X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 55
SEDUTA Di MARTEDì’ 26 giugno 2018
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
E DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE
Dà
avvio ai lavori invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà
lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne
ha facoltà.
Presidente, chiedo la parola perché, al di fuori del Palazzo del
Consiglio regionale, è in corso una civile e misurata protesta da parte di
alcuni titolari di strutture socio-assistenziali della Regione Calabria, che
chiedono di incontrare il Presidente della Giunta regionale, il Presidente del
Consiglio regionale e l'assessore Robbe.
Come lei stesso ha già annunciato, Presidente, ho già partecipato
insieme al consigliere Greco ad una Commissione convocata dal Presidente
Mirabello in merito alla questione.
Oggi, dopo averla redatta e sottoscritta, abbiamo depositato una
mozione che, come da accordi presi, sarà esaminata nella prossima seduta di
Terza Commissione.
Capisco l'introduzione all’ordine del giorno della mozione di cui,
peraltro, non è a conoscenza nemmeno l'assessore Robbe, ma c’è una grande
preoccupazione tra i titolari delle strutture.
Parliamo di un settore molto particolare, che riguarda il mondo
socio-assistenziale, soprattutto la disabilità, su cui ormai si dibatte da
tanto tempo e, al di là della Riforma, sulla quale possiamo essere o meno
d'accordo e di cui discuteremo esaminando la mozione nella prossima seduta di
Commissione, cerco di interpretare uno dei principali motivi di preoccupazione.
Nei giorni scorsi, su input del dipartimento, sono state
sottoscritte le addende alle convenzioni con le
strutture stesse.
L’accordo bipartisan
preso in Commissione ha attribuito al Presidente Mirabello il ruolo di garante e
mitigatore di alcuni momenti di contrasto sull'argomento, anche in sede di
Consiglio regionale e al di là dell'esito del prossimo Consiglio di Stato.
Tra l’altro, l'assessore non ci aveva informati che, mentre stavamo
discutendo in Commissione, l'Avvocatura regionale avesse richiesto la
sospensiva della sentenza del Tar Calabria, poi rigettata dal Consiglio di
Stato e la cui discussione è prevista per il 5 luglio.
In effetti, nei nuovi accordi e nelle nuove convenzioni è prevista
la caducazione dell'accordo in caso di esito infausto per i ricorrenti, quindi
di esito negativo e favorevole per la Regione di queste addende;
il che, signor Presidente, determinerebbe la confusione più totale, poiché in
quella sede l'assessore, con la quale abbiamo discusso ed a cui do atto di aver
discusso sia in quella riunione sia in un altro incontro, dichiarando apertura.
Rispetto alla riscrittura di questa Riforma, chiedo ancora una volta
all'assessore se rispetto a questo tipo di clausola inserita nelle convenzioni
non vi sia, invece, una volontà politica diversa, che é quella prevista in
regime transitorio per il 2018, per evitare di ingenerare ulteriori confusioni e
di proseguire per come ci ha detto l'assessore Robbe, vale a dire con le rendicontazioni
delle strutture alla Regione che poi delega il pagamento ai Comuni.
Queste strutture non si pagano dal primo gennaio. Siamo ormai a
fine giugno. Se non dovesse partire questo processo di pagamento, rischieremmo
di arrivare anche a settembre/ottobre e credo che non sia sinonimo di Paese o
Regione civile. Pertanto, con il mio intervento, chiedo lumi all’assessore,
anche in virtù della protesta odierna.
Ho dato la possibilità di discuterne oggi proprio perché davanti
alla sede del Consiglio regionale è in corso una mobilitazione di questo tipo.
Per la maggioranza, cedo la parola al consigliere Greco a cui
seguirà l’eventuale intervento della Giunta regionale.
Nell’ultima
seduta di Commissione, successiva all'ultima seduta di Consiglio regionale in
cui era stata presentata una mozione a mia firma ed una richiesta di inserimento
all'ordine del giorno da parte del consigliere Gallo, dopo l’audizione con
l'assessore e con i rappresentanti delle strutture socio-assistenziali, il
collega Gallo ed io siamo stati incaricati di elaborare una mozione in cui sono
state riportate, in maniera dettagliata, le cose ribadite dal collega Gallo.
La mia
vuole essere una sottolineatura della discussione che si è già svolta in Commissione
e di quella che si farà prossimamente per far porre attenzione alla Giunta
regionale, così come ha già fatto l’assessore Robbe nell'ultima seduta di
Commissione, sulla problematica molto seria e delicata quale è quella del
sociale, delle strutture socio-assistenziali, dei disabili, dei dipendenti e di
chi, purtroppo, a causa di inconvenienti, non viene pagato da diversi mesi.
Massima
attenzione, quindi, in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato ma,
soprattutto, della revisione dei decreti attuativi, anche in ragione delle
indicazioni che la Commissione ha dato e darà alla Giunta regionale. Grazie.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Trovo estremamente significativo ed importante ascoltare
l'assessore rispetto ad una tematica che sta creando molta confusione e,
soprattutto, situazioni disomogenee su tutto il territorio regionale in quanto il
2 maggio, con la sentenza del Tar, alcuni finanziamenti da parte della Regione Calabria
ai Comuni capofila erano già stati inviati, mentre altri sono stati mandati
dopo quella data, creando preoccupazione in quei Comuni che hanno ricevuto il
finanziamento dopo, rispetto ad una sentenza del Tar alla quale, come
giustamente diceva lei, la Giunta regionale ha ritenuto di doversi appellare
chiedendo, tra l’altro, un giudizio monocratico che è stato respinto – non so
se fortunatamente – ma, tra le altre cose, in alcune determine del Settore la
firma delle convenzioni con le strutture socio-assistenziali pone in essere
anche una condizione che è quella della sentenza del Consiglio di Stato
prevista per il 5 luglio.
Pertanto, ritengo si stia navigando a vista, assessore, e,
rispetto a queste situazioni estremamente disomogenee, ci sono addirittura dei Comuni
capofila che hanno fatto determine di restituzione del finanziamento. A maggior
ragione, schiena dritta e testa alta imporrebbe che ci fossero degli indirizzi chiari
da parte della Giunta regionale, affinché tutti i soggetti e Comuni capofila si
adeguino a determinate direttive.
Cosa succederà se il 5 luglio, il Consiglio di Stato darà ragione
alla Regione Calabria?
Cosa succederà con i finanziamenti restituiti o con la mancanza di
delega di pagamento in alcuni soggetti capofila?
Ritengo che l'intervento dell'assessore sarà veramente
interessante per fare chiarezza, dal Pollino fino a Scilla, e che, in questi
atti di indirizzo, serva un coinvolgimento che non sia castrante per le
strutture socio-assistenziali che devono sottoscrivere una convenzione con
quella condizione sine qua non e che,
se il 5 luglio dovesse essere data la sospensiva della sentenza del Tar, si
ritorni punto e a capo.
Ringrazio i colleghi Gallo e Greco per la sensibilità dimostrata,
sia in Commissione sia in seduta di Consiglio regionale, nel porre una questione
di immane rilevanza.
Qui non c'è una parte e una controparte, assessore, ma la
necessità di fare chiarezza rispetto ad una situazione estremamente disomogenea
che, come lei ben sa, si è venuta a determinare sul territorio.
Bisogna evitare che si diano responsabilità ad un qualsivoglia
Comune, magari in base al tipo di amministrazione che lo governa, di
centro-sinistra o di centro-destra.
C'è un ricorso al Consiglio di Stato che si dovrà discutere il 5
luglio. Oggi andiamo a firmare anche una mozione, collega Gallo, che,
probabilmente, potrebbe non avere nessuna valenza nel caso in cui il 5 luglio
il Consiglio di Stato si dovesse esprimere in un determinato modo.
Ciò che non si può rimanere ad aspettare é la fase agonizzante
delle strutture socio-assistenziali che abbiamo delineato e condiviso in
maniera bipartisan in seduta di Commissione con il Presidente Mirabello.
Ascoltiamo la Giunta regionale e poi, Presidente, se lo ritenesse
opportuno, sarebbe necessario fare un altro giro di interventi per chiarire e
dare risposte certe ad un settore che è in fase agonizzante, non solo per la
mia nozione di servizi a soggetti che hanno determinate problematiche, ma anche
dal punto di vista occupazionale.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare i colleghi Greco e
Gallo che hanno lavorato e hanno già predisposto questo testo di mozione unitaria
bipartisan all'interno della Commissione,
a seguito di lavori in cui abbiamo affrontato tanti dei temi che riguardano
questa materia del Welfare, con senso di responsabilità e con la volontà di
apportare le necessarie modifiche ed i correttivi che si richiedono alla luce
di un problema che, effettivamente, oggi ci troviamo a dover affrontare.
Volevo solo comunicare all’Aula che, rispetto al percorso iniziato
nell'ultima seduta di Commissione, c'è la volontà da parte della Commissione
stessa e dei colleghi di proseguire non solo nella trattazione della proposta
di modifica della legge numero 23 del 2003, pervenuta dalla Giunta regionale,
che già su alcuni aspetti procedurali contiene alcuni elementi di chiarezza, ma
anche rispetto ad un iter amministrativo e legislativo che, probabilmente,
necessiterà di ulteriori ritocchi.
Credo che, a strettissimo giro di posta, in una seduta che sarà
convocata a brevissimo termine, continueremo su questo percorso, a prescindere
poi dall'esito della vicenda davanti al Tribunale amministrativo che,
ovviamente, ha un iter a sé, rispetto al quale, dal punto di vista legislativo,
non abbiamo assolutamente la necessità di fare altro, se non risolvere le
questioni che vengono poste dalle strutture e dalla comunità. Grazie.
Per la Giunta regionale ha chiesto di intervenire l’assessore
Robbe. Prego, ne ha facoltà.
Intanto ringrazio per i lavori che si sono
svolti in Commissione e che sono stati molto produttivi. Premesso che, ad oggi,
nessuno dei 32 ambiti costituiti ha restituito le risorse e considerato che
quanto detto in Commissione e che ribadisco – ovvero che non intendiamo
assolutamente fermarci sulla ridiscussione della Riforma per arrivare ad una
risposta e ad una conclusione condivisa e utile a tutti per andare avanti,
soprattutto ai cittadini – preciso che abbiamo dovuto inserire la dicitura per
come suggerito dall'Avvocatura e che non c'è nessuna intenzione di fermarci, a
prescindere dal percorso giudiziario che abbiamo dovuto intraprendere per evitare
che si annullasse tutto, rischiando che le risorse non potessero rimanere in
capo ai Comuni; in tal caso, avremmo dovuto attendere l’assestamento di
bilancio per pagare le strutture perché c'è bisogno di portare un cambiamento
nei capitoli del bilancio stesso.
Detto questo, man mano che le strutture
procederanno con la firma delle addende, riceveranno
i pagamenti per come dovuto.
Nel frattempo, però, bisogna andare avanti
con la Riforma, come condiviso obiettivamente, per le cose necessarie.
Le convocazioni sono pronte, sia per i Comuni
capo ambito sia per tutti coloro che sono previsti dall'articolo 22 della legge
numero 23 del 2003.
Sono previste le convocazioni anche per le
parti sociali. Dobbiamo attendere che venga licenziato il testo di riferimento,
per cui vi invito a procedere velocemente con la revisione, per poter convocare
le strutture ed i Comuni e chiudere la partita, riavviando positivamente la Riforma,
che non deve essere affatto di parte.
Considerato che la mozione dei consiglieri
Gallo e Greco non era all’ordine del giorno, suggerirei di condividerla anche
con gli altri consiglieri regionali durante lo svolgimento dei lavori, per poi discuterla
al quarto punto all’ordine del giorno dedicato alle mozioni, nell’intento di
creare una sintesi anche con la Giunta regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Esposito. Ne ha facoltà.
E’ importante discuterne perché, come dice l’assessore, ad oggi non ci sono
restituzioni di finanziamenti, ma ci sono Comuni che hanno fatto la determina
di restituzione, per cui è il caso di porsi il problema adesso.
E’ vero che nelle convenzioni e nelle addende con
le strutture socio-assistenziali, su consiglio del settore legale, si é dovuta
mettere la condizione sine qua non.
Un indirizzo politico deve essere chiaro
in questo momento di sofferenza. Pertanto, la inviterei ad evitare di mettere le
strutture socio-assistenziali nelle condizioni di firmare qualcosa che il 5
luglio potrebbe diventare carta straccia, perché la convenzione che si chiede
di firmare alle strutture socio- assistenziali é condizionata all'esito di
quella data.
Se in quella data il Consiglio di Stato
dovesse dare ragione alla Regione Calabria, quelle convenzioni saranno carta
straccia e non avranno nessuna validità.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Gallo. Ne ha facoltà.
Condivido la sua proposta, Presidente, per
il buon senso che le è proprio, anche in virtù della protesta odierna, civile e
composta, nei confronti di un'Istituzione che, forse in questi mesi, non è
stata proprio amica di quel settore, anche perché i ricoveri sono scaduti, ci
sono stati gli accreditamenti delle strutture autorizzate e non sono stati
effettuati i pagamenti delle strutture, per cui si evince un po' di confusione.
E’ importante dare una risposta, anche oggi, attraverso l'approvazione della
mozione che ho appena sottoposto all'attenzione dell’assessore e che
sottoporrei, magari, anche ai colleghi consiglieri, se sono d'accordo. Grazie.
Chiedo ai consiglieri Gallo e Greco di
poter discutere con i colleghi consiglieri della mozione. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Ritengo che questa materia necessiti di
trasparenza che finora è mancata, lo dico con molta chiarezza.
Invito l'assessore ad adoperarsi pubblicamente affinché su una questione ed un settore
così delicati ci sia la massima trasparenza.
Se ci sono lobbies, interessenze ed interessi che vogliono far fallire
la Riforma, questa Giunta regionale ha l'obbligo di farle emergere, altrimenti,
si rischia di creare un clima torbido in un settore molto, ma molto delicato.
Lo dico con molta chiarezza in Consiglio regionale, anche rispetto
alle diverse denunce che sto raccogliendo e per le quali sto valutando il da
farsi.
Per questo, il dipartimento e l'assessore competente hanno
l’obbligo di fare chiarezza.
La mozione potrebbe andare bene, però è carta straccia. C'è bisogno
di atti concreti che devono essere fatti dalla Giunta e dall’assessore.
Ha ragione il collega Esposito perché siamo sotto una tagliola,
che é quella del pronunciamento del Consiglio di Stato, da qui a qualche giorno.
Poi bisogna fare una scelta politica perché su questo settore non
possiamo essere la cenerentola d'Italia e d'Europa per spesa pro-capite.
Impegniamo la Giunta regionale a venire in Consiglio regionale alla
prossima sessione di approvazione del bilancio ed inserire almeno 10-20 milioni
in più per il settore dei Servizi sociali.
Di cosa stiamo parlando? C'è bisogno di una scelta politica che
metta più risorse, altrimenti il rischio è quello di fare una guerra tra poveri
e non di fornire i servizi necessari.
Siamo l'ultima Regione d'Italia per spesa pro-capite. Da questo
punto di vista, mi aspetto che l'assessore sia nelle condizioni di presentare
una relazione al Consiglio, per poi decidere ed impegnarsi a trovare maggiori
risorse.
Le statistiche delineano un aumento della povertà, ovvero di
coloro che vivono una condizione di emarginazione e gran parte dei poveri del Paese
e della Regione sono i minori e se non si trova un servizio sociale adeguato ci
sarà una devianza non più sopportabile.
Basta chiacchiere! C’è bisogno di atti concreti che possono essere
compiuti dalla Giunta regionale.
Pertanto, auspico che nel prossimo bilancio si individuino ulteriori
risorse, dai 10 ai 20 milioni di euro, affinché su questo settore si incrementino
i servizi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intanto vorrei rispondere al collega Guccione
per dire che le mozioni non sono carta straccia. Per chi ha rispetto del ruolo
istituzionale che si svolge in questo civico consesso, le mozioni sono atti che
impegnano la Giunta regionale.
Sono atti importanti che manifestano il lavoro che la Commissione,
insieme all’assessore, ha fatto in questi giorni.
Tutto quello che avviene in questo Consiglio regionale deve avere,
ed ha, la dignità che merita: mozioni, interpellanze ed interrogazioni fanno
parte di questo humus, che è il nostro
ruolo quindi;mi consenta, ma dire che è carta straccia
è un'offesa che non posso accettare, in virtù del ruolo che ho rivestito e rivesto,
non solo in quest’Aula.
Condivido la proposta del presidente Irto, per il lavoro che è
stato fatto di concerto con gli altri componenti della Commissione, con le
sollecitazioni pervenute da parte dell'assessore e con le strutture che abbiamo
audito, soprattutto per la tematica che è
estremamente importante perché, l'abbiamo detto e ribadito tutti, tocca le
fasce deboli della società, ma anche per dare un segnale a quanti oggi sono
venuti fin qui.
Non sono potuto intervenire perché sono arrivato in forte ritardo,
ma per rispetto a tanti padri di famiglia, a tanti padri di disabili, a tanti
imprenditori che gestiscono queste strutture, ritengo che approvare questa mozione,
seppur con tutti i limiti e le forzature che può avere, sia un atto doveroso ed
importante, anche nei confronti della Giunta regionale, per quello che
quest'atto e questo Consiglio regionale rivestono.
Il primo punto all'ordine del giorno riguarda le
interrogazioni a risposta immediata. Ai sensi dell'articolo 122 del Regolamento
interno del Consiglio regionale, ricordo all’Aula che l'interrogante dispone di
2 minuti per illustrare l’interrogazione, la Giunta regionale di 3 minuti per
la risposta e che l'interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto.
Esaminiamo la prima interrogazione, la
numero 362/10^ di iniziativa del consigliere Bevacqua recante “Sul mancato
intervento dell'elisoccorso 118 a supporto degli operatori del Soccorso alpino
calabrese”. Cedo la parola al consigliere Bevacqua per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Questa interrogazione
era stata da me presentata nel mese di maggio a seguito del mancato intervento
dell'elisoccorso per il trasporto in quota degli operatori del Soccorso alpino
nel territorio di Cerchiara.
In questa interrogazione
chiedevo alla Giunta regionale e al dipartimento le ragioni di questo rifiuto e
come mai ciò avveniva, visto l’accordo tra dipartimento della Salute, 118 e Soccorso
alpino, anche perché, come ricordavo all’Aula nella scorsa seduta, c'è una
legge regionale presentata dal collega Giudiceandrea per il riconoscimento al
Soccorso alpino della Regione Calabria di determinate competenze e specificità.
Non leggerò l'interrogazione, ho
solo voluto citare i punti principali. Pertanto, mi aspetto che oggi la Giunta
regionale e il dipartimento ci diano una spiegazione chiara in merito al
mancato utilizzo delle soccorso e mi auguro che la Giunta
regionale abbia già risolto gli eventuali problemi legati alla mancanza di
accordo, magari con i responsabili del soccorso stesso.
Cedo la parola all’assessore
Musmanno.
In relazione all'interrogazione
del consigliere Bevacqua, si riferisce quanto segue: “Per l'intervento in
questione, verificatosi in data 12 maggio 2018, la centrale operativa del 118
di Cosenza, veniva allertata per una signora precipitata dall’altezza di circa
4 metri in località Monte Sellaro di Cerchiara di
Calabria.
Attese le condizioni non
critiche dell’infortunata, veniva attivata l'ambulanza, assieme al supporto del
Soccorso alpino per il recupero della signora, viste le caratteristiche della
zona dove era accaduto l'incidente e secondo lo specifico protocollo tecnico.
In un momento successivo, veniva
richiesto da parte del Soccorso alpino alla centrale operativa 118 di Cosenza,
di trasportare 8 persone più l'equipaggiamento, dal campo sportivo di Cerchiara
a quota 1400 metri con l'elicottero del servizio di elisoccorso, per raggiungere
più rapidamente il luogo dell'intervento.
La centrale operativa 118 di
Cosenza richiedeva la missione al comandante della elibase
di Cosenza il quale, sentito il proprio ufficio operativo, rappresentava di non
essere autorizzato ad imbarcare personale estraneo al servizio sanitario
regionale.
L’infortunata veniva poi,
comunque, soccorsa dall'ambulanza presso il santuario della Madonna delle Armi.
Quanto accaduto, tuttavia,
impone una verifica della possibilità di intervenire nel vigente contratto di
servizio di elisoccorso, alla luce della legge regionale numero 1 del 2017, al
fine di adeguarlo alla convenzione siglata tra la Regione Calabria ed il Centro
nazionale di Soccorso alpino e tra quest'ultimo e le centrali operative del 118,
che sono intervenuti in epoca successiva alla stipula di tale contratto.”
Mi
ritengo soddisfatto e chiedo alla Giunta, in questo caso all’assessore Musmanno,
di attivarsi affinché venga modificato il rapporto contrattuale in
considerazione di quanto previsto dalla legge regionale numero 1 del 2017.
Auspico,
pertanto, che la Giunta regionale si attivi immediatamente per poter risolvere
questo problema, anche alla luce della citata legge regionale, che consente di
farlo. Grazie.
Passiamo
all’interrogazione numero 365/10^ di iniziativa del consigliere Giudiceandrea “In
ordine al progetto misure afferenti alla prevenzione, alla diagnosi, cura e
assistenza della sindrome depressiva post
partum”. Cedo la parola al consigliere
Giudiceandrea per l’illustrazione.
Grazie,
Presidente. Il dipartimento Salute della Regione Calabria ha attivato un progetto
per la prevenzione, diagnosi, cura ed assistenza della sindrome depressiva post partum
ma, secondo alcune indicazioni, sembrerebbe che questo tipo di attività sarebbe
rivolta soltanto a due unità ospedaliere della provincia di Catanzaro, non
interessando le altre quattro province.
Poiché
vi é prova ministeriale di progetti analoghi che, con risorse più o meno simili,
hanno portato in altre Regioni ad attivare anche 14 attività di progetto
similari, chiediamo alla Giunta regionale se vi sia intenzione di ampliare lo
spettro di utilizzazione di questo tipo di attività e se lo si potrà fare con
queste stesse risorse o bisognerà aspettare l'invio di nuove risorse da parte
del governo centrale. Grazie.
Presidenza del vicepresidente
Ciconte
Cedo
la parola all’assessore Musmanno.
Con
DCA numero 73 del 5 aprile 2018, è stata recepita l'intesa Stato-Regioni del 31
gennaio 2018, concernente la definizione delle procedure per la presentazione
da parte delle Regioni, dei progetti afferenti alla diagnosi, cura ed
assistenza della sindrome depressiva post
partum.
Definito
il progetto esecutivo, in data 30 marzo, il dipartimento Sanità della Regione
Calabria, provvedeva ad inviarlo al Ministero della Salute.
La
proposta progettuale è stata valutata favorevolmente dal Comitato di
valutazione, appositamente istituito presso la Direzione generale del Ministero
della Salute, che ne ha dato comunicazione con nota dell’8 maggio scorso.
E’ noto
che il posto privilegiato, dove tutte le donne in gravidanza afferiscono, é il
punto nascita.
In
considerazione di ciò, si è deciso di individuare quale territorio di
riferimento, al fine di poter espletare l'azione integrata ospedale-territorio
che il progetto prevede, la provincia di Catanzaro in cui ricade il punto
nascita dell'Azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio” che, nell'anno 2016, ha
effettuato il maggior numero di parti in regione, 2192, e, conseguentemente,
l'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.
Il
progetto in via sperimentale, sarà realizzato nella provincia di Catanzaro e, sulla
scorta dei risultati ottenuti, successivamente sarà riproposto nelle altre
quattro province, previa formazione di una equipe multidisciplinare che possa
avviare nel proprio territorio il modello sperimentato.
Sì
precisa che il progetto, che avrà una durata di 18 mesi, ha ottenuto un
finanziamento pari ad euro 109 mila 205.
Grazie,
assessore. Ci riteniamo pienamente soddisfatti.
Passiamo
al secondo punto all'ordine del giorno, le interrogazioni a risposta scritta,
ai sensi dell'articolo 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale. La
prima interrogazione è la numero 248/10^ di iniziativa
del consigliere Nicolò “Sulla mancata pubblicazione degli incarichi vacanti di
continuità assistenziale”. Cedo la parola all'interrogante.
Si
tratta di un’interrogazione datata 29 dicembre 2015 e superata dagli eventi,
per cui la ritiro. Grazie.
Passiamo
alla successiva interrogazione, la numero 342/10^ di iniziativa del consigliere
Guccione “Sulla situazione della Sanità calabrese”. Cedo la parola al
consigliere Guccione per l’illustrazione.
E’ già
stata illustrata. Aspetto la risposta della Giunta.
Chiedo il rinvio di questa
interrogazione ad un momento successivo di questa stessa seduta, cui potrà
rispondere il presidente Oliverio, che arriverà a breve, in quanto attualmente
impegnato in una riunione urgente riguardante una crisi idrica a Reggio
Calabria.
Aspettiamo il Presidente della Giunta
regionale.
L'importante è che
l’interrogazione non venga rinviata come l'altra volta, Presidente.
La sanità non può attendere.
Aspettiamo il Presidente per la
risposta e la rinviamo ad un momento successivo della seduta odierna.
Passiamo
all'interrogazione numero 343/10^ di iniziativa del consigliere Guccione “In
ordine all'immediata sottoscrizione di un accordo transattivo tra Regione
Calabria, Regione Marche ed INRCA di Ancona, al fine di avviare un rilancio
dell’IRCA di Cosenza”.
La illustri, consigliere
Guccione, prego.
Questa interrogazione riguarda
l’INRCA, un istituto di ricerca che risiede a Cosenza, che è l'unico presente
in Calabria che si occupa di un settore nevralgico della sanità calabrese che è
quello delle patologie dell'invecchiamento.
Come lei sa - perché è esperto
-, ormai la popolazione italiana e calabrese invecchia, quindi, c'è bisogno,
per un adeguato, puntuale e confortevole invecchiamento della popolazione, di
fare ricerca scientifica.
È un punto nevralgico, in un
settore nevralgico che è la sanità.
L’INRCA ha avuto un problema di
rallentamento degli investimenti, perché è nato un contenzioso, negli anni
scorsi, verso la sede madre dell' INRCA di Cosenza,
che è quella di Ancona. Sono passati diversi anni e alla fine - è notizia di
qualche settimana fa - finalmente è stata siglata la transazione tra la Regione
Calabria, l’INRCA di Ancona e la Regione Marche.
Noi dobbiamo pretendere dalla
Regione Marche un piano di investimenti per l'INRCA di Cosenza sia per quanto
riguarda l’Azienda sanitaria sia per quanto riguarda il potenziamento medico
delle nuove tecnologie.
Ritengo importante questa fase -
positiva la chiusura della transazione - ma la Regione Calabria si deve
impegnare perché la Regione Marche e l’INRCA di Ancona sottoscrivano un piano
di investimenti per il rilancio dell’INRCA di Cosenza.
La risposta della Giunta, prego.
In relazione all'interrogazione in
oggetto, si fa presente che sono stati effettuati altri incontri di carattere
tecnico con i rappresentanti della sede centrale dell’INRCA, al fine di
addivenire a una transazione sulle somme vantate a credito da parte del
medesimo Istituto.
Essendo la Regione Calabria in regime di
Piano di rientro, si è resa necessaria un’interlocuzione, avvenuta in maniera
congiunta, con i suddetti rappresentanti e con i Ministeri affiancanti.
Consumati questi passaggi, si è addivenuti
alla redazione del DCA numero 118, del 24 Maggio 2018,
con il quale è stato approvato lo schema di accordo transattivo tra la Regione
Calabria, la Regione Marche e l’INRCA. L'accordo transattivo è già stato
sottoscritto dalle parti interessate.
Prego, consigliere Guccione per la
replica.
Proprio in virtù di questo atto
transattivo, è necessario che la Regione si adoperi affinché ci sia un piano
degli investimenti per l’INRCA di Cosenza per un aumento dei posti letto, il
rinnovo dei requisiti tecnologici, un piano per l'occupazione delle figure
professionali necessarie alla ricerca nel campo geriatrico e del trattamento
riabilitativo in regime post acuzie ospedaliera, perché questa è la missione dell’INRCA.
Ritengo che questo debba essere fatto nel
momento in cui si firma l'atto transattivo - è un atto separato dalla
transazione - perché da questo dipende il rilancio di un ente importantissimo
che può essere utile alla sanità calabrese.
Grazie, consigliere Guccione.
Ora passiamo all'interrogazione 344/10^ di
iniziativa del consigliere Greco recante: “In ordine agli affidamenti servizi
accessori a quelli ospedalieri”.
Il sottoscritto, nella qualità di
consigliere regionale della Calabria, intende richiedere ogni elemento di
conoscenza relativo ai servizi accessori a quelli ospedalieri, affidati a
società esterne o cooperative da parte delle Aziende ospedaliere e dalle ASP
calabresi.
Chiedo al Presidente della Giunta
regionale: quali società o cooperative gestiscano i servizi accessori a quelli
ospedalieri in tutte le Aziende ospedaliere ed ASP della Regione Calabria, ad
esempio: autoparco, vigilanza, gestione archivi telematici, call center, front
office, mensa; se siano già scaduti i termini di affidamento per la gestione
dei servizi previsti in sede di gara; se e quali società agiscano ancora in
regime di prorogatio;
se siano previste nuove procedure di gara per l'affidamento di servizi
accessori a quello ospedalieri.
Risponde l’assessore Musmanno. Prego.
Grazie. In riferimento all'interrogazione,
sì precisa che da un'indagine effettuata presso ciascuna Azienda del sistema e
del servizio sanitario regionale interpellate, risulta che:
per il servizio Autoparco:
ASP Reggio Calabria:
servizio scaduto senza nuovo affidamento;
G.O.M di Reggio
Calabria: servizio in corso con scadenza il 4 agosto 2019: ditta Traffic srl; ASP di Cosenza: gara scaduta in prorogatio, ditta Blu Service con gara in itinere;
Azienda ospedaliera di
Cosenza: nessun servizio;
ASP di Vibo Valentia:
nessun servizio;
Azienda ospedaliera di
Catanzaro: nessun servizio;
ASP di Crotone: nessun
servizio;
A.O.U. Mater Domini:
assente;
ASP di Catanzaro:
procedura CONSIP, ditte LEASE plan, ALD e ARVAL. I
contratti sono scaduti ed in attesa di rinnovo che avverrà mediante procedura
CONSIP, ad esclusione ditta ARVAL ancora in esecuzione;
per i servizi di Vigilanza:
ASP di Reggio Calabria:
ditta Europol S.p.a. in prorogatio;
G.O.M. di Reggio
Calabria: scadenza 31 marzo 2021- RTI Full Service srl, Sicurcenter
S.p.a. Europol Srl;
ASP di Cosenza: gara
scaduta in prorogatio, ditta Torpedine s.r.l. più
Istituti riuniti di vigilanza - in corso gara gestita dalla Stazione Unica
Appaltante;
Azienda ospedaliera di
Cosenza: gara S.U.A. Istituti riuniti di vigilanza;
ASP di Vibo Valentia:
affidata fino al 31 marzo 2021 ditta Istituti privati di Vigilanza S.r.l.
Azienda ospedaliera di Catanzaro: non sono segnalati i contratti in essere;
ASP di Crotone: servizi
in proroga. L'azienda è in attesa di firmare il contratto con la ditta SICUR
TRANSPORT da gara S.U.A.;
A.O.U. Mater Domini:
servizio in proroga all’Istituto di vigilanza privata notturna e diurna S.r.l.
di Catanzaro. Adesione al lotto numero 1 della gara S.U.A., già aggiudicata
alla stessa ditta;
ASP di Catanzaro: ditta Securpol Group attualmente in regime di proroga mediante
contratto ponte con scadenza 16 settembre 2018;
per la gestione archivi telematici:
per questo servizio non è stata chiarita la
natura dello stesso in relazione all'eventuale gestione di servizi specifici,
server, software, applicativi vari, manutenzione e service;
ASP di Reggio Calabria:
gestione in capo a ditte diverse che gestiscono i vari servizi;
G.O.M. di Reggio
Calabria: assente;
ASP di Cosenza: gestione
in capo a ditte diverse che gestiscono i vari servizi;
Azienda ospedaliera di
Cosenza: nessun servizio;
ASP di Vibo Valentia:
affidata fino al 31 dicembre 2019 ditta SINAPSIS e CAMPIONE Informatica S.r.l.
per gestione ricette fino a luglio 2019;
Azienda ospedaliera di
Catanzaro: in corso procedura CONSIP-FAST WEB per gestione server;
ASP di Crotone: ditta Cromix;
Azienda Materdomini:
adesione CONSIP per gestione server, scadenza 2021;
ASP di Catanzaro:
servizio non esternalizzato, tuttavia i software e gli applicativi utilizzati
per i servizi aziendali sono affidati a soggetti che risultano i titolari dei
relativi diritti di privativa industriale;
per quanto riguarda i servizi call center-
front-office:
ASP di Reggio Calabria:
gara scaduta, in fase di deliberazione bando di gara per Call Center unificato
ASP di Reggio Calabria più G.O.M. di Reggio Calabria. Attuale proroga affidata
a Telecom;
G.O.M. di Reggio
Calabria: in proroga fino al 2018, in programma nuova gara anche per il
front-office;
ASP di Cosenza: gara
scaduta in prorogatio, ditta Coop SEAT. Delibera
capitolato S.U.A. in approvazione;
Azienda ospedaliera di
Cosenza: servizio in essere fino a febbraio 2019 con la ditta SEAT COOP SOC.
A.R.L.:
ASP Vibo Valentia:
procedura attivata fino a marzo 2019, ditta Planet Call Direct;
Azienda ospedaliera di
Catanzaro: gara scaduta ditta Inginia S.r.l.. In corso gara unica per Call Center Area Centro, in
fase di aggiudicazione;
ASP di Crotone:nessun servizio;
A.O.U. Mater Domini:
scadenza 30 marzo 2019 con gara MEPA aggiudicata all’A.T.I. ditta Benex s.r.l. più ISI Global S.r.l.;
ASP di Catanzaro: in
corso gara unica per Call Center Area Centro in fase di aggiudicazione;
per il servizio mensa:
ASP di Reggio Calabria:
scaduta e ad attualmente in proroga alla ditta Gerico S.r.l. In corso procedura
negoziata per un anno.
G.O.M. di Reggio
Calabria: scadenza 23 Marzo 2021, ditta Elior ristorazione S.p.a;
ASP di Cosenza: gara
scaduta in prorogatio alla ditta SIARC più Eurosist per il presidio ospedaliero di Acri, in attesa
gara S.U.A;
Azienda ospedaliera di
Cosenza: gara S.U.A. scadenza maggio 2021, ditta La Cascina Global Service ;
ASP di Vibo Valentia:
procedura attiva fino a novembre 2018 con la ditta Dussmann,
a scadenza previsione di gara S.U.A.;
Azienda ospedaliera di
Catanzaro: convenzione S.U.A, lotto numero 6, scadenza dicembre 2021 R.T.I. Elior Ristorazione e Ristorart
Toscana S.r.l.;
ASP di Crotone: scadenza
febbraio 2021, ditta Consorzio Nazionale Servizi di Bologna più convenzione Consip, ditta Sodexo;
A.O.U. Mater Domini: in
atto scadenza 31 dicembre 2018 dal lotto numero 1 gara S.U.A. ditta Scamar S.r.l. Già in corso nuova gara della sua S.U.A.
ASP di Catanzaro: ditta
SIARC di Catanzaro con scadenza 30 giugno 2019.
Per replica, può intervenire il
consigliere Greco.
Devo dichiararmi moderatamente
soddisfatto, perché su alcuni punti, assessore, mi aspettavo più precisione,
soprattutto avrei voluto capire meglio la situazione delle società che sono in
regime di prorogatio.
Che cosa significa? Significa che sarebbe
stato necessario spiegare: l'anno in cui la gara scade o è scaduta e quanto
dura il regime di prorogatio.
Per esempio, se dovesse esserci una gara
per l’affidamento di un servizio per un tempo stabilito di due anni e, poi, in prorogatio dura
quattro - beh! -, qualche problema c'è!
Su questo, mi riservo chiedere una
specifica maggiore perché, chiaramente, la mia finalità non è semplicemente
quella di sapere - che è stato utile - ma di capire come vengono gestiti i
servizi e, soprattutto, come viene gestito questo istituto della prorogatio.
Integreremo il testo.
Passiamo alla prossima interrogazione
numero 345/10^di iniziativa del consigliere Bevacqua “Garanzia di accesso a una
diagnosi precoce per tumore del collo dell'utero”. Prego.
Grazie, Presidente, la mia interrogazione
è nata a marzo, nel momento in cui ho rilevato sul territorio alcune
preoccupazioni in merito alle possibilità ridotte da parte dei consultori per
quanto riguarda i Pap-test non da screening, perché c’è stata una limitazione a
20 Pap-test mensili.
Con questa interrogazione, ho chiesto se
il dipartimento alla Sanità fosse a conoscenza della situazione, se è stata una
disposizione relativa ad un periodo limitato, legato a condizioni particolari,
o se, ormai, rientra nell’ordinarietà.
Se fosse vero, credo che dovremmo
ragionare su come eliminare questa limitazione, perché il tumore del collo
dell'utero è uno dei tumori più diffusi e mortali, anche in Calabria.
Credo che sia nostro dovere capire il
perché di queste limitazioni ed eventualmente risolvere con provvedimenti
amministrativi utili a dare risposte alle donne, perché la prevenzione deve
essere l'elemento cardine di ogni attività legislativa e amministrativa.
Grazie.
Sì, grazie Presidente. Il vigente Piano di
Prevenzione Nazionale prescrive che tutte le Regioni debbano adottare, entro il
2018, un programma di screening organizzato e basato sulla ricerca
dell'HPV-DNA.
Tale infezione è sostenuta da Papilloma
Virus Umano e da diversi genotipi, alcuni dei quali ad alto rischio a causa del
carcinoma cervicale. La ricerca dei genotipi ad alto rischio è più efficace
della citologia tradizionale, basata sul PAP test, nel prevenire tumori
aggressivi ed invasivi.
La riduzione del rischio così ottenuta
consente di estendere l'intervallo di controllo dai tre anni previsti per il
Pap-test, ai 5 anni per l' HPV-DNA.
Il DCA numero 112 del 2016 prevede
l'esecuzione del test primario HPV-DNA nelle microbiologie-virologiche degli
ospedali Hub della Regione Calabria, riservato alle donne in età compresa tra
29 e 64 anni. Il Pap-test viene riservato invece a quelle di età compresa tra
25 e 29 anni, al fine di evitare una sovradiagnosi di
lesioni precancerose che invece regrediscono spontaneamente.
Nell'ASP di Cosenza è attivo il programma
di screening per la prevenzione del cervicocarcinoma
che prima veniva garantito tramite l'esecuzione del solo esame citologico cervico-vaginale (Pap-test), mentre a brevissima scadenza
sarà garantito tramite l'esecuzione sistematica del test per l'HPV-DNA ad alto
rischio.
Infatti, a tal fine, risultano già
complete le procedure di acquisizione di reagenti e di macchine, che sono in
fase di installazione, così come risultano quasi completate le procedure di
arruolamento del personale necessario a garantire tali attività.
Per quanto sopra chiarito, si può
affermare che l'ASP di Cosenza sarà in brevissimo tempo nelle condizioni di
ottemperare a quanto previsto dalle linee guida nazionali sul nuovo test di
screening del cancro della cervice uterina, per cui le aventi diritto, donne
tra i 30 e i 64 anni, saranno invitate con lettera personalizzata a recarsi
presso il consultorio familiare di riferimento per effettuare il prelievo, il
cui test sarà poi eseguito presso il laboratorio di microbiologia e virologia
di riferimento presso l'Azienda ospedaliera di Cosenza.
Riguardo, infine, alla circolare del 21
giugno 2017 che stabilisce un numero massimo di Pap-test non da screening pari
a 20, si precisa che le azioni messe in campo dall’ASP di Cosenza risultano
chiaramente essere tutte tese a superare le criticità segnalate anche
attraverso il reclutamento di personale, già in corso, da dedicare proprio alle
Anatomie Patologiche.
Consigliere Bevacqua, può intervenire per
replica, prego.
Mi ritengo soddisfatto, soltanto - come ho
già fatto nella precedente interrogazione - vorrei invitare il dipartimento
Sanità, l'assessore e la Giunta regionale ad accelerare questi tempi per poter
attivare nel più breve tempo possibile tutti gli strumenti necessari per poter
dare risposte al territorio. Grazie.
Grazie, consigliere. Proseguiamo con
l’interrogazione numero 347/10^ di iniziativa del consigliere Guccione: “In
ordine alle risorse finanziarie derivanti dagli incassi delle tessere
micologiche”. Prego, consigliere Guccione.
Il 4 aprile 2018 ho interrogato il
Presidente della Regione Calabria per conoscere - e avere anche gli atti, non
so se chi risponderà avrà cura di darmeli -: le somme incassate da parte della
Regione Calabria per quanto riguarda le tessere micologiche, distinte per i
singoli anni: 2013, 2014, 2015, 2016, 2017 e anche il riparto per ciascun anno;
gli atti di liquidazione delle medesime; le cifre disponibili, ad oggi ancora
non utilizzate, visto che il mancato adempimento della legge relativa alle
risorse finanziarie derivanti dagli incassi delle suddette tessere, provoca una
serie di questioni che potrebbero comportare anche un danno erariale.
Su questo punto, chiedo una risposta orale
ed anche gli atti relativi.
La risposta della Giunta. Prego.
Per l'annualità 2013:
Nell'anno 2014 al Capitolo 22040830, erano
presenti a saldo della precedente annualità 120.943,20 euro, derivanti dagli
incassi per il rilascio/rinnovo delle tessere micologiche.
Con il decreto del dirigente di settore
del 25 settembre 2014 - legge regionale 30/2001 “Normativa per la
regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei e
ipogei freschi e conservati”, Riparto ed impegno somme capitolo 22040830” sono
state riportate ed impegnate le somme a norma di legge per un importo
complessivo di euro 120.924,20.
Con decreto numero 3641 del 22 aprile 2015
sono state liquidate le somme ai soggetti associativi aventi titolo.
Per l'annualità 2014 – 2015:
Nell'anno 2016 al Capitolo U2204083001,
erano presenti a saldo delle precedenti due annualità 231.517,23 derivanti
dagli incassi per il rilascio rinnovo delle tessere micologiche con delibera di
Giunta regionale numero 488 del 6 dicembre 2016, su richiesta del settore
competente, venivano istituiti i Capitoli afferenti il comparto dei funghi, ai
quali sono state imputate le risorse, secondo la ripartizione percentuale
prevista dalla normativa.
In particolare:
con decreto numero 17259 del 28 dicembre
2016, impegno somme - tasse regionali erroneamente versate per un importo di
euro 1.000,00;
con decreto 17268 del 28 dicembre 2016,
impegno somme - associazioni micologiche anno 2014-2015, per un importo di euro
57.629,31. Con decreto numero 60402 del 19 giugno 2017, le associazioni
micologiche aventi diritto sono state liquidate;
con decreto numero 17274 del 28
dicembre-2016 “Applicazione della legge regionale 30/2001 per un importo di
euro 12.102, 15;
con decreto numero 17276 del 28 dicembre
2016 per un importo di euro 5.762,93;
con decreto numero 17261, impegno somme -
sistema informatico regionale TRAFO per un importo di euro 11.525,86;
con decreto numero 17280 dello stesso
giorno, 28 dicembre 2016, impegno somme 2014-2015 comuni di Catanzaro, Cosenza,
Crotone, Vibo Valentia, provincia di Reggio; Azienda Calabria verde per un
importo di euro 115.258,61;
con
decreto numero 17281 del 28 dicembre 2016, procedimento a contrarre in
attuazione della delibera di Giunta regionale del 14 luglio 2014 per un importo
di euro 9.941,06 dove nell'allegato“A” si prevedeva
l'acquisto di beni e servizi hardware e software per l'attività della
micologia;
con decreto numero 17375 del 29 dicembre
2016, impegno somme per ricerca e studi con università ed enti di ricerca per
un importo di euro 17.288,79;
con decreto numero 17376 del 29 dicembre
2016, per un importo di euro 1.008,52 dove nell'allegato “A” si prevede
l'acquisto di beni e servizi per la realizzazione di stampati e servizi
tipografici.
Per annualità 2016 – 2017:
Nell'anno 2017 al Capitolo U2204083001,
erano presenti a saldo delle precedenti due annualità 307.978,47 euro,
derivanti dagli incassi per il rilascio/rinnovo delle tessere micologiche.
Il settore competente, con nota 395516 del
20 dicembre 2017, richiedeva al dipartimento “Bilancio, Finanze e Patrimonio”
della Regione Calabria il riparto secondo quanto stabilito dalla legge
regionale 30/2001.
Successivamente, con appositi decreti,
sono state impegnate le somme a norma di legge:
con il decreto numero 15762 del 29
dicembre 2017, sono state impegnate euro 76.994, 61;
con decreto numero 15768 dello stesso
giorno sono state impegnate somme 153.989,24;
con decreto numero 15766 del 29 dicembre
2017, somme per un importo di euro 1.500,00;
con decreto numero 15769 dello stesso
giorno, un impegno per un importo di euro 20.000,00;
con
decreto numero 15764 del 29 dicembre 2017, un impegno per complessivi euro
8.945,42.
Le somme attualmente disponibili, già
impegnate, sono complessivamente pari a euro 460.691,37 che saranno utilizzate
al perfezionamento delle obbligazioni giuridiche da parte dei beneficiari.
Di queste, euro 115.258, 61 sono destinati
ai Comuni ricadenti nelle province di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo
Valentia, città metropolitana di Reggio Calabria, nonché all’Azienda Calabria
Verde per le annualità 2014 – 2015, mentre per gli anni 2016 e 2017 le stesse
sono pari a euro 153.989,24.
Così come, per gli anni 2016 e 2017,
risultano da erogare alle associazioni micologiche 76.994, 61. Le somme
residue, pari a 114.448,91 euro, si riferiscono a compiti d'Istituto.
I rendiconti relativi alle somme impegnate
ed ancora non erogate, sono ancora in fase istruttoria, non conclusa in quanto
l'ufficio competente è ancora in attesa degli atti formali e sostanziali da
parte di diverse associazioni micologiche, sollecitate da ultimo con la nota
protocollo numero 142627 del 23 aprile 2018, per consentire sia il riparto che
l'erogazione degli importi riconosciuti. Inoltre, è in fase di istruttoria il
parere da parte dell'ufficio Legislativo regionale sul regolamento previsto
dalla legge regionale numero 30 del 2001, articoli 5 ter e 36, sulle “modalità
e i programmi per l'erogazione dei corsi didattici per la raccolta dei funghi
epigei spontanei”, approvati dal Comitato tecnico per la difesa del patrimonio
naturalistico e fungino della Calabria che verrà proposto per la definitiva
approvazione da parte della Giunta regionale e a seguito del quale verranno
impiegate le risorse già impegnate per i corsi suddetti.
Chiedo all’assessore di avere copia della
risposta per avere la possibilità di verificare tutte le cifre che ha riferito,
perché sono state numerose, e lo ringrazio per la risposta.
Passiamo alla prossima interrogazione
numero348/10^ di iniziativa del consigliere Guccione “Sulla strategia regionale
per le Aree interne”. Prego.
Nella relazione della Banca d'Italia,
riferimento alla Calabria, sul capitolo delle Aree interne dice testualmente in
questo modo: “Tuttavia, ad aprile 2018 la Calabria era l'unica Regione per cui
mancava ancora l'approvazione definitiva della strategia da realizzare
nell’area pilota”.
Siamo sempre ultimi, anche se la questione
delle aree marginali o delle aree interne è fondamentale per una regione come
la nostra. Se andiamo a vedere i dati, il 55 per cento della popolazione
risiede in questi comuni, in aree marginali, e vive in una situazione di grande
difficoltà. Continua uno spopolamento evidente per mancanza di servizi, per
qualità della vita, per opportunità di lavoro. La Regione Calabria cosa fa?
Stanzia 200 milioni di euro, più 8 milioni su PSR di fondi comunitari, e a fine
legislatura ancora siamo alle chiacchiere, siamo all'elaborazione.
Precisamente i fondi sono 192 milioni di
fondi FESR, 8 milioni fondi PSR.
Ho presentato un’interrogazione urgente - anche
questa datata nel tempo ormai, ad aprile - per chiedere quali siano i tempi per
avviare concretamente i progetti per le 10 aree interne individuate dalla
Regione Calabria, utilizzando le ingenti risorse disponibili.
Tutto ciò considerato che siamo a un anno
dalla fine della legislatura - siamo oltre i 4 anni - e siamo ancora alle
carte, alle chiacchiere, rispetto ad una questione strategica per lo sviluppo
della Calabria che riguarda quasi 300 comuni e ancora oggi dobbiamo registrare
ritardi e la tirata d'orecchie alla Calabria nel report della Banca d'Italia,
presentato qualche giorno fa.
La risposta della Giunta regionale. Prego.
Dire che siamo sempre ultimi è
un po’ ingeneroso. Non è così, però, su questo aspetto specifico, fornisco
tutte le delucidazioni.
Non lo dico io, lo dice Banca
d’Italia. E’ autorevole Banca d’Italia, no?
Dire che siamo sempre ultimi
forse è un po’ ingeneroso per questa Amministrazione.
Possiamo fare altri mille esempi
in cui l’Amministrazione si è distinta: da dati sempre ufficiali, il programma
di avanzamento della spesa sul POR della Regione Calabria, per esempio, non mi
pare si collochi all’ultimo posto.
Da dove partivamo a dove siamo
oggi, è un dato che non riportiamo noi, lo riportano altri.
A parte questa osservazione, sul
tema specifico delle Aree interne è bene chiarire la situazione. Devo dire,
purtroppo, che la risposta è un po’ articolata. Mi scuserà, quindi, il
Presidente se mi tratterrò nel fare un excursus
che evidenzia anche le problematiche e la complessità che abbiamo dovuto
affrontare in Calabria.
La coesione territoriale
rappresenta un obiettivo prioritario del programma di governo della Giunta
regionale. In questa cornice il POR Calabria 2014-2020, sia per quanto riguarda
il FESR sia per quanto riguarda il FSE, si distingue nel panorama nazionale per
la rilevanza che attribuisce alle politiche territoriali, sia sul piano degli
interventi, per lo sviluppo urbano sostenibile, sia per ciò che riguarda la
strategia di riequilibrio territoriale.
A favore delle Aree interne,
come giustamente ricordava il consigliere Guccione, il POR prevede una
significativa dotazione finanziaria, articolata per Assi, pari a 192,3 milioni
di euro, poco meno del 10 per cento del totale delle risorse.
A questo ammontare si devono
aggiungere 191 milioni di euro a favore delle Aree urbane, per come previsto
dalla delibera di Giunta regionale numero 326 del 25 luglio 2017.
Sempre nell’ambito della
programmazione dei fondi SIE (Fondi strutturali e d’investimento europei), il
programma di sviluppo rurale FEASR ha previsto per lo sviluppo locale oltre 50
milioni di euro, di cui 5 milioni a favore delle Aree interne.
A ulteriore supporto delle
azioni per lo sviluppo territoriale, nell’ambito del Patto per la Calabria,
l’Amministrazione ha programmato risorse consistenti derivanti dal Fondo di
Sviluppo e Coesione (FSC) 2014-2020 e da altri diversi fondi nazionali e
comunitari in settori prioritari, come ad esempio la difesa del suolo o
l’adeguamento degli edifici scolastici, per un totale complessivo, in soli
questi due settori, di oltre 77 milioni di euro. Tutti destinati ai Comuni, in
tutto 128, che, con la delibera di Giunta regionale numero 490 del 2015, sono
stati identificati in coerenza con il sistema di classificazione nazionale come
contesti delle Aree interne in particolari condizioni di svantaggio. In questo
quadro di programmazione la strategia per le Aree interne costituisce, tra
tutte le Regioni italiane, l’intervento più strutturato e rilevante sotto il
profilo degli investimenti mobilitati.
La Calabria è l’unica Regione
d’Italia che mette in campo una politica territoriale di vasta portata che
investe tutto il territorio regionale in condizioni di marginalità,
spopolamento e perifericità.
La metodologia utilizzata dal
Governo nazionale, nell’impostare nel 2014 la Strategia nazionale per le Aree
interne (SNAI), definisce le Aree interne rispetto alla loro distanza dai
centri di offerta di servizi di base.
Secondo questa classificazione
la Calabria presenta una netta prevalenza di Comuni classificati come Aree
interne, ben 323, pari quasi all’80 per cento del totale, cui fa capo poco più
della metà della popolazione calabrese, con una forte incidenza dei Comuni
periferici e ultraperiferici (40 per cento contro il 22,5 per cento a livello
nazionale).
Di fronte a questi dati e
proprio in ragione del particolare rilievo che si è voluto attribuire al
fenomeno dello spopolamento, quale indicatore rappresentativo delle condizioni
di forte svantaggio e indebolimento dei contesti locali regionali,
l’Amministrazione regionale, nel documento approvato con la già citata delibera
di Giunta regionale numero 490 del 2015, ha identificato le situazioni più
critiche, tra le categorie di Comuni periferici e ultraperiferici, individuando
128 Comuni target, avendo, nel
periodo 1981-2011, variazioni negative della popolazione, uguali o superiori al
10 per cento.
Il Governo regionale, partendo
dai territori delle aree interne, dalle loro problematiche, dalle criticità in
ordine alla marginalità, all’insufficiente qualità dei servizi, alle diffuse e
gravi dinamiche di spopolamento, ha messo in campo un disegno concretamente
integrato negli obiettivi e nelle risorse finanziarie provenienti da svariate
fonti, finalizzato a comporre e mettere a sistema azioni e attori in una
cornice coerente di tempi e investimenti.
Sono state fissate priorità e
crono-programmi il cui primo passaggio coincide necessariamente con
l’attuazione della Strategia nazionale per lo sviluppo delle Aree interne, nel
quadro dell’Accordo di partenariato per la programmazione 2014-2020, alla quale
la Calabria ha aderito.
Come noto, l’Italia ha adottato
questa strategia nel Piano nazionale di riforma per contrastare la caduta
demografica e rilanciare lo sviluppo ed i servizi di queste aree, attraverso
fondi ordinari della legge di stabilità ed i fondi comunitari.
La SNAI si basa sulla
definizione e la messa in campo di interventi in alcune “aree-pilota” con un forte
ruolo di indirizzo e coordinamento del Comitato tecnico nazionale aree interne
(CNAI), insediato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e composto
dalle rappresentanze di diversi Ministeri.
L’avanzamento della SNAI è
costantemente monitorato ed è oggetto di specifica relazione annuale al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione
economica) da parte del Ministro per la coesione territoriale.
L’attuazione della SNAI nelle
Aree-pilota consente di sperimentare modelli d’azione, interventi ed esperienze
che possono essere poi applicati su larga scala al territorio, in particolare,
per quanto riguarda la Calabria nei rimanenti ambiti sopra citati elencati nel
POR.
Con la delibera di Giunta
regionale numero 490 del 2015, di comune intesa e su proposta del CNAI, sono
state selezionate quattro aree-pilota nel quadro della SNAI: Reventino-Savuto (14 Comuni, con popolazione pari a 22.336
abitanti nel 2011), Area grecanica (11 Comuni, con popolazione di 18.546
abitanti nello stesso anno), versante Ionico-Serre (14 Comuni, con 34.384
abitanti), Sila e Pre-sila crotonese cosentina (19 Comuni per 28.809 abitanti).
Nella stessa delibera di Giunta
regionale, su proposta del citato CNAI, è stata individuata l’Area Reventino-Savuto quale area-progetto sulla quale avviare la
sperimentazione per la SNAI, nonché l’Area grecanica, quale eventuale seconda
area-progetto da candidare alla sperimentazione.
La legge di stabilità 2014 ha
destinato 90 milioni di euro per il finanziamento di interventi in 23 Aree
progetto-pilota, tra cui l’Area del Reventino-Savuto.
Successivamente, la legge di
stabilità 2015 ha stanziato altri 90 milioni di euro per ulteriori 23 aree, tra
cui l’Area grecanica.
Nel corso del 2016 sono stati,
quindi, avviati i lavori di elaborazione delle strategie di queste prime due
Aree.
Per quanto riguarda le altre due
Aree, la legge di stabilità 2016 ha stanziato oltre 90 milioni di euro per il
periodo 2019-2021, di cui una parte, 3.740.000 euro, per gli ambiti del
versante Ionico- Serre e Sila, Presila crotonese e cosentina.
Non appena il CNAI avrà
operativamente avviato l’interlocuzione con i sindaci la fase di progettazione,
finalizzata alla stipula dei rispettivi Accordi di programma potrà, quindi,
essere avviata anche per questi territori.
Per ciò che riguarda il
contributo del Programma di sviluppo rurale (PSR 2014-2020) l’intervento del
FEASR, in coerenza con l’Accordo di partenariato, riguarda gli ambiti delle
Aree rurali, ammessi al Programma leader,
con riferimenti specifici nella sezione 8.1 e nella misura 19 del Programma.
La strategia per le Aree interne
riguarda, quindi, i territori classificati come “C” e “D”
e viene esplicitata all’interno di ogni Piano di azione locale.
Nel bando a valere nella misura
19, approvato con delibera del dirigente generale numero 7853 del 5 luglio
2016, è stata, pertanto, prevista la quota di riserva di risorse finanziarie,
finalizzate alla strategia, fino alla concorrenza di 5 milioni di euro.
In seguito alle attività
istruttorie del dipartimento agricoltura sono state allocate le risorse sia per
l’Area grecanica sia per il Reventino-Savuto.
In questo quadro, quindi, i
Gruppi di azione locale (GAL), nell’ambito dei rispettivi PAL (Piani di azione
locale), hanno in carico l’attuazione della strategia per le Aree interne per
ciò che riguarda il contributo del FEASR. Se questo è il quadro programmatorio
degli investimenti, sotto il profilo dell’avanzamento amministrativo, tecnico e
finanziario, il percorso di progettazione delle strategie delle Aree ricomprese
nella SNAI si sta svolgendo in stretta coerenza con quanto previsto dalle linee
guida e gli indirizzi del CNAI.
Nel mese di aprile 2017 il CNAI
ha comunicato l’approvazione del “Preliminare della Strategia d’Area” per
l’Area-progetto Reventino-Savuto.
Nel luglio del 2017 l’Area Reventino-Savuto ha inviato al CNAI la proposta definitiva
della Strategia d’Area.
Attualmente sono in fase di
perfezionamento i documenti di programmazione, alla luce delle osservazioni del
Comitato nazionale.
Si è, quindi, prossimi alla
firma dell’Accordo di programma ed alla fase attuativa.
Per quanto riguarda l’Area
grecanica nel mese di marzo 2017 il CNAI ha comunicato le proprie osservazioni
alla cosiddetta “bozza di idee” predisposta dal partenariato locale.
Nel mese di ottobre 2017 l’Area
ha inviato al CNAI ed alla Regione il Preliminare di strategia, relativamente
al quale sono state formulate osservazioni di merito.
Nel mese di gennaio 2018 il CNAI
ha comunicato l’approvazione del Preliminare di strategia.
Ad oggi, l’amministrazione
regionale sta supportando fattivamente i rappresentanti dell’Area per giungere
in tempi rapidi alla elaborazione definitiva della strategia d’Area e delle
schede progettuali.
Nel mese di gennaio 2018 è stata
approvata la delibera della Giunta regionale numero 2 con cui l’Esecutivo ha
stabilito per l’Area Reventino-Savuto e per l’Area
grecanica una compartecipazione regionale, a valere sul POR Calabria 2014-2020,
pari al doppio delle risorse stanziate dalle leggi di stabilità per ciascuna
Area.
In particolare, le leggi di
stabilità sopra richiamate hanno destinato 3.740.000 euro per l’Area Reventino-Savuto e 3.740.000 euro per l’Area grecanica.
Per ciascuna Area la
compartecipazione regionale, quindi, sarà pari a 7.480.000 euro.
Si tratta di un cofinanziamento
regionale della SNAI che risulta tra i più alti a livello nazionale.
Si evidenzia, inoltre, la
recentissima approvazione da parte dei sindaci dell’Area del Reventino-Savuto della loro strategia territoriale e delle
relative schede nelle operazioni.
Nel complesso le quattro Aree,
identificate come ambiti di sperimentazione nella SNAI, interessano 58 Comuni,
di cui 51 ricompresi tra quelli previsti dalla delibera di Giunta regionale
numero 490 del 2015, pari quasi al 40 per cento del totale di quelli previsti
dalla strategia regionale (128), con una popolazione di 104.175 unità.
Le risorse mobilitate da
destinare, assumendo anche quelle per le ultime due Aree (Versante Ionico-Serre
e Sila e Pre-Sila crotonese e cosentina) un impegno finanziario pari a quello
espresso per il Reventino-Savuto e per l’Area
grecanica, ammonterebbero a circa 70 milioni di euro, pari al 36 per cento del
totale previsto per la strategia regionale.
Si tratta, pertanto, di una
quota significativa di strategia regionale che si integra alla componente
nazionale.
Questa parte della strategia,
dunque, è avviata e in buona misura prossima alla fase attuativa.
Il rispetto dei crono-programmi
è in linea con quanto stabilito e coerente con l’avanzamento medio generale
della SNAI a livello nazionale.
In stretta coerenza e sinergia
con la SNAI e alla luce delle esperienze maturate nel corso della fase di
elaborazione della stessa strategia nazionale nelle Aree-pilota, è stata
elaborata quale misura di semplificazione una proposta di revisione del POR che
sarà presentata al prossimo Comitato di sorveglianza nel mese di luglio e che
prevede, oltre ai quattro ambiti, corrispondenti alle quattro Aree-progetto
della SNAI, di realizzare la strategia per le ulteriori Aree interne con altri
strumenti di attuazione. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, dopo questo “fiume
di parole” da parte dell’assessore, sono sempre più preoccupato.
Il quadro generale che emerge è
che siamo ancora in ritardo. Si dice “prossimamente… vedremo…” ma è finita la
Legislatura e quei Comuni attendono, anzi, sono stati illusi, poiché queste
politiche sarebbero dovute partire da almeno due anni.
E’ questo il punto! Dobbiamo dare
merito alla prossima Legislatura che si avvantaggerà dei frutti di questo
lavoro. Oggi il rischio è quello di creare sui territori quella “rabbia
sociale” che si scatena contro le Istituzioni perché poi alle parole non
corrispondono i fatti.
Assessore, se un sindaco delle
Aree interne ha ascoltato il suo discorso, si sarà fatto un’idea.
Non per colpa sua, anche perché
non è il suo settore; è stato, tra virgolette, costretto a leggere la risposta.
Creiamo solo rabbia sociale.
Regaliamo ai populisti e ai sovranisti il consenso elettorale perché quello che
emerge è che non siamo impotenti rispetto ad un settore strategico, nevralgico.
Le ripeto: in questi Comuni, che
sono state individuati come Aree interne, vive il 55 per cento della
popolazione calabrese.
Ancora oggi ci sentiamo dire:
“prossimamente… vedremo… faremo…”.
Questo è un atteggiamento
sbagliato che registro in tanti campi di attività della Giunta regionale e che
rischia di farci implodere politicamente e anche dal punto di vista
amministrativo.
Grazie, consigliere Guccione.
Il
consigliere Guccione ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
L’interrogazione numero 351/10^,
di mia iniziativa, non è più attuale, visto il tempo trascorso, perché è stata
già fornita risposta positiva.
L’interrogazione è ritirata.
Perfetto, grazie.
Passiamo alla prossima
interrogazione numero 349/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò: “Istituzione
di un reparto di cardiochirurgia pediatrica nella città metropolitana di Reggio
Calabria”. Prego, consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrarla.
Presidente, spesso siamo
intervenuti attraverso atti e attività di sindacato ispettivo per evidenziare
questioni afferenti le criticità del sistema sanitario.
La tutela della salute, citata
dalla nostra Carta costituzionale, dovrebbe essere garantita ma spesso è
negata.
Abbiamo parlato, discusso,
dibattuto su questioni che riguardano il fenomeno della migrazione sanitaria,
per quanto concerne le patologie, addirittura anche sui servizi minimi non
garantiti: per una tac bisogna attendere sei mesi la
lista d’attesa; lo stesso dicasi per una risonanza magnetica.
Chi ha problemi di salute
farebbe prima a prenotare un loculo al cimitero!
Questa è la situazione che vive
la Calabria, ma con questa interrogazione ho esteso, tra virgolette, la
possibilità di garantire il diritto della salute anche ai minori. Non l’ho
fatto solo perché un giorno ho pensato di farlo tanto per rappresentare una
criticità, ma perché le statistiche ci dicono che la necessità di erogare
questo servizio è crescente, rispetto ad un settore che riguarda e
riguarderebbe un contesto molto fragile.
La richiesta è quella di capire
se ci sono le condizioni per l’istituzione di un centro di rianimazione
pediatrico, allargato anche ad un centro di chirurgia pediatrica, presso il
Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli”,
atteso che non esiste in Calabria un servizio di questo genere.
Ho rappresentato la situazione
con questa interrogazione che è datata a qualche mese fa, ma ci sono anche
interrogazioni pregresse, superate.
Pregherei di valutare le
interrogazioni, anche nel merito, prima di discuterle in Aula e verificare se
ci sono le condizioni per discuterle. Se ci portate le interrogazioni del 2015,
tanto per evaderle, perdiamo tempo.
In sinergia Giunta regionale e
Consiglio dovrebbero garantire con responsabilità efficacia ed efficienza ai
servizi all’attività di Aula.
Rivolgendomi alla Giunta
regionale o a chi è preposto a rispondermi - il presidente Oliverio oggi non
c’è, è assente, mi diceva il capogruppo del PD Romeo che sarebbe rientrato - mi
auguro che in questa circostanza si possa dare una risposta esaustiva, senza
“se” o con le solite risposte interlocutorie, come diceva il consigliere
Guccione, ma “vedremo, faremo” considerato che la scorsa volta abbiamo
archiviato le questioni della sanità perché non c’era il presidente Oliverio, quelle
del turismo idem.
Prego, assessore Musmanno, ha
facoltà di rispondere.
Tocca ancora a me rispondere.
Questa volta la risposta è molto più secca e lapidaria.
La Regione Calabria è dotata di
una rete per l’emergenza-urgenza cardiologica e di una cardiochirurgia tra le
migliori in Italia, per ammissione stessa da parte del Ministero della Salute.
Questa rete garantisce l’assistenza ai pazienti calabresi attraverso strutture
pubbliche e private che progressivamente incrementano il numero di prestazioni
cardio-chirurgiche, riducendo anche la mobilità passiva. Il tutto nel rispetto
dei dettami del decreto ministeriale numero 70 del 2015, con il quale sono
stati definiti gli standard minimi e
massimi delle strutture per singola disciplina.
La Regione Calabria non prevede
nel suo Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera la strutturazione di
una cardio-chirurgia pediatrica e ciò avviene nel rispetto di quanto previsto
dallo stesso decreto ministeriale numero 70 del 2015 che per le
cardio-chirurgia pediatriche stabilisce un bacino di utenza di riferimento
compreso tra un minimo di 4 e un massimo di 6 milioni di abitanti. Tali
parametri tengono conto della necessità per le Alte specialità di offrire,
attraverso una concertazione, una buona qualità di prestazioni in un numero
limitato di presidi, con un ampio bacino d’utenza per ciascuna struttura
organizzativa.
Nelle Regioni con popolazione
inferiore ai valori-soglia del bacino di utenza per specifica disciplina, come
nel caso della Regione Calabria, l’attivazione di strutture operative della
specifica disciplina è subordinata alla stipula di un accordo di programmazione
integrata interregionale con le Regioni confinanti, in modo da garantire il rispetto
del valore-soglia del relativo bacino di utenza, secondo le indicazioni
contenute nel decreto ministeriale numero 70 del 2015 e nel nuovo Patto per la
salute, proprio per garantire ai propri cittadini e, in particolare, ai piccoli
pazienti cardio-chirurgici, il miglior trattamento assistenziale possibile.
Grazie. Prego, consigliere
Nicolò può intervenire per replica.
Assessore, quali sono le Regioni
confinanti, se esiste una convenzione?
Immagino che le convenzioni
siano in corso di stipula o siano state stipulate. Non sono in grado di fornire
una risposta su questo specifico punto. Mi riservo di integrare questo aspetto
specifico.
Va bene, grazie.
Proseguiamo con l’interrogazione
354/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò e Orsomarso “Nomina direttore
distretto sanitario ASP di Vibo Valentia”. Prego, consigliere Orsomarso, ha
facoltà di illustrarla.
Non so se il collega Pasqua
vuole intervenire, trattandosi della sua provincia, ma questa è
un’interrogazione risolta dalla cronaca degli ultimi giorni perché ci pare di
capire che tutti gli elementi posti in questa interrogazione sull’affidamento
di incarico di direttore sanitario, privo di titoli, siano diventati nelle
scorse ore oggetto di cronaca.
Quindi non so se, ribadisco, può
intervenire il collega Pasqua che conosce l’argomento più di me.
Chiedo scusa, nomina del
direttore di distretto.
Sì, direttore di distretto.
Chiedo scusa.
Grazie, collega Orsomarso,
abbiamo appreso dalla stampa che c’è stato un provvedimento da parte del
giudice ordinario, in funzione di giudice del lavoro, e vorremmo sapere, a
questo punto, quali provvedimenti ha posto in essere l’Azienda per
l’espletamento di questo importante servizio. Grazie.
Per la Giunta regionale ha
facoltà di intervenire l’assessore Musmanno, prego.
Ho una risposta che spero sia
coerente con il quesito che è stato formulato.
Con riferimento
all’interrogazione sulla nomina del direttore del distretto sanitario ASP di
Vibo Valentia si comunica che l’Azienda sanitaria di Vibo Valentia ha
pubblicato sul proprio sito un avviso di selezione con l’indicazione dei
requisiti di partecipazione, ai sensi della normativa di legge.
Con deliberazione numero 158 del
2 maggio 217 è stata nominata la relativa Commissione esaminatrice che, dopo
aver proceduto all’ammissione dei candidati ed effettuate le valutazioni di
competenza, con nota, protocollo numero 33848 del 2017, ha trasmesso una
proposta complessiva di nominativi dei candidati idonei, oggettivamente
considerata come “terna di idonei”, avendo riscontrato tra i partecipanti un
equilibrio in ordine ai requisiti richiesti dall’avviso di che trattasi e dalle
emerse caratteristiche formative e professionali.
Con deliberazione del 23
novembre 2017, dato atto, in conformità con le linee di indirizzo regionali,
che la procedura di selezione avviata da una ASP per il conferimento
dell’incarico di direttore di distretto socio-sanitario non ha carattere
concorsuale, ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo numero 165 del
2001, in quanto si articola secondo uno schema che prevede, non lo svolgimento
di prove selettive, con formazione di graduatoria finale e individuazione del
candidato vincitore, ma la scelta di carattere essenzialmente fiduciario di un
professionista ad opera del direttore generale della ASP, è stato nominato
direttore di distretto sanitario il dottor Vincenzo Carmelo Damiani, nell’ambito
di un elenco di soggetti ritenuti idonei da un’apposita Commissione, sulla base
di requisiti di professionalità e capacità manageriali.
Sul punto non è superfluo
rilevare che il carattere fiduciario della scelta del direttore del distretto
sanitario è stata ripetutamente confermata dalla giurisprudenza della Suprema
Corte di Cassazione.
Prego, consigliere Pasqua, può
intervenire per replica, anche se non si potrebbe perché l’interrogante è il
consigliere Orsomarso.
Presidente, credo che tutti
abbiano compreso la risposta dell’assessore, che è incolpevole nella
fattispecie, voglio sottolinearlo, perché, ahimè, non ha alcuna competenza, nè responsabilità sul punto.
E’ chiaro, però, che tutto ciò che
è stato espresso dall’assessore si riferisce a fatti precedenti rispetto a ciò
che è stato eccepito prima dall’interrogante e, successivamente, a queste
novità che sono intercorse nelle more. Quindi, la risposta, di fatto, non c’è,
Presidente.
Vorremmo avere una risposta
perché sappiamo benissimo come si è svolta la vicenda; sappiamo, però, che è
intervenuto un provvedimento giurisdizionale che ha, di fatto, sospeso quella
nomina e, di conseguenza, oggi c’è una situazione diversa che vorremmo
conoscere perché non conosciamo. Credo, quindi, che sia impellente e necessario
sul punto un aggiornamento urgentissimo.
Questo per sottolineare,
Presidente, e lo vorrei dire a tutti i colleghi, che il fatto di mettere insieme
tutte le interpellanze e le mozioni - all’ordine del giorno ci sono circa 70
mozioni, che partono dal 2015 - di fatto, rende del tutto illogico ed inutile
chiedere anche ai componenti della Giunta regionale una risposta che non ha
nessuna valenza, oltre a svilire la nostra funzione.
Perché quando un consigliere
regionale, nell’esercizio delle proprie prerogative, chiede alla Giunta
regionale di conoscere qual è la situazione rispetto ad atti concreti e questo
suo diritto/prerogativa non può essere correttamente esercitato, smette di
esercitare le proprie funzioni e i propri diritti-doveri di consigliere
regionale, rappresentante del popolo, che non hanno più significato, in nessun
senso.
Chiedo, quindi, Presidente,
anche a tutti i colleghi, anche a lei, capogruppo del PD, di volere valutare
seriamente l’opportunità, e lo dico contro il mio interesse, di ricalendarizzare, attraverso una mozione d’ordine, la
discussione sulle mozioni che mi sembrano del tutto inutili - la maggior parte
saranno rinunciate - e riunirle tutte vuol dire, di fatto, dedicare a ciascuna
un tempo, un lasso di tempo brevissimo, unita dalla assenza del capo
dell’Amministrazione regionale, per cui la maggior parte di queste, come di
fatto dimostra lo svolgimento dell’attuale sessione, diventano inutili.
Presidente, rivolgo, quindi,
questo appello proprio al fine di rendere efficace e necessario il
procedimento, altrimenti avrà ragione il consigliere Guccione, quando dice che
le mozioni sono “carta straccia”.
Sono d’accordo col consigliere
Greco sul fatto che le mozioni sono, invece, un atto di indirizzo, di
fondamentale importanza per le prerogative del Consiglio regionale, però le
stesse devono essere svolte nel pieno della efficacia e nel pieno delle
funzioni, non attraverso questa metodologia che è finalizzata solo ed
esclusivamente a renderle inattuali e completamente inutili. Grazie,
Presidente.
Chiedo scusa, un’osservazione:
volevo ricordare al consigliere Pasqua che queste sono interrogazioni scritte.
Se entro 20 giorni la Giunta regionale avesse risposto a queste interrogazioni
l’interrogante avrebbe avuto chiaramente una risposta.
Per le mozioni siamo d’accordo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo scusa. Ho
ascoltato quanto detto dal collega Pasqua.
Non entro nel merito perché
altrimenti dovremmo aprire un dibattito e non mi pare il caso, però, avendo
anche parlato con qualche collega, cerchiamo, sull’ordine del giorno di oggi,
di consentire al collega Gallo - che, poi, per problemi personali e familiari
dovrà lasciare i lavori - di svolgere la sua interpellanza, di ragionare sulle
mozioni, sulla scorta di quanto detto dal consigliere Vincenzo Pasqua e di
approvare, però, i bilanci che sono all’ordine del giorno.
Se si deve dettagliare meglio
tale richiesta le chiedo una breve riunione dei capigruppo al banco della
Presidenza per concordare lo svolgimento ulteriore della seduta.
Quindi chiede una sospensione
della seduta per pochi minuti?
Se è necessario, 120 secondi al
banco della Presidenza, va bene?
D’accordo.
Presidente, prima della
sospensione, però, gradirei la risposta da parte dell’assessore.
L’assessore non è tenuto a dare
una risposta.
Procederemo immediatamente con
l’integrazione della risposta perché mi rendo conto che effettivamente è
carente e provvederemo in questo senso. Purtroppo, come è stato ravvisato, non
conosco l’argomento, ma lo faremo senz’altro a strettissimo giro. Va bene?
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Credo che la volontà della minoranza
sia quella di proseguire con i lavori, non di sospenderli.
Siamo dell’idea di proseguire i
lavori così, perché sono mozioni da discutere.
Riteniamo, insomma, di andare
avanti con l’ordine del giorno così com’è.
D’accordo. Andiamo avanti con
l’ordine del giorno.
Sì, non ci sono le condizioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidenza del presidente Irto
Presidente Irto, considerato che abbiamo
rinviato per la seconda volta l'interrogazione sulla situazione della sanità in
Calabria e che tale problematica non può più attendere, ritengo che questo
Consiglio regionale debba essere messo nelle condizioni di poterne discutere adeguatamente.
Dopo lo pseudo incatenamento, abbiamo
chiuso la partita sulla sanità e siamo tutti contenti? Questo è il punto ed é
un punto politico.
Grazie, consigliere Guccione.
Mi dicono che l'assessore ha chiesto il
rinvio.
E’ già la seconda volta che si dispone il rinvio.
Si intende il rinvio in calce alla seduta,
in attesa dell’arrivo del presidente Oliverio.
Non credo di dovermi incatenare sulla
sedia del Presidente per avere una risposta sulla sanità.
Grazie, consigliere Guccione.
Passiamo all’interrogazione numero 355/10^
di iniziativa del consigliere Nicolò “Sullo stato delle iniziative mirate alla
pianificazione dell'offerta turistica della Regione”. Cedo la parola al
consigliere Nicolò per l’illustrazione.
Sì, Presidente. Si tratta di un’interrogazione che
mira ad acquisire informazioni sulla programmazione di un settore strategico,
più volte invocato e richiamato rispetto a vari interventi, ma nella
consapevolezza di non poter spesso garantire neanche l'offerta minima per quel
che riguarda le infrastrutture e, soprattutto, per la situazione che vivono gli
aeroporti di Reggio Calabria e Crotone.
Gli organi di informazione descrivono la Calabria come
una delle mete da visitare, grazie alla sua vocazione e alle condizioni
meteorologiche che consentono un turismo differenziato almeno 8 mesi l'anno nei
750 km di costa, su cui, però, servirebbero una serie di valutazioni che non
sto qui a fare, rispetto ad una questione che meriterebbe un dibattito a sé,
così come la sanità, perché il turismo rappresenta una grande risorsa per
l'economia regionale.
Con questa interrogazione si chiede di capire se vi
sia un minimo di programmazione per un comparto che, come testé dicevo, è
altamente significativo.
Presidente, stavo illustrando
l’interrogazione.
Prego, consigliere Nicolò.
Presidente, so bene qual é la sua
attenzione rispetto al ruolo che ricopre.
Prego, consigliere Nicolò.
Ho già illustrato l’interrogazione.
Cedo la parola all’assessore Musmanno.
Fermo restando che il tema merita un
approfondimento molto più complessivo, nello spazio riservato a questa
interrogazione mi limiterò a fare due puntualizzazioni: una riguarda gli
interventi mirati alla promozione degli scali di Crotone e Reggio e,
successivamente, vorrei richiamare l'attenzione su una pubblicazione da parte
della Regione Calabria, il rapporto numero 15 sul turismo, che riporta
compiutamente tutti i dati, anche di tipo statistico, che delineano il quadro
della situazione.
Per quanto riguarda la questione degli
scali, il dipartimento turismo ha già concluso le procedure relative al
sostegno della competitività della Società di gestione degli scali, previsti
con deliberazione numero 357 del 2013, approvando due specifici progetti di
marketing per i due scali elaborati dalla Sacal Spa
ed assegnando alla stessa società, nello scorso mese di aprile 2018, la somma
complessiva di euro 500 mila (250 mila euro per ciascun aeroporto).
Tali azioni sono finalizzate anche
all'attivazione di nuove rotte verso la destinazione Calabria, la riapertura
dello scalo di Crotone, con i voli da Pisa e Bergamo, e l'attivazione di un
nuovo volo da Torino per Reggio Calabria, e testimoniano il risultato delle
attività di marketing intraprese e finanziate.
Invito tutti i consiglieri interessati
alla consultazione di questo rapporto, nella cui parte introduttiva si potrà
evincere come, dopo il lungo periodo negativo che, a partire dal 2008 ha
toccato il punto più basso nel 2014, il turismo in Calabria abbia registrato un
notevole recupero.
Questo è testimoniato dai dati riportati
nel rapporto, ad esempio, l'incremento degli esercizi ricettivi nel solo 2017
rispetto all'anno precedente, con un + 7,8 per cento ed un incremento dei posti
letto del 2,6 per cento.
L’incremento più consistente riguarda
anche le strutture del tipo bed and breakfast che ha registrato un 373 per
cento in più, mentre il 2017 – l'ultimo anno di rilevazione – conferma il trend
degli anni precedenti che porta a un sostanziale incremento della crescita di
presenze turistiche straniere. In particolare un 22,4 per cento, che è la quota
base, con un 4,7 per cento in più rispetto al 2007.
Può intervenire per replica il consigliere Nicolò.
Presidente, non sono soddisfatto della risposta
dell'assessore, anche perché ritengo necessaria – e mi auguro si svolga al più
presto – una seduta di Consiglio regionale ad
hoc sulle questioni che riguardano il turismo.
L'assessore si è limitato a dati che conosciamo e,
anche su quello, possiamo esprimere il nostro giudizio sul perché c’è stato
l'incremento e le tensioni internazionali hanno, probabilmente, consentito
alcune scelte.
Bisogna chiedere ai turisti, attraverso appositi
strumenti, il grado di soddisfazione dell'offerta, in un contesto realistico
rispetto alle varie criticità che sono state menzionate.
Si pensi, ad esempio, ad una nave da crociera che
volesse trasferire i crocieristi da Reggio Calabria nella locride
per visitare le bellezze del patrimonio archeologico, naturalistico o che
volesse recarsi dall'altra parte del versante ed impiegherebbe tempi biblici
rispetto alla percorrenza. Perché questo?
Perché il territorio ha un problema interna corporis,
ma anche extra moenia
rispetto ai collegamenti esterni che tutti conosciamo. Non possiamo mettere la
testa sotto la sabbia. Non possiamo fare come le tre scimmiette: non sentiamo,
non vediamo, non parliamo.
Siamo a fine Legislatura, ma ancora non abbiamo un
piano concreto con delle strategie da parte della Giunta regionale. La verità è
questa!
Inviterei il Presidente che ha la delega al turismo ed
il Presidente del Consiglio – questa è una mia proposta – a prevedere una
seduta di Consiglio regionale ad hoc
per poter discutere di queste tematiche che, così come quella della sanità,
sono questioni che riguardano il territorio.
Lì è previsto il 67 per cento della spesa; qui ci sono
le potenzialità per sviluppare condizioni di crescita economica e sociale,
altrimenti parliamo, parliamo, parliamo e poi ci lamentiamo perché si crea
l’antipolitica che, a sua volta, è prodotta dalla politica.
Proseguiamo con l’interrogazione numero 364/10^ di
iniziativa del consigliere Nicolò “Sulle cause ostative dei pagamenti a favore
dei tirocinanti relativi al Bando Mibact”
L’interrogazione è superata. La ritiro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per una richiesta di
inserimento all’ordine del giorno “sulla discussione del federalismo
differenziato e regionalismo”.
Questo è un punto all'ordine giorno che ho richiesto
già da diverso tempo, ancor prima che il 22 ottobre si celebrasse il Referendum
consultivo Veneto e Lombardia.
Questa discussione si rende oggi necessaria perché
l’incontro che il governatore Zaia ha avuto con il
nuovo Ministro, Erika Stefani, è, a dir poco, preoccupante perché si parla di
trattenere 35 miliardi di euro di residuo fiscale.
Ritengo che il Consiglio regionale, fuori dagli schemi
di destra e sinistra, debba confrontarsi su un punto decisamente importante.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pasqua. Ne ha
facoltà.
Come tutti sanno, su questo punto ho presentato
un’apposita mozione nell’ambito di una conferenza stampa. Non capisco il
significato della richiesta di inserimento di questo punto all'ordine del
giorno, da parte del consigliere Greco, anche perché ho già ripetutamente
chiesto che la mozione fosse discussa ed approvata alla presenza del Presidente
della Giunta regionale, al fine di poter avviare nell’immediatezza un’intesa
con il Governo nazionale.
Davvero non riesco a comprendere il significato
dell'intervento del collega Orlandino Greco.
Mi auguro che non sia una questione di primogenitura,
perché certamente non voglio che passi questo messaggio, ma l'importante è che
la stessa venga discussa alla presenza del Presidente della Giunta regionale
perché, come il mio collega sa benissimo, l'articolo 116, comma terzo, della
Costituzione, prevede che la Regione interessata promuova l'intesa e, quindi,
l'organo che deve avviare questa intesa è la Giunta regionale con a capo il suo
Presidente. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Consigliere Pasqua, non capisco
cosa non le sia chiaro.
Ho presentato il punto all’ordine del giorno che oggi
ho richiamato, già dal mese di settembre, non ora, dopo la sua mozione, ma dal
mese di settembre, ancor prima della celebrazione del Referendum consultivo del
22 ottobre.
Seguo ormai da anni la tematica sul federalismo
differenziato e su come la Regione Calabria, a mio avviso, debba interfacciarsi
su questo tema.
Mi fa piacere che ci sia anche una sua mozione, di cui
non ero a conoscenza.
Questo significa, ancor di più, intraprendere una
discussione molto franca su una tematica seria che investe politicamente tutto
il Consiglio regionale – ripeto, fuori dagli schemi di minoranza e maggioranza
– e che porti necessariamente, in tempi brevi, ad una determinazione perché gli
altri vanno avanti. Il Veneto, ad esempio, é già andato avanti.
Non parlo delle altre Regioni, non voglio citare
neanche le Regioni che hanno già celebrato il Referendum consultivo e, su
questo, ritengo che la Regione Calabria possa fare delle proposte importanti,
su quello che può essere anche valutato in modo serio, alla presenza del
Presidente della Regione, se nell'ambito dell'articolo 116, terzo comma, della
Costituzione, qualche materia possa ritornare in capo alle Regioni. Ciò darebbe
vita ad una discussione politica molto ampia e seria che coinvolgerebbe tutto il
Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pasqua.
Ne ha facoltà.
Presidente, capisco che questa sia una tematica
estremamente importante, ma non riesco a comprendere cosa non sia chiaro al collega
Greco. Mi spiego meglio.
Si è tenuta una conferenza stampa, ho presentato una
mozione che è stata oggetto di presentazione e di discussione, anche in
diretta, durante l'ultima seduta di Consiglio regionale, quindi non mi rendo
conto come lei – caro collega – abbia potuto – forse l'unico tra i presenti –
non accorgersi e non sapere nulla.
Tra l'altro, mi pare molto strano che, da settembre –
sto parlando, gradirei finire e non essere interrotto – la mera presentazione
di un ordine del giorno, venga richiamata oggi.
Caro collega, ciò per cui lei oggi ha rivendicato
essere una prerogativa fondamentale delle funzioni dei consiglieri regionali, è
stato oggetto di apposita mozione, da me presentata, secondo l'articolo 119 del
Regolamento interno del Consiglio regionale che non è aria fritta, ma bensì un
atto di indirizzo politico ben preciso, nell’intento di indirizzare l'attività
della Giunta regionale, che deve rimanere collegata a questo Consiglio
regionale.
Voglio credere alla sua buona fede. A questo punto,
Presidente, chiedo che la mia mozione sia richiamata e discussa oggi stesso.
La sua mozione è già inserita all'ordine del giorno.
Visto che c'è una proposta di rinvio, chiedo che si
discuta oggi, anche se ritengo che la presenza del presidente Oliverio sia di
fondamentale importanza. Grazie.
Grazie, consigliere Pasqua. Al momento non è stato
rinviato nulla dell'attuale ordine del giorno. Pongo in votazione la proposta
di inserimento dell’ordine del giorno del consigliere Greco che, comunque,
verrà trattato in coda.
(È inserito)
Passiamo al punto tre che riguarda le interpellanze,
ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ricordo all’Aula che il proponente ha diritto di illustrare l’interpellanza per
non più di 5 minuti e, dopo la dichiarazione della Giunta regionale, di
esporre, per non più di 3 minuti, le ragioni per le quali egli si ritenga o
meno soddisfatto.
Passiamo, quindi, all’interpellanza numero 3/10^ di
iniziativa del consigliere Gallo “Sui ritardi nei pagamenti in favore dei
tirocinanti”. Cedo la parola al consigliere Gallo per l’illustrazione.
Presidente, come lei ricordava, l’interpellanza numero
3 risale al 29 maggio 2010.
Nella suddetta interpellanza ho ricostruito la storia
di questi tirocinanti, vale a dire che, già dal 2016, la Regione Calabria ha
firmato con le organizzazioni sindacali un accordo teso al riutilizzo delle
risorse finanziarie per sostenere tirocini della durata di 6 mesi, da svolgersi
presso gli Enti locali.
Dopo alcuni mesi sono partiti i bandi, sia per i
lavoratori sia per gli Enti.
Vi è stata, poi, una graduatoria definitiva pubblicata
nel giugno 2017 che riportava l'utilizzo di 5 mila 583 tirocinanti presso i
Comuni e ben 2 mila 341 alle dipendenze di Enti della Provincia di Cosenza.
Ad agosto del 2017, nessuna delle mensilità scadute
risultava essere liquidata ai tirocinanti.
Iniziava così una lunga battaglia, un duro tira e
molla, fra le organizzazioni sindacali, i tirocinanti stessi e la Regione
Calabria. Nel mese di ottobre 2017, il Presidente della Giunta regionale
garantiva lo sblocco dei pagamenti entro breve, cosa che non è avvenuta.
Nel novembre 2017 non era stato effettuato nessun
pagamento.
Solo dopo diverse proteste e vari appelli nei
confronti della Regione Calabria, nel mese di dicembre si riusciva a pagare
qualche mensilità.
Tra gennaio e febbraio 2018, i tirocini giungevano a
compimento, ma il saldo e le indennità maturate avvenivano solo parzialmente.
Agli inizi di febbraio 2018 la Giunta regionale, attraverso
il presidente Mario Oliverio, annunciava l'imminente pubblicazione di un altro
bando di reclutamento e il saldo delle indennità maturate e non ancora
corrisposte.
A metà di maggio 2018, incontrando i lavoratori
convenuti a Catanzaro per una pacifica manifestazione, la Giunta regionale
addebitava all'INPS i ritardi sulla mancata liquidazione delle due indennità
ancora da liquidarsi, garantendo altresì la pronta pubblicazione del bando di
reclutamento, data per imminente già tre mesi prima.
Ad oggi non ci sono state novità. Forse nei giorni
scorsi è stato liquidato il saldo di qualche mensilità.
Pertanto, si chiedeva di sapere se il governo
regionale fosse a conoscenza della situazione; come la Regione Calabria
intendesse adoperarsi con l'INPS, affinché le segnalate presunte inadempienze
di quest'ultima potessero essere superate celermente e con urgenza; se e come,
lo stesso governo regionale e l'assessorato al lavoro, dovessero procedere per
consentire la tempestiva pubblicazione del nuovo bando.
Peraltro, oggi, presentiamo un ordine del giorno che
vede come primo firmatario il consigliere Orsomarso – che a breve lo illustrerà
– secondo firmatario il sottoscritto e terzo firmatario il consigliere
Esposito, al fine di chiedere alla Giunta regionale come si possa procedere
celermente alla pubblicazione del nuovo bando di reclutamento.
Al di là del pagamento delle mensilità, di cui
probabilmente l'assessore ci dirà che sono state saldate, la situazione –
Presidente, colleghi consiglieri – è drammatica.
Lo dico ai colleghi consiglieri perché noi siamo
quelli che andiamo in giro per i territori e ci rapportiamo con coloro che
esprimono il voto di preferenza e poi, chiaramente, chiedono conto a noi su ciò
che accade all'interno della Regione.
Come emerso dai vari organi di stampa, la situazione è
assai grave perché, rispetto agli impegni assunti dal Presidente della Giunta
regionale in quest’Aula prima delle elezioni politiche, nel momento in cui
diceva a noi tutti che la Giunta regionale avrebbe proceduto, in termini brevi,
alla pubblicazione di un nuovo bando per 12 mesi, più altri 12 mesi per un
importo pari ad euro 500 per ogni singolo tirocinante, in realtà non è ancora
avvenuto e siamo già al 26 giugno.
Le notizie sono, altresì, sconfortanti in quanto
sembra che – chiedo conferma anche all'assessore che qualche giorno fa ha
partecipato ad un incontro tenutosi a Roma – rispetto alle esigenze della
Giunta regionale, che per coprire questo nuovo bando avrebbe necessità di circa
40 milioni euro –somme vantate nei confronti del Governo centrale rispetto ad
un’erogazione di circa 290 milioni di euro per le Politiche attive del lavoro,
somme ancora non spese o rendicontate solo in parte, mi pare intorno a 210
milioni di euro – ci sia qualche riserva da parte dell'INPS.
La situazione è quindi assai grave, assessore.
Mi auguro che nell'interazione, anche attraverso la
presentazione di quest’ordine del giorno, si possa dare forza al Presidente
della Giunta regionale.
Non si tratta di strumentalizzazioni, ma bensì di dare
forza al Presidente della Giunta regionale.
Qualora vi fossero delle responsabilità dovute al
fatto di aver annunciato ciò che non avrebbe dovuto, lo stigmatizzeremo.
Tuttavia, ritengo che oggi sia necessario dare forza
al Presidente della Giunta regionale nell’interazione con il nuovo governo
centrale che, tra l’altro, nasce come governo a tutela dei più deboli e,
soprattutto, di questi lavoratori, di questi percettori di mobilita o ex
percettori mobilità e tirocinanti.
Nel nostro Paese si parla di reddito di cittadinanza
e, d'altro canto, vorrei che fossero sbloccate queste somme con un'assunzione
di responsabilità.
Non vorrei – assessore – che il Governo centrale
impedisse di erogare delle somme a questi lavoratori, attraverso la Giunta regionale
con i tirocini, mantenendoli e spendendoli direttamente attraverso il reddito
di cittadinanza perché, così facendo, si rischierebbe di giocare con questi
soldi, con questi milioni di euro, al gioco delle tre carte e le vittime
sarebbero sempre le stesse, vale a dire i lavoratori, gli ex mobilitati ed i
tirocinanti. Su questo chiedo risposta all’assessore.
Cedo la parola all’assessore Robbe.
Su nostra richiesta, la direzione regionale
dell'INPS ha comunicato in questi giorni che sta procedendo ed ha quasi
concluso l'erogazione delle somme dovute.
Ad oggi, ha provveduto al pagamento di
euro 4 milioni 22 mila 400, in ordine al pagamento della precedente mandata.
Per quanto riguarda il bando, è stato già
pubblicato e c'è già la graduatoria provvisoria che è scaduta da qualche giorno
e, ovviamente, stiamo dando corso alla verifica delle eventuali eccezioni che
ci sono state.
Per quanto riguarda le risorse, la
questione è questa. Negli anni che vanno dal 2009 ad oggi, si sono accumulati
diversi decreti sulle stesse persone, per cui oggi ci troviamo nella condizione
che, pur essendoci risorse disponibili di cui abbiamo cognizione in quanto
monitorata come dipartimento, vi sia la necessità di procedere al raffronto e
dare indicazioni cogenti all'INPS, affinché possa liberare le risorse.
Non so se è chiaro. Si tratta di mettere
in trasparenza e definire la situazione, una volta per tutte, in maniera tale
da poter andare avanti tranquillamente.
Abbiamo coinvolto i livelli nazionali
dell'INPS e stiamo lavorando insieme per capire i tempi che l'Inps ci dice
essere di un certo tipo, per fare una verifica puntuale.
Stiamo lavorando a fianco perché abbiamo,
oramai, un sistema informatizzato che ci permette di andare anche più veloci. È
ovvio che vigileremo, non solo sulla celerità, ma anche sulla possibilità
immediata di essere nelle condizioni di andare avanti con l’attuazione del
bando già espletato.
Grazie.
Per la replica può intervenire il consigliere Gallo.
Grazie, Presidente. Sono poco soddisfatto
della risposta dell'assessore perché oggi, 26 giugno, l'assessore ci comunica
questa interazione con l'INPS allorquando, invece, il 30 gennaio o primi di
febbraio, il Presidente della Giunta regionale, durante la discussione di una
mozione sull’argomento in quest'Aula, ha preso il chiaro impegno di consentire
a questi tirocinanti un rinnovo dei tirocini per 12 mesi, più altri 12 per un
importo pari a 500 euro al mese.
Delle due l’una. O il Presidente era male
informato perché gli uffici non gli avevano riferito delle somme disponibili o,
in quella circostanza, ha assunto un impegno che era, più che altro, una
promessa pre-elettorale. Non voglio pensare questo, assessore, ma a distanza di
molti mesi – siamo ormai nel mese di luglio – è stato sbloccato solo il bando
per gli Enti – peraltro con una graduatoria provvisoria – e so che gli uffici
non procederanno alla pubblicazione del bando sui lavoratori per i mobilitati,
fino a quando non avranno certezza delle risorse disponibili. Ritengo che anche
questa sia una giusta posizione.
Quello che chiedo – assessore, credo che
lei si sia impegnata – è una forte celerità sull'argomento. Si tratta di lavoratori
che hanno terminato i tirocini nel mese di gennaio, massimo febbraio.
In questi giorni, finalmente, l'INPS sta
procedendo al pagamento delle ultime mensilità che sono ferme da diversi mesi.
Ognuno ha bisogno di mantenere le proprie famiglie. È necessario che questi
bandi partano presto ma, soprattutto, che ci sia forza del governo regionale
nei confronti del governo centrale, affinché il pericolo che paventavo non si
concretizzi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Avendo chiesto, anche
a firma del collega Esposito, un inserimento all'ordine del giorno che riprende
in pieno l'interpellanza del collega Gallo e l’aggiorna rispetto ad avvenimenti
accaduti ieri, chiediamo di poter continuare su questa discussione, perché è
inutile riprenderla dopo.
Vorrei dire che qui c'è un problema di
fondo del presidente Oliverio e della sua Giunta, di cui non posso dare colpa
all’assessore che da poco ha questa responsabilità e che fornisce delle notizie
rispetto ad alcune preoccupazioni in merito agli impegni presi dal Presidente,
come quello degli ulteriori 12 mesi.
Non so se il presidente Oliverio le ha
riferito che ieri il Prefetto di Cosenza, di fronte ad una manifestazione dei
lavoratori in mobilità, sentendo il Presidente che lo tranquillizzava sulle
risorse, è stato smentito dall'INPS che, sentito nella stessa giornata,
comunicava che loro non hanno alcuna certezza delle risorse.
Ne parlava già il collega Guccione – che è
diventato il capo della minoranza, e ne diamo atto anche in termini mediatici.
Non vogliamo fare la lagna di un governo
che non è mai partito, che arriva a dare risposte nel 2018 anche alle
interrogazioni, alle interpellanze ed alle mozioni del 2015 – giudizio politico
complessivo da parte dei calabresi, anche al di fuori di quest'Aula – però
ritengo che su un tema così centrale – e non gliene faccio una colpa, assessore
– sia necessaria una capacità di informazione e di comunicazione, almeno fra di
voi.
Il Presidente della Giunta regionale, ieri
dava notizie rassicuranti al Prefetto e, nella stessa giornata, su pressione
dei sindacati e dei lavoratori, l’INPS smentiva quanto detto dal presidente
Oliverio.
Siamo in un Aula di Consiglio regionale e
abbiamo un minimo di dignità di rappresentanza, per cui non intendiamo dare
risposte come diremo o faremo.
Su questo tema – così come su tantissimi
altri – c’è un ritardo secolare.
Pertanto, le chiediamo – e lo facciamo
umilmente, perché non possiamo affidare le responsabilità degli ultimi quattro
anni all’assessore Robbe – di essere più precisi e
più informati.
Inseriamo l'ordine del giorno e lo
votiamo, oppure diamo la parola all’assessore per la replica?
Va bene. Cedo la parola all’assessore Robbe.
C’è da chiarire una cosa. L’Inps in questo momento ragiona sullo stanziato, noi ragioniamo sul pagato di cui abbiamo effettiva contezza e, quindi, c’è da fare il raffronto perché lo stanziato va liberato rispetto a quello che non è stato utilizzato. Questa è la prima cosa.
Per quanto riguarda il resto,
c’è anche un discorso pregresso con l’Inps che a me risulta da quello che ho
appreso anche dagli uffici. L’Inps si era impegnato a liberare le risorse sulla
base della costruzione della banca dati dei percettori; oggi, ci chiede un
ulteriore approfondimento che faremo e sarà tutto a vantaggio della Regione,
però, ovviamente, è un impegno in più che, in qualche maniera, ci lascia anche
pensare che ci sia la volontà di capire fino in fondo se vi è la possibilità di
utilizzare le risorse in altro modo.
Rispetto a questo è ovvio che è
interesse di tutti andare avanti velocemente nell’interesse dei percettori.
Sappiamo bene di che cosa si tratta. Ho incontrato personalmente queste persone
e mi rendo conto che c’è la necessità di procedere velocemente per rispondere a
delle esigenze giuste e legittime di chi ha la necessità di garantirsi anche il
sostentamento; per cui non soltanto condivido l’impegno a lavorare velocemente,
ma ribadisco che il Presidente non ha detto cose di cui non avevamo contezza,
anzi siamo convinti e speriamo, nell’arco della prossima settimana, di riuscire
a definire con l’Inps i tempi che vorrà prendersi per chiudere la partita.
Passiamo all’interpellanza numero 4/10^ di iniziativa del consigliere Gallo. Cedo la parola al consigliere Gallo per l’illustrazione, invitandolo a rispettare i tempi.
Questa interpellanza riguarda il settore sanità. Non so se c’è qualcuno che può rispondere. L’assessore Musmanno, oggi, super impegnato?
Si tratta dell’interpellanza numero 4/10^ sulla situazione del servizio 118 in Calabria.
Può rispondere l’assessore Musmanno? Bene, risponde l’assessore “Stachanov” che, oggi, fa le veci del Presidente.
A fine aprile, l’Asp di Cosenza ha deciso di ridurre i medici a disposizione del servizio 118, determinando una situazione di forte pericolo in diverse postazioni di emergenza territoriale esposte al rischio di non poter garantire per ogni turno la presenza di medico a bordo delle ambulanze.
Tale eventualità, qualora dovesse continuare a verificarsi, rappresenterebbe un grave vulnus per la tutela del diritto alla salute dei cittadini dal momento che un’ambulanza senza medico a bordo si riduce a funzione di mero trasporto e, in assenza del medico, riesce impossibile intubare i pazienti, dare farmaci o formulare diagnosi, con perdita di tempo che potrebbe, invece, risultare prezioso.
Le situazioni richiamate trovano eco nelle parole del presidente del SIS 118, Mario Balzanelli, che non più tardi di un mese fa – l’interpellanza è datata 30 maggio, quindi nel mese di aprile – ha evidenziato come il sistema salvavita imperniato sulla funzionalità delle postazioni di emergenza territoriale rischi di essere smantellato qualora non si sia in grado di assicurare la presenza di medici a bordo delle ambulanze: particolarmente delicata, sotto questo punto di vista, è la situazione del 118 di alcune impostazioni dell’area ionica, come ad esempio quella di Cassano, al servizio di un bacino di utenza che nella stagione estiva arriva a contare decine di migliaia di utenti e che dal 2001 ad oggi si è caratterizzata per una media di 1.300 interventi all’anno, spesso e volentieri preziosi e risolutivi.
In questa postazione il servizio di medico a bordo è, in questo momento, garantito dalla presenza soltanto di due medici i quali sono costretti ad estenuanti turni, naturalmente, con pericolo e disagi per loro e per l’utenza e lo scenario non è mutato dalla rassicurazione di impiego, in regime di straordinario, di altro personale distaccato presso altre strutture da impiegare alla fine dei regolari turni di lavoro degli stessi medici.
Sulla carta, P.E.T. (Postazioni di Emergenza Territoriale) come quella di Cassano risultano essere dotate di personale medico che, nei fatti, invece, è stato inopinatamente distaccato presso altre strutture.
Di recente il sindacato Confial, con nota del 22 maggio 2018, indirizzata all’Asp di Cosenza ed al direttore della centrale operativa del 118, ha contestato la nota protocollo numero 775451 del 18 aprile 2015 con la quale la direzione generale dell’Asp istituiva una figura anomala, quella del referente del 118 per l’area ionica, in realtà non prevista nell’atto aziendale e confliggente con i compiti e le funzioni proprie della dirigenza medica e della direzione del servizio 118, riconducendo a tale decisione le difficoltà organizzative che negli ultimi tempi stanno attanagliando le postazioni del 118 dell’area ionica e, in particolare, quella di Cassano.
E, allora, chiedo: se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione; se la Regione ritenga legittimo l’operato dell’Asp in ordine alla situazione lamentata dal sindacato Confial; se la Regione non ritenga di dover verificare per quali ragioni sia stata disposta l’assegnazione ad altre strutture di medici formalmente in servizio presso le P.E.T. di Cassano e di altri centri dell’area ionica cosentina; se e come la Giunta regionale intenda adoperarsi perché la presenza di medico a bordo delle ambulanze del servizio 118 sia costantemente garantito nelle postazioni di emergenza territoriale di Cassano e dell’area ionica, in maniera pienamente conforme alla legge ed al rispetto dei diritti dei medici in servizio.
Grazie, consigliere, grazie, Presidente. L’Asp
di Cosenza ha sempre garantito alla cittadinanza dell’area di Cassano allo
Ionio il necessario mantenimento dei LEA attraverso il servizio erogato dalla
postazione 118 di Cassano che – come ricordato – viene svolto con una ambulanza
medicalizzata h24. L’Asp continuerà a garantire con tutte le energie
professionali disponibili il mantenimento dei LEA. Per quanto riguarda la
carenza di medici manifestatasi nei mesi scorsi sulla postazione emergenziale
territoriale 118 di Cassano, si precisa che più medici 118 convenzionati,
precedentemente incaricati sulla P.E.T. 118 di Cassano, hanno optato
contemporaneamente per scelte professionali diverse, esercitando – è bene
chiarirlo – un proprio diritto.
La direzione generale dell’Asp di Cosenza si è,
quindi, prodigata per affrontare e risolvere la carenza di personale medico
convocando, con urgenza, tutti i medici che abbiano i requisiti formativi e
inseriti nella graduatoria aziendale per conferire gli incarichi professionali
atti a colmare la temporanea criticità a Cassano e, contestualmente, ha
provveduto a garantire il servizio utilizzando le disponibilità di medici
incaricati presso altre postazioni 118 dell’area ionica.
Al momento la situazione è nettamente
migliorata perché sono in servizio quattro unità mediche e una quinta unità
prenderà servizio in data primo agosto 2018.
La Società Italiana Sistemi 118, nella persona
del suo Presidente nazionale, nel già citato articolo pubblicato sui media il 3
maggio scorso, ha rilevato non solo quanto riportato correttamente
dall’onorevole interpellante, ma anche che la carenza del personale medico 118
è un dato che riguarda l’intero territorio nazionale.
L’ultimo corso di formazione per l’idoneità
all’esercizio dell’attività medica di emergenza territoriale è stato completato
nel dicembre 2016 con la formazione di circa 40 medici; di questi soltanto una
esigua parte ha accettato di lavorare nel servizio 118 e sono attualmente
utilizzati con incarichi presso diverse postazioni 118 della provincia.
L’Asp di Cosenza, viste le carenze di personale
medico, già all’inizio dell’anno 2018, ha richiesto un nuovo corso di
formazione per l’idoneità all’esercizio dell’attività medica di emergenza
territoriale e la Regione Calabria, con decreto dirigenziale numero 5752 del 5
giugno scorso, pubblicato sul portale della Regione Calabria il 18 giugno, ha
autorizzato le Asp di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria all’espletamento dei
relativi bandi di ammissione ai corsi di 100 medici per Cosenza, 100 medici per
Catanzaro (50 Catanzaro, 25 Crotone, 25 Vibo Valentia) e 80 medici per Reggio
Calabria.
Queste procedure sono attualmente in itinere. Ad oggi, nonostante tutte le criticità rilevate, il servizio 118 di
ambulanza medicalizzata h24 a Cassano è stato e continua ad essere garantito
senza alcun disagio percepito per la popolazione. Per quanto riguarda la figura
del referente medico del 118 area ionica, si precisa che tale figura è stata
istituita prima dell’accorpamento dell’ex A.s.l.
della provincia di Cosenza a supporto della direzione del servizio 118 per come
disposto dalla circolare regionale numero 848 del 12 gennaio 1998 e confermato
nelle successive circolari del 2001. Pertanto, la richiamata nota 775451 del 18
aprile 2015 della direzione aziendale non istituisce, ma conferisce l’esistente
incarico di referente del 118 nella zona ionica al pari dei referenti già
sussistenti operanti nelle altre aree (Pollino, Tirreno, area sud).
Nel DPGR numero 94 del 2012 e nei successivi DCA 9/2015, 73/2015, 30/2016, 64/2016 e 77/2016 della Regione Calabria sul riordino dell’emergenza - urgenza 118, tale figura non è presente.
Assessore, le chiedo se posso avere copia anche della sua
risposta.
Certamente.
C’erano dei colleghi che mi parlavano vicino.
Capisco che la figura che viene contestata in questa nota non è presente nelle
previsioni, ma lo è de facto sul
territorio. Assessore, conosce la stima che le porto però quando lei – che si
occupa bene di lavori pubblici ed infrastrutture – viene delegato a rispondere
su questioni sanitarie è costretto a leggere cose che le scrivono e che non
rispondono al vero. Non è vero che presso la postazione di emergenza
territoriale di Cassano ci siano sempre stati i medici. Non è vero. Ci sono
stati dei turni nei quali non c’è stata copertura di presenza di medici che è
l’incipit della sua risposta alla mia
interpellanza.
Prendo atto che c’è stata un’azione ultronea da
parte dell’azienda sanitaria con questa designazione del referente dell’area
118 ionica che – da quel che raccontano i sindacati – non sta bene operando e
sta, di fatto, disgregando quanto di buono si era fatto sul territorio nel
corso degli anni, dal punto di vista della risposta alla pronta emergenza
territoriale con le postazioni di emergenza territoriale 118.
La ringrazio per la risposta. Prendo atto di
questo aspetto importante, non mi fermerò su questa vicenda. Prendo, altresì,
atto che è stata accolta dalla Giunta regionale anche la mia altra proposta
vale a dire quella di far sì che i medici di guardia medica possano svolgere
dei corsi per poter essere adibiti alle postazioni 118. Con il decreto del 18
giugno si dà luogo a questi corsi per cui cercheremo di coprire un servizio che
è fondamentale: un malore di qualsiasi nostro conterraneo ha come prima
risposta la chiamata al 118. Non è possibile che si presenti un’ambulanza senza
medico. Stiamo discutendo non in una Repubblica centrafricana ma in una regione
che si definisce appartenente all’Europa, all’Europa avanzata, quindi al mondo
occidentale.
E, allora, proprio su questo è necessario dare
risposte giuste. Grazie, Presidente.
Proseguiamo con l’interpellanza numero 5/10^ di iniziativa del
consigliere Gallo “Sul mancato pagamento delle indennità dovute ai tirocinanti Mibact”. Cedo la parola al consigliere Gallo per l’illustrazione.
Su questa interpellanza, Presidente, sono
velocissimo. Non c’è bisogno nemmeno di risposta.
Me la do da solo. Per la verità, non avevo messo
sotto accusa, per una volta, la Giunta regionale per i ritardi nell’erogazione
dei pagamenti ai tirocinanti Mibact che hanno
iniziato il primo marzo a svolgere i loro tirocini presso i musei e presso i
vari punti di riferimento archeologico della nostra regione, svolgendo anche un
lavoro importante. In questi mesi hanno supplito alla mancanza di personale
dovuta ai tantissimi pensionamenti e nei beni culturali hanno lavorato anche
gli stabilizzati della legge 285 del 1977 che, oggi, sono arrivati alla fine
del loro percorso lavorativo.
A seguito dell’interpellanza che è stata
presentata lo scorso 18 giugno, nei giorni passati, Presidente, finalmente,
dopo che sono state effettuate le rendicontazioni da parte dell’amministrazione
dei beni culturali, si è proceduto al pagamento.
Ho avuto dal Presidente di Azienda Calabria
Lavoro una risposta abbastanza piccata nei giorni passati quando è stato
pubblicato l’articolo relativo all’interpellanza presentata una settimana
prima: ha detto che venerdì scorso ha portato, di fatto, i mandati in banca.
Credo che in questi giorni i ragazzi siano stati pagati, ma il problema non si
risolve perché ritengo che, finiti questi tirocini, dobbiamo dare anche una
risposta di natura diversa, far dire anche la verità se per questi ragazzi ci
sarà o meno una prosecuzione. Soprattutto, è importante che nei prossimi mesi
ci siano rendicontazioni celeri ed immediate e si provveda – mensilmente e non
a distanza di circa quattro mesi dall’inizio dei tirocini – al pagamento a
questi ragazzi che spesso anticipano i soldi della benzina per recarsi sul posto
di lavoro e vi assicuro che non ne hanno la possibilità.
Il quarto punto all’ordine del giorno riguarda lo svolgimento
delle mozioni ai sensi dell’articolo 119 del Regolamento interno del Consiglio
regionale. Ricordo all’Aula che, ai sensi dell’articolo 54 del Regolamento
interno, il proponente ha diritto di illustrare la mozione per 10 minuti.
Passiamo alla mozione numero 12/10^ di iniziativa del consigliere
Arruzzolo “Sulla problematica inerente la questione del precariato sanitario”.
Cedo la parola al consigliere Arruzzolo per
l’illustrazione.
Grazie, Presidente, la mozione è del 2015, pertanto, è da
ritenersi superata. Prendo atto di quanto detto poc’anzi dal collega Pasqua. È
avvilente che i consiglieri che presentano delle mozioni, facendosi interpreti
dei problemi dei territori, vedano svilito il proprio ruolo perché,
effettivamente, una risposta che si chiede a chi governa oggi la Calabria non
può essere data a tre anni di distanza. Grazie, Presidente.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Abbiamo interagito anche con l’assessore Robbe sulla mozione presentata insieme al collega Greco che è la mozione numero124/10^ sulla realizzazione del sistema unico integrato di interventi in materia di servizi e politiche sociali ex legge numero 23 del 2003. Tra l’altro, Presidente, come lei ha osservato bene, ci sono circa duecento/trecento persone che, da stamattina, stanno manifestando davanti al palazzo del Consiglio regionale e hanno chiesto, Presidente, colleghi consiglieri – è una manifestazione del tutto civile – di essere ricevuti dal Presidente della Giunta regionale.
Consigliere Gallo, lo ha già detto ad
inizio seduta.
Si, l’ho detto ma non sono stati ricevuti,
sono passate tre ore.
Sono in corso i lavori. L’assessore ha
comunicato alla Presidenza che, appena finiti i lavori, li incontrerà.
Vogliono incontrare anche il Presidente
del Consiglio regionale, non soltanto l’assessore e adesso vorrei capire se vi
è la possibilità di discutere di questo perché è una sua volontà oppure che
cosa dice l’assessore.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Robbe. Ne ha facoltà.
In ordine alla mozione – pur
condividendone lo spirito – considerata la complessità e l’articolazione delle
questioni di cui si tratta, proporrei di compiere un approfondimento in
Commissione, chiedendo che venga convocata a brevissima scadenza, ferma
restando la precisazione che l’evoluzione del percorso – qualunque esso sia –
non vedrà fermare tutto il lavoro che abbiamo intrapreso né interromperà i
termini delle indicazioni date alle strutture.
Il firmatario consigliere Greco è
d’accordo? È d’accordo anche il consigliere Gallo.
Sono d’accordo su questa soluzione
ribadendo – cosa che non ho sentito dall’assessore, consigliere Greco – che, se
lei poi dice di sì, procediamo nel modo in cui lei dice, ribadendo che anche in
caso di esito diverso …
L’ho detto, non mi ha sentito. Mi
dispiace, ma l’ho detto.
Chiedo venia. Per la discussione della
mozione poiché, anche in caso di esito negativo per i ricorrenti, comunque, si
procederà per come siamo d’accordo, sono disponibile a riportare la discussione
della mozione in Commissione però non mi sposto dall’impostazione della mozione
se non per qualche piccolo aggiustamento.
Chiedo, Presidente, che, comunque, una
volta discussa la mozione in Commissione, qualunque sia l’esito, si ritorni in
Aula a discutere della questione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Esposito. Ne ha facoltà.
Nonostante i proponenti si dichiarino
d’accordo a ritornare in Commissione, ritengo che il Consiglio sia organo
sovrastante rispetto alla Commissione stessa per cui – anche alla luce di
alcuni cittadini che da stamane protestano civilmente davanti al palazzo – non
vedo il senso di avviare una discussione in Commissione in quanto il dibattito
possiamo farlo adesso, alla presenza dell’assessore, perché ritengo che non ci
sia da sconvolgere niente.
Non è tanto la mozione in sé per sé che è
pregnante e sostanziale, ma bisogna assumere delle iniziative in un momento
urgente – direi quasi emergente – rispetto ad una tematica che abbiamo già
sciorinato in Commissione. Abbiamo detto tutti che c’è una situazione
agonizzante delle strutture socio-assistenziali, che i servizi stanno decadendo
e che il livello occupazionale è a rischio.
Questo lo ha già detto.
Non l’ho detto nel mio precedente
intervento, Presidente, lei non c’era. C’è una situazione agonizzante – ripeto
– non vedo il motivo, se serve a prendere tempo in attesa della sentenza del 5
luglio. Ritengo che, a maggior ragione, il senso di responsabilità di questo
Consiglio regionale sia discuterne oggi e fissare alcuni punti chiave perché
qui non vogliamo sconvolgere la riforma del welfare.
Assessore, non è in discussione la bontà della riforma: l’abbiamo discussa
in Commissione ed in Consiglio; non è nel merito di quella riforma che oggi
vogliamo discutere, ma piuttosto di questo stato confusionario – determinatosi
dopo il 2 maggio, dopo la sentenza del TAR – che sta governando questo settore
così delicato dal punto di vista sociale ed assistenziale.
Di
questo vogliamo discutere oggi. Rimandare la discussione in Commissione,
secondo me, non ha senso.
Grazie, consigliere Esposito.
Proseguiamo con la mozione numero 19/10^
di iniziativa dei consiglieri Giudiceandrea, Bova, Neri “Sulla norma su
esenzione parziale del bollo per autoveicoli e motoveicoli veicoli
ultraventennali”.
Cedo la parola al consigliere
Giudiceandrea per l’illustrazione.
Grazie, Presidente, rinuncio alla mozione.
Comunico che la mozione numero 20/10^ di
iniziativa del consigliere Battaglia è ritirata.
Proseguiamo con la mozione numero 21/10^
di iniziativa del consigliere Greco sul taglio fondi Pac
(secondo riparto). Cedo la parola al consigliere Greco per l’illustrazione.
La mozione è ritirata.
Proseguiamo con la mozione numero 22/10^ di iniziativa del consigliere Greco sulla revisione dei
parametri del nuovo ISEE. Cedo la
parola al consigliere Greco per l’illustrazione.
Grazie. Do lettura della mozione. “Il Consiglio regionale -
Premesso che:
- il decreto del 6 dicembre 2011 numero 201, recante “Disposizioni
urgenti per la crescita l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”, il
cosiddetto decreto “Salva Italia”, all’articolo 5 prevede che nel calcolo del
nuovo strumento ISEE vengano inserite le prestazioni assistenziali ai fini del
computo reddituale;
considerato che:
- pur con le franchigie e le esenzioni previste dal regolamento
attuativo, rimangono molti aspetti penalizzanti, sia per le persone con
disabilità sia per la loro famiglie che non permettono di accedere a condizioni
agevolate per le prestazioni sociali;
- la Regione Calabria promuove azioni dirette a: correggere la
disomogeneità della presa in carico dell’utente, garantire la continuità al
percorso assistenziale lungo l’evoluzione della vita del medesimo, rivedere i
modelli di assistenza domiciliare nell’ottica di proseguire le azioni dei servizi
domiciliari per persone non autosufficienti, ottimizzare l’offerta di
assistenza residenziale e semiresidenziale nonché potenziare gli interventi
tesi a favorire l’inserimento lavorativo e sociale delle persone disabili. -
impegna
la Giunta e il Presidente della Regione Calabria a farsi portavoce
presso il Ministero competente al fine di valutare la ricaduta del
provvedimento legislativo sulle persone con gravi disabilità prevedendo un
nuovo intervento in Parlamento che eviti di conteggiare nel calcolo del nuovo
ISEE l’indennità di accompagnamento.
Ci sono altri interventi? Pongo in
votazione la mozione.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Pasqua. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo
soltanto per sottolineare che, considerata la delicatezza del tema di cui
stavamo discutendo poc’anzi con i colleghi Gallo, Greco ed Esposito nonché la
mobilitazione che c’è davanti alla massima Assise regionale, comunque, una
discussione dovrebbe essere affrontata per rispetto anche alle persone che sono
oggi qui davanti. Quindi, vorrei che l’Aula, Presidente, votasse sul punto e si
determinasse su cosa dobbiamo fare rispetto a questa mozione però dobbiamo
determinarci adesso nel senso che, se si decide di ritirarla, lo si dica, si
voti contro la sua discussione. Altrimenti, ne discutiamo, oggi, in Aula che è
la massima Assise e possiamo determinarci anche rispetto ad un approfondimento
successivo in Commissione.
Poi, Presidente, l’ultima specifica.
Vorrei sottolineare un aspetto di particolare importanza e vorrei che i
colleghi mi prestassero attenzione perché è una questione estremamente
delicata.
Chiedo scusa, collega Esposito, poiché è una
questione che concerne tutti quanti noi, vorrei fare presente che il
Regolamento sul funzionamento del Consiglio regionale – come lei, Presidente,
sicuramente ben saprà – non contempla l’istituto dell’ordine del giorno fine a
sé stesso. L’unica norma che contempla l’istituto dell’ordine del giorno è
l’articolo 91 che riguarda ordini del giorno concernenti il contenuto della
legge.
Quindi, non capisco, prima rispetto alla
proposta presentata dal collega Orlandino Greco, su che cosa l’Aula abbia
potuto votare. La questione è di fondamentale importanza perché potrebbe
rasentare e configurare una violazione del Regolamento interno in quanto –
ripeto – l’ordine del giorno fine a sé stesso non esiste. Quindi, vorrei che
sul punto ci fosse una determinazione immediata. Grazie.
Consigliere Pasqua, per inserire una nuova
mozione – così come è stato chiesto – si dovrà prima finire la trattazione di
questo punto all’ordine del giorno che è il punto quattro. Terminato lo
svolgimento delle mozioni, si metterà, eventualmente, in votazione
l’inserimento della mozione su cui prima relazionava il consigliere Esposito.
Quindi, come sancisce il Regolamento,
dobbiamo prima completare il punto all’ordine del giorno.
Passiamo alla mozione numero 23/10^ di
iniziativa del consigliere Greco “sull’attivazione del Codice Rosa presso le
Aziende Sanitarie Ospedaliere della Regione Calabria”. Cedo la parola al
consigliere Greco per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. “Il Consiglio
regionale - Premesso che:
- in Calabria ci sono circa 154.000 donne
che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della propria vita e più
di 100 quelle uccise dall’inizio del 2012 senza considerare le altre vittime di
violenza di genere;
- sempre più spesso capita che presso i pronto soccorso della regione accedono donne accusando
asseriti e quanto meno improbabili incidenti domestici (urti contro gli stipiti
delle porte, ustioni con ferro da stiro eccetera);
- l’Organizzazione Mondiale della Sanità
ha indicato come l’abuso fisico e sessuale sia un problema sanitario che
colpisce circa un terzo delle donne nel mondo provocando l’evidente insorgere
di malattie psico-fisiche dovute alle violenze;
- la violenza e l’abuso in tutte le sue
forme sono condizioni che comportano ricadute importanti sulla salute e sulla
percezione di benessere;
- è, pertanto, compito delle strutture
sanitarie pianificare percorsi di accoglienza e presa in carico adeguati e
qualificati;
- in molte Regioni tra cui Toscana,
Veneto, Lombardia, Lazio, Basilicata e Puglia è già attivo un particolare percorso
denominato Codice Rosa che consente ed identifica un percorso di accesso al
pronto soccorso riservato a tutte le vittime di violenza, senza distinzione di
genere o età, siano esse donne, uomini, bambini, anziani, disabili, immigrati e
omosessuali;
- l’attuale ministro alla salute – la
mozione era riferita alla Lorenzin, che non è più ministro – ha
manifestato la volontà di dotare
il sistema di emergenza-urgenza nazionale di un Codice Rosa per tutte le
vittime di violenza;
- in Calabria molte sono le difficoltà in
campo sanitario, ma diventa una questione di etica sociale attivare il servizio
di Codice Rosa presso alcuni presidi appartenenti alla rete
dell’emergenza-urgenza nazionale. -
impegna
la Giunta regionale e l’assessore
competente a predisporre l’attivazione del Codice Rosa in tutte le aziende
sanitarie ospedaliere della Regione Calabria che preveda un adeguato periodo di
formazione personale e, altresì, un protocollo tra Procura della Repubblica,
Questura e Comandi provinciali dei carabinieri che permetta di aiutare le
vittime di presunti maltrattamenti indirizzandole in un percorso di salute e
protezione.”
Presidenza
del vicepresidente Ciconte
Ci sono interventi? Pongo in votazione la
mozione.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
Proseguiamo con la mozione numero 24/10^
di iniziativa del consigliere Greco, recante: “Attivazione dell’Area meteo
presso il Centro Funzionale dell’ARPACAL”.
Prego, consigliere Greco, può illustrare
la mozione.
Grazie, Presidente. “Il Consiglio
regionale - Premesso che:
- la legge 24 febbraio del 1992 numero 225
e successive modifiche ed integrazioni, si istituisce il servizio di Protezione
Civile ed, in particolare, l'articolo 3 bis disciplina
il Sistema di allerta nazionale per il rischio meteo idrogeologico e idraulico;
- l’articolo 111 del Decreto legislativo
31 marzo 1998 numero 112, concernente il conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato, alle regioni ed enti locali, in attuazione il Capo
I della legge 15 marzo 1997 numero 59, istituisce il Servizio Meteorologico
Nazionale Distribuito (SMND); - la Direttiva della Presidenza del Consiglio dei
Ministri del 2004 stabilisce gli indirizzi operativi per la gestione
organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e
regionale, per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione
civile;
- la suddetta Direttiva prevede, tra
l'altro, che tali compiti vengono svolti mediante la costituzione di appositi
uffici, cosiddetti Centri Funzionali, che si occupino di effettuare le attività
di previsione, monitoraggio ed allertamento del rischio meteo-idrogeologico
mediante due Aree:
1.
Aria
Meteo, che si occupa di effettuare le previsioni meteorologiche su scala
regionale, emettendo quotidianamente un Bollettino meteorologico e, nel caso di
previsione di avverse condizioni meteorologiche, provvede ad emettere i
cosiddetti Avvisi meteo;
2.
Area
Idro, che sulla base delle previsioni meteorologiche ricevute, emana
quotidianamente il Bollettino di criticità regionale per il rischio
idrogeologico ed idraulico e, se del caso, l'Avviso di criticità per possibili
precipitazioni intense.
La Regione Calabria ha costituito soltanto
l’Area Idro del Centro Funzionale, operante all’interno dell’Agenzia Regionale
per la Protezione dell’Ambiente della Calabria che dal 1 marzo 2010 può
emettere autonomamente i Bollettini di criticità e gli Avvisi di criticità
regionale; l’allora capo della Protezione Civile Nazionale, prefetto Franco
Gabrielli, già nella nota dello scorso 18 giugno 2014 ha dichiarato che l'area
meteo “rappresenta l’improrogabile necessità di completare gli adempimenti
previsti dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27
febbraio 2004 procedendo all'attivazione dell’Area Meteo presso il Centro
funzionale della Calabria auspicabilmente in breve tempo.
Tale inadempienza fa sì che la Calabria,
diversamente da buona parte delle altre regioni italiane, non abbia personale
stabilmente impiegato nell’elaborazione di previsioni metereologiche redatte
sulla base delle peculiarità del territorio calabrese, né dei modelli matematici
previsionali, ufficialmente riconosciuti, appositamente tarati per il
territorio calabrese.-
impegna
la
Giunta a dare mandato all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente
della Calabria (Arpacal):
- di procedere al completamento degli
adempimenti previsti dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri
del 27 febbraio 2004 provvedendo all’attivazione dell’Area Meteo del Centro
Funzionale, operante all’interno dell’Agenzia stessa, entro e non oltre il
corrente anno;
- di individuare un’adeguata sede per
l’istituenda Area Meteo, dotandola di opportune strumentazione hardware software, effettuare la
formazione del personale stabilmente impiegato in tale attività e sviluppare
dei modelli matematici previsionali appositamente tarati per il territorio
calabrese;
-che l’istituenda Area Meteo operi
nell'ambito del Servizio Meteorologico Nazionale Distribuito secondo le
modalità previste al Decreto del Presidente della Repubblica, di prossima
emanazione, relativo alla regolamentazione del Servizio Meteorologico Nazionale
Distribuito (SMND).”
Ci sono interventi? Pongo in votazione la
mozione.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
Passiamo alla mozione numero 25/10^ di
iniziativa dei consiglieri Greco e D'Agostino, recante: “Assorbimento della
funzione del personale delle Polizie Provinciali”. Prego, consigliere Greco.
Ritiro la mozione, poiché superata.
Procediamo con la mozione 26/10^ di
iniziativa del consigliere Bevacqua, recante: “Esenzione o riduzione
dell'aliquota IMU sugli immobili inseriti in aree montane o parzialmente montane
non serviti da viabilità”. Prego, consigliere Bevacqua.
Ritiro la mozione, poiché superata.
Proseguiamo con la mozione 27/10^ di
iniziativa del consigliere Bevacqua recante: “Metropolitana leggera:
collegamento ferroviario Paola-aeroporto Lamezia Terme”.
Prego, consigliere Bevacqua, può
illustrarla.
Ritengo la mozione in parte superata,
visto anche il piano strategico è stato approvato dalla Giunta regionale in
merito a questa problematica, che considero strategica per lo sviluppo della
Calabria, anche per i collegamenti, la mobilità tra Lamezia Terme ed il Tirreno
Cosentino e l’altra parte della Calabria, quindi prendo atto del piano
strategico approvato dalla Giunta su questa materia e ritiro la mozione.
Passiamo alla mozione numero 28/10^ di
iniziativa del consigliere Bevacqua, recante: “Piani di Classifica per il
riparto degli oneri e modifica delle tariffe in relazione ai Consorzi di
bonifica integrale”.
Prego, consigliere Bevacqua, può
illustrarla.
I Piani di Classifica sono stati approvati
2 anni fa, quindi ritiro la mozione poiché superata.
La mozione numero 31/10^ di iniziativa del
consigliere Mirabello recante: “In merito alle disposizioni contenute nel
Decreto legge 19 giugno 2015 numero 78 (Disposizioni urgenti in materia di enti
territoriali) in tema di Centri per l'Impiego”. Prego, consigliere Mirabello,
può illustrare la mozione.
Presidente questa mozione è superata,
anche alla luce dell’evoluzione dell’assetto del mercato del lavoro dei centri
per l’impiego e al recente impegno della Giunta per il passaggio delle
competenze alla Regione, alla gestione diretta dei centri per l'impiego,
pertanto la ritiro.
La mozione 32/10^ di iniziativa dei
consiglieri Greco, Cannizzaro, Romeo, Nicolò, Nucera, Giudiceandrea, Orsomarso,
Arruzzolo e Sculco recante: “Restituzione del cranio del brigante calabrese
Giuseppe Villella al suo Comune d'origine per darne degna sepoltura”.
Prego, consigliere Greco, può illustrare
la mozione.
Grazie, Presidente. “Il Consiglio
regionale - Premesso che:
- in data 27 novembre 2009 presso il polo
museale facente capo alla Università degli Studi di Torino, è avvenuta la
riapertura al pubblico, ben dopo oltre sessant’anni di oblio, del Museo di
Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”;
- il Museo trae origine dalla collezione
privata che Cesare Lombroso allestì procedendo, per anni, a scorticare
cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più orripilanti interventi su
individui ritenuti criminali, malati di mente, omosessuali e prostitute
unicamente per le misure di parti del cranio e del corpo;
- il Museo contiene una raccolta di ben
904 crani, oltre a scheletri, cervelli e macabri oggetti tra cui maschere in
cera, calchi in gesso, foto di volti di individui, anche di fanciulli, con
precise etichette di condotte sociali devianti, riportanti scrupolosamente
anche il luogo di nascita del soggetto esposto;
- l’attività e la produzione bibliografica
di Cesare Lombroso è interamente permeata dall’idea di razzismo scientifico, di
cui il medico veronese è stato capostipite, con teorie che accostano le
caratteristiche fisiche degli individui ai difetti mentali e ai comportamenti
criminali e che hanno costituito la piattaforma ideologica del razzismo di
matrice nazista;
- le teorie aberranti del Lombroso e dei
suoi seguaci, nel periodo post-unitario, contribuirono a pregiudicare la matrice
unitaria e la coesione nazionale, ossia un equilibrato sviluppo del Paese,
applicando malevolmente all’interno della nazione i teoremi sulla presunta
inferiorità razziale delle popolazioni del Mezzogiorno.
Constatato che:
- esistono da secoli irrinunciabili valori
umani, morali e religiosi, patrimonio acquisito della nostra civiltà, a difesa
della dignità dei defunti, nonché disposizioni e principi di diritto, accolti
dall'intera comunità internazionale, che tutelano la dignità dell'uomo e il
rispetto dovuto ai suoi resti mortali;
- un crescente movimento d'opinione
testimoniato da intere amministrazioni comunali tra le quali Lecco, numerosi
altri Comuni d’Italia e svariati rappresentanti del mondo della cultura,
condensato nel Comitato Tecnico Scientifico “No Lombroso”, ritiene doveroso
eticamente, cristianamente e da consolidata civiltà giuridica procedere alla
sepoltura dei resti umani tuttora trattenuti nel Museo “Cesare Lombroso”, oltre
a provvedere a studiare tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali
che possano consentire alla stessa istituzione una accettabile attività.
Preso atto che la Giunta comunale di Motta
Santa Lucia (CZ) ha adottato da tempo un deliberato con cui si dà mandato al
Sindaco di fare quando nelle sue prerogative istituzionali per ottenere la
restituzione delle spoglie dell’antenato e concittadino Giuseppe Villella,
tuttora ignobilmente esposte al Museo “Cesare Lombroso” di Torino.
Considerato che nel 2004 il Tribunale di
Lamezia Terme, con ordinanza ad esecuzione immediata, provvedeva a dare
soddisfazione agli agenti Comune di Motta Santa Lucia e Comitato Tecnico
Scientifico “No Lombroso” per la restituzione delle spoglie del brigante
Villella; che l’Università di Torino, proprietaria del museo in oggetto, richiedeva
nel breve, con avvocatura di Stato, sospensiva del provvedimento presso la
Corte d'Appello di Catanzaro che la concedeva fino all'aprile 2016.-
impegna
la Giunta regionale a promuovere ogni
iniziativa che rientri nelle loro competenze, anche accogliendo e sostenendo
moralmente il Comitato No Lombroso, affinché si giunga alla restituzione delle
spoglie trattenute al Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di
Torino ai discendenti o Amministrazioni comunali di origine che ne avessero
fatto richiesta, ovvero, per i resti incogniti, che nessuno può reclamare,
accogliere la disponibilità manifestata da don Antonio Loffredo, parroco del
Rione Sanità di Napoli, affinché tali resti vengono inumati nel cimitero delle
Fontanelle di Napoli, altresì luogo di asilo dei perduti per eccellenza. Di
fare quindi ricorso, ove ritenuto necessario, dell'avvocatura regionale per il
sostegno legale presso il MIBACT e presso tutte le sedi Istituzioni del Paese
con immediata attuazione della presente mozione.
Ci sono interventi? Pongo in votazione la
mozione.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
La mozione 35/10^ di iniziativa del
consigliere Tallini decade per mancanza del proponente.
La mozione 36/10^ di iniziativa del
consigliere Bevacqua, recante: “Potenziamento e razionalizzazione
dell’assistenza sanitaria territoriale, con particolare attenzione ai piccoli
Comuni ai territori disagiati”. Prego, consigliere Bevacqua, può illustrare la
mozione.
Grazie, Presidente. Questa mozione
mantiene in pieno la sua…
Aspetti un attimo consigliere Bevacqua.
Presidente, si registra in Aula quello che
è avvenuto in precedenza, per cui ci corre l'obbligo, ci spiace sotto il
profilo istituzionale, nella Conferenza dei capigruppo, era emersa la
responsabilità…però, stante l'andamento dei lavori in corso, constatiamo la
mancanza del numero legale di una maggioranza che deve garantire la governance. Chiedo la verifica del
numero legale.
Invito il consigliere Mirabello a fare la chiama per
la verifica del numero legale.
Fa la chiama.
Presidenza del presidente Nicola Irto
Consiglieri presenti: 16; assenti 15. Il
numero legale c’è quindi possiamo continuare con i lavori.
Presidente, chiedo scusa, le chiedo di
discutere, anticipandoli, i punti 5, 6 e 7 all'ordine del giorno.
Votiamo l’inversione dell’ordine del
giorno.
(Così
resta stabilito)
Prego, consigliere Bevacqua, continui con
l’illustrazione della mozione numero 36/10^.
Grazie, Presidente. Ritengo ancora attuale
questa mia mozione, presentata un po' di anni fa, perché riguarda un problema
che non abbiamo assolutamente risolto sull’assistenza sanitaria territoriale.
Il DCA numero 44 del 2 novembre 2017,
approvato con l'accordo integrativo aziendale per la disciplina dei rapporti
con i medici di medicina generale della Regione Calabria, ha demandato a
successivo provvedimento la definizione di un altro indirizzo per le Asp
finalizzato all'attivazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e
delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP).
Proprio in ordine a questo annunciato atto
di indirizzo, è necessario ribadire che le AFT e le UCCP sono le due forme
associative che coinvolgendo i medici di medicina generale e interessando le
aree maggiormente disagiate e sofferenti per carenze infrastrutturali,
configurano un modello essenziale orientato, sia per la promozione
dell'attività della salute, sia per la gestione delle cure domiciliari
integrate e sia per la continuità assistenziale H 24.
Ecco perché nell'esclusivo interesse del
cittadino paziente, appaiono di estrema rilevanza le risorse da destinare a
questa forma associativa e complessa, capace di uniformare su tutto il
territorio l'assistenza e di abbattere i deficit riscontrati dovuti alla
differenza di domicilio o residenza, permettendo la condivisione delle
competenze una gestione più efficace, più efficiente delle patologie croniche e
un generale miglioramento delle capacità di presa in carico dei pazienti.
Pongo in votazione la mozione.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in allegato)
Passiamo al punto 5, così come deciso che
riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 210/10^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Presa d’atto della Decisione della
Commissione Europea C(2018)1290 final
del 28 febbraio 2018 di modifica del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della
Regione Calabria”
Prego, consigliere Aieta, può illustrare
il provvedimento.
AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore
Grazie, signor Presidente. La delibera in
esame riguarda la presa d’atto della Decisione della Commissione Europea di
modifica al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Calabria.
L'Autorità di gestione del PSR, nella persona dell'avvocato Alessandro Zanfino, è intervenuto durante la discussione del
provvedimento, in seconda Commissione, ha ripercorso brevemente la procedura di
modifica del PSR, soffermandosi su alcune importanti novità quali:
l’introduzione della misura 9, finalizzata ad incentivare attraverso un
sostegno economico la costituzione di nuove associazioni e organizzazioni di
produttori; l’introduzione dell’intervento 10.1.9 per il sostegno di buone
pratiche ambientali nel settore dell'apicoltura, che verrà finanziato con sei
milioni di euro di spesa pubblica.
L’Autorità di gestione ne ha evidenziato
la rilevanza e l’importanza di tale progetto, dal momento che la Calabria è la
prima Regione d’Italia ad aver attivato la misura dell'apicoltura quale
“produzione di qualità”; ha, altresì, modificato l'introduzione dei costi
standard per i corsi di formazione (misura 1), per alcune tipologie di
investimenti nelle aziende agricole (misura 4) e per la preparazione dei piani
di gestione forestale (misura 8 e 16.8); inoltre, ha modificato l’aumento
dell’aliquota di sostegno per le misure 1 (formazione) e 2 (consulenza) al 100
per cento della spesa ammissibile; l’allargamento della misura di imboschimento
(misura 8.1) ai terreni agricoli incolti, secondo la pertinente definizione
regionale, per contrastare il dissesto idrogeologico dei terreni abbandonati.
La modifica oggi in esame è già stata
approvata alla Commissione Europea con Decisione C(2018)1220
del 28 febbraio 2018 ai fini della concessione di un sostegno da parte del
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale.
Alla luce di quanto rappresentato e
considerato che l’Autorità di gestione attesta che le modifiche apportate al
programma sono contenute entro il limite del finanziamento a suo tempo concesso
e non comportano oneri a carico del bilancio regionale, si propone a questa
Assemblea l’approvazione del provvedimento.
Ci sono altri interventi? Pongo in
votazione il provvedimento amministrativo.
Presidente, su questa votazione manca il
quorum deliberativo.
Chiami l'appello, prego, per la verifica.
Chiedo scusa, Presidente chi l'ha
richiesto il numero legale?
Il Segretario questore ha rilevato che
manca il quorum deliberativo e vuole fare una verifica del numero legale.
Prego, consigliere Mirabello, proceda con la chiama.
Fa la chiama.
Consiglieri presenti:14; assenti: 17. In
mancanza del numero legale, la seduta è tolta
Ha chiesto
congedo: Gentile, Scalzo, Sculco, Tallini, Rizzo,
Russo.
(È concesso)
È stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa della Giunta regionale:
Bilancio di previsione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente della Calabria) - (deliberazione G.R. n. 230 del 14.6.2018)
(P.P.A. n. 215/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta
stabilito)
La Giunta
regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione n. 244 del 14 giugno 2018, recante: "D.G.R. n. 648/2017 e n.
115/2018. Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile. Piano Esecutivo
Annuale 2018 (art. 4 della L.R. 8/2008). Rimodulazione ed integrazioni"
(Parere n. 39/10^)
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta
stabilito)
La Giunta
delle Elezioni, nella seduta del 22 giugno 2018, ha convalidato l'elezione a
Consigliere regionale dei Signori Giuseppe Pedà e
Giuseppe Mangialavori e, nel contempo, ha deliberato
la sussistenza della condizione di incompatibilità prevista dall'articolo 122
della Costituzione nei confronti del Consigliere Mangialavori
eletto al Parlamento e ha chiesto, pertanto, al Presidente del Consiglio di
notificare la relativa contestazione.
Il
consigliere regionale Gianluca Gallo, con nota dell'8 giugno 2018, acquisita al
protocollo generale n. 26478 dell’11.6.2018, ha comunicato, a seguito
dell'esercizio dell'opzione per il mandato parlamentare di Francesco
Cannizzaro, di assumere, a far data dall'8.6.2018, la carica di Presidente del
Gruppo consiliare "Casa delle Libertà", composto esclusivamente dal
consigliere medesimo, fino ad eventuale diversa determinazione del Gruppo
stesso.
Ai sensi
dell'articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale, il
consigliere Mangialavori Giuseppe, non avendo
dichiarato a quale gruppo intende appartenere, è stato iscritto, d'ufficio, al
gruppo Misto in data 21 giugno 2018.
Il Consigliere regionale Giuseppe Pedà, in
data 20 giugno 2018, ha aderito al Gruppo consiliare "Casa delle
Libertà", giusta comunicazione acquisita al protocollo generale n. 27961
del 20.6.2018.
Il
consigliere regionale Gianluca Gallo, nella qualità di Presidente del Gruppo
consiliare "Casa delle Libertà", con nota del 26.6.2018, acquisita al
protocollo generale n. 28777 in pari data, ha designato il consigliere Pedà in seno alle Commissioni prima, terza e vigilanza.
In data 21 giugno 2018, il Presidente della Giunta regionale ha
promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 64 del 22
giugno 2018:
1. Legge
regionale 21 giugno 2018, n. 16, recante: "Riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio, ai sensi dell'articolo 73 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118"
In data 22 giugno 2018, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato
le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 65 del 25
giugno 2018:
1. Legge
regionale 22 giugno 2018, n. 17, recante: "Modifiche all'articolo 2 della legge
regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio
regionale delle Autonomie locali)";
2. Legge
regionale 22 giugno 2018, n. 18, recante: "Integrazione alla legge
regionale 4 agosto 1995, n. 39 (Disciplina della proroga degli organi
amministrativi e delle nomine di competenza regionale)";
3. Legge
regionale 22 giugno 2018, n. 19, recante: "Ulteriori modifiche di norme in
materia di edilizia residenziale pubblica e sociale";
4. Legge
regionale 22 giugno 2018, n. 20, recante: "Modifiche alla legge regionale
28/2010 in materia di sport nella Regione Calabria";
5. Legge
regionale 22 giugno 2018, n. 21, recante: "Proroga del termine di
adeguamento dei requisiti strutturali e organizzativi delle strutture
socio-educative per la prima infanzia. Modifica delle disposizioni transitorie
di cui all'articolo 23 della l.r. 15/2013".
In data 14 giugno 2018, il Presidente della Giunta regionale ha emanato
sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 61 del 18 giugno 2018:
Regolamento regionale n. 10
del 14 giugno 2018, concernente: "Modifiche
al Regolamento regionale n. 16 del 23 dicembre 2015, approvato con DGR n. 541
del 16.12.2015 "Regolamento di organizzazione delle strutture della Giunta
regionale" cosi come successivamente modificato ed integrato con
Regolamento regionale n. 4 del 2 marzo 2016 (approvato con DGR n. 51/2016), con
regolamento regionale n. 4 del 21 marzo 2017 (approvato con DGR n. 26/2017),
con Regolamento regionale n. 10 del 9 maggio 2017 (approvato con DGR n.
179/2017), con Regolamento regionale n. 17 del ottobre 2017 (approvato con DGR
n. 453/2017), con Regolamento regionale n. 21 del 18 dicembre 2017 (approvato
con DGR n. 468/2017), con Regolamento regionale n. 4 del 9 marzo 2018
(approvato con DGR n. 45/2018) e con Regolamento regionale n. 8 del 3 maggio
2018 (approvato con DGR n. 135/2018)"
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di
variazione al bilancio di previsione finanziario 2018-2020:
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
218 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
219 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
220 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
221 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
222 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
223 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
224 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
225 |
del |
14.6.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
226 |
del |
14.6.2018 |
Nicolò - Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
si riscontra una carenza
strutturale nell'offerta sanitaria di emergenza- urgenza nel vasto territorio
della Piana di Gioia Tauro;
considerato che: l'unica
struttura operativa è il pronto soccorso dell'ospedale di Polistena, quasi
sempre oberato a causa di un consistente afflusso di utenti;
le strutture dell'ex presidio ospedaliero di Cittanova non sono
utilizzate -:
quali interventi si intendano esperire al fine di procedere
all'istituzione di un Ppi a Cittanova in una logica volta a garantire il
decongestionamento, l'efficacia e l'efficienza dei servizi sanitari di primo
intervento, in un'area ampia e complessa vista la sua orografia.
(373; 20/06/2018)
Nicolò - Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
le UU.OO. del laboratorio di
analisi presso il Grande Ospedale Metropolitano versano in una situazione di
estrema criticità ascrivibile alla carenza di organico;
considerato che: l'attuale organico, ridotto ad 11, è dunque
insufficiente a garantire i livelli minimi di assistenza all'utenza, in quanto
deficitario rispetto alla mole di lavoro -:
quali interventi impellenti si
intendano esperire al fine di adeguare la pianta organica in ossequio alle
normative vigenti e alle effettive esigenze del reparto.
(374; 21/06/2018)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
il valore della assistenza
sanitaria territoriale e della connessa ricerca pubblica costituisce un
patrimonio insostituibile e non si può consentire che si aumenti nella nostra
regione il disagio delle comunità nascente da una deplorevole incertezza nella
possibilità di fruizione di servizi adeguati, che non appare compatibile con la
necessità di un'adeguata tutela del diritto alla salute costituzionalmente
sancito;
stante che il Poliambulatorio
di Aprigliano, con una struttura costata ben 5 milioni di euro e inaugurata nel
2013, rappresenta, per le prestazioni che offre, un imprescindibile punto di
riferimento per una vasta area territoriale che va dalla valle del Savuto a
tutta la Presila cosentina, oltre a essere un polo di
ricerca all'avanguardia unanimemente riconosciuto e apprezzato;
rilevato che si prospetta
l'ipotesi di un ridimensionamento o, addirittura, di una chiusura a breve della
struttura;
visto che la decisone
sortirebbe effetti profondamente negativi per una realtà che già soffre di
innumerevoli e perduranti carenze infrastrutturali;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso il Direttore
Generale dell'ASP, Dr. Raffaele Mauro, nonché, presso il Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria, ing. Massimo Scura, affinché sia immediatamente chiarita la
questione e scongiurato un inaccettabile atto che sopprimerebbe servizi
perfettamente funzionanti e posti a presidio della qualità della vita dei
cittadini.
(123; 25/06/2018) Bevacqua
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
con LR 23/2003, recante
"Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del sistema integrato degli
interventi in materia di servizi e politiche sociali", la Regione Calabria
recepiva la Legge quadro 328/2000 sui servizi sociali, con l'obiettivo di
garantire alle persone ed alle famiglie un sistema integrato di interventi e
servizi sociali volti al miglioramento delle condizioni e della qualità di
vita, all'abbattimento delle condizioni generatrici di discriminazione sociale
e all'eliminazione e riduzione dello stato di bisogno e del disagio
individuale, ispirandosi ad un principio di universalità, equità sociale e
solidarietà, attraverso la realizzazione di una rete di servizi integrati e con
diversi livelli di intensità assistenziale: dall'accoglienza nelle strutture a
carattere semiresidenziale e residenziale al sostegno mediante servizi di
prossimità e territoriali;
con la LR 24/2008 venivano
abrogati gli artt. 24 e 25 della LR 23/2003 che disciplinavano l'autorizzazione
al funzionamento e l'accreditamento delle strutture di accoglienza a ciclo
semiresidenziale e residenziale;
con d.g.r.210/2015 si
definivano gli ambiti socio-assistenziali regionali individuati in 32 ambiti su
tutto il territorio regionale e in buona sostanza coincidenti con i distretti
socio-sanitari;
con Delibera di Giunta
regionale n. 37 del 24 febbraio 2015 veniva costituito un Tavolo tecnico
rappresentativo delle parti sociali per le problematiche relative al settore
socio sanitario e socio assistenziale con funzioni consultive, con successiva
Delibera integrato nella sua composizione;
con Delibera di Giunta
regionale 449 del 14 dicembre 2016, recante "Riorganizzazione dell'assetto
istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e
politiche sociali", venivano adottati i Regolamenti attuativi della LR
23/2003, composti da 3 Allegati: 1)Allegato Unico, contenente la disciplina per
l'autorizzazione al funzionamento, accreditamento e convenzionamento delle
strutture socio assistenziali, la gestione dei servizi, il regolamento con le
tipologie di strutture, i servizi territoriali e quant'altro relativo ai
servizi sociali regionali. Venivano ridotti del 50% gli accreditamenti dei
posti letto per anziani in relazione ai quali, da un'analisi del Settore
Politiche Sociali, era emerso uno squilibrio tra domanda ed offerta. Infine
venivano espressamente escluse dal percorso di riforma alcune tipologie di
servizi;
2)Allegato B, con la
determinazione dei costi, le modalità di calcolo delle rette;
3)Allegato C, con lo schema di
costituzione dell'ufficio di Piano;
con successivi provvedimenti
di Giunta, in particolare con la DGR 526 del 10 novembre 2017, venivano
adottate modifiche al Regolamento 17 e nello specifico: venivano accreditate tutte
le strutture autorizzate al funzionamento alla data del 30 novembre 2017 a
prescindere dal requisito dei tre anni di esperienza e senza preventiva lettura
del fabbisogno e copertura finanziaria;
venivano trasferite al
Dipartimento Tutela della salute le competenze in ordine alle seguenti
tipologie di strutture: comunità alloggio a valenza socio-sanitaria per
adolescenti, comunità specialistiche educative per minori con disturbi del
comportamento o disadattati sociali sottoposti a provvedimenti penali e/o
amministrativi, centri socio-riabilitativi semiresidenziali e residenziali e
tutte le altre strutture aventi in essere contratti, a qualunque titolo, con
figure professionali sanitarie;
come termine ultimo di entrata
in vigore della nuova normativa il 31 dicembre 2017;
con Decreto 176 del 28 dicembre
2017 il Commissario ad Acta annullava la Delibera di Giunta regionale n. 526
nella parte in cui disponeva il trasferimento al Dipartimento Salute delle
sopra indicate tipologie di strutture a valenza sanitaria;
con D.G.R.633/21.12.2017
veniva ulteriormente modificato il termine di entrata in vigore della nuova
normativa, spostato dal 31 dicembre 2017 al 30 giugno 2018;
con sentenza 978/2018 del 2 maggio
2018 il Tar Calabria, accogliendo il ricorso formulato dal Comune di Catanzaro
e da alcune strutture socio assistenziali, annullava la delibera 449 del 14 dicembre
2016 e tutti gli atti conseguenziali e delibere successive da essa discendenti
e ad essa collegate;
con Delibera di Giunta
regionale n. 169 del 9 maggio 2018, poiché il trasferimento delle competenze
economiche a 18 ambiti su 32 totali era già avvenuto con decreto dirigenziale
precedente al pronunciamento del Tar, la Giunta regionale decideva di
completare i trasferimenti economici anche agli altri ambiti e delegare i
Comuni capifila alle liquidazioni delle spettanze 2018 in favore delle
strutture socio-assistenziali per conto della Regione;
alla luce di quanto accaduto e
del sostanziale caos amministrativo generato dalle circolari del dipartimento
Politiche Sociali - precisamente quella del 18.5.2018/prot.
siar. 175778 che sembra non tenere conto della
sentenza del Tar, nel corso della seduta del 14 giugno 2018 la Terza
Commissione consiliare ""Sanità e Attività sociali" delegava i
consiglieri Gallo e Greco a predisporre una mozione da discutere, a breve, in
una prossima seduta di Consiglio Regionale;
considerato che già nei mesi
precedenti alla pronuncia del Tar diverse erano state le perplessità e critiche
sollevate diffusamente dalle parti politiche e dalle organizzazioni di settore
in relazione ad alcuni aspetti della cd riforma ritenuti fonte di incongruenze
e penalizzazioni. Da ciò la decisione politica di rivedere l'intero iter
attuativo della l.r.23/2003 a prescindere dalle risultanze giudiziarie. Le
dette criticità sono state ribadite e stigmatizzate in corso di audizione in
Terza Commissione il 14 giugno scorso. in particolare: lo spirito della
l.r.23/2003 è l'attuazione del sistema integrato e, di conseguenza,
l'integrazione di differenti interventi sulla persona pianificati da un solo
strumento di programmazione che, in tal modo, diventano appropriati e
organizzati. I regolamenti attuativi' di cui alla d.g.r.
449, non realizzavano propriamente il sistema integrato. Apparivano, piuttosto,
una reiterazione, invariata rispetto alla vecchia l.r.5/87, di una dualità che
poi si traduce in una vera e propria frattura rappresentata da una parte del
sistema socio sanitario e, dall'altra, dal sistema socio assistenziale,
riconfermando la scissione tra sistemi - caratteristica esclusivamente
calabrese - avrebbero aumentato il divario con le altre regioni dove 1'
obiettivo dell'integrazione ha raggiunto già un livello di realizzazione
piuttosto avanzato. Nello spirito della l.r.23/2003 e in linea a quelli che
devono essere i suoi obiettivi, ribadiamo, in questa sede, la necessità di
avviare una concertazione permanente tra i Dipartimenti Salute e Politiche
Sociali e Tavolo tecnico consultivo al fine della realizzazione
dell'integrazione dei sistemi di intervento sulla persona. Questo non solo è il
punto di partenza necessario di tutto il percorso riformatore che intendiamo
fermamente completare, ma è anche un obbligo di legge imposto proprio dalla
1.328/2000 e recepito dalla nostra l.r.23/2003 ed in quanto obbligo non può
essere trascurato. I Regolamenti attuativi della LR 23/2003 approvati con la
DGR 449/2016 prevedevano nuovi requisiti professionali e strutturali, con
lievitazione della spesa per il sociale da circa 26 milioni di euro a 59
milioni di euro. Il grosso della lievitazione della spesa era dovuto al
notevole incremento di organico che avrebbe dovuto essere iniettato nelle
strutture. L'incremento di organico veniva previsto su base esclusivamente
teorica, prescindendo da qualunque valutazione concreta dei livelli di
assistenza e del grado di bisogno dell'utente;
i succitati Regolamenti
individuavano, tra le fonti di copertura finanziaria delle spese, insieme alla
Regione, anche i Comuni e la compartecipazione degli utenti;
la pesante compartecipazione economica
chiesta ai Comuni avrebbe di fatto svuotato il ruolo centrale riconosciuto agli
stessi nella gestione della rete dei servizi di assistenza, e viste le
condizioni economiche in cui la maggior parte di essi versa avrebbe condotto
alla paralisi dell'intero sistema di erogazione dell'assistenza, tanto che già
da mesi, in vista dell'imminente entrata in vigore delle disposizioni
riguardanti la compartecipazione alla spesa sociale, i Comuni avevano sospeso
tutte le autorizzazioni di ingresso in favore dei richiedenti;
la compartecipazione richiesta
alle fasce bisognose, a partire da quelle con Isee da
0 a 4000 euro, avrebbe generato l'impossibilità per le stesse di poter accedere
alle prestazioni socio assistenziali amplificando, di conseguenza, lo stato di
disagio sociale, personale e le situazioni di rischio sociale sui territori;
l'accreditamento generale
operato dalla DGR 526/2017 di tutte le strutture autorizzate alla data del 30
novembre 2017 senza una lettura aggiornata del fabbisogno regionale recava in
sé il rischio di generare inutili duplicazioni di servizi, con conseguenti
aggravamenti dei costi, per altro verso lasciando invece prive di risposta
altre situazioni di bisogno o altri territori carenti di servizi;
l'abrogazione operata dalla
DGR 526/2017 dell'art. 15 del regolamento 17/2016 avrebbe precluso alla Regione
Calabria la possibilità di arricchire il sistema dell'offerta dei servizi,
avviando sui territori tipologie di assistenza residenziali e semiresidenziali
sperimentali e/o innovativi, a dispetto di quanto invece previsto proprio dalla
LR 23/2003 all'art. 12;
in seguito alla d.g.r. 169/9.5.2018, con circolare prot.siar.207854
del 13.6.2018 il Dipartimento Lavoro Formazione e Politiche Sociali emanava le
indicazioni operative tanto per la Regione che per i Comuni Capofila ;
Successivamente, con
comunicazione inviata via mail il 18 maggio, il Dipartimento Lavoro Formazione
e Politiche Sociali chiedeva a tutte le strutture di produrre la documentazione
necessaria per poter procedere alla stipula delle addende
contrattuali fino al 31.12.2018, subordinando la validità delle stesse all'
esito dell'impugnativa pendente presso il Consiglio di Stato;
La subordinazione della validità
di un contratto "sub iudice", appare
clausola fortemente aleatoria e, di conseguenza, mal si concilia con la
gestione di servizi alla persona che in quanto rispondenti all'obbligo di
continuità assistenziale, necessitano di stabilità amministrativa e giuridica;
Le indicazioni operative di
cui alla circolare in questione, lasciano, peraltro, presagire tempi di
conclusione degli iter ammnistrativi per la riorganizzazione dell'intero
sistema, difficilmente accettabili considerato che esse giungono in un momento
segnato già da diversi mesi di lavoro per le strutture in un regime
assolutamente selvaggio da un punto di vista amministrativo e giuridico. Vale
la pena di ripetere che le strutture stanno lavorando dal 1 gennaio 2018 senza
convenzione e senza poter fatturare e con tutti gli ospiti accolti privi di
qualunque autorizzazione. Come già ribadito in Terza Commissione il 14 giugno
scorso, questo sistema che, peraltro, inammissibilmente reitera quanto già
accaduto per tutto il secondo semestre 2017, non giova né alle strutture di
accoglienza né all'Ente Pubblico e, soprattutto, all'utenza;
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione
Calabria all'osservanza e coerenza al sentenziato del Tribunale Amministrativo
della Calabria, evitando procedure elusive del giudicato e, di conseguenza, a
procedere al convenzionamento delle strutture fino al 31 dicembre 2018
scongiurando la subordinazione della validità delle convenzioni all'esito
dell'impugnativa difronte al Consiglio di Stato. All'adozione di un atto giunta
ad hoc che proroghi tutte le convenzioni scadute il 31 dicembre 2017 e operi la
sanatoria di tutti gli inserimenti degli ospiti nelle strutture al 31 dicembre
2017 convenzionate;
a convocare il Tavolo tecnico
consultivo per la concertazione con le parti sociali del lavoro di stesura dei
Regolamenti ed a rielaborare i Regolamenti attuativi della LR 23/2003 tenuto
conto della necessità di abbassare i costi delle prestazioni sociali di modo da
renderle accessibili e, in quest'ottica, di procedere alla riduzione dei
requisiti professionali richiesti alle strutture a ciclo semiresidenziale e
residenziale;
a favorire la concertazione
tra tutti i Dipartimenti interessati, per una piena attuazione della LR 23/2003
ed il conseguimento effettivo delle sue finalità fondamentali, scongiurando la
reiterazione di conseguenze aberranti come quelle verificatesi in seguito
all'approvazione della d.g.r.526/2017 e del decreto del Commissario ad acta
176/2017;
ad approvare, previa lettura
del fabbisogno, il Piano Regionale dei livelli essenziali di Servizi alla
persona utilizzando un unico strumento di Programmazione degli interventi alla
persona;
a valutare le proposte che in
merito dovessero giungere anche dalla Terza Commissione consiliare "Salute
e Attività Sociali";
ad aggiornare, contestualmente
all'avvio dei lavori, il Piano degli Interventi e dei servizi sociali, così
come stabilito dall'art. 18 della LR 23/2003;
All'adozione preventiva dei
criteri generali per la determinazione del concorso alla spesa sociale,
osservando le indicazioni e procedure di cui all'art.32 l.r.23/2003;
A riconoscere, nel quadro
dell'offerta dei servizi di assistenza da realizzare in attuazione della LR
23/2003 l'importanza della rete delle strutture presenti sul territorio
regionale quale servizio essenziale nell'erogazione delle prestazioni socio- assistenziali
in favore delle fasce deboli e uniformando l'intera rete regionale di strutture
di accoglienza;
A riconoscere, altresì, la
necessità di tutelare la stabilità amministrativa e giuridica delle stesse
strutture, al fine di garantire la continuità assistenziale degli utenti e
consentire alle stesse di mantenere costanti i livelli occupazionali del
comparto. Ciò anche mediante l'approvazione, contestuale al Piano degli
Interventi Regionali, del Piano di Conversione delle strutture;
sollecita il Consiglio
regionale ad adottare i provvedimenti legislativi finalizzati a colmare il
denunciato vuoto legislativo conseguenti l'abrogazione - ex LR 24/2008 - degli
artt. 24 e 25 della LR 23/2003.
(124; 26/06/2018)
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in Calabria sono più di mille i cittadini infettati dal virus
dell'epatite, o dell'Hiv, per trasfusioni errate,
interventi chirurgici sbagliati o per infortuni sul luogo di lavoro, per lo più
in cliniche ed ospedali;
lo Stato, attraverso la legge n. 210 del 1992, riconosce loro
un'indennità;
detta indennità è stata periodicamente rivalutata, fino al 2010, quando
il Governo nazionale, con la Legge Finanziaria, ha cancellato la previsione
della rivalutazione periodica;
con sentenza del novembre 2011, la Corte Costituzionale ha dichiarato
illegittima la Legge Finanziaria nella parte in cui prevedeva il blocco della
rivalutazione delle indennità di cui alla legge 210/1992, stabilendo che il
relativo importo vada invece rivalutato nella sua interezza, secondo il tasso
di inflazione programmato, e quindi anche nella componente più cospicua
rappresentata dalla somma corrispondente all'indennità integrativa speciale;
allo stato, con riferimento alla più recente annualità maturata,
l'indennità in questione risulta essere stata liquidata solo nella sua prima
tranche;
a ciò s'aggiunge che la corresponsione dell'indennità avviene quasi
sempre con ritardo, a quanto pare per l'insufficienza di personale assegnato
alla trattazione delle relative pratiche da parte dell'ufficio regionale
competente;
da più parti si lamenta, altresì, la scelta di procedere al pagamento
con cadenza bimestrale, anziché mensile, con negative ripercussioni su
cittadini e famiglie costrette ad affrontare quotidianamente esorbitanti spese
mediche;
inattuata è rimasta la dichiarazione di intenti del Governo nazionale di
procedere ad una rivalutazione dell'indennità -:
se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta
regionale, sia a conoscenza della situazione;
se e come la Giunta regionale, al fine di evitare ritardi nel pagamento
delle stesse, intenda adoperarsi per consentire il potenziamento degli uffici
regionali deputati al trattamento delle pratiche di liquidazione delle
indennità dovute ai cittadini infettati dal virus dell'epatite, o dell'Hiv, per trasfusioni errate, interventi chirurgici
sbagliati o per infortuni sul luogo di lavoro, per lo più in cliniche ed ospedali, assicurando altresì la celere corresponsione
della seconda tranche dell'adeguamento Istat;
quali iniziative la Giunta regionale intenda assumere per addivenire,
nel confronto col Governo regionale, alla liquidazione con cadenza mensile
dell'indennità in questione e ad un suo adeguamento.
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il Servizio di assistenza territoriale psichiatrica (ex Csm) di
Trebisacce garantisce la propria essenziale attività in un'area alquanto vasta,
ricomprendenti 17 Comuni della fascia ionica cosentina (da Rocca Imperiale a
Cassano Ionio) e densamente popolata, con una gran mole di interventi annui ed
indiscussa professionalità;
per fronte alle continue richieste, tenuto conto della vastità del
territorio di competenza, inizialmente la pianta organica del Servizio era
composta da diversi medici ed un cospicuo numero di infermieri, oltre alla
garanzia costante della consulenza psicologica;
una serie di trasferimenti e di pensionamenti avvenuti negli anni, non
seguiti da contestuale copertura dei posti nel frattempo resisi vacanti, ha
ridotto notevolmente il numero di medici ed infermieri in attività, con gravi
ripercussioni sull'efficienza del Servizio, sin qui garantita soltanto
attraverso i sacrifici del personale in attività;
tale situazione, nel lungo periodo,
rischia di minare alla base la funzionalità del Servizio stesso, con evidenti
ricadute anche sulla tutela del diritto alla salute delle popolazioni della
zona -:
se il Governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta
regionale, sia a conoscenza della situazione;
se e come la Giunta regionale intenda adoperarsi perché il Servizio di
assistenza territoriale psichiatrica (ex Csm) di Trebisacce possa vedersi
assegnati nuovi medici ed infermieri ed il personale comunque occorrente a
garantire la copertura dei posti in organico ed il suo regolare funzionamento.
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
nel 2008 veniva aggiudicata la gara per la realizzazione "chiavi in
mano" del blocco parto e sale operatorie presidio ospedaliero di
Castrovillari all’ATI Sapio Life S.r.l.-SHD S.r.l.
con registrazione contratto a Cosenza il 07/11/2008 per un importo contrattuale
delle opere pari a euro 4.778.400,00 Iva inclusa;
era stato redatto in data 08/01 /2010 verbale di consegna lavori del
blocco operatorio con previsione di inizio attività in data 20/01/2010;
nel 2012 sono state inaugurate le sale operatorie dell’ospedale di
Castrovillari. Quattro sale operatorie – Cardiochirurgia, Ortopedia e due di
Chirurgia – sono state inaugurate altre volte ma ancora ad oggi non risultano
entrate in funzione;
il collaudatore, in data 11/01/2018, comunicava con una relazione,
esprimendo un proprio parere motivato, che l'opera "blocco operatorio e
sale operatorie del P.O, di Castrovillari" non è collaudabile;
considerato che: sono passati
ormai dieci anni dalla stipula del contratto con la Ditta ATI Sapio Life S.r.l.-SHD S.r.l. e tenendo conto della gravità
della vicenda che ha messo in evidenza un uso spregiudicato delle risorse
pubbliche e di una politica delle inaugurazioni farsa, ad oggi non sono in
funzione le quattro sale operatorie previste. Un danno che non può che avere
ripercussioni sulla salute dei cittadini -:
affinché possano entrare finalmente in funzione le nuove sale operatorie
ponendo fine a farsesche inaugurazioni. Lavori e procedure di collaudo
risultano in itinere da anni e la mancata realizzazione dell'opera va a
incidere sulla salute dei cittadini. Nonostante le iniziative che sono state
nel frattempo messe in campo dall’Asp di Cosenza - che ha affidato a un
professionista le operazioni necessarie e propedeutiche alle operazioni di
collaudo e messa in esercizio delle Sale operatorie del P.O. di Castrovillari -
chiedo se non ritiene fare chiarezza sulla questione con una vera e propria
operazione verità su queste sale operatorie più volte inaugurate ma mai entrate
in esercizio. Oggi il blocco operatorio e le sale operatorie non sono
collaudabili. Sono state evidenziate incongruenze contabili e amministrative
riguardante l'iter di esecuzione delle opere, non è stato possibile reperire
atti contabili e progettuali relativi all'appalto. Tanti sono i punti oscuri
sul quale urge fare chiarezza ed è fondamentale conoscere il costo reale di
questa opera rispetto all'iniziale bando di gara.
Risposta: “In riferimento
all'interrogazione in oggetto, si fa presente che le procedure di collaudo
delle sale operatorie non hanno sortito il risultato auspicato stante che il
professionista preposto al collaudo ha lapidariamente liquidato la pratica
affermando che le stesse “non sono collaudabili”. Al fine di acquisire i
necessari elementi tecnici di conoscenza sulle cause alla base del giudizio
testé riportato si è proceduto ad affidare all’lng.
Domenico Braile, con determina del 22.02.2018, il
quale, sulla base degli atti amministrativi depositati presso l'ASP di Cosenza
o in possesso del progettista o dell'impresa Sapio
Life nonché previa verifica dei lavori effettivamente eseguiti, dovrà procedere
a produrre parere tecnico motivato sull’ effettiva realizzazione delle opere
previste dal progetto esecutivo. Si rappresenta, inoltre, che la valutazione
del consulente dell'ASP dì Cosenza sta procedendo in contraddittorio con l'impresa
Sapio e con il progettista dell'impresa ing. Prosciandaro e che consiste in particolare sulla verifica
di: opere civili, attrezzature e macchinari del blocco operatorio del I° piano,
in riferimento a quanto previsto agli atti progettuali e di computo, nonché
sull'esame della problematica inerente gli adempimenti previsti dalle norme in
materia di prevenzione e incendi. Se non emergono ritardi nella consegna
dell'elaborato, questo verrà depositato presso l'ASP di Cosenza in data
15.07.2018”
Presidente Regione Calabria - On. Gerardo Mario Oliverio
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso
che:
-
il decreto legge 6 dicembre
2011, n. 201, recante “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il
consolidamento dei conti pubblici” (c.d. decreto “Salva Italia”), all’articolo
5 prevede che nel calcolo del nuovo strumento ISEE (indicatore della situazione
economica equivalente) vengano inserite le prestazioni assistenziali ai fini
del computo reddituale;
considerato
che:
-
pur con le franchigie e le
esenzioni previste dal Regolamento attuativo, rimangono molti aspetti
penalizzanti, sia per le persone con disabilità sia per le loro famiglie, che
non permettono di accedere a condizioni agevolate per le prestazioni sociali;
-
la Regione Calabria promuove
azioni dirette a: correggere le disomogeneità della presa in carico
dell’utente, garantire la continuità del percorso assistenziale lungo
l’evoluzione della vita del medesimo, rivedere i modelli di assistenza
domiciliare nell’ottica di proseguire le azioni dei Servizi domiciliari per
persone non autosufficienti, ottimizzare l’offerta di assistenza residenziale e
semiresidenziale, nonché potenziare gli interventi tesi a favorire
l’inserimento lavorativo e sociale delle persone disabili.
Impegna
la Giunta
regionale ed il Presidente della Regione a farsi portavoce presso il Ministero
competente al fine di valutare la ricaduta del provvedimento legislativo sulle
persone con gravi disabilità, prevedendo un nuovo intervento del Parlamento che
eviti di conteggiare nel calcolo del nuovo ISEE l’indennità di accompagnamento.
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso
che:
-
in Calabria vi sono oltre 154
mila (circa il 22,5%) donne che hanno subito violenza fisica o sessuale nel
corso della propria vita e più di 100 quelle uccise dall’inizio del 2012, senza
considerare le altre vittime di violenza di genere;
-
sempre più spesso capita che
presso il pronto soccorso della Regione accedono donne accusando asseriti e
quanto meno improbabili incidenti domestici (es. urti contro gli stipiti delle
porte, ustioni con ferro da stiro ecc.);
-
l’Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) ha indicato come l’abuso fisico e sessuale sia un problema
sanitario che colpisce circa un terzo delle donne nel mondo provocando
l’evidente insorgere di malattie psico-fisiche dovute alle violenze;
-
la violenza e l’abuso in tutte
le sue forme, sono condizioni che comportano ricadute importanti sulla salute e
sulla percezione di benessere;
-
è pertanto compito delle
strutture sanitarie pianificare percorsi di accoglienza e presa in carico
adeguati e qualificati;
-
in molte Regioni tra cui
Toscana, Veneto, Lombardia, Lazio, Basilicata e Puglia è già attivo un
particolare percorso denominato Codice Rosa che consente e identifica un
percorso di accesso al pronto soccorso riservato a tutte le vittime di
violenze, senza distinzione di genere o età siano esse donne, uomini, bambini,
anziani, disabili, immigrati e omosessuali.
ritenuto
che:
-
il Ministro alla Salute
pro-tempore Lorenzin aveva manifestato la volontà di dotare il sistema di
emergenza urgenza nazionale di un Codice Rosa per tutte le vittime di violenza.
considerato
che:
-
in Calabria molte sono le
difficoltà in campo sanitario, ma diventa una questione di etica sociale
attivare il servizio di Codice Rosa presso alcuni presidi appartenenti alla
rete dell’emergenza urgenza nazionale.
Impegna
la Giunta
regionale e l’Assessore competente a predisporre l’attivazione del Codice Rosa
in tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere della Regione Calabria, che
preveda un adeguato periodo di formazione del personale e, altresì, un
protocollo tra Procura della Repubblica, Questura e Comandi provinciali dei
carabinieri che permetta di aiutare le vittime di presunti maltrattamenti
indirizzandole in un percorso di salute e protezione.
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso
che:
-
in data 27 novembre 2009, in
via Pietro Giuria, n. 15, presso il polo museale facente capo all’Università
degli Studi di Torino, è avvenuta la riapertura al pubblico, ben dopo oltre
sessant’anni di oblio, del Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”;
-
il Museo trae origine dalla
collezione privata che Cesare Lombroso allestì procedendo, per anni, a
scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più orripilanti
interventi su individui ritenuti criminali, malati di mente, omosessuali e
prostitute unicamente per le misure di parti del cranio e del corpo;
-
il Museo contiene una raccolta
di ben 904 crani, oltre a scheletri, cervelli e macabri oggetti tra cui
maschere in cera, calchi in gesso, foto di volti di individui, anche di
fanciulli, con precise etichette di condotte sociali devianti, riportanti
scrupolosamente anche il luogo di nascita del soggetto esposto;
-
l’attività e la produzione
bibliografica di Cesare Lombroso (all’anagrafe Marco Ezechia Lombroso – Verona
6 novembre 1835 – Torino 19 ottobre 1909) è interamente permeata dall’idea di
razzismo scientifico, di cui il medico veronese è stato capostipite, con teorie
che accostano le caratteristiche fisiche degli individui ai difetti mentali e
ai comportamenti criminali e che hanno costituito la piattaforma ideologica del
razzismo di matrice nazista;
-
le teorie aberranti del
Lombroso e dei suoi seguaci, nel periodo post-unitario, contribuirono a
pregiudicare la matrice unitaria e la coesione nazionale, ossia un equilibrato
sviluppo del Paese, applicando malevolmente all’interno della nazione i teoremi
sulla presunta inferiorità razziale delle popolazioni del Mezzogiorno.
constatato
che:
-
esistono da secoli
irrinunciabili valori umani, morali e religiosi, patrimonio acquisito della
nostra civiltà, a difesa della dignità dei defunti, nonché disposizioni e
principi di diritto, accolti dall’intera comunità internazionale, che tutelano
la dignità dell’uomo e il rispetto dovuto ai suoi resti mortali;
-
un crescente movimento d’opinione
testimoniato da intere amministrazioni comunali tra le quali Lecco, numerosi
altri Comuni d’Italia e svariati rappresentanti del mondo della cultura,
condensato nel Comitato Tecnico Scientifico “No Lombroso”, ritiene doveroso
eticamente, cristianamente e da consolidata civiltà giuridica procedere alla
sepoltura dei resti umani tuttora trattenuti nel Museo “Cesare Lombroso”, oltre
a provvedere a studiare tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali
che possano consentire alla stessa istituzione una accettabile attività.
preso atto
che:
-
la Giunta Comunale di Motta
Santa Lucia (CZ) ha adottato da tempo un deliberato con cui si dà mandato al
Sindaco, Avv. Amedeo Colacino, di fare quanto nelle
sue prerogative istituzionali per ottenere la restituzione delle spoglie
dell’antenato e concittadino Giuseppe Villella, tuttora ignobilmente esposte
nel Museo “Cesare Lombroso” di Torino.
considerato
che:
-
nel 2004 il Tribunale di
Lamezia Terme, con ordinanza ad esecuzione immediata, provvedeva a dare soddisfazione
agli agenti Comune di Motta Santa Lucia e Comitato Tecnico Scientifico No
Lombroso per la restituzione delle spoglie dello stesso Giuseppe Villella; che
l’Università di Torino, proprietaria del museo in oggetto, richiedeva nel
breve, con avvocatura di Stato, sospensiva del provvedimento presso la Corte
d’Appello di Catanzaro che la concedeva fino all’aprile 2016;
-
quanto fin qui esposto,
implica, per tutte le forze sociali e politiche, la ineludibile necessità di
agire con la massima consapevolezza e responsabilità, al fine di restituire la
giusta tutela alla pietas verso i
defunti, nonché dignità a resti mortali che per il nostro patrimonio etico,
culturale e giuridico sono sacri e inviolabili in quanto ovunque si nasca e si
cresca si rimane sempre parte della famiglia umana.
Impegna
il
Presidente e la Giunta regionale:
-
a promuovere ogni iniziativa
che rientri nelle loro competenze, anche accogliendo e sostenendo moralmente il
Comitato No Lombroso, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie trattenute
nel Museo d Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” di Torino ai discendenti o
Amministrazioni Comunali di origine che ne avessero fatto richiesta, ovvero,
per i resti incogniti, che nessuno può reclamare, accogliere la disponibilità
manifestata da don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, affinché
tali resti vengano inumati nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli, altresì
luogo di asilo dei perduti per eccellenza. Di dare quindi ricorso, ove ritenuto
necessario, dell’avvocatura regionale per il sostegno legale presso il MIBACT e
presso tutte le sedi Istituzionali del Paese con immediata attuazione della
presente mozione.
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso
che:
-
l’articolo 5 del Patto della
Salute 2014 prevede che “Al fine di
promuovere un modello multiprofessionale ed
interdisciplinare, le Regioni, nell’ambito delle propria autonomia decisionale
ed organizzativa, istituiscono le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e le
Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali forme organizzative della
medicina convenzionata” e, nel medesimo Patto si prescrive che le Regioni “provvedono a definire, con specifici atti
di indirizzo, la promozione della medicina di iniziativa territoriale quale
modello assistenziale orientato alla promozione attiva della salute, anche
tramite l’educazione della popolazione ai corretti stili di vita, nonché
all’assunzione del bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia o
prima che essa si manifesti o si aggravi, anche tramite una gestione attiva
della cronicità”;
considerato
che:
-
la ricerca
clinica/cattedratica da più tempo ha appurato che, all’interno del sistema
sanitario di riferimento, bisogna porre al centro la “persona”, con la sua storia,
le sue possibilità, il suo vissuto e passare da una strategia di intervento
“generico” o onnicomprensivo a una formulazione di progetti specifici e mirati,
in maniera tale che l’attività assistenziale diventi flessibile, adattabile e
condivisibile da ogni singolo cittadino, essendo necessario sperimentare nella
concretezza i bisogni reali della popolazione;
stante:
-
la cronica mancanza di una
qualificata e organizzata assistenza alla comunità e di un’adeguata
prevenzione, anche in ragione del mancato coinvolgimento, in modo strutturato e
attraverso finanziamenti adeguati, della Medicina Generale, l’unica in grado di
attivare la capillarità degli studi medici sul territorio;
rilevata:
-
la centralità del MMG (Medico
Medicina Generale) nel quadro del SSN, dimostrata quotidianamente dalle
attività e dai risultati raggiunti che evidenziano una indubbia riduzione della
morbilità e del tasso di mortalità, a fronte di una cultura della salute
condivisa fondata su un progetto di autonomia personale del singolo assistito,
in ragione del rapporto fiduciario con il cittadino;
valutato
che:
-
nell’esclusivo interesse del
cittadino paziente, appaiono di estrema rilevanza gli incentivi a forme
associative complesse che coinvolgono gli MMG siano capaci di uniformare su
tutto il territorio l’assistenza e di abbattere i deficit riscontrati dovuti a
differenze di domicilio e/o residenza, mediante un modello organizzativo che
permetta la condivisione delle competenze, una gestione più efficace e più
efficiente delle patologie croniche e un generale miglioramento delle capacità di
presa in carico dei pazienti;
ravvisato
che:
-
le due forme associative
individuate risultano essere le AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali, monoprofessionali, vale a dire costituite da soli medici) e
le UCCP (Unità di Cure Primarie, dove i MMG sono associati con gli specialisti
e altri professionisti);
specificato che:
-
l’AFT, comprende un’area sino
a trentamila abitanti, ha il compito di assicurare l’erogazione dell’assistenza
della medicina generale (attività di diagnosi, cura, prevenzione, educazione
sanitaria individuale, counseling, presa in carico
delle patologie croniche, domiciliarità, APD,
prevenzione cardiovascolare, screening oncologici) nell’ambito dell’assistenza
primaria e può, alla luce dei piani regionali, a seconda delle esigenze del
territorio, essere concentrata in un’unica sede di riferimento o avere diverse
possibilità di articolazione organizzativa, fermo restando i requisiti di una
sede presso la quale vengono svolte le funzioni di coordinamento e di audit;
appurato
che:
-
in particolare per i paesi
montani e per i piccoli Comuni, il sistema della AFT di direttrice,
interessando i Comuni che si trovano lungo la direttrice che conduce al PS più
vicino, consente di disegnare, per ogni distretto e per ogni gruppo di Comuni,
la migliore organizzazione territoriale possibile, a tutto vantaggio dei
cittadini, con la possibilità di una coordinazione con gli Enti locali di
pertinenza per organizzare una reale integrazione socio-sanitaria (es.: anagrafe
dei pazienti fragili, acuti e cronici, e loro tutela in caso di calamità
naturali e/o emergenze, quali potrebbero essere gli interventi per i pazienti
che fanno uso di apparecchiature elettromedicali in caso di assenza di energia
elettrica);
valutato
che:
-
nelle UCCP vengono erogati i
servizi specialistici e le attività multi professionali, quali si configurano
la presa in carico del paziente in dimissione protetta, la gestione delle cure
domiciliari integrate, l’allestimento di ambulatori dedicati alla prevenzione
di 2° livello, la tenuta dei registri delle malattie delle AFT confluenti, la
continuità assistenziale H24 con possibilità anche di eseguire analisi di
emergenza per pazienti impossibilitati ad accedere al PS o che restano a
domicilio per la diagnosi e la cura del caso;
atteso che:
-
in base agli studi prodotti,
per la provincia di Cosenza, sarebbe sufficiente e auspicabile la costituzione
di 6 UCCP (una per ogni Distretto), unitamente all’attivazione di 4 Ambulatori
dei Codici Bianchi (in prossimità del Pronto Soccorso degli Ospedali, ma
dipendenti dai Distretti, oppure, all’interno delle UCCP ma con MMG ad essi
dedicati; l’optimum sarebbe l’impianto della struttura UCCP nei pressi
dell’ospedale di riferimento);
considerato
che:
-
l’esperienza acquisita con la
sperimentazione triennale dei Nuclei di Cure Primarie ha evidenziato risultati
incoraggianti i quali, però, non possono continuare a essere limitati
territorialmente ma, attraverso l’attivazione degli AFT, devono raggiungere
l’intera popolazione, tenendo conto della orografia specifica, delle deficitarietà inerenti i piccoli Comuni e, più in genere,
dei territori oggettivamente disagiati;
visto:
-
il DCA n. 76 del 6 luglio
2015, avente ad oggetto “Riequilibrio Ospedale territorio – Approvazione
documento di riorganizzazione della rete Territoriale”.
Tutto ciò
premesso,
impegna
la Giunta
regionale a intervenire, di concerto con il Commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria, Massimo Scura, affinché, all’interno degli Obiettivi del
Piano Sanitario Nazionale (Obiettivi strategici e prioritari sui quali far
convergere, in accordo con le Regioni, una quota del Fondo sanitario
nazionale), siano reperiti e razionalmente ripartiti i fondi necessari per
garantire l’assistenza territoriale adeguata ai piccoli Comuni e ai territori
particolarmente disagiati, anche utilizzando l’eventuale contrattazione
decentrata aziendale, in attesa di quella regionale, al fine di dare corso alla
realizzazione delle AFT, reperendo le risorse necessarie per la realizzazione
delle strutture centrali ospitanti con relativo personale di servizio, e con
una tempistica che preveda l’inizio delle attività contemporaneamente su tutto
il territorio interessato.