X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 61
SEDUTA Di VENERDì 16 NOVEMBRE 2018
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
Presidenza
del Presidente Nicola Irto
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Passiamo ai lavori all'ordine del giorno.
Così come stabilito in Conferenza dei capigruppo, porto all'attenzione
dell'Aula la proposta di legge numero 381/10^ a firma dei consiglieri Irto, Romeo,
Scalzo, Gallo, Nucera, Sculco,
Orsomarso, Esposito, Greco, Parente e Giudiceandrea.
(Così resta
stabilito)
Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento:
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Votiamo la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, chiedo l’inserimento all'ordine del giorno della
proposta di provvedimento amministrativo numero 237/10^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Approvazione del bilancio consolidato dell'anno
2017 della Regione Calabria, articolo 68 del decreto legislativo 23 giugno 2011,
numero 118 e chiedo, al contempo, di anticipare il punto 7 all'ordine del
giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 233/10^
di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza recante: “Bilancio di previsione
2018-2020, assestamento e conseguenti variazioni”.
Pongo al voto dell’Aula l’inserimento e l’inversione dell'ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Quindi, il primo punto all'ordine del giorno è la proposta di provvedimento
amministrativo numero 237/10^, che riguarda il bilancio consolidato della Regione
Calabria, e il secondo è la proposta di provvedimento amministrativo numero 233/10^,
che riguarda il bilancio di previsione del Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di provvedimento
amministrativo numero 235/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche
degli indirizzi regionali per la programmazione e definizione del
dimensionamento della rete scolastica e formativa”.
Pongo in votazione l’inserimento proposto dal consigliere Mirabello. È
inserito.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo solo comunicare all'Aula che in data odierna ho presentato
un ordine del giorno sulle prospettive dei tirocinanti presso gli uffici
giudiziari in Calabria.
Come si sa, è una questione molto discussa che riguarda oltre 1000
tirocinanti percettori in deroga presso gli uffici giudiziari calabresi; il Governo
centrale non sembra dare risposte positive nei confronti di queste mille
famiglie calabresi.
Ho presentato questo ordine del giorno. So che c'è un'interazione a livello
nazionale. Spero che possa essere discusso nel più breve tempo possibile.
Ha chiesto
l'inserimento, consigliere?
Bene, continuiamo
con i lavori.
Prego,
consigliere Aieta, può illustrare la proposta di provvedimento amministrativo numero
237/10^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Approvazione del bilancio consolidato dell'anno 2017 della Regione
Calabria – Articolo 68 del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118”.
Prego, consigliere Aieta.
Signor Presidente, il provvedimento in oggetto è relativo all'approvazione
del bilancio consolidato dell'anno 2017 della Regione Calabria.
Questo adempimento si rende necessario ai sensi della nuova normativa in
materia di armonizzazione dei bilanci, finalizzata a leggere l'azione
amministrativa degli Enti territoriali nel suo insieme.
Si richiede, pertanto, all'Ente capogruppo la redazione del bilancio
consolidato, in modo da rappresentare in maniera veritiera e corretta la
situazione finanziaria e patrimoniale, nonché il risultato economico della
complessiva attività svolta dall'Ente attraverso le proprie articolazioni
organizzative, i propri Enti strumentali e le proprie Società controllate e
partecipate, ricomprese nel perimetro del consolidamento.
Il bilancio consolidato, in particolare, rappresenta uno strumento di
comunicazione dell'andamento della gestione del gruppo verso l'esterno, nonché
un supporto al governo del gruppo stesso, ai fini della programmazione delle
attività e della verifica degli impatti delle strategie.
Infine, attraverso questo strumento, si riesce a ottenere una visione
completa delle consistenze patrimoniali e finanziarie di un gruppo di Enti e Società
che fa capo ad un’Amministrazione pubblica.
Questo provvedimento si compone di due allegati rappresentati dal bilancio
consolidato, comprensivo dello stato patrimoniale attivo e passivo e del conto
economico, nonché della relazione e nota integrativa al bilancio consolidato
stesso.
Il Collegio dei revisori dei conti, con verbale numero 226 del 15 novembre
2018, ha espresso parere favorevole all'approvazione da parte del Consiglio
regionale del bilancio consolidato per l’esercizio 2017 della Regione Calabria.
Nel corpo del verbale, si rileva che, con riferimento all’acquisizione dei
bilanci degli Enti e partecipate, in alcuni casi, il consolidamento sia
avvenuto sulla base di progetti di bilancio.
Il Collegio auspica, pertanto, che per il futuro l'approvazione dei bilanci
dei soggetti inclusi nel perimetro, possa avvenire in tempo utile per
consentire all'Ente di procedere al consolidamento dopo la formale approvazione
di tutti i bilanci.
Ciò premesso, sottopongo all'Aula l'esame della proposta di provvedimento
amministrativo. Grazie.
Ci sono interventi?
Passiamo alla votazione della proposta di provvedimento amministrativo numero
237/10^ di iniziativa della Giunta regionale.
(Il
Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo alla proposta provvedimento amministrativo numero 233/10^ recante:
“Bilancio di previsione 2018-2020, assestamento e conseguenti variazioni”,
parliamo del Consiglio regionale. Prego, consigliere Neri, ha facoltà di
illustrare il provvedimento.
Sì, grazie.
La presente proposta di provvedimento amministrativo ha ad oggetto l'approvazione
dell'assestamento di bilancio di previsione 2018-2020 del Consiglio regionale e
delle conseguenti variazioni.
Il bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi
2018-2020 è stato approvato con deliberazione numero 276 del 19 dicembre 2017.
Si comunica all'Assemblea che l'Ufficio di Presidenza, a norma
dell'articolo 51 del decreto legislativo numero 118/2011 e successive modifiche
e dell'articolo 27 del nuovo Regolamento di amministrazione e contabilità del Consiglio
regionale, con proprie deliberazioni numero 14 del 28 marzo 2018, numero 35 del
3 luglio 2018 e numero 34 del 28 settembre 2018, ha approvato numero tre
variazioni compensative al bilancio di previsione 2018-2020.
Si comunica, altresì, che a norma dell’articolo 28, comma 1, lettera a) del
nuovo Regolamento di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, il Segretario
generale, con proprie determinazioni numero 148, 259, 529 e 549, ha effettuato
la variazione del bilancio gestionale per gli esercizi 2018-2020 di propria
competenza.
Con il presente provvedimento amministrativo viene applicato al bilancio
dell'esercizio 2018, il risultato di amministrazione relativo all'esercizio
2017, derivante dall’approvazione del Rendiconto dell'esercizio finanziario
2017 del Consiglio regionale.
Contestualmente viene destinata la quota di avanzo libero pari ad euro 5
milioni 397 mila 164, al sostenimento di spese per investimenti.
Con il presente provvedimento sono approvate le modifiche al bilancio di
previsione 2018-2020, derivanti: dall’aggiornamento del Fondo cassa al primo
gennaio 2018; dall'aggiornamento dei residui attivi e passivi iscritti al primo
gennaio 2018 nel bilancio di previsione dell'esercizio corrente; dall’aggiornamento
del Fondo pluriennale vincolato, iscritto nell'entrata del bilancio di
previsione dell'esercizio corrente; dalle variazioni di competenza e di cassa
apportate al bilancio di previsione del Consiglio regionale per il triennio
2018-2020, a seguito delle richieste di fabbisogno avanzate dai dirigenti
assegnati alle strutture amministrative del Consiglio.
Si evidenzia che tali variazioni sono effettuate senza richiedere ulteriori
somme alla Giunta regionale per il funzionamento dell'Assemblea legislativa.
Sì dà atto che, a seguito della variazione apportata dall’approvazione del
presente provvedimento, sono garantiti gli equilibri di bilancio per il
triennio 2018-2020.
Sulla proposta in oggetto, il Collegio dei revisori dei conti, con il
verbale numero 227 del 15 novembre 2018, ha espresso parere favorevole. Grazie.
Ci sono interventi?
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo per l’assestamento
del Consiglio regionale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 235/10^ di
iniziativa della Giunta regionale recante: “Proposta di parziale modifica degli
indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento
della rete scolastica e dell'offerta formativa della Regione Calabria 2017/2018-2022/2023”,
il cui inserimento è stato precedentemente chiesto dal consigliere Mirabello. Prego,
consigliere Mirabello, ha facoltà di illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente.
Questa proposta di provvedimento amministrativo riprende due delibere di Giunta
regionale: la numero 507 del 6 novembre 2010 e, prima ancora, un'altra delibera
di Giunta di cui la numero 507 è parziale rettifica, vale a dire la numero 473
del 29 ottobre 2010.
In buona sostanza, la Giunta regionale con questo atto normativo, modifica
parzialmente le Linee guida regionali, di modo che si possa abbassare la soglia
minima per la scuola dell'infanzia che, ad esempio, viene portata da 20
iscritti con deroga a 10 scritti; per la scuola primaria, da 30 iscritti con
deroga a 10 iscritti; la soglia minima per la scuola secondaria di primo grado,
da 35 iscritti con deroga a 20 scritti e la scuola secondaria di secondo grado resta
invariata con l'eliminazione della previsione di corso quinquennale.
Queste deroghe vengono previste per particolari ipotesi che sono rubricate
con le lettere A, B, C e D, vale a dire per i plessi ubicati in zone periferiche
e disagiate, con presenza di dispersione e rarefazione di insediamenti
abitativi, caratterizzati da una difficile accessibilità alle strutture scolastiche
o dalla mancanza temporanea del servizio di trasporto per un periodo non
superiore a un anno; o ancora, alla lettera B, per la capacità di altri plessi
di ricevere un contingente di alunni garantendo il giusto rapporto tra numero
di alunni e spazio a loro disposizione; la lettera C, in presenza di tempi di
percorrenza in auto superiori a 10 minuti per le scuole dell'infanzia e 15
minuti per le scuole primarie e secondarie di primo grado; la lettera D per Comuni
commissariati per infiltrazione mafiosa, fino al perdurare del commissariamento.
La proposta di provvedimento amministrativo è stata approvata all'unanimità
dalla Commissione che presiedo.
Credo che sul punto possa meglio approfondire alcuni aspetti l'Assessore al
ramo. Grazie, Presidente.
Ha
chiesto di intervenire l’assessore Corigliano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio regionale,
signor Presidente della Giunta regionale, signori consiglieri, colleghi
assessori, la proposta di provvedimento amministrativo, adesso presentata dal
Presidente della terza Commissione consiliare, propone la modifica dei
parametri per il mantenimento dei plessi scolastici all’interno dei Comuni.
La Regione Calabria ha il potere di intervenire
direttamente, in relazione all’organizzazione della rete scolastica, esclusivamente
sull’individuazione dei numeri per l’attivazione ed il mantenimento dei punti
di erogazione dei plessi scolastici.
Abbiamo inteso proporre questa modifica alla
luce delle grandi difficoltà che si sono registrate ad inizio anno scolastico -
ma direi, veramente, ancora prima-, soprattutto all’interno delle zone montane
e nei territori più frammentati; alla luce anche della problematica dello
spopolamento, che viene rinfocolato dall’esigenza dei genitori di spostarsi in
altri Comuni quando chiudono le scuole all’interno dei Comuni di residenza;
alla luce della considerazione che ogni plesso scolastico è un presidio di
cultura, di democrazia e anche di legalità all’interno di un territorio, nella
consapevolezza che il territorio della regione Calabria è molto difficile, con
Comuni anche molto distanti tra loro e con una viabilità, a volte, messa in
crisi anche dai problemi alluvionali o di dissesto idrogeologico.
Qualora pure non esistessero questi problemi ce
ne sarebbero altri come la viabilità. Ci sono dei tratti la cui percorrenza è
davvero pesante, in particolare, per i bambini e per i ragazzi della Scuola
dell’infanzia e di quella primaria, proprio per la tortuosità dei percorsi.
Alla luce di tutto questo, abbiamo inteso, con
il presidente Oliverio e con la Giunta regionale, proporre questa modifica.
Sono stati abbassati i numeri per mantenere i
plessi scolastici, al di là di qualsiasi deroga.
Per la Scuola dell’infanzia nelle Linee guida
precedenti si prevedeva l’apertura ed il mantenimento dei plessi con 30 alunni;
adesso abbiamo abbassato la soglia a 20 iscritti, con ulteriore deroga a 10
iscritti, per come già illustrato dal Presidente della terza Commissione, il
consigliere Mirabello, in casi particolari: zone periferiche e disagiate o qualora
vi sia l’impossibilità per un Comune di offrire il trasporto o, ancora, in base
alla capacità eventuale di altri plessi scolastici di recepire gli alunni,
senza alterare il rapporto tra lo spazio ed il numero degli alunni stessi,
anche per quei Comuni commissariati per infiltrazioni mafiose nei 10 anni
precedenti quello delle operazioni di dimensionamento scolastico.
Per la Scuola primaria si è proceduto ad
abbassare la soglia da 50 - era questo il numero fino allo scorso anno - a 30
iscritti, in condizione di normalità, con la deroga a 10, e per la Scuola
secondaria da 45 a 35 iscritti, con la deroga a 20.
Abbiamo ritenuto con questa scelta di voler
andare incontro alle esigenze dei bambini, dei ragazzi, dei loro genitori, che
scelgono di vivere nei luoghi in cui sono nati e che continuano a credere in un
progetto di vita, che possa essere dispiegato anche nelle aree interne della
nostra regione, non soltanto nei centri più vasti.
Abbiamo anche indicato con precisione i tempi
di percorrenza che possono essere sopportati dai bambini per raggiungere
eventualmente plessi viciniori.
Per quanto riguarda la Scuola dell’infanzia,
quindi per i bambini dai 3 ai 6 anni, in caso di chiusura, la distanza di
percorrenza tra il Comune di residenza e quello in cui eventualmente fosse
attivo il plesso scolastico alternativo non deve superare i 10 minuti; per i
bambini delle Scuole primarie, secondarie di primo grado, il tempo di
percorrenza non deve essere più di 15 minuti.
Abbiamo inteso specificare il tempo di percorrenza
in minuti e non in chilometri, sapendo che se un tratto è rettilineo, anche se
si trattasse di distanza percorribile in 10 minuti, non peserebbe la distanza
di percorrenza, anche se fossero più chilometri. Se si tratta di curve e di
arrampicate, discese e salite in montagna, naturalmente, anche 5 chilometri
possono essere troppo pesanti per dei bambini molto piccoli, come sono quelli
dai 3 ai 6 anni.
Queste sono le modifiche che abbiamo proposto,
inserendo anche la necessità e l’obbligo di sentire le Istituzioni scolastiche
e di convocare alle riunioni delle Commissioni d’ambito i dirigenti scolastici,
solamente a livello consultivo, senza però dare loro diritto di voto.
Abbiamo ritenuto anche di modificare la parte
che prevedeva il parere dell’Ufficio Scolastico Regionale, perché quest’ultimo
partecipa, di fatto, a tutte le riunioni sul dimensionamento, quindi condivide
pienamente il processo. Queste le modifiche.
Riteniamo di avere realizzato un’attività
importante per garantire il diritto all’istruzione in ogni più piccolo punto
della Calabria.
Voglio sottolineare che ulteriori deroghe sono
previste e quindi speriamo con questa delibera di non dover mai più assistere
al disagio che hanno in questi mesi vissuto gli alunni e le famiglie del Comune
di Roccaforte del Greco - ne cito uno per tutti come esempio -, che ha vissuto
più disagio degli altri, ma in tanti si sono trovati in situazioni di
difficoltà. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Grazie all’assessore
Corigliano ed al presidente Mirabello per l’esaustiva esposizione di una
proposta di provvedimento amministrativo che abbiamo condiviso in Commissione e
con il collega Romeo, proprio in Commissione, abbiamo dibattuto sull’esigenza
di un provvedimento fondato su una giustizia sociale.
Dobbiamo iniziare così a rivedere il percorso
politico dell’ultimo decennio di questa Nazione, dove l’Italia era diventata
una sorta di “azienda” in cui si ricavare del profitto in ogni settore, anche
della vita pubblica!
Siamo una Nazione che deve garantire, ancora
oggi, l’istruzione ai nostri ragazzi e il servizio sanitario in qualsiasi
parte, in qualsiasi porzione del territorio calabrese essi siano.
Ha detto bene l’assessore Corigliano che
dobbiamo garantire ancora il ripopolamento e non lo spopolamento dei nostri
Comuni.
Non è detto che ci deve essere una linea guida
in Italia, per la quale bisogna spostarsi verso le grandi metropoli esistenti e
tutti gli altri Comuni debbano essere abbandonati!
Se questo è il convincimento di chi fa politica
oggi e di chi oggi ha in mano la guida della Nazione, della Regione, e quindi
del Consiglio regionale, non mi trovate d’accordo.
Invece ci siamo trovati tutti d’accordo in Commissione
- quindi la proposta di provvedimento amministrativo è bipartisan - per ridare delle opportunità ai nostri bambini della
Scuola dell’infanzia e della Scuola primaria.
Avete fatto bene a mettere anche i tempi di
percorrenza del trasporto pubblico.
Dobbiamo incentivare il trasporto pubblico e su quello poi vorrei ricordare all’assessore Musmanno che
ci sono due famosi Intercity con
tratta Villa San Giovanni - Lamezia Terme, senza prevedere una fermata
intermedia.
Assessore, ti prego ancora di intervenire
presso Trenitalia S.p.A. perché si garantisca una fermata intermedia tra Villa
San Giovanni e Lamezia Terme.
Bene avete fatto anche a realizzare la Frecciargento. Spero che parta presto da Sibari - Paola e
che poi giunga a Roma.
Tornando all’argomento, devo dire che, anche
dal punto di vista sanitario, è vero che la sanità è commissariata, però, visto
che questa è una proposta di welfare,
dobbiamo garantire un pronto intervento anche nei Comuni, non solo
l’istruzione.
Quindi dobbiamo rivedere la tematica. Non so se
da qui a fine Legislatura torneremo ad avere il pallino della sanità in mano,
però proprio l’altro giorno ho visitato l’Ospedale di Scilla che sarebbe dovuta
essere la Casa della Salute. Anche lì chiederò lumi sugli 8 milioni di euro che
si sarebbero dovuti investire a Scilla e non sono stati investiti, ma ho visto
una struttura sanitaria d’avanguardia con sale operatorie d’avanguardia e non
vedo perché debbano restare chiuse, perché dobbiamo spendere soldi per darli ad
istituti privati!
Ben venga l’istituto privato, anche nella
sanità, ma deve essere in competizione con il pubblico.
Quindi, collega Romeo - ho visto che hai
chiesto la parola e quindi interverrai dopo di me -, grazie per aver condiviso
questo percorso; grazie a tutti quanti, agli amici del Nuovo Centro Destra e
della maggioranza perché diamo veramente la possibilità, a chi volesse ancora,
di vivere nella propria terra, nel paese dov’è nato, dove ha un lavoro, di
essere in grado di garantire un’istruzione giusta anche ai propri figli e,
quindi, di poter fare famiglia, di poter procreare, di realizzare tutti i
valori di questa Nazione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo.
Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi ed assessori, intervengo
soltanto per sottolineare che oggi pomeriggio il Consiglio regionale scrive una
bella pagina.
Lo fa grazie a più elementi, che richiamerò
brevemente; lo fa in maniera unitaria; lo fa segnando una svolta rispetto alla
garanzia e alla tutela dei diritti, in particolare, in questo caso, il diritto
alla istruzione.
Voglio ringraziare l’Assessore alla pubblica
istruzione, Maria Francesca Corigliano, per il lavoro che sta svolgendo, per la
grande sensibilità che dimostra, in termini di capacità di ascolto e di
traduzione delle istanze e dei bisogni dei territori in proposte di
provvedimento amministrativo e in delibere, seguendo la filosofia che il
presidente Oliverio ha sposato, manifestato, illustrato, all’interno delle
Linee guida di questa Amministrazione, che concretamente poi si manifesta; il
collega Pedà, che è un consigliere regionale impegnato, che bada alla sostanza
dei problemi, e tutti i colleghi, consiglieri regionali, che oggi hanno
condiviso questa battaglia con due provvedimenti.
Oggi, con due provvedimenti diciamo
chiaramente, come Consiglio regionale della Calabria, che non ci sono criteri
ragionieristici che possono prevalere sui diritti. Non ci sono. E che quando
questi criteri ci sono, li modifichiamo.
Li modifichiamo perché ci guida la Costituzione
della Repubblica italiana; ci guida l’esigenza di tutelare l’istruzione e il
sacrosanto diritto all’istruzione per le bambine e i bambini, le ragazze e i
ragazzi, delle aree interne, dei paesi piccoli, dei centri disagiati, scarsamente
raggiungibili, che spesso hanno visto leso il diritto a formarsi e ad istruirsi
in Calabria.
Lo ha illustrato il collega, presidente Michele
Mirabello, che naturalmente ringrazio per il lavoro che svolge.
Oggi con questa modifica dei parametri capovolgiamo
una filosofia; non ci sono numeri che tengano ma c’è il diritto all’istruzione!
Lo abbiamo fatto anche con gli interventi sulle
borse di studio per tutti e con una politica di garanzia, per l’accesso
all’istruzione, estesa in maniera totale ed universale, anche all’Università.
Non c’è niente di meglio che può realizzare
un’Assemblea legislativa se non garantire i diritti fondamentali, spesso lesi
in questa terra.
Continueremo perché l’assessore Corigliano ha
intrapreso un dialogo-confronto con l’Ufficio Scolastico Regionale, con la
Città Metropolitana e le Province, con gli Uffici scolastici provinciali, con
il corpo docente, con gli studenti, perché della questione istruzione facciamo
una questione fondamentale per cambiare il destino della nostra terra.
Oggi scriviamo una bella pagina con il consenso
di tutti. Oggi realizziamo un altro pezzo del programma di Governo del
presidente Oliverio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo anch’io brevemente per esprimere
tutto il mio apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione, presieduta
dal collega Mirabello, e per la qualità della proposta di provvedimento
amministrativo, avanzata dall’assessore Corigliano, che si inquadra nella
filosofia, che stiamo cercando di portare avanti, di attenzione verso i piccoli
centri, verso le zone periferiche, verso i paesi di montagna, verso chi vive
difficoltà oggettive che, spesso, per mancanza di servizi, sono costretti poi a
spostarsi, lasciando, abbandonando il territorio a sé stesso.
Dobbiamo fornire sempre più risposte che vadano
in questa direzione, che aiutino i cittadini, le famiglie a rimanere nei
territori, che diano ossigeno a chi vuole rimanere a vivere in quei territori
difficili della Calabria, che ha una orografia particolare, che tutti
conosciamo.
Quindi sta a noi, Consiglio regionale, a noi
Istituzione, a voi Giunta regionale, tener conto di queste esigenze.
Credo che solo così riusciremo, caro collega
capogruppo, non solo a scrivere una bella pagina, ma a dare una dimostrazione
di responsabilità del ruolo che svolgiamo, che è quello di garantire i servizi
minimi al territorio, di garantire la possibilità ai nostri cittadini di
continuare a vivere in quelle realtà difficili ed emarginate e di dimostrare
che c’è una classe dirigente attenta, sensibile, pronta ad assumersi
responsabilità e, quindi, anche ad approvare atti legislativi di modifica per
quanto svolto; in questo caso, che facciano capire alle nostre comunità che non
siamo sordi e poco sensibili ma attenti e rispettosi, magari anche chiedere
scusa per quello che abbiamo fatto negli anni passati, e dire che oggi c’è un
Consiglio regionale, nella sua interezza, che invece vuole fornire risposte
mirate, anche timide, ma che rappresentano segnali importanti per le realtà
difficili dei nostri territori calabresi.
Quindi grazie. Condivido molto questa proposta
di provvedimento amministrativo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo.
Ne ha facoltà.
Prendo
la parola anch'io su questo argomento perché l'altro giorno ho partecipato ai
lavori della terza Commissione - della quale è autorevole componente il mio
collega di gruppo Pedà - e mi sono soffermato a ragionare sul merito della
proposta della Giunta regionale che, devo dire, riesce ad infilarsi in alcuni
spazi lasciati dalla normativa nazionale e inserisce degli emendamenti, sui
punti di erogazione del servizio, che consentiranno, probabilmente, di tenere aperti
dei baluardi e dei presidi dello Stato in aree, come le aree interne o nelle
aree rurali, dove la presenza di queste piccole scuole rimane la testimonianza
della presenza dello Stato, soprattutto nelle aree più dimenticate della
Calabria.
Abbiamo
ragionato in quella sede sulla necessità che, molto probabilmente, si cambi
rotta a livello nazionale. Lo diceva il mio collega Pedà: la scuola è stata per
anni un luogo dove, probabilmente, chi era al comando in qualità di Ministro,
centro-destra o centro-sinistra, pensava che si vendessero prosciutti o salami.
La
scuola è qualcosa di molto diverso, la scuola forma le generazioni, la scuola,
soprattutto nelle aree più a rischio, è un momento di aggregazione non solo per
i giovani anche per le famiglie ed è vera formazione e vero irrobustimento di
una società che ha bisogno di avere punti di riferimento chiari e precisi.
Poiché
a livello generale c'è una discussione rispetto all'autonomia delle Regioni -
questa è materia di legislazione concorrente, ma è anche una materia nella
quale non credo possano essere conosciute dal Governo centrale le esigenze dei
territori - a questo proposito io - d'accordo con i colleghi che erano in
Commissione - credo che bene abbiano fatto alcune Regioni, come la Toscana, a
porre sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni la problematica
dell'autodeterminazione da parte delle Regioni rispetto alle esigenze
territoriali.
Mi
spiego meglio. C'è una normativa nazionale che prevede deroghe - forse anche
troppo generose - per le piccole isole, per le minoranze linguistiche o per le
aree in cui ci sono presenze di minoranze linguistiche. Ecco, io credo che,
poiché nella nostra società - noi non ce lo dobbiamo nascondere, lo abbiamo
detto più volte in Aula - c'è una pervasività ed un’incidenza notevole da parte
delle consorterie criminali, dei sistemi ‘ndranghetistici,
la scuola è obiettivamente un baluardo a difesa della società migliore, della
società civile, una conservazione, così come è stata fatta per i punti di
erogazione del servizio, debba essere fatta anche per quanto riguarda le
istituzioni scolastiche autonome e la composizione delle classi.
Cosa
voglio dire? Voglio dire che l'Assessore, con la quale abbiamo dibattuto, si
alzerà e ci dirà molto probabilmente: “ma c'è una normativa nazionale che lo
esclude”.
Per
la verità, nel 2010, rispetto alla normativa nazionale vigente, abbiamo
ottenuto un emendamento sulle linee guida che riguardava le aree territoriali
ad alta presenza criminale e abbiamo ottenuto in quella circostanza, nell'ambito
del budget generale, delle deroghe, riconoscendo al Consiglio regionale, che
esprime una volontà politica, la volontà di esprimere anche delle priorità
nell’ambito delle definizioni regionali.
Credo
che noi oggi dobbiamo riproporre una volontà politica forte, perché dobbiamo
dare considerazione a quelle aree che hanno una presenza ed un’incidenza
elevata di criminalità organizzata. La scuola guidata da un dirigente
scolastico, le classi composte con dei docenti che le seguano e non siano solo
pluriclassi, sono messaggi forti di presenza dello Stato, soprattutto nel
settore della formazione, della prevenzione sociale, altrimenti non riusciamo a
dare le risposte adeguate in termini di punti intermedi all'interno della
società civile e rischiamo di passare soltanto alla fase della repressione.
Credo
che un messaggio – Presidente, Assessore – possa essere l'inserimento, rispetto
alla vostra proposta di provvedimento amministrativo 235/10^, di due
emendamenti: uno al punto 3.1: “le istituzioni scolastiche autonome”
aggiungendo al punto d), come avete fatto per i punti erogazione del servizio,
dopo le parole “specificità linguistiche” le parole “nonché per i comuni
commissariati per infiltrazione mafiosa negli ultimi 10 anni” ed ancora al
punto 3.3: “composizione delle classi”, inserendo nella tabella alla pagina 10,
al quarto riquadro “deroghe per i comuni montani nelle aree geografiche
caratterizzate dalla presenza di minoranze linguistiche” le parole “ed i comuni
commissariati per infiltrazione mafiosa negli ultimi 10 anni”.
In
questo modo noi esprimiamo una volontà politica e diamo anche all'Ufficio
scolastico regionale delle priorità. Non ne vorrà tener conto l'Ufficio
scolastico regionale? Si assumerà le proprie responsabilità, perché noi che
conosciamo, che siamo presenti e che conosciamo le esigenze ed anche i punti
deboli del territorio, esprimiamo una volontà politica della Regione Calabria,
dato che questo è un argomento che viene discusso a livello nazionale e le
Regioni rivendicano maggiore autonomia anche da questo punto di vista.
Gli
emendamenti sono a firma dei colleghi - che ringrazio – Parente, Mirabello -
Presidente della terza Commissione - Pedà, Esposito, ma devo dire che tutti i
colleghi con i quali abbiamo ragionato e discusso hanno manifestato una volontà
politica concorde.
Per
cui dichiaro di voler procedere all’approvazione di questo provvedimento
amministrativo inserendo questi ulteriori emendamenti, rispetto a quelli della
Giunta regionale su cui concordo pienamente.
Parere
del relatore?
Parere
favorevole agli emendamenti.
All’inserimento.
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire l’assessore Corigliano, ne
ha facoltà.
Fermo
restando che il Consiglio è assolutamente sovrano, sicuramente la
sollecitazione politica, in direzione di un cambiamento, può essere utile.
La
Giunta non l'aveva proposto, non perché sottovalutasse l'importanza all'interno
dei territori di avere le autonomie scolastiche, cioè un dirigente titolare di
quell’istituto comprensivo, ma sapendo che questo è disciplinato dallo Stato,
come disciplinato dallo Stato è il numero di alunni per classe.
Nell'ultima
Commissione ministeriale sull'istruzione si è discusso di questa proposta della
Regione Toscana - a cui faceva riferimento il consigliere Gallo - che invita le
Regioni ad essere insieme, ad unirsi per proporre la possibilità di decidere
autonomamente rispetto all'assegnazione delle autonomie, cioè dei dirigenti
titolari, all'interno del territorio regionale, fermo restando che dovrà essere
sempre e comunque rispettato il contingente dei dirigenti assegnato alle
Regioni. Però la sollecitazione politica va bene, esprime e rafforza
ulteriormente questa visione e quindi grazie.
Allora, pongo in votazione gli emendamenti
che sono approvati e la proposta di provvedimento amministrativo numero
235/10^, così per come emendata in Aula, con il parere favore del relatore e
della Giunta ed autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Comunico che il provvedimento previsto al
primo punto all’ordine del giorno, cioè la proposta di provvedimento
amministrativo numero 223/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante:
“Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria degli anni 2019-2021”,
così come concordato in Conferenza dei capigruppo, sarà inserito all’ordine del
giorno della prossima seduta del Consiglio regionale, già prevista per il 29
novembre prossimo.
(Così resta stabilito)
Proposta
di provvedimento amministrativo numero 228/10^ di iniziativa della Giunta
regionale recante: “Determinazione del livello dei servizi minimi (art. 16 D. Lgs. 422/1997; art. 5 della
L.R. 35/2015) – Presa d'atto del raggiungimento dell'intesa con gli enti
locali”
Passiamo al secondo punto all’ordine del
giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 228/10^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Determinazione del livello dei
servizi minimi - Presa d’atto del raggiungimento dell'intesa con gli enti
locali”.
La parola al consigliere Bevacqua, per
l’illustrazione.
Grazie, Presidente.
La determinazione del livello dei servizi
minimi del trasporto pubblico locale è un passaggio fondamentale del processo
di riforma, avviato in questo settore con la legge regionale numero 35 del
2015.
Con il documento che oggi il Consiglio si appresta
ad approvare, la Regione si impegna a garantire un livello essenziale delle
prestazioni che è la base per assicurare un inderogabile diritto alla mobilità.
Vorrei ricordare – questo è importante – che questa determinazione è stata
prevista sin dal lontano 1997 – badate bene, 1997! – ma fino ad oggi non è
stata mai effettuata.
Pertanto, come già avvenuto per altri
settori, andiamo a colmare un ritardo di oltre 20 anni.
Deve osservarsi che le disposizioni
odierne, oltre ad essere volte, in generale, al soddisfacimento della domanda
di mobilità dei cittadini, prevedono specifiche tutele. Cito soltanto due casi:
per l’accesso ai servizi socio-sanitari, per il pendolarismo scolastico e per
persone con ridotta capacità motoria. Sono questi inserimenti importanti,
significativi ed anche di attenzione ai ceti deboli della società.
Le stesse disposizioni, inoltre, tengono
conto dell’incidenza degli elementi esterni, quali la congestione del traffico
e l’inquinamento, nell’individuazione delle soluzioni che comportano i minori
costi per la collettività tra quelle atte a garantire sufficienti servizi di
trasporto.
Ecco perché la determinazione del livello
dei servizi minimi si pone quale strumento irrinunciabile per garantire la
sostenibilità soprattutto sociale e ambientale dei servizi di trasporto
pubblico locale. Durante l’ampia e articolata discussione tenutasi in quarta
Commissione, ho evidenziato come la Calabria necessita di ulteriori
collegamenti tra i territori più disagiati e periferici affinché gli abitanti –
l’abbiamo già fatto per le scuole e lo ribadisco anche per i servizi di
collegamento – siano incoraggiati a rimanere in questi centri e ho, altresì,
manifestato all’assessore Musmanno la mia preoccupazione per la posizione
assunta da alcune Province e Comuni che si sono espressi contrariamente sul
documento.
L’Assessore ha opportunamente precisato,
innanzitutto, che la provincia di Cosenza sta lavorando sulla programmazione
dei servizi in maniera autonoma, dopodiché ha aggiunto che, mentre per i
servizi su gomma c’è l’obbligo di procedere all’affidamento con gara, per
quelli su ferro invece si può procedere con affidamento diretto, ma il nodo
essenziale resta il costante decurtamento da parte dello Stato del fondo
nazionale trasporti.
Per quanto concerne, poi, l’iter seguito dal provvedimento in
questione, rammento che, secondo quanto disposto dall’articolo 5 della legge
regionale numero 35 del 2015, la prima versione di questo documento è stata
integrata recependo gli articolati pareri del Comitato della mobilità, dell’ArtCal e della quarta Commissione. La versione modificata e
integrata è stata sottoposta all’intesa con gli enti locali e la Conferenza dei
servizi ha dato parere positivo.
Per il resto, lascerei la parola
all’assessore Musmanno che spiegherà nei dettagli il contenuto del provvedimento
che stiamo per approvare.
Cedo la parola all’assessore Musmanno.
Grazie, Presidente. Mi riallaccio alle
considerazioni fatte dal consigliere Bevacqua per precisare alcune questioni
che, secondo me, è importante che siano acquisite dall’Aula.
La prima versione
del documento sul livello dei servizi minimi è stata approvata il 21 aprile del
2017 e prevedeva un livello di spesa pari a 210 milioni di euro all’anno.
Successivamente,
nei mesi seguenti, – come ricordato dal consigliere Bevacqua – sono stati
espressi i pareri favorevoli con raccomandazioni da parte del Comitato della
mobilità, della Commissione consiliare competente e dell’Autorità di
regolazione dei trasporti.
A valle delle
indicazioni e delle prescrizioni ricevute sui vari tavoli di concertazione
aperti a seguito dell’approvazione della delibera di Giunta regionale citata,
il documento ha subito opportune modifiche, approvate con la delibera di Giunta
regionale del 19 aprile 2018, e, in questo caso, il livello di spesa veniva
portato a 232,5 milioni annui; infine, con delibera di Giunta regionale del 26
settembre 2018 veniva redatto il documento tecnico definitivo le cui modifiche
possono essere riassunte qui di seguito: è stata eliminata la clausola di
salvaguardia finanziaria di 232,5 milioni di euro, prevedendo un livello di
spesa per i servizi minimi non inferiore a 245 milioni di euro per l’anno 2020;
è stato introdotto un criterio di salvaguardia del livello dei servizi storici
con progressivo potenziamento dei servizi più efficienti in termini di rapporto
tra ricavi e costi; è stato bloccato il livello degli attuali servizi
ferroviari sia di Trenitalia sia di Ferrovie della Calabria considerando anche
gli incrementi di costo per l’inflazione programmata; è stata prevista la
possibilità di effettuare i servizi sulle linee oggetto degli investimenti
infrastrutturali programmati ed in corso di attuazione.
A valle della
delibera di Giunta del 26 settembre scorso, la quarta Commissione consiliare ha
espresso parere favorevole all’unanimità, confermando il livello di spesa
previsto a 245 milioni di euro.
Tutti i documenti
di programmazione riguardanti i servizi di trasporto pubblico locale prodotti
dalla Regione hanno dovuto far riferimento a disposizioni normative nazionali
che puntano ad un miglioramento deciso del livello di efficienza del servizio,
attraverso l’opportuna eliminazione di tutte le diseconomie attualmente
presenti nel sistema del trasporto pubblico regionale.
Prevedere un
livello di spesa per i servizi minimi non inferiore a 245 milioni di euro per i
prossimi 10 anni significa per la Regione impegnarsi a garantire una copertura
finanziaria superiore a quella attuale che è di circa 235 milioni di euro.
In definitiva, a
seguito di tutte le variazioni apportate al documento – discusse e condivise
con tutti gli organi preposti e approvate all’unanimità – specialmente in
termini di risorse finanziarie stanziate dalla Regione, si può affermare che in
fase di programma di esercizio ci sarà, comunque, un’invarianza sostanziale dei
chilometri garantiti su scala regionale sia per i servizi ferroviari sia per i
servizi su gomma.
L’invito rivolto
all’intero Consiglio regionale con l’approvazione di questo provvedimento
amministrativo è far sì che, finalmente, anche la Regione Calabria si doti di
regole chiare e trasparenti che consentano di regolare meglio ed in modo più
efficace la programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale negli anni
a venire, colmando finalmente il gap
che ci separa dalle altre Regioni italiane.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà, ne ha facoltà.
Posto che - come dico sempre - quando si lavora si rischia di omettere
qualcosa o, comunque, di non farla in maniera precisa, bisogna, però,
riconoscere il merito, in effetti, al lavoro che è stato fatto, così come al
Piano regionale dei trasporti.
Vorrei soffermarmi sulla relazione dell'Assessore. Ho sentito prima che
sono rimasti invariati i servizi garantiti, il ferro a Trenitalia e Ferrovie
della Calabria…
(Interruzione)
…non sono rimasti invariati? Perché mi risulta che i corrispettivi a
Ferrovie della Calabria siano stati tagliati.
(Interruzione)
Può
rispondere alla domanda che ho fatto?
Finisca
prima l’intervento e poi l’Assessore risponderà.
Preferirei
ricevere prima una risposta.
No, consigliere. Noi stiamo innanzitutto approvando un documento strategico
che, ovviamente, è prodromico all'approvazione dei programmi di esercizio,
quindi quella è una fase successiva.
A livello di servizi minimi, il documento che il Consiglio sta emendando
oggi e che dovrebbe essere approvato con queste novità prevede l'invarianza
delle risorse attribuite per i servizi ferroviari e, addirittura, non tanto
delle risorse, quanto della percorrenza chilometrica, come livello minimo.
Il che vuol dire che nelle programmazioni successive questo livello non può
scendere al di sotto del livello minimo rispetto all'attuale programma di
esercizio che è in vigore nell'anno 2018.
Quindi stiamo parlando, tanto per intenderci, in termini di risorse degli
attuali 24 milioni e trecento mila euro, per esempio, in dotazione a Ferrovie
della Calabria.
Aggiungo, per ulteriore conferma, che in questi giorni stiamo lavorando sul
programma di scissione di Ferrovie della Calabria che presuppone esplicitamente
il mantenimento del livello di spesa.
Se poi si riferisce al livello storico del 2012, firmato con l'accordo
Stato-Regioni, stiamo parlando di due cose diverse che ormai abbiamo già dato
per scontate. Cioè, quel livello che ha consentito la nascita di Ferrovie della
Calabria, non è mai stato confermato, stiamo ragionando sulle risorse che da
anni stiamo destinando all'esercizio ferroviario di Ferrovie della Calabria.
L'informazione che posso darle con certezza è che non c'è nessun taglio sui
servizi di Ferrovie della Calabria, questo documento conferma il livello minimo
che si attesta sul livello attuale dei servizi ferroviari.
Ci
sono altri interventi? Consigliere Pedà, vuole intervenire per la seconda volta
anche se non si può? Ne ha facoltà.
Non
sono convinto di quello che ha detto l'Assessore, ma poi l’approfondiremo,
perché non sono stati tagliati i chilometri, ma bensì è stato tagliato il
corrispettivo e poi vedremo, rispetto a Trenitalia, se invece i chilometri sono
rimasti invariati e il corrispettivo è stato aumentato. Ma questa disquisizione
la faremo dopo.
Era
essenziale comunque garantire i servizi. Bene.
Spero
che vi sia presto il progetto di scissione, così come la pubblicazione dei
bandi per i Comuni superiori a 15.000 abitanti per l’assegnazione dei
chilometri, in modo da poter garantire i servizi minimi essenziali anche a quei
Comuni.
Rispetto
a questo lavoro, quindi, annuncio voto favorevole.
Grazie,
ci sono altri interventi? Passiamo alla votazione del provvedimento.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in allegato)
Il
terzo punto all'ordine del giorno riguarda la proposta provvedimento
amministrativo numero 229/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Integrazione DGR n.341 del 30 luglio 2018”. Prego, consigliere Mirabello, ha
facoltà di illustrarlo.
La proposta di provvedimento amministrativo rappresenta l’integrazione di
una delibera di Giunta regionale, la numero 341 del 2018, che a sua volta
integra la delibera numero 15 del 2018 e che si è resa necessaria alla luce di
alcune sollecitazioni provenienti dal Prefetto di Reggio Calabria - in seguito
ad alcuni incontri tenutosi presso la Prefettura -, da sollecitazioni
provenienti dal Garante per i diritti per l'infanzia, da Sindaci, dalle
Istituzioni, con particolare riferimento alla necessità di implementare
all'interno della rete scolastica alcuni plessi, recependo alcuni emendamenti
approvati dal Consiglio della Città Metropolitana di Reggio Calabria in deroga
ai parametri minimi stabiliti dalle Linee guida.
Mi riferisco - e la Giunta si riferisce, chiaramente - al plesso Modena –
Ciccarello, l’Istituto comprensivo di Reggio Calabria, alla “Scuola primaria
Careri” ed alla “Scuola infanzia Natile superiore”, Istituto comprensivo di
Careri e la “Scuola dell'infanzia di Anoia inferiore”, l’Istituto comprensivo
di Anoia, Maropati, Giffone.
La deroga a quanto stabilito nelle Linee guida regionali ha riguardato
principalmente il parametro minimo degli alunni e le distanze chilometriche, al
fine di salvaguardare le scuole primarie e dell'infanzia dei Comuni in
questione che rappresentano, quindi, aree disagiate.
Ci sono interventi? Passiamo alla votazione del provvedimento.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in allegato)
Proposta
provvedimento amministrativo numero 230/10^ della Giunta regionale recante:
“Rendiconto esercizio 2017 dell'Agenzia Regione per le Erogazioni in
Agricoltura (ARCEA)”. Cedo la parola al relatore del provvedimento, consigliere
Aieta. Prego.
Si
tratta del rendiconto dell'esercizio 2017 dell’ARCEA. Questo provvedimento si
compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del
Dipartimento agricoltura e del Dipartimento bilancio e del parere del Revisore
unico dei conti dell'Agenzia che ha verificato il rispetto dei principi e dei
criteri di determinazione dei residui attivi e passivi; con la procedura di riaccertamento dei residui i debiti formalmente
riconosciuti insussistenti per l'avvenuta legale estinzione (prescrizione) o
per indebito o erroneo impegno di un'obbligazione non dovuta, sono stati
definitivamente eliminati dalle scritture e dai documenti di bilancio.
L'organo
di controllo, nell’esprimere parere favorevole, attesta la corrispondenza del
rendiconto alle risultanze della gestione e propone di accantonare una parte
dell'avanzo di amministrazione.
Il
Dipartimento agricoltura ha espresso parere favorevole al rendiconto di
gestione.
Il
Dipartimento bilancio ha rilevato che:
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo
di cassa al 31 dicembre 2017, per come risulta dal conto del bilancio e per
come risulta dal conto del tesoriere;
sussiste la corrispondenza e la quadratura
delle poste contabili iscritte nelle cosiddette partite di giro; la quadratura
tra il saldo di tesoreria, in ragione del totale dei pagamenti e degli incassi
effettuati in tutto il corso dell'esercizio 2017.
E,
con riferimento all'eventuale utilizzo della quota disponibile del risultato di
amministrazione che è pari a 530.000 euro, raccomanda l’Ente di rispettare le
regole di bilancio.
Il
Dipartimento ha espresso il necessario parere che è favorevole.
Pongo in votazione
la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
Passiamo al quinto punto all’ordine del giorno che riguarda
la proposta di provvedimento amministrativo numero 231/10^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2017 dell’Agenzia Regionale
per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC)”, che di fatto rimane
l'ultimo, gli altri punti mi è stato chiesto di rinviarli.
Cedo la parola al relatore del provvedimento, consigliere
Aieta. Prego.
Signor Presidente, il provvedimento si compone della
delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura,
del Dipartimento bilancio e del parere dell'organo di revisione, che ha dato
atto che l'azienda ha provveduto al riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2017.
Relativamente al conto consuntivo 2017, l’organo di
controllo evidenzia l’attendibilità delle risultanze della gestione
finanziaria, il rispetto della competenza economica dei risultati economici
generali ed il rispetto dei principi contabili per la valutazione e
classificazione dei valori patrimoniali. Inoltre, il revisore esorta l’Azienda
ad operare nell’ottica dell’economicità nell’ambito dei programmi delle
attività da attuare, al fine di individuare le voci possibili di taglio, per
evitare inefficienze e sprechi.
Il Revisore ha espresso parere favorevole, il Dipartimento agricoltura,
nell’istruttoria di competenza, ha provveduto a verificare il rispetto dei
vincoli di spesa ed ha espresso parere favorevole.
Il Dipartimento bilancio, nell’istruttoria di competenza, ha
rilevato che: sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31
dicembre 2017; sussiste continuità tra i residui finali dell’esercizio 2016,
rispetto a quelli iniziali dell’esercizio 2017; sussiste la quadratura delle
poste contabili iscritte nelle partite di giro; sussiste la quadratura tra il
saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce “disponibilità liquide”
dell’attivo dello stato patrimoniale.
A conclusione di questa attività, il Dipartimento bilancio
ritiene possibile procedere all’adozione, da parte della Giunta regionale, del
rendiconto per l’esercizio 2017 dell’ARSAC.
Ci sono altri interventi?
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha
facoltà.
Presidente, siamo chiamati ad approvare il rendiconto
dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), che
è il settore nevralgico della nostra regione, è una agenzia che dovrebbe
avviare tutte le azioni sperimentali, le azioni, anche, di miglioramento della
qualità dell'offerta agricola nella nostra regione.
Certo, nel corso dei decenni del regionalismo calabrese, le
funzioni dell’ARSAC, prima ARSSA, sono state sicuramente tradite, non c'è
dubbio, non è una responsabilità che dobbiamo ascrivere a questa Giunta
regionale, è una responsabilità diffusa, lontana nel tempo, ma non possiamo non
notare che, ancora oggi, a distanza di quattro anni dall’inizio del percorso di
questa Giunta regionale, viene approvato il rendiconto. In questi anni sono
stati approvati più rendiconti, ma quelle che sono le raccomandazioni del
Revisore unico dei conti, sull’economicità della gestione, sull’indebitamento e
incidenza degli oneri finanziari, sulla gestione delle risorse umane e relativo
costo, sul contenimento della spesa, sull’adeguamento del sistema contabile e
funzionamento del controllo interno e via discorrendo, ancora, a distanza di
anni, permangono; segno evidente che, in questi anni, poco o nulla si è fatto
per migliorare la situazione.
Credo che la responsabilità politica di questo governo, di
questa maggioranza sia proprio il fatto che in questi anni, al di là delle
dichiarazioni, delle enunciazioni iniziali di principio, l’ARSAC rimanga quello
che è stato, vale a dire un carrozzone che lentamente si sta spingendo, si sta
muovendo, verso la fine dei suoi giorni, senza che venga realmente utilizzata
per quelle che sono le sue finalità sostanziali.
Questa è l’accusa che mi sento di muovere nei confronti del Governo
regionale, che avrebbe dovuto utilizzare meglio ed elaborare un progetto di
sviluppo, di rinascita, di ripartenza per questo Ente il cui personale, in
massima parte, almeno 30-40 unità, viene utilizzato per dare linfa e sostegno,
il collega D’Acri può certificare, all’azione del Dipartimento agricoltura in
Regione.
Credo che, invece, dobbiamo interrogarci, ed è questo,
anche, lo stimolo alla discussione e la richiesta che faccio al Governo regionale,
ma anche al Consiglio regionale, noi dobbiamo interrogarci insieme per come
questo Ente possa essere rilanciato e per come possa essere utile per le
esigenze degli agricoltori calabresi.
Credo che questo debba essere l’interrogativo che dobbiamo
porci e, più che pensare a nuove assunzioni che non ci sono, essendo questo
Ente in grande difficoltà, pensare ad utilizzare meglio anche il copioso
patrimonio che l’ARSAC ha a disposizione; dobbiamo pensare piuttosto a come
questo Ente possa essere rilanciato e come i sistemi agricoli ne possano
beneficiare.
La maggioranza approverà questo ulteriore atto, in un clima
di oggettiva difficoltà.
Lo dobbiamo dire, anche, come considerazione politica, dopo
la giornata abbastanza drammatica di ieri, in seconda Commissione, per
l’approvazione del Documento economico e finanziario della Regione, ancora
oggi, purtroppo, la maggioranza non è autosufficiente e la presenza
responsabile, in Aula, delle opposizioni, che non significa inciucio, è per
approvare gli atti essenziali in scadenza e cioè i rendiconti, il piano e le
modifiche al piano di dimensionamento, alle linee guida del dimensionamento
scolastico, gli atti che sono necessari ed essenziali per i calabresi.
Credo che questa sia stata una
presenza fondamentale perché, altrimenti, la maggioranza, per una serie di
questioni interne, non avrebbe avuto i numeri per essere autosufficiente.
Questo lo dico non per
rivendicare meriti particolari, facciamo il nostro dovere nel momento in cui
consentiamo al Consiglio regionale di proseguire nell'esercizio delle proprie
funzioni che, spesso, come nel caso dell'approvazione dei provvedimenti
amministrativi, sono funzioni dovute rispetto ad atti che vanno approvati. Però
non possiamo non osservare come, per una serie di questioni che vado dicendo da
mesi, queste questioni le stia annunciando da mesi e non per spirito di
contrasto, di contrapposizione, nei confronti del Presidente della Giunta
regionale, le dico perché svolgo un ruolo di opposizione e il mio ruolo è
quello di segnalare e di raccontare anche le cose che, a nostro avviso, non
vanno da mesi.
Sono entrato in Consiglio
regionale un anno fa, a metà novembre dello scorso anno, e ho avuto subito modo
di notare come non ci fosse una azione coordinata fra il Governo regionale e il
Consiglio regionale, in particolare con la maggioranza in Consiglio regionale.
Più volte ho chiesto al presidente
Oliverio di regolare, al meglio, i rapporti con la propria maggioranza,
coinvolgendo i consiglieri regionali di maggioranza nell'azione di governo, in
un progetto comune, in un progetto condiviso; in un progetto che vedesse partecipi
coloro i quali sono stati eletti.
Noi, non dimentichiamolo,
colleghi, siamo eletti cioè siamo coloro i quali vanno in giro per la Calabria a
raccogliere le preferenze e quindi ascoltiamo la gente, le esigenze della
gente, ma, nonostante questo, i consiglieri di maggioranza sono stati, nel
corso degli anni, totalmente alienati rispetto al progetto di governo della
Giunta regionale.
Questo - lo diciamo con grande
chiarezza - ha portato, nel corso degli anni, ad un aumento della spesa e oggi
abbiamo approvato una legge regionale per la riduzione delle spese in Consiglio
regionale e nella Giunta.
Il fatto che in questi anni
siano stati scelti, soltanto, degli Assessori esterni ha portato ad un aumento
della spesa a danno dei calabresi; non me ne vogliano gli Assessori che sono,
oggi, componenti della Giunta. E’ una cosa che ho già avuto modo di sottolineare
al Presidente della Giunta regionale e per questo annuncio che, oggi, con la
sottoscrizione, anche, degli altri colleghi abbiamo presentato un progetto di
legge di revisione statutaria che diminuisce il numero degli assessori
regionali, degli Assessori esterni, dal massimo attuale di sette ad un massimo
di tre elementi, in maniera tale che ci sia una condivisione tra la presenza di
interni ed esterni, dando, anche, la possibilità al Presidente della Giunta
regionale di scegliere degli Assessori all'esterno dei confini del Consiglio
regionale, senza, però, dare loro, totalmente, mano libera.
Questo, lo voglio ricordare, non
è strumentale e volto a mettere in difficoltà il Presidente della Giunta, la
maggioranza o la Giunta, non è ad personam nei confronti degli Assessori, ci mancherebbe
altro.
È un tentativo, invece, che
poniamo in essere come opposizione, sperando che ci sia la condivisione del
Consiglio regionale, della maggioranza, per diminuire delle spese che in questi
anni sono notevolmente aumentate e che riguardano gli emolumenti, le indennità degli
Assessori esterni a cui si aggiungono, anche, le spese per le strutture degli
stessi Assessori. Questo perché nel momento in cui stiamo parlando di Arsac, nel momento in cui aderiamo ad una idea, ad una
raccomandazione del revisore sul contenimento delle spese, la dobbiamo applicare
in generale, la dovete fare vostra come Governo regionale, come Giunta
regionale. Lo sottopongo alla discussione, annunciando questa proposta, perché
credo che nelle prossime settimane chiederemo al signor Presidente del
Consiglio, in Conferenza dei capigruppo, come consiglieri di opposizione, di
calendarizzare questa proposta perché riteniamo che una franca discussione, un
franco dibattito in Consiglio regionale su questi argomenti debba essere un
momento dialettico, democratico, di confronto, magari di scontro se la
maggioranza non sarà d'accordo, ma saremo fermi sulla necessità ed esigenza di
sottoporre alla valutazione del Consiglio questa proposta.
Ripeto: è un momento in cui c'è
necessità di contenere le spese, è un momento in cui c'è necessità di dare
segnali diversi rispetto a quelli che ci sono stati fino ad ora, per cui
annuncio questa cosa, l’annuncio in questo punto all'ordine del giorno, non me
ne voglia il Presidente se sono andato fuori tema, ma credo che fosse
necessario, data anche la giornata, la particolarità della giornata, che i miei
colleghi, soprattutto quelli di maggioranza, sapessero quella che è la
posizione che abbiamo espresso attraverso questa proposta all'attenzione del
Consiglio.
Se non ci sono altri interventi,
passiamo alla votazione. Il provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
Al punto sei, sulla proposta di
provvedimento amministrativo 232/10^ c'è la richiesta di rinvio.
(Il
Consiglio rinvia)
La proposta di provvedimento
amministrativo 233/10^, che era al settimo all’ordine del giorno, è stata discussa.
Per quanto riguarda tutti gli altri punti all’ordine del giorno, dall’ottavo al
dodicesimo, c'è una richiesta di rinvio alla prossima seduta di Consiglio regionale
che si terrà, come concordato con la Conferenza dei capigruppo, il prossimo 29
novembre. Pongo in votazione le già menzionate proposte di rinvio dei punti
all’ordine del giorno. Sono approvate.
(Il
Consiglio rinvia i punti all’ordine del giorno non discussi)
Avendo esaurito i punti
all'ordine del giorno la seduta è tolta.
Ha chiesto
congedo: Bova, Ciconte,
Greco, Guccione, Morrone, Nicolò, Orsomarso, Rizzo
(È concesso)
Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a
Commissioni
È stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della
Giunta regionale:
“Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a) comma 1,
dell’art. 73 del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. – (deliberazione G.R. n. 503 del 6.11.2018)” (PL n.
379/10^)
È stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri regionali:
Bova -
“Modifiche alla legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per
la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la
promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza)” (PL
n. 373/10^)
È stata
assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale – ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere, alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - e alla Commissione contro la ‘ndrangheta ai sensi
dell’art. 66, comma 2 del Regolamento interno.
(Così resta stabilito)
Neri –
“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio
regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lett. e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118,
come modificato ed integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126”
(PL n. 374/10^)
È stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Greco –
“Integrazioni alla legge regionale 26 novembre 2003, n. 23 “Realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria (in
attuazione della legge n. 328/2000)” (PL n. 375/10^)
È stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Mirabello –
“Disposizioni in materia di macellazione aziendale” (PL n. 376/10^)
È stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo –
“Interventi regionali in materia di sostegno in favore dei giornalisti
professionisti e pubblicisti vittime di intimidazioni” (PL n. 377/10^)
È stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere e alla Commissione contro la ‘ndrangheta ai sensi dell’articolo 66,
comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
Sculco - “Modifiche alla legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 (Misure
straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al miglioramento
della qualità del patrimonio edilizio residenziale)” (PL n. 378/10^)
È stata
assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio – “Modifiche
alle leggi regionali numero 1, 10, 12, 15, 28 e 31 del 2018” (PL n. 380/10^)
È stata
assegnata alla prima Commissione- Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Irto,
Esposito, Gallo, Giudiceandrea, Greco, Nucera, Orsomarso, Parente, Romeo, Scalzo, Sculco - “Misure di riduzione dei Costi della Politica.
Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull’ordinamento
della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza
regionale) e alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla dirigenza e
sull’ordinamento degli Uffici del Consiglio regionale)” (PL n. 381/10^)
È stata
assegnata alla prima Commissione- Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Annunzio di proposte di
legge statutaria
È stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa del
consigliere regionale:
Gallo –
“Modifiche alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione
Calabria)” (PLS n. 3/10^)
È stata
assegnata alla quinta Commissione - Riforme – e alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Annunzio di proposte di
provvedimento amministrativo
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo
di iniziativa della Giunta regionale:
“Proposta di
parziale modifica degli indirizzi regionali per la programmazione e la
definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa
della Regione Calabria quinquennio 2017/2018 – 2022/2023 – (deliberazione G.R.
n. 473 del 29.10.2018)” (PPA n. 235/10^)
È stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Presa
d'atto della Decisione della Commissione Europea C (2018) 6608 final del 4 ottobre 2018 di modifica del Programma di
Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria – (deliberazione G.R.
n. 475 del 29.10.2018)” (PPA n. 236/10^)
È stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
“Approvazione
del bilancio consolidato dell’anno 2017 della Regione Calabria – art. 68 del
Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 – (deliberazione G.R. n. 510 del
12.11.2018)” (PPA n. 237/10^)
È stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
“Nota di
aggiornamento del Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR)
per gli anni 2019-2021 (Paragrafo 6 del principio applicato della contabilità
allegato 4.1 e art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118) –
(deliberazione G.R. n. 509 del 12.11.2018)” (PPA n. 238/10^)
È stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - alla
prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - alla
terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – e alla quinta Commissione – Riforme - per il parere, alla
Commissione Speciale di Vigilanza ai sensi dell’art. 34, comma 3, lett. b) e al Consiglio delle Autonomie Locali ai sensi
dell’art. 126 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
(Così resta stabilito)
È stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Bilancio di
previsione 2018-2020. Assestamento e conseguenti variazioni – (deliberazione
U.P. n. 60 del 23.10.2018)” (PPA n. 233/10^)
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo
d'Ufficio:
“Effettuazione
referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di legge n. 138/10^ di
iniziativa del consigliere Ciconte recante:
'Modifiche dei confini territoriali dei comuni di San Pietro Apostolo e
Gimigliano della provincia di Catanzaro'” (PPA n. 232/10^)
“Elezione
del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della
libertà personale” (PPA n. 234/10^).
Parere favorevole su
deliberazione
La terza
Commissione, con nota prot. n. 45026 del 14.11.2018,
ha comunicato che nella seduta del 13 novembre 2018 ha espresso parere al
Decreto del Dirigente del Settore 4 della Giunta regionale n. 11386 del 15
ottobre 2018, recante: 'Legge di stabilità regionale 2018 – L.R. n. 17/92
«Interventi a sostegno degli aeroclubs calabresi»'
(PARERE N.
41)
La Corte
Costituzionale, con sentenza n. 188/2018, dichiara l’illegittimità
costituzionale dell’art. 23, comma 1, lettera a), della legge regionale 23
luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio
rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica) nella parte in cui prevede che il
contributo consortile di bonifica, quanto alle spese afferenti il conseguimento
dei fini istituzionali dei Consorzi, è dovuto 'Indipendentemente dal beneficio
fondiario' invece che 'in presenza del beneficio'.
La Giunta
regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al
bilancio di previsione finanziario 2018-2020:
Deliberazione
Giunta regionale n. 338 del 30.7.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 482 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 483 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 484 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 485 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 486 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 487 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 488 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 489 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 490 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 491 del 29.10.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 504 del 6.11.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 505 del 6.11.2018;
Deliberazione
Giunta regionale n. 506 del 6.11.2018.
Interrogazioni a risposta
immediata
Pasqua - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
nel corso dei mesi appena trascorsi è stata inaugurata la nuova sede del
Centro Protesi Inail di Lamezia Terme;
ad oggi, il
predetto Centro parrebbe non risultare pienamente funzionante nonostante la sua
importanza dal punto di vista sanitario per l’intera utenza regionale -:
lo stato
dell'arte e le prospettive future inerenti il Centro Protesi Inail di Lamezia Terme.
(412;
14.11.2018)
Pasqua - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
in ordine
alla necessità di messa in sicurezza e riapertura della strada provinciale
n.23, tratto Coccorino - Joppolo nel territorio della provincia di Vibo
Valentia, conosciuta come strada del mare. Vista l'importanza della predetta
strada, quale strada di collegamento della fascia costiera Tirreno- Vibonese -:
quali
interventi sono stati intrapresi al fine di assicurarne la riapertura, per
quanto eventualmente di competenza con riguardo alla mitigazione del rischio
idrogeologico.
(413;
14.11.2018)
Interrogazioni a risposta
scritta
Guccione - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
la Calabria nel 2013, dopo quindici anni, è uscita dal commissariamento
in materia di Ambiente e Rifiuti;
dall’insediamento del presidente Mario Oliverio, avvenuta il 10 dicembre
2014, sono state emanate fino ad oggi undici ordinanze contingibili e urgenti
ai sensi dell’articolo 191 d.lgs 152/2006 per il
conferimento dei rifiuti solidi urbani della Regione Calabria. Ordinanze
emanate in “eccezionale e urgente necessità che permettono di derogare alle
norme vigenti” e che in base al decreto legge 80/2008 ha eliminato ogni
possibile incertezza interpretativa perché specifica inequivocabilmente che
nessuna forma speciale di gestione dei rifiuti può legittimamente protrarsi per
più di 18 mesi;
l’ultima in ordine di tempo è l’ordinanza contingibile e urgente n.34
del 15 maggio 2018, emessa dalla Presidenza della Regione Calabria ai sensi
dell’art.191, d.lgs 152/2006 e s.m.i.,
dove sono state imposte disposizioni in ordine alla gestione e al conferimento
dei rifiuti solidi urbani della Regione Calabria;
mancano pochi giorni - precisamente il 15 novembre 2018 - alla scadenza
dell’undicesima ordinanza contingibile urgente numero 34 del 15 maggio 2018;
ad oggi le procedure relative alla ristrutturazione degli impianti
pubblici, previsti nel Piano regionale dei rifiuti, del Polo tecnologico di
Gioia Tauro, degli impianti di Siderno, Rossano, Crotone, Lamezia Terme, Reggio
Calabria e Catanzaro registrano forti ritardi;
il presidente della Regione Calabria si appresterebbe ad emanare la
dodicesima ordinanza contingibile e urgente che di fatto dimostrerebbe che il
commissariamento per i rifiuti è formalmente cessato nel 2013 ma, attraverso le
ordinanze contingibili e urgenti emanate dal presidente Oliverio, di fatto è
proseguito. Questo testimonia il fallimento che in questi quattro anni si è
registrato in merito ai rifiuti solidi urbani della nostra regione, in
contrasto con la temporaneità e la rinnovabilità dei periodi di contingibilità
e urgenza previsti dallo stesso articolo 191 d.lgs. 152/2006;
in data 11-09-2018 con decreto dirigenziale numero 9747 - prenotazione
impegno, è stata bandita una gara per l’affidamento dei servizi del trasporto e
smaltimento rifiuti in impianti extraregionali per 12 mesi complessivi,
ripetibili per altri 12 mesi, ricadenti in due annualità (2018/2019) per una
spesa complessiva di euro 5.500.000,00. Nello specifico si prevede una spesa di
euro 1.773.200,00 per il trasporto e di euro 2.802.800,00 per il servizio di
trattamento in discariche extraregionali;
la procedura
di smaltimento e trasporto dei rifiuti della Calabria in impianti
extraregionali è stata utilizzata numerose volte in questi quattro anni. In
particolare, nei comuni di Massafra (Taranto), Grosseto, Arezzo e in impianti
autorizzati di proprietà del Consorzio Stabile Ambiente Scarl
con sede a L’Aquila. Questa procedura ha impedito l’insorgere dell’emergenza
rifiuti ma ha aggravato enormemente l’esborso economico delle famiglie
calabresi. E ciò senza prevedere una soluzione strutturale che consenta di
risolvere il problema dello smaltimento della frazione residua da trattamento
dei rifiuti (scarto) all’esterno del territorio calabrese -:
a quanto
ammontano le risorse utilizzate dalla Regione e l’aggravio dei costi pro-capite
a famiglia per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti prodotti in Calabria e
smaltiti in impianti extraregionali dal 2015 ad oggi, rispetto a quello che si
otterrebbe smaltendo i rifiuti in Calabria. Inoltre, si intende sapere se il
presidente Oliverio è in procinto di emanare la dodicesima ordinanza
contingibile e urgente che di fatto, dal suo insediamento e attraverso questa
procedura, ha prolungato il commissariamento per i rifiuti che, formalmente per
volontà dal Governo nazionale, è cessato nel 2013.
(405;
30.10.2018)
Guccione - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
la legge regionale numero 35 del 31 dicembre 2015 "Norme per i
servizi di Traporto pubblico locale" disciplina i trasporti pubblici di
passeggeri su strada, per ferrovia, per via navigabile interna e in acque
marine nazionali, svolti in maniera continuativa, relativamente ai servizi di
competenza regionale e locale ai sensi del decreto legislativo 19 novembre
1997, n. 422 (Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e di
compiti in materia di trasporto pubblico locale, a norma dell'articolo 4, comma
4, della legge 15 marzo 1997, n. 59), nei limiti delle competenze non
attribuite allo Stato;
l'obiettivo generale della legge regionale 35/2015 è quello di
sviluppare un sistema di offerta di trasporto pubblico locale rispondente alle
esigenze di mobilità delle persone;
nell'articolo 13 della legge regionale 35/2015 sono previsti una serie
di passaggi, attraverso un cronoprogramma, per il compimento di tutti gli atti
necessari nel rispetto degli obiettivi della legge;
in particolare nell' articolo 13, comma 20 e 21, si fa riferimento alla
costituzione dell'Agenzia regionale reti e mobilità, in forma di società per
azioni. È previsto inoltre che la società di cui al comma 20 è costituita
mediante scissione parziale della Srl Ferrovie della
Calabria per scorporazione del ramo d' azienda relativo alle attività di
gestione e manutenzione delle infrastrutture della rete ferroviaria regionale
non interconnessa trattandosi di attività afferenti a un servizio di interesse
generale necessario per il perseguimento delle finalità istituzionali della
Regione Calabria;
la
costituzione dell'Agenzia regionale reti e mobilità, oltre alle funzioni di cui
sopra, avrebbe prodotto un risparmio di circa 20 milioni di euro all' anno nel
bilancio regionale per l'imposta su Valore aggiunto Iva che la Regione è tenuta
a versare -:
come mai non è stata ancora costituita l'Agenzia regionale reti e
mobilità e quali sono i motivi dei ritardi che si sono registrati nel corso
degli anni, nel mancato rispetto della legge regionale 35/2015 che ha causato
un danno di circa 60 milioni di euro. Milioni che la Regione ha dovuto versare
e che se fosse stata costituita l'Agenzia rete e mobilità (che non è tenuta a
versare l'iva allo Stato), potevano essere risparmiati e reinvestiti nel
settore del Trasporto pubblico locale.
(406;
30.10.2018)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale ed
all'Assessore alla Logistica. Per sapere - premesso che:
è considerata un’opera infrastrutturale strategica per il comprensorio
del tirreno cosentino e per l’intera provincia di Cosenza, importante per incentivare
l’attività economica avio-turistica e lo sviluppo dei servizi essenziali
connessi ad un’area ad alta vocazione turistica e commerciale;
è complementare anche alle esigenze di trasporto manifestate dalla
vicina Basilicata;
è prevista nella tipologia “Aviosuperficie-gestite” dall’ENAC;
è un’opera prevista nel Piano dei Trasporti Regionale, approvato lo
scorso anno, come mini-aeroporto. considerato che: l’opera è ormai ferma da due
anni a causa di vicende giudiziarie che hanno coinvolto la ditta appaltatrice;
in seguito alla vicenda giudiziaria è subentrata alla ditta appaltatrice
in qualità di società di progetto l’”Aeroporto Scalea Srl”,
dichiarata anch'essa fallita con sentenza del Tribunale di Cosenza il 7
febbraio 2018, che si trova ora sotto il controllo dell’amministrazione
giudiziaria;
il Comune di
Scalea con delibera n° 128 del 7.9.2017 ha risolto in danno i contratti di
appalto stipulati rispettivamente con la soc.
Barbieri Costruzioni Srl e Soc.
Aeroporto di Scalea Srl per gravi inadempienze e con
la delibera di giunta 0823/2018 n. 92 ha fatto domanda di ammissione al passivo
-:
quale sia lo stato di realizzazione dell’opera e il cronoprogramma delle
procedure che si intende adottare per completare l’aviosuperficie di Scalea e
affidarne la gestione.
(407;
02.11.2018)
Greco - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con delibere di giunta regionale 449/2016, 52/2017, 526/2017 e 633/2017
venivano pubblicati i regolamenti attuativi della l.r.23/2003 con i quali si
intendeva avviare la riforma del sistema del welfare calabrese;
con sentenze 977/2018 e 978/2018 del Tar Calabria poi confermate con
sentenza 03139/2018 dal Consiglio di Stato, venivano definitivamente annullate
le delibere di Giunta Regionale 449/2016 52/2017 526/2017 e 633/2017 con
conseguente annullamento dei regolamenti, per vizi formali;
in concomitanza alla battuta d’arresto imposta dal Tar Calabria e dal
Consiglio di Stato, sulla riforma del welfare si avviava un percorso di
approfondimento politico scaturito dalla convinzione che la riforma del welfare
di cui ai regolamenti annullati contenesse vizi non solo formali e procedurali
ma anche criticità sostanziali collegate alla sostenibilità economica e
metodologiche. Tale percorso, svolto in concerto tra la giunta e il consiglio
regionale, vedeva diversi passaggi in terza commissione, ordini del giorno e
mozioni in consiglio;
specificamente, ricordiamo le seguenti maggiori criticità collegate ai
precedenti regolamenti: nel regolamento approvato con la d.g.r.
449/2016 venivano previsti nuovi requisiti professionali ed i costi delle
prestazioni sociali passavano da una spesa storica di 26 milioni di euro a 59
milioni di euro. l’incremento delle figure professionali nelle strutture
d’accoglienza veniva stabilito in via del tutto teorica prescindendo da
qualunque valutazione del grado di bisogno dell’utente e, di conseguenza,
dell’intensità assistenziale;
con la delibera di giunta 526/2017 veniva operato un accreditamento
generale di tutte le strutture autorizzate al funzionamento alla data del 30
novembre 2017 senza una preventiva lettura del fabbisogno e senza garanzia di
copertura finanziaria;
sempre con la delibera 526/2017, senza nessuna concertazione preventiva
con il dipartimento salute, veniva trasferito alla sanità un gruppo di
strutture che aveva in essere contratti di lavoro con figure sanitarie;
veniva abrogato l’art. 15 del regolamento attuativo che prevedeva la
possibilità, per la Regione Calabria, di avviare su territorio regionale
servizi sperimentali, principio questo, in palese contrasto con l’art. 34 della
l.r.23/2003;
i precedenti regolamenti attuativi di cui alla d.g.r.
449/2016 e successive facevano riferimento ad una lettura del fabbisogno
regionale risalente al 2009;
il 5 luglio 2018 il percorso di approfondimento politico, si concludeva
con l'approvazione all’unanimità’ in terza Commissione di una mozione unificata
promossa dal sottoscritto e dall’onorevole Gallo e di concerto con l’assessore
regionale alle politiche sociali, contenente le linee guida e di indirizzo cui
la giunta avrebbe dovuto ispirarsi nella stesura dei nuovi regolamenti
attuativi della l.r.23/2003;
le tappe principali da osservare di cui alla citata mozione unificata,
sono: aggiornamento della lettura del fabbisogno, aggiornamento del piano
regionale dei servizi, convocazione del tavolo tecnico consultivo,
programmazione regionale degli interventi alla persona mediante concertazione
di tutti i dipartimenti interessati;
i
cambiamenti culturali, economici nonché delle condizioni demografico-sociologiche
della popolazione ci mettono difronte a rapide evoluzioni della composizione
sociale, registriamo nuove povertà emergenti, un rapido e veloce invecchiamento
della popolazione da una parte e un aumento della durata della vita dall’altro,
flussi migratori sempre più imponenti, assistiamo consapevolmente all’aumento
del disagio sociale tra i giovani dovuto a processi di isolamento,
emarginazione, mancanza di prospettiva, all'aumento delle diagnosi di disturbi
dello spettro autistico e delle disabilità in genere, a nuove forme di
patologie da dipendenza, vedasi le ludopatie tutto
ciò, da un lato, ci impone la necessità di una programmazione degli interventi
alla persona basata su una lettura del fabbisogno il più aggiornata possibile,
ed eterogenea della popolazione, dall’altro lato ci impone di adottare
strategie pluridimensionali in una prospettiva articolata con metodologie
riferite ad ambiti disciplinari differenti, programmare interventi alla persona
che rimangono nel recinto del socio-assistenziale o del socio sanitario non è
più pensabile. in proposito a ciò detto, voglio ricordare la peregrinazione che
sta subendo la legge sull’autismo nella nostra regione, ormai da diverso tempo,
una legge che mira ad attivare percorsi di trattamento specialistici ma che non
riesce a trovare luce semplicemente perché non è inserita in una programmazione
regionale integrata e multidisciplinare. ovvero il semplice inserimento, del
regolamento sulla ludopatia nella legge anti
‘ndrangheta, non costituisce programmazione, di una azione concreta di
contrasto alla sua diffusione e supporto alle vittime -:
1) se, come previsto dall’art.18 l.r.23/2003, il piano regionale dei
livelli essenziali dei servizi alla persona, è stato aggiornato;
2) se si stanno ponendo in essere tutte le attività necessarie per 1’
attuazione di quanto richiesto dall’art. 10 l.r.23/2003 nonché dall’art. 3
della L..328/2000 ‘integrazione socio-sanitaria al fine di realizzare un
sistema di interventi alla persona unico ed integrato evitando sovrapposizioni
di competenze e settorializzazioni di risposte;
3) se in osservanza a quanto stabilito dall’art.8 l.r.23/2003 ‘sistema
dei servizi che impone l’equa distribuzione su territorio regionale dei servizi
alla persona è stata aggiornata la lettura del fabbisogno regionale con
indicazione delle zone carenti di servizi, le zone, con esubero di offerta;
4) se è stato approntato, unitamente alla lettura del fabbisogno ed
all’aggiornamento del piano regionale dei servizi, il piano di conversione delle
strutture;
5) se, in osservanza a quanto disposto dall’art.34 comma 2 della
l.r.23/2003, il 10% del fondo sociale regionale destinato alla realizzazione di
progetti innovativi e sperimentali nonché’ alla formazione degli operatori
pubblici e privati, attualmente è impiegato e se sì per quali progetti ed in
che misura e in base a quale programmazione regionale;
6)se sono stati riavviati, in seguito alle sentenze di annullamento dei
precedenti regolamenti attuativi della l.r.23/2003, i lavori del tavolo tecnico
consultivo per la rielaborazione dei regolamenti attuativi della legge
regionale 23/2003;
7) se per la rielaborazione dei regolamenti attuativi si stanno
osservando le linee guida della mozione unificata approvata in terza
Commissione il 5 luglio 2018;
8) se il dipartimento competente sta procedendo alle autorizzazioni al
funzionamento nel frattempo pervenute o se queste sono, al momento, bloccate e
se si, per quale motivo;
9) se, in questa fase di rielaborazione dei regolamenti, si sta
osservando quanto disposto dall’art.6 della l.r.23/2003 ‘valutazione del
bisogno in base al quale l’intensità’ assistenziale è determinata dalla
valutazione del bisogno al fine di approntare risposte appropriate e
personalizzate.
(408;
05.11.2018)
Pedà - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
notizie diffuse dagli organi di stampa nei giorni scorsi segnalano
l'ennesimo caso di disfunzione - ormai endemica - nell'erogazione delle
prestazioni sanitarie in Calabria: mi riferisco alla " Casa della Salute
di Scilla", nata dalla riorganizzazione dell'ex nosocomio “Scillesi di
America” che, contrariamente alle aspettative ed ai proclami, sta dimostrando
falle gestionali sempre più gravi;
da quanto riportato dai quotidiani locali, da circa tre settimane il
macchinario preposto alla stampa delle immagini radiografiche è fuori uso: a
fronte di tale circostanza gli assistiti possono fruire delle prestazioni
radiologiche solo ed esclusivamente in presenza del radiologo che, leggendo le
immagini a video, le referta immediatamente;
dato atto che tale circostanza costituisce gravissima limitazione alla
fruizione dei servizi sanitari essenziali, integrando gli estremi
dell'interruzione di un Pubblico Servizio;
considerato che, altresì, il rischio che discende da tale ridotta
efficienza del servizio, nell’ipotesi di assenza temporanea dello specialista,
per il caso di situazioni di urgenza che dovrebbero essere quantomeno
affrontate come primo soccorso;
preso atto che tale ritardo nella riparazione di un macchinario
sanitario così importante rappresenta l'ennesimo "caso eclatante" che
i calabresi non possono ulteriormente tollerare e che è l'emblema di una
disfunzione cronica che la Magistratura Contabile ha reiteratamente segnalato
quale piaga e patologia di tutto il Sistema gestionale della Sanità in
Calabria;
considerato che il progressivo ricorso a servizi di apparente
riorganizzazione, per coprire gli squilibri cagionati da una cattiva
programmazione o scelte scellerate e la pessima gestione del rapporto con il
territorio, rappresentano oltre che un danno economico anche e soprattutto una
fonte di rischio inaccettabile per la vita e per la salute dei cittadini;
constatato che di fronte a queste situazioni emerge l'indignazione della
società civile e della classe politica che ha a cuore solo e soltanto la
realizzazione di presidi importanti nel sistema di cure territoriali che,
lavorando in maniera integrata e coordinata con la rete ospedaliera,
rappresentano un punto di riferimento chiaro per il cittadino;
preso atto della responsabilità che il Consiglio regionale assume nella
misura in cui è chiamato a dare ai cittadini risposte adeguate, servizi
definiti e ben organizzati, certezza nell'erogazione dei servizi e nella
fruizione dei diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione,
perché non è vero che la Calabria è terra di nessuno e che in Calabria morire
di malasanità succede e succederà', rilevata la necessità di mantenere alta
l’attenzione della politica sull’attuazione dei LEA in Calabria, garantendo
interventi immediati per mettere fine alle situazioni di disagio subite e
sofferte dai cittadini, ma anche dal personale medico e paramedico che,
lavorando tra mille difficoltà, dimostra attaccamento al lavoro e spirito di
abnegazione;
tutto ciò
premesso e considerato -:
se sono stati programmati interventi per la risoluzione della
problematica denunciata e per l’immediato ripristino della funzionalità dei
macchinari in dotazione al servizio di radiologia della Casa della salute di
Scilla, nonché di essere informato degli interventi che verranno adottati per
risolvere tale situazione - intollerabile - ed il cronoprogramma degli stessi.
(409;
05.11.2018)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il reparto di radiologia dell’ex presidio Scillesi D’America versa in
una situazione di estrema criticità ascrivibile al disfunzionamento
del macchinario relativo alla stampa delle immagini fotografiche;
considerato che: tale situazione arreca notevoli pregiudizi al vasto
bacino d’utenza del nosocomio de quo, nonché l’impossibilità a gestire le
situazioni urgenti, determinando il conseguenziale dirottamento degli utenti
bisognosi al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria;
le
prestazioni non possono essere garantite tutti i giorni -:
quali provvedimenti impellenti si intendono adottare al fine di
risolvere le criticità evidenziate, in una logica volta ad impedire il
depauperamento della struttura sanitaria pubblica di Scilla e a consentire
un’idonea razionalizzazione dei servizi.
(410;
05.11.2018)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il 100% dei comuni calabresi è esposto al rischio idrogeologico, a causa
tra l’altro del mutamento del clima e della strutturale fragilità del territorio;
la Calabria è stata da ultimo flagellata da significativi eventi
metereologici;
ritenuto che: tale situazione è resa ancora più allarmante dal fenomeno
del sovralluvionamento che interessa gran parte dei corsi d’acqua della
Calabria, in particolare nelle aree costiere, in prossimità della foce, in cui
si registrano elevate condizioni di rischio, ascrivibili alla sussistenza
significativa di insediamenti abitativi;
considerato che: il Responsabile della protezione civile della Calabria
ha rappresentato e stigmatizzato l’inattività della Regione in ordine al
mancato utilizzo dei fondi destinati al rispristino dell’officiosità idraulica
dei corsi d’acqua;
atteso che:
tali risorse, sia pur dichiarate insufficienti dal Responsabile della
protezione civile, sono indispensabili in una logica di prevenzione -:
chiarimenti
in merito alle inquietanti dichiarazioni del Dott. Tansi.
(411;
07.11.2018)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il 5 febbraio 2016 si è tenuto un incontro sulla situazione
dell’ospedale Spoke di Castrovillari tra il direttore
generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, Raffaele Mauro, e la
Commissione Sanità del Territorio del Pollino, coordinata dal sindaco di
Castrovillari Domenico Lo Polito, e costituita dal presidente del Consiglio
comunale Piero Vico, dalla delegazione dei primi cittadini di Lungro, Firmo,
Frascineto e Morano Calabro, rispettivamente Giuseppino Santoianni,
Gennarino Russo, Angelo Catapano, Nicolò De Bartolo, dai consiglieri Maria Silella, Ferdinando Laghi, Giuseppe Santagada,
inoltre da Aldo Foscaldi e Pino Angelastro
in rappresentanza delle associazioni. Nel corso dell’incontro venne detto che
“le sale operatorie saranno consegnate entro il 20 febbraio e che nei 40 giorni
successivi verranno collaudate. Inoltre, saranno avviate le procedure
concorsuali per l’assunzione di dirigenti medici e del personale paramedico e
sarà garantita quanto prima la riapertura del reparto di Ortopedia”;
il 23 marzo 2016 la Commissione Sanità del Territorio del Pollino,
presieduta dal sindaco di Castrovillari Domenico Lo Polito, ha incontrato il
Commissario ad acta per il Piano di rientro sanitario Massimo Scura e il
direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro. Si è discusso del potenziamento
dei servizi dell’ospedale Spoke di Castrovillari e
della necessità di potenziare il personale;
nella relazione di Consulenza tecnica per le operazioni necessarie e
propedeutiche per il collaudo e la messa in esercizio delle sale operatorie del
Presidio Ospedaliero di Castrovillari - voluta dall’Asp di Cosenza che ha
incaricato il dott. ing. Domenico Braile - emergono
elementi gravi che non permettono l’entrata in esercizio delle sale operatorie,
costate circa cinque milioni di euro, inaugurate più volte dal 2012 ad oggi, ma
mai entrate in funzione;
nella relazione è scritto testualmente: “E evidente che l’intero appalto
non è stato gestito secondo i canoni e la normativa vigente in tema di Appalti
Pubblici. Già la valutazione iniziale della proposta progettuale non è stata
accurata dal punto di vista tecnico, visto che la progettazione “definitiva”
presentava alcune carenze (vedi la mancanza di pavimenti conduttivi nelle sale
operatorie ma presenza dell’impianto di protossido di azoto nei gas medicali;
pareti non schermate ai raggi-X;
sala operatoria ortopedica con sistema di condizionamento aria del tipo
non lineare;
ecc.), puntualmente emerse nelle fasi successive a cui si è dovuto in
parte far fronte e in parte ancora provvedere. Il progetto non era completo
anche nella parte riguardante la prevenzione incendi e che seppur necessario,
l’Ente non ne ha preteso la redazione e con l’ausilio dell’Impresa, effettuato
l’iter per l’ottenimento prima del parere da parte del Comando dei VV.F. di
competenza e poi della variazione al CPI esistente dell’intero stabile, nel
rispetto delle norme del Ministero degli Interni in materia di opere sanitarie
e ospedali”;
sempre nella stessa relazione si afferma: “Il progetto quindi non è
stato reso cantierabile e non è stato validato come la norma prevedeva anche in
termini di dichiarazione di disponibilità delle aree di cantiere, tant’è che
sono stati consegnati i lavori all’impresa appaltatrice ma risultavano non
disponibili prima tutti i locali oggetto di intervento e poi alcuni. Ciò ha
portato l’impresa a chiedere conto di tali ritardi con le riserve avanzate e
contabilizzate e poi riconosciute al 50 per cento”;
dalla relazione emerge anche che “Non si è dato corso alla nomina del
Collaudatore Tecnico Amministrativo in Corso d’Opera già nella fase di inizio
lavori, quanto invece la norma prevedeva e prevede per il tipo di appalto in
questione, la presenza del collaudatore per ovvi motivi tecnici e di
contabilità (D.Lgs. 163/2006
art. 141 c. 7, lettera b). Tale nomina è stata effettuata nell’anno 2017 cioè
dopo che i lavori si ritenevano conclusi”;
all’interno della relazione si specifica che “Risultano durante la
conduzione dei lavori, variazioni tecniche ed economiche importanti al progetto
iniziale, senza che vi sia stata una progettazione esecutiva fortemente spinta,
vista l’appalto a corpo;
senza la stesura di un nuovo contratto, senza il concordamento dei nuovi
prezzi. Anche alcune approvazioni non vi risultano agli atti”;
si legge ancora nella relazione: “È da evidenziare inoltre che le opere
sono state accertate e dichiarate ultimate conformemente al progetto anche se
proprio così non è stato, visto le carenze dell’opera evidenziate dal
sottoscritto e da altri colleghi tecnici che hanno svolto compiti ad altro titolo”;
in risposta
all’interrogazione a risposta scritta n.400/10 sul rilancio dell’ospedale Spoke di Castrovillari, il presidente della Regione Mario
Oliverio ha precisato che “non si potrà procedere all’attivazione delle Sale
Operatorie stante la mancanza della progettazione della Centrale gas medicali,
del Gruppo elettrogeno e i lavori correlati all’attuazione delle Sale
Operatorie da parte degli operatori quali spogliatoi e bagni. Queste opere, che
non sono state previste dalla progettazione della prima fase, vanno finanziate,
progettate e appaltate con gara. Pertanto, in questa fase, non si potrà
procedere al Collaudo, all’Accreditamento e all’utilizzo delle Sale operatorie
se non dopo il periodo necessario per realizzare quando su dettagliatamente evidenziato”.
Bisogna però riscontrare che la situazione appare molto più grave di quella
evidenziata dalla risposta del presidente Oliverio -:
quali
iniziative urgenti intende adottare anche attraverso un’indagine amministrativa
interna a cura del Dipartimento Salute della Regione Calabria per accertare i
fatti che hanno portato a questa grave situazione. Sono stati spesi circa
cinque milioni di euro per quattro sale operatorie: i lavori risultano
conclusi, ma il blocco operatorio non può entrare in esercizio perché non è
collaudabile. Chiedo, dunque, come si intende procedere per l’apertura delle
quattro sale operatorie stabilendo un cronoprogramma preciso dei tempi
necessari per renderle funzionanti e, inoltre, gli interventi necessari per
attivare i 226 posti letto per acuti previsti dal decreto commissariale della
rete ospedaliera calabrese, rispetto agli attuali 93 posti letto. La salute è
un diritto costituzionale e non può essere affrontata in modo ragionieristico,
anche perché rischierebbero di venire meno i requisiti minimi strutturali
tecnologici e organizzativi per le attività ospedaliere (leggi regionali
24/2008 e 81/2016).
(414;
15.11.2018)
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
l’art. 2 dello Statuto riconosce "il sostegno della famiglia, orientando
a tal fine le politiche sociali, economiche e finanziarie e di organizzazione
dei servizi”. la legge n. 134/78 sancisce:
a) all’art. 1 che "Lo Stato (...), riconosce il valore sociale
della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio, L'interruzione
volontaria della gravidanza, (...), non è mezzo per il controllo delle nascite.
(..) le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e
competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio - sanitari, nonché altre
iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della
limitazione delle nascite.";
b) all’art. 2 che i "consultori familiari (...), assistono la donna
in stato di gravidanza (...) informandola sui diritti a lei spettanti in base
alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e
assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio,”
c)all’art. 5 che il "consultorio e la struttura socio-sanitaria, (..)
hanno il compito in ogni caso, e specialmente quando la richiesta di
interruzione della gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni
economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, dì esaminare
con la donna (...), le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a
rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della
gravidanza". Considerato che: appare necessario nel 40° anniversario
dall'emanazione della Legge n. 194/78 approfondire con un'attenta analisi
sociologica gli effetti dell'applicazione delia Legge suddetta ed in particolare:
a)mentre l'approvazione della Legge aveva come obiettivo la legalizzazione
dell'aborto in alcuni casi estremi (violenza carnale, gravi malformazioni del
nascituro e rischio della salute della madre) e di contrastare il ricorso
all’aborto clandestino il risultato è che si è incrementato il numero degli
aborti e non si è debellato l'aborto clandestino;
b) nell'applicazione della Legge viene resa complicata l'opera dei
volontari dei movimenti per la vita (art. 2) che vorrebbero informare le donne sui
servizi sociali e sanitari presenti nel territorio, sui diritti a loro
spettanti e sulle possibili alternative all'aborto;
c) le interruzioni di gravidanza effettuate dal 1978 ad oggi sono circa
6 milioni ed in questo dato non sono computati i dati di quelli effettuati con
pillole abortive che, da quando disponibili, hanno anche falsato i dati, degli
ultimi anni, del numero di aborti chirurgici, facendo risultare un calo, che
nella pratica non esiste;
d) la diagnosi prenatale può portare la donna ad abortire per presunte
malformazioni del feto che, se esistenti, spesso possono essere curate ma della
cui possibilità di cura la donna non è informata;
e) l'obiezione di coscienza riconosciuta al personale sanitario ed
ausiliario dall’art. 9 non impedisce il ricorso alle pratiche di interruzione
di gravidanza;
f) la diffusione della pillola abortiva RU 486 veicola il messaggio
dell'aborto facile e rischia di impedire di fatto quel supporto, previsto dagli
articoli art. 2 e 5 della Legge, che dovrebbe aiutare le donne a superare gli
ostacoli di ordine sociale o economico che le portano ad interrompere la
gravidanza. La sopra citata L. 194 prevede, agli artt. 2 e 5, che la donna sia
debitamente informata, messa in grado di esercitare i suoi diritti e aiutata a superare
te cause che la inducono ad abortire;
la medesima legge, all’art. 14, dichiara "il medico che esegue
l'interruzione delia gravidanza è tenuto a fornire alla donna le informazioni e
le indicazioni sulla regolazione delle nascite, nonché a renderla partecipe dei
procedimenti abortivi, che devono essere attuati in modo da rispettare la
dignità personale della donna" e che i danni potenzialmente derivanti
dalle procedure abortive sono gravi sul piano fisico, psichico sia per la madre
che per il figlio;
dalle relazioni del Ministero della Salute del 2017 si evince che “molte
Regioni stanno ancora aggiornando i loro sistemi di raccolta dati per poter
riportare ulteriore informazione in maniera completa per poter procedere ad
un’analisi più articolata, a livello nazionale, su tutte le possibili
complicanze” deducendosene perciò la sottostima dei dati relativi alle
complicanze da interventi abortivi raccolti nel corrispondente arco temporale;
impegna la
Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria a sostenere, anche
finanziariamente, tutti quegli strumenti ed iniziative, anche provenienti dal
mondo dell’associazionismo e del volontariato, che permettano l’effettiva
applicazione della legge n.194/78 nella parte in cui prevede che le strutture
dei consultori effettuino quell’attività di informazione, sia attraverso moduli
di consenso informato che mediante campagne di sensibilizzazione e
pubblicitarie, nei confronti delle donne, tesa al superamento delle motivazioni
di ordine sociale ed economico che le portino a decidere di interrompere la
gravidanza.
(130;
25.10.2017) Orsomarso
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
vista la
gravità degli ultimi avvenimenti climatici accaduti sul territorio regionale e
che hanno portato alla tragedia del torrente del Raganello;
considerato
che i recenti disastri alluvionali che hanno colpito duramente la Calabria,
mettendo a rischio l’incolumità della popolazione e determinando gravi danni al
patrimonio delle famiglie, alle imprese (agricole, artigiane, commerciali), al
sistema delle infrastrutture e del territorio, dimostrano ancora una volta
quanto sia urgente e indifferibile intervenire sia per la messa in sicurezza
del territorio per una efficace organizzazione della prevenzione;
visti la
Legge Regionale n. 9 dell’11.05.2007 - collegato alla manovra finanziaria
regionale per l'anno 2007 - che all'art. 4 ha disposto la soppressione e la
messa in liquidazione dell'Azienda Foresta della Regione Calabria (AFOR);
l'art. 1,
comma 1, della Legge Regionale n. 25 del 16.05.2013, che istituisce l'Azienda
regionale per la forestazione e le politiche per la montagna - Azienda Calabria
Verde - ente strumentale della Regione Calabria;
l'art. 4,
comma 1, lettera d) della predetta L. R. n. 25/2013, il quale prevede che
l'Azienda Calabria Verde esercita le attività di servizio di monitoraggio e
sorveglianza idraulica della rete idrografica calabrese, da svolgersi a tempo
pieno, con l’ausilio del personale di cui alla legge regionale 28 dicembre
2009, n.52 (modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2009, n.
31 «norme per il reclutamento del personale- presidi idraulici»);
la
deliberazione Giunta regionale 11 settembre 2013, n. 301 le predette attività
sono disciplinate secondo un modello organizzativo dei Presidi Territoriali
Idrogeologici ed Idraulici (PTII) ispirato a livelli crescenti di efficienza ed
efficacia, in funzione della disponibilità di risorse umane e finanziarie;
la
deliberazione Giunta regionale 15 novembre 2017, n. 535 con la quale è stata
adottata la Direttiva "Sistema di allertamento regionale per il rischio
meteo- idrogeologico ed idraulico in Calabria";
considerato
che le conseguenze nefaste di tali fenomeni alluvionali potrebbero essere
mitigate da un più efficace funzionamento dell’organizzazione del sistema di
sorveglianza idraulica;
rilevata
l’opportunità di dotare i preposti uffici regionali che si occupano di
prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico delle risorse umane
organizzative e strumentali adeguate, valorizzando gli attori che nel corso
degli anni hanno maturato e manifestato capacità e competenze in materia di
difesa del suolo. Ciò, in particolare, nell’ambito delle esperienze maturate
nell’attività di messa in sicurezza del territorio il servizio di monitoraggio
e sorveglianza della rete idrografica regionale nata dal regio decreto n°523
del 25 luglio 1904 che all’articolo 33 istituisce il sevizio di sorveglianza
idraulica anche ai fini dell’espletamento del servizio di polizia idraulica
inteso come un insieme di regole o norme di comportamento da osservare in
prossimità degli alvei e del demanio idrico in genere e sull’utilizzo di questi
da parte di terzi;
preso atto
delle dichiarazioni del Capo della Protezione Civile della Calabria che a nome
del Governo regionale, nei giorni successivi alla tragedia del torrente Raganello, ha manifestato la necessità e l’urgenza di
creare delle strutture di coordinamento per la prevenzione del rischio
idrogeologico ed un servizio di piena e allerta coordinato con gli enti locali;
rilevata la
necessità di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono il pieno svolgimento
delle attività del servizio di Vigilanza e Sorveglianza idraulica, poiché tale
situazione rischia di procurare gravi danni a persone e a cose e dato atto che
il Servizio non può essere espletato in conformità alle leggi vigenti in
materia, per una non adeguata capacità tecnica-organizzativa dell’Azienda
Calabria Verde;
visto che
secondo l’art. 2 della L. n. 35 "L'autorità di Bacino opera <...al fine
di perseguire l'unitario governo dei bacini idrografici, indirizza, coordina e
controlla le attività conoscitive di pianificazione, di programmazione e di
attuazione inerenti ai bacini idrografici di propria competenza.
considerato
che tali servizi, risulterebbero adeguata e compiuta collocazione nella
"Autorità di bacino Regionale", l'unico e solo Ente preposto e a
gestire tali attività, per come è attuato nelle altre Regioni italiane. Tutto
ciò premesso e considerato
impegna la
Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria a prevedere sul prossimo
bilancio regionale stanziamenti adeguati a finanziare un programma
straordinario coordinato con gli interventi statali e comunitari, finalizzato:
a garantire un servizio di sorveglianza e monitoraggio del reticolo idrografico
regionale con poteri di servizio di piena e allerta nonché poteri di polizia
idraulica;
alla conversione del contratto di lavoro dei dipendenti della
sorveglianza idraulica da natura privatistica a pubblica, collocandoli
nell’ambito dell’organico di "Autorità di bacino Regionale”, in modo da
porre in essere una seria attività di prevenzione del rischio idrogeologico
attraverso il monitoraggio continuo dei corsi d’acqua con servizio di piena e
allerta inglobando tale servizio in ambiti di protezione civile;
al sostegno delle famiglie, delle imprese, delle Amministrazioni locali
delle aree più colpite, affinché siano ripristinate le strutture e i servizi
collettivi più urgenti;
(131;
25.10.2018) Pedà
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
il Ministro
della Salute, di concerto con il Ministro per gli affari regionali, il turismo
e lo sport ha emanato il D.M del 24 Aprile 2013 (pubblicato sulla G.U. n.169
del 20-7-2013) recante la "Disciplina della certificazione dell'attività
sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l'utilizzo
di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salva
vita" Che nel D.M sono contenute e previste le linee guida per
l'effettuazione di controlli sanitari su coloro che praticano attività sportive
e per la dotazione e l'impiego, da parte delle società sportive, sia
professionistiche sia dilettantistiche, di defibrillatori semiautomatici e di
eventuali altri dispositivi salvavita. Che con il successivo Decreto Ministero
della Salute del 26 giugno 2017 (pubblicato sulla G.U. n. 149 del 28.06.2017),
- emanato per le associazioni sportive dilettantistiche- è stato imposto
l'obbligo di dotazione ed impiego dei detti defribillatori
semiautomatici da parte delle società sportive dilettantistiche e all'art. 2 si
è espressamente stabilito : "Nel caso di cui all'art. 1, le associazioni e
le società sportive dilettantistiche hanno l'obbligo di accertare, prima
dell'inizio delle gare e per il tramite dei propri referenti all'uopo
incaricati, la presenza del defibrillatore all'Interno dell'impianto sportivo,
la regolare manutenzione ed il funzionamento dello stesso, nel rispetto delle
modalità indicate dalle linee guide di cui all'allegato E del decreto
ministeriale del 24 aprile 2013; omissis-";
Che il
mancato utilizzo dei defibrillatori, sia per le associazioni agonistiche che
per quelle amatoriali- determina l'impossibilità di svolgere le attività
stesse”, Che il CONI, con circolare del 4 luglio 2017, diramata ai Presidenti
delle Federazioni Sportive Nazionali, delle Discipline Sportive Associate e
degli Enti di Promozione Sportiva, ha di fatto ribadito le modalità e l'obbligo
per le società sportive dilettantistiche spiegando in termini più concreti gli
adempimenti da eseguirsi. Che nelle disposizioni normative si è perseguito il
fine di salvaguardare la salute dei cittadini che praticano un'attività
sportiva non agonistica o amatoriale, disponendo garanzie sanitarie mediante
l'obbligo di idonea certificazione medica, nonché prevedendo l'obbligo di
dotazione e di impiego di defibrillatori semiautomatici e di dispositivi
salvavita. A tal proposito è appena il caso di ricordare che la Costituzione è
fonte dell’Ordinamento Sportivo. È infatti l’Ordinamento Statale che riconosce
l'autonomia dell'Ordinamento Sportivo attraverso la Legge n. 280/2003, pur
inquadrandola entro determinati limiti. Lo Stato, quindi, pur non potendosi
intromettere nell’Ordinamento Sportivo, non ha mai rinunciato e mai rinuncerà
ad intromettersi nei fatti legati allo Sport, qualora dall'esercizio dell'attività
sportiva, si verifichino situazioni che assumono rilevanza "anche"
per l'Ordinamento Statale. Lo Stato, quindi, ha tutto il potere e la forza per
imporre il Decreto Ministeriale 26 giugno 2017 all'Ordinamento Sportivo, il
quale è tenuto a recepire il contenuto ed a farlo proprio. E d'altronde va
ricordato che allo Sport Nazionale, nella sua accezione più lata ed
istituzionale, sovrintende il CONI, ente di diritto pubblico, sottoposto a
controllo ministeriale e regolato dal decreto legislativo 242/1999 e ss.mm. il
CONI è quindi pienamente inserito a tutti gli effetti nell'Ordinamento Statale,
a cui è soggetto. Non solo, ma l'art. 2.2 dello Statuto del CONI dispone che
“Il CONI detta I principi fondamentali per la disciplina delle attività sportive
e per la tutela della salute degli atleti...". Che nella Regione Calabria
si sta assistendo inerti, non solo ad una mancata ed assoluta inosservanza
delle disposizioni di cui ai D.M del 24 aprile 2013 e del 26 giugno 2017, ma
soprattutto si sta registrando che molte associazioni sportive dilettantistiche
presenti sul territorio, non sono dotate degli strumenti di cui ai D.M del 24
aprile 2013 e del 26 giugno 2017 o, seppur dotate, non utilizzano gli strumenti
salvavita così come imposto dalla Legge. Che si deve garantire il diritto alla
salute quale principio costituzionalmente sancito al fine di consentire una
migliore tutela per tutti coloro che aderiscono ad associazioni sportive
dilettantistiche e amatoriali. Che la politica ha il dovere di intervenire al
fine di fare in modo che le disposizioni di cui ai D.M del 24 aprile 2013 e del
26 giugno 2017 possano trovare, su tutto il territorio regionale, ampia e
concreta attuazione, pena l'impossibilità di svolgere attività sportive con
modalità competitive ed attività agonistiche di prestazioni disciplinate dagli
enti di promozione sportiva, nonché durante le gare organizzate da altre
società dilettantistiche così come previsto dai citati D.M.- Per tutto quanto
sopra evidenziato,
impegna la
Giunta regionale
ed il
Presidente della Regione Calabria, on.le
Mario Oliverio, affinché si ponga immediatamente rimedio a tale situazione e
soprattutto si pongano in essere tutte le misure necessarie affinché le
diposizioni di cui ai D.M del 24 aprile 2013 e del 26 giugno 2017, possono
trovare sul territorio regionale concreta attuazione.
(132;
25.10.2018) Aieta
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
diventano sempre più insistenti e confermate da esponenti istituzionali
le notizie relative alla decisione del nuovo direttore di Trenitalia di
procedere, a breve, alla chiusura dell’officina della Stazione ferroviaria di
Paola;
rilevato che l’officina vanta cento anni di servizio, è l’unico impianto
del genere aperto sulla direttrice Reggio Calabria-Napoli ed è situata in uno
snodo sede di carro soccorso, baricentrico per Cosenza e Sibari, nonché di
transito obbligato per Reggio Calabria e Roma;
considerato che la decisione pare essere stata preparata negli ultimi
anni attraverso una politica aziendale di disinvestimenti rispetto alla
struttura in questione e alle relative risorse umane;
stante che si registrano assunzioni nelle officine delle stazioni di
Reggio Calabria e Catanzaro, a fronte di una palese volontà di smantellamento
del plesso di Paola, tanto che da tempo non si procede alla manutenzione
ordinaria e straordinaria dei capannoni e del capannone a treno, con evidente
nocumento potenziale anche in ordine alla sicurezza dei lavoratori;
considerato
il contratto di servizio in vigore fra Regione Calabria e Trenitalia S.p.A.;
tutto ciò
premesso;
impegna la
Giunta regionale
ed il
Presidente della Regione Calabria a porre in atto tutte le iniziative
necessarie e a esplorare tutte le possibilità utilmente percorribili per
evitare la chiusura in oggetto, avviando una interlocuzione immediata con
Trenitalia S.p.A.
(133;
05.11.2018) Bevacqua
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
non di rado, purtroppo, si è verificato il blocco del sistema delle
prenotazioni delle visite mediche da effettuare presso le strutture sanitare
calabresi, dovuto alle cause più diverse e disparate;
che, simili ritardi ingenerano sfiducia e disagi nell'intera popolazione
soprattutto riguardo alla tutela del bene vita - salute, con notevoli ricadute
anche sul piano dell’efficienza del sistema sanitario regionale;
considerato che neppure la previsione di apposite linee dedicate (numero
verde) unitamente alla dislocazione delle sedi presso cui poter effettuare le
prenotazioni ed il relativo pagamento del ticket sanitario (a titolo
esemplificativo... “poliambulatori e parafarmacie” ) parrebbe aver risolto il
problema di lunghissime ed interminabili file di persone sofferenti (o di
persone con cari versanti in simili situazioni) in attesa soltanto di poter
"prenotare una visita per ricevere delle cure mediche”;
che, nell'era del digitale, anche considerata la rilevanza e la
strategia dell'innovazione tecnologica per le Regioni in via di sviluppo come
la Calabria, l’istituzione di un sistema telematico dotato di apposite
applicazioni anche per smartphones e tablets, capace di assicurare non soltanto la mera
prenotazione della visita medica, bensì anche e soprattutto, il pagamento del
ticket sanitario in modalità ori line, consentirebbe a migliaia di cittadini di
evitare lunghe e dispendiose file non soltanto in termini di tempo;
che, la riduzione dei tempi di attesa per le prenotazioni ed il relativo
pagamento del ticket apparirebbe in grado di soddisfare esigenze che risultano
orami essere, non più defettibili e/o procrastinabili;
le chiedo di voler inserire la presente mozione all'ordine del giorno
della prima seduta utile di Consiglio Regionale affinché lo stesso
impegna la
Giunta regionale
a voler
verificare l'opportunità di attivarsi nella direzione e con le modalità che
riterrà più opportune al fine di risolvere la problematica sopra indicata.
(134;
13.11.2018) Pasqua
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
la società Trenitalia S.p.A. offre il servizio ferroviario (Frecciargento) di collegamento Reggio Calabria — Roma con
partenza da Reggio Calabria Centrale alle ore 6:43 e arrivo a Roma Termini alle
ore 11:35;
l'orario di arrivo a Roma alle ore 11:35 risulta essere poco consono per
quella fascia di utenza che deve raggiungere la Capitale alle prime ore della
giornata;
risulterebbe opportuno, oltremodo, immaginare l'orario di arrivo del
treno veloce (frecciargento) alle ore 08,30- 9.00 del
mattino, in quanto per raggiungere, attualmente, la Capitale in "orario
d'ufficio" occorre prendere il volo delle 06.25 ovvero giungervi il giorno
prima con ingenti ricadute in termini di costi e disagi;
il predetto servizio è utilizzato anche da una larga fascia di utenti
che risiedono nel territorio della provincia di Vibo Valentia, i quali per
poterne usufruire devono recarsi nelle stazioni di Rosarno o Lamezia Terme.
Tutto ciò premesso le chiedo di voler inserire la presente mozione all’ordine
del giorno della prima seduta utile di Consiglio Regionale affinché lo stesso
impegna la
Giunta regionale
ed il
Presidente della Regione Calabria ad attivarsi affinché venga, per le necessità
esplicate sopra, anticipato l'orario di partenza ed al contempo prevedere per
il predetto servizio apposita fermata presso la stazione ferroviaria denominata
Vibo Valentia -Pizzo.
(135;
14.11.2018) Pasqua
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
nelle scorse settimane quattro delle cinque province calabresi sono
state interessate dal maltempo, ed a titolo esemplificativo i Comuni di Lamezia
Terme, Pianopoli, Feroleto, San Pietro Lametino, Curinga, Sellia Marina, San
Vito, Botricello, Davoli per quanto concerne il catanzarese;
Ciro Marina, Torretta di Crucoli, Strangoli, Crotone, Melissa, Isola
Capo Rizzuto e Cutro per il crotonese;
Monterosso, Polla, San Nicola da Crissa, Filadelfia, Vallelonga,
Simbario, Serra San Bruno e Pizzoni nel vibonese;
Palmi, Seminara, Oppido Mamertina, Montebello Jonico, Gioia Tauro,
Taurianova Siderno e Reggio Calabria nel reggino. tale fenomeno atmosferico ha
causato vittime nonché ingenti danni e numerosi disagi alla popolazione che
risiede nei predetti Comuni;
le vittime nonché i danni causati dal maltempo, generalmente, non sono
da attribuire solo ed esclusivamente al predetto fenomeno atmosferico, ma
spesso derivano anche dalla mancanza di manutenzione ordinaria e straordinaria
sul territorio. Tutto ciò premesso Le chiedo di voler inserire con la massima
urgenza nella prossima seduta di Consiglio Regionale la presente mozione,
affinché si
impegna la Giunta regionale
ed il
Presidente della Regione Calabria ad adottare i provvedimenti necessari volti a
prevenire e limitare il dissesto idrogeologico e scongiurare fenomeni come
quelli sopra citati.
(136;
14.11.2018) Pasqua
Gallo,
Sergio - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria, nell’ambito delle politiche messe in atto dall’Unione
Europea, dal Governo e dal Parlamento, ha promosso misure di contrasto alla
crisi occupazionale promuovendo iniziative a favore dei lavoratori espulsi dai
processi produttivi percettori di ammortizzatori sociali in deroga e di
lavoratori disoccupati;
a tal fine, in data 30 giugno 2016 la Regione Calabria ha sottoscritto
un Accordo con il Miur-Ufficio scolastico regionale
per la Calabria, a seguito del quale con DDG n. 8859 del 28 luglio 2016 Settore
6 - Mercato del lavoro, Servizi per l’impiego, Politiche attive e passive,
Ammortizzatori sociali - della Regione Calabria;
, per come modificata da DDG n. 10463 del 2 settembre 2016, è stata
approvata una manifestazione di interesse per la selezione di massimo 600
soggetti disoccupati o disoccupati in possesso dello status di percettori di
ammortizzatori sociali in deroga;
dei 600 selezionati 150 sono stati ammessi a tirocini formativi e di
orientamento, 450 a percorsi formativi professionalizzanti, in entrambi i casi
con formazione on the job negli istituti scolastici calabresi firmatari di
apposita convenzione;
la durata dei percorsi formativi, a seguito di ripetute e successive
modifiche, è stata determinata in dieci mesi al netto dei periodi di
interruzione programmata dell’attività e/o di festività ufficialmente
riconosciute nel calendario didattico;
per tutti i tirocini avviati entro la data del 23.10.2017 la data di
fine del percorso formativo è stata da ultimo ridefinita e fissata al
22.11.2018, come da nota prot. 355747 del 22.10.2018
del Settore 6 - Mercato del lavoro, Servizi per l’impiego, Politiche attive e
passive, Ammortizzatori sociali - della Regione Calabria;
in mancanza di idonee soluzioni, a far data dalla prossima scadenza dei
tirocini in corso, il patrimonio di conoscenze e professionalità maturato ed
acquisito nel tempo andrà inevitabilmente disperso, con pesanti ricadute sia
sui livelli occupazionali sia sulla funzionalità degli uffici interessati;
detti lavoratori si sono subito mostrati indispensabili per l’apertura
ed il funzionamento delle sedi scolastiche alle quali sono stati assegnati,
arricchendo un già solido patrimonio di conoscenze e professionalità del quale
difficilmente si potrà fare a meno, anche in ragione della carenza di personale
e dei continui pensionamenti non seguiti da nuove assunzioni;
tanto
premesso, interpellano il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:
se il Governo regionale sia a conoscenza della situazione;
se la Giunta regionale ritenga utile ed opportuno sostenere, in
applicazione della normativa vigente, l’assunzione dei tirocinanti attraverso
il ricorso alle liste dei disoccupati iscritti ai Centri per l’impiego o altre
procedure e forme contrattuali ammissibili, o quantomeno favorire e prevedere
un prolungamento dei tirocini in atto;
se e come si intenda promuovere fin da ora, con il Miur
ed il Governo, un tavolo di concertazione per valutare di concerto con lo
stesso le iniziative da assumere per un eventuale, futuro impiego degli odierni
tirocinanti in maniera stabile a garanzia dell’efficace funzionamento degli
enti e sedi presso i quali gli stessi svolgono già oggi le proprie attività.
(24;
05.11.2018)
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
l'Agenzia della Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura
(ARCEA) ha bandito un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura
a tempo indeterminato di profili vari nelle categorie professionali D1 e C1 per
n. 12 posti presso l'Agenzia stessa con sede in Catanzaro, pubblicandolo in
data 09/08/2018 sul suo portale istituzionale;
l'art. 2 lett. h), CATEGORIA C1 Area Tecnica
del bando elenca nominativamente i titoli di studio di istruzione secondaria
superiore ammessi a partecipare alla selezione e precisamente i seguenti:
"Perito agrario, Geometra, Perito informatico/Perito industriale
informatico;
per il settore agrario è indicato esclusivamente il titolo di
"Perito agrario" mentre in realtà ne esistono due distinti, il
secondo dei quali rappresentato dal titolo di "Agrotecnico",
circostanza peraltro ampiamente nota ad ARCEA in relazione a segnalazioni,
problematiche e conflitti sorti in passato fra i soggetti appartenenti alla
categoria degli Agrotecnici e l'Agenzia;
la gravità del comportamento di ARCEA, che sembra palesarsi come
discriminatorio ed antigiuridico, ha indotto il Collegio Nazionale degli
Agrotecnici e degli Agrotecnici ad intervenire (con nota del 7 settembre 2018
prot.n. 3749} richiedendo ad ARCEA l'integrazione del bando con l'espressa
indicazione dell'unico altro titolo del settore agrario {quello di
"Agrotecnico") per legge equipollente a quello di "perito
agrario", invece espressamente indicato;
in risposta ARCEA, con nota prot. n. 6035 del
11/09/2018 pubblicata nel proprio sito istituzionale, si è limitata ad
affermare che al concorso "sono ammesse per legge le equivalenze e le
equipollenze continuando ad omettere l'espressa indicazione del titolo di
studio di "agrotecnico";
in sostanza quindi ARCEA ha continuato nel comportamento antigiuridico
della disciplina dei concorsi pubblici, omettendo uno specifico titolo di
studio, ed invece nominativamente indicandone un altro, in modo da
oggettivamente favorire la partecipazione di chi vede il proprio titolo
espressamente indicato (i "Periti agrari ") e disincentivare la
partecipazione di chi. possiede l'altro titolo (gli "Agrotecnici dato che
i possessori di un titolo di studio non possono conoscere le equipollenze con
gli altri titoli, essendo la materia complessa ed afferente il diritto,
risultando comunque incomprensibile la ragione impeditiva all'espressa
indicazione del titolo di studio "Agrotecnico" essendo questo l’unico
altro esistente nel settore agrario;
in questo modo ARCEA ottiene di rispettare formalmente la legge eppure
sostanzialmente aggirando ì principi di imparzialità, parità di trattamento,
trasparenza, efficacia ed efficienza cui è tenuta la Pubblica Amministrazione;
peraltro non
si comprende quale sia la ragione e ciò al netto dell'eventuale, possibile
maggior numero di equipollenze esistenti in altri indirizzi, diversi da quello
agrario -:
se la Giunta regionale sia a conoscenza dei fatti esposti;
se ritenga di intervenire perché il bando in argomento venga modificato
nel senso di esplicitare tutti i titoli di studio che hanno diritto alla partecipazione
concorsuale, ed in particolare quello di "agrotecnico", e cosi
garantire la massima partecipazione, anche nell'interesse della stessa
Amministrazione.
(394;
20.09.2018)
Risposta: “In riferimento
all’interrogazione in oggetto, si specifica quanto segue:
Con decreto
n. 202 del 8 agosto 2018 Arcea approvava e pubblicava il bando di selezione per
l’assunzione a tempo pieno ed indeterminato di n. 12 unità;
Il 14
settembre 2018, con nota protocollo n. 308073/SIAR, il Dipartimento Agricoltura
e Risorse Agroalimentari comunicava il parere della Struttura di Controllo
ARCEA con cui veniva evidenziato che fa procedura concorsuale avviata avrebbe
necessitato della obbligatoria e preventiva autorizzazione di cui al comma 5
dell’art. 2 della L.R. n. 11 del 27 aprile 2015 che, a tal riguardo prevede “A
partire dall’entrata in vigore dalla presente legge, l'adozione di
provvedimenti che, pur rispettando i limiti di cui alla lettera a) del comma 1,
comportino nuova spesa di personale a qualunque titolo, deve essere
preventivamente autorizzata dalla Giunta regionale.”
Con
disposizione ribadita anche dal comma 2 dell’art. 6 della L.R. n. 43 del
27/12/2016 che dispone “A partire dall'entrata in vigore dalla presente legge,
l’adozione di provvedimenti che, pur rispettando i limiti di cui alla lettera
a) del comma 1, comportino nuova spesa per il personale a qualunque titolo,
deve essere preventivamente autorizzata dalla Giunta regionale.”
Con Decreto
n. 223 del 21 settembre 2018 il Direttore ARCEA provvedeva alla sospensione
temporanea della procedura concorsuale di cui al Decreto n. 202 del 8 agosto
2018.
Da ultimo,
con Decreto n. 251 del 17 ottobre 2018 il Direttore ARCEA procedeva alla revoca
della procedura concorsuale di cui al decreto n. 202 del 8 agosto 2018. Pertanto,
alla luce di quanto esposto si ritiene che la questione oggetto
dell’interrogazione sia da ritenersi assorbita e superata.”
Gerardo
Mario Oliverio (Presidente della Giunta regionale)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
al nosocomio di Polistena si registra una situazione grave imputabile
alla cronica carenza di personale afferente tutti i reparti, a cui si aggiunge
la necessità di nuove strumentazioni e di lavori strutturali;
considerato
che: tale situazione pregiudica la funzionalità del nosocomio de quo,
compromettendo un'adeguata tutela del diritto alla salute degli utenti, dato il
prolungamento dei tempi d'attesa anche per gli interventi di routine -:
quali provvedimenti impellenti si intendono esperire per affrontare e
risolvere tali criticità, garantendo efficienza ed operatività dei servizi
inerenti il nosocomio de quo.
(397;
27.09.2018)
Risposta: “In riferimento all’Interrogazione in
oggetto, si fa presente che il Presidio Ospedaliero di Polistena, già individuato
come ospedale Spoke, registra diversificate
criticità. Nell'arco degli ultimi anni si è verificato un deprivamento
di risorse umane dovuto a pensionamenti, a dimissione volontarie, nonché alla
presenza di una significativa fascia di risorse, che non contribuisce
all'erogazione h 24 di prestazioni, in quanto fruisce dei benefici di cui alla
L. 104, L 151 e alle limitazioni funzionali di cui ai verbali del medico
competente. La dilatazione dei tempi con cui doveva essere attivato il piano assunzionale, di cui agli appositi DCA del Commissario ad
Acta per il Piano di rientro, ha sicuramente aggravato tale situazione. Inoltre
è doveroso ricordare che molti avvisi, relativi a procedure concorsuali, sono
andati deserti per mancanza di istanze. Al fine di contenere le criticità
segnalate è stato previsto l’incremento delle ore di specialistica
ambulatoriale, ampliando in tal modo l’offerta di prestazioni sanitarie, sia
territoriali che ospedaliere. Si è pure sollecitata la Direzione Generale nella
attivazione delle procedure concorsuali, anche per il reclutamento di diverse
figure professionali mediche, paramediche e dei Direttori di Struttura
Complessa, anche attraverso la reiterazione degli avvisi andati deserti Per
quanto attiene il Piano dei fabbisogni, relativo alle attrezzature
elettromedicali, sono stati previsti sia importanti investimenti in alta
tecnologia (TAC e Risonanza Magnetica) sia il rinnovo delle attrezzature
elettromedicali obsolete e necessarie”.
Gerardo
Mario Oliverio (Presidente della Giunta regionale)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
il 27 settembre 2018 ho effettuato una visita ispettiva presso
l'ospedale Spoke di Castrovillari. In quella data
erano attivi solo 93 posti letto per acuti su 226 previsti dal decreto
commissariale della rete ospedaliera calabrese;
viene utilizzata, rispettando una turnazione, una sola sala operatoria e
mancano interi reparti: resta chiuso il reparto di Ortopedia e Traumatologia,
pur essendoci venti posti letto e un primario. Tale situazione rischia di far
venire meno i requisiti organizzativi e di sicurezza del presidio ospedaliero;
nonostante l’abnegazione del personale medico e paramedico dello Spoke di Castrovillari il rischio è che vengano sospese
tutte le attività ospedaliere visto che verrebbero meno i requisiti di legge
previsti dalla normativa a garanzia della salute e della sicurezza dei
cittadini. Il pericolo è realmente concreto se non si interviene radicalmente
attraverso l’attivazione dei posti letto per acuti previsti dalla normativa dei
decreti commissariali. Ciò però può essere realizzato procedendo con
l'assunzione di medici, infermieri, OSS e con l'acquisto delle necessarie
attrezzature tecnologiche;
il paradosso di questa situazione che penalizza fortemente i cittadini
dell'area del Pollino è la farsa delle inaugurazioni del blocco operatorio
composto da quattro sale - Cardiochirurgia, Ortopedia e due di Chirurgia ~
costate quasi cinque milioni di euro, i cui lavori sono iniziati nel 2008,
Inaugurate una prima volta nel 2012, ma ad oggi non sono mai entrate in
funzione;
tale situazione di spreco di risorse pubbliche e di mancate risposte
alla richiesta di una migliore offerta sanitaria si protrae ormai da dieci
anni. Non è più tollerabile che da parte delle istituzioni della Regione
Calabria, dell’Asp di Cosenza, dell'ufficio del commissario per l'emergenza
sanitaria non vi siano iniziative certe ad evitare la chiusura dello Spoke di CastroviIlari per
mancanza di requisiti organizzativi e di sicurezza e, nello stesso tempo, a
mettere in atto iniziative per l'apertura del nuovo blocco operatorio. II
presidio ospedaliero avrebbe tutte le carte in regola per diventare un centro
avanzato con prestazioni di eccellenza in un'area importante e nevralgica della
provincia di Cosenza. Non è più tempo di scontri, che si protraggono almeno da
quattro anni, tra l'ufficio del commissario e la Regione Calabria, anche perché
sono state ormai dismesse le "catene". È tempo di dare risposte ai
cittadini in termini di salute e qualità delle prestazioni ospedaliere e
sanitarie della nostra regione garantendo i livelli essenziali di assistenza;
è
paradossale che nella Regione Calabria vengano disattese e non applicate le
norme e i decreti commissariali che dettano la riorganizzazione ospedaliera. E
questo accade senza che nessuno intervenga per richiamare le istituzioni
competenti all'applicazione e alla realizzazione di quanto previsto che, in
materia sanitaria, può causare una non adeguata continuità assistenziale con
grave rischio per la salute dei cittadini -:
quali iniziative urgenti intende adottare per rilanciare un ospedale Spoke di Castrovillari attraverso l'attivazione dei 226
posti letto per acuti e l'apertura delle 4 sale operatorie che da dieci anni
attendono di essere utilizzate e che fino ad oggi sono state oggetto di finte
inaugurazioni. Garantire livelli essenziali di assistenza è un dettato
costituzionale
(400;
03.10.2018)
Risposta: “In riferimento all’Interrogazione in
oggetto, si precisa che l'attuazione del DCA n. 64/2016 è vincolata al recupero
dei requisiti Strutturali, Tecnologici ed Organizzativi che allo stato sono
attuabili esclusivamente sulla base delle risorse disponibili ed in relazione
alle necessarie autorizzazioni commissariali per l'avvio delle procedure
concorsuali, fermo restando che rispetto all'offerta di lavoro per i vari
profili del Servizio Sanitario pervengano le domande in grado di soddisfare la
richiesta. A seguito delle autorizzazioni Regionali l’Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza ha proceduto all'espletamento di apposito concorso
pubblico per l'assunzione di n. 20 posti di dirigente medico di anestesia e
rianimazione per le Strutture Complesse di Anestesia e Rianimazione dell'ASP di
Cosenza. Espletato il concorso n. 3 dirigenti medici di anestesia sono stati
assunti presso lo Spoke di Castrovillari,
successivamente dimessisi per assunzione presso altre Aziende in quanto
vincitori di concorso. Il bando per direttore UOC, autorizzato con DCA n.
154/2018 è in corso di pubblicazione. Sono stati assunti, sempre a seguito di
pubblico concorso, n. 2 dirigenti medici di chirurgia, più un'altra unità
mediante mobilità extraregionale. Per un altro posto tuttora vacante si è dato
corso ad apposita procedura di mobilità (delibera n. 1576 del 28 settembre
2018), allo stato in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Per quanto riguarda
gli ortopedici nonostante l'espletamento del concorso e ripetuti avvisi di
mobilità e/o per assunzione a tempo determinato non si è riusciti per la nota
carenza sul mercato a reperire dirigenti medici di ortopedia. Allo stato è in
corso procedura di mobilità regionale ed extraregionale per l'assunzione di n.
2 dirigenti medici di ortopedia (delibera n. 1576 del 28 settembre 2018). Il
Servizio di Medicina d'accettazione e d'urgenza conta n. 7 dirigenti medici più
il Direttore della Struttura. La procedura di mobilità per un altro posto
autorizzato, regolarmente espletata, è andata deserta così come l'utilizzo di
altre graduatorie concorsuali di altre Aziende del SSR hanno dato esito
negativo. Per l'UOC di Broncopneumologia si è dato
corso ad apposita procedura di mobilità per un posto dì dirigente medico a
seguito dell'autorizzazione Regionale avvenuta con DCA n. 55/2018. Per il posto
dì direttore, autorizzato con DCA 154/2018 sono in fase di espletamento le
procedure d'indizione. Con DCA 154/2018 è stato autorizzato un solo posto di
tecnico di laboratorio per il Centro Trasfusionale ed allo stato è presente un
tecnico incaricato a tempo determinato nelle more dell'espletamento dell'avviso
di mobilità così come per il posto di dirigente medico autorizzato. Sono in
corso per lo Spoke di Castrovillari procedure di
mobilità regionale ed extra regionale per l'assunzione di n. 2 dirigenti medici
dì ostetricia e ginecologia, un posto di dirigente medico di laboratorio, 2
posti di tecnico di laboratorio e n. 2 posti di dirigente biologo. Per quanto
concerne l’apertura delle 4 sale operatorie si evidenzia che all'esito delle
verifiche relative alla realizzazione del Progetto di adeguamento delle Sale
Operatorie dello Spoke dì Castrovillari e riferite
alla prima fase del Progetto esecutivo appaltato, il Tecnico designato alla
verifica della congruenza tra quanto Progettato, Appaltato e Realizzato, dopo
una puntuale ricognizione, ha evidenziato situazioni discrasiche tra i lavori
eseguiti e il Progetto esecutivo nonché differenze rispetto a quanto necessario
per l'Accreditamento delle Sale Operatorie. L’Azienda Sanitaria di Cosenza ha
organizzato diversi incontri tra il Direttore Generale, l’ing. Abate dell'Asp
di CS e il Progettista dell'opera Ing. Prisciandaro e
i delegati della Sapiolife. Nell'ultimo di questi
incontri sono stati delegati l’ing. Braile e l'Ing. Prisciandaro, Progettista dell'opera, per condividere, se è
possibile, tutto quanto è necessario per le attività in conto Sapiolife. Questa fase dovrebbe trovare soluzione in tempi
brevi. Tuttavia va precisato, comunque, che non si potrà procedere
all'attivazione delle Sale Operatorie stante la mancanza della progettazione
della Centrale gas medicali, del Gruppo elettrogeno ed i lavori correlati
all'utilizzazione delle Sale Operatorie da parte degli operatori quali
spogliatoi e bagni. Queste opere, che non sono state previste dalla
progettazione della prima fase, vanno finanziate, progettate ed appaltate con
gara. Pertanto, in questa fase, non si potrà procedere al Collaudo,
all'Accreditamento ed all'utilizzo delle Sale Operatorie se non dopo il periodo
necessario per realizzare quanto su dettagliatamente evidenziato”.
Gerardo Mario
Oliverio (Presidente della Giunta regionale)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
il 25 novembre 2010 è stato stipulato un APQ tra la Regione Calabria e
il Ministero dell'Ambiente finalizzato a finanziamento di interventi urgenti e
prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico per la Regione Calabria
(185 interventi per un importo di 220 milioni);
in data 31-07-2017 è stata approvata la delibera n.355 avente in
oggetto: Programma di interventi per la Difesa del suolo a valere su Risorse
Por Calabria FESR FSE 2014/2020 e Delibera di G.R. n. 160/2016 "Patto per
lo sviluppo della Regione Calabria" - Delibera CIPE n. 26/2016 "FSC
2014/2020: Piano per il Mezzogiorno";
parte integrante della delibera è l'allegato con la tabella di tutti gli
interventi previsti per la mitigazione del rischio idrogeologico ed erosione
costiera pari a circa 165 interventi per un importo complessivo di 320 milioni
di euro;
il presidente della Regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio, è stato
nominato dal Governo nazionale commissario straordinario per il sollecito
espletamento delle procedure relative alla realizzazione degli interventi di
mitigazione del rischio idrogeologico da effettuare nel territorio della
Regione Calabria;
sono trascorsi
quindici mesi dall'approvazione della delibera n.355/2017 e, pur essendo stati
commissariati sul dissesto idrogeologico, il commissario-presidente della
Regione ancora non ha attivato le procedure relative alla realizzazione dei 165
interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico e dell'erosione
costiera -:
quanti sono i fondi non spesi dei 220 milioni di euro stanziati
dall'Accordo di Programma Quadro del 25 novembre 2010 e quanti dei 185
interventi previsti non sono ancora stati cantierizzati.
Si chiede di conoscere, inoltre, quali sono le ragioni e le difficoltà che ha
incontrato il commissario- presidente della Regione Mario Oliverio nel cantierizzare i 165 interventi previsti nella delibera
n.355 del 31 luglio 2017 visto che sono trascorsi oltre quindici mesi
dall'approvazione della delibera. Questi ritardi, alla luce di quanto accaduto
in questi giorni con l'ondata di maltempo che ha devastato il territorio
calabrese, non hanno fatto altro che peggiorare la situazione in uno stato di emergenza
perenne.
(403;
12.10.2018)
Risposta: “In riferimento
all’Interrogazione in oggetto, si esplicita quanto segue:
Accordo di
Programma del 25 novembre 2010 e l’Atto integrativo
L’Accordo di
Programma del 25 novembre 2010 era articolato in 185 interventi per un importo
complessivo di euro 220.000.000,00
Con il
subentro del Presidente della Giunta Regionale nelle funzioni di Commissario
per la mitigazione del rischio idrogeologico, ai sensi della dell’art.10 della
Legge 116/2014, avvenuto a gennaio 2015, la situazione era la seguente:
5 interventi
conclusi
22 lavori in
corso
158 lavori
da cantierizzare
Per un
impegno di spesa complessivo pari a circa € 30.000.000,00 e una spesa sostenuta
a marzo 2015 non superiore ai 14.000.000,00 di euro.
Ad oggi
l’avanzamento dell’Accordo di Programma 2010 è ii seguente:
139 cantieri
avviati, di cui 79 già ultimati, 18 con i lavori conclusi e per i quali è in
corso di redazione lo stato finale e 42 in corso.
Per tutti
questi interventi è stata impegnata una somma lorda complessiva pari ad €
158.000.000,00, che a seguito dei ribassi d’asta conseguiti nelle gare
d’appalto, ha generato un impegno effettivo di circa € 123.864.000,00. Tale
somma è stata già liquidata per circa l'85%. Si evidenzia, inoltre, che le
opere definite ancora tecnicamente “in esecuzione” sono in gran parte in via di
ultimazione.
Inoltre,
utilizzando una parte delle economie accertate sui lavori conclusi, pari circa
euro 15.580.000,00 è stato possibile finanziare una quota della dotazione
totale dell’Atto Integrativo all’AdP del 2010,
firmato il 9 gennaio 2018, con il quale sono stati avviati ulteriori
interventi.
46
interventi sono stati tutti già avviati amministrativamente, e le relative
convenzioni sono quasi del tutto firmate, per come rinvenibile nei Decreti
Commissariali
n.108 del 18 aprile 2018, n.143 del 22 giugno 2018, n.257 del 12 ottobre 2018.
In particolare di questi 46 interventi, 3 sono pronti per l’avvio della gara
dei lavori, 6 hanno consegnato il progetto esecutivo, 38 sono con un livello
definitivo della progettazione.
Per quanto
attiene allo stato di attuazione del Patto per il Sud” si evidenzia che ì
contenuti della Delibera n.355 del 31 luglio 2017, documento di programmazione
della Difesa del Suolo, sono diventati effettivamente operativi e di
conseguenza assegnati all’Ufficio del Commissario, soltanto con l'emanazione
della Legge n. 205 del 27 dicembre 2017.
Infatti,
l’art.1 c.512 di tale norma, prevede che:
“Le risorse
destinate dai Patti per lo sviluppo stipulati con gli enti territoriali al
finanziamento, mediante apposite delibere del CIPE, degli interventi in materia
di mitigazione del rischio idrogeologico e degli interventi infrastrutturali
necessari a risolvere situazioni di pericolo connesse alla viabilità
provinciale e comunale, ai collegamenti con le aree interne e ai presidi di
protezione civile (cosiddette « vie di fuga ») confluiscono direttamente nella
contabilità speciale dei presidenti delle regioni in qualità di commissari
straordinari delegati per il sollecito espletamento delle procedure relative
alla realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico,
che assicurano l’attuazione degli interventi con i compiti, le modalità e i
poteri di cui all'articolo 10 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91,
convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116”.
Inoltre,
soltanto nel mese di giugno 2018, è stata accreditata l’anticipazione, pari al
10% dell’importo totale assegnato all’Ufficio del Commissario.
Ad oggi,
sulla base di uno specifico orientamento del Commissario che ha disposto di
avvalersi degli Enti Territoriali in cui ricadono le opere da realizzare, sul
totale dei 140 interventi finanziati, sono state sottoscritte già 116
convenzioni, ulteriori 6 sono alla firma e 18 in corso di definizione.
Tutti gli
Enti avvalsi hanno inviato un cronoprogramma di attuazione, allegato alla
convenzione sottoscritta, e ad oggi, con differenti tempistiche sono in corso
le procedure di affidamento delle progettazioni.
Per quanto
attiene l’attuazione degli interventi inseriti nell’ambito del POR Calabria
FESR FSE 2014-2020, è stato sostenuto, in questa fase, l’avanzamento
finanziario del Programma, per cui sono state raggiunte performance
significative sia in termini di avanzamento fisico sia sul fronte della spesa
certificata alla Commissione Europea, valorizzando interventi già in corso di
realizzazione e aggiudicati coerentemente ai regolamenti comunitari e al POR ed
assegnati in verifica ad un'apposita Commissione di valutazione.
A seguito di
detta attività, nell’ultima domanda di pagamento del 30.06.2018, tra le Linee
di Azione che hanno concorso maggiormente al raggiungimento della spesa
complessiva di circa 201 Meuro, la Linea 5.1.1
risulta quella che ha inciso in maniera maggiormente significativa, con oltre
il 25% sul totale, pari ad una spesa superiore a 51 Meuro
(per impegni pari a oltre 96 M€) per operazioni di mitigazione del rischio
idrogeologico ed erosione costiera. A tal fine si evidenzia che la dotazione
complessiva della Linea di Azione ammonta a circa 76 Meuro
(comprensiva della riserva di
efficacia)
che dovrà essere spesa entro il 31.12.2023, che pertanto ha già una copertura
garantita in termini di impegni di spesa.
POR Calabria
FESR FSE 2014-2020: spesa totale certificata nell’ultima Domanda di Pagamento
del 30.06.2018
AZIONE |
Totale |
% |
5.1.1 |
€51.461.531,84 |
25,6 |
7.3.1 |
€
27.309.044,44 |
13,6 |
2.1.1 |
€
17.600.000,00 |
8,7 |
7.4.1 |
€
14.663.142,33 |
7,3 |
4.6.1 |
€11.919.040,94 |
5,9 |
9.4.1 |
€
10.249.676,30 |
5,1 |
6.3.1 |
€
10.005.345,96 |
5,0 |
14.1.1 |
€
7.843.705,56 |
,3,9 |
3.6.1 |
€
7.084.636,05 |
3,5 |
1.2.2 |
€
6.775.649.61 |
3,4 |
10.7.1 |
€6.448.188.88 |
3,2 |
Altre LdA |
€29.921.012,46 |
14,9 |
Totale complessivo |
€201.280.974,37 |
100,0 |
Per gli
ulteriori n. 25 interventi finanziati si specifica che per quelli riguardanti
la mitigazione dell’erosione costiera (n. 19), essendo gli stessi a titolarità
regionale, sono state effettuate valutazioni propedeutiche ai finì
dell’individuazione delle priorità di intervento, considerando che le opere da
realizzare risultano estremamente complesse e richiedono valutazioni
ambientali, paesaggistiche che tengano anche conto della tendenza evolutiva
delle linee di costa. Per alcuni interventi si sono dunque resi necessari studi
approfonditi (n.18 interventi), mentre per un singolo intervento si sta
procedendo all'approvazione del progetto definitivo, alla stipula del contratto
ed alla successiva consegna dei lavori.
Per quanto
riguarda gli ulteriori interventi di mitigazione del rischio alluvione (n. 6),
per n. 2 interventi si sta procedendo all’aggiudicazione definitiva e alla
relativa consegna dei lavori, per un ulteriore intervento si provvederà alla
sostituzione dell’impresa appaltatrice, mentre per i restanti sono state
attivate le procedure per l'affidamento della progettazione.
A seguito
alla comunicazione della Stazione Unica Appaltante Regionale (nota n. 96364 del
16.03.2018) lo svolgimento delle procedure di appalto sono in capo al
Dipartimento e, pertanto, il Settore 7 sta procedendo alla pubblicazione degli
avvisi pubblici per l'affidamento dei servizi di progettazione.
Gerardo Mario Oliverio (Presidente della Giunta regionale)
Guccione. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
La Calabria nel 2013, dopo quindici anni, è uscita dal commissariamento
in materia di Ambiente e Rifiuti;
dall’insediamento del presidente Mario Oliverio, avvenuta il 10 dicembre
2014, sono state emanate fino ad oggi undici ordinanze contingibili e urgenti
ai sensi dell’articolo 191 d.lgs 152/2006 per il
conferimento dei rifiuti solidi urbani della Regione Calabria. Ordinanze
emanate in “eccezionale e urgente necessità che permettono di derogare alle
norme vigenti” e che in base al decreto legge 80/2008 ha eliminato ogni
possibile incertezza interpretativa perché specifica inequivocabilmente che
nessuna forma speciale di gestione dei rifiuti può legittimamente protrarsi per
più di 18 mesi;
l’ultima in ordine di tempo è l’ordinanza contingibile e urgente n.34
del 15 maggio 2018, emessa dalla Presidenza della Regione Calabria ai sensi
dell’art.191, d.lgs 152/2006 e s.m.i.,
dove sono state imposte disposizioni in ordine alla gestione e al conferimento
dei rifiuti solidi urbani della Regione Calabria;
mancano pochi giorni - precisamente il 15 novembre 2018 - alla scadenza
dell’undicesima ordinanza contingibile urgente numero 34 del 15 maggio 2018;
ad oggi le procedure relative alla ristrutturazione degli impianti
pubblici, previsti nel Piano regionale dei rifiuti, del Polo tecnologico di
Gioia Tauro, degli impianti di Siderno, Rossano, Crotone, Lamezia Terme, Reggio
Calabria e Catanzaro registrano forti ritardi;
il presidente della Regione Calabria si appresterebbe ad emanare la
dodicesima ordinanza contingibile e urgente che di fatto dimostrerebbe che il
commissariamento per i rifiuti è formalmente cessato nel 2013 ma, attraverso le
ordinanze contingibili e urgenti emanate dal presidente Oliverio, di fatto è
proseguito. Questo testimonia il fallimento che in questi quattro anni si è
registrato in merito ai rifiuti solidi urbani della nostra regione, in
contrasto con la temporaneità e la rinnovabilità dei periodi di contingibilità
e urgenza previsti dallo stesso articolo 191 d.lgs. 152/2006;
in data 11-09-2018 con decreto dirigenziale numero 9747 - prenotazione
impegno, è stata bandita una gara per l’affidamento dei servizi del trasporto e
smaltimento rifiuti in impianti extraregionali per 12 mesi complessivi,
ripetibili per altri 12 mesi, ricadenti in due annualità (2018/2019) per una
spesa complessiva di euro 5.500.000,00. Nello specifico si prevede una spesa di
euro 1.773.200,00 per il trasporto e di euro 2.802.800,00 per il servizio di
trattamento in discariche extraregionali;
la procedura
di smaltimento e trasporto dei rifiuti della Calabria in impianti
extraregionali è stata utilizzata numerose volte in questi quattro anni. In
particolare, nei comuni di Massafra (Taranto), Grosseto, Arezzo e in impianti
autorizzati di proprietà del Consorzio Stabile Ambiente Scarl
con sede a L’Aquila. Questa procedura ha impedito l’insorgere dell’emergenza
rifiuti ma ha aggravato enormemente l’esborso economico delle famiglie
calabresi. E ciò senza prevedere una soluzione strutturale che consenta di
risolvere il problema dello smaltimento della frazione residua da trattamento
dei rifiuti (scarto) all’esterno del territorio calabrese -:
a quanto ammontano le risorse utilizzate dalla Regione e l’aggravio dei
costi pro-capite a famiglia per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti
prodotti in Calabria e smaltiti in impianti extraregionali dal 2015 ad oggi,
rispetto a quello che si otterrebbe smaltendo i rifiuti in Calabria. Inoltre,
si intende sapere se il presidente Oliverio è in procinto di emanare la
dodicesima ordinanza contingibile e urgente che di fatto, dal suo insediamento
e attraverso questa procedura, ha prolungato il commissariamento per i rifiuti
che, formalmente per volontà dal Governo nazionale, è cessato nel 2013.
(405;
30.10.2018)
Risposta: “È pervenuta
l’interrogazione parlamentare in oggetto, a firma dell’On. Carlo Guccione, che paventa un uso distorto dello strumento
dell’ordinanza contingibili e urgenti di cui all’art. 191 del d.lgs. 152/2006 e
s.m.i. e un indiscriminato ricorso ai conferimenti
extraregionali dei rifiuti urbani.
Viene perciò
espressamente richiesto di conoscere i costi sostenuti dal 2015 ad oggi per il
trasporto e lo smaltimento dei rifiuti fuori regione e, in aggiunta, se alla
scadenza della vigente ordinanza si farà nuovamente ricorso all’utilizzo di
tale istituto.
L’interrogante
riconosce negli elementi sopra citati la comprova del presunto fallimento della
politica del governo regionale in ordine alla gestione dei rifiuti urbani: il
ricorso agli impianti extraregionali sarebbe infatti sintomatico di una assenza
di soluzioni strutturali; il ricorso allo strumento della ordinanza
contingibile e urgente sarebbe indicativo di una sorte di prosecuzione di
commissariamento del settore.
Per fornire
un quadro conoscitivo completo degli elementi richiesti e fugare ogni errata
interpretazione delle suddette azioni, si rimette quanto segue.
La strategia
del programma di governo regionale nel settore dei rifiuti ha posto come
obiettivo l’organizzazione di un ciclo di gestione dei rifiuti urbani in linea
con i dettami della normativa nazionale e comunitaria, a garanzia
dell’universalità e accessibilità del servizio, rispondente a elevati standard
di efficacia, efficienza e di sostenibilità ambientale ed economica.
L’azione
politica è partita dall’analisi delle ragioni del fallimento della pluriennale
gestione commissariale nel settore per cui la Regione Calabria, alla data della
cessazione del commissariamento, era tra le regioni italiane con le più basse
percentuali di raccolta differenziata, con una forte dipendenza dalla discarica
e un sistema di infrastrutture di trattamento dei rifiuti del tutto
insufficiente e a tecnologia obsoleta.
Nel corso di
questi anni la Regione ha scongiurato la crisi e l'emergenza ambientale
attraverso una azione pervicace di pianificazione, programmazione, indirizzo e
gestione, costruendo con fatica e ostinazione un percorso che nel lungo termine
condurrà il territorio regionale all’autosufficienza nel trattamento dei
rifiuti urbani e al raggiungimento degli obiettivi di legge per la raccolta
differenziata e per il riciclaggio dei rifiuti, nonché procedendo al riordino
degli assetti istituzionali attraverso l’attuazione della legge regionale
14/2014.
Se si guarda
ai principali indicatori della gestione dei rifiuti (Allegato 1 in appendice) è
evidente il netto miglioramento dei livelli di servizio pubblico in termini di
incremento della raccolta differenziata, recupero della frazione organica
attraverso il compostaggio, riduzione della produzione totale dei rifiuti
urbani e del rifiuto urbano residuo (rifiuto tal quale indifferenziato).
Importanti
traguardi sono stati raggiunti: dal 18,6% di raccolta differenziata dell’anno
2014 si è passati al 25% dell’anno 2015 e al 33,2% dell’anno 2016, ad oggi
ultimo anno di rilevazione ufficiale. I dati in corso di elaborazione, relativi
all'anno 20171, mostrano un ulteriore incremento, con una raccolta
differenziata di circa il 40%.
Il dato
significativo è che la Calabria, dopo decenni di stallo, si posiziona tra le
regioni italiane ai primi posti per incremento di raccolta differenziata.
La
produzione totale dei rifiuti urbani vede un costante trend di decrescita e,
dato significativo e rilevante, il compostaggio aerobico della frazione
organica della RD nel 2016 e nel 2017 è cresciuto esponenzialmente: basti
pensare che nel 2017 si è arrivati ad intercettare il 53% della frazione umida
contenuta nel rifiuto urbano e a inviare al compostaggio aerobico oltre
132.0001 di organico proveniente dalla raccolta differenziata.
La Regione
Calabria, a partire dall’ottobre 2015, con l’emanazione dell’aggiornamento
delle Linee Guida per la stesura del nuovo Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti, è stata una tra le prime regioni italiane ad anticipare l’applicazione
dei principi comunitari dell’economia
circolare,
approvata in seguito dall’Unione Europea nel giugno 2018, nella quale il
rifiuto assurge al rango di risorsa e l’obiettivo “Rifiuti zero” diventa il
nuovo paradigma culturale e il principio cardine dell’azione del governo
regionale.
Con
Deliberazione del Consiglio Regionale n. 156 del 19 dicembre 2016, a seguito
della conclusione del processo di VAS partecipato e condiviso, è stato
approvato il nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, aggiornato e
adeguato ai dettami della Direttiva 2008/98/CE recepita nell’ordinamento
italiano dal d.lgs. n. 205/2010.
In tal modo
è stata scongiurata l’infrazione comunitaria per mancato aggiornamento dei piani
regionali alla direttiva comunitaria e si è soddisfatta la condizionalità ex
ante per l’utilizzo dei fondi del ciclo di programmazione 2014-2020. Il piano
ha ottenuto in tempi record il parere positivo della Commissione Europea.
La nuova
pianificazione assegna come prioritari gli obiettivi di prevenzione e di
riciclaggio e relega lo smaltimento in discarica ad opzione residuale secondo
il paradigma “rifiuti zero”.
Il piano
prevede una serie di misure finalizzate a:
1.
l’implementazione
di sistemi di raccolta differenziata efficaci ed efficienti, che consentano il
raggiungimento del 65% di raccolta differenziata al 2020;
2.
una
dotazione impiantistica sostenibile prevalentemente a supporto della raccolta
differenziata, in grado di recuperare materia oltre che dai flussi della RD
anche dal rifiuto urbano residuo (RUr) (trattamento
aerobico/anaerobico della frazione umida della RD con produzione di ammendante
compostato di qualità e biogas/biometano;
valorizzazione dei flussi della RD secca; recupero spinto di materia dai RUr);
3.
raggiungimento
degli obiettivi di riciclaggio sanciti dalla normativa vigente (50% al 2020);
4.
riduzione
della dipendenza dalla discarica nella quale conferire una percentuale di
rifiuto urbano (scarti di lavorazione) non superiore al 20%.
In accordo
alla previsione del Piano, razione di sostegno alla raccolta differenziata, si
è concretizzata con l'emanazione di due avvisi pubblici, entrambi conclusi in
tempi rapidi, che hanno assegnato ingenti risorse ai Comuni calabresi2. Oltre
50 M€ del POR Calabria FESR 2014-2020 sono stati destinati alle amministrazioni
comunali, con l’obiettivo precipuo di raggiungere il 65% di RD al 31.12.2020.
Il piano
regionale di gestione dei rifiuti prevede che vengano realizzati a titolarità
regionale le nuove piattaforme di trattamento - ecodistretti
- di Catanzaro in loc. Alli,
di Rossano (CS) in loc. Bucita e di Reggio Calabria
in loc. Sambatello. I rimanenti impianti dovranno
essere realizzati dalle rispettive Comunità d’Ambito.
Lo stato di
attuazione è il seguente.
1.
È stata
aggiudicata la gara per la realizzazione del nuovo ecodistretto
di Catanzaro - Alli. L’aggiudicatario ha prodotto il
progetto definitivo ed ha richiesto e ottenuto l’Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA) e il parere favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale
(VIA). E in corso di acquisizione il parere del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici;
2.
È stata
pubblicata la gaia pei- la realizzazione dell’ecodistretto
di Sambatello (RC), ponendo a base di gara il progetto definitivo corredato da
tutti i pareri e le autorizzazioni. Il termine per la presentazione delle
offerte è scaduto il 17 ottobre u.s.. Sono pervenute
n. 2 offerte che la Commissione di gara sta valutando in accordo alla
disciplina che regola la procedura ad evidenza pubblica. Si prevede che si
potrà sottoscrivere il contratto entro la fine di dicembre p.v.;
3.
Il progetto
definitivo per la realizzazione dell’ecodistretto di
Rossano è in corso di approvazione. La Regione ha ottenuto tutti i pareri di
AIA, di VIA nonché il parere del Provveditorato Regionale alle Opere Pubbliche.
Entro la fine del mese di novembre c.a. sarà bandita la gara di appalto
integrato sul progetto definitivo corredato da tutti i pareri, autorizzazioni e
nulla osta.
Tutta la
nuova impiantistica pubblica di trattamento trova copertura finanziaria
attraverso una pluralità di fondi che la Regione ha intercettato attraverso una
sapiente programmazione finanziaria.
Il sistema
impiantistico sarà completato dall’esistente impianto di Gioia Tauro che
manterrà la tradizionale linea di trattamento meccanico biologico e
dall’inceneritore di Gioia Tauro, a servizio di tutti gli ambiti territoriali
ottimali nel quale, con gli scarti dei rifiuti non valorizzabili altrimenti, si
produrrà energia elettrica.
Per il
trattamento della frazione umida della RD, infine, oltre alla realizzazione
delle line di compostaggio aerobico-anaerobico degli ecodistretti
di nuova realizzazione, la rete pubblica sarà completata con impianti di
prossimità di piccola taglia, a servizio dei comuni montani o parzialmente
montani, lontani dagli assi viari principali e dagli impianti di trattamento
dell’ambito di riferimento.
Quanto sopra
argomentato restituisce una breve sintesi del quadro delle principali attività
in cui si inseriscono i provvedimenti Oggetto della interrogazione, la cui
adozione ha concorso al superamento di criticità di tipo tecnico-gestionale e
amministrativo-contabile, al limite dell’emergenza sanitaria e ambientale5 6 7,
ereditate dalla gestione commissariale.
Alla data
del subentro della Regione nei contratti di gestione l’impiantistica pubblica
di trattamento si presentava obsoleta per tecnologia e ammalorata per carenza
di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre ad essere del
tutto insufficiente a soddisfare la domanda di trattamento dei rifiuti urbani
prodotti nel territorio regionale.
La gestione
dei rifiuti urbani si inseriva quindi in un sistema di grande fragilità,
caratterizzato da una forte dipendenza dalla discarica ove veniva conferito
direttamente il “tal quale” senza previo trattamento, in deroga alle previsioni
del D.lgs. 36/2003.
Né il
principio di autosufficienza tantomeno quello di prossimità erano stati
perseguiti.
In aggiunta,
le discariche pubbliche erano già quasi tutte esaurite o si sarebbero esaurite
di lì a poco e nessuna delle nuove discariche previste nei documenti
programmatici dell’epoca era stata realizzata.
Con una
raccolta differenziata a livelli molto bassi e un forte squilibrio tra la
produzione del rifiuto urbano indifferenziato e l’offerta di trattamento, si
appalesava una situazione di estrema gravità.
La Regione
ha inteso invertire la rotta e, come prima misura ambientale e gestionale, ha
riattivato tutte le linee pubbliche di trattamento, comprese quelle
dell’organico che non erano state attivate o erano state sottoutilizzate con
una carenza di offerta di trattamento che era stata sicuramente disincentivante
all’avvio delle raccolte differenziate.
In aggiunta,
con l’ausilio dell’impiantistica privata, dichiarata di interesse pubblico con
una specifica previsione del legislatore regionale’, non si è più avvalsa, a
partire dal novembre 2014, del conferimento diretto in discarica, sottoponendo
tutto il rifiuto urbano indifferenziato al ciclo di trattamento di tipo
meccanico-biologico.
È pero solo
grazie all’esercizio del potere di ordinanza prevista nel diritto ambientale,
non potendo intervenire con le procedure ordinarie a fronte dell’urgenza e
della necessità di assicurare la continuità del servizio pubblico di
trattamento dei rifiuti urbani, che l’amministrazione regionale è stata sinora
in grado di non compromettere l’universalità del servizio e di tutelare
l’interesse
primario della collettività, per cui alcune delle criticità legate ad aspetti
gestionali e autorizzativi sono state superate ricorrendo a speciali forme di
gestione sancite nelle ordinanze del Presidente della Regione, emanate ai sensi
dell’art. 191 del d.lgs. 152/2006, che si sono succedute a partire dal maggio
2013.
La
tempistica per il completamento della dotazione infrastrutturale prevista nella
nuova pianificazione, si scontra, infatti, con l’impellente necessità di
assicurare, senza soluzione di continuità, il corretto trattamento del rifiuto
urbano e con la carenza delle infrastrutture pubbliche di trattamento e di
smaltimento.
Le ordinanze
contingibili e urgenti hanno quindi costituito un’extrema
ratio, per l’eccezionalità e la gravità della situazione: nel rispetto del
principio di proporzionalità, hanno consentito di far fronte alla domanda di
trattamento del rifiuto urbano prodotto, nonché l’esercizio degli impianti che
erano sprovvisti di autorizzazione integrata ambientale.
Inoltre esse
hanno sempre garantito un elevato livello di tutela della salute e
dell’ambiente, sono sempre state supportate da un’adeguata istruttoria, hanno
sempre indicato in modo esplicito le norme derogate. Esse dunque rispettano il
principio di legalità sostanziale, in quanto conformi alle norme
costituzionali, ai principi dell’ordinamento giuridico, nonché adeguatamente
motivate e di efficacia limitata nel tempo.
Si
sottolinea che dal quadro delle ordinanze emerge il graduale ripristino delle
condizioni di “normalità” del sistema: con la progressiva attuazione della
pluralità delle azioni programmate e sopra esemplificate, con l’ottenimento
delle autorizzazioni integrate ambientali per quegli impianti che ne erano
sprovvisti al momento del subentro regionale, con la riduzione del rifiuto tal
quale da sottoporre a trattamento grazie alla rapida crescita della raccolta
differenziata, la struttura delle ordinanze si è andata semplificando nel
tempo.
L’ordinanza
in vigore sino al 15.11.2018 n. 34 del 15.05.2018 autorizza quindi l’esercizio
degli impianti pubblici di Catanzaro e di Reggio Calabria" nonché la
deroga al rispetto dei criteri di ammissibilità in discarica (DM 27-9-2010
modificato dal DM 24-6-2015) per alcuni parametri12.
La prossima
ordinanza……(concordare con l’ing. Augruso)
In sintesi,
a fronte del complesso delle attività messe in campo e di mia pianificazione e
programmazione capillare che non ha tralasciato nessuno degli aspetti
funzionali all’implementazione di un ciclo di gestione dei rifiuti in linea con
gli standard nazionali e comunitari, il ricorso all’istituto dell'ordinanza
contingibile e urgente ex art. 191 del D.lgs. 152/2006 e s.m.i.
si è dimostrato di vitale importanza e di estrema necessità per fare fronte
all’urgenza di assicurare, senza soluzione di continuità, il trattamento dei
rifiuti urbani.
Ciò
contraddistingue un’azione di governo che è ben lungi dalla logica emergenziale
che ha caratterizzato le gestioni fallimentari del passato ma che, al
contrario, persegue soluzioni strutturali e definitive.
A tal
proposito, va rilevato che nel corso di questi anni, oltre alle criticità
gestionali e alle emergenze di natura ambientale e sanitaria, la Regione
Calabria ha dovuto anche affrontare e risolvere la spinosa questione dei
contratti di gestione ereditati dal Commissario Delegato e affidati in deroga
alle procedure canoniche della contrattualistica pubblica.
Basti
pensare che l’Ufficio del Commissario di governo aveva, in ultimo, provveduto
ad una serie di affidamenti diretti per la gestione degli impianti pubblici”,
per cui, parte rilevante dell’attività amministrativa è stata dedicata per
affidare, con procedure conformi al codice dei contratti, la gestione degli
impianti pubblici di trattamento dei rifiuti urbani.
In coerenza
con il modello organizzativo territoriale prescelto, che ha individuato gli
Ambiti Territoriali Ottimali coincidenti con i confini amministrativi delle 5
province calabresi, sono state quindi affidate, con procedure conformi al
codice dei contratti, le gestioni degli impianti pubblici.
Si rileva
che, unitamente alle gare per l’affidamento delle gestioni, peraltro di breve
durata visto il nuovo modello organizzativo che farà capo ai Comuni associati
nella Comunità d’Ambito - ente di governo dell’ATO - sono stati aggiudicati e
affidati anche ingenti lavori di riefficientamento,
necessari per una corretta conduzione degli impianti che, sino alla realizzazione
del nuovo assetto impiantistico previsto entro la fine del 2020, dovranno
garantire il corretto trattamento del rifiuto urbano. Il costo degli
investimenti necessari per il riefficientamento degli
impianti pubblici è sostenuto attraverso una programmazione finanziaria di
settore che ha intercettato risorse del Patto per la Calabria e altre risorse
del FSC.
In merito al
conferimento extra-regionale dei rifiuti urbani dal 2015 ad oggi, occorre sin
da subito rilevare che, lungi da essere una azione sistemica e strutturale, ha
interessato quantitativi estremamente esigui rispetto alla totalità dei rifiuti
urbani da sottoporre a trattamento, ha riguardato esclusivamente i mesi estivi,
ed è stata una misura alla quale non si è fatto ricorso nel 2017 tantomeno
nell’anno in corso.
Il dettaglio
dei conferimenti e dei costi sostenuti è riportato in appendice (Allegato 2).
Nel corso
dell’estate 2015, grazie all’utilizzo dell’intesa prevista all’art. 182, comma
3 del D.Lgs. n. 152/2006, il
rifiuto urbano indifferenziato è stato conferito negli impianti campani e
toscani. La quantità conferita è pari a circa 5.700 t che, rispetto alla
produzione del RUr dell’anno in questione, pari a
602.260, rappresenta un esiguo 0,96% del totale del RUr.
Per gli
scarti di lavorazione, nell’anno 2015 si è fatto ricorso ai conferimenti fuori
regione, per circa 23.000 t, corrispondenti a meno del 5% della produzione
totale di scarti (nel 2015 attestata al 60% della totalità del rifiuto urbano
prodotto).”
Sempre nel
2015 sono state conferite circa 5.600 t di organico in Abruzzo e Toscana, ossia
una percentuale del 12,35% del totale della frazione umida raccolta nell’anno,
pari a 45.452 t.
Nel 2016 il RUr conferito fuori regione, nell’impianto di Battipaglia è
stato di circa 1.600 t, corrispondente allo 0,31% del totale RUr totale prodotto (530.009t).
Infine,
sempre nel 2016 lo 0,79% del totale della frazione umida raccolta nell’anno
(pari a 103.0771) è stato conferito ad Arezzo, ossia poco più di 800t.
Nel 2017 e
nel 2018 la Regione non ha fatto ricorso a conferimenti fuori regione.
Ad ogni
modo, i costi dei conferimenti fuori regione erano stati già ampiamente
previsti nella DGR n. 322/2014, che ha stabilito la tariffa per il conferimento
dei rifiuti urbani che i Comuni avrebbero dovuto versare alla Regione, a
copertura integrale dei costi da essa sostenuti per conto dei Comuni. La citata
tariffa si è applicata sino all’anno 2017. Pertanto nessun maggiore onere è
stato richiesto ai Comuni, e quindi ai cittadini calabresi, rispetto a quanto
quantificato e preventivato in sede di istituzione della tariffa stessa.
Nel corso
del 2018, come rilevato nella stessa interrogazione, è stata emanata la gara
sopra soglia comunitaria per il conferimento fuori regione degli scarti di
lavorazione prodotti nell’impianto di Reggio Calabria Sambatello. La procedura
è stata concordata con la Comunità d’Ambito di Reggio Calabria e risponde
all’esigenza di assicurare la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti
urbani. La gara è però andata deserta.
D’altronde,
fino a quando il nuovo sistema di trattamento regionale degli ecodistretti, basato sul riciclaggio spinto di rifiuti, non
sarà operativo è ancora forte la dipendenza dalla discarica16.
Alla data
attuale, su tutto il territorio regionale è presente una sola discarica attiva,
peraltro di proprietà privata, quella della Sovreco,
a Crotone e la sola discarica pubblica ancora in esercizio è quella di Cassano
allo Ionio, in provincia di Cosenza, non lontana dalla chiusura e con capacità
di abbanco giornaliera limitata.
È nota la
storica difficoltà ad individuare dei siti pubblici di smaltimento poiché il
livello di accettazione delle comunità locali è veramente basso. Manifestazioni
popolari e prese di posizioni da parte di associazioni hanno da sempre bloccato
la realizzazione delle discariche pubbliche previste nella pianificazione
regionale.
Con le
Comunità d’Ambito di nuova costituzione la problematica relativa
all’individuazione dei siti per la realizzazione degli impianti di smaltimento
previsti nella pianificazione regionale è stato affrontate nel corso dei
periodici incontri che la Regione sta conducendo per accompagnare e guidare il
processo del subentro dei Comuni.
Di concerto
con la Comunità d’Ambito di Cosenza e di Reggio Calabria è stato stabilito di
procedere all’indizione di una nuova gaia, anche per l’ambito di Cosenza, da
suddividere in lotti funzionali e territoriali.
È stato
rappresentato alle Comunità d’ambito che il conferimento fuori regione degli
scarti di lavorazione comporta un aumento dei costi di trasporto e di
smaltimento dell’ordine del 50% in più rispetto a quelli attuali,
corrispondenti a circa 50 euro per ogni tonnellata di rifiuti smaltiti, pari a
circa 15-20 Meuro su base annua. (è quello che ho
trovato scritto in un documento dell’ing. Augruso...non
so da dove derivino i calcoli)!!
Tale costo
non è attualmente coperto dalla tariffa in vigore per il 2018 e dovrà essere
inglobato nei costi della tariffa d’ambito che la Comunità dovrà predisporre
per il 2019.
Alla luce
della gara andata deserta, occorre però prendere atto che non solo il mercato
regionale, ma anche quello nazionale non è probabilmente in grado di dare le
risposte attese, segno di una criticità e carenza di siti che non riguarda solo
la Calabria ma che è sistemica, in tutto il territorio nazionale.
Che la
problematica abbia comunque un respiro più ampio e vada inserita nel contesto
nazionale lo dimostrano i dati del mercato e gli esiti delle gare pubbliche
esperite anche nelle altre regioni.
A Roma,
nello scorso mese di settembre è andata deserta la seconda maxi gara bandita da
AMA per l’esportazione dei rifiuti prodotti negli impianti TMB presenti nel
Lazio. Per stimolare il mercato addirittura nella seconda gara si è innalzato
la base d’asta e la stesura della gara è stata fatta con la collaborazione
dell’ANAC. Il mercato non ha dato alcuna risposta.
Secondo i
dati 1SPRA, a fronte di un costante aumento della produzione dei rifiuti
speciali provenienti dal trattamento meccanico dei rifiuti, le capacità degli
impianti di destinazione di riceverli si stanno drasticamente riducendo.
Ciò sta
mettendo in crisi anche il settore del recupero e della valorizzazione dei
rifiuti della raccolta differenziata che non riescono a collocare sul mercato
gli scarti da destinare al recupero energetico o allo smaltimento in discarica,
mettendo a repentaglio il circuito virtuoso dell’economia circolare.
La
situazione è stata denunciata in primis dalla Regione Lombardia che ha visto il
blocco della raccolta differenziata dei Comuni per mancato ritiro del materiale
da parte dei Consorzi di filiera.
La Regione
Lombardia ha rilevato come l’art. 35 del Decreto Sblocca Italia, che ha
istituito la rete nazionale degli inceneritori, ha creato delle difficoltà per
la collocazione dei rifiuti speciali provenienti dalla lavorazione della
raccolta differenziata. Ciò, nonostante in Lombardia vi siano ben 13
inceneritori attivi che, nonna consentendo, danno priorità ai flussi dei
rifiuti extraregionali, innalzando anche i costi di trattamento, a scapito dei
rifiuti speciali derivanti dalle lavorazioni negli impianti di valorizzazione e
recupero.
Anche Assorecuperi e FISE UNIRE (Associazioni delle imprese del
settore del riciclo) hanno evidenziato gravi criticità nella gestione degli
scarti dalle attività di riciclo.
La stessa
ANCI, nel luglio del 2017, ha rappresentato al Ministro Galletti la congestione
degli impianti di recupero per la limitazione degli accessi alla
termovalorizzazione e il progressivo aumento delle tariffe di conferimento.
A chiusura,
si rileva che il flusso dei rifiuti extraregionali non è di per sé indicativo
di una disfunzione del ciclo dei rifiuti, soprattutto in relazione alla libera
circolazione degli scarti di lavorazione e della frazione organica da avviare a
recupero e alla correlata necessità di non restringere il regime di libera
concorrenza.
Più volte è
stato fatto notare dalla stessa Commissione Europea che il richiamo al
principio dell’autosufficienza può ben essere applicato a livello di Stato
membro, senza necessariamente essere declinato in ambiti geografici più
ristretti.
In tale
direzione si sono infatti collocate le due previsioni normative emanate dal
legislatore italiano relative alla realizzazione della rete nazionale degli
inceneritori, ai fini del raggiungimento dell’autosufficienza nel trattamento
del rifiuto urbano residuo in tutto il territorio nazionale, e alla rete
nazionale degli impianti di compostaggio, tesa ad assicurare il trattamento di
tutta la frazione organica della raccolta differenziata.
La carenza
di siti di smaltimento e di compostaggio su tutto il territorio nazionale rende
però difficoltosa la creazione di un libero di mercato realmente competitivo.
Certamente
la pianificazione regionale di recente approvazione si basa
sull’autosufficienza nel trattamento del RUr in
ciascun ambito territoriale ottimale e sulla chiusura del ciclo di gestione
attraverso la realizzazione delle discariche di servizio per lo smaltimento
degli scarti di lavorazione.
È però
evidente che l’iter di realizzazione delle nuove piattaforme di trattamento
comporta la gestione di un transitorio in cui è necessario comunque adoperarsi
con tutti gli strumenti, anche extra ordinem, per
assicurare il trattamento dei rifiuti urbani”.
Antonella Rizzo (Assessore alla tutela dell’ambiente)
Proposta di legge numero 381/10^ di iniziativa dei consiglieri N. Irto, S. Romeo, A. Scalzo, G. Gallo, G. Nucera, F. Sculco, F. Orsomarso,
S. Esposito, O. Greco, C. Parente e G. Giudiceandrea recante:“Misure di riduzione dei Costi
della Politica. Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme
sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla
dirigenza regionale) e alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla
dirigenza e sull'ordinamento degli Uffici del Consiglio regionale)” (Del. n. 343)
Art. 1
(Misure di riduzione dei costi della politica applicate agli uffici di
diretta collaborazione con gli organismi politico-istituzionali
di cui alla l.r.7/1996 e alla l.r. 8/1996))
1. Le
indennità corrisposte a qualunque titolo alla data di entrata in vigore della
presente legge al responsabile amministrativo e al segretario particolare di
cui alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull'ordinamento della
struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale) e
alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla dirigenza e
sull'ordinamento degli Uffici del Consiglio regionale), estranei alla pubblica
amministrazione, sono rideterminate applicando il trattamento economico spettante
alla posizione economica D6 del comparto Funzioni locali con esclusione della
tredicesima mensilità.
2. Le
indennità corrisposte a qualunque titolo alla data di entrata in vigore della
presente legge al collaboratore esperto di cui alla l.r.
8/96, estraneo alla pubblica amministrazione, sono rideterminate applicando il
trattamento economico spettante alla posizione economica D2 del comparto
Funzioni locali con esclusione della tredicesima mensilità.
3. Le
indennità corrisposte alla data di entrata in vigore della presente legge al
Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale e al Capo di Gabinetto
del Presidente del Consiglio regionale, estranei alla pubblica amministrazione,
sono ridotte del nove per cento.
4. Le
indennità corrisposte alla data di entrata in vigore della presente legge al
portavoce e ai componenti dell’ufficio del Portavoce, estranei alla pubblica
amministrazione, sono ridotte del nove per cento.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'approvazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Disposizione transitoria)
1. La
presente legge trova la sua prima applicazione, anche per i contratti in
essere, il primo giorno del mese successivo alla sua entrata in vigore.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel
Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
Il Consiglio regionale,
vista la delibera di
Giunta regionale n. 510 del 12 novembre 2018, recante: “Approvazione del bilancio consolidato dell’anno 2017 della Regione
Calabria – articolo 68 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”;
vista
la delibera di Giunta regionale n. 153 del 26 aprile 2018, relativa al
rendiconto generale per l'esercizio 2017 della Regione Calabria;
preso
atto che il Rendiconto generale per l'esercizio 2017, completo dei relativi
allegati e prospetti, per come approvato dalla Giunta con la succitata delibera
153 del 26 aprile 2018, ai sensi dell'art. 1, comma 5 del D.L. 174/2012
convertito con modificazioni dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, è stato
inviato alla Corte dei conti — Sezione di controllo per la Regione Calabria -
ai fini dell'esercizio della parifica di cui agli articoli 39, 40 e 41 del
testo unico di cui al Regio Decreto 12 luglio 1934, n. 1214;
tenuto
conto che, con la deliberazione n. 315 del 17 luglio 2018 del Consiglio
regionale è stato approvato il Rendiconto del Consiglio della Regione Calabria
e che con la successiva deliberazione n. 340 del 28 settembre 2018 il Consiglio
regionale ha aggiornato il "Gruppo amministrazione pubblica del Consiglio
della Regione Calabria e ha approvato il Bilancio consolidato del Consiglio
della Regione Calabria dell'anno 2017";
considerato
che, al fine di consentire la predisposizione del Bilancio consolidato, ai
sensi dell'allegato 4/4 del Decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118:
-
con la delibera di Giunta regionale n. 496 del 6 novembre
2018 è stato aggiornato l'elenco dei soggetti componenti il Gruppo
Amministrazione pubblica;
-
con la delibera di Giunta regionale n. 504 del 6 novembre
2018, alla luce della composizione del Gruppo Amministrazione pubblica è stato
aggiornato l'elenco dei componenti del Gruppo Regione Calabria;
tenuto
conto che in data 30 ottobre 2018 la Corte dei conti, Sezione regionale di
controllo per la Calabria, al fine di completare l'attività istruttoria
necessaria al Giudizio di parificazione, ha approvato la Bozza di relazione sul
Giudizio di parifica del Rendiconto della Regione Calabria dell'anno 2017 e ha
assegnato i termini per gli ulteriori adempimenti;
tenuto
conto che, qualora dal Giudizio di parifica di cui all'art. 1, comma 5, del
D.L. 174/2012 (convertito con modificazioni dalla legge 7 dicembre 2012, n.
213), dovessero emergere variazioni al Rendiconto della Regione dell'anno 2017,
si provvederà a modificare il bilancio consolidato dell'esercizio finanziario
2017;
visti:
-
il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive
modifiche ed integrazioni recante "Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge
5 maggio 2009, n. 42", così come modificato ed integrato dal decreto
legislativo del 10 agosto 2014, n. 126;
-
l'allegato 4/4 al D.Lgs.118/2011 recante il principio
contabile applicato concernente il bilancio consolidato;
-
il D.L.174/2012 convertito con modificazioni dalla legge 7
dicembre 2012, n. 213;
-
il Decreto Legge n. 113/2016, convertito con modificazioni
dalla L. 7 agosto 2016, n. 160;
visti
il Bilancio consolidato della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2017
(Allegato 1), corredato dalla Relazione e Nota integrativa (AIIegato 2), che
formano parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
tenuto
conto che il Collegio dei revisori dei conti della Regione Calabria, con
verbale n. 226 del 15 novembre 2018 (All. 3) ha espresso parere favorevole
sulla delibera di Giunta regionale n. 510 del 12 novembre 2018;
delibera
di approvare il Bilancio
consolidato della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2017 (Allegato
1), corredato dalla Relazione e Nota integrativa (AIIegato 2), che formano
parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
n. 60 del 23 ottobre 2018, con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto
l’approvazione dell’assestamento e le conseguenti variazioni al bilancio di
previsione 2018-2020 del Consiglio regionale;
premesso che:
·
la legge regionale n. 25 del 19 ottobre 2004 stabilisce
all'art. 23 che: "Il Consiglio regionale, nell'esercizio delle sue
funzioni e nell'espletamento delle sue attività, gode di autonomia
organizzativa, funzionale e contabile secondo le norme dei regolamenti
interni";
·
il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, cosi come
modificato ed integrato dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha
introdotto il nuovo impianto normativo sull'armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato a
stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili generali
per regioni, province autonome ed enti locali, fissando al primo gennaio 2015
l'entrata in vigore per gli enti citati delle norme in materia di
armonizzazione contabile;
·
con deliberazione consiliare n. 276 del 19 dicembre 2017 è
stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio regionale della
Calabria per gli esercizi finanziari 2018-2020;
·
con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 3 del 9
gennaio 2018 è stato approvato il documento tecnico di accompagnamento al
bilancio di previsione per gli esercizi 2018-2020 e sono state assegnate le
risorse al Segretario/Direttore Generale, ai sensi dell'articolo 3 del
Regolamento Interno di Amministrazione e Contabilità del Consiglio regionale
approvato con deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017 e ss mm.ii;
·
con determinazione del Segretario generale RG. n. 1 del 10
gennaio 2018 è stato approvato il bilancio finanziario gestionale del Consiglio
regionale per gli esercizi 2018-2020;
·
con le deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza n. 14 del 28
marzo 2018, sono state approvate n. 2 variazioni compensative al bilancio di
previsione per gli esercizi 2018-2020, esercizio 2018, e, contestualmente, è
stata effettuata la prima variazione al documento tecnico di accompagnamento al
bilancio 2018-2020;
·
con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 22 del 21
maggio 2018 è stata approvata la seconda variazione del documento tecnico di
accompagnamento al bilancio di previsione per gli esercizi 2018-2020;
·
con le deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza n. 35 del 3
luglio 2018 e n. 54 del 28 settembre 2018 sono state approvate le variazioni
compensative al bilancio di previsione per gli esercizi 2018-2020 e le
conseguenti variazioni al documento tecnico di accompagnamento al bilancio
2018-2020;
·
con le determinazioni del Segretario generale R.G. n. 148 del
5 aprile 2018, n. 259 del 29 maggio 2018, n. 529 del 8 ottobre 2018 e n. 549
del 15 ottobre sono state autorizzate le variazioni del bilancio gestionale per
gli esercizi 2018-2020;
vista
la deliberazione consiliare n. 315 del 17 luglio 2018 “Approvazione del
rendiconto dell'esercizio finanziario 2017 e della relazione sulla gestione”,
da cui risulta che l'avanzo di amministrazione al 31 dicembre, determinato
secondo le risultanze del rendiconto della gestione per l'esercizio 2017 in
euro 23.931.157,10, è così composto:
·
Quota vincolata pari ad euro 3.043.373,72 distinta in:
-
Vincoli derivanti da leggi, pari ad euro 28.302,99;
-
Vincoli derivanti da trasferimenti, pari ad euro 799.519,47;
-
Vincoli formalmente attribuiti dall'ente, pari ad euro
2.215.551,26;
·
Quota accantonata pari ad euro 11.170.488,29 distinta in:
-
Fondo rischi soccombenza spese legali e debiti fuori bilancio
al 31.12.2017, pari ad euro 6.500.000,00;
-
Fondo rischi per passività potenziali inerenti contributi
obbligatori, pari ad euro 1.013.699,62;
-
Accantonamenti derivanti dai risparmi conseguiti
dall'applicazione del Piano di riqualificazione della spesa esercizio 2016,
pari ad euro 3.344.751,00;
-
Accantonamenti derivanti dalla quota non vincolata dei
risparmi conseguiti dall'applicazione del Piano di riqualificazione della spesa
esercizio 2017, pari ad euro 312.037,67;
-
Quota destinata agli investimenti pari ad euro 4.320.130,29;
-
Quota libera dell'avanzo di amministrazione pari ad euro
5.397.164,80;
considerato
che con determinazioni del Segretario generale R.G. n. 333 del 5 luglio 2018 e
R.G. n. 479 del 4 settembre 2018, si è proceduto a due variazioni del bilancio
per l'importo, rispettivamente, di euro 643.376,99 mediante l'applicazione
della quota vincolata dell'avanzo derivante dai trasferimenti Ag.Com. per lo
svolgimento delle funzioni delegate al Co.Re.Com. Calabria e non spesi negli
anni precedenti, e di euro 74.413,40 mediante l'applicazione della quota
vincolata dell'avanzo derivante rispettivamente dalle economie scaturite dal
fondo per il lavoro straordinario per l'anno 2017, pari ad euro 26.751,98, e da
quelle relative alle somme assegnate ai Gruppi consiliari nell'esercizio 2017 e
nei precedenti, per l'importo di euro 47.661,42;
ritenuto
di applicare all'annualità 2018 del bilancio di previsione del Consiglio
regionale 2018-2020, l'avanzo di amministrazione relativo all'esercizio 2017,
l'importo di euro 23.213.366,71, come riportato nell'Allegato A) e nella Nota
Integrativa (Allegato D), allegati al presente provvedimento;
preso
atto che:
·
con deliberazione consiliare n. 300 del 10 maggio 2018 è
stato approvato il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31
dicembre 2017, da cui è risultato che:
-
l'ammontare dei residui attivi al 31.12.2017 è pari ad euro
26.094.655,28;
-
l'ammontare dei residui passivi al 31.12.2017 è pari ad euro
10.313.438,67;
·
con deliberazione consiliare n. 315 del 17 luglio 2018 è
stato approvato il rendiconto dell'esercizio finanziario 2017 e la relazione
sulla gestione, da cui è risultato che:
-
il fondo cassa al 1° gennaio rispetto a quello presunto
riportato nel bilancio di previsione 2018-2020 è rideterminato in euro
11.057.144.60;
-
il fondo pluriennale vincolato iscritto nell'entrata del
bilancio di previsione 2018 è quantificato in euro 2.907.204,11, di cui euro
2.763.159,89 per spese correnti ed euro 144.044,22 per spese in conto capitale;
dato,
altresì, atto che:
·
soddisfatte le necessità di utilizzo della quota vincolata,
accantonata, destinata agli investimenti e libera dell'avanzo di
amministrazione dell'esercizio precedente, coerentemente alle indicazioni di
cui all'art. 42 del D.Lgs. n. 118 del 23 giugno 2011 e ss.mm.ii., sono
garantiti gli equilibri del bilancio di previsione per il triennio 2018-2020;
·
permane il rispetto dei limiti di spesa previsti dalla legge
n. 122 del 30 luglio 2010 e che gli stessi sono monitorati all'atto
dell'assunzione dei relativi impegni di spesa;
considerato
che, a seguito di specifiche richieste, i dirigenti del Consiglio regionale
hanno evidenziato alcune necessità di maggiori risorse finanziarie, nonché
indicato economie di spesa, per cui si ritiene necessario procedere
conseguentemente ad apportare variazioni agli stati di previsione delle entrate
e delle spese del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2018-2020
per adeguare gli stanziamenti di competenza e di cassa per Titoli/Tipologie
(Entrate) e per Missioni/Programmi (Spese);
visto
il prospetto riepilogativo di cui all'Allegato B) al presente provvedimento,
riportante le variazioni di competenza e di cassa da apportare al bilancio di
previsione del Consiglio regionale per il triennio 2018-2020;
visto
il prospetto riepilogativo delle variazioni effettuate ai sensi dell'articolo
51, comma 9, del d.lgs. 118 del 23 giugno 2011, di cui all’Allegato C);
considerato
che, in coerenza con quanto disposto dall'art. 51 del d.lgs. n. 118 del 23
giugno 2011, l'Ufficio di Presidenza procederà alla conseguente variazione del
documento tecnico di accompagnamento al bilancio, approvato con propria
deliberazione n. 3 del 9 gennaio 2018, nonché ad autorizzare, senza ulteriori
formalità, il Segretario Generale ad apportare al bilancio finanziario
gestionale esercizio 2017, approvato con determinazione del Segretario Generale
R.G. n. 1 del 10 gennaio 2018, le variazioni di cui al presente provvedimento;
visti:
·
la deliberazione del Consiglio regionale n. 190 del 4 maggio
2017, di approvazione del nuovo Regolamento di Amministrazione e Contabilità
del Consiglio Regionale della Calabria e ss mm.ii;
·
il D.Lgs. n.118/2011 e ss.mm.ii;
preso
atto del verbale n. 227 del 15 novembre 2018, con cui il Collegio dei revisori
dei conti della Regione Calabria ha espresso parere favorevole sul
provvedimento in oggetto (Allegato E);
delibera
·
di approvare l’assestamento di bilancio e le conseguenti variazioni
al bilancio di previsione finanziario 2018-2020 del Consiglio regionale secondo
le risultanze riportate negli allegati A, B, C della presente deliberazione per
farne parte integrante e sostanziale;
·
di destinare l'importo di euro 23.213.366,71 relativo
all'avanzo di amministrazione dell'esercizio 2017 secondo le finalità indicate
nell'Allegato A) e nella Nota Integrativa (Allegato D), parti integranti e
sostanziali del presente provvedimento, come di seguito indicato:
- avanzo vincolato per l'importo
di euro 2.325.583,33;
- avanzo accantonato per
l'importo di euro 11.170.488,29;
- avanzo destinato agli
investimenti, per l'importo di euro 4.320.130,29;
- avanzo libero per l'importo di
euro 5.397.164,80;
·
di dare atto che, dopo le variazioni di cui ai punti precedenti,
sono garantiti gli equilibri del bilancio di previsione del Consiglio regionale
per il triennio 2018-2020;
·
di dare mandato alll'Ufficio di Presidenza a procedere alla
conseguente variazione del documento tecnico di accompagnamento al bilancio 2018-2020,
approvato con deliberazione U.P. n. 3 del 9 gennaio 2018, nonché ad assolvere
ai successivi adempimenti di propria competenza.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 473 del 29 ottobre 2018, recante: "Proposta di
parziale modifica degli indirizzi regionali per la programmazione e la
definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa
della Regione Calabria quinquennio 2017/2018 – 2022/2023”;
considerato che la
Giunta regionale ha ritenuto necessario modificare parzialmente le Linee Guida
per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete
scolastica e dell’offerta formativa della Regione Calabria quinquennio
2017/2018 – 2022/2023 approvate con delibera del Consiglio regionale n.
144/2016 che avevano evidenziato in fase di applicazione alcune criticità, e
precisamente:
·
al
par. 3.2 “Punti di erogazione del servizio” per come di seguito indicato:
-
la
soglia minima per la scuola dell'infanzia viene portata a 20 iscritti con
deroga a 10 iscritti -l'ulteriore deroga viene sostituita con la casistica
indicata nei punti A-B-C-D;
-
la
soglia minima per la scuola primaria viene portata a 30 iscritti con deroga a
10 iscritti -l'ulteriore deroga viene sostituita con la casistica indicata nei
punti A-B-C-D;
-
la
soglia minima per la scuola secondaria di 1° grado viene portata a 35 iscritti
con deroga a 20 iscritti -viene inserita la casistica indicata nei punti
A-B-C-D;
-
la
soglia minima per la scuola secondaria di 2° grado resta invariata con
l'eliminazione della previsione di corso quinquennale;
-
di
prevedere le ulteriori deroghe di cui ai punti A-B-C-D nei seguenti casi
eccezionali che non comportano la chiusura dei plessi:
A) plessi ubicati in zone periferiche e disagiate,
con presenza di dispersione e rarefazione di insediamenti abitativi,
caratterizzati da una difficile accessibilità delle strutture scolastiche
(interruzione della viabilità dovute anche ad eventi alluvionali) o dalla
mancanza temporanea di servizio di trasporto per un periodo non superiore ad un
anno;
B) capacità di altri plessi di ricevere un
contingente dì alunni garantendo il giusto rapporto tra numero di alunni e
spazio a loro disposizione;
C) in presenza di tempi di percorrenza in auto
superiori a 10 minuti per le Scuole dell'Infanzia e 15 minuti per le Scuole
Primarie e Secondarie di 1° grado;
D) Comuni commissariati per infiltrazione mafiosa
fino al perdurare del commissariamento;
·
ai
paragrafi 5.1, 5.2 e 5.3 relativi ai criteri e procedure per il dimensionamento
scolastico, per come di seguito indicato:
-
di
integrare il procedimento, di cui ai paragrafi 5.1 e 5.2, individuando le
Istituzioni Scolastiche tra i soggetti coinvolti nell'iter di approvazione, la
partecipazione obbligatoria e non facoltativa delle stesse nelle Commissioni di
Ambito, senza diritto di voto e riconoscendo le Commissioni di Ambito quale
principale strumento di sintesi decisionale in presenza di interessi
contrapposti dei Comuni;
-
di
eliminare le parole "sentire l'Ufficio Scolastico Regionale" in
quanto I'USR viene coinvolto con proprio rappresentante nel processo delle
operazioni relative al Piano Regionale di Dimensionamento;
-
di
non considerare, solo per l'anno scolastico 2019/2020, perentori i termini e il
cronoprogramma di cui al par.5.3 delle citate Linee Guida, fermo restando la
data del 31 dicembre per l'approvazione del Piano Regionale di Dimensionamento;
vista la deliberazione
n. 507 del 6 novembre 2018 con cui la Giunta regionale ha parzialmente
rettificato la delibera di Giunta regionale n. 473 del 29 ottobre 2018,
unitamente a tutti gli allegati;
considerato che con
riferimento alle deroghe di cui al par. 3.2 "Punti di erogazione del
Servizio” nell’allegato alla delibera n. 473 del 29 ottobre 2018, per mero
errore materiale:
- al punto A) sono riportati i "plessi di
scuole primarie ubicate in zone periferiche e disagiate" in luogo di
"plessi ubicati in zone periferiche e disagiate ... ";
- al punto D) dell'allegato e nella delibera
sopracitata sono riportati "Comuni commissariati per infiltrazione mafiosa
fino al perdurare del commissariamento" da rettificare con "Comuni
commissariati per infiltrazione mafiosa negli ultimi cinque anni";
- nel deliberato non è stato riportato il termine
perentorio del 10 dicembre per la trasmissione dei Piani Provinciali alla
Regione Calabria;
ritenuto che
nell’ambito delle Linee guida regionali per la programmazione e la definizione
del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa per il
quinquennio 2017/2018 – 2022/2023 la Giunta regionale ha inteso modificare e
rettificare il par. 3.2 “Punti di erogazione del Servizio” delle Linee Guida di
cui alla DGR n. 473/2018 per come di seguito specificato:
- al punto A) viene eliminata la dicitura “scuole
primarie”;
- al punto D) la dicitura “Comuni commissariati
per infiltrazione mafiosa fino al perdurare del commissariamento” viene
sostituita con la seguente “Comuni commissariati per infiltrazione mafiosa
negli ultimi dieci anni”;
di inserire il termine
perentorio del 10 dicembre, solo per l’anno 2019/2020, per la trasmissione dei
Piani provinciali alla Regione Calabria, fermo restando la data del 31 dicembre
per l’approvazione del Piano Regionale di Dimensionamento;
visti gli emendamenti
approvati in Aula recanti le modifiche di seguito specificate:
- al punto 3.1) istituzioni scolastiche autonome,
punto d), dopo le parole “specificità linguistiche” sono aggiunte le parole
“nonché per i Comuni commissariati per infiltrazione mafiosa negli ultimi dieci
anni”;
- al punto 3.3) composizione delle classi, al
titolo della quarta colonna della tabella, dopo le parole “minoranze
linguistiche” sono aggiunte le parole “e i Comuni commissariati per
infiltrazione mafiosa negli ultimi dieci anni”;
visto l’art. 139 della
legge regionale n. 34/2002;
delibera
di approvare la
proposta di parziale modifica degli indirizzi regionali per la programmazione e
la definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta
formativa della regione Calabria quinquennio 2017/2018 – 2022/2023, così come
emendata, che forma parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione.
Proposta
di provvedimento amministrativo numero 228/10^ di iniziativa della Giunta
regionale recante: “Determinazione del livello dei servizi minimi (art. 16 D. Lgs. 422/1997; art. 5 della L.R. 35/2015) – Presa d'atto del raggiungimento
dell'intesa con gli enti locali” (Del. n. 347)
Il Consiglio regionale,
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 418 del 24 settembre 2018:
"Determinazione del livello dei servizi minimi (art. 16 d.lgs 422/1997;
art. 5 della l.r. 35/2015) — Presa d'atto del raggiungimento dell'intesa con
gli enti locali", unitamente ai relativi allegati;
visti:
-
il Regolamento (CE) n. 1370/2007 recante: "Regolamento
del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai servizi pubblici di
trasporto di passeggeri su strada e per ferrovia e che abroga i regolamenti del
Consiglio (CEE) n. 1191/69 e (CEE) n. 1107/70";
-
il Decreto Legge n. 24 gennaio 2012, n. 1 recante:
"Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture
e la competitività";
-
il Decreto Legislativo 19 novembre 1997, n. 422 recante:
"Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e compiti in
materia di trasporto pubblico locale, a norma dell'articolo 4, comma 4, della
legge 15 marzo 1997, n. 59";
-
la Legge 7 agosto 1990, n. 241 recante: "Nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi";
-
la Legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 recante
"Norme per i servizi di trasporto pubblico locale, e in particolare l’articolo
5;
-
il Piano regionale dei trasporti della Calabria approvato con
delibera di Consiglio regionale del 19 dicembre 2016 n. 157;
rilevato
che la Quarta Commissione consiliare, nella seduta del 25 ottobre 2018, ha
approvato, con modifiche, la determinazione del livello dei servizi minimi
(art. 16 del d.lgs. 442/1997 e art. 5 della l.r. 35/2015), prendendo atto del
raggiungimento dell’intesa con gli enti locali;
delibera
di
approvare la determinazione del livello dei servizi minimi (art. 16 d.lgs
422/1997; art. 5 della l.r. 35/2015), prendendo atto del raggiungimento
dell'intesa con gli enti locali, unitamente a tutti gli allegati che
costituiscono parte integrante della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la proposta di provvedimento amministrativo n.
229/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: "Integrazione DGR n.
341 del 30 luglio 2018";
rilevato che la Giunta regionale con la
deliberazione n. 427 del 4 ottobre 2018, ha integrato la DGR n. 341 del 30
luglio 2018;
ritenuto che ai sensi della normativa vigente, ai
fini del perfezionamento dell'iter approvativo della proposta di provvedimento
amministrativo suddetta, si renda necessaria l'approvazione del Consiglio
regionale, ai sensi dell'articolo 139, comma 3 della legge regionale n. 34/2002;
vista la deliberazione di Giunta regionale del 4
ottobre 2018, n. 427;
visto l'articolo 139, comma 3 della legge regionale
n. 34/2002;
visto il parere favorevole espresso dalla Terza
Commissione Permanente "Sanità, attività sociali, culturali e formative"
nella seduta del 12 ottobre 2018;
delibera
per tutto quanto esposto in narrativa, di approvare
l’integrazione alla DGR n. 341 del 30 luglio 2018, apportata dalla delibera di
Giunta regionale del 4 ottobre 2018, n. 427, relativa alla riattivazione, in
deroga ai parametri minimi previsti dalle Linee Guida regionali, dei seguenti
plessi scolastici:
1)
Istituto Comprensivo Telesio di Reggio Calabria (plesso cod.
meccanografico RCAA84201Q Modena Ciccarello);
2)
Istituto Comprensivo Careri (plessi codici meccanografici
RCEE81508X “Scuola Primaria Careri” e RCA81507N “Scuola Infanzia Natile
Superiore”;
3)
Istituto Compresivo Anoia Maropati Giffone (plesso codice
meccanografico RCAA82303C “Scuola dell’Infanzia Anoia Inferiore”.
Il Consiglio regionale,
vista
la delibera di Giunta regionale n.431 dell'8 ottobre 2018, recante:
"Rendiconto esercizio 2017 dell'Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni
in Agricoltura (ARCEA). Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di
competenza”;
premesso
che:
-
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti,
delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di
ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio"
per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-
la Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti
al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
-
con Decreto del Direttore Generale del Dipartimento delle
politiche Europee ed Internazionali del MIPAAF n. 0007349 del 14 ottobre 2009,
I'ARCEA è stata riconosciuta Organismo Pagatore della Regione Calabria per i
regimi di spesa FEAGA e FEASR;
-
con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 103 del
9 ottobre 2014, il Dott. Maurizio Nicolai è stato nominato Direttore generale
dell'ARCEA;
-
con il decreto della Giunta regionale n. 504 del 16/12/2016 è
stato nominato quale Revisore Unico dei conti il dott. Alessandro Vallone;
visti:
-
l'art. 12 della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24;
-
l'art. 28 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 che
approva l'istituzione dell'Organismo Pagatore Regionale;
-
la legge regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della regione Calabria";
-
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della
regione Calabria;
-
il D. Lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da D.
Lgs. 126/2014;
tenuto
conto che il Revisore Unico dei conti ha espresso parere favorevole
per
l'approvazione del rendiconto generale esercizio finanziario 2017, attestando
la corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione e proponendo di
accantonare una parte dell'avanzo di amministrazione;
considerato
che il dipartimento Agricoltura ha espresso parere favorevole al rendiconto di
gestione 2017, fermo restando quanto rappresentato dalla Struttura di controllo
in merito al mancato rispetto di quanto disposto dalle norme regionali di
spending review, in relazione alle quali si procederà in applicazione di quanto
stabilito dal comma 7 e comma 10 dell'art. 6 della legge regionale n. 43/2016;
considerato
che il dipartimento Bilancio, con riferimento all'eventuale utilizzo della
quota disponibile del risultato di amministrazione, pari ad € 532.057,22,
raccomanda l'ente di rispettare le regole di bilancio inerenti le modalità di
impiego della parte libera dell'avanzo di amministrazione, ai sensi dell'art.
42, comma 6 del D. Lgs. n. 118/2011. Altresì, il dipartimento ha rilevato che:
·
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2017,
per come risultante dal conto del bilancio e per come risultante dal conto del
tesoriere;
·
sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio
2016, rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2017;
·
sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle
cosiddette partite di giro;
·
sussiste la corrispondenza tra i valori a residuo e quelli
riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena
coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e
debiti, nonché, con riferimento al conto economico la corrispondenza tra
impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;
·
sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione
del totale dei pagamenti e degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio
2017, e il valore registrato alla voce "disponibilità liquide" della
parte attiva dello stato patrimoniale;
·
risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo
pluriennale vincolato del risultato di amministrazione al 31/12/2017;
tenuto
conto che il dipartimento Bilancio, nel precisare che l'eventuale mancato
rispetto della normativa sul contenimento della spesa non incide
sull'approvazione del rendiconto, fatte salve le responsabilità in capo ai
soggetti che hanno determinato eventuali maggiori esborsi, in termini di
risorse impiegate, oltre i limiti di legge, ritiene possibile procedere
all'adozione, da parte della Giunta regionale, del rendiconto dell'Agenzia
regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA) al fine della
successiva trasmissione dello stesso al Consiglio regionale;
rilevato
che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 ottobre 2018, ha
approvato il rendiconto per l’esercizio 2017 dell’Agenzia Regione Calabria per
le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA) e i documenti ad esso allegati;
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della I.r. n. 8/2002 il rendiconto per
l’esercizio 2017 dell'Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in Agricoltura
(ARCEA) e i documenti ad esso allegati che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
viste:
-
la delibera di Giunta regionale n. 452 dell'11 ottobre 2018,
recante: "Rendiconto esercizio 2017 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) -Trasmissione al Consiglio regionale per gli
atti di competenza”;
-
la delibera del Commissario straordinario dell'ARSAC n. 96
del 29.6.2018 di approvazione del rendiconto consuntivo finanziario esercizio
2017;
-
la determina del Commissario straordinario dell'ARSAC n. 199
del 5.4.2018 recante: "Riaccertamento ordinario dei residui al
31.12.2017";
premesso
che:
-
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti,
delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 31 marzo di
ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per
materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano
entro il successivo 15 aprile al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio"
per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-
la Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti
al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno, a
norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;
visti:
-
la legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66 recante
"Istituzione dell'Agenzia Regionale per lo sviluppo dell'agricoltura e disposizioni
in materia di sviluppo dell'agricoltura";
-
la legge regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della regione Calabria";
-
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della
regione Calabria;
-
il D. Lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da D.
Lgs. 126/2014;
atteso
che il Revisore unico dei conti esorta l'Azienda ad operare nell'ottica
dell'economicità nell'ambito dei programmi delle attività da attuare, al fine
di individuare le voci passibili di taglio, per evitare inefficienze e sprechi.
A tal fine, l'Azienda dovrà monitorare in itinere:
-
l'economicità della gestione;
-
l'economicità, eventuale, delle gestioni degli organismi a
cui sono affidati i servizi;
-
l'indebitamento e l’incidenza degli oneri finanziari;
-
la gestione delle risorse umane e relativo costo;
-
la gestione delle risorse finanziarie ed economiche, rapporto
fra utilità prodotta e risorse consumate;
-
l'attendibilità delle previsioni, veridicità del rendiconto,
utilità delle informazioni per gli utilizzatori del sistema bilancio;
-
la qualità delle procedure e delle informazioni (trasparenza,
tempestività, semplificazione, ecc);
-
l'adeguatezza del sistema contabile e funzionamento del
controllo interno;
-
il contenimento delle spese;
tenuto
conto che l'Azienda ha provveduto al riaccertamento ordinario dei residui
attivi e passivi al 31.12.2017, il Revisore unico dei conti:
·
raccomanda di proseguire l'attività di ricognizione dei
residui attivi e passivi anche per gli esercizi futuri, monitorando costantemente
l'opera delle Aree e dei responsabili delle stesse;
·
relativamente al Fondo crediti dubbia esigibilità, raccomanda
di verificare la consistenza, tenendo conto sia della competenza che della
completa e corretta rilevazione dei componenti positivi e negativi;
·
per quanto concerne la verifica del Fondo Spese e Rischi
futuri, esorta l'Azienda ad accantonare eventualmente altre somme a tal fine,
così come previsto dal principio applicato alla contabilità finanziaria al
punto 5.2, lettera h);
·
esprime parere favorevole per l'approvazione del rendiconto
dell'esercizio finanziario 2017, avendo rilevato l'attendibilità delle
risultanze della gestione finanziaria ed il rispetto della competenza economica
dei risultati economici generali ed il rispetto dei principi contabili per la
valutazione e classificazione dei valori patrimoniali;
considerato
che il dipartimento Agricoltura:
-
ha rilevato il rispetto dei vincoli di spesa di cui alla
vigente normativa in materia di spending review;
-
esprime parere favorevole al conto consuntivo 2017;
considerato
che il dipartimento Bilancio ha rilevato che:
-
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al
31.12.2017, per come risultante dal conto del bilancio e per come risultante
dal conto del tesoriere;
-
sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2016,
rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2017;
-
sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle
partite di giro;
-
sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli
riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena
coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e
debiti, nonché con riferimento al conto economico la corrispondenza tra impegni
in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;
-
sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria, in ragione
del totale deì pagamenti e degli incassi effettuati nel corso dell'esercizio
2017, e il valore registrato alla voce "disponibilità liquide"
dell'attivo dello stato patrimoniale;
-
risulta formalmente corretta la determinazione del fondo
pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione al 31/12/2017,
e a
conclusione dell’istruttoria di propria competenza ha ritenuto possibile
procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, del rendiconto per
l'esercizio 2017 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Calabrese (ARSAC) al fine della successiva trasmissione dello stesso al
Consiglio regionale;
rilevato
che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 23 ottobre 2018, ha
approvato il rendicondo dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura
Calabrese (ARSAC) per l’esercizio 2017 e i documenti ad esso allegati;
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della I.r. n. 8/2002, il rendiconto per
l’esercizio 2017 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura
Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati che costituiscono parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione.