X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
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n. 66
SEDUTA Di MARTEDì 12 FEBBRAIO 2019
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA IRTO
Presidenza del Presidente Nicola Irto
La seduta inizia alle 15,29
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del
verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno di due proposte di legge, la numero 138/10^ e la numero 346/10^.
Consigliere Bova, in Conferenza dei capigruppo si è stabilito che questa seduta di Consiglio regionale tratterà esclusivamente i punti inerenti il sindacato ispettivo, ma può consegnare copia dei provvedimenti alla Presidenza e saranno trattati nella prossima seduta.
Va bene. Chiedo scusa, non ero stato notiziato.
Avviamo i lavori con il primo punto all'ordine del giorno, riguardante le interrogazioni, ex articolo 121 e 122, interpellanze, ex articolo 120 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Comunico preliminarmente che, su richiesta del Presidente della Giunta regionale, acquisita al protocollo generale numero 4881, le seguenti interrogazioni e interpellanze sono rinviate alle prossime sedute di Consiglio regionale che tratteranno i medesimi argomenti: le interrogazioni ex articolo 121, numero 396/10^ e 342/10^; l’interrogazione ex articolo 122, numero 412/10^ e le interpellanze ex articolo 120, numero 10/10^, 12/10^, 14/10^, 18/10^, 20/10^, 26/10^, 28/10^, 29/10^.
In relazione alle interrogazioni ex articolo 121 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che, ascoltata la risposta della Giunta regionale, l'interrogante ha il diritto di replicare per non più di tre minuti, al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto.
In relazione alle interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno, ricordo all’Aula che l'interrogante dispone di due minuti per illustrare l’interrogazione, la Giunta regionale dispone di tre minuti per la risposta e l’interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto.
Con riferimento alle interpellanze ex articolo 120 del Regolamento interno, ricordo all’Aula che il proponente ha il diritto di illustrare l’interpellanza per non più di cinque minuti e, dopo la dichiarazione della Giunta regionale, di esporre per non più di tre minuti le ragioni per le quali si ritenga o meno soddisfatto.
La prima interrogazione, la numero 342/10^, è tra quelle di cui ho comunicato prima il rinvio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
Presidente, le interrogazioni sulla Sanità non si discutono?
Ho già comunicato che, vista l’assenza del
Presidente della Giunta regionale, per alcune interrogazioni c'è stata la
richiesta di rinvio.
Questa interrogazione risale a un anno fa.
Stamattina è pervenuta richiesta scritta perché alcune
interrogazioni fossero rinviate alla prossima seduta di Consiglio regionale
dedicata al sindacato ispettivo e tra queste c’è anche la numero 342/10^.
Saranno stagionate.
Tra l'altro, quando è assente l’assessore
competente, l’interrogazione decade.
Va bene. Grazie.
Interpellanza numero 6/10^
di iniziativa del consigliere G. Gallo “Sul tema delle trasfusioni con sangue
infetto”
Passiamo all'interpellanza numero 6/10^ di iniziativa del consigliere Gallo “Sul tema delle trasfusioni con sangue infetto”. Prego, consigliere, la può illustrare.
Presidente, in Calabria sono più di mille i cittadini infettati dal virus dell'epatite o dell'HIV per trasfusioni errate, interventi chirurgici sbagliati o per infortuni sul luogo di lavoro, per lo più in cliniche e ospedali.
Lo Stato, attraverso la legge numero 210 del 1992, riconosce loro un'indennità. Detta indennità è stata periodicamente rivalutata fino al 2010, quando il Governo nazionale, con la Legge finanziaria, ha cancellato la previsione della rivalutazione periodica.
Con sentenza del novembre 2011, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la Legge finanziaria nella parte in cui prevedeva il blocco della rivalutazione dell'indennità di cui alla legge 210 del 1992, stabilendo che il relativo importo vada invece rivalutato nella sua interezza secondo il tasso di inflazione programmato e, quindi, anche nella componente più cospicua rappresentata dalla somma corrispondente all'indennità integrativa speciale.
Allo stato, con riferimento alla più recente annualità maturata, l'indennità in questione risulta essere stata liquidata solo nella sua prima tranche; parliamo del 22 giugno 2018, giorno in cui ho presentato questa interpellanza.
A ciò si aggiunge che la corresponsione dell'indennità avviene quasi sempre con ritardo, a quanto pare, per insufficienza di personale assegnato alla trattazione delle relative pratiche da parte dell'ufficio regionale competente.
Da più parti si lamenta, altresì, la scelta di procedere al pagamento con cadenza bimestrale anziché mensile, con negative ripercussioni su cittadini e famiglie, costretti ad affrontare quotidianamente esorbitanti spese mediche.
Inattuata è rimasta la dichiarazione di intenti del Governo nazionale di procedere a una rivalutazione dell'indennità.
Chiedo: se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione - stiamo parlando, signor Presidente, del 22 giugno 2018; se e come la Giunta regionale, al fine di evitare ritardi nel pagamento delle stesse, intenda adoperarsi per consentire il potenziamento degli uffici regionali deputati al trattamento delle pratiche di liquidazione delle indennità dovute ai cittadini infettati dal virus dell'epatite o dell’HIV per trasfusioni errate, interventi chirurgici sbagliati o per infortuni sul luogo di lavoro, per lo più in cliniche e ospedali assicurando, altresì, la celere corresponsione della seconda tranche dell’adeguamento Istat; quali iniziative la Giunta regionale intendesse assumere per addivenire nel confronto col Governo nazionale alla liquidazione con cadenza mensile dell'indennità in questione ed a un suo adeguamento; 18 giugno 2018.
Cedo la parola all’assessore Fragomeni. Prego, assessore.
Relativamente all'interpellanza del consigliere Gallo e su quanto relazionato dal dipartimento Tutela della salute, si evidenzia che la legge numero 210 del 25 febbraio 1992, recante “Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati”, riconosce ai soggetti che a seguito di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati hanno riportato danni irreversibili, il diritto a percepire un indennizzo vitalizio.
Tale beneficio è riconosciuto a seguito dell'accertamento del nesso causale tra l'infermità e la trasfusione di sangue infetto, la somministrazione di emoderivati infetti o la vaccinazione obbligatoria da parte della Commissione medica ospedaliera competente per territorio, e l'importo è parametrato alla gravità del danno.
A seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 maggio 2000, le risorse e le funzioni in materia di indennizzi sono state trasferite alle Regioni.
La Regione Calabria gestisce ad oggi 950 (novecentocinquanta) indennizzi.
L'indennizzo, di cui all’articolo 1 della legge numero 210, consta di due componenti: un importo fisso ex legge e l'indennità integrativa speciale.
La rivalutabilità della componente dell'indennizzo, denominata “indennità integrativa speciale”, è stata definita risolutivamente con la sentenza numero 293 del 2011 della Corte costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 11, commi 13 e 14 del decreto legge numero 78 del 31 maggio 2010, nella parte in cui prevedeva che il comma 2 dell'articolo 2 della legge numero 210 del 25 febbraio 92 e successive modificazioni, si interpreta nel senso che la somma corrispondente all'importo dell'indennità integrativa speciale non è rivalutata secondo il tasso di inflazione.
A seguito della sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del 3 settembre 2013, le Regioni possono utilizzare annualmente il contributo ministeriale almeno per una quota non inferiore al 50 per cento, per il pagamento degli arretrati della rivalutazione dell'indennità integrativa speciale, di cui agli indennizzi previsti dalla legge numero 210 del 25 febbraio 1992 fino al 31 dicembre 2011 e, per la restante quota, a compensazione degli oneri finanziari derivanti dalla corresponsione dei citati indennizzi a decorrere dal primo dicembre 2012 e fino al 31 dicembre 2014.
Precisato che, successivamente alla sentenza della Corte costituzionale numero 293 del 2011, il beneficio economico erogato dalla Regione Calabria in favore degli indennizzati è stato aggiornato agli I.I.S a far data dal primo gennaio 2015, il dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie della Regione Calabria ha provveduto ad erogare gli arretrati agli aventi diritto fino al 31 dicembre 2011 in due distinte tranche, tra il 2016 e il 2017.
Attualmente residuano le somme da erogare relativamente al periodo primo gennaio 2012 – 31 dicembre 2014.
Gli uffici del dipartimento hanno già provveduto, per lo specifico procedimento, ad effettuare l'istruttoria propedeutica alla complessa elaborazione dei calcoli connessi alla rivalutazione dell'indennità integrativa speciale per tutti i beneficiari gestiti in via amministrativa dal dipartimento scrivente.
Compatibilmente con le scadenze bimestrali dell'indennizzo, con le pratiche relative agli arretrati dovuti a titolo di una tantum agli stessi beneficiari, si può attestare che le liquidazioni avverranno entro la fine del mese di marzo.
Prego, consigliere Gallo.
Questa interpellanza, come altre, era assai risalente nel tempo perché, come dicevo in precedenza, è un’interpellanza del giugno dello scorso anno.
Prendo atto che il vero problema, assessore, era che la Giunta regionale probabilmente non destinasse al settore specifico risorse umane sufficienti per far avanzare le liquidazioni e, quindi, i relativi pagamenti.
Prendo atto che, ancora oggi, sia per quanto riguarda la questione della rivalutazione sia per quanto riguarda la questione degli arretrati, non si è provveduto al pagamento della liquidazione nonostante siamo nel febbraio del 2019, quindi, a distanza di 8 mesi pieni dal momento in cui ho presentato questa interpellanza.
Poiché l'assessore ha parlato di una liquidazione
per il prossimo 31 marzo – poiché si tratta di quasi mille famiglie di nostri
conterranei che sono stati colpiti da malattie a seguito di operazioni,
trasfusioni con sangue infetto e, quindi, sono danneggiate e sono vittime di Stato
– credo che, per il futuro, per alleviare le pene e i bisogni di queste
famiglie, assessore, sia opportuno provvedere a rinforzare le risorse umane ed
evitare che si debba ricorrere allo strumento dell’interpellanza per spingere
la Giunta regionale ad adempiere.
Credo, purtroppo, assessore, che, nonostante
questo strumento, ancora ad oggi la Giunta regionale non si sia adeguata e,
quindi, stiamo assistendo all'ennesima problematica non risolta da questa Giunta
regionale.
Interpellanza numero 7/10^
di iniziativa del consigliere G. Gallo “Sull’ex CSM di Trebisacce”
Passiamo all’interpellanza numero 7/10^ di iniziativa del consigliere Gallo “Sull’ex CSM di Trebisacce”. Prego, consigliere, la può illustrare.
Si tratta di un’altra interpellanza anch’essa risalente al giugno dello scorso anno.
Il servizio dell'assistenza territoriale psichiatrica, ex CSM di Trebisacce, garantisce la propria essenziale attività in un'area alquanto vasta che comprende 17 Comuni della fascia dell'alto Ionio cosentino, da Rocca imperiale a Cassano Ionio, densamente popolata – circa 60 mila abitanti – con gran mole di interventi annui di indiscussa professionalità.
Per far fronte alle continue richieste e tenuto conto anche della vastità del territorio di competenza, inizialmente la pianta organica del servizio era composta da diversi medici e un cospicuo numero di infermieri, oltre alla garanzia costante della consulenza psicologica.
Una serie di trasferimenti e di pensionamenti avvenuti negli ultimi anni e non seguiti da contestuale copertura dei posti, nel frattempo resisi vacanti, ha ridotto notevolmente il numero dei medici e degli infermieri in attività, con gravi ripercussioni sull'efficienza del servizio sin qui garantita soltanto attraverso i sacrifici del personale in attività.
Voglio esplicitare meglio il servizio del quale stiamo discutendo che è il Centro di salute mentale del territorio dell’alto ionio cosentino.
Tale situazione, nel lungo periodo, rischia di minare alla base la funzionalità del servizio stesso con evidenti ricadute negative anche sulla tutela del diritto alla salute delle popolazioni di quel territorio.
All’epoca, nel giugno 2018, chiedevo se il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, fosse a conoscenza della situazione; se e come la Giunta regionale intendesse adoperarsi perché il servizio di assistenza territoriale psichiatrica, ex Centro di salute mentale di Trebisacce, potesse vedersi assegnati nuovi medici ed infermieri ed il personale comunque occorrente per garantire la copertura dei posti in organico e il regolare funzionamento del servizio.
Cedo la parola all’assessore Fragomeni. Prego, assessore.
Relativamente all'interpellanza del consigliere Gallo e come da relazione del dipartimento Tutela della salute, si rammenta che la Regione Calabria è sottoposta al Piano di rientro del debito che ha comportato, ormai dall'anno 2010, il blocco del turnover con le pesanti ripercussioni sull'assistenza sanitaria dei cittadini calabresi.
Le assunzioni, pertanto, sono soggette a preventiva autorizzazione regionale secondo modalità e procedure stabilite dai decreti del Commissario ad acta, numero 2 del 2015 e numero 107 del 2015.
Relativamente ai posti di dirigente medico di psichiatria, si precisa che con decreto del Commissario ad acta numero 87 del 2015, sono stati autorizzati numero due posti per il servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cetraro, regolarmente assunti.
Con successivi decreti del Commissario ad acta, numero 55 del 2018 e numero 154 del 2018, sono stati autorizzati dalla struttura commissariale, su apposita richiesta dell'Asp di Cosenza, 9 posti di dirigente medico di psichiatria per le strutture psichiatriche sia di diagnosi e cura sia di assistenza territoriale.
Allo stato sono stati assunti solo quattro dirigenti medici: uno al Centro di salute mentale di Rogliano; 2 al servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Cetraro e uno al servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Corigliano.
Sono rimasti scoperti per mancanza di dirigenti medici – nonostante il concorso espletato di cui è stata utilizzata l'intera graduatoria – 5 posti da destinare alle strutture psichiatriche del territorio.
Al fine di recuperare qualche altra unità, si è provveduto all'indizione di apposito avviso pubblico per l'assunzione a tempo determinato la cui graduatoria, approvata con delibera numero 1160 del 29 giugno 2018, ha consentito – sempre per mancanza di dirigenti medici – l'assunzione di una sola unità assegnata a Cariati per urgenti necessità assistenziali.
Per quanto concerne il restante personale infermieristico e non, si è fatto fronte alle necessità urgenti con le sostituzioni di personale assente e solo con decreto del Commissario ad acta numero 154 del 2018, sono stati autorizzati numero 90 posti di infermieri e le procedure di assunzioni.
Sempre per sostituzione, allo stato sono in servizio due infermieri a tempo determinato presso il servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Corigliano.
L'atto aziendale vigente, prevede nell'ambito del territorio della zona Jonica due Centri di salute mentale, ionico nord e sud.
Prendo atto che l'assessore, peraltro non assessore al ramo, risponde anche con una nota strettamente burocratica rispetto ad esigenze reali che ci sono sul territorio; esigenze reali di cittadini di una parte del territorio calabrese che in questo settore, quello delle cure psichiatriche è, evidentemente, un settore nevralgico e di grande sensibilità.
L'assessore ha enumerato una serie di dati e di decreti che, a mio avviso, denotano – siamo a fine febbraio, metà febbraio del 2019 rispetto ad un’interpellanza del 2018 – che, nonostante lo stimolo anche di questa interpellanza e anche di tanti articoli e prese di posizione di Sindaci del territorio, ancora ad oggi non si sia provveduto ad intervenire in maniera concreta; anzi, che le unità assunte – che sono state quattro – siano state destinate dall’ormai dipartito direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, verso altre porzioni di territorio, non avendo attenzione per le esigenze del Centro di salute mentale di Trebisacce e, quindi, dell’alto ionio.
Come sottolineava lo stesso assessore, leggendo la nota del dipartimento Tutela della Salute, c’è anche carenza di infermieri; non credo che sia possibile che ci sia indisponibilità di infermieri da destinare a questi servizi che, ripeto, sono servizi di grande attenzione e che dovrebbero denotare una maggiore sensibilità da parte della Giunta regionale.
Prendo atto che anche su questo, caro assessore, non c'è stata la risposta adeguata da parte della Giunta regionale e del suo Presidente.
C’è disattenzione verso queste problematiche, o meglio, se un minimo di attenzione c'è, è rivolta ad altri territori e sicuramente non ci sono interventi tempestivi che possano portare alla risoluzione dei problemi; anche in questo caso, un problema non risolto, semmai aggravato dall'incedere e dal passare del tempo.
Interpellanza numero 8/10^
di iniziativa del consigliere G. Gallo “Sui lavoratori ausiliari delle ex Asl
di Rossano e Paola”
Passiamo all’interpellanza numero 8/10^, di iniziativa del consigliere
Gallo “Sui lavoratori ausiliari delle ex
ASL di Rossano e Paola”. Il consigliere Gallo ha facoltà di illustrarla. Prego.
Si tratta di un problema annoso che riguarda
circa 300 lavoratori ausiliari che le ex
Aziende sanitarie di Rossano e Paola, collega Pedà, annoveravano nei propri
organici, sin dalla metà degli anni ’90, anni in cui la sanità era anche un
mezzo e uno strumento per costruire carriere elettorali e fortune di altro
tipo.
Nel 2005, su decisione della Giunta regionale
del tempo, alcune di queste figure confluirono in uno specifico bacino,
seguendo un percorso di stabilizzazione, mentre le altre stipularono con gli
enti di appartenenza contratti di lavoro part-time.
I rapporti contrattuali fra i lavoratori in
questione e le menzionate Aziende sanitarie si protrassero, di proroga in
proroga, fino al 2015, quando, in ragione del venir meno in pianta organica
della figura dell’ausiliario, sostituito dagli operatori socio-sanitari, l’ASP
di Cosenza rinunciò, sostanzialmente, all’utilizzo di queste unità, sebbene
avviate a specifici corsi di riqualificazione.
Paradossalmente, tuttavia, proprio a far data
dal 2015, la stessa Azienda sanitaria provinciale di Cosenza ha impiegato il
suddetto personale: un gruppo per 6 ore settimanali e un secondo gruppo,
contrattualizzato a tempo indeterminato, per tre ore a settimana, nel frattempo
facendo ricorso per garantire i servizi nella loro interezza ad altro personale
ma esterno. Privilegiando, quindi, tale soluzione all’ipotesi di incrementare
il monte orario degli ex ausiliari.
Ravvisando la delicatezza della questione,
almeno all’apparenza foriera di possibili discriminazioni fra i lavoratori -
vale a dire fra coloro che erano già all’interno della pubblica
amministrazione, contrattualizzati, sia pure a tempo determinato, e con dei
tempi limitati -, anche l’Ufficio del commissario per l’attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria ha richiesto nei mesi
scorsi all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza - stiamo parlando del 28
giugno 2018 - la predisposizione di un progetto, volto all’inserimento nei
reparti ospedalieri di ausiliari che abbiano seguito il corso di OSS -
operatore socio-sanitario.
In ordine a detta prospettiva l’Ufficio del
commissario risulta avere avviato anche un confronto con le organizzazioni
sindacali, al fine di individuare le modalità per la risoluzione della
problematica. Ad oggi, tuttavia, nessuna soluzione è stata ufficialmente
adottata né quantomeno prospettata, lasciando così invariata la situazione, per
molti versi drammatica per centinaia di lavoratori e per le loro famiglie.
Quindi, nel mese di giugno 2018 chiedevo se il
Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, fosse a
conoscenza della situazione e se e come la Regione intendesse adoperarsi con
l’ASP di Cosenza perché la vicenda descritta potesse avere, in tempi brevi, una
possibile positiva definizione per i lavoratori interessati.
Relativamente all’interpellanza del consigliere Gallo, come da relazione
del dipartimento della tutela della salute, allo stato risultano in servizio
presso l’ASP di Cosenza 360 unità di personale con qualifica di ausiliario
specializzato, provenienti in larghissima parte dalle estinte ASL di Rossano e
Paola, a fronte di un fabbisogno stimato di personale ausiliario pari a 190
unità.
Delle unità in servizio circa 200 sono in
possesso del titolo di operatore socio-sanitario, acquisito sia attraverso un
percorso di riqualificazione regionale, gestito dall’ASP di Cosenza, sia
attraverso istituti di formazione privati.
Con nota, protocollo numero 151728 del 25
ottobre 2017, l’ASP di Cosenza ha presentato alla struttura commissariale
regionale un progetto di riqualificazione del personale ausiliario, attraverso
apposita selezione interna, tesa all’inquadramento del suddetto personale nella
nuova qualifica degli OSS.
Detta proposta, nonostante fosse stata
sollecitata ripetutamente alle strutture da parte dell’ASP di Cosenza, non è
stata approvata e solo in data 8 agosto 2018, con apposito Protocollo d’intesa,
sottoscritto dai direttori generali e dalle organizzazioni sindacali di
categoria, la struttura commissariale ha invitato le Aziende del servizio
sanitario regionale ad indire un bando di selezione interna, nei limiti
previsti dall’articolo 22, comma 15, del Decreto legislativo numero 75 del
2017, cioè il Decreto Madia, per gli ausiliari in servizio in possesso del
titolo di OSS.
L’ASP di Cosenza ha adottato la deliberazione
numero 33 dell’11 gennaio 2019, con la quale ha recepito le indicazioni della
struttura commissariale in ordine alla riqualificazione del personale sia
amministrativo che tecnico.
Naturalmente, anche in questo caso, mi dichiaro
insoddisfatto. Lei stessa, assessore, ha citato dei tempi nei quali si sono
svolti alcuni adempimenti.
Nella interpellanza che avevo presentato in
precedenza si era dichiarato che il commissario ad acta per il rientro dal disavanzo sanitario della Regione
Calabria in più circostanze aveva sollecitato l’Azienda sanitaria ad evitare di
ricorrere ad avvisi pubblici per operatori socio-sanitari esterni, nel momento
in cui c’erano degli operatori socio-sanitari contrattualizzati a tempo
indeterminato, sia pure part-time,
perché andava aumentato il monte ore.
Lei stessa cita, nella nota in “burocratese”
del dipartimento, un momento che è - se non erro, perché l’ho ascoltata con
attenzione - il mese di luglio 2018, periodo in cui l’Azienda sanitaria
provinciale e il commissario hanno siglato un protocollo d’intesa, per far sì
che questi lavoratori potessero essere soddisfatti nella loro aspirazione di
vedere aumentato il monte ore.
Dal mese di luglio 2018 - e questa è una
gravissima mancanza che dobbiamo imputare al direttore generale dell’Azienda
sanitaria provinciale di Cosenza - si è arrivati ad una nota dell’11 gennaio
2019, a distanza di 6 mesi!
Segno evidente che le esigenze di questi
lavoratori non sono oggetto di interesse da parte del vertice dell’Azienda
sanitaria provinciale di Cosenza, perché, evidentemente, si è preferito, in
questi mesi, attingere alle graduatorie per gli avvisi pubblici provvisori
anziché premiare lavoratori, precari o comunque a tempo determinato, con ore
limitate, già dagli anni ’90.
Credo, assessore, che ci sia un’autoaccusa
nella risposta da parte del dipartimento della tutela della salute e
insensibilità totale verso le problematiche nei confronti di 300 lavoratori, di
300 famiglie, che ancora oggi non hanno visto aumentare il loro monte ore,
nonostante questo scambio di note e missive. Ancora una volta un problema
sollevato da mesi e - ahimè! - non risolto.
Interpellanza numero 11/10^
di iniziativa del consigliere G. Gallo “Sulle condizioni dell’ospedale di
Castrovillari”
Passiamo all’interpellanza numero 11/10^, di iniziativa del consigliere
Gallo “Sulle condizioni dell’Ospedale di Castrovillari. Il consigliere Gallo ha
facoltà di illustrarla. Prego.
Anche questa interpellanza, Presidente, è
risalente al 18 luglio 2018. Riguarda la situazione dell’ospedale spoke di
Castrovillari, che è l’unico punto di riferimento sanitario del Nord Calabria,
di una vasta area territoriale, che è priva di altre strutture sanitarie anche
private.
È un ospedale spoke - almeno così ci hanno
detto i commissari, che nel 2010 sono venuti in Calabria per gestire la nostra
sanità - e quindi un ospedale che non ha le caratteristiche dell’ospedale hub
ma che comunque dovrebbe avere caratteristiche specifiche per offrire servizi
sanitari diffusi, almeno per i primi interventi, quelli urgenti.
Da tempo, a dispetto degli impegni assunti
dalla Giunta regionale, e in molti casi specificati, anche formalizzati in atti
dell’Azienda sanitaria di Cosenza e anche dell’Ufficio del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di
rientro, il presidio ospedaliero di Castrovillari vive una situazione di
assoluta precarietà.
Lo raccontavo nel mese di luglio 2018, in primis per la carenza di personale
medico, infermieristico, tecnico, ausiliario e amministrativo, tale da incidere
sull’efficienza e la funzionalità di diversi reparti. In particolare, ad oggi,
in spregio al dca numero 64 del 2017 ed all’Atto
aziendale, questo era lo stato delle cose, in relazione ad ogni singola Unità
operativa complessa ed alla rispettiva pianta organica: a) Anestesia e rianimazione: mancavano quasi il 50 per cento dei
medici e diverse unità infermieristiche;
b) Chirurgia: mancava un dirigente medico ed era
in programma il pensionamento, entro la fine del 2018, di altri due medici,
oltre quelli che erano stati pensionati;
c) Ortopedia: nonostante l’autorizzazione
all’assunzione di ortopedici, mancavano 4 medici, 16 infermieri, 2 operatori
socio-sanitari, 2 tecnici di sala gesso; inoltre, il reparto era ancora in fase
di ristrutturazione ed il neo direttore di Unità Operativa Complessa, il
dottore Bisignani, era stato invece assegnato
all’ospedale spoke di Rossano;
d) Pronto soccorso: mancavano 2 unità mediche e 3
infermieristiche, invece necessarie, anche in previsione dell’attivazione
dell’osservazione breve e intensiva;
e) Broncopneumologia:
il primario, in pensione dallo scorso aprile, il dottore Tirone, non era stato
ancora sostituito. Mancavano, inoltre, un dirigente medico e diversi
infermieri;
f) Servizio trasfusionale: entro la fine 2018
sarebbero stati collocati a riposo 3 dei 4 tecnici di laboratorio;
g)
Oculistica: l’ospedale di
Castrovillari, nonostante i 1.600 interventi effettuati ogni anno, pari al
doppio di quelli portati a compimento negli altri due ospedali spoke della
provincia di Cosenza, vale a dire Paola Cetraro e Corigliano Rossano, al
contrario di questi, è stato declassato a struttura semplice, neppure
dipartimentale, con trasferimento del precedente direttore presso l’ospedale
spoke di Rossano.
Un’evidente spoliazione e una volontà,
anch’essa evidente, di spoliazione.
In tutti i reparti erano in servizio medici e
operatori, assunti con contratto a tempo determinato e solo di recente si era
provveduto alla stabilizzazione di alcuni di essi.
Il personale amministrativo posto in quiescenza
non era stato sostituito attraverso nuove assunzioni. Di recente, anche in
ottemperanza al dca numero 117 del 2016, anche il
servizio trasfusionale era stato declassato a struttura semplice, per la quale
non era prevista la figura del direttore.
Le situazioni descritte comportano grottesche,
paradossali ed incresciose vicende!
Posso usare il presente perché so che la
situazione è ancora attuale, come quelle che quotidianamente si verificano al
Pronto soccorso, dove i pazienti, spesso e volentieri, non essendoci
un’osservazione breve intensiva, sono costretti a stazionare per giorni su
lettighe e sedie. Perché i posti letto nei reparti, nell’Atto aziendale
previsti in numero di 226, sono attivi soltanto nel numero di 100, sebbene vi
sia, peraltro, un intero piano, il terzo, completamente disponibile, già
pronto, perché arredato anche con letti e comodini, sprovvisto soltanto di
suppellettili.
Ripetutamente, e da ultimo lo scorso giugno,
l’amministrazione comunale, le forze presenti in Consiglio comunale avevano lamentato
questo stato di cose, ottenendo rassicurazioni, poi sempre smentite dai fatti.
Tanto premesso, interpellavo nel mese di luglio
2018 il Presidente della Giunta regionale calabrese per sapere: se la Giunta
regionale fosse a conoscenza dei fatti esposti; se e quali provvedimenti
intendesse assumere, anche in via d’urgenza, per quanto di competenza della
Regione, per dare immediata soluzione alle problematiche evidenziate; se e come
intendesse adoperarsi presso l’Ufficio del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria, perché si addivenisse, in tempi
altrettanto celeri, alla definizione delle questioni di competenza dell’Ufficio
del commissario.
Relativamente a questa interpellanza del
consigliere Gallo, come da relazione del dipartimento della tutela della
salute, l’ASP di Cosenza, a seguito dell’autorizzazione regionale, ha proceduto
all’espletamento di apposito concorso pubblico per l’assunzione di 20 posti di
dirigente medico di anestesia e rianimazione per le strutture complesse di
anestesia e rianimazione dell’ASP di Cosenza. Espletato il concorso, 3
dirigenti medici di anestesia sono stati assunti presso lo spoke di
Castrovillari, successivamente dimessi per assunzione presso altre aziende, in
quanto vincitori di concorso.
Il bando per direttore dell’Unità operativa
complessa, autorizzato con decreto del commissario ad acta numero 15 del 2018, è in corso di pubblicazione e il
termine per la presentazione delle domande è stato il 18 ottobre dello scorso
anno.
Sono stati assunti, sempre a seguito di
pubblico concorso, numero 2 dirigenti medici di chirurgia più un’altra unita
mediante mobilità extraregionale.
Per un altro posto vacante si è dato corso ad
apposita procedura di mobilità con la delibera numero 1.576 del 28 settembre
2018, allo stato in pubblicazione in Gazzetta ufficiale.
Per quanto riguarda gli ortopedici, nonostante
l’espletamento del concorso e ripetuti avvisi di mobilità e/o per l’assunzione
a tempo determinato, non si è riusciti, per la nota carenza sul mercato, a
reperire dirigenti medici di ortopedia.
È in corso la procedura di mobilità regionale ed
extraregionale per l’assunzione di 2 dirigenti medici di ortopedia (delibera
numero 1576 del 28 settembre 2018).
Il servizio di medicina d’accettazione e
d’urgenza conta numero 7 dirigenti medici, più il direttore della struttura.
La procedura di mobilità per un altro posto
autorizzato, regolarmente espletata, è andata deserta, così come l’utilizzo di
altre graduatorie concorsuali di altre Aziende del servizio sanitario regionale
e hanno dato esito negativo.
Per l’unità operativa complessa di broncopneumologia si è dato corso ad apposita procedura di
mobilità per un posto di dirigente medico, a seguito dell’autorizzazione
regionale, avvenuta con decreto del commissario ad acta numero 154 del 2018. Sono in fase di espletamento le
procedure di indizione.
Con decreto del commissario ad acta numero 154 del 2018 è stato
autorizzato un solo posto di tecnico di laboratorio per il centro trasfusionale
ed è, allo stato, un tecnico incaricato a tempo determinato, nelle more
dell’espletamento dell’avviso di mobilità, così come per il posto di dirigente
medico autorizzato.
Sono in corso per l’ospedale spoke di
Castrovillari procedure di mobilità regionale ed extraregionale per
l’assunzione di 2 dirigenti medici di ostetricia e ginecologia, un posto di
dirigente medico di laboratorio, 2 posti di tecnico di laboratorio e 2 posti di
dirigente biologo.
Tutti i reparti di oculistica per decreto
regionale sono stati considerati strutture semplici.
Mi viene da allargare le braccia e dire che la
Giunta regionale con le sue articolazioni, le dirigenze territoriali, il
direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale e tutto quello che ne
consegue, ha alzato bandiera bianca.
Perché stiamo parlando di sollecitazioni che
risalgono al 18 luglio 2018 e se lei confronta, egregio assessore, i rilievi
contenuti nelle interpellanze dello scorso luglio, la risposta è una risposta
parziale, tardiva e, in qualche caso, anche omissiva.
Chiedevo, per esempio, se l’ottimo dottore
Tirone, che era stato primario di broncopneumologia,
potesse essere sostituito e la risposta è stata che,
anziché eseguire le procedure concorsuali per la nomina del primario di broncopneumologia, si è dato, invece, luogo ad una mobilità
per un’unità medica. Segno evidente che, anche in questo caso, la periferia va
depauperata.
Allora credo che, anche da questo punto di
vista, non ci sia attenzione. Non ci sia attenzione sul territorio, non ci sia
attenzione sulla periferia.
Di recente c’è stato un concorso per dirigente
primario del reparto di chirurgia.
Mi auguro che si dia luogo velocemente alla
nomina. Ma da chi? E da parte di chi? Visto che il direttore generale
dell’Azienda sanitaria si è dimesso da qualche giorno. Segno evidente, anche in
questo caso, di una crisi che vive la sanità in provincia di Cosenza e la
sanità che si articola negli ospedali spoke di Castrovillari, Paola Cetraro,
Corigliano Rossano, oltre che sul territorio.
Quindi, assessore, mi dispiace prendermela con
lei, però nessuna risposta! A distanza di 6 mesi, 7 mesi, nessuna o pochissime
e parzialissime risposte!
Nemmeno l’idea di attingere ad altre
graduatorie, magari messe in campo da altre Aziende sanitarie territoriali, da
altre Aziende ospedaliere.
Nessuna volontà di dare risposte rispetto alla
sanità di quella parte del territorio.
Ripeto, mi dispiace sparare su di lei…
sulla croce rossa, perché, peraltro, oggi si trova a svolgere questa funzione
per dovere d’ufficio per una materia che non le è stata né assegnata né
delegata dal Presidente della Giunta regionale, che ha voluto, invece, in
maniera pervicace, trattenere a sé questa competenza, litigando con i
commissari e, quindi, rallentando anche le procedure.
Chi ne fa le spese - se lei viene con me,
assessore, se viene a fare un giro con me - sono gli utenti di quell’area
territoriale!
Se viene con me nel Pronto soccorso
dell’ospedale di Castrovillari vedrà che ci sono malati che attendono per
giornate intere di avere un posto.
Non c’è una lungodegenza, non c’è una
geriatria, i posti in medicina sono strapieni, non si sono aperte le sale
operatorie. Non c’è, quindi, nessun risultato.
Quindi, non riesco nemmeno a dichiararmi
insoddisfatto, perché dichiararmi insoddisfatto sarebbe diminutivo e riduttivo
rispetto allo stato d’animo che viene fuori dalla risposta in burocratese che
le scrive l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, che non dà nessuna
risposta.
E ripeto: non potete prendervela con i
commissari perché con i commissari avete litigato e la
gestione sul territorio è una gestione tutta politica dell’Azienda sanitaria
provinciale, che dipende dalla Giunta regionale.
Interpellanza numero 16/10^ di iniziativa del consigliere G.
Gallo “Sul caso dei gessi in cartone, interessante il Pronto Soccorso del
Grande Ospedale metropolitano di Reggio Calabria”
Passiamo
all’interpellanza numero 16/10^, di iniziativa del consigliere Gallo “Sul caso
dei gessi in cartone, interessante il pronto soccorso del “Grande Ospedale
Metropolitano” di Reggio Calabria”. Cedo la parola al consigliere Gallo per
l’illustrazione.
Questa è una vicenda davvero particolare
nella quale abbiamo anche oltrepassato i confini della provincia di Cosenza e
che parte proprio da un’inchiesta del Corriere della Calabria – a firma di un
giornalista che è presente in Aula, Pietro Bellantoni
– che documentava, anche fotograficamente, le pessime condizioni logistiche ed
organizzative in cui si troverebbero ad operare i medici del pronto soccorso
del “Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli”
di Reggio Calabria, evidenziando, in particolare, come nella stabilizzazione
dei pazienti – vittime di fratture e destinati all’Unità di ortopedia – si
farebbe o, meglio, si sarebbe fatto ricorso – perché dobbiamo usare anche il
tempo passato – a fasciature di cartone, per presunti problemi
nell’approvvigionamento del materiale, legati a limiti di spesa imposti da
direttive aziendali.
Nell’inchiesta di Bellantoni
si dava atto dell’impossibilità di ricevere commenti e dichiarazioni ufficiali
sul caso da parte del direttore generale della struttura ospedaliera, Francesco
Antonio Benedetto, mentre conferme giungevano dal primario del pronto soccorso,
Angelo Ianni, a detta del quale – stando a quanto riportato in cronaca dal Bellantoni – il ricorso a gessature non ortodosse sarebbe
dovuto allo scarso numero di stecche pneumatizzate a disposizione del pronto
soccorso ed all’iter complesso per
procedere a nuovi ordinativi.
A seguito della pubblicazione e diffusione
dell’inchiesta ripresa e rilanciata anche dai media nazionali – e qui viene il
bello! – le diverse reazioni e condanne di sdegno portarono all’avvio, il
successivo 31 luglio, ad una ricognizione interna da parte della direzione
generale del presìdio ospedaliero reggino, al fine di
accertare i fatti. Nel frattempo, sempre il 31 luglio, ancora a firma del
solito giornalista, Pietro Bellantoni, il Corriere
della Calabria pubblicava una seconda parte dell’inchiesta riportando le
testimonianze e le denunce del sindacato Anaao-Assomed,
a conferma di quanto già evidenziato il giorno prima.
Con tempestività, già nel pomeriggio del 31
luglio dello scorso anno, il direttore generale, Benedetto, consegnava gli
esiti della ricognizione interna al Presidente della Giunta regionale, Mario
Oliverio, che, a sua volta, ne dava integrale lettura durante i lavori del
Consiglio regionale in corso di svolgimento. Ricordo benissimo quella seduta in
cui il Presidente della Giunta regionale diceva a noi consiglieri regionali:
“Attenzione! È tutta una fake news, non c’è verità”.
Con la predetta relazione il direttore
generale dava conto della situazione dei due pazienti giunti in pronto soccorso
con traumi ossei, nei tre giorni precedenti, limitando a due i possibili casi
di trattamento con stecche cartonate e specificando come, in un caso, il
paziente fosse giunto già come trattato in pronto soccorso e come, nell’altro,
relativo ad una donna, l’immobilizzazione di cartone radiotrasparente fosse
provvisoria tanto da essere sostituita subito dopo la consulenza ortopedica con
valva gessata di posizione. Non so neanche cosa significhi, ma tale espressione
era contenuta nella relazione del direttore generale.
A seguito della divulgazione della predetta
relazione, lo stesso Governatore e numerosi esponenti del Partito democratico –
tra i quali anche alcuni parlamentari – lamentavano la presunta
irresponsabilità dei giornalisti e della stessa testata del Corriere della
Calabria, accusati di aver dato luogo ad una pubblica ricostruzione dei fatti
ben diversa da quella reale, a tutto danno e discapito dell’immagine della
Calabria e del buon nome e del lavoro degli operatori sanitari del “Grande
ospedale metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli” di
Reggio Calabria.
Dette reazioni, unitamente alla relazione a
firma del direttore generale, Frank Benedetto, venivano riprese dalla stampa
regionale e nazionale, in particolare dal Sole 24 ore, in quest’ultimo caso con
un articolo in cui si bollava come bufala l’inchiesta giornalistica del
Corriere della Calabria. Maledetto Bellantoni!
In data 7 agosto, ritornando sulla vicenda
con nuovo dettagliato servizio, il Corriere della Calabria pubblicava notizie e
dettagli inediti; in particolare, veniva reso noto che, nell’ambito
dell’indagine avviata dai NAS, su disposizione del Ministero della Salute, dopo
il deflagrare del caso, erano stati acquisiti agli atti alcuni messaggi
inoltrati via whats app dallo
stesso Benedetto risalenti al 28 luglio – dunque a due giorni prima della
pubblicazione dell’inchiesta giornalistica – nei quali lo stesso commentava
alcune delle foto che sarebbero divenute oggetto dell’inchiesta, definendo
letteralmente una schifezza la medicazione effettuata con il cartone e
profondendosi in aperte critiche contro l’ufficio responsabile della mancata
consegna dei materiali medici; mostrando così di essere bene a conoscenza ed in
anticipo della questione e rimarcando anzi, in più messaggi, doversi ricondurre
gli inusuali bendaggi ortopedici al mancato acquisto e fornitura del materiale
necessario.
Tali circostanze, completamente taciute
nella relazione inviata al Presidente della Giunta regionale e da questi
offerta alla conoscenza del Consiglio regionale e della pubblica opinione
calabrese, se rese note, unitamente alle altre notizie divulgate, avrebbero
oggettivamente consentito una più puntuale valutazione della questione,
contribuendo ad inquadrare la vicenda in una cornice più definita e chiara e
confermando, in buona sostanza, quanto sin dall’inizio riportato nell’inchiesta
del Corriere della Calabria.
Il richiamato atteggiamento omissivo se, da
un lato, ha consentito di sviare l’attenzione dal caso, dall’altro si configura
come deontologicamente ed eticamente discutibile, essendosi tradotto in una
prospettazione artificiosa della realtà offerta al Consiglio regionale, in
violazione dell’obbligo di lealtà e correttezza.
Considerata la palese e oggettiva gravità
dell’accaduto, al fine di discutere della scarsa qualità dell’offerta
sanitaria, su iniziativa del senatore Marco Siclari,
veniva disposta un’audizione in Commissione salute al Senato in programma lo
scorso 17 settembre 2018.
Tanto premesso, interpellavo il Presidente della Giunta regionale per
sapere se la Giunta regionale fosse stata posta a conoscenza dalla direzione
generale dell’ospedale di Reggio Calabria – anche per le vie brevi, in data
antecedente alla trasmissione della relazione portata a conoscenza del
Consiglio regionale e dell’opinione pubblica il 31 luglio – delle problematiche
legate alla scarsità di materiale ortopedico a disposizione del pronto soccorso
e della mancata fornitura di esso per ragioni dipendenti dagli uffici
amministrativi, come emerso dalla messaggistica chat che ho appena citato riconducibile al direttore generale
Benedetto, acquisita poi dai NAS; come valuti e valutava all’epoca
l’atteggiamento del direttore generale del “Grande Ospedale Metropolitano
Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, Frank
Benedetto, e la mancata menzione, nella relazione da questi consegnata il 31
luglio alla Presidenza della Giunta regionale, della circostanza che lo stesso
fosse già a conoscenza di quanto successivamente ricostruito dall’inchiesta
giornalistica del Bellantoni e del Corriere della
Calabria; se non ritenesse di dover procedere con urgenza ed immediatezza alla
revoca dell’incarico conferito allo stesso.
Relativamente all’interpellanza del
consigliere Gallo, come da relazione fornita in precedenza dal direttore
generale Benedetto al dipartimento Tutela della salute, va evidenziato che
quanto detto, scritto ed ampliato non risponde alla verità ed ha causato un
enorme danno di immagine alla Calabria ed al “Grande Ospedale Metropolitano”,
per il quale la direzione generale è stata costretta, suo malgrado, a tutelare
l’immagine dell’azienda nelle sedi giudiziarie competenti.
La direzione generale e quella sanitaria
hanno avviato un’inchiesta interna dal cui esito è emersa chiara la dinamica
dei fatti relativi ai due pazienti intorno ai quali si è sollevato il caso dei
gessi di cartone: il primo, di sesso maschile, C. A., il quale – come si evince
dal verbale di pronto soccorso – è giunto con mezzi propri al triage alle ore 9:32 del 28 luglio 2018,
già immobilizzato sul luogo dell’incidente con cartone, come dichiarato dallo
stesso paziente al direttore della UOC ortopedia, nonché, successivamente,
quando è stato ascoltato dai carabinieri del NAS.
Il paziente, codificato codice giallo, veniva
visitato alle 9:35, sottoposto a visita di pronto soccorso, ECG ed esami
radiografici. Si precisa che l’immobilizzazione provvisoria con cartone, con la
quale era giunto il paziente, non è stata rimossa opportunamente – come
dichiarato dagli stessi sanitari – per evitare rischi ed eventuali complicanze
della sospetta frattura, per non provocare ulteriori dolori e poter effettuare
la radiografia senza interferenze. Eseguita la radiografia, il paziente veniva
ricoverato in reparto alle 10:53 e, in fase di accettazione, veniva nuovamente
valutato dall’ortopedico di turno, il quale rimuoveva il cartone ed applicava
valva gessata di contenimento. Nel pomeriggio, durante una ulteriore visita,
valutate le condizioni circolatorie dell’arto, il medico di turno poneva
trazione transcheletrica.
Il secondo paziente, di sesso femminile, O.
G., come da verbale del pronto soccorso, è giunto al pronto soccorso il 30
luglio 2018 alle 7:11 con ambulanza del 118 dell’ARES, con diagnosi di
accettazione di “trauma contusivo caviglia sinistra e
con sospetto di frattura e trauma contusivo di
caviglia destra”, a seguito di caduta accidentale. Valutata come codice verde,
è stata visitata alle 7:16. Il tutore di immobilizzazione, applicato dal
personale del 118, non era utilizzabile per l’esecuzione delle radiografie e,
stante il numero ridotto di ambulanze, l’ARES 118 aveva una impellente
necessità di eseguire un altro soccorso per cui il tutore applicativo veniva
rimosso.
Dopo aver visitato la signora, si evinceva
un forte sospetto di frattura scomposta della caviglia sinistra con necessità
urgente di eseguire in tempi rapidissimi esami radiologici e, pertanto,
l’infermiera di turno, per ottimizzare i tempi, ha provvisoriamente applicato
cotone di germania e tutori provvisori di cartone, al
fine di immobilizzare l’articolazione ed evitare ulteriori complicazioni. La
paziente ha eseguito la radiografia, dalla quale è risultata la frattura della
caviglia sinistra e, quindi, è stata portata in ambulatorio di ortopedia dove è
stata visitata ed è stata confezionata una doccia gessata di contenzione e
ricoverata alle 9:42 in reparto.
Giova precisare che i pazienti sono stati
trattati chirurgicamente e dopo alcuni giorni dimessi dall’ospedale. Nelle
relazioni dei carabinieri del NAS, intervenuti dopo lo scandalo mediatico, non
si fa alcun riferimento alla mancanza, all’interno del pronto soccorso, dei
presìdi utili alla immobilizzazione. Nel verbale relativo alla UOC di ortopedia
si dichiara, piuttosto, che “durante l’attività ispettiva è stato accertato che
il reparto non è carente di presìdi medici per la tipologia. In effetti, è
stato accertato che vi erano scorte sufficienti di presìdi, in particolare:
ovatta sottogesso, bende a presa rapida per
l’ingessatura, stecche preformate in poliestere, bende di resina, bende
elastiche autoincollanti per l’immobilizzazione”. Tutta questa parte è copiata
direttamente dal verbale.
Dal 2015, il Grande Ospedale Metropolitano
di Reggio Calabria ha prodotto solidi fatti di cui si elencano i più significativi:
l’aumento dei ricoveri e della loro complessità; l’avvio delle attività della
PET, prima pubblica della Calabria, che eroga circa 1500 prestazioni l’anno;
l’avvio e la messa a regime della cardiochirurgia che ha già superato i 600
interventi in poco più di 18 mesi, con tassi di mortalità tra i più bassi
d’Italia; l’attivazione della chirurgia toracica, chiusa da molti anni;
l’attivazione della chirurgia robotica, unica in Calabria per le attività di
chirurgia mini invasiva e di precisione in urologia, ginecologia e chirurgia
generale; il ripristino della gestione ordinaria per 21 UOC sanitarie – prima
affidate provvisoriamente mediante incarichi di sostituzione, insomma mancavano
i primari in quasi tutti i reparti; l’incremento delle attività del punto
nascita aziendale a seguito della chiusura di quelli prima attivi in tutta la
provincia: i parti eseguiti sono passati da 1946 del 2015 a 2.133 nel 2016, a
2.322 nel 2017 ed una proiezione di 2.600 nel 2018; sono state assunte oltre
400 unità di personale di cui 120 operatori socio-sanitari, i primi della
storia dell’azienda, per il supporto alla cura dei pazienti; il completamento
della seconda fase del nuovo presidio “Morelli” (i cui lavori saranno
completati per il primo corpo di fabbrica entro quest’anno e per il secondo
entro l’anno prossimo), che avrà una finalizzazione volta alla creazione di un
polo regionale per la diagnosi e la cura delle patologie onco-ematologiche, una
delle aree sanitarie in cui l’ospedale registra delle vere eccellenze nazionali;
infine, la partecipazione al programma di investimento dell’INAIL per le opere
di pubblica utilità sociale, aggiudicato da questa direzione strategica per la
realizzazione del nuovo “Grande Ospedale Metropolitano” di Reggio Calabria, con
un investimento di 180 milioni di euro nonché l’avvio ed il completamento in
tempi ristretti di tutte le procedure propedeutiche alla progettazione ed
all’esecuzione dell’opera.
Gli antichi romani dicevano: “excusatio non petita, accusatio manifesta”.
Chi ha scritto la relazione testé letta
dalla gentile assessore, evidentemente, ha voluto fare immaginare che in questa
interpellanza contestassimo, in generale, l’offerta sanitaria del “Grande
Ospedale Metropolitano” di Reggio Calabria. Non è così. Il riferimento della mia interpellanza – è chiaro – è un riferimento
ad un episodio specifico citato nell’inchiesta di un giornalista,
peraltro, presente in Aula e non a tutto quello
che è stato fatto da anni nell’ospedale Bianchi-Melacrino-Morelli
di Reggio Calabria.
Non posso rivolgermi al giornalista
direttamente, però è chiaro che, dalla risposta dell’assessore, si evidenzia
che tutto quello che è stato raccontato in questa inchiesta giornalistica non
corrisponde a verità e che, evidentemente, quella indagine, ancora una volta, a
distanza di mesi, viene considerata una fake news, e
non corrisponde alla realtà dei fatti.
Quindi, quando vengono citati i messaggi whatsapp del direttore generale dell’azienda sanitaria
Bianchi-Melacrino-Morelli, evidentemente, non si
racconta la verità, ma se così non fosse – e voglio solo prendere atto, sia
pure senza soddisfazione di quanto dice l’assessore – sarebbe gravissimo a contrariis quello che, invece, è accaduto; vale a dire, se
il Corriere della Calabria raccontasse la verità, allora, non è stata
raccontata la verità al Presidente della Giunta regionale ed il Presidente
della Giunta regionale, incolpevolmente, a sua volta, non ha raccontato la
verità al Consiglio regionale ed, in generale, poiché quella risposta ha avuto
un’ampia eco non solo in regione, ma anche oltre i confini regionali. Non si è
raccontata la verità ai cittadini calabresi e agli italiani.
Non contestiamo l’offerta sanitaria del
Bianchi-Melacrino-Morelli, non sono andato ad indagare,
a fare un’indagine conoscitiva su questo argomento, ma su un episodio specifico
sul quale, per la verità, – delle due l’una – o non hanno raccontato la verità
il Corriere della Calabria ed il giornalista Bellantoni
o non ha raccontato la verità il direttore generale.
E, se così non fosse stato, credo che il
Presidente avrebbe dovuto prendere immediati provvedimenti – cosa che non mi
risulta sia stata fatta – perché se è vero che questi messaggi whatsapp ci sono stati e il direttore generale fosse stato
a conoscenza, ben due giorni prima, della mancanza di questi presìdi
medici-ortopedici, è chiaro che la verità non è stata raccontata al Presidente
della Giunta regionale, al Consiglio regionale ed all’intera opinione pubblica.
Un episodio da archiviare che avevamo dimenticato e che, forse, –
poiché le interpellanze si discutono a distanza di 7-8 mesi – abbiamo
rivangato, rinfocolato e se ne parlerà, purtroppo, ancora perché dovremmo
capire, cari colleghi, dove sta la verità.
Mi perdoni, Presidente,
l’interpellanza numero 14/10^ è stata rinviata?
Si.
Passiamo all’interpellanza
numero 17/10^, di iniziativa del consigliere Gallo “Sugli interventi di cui
necessita il Convento-Santuario di Bisignano”. Cedo la parola al consigliere
Gallo, per l’illustrazione.
Anche questa interpellanza
risale allo scorso mese di settembre.
Nel territorio del
Comune di Bisignano, in provincia di Cosenza, vi è un antico storico
Convento-Santuario, legato alla figura ed al culto di Sant’Umile di Bisignano,
secondo Santo calabrese dopo San Francesco.
La sua fondazione risale al lontano 1222 quando il Beato, Pietro Cathin, (inviato in Calabria da San Francesco d’Assisi) diffondeva l’ideale francescano, come scrive in una sua pubblicazione padre Isidoro De Miglio, frate minore, mentre Padre Agostino Piperno, anch’egli frate minore, nel suo libro “Convento dei frati minori di Calabria”, fa risalire la fondazione del Convento, intitolato a San Francesco alle Stimmate, al 1380.
Il Convento è un luogo ricco di memorie e di arte: dal quadro di San Daniele Martire, al celebre prezioso crocifisso ligneo scolpito da fra’ Umile da Petralia, la bellissima statua in marmo raffigurante Santa Maria delle Grazie, attribuita al Gaggini, alle reliquie dei Santi, l’organo del 1756, Maurus Gallo, il bel chiostro ricostruito negli anni ‘70 e il museo conventuale al cui interno si trovano tante altre opere d’arte.
Invito i colleghi – qualora qualcuno non ne fosse a conoscenza e non avesse visitato il luogo – ad andarlo a visitare. È un luogo davvero dalle bellezze mozzafiato.
Sant’Umile da Bisignano, beatificato il 29 gennaio 1882, è stato proclamato Santo da Papa Giovanni Paolo II il 19 maggio 2002 ed, oggi, il culto legato al suo nome porta a Bisignano ogni anno migliaia di fedeli e visitatori, tutti diretti al Convento-Santuario bisignanese; sempre massima è stata l’attenzione dei frati francescani e dell’Ordine di appartenenza alla cura e custodia dei luoghi, spesso con interventi anche considerevoli da un punto di vista di finanziario, per garantirne la salvaguardia.
Recentemente l’Ordine francescano ha contratto direttamente un mutuo di 100.000 euro per svolgere dei lavori di manutenzione presso la chiesa. Ciò nonostante, ad oggi la chiesa, in particolare, necessita di altri interventi ed adeguamenti strutturali che la rendono pienamente ed universalmente accessibile. Delle opere necessarie parte saranno realizzate attraverso un mutuo di circa € 400.000, già acceso dall’Ordine francescano, con l’obiettivo, nello specifico, di provvedere al recupero, al restauro, al miglioramento sismico della chiesa ed all’adeguamento dei suoi impianti.
Tuttavia, restano al momento senza copertura altri interventi pure indispensabili quali ad esempio il recupero della cripta, del sepolcro di Sant’Umile e degli affreschi del maestro Juso da Rose, oltre che della biblioteca e del museo conventuali.
La Regione Calabria, con legge regionale numero 21 del 1990, recante “Norme in materia di edilizia di culto”, d’intesa con la competente autorità religiosa, è autorizzata a concedere contributi pluriennali ed una tantum per la costruzione, la ristrutturazione, l’ampliamento e la straordinaria manutenzione di opere di culto.
Di recente la Giunta regionale, con legge regionale numero 55 del 2017 recante “Legge di stabilità regionale 2018”, è stata autorizzata a concedere un ulteriore contributo una tantum per il soddisfacimento dei fini di cui alla predetta legge.
Successivamente, nel dicembre dello scorso anno, abbiamo votato la legge di bilancio con il Collegato alla finanziaria, nel quale la legge regionale numero 55 del 2017 è stata rifinanziata con € 1.000.000. In quella circostanza avevo presentato un emendamento al bilancio regionale che non era di maggiore spesa, ma destinava agli interventi presso il Santuario di Sant’Umile di Bisignano € 200.000 di quel milione di euro che veniva messo a disposizione della Giunta e del Presidente della Giunta regionale.
Quell’emendamento è stato bocciato dalla maggioranza del Consiglio regionale e dal governo regionale.
Spero che, nel frattempo, da dicembre ad oggi, poiché le somme sono a disposizione – c’è un milione di euro disponibile sul bilancio regionale anche per l’annualità 2019 – si sia riflettuto e si sia deciso – magari non su iniziativa del consigliere Gallo che è un consigliere di opposizione e poiché fa opposizione è anche poco simpatico – comunque, nell’interesse generale e nell’interesse anche del Santuario di Sant’Umile di Bisignano, di destinare almeno € 200.000 di quel milione di euro, votato dal Consiglio regionale, per il Santuario di Sant’Umile – ripeto – secondo Santo calabrese.
Chiedevo all’epoca, nel settembre 2018, se la Giunta regionale fosse a conoscenza delle condizioni in cui versano la chiesa e la biblioteca del museo annessi al Convento-Santuario di Bisignano; se in considerazione dell’importanza storica e religiosa del Convento-Santuario, del suo essere annualmente metà di migliaia di fedeli visitatori, ritenessero di dover intervenire per assicurare la tutela e la fruibilità; se e quali provvedimenti intendessero eventualmente assumere e secondo quale tempistica per garantire il raggiungimento dello scopo, atteso che anche per l’anno 2017 era stato destinato € 1.000.000 per gli edifici di culto o per le opere annesse agli edifici di culto e quel milione di euro, invece, è stato destinato dalla Giunta regionale per altri scopi, probabilmente più importanti, ma non certo per il Santuario Sant’Umile di Bisignano.
La parola all’assessore
Corigliano per la Giunta regionale.
In riscontro all'interpellanza del consigliere Gallo, informo l’Aula
che è in corso di definizione con il Segretariato regionale del MIBAC,
competente in materia di tutela dei beni culturali, la concertazione degli
interventi nel Settore dei beni culturali sulla base delle priorità dettate dal
MIBAC stesso.
La prima ricognizione è stata effettuata, con delibera di Giunta
regionale numero 217, del 5 giugno 2018, e nel corso della interlocuzione tra
la Regione e il MIBAC sono emerse ulteriori necessità di intervento, segnalate
attraverso l'invio di schede tecniche.
Tra queste segnalazioni risulta esserci, anche, quella relativa al
Convento-Santuario di Bisignano e quindi siamo in attesa della scheda tecnica
definitiva e della somma relativa necessaria per l'intervento che è comunque
previsto nelle linee di indirizzo per la tutela e valorizzazione dei beni
culturali.
Assessore, la ringrazio per la sua puntuale risposta, ma devo dire che
sono insoddisfatto, anche rispetto alla tempistica. Frequento gli uffici della
Regione e mi informo. Lei mi incontra spesso nella sede della Cittadella, sono
lì almeno una volta a settimana e vengo a conoscenza, anche, delle dinamiche
dell'azione di governo.
Il milione di euro del 2017 è stato suddiviso dando, per la cifra di
700 mila euro del totale, cifra considerevole, udite udite…attraverso una
distribuzione a pioggia di 65 mila euro ad ognuna delle 11 diocesi calabresi.
Segno evidente che, anche, in quella circostanza non si è proceduto a fare
scelte, e a definire un programma, che appunto manca, che possa supportare, un settore
che potrebbe risultare una risorsa per la Calabria: il turismo religioso.
Sant'Umile è il secondo Santo calabrese ed il Santuario-Convento di
Sant’Umile è meta di migliaia di visitatori ogni anno.
Credo che i tempi biblici, proprio per restare in tema, o pachidermici
della Giunta regionale, che ha rapporti col MIBAC, che non fa scelte, perché ha
a disposizione delle somme che sono anche quest'anno nel bilancio regionale,
faccia sì che la tempistica sia quella che tutti i calabresi ormai conoscono,
quindi lentissima e tarda nelle risposte. Per cui io credo che i bisignanesi se
ne faranno una ragione. Prima o dopo si interverrà, ma perché non se ne può
fare a meno. Non si potrà fare a meno di intervenire sul Santuario di
Sant'Umile che è il secondo Santo calabrese. Per ora si dovranno accettare i
tempi della burocrazia, del MIBAC, delle discussioni e i soldi continuano a non
essere spesi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Né ha facoltà.
Presidente, vorrei chiedere solo un chiarimento sull'ordine dei lavori:
lei, all'inizio dei lavori della seduta, ha comunicato che alcune
interrogazioni, su richiesta del Presidente della Giunta, oggi non saranno
discusse. Vorrei sapere se l’interrogazione in merito alle Terme Luigiane è tra quelle rinviate.
Consigliere Orsomarso, gli uffici verificheranno quanto da lei chiesto
e le daremo risposta.
Grazie, Presidente.
Passiamo all’interpellanza numero 25/10^ del consigliere Pedà “In
merito all'emergenza dializzati a Reggio Calabria”.
Prego, consigliere Pedà, ha facoltà di illustrarla.
Presidente, grazie. È un'interpellanza di fine novembre 2018 e riguarda
l’ormai annoso problema dei dializzati della provincia di Reggio Calabria. Ne
abbiamo discusso più volte e soprattutto l'avevamo dibattuto più volte in
Commissione sanità, di addivenire ad una soluzione per questi nostri
concittadini che spesso devono andare fuori regione, nella vicina Sicilia, per
fare la dialisi, soprattutto nelle more che potessero sistemare i locali ex
ENPAS di Reggio Calabria in Centro dialitico - così era stato promesso dal
Commissario straordinario dell'epoca, Scura - e di Melito.
Sottolineo il problema importante che era quello dell'autorizzazione
del fabbisogno, che doveva essere dato dal dipartimento della Salute, ma ancora
oggi credo non è stato dato. È una condizione necessaria per cui tutti gli
altri attori, diciamo, possono fare il loro dovere e risistemare i posti rene a
Melito e quelli al reparto dell’Ospedale Riuniti.
Chiedo, quindi, al Presidenza della Giunta, se erano stati avviati gli
accertamenti ad appurare: le motivazioni del ritardo del fabbisogno e le
motivazioni della mancata attivazione dei 13 posti letto rene (3 posti presso
il servizio dialisi Presidio ospedaliero “Tiberio Evoli”
di Melito Porto Salvo, 5 posti presso la casa della salute di Scilla - casa
della salute, tra virgolette, perché non è stata attivata - 3 posti presso il
Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria). Stendiamo un velo pietoso
sul Grande Ospedale Metropolitano, la Giunta regionale ha recentemente nominato
un “ectoplasma” Prejanò, che si aggira ma, ancora,
non abbiamo visto nessun risultato utile. Questi sono i disastri che avvengono
nella sanità. In data 18 maggio 2018 con nota protocollo 176899 è stato reso
parere favorevole da parte della Regione Calabria nelle more della
riconversione funzionale della struttura sanitaria ex ENPAS di Reggio Calabria
- come più volte è stato detto, anche, dal direttore Misiti
- in Centro dialitico ex-ospedaliero per 16 posti letto rene, per il quale
l'iter amministrativo è fermo in attesa dell’autorizzazione di cui sopra;
altresì, chiedo di essere reso edotto degli interventi alternativi programmati
o da programmare al fine di ovviare ad una problematica che, in quanto
direttamente afferente alla tutela della vita umana, riveste carattere di
assoluta urgenza. Grazie.
In riferimento alla relazione fornita dal Dipartimento della tutela
della salute, in risposta all'interpellanza a firma del consigliere Pedà, si fa
presente che con deliberazione aziendale numero 582, del 17 maggio 2018, veniva
esplicitato il fabbisogno dei posti rene dell'Asp (pari a numero 28 per il
distretto metropolitano di Reggio Calabria), includendo anche i posti rene
dell’hub di Reggio Calabria.
La situazione attuale risulta essere la seguente: - hub di Reggio
Calabria 25 più 3 (di recente incremento e già operativi); presidio ospedaliero
di Melito 9 più 3 (di recente incremento e già operativi); casa salute Scilla 8
(nessun incremento); distretto tirrenico -Taurianova 16 (nessun incremento);
Palmi 12 (nessun incremento); distretto ionico-presidio ospedaliero di Locri 24
(nessun incremento).
Nel medio-lungo periodo è previsto l'incremento di numeri 5 posti
presso la casa salute Scilla e numero 16 posti con la creazione di un centro
dialisi presso ex Enpas a Reggio Calabria.
Con tali ultimi incrementi la rete sarebbe sufficiente per tutta la
provincia.
In data 1 marzo 2019 si prevede di attivare, in via sperimentale, in
servizio navetta per il trasporto dei soggetti dializzati attraverso il
contributo delle associazioni donatori.
Assessore, non sono soddisfatto della risposta e dico subito il perché.
Il Dipartimento tutela della salute, mi dispiace dirlo perché il dottore
Belcastro, oltre a essere competente, ha pure tanta buona volontà, continua a
non rispondere sul fabbisogno. Non possono dire che a maggio era già
autorizzato, perché in una riunione successiva, credo tra l'altro in
Prefettura, ora qui non ho le carte, si è palesato questa mancanza del decreto
del fabbisogno del Dipartimento della salute e mi sembra che nella risposta non
ce ne sia traccia.
L’interrogazione 419/10^di iniziativa del consigliere Ciconte decade
per assenza del proponente.
Presidente, mi perdoni, l’interpellanza numero 18/10^ del 10 settembre
è rinviata?
Consigliere Gallo, è tra quelle che ho elencato prima e che vengono
rinviate.
Presidente, quindi, prendo atto che sui ritardi della realizzazione
dell’ospedale della Sibaritide c’è un ulteriore ritardo.
Passiamo all'interrogazione numero 425/10^ d’iniziativa del consigliere
Nicolò “In ordine alle problematicità che interessano il Pronto Soccorso
dell'Ospedale Civile di Locri”. Prego, consigliere Nicolò, ha facoltà di
illustrarla.
Grazie, Presidente, per la parola concessami per esporre
l'interrogazione. Apprezzandone la sua buona volontà, chiedo che si
calendarizzi mensilmente una seduta dedicata al sindacato ispettivo, pur
comprendendo i suoi impegni, ma c'è un Ufficio di Presidenza che potrebbe
garantire l'efficacia di un lavoro e consentire all’Aula, periodicamente, di
poter smaltire una serie di interrogazioni che risultano datate, anche,
rispetto alla tempistica. Lo diceva il consigliere Gallo, ma anche le mie
interrogazioni risalgono allo scorso anno.
Per quanto concerne l'argomento testé da lei richiamato e da me
rappresentato all'onorevole Giunta regionale, riguarda le annose vicende del
Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri, che versa da tempo in una situazione
allarmante data dal ridimensionamento di alcuni reparti quali quello di
ortopedia, di medicina, di geriatria e il centro trasfusionale, nonché la
criticità che emerge periodicamente per carenza di personale.
Criticità che si sarebbe registrata, nel giorno di Capodanno, e
denunciata da organizzazioni sindacali, da concittadini, ma anche con riscontri
probatori comprovate da fotogrammi, l'assenza dei medici che dovrebbero essere
normalmente preposti alle cure di primo intervento, in un settore che è
nevralgico e strategico.
Chiesi, attraverso dei quesiti, di capire se la questione è un fatto
occasionale, come invece mi dicono fonti attendibili, che si ripete nel tempo,
oppure è un evento diffuso, una fattispecie diffusa che si registra
periodicamente. Fatto gravissimo che riguarda la locride,
un comprensorio vasto che ha come punto di riferimento l'ospedale di Locri.
Parliamo anche di turismo e nel periodo estivo quell'ospedale, lo so
perché viviamo il territorio - non lo si vive solo in campagna elettorale, ma
bisogna anche comprendere e capire quali sono quelle esigenze - e i turisti
vengono se ci sono dei riferimenti certi, pensare che non esiste un Pronto
Soccorso efficiente e non garantisce alcuni servizi che sono primari per la
persona.
Su questo chiedo di capire se è stato un episodio sporadico e se la
Giunta intende esperire un'indagine. Non bastano solo le risposte
interlocutorie. Sono argomenti di una certa importanza e rilevanza, per cui mi
aspetto una risposta del responsabile non interlocutoria, che lascia il tempo
che trova, come avviene quasi spesso con risposte che giungono dai Dipartimenti,
dai dirigenti, e il governo li fa proprie e li invia quando chiediamo la
risposta scritta.
Richiamo poi alla responsabilità il governo rispetto ad alcune
risposte, e tra virgolette, scusate la cacofonia, che devono essere
responsabili, su questo chiedo di avere delle informazioni con senso di
responsabilità.
In merito all'interrogazione del consigliere Nicolò come da relazione
del Dipartimento tutela della salute, si rappresenta che la Direzione ha
provveduto, nelle more dell'assegnazione di nuove risorse, a garantire i turni
di servizio per 24 ore (mattina, pomeriggio e notte) con due - tre medici
strutturati addetti prioritariamente ai codici rossi e gialli (prestazioni in
emergenza urgenza).
I codici bianchi e verdi sono invece presi in carico dai medici di
emergenza territoriale a completamento orario, sicuramente durante i turni
meridiani e qualche volta anche pomeridiani. Ciò per ridurre il carico di
lavoro affidato ai medici per la gestione dell'emergenza urgenza.
Sicuramente, per eventi imprevedibili ed imponderabili si è potuta
verificare l'insufficienza dei medici addetti ai codici bianchi e verdi in
alcune occasioni, come nel caso del primo gennaio ultimo scorso.
Non è mai mancata, però, la copertura dei turni al Pronto Soccorso in
quanto c'è un armonico supporto tra i medici strutturati e non strutturati.
La circostanza verificatasi, e relativa ai codici verdi, è da
considerarsi eccezionale e da imputarsi esclusivamente alla grave carenza di
personale medico, allo stato insufficiente a garantire il perfetto
funzionamento del Pronto Soccorso dell'Ospedale spoke di Locri.
È una parziale risposta ad un quesito e richiedeva più
chiarezza rispetto ad episodi che si ripetono nel tempo.
Credo che chi ha fornito quella risposta si sia assunto
una responsabilità per il futuro che verificheremo con costanza e senso di
responsabilità.
Però la situazione dell’Ospedale di Locri va monitorato
non solo da chi svolge il sindacato ispettivo, l’attività di controllo, ma
anche dal Governo regionale, perché è una situazione che presenta criticità che
afferiscono soprattutto all’erogazione di un servizio, dal quale non si può
prescindere.
Richiamo, tra virgolette, il Governo regionale ad una
maggiore responsabilità ma anche e soprattutto i consiglieri della sinistra che
in campagna elettorale parlavano di un’area che andava abbracciata e, invece,
all’indomani dell’elezione, è stata ripudiata.
Abbiamo visto che questo Governo si è girato dall’altra
parte per tanti aspetti, ivi compreso quando presentai, in occasione del Patto
di stabilità, gli emendamenti che riguardavano molti dei Comuni della Locride.
Emendamenti che, peraltro, avevano superato la soglia
della legittimità attraverso l’istruttoria degli interventi.
Non parliamo di associazioni; non parlavamo di
associazione ma parlavamo di Comuni. Stiamo parlando dei Comuni del territorio,
stiamo parlando dell’Ospedale del territorio della provincia di Reggio
Calabria, al di là delle responsabilità del Governo.
Richiamo anche l’attenzione dei componenti di
maggioranza, ma lo dobbiamo fare assieme per una questione istituzionale, al di
là degli schieramenti, facendo prevalere i principi, che sono i diritti, spesso
negati, dei nostri concittadini.
Interrogazione numero 413/10^, d’iniziativa del
consigliere Pasqua “In ordine alla necessità di messa in sicurezza e riapertura
della strada provinciale n. 23, tratto Coccorino-Joppolo nel territorio della
provincia di Vibo Valentia, conosciuta come strada del mare”.
Il consigliere Pasqua ha facoltà di illustrarla.
Grazie, Presidente. Ho
presentato questa interrogazione proprio per conoscere quali eventuali
interventi siano stati adottati in ordine alla messa in sicurezza di questa
strada che ha presentato, nel corso degli ultimi tempi, delle gravissime
difficoltà per tutta la comunità presente nel tratto Coccorino-Joppolo, che
sicuramente presenta dei problemi di carattere idrogeologico.
Quindi, in ordine ad
eventuali misure che possono incidere sull’assetto idrogeologico, volevo capire
se e quali sono stati gli interventi posti in essere. Grazie.
Il 29 luglio 2002 è
stato sottoscritto dalla Regione Calabria con il Ministero dell’Economia e
delle Finanze, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’ANAS,
l’ENAV, l’ENAC e le Ferrovie dello Stato l’Accordo di Programma Quadro per il
sistema delle Infrastrutture di Trasporto, ratificato, poi, dalla Regione
Calabria con una delibera di Giunta regionale del mese di luglio 2002.
L’intervento è stato
rimodulato dalla Giunta regionale nel mese del dicembre 2004 per l’importo
complessivo di 61,320 milioni di euro al quadro attuativo, individuando come
soggetto attuatore l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia.
La Provincia di Vibo
Valentia nel 2004 ha redatto un progetto definitivo, posto a base di appalto
integrato, di importo complessivo di 30 milioni di euro, riguardante la
realizzazione dei seguenti tre tronchi stradali: tronco stradale nel Comune di
Joppolo della lunghezza di 1.100 metri, comprendente la realizzazione di una
galleria lunga circa 800 metri; tronco stradale nel Comune di Ricadi della
lunghezza di 5.640 metri, comprendente importanti opere d’arte, tra cui un
viadotto lungo circa 320 metri per 55 metri di altezza; tronco stradale tra i
Comuni di Vibo Valentia e Pizzo Calabro di lunghezza di circa 1.150 metri ed un
tratto di ammodernamento di strada esistente di circa 2.200 metri.
In data 10 novembre 2005
è stato stipulato il contratto di appalto relativo ai lavori e servizi di
progettazione per un importo complessivo di circa 16 milioni di euro oltre IVA.
Il progetto esecutivo è
stato approvato dalla Giunta provinciale di Vibo Valentia il 14 luglio 2006 ed
i lavori sono stati consegnati il 26 luglio 2006.
A seguito di una serie
di eventi che hanno rallentato le lavorazioni, con una determina del mese di
marzo 2013 il dirigente del Settore Viabilità e Trasporti della Provincia di
Vibo Valentia ha risolto il contratto per gravi inadempienze dell’ATI
(Associazione Temporanea di Imprese) aggiudicataria.
I lavori, pertanto, si
sono fermati e attualmente nessuno dei tre lotti risulta aperto al traffico, ad
eccezione del tratto in ammodernamento, nel Comune di Pizzo Calabro, di circa
2.200 metri.
La spesa complessiva
sostenuta dalla Provincia risulta di circa 15 milioni e mezzo di euro; pertanto
del finanziamento iniziale residuano, ad oggi, circa 14 milioni e mezzo di
euro, di cui 13 milioni circa risultano ancora da erogare da parte della
Regione Calabria e circa un milione e mezzo nelle casse della Provincia di Vibo
Valentia.
Considerato che la
strada statale provinciale SP23 attualmente risulta chiusa al traffico
veicolare, il mancato completamento dei lavori isola, di fatto, una parte di
territorio provocando enormi danni all’economia della zona.
L’amministrazione
provinciale di Vibo Valentia ha effettuato dettagliata ricognizione delle opere
eseguite, degli atti emessi e di tutte le spese sostenute, redigendo apposito
verbale di constatazione, ma non è nelle condizioni di riappaltare, in tempi
brevi, lavori che consentano la rapida riapertura al traffico dell’importante
arteria stradale.
Per affrontare la
situazione è stata avviata lo scorso inverno, presso la Prefettura di Vibo
Valentia, un’interlocuzione tra Regione e Provincia, durante la quale è stata
discussa e condivisa la possibilità di realizzare un intervento che consentisse
la riapertura, seppur temporanea, del tronco stradale ricadente nel comune di
Joppolo, in attesa del completamento della galleria.
Tuttavia, a seguito
della comunicazione ricevuta dalla Regione Calabria da parte di ANAS della
disponibilità a farsi carico dell’intervento, per come sollecitato dal MIT
(Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), si è avviata una fitta
interlocuzione prima tra Regione e ANAS, successivamente tra Regione e MIT, in
particolare, con la segreteria tecnica del Ministro, per meglio definire gli
aspetti legali e amministrativi con i quali gestire il cambio del soggetto
attuatore nell’Accordo di Programma Quadro, dalla Provincia di Vibo Valentia ad
ANAS, per interventi che riguardano una strada di proprietà della Provincia.
Durante tali
interlocuzioni - che nelle ultime settimane sono diventate quasi quotidiane con
il sottoscritto - è stata concordata con il MIT una procedura che ha previsto
lo scorso gennaio l’invio congiunto, da parte della Regione Calabria e della
Provincia di Vibo Valentia, di una nota ufficiale allo stesso Ministero.
Nella nota si richiede
che il Ministero attivi ogni utile iniziativa affinché ANAS assicuri la messa
in sicurezza del tratto della strada provinciale SP23 e, nel contempo,
attraverso proprie risultanze tecniche, valuti le possibili soluzioni per il
completamento dei rimanenti lotti, al fine di raccordarli alla viabilità
esistente, garantendo una percorribilità in piena efficienza e sicurezza.
Inoltre, nella stessa
lettera, si chiarisce che i lavori trovano copertura nelle somme residue prima
richiamate, che la Regione Calabria e la Provincia di Vibo Valentia si
impegnano ad erogare secondo il cronoprogramma che verrà stabilito tra le
parti, una volta definita la fase esecutiva dell’accordo.
La lettera e l’avvio,
quindi, di un percorso concordato tra il MIT e l’Agenzia per la Coesione
Territoriale, che prevede che parte delle risorse disponibili sull’Accordo di
Programma Quadro (circa 3 milioni di euro) sia destinata ad un intervento,
eseguito da ANAS, in qualità di soggetto attuatore, finalizzato, in luogo della
realizzazione della galleria di 800 metri, prevista dal progetto originario,
alla messa in sicurezza che ANAS stessa dichiara di realizzare come opera
definitiva e permanente nel tempo del tronco stradale nel Comune di Joppolo.
Il passo successivo,
salvo ulteriori valutazioni da parte del MIT, prevede la sottoscrizione, a
giorni - era prevista per questo giovedì, come indicazione di massima - di
un’intesa istituzionale tra il MIT, la Regione Calabria e la Provincia di Vibo
Valentia.
È volontà comune di
tutte le parti in causa, MIT, Regione Calabria, Provincia di Vibo Valentia e
Comune di Joppolo, di giungere alla conclusione del complesso iter amministrativo nel giro di
pochissimi giorni.
L’ANAS è in grado di
avviare i lavori in tempi molto stretti, non appena sottoscritto il protocollo
d’intesa, la cui versione in bozza è già stata redatta.
I vantaggi derivanti
dalla rimodulazione dell’APQ (Accordo di Programma Quadro), frutto di questa
intesa, sono del tutto evidenti, non solo per il tronco stradale di Joppolo, ma
anche per gli scenari interessanti che si aprono per il completamento dei lotti
restanti.
Ringrazio l’assessore
perché la sua relazione è stata esaustiva, anche se riguardo la tempistica mi
sarei aspettato magari qualche indicazione un po’ più puntuale.
Ad esempio, la
cittadinanza di Joppolo, Coccorino, del Nicoterese in genere, quando potrà
riutilizzare quel tratto che, in questo momento, in questa fase, isola, di
fatto, tutto il territorio?
Ha parlato di un’intesa
che viene avviata, di una comunicazione puntuale con il Ministero competente,
ma siamo ancora alla fase iniziale.
Vorrei sapere se la fase
esecutiva ha un cronoprogramma già individuato, anche di massima, o se bisogna
immaginare una tempistica eccessivamente dilatata.
Posso rispondere, visto
il tema che sto seguendo in prima battuta.
È evidente che c’è un
problema di tipo amministrativo che dev’essere risolto a monte perché, come
chiarito nella risposta all’interrogazione, si tratta di una strada
provinciale, su cui è previsto un Accordo di Programma Quadro (APQ), le cui
risorse sono assegnate alla Provincia di Vibo Valentia come soggetto attuatore.
Quindi, è necessario che
ci sia a monte una procedura per modificare il soggetto attuatore.
Questa procedura non può
che passare, innanzitutto, attraverso un accordo con il Ministero competente
che deve autorizzare l’ANAS al subentro alla Provincia e, in seconda battuta,
una rimodulazione dell’APQ, che deve essere valutata preventivamente
dall’Agenzia per la Coesione Territoriale.Tutto
questo, ovviamente, comporta settimane di lavoro.
Tuttavia, per essere
precisi, abbiamo trovato una procedura interna alla Regione che assicura la
disponibilità di un finanziamento immediato, in modo da poter curare, anche in
tempi successivi, la procedura di modifica dell’APQ.
Quindi le risorse, in
capo all’ANAS, possono essere messe immediatamente a disposizione.
Il Ministero, che sta
seguendo la procedura con i propri uffici legali, a livello di segreteria
tecnico-amministrativa, è, ovviamente, anche il soggetto che sta dettando i
tempi. Quindi ci ha chiesto la produzione di una lettera, che abbiamo inviato,
dopo averla preventivamente concordata, in maniera tale che il protocollo
d’intesa, l’intesa istituzionale che dovrà essere sottoscritta - ripeto, la
data per la sottoscrizione è prevista giovedì, come indicazione di massima;
stiamo parlando di dopodomani -se non sarà giovedì, immagino che sarà venerdì,
lunedì.
Successivamente alla
sottoscrizione di questa convenzione, di quest’atto d’intesa, è prevista,
invece, la firma di un Protocollo d’intesa tra i soggetti interessati - in
questo caso Regione, Provincia e ANAS. È evidente che tutti questi passaggi
sono già stati predefiniti, nel senso che la bozza della convenzione, anche
questa con ANAS, è già stata predisposta da circa un mese. Stiamo, quindi,
aspettando i tempi tecnici.
L’ANAS dichiara che se
le lavorazioni potranno avere inizio nel mese di aprile e dobbiamo firmare solo
questa convenzione come atto operativo, sarà nelle condizioni di assicurare le
lavorazioni ed il completamento entro il mese di agosto. Questi sono i tempi
per la realizzazione dell’intervento.
La cosa importante e
fondamentale è che l’ANAS non fa un intervento per la messa in sicurezza
temporanea della strada, ma dichiara che l’intervento è risolutivo.
L’ANAS non interverrà
mai sulla strada tra Joppolo e Coccorino, se non assicurando un intervento
permanente, altrimenti questo intervento non lo farà mai!
Ne è certa, perché nel
frattempo ha già effettuato i sopralluoghi sul posto, portando i tecnici
qualificati, facendosi accompagnare anche da stimati docenti universitari, che
hanno assicurato la bontà dell’intervento.
Questo che cosa vuol
dire? Vuol dire formalmente che la galleria non sarà più realizzata e, quindi,
non sarà necessario intervenire sulla galleria.
Risulteranno, quindi,
sull’intervento altri 12 milioni di euro di economie complessive, che
consentiranno anche di qualificare gli ulteriori due interventi che oggi sono
anche queste opere incompiute.
Complessivamente,
quindi, quest’operazione dovrebbe dare una risposta molto efficiente sul
territorio, riprendendo una questione ormai seppellita da anni e che tardava ad
essere affrontata.
La Provincia,
ovviamente, poteva fare quest’intervento ma avrebbe dovuto metterlo a bando, a
gara, con tempi molto più lunghi; quindi, i tempi sarebbero stati molto più
dilatati.
Oggi l’ANAS è, invece,
in grado di intervenire immediatamente.
Auspichiamo, quindi, che
nel giro di pochi giorni si potrà dare seguito con la firma di questo atto
importante al Ministero.
In merito
all’interrogazione numero 430/10^, per la quale chiedeva informazioni il
consigliere Orsomarso, riferisco che è stata
protocollata il 30 gennaio e che non sono ancora decorsi 20 giorni per poterla
calendarizzare nella seduta del Consiglio regionale.
Come previsto nel
Regolamento interno, bisogna aspettare 20 giorni la risposta della Giunta regionale.
Per questo, quindi, tale interrogazione non è prevista all’ordine del giorno
della seduta odierna.
Passiamo all’interpellanza numero 30/10^ di iniziativa
del consigliere Gallo “Sui disservizi registratisi nell’area sciistica di
Lorica”. Il consigliere Gallo ha facoltà di illustrarla.
Presidente, tale
questione ha fatto dibattere molto i calabresi. Non ci interessa - come ho già
detto in Aula - la questione giudiziaria. I processi si fanno al di fuori del
Consiglio regionale e non spetta a noi dare giudizi.
È una tesi che è sempre
stata portata avanti, senza alcun tentennamento, da questa parte politica, sin
da quando si sono verificati gli episodi che hanno fatto discutere la Calabria
e il Paese intero e che hanno visto coinvolto il Presidente della Giunta
regionale.
Però sulla vicenda
Lorica, sulla quale, anche lo scorso anno, ho avuto modo più di una volta di
intervenire, ho voluto segnalare alcuni disservizi che, ancora oggi, sono
presenti nell’area e che, quindi, vanno a pregiudicare anche il regolare
svolgimento della stagione sciistica e di quella turistica invernale.
In questa interpellanza
- che per la verità non è datata, ma risale allo scorso 9 gennaio - riferisco che nell’ambito del POR Calabria FESR 2007-2013
veniva finanziato il progetto integrato di sviluppo locale “Lorica Hamata in Sila Amena”, che avrebbe beneficiato di
13.347.000 euro di contributo pubblico (Assi 5 e 8 POR Calabria 2007-2013) e di
oltre 3.000.000 euro di contributo privato.
Il progetto prevedeva
l’adeguamento e la modernizzazione degli impianti di risalita delle stazioni
sciistiche di Lorica, nonché la sostituzione della seggiovia con una cabinovia.
A seguito di ripetuti
solleciti e di svariati atti ispettivi, tesi a verificare la regolarità delle
procedure eseguite e ad ottenere la celere definizione dei lavori, in data 11
marzo 2018 il Presidente della Giunta regionale procedeva, con grave ritardo
rispetto al programma iniziale, all’inaugurazione solenne degli impianti di
risalita di Lorica, la cui gestione provvisoria veniva affidata a Ferrovie
della Calabria, con il supporto dell’Arsac.
Nel corso della
manifestazione inaugurale, alla quale presenziava, su invito della Regione, la
campionessa olimpionica di sci Daniela Ceccarelli, il Presidente della Giunta
regionale, attraverso l’Ufficio stampa della Regione, dichiarava ufficialmente
che: “questi impianti correvano concretamente il rischio di essere trasformati
in un’incompiuta, in una cattedrale nel deserto; una enorme preoccupazione
questa. Abbiamo lavorato senza risparmio di energie perché ciò non avvenisse”.
Cito testualmente:
“tornerò nei prossimi giorni a Lorica” - informava il Presidente della Regione
– “per discutere, con chi lo vorrà, un progetto, un piano che vada in questa
direzione, perché la nostra intenzione è quella di investire per valorizzare
meglio questo e gli altri laghi, per farne motore e risorsa per lo sviluppo”.
Testuali parole del Presidente della Giunta regionale.
Ad oggi, tuttavia, non
solo gli impegni assunti non risultano essere stati mantenuti, ma serie
problematicità si registrano anche sul versante della gestione del
funzionamento degli impianti.
Al riguardo, il Comitato
degli imprenditori lorichesi, in data 27 dicembre
2018, lamentava disagi e disservizi, oltre che la tardiva entrata in funzione
degli impianti, in riferimento alla stagione sciistica in corso.
Da più parti vengono
sollevate lagnanze in ordine alle condizioni della seggiovia, che non sarebbe
del tutto funzionante, mentre il funzionamento della cabinovia sarebbe
circoscritto da una prescrizione tecnica che imporrebbe lo stop in caso di venti di velocità superiore ai 40 km/h.
Criticità si
registrerebbero anche in riferimento al sistema di innevamento artificiale, i
cui lavori di completamento dovrebbero essere ultimati entro il prossimo marzo
ma sembra che non saranno completati per quel periodo.
Inattivi sarebbero anche
due dei tre gatti delle nevi disponibili. La carenza di personale
condizionerebbe in negativo il disbrigo delle attività della Ski Area. Preoccupazione
desta l’imminente scadenza del contratto di affidamento della gestione fissato
al 31 marzo 2019.
Problemi analoghi si registrerebbero,
infine, pure nella vicina Camigliatello, in relazione agli impianti
d’innevamento artificiale, che non funzionerebbero a dovere.
Tanto premesso,
interpellavo il Presidente della Giunta regionale calabrese per sapere: se la
Giunta regionale fosse a conoscenza delle vicende segnalate dall’interpellante;
se quanto segnalato dall’interpellante risponda, in tutto o in parte, a vero;
quali siano le reali condizioni strutturali e di utilizzo degli impianti di
risalita di Lorica, di quelli d’innevamento artificiale di Camigliatello, a
quale punto siano giunti i lavori di completamento degli impianti d’innevamento
artificiale di Lorica e se gli stessi saranno effettivamente ultimati nei tempi
di cui al cronoprogramma; quali indirizzi la Giunta regionale abbia espresso o
intenda esprimere in ordine alla gestione della Ski Area di Lorica, in virtù
dell’ormai imminente scadenza dei contratti di affidamento attualmente in
essere.
Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Gallo. In merito alle questioni sollevate si rappresenta
quanto segue.
Ad oggi risultano
funzionanti e operativi la cabinovia, la seggiovia ed uno skilift.
Dalla metà di gennaio
sono state aperte e sono oggi pienamente funzionanti anche le piste numero 1 e
2 della Valle dell’Inferno, oltre che la pista principale, detta “di rientro”,
di lunghezza 3,5 chilometri circa, servita dalla cabinovia e aperta già dalle
prime nevicate di quest’anno. Ciò ha attirato sul posto flussi turistici di
notevole intensità, ben oltre le più rosee aspettative! Con centinaia di
biglietti e skipass venduti, sin
dalla prima settimana di operatività dell’impianto.
La cabinovia, come
confermato da Ferrovie della Calabria, attuale gestore provvisorio
dell’impianto, e come, peraltro, riportato anche in una nota stampa dell’11
gennaio scorso, in alcune ore delle giornate, che vanno dal 31 dicembre 2018 al
4 gennaio 2019 e dal 6 al 9 gennaio 2019, è rimasta chiusa per ragioni di
sicurezza, a causa del forte vento insistente in quota, in ottemperanza a
specifiche prescrizioni, note al momento del collaudo dell’impianto da parte
dell’USTIF (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi), che è l’organo del
Ministero dei Trasporti che ha il compito di vigilare sulla sicurezza d’esercizio
dei trasporti a impianti fissi.
Per quanto riguarda il
completamento degli interventi previsti nell’intervento PISL, denominato
“Lorica Hamata in Sila Amena”, si sottolinea che per
dieci mesi, durante il periodo di proroga concesso, gli impianti sono rimasti
sotto sequestro.
Il completamento
dell’impianto d’innevamento artificiale potrà essere realizzato solo in periodi
di carenza di neve.
Inoltre, c’è da
registrare negli ultimi due mesi l’assenza della Direzione Lavori che, com’è
noto, è coinvolta in procedimenti giudiziari, è dimissionaria e al momento non
è stata surrogata dall’Amministrazione giudiziaria della Lorica Ski, società
concessionaria dell’intervento.
Le verifiche per le
necessarie autorizzazioni, atte a stabilire i termini di proroga, sia per
l’ultimazione delle opere sia per la gestione dei servizi attualmente
operativi, sono ancora in corso da parte dei dipartimenti regionali
interessati. Il sistema d’innevamento artificiale di Camigliatello, che copre
metà della pista rossa, è invece attualmente operativo.
Aggiungo una nota a
margine.
L’intervento di cui
abbiamo parlato, il PISL, è caratterizzato da tre lotti funzionali. Il lotto
che è stato inaugurato lo scorso anno, dal Presidente della Giunta regionale, è
stato collaudato ed è, quindi, pienamente funzionante.
Restano ancora due
lotti, uno di 300.000 euro ed un altro di 5 milioni di euro da completare, che
corrisponde, fondamentalmente, al sistema d’innevamento artificiale.
Il sistema d’innevamento
artificiale potrà essere installato sul pendio delle piste soltanto quando
sparirà la neve.
Quest’intervento non può
essere effettuato; era stato già programmato ma non si è potuto realizzare a
causa di dieci mesi consecutivi di stop, a causa del sequestro disposto del
cantiere. Per cui quest’intervento in programma sarà realizzato
successivamente, non appena la neve sciolta lo consentirà.
Per quanto riguarda la
proroga, come chiarito, anche ammesso, tra l’altro, che oggi ci fosse la
disponibilità di realizzare l’intervento, l’assenza della Direzione dei lavori
impedisce, di fatto, alcune attività. La surroga è stata chiesta ma deve essere
disposta dall’Amministrazione giudiziaria, che da circa due mesi non ha
proceduto ancora al riguardo.
Quindi, anche ammesso
che questo possa essere effettuato, in realtà, non sarà possibile fino a quando
l’Amministrazione giudiziaria non procederà con la nuova nomina della Direzione
dei lavori.
L’orientamento della
Giunta regionale, ovviamente, è quello di assicurare il funzionamento
dell’impianto con una proroga per l’attuale servizio, in concessione
provvisoria, a Ferrovie della Calabria ed il completamento dell’impianto nei
mesi in cui questo sarà consentito.
Mi dichiaro solo parzialmente soddisfatto. Nel senso che la mia
interpellanza, come lei ricordava in alcuni passaggi, è datata 9 gennaio,
quindi all'esito del blocco da parte dell'agenzia di vigilanza dei servizi
della cabinovia in più circostanze e per più ore al giorno. Ho sul mio
cellulare la registrazione di un messaggio audio di una imprenditrice del
territorio che racconta come, in questi giorni, in quei giorni che erano giorni
molto importanti per lo svolgimento della stagione turistica, in effetti, ci
siano stati una serie di disservizi.
Peraltro lei mi conferma che i lavori di completamento che avrebbero
dovuto, per il sistema innevamento artificiale, essere compiuti entro la fine
di marzo non potranno essere compiuti, ci sono dei ritardi per cui arriveremo
al periodo in cui non ci sarà più neve, dopo la fine della di questa stagione
invernale perché ci saranno dei ritardi. Non mi ha detto nulla sui gatti delle
nevi, non mi ha detto nulla sul funzionamento dell’impianto di innevamento
artificiale di Camigliatello che, a me, risulta essere controllato da un sistema
remoto e, comunque, non funzionante perché qualcosa non funziona a dovere;
quindi la invito - so che lei e solerte, so che lei è preciso, so che lei è
zelante - a verificare una serie di situazioni, di servizi che, magari,
rispetto a quello che le viene raccontato, attraverso le relazioni che
provengono dai gestori o da chi è sul territorio, forse, denotano una realtà
difforme e non esattamente per come lei la descrive.
Questo lo dico non per spirito di contraddizione o per polemica, ma in
maniera costruttiva perché, come ho avuto modo di dire nella mia premessa,
questa è una vicenda che è salita agli onori della cronaca nazionale per
questioni delle quali ha discusso il Paese.
Noi in questa Aula non vogliamo assolutamente ragionare su queste
problematiche, non ci interessa speculare sulle disgrazie altrui, non ci
interessa entrare nel merito di argomenti, di situazioni, di fattispecie che
saranno, invece, discusse nei Tribunali di questo Paese; a noi interessano,
invece, le vicende politiche ed è per questo che le vicende politiche e i
servizi che si offrono attraverso, anche, finanziamenti che provengono dalla
Comunità Europea, dal Governo centrale o dall’utilizzo di fondi di bilancio
possono realizzare servizi nell'interesse dei calabresi e possono portare ad un
incremento dell'economia, soprattutto, in quell'aria che è un'area
straordinaria di grande interesse per la nostra regione. Vorremmo che le cose
funzionassero al meglio.
Per cui, assessore, la invito, magari, a verificare di persona o ad
inviare qualche dipendente regionale a constatare, realmente, come stanno le
cose e se le cose funzionano al meglio, perché, noi, vogliamo che le cose
vadano nel verso giusto, non vogliamo speculare su queste questioni, ma
vogliamo che le cose funzionino. Questo glielo dico, assessore, rinnovandole la
mia stima e sapendo che anche lei rema nella stessa direzione, vale a dire in
senso positivo e costruttivo nell'interesse dei calabresi.
L’interrogazione numero 424/10^ è rinviata su richiesta del proponente.
L’interrogazione numero 426/10^ a firma del consigliere Aieta decade
per assenza del proponente.
Passiamo all’interrogazione numero 427/10^, d’iniziativa del
consigliere Nicolò, “In ordine al gravissimo fatto verificatosi all'ospedale di
Locri”. Prego, consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrarla.
Presidente, lungi da me, lo dissi anche con dichiarazioni formali, fare
speculazioni. Sono competenze che afferiscono agli organi deputati e lo stanno
facendo, c'è un'inchiesta in corso. Però mi corre l'obbligo di evidenziare,
ribadire in questa Aula, quello che, formalmente, ho rappresentato con
un'interrogazione alla Giunta regionale: si è registrata un'altra criticità
nell'ospedale di Locri; un paziente ci ha rimesso la vita e non sto qui ad
indicare cause e concause, mi limito a riferire di paziente che per essere
trasportato da un reparto all'altro ci ha impiegato 3 ore a causa delle
criticità che riguardavano un ascensore il cui blocco non ha consentito la
celerità del trasporto.
Al di là delle competenze, sollevo la questione, già rappresentata al
Governo regionale; già nel 2015 un’organizzazione sindacale aveva evidenziato
le disfunzioni di un ascensore che serve cinque reparti e che trasporta non
solo i pazienti ma anche i cittadini che vanno a visitare i degenti, riguarda
anche il trasporto di alimenti, il trasporto di materiale infetto e i pazienti
ambulatoriali oltre che ospedalieri. C’è un unico ascensore e queste anomalie
furono rappresentate da un’organizzazione sindacale - lo apprezzo - e anche da
cittadini, però nulla è stato fatto.
Adesso vorrei capire quali sono i provvedimenti che chi di competenza
intende assumere per eliminare queste criticità che ancora, purtroppo, a
tutt'oggi esistono ed inficiano un servizio, importante, all'interno di un
ospedale.
Non voglio strumentalizzare, perché quando si parla della salute
dobbiamo elevare un attimo il profilo e responsabilmente, tra virgolette,
istituzionalizzare le responsabilità al di là delle appartenenze. Ritengo che
su quell’ospedale questo Governo regionale debba accendere i riflettori e non
voglio fare demagogia perché ho i riscontri probatori.
In campagna elettorale si diceva che fosse l'area prediletta ma mi
risulta, invece, che sia stata ripudiata da un Governo regionale che non ha
prestato attenzione alle vere questioni dei territori. Attendo, anche qui, una
risposta e non voglio sapere le cause, le concause, ma vorrei capire quali sono
le azioni del Governo regionale per garantire l’efficienza e l’efficacia dei
servizi sanitari.
Relativamente all'interrogazione del consigliere Alessandro Nicolò,
dagli atti trasmessi dall’ASP di Reggio Calabria al dipartimento tutela della
Salute, risulta che dalle indagini in corso e non ancora concluse non
sembrerebbero emerse correlazioni tra la morte del paziente e il guasto degli
elevatori; infatti il paziente, in attesa di essere trasferito presso il
servizio di animazione, è stato ugualmente trattato dal personale di
rianimazione recatosi prontamente presso la stanza di degenza, utilizzando, tra
l'altro, tutti i dispositivi necessari al trattamento del paziente.
Una volta ripristinata la funzionalità dell'ascensore il paziente è
stato trasferito presso l'unità operativa di rianimazione dove è deceduto dopo
molte ore.
Questi atti dovreste trasferirli a chi di competenza, a chi svolge le
indagini. Ho chiesto di capire e di sapere se il guasto che afferisce a
quell’ascensore è persistente ed inficia i servizi, considerato che c’è un
unico ascensore che serve più servizi, tra virgolette, scusate la cacofonia.
Quindi, vorrei capire se chi è competente sta lavorando per garantire
la funzionalità di altri ascensori che per il momento non funzionano. È questo
che vorremmo capire, ciò che è avvenuto è stato un disastro ma c'è chi sta
facendo il proprio lavoro rispetto a quell’ evento luttuoso. Noi, invece,
vorremmo sapere se, ancora, esiste un ascensore rispetto ai servizi da erogare,
mi risulta, a tutt'oggi, che gli ascensori siano tutti bloccati e ce n'è solo
uno per i tanti servizi che, testé, ho elencato. Non sono soddisfatto.
Le ultime interpellanze, numero 31/10^, 32/10^ e 33/10^, vengono
rinviate per assenza dell'assessore al ramo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha facoltà.
Presidente, mi perdoni, posso? Volevo dire che fra le interpellanze ce
n’è una a firma mia e del collega Sergio che era in relazione ai tirocinanti
MIBACT, ulteriore rispetto a quella sui tirocinanti MIUR che abbiamo discusso.
Aspetti quale interpellanza è? Qual è il numero dell’interpellanza?
È la numero 23/10^.
È stata rinviata su richiesta dell'assessore.
Si ho capito, non la stavo richiamando sul fatto che non si trovasse,
non fosse individuata o non fosse stata rinviata. Insieme al collega Sergio,
però, rappresentiamo all'Aula che la motivazione di questa interpellanza era,
eventualmente, sulla possibilità della prosecuzione del tirocinio per questi
lavoratori che, nel corso di quest'anno, sono diventati, per stesso
riconoscimento del ministro Bonisoli, molto
importanti per la gestione degli uffici del MIBACT.
Consigliere Gallo, se la illustra non c’è chi possa rispondere.
Non la sto illustrando. La scadenza del tirocinio è il prossimo 28
febbraio per cui capiamo le esigenze dell'assessore Robe, però, vorremmo,
Presidente, d'accordo col collega Sergio - poi magari, lo potrà confermare lui
stesso - che si discutesse prima del 28, magari il prossimo 26 febbraio,
peraltro c'è anche un ordine del giorno a mia firma e a firma dei colleghi
Pedà, credo, Parente e Orsomarso su questa vicenda.
Vorremmo che si discutesse di questo in Consiglio regionale, prima del
prossimo 28 febbraio, perché dovremmo avere delle risposte da parte del Governo
regionale e dell'assessore Robe.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà.
A supporto, signor Presidente, di quanto appena affermato dal
consigliere Gallo, vorrei sollecitare e sottolineare alla Giunta che questo è
un problema che potrebbe cozzare con un procedimento giuridico, vista la
scadenza del contratto a fine mese.
Quindi mi auguro che noi, prima della fine del mese, possiamo avere
un'altra opportunità per poter discutere di questa materia che è di una
delicatezza estrema; sono centinaia di persone che sono interessate da questo
progetto MIBACT. Grazie.
Nell'attesa, comunque, di poter discutere della problematica,
quantomeno mi farò carico di sentire, già questa sera, e, eventualmente, anche
di scrivere all’assessore al ramo per capire qual è lo stato dell'arte.
Passiamo allo svolgimento degli ordini del giorno. Il primo è a firma
del consigliere Mirabello inerente il mancato rinnovo dei contratti a tempo
determinato della Abramo Customer S.p.A. Centro
operativo di Crotone. Consigliere Mirabello, non c'è, anche in questo caso,
l'assessore deputato a discutere l’ordine del giorno quindi, se siamo
d'accordo, rinviamo anche questo.
Nessuna opposizione, Presidente, possiamo rinviarlo per quanto mi
riguarda.
Il successivo ordine del giorno è a firma del consigliere Pedà. Consigliere Pedà, lei lo ha già illustrato, però mancando l'assessore Russo …
Presidente, comprendo l’assenza dell'assessore Russo però, su questo
tema, colleghi, dobbiamo accelerare, anche perché oltre alla ZES e a questo
sportello che è necessario a Gioia Tauro e all'inserimento di Campo Calabro c'è
la novità, sempre nella stessa area, dei paventati cinquecento licenziamenti.
Questo significherebbe che nessun imprenditore investirà in un'area depressa
dove vengono licenziate cinquecento persone e poi la ZES non è ancora attuata e
nulla sappiamo perché stiamo continuando a rinviare; fra poco è finita la
legislatura, la ZES non è partita e avranno licenziato 500 persone a Gioia
Tauro. Credo che su questo tema ci dobbiamo tornare ed invito i colleghi
capigruppo, mi scusi, Presidente, a programmare una seduta di Consiglio ad hoc
sulla ZES, sulla discussione della ZES in tutta la Calabria e sull'area
portuale di Gioia Tauro. Grazie
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso, ne ha facoltà.
Presidente, comprendiamo l'assenza dell'assessore, ci mancherebbe
altro, ma mai come su questo tema che credo sia il più importante, insieme alla
madre di tutte le battaglie che è la sanità, ho sentito interrogazioni
responsabili conoscendo le difficoltà.
Credo che l'appello, giustamente accorato del collega Pedà - chi più di
lui che su quel territorio vive quotidianamente può conoscere la problematica -
debba portare ad un intervento straordinario, se possibile, oltre alla
discussione di quest’ordine del giorno. Si voti lo stesso in presenza
dell’assessore.
Si deve coinvolgere tutta la deputazione calabrese, compresi i deputati
del Movimento 5 stelle, perché mentre qui e in altre Regioni riflettiamo di
regionalismo differenziato, questo Governo giallo verde, su temi importanti
come la TAV, costruisce maggioranze e minoranze variabili, facendo molta
propaganda. Abbiamo un tema centrale, lo sviluppo di questa terra, che è
proprio quello che è stato voluto nella scorsa legislatura e ribadito in
questa; questo, però, non può che passare da un confronto con il Governo e con
chi deve iniziare a lavorare, diciamo, le famose APQ mai realizzate anche con
Trenitalia.
Su questo decreto, Presidente, è indispensabile poter investire non
soltanto il Consiglio regionale ma l'intera deputazione calabrese facendo una
riunione per incalzare il Governo centrale. Grazie
Questo ordine del giorno era stato già illustrato nell’ultima seduta di
Consiglio regionale ma, poiché l’assessore è assente, lo rinviamo.
Passiamo all’ordine del giorno a firma del consigliere Sergio “In merito
all'alluvione che ha colpito Corigliano Calabro nei giorni 26 e 27 novembre
2018”. Prego, consigliere Sergio, ha facoltà di illustrarlo.
Signor Presidente, chiedo scusa se mi permetto di fare, in autocritica,
una battuta, ma in quest’Aula, come dire, ormai sembra di essere in un mare
dove si naviga, un po', a vista. Avverto una sensazione di freddo, mi sembra di
essere nel deserto del Sahara con la neve.
È una mia sensazione, chiedo scusa di questa affermazione ma non è
possibile che si possa andare avanti in questo modo. Premesso che nei giorni 26
e 27 novembre 2018 la Calabria è stata colpita da violenti nubifragi che hanno
provocato l'esondazione del fiume Crati e l’alluvione a Corigliano Calabro, in
particolare nel territorio delle località Thurio e Ministalla.
Preso atto che l’impetuosità delle acque ha provocato la morte, per
annegamento, di un migliaio di capi di bestiame tra mucche e pecore e ha
distrutto centinaia di ettari di agrumeti. Tenuto conto che sono state
coinvolte ed evacuate una decina di famiglie che hanno subito danni rilevanti
alle abitazioni, alle strutture e di conseguenza anche a beni e attrezzature
personali.
Una situazione di estrema gravità che ha visto il pronto intervento dei
vigili del fuoco che sono intervenuti con mezzi fluviali per mettere in
sicurezza le persone che solo grazie al passaparola hanno potuto mettersi in
salvo e quindi si è evitato la perdita di vite umane.
All'indomani dell'alluvione lo stesso Presidente della Giunta regionale
ha effettuato un sopralluogo con i tecnici e ha constatato la drammaticità
della situazione. Considerato che dopo gli interventi immediati, dovuti
all'emergenza, che hanno visto intervenire la Protezione Civile, il consorzio
di bonifica dei bacini dello Jonio cosentino con sede a Trebisacce, a tutt'oggi
ancora si registrano sfollati, permanente inagibilità delle abitazioni delle
famiglie e nessuna prospettiva di riprendere le attività economico-produttive e
la normale vita familiare.
Rilevato che per alleviare le perdite economiche delle famiglie sono
intervenute iniziative di solidarietà, promosse da coldiretti, per la
ricostituzione delle greggi delle aziende colpite e per dare loro la
possibilità di ricominciare, una generosità che ha unito la Calabria è
rafforzato legami e vincoli tra gli agricoltori. Tenuto conto che la generosità
non basta e che, pertanto, si ritiene opportuno richiamare all'impegno concreto
la Regione Calabria, anche attraverso la protezione civile regionale. Considerata
l'opportunità di ribadire, con forza, che il ripetersi di tragedie legate alla
fragile situazione idrogeologica, accentuata da eventi meteorologici sempre più
violenti e imprevedibili, ci obbliga a richiedere di insistere sulla necessità
di un grande piano per la manutenzione del territorio.
Preso atto che la sicurezza da frane, alluvioni e cedimenti del terreno
è il primo intervento infrastrutturale di cui la Calabria ha necessità e
rappresenta un preciso segnale verso immediate misure di prevenzione.
Riservata la necessità di un tempestivo intervento da parte
dell'amministrazione regionale, finalizzato a dare sollievo alle famiglie
vittime dei danni dell'alluvione, s’impegna la Giunta regionale ad
intraprendere tutte le azioni politiche amministrative idonee a dare,
nell'immediato, adeguato sostegno alle famiglie rurali di località Thurio e Ministalla del Comune di Corigliano Calabro, consentendo il
ritorno alle normali condizioni di vita nelle abitazioni, ristorandole dai
danni subiti e ripristinando il patrimonio zootecnico unica fonte di vita e di
lavoro.
Considerata, oggi, l’impossibilità, mi auguro, Presidente, se c'è la
possibilità, che questo ordine del giorno nella prossima seduta sia votato.
C'è la possibilità perché l’ordine dei lavori delle sedute è stabilito
dalla Conferenza dei capigruppo. Avendo esauriti i punti all'ordine del giorno
la seduta è tolta.
La seduta termina alle 17,51
Ha chiesto congedo: Aieta, Arruzzolo,
Neri, Salerno, Sculco, Robbe,
Russo
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Riconoscimento della legittimità dei debiti
fuori bilancio di cui alla lettera a) comma 1, dell’articolo 73 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. –
(deliberazione G.R. n. 43 del 4.2.2019)” (PL n° 410/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Tallini – “Riconoscimento della legittimità di
un debito fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi
dell’articolo 73, comma 1, lett. a) del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed integrato dal decreto
legislativo 10 agosto 2014, n. 126” (PL n. 405/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
D'Acri – “Modifica dell’articolo 17, comma 2,
della legge regionale 23 luglio 2003, n. 11” (PL n° 406/10^)
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Bova – “Disposizioni in materia di prevenzione
e lotta al fenomeno della criminalità organizzata, dell’usura e
dell’estorsione. Modifiche alla sezione II della L.R. 9/2018” (PL n. 409/10^)
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere, alla terza
Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - e alla
Commissione contro la ‘ndrangheta ai sensi dell’art. 66, comma 2, del
Regolamento interno del Consiglio regionale.
(Così
resta stabilito)
Gallo, Giudiceandrea
– “Modifiche alla l.r. 12/2018 recante 'Norme in
materia di tutela, promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo'” (PL n. 411/10^)
È stata assegnata alla terza Commissione –
Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consigli comunali:
Consiglio comunale di Catanzaro - “Misure di
promozione e di riequilibrio di genere all’interno della legge elettorale
regionale” (PL n° 407/10^)
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Consigli comunali di Bovalino, Verzino, Ricadi
– “Misure di promozione e di riequilibrio di genere all’interno della legge
elettorale regionale” (PL n° 408/10^)
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 6 del 10 gennaio
2019, recante: 'Aggiornamento Quadro Conoscitivo del Quadro Territoriale
Regionale a valenza Paesaggistica (QTRP)'
(PARERE N. 47/10^)
È stata assegnata alla quarta Commissione -
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - per il
parere.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 34 del 30 gennaio
2019, recante: 'Modifiche al regolamento regionale 23 settembre 2013, n. 9
(Regolamento di attuazione di cui all’articolo 10 della legge 29 marzo 2013, n.
15, finalizzato alla definizione dei requisiti organizzativi e strutturali di
tutti i servizi educativi per la prima infanzia e delle procedure per
l’autorizzazione al funzionamento e per l’accreditamento)'
(PARERE N. 48/10^)
È stata assegnata alla terza Commissione –
Sanità, Attività sociali, culturali e formative - per il parere.
(Così
resta stabilito)
La terza Commissione, con nota prot. n. 4619 dell’11.2.2019, ha comunicato che nella
seduta dell’8 febbraio 2019 ha espresso parere favorevole alla deliberazione
della Giunta regionale n. 622 del 14 dicembre 2018, recante: 'L.R. 28/2010 –
Norme in materia dello sport nella Regione Calabria e s.m.e
i. – Approvazione proposta Piano triennale degli interventi 2018-2020'
(PARERE N. 44)
Il Presidente della Giunta regionale, con
decreto n. 42 del 30 gennaio 2019, ha sostituito i punti 2, 4, 5 e 6 del
precedente D.P.G.R. n. 27 del 13.4.2018, concernente la nomina della Giunta
regionale e l’attribuzione degli incarichi.
Il consigliere regionale Giuseppe Ennio
Morrone, con nota del 4 febbraio 2019, acquisita in pari data al protocollo
generale n. 3721, ha comunicato di aderire al Gruppo consiliare MISTO.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2019-2021:
Deliberazione Giunta regionale n. 42 del
4.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 45 del
4.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 46 del
4.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 47 del
4.2.2019;
Deliberazione Giunta regionale n. 48 del
4.2.2019
Aieta - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nell'ottobre del 2008 è stata stipulata una
convenzione, della durata di due anni, tra il Governo dell'Eritrea, 1’ASP di
Cosenza e l'associazione dei Medici volontari- As.Me.V.
Calabria;
in virtù di questa convezione si è consentito
ai Dirigenti Medici dell'ASP di Cosenza di recarsi in Eritrea usufruendo di un
periodo di aspettativa;
tale convenzione è stata rinnovata nel anno
2010 ed è stato proprio grazie a questo impegno profuso che i Medici dell'As.Me.V. parallelamente hanno avviato un concreto programma
di formazione al fine di dare all'Eritrea una piena autonomia nello sviluppo
delle attività nefrologiche in generale e delle tecniche dialitiche in
particolare;
a gennaio del 2008, in virtù di questa
convezione, che ha consentito la presenza dei medici calabresi nel territorio
eritreo, si è, prima creato il primo Centro di Dialisi all'Ospedale Orotta di Asmara;
lo stesso nel 2010 è stato implementato da due
a otto posti e nel 2014 ne è stato creato un altro, da otto posti all'Ospedale Sembel sempre ad Asmara;
nel corso degli anni si è proceduto a formare
medici, infermieri e tecnici eritrei, tanto che oggi i due Centri funzionano
con personale locale;
presso la Scuola Medica di Asmara è stato
avviato un Corso di Nefrologia a cura dei Dirigenti Medici dell'ASP di Cosenza;
lo standard dei Centri è -:
quali iniziative intenda assumere al fine di
fare in modo che il Dipartimento della salute proceda immediatamente al rinnovo
della Convezione stipulata tra il Governo dell'Eritrea, l'ASP di Cosenza e l'As.Me.V.Calabria, al fine di
consentire ai medici volontari di poter portare a termine i progetti e le
iniziative già intraprese e garantire la loro presenza nel territorio eritreo.
(433; 04/02/2019)
Guccione - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria per gestire i servizi di
brokeraggio utilizza una gara scaduta il 7 febbraio del 2014, oltre quattro
anni fa. Il servizio è proseguito ugualmente, di proroga in proroga, non
rispettando quanto previsto da una delle clausole del contratto che dà la
possibilità di usufruire del servizio per un massimo di 120 giorni dalla data
di scadenza;
l'istituto della prorogatio appare illegittimo
visto che di fatto ha violato le norme sull'anticorruzione e la trasparenza -:
quali sono le ragioni del perché non si riesce
a bandire, a distanza di quattro anni dalla scadenza del contratto, una nuova
gara di appalto per i servizi di brokeraggio, e se ritiene necessario avviare
una verifica di tutti i contratti e le gare che risultano in prorogatio e che rischiano di causare un grave danno alla
Regione Calabria.
(434; 06/02/2019)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
la normativa nazionale ha fatto venir meno
l’esistenza delle Commissioni Provinciali sul territorio regionale: tale
circostanza ha reso a tutt’oggi impossibile definire migliaia dei contenziosi
dei lavoratori in agricoltura, con evidente pregiudizio per i soggetti
interessati quanto soprattutto alla posizione previdenziale dei medesimi: i
contenziosi precitati contribuiscono in maniera rilevante a sovraccaricare le
attività degli uffici competenti, rallentando, altresì, fattività degli stessi;
il fenomeno anzidetto potrebbe trovare agevole
soluzione attribuendo alla Commissione Regionale Tripartita, in possesso di
specifiche competenze, il potere di valutare e definire i contenziosi pendenti
con evidente impatto positivo sia per i lavoratori quanto per le imprese
datoriali.
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad
adottare i provvedimenti utili ed opportuni affinché, d’intesa con il Governo
si possano individuare percorsi normativi e/o amministrativi tesi a far sì che
la Commissione Regionale Tripartita possa nuovamente valutare e decidere in
materia di contenzioso dei lavoratori in agricoltura.
(146; 30/01/2019) Battaglia
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
Francesco Martolilla
è nato a Paola il 27 marzo 1416 ed è morto a Tour, in Francia, il 2 aprile
1507. A partire dal 1470, si susseguirono diversi pronunciamenti da parte della
Chiesa per il riconoscimento ufficiale della famiglia religiosa di Francesco di
Paola. All'età di 67 anni, frate Francesco per obbedienza al Papa lasciò la
Calabria per recarsi in Francia. La notizia di un frate calabrese che compiva
numerosi miracoli era giunta oltralpe tramite dei mercanti e il re Luigi XI,
affetto da una grave malattia, mise in moto tutti i canali diplomatici
possibili pur di averlo a corte. Alla morte di Francesco, l'Ordine dei Minimi
si era esteso in Italia, Francia, Spagna e Germania. Il 27 marzo 1943 Papa Pio
XII proclama Francesco di Paola Patrono della Gente di mare italiana;
il 2 giugno 1962 viene riconosciuto il suo
Patronato sulla Regione Calabria da Papa Giovanni XXIII;
nonostante gli evidenti meriti straordinari di
Francesco di Paola, la Chiesa avviò un prudente processo prima di dichiararlo
esempio di vita evangelica. Nel processo di canonizzazione, il 'testimone'
assunse un ruolo centrale, sia come espressione della vox
populi che come spettatore diretto o indiretto di
fatti prodigiosi della vita di Francesco di Paola. Il primo provvedimento a
favore della canonizzazione avvenne con il breve Illius
qui semper del 7 luglio 1513. Con questo documento
Leone X concesse ai Minimi l'autorizzazione al culto del loro Fondatore. Si
trattò di una concessione straordinaria, inconsueta per le procedure del
diritto canonico allora vigenti, rilasciata a padre Germano Lionnet
che ne aveva fatto richiesta perché "una gran folla di fedeli cristiani
giunge al convento di Gesù-Maria della città di Tours….considerandolo
e venerandolo come Santo";
la canonizzazione del Frate avvenne a Roma il 1
maggio 1519 — era la dominica in albis - con la bolla
Excelsus Dominus di Leone X. Considerato che: a
distanza di cinque secoli, la Città di Paola si prepara a fare memoria
dell'evento della canonizzazione, un evento che ha avuto diversi protagonisti.
Ripensare alla canonizzazione significa innanzitutto riprendere il valore
dell'unità;
in vista dell'apertura del quinto centenario
dalla canonizzazione di san Francesco di Paola (avvenuta il 1 maggio 1519),
l'amministrazione del Comune di Paola (CS) ha predisposto un dettagliato
progetto depositato alla Regione Calabria nel settembre 2018, prevedendo per
l'occasione anche un logo e un motto ("Francesco di Paola, santo per voce
di tutti"), con l'obiettivo di compendiare gli elementi-cardine e i valori
cristiani sottesi a questa ricorrenza. Il progetto riguarda tutto il Comune di
Paola e in particolare il Santuario, la via naturalistica tracciata dal fiume
Isca, il centro storico e altri siti di interesse storico opportunamente
individuati e dettagliati nel documento presentato;
potranno essere coinvolti anche altri luoghi e
comuni della nostra Regione in cui ha vissuto il Santo cioè Paterno, Corigliano
e Spezzano della Sila, dove il Santo ha fondato conventi retti dai suoi
religiosi;
è interesse dell'amministrazione di Paola
reperire congrui finanziamenti al fine di creare percorsi e strutture idonee a
sostenere, valorizzare e implementare un articolato progetto di turismo
esperienziale, consentendo ai turisti di immergersi nella storia, nelle
abitudini e nella spiritualità di Francesco e diventare così protagonisti di
una relazione del tutto particolare con il Santo. Lo scopo del progetto è
quello di far rivivere, attraverso percorsi sensoriali, il ricordo di Francesco
di Paola e dei suoi contemporanei e far provare, toccare, sentire, gustare e
osservare tutto ciò che ha influito sulla sua formazione e maturazione. Per
creare una vera e propria esperienza turistica è necessario mettere in rete
tutte le risorse locali che possono essere: patrimonio culturale, patrimonio
storico-artistico, patrimonio naturalistico, eventi e vita della comunità. E
anche necessario che si crei sinergia tra le istituzioni religiose, strutture
ricettive, agenzie di promozione turistica, guide ecc. la Regione Calabria
avrebbe interesse a sostenere e supportare (anche economicamente) il progetto
messo in campo dall'Amministrazione Comunale di Paola (CS). Un progetto che
oltre a creare punti permanenti che testimonieranno nei secoli la figura nel
nostro grande Santo, daranno vita ad un indotto culturale, turistico e
religioso che porterà alla città di Paola (CS) e a tutto il territorio
calabrese grande ritorno di immagine e visibilità.
Impegna la Giunta regionale
a destinare un congruo finanziamento al fine di
poter ottemperare alla programmazione messa in campo dall'amministrazione di
Paola (CS), con il progetto depositato alla Regione Calabria nel settembre
2018, per rendere un doveroso omaggio al nostro Santo che è amato e ricordato
da milioni di devoti in ogni parte d'Italia e del mondo.
(147; 12/02/2019) Greco
Greco - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con legge regionale n. 12/1997 art. 5 comma 6
la Regione Calabria disponeva "Al fine di contribuire al risanamento dei
trasporti pubblici locali di competenza regionale, la Giunta regionale è
autorizzata a concedere contributi alle aziende concessionarie dei servizi di
trasporto pubblico locale - nei limiti delle disponibilità finanziarie
autorizzate dal bilancio regionale e nel rispetto della vigente normativa
statale - per la copertura dei disavanzi di esercizio effettivi, riferiti al
periodo dal 1 gennaio 1987 al 31 dicembre 1996, accertati e riclassificati
secondo la vigente normativa, da erogarsi previa verifica da parte della Commissione
tecnica costituita con deliberazione della Giunta regionale n. 4471 del
23/7/1996 e sulla base di apposito piano di riparto da approvarsi da parte del
Consiglio regionale";
con legge regionale n. 28/2011 Allegato B
veniva abrogata la procedura di regolarizzazione come prevista è disciplinata
nel punto precedente;
con nota prot. n.
339435 del 30/10/2013 il Dipartimento Infrastrutture, Lavori pubblici, Mobilità
nella persona del Dirigente ing. Pavone ha predisposto una Relazione
Istruttoria in cui ha recepito i lavori cui erano giunti i gruppi costituiti in
ottemperanza al disposto della L.R. n. 12/1997 art 5 comma 6 per quantificare
l'esatto ammontare dei disavanzi accertati in favore delle singole società
esercenti il servizio di Trasporto Pubblico Locale;
considerato che: i debiti, nei termini e nella
misura certificati dalle commissioni nominate, sono stati espressamente
qualificati come rientranti nel Piano di ristrutturazione del debito di cui
all'art 25 comma 11 quinques d.l.
n. 69/2013 convertito con modificazioni nella legge n. 98/2013;
risulta altamente opportuno, se non necessario,
addivenire ad accordi transattivi al fine di ridurre il contenzioso in atto ed
evitare l'instaurazione di ulteriori giudizi da parte delle aziende di
trasporti;
nella Relazione Istruttoria a firma del
Dirigente del Dipartimento Trasporti questi individuava le cause determinanti
il formarsi di una simile situazione debitoria nell’inadempimento della Regione
Calabria che, per circa un ventennio, aveva omesso di porre in essere la
corretta procedura per la regolare erogazione dei corrispettivi dovuti a titolo
di disavanzo. alla Relazione Istruttoria è stata allegata la Tabella 11
contenente la quantificazione degli importi spettanti a ciascuna società
esercente il servizio di trasporto pubblico locale a titolo di copertura
integrale del deficit di bilancio per il periodo 1987/2012;
gli importi come indicati nella predetta
Tabella sono stati espressamente riconosciuti come coperti dalle risorse di
bilancio disponibili mediante la definizione di appositi accordi transattivi,
senza pagamento dei relativi interessi e rivalutazione monetaria;
la sottoscrizione di detti accordi transattivi
è stata condizionata unicamente all’approvazione del Piano di ristrutturazione
del Debito, regolarmente approvato con delibera di Giunta Regionale n.
459/2014;
considerato ancora che: nonostante l'espresso
riconoscimento in favore di ciascuna società esercente il servizio di Trasporto
Pubblico Locale del diritto di credito a titolo di disavanzo deficit di
esercizio periodo 1987/2012, nonostante la liquidità di detto credito stante la
sua specifica quantificazione e riconoscimento e, infine, nonostante la sua
esigibilità essendone prevista la copertura finanziaria, ad oggi la Regione
Calabria ha omesso di convocare le società di trasporti per la sottoscrizione
degli accordi transattivi;
a fronte della perdurante inerzia le società
sia singolarmente sia come consorzi e sia come categoria hanno inviato
molteplici note di diffida alla Regione Calabria manifestando l'espressa
volontà di accettare l'offerta transattiva nei termini di cui alla Relazione
Istruttoria citata e dichiarandosi pronte a sottoscrivere in qualsiasi momento
gli accordi transattivi;
la Regione Calabria, invece di procedere alla
firma delle transazioni, nel marzo 2018 inviava alle società di trasporti note
nelle quali richiedeva la produzione di relazioni e documentazione inerente il
credito dalle stesse vantato a titolo di disavanzo d'esercizio, nonostante
fosse già da tempo in possesso di tali elementi per come sopra documentato e
per come è dimostrazione l’imminente sottoscrizione degli accordi transattivi;
ritenuto che: la mancata erogazione di tali
somme, peraltro particolarmente ingenti, incide gravemente sulla salute
economico-finanziaria delle società di trasporti, peraltro già fortemente
provate dagli endemici ritardi con cui la Regione Calabria eroga i
corrispettivi (entro la fine del terzo mese successivo alla bimestralità
erogata, contrariamente a quanto prima previsto in cui l’erogazione era a
trimestralità anticipate), riflettendosi sulla loro capacità economica di fare
fronte e presentarsi alle imminenti gare;
la situazione oramai non più sostenibile e procrastinabile, ha anche
profili di illegittimità laddove si pensi che alcune società sono state già da
tempo interamente soddisfatte delle somme di che trattasi -:
quale sia lo stato di definizione delle
transazioni dei crediti pregressi 1987/2007 - Piano di ristrutturazione del
debito D.G.R. n. 459/14 e quali sono gli imminenti provvedimenti che si
intendono adottare.
(416; 20/11/2018)
Risposta: “Preliminarmente
si opportuno effettuare una precisazione rispetto a quanto contenuto nel testo
dell'interrogazione: la sottoscrizione degli accordi transattivi non era
condizionata unicamente all'approvazione del Piano di Ristrutturazione del
Debito da parte della Regione (DGR n. 459/2014) e dei Ministeri competenti (DI.
MIT MEF n. 197/2015) e il citato Piano forniva solo una quantificazione massima
del debito. Al contrario si rendeva necessaria una successiva istruttoria.
Inoltre, è altresì opportuno precisare che la DGR n. 459/2014 non costituisce
riconoscimento del debito e che tale interpretazione è suffragata da successive
sentenze. Premesso quanto sopra, nei mesi seguenti all'approvazione del Piano
da parte del Ministero, il Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e
Mobilità della Regione Calabria, in ragione del quadro cristallizzato nella DGR
n. 459/2014, ha ritenuto di procedere alla stipula degli atti transattivi per
importi pari a quelli massimi previsti nella DGR n. 459/2014. In seguito,
l'evolversi del contenzioso e i più favorevoli esiti in favore della Regione
hanno imposto una complessiva nuova verifica. Tale attività, di particolare
complessità, è portata avanti congiuntamente dal Dipartimento Infrastrutture,
Lavori Pubblici e Mobilità e dall’Avvocatura e, solo in esito alla stessa, sarà
possibile determinarsi circa la stipula degli atti transattivi. Cordiali
saluti.”
Prof. Roberto Musmanno
(Assessore alle Infrastrutture)
Guccione - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con deliberazione n. 98 del 26/04/2010, la
Giunta municipale di Cosenza, approvava le Linee guida generali di indirizzo
per la redazione del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del relativo
Regolamento Edilizio Urbano (REU);
con deliberazione di Giunta Comunale n.
199/2010 dell'11/10/2010 veniva adottato il documento preliminare del Piano
strutturale (PSC) e del relativo Regolamento edilizio urbano (REU) e
autorizzato il sindaco Mario Occhiuto a convocare la Conferenza di
Pianificazione;
veniva indetta apposita Conferenza di
Pianificazione nel dicembre 2010, nella quale venivano individuate specifiche
linee guida-tematiche da sviluppare nel redigendo PSC/REU;
successivamente, in data 24 ottobre 2016, il
Consiglio Comunale di Cosenza aderiva, con Deliberazione n. 27, al Principio di
"Consumo di suolo zero" di cui all'art. 27-quater, comma 2 della
legge regionale n. 19/2002 e sue successive modifiche ed integrazioni;
con deliberazione nr. 55 del 18 aprile 2017, la
Giunta Comunale di Cosenza proponeva al Consiglio Comunale l'adozione del Piano
Strutturale Comunale (PSC) e del relativo Regolamento Edilizio Urbano (REU),
(Regolamento Edilizio Urbanistico, REU;
Relazione illustrativa;
VAS;
Elaborati grafici elencati in premessa);
con successiva delibera di Giunta Comunale n.
79 del 23/06/2017, venivano proposte modifiche, integrazioni e adeguamenti al
PSC e REU della città di Cosenza, di seguito indicati: "nell'adeguamento
di talune tavole del PSC, finalizzate ad una migliore lettura e fruizione delle
stesse (REU parte ABC, per il PSC: legenda tavole, TU/TDU/TAF (senza
accrescimenti del perimetro urbano, come già approvato dal GC), Spazi e
sistemi. Sistema ambiente, Sistema dotazioni, per il REU: REU parte ABC,
elaborati REU al 4000 (n. 6 elaborati), aree sottoposte a perequazione, che
rispettano i contenuti dell'accordo in premessa;
in doverose e dovute integrazioni, necessarie
alla più corretta esplicitazione della deliberazione n. 27 di adesione al
principio di "Consumo a suolo zero";
con successiva deliberazione n. 29 del 29
giugno 2017, il Consiglio Comunale adottava il PSC della Città di Cosenza ed il
relativo Regolamento Edilizio Urbano, comprensivo del REU, relazione illustrativa,
Valutazione Ambientale strategica, Elaborati grafici elencati in narrativa,
come modificato e rettificato su proposta della precedente deliberazione di
Giunta, con recepimento del documento preliminare, adottato con delibera
comunale n. 46 del 19/10/2010, apportate rettifiche tecniche alle tavole PSEL
01-PSPS 02- PSPS 03- PSRU 03- PSRU 04- PSRU 08- PSRU 09-PSRU 10, nonché
correzioni alla documentazione allegata all'adesione al principio di "
Consumo a Suolo Zero", con conseguente modifica della proposta di adozione
del PSC e del REU di cui all'intervenuta deliberazione della Giunta comunale
del 18/4/2017;
con la delibera di adozione del PSC/REU
entravano in vigore le misure di salvaguardia per la sospensione degli
interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in corso e
non ancora perfezionati;
con richiesta prot
88383 dell'1/12/2017 avente ad oggetto "informazioni sulla trasmissione
del PSC di Cosenza", indirizzata alla Regione Calabria, il Comune di
Cosenza in persona del Dirigente dell'Ufficio del Piano, Ing. Converso e del
responsabile del procedimento, geom. Ambrogio Greco, comunicando l'intervenuta
variazione di alcuni indici territoriali perequati, operata dalla Società
incaricata alla redazione del progetto, manifestava la necessità, anche alla
luce delle problematiche sollevate dallo scrivente in qualità di consigliere
comunale di Cosenza, di stabilire se l'operato degli Uffici incaricati fosse
stato o meno legittimo con preciso riferimento alle modifiche apportate rispetto
al parere geomorfologico del 2015 precedente;
la Regione Calabria (Dipartimento
Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità - Settore 2 Cosenza) con nota del
19/12/2017 prot n. 394090 precisava di aver
rilasciato parere geomorfologico con nota prot n. 218972
del 14/7/2015, ma che a seguito della comunicata intervenuta variazione degli
indici territoriali di perequazione e compensazione al PSC/REU risultava essere
intervenuta una "variante allo strumento urbanistico" in corso di
approvazione, e pertanto qualsivoglia variazione apportata al PSC/REU aveva
reso invalido il precedente parere rilasciato geomorfologico e conseguentemente
comportava il deposito del nuovo progetto in variante e la riconvocazione della
Conferenza di pianificazione, ai fini della riadozione del Piano;
per quanto sopra, il Comune di Cosenza con nota
prot. 15372 del 13/2/2018 del Dirigente del Piano
dott.ssa Carbone, provvedeva a trasmettere alla Regione Calabria il nuovo PSC
con gli allegati, al fine del rilascio di un ulteriore parere di compatibilità
geomorfologica, senza riconvocare la Conferenza di pianificazione;
gli atti di cui sopra, venivano restituiti
dalla Regione Calabria (Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità
- Settore 2 Cosenza) al Comune di Cosenza con nota prot
93229 del 14/3/2018 perché sprovvisti della componente geologica e dunque
inidonei alla valutazione del PSC in ordine alla compatibilità ed alla coerenza
delle scelte di pianificazione con le condizioni geomorfologiche del territorio
e all'Istruttoria ex art 13 della L 64/74 e dell'art 89 del DPR n. 380/2001;
nel frattempo in data 22/1/2018, su istanza
dello scrivente, perveniva presso la Regione Calabria (Dipartimento 11 Ambiente
e Territorio - Settore Urbanistica Cosenza) richiesta di verifica formale sulla
procedura di adozione del PSC operata dal Comune di Cosenza e con relazione di
verifica prot 62279 del 20/2/2018, la Regione
Calabria a firma del Dirigente del Settore e del Responsabile del procedimento
specificava:
a) di non essere nella condizione di valutare
la conformità del documento preliminare depositato al Genio Civile nel 2015 e
quello successivo oggetto di variante con modifica degli indici territoriali la
cui copia non era stata ritualmente acquisita;
b) di aver riscontrato nell'iter procedurale di
adozione del PSC /REU la carenza dell'adempimento relativo all'emanazione delle
direttive di cui al comma 2 dell'art 27 quater della LUR non assimilabili alle
linee di indirizzo approvate con delibera di GM n. 98 del 26/4/2010 di diversa
natura e con altri obiettivi;
c) di aver riscontrato l'omessa
predisposizione, da parte del Comune di Cosenza, di un nuovo documento
preliminare del PSC (adeguato e aggiornato), da sottoporre alla prevista
Conferenza di pianificazione per le specifiche verifiche dopo l’intervenuta
delibera di adesione al principio di "consumo di suolo zero".
Rilevato che: l'accertato vizio del procedimento di adozione del PSC potrà
essere fatto valere dai cittadini non appena verrà approvato il documento
definitivo e questo con gravi ripercussioni economiche e amministrative a danno
dei Comune di Cosenza;
ad oggi le misure di salvaguardia per la
sospensione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del
territorio in corso e non ancora perfezionati, irritualmente intervenute,
stanno arrecando pregiudizio ai cittadini le cui volumetrie e i piani di
attuazione sono stati sospesi in presenza dell'adozione di uno strumento
urbanistico per il quale deve essere riconvocata la Conferenza dì
pianificazione ed emesso nuovo parere geomorfologico;
risulta necessario agire in autotutela, revocando le misure di
salvaguardia e riconvocando la Conferenza di pianificazione dei servizi al fine
della valutazione e verifica del nuovo PSC/REU (adeguato e aggiornato con
l'adesione del consumo di suolo zero e della variazione degli indici
territoriali di perequazione e compensazione) -:
quali iniziative intende adottare la Regione
Calabria, in base alle proprie competenze in materia urbanistica - anche alla
luce dei pronunciamenti del Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici,
Mobilità - Settore 2 Cosenza con nota del 19/12/2017 prot
n. 394090;
del Dipartimento Infrastrutture Dipartimento
Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità - Settore 2 Cosenza al Comune di
Cosenza con nota prot 93229 del 14/3/2018;
del Dipartimento 11 Ambiente e Territorio -
Settore Urbanistica Cosenza con relazione di verifica prot
62279 del 20/2/2018 -, al fine di evitare che vengano messe in atto, da parte
dell'amministrazione comunale di Cosenza, procedure viziate o addirittura
illegittime e non conformi alla legislazione vigente per l'adozione del Psc/Reu e che arrecherebbero un
grave danno ai cittadini e all'economia della città di Cosenza.
(428; 16/01/2019)
Risposta: “In
merito a quanto in oggetto emarginato si relaziona quanto segue:
PROCEDURA
ATTUATA
Il
procedimento di formazione del PSC e REU risulta avviato dal Consiglio Comunale
di Cosenza con atto n. 39 del 30/06/2008, unitamente alla scelta di redazione
del Piano Operativo Temporale (P.O.T.), facoltà esercitata dal Consiglio
Comunale in tale atto, nonché con la successiva deliberazione di G.M. n. 98 del
26/04/2010 con la quale sono state stabilite le linee guida generali di
indirizzo per la redazione del Piano. In data 19/10/2010 con deliberazione n.
46 del Consiglio Comunale veniva adottato il Documento Preliminare (D.P.) del
PSC e REU del Comune di Cosenza (art. 27 L.R. 19/02). Successivamente il
Sindaco p.t. del Comune di Cosenza, con nota
acquisita al Settore con prot. n. 9830 del
10/12/2010, ha convocato la prima seduta di Conferenza di Pianificazione sul
D.P. e sul Rapporto Preliminare di VAS (artt. 10, 13 e 27 L.R. 19/02). Con prot. n. 2500/11 del 09/05/2011, acquisito da questo
Settore con prot. 4538 del 12/05/2011, il
Responsabile del Settore comunale competente ha avviato la consultazione
preliminare, ai fini della procedura VAS (art. 23 R.R. n. 3/2008). In data
24/10/2016 il Comune, con propria deliberazione consiliare n. 27, ha aderito al
principio di "consumo di suolo zero" (art. 27 quater L.R. 19/02),
sulla scorta dell'analisi ricognitiva delle disponibilità del previgente PRG.
Successivamente, con atto n. 55 del 18/04/2017, la Giunta Municipale ha
deliberato la proposta al Consiglio Comunale dell'adozione del PSC e REU. Nelle
more dell'adozione da parte del Consiglio, in data 23/06/2017 con atto n. 79,
la Giunta Municipale deliberava l) "di approvare l'adeguamento di talune
tavole del P.S.C, finalizzate ad una migliore lettura e fruizione delle
stesse...che rispettano anche i contenuti dell'accordo quadro in premessa;
", 2) "di approvare le doverose e dovute integrazioni, necessarie
alla più corretta esplicitazione della deliberazione n. 27, di adesione al
principio di "consumo di suolo zero ""e 3) "la presente
delibera, sarà parte integrante della deliberazione all'attenzione del
Consiglio Comunale volta all'adozione del P.S.C.". In data 29/06/2017 il
Consiglio Comunale ha adottato il P.S.C. e R.E.U., con le rettifiche e le
correzioni approvate con Delibera di G.M. n. 79 del 23/06/2017 e, quindi, con
conseguente modifica dell'originaria proposta di adozione di cui alla Delibera
di G.M. n. 55 del 18/04/2017.
OSSERVAZIONI
Dall'esame
degli atti e dalla contestuale normativa vigente al tempo, si evidenzia che in
relazione all'adesione al principio del consumo di suolo zero ed in riscontro
alla trasmissione della relativa delibera del Consiglio Comunale n. 27 del
24/10/2016, questo Settore, con nota prot. gen. n.
386002 del 23/12/2016, ha comunicato al Comune la carenza nella delibera
consiliare delle direttive ai redattori ed agli uffici comunali interessati
volte al perseguimento del particolare obiettivo di legge, per come
specificatamente previsto dal comma 2 dell'art. 27 quater della L.R. 19/02 e ss.mm.ii..
Nel merito si invitava il Comune "...a perfezionare la procedura avviata,
entro i termini previsti dalla LUR, precisando che l'atto deliberativo e gli
effetti giuridici della speciale procedura a cui si intende aderire avranno
efficacia solo dopo gli adempimenti di legge previsti.”. In riscontro a quanto
da questo Settore Urbanistica regionale non si rileva alcun atto che attesti
l'adempimento di legge. Pertanto si evidenzia la carenza dell'adempimento
relativo all'emanazione delle direttive di cui al comma 2 dell'art. 27 quater
della LUR, sicuramente non assimilabili, per lo speciale obiettivo da
perseguire, alle linee di indirizzo già approvate con la delibera di G.M. n. 98
del 26/04/2010, di diversa natura e con altri obiettivi. Inoltre, il comma 3
dell'art. 27 quater della L.R. 19/02, per come innovato al tempo dalla L.R.
n.28 del 05/08/2016, prevedeva che le "…aree, previa verifica di
compatibilità con le reali condizioni territoriali e di sicurezza idrogeomorfologica e di protezione civile e di difesa del
suolo, in coerenza con il quadro normativo nazionale vigente, possono
eventualmente essere riproposte e/o rimodulate quali ambiti urbanizzati ed
urbanizzabili nel nuovo documento preliminare del PSC/PSA… ", nonché nel
successivo comma 4 si conferma che "...successivamente alla delibera di
adesione al principio di "consumo di suolo zero", il Comune... deve
seguire le procedure di cui all'art 27, comma 3, …”, facendo riferimento in
particolare all'elaborazione del Documento Preliminare del Piano completo di
REU. Tale adempimento è confermato anche dalle successive modifiche alla LUR.
Anche nella successiva modifica del comma 4 dell'art. 27 quater, sebbene
modificato il giorno successivo alla deliberazione consiliare di adozione dalla
L.R. n. 21 del 30/06/2017, la procedura da adottare da parte del Comune resta
confermata, poiché si fa riferimento non più al solo comma 3 dell'art. 27, ma
si rimanda a tutta la procedura dettata dall'art. 27. In tal modo il
legislatore ha inteso chiarire, insieme al comma 5, che con la deliberazione di
adesione al principio di "consumo di suolo zero" il Comune è tenuto a
produrre un nuovo Documento Preliminare del PSC o recepire lo stesso se già
adottato, successivamente da sottoporre alla prevista Conferenza di
Pianificazione, per le opportune verifiche di competenza. Il recepimento del
D.P. attuato con l'atto consiliare di adozione del PSC e REU (Del. C.C. n. 29
del 29/6/17) non risulta, altresì, aderente alla norma sia al tempo dell'atto
che a quella successiva e di cui all'art. 27 quater, comma 5, per come innovato
dalla L.R. n. 21 del 30/06/2017, in quanto il recepimento del DP già in essere
si doveva prevedere al momento della delibera di adesione al principio di
consumo di suolo zero già avvenuta in precedenza con delibera n. 27 del
24/10/2016, ragion per cui il Comune di Cosenza avrebbe dovuto procedere con la
riadozione del DP. Nel caso del Comune di Cosenza, pertanto, non risulta
adottato il nuovo Documento Preliminare (adeguato ed aggiornato)
successivamente all'adesione con il principio di "consumo di suolo
zero" e convocata in merito la Conferenza di Pianificazione per le
specifiche verifiche. Altra osservazione alla procedura adottata riguarda
alcune modifiche, integrazioni ed adeguamenti al PSC e REU, per come in atti
alla deliberazione di G.M. n. 79 del 23/06/2017, operate sulla versione del
Piano definitivo nelle more della sua adozione, dopo l'adesione al principio
del "consumo di suolo zero" e non sul Documento Preliminare adottato
nel lontano ottobre 2010, conformemente alla normativa urbanistica, così da
consentire le nuove verifiche a cura della Conferenza di Pianificazione, prima
di redigere la versione definitiva del PSC e REU da adottare. Tale procedura
ha, infatti, ingenerato concreti dubbi nel Dirigente competente del Comune, il
quale ha rivolto specifica richiesta, con nota prot.
88383 del 01/12/2017, al Settore di Cosenza dei LL.PP. di questa Regione circa
la valutazione sulla correttezza della medesima, richiesta riscontrata, con prot. n.394090 del 19/12/2017, con precisi chiarimenti in
merito alle intervenute modifiche ed indicazioni sulla procedura da seguire,
previa Conferenza di Pianificazione.
CONSIDERAZIONI
Al
fine di superare le criticità procedurali emerse e sopra esposte, questo
Settore Urbanistica regionale, nella funzione istituzionale "...di
supporto tecnico di consulenza a Provincie e Comuni...attraverso l'attività di
accompagnamento alla redazione dei Piani" prevista dall'art. 68 della L.R.
19/02 e ss.mm.ii., ha inviato nota prot. gen. SIAR n. 20/02/2018, circa la disponibilità a far
perfezionare al Comune la procedura attuata nella formazione del PSC e REU per
ricondurla nell'alveo della conformità ai dettami dell'art. 27 della LUR. A
tutt'oggi la suddetta richiesta è rimasta senza riscontro e comunque, solo a
seguito della trasmissione dei relativi chiarimenti e/o controdeduzioni, potrà
essere svolta l'azione di verifica da parte dell'Ente Regione che comunque
potrà e dovrà effettuare in occasione della trasmissione degli atti ai sensi
dell'art. 9 e seguenti della LUR. Resta inteso che è necessaria e
indispensabile l'acquisizione della sopra indicata documentazione che dimostri
la coerenza degli atti prodotti con il documento posto all'esame della
Conferenza di Pianificazione e dei contributi pervenuti in occasione della
stessa, in mancanza della quale dovrà essere ripercorsa la procedura
amministrativa dettata dall'art. 27 della LUR. Distinti saluti”
Arch. Domenicantonio Schiava (Dirigente
Generale Affari Istituzionali)