X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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n. 64

 

SEDUTA Di MarteDì 22 GENNAIO 2019

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO

 

 

Presidenza del Presidente Nicola Irto

 

La seduta inizia alle 16,05

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

GIUDICEANDREA Giuseppe, Segretario questore f.f.

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 400/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni transitorie per la gestione del servizio di trattamento dei rifiuti urbani”, poi l'assessore Rizzo, naturalmente, ne illustrerà le ragioni e le motivazioni.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'inserimento della proposta di legge e la distribuzione immediata ai consiglieri del testo. È inserita all'ordine del giorno.

 

(È inserita)

 

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, chiedo di inserire all’ordine del giorno la mozione numero 140/10^ “In merito alle Terme Luigiane” e discuterla, vista l'emergenza e lo stato di agitazione dei dipendenti. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’inserimento della mozione.

 

(È inserita)

 

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno “Sullo stato di attuazione delle Zes e sull’opportunità di istituire un ulteriore Zes interregionale con la Sicilia”.

Considerato che la Giunta regionale ha attivato un importante sportello virtuale Suap, credo che ci sia l'opportunità per farlo, perché tanti imprenditori hanno necessità, comunque, di interagire data la rilevanza degli investimenti.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’inserimento dell’ordine del giorno.

 

(È inserito)

 

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, chiedo l'inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno inerente “Il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato della Abramo Customer Care Spa - Centro operativo di Crotone”.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’inserimento dell’ordine del giorno.

 

(È inserito)

 

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Presidente, si è determinata una preoccupazione fra i mobilitati degli enti locali e di alcuni ministeri, a causa di taluni annunci fatti da Ministri in visita in Calabria, che hanno, a mio avviso, stabilito che per alcuni percorsi di mobilitati (esempio comparto Mibact) ci possono essere dei tirocini che rilascino, poi, degli attestati e delle possibili prelazioni, priorità anche in caso di concorsi pubblici.

Per cui chiedo l’inserimento di un ordine del giorno per far sì che il Presidente della Giunta possa avere forza, nei confronti del Governo centrale, per parificare sia la durata dei tirocini sia, naturalmente, anche i titoli dei tirocini.

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’inserimento dell’ordine del giorno.

 

(È inserito)

Proposta di legge numero 235/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Modifiche alla legge regionale 7 dicembre 2009, n. 47 (Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della Calabria)”

PRESIDENTE

Apriamo i lavori con il primo punto all'ordine del giorno riguardante la proposta di legge numero 335/10^ d’iniziativa della Giunta regionale recante: “Modifiche alla legge regionale 7 dicembre 2009, numero 47 (Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della Calabria)”.

Cedo la parola al consigliere Bevacqua per illustrare il provvedimento.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico) relatore

Grazie, Presidente. La proposta di legge numero 235/10^ di iniziativa della Giunta regionale è finalizzata all'adeguamento delle normative più recenti per l'istituzione dell'elenco degli alberi monumentali della Calabria e dell'elenco della flora ad alto pregio della Calabria.

Alla gestione dell'elenco degli alberi monumentali e dell'elenco della flora di alto pregio della Calabria provvede il Dipartimento della Giunta regionale competente in materia di tutela dell'ambiente.

Il testo provvede a precisare, inoltre, la definizione di albero monumentale, i criteri di attribuzione del carattere di monumentalità, nonché la tabella della flora di alto pregio comprendente anche le specie regionali particolarmente rare o minacciate di estinzione, incluse nelle liste rosse pubblicate dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Ai Comuni, invece, viene affidata la garanzia dei livelli di tutela, la valorizzazione e la salvaguardia,

provvedendo ad effettuare il censimento degli alberi monumentali ricadenti nel territorio di loro competenza. Con la pubblicazione definitiva dell’elenco degli alberi monumentali della Calabria, gli esemplari e le formazioni arboree in essi riportati sono automaticamente sottoposti a vincolo storico-paesaggistico.

I Comuni interessati sono, inoltre, tenuti a riportare, è questa la novità di questa modifica della legge 2007, nei propri strumenti urbanistici gli alberi inseriti nell'elenco e le popolazioni delle specie vegetali della flora di pregio nonché le relative aree di pertinenza, dettando eventuali ulteriori apposite norme di tutela.

Nel corso dell’approfondimento in Commissione ambiente, si è provveduto a definire una serie di emendamenti a mia firma che recepiscono per intero i rilievi del Settore legislativo e sono il frutto di un lavoro condiviso che ha visto partecipi gli uffici amministrativi del Dipartimento ambiente e i Settore IV Commissione e Legislativo del Consiglio.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale? Assessore Rizzo, prego.

RIZZO Antonella, assessore alla tutela dell’ambiente

Parere favorevole.

PRESIDENTE

Ci sono interventi su questo progetto di legge?

Passiamo all'esame e all’approvazione del provvedimento articolo per articolo.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

Articolo 7

(È approvato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Articolo 9

(È approvato)

 

Articolo 10

(È approvato)

 

Articolo 11

(È approvato)

 

Articolo 12

(È approvato)

 

Articolo 13

(È approvato)

 

Articolo 14

(È approvato)

 

Votiamo la legge nel suo complesso, unitamente al relativo allegato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Proposta di legge numero 344/10^ di iniziativa del consigliere M. Mirabello, recante: “Norme in materia di distretti turistici regionali”

PRESIDENTE

Il secondo punto all'ordine giorno riguarda la proposta di legge numero 344/10^di iniziativa del consigliere Mirabello, recante: “Norme in materia di distretti turistici regionali”.

Cedo la parola al consigliere Aieta per illustrare il provvedimento.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Signor Presidente, questa proposta di legge di iniziativa del collega Mirabello è finalizzata ad introdurre nella legislazione regionale i distretti turistici, con l'obiettivo di riqualificare e rilanciare l’offerta turistica regionale.

In particolare l'articolato, che si compone di 12 articoli, dopo l'enunciazione dei principi e delle finalità, all'articolo 1, fissa le procedure per l'individuazione dei distretti turistici regionali negli articoli 2 e 3.

Vengono, inoltre, specificati gli interventi a sostegno degli stessi distretti, articolo 4, e introdotte le “zone a burocrazia zero”, articolo 5, nell'ambito delle competenze regionali e di concerto con i Ministeri competenti.

Allo scopo di incentivare ancora attrattività turistica dei Comuni costieri, viene inserita una norma, all'articolo 6, che è finalizzata a facilitare la realizzazione di pontili galleggianti a carattere stagionale. La proposta di legge interviene anche sulla legge regionale numero 8 del 2008 abrogando i sistemi turistici locali e sostituendoli con i distretti turistici regionali.

Dal punto di vista finanziario si evidenzia che la proposta è corredata da una relazione tecnico-finanziaria, nella quale si specifica, articolo per articolo, l'invarianza finanziaria del provvedimento, attesa la natura ordinamentale dello stesso.

Nel corpo della relazione si specifica che la Regione si riserva un ruolo di programmazione, promozione e coordinamento, escludendo oneri a carico del bilancio regionale.

Nel corso dei lavori della Commissione è intervenuto il consigliere Mirabello, in qualità di proponente, il quale ha illustrato i contenuti e le finalità della proposta.

Ciò premesso, sottopongo all'Aula l'esame del progetto di legge.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Signori colleghi, credo che questa proposta di legge possa rappresentare uno strumento utile ad una migliore organizzazione del turismo nel nostro territorio regionale. Vorrei sottoporre all'Aula, per punti, alcune riflessioni utili, soprattutto, a ben comprendere la dimensione e la portata di questo disegno di legge.

Intanto abbiamo la necessità di mettere mani e quindi di modificare una norma contenuta nella legge numero 8 del 2008, approvata nell’ottava legislatura, che si stagliava sul presupposto di funzioni in materia di programmazione turistica interamente demandate alle province.

Oggi, con la riforma degli enti locali che si sono, nel frattempo, consumate, le province non hanno più queste funzioni e i sistemi turistici locali che erano stati pensati nella scorsa legislatura, chiaramente, diventano inattuati ed inattuabili. Peraltro quell'esperimento dei sistemi turistici locali che in astratto, secondo il mio parere, rappresentava una positiva intuizione, non fu compiutamente sviluppato, soprattutto, per un difetto di origine, per un peccato originale, se possiamo così dire, cioè per una visione che prevedeva la suddivisione del territorio regionale calabrese in sistemi turistici, ed una estensione a tutta la regione Calabria di una organizzazione che di fatto la rendeva per intero, senza alcuna distinzione, territorio turistico, appunto, con la suddivisione dei sistemi turistici locali.

Con la proposta che, invece, oggi dovremmo, a mio parere, approvare ribaltiamo quella logica che fu l'unica a non consentire la compiuta realizzazione di quel disegno, prevedendo che siano i territori ad organizzarsi attraverso delle forme disciplinate dalla legge in maniera compiuta, a partire ovviamente dalle Conferenze dei servizi, e attraverso forme di collaborazione tra enti locali, quindi i Comuni, fra organizzazione di categoria, organizzazione sindacale e fra gli attori protagonisti del fenomeno turistico sul territorio regionale.

Comprenderete bene che la logica è poi quella di applicare politiche omogenee a piccole o medie aree omogenee e a far partecipare alla programmazione turistica, in maniera compiuta, gli enti locali e gli attori del settore.

Per citare velocemente un esempio, abbiamo importanti realtà turistiche che sono sul territorio regionale calabrese; l'applicazione di strumenti anche di politica tributaria, penso la tassa di soggiorno, in maniera, come dire, disomogenea, con obiettivi diversi a seconda dei Comuni che la gestiscono, potrebbe, ipoteticamente, consentire ad esempio che la tassa di soggiorno diventi uno strumento di politica economica applicata al Settore.

Stesso discorso per politiche che guardano alla segnaletica stradale, al marketing, al modo in cui un territorio si può e si deve vendere in un'ottica di competizione internazionale, nella quale, peraltro, la Calabria sta trovando una sua dimensione. Questo è importante, e questo lo dicono i dati che l'osservatorio ha già licenziato nella scorsa primavera, e che da anticipazioni continuano ad essere positivi anche per questa stagione estiva che si è appena conclusa.

Uno strumento, quindi, questo dei distretti turistici che è finalizzato a garantire forme di programmazione territoriale conformi alle esigenze reali che si manifestano sul territorio e che manifestano gli operatori dei settori turistici che insistono sul territorio, ovviamente, unitamente ai cittadini che sono tutelati e garantiti dagli enti locali. Parole d'ordine come concertazione, autodeterminazione dei territori, decentramento, cooperazione possono, attraverso questo strumento, consentire una migliore organizzazione di un Settore che, a detta di tutti, è nevralgico per la nostra regione, per il quale abbiamo pensato di fare investimenti importanti e dal quale tutti, al di là poi della visione politica che si può avere, ci aspettiamo grandi ed importanti risultati. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Grazie, Presidente. Credo che anche questo sia un buon lavoro, indipendentemente dall'opportunità di farlo prima, ma comunque non è mai tardi.

Per quanto concerne il campo della diportistica, credo che la Calabria sia ancora completamente vergine dal punto di vista delle potenzialità. 

Ricordo a me stesso e ai colleghi consiglieri, che il turismo da diporto, il cosiddetto turismo elitario è quello che porta più ricchezza all'interno di un territorio e che dà l'opportunità di poter creare un grosso indotto lavorativo, non solo a tutto il mondo della manutenzione della nautica da diporto, ma anche e soprattutto alle strutture ricettive; parlo delle strutture ricettive di alto livello, dei 4 e dei 5 stelle, che possono così lavorare.

In tal senso, vorrei capire come è andato l'anno turistico appena passato. Nei prossimi giorni chiederò all'Osservatorio turistico regionale se sono pronti gli indici per capire se la sensazione che abbiamo avuto del lavoro programmato sia quella giusta e, quindi, se ci sia stato un incremento delle presenze in Calabria. Credo di sì. Questa legge che andremo ad approvare potrà dare ancora più impulso a un settore che credo sia strategico per la Regione Calabria.

Annuncio –  so che interverrà anche il mio capogruppo – il mio voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Come preannunciato dal collega Pedà, prendo anch’io la parola su questo argomento – peraltro sollecitato dalla pregevole iniziativa del collega Mirabello – perché credo che, come Consiglio regionale, una riflessione di carattere generale la dovremmo fare, anche se vedo un po' di distrazione.

Oggi abbiamo all'ordine del giorno quattro provvedimenti di legge, ai quali se ne aggiunge un quinto introdotto dal collega Bevacqua.

Da una prima osservazione, tre di questi provvedimenti sembrano slegati fra di loro ma, se osserviamo bene, possono essere assolutamente interconnessi.

Abbiamo appena approvato, insieme alla Giunta regionale, una proposta di legge sulla tutela e la valorizzazione degli alberi monumentali della flora spontanea autoctona della Calabria.

Siamo a Reggio Calabria, sul lungomare di Reggio Calabria dove ci sono alberi secolari, monumentali e credo che questa terra abbia tante frecce al proprio arco e tante potenzialità di sviluppo attraverso la tutela di questo settore.

Avremo poi al quarto punto all'ordine del giorno una proposta di legge di iniziativa del consigliere D'acri sulla trasformazione, lavorazione e confezionamento dei prodotti agricoli primari di esclusiva provenienza aziendale da destinare alla vendita; vale a dire, uno strumento per consentire ai piccoli agricoltori, imprenditori e allevatori di coltivare e trasformare i prodotti agricoli per poi venderli a kilometro zero presso le proprie aziende; un altro strumento per tutelare unicità, tipicità e per far sì che si crei un minimo di economia.

Abbiamo oggi all’ordine del giorno anche la legge di iniziativa del consigliere Mirabello sulle norme in materia di distretti turistici, zone a burocrazia zero e nautica da diporto.

Si tratta di un altro provvedimento di legge in cui l'esame che fa il consigliere Mirabello della storia di questi ultimi anni non fa una piega sul fallimento di distretti turistici locali perché le Province depotenziate non sono state in grado di essere ente di governo, ma soprattutto – diciamolo con grande chiarezza – con ipocrisia i Governi passati, sia regionali sia provinciali, hanno considerato tutelabili dal punto di vista turistico – come diceva bene il consigliere Mirabello – tutto il territorio regionale, e non è così.

Di fatto, non si è riusciti a dare un minimo di organizzazione in questo settore sia territoriale sia locale e, da 10 anni a questa parte, in quello che dovrebbe essere un settore strategico, nevralgico e decisivo per la crescita dello sviluppo e per trattenere qualche giovane in questa regione, si è proceduto a tentoni. Diciamolo con grande chiarezza!

Anche il centro-destra, negli ultimi 5 anni di governo non ha avuto un assessore regionale al turismo, ha separato la gestione del turismo rispetto ai beni culturali, non ha considerato le potenzialità del settore agricolo o del settore della biodiversità forestale; spesso i boschi sono stati un modo per far quattrini in maniera diversa, frodando la Regione; non è stata considerata la forestazione produttiva; i nostri altipiani e le nostre montagne non sono state valorizzate, nonostante la presenza di Parchi nazionali ed ecco che, nella mancanza di un progetto generale, si arriva a delle iniziative lodevoli, che vengono sempre dal Consiglio Regionale nella mancanza assoluta di chi detiene queste deleghe e che anche in questa Legislatura sono state detenute dal Presidente della Giunta regionale.

Che cosa è mancato?

Diciamolo con grande chiarezza: è mancato un progetto generale, è mancata una visione e un'idea di sviluppo di questa terra attraverso l'utilizzazione di queste potenzialità.

Il turismo – spesso lo diciamo anche in questo Consiglio regionale parlando a vanvera – dovrebbe essere una delle maggiori azioni di sviluppo di questa terra.

In questi anni, nel momento in cui in altre parti del pianeta c'erano grandissimi conflitti internazionali, ci siamo beati del fatto che le presenze in questa regione salivano dai 9 milioni e mezzo di visitatori di qualche anno fa, a qualcosa più dei 10 milioni.

In effetti, la Calabria ha circa 2 milioni di visitatori all'anno, che è nulla rispetto alle potenzialità, ma soprattutto rispetto al fattore clima che non utilizziamo lontanamente in questa terra.

Ritengo che ci siano le condizioni per far bene.

Ben vengano queste proposte, per le quali – collega Mirabello – siamo favorevoli, come lo siamo stati anche prima rispetto a questa iniziativa, che ha il merito di risvegliare anche il dibattito e che cercherà di riorganizzare il territorio.

Credo che anche la norma sulla nautica da diporto sia da accogliere con favore e, attraverso questo, si cominci a disegnare un percorso di crescita rispetto ad un settore che da anni è stato dimenticato, almeno dalle ultime due Giunte regionali.

Fermo restando che l'applicazione di questa norma dovrà privilegiare i territori che, nel corso degli anni, sono riusciti a salvaguardare meglio il proprio habitat, i propri beni storici, il proprio territorio, riuscendo a salvaguardare anche l'immagine di questi territori di cui in questa regione abbiamo qualche esempio, credo che dovremo orientarci verso limitazioni di questi modelli di sviluppo.

Nella costruzione di quelli che sono i distretti turistici, per forza di cose non dovremo considerare tutta la regione ma, avendo un progetto e una visione, dovremo privilegiare i territori che in questi ultimi decenni, magari da soli, sono riusciti a costruire un percorso virtuoso, da questo punto di vista.

Credo che una franca discussione per questi argomenti e anche per la questione turistica in generale, con un piano sullo sviluppo turistico di questa regione, la dovremo fare.

Stiamo continuando ad approvare delle proposte di legge spot rispetto alle quali esprimiamo voto favorevole ma, rispetto a questo, come opposizione chiediamo che ci sia un dibattito franco, approfondito e che, quando potrà, il Presidente della Giunta regionale, che è il titolare di questa delega, venga a riferire in Consiglio per capire cosa in questi anni si è fatto – o, più che altro, non si è fatto – nel settore e sull'argomento per costruire prospettive di sviluppo.

Non credo che possa esserci una crescita d'emblée o all'improvviso se non si programma.

Poiché in questi anni uno dei fallimenti della Giunta regionale è stata proprio la mancanza di progettualità e di una visione su un settore che tutti consideriamo nevralgico, come quello della unicità e della tipicità dei nostri prodotti agricoli ai quali dobbiamo riconoscere, almeno in alcuni settori, tradizione e qualità e dove, forse, manca anche la possibilità di guidare la cooperazione, chiediamo un dibattito franco e complessivo che non sia un provvedimento spot – che pure sosteniamo e riteniamo pregevole e positivo – ma una discussione generale, come Consiglio regionale, sull'ipotesi di sviluppo turistico ed enogastronomico di questa regione, la dobbiamo fare perché da qui, dalla cruna dell'ago, passa ogni ipotesi di crescita di questa terra.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Anch'io esprimo apprezzamento per la proposta di legge del collega Mirabello, che è condivisa anche dalla minoranza e, quindi, dimostra che in questo Consiglio regionale qualcosa di positivo e di buono riusciamo a produrlo, perché quando si determinano condivisioni e apprezzamenti su proposte di legge che provengono da una parte o dall'altra, vuol dire che c'è uno spirito costruttivo che ho sempre invocato negli anni passati, e che invoco ancora oggi in questi ultimi mesi, difficili e delicati per la vita e per le Istituzioni calabresi.

Vorrei aggiungere qualcosa in più rispetto alle cose dette dai colleghi Pedà e Gallo, che condivido appieno: in Calabria, oltre a una proposta organica sul turismo e, quindi, alla necessità di aprire un dibattito vero su questa regione per non andare a compartimenti stagni e senza una visione di insieme su cosa potrebbe essere lo sviluppo turistico per la Calabria, credo che si debba fare un'altra riflessione – cari colleghi Gallo e Pedà – che è quella di come rendere responsabili anche i privati su quest'aspetto perché spesso, nel passato, abbiamo previsto finanziamenti a gogò in alcuni settori, senza aver creato nulla di positivo per la nostra terra.

Quando parliamo di responsabilità o di altro credo che dobbiamo avere anche il coraggio e l’ambizione di saper indirizzare le poche possibilità di finanziamento che abbiamo e sapere a quale turismo guardiamo, se è un turismo di qualità, un turismo di seconda classe o un turismo di incentivazione dei centri storici; però è una scommessa che dobbiamo fare.

Se eleveremo il dibattito, riusciremo a porre al centro della discussione una proposta seria e di qualità che valorizzi il merito, che dia speranza a chi vuole investire in questa terra con l'ambizione di sapere attrarre risorse e investitori dall'estero; una capacità alta, dunque, che dobbiamo avere, non solo su questo tema, ma anche su altri temi che affronteremo nei prossimi mesi in questa Assise regionale.

Se non abbiamo questa ambizione e ci limitiamo solo ad enunciare alcuni principi, senza entrare nel merito con quella autocritica necessaria, ma anche con l'ambizione di essere protagonisti delle sfide che abbiamo davanti, credo che faremo un errore.

Ritengo che il turismo rappresenti un'occasione di crescita culturale e di confronto alto, ma soprattutto un modo per dire ai calabresi che le vere sfide su cui dovremo misurarci nei prossimi mesi sono il turismo e l’agricoltura, che sono le vere risorse, potenzialità e opportunità che abbiamo per questa regione e per i nostri territori.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento:

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

Articolo 7

(È approvato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Articolo 9

(È approvato)

 

Articolo 10

(È approvato)

 

Articolo 11

(È approvato)

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Chiedo scusa Presidente, l’articolo 12 recita: “la predetta disposizione ha carattere ordinamentale e non comporta spese per l'amministrazione”.

Poi prosegue con: “criteri di quantificazione degli oneri finanziari” e “l’indennità di un garante è fissata al 30 per cento dello stipendio base del consigliere regionale”.

Volevo capire se la spesa del garante è prevista per tutti i distretti o solo per uno; questa è la prima domanda, Presidente.

La seconda domanda è la seguente: i sistemi turistici locali nel bilancio della Regione avevano un fondo, se non mi sbaglio.

Questo fondo va direttamente nei distretti turistici o non c'è nessun fondo e questi soldi vengono recuperati diversamente? Grazie.

PRESIDENTE

Mi dicono che si tratti di un refuso della relazione. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Non c'è nessun garante. Purtroppo si tratta di un refuso nella relazione. Nell'articolato non è previsto alcun garante, quindi nel testo di legge non c’è.

Francamente lo sto verificando adesso sulla scorta della dell'intervento del collega Nucera però, come si può evincere dal testo, non è previsto un garante.

PRESIDENTE

C’è solo nella relazione, ma non nel testo uscito dalle Commissioni.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Dove posso visionare il testo uscito dalle Commissioni?

PRESIDENTE

Le è stato fornito. Prego gli uffici di assistere il consigliere Nucera.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Ci sono fondi stanziati sui Sistemi Turistici Locali nel bilancio della Regione o non sono previsti fondi dalla Regione?

Ho fatto il consigliere provinciale e so che i Sistemi turistici locali erano finanziati dalla Regione con dei fondi, per cui vorrei capire perché qui c'è scritto che non ci sono spese. Io credo che ci siano.

I Sistemi turistici locali hanno un capitolo di spesa nel bilancio della Regione? Questo capitolo di spesa viene spostato nei distretti turistici oppure i sistemi turistici locali non hanno un capitolo di spesa nel bilancio della Regione?

PRESIDENTE

Cedo la parola all’assessore per le informazioni richieste dal consigliere Nucera.

FRAGOMENI Mariateresa, assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

Non c’è. Non è previsto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Come ho già ribadito nel mio intervento, i Sistemi turistici locali, di fatto, non sono stati applicati e definanziati.

Questo testo di legge, come ribadito sia nell'articolato sia nelle relazioni, non comporta alcun onere a carico del bilancio regionale.

PRESIDENTE

Consigliere Nucera, qualora avesse ancora dubbi, la prego di formulare come previsto dal Regolamento, interrogazione specifica alla Giunta regionale.

In Aula le abbiamo dato la parola per un chiarimento, però da Regolamento si deve formalizzare interrogazione specifica da protocollare.

 

Articolo 12

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

 

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Nella tabella 2 si dice: “a titolo esemplificativo e non esaustivo si individuano come possibili coperture, l'utilizzo di accantonamenti o fondi speciali del programma e dei punti”.

PRESIDENTE

Quella è la relazione, consigliere Nucera.

Proposta di legge numero 314/10^ di iniziativa dei consiglieri Sergio e Bova recante: “Disposizioni in materia di partecipazione dei dirigenti regionali ai lavori delle Commissioni consiliari. Modifica alla legge regionale 3 febbraio 2012, numero 3”

PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge numero 314/10^ di iniziativa dei consiglieri Sergio e Bova recante: “Disposizioni in materia di partecipazione dei dirigenti regionali ai lavori delle Commissioni consiliari. Modifica alla legge regionale 3 febbraio 2012, numero 3”.

Cedo la parola al consigliere Sergio per illustrare il provvedimento. Prego.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria), relatore

Signor Presidente, colleghi, il progetto si inserisce nell'ambito della disciplina dell'organizzazione e partecipazione ai lavori delle Commissioni consiliari dei Dipartimenti della Giunta e si propone di introdurre conseguenze sulla valutazione delle performance per quei dirigenti che, seppur regolarmente convocati, non partecipano, in maniera ingiustificata, ai lavori della Commissione.

Il testo della proposta si comprende 3 articoli: l’articolo 1, sanziona l’assenza del dirigente ai lavori delle Commissioni consiliari, quando invitati; l'articolo 2, contiene la clausola di neutralità finanziaria e l'articolo 3, la norma di chiusura che ne disciplina l’entrata in vigore.

La proposta è stata deliberata all'unanimità dalla prima Commissione nella seduta del 15 maggio 2018. La proposta è neutrale dal punto di vista finanziario, in quanto la norma ha carattere ordinamentale. A tal fine, la Commissione bilancio si è espressa favorevolmente nella seduta del 23 ottobre scorso, pertanto, vi ringrazio, Presidente, e chiedo al Consiglio di approvare questa proposta. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Abbiamo già detto che è opportuno approvare questo testo per migliorare la qualità dei lavori delle Commissioni. Nel mio breve periodo di mandato, ho richiamato più volte l'attenzione sulla burocrazia regionale che deve supportare il lavoro della politica.

In Commissione abbiamo notato una cronica assenza di alcuni dirigenti - presidente Sergio - chiamati ad intervenire ai lavori della Commissione e dare il loro prezioso apporto.

Ritengo che questa legge vada approvata immediatamente. Anzi, secondo me, è necessario anche parametrare la performance, le attribuzioni supplementari date ai dirigenti, all’effettivo lavoro.

Non voglio fare un discorso contro la burocrazia in generale. Proprio ieri sono stato alla Cittadella per problematiche che riguardano il nostro territorio ed ho avuto massima collaborazione da tanti funzionari, però credo che ogni lavoratore, specialmente nel pubblico - nel privato ci sono altre dinamiche -, debba rispondere a chi lo retribuisce, in questo caso i cittadini. Quindi, noi che rappresentiamo i cittadini calabresi, dobbiamo controllare questi lavoratori.

Mi auguro - presidente Sergio - che questa legge non rimanga lettera morta e stabilisca, concretamente, che chi lavora viene premiato, mentre chi non lavora - come in tutte le aziende private del mondo -, chi non dà il suo contributo, chi non dà una prestazione sinallagmatica rispetto alla retribuzione - spesso molto alta -   viene licenziato o sollevato dall'incarico.

Quindi, annuncio il mio voto favorevole e mi auguro che, in futuro, il provvedimento venga applicato nella misura dovuta. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con l'autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Proposta di legge numero 333/10^ di iniziativa del consigliere M. D’Acri, recante: “Norme per la lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli primari di esclusiva provenienza aziendale da destinare alla vendita”

PRESIDENTE

Il quarto punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 333/10^ di iniziativa del consigliere D'Acri recante: “Norme per la lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli primari di esclusiva provenienza aziendale da destinare alla vendita”. Cedo la parola al relatore del provvedimento, Aieta. Prego.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

La proposta di legge di iniziativa del consigliere d'Acri che è posta oggi all’attenzione di questa Assemblea si compone di 10 articoli.

L'articolo 1 definisce gli obiettivi dell'intervento legislativo volti a sostenere e preservare le piccole produzioni agricole locali e ad agevolare la lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli di esclusiva produzione aziendale; gli articoli 2 e 3 individuano rispettivamente i destinatari degli interventi e le modalità per l'avvio dell'attività; l'articolo 4 specifica che le attività di lavorazione, trasformazione e confezionamento riguardano prodotti agricoli e di allevamento di esclusiva produzione aziendale; gli articoli 5 e 6 individuano i requisiti edilizi dei locali per la lavorazione e le condizioni di utilizzo dei locali stessi; l'articolo 7 prevede che, entro 180 giorni dall'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale emani un regolamento di attuazione in cui verranno definiti i requisiti strutturali  e igienico sanitari relativi alla lavorazione e trasformazione dei prodotti e le linee guida relative alle procedure di autocontrollo, ai sensi della normativa comunitaria; l'articolo 8 dispone l'imposizione di sanzioni nell'ipotesi di violazione delle disposizioni contenute negli articoli 3 e 7; il provvedimento si conclude con gli articoli 9 e 10 che contengono rispettivamente la clausola di invarianza finanziaria e l’entrata in vigore.

Dal punto di vista finanziario, si evidenzia che la proposta è corredata di una relazione tecnico-finanziaria, nella quale si specifica, articolo per articolo, l’invarianza finanziaria del provvedimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere D’Acri. Ne ha facoltà.

D'ACRI Mauro (Oliverio Presidente)

Questa proposta di legge nasce dalla necessità di tener conto di una parte importante del settore agricolo: i piccoli agricoltori, dato che la superficie media coltivata è di 5 ettari e mezzo.

Questo rientra in una strategia di visione del mondo agricolo, perché è uno dei pilastri fondamentali del Piano di sviluppo rurale -  che è il documento che va a programmare l’agricoltura italiana e calabrese dal 2004 e 2020 – che deve tener conto anche delle aree interne per poterle valorizzare e contrastare lo spopolamento.

Oltre ai finanziamenti, si rende necessario dare la possibilità a tanti piccoli agricoltori - che forse non incidono molto a livello di fatturato, ma hanno un importante loro ruolo sociale - di trasformare i piccoli prodotti che producono e avere un valore aggiunto.

Si parla di multifunzionalità dell'agricoltura. Noi immaginiamo le grandi realtà, le grandi aziende, ma i piccoli agricoltori rappresentano l'ottanta per cento delle nostre aziende. È necessario metterle in condizione di avere una possibilità in più, perché non tutti possono permettersi di adeguare un locale e fare le trasformazioni. In questa legge, appunto, è previsto che si possa utilizzare la cucina della civile abitazione per poter trasformare i prodotti, sempre tenendo conto delle norme igieniche e separando i due processi. Ciò gli darebbe la possibilità di avere un reddito.

Tutto questo rientra in un’unica strategia, insieme alla legge che prevede agevolazioni per i giovani che si dedicano all’agricoltura, alla legge sulla biodiversità e c'è anche allo studio delle Commissioni una proposta di legge sull'agricoltura sociale e sulle piante officinali. Tutto, anche quello che può sembrare marginale, può dare un grosso contributo all’agricoltura calabrese. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Questa legge doveva essere approvata 10 anni fa, quando le norme igienico-sanitarie erano più restrittive e tanti imprenditori si sono dovuti adeguare sostenendo dei costi alti. Non dimentichiamo che costruire una cucina adeguata alle norme d’igiene e mantenerla sanificata ha oggi dei costi altissimi.

È pur vero che, se una Regione vuole risollevarsi dal punto di vista economico puntando sulla tipicità e sul turismo – prima abbiamo approvato, appunto, una legge –, qualcosa la deve fare.

In questi ultimi 10 anni, tanti che avevano investito in piccole imprese, hanno dovuto chiudere, proprio per questi costi - collega D’Acri, vedo anche il collega D'Agostino che è un importante imprenditore del settore alimentare -, non hanno potuto dare nuovo coraggio, nuovo impulso alla manifattura, alla piccola impresa, all'impresa tipica. È giusto che questo Consesso trovi delle soluzioni.

Ho una perplessità, però, sui controlli che non possono essere fatti con la stessa frequenza con cui dovrebbero essere fatti, perché diamo l'opportunità di intraprendere un'attività nella cucina dell'abitazione.  Anche se è vero che chi cucina per sé stesso, nella propria abitazione, forse tiene ad avere un'igiene che sarà, quantomeno, adeguata a quella di un'attività commerciale.

Quindi, il voto è certamente favorevole - è una legge che, ripeto, arriva in ritardo -, ma con la raccomandazione alla Giunta regionale di approvare un regolamento il più restrittivo possibile, che disponga tutti i controlli sanitari opportuni nel rispetto dei regolamenti comunitari.

Dobbiamo dare al consumatore non solo il prodotto tipico, ma anche la garanzia del controllo sanitario e della rintracciabilità del prodotto, anche tipico, della nostra regione.

Avete comunicato che le esportazioni sono aumentate - mi auguro anche nel 2018 -, spero che anche questa particolare nicchia di mercato possa fare parte dell'export calabrese.

Quindi, voto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Citavo prima questa norma che consente - grazie all’iniziativa del collega D’Acri - ai piccoli imprenditori, ai piccoli proprietari agricoli di poter avviare processi di trasformazione e di vendita di prodotti agricoli all'interno della propria azienda.

Naturalmente, licenziamo positivamente questa proposta, anche perché consente a chi ne ha voglia, a chi ne ha la possibilità, magari anche supportato da contributi comunitari o regionali, di poter aumentare le possibilità e le potenzialità della propria azienda.

Siamo in sede politica - è vero siamo in sede di approvazione della norma -, ma credo che dobbiamo ragionare insieme, come Consiglio regionale, su questo aspetto che non è secondario.

La tradizione culinaria, l’enogastronomia, la tipicità, sono argomenti forti che in altre regioni, soprattutto del Mezzogiorno, sono stati utilizzati come elementi di crescita, di sviluppo.

Ad esempio, la Regione Puglia, in questi anni, ha puntato sul turismo di qualità, introducendo nei luoghi di accoglienza, negli alberghi, nei resort uno spazio per i prodotti tipici: dai latticini, alle focacce, ai prodotti agricoli.

Ad esempio, i dati ci dicono che, in un settore nevralgico come quello agricolo, l'esportazione dall'Italia verso la Cina -  un mercato da un miliardo e mezzo di persone - è aumentata nel corso degli anni del 25 per cento all’anno, con un trend costante.

In questi stessi anni, è aumentata del 75 per cento l'esportazione dall'Italia verso la Cina di due prodotti in particolare: il Parmigiano reggiano e il prosciutto di Parma, che sono un esempio straordinario di tipicità, cooperazione e tradizione.

Ora direte: cosa c'entra questo rispetto al piccolo imprenditore agricolo che vuole trasformare i prodotti all'interno della propria azienda e metterli in vendita? A mio avviso c'entra, se si pensa che con una regia superiore, una guida, un faro - che potrebbe essere la Regione - si potrebbero creare occasioni per concretizzare: tradizione - quindi tipicità -, qualità - attraverso controlli qualitativi - e cooperazione.

Credo che questo dibattito possa servire da impulso alla Giunta regionale, dato che sono stati fatti dei percorsi su alcuni prodotti tipici, penso alla ‘nduja, al tartufo di Pizzo, alla soppressata calabrese.

Per ragioni familiari, recentemente, ho avuto la fortuna di trascorrere una giornata in un caseificio che produce Parmigiano Reggiano e in un prosciuttificio che produce prosciutto di Parma, sono esempi straordinari di come, nel corso dei decenni, quella tradizione - che peraltro è stata tutelata attraverso consorzi di tutela - possa creare grandi masse di economia e di sviluppo.

Credo che, da questo punto di vista, anche noi abbiamo qualche possibilità e qualche potenzialità. Difatti, chi, in questa regione, è avanti nella risposta dal punto di vista enogastronomico e della tipicità, riesce ad attrarre, anche dal punto di vista dell’accoglienza, turisti che provengono da fuori dei confini territoriali - soprattutto stranieri - e ci racconta che uno dei punti di forza è la tipicità e l’unicità dei nostri prodotti.

Quindi, ben venga l'iniziativa del collega D’Acri – diceva bene il collega Pedà, - noi la sosteniamo, la votiamo, ma credo che sia necessario da parte della Giunta regionale organizzare queste iniziative meglio di quanto è stato fatto in passato. Sono stati fatti degli sforzi sui prodotti di denominazione di origine protetta, di denominazione di origine controllata, però io credo che un percorso ragionato, virtuoso da questo punto di vista, sarà necessario se vogliamo far sì che questi prodotti diventino, realmente, non un argomento del quale ragionare e discutere - anche in termini di vendita a chilometri zero in un mercato asfittico come il nostro regionale , ma occasioni di vendita e di apprezzamento fuori dei confini regionali e, quindi, di ritorno economico per la  nostra regione. Magari riuscendo anche a trattenere, in questo territorio - lo voglio dire, perché è questa la nostra finalità -, qualche giovane che si occupi di un settore che credo possa creare occasioni di crescita, di sviluppo e, soprattutto, di aumento del prodotto interno lordo per questa regione. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato

)

Articolo 7

(È approvato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Articolo 9

(È approvato)

 

Articolo 10

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Proposta di legge numero 400/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni transitorie per la gestione del servizio di trattamento dei rifiuti urbani”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 400/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Disposizioni transitorie per la gestione del servizio di trattamento dei rifiuti urbani”, il cui inserimento è stato chiesto dal consigliere Bevacqua. Prego, consigliere Bevacqua, può illustrare il provvedimento.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Lo illustrerà l’assessore Rizzo.

PRESIDENTE

Cedo la parola all’assessore Rizzo per illustrare il provvedimento. Prego.

RIZZO Antonella, assessore all’Ambiente

Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, assessori, la legge regionale numero 14 del 2014 detta le norme per il riordino del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani e la costituzione degli Ato.

In particolare, l'articolo 6 di questa legge detta disposizioni per assicurare l'immediato avvio delle Comunità d'ambito territoriale e fissa al 31 dicembre 2018 il termine per il loro subentro alla Regione nei rapporti contrattuali con i gestori dell'impianto di trattamento.

Pertanto, dal primo gennaio 2019, ope legis, i Comuni sono subentrati nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e le Comunità d'ambito si sono costituite.

Tuttavia, a decorrere dal primo gennaio di quest'anno, i Comuni hanno manifestato alcune difficoltà nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e le Comunità d'ambito, in particolare, non si sono dette all'altezza.

Per tali motivi, i Comuni stessi hanno chiesto un incontro presso l'assessorato all'Ambiente, alla presenza anche del presidente dell'ANCI, Gianluca Callipo, e hanno fatto richiesta alla Regione Calabria di un ulteriore aiuto per l'anno corrente nella gestione dell'intero ciclo integrato dei rifiuti.

Nello specifico, sia i Comuni sia il Presidente dell'ANCI, hanno chiesto che, dopo l'effettivo subentro dei Comuni nei contratti con i gestori, la gestione diretta venisse affidata alla Regione Calabria e che la stessa potesse assistere i Comuni sia dal punto di vista tecnico-amministrativo – con la produzione di tutti gli atti propedeutici per poter fare le nuove gare e stabilire poi quali saranno i nuovi gestori – sia dal punto di vista economico con il pagamento dei gestori.

Tutte le richieste fatte dai Comuni sono state accolte dalla Regione, stabilendo però delle regole non solo per quanto riguarda il subentro nei contratti, ma soprattutto per assicurare il flusso economico necessario alla gestione nell'anno 2019.

Pertanto, si è stabilito che nell'atto che stipula il subentro dei contratti, i Comuni dovranno individuare, anche il capitolo di spesa che identifichi, per l'appunto, il flusso che deve essere assicurato alla Regione Calabria, che compiano il pagamento ogni due mesi e siano soggetti a controllo da parte della Regione.

Nel caso in cui gli ambiti non dovessero garantire questo pagamento per almeno l'80 per cento di quella che è la previsione dell'intero importo contrattuale, con un primo controllo che verrà fatto alla scadenza del primo semestre, la Regione Calabria potrà non accettare più la delega e, quindi, i Comuni sarebbero responsabili.

La legge consta di 3 articoli: l'articolo 1, prevede l’abrogazione dei commi 1 e 2 dell'articolo 6 bis della legge numero 14 del 2014; viene modificato anche il comma 3 dello stesso articolo, prevedendo che, ai sensi dell'articolo 2 bis, la Regione eserciti i poteri sostitutivi nei confronti degli Enti locali aderenti alle rispettive Comunità d'ambito di cui all'articolo 4 e che, alla data di entrata in vigore della modifica in questione, non siano subentrati ad essa nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti di trattamento, ovvero non abbiano sottoscritto i contratti di servizio con i gestori.

Per esigenze di coordinamento formale si prevede di sostituire nel comma 5 dell'articolo 6 bis il riferimento al comma 2 con quello del comma 3.

Il disegno di legge prevede, inoltre, sempre all'articolo 1, l'inserimento nella legge regionale numero 14 del 2014 di un articolo, il 6 ter, a mente del quale, al fine di assicurare efficienza e continuità nell'espletamento delle attività di trattamento dei rifiuti urbani nella prima fase di operatività degli Ambiti Territoriali Ottimali, le Comunità d'ambito possono delegare alla Regione Calabria le funzioni amministrative relative alla suddetta gestione per un periodo non superiore al 31 dicembre 2019.

Ricordo che si tratta di una facoltà che possono esercitare le Comunità d'ambito, non è un obbligo.

La delega – che potrà essere conferita soltanto dopo che gli Enti locali aderenti alle Comunità d’ambito siano subentrati nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti di trattamento, ovvero abbiano sottoscritto i contratti di servizio con i gestori – ha natura facoltativa e le Comunità che intenderanno avvalersene, potranno individuare nello specifico oggetto, i contenuti e le estensioni anche temporali, nei limiti suddetti.

Ciò in considerazione della non omogeneità delle situazioni caratterizzanti i diversi ambiti territoriali. La medesima delega non potrà protrarsi oltre il 31 dicembre 2019 e sarà regolata sulla base di un accordo tra la Pubblica amministrazione, ai sensi dell'articolo 15 della legge numero 241 del 1990.

L'articolo 6 ter prevede inoltre, che, prima della sottoscrizione dell'accordo, gli Enti locali aderenti alle Comunità d'ambito dispongano con formale provvedimento il trasferimento alla Regione Calabria, con cadenza bimestrale, delle risorse corrispondenti al costo del servizio di trattamento per come individuato con delibera di Giunta regionale e accettino espressamente, con dichiarazione del legale rappresentante dell'Ente, l'intervento sostitutivo di cui all'articolo 2 bis, entro 15 giorni successivi all’eventuale inottemperanza, con nomina di un Commissario ad acta da parte del Presidente della Regione, senza la necessità di diffida.

Al fine di dare certezze al trasferimento delle risorse, è prevista l’inefficacia della delega se, per un Ambito Territoriale, non sia stato trasferito semestralmente almeno l'80 per cento delle risorse corrispondenti al costo del servizio sostenuto, con conseguente riappropriazione della gestione del servizio da parte della Comunità d'ambito.

Al verificarsi dei relativi presupposti, la cessazione degli effetti della delega è comunicata alla Comunità d'ambito con un atto congiunto dei dipartimenti regionali competenti in materia di ambiente e di bilancio.

Inoltre, al fine di assicurare la copertura integrale degli oneri sostenuti dalla Regione, si prevede che la Giunta regionale determini, per ciascun Ambito territoriale ottimale, il costo del servizio di trattamento relativo al periodo di esercizio della delega, con obbligo per i Comuni di corrispondere gli eventuali conguagli.

La proposta di legge prevede variazioni di bilancio, necessarie a garantirne la copertura finanziaria, così come previsto dall'articolo 2 del disegno di legge medesimo.

Infine, l'articolo 3 del disegno di legge regionale dispone l'entrata in vigore della stessa il giorno successivo a quello della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.

Questa legge è stata condivisa e concordata con i Comuni della regione Calabria e con gli Ato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partiti Democratico)

Penso che questo provvedimento fosse scontato, perché la possiamo mettere come vogliamo, ma abbiamo ancora un sistema fragile e incompiuto dove si registrano forti ritardi nell’applicazione del Piano regionale dei rifiuti, che abbiamo approvato in questa sede.

Cercare di scaricare sui Comuni è stato un esercizio poco attento dal punto di vista istituzionale.

La Regione Calabria non era nelle condizioni di trasferire le competenze ai Comuni a causa dei ritardi imputabili sia alla Regione sia ai Comuni.

Il Piano regionale dei rifiuti è ancora una grande opera incompiuta, tant'è che, proprio in queste ore, pare che anche la gara per portare i rifiuti fuori regione sia andata deserta.

Il nostro problema è che più aumenta la differenziata e più dobbiamo portare i rifiuti fuori regione, facendo ricadere sui calabresi le spesa per il trasporto e per il conferimento.

Dalle notizie che ho, questa gara è andata deserta e ciò raddoppia l’emergenza. Dove mettiamo il rifiuto che proviene dalla raccolta differenziata? Dalle notizie di stampa, pare che l'ultima discarica disponibile ad accettare i rifiuti, si sia esaurita. C'è bisogno di chiarezza!

Si parla di “discariche zero”, ma non vorrei che in queste settimane si autorizzasse l'apertura di altre discariche.

Dobbiamo essere coerenti con le cose che diciamo, altrimenti rischiamo di avvelenare il clima.

Abbiamo, quindi, una situazione di emergenza dettata dal fatto che non si sa dove portare i rifiuti, non essendoci nessuno disponibile a trasportarli fuori regione o ad avere discariche fuori regione, come abbiamo fatto anche ultimamente per diversi milioni di euro; in più, avendo impiantato il Piano dei rifiuti “discariche zero”, oggi qualcuno surrettiziamente vuole autorizzare altri tipi di discariche.

Mettiamoci d'accordo!

Apriamo un dibattito su questo! Coinvolgiamo le popolazioni! Mi ritrovo uno studio della Regione Calabria – c’è il simbolo dell'Amministrazione provinciale di Cosenza e della Regione Calabria – per quanto riguarda l’individuazione di alcune discariche nell’Ato uno di Cosenza.

Questo studio è stato chiuso – credo pagato dalla Regione Calabria – e contiene una serie di ipotesi su dove individuarle, come farle, in quali parti farle e quali sono le incidenze ambientali.

Costruire a tavolino tutta una serie di questioni in questo modo, senza coinvolgere i territori, potrebbe portare a un’implosione ed al rischio di essere noi a favorire l'emergenza.

Come si fa ad individuare aree di possibili discariche su Castrolibero, su Montalto, su tutti i Comuni qui elencati? Questa cosa va concertata.

Forse qualcuno si pagherà pure la parcella per questo studio, però è necessario che queste questioni siano calate dall'alto; lo abbiamo fatto anche in passato.

Devo formulare le mie scuse al consigliere Orsomarso perché, nella scorsa Legislatura, si è alzato e ha proposto la proroga delle aperture degli impianti privati, dicendo che era l'ultima; poi se ne sono fatte altre, ne abbiamo fatte tantissime anche in questa Legislatura ed io sono stato zitto, perché non posso avere due pesi e due misure da un punto di vista politico.

Forse si dovrebbe avviare una vera concertazione, perché arrivare al 31 dicembre e scaricare questa emergenza sui Comuni è stata una cosa poco corretta, soprattutto da un punto di vista istituzionale.

Al momento abbiamo messo una pezza, ma se non acceleriamo quello che è previsto nel Piano dei rifiuti, anche al 31 dicembre 2019, ci troveremo nelle stesse condizioni.

Affrontiamo un dibattito in Consiglio regionale e ognuno si assuma le proprie responsabilità! Acceleriamo le procedure di applicazione di quello che prevede quel cronoprogramma, perché gli impianti pubblici hanno un forte ritardo.

Nella loro realizzazione, così come lo era nella passata legislatura, anche oggi abbiamo un forte ritardo. Allora avviamolo un discorso di questo tipo, perché queste toppe non fanno altro che aumentare il rischio che ci possa essere un collasso nel sistema dei rifiuti in Calabria. Deve essere garantita una filiera istituzionale, non si può giocare a rimpiattino: questa patata bollente un giorno la passiamo ai Comuni, poi, ce la riprendiamo noi. C'è bisogno di un’assunzione di responsabilità politica e anche il consigliere regionale deve, da questo punto di vista, esercitare il suo ruolo affinché quello che prevede il Piano regionale dei rifiuti venga realizzato in tempi certi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso, ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Approfitto dell'intervento del consigliere Guccione per fare alcune precisazioni, per un fatto di memoria storica. Siccome questa terra è una terra strana, immagino lo sforzo e l'impegno dell'assessore che è sempre disponibile a dare chiarimenti tutte le volte che provo a chiedere riguardo alle problematiche esistenti. Questa è una terra strana e io, per fortuna, collega Guccione, non conosco e non frequento chi si occupa di rifiuti in Calabria. Se fossi dovuto restare alla polemica del PD, non faccio nome e cognome… voi appartenete ad un partito rispettabilissimo, rispettabilissima la vostra appartenenza, però ricordo - e la ricostruzione che fa Guccione non è quella giusta - che ci siamo trovati alla fine di un commissariamento, quando siamo arrivati nel 2013, con il commissario che consegnava alla Regione Calabria una spesa di circa un miliardo sui rifiuti, avendo operato soltanto con discariche private. Dopodiché mi trovai in Aula, con l'emergenza che avevamo in quelle ore, con l'assessore Pugliano che, ovviamente, non poteva presentare l'emendamento e mi chiese se lo potessi presentare io, considerata l'emergenza.

L’emergenza significava che nel frattempo si doveva completare la programmazione dell'impiantistica pubblica. Ricorderete anche il confronto con i Comuni, la manifestazione d’interesse nell'area nord, se non vado errato, del comune di Bisignano e mi sembrava logico presentare un atto per la Calabria, per evitare che i rifiuti rimanessero per strada. Non sapevo manco dove fossero le discariche; questa non è una cosa bella per chi fa il consigliere regionale, ma per dire, insomma, che non sono amico di chi gestisce discariche. Mi sembrava un provvedimento logico e l’atto fu chiamato, tra l'altro, “legge Orsomarso” in modo sempre vigliacco, con una cultura propria di un certo tipo di sinistra, che non è sicuramente quella di Giuseppe Aieta e di tanti altri, giusto per fare un nome, quasi a dire, a significare qualcosa con linguaggio un po’ mafioso, mafiosetto.

Allora oggi qual è la memoria storica: quando è arrivato il presidente Oliverio ho dovuto, per coerenza, rivotare la proroga e Oliverio non è che l’ha chiamata legge Oliverio, l’hanno chiamata proroga della legge Orsomarso. Non c’è nessuna legge Orsomarso! Era un provvedimento necessario alla Calabria in quel momento storico, proposto da un consigliere regionale che faceva parte della maggioranza e volto ad evitare che i rifiuti andassero all’estero o stessero per strada, utilizzando quello che il commissario di governo aveva lasciato in Calabria, cioè soltanto l’impiantistica privata e nessuna programmazione pubblica.

Dissi allora a questa maggioranza, ad Oliverio, di fare attenzione, visto che con la proroga si immaginava di utilizzare, di completare un percorso che era, se non vado errato, il revamping di Gioia Tauro e di tutte le strutture d’impiantistica pubblica funzionanti, comprese quelle dell’area nord, perché, poi, c'è sempre il problema del nessun rifiuto a casa nostra.

Badate bene,  sono stato in silenzio e solo oggi trovo la soddisfazione di dire alcune cose perché il populismo non mi piace, neanche quello dei 5 Stelle, per cui,  addirittura, Roma, la Raggi sta sprofondando nell'immondizia, quindi, su questi temi vale per l'assessore, vale per Oliverio, vale anche per voi come maggioranza, concordo con Guccione, bisognerebbe aprire un dibattito serio con l'opinione pubblica e dire che i rifiuti non ce li mangiamo o li portiamo tutti all'estero, perché ci costerebbe tantissimo, tant'è che, secondo me, bisognerebbe indagare sul business dei trasporti dei rifiuti, manco del trattamento, perché ogni tanto delle domande te le poni.

Allora qual è il ragionamento? Mi permetto di dire perché ho votato, non ripresentandola io, perché era una necessità vostra, una norma che pensavo fosse stata prorogata per un altro anno. La soddisfazione, oggi, lo dico al consigliere Giudiceandrea, per quella famosa discarica di cui si è pure occupato in pre-Sila, creata da una stagione di sinistra, non so da chi, perché poi ci vuole, veramente, faccia tosta. Penso che il provvedimento fosse necessario per l'emergenza; oggi, dopo quattro anni, al di là degli sforzi, ricordo bene il comizio del presidente Oliverio che ci diceva: noi faremo la differenziata! Eppure, insomma, in tante città, compresa Cosenza, abbiamo portato ad avere numeri importanti. Bisogna fare attenzione su questo tema, non lo faccio nemmeno oggi, trovando la soddisfazione, ringrazio il collega Guccione, che qualcuno mi chiede scusa e grazie a Dio non conosco nessuno, perché nel sollecito delle cose calabresi si può pensare che uno fa un provvedimento perché riguarda nomi, cose, persone o città.

Quindi, ribadisco, quel tono di Oliverio - e mi dispiace che oggi il presidente Oliverio non ci sia -, l'abbiamo detto anche con garbo in conferenza stampa, per noi è un fallimento politico, non è il fallimento di chi chiede a chi ha una storia politica, che rispettiamo, di farla terminare con cose che non ci appartengono culturalmente.

Oggi, dopo quattro anni, quel tono che diceva avete sbagliato tutto e che interrompeva una programmazione giusta o sbagliata che fosse…, il collega Gallo mi ricordava, non c'è adesso in Aula, che questa proposta, oggi portata come proroga, non riguarda l'utilizzo delle discariche private, ma una cosa più complessiva. Viene ereditata dalla scorsa legislatura e ancora oggi viene prorogata. Siamo all'anno zero e mi rendo conto che è difficile spiegare all'area Nord, qual è l'impiantistica pubblica utile, moderna, di nuova generazione perché si tratta di una scelta impopolare che nessuno si vuole assumere.

Questo è il terreno su cui crolla ogni demagogia, ogni populismo che è una parola ormai, oggi, utilizzata molto, finanche dai 5 stelle, perché, viva Dio, c’è l’esempio di Roma, altrimenti avremmo avuto scienziati che avrebbero raccontato di avere il potere di mangiarseli a casa i rifiuti e quindi di non produrne più.

Siamo una terra difficile e sappiamo, purtroppo, in questo terreno minatissimo da cui mi guardo sempre, come mi sono guardato da quello che riguardava l'esperienza dei tagli boschivi, una roba che, quotidianamente, è inquinata anche da altri fattori e che va trattata con grande responsabilità. Allora concordo con il consigliere  Guccione: nell'anno che vi rimane, è opportuno che venga posta in essere una manifestazione esterna, attraverso la quale si possa  parlare con le popolazioni, con l'ausilio anche della minoranza, che spieghi che un’impiantistica di cui la Calabria necessita, al di là di dove si fa e come si fa, va prima o poi programmata e che i commissariamenti, che tanti agognano, sono quelli che ci hanno lasciato questo stato di fatto, un miliardo di euro di spesa e nessun sistema per trattare i rifiuti in modo autosufficiente e moderno.

Figuratevi, come concezione, c'è un mio amico che è vice-sindaco di un Comune, che sarebbe Cerzeto, che è guidato da un ottimo sindaco di centro-sinistra, io sarei per i rifiuti zero, nella mia visione della vita ambientalista, ma mi rendo conto che, però, poi, non è così. Per cui su questo tema, per essere serio, dico all'assessore, lo dico indirettamente anche ad Oliverio e a questa maggioranza: impieghiamo un anno, al di là dei vostri ritardi di quattro anni, per parlare di più con il sistema calabrese, senza scaricare, ha ragione Guccione, sui sindaci responsabilità che non sono soltanto dei sindaci. Trattiamo anche con i sindaci anche se, spesso, nei Comuni si raccoglie la tariffa e ci si fa altro e, quindi, anche i Comuni sono deficitari in questo sistema che prima o poi imploderà.

Evitiamo - ripeto, ho atteso quattro lunghi anni rispetto a questo - di fare grimaldello sulla supremazia della moralità, perché la moralità è un concetto che appartiene alle persone e con la quale vanno a letto la sera. Io ho dovuto attendere quattro anni perché c'erano alcuni che esponevano questa famosa legge Orsomarso che Oliverio, poi, ha fatto chiamare proroga legge Orsomarso.  

Oggi si arriva al dunque su un'impostazione rispetto alla quale serve grande maturità. Bisogna rivolgersi, anche, all'informazione per dire che su questo tema conosciamo quante tonnellate di rifiuti produciamo, sappiamo i rifiuti come devono essere trattati, come devono essere differenziati, come devono essere smaltiti e quando la Calabria potrà, nel tempo, con investimenti, diventare autosufficiente.

Su questo, se volete, possiamo, insieme, metterci la faccia, ma ad oggi quella programmazione annunciata da Oliverio non c'è, ad oggi siete all'ennesima proroga e io non ne voto più. Non mi sento più di votare proroghe, perché quando mi è toccato proporla, e non conoscevo nulla di questo sistema, l’ho fatto per responsabilità, perché i rifiuti stavano inondando la Calabria dopo anni di commissariamento. Va bene la prima, va bene la seconda ma dopo quattro anni non si può continuare a votare proroghe, bisogna metterci la faccia e assumersi le responsabilità, fermo restando, lo dico all'assessore, che non do responsabilità ad Oliverio, a Guccione, a lei perché so quanto sia difficile. Allora se in questo anno, fatta salva la proroga che non voto, volete un contributo per programmare, mettendoci la faccia insieme, e dire che cosa serve a Calabria Nord, quanto e come funziona Calabria centro e Calabria Sud, il sistema dei Comuni, saremo pronti in questo Consiglio regionale ad un confronto sereno, concreto e serio sui numeri. È ovvio che questa proroga non mi sento di votarla.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua, ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Apprezzo lo spirito del collega Orsomarso e anche le critiche legittime, giuste che vengono esplicitate in questa Aula, così come le preoccupazioni del collega Guccione che, per la verità, è da tempo che pone al centro della discussione questa problematica con grande preoccupazione, denunciando i ritardi che abbiamo accumulato in questi anni.

Però, ecco, dobbiamo anche evidenziare, per onore del vero, il lavoro fatto in questi anni, da dove siamo partiti e dove siamo arrivati oggi e questo vorrei ricordarlo visto che sono Presidente della Commissione Ambiente e trasporti e ho seguito da vicino le vicende inerenti i rifiuti.

Oggi, caro collega Orsomarso, non siamo qui per una ulteriore proroga, siamo qui per assunzione di responsabilità da parte della Giunta regionale verso i Comuni che sono subentrati; non perché è la Regione che spinge ma è un dettato costituzionale che affida ai Comuni la gestione dei rifiuti e quindi, in questi quattro anni, abbiamo avuto molta pazienza nel far maturare ai Comuni l’idea che devono mettersi a capo della costruzione della comunità d'ambito e istituire gli Ato nelle varie Province. Questo dobbiamo dirlo per amore del vero e per dire che non è facile gestire il settore di cui parliamo. Conosciamo i ritardi accumulati, con l’assessore Rizzo ne abbiamo parlato spesso in Commissione, sappiamo che avevamo puntato molto sulla raccolta differenziata e che siamo passati dal 12 per cento al 40 per cento in questi anni e questo è un grande merito che va riconosciuto ai Comuni ma, anche, agli investimenti che la Regione ha fatto in questo settore, garantendo finanziamenti a tutti i Comuni. Abbiamo investito 530 milioni di euro per l'ammodernamento di tre impianti importanti come quello di Alli a Catanzaro, quello di Reggio Calabria e quello di Rossano, però sappiamo che la burocrazia è quella che è, conosciamo i ritardi accumulati, sappiamo che i Comuni, spesso, non hanno recepito le esigenze, lo spirito normativo che aveva la legge del 2014 ma abbiamo, comunque, fatto una serie di cose positive.

Oggi dobbiamo denunciare il ritardo, io sono consapevole, l’ho detto in Commissione che sull'impiantistica siamo in ritardo e, anche lì, mi sono permesso di avanzare una proposta. Oggi la provincia più in ritardo, caro collega Guccione, è la nostra Provincia, non siamo stati capaci e qui la responsabilità, se dobbiamo assumerci una nostra responsabilità e quindi della Giunta è quella di non aver spinto per l’individuazione di un impianto a Cosenza, nella nostra Provincia.

Ecco perché ho avanzato l'idea, la porto, anche, all’attenzione del Consiglio regionale, dei mini impianti nella provincia di Cosenza, perché una cosa è dire al sindaco di Cetraro “governiamo questo processo in un bacino di centomila abitanti”, altra cosa è dire al Comune di Cetraro “garantiamo un’impiantistica per ottocento mila abitanti” e questo è anche un modo per responsabilizzare ulteriormente i Comuni interessati e farli sentire comunità. Quando metto insieme un bacino di centomila abitanti il processo si governa, scaricare, invece, su un unico Comune un bacino di ottocentomila abitanti è più complicato.  Una riflessione in quest’Aula bisogna farla, prendendo atto dei ritardi, per cercare di trovare soluzioni.

Oggi le discariche sono tutte private e sono tutte quasi esaurite; questa è la verità! Quindi bisogna capire come aiutare l'assessore Rizzo, come mettere in campo qualche idea per evitare che si verifichino situazioni incresciose in cui, poi, la faccia la perdiamo tutti.

Ha ragione il consigliere Orsomarso quando dice che nel 2014 c'era un’emergenza, oggi non c’è l’emergenza ma abbiamo dei problemi da risolvere e spesso alcuni comitati civici, come quelli con cui ho avuto modo di parlarne nella mia Provincia, denunciano e fanno, anche, demagogia su certe cose senza capire gli atti veri che si producono. C'è bisogno di una assunzione di responsabilità da parte di questo Consiglio regionale, di una assunzione di responsabilità da parte degli Ato che devono mettere in campo qualche idea. Credo che bisogna accogliere la richiesta, che ho avuto modo di sentire in audizione, nella mia Commissione, quando il Presidente dell’Ato della mia provincia chiedeva un supporto tecnico professionale per mettere in campo un progetto vero. Dobbiamo farci carico di questa esigenza manifestata sia dal Presidente dell’ANCI regionale, Callipo, sia dal rappresentante del Comune di Reggio Calabria, l’assessore Muraca, sia dal Presidente dell’Ato della Provincia di Cosenza, il sindaco Manna.

Dobbiamo ragionare tutti insieme per tentare di trovare una soluzione, la più urgente possibile, la più immediata possibile, per evitare che, ancora una volta, la Calabria e i Comuni vivano momenti di difficoltà ma, soprattutto, per evitare che i nostri cittadini vivano un momento come quello del 2014, con l'immondizia che giaceva per strada. In questi quattro anni lo abbiamo evitato e credo che, se facciamo squadra e sintesi, lo eviteremo anche nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Rizzo, prego ne ha facoltà.

RIZZO Antonella, assessore alla tutela dell’Ambiente

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Scusi, assessore, ma non mi ero accorto che aveva chiesto di intervenire il consigliere Gallo.

Prego, consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Credo che queste siano un po’ le stranezze di questa terra: introdurre e, con le stranezze e le grandi contraddizioni di questa terra, andare a ragionare ancora una volta di un’altra straordinaria emergenza, quella della gestione ordinaria del settore rifiuti, in una seduta di Consiglio regionale, nella quale abbiamo ragionato anche di altro, di prospettive di sviluppo, soprattutto ecosostenibile, di distretti turistici, anche di fauna storica e della possibilità per i piccoli proprietari di trasformare i propri prodotti agricoli. Non lo diciamo noi, che siamo di parte, ma lo dice uno dei vostri. Lo dice il consigliere Guccione che in questi ultimi mesi sta facendo una battaglia a viso aperto in questo settore rispetto a questo argomento. 

Ritengo che si possano denunciare i ritardi ed anche le omissioni del lavoro di questa Giunta regionale e del presidente Oliverio.

Avete consentito, peraltro, al consigliere Orsomarso di togliere dalla propria scarpa un sassolino che aveva ormai da cinque anni, quando fu additato, in piena emergenza, ma, allora, c’era un’emergenza ereditata da anni di disfacimento commissariale e avevamo avuto una gestione dell’ambiente, del settore rifiuti che era assolutamente deficitaria; soprattutto in provincia di Cosenza – come diceva bene il collega Bevacqua – allorquando nessuno aveva voluto programmare nulla e ognuno aveva giocato allo scaricabarile, nell’inerzia totale di chi era dotato di poteri particolari, perché i commissari erano dotati di poteri particolari e speciali all’interno della nostra regione.

Oggi siete qui rispetto ad una legge della quale sono stato relatore in quanto Presidente della quarta Commissione – lo dico con grande chiarezza – pur non condividendola. Sapevo che si trattava di un adeguamento rispetto ad una normativa nazionale, rispetto all’articolo 117 della Costituzione, ma dissi al direttore generale dell’epoca, Gualtieri, che sarebbe stata una norma, un tipo di impostazione, che, attraverso la  realizzazione degli Ato sui territori, – soprattutto nella differenza delle gestioni territoriali da parte dei vari Comuni ad esempio della Sibaritide ed io conoscevo bene la storia di ogni singolo Comune – ed anche nella non maturità dei Comuni, avrebbe determinato una ulteriore paralisi.

All’epoca, nel 2013, ci trovammo nell’assoluta emergenza. Fui relatore della norma, della cosiddetta “legge Orsomarso”, si dovettero utilizzare le discariche private per evitare il collasso definitivo; in una terra che assume di vivere e di poter vivere di agricoltura e di turismo, abbiamo avuto per settimane l’immondizia per le strade.

Oggi questo fenomeno non è diffuso per tutta la regione, ma chi è passato da Lamezia negli ultimi mesi si rende conto che è un fenomeno, invece, esistente e sussistente.

E, allora, credo che vada fornita una valutazione anche da questo punto di vista in funzione politica.

Le proroghe che avete concesso in questi anni hanno significato che nulla o poco si è programmato e il fatto che oggi sia in corso una gara per mandare all’estero i nostri rifiuti significa che nulla di nuovo si muove sotto il sole.

E, quindi, credo che questa impostazione che la Giunta regionale dà attraverso questa ulteriore proroga nell’accompagnamento dei Comuni significhi che si procede ancora a tentoni ed anche in questo settore non c’è un progetto, un’idea, un programma, a distanza di oltre quattro anni dall’inizio di questa esperienza di governo.

Leggendo, poi, fra le pieghe del provvedimento, nella relazione, ad esempio, – e lo dico per esperienza diretta – si fa riferimento, al punto 7 di pagina 3, all’utilizzo di discariche in ambito regionale per il conferimento degli scarti di lavorazione: discariche pubbliche, Cassano allo Ionio, e private, Crotone.

Voglio chiedere all’assessore quando e con chi avete concertato questo, ad esempio, per Cassano, perché l’ultima amministrazione eletta dai cittadini in Consiglio comunale, con voto unanime, ha deliberato che per Cassano – che ha già avuto quattro discariche, quattro buche che hanno raccolto tal quale – non ci dovesse essere più ulteriore sacrificio attraverso discariche, visto che, peraltro, poi, la Regione nulla o quasi nulla aveva restituito al territorio se non in termini di royalties.

E, allora, poiché questi provvedimenti non possono essere calati dall’alto e, soprattutto, assessore, eventualmente, non possono essere concertati nemmeno con terne commissariali che omettono di assumere decisioni in alcuni settori, ma ne assumono di pesanti in altri, invito la Giunta regionale – soprattutto quando si ragiona con i territori e si decide per i territori – a voler orientare le scelte anche consultando gli organi di natura politica che esistono sul territorio, perché quegli organi hanno memoria e conoscenza di quel che accade e di quel che è accaduto sui territori. Non perché Cassano, assessore, voglia sfuggire rispetto alle proprie responsabilità. Cassano – come lei racconta – negli ultimi anni ha avuto l’unica discarica pubblica, ha avuto quattro buche di discarica, sempre nello stesso posto, che hanno servito non il territorio di Cassano, ma il territorio della Regione, perché, se 10 mila tonnellate venivano conferite dalla città di Cassano, almeno 15 mila, 13 mila, 14 mila, a seconda degli anni, venivano conferite da altri Comuni. 

Quindi, Cassano è un territorio che ha servito gli altri Comuni.

Credo che per volontà di quel Consiglio comunale – dell’ultimo Consiglio comunale eletto – non si possa ancora una volta scegliere Cassano perché l’ultima manifestazione di volontà degli organi eletti dalla politica e dai cittadini – quindi, eletti legittimamente – era contraria, nettamente contraria, all’unanimità. Ed è una volontà che trasferisco all’assessore regionale in Consiglio regionale perché ero consigliere comunale – sia pure di opposizione – in quella consiliatura e, quindi, riporto la memoria storica di una volontà che hanno manifestato gli eletti di quel territorio.

E, allora, su questi argomenti, invito la Giunta regionale ad avviare un’azione di concertazione, a ragionare anche attraverso le Province, utilizzando le Province, che potrebbero essere uno strumento intermedio tra i singoli Comuni e la Regione stessa, visto che in questi anni gli Ato sono tardati a partire. Invito la Giunta regionale ad azioni che possano essere realmente costruttive perché è vero che qualcosa è stato fatto nel settore della raccolta differenziata, ma ritengo che questo settore non possa – come altri – camminare attraverso azioni spot e non possa – ritengo – non essere oggetto di una programmazione seria, puntuale e soprattutto di lunga gittata.

Anche in questo caso, purtroppo, dobbiamo registrare che questo provvedimento che arriva in Aula, in una seduta nella quale si sarebbe dovuto discutere di occasioni di crescita e di sviluppo per questa terra – è la solita contraddizione – non viene, assessore, onorevoli colleghi, bocciato principalmente dai noi, ma viene bocciato da uno di voi. Viene bocciato dal consigliere Guccione che ancora una volta stigmatizza l’azione della Giunta regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire l’assessore Rizzo. Ne ha facoltà.

RIZZO Antonella, assessore alla tutela dell’ambiente

Grazie, Presidente. Consigliere Guccione, ho ascoltato con molto interesse quello che ha detto e, naturalmente, ci sono delle parti del suo intervento che sono condivisibili. Lei ha fatto riferimento alle “discariche zero” e le voglio ricordare che nel Piano regionale dei rifiuti, quando abbiamo parlato di “discariche zero”, abbiamo anche elencato quelli che devono essere i siti a servizio dei nostri nuovi impianti ed anche stabilito i volumi di autosufficienza per i prossimi dieci anni. E lo abbiamo fatto partendo dalle discariche che già esistono e tenendo conto anche dei privati che gestiscono le discariche.

Lei ha detto giustamente che abbiamo aumentato la raccolta differenziata ed anche in maniera esponenziale – siamo passati dal 12,9 al 50 percento – con una programmazione attenta e, quindi, non frutto di un’attività spot – così come diceva il consigliere Gallo – ma cercando di puntualizzare ogni giorno quello che era il lavoro che avevamo programmato proprio nel Piano rifiuti. Ebbene, l’aumento della raccolta differenziata non coincide con un aumento di quello che è lo scarto di lavorazione che va in discarica. Noi abbiamo tentato di implementare ed incrementare la raccolta differenziata perché – ricordiamolo ai cittadini calabresi – nelle nostre discariche non va più il tal quale – così come andava quando c’era il commissario – ma va soltanto uno scarto di lavorazione che vorremmo portare al 15 - 20 percento, così come ci dice l’Europa, ma, naturalmente, dobbiamo implementare anche il riutilizzo.

Per quanto riguarda il trasporto fuori regione, lei sa perfettamente che negli ultimi due anni non l’abbiamo utilizzato, ma è vero che è stato utilizzato fino al 2015 con dei costi. Non l’abbiamo utilizzato perché si è fatto ricorso anche soprattutto alla discarica di Crotone: una discarica privata che è stata impiegata a servizio di tutti gli Ato regionali.

La piramide europea ci impone, innanzitutto, di fare un indice di valutazione ed è quello studio di cui parlava prima lei, consigliere Guccione: uno studio che, per quanto riguarda l’Ato di Cosenza, è stato fatto dalla provincia di Cosenza – per cui non prevede nessuna parcella – e, per tutte le altre Province, direttamente dalla Regione Calabria. Non è uno studio che stabilisce quali sono i territori in cui si possono fare le discariche e che, quindi, sovrasta i Consigli comunali e la politica. Non ci permetteremmo mai di fare una cosa del genere per il rispetto totale che abbiamo nei confronti della politica perché siamo figli di questa politica.

È, invece, un indice di valutazione che stabilisce l’incidenza delle discariche nei territori e, quindi, a seconda dei chilometri quadrati, se possono essere fatte delle discariche e quante.

Il nostro indice è il più basso d’Italia, siamo stati anche richiamati dal Ministero da questo punto di vista e tra qualche mese ci aspettiamo che venga emanato un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che stabilisca un indice di valutazione più alto. Noi lo abbiamo fatto proprio nel rispetto della biodiversità del territorio calabrese. Il commissariamento – lo ha detto anche il consigliere Orsomarso – ha portato grossi problemi e ha costretto la Regione Calabria anche a concedere delle proroghe.

Questa volta non si tratta di una proroga. La proroga doveva essere fatta dal Consiglio regionale entro il 31 dicembre 2018, ma non è stata richiesta dalla Giunta regionale che oggi sta chiedendo qualcosa di molto diverso, che si dia una mano a quei Comuni che non sono nelle condizioni di andare avanti da soli: non perché vogliamo scaricare il problema sui Comuni, al contrario, e la Commissione Ambiente può dare atto del lavoro che è stato fatto costantemente con i Comuni e con il Presidente dell’Anci.

Noi, invece, responsabilmente, oggi diciamo: i Comuni non sono ancora pronti, l’Ato di Catanzaro ci ha chiesto di utilizzare la delega soltanto per tre mesi, fino al 31 marzo di quest’anno; l’Ato di Crotone dice che, probabilmente, la utilizzerà per 6 - 9 mesi. Abbiamo sentito il dovere di rispondere a quelle che sono le necessità dei Comuni e dei territori perché si possa dare loro ancora una mano, ma, responsabilmente, abbiamo chiesto agli stessi che assicurino il flusso economico che possa consentirci il pagamento di questa gestione.

In ultimo, per quanto riguarda la necessità delle discariche, anche da questo punto di vista, ci siamo assunti una responsabilità e abbiamo chiesto ai territori di fare una programmazione perché si arrivasse all’autosufficienza dell’Ato. Ciò significa che se la provincia di Cosenza fa una programmazione e stabilisce quali sono i siti in cui dobbiamo fare le discariche, noi andiamo a fare le discariche che siano al servizio di quell’ecodistretto di cui parlava prima il consigliere Bevacqua, che ha proposto in Commissione Ambiente, alla presenza del sindaco Manna, Presidente dell’Ato di Cosenza, dei mini impianti che possono meglio rispondere alle esigenze della popolazione perché gli stessi sono stati concertati con i Consigli comunali e, quindi, con la popolazione. Questo è proprio per dirvi quale rispetto ha la Giunta Oliverio nei riguardi dei Comuni e quale rispetto c’è nel voler proseguire con una programmazione che abbiamo iniziato quattro anni fa.

Abbiamo ottenuto – credo – dei risultati molto soddisfacenti. Ci sono sicuramente dei problemi che ancora dobbiamo affrontare e sono ben felice di accogliere la richiesta, che ci viene anche dall’opposizione, di poter collaborare insieme nella concertazione con i territori. Non chiediamo di meglio, quello di poter concertare insieme ai territori ai quali chiediamo anche un’assunzione di responsabilità perché, se ci sarà l’autosufficienza degli Ato, non ci sarà necessità di costruire delle mega discariche che vadano a servire l’intera regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Mozione numero 140/10^ di iniziativa del consigliere G. Aieta “In merito alle Terme Luigiane

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 140/10^ di iniziativa del consigliere Aieta, al quale cedo la parola per l’illustrazione.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, mi permetto di presentare questa mozione all’Aula perché da qualche giorno è esplosa una drammatica vertenza che riguarda 250 lavoratori delle Terme Luigiane, che ricordo essere la stazione termale più grande della Calabria che produce circa 500 mila prestazioni, il 30 percento delle quali è di origine extraregionale. Questa stazione termale – che insiste nei Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa – da circa 80 anni dà lavoro a 250 dipendenti con tutto l’indotto che ne deriva.

Come è risaputo le acque termali sono di proprietà della Regione Calabria e credo che su queste la Regione debba esercitare la propria potestà legislativa e la propria sovranità ovviamente di intesa – come sono soliti fare il presidente Oliverio e la sua Giunta – con i Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa, ai quali – nell’ultima riunione del 14 gennaio scorso – il dipartimento attività produttive e lavoro, nella persona del direttore generale, Fortunato Varone, ha indicato uno strumento per poter salvare la stagione termale che abbiamo davanti, trasformare la concessione da perpetua a temporanea e, quindi, ovviamente, andare a gara.

Nelle ultime ore questa vertenza si sta – come dire – ingarbugliando e chiedo un intervento al Presidente della Giunta regionale ed ai colleghi del Consiglio. Considerate che le Terme Luigiane insistono sul Tirreno Cosentino dove le attività produttive che esistevano – opifici che impiegavano 800 unità lavorative – sono state smantellate, distrutte dalla malapolitica; così a Cetraro con l’ex Emiliana Tessile, l’ex Faini, così a Belvedere con la Foderauto Bruzia, così a Praia a Mare con la Marlane.

L’unica attività produttiva che regge da 80 anni è quella delle Terme Luigiane per cui chiedo che il Presidente della Giunta regionale e la Giunta si assumano le proprie responsabilità, governino questo processo e che esso non sia lasciato alla superficialità.

Chiedo al Presidente della Giunta regionale che ha esperienza e al quale, ovviamente, riconosco sensibilità e nessuna superficialità, ed alla Giunta, di mettere in campo – senza indugio, senza perdere più neanche un giorno – iniziative atte a garantire il servizio pubblico – perché di questo si tratta – e la Regione ha il dovere, l’obbligo di garantire il servizio pubblico e le unità lavorative.

Ovviamente, si spera che alle Terme Luigiane non tocchi la stessa sorte, lo stesso destino, che è toccato ad altre attività del Tirreno Cosentino. Spero che nei prossimi giorni – giorni, non settimane! – la Regione Calabria eserciti la propria potestà su una materia che afferisce alla sua competenza e lo faccia con provvedimenti che siano decisi e decisivi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, intervengo rapidamente per dire che sono d’accordo con la mozione del consigliere Aieta ed i suoi contenuti. Per troppo tempo, abbiamo sottovalutato l’apporto economico e la valenza del termalismo in Calabria. Finalmente, abbiamo riaffermato un principio: le acque termali sono un bene comune e da questo dobbiamo partire. C’è – ha ragione – una normativa regionale, nazionale europea e dobbiamo rispettarla e, nelle more che si perfezionino le procedure, dobbiamo garantire il funzionamento delle Terme Luigiane, ma anche delle altre Terme che sono tante in Calabria. E questo lo deve garantire la Giunta regionale, il presidente Oliverio.

Non basta! Non basta perché – se mi posso permettere – abbiamo una legge regionale, la numero 39, che è stata approvata nel 2012, su cui ha lavorato molto l'ex assessore all'urbanistica, Dattolo, per la valorizzazione e la promozione del termalismo in Calabria.

Mi permetto di chiedere alla Giunta regionale di finanziare questa legge perché va in una direzione importante che è quella di migliorare la qualità dei servizi e di dotare le terme non solo per quanto concerne l’aspetto sanitario, ma anche del benessere della persona.

Dobbiamo fare anche un’altra cosa, e mi auguro che il presidente Oliverio convochi il commissario per la sanità, Cotticelli, perché, come sapete, ogni anno viene emanato un decreto che prevede 6 milioni di euro – se non erro – per il sistema termale calabrese e per le cure che, però, è insufficiente; è sbagliato non aumentare queste risorse utili sia per curare i malati cronici, che non vanno ad intasare i Pronto soccorsi, sia per la prevenzione.

Ho portato le mie due figlie per tre anni di fila alle Terme Luigiane, ma fino a qualche anno fa non conoscevo il valore di queste acque termali riconosciute a livello europeo.

Quando sono andato dal medico per chiedere dove portare le mie figlie, dopo averle fatte visitare a Roma, mi ha indicato le Terme Luigiane come le migliori d'Europa, senza il bisogno di andare in un'altra parte d'Italia.

Pertanto, bisogna fare in modo di costruire un sistema, un distretto termale calabrese; penso, ad esempio a Lamezia Terme o Cotronei, che hanno delle particolari proprietà di cura su cui bisogna costruire un distretto delle terme calabresi che, a loro volta, potranno incentivare il turismo non solo estivo, ma anche invernale.

Questo era l'intento della legge regionale numero 39 che abbiamo approvato nel 2012. Ricordo la discussione svoltasi all’epoca in Commissione con l’ex assessore all’urbanistica, Dattolo, con il quale abbiamo costruito un sistema, dichiarando formalmente nella legge l'elenco dei Comuni termali in Calabria.

Fu fatto un lavoro proficuo e mi auguro che, da questo punto di vista, non si affronti solo la fase emergenziale – che è anche giusto affrontare – ma si valorizzi un settore che ci consentirà non soltanto di risparmiare sulla spesa sanitaria, ma anche di rilanciare il turismo in Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Vorrei sottolineare al collega Guccione che ci troviamo fuori tempo massimo, come diceva, tra le tante cose, il presidente Oliverio quando era Presidente della Provincia; così come lo siamo per l’aeroporto della Sibaritide, le terme, o altro. Io stesso sono stato critico in una stagione, quando in fase di programmazione di quegli interventi – lo ricorderà l’ex Sindaco, Aieta –  andai con l’allora Presidente sia in Sila sia sul Tirreno perché sulle rotte strategiche – ricordo umilmente – c'era un Sindaco che forse voleva intitolarlo a Vladimir Luxuria ed io mi permisi di fare una legge per intitolare l’Aeroporto internazionale a San Francesco da Paola; parliamo di 80 milioni di devoti al Maradona della Calabria, lo dico in maniera un po' blasfema, e, nonostante la legge sia stata approvata all’unanimità, quella targa non è stata ancora apposta.

È probabile che, mentre l’aeroporto di Roma-Fiumicino è intitolato a Leonardo da Vinci – e noi avevamo avuto l'intelligenza, anche sul piano del marchio se volete, di chiamare quell'aeroporto con il nome di colui che, tra l'altro, è il Santo patrono dei calabresi – qui qualcuno teme che non si chiami più “Lamezia Terme”.

Dico questo perché ne parlavo poco fa con il collega Aieta che non sapevo fosse delegato dal Presidente della Giunta regionale e, conoscendo la sua serietà, ritengo che su questo tema l’impegno dei Comuni e delle Istituzioni debba essere quello di fare chiarezza. La denuncia arriva in ritardo perché, purtroppo, anche questa questione poteva essere trattata per tempo.

Come diceva bene il collega Aieta, è una realtà che esiste da 80 anni; è vero che non creiamo nuove cose ma evitiamo, quantomeno, di distruggere quello che funziona.

Ricordo che ho dovuto pregare l’allora commissario Pezzi di fare una rivisitazione, perché non tutte le terme assorbono il budget che hanno, proprio per far sì che si stanziasse qualcosa in più in maniera tale da non arrivare a gennaio-febbraio ma ad ottobre-novembre con una stagione che potremmo prorogare non soltanto per le cure dell’utenza interna – anziani e bambini – ma anche e soprattutto per attrarre una migrazione sanitaria positiva e promuovere lo sviluppo del turismo.

Mi preme dire – e mi dispiace, ripeto, per chi seriamente se ne sta occupando perché conosco lo spirito di abnegazione del collega Aieta – che su questo si registra l'ennesimo ritardo perché è una questione che poteva essere serenamente trattata un anno fa; adesso non so se i Comuni abbiano ragione o meno – non l'ho approfondito, sinceramente – in merito a che quel regio decreto che affidava l'utilizzo perpetuo delle acque.

È vero che ai Comuni limitrofi potrebbe essere dato un risarcimento in più anche in termini di gestione perché, comunque, investono sul territorio; ma è anche vero che c’è un altro dibattito sottotraccia di chi le può gestire meglio.

Io non ho affinità politiche con chi gestisce le terme, ma nel saldo di questo dibattito bisogna sapere che quegli imprenditori sono proprietari della maggior parte delle strutture, quindi, ammesso che voglia arrivare Bill Gates ad investire miliardi – ce lo auspichiamo – è bene finanziare anche quella legge che abbiamo voluto per la promozione delle Terme, che prevedeva 1 milione di euro, ma purtroppo fu ritirata per far fronte ad altre emergenze.

Pertanto, il mio impegno non è quello di essere populista e demagogico, ma di dare una mano su un ritardo che oggi è certificato anche dal grido di allarme dei consiglieri Aieta e Guccione, e far sì che questa realtà possa essere rilanciata, magari da chi in futuro, guidando la Calabria, disegnerà i Pisl del sistema termale e le farà funzionare. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, esprimo condivisione e solidarietà per la mozione presentata dal collega Aieta perché mette in luce la situazione di un servizio pubblico sanitario essenziale che da troppo tempo viene trascurato e che va definita al più presto per salvaguardare una potenziale struttura che richiama centinaia di migliaia di persone, non soltanto dal punto di vista sanitario ma anche dal punto di vista turistico; infatti, grazie alla sua posizione strategica – a ridosso del mare e, quindi, facilmente raggiungibile anche dalla zona di montagna – può rappresentare un potenziale volano di sviluppo per l'intero territorio, divenendo un fiore all'occhiello, che già di fatto rappresenta per il tipo di servizio che offre.

L’altra cosa importante è che non possiamo trascurare i 250 lavoratori della struttura e ciò che l’intero indotto potrà procurare; considerata la penuria occupazionale della Regione Calabria, non possiamo mettere a rischio un potenziale di questo tipo.

Pertanto, concordo con quanto richiesto dai colleghi Aieta e Guccione ed auspico che la Giunta regionale si determini al più presto e in maniera decisa per addivenire ad una soluzione definitiva a medio termine e si proceda a mantenere il servizio attivo ma, allo stesso tempo, si avvii la procedura di legge per definire una volta per tutte la vicenda della concessione.

Trovo assurdo parlare di una struttura che, dopo 80 anni, vive ancora in uno stato di incertezza per il futuro e non possiamo tenere queste fibrillazioni aperte su un territorio che, ormai, è un campo minato.

Ovunque rivolgiamo lo sguardo, abbiamo situazioni di tragedia, disagio sociale, ambientale, produttivo.

Questo stato di emergenza non può essere più tollerato ed è compito della Giunta regionale prendere in mano questa situazione e portarla a definizione prima possibile.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Credo che, ancora una volta, debba essere il Consiglio regionale – in particolare, il collega Aieta, che proviene da quell’area – a sollecitare la Giunta regionale ad assumere azioni decise e forti rispetto ad argomenti sui quali si rischia il default.

Stiamo parlando di un'azienda che non solo è convenzionata e produce servizi – 500 mila prestazioni – ma che dà lavoro, sia pure in via stagionale, a 250 persone e che ha un indotto notevole, soprattutto nel settore turistico, perché in quel di Guardia Piemontese ed Acquappesa c'è una risposta anche ad un turismo di tipo stagionale collegato ai servizi termali.

Da un po' di tempo sento parlare di questa vicenda e di questa azione messa in campo dal dipartimento Attività produttive e sono stato messo a conoscenza da un Sindaco di quell'area – non voglio fare riferimenti perché, magari, rischiamo qualche azione di rappresaglia – il quale, però, mi ha pregato di non intervenire e di non sollecitare il dipartimento perché, magari, avremmo potuto disturbare il manovratore.

Non abbiamo fatto nulla, non abbiamo sollecitato l’azione del dipartimento Attività produttive e le conseguenze sono che bisogna correre ai ripari attraverso provvedimenti ponte straordinari, invocati anche oggi dal consigliere Aieta.

Chi è sul territorio, si preoccupa ed essendo espressione del voto dei calabresi e di chi vive in quell'area, cerca di correre ai ripari rispetto alle inerzie di chi in questi anni – ahimè – non si è determinato.

Credo che forse qualcosa di diverso sia stato fatto; lei lo sa, caro collega Aieta, perché, magari, alle ultime elezioni politiche qualcuno è stato anche candidato in qualche lista, non certo nelle liste del centro-destra e lei, magari, in quanto vittima di qualche meccanismo strano, ne sa qualcosa.

Reputo necessario correre ai ripari! Pertanto, voteremo e sosterremo il suo ordine del giorno.

Crediamo che il primo obiettivo debba essere la salvaguardia di un’entità produttiva e dei posti di lavoro; quindi, daremo pieno sostegno, come parte politica, rispetto ad un’azione messa in campo, sia pure con una criticità nei confronti della Giunta regionale per le inezie che, ancora una volta, devono essere sanate, attraverso un intervento ed una preghiera del Consiglio regionale a chi è in Giunta, di intervenire per far sì che queste problematiche vengano superate e che la stagione che, di qui a un mese e mezzo/due dovrà per forza maggiore riavviarsi, possa farlo serenamente per poi programmare il futuro.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione a firma del consigliere Aieta.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in allegato)

Ordine del giorno “Sull’opportunità di istituzione di una ZES interregionale con la Sicilia”

PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno presentato dal consigliere Pedà “Sull’opportunità di istituzione di una ZES interregionale con la Sicilia”. Prego, consigliere Pedà, lo può illustrare.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle libertà)

Grazie, Presidente. Come anticipato prima, si tratta di un ordine del giorno in merito all’effettiva esecuzione della Zes, sulla quale avevo già avuto modo di sollevare il problema nelle precedenti sedute, fermo restando che, rispetto ad altre Regioni, siamo un po’ più avanti.

Proprio l'altro giorno, sul portale della Regione Calabria leggevo che, finalmente, dopo tanto lavoro, è stato attivato lo sportello SUAP per la presentazione dei progetti sull'area industriale di Gioia Tauro, tra i Comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno; però, credo che un imprenditore, specie in questi casi dove gli investimenti possono arrivare a 50 milioni di euro, debba avere modo di interfacciarsi fisicamente per chiedere informazioni, che è quello che ci viene chiesto da tante associazioni di categoria.

La prima parte del mio ordine giorno, infatti, impegna la Giunta regionale ad attuare uno sportello fisico a Gioia Tauro, e credo non sia complicatissimo.

L'altra parte dell’ordine del giorno, mira a favorire l'inserimento di un’importante area industriale rimasta fuori dalla Zes, ovvero Campo Calabro, anche grazie alla costituzione della nuova Autorità di sistema dell'area lo Stretto che comprende i Comuni di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Campo Calabro e quelli di Messina.

Rispetto a questo, si potrebbe chiedere l'istituzione di una Zes interregionale – che è prevista – data anche dal fatto che la Sicilia è più in ritardo e, quindi, potrebbe essere anche un aiuto per gli imprenditori della Regione Siciliana e, nello specifico, dell'area dello Stretto.

PRESIDENTE

Consigliere Pedà, come concordato anche con la Giunta regionale, la mozione è inserita per essere discussa nella prossima seduta di Consiglio regionale.

Prego, consigliere Pedà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle libertà)

Presidente, capisco che la seconda parte ha bisogno di un approfondimento tecnico; oggi non è presente l'assessore Russo che ha lavorato tanto alla costituzione della Zes, però vi prego di approfondire la questione nella prossima seduta di Consiglio Regionale prevista per il 30 gennaio.

 

(Il Consiglio rinvia)

Ordine del giorno “In ordine al mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato della ‘Abramo Customer Care S.p.a. - Centro operativo di Crotone’”

PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno a firma del consigliere Mirabello “In ordine al mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato della ‘Abramo Customer Care S.p.a. - Centro operativo di Crotone’”

Prego, consigliere Mirabello, può illustrare l’ordine del giorno.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Questo ordine del giorno mira ad affrontare, anche in questa seduta di Consiglio regionale, un tema molto discusso e dibattuto in questi giorni e che riguarda il futuro di circa 400 lavoratori ai quali la Abramo Customer Care Spa, ha comunicato la decisione di non procedere al rinnovo del contratto.

Si tratta di una decisione che, come comunicato dalla stessa azienda, si è resa necessaria in quanto, alla luce del nuovo quadro normativo derivante dall’approvazione del Decreto dignità, per la gestione di nuove attività, l'azienda non può più richiamare i lavoratori con contratti scaduti seppur con 16 mesi di anzianità, senza procedere alla loro stabilizzazione.

Ovviamente questo è un tema particolarmente serio e preoccupante per la nostra terra nella quale c'è grande bisogno di lavoro e di occupazione, ma che diventa anche di portata nazionale alla luce del fatto che questo rappresenta uno dei primi plastici esempi degli errori commessi dal Governo nazionale sul tanto decantato Decreto dignità.

Peraltro, l'azienda in questione, la Abramo Customer Care, ha già dichiarato pubblicamente di voler mantenere un proprio presidio a Crotone e, anzi, di volerlo rafforzare.

Parliamo di un’azienda che globalmente ha circa 1900 lavoratori e la rilevanza di questo tema, sul piano locale e nazionale, è testimoniata dalla costante attenzione dei media nazionali.

È di pochi giorni fa – di ieri e anche di oggi – la dichiarazione pubblica del vice segretario vicario, Luigi Sbarra, il quale ha proprio sottolineato come il lavoro precario si stabilizza non irrigidendo le norme lavorative, ma rendendo più vantaggiose le assunzioni a tempo indeterminato.

Come dicevo, anche sul piano locale, consta di un profondo lavoro messo in campo dal Comune di Crotone e dalla collega Sculco, che ringrazio per aver sottoscritto questo ordine del giorno insieme ai colleghi Romeo, Guccione e Giudiceandrea, che stanno seguendo questa vertenza molto significativa per la quale mi risulta che, a breve scadenza, ci saranno degli incontri sul territorio finalizzati proprio a non far spegnere i riflettori su questo importante tema.

Alla luce di tutto questo, l'ordine del giorno impegna la Giunta regionale e l'assessore con delega al lavoro, a promuovere un Tavolo di confronto con la Abramo Customer Care Spa, le organizzazioni sindacali e la deputazione calabrese, al fine di individuare percorsi condivisi per la salvaguardia dei livelli occupazionali e, sulla base delle risultanze che emergeranno dal confronto sul territorio, a chiedere un incontro con il Ministro del lavoro e dello sviluppo economico,  per comprendere se vi siano o meno le condizioni per una rivisitazione del Decreto dignità.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Anche questo ordine del giorno è inserito e sarà discusso nella prossima seduta di Consiglio regionale.

 

 (Il Consiglio rinvia)

Ordine del giorno “Sulla situazione dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità in deroga”

PRESIDENTE

Prego, consigliere Gallo, può illustrare l’ordine del giorno che discuteremo nella prossima seduta di Consiglio regionale.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, insieme ai colleghi della minoranza abbiamo presentato un ordine del giorno sulla situazione dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità in deroga.

Come è noto a tutti, in questa regione ci sono più lavoratori in mobilità che stanno eseguendo dei tirocini presso gli Enti locali – 4 mila 600 circa, presso il Ministero Giustizia, mille presso il Ministero dei Beni Culturali e altri mille presso il Miur – peraltro, con tempi differenziati, per esempio: i bandi per gli Enti locali prevedevano l’abilitazione per sei mesi più altri sei mesi; il Ministero di giustizia, stoppato dal Ministero e poi riavviato, 12 mesi più 12 mesi, così come il Mibact; il Miur, invece, prevedeva un primo periodo di 10 mesi che, con decreto, pare sia stato elevato a 12.

In queste ultime settimane, ci sono state più passeggiate – le voglio definire così – da parte del Ministro dei beni e delle attività culturali ed, in particolare, del Ministro di giustizia i quali hanno proposto che, nella Convenzione con la Regione, sia prevista la possibilità per questi tirocinanti di avere riconosciuti in maniera sacrosanta dei titoli per questi tirocini che li possano abilitare a partecipare con percorsi particolari, se non privilegiati, a concorsi pubblici per l'accesso alla Pubblica amministrazione, in questi settori e in questi dipartimenti dello Stato.

Credo che queste affermazioni fatte un po' in libertà, abbiano determinato preoccupazione da parte dei tirocinanti degli altri settori; mi riferisco, per esempio, ai tirocinanti presso gli Enti locali, che sono in numero preponderante, per i quali non è previsto un tempo prolungato dei tirocini.

A tal proposito, chiedo all'assessore Robbe, che è l'assessore al ramo, di far sì che per i tirocinanti degli Enti locali i sei mesi, che saranno prorogati con altri sei, non abbiano soluzione di continuità e che i lavoratori possano proseguire senza interrompere il loro periodo.

È chiaro che per questi lavoratori, in particolare per i 4 mila 600 in mobilità, ci sia un minimo di preoccupazione, legata ad una disparità di trattamento fra coloro i quali prestano servizio presso il Ministero della giustizia, il Mibact o il Miur e gli altri che lavorano presso gli Enti locali.

Questo ordine del giorno è finalizzato:

a) a parificare i periodi dei tirocini;

b) a dare forza alla Giunta regionale nell’interlocuzione col Governo centrale per far sì che, anche i tirocinanti degli Enti locali abbiano domani dei titoli preferenziali per partecipare ad eventuali procedure concorsuali, così come garantito dal Ministero dei beni e delle attività culturali e dal Ministero della giustizia per coloro i quali prestano tirocini presso questi settori.

Presidente, abbiamo illustrato l’ordine del giorno su cui ragioneremo e discuteremo nella prossima seduta di Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Anche quest’ordine del giorno, dunque, andrà all'esame di merito nella prossima seduta.

 

(Il Consiglio rinvia)

 

Avendo esaurito i punti all'ordine del giorno, la seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 18,48

Allegati

 

Congedi

Ha chiesto congedo: Arruzzolo, Bova, Greco, Neri.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

Disposizioni transitorie per la gestione del servizio di trattamento dei rifiuti urbani – (deliberazione G.R. n. 21 del 17.1.2019)” (PL n. 400/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposte di legge di iniziativa popolare:

“Taglio privilegi” (PL n. 398/10^)

È stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Romeo - “Istituzione del Comune di San Marco Cervicati” (PL n. 399/10^)

È stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere e al C.A.L. ai sensi dell’articolo 14, comma 1, della legge regionale n. 1/2007

(Così resta stabilito)

Morrone – “Introduzione del Metodo Previdenziale Contributivo per i Consiglieri regionali eletti nelle legislature decima e successive” (PL n. 401/10^)

È stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

 

“Bilancio di previsione dell’Ente per i Parchi Marini Regionali 2018-2020 (E.P.M.R) – (deliberazione G.R. n. 650 del 21.12.2018)” (PPA n° 248/10^)

 

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere:

Bova – “Proposta di legge al Parlamento recante: Elenco delle imprese denuncianti fenomeni estorsivi e criminali. Affidamento diretto di lavori pubblici fino a 150.000 euro. Modifiche al decreto legislativo 50/2016 (Codice dei contratti pubblici)” (PPA n. 249/10^)

 

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 1 del 10 gennaio 2019, recante: 'Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile. Approvazione Piano Esecutivo Annuale 2019 (art. 4 della L.R. 8/2008)'

(PARERE N. 46/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazione

La prima Commissione, con nota prot. n. 1464 del 16.1.2019, ha comunicato che nella seduta del 15 gennaio 2019 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 636 del 14 dicembre 2018, recante: 'Legge regionale n. 24 del 16.5.2013. Ente per i Parchi Marini regionali. Adozione regolamento di organizzazione e funzionamento dell’Ente'

(PARERE N. 45) 

Promulgazione di legge regionale

In data 21 dicembre 2018, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 129 del 21 dicembre 2018:

 

1. Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 43, recante: 'Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, ai sensi dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118';

2. Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 44, recante: 'Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, di cui alla lettera a), comma 1, dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118';

3. Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 45, recante: 'Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, di cui alla lettera a), comma 1, dell’articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i';

4. Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 46, recante: 'Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, come modificato e integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126';

5. Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 47, recante: 'Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2019)';

6. Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 48, recante: 'Legge di stabilità regionale 2019';

7. Legge regionale 21 dicembre 2018, n. 49, recante: 'Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2019-2021'.

 

In data 28 dicembre 2018, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 130 del 29 dicembre 2018:

 

1. Legge regionale 28 dicembre 2018, n. 50, recante: 'Interventi di modifica alla legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 (Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale)';

2. Legge regionale 28 dicembre 2018, n. 51, recante: 'Modifiche alla legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza)';

3. Legge regionale 28 dicembre 2018, n. 52, recante: 'Modifiche alla legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 (Norme in materia di politiche del lavoro e di servizi per l’impiego in attuazione del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469)';

4. Legge regionale 28 dicembre 2018, n. 53, recante: 'Interventi sulle leggi regionali 24/2013, 37/2015, 21/2016, 11/2017, 1/2018, 3/2018, 5/2018, 12/2018, 15/2018, 28/2018 e 31/2018';

5. Legge regionale 28 dicembre 2018, n. 54, recante: 'Istituzione dell’Osservatorio Università e mondo del lavoro'.

Approvazione “Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio 2019-2021”

La Giunta regionale, con deliberazione n. 4 del 10 gennaio 2019, ha approvato il 'Piano degli indicatori e dei risultati attesi di bilancio 2019-2021' (art. 18 bis e 41 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118) 

Emanazione di regolamento regionale

In data 18 dicembre 2018, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 127 del 20 dicembre 2018:

 

Regolamento regionale n. 20 del 18 dicembre 2018, concernente: 'Attribuzione delle competenze in materia di trattamento dei dati personali nell’ambito delle strutture organizzative della Giunta regionale'.

 

In data 17 gennaio 2019, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 11 del 17 gennaio 2019:

 

Regolamento regionale n. 1 del 17 gennaio 2019, concernente: 'Modifiche al regolamento regionale n. 16 del 24 dicembre 2015, approvato DGR n. 541 del 16.12.2015, recante ad oggetto (Regolamento di organizzazione delle strutture della Giunta regionale) e s.m.i.'.

Trasmissione deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2018-2020, 2019-2021:

 

Deliberazione Giunta regionale n. 629 del 14.12.2018;

Deliberazione Giunta regionale n. 630 del 14.12.2018;

Deliberazione Giunta regionale n. 631 del 14.12.2018;

Deliberazione Giunta regionale n. 648 del 21.12.2018;

Deliberazione Giunta regionale n. 649 del 21.12.2018;

Deliberazione Giunta regionale n. 651 del 21.12.2018;

Deliberazione Giunta regionale n. 662 del 31.12.2018;

Deliberazione Giunta regionale n. 15 del 14.01.2019.

Interrogazioni a risposta scritta

Esposito - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la legge 15 marzo 2010, n. 38, recante Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore;

in particolare: al comma 2 dell’articolo 1, si legge: «È tutelato e garantito, in particolare, l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato [...] nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza» al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell'autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l'equità nell'accesso all'assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze;

al comma 3 dell’art. 1 si legge: “Per i fini di cui ai commi 1 e 2, le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapia del dolore assicurano un programma di cura individuale per il malato e per la sua famiglia, nel rispetto dei seguenti principi fondamentali:

a) tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione;

b) tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine”;

nell’ambito del DPCM “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza”, pubblicato nella GU n.65 del 18/3/2017 - Suppl. Ordinario n. 15, a. all’art. 9 “Assistenza farmaceutica erogata attraverso i servizi territoriali e ospedalieri”, comma 1, si legge: Ai sensi dell'art. 8, comma 1, del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano garantiscono attraverso i propri servizi territoriali e ospedalieri i medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale nonché i farmaci per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal ricovero ospedaliero o alla visita specialistica ambulatoriale, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, sulla base di direttive regionali. b. all’ art. 31 “Assistenza sociosanitaria residenziale alle persone nella fase terminale della vita” si legge:

1.“Il Servizio sanitario nazionale, nell'ambito della rete locale di cure palliative, garantisce alle persone nella fase terminale della vita affette da malattie progressive e in fase avanzata, a rapida evoluzione e a prognosi infausta, il complesso integrato delle prestazioni mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche, mediche specialistiche, infermieristiche, riabilitative, psicologiche, gli accertamenti diagnostici, l'assistenza farmaceutica e la fornitura di preparati per nutrizione artificiale, le prestazioni sociali, tutelari e alberghiere, nonché di sostegno spirituale. Le prestazioni sono erogate da equipe multidisciplinari e multiprofessionali nei Centri specialistici di cure palliative-hospice che, anche quando operanti all'interno di una struttura ospedaliera, si collocano nell'ambito dell'assistenza sociosanitaria territoriale. Gli hospice assicurano l'assistenza medica e infermieristica e la presenza di operatori tecnici dell'assistenza sette giorni su sette, sulle 24 ore, e dispongono di protocolli formalizzati per il controllo del dolore e dei sintomi, per la sedazione, l'alimentazione, l'idratazione e di programmi formalizzati per l'informazione, la comunicazione e il sostegno al paziente e alla famiglia, l'accompagnamento alla morte e l'assistenza al lutto, l'audit clinico ed il sostegno psico-emotivo all'equipe.

2. I trattamenti di cui al comma 1 sono a totale carico del Servizio sanitario nazionale. Rilevato che a fronte di tali interventi normativi, tra gli hospice presenti nella Regione Calabria, sussistono gravi difformità nell'approvvigionamento dei farmaci e prescrizione esami ematochimici;

in particolare, gli ultimi 3 hospice accreditati, non hanno la possibilità di accedere alle farmacie territoriali per l’approvvigionamento diretto dei farmaci né di accedere ai farmaci presenti in Fascia H, a titolo esemplificativo e non esaustivo gli antiepilettici in fiale uso endovenoso ed il Midazolam, farmaco elettivo per la Sedazione Palliativa;

nei suddetti hospice l’approvvigionamento dei farmaci di fascia A nonché la richiesta di esami ematochimici e di trasfusione emazie, avviene su prescrizione del Medico di Medicina Generale previa richiesta del medico palliativista e che tale modalità si è rilevata altamente disfunzionale considerata la tipologia del paziente. Considerato che: il 06.06.2017 i medici responsabili dei 4 hospice a gestione privata e accreditati con la Regione Calabria, hanno inviato all’allora Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute,, al Commissario ad acta, alle Direzione Generale ASP CS, Direzione Generale ASP CZ, Direzione Generale ASP RC formale richiesta di standardizzare la modalità di approvvigionamento dei farmaci e prescrizione esami di laboratorio per i pazienti assistiti in regime residenziale e domiciliare di cure palliative nella Regione Calabria;

il 13.09.2017, i medici responsabili dei 2 hospice presenti a Catanzaro e provincia hanno inviato, all’allora facente funzione Direttore del Distretto di CZ e al Direttore Generale ASP CZ, analoga richiesta, allegandovi le proposte di procedure finalizzate al superamento della criticità;

il 23.03.2018, il Direttivo Regionale SICP (Società Italiana di Cure Palliative) Calabria, ha inviato al Dirigente del Settore Politica del Farmaco e al Dirigente del Settore 9 “Assistenza Territoriale” la “Proposta Prontuario Farmacologico per le Cure Palliative”, al fine di uniformare e garantire l'approvvigionamento farmaci dei servizi di Cure Palliative presenti nella nostra Regione;

ad oggi non sono pervenute risposte in merito dagli organi sopra informati. Tutto quanto sopra premesso -:

 

se il Presidente stesso sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

se e quali provvedimenti di propria competenza intenda assumere al fine di salvaguardare il diritto all’equità dei cittadini di accedere alle cure palliative residenziali e domiciliari.

(423; 20/12/2018)

 

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

l’Asp di Cosenza, a causa dei molteplici pignoramenti notificati all’Ente, ha somme vincolate presso il Tesoriere (BNL) per euro 103.711.876,50, alcuni dei quali azionati con lo stesso titolo esecutivo in quanto il debitore, sino a quando non viene soddisfatto il proprio credito, può azionare il proprio titolo più volte anche presso diversi Tribunali, come previsto e consentito dalle norme di procedura civile in vigore;

l’importo dei pignoramenti che l’Asp di Cosenza ha subito è poco meno di trecento milioni di euro;

dai dati ricavabili dagli elenchi trasmessi dai Tribunali di Paola, Cosenza e Castrovillari e dai dati risultanti presso UOC Affari legali e Contenzioso risulta un totale di euro 190.802.698,62 di contenzioso in essere per l’Asp di Cosenza;

la stima presumibile del contenzioso in essere non tiene conto dei giudizi pendenti presso i Tribunali di Milano, Roma, Tivoli, Bologna e Catanzaro che ammonterebbe a circa 200 milioni;

l’avvocato Giovanni Lauricella, direttore Affari legali e Contenzioso Asp di Cosenza, scrive: “Ritenendo di dover fornire un dato non contestabile, nella somma complessiva non è stato conteggiato il valore delle controversie di valore indeterminato e/o indeterminabile, i procedimenti esecutivi (non essendo stato possibile reperire negli elenchi trasmessi dai Tribunali i titoli, gli interventi effettuati e gli importi richiesti), e i procedimenti di lavoro pendenti al 31/12/2016 presso il Tribunale di Cosenza, salvo quelli comunicati dai dipendenti interni”;

sempre l’avvocato Giovanni Lauricella sottolinea che: “E in corso una ulteriore verifica interna con l’obiettivo di individuare ogni ulteriore elemento utile al fine di cristallizzare il contenzioso”;

nella seduta del 19/09/2018 della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica, il Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro, ing. Massimo Scura, ha informato che nel novembre 2016 la struttura commissariale ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Cosenza sulle vicende del contenzioso dell’Asp di Cosenza su fatti circostanziati. Nel corso dell’audizione il commissario Scura ha riferito in data 27/10/2016 ho presentato un’interrogazione al presidente della Giunta regionale in merito alla questione del contenzioso Asp di Cosenza;

in data 21/11/2016 il direttore generale dell’Asp di Cosenza ha presentato un circostanziato esposto sempre sul tema del contenzioso Asp, alla Procura di Cosenza denunciando atti e comportamenti posti in essere in danno delle casse dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza;

sempre il direttore generale dell’Asp di Cosenza rappresentando la carenza di organico dell’ufficio legale, ha richiesto l’autorizzazione all’indizione di procedure concorsuali per l’assunzione di personale qualificato al fine di fronteggiare l’enorme contenzioso;

lo stesso responsabile dell’ufficio legale dell’Asp, Giovanni Lauricella, ha ammesso che non è in grado di fornire ad oggi un dato non contestabile sullo stato del contenzioso dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza che potrebbe essere di molto superiore alla stima: se si sommano le cifre vincolate presso il Tesoriere, i pignoramenti, il contenzioso in essere arriverebbe alla considerevole cifra di euro 783.947.089,32;

non è da escludere che in considerazione delle numerose cessioni di credito, della cartolarizzazione dei crediti, della prassi di azionare i medesimi titoli presso vari Tribunali d’Italia, della non obbligatorietà dei terzi assegnatari di somme nell’ambito delle varie procedure esecutive di notificare l’ordinanza al debitore Asp, del comportamento scorretto di alcuni creditori, della carente o distorta informazione tra i vari uffici dell’Asp, siano stati effettuati pagamenti doppi o addirittura tripli;

sono state già rilevate duplici richieste di pagamento delle stesse fatture e la conseguente illegittima formazione di decreti ingiuntivi, unitamente all’abusivo e perdurante frazionamento del credito azionato in danno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza che ha comportato e comporta un notevole aumento delle spese;

è evidente che centinaia di milioni di euro finalizzati a garantire i Livelli essenziali di assistenza e le prestazioni sanitarie, siano stati utilizzati invece per pagare parcelle, interessi di mora e pagamenti doppi o tripli che rischiano di aggravare la già precaria situazione del debito sanitario calabrese e che costringerebbe ad allungare ancora di più, dopo nove anni, il commissariamento della sanità;

risulta inadeguato l’accantonamento al Fondo rischi del Bilancio dell’Azienda sanitaria, in relazione soprattutto all’ingente contenzioso in essere all’Asp di Cosenza;

è stato messo in atto un vero e proprio sistema, un circolo vizioso che vede ritardi nei pagamenti, decreti ingiuntivi, pignoramenti e cessioni di credito, nomine di commissari ad acta che aggravano ì costi finanziari (interessi, spese legali, etc.) e bruciano risorse che potrebbero essere utilizzate per migliorare la sanità cosentina e calabrese -:

 

quali iniziative intende intraprendere per evitare che decine di milioni di euro destinati a curare i cittadini della provincia di Cosenza, siano utilizzati per pagare interessi e spese legali per l’enorme contenzioso che ha portato addirittura, vista la scarsa organizzazione dell’ufficio legale dell’Asp di Cosenza, a doppi e/o tripli pagamenti di una stessa fattura.

(424; 02/01/2019)

 

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

l'Ospedale di Locri versa da tempo in una situazione allarmante data dal ridimensionamento di alcuni reparti quali l'Ortopedia, la Medicina, la Geriatria e il Centro Trasfusionale, nonché dall’impossibilità di fornire giornalmente cure mediche adeguate a causa della perenne carenza di personale;

criticità che comprenderebbero anche il Pronto soccorso dell'ospedale de quo, nel quale, secondo riscontri fotografici pervenuti da fonti attendibili peraltro già noti anche alla stampa, si sarebbe registrata, nel giorno di Capodanno, l’assenza dei medici normalmente preposti alla cura delle prestazioni di codice verde e bianco nonché la chiusura dell’ambulatorio preposto alle cure d’emergenza a discapito degli utenti che non hanno potuto dunque ricevere adeguata assistenza medica;

considerato che: il Pronto Soccorso rappresenta un’unità operativa in merito all’emergenza che prevede la prestazione delle prime cure in tutti i casi di urgenza a servizio di un vastissimo territorio quale quello della Locride -:

 

se in merito alla questione de quo si tratterebbe di un episodio occasionale oppure, come da altre fonti attendibili, di un fenomeno che si è ripetuto nel tempo. Pertanto, si chiede di conoscere lo stato dell’arte ed eventualmente tutti gli interventi che si intendono esperire al fine di garantire efficacia ed efficienza ad un servizio tanto delicato quanto importante.

(425; 02/01/2019)

 

 

Aieta - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

con deliberazioni del Direttore Generale n.521 e n.519 del 21.03.2018 è stato indetto avviso pubblico per il conferimento di un incarico quinquennale di direttore U.O.C Medicina generale e Cardiologia Spoke Paola- Cetraro;

il suddetto avviso è stato autorizzato dal Commissario ad acta per il piano di rientro della Regione Calabria che, con D.C.A n. 55 del 13.02.2018, ha previsto la nomina del Direttore della struttura complessa di Medicina Generale e Cardiologia, dello Spoke Paola - Cetraro P.O di Cetraro;

il bando è stato pubblicato sul bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 44 del 24.04.2018 e per estratto in Gazzetta Ufficiale della Repubblica serie speciale concorsi ed esami n. 42 del 27.06.2018;

con delibere n. 1531 e n.1534 del 28.09.2018 si è proceduto all’ammissione dei candidati che hanno fatto domanda. con deliberazioni del direttore Generale n. 1656 e n. 1655 del 24.10.2018 si è proceduto a nominare e costituire le commissioni esaminatrici che hanno selezionato la terna dei nomi ritenuti idonei a ricoprire la carica di cui all’avviso pubblico;

medesima situazione sussiste in merito alla nomina del direttore U.O.C Ginecologia Spoke Paola - Cetraro P.O di Cetraro, con riferimento al quale, nonostante la regolarità del concorso e l’individuazione dei professionisti ritenuti idonei, ad oggi non si è proceduto ad alcuna nomina;

nonostante siano state portate a termine tutte le procedure relative all’assunzione degli incarichi dirigenziali, nulla è stato fatto, in quanto l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza non ha provveduto a portare a termine l’iter ai fini dell’attribuzione dell’incarico che sarebbe dovuto avvenire con atto di alta amministrazione a contenuto discrezionale;

si rende necessario procedere alla nomina del direttore della U.O.C. di Medicina Generale Cardiologia e Ginecologia - Spoke Paola Cetraro- al fine di dotare le rispettive strutture complesse di quelle funzionalità che oramai da troppo tempo mancano e che rendono le medesime strutture allo stato incapaci di garantire quella funzionalità che in condizioni normali avrebbero avuto e di cui l’utenza avrebbe fino ad oggi potuto beneficiare -:

 

alla luce di quanto sopra esposto, di conoscere quali iniziative intenda assumere al fine di fare in modo che l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza provveda alla celere nomina del direttore della U.O.C Medicina Generale Cardiologia e Ginecologia Spoke Paola- Cetraro, per le quali il management aziendale ha riservato una ingiustificata ed ingiustificabile inerzia.

(426; 10/01/2019)

 

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

in data 12 gennaio c.a., un paziente è deceduto per arresto cardiaco dopo essere stato trasportato con grave ritardo - di circa 3 ore - dal reparto di Cardiologia dell’Ospedale di Locri a quello di Rianimazione dello stesso Nosocomio, a causa di un guasto che ha interessato l’unico ascensore funzionante;

considerato che: già nel 2015, il sindacato F.S.I. - Sanità aveva più volte inviato richiesta agli uffici competenti al fine di provvedere al ripristino degli ascensori dell’ospedale di Locri, senza ottenere alcuna risposta. Peraltro, nelle stesse istanze si evidenziava la condizione di precarietà in cui versava l’unico ascensore funzionante, non in grado di sopportare un carico di lavoro tale da poter servire ininterrottamente cinque reparti. A questo si aggiunga che, secondo fonti attendibili, l’unico ascensore funzionante era da molto tempo utilizzato per scopi diversi: trasporto di alimenti, di materiale infetto, ma anche di visitatori, pazienti ambulatoriali e degenti -:

 

i motivi che hanno determinato siffatta situazione, nonostante le reiterate segnalazioni di strutturali e gravi carenze effettuate dalle rappresentanze sindacali, dai cittadini e dagli stessi operatori (personale medico e paramedico). Inoltre, si chiede di sapere quali impellenti interventi si intendano adottare al fine di garantire l’effettivo diritto alla salute di un vasto bacino di utenza.

(427; 14/01/2019)

 

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

con deliberazione n. 98 del 26/04/2010, la Giunta municipale di Cosenza, approvava le Linee guida generali di indirizzo per la redazione del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del relativo Regolamento Edilizio Urbano (REU);

con deliberazione di Giunta Comunale n. 199/2010 dell'11/10/2010 veniva adottato il documento preliminare del Piano strutturale (PSC) e del relativo Regolamento edilizio urbano (REU) e autorizzato il sindaco Mario Occhiuto a convocare la Conferenza di Pianificazione;

veniva indetta apposita Conferenza di Pianificazione nel dicembre 2010, nella quale venivano individuate specifiche linee guida-tematiche da sviluppare nel redigendo PSC/REU;

successivamente, in data 24 ottobre 2016, il Consiglio Comunale di Cosenza aderiva, con Deliberazione n. 27, al Principio di "Consumo di suolo zero" di cui all'art. 27-quater, comma 2 della legge regionale n. 19/2002 e sue successive modifiche ed integrazioni;

con deliberazione nr. 55 del 18 aprile 2017, la Giunta Comunale di Cosenza proponeva al Consiglio Comunale l'adozione del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del relativo Regolamento Edilizio Urbano (REU), (Regolamento Edilizio Urbanistico, REU; Relazione illustrativa; VAS; Elaborati grafici elencati in premessa);

con successiva delibera di Giunta Comunale n. 79 del 23/06/2017, venivano proposte modifiche, integrazioni e adeguamenti al PSC e REU della città di Cosenza, di seguito indicati: "nell'adeguamento di talune tavole del PSC, finalizzate ad una migliore lettura e fruizione delle stesse (REU parte ABC, per il PSC: legenda tavole, TU/TDU/TAF (senza accrescimenti del perimetro urbano, come già approvato dal GC), Spazi e sistemi. Sistema ambiente, Sistema dotazioni, per il REU: REU parte ABC, elaborati REU al 4000 (n. 6 elaborati), aree sottoposte a perequazione, che rispettano i contenuti dell'accordo in premessa;

in doverose e dovute integrazioni, necessarie alla più corretta esplicitazione della deliberazione n. 27 di adesione al principio di "Consumo a suolo zero";

con successiva deliberazione n. 29 del 29 giugno 2017, il Consiglio Comunale adottava il PSC della Città di Cosenza ed il relativo Regolamento Edilizio Urbano, comprensivo del REU, relazione illustrativa, Valutazione Ambientale strategica, Elaborati grafici elencati in narrativa, come modificato e rettificato su proposta della precedente deliberazione di Giunta, con recepimento del documento preliminare, adottato con delibera comunale n. 46 del 19/10/2010, apportate rettifiche tecniche alle tavole PSEL 01-PSPS 02- PSPS 03- PSRU 03- PSRU 04- PSRU 08- PSRU 09-PSRU 10, nonché correzioni alla documentazione allegata all'adesione al principio di " Consumo a Suolo Zero", con conseguente modifica della proposta di adozione del PSC e del REU di cui all'intervenuta deliberazione della Giunta comunale del 18/4/2017;

con la delibera di adozione del PSC/REU entravano in vigore le misure di salvaguardia per la sospensione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in corso e non ancora perfezionati;

con richiesta prot. 88383 dell'1/12/2017 avente ad oggetto "informazioni sulla trasmissione del PSC di Cosenza", indirizzata alla Regione Calabria, il Comune di Cosenza in persona del Dirigente dell'Ufficio del Piano, Ing. Converso e del responsabile del procedimento, geom. Ambrogio Greco, comunicando l'intervenuta variazione di alcuni indici territoriali perequati, operata dalla Società incaricata alla redazione del progetto, manifestava la necessità, anche alla luce delle problematiche sollevate dallo scrivente in qualità di consigliere comunale di Cosenza, di stabilire se l'operato degli Uffici incaricati fosse stato o meno legittimo con preciso riferimento alle modifiche apportate rispetto al parere geomorfologico del 2015 precedente;

la Regione Calabria (Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità - Settore 2 Cosenza) con nota del 19/12/2017 prot. n. 394090 precisava di aver rilasciato parere geomorfologico con nota prot. n. 218972 del 14/7/2015, ma che a seguito della comunicata intervenuta variazione degli indici territoriali di perequazione e compensazione al PSC/REU risultava essere intervenuta una "variante allo strumento urbanistico" in corso di approvazione, e pertanto qualsivoglia variazione apportata al PSC/REU aveva reso invalido il precedente parere rilasciato geomorfologico e conseguentemente comportava il deposito del nuovo progetto in variante e la riconvocazione della Conferenza di pianificazione, ai fini della riadozione del Piano;

per quanto sopra, il Comune di Cosenza con nota prot. 15372 del 13/2/2018 del Dirigente del Piano dott.ssa Carbone, provvedeva a trasmettere alla Regione Calabria il nuovo PSC con gli allegati, al fine del rilascio di un ulteriore parere di compatibilità geomorfologica, senza riconvocare la Conferenza di pianificazione;

gli atti di cui sopra, venivano restituiti dalla Regione Calabria (Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità - Settore 2 Cosenza) al Comune di Cosenza con nota prot 93229 del 14/3/2018 perché sprovvisti della componente geologica e dunque inidonei alla valutazione del PSC in ordine alla compatibilità ed alla coerenza delle scelte di pianificazione con le condizioni geomorfologiche del territorio e all'Istruttoria ex art 13 della L 64/74 e dell'art 89 del DPR n. 380/2001;

nel frattempo in data 22/1/2018, su istanza dello scrivente, perveniva presso la Regione Calabria (Dipartimento 11 Ambiente e Territorio - Settore Urbanistica Cosenza) richiesta di verifica formale sulla procedura di adozione del PSC operata dal Comune di Cosenza e con relazione di verifica prot 62279 del 20/2/2018, la Regione Calabria a firma del Dirigente del Settore e del Responsabile del procedimento specificava: a)di non essere nella condizione di valutare la conformità del documento preliminare depositato al Genio Civile nel 2015 e quello successivo oggetto di variante con modifica degli indici territoriali la cui copia non era stata ritualmente acquisita;

b) di aver riscontrato nell'iter procedurale di adozione del PSC /REU la carenza dell'adempimento relativo all'emanazione delle direttive di cui al comma 2 dell'art 27 quater della LUR non assimilabili alle linee di indirizzo approvate con delibera di GM n. 98 del 26/4/2010 di diversa natura e con altri obiettivi;

c) di aver riscontrato l'omessa predisposizione, da parte del Comune di Cosenza, di un nuovo documento preliminare del PSC (adeguato e aggiornato), da sottoporre alla prevista Conferenza di pianificazione per le specifiche verifiche dopo l’intervenuta delibera di adesione al principio di "consumo di suolo zero". Rilevato che: l'accertato vizio del procedimento di adozione del PSC potrà essere fatto valere dai cittadini non appena verrà approvato il documento definitivo e questo con gravi ripercussioni economiche e amministrative a danno dei Comune di Cosenza;

ad oggi le misure di salvaguardia per la sospensione degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio in corso e non ancora perfezionati, irritualmente intervenute, stanno arrecando pregiudizio ai cittadini le cui volumetrie e i piani di attuazione sono stati sospesi in presenza dell'adozione di uno strumento urbanistico per il quale deve essere riconvocata la Conferenza dì pianificazione ed emesso nuovo parere geomorfologico;

risulta necessario agire in autotutela, revocando le misure di salvaguardia e riconvocando la Conferenza di pianificazione dei servizi al fine della valutazione e verifica del nuovo PSC/REU (adeguato e aggiornato con l'adesione del consumo di suolo zero e della variazione degli indici territoriali di perequazione e compensazione) -:

 

quali iniziative intende adottare la Regione Calabria, in base alle proprie competenze in materia urbanistica - anche alla luce dei pronunciamenti del Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità - Settore 2 Cosenza con nota del 19/12/2017 prot. n. 394090;

del Dipartimento Infrastrutture Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità - Settore 2 Cosenza al Comune di Cosenza con nota prot. 93229 del 14/3/2018;

del Dipartimento 11 Ambiente e Territorio - Settore Urbanistica Cosenza con relazione di verifica prot. 62279 del 20/2/2018 - al fine di evitare che vengano messe in atto, da parte dell'amministrazione comunale di Cosenza, procedure viziate o addirittura illegittime e non conformi alla legislazione vigente per l'adozione del Psc/Reu e che arrecherebbero un grave danno ai cittadini e all'economia della città di Cosenza.

(428; 16/01/2019)

Interpellanze

Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

l’Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA) ha bandito un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di profili vari nelle categorie professionali D1 e C1 per n. 12 posti presso l’Agenzia stessa con sede in Catanzaro, pubblicandolo in data 09/08/2018 sul suo portale istituzionale;

in risposta a precedente interrogazione dello scrivente, recante n. 394 del 20.09.2018, il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria rendeva noto che con nota prot. Siar n. 308073 del 14 settembre 2018 il medesimo Dipartimento aveva comunicato il parere della Struttura di Controllo ARCEA con cui veniva evidenziato che la procedura concorsuale avviata avrebbe necessitato della obbligatoria e preventiva autorizzazione di cui al comma 5 dell’art. 2 della L.R. n. 11 del 27 aprile 2015 che, a tal riguardo prevede: “A partire dall’entrata in vigore dalla presente legge, l’adozione di provvedimenti che, pur rispettando i limiti di cui alla lettera a) del comma 1, comportino nuova spesa di personale a qualunque titolo, deve essere preventivamente autorizzata dalla Giunta regionale.” Con disposizione ribadita anche dal comma 2 dell’art. 6 della L.R. n. 43 del 27/12/2016 che dispone “A partire dall’entrata in vigore dalla presente legge, l’adozione di provvedimenti che, pur rispettando i limiti di cui alla lettera a) del comma 1, comportino nuova spesa per il personale a qualunque titolo, deve essere preventivamente autorizzata dalla Giunta regionale;

in mancanza del richiamato parere, come comunicato sempre dal Dipartimento Agricoltura, con Decreto n. 223 del 21 settembre 2018 il Direttore ARCEA provvedeva alla sospensione temporanea della procedura concorsuale di cui al Decreto n. 202 del 8 agosto 2018 e, da ultimo, con Decreto n. 251 del 17 ottobre 2018, lo stesso procedeva alla revoca della procedura concorsuale di cui al decreto n. 202 del 8 agosto 2018;

tuttavia, pur a seguito dell’avvenuta revoca, nel tempo intercorso non solo non si è proceduto a fornire chiarimenti in ordine all’eventuale indizione di un nuovo bando, ma neppure risulta essersi provveduto, ad oggi, alla restituzione delle spese d’iscrizione alle prove concorsuali annullate in favore degli oltre 3.000 partecipanti -:

 

se la Giunta regionale sia a conoscenza della vicenda;

se e come la Giunta stessa intenda adoperarsi perché un nuovo bando venga emanato, ed in quali tempi;

se e come si reputi opportuno procedere perché vengano restituite ai partecipanti alle prove concorsuali annullate per revoca del bando di cui al Decreto n. 202 dell’8 agosto 2018 le spese di iscrizione da questi versate.

(28; 07/01/2019)

 

 

Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la città unica di Corigliano-Rossano è sede di un’agenzia complessa Inps che garantisce servizi e funzioni in area medico-legale;

con determinazione presidenziale n. 150 del 30 novembre 2018, nell’ambito di un processo di riorganizzazione interna dettato anche da carenza di personale, Inps ha fornito indirizzi che, se attuati, avrebbero portato ad un ridimensionamento della detta agenzia complessa;

sempre in attuazione della predetta determinazione, è stato paventato il rischio della chiusura dei centri Inps di Castrovillari e Trebisacce;

a seguito di critiche e proteste, con propria nota agli inizi del 2019 la Direzione regionale Inps Calabria ha comunicato di aver richiesto l’emanazione di una circolare interna per disciplinare con trasparenza e chiarezza quanto stabilito dalla Determinazione presidenziale richiamata, specificando che nelle more non si sarebbe proceduto ad alcuna modifica nell’organizzazione dei servizi, con piena tutela dell’articolazione territoriale attuale;

comunque resta integra la possibilità di un ridimensionamento dell’Agenzia complessa di Corigliano-Rossano e di altri centri Inps attivi in altri Comuni della provincia di Cosenza -:

 

se la Giunta regionale sia a conoscenza della vicenda;

se e come la Giunta stessa si sia sin adoperata per evitare razionalizzazioni e chiusure di sedi Inps in Calabria, con particolare riferimento all’Agenzia complessa di Corigliano-Rossano e delle sedi Inps presenti in Comuni come Trebisacce e Castrovillari;

se sia intenzione della Giunta regionale avviare un confronto con l’Inps per tutelare gli interessi e le ragioni dei Comuni calabresi nell’ambito del richiamato processo di riorganizzazione interna avviato dall’istituto previdenziale.

(29; 07/01/2019)

 

 

Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

nell'ambito del POR Calabria FESR 2007-2013 veniva finanziato il Progetto integrato di sviluppo locale (PILS) «Lorica Hamata in Sila Amena», che avrebbe beneficiato di 13.347.000 euro di contributo pubblico (Assi 5 e 8 POR Calabria 2007- 2013) e di oltre 3.000.000 euro di contributo privato;

il progetto prevedeva l’adeguamento e la modernizzazione degli impianti di risalita delle stazioni sciistiche di Lorica, nonché la sostituzione della seggiovia con una cabinovia;

con grave ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale, a seguito dei ripetuti solleciti e di svariati atti ispettivi tesi a verificare la regolarità delle procedure seguite e ad ottenere la celere definizione dei lavori, l’11 marzo 2018 il presidente della giunta regionale procedeva all’inaugurazione solenne degli impianti di risalita di Lorica, la cui gestione provvisoria veniva affidata a Ferrovie della Calabria, con il supporto dell’Arsac;

nel corso della manifestazione inaugurale, alla quale presenziava su invito della Regione la campionessa olimpionica di sci Daniela Ceccarelli, il presidente della giunta regionale, attraverso l’ufficio stampa della Regione, dichiarava ufficialmente che “questi impianti correvano concretamente il rischio di essere trasformati in un’incompiuta, in una cattedrale nel deserto;

una enorme preoccupazione, questa. Abbiamo lavorato senza risparmio di energie perché ciò non avvenisse [...] Tornerò nei prossimi giorni a Lorica- ha informato il presidente della Regione- per discutere con chi lo vorrà un progetto, un piano che vada in questa direzione, perché la nostra intenzione è quella di investire per valorizzare meglio questo e gli altri laghi, per fame motore e risorsa per lo sviluppo”;

ad oggi, tuttavia, non solo gli impegni assunti non risultano essere stati mantenuti, ma serie problematicità si registrano anche sul versante della gestione nel funzionamento degli impianti;

al riguardo, il Comitato degli imprenditori lorichesi, in data 27.12.2018 lamentava disagi e disservizi, oltre che la tardiva entrata in funzione degli impianti in riferimento alla stagione sciistica in corso;

da più parti vengono sollevate lagnanze in ordine alle condizioni della seggiovia, che non sarebbe del tutto funzionante, mentre il funzionamento della cabinovia sarebbe circoscritto da una prescrizione tecnica che ne imporrebbe lo stop in caso di venti di velocità superiore ai 40 km/h;

criticità si registrerebbero anche in riferimento al sistema di innevamento artificiale, i cui lavori di completamento dovrebbero essere ultimati entro il prossimo marzo;

inattivi sarebbero anche due dei tre gatti delle nevi disponibili;

la carenza di personale condizionerebbero in negativo il disbrigo delle attività della Ski Area;

preoccupazione desta l’imminente scadenza del contratto di affidamento della gestione, fissato al 31 marzo 2019;

pure nella vicina Camigliatello, infine, si registrerebbero problemi analoghi in relazione agli impianti di innevamento artificiale;

tanto premesso, interpella il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:

 

se la Giunta regionale sia a conoscenza delle vicende segnalate dall’interpellante;

se quanto segnalato dall’interpellato risponda a vero, in tutto o in parte;

quali siano le reali condizioni strutturali e di utilizzo degli impianti di risalita Lorica e degli impianti di innevamento artificiale di Camigliatello, ed a quale punto siano giunti i lavori di completamento degli impianti di innevamento artificiale di Lorica e se gli stessi saranno effettivamente ultimati nei tempi di cui al cronoprogramma;

quali indirizzi la giunta regionale abbia espresso o intenda esprimere in ordine alla gestione della Ski Area di Lorica, in virtù dell’ormai imminente scadenza del contratto di affidamento attualmente in essere.

(30; 09/01/2019)

 

 

Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la L. R. n. 11/03 e ss.mm.ii concede ai Consorzi di bonifica, ai sensi dell’art. 4 co. 1, le opere pubbliche di bonifica e irrigazione, le opere idrauliche e le opere relative ai corsi d’acqua naturali pubblici che fanno parte integrante del sistema di bonifica e di irrigazione, appartenenti al demanio regionale, nonché la gestione delle stesse;

fra tali opere figurano anche gli impianti di irrigazione;

con la “Legge di stabilità regionale 2019” è stato previsto lo stanziamento della somma di euro 250.000,00 a favore dei Consorzi di bonifica per la gestione degli impianti irrigui di proprietà regionale;

in virtù di ciò, a ciascun Consorzio spetterà un importo pari ad euro 22.727,27, indipendentemente dalla superficie irrigua effettivamente gestita;

i Consorzi di bonifica gestiscono 6790,80 km di reti irrigue di proprietà regionale, e che pertanto il fondo annuo previsto non appare sufficiente a garantire la copertura dei costi;

lo stanziamento previsto in bilancio non tiene conto delle richieste presentate dai Consorzi corredate dalle apposite previsioni di spesa, ai sensi dell’articolo 26, co. 4, della L.R. n. 11/03, né tantomeno risulta in linea con il contenuto del co. 1 dello stesso articolo e del co. 1 dell’art. 10;

il rilevante ruolo in termini economici ed occupazionali che riveste l’agricoltura per il territorio regionale, i Consorzi comunque sono obbligati a garantire la funzionalità degli impianti, che richiedono, anche per la loro vetustà, continui interventi di manutenzione con dispendio di risorse che non consentono di effettuare interventi tesi a modernizzare gli impianti stessi;

ormai da molti anni, e in particolare in questa legislatura, le risorse iscritte in bilancio non risultano sufficienti una gestione efficiente e adeguata a quanto richiesto dalla moderna agricoltura calabrese;

tanto premesso, interpella il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:

 

se la Giunta regionale sia a conoscenza di quanto esposto dall’interpellante;

se ritenga quanto esposto coerente con l’indirizzo politico ed il programma di governo;

quali provvedimenti intenda adottare affinché i fondi stanziati per la gestione degli impianti irrigui di proprietà regionale risultino adeguati alle effettive esigenze dei Consorzi.

(31; 21/01/2019)

 

 

Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la L. R. n. 26/75 e ss.mm.ii concede ai Consorzi di bonifica, ai sensi dell’art. 4 co. 1, le opere pubbliche di bonifica e irrigazione, le opere idrauliche e le opere relative ai corsi d’acqua naturali pubblici che fanno parte integrante del sistema di bonifica e di irrigazione, appartenenti al demanio regionale, nonché la gestione delle stesse;

con la “Legge di stabilità regionale 2019” è stato previsto lo stanziamento della somma di euro 1.000.000 a favore dei Consorzi di bonifica per la gestione delle opere di bonifica di proprietà regionale;

in virtù di ciò, a ciascun Consorzio spetterà un importo pari ad euro 90.909,10, indipendentemente dalle opere effettivamente da realizzarsi;

i Consorzi di bonifica gestiscono migliaia di chilometri di canali di scolo di proprietà regionale, mediante personale e mezzi propri, e che pertanto il fondo annuo previsto non appare sufficiente a garantire la copertura dei costi;

lo stanziamento previsto in bilancio non tiene conto delle richieste presentate dai Consorzi corredate dalle apposite previsioni di spesa, ai sensi dell’articolo 26, co. 4, della L. R. n. 11/03, né tantomeno risulta in linea con il contenuto del co. 1 dello stesso articolo e del co. 1 dell’art. 10;

il rilevante ruolo in termini economici ed occupazionali che riveste l’agricoltura per il territorio regionale, i Consorzi comunque sono obbligati a garantire la funzionalità dei canali, che richiedono, anche per la loro vetustà, continui interventi di manutenzione con dispendio di risorse che potrebbero essere invece destinate al ripristino delle infrastrutture esistenti ed all’ampliamento della rete in quelle aree che, seppur interessate da fenomeni idrogeologici, non risultano dotate di adeguate opere di salvaguardia;

ormai da molti anni, e in particolare in questa legislatura, le risorse iscritte in bilancio non risultano sufficienti una gestione efficiente e adeguata a quanto richiesto dalla moderna agricoltura calabrese;

tanto premesso, interpella il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:

 

se la Giunta regionale sia a conoscenza di quanto esposto dall’interpellante;

se ritenga quanto esposto coerente con l’indirizzo politico ed il programma di governo;

quali provvedimenti intenda adottare affinché i fondi stanziati per la gestione delle opere di bonifica di proprietà regionale risultino adeguati alle effettive esigenze dei Consorzi.

(32; 21/01/2019)

 

 

Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la L. R. n. 11/03 e ss.mm.ii concede ai Consorzi di bonifica, ai sensi dell’art. 4 co. 1, le opere pubbliche di bonifica e irrigazione, le opere idrauliche e le opere relative ai corsi d’acqua naturali pubblici che fanno parte integrante del sistema di bonifica e di irrigazione, appartenenti al demanio regionale, nonché la gestione delle stesse;

fra tali opere figurano anche le dighe connesse con gli impianti di irrigazione, alcune delle quali utilizzate pure per la regolazione delle piene dei corsi d’acqua lungo i quali insistono;

con la “Legge di stabilità regionale 2019” è stato previsto lo stanziamento della somma di euro 50.000 a favore dei Consorzi di bonifica per la gestione delle opere di bonifica di proprietà regionale;

i Consorzi di Bonifica operanti in Calabria gestiscono 8 dighe di proprietà regionale;

in virtù di ciò, a ciascun Consorzio spetterà un importo pari ad euro 6.250,00;

i Consorzi di bonifica, attesa la normativa vigente sulla gestione delle dighe, sono obbligati al rispetto di specifiche disposizioni normative quali la continua vigilanza dell’infrastruttura, il perfetto funzionamento della strumentazione di controllo e degli organi di scarico, l’eventuale concorso della diga alla gestione degli eventi di piena, le utenze correlate al funzionamento di uffici e infrastruttura ed altro;

pertanto il fondo annuo previsto non appare sufficiente neppure lontanamente a garantire la copertura dei costi;

lo stanziamento previsto in bilancio non tiene conto delle richieste presentate dai Consorzi corredate dalle apposite previsioni di spesa, ai sensi dell’articolo 26, co. 4, della L. R. n. 11/03, né tantomeno risulta in linea con il contenuto del co. 1 dello stesso articolo e del co. 1 dell’art. 10;

il rilevante ruolo in termini economici ed occupazionali che riveste l’agricoltura per il territorio regionale, oltre che per evidenti ragioni di sicurezza ed incolumità pubblica, i Consorzi comunque sono obbligati a garantire la funzionalità delle dighe;

atteso che ormai da molti anni, e in particolare in questa legislatura, le risorse iscritte in bilancio non risultano sufficienti una gestione efficiente e adeguata a quanto richiesto dalla moderna agricoltura calabrese;

tanto premesso, interpella il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:

 

se la Giunta regionale sia a conoscenza di quanto esposto dall’interpellante;

se ritenga quanto esposto coerente con l’indirizzo politico ed il programma di governo;

quali provvedimenti intenda adottare affinché i fondi stanziati per la gestione delle dighe di proprietà regionale risultino adeguati alle effettive esigenze dei Consorzi.

(33; 21/01/2019)

Mozioni

Il Consiglio Regionale,

 

premesso che:

 

la diga sul fiume Melito rappresenta, per importanza strategica e infrastrutturale, ima tra le più grandi opere incompiuta della Calabria. Una delle più grandi Dighe italiane in materiali sciolti. Una delle più alte nel mondo fra quelle con manto di tenuta in conglomerato bituminoso e fondamentale per l’interconnessione con altri acquedotti e dighe;

con 19.000 ettari di superficie dominata, 16.000 ettari di superficie irrigabile, circa 40 milioni di mc di acqua da destinare all’uso potabile al fine di sostituire gli attuali prelievi da falda con tutte le conseguenze di natura ambientale, aree irrigue ed irrigabili della fascia ionica catanzarese e del lametino, la diga sul fiume Melito sarebbe un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione della nostra regione;

attraverso la realizzazione della diga sul Melito saranno risolti i problemi potabili della città di Catanzaro, Lamezia Terme e di tutti i comuni del comprensorio con la possibilità di accrescere il potenziale industriale dell’area e realizzare importanti centrali idroelettriche. Sono previsti importanti effetti per lo sviluppo dell’agricoltura, del turismo, del commercio e dell’artigianato con indubbi vantaggi occupazionali;

dagli ultimi studi avviati anche dal consorzio di bonifica Ionio Catanzarese per il completamento della diga sul Melito occorrono circa 550 milioni di euro;

attraverso l’inserimento della Diga del Melito nelle opere strategiche europee, attraverso la Banca Investimenti Europei (B.E.I.), l’opera sarebbe finanziata al 75% dalla Comunità Europea a fondo perduto, ed il restante 25% delle risorse verrebbe anticipate dalla BEI;

il consorzio di bonifica “Ionio Catanzarese” ha manifestato in più occasioni la disponibilità a coprire il finanziamento anticipato dalla Bei versando le rate di ammortamento nella casse regionali per un periodo di 30 anni;

per ottenere i finanziamenti dalla BEI l’unica possibilità esistente è che il finanziamento venga richiesto dalla Regione Calabria;

impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Regione Calabria a stipulare una convenzione con il Consorzio di Bonifica “Ionio Catanzarese” che impegna il Consorzio a versare nelle casse regionali le rate di ammortamento della BEI per un periodo di 30 anni. ad avviare le procedure per richiedere il finanziamento alla Bei per il completamento della diga sul Melito.

(139; 10/01/2019) Greco

 

 

 

Il Consiglio Regionale,

 

premesso che:

 

Con l'adozione del D.lgs. n. 152 del 2006 (ed. Codice dell'Ambiente), e nello specifico con l'applicazione dell'articolo 96, comma 8 viene introdotto nel nostro sistema il principio generale della temporaneità di tutte le concessioni, la cui durata, salvo casi specificamente individuati, è, al massimo, di trenta anni;

Con la norma statale che ne limita la durata, la perpetuità delle concessioni stipulate dopo l'entrata in vigore di tale limite è pacificamente vietata. La questione delle concessioni perpetue stipulate prima dell'entrata in vigore del limite è stata risolta in via interpretativa dalle Regioni stesse, che hanno avvertito la necessità di definire uno specifico regime transitorio per le concessioni originariamente rilasciate come perpetue. Tra queste Campania e Calabria;

La Regione Calabria, in particolare, con l'articolo 9, comma 9 della Legge Regionale n. 40/2009, ha rinviato al principio generale di cui all'art. 252 delle Disposizioni per l'attuazione del Codice Civile (Regio Decreto 30 marzo 1942, n. 318), secondo cui, in caso di successioni di leggi nel tempo riguardanti, tra l'altro, i termini per l'esercizio di un diritto, "il nuovo termine si applica anche all'esercizio dei diritti sorti anteriormente [...] ma il nuovo termine decorre [...]" dall'entrata in vigore della legge sopravvenuta, "purché, a norma della legge precedente, non rimanga a decorrere un termine minore". Più precisamente, con Legge Regionale n. 11 del 27 aprile 2015, all'art. 9 della Legge Regionale n. 40 del 2009 - disposizione che regola le attività estrattive nel territorio della Regione Calabria - è stato aggiunto il seguente comma: 9. In osservanza del principio generale di cui all'art. 252 del regio decreto 30 marzo 1942, n. 318 (Disposizioni per l'attuazione del Codice Civile), le concessioni perpetue date senza limiti di tempo, in essere alla data in entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice dell'ambiente), a decorrere dalla medesima data sono trasformate in concessioni temporanee della durata di 30 (trenta) salvo il concessionario non incorra in motivi di decadenza. L'esercizio della concessione nei termini di cui al periodo precedente è condizionato all'esito positivo della valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) o della valutazione di incidenza (V.I.), se dovute, ferma restando l'acquisizione di tutte le autorizzazioni, nulla osta o atti di assenso comunque denominati previsti dalle leggi vigenti;

Di conseguenza, le prescrizioni di tutela ambientale, la cui osservanza è dunque imposta per raggiungere i livelli di tutela dell'ambiente fissati dalla legislazione nazionale, richiedono che i Comuni interessati avviino le procedure in materia di V.LA. e di V.l. e presentino un nuovo progetto tecnico-amministrativo da sottoporre alla valutazione della Regione Calabria;

Nelle more della trasformazione delle concessioni da perpetue a temporanee, congiuntamente all'approvazione della modifica della Legge Regionale n. 40/2009, allo scopo di salvaguardare l'interesse pubblico, la Giunta regionale, con Deliberazione n. 102 del 03.04.2015, ha previsto, altresì, uno specifico regime transitorio che consentiva la prosecuzione delle attività relative alle concessioni;

Di fatto, per motivi di pubblico interesse, doveva essere garantito lo sfruttamento e la regolare manutenzione delle risorse delle acque termali e minerali e delle rispettive pertinenze, la continuità delle attività imprenditoriali connesse alle richiamate concessioni, il mantenimento dei rispettivi livelli occupazionali e garantire (per quanto attiene alle concessioni termali) l'effettuazione senza soluzione di continuità delle prestazioni sanitarie (cure termali anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale) che presuppongono lo sfruttamento delle risorse termali;

Tuttavia, detta prosecuzione veniva garantita a condizione che (rif. Deliberazione di Giunta Regionale n. 102 del 03.04.2015): "a) siano presentate da parte dei soggetti interessati entro 120 giorni dalla data di pubblicazione sul BUR Calabria della presente deliberazione, le istanze per l'avvio delle procedure previste dalle norme vigenti in materia di valutazione di impatto ambientale e valutazione di incidenza (di cui alla normativa regionale e normativa correlata, in quanto applicabile);

b) non intervengano cause di cessazione, revoca o decadenza per sopravvenute ragioni di interesse pubblico ovvero carenza dei presupposti richiesti ex lege per il rilascio o l'esercizio delle concessioni, né alcuna causa di cessazione prevista dalla Legge Regionale n. 40/2009 e dal Regolamento Regionale di Attuazione n. 3/2011, modificato ed integrato dal Regolamento n. 12/2012;

c) siano rispettati gli obblighi e le prescrizioni previsti dalla normativa vigente a dai rispettivi provvedimenti concessori". Nel corso della riunione tenutasi presso la Cittadella Regionale in data 14.01.2019, tra i Comuni di Acquappesa, Guardia Piemontese, la Cisl e la Regione Calabria, Dipartimento Attività produttive e Lavoro, è stato delineato l'iter procedurale da seguire per il perfezionamento della procedura concessoria;

In particolare, nell'intento di voler salvaguardare il preminente interesse pubblico, nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, i Comuni, con il supporto delle strutture dipartimentali competenti in materia, proporranno alla Regione Calabria, un crono programma comprendente tutte le fasi - ambientale, economico e finanziario - per il corretto perfezionamento della procedura prevista dalla norma. Più in particolare, il crono programma sarà redatto con l'intento di ottimizzare i tempi di predisposizione del progetto tecnico-amministrativo a carico dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, attraverso una attenta analisi rivolta alle problematiche attinenti alla sua realizzazione, nonché ad una sostenibilità di tutte le fasi sopra descritte. Nelle more della realizzazione dell'iter procedurale, la Regione Calabria, attraverso una nota del D.G. del Dipartimento delle Attività Produttive, al fine di garantire il preminente interesse pubblico, lo sfruttamento e la regolare manutenzione delle risorse delle acque termali e minerali e delle rispettive pertinenze, la continuità delle attività imprenditoriali connesse alle richiamate concessioni, il mantenimento dei rispettivi livelli occupazionali e garantire, l'effettuazione senza soluzione di continuità delle prestazioni sanitarie (cure termali anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale), ha proposto ai Comuni l'ipotesi di prorogare l'esistente rapporto concessorio con la società S.A.TE.CA. per la durata di 24 mesi e, comunque, fino al subentro del nuovo contraente. È necessario e urgente intervenire, al fine di tutelare le circa 250 unità lavorative, e mantenere le circa 500.000 prestazioni sanitarie erogate annualmente delle quali il 30% erogate a favore di utenti extra regionali.

Impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Regione Calabria a mettere in campo, senza indugio, tutte le iniziative atte a garantire il preminente interesse pubblico ed i livelli occupazionali, nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, al fine di evitare che anche alle Terme Luigiane tocchi la medesima sorte che ha interessato presidi produttivi del Tirreno Cosentino.

(140; 22/01/2019) Aieta

Risposta alle interrogazioni

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la riforma legislativa introdotta dal Decreto legislativo 150/2015 ridisegna i servizi e valuta la funzione dei Centri per l'impiego (Cpi) attribuendo loro un ruolo di pivot nella gestione delle politiche del lavoro. Le Regioni, tramite gli uffici pubblici per il lavoro o attraverso modelli di governance basati su una rete dei soggetti privati accreditati, sono titolari dell'articolazione territoriale dei servizi e dell'attuazione delle politiche del lavoro nei rispettivi sistemi, assicurando il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, definiti e sostenuti a livello nazionale;

a partire dal primo luglio 2018 la Regione Calabria ha assunto la competenza gestionale dei servizi per l'impiego con l'immissione nei ruoli regionali del personale impegnato nei servizi proveniente dalle Amministrazioni provinciali calabresi e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria per un totale di 406 persone;

a seguito dell'acquisizione delle competenze gestionali dirette dalla rete regionale dei centri per l'impiego la Regione Calabria deve procedere alla riorganizzazione dei servizi e degli uffici;

la rete pubblica nazionale dei servizi per il lavoro è composta da 552 Centri per l'impiego (Cpi). Al 31 dicembre 2017, secondo i dati Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro), nei Cpi nazionali sono operative 8189 unità lavorative;

mentre i Centri per l'impiego in Italia hanno un organico di 8189 unità, in Germania si hanno 110.000 operatori a sostegno dell'inserimento lavorativo;

in Francia circa 45.000 operatori;

in Gran Bretagna 60.000 operatori;

i dipendenti dei Cpi devono gestire un numero elevato di disoccupati e inattivi: la media nazionale è di 359 utenti ad operatore, il Sud, secondo i dati dell'Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) affronta una mole di lavoro maggiore, con 922 utenti per addetto;

in Calabria, a marzo 2018, risultano impegnati nei 15 Centri per l'impiego e nelle 30 sedi periferiche collegate, 406 operatori. Attualmente, su una popolazione di circa 1.970.000 abitanti, la forza lavoro (considerando la fascia di età tra i 18 e i 65 anni, quali potenziali fruitori dei Centri per l'impiego) è costituita da circa un milione di persone, per i quali si registra un tasso di disoccupazione del 21,8% e un tasso di occupazione del 40,8% e oltre 400mila soggetti inattivi. In base a questi dati estrapolati dall'Eurostat (anno 2017) si evidenzia la difficoltà dei 406 operatori attualmente impegnati negli uffici del servizio pubblico regionale calabrese, che si trovano a gestire circa 1500 utenti a testa, contro una media nazionale di 359 utenti per ogni operatore;

l'organico attuale dei Cpi calabresi è insufficiente e notevole è la mole di lavoro che, aggiunta alla mancanza di un'adeguata banca dati e del relativo sistema informativo, non può che risultare ancora più difficoltoso per la Regione Calabria gestire le politiche attive per il lavoro;

alla Calabria, per rapportarsi alla media nazionale di un dipendente ogni 359 utenti, servirebbero almeno altre 1200 unità. Assunzioni che garantirebbero un più efficace accompagnamento e inserimento al mondo del lavoro;

tra i Centri più importanti si riscontra non solo la carenza delle apparecchiature informatiche, ma manca addirittura carta e toner;

secondo l'ultimo rapporto dell'Anpal la carenza di personale (il 50% di tutte le criticità) si accompagna alla inadeguatezza di strumenti informatici (26%), all'assenza dì banche dati (7,7%), alla carenza di spazi adeguati (5,9%). Ma c'è anche una strutturale carenza di professionalità (10%). Dunque oltre ad aumentare il personale, è necessario anche formarlo e rafforzare le loro competenze. Le apparecchiature informatiche devono garantire il collegamento in rete con gli altri attori locali preposti alla gestione delle politiche a favore degli utenti privi di occupazione;

la Regione Calabria a luglio del 2017 si è dotata del Sistema Informativo Lavoro (Sil) regionale che consente di allineare tutte le "informazioni sulla situazione occupazionale e lavorativa dei cittadini registrati nei vari Centri per l'impiego della Calabria. Prima dell'istituzione del Sil vi erano cinque distinti sistemi informativi in ogni provincia. È l'azienda Calabria Lavoro a detenere la gestione del sistema informativo regionale che gestisce la banca dati degli iscritti al Centro per l'impiego. 1l problema è che il sistema informativo racchiude solo i dati che vanno dal 2008 da oggi, ma non quelli precedenti all'entrata in vigore della comunicazione obbligatoria;

Per sapere:

quali iniziative urgenti intende adottare per dare la possibilità ai Centri per l'impiego della Calabria di essere all'avanguardia e di rispondere in maniera efficiente e qualificata alle richieste di chi è in cerca di lavoro. È necessario riposizionare il personale attualmente impegnato nei Centri per l'impiego a seconda del bacino di utenza presente nei quindici Centri regionali. È inoltre fondamentale potenziare le trenta strutture periferiche aumentando il numero dei dipendenti affinché si possano erogare anche nelle sedi decentrate tutti i servizi offerti dalle sedi centrali. Adeguandole a livello tecnologico, garantendo un'adeguata dotazione informatica. Alla luce di quanto sopra servirebbero almeno altre 1200 unità per adeguare i Centri per l'impiego calabresi agli standard del resto d'Italia. L'azienda Calabria Lavoro che gestisce la banca dati degli iscritti al Centro per l'impiego, dovrebbe farsi carico, il prima possibile, anche delle comunicazioni precedenti al subentro della telematizzazione delle comunicazioni obbligatorie, la cui data di avvio è il 5 marzo 2008. Fin quando permane tale situazione, tutti i percorsi lavorativi registrati nelle banche date regionali, risultano attendibili solamente per i rapporti lavorativi successivi al 5 marzo 2008. Bisogna trovare una immediata risoluzione e recuperare con celerità i dati giacenti nei singoli sistemi provinciali nel periodo precedente al 2008. Non si può correre il rischio di disperdere un patrimonio così importante.

(420; 06/12/2018)

 

Risposta: Il processo di riordino delle province ha inciso profondamente anche sul sistema italiano dei servizi per l'impiego e di politica attiva del lavoro rispetto alla loro operatività degli ultimi quindici anni.

Le province sono state, di fatto, in tale periodo, protagoniste dell'esperienza di costruzione e gestione dei servizi per l'impiego ed il loro riordino con la legge 56/2014 ha generato il problema della riallocazione delle funzioni e dei compiti di gestione dei Centri per l'Impiego.

Dopo una fase transitoria dal 2015 a metà 2018 in cui i servizi per l'impiego hanno continuato ad essere gestiti dalle province in convenzione con le regioni, per effetto delle intese avvenute in sede di Conferenza Stato/Regioni, e da ultimo, a decorre dal 1° luglio 2018, in attuazione del comma 793 e seguenti dell'art. 1 della legge 205/2017, si è attuato il passaggio definitivo delle del personale, delle competenze e delle risorse alle regioni.

In tale circostanza, la Regione Calabria ha operato la scelta, in condivisione con le OO.SS. e lo stesso personale dei servizi per l'impiego, del loro transito nei ruoli della giunta regionale, mentre alcune regioni hanno optato per forme di gestione del personale più indirette come le agenzie.

Pertanto, a decorre dal 1° luglio 2018, la Regione Calabria è divenuta titolare degli adempimenti strumentali, della successione nei contratti e di tutti gli adempimenti connessi ai Centri per l’Impiego ed al collocamento mirato dei lavoratori disabili.

Come in tutte le fasi di transizione, anche per i Centri per l'Impiego, si sta procedendo alle modifiche delle procedure operative.

Questa fase sta comportando la necessità di aggiustamenti continui.

I CPI sono oggetto di attribuzione di nuove responsabilità e competenze a partire dalla riforma del Jobs Act attuata per la parte che riguarda i servizi per l’impiego con il D.lgs 150/2015, ed è chiaro che vi è la necessità di aggiornare normativamente tutta la materia anche in relazione al fatto dell'imminente attivazione del Reddito di Cittadinanza, per come preannunciato dal Governo nazionale.

Il Piano regionale 2018-2019, ha previsto il rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro, POC - Piano integrato ANPAL-ANPAL Servizi Spa.

In attesa di una Riforma complessiva, va rimarcato che la Regione ha avviato una serie di attività volte al riordino, al miglioramento ed all’armonizzazione dei CPI, al fine di garantire qualità, professionalità nei confronti delle esigenze dell'utenza in attesa di dare completa attuazione alle previsioni di cui all'art. 18 del D.lgs n.150/2015.

La Regione ha ritenuto di confermare in via provvisoria l'attuale dislocazione di tutti gli uffici e delle strutture presenti nelle dalle cinque amministrazioni provinciali all'atto del trasferimento.

Ad oggi la distribuzione territoriale risulta così: 15 Centri per l'impiego - CPI- , 5 uffici del Collocamento mirato per la gestione e l'applicazione delle norme sul diritto al lavoro dei disabili di cui 2 autonomi {Cosenza e Catanzaro) e 3 incardinati nei Centri per l'impiego; n. 19 Uffici Locali Coordinati o Sedi locali Coordinate; il Centro per l'Impiego universitario presso l'Unica!, il cui target è rappresentato da giovani universitari ed inoltre da n. 2 uffici di Coordinamento provinciale dei Centri per l'Impiego

In particolare la distribuzione degli uffici risulta:

-          per la provincia di Catanzaro:

Centro per l'impiego - CPI - di Catanzaro;

Centro per l'impiego - CPI - dì Lamezia Terme;

Centro per l'impiego - CPI - di Soverato.

 

-          per la provincia di Cosenza;

Centro per l'impiego - CPI - di Castrovillari con l'Ufficio Locale Coordinato - ULC- di San Marco Argentano;

Centro per l'impiego - CPI- di Corigliano con gli Uffici Locali Coordinati - ULC- di Cassano Jonio e Trebisacce;

Centro per l'impiego - CPI - di Rossano con l'Ufficio Locale Coordinato - ULC - di Cariati-

Centro per l'impiego - CPI - di Paola con gli Uffici Locali Coordinati - ULC- di Amantea, Cetraro, Belvedere Marittimo, Scalea;

Centro per l'impiego - CPI - di Cosenza con gli Uffici Locali Coordinati - ULC- di Acri, Montalto Uffugo, Rogliano, San Giovanni in Fiore.

 

-          per la provincia di Crotone:

Centro per l'impiego - CPI - di Crotone con la sede locale coordinata di Petilia Policastro;

Centro per l'impiego - CPI- di Ciro Marina.

 

-          per la provincia di Vibo Valentia:

Centro per l'impiego - CPI - di Vibo Valentia;

Centro per l'impiego - CPI - di Serra San Bruno.

 

-          per la provincia di Reggio Calabria:

Centro per l'impiego - CPI - di Reggio Calabria con le Sedi Locali Coordinate - SLC- di: Bagnara Calabra, Melito di Porto Salvo, Villa San Giovanni;

Centro per l'impiego - CPI - di Gioia Tauro con le Sedi Locali Coordinate - SLC- di Palmi e Polistena;

Centro per l'impiego - CPI - di Locri con le Sedi Locali Coordinate - SLC - di Bovalino e Caulonia.

 

Il personale dipendente dei servizi per l'impiego, transitato nei ruoli della Giunta Regionale, articolato secondo quanto riportato nella tabella seguente:

 

 

 

N° Dipendenti

 

 

SEDI PROVINCIA DI COSENZA

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l'Impiego di Castrovillari

 

1

1

Centro per l'Impiego C.P.I di Castrovillari

8

2

2

ULC San Marco Argentano

6

 

 

tot. dipendenti

14

 

 

 

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l'Impiego di Corigliano

 

 

 

3

1

Centro per l'Impiego C.P.I di Corigliano

15

4

2

Ufficio Locale Coordinato ULC di Cassano ionio

2

5

3

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Trebisacce

6

 

 

tot. dipendenti

23

 

 

 

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l'Impiego di Cosenza

 

6

1

Centro per l’Impiego C.P.I. di Cosenza

19

7

2

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Acri

1

8

3

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Montalto Uffugo

5

9

4

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Rogliano

2

10

5

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di San Giovanni in Fiore

7

 

 

tot. dipendenti

34

 

 

 

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l'Impiego di Paola

 

11

1

Centro per l'Impiego C.P.I di Paola

17

12

2

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Amantea

5

13

3

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Belvedere Marittimo

6

 

14

4

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Cetraro

4

 

15

5

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Scalea

5

 

 

 

tot. dipendenti

37

 

 

 

 

 

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l'Impiego di Rossano

 

 

16

1

Centro per l'Impiego C.P.I di Rossano

15

 

17

2

Ufficio Locale Coordinato U.L.C. di Cariati

5

 

 

 

tot. dipendenti

20

 

 

 

 

 

 

18

 

Centro per l'Impiego C.P.I Universitario

3

 

 

 

 

 

 

19

 

EX Settore Provinciale Mercato del Lavoro e Collocamento Mirato

 

 

 

 

tot. dipendenti

10

 

 

 

SEDI PROVINCIA DI VIBO VALENTIA

 

 

20

 

Centro per l'Impiego C.P.I di Vibo Valentia

21

 

21

 

Centro per l'Impiego C.P.I di Serra San Bruno

5

 

 

 

tot. dipendenti

26

 

 

 

SEDI PROVINCIA DI CROTONE

 

 

22

 

Centro per l'Impiego C.P.I di Crotone

24

 

23

 

Sede Locale Coordinata - S.L.C. - Petilia Pollastro

6

 

24

 

Centro per l'Impiego C.P.I di Ciro Marina

6

 

 

 

tot. dipendenti

36

 

 

 

SEDI PROVINCIA DI CATANZARO

 

 

25

 

Centro per l'Impiego C.P.I di Catanzaro

14

 

26

 

Collocamento Mirato Catanzaro

4

 

27

 

Centro per l'Impiego C.P.I di Lamezia Terme

19

 

28

 

Centro per l'Impiego C.P.I. di Soverato

10

 

 

 

tot. dipendenti

47

 

 

 

SEDI PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA

 

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l’Impiego di Reggio Calabria

 

 

29

1

Centro per l'Impiego C.P.I di. Reggio Calabria

48

 

30

2

Sede Locale Coordinata - S.L.C di Bagnara Calabra

7

 

31

3

Sede Locale Coordinata - S.L.C S. di Melito Porto Salvo

11

 

32

4

Sede Locale Coordinata - S.L.C. di Villa San Giovanni

6

 

 

 

tot. dipendenti

72

 

33

 

EX Settore Provinciale Mercato del Lavoro

 

 

 

 

tot. dipendenti

4

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l'Impiego di Locri

 

 

34

1

Centro per l'Impiego C.P.I Locri

18

 

35

2

Sede Locale Coordinata - S.L.C di Bovalino

3

 

36

3

Sede Locale Coordinata - S.L.C di Caulonia

6

 

 

 

tot. dipendenti

27

 

 

 

Uffici di competenza del Centro per l'Impiego di Gioia Tauro

 

 

37

1

Centro per l'Impiego C.P.I di Gioia Tauro

28

 

38

2

Sede Locale Coordinata - S.L.C di Palmi

6

 

39

3

Sede Locale Coordinata - S.L.C di Polistena

9

 

 

 

tot. dipendenti

43

 

 

 

TOTALE personale

393

 

 

È in fase di definizione un piano organizzativo che tiene conto delle attività di politiche attive messe in campo dalla Regione, oltre a considerare le attività istituzionalmente di competenza dei Centri e che si prevede verranno avviate.

In tal senso si sta lavorando a:

1.           attività formative di qualificazione/riqualificazione del personale dei CPI (tra cui lo scouting);

2.           attività di qualificazione della infrastrutturazione informatica;

3.           attività finalizzate a garantire la presenza di persone adeguate ai CPI in attesa di procedere all'implementazione di risorse umane per come previsto dal piano nazionale di cui tuttavia attendiamo conferma.

La Regione Calabria in ordine alla consistente carenza di personale nei CPI ha già dato i primi contributi positivi, stabilizzando gli storici precari trasformando il contratto dei lavoratori dei Servizi per l'impiego da tempo parziale a tempo pieno.

Il nuovo piano organizzativo contemplerà anche il riposizionamento del personale attualmente in servizio presso i Centri per l'Impiego e la volontà di ridistribuirlo garantendo una maggiore vicinanza ai cittadini, affinché gli stessi possano continuare ad usufruire dei medesimi servizi presso qualunque ufficio della rete regionale.

Nel breve termine saranno previsti dei piani di formazione del personale già in servizio al fine di consentire il rafforzamento delle competenze e l'adeguamento alle nuove norme in materia di politiche attive del lavoro, ed eventualmente anche in materia dell'annunciato Reddito di cittadinanza.

Il nuovo assetto dettato dal piano "organizzativo", come già le attività formative, dovrà tener conto dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) da erogare sia alle persone che cercano lavoro, sia alle imprese (introdotti dal decreto ministeriale dell'11 gennaio 2018, n. 4), prevedendo la semplificazione delle procedure amministrative con l'obiettivo di qualificare l'offerta sia per gli utenti che per le imprese.

Merita una riflessione il rapporto operatori/utenti dei Centri per l'impiego, sia a livello nazionale che regionale che non può essere paragonato con quello dei paesi europei poiché la carenza di operatori in rapporto all'utenza è molto consistente, e tale situazione è ampiamente nota anche al Ministero del Lavoro e Politiche Sociali.

Al momento si è in attesa di definizione di riparto della quota nazionale di operatori da assumere nei Centri per l'impiego, secondo quanto ampiamente annunciato dal Ministero del Lavoro, per i quali la Regione, se delegata, provvederà con la dovuta tempestività a svolgere le procedure necessarie al reclutamento.

In ordine al sistema informativo ed alla dotazione tecnologica, da luglio 2017, già un anno prima del passaggio delle competenze dirette alle regioni, la Regione Calabria ha adottato il Sistema Informativo Lavoro denominato SIL-Calabria, per il tramite di Azienda Calabria Lavoro che gestisce, altresì, il SARE cioè il sistema regionale per l'invio telematico delle comunicazioni obbligatorie per i datori di lavoro.

Con Decreto Interministeriale del 30 ottobre 2007, in attuazione di quanto previsto dalla legge finanziaria 296/2006, in Italia è stato introdotto per la prima volta il vincolo delle trasmissioni informatiche delle comunicazioni obbligatorie (cosiddette CO) dei datori di lavoro pubblici e privati relative alle assunzioni, trasformazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro, mediante modello unico nazionale denominato UNILAV.

Le banche dati dei Centri per l'Impiego hanno iniziato ad essere implementate attraverso le c.d. "comunicazioni obbligatorie" incrociando i dati dei propri iscritti, al fine di consentire ad ogni singolo iscritto la possibilità di dedurre immediatamente la propria posizione.

Tale condizione non può essere estesa retroattivamente a periodi anteriori all'entrata in vigore al modello UNILAV, avvenuta a decorrere dal 1 marzo 2008.

Tuttavia vi è da sottolineare che i CPI della Calabria, conservano, nei propri archivi, le schede cartacee dei lavoratori, relativi ai periodi anteriori al 2008, i c.d. modelli C/2, in cui risultano annotati i rapporti di lavoro e le relative cessazioni a cura degli operatori degli ex Uffici di Collocamento e Sezioni Circoscrizionali per l'Impiego e per il Collocamento in agricoltura (SCICA), con i cui estratti emergono le situazioni pregresse dei lavoratori al fine di consentire loro la ricostruzione della carriera lavorativa anche ai fini pensionistici, e fino alla predetta data di entrata in vigore del sistema informatizzato.”

 

Angela Robbe (Assessore al lavoro e welfare)

 

 

Nicolò – Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

L'Osservatorio regionale sulla violenza di genere, istituito con Legge regionale n. 38/2016, è strumento indispensabile finalizzato ad assicurare tutela, protezione e sostegno alle vittime di violenza;

considerato che: l'esiguità dell'impegno finanziario previsto pregiudica il conseguimento degli obiettivi fissati dalla Legge regionale di cui sopra e depotenzia gli interventi che richiamano un'ampia ed efficacia progettualità;

ritenuto che: il fenomeno della violenza contro le donne continua a registrare numeri inquietanti e considerata la possibilità di attingere a fondi comunitari ad hoc, come avvenuto nella Regione Puglia -:

 

quale siano le azioni avviate o che si intendono promuovere per la redazione del Piano di contrasto regionale alla violenza di genere, di competenza della Giunta regionale.

(421; 06/12/2018)

 

Risposta: “In relazione a quanto richiesto con l'interrogazione specificata in oggetto, si rappresenta quanto di seguito.

Dall'adozione della legge regionale n.20/2007 in poi, nel corso di quest'ultimo decennio l'attività svolta in Calabria finalizzata al contrasto della violenza di genere ha visto sempre più impegnati gli Uffici regionali competenti, in un crescendo che ha determinato allo stato attuale la creazione ed il rafforzamento nel tempo di una rete territoriale di servizio ben radicato e che ad oggi conta 17 tra servizi e strutture autorizzate (alcune in via definitiva altre in via provvisoria), con un rapporto in base alla popolazione di circa 1 struttura/servizio ogni 112.000 abitanti, in linea con gli attuali standard nazionali.

Sono state promosse iniziative mirate al contrasto della violenza e dello sfruttamento delle donne nell'ambito di un orientamento strategico più generalmente sostenuto sulle azioni positive per le Pari Opportunità. In tale prospettiva, la Giunta Regionale ha indirizzato l'utilizzo dei finanziamenti erogati dal Dipartimento Pari Opportunità attraverso l'apposito Fondo per le Pari Opportunità verso i Centri antiviolenza e le Strutture di Accoglienza/Rifugio che operano nell'ambito della Rete, per il sostegno, l’accoglienza e l'assistenza alle donne vittime di violenza, in tal modo promuovendo e mettendo in giusto risalto le buone prassi già realizzate sul territorio dalla rete dei servizi.

Ciò non di meno è maturata, con l'esperienza, la consapevolezza che il sistema di offerta di servizi per donne vittime di violenza andasse riformato, formalizzato e reso stabile in modo da migliorarne

10 standard qualitativo.

Già con la proposta operativa di interventi in materia, approvata con D.D.G. n.3690/2017 sono stati previsti tutta una serie di obiettivi da raggiungere e di risultati attesi in tema di violenza di genere e sono state fissate, in special modo, alcune linee di priorità. Tale proposta, a seguito di confronto in sede di Tavolo Tecnico sulla violenza contro le donne istituito con D.G.R. n.539/2016 e s.m.i., ha portato alla stesura di un documento tecnico condiviso e articolato.

In risposta alla formulata domanda si rappresenta che la Giunta regionale, con propria deliberazione n. 539 del 15 novembre 2017, ha così approvato una programmazione incentrata all'utilizzo dei fondi stanziati dal Dipartimento delle Pari opportunità per l'attuazione del Piano straordinario contro la violenza sessuale e di genere (2015-2017), la riorganizzazione del sistema dell'offerta di servizi in materia, fornendo apposite linee di indirizzo per il riconoscimento dei Centri antiviolenza e dando mandato al Settore competente di effettuare il censimento di quelli già esistenti sul territorio e di autorizzare formalmente quelli risultanti idonei, infine approvando la proposta di un piano di interventi regionali condiviso col Tavolo Tecnico denominato "Piano di azione regionale contro la violenza di genere".

Il programma sopra menzionato, ancorché non previsto specificamente in via obbligatoria, è stato ritenuto tuttavia necessario al fine di dotare l’Ente nonché gli operatori di settore, pubblici e privati, di uno strumento programmatico di riferimento che contemperasse allo stesso tempo le priorità fissate nel Piano d'azione nazionale ai fabbisogni e alle realtà peculiari del territorio calabrese.

Il programma regionale, partendo da un'analisi swot della realtà calabrese in tema di violenza sulle donne, dall'esame dei punti di forza e di debolezza che caratterizza la risposta ai bisogni, si è posto l'obiettivo principale di un generale miglioramento dell'offerta di servizi attraverso la costruzione di un sistema organico e formalizzato che valorizzasse l'esistente per poi tendere ad un livello maggiore in termini di standard qualitativi.

Il Programma regionale focalizza la sua azione su quattro direttrici fondamentali:

- Prevenzione;

- Formazione;

- Inclusione socio-lavorativa;

- Monitoraggio e Valutazione.

In merito alla prevenzione, il piano regionale prevede interventi nel campo della prevenzione universale, fondata sulla comprensione del fenomeno e su azioni volte ad incidere sugli aspetti culturali, della prevenzione selettiva, al fine di intervenire su specifici target in modo da anticipare condotte violente, comportamento e atti discriminatori, e della prevenzione indicata orientata alla presa in carico.

La Formazione è considerata elemento fondamentale per l'elevazione del modello di offerta a livelli più alti di standard qualitativo ed impegna gli Stati in modo importante in relazione all'attuazione della Convenzione di Istanbul. Il know how esperienziale unito al continuo aggiornamento professionale sono elementi cruciali per contrastare nelle forme più adeguate il fenomeno della violenza di genere. Gli interventi formativi previsti dal piano si concentrano su due tipologie: una formazione tecnica, rivolta alle operatrici dei servizi specifici di protezione e sostegno della donna vittima di violenza e agli operatori specialistici che a vario titolo e diversa competenza interagiscono con le varie utenze (donne e loro maltrattanti), l'altra dedicata alle stesse donne vittime che fuoriescono dal percorso di violenza.

La terza macroarea d'intervento individuata dal Programma riguarda l'accompagnamento al reinserimento lavorativo e sociale della vittima di violenza. Le azioni previste in tale fattispecie sono quelle di orientamento e matching, ma anche dirette all'attivazione di borse lavoro, tirocini, sostegno finanziario microcredito, incentivi alle imprese che assumono, interventi di conciliazione tempi di vita e di lavoro, ecc.

Riguardo infine all'azione di monitoraggio e valutazione il Piano ha previsto il fattivo coinvolgimento dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere, istituito con legge regionale n. 38/2016, in particolare nell'ambito della rilevazione dei dati e delle informazioni statistiche e per la misurazione e valutazione dell’impatto degli interventi attivati sul territorio. Infatti deve ritenersi imprescindibile, in una puntuale e mirata programmazione degli interventi e per la successiva gestione, l'apporto di un organo tecnico il cui ruolo primario sarà incentrato sulla verifica delle ricadute degli interventi promossi dagli uffici regionali competenti.

In generale le risorse destinate alla lotta alla violenza sulle donne oggi consentono di garantire servizi gestiti dalle case rifugio. Non sono destinate a politiche regionali di prevenzione e contrasto del fenomeno della violenza sulle donne e per le pari opportunità in generale per le quali manca una puntuale previsione normativa regionale e, di conseguenza, uno specifico capitolo di spesa con relative risorse finanziarie debitamente appostate.

Di conseguenza risulta possibile finanziare le attività dei centri antiviolenza e delle strutture residenziali di accoglienza/rifugio, sulla base di specifiche progettazioni come previsto e consentito dalle norme da cui traggono origine le fonti di finanziamento, sempre più calate dall'alto, mirate, settorializzate e assegnate senza una preventiva ricognizione dei bisogni reali e di una analisi di contesto {vedi fondi del Piano Straordinario contro la violenza sessuale e di genere (2015-2017)}.

In sede di elaborazione del DEFR, sia 2017 che 2018, sono state avanzate specifiche richieste da parte dei settore di riferimento del Dipartimento interessato, di implementazione dei fondi regionali disponibili in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno della violenza di genere sia per garantire la gestione ordinaria dei servizi e delle strutture residenziali di accoglienza (Centri antiviolenza e Case rifugio) sia per attuare il programma regionale approvato con DGR 539/2017, da realizzare di pari passo con la già compiuta messa a sistema dell'offerta.

In merito alle attività già promosse si indicano in modo sintetico gli interventi effettuati con i fondi nazionali e con quelli regionali nell'ultimo anno:

- Censimento Centri antiviolenza ex DGR 539/2017 (DDS 14182/2017 - DDS 7413/2018);

- Autorizzazione al funzionamento dei Centri antiviolenza idonei e iscrizione all'Albo regionale di cui alla L.R. 23/2003;

- Autorizzazione al funzionamento provvisoria dei Centri antiviolenza in fase di adeguamento;

- Adozione apposite linee guida sui requisiti strutturali, organizzativi e funzionali dei Centri antiviolenza (Allegato B alla DGR 539/2017)

- Istituzione tavolo regionale di lavoro sulla violenza contro le donne (DGR 14/2016- DGR539/2017)

- Programmazione partecipata con il Tavolo per l'utilizzo dei fondi regionali di cui alla L.R. 20/2007 e dei fondi nazionali di cui al DPCM 25/11/2016 e 01/12/2017;

- Proposta operativa interventi in materia di violenza contro le donne approvata con DDG 3690/2017;

- Approvazione proposta "Piano di azione regionale contro la violenza di genere" (DGR 539/2017);

- Avviso pubblico per la selezione di progetti per la formazione di personale sanitario e sociosanitario nei presidi di emergenza e nel pronto soccorso (DDS 10306/2017 - DDS 10509/2018);

Avviso pubblico per la selezione di progetti per il reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza (DDS 15733/2017);

Avviso pubblico per la selezione di progetti per l'autonomia abitativa delle donne vittime di violenza (DDS 15738/2017);

Finanziamento progetti per il sostegno dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio esistenti, fondo L. 119/2013 - DPCM 25/11/2016 (DDS 15700/2017);

Avviso pubblico per il finanziamento di progetti per la promozione e il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio ex legge regionale 20/2007 - risorse 2017 (DDS 13640/2017 - DDS 46/2018);

Avviso pubblico per la selezione dì progetti per la costituzione di nuovi Centri antiviolenza e nuove Case Rifugio (DDS 12746/2018);

Finanziamento centri antiviolenza e Case rifugio esistenti - Fondi DPCM 01.12.2017 (decreto dirigenziale in corso di repertoriazione);

Finanziamento attività formazione nei Comuni degli operatori degli Uffici di Zona (decreto dirigenziale in corso di repertori azione);

Finanziamento attività informazione e sensibilizzazione nelle scuole a cura delle Province tramite le Commissioni Prov.li Pari opportunità e i Centri antiviolenza (decreto dirigenziale in corso di repertoriazione)

Finanziamento Centri antiviolenza e Case rifugio per progetti di potenziamento e rafforzamento della rete dei servizi ex L.R.20/2007 - fondo 2018 (DDS in corso di repertoriazione).

Quanto sopra le azioni realizzate con le scarse risorse disponibili, in gran parte statali, e la rappresentazione di un programma di interventi che attende di poter essere finanziato, da ciò l'interessamento dell’onorevole consigliere non può che essere di valido supporto per la sua realizzazione

Partecipazione all’indagine ISTAT sui Centri antiviolenza 30 giugno 2018.”

 

Angela Robbe (Assessore al lavoro e welfare)

 

 

Esposito - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la legge 15 marzo 2010, n. 38, recante Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, tutela il diritto del cittadino ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore;

in particolare: al comma 2 dell’articolo 1, si legge: «È tutelato e garantito, in particolare, l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato [...] nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza» al fine di assicurare il rispetto della dignità e dell'autonomia della persona umana, il bisogno di salute, l'equità nell'accesso all'assistenza, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze;

al comma 3 dell’art. 1 si legge: “Per i fini di cui ai commi 1 e 2, le strutture sanitarie che erogano cure palliative e terapia del dolore assicurano un programma di cura individuale per il malato e per la sua famiglia, nel rispetto dei seguenti principi fondamentali:

a) tutela della dignità e dell’autonomia del malato, senza alcuna discriminazione;

b) tutela e promozione della qualità della vita fino al suo termine”;

nell’ambito del DPCM “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza”, pubblicato nella GU n.65 del 18/3/2017 - Suppl. Ordinario n. 15, a. all’art. 9 “Assistenza farmaceutica erogata attraverso i servizi territoriali e ospedalieri”, comma 1, si legge: Ai sensi dell'art. 8, comma 1, del decreto-legge 18 settembre 2001, n. 347, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 novembre 2001, n. 405, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano garantiscono attraverso i propri servizi territoriali e ospedalieri i medicinali necessari al trattamento dei pazienti in assistenza domiciliare, residenziale e semiresidenziale nonché i farmaci per il periodo immediatamente successivo alla dimissione dal ricovero ospedaliero o alla visita specialistica ambulatoriale, limitatamente al primo ciclo terapeutico completo, sulla base di direttive regionali. b. all’ art. 31 “Assistenza sociosanitaria residenziale alle persone nella fase terminale della vita” si legge: 1.“Il Servizio sanitario nazionale, nell'ambito della rete locale di cure palliative, garantisce alle persone nella fase terminale della vita affette da malattie progressive e in fase avanzata, a rapida evoluzione e a prognosi infausta, il complesso integrato delle prestazioni mediante l'impiego di metodi e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche, mediche specialistiche, infermieristiche, riabilitative, psicologiche, gli accertamenti diagnostici, l'assistenza farmaceutica e la fornitura di preparati per nutrizione artificiale, le prestazioni sociali, tutelari e alberghiere, nonché di sostegno spirituale. Le prestazioni sono erogate da equipe multidisciplinari e multiprofessionali nei Centri specialistici di cure palliative-hospice che, anche quando operanti all'interno di una struttura ospedaliera, si collocano nell'ambito dell'assistenza sociosanitaria territoriale. Gli hospice assicurano l'assistenza medica e infermieristica e la presenza di operatori tecnici dell'assistenza sette giorni su sette, sulle 24 ore, e dispongono di protocolli formalizzati per il controllo del dolore e dei sintomi, per la sedazione, l'alimentazione, l'idratazione e di programmi formalizzati per l'informazione, la comunicazione e il sostegno al paziente e alla famiglia, l'accompagnamento alla morte e l'assistenza al lutto, l'audit clinico ed il sostegno psico-emotivo all'equipe. 2.I trattamenti di cui al comma 1 sono a totale carico del Servizio sanitario nazionale. Rilevato che a fronte di tali interventi normativi, tra gli hospice presenti nella Regione Calabria, sussistono gravi difformità nell'approvvigionamento dei farmaci e prescrizione esami ematochimici;

in particolare, gli ultimi 3 hospice accreditati, non hanno la possibilità di accedere alle farmacie territoriali per l’approvvigionamento diretto dei farmaci né di accedere ai farmaci presenti in Fascia H, a titolo esemplificativo e non esaustivo gli antiepilettici in fiale uso endovenoso ed il Midazolam, farmaco elettivo per la Sedazione Palliativa;

nei suddetti hospice l’approvvigionamento dei farmaci di fascia A nonché la richiesta di esami ematochimici e di trasfusione emazie, avviene su prescrizione del Medico di Medicina Generale previa richiesta del medico palliativista e che tale modalità si è rilevata altamente disfunzionale considerata la tipologia del paziente. Considerato che: il 06.06.2017 i medici responsabili dei 4 hospice a gestione privata e accreditati con la Regione Calabria, hanno inviato all’allora Direttore Generale del Dipartimento Tutela della Salute,, al Commissario ad acta, alle Direzione Generale ASP CS, Direzione Generale ASP CZ, Direzione Generale ASP RC formale richiesta di standardizzare la modalità di approvvigionamento dei farmaci e prescrizione esami di laboratorio per i pazienti assistiti in regime residenziale e domiciliare di cure palliative nella Regione Calabria;

il 13.09.2017, i medici responsabili dei 2 hospice presenti a Catanzaro e provincia hanno inviato, all’allora facente funzione Direttore del Distretto di CZ e al Direttore Generale ASP CZ, analoga richiesta, allegandovi le proposte di procedure finalizzate al superamento della criticità;

il 23.03.2018, il Direttivo Regionale SICP (Società Italiana di Cure Palliative) Calabria, ha inviato al Dirigente del Settore Politica del Farmaco e al Dirigente del Settore 9 “Assistenza Territoriale” la “Proposta Prontuario Farmacologico per le Cure Palliative”, al fine di uniformare e garantire l'approvvigionamento farmaci dei servizi di Cure Palliative presenti nella nostra Regione;

ad oggi non sono pervenute risposte in merito dagli organi sopra informati. Tutto quanto sopra premesso -:

 

se il Presidente stesso sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;

se e quali provvedimenti di propria competenza intenda assumere al fine di salvaguardare il diritto all’equità dei cittadini di accedere alle cure palliative residenziali e domiciliari.

(423; 20/12/2018)

 

Risposta: “Si fa seguito all'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale dal consigliere On. Sinibaldo Esposito, per significare che, la Regione Calabria ha applicato i Decreti attuativi della Legge 38 del 15.3.2010 attivando sul territorio regionale 50 posti letto di Hospice e l’assistenza domiciliare. Per quanto riguarda l’approvvigionamento dei farmaci, la Regione, con DCA n° 15 del 4/2/2016 (Programma Operativo 2013/2015 - Azione/Intervento P7.1.3 - Definizione delle tariffe provvisorie a seguito della modifica del Regolamento Regionale n. 13/2009), unitamente alle Associazioni di categoria, definiva le tariffe relative all’assistenza territoriale comprese quelle delle cure palliative. Successivamente, il Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute emanava la Circolare n° 2 dello 08/06/2017 avente per oggetto: "Disposizioni sulla presa in carico dei pazienti eleggibili in cure palliative, annullamento e sostituzione Circolare prot. n. 117768 dello 05/04/2017” nella quale veniva esplicitato tutto il percorso per la presa in carico del paziente in fase terminale nella rete locale di cure palliative.

Il Dipartimento Tutela della salute e Politiche sanitarie sta provvedendo alla redazione di un PDTA, attraverso un gruppo di lavoro che vedrà coinvolti anche i responsabili degli Hospice accreditati, nel quale sarà prevista la possibilità di approvvigionamento per gli Hospice della Regione Calabria dei farmaci di fascia H e la possibilità per i responsabili degli Hospice dell’utilizzo per la prescrizione dei farmaci di fascia A sia della ricetta elettronica che della ricetta rossa, al fine di soddisfare i bisogni delle persone che si trovano in una condizione di terminalità, salvaguardando il diritto all’equità dei cittadini di accedere alle cure palliative residenziali e domiciliari.”

 

Dott. Antonio Belcastro (Dirigente Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie)

Proposta di legge numero 235/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Modifiche alla legge regionale 7 dicembre 2009, n. 47 (Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della Calabria)” (Del. n. 378)

Art. 1

(Modifica titolo l.r. 47/2009)

 

  1.  Nel titolo della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 47 (Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della Calabria), le parole: “e della flora spontanea autoctona” sono sostituite dalle seguenti: “, dei boschi vetusti, dei filari, delle alberate e della flora spontanea di alto pregio.”.

 

Art. 2

(Modifiche art. 1 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 1 della l.r. 47/2009 è sostituito dal seguente:

 

“Art. 1

(Finalità)

 

  1.  La presente legge, nel rispetto delle norme comunitarie, dei principi fondamentali dello Stato, della legge 14 gennaio 2013, n. 10 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), del decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali di concerto con i Ministri dei beni e delle attività culturali del turismo e dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare 23 ottobre 2014 (Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento), di seguito denominato decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali 23 ottobre 2014, e del decreto del capo Dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale del 19 dicembre 2017 (Approvazione del primo elenco degli alberi monumentali d’Italia), fatte salve le disposizioni di cui alla parte III del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), disciplina organicamente le azioni e gli interventi diretti alla valorizzazione ed alla tutela degli alberi monumentali, dei boschi vetusti, dei filari, delle alberate e della flora spontanea di alto pregio della Calabria che abbiano particolare interesse naturalistico, storico, paesaggistico, culturale ed etno-antropologico.”.

 


 

Art. 3

(Inserimento art. 1 bis nella l.r. 47/2009)

 

  1.  Dopo l’articolo 1 della l.r. 47/2009, è inserito il seguente:

 

“Art. 1 bis

(Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali, dei boschi vetusti, dei filari, delle alberate della Calabria e dell’elenco della flora

spontanea di alto pregio della Calabria)

 

  1.  Sono istituiti l’elenco degli alberi monumentali della Calabria, dei boschi vetusti, dei filari, delle alberate e l’elenco della flora spontanea di alto pregio della Calabria.

  2.  Alla gestione dell’elenco degli alberi monumentali e dell’elenco della flora di alto pregio della Calabria provvede il dipartimento della Giunta regionale competente in materia di tutela dell’ambiente.”.

 

Art. 4

(Modifiche art. 2 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 2 della l.r. 47/2009 è sostituito dal seguente:

 

“Art. 2

(Definizioni)

 

  1.  Ai sensi dell'articolo 7, comma 1, della l. 10/2013, per “albero monumentale” si intende:

       a)  l'albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali, ovunque ubicate, ovvero l'albero secolare tipico, che possono essere considerati quali rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali;

       b)  i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;

       c)  gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessi architettonici di importanza storica e culturale, quali, ad esempio, ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.

  2.  Sono considerati “boschi vetusti” le formazioni boschive naturali o artificiali, ovunque ubicate, che per età, forme o dimensioni, ovvero per ragioni storiche, letterarie, toponomastiche o paesaggistiche, culturali e spirituali presentano caratteri di preminente interesse, tali da richiedere il riconoscimento di una speciale azione di conservazione.

  3.  Ai fini dell'individuazione degli alberi monumentali singoli o delle formazioni vegetali monumentali di cui al comma 1, lettera b), si considerano gli esemplari appartenenti sia a specie autoctone, sia a specie alloctone.

  4.  Ai fini di cui al comma 3, si intendono:

       a)  per “specie autoctone”, quelle naturalmente presenti in una determinata area geografica nella quale si sono originate o sono giunte senza l'intervento diretto, intenzionale o accidentale, dell'uomo;

       b)  per “specie alloctone”, quelle non appartenenti alla flora originaria di una determinata area geografica, ma che vi sono giunte per l'intervento, intenzionale o accidentale, dell'uomo.

  5.  Per “flora di alto pregio” si intende l’insieme delle specie vegetali vascolari spontanee calabresi rare o minacciate d’estinzione, per le quali è necessario intraprendere prioritarie misure di conservazione e avviare progetti di tutela.”.

 

Art. 5

(Inserimento art. 2 bis nella l.r. 47/2009)

 

  1.  Dopo l’articolo 2 della l.r. 47/2009, è inserito il seguente:

 

“Art. 2 bis

(Criteri di monumentalità)

 

  1.  I criteri di attribuzione del carattere di monumentalità, ai sensi dell’articolo 5 del decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali

ministeriale 23 ottobre 2014, sono i seguenti:

       a)  pregio naturalistico legato all'età e alle dimensioni: aspetto strettamente legato alle peculiarità genetiche di ogni specie, ma anche alle condizioni ecologiche in cui si trovano a vivere i singoli esemplari di una specie. Il criterio dimensionale, che riguarda la circonferenza del tronco, l'altezza dendrometrica, l'ampiezza e la proiezione della chioma, costituisce elemento di filtro nella selezione iniziale, ma non è imprescindibile se gli altri criteri sono di maggiore significatività. I valori soglia minimi della circonferenza sono quelli di cui alla circolare del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali 19 febbraio 2015, n. 8870 (Alberi monumentali - Individuazione dei valori minimi indicativi di circonferenza per il criterio dimensionale). Fattore importante della valutazione è l’aspettativa di vita dell'esemplare, che deve essere affrontato evitando di inserire nel rilevamento situazioni compromesse in misura irreversibile, sia sotto il profilo fitosanitario, che statico, quest’ultimo valutato mediante l'utilizzo delle metodologie in uso;

       b)  pregio naturalistico, legato a forma e portamento: la forma e il portamento delle piante è alla base del loro successo biologico e anche dell'importanza che ad esse è stata attribuita dall'uomo nel corso della storia. Tali criteri devono essere presi in considerazione, in particolare, nel caso di esemplari cresciuti in condizioni ambientali ottimali (a titolo esemplificativo: condizioni di optimum ecologico, assenza di potature errate, forma libera perfetta per la specie) o particolari (a titolo esemplificativo: presenza di vento dominante) o per azioni dell'uomo (a titolo esemplificativo: potature) che possono aver indotto forma o portamento singolari ad essere meritevoli di riconoscimento;

       c)  valore ecologico: è relativo alle presenze faunistiche che su di esso si insediano, con riferimento anche alla rarità delle specie coinvolte, al pericolo di estinzione e al particolare habitat che ne garantisce l'esistenza. L'albero può rappresentare un vero e proprio habitat per diverse categorie animali, in particolare: entomofauna, avifauna, micro-mammiferi. Tale prerogativa si riscontra soprattutto in ambienti a spiccata naturalità, dove la salvaguardia di queste piante rappresenta elemento importante per la conservazione di specie animali rare o di interesse comunitario;

       d) pregio naturalistico legato alla rarità botanica: si riferisce alla rarità assoluta o relativa, in termini di specie ed entità intraspecifiche. A tale riguardo, si considerano anche le specie estranee all'area geografica di riferimento, quindi esotiche, e le specie che, seppur coerenti in termini di area di distribuzione, sono poco rappresentate numericamente;

       e)  pregio naturalistico legato all'architettura vegetale: riguarda particolari esemplari o gruppi organizzati in architetture vegetali basate su di un progetto architettonico unitario e riconoscibile, in sintonia o meno con altri manufatti architettonici. Le architetture vegetali sono caratterizzate da una notevole complessità derivante dai rapporti esistenti con gli elementi architettonici a cui si associano e con il contesto più generale in cui sono inserite. Si tratta spesso di ville e parchi storici di notevole interesse storico, architettonico e turistico, ma anche di architetture vegetali minori di interesse rurale;

       f)  pregio paesaggistico: considera l'albero come possibile elemento distintivo, punto di riferimento, motivo di toponomastica ed elemento di continuità storica di un luogo. Trattasi di un criterio di sintesi dei precedenti, essendo il paesaggio, per sua definizione, costituito da diverse componenti: quella naturale, quella antropologico-culturale e quella percettiva;

       g)  pregio storico-culturale-religioso: è legato alla componente antropologico-culturale, intesa come senso di appartenenza e riconoscibilità dei luoghi da parte della comunità locale, come valore testimoniale di una cultura, della memoria collettiva, delle tradizioni, degli usi e costumi. Riguarda esemplari legati a particolari eventi della storia locale, tradizioni, leggende, riferimenti religiosi. Tale valenza è generalmente nota a livello locale e si tramanda per tradizione orale o è riscontrabile in iconografie, documenti scritti o audiovisivi.

  2.  I criteri di cui al comma 1, lettere e), f), g), sono verificati e valutati d'intesa con la Soprintendenza territorialmente competente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

  3.  Nella applicazione dei criteri di cui al comma 1, da utilizzare anche in modo alternativo, è assicurato un approccio attento al contesto ambientale, storico e paesaggistico in cui l'albero insiste.”.

 

Art. 6

(Inserimento art. 2 ter nella l.r. 47/2009)

 

  1.  Dopo l’articolo 2 bis della l.r. 47/2009, è inserito il seguente:

 

“Art. 2 ter

(Elenco regionale della flora di alto pregio della Calabria)

 

  1.  È approvata la tabella 1 allegata alla presente legge; la tabella costituisce l’elenco regionale della flora spontanea di alto pregio della Calabria ai

sensi dell’articolo 2, comma 5.

  2.  L’elenco della flora spontanea di alto pregio della Calabria di cui al comma 1 comprende le specie regionali particolarmente rare o minacciate d’estinzione incluse nelle liste rosse pubblicate dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

  3.  La Giunta regionale approva con proprio provvedimento l’aggiornamento della tabella di cui al comma 1.”.

 

Art. 7

(Modifiche art. 3 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 3 della l.r. 47/2009 è così modificato:

       a)  il comma 1 è sostituito dal seguente:

“1. La Giunta regionale approva, previo parere del comitato tecnico-scientifico di cui all’articolo 5 della legge regionale 14 luglio 2003, n. 10 (Norme in materia di aree protette), l’elenco degli alberi monumentali della Regione Calabria sulla base degli elenchi comunali contenenti, ai sensi dell’articolo 4, comma 7, le proposte di attribuzione del carattere di monumentalità.”;

       b)  il comma 2 è sostituito dal seguente:

“2. L’elenco degli alberi monumentali della Regione Calabria di cui al comma 1 è pubblicato sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC) e trasmesso, unitamente a tutta la documentazione, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ai sensi dell’articolo 11, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 (Disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo forestale dello Stato), per far parte dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia.”;

       c)  il comma 3 è sostituito dal seguente:

“3. La Regione cura, con le modalità di cui al comma 5 dell’articolo unico del decreto del capo Dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale 19 dicembre 2017, l’aggiornamento periodico, con cadenza annuale, dell’elenco di cui al comma 1 e comunica tempestivamente ogni eventuale variazione al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ai sensi dell’articolo 11, comma 1, lettera c), del d.lgs. 177/2016.”;

       d) i commi 4, 5 e 6 sono abrogati.”.

 

Art. 8

(Modifiche art. 4 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 4 della l.r. 47/2009 è sostituito dal seguente:

 

“Art. 4

(Compiti e funzioni dei Comuni)

 

  1.  I Comuni garantiscono i livelli di tutela, valorizzazione e salvaguardia secondo le finalità della presente legge.

  2.  I Comuni, ai sensi dell’articolo 7 della l. 10/2013, sotto il coordinamento della Regione Calabria, provvedono ad effettuare il censimento degli alberi monumentali ricadenti nel territorio di loro competenza.

  3.  Il censimento è realizzato dai Comuni, sia mediante ricognizione territoriale con rilevazione diretta e schedatura del patrimonio di alberi monumentali, sia a seguito di recepimento, verifica specialistica e conseguente schedatura delle segnalazioni provenienti da cittadini, associazioni, istituti scolastici, enti territoriali, direzioni regionali e soprintendenze competenti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

  4.  Per la segnalazione di alberi monumentali, i soggetti di cui al comma 3 utilizzano l'apposita scheda di segnalazione di cui all’allegato n. 2 del decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali 23 ottobre 2014. La scheda, opportunamente compilata, deve essere consegnata al Comune avente competenza sul territorio in cui radica la pianta oggetto di segnalazione.

  5.  Per garantire all'elenco nazionale e regionale degli alberi monumentali una omogeneità di contenuti e una comparabilità tra i dati e le informazioni, per l'attività di censimento deve essere utilizzata nel rilievo di campagna la scheda di identificazione dell'albero monumentale-formazioni vegetali monumentali, di cui all’allegato n. 3 al decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 23 ottobre 2014.

  6.  Per la metodologia di rilevazione dei parametri, fra i quali, il parametro dimensionale relativo alla circonferenza, si fa riferimento all'allegato tecnico specifico di cui all’allegato n. 5 al decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali 23 ottobre 2014, e alla circolare del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali 8870/2015.

  7.  I Comuni, effettuate le attività di censimento, trasmettono al dipartimento della Giunta regionale competente in materia di tutela dell’ambiente i risultati dello stesso, esposti sotto forma di elenco, di cui all’allegato n. 1 al decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali 23 ottobre 2014, affinché la Giunta si pronunci sull’attribuzione del carattere di monumentalità di ogni singolo elemento censito. L'elenco comunale è corredato delle schede di identificazione e del materiale documentale e fotografico, entrambi in formato digitale.

  8.  La scheda di segnalazione dell'albero monumentale o delle formazioni vegetali monumentali, la scheda di identificazione, l'allegato tecnico specifico sui criteri dimensionali, la circolare del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali del 19 febbraio 2015, n. 8870 (Alberi monumentali – Individuazione dei valori minimi indicativi di circonferenza per il criterio dimensionale) e lo schema di elenco sono resi disponibili sul sito istituzionale della Regione Calabria, nella sezione relativa al dipartimento competente in materia di tutela dell’ambiente.

  9.  I Comuni, ai sensi del decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali 23 ottobre 2014, possono richiedere, a supporto dell’attività di censimento, specifica collaborazione agli organismi territorialmente competenti, con particolare riferimento alla verifica specialistica delle segnalazioni provenienti da cittadini, associazioni, istituti scolastici ed enti territoriali.

        10. I Comuni rendono noti gli alberi inseriti nell'elenco nazionale ricadenti nel territorio di propria competenza mediante affissione all'albo pretorio, in modo tale da permettere al titolare di diritto soggettivo o al portatore di interesse legittimo di proporre ricorso, nei modi e termini previsti dalla specifica normativa, avverso l'inserimento in elenco di uno specifico elemento arboreo.

        11. I Comuni, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, della l. 10/2013, concedono le autorizzazioni di cui all’articolo 6, commi 5 e 6, all’abbattimento e alla modifica della chioma e dell’apparato radicale solo in casi motivati e improcrastinabili, nei quali è accertata l’impossibilità di adottare soluzioni alternative, previo parere vincolante degli organismi territorialmente competenti, che si possono avvalere della consulenza del servizio fitosanitario regionale.

        12. I Comuni trasmettono alla Regione gli atti autorizzativi rilasciati per l'abbattimento o la modifica degli esemplari.

        13. Nel caso in cui si rilevi un pericolo imminente per la pubblica incolumità e la sicurezza urbana, il Comune provvede tempestivamente agli interventi necessari a prevenire e ad eliminare il pericolo, dandone immediata comunicazione agli organismi territorialmente competenti, e predispone, ad intervento concluso, una relazione tecnica descrittiva della situazione e delle motivazioni che hanno determinato l'intervento.

        14. Ai fini di cui ai commi 9, 11 e 13, per “organismi territorialmente competenti” si intendono gli organismi e i comandi dell’Arma dei carabinieri subentrati alle corrispondenti unità del Corpo forestale dello Stato, soppresse per effetto del d.lgs. 177/2016.”.

 

Art. 9

(Abrogazione art. 5 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 5 della l.r. 47/2009 è abrogato.

 

Art. 10

(Modifiche art. 6 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 6 della l.r. 47/2009, è così modificato:

       a)  al comma 1:

            1)  le parole: “Di concerto con le Consulte tecniche di cui all’articolo 4, le Province promuovono e sostengono” sono sostituite dalle seguenti: “La Regione Calabria sostiene”;

            2)  dopo le parole: “alberi monumentali”, sono inserite le parole: “dei boschi vetusti, dei filari, delle alberate”;

            3)  la parola: “autoctona” è sostituita dalle seguenti: “di alto pregio”;

            4)  le parole: “le Università” sono sostituite dalle seguenti: “gli enti di ricerca”;

            5)  l’ultimo periodo è soppresso;

       b)  il comma 2 è sostituito dal seguente:

“2. La Regione Calabria promuove la conoscenza delle specie di cui all’articolo 2 anche per fini didattici e turistici, nel rispetto dei principi di conservazione della natura e dell’ecosostenibilità.”;

       c)  il comma 3 è sostituito dal seguente:

“3. Con la pubblicazione definitiva dell’elenco degli alberi monumentali della Calabria, gli esemplari e le formazioni arboree in esso riportati sono, eventualmente, sottoposti alla procedura per il riconoscimento del vincolo storico-paesaggistico di cui al Capo II, del d.lgs. 42/2004. In caso di proposta di dichiarazione di notevole interesse pubblico, la Regione provvede ai sensi dell’articolo unico, comma 6, del decreto del capo Dipartimento delle Politiche europee ed internazionali e dello sviluppo rurale 19 dicembre 2017. Per gli esemplari e le formazioni arboree inseriti nell’elenco pubblicato sono previste adeguate forme di valorizzazione e tutela. I Comuni interessati devono riportare nei propri strumenti urbanistici gli alberi inseriti nell’elenco e le popolazioni delle specie vegetali della flora di pregio, nonché le relative aree di pertinenza, dettando eventuali ulteriori apposite norme di tutela.”;

       d) al comma 4, le parole “nei Registri provinciali di cui all’articolo 5” sono soppresse;

       e)  al comma 5:

            1)  le parole: “nei Registri di cui all’articolo 5” sono sostituite dalle seguenti: “nell’elenco degli alberi monumentali della Calabria”;

            2)  le parole: “dall’Amministrazione provinciale, previo parere espresso dalla Consulta tecnica provinciale,” sono sostituite dalle seguenti: “dal Comune competente, ai sensi dell’articolo 4,”;

       f)  al comma 6:

            1)  le parole: “per competenza al Corpo forestale dello Stato” sono sostituite dalle seguenti: “agli organismi e comandi dell’Arma dei carabinieri subentrati alle corrispondenti unità del Corpo forestale dello Stato, soppresse per effetto del d.lgs. 177/2016.”;

            2)  le parole: “Agricoltura e Forestazione” sono sostituite dalle seguenti: “competente in materia di tutela dell’ambiente”.

       g)  il comma 7 è abrogato.”.

 

Art. 11

(Modifiche art. 7 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 7 della l.r. 47/2009 è così modificato:

       a)  al comma 1, le parole: “al Corpo Forestale dello Stato” sono sostituite dalle seguenti: “dagli organismi e comandi dell’Arma dei carabinieri subentrati alle corrispondenti unità del Corpo forestale dello Stato soppresse per effetto del d.lgs. 177/2016.”;

       b)  al comma 2, le parole: “provinciali e municipali” sono sostituite dalla parola: “locali”.

 

Art. 12

(Modifiche art. 8 l.r. 47/2009)

 

  1.  L’articolo 8 della l.r. 47/2009 è così modificato:

       a)  al comma 1:

            1)  dopo le parole: “a chiunque di”, è inserita la parola seguente: “danneggiare,”;

            2)  le parole: “o flora autoctona spontanea” sono soppresse;

            3)  le parole: “nei registri provinciali di cui all’articolo 5” sono sostituite dalle seguenti: “negli elenchi di cui all’articolo 1 bis, comma 1”;

       b)  al comma 2:

            1)  le parole: “inseriti nel registro di cui all’articolo 5,” sono soppresse;

            2)  dopo la parola: “scopi”, è inserita la parola seguente: “commerciali,”;

       c)  il comma 3 è sostituito dal seguente:

“3. È fatto, altresì, divieto di danneggiare, sradicare e commercializzare, ad esclusione di quanto strettamente connesso ad attività agricole e zootecniche, la flora spontanea di alto pregio inserita nell’elenco di cui all’articolo 2 ter.”;

       d) il comma 4 è sostituito dal seguente:

“4. Nel caso di abbattimento o danneggiamento di alberi monumentali si applicano le disposizioni dell’articolo 7, comma 4, della l. 10/2013.”;

       e)  il comma 5 è sostituito dal seguente:

“5. Salvo che il fatto costituisca reato, e fatto salvo quanto disposto al comma 4, la violazione delle disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 comporta la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da un minimo di euro 500 a un massimo di euro 10.000 per ciascuna pianta o esemplare interessato. All'accertamento delle violazioni suddette e all'irrogazione delle relative sanzioni provvede il Comune nel cui territorio è stata commessa la violazione, con le modalità di cui alla legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale). I Comuni destinano le risorse finanziarie derivanti dai proventi delle sanzioni di cui al presente comma alla tutela, alla valorizzazione e al reimpianto degli alberi monumentali.”.

       f)  il comma 7 è abrogato.

 

Art. 13

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.  Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 14

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria

(Allegati)

Proposta di legge numero 344/10^ di iniziativa del consigliere M. Mirabello, recante: “Norme in materia di distretti turistici regionali” (Del. n. 379)

Art. 1

(Principi e finalità)

 

  1.  La Regione, in conformità all'articolo 117 della Costituzione, del decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79 (Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246, nonché attuazione della direttiva 2008/122/CE, relativa ai contratti di multiproprietà, contratti relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine, contratti di rivendita e di scambio), e della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino dell'organizzazione turistica regionale) per come modificata della presente legge, promuove l'istituzione di distretti turistici regionali.

  2.  I distretti turistici regionali hanno l'obiettivo di riqualificare e rilanciare l'offerta turistica in ambito nazionale e internazionale, di accrescere lo sviluppo delle aree e dei settori dello stesso distretto, di migliorare l'efficienza nell'organizzazione e nella produzione dei servizi, di assicurare garanzie e certezze giuridiche alle imprese che vi operano con particolare riferimento alle opportunità di investimento, di accesso al credito, di semplificazione e celerità nei rapporti con le pubbliche amministrazioni.

 

Art. 2

(Individuazione dei distretti turistici regionali)

 

  1.  I distretti turistici regionali sono istituiti su specifica richiesta di enti locali, reti di imprese turistiche o di associazioni di imprese turistiche o di società di distretto rurali che si occupano di tematiche strategiche di sviluppo riconosciute dalla Regione.

  2.  I distretti turistici regionali comprendono aree geograficamente omogenee. Per ogni distretto turistico è richiesta la partecipazione di almeno tre comuni con capacità di ospitalità turistica non inferiore a cinquecento posti letto.

  3.  L'istituzione dei distretti turistici regionali comprende le seguenti fasi:

       a)  costituzione del gruppo di partenariato pubblico-privato formato da comuni, unioni di comuni, province, città metropolitane, camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, associazioni di categoria, associazioni datoriali, organizzazioni sindacali, imprese ed associazioni turistiche, pro loco, reti di impresa, distretti rurali, con individuazione di un ente capofila scelto tra i soggetti pubblici aderenti;

       b)  sottoscrizione di un protocollo d'intesa, approvato dai legali rappresentanti degli enti pubblici e privati coinvolti;

       c)  indizione da parte dell'ente capofila individuato ai sensi dell'articolo 3 e d'intesa con il dipartimento regionale competente in materia di turismo di una conferenza dei servizi decisoria semplificata, ex articolo 14 bis della legge 7 agosto 1990 n. 241, finalizzata alla delimitazione territoriale del distretto turistico regionale;

       d) approvazione da parte dell'ente capofila, in caso di conclusione positiva della conferenza di cui alla lettera c), della proposta di delimitazione territoriale del distretto turistico regionale;

       e)  approvazione definitiva con delibera di Giunta regionale.

 

Art. 3

(Protocollo d'intesa)

 

  1.  Il protocollo di intesa di cui all'articolo 2, comma 3, lettera b), contiene:

       a)  l'individuazione, tra i soggetti pubblici aderenti, dell'ente capofila del partenariato e del distretto con responsabilità dell'iter amministrativo;

       b)  le linee progettuali del distretto turistico regionale con le ricadute di ordine burocratico, fiscale e imprenditoriale che ne derivano.

 

Art. 4

(Interventi a sostegno dei distretti turistici regionali)

 

  1.  Nell'ambito dei distretti turistici regionali, la Regione può promuovere, senza nuovi o maggiori oneri finanziari, d'intesa con i ministeri competenti in materia di semplificazione amministrativa e fiscalità, progetti pilota al fine di aumentare l'attrattività, favorire gli investimenti e creare aree favorevoli agli investimenti (AFAI) mediante azioni volte a:

       a)  riqualificare le aree del distretto;

       b)  realizzare opere infrastrutturali;

       c)  realizzare periodici programmi di aggiornamento professionale del personale;

       d) promuovere l'introduzione di nuove tecnologie.

 

Art. 5

(Zone a burocrazia zero)

 

  1.  La Regione nell'ambito dei distretti turistici regionali, nei limiti delle proprie competenze, promuove, anche d'intesa con i ministeri competenti, l'istituzione di "zone a burocrazia zero".

 

Art. 6

(Nautica da diporto)

 

  1.  I distretti turistici regionali, di concerto con la Regione e l'Agenzia del demanio e alla luce delle semplificazioni introdotte dall'articolo 3, comma 7, del decreto-legge 13 maggio 2011 n. 70 (Semestre Europeo - Prime disposizioni urgenti per l'economia), convertito, con modificazioni, con la legge 12 luglio 2011 n. 106, al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171 (Codice della nautica da

diporto), allo scopo di incentivare l'attrattività turistica nei propri territori, concorrono, unitamente ai comuni dello stesso distretto a ciò vocati, alla realizzazione di pontili galleggianti a carattere stagionale.

 

Art. 7

(Piano di sviluppo turistico e Piano esecutivo annuale – l.r. 8/2008)

 

  1.  La Regione, in sede di redazione e di aggiornamento del Piano di sviluppo turistico e del Piano esecutivo annuale di cui agli articoli 3 e 4 della l.r.8/2008, assume come prioritari gli interventi proposti all'interno dei distretti turistici regionali istituiti o riconosciuti ai sensi della presente legge.

 

Art. 8

(Distretti turistici istituiti ai sensi dell'art. 3, c. 4, d.l. 70/2011)

 

  1.  È inoltre riconosciuto quale distretto turistico regionale, il distretto turistico "Altopiano della Sila" istituito con decreto n. 595 del 29 dicembre 2017 del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del d.l. 70/2011.

 

Art. 9

(Modifiche alla l.r. 8/2008)

 

  1.  Sono apportate le seguenti modifiche alla l.r. 8/2008:

       a)  al comma 3 dell'articolo 3, le parole "Sistemi Turistici Locali ai sensi del successivo articolo 6" sono sostituite dalle parole "dai distretti turistici regionali";

       b)  all'articolo 5 le parole "Sistemi Turistici Locali ai sensi del successivo articolo 6" sono sostituite dalle parole "dai distretti turistici regionali";

       c)  gli articoli 6 e 7 sono abrogati;

       d) al comma 2 dell'articolo 8, le parole "Sistemi Turistici Locali" sono sostituite dalle parole "distretti turistici regionali";

       e)  al comma 2 dell'articolo 9, le parole "Sistemi Turistici Locali (STL)" sono sostituite dalle parole "distretti turistici regionali";

       f)  al comma 1 dell'articolo 14, le parole "sistema locale" sono sostituite dalle parole "distretto turistico regionale";

       g)  alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 15, le parole "Sistema Turistico Locale" sono sostituite dalle parole "distretto turistico regionale".

 

Art. 10

(Norma transitoria)

 

  1.  Nelle more dell'attuazione della presente legge continuano a trovare applicazione le norme relative ai sistemi turistici locali di cui alla l.r. 8/2008.

 

Art. 11

(Norma finanziaria)

 

  1.  Dalla presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 12

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione.

(Allegati)

 

Proposta di legge numero 314/10^ di iniziativa dei consiglieri Sergio e Bova recante: “Disposizioni in materia di partecipazione dei dirigenti regionali ai lavori delle Commissioni consiliari. Modifica alla legge regionale 3 febbraio 2012, numero 3” (Del. n. 380)

Art. 1

(Inserimento art. 7 bis alla l.r. 3/2012)

 

 

  1. Nella legge regionale 3 febbraio 2012, n. 3 (Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione regionale ed attuazione nell'ordinamento regionale delle disposizioni di principio contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150) dopo l’articolo 7 è inserito il seguente:

 

“Art. 7 bis

(Partecipazione dei dirigenti ai lavori degli organismi legislativi

del Consiglio regionale)

 

  1.  I dirigenti regionali, quando convocati, hanno l'obbligo di partecipare ai lavori delle commissioni consiliari, al fine di offrire supporto agli organismi consiliari nella trattazione dei provvedimenti, esprimendo, anche contestualmente allo svolgimento dei lavori, eventuali pareri tecnici recanti le indicazioni idonee a superare le eventuali criticità in essi ravvisate, al fine di consentire alle commissioni di determinarsi nel merito.

  2.  L'effettiva e puntuale partecipazione ai lavori delle commissioni consiliari del dirigente regionale, regolarmente convocato con tre giorni di anticipo, è oggetto di specifica valutazione dell'organismo regionale indipendente di valutazione di cui all’articolo 11.

  3.  A tal fine, le segreterie delle commissioni comunicano la partecipazione dei dirigenti convocati all’organismo regionale indipendente di valutazione di cui all’articolo 11. La mancata partecipazione, in assenza di giustificazione, anche a una sola seduta di commissione, comporta l'inserimento della segnalazione nel fascicolo personale.”.

 

Art. 2

(Clausola di neutralità finanziaria)

 

  1.  Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore quindici giorni dopo la sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 333/10^ di iniziativa del consigliere M. D’Acri, recante: “Norme per la lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli primari di esclusiva provenienza aziendale da destinare alla vendita” (Del. n. 381)

Art. 1

(Obiettivi)

 

  1.  La presente legge stabilisce requisiti e procedure semplificate, in coerenza con gli obiettivi di flessibilità contenuti nel regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sull'igiene dei prodotti alimentari e nel regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene degli alimenti di origine animale, finalizzati a sostenere e preservare le piccole produzioni agricole e locali, ad agevolare la lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti agricoli di allevamento di esclusiva produzione aziendale destinati alle degustazioni effettuate presso l'azienda e alla vendita diretta al consumatore finale con le modalità previste dal decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell'articolo 7 della L. 5 marzo 2001, n. 57).

 

Art. 2

(Destinatari)

 

  1.  I destinatari degli interventi previsti dalla presente legge sono:

       a)  gli imprenditori agricoli di cui all'articolo 2135 del codice civile;

       b)  i coltivatori diretti di cui all'articolo 2083 c.c.;

       c)  gli agricoltori iscritti alla Camera di commercio, industria e artigianato;

       d) le cooperative agricole che utilizzano esclusivamente il lavoro e i prodotti dei propri soci lavoratori;

       e)  le reti d'impresa costituite esclusivamente dai soggetti di cui alle lettere a), b), c) e d).

 

Art. 3

(Avvio dell'attività)

 

  1.  Le attività di lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti di cui all'articolo 4, sono soggette a notifica sanitaria, da presentarsi ai competenti uffici dello sportello unico delle attività produttive (SUAP) del comune in cui ha sede legale l'impresa o presso gli uffici SUAP del comune ove ha sede operativa l'impresa.

  2.  L'esercizio dell'attività di vendita diretta dei prodotti agricoli, da effettuare tramite segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da presentare al SUAP competente per territorio, si svolge nel rispetto della disciplina di cui all'articolo 4 del d.lgs. 228/2001.

 

  3.  Nel caso in cui la tipologia di attività preveda anche l'allevamento, l'operatore del settore alimentare (OSA) che inizia una nuova attività, oltre a quanto previsto al comma 1, provvede alla registrazione nella anagrafe zootecnica presso la Banca dati nazionale.

 

Art. 4

(Prodotti)

 

  1.  Le attività di lavorazione, trasformazione e confezionamento riguardano prodotti agricoli di allevamento di esclusiva produzione aziendale.

  2.  Sono ammessi prodotti extra aziendali, quali sale, zuccheri, olio, aceto e similari, se tradizionalmente usati a fini conservativi.

 

Art. 5

(Locali per la lavorazione e requisiti delle strutture)

 

  1.  Le attività di cui all'articolo 4, comma 1, possono essere svolte presso i locali della propria azienda o abitazione.

  2.  Le caratteristiche edilizie dei locali di cui al comma 1 rispettano quanto previsto dalla normativa per gli edifici a uso residenziale del comune in cui ha sede l'impresa anche tenuto conto delle particolari caratteristiche di ruralità degli edifici.

  3.  La destinazione di un locale alle attività di cui all'articolo 4, comma 1, non determina la necessità di un cambiamento di destinazione d'uso dello stesso pur nel rispetto dell'attestazione di agibilità di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia).

  4.  Per attività inerenti i prodotti di cui all'articolo 4, può essere utilizzata la cucina di civile abitazione, purché dotata delle caratteristiche igienico-sanitarie prescritte dal regolamento di cui all'articolo 7 e purché le lavorazioni e trasformazioni avvengano in maniera distinta dall'uso ordinario del locale.

  5.  I requisiti strutturali e igienico-sanitari dei locali e delle attrezzature sono specificati con il regolamento di cui all'articolo 7, nel rispetto della normativa statale e regionale in materia di igiene e sicurezza degli alimenti e in coerenza con gli obiettivi di flessibilità di cui ai regolamenti (CE) 852/2004 e 853/2004. Trattandosi esclusivamente di produzione primaria, i requisiti sono quelli indicati dall'allegato I del regolamento (CE) 852/2004.

 

Art. 6

(Condizioni di utilizzo del locale di lavorazione)

 

  1.  Per lo svolgimento delle diverse fasi di lavorazione dei prodotti di cui all'articolo 4 è consentito utilizzare uno stesso locale, nel rispetto delle procedure di autocontrollo redatto nel rispetto delle linee guida di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b) e, comunque, subordinatamente alla sussistenza delle seguenti condizioni:

       a)  le attività siano effettuate in tempi diversi e intervallate da operazioni di pulizia e disinfezione, in modo da evitare pericoli per gli alimenti, con particolare riferimento alle contaminazioni crociate tra alimenti con diverso profilo microbiologico;

       b)  le tempistiche e le modalità di preparazione e separazione degli alimenti rispettino le indicazioni sulle norme igienico- sanitarie.

 

Art. 7

(Regolamento di attuazione e autocontrollo)

 

  1.  La Giunta regionale, entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, emana:

       a)  il regolamento di attuazione della presente legge, con cui sono definiti i requisiti strutturali e igienico-sanitari relativi alla lavorazione, trasformazione e confezionamento, nel rispetto di quanto previsto dai regolamenti (CE) 178/2002, 852/2004 e 853/2004.

       b)  le linee guida relative alle procedure di autocontrollo secondo le modalità previste dai regolamenti (CE) 852/2004 e 853/2004.

  2.  Il regolamento di attuazione e le procedure di autocontrollo sono redatti in conformità ai principi e agli orientamenti stabiliti dal Piano regionale integrato dei controlli, di cui al decreto del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria n. 86 del 18 aprile 2018.

 

Art. 8

(Sanzioni)

 

  1.  Chiunque non effettui la notifica sanitaria di cui all'articolo 3, comma 1, è soggetto alla sanzione amministrativa di cui all'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 193 (Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore).

  2.  Chiunque non rispetti i requisiti strutturali e igienico-sanitari definiti nel regolamento di cui all'articolo 7 è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 3.000 euro.

 

Art. 9

(Clausola d'invarianza finanziaria)

 

  1.  La presente legge non comporta nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale.

 

Art. 10

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 400/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni transitorie per la gestione del servizio di trattamento dei rifiuti urbani” (Del. n. 382)

Art. 1

(Modifiche alla l.r. 14/2014)

 

  1.  La legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 (Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria), è cosi modificata:

       a)  all'articolo 6 bis:

            1)  sono abrogati i commi 1 e 2;

            2)  il comma 3 è sostituito dal seguente:

“3, La Regione esercita i poteri sostitutivi ai sensi dell'articolo 2 bis nei confronti degli enti locali, aderenti alle rispettive Comunità d'ambito di cui all'articolo 4, che, alla data di entrata in vigore della presente disposizione, non siano subentrati ad essa nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti di trattamento, ovvero non abbiano sottoscritto i contratti di servizio con i gestori.”;

            3)  al comma 5 le parole: “comma 2” sono sostituite dalle seguenti: “comma 3”;

       b)  dopo l'articolo 6 bis è inserito il seguente:

“Art. 6 ter

(Disposizioni transitorie per la gestione del servizio

di trattamento dei rifiuti urbani)

 

  1.  Al fine di assicurare efficienza e continuità nell'espletamento delle attività di trattamento dei rifiuti urbani nella prima fase di operatività degli ATO, le Comunità nelle quali gli enti locali aderenti siano subentrati nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti di trattamento, ovvero abbiano sottoscritto i contratti di servizio con i gestori, possono delegare alla Regione Calabria le funzioni amministrative relative alla gestione del servizio di trattamento. La delega non può protrarsi oltre il 31 dicembre 2019.

  2.  Con accordo tra la Regione Calabria e le Comunità, ai sensi dell'articolo 15 della legge 8 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), sono individuate le funzioni delegate e sono regolati tempi e modalità di esercizio della delega di cui al comma 1.

  3.  Prima della sottoscrizione dell'accordo di cui al comma 2, gli enti locali aderenti alle Comunità dispongono, con formale provvedimento, il trasferimento alla Regione Calabria, con cadenza bimestrale, delle risorse corrispondenti al costo del servizio di trattamento per come individuato con deliberazione della Giunta regionale e accettano espressamente, con dichiarazione del legale rappresentante dell'ente, l'intervento sostitutivo previsto dall'articolo 2 bis, entro quindici giorni successivi all'eventuale inottemperanza, con nomina di commissario ad acta da parte del Presidente della Giunta regionale, senza necessità di diffida.

  4.  Fermo restando l'intervento sostitutivo di cui al comma 3, ove per un ATO non venga trasferito semestralmente alla Regione Calabria almeno l'ottanta per cento delle risorse corrispondenti al costo del servizio di trattamento individuato con deliberazione della Giunta regionale, la delega conferita dalla relativa Comunità diviene inefficace. Con atto congiunto dei dipartimenti regionali competenti in materia di ambiente e di bilancio, la cessazione degli effetti della delega è comunicata alla Comunità, che provvede a gestire il servizio di trattamento secondo le disposizioni della presente legge con decorrenza da tale comunicazione.

  5.  Al fine di assicurare copertura integrale degli oneri sostenuti dalla Regione, la Giunta regionale determina, per ciascun ATO, il costo del servizio di trattamento relativo al periodo di esercizio della delega di cui al comma 1. Gli enti locali aderenti all'ambito corrispondono gli eventuali conguagli con le modalità di cui al comma 3.”.

 

Art. 2

(Variazione finanziaria)

 

  1.  Dall'attuazione della presente legge derivano maggiori oneri a carico dell'annualità 2019 del bilancio regionale 2019-2021, quantificati in euro 87.363.000,00, da iscrivere alla Missione 09, Programma 03 (U 09.03), dello stato di previsione della spesa del bilancio 2019-2021.

  2.  Alla copertura finanziaria degli oneri di cui al comma 1, si provvede con le entrate derivanti dai versamenti dei Comuni effettuati ai sensi dell'articolo 1, da iscrivere al Titolo 3, Tipologia 500, dello stato di previsione dell'entrata del bilancio 2019-2021, annualità 2019.

  3.  La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni all'annualità 2019 del bilancio di previsione 2019-2021.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.  La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

 

(Allegati)

Mozione numero 140/10^ di iniziativa del consigliere G. Aieta “In merito alle Terme Luigiane

Il Consiglio regionale della Calabria,

 

premesso che:

 

- con l’adozione del D.lgs. n. 152 del 2006 (cd. Codice dell’Ambiente), e nello specifico con l’applicazione dell’articolo 96, comma 8 viene introdotto nel nostro sistema il principio generale della temporaneità di tutte le concessioni, la cui durata, salvo casi specificamente individuati, è, al massimo, di trenta anni;

- con la norma statale che ne limita la durata, la perpetuità delle concessioni stipulate dopo l’entrata in vigore di tale limite è pacificamente vietata. La questione delle concessioni perpetue stipulate prima dell’entrata in vigore del limite è stata risolta in via interpretativa dalle Regioni stesse, che hanno avvertito la necessità di definire uno specifico regime transitorio per le concessioni originariamente rilasciate come perpetue. Tra queste Campania e Calabria;

- la Regione Calabria, in particolare, con l’articolo 9, comma 9 della Legge Regionale n. 40/2009, ha rinviato al principio generale di cui all’art. 252 delle Disposizioni per l’attuazione del Codice Civile (Regio Decreto 30 marzo 1942, n. 318), secondo cui, in caso di successioni di leggi nel tempo riguardanti, tra l’altro, i termini per l’esercizio di un diritto, “il nuovo termine si applica anche all’esercizio dei diritti sorti anteriormente [...] ma il nuovo termine decorre [...]” dall’entrata in vigore della legge sopravvenuta, “purché, a norma della legge precedente, non rimanga a decorrere un termine minore”',

- più precisamente, con Legge Regionale n. 11 del 27 aprile 2015, all’art. 9 della Legge Regionale n. 40 del 2009 - disposizione che regola le attività estrattive nel territorio della Regione Calabria - è stato aggiunto il seguente comma:

9. In osservanza del principio generale di cui all’art. 252 del regio decreto 30 marzo 1942, n. 318 (Disposizioni per l’attuazione del Codice Civile), le concessioni perpetue date senza limiti di tempo, in essere alla data in entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Codice dell’ambiente), a decorrere dalla medesima data sono trasformate in concessioni temporanee della durata di 30 (trenta) salvo il concessionario non incorra in motivi di decadenza. L’esercizio della concessione nei termini di cui al periodo precedente è condizionato all’esito positivo della valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) o della valutazione di incidenza (V.I.), se dovute, ferma restando l’acquisizione di tutte le autorizzazioni, nulla osta o atti di assenso comunque denominati previsti dalle leggi vigenti',

- di conseguenza, le prescrizioni di tutela ambientale, la cui osservanza è dunque imposta per raggiungere i livelli di tutela dell’ambiente fissati dalla legislazione nazionale, richiedono che i Comuni interessati avviino le procedure in materia di V.I.A. e di V.I. e presentino un nuovo progetto tecnico-amministrativo da sottoporre alla valutazione della Regione Calabria;

- nelle more della trasformazione delle concessioni da perpetue a temporanee, congiuntamente all’approvazione della modifica della Legge Regionale n. 40/2009, allo scopo di salvaguardare l’interesse pubblico, la Giunta regionale, con Deliberazione n. 102 del 03.04.2015, ha previsto, altresì, uno specifico regime transitorio che consentiva la prosecuzione delle attività relative alle concessioni;

- di fatto, per motivi di pubblico interesse, doveva essere garantito lo sfruttamento e la regolare manutenzione delle risorse delle acque termali e minerali e delle rispettive pertinenze, la continuità delle attività imprenditoriali connesse alle richiamate concessioni, il mantenimento dei rispettivi livelli occupazionali e garantire (per quanto attiene alle concessioni termali) l’effettuazione senza soluzione di continuità delle prestazioni sanitarie (cure termali anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale) che presuppongono lo sfruttamento delle risorse termali;

- tuttavia, detta prosecuzione veniva garantita a condizione che (rif. Deliberazione di Giunta Regionale n. 102 del 03.04.2015):

“a) siano presentate da parte dei soggetti interessati, entro 120 giorni dalla data di pubblicazione sul BUR Calabria della presente deliberazione, le istanze per l’avvio delle procedure previste dalle norme in materia di valutazione di impatto ambientale e valutazione di incidenza (di cui alla normativa regionale e normativa correlata, in quanto applicabile); b) non intervengano cause di cessazione, revoca o decadenza per sopravvenute ragioni di interesse pubblico ovvero carenza dei presupposti richiesti ex legge per il rilascio o l’esercizio delle concessioni, né alcuna causa di cessazione prevista dalla Legge Regionale n. 40/2009 e dal Regolamento Regionale di Attuazione n. 3/2011, modificato ed integrato dal Regolamento n. 12/2012; c) siano rispettati gli obblighi e le prescrizioni previsti dalla normativa vigente e dai rispettivi provvedimenti concessori”;

- nel corso della riunione tenutasi presso la Cittadella Regionale in data 14.01.2019, tra i Comuni di Acquappesa, Guardia Piemontese, la Cisl e la Regione Calabria, Dipartimento Attività produttive e Lavoro, è stato delineato l’iter procedurale da seguire per il perfezionamento della procedura concessoria;

- in particolare, all’intento di voler salvaguardare il preminente interesse pubblico, nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, i Comuni, con il supporto delle strutture dipartimentali competenti in materia, proporranno alla Regione Calabria, un crono programma comprendente tutte le fasi - ambientale, economico e finanziario - per il corretto perfezionamento della procedura prevista dalla norma;

- più in particolare, il crono programma sarà redatto con l’intento di ottimizzare i tempi di predisposizione del progetto tecnico-amministrativo a carico dei Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese, attraverso una attenta analisi rivolta alle problematiche attinenti alla sua realizzazione, nonché ad una sostenibilità di tutte le fasi sopra descritte;

- nelle more della realizzazione dell’iter procedurale, la Regione Calabria, attraverso una nota del D.G. del Dipartimento delle Attività Produttive, al fine di garantire il preminente interesse pubblico, lo sfruttamento e la regolare manutenzione delle risorse delle acque termali e minerali e delle rispettive pertinenze, la continuità delle attività imprenditoriali connesse alle richiamate concessioni, il mantenimento dei rispettivi livelli occupazionali e garantire, l’effettuazione senza soluzione di continuità delle prestazioni sanitarie (cure termali anche a carico del Servizio Sanitario Nazionale), ha proposto ai Comuni l’ipotesi di prorogare l’esistente rapporto concessorio con la società S.A.TE.CA. per la durata di 24 mesi e, comunque, fino al subentro del nuovo contraente;

- è necessario e urgente intervenire, al fine di tutelare le circa 250 unità lavorative, e mantenere le circa 500.000 prestazioni sanitarie erogate annualmente delle quali il 30% erogate a favore di utenti extra regionali.

Tutto ciò premesso

impegna

la Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria a mettere in campo, senza indugio, tutte le iniziative atte a garantire il preminente interesse pubblico ed i livelli occupazionali, nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, al fine di evitare che anche alle Terme Luigiane tocchi la medesima sorte che ha interessato presidi produttivi del Tirreno Cosentino.

 

(Allegati)