28 marzo 2014 n. 47, è divenuta a tutti gli effetti operativa;
il V comma dell'articolo 8 del D.L. n.47/2014
recita testualmente che "le disposizioni contenute nel presente articolo
si applicano ai contratti di locazione stipulati successivamente alla data di
entrata in vigore del presente decreto". Quindi, si applicano dal
27/05/2014 in poi;
la normativa nazionale, per come concepita,
concede dunque al conduttore, trascorsi almeno 7 anni dalla locazione degli
alloggi di edilizia sociale coperti anche da contributo pubblico, la facoltà di
esercitare o meno il diritto di riscatto dell'abitazione;
ad oggi oltre 100 famiglie, assegnatarie del
bando 3.3 Edilizia Sociale della Regione Calabria pubblicato nel luglio 2014,
hanno fatto richiesta per il diritto di riscatto. Ad alcune famiglie gli uffici
regionali hanno dato risposta negativa, facendo fronte alla non previsione nel
bando della modalità di riscatto;
le disposizioni del D.L. n.47/2014 e del D.M. 21/06/2017 si applicano soprattutto
ai casi in cui il riscatto non è disciplinato a livello locale e pertanto non
sussistono motivi ostativi di tipo normativo sull'applicabilità della legge
sugli alloggi sociali assegnati in locazione con il bando 3.3 della Regione
Calabria e con altri bandi della stessa finalità -:
quali sono le determinazioni politiche
programmatiche che la Regione Calabria intende adottare alla luce delle
richieste di riscatto pervenute ai sensi di legge D.L. n.47/2014 dalle famiglie
di assegnatari degli alloggi sociali.
(440; 25/02/2019)
Pedà - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
risale al mese di novembre del 2017 la sottoscrizione della convenzione
per la realizzazione della " Casa della salute di Siderno" presso i
locali dell'ex presidio ospedaliero per i quali era prevista la
riqualificazione strutturale ed il pieno utilizzo a beneficio della
collettività - che prevedeva uno stanziamento originario di circa €
9.760.000,00, nell'ambito dei finanziamenti PAC. Preso atto che la firma di
tale convenzione ha costituito l'epilogo di un iter amministrativo e
burocratico durato quasi un decennio - e avviato dopo la chiusura dell'ospedale
di Siderno - e grazie al quale era stato prospettato un intervento risolutivo
rispetto alla endemica situazione di sovraffollamento dell'Ospedale di Locri
che - grazie a tale nuova struttura - verrebbe ad essere liberato da un carico
di utenza insostenibile. Le Case della Salute infatti, per le molteplici
funzioni svolte - amministrative, sanitarie e sociali - consentono per loro
vocazione l'alleggerimento del carico delle strutture ospedaliere, nel caso
specifico di quella limitrofa di Locri, che registra un'affluenza ben al di
sopra della capacità di assistenza e di accoglienza che la struttura è in grado
di offrire. Considerato che, nonostante sia trascorso un lungo lasso di tempo,
ancora ad oggi i finanziamenti attesi non sono stati erogati: situazione questa
che aggrava la già precaria situazione sanitaria del territorio Ionico, a
discapito del funzionamento dell'ospedale di Locri e - soprattutto - a
discapito dell'utenza, spesso dirottata in presidi molto distanti con
gravissimo nocumento del proprio Diritto alla Salute. Rilevata l'Importanza
delle "Case Salute" che sono presidi altamente tecnologici in grado
di gestire la presa in carico globale del cittadino e soddisfare i bisogni di
salute con costi anche di dieci volte inferiori ad analoghi modelli di cura
ospedalieri e la cui realizzazione consentirebbe, al contempo, la
riqualificazione e l’utilizzo ottimale di strutture già esistenti ed altrimenti
in disuso. Quanto sopra detto -:
se sono stati adottati gli opportuni
provvedimenti atti ad appurare: le motivazioni per le quali — dal mese di
novembre 2017 sino ad oggi — non siano stati erogati i finanziamenti di €
9.760.00,00 previsti dalla convenzione stipulata nella sopraindicata data e
relativi alla realizzazione della "Casa della Salute di Siderno";
se gli ufficio regionali preposti hanno avviato
le iniziative atte a concludere l'iter burocratico necessario alla definizione
della procedura sopradetta e, in caso positivo, di conoscerne gli esiti;
le iniziative e le direttive impartite in
relazione alla specifica problematica da parte dell'Assessorato regionale
competente.
(441; 26/02/2019)
Pedà - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
per quanto è dato conoscere da informazioni assunte presso gli uffici
preposti, risultano essere in corso i lavori di elettrificazione della tratta
ferroviaria Sibari — Crotone e Catanzaro Lido, interventi rispetto ai quali è
stato previsto un investimento pari a 150 milioni di euro. Risulta, invero, che
— seppur previsti — non siano stati ancora finanziati analoghi interventi nella
ulteriore tratta che va da Catanzaro Lido a Melito di Portosalvo, per una
estensione di circa 148 KM. Considerato che tali interventi appaiono
indispensabili e non rinviabili atteso che — il completamento di tutta la linea
di percorrenza Ionica, con l'aggiunta di tale tratto renderebbe possibile la
percorribilità dei collegamenti ferroviari Freccia, Intercity ed Intercity
Notte, con eliminazione definitiva dei mezzi rotabili diesel. Considerato che
il completamento dell'intera tratta Ionica garantirebbe inoltre una valida ed
immediata soluzioni operativa per il caso di interruzioni, accidentali o
programmate, nella linea tirrenica. Rilevato che — da fonti tecniche —
sembrerebbe che le somme stimate per la realizzazione di tale interventi
ammonterebbero a circa 100 milioni di euro. Considerato che è compito specifico
delle istituzioni Regionali occuparsi e preoccuparsi degli interventi sulla
mobilità che siano non soltanto “importanti” ma che siano prioritariamente
"utili" rispetto ad una crescita continua della domanda di servizi
ferroviari. Valutazione questa che assume maggiore importanza in un Italia
spaccata a metà che vede la Calabria tra le regioni dove è più difficile
garantire servizi alternativi al gommato che siano accettabili e soprattutto
accessibili. Una Calabria anch'essa spaccata a metà, con una fascia ionica — da
sempre limitata e compromessa nella possibilità di garantire spostamenti
semplici e veloci ai tantissimi utenti che, causa motivi di studio o di lavoro,
sono obbligati a scegliere il trasporto ferroviario, subendo una
discriminazione nella erogazione dei servizi che non trova alcuna
giustificazione. Preso atto quindi dell'importanza di un progetto politico
serio che investa nel rilancio di una parte della Calabria dove i problemi —
obiettivamente — possono essere definiti incredibili e dato atto che la
mobilità efficiente e non discriminante deve essere considerata una priorità
per le Istituzioni Regionali. Quanto sopra detto -:
se sono stati adottati gli opportuni
provvedimenti atti a: prevedere adeguati stanziamenti finanziari per la
realizzazione ed il completamento della elettrificazione della rete ferroviaria
Ionica nel tratto compreso tra Catanzaro Lido a Melito di Portosalvo al fine di
garantire la continuità e la completezza dell'opera già in fase di
realizzazione che riguarda la tratta Sibari- Crotone e Catanzaro Lido;
prevedere il raddoppio per parte della linea
Ionica con costruzione delle bretelle ferroviarie al fine di ovviare ove
ammissibile al sistema del “Binario Unico", che compromette fortemente il
diritto ad una mobilità equa e razionale per i cittadini calabresi utenti della
fascia Ionica, il cui diritto alla fruizione dei servizi ferroviari è purtroppo
fortemente compromesso rispetto agli utenti della linea tirrenica.
(442; 26/02/2019)
Nicolò - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il Governo stanzia ogni anno alle Regioni
risorse attraverso il Fondo Nazionale per la non Autosufficienza, al fine di
consentire alle famiglie dei soggetti con grave disabilità, di sostenere i
costi dell'assistenza diretta al proprio domicilio;
le Regioni devono provvedere ad erogare tali
risorse attraverso assegni mensili di cura;
considerato che: la Calabria, ad eccezione
della Azienda sanitaria provinciale di Crotone, ha erogato solo i fondi
stanziati dal Governo nel 2014 e a tutt'oggi non è dato riscontrare alcun
avviso pubblico per l'erogazione dei fondi per gli anni 2015, 2016, 2017 e
2018;
ritenuto che: tale situazione determina notevoli disagi alle famiglie
dei soggetti affetti da grave disabilità, privati dell'assegno di cura per
lunghi periodi -:
ed avere chiarimenti in merito, quali
provvedimenti impellenti si intendono adottare al fine di garantire alle
famiglie dei soggetti affetti da grave disabilità il sostegno economico.
(443; 26/02/2019)
Gallo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
a fine aprile 2018 1'Asp di Cosenza decideva di
ridurre i medici a disposizione del servizio 118, determinando così una
situazione di forte pericolo in diverse postazioni di emergenza territoriale
esposte al rischio di non poter garantire per ogni turno la presenza di medico
a bordo delle ambulanze;
l'eventualità si palesava gravemente lesiva del
diritto alla salute dei cittadini, dal momento che un'ambulanza senza medico a
bordo si riduce a funzioni di mero trasporto, dato che in assenza del medico
riesce ad esempio impossibile intubare i pazienti, dare farmaci o formulare
diagnosi, con conseguente perdita di tempo che potrebbe invece risultare
prezioso;
particolarmente delicata, per la segnalata
carenza di personale, si presentava la situazione di alcune Pet dell'area
ionica cosentina, come ad esempio quella di Cassano Ionio, al servizio di un
bacino d'utenza che nella stagione estiva an-iva a contare decine di migliaia
di utenti e che dal 2001 ad oggi si è caratterizzata per una media di 1.300
interventi annui, spesso e volentieri preziosi e risolutivi;
nella predetta postazione, a seguito delle
richiamate disposizioni dell'Asp, il servizio di medico a bordo risultava
essere garantito dalla permanenza in servizio di due soli medici, costretti
all'evidenza ad estenuanti turni, con pericolo e disagi per sé e per l'utenza,
e che lo scenario non era mutato dalla rassicurazione di impiego, in caso di
necessità, in regime di straordinario, di altro personale distaccato presso
altre strutture da impiegare alla fine dei regolari turni di lavoro degli
stessi;
sulla carta, PET come quella di Cassano
risultano essere dotate di personale medico che, nei fatti, risulta invece
essere stato inopinatamente distaccato presso altre strutture;
la situazione descritta veniva sollevata dallo
scrivente con interpellanza n. 4/10, alla quale nel corso della seduta di
Consiglio regionale del 26 giugno 2018 dava risposta, in rappresentanza della
Giunta regionale, l'assessore Musmanno, affermando essere impegnata l'Asp a
risolvere le criticità riguardanti la PET di Cassano, attraverso l'impiego, a
far data dal primo agosto 2018, di cinque unità mediche;
di recente, tuttavia, con alcuni atti adottati
nella prima decade di febbraio 2019, prima di rassegnare le dimissioni
dall'incarico, il direttore generale dell'Asp di Cosenza disponeva il
trasferimento ad altra sede di alcuni autisti soccorritori in servizio presso
la Pet di Cassano, senza tuttavia provvedere — stando a quanto risulta allo
scrivente alla copertura con altro personale, magari nell'ottica di una
esternalizzazione delle attività;
gli atti in questione ripropongono con drammatica attualità il rischio
che la postazione di emergenza territoriale di Cassano, per carenza di
personale, possa patire una riduzione della propria operatività, se non
addirittura la chiusura -:
se il Governo regionale, nella persona del
Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;
se lo stesso non ritenga di dover verificare
per quali ragioni e sulla base di quali provvedimenti continui ad essere
disposta l'assegnazione ad altre strutture di medici ed autisti soccorritori
formalmente in servizio presso le PET di Cassano;
se risponda al vero essere intenzione della Asp
di Cosenza di procedere, eventualmente, ad esternalizzazione di alcuni servizi
utili a garantire la funzionalità della postazione cassanese del 118;
se e come la Giunta regionale intenda
adoperarsi perché la presenza di medico a bordo delle ambulanze del servizio
118 e comunque la piena operatività del servizio sia costantemente garantita
nella postazione di emergenza territoriale di Cassano.
(34; 14/02/2019)
Gallo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il Consiglio regionale ha approvato
all'unanimità, nella seduta del 19 dicembre 2017, un odg con il quale impegnava
il Governo regionale ad assumere tutte le iniziative necessarie e idonee
affinché ai dipendenti ex Esac Impresa - aderenti al Piano di incentivazione
esodo - fossero riconosciute le somme spettanti a titolo di tredicesima e
quattordicesima mensilità tra le voci della retribuzione componenti lo
stipendio nel calcolo dell'incentivo regionale anticipato nel rapporto di
lavoro;
in data 23 luglio 2018, a firma dello
scrivente, veniva presentata interpellanza con la quale si chiedeva quali
provvedimenti fossero stati assunti o si intendessero assumere, da parte della
Giunta, per rendere esecutiva la volontà unanimemente espressa dal Consiglio
regionale affinchè venissero riconosciuti a tutti i lavoratori esodati ex Esac
Impresa il rateo di tredicesima e quattordicesima mensilità loro spettante;
in risposta a detta interpellanza, con nota 23
luglio 2018 a firma del consigliere delegato Mauro D'Acri, si rendeva noto che
"gli uffici dell'Arsac (azienda per lo sviluppo dell'Agricoltura
calabrese) stanno provvedendo a fare il calcolo per la liquidazione di quanto
dovuto" e che dunque nel giro di breve tempo sarebbero state liquidate le
somme dovute, evitando successivi contenziosi per scongiurare ulteriori aggravi
di spese e interessi legali;
tuttavia ad oggi l'ex Esac Impresa,
difformemente dall'impegno assunto dalla Giunta regionale, continua ad agire in
modo diverso e contraddittorio, proponendo resistenza nelle sedi giudiziarie
nei confronti dei dipendenti esodati;
dai fatti registrati emerge una palese
incoerenza, tale da suscitare vivo malcontento tra gli stessi lavoratori
esodati;
intanto, con le ordinanze emesse nel tempo
(ultima delle quali risalente all'anno 2018, con numero 14146, emessa dalla
Sesta sezione e pubblicata il 04.06.2018) la Corte di Cassazione ha confermato
le motivazioni racchiuse della sentenza n. 1748/2017, che riconosce ai
dipendenti esodati il diritto ad ottenere del rateo della tredicesima e
quattordicesima mensilità nel calcolo dell'incentivo all'esodo;
tanto premesso interpella il signor Presidente della Giunta regionale
calabrese -:
quali provvedimenti siano stati assunti o si
intendano assumere per rendere esecutiva la volontà unanimemente espressa dal
Consiglio regionale;
se e come si ritenga di operare perché, in
coerenza con la risposta fornita all'interpellanza a firma dello scrivente, sia
riconosciuto a tutti i lavoratori esodati ex Esac Impresa il rateo di
tredicesima e quattordicesima mensilità loro spettante.
(35; 14/02/2019)
Gallo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con la l.r.23/2003, recante
"Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del sistema integrato degli
interventi in materia di servizi e politiche sociali", la Regione Calabria
recepiva la legge quadro 328/2000 sui Servizi Sociali, con l'obiettivo di
garantire un sistema integrato di interventi e servizi sociali volti al
miglioramento delle condizioni e della qualità della vita, all'abbattimento
delle condizioni generatrici di discriminazione sociale e all'eliminazione e
riduzione dello stato di bisogno e del disagio individuale, ispirandosi ad un
principio di universalità, equità sociale e solidarietà, attraverso la
realizzazione di una rete di servizi integrati e con diversi livelli di intensità
assistenziale, dall'accoglienza nelle strutture a carattere semiresidenziale e
residenziale al sostegno mediante servizi di prossimità e territoriali;
con la l.r. 24/2008 venivano abrogati gli artt.
24 e 25 della l.r.23/2003 che disciplinavano l'autorizzazione al funzionamento
e l'accreditamento delle strutture di accoglienza a ciclo semiresidenziale e
residenziale;
nel giugno 2015, con d.g.r. 210/2015, venivano
bloccate tutte le autorizzazioni al funzionamento poiché si intendeva dare il
via al processo di riforma e quindi di attuazione della l.r.23/2003,
evidenziandosi la necessità di procedere ad una lettura del fabbisogno;
con delibera di Giunta regionale 449 del
14.12.2016, recante "Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del
sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche
sociali", venivano adottati i regolamenti attuativi della L.R.23/2003 con
nuove tariffe delle prestazioni sociali triplicate rispetto al passato,
prevedendo una spesa immodificata per il sociale da parte della Regione
Calabria e, invece, una pesante compartecipazione alla spesa sociale tanto da
parte di comuni che degli utenti;
contestualmente, sempre con la d.g.r. 449/2016,
venivano ridotti del 50% gli accreditamenti dei posti letto per anziani in relazione
ai quali, da uno studio condotto dal settore Politiche Sociali, era emerso uno
squilibrio tra domanda ed offerta ed infine espressamente escluse dal percorso
di riforma alcune tipologie di servizi;
con sentenza 978/2018 del 2 maggio 2018, poi
confermata dal Consiglio di Stato, il Tar Calabria accoglieva il ricorso
formulato dal Comune di Catanzaro e da alcune strutture socio assistenziali ed
annullava la d.g.r. 449/2016 e tutti gli atti conseguenziali da essa
discendenti e ad essa collegati;
a quasi un anno dalle bocciature degli organi
di giustizia amministrativa ed alle risoluzioni approvate sia in Consiglio
regionale sia nella terza Commissione consiliare regionale sulle criticità di
metodo e di merito che avevano caratterizzato la precedente dgr 449/2016,
l'intero sistema del welfare permane in una condizione di grave crisi e
profonda confusione;
ad oggi ancora la Giunta Regionale non ha
inteso attuare i principi e le linee guida contenuti nella mozione unificata
Gallo/Greco, approvata all'unanimità in terza Commissione consiliare il 5
luglio 2018;
parimenti, dal 2015 ad oggi, non vi è stato
nessun aggiornamento della lettura del fabbisogno, rimanendo ancora punto di
riferimento quello adottato nel 2009;
ciononostante, la Giunta regionale il 3 dicembre
2018, con la d.g.r. 607 ha riaperto le autorizzazioni al funzionamento con
enormi lacune e vuoti normativi quanto ai requisiti professionali richiesti;
la richiamata D.G.R., nel dettaglio, fa
riferimento ad alcuni regolamenti attuativi relativi soltanto a specifiche
tipologie di servizi, aprendo così la via ad una forte disomogeneità dei
servizi stessi su base regionale;
le liquidazioni 2018 procedono a rilento,
generando sofferenze e crisi economiche in un ambito già fortemente provato in
precedenza da una gestione approssimativa e superficiale;
il settore di riferimento, Dipartimento
Politiche Sociali, ha inteso chiedere , negli ultimi mesi del 2018, alle
strutture per anziani, la restituzione di somme per gli anni precedenti
erroneamente erogate sulla base di accertamenti sui redditi, operati dai Comuni
di residenza degli utenti, omissivi e/o incompleti, pena il blocco delle
liquidazioni in favore delle dette strutture, con ciò cagionando un'ulteriore
sofferenza, assolutamente illegittima, a carico di chi negli anni ha erogato
prestazioni;
da qualche giorno è arrivata alle strutture
comunicazione del rinnovo delle convenzioni per il 2019, con la specificazione
che le stesse saranno da intendersi rinnovate solo per il primo quadrimestre;
con comunicazione Prot. Siar 437926 del 28
dicembre 2018 il Dipartimento Politiche Sociali ha inviato alla Stazione Unica
Appaltante richiesta di espletare secondo le modalità ritenute opportune e
necessarie le procedure di gara finalizzate alla individuazione degli operatori
ai quali affidare i servizi sociali;
la richiesta suddetta si estrinseca quale
manifestazione dell'indirizzo dell'Assessorato e del Dipartimento per
l'affidamento dei servizi alla persona il sistema dell'aggiudicazione,
scartando per contro il sistema di affidamento mediante accreditamento e
convenzionamento;
allo stato permane il vuoto legislativo creato
dalla l.r. 24/2007 con l'abrogazione degli artt. 24 e 25 della l.r. 23/2003,
che garantivano uniformità, trasparenza e correttezza nell'esecuzione delle
prestazioni;
tanto premesso, interpella il Signor Presidente della Giunta regionale
calabrese -:
se il Governo regionale, nella persona del
Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione, in
particolare della circostanza secondo cui il Dipartimento Politiche Sociali
abbia inteso chiedere a fine 2018, alle strutture per anziani, la restituzione
di somme per gli anni precedenti che risulterebbero erroneamente erogate sulla
base di accertamenti operati dai Comuni di residenza degli utenti;
se reputi quanto esposto coerente con
l'indirizzo politico ed il programma di governo;
quali motivi abbiano indotto il Dipartimento a
non procedere al rinnovo delle convenzioni fino a tutto il 31 dicembre 2019;
se abbia in programma di sollecitare il
Dipartimento di riferimento a procedere con celerità alla liquidazione delle
spettanze maturate e vantate dalle strutture;
se ritenga: di dover fornire indirizzo perché
sia consentito alle strutture, per l'anno 2019, di procedere a fatturazione,
così che le stesse possano far ricorso agli affidamenti bancari;
di doversi attenere all'osservanza delle linee
guida contenute nella mozione unificata Gallo/Greco, già approvata
all'unanimità dalla Terza Commissione consiliare;
di procedere a revoca, o in alternativa a
riforma e correzione, della d.g.r. 607/2018, così uniformando i requisiti
professionali richiesti per l'autorizzazione di nuovi servizi
socio-assistenziali;
di dover fornire indirizzo per scongiurare il
ricorso a forme di affidamento dei servizi tramite aggiudicazione;
di procedere a verifica dei requisiti
strutturali e professionali degli erogatori delle prestazioni, su base
regionale, per tutti i soggetti convenzionati;
se e come intenda adoperarsi per garantire la
continuità assistenziale in favore degli ospiti delle strutture di accoglienza.
(36; 25/02/2019)
Gallo - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in data 13 febbraio 2019 la testata
giornalistica on line Lacnews24.it pubblicava un articolo dal titolo
"Regione: 55 assunzioni alla Sorical senza concorso pubblico: basta un
colloquio";
nel testo si dava conto delle procedure
promosse da Sorical per l'assunzione a tempo indeterminato di 55 unità senza
previo concorso pubblico ma sulla base di semplici colloqui, peraltro senza
alcuna forma di preventiva pubblicità ed in assoluta mancanza di trasparenza;
la notizia, lungi dal trovare smentita, veniva
confermata dal commissario liquidatore della Sorical, nel corso di una
conferenza stampa, durante la quale lo stesso spiegava essere avvenute le
assunzioni, in numero di 57, immettendo alle dipendenze dell'ente il personale
che negli anni e sino a quel momento aveva prestato servizio in aziende private
esterne legate da contratti d'appalto alla Sorical;
nella stessa circostanza sempre il commissario
liquidatore giustificava la scelta richiamando l'esistenza di un presunto
accordo tra Sorical e sindacati, risalente al 2003, sottolineando doversi
pertanto ritenere immune da vizi la procedura seguita;
la descritta situazione suscita allarme e
diffuse perplessità, essendo Sorical società mista a prevalente capitale
pubblico regionale, con il 53,5% delle quote in mani della Regione Calabria;
la società, titolare della gestione del sistema
idrico calabrese, è da tempo in liquidazione;
il 15 Febbraio 2019, nel corso di una
conferenza stampa, il commissario liquidatore ha ammesso essere la società
affidata alle sue cure sull'orlo del default, richiedendo al socio pubblico
Regione Calabria un impegno straordinario di un miliardo e mezzo di euro in 10
anni al fine di scongiurare il fallimento ed il blocco del sistema idrico
calabrese, richiedendo contestualmente l'acquisizione da parte della stessa
Regione anche del 46,5% di quote sociali attualmente in mano ad investitori
privati, per giungere così alla completa pubblicizzazione della società;
alla luce dei fatti esposti, vieppiù in
considerazione dello stato di liquidazione in cui la società versa, riesce
difficile comprendere se e come la stessa possa procedere a decine di
assunzioni, peraltro senza far ricorso a concorsi pubblici, come pure la sua
natura di ente privato a controllo prevalentemente pubblico imporrebbe;
l'atteggiamento mostrato e le decisioni assunte
appaiono in netto contrasto non soltanto con i principi di imparzialità e
trasparenza, quanto anche con i compiti e la missione specificamente assegnati
al commissario liquidatore di parte pubblica, nominato per volontà della
Regione Calabria nel corso dell'assemblea sociale straordinaria dell'11
febbraio 2016;
in particolare, nel corso del regime di
commissariamento non risultano essere stati realizzati gli obiettivi prefissati
e ad oggi la Calabria è ancora l'unica Regione d'Italia a non aver individuato
un soggetto di legge, in spregio della normativa vigente;
inoltre, come ammesso dallo stesso commissario
liquidatore e sulla base della l.r. 10/97 attuativa della l. 36/94, Sorical non
ha alcuna titolarità per la gestione del servizio idrico integrato, risultando
pertanto marginale rispetto al necessario passaggio all'Autorità idrica
calabrese, essenziale ed urgente se sol si considera che la Calabria è
destinataria di due procedure di infrazione comunitaria - le n. 2004/2034 e
2014/2059 — e di una terza in itinere e già comunicata dal Ministero
dell'Ambiente per la mancata conformità dei sistemi fognari e depurativi agli
standard previsti dalla Direttiva comunitaria 91/271/CEE, e quindi sia per
deficit di copertura fognaria e di collettamento che per deficit di copertura
depurativa dei reflui prodotti;
tanto premesso, interpella il signor Presidente della Giunta regionale
calabrese -:
se il Governo regionale, nella persona del
Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;
se ritenga quanto esposto coerente con
l'indirizzo politico ed il programma di governo;
se si reputino legittime, giuridicamente
compatibili e politicamente opportune le 57 assunzioni disposte dal commissario
liquidatore di Sorical;
se si abbia intenzione di avviare una verifica
su quanto accaduto, oggetto della presente interpellanza;
se e come si intenda adoperarsi per garantire
la funzionalità del servizio idrico e la costituzione in tempi certi
dell'Autorità idrica calabrese.
(37; 26/02/2019)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
la legge di bilancio 2019, legge 30 dicembre
2018 n. 145, ha previsto il riparto del contributo complessivo di 250 milioni
di euro per gli anni dal 2019 al 2033 a favore delle province delle regioni a
statuto ordinario per il finanziamento di piani di sicurezza a valenza
pluriennale per la manutenzione di strade e di scuole;
per la provincia di Vibo Valentia, come da
allegato 1 alla suddetta legge, art 1 comma 889, è stata prevista la somma
complessiva di € 306.837,00 (trecentoseimilaottocentotrentasette/00) euro;
la somma di cui appena sopra è del tutto
irrisoria per una provincia con una viabilità disastrata (tra l'altro duramente
colpita lo scorso ottobre da forti ondate di maltempo che hanno provocato il
cedimento di importanti vie di comunicazione) e lo diventa ancor di più se
rapportata alle somme stanziate a favore delle altre province calabresi che
superano di molto quelle destinate alla provincia di Vibo Valentia. Tutto ciò
premesso Le chiedo di voler inserire con la massima urgenza nella prossima
seduta di Consiglio Regionale la presente mozione, affinché, ove possibile,
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad
adottare, nei modi ed entro i limiti previsti dalla legge, i provvedimenti
necessari volti a sanare il pesante squilibrio venutosi a creare rispetto alle
altre province calabresi.
(148; 12/02/2019) Pasqua
Nicolò - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con decreto n. 11, pubblicato lunedì 10
settembre 2018, si è provveduto alla nomina di sei esperti nel Nucleo tecnico
della cooperazione e relazioni internazionali della Regione;
entro il 28 febbraio di ciascun anno la Giunta
regionale approva, su parere vincolante della Commissione consiliare
competente, un piano operativo annuale delle attività di cooperazione;
Ritenuto che: il Nucleo tecnico, costituito presso la Giunta regionale,
con fruizione di consulenza alla stessa per la redazione dei documenti
programmatici di cui all’articolo 8 e per l’assistenza tecnica ai tavoli di
concertazione di cui all’articolo 10, comma 1 della L. r. n. 4/2007, dovrebbe
essere immediatamente operativo -:
quali siano le cause ostative che impediscono
al Nucleo tecnico di poter svolgere le proprie funzioni.
(429; 23/01/2019)
Risposta:
“Con nota del Settore Segreteria di Giunta 30745 del 25 gennaio 2019 è stata
trasmessa, per il tramite del Settore Segreteria Assemblea del Consiglio
Regionale nota prot. 2366 del 24.01.2019, l’interrogazione a risposta scritta
n. 429/10^ dell’On. Alessandro Nicolò che chiede “… quali siano le cause
ostative che impediscono al Nucleo tecnico di poter svolgere le proprie
funzioni” come stabilito dalla Legge regionale n. 4 del 10 gennaio 2007
"Cooperazione e relazioni internazionali della Regione Calabria” e s.m.i..
Ciò premesso si rappresenta che per l’effettiva operatività del Nucleo è
necessaria la preliminare adozione di un regolamento attuativo di disciplina,
coordinato rispetto alle competenze del predetto Nucleo e dei Dipartimenti
regionali, in fase di definizione. In particolare, per quanto attiene alla
ripartizione delle competenze tra gli uffici della Giunta lo stesso prevederà,
con riguardo alla organizzazione dei Dipartimenti/Settori ed alle rispettive
articolazioni interne, l’attribuzione delle funzioni e delle responsabilità
nelle azioni di coordinamento e monitoraggio delle attività del Nucleo, nonché
le competenze nella erogazione degli emolumenti.”
Ing. Domenico Pallaria (Dirigente generale Dipartimento
Presidenza)