X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 49
SEDUTA Di MERCOLEDì’ 28 MARZO 2018
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA IRTO E DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE
Dà
avvio ai lavori invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
Pone
ai voti il verbale della seduta precedente che è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l'inserimento di
un ordine del giorno “sulle conseguenze delle mareggiate lungo la costa tirrenica
cosentina”, sottoscritto dai colleghi di tutti i gruppi, nel quale esprimiamo
sostegno all'azione del governo regionale e chiediamo di valutare alcune
opportunità.
Oltre a questo ordine del giorno, ne sono stati presentati altri due, a
firma dei consiglieri Giudiceandrea e Sergio. Poniamo in votazione l’inserimento,
per poi trattarli alla fine dell'ordine del giorno attuale. Chiedo un voto
all'Aula. I tre ordini del giorno vengono inseriti in coda.
Apriamo i lavori con le interrogazioni a risposta immediata, ai sensi
dell'articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale. Vorrei ricordare
all’Aula che l'interrogante dispone di due minuti per illustrare
l'interrogazione, la Giunta regionale dispone di tre minuti per la risposta e l'interrogante
ha il diritto di replica per non più di un minuto.
Esaminiamo la prima interrogazione, la numero 156/10^ di iniziativa del consigliere
Nicolò, recante “Sul reparto di nefrologia e dialisi dell'ospedale di Locri”. Prego,
consigliere Nicolò.
Vorrei dire che questa interrogazione mi risulta evasa.
(Interruzione)
Posso chiedere di andare avanti e
di riprenderla dopo?
Si tratta di un’interrogazione datata per la quale non ho
ricevuto alcuna risposta.
Risponderà successivamente il Presidente
della Giunta regionale.
Passiamo all’interrogazione numero 252/10^ di iniziativa del consigliere Arruzzolo “Sul Centro dialisi di Taurianova”. Prego, consigliere Arruzzolo, ha facoltà di illustrarla.
Grazie, Presidente. Premesso che
non ho ricevuto alcuna risposta a questa interrogazione, avevo esposto in
maniera sintetica le problematiche che affliggono il Centro dialisi di
Taurianova dove, a causa della mancanza di due unità di personale
infermieristico, molti pazienti dializzati per fare il ciclo di terapia erano
costretti ad andare a Soverato o, addirittura, in Sicilia, con un aggravio di
spesa per il bilancio regionale.
Pertanto, avevo sollecitato il
trasferimento di due unità infermieristiche presso quel Centro, affinché si
potesse alleviare questo problema annoso che affligge tantissime persone, con
delle terapie salvavita. Purtroppo la dialisi non è rinviabile. Al problema e alla
sofferenza dei nostri cittadini, si aggiunge anche un problema logistico,
perché non tutti hanno la possibilità economica di poter affrontare spese per
fare centinaia di chilometri per potersi vedere riconosciuto quel diritto
fondamentale che é il diritto alla salute.
Ad oggi, purtroppo, non ho ricevuto
risposta e, dalle notizie che ho, questo problema non è stato risolto. Se ciò
non fosse stato fatto chiedo, pertanto, che nell'immediato si possa dare una
risposta concreta, perché non possiamo sicuramente permettere che queste
persone con gravi patologie debbano affrontare dei viaggi costosi con quella
che é la loro disponibilità economica e, nello stesso tempo, dare la
possibilità a tanta gente di potersi curare nel luogo più vicino alla propria
residenza. Grazie, Presidente.
Cedo la parola al Presidente della Giunta regionale per la risposta.
Prego.
In relazione all’interrogazione del
consigliere Arruzzolo, che pone un problema particolarmente importante per
quella realtà, si precisa che, con nota Pec del 20 ottobre 2017, la direzione
dell'Azienda sanitaria ha inoltrato richiesta all'ufficio del commissario ad acta per il Piano di rientro della
Regione Calabria di autorizzazione all’espletamento dei concorsi per l'assunzione
di un dirigente medico per l’Unità Operativa di emodialisi di Taurianova.
In esecuzione al Dca numero 112 del 2017, il commissario ad acta ha concesso l'autorizzazione ad
espletare i concorsi per numero 3 dirigenti medici nefrologici, di cui uno sarà
destinato al servizio di emodialisi, appunto, di Taurianova. Le procedure
assuntive sono state formalmente avviate e saranno completate quanto prima, per
consentire a questo importante servizio di essere riattivato per la comunità e
le popolazioni di riferimento.
Prego, consigliere Arruzzolo.
Grazie. Prendo atto della
disponibilità del Presidente affinché vengano espletati i bandi per
l'assunzione del personale. Non mi ritengo soddisfatto per il semplice fatto
che il direttore generale, in merito al personale esistente in ambito regionale
e nelle more dell'espletamento dei bandi, in qualche modo avrebbe potuto
provvedere ad una soluzione, quantomeno, tampone per risolvere il problema.
Grazie, Presidente.
Passiamo all’interrogazione numero 330/10^
di iniziativa del consigliere Giudiceandrea “In ordine alla corretta
applicazione della legge regionale numero 47 del 27 dicembre 2016 - Norme per
la corretta applicazione della legge numero 194/78”. Prego, consigliere
Giudiceandrea, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Grazie. Presidente, siamo qui a
chiedere, o a chiederlo per conto dei cittadini, notizie in merito alle
innovazioni realizzate in esito all'approvazione della legge numero 47 del 2016,
che intendeva porre la corretta applicazione della legge numero 194 del 1978,
di cui oggi, per una fortuita combinazione, cade il quarantesimo anniversario
dalla nascita. Se a 40 anni dall'introduzione della legge del 1978 in Calabria siamo
costretti ad applicare una norma che, in qualche modo, apporta dei correttivi
al tentativo di evitare la corretta applicazione della norma sull'interruzione
volontaria gravidanza – tant'è che nell’Azienda Ospedaliera di Cosenza si era preferito
per un certo periodo addirittura esternalizzare il servizio presso privati e a
Crotone sono avvenute situazioni di proteste gravi perché non si era provveduto
alla nomina di medici non obiettori – riteniamo opportuno che la Giunta regionale
fornisca dei numeri per verificare se, effettivamente, sono stati apportati dei
correttivi alla situazione precedente alla nostra normativa. Grazie.
Prego, presidente Oliverio.
In riferimento all'interrogazione
del consigliere Giudiceandrea, si precisa quanto segue: il monitoraggio della
corretta applicazione della legge numero 194/78, sull'interruzione volontaria
di gravidanza, avviene sulla base di modelli D12 dell'Istat, che devono essere
compilati per ciascuna interruzione volontaria di gravidanza nella struttura in
cui è stato effettuato l'intervento.
Le Regioni provvedono a raccogliere
queste informazioni dalle strutture e ad analizzarle per rispondere ad un
questionario trimestrale ed annuale predisposto dall'Istat e dal Ministero
della Salute, nel quale vengono riportati i dati contenuti nel modello D12.
Per il monitoraggio vengono
considerati tre parametri, che sono stati individuati per inquadrare l’offerta
del servizio in funzione della domanda e della disponibilità di risorse
strumentali e professionali:
Parametro 1 - offerta del servizio
di interruzione volontaria di gravidanza in relazione al numero assoluto di
strutture disponibili. Il numero totale di strutture con reparto di ostetricia
e ginecologia a livello regionale risulta pari a 13, il numero di quelle che
effettuano le interruzioni volontarie di gravidanza è pari a 8, corrispondente
al 61,5%, mentre la media nazionale è del 60%.
Parametro 2 - offerta del servizio
di interruzione volontaria di gravidanza in relazione alla popolazione
femminile in età fertile e ai punti nascita. Ogni 100 mila donne in età fertile
si contano 2,9 punti nascita e 1,8 punti di interruzione volontaria di gravidanza.
La popolazione femminile tra i 15 ed i 49 anni è pari a 436 mila 919. A livello
nazionale, ogni 100 mila donne in età fertile tra i 15 ed i 49 anni, si contano
3.8 punti nascita, contro i 2.8 punti di interruzione volontaria di gravidanza.
Nel 2017 in Calabria sono state effettuate 2 mila interruzioni volontarie di
gravidanza. Considerando 44 settimane lavorative in un anno, il numero di
interruzioni volontarie effettuato per ogni ginecologo non obiettore,
settimanalmente è pari a 1,8 con una media nazionale di 1,6 interruzioni
volontarie di gravidanza a settimana. Si tratta, comunque, di un numero di
interruzioni volontarie di gravidanza settimanali sempre inferiori a 10,
considerato come soglia di riferimento. Il numero di non obiettori risulta quindi
congruo rispetto alle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate. Il
servizio è garantito in tutte le province, tranne quella di Crotone, dove si
stanno per attivare tutte le procedure per restituirlo anche in quel territorio.
Grazie, Presidente. Mi dichiaro
soddisfatto della risposta, con la preghiera di porre maggiore attenzione sulla
provincia di Crotone dove, negli anni precedenti, su una popolazione di 120
mila abitanti, non abbiamo avuto nessuna interruzione di gravidanza, lasciando
presagire che ci si possa rivolgere fuori provincia – e la cosa non risulta – oppure
a strutture private, se non addirittura all'aborto clandestino. Vi è da porre
la massima attenzione per quello che riguarda la provincia di Crotone
ripristinando il servizio al più presto. Grazie.
Passiamo all’interrogazione numero
336/10^ di iniziativa del consigliere Arruzzolo “In ordine al protocollo d'intesa
sperimentale INPS Calabria - Regione Calabria per l'affidamento funzioni
relative all'accertamento dei requisiti sanitari in materia di invalidità
civile, cecità civile, sordità civile, disabilità ed handicap”. Prego,
consigliere Arruzzolo, può illustrare l’interrogazione.
Grazie, Presidente. In riferimento
all'accordo sperimentale che è stato stipulato tra la Regione Calabria e l'INPS
per quanto riguarda l'accertamento dell'invalidità civile, mentre nelle
precedenti sezioni venivano effettuate le visite a Reggio Calabria, a Locri e a
Palmi, dal momento in cui è stato fatto questo accordo con la Regione Calabria
le visite di tutto il territorio provinciale vengono espletate a Reggio
Calabria.
E’ vero che il presidente dell'INPS
ha detto che sono stati accorciati i tempi di attesa, e questo non può che
rincuorarci, però anche in questo caso assistiamo a una penalizzazione
dell'utenza. Parliamo di soggetti che versano in grave stato di salute e devono
affrontare, mi riferisco a paesi della ionica, dove qualcuno mi diceva che per
effettuare la visita ha fatto quattro ore di viaggio e una lunga attesa poi a Reggio
Calabria, dove è chiaro che si concentri tutta l’utenza della provincia; prima invece
era spalmata su tutto il territorio provinciale con le tre sedi, ora purtroppo,
comporta sicuramente un'attesa lunga ed estenuante per chi deve essere
sottoposto ad accertamento. Considerato che questo è anche un accordo sperimentale
fatto tra la Regione Calabria e l'INPS, avevo chiesto e sollecitato il Presidente
di far riaprire le sedi di Palmi e Locri, senza nessun costo aggiuntivo per
l'INPS che dispone di sedi dove poter effettivamente espletare le visite
mediche.
Sarebbe, dunque, opportuno dare un
segnale forte a queste categorie disagiate e che la Regione Calabria si facesse
carico di questo problema. Grazie, Presidente.
Prego, presidente Oliverio.
Con l’interrogazione del 17 gennaio
2018 specificata in oggetto, il consigliere Giovanni Arruzzolo ha evidenziato
di aver ricevuto innumerevoli segnalazioni da parte di cittadini disabili in
merito alle difficoltà a raggiungere la sede provinciale INPS di Reggio
Calabria per effettuare le visite finalizzate all'accertamento dell’invalidità.
La stessa interrogazione si
conclude con la richiesta al sottoscritto di intervenire con la direzione
regionale dell'INPS, affinché nell'ambito della provincia di Reggio Calabria siano
utilizzate ai fini dell'accertamento di invalidità anche le sedi INPS di Locri
e di Palmi.
Innanzitutto mi corre l'obbligo in
questa sede di precisare che, nel protocollo sottoscritto con la direzione
regionale INPS, è esplicitamente previsto l’oggetto di questa interrogazione ma,
considerato che a tutt'oggi ancora non è stato realizzato il disegno di
articolare questo lavoro anche presso le sedi periferiche, sarà mio compito
assumere un'iniziativa affinché l'INPS sia richiamata al rispetto del protocollo
e si possa procedere in questa direzione, consentendo non solo di venire
incontro all'utenza ed ai territori ma anche di dare un’ulteriore accelerazione
all'espletamento delle pratiche, che già con questo protocollo hanno
indubbiamente subito un processo di fortissima accelerazione; bisogna dare atto,
da questo punto di vista, all'INPS che in questo senso sta già assumendo una
impostazione che soddisfa pienamente le esigenze di efficientamento
e di accorciamento dei tempi di esame delle pratiche e di valutazione dei
soggetti interessati.
Prego, consigliere Arruzzolo.
Grazie, Presidente, mi ritengo
soddisfatto della risposta.
Torniamo all’interrogazione numero
156/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò “Sul reparto di nefrologia e
dialisi dell'ospedale di Locri”. Prego, consigliere Nicolò, può illustrare
l’interrogazione.
L’interrogazione è risalente al 14
marzo 2016 e si interrogava il Presidente della Giunta regionale per conoscere
quali azioni si intendevano intraprendere, sempre parlando della questione di
specie da lei rappresentata rispetto al quesito della nefrologia e riguardante
le problematiche afferenti al mal funzionamento del servizio di dialisi
dell'ospedale spoke di Locri, e per capire e
comprendere come questo disservizio, da cui scaturivano effetti negativi, non
venisse ripristinato dalle autorità competenti.
Prego, presidente Oliverio.
L'interrogazione del consigliere
Nicolò fa riferimento al decreto del Commissario ad acta numero 9 del 2 aprile 2015, con il quale era stata
riorganizzata la rete ospedaliera che non prevedeva l'Unità Operativa complessa
di nefrologia nel presidio ospedaliero di Locri. Ciò in quanto l'individuazione
delle strutture di degenza era stata effettuata in rapporto ai bacini di utenza
individuati dal decreto ministeriale numero 70 del 2015, all'epoca in fase di
emanazione, ma già oggetto dell'intesa Stato-Regioni del 5 agosto 2014. L'assenza
della Struttura complessa di nefrologia non pregiudica l'erogazione
dell'offerta sanitaria sul territorio ai pazienti nefropatici. Pur se eseguita
in ambiente ospedaliero, la dialisi è un trattamento ambulatoriale che viene
erogato nel presidio di Locri con la presenza di numero 24 posti rene, che
garantiscono il trattamento di 96 pazienti mediante due turni giornalieri.
Per quanto riguarda le
urgenze-emergenze nefrodialitiche ed il follow-up pre e post trapianto, possono essere affrontati in
qualsiasi ospedale spoke, anche in assenza di una
struttura complessa di nefrologia e, soprattutto, con l'attivazione del sistema
integrato con la nefrologia dell'Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria, per la
quale è presente il Centro trapianti di rene, come è noto.
Ogni paziente quindi potrà
usufruire di continuità assistenziale e di cure adeguate solo quando viene posto
egli stesso e non altro al centro del Sistema Sanitario regionale. L'assenza di
una Unità complessa non è un fatto ostativo all'erogazione del servizio. Questo
mi premeva sottolinearlo.
Prego, consigliere Nicolò. E’ soddisfatto. Grazie
Passiamo al secondo punto dell’ordine del giorno: interrogazioni a risposta scritta ai sensi dell’articolo 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale. Ricordo all’Aula che, ascoltata la risposta della Giunta, l’interrogante ha diritto a replicare per non più di tre minuti al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto. Questa Presidenza ritiene che se l’interrogante vuole illustrarla verranno concessi due minuti per l’illustrazione.
La prima interrogazione è la numero 174/10^ di iniziativa del consigliere A. Nicolò “In ordine al rilascio delle autorizzazioni per l’apertura di n. 91
farmacie sul territorio regionale”. Prego, consigliere Nicolò. Vuole
illustrarla o passiamo direttamente alla risposta della
Giunta?
Vorrei illustrarla. Anche questa è datata. C’è un cumulo di
interrogazioni, Presidente, che risultano datate e, immagino, alcune anche
superate, però è nostro dovere illustrarle e ricevere una risposta per una
questione istituzionale. La raccomandazione che si fa da questi banchi è che le
interrogazioni vengano affrontate periodicamente per evitare il lor accumulo e
per consentirci di lavorare in maniera fluida.
Questa è un’interrogazione del 28 aprile 2016 inerente al rilascio delle
autorizzazioni per l’apertura di 91 farmacie sul territorio regionale
calabrese. Premesso che il decreto del 24 gennaio 2012 disponeva un bando per
tale scopo, all’epoca dell’interrogazione che, probabilmente, sarà anche
superata, si volevano comprendere i motivi di un così prolungato ritardo ed il
perché lo stato del procedimento di assegnazione non trovasse riscontro, ovvero
la mancata realizzazione rispetto ad un bando che prevedeva l’apertura di 91
farmacie.
Ciò accadeva nel 2016 e, probabilmente, il problema sarà stato superato.
Per questo chiedo informazioni al Presidente.
Inoltre, chiedo che venga verificato l’eventuale superamento delle
interrogazioni prima che arrivino in Aula, per motivi di sintesi del lavoro
istituzionale e per poter regolamentare meglio i lavori. Si tratta di un fatto
consuetudinario che non è regolamentato. Però sarebbe utile.
Lo farò presente al Presidente del
Consiglio regionale. Prego, presidente Oliverio.
Devo dare atto che quanto asserito
dal consigliere Nicolò trova la mia piena condivisione perché, effettivamente,
questa è una interrogazione il cui contenuto è largamente superato. Il tema è
quello dell'assegnazione delle sedi farmaceutiche nella Regione Calabria, una
vicenda che era diventata una telenovela e che possiamo dire di aver portato a
buon fine, nel senso che la vicenda piuttosto datata riguardava un concorso che
era stato bloccato, sospeso e che abbiamo assunto l'iniziativa di sbloccare,
perché era giusto che questa problematica fosse portata a conclusione e, quindi,
a buon fine. Proprio per questa ragione possiamo considerare superato il
contenuto della interrogazione anche se, al momento della sua presentazione si
era ancora nella fase di definizione della problematica portata a buon fine, che
ha consentito di allargare il servizio farmaceutico nella nostra Regione e di
offrire opportunità di lavoro a tantissime altre figure.
Mi dichiaro soddisfatto.
La successiva interrogazione è la
numero 183/10, d'iniziativa del consigliere Nicolò “In ordine al contratto di
accreditamento dell'Hospice di Reggio Calabria”.
Prego, consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrarla se lo ritiene.
Credo che questa interrogazione sia
superata, anche se non ho avuto riscontri. Si tratta sempre di una
interrogazione datata 2016. Si illustra da sé, Presidente.
Prego, presidente Oliverio.
Anche in questo caso valgono le
stesse motivazioni di prima. Naturalmente l’Hospice
di Reggio Calabria, regolarmente accreditato, ha sottoscritto il contratto di
cui trattasi in data 2 agosto 2016 per un totale di 1 milione 650 mila euro ed
attualmente eroga le medesime prestazioni per lo stesso importo. Tale struttura
diventerà parte integrante della rete territoriale già oggetto di approvazione
da parte dell'Azienda sanitaria.
Prego, consigliere Nicolò. Vuole replicare? E’
soddisfatto.
Le interrogazioni, oggi superate,
quando sono state presentate avevano una funzione. Il question-time
o c'è o non c'è. Bisogna rispettare una tempistica che è quella che consente
alla politica di fare il proprio lavoro. Così non facciamo il nostro lavoro.
Consigliere Nicolò, lei é
capigruppo, e sa che può, insieme al Presidente del Consiglio, decidere.
La mia è una raccomandazione garbata all’Ufficio di Presidenza.
Grazie.
La prossima interrogazione, sempre a firma del consigliere Nicolò “In
ordine al Centro di Rianimazione Pediatrica sul territorio calabrese”. Prego,
consigliere Nicolò, la può illustrare.
Si illustra da sé.
Prego, presidente Oliverio.
In riferimento all’interrogazione
presentata dal consigliere Nicolò, mi preme sottolineare che la rete
ospedaliera pediatrica calabrese prevede che tutti i pazienti in età evolutiva,
da 0 a 18 anni, che giungono in ospedale siano visitati dal pediatra, e che i
pazienti per i quali è necessario il ricovero siano ricoverati in struttura di
area pediatrica e, possibilmente, non in reparti per adulti.
Al fine di assicurare i requisiti
minimi per la sicurezza della madre del neonato e del soggetto in età evolutiva
e la prevenzione degli handicap, pare opportuno e necessario che tutte le unità
operative di pediatria e/o i presidi dei Dea di secondo livello debbano essere
dotati di spazi per l’osservazione temporanea di tali pazienti.
Considerato che essa é la modalità
assistenziale da privilegiare per inquadrare e trattare tempestivamente una
criticità, per dirimere un dubbio diagnostico, per trattare in breve tempo una
patologia nota risolvibile in poco tempo, affidando poi il piccolo paziente
alle cure del pediatra di libera scelta oppure del medico di Medicina generale
o, infine per definire, magari con il supporto di consulenze multi
specialistiche integrate, la necessità di un ricovero. Ciò al fine di evitare
nei piccoli ospedali i ricoveri ordinari che, al contrario, se necessari devono
essere inviati presso l'Unità Operativa pediatrica dell'ospedale di riferimento
di area o nei Centri pediatrici specialistici di terzo livello, a seconda della
gravità e complessità della patologia, nel rispetto di protocolli e linee guida
che devono essere concordati nell'ambito di un'attività di tipo dipartimentale.
In considerazione dei livelli
crescenti di intensività e specializzazione delle cure, possono quindi essere
identificate tre categorie di strutture dedicate all’emergenza pediatrica
ospedaliera, funzionalmente integrate al dipartimento di emergenza quale
anticipazione sul decreto definitivo di riorganizzazione della rete pediatrica.
DEA di primo livello: negli ospedali sede di DEA di primo livello, i pediatri
dell'Unità Operativa pediatrica, nell'ambito del servizio di guardia, attivo 24
ore su 24, si faranno carico di tutti i soggetti in età evolutiva che si
presenteranno al Pronto soccorso, attuando, di fatto, un servizio di Pronto
soccorso funzionale nell'ambito di una integrazione interdisciplinare con tutti
i servizi ed unità operative presenti in ospedale.
Deve essere prevista un'area
pediatrica dedicata che comprenda: accesso proprio, sala d'attesa, ambulatori
per il bambino, gestita da personale infermieristico con formazione pediatrica
o un percorso preferenziale che avvii il paziente verso il contesto ad esso più
idoneo. Il Pronto Soccorso deve essere il triage pediatrico, istituendo
specifici percorsi formativi. Deve essere prevista una integrazione operativa
tra pediatri dipendenti e convenzionati, secondo precisi accordi a livello
regionale e/o aziendale
Nel caso venga identificato un
problema non gestibile in tale struttura, deve essere possibile stabilizzare il
paziente ed organizzare un trasporto protetto nella sede pediatrica più idonea.
Gli ospedali hub sede di DEA di secondo livello, in funzione del numero
delle specialità previste dalla programmazione regionale, devono garantire una
risposta sanitaria qualificata complessiva.
Il Pronto Soccorso
deve prevedere un percorso pediatrico, che deve avere una sua autonomia
funzionale ed operativa, possibilmente utilizzando un’osservazione breve
intensiva pediatrica. Perché l’osservazione breve intensiva risulti appropriata
bisogna sempre considerare i concetti assistenziali che ne giustificano
l’esistenza, essendo una funzione fondamentale del pronto soccorso a carattere
multidisciplinare.
Le condizioni
morbose reclutabili in osservazione breve intensiva OBI fanno riferimento a
diverse patologie acute e subacute di medio-bassa
criticità in cui è ragionevolmente attesa una positiva risoluzione o un preciso
inquadramento diagnostico prognostico entro le 12-24 ore.
Il rispetto di
questo criterio condiziona il campo di applicazione e la potenzialità della
funzione assistenziale che va comunque sempre vista come alternativa al facile
ricovero, specie se l’OBI è supportata da un’adeguata attività di follow up e dalla condivisione della pediatria
di famiglia che può completarla con un’opportuna osservazione domiciliare, nel
contesto di una rete pediatrica regionale.
La serie hub del DEA di secondo livello deve anche essere serie di
cure neonatali, essendo struttura dotata di ostetricia e di Unità Operativa di
neonatologia, comprendente una terapia intensiva neonatale.
Nel caso, infine,
che il DEA di secondo livello con Unità Operativa o sezione funzionale di
pronto soccorso pediatrico veda il coesistere delle competenze traumatologiche
– anestesista, chirurgo generale, toracico, vascolare, ortopedico,
neurochirurgo, radiologo interventista - con quelle pediatriche - chirurgo
pediatrico - farà sì che sia possibile il trattamento di tutta la traumatologia
maggiore in età infantile, secondo il modello organizzativo del trauma-center per adulti, già ampiamente
sperimentato in Europa e Nord America.
La necessità di
individuare sul territorio regionale e nel contesto di un ospedale hub, serie DEA di secondo livello, una struttura di terapia
intensiva ad altra specialità pediatrica che si ponga come centro di
riferimento con le urgenze-emergenze pediatriche di maggiore gravità e
complessità e le carenze strutturali che oggi chiedono il ricovero o in
strutture per adulti o in strutture fuori regione, con aggravio dei disagi per
le famiglie e dei costi indotti ai vari livelli, palesate anche con intervento
del dottor Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della
Regione Calabria, hanno determinato l’indizione di apposito Tavolo tecnico
riunitosi presso la struttura commissariale con partecipazione del dipartimento
della salute, del Garante per l’infanzia e dei maggiori e più rappresentativi
tecnici afferenti alle aree di pediatria, neonatologia, terapia intensiva e
terapia intensiva neonatale, provenienti dalle associazioni ospedaliere, dalle
Aziende Ospedaliere, dalle ASP e dalle Aziende operative territoriali.
In data 21 luglio 2016,
14 settembre 2016 e 26 ottobre 2016 si sono tenute riunioni nel corso delle
quali è stato affrontato il problema della terapia intensiva pediatrica e delle
relative implicazioni logistiche, organizzative e di gestione della formazione
del personale coinvolto.
L’ospedale hub di riferimento in cui allocare tale struttura oggi,
essendo il reparto già predisposto, appare quello di Cosenza, quale sede
iniziale dove allocare in numero quattro posti letto aggiuntivi, dedicati alla
terapia intensiva pediatrica.
Detta soluzione sarà
estesa anche agli altri hub, sede di DEA di secondo
livello, con i nuovi posti letto aggiuntivi da attivare nell’ambito delle
terapie intensive già esistenti.
Nel dettaglio, il
DCA numero 89 del 15.16.2017 “Attivazione numero 4 posti letto aggiuntivi
dedicati alle attività di terapia intensiva pediatrica presso l’hub Ospedale di Cosenza - terapia intensiva - integrazione
DCA numero 64” ha già provveduto a:
I) approvare l’attivazione immediata di numero 4 posti letto, come
prima si diceva, e da dedicare, transitoriamente ed esclusivamente, alle
attività proprie della terapia intensiva pediatrica, a fronte dei 6 posti letto
previsti dal DCA numero 123 del 2016; attivare tali posti letto dedicati alla
TIP, nelle more dell’attivazione della nuova Unità Operativa complessa di terapia
intensiva pediatrica, quale reparto autonomo di alta specializzazione e unico
centro di riferimento regionale per le urgenze-emergenze pediatriche di
maggiore gravità e complessità, la cui collocazione definitiva in una Azienda
ospedaliera hub sarà definita, sentito il Tavolo
tecnico, con successivo e separato atto, nel rispetto di quanto previsto alle
linee guida per la riorganizzazione dei servizi di emergenza-urgenza pediatrica
del 9 maggio 2015, e che per le Tip prevede un bacino di utenza pari ad almeno
due o tre milioni di abitanti, contestualmente alla presenza di pronto soccorso
pediatrico e di altre specialità pediatriche;
II) motivare ed integrare, di conseguenza, sia il DCA numero 64 del
2016 che il DCA numero 123 del 2016 e, quindi, riorganizzare la rete
ospedaliera e le reti tempo dipendenti, in coerenza con i limiti organizzativi
imposti dal decreto ministeriale numero 70 del 2015;
III) allocare transitoriamente tali posti letto nel contesto della
terapia intensiva dell’hub dell’Azienda ospedaliera
di Cosenza;
IV) variare, quindi, il numero dei posti letti di terapia intensiva dell’hub di Cosenza, così come previsti dalla programmazione
regionale, di cui numero 4 dedicati transitoriamente alle attività di terapia
intensiva pediatrica;
V) prendere atto della donazione effettuata da parte del Garante
dell’infanzia per la Calabria, dottor Antonio Marziale, che mette a
disposizione il 50% del budget
annuale per la formazione del personale dedicato, commisurato in euro 50 mila
da destinare alle Aziende Ospedaliere di Cosenza per la gestione vincolata
della formazione.
Si procederà,
naturalmente in seguito, alla realizzazione delle unità operative di pediatria
presso gli altri hub di riferimento.
Mi dichiaro parzialmente
soddisfatto. Anche questa è un’interrogazione superata, come asseriva
nell’intervento il Presidente della Giunta regionale. A Cosenza ad ottobre è
stato attivato il reparto di terapia intensiva e ad alta specialità pediatria
presso l’Azienda ospedaliera di detta città, però vi sono delle criticità,
evidenziate anche dal Tribunale dei minori nella bassa Calabria, Catanzaro e
Reggio Calabria, rispetto alla questione di specie.
Vorrei capire se ci sono
le condizioni per attivare un centro di rianimazione pediatrica all’interno
dell’Ospedale metropolitano di Reggio Calabria.
Dà lettura di un
seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in Allegato)
L’interrogazione è ritirata.
Passiamo all’interrogazione
numero 202/10^ “In ordine al rischio sismico dell’Ospedale Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria”
E’ un’interrogazione
anche questa datata, però ebbi modo in un convegno di ascoltare le
dichiarazioni del direttore generale dell’Ospedale che asseriva quanto
denunciavo in questa interrogazione e prospettava le ipotizzabili soluzioni.
Avendo partecipato,
assieme al senatore D’Ascola, qualche mese addietro, ad
un convegno organizzato dai repubblicani, qui a Reggio Calabria, ebbi modo di
capire quali siano le possibili soluzioni rispetto ad un problema strutturale
esistente. Il Direttore generale dell’ospedale ammetteva l’esistenza di
criticità serie per quanto riguarda il rischio sismico, però
sosteneva che la realizzazione del nuovo Ospedale ci consentirà di poter avere
una soluzione a costi minori perché affrontare un problema strutturale con le
criticità persistenti comporterebbe costi maggiori.
Quindi il problema
esiste - sostiene il direttore generale - ma lo si può superare a breve.
Auspico che la
realizzazione di questo Ospedale avvenga in tempi brevi, Presidente.
So che sta seguendo
attentamente le vicende e le dinamiche che riguardano questo aspetto. Vorrei
avere delle delucidazioni in merito e, se possibile, confortanti.
Risposta della
Giunta regionale? Prego, presidente Oliverio.
In merito a questa
interrogazione del consigliere Nicolò devo dire che il dipartimento Tutela della
salute della Regione ha chiesto ai direttori generali ed ai commissari
straordinari, quando appunto erano anche ancora commissari in alcune Aziende
sanitarie provinciali, lo stato di adeguatezza strutturale in materia
antisismica dei presidi ospedalieri e degli edifici sanitari di competenza,
attraverso la compilazione di un’apposita scheda di rilevamento.
Per quanto riguarda
l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria si sintetizzano di seguito le
informazioni riportate dalle relative schede che ci sono pervenute.
Si precisa,
preliminarmente, che l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria si compone di due
presidi: il presidio ospedaliero dei Riuniti ed il presidio ospedaliero
Morelli.
Il presidio
ospedaliero Riuniti, che ospita la maggior parte delle attività sanitarie, è
costituito da più corpi di fabbrica, per lo più realizzati nel 1928 e nel 1972.
I corpi di fabbrica
realizzati nel 1928 presentano un precario stato di conservazione e non sono
mai stati interessati da interventi di miglioramento-adeguamento sismico.
La normativa di
riferimento con cui sono stati costruiti è quella antecedente al Regio Decreto
numero 431 del 13 marzo 1927.
Anche per i corpi di
fabbrica del 1972, realizzati secondo la normativa sismica antecedente alla
legge 1086 del 1971, non sono stati effettuati interventi di
miglioramento-adeguamento sismico e gli stessi si presentano in un mediocre
stato di conservazione.
Per tutti i corpi di
fabbrica del presidio ospedaliero Riuniti, l’Azienda ospedaliera ha stimato in
29 milioni e 201.000 euro le risorse necessarie per l’adeguamento sismico.
Per quanto riguarda,
invece, il presidio ospedaliero Morelli i corpi di fabbrica realizzati nel
2000, secondo la normativa sismica del decreto ministeriale 9 gennaio 1996, non
sono stati mai oggetto di interventi di miglioramento-adeguamento sismico e si
presentano in un discreto stato di conservazione; per essi la stima dei costi
di adeguamento sismico ammonta a 2 milioni e 96.000 euro.
Risulta, pertanto,
da una prima stima, che le risorse complessive necessarie per l’adeguamento
sismico dei presidi ospedalieri Riuniti e Morelli dell’Azienda ospedaliera di
Reggio Calabria risultano essere molto consistenti, ovvero 31 milioni e 300
mila euro.
Gli eventuali
interventi di adeguamento, inoltre, dovrebbero essere realizzati garantendo la
prosecuzione delle attività ospedaliere e ciò comporterebbe una maggiore
difficoltà nell’esecuzione di lavori con conseguente allungamento dei tempi di
realizzazione.
La Regione sta
investendo risorse per il completamento del nuovo presidio ospedaliero Morelli,
per il quale sono stati già stanziati 10 milioni di euro, a valere sui fondi
dell’articolo 20 della legge n. 67 del 1988, nell’ambito della realizzazione di
due nuovi edifici, i cui lavori sono in corso di esecuzione.
L’Azienda
ospedaliera ha partecipato inoltre, nel 2015 ad una manifestazione di interesse
per l’effettuazione di iniziative immobiliari di elevata utilità sociale,
valutabili nell’ambito dei Piani triennali di investimento dell’Istituto
nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, l’INAIL, ai
sensi dell’articolo 1, comma 317, della Legge 23 dicembre 2014 numero 190.
La proposta
presentata, su nostro input,
dall’Azienda ospedaliera ipotizza il completamento dell’Ospedale Morelli, già
attualmente in fase di potenziamento, con l’ubicazione di tutte le attività
sanitarie ed amministrative in un unico contesto, con la conseguente
dismissione del presidio degli Ospedali Riuniti.
La suddetta proposta
è stata favorevolmente valutata dall’INAIL ed ammessa l’istruttoria con decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28.12.2015, per un importo pari a
180 milioni di euro.
La Regione ha
assunto l’impegno di assicurare la copertura finanziaria degli oneri di
progettazione dell’intervento, a valere sulle risorse del bilancio regionale e
del Patto per la Calabria.
Con la deliberazione
numero 23 del 31 gennaio 2018 la Giunta regionale ha autorizzato l’assegnazione
all’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria di un finanziamento di 10 milioni di
euro, finalizzato a coprire le spese per le attività di indagine, progettazione
e verifica, relative all’intervento di ampliamento del nuovo ospedale Morelli
di Reggio Calabria.
Al riguardo, il 21
febbraio scorso, è stata sottoscritta apposita convenzione tra il Presidente
della Regione e l’Azienda ospedaliera, per lo sviluppo della progettazione
esecutiva.
Entro il prossimo
mese di aprile 2018, cioè fra 30 giorni, verrà pubblicato il bando di gara
della progettazione. Sulla base della suddetta progettazione esecutiva, l’INAIL
curerà la fase di realizzazione dell’opera, la cui entrata in esercizio
risolverà definitivamente le problematiche di sicurezza sismica del futuro,
unico presidio ospedaliero dell’Azienda di Reggio Calabria.
Passiamo,
allora, all’altra interrogazione, sempre in ordine al punto, la numero 203/10^.
Si illustra
da sé.
In
ordine al punto nascita dell’UUPP ostetricia e ginecologia dell’Ospedale
Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria.
In
riferimento a questa interrogazione del consigliere Nicolò si precisa quanto
segue.
La
Regione ha provveduto alla riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete
dell’emergenza-urgenza e delle reti tempo dipendenti, emanando DCA numero 9 del
02.04.2015, numero 38 del 14.05.2015, numero 30 del 30.03.2016 e numero 64 del
05.07.2016.
Il DCA
numero 64, che disciplina la riorganizzazione della rete ospedaliera, della
rete dell’emergenza-urgenza, delle reti tempo dipendenti e del territorio,
recependo le osservazioni espresse dai Tavoli ministeriali, di verifica degli
adempimenti e gli indirizzi di programmazione sopravvenuti con il decreto
ministeriale numero 70 del 2015 e le sue ultime circolari esplicative, si pone
come obiettivo il miglioramento degli standard
di qualità delle prestazioni e la riduzione dei costi di gestione attraverso
una concentrazione delle attività.
La
riorganizzazione prevista dal DCA numero 64 ha disposto la chiusura dei punti
nascita della Casa di cura “Villa Elisa” di Cinquefrondi
e della Casa di cura “Villa Aurora” di Reggio Calabria ed il relativo
accorpamento dei punti nascita presso l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria,
così come indicato nella tabella 62 del citato documento che indica i posti
letto programmati per l’aria delle terapie intensive neonatali e per l’area
materno infantile, strutture pubbliche e private accreditate.
A tal
fine il DCA numero 64, in linea con il Piano Nazionale sanitario 2010-2012 e
con l’accordo Stato-Regioni del 16.12.2010, che pone l’accento sulla sicurezza
e sulla umanizzazione del reparto, sul parto indolore, sulla riduzione dei
cesari, e con l’obiettivo di garantire una maggiore qualità dell’assistenza
durante l’evento nascita, ha previsto la chiusura dei punti nascita della Casa
di cura “Villa Elisa” di Cinquefrondi e della Casa di
cura “Villa Aurora” di Reggio Calabria, relativamente alle soglie minime di
volumi di attività e alle soglie di esito, le cui misure e stime di riferimento
sono quelle prodotte da Agenas, ai sensi del comma 25
bis dell’articolo 15 della Legge
numero 135 del 2012.
Sono
stati calcolati utilizzando le informazioni riportate nel flusso sdo; è stato rilevato che le strutture che eseguono parti,
che hanno punti nascita, sono in totale numero 15, di cui numero 2 non superano
i 500 parti, numero 7 eseguono un numero compreso tra 500 e 1000 parti e numero
6 eseguono un numero di parti superiore a 1000, di cui numero 2 oltre 2000.
Le
strutture con parti inferiori a 1000, che hanno una percentuale di tagli
cesarei primari inferiori al 15%, sono 7 su 9; quelle con parti superiori a
1000, che hanno una percentuale di tagli cesari inferiori al 25%, sono 6 su 6.
Di
conseguenza è stata disposta la chiusura dei punti nascita della Casa cura
“Villa Elisa” di Cinquefrondi e della Casa di cura
“Villa Aurora” di Reggio Calabria, senza pregiudicare la regolare erogazione
dei servizi, potendo gli utenti ricevere erogazioni del medesimo servizio
presso l’Azienda ospedaliera Bianchi Melacrino
Morelli di Reggio Calabria. Questo è quanto.
Passiamo
all’interrogazione numero 213/10^, a firma del consigliere Giudiceandrea.
Presidente,
rinuncio.
Rinuncia.
Passiamo
all’interrogazione numero 245/10^, a firma del consigliere Nicolò, “In ordine
alla mancata operatività dell’ambulatorio odontoiatrico dedicato ai pazienti
emofiliaci, istituito presso il presidio ospedaliero Morelli di Reggio Calabria”.
Consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrarla.
Sì,
Presidente, è un’interrogazione presentata il 14 dicembre del 2016, in ordine
alla mancata realizzazione ed alla mancata operatività dell’ambulatorio
odontoiatrico, dedicato ai pazienti emofolici coagulopatici, che fu istituito presso il presidio
ospedaliero Morelli di Reggio Calabria.
In
quella circostanza chiedevo di sapere le ragioni della mancata attivazione
dell’ambulatorio.
Premesso
che l’associazione emofolici di Reggio Calabria aveva
ideato il progetto per la realizzazione di un ambulatorio odontoiatrico,
interamente dedicato a pazienti emofolici e coagulopatici e che detto progetto era stato presentato nel
corso della giornata del congresso nazionale del paziente emofilico e accolto,
l’Ospedale Melacrino Morelli aveva accolto l’idea per
l’attivazione di un ambulatorio odontoiatrico presso il proprio centro di emofilia,
con il patrocinio della federazione associazione emofolici
e della fondazione Paracelso.
Considerato,
sempre nel corso dello stesso anno, in data 8 giugno 2016, che nel suddetto
presidio ospedaliero era stato inaugurato l’ambulatorio odontoiatrico del
centro emofilia e che l’inaugurazione avrebbe dovuto rappresentare un momento
importante per la sanità di detto centro, - siamo alle solite!- inaugurato
all’epoca - adesso non so se sia stata superata questa situazione - e poi il
servizio non attivato.
La consecutio temporum è distante, probabilmente è superato, ma ci si trovava dinanzi ad un caso in cui vi era stata l’inaugurazione precedente e la mancata realizzazione di un servizio che doveva costituire un punto importante, dotato di ambulatorio odontoiatrico, completamente dedicato a pazienti emofolici e coagulopatici.
E’ superata. Siamo
d’accordo.
Passiamo alla
interrogazione numero 248/10^, sempre a firma del consigliere Nicolò, “Sulla
mancata pubblicazione di incarichi vacanti di continuità assistenziale”. Prego,
consigliere Nicolò.
La interrogazione
numero 248/10, presidente Oliverio.
Consigliere Nicolò, chiedo
di rinviare l’interrogazione numero 248. Va bene? Va bene.
Interrogazione
numero 261/10^, sempre a firma del consigliere Nicolò, “In ordine ad una
maggiore informazione sui parametri finanziari dell’accordo siglato tra la
cardiochirurgia di Reggio Calabria e il Niguarda di
Milano”.
In riferimento a
questa interrogazione si comunica che la delibera numero 576 del 19 luglio 2016
prevedeva che il costo del protocollo d’intesa con l’Ospedale Niguarda di Milano sarebbe stato totalmente a carico di
quest’ultimo.
Nell’ambito del
protocollo d’intesa con il Niguarda, lo stesso si è
impegnato a svolgere la formazione gratuita del personale dell’unità operativa
complessa di cardiochirurgia e ad effettuare attività di supporto in loco per la delicata fase di avvio
delle attività della predetta unità operativa complessa.
Attraverso questo
protocollo per tale attività l’unità operativa di Reggio Calabria si è
impegnata a corrispondere al Niguarda 200 euro ad
accesso per ogni dirigente medico e 100 euro per il personale del comparto
sanitario, oltre i costi del personale della medesima, temporaneamente
utilizzato presso il GOM in regime di comando.
Il costo totale
riferito al personale utilizzato per l’intervento relativo alla deliberazione
numero 576 del 19.07.2016 è stato pari a 125.484 euro, comprensivo di tutti gli
oneri fiscali e dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico del
Azienda ospedaliera.
Le quote sopra
indicate rappresentano il costo dello stipendio del trattamento accessorio
lordo, riconosciuto al personale in trasferta dell’Ospedale Niguarda
di Milano, professionisti, che è superfluo sottolineare, hanno contribuito
fattivamente, con solerzia instancabile, alla realizzazione di un progetto che
la città di Reggio Calabria inseguiva da molti, molti anni: quello della
cardiochirurgia.
Nell’anno di
attività del 2017, dall’Unità Operativa complessa di cardiochirurgia GOM di
Reggio Calabria sono stati dimessi 269 pazienti con un controvalore economico
della produzione sanitaria di 5 milioni 135mila euro. I ricavi rappresentano un
dato doppiamente rilevante poiché, se da un lato vanno ad incrementare il
valore economico della produzione sanitaria dell’Ospedale, dall’altro non
rappresentano più come in passato una voce passiva nel bilancio della sanità
calabrese, determinata dalla emigrazione sanitaria per la cardiochirurgia.
Qui c’è un esempio
di come, investendo in modo finalizzato per qualificare le strutture, per
realizzare le strutture rispondenti ad alcune patologie la cui incidenza è
notevole per il fenomeno della emigrazione della salute, si può corrispondere i
servizi nel nostro territorio con tutte le implicazioni positive che ha ciò per
quanto riguarda il paziente; per quanto riguarda i familiari del paziente; per
quanto riguarda il contesto nel quale, appunto, si esercitano queste
professioni. Ma anche in termini di recupero di risorse che la Regione in
passato, e continua ancora oggi, purtroppo, a destinare verso le realtà esterne
alla Calabria.
Da un’analisi dei
dati della Unità Operativa complessa di cardiochirurgia di Reggio Calabria
emerge che nel primo anno sul totale degli interventi effettuati più del 60% ha
riguardato pazienti trattati in regime di urgenza-emergenza.
I pazienti
provengono, perlopiù, dalla provincia di Reggio Calabria, ma una percentuale
non trascurabile ha interessato pazienti di altre province, e ancora - dato
particolarmente rilevante - il 7% dei casi affrontati nel corso dell’anno
riguarda utenti provenienti da fuori regione ovvero mobilità sanitaria attiva,
in questo caso.
In atto vengono
trattate presso le unità o per la Unità Operativa complessa di cardiochirurgia
di Reggio Calabria tutte le patologie del cuore più complesse: dalla malattia
coronarica a quella valvolare, dalla rottura dell’aorta ai tumori cardiaci.
I risultati ottenuti
in termini di complicanze e sopravvivenza sono in linea con i più importanti
centri ospedalieri nazionali ed internazionali.
In questa prima
fase, in questi primi anni di attività della unità di cardiochirurgia di Reggio
Calabria, abbiamo già realizzato risultati significativi, a riprova che
quell’investimento è stato un investimento importante, e ancor più importante è
stato avere attivato un reparto che si attendeva da anni nella città di Reggio
Calabria ed in Calabria.
Passiamo alla
interrogazione numero 270/10^, sempre a firma Nicolò, “In ordine alla mancata
pubblicazione del DCA numero 5017”. Prego, consigliere Nicolò, ha facoltà di
illustrarla.
Il decreto numero 50
del 2017 del commissario ad acta
della Sanità per l’attuazione del Piano di rientro autorizza le Aziende
Sanitarie degli Ospedali della Calabria ad assumere a tempo, autorizzava a
tempo indeterminato, attraverso procedure previste dalla legge, ben 600 diverse
figure professionali precarie, tra medici, infermieri e tecnici.
Le assunzioni di
personale in esso autorizzati si ritengono, si riterranno indispensabili sia
per l’erogazione di servizi importanti sia per l’attivazione di nuovi servizi
previsti da detto decreto, utile a migliorare l’offerta ed i livelli essenziali
di assistenza.
Vorremmo conoscere,
con questa interrogazione del 2017, quali siano state le cause ostative alla
pubblicazione di quel decreto o conoscere quali siano, o meglio, saranno i
rimedi esperibili per verificare le legittime aspettative di assunzione, di
stabilità o mobilità di 600 figure professionali sanitarie precarie.
Sicuramente
l’interrogazione sarà superata. E’ un’interrogazione del 6 aprile del 2017.
Riprendendo una
considerazione del consigliere Nicolò che, ricordando la data della
presentazione dell’interrogazione, naturalmente ha voluto anche qui mettere in
evidenza che la stessa è superata da atti assunti successivamente, devo dire
che effettivamente è proprio così. Con riferimento a questa interrogazione si
precisa, praticamente, che il DCA numero 50 del 2017, a cui si fa riferimento,
è stato superato da decreti successivi: è stato superato dal DCA numero 113 del
11.08.2017; dalla definizione del fabbisogno di personale sanitario
amministrativo professionale e tecnico, necessario nelle Aziende sanitarie
regionali; dalle autorizzazioni ad assunzioni; dal DCA numero 112 del 11.08.2017;
dall’assistenza territoriale; dalla definizione parziale del fabbisogno, sempre
di personale di Aziende Sanitarie provinciali; con autorizzazione di assunzioni
dal DCA numero 111; dalle procedure assunzionali
nelle Aziende sanitarie regionali, articolo 1 commi 541 e 543 della legge
numero 208 del 2015; in sostanza, dalla legge di stabilità 2016 che ha
definito, appunto, il fabbisogno di personale, ha dettato, anche della nostra
regione, le norme per la definizione del fabbisogno di personale nelle Aziende
Sanitarie Ospedaliere.
L’interrogazione,
quindi, fa riferimento ad una situazione precedente a quella di questi decreti;
già un blocco di assunzioni è stato autorizzato e per questo blocco di
assunzioni di diverse Aziende si è proceduto alla indizione delle procedure
concorsuali: alcune portate già a buon fine, altre in corso di completamento.
Devo dire che,
malgrado ciò, c’è ancora un problema che
rimane da risolvere relativamente alla necessità di copertura, appunto, del
fabbisogno necessario, ad un pieno soddisfacimento delle attività delle
Aziende, ma comunque già questo primo sblocco delle assunzioni ha comportato un
sollievo per le attività sanitarie e via via che
saranno portate a compimento le procedure concorsuali sarà sempre di più soddisfatto. Ripeto che ci sono ancora da
fare ulteriori passi in avanti perché - com’è noto - essendo la nostra Regione
sottoposta a Piano di rientro, non potrà camminare di pari passo con la
realizzazione degli obiettivi, fuoriuscita, appunto, da questa situazione.
Devo dire, comunque,
che l’Azienda ospedaliera di Reggio Calabria ha espletato molti di questi
concorsi, altri sono in itinere ed
altrettanti per quanto riguarda l’Azienda sanitaria provinciale.
Passiamo all'interrogazione numero 271/10^ a firma del consigliere
Nicolò “In ordine al ripristino dei servizi di Ortopedia e
Otorinolaringoiatria del Poliambulatorio di Bagnara”.
Si tratta di un’interrogazione del 6 aprile 2017 “In ordine al ripristino dei servizi di ortopedia e di otorinolaringoiatria del Poliambulatorio di Bagnara” con cui chiedevo al Presidente della Giunta regionale notizie in merito a quali azioni si intendessero esperire per assicurare agli utenti di quell'area un importante servizio che potesse garantire efficienza rispetto alle attese e alle aspettative dei cittadini.
In merito alla problematica oggetto dell’interrogazione, abbiamo sollecitato
l’Azienda Sanitaria Provinciale a fornire elementi utili per poter dare
risposte.
Devo dire che, per quanto riguarda la problematica sollevata, l'Azienda
provinciale ha rilevato che la mancanza di specialisti di ortopedia ed otorinolaringoiatria
è dovuta alla cessazione del rapporto di lavoro con gli specialisti della
branca medesima e che la stessa Azienda, compatibilmente con le linee del Piano
di rientro, ha provveduto ad attivare le procedure necessarie per la
pubblicazione delle ore di specialistica necessarie a riattivare il servizio poliambulatoriale di Bagnara. Non
abbiamo solo chiesto informazioni, ma abbiamo sollecitato affinché questa
problematica sia risolta nel più breve tempo possibile.
L’interrogazione numero 277/10^ a firma del consigliere Greco decade per assenza
del proponente.
Passiamo all’interrogazione numero 285/10^
a firma del consigliere Nicolò “In ordine alla insufficiente operatività della
farmacia distrettuale dell’Asp 5 di Reggio Calabria, sita in via Willermin”.
E’ ritirata.
Passiamo all’interrogazione numero 305/10^ a firma dal consigliere Esposito
“In merito all'introduzione di nuovi strumenti per il controllo glicemico nei
pazienti affetti da diabete”. Prego, consigliere Esposito, può illustrare
l’interrogazione.
Grazie,
Presidente. Mi rifaccio un attimo alle considerazioni espresse più volte dal
collega Nicolò e condivise anche dal presidente Oliverio, della inutilità e del
superamento di tantissime delle interrogazioni poste oggi all'attenzione del Consiglio
regionale.
Bisognerebbe
capire dove sta il vero ritardo per non assistere ulteriormente a sedute di
Consiglio regionale quasi inutili come quello odierno.
Credo
che l'Ufficio di Presidenza, consigliere Nicolò, trasmetta in modo celere alla
Giunta regionale, e quindi ai dipartimenti, le nostre interrogazioni.
Probabilmente
bisogna incidere, presidente Oliverio, presso i dipartimenti affinché queste
interrogazioni abbiano risposte in tempi estremamente più celeri e più attuali.
L’interrogazione
da me presentata riguarda i nuovi strumenti per il controllo glicemico. Inutile
precisare l'importanza di una patologia cronica come il diabete che riguarda il
5,5 per cento della popolazione e che l'evento fondamentale per il monitoraggio
di queste malattie è rappresentato da un costante e frequente controllo della
glicemia.
Fino a
qualche tempo fa questi controlli avvenivano mediante una puntura che,
soprattutto nei bambini, nei diabetici pediatrici, era estremamente fastidiosa
e dolorosa.
Oggi
esistono nuove tecnologie non invasive mediante l’uso di sensori e strisce
applicati sulla parte posteriore del braccio che consentono, non soltanto un
controllo ancora più preciso della glicemia, ma anche dei controlli storici per
vedere l'evoluzione migliorativa o peggiorativa di questa patologia.
In molte
regioni queste nuove tecnologie di misurazione della glicemia sono a carico del
sistema sanitario. All’epoca interrogavo il Presidente della Giunta regionale per
sapere se, in considerazione di questa importantissima innovazione terapeutica
inclusa tra i presidi per il monitoraggio glicemico nell'ambito del sistema
sanitario nazionale, la Regione si fosse attivata o intendesse farlo per garantire
ai pazienti diabetici, e specialmente a quelli pediatrici, l'accesso a questo
dispositivo e, in mancanza di questo adeguamento, quali fossero le iniziative
che la Giunta regionale intendesse intraprendere.
In riferimento all’interrogazione del consigliere Esposito, la Regione con DCA numero 146 del 7 novembre 2017 ha approvato l'aggiornamento delle Linee guida in materia di prescrizione e dispensazione a carico del servizio sanitario regionale di dispositivi per l'autocontrollo e l'autogestione di soggetti affetti da diabete; l'allegato 3 di questo decreto tratta questa problematica, appunto. Nelle Linee guida è stato previsto, per i pazienti affetti da diabete, l'utilizzo del nuovo dispositivo per l'auto monitoraggio della glicemia e del dispositivo iPod per i pazienti in terapia multi iniettiva. E’ stato, altresì, definito un processo operativo per l'applicazione degli standard relativi all'uso dei suddetti presidi, stabilendo per gli stessi dei nuovi tetti prescrittivi, tenendo conto dei principi di appropriatezza e sostenibilità. La richiesta del dispositivo di lettura e del materiale di consumo viene compilata dal diabetologo una volta l'anno, dopo aver verificato le condizioni per la prosecuzione dell'utilizzo. L'erogazione dei sensori viene effettuata ogni 3-6 mesi allo scopo di monitorare la data di scadenza del materiale stesso, controllare l'effettivo e corretto utilizzo ed effettuare la rivalutazione del paziente, al fine di consentire ai pazienti calabresi l'accesso a dispositivi innovativi secondo criteri di appropriatezza.
Presidente,
lei citava il decreto numero 146 dove, a mia conoscenza, questi dispositivi non
erano contemplati come dispensati dal sistema sanitario regionale, tant’è che quel
decreto poi é stato impugnato al Tribunale amministrativo della Regione
Calabria, dall'associazione di pazienti diabetici, dalla società scientifica di
diabetologia e dalla società scientifica di diabetologia pediatrica. Successivamente,
proprio per questa impugnativa al Tribunale amministrativo nel gennaio/
febbraio del 2018 é stato emanato un successivo decreto, il numero 51.
Se
lei si riferisce al DCA numero 51 del 2018, mi posso dichiarare soddisfatto
della risposta, ma se invece il riferimento è al DCA numero 146, ritengo che
gli uffici abbiano sbagliato perché non è quello il decreto.
Mi
riferisco all'ultimo decreto, perché è stato oggetto anche di confronto tra il
dipartimento e le associazioni.
Se non
ho capito male, lei si riferiva al decreto numero 146, quindi anche qui
probabilmente incide il ritardo degli uffici nelle nostre risposte.
(Interruzione)
Se si tratta del DCA numero 51 del 2018, vivaddio, i pazienti pediatrici diabetici e tutti i diabetici calabresi finalmente avranno questo dispositivo.
Passiamo
all’interrogazione numero 306/10^ a firma del consigliere Esposito “Sulla
disciplina della delegazione di pagamento applicata nel territorio regionale ai
dipendenti pubblici del comparto sanitario”.
Chiedo il rinvio di
questa interrogazione.
Poi ci sono diverse
interrogazioni a firma del consigliere Nicolò che si é momentaneamente
allontanato dall'Aula, quindi saranno riprese successivamente.
Passiamo all’interrogazione numero 324/10^ a firma del consigliere
Bevacqua “Adempimenti successivi all’esito referendario Rossano-Corigliano”.
Ritiro
l’interrogazione.
Passiamo all’interrogazione numero 325/10^ “In ordine ai
ritardi nella realizzazione degli interventi di ripristino dei danni in
conseguenza dell'alluvione del 30, 31 ottobre, 1 e 2 novembre 2015 nel
territorio della locride”. Consigliere Arruzzolo, ha
facoltà di illustrarla.
Grazie, Presidente. Si tratta di un'interrogazione presentata a novembre
del 2017 che richiamava la mozione approvata all'unanimità dal Consiglio
regionale, presentata il 10 febbraio 2016 relativamente ai danni alluvionali
del 30, 31 ottobre, 1 e 2 novembre 2015 nel territorio della locride. Ho presentato questa interrogazione perché nella
mozione del 2016 era stato chiesto al dipartimento agricoltura di attuare una
serie di iniziative per la creazione di un bando finalizzato al ristoro di
tutti quei danni che il territorio della locride ha
subito in quella fase alluvionale, ma ho riscontrato una discordanza tra quanto
indicato nella mozione, approvata all'unanimità con un atto di indirizzo
politico, e quanto fatto dal dipartimento agricoltura. Inizialmente avevo
evidenziato che 3 mesi prima dell'evento alluvionale della locride,
mi pare ad agosto del 2015, il territorio di Rossano era stato colpito da un
evento analogo e in quell'occasione sul PSR, sulla programmazione 2014/2017, se
non erro, erano stati impegnati 4 milioni di euro – sono contento di questo,
perché si é intervenuti immediatamente – quindi chiedevo che la stessa cosa venisse fatta
anche sul territorio della locride che, purtroppo, é
già abbastanza martoriato e penalizzato, anche in virtù di quanto dichiarato sulla
stampa dal dirigente della Protezione civile, Tanzi, in merito ai ritardi degli
interventi che devono essere fatti sulla locride.
Chiedo al Presidente se ritiene opportuna una interlocuzione con il
dipartimento Agricoltura, affinché possa essere predisposta una programmazione
mirata e finalizzata al territorio della locride, in
virtù dell'evento calamitoso che si è verificato. Grazie.
Brevemente,
soprattutto per cogliere il senso di questa interrogazione del consigliere
Arruzzolo, mi preme dire che parliamo di un evento alluvionale che si é
verificato oltre 2 anni fa, due anni a novembre, e che, come ricordava il
consigliere Arruzzolo, si è verificato a distanza di qualche mese da un altro
evento che aveva interessato la Piana di Sibari, le
città di Rossano e Corigliano, nell'agosto dello stesso anno.
In relazione a
questi eventi abbiamo assunto misure straordinarie, sia per quanto riguarda
Rossano e Corigliano con i 4 milioni cui lei faceva riferimento, e sia per la
zona della locride dove, grazie all’intervento del Consorzio
di bonifica dell’alto ionio reggino, di Calabria verde e, in alcuni casi, anche
dei Comuni, si sono potuti realizzare interventi relativi all’emergenza, perché
di questo si trattava, come di questo si é trattato anche relativamente all'intervento
nella Piana di Sibari.
E’ chiaro che gli
interventi relativi alle emergenze ed in parte risarciti ai Comuni, sia per
quanto riguarda le incombenze anche di ordine finanziario determinate in quelle
ore, in quei giorni, sia per quanto riguarda gli interventi di carattere
straordinario realizzati in alcune fiumare, non sono risolutivi. Proprio in
questi giorni si stanno firmando le convenzioni tra Regione e Comuni, Regione e
Città Metropolitana per quanto riguarda Reggio Calabria, tra Regione e Province
per quanto riguarda il resto dei territori della Calabria e tra Regione e alcuni
Consorzi di bonifica che hanno presentato i progetti per interventi di carattere
strutturale di sistemazione più definitiva. Dentro questa impostazione la locride ha uno spazio importante, anche perché rappresenta
una delle realtà più colpite e più esposte dal punto di vista della fragilità
del territorio e del dissesto idrogeologico.
Proprio in questi
giorni il dipartimento infrastrutture e lavori pubblici sta incontrando i
singoli Comuni, i Consorzi, per
verificare lo stato della progettazione, la disponibilità di progetti
preliminari, definitivi o esecutivi per la sottoscrizione delle convenzioni. La
strada che abbiamo scelto per accelerare il percorso è quella di fare riferimento
fondamentalmente ai Comuni e alle strutture sovra comunali, Province o Consorzi
laddove si tratta di interventi più complessi.
Naturalmente questo
non significa affidare tutto ai Comuni per poi lasciarli soli. Abbiamo
costituito una struttura di supporto tecnico ai Comuni perché siano accompagnati
in questo percorso e perché si tratta di risorse importanti che devono essere
portate a buon fine e, soprattutto, essere utilizzate per interventi di
sistemazione più definitiva ed organica dei territori a partire da una visione
unitaria dei bacini e delle aste fluviali, perché di questo si tratta. Questa
interrogazione mi ha dato modo di fornire ulteriori informazioni, sia a lei sia
al Consiglio regionale.
Grazie, Presidente.
Mi ritengo soddisfatto in virtù delle novità che ci ha fornito perché lo
spirito dell'interrogazione era dovuto anche al fatto che nel decreto del dirigente
generale del settembre 2016, purtroppo, a fronte di una dotazione finanziaria dell’avviso
pubblico di 8 milioni di euro, era stato ammesso a finanziamento solo un
intervento riguardante l’area della locride.
Comunque, mi ritengo
soddisfatto in virtù delle informazioni successive che ci ha dato. Grazie.
Passiamo
all'interrogazione numero 326/10^ a firma del consigliere Gallo “Sulla mancata
realizzazione dell’ospedale della Sibaritide, Corigliano-Rossano”.
Preco, consigliere gallo, ha facoltà di illustrarla.
Presidente,
in data 24 novembre 2017 ho presentato una interrogazione a risposta scritta “Sulla
mancata realizzazione dell'ospedale della Sibaritide, Corigliano-Rossano”.
La
storia di questo ospedale è ormai datata, perché già nell'agosto 2006, la
Conferenza dei sindaci dell’allora Azienda sanitaria numero 3 di Rossano
deliberò la volontà di un nuovo ospedale della Sibaritide, dell'ospedale di Rossano-Corigliano, dando il via all'iter di realizzazione
che nella prima fase vide come protagonista l’Azienda Sanitaria di Rossano.
Lo
scorso 3 novembre 2017, in particolare, nel corso di un'assemblea pubblica
promossa dal Comitato popolare che intanto si era costituito per la costruzione
dell'Ospedale Unico della Sibaritide, il delegato del Presidente della Giunta
regionale per la sanità, Franco Pacenza, comunicava che la società
originariamente incaricata per la direzione dell'opera non avrebbe più
proceduto in tal senso e che nessuna valida alternativa risultava essere stata
individuata.
Da
qui lo sconforto e l'indignazione delle popolazioni di quel territorio che da
anni aspettano di vedere realizzato questo nuovo ospedale, la nuova struttura
tra Rossano e Corigliano, sia pure con annunci che più volte erano stati in
precedenza dati dallo stesso delegato Pacenza, ad esempio il 27 luglio 2017
allorquando, insieme all’allora direttore generale del dipartimento infrastrutture
della Regione Calabria, Domenico Pallaria, annunciavano l'avvenuta approvazione
del progetto esecutivo dell'opera. Inoltre, la Regione aveva deliberato
l'iscrizione al bilancio 2017 della quota parte di risorse statali stanziate
per l'esecuzione dei lavori pari ad oltre 61 milioni di euro e lo stanziamento
di ulteriori 19 milioni di euro attinti dal Fondo Sviluppo e Coesione di cui al
Patto per la Calabria, destinati alle spese per le attrezzature sanitarie del
nuovo ospedale.
Successivamente
alla mia interrogazione a risposta scritta, nel mese di gennaio, sono stati
avviati i lavori per le opere di urbanizzazione esterne allo stesso ospedale e
vorrei sapere dal Presidente della Giunta regionale cosa accadrà di qui in
avanti.
Consigliere
Gallo, non so in quale circostanza Franco Pacenza, da me delegato a seguire i
problemi della sanità, abbia potuto – mi corregga se ho capito male –
dichiarare che l’ospedale della Sibaritide sarebbe stato definitivamente messo in…
(Interruzione)
Presidente,
lei dovrebbe saperlo, leggo la comunicazione: “In data 3 novembre 2017, nel
corso di un'assemblea pubblica promossa dal Comitato popolare che lei conosce,
per la costruzione dell’Ospedale Unico della Sibaritide, lo stesso Pacenza,
delegato del Presidente della Giunta regionale per le Politiche sanitarie,
comunicava che la società originariamente incaricata della realizzazione dell'opera
non avrebbe più proceduto in tal senso, e che nessuna valida alternativa
risultava essere stata ancora individuata”. Testuale.
Questa
affermazione mi risulta assolutamente nuova.
Peraltro,
voglio precisare che ho appreso questa cosa da un manifesto pubblico affisso
dal Comitato popolare per le strade di Rossano.
Pensavo
di aver capito male, ma per quello che dirò adesso e che Pacenza ha seguito
come delegato per quanto riguarda queste problematiche, si renderà conto che le
cose stanno un po’ diversamente e lo dirò con tanto di date, di protocolli e, naturalmente,
in questa sede, assumendomi la responsabilità
di quanto affermo.
Nell'interrogazione
si chiede di sapere, per quanto di competenza del dipartimento Presidenza, se e
come il governo regionale, nella persona del Presidente della Giunta regionale,
intende adoperarsi per garantire in tempi certi e brevi l'apertura dei cantieri
legati alla realizzazione dell'Ospedale Unico della Sibaritide, Corigliano-Rossano.
Mi
preme, innanzitutto, ricordare che il contratto di concessione per la
progettazione definitiva ed esecutiva, costruzione e gestione dei servizi non
sanitari del nuovo Ospedale della sibaritide è stato
sottoscritto in data 9 settembre 2014 tra la Regione Calabria, l’Azienda
Sanitaria Provinciale di Cosenza e la Società “Ospedale della Sibaritide”,
società consortile per azioni.
Il
quadro economico dell'intervento comporta un complessivo impegno di spesa pari
a 143 milioni 921 mila 997 euro.
Con
decreto numero 8373, in data 27 luglio 2017, è stata disposta da parte del Rup l'approvazione del progetto definitivo del nuovo
ospedale, e non del progetto esecutivo per come dichiarato nell'interrogazione
in oggetto, che prevedeva che la nuova struttura sanitaria avesse una
valutazione di 330 posti letto, oltre a 46 posti letto tecnici, per un totale
di 376 posti letto.
Con
ordine di servizio numero 3 del 28 luglio 2017, il Rup
ha disposto l’avvio della progettazione esecutiva dell'intervento. Considerata
l'esigenza di avviare al più presto i lavori di realizzazione della nuova
struttura ospedaliera, la Regione ha rappresentato la necessità che il concessionario
procedesse allo sviluppo di un progetto esecutivo stralcio dei lavori
prioritari.
I
tempi di consegna del progetto hanno subito un allungamento per l’entrata in
vigore del decreto del Presidente della Repubblica numero 120/2017 del 22 agosto
2017 che disciplina l'uso delle terre da scavo ed ha richiesto l'esecuzione di
indagini di laboratorio integrative per la caratterizzazione di parte dei
materiali da conferire a discarica.
Con
decreto del Rup numero 12993 del 23 novembre 2017 – per
questo le facevo l’osservazione di prima – è stato approvato il progetto
esecutivo stralcio dei lavori prioritari e, nella medesima data, è stato emesso
dal Responsabile unico del procedimento l'ordine di servizio che ha stabilito
modalità e tempi per l’elaborazione e la consegna del progetto esecutivo del
nuovo ospedale.
I
lavori relativi alla struttura ospedaliera avverranno in continuità con quelli
dello stralcio prioritario, considerando la necessità di verifica, approvazione
ed autorizzazione sismica, previo perfezionamento da parte del concessionario degli
adempimenti previsti dal Codice dei contratti e dal Regolamento di attuazione,
propedeutici alla consegna dei lavori dello stralcio prioritario, la stipula
delle polizze assicurative dei progettisti e sui lavori, l'incarico di
direzione dei lavori e di responsabile della sicurezza in fase di esecuzione,
la costituzione dell'ufficio di direzione lavori e la nomina del direttore
tecnico di cantiere.
In
data 29 gennaio 2018, il direttore dei lavori ha effettuato la consegna dei
lavori dello stralcio prioritario. I relativi lavori di stralcio sono in fase
di esecuzione. Il crono programma dei lavori dello stralcio prevede una durata
di 120 giorni e l'esecuzione dei lavori di cantierizzazione, pulizia dell'area,
bonifica degli ordigni bellici, recinzione dell'area ospedaliera e
movimentazione delle terre di scavo, cioè tutte le opere preliminari,
contemporaneamente alla definizione della progettazione esecutiva della
struttura
La
consegna del progetto esecutivo completo del nuovo ospedale è prevista entro la
fine del corrente mese, a giorni, perché lo stralcio non costituisce un
qualcosa di sconnesso dal percorso più generale. Pertanto, contestualmente e in
continuità con lo stralcio, si procederà alla realizzazione dell'opera che,
come è noto, è stata oggetto di vicissitudini particolarmente complicate, a
partire dall’iniziativa di interdittiva antimafia che,
in una prima fase, ha interessato l'impresa; poi è stata rimossa a seguito di
una impugnativa da parte della impresa verso gli organi della giustizia
amministrativa, come è noto, e, successivamente, ci sono state anche procedure
di curatela fallimentare per cui l'impresa é commissariata, c'è un commissario che
sovrintende alle problematiche relative all'impresa, che è il dottor Ruperto, ex Sottosegretario di Stato, la cui sensibilità
disponibilità e competenza hanno rappresentato un fattore di estrema importanza
e positività per noi, perché queste vicissitudini comportavano un rischio
ancora più grande, fino alla messa in discussione dell'investimento.
Oggi
possiamo dire che, anche e soprattutto grazie alla competenza, alla
disponibilità e alla sensibilità del professor Ruperto,
questo investimento é diventato cantiere, non senza difficoltà. Dalla data
della stipula del contratto, ovvero dal 9 settembre 2014, le vicissitudini sono
state molteplici, a partire dalla necessità di acquisizione dei nulla osta, delle
certificazioni ambientali e di tutta una serie di problematiche che non erano
state affrontate. Si è dovuto lavorare perché ancora vigeva il vecchio Codice degli
appalti con il quale c'era la possibilità di procedere ad appalti su progetti
preliminari di larga massima, per cui tutto il resto doveva essere affrontato
successivamente.
Nel
corso di questo lavoro, per mettere ordine in questa procedura e in questa
pratica sono intervenute le vicende ricordate prima, quella della Magistratura
penale, della Magistratura civile, per cui abbiamo dovuto affrontare questi
problemi, senza però rinunziare. Oggi, infatti, è stato avviato un cantiere che
mi auguro possa essere portato a compimento nei tempi contrattuali previsti.
Questa
è la situazione, lo stato dell'arte e l’osservazione di prima non voleva essere
una nota polemica, ma una precisazione perché stiamo lavorando in questa
direzione. Altrettanto impegno lo stiamo
mettendo anche per gli ospedali di Vibo e Gioia Tauro, che sono nati nella
stessa fase e con un’impostazione che oggi comporta un enorme lavoro enorme per
recuperare e per mettere sul binario giusto dal punto di vista amministrativo
la realizzazione di queste importanti opere.
Grazie,
Presidente. Mi ritengo parzialmente soddisfatto, perché è innegabile che siano
stati compiuti grandi sforzi per far sì che si arrivasse a questo punto, ma è
altrettanto innegabile che i tempi siano piuttosto lunghi, perché lei parla di
un contratto di concessione che è stato sottoscritto il 9 settembre 2014 e, ancora
oggi, appena partono i lavori per le infrastrutture preliminari lei non dà i
tempi di inizio dell’opera vera e propria, anche se ci dice che saranno in
continuazione con il primo stralcio delle opere che vengono realizzate.
Volevo
solo precisare che l'interrogazione a risposta scritta nasce da un manifesto
pubblico che è stato fatto affiggere nelle città di Rossano e Corigliano
proprio dal Comitato popolare che si è costituito per la realizzazione
dell'ospedale stesso e che ha manifestato l'indignazione pubblica per le
dichiarazioni del suo delegato, Pacenza. Parte solo da questo, non da una mia
eventuale speculazione, ma da una chiara presa di posizione pubblica del
Comitato popolare per la realizzazione dell'ospedale.
Naturalmente
vigileremo sull’esecuzione dei lavori e sulle prossime tappe che dovranno
vedere partire i cantieri di qui a breve.
Torniamo
all’interrogazione numero 310/10^ a firma del consigliere Nicolò “In merito
alla rimodulazione dell'orario di funzionamento del punto di primo intervento
della Casa della salute di Scilla”.
Anche
questa interrogazione è da ritenersi superata. Si illustra da sé.
L’interrogazione
è superata.
Passiamo all’interrogazione numero
314/10^, sempre a firma del consigliere Nicolò, “In ordine alle ataviche
carenze che affliggono la sanità pubblica nel territorio della Piana di Gioia
Tauro”.
Con questa interrogazione, datata 4
ottobre 2017, si chiedeva quali fossero i provvedimenti impellenti e risolutivi
che si intendevano adottare rispetto al potenziamento del reparto di chirurgia
dell’ospedale di Polistena, considerate le carenze
che sono state evidenziate non solo dagli operatori sanitari ma anche,
soprattutto, dai pazienti e dagli organi competenti, sindacalisti ecc.,
rispetto all’impossibilità di erogare un servizio importante in un’area
altrettanto importante come quella della Piana di Gioia Tauro.
In relazione a questa
interrogazione del consigliere Nicolò, ritengo di dover, innanzitutto, rilevare
che riguardo alla riorganizzazione delle rete ospedaliera – come, naturalmente,
il consigliere Nicolò sa benissimo – è intervenuto un DCA numero 30 che ora è
in fase di attuazione.
Nell’ambito di questa
riorganizzazione della rete, si provvederà, naturalmente, alla copertura del
personale necessario per garantire i servizi che, ad un certo punto, l’azienda
sanitaria provinciale non è stata in grado di garantire.
Quindi, è in questo quadro che,
chiaramente, devono essere affrontati i problemi che pone il consigliere Nicolò
e che, rispetto al territorio della Piana di Gioia Tauro, sono di notevole
importanza perché garantire i servizi di alcuni reparti come quello di
chirurgia – al quale lei fa, appunto, riferimento – è di notevole importanza. E
questa è una delle ragioni per cui anche rispetto alla gestione commissariale
c’è stata un’asprezza di rapporti rispetto alla necessità di procedere allo
sblocco delle assunzioni ed anche – come ricorderete – nei mesi scorsi
un’iniziativa di carattere pubblico nei confronti del Governo perché si tenesse
conto di questa situazione. È chiaro adesso che, in fase di attuazione del
provvedimento della nuova rete ospedaliera, si dovrà procedere alla copertura
dei posti vacanti necessari per i quali è stata individuata una priorità e,
quindi, si procederà ad affrontare i problemi posti.
Passiamo all’interrogazione numero 318/10^, sempre a firma
del consigliere Nicolò, “In ordine alla risoluzione delle problematiche
affliggenti le RSA”, che è ritirata.
Passiamo all’interrogazione numero 319/10^, sempre a firma
del consigliere Nicolò, “In ordine alle cause ostative alla stipulazione del
contratto relativo all’aggiudicazione della procedura di gara afferente
l’affidamento del “Servizio di gestione degli impianti di trattamento dei
rifiuti urbani di Siderno e Gioia Tauro, ubicati nella provincia
di Reggio Calabria e dei connessi lavori di riefficientamento
funzionale”. Anche questa interrogazione è superata.
Passiamo all’interrogazione numero 320/10^, sempre a firma del consigliere
Nicolò, “In ordine ai criteri di ripartizione dei fondi ministeriali afferenti al
sistema integrato di educazione e istruzione stabiliti in Conferenza unificata
Stato – Regioni”.
Presidente, l’interrogazione è
datata 9 novembre 2017. Premesso che erano stati assegnati alla Calabria 4
milioni di euro destinati al nuovo sistema integrato di istruzione – come risultante dalla tabella relativa
approvata dalla Conferenza unificata Stato – Regioni il 2, all’epoca, corrente
mese – si evince una differenza di un
milione di euro rispetto alla tabella originaria elaborata dal Miur, anteriormente al confronto con Regioni e Comuni, e
trasmessa agli enti locali il 2 ottobre 2017. Considerato che tale situazione
penalizzava la Calabria, si volevano avere chiarimenti in ordine alle
risoluzioni pregiudizievoli per i bambini in seguito alla ripartizione dei
fondi ministeriali afferenti al sistema integrato di istruzione, peraltro,
previsto dalla Conferenza unificata Stato – Regioni.
In merito a questa interrogazione,
si precisa che, nel corso della seduta della Conferenza unificata Stato-Regioni
del 2 novembre 2017, sono stati approvati il Piano nazionale pluriennale ed il
fondo relativo all’annualità 2017.
Il Piano prevede l’assegnazione
alle Regioni di duecentonove milioni di euro che vengono erogati dal Miur direttamente ai comuni beneficiari. Il fondo relativo
al 2017 è stato ripartito tra le Regioni secondo i seguenti criteri concordati
in sede di Conferenza unificata ovvero: il 40 percento in base alla popolazione
di età compresa tra 0 e 6 anni; il 50 percento in base al numero degli iscritti
ai servizi educativi ed il 10 percento in misura proporzionale alla popolazione
di età compresa tra 3 e 6 anni, con riferimento ai non iscritti alle scuole
dell’infanzia.
Alla luce di tali criteri di
riparto, alla Regione Calabria è stato assegnato un fondo pari a 4 milioni 843
mila 465 euro. La differenza tra i 5 milioni relativi alla prima tabella
redatta dal Miur – a cui lei fa riferimento – ed i 4
milioni di euro, approvati definitivamente nell’intesa, scaturisce,
praticamente, dall’impostazione di questi criteri che sono stati assunti.
C’è stata una forte discussione
anche all’interno della Conferenza Stato-Regioni in quanto si prevedeva una
ulteriore penalizzazione delle regioni del Sud che siamo riusciti a contenere
ed a contrastare grazie, appunto, all’impostazione di questi criteri perché i
parametri che si intendevano assumere erano quelli relativi ai servizi
garantiti dalla Regione negli anni precedenti.
Com’è noto nel Sud, nel corso di un
lungo periodo, le Regioni hanno mostrato inadempienze in termini di
realizzazione di servizi – parlo, per capirci, anche dei Comuni – che, se
fossero state prese come riferimento unico, avrebbero ulteriormente provocato
una riduzione nel riparto delle somme destinate alle regioni del Sud. Adesso,
si tratta di utilizzare queste risorse e di utilizzarle bene perché i servizi
possano essere portati a buon fine e, naturalmente, si potrà elevare anche la
qualità degli stessi.
Passiamo
all’interrogazione numero 321/10^, a firma del consigliere Nicolò, “In ordine
ad una risoluzione delle problematicità affliggenti il nosocomio di Locri”.
Presidente,
conosciamo le criticità ataviche dell’ospedale di Locri, spesso rappresentate
attraverso dichiarazioni a mezzo stampa, interpellanze, interrogazioni.
L’ospedale
di Locri serve un’area strategica della zona ionica, un’area a vocazione
turistica che va valorizzata, soprattutto, in termini di strutture ed
infrastrutture rispetto alle potenzialità che tale territorio offre.
Rappresentavo
queste criticità il 13 novembre dello scorso anno ed in merito al pronto
soccorso – però il problema non è solo dell’ospedale di Locri ma credo sia un
problema comune ovunque – vi sono disfunzioni nella gestione dello stesso
presidio che provocano disagi rappresentatimi non soltanto da operatori
sanitari ma anche da cittadini. Considerato quello testé detto rispetto
all’importanza del territorio, volevo sottoporre a lei questi quesiti per capire
quali interventi intendeva o intende intraprendere per risolvere queste
questioni e per affrontarle con le dovute attenzioni.
Consigliere Nicolò, anche per
quanto riguarda la situazione dell’ospedale di Locri sono costretto, purtroppo,
a ripetermi perché è collegata ad una problematica di ordine più generale
ovvero il fatto che, in primo luogo, la carenza di organico ha determinato una
grave disfunzione in alcuni reparti ed in alcuni servizi. Lo sblocco delle
assunzioni e delle procedure conseguenti per la copertura dei posti vacanti
dovrà consentire di recuperare le garanzie delle prestazioni sanitarie in una
realtà fondamentale della nostra regione particolarmente esposta, anche perché
la condizione di marginalità e di perifericità della locride
rispetto all’hub di Reggio Calabria e ad altri hub crea una ulteriore esposizione a rischio.
Ora è chiaro che per alcune unità
operative si è già provveduto e si sta provvedendo e da questo punto di vista
c’è stata una specifica riunione con il direttore dell’azienda sanitaria
provinciale e i sindaci del territorio, perché questi problemi fossero messi a
fuoco e fosse determinato un cronoprogramma di interventi per accelerare in
questa direzione. Per alcune situazioni – dicevo – si è già sopperito, per
altre le procedure sono in corso; naturalmente, si tratta di dare un’ulteriore
accelerazione perché, appunto, rispetto alla problematica della struttura
ospedaliera della locride si pongono problemi
particolarmente rilevanti proprio per le considerazioni che faceva lei e che
condivido pienamente.
Passiamo
all’interrogazione numero 322/10, sempre a firma del consigliere Nicolò, “In
ordine all’istituzione di un nuovo centro dialisi nella città di Reggio
Calabria”.
Presidente,
si illustra da sé.
Per
quanto riguarda questa problematica, deve evidenziarsi che è stato istituito un
tavolo tecnico presso la Prefettura di Reggio Calabria, avviato da S. E. il
Prefetto di Reggio Calabria, nel quale è stata evidenziata anche la
disponibilità offerta dall’amministrazione comunale circa il parziale utilizzo
della struttura dei Ricoveri Riuniti di Reggio Calabria che non risultava
essere adeguata per soddisfare l’effettivo bisogno di assistenza dialitica per
la città.
C’era
un problema di questa natura, affrontato il quale, è possibile realizzare un
ampio programma – già predisposto dalla direzione generale – per la
realizzazione di 15 nuovi posti letto rene e per soddisfare la crescita di
domanda e di assistenza del territorio. Quindi, la possibilità di allargare la
risposta è collegata a questa vicenda che si sta affrontando perché
l’amministrazione comunale ha dato piena disponibilità ad affrontare e
risolvere questo problema.
Passiamo all’interrogazione numero
323/10^, a firma del consigliere Nicolò, “Sul mancato rinnovo dell’accordo
integrativo regionale per i medici dell’emergenza sanitaria territoriale”.
L’interrogazione, sempre in tema
sanitario, è del novembre scorso. Con essa si chiedevano informazioni sul
mancato accordo integrativo per i medici dell’emergenza sanitaria territoriale
e si richiamava l’attenzione del Presidente con un quesito semplicissimo
relativo a quali azioni urgenti si intendevano porre per pervenire al rinnovo
dell’accordo integrativo regionale per i medici dell’emergenza. Non ho avuto
risposta alla richiesta di conoscere se sono state adottate azioni ed,
eventualmente, quando.
Anche per questa problematica devo
ricordare che la Regione è sottoposta al Piano di rientro dal deficit sanitario e che con DCA numero
144 del 2 novembre scorso è stato approvato l’accordo integrativo regionale
ponte per l’anno 2017 per la medicina generale. Naturalmente, resta in capo al
commissario ad acta anche l’accordo
integrativo per i medici dell’emergenza territoriale. Quindi – ripeto – questa
problematica resta in capo al commissario ad
acta. Tuttavia, dalle notizie forniteci, con il DCA numero 144 è stato
assunto l’accordo integrativo ponte per il 2017 anche a seguito di iniziative
che abbiamo messo in atto perché si potesse costituire il tavolo e definire
l’accordo.
Passiamo all’interrogazione numero
327/10^, a firma del consigliere Nicolò, “In ordine al fenomeno della violenza
sulle donne e sullo stato di eventuali iniziative mirate al contrasto della
problematica”.
Anche questa è un’interrogazione
del novembre 2017 con la quale si chiedeva al Presidente della Giunta quali
interventi avesse adottato il Governo regionale sulle problematiche in esame,
considerato che l’Osservatorio regionale contro la violenza sulle donne – della
cui legge istitutiva il sottoscritto è stato firmatario, insieme ad altri
colleghi, con in testa il presidente Irto – non risulta ancora insediato.
Allo scopo di contribuire a rendere
efficace il contrasto al fenomeno gravissimo della violenza sulle donne –
spesso richiamato con i nostri interventi e concretizzatosi con la votazione in
Consiglio del provvedimento legislativo di cui parlavo e del quale sono
cofirmatario insieme ad altri colleghi – vorremmo capire quali sono stati,
quali sono e quali saranno gli impegni del Governo regionale per l’esecuzione
della progettualità e dei contenuti.
La
ringrazio, consigliere Nicolò, per questa interrogazione perché mi dà la
possibilità di ritornare su una problematica sulla quale la Regione ha promosso
una serie di iniziative volte al contrasto della violenza e dello sfruttamento
delle donne nell’ambito di un orientamento strategico più generalmente
sostenuto sulle azioni positive per le pari opportunità.
In
tale prospettiva la Giunta, attraverso un apposito fondo per le pari
opportunità, ha indirizzato l’utilizzo dei finanziamenti erogati dal
dipartimento verso i centri antiviolenza e le case di accoglienza rifugio che
operano nell’ambito della rete quali strutture di sostegno, accoglienza e di
assistenza alle donne vittime di violenza, in tal modo promuovendo e mettendo
in giusto risalto le buone prassi già realizzate sul territorio dalla rete dei
servizi.
A
seguito di varie procedure di selezione competitiva per l’assegnazione dei
fondi statali e regionali, è, infatti, in aumento il numero dei centri e delle
strutture che si occupano di contrastare il fenomeno. Siamo passati da pochi
centri nel 2014 a 10 centri nel 2017 ai quali si sono aggiunte altre due case
rifugio oltre due già esistenti; in totale 14 tra strutture e servizi, 4 in più
rispetto al 2014.
Riguardo
l’adozione di politiche globali e coordinate sulla violenza nei confronti delle
donne, la Giunta ha rilevato la necessità di realizzare un processo sistemico,
orientato, da un lato, alla regolarizzazione dell’offerta di servizi e alla
messa a regime degli stessi e, dall’altro all’adozione di strategie
diversificate di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne. Per il
raggiungimento di tali obiettivi strategici si è ritenuto di prevedere,
nell’ambito della programmazione regionale 2017/2018, alcuni obiettivi
operativi come dirò di seguito: predisposizione di un Piano triennale sulla
violenza di genere; istituzione di un registro regionale dei centri
antiviolenza e delle case di ricovero, attraverso attività di censimento;
previsione di percorsi di formazione permanente rivolti alle operatrici dei
centri antiviolenza ed agli operatori socio-assistenziali, socio-sanitari e
Forze dell’ordine anche in vista dell’avvio dei codici rosa presso tutti i
presidi sanitari regionali; il sostegno di progetti di semiautonomia che
facilitano l’uscita dai centri antiviolenza e dalle case per donne in
difficoltà ed il passaggio delle donne e dei nuclei con madri, minori, verso
l’autonomia; il sostegno di progetti di formazione professionale dedicato alle
donne vittima di violenza di genere; la previsione di borse lavoro dedicate
alle donne vittime di violenza di genere; il sostegno all’avvio
dell’imprenditoria femminile dedicata alle donne vittime di violenza, per il
quale abbiamo appunto riservato una quota nel bando che è stato oggetto di
pubblicazione; previsione di voucher
per l’acquisto di servizi che garantiscano la conciliazione dei tempi di vita e
di lavoro per le donne vittime di violenza di genere, in particolare per le
donne che hanno affrontato percorsi strutturati all’interno dei centri
antiviolenza; la realizzazione di programmi di prevenzione basati sull’asse
della comunicazione; la realizzazione di attività di sensibilizzazione, di
educazione, dedicate alle nuove generazioni.
Tali
linee di azione si ritiene possano costituire un idoneo presupposto per un
intervento regionale puntuale e di qualità in un sistema al momento fondato su
canoni di sperimentalità e che deve opportunamente
essere indirizzato, anche mediante un necessario adeguamento normativo, agli standard nazionali con il più ampio
coinvolgimento della rete dei servizi integrati verso un assetto maggiormente
strutturato e di sistema.
Più
specificamente, affinché gli interventi nel campo delle pari opportunità in
generale ed, in particolare, in quelle volte alla prevenzione e al contrasto
del fenomeno della violenza di genere raggiungano un livello ottimale di
offerta in Calabria, si è considerata la possibilità di stabilire un calendario
di appuntamenti operativi. Con la delibera della Giunta regionale numero 539
del 2017, la Regione ha, infatti, dettato disposizioni in materia di requisiti
strutturali, organizzativi e funzionali dei centri antiviolenza, armonizzandoli
con quelli minimi fissati già in sede di Conferenza unificata in data 27
novembre 2014. Risulta, peraltro, in discussione presso il Consiglio regionale
una proposta di modifica ed adeguamento della legge regionale numero 20 del
2007 presentata dal coordinamento regionale dei centri antiviolenza della
Calabria. La Giunta regionale, con propria deliberazione, successivamente
integrata dalla delibera numero 14 del 2017 e dalla delibera 539 del 2017, ha
istituito il tavolo regionale di lavoro per la prevenzione ed il contrasto alla
violenza sulle donne.
Tale
organo ha funzioni consultive e di programmazione di iniziative formative di
sensibilizzazione e costruzione di un sistema di rete sul territorio, di
proposta di linee di indirizzo, definizione dei criteri e delle modalità di
accreditamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio.
Poi,
con regolamento regionale numero 17 del 2016 e definitiva attuazione della
riforma dettata dalla legge numero 23 del 2003 sono stati fissati, tra le altre
cose, i requisiti strutturali organizzativi e funzionali delle case di rifugio.
Con decreto dirigenziale numero 14182 del 13 dicembre 2017 è stata approvata e
pubblicata sul Burc numero 4 di gennaio 2018 la
manifestazione d’interesse con la quale è stato avviato il procedimento
finalizzato al censimento dei centri antiviolenza già operanti in Calabria ed
in possesso dei requisiti di legge, come stabilito dalla delibera della Giunta
regionale prima richiamata. È in costruzione una piattaforma informatica di
gestione dell’albo regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio nella
quale saranno inseriti i servizi e le strutture che risulteranno idonei e
formalmente riconosciuti a seguito dell’esito del censimento di cui parlavo
prima. Sono in corso consultazioni con i rappresentanti delle Istituzioni
pubbliche e private operanti in vari settori, dalla scuola alla formazione, dal
commercio all’artigianato, dai Comuni al terzo settore, per promuovere accordi
di partenariato e protocolli operativi finalizzati a favorire percorsi di
autonomia, di semiautonomia, di fuoriuscita di percorsi di violenza, ai quali
si aggiungono tavoli intersettoriali, interdipartimentali, interni all’Ente
regionale per lo studio ed elaborazione di interventi integrati e complementari
in materia di microcredito, auto impiego, social
housing, conciliazione tempi di vita e di
lavoro, asili nidi eccetera.
La
Regione, inoltre, per il biennio 2017/2018 ha assegnato risorse per complessivi
un milione novantasettemila settecentoquattro euro mentre, dal canto suo, la
Regione nel bilancio 2017-2019 ha inserito 400 mila euro per un totale – com’è
noto – di un milione 200 mila euro.
Le
risorse assegnate sono state erogate dalla Regione a fine giugno 2017 ed
acquisite in bilancio a metà luglio. Detti fondi sono a destinazione vincolata
e vanno utilizzati secondo tre direttrici specifiche: attuazione delle azioni
del Piano straordinario nazionale di contrasto alla violenza sulle donne per
534 mila euro; sostegno ai centri antiviolenza ed alle case rifugio 317 mila
541 euro; aumento dell’offerta attraverso il sostegno ai centri antiviolenza e
nuove case rifugio per 245 mila euro.
Rispetto
alla prima direttrice, il settore regionale competente ha avviato tutti gli
interventi programmati entro il secondo semestre del 2017. Poi, l’avviso
pubblico per il finanziamento di progetti per la realizzazione delle azioni di
formazione del personale sanitario e socio-sanitario dei presidi di emergenza e
di pronto soccorso, importo a bando 213 mila 720 euro; l’avviso pubblico
regionale per il sostegno di progetti finalizzati all’autonomia abitativa delle
donne vittime di violenza, per un importo pari a 160 mila euro; l’avviso
regionale per il finanziamento di progetti di inserimento lavorativo per donne
vittime di violenza, per un importo a bando di 267 mila 145 euro.
Riguardo
ai fondi che restano da assegnare attraverso l’azione pubblica, fondi destinati
ai nuovi centri antiviolenza ed alle nuove case rifugio, detto intervento non
potrà essere avviato se non dopo la conclusione delle procedure di censimento
attualmente in corso.
Quindi,
dall’analisi di questi dati risulterà quello che è il fabbisogno e
l’utilizzazione delle risorse relative al bilancio di questo anno,
all’esercizio in corso, per realizzare in modo compiuto la rete dei centri
antiviolenza e delle case di cura.
Presidente,
sono parzialmente soddisfatto, per aver constatato alcune iniziative promosse
dalla Giunta per far fronte al fenomeno della violenza sulle donne. Vorrei
comprendere – altrimenti rimangono leggi manifesto – perché non si è mai
insediato l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere che istituimmo con
legge regionale numero 38 del 2016 e se questo Osservatorio, rispetto alle
finalità previste, dovrà avere una funzione con una progettualità.
La
mia attività ispettiva verte su questo, stimolare l’azione per comprendere, per
far fronte alle esigenze di cui parlava il Presidente e che la Giunta ha
affrontato per dare respiro e funzione all’Osservatorio voluto da noi che – mi
risulta – non essersi, ancora, insediato.
Prima
di passare alla successiva interrogazione, rispondo al consigliere Nicolò sull’Osservatorio.
In
questi giorni è in fase di insediamento da parte dell’Ufficio di Presidenza,
considerato che si è dovuta effettuare una procedura ad evidenza pubblica, con
l’assegnazione alle associazioni di un termine entro il quale presentare
domanda, al quale ha fatto seguito l’istruttoria burocratica delle domande.
Questa è la tempistica, ma, probabilmente, già la prossima settimana
l’Osservatorio sarà insediato.
Passiamo all’interrogazione 328/10^
che decade per l’assenza in Aula del proponente.
Passiamo
all’interrogazione numero 329/10^, a firma del consigliere Nicolò, “Sulla
soppressione nelle ore notturne del servizio di radiologia del nosocomio di
Locri”.
L’interrogazione si illustra da sé.
Consigliere Nicolò, devo fare
riferimento agli stessi argomenti che ho utilizzato prima. Per contenere tale
criticità si sta effettuando una turnazione condivisa tra il personale
assegnato alla radiologia di Polistena ed il
personale assegnato alla radiologia di Locri, nelle more che si espletino i
concorsi e possano essere coperti i posti necessari per soddisfare tutti e due
i servizi, in tutti e due i nosocomi.
Passiamo all’interrogazione numero
331/10 che decade per l’assenza in Aula del proponente.
Passiamo all’interrogazione numero
332/10, a firma del consigliere Nicolò, “Sullo stato di iniziative mirate alla
promozione di progetti afferenti alle sperimentazioni cliniche preso il Grande
ospedale metropolitano di Reggio Calabria”.
Premesso che la sperimentazione
comprende l’insieme di attività di studi che riguardano la determinazione del
profilo di tollerabilità e quello farmacocinetico/metabolico e che si tratta di
un’attività fondamentale rispetto a logiche di ricerca rivolta a soggetti
afflitti da determinate patologie, vorremmo capire – per i soggetti afflitti
dalle patologie considerate – se questi studi potrebbero includere la
valutazione di indici di efficacia nel caso di farmaci per i quali l’attesa di
effetto terapeutico giustifica la somministrazione di sostanze che presentano
rischi non accettabili nei volontari sani. Vorremmo capire, inoltre, quali
siano le iniziative che si intendono intraprendere per far sì che la
sperimentazione clinica possa essere avviata anche presso l’ex Ospedale
Riuniti, oggi Ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Questa interrogazione
verte sulla sperimentazione considerato che potrebbe – in un settore strategico
soprattutto quello della medicina nucleare – avere gli effetti auspicati rispetto
a patologie importanti e consentire agli operatori di poter svolgere questa
attività.
Consigliere Nicolò, in riferimento
a questa sua interrogazione, mi preme precisare che per quanto riguarda le sperimentazioni
cliniche di fase 1 la determina del 19.6.2015 dell’Agenzia italiana del farmaco
(AIFA) definisce i requisiti minimi necessari per le strutture che eseguono
sperimentazioni di fase 1 di cui all’articolo 11 del d.p.r. numero 439 del
21.9.2001 e all’articolo 1, comma 3, del decreto legislativo numero 200 del 6
novembre 2007. All’articolo 2, comma 1, la sopracitata determina dell’Aifa stabilisce, in specifico allegato, i requisiti
necessari per l’esecuzione di tali sperimentazioni; all’articolo 3, comma 2,
viene specificato che il possesso di tali requisiti deve essere autocertificato
dal rappresentante legale della struttura che intende compiere dette
sperimentazioni. Entro 90 giorni dall’invio dell’autocertificazione l’Aifa comunicherà le modalità con le quali verranno attuate
le attività ispettive del Good clinical
practice
per la verifica dei requisiti ai fini dell’esecuzione delle sperimentazioni
stesse.
Questi sono gli aspetti procedurali
che lei ha rappresentato bene, ma vorrei capire se c’è la volontà da parte del
rappresentante legale e, quindi, un indirizzo rispetto a processi che
riguardano la sperimentazione da potersi tenere agli Ospedali Riuniti. Questo
vorrei sapere dal dipartimento, da chi dovrebbe fornire la risposta ad
un’interrogazione che per me ha la sua importanza.
Lei – ripeto – ha descritto gli
aspetti procedurali.
Gli
Ospedali Riuniti hanno presentato una richiesta rispetto alla possibilità di
fruire di tale servizio.
Mi permetto di dire che la
possibilità di fruire del servizio è legata proprio alla procedura, quindi la
procedura non è altra cosa rispetto alla sostanza in questo caso. Le fornisco
la mia risposta scritta così poi potrà meglio valutare.
L’AIFA con determina del 19 giugno
2015 sancisce i requisiti minimi necessari per le strutture sanitarie che
effettuano sperimentazione di fase uno. Detta determina, tra l'altro,
identifica le linee generali dei centri unità, dei reparti clinici nei quali è
possibile condurre le sperimentazioni di fase uno su pazienti volontari o
cavie. Lei poc'anzi sosteneva, rispetto alla risposta fornita dal dipartimento,
che il rappresentante legale di una clinica …..
Deve autocertificare il
possesso dei requisiti.
E’ stato fatto? Gli ospedali
Riuniti lo ha fatto? questo vorrei capire.
Se è stato
fatto l’AIFA, entro novanta giorni dal possesso dei requisiti, deve
pronunciarsi con un’autorizzazione o un diniego.
Gli
Ospedali Riuniti rispetto alla possibilità di istituire questo servizio hanno presentato
all’AIFA tale richiesta? .
Non credo l'abbiano
fatto ma su questo mi riservo di dare una risposta.
Mi ritengo parzialmente
soddisfatto.
Nel merito
della domanda c'è stata la risposta. L'interrogazione numero 333/10^ decade per
assenza del proponente, l’interrogazione numero 334/10^ decade per assenza del
proponente, l’interrogazione numero 335/10^ decade per assenza del proponente.
Passiamo
all’interrogazione numero 337/10^ a firma del consigliere Nicolò “In ordine
alla continua espoliazione dell'Ospedale Tiberio Evoli di Melito Porto Salvo”.
Prego, consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Consigliere
Nicolò, le rispondo naturalmente facendo riferimento al fatto che anche per
quanto riguarda l'ospedale di Melito c’è, come dire,
un condizionamento negativo dell’offerta sanitaria riguardo alla carenza di
risorse di risorse umane; anche questa problematica è legata allo sblocco delle
assunzioni, in parte già attivato in parte è da attivare. Le specifiche
prestazioni ortopediche erogate dal presidio ospedaliero di Melito
erano ascrivibili a prestazioni, quasi tutte, in selezione e non in emergenza
urgenza in quanto la connotazione di tale presidio ospedaliero non assegna
l'unità operativa di rianimazione all'ospedale di Melito.
Quindi la problematica è riconducibile allo stesso argomento.
Le interrogazioni
numero 338/10^, 339/10^, 340/10^ e 341/10^ decadono per assenza dei proponenti.
Ha chiesto la parola, prima di passare al successivo punto all’ordine del
giorno, l’assessore Musmanno per una comunicazione. Prego, assessore Musmanno.
Sì, grazie
Presidente. Intervengo perché l'occasione della interrogazione decaduta,
riguardante il deragliamento del convoglio regionale sulla tratta Cosenza-Paola, mi consente di fare una comunicazione,
vista, anche, la disponibilità di aggiornamenti abbastanza recenti sullo stato
di attuazione dei lavori. In data 6 dicembre 2017, come noto, il treno numero
3742 diretto da Cosenza a Reggio Calabria centrale con a bordo 120 viaggiatori
alle ore 10,00 rimaneva fermo in linea alla progressiva al chilometro 4 più 800
tra il posto movimento Santo Marco e Paola. A darne comunicazione a Trenitalia
era il capotreno che dopo qualche minuto aggiungeva che il treno era
deragliato. Venivano inviate immediatamente le operazioni di soccorso che alle
ore 12,10 si concludevano con il trasbordo di tutti i passeggeri sul treno di
soccorso inviato da Paola, lo stesso treno raggiungeva la stazione di Paola.
Ultimate le operazioni di soccorso, dopo il nulla osta dell'autorità
giudiziaria, iniziavano le operazioni di recupero del treno sviato. In pari
data veniva notificato a RFI e Trenitalia, da parte della procura della
Repubblica di Paola, il provvedimento di sequestro probatorio che impediva
l’accesso al personale RFI all'interno della galleria. Subito dopo l'incidente,
preso atto del provvedimento di sequestro citato che causava il necessario
blocco dei servizi sulla linea ferroviaria, veniva attivato immediatamente, da
parte di Trenitalia, un servizio sostitutivo effettuato con bus per rendere
efficiente tale servizio. Ricevuta specifica richiesta da parte di alcune
associazioni di utenti del servizio ferroviario, veniva organizzato presso
l’assessorato un incontro in cittadella regionale tra Trenitalia e
rappresentanti di tali associazioni, un incontro tecnico a valle del quale il
servizio sostitutivo iniziale veniva adeguato perché meglio rispondesse alle
esigenze degli utenti abituali del servizio, in modo da limitare i danni
dell'evento del 6 dicembre, si parla di limitare i danni ma non di annullarli.
Considerando la differenza così consistente tra i tempi medi di percorrenza
della tratta ferroviaria rispetto a quella stradale sostitutiva, 26 minuti la
prima, un'ora la seconda, l'inchiesta della procura di Paola è andata avanti
con due accessi in galleria da parte del CTU il ventinove gennaio. Il 16 Marzo
è stato disposto da parte della procura di Paola il dissequestro della galleria
Santo Marco. All'atto del dissequestro il presidente Oliverio inviava una
lettera all'amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana, ingegnere
Gentile, in cui venivano evidenziati i forti disagi subiti da pendolari utenti
del servizio ferroviario e traffico merci a seguito della chiusura della
galleria. Nella citata missiva il presidente Oliverio invitava RFI a procedere
con la massima sollecitudine al sopralluogo ed a definire al più presto e nel
dettaglio gli interventi necessari da apportare sul tratto ferroviario
interessato e quelli di messa in sicurezza propedeutici alla riattivazione del
servizio ferroviario. La lettera riceveva pronta risposta data dall’ ingegner
Gentile unitamente ad un quadro di aggiornamenti trasmessi, ad oggi, dal
direttore territoriale produzione RFI Calabria, ingegner Sassi, il quale
comunica che dalla prima mattinata del 22 marzo scorso, dopo aver ricevuto
autorizzazione dalla Procura di Paola nella sera del giorno 21 marzo, RFI si è
attivata per eseguire un primo intervento finalizzato a ripristinare la
continuità del binario mediante l'inserimento di spezzoni di rotaie nei punti
in cui, nel corso dell'esecuzione delle prove non ripetibili richieste dal CTU,
erano stati asportati dei campioni di rotaia da analizzare dove il binario
risultava danneggiato a seguito dello svio del 6 dicembre scorso. Nello stesso
giorno, il 22 Marzo 2018, RFI ha provveduto a iniziare una completa ispezione
della galleria Santo Marco e del binario sulla tratta Paola - Cosenza per
accertare lo stato manutentivo dell'infrastruttura anche in considerazione
degli effetti del mancato suo utilizzo, della mancata esecuzione di controlli
periodici e della mancanza di attività manutentive in conseguenza del sequestro
durato oltre 100 giorni. Per quanto riguarda i tempi previsti per il ripristino
dei servizi RFI dichiara di prevedere che gli interventi necessari alla
riattivazione dell'esercizio ferroviario potrebbero essere ultimati entro il mese
di aprile prossimo venturo, ma sottolinea che alla fine degli interventi di
ripristino per la riapertura della linea si dovrà attendere il dissequestro
definitivo da parte dell'autorità giudiziaria. Secondo quanto evidenziato nel
provvedimento di autorizzazione dell'esecuzione dei lavori RFI provvederà a riapporre i sigilli, inibendo l'utilizzo sino alla data in
cui la Procura deciderà di poter restituire definitivamente l'infrastruttura
alla società RFI per la sicurezza della tratta. Va Inoltre sottolineato che RFI
ha anche chiarito che nei mesi successivi alla riapertura saranno effettuati
ulteriori interventi di manutenzione straordinaria e di attrezzaggio
tecnologico la cui esecuzione era già prevista e pianificata per il corrente
anno e che ultimati tali interventi di messa in sicurezza della tratta, la
stessa sarà pienamente conforme agli standard e alle vigenti normative previste
per l'esercizio ferroviario Sì precisa, inoltre, che durante la recente
riunione del comitato della mobilità, del 15 marzo scorso, era stata
espressamente richiesta, da rappresentanti del comitato dei consumatori, la
necessità di rivedere il servizio sostitutivo di Trenitalia sulla tratta Paola
Cosenza, in particolare è stata portata all'attenzione l'esigenza di intervenire
sul servizio sostitutivo considerando l'insufficienza dei bus previsti per
gestire la domanda di studenti universitari nei giorni di esodo e controesodo. Trenitalia
ha disposto un ulteriore rinforzo, senza costi aggiuntivi a carico della
Regione, a partire dal 16 marzo scorso. Attualmente il servizio sostitutivo
prevede nei giorni feriali 35 bus a cui si aggiunge un bus sussidiario e,
inoltre, tre corse sulla Cosenza-Paola sono
rinforzate il venerdì con tre bus per il rientro degli studenti universitari e due
coppie in fascia pendolare sono rinforzate dal lunedì al venerdì con un bus
aggiuntivo senza fermata a Castiglione Cosentino.
Questa comunicazione è importante, soprattutto, perché si è diffusa la notizia
che a conclusione dei lavori potrebbe essere garantito il ripristino del
servizio ferroviario. RFI si impegna a chiudere i lavori entro il mese di
aprile, ma da qui alla riapertura del servizio occorrono dei provvedimenti
giudiziari di cui ho reso noto il Consiglio. Grazie
Bene passiamo al
terzo punto all'ordine del giorno, svolgimento delle interpellanze, cedo la
parola per l'interpellanza numero 2 al consigliere Gallo. Prego, consigliere
Gallo, ha facoltà di illustrarla.
Presidente, nei
mesi scorsi, precisamente il 24 di novembre, presentai un'interpellanza, ai
sensi dell’articolo 120 del Regolamento interno del Consiglio regionale, sulla
questione dei tirocinanti in mobilità che stavano effettuando dei tirocini
formativi di 6 mesi presso gli enti locali o presso le imprese, già percettori
di indennità di mobilità in deroga. Si era diffusa una grande preoccupazione
fra i lavoratori per il fatto che, probabilmente, non sarebbero stati pagati
per il mese di dicembre, in particolare per Natale. Quel tipo di interpellanza
era volta a spingere il dipartimento, la Giunta regionale e il Presidente a
volersi adoperare, allora c'era anche l'assessore, per il disbrigo dei compiti
di pubblica utilità affinché potessero essere pagati quei tirocinanti. Era
un'interrogazione che chiedeva se le formalità spettanti alla Regione potessero
essere realizzate e soprattutto se ci potesse essere una proroga. Attualizzerei
questa interpellanza, ormai scaduta, perché, di fatto, c'è stato un pagamento
parziale. Possiamo chiedere al Presidente della Giunta regionale se i mesi
residui possono essere pagati di qui a breve, chiederei ulteriormente, se oltre
a questo, poiché c'è un nuovo bando presso gli enti e ci sarà a breve per i lavoratori
una proroga annuale 12 mesi a € 500,00, se c'è la possibilità di un adeguamento
di questa indennità mensile e soprattutto se, giusto l'ordine del giorno
approvato all'unanimità dal Consiglio regionale in una delle ultime riunioni
per dare forza al Presidente nella interazione con il Ministero del Lavoro, c'è
qualche approccio, c'è stato qualche approccio almeno, alla fine della
legislatura del Governo nazionale, con la parte dirigenziale, per capire se c'è
disponibilità da parte del Ministero per la costituzione di quel bacino
fattuale, di quel bacino sostanziale e formale che nei fatti esiste già ed è di
oltre 5000 lavoratori in mobilità in deroga.
In riferimento
alla interpellanza del consigliere Gallo che porta la data del 24 ottobre
scorso e che, quindi, come lui stesso ricordava risulta essere abbastanza
datata, si rappresenta che alla data del 23 marzo 2018, quindi il 23 marzo
scorso, la Regione ha già proceduto a trasmettere, attraverso gli applicativi
del sistema informativo percettori dell'INPS, i nominativi dei soggetti ammessi
al beneficio della mobilità in deroga. Le trasmissioni effettuate sono alla
verifica dell'Istituto, dell'INPS, e una volta validati i nominativi dei
beneficiari permetteranno all'INPS la quantificazione esatta delle risorse
finanziarie ancora disponibili e da utilizzare in azioni di politiche attive. A
tal proposito vorrei fare una brevissima considerazione: questo lavoro di
ricostruzione della banca dati è stato complesso perché non era stata
effettuata alcuna registrazione in una banca dati dal 2009 o meglio dal secondo
semestre del 2008; si trattava di circa 27 mila pratiche annue che si è dovuto
ricostruire una ad una interfacciandosi con la banca dati di INPS, decreto per
decreto. E’ stato un lavoro complesso, anzi direi, è stato un lavoro complessissimo da portare in porto, un lavoro che è stato
completato, rimangono credo meno di 70 - 80 pratiche sulle quali c'è una, come
dire diversità di dati tra Regione e INPS, ma praticamente è stato chiuso e la
chiusura di questo lavoro e quindi del conteggio conseguente alle indennità
erogate a questi beneficiari consente di avere la certezza di disponibilità
finanziarie sulle quali agire per l'erogazione delle politiche attive. Ci siamo
assunti la responsabilità di attivare le procedure relative alle politiche
attive anche in presenza della non conclusione di questo lavoro, perché se
avessimo dovuto aspettare la conclusione di questo lavoro i percettori dei
primi 6 mesi, quelli che hanno lavorato tra giugno e alcuni tra luglio e agosto
e i sei mesi successivi, non avrebbero potuto, appunto, percepire la indennità
delle politiche attive e i Comuni non avrebbero potuto fruire appunto di questi
lavoratori. Ci siamo presi la responsabilità, nelle more della definizione
della banca dati, di avviare le procedure e quindi di riavviare un primo
blocco. Per cui, praticamente, le problematiche che sono insorte
successivamente, riguardo il mancato pagamento di due mesi e il ritardato
pagamento, è stato conseguente a questa nostra assunzione di responsabilità, lo
dichiaro, senza problemi. Se io non avessi assunto questa responsabilità non ci
sarebbe stato, come dire, il problema del pagamento dopo due mesi, il problema
del sesto mese eccetera eccetera, perché da parte del
Ministero del Lavoro si sarebbe proceduto in quanto, con la certezza di risorse
quantificate, l’INPS non avrebbe esitato a procedere ai pagamenti. Mi sono
assunto questa responsabilità perché quando si governa si assumono
responsabilità e naturalmente si assumono alla luce del sole. Oggi abbiamo
chiuso praticamente i 5 mesi di pagamento, l'ultimo mese proprio in conseguenza
di questa formalizzazione sarà definitivamente erogato, naturalmente saranno
erogati a rendicontazione da parte dei Comuni perché, anche questo è un
problema, i Comuni rendicontano e la Regione naturalmente sulla base del loro
rendiconto, poi, paga, trasferisce le risorse. Abbiamo adesso, praticamente, un
valore di circa 15 milioni di euro che risultano rinvenienti
da questo quadro che abbiamo definito e per quanto riguarda la proroga dei
soggetti impegnati nelle politiche attive abbiamo deciso di optare per un nuovo
avviso, approvato con decreto dirigenziale numero 793 del 19 febbraio 2018, che
è stato pubblicato sul Burc numero 23 dello stesso
giorno, rivolto agli enti pubblici e alle imprese private e sempre a favore di
soggetti precedentemente inseriti nel bacino dei percettori di mobilità in
deroga della Regione. Tale scelta è stata fatta per favorire una più ampia
partecipazione di soggetti appartenenti al bacino degli ex percettori della
mobilità in deroga altrimenti esclusi dalla possibilità di partecipare al
precedente avviso, perché nel precedente avviso una parte di questi erano
esclusi, quelli appunto dal 2000 al 2015. Adesso quindi si allarga la platea
dei partecipanti; abbiamo definito una quota pro capite di 500 euro e un
periodo di un anno rinnovabile per un ulteriore anno. Quindi, naturalmente,
alla conclusione, alla scadenza della pubblicazione del bando relativo ai
soggetti interessati che sono i Comuni e le imprese si procederà alla seconda
fase che è quella del reclutamento e della selezione dei soggetti che saranno
poi utilizzati e destinatari di questo intervento con 500euro mensili e con la
durata di un anno rinnovabile per un ulteriore anno. L'operazione che abbiamo
fatto è di assoluto riordino di un campo molto ma molto confuso; aggiungo di
più: aver legato questo sussidio a lavori utili per i Comuni o per le imprese è
un fatto che ha determinato anche, diciamolo in modo chiaro, un elemento di
emersione e di trasparenza in questo settore. Il fatto che abbiamo legato
questo indennizzo a lavori socialmente utili per i comuni o per le imprese
comporta il fatto che questo indennizzo non droga il mercato del lavoro, perché
noi in una condizione di disoccupazione dilagante, come la nostra, non possiamo
permetterci integrazioni al lavoro nero per capirci, non possiamo permettercelo
questo. So bene che 500 euro non sono sufficienti per soddisfare le esigenze di
una famiglia, lo so benissimo questo, so bene che 500 euro sono un indennizzo
per lenire sofferenze e difficoltà di ordine economico e sociale, però so
altrettanto bene che questa deve essere un'operazione di accompagnamento al lavoro
e non una politica meramente assistenziale. Ecco perché abbiamo scelto di dare
questa impostazione e di fare questa operazione che da una parte, appunto,
lenisce la sofferenza attraverso un indennizzo e dall'altra rende utile anche
il lavoro. I lavoratori non si sentono parassiti assistiti ma si sentono
persone che devono essere rispettate nella loro dignità e nel loro lavoro.
Naturalmente sono misure non sufficienti, sono misure tampone che abbiamo
pensato di realizzare nel modo più esteso possibile perché prevediamo che la
platea dei soggetti interessati sarà sicuramente di sei, settemila magari pure
8.000 beneficiari, perché creare lavoro è importante, creare lavoro ha dei
tempi. Naturalmente la sofferenza non può aspettare i tempi che richiede la creazione
di lavoro vero per il quale bisogna impegnarsi.
Presidente, mi
dichiaro parzialmente soddisfatto. L'unica cosa che le avevo chiesto e alla
quale non ha risposto è quella riferita alla possibilità di aumentare le 500
euro. C'è stato questo bando - e magari potrà rispondermi in un'altra
circostanza - rivolto alle imprese private per le assunzioni. Visto qual è il
risultato, qual è il tessuto economico di questa regione probabilmente ci
saranno delle risorse rinvenienti che potrebbe essere
possibile utilizzare per aumentare i 500,00 euro e magari portarli a qualcosa
in più. Prendo atto che, comunque, si tratta di 12 mesi rinnovabili per altri
12 mesi e se è possibile, nelle more di questo periodo, anche col nuovo Governo,
sarebbe opportuno cercare di creare, visto che probabilmente ci sarà un Governo
con altri partiti che assumeranno grosse responsabilità, partiti che sono
vicini ai giovani, che sono vicini a chi soffre e possono creare le condizioni,
per creare, di fatto, al Ministero del Lavoro un bacino sostanziale e formale
che riguardi questi lavoratori. Poi, Presidente, mi passi la battuta, siamo
tornati in Consiglio dopo questo stop e lei è stato, oggi, stacanovista perché
evidentemente le deleghe che ha sono tante, ha risposto lei a tutte le
interpellanze dei consiglieri.
Innanzitutto
alla battuta del consigliere Gallo voglio rispondere con una battuta: il
dibattito di oggi è stato monotematico, salvo questa interrogazione qui;
abbiamo parlato solo di sanità e poiché la Regione è commissariata e priva,
quindi, di un assessore alla sanità, chiaramente questa incombenza, oggi, non
poteva che gravare sulle mie spalle. Piglio spunto da una sua riflessione per dire
che abbiamo, con la pubblicazione di questo bando, attivato una linea che è
relativa alle politiche attive. Aggiungo che abbiamo deciso di assegnare un
sussidio di 500 euro per una ragione semplicissima, so bene e l'ho detto prima
che, appunto, è una misura tampone ma innanzitutto esiste un problema di
risorse e comunque abbiamo altre due misure che partono proprio in questi
giorni e nella settimana successiva a Pasqua faremo una conferenza stampa per
illustrarle: garanzia giovani e dote lavoro, due misure per le quali la
quantificazione del sostegno è definita a livello Ministeriale ed è di 500
euro, partirà quella di garanzia giovani e poi quella di dote lavoro con un'
impostazione naturalmente diversa.
Avere una
differenziazione nelle misure di sostegno avrebbe comportato uno svuotamento di
una misura e un aggravamento dell’altra. Avrebbe comportato, quindi, oltre che
un problema di ordine finanziario anche un problema di questa natura. Perché?
Perché Garanzia Giovani funziona con altre regole, però, quando è vincolata
allo stesso sussidio c’è solo da scegliere sulla opportunità da parte del
beneficiario, sull’opzione che vuole compiere.
Daremo pure i
dati della prima fase di Garanzia Giovani: la prima fase dell’intervento ha
prodotto anche occupati a tempo indeterminato. Daremo i dati precisi al
Consiglio regionale perché appunto c’è stato nel sistema delle imprese un
ricorso a questa misura, che poi ha consentito, successivamente, anche una
stabilizzazione in un numero, non stratosferico, ma in un numero superiore alle
1200-1300 persone.
Chiaramente sono
dati importanti. Quindi bisogna spingere in questa direzione perché le misure
di sostegno al reddito possano essere parallelamente attivate a misure volte
anche a creare l’ingresso nel mercato del lavoro vero e proprio. E’ di
fondamentale importanza; quindi, chiaramente, l’operazione è stata fatta sia
per una ragione di natura finanziaria sia perché la durata di un anno è
rinnovabile per un ulteriore anno. Questa seconda ragione non è da sottovalutare
perché se si determinasse una differenziazione tra i diversi interventi, se
cioè su una misura si danno 700 e su una misura 400, o viceversa, si
determinerebbe, come dire, un “affollamento” su una misura e uno “svuotamento”
su un’altra. Ci sono anche regole che devono essere tenute ben presenti e dalle
quali bisogna partire per una impostazione seria, responsabile e soprattutto
rispondente alla realtà.
Ripeto, so bene
che 500 euro non sono niente per una famiglia, però le misure del REI (Reddito
Economico di Inserimento) sono la metà di quelle che stiamo proponendo. Anzi,
aggiungo che sul REI, in sede di Conferenza Stato-Regioni, alle altre Regioni
abbiamo proposto che si possono utilizzare risorse del Fondo sociale europeo
per integrare la parte mancante fino a 500 euro perché il rei - come voi sapete
– equivale a 80 euro a componente il nucleo familiare. Per esempio: un nucleo
familiare di 3 persone arriverebbe (3 x 8 = 24) a 240 euro, uno di 4 a 320
euro.
Abbiamo proposto
che le Regioni possano utilizzare risorse del Fondo sociale europeo perché la
differenza tra quello che viene percepito attraverso il REI, il fondo
Nazionale, 240 o 320 euro, a seconda dei componenti il numero familiare, possa
essere integrato fino a 500 euro anche con fondi della Regione, nella
disponibilità della Regione, attraverso il Fondo sociale europeo, l’FSE. Questo
comporterebbe una misura di relativa equità perché integrando la cifra fino a
500 euro sarebbe - come dire? - un’operazione più dignitosa, sostanzialmente,
più soddisfacente rispetto alle condizioni economiche di una famiglia priva di
reddito.
Faccio
quest’esempio per dire che questa cifra è minima rispetto a quella a cui
pensiamo debbano essere allineate tutte quante le altre misure.
Questa è la
ragione per cui abbiamo compiuto questa scelta.
Bene, ci sono gli
ultimi tre punti. Prego, consigliere Giudiceandrea, può illustrare la
risoluzione, poi l’approfondiremo al prossimo Consiglio regionale.
Rapidamente,
Presidente, per illustrare e verificare se vi è la disponibilità della Giunta
regionale ad assumere la risoluzione senza il voto del Consiglio regionale.
Atteso che:
-
lo scorso 20
gennaio la Turchia con l’offensiva militare denominata “Ramoscello d’Ulivo” ha
violato la sovranità territoriale siriana, attaccando senza alcuna motivazione
e giustificazione il cantone curdo di Afrin nel nord
ovest della Siria;già
nell’estate del 2016 la Turchia aveva lanciato nel nord della Siria
l’operazione militare denominata “Scudo sull’Eufrate”, con la scusa di
combattere Daesh, l’ISIS, ma con il preciso obiettivo
di dividere i territori del Rojava curdo;l’offensiva
militare turca, effettuata mediante attacchi di terra e raid aerei, ha già
causato migliaia di vittime soprattutto tra la popolazione civile, non
risparmiando neppure il campo profughi di Rubar, che ospita oltre 20.000
rifugiati provenienti dal resto della Siria;a seguito dell’offensiva dei turchi
condotta con il sostegno del cosiddetto “esercito libero siriano”, composto
prevalentemente da terroristi provenienti dallo Stato islamico, la città di Afrin è stata occupata provocando un esodo di oltre 200
mila cittadini;il Presidente turco Erdogan ha
dichiarato di voler estendere l’offensiva militare a tutto il territorio
abitato dai curdi nel nord della Siria;l’aggressione militare della Turchia
rappresenta un vero e proprio crimine contro l’umanità e si sta compiendo nel
pressoché totale silenzio della Comunità internazionale;è a rischio
l’incolumità e la sicurezza di decine di migliaia di civili e di rifugiati ed
anche la stessa lotta contro l’ISIS;questa aggressione militare va ad
aggiungersi alle distruzioni delle città curde in Turchia, al massacro di
centinaia di civili, alla destituzione e all’arresto di numerosi sindaci ed
eletti locali, in atto a partire dal 2015;
Ricordato che:dal 1952 la Turchia è membro effettivo della
NATO e che dal 2005 sono aperti i negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione
Europea;l’Italia è uno dei principali partner
commerciali della Turchia, con un interscambio commerciale di 16,2 miliardi di
dollari nel 2016 e oltre 1.300 società ed aziende con partecipazione italiana
presenti in Turchia.
Tutto ciò premesso e considerato,
bisogna esprimere solidarietà e sostegno. Lo esprimiamo come Consiglio
regionale e va espresso assolutamente anche come Giunta regionale alla
popolazione di Afrin e all’intero Rojava.
La Giunta regionale deve impegnarsi a chiedere al Governo italiano di
attivarsi, come successo in altre Regioni di questa Nazione, per la cessazione
degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del cantone di Afrin e dell’intero Rojava.
Non bastino le immagini dei bambini colpiti dal gas nervino; non
bastino le immagini delle soldatesse curde che hanno liberato l’umanità dall’ISIS:
massacrate, uccise, violentate, stuprate e oltraggiate nei loro sessi, perché
possiamo fare nostra questa risoluzione.
Dobbiamo attivarci presso il Governo italiano per promuovere in
tutte le sedi istituzionali opportune, con particolare riferimento all’Unione
Europea, al Consiglio d’Europa ed alla Nato, la ferma condanna di quanto
avvenuto e l’attivazione di tutti i canali diplomatici, volti alla cessazione
degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del cantone di Afrin e dell’intero Rojava,
nonché al rispetto delle libertà democratiche.
Non svendiamo la civiltà che abbiamo conquistato in Europa per un
muro che blocca i migranti. Grazie.
(Il Consiglio rinvia)
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, signori componenti la Giunta regionale, Presidente della Giunta
regionale, quest’ordine del giorno è per impegnare la Giunta a porre in essere
azioni volte ad attivare le misure umanitarie necessarie ad assistere il popolo
curdo, coinvolgendo le organizzazioni non governative presenti in loco a spingere il Governo iracheno a
fermare la repressione contro i curdi e a garantire la libertà di informazione,
cercando, inoltre, una soluzione capace di coniugare l’autonomia del popolo
curdo e la stabilità geopolitica della Regione.
Il Consiglio regionale della Calabria - Premesso
che:
-
il Kurdistan è un’area,
vasta 450 mila kmq, abitata dalla popolazione di etnia curda, suddivisa tra
Turchia, Siria, Iran e Iraq;
-
comunità curde si
trovano anche in alcune repubbliche ex sovietiche, come l’Armenia e l’Azerbaigian;
-
il popolo curdo è
composto da oltre 40 milioni di persone, che da decenni rivendicano una propria
autonomia e indipendenza;
-
i curdi hanno avuto
e continuano ad avere un ruolo cruciale nella lotta contro gli integralisti di Daesh nel contrastare l’avanzata jihadista-salafita;
-
con la conquista di
Mosul il 9 giugno del 2014 da parte delle milizie del
Daesh e la rotta dell’esercito di Baghdad che
abbandonò la città in mano ai terroristi, i peshmerga
curdi sono stati l’unica forza sul terreno in grado di opporsi all’avanzata del
Califfato islamico, in grado di controllare nel 2014 buona parte delle province
di Ninive e di Anbar;
-
proprio in questi
giorni il mondo ha celebrato la caduta di Raqqal,
prima controllata dall’ISIS, avvenuta anche grazie all’azione dei combattenti
curdi.
Considerato che:
-
il 25 settembre
2017 è stato indetto un referendum
consultivo sull’indipendenza del Kurdistan iracheno, per poi avviare un
processo negoziale con il Governo di Baghdad e il 92,7 per cento degli elettori
ha votato per il sì all’indipendenza;
-
nonostante la
richiesta delle autorità curde di iniziare un’interlocuzione a fronte dei
risultati del referendum, si è creato
un clima di tensione sia con il Governo iracheno (con la chiusura dello spazio
aereo curdo e delle frontiere), sia con i paesi limitrofi, come Turchia e Iran,
che hanno prontamente applicato sanzioni;
-
dietro al rifiuto
di un Kurdistan indipendente sono soprattutto ragioni economiche e commerciali
essendo la zona ricca di idrocarburi.
Tenuto conto che:
-
è in corso dal 20
gennaio l’operazione “Ramo d’ulivo”, lanciata dalla Turchia contro i
guerriglieri curdi dello Ypg (“Unità di protezione
popolare”), alleati degli americani, in Siria e, in particolare, a Efrin, oltre che a Kobane e ai-Qamishli, (parte della regione autonoma curda Rojava), territori che i curdi e loro alleati hanno
liberato dall’ISIS;
-
sono in corso
attacchi da parte di forze di terra e aeree turche che stanno provocando
numerose vittime tra i civili;
-
anche nella zona
del Kurdistan iracheno è in corso una repressione contro il popolo curdo: a Tuz
150 case appartenenti a famiglie curde sono state incendiate, due stazioni
televisive curde (Rudaw Tv e Kurdistan 24) sono state
chiuse dal Governo iracheno e le minacce e le intimidazioni a giornalisti sono
denunciate da diverse fonti;
-
le dimissioni del
presidente Barzani rischiano di aumentare l’instabilità
di una Regione impoverita dalla crisi economica, affollata di rifugiati e ora
lacerata e divisa tra le fazioni che si contendono il potere.
impegna
la Giunta regionale ad
intervenire presso il Governo perché si attivi, anche in sede di Unione Europea
e di organismi internazionali:
-
per attivare le misure umanitarie necessarie ad assistere il
popolo curdo, coinvolgendo le organizzazioni non governative presenti in loco;
-
per spingere il Governo iracheno a fermare la repressione contro i
curdi e a garantire la libertà di informazione;
-
per spingere il Governo turco a fermare gli attacchi contro i
curdi;
-
per cercare una soluzione capace di coniugare l’autonomia del
popolo curdo, l’integrità delle frontiere e la stabilità geopolitica dellar.
Grazie.
(Il Consiglio rinvia)
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Sì, Presidente.
Com’è noto, fra il 20 e il 22 marzo c’è stata un’eccezionale ondata di maltempo
che ha colpito la Calabria tirrenica, l’intero Meridione d’Italia ma la
Calabria tirrenica, in particolare, e la costa tirrenica cosentina è stata
colpita da violentissime mareggiate di proporzioni eccezionali. Nel corso di un
giro per la costa tirrenica cosentina, in particolare nei Comuni di Acquappesa, Scalea, San Lucido e Tortora, incontrando la
scorsa settimana i sindaci, ho avuto modo di verificare che in questi centri,
per i quali i racconti sono stati di una mareggiata di proporzioni gigantesche
che non si vedeva da quelle parti da oltre 30 anni, abbiamo verificato che i
centri menzionati hanno avuto la distruzione di opere di contenimento a mare,
cancellazione di lidi balneari e dei belvedere esistenti sul lungomare, serio
danneggiamento di attività commerciali (ristoranti, bar, pizzerie), esistenti in prossimità dei lungomare.
So che il Presidente
della Giunta regionale ha assicurato il pieno sostegno della Regione ai Comuni
interessati, avviando le procedure volte a sollecitare l’intervento del Governo
nazionale per la concessione di finanziamenti necessari per lo stato di
emergenza e di calamità per cui, poiché la politica non si può dividere su
questi argomenti e su tali temi, da questi banchi si può esprimere soltanto il
pieno sostegno all’attività della Giunta regionale perché credo che dobbiamo
dare pieno sostegno all’attività del Presidente della Giunta regionale anche
attraverso la deputazione neo eletta affinché, nell’interazione col
dipartimento della Protezione Civile, si ottengano gli aiuti giusti e necessari
per la Calabria, così com’è avvenuto per altre Regioni del Paese, in casi
consimili.
Per cui esprimiamo
pieno sostegno all’attività del Presidente della Giunta regionale.
Chiediamo, però, che
la Giunta regionale possa valutare alcuni aspetti e che ci sia, eventualmente,
la possibilità di valutare: il congelamento o la diminuzione, in segno di
solidarietà, della quota spettante di cui si compone la tariffa per lo
smaltimento dei rifiuti indifferenziati per i Comuni.
Mi spiego meglio: i
Comuni rivieraschi in questi giorni stanno recuperando tutti i detriti
provenienti dalle mareggiate. Questo farà aumentare “notevolissimamente” la
quantità di rifiuti di tonnellaggio di indifferenziata che loro porteranno a
smaltimento; farà diminuire, quindi, le percentuali di differenziata e, in base
a quelli che sono i meccanismi delle nuove tariffe, farà aumentare il tributo
regionale e, di conseguenza, anche i tributi per i cittadini.
Chiediamo se la Giunta
regionale possa valutare la possibilità di fare una moratoria per questi mesi
di febbraio e marzo, eventualmente per il tonnellaggio conferito dai Comuni,
onde evitare l’aumento del costo della tariffa e, di conseguenza, l’aumento
della tariffa sui cittadini.
Chiediamo anche di
valutare, anche con l’ausilio degli uffici, al Presidente della Giunta
regionale per le attività private che hanno avuto lidi o bar, ristoranti, che
però sono collegati naturalmente a un canone demaniale la possibilità,
attraverso perizie giurate danni per oltre 10 mila euro - e posso garantire, Presidente,
ha mandato a verificare che ci sono tanti che hanno subito questi danni - una
moratoria di 3 anni per il pagamento del tributo demaniale, in maniera tale da
poter consentire a queste attività di ripartire, dopo aver riparato i danni ed essere
riusciti a riaprire le loro attività.
Cosa voglio dire? Voglio
dire che abbiamo verificato che questa è la Calabria che lavora e che produce,
che si è rimboccata le maniche, che è ripartita, che ha ripulito, ma i danni
sono ingenti e notevoli. Allora se si può dare una spinta, anche attraverso aiuti
indiretti, a questa Calabria che non è una Calabria piagnona, è una Calabria alla
quale dovremmo ispirarci, chiedo al Presidente, anche attraverso il proprio
dipartimento, se si può, in maniera straordinaria, concedere questi aiuti
affinché la politica dia una risposta, la risposta migliore a chi in questi territori
a causa di questa calamità naturale ha subito danni.
Dico questo, Presidente,
perché? Perché la mia esperienza - sono stato sindaco per qualche anno - mi
insegna che, con i tempi che corrono, è difficile che la Protezione Civile
Nazionale dia risorse in misura sufficiente per coprire anche i danni subiti
dai privati e l’esperienza – credo - di Corigliano Rossano che sta vivendo può
insegnarci qualcosa. Per cui se possiamo inventarci il modo di dare un sostegno
indiretto ai privati, ecco, forse questo è il modo migliore.
Una proposta che
viene dall’opposizione ma che è stata sottoscritta da tutti i consiglieri
regionali ai quali mi sono rivolto - e li voglio ringraziare per la sensibilità
mostrata verso questa problematica -.
Le chiediamo, come
consiglieri regionali, di valutare questa possibilità per dare un sostegno,
anche indiretto, non solo ai Comuni ma anche ai privati, assicurandole su
questi argomenti, in maniera sincera, pieno sostegno, anche da questi banchi, all’azione
che andrà a svolgere a Roma, chiedendo anche alla deputazione nazionale di
centro-destra di sostenere l’azione che andrà a condurre per reperire le giuste
risorse per i ristori dei danni che la Calabria ha subito con questa calamità.
Ha chiesto di
intervenire il presidente Oliverio, ne ha facoltà.
Presidente, colleghi
consiglieri, per quanto riguarda i precedenti punti, l’ordine del giorno, a
firma del consigliere Franco Sergio, e la risoluzione, a firma del consigliere Giuseppe
Giudiceandrea, la problematica contenuta in essi tratta lo stesso argomento,
argomento di rilevante importanza perché appunto la vicenda del popolo curdo è
una vicenda drammatica che non può non destare l’attenzione della comunità
internazionale perché, appunto, è la vicenda di un popolo che nel corso di
questi anni sta subendo violenza e atti inauditi di violazione dei diritti, di
violazione della propria autonomia, della propria identità, del diritto a
vivere, del diritto alla serenità.
Condivido i
contenuti della risoluzione e dell’ordine del giorno. Non mi dilungherò perché,
appunto, condivido il fatto che ci sia una sollecitazione nei confronti del
Governo - perché di questo si tratta - perché si assumano iniziative adeguate
in sede internazionale, perché ci sia un intervento della comunità
internazionale a difesa del diritto del popolo curdo al rispetto della propria
autonomia, della propria indipendenza, perché, appunto, il popolo curdo è
vittima di rappresaglie e di interventi che ne violano non solo la dignità ma
anche un principio importante, sul piano internazionale, che è quello del
rispetto dei popoli.
Invito i consiglieri
Franco Sergio e Giudiceandrea ad unificare i contenuti dell’ordine del giorno e
della risoluzione perché si possano assumere iniziative. Credo, quindi, che il
Consiglio regionale possa votare dando un mandato -se siamo d’accordo- al
consigliere Giudiceandrea ed al consigliere Franco Sergio di unificare gli
argomenti trattati, in modo tale da poter votare con questo mandato sulla base
di un dispositivo sostanzialmente convergente.
Per quanto riguarda,
invece, l’ordine del giorno sulle mareggiate cederò subito dopo la parola
all’assessore Musmanno che, a seguito di una decisione della Giunta regionale,
che abbiamo convocato d’urgenza, ad horas, proprio in quelle ore di alta marea, di
mareggiate, alla guida di una delegazione composta da dirigenti della Regione,
della protezione civile e di Calabria Verde, si è recato sui luoghi e ha
verificato. Ha fatto un primo incontro con i sindaci per portare il sostegno
della Regione e, quindi, per fare una prima verifica, sia pure sommaria, per
quella che può essere una verifica di primo intervento da parte della Regione.
E’ chiaro che dovrà
essere fatta una verifica complessiva, puntuale dei danni.
Adesso dirà lui come
intendiamo procedere. Abbiamo costituito un’unità di crisi; abbiamo richiesto
lo stato di calamità naturale con un atto deliberativo proprio della Giunta
regionale.
Ci sono provvedimenti
che possono essere assunti da noi e non esiteremo ad assumere e provvedimenti
che devono essere assunti in sede nazionale, che sono nella competenza, o
meglio, nella sfera di competenza del potere centrale per quanto riguarda
tributi, fiscalità, una serie di cose che, come sapete, non sono nella
competenza della Regione.
Tuttavia è stata una
calamità di eccezionale gravità che naturalmente dovrà essere oggetto di una
iniziativa concreta perché a partire dalla prossima stagione estiva i Comuni
possano essere messi nella condizione di garantire l’esercizio di attività
turistiche, perché sarebbe un danno se questo non avvenisse.
Mi fermo qui e cedo
la parola all’assessore Musmanno.
Cedo la parola
all’assessore Musmanno.
Grazie, Presidente.
In effetti, come dichiarato dal presidente Oliverio, all’indomani degli eventi
particolarmente eccezionali che hanno colpito il litorale tirrenico calabrese
si è subito insediato un gruppo di lavoro che si è recato direttamente sui
luoghi.
Era presente il
generale Marigiò per Calabria Verde, il dirigente
generale del dipartimento lavori pubblici, l’ingegnere Zinno
e l’ingegnere Papalino, responsabili degli uffici difesa del suolo della
Provincia di Cosenza.
E’ inutile fare un
elenco dei Comuni interessati. Sostanzialmente tutti i Comuni della provincia
di Catanzaro e quelli della provincia di Cosenza che affacciano sul mar Tirreno
sono stati interessati. Abbiamo avuto modo di prendere visione concretamente a
Pizzo, Nocera Terinese, Falerna, Amantea, San Lucido, Cetraro,
Bonifati, Scalea, Guardia Piemontese, Fuscaldo, ma il quadro della situazione è chiaramente di
interesse per tutti i comuni dell’area.
Faccio osservare che
nell’ambito di questo sopralluogo abbiamo potuto constatare come la stragrande
maggioranza delle opere più importanti di protezione a mare, quelle più
strategiche realizzate negli anni scorsi, hanno sostanzialmente retto. E questo
vuol dire che sostanzialmente queste opere sono state sottoposte ad un’attività
di super collaudo giacchè quella che è stata definita
una mareggiata, in realtà, può essere più correttamente classificata come una
sorta di piccolo tsunami, dal momento
che le onde che hanno interessato l’area hanno superato addirittura i 7 metri e
questo ha prodotto sicuramente un evento che non ha precedenti sulla costa
tirrenica calabrese.
La Regione Calabria,
come ente di programmazione, ha stanziato, sia su fondi regionali sia su fondi
europei, 63 milioni di euro per il completamento delle opere a difesa costiera,
quindi per mitigare il rischio di erosione costiera: opere che sono tutte in
corso di realizzazione o in via di avvio con la prossima stagione primaverile.
Lo dico perché, per
esempio, nel Comune di Bonifati, che è stato interessato
da un evento di particolare criticità e gravità, gli interventi erano già
previsti e in esecuzione a partire da oggi. Quindi si interviene laddove c’è
stato un fenomeno così violento che ha colpito la località. Complessivamente la stima delle risorse necessarie per
l’attenuazione dei rischi (frana, idrogeologico, costiero, sismico) in Calabria
ammonta a circa 25 miliardi di euro, quando la dotazione complessiva è di 500
milioni di euro.
E’ chiaro che qui
occorre agire con priorità, pensando, e non immaginando, che con queste risorse
si possano risolvere tutti i problemi e, in particolare, il fenomeno
dell’erosione costiera che affligge tutto il litorale tirrenico italiano.
Come ente di
programmazione non siamo responsabili degli interventi emergenziali.
Come chiarito dal
presidente Oliverio, è stato chiesto lo stato di calamità; l’unità di crisi che
è stata istituita presso la Giunta regionale sta raccogliendo, classificando
tutti i danni, facendo la conta dei danni, interagendo direttamente con i
Comuni interessati. Questo perché è di fondamentale importanza non solo il
riconoscimento dello stato di calamità ma anche la definizione da parte del
Governo delle risorse necessarie per poter intervenire fattivamente.
Accogliamo, di
conseguenza, con grande interesse la proposta che ci viene formulata attraverso
questa mozione e l’impegno della Giunta regionale è anche quello di affiancare
le risorse che saranno messe a disposizione a livello nazionale per intervenire
d’urgenza perché la stagione turistica è alle porte e la Giunta regionale non
intende, ovviamente, “stare a guardare” ma vogliamo contribuire per non
lasciare i Comuni al loro destino.
(Il Consiglio rinvia)
Non ci sono altri
interventi. Avendo esaurito i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
La
seduta termina alle 20,00
Ha chiesto congedo: Cannizzaro, Ferro, Greco,
Guccione, Viscomi.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di
iniziativa dei consiglieri regionali:
D’Acri - “Tutela, conservazione, valorizzazione della diversità del
patrimonio di varietà, razze e ceppi microbici di interesse agrario e
alimentare del territorio calabrese” (P.L.
n. 318/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Mirabello - “Trasferimento personale dipendente da
Vibo Sviluppo S.p.A.” (P.L. n. 319/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Cannizzaro, Romeo - Modifica alla legge regionale 8
novembre 2016, n. 31: "Norme per l'utilizzo dei lavoratori socialmente
utili, di pubblica utilità ed ex articolo 7 D.lgs. n. 469/1997 nel bacino
regionale calabrese" (P.L. n.
320/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere ed al C.A.L. per il parere di
cui all'art. 127 del Regolamento interno Consiglio regionale.
(Così resta stabilito)
Sergio - Riduzione dei tempi per l'accesso al commercio su aree
pubbliche in forma itinerante mediante SCIA - Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale 11 giugno 1999, n. 18 (Disciplina delle funzioni attribuite
alla Regione in materia di commercio su aree pubbliche) (P.L. n. 321/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - ed al C.A.L. per il parere di cui all'art.
127 del Regolamento interno Consiglio regionale.
(Così resta stabilito)
Sergio - “Istituzione del Garante regionale dei diritti delle persone
con disabilità” (P.L. n. 322/10^)
E' stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali,
affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea - “Modifica della legge 66 del dicembre 2012
di armonizzazione alle integrazioni legge 5 del 2016” (P.L. n. 323/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo - “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 37 del 31
dicembre 2015 "Modifica alla legge regionale n.35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i. (Procedure per la denuncia degli interventi di
carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva
sismica)” (P.L. n. 324/10^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione
del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea - “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 35 del 31 dicembre 2015” (P.L.
n. 325/10^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione
del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione 2018/2020 dell'Azienda Calabria Verde -
(deliberazione G.R. n. 85 del 19.3.2018)” (P.P.A. n. 208/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea - “In ordine all'offensiva militare posta in
essere dalla Turchia nei confronti del cantone curdo di Afrin
e del territorio Rojava”
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente
Commissione consiliare la deliberazione n. 92 del 22 marzo 2018, recante:
"Approvazione, ai sensi dell'art. 5, comma 7, della legge regionale n.
25/2013, della deliberazione del Commissario Straordinario dell'Azienda
Calabria Verde n. 398 del 6 ottobre 2017" (PARERE N. 35/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
La 4^ Commissione, con nota n. 14728 del 23 marzo 2018, ha comunicato
che nella seduta del 23 marzo 2018 ha espresso parere favorevole al decreto del
dirigente del dipartimento n. 7 della Giunta regionale n. 13542 del 4 dicembre
2017, recante: "Autorizzazione apertura nuova cava di inerti da eseguirsi
in C.da Pietrastorta del
Comune di Reggio Calabria. Ditta 2C di Chirico Flavia & C Snc" (PARERE N. 32)
In data 2
febbraio 2018, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto
indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telemáticamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 13 del 2 febbraio 2018:
Legge
regionale 2 febbraio 2018, n. 2, recante: "Istituzione del Comune di Corigliano- Rossano derivante dalla fusione dei Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano".
In data 6
febbraio 2018, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto
indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata telemáticamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 15 del 7 febbraio 2018:
Legge
regionale 6 febbraio 2018, n. 3, recante: "Incentivazione del turismo in
arrivo (incoming) attraverso i trasporti aerei,
ferroviari, su gomma e via mare, a sostegno della destagionalizzazione".
In data 8
febbraio 2018, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telemáticamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 17 del 12 febbraio 2018:
1. Legge
regionale 8 febbraio 2018, n. 4, recante: "Ulteriori modifiche alla legge
regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto pubblico
locale)";
2.Legge
regionale 8 febbraio 2018, n. 5, recante: "Norme in materia di
artigianato";
3.Legge
regionale 8 febbraio 2018, n. 6, recante: "Modifiche all'articolo 3 della
legge regionale 6 aprile 2017, n. 8 (Disposizioni per la liquidazione della
Fondazione F.I.E.L.D. - "Fondazione Innovazione
Emersione Locale Disegno del territorio" - e il trasferimento delle
funzioni ad Azienda Calabria Lavoro)";
4.Legge
regionale 8 febbraio 2018, n. 7, recante: "Norme per la tutela dei
consumatori e degli utenti".
Comunico che,
nella seduta del 19 marzo 2018, è stato eletto l'Ufficio di Presidenza della V
Commissione "Riforme", che risulta così composto:
PRESIDENTE:
D'Agostino Francesco
VICE
PRESIDENTE: Nicolò Alessandro
SEGRETARIO:
Bova Arturo
La Giunta regionale, con nota prot.
n. 63088 del 21.2.2018, ha trasmesso la deliberazione n. 22 del 29.1.2018,
recante: "Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore
della forestazione e per la gestione delle foreste regionali. Estensione
validità del programma anno 2017 all'anno 2018".
La Giunta regionale, con nota prot. n. 63168 del 21.2.2018, ha trasmesso la deliberazione
n. 9 del 12.1.2018, recante: "Approvazione "Piano degli indicatori e
dei risultati attesi di bilancio 2018-2020" (art. 18 bis e 41 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118)"
In data 20 febbraio 2018, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente
sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 24 del 23 febbraio 2018:
Regolamento regionale n. 3 del 20 febbraio
2018, concernente:
"Modifiche al Regolamento regionale 10 agosto 2017, n. 14 e s.m.i. (Regolamento per la disciplina delle strutture
ausiliarie)"
In data 9 marzo 2018, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente
sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 31 del 9 marzo 2018:
Regolamento regionale n. 4 del 9 marzo
2018, concernente: "Modifica
al regolamento regionale n. 16 del 23 dicembre 2015, approvato con DGR n. 541
del 16.12.2015 "Regolamento di organizzazione delle strutture della Giunta
regionale " così come successivamente modificato ed integrato con
regolamento regionale n. 4 del 2 marzo (approvato con DGR n. 51/2016),
regolamento regionale n. 4 del 21 marzo 2017 (approvato con DGR n. 26/2017),
dal regolamento regionale n. 10 del 9 maggio 2017 (approvato con DGR n.
179/2017), dal regolamento regionale n. 17 del 12 ottobre 2017 (approvato con
DGR n. 453/2017) e dal regolamento regionale n. 21 del 19 dicembre 2017
(approvato con DGR n. 468/2017)".
In data 12 e 14 marzo 2018, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato i sotto
indicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati pubblicati telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n.
33 del 14 marzo 2018:
1. Regolamento regionale n. 5 del 12 marzo 2018, concernente: "Modifiche al Regolamento regionale
10 agosto 2017, n. 14 e s.m.i. (Regolamento perla
disciplina delle strutture ausiliarie)";
2.
Regolamento regionale n. 6 del 14 marzo 2018, concernente: "Modifiche al Regolamento regionale
19 gennaio 2018, n. 1 (Regolamento per la disciplina degli incarichi extra ufficio
autorizzati o conferiti ai dipendenti della Giunta
regionale della Calabria)".
In data 23 marzo 2018, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telemáticamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 37 del 26 marzo 2018:
Regolamento
regionale n. 7 del 23 marzo 2018, concernente: “Regolamento
sulle modalità di selezione di figure professionali per l'attività di
assistenza tecnica del POR Calabria FESR e FSE 2014/2020, del piano di azione
coesione e del fondo di sviluppo e coesione e per il rafforzamento della
capacità istituzionale”.
La Giunta regionale ha trasmesso
copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione
finanziario 2018-2020:
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
24 |
del 31.1.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
26 |
del 31.1.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
28 |
del 31.1.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
39 |
dell'8.2.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
40 |
dell'8.2.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
41 |
dell'8.2.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
50 |
del 20.2.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
51 |
del 20.2.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
52 |
del 20.2.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
54 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
55 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
56 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
57 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
58 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
59 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
60 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
61 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
62 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
63 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
64 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
65 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
66 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
67 |
del 9.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
84 |
del 19.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
86 |
del 19.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
87 |
del 19.3.2018 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
88 |
del 19.3.2018 |
Giorno 6 aprile p.v., alle ore
15,30, presso l'auditorium "N. Calipari", si svolgerà la Relazione
Annuale del Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria.
Con nota n. 26 del 28 marzo 2018,
acquisita in pari data al protocollo generale n. 15428, il Consigliere
regionale Alessandro Nicolò, nella qualità di Presidente del Gruppo consiliare
Forza Italia, ha comunicato l'adesione al gruppo medesimo del Consigliere
Domenico Tallini.
Guccione - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
in data 31-07-2017 è stata
approvata la delibera n.355 avente in oggetto: Programma di interventi per la
Difesa del suolo a valere su Risorse Por Calabria FESR FSE 2014/2020 e Delibera
di G.R. n. 160/2016 “Patto per lo sviluppo della
Regione Calabria" - Delibera CIPE n. 26/2016 “FSC 2014/2020: Piano per il
Mezzogiorno";
parte integrante della delibera è
l'allegato con la tabella di tutti gli interventi previsti per la mitigazione
del rischio idrogeologico ed erosione costiera pari a circa 165 interventi per
un importo di circa 300 milioni di euro;
nella delibera si demandava al
Dipartimento 6, Infrastrutture, Lavori pubblici, Mobilità - Settore 8
"Interventi a Difesa del suolo" l'attuazione degli interventi di
mitigazione rischio idrogeologico ed erosione costiera a valere sulle risorse
POR- FESR 2014-2020;
i dati del dossier di Legambiente
"Ecosistema Rischio" indicano che la Regione Calabria è ad alto
rischio di frane ed erosione costiera. Il 99,8% dei comuni calabresi presenta
aree esposte a pericolo di frane o alluvioni. Su 15.222 chilometri quadrati
della superficie totale 914,1 è a pericolosità sia di frana che idraulica;
347,8 a pericolosità frana e
576,3 a pericolosità idraulica;
Sono
trascorsi 7 mesi dall'approvazione della delibera e ancora non sono state
attivate le procedure necessarie per l'avvio amministrativo per rendere
operativi gli interventi previsti dalla delibera n.355/2017. Nel campo della
difesa e mitigazione del rischio idrogeologico e dell'erosione costiera i tempi
di intervento sono importanti visto che si rischia che gli interventi
predisposti se non realizzati tempestivamente possono risultare inutili dalla
modificazione dei luoghi e dall'aggravarsi degli eventi -:
perché nulla è stato fatto,
nonostante siano trascorsi sette mesi dall'approvazione della delibera n.
355/2017, dal competente Dipartimento a cui era demandato l'avvio delle
procedure propedeutiche necessarie ad attivare gli interventi urgenti previsti
per la mitigazione e il rischio idrogeologico e dell'erosione costiera. Quali
iniziative intende mettere in essere perché si possano rendere operativi le
procedure per lo sblocco e l'avvio dei 165 interventi e dei 300 milioni di euro
previsti per la realizzazione.
(338; 06/02/2018)
Tallini - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il Dipartimento Lavoro,
Formazione e Politiche Sociali della Regione Calabria ha pubblicato una
Manifestazione di Interesse per la selezione di massimo 627 soggetti, da parte
di disoccupati e di percettori di ammortizzatori sociali in deroga, per un
percorso di qualifica in grado di offrire maggiori opportunità lavorative
(Bando MIBACT), approvato con Decreto n. 6160 del 30 maggio 2016 e pubblicato
sul BURC n.65 [Parte 3a] del 31 maggio 2016;
relativamente a tale bando, sono
state pubblicate successivamente alcune modifiche ed integrazioni (Decreto del
DG n. 6160 del 30 maggio 2016 e Decreto n. 7001 del 17.06.2016);
col Decreto del DG n. 9448 del 23
agosto 2017 lo stesso Dipartimento ha pubblicato l'elenco di candidati che
hanno dichiarato, nella forma definita e nel tempo stabilito, la disponibilità
ad essere avviati ai percorsi formativi;
col Decreto n. 11862 del 26
ottobre 2017 il Dipartimento ha poi proceduto a riassegnare i suddetti
candidati;
considerato che col Decreto del
DG n. 9177 dell' ll agosto 2017 è stato approvato lo
schema di Convenzione previsto dalla citata Manifestazione d'interesse,
sottoscritta dal Dirigente Generale del Dipartimento e dal Segretario Generale
del MIBACT della Calabria;
presso gli Uffici periferici del
MIBACT risultano i nominativi dei tirocinanti effettivamente presi in carico,
procedura necessaria per la conseguente attivazione da parte della Regione
delle coperture assicurative INAIL e RC.;
ritenuto altresì che con nota del
MIBACT (prot. 6981 del 16 novembre 2017), trasmessa
ai candidati via mail dal Segretariato Regionale del MIBACT per la Calabria, è
stata avviata la convocazione per "la presa di servizio ed espletamento
delle attività prodromiche all'avvio della fase del
tirocinio";
con la stessa nota i candidati
sono stati invitati a presentarsi il giorno 27 novembre 2017 alle ore 9.00
presso la sede loro assegnata;
la
Regione Calabria avrebbe dovuto avviare le procedure per attivare le necessarie
coperture assicurative a favore dei tirocinanti -:
i motivi per i quali i 627
tirocinanti, beneficiari del citato bando, ad oggi (a distanza di quasi 2 anni
dalla pubblicazione dello stesso) non hanno ancora preso servizio.
(339; 12/02/2018)
Aieta - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
nel Luglio u.s. è stato concesso
dalla Regione Calabria finanziamento per una somma complessiva pari ad €
374.649, 68 posto negli interventi previsti per la difesa del suolo e
l'erosione costiera;
le somme erogate, inserite nel
Piano del Dissesto Idrogeologico, verranno utilizzate per la riqualificazione e
manutenzione del sentiero naturalistico dell'Arcomagno
con recupero delle aree dismesse;
il finanziamento regionale è
stato erogato al fine di salvaguardare una zona di grande pregio naturalistico
ed è stato posto al fine, anche, di valorizzare il ripristino de! sentiero che
conduce ad una delle più belle e spettacolari spiagge esistenti in tutto il
territorio calabrese;
il finanziamento regionale è
stato concesso, ma solo alla fine di un lungo iter burocratico che aveva
indotto l'attuale Sindaco del Comune di San Nicola Arcella
ad emettere ben due ordinanze. Entrambi gli atti prevedono l'interdizione al
transito pedonale della scalinata Marinella-Arcomagno,
della grotta e della spiaggetta dell'Arcomagno, a tutela della pubblica incolumità, perché su di
esse incombe il rischio di crollo di blocchi rocciosi;
ad oggi, dalla concessione del
finanziamento regionale, sono decorsi oltre 7 mesi e di fatto non è stata
emessa e concessa al Comune di San Nicola Arcella la
convenzione per iniziare i lavori;
è necessario intervenire con
estrema urgenza e predisporre ogni atto ed intervento utile affinché si ponga
rimedio ad un immobilismo amministrativo che sta solo arrecando grave danno e
pregiudizio, non solo ad una delle più belle zone dell'intero territorio
calabrese, ma soprattutto all'immagine stessa della Calabria;
con
l'esecuzione dei lavori previsti ed oggetto del Finanziamento stesso si
consentirà ai visitatori di tutto il mondo di poter raggiungere uno dei posti
più belli ed unici al mondo -:
alla luce di quanto sopra
esposto, conoscere le responsabilità del ritardo amministrativo e soprattutto
quali iniziative voglia assumere per tutelare l'immagine di questo luogo
simbolo di bellezza e attrattore turistico inestimabile.
(340; 13/02/2018)
Ferro -
Al Presidente della Giunta regionale ed
all'Assessore delle infrastrutture e dei Trasporti. Per sapere - premesso
che:
da una verifica effettuata sul
sito di Trenitalia in merito agli orari dei treni a partire dal 1 marzo 2018,
risultano cancellati alcuni treni regionali, in particolare: i treni n. 3692
delle 16.22 e n. 3694 delle 17.15, da Reggio Calabria centrale verso Sapri;
Trenitalia, negli ultimi anni, ha
soppresso numerosi treni regionali e a lunga percorrenza da e per la Calabria,
causando disagi nel trasporto locale addirittura nei collegamenti ferroviari
Nord-Sud della nostra regione;
Trenitalia non consente ai
titolari di abbonamento su treni regionali (per la tratta oltre Rosarno) di usufruire del servizio dei treni a lunga
percorrenza se non previo pagamento di una integrazione tariffaria;
a seguito di una politica
aziendale portata avanti da Trenitalia e avallata dalla Regione Calabria, è
stato ulteriormente compromesso il diritto alla mobilità dei cittadini con
tagli indiscriminati delle corse ferroviarie che interessano le due dorsali,
del Tirreno e dello Ionio, che vede ogni giorno gli spostamenti di un numero
considerevole di utenti che per lavoro, studio o quant'altro utilizzano il
treno, spesso come esclusivo mezzo di trasporto;
nella fattispecie un ulteriore
taglio di treni andrebbe sempre più a penalizzare il collegamento ferrato in
Calabria;
i cittadini calabresi vivono
quotidianamente gravi difficoltà causate dai ritardi, dai disservizi, dai
guasti, dalle coincidenze quasi impossibili nonché dalla improvvisa e spesso
non preavvisata cancellazione di convogli ferroviari che impediscono agli
stessi di raggiungere regolarmente la loro destinazione;
dal 1 marzo 2018 è prevista la
soppressione di due treni regionali che oggi collegano la Città Metropolitana
di Reggio Calabria e la Provincia di Cosenza;
le suddette scelte isolerebbero,
nei fatti, i tanti pendolari che si muovono ogni giorno sulla dorsale
Tirrenica, privilegiando esclusivamente il trasporto ad alta velocità -:
se la Regione Calabria e
l'assessore interrogato siano a conoscenza di tale rimodulazione del servizio
ferroviario interno regionale quali iniziative l'assessorato competente intenda
intraprendere affinché vengano scongiurati tali disagi ai pendolari mediante
politiche di promozione del servizio di trasporto locale su ferro che, al di là
delle specifiche competenze e responsabilità regionali, necessita, comunque, di
adeguate risorse e di una politica coordinata a livello nazionale;
possa essere vagliata la
possibilità di consentire ai titolari di abbonamento sui treni regionali (per
la tratta oltre Rosarno) di usufruire del servizio
dei treni a lunga percorrenza senza ulteriori oneri.
(341; 21/02/2018)
Guccione - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
in data 3 novembre 2017 il
presidente della Regione Mario Oliverio nel corso di
un'iniziativa a Praia a Mare annunciò: "Mi rivolgo all'onorevole Gentiloni: non è possibile più mantenere la Calabria in
questa condizione. Chiedo anche al ministro della Sanità Lorenzin
di adottare un provvedimento che rimuova immediatamente questa situazione
intollerabile. Ora basta. Se entro fine novembre non si porrà fine a questa
grave situazione sarò costretto ad incatenarmi davanti a Palazzo Chigi per
chiedere giustizia per la mia regione";
in data 14 novembre 2017, nel corso
della riunione del Consiglio regionale, il presidente Oliverio
ha confermato la sua posizione in merito al fallimento del Piano di Rientro in
Calabria: "Se non ci saranno risposte da Roma mi incatenerò davanti a
Palazzo Chigi";
in data 29 novembre 2017 nel
corso dell'incontro tra Oliverio e i sindaci
calabresi, il presidente della Regione annunciando l'incontro a Roma con il
ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha
ribadito: "Se non saranno presi provvedimenti concreti riconvocherò
l'assemblea dei sindaci e proporrò di attuare azioni forti, anche incatenarmi a
Roma perché tutto il mondo sappia che la Calabria non si piega";
in data 19 dicembre 2017, nel
corso della riunione del Consiglio regionale, si è discusso della sanità in
Calabria e della necessità di porre fine al commissariamento: "Riconfermo
la nostra posizione, che non è una barzelletta perché non è mio costume
ingannare chi mi ha dato fiducia, ma la situazione è talmente grave da
richiedere una decisione interruttiva dell'attuale gestione commissariale,
perché i cittadini di questa regione devono avere gli stessi diritti dei
cittadini delle altre regioni. Sono in attesa delle determinazioni del
Consiglio dei ministri, in base a queste determinazioni valuterò i prossimi
passi. Ho annunciato atti forti, non per protagonismo e comunque con
sofferenza: li metterò in campo se queste risposte non ci saranno";
nella campagna elettorale delle
ultime elezioni politiche sono stati inaugurati reparti in vari ospedali della
Calabria e i Pronto Soccorso degli ospedali di Trebisacce
e Praia a Mare senza che questi avessero reparti per acuti. Parliamo di
nosocomi che ancora non sono stati messi nelle condizioni di erogare i servizi
ospedalieri e sono fondamentali a garantire i Livelli essenziali di assistenza
per i cittadini dell'Alto Tirreno e Alto Ionio, e a ridurre l'emigrazione
sanitaria verso altre regioni;
considerato che: sono passati
oltre quattro mesi dal primo annuncio solenne di incatenarsi davanti a Palazzo
Chigi, dalle riunioni con i sindaci della Calabria a quelle del consiglio
regionale in cui si annunciavano e si ribadivano atti forti se non si poneva
fine al commissariamento della sanità;
dall'incontro
con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e le
ripetute riunioni del Consiglio del ministri, nulla è successo: il presidente Oliverio non si è incatenato per protestare contro questo
immobilismo che ha fatto precipitare ulteriormente la situazione già precaria
della sanità calabrese. Tali annunci non suffragati dai fatti vengono percepiti
solo come semplice scontro di potere e non per garantire un'adeguata politica
sanitaria per i cittadini -:
e per porre fine a questa vicenda
di annunci "solenni" che rischia definitivamente di indebolire il
tessuto democratico calabrese e dare un colpo mortale alla sanità della nostra
regione. Questo per evitare che la politica e le istituzioni siano
delegittimati da uno scontro finalizzato solo a garantire interessi di potere a
discapito di quelli collettivi.
(342; 12/03/2018)
Guccione - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
in data 5 giugno 2013 presso la
sede del Dipartimento Tutela della Salute e politiche sanitarie della Regione
Calabria si è tenuta una riunione tra la Regione Calabria - rappresentata da
Bruno Zito, Angela Nicolace,
Vincenzo Ferrari e Rosalba Barone - e Ircss (Istituto
nazionale di ricovero e cura per anziani di Cosenza - Inrca)
rappresentata da Franco Pichierri, Roberto Di Ruscio e Luigi Pranno. In tale
riunione sono state affrontate le questioni di un rilancio e di una
riorganizzazione del suddetto Istituto e del contenzioso trasmesso
all'avvocatura regionale da parte dell'Inrca contro
la Regione Calabria pari a euro 16.317.760,16 di crediti dovuti dalla Regione
Calabria con riferimento agli anni che vanno dal 1997 al 2005 (verbale
sottoscritto dalla Regione Calabria e dall’Inrca);
in data 15 ottobre 2013 presso il
Dipartimento Tutela della Salute e politiche sanitarie della Regione Calabria
si è tenuto un incontro tra i rappresentanti della Regione e l’Ircss-Inrca nel quale viene individuata da parte del
direttore generale dell'Inrca, Giuseppe Zuccatelli, una cifra pari a euro 16.800.000 per chiudere
la transazione, in riferimento alla procedura di infrazione che la Corte dei
Conti sezione marchigiana ha aperto nei confronti della Regione Marche per
circa 26 milioni di euro, raccomandando di proseguire le azioni tese a
raggiungere accordi transattivi con la Regione Calabria per il presidio di
Cosenza al fine di evitare il protrarsi dì perdite presso la sede decentrata in
mancanza del quale la struttura dovrà chiudere. Le parti si aggiornano per
verificare i dati contabili in contestazione;
in data 18 luglio 2014 il dottor
Bruno Zito della Regione Calabria comunicava al
direttore generale dell'Inrca, Giuseppe Zuccatelli, che la struttura amministrativa ha terminato
l'iter istruttorio e ha approntato una bozza di D.P.G.R.
in riferimento alle procedure transattive discusse nei precedenti incontri;
in data 30 luglio 2015 il
Commissario ad acta del Piano di rientro comunicava
all'Inrca, alla Corte dei Conti, al Dipartimento
Tutela della Salute della Regione Calabria e per conoscenza al presidente della
Giunta regionale Mario Oliverio, il Dca n.86/2015 avente ad oggetto "Misure per il ripiano
dei disavanzi di gestione delle aziende sanitarie regionali, anno 2013",
in cui viene prevista la somma di euro 1.925.000,00 per l'Inrca
di Cosenza;
considerato che: la struttura
dell'Inrca di Cosenza da molti anni non ha
investimenti tesi a migliorare l'immobile dove è ubicato l'istituto, né i
requisiti tecnologici e organizzativi;
ancora
ad oggi non risulta essere sottoscritto alcun accordo transattivo tra Regione
Calabria, Regione Marche-Inrca di Ancona nonostante
l'accantonamento delle somme da parte della Regione Calabria -:
affinché si possa immediatamente
sottoscrivere tale accordo transattivo per avviare un rilancio dell'Inrca di Cosenza (unico istituto di ricerca della nostra
regione) che preveda da parte dell'Inrca di Ancona
una serie di investimenti per migliorarne gli aspetti alberghiero - sanitari
dell'istituto di Cosenza, l'acquisto di nuove tecnologie e l'assunzione di
personale Oss, medici e infermieri che nel corso di
questi anni sono stati messi in quiescenza.
(343; 16/03/2018)
Greco -
Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
il
sottoscritto, nella qualità di consigliere regionale della Calabria, intende
richiedere ogni elemento di conoscenza relativo ai servizi accessori a quelli
ospedalieri affidati a società esterne o cooperative da parte delle aziende ospedaliere
e delle Asp calabresi -:
quali società o cooperative
gestiscano i servizi accessori a quelli ospedalieri in tutte le aziende
ospedaliere ed asp della Regione Calabria: a.
Autoparco, vigilanza, gestione archivi telematici, call
center, front office, mensa;
1)Se siano scaduti i termini di
affidamento per la gestione di tali servizi previsti in sede di gara;
2)Se e quali società agiscano
ancora in regime di prorogatio;
3)Se siano previste nuove
procedure di gara per l'affidamento dei servizi accessori a quelli ospedalieri.
(344; 21/03/2018)
Bevacqua - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il tumore del collo dell'utero (o
della cervice uterina) è al secondo posto nel mondo, dopo quello della
mammella, tra i tumori che colpiscono le donne ed è causato da un'infezione
persistente da Papilloma Virus Umano (HPV), che si trasmette per via sessuale
ed è molto frequente, soprattutto nelle donne giovani;
per garantire equità nell'accesso
a una diagnosi precoce, il Servizio sanitario nazionale effettua uno specifico
programma di screening per la prevenzione dei tumori al collo dell'utero;
il test impiegato nello screening
per il cancro del collo dell'utero è il Pap-test, che deve essere effettuato da
tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni ogni tre anni: secondo le
prove scientifiche disponibili, infatti è questo l'intervallo di tempo che
rende massimi i benefici dello screening;
l'ASP di Cosenza ha aderito al Programma
Nazionale di screening dei tumori femminili;
in particolare, la circolare
dell'ASP di Cosenza, Prot. 0105895 del 4 agosto 2016,
in ottemperanza alla normativa nazionale per la prevenzione del cervico-carcinoma, stabilisce che il Consultorio Familiare
predispone l'esecuzione gratuita dell'esame citologico cervico-vaginale
(pap test) e che, al di fuori della campagna di
screening, l'utente può eseguire l'esame tramite presentazione di richiesta su
ricettario del SSN con relativo codice di esenzione;
in assenza di ragionevoli
motivazioni, però, la circolare dell'ASP di Cosenza, Prot.
0092402 del 21 giugno 2017, dispone che i Consultori avranno possibilità di
effettuare pap test non da screening in numero non
superiore a 20 (VENTI) mensili a livello nazionale, la copertura complessiva
dello screening organizzato dalle regioni ha raggiunto al Nord l'85% e al
Centro l'83%, mentre al Sud si attesta solo intorno al 62%;
il tumore del collo dell'utero è
l'unica neoplasia a mostrare i più alti tassi di mortalità proprio nel sud
Italia ed evidenzia uno stretto legame con il gradiente economico, nel senso
che risulta negativamente associato allo stato socio- economico dei soggetti
interessati;
il
Consultorio Familiare trova la sua ragion d'essere nell'accoglienza della donna
e ha il dovere di indurre alla prevenzione, non di scoraggiarla -:
se l'Esecutivo Regionale e il
Dipartimento Salute sono al corrente della situazione venutasi a creare in
relazione al bacino di utenza dell'ASP di Cosenza e quali misure hanno
intrapreso e intendono intraprendere per sollecitare il ripristino
dell'efficacia di un diritto alla prevenzione gratuita che risulta fondamentale
e irrinunciabile per la salute della donna.
(345; 27/03/2018)
Il Consiglio Regionale,
premesso
che:
nel campo dei servizi sociali
regionali si sta assistendo ad una vera e propria superficialità che sta
provocando danni che potrebbero rivelarsi irreversibili;
dal mese di maggio 2017, cioè
da nove mesi, è scaduta la convenzione della Regione Calabria con L'ARAI
(Agenzia regionale per le adozioni internazionali) della Regione Piemonte;
il servizio svolto dall'Arai
ha una valenza pubblica fondamentale perché riguarda il sostegno alle famiglie
per le adozioni internazionali in Calabria;
occorre immediatamente porre
rimedio ad una simile situazione perché, così facendo, si arreca un grave
disagio a tutte le famiglie calabresi che hanno il diritto di essere tutelate
in un settore così difficile e delicato dove è facile imbattersi in soggetti
spesso inaffidabili;
la presenza del servizio
pubblico è invece sintomo di garanzia, trasparenza e competenza nel settore
dell'adozione, in quanto consente di avere regole precise a cui fare
riferimento e su cui poter concretamente contare cosa che, di fatto, è avvenuta
in questi anni, da quando la Regione Calabria ha attivato la convenzione con
l'ARAI piemontese;
l’ARAI, grazie alla
convenzione sottoscritta con l'amministrazione regionale, ha offerto negli anni
un sostegno concreto, in termini burocratici e non solo, a tutte quelle
famiglie che hanno scelto di seguire il percorso, spesso difficile ed
intricato, dell'adozione internazionale;
bloccare il servizio pubblico
nelle adozioni internazionali porta con sé anche il rischio di cancellare
l'eccellente lavoro che in questi anni tanti professionisti calabresi,
coadiuvati dagli esperti dell'ARAI, hanno svolto nella promozione del servizio
e nel sostegno a tante famiglie che finalmente hanno trovato un punto di
riferimento e soprattutto hanno trovato tutela certa per le loro legittime
aspettative;
impegna
la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione
Calabria affinché la convenzione ormai scaduta da 9 mesi sia immediatamente
sottoscritta anche in vista della necessaria istituzione di un'Agenzia
regionale calabrese volta allo sviluppo del servizio pubblico delle adozioni
internazionali.
(113; 26/02/2018)
Il Consiglio Regionale,
premesso
che:
nel mese di giugno 2016 la
Camera dei Deputati ha definitivamente approvato la legge in materia di
assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno
familiare, L. 22 giugno 2016, n. 112 (Disposizioni in materia di assistenza in
favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare) più
comunemente conosciuta come legge sul "Dopo di noi";
considerato che questa legge
introduce misure che tutelano i disabili gravi non solo nel periodo di vita
successivo alla scomparsa dei genitori (dopo di noi), ma già durante
l'esistenza in vita dei genitori attraverso la progressiva presa in carico
della persona interessata (durante noi);
ricordato che: tali misure,
volte anche ad evitare il ricovero in istituti, devono sempre essere assunte
nell'interesse superiore della persona disabile e sono adottate, in vista del
venir meno del sostegno familiare, attraverso la progressiva presa in carico
della persona interessata già durante l'esistenza in vita dei genitori;
nella predisposizione del
progetto individuale sono coinvolti tutti i soggetti interessati, nel rispetto
della volontà del disabile e, ove possibile, dei loro genitori o di chi ne
tutela gli interessi;
tenuto conto che restano,
comunque, salvi i livelli essenziali di assistenza e gli altri benefici
previsti dalla legislazione vigente in favore delle persone disabili;
verificato che il 23 novembre
2016, i Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Salute e
dell'Economia e delle Finanze hanno firmato il decreto attuativo che fissa i
requisiti per l'accesso alle prestazioni erogate grazie al Fondo istituito
nella scorsa legge di stabilità, pari a 90 milioni di euro, e la ripartizione
dello stesso a livello regionale;
verificato che il 21 giugno
2017 i Ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali, della Salute e
dell'Economia e delle Finanze hanno firmato il decreto attuativo che fissa i
requisiti per l'accesso alle prestazioni erogate grazie al Fondo istituito
nella scorsa legge di stabilità, pari a 38.3 milioni di euro, e la ripartizione
dello stesso a livello regionale;
ricordando che i contenuti del
decreto sono stati concertati in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni e
l'iter legislativo si è concluso nel pieno rispetto dei tempi stabiliti;
evidenziato che alla Regione
Calabria in base ai precitati decreti ministeriali sono state ripartite per
l'anno 2016 una quota pari a 3.060.000,00 euro e per l'anno 2017 una quota pari
a 1.302.200 euro;
considerato che la Regione con
la Delibera di Giunta regionale n. 296 del 30.6.2017 ha adottato gli indirizzi
di programmazione regionale per l'utilizzo delle risorse del Fondo per
l'assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare;
rilevato che il Ministero del
lavoro e delle politiche sociali ha valutato gli indirizzi di programmazione;
appreso da recenti notizie
giornalistiche che a differenza di altre regioni in Calabria non sono stati
ancora emanati i bandi per i progetti;
rilevata la necessità di non
deludere le aspettative delle famiglie dei disabili calabresi che hanno riposto
grandi aspettative sulle prospettive della legge 112/2016;
valutata l'opportunità di
rendere operative le risorse del fondo Per il Dopo di Noi che per la Calabria
ammontano per il biennio 2016/2017 a euro 4.362.000,00 al fine di dare una
risposta tempestiva e concreta alle attese delle famiglie dei disabili
calabresi;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione
Calabria a rendere subito operative queste risorse, individuando e finanziando,
con l'emanazione dei bandi, i progetti dei 33 ambiti territoriali - distretti
socio-sanitari già in essere nel rispetto delle procedure di assegnazione delle
risorse da parte del Governo al fine di dare una risposta tempestiva e concreta
alle aspettative delle famiglie dei disabili interessati.
(114; 14/03/2018)