X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 57
SEDUTA
Di MARTEDì’ 31 luglio 2018
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
E DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE
Presidenza
del Presidente Nicola Irto
La
seduta inizia alle 13,54
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà
lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il vicepresidente Ciconte. Ne ha
facoltà.
Intervengo per una comunicazione politica, al Presidente
del Consiglio regionale, al capogruppo del Partito Democratico e per conoscenza
al Presidente della Giunta regionale, al Segretario regionale ed al segretario
nazionale del Partito Democratico.
Si comunica alle Signorie vostre la mia autosospensione dal
gruppo consiliare del Partito Democratico.
La decisione è conseguente ad una dettagliata e travagliata
analisi e da un’oggettiva valutazione, suggerita da un malessere imperante che,
come già sottolineato dal collega Bevacqua, interessa il gruppo consiliare del
Partito Democratico; gruppo che difetta di organizzazione, strategia e
discussione interna sulle varie problematiche che riguardano il rilancio della
nostra martoriata terra. Dopo le dichiarazioni del collega Bevacqua, anche lui
autosospesosi, mi sarei aspettato una franca e serena discussione all’interno
del gruppo e della maggioranza. Cosa a tutt’oggi non avvenuta, nonostante le
forti dichiarazioni del Presidente della quarta Commissione consiliare
permanente.
La mia storia è sinonimo di attivismo, dinamismo, impegno
costante, se vogliamo, di coraggio nell’affrontare i problemi.
Qualsiasi iniziativa, piccola o grande che sia, se non
supportata da una concreta motivazione e dalla passione è sicuramente destinata
a fallire.
La passione e la motivazione sono elementi imprescindibili
per tentare di raggiungere qualsivoglia successo.
In Calabria purtroppo ci ritroviamo in una fase di
stagnazione; la palude si è ampliata perché nel tempo si sono accumulati molti
ritardi a causa di diversi fattori negativi: miopia, velleitarismo, tecnicismo
e tutto ciò ha determinato il logoramento del sistema che è progredito
inesorabilmente, come del resto era prevedibile.
Ora non c’è più molto tempo a disposizione; nonostante l’impegno
personale del Presidente della Giunta ci sono tanti processi di necrosi in
stato avanzato da cui è difficile uscire senza il contributo e l’impegno di
tutti.
Chi ha la responsabilità della guida deve con tutte le sue
forze condurre la nave verso un porto sicuro e non farla infrangere sugli
scogli.
A tutto ciò forse con una buona dose di umiltà, ripeto di
umiltà, si può ancora rimediare.
Occorre, a mio avviso, ricercare le ragioni che ci uniscono
e non quelle che ci dividono perché dagli errori si può e si deve sempre
imparare.
Dopo i risultati elettorali del 4 marzo che hanno segnato
una sconfitta sonora per il Partito Democratico, soprattutto in Calabria -
poiché moltissimi hanno sfogato il proprio malessere non votandolo più,
pensando giustamente di dare una scossa, di provocare una concreta inversione
di marcia -il rischio che l’assuefazione coinvolga la gente è concreto. Io
stesso vorrei continuare a battermi affinché la politica, quella con la P
maiuscola si riappropri del ruolo che le compete, onde evitare che la Calabria
continui ad essere terra di conquista.
C’è bisogno di uno scatto d’orgoglio, di un risveglio
collettivo, di un partito degno del proprio nome, di una classe dirigente e di
una guida, di un leader e non di un
capo, in grado di ripristinare le giuste motivazioni e ricreare le condizioni
per essere noi i promotori dei protagonisti del futuro della nostra regione.
Pertanto auspico che al più presto ci sia una riunione di
maggioranza per entrare nel merito delle varie tematiche ed affrontare i problemi,
in modo che la mia autosospensione e quella già avvenuta in precedenza dei
colleghi siano ispirazione per un nuovo percorso, altrimenti, se tutto
rimanesse inalterato, non vorrei essere considerato tra i responsabili del
fallimento di questa stagione politica.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
È chiaro che le parole e la sofferenza con cui il collega
Ciconte ha motivato il suo autosospendersi dal gruppo del Partito Democratico
non solo mi trova d’accordo, ma devo dare atto al vicepresidente Ciconte che in
questi anni è stato paziente, anzi mi ha “stalkerizzato”, invitandomi alla
calma; se Ciconte ha perso la pazienza vuol dire che siamo a un punto ormai di
rottura, rispetto alla vicenda politica di questa maggioranza e anche del ruolo
del Partito Democratico.
Più volte ho sollecitato il capogruppo e insieme a me tanti
colleghi che ritenevamo - come dire? - un po’ curioso che il gruppo di maggioranza
relativa di questo Consiglio regionale, che doveva essere il gruppo d’avanguardia,
di stimolo, rispetto all’esperienza …, in quasi 4 anni si sia riunito solo due
volte. Anzi ricordo l’ultima riunione di qualche anno fa, era presente l’allora
ex segretario Magorno, e ci eravamo lasciati
con l’intento di concordare una data per una riunione col Presidente alla
Regione per affrontare le questioni politiche.
Ancora quella data non è stata stabilita, però è successo,
sono successi fatti politici rilevanti.
Addirittura si è svolta una riunione di maggioranza, dopo
tre anni e mezzo, e io che faccio parte del gruppo del Partito Democratico,
sono un dirigente nazionale Partito Democratico, non sono neanche stato
invitato, senza che nessuno nel mio gruppo ponesse la questione degli inviti. Si
è autosospeso il collega Bevacqua con alcune argomentazioni, che anch’io ho
condiviso. Gliel’ho detto personalmente e anche politicamente all’esterno.
Si è formato un nuovo gruppo consiliare all’interno della
maggioranza.
Ho apprezzato i toni e le questioni che sono state poste
nella conferenza stampa ma è come se non fosse successo nulla.
C’è lo tsunami e
qualcuno fa finta che questo tsunami
politico non riguardi questa maggioranza. Anche perché noi abbiamo posto sempre
questioni di merito.
La sanità: si può lasciare così dopo che in questo Consiglio
regionale abbiamo discusso sull’incatenamento del Presidente alla Regione?
Il Commissario per il Piano di rientro dal deficit
sanitario è rimasto lì e con la sanità siamo punto e a capo! E questo rispetto
alle vicende ultime.
Avete visto a Reggio Calabria che succede all’ospedale di
Reggio Calabria? Non penso che ce la possiamo prendere con il Commissario se
mancano gli strumenti per ingessare le persone!
Ovviamente è una responsabilità che sta in capo al
Presidente alla Regione e a chi il Presidente della Regione ha nominato a
dirigere quell’Azienda ospedaliera.
E quindi siamo sulla sanità a zero! Qualcuno rimpiange il
presidente Scopelliti!
Sono stato uno di quelli che non ha fatto mancare la critica
al presidente Scopelliti, ma un Presidente di Regione che sulla sanità non è in
grado di farsi ascoltare a Roma da un Governo amico e non è capace di far
valere le proprie responsabilità, pur essendo la Calabria sottoposta a Piano di
rientro, rimane un problema per il quale questa maggioranza pagherà un prezzo altissimo.
Così anche per quanto riguarda la questione del Piano straordinario per il lavoro,
il contrasto alla povertà. Ne vogliamo parlare?
Sono 4 anni che si annunciano queste misure ma non è stato
fatto nulla, così come recentemente sulla riforma dei servizi sociali.
Questioni politiche che meriterebbero un dibattito nel
gruppo del Partito Democratico e anche nella maggioranza ma si fa finta di
nulla! Per questo ha ragione il collega Ciconte.
Non vogliamo essere corresponsabili di un fallimento
annunciato! Il centro-sinistra ha l’obbligo di mettercela tutta per evitare di
andare a sbattere alle prossime elezioni regionali. Per questo il nostro gesto;
ringrazio il vicepresidente Ciconte per la moderazione che ha avuto in questi
anni e anche il tentativo che ha fatto nei miei confronti, quotidiano, perché
fossi un po’ più moderato. Lo ringrazio perché anche lui oggi ha preso
coscienza dei problemi politici autosospendendosi dal Partito Democratico, dal
gruppo del Partito Democratico.
Ripeto: ci autosospendiamo dal gruppo del Partito
Democratico perché il gruppo non sta svolgendo il suo ruolo politico, perché
non c’è agibilità democratica dentro il gruppo del Partito Democratico, e anche
perché noi con questo gesto vogliamo, io in particolare, parlo per me, impedire
una deriva che ci porta inesorabilmente ad una sconfitta! Inesorabilmente!
I dati sono chiari.
Abbiamo perso tutte le elezioni amministrative, abbiamo
perso il referendum costituzionale,
abbiamo perso le politiche.
Che cosa deve accadere in Calabria per aprire una
discussione e per vedere se ci sono ancora le condizioni per correggere
radicalmente un modo di governare la Calabria che oggi non ha portato nessun
tipo di risultato? Per questo io mi autosospendo.
Comunico ufficialmente l’autosospensione dal gruppo del
Partito Democratico.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha
facoltà.
Era stata annunciata la presenza in Aula del presidente Oliverio ma allo
stato, forse stava per scendere le scale o è rimasto nell’ascensore perché
qualcuno gli ha preannunciato che in Consiglio la sua presenza, insomma,
sarebbe stata inopportuna o perlomeno disturbata dagli interventi che si stanno
susseguendo.
Personalmente penso che sia giunto il momento che questo Consiglio regionale
si interroghi. L’interrogazione nasce spontanea perché un’Assemblea legislativa,
eletta per risolvere i problemi dei calabresi, non può trasformarsi in una
sorta di congresso perenne del Partito Democratico.
Capisco che i problemi ci sono, capisco che bisogna non lasciare da parte i
problemi politici, però in questo momento registriamo che il malcontento è di
appartenenza ad un partito. Avrei voluto e avrei desiderato che coloro che si
sono autosospesi e che lamentano mancato coinvolgimento del loro partito,
questa istanza la facessero, l’avessero fatta prima all’interno dei loro
partiti. Così come le regole e i criteri che in genere chi fa politica da
sempre condivide, invece, guarda caso si è invertita questa regola.
E’ arrivato il presidente Oliverio. Datemi l’onore di annunciare al
presidente Oliverio che in questo Consiglio regionale c’è un nuovo gruppo e che
è praticamente nato dalla fuoriuscita di alcuni consiglieri del Partito
Democratico e ci sono altri tre consiglieri regionali che hanno annunciato l’autosospensione
dal PD.
Vi invito a fare una riflessione, per onestà nei confronti degli elettori;
vorrei che tutti noi la facessimo in questo momento, per evitare di essere
trascinati in una sorta di guerra fratricida tra i clan politici, perché in
questo momento questo si intravede nelle fila del Partito Democratico.
Consentitemi di osservare che nessuno dei consiglieri autosospesi - tranne,
devo essere sincero, il collega Guccione, che non ha mai tradito la sua
polemica nei confronti di alcuni atti, di alcuni atteggiamenti - ha messo in
correlazione l’autosospensione con i problemi del progetto della Regione.
Nessuno di quelli che si sono autosospesi ha dichiarato che cosa vuole fare
e come vuole collocarsi all’interno di quest’Aula, che ruolo vorrà svolgere,
che cosa ne pensa di questa Legislatura, se forse autosospendendosi, creando
nuovi gruppi e nuove aggregazioni, si pensasse sia giunta l’ora della fine di
questa Legislatura.
Allora questa risposta e questa domanda la poniamo noi, anche perché per
noi sarebbe come accorciare i tempi e mettere in rapida sintesi una coalizione
che noi non avremmo assolutamente difficoltà a mettere in piedi, ma che chiaramente
dobbiamo pure giustificare, anche rispetto al mandato che abbiamo ricevuto: per
quale motivo siamo a luglio, in pieno luglio, e mentre i calabresi
probabilmente pensano ad altro, c’è chi pensa, invece, a mettere in discussione
la tenuta politica di una maggioranza?!
E’ in discussione la tenuta politica di questa maggioranza? Vorrei che
queste risposte venissero dalla maggioranza, se non fosse altro che venissero
dal Presidente della Giunta regionale che rappresenta il Consiglio, che presiede
anch’esso e rappresenta l’Assemblea, anche perché noi dobbiamo poi come
minoranza fare le nostre riflessioni.
Abbiamo anche noi necessità di chiarezza che in questo momento non vediamo.
Non devo aggiungere null’altro, tranne che fare un invito ai colleghi che sono
seduti in questo momento in quest’Aula: noi dobbiamo cercare e fare di tutto, dobbiamo
sforzarci per evitare di dare all’esterno un’immagine di un Consiglio regionale
incapace, di un Consiglio regionale che litiga, di un Consiglio regionale che
invece di pensare agli interessi dei calabresi pensa ai singoli interessi degli
appartenenti a questa Assemblea.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, gli interventi dei colleghi certo stimolano una discussione, un
dibattito politico all’inizio di questa seduta di Consiglio regionale, anche se
ci sono provvedimenti anche di grande attesa per i calabresi, che attendono di
essere approvati dall’Aula.
Mi fa piacere che intanto sia arrivato anche il Presidente della Giunta
regionale, è chiaro che si è verificato ciò che noi andiamo dicendo da mesi: il
processo di alienazione dei consiglieri regionali di maggioranza si è ormai
concluso.
E’ ormai è arrivato all’apice! Da mesi denuncio in quest’Aula che i
consiglieri regionali di maggioranza sono stati allontanati, alienati dal
Presidente della Giunta regionale, dal progetto politico di Governo di questa Regione
e da un progetto politico di coinvolgimento del centro-sinistra.
Qualche mese addietro ho avuto un dibattito televisivo insieme al collega Neri
e anche in quella circostanza era venuto fuori in maniera plastica il malessere
del collega.
Oggi, a distanza di qualche settimana, ma confermando ciò che noi andavamo
denunciando da tempo, salutiamo la nascita di un nuovo gruppo in Consiglio
regionale, con i colleghi Sergio, Scalzo e Neri e oggi addirittura l’autosospensione
di due elementi che alle elezioni regionali del 2014 sono stati tra i più
votati del Partito Democratico: Ciconte a Catanzaro, così come Scalzo e
Guccione a Cosenza.
Dopo l’episodio dell’autosospensione di Bevacqua, registriamo il
disfacimento di una maggioranza e la responsabilità non possiamo che
attribuirla a chi guida la Regione che non solo è il Governatore della Regione
ma è anche il responsabile politico della maggioranza stessa.
Il Vicepresidente Ciconte chiede uno scatto d’orgoglio, parla della
necessità, dell’esigenza di avere un leader
e non un capo, un leader e non un capo! Parla e ci dice di uno stato di pre-fallimento,
ormai. Quindi è un fallimento annunciato, siamo nella fase del concordato pre-fallimentare.
A sua volta il consigliere Guccione saluta l’inizio di un nuovo gruppo
consiliare, come Ciconte si autosospende dal Partito Democratico e denuncia questioni
che noi andiamo denunciando da sempre, da quando siamo rientrati in Consiglio
regionale, insieme a tutti i colleghi dell’opposizione: la mala gestione della
questione sanità e del rapporto con Roma e col commissario, che ha portato la
condizione attuale; la mancanza di un Piano straordinario del lavoro per il
quale si è corso ai ripari in questi ultimi giorni, con quel bando per un
semestre per i lavoratori in mobilità in deroga, quando in quest’Aula, prima
delle elezioni politiche, avevamo garantito ai calabresi, a quei lavoratori di
avere 12 mesi, più altri 12, a seguito di un nuovo bando; il fallimento della
riforma dei servizi sociali, che è certificato dall’assessore neo nominata che
nell’ultima seduta di Consiglio regionale dice: “non posso fare in due mesi ciò
che non è stato fatto in quattro anni”. E’ una denuncia gravissima che conferma
e lo dice chi è in Giunta ora, nominata dal Presidente, che per 4 anni,
probabilmente, si è andato a tentoni!
Ci dice ancora che non c’è un dibattito nella maggioranza, consigliere Guccione,
e che non vogliamo essere, ce lo dice anche il vicepresidente Ciconte,
corresponsabili di un fallimento annunciato.
Ebbene, presidente Oliverio, se queste cose le diciamo noi, le dice
naturalmente chi è all’opposizione ed è chiaro che è il nostro mestiere. Possiamo
dirle in maniera forte o in maniera pacata ma è chiaro: siamo dall’altra parte
della barricata!
Purtroppo, con coraggio e con determinazione, queste cose cominciano a
dirle, le dicono con chiarezza e anche con estrema precisione, i colleghi di
maggioranza - e ormai siamo a 7 colleghi di maggioranza - e il malessere della
maggioranza in questi mesi è stato denunciato anche attraverso la mancanza continua
del numero legale.
Su otto sedute di Consiglio, precedenti, - mi pare che anche oggi i numeri
non ci siano –almeno in cinque o sei sedute abbiamo mantenuto il numero legale
per responsabilità, perché andavano approvati provvedimenti che interessavano i
calabresi. Perché non si è colto da parte della Presidenza questo malessere? Ricordo
un mio intervento - uno dei tanti, Presidente, inascoltati - quando prima delle
elezioni politiche dissi: “Presidente, attenzione! Qui si registra un grande
malessere all’interno la maggioranza”.
Mi auguro che il periodo della campagna elettorale, nel quale non ci
saranno sedute di Consiglio regionale, verrà utilizzato dalla maggioranza per
registrare quanto all’interno di malessere c’è, all’interno della maggioranza
stessa, ripresentandoci poi, dopo le elezioni politiche, per andare velocemente
ad una svolta in questa Legislatura.
E’ la svolta che le chiedono in questa Legislatura ancora i consiglieri
maggioranza.
Se lei invece, Presidente, verrà, come sempre è stato in questo Consiglio,
con la cultura della sfida - io le contesto questo, nei riguardi del
commissario, nei riguardi della maggioranza, della minoranza, nei riguardi del
Consiglio, del Presidente del Consiglio, di tutti - le dico già sin d’ora,
gliel’ha detto il consigliere Tallini, che noi siamo disponibili ad andarcene
oggi stesso, a porre fine a questa Legislatura, anche se qualcuno non crede che
noi siamo disponibili a questo.
Invece noi diciamo che siamo disponibili immediatamente a chiudere questa Legislatura,
a chiudere questa pagina, che noi definiamo negativa per il regionalismo
calabrese. Lei ci dirà: “in passato è successo che ci siano stati i Governi
fallimentari”. Beh, quei Governi, con la legge dell’alternanza, sono stati
sempre sanzionati e sono ormai nel dimenticatoio dei calabresi.
Oggi è il turno di questo Governo che sanzionano non solo i calabresi al di
fuori di quest’Aula ma anche i suoi colleghi di maggioranza.
E questa è una sua responsabilità politica precipua che oggi viene fuori in
maniera evidente e plastica.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Al di là degli interventi, hanno detto bene i
consiglieri Tallini e Gallo, non voglio entrare nel dibattito politico del Partito
Democratico, perché ritengo, come chi mi ha preceduto, che questa non sia un’Aula
dove si celebrano i congressi del PD.
Abbiamo registrato un errore in ambito nazionale di questo partito. Ha
fatto congressi sulla dinamica dei Governi nazionali e prova a farlo anche su
quello regionale.
Io non ci entro.
Sommessamente lo dico al presidente Oliverio e lo dico a tutto il Partito Democratico,
anche a chi oggi si tira fuori: ritengo, insomma, non per un’operazione verità,
che chi è dirigente di un partito non può dopo 4 anni tirarsi fuori.
Al saldo di tutto voglio ricordarvi quello che ho fatto, quello che abbiamo
detto e che ho provato a dire, quando in quest’Aula sono state presentate le
linee programmatiche: erano un po’ la tendenza di tutta la campagna elettorale.
La Calabria è una materia delicata. Lo scopro sulla mia pelle tutti i
giorni, provando ad essere classe dirigente; non sempre ci riusciamo per i
tanti problemi e l’irresponsabilità che ho richiamato sia al Presidente sia ai
colleghi.
Quando si diceva: “perché vedete la sanità …”. E’ stato difficilissimo e
sarà emblematica l’immagine delle ingessature coi cartoni.
Sarebbe facile da parte nostra e come avete visto, insomma, abbiamo
preferito non intervenire. Che poi c’è una tendenza tutta nuova dei 5 Stelle
che ogni giorno entrano ed escono dalle Procure, una cosa che noi abiuriamo
rispetto al tema della politica. L’irresponsabilità grossa di questa crisi sta
nel presupposto dell’impostazione con cui vi siete presentati ai calabresi.
Avete raccontato l’idea che c’era un partito fortissimo, il PD, con una
maggioranza e un suo Presidente, che avrebbe risolto i problemi, dicendo che
non ci sarebbe stato un aeroporto in più e invece adesso ne abbiamo qualcuno in
meno. Stessa cosa sulla sanità; stessa cosa sul lavoro.
Oggi i nodi vengono al pettine e poiché il dibattito politico ci interessa
oggi, ma ci interesserà anche il prossimo futuro, io continuo, lo dico al Presidente,
lo dico ai colleghi, a provare a mantenere sempre un grande atteggiamento di
responsabilità.
Se fossimo noi oggi seduti in quei banchi del Governo tante questioni
nazionali … manca la deputazione. Lo dico al nostro centro-destra ma lo dico
anche al PD, non c’è più voce in Parlamento.
Addirittura non sento parlare nessuno dei 5 Stelle, che hanno 18
parlamentari, di problemi della Calabria, riguardo i tagli fatti ai Comuni,
riguardo i tagli fatti alla Regione, riguardo l’idea che il Fondo europeo, i
cosiddetti Fondi POR, sono diventati da aggiuntivi interamente sostitutivi. C’è
toccato chiudere l’ospedale, c’è toccato pagare debiti. Vi è mancata la
dimensione della responsabilità, siete stati presuntuosi nel dire che sareste arrivati
a risolvere problemi; quello avete raccontato in campagna elettorale, tutti! Non
soltanto Oliverio. Tutti!
La facilità con cui avremmo riaperto strutture, rigovernato … Lo dico a voi
ma lo dico anche a me stesso, perché quest’Aula avrà sempre maggioranze e
minoranze, speriamo al più qualificate, ma i problemi sul tappeto necessitano
di onestà intellettuale.
Lo facciamo, lo faccio personalmente dal primo giorno, anche sulla grande
crisi del partito di maggioranza che si registra, e noi non possiamo che
prendere atto e come diceva il consigliere Gallo, se volessimo decidere di
tornare presto e prima al voto per dare un nuovo Governo a questa Regione,
siamo pronti per farlo; per un fatto di responsabilità, sentendoci alternativi
alle cose fatte. Ribadisco: il solco è quello della responsabilità, dell’appartenere
a tutti, dell’appartenere anche alla minoranza e averla sempre, sempre.
Non oso immaginare se fosse capitato a noi il gesso col cartone, gli avvisi
garanzia e tutta l’altra roba, che cosa avremmo avuto!
Quindi è un richiamo a una Calabria equilibrata, perché quando vi
dissociate familisticamente, lasciatemi passare il termine, diciamo, dal vostro
Presidente, vi dissociate rispetto ad un pensiero che avete tutti messo
insieme, avallando l’idea di linee programmatiche. Non sarà facile disegnare il
futuro.
Non lo è con questo Governo nazionale che mi pare sia ancora più in ritardo
rispetto al Governo del PD ed è un tema centrale.
Non godo per questa diminutio, perché
è l’ultimo anno in cui poter fare cose buone per i calabresi.
Siamo pronti a mettere la parola fine, se si crea,
appunto, una dimensione politica che dice che il tempo per Oliverio è finito;
però nessuno nasconda le responsabilità dei ragionamenti, la loro sufficienza,
tutto quello che serve a questa terra. Molto spesso, quando si vince, è facile
immaginare che i problemi si possano risolvere.
Non è sempre così. Quindi, lo diceva il consigliere Guccione, la storia,
poi, col tempo dà sempre ragione: riabilita Scopelliti come commissario alla
sanità, riabilita Scopelliti come Presidente di questa Regione.
E’ una soddisfazione politica, ma diceva bene il consigliere Gallo e cioè che
le stagioni passate le lasciamo alle spalle, bisogna guardare il futuro.
Questo è un
ragionamento - devo stare attento a utilizzare le parole - misero rispetto ai
contenuti e che mi preoccupa, perché i problemi, a prescindere da questa crisi
del PD, c’erano, ci sono e ci saranno sempre. L’atteggiamento culturale deve
essere responsabile, realistico, non da superuomini, siamo tutte persone
normali. Quindi, oggi, registriamo il fallimento di tutto un ragionamento alla
base del quale vi siete candidati, avete chiesto i voti, avete presentato un
crono-programma di interventi che, sapevate e sapevamo insieme, era difficile
attuare. Oggi il Re è nudo e – ribadisco - è opportuno un dibattito sulle cose
da fare; ad esempio, pregherei quelli che fanno mancare il numero legale nell’ambito
delle Commissioni di essere responsabili, perché o si lavora, che siate
maggioranza, minoranza o minoranza alternativa, oppure, insomma, mettiamo una
parola fine, perché un Consiglio regionale deve lavorare nelle Commissioni
consiliari, il Consiglio deve fare il Consiglio e la Giunta deve fare la
Giunta. Quindi un richiamo alla responsabilità di tutti perché nessuno può
facilmente, oggi, scaricare delle responsabilità che sono di tutti. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
parto dall’incipit del ragionamento del consigliere Fausto Orsomarso. Questa
non è una Aula dove si celebra, semmai ci fosse, la crisi del Partito Democratico,
ma è l’Aula dove, vi ricordo, oggi approveremo il cinquantaquattresimo bilancio
degli enti strumentali della Regione Calabria. Questa, del Consiglio regionale,
è l’Aula nella quale si è realizzata la più grande opera di bonifica dei conti
delle società e degli enti strumentali della Regione Calabria, è l’Aula dove
non è vero che non si è approvata la legge di riforma del welfare perché, vi
ricordo, dopo diciotto anni quest’Aula ha approvato la legge di riforma sul
welfare; è l’Aula nella quale, con la rimodulazione del POR, che oggi
approveremo, doteremo la Calabria di mezzi pubblici elettrici ed è anche l’Aula
dove c’è un malessere, che credo sia fisiologico in politica, che ha toccato,
signor Presidente, per primo me. Non auto sospendendomi dal gruppo, ma auto
sospendendomi dal Partito Democratico, allorquando il Partito Democratico non
garantiva ciò che la legge consentiva e cioè la sostituzione del commissario
per il piano di rientro della sanità con il governatore pro tempore. In quel
momento, forse, avremmo dovuto agire in sintonia con molti colleghi, a
cominciare da quelli del PD, e allora subimmo anche ironie per le nostre auto
sospensioni; però, è ovvio che bisogna tenere conto del male, soprattutto,
quando il malessere è alimentato, è manifestato da persone che hanno una certa
esperienza nelle istituzioni, che sono uomini delle istituzioni e quindi credo
sia doveroso che il mio capogruppo, probabilmente siamo rimasti in pochi nel
PD, convochi immediatamente una riunione del gruppo del PD e della maggioranza.
Attenzione a non confondere ciò che ci amareggia politicamente con ciò che
stiamo realizzando attraverso provvedimenti epocali. Ve ne dico solo uno: , l’anno
scorso, il 2017, è stato l’anno dei borghi, il Parlamento ha emanato una legge
sui borghi sotto i 5000 abitanti che, in Italia, sono all’incirca 6700 -
attenzione ai dati - stanziando risorse finanziarie per l’anno 2017 pari a 10
milioni di euro. Sono quattrocentoquattro tutti i comuni calabresi e il governo
Oliverio stanzia risorse finanziarie per 100 milioni di euro. Volete che questo
non sia un dato da far emergere politicamente?! Oppure lasciamo che questi
bandi che sono epocali… dobbiamo convincerci che sono epocali per ridare anima
ai nostri borghi, così come sono epocali quelli sulla competitività delle
attività turistiche, quelli sulle attività extralberghiere. Tutte cose che,
oggi, arrivano in Aula perché la programmazione, in politica, non è figlia dell’improvvisazione,
la visione non può essere quella di quei sindaci che si dedicano alle buche e
alle lampadine; la visione, la programmazione hanno bisogno di respiro ampio,
largo e io sono stato uno degli ipercritici perché da quando si decide a quando
si realizza passa troppo tempo e nel mezzo c’è un mondo, che è quello dove si
rallenta per vari motivi, che è quello della burocrazia sulla quale avrei agito
con più intensità.
Ha ragione il
consigliere Orsomarso, questo è il tempo della responsabilità. Altro che andare
a casa! Scusate, perché dovremmo andare a casa? C’è qualcuno in quest’Aula,
della maggioranza o dei colleghi che si sono autosospesi, che ha manifestato
sfiducia al Governatore della Calabria? Se ci sono prendano la parola e lo
dicano! Non mi pare di averli sentiti.
Quando si
manifesta un’amarezza, una delusione politica, quella amarezza e quella
delusione si consumano e si risolvono con uno strumento che è lo strumento
universale che ci ricorda, sempre, Papa Francesco, che ci ricorda Bauman, che
ci ricordano i grandi sociologi: è il dialogo. Bisogna dialogare. Quindi,
collega Romeo, ti prego di convocare il gruppo del PD oggi stesso perché voglio
discutere non delle amarezze e dei risentimenti, ma di come capitalizzare il
consenso sui grandi interventi che abbiamo messo in campo. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Mi verrebbe da dire, senza enfasi, senza retorica, ma nella
sostanza, “onore ad Aieta” che è intervenuto nel merito di questa legislatura.
Più volte, però, il collega Aieta, ha parlato di svolta epocale, ha detto
quello che è stato fatto. Qualcosa bisognava fare, quello che si fa credo che
lo dobbiamo, nel momento in cui ci presentiamo agli elettori. Se si ha il
consenso, se si vince qualcosa bisogna fare quando si governa una Regione.
Dissento dal collega Aieta quando, più volte, in quest’Aula, in questi quattro
anni, si è parlato di svolta epocale e poi su qualcuna di queste svolte epocali
brevemente dirò. C’è un’altra cosa, caro collega Aieta, nel continuare, oggi, a
cercare il dialogo invocato, a distanza di 4 anni dall’inizio di questa Legislatura,
la Legislatura è finita. Credo che, oggi, con l’auto sospensione del collega
Ciconte, l’auto sospensione annunciata oggi, ma che di fatto, nella sostanza
era in atto, ormai da alcuni anni, da parte del collega Guccione, all’indomani
della nascita di un gruppo di moderati all’interno della maggioranza, non ve
dubbio che, con senso di responsabilità, due cose dobbiamo chiarirle. La
posizione della maggioranza, lo diceva pure il collega Aieta, è un problema che
riguarda questa maggioranza perché all’interno della maggioranza, la stragrande
parte di questa maggioranza, ha parlato non di quello che sarà, ma di un
fallimento certo dal quale si vuole prendere le distanze. Questo è il dato
politico, collega Aieta! Oggi in modo incontrovertibile, all’interno dei banchi
della maggioranza, si dice “abbiamo fallito, la responsabilità è di chi
governa, noi ci auto sospendiamo perché vogliamo rimanere lontani da questa responsabilità”.
La responsabilità
in Aula rimane al PD, poi, ci accorgiamo che il PD non esiste in quest’ Aula e
allora molto probabilmente dai banchi della stessa maggioranza a capo di questo
fallimento, se la politica ha una lettura, non ve dubbio che, dai vostri banchi,
si sostiene che il fallimento è in capo al presidente Oliverio. Si invoca la
responsabilità, ma nell’ambito della responsabilità, che appartiene alla
maggioranza e che deve appartenere anche all’opposizione, o si parla di
contenuti dei vari settori nevralgici della vita di questa Regione - ne ha
parlato il consigliere Guccione, ha ripreso l’argomento il collega Mimmo
Tallini - oppure sia chiara una cosa: come opposizione, anche i colleghi che mi
hanno preceduto l’hanno detto a chiare lettere, siamo pronti a rimettere il
nostro mandato agli elettori.
Appartiene alla
maggioranza il chiarimento interno, come diceva Aieta, ma l’auto sospensione, i
mal di pancia, ad oggi, non hanno generato una mozione di sfiducia nei
confronti del governatore Oliverio e questi sono i fatti. Se si discute di
argomenti, il collega Aieta diceva che una delle svolte epocali corrisponde al
fatto che dopo 18 anni, finalmente, la Calabria si è dotata della cosiddetta
riforma del welfare; ebbene, questo è il caso provato del fallimento di questo
Governo perché quel rimedio era peggiore del male, se è vero come è vero, non l’ho
detto io, l’ha detto l’assessore Robe in Commissione, i colleghi erano
presenti, che lei, in due mesi, sta cercando di fare quello che questa maggioranza
non ho fatto in quattro anni. L’assessore Robe ha fornito dei dati in
Commissione che confermano che era stata innescata una bomba ad orologeria che
sarebbe scoppiata in capo ai Comuni, ai Sindaci, alle collettività se non ci
fosse stato un ricorso al TAR e se non ci fosse, poi, stata la sentenza del
Consiglio di Stato che ha sancito la completa sospensiva di quella riforma. Per
colpa di quella riforma le strutture socio-assistenziali sono in ginocchio,
solo in questi giorni qualcuno incomincia a ricevere i pagamenti del 2017, e su
quella riforma, che era ritenuta epocale, quest’Aula deve ritornare per cercare
di dare un ulteriore contributo affinché il 2019 non cominci sulla falsa riga
del 2018.
La sanità è l’elemento
cardine, oggi il collega Aieta, cosa un po’ paradossale, invoca il dialogo all’interno
del PD quando, invece, il dialogo si sarebbe dovuto iniziare proprio parlando
della sanità. In tempi non sospetti avevo chiesto, proprio da questo microfono,
al presidente Oliverio di iniziare un confronto, un dialogo con la struttura
commissariale, quel giorno il presidente Oliverio rispose male al mio invito,
poi, successivamente, nel corso degli anni, ho sentito, proprio la maggioranza,
richiedergli di aprire un dialogo con la struttura commissariale. Non abbiamo
superato la fase del commissariamento, il commissario c’è ancora, ma siamo
ancora in grado di poter, in questo scorcio di Legislatura, fare delle riforme
nell’ambito della sanità che appartengano a questo Consiglio regionale e che
siano, veramente, delle riforme che possono lasciare il segno.
Dobbiamo chiederci
se abbiamo ancora il tempo e la voglia di voler lavorare nel campo della sanità,
per quello che sono gli spazi consentiti al nostro ruolo di consiglieri. Il
collega Nucera, all’inizio della legislatura, aveva parlato di lotta alla
povertà, con una proposta di legge che è rimasta nei cassetti e ritengo che,
ormai, non ci siano i tempi per portarla all’attenzione di quest’Aula. Tutto
questo fallimento è un fallimento sui contenuti, però sul piano politico non
siamo stati noi a denunciarlo e a certificarlo ma è stata la stessa
maggioranza. E’ indispensabile, è fondamentale che la maggioranza si interroghi
e dia delle soluzioni di tenuta in Aula. Se non ci sono i numeri, come
opposizione, per quanto ci riguarda, saremo fermi a dare nuovo mandato agli
elettori per eleggere un nuovo Consiglio regionale. Questa è la chiave, il
percorso in cui ci muoveremo. Se, invece, in Aula ci saranno i numeri e si
parlerà di fatti concreti, saremo qui con il senso di responsabilità che
abbiamo avuto in tantissimi momenti in cui si è evocata la svolta epocale. Quella
svolta epocale, quelle riforme, quelle leggi non sarebbero state approvate se
non ci fosse stato il voto dell’opposizione responsabile e, per ultimo, mi
riferisco, per esempio, alla legge presentata dal collega Bova, al quale, in
questo momento, va il mio saluto e gli auguri di una pronta guarigione. Se non
ci fosse stato il voto responsabile dell’opposizione, quel giorno, non avremmo
approvato quella legge, così come non avremmo approvato tante altre leggi che
sono state portate all’attenzione di questo Consiglio regionale. Ci auguriamo
che la maggioranza ci dia delle risposte, poi, ci determineremo secondo quelli
che sono stati i ragionamenti espressi, oggi, in Consiglio regionale.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Prendiamo atto,
oggi, dell’implosione di una maggioranza le cui contraddizioni furono da noi
evidenziate non in questi ultimi mesi ma già da anni, quando capimmo che non c’era
capacità di governo rispetto a quella progettualità che era stata presentata in
campagna elettorale; in una campagna elettorale che si è svolta solo ed
esclusivamente demonizzando chi ha governato prima. Abbiamo assistito, abbiamo
continuato ad assistere, anche in quest’Aula, ad una demonizzazione perenne nei
confronti del centro-destra che, pur nella situazione difficile della scorsa Legislatura,
con un’interruzione traumatica, ha fatto il suo lavoro, se non fosse altro,
rispetto ad alcune questioni emergenziali. Quel lavoro in materia di sanità fu
riconosciuto dal tavolo Massicci al commissario Scopelliti, rispetto ad un
virtuosismo che è stato riscontrato, considerati quelli che erano i vincoli che
lo stesso tavolo Massicci impartiva ad una governance che avrebbe dovuto essere
responsabile, in una politica dei tagli e che ad una politica dei tagli avrebbe
dovuto far seguire una politica degli investimenti. Oggi questo non avviene e
sfugge al controllo di una maggioranza che non riesce ad interloquire con il
commissario. Chi mi ha preceduto sosteneva che la minoranza avrebbe voluto un
confronto con l’autorità commissariale che continua ad operare con delle scelte
che contrastano gli obiettivi di una governance che ha fallito a 360 gradi. Un
fallimento certificato, qualche giorno fa lo dissi, lo scrissi in una
dichiarazione rilasciata alla stampa, non me ne vogliano gli assessori, non
entro nel merito dei profili professionali, tanto di cappello per ognuno di
loro, ma la questione è politica perché abbiamo una pletora di assessori
esterni che ha un costo di 1.440.000 euro che grava sul fondo del Consiglio
regionale, insieme alle relative strutture che gravano sul fondo della Giunta
regionale. Nulla quaestio se servisse
l’assessore esterno, ma l’assessore esterno deve essere l’eccezione in
politica, altrimenti si certifica il fallimento di una classe dirigente che non
è riuscita ad esprimere la governance. Posso capire, per affrontare una progettualità,
una consulenza esterna e due assessori.
Siamo innanzi ad
un fallimento incomprensibile che avete autocertificato già da mesi con queste
scosse telluriche che hanno portato alla nomina di più Giunte, per poi sentire
dire all’autorevole assessore Robe: “Sono qui per risolvere i problemi lasciati
da chi non ha fatto niente”. Queste sono le contraddizioni di un male che è
diffuso e che oggi è in metastasi. Alla costruzione di un nuovo gruppo, che non
si costituisce per caso, in modo goliardico, segue anche il partito degli
scontenti che, in questi mesi, covava sotto le ceneri con in testa il
consigliere Guccione. Queste cose dovevate comprenderle voi. Siamo arrivati ad
oggi e ci lamentiamo se quest’Aula si trasforma in un’Aula congressuale, si
tratta di mancanza di “agibilità politica” prima ancora che di incapacità di
governare. Avete fallito prima politicamente e, poi, avete tradito i calabresi
nella governance. E non parlo solo del presidente Oliverio ma di una
responsabilità, vostra, complessiva in un contesto in cui non siete riusciti a
fare sintesi, a raccordarvi rispetto a quella maggioranza, a quella massa di
consensi che avete ricevuto. Avete avuto una maggioranza bulgara e non siete
riusciti ad incidere nel tessuto calabrese con una svolta. La svolta è questa,
la svolta è quella di oggi, perché è penoso per un Consiglio regionale
assistere a quanto stiamo riscontrando in Aula. Lo dicevano i colleghi che mi
hanno preceduto: è penoso.
Allora prendiamone
atto, lo dicevo, informalmente, a qualche collega della sinistra in questi
giorni, siamo pronti ad andare alle urne a novembre; siamo pronti perché siamo
fermamente convinti di un fallimento certificato. Ora il problema è vostro e
noi siamo pronti ad andare alle urne per il bene dei calabresi. Fate le vostre
valutazioni con responsabilità, quella responsabilità che è mancata in questi
mesi perché non ci si può accorgere, ad un anno dalla scadenza del mandato
elettorale, che tutto non va bene. Prima dove eravate? Le verifiche di
maggioranza vanno fatte, Presidente! Dove eravate prima? Non interloquite, non
vi parlate, non vi confrontate con noi; tante volte con il consigliere Esposito
abbiamo chiesto di discutere dal punto di vista istituzionale, di confrontarci
nella diversità delle posizioni. Dove eravate? Cosa facevate? Questo è il
frutto del vostro fallimento, noi non sappiamo neanche cosa facevate visto che
non vi parlavate e se, tra di voi, non vi parlavate e non vi parlate, se siete
sfilacciati all’interno, figuriamoci cosa potete garantire ai calabresi se non
lo sfascio. Prendiamo atto che, lo dicevano prima i miei colleghi della
minoranza e io lo ribadisco con forza, possiamo andare subito alle urne.
Ha chiesto di intervenire il Presidente
della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente, perché credo che una valutazione
politica seria, approfondita sulle questioni che abbiamo davanti, sui
fallimenti o sui presunti tali, sulle responsabilità, meriti una sessione ad hoc del Consiglio regionale e, anzi,
propongo che si convochi una riunione ad
hoc del Consiglio regionale basata su una relazione - se mi permettete -
del Presidente della Giunta, in modo tale che si possa discutere ampiamente nel
merito e alla fine determinarsi.
Quindi, farò brevissime considerazioni, ma non per
bypassare gli interventi dei consiglieri e le ragioni degli stessi, perché
credo che ognuno sia libero di determinarsi e di fare le scelte che ritiene più
opportune. Determinarsi, naturalmente, in rapporto alla responsabilità che
ognuno ha di fronte alla Calabria ed ai calabresi.
Voglio fare una considerazione di ordine generale: ritengo
che se si reputa che ci si trovi davanti ad un fallimento - e pensa questo la
maggioranza -, si ha il dovere di chiudere - ha ragione il consigliere Nicolò -
la stagione del fallimento.
Non si possono imitare gli altri, perché questa è la
politica che è stata bocciata dagli elettori. Attenti a giocare con il fuoco,
attenti a giocare in modo superficiale, attenti!
Fatevelo dire da uno che ha una responsabilità ed una
esperienza istituzionale di lungo corso e, quindi, non ha nessuna
preoccupazione di ordine personale rispetto al futuro, per capirci.
Ho ascoltato tante preoccupazioni, guarda caso queste emergono
alla vigilia di una scadenza elettorale - perché siamo a un anno, a 15 mesi
dalla scadenza elettorale.
Capisco le ansie, le preoccupazioni, ma, a 15 mesi dalla
scadenza elettorale, se l’ansia sfocia nella necessità di mettere una
bandierina più in là, nella rincorsa a prendere le distanze da una situazione
complessa, è meglio chiudere subito un’esperienza. Lo dico senza alterigia e
senza atteggiamenti baldanzosi.
Lo dico con grande serenità e con grande consapevolezza, perché
il danno più grave che si può fare ad un’istituzione e anche alla politica -
quella che non è travolta dalla deriva populista - è la rincorsa, in questo
scorcio di legislatura, a chi più può gettare fango attraverso giudizi
superficiali, frettolosi e non animati da riflessività.
Ce ne sono, purtroppo, di grilli parlanti in questo Consiglio
regionale che sono animati da superficialità e non mi riferisco alla
collocazione dello schieramento.
Rivendico il valore di questa esperienza, ce lo diranno i
fatti e anche la storia quello che questa esperienza sta facendo per invertire
il trend in questa regione dal punto
di vista di tutti gli indicatori.
Non è semplice, naturalmente, perché solo i superficiali,
solo coloro che non misurano le parole rispetto ai fatti, che non fanno
precedere dalla riflessione le parole, liquidano in modo frettoloso le
valutazioni.
Non era e non è semplice invertire la tendenza in una terra
come questa. Noi ci stiamo provando e ci stiamo riuscendo, non a risolvere, ma
ad invertire la tendenza. Abbiamo imboccato una strada diversa, vedremo quello
che ci diranno i fatti, perché la bacchetta magica non ce l’ha nessuno, né,
credo, nessuno si possa considerare un re Mida.
Però, stiamo fronteggiando una realtà difficile con un’opera
paziente, determinata. Realtà che non è frutto di un fallimento - carissimo consigliere
Nicolò, non mi ha mai sentito, in quest’Aula e nemmeno in campagna elettorale,
fare campagne contro o richiamare fantasmi del passato, quindi non mi riferisco
al quinquennio precedente -, ma di un lungo periodo di accumulo, di un
combinato disposto di mancati interventi, di mancate risposte da parte dello Stato
e di errori gravi e anche di distorsioni che sono intervenute nella vita della
Calabria ed hanno determinato un accumulo di ritardi, una condizione grave, una
profondità dei guasti che non è affrontabile nell’arco di un breve periodo.
Abbiamo avviato con fatica e con determinazione un percorso
e andiamo avanti; questo ha messo in discussione, anche, un modo di affrontare
le questioni.
Qui c’è una Giunta tecnica, vorrei ricordare che dopo i
primi sei mesi, a seguito anche di alcune vicende di ordine giudiziario, c’è
stato una specie di terremoto.
Si è dato vita ad una Giunta tecnica non per cancellare,
offuscare o mettere in discussione la credibilità della politica - tutt’altro
-, ma per ridare alla politica una funzione.
Qui non avete visto tecnici che si sono messi sul
piedistallo della proiezione mediatica per costruire alternative
personalistiche al Consiglio regionale, ma avete visto un agire e un’azione di
governo sobria - anche da questo punto di vista - nel merito delle questioni.
Mi permetto di ringraziare coloro che collaborano con me -
anche quelli che adesso non ci sono e che hanno collaborato in questa fase -
per aver contribuito a mettere sul binario giusto la soluzione di alcuni problemi
strutturali che nel corso di decenni non hanno avuto soluzione e risposte, ma
di questo ne parleremo naturalmente, se volete, in un’apposita riunione del Consiglio
regionale.
Per quanto riguarda la politica - naturalmente, ognuno dà
quello che ha dentro, ogni botte dà il vino che ha dentro, senza voler
giudicare nessuno -, se mi permettete, anche questa è un’esperienza che si
realizza nel vivo di una crisi politica che non è la crisi del Partito Democratico,
è la crisi di un sistema politico - altrimenti ci giriamo intorno - che è
giunto al capolinea. Il 4 di marzo ci ha detto che si è aperta un’altra
stagione politica e il 4 di marzo non ha perso il Partito Democratico o solo il
Partito Democratico, si è chiusa una stagione politica e ancora ci si attarda a
fare gli “azzeccagarbugli”, ancora si è fermi allo scarico delle accuse, della
responsabilità. Non abbiamo capito nulla – e includo anche me nel caso mi
soffermassi su queste valutazioni.
Dico questo senza alcun intento di sfida, che non mi
appartiene per come è il mio carattere, per quella che è la mia cultura e la
mia formazione politica, ritengo che sia un grave errore continuare a pensare
che il Presidente della Regione si condizioni attraverso le sfide. Le sfide io
le rimando al mittente, qualsiasi connotazione assumano. Anche perché
concepisco - come voi naturalmente - il mio come un mandato di servizio; se
questo servizio è al capolinea perché coloro i quali hanno il mandato di
sostenerlo lo ritirano, benissimo, non succede nulla, non è la fine del mondo,
si ritorna davanti agli elettori, a novembre, a settembre, a febbraio, basta
solo deciderlo, l’Aula è sovrana in questa decisione.
Sicuramente, non ci sarà da parte mia - lo dico a tutti gli
amici - la preoccupazione di andare a tirare per la giacchetta dicendo: “aspetta,
però…”.
Lo dico pubblicamente e serenamente, perché non mi
appartiene questo modo di concepire i rapporti. Sarò un animale strano in una
foresta che, invece, la pensa diversamente. Può darsi.
Ritengo, invece, che agire nel vecchio modo di essere
significhi alimentare -badate - una deriva che prima o poi porterà il conto. Sono
convinto, però, che questa deriva possa essere fermata, che basti solo avere l’intelligenza,
la ragionevolezza e la riflessività giusta, non per fare ammucchiate, ma per
fare prevalere, nel confronto, nell’analisi e nell’ impegno politico, la
razionalità per fare in modo che questa stagione possa servire a rendere un
servizio alla nostra terra.
Non ci sono le condizioni? Benissimo, con grande serenità, vuol
dire che ne terremo conto. Perché, però, non ci sono le condizioni? Ci deve
essere qualcosa che lo sancisca.
Naturalmente ho chiesto agli elettori un mandato per
governare tutta la legislatura, ma nel momento in cui mi si farà prendere atto,
con atti formali, che non ci sono le condizioni, bene, non esiterò nemmeno un
minuto, né farò finta di aprire trattative, tavoli o altre cose.
Questa cosa non esiste, non c’è un atteggiamento di sfida, assolutamente,
non mi appartiene.
Lo voglio dire al consigliere Gallo che, ossessionato dal
fatto che il Presidente della Regione “la sfida, la cosa, il fallimento”, fa
tutto questo minestrone di aggettivi e di qualificazioni del mio agire; lo
tranquillizzo, non sono animato da questo, sono tranquillissimo, perché so, e
me lo dice la mia lunga esperienza politica, che quando non ci sono le
condizioni bisogna prenderne atto. E quando non ci sono le condizioni non è che
lo dice il consigliere Gallo o lo dice il consigliere Guccione, lo dice una
maggioranza che si alza, si esprime e dice: “non ci sono le condizioni” ed è tranquilla
la cosa.
Naturalmente, poi, ognuno combatterà, farà la sua parte, si
collocherà, organizzerà gli schieramenti che meglio ritiene, ma finiamola con
questa pantomima! Perché, altrimenti, facciamo male a noi stessi, non agli
altri. Non fate male a me quando dite queste cose, fate male a voi stessi e al Consiglio
regionale della Calabria che è la sede nella quale la Calabria si rispecchia
perché affronta i problemi, li discute e cerca la soluzione.
Chiudo chiedendo scusa al Presidente del Consiglio e
cogliendo questa occasione - avendo concluso su questo punto - per introdurre un
altro punto che è stato oggetto della discussione di oggi: la sanità, partendo dalla
vicenda dei cartoni.
Stamattina, anzi ieri, mi sono preoccupato nel leggere sulle
agenzie di stampa che, all’ospedale di Reggio Calabria, il reparto di ortopedia
interviene su un paziente utilizzando dei cartoni ed ho chiesto subito un’informativa
scritta al direttore generale dell’azienda ospedaliera di Reggio Calabria che
mi ha risposto: “dammi il tempo, domani mattina, perché devo acquisire
informazioni attraverso un’indagine” ed ha disposto un’indagine.
Vi leggo la risposta:
“Si fa seguito alla richiesta di informazioni urgenti da
parte del Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio. La notizia
pubblicata da diverse testate giornalistiche nazionali e locali di alcuni
episodici casi in cui si sono riscontrati bendaggi di emergenza presso il pronto
soccorso del ‘Grande Ospedale Metropolitano Bianchi-Melacrino-Morelli’ di
Reggio Calabria, impone un chiarimento, alcune precisazioni e delle riflessioni.
Corre l’obbligo evidenziare, per riportare i fatti nell’alveo
della verità, che da una prima sommaria indagine, esperita con i direttori
delle U.O.C. sanitarie interessate, è emerso che al pronto soccorso del
presidio Riuniti risulta formale accesso di un unico paziente di sesso maschile,
giunto al triage alle ore 9:32 del 28/7/2018,
già immobilizzato sul luogo dell’incidente con cartone, come dichiarato dallo
stesso paziente al direttore della U.O.C. ortopedia alla presenza dei suoi
collaboratori. Il paziente, codificato codice giallo, veniva visitato alle 9:35,
sottoposto a visita di pronto soccorso ed esami radiografici.
Si precisa che l’immobilizzazione provvisoria con cartone, con
la quale è giunto il paziente, non è stata rimossa, opportunamente, per non
provocare ulteriori dolori e poter effettuare le radiografie senza interferenze.
Eseguita la radiografia, il paziente veniva ricoverato in
reparto ed, in fase di accettazione, veniva nuovamente valutato dall’ortopedico
di turno, il quale rimuoveva il cartone ed applicava valva gessata di
contenimento. Nel pomeriggio, durante un’ulteriore visita, valutate alle
condizioni circolatorie dell’arto, il medico di turno poneva trazione transcheletrica.
Sono in corso ulteriori approfondimenti relativi ad un’altra
paziente, pervenuta in pronto soccorso il 30/07/2018 alle 7:11, che è stata soccorsa
sul luogo dell’incidente dal 118, dove veniva applicato un tutore con anima di
metallo non radiotrasparente. Giunta al pronto soccorso alle 7:11 veniva
visitata alle 7:16, in codice verde, considerata la necessità di sottoporre ad
indagini radiografiche la paziente, si inviava la stessa in radiologia con
immobilizzazione provvisoria di cartone e radiotrasparente. Successivamente alle
radiografie, effettuava consulenza ortopedica nell’ambito della quale veniva
rimossa l’immobilizzazione provvisoria di cartone e veniva applicata valva
gessata in posizione e quindi rinviata al pronto soccorso da dove veniva
ricoverata alle 9:42 ed è tutt’ora degente.
Si rappresenta altresì che la U.O.C. di ortopedia è
operativa h24, con 30 posti letto di ricovero e con l’aggiunta di due unità
reperibili per le urgenze nelle ore notturne.
Si fa, inoltre, presente che le risorse umane utilizzate
devono far fronte a tutte le necessità ortopediche afferenti a tutta la
provincia di Reggio Calabria.
Le precisazioni sono relative al fatto che mentre la
notizia fa clamore, come è giusto, mesi di lavoro, molto spesso silenzioso,
hanno determinato un cambiamento strutturale all’interno dell’ospedale. Questo
lascia parecchia amarezza sul momento, ma non riduce, anzi aumenta la
determinazione a proseguire il lavoro intrapreso. Il miglioramento negli ultimi
tre anni è sotto gli occhi di tutti…” e poi fa l’elenco delle cose che il direttore
ritiene di aver fatto “Cordiali saluti, staff della direzione generale”.
Questa è l’informativa che mi perviene a seguito della
sollecitazione che ho fatto ieri, doverosamente, alla luce delle notizie che sono
state divulgate sui giornali locali e nazionali. Mi premeva informare il Consiglio
e, quindi, anche l’opinione pubblica. Si assume la responsabilità di questa informativa
lo staff direzionale del direttore generale dei “Riuniti” di Reggio Calabria
per evitare che una rappresentazione - possibile non solo a Reggio, ma in
qualsiasi parte del nostro Paese – grave - se fosse rispondente a verità -
possa alterare l’immagine di una struttura nella quale non si è verificato
quanto rappresentato o, quantomeno, non si è verificato - per come ci è stato
detto nell’ informativa - per responsabilità di quella struttura sanitaria essendo
- come qui c’è stato evidenziato - il paziente arrivato in ospedale con il
cartone che è stato oggetto delle foto che abbiamo visto oggi sulle prime
pagine dei giornali nazionali.
Ho sentito il dovere di informare il Consiglio regionale,
perché è giusto che sia informato su vicende di questa portata che hanno
implicazioni devastanti nell’opinione pubblica, e, attraverso il Consiglio regionale,
l’opinione pubblica calabrese e nazionale. Grazie.
Prima di iniziare con il primo punto, dopo avere consultato
i capigruppo, si è deciso di inserire altri quattro punti all’ordine del giorno.
Prego, consigliere Bevacqua illustri il primo.
Chiedo di inserire all’ordine del giorno il progetto di
legge numero 355/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: “Modifiche
alla legge regionale 11 agosto 2014, numero 14. Riordino del servizio di
gestione dei rifiuti urbani in Calabria”. Devo illustrarlo?
Lo illustriamo dopo, intanto lo inseriamo. Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero
335/10^.
(È inserita)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne
ha facoltà.
Chiedo l’inserimento della proposta di legge numero 278/10^
di modifica all’articolo 5 della legge numero 40 del 2008. La illustreremo
dopo.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno
della proposta di legge numero 278/10^.
(È inserita)
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine
del giorno della proposta di legge numero 358/10^ di iniziativa dei consiglieri
Neri e Tallini
(È inserita)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento
all’ordine del giorno dell’esame abbinato delle
proposte di legge numero 329/10^ e numero 330/10^: "Esercizio della
navigazione del canale artificiale di bonifica denominato Canale degli Stombi
nel Comune di Cassano allo Ionio”.
Sono inseriti tutti e quattro i punti all’ordine del giorno, così come
già concordato con i capigruppo prima dell’inizio della seduta.
(Sono inserite)
Avviamo i lavori con il primo punto, la proposta di
provvedimento amministrativo numero 220/10^ di iniziativa della Giunta
regionale recante: “Bilancio di previsione dell’Azienda Calabria lavoro
2018-2020”. Cedo la parola al consigliere Aieta per l’illustrazione del
provvedimento.
Signor Presidente, come dicevo è il cinquantaquattresimo bilancio che approviamo e la proposta é relativa al bilancio di previsione 2018-2020 dell’Azienda Calabria lavoro.
Alla seduta della Commissione hanno
partecipato e
relazionato per l’Azienda, la dottoressa Latella e il dottor Buccafurri, quale
rappresentante del dipartimento bilancio.
Questo provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del dipartimento lavoro, del dipartimento bilancio e del parere del Collegio dei Revisori dei conti dell’Azienda.
Quest’ultimo, con i pareri rilasciati il 15 dicembre 2017 ed il 4 luglio 2018, ha espresso parere favorevole rispettivamente all’approvazione del bilancio di previsione 2018-2020 e alle successive rettifiche apportate allo stesso.
Il dipartimento lavoro, formazione e politiche sociali nell’istruttoria di competenza ha verificato il rispetto delle norme in riferimento al contenimento della spesa, tranne per quanto riguarda gli emolumenti previsti per il direttore generale, di cui all’articolo 9, comma 2, della legge regionale numero 22 del 2010.
Il dipartimento vigilante specifica che il momento del superamento del limite di spesa viene rilevato in fase di bilancio previsionale, dunque prescrive all’Azienda il contenimento della spesa entro i termini di approvazione del Rendiconto consuntivo 2018, al fine di non incorrere nelle sanzioni previste per il mancato rispetto dei limiti di spesa.
La suddetta prescrizione è stata ribadita dal dottor Buccafurri durante la seduta di Commissione. Il dipartimento lavoro, considerato che tutto ciò non incide sulla formazione del bilancio di previsione 2018/2020, ha espresso parere favorevole alla sua approvazione.
Il dipartimento bilancio ha evidenziato una serie di criticità, poi sanate dall’Azienda che ha rettificato il progetto di bilancio, provvedendo alla riapprovazione con decreto numero 51 del 4 luglio 2018.
Il dipartimento bilancio, a seguito dei controlli eseguiti, rileva il rispetto dell’equilibrio generale di bilancio, la quadratura delle cosiddette partite di giro e per conto terzi e la presenza di un saldo finale di cassa non negativo.
Per quanto concerne il Fondo crediti di dubbia esigibilità, il dipartimento raccomanda all’Ente di verificare la congruità del Fondo durante la gestione dell’esercizio 2018, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove risorse di dubbia e difficile esazione.
Per quanto concerne il Fondo pluriennale vincolato, il dipartimento raccomanda all’Azienda di verificarne la correttezza, a seguito della definitiva approvazione del Rendiconto di gestione 2017.
A conclusione dell’attività istruttoria, il dipartimento bilancio ha ritenuto non sussistano motivi ostativi all’adozione da parte della Giunta regionale del bilancio di previsione dell’Azienda Calabria lavoro per il triennio 2018-2020, al fine dei successivi adempimenti da parte del Consiglio regionale della Calabria.
Ciò tutto premesso, si sottopone all’Aula l’esame della proposta di provvedimento amministrativo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato il collega Aieta e voglio aggiungere solo qualche altra considerazione a nome del gruppo consiliare dei Moderati per la Calabria.
Ho visto che nella previsione di spesa, come in parte già detto, è stato superato il limite consentito dalla normativa per gli emolumenti al direttore generale, in quanto l’importo non è stato ridotto del 20 percento rispetto a quello previsto nell’anno 2009.
Pertanto, già nel 2010, non era stato ottemperato quanto prescritto dall’articolo 9 della legge regionale numero 22.
E’ pur vero che, come ha osservato il dipartimento lavoro in fase di previsione, è opportuno che, in fase di rendicontazione, tale limite venga rispettato per non incorrere nella riduzione dei trasferimenti degli importi della Regione all’Azienda Calabria lavoro.
Riteniamo, quindi, che questa condizione debba essere rispettata. Posso anticipare già il voto favorevole del gruppo dei Moderati per la Calabria. Grazie.
Non ci sono altri interventi, pertanto passiamo alla votazione del provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in Allegati)
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno, la
proposta di provvedimento amministrativo numero 216/10^ di iniziativa la Giunta
regionale recante: “POR Calabria 2014-2020 - Revisione del Programma”. Cedo la
parola al consigliere Aieta per l’illustrazione del provvedimento.
Anche qui, signor Presidente, nella seduta del 25 luglio scorso, la seconda Commissione ha approvato la proposta di provvedimento amministrativo numero 216/10^ e l’iter di questa pratica si concluderà con l’approvazione finale da parte di questo Consiglio.
Il provvedimento ha ad oggetto l’adozione di una proposta di revisione del POR Calabria 2014-2020, da notificare alla Commissione europea.
Ai lavori della Commissione ha partecipato la dottoressa Paola Rizzo, dirigente generale del dipartimento Programmazione nazionale e comunitaria, fornendo un proficuo e pertinente contributo alla comprensione del provvedimento.
In particolare, si tratta di una revisione del Programma operativo 2014-2020 che riguarda una rimodulazione finanziaria tra Assi, nel senso che il Piano finanziario dell’Asse I è stato ridotto di circa 21 milioni di euro, con contestuale aumento di 10 milioni di euro dell’Asse III e di 11 milioni di euro dell’Asse IV.
L’aumento dell’Asse III è dovuto al fatto che il POR Calabria, per effetto di una norma nazionale, finanzia la misura del credito d’imposta. L’aumento sull’Asse IV riguarda, invece, il finanziamento di una misura di tutela ambientale, vale a dire, l’acquisto di autobus elettrici o ibridi, che verranno consegnati ai contesti urbani calabresi.
La revisione comprende anche l’allineamento del quadro di riferimento in riserva di efficacia, atteso che, in fase di stesura del programma, si era utilizzata una metodologia di costruzione degli indicatori finanziari di Performance che prendeva in considerazione anche il prefinanziamento che la Regione riceve annualmente, mentre la normativa comunitaria prevede che tali indicatori vengano calcolati al netto del prefinanziamento.
La revisione comprende, infine, alcune modifiche ai Grandi Progetti, quali:
- l’eliminazione dal testo del POR del Grande Progetto “Gallico-Gambarie”, Terzo lotto, Tratto Mulini di Calanna, svincolo per Podargoni-Santo Stefano d’Aspromonte, che viene comunque ricompreso nel POR, quale operazione suddivisa in fasi con la Programmazione 2007-2013;
- alcune modifiche al Grande Progetto “Sistema regionale banda ultra larga”, al fine di allinearne la denominazione, le fasi di esecuzione temporale e l’elenco dei beneficiari con quanto previsto dal più ampio Progetto in materia di banda ultra larga a titolarità nazionale, di cui è parte integrante;
- l’esclusione del Grande Progetto “Sistema di collegamento multimodale Aeroporto - Stazione Lamezia Terme Centrale - Germaneto - Catanzaro Lido”;
- l’aggiornamento delle date previste nei crono programmi, attualizzandole all’effettivo stato di avanzamento procedurale dei singoli Grandi Progetti.
Dalla delibera di Giunta e dalla documentazione ad essa allegata, si evince che la revisione proposta non prevede modifiche sostanziali della strategia complessiva del POR e, quindi, del suo contributo alla realizzazione della strategia dell’Unione europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Ciò premesso, si sottopone all’Aula l’esame della proposta di provvedimento amministrativo in oggetto. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. sono d’accordo sull’impianto
generale che porta ad una implementazione della dotazione finanziaria dell’Asse III “Competitività dei
sistemi produttivi”, e una contestuale riduzione dell’Asse I “Promozione della
ricerca e dell’innovazione”.
Abbiamo, quindi, un aumento delle risorse sull’Asse IV “Mobilità sostenibile”, quella elettrica. Sono d’accordo su questa impostazione.
Questo si verifica attraverso una riduzione sull’Asse I, “Promozione
sulla ricerca e l’innovazione”.
Credo che dobbiamo anche tenere conto del fatto che nella
Regione Calabria si registra uno tra i tassi più alti di povertà, quindi, la
raccomandazione é quella di implementare ulteriormente anche le misure dell’Asse
X per il contrasto alla povertà e l’inclusione sociale attiva. Grazie.
Non ci sono altri interventi, quindi passiamo alla
votazione del provvedimento. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato in Allegati)
Il terzo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta
di legge numero 349/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante:
“Riconoscimento della legittimità debiti fuori bilancio di cui alla lettera a),
comma 1, articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118”.
Cedo la parola al consigliere Aieta per l’illustrazione del
provvedimento.
La Commissione ha esaminato sia i profili di merito sia le conseguenze di carattere finanziario derivanti dall’approvazione del presente provvedimento, che ha come obiettivo quello di riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da sentenze esecutive o da altri titoli esecutivi.
Il provvedimento si rende necessario per dare attuazione a quanto disposto dal decreto legislativo numero 118/2011 nel quale si stabilisce che il Consiglio regionale riconosce, con legge, la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da:
-sentenze esecutive;
-copertura dei disavanzi di Enti, società ed organismi controllati o, comunque, dipendenti dalla Regione, purché il disavanzo derivi da fatti di gestione;
-procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità;
-acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa.
Nello specifico, questo provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale numero 267 del 28 giugno 2018, che richiama i decreti dirigenziali contenenti gli elementi necessari per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio da parte del Consiglio regionale, e ne propone il relativo disegno di legge.
Il disegno di legge si compone di tre articoli: il primo prevede il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio, derivanti da sentenze e titoli esecutivi per l’importo complessivo di euro 299 mila 897,56, secondo il dettaglio contenuto nella Tabella numero 1, allegata al disegno di legge; all’articolo 2 vengono indicate le forme di copertura finanziaria e l’articolo 3 contiene disposizioni relative all’entrata in vigore.
Su questa proposta, il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole con verbale numero 210 del 24 luglio 2018.
Lo stesso Collegio, contestualmente e come sempre ripetutamente, invita l’amministrazione – colgo l’occasione per ringraziare il Collegio dei revisori per la qualità del lavoro – ad effettuare le opportune verifiche, al fine di accertare le eventuali responsabilità personali che hanno determinato il danno economico regionale.
Durante la seduta di Commissione è intervenuta per il Collegio dei Revisori dei conti la professoressa Smorto, illustrando il parere e sottolineando l’importanza delle raccomandazioni sopra evidenziate.
E’ stata sentita anche la dirigente del dipartimento bilancio, dottoressa Cristiano, che ha illustrato il provvedimento e fornito i chiarimenti richiesti.
Ciò premesso, si sottopone all’Aula l’esame del disegno di legge in oggetto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Con questo provvedimento, approviamo debiti fuori bilancio per circa 300 mila euro, per cui ritengo assolutamente necessario e fondamentale che si faccia un’opera di individuazione delle responsabilità della gestione burocratica.
In questa Legislatura sono state votate leggi per debiti fuori bilancio già 19 volte.
Pertanto chiedo che, oltre a questa opera di risanamento, si faccia anche un’opera di grande attenzione soprattutto verso alcune problematiche che riteniamo assolutamente prioritarie sul piano sociale, come ad esempio, il Garante dei disabili, il fattore famiglia, gli assistenti familiari, il Fondo per valutare ed incrementare i parchi giochi per i disabili.
Voglio ricordare che a gennaio ho presentato un emendamento volto a finanziare gli oratori. Allora mi si chiese di rinviare per mancanza di copertura finanziaria.
Come gruppo dei Moderati per la Calabria, abbiamo ripresentato la legge sugli oratori e chiediamo che sia soprattutto il dipartimento, non solo la Commissione bilancio guidata dal collega Aieta, ad avere la giusta sensibilità e la giusta attenzione per queste tematiche, dando ad esse priorità assoluta. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Vincenzo Ciconte
Passiamo all’esame e alla votazione del provvedimento:
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso e dei relativi
allegati, con autorizzazione al coordinamento formale.
(E’
riportata in Allegati)
Il quarto punto all’ordine del giorno riguarda l’esame abbinato della proposta di legge numero 283/10^, di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme sulla classificazione delle strutture ricettive extralberghiere” e della proposta di legge numero 356/10^, di iniziativa del consigliere Mirabello, recante “Norme sulla classificazione delle strutture ricettive extralberghiere”.
Cedo la parola al consigliere Mirabello per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente.
L’esame abbinato di questi due provvedimenti, il primo varato dalla Giunta regionale ed il secondo recante la mia firma, risponde all’esigenza di intervenire sul comparto turistico extralberghiero che per lunghissimo tempo è stato definito a livello nazionale come un comparto complementare rispetto al settore turistico alberghiero.
In realtà, le dinamiche del mercato e i flussi dell’ospitalità, hanno dimostrato che il comparto turistico alberghiero, su base nazionale, sia diventato principale e non più complementare.
I numeri dicono che oggi la ricettività extralberghiera a livello nazionale assorbe il 54,4 percento della domanda del totale dei letti disponibili.
Per la Calabria, i dati ufficiali che sono contenuti all’interno del quindicesimo Rapporto sul turismo, dimostrano che il settore turistico extralberghiero, al netto di un intervento che ha proprio questa finalità, di bonifica e superamento di sacche di evasione, supera ed assorbe il 46,1 percento della domanda turistica.
Ci occupiamo, quindi, di un comparto di estrema importanza che, a causa dell’evoluzione dell’ultimo trentennio nel campo della ricettività, necessita di una profonda rivisitazione.
Pensiamo alla figura dei bed & breakfast, ma anche al cosiddetto modello degli home sharing, degli air b&b, oggetto di un’analisi anche da parte del Governo nazionale, con il decreto legge numero 50 del 2017, poi convertito in legge, e di una serie di strutture che sfuggono alle classificazioni e alle regole per le quali possiamo ragionevolmente pensare che si arrivi ad oltre il doppio rispetto ai dati che in questo momento sono in nostro possesso.
E’ chiaro che il sistema ricettivo calabrese, dai dati del 2017, registra un aumento nel solo ultimo anno del 373 per cento, delle attività turistico-ricettive sotto la denominazione di bed & breakfast.
Si tratta, quindi, di nuove tipologie di ricettività che hanno sviluppato forme di ospitalità, finalizzate a uno sviluppo del turismo esperienziale: della nuova formula di accoglienza turistica; di esperienze anche di recupero dal basso dei centri storici e dei borghi, che sono realizzati attraverso queste realtà turistiche che hanno notevolmente incrementato l’utilizzo dei bed & breakfast nei centri storici; della crescita dell’enogastronomia.
Ovviamente, di fronte ad una crescita naturale, direi anche esponenziale nel mercato turistico, di queste attività turistiche ricettive extralberghiere, in particolare i bed & breakfast, è corso l’obbligo di intervenire con una regolamentazione, come dicevo in precedenza.
Intanto partiamo da una considerazione di base: il Consiglio regionale, già in questa Legislatura, si è pronunciato più volte sulla materia dei bed & breakfast.
Nella passata Legislatura, il collega Orsomarso – che ha dato un importante contributo su questa proposta di legge anche ai lavori in Commissione – era intervenuto nella materia delle cosiddette case ammobiliate, o meglio, delle case per le vacanze.
Dicevo che nel corso di questa Legislatura, il Consiglio regionale è già intervenuto due volte sulla materia dei bed & breakfast, aprendo una discussione che ha avuto diversi pronunciamenti anche da parte dell’Autorità garante per la concorrenza a livello nazionale. Per quale ragione?
Con l’obiettivo di definire e delimitare in maniera più corretta possibile la fenomenologia dei bed & breakfast a gestione familiare – che rappresentavano semplicemente un incremento del reddito della famiglia con attività discontinue – in Calabria ed in molte altre Regioni d’Italia come la Sardegna, il Lazio, l’Umbria, il Piemonte e tante altre Regioni italiane che, ovviamente, fanno degli importanti numeri nel settore turistico, si è sempre pensato che, per evitare delle forme anche di concorrenza improprie rispetto alle attività turistiche alberghiere, si potesse limitare il numero dei posti letto e delle camere – quindi, il dimensionamento di queste attività ricettive – e che, oltre al dimensionamento – si potesse limitare anche l’utilizzo temporale nel corso della stagione e dell’anno.
Questo tipo di impostazione che, come dicevo, rispondeva a una esigenza di tutela di forme di concorrenza diverse, cioè alla necessità di garantire a chi esercitava l’attività di impresa in forma imprenditoriale – l’attività in forma imprenditoriale con l’apertura della partita IVA – eguali condizioni rispetto e chi, invece, le esercita in forma privata, in effetti, rispondeva a questa esigenza e questo tipo di impostazione, ma è stata bocciata più volte da parte dell’Autorità garante della concorrenza.
In particolare, ha affermato in vari passaggi che, in sostanza, il legislatore regionale, limitando la portata ricettiva dei bed & breakfast – nel nostro caso, non più tre camere ma massimo 6 posti letto o, addirittura, con un’espansione che era stata proposta dal collega Mangialavori, anche 4 camere, adesso non mi sovviene il numero di posti letto -, ha compresso – afferma l’Autorità garante per la concorrenza – la libertà dell’esercizio dell’attività d’impresa anche in forma privata. Il primo obiettivo di questo testo di legge, che rappresenta anche una summa di tutti gli interventi sul settore turistico extralberghiero, è stato quello di eliminare – in conformità a quanto ritenuto dall’Autorità garante per la concorrenza – ogni forma di limitazione in tema di numero di camere o in tema di periodo o lasso di tempo di apertura di queste attività turistiche ricettive nel corso dell’anno.
Oggi viene superato ogni limite e nel testo di legge prevediamo una duplicità di utilizzo di questo meccanismo dei bed & breakfast.
A fianco al bed & breakfast che definiamo in family - cioè quello attraverso il quale si esercita questa attività all’interno della propria casa da privati ad integrazione del proprio reddito in forma saltuaria e non continuativa – abbiamo inserito la tipologia del bed & breakfast in forma imprenditoriale con l’apertura della partita IVA, così come si è di fatto esplicato il fenomeno su tutto il territorio regionale.
Come dicevo in precedenza, la legge si sofferma particolarmente sulla definizione di tutte le altre tipologie di attività turistico-ricettive, andando anche a modificare la possibilità di utilizzare nuove definizioni che si realizzano sul mercato in maniera autonoma; penso ai cosiddetti guest room, che sostituiscono gli affittacamere e che, a differenza del bed & breakfast, non prevedono la somministrazione della prima colazione; oppure alle guest house o alle country house.
In sostanza, abbiamo adeguato il testo di legge anche dal punto di vista lessicale, rispetto alle esigenze che provengono dal mercato.
Aggiungo un aspetto che credo abbia grande rilevanza e che guarda al governo di questo importante settore per il quale – lo ribadisco – allo stato non abbiamo il pieno controllo, per favorire delle migliori attività di governo da parte della Regione, per cui abbiamo previsto che, intanto, ci sia un dialogo molto più stretto fra gli sportelli unici delle attività produttive dei Comuni e la Regione, nonché l’istituzione di un Registro delle attività turistiche extralberghiere, suddiviso per tipologia e per provincia, di modo che possiamo avere la possibilità di consentire a chi esercita l’attività di impresa in forma corretta, pagando le tasse regolarmente e registrando i clienti, fornendo anche i dati sui flussi turistici, di poterlo fare rispettando e tutelando la concorrenza e, soprattutto, fornendo alla Regione anche gli strumenti per elevare la qualità.
Questo è l’ultimo punto su cui mi voglio velocemente soffermare e richiamare l’attenzione del Consiglio regionale.
Nel corso degli anni, la Regione Calabria ha più volte emanato provvedimenti a sostegno delle attività turistiche alberghiere con l’obiettivo, pienamente condivisibile – l’abbiamo già fatto anche nel corso di questa Legislatura – di migliorare la qualità dell’offerta turistica.
Con questa Riforma abbiamo la necessità e la volontà di creare i presupposti per sostenere anche l’attività turistica extralberghiera e migliorarne la qualità, atteso che, come ho già detto in precedenza, tale attività assorbe una così larga fetta di domanda e che, all’interno di questa larghissima fetta di domanda che non riusciamo ad assorbire, ancora abbiamo delle sacche di mancata regolamentazione e regolarizzazione delle attività che, ovviamente, puntiamo a superare attraverso questo testo di legge. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo per plaudire al lavoro fatto e che mi trova perfettamente d’accordo anche
con la relazione del collega Mirabello, che ho apprezzato anche nel momento in cui si
parla di una somma di quelli che sono stati tutti i passaggi legislativi che
hanno visto protagonista anche questo Consiglio regionale.
Però non mi tornano i conti, collega Mirabello,– ne discutevamo prima con i colleghi Orsomarso ed Aieta – probabilmente più per una svista, ma se andiamo ad abrogare una legge del 1995 de planosi andrebbe ad abrogare completamente la legge numero 20 del 2015, che porta la firma del collega Fausto Orsomarso, e che per l’appunto ha modificato quella del 1995. Abrogando la legge madre, che poi è stata successivamente modificata, decadrebbe anche la legge che il Consiglio regionale ha approvato nel 2015.
Poca cosa se non fosse che
all’interno della legge targata Fausto Orsomarso ci sono alcuni
passaggi che non sono contemplati a livello di somma in questo progetto di legge, per cui si
creerebbe una vacatio sugli aspetti di cui poi, eventualmente, parlerà meglio il collega
Fausto Orsomarso.
Dando merito a questo lavoro, la mia proposta – qualora fosse condivisa anche dai colleghi Aieta e Mirabello – sarebbe quella di riportare il testo in Commissione, aggiustarlo rispetto a quello che viene a decadere con la legge numero 20 del 2015 ed approvarlo alla prima seduta utile di Consiglio regionale con queste piccole modifiche che andrebbero a dare merito ad un lavoro di ulteriore riordino in una tematica che ci deve vedere protagonisti, anche per quell’aspetto turistico ed economico che viene racchiuso in questo testo che diventerebbe veramente unico, regolamentando tutti gli aspetti delle strutture extralberghiere.
Diamo merito a
questo lavoro, ma ci interroghiamo tutti quanti, con senso di responsabilità, al fine
di capire se, con l’abrogazione della legge numero 20 del 2015, rimarrebbe fuori
qualcosa da questo Testo unico sulle strutture extralberghiere.
Se così fosse, l’invito è quello di riportarla velocemente in Commissione, aggiustare questi aspetti più sul piano giuridico, su quello che rimane fuori, e ritornare velocemente in Consiglio per un’eventuale e sicura approvazione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Volevo precisare che il testo della legge rappresenta – passandomi l’imperfezione della definizione – una sorta di Testo unico, nel senso che raccogliamo tutto il lavoro fatto in passato, non è una legge che abroga e la norma transitoria per l’abrogazione, all’articolo 20, prevede semplicemente che vengano abrogati tutti quegli aspetti che non sono ricompresi nella legge.
In particolare, abbiamo formulato un emendamento già in Commissione precisando, però, che già l’articolo 4 riportava testualmente la definizione che il collega Orsomarso, nella sua proposta di legge licenziata nella scorsa Legislatura, ricomprendeva.
In sostanza, abbiamo riportato la definizione del collega Orsomarso nell’articolo 4 e, infine, con una precisazione contenuta nello stesso articolo 4, abbiamo fatto esplicito riferimento alla norma di cui parlava il collega Esposito.
Per tali ragioni, ritengo che non sussista alcuna possibilità di decadenza di alcuna disposizione contenuta nella legge di cui parlava il collega Esposito, in quanto il testo la racchiude.
(interruzione)
… l’articolo 4 riporta esattamente la definizione inserita nella legge Orsomarso, definiamola così. Peraltro, poi, l’abbiamo richiamato con un emendamento che abbiamo approvato all’unanimità nel corso della seduta di Commissione e che reca la firma del collega Orsomarso e la mia.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Concordo perché ne avevamo discusso in Commissione.
Intuitivamente è la volontà di dire sostanzialmente che,
attraverso questa norma, facciamo una legge quadro complessiva che riprende ciò
che più ci convince delle scorse leggi.
Ad esempio, per la legge numero 20 del 2015, che
interveniva e modificava in parte la numero 4 del 1995 – come mi spiegavano
adesso gli uffici, tecnicamente – se tra le abrogazioni all’articolo 20, lasciamo
la numero 4 del 1995, in automatico decade la numero 20 del 2015 proprio perché
poggia su questo.
Presidente, non mi pare ci sia una mozione di
sfiducia, quindi possiamo continuare a lavorare. E’ una battuta rispetto agli
interventi con cui abbiamo aperto la seduta.
Faccio una proposta al collega Mirabello, essendo un
lavoro meritorio, quello che ho fatto sulle seconde case, che non erano mai
state trattate come strutture extralberghiere nello specifico e che
rappresentano un grande patrimonio, entrando nella legge con delle proposte
specifiche, emendate anche dal collega Esposito - che andava a tutelare l’alta
stagionalità turistica, non mettendo le seconde case in concorrenza con gli
alberghi – il lavoro imponente fatto nel 2015, può diventare importante, di
chiusura per i prossimi quindici vent’anni.
Se non abbiamo fretta, a settembre – come
mi spiegavano gli uffici – bisognerebbe portare nel corpo di questa sua legge
interamente la parte che riguarda la seconda casa che é il corpo della mia
legge che interveniva sulla numero 4 del 1995 che, altrimenti, non resterebbe più
in piedi e verrebbe abrogata.
Possiamo anche passarla, ma verrebbe
abrogata in automatico.
Penso che il primo di settembre possiamo
ritornare a completare questo lavoro, perché poco cambia se la approviamo oggi
o a settembre, visto c’è una maggioranza, e fare un lavoro preciso per la
creazione di una legge organica quadro che salvi anche la parte importante di
quella legge, sarebbe la cosa migliore, perché affidandola al coordinamento
formale resterebbe sempre qualche dubbio. Magari scriviamo insieme.
L’abbiamo già fatto in Commissione, come
ha detto il collega Esposito.
Questo suo lavoro completa organicamente
le strutture alberghiere e quelle extralberghiere. La mia proposta aveva un
compito specifico che riguardava le seconde case.
Con questo dubbio, se non è un problema,
la riportiamo in Commissione a settembre e la discutiamo alla prima seduta utile
di Consiglio regionale. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha
facoltà.
Presidente, chiederei la sospensione di questo punto per
qualche minuto, al fine di concordare con il collega Orsomarso un’eventuale
gestione di questa specifica vicenda con un obiettivo evidente, che è l’esigenza
di chiudere il testo di legge nei fatti, nel senso che ritengo che questo
strumento vada adottato al più presto possibile, sia in ordine alle ragioni di
regolamentazione del mercato, di cui ho a lungo parlato, sia, soprattutto, in
ottica della definizione di un bando che è in pre-informazione sulla materia
turistica e del settore turistico alberghiero che abbiamo tutto l’interesse a
mettere in campo il più rapidamente possibile.
Quindi, Presidente, su questo punto chiedo 5 minuti di sospensione, al fine di poter concordare con il collega Orsomarso.
Accogliamo in Aula 5 minuti di sospensione informale, richiesti dal
consigliere Mirabello.
Chiedo scusa, Presidente, piuttosto che interrompere i lavori, proporrei di
invitare i consiglieri Orsomarso e Mirabello a vedersi mentre continuiamo nei
lavori.
Presidenza del Presidente Nicola Irto
Invito i consiglieri
Mirabello e Orsomarso ad avvicinarsi al Banco della Presidenza.
(L’esame della proposta è sospeso
temporaneamente)
Passiamo al quinto punto all’ordine giorno che riguarda la proposta di
legge numero 323/10^ di iniziativa del consigliere Giudiceandrea recante:
“Modifiche alla l. r. 66/2012 recante ‘Istituzione dell’Azienda regionale per
lo sviluppo dell’agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell’agricoltura’,
di armonizzazione alle modifiche apportate dalla legge regionale 5/2016”.
Cedo la parola al consigliere Aieta, relatore del provvedimento, per l’illustrazione.
Presidente, mi ricorda il numero del provvedimento?
È la proposta di legge numero 323/10^ di iniziativa del consigliere
Giudiceandrea.
Si tratta dell’istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura
e disposizioni in materia di sviluppo dell’agricoltura, di armonizzazione alle
modifiche apportate dalla legge regionale numero 5 del 2016. Nella seduta di
Commissione, che si è tenuta il 17 di aprile, sono stati esaminati sia gli
aspetti di merito sia quelli finanziari. Questo provvedimento mira a modificare
la legge regionale numero 66 del 2012 con la quale è stata istituita l’Azienda
regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese, ARSAC; più in
particolare, la modifica proposta si rende necessaria al fine di uniformare il
contenuto degli articoli 10 e 11 della legge regionale numero 66 del 2012. L’articolo
10 è stato modificato ad opera della legge regionale numero 5 del 2016 che ha
previsto la soppressione del comma 1 della lettera a) di detto articolo;
attraverso questa modifica si è proceduto ad eliminare l’esclusione dalla
pianta organica dell’ARSAC delle unità addette alle attività dei servizi
inerenti il patrimonio indicato all’articolo 9, comma 3. A seguito di questa
modifica, però, l’articolo 10 risulterebbe in contrasto con il comma 11 dell’articolo
11 nella parte in cui prevede, a seguito dell’estinzione dell’ARSSA, il
trasferimento ad ARSAC del personale impiegato nella gestione liquidatoria da
destinare all’espletamento delle funzioni di cui all’articolo 2 comma 2.
Attraverso questa modifica, in sostanza, si vuole eliminare questa discrasia e
rendere il testo di legge coerente ed omogeneo nella sua formulazione.
Dal punto di vista finanziario, si evidenzia che la proposta è corredata di
relazione tecnico-finanziaria nonché di clausola di invarianza finanziaria;
nelle stesse si chiarisce il carattere ordinamentale del provvedimento
specificando che non si prevede alcun mutamento della pianta organica dell’ARSAC,
ma che il personale in questione è già presente in Azienda e che il relativo
costo trova già copertura finanziaria.
Ciò premesso, si sottopone all’Aula l’esame la proposta di legge in
oggetto.
Passiamo all’esame ed
alla votazione del provvedimento.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in
Allegati)
Proseguiamo con il sesto punto all’ordine
del giorno relativo alla proposta di legge numero 321/10^ di iniziativa del consigliere
Sergio, recante: “Accesso al commercio su aree pubbliche in forma itinerante
mediante SCIA. Modifiche alla legge regionale 18/1999”. Cedo la parola al
consigliere Sergio, relatore del provvedimento, per l’illustrazione.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, l’esame odierno in Consiglio reca la trattazione della proposta
relativa alle norme integrative della legge regionale numero 18 del 1999, al
fine di aggiornare le disposizioni che disciplinano il commercio ambulante
riducendone i tempi per l’accesso mediante l’introduzione della
SCIA. Tale semplificazione matura in ossequio all’evoluzione normativa
registratasi a livello nazionale che ha consentito la previsione di
subordinazione, nello svolgimento di tale forma di attività commerciale, alla
presentazione della SCIA anziché al rilascio dell’autorizzazione comunale DIA.
Il
testo di legge si compone di sette articoli: l’articolo 1 informa la legge al
principio di semplificazione; gli articoli 2, 3, 4, 5 – novellando la legge
regionale numero 18 del 1999 – permettono l’accesso al commercio in forma
itinerante mediante la SCIA; infine, l’articolo 6 contiene la clausola di
neutralità finanziaria e l’articolo 7 la norma di chiusura che ne disciplina l’entrata
in vigore.
La
proposta è neutrale dal punto di vista finanziario in quanto reca norme aventi
carattere ordinamentale. A tal fine, la Commissione bilancio si è espressa
favorevolmente nella seduta del 17 aprile scorso. Quindi, ringrazio il Presidente
e tutti i componenti del Consiglio e per quanto sin qui esposto, chiedo l’approvazione
della presente proposta di legge. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente, colleghi consiglieri. Avrei voluto intervenire anche sul
punto precedente la cui trattazione è stata sospesa, ma lo faccio adesso per
dire che quando si regolamenta, soprattutto il settore del commercio, del
turismo e dei servizi, è sempre un fatto meritorio. Quindi, riconosco il merito
al collega Sergio ed alla Commissione per aver lavorato su questo.
Anche
il campo del commercio itinerante, degli ambulanti, ha delle sue specificità
che è bene normare soprattutto in un momento nel quale il consumatore è tornato
a rivolgersi sempre più verso tali forme di commercio che danno l’opportunità –
per tante situazioni che sono un po’ borderline
– di iniziare, immediatamente, l’attività naturalmente rispettando le leggi già
in vigore soprattutto quelle sanitarie che sono così importanti.
Quindi,
annuncio il voto favorevole del gruppo della Casa delle Libertà.
Volevo annunciare il voto favorevole del gruppo.
Passiamo all’esame ed alla
votazione del provvedimento.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
Articolo 4.
(È approvato)
Articolo 5.
(È approvato)
Articolo 6.
(È approvato)
Articolo 7.
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo al settimo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 295/10^ di iniziativa del consigliere Morrone recante: “Norme in materia di tutela delle prestazioni professionali per attività espletate per conto dei committenti privati e di contrasto all’evasione fiscale”. Cedo la parola al consigliere Mirabello, relatore del provvedimento, per l’illustrazione.
Grazie,
Presidente. La proposta di legge, che è stata sottoscritta dal collega Morrone
e che è stata approvata all’unanimità dalla terza Commissione, ha come oggetto
la tutela dell’esercizio delle prestazioni professionali sulla base delle
istanze presentate alla Pubblica amministrazione, tutelando il lavoro dei
professionisti contestualmente ad un principio di attenuazione dell’evasione
fiscale. Perché tutto questo? Perché, in sostanza, la norma prevede che le
Pubbliche amministrazioni, nel momento in cui rilasciano l’atto autorizzativo
alla ricezione di istanze di interventi diretti da parte dei professionisti,
debbano acquisire la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà del
professionista stesso – redatta nelle forme del D.P.R. 445/2000 – nella quale
si attesta, il pagamento delle spettanze da parte del committente. È una norma
di civiltà che tutela le professioni rispetto anche ad un andamento che si
realizza, poi, nei fatti, nelle nostre realtà locali nei rapporti con la
Pubblica amministrazione, prevedendo questo tipo di step ben preciso a tutela del professionista, ma anche – perché
sono previsti passaggi di natura fiscale – a garanzia e a tutela del pagamento,
ovviamente, delle fatturazioni e contro le elusioni e le evasioni fiscali.
Questo
testo di legge, quindi, ha questo importante obiettivo e credo che meriti di
essere approvato perché può rappresentare uno strumento importante anche al
fine del superamento del ricorso a metodi di pagamento che possiamo definire
poco ortodossi.
Pertanto,
ne propongo all’Aula l’approvazione ringraziando il consigliere Morrone per il
lavoro svolto.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Morrone. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intanto, volevo ringraziare il consigliere Mirabello per la
celerità e la bravura con cui ha portato avanti questo disegno di legge che ha
già illustrato nel merito. Volevo soltanto soffermarmi su alcuni aspetti.
Innanzitutto, volevo ringraziare gli ordini professionali – in particolar modo
quello degli Ingegneri di Catanzaro – che hanno collaborato a questa legge e,
poi, l’ex vicepresidente della Giunta regionale, il professore Viscomi, oggi
deputato, che ha dato un contributo di carattere giuridico alla formazione
della legge e mi ha dato molti consigli.
Perché
nasce questa legge? Intanto, dobbiamo andare un po’ indietro, alla crisi che
attraversa il Paese e, soprattutto, la Regione Calabria. La nomina del governo
Monti che soppiantò un governo legittimo, eletto dal popolo, – con il fatto
dello spread, ma non mi voglio
soffermare su questo – portò l’Italia – lo dico proprio – al blocco dell’economia.
Mentre
nelle economie più forti, come nel resto dell’Italia, le cose andavano meglio
perché, poi, sostanzialmente, c’era un’economia molto differenziata, in
Calabria, in cui c’è un’economia più molto più debole, la crisi si è sentita
ancora di più. Allora, abbiamo pensato di studiare una serie di normative al
fine di favorire lo sviluppo dell’economia, soprattutto, nel campo della casa e
delle costruzioni. Questa è una delle tante che stiamo predisponendo e che nei
prossimi mesi porteremo all’attenzione di questo Consiglio regionale. Vi
ringrazio.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anche su
questo punto, manifesto plauso al collega Morrone per aver così introdotto
questo principio che porterà, certamente, ad una emersione e ad un incremento
del gettito fiscale e rappresenta un segnale di giustizia per i professionisti
che lavorano e molto spesso non sono remunerati e retribuiti. Quindi, è
importante – e ringrazio di nuovo il collega Morrone per aver voluto lavorare
su questo principio – e credo che potremmo ragionarci al fine di valutarne l’applicabilità
anche in altre arti e professioni. Comunque, anche per questo provvedimento, il
voto del gruppo è favorevole. Grazie.
Passiamo
all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo
1.
(È approvato)
Articolo
2.
(È approvato)
Articolo
3.
(È approvato)
Articolo
4.
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo al punto otto all’ordine
del giorno che riguarda la proposta di legge numero 27/10^ di iniziativa del
consigliere Nicolò recante: “Norme per la promozione dell’attività di recupero
e ridistribuzione delle eccedenze alimentari per contrastare la povertà e il
disagio sociale”. Cedo la parola al consigliere Mirabello, relatore del
provvedimento, per l’illustrazione.
La
proposta di legge numero 27/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò è stata
approvata dalla terza Commissione anch’essa all’unanimità. Se ne condivide l’impostazione
soprattutto perché è finalizzata a fornire degli strumenti per contrastare la
povertà e il disagio sociale, utilizzando lo spreco o meglio quei prodotti che
derivano da albero non raccolto cioè le eccellenze del settore agroalimentare
per finalità, ovviamente, di natura benefica.
Quindi, non c’è soltanto
condivisione del testo proposto dal collega Nicolò, ma anche l’auspicio che
questo possa essere uno strumento utile a garantire a tanti calabresi che si
trovano in stato di indigenza un sollievo e delle risorse utili alla propria
esistenza.
Il testo si compone di 6
articoli e prevede che la Regione sia soggetto attuatore per le finalità
previste attraverso gli enti locali, i singoli associati, le cooperative
sociali, le organizzazioni di volontariato, le organizzazioni di promozione
sociale e le organizzazioni non lucrative, che svolgono attività di recupero e
distribuzione delle eccedenze alimentari. E, poi, si prevede, nell’articolo 4,
che la Giunta provveda, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, a
stabilire le modalità per le analisi del fabbisogno, della valutazione degli
effetti delle politiche distributive previste e i criteri per la determinazione
della soglia di povertà e disagio sociale. Cioè, in sostanza delle norme
attuative finalizzate a realizzare gli obiettivi previsti dalla legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Ringrazio la Commissione di merito che ha svolto un lavoro responsabile. C’è
da dire che questa legge è datata ed è stata affrontata per ben due volte dalla
terza Commissione. Ringrazio il presidente Mirabello ed i componenti della
Commissione che, valutandola, hanno espresso un parere unanime circa gli
obiettivi che essa intende raggiungere. Soltanto che, per questioni anche
strumentali, questa legge fu bloccata e si sollevarono eccezioni rispetto alla
spesa. La legge, però, non prevede oneri e mira – come diceva il Presidente – a
contrastare la povertà, il disagio sociale attraverso il recupero delle
eccedenze alimentari sia, per un verso, sul fronte del settore agricolo – per
quanto riguarda i raccolti che gli agricoltori calabresi non riescono ad
effettuare e costituiscono un onere gravoso – sia, soprattutto, per le
eccedenze che provengono dalla ristorazione, ferma restando la loro
commestibilità e, soprattutto, le caratteristiche di utilizzo afferenti a quei
principi regolatori che garantiscono l’igiene e quant’altro necessario per il
consumo.
Si prevede anche l’attuazione dello stesso provvedimento attraverso le
associazioni che hanno titolo – la Caritas, per esempio, o altre associazioni o
enti e c’è un emendamento integrativo, presentato dal consigliere Pedà
relativamente all’associazione della Confcommercio – ma, soprattutto, mi preme
ribadire la finalità di questa legge: una legge a costo zero che consente di
contrastare la povertà e quel disagio sociale di cui spesso si è parlato, però
il mio rammarico è che essa arrivi in Aula dopo tre anni dalla presentazione.
Era il 2015 quando presentai questa legge, approvata all’unanimità dalla
Commissione di merito, poi in Commissione bilancio sono state sollevate
eccezioni sulla questione di spesa, che non esiste, in quanto non ci sono oneri
gravanti sui bilanci di Consiglio o Giunta.
È una legge che, comunque, si richiama a dei valori che spesso quest’Aula
ha trattato e che vuole realizzare.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.
Rivolgo i miei complimenti al consigliere Nicolò ed alla Commissione. Anche
qui in Italia si perdono statisticamente in un anno addirittura 8 miliardi di
euro di derrate alimentari che potrebbero, comunque, andare un po’ a sopperire
a quelle che sono le esigenze di una povertà sempre più crescente. Quindi, un
plauso anche per questa legge. Mi sono permesso – ma ho visto già che l’estensore
è d’accordo – di presentare un emendamento finalizzato ad inserire tra i
soggetti attuatori le associazioni datoriali di categoria che possono così dare
un supporto. Grazie.
Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento
Articolo 1.
(È approvato)
All’articolo 2 è
pervenuto un emendamento, protocollo numero 34350, a firma del consigliere
Nicolò.
C’è il parere della Giunta? Il parere del relatore?
Positivo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(È approvato)
Articolo 2, come
emendato.
(È approvato)
All’articolo 3 sono
stati presentati alcuni emendamenti; il primo è l’emendamento protocollo numero
34142, a firma del consigliere Pedà, al quale cedo la parola per l’illustrazione.
L’ho già illustrato, riguarda l’inserimento delle associazioni di categoria
delle PMI.
Parere del relatore?
Positivo.
Pongo il votazione l’emendamento.
(È approvato)
Passiamo all’emendamento protocollo numero 34352, a firma del consigliere
Nicolò, al quale cedo la parola per l’illustrazione.
L’emendamento si commenta da sé e contiene un richiamo alla legge
nazionale.
Parere del relatore?
Positivo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(È approvato)
Articolo 3, come
emendato.
(È approvato)
Articolo 4.
(È approvato)
Articolo 5.
(È approvato)
Articolo 6.
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della legge nel suo complesso, per come emendata, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
Passiamo al nono punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di
legge numero 15/10^ d’iniziativa del consigliere Giudiceandrea recante:
“Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi
ed istituzione del registro regionale”. Cedo la parola al consigliere
Mirabello, relatore del provvedimento, per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. La proposta di legge numero15/10^ di iniziativa del
collega Giudiceandrea si occupa di una patologia, l’endometriosi, che si stima
sia origine del 30-40% dei casi di infertilità femminile e prevede che la
Regione ne riconosca la rilevanza sociale, ne promuova la conoscenza e ne
agevoli la prevenzione, la diagnosi e la qualità delle cure.
Con questo provvedimento viene istituito un registro regionale dell’endometriosi
che consente, chiaramente, di raccogliere i dati e di conoscere meglio il
fenomeno per come si dipana su tutto il territorio regionale e vengono previsti
una serie di interventi coordinati dalla Giunta regionale quali:
l’individuazione delle strategie per dare attuazione ai programmi elaborati e
predisposti dalla Commissione; approva le linee e i protocolli
diagnostico-terapeutici; individua i centri di riferimento regionali tra i
centri di eccellenza e i servizi territoriali di riferimento dell’endometriosi;
prevede, ovviamente, l’istituzione di una Commissione regionale per l’endometriosi
finalizzata proprio all’approfondimento di questa patologia.
Ritengo che il testo – che è stato anch’esso approvato all’unanimità
dalla Commissione – meriti l’approvazione e, per questa ragione lo sottopongo
all’Aula per l’approvazione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Ringrazio il presidente Mirabello per il
lavoro che è stato svolto in Commissione e per l’attività che è stata
realizzata per l’approvazione di questa norma.
Ventimila sono le donne soltanto in Calabria che soffrono di
endometriosi. È una malattia che è assolutamente debilitante, non invalidante,
ma – giusto per dare l’idea a chi ascolta – le stesse affezioni che le donne
hanno nel periodo del ciclo, vengono sentite da chi soffre di endometriosi per
365 giorni all’anno con grave nocumento dal punto di vista di quella che è la
capacità e la qualità della vita di queste persone. A ventimila donne calabresi
oggi questo Consiglio – con l’aiuto della minoranza e con il voto della
maggioranza, compatte – darà la possibilità di uscire dalla nebbia di una
patologia che veniva e viene nascosta per vergogna.
Oggi, finalmente, viene riconosciuta anche in Calabria la
rilevanza sociale di questa affezione e questo consentirà l’accesso ai LEA ed
all’utilizzazione anche dei contributi di carattere statale per le ingenti
spese mensili alle quali le donne si sottopongono per via di questa malattia.
Grazie.
Passiamo all’esame del provvedimento. È stato presentato dal
consigliere Giudiceandrea un emendamento, protocollo numero 33033, interamente
sostitutivo della proposta di legge. Cedo la parola al consigliere
Giudiceandrea per l’illustrazione.
Si spiega da sé.
Parere del relatore?
Positivo.
Parere della Giunta?
Pongo in votazione l’emendamento.
(È
approvato)
Trattandosi di un emendamento interamente sostitutivo, pongo in
votazione la legge nel suo complesso, per come emendata, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo la parola per una brevissima dichiarazione
essendo anche alla fine della seduta.
L’ordine del giorno prevede la trattazione di altri cinque punti.
Intervengo – se mi concede la parola adesso – per una
dichiarazione che è anche estranea all’ordine del giorno di oggi, ma non ruberò
moltissimo tempo ai miei colleghi.
Prendo la parola – senza dilungarmi in premesse che sarebbero
superflue – perché appare necessario soprattutto in questo momento in quanto
nel dibattito pubblico è ritornato sempre più prepotentemente il tema dell’introduzione
nella legge elettorale regionale della doppia preferenza di genere.
Questa legislatura – come ricorderete – è iniziata bene su questo
argomento approvando – su mia iniziativa – la modifica dello Statuto della
Regione Calabria, prima Regione in Italia, e prevedendo l’obbligo, nella
composizione della Giunta, della presenza di genere non inferiore al 30
percento. Così come su questo tema sono stati fatti sostanziali passi avanti
anche quando abbiamo dotato, dal punto di vista finanziario, la legge regionale
che sostiene i centri antiviolenza in Calabria.
La proposta di legge – come sapete – è stata immediatamente
inserita all’ordine del giorno dell’apposita Commissione consiliare competente,
presieduta dal consigliere Franco Sergio, – e di questo voglio nuovamente
ringraziarlo – è stata approvata all’unanimità e attende da allora – sono passati
oltre due anni e mezzo – di essere inserita all’ordine del giorno e discussa in
Aula.
Ne abbiamo parlato più volte anche nella Conferenza dei capigruppo
e si è deciso, anche opportunamente, di attendere. Tuttavia, ora, numerose
sollecitazioni provengono da diverse parti e qualche giorno fa proprio la
Commissione regionale pari opportunità, presieduta efficacemente della
presidente Cinzia Nava, ha tenuto un’iniziativa su questo argomento alla quale
ho partecipato e da quella circostanza è emersa una richiesta, a gran voce,
della calendarizzazione di questa proposta di legge. Penso che le donne in
Calabria aspettano che questa proposta sia discussa in Aula, lo fanno
giustamente e noi rappresentiamo gli interessi di tutti i calabresi, delle
donne e degli uomini calabresi e ritengo che la Calabria non possa più
rinunciare a tutte le forze sociali e umane ed alle energie di cui dispone. È,
dunque, necessario e politicamente ineludibile che la legge sulla doppia
preferenza di genere sia inserita all’ordine del giorno della prossima seduta,
signor Presidente, per essere discussa ed eventualmente approvata.
Concludo e chiedo, ovviamente, all’Aula di esprimersi e di
decidere in merito alla mia richiesta di inserimento della proposta nella
prossima seduta del Consiglio regionale. Credo che l’Aula e che i miei colleghi
consiglieri regionali non avranno alcuna obiezione rispetto alla mia richiesta.
Non dubito che sarete d’accordo e vorrei – questo è, ovviamente, il mio
auspicio – che nella prossima seduta di Consiglio – quando si voterà su questa
proposta di legge – al mio voto possa aggiungersi anche al vostro. Grazie, Presidente.
Prima di passare al decimo punto all’ordine del giorno, rispetto a
quanto da lei dichiarato, consigliere Sculco, assumo l’impegno a trattare la
richiesta nella prossima riunione della Conferenza dei capigruppo che stabilirà
l’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale. Quindi –
ripeto – la prossima riunione della Conferenza dei capigruppo – che sarà,
verosimilmente, subito dopo ferragosto – avrà come primo punto all’ordine del
giorno la calendarizzazione della proposta di legge di cui lei parlava e che è
stata già approvata dalle competenti Commissioni.
Passiamo alla proposta di legge numero 343/10^ di iniziativa della
Giunta regionale recante: “Modifiche all’articolo 29 della legge regionale 26
novembre 2003 numero 23 (Realizzazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali della Regione Calabria in attuazione della legge regionale
numero 328/2000)”. Cedo la parola al consigliere Mirabello, relatore del
provvedimento, per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Questa proposta di legge, pervenuta al lavoro
della Commissione dalla Giunta, prevede una modifica della legge regionale
numero 23 del 2003 che proverò velocemente a sintetizzare e a spiegare. L’articolo
29, comma 5, lettera a) della legge regionale 26 novembre 2003 numero 23, recante
“Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella
Regione Calabria in attuazione della legge 328 del 2000”, disciplina la
Consulta delle Autonomie Locali che insieme alla Consulta del terzo settore
costituisce la Conferenza permanente regionale, organismo consultivo in materia
di programmazione socio-assistenziale.
Questa disposizione prevede che la Consulta delle Autonomie Locali
sia formata dai Presidenti dei Comitati di zona, di cui all’articolo 20 della
presente legge. Pur richiamando la presenza di questa figura dei Presidenti dei
Comitati di zona, l’articolo 20, per come formulato prima della proposta di
riforma, non prevedeva questa figura, cioè quella dei Presidenti dei Comitati
di zona. La proposta di legge, quindi, all’articolo 1, modificando l’articolo
29 della legge regionale n. 23, introduce il riferimento ai Sindaci dei Comuni
capofila di ciascun ambito territoriale ottimale, individuati dalla Regione ai
sensi dell’articolo 11 della legge regionale numero 23/2003, anziché ai
Presidenti dei Comitati di zona. Poi prevede l’introduzione di un componente
della Consulta delle Autonomie Locali, designato dell’UPI Calabria, al fine di
assicurare ogni utile accordo con gli enti intermedi.
In buona sostanza, con l’approvazione di questa norma noi
superiamo una difficoltà generata da questa svista contenuta nella legge
regionale numero 23 del 2003, per procedere nella strutturazione di un settore
così delicato come quello del Welfare, su cui, peraltro, c’è stata ampia
discussione sia in Aula che in Commissione. Grazie.
Su
questo non ci sono interventi. Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo
1
(E’ approvato)
Articolo
2
(E’ approvato)
Articolo
3
(E’ approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Passiamo all’esame della proposta di legge numero 355/10^ di
iniziativa della Giunta regionale recante: “Modifica alla legge regionale 11
agosto 2014, n. 14 ‘Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in
Calabria’”. Cedo la parola al relatore del provvedimento, anzi alla Giunta
regionale. Prego, assessore Rizzo.
Grazie, Presidente. La proposta contiene una proroga che c’è stata
chiesta direttamente dall’ANCI. Nella fase di riorganizzazione del sistema
integrato dei rifiuti noi abbiamo tentato in tutti i modi di evitare il commissariamento
dei Comuni per dare vita alle ATO, ma purtroppo questa fase si è dovuta
concludere necessariamente con il commissariamento di alcuni Comuni.
Oggi finalmente siamo arrivati alla partenza delle 5 ATO e siamo
in una fase di affiancamento, che i Comuni chiedono alla Regione Calabria, e si
chiede che la gestione degli impianti sia prorogata al primo gennaio del 2019,
perché si possa dare la possibilità alle ATO di avere un affiancamento nella
fase di start-up. Abbiamo, quindi,
presentato questa proposta di legge per andare incontro i Comuni che in questo
momento ancora non sono nelle condizioni di poter gestire direttamente. Questa
fase di proroga, naturalmente, richiede un impegno economico di 28 milioni di
euro e le Comunità d’ambito si sono impegnate a subentrare nei contratti in
essere entro il 30 novembre per la gestione diretta degli impianti.
Passiamo
all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo
1
(E’ approvato)
Articolo
2
(E’ approvato)
Articolo
3
(E’ approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’
riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 358/10^ di iniziativa dei
consiglieri regionali Tallini e Neri recante: “Disposizione in materia di
ordinamento e di organizzazione amministrativa regionale”. Prego, consigliere Neri.
Grazie, Presidente. Sostanzialmente si tratta di disposizioni in
materia di ordinamento e di organizzazione amministrativa regionale. Adeguiamo
la normativa regionale a quella nazionale. L’applicazione della disposizione nazionale
ha conosciuto numerose incertezze interpretative che hanno portato poi le
diverse sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti a dare un apposito
parere nel quale, appunto, è prevalsa un’interpretazione strettamente letterale
della disposizione, non limitandola ai soli incarichi professionali ma
estendendola a qualunque incarico conferito dalla pubblica amministrazione. Preciso
che in tal senso si sono mosse le altre Regioni italiane, in particolare la Regione
Lazio e la Regione Lombardia. Grazie.
Non ci sono altri interventi. Passiamo all’esame del provvedimento.
Articolo
1
(E’ approvato)
Articolo
2
(E’ approvato)
Articolo
3
(E’ approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale.
Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 278/10^ d’iniziativa del
consigliere Giudiceandrea recante: “Modifiche all’articolo 5 della legge
regionale 12 dicembre 2008 numero 40”. Cedo la parola al consigliere Mirabello
per illustrare il provvedimento.
Presidente,
delego a relazionare sul punto il collega Giudiceandrea.
Consigliere
Giudiceandrea, prego, può relazionare.
Grazie,
Presidente. Chiediamo la modifica dell’articolo 5, comma 13, della legge
regionale numero 40 del 12 dicembre 2008, nel senso di permettere il
riconoscimento dell’accoglienza di ulteriori categorie deboli e vulnerabili in
prima istanza, non previste nella realizzazione della Onlus Regina Pacis. Si
tratta di un immobile che è stato realizzato con i soldi dei contribuenti, per
il quale nella precedente Legislatura sono stati spesi 3 milioni e 900 mila
euro. E’ stato consegnato ed è disponibile per poter essere aperto, ma la
finalità unica che aveva era quella di accogliere soltanto le persone che
soffrono, siano tossicodipendenti o che abbiano bisogno di cure per questo tipo
di patologia. Si chiede che venga ampliato lo spettro alle fasce deboli,
modificando l’articolo, in maniera tale che questa struttura possa essere
accogliente anche per altri tipi di patologie. Grazie.
Non ci sono altri interventi. Votiamo l’articolato.
Articolo 1
(E’
approvato)
Articolo 2
(E’
approvato)
Articolo 3
(E’
approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo
complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’
riportata in Allegati)
Passiamo
all’esame abbinato delle proposte di legge numero 329/10^ e 330/10^ recante:
“Esercizio della navigazione nel canale artificiale di bonifica denominato
Canale degli Stombi in agro del Comune di Cassano dello Ionio”. Cedo la parola al
relatore del provvedimento, consigliere Bevacqua. Prego.
Grazie,
Presidente. Il testo in esame rappresenta il completamento di un percorso
finalizzato a risolvere l’annoso problema della navigabilità del Canale degli Stombi
e quindi del porto turistico Laghi di Sibari, unico lago della Calabria
collegato al mare. La soluzione è stata avviata 3 anni or sono, attraverso i
due emendamenti al bilancio regionale che rispettivamente, nel 2015 hanno assegnato
al Comune di Cassano 130 mila euro, per l’acquisto di una benna dragante,
mentre nel 2016, con 120 mila euro, è stato completato l’intervento sul porto
turistico. Il progetto di legge odierno, nato dalla armonizzazione delle
proposte presentate dal collega Gallo e da me, garantisce il reperimento delle
risorse annuali, pari a 30 mila euro, necessarie a consentire il mantenimento
in perfetta efficienza degli strumenti (draga, pontone, escavatore) già
acquisiti e il loro utilizzo.
Il
testo riconosce inoltre la navigazione nel collettore artificiale di bonifica,
denominato Canale degli Stombi, quale via navigabile di quarta classe, posto al
di fuori del demanio marittimo e pertanto afferente alla materia della
navigazione interna, di piena competenza regionale. Nel passaggio in Commissione
bilancio era sorto un problema tecnico circa la definizione della norma
finanziaria e si era deciso di rinviare a un confronto puntuale con il
dipartimento bilancio. Tale confronto è stato da me intrapreso e condotto a
termine, producendo l’emendamento protocollo numero 34097 che ho depositato
ieri e che specifica in maniera chiara e compatibile con le esigenze di
bilancio la copertura finanziaria. Per l’annualità 2018-2020 si farà fronte
mediante l’utilizzo delle somme allocate alla Missione 20, Programma 03, mentre
per l’annualità 2019 si provvede mediante l’utilizzo delle risorse di cui alla
legge regionale numero 3 del 2018, allocata alla Missione 07, Programma 01, Capitolo
U0613310301, che viene diminuito per il medesimo importo. Il contributo di cui
trattasi sarà corrisposto previa rendicontazione da parte del Comune di Cassano
allo Ionio, corredata dalla documentazione comprovante la spesa sostenuta e gli
obiettivi raggiunti.
Con
l’approvazione del testo emendato si raggiunge quella soluzione ordinaria e
continuativa che oltre alla garanzia di navigabilità eviterà - questo voglio
ribadirlo con forza, anche al collega Gallo - quella mole di interventi
straordinari e di emergenza che si sono sempre rilevati di scarsa utilità e che
solo dal 2006 al 2013 hanno prodotto un esborso pari a un milione di euro per
le casse regionali. Adesso il Comune di Cassano allo Ionio, che diventa concessionario
perenne dell’autorizzazione a compiere opere di dragaggio, ha la titolarità, le
macchine e le risorse finanziarie, forse insufficienti - questo lo vedremo da
qui a poco - per una manutenzione ordinaria e costante.
Credo
che questa sia una bella risposta anche alla manifestazione che ieri c’è stata,
organizzata dalle varie associazioni presenti sul territorio; più di 500
persone hanno manifestato contro il mancato funzionamento, la sabbia, insomma,
ha bloccato molte imbarcazioni ferme nel porto. Quindi credo che il Consiglio
regionale oggi con questa proposta apre una bellissima pagina di responsabilità,
di coinvolgimento e di capacità di saper rispondere alle esigenze dei territori.
Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Sì,
Presidente. Oggi credo che abbia termine un percorso che abbiamo compiuto,
unitamente al collega Bevacqua, e devo dire unitamente anche ai componenti
della quarta Commissione.
Oggi,
unitamente ai colleghi consiglieri, voglio ringraziare anche lei, Presidente,
per averci voluto consentire di richiamare in Aula questa norma, sia pure senza
il parere della seconda Commissione; devo ringraziare anche il collega Aieta e i
colleghi della seconda Commissione che nella scorsa seduta hanno condiviso, dal
punto di vista politico, l’importanza di questa norma, al di là della presenza
o meno del parere del settore del dipartimento bilancio.
Una
norma che di fatto, Presidente, riconosce e legittima la navigabilità del
Canale degli Stombi. Vorrei illustrare ai colleghi consiglieri di cosa si tratta:
è un canale demaniale di accesso dal mare Ionio, al più grande porto turistico
del Mediterraneo, il porto dei Laghi di Sibari, che consta di 2500 posti barca.
E’ il più grande porto di nautica da diporto del Mediterraneo, è uno dei più
grandi d’Europa. Un’idea straordinaria, partita circa 40 anni fa, dall’iniziativa
di un imprenditore veneto, che aveva realizzato un sistema di darsene
artificiali con delle abitazioni su queste darsene. Magari molti di voi
conoscono Portorosa, in quel di Messina, o altre strutture, ma abbiamo in
Calabria questo straordinario porto che si compone di 2500 posti barca.
Diceva
bene il consigliere Bevacqua, la Regione contribuisce dal 2000 in poi, non dal
2006 in poi, per il disinsabbiamento della foce del Canale degli Stombi, che,
ripeto, è un canale di accesso di 40 metri di larghezza e 4 metri di profondità,
con spallette in cemento, che però sulle carte è stato finora considerato un
canale di bonifica. Un canale di bonifica.
Oggi
cosa facciamo con questa legge? Stabiliamo che d’ora in avanti sarà questo
canale riconosciuto come un canale navigabile, quindi legittimiamo ciò che di
fatto accade da 40 anni. Anche perché, è bene che lo sappiate, è bene che i
colleghi consiglieri lo sappiano, mai i vari dipartimenti, demanio e altro
settore in Regione, hanno voluto riconoscere che questo canale, di fatto canale
navigabile, fosse considerato tale sulle carte. Oggi lo facciamo con legge
regionale. Ci avevamo provato nella passata Legislatura, approvando all’unanimità
in quarta Commissione una proposta di legge che non era andata all’esame dell’Aula
per le note vicende che portarono le dimissioni del presidente Scopelliti. Ci
arriviamo oggi in maniera condivisa. Ringrazio la maggioranza di
centro-sinistra e naturalmente le nostre fila che voteranno in maniera convinta
e compatta. Allora: a) scegliamo di dare una legittimazione a questo canale; b)
scegliamo come Ente per la gestione del Canale degli Stombi il Comune di
Cassano allo Ionio; c) diamo come Regione un contributo di euro 30 mila per le
spese di disinsabbiamento.
Voglio
fare al presidente Oliverio un appello: Presidente, lei è stato Presidente della
provincia di Cosenza, conosce benissimo la questione, è stato il tramite della
Regione quando, anno dopo anno, ha erogato i finanziamenti al Comune di Cassano
per il disinsabbiamento del Canale degli Stombi, che purtroppo, lo voglio dire,
si trova a 2 chilometri e mezzo dalla foce del Crati, il più grande fiume, più
lungo fiume calabrese, che naturalmente recapita nel mare Ionio tutto ciò che
per i suoi circa 90 chilometri di lunghezza proviene dal resto della provincia
di Cosenza. Quindi il Canale degli Stombi è un po’ “incolpevole”, trovandosi a
poche centinaia di metri dalla foce del fiume Crati.
Voglio
dire al presidente Oliverio: ci sono degli emendamenti che abbiamo presentato
unitamente al collega Greco, che portano il contributo della Regione per il
triennio 2018-2019-2020 da 30 mila a 50 mila euro. E’ una somma irrisoria,
abbiamo avuto grandi difficoltà insieme al collega Bevacqua, soprattutto il
collega Bevacqua, per farsi dare il bollino blu dal dipartimento bilancio.
Una
Regione che spende centinaia di migliaia di euro, milioni, miliardi di euro, in
tanti e in mille rivoli, una Regione che quindi disperde molte risorse, ecco,
non credo avrebbe dovuto porsi il problema di spendere 30 mila euro o 50 mila
euro, vista anche una spesa consolidata. Vi dico dall’esperienza personale: si
tratta di spesa superiore sicuramente ai 30 mila euro. Nell’emendamento all’articolo
2 c’è una scheda riepilogativa che è abbastanza consapevole, che spiega che i
costi annuali non sono minori ad 80 mila euro, e lo fa in maniera analitica. Chiedo
al presidente Oliverio che questo contributo possa essere levato da 30 a 50
mila euro annui. Non si tratta di cifre folli, si tratta di cifre minime e io
credo che da questo punto di vista, conoscendo bene il problema, il Presidente
non possa tirarsi indietro.
Ora,
capisco le difficoltà che provengono anche dalla mancanza del parere del
dipartimento bilancio; se c’è un impegno politico in tal senso sull’assestamento
di bilancio o su altri provvedimenti che possano ricomprendere delle spese,
ecco io sono disponibile anche, insieme al collega Greco, al ritiro dell’emendamento
finanziario, purché, ecco, ci sia questo impegno. Un altro emendamento è sul
numero 1 dell’articolo 3, rispetto all’emendamento a firma del consigliere Bevacqua,
che è quello finanziario, che addossa gli oneri al carico del Comune di Cassano.
Su questo chiedo che ci sia una l’eliminazione, la soppressione dell’articolo 1.
E’
una precisazione che credo sia superflua, dando la gestione al Comune di
Cassano. Pertanto, Presidente, ringrazio tutti i colleghi. E’ un momento
importante; a voi di altre province sembrerà una cosa di poco conto. Vi
assicuro che per quell’area state facendo molto. State dando una legittimazione
giuridica, state anche assentendo ad un contributo e vi assicuro che in quell’area,
da quella parte di Regione Calabria e di provincia di Cosenza, vi saranno molto
grati. Per cui voglio ringraziare tutti i colleghi che hanno avuto a che fare
con questa proposta, il Presidente del Consiglio regionale che oggi ha voluto
richiamare la norma, il Presidente della quarta Commissione, il Presidente
della seconda Commissione e tutti i colleghi che, devo dire, su questa norma
non hanno posto alcun ostacolo. Chiedo soltanto al Presidente della Giunta
regionale se sia possibile un adeguamento del contributo ed, inoltre, la
soppressione di quella parte.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Lo dicevano prima i colleghi Bevacqua e Gallo,
per una parte di territorio questo è un momento importante, atteso che quella
che è stata la realizzazione di uno dei più grandi porti turistici sul
Mediterraneo, negli anni passati, mutuando un po’ quello che era avvenuto già
nel Veneto, in qualche modo, ma soprattutto quello che è arrivato, era avvenuto
e ancora avviene in Florida, ha rappresentato per la Calabria un momento di
crescita importante, soprattutto dal punto di vista turistico. Ebbene oggi,
dopo anche una serie di iniziative che il presidente Oliverio, per il mio
tramite, ha avuto modo di mettere in atto, noi abbiamo avuto un incontro con il
consigliere Gallo, insieme all’associazione “Laghi di Sibari”, alla Lega Navale
di Cassano, qualche giorno, qualche settimana fa, nel tentativo di dirimere
quello che era un momento delicato, atteso che siamo arrivati a quasi metà
stagione, si può dire, e ancora il canale non è navigabile.
E una serie di accelerazioni, anche burocratiche, sono state poste
in essere dalla Giunta regionale e dai dirigenti che hanno accelerato, anche in
raccordo con i commissari del Comune di Cassano, la possibilità di adeguare,
quindi, di poter iniziare in tempi brevi i lavori per risolvere una questione
che chiaramente, per come peraltro viene strumentalizzata, è molto, molto
delicata per l’immagine della provincia di Cosenza e per l’immagine della
Calabria tutta.
Lo diceva bene il consigliere Gallo: due questioni.
La prima: questa legge pone in essere un chiarimento, attraverso
la legge regionale, su un qualcosa che, a mio avviso, era già chiaro fin dal
momento in cui è stato realizzato il canale e da una serie di documenti - tant’è
che io proprio oggi ho presentato su questo un’interrogazione al Presidente e
al direttore generale -. Quando qualcuno dice che il Canale gli Stombi non può
essere utilizzato per uscire a mare, non rivestendo tale funzione, in quanto è
solo un collettore per il deflusso delle acque piovane, dice qualcosa di una
gravità inaudita. Io stesso ho chiesto e chiederò conto perché significa non
avere la capacità di leggere le carte, la capacità di approfondire quelli che
sono atti prodotti da almeno 50 anni a questa parte. Affermare un qualcosa del genere,
significa mettere in discussione tutta quella che è una strategia, se vogliamo,
di un territorio, che attorno ai Laghi di Sibari ha costruito un momento florido
e di crescita.
La seconda questione: non v’è dubbio che oggi c’è la disponibilità
del presidente Oliverio, col quale ho già parlato, di garantire il contributo
di 50 mila euro, ma è inevitabile ritirare l’emendamento, atteso che non c’è il
parere finanziario. Rimane un impegno politico forte, perché su questo impegno
politico non v’è dubbio che, per la gestione di un così importante struttura,
20 mila euro in un anno non spostino la Regione Calabria, ma anzi ci consentono
di creare un attrattore turistico.
Noi abbiamo bisogno di avere dei luoghi simbolo. Questi luoghi
simbolo devono essere l’immagine e questa immagine non può certamente essere
messa in discussione da pochi spiccioli. Quindi plaudo davvero al lavoro che
avete fatto voi in Commissione, il presidente Bevacqua, tutti i consiglieri, perché
mettiamo fine in questa seduta di Consiglio ad una vicenda che si protrae da
anni e che, devo dire, neanche nelle passate Legislature era stata risolta ed è
stata meritevole, quindi, di una soluzione definitiva.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Ho fatto da relatore a questa proposta di legge e ho anche evitato
di fare delle mie brevissime considerazioni, poiché sono stato il promotore di
una delle due proposte abbinate e ne ho consentito l’abbinamento, però consentitemi
di dire, con un po’ di enfasi, e anche come merito di questa maggioranza e
questo Consiglio regionale, che questo era un problema che da vent’anni non si
risolveva e questo Consiglio regionale, questa maggioranza, con l’aiuto del
collega Gallo, ha risolto un problema che quel territorio aspettava da 20 anni
e che oggi questo Consiglio regionale approva, approverà all’unanimità.
Questo è un bel segnale da parte di questo Consiglio regionale:
quando ci sono problematiche serie che riguardano il territorio si assume la
responsabilità all’unanimità. Poi vorrei anche, non per difendere il
dipartimento bilancio, ma per dare atto del lavoro fatto in questi giorni dal
direttore generale del Dipartimento bilancio e anche all’assessore al bilancio
per reperire le risorse che oggi sfido chiunque a reperire a fine esercizio,
non a inizio. Quindi ben vengano gli appelli dei consiglieri Gallo e Greco a
far assumere un impegno politico al Presidente, di elevare le risorse destinate
non a 50 ma anche a 60, collega Gallo, collega Greco, se ci sono le condizioni.
Però diamo atto al dipartimento bilancio, al dottor De Cello, di avere in
questi giorni offerto un grosso contributo per trovare queste risorse, minime
ma necessarie per poter dare seguito alla proposta di legge. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Volevo chiedere se il Presidente della Giunta regionale è d’accordo
ad assumere questo impegno politico. Volevo poi precisare che si tratta di un
porto turistico inserito nel masterplan
della portualità turistica calabrese e che, quindi, è un porto turistico che
prevede la realizzazione di altri 400 posti barca pubblici. Lo preciso poiché
poco fa ho avuto modo di parlare con un autorevole esponente della Giunta che
mi parlava di porto privato. Si tratta, invece, di un canale di proprietà del Consorzio
di bonifica, che oggi dichiareremo navigabile e che introduce il più grande
bacino turistico del Mediterraneo. Credo che la Regione Calabria debba pensare
a questo bacino come un fiore all’occhiello. Chiedo solo al Presidente se c’è l’impegno.
Prego, assessore Russo.
Credo che sia stato tratteggiato tutto il problema e quindi torno
alle cose che ci siamo detti. Credo che sia importante mettere adesso la posta
di bilancio e quindi essere sicuri che i 30 mila euro ci siano senza problemi.
Vincolare adesso quest’approvazione a farla passare senza un vincolo del
bilancio credo che sia preoccupante per il valore stesso della proposta. Perché
facciamo diventare questa proposta equivalente a 20 mila euro di differenza. Non
credo che sia questo il tema.
Credo che sia molto più importante dei 20 mila euro di differenza.
In questo momento sarebbe, per quanto mi riguarda, non accordabile,
perché non avendo copertura finanziaria non mi sento assolutamente di dare un
parere positivo. E’ evidente che in sede di riverifica del bilancio sia
ragionevole avere la possibilità di trovare 20 mila euro. Ameno credo, a meno
che non succeda qualche cosa - che Dio non voglia! - e dobbiamo investire su
altre cose. Ma nella normalità delle riflessioni, di un avanzamento di bilancio
e di una sua rilettura, credo che i 20 mila euro siano una cifra molto modesta,
rispetto a quanto stiamo parlando.
Bene, allora, se non ci sono altri interventi in Aula passiamo all’esame
e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(E’
approvato)
All’articolo 2. C’è un emendamento, il protocollo 34252.
Ritirato, Presidente.
E’
ritirato. Quindi votiamo
Articolo
2
(E’ approvato)
All’articolo
3 c’è sono pervenuti alcuni emendamenti. Il primo è il protocollo numero 34097,
a firma del consigliere Bevacqua. Prego, consigliere Bevacqua. Gli emendamenti
si illustrano, consigliere Bevacqua!
Presidente, l’emendamento è quello finanziario che abbiamo
riformulato.
Va letta! Va letta la nuova formulazione. Consigliere, prego.
Norma
finanziaria. “La Regione Calabria sostiene le attività di cui all’articolo 2 della
presente legge, attraverso l’erogazione di un contributo annuale a favore dell’Ente
gestore, compatibilmente con le risorse disponibili del bilancio regionale. Per
il triennio 2018-2020 il contributo di cui al comma 2 è determinato in euro 30
mila con allocazione alla Missione 10, Programma 03, da erogarsi al Comune di
Cassano allo Ionio. A relativa copertura finanziaria si provvede per le annualità
2018-2020 mediante l’utilizzo delle somme allocate alla Missione 20, Programma
03, a valere sul fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da
provvedimenti legislativi che si perfezionano dopo l’approvazione del bilancio,
recanti spese di parte corrente, che viene ridotto per il medesimo importo.
Per
l’annualità 2019 si provvede mediante l’utilizzo delle risorse di cui alla
legge regionale 3/2018 recante “Incentivazione del turismo in arrivo (incoming) attraverso i trasporti aerei,
ferroviari, su gomma e via mare, a sostegno della destagionalizzazione”,
allocate alla Missione 07, Programma 01, Capitolo 0613310301, che viene ridotto
per l’importo di euro 30 mila. Il contributo di cui al comma 3 è corrisposto,
previa rendicontazione da parte del Comune di Cassano allo Ionio, corredata
dalla documentazione comprovante la spesa sostenuta e gli obiettivi raggiunti.
Per gli esercizi successivi all’anno 2020 il contributo di cui al comma 2 è
consentito nei limiti delle risorse autonome, per come stabilito dalla legge di
approvazione del bilancio di previsione della Regione. La Giunta regionale è
autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio di previsione 2018-2020.”
Consigliere Bevacqua? Quindi va bene questa
riformulazione. Votiamo questa riformulazione dell’emendamento.
(E’
approvato)
C’è un altro emendamento successivo, sempre all’articolo
3, a firma Gallo, Greco, che viene ritirato.
Articolo 3, come emendato
(E’
approvato)
Adesso votiamo la legge nel suo complesso, con
autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al
coordinamento formale, così per come emendato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in Allegati)
Adesso
dobbiamo tornare al punto 4, prima rinviato per un approfondimento, che riguarda
l’esame abbinato della proposta di legge numero 283/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, sulla classificazione delle strutture ricettive extralberghiere. Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Presidente, insieme al collega Orsomarso siamo giunti a una
conclusione che illustrerò velocemente all’Aula. Intanto l’articolo 4 prevedeva
un richiamo oltre che nella definizione, quindi oltre che nella sostanza, anche
formale, laddove si diceva “in conformità alla legge regionale 27 novembre 2015
numero 20…
Ma nell’articolo 4? Allora quando arriviamo nell’articolo 4…
No, no, spiego velocemente la ratio,
Presidente: Articolo 20. Modifica e integrazione alla legge regionale 7 marzo
1995 numero 4. Questo tipo di richiamo, in effetti, sollevato dal collega
Esposito correttamente, faceva riferimento alla legge regionale sulla
classificazione degli esercizi ricettivi extralberghieri, che noi con questa
legge superiamo e che anche formalmente all’articolo 20 abroghiamo.
Ora per evitare che da questa norma scaturisca un equivoco, la
proposta è quella di eliminare la formale abrogazione prevista nell’articolo 20,
poi dirò quando arriveremo a trattare il punto, perché tanto la legge comunque
supera la legge 4 del 1995, perché contiene delle disposizioni che, ovviamente,
disciplinano la stessa materia in maniera difforme. E quindi il problema del
conflitto non si pone.
Sì, consigliere Mirabello, però quando arriviamo articolo per
articolo, lei deve riformulare gli emendamenti, perché questa vale come
relazione introduttiva e di spiegazione complessiva, però il testo si vota
articolo per articolo.
Sono d’accordo, Presidente. Ho solo spiegato la ratio del superamento della difficoltà.
Non ci
sono altri interventi. Allora passiamo all’esame del provvedimento.
Articolo
1
(E’ approvato)
Articolo
2
(E’ approvato)
Articolo
3
(E’ approvato)
Articolo
4.
(E’ approvato)
Articolo
5
(E’ approvato)
Articolo
6
(E’ approvato)
Articolo
7
(E’ approvato)
Articolo
8
(E’ approvato)
Articolo
9
(E’ approvato)
Articolo
10
(E’ approvato)
Articolo
11
(E’ approvato)
Articolo
12. E’ pervenuto l’emendamento protocollo numero 34331, a firma del consigliere
Giudiceandrea, a cui cedo la parola.
Presidente, v’è stata indicazione da parte degli uffici della potenziale
incostituzionalità, per cui è ritirato.
Quindi
votiamo l’articolo 12, così com’era formulato inizialmente.
Articolo
12
(E’ approvato)
Articolo
13
(E’ approvato)
Articolo
14
(E’ approvato)
Articolo
15
(E’ approvato)
All’articolo
16 è pervenuto l’emendamento protocollo numero 34331/1, a firma del consigliere
Giudiceandrea.
Anche questo è ritirato.
Articolo
16.
(È approvato)
Articolo
17
(È approvato)
Articolo
18
(È approvato)
Articolo
19
(È approvato)
All’articolo
20 è pervenuto l’emendamento protocollo numero 34382, a firma del consigliere
Mirabello. Prego, consigliere Mirabello.
Si illustra da sé, Presidente.
Pongo ai voti l’emendamento protocollo numero 34382. L’emendamento
è approvato.
Presidente, mi scusi, parliamo dell’articolo?
Dell’emendamento all’articolo 20. Prego.
Allora, l’emendamento si illustra da sé e l’abbiamo approvato. C’è
da aggiungere una correzione all’articolo 20.
Con la riformulazione discussa prima.
Sì, quella discussa prima con il collega. L’esplicita abrogazione
della legge regionale 7 marzo 1995 numero 4, che rappresenta il punto 4 dell’articolo
20, viene eliminata dal testo.
Votiamo
l’articolo 20, così per come riformulato dal consigliere Mirabello.
Articolo
20, come emendato
(E’ approvato)
Articolo
21
(E’ approvato)
All’articolo
22 è pervenuto un emendamento, il protocollo numero 34194, a firma del
consigliere Mirabello. Prego, consigliere Mirabello.
Si illustra da sé, Presidente.
Pongo ai voti l’emendamento protocollo numero 34194. E’ approvato.
Presidente, volevo aggiungere che ho depositato la modifica della
tabella dei servizi utili per la classificazione di affittacamere e bed&breakfast e locande. Alcune
tabelle sono state depositate, ma vanno modificate per degli errori tecnici e
fanno parte degli allegati, anche se non fanno parte del testo. .
Sono
depositati come emendamento. Lo voteremo alla fine.
Intanto,
votiamo nel complesso l’articolo 22.
Articolo
22, come emendato
(E’ approvato)
Articolo
23
(E’ approvato)
Gli
allegati sono stati depositati, consigliere Mirabello, li pongo ai voti.
(Sono approvati)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, come emendata, e dei relativi
allegati, con autorizzazione al coordinamento formale.
Il
provvedimento è approvato, come emendato, con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in Allegati)
Avendo esauriti i punti all’ordine del giorno la seduta è tolta.
La seduta termina alle 17,14
Ha
chiesto congedo: Bova, Corigliano.
(È concesso)
È
stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa
della Giunta regionale:
È stata assegnata alla quarta Commissione
- Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Morrone – “Introduzione del Metodo
Previdenziale Contributivo per i Consiglieri regionali eletti nelle legislature
decima e successive” (PL n. 354/10^).
È
stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta
stabilito)
Mirabello - “Norme sulla classificazione
delle strutture ricettive extralberghiere” (PL n. 356/10^).
È stata assegnata alla seconda Commissione
- Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Scalzo, Sergio, Neri - “Rafforzamento del
ruolo degli operatori sociali di ispirazione religiosa nell’ambito del percorso
formativo della persona. Modifiche ed integrazioni L.R. 2 maggio 2001, n. 16”
(PL n. 357/10^).
È stata assegnata alla terza Commissione –
Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
Tallini, Neri - “Disposizioni in materia
di ordinamento e di organizzazione amministrativa regionale” (PL n. 358/10^).
È
stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale
- ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così resta
stabilito)
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento
amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio
di previsione dell’Azienda Calabria Lavoro 2018/2020 – (deliberazione G.R. n.
299 del 13.7.2018)” (PPA n. 220/10^).
È stata assegnata
alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’ARCEA (Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in
Agricoltura) 2018/2020 – (deliberazione G.R. 292 del 13.7.2018)” (PPA n.
221/10^).
È stata assegnata
alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura
Calabrese) 2018/2020 – (deliberazione G.R. n. 291 del 13.7.2018)” (PPA n.
222/10^).
È stata assegnata
alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così resta stabilito)
Con nota del 18 luglio 2018, acquisita al protocollo n. 32595 in pari
data, i Consiglieri regionali Giuseppe Neri, Antonio Scalzo e Franco Sergio
hanno comunicato di avere costituito il Gruppo consiliare 'Moderati per la
Calabria'.
Il Consigliere
regionale Giuseppe Pedà, nella seduta del 18 luglio 2018, è stato eletto
Vicepresidente della 1^ Commissione consiliare.
In data 19 luglio
2018, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato
regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 75 del 19 luglio 2018:
- Regolamento
regionale n. 11 del 19 luglio 2018, concernente: 'Approvazione Regolamento –
Modifiche al regolamento regionale n. 16 del 24 dicembre 2015, approvato con
DGR n. 541 del 16.12.2015, recante ad oggetto (Regolamento di organizzazione
delle strutture della Giunta regionale) così come successivamente modificato ed
integrato con regolamento regionale n. 4 del 2 marzo 2016, approvato con DGR n.
51/2016, con regolamento regionale n. 4 del 21 marzo 2017, approvato con DGR n.
26/2017, con regolamento regionale n. 10 del 9 maggio 2017, approvato con DGR
n. 179/2017 – con regolamento regionale n. 17 del 12 ottobre 2017, approvato
con DGR n. 453/2017 - regolamento n. 21 del 18 dicembre 2017, approvato con DGR
n. 468/2017, con regolamento regionale n. 4, approvato con DGR n. 45/2018, e
con regolamento regionale n. 8 del 3 maggio 2018, approvato con DGR n.
135/2018, dal regolamento n. 10/2018, approvato con DGR n. 21/2018'.
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2018-2020:
Deliberazione Giunta regionale n. 288 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 289 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 290 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 293 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 294 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 295 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 296 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 297 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 298 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 300 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 302 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 303 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 304 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 305 del
13.7.2018;
Deliberazione Giunta regionale n. 306 del
13.7.2018;
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale - premesso che:
l'aeroporto
dello stretto versa in una situazione di estrema criticità, contrariamente alle
rassicurazioni provenienti dal governo regionale in ordine al potenziamento di
tale infrastruttura indispensabile in un'ottica di integrazione nazionale ed
europea della città metropolitana di Reggio Calabria;
considerato
che: a tutt'oggi si attende ancora di conoscere il piano industriale relativo
ad una strategia di sviluppo dell'aeroporto de quo -:
quali
sono le azioni intraprese e da intraprendere rispetto a processi di rilancio
dell'aeroporto dello Stretto sia in un contesto di raccordo con il paese sia
con le principali città europee.
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale - premesso che:
Garanzia
Giovani è uno strumento in materia di politiche attive per il lavoro, che
dovrebbe favorire l'accesso dei giovani al mercato del lavoro;
considerato
che: nel 2016 fu indetto un avviso pubblico in merito alla costituzione del
catalogo unico dell'offerta formativa per coloro i quali hanno aderito al
programma "Garanzia Giovani Calabria", rivolto ai giovani rientranti
in una fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni;
per
l'attuazione delle azioni di cui al presente avviso sussisteva la disponibilità
di una somma pari a circa sette milioni di euro, a valere sulle risorse del
Piano di attuazione Garanzia Giovani Calabria;
a
giugno sono scaduti i termini previsti per completare i percorsi di formazione
da attivare per il programma;
ritenuto
che: data tale circostanza, sussiste il rischio concreto di perdere i
finanziamenti previsti, oltre che di vanificare le aspettative dei destinatari
di tale bando in merito alla possibilità di avviare percorsi di formazione,
utili per un futuro accesso concreto al mondo del lavoro -:
quali
sono le cause e concause che hanno determinato tale grave ritardo;
quali
sono le azioni che si intendono intraprendere al fine di avviare celermente il
completamento del progetto "Garanzia Giovani Calabria", in una logica
volta a sviluppare opportunità di crescita formativa e lavorativa dei giovani,
attenuando temporaneamente il fenomeno della disoccupazione.
Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
Il
sottoscritto, nella qualità di consigliere regionale della Calabria, intende
richiedere ogni elemento di conoscenza relativo allo stato degli ospedali
pubblici calabresi -:
1)Quanti
siano i posti letto disponibili in tutti gli ospedali pubblici calabresi e se
questi siano idonei a garantire copertura alla domanda di servizi ospedalieri
dei cittadini calabresi. 2)Quale sia il cronoprogramma degli interventi
strutturali in itinere e di tutti quelli programmati negli ospedali pubblici
calabresi. 3)Se gli ospedali calabresi siano adeguati sismicamente secondo la
normativa vigente. 4)I tempi previsti per la realizzazione e l'apertura di
nuovi presidi ospedalieri pubblici.
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
l’ospedale
spoke di Castrovillari è l’unico punto di riferimento sanitario di una vasta
area territoriale priva di altre strutture sanitarie;
da
tempo, a dispetto degli impegni assunti dalla Giunta regionale ed in molti casi
formalizzati anche in specifici atti sia dell'azienda sanitaria di Cosenza sia
dell’Ufficio del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal
disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, il presidio ospedaliero
di Castrovillari vive una situazione di assoluta precarietà in primis per la carenza
di personale medico, infermieristico, tecnico, ausiliario e amministrativo,
tale da incidere sull'efficienza e la funzionalità di diversi Reparti;
in
particolare, ad oggi, in spregio al DCA 64/2017 ed all'Atto aziendale, questo è
lo stato delle cose in relazione ad ogni singola Unità operativa complessa e
alla rispettiva pianta organica:
a)
Anestesia e Rianimazione: mancano quasi il 50% dei medici e diverse unità
infermieristiche;
b)
Chirurgia: manca un dirigente medico ed è in programma il pensionamento, entro
la fine del 2018, di due medici;
c)
Ortopedia: nonostante l'autorizzazione all'assunzione di ortopedici, mancano 4
medici, 16 infermieri, 2 operatori sociosanitari, 2 tecnici di sala gesso ed
inoltre il Reparto è ancora in fase di ristrutturazione ed il neo direttore di
U.O.C, è stato assegnato all'ospedale spoke di Rossano;
d)
Pronto Soccorso: mancano due unità mediche e tre infermieristiche, invece
necessarie anche in previsione dell'attivazione dell'Osservazione breve
intensiva;
e)
Broncopneumologia: il primario, in pensione dallo scorso aprile, non è stato
ancora sostituito. Mancano inoltre un dirigente medico e diversi infermieri;
f)
Servizio Trasfusionale: entro la fine del 2018 saranno collocati a riposo 3 dei
4 tecnici dì laboratorio;
g)
Oculistica: nonostante i circa 1.600 interventi effettuati ogni anno, pari al
doppio di quelli portati a compimento negli altri due ospedali spoke della
provincia di Cosenza, al contrario di questi è stato declassato a struttura
semplice neppure dipartimentale, con trasferimento del precedente direttore
presso l'ospedale spoke di Rossano: in tutti i Reparti sono in servizio medici
e operatori assunti con contratto a tempo determinato e solo dì recente sì è
proceduto alla stabilizzazione di alcuni medici;
il
personale amministrativo posto in quiescenza non è stato sostituito attraverso
nuove assunzioni o altre procedure, col risultato che ogni provvedimento
burocratico è soggetto al rischio di gravi ritardi;
di
recente, in ottemperanza al DCA 117/2016, anche il Servizio Trasfusionale è
stato declassato a struttura semplice, per la quale non è prevista la figura
del direttore, col paradosso di risultare essere l'unico Servizio Trasfusionale
in tutta la Regione privo di direttore, con il professionista che sin qui ha
ricoperto tale ruolo ricollocato presso altra Unità;
le
situazioni descritte comportano grotteschi, paradossali ed incresciose vicende,
come quella che quotidianamente si verificano al Pronto Soccorso, dove i
pazienti spesso e volentieri sono costretti a stazionare su lettighe e sedie
perché i posti letto dei reparti, nell'Atto aziendale previsti in numero di
226, sono in realtà soltanto 100 all’incirca, sebbene vi sia peraltro un intero
piano - il terzo - completamente disponibile e già pronto, bisognoso solo delle
suppellettili;
ripetutamente,
e da ultimo lo scorso giugno, l'amministrazione comunale e le forze presenti in
consiglio comunale, ma anche le associazioni cittadine e le forze politiche,
sindacali e produttive, hanno lamentato siffatto stato di cose, ottenendo
rassicurazioni poi sempre smentite dai fatti -:
se
la Giunta regionale sia a conoscenza dei fatti esposti;
se
e quali provvedimenti intenda assumere, anche in via d'urgenza, per quanto di
competenza della Regione, per dare immediata soluzione alle problematiche
evidenziate;
se
e come intenda adoperarsi, nel confronto con l'Ufficio del Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria perché si addivenga in tempi altrettanto celeri alla
definizione delle questioni di competenza di quest'ultimo.
Gallo
- Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
in
Calabria le norme dettate dal legislatore regionale per l'esercizio delle
attività di caccia sono state ulteriormente specificate con Regolamento 16
settembre 2010, N. 11, disciplinante l'attuazione degli Ambiti Territoriali di
Caccia e statuto tipo degli organi di gestione;
in
mancanza degli organi direttivi previsti dal Regolamento richiamato, diversi
Ambiti territoriali di caccia sono retti da figure commissariali, specie in
provincia di Cosenza;
proprio
nel Cosentino l'Ambito Territoriale di Caccia CS3 è diventato motivo di aspra
polemica per le decisioni assunte;
dal
Commissario pro-tempore in particolare, per come verificato dall'interpellante,
nei giorni scorsi detto Ambito Territoriale di Caccia - che come tutti gli
altri non ha scopo di lucro - ha pubblicato un modello di domanda dì
iscrizione, molto ermetico nella sua formulazione, con il quale ha disposto,
per la stagione venatoria 2018/2019, un inasprimento della quota di ammissione
per i cacciatori che, rinunciando al proprio naturale Ambito di appartenenza,
chiedessero di farne parte per lo svolgimento della propria attività venatoria;
nello
specifico, detta quota è stata elevata a 220 euro, ben oltre il 30% della Tassa
regionale;
aspre
sono state per questo motivo le proteste delle associazioni dei cacciatori,
intervenute per lamentare la presunta violazione dell'art. 7, co.4, del richiamato
Regolamento regionale di Attuazione degli Ambiti Territoriali, ritenuta causa
della lesione del diritto alla scelta ed alla mobilità venatoria -:
se
la Giunta regionale sia a conoscenza dei fatti esposti;
se
e quali provvedimenti intenda assumere, anche in via d’urgenza, per verificare
la fondatezza di quanto segnalato;
se
e come intenda adoperarsi, in caso di accertamento della veridicità dì quanto
evidenziato, per ripristinare il rispetto delle norme regionali che si assume
essere state violate.
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. premesso che:
il
Consiglio regionale ha approvato all'unanimità, nella seduta del 19 dicembre
2017, un ordine del giorno con il quale si impegnava il Governo regionale ad
assumere tutte le iniziative necessarie e idonee affinché ai dipendenti ex Esac
Impresa aderenti al Piano di incentivazione esodo fossero riconosciute le somme
spettanti a titolo dì tredicesima e quattordicesima mensilità tra le voci della
retribuzione componenti lo stipendio nel calcolo dell'incentivo regionale
anticipato nel rapporto di lavoro;
a
distanza di mesi l'ex Esac Impresa continua a porre resistenza nelle sedi
giudiziarie nei confronti dei dipendenti esodati che rivendicano l'erogazione
delle suddette somme, riconosciute dalla Suprema Corte, oltre agli interessi
legali;
con
le ordinanze emesse nel tempo (ultima delle quali risalente all'anno 2018, con
numero 14146, emessa dalla Sesta sezione e pubblicata il 04.06.2018) la stessa
Corte di Cassazione richiama e conferma le motivazioni racchiuse della sentenza
n. 1748/2017 -:
quali
provvedimenti siano stati assunti o si intenda assumere, da parte della Giunta,
per rendere esecutiva la volontà unanimemente espressa dal Consiglio regionale
perché sia riconosciuto a tutti i lavoratori esodati ex Esac Impresa il rateo
di tredicesima e quattordicesima mensilità loro spettante, non compreso nei
relativi conteggi effettuati all’epoca dagli uffici preposti.
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. premesso che:
con
delibera pubblicata in data 08.01.2016 l'Azienda sanitaria provinciale dì
Crotone ha bandito il concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura a
tempo indeterminato di n. 8 posti di operatore tecnico specializzato-autista di
ambulanza, categoria BS;
con
successiva delibera n. 203/2017, pubblicata in data 27.12.2017, l’Asp di
Crotone ha approvato la graduatoria finale del concorso e disposto di dare
corso alla procedura per l'immissione in servizio dei primi sei classificati;
pur
disponendo di tale graduatoria già formata, le altre Aziende sanitarie
provinciali calabresi hanno ritenuto di non utilizzarla per colmare i gravi
vuoti in organico nelle Pet di rispettiva competenza, in riferimento alle
figure professionali degli operatori tecnici specializzati-autisti di ambulanza
categoria BS;
nello
specifico, l'Asp di Cosenza ha di recente reputato opportuno bandire un proprio
concorso, per 16 posti dì autista ambulanza 118;
a
Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria, invece, il personale in servizio, a
causa delle carenze di organico, è costretto a doppi turni estenuanti, con
gravi ripercussioni sui lavoratori stessi e sull'efficienza del servizio,
peraltro con frequente ricorso a mezzi e personale dì associazioni private;
detta
situazione è stata ripetutamente ma invano portata a conoscenza della giunta
regionale e dei vertici delle varie Asp dai sindacati e dai lavoratori, con
l'invito - caduto nel vuoto - a voler attingere dall'esistente graduatoria per
procedere a nuove assunzioni utili a ripianare i deficit di organico del
personale in questione -:
se
la Giunta regionale sia a conoscenza dei fatti esposti;
se
ritenga – e in caso contrario, illustrandone i motivi – che la graduatoria
scaturita dal concorso bandito dall’Asp di Crotone con delibera pubblicata l’8
Gennaio 2016 possa essere utilizzata anche dalle altre Asp per colmare i vuoti
d’organico esistenti nelle Pet per la categoria degli operatori tecnici
specializzati-autisti di ambulanza categoria BS;
se
e quali provvedimenti intenda assumere, anche in via d'urgenza, per quanto di
competenza della Regione, per dare immediata soluzione alle richiamate carenze
d'organico;
se
e come intenda adoperarsi, nel confronto con l'Ufficio del Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria perché, con riferimento alla problematica evidenziata, si
addivenga in tempi comunque celeri alla definizione delle questioni di
competenza di quest'ultimo.
(14;
23.07.2018)
Gallo
- Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con
deliberazioni della Giunta regionale n. 3117 del 15.09.1999 e n. 313 del
10.04.2001, nell'ambito del Programma regionale di edilizia residenziale
pubblica- biennio 1988-89, legge n. 67/88, la Regione Calabria concedeva
all'Aterp di Cosenza un finanziamento complessivo di euro 3.180.898,00,
destinato al Comune di Cassano Ionio, per la realizzazione di interventi di
risanamento del patrimonio edilizio pubblico dello stesso Comune;
con
finanziamento di euro 773.549,14, contenuto nel finanziamento complessivo
sopracitato di euro 3.180.898,00, veniva individuato un intervento di
risanamento del fabbricato ex proprietà "Toscano Celestina";
con finanziamento di euro 1.271.144,00, sempre rientrante nel complessivo
finanziamento di euro 3.180.898,00, veniva altresì individuato un ulteriore
intervento di risanamento in favore di altro fabbricato, quello già proprietà
"Pontieri e Gallo";
gli
interventi richiamati venivano ricompresi nella programmazione delle risorse relative
al risanamento del patrimonio pubblico di cui alla L. 136/99 e confermati con
deliberazioni della Giunta regionale n. 431 del 28.04.2004 e n. 49 del
30.01.2006;
con
note prot. n. 15813 e n. 15814 del 24.09.2004, e successivamente con
deliberazione di Giunta municipale n. 38 del 17.02.2005, il Comune di Cassano
Ionio chiedeva che gli immobili ex proprietà "Toscano Celestina" ed
ex "Pontieri e Gallo" venissero destinati ad attività non
residenziali compatibili con la residenza;
con
deliberazione n. 78 del 31.05.2006 il Commissario straordinario dell'Aterp di
Cosenza esprimeva parere favorevole, a seguito del voto del Comitato tecnico n.
05/06 del 20.04.2006, in ordine al cambio di destinazione d'uso dei fabbricati
ex proprietà "Toscano Celestina" e " Pontieri e Gallo" da
alloggi di edilizia residenziale pubblica ad immobili destinati ad attività
compatibili con la residenza;
la
variazione in parola non comportava necessità di ulteriori finanziamenti ed era
giustificata dalla presenza, nel centro storico di Cassano Ionio, di numerosi
interventi di edilizia residenziale pubblica, nonché dalla necessità di
integrare le destinazioni residenziali con le attività extra-residenziali, così
contribuendo alla riduzione "delle carenze tipiche dei tradizionali insediamenti
pubblici, riguardanti soprattutto la dotazione delle attrezzature e dei
servizi, in particolare nei centri storici;
con
deliberazione n. 129 del 05.03.2007 la Giunta regionale:
a)
confermava la localizzazione degli interventi di recupero dei fabbricati ex
proprietà "Toscano Celestina" e " Pontieri e Gallo";
b)
fissava in 10 mesi, decorrenti dalla data di adozione del provvedimento stesso,
Il termine ultimo per l’avvio dei lavori, a pena di revoca del finanziamento;
c)
autorizzava l'Aterp di Cosenza al cambio di destinazione d'uso, per come
richiesto dal Comune di Cassano Ionio, concedendo facoltà alla stessa Aterp di
predisporre la successiva convenzione col Comune di Cassano Ionio per la
definizione del richiesto cambio di destinazione d’uso dei fabbricati in
parola;
d)
dava mandato a! Dipartimento lavori pubblici, Edilizia residenziale, Politica
della casa, ad effettuare tutti gli adempimenti in questione;
analogo
iter seguiva la ristrutturazione del palazzo denominato “Oriolo”, destinatario
di specifici finanziamenti, il cui cammino si distingueva da quelli ex
proprietà "Toscano Celestina" e " Pontieri e Gallo"
soltanto per l'essere stata confermata la sua destinazione a fini di edilizia
residenziale pubblica;
i
lavori riguardanti i tre immobili, regolarmente appaltati ed avviati nei tempi
previsti, venivano portati a compimento fino a stadio avanzato, salvo essere
interrotti dopo l'esecuzione di circa l'80% degli interventi programmati, per
non meglio precisati impedimenti di ordine tecnico;
a
seguito del blocco dei lavori, alle rassicurazioni e ripetute sollecitazioni
circa la loro immediata ripresa è seguito in realtà, fino ad oggi, un periodo
di fermo dei cantieri e di abbandono degli stessi immobili, soggetti per questo
a vandalismi di vario genere che hanno vanificato per gran parte gli interventi
realizzati con copiosa spendita di denaro pubblico, impedendo che fossero
utilizzati per le finalità programmate e consegnati nella disponibilità del
Comune di Cassano Ionio;
tanto
premesso, interpella il Signor Presidente della Giunta regionale calabrese -:
se
la Giunta regionale sia a conoscenza dei fatti esposti;
se
e quali provvedimenti intenda assumere per verificare l'esistenza di eventuali
profili di responsabilità in relazione al blocco dei lavori ed alla spendita
infruttuosa dei finanziamenti pubblici erogati per la realizzazione delle opere
progettate, in parte andate perdute a seguito del fermo dei cantieri a causa
degli atti di vandalismo e dei furti susseguitisi pure per la mancanza di adeguata
sorveglianza e controllo da parte dell’Aterp;
se
e come intenda adoperarsi per addivenire al completamento dei lavori degli
immobili in questione ed entro quali tempi, onde poter poi consegnare gli
stessi nella disponibilità del Comune di Cassano Ionio.
È pervenuta risposta scritta alle
seguenti interrogazioni:
Nicolò
- Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
sono
trascorsi sette anni dall'entrata in vigore della legge regionale n. 1/2011
afferente l'istituzione dell'Enoteca Regionale "Casa dei vini di
Calabria" nata con l'obiettivo di promuovere la conoscenza e la
valorizzazione delle più pregiate produzioni vinicole della Calabria ed in
particolare dei vini a denominazione di origine (DO) e a indicazione geografica
(IG);
l'articolato
stabiliva che la "Casa dei vini della Calabria" avesse a Cirò o
nell'area del Cirotano sede legale a valenza storica produttiva e di ricerca e
a Lamezia Terme per l'innovazione tecnologica;
da
ultimo la Legge Regionale 8 novembre 2016 n. 33 ha introdotto modifiche alla
Legge regionale di cui sopra, permanendo invariate sia le finalità originarie
che la localizzazione dell'Enoteca de quo;
considerato
che: sono state realizzate iniziative analoghe nel territorio cosentino con la
creazione dell'Enoteca Regionale della Provincia di Cosenza, inaugurata
dall'allora Presidente della Provincia Mario Oliverio in data 25 ottobre 2013 e
dunque tale realtà ha determinato una sovrapposizione di ruoli e duplicazione
di funzioni;
ai
sensi dell'articolo 5 comma 3 della legge regionale n. 33/2016, il 5 dicembre
2016 è stato nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 179
il Presidente dell'associazione Enoteca Regionale Casa dei vini di Calabria;
ritenuto
che: tale organismo potrebbe svolgere un ruolo fondamentale nella promozione e
sviluppo del comparto enologico della nostra terra che vanta interessanti
realtà produttive e vini di qualità che ancora non sono sufficientemente
valorizzati in una logica di internazionalizzazione e promozione turistica ed
enogastronomica -:
quali
siano le cause ostative che - nonostante la rivisitazione del testo normativo
originario da parte dell'attuale governo regionale - hanno determinato la
mancata applicazione da ormai sette anni della Legge Regionale istitutiva
dell'Enoteca Regionale: "Casa dei vini di Calabria", impedendo
processi di crescita legati alle peculiari potenzialità del nostro territorio.
(377; 06.07.2018)
Risposta:
In riferimento all'interrogazione specificata
in oggetto, si fa presente che I' Enoteca Regionale "Casa dei Vini di
Calabria" (L.R. 1/2011) di cui alla ultima modifica effettuata con L.R. n.
33 del 2016 art. 6, prevede che con atto organizzativo della Giunta regionale
debba essere istituito, senza oneri a carico del bilancio regionale, ed a sua
volta disciplinato, un comitato tecnico di coordinamento composto dai dirigenti
generali dei dipartimenti della Giunta regionale competenti in materia di
agricoltura, attività produttive, ambiente, cultura, internazionalizzazione,
programmazione nazionale e comunitaria, turismo, o da dirigenti dei
dipartimenti medesimi delegati dai rispettivi dirigenti generali, con la
finalità di coordinamento delle attività e delle iniziative della Regione
Calabria che assumono interesse in relazione alle finalità dell'associazione
«Enoteca regionale - Casa dei vini di Calabria» e formula linee guida ed
indicazioni relative al suo svolgimento, alle sue funzioni ed alle sue
attività. Con la Delibera di Giunta n. 418 del 29/09/2017 è stato Nominato il
Comitato di Coordinamento dell'Enoteca regionale "Casa dei Vini di
Calabria" ai sensi della L. R. n. 1/2011, modificata con L.R. n.33/2016,
con relativo Regolamento interno di funzionamento. Con atto proprio dell'Enoteca
regionale "Casa dei Vini di Calabria", attraverso l’'Assemblea dei
soci dell'Associazione è stato approvato il regolamento organizzativo ed il
regolamento di contabilità dell’enoteca per la gestione contabile secondo i
principi civilistici degli enti no profit. Con DPGR del 16 aprile 2018 n. 28 è
stato nominato il Comitato Tecnico scientifico dell'Associazione Enoteca
Regionale - Casa dei Vini di Calabria" in attuazione dell'art. 5 comma 1
lett. c) quale organo necessario dell'enoteca regionale. Il Comitato è composto
da 5 componenti tra cui un coordinatore, individuati secondo i criteri
determinati nello Statuto, ovvero esperti in materia di enologia,
enogastronomia, marketing territoriale, esperti in altri settori di competenza
dell'attività dell'Associazione. Sulla base di quanto relazionato al
Dipartimento da parte dell'Enoteca con nota prot. n. 199043 del 6/6/2018, si
rappresentano le attività svolte dall'enoteca da gennaio 2017 ad aprile 2018
come segue. Partendo dal presupposto che la nuova legge, che ha ampliato le
finalità dell'Enoteca, si propone di contribuire al raggiungimento
dell'obiettivo generale di costruire una rete di offerta turistica integrata -
basata sulle tipicità culinarie, sui luoghi storici, sui valori culturali e
ambientali presenti nel territorio calabrese - capace dì far divenire la
Calabria destinazione di turismo enogastronomico che risulta un obiettivo
ambizioso, data la vastità territoriale unita alla particolare morfologia del
territorio calabrese. L'agricoltura, il turismo e la cultura sono settori
strategici per rivitalizzare, nel medio- lungo periodo, l'intero tessuto
urbano, economico e sociale della Regione. Una visione di portata strategica,
le cui attività, realizzate dall'Enoteca sono sintetizzabili nelle seguenti
macro-categorie: 1) Realizzazione progetti speciali di promozione all'estero:
Nel mese d'i marzo 2017, in collaborazione con il Dipartimento Agricoltura
della Regione Calabria, l'enoteca ha partecipato all'organizzazione della
partecipazione delle aziende vitivinicole calabresi a Prowein 2017, presso la
Fiera di Dusseldorf, in Germania. Tale attività scaturisce dalla forte
richiesta dei produttori vitivinicoli calabresi a questo evento internazionale,
che vede tutti gli anni crescere i flussi di visitatori ed espositori
internazionali. L'interesse della Regione Calabria e dei produttori calabresi
verso questo mercato, che rimane il primo paese al mondo per importazione di
vini italiani, si è reso palese in occasione del Vinitaly 2016, quando la
stessa Germania è stata paese target, destinataria di azioni di incoming,
continuata nel mese di giugno 2016 con l'organizzazione di una missione di
giornalisti e blogger di settore. Lo spazio "Rosso Calabria" al
Prowein 2017 è stato allestito dalla Regione Calabria presso lo stand della
De.S.A. (Deutschland Sommelier Association) in quanto non erano disponibili
spazi presso questa importante fiera. L'Enoteca Regionale, in questa occasione,
ha curato i rapporti con i produttori, sin dalla fase di prima informazione
fino al reperimento e alla spedizione dei vini destinati al banco di assaggio e
alle degustazioni guidate organizzate per l'occasione. Insieme ai vini sono
stati selezionati anche prodotti agroalimentari identitari, DOP e IGP, abbinati
alle degustazioni presso lo stand. Lo spazio è stato animato da numerose
degustazioni a tema, condotte da importanti giornalisti della stampa
specializzata tedesca, ed ha visto la partecipazione di numerosi operatori ed
appassionati. L'attività principale ha riguardato, però, il contatto con
moltissimi ristoratori calabresi in Germania, ai quali è stata proposta
un'attività di aggiornamento sui vini e prodotti calabresi di qualità, da
iniziare dal prossimo autunno, al fine di migliorare la loro capacità di
proposta e vendita dei vini e dei prodotti calabresi nei propri ristoranti,
attualmente impostati su una cucina italiana generica. È stato realizzato il
Progetto Rosso Calabria in Germania con la collaborazione dei Dipartimenti
Regionali Agricoltura e Internazionalizzazione. Nell'ambito del progetto
"Rosso Calabria in Germania", nel mese di giugno 2017, l'Enoteca
regionale ha organizzato una missione di presentazione dei vini e dei prodotti
calabresi ai ristoratori calabresi nelle regioni del sud (a Kempten, nei pressi
di Monaco) e del centro della Germania (a Mainz e a Offenbach, nel comprensorio
della città di Francoforte). Lo scopo della missione è stato quello di
proseguire il lavoro iniziato a Prowein, di incontrare e informare i numerosi
ristoratori calabresi in Germania, al fine di coinvolgerli nell'azione
strutturata nel progetto, di aggiornamento sui vini, i prodotti e i territori
calabresi. Un progetto culturale ed economico che ha suscitato l'interesse di
tutti i ristoratori incontrati, in particolare dei circa 70 ristoratori riuniti
in un'associazione (ARMIG), che in occasione di un importante festival sulla
cucina italiana, da loro stessi organizzato, hanno manifestato l'interesse ad
aderire quale partner di Enoteca regionale, per l'organizzazione dell'attività
promozionale della Calabria e dei prodotti calabresi sul territorio de! centro
Germania. Nella stessa occasione, il Consolato italiano a Francoforte,
apprezzando l'iniziativa, si è reso disponibile a coinvolgere ARMIG ed Enoteca
regionale "Casa dei vini di Calabria" alla settimana della cucina
italiana nel mondo, progetto promosso dallo Stato italiano in tutte le
ambasciate e molti consolati, che ha visto dal 16 al 25 novembre 2017, a
Francoforte, la cucina e i ristoratori calabresi protagonisti. È stato
organizzato l'evento a Kempten, oltre che la partecipazione, con un proprio
spazio espositivo e di degustazione, al "Festival culinario"
organizzato dall'Associazione ARMIG con il patrocinio del Consolato italiano a
Francoforte e del Comune di Offenbach. L'Enoteca ha partecipato alla II
settimana della cucina italiana nel mondo a Francoforte. Quest'ultimo evento,
insieme ad una serata organizzata a Bruxelles, in collaborazione con l'Istituto
Italiano di cultura, è stato finanziato dal Dipartimento Internazionalizzazione
della Presidenza della Regione Calabria, l'Enoteca. 2) Attività per la
realizzazione di incontri informativi e attività di rappresentanza e di
animazione territoriale Una importante e costante attività, che possiamo
considerare "ordinaria", riguarda i continui incontri con i soggetti
attivi del territorio, a partire dai Sindaci di Ciro e di Lamezia Terme, Comuni
ospitanti le sedi definite dalla Legge Regionale e dallo Statuto. Altri
incontri hanno riguardato i Consorzi di Tutela, non solo dei vini, le Camere di
Commercio, aziende vitivinicole, ecc. Altra importante attività svolta da
Enoteca regionale, in coerenza con la propria mission istituzionale, è stata
quella relativa alla giornata dì studio su turismo enogastronomico, svolta
presso la cittadella regionale, e rivolta ai GAL e ai FLAG della Calabria oltre
che ad una rappresentanza di tecnici della Divulgazione Agricola di ARSAC.
All'incontro, organizzato in collaborazione con il Dipartimento Agricoltura
della Regione Calabria, hanno partecipato anche alcuni funzionari e Dirigenti
del Dipartimento Ambiente e l'Autorità di Gestione de! PSR Calabria.
L'incontro, molto apprezzato dai partecipanti, aveva lo scopo di illustrare la
nuova strategia operativa dell'Enoteca a soggetti attivi del territorio,
portatori di esperienze sul tema e titolari di importanti risorse economiche da
investire sul territorio regionale anche sui temi curati dall'Enoteca. Si è
tenuto un dibattito costruttivo, nel quale ciascuno ha dato il suo contributo
progettuale, con l'intento di stabilire, in modo permanente e coordinato, un
tavolo permanente sul Turismo enogastronomico in Calabria, al fine di evitare
sovrapposizioni o occasionala negli investimenti destinati alle attività legate
all'argomento Turismo enogastronomico. La giornata si è conclusa con un
seminario sulle metodologie di "costruzione dell'offerta di Turismo
enogastronomico sul territorio calabrese, tenuta dagli esperti colleghi della
Regione Emilia Romagna, Dr. Pietro Campaldini e Valentino Bega che si sono
fermati per qualche giorno in Calabria per studiarne le peculiarità ed
affrontare con consapevolezza le prime linee progettuali da seguire da parte
dell'Enoteca regionale "Casa dei vini di Calabria". 3) Realizzazione
eventi e attività promozionali con il coinvolgimento della stampa e giornalisti
di Settore Nel corso dei mesi primaverili 2017 sono stati ospitati giornalisti
di settore, di stampa nazionale ed estera, rispetto ai quali sono stati
elaborati articoli di promozione anche a livello internazionale in Corea, in Austria
e in Germania, oltre che in Italia. Nel mese di marzo 2018, l'Enoteca
regionale, su proposta del Dipartimento Internazionalizzazione della Regione
Calabria, ha partecipato all'importante evento enogastronomico a "Identità
Golose", predisponendo la selezione e l'abbinamento dei vini ai piatti
presentati dagli chef calabresi coinvolti e curando direttamente un evento di
presentazione dei vini regionali ai numerosi ospiti prenotati. La Regione ha
approvato il progetto dal titolo "Rosso Calabria, Di Terra e Di
Vino", tenutosi a Ciro nelle date del 13/14 e 15 luglio 2018, che
l'enoteca regionale "Casa dei vini di Calabria ha realizzato in
collaborazione con ARSAC e con il coinvolgimento diretto delle aziende del
territorio, coordinate dal Consorzio di tutela di vini DOC Ciro e Melissa e la
collaborazione dei Comuni di Cirò e Cirò Marina”.
Gerardo
Mario Oliverio (Presidente Regione Calabria)
Nicolò
- Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il
sottoscritto consigliere regionale con mozione n.104 presentata nel dicembre
2017 impegnava la Giunta regionale ad attivarsi con urgenza al fine di
garantire la riapertura del nosocomio "Scillesi d'America";
ad
oggi non si riscontra alcun intervento in merito nonostante la stipula di una
convenzione nel novembre 2017 per la realizzazione, tra le altre, della
"Casa della Salute" di Scilla;
considerato
che: tale circostanza priva il territorio del bacino della Costa Viola di
qualsiasi forma di tutela sanitaria;
ritenuto
che: tale situazione impedisce il raggiungimento dei livelli essenziali di
assistenza, comportando inevitabilmente un grave pregiudizio in capo agli
utenti che si vedono così negare il diritto alla salute -:
quali
interventi urgenti si intendano assumere per garantire agli utenti, residenti
in un territorio vastissimo, i livelli essenziali di assistenza, attraverso la
conversione del presidio ospedaliero di Scilla in "Casa della
Salute".
Risposta:
“Con
riferimento al diritto alla salute nel territorio della Costa Viola,
nell’interrogazione si richiede di sapere: Quali interventi ingenti si
intendano assumere per garantire agli utenti, residenti in un territorio
vastissimo, i livelli essenziali di assistenza, attraverso la conversione del
presidio ospedaliero di Scilla in Casa della Salute. Il DPGR n.135/2011,
rettificando parzialmente la DGR n.'740/2009, ha rideterminato i siti in cui
realizzare le Case della Salute coniugando tale realizzazione coi i processi di
riconversione previsti dal DPGR 18/2010 e nel rispetto di un'equa distribuzione
territoriale al fine di garantire il principio di "equità sociale".
Tra le Case della Salute individuate risulta anche quella di Scilla da
realizzare attraverso la riconversione dell'ex Presidio Ospedaliero
"Scillesi d'America". Con DCA. n. 195 del 20/12/2012 si è preso atto
della delibera n. 572 del 19 dicembre 2012 dell'ASP di Reggio Calabria di
approvazione dello studio di fattibilità, dal quale è emerso un costo di
realizzazione pari a € 8.270.000,00. Tale somma è stata successivamente
impegnata con decreto dirigenziale a. 17528 del 19/12/2013, mentre la stipula
della prima convenzione regolante il finanziamento concesso è avvenuta, a causa
dì ulteriori approfondimenti tecnico-amministrativi che si sono resi necessari,
solo il 02.02.2016. L'entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici
approvato con D.Lgs n. 50 del 18/04/2016 c successivamente modificalo ed
integrato con D.lgs. n. 56 del 19/04/2017, ha tuttavia prodotto dei
rallentamenti nella prosecuzione delle procedure, determinando la necessità di
aggiornare la convenzione alla nuova normativa in materia di appalti pubblici.
In data 20/11/2017 si è proceduto periamo alla stipala della nuova convenzione
tra la Regione Calabria e l’ASP di Reggio. La suddetta convenzione all'art. 7
(Fasi dell'attuazione dell’intervento) prevede, tra l'altro, la preliminare
effettuazione delle indagini e delle verifiche sismiche sulla struttura in
oggetto, dal cui esito dipende la prosecuzione delle successive fasi che
portano alla realizzazione della Casa della Salute, L’Amministrazione
regionale, alla quale spetta il compito di svolgere ogni iniziativa rivolta al
controllo e alla verifica delle opere e delle relative procedure messe in atto
dall'ASP, che in quanto beneficiaria dei finanziamento provvede invece allo
svolgimento di tutte le procedure previste dalia vigente normativa in materia
di appalti pubblici con nota prot. n. 57867 del 16/02/2018 ha richiesto all'ASP
di Reggio Calabria una dettagliata relazione sullo stato dell'arte delle
attività previste nella sopracitata convenzione corredata da apposito
cronoprogramma. Sulla base del riscontro effettuato dall'Azienda con nota prot.
n. 29745 del 17/05/2018 e delle recenti riunioni tenutesi presso gli uffici
regionali è emerso che l'ASP ha ultimalo la documentazione di gara per le
verifiche di vulnerabilità sismica della struttura e che procederà a breve ad
effettuare l'atto di investitura alla Stazione Unica Appaltante per lo
svolgimento della relativa gara. Dal cronoprogramma allegato alla suddetta
nota, si evince inoltre che il collaudo dell'opera è previsto entro la fine del
2020”.
On.
Gerardo Mario Oliverio (Presidente Regione Calabria)
Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta
regionale n. 299 del 13 luglio 2018, recante: "Bilancio di previsione
dell'Azienda Calabria Lavoro 2018/2020 - Proposta al Consiglio regionale”;
visti:
-
la legge regionale n. 5/2001 che
ha istituito Azienda Calabria Lavoro;
-
la legge regionale n. 8/2002,
recante: "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria";
-
l'articolo 54, comma 5, lettera
b), dello Statuto della Regione Calabria;
-
il D.Lgs. n. 118/2011, per come
modificato e integrato da D. Lgs. 126/2014;
premesso che:
-
la legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8, recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della
Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci degli
Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10
settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale
competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole,
li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e
Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-
la Giunta regionale entro il 15
ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera
b) dello Statuto;
tenuto conto che:
-
il Commissario straordinario, con
decreto n. 80 del 15/12/2017 dell'Agenzia, ha approvato il bilancio di
previsione armonizzato per il triennio 2018/2020;
-
il nuovo Direttore generale, con
decreto n. 51 del 04/07/2018, ha riapprovato il progetto di bilancio apportando
le opportune rettifiche, stante le criticità riscontrate dal dipartimento
Bilancio;
considerato che il Collegio dei
revisori dei conti ha rilevato:
-
il rispetto dei limiti di spesa
previsti dalla legge regionale n. 43/2016;
-
il rispetto degli equilibri di
bilancio e i vincoli di finanza pubblica e, con i pareri rilasciati il
15/12/2017 e 4/07/2018, ha espresso parere favorevole rispettivamente all'approvazione
del bilancio di previsione 2018/2020 e alle successive rettifiche apportate;
considerato che il dipartimento
vigilante "Lavoro Formazione e Politiche sociali":
-
ha verificato il rispetto delle
disposizioni in materia di "spending review", tranne per quanto
riguarda gli emolumenti previsti per il Direttore generale (art. 9, comma 2,
L.R. n. 22/2010);
-
ha specificato che il momento del
superamento del limite di spesa viene rilevato in fase di bilancio
previsionale;
-
prescrive all'Azienda il contenimento
della spesa entro i termini di approvazione del rendiconto consuntivo 2018 al
fine di non incorrere nelle sanzioni previste per il mancato rispetto dei
limiti di spesa previsti dalla L.R. n. 43/2016;
-
esprime parere favorevole
all'approvazione dei bilancio di previsione esercizio 2018/2020 dell'ente;
tenuto conto che:
-
il dipartimento Bilancio,
nell'istruttoria di competenza, ha evidenziato alcune criticità, inerenti
l'improprio utilizzo del risultato di amministrazione presunto e la mancata
predisposizione delle previsioni di entrata e di spesa in conto degli esercizi
2019 e 2020;
-
il Direttore generale, con decreto
n. 51 del 04/07/2018, ha apportato le dovute rettifiche alla proposta di
bilancio, provvedendo alla riapprovazione dello stesso;
considerato che il dipartimento
Bilancio, nel corso dell'istruttoria espletata,
·
ha rilevato:
-
il rispetto dell'equilibrio
generale di bilancio;
-
la quadratura delle cosiddette
partite di giro e per conto terzi;
-
la presenza di un saldo finale di
cassa non negativo;
·
ha raccomandato:
-
di verificare, per quanto concerne
il Fondo Crediti di dubbia esigibilità, la congruità del fondo durante la
gestione dell'esercizio 2018, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a
seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di
entrata, in termini di eventuali nuove risorse di dubbia e difficile esazione;
-
di verificare, a seguito della
definitiva approvazione del rendiconto di gestione 2017, la correttezza del
Fondo Pluriennale Vincolato previsto nel bilancio 2018/2020, provvedendo, se
necessario, ad un eventuale aggiornamento dello stesso;
·
ritiene che non sussistano motivi
ostativi all'adozione, da parte della Giunta regionale, del bilancio di
previsione dell'Azienda Calabria Lavoro per il triennio 2018/2020, al fine dei
successivi adempimenti da parte del Consiglio regionale della Calabria;
rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta
del 25 luglio 2018, ha approvato il bilancio di previsione di Azienda Calabria
Lavoro 2018/2020 e i documenti ad esso allegati;
delibera
di approvare, ai sensi
dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 il Bilancio di previsione di Azienda
Calabria Lavoro 2018/2020 e i documenti ad esso allegati, che costituiscono
parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta
regionale n. 263 del 28 giugno 2018, recante in oggetto: "POR Calabria
FESR-FSE 2014/2020. Revisione del Programma";
viste la delibera di Giunta
regionale n. 303 dell'11 agosto 2015 e la Deliberazione del Consiglio regionale
n. 42 del 31 agosto 2015 che hanno approvato il Programma Operativo Regionale -
POR Calabria FESR-FSE 2014/2020;
vista la Decisione C (2015)7227
del 20 ottobre 2015 della Commissione europea di approvazione del Programma
Operativo Regionale Calabria - POR Calabria FESR-FSE 2014/2020;
visti:
-
il Regolamento (UE) n. 1301/2013
del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 relativo al Fondo
europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti
l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione"
e che abroga il Regolamento (CE) n.1080/2006;
-
il Regolamento (UE) n. 1303/2013
del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 recante
disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale
europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo
rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni
generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo,
sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca,
e che abroga il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio;
-
il Regolamento (CE) n. 1304/2013
del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 relativo al Fondo
sociale europeo e che abroga il Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio;
-
la legge regionale 12 ottobre 2016
n. 30, recante: "Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria
alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione";
considerato che dalla data di
emanazione della Decisione C (2015) 7227, con la quale è stato approvato il
POR, si è registrato a livello globale un mutato scenario del contesto
socio-economico che ha interessato anche le dinamiche connesse alla Regione
Calabria;
considerato che è emersa
l'opportunità di adeguarsi alle misure di politica economica di cui alla Legge
di stabilità 2016, che all'articolo 1 consente il finanziamento del credito
d'imposta a valere sui Programmi Operativi cofinanziati dal FESR e
l'opportunità di consentire l'acquisto di veicoli elettrici;
preso atto, pertanto, in
conseguenza di quanto sopra specificato, della necessità di revisionare il POR
FESR-FSE 2014-2020 attraverso una modifica del piano finanziario degli Assi 1,
3 e 4, che comporta la riduzione dell'Asse 1 per circa 21 milioni di euro, con
conseguente implemento dell'Asse 3 per 10 milioni di euro e dell'Asse 4 per
circa 11 milioni di euro;
preso atto, inoltre, che
attraverso detta revisione si apportano modifiche all'elenco dei Grandi
Progetti presenti nel POR e in particolare:
-
l'eliminazione dal testo del POR
del Grande Progetto "Gallico Gambarie III Lotto - Tratto Mulini di Calanna
- svincolo per Podargoni S. Stefano D'Aspromonte", che viene comunque
ricompreso nel POR quale operazione suddivisa in fasi con la programmazione
2007/2013;
-
alcune modifiche al Grande
Progetto "Sistema regionale banda ultra larga - Calabria 100 mbps" ai
fine di allinearne la denominazione, le fasi di esecuzione temporale e l'elenco
dei beneficiari con quanto previsto dal più ampio progetto in materia di banda
ultra larga a titolarità nazionale di cui è parte integrante;
-
l'esclusione del Grande Progetto
"Sistema di collegamento multimodale Aeroporto - Stazione Lamezia Terme
Centrale - Germaneto - Catanzaro Lido";
-
l'aggiornamento delle date
previste nei cronoprogrammi attualizzandole all'effettivo stato d'avanzamento
procedurale dei singoli Grandi Progetti;
rilevato che il provvedimento
nasce anche dalla necessità di adeguare il Programma alle risultanze del
processo di verifica della correttezza, coerenza e robustezza interna del
sistema complessivo degli indicatori adottato dal POR, con particolare
riferimento agli indicatori finanziari e fisici ricompresi nell'ambito del
Quadro di riferimento di efficacia dell'attuazione del Programma di cui
all'art. 20 Reg. (UE) 1303/2013 (c.d. "performance framework");
tenuto conto che la revisione
proposta non prevede modifiche sostanziali della strategia complessiva del POR
e, quindi, del suo contributo alla realizzazione della strategia dell'Unione
europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, così come
previsto dalle disposizioni di cui all'articolo 30, paragrafo 1, del Reg. (UE)
1303/2013;
rilevato che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 25 luglio 2018, ha approvato la
revisione del POR Calabria FESR-FSE 2014/2020;
delibera
di approvare la revisione del POR Calabria FESR-FSE
2014/2020, allegata alla presente deliberazione per farne parte integrante e
sostanziale.
Art. 1
(Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio
derivanti da sentenze esecutive)
1. Ai sensi e per gli effetti dell'articolo 73, comma 1, lettera a)
del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118,(Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n.42), è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori
bilancio della Regione Calabria derivanti da sentenze o altri titoli esecutivi
equiparati,per la complessiva somma di 299.897,56 euro per come dettagliato
nell’allegato contraddistinto dalla lettera “A” alla presente legge per farne
parte integrante e sostanziale.
Art. 2
(Copertura finanziaria)
1. Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento
dei debiti fuori bilancio di cui all'articolo 1 si provvede per l'importo
corrispondente a 299.897,56 euro con le
risorse allocate alla Missione U.20 "Fondi e Accantonamenti",
Programma 03 "Altri fondi" (U.20.03) dello stato di previsione della
spesa del bilancio 2018, per come indicato nell’allegato contraddistinto dalla
lettera “A”.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie
variazioni al bilancio annuale 2018 e pluriennale 2018-2020 approvato con legge
regionale 22 dicembre 2017, n. 56 (Bilancio di previsione finanziario della
Regione Calabria per gli anni 2018-2020), istituendo appositi capitoli di
bilancio nell'ambito del documento tecnico approvato con delibera di Giunta
regionale numero 635 del 21 dicembre 2017, nonché a compiere tutti gli atti necessari
all'attuazione di quanto previsto nei precedenti articoli.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica dell’art. 11)
1. Al comma 11 dell'articolo 11 della legge regionale
20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell'Azienda regionale per Io sviluppo
dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell'agricoltura), le
parole ", nonché del personale impiegato nella gestione liquidatoria da
destinare all'espletamento delle funzioni di cui all'articolo 2 comma 2",
sono soppresse.
Art. 2
(Clausola
d'invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente
legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge è dichiarata
urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità e oggetto)
1. La presente legge
disciplina l'accesso al commercio su aree pubbliche in forma itinerante,
consentendo l'accesso all'esercizio mediante segnalazione certificata di inizio
attività (SCIA) di cui all'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove
norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai
documenti amministrativi), al fine di favorire la semplificazione per l'avvio
dell'attività stessa.
Art. 2
(Modifiche articolo 2 l.r. 18/1999)
1. Alla lettera c) del comma 1 dell'articolo 2
della legge regionale 11 giugno 1999, n. 18 (Disciplina delle funzioni
attribuite alla Regione in materia di commercio su aree pubbliche), tutte le
parole "autorizzazioni" sono sostituite dalla seguente:
"abilitazioni".
Art. 3
(Modifiche articolo 4 l.r. 18/1999)
1. All'articolo 4 della l.r. 18/1999 sono
apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1 dopo le parole "da società di
persone" sono inserite le seguenti: "o di capitali regolarmente
costituite o cooperative";
b) al comma 4 dopo le parole: "di
società" sono inserite le seguenti: "o cooperative";
c) il comma 5 è sostituito dal seguente: "5.
È consentita la rappresentanza del titolare dell'autorizzazione o abilitazione,
persona fisica o società o cooperativa, da parte di un coadiutore, familiare o
dipendente, purché socio, a condizione che, durante le attività di vendita,
egli sia munito del titolo originale dell'autorizzazione, da poter esibire ad
ogni richiesta degli organi di vigilanza."
Art. 4
(Modifiche articolo 8 l.r. 18/1999)
1. All'articolo 8 della l.r. 18/1999 sono
apportate le seguenti modifiche:
a) nella rubrica la parola
"Autorizzazione" è sostituita dalla seguente:
"Abilitazione";
b) il comma 1 è sostituito dal seguente: "1.
L'abilitazione per l'esercizio del commercio su aree pubbliche di tipo B è
soggetta a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) di cui
all'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di
procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi). La SCIA è trasmessa allo Sportello unico delle attività
produttive (SUAP) del comune in cui il richiedente, persona fisica o persona
giuridica, intende avviare l'attività.";
c) alla fine del comma 3 è aggiunto il seguente
periodo: "I limiti di sosta e gli obblighi di spostamento non trovano
applicazione laddove sul medesimo punto non si presenti altro operatore.";
d) i commi 4 e 5 sono soppressi;
e) il comma 6 è sostituito dal seguente: "6.
Nell'ipotesi di cessione in proprietà o gestione per atto tra vivi
dell'attività commerciale corrispondente all'abilitazione di tipo B, il
cessionario può iniziare l'attività solo a seguito di comunicazione di
subingresso al SUAP del comune che ha ricevuto la SCIA. La comunicazione di
subingresso contiene l'autocertificazione del possesso dei requisiti soggettivi
con allegata copia della SCIA originaria e dell'atto di cessione. Si applica
anche al subingresso nelle abilitazioni di tipo B quanto disposto ai commi 2,
3, e 4 dell'articolo 7.".
Art. 5
(Modifiche articolo 9 l.r. 18/1999)
1. All'articolo 9 della l.r. 18/1999 sono
apportate le seguenti modifiche:
a) nella rubrica, la parola
"autorizzazioni" è sostituita dalle seguenti: "autorizzazioni o
abilitazioni";
b) alla fine della lettera b) del comma 1, dopo
la parola "dell'autorizzazione" sono aggiunte le seguenti: "o
del perfezionamento del silenzio-assenso, salvo proroga in caso di comprovata
necessità;";
c) al comma 2, la parola
"dell'autorizzazione" è sostituita dalle seguenti: "delle
autorizzazioni o abilitazioni";
d) all'inizio del comma 4, le parole
"L'autorizzazione" sono sostituite dalle seguenti:
"L'autorizzazione o abilitazione";
Art. 6
(Clausola di neutralità finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 7
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria
Art. 1
(Oggetto e finalità)
1. La presente legge ha come
oggetto la tutela delle prestazioni professionali rese sulla base di istanze
presentate alla pubblica amministrazione per conto dei privati cittadini o
delle imprese. La finalità è quella di tutelare il lavoro svolto dai professionisti
contestualmente all’attenuazione dell’evasione fiscale.
Art. 2
(Presentazione dell’istanza alla pubblica
amministrazione)
1. La presentazione dell’istanza autorizzativa o
di istanza ad intervento prevista dalle norme e dai regolamenti regionali,
provinciali e comunali deve essere corredata, oltre che da tutti gli elaborati
previsti dalla normativa vigente, dalla lettera di affidamento dell’incarico
sottoscritta dal committente, unitamente alla copia fotostatica di un documento
d’identità in conformità alle disposizioni del decreto del Presidente della
Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative
e regolamentari in materia di documentazione amministrativa).
Art. 3
(Pagamenti per la prestazione professionale
effettuata)
1. L’amministrazione, al momento del rilascio
dell’atto autorizzativo o della ricezione di istanze ad intervento diretto,
acquisisce la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà del professionista
o dei professionisti sottoscrittori degli elaborati progettuali, redatta nelle
forme di cui al d.p.r. 445/2000 secondo il modello di cui all’Allegato A della
presente legge, attestante il pagamento delle correlate spettanze da parte del
committente.
2. La mancata presentazione del modello di cui
all’Allegato A costituisce motivo ostativo per il completamento dell’iter
amministrativo fino all’avvenuta integrazione. La documentazione è richiesta
dagli uffici interessati dall’iter attivato.
Art. 4
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria,
nell'ambito delle politiche di solidarietà sociale e al fine di tutelare le
fasce più deboli della popolazione, favorisce l'attività di recupero e
distribuzione delle eccedenze alimentari a favore delle persone in stato di
povertà o di grave disagio sociale.
Art. 2
(Eccedenze alimentari)
1. Ai fini della presente legge sono eccedenze
alimentari i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo
restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto,
sono, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
a) invenduti o non somministrati per carenza di
domanda;
b) ritirati dalla vendita in quanto non conformi
ai requisiti aziendali di vendita;
c) rimanenze di attività promozionali;
d) prossimi al
raggiungimento della data di scadenza;
e) rimanenze di prove di ammissione in commercio
di nuovi prodotti;
f) invenduti a causa di danni provocati da eventi
meteorologici;
g) invenduti a causa di errori nella
programmazione della produzione;
h) non idonei alla commercializzazione per
alterazioni dell’imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni
di conservazione.
Art. 3
(Soggetti attuatori)
1. La Regione, per le finalità previste
all'articolo 1, si avvale dei seguenti soggetti:
a) gli enti locali, singoli o associati, anche
attraverso associazioni con finalità sociali diverse da quelle indicate alle
lettere b), c), d) ed e);
b) le cooperative sociali iscritte all'albo
regionale di cui all'articolo 6 della legge regionale 17 agosto 2009, n. 28
(Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale);
c) le organizzazioni di
volontariato iscritte al registro regionale di cui all'articolo 5 della legge
regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del
volontariato);
d) le associazioni di promozione sociale operanti
sul territorio regionale in osservanza del decreto legislativo 3 luglio 2017,
n. 117 (Codice del Terzo settore);
e) le organizzazioni non lucrative di utilità
sociale (ONLUS) iscritte all'anagrafe di cui all'articolo 11 del decreto
legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 (Riordino della disciplina tributaria degli
enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale),
operanti a livello regionale;
f) le associazioni datoriali di categoria in
rappresentanza delle piccole e medie imprese.
2. I soggetti di cui al comma 1, lettere b), c),
d) ed e), devono aver svolto l'attività di recupero e distribuzione delle
eccedenze alimentari per almeno due anni.
3. I soggetti attuatori indicati al comma 1,
nell'attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari,
garantiscono le procedure di sicurezza previste dalle disposizioni vigenti, in
particolare dalla legge 19 agosto 2016, n.166 (Disposizioni concernenti la
donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà
sociale e per la limitazione degli sprechi).
Art. 4
(Interventi)
1. La Giunta regionale, entro novanta giorni
dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce le modalità
per l’analisi del fabbisogno e della valutazione degli effetti delle politiche
distributive ivi previste e i criteri per la determinazione della soglia di
povertà e di disagio sociale di cui alla presente legge.
2. La Giunta regionale, per lo svolgimento
dell'attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari nel segno
della solidarietà e beneficenza, coordina iniziative di collaborazione tra i
soggetti attuatori indicati all'articolo 3 e gli operatori del settore
agro-alimentare e della ristorazione collettiva, utilizzando le risorse umane,
finanziarie e strumentali esistenti a legislazione vigente e senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza regionale.
Art. 5
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dalla attuazione della presente legge non
derivano nuovi oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria,
nell'ambito delle politiche di solidarietà sociale e al fine di tutelare le
fasce più deboli della popolazione, favorisce l'attività di recupero e
distribuzione delle eccedenze alimentari a favore delle persone in stato di
povertà o di grave disagio sociale.
Art. 2
(Eccedenze alimentari)
1. Ai fini della presente legge sono eccedenze
alimentari i prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che, fermo
restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto,
sono, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
a) invenduti o non somministrati per carenza di
domanda;
b) ritirati dalla vendita in quanto non conformi
ai requisiti aziendali di vendita;
c) rimanenze di attività promozionali;
d) prossimi al
raggiungimento della data di scadenza;
e) rimanenze di prove di ammissione in commercio
di nuovi prodotti;
f) invenduti a causa di danni provocati da eventi
meteorologici;
g) invenduti a causa di errori nella
programmazione della produzione;
h) non idonei alla commercializzazione per
alterazioni dell’imballaggio secondario che non inficiano le idonee condizioni
di conservazione.
Art. 3
(Soggetti attuatori)
1. La Regione, per le finalità previste
all'articolo 1, si avvale dei seguenti soggetti:
a) gli enti locali, singoli o associati, anche
attraverso associazioni con finalità sociali diverse da quelle indicate alle
lettere b), c), d) ed e);
b) le cooperative sociali iscritte all'albo
regionale di cui all'articolo 6 della legge regionale 17 agosto 2009, n. 28
(Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale);
c) le organizzazioni di volontariato iscritte al
registro regionale di cui all'articolo 5 della legge regionale 26 luglio 2012,
n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato);
d) le associazioni di promozione sociale operanti
sul territorio regionale in osservanza del decreto legislativo 3 luglio 2017,
n. 117 (Codice del Terzo settore);
e) le organizzazioni non lucrative di utilità
sociale (ONLUS) iscritte all'anagrafe di cui all'articolo 11 del decreto
legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 (Riordino della disciplina tributaria degli
enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale),
operanti a livello regionale;
f) le associazioni datoriali di categoria in
rappresentanza delle piccole e medie imprese.
2. I soggetti di cui al comma 1, lettere b), c),
d) ed e), devono aver svolto l'attività di recupero e distribuzione delle
eccedenze alimentari per almeno due anni.
3. I soggetti attuatori indicati al comma 1,
nell'attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari,
garantiscono le procedure di sicurezza previste dalle disposizioni vigenti, in
particolare dalla legge 19 agosto 2016, n.166 (Disposizioni concernenti la
donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di
solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi).
Art. 4
(Interventi)
1. La Giunta regionale, entro novanta giorni
dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce le modalità
per l’analisi del fabbisogno e della valutazione degli effetti delle politiche
distributive ivi previste e i criteri per la determinazione della soglia di
povertà e di disagio sociale di cui alla presente legge.
2. La Giunta regionale, per lo svolgimento
dell'attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari nel segno
della solidarietà e beneficenza, coordina iniziative di collaborazione tra i
soggetti attuatori indicati all'articolo 3 e gli operatori del settore
agro-alimentare e della ristorazione collettiva, utilizzando le risorse umane,
finanziarie e strumentali esistenti a legislazione vigente e senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza regionale.
Art. 5
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dalla attuazione della presente legge non
derivano nuovi oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 29 della l. r. 23/2003)
1. L’articolo 29 della legge
regionale 26 novembre 2003, n. 23 (Realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali nella Regione Calabria in attuazione della legge
n. 328/2000), è cosi modificato:
a) nel comma 5 la lettera a) è sostituita dalla
seguente:
“a) Consulta delle autonomie locali, formata dai sindaci dei comuni
capofila di ciascun ambito territoriale ottimale e da un componente designato
dall’UPI Calabria. Il presidente è eletto al suo interno dai componenti della
Consulta;”
b) il comma 6 è sostituito dal seguente:
“6. La Conferenza permanente regionale è regolarmente costituita con
l'individuazione della maggioranza dei suoi componenti. Il funzionamento della
Conferenza e delle due consulte di cui al comma 5 è disciplinato con
regolamento della Giunta regionale. Tale regolamento prevede che i componenti
dei predetti organismi possano partecipare ai lavori ed esprimere il proprio
voto anche con modalità telematiche.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica all'art. 6 bis l.r. 14/2014)
1. Il primo periodo del comma 2
dell'articolo 6 bis della legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 (Riordino del
servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria), è sostituito dal
seguente: "Entro il 31 dicembre 2018 le comunità d'ambito di cui
all'articolo 4 subentrano alla Regione nei rapporti contrattuali con i gestori
degli impianti di trattamento".
Art. 2
(Variazione
finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge derivano maggiori oneri a carico del bilancio regionale
per l'esercizio finanziario 2018 quantificati in euro 28.911.685,04 e da
iscrivere alla Missione 0.9, Programma 0.3, capitolo U3201020901 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2018-2020, annualità 2018.
2. Alla
copertura finanziaria degli oneri di cui al comma 1, si provvede con le entrate
derivanti dalla tariffa per il conferimento dei rifiuti urbani che i Comuni
versano alla Regione, ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale 12 aprile
2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti.
Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi), da
iscrivere al Titolo 1, Tipologia 1.01.01, capitolo E1103000301, dello stato di
previsione dell'entrata del bilancio 2018-2020, annualità 2018.
3. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni
all'annualità 2018 del bilancio di previsione 2018-2020.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria (BURC).
Art. 1
(Incarichi ai titolari di cariche elettive)
1. Agli incarichi conferiti dalla Regione ai titolari di cariche
elettive si applica quanto stabilito dall'articolo 5, comma 5, del
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di
stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), ad eccezione di
quelli previsti dalla Iegge regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla
dirigenza e sull'ordinamento degli Uffici del Consiglio regionale) e dalla
Iegge regionale 26 maggio 1997, n. 8 (Norme sul riordino e sul funzionamento
delle strutture speciali della Regione Calabria).
Art. 2
(Norma di neutralità finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all’articolo 5 della l.r. 40/2008)
1. Il comma 13 dell'articolo
5 della legge regionale 12 dicembre 2008, n.40 (Collegato al bilancio 2008) è
sostituito dal seguente:
“13. Al fine di
garantire il completamento della struttura denominata "La Città del
Sole", sita a Cosenza e gestita dall’Associazione "Comunità Regina
Pacis - Onlus", centro polifunzionale di servizi riabilitativi per persone
con dipendenze patologiche e per l’accoglienza di soggetti svantaggiati e
appartenenti alle categorie a maggiore rischio di esclusione sociale, la Giunta
regionale è autorizzata a concedere un contributo straordinario entro il limite
massimo di 3.940.986,47 euro, a valere sulle risorse allocate all'UPB 3.2.02.01
(capitolo 2322224) dello stato di previsione del bilancio 2008. Il contributo,
da erogare sulla base degli stati di avanzamento dei lavori eseguiti, è
determinato dal dipartimento competente previa acquisizione e verifica della
documentazione concernente l'intervento, tenendo anche conto dei contributi già
distribuiti dalla Regione per lo stesso fine.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Testo unificato delle proposte di legge:
Art. 1
(Individuazione del Canale degli Stombi quale via
navigabile)
1. Ai sensi dell’articolo 3
del regio decreto 11 luglio 1913, n. 959 (Approvazione del testo unico delle
disposizioni di legge sulla navigazione interna e sulla fluitazione) e
dell'articolo 96, comma 1, lettera g), della legge regionale 12 agosto 2002, n.
34 (Riordino delle funzioni amministrative regionali
e locali), la Regione Calabria individua il canale artificiale denominato
Canale degli Stombi, appartenente al demanio dello Stato, ramo bonifica,
funzionale alle attività del Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello
Ionio cosentino e sito nel Comune di Cassano allo Ionio, quale via navigabile
di quarta classe, anche in deroga al comma 2 dell’articolo 1 della legge
regionale 14 marzo 1985, n. 9 (Esercizio della navigazione da diporto sui laghi
naturali ed artificiali della Calabria), ove compatibile con i parametri di cui
al comma 2 del presente articolo, e nel rispetto di quanto previsto dalle
vigenti disposizioni di legge in materia ambientale.
2. Il concreto esercizio della navigazione
nell’ambito del canale di cui al comma 1, con i relativi divieti e limitazioni
d’uso, è disciplinato da ordinanze adottate dal Comune di Cassano allo Ionio
d’intesa con il Consorzio di bonifica integrale dei bacini dello Ionio
cosentino e sentita l’autorità marittima, compatibilmente con le
caratteristiche geologiche, geotecniche, morfologiche e strutturali del canale e
nella completa salvaguardia delle finalità di bonifica cui l’uso del canale
rimane vincolato.
3. Il Comune di Cassano allo Ionio può
disciplinare, ove necessario, l’esercizio della navigazione e quanto ad esso
correlato nell’ambito degli specchi acquei del complesso turistico denominato
Laghi di Sibari, di cui il canale oggetto del presente articolo forma
collegamento con il mare.
Art. 2
(Attività e interventi correlati alla qualifica di
via navigabile)
1. Fermo quanto previsto dall’articolo 1, comma
2, il Comune di Cassano allo Ionio è ente titolare della programmazione ed
esecuzione di tutte le attività e degli interventi correlati alla qualifica di
via navigabile attribuita al Canale degli Stombi con la presente legge, da
effettuarsi comunque in conformità alle vigenti disposizioni di legge in
materia ambientale.
2. Al fine di concorrere alle spese connesse con
le attività e gli interventi di cui al comma 1, la Regione Calabria dispone,
per il triennio 2018-2020, lo stanziamento massimo di 30.000,00 euro annui, a
partire dall'esercizio finanziario 2018.
3. Il Comune di Cassano allo Ionio, in attuazione
delle funzioni di cui agli articoli 89, comma 1, lettera c) e 98, comma 1,
lettere a) e b) della l.r. 34/2002, ai fini della esecuzione delle attività e degli
interventi di cui al comma 1, può stipulare convenzioni con soggetti terzi, di
comprovata competenza in materia, concordando con questi ultimi la ripartizione
dei correlati oneri, anche di natura finanziaria.
Art. 3
(Norma finanziaria)
1. La Regione Calabria sostiene le attività di
cui all'articolo 2 attraverso l'erogazione di un contributo annuale a favore
dell'ente gestore, compatibilmente con le risorse disponibili nel bilancio
regionale.
2. Per il triennio 2018 - 2020 il contributo di
cui al comma 1 è determinato in 30.000,00 euro, con allocazione alla Missione
10, Programma 03, da erogarsi al Comune di Cassano allo Ionio.
3. Alla relativa copertura finanziaria si
provvede per le annualità 2018 e 2020 mediante l'utilizzo delle somme allocate
alla Missione 20, Programma 03, a valere sul "Fondo occorrente per far
fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno
dopo l'approvazione del bilancio recanti spese di parte corrente" che
viene ridotto del medesimo importo. Per l'annualità 2019 si provvede mediante
l'utilizzo delle risorse di cui alla legge regionale 6 febbraio 2018, n. 3
(Incentivazione del turismo in arrivo (incoming) attraverso i trasporti aerei,
ferroviari, su gomma e via mare, a sostegno della destagionalizzazione),
allocate alla Missione 07, Programma 01, Capitolo 0613310301 che viene ridotto
dell'importo di euro 30.000.
4. Il contributo di cui al comma 2 è corrisposto
previa rendicontazione da parte del Comune di Cassano allo Ionio corredata
della documentazione comprovante la spesa sostenuta e gli obiettivi raggiunti.
5. Per gli esercizi successivi all'anno 2020, il
contributo di cui al comma 2 è consentito nei limiti delle risorse autonome per
come stabilito dalla legge di approvazione del bilancio di previsione della
Regione.
6. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare
le necessarie variazioni al bilancio di previsione 2018-2020.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione promuove e incentiva lo sviluppo del settore turistico
regionale anche mediante la disciplina di un’offerta differenziata di strutture
ricettive extralberghiere, in armonia con la legislazione nazionale e
comunitaria.
2. La presente legge regola le diverse tipologie di esercizi ricettivi
extralberghieri, gli annessi servizi turistici e i criteri per la
classificazione sulla base degli elementi strutturali e dei servizi offerti,
favorendo anche un miglior utilizzo del patrimonio edilizio esistente, pubblico
e privato, e il suo restauro conservativo.
Art. 2
(Ambito di applicazione)
1. Rientrano nell’ambito di applicazione della presente legge le
attività turistico-ricettive, gestite in forma imprenditoriale, salvo quanto
previsto dall’articolo 3, comma 4, da soggetti privati anche senza scopo di
lucro, finalizzate alla produzione di servizi per l’ospitalità e eventualmente
per la somministrazione di alimenti e bevande, per come di seguito elencate:
a) affittacamere, bed and breakfast, locande;
b) case e
appartamenti;
c) case per ferie e case religiose;
d) ostelli per la gioventù, centri soggiorno
studi;
e) residenze di campagna, residenze di montagna,
rifugi escursionistici;
f) residenze d’epoca e dimore storiche.
Capo II
Tipologia delle strutture ricettive
Art. 3
(Affittacamere, bed and breakfast e locanda)
1. Sono esercizi
di affittacamere ovvero guest rooms ovvero rooms le strutture che offrono
ospitalità in camere ubicate in uno o più appartamenti ammobiliati di civile
abitazione, senza uso di cucina o angolo cottura.
2. Gli affittacamere assumono la denominazione di bed and breakfast
quando è previsto il servizio di prima colazione in area comune.
3. Assume la denominazione di locanda l’attività di affittacamere
esercitata, presso lo stesso complesso immobiliare e in modo complementare, dal
medesimo titolare di un esercizio di ristorazione.
4. In deroga all’articolo 2, comma 1, l’attività di bed and breakfast,
se esercitata in forma non
imprenditoriale, assume la denominazione di bed and breakfast in family. In tal caso l’attività viene svolta da
privati a integrazione del proprio reddito, in forma saltuaria e non
continuativa, avvalendosi della organizzazione familiare, utilizzando parte
della abitazione in cui la stessa dimora e in compresenza con gli ospiti.
Art. 4
(Case e appartamenti)
1. Sono case e appartamenti le strutture ricettive che forniscono
alloggio, per diverse finalità (vacanza, business, turismo sanitario, ecc.) ed
eventualmente servizi complementari presso unità immobiliari di civile
abitazione, composte da uno o più locali arredati, dotate di servizi igienici e
di cucina autonoma, collocati in un unico complesso o in più complessi immobiliari
all’interno dello stesso territorio comunale, in conformità alla legge
regionale 27 novembre 2015, n. 20 (Modifica ed integrazione della legge
regionale 7 marzo 1995, n. 4 (Norme
sulla classificazione degli esercizi ricettivi extralberghieri)).
2. Le case e gli appartamenti possono assumere la denominazione di
apartments ovvero guest house.
Art. 5
(Case per ferie e case
religiose)
1. Le strutture
ricettive che forniscono alloggio ed eventualmente servizi di somministrazione
e altre attività complementari presso camere o unità abitative, in base alle
finalità cui sono destinate, assumono le seguenti denominazioni:
a) case per ferie, quando forniscono alloggio per
il conseguimento di finalità sociali, culturali, scolastiche, assistenziali,
sportive e ricreative, nonché per il soggiorno dei dipendenti di enti o aziende
e dei loro familiari;
b) case religiose, quando forniscono alloggio per
il conseguimento di finalità religiose. Esse possono assumere la denominazione
di casa del pellegrino quando sorgono in prossimità di luoghi di culto o
attrattori religiosi.
2. Le strutture di cui al presente articolo possiedono i requisiti
igienico-sanitari ed edilizi previsti per i locali di civile abitazione o altre
tipologie residenziali.
Art. 6
(Ostelli per la gioventù e centri soggiorno studi)
1. Le strutture ricettive che forniscono alloggio in camere e,
eventualmente, servizi di somministrazione e altre attività complementari, in
base alle finalità cui sono destinate, assumono le seguenti denominazioni:
a) ostelli per la gioventù, gli esercizi
ricettivi, attrezzati per pernottamento e attività ludico-ricreative, destinati
prevalentemente ai giovani e ai loro accompagnatori;
b) centri soggiorno studi, gli esercizi ricettivi
dedicati all'ospitalità finalizzata alla educazione e formazione e dotati di
adeguate aree e attrezzature per l'attività didattica e convegnistica
specializzata.
2. Le strutture di cui al presente articolo possiedono i requisiti
previsti dai regolamenti igienico-edilizi comunali e hanno una destinazione
d’uso turistico- ricettiva o altra categoria che consenta la residenzialità.
Art. 7
(Servizi di alloggio in aree naturalistiche)
1. I servizi di alloggio, dotati di camere con eventuale angolo
cottura o gli appartamenti con servizio autonomo di cucina, inseriti in
contesti ambientali di valore naturalistico e paesaggistico, possono assumere
le seguenti tipologie e denominazioni:
a) residenze di campagna o country house, le
strutture situate in aperta campagna o in piccoli borghi rurali, derivate dalla
ristrutturazione o dall'ammodernamento di ville padronali o casali rurali e
dotate eventualmente di servizi di ristorazione o di attrezzature sportive e
ricreative;
b) rifugi escursionistici, le strutture ubicate
in montagna in zone isolate idonee a offrire servizi di alloggio e ristoro con
aree comuni ed eventualmente dotate di attrezzature sportive e ricreative. Il
rifugio escursionistico può assumere la denominazione di baita se è realizzato
con tecnologie che richiamano esteriormente la pietra o il legno;
c) residenze di montagna, le strutture situate in montagna idonee ad
offrire servizi di alloggio e dotate eventualmente di servizi di ristorazione,
nonché di attrezzature sportive e ricreative. La residenza di montagna può assumere
la denominazione di chalet se è realizzata con tecnologie che richiamano
esteriormente la pietra o il legno.
Art. 8
(Residenze d’epoca)
1. Sono denominate residenze d’epoca o dimore storiche le strutture
ricettive che forniscono alloggio ed eventualmente servizi di somministrazione
ed altre attività complementari, in camere o unità abitative, ubicate in
complessi immobiliari di particolare pregio storico e architettonico,
assoggettati ai vincoli previsti dal decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42
(Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della
legge 6 luglio 2002, n. 137) e dotate di mobili e arredi d’epoca o di
particolare livello artistico.
Art. 9
(Denominazioni aggiuntive)
1. Le tipologie di strutture ricettive di cui al presente capo possono
utilizzare le seguenti denominazioni aggiuntive:
a) lusso, charme o luxury, quando siano
attribuiti i tre sorrisi di cui all’articolo 14, la camera e i bagni privati
abbiano gli standard previsti per gli hotel a cinque stelle e gli arredi, i
complementi, l’immobile e le sue finiture posseggano standard di qualità
eccellente, rilevanza estetica, unicità, rarità o esclusività;
b) posto tappa, qualora siano ubicate lungo un
itinerario turistico.
2. I titolari che intendono avvalersi della denominazione lusso,
charme o luxury presentano una relazione che indichi in maniera chiara tutti i
“valori aggiunti” che concorrono
all’assegnazione. La relazione evidenzia l’alta qualità e la raffinatezza delle
finiture edili e degli arredi, nonché deve contenere la descrizione:
a) dell'immobile, corredata da documentazione
fotografica, con cenni storici, l’eventuale valenza storica della dimora, il
pregio e lo stile architettonico, evidenziando l’aderenza al territorio, l’uso
di materiali del posto, la presenza di portali, giardini e solarium;
b) dei relativi arredi, corredata da
documentazione fotografica;
c) delle tecnologie impiegate in ambito edilizio
e abitativo e della sostenibilità ambientale dell'immobile;
d) del contesto geografico, sia esso borgo, città
storica, città ad alta vocazione turistica, tappa di percorsi enogastronomici,
in cui è ubicata la struttura ricettiva extralberghiera.
Capo III
Disciplina per l’esercizio delle attività
Art. 10
(Adempimenti amministrativi)
1. Le attività di cui alla presente legge sono soggette a segnalazione
certificata di inizio attività (SCIA) ai sensi dell’articolo 19 della legge 7
agosto 1990, n. 241 (Nuove norme sul procedimento amministrativo) e del decreto
legislativo 26 marzo 2010, n. 59 (Attuazione della direttiva 2006/123/CE
relativa ai servizi nel mercato interno), così come modificato dal decreto
legislativo 14 settembre 2012, n. 147 (Disposizioni integrative e correttive
del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, recante attuazione della
direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno).
2. La segnalazione è trasmessa, in modalità telematica, allo sportello
unico per le attività produttive (SUAP) del comune sul cui territorio ricade la
struttura, secondo il modello di segnalazione stabilito.
3. L'esercizio dell'attività è subordinato al possesso alla data della segnalazione dei
requisiti:
a) soggettivi previsti dal regio decreto 18
giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica
sicurezza) e dall’articolo 67 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159
(Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove
disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e
2 della legge 13 agosto 2010, n. 136);
b) previsti in materia di prevenzione degli
incendi ai sensi del decreto del Ministro dell'Interno 9 aprile 1994 e del
decreto del Presiente della Repubblica 1 agosto 2011, n.151 (Regolamento
recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla
prevenzione incendi);
c) tecnico-edilizi di accessibilità, agibilità,
conformità al regolamento urbanistico comunale e igienico-sanitari previsti dalla normativa
vigente per uso residenziale;
d) di classificazione in sorrisi, ai sensi
dell’articolo 14, secondo i requisiti stabiliti nelle schede allegate alla
presente legge.
4. Lo Sportello Unico Regionale Attività Produttive (SURAP) predispone
la modulistica necessaria per la SCIA, che, tra l’altro, contiene:
a) le generalità complete del titolare
dell’attività e l’ubicazione esatta dell’immobile in cui si intende svolgere
l’attività;
b) il numero di unità abitative, delle camere,
dei posti letto e dei servizi igienici, i periodi di apertura e le tariffe
minime e massime che si intendono praticare;
c) l’indicazione della partita iva (P.IVA) e
della iscrizione alla camera di commercio, industria, artigianato e
agricoltura, nei casi previsti dalla legge;
d) la dichiarazione di sussistenza dei requisiti
soggettivi del titolare e degli eventuali rappresentanti previsti dagli
articoli 11 e 12 del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Testo unico delle
leggi di pubblica sicurezza – TULPS);
e) il certificato di agibilità o altra
documentazione equivalente, la relazione tecnica e gli elaborati planimetrici
dell’unità immobiliare, con indicazione della superficie utile, dei vani e dei
servizi, delle aree di pertinenza e delle parti messe a disposizione degli
ospiti;
f) la documentazione amministrativa comprovante il
rispetto della normativa vigente relativa alla prevenzione incendi e ai
requisiti igenico-sanitari e urbanistici;
g) l’atto di disponibilità dell’immobile, in cui
è specificato l’uso finalizzato all’esercizio dell’attività ricettiva.
5. Il SUAP comunale, dopo aver validato la ricevibilità della
segnalazione, trasmette il fascicolo, per la verifica dei requisiti di cui al
comma 3, alle autorità competenti. Il SUAP comunale coordina il procedimento
amministrativo, effettua le comunicazioni al richiedente e verifica i requisiti
soggettivi e tecnico-edilizi di cui al comma 3, lettera c). Per i requisiti igienico-sanitari, il SUAP
Comunale, nel caso non sia già disponibile idonea documentazione, demanda la
verifica all’azienda sanitaria provinciale competente. La Regione, ovvero alla
Città metropolitana di Reggio Calabria se l’esercizio ricettivo ricade
nell’area geografica di competenza di quest’ultima, verifica la presenza dei
requisiti per la classificazione di cui all’articolo 13.
6. La denominazione, all’interno del territorio comunale, è adottata
da un solo esercizio e deve essere tale
da non ingenerare confusione con altri esercizi ricettivi.
Art. 11
(Subingresso e vicende modificative)
1. Nel caso di trasferimento, per atto tra vivi o per causa di morte,
della titolarità o disponibilità dell'immobile adibito a struttura ricettiva
extralberghiera e in caso di prosecuzione dell'attività, il subentrante, atteso
il rispetto ed il possesso dei requisiti e delle condizioni previste dalla
presente legge, presenta una nuova SCIA nelle forme e nei modi di cui
all’articolo 10.
Art. 12
(Chiusura e sospensione delle attività)
1. Il comune, d’ufficio, o su segnalazione di altri soggetti pubblici
cui sono demandate funzioni di vigilanza, può adottare provvedimenti di
sospensione o chiusura dell'esercizio, mediante revoca della SCIA con
conseguente cancellazione dagli elenchi delle attività ricettive
extralberghiere di cui all’ articolo 15, nei seguenti casi:
a) perdita, da parte del titolare, del possesso
dei requisiti soggettivi di cui al TULPS;
b) perdita dei requisiti oggettivi denunciati
nella SCIA;
c) attività difforme agli scopi o alle attività
denunciate nella SCIA;
d) accertate carenze, disservizi e persistente
inosservanza delle normative di tutela del turista.
2. In caso di accertamenti di irregolarità e violazioni di legge, il
Comune diffida a rimuovere le stesse entro un termine non superiore a 15 giorni
e, in caso di inadempienza, procede alla sospensione dell'attività, per un
periodo non superiore a 6 mesi, decorso inutilmente il quale procede alla
chiusura dell'attività.
3. I provvedimenti di sospensione e di chiusura sono comunicati alla
Regione per gli adempimenti di conseguenza.
Capo IV
Classificazione e statistica
Art. 13
(Requisiti per la classificazione)
1. Le strutture ricettive di cui alla presente legge sono classificate
in sorrisi da uno a tre. Sono idonee all’esercizio dell’attività le strutture
che posseggono i requisiti per
l’ottenimento della classificazione a un sorriso. Il numero crescente dei
sorrisi è attribuito in maniera proporzionale alla qualità ricettiva.
2. La classificazione delle strutture e la conseguente attribuzione
dei sorrisi sono effettuate dalla Regione ovvero dalla Città metropolitana di
Reggio Calabria se l’esercizio ricettivo ricade nell’area geografica di
competenza di quest’ultima, ai sensi della legge regionale 12 agosto 2002, n.
34 (Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali) e della legge
regionale 22 giugno 2015, n. 14 (Disposizioni urgenti per l’attuazione del
processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n.
56), previa richiesta di classificazione, per il tramite della SCIA presentata
al SUAP del comune, che viene valutata secondo gli standard relativi alle
differenti tipologie extralberghiere, definiti negli allegati alla presente
legge.
3. La Regione, ovvero la Città metropolitana di Reggio Calabria se
l’esercizio ricettivo ricade nell’area geografica di competenza di
quest’ultima, provvede alla verifica dei requisiti di classificazione
dichiarati, a seguito della ricezione della SCIA da parte del SUAP comunale,
previa istruttoria amministrativa e sopralluogo effettuato presso la struttura
ricettiva.
4. La Regione esercita la funzione di vigilanza sulla permanenza dei
requisiti di classificazione, effettuando sopralluoghi periodici, garantisce,
con cadenza triennale, il controllo effettivo delle strutture ricettive
extralberghiere regionale ed effettua, annualmente, controlli e sopralluoghi
per almeno il 33 per cento del totale delle strutture ricettive
extralberghiere. La Regione può chiedere, previa motivazione, al SUAP comunale
competente di attivare specifici controlli presso altre autorità.
5. La Regione, inoltre, effettua verifiche e sopralluoghi su propria
iniziativa o a seguito di segnalazioni da parte della Città metropolitana di
Reggio di Calabria, di enti pubblici ovvero di associazioni per la tutela dei
diritti del consumatore.
Art. 14
(Finalità statistiche, comunicazioni di pubblica sicurezza e
disciplina dei prezzi)
1. I titolari o i gestori delle strutture ricettive extralberghiere di
cui alla presente legge, entro il giorno 15 di ogni mese, sono tenuti a
comunicare, attraverso la piattaforma telematica del Sistema informativo regionale,
di cui all’articolo 10 della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino
dell’organizzazione turistica regionale), a fini statistici, il movimento degli
ospiti, in arrivo o in partenza, registrato il mese precedente.
2. I gestori forniscono all’autorità di pubblica sicurezza ogni
comunicazione relativa alle persone alloggiate, secondo la normativa vigente.
3. Alle tipologie ricettive definite nella presente legge si applicano
il regime di pubblicità dei prezzi e l’obbligo di comunicazione alla Regione,
ovvero alla Città metropolitana di Reggio Calabria, entro il 1°ottobre di ogni
anno, per via telematica, dei prezzi massimi e minimi, dei relativi servizi
offerti, comprensivi di IVA, e delle condizioni applicate, praticati dal 1°
gennaio dell’anno successivo. Eventuali modifiche sono comunicate almeno 60
giorni prima della loro entrata in vigore.
4. In caso di nuova apertura o di riapertura a seguito di sospensione,
il titolare adempie agli obblighi di cui al comma 3 e comunica, contestualmente, la SCIA al SUAP.
5. I gestori delle strutture ricettive di cui alla presente legge che
pubblicizzano o applicano prezzi inferiori al prezzo minimo o superiori al
prezzo massimo dichiarati sono sanzionati secondo le modalità di cui
all’articolo 16, comma 1, lettera b).
6. La Regione predispone la modulistica che, compilata dal gestore
della struttura con i prezzi indicati su base annua eventualmente
contraddistinti in base al periodo, è esposta in maniera ben visibile sul sito
web della struttura ricettiva, nel luogo del ricevimento e in ogni camera o
unità abitativa della struttura.
Art. 15
(Banca dati regionale)
1. La Regione istituisce e cura l’elenco delle strutture ricettive
extralberghiere, territorialmente suddiviso in sezioni provinciali, che implementa
e aggiorna mensilmente a seguito di comunicazioni dei dati da parte dei comuni.
2. L’elenco di cui al comma 1 è pubblicato sul sito istituzionale
della Regione e riporta la denominazione, la tipologia, la classificazione in
sorrisi, l’ubicazione, i contatti utili, i periodi di apertura e le tariffe
praticate.
3. I SUAP comunali inviano alla Regione, per via telematica ed entro
giorno 20 di ogni mese, le informazioni relative a nuove aperture, variazioni
delle attività esistenti, cessazioni e revoche.
Capo V
Sanzioni, controllo e verifiche
Art. 16
(Sanzioni)
1. Il comune, per le inadempienze accertate, commina le seguenti
sanzioni:
a) da 105,00 euro a 420,00 euro, per omessa
esposizione delle tabelle delle tariffe;
b) da 210,00 euro a 840,00 euro, per applicazioni
di prezzi difformi rispetto a quelli esposti;
c) da 155,00 euro a 775,00 euro, per accoglimento
degli ospiti in numero eccedente rispetto alla capienza massima di posti letto
dichiarati;
d) da 260,00 euro a 1.000,00 euro, per apertura
abusiva o omessa denuncia inizio attività.
2. L’introito delle somme derivanti dal pagamento delle sanzioni
pecuniarie avviene a favore del comune dove ha sede l’attività.
3. Le sanzioni di cui al comma 1, in caso di persistente inosservanza,
sono raddoppiate.
Art. 17
(Vigilanza e controllo)
1. Fatte salve le specifiche competenze delle autorità sanitarie,
dell’ispettorato del lavoro e di pubblica sicurezza, le funzioni di vigilanza e
di controllo sull'osservanza delle disposizioni della presente legge sono
esercitate dal comune territorialmente competente. La Regione svolge i
controlli atti alla verifica del mantenimento dei requisiti afferenti la
classificazione, di cui all’articolo 13, comma 4, trasmettendone le risultanze
al comune competente per gli adempimenti consequenziali.
2. Il SUAP comunale provvede ad attivare i controlli presso le
autorità competenti, d’ufficio o nell’ipotesi di cui all’articolo 13, comma 4.
3. I comuni svolgono le funzioni amministrative concernenti
l'applicazione delle sanzioni di cui all'articolo 16.
Capo VI
Disposizioni finanziarie e tributarie, finali e abrogazioni
Art. 18
(Disciplina tributaria)
1. L'esercizio di attività ricettive extralberghiere è soggetta alle
tasse sulle concessioni regionali di cui ai decreti legislativi 22 giugno 1991,
n. 230 (Approvazione della tariffa delle tasse sulle concessioni regionali ai
sensi dell’art. 3 della legge 16 maggio 1970, n. 281, come sostituito dall’art.
4 della legge 14 giugno 1990, n. 158) e 23 gennaio 1992, n. 31 (Rettifiche alla
tariffa delle tasse sulle concessioni regionali, approvata con decreto
legislativo 22 giugno 1991, n. 230).
2. Per gli adempimenti di cui al comma 1 e solo a fini tributari:
a) le residenze di campagna, le residenze di montagna, i rifugi
escursionistici, gli affittacamere, i bed and breakfast esercitati in forma
imprenditoriale, le locande, le case ed appartamenti e le residenze d’epoca
classificati fino a due sorrisi sono equiparati alle strutture ricettive
alberghiere classificate a due stelle;
b) le residenze di campagna, le residenze di
montagna, i rifugi escursionistici, gli affittacamere, i bed and breakfast
esercitati in forma imprenditoriale, le locande, le case ed appartamenti, le
residenze d’epoca classificati con tre sorrisi sono equiparati alle strutture
ricettive alberghiere classificate a tre stelle;
c) le case religiose alle case per ferie;
d) i centri soggiorno e studi sono equiparati agli
ostelli per gioventù.
3. Le strutture ricettive di cui all’articolo 2 classificate lusso,
luxury o charme sono equiparate a livello tributario alle strutture ricettive
alberghiere classificate a quattro stelle.
Art. 19
(Appartamenti ammobiliati per uso turistico)
1. Non sono soggetti alla disciplina dell’esercizio delle case o appartamenti
per vacanza i proprietari o usufruttuari che danno in locazione a turisti case
e appartamenti in numero non superiore a tre, nel corso di una o più stagioni
turistiche, con contratti aventi validità non superiore ai sei mesi
consecutivi, senza la fornitura di servizi aggiuntivi e a condizione che
l’attività non sia organizzata sotto forma di impresa.
2. Coloro che intendono dare alloggio a turisti secondo le modalità di
cui al comma 1 ne danno comunicazione al comune in cui è ubicato l’immobile
entro il 31 marzo, nelle località a vocazione turistico-balneare, ed entro il
31 ottobre nelle restanti località. In ogni caso tale comunicazione è inviata
almeno una settimana prima dell’arrivo degli ospiti in relazione alla prima
locazione.
3. I soggetti di cui al comma 1 sono tenuti agli obblighi di
comunicazione per finalità statistiche e sono tenuti all’osservanza della
normativa in materia di pubblica sicurezza.
Art. 20
(Abrogazioni)
1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono abrogate:
a) la legge regionale 26 febbraio 2003, n. 2
(Disciplina dell'attività di accoglienza ricettiva a conduzione familiare
denominata “Bed and Breakfast);
b) la legge regionale 5 luglio 2017, n. 25
(Abrogazione della legge regionale 1febbraio 2017, n. 4(Modifica alla legge
regionale 26 febbraio 2003, n. 2 - Disciplina dell’attività di accoglienza
ricettiva a conduzione familiare denominata “bed and breakfast”));
c) la legge regionale 5 luglio 2017, n. 24
(Abrogazione della legge regionale 1 febbraio 2017, n. 3 (Modifica alla legge
regionale 7 marzo 1995, n.
4 - Norme sulla classificazione degli
esercizi ricettivi
extralberghieri)).
2. Rimangono abrogate la legge regionale 1 febbraio 2017, n. 3
(Modifica alla legge regionale 7 marzo 1995, n. 4 – Norme sulla classificazione
degli esercizi ricettivi extralberghieri) e la legge regionale 1 febbraio 2017,
n. 4 (Modifiche alla legge regionale 26 febbraio 2003, n. 2 – Disciplina
dell’attività di accoglienza ricettiva a conduzione familiare denominata Bed
and Breakfast).
Art. 21
(Copertura finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 22
(Disposizioni transitorie)
1. Entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge i
titolari delle strutture ricettive extralberghiere già operative chiedono alla
Regione ovvero alla Città Metropolitana di Reggio Calabria se l’immobile ricade
nel suo ambito di competenza territoriale, a mezzo SUAP comunale, il rilascio
del provvedimento di nuova classificazione ai sensi della presente legge.
2. Per gli esercizi di affittacamere, la richiesta di nuova
classificazione non implica, se non espressamente richiesto dal titolare,
l’adeguamento alla forma imprenditoriale ma solo l’adeguamento agli standard di
cui alle allegate schede di classificazione.
Art. 23
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello
della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione
Calabria.