X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
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n. 48
SEDUTA Di giovedi’ 1 febbraio 2018
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA IRTO E DEL SEGRETARIO QUESTORE GIUSEPPE NERI
Presidenza
del Presidente Nicola Irto
La seduta inizia alle 12,44
Dà avvio ai lavori invitando il Segretario
questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta
precedente.
Pone ai voti il verbale della seduta
precedente che è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle comunicazioni.
Avviamo i lavori con il primo punto all'ordine del giorno, riguardante la
proposta di legge numero 311/10^ di iniziativa del consigliere Giudiceandrea,
recante: “Ulteriori modifiche alla legge regionale 31 dicembre 2015 numero 35 (norme
in materia di trasporto pubblico locale).
Cedo la parola alla Giunta regionale. Prego, assessore Musmanno.
Grazie, Presidente e consiglieri. Non riproporrò la relazione di due giorni
fa. Mi limiterò a richiamare alcuni punti essenziali della proposta di legge e
a pormi alcune domande alle quali proverò a dare risposta io stesso.
La proposta di legge interviene,
rispetto al complesso impianto della legge regionale 35 del 2015 sul trasporto
pubblico locale, su alcune specifiche questioni relative all'organizzazione di
ART-CAL. Si semplificano alcune attività, in particolare alcuni compiti passano
dal Comitato istituzionale al Presidente, altri dall'Assemblea al Comitato
istituzionale; è offerto il patrocinio gratuito dall'Avvocatura per le
procedure dei vari contenziosi e, in generale, una riorganizzazione più
efficiente del sistema di monitoraggio della qualità dell'aria; è previsto il
ruolo del direttore, affidato in caso di necessità a un dirigente pro tempore per evitare le scoperture
nel ruolo che si sono verificate nei due anni scorsi; l'opzione di copertura
dei ruoli di tecnici qualificati con personale esterno anche eventualmente in
comando da altri enti (sei persone il cui costo massimo complessivo è stato
stimato in euro 239.000 lordi, circa); analogo discorso per i ruoli
dirigenziali di Direttore e Vicedirettore.
L'opzione principale definita dalla
legge è ancora quella di reclutare dirigenti in distacco funzionale dalla Regione;
qualora questa strada non risultasse efficace per mancanza di disponibilità dei
dirigenti regionali, si ricorrerà a una selezione esterna a cui, peraltro,
potrebbero partecipare anche funzionari regionali. Il costo complessivo è pari
a 275.000 euro lordi circa, ma rappresenta la cifra massima giacché qualora, ad
esempio, venisse selezionato un funzionario, la Regione realizzerebbe un
risparmio in quanto lo stesso dovrebbe mettersi in aspettativa non retribuita.
In bilancio, tuttavia, va iscritta la cifra massima.
L’indennità per il Presidente è pari a
due terzi della sola quota parte indennità dell'Assessore per un costo massimo
pari a 56.800 euro lordi (e non 92.000 euro). L'incremento di costo complessivo
è di 596.000 euro, circa, stimati annui.
Non mi dilungo sui compiti e sul ruolo del
Presidente. Faccio solo osservare che nel ruolo di Commissario si sono
alternate fino a oggi tre figure altamente qualificate e le prime due hanno
lasciato l'incarico formalmente per motivi "di famiglia", ma di fatto
perché, una volta ben chiari i compiti da svolgere, il carico di lavoro e le
responsabilità sono subito apparsi troppo elevati rapportandoli a un compenso
pari alle sole spese vive di missione.
Non è andata in porto la procedura regolarmente
avviata per l'acquisizione di candidature da tutti gli enti locali per il ruolo
di Presidente svolto gratuitamente.
Abbiamo bisogno di personale qualificato,
sia nel ruolo di Presidente sia nel ruolo di dipendente.
Ma che cos'è ART-CAL? ART-CAL è l’ente
di governo autonomo del Trasporto Pubblico in Calabria. Non è, quindi, una società,
né una società per azioni, né un consorzio, né un ente profittevole.
Essendo un ente di governo, è
rappresentato dagli organi istituzionali: l’Assemblea formata dai sindaci, i
Presidenti delle Province, la Città Metropolitana, la Regione, che elegge il
Comitato Istituzionale formato da 9 membri, in rappresentanza di Comuni,
Province, Città Metropolitana, Regione e il Presidente eletto dall'Assemblea.
Fatto importante è che l'istituzione dell'ente
di governo in tema di Trasporto Pubblico Locale è un obbligo di legge. La legge
numero 35 del 2015 ha sancito ciò che era previsto dalla normativa nazionale
vigente.
ART-CAL è un carrozzone?
Essendo un ente di governo, per di più
istituito per obblighi di legge, direi di no. Se lo fosse, nella logica della
deriva populista, lo sarebbe, ad esempio, anche l'Autorità Idrica, giusto per
citare un esempio in altro contesto. Inoltre, è un giudizio che appare piuttosto
severo per un ente neonato. Si tratta letteralmente di un pre-giudizio.
Peraltro, le attività messe, finora, in campo da ART-CAL sono state rilevanti:
in particolare, la pubblicazione degli avvisi di pre-informazione
per l'affidamento dei servizi su gomma tramite gara e per l'affidamento diretto
dei servizi ferroviari, attualmente eserciti da Trenitalia e Ferrovie della
Calabria. Tali adempimenti erano diventati oltremodo urgenti a causa di una
previsione di penalizzazione del 15 per cento delle risorse trasferite alla
Regione in caso di mancata pubblicazione dei suddetti avvisi entro il 30
settembre 2017. Questa scadenza è stata rispettata dalla Calabria e non da
altre Regioni.
ART-CAL ha, inoltre, sottoscritto un
protocollo di intesa con ANAC per il controllo, anche preventivo, della procedura
di gara per l'affidamento dei servizi.
Tutto questo con somme impegnate dalla
Regione verso ART-CAL in due anni per 110.000 euro complessivi. Di queste somme
sono state impegnate in ART-CAL circa 50.000 euro e zero euro finora pagati.
Esistevano soluzioni alternative ad
ART-CAL?
Certamente, seguendo il progetto,
peraltro con disegno di legge già avviato, di istituire bacini di trasporto a
livello provinciale e affidare la programmazione e la gestione del Trasporto
Pubblico Locale alle Province attraverso i propri enti di governo. La Regione
avrebbe gestito attraverso il proprio ente di governo solo i servizi
ferroviari. Lascio a voi le considerazioni sulla percorribilità tecnica (in
assenza di uffici provinciali preposti), politica e amministrativa di questa
soluzione, nonché sulla sua economicità.
Nel complesso, l'organizzazione del
trasporto pubblico locale, secondo la citata legge numero 35, è antieconomica?
Premesso che la legge numero 35 del 2015
è stata giudicata dal Presidente della Commissione Trasporti della Camera, on.
Meta, un esempio da imitare anche per le altre Regioni, essa prevede
l'istituzione, oltre che dell’ente di governo obbligatorio, anche dell'Agenzia
Reti e Mobilità SpA che nascerà a conclusione del processo di scissione di
Ferrovie della Calabria in corso, in regime di invarianza di costo.
L'Agenzia, gestendo i contratti di
servizio, avrà la possibilità di beneficiare del recupero IVA sui pagamenti
delle fatture. L’IVA è al 10% su complessivi 235 milioni di costo. Lascio a
tutti il breve conteggio per arrivare a comprendere il recupero di IVA che si
produrrà.
Non solo: l'obbligo delle procedure di
gara per l'affidamento dei servizi su gomma impone che si definisca l'oggetto
di gara, cioè il programma di esercizio (uno dei compiti di ART-CAL) il quale a
sua volta necessita del Programma pluriennale del TPL e della definizione del
livello dei servizi minimi.
Perché dico questo? Perché la vera sfida,
lanciata dalla legge numero 35, non è l'istituzione dell'ente di governo, ma è
il serio avvio, questa volta senza tentennamenti, della riforma del Trasporto
Pubblico Locale. La riforma non è più differibile, perché le condizioni al
contorno definite a livello nazionale sono cambiate e il cambiamento è un vero
e proprio terremoto con il quale dobbiamo misurarci: incremento a regime dal
10% al 40% della quota premiale del fondo nazionale trasporti. Il fondo
nazionale trasporti, che si iscrive al bilancio di previsione è pari al 100%.
Di questa quota un 10% è parte premiale, ovvero si ottiene solo se si dimostra
efficienza dei servizi e l'efficienza viene misurata con l'incremento del
rapporto ricavi-costi che deve essere assicurato ogni anno. Orbene, la parte
premiale negli anni è destinata a crescere dal 10% al 40%. Se oggi perdere un
10% vuol dire avere una mancata entrata di circa 25 milioni, lascio a voi
immaginare cosa potrebbe accadere nel caso di quota premiale al 40%; penalizzazioni del 15% del fondo nazionale
trasporti nel caso in cui le Regioni non affidino tramite gara i servizi su gomma;
se il bando per l'affidamento dei servizi su gomma non verrà pubblicato entro
il 31 dicembre 2018 si perderanno circa 20 milioni di euro; introduzione del costo standard in fase di
gara per il pagamento dei servizi (il costo standard, dalle prime simulazioni
effettuate è superiore anche del 20% rispetto al valore medio con cui oggi i
servizi sono pagati). Questo comporterà che, a parità di costo, i servizi
produrranno meno chilometri, in virtù del principio della maggiore qualità.
Queste sono solo alcune delle principali
novità.
Preoccupazioni per il futuro? Certamente
sì. Quest'anno la quota premiale (10%) è stata ottenuta dalla Regione Calabria
non già per l'incremento del rapporto ricavi-costi, quanto piuttosto perché
alla Calabria, come ad altre Regioni, è stato riconosciuto lo stato di calamità
naturale per gli eventi accaduti a Rossano nel 2015.
I ricavi nel 2016, dalle prime analisi
effettuate dall'osservatorio, sono in diminuzione a parità di servizi
effettuati. Esistono aree urbane dove il rapporto ricavi-costi si attesta al di
sotto del 10%, laddove il valore medio in Calabria è del 22%, mentre il target
di riferimento è almeno il 35%.
Nel 2015 l'ammontare del debito per i
servizi resi fino al 2014 era di 200 milioni di euro, per fortuna tutti coperti
da fondi stanziati da una legge nazionale che però ha previsto l’uso di Fondi
di Sviluppo e Coesione destinati alla Calabria.
Non si può più immaginare di lasciare le
cose come stanno, nel rispetto di una quiete sociale complessiva.
Con questo atteggiamento si è posta la
Regione Calabria nella situazione imbarazzante e, oserei dire, vergognosa di
non aver mai istituito un ente di governo, di non aver mai definito i livelli
dei servizi minimi, di non aver mai fatto una gara per l'affidamento dei servizi
di trasporto. Questo stato di cose non è più praticabile. Dobbiamo cambiare
immaginando che non saranno tutte rose e fiori, ma lo stallo è certamente il
male peggiore.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo velocemente perché voglio sottolineare che non devo dimostrare senso
di responsabilità. Sono già in campagna elettorale, candidato per il mio
partito, ma è doveroso occuparci dell’istituzione nella quale i calabresi ci
hanno eletto.
Mi fa piacere intervenire, come ho fatto l'altro giorno in Commissione, per
ribadire quello che - insieme alle altre critiche che noi quotidianamente, penso
sia da sottolineare, in modo sobrio e con garbo facciamo a questo governo
regionale - molto spesso ho detto personalmente al presidente Oliverio in
quest'Aula: non condividiamo.
Vorrei sottolineare che ieri c'è stata una protesta di alcuni familiari - non
c'entra con il punto, ma mi serve per inserirmi e dire una cosa positiva - di
pazienti affetti da fibrosi cistica che non possono avere le cure, nonostante ci
sia un unico centro regionale nel Lametino, perché le assunzioni in sanità -
che sono il vero tema importante, insieme alle infrastrutture - sono ancora,
purtroppo, bloccate e la responsabilità politica è del PD e credo anche del presidente
Oliverio. Per cui lo segnalo, anche se stiamo parlando di altri temi. Un'altra
cosa che mi sento di dire sulla salute è che non si può fare un rimpallo delle
responsabilità, lo avete fatto rispetto a quando governavamo noi, noi non lo
facciamo perché sappiamo quanto è difficile, però, almeno, ci deve essere un grido
d'allarme collettivo di questo Consiglio regionale per chiedere di assumere
medici, operatori specializzati che curino le persone. Lo dobbiamo alla
Calabria, al di là dei colori politici.
Continuiamo a mantenere con fermezza questa posizione e forse ce lo diremo
nelle prossime ore in una campagna elettorale che metterà insieme le diverse parti
politiche, per cui il PD con il centro-destra e anche i grillini.
Al tempo stesso non ci manca la valutazione oggettiva delle cose che vanno nell’interesse
dei calabresi. Io ho fatto una valutazione - essendomene occupato in passato,
per 18 mesi ho provato a curare gli interessi dei trasporti per i calabresi (e
non dei trasportatori calabresi) - e ho votato in Commissione questo
provvedimento, poi - ho sentito anche la relazione dell’assessore Musmanno -, tutto
potenzialmente si può trasformare in un carrozzone, qualsiasi cosa che si crei
con una dinamica che non riguardi soltanto la politica. C'è da dire, anche, che
ci sono tanti dirigenti, se volete anche tanti calabresi, che preferiscono
guardare agli enti come carrozzoni…
Ho apprezzato anche l'appello del presidente Oliverio nel dibattito sulla
fusione dei comuni per evitare i “consulentifici”. Quelle
cose che in Calabria hanno sempre avuto un percorso poco positivo e molto
negativo.
Confermo quello che penso anche qui in Aula, pur essendo fermamente convinto
che siate in grande ritardo. A tal proposito è intervenuto, con questa norma,
l'assessore Musmanno. Quando votai la legge feci presente che c’era un grande
ritardo su ART-CAL, che rischiava di diventare un carrozzone, un ente inutile,
se non fosse stato messo in condizione di funzionare.
Quando iniziai ad occuparmi di trasporti pensavo di trovare, come nella
metropolitana di New York, le indicazioni sui treni che partivano, invece non
c'era nemmeno un foglio Excel che offrisse ai calabresi gli orari degli autobus,
rimasi stupito.
Oggi siamo un passo in avanti, si sta concretizzando il controllo
satellitare delle flotte che io chiesi di mettere in campo e affidai -
all’epoca, non conoscendolo - al professore Musmanno, oggi assessore Musmanno -
lo può testimoniare -, in quanto docente dell’Università della Calabria - senza
conoscerlo, hanno fatto tutto direttamente gli uffici. Quindi, c'è la
testimonianza di una politica che riflette sulle cose.
Questo è il provvedimento, poi servirà il controllo della politica per non
trasformarlo in un carrozzone.
Penso a quella struttura che aveva circa 11 dipendenti. Abbiamo nominato, nel
periodo del governo Scopelliti, il primo laureato dirigente del settore Trasporto
Pubblico Locale, prima c'era un geometra - con tutto il rispetto per i geometri
-, l'ingegnere Pavone è stato incaricato per nostra volontà.
Siamo in disaccordo su tutto, ma questo provvedimento penso sia buono,
perché se porterà nel settore dei trasporti - dove serve scienza non
fantascienza - risorse umane, un buon direttore generale e gli strumenti
economici per farli funzionare, questa capacità tecnica migliorerà anche
l'organizzazione e questo è il presupposto migliore perché questa Calabria
possa partecipare alle gare.
Il mio augurio è che i calabresi possano vincere le gare - meglio loro che
gli spagnoli. Perdonatemi l’excursus,
il mio voto è favorevole. Ho votato questa legge anche in Commissione con l'augurio
che possa migliorare uno strumento fondamentale per la Calabria, al fine di
trasportare bene i calabresi, ma anche nella prospettiva di una sempre maggiore
presenza turistica che usufruisca dei trasporti interni. Quindi, ringrazio l’assessore
Musmanno del buon lavoro, raccomandando che i controlli facciano sì che questo
ente non diventi l’ennesimo carrozzone e riesca a funzionare al meglio.
Passiamo all'esame e alla votazione…
Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
Consigliere Guccione, ne ha facoltà.
Credo che ci sia un tentativo maldestro, a due anni dall'approvazione della
legge, di realizzare quello che è stato creato nel corso di lunghi anni in
questa regione. Era stata aperta la stagione delle chiusure di diversi
carrozzoni. Le ragioni che ho ritrovato nella relazione di stamattina dell'assessore
Musmanno sono le stesse di coloro che, in oltre 10 anni, hanno costruito questi
carrozzoni in Calabria.
Poi, ho un dubbio sul progetto che ha richiamato il consigliere Orsomarso,
quello di controllare i percorsi degli autobus che era stato affidato
all'UNICAL: noi abbiamo speso, fino ad oggi, forse 4-5 milioni di euro, sono
passati 7-8 anni e quel sistema non funziona. Mi auguro che si apra
un'inchiesta sul fatto che sono stati dilapidati milioni di euro e ancora, ad oggi,
quel sistema non funziona.
(Interruzione)
Saranno stati interessi, non lo so consigliere Orsomarso, ma quel sistema
non funziona e la Regione ha sborsato e continua a sborsare milioni di euro.
La legge è stata presentata due anni fa, con orgoglio, in quest'Aula, leggo
i resoconti del Consiglio regionale: “tengo a sottolineare che, per tutti
questi aspetti, gli organi che compongono ART-CAL, ad esclusione dei revisori
dei conti, non è prevista alcuna indennità, al di fuori del Presidente che avrà
diritto solo al rimborso delle spese sostenute”. E all'epoca appostammo 300.000
euro per gli emolumenti del revisore dei conti e per il rimborso spese. Oggi si
dice: dobbiamo remunerare il Presidente, il Vicepresidente e assumere 6 persone
per ulteriori 596.000 euro.
Quindi arriviamo a circa 900.000 euro, questo ci costerà! Ma è l'inizio! Ho
qualche timore, visti i precedenti, che sia l'inizio di un’apertura verso
quello che è successo in passato, di un'apertura di “assumifici”
come quelli che hanno prodotto al bilancio della Regione Calabria decine di
milioni di euro di debiti fuori bilancio. Era stata aperta la procedura per
chiuderli, oggi ne apriamo un altro.
Francamente, quando vedo che il 95 per cento delle azioni di ART-CAL è della
Regione ed il 5 per cento è di ART-CAL, mi vengono in mente le società in house
con cui abbiamo prodotto una serie di danni alla Calabria. Danni dal punto di vista
politico.
Ce ne accorgiamo dopo due anni che non funziona solo perché non paghiamo il
Presidente? È questo che passa? O perché non abbiamo 6 persone disponibili a
venire a lavorare ad ART-CAL e li dobbiamo assumere? Beh, lo si dica! Non ci
credo!
Ho il timore che sia l'apertura di una valvola che porterà non acqua ad una
piscina, ma a un mare, così come è successo tante volte in questa Regione. Si inizia
così, non ci sono paletti!
Ho la stessa preoccupazione del direttore generale De Cello che, nel suo
parere tecnico-finanziario, dice: “…inerente agli oneri per come quantificati
nella relazione tecnica-finanziaria deve essere rivisto alla luce delle indicazioni
su riportate. Inoltre, essa non può che fare riferimento agli oneri derivanti
dalla legge in questione e non essere concepita come sostitutiva della norma
finanziaria contenuta nell’originale legge numero 35 del 2015. Per quanto suindicato,
in assenza delle integrazioni richieste, non è possibile formulare alcun parere
sulla copertura finanziaria di questo provvedimento”. Questo è il parere che è stato
consegnato alla Commissione e che è agli atti. E’ un parere articolato. Vi ho
letto le ultime tre righe.
Volete riaprire i canali del clientelismo e dello spreco?
Benissimo. Fatelo! Posso votare e annuncio un voto contrario a questo
provvedimento.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
Dopo l’intervento del collega Guccione non posso che
intervenire in questo dibattito, in qualità di Presidente della Commissione
trasporti, anche perché non apprezzo - lo dico con grande onestà e sincerità al
collega Guccione - certi atteggiamenti, certi comportamenti all’interno del
gruppo di maggioranza. Sempre con affetto e stima per il collega Guccione, dico
che anch’io nelle fasi iniziali di questa Legislatura ho vissuto momenti di
isolamento, di poco coinvolgimento, ma non ho mai pensato di pormi in
contrapposizione, né di utilizzare una politica populistica, demagogica
rispetto a provvedimenti importanti che riguardano la nostra Calabria, il
nostro territorio.
E su questa proposta, che ci ha visto protagonisti, - vedo
il collega Bova, il collega Pasqua, il collega Nucera, i componenti della
Commissione trasporti - abbiamo svolto – credo - un lavoro molto importante,
impegnativo, significativo, cercando di far partecipare tutti i soggetti
interessati a questa problematica.
Abbiamo, quindi, il dovere, almeno, io mi sento il dovere
di difendere un provvedimento che è nato per dare alla Calabria e ai calabresi
una legge organica in questo settore, un testo unico sul trasporto pubblico
locale, di cui eravamo privi da anni, come bene ha ricordato l’assessore
Musmanno, al quale va dato atto del lavoro, dell’impegno, della capacità, anche
di sintetizzare le varie proposte emerse nel dibattito, nelle tante discussioni
avute in Commissione.
La finalità della proposta di legge si basava su due
principi-cardine, che erano quello di realizzare, appunto, un Piano completo di
razionalizzazione del sistema del trasporto pubblico locale e quello di
stabilire i criteri di economicità, tali da coniugare il risparmio con l’efficienza
e la salvaguardia dei servizi essenziali dei posti di lavoro.
In seguito a questi due criteri avevamo individuato l’ART-CAL,
sulla quale ha relazionato bene, poco fa, l’assessore Musmanno, spiegandone la
funzione e spiegando che si tratta di un ente con personalità giuridica di
diritto pubblico che opera in piena autonomia funzionale e di valutazione.
Con riferimento a questo soggetto di diritto con
personalità giuridica avevamo individuato l’Agenzia Regionale Reti e Mobilità,
come braccio operativo dell’ART-CAL - se sbaglio, assessore Musmanno, mi
corregga - e come stazione appaltante per garantire efficienza, avendo la
Regione Calabria il 95% di partecipazione, come ricordava il collega Guccione e
come ho ricordato anch’io. Quelle frasi che lei ha ripetuto, che il collega
Guccione ha ribadito poco fa, facevano parte del mio intervento.
In quest’Aula dissi: “Oggi lanciamo una sfida!” e siamo
orgogliosi oggi di dire e di proporre a questo Consiglio regionale l’approvazione
di una proposta di legge che mira ad evitare costi di indennizzo, di gestione,
e che tende, quindi, a dare alla Calabria, anche da questo punto di vista, l’esempio
di un Consiglio, di una Giunta regionale, di una Commissione che si pongono
anche l’obiettivo, l’ambizione di evitare costi di gestione.
Abbiamo fatto una scommessa. Oggi ammetto pubblicamente che
abbiamo perso quella scommessa ma non perché oggi c’è l’assessore Musmanno o il
consigliere regionale Bevacqua o il Presidente della Commissione dei trasporti
o i singoli componenti della Commissione che vogliono lanciare un nuovo “carrozzone”
o un nuovo soggetto che possa poi diventare la “valvola di sfogo” della
scommessa che abbiamo fatto, che è l’approvazione del Piano dei trasporti.
Lo dico con estrema franchezza: abbiamo perso quella
scommessa, ma non l’abbiamo persa perché pensavamo di non riuscire a trovare
risorse all’interno degli uffici, dopo vari bandi per la ricerca di personale,
che sono andati deserti o per i quali hanno partecipato solo categorie
inferiori, personale di categoria giuridica B.
Dobbiamo dirlo questo, con estrema franchezza e onestà,
perché non faremmo il nostro dovere se dovessimo raccontare cose diverse da quanto
costruito per questo processo, da quanto fatto per questa proposta di legge e
per come ci siamo posti in quest’Aula, con la volontà di garantire alla
Calabria un Piano organico dei trasporti locale, di fornire una guida a questo
settore e di cercare di trovare insieme le soluzioni migliori per rilanciarlo,
per avviare il motore delle gare, dove siamo molto indietro. Quindi per dare
alla Calabria una guida forte, solida, con un ente autonomo che diventasse poi -
ripeto - il motore di questo settore.
Ecco perché credo che la proposta di legge, che oggi avanza
con umiltà l’assessore Musmanno, nata da una serie di pressioni, debba essere
accolta e sostenuta.
Conosco le vicissitudini, le amarezze dell’assessore
Musmanno su questa materia, e anche i ritardi accumulati. Oggi può essere una
cosa: o questa proposta di legge rimarrà un monumento astratto che non avrà
vita - e ne prendiamo atto - o prendiamo atto, invece, di aver messo in campo
un’idea innovativa che perdiamo, non per motivi legati a questo Consiglio
regionale, ma per mancanza di personale. E lo diciamo con franchezza, ma non è
una sconfitta della politica e né possiamo dare l’impressione che, oggi, qua,
stiamo creando un altro carrozzone politico perché sarebbe una follia, perché
questo Consiglio regionale ha eliminato tanti carrozzoni, ma non per 500mila
euro, ma per milioni, milioni di euro.
Non per 550mila euro, quant’è il costo aggiuntivo di
quest’intervento!
Dico pubblicamente che, se nella selezione del personale
dovessi verificare, assessore Musmanno, clientele politiche, sarei io il primo
a denunciare quello che dice il collega Guccione! Ma non credo che, conoscendo
la sensibilità, la professionalità, l’onestà intellettuale dell’assessore
Musmanno, arriveremo a fare assunzioni clientelari!
Dobbiamo individuare in questo momento le figure migliori
che possano avviare questo motore che oggi è fermo da mesi e che ci sta
mettendo in cattiva luce, a livello anche nazionale, per il fatto che è da mesi
bloccata la partenza dell’ART-CAL.
Dire questo che significa? Che abbiamo sbagliato, che
abbiamo commesso errori. Lo ammetto! Nella valutazione, non nell’obiettivo! Nel
raggiungimento del traguardo, sì, ma con questo non significa far passare che
la legge regionale numero 31 possa rappresentare un nuovo “carrozzone”. Tale
legge è, invece, una forte innovazione che abbiamo messo in campo. Ora sta a
noi accelerare per dimostrare che l’ART-CAL non è, appunto, uno strumento
clientelare ma uno strumento che serve alla Calabria, per metterla al pari con
le altre Regioni, per dimostrare al Governo nazionale che c’è una classe
dirigente calabrese che si assume responsabilità, che ha creato strumenti di
programmazione adeguata e che oggi vuole dimostrare - anche con questa scelta,
dove ammettiamo le difficoltà registrate su questa partenza - e dire “bene, con
questa modifica chiediamo scusa al Consiglio regionale – eventualmente - se
abbiamo perso dei mesi”, ma questo tempo perso non è dovuto alla volontà
dell’assessore, o della Commissione, o del Consiglio ma ad una volontà legata
alla mancanza di professionalità.
Questa è la migliore risposta che possiamo dare ai
calabresi, perché se dovessimo far passare il messaggio di un carrozzone
politico credo che perderemo tutti in quest’Aula!
Chi la strumentalizza e chi non la strumentalizza, perché
daremmo l’immagine di una classe dirigente che ancora una volta litiga su un
posto ma non su un’idea progettuale, qual è quella del Piano dei trasporti
pubblici locali.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Musmanno. Ne ha
facoltà.
Una breve replica sui precedenti interventi.
Chiariamo un aspetto: in Commissione bilancio è stata
presentata una proposta di legge nella quale è stata approvata una revisione
della relazione finanziaria perché la precedente, a cui faceva riferimento il
consigliere Guccione, in particolare nel punto che ha appena illustrato,
riguardava il fatto che questa norma è stata erroneamente estratta da quella
presentata originariamente dal consigliere Giudiceandrea come un emendamento
alla legge di stabilità, approvata in Consiglio regionale lo scorso dicembre.
Questa norma includeva ulteriori valutazioni di ordine
finanziario, cioè interveniva con ulteriori passaggi che - come dice il dottor
De Cello - non possono essere riferiti alla norma in discussione. Cioè la
proposta di legge oggi in discussione deve prevedere esclusivamente una
trattazione di punti con la relativa motivazione finanziaria, collegata
esclusivamente a questi punti, e non può fare riferimento ad altri articolati,
che dovranno essere proposti in eventuali provvedimenti amministrativi che non
possono essere inclusi in questa norma. C’erano, quindi, questioni non
strettamente attinenti alla norma in discussione, ma la questione deve essere
riferita ai punti in oggetto. Si parla, quindi, delle variazioni di bilancio
che impone esclusivamente questa norma. Tutto il resto andava espunto, cosa che
è stata fatta in Commissione bilancio, per cui la relazione finanziaria,
allegata alla presente proposta di legge, ha avuto il parere favorevole del
dirigente - era anche presente in Aula - che ha sostituito il dottor De Cello
durante la discussione, cioè la dottoressa Buonaiuto.
Vorrei anche fare un breve riferimento alla questione che è
stata citata sul controllo satellitare. Ancora una volta, dopo aver risposto ad
una interrogazione consiliare dello stesso consigliere Guccione, ritorna la
stessa problematica, immaginando che le questioni non funzionino.
Siccome ho un computer collegato in rete, le voglio dire,
consigliere Guccione, che in questo momento la corsa eseguita dall’Azienda
Romano lungo la linea 31, tra San Giovanni in Fiore e Crotone autostazione, è
alla fermata di Scandale con 5 minuti di ritardo.
Questo l’ho verificato e nella giornata di ieri - giusto
per darle un’indicazione più precisa - il sistema Core
all’indirizzo… (Interruzione)
Assessore, è certificata questa corsa o ci gioca con questi
“numerini”? Lei deve dire se è certificata o meno!
Assessore, concluda!
Allora, mi faccia finire. Nella distanza percorsa sono…(Incomprensibile)
Guardi che non può prendere in giro il Consiglio regionale.
Ci gioca con questo strumento! E’ certificata questa corsa?
Consigliere Guccione! Un attimo!
Mi risponda in Aula: è certificata questa corsa?
Le rispondo, mi faccia finire!
Allora, chiariamo un aspetto, tra l’altro,
sull’organizzazione del sistema: la certificazione della corsa è un’attività
che deve svolgere l’ufficio ad hoc,
sulla base dei dati che vengono trasmessi. Non imputiamo, quindi, in maniera
errata delle responsabilità all’Università! Dal suo intervento sembrano
apparire milioni di euro e addirittura ha citato altri milioni di euro che si
stanno spendendo per questa attività!
La cifra che ha avuto fino adesso, assessore! Dica la
cifra!
Sì, adesso le spiego! Chiariamo quest’aspetto: esiste una
convenzione di ricerca tra due enti, Regione Calabria e Università, e credo che
abbia una cifra prevista dell’ordine, complessivamente, di 350.000 euro. Ad
oggi, l’Università ha ricevuto 82.000 euro da questa convenzione, in atto dal
2011.
Le cifre a cui fa riferimento è l’attrezzaggio di tutti i bus con un sistema di monitoraggio, che
è quello che produce i risultati di cui le ho parlato.
Dica la cifra! Deve dire la cifra di quanto ha speso la
Regione Calabria!
Dei 350.000 euro l’attrezzatura quanto è costata? Circa 2.000
euro per ogni pullman!? Faccia i
conti!
Concluda, assessore!
Sono 1.500 euro, faccio i conti, però se vuole riproponga e
le ridarò anche le informazioni.
Assessore Musmanno, concluda!
Concludo dicendo che è chiaro il motivo per cui abbiamo
elaborato la legge regionale numero 35; nella versione originaria prevedeva le
indennità per il ruolo di Presidente.
Per questa operazione, come spero di aver argomentato, non
siamo stati per due anni a guardare: abbiamo eseguito - sia chiaro! - ben tre
manifestazioni di interesse per reclutare il personale della Regione in
distacco funzionale. Ne abbiamo fatte tre.
E in queste tre manifestazioni di interesse l’ultima di
queste, addirittura, è stata preceduta da una delibera di Giunta regionale che
dava la possibilità agli eventuali potenziali interessati di presentare domanda
senza produrre e allegare il nulla osta del dirigente competente, per il
supremo interesse di una struttura che era un Ente di governo a presidio del
trasporto pubblico locale.
Siamo arrivati a dare la possibilità ai dipendenti della Regione
interessati, in distacco funzionale, e quindi non obbligati, ma su loro
espressa volontà, a poter esercitare la funzione in sedi decentrate: Cosenza,
Catanzaro e Reggio Calabria.
Questi sono stati gli accordi – consentitemi - “verso il
basso” per cercare di arrivare alla pianta organica di oltre 30 persone, che
dovrebbe caratterizzare la struttura di ART-CAL.
Oggi abbiamo una unità di personale, tra l’altro, non nei
ruoli apicali.
Non abbiamo funzionari, cioè quelli che devono istruire le
pratiche.
Questa è la situazione a cui siamo andati incontro.
Ho anche parlato e discusso della difficoltà ad avere un
commissario stabile perché sfido chiunque a doversi assumere la responsabilità
di gestire un contratto di servizio ferroviario, del valore di oltre 800
milioni di euro, e a doverlo fare immaginando un rimborso di sole spese di
missione.
Abbiamo sbagliato? Ritenevamo che ci potesse essere
qualcuno? Abbiamo provato!
Li abbiamo trovati i commissari nel gestire questa
attività. Dopo un po’ i commissari ci hanno lasciato, ufficialmente – l’ho
chiarito nella relazione - per motivi di famiglia. Poi ho parlato con i
commissari.
Le responsabilità richiedono un impegno costante! Non è
un’attività che si può svolgere part-time
oppure nelle ore serali! E questa attività va retribuita perché il Presidente
non può essere uno “straccio” che troviamo per strada ma deve assumersi delle
responsabilità e deve avere le competenze che stiamo cercando e che oggi ci
hanno assicurato i commissari.
Il primo commissario è stato segretario di FederMobilità, il secondo è un professore universitario nel
settore dei trasporti e il terzo, attualmente in carica, è una persona che ha
lavorato per anni nel settore del trasporto.
Non ci possiamo accontentare di una figura di terzo piano
oppure di una persona che all’interno di ART-CAL va ad esercitare dei ruoli
nell’interesse dei soggetti che non siano i cittadini della Calabria, che
meritano molto altro di quello che in questi anni la Regione è stata in grado
di offrire nel settore!
Siamo in dichiarazione di voto. Il dibattito ormai è
escluso, poi potremmo fare, prima della fine dell’esame sull’articolato,
un’altra dichiarazione di voto per chi per chi volesse.
Intanto iniziamo ad esaminare l’articolato, articolo per articolo.
Articolo 1.
Presidente, intervengo per dichiarazione di voto, anch’io
partendo dal primo articolo perché ritengo che non si possa assistere ad un
simile “teatrino”. Mi perdonerete, no?
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
L’assessore Musmanno che oggi il centro-sinistra e il PD ha
nominato assessore, non lo conoscevo, perché se ne occupò direttamente il
dipartimento nell’individuarlo.
Voglio ricordare alla Calabria ed ai calabresi tutto questo
meccanismo sui fatti che ci convincono e mi convincono; poi lo seguirono altri.
Ipotizziamo di prendere una parte alle risorse dei piani
autobus per fare il controllo satellitare delle flotte; non si capiva, addirittura, se ci fossero
corse che non partivano,, andando avanti
ho seguito tutta la procedura, sentendo anche le aziende perché le convocammo.
Molte delle aziende di trasporto pubblico locale, pubbliche e private, di
questa Regione, avevano già la “scatoletta” per il controllo perché gli serviva
un controllo.
Cos’è? Una scatoletta che serve non solo, quando fai il
biglietto, per fare i calcoli di quanto incassi. C’è la scatoletta che ti dice grazie
al sistema satellitare anche quando l’autobus parte, quella per controllare i
fatturati, e quella, poiché paghiamo i chilometri, per controllare anche i
chilometri.
Si è trattato di un finanziamento credo - non ricordo
perché poi lo seguì l’assessore Gigi Fedele - del 60-70 per cento per
incentivare le aziende a montare queste scatolette.
Alcune aziende hanno rinunciato al finanziamento, credo,
perché non tutte le hanno prese - poi non lo so, ripeto, non me ne sono più
occupato -, avendone già, anzi chiedendo di poter prendere il contributo per
acquisto autobus.
Questo come cronistoria.
Penso che il Piano abbia terminato, nel tempo, - non so se
l’assessore l’ha verificato, spero di sì, l’avevo anche chiesto qui in Aula- la
dotazione dello strumento.
L’Università non doveva far altro che armonizzare - e penso
e spero che l’abbia fatto- il software
che fa funzionare tutte le cosiddette “scatolette” - non so nemmeno come si
chiamano tecnicamente - fra le aziende che già le avevano montate - quindi
hanno rinunciato al finanziamento -, fra quelle che non le avevano e la Regione
ha detto: “ti do anche un contributo”.
Non ricordo se nella misura del 60 o 70 per cento. E allora
lo dico al consigliere Guccione perché, innanzitutto, posso dirlo con orgoglio,
anche quando mi sono occupato di trasporti e abbiamo selezionato persone -perché
di Fausto Orsomarso si può dire che è capace, che è incapace, però in
quest’Aula ha dato un contributo per la Calabria - con dottorato di ricerca e
non ne conoscevo nessuno. Anzi uno, poi, mi ricordai che era stato collega mio
e del consigliere Orlandino Greco all’Università - combinazione - e me lo sono
ritrovato perché questa è la logica.
Dico allora a voi, che siete maggioranza, che trovo davvero
difficile avere da dire su un’opera importante e funzionale, tra l’altro, alla
vigilia delle elezioni. Spero che non sia strumentalizzato!
E’ sempre come si guarda al mondo! No? Cioè purtroppo qua
abbiamo avuto esempi negativi di carrozzoni politici.
Lo spirito è votare una norma che mi convince, sostenere
cose che oggi forse arrivano a funzionare, che noi abbiamo pensato. In 40 anni
di Regione nessuno si era mai preoccupato, perché a controllare le cose doveva
essere un omino che prendeva 1.300 euro al mese e quando uno, che prende 1.300
euro al mese, va a controllare le corse non sai mai come finisce!
Per questo lo abbiamo pensato e l’abbiamo messo in campo!
Ora – ribadisco - avendo, tra l’altro, un assessore
tecnico, che non c’è da dare pagelle perché la critica la faccio
complessivamente - e lo sapete - a questa Giunta regionale.
E noi dobbiamo lasciare la speranza ai calabresi di poter
guardare in modo positivo alle cose in termini di contenuti!
Per tutto il resto state facendo un “teatrino” anche su
questo tema; l’avete fatto sulla sanità - e ve l’ho ricordato! -, lo fate sui trasporti,
anche quando - ci metto la faccia! - la
minoranza responsabilmente vota le proposte che ritiene utili.
Dimettetevi! Vedete che dovete inventarvi! Con rispetto per
il pensiero del consigliere Guccione -Carlo Guccione,
sai, ci confrontiamo sempre - ma credo che su queste cose la gente non ci
capisca più! Veramente, meglio il Movimento 5 Stelle! Scusatemi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne
ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ne approfitto per ringraziare il
collega Orsomarso per essere stati sorpassati a sinistra per quanto riguarda le
tematiche relative ai trasporti.
Come cittadini calabresi non ci siamo accorti - per la
verità - dei grandissimi risultati ottenuti dall’attività alacre condotta dal
consigliere Orsomarso nel quinquennio precedente, probabilmente perché si
stavano mettendo in cantiere e poi sono stati ultimati da noi i lavori.
Quello che è certo è che ci siamo resi conto in questi tre
anni dell’attività assolutamente encomiabile svolta dall’assessorato retto dal
professore Musmanno.
Noi democratici e progressisti veniamo tacciati di essere
filogovernativi, forse un tantino più filogovernativi di alcuni esponenti del
Partito Democratico! Quello che è certo è che oggi - ha ragione il collega
Orsomarso - assistiamo ad un “teatrino” che non è confacente alla serietà di
questo Consesso.
Lo diciamo con rammarico, con grandissima amarezza.
Lo facciamo annunciando, ovviamente, voto favorevole per
una proposta di riforma che - in tutta modestia - ho sottoscritto ma perché è
stata redatta, vergata dal professore Musmanno e dai suoi collaboratori, con
fatica e sudore, per rendere finalmente operativo un Piano dei trasporti, che è
il fiore all’occhiello di questo Governo.
E devo sentire critiche piovere in maniera gratuita dalle
mie spalle e non dalla parte che è di fronte a me!
Ed è una cosa che dispiace tanto! Lo dico con il massimo
rispetto nei confronti del collega Guccione, ma non si opera così! Queste
stesse critiche il collega Guccione le avrebbe potute sollevare il giorno in
cui abbiamo votato tutti - salvo la collega Sculco, che si era astenuta – la
proposta di legge che oggi è in Aula.
In commissione bilancio la proposta di legge è stata votata
senza il voto contrario del collega Guccione, che era pur presente, seduto alla
mia sinistra.
Ma non dire bugie!
No, non dico bugie!
Non faccio parte della Commissione bilancio!
Consigliere Giudiceandrea!
Collega Giudiceandrea, non faccio parte della Commissione
bilancio e non posso votare! Collega Giudiceandrea, non dica bugie!
E’ assurdo!
GUCCIONE Carlo (Partito
Democratico)
Lei sta dicendo bugie!
PRESIDENTE
Consigliere Guccione!
(Interruzioni)
GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)
Consigliere Giudiceandrea, non dica bugie, io non sono componente della
Commissione bilancio, quindi, non posso votare i provvedimenti, lei sta dicendo
solo bugie.
Concluda, consigliere Giudiceandrea.
Presidente, concludo annunciando il voto favorevole e la proposizione di
alcuni emendamenti che mi accingerò, poi, ad illustrare nella fase successiva.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Nell’annunciare il voto favorevole, mi rivolgo sia al presidente Irto, sia
al presidente Oliverio, perché le sedute di Consiglio stanno vivendo una deriva
quasi kafkiana, oserei dire; siamo fuori dall’ordinario.
Oggi ho sentito parole che, sinceramente, potrebbero portare, addirittura,
ad una convocazione d’ufficio della Commissione che presiedo; è stato anche
paventato, e lo dico pure con tutta la stima e l’affetto personale nei
confronti del consigliere Guccione, che ritengo una delle più belle risorse di
questa politica di questa Regione, ma dobbiamo darci una regolata una volta per
tutte; anche perché siamo arrivati al punto che dall’opposizione arriva la
solidarietà ad un fior fiore di professionista, di professore universitario,
del quale dovremmo essere tutti orgogliosi.
Più volte ho espresso grande stima nei confronti della Giunta tecnica,
nonostante le polemiche e nonostante i riflessi talvolta non positivi, ma anzi
negativi, nei miei confronti per aver assunto queste posizioni. Dovremmo anche
parlare di un chiarimento che qualche partito politico deve fare al proprio
interno, perché non si può sacrificare, per delle diatribe interne ad un
partito politico, un suffragio universale di elettori, lo dobbiamo anche a loro.
Presidente, chiedo scusa se un po' degenero il mio intervento, ma vorrei
richiamare l’attenzione alla dignità di ciascuno di noi tutti. Qui ci sono
madri e padri di famiglia, professionisti e così via e non dovremmo neanche
richiamare queste considerazioni o persone che si dedicano stabilmente alla
politica e lo dico nell’accezione più nobile della funzione dell’esercizio
dell’attività della politica, ma non si può più assistere a questo rituale
macabro che si ripete ad ogni seduta di Consiglio oramai.
Noi abbiamo questa situazione, per cui per motivi, ripeto, che esulano da quella
che è l’attività di questo Consiglio regionale stricto sensu, talvolta si votano dei
provvedimenti; ad un certo punto l’opposizione fa la sua parte, giustamente. Oggi
la fa molto bene il consigliere Orsomarso al quale dobbiamo fare anche i complimenti
per l’intervento e ringraziarlo, lo dico nel vero senso della parola, per
fargli in bocca al lupo sincero per la sua candidatura, poi magari qualche
volta discuteremo anche di questa altra situazione kafkiana, ove dovesse essere
eletto lui, quello che può succedere, ma non è questa la sede. Quindi,
Presidente, puntualmente si verifica che si votano dei provvedimenti, lo
abbiamo visto in due sedute di Consiglio, però ad un certo punto la minoranza
fa il richiamo o fa in modo tale che venga fatta la verifica del numero legale,
dopodiché siamo costretti ad interrompere la seduta per mancanza del numero
legale.
La minoranza trae un vantaggio incredibile e lo dico perché abbiamo dei
doveri, siamo in campagna elettorale, non che la campagna elettorale debba incidere
sulla nostra attività istituzionale, ma abbiamo dei doveri ed una maturità
politico istituzionale, per cui la minoranza con la maturità di sostenere i
provvedimenti dice: io l’opposizione ve la faccio perché posso far saltare la
seduta di Consiglio, però, con la maturità istituzionale che non ha la
maggioranza, che non è in grado di assicurare il numero legale.
Ora stiamo facendo una critica su uno dei momenti di maggiore orgoglio, io
parlo per me stesso, come uomo, come padre, come professionista prima ancora, il
Piano dei trasporti, una riforma eccezionale annunciata da anni.
Voglio ricordare a me stesso, mi viene in mente quello che è successo alle
olimpiadi, quando il movimento Cinque Stelle non ha voluto le olimpiadi a Roma
perché dicevano: attenzione qui arriveranno milioni e milioni di euro e qui poi
si andrà incontro a corruzione, concussione, imbrogli, truffa eccetera eccetera.
Voglio ricordare a me stesso: l’istituzione dell’ente di governo, l’ART-CAL,
è un obbligo di legge oppure no? Cioè la legge ci impone di dover creare questo
organismo oppure no?
La legge numero 35 del 2015 ha rispettato ed attuato quello che prevede la
legge nazionale? Si o no? Non vado a dire quello che ha detto e ripetuto
giustamente l'assessore con riferimento alle dichiarazioni del Presidente della
Commissione dei trasporti, Meta, che ha detto che la legge regionale della
Calabria è un esempio per tutta Italia e per tutti i Consigli regionali.
Anche in questo caso ci dobbiamo auto-massacrare, sembra un procedimento di
eutanasia aperto. A questo gioco non ci sto più! Per questo mi rivolgo ai due Presidenti,
ognuno nel proprio ruolo, dobbiamo fare attenzione, se non fosse stata attuata,
per alcuni inadempimenti si è parlato di penalità del 15 per cento; le dobbiamo
calcolare le penalità su quel 15 per cento che non sono altro che i 500 milioni
di cui si parlava, eppure abbiamo rispettato anche questo termine.
Ci sono altri motivi, ci sono altre dinamiche che si agitano in questo Consiglio?
Diciamocelo chiaro perché a questa cosa non ci sto più, io voglio tornare a
casa sereno e voglio fare il mio dovere, il mio lavoro, già siamo massacrati
dalle altre cose, ma pure in un momento di populismo in cui ogni cosa che fa un
politico, che fa un uomo che rappresenta le istituzioni automaticamente viene
instillato nella mente dei cittadini il dubbio.
Assessore, le chiedo scusa personalmente per la stima che ho nei suoi
confronti, lo farò sempre, non mi interessa tanto di questo Consesso, io lo
considero molto aulico, io ho fatto il modesto amministratore comunale, se in
un consiglio comunale succedesse un decimo di quello che succede qua dentro, scoppierebbe
una faida; chiedo scusa se faccio riferimento a faida, ma non si può andare
avanti così, che qualcuno al proprio interno facesse chiarezza e consentisse - qualcuno
intendo i partiti politici - a questo Consiglio di operare liberamente, di
operare avendo come unica stella polare quello dell’interesse generale.
Per queste ragioni, Presidente, ripeto: dietro questa riforma c’è un lavoro
della Commissione trasporti, lo ha ricordato il presidente Bevacqua, ci sono
state audizioni, l'assessore è venuto tantissime volte, con grande disponibilità,
ha accolto tutte le possibili modifiche, ne abbiamo dibattuto, sono venuti
esperti.
Poi, si arriva in Aula ed assistiamo a questo rituale: la minoranza che
dichiara di votare a favore e nella maggioranza sempre problemi.
Credo che sia arrivato il momento di fare chiarezza, perché se non facciamo
chiarezza su queste cose, ognuno assumerà le proprie determinazioni, si può
parlare di maturità politica, di disciplina di partito. Disciplina politica è
fare l'interesse, caso mai, degli ideali che propongono quei partiti, altri sono
discipline di interessi personali o di gruppi e gruppetti, io a questa cosa non
ci sto.
Quindi mi rivolgo ai due Presidenti perché adottino le iniziative
necessarie affinché queste cose non succedano più. Incidenti di percorso ce ne
saranno sempre, ce ne sono sempre stati e ce ne saranno. Abbiamo due anni per
andare avanti, abbiamo un dovere nei confronti dei cittadini che hanno espresso
un suffragio universale nei nostri confronti, rimbocchiamoci le maniche.
Quindi, Presidente, il mio non è un intervento critico, è un intervento che
è diretto affinché nelle vostre vesti ciascuno possa agire.
Consigliere Bova, faccia la dichiarazione di voto.
BOVA
Arturo (Democratici Progressisti)
Dichiaro, ovviamente, voto favorevole. Grazie.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(È approvato)
All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 5152, a
firma del consigliere Giudiceandrea. Ha facoltà di illustrarlo.
GIUDICEANDREA
Giuseppe (Democratici Progressisti)
Presidente, la proposta emendativa sopprime quanto dichiarato nella lettera
l) dell'elenco di cui al comma 1 dell'articolo 2 in quanto incide su aspetti
finanziari che devono essere meglio valutati e quantificati. Grazie.
Parere della Giunta?
Il parere è favorevole
Pongo in votazione l'emendamento
protocollo numero 5152.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2,
come emendato.
(È approvato)
All’articolo 3 è stato presentato l’emendamento, protocollo numero 5153, a
firma del consigliere Giudiceandrea. Ha facoltà di illustrarlo.
GIUDICEANDREA
Giuseppe (Democratici Progressisti)
Il comma 2 chiarisce la competenza dell’individuazione dei servizi al
libero mercato, attribuendola alla Giunta regionale. Esso prevede altresì l’acquisizione
di un parere non vincolante del Comitato della mobilità dell’ART-CAL.
Il comma 3 prevede la possibilità che l’autorizzazione contenga
prescrizione limitative ai servizi autorizzati, al fine di non compromettere
l’equilibrio economico dell’operatore cui sono affidati i servizi in regime di
esclusiva. La previsione è del tutto analoga a quanto previsto per i servizi
ferroviari in ambito nazionale. Le prescrizioni, per quanto limitative,
consentono di ampliare il contesto dei servizi che possono essere autorizzati
al libero mercato.
Il presente articolo non comporta oneri finanziari.
Parere della Giunta?
Il parere è favorevole.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l'emendamento
protocollo numero 5153.
(È approvato
)
Pongo in votazione l’articolo 3,
come emendato.
(È approvato)
Articolo 4.
(È approvato)
Articolo 5.
(È approvato)
Articolo 6.
(È approvato)
Articolo 7.
(È approvato)
Per dichiarazione di voto, sul provvedimento finale, ha chiesto di
intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
GUCCIONE
Carlo (Partito Democratico)
Come annunciato, prego la presidenza di annotare il mio voto contrario, sia
sugli articoli sia sul provvedimento complessivo. Qui si fa mistificazione, nel
senso che qualcuno ha tentato di buttare la palla fuori dal campo di calcio,
non stiamo discutendo la legge sui trasporti, stiamo discutendo la
organizzazione di ART-CAL. Io ho votato a favore alla
legge sui trasporti, inviterei i consiglieri ad essere più presenti ed il
consigliere Giudiceandrea non può dire bugie in Aula, perché forse non conosce il
Regolamento, dovrebbe studiare, io non sono componente della Commissione
bilancio, posso partecipare, ma non posso votare, quindi ha detto una bugia in Aula,
lo inviterei a studiare il Regolamento del Consiglio regionale.
GIUDICEANDREA
Giuseppe (Democratici Progressisti)
Vengo a ripetizione da lei, consigliere Guccione.
Consigliere Guccione, tre minuti per la dichiarazione di voto, concluda.
GUCCIONE
Carlo (Partito Democratico)
Non stiamo esaminando il Piano dei trasporti, stiamo discutendo di
un’organizzazione che prevede ART-CAL, fa populismo chi ha detto, in quest’Aula
due anni fa, che si dava vita ad ART-CAL senza dover disporre risorse
economiche, queste persone fanno populismo, ed oggi votano una norma contraria a
quanto dichiarato, disponendo circa 1 milione di euro per il funzionamento di
ART-CAL, per pagare stipendi e fare assunzioni, questo è il dato di fatto.
Non stiamo mettendo in discussione il Piano dei trasporti, ovviamente, in
questi due anni ci sono stati ritardi, potevamo fare molto di più sulla legge
dei trasporti.
L’altra questione: il progetto satellitare era una cosa ottima e andava
nella direzione della trasparenza, ma non si è fatto, assessore Musmanno, lei
deve dire la verità, oltre ai 650 milioni, la Regione Calabria ha stanziato l’acquisto
della apparecchiatura che costa 1500 euro, mi sa dire quant'è la flotta degli
autobus in Calabria? La fa la moltiplicazione? Lo vede quanti milioni di euro
la Regione ha stanziato per dotare la flotta di questi satellitari e nemmeno
funzionano.
Ma perché non si rompono questi interessi, assessore, me lo deve dire lei
perché ancora non funziona, manca la certificazione delle corse. Chi stiamo
sostenendo? Quali interessi reconditi stiamo sostenendo?
La Regione ha speso milioni di euro e il monitoraggio, la certificazione delle
corse non funziona, ci sono interessi che lo impediscono e c’è qualcuno che
politicamente, questi interessi, li sostiene, questo è il punto della
situazione.
Consigliere Guccione, siamo in dichiarazione di voto, concluda.
Presidente, chiudo. Io non ci sto a fare la marionetta in Consiglio
regionale, io rispondo ai cittadini che mi hanno votato, ai 15.600, sono stato
il più votato della Calabria.
Non ci sto, alcune assenze in questo Consiglio, ancora oggi sono pesanti,
la maggioranza in questa Aula, anche oggi, non è maggioranza. E non voglio dare
la colpa al consigliere Romeo che non convoca il gruppo per discutere le
pratiche, perché non si può venire in Aula improvvisando, un gruppo composto da
10-11 consiglieri di maggioranza ed ognuno va a ruota libera, senza fare
riunione di gruppo; anzi ho chiesto una riunione di gruppo per la campagna
elettorale, alla presenza del segretario regionale, ma ancora questo gruppo non
è stato convocato.
Si sta creando un carrozzone, lo vedremo fra sei mesi, è questo il motivo
che mi porta a votare contro il provvedimento. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)
Presidente, nel corso della mia esperienza istituzionale, qualche regola l’ho
conosciuta e quindi so che il Presidente, il Sindaco o chi per esso guida l’amministrazione
parla per ultimo, per un fatto di cortesia istituzionale, poiché ho visto che
il presidente Oliverio aveva chiesto la parola prima di me, e sa bene,
Presidente, che nei suoi confronti ho rapporti di referenza e di rispetto.
In merito a questo provvedimento, al quale io mi sono avvicinato non da competente
in materia e per la verità mi sono affidato anche alla stima nei confronti
dell’assessore Musmanno, che so essere valido docente universitario, prestato
alla politica in questa fase, e anche al parere favorevole dato dal consigliere
Orsomarso, che ha guidato per 18 mesi il Dipartimento trasporti con delega esterna,
beh obiettivamente, ho avuto un atteggiamento favorevole.
Però il dibattito, la discussione, anche per quel che è venuto fuori
all'interno della maggioranza, mi ha portato al voto di astensione sull’articolato
e adesso a confermare il voto di astensione sull’intero provvedimento, perché
le perplessità espresse dal collega Guccione, soprattutto contenute nel parere
finanziario del direttore generale del dipartimento De Cello, non fugate dalla
relazione finanziaria che non è stata modificata, mi suggeriscono su questo
argomento prudenza, ma solo da questo punto di vista, perché manca una
indicazioni finanziaria.
Quello che non posso però non sottolineare, e lo dico con dispiacere per un
verso, è quanto accade all'interno della maggioranza, ciò che accade in questo Consiglio
regionale, all'interno di una maggioranza che appare spaccata, nella quale ci
sono colleghi consiglieri che assumono un atteggiamento non conforme alla
maggioranza, che denunciano la mancanza di dialogo all'interno della
maggioranza stessa, che parlano addirittura di situazioni kafkiane all’interno
di questo Consiglio regionale.
Ebbene, io credo che l’opposizione abbia dei ruoli: ruolo di stimolo, ruolo
di controllo, il ruolo di far diventare minoranza la maggioranza e devo dire
per esperienza acquisita anche un altro ruolo, quello di compattare la
maggioranza, perché quando la minoranza stimola, punge la maggioranza che si
compatta.
Bene, mi auguro nell’interesse dei calabresi e lo voglio dire - lo stavo
dicendo l'altra sera quando sono stato interrotto nel mio intervento dal Presidente
del Consiglio regionale - che questo momento di fermo forzato, dovuto alla
campagna elettorale, possa restituire ai calabresi, nel dibattito politico
futuro, anche, in questo Consiglio regionale, una maggioranza compatta che possa
sostenere i provvedimenti giusti o meno della Giunta regionale, perché io credo
che i calabresi abbiano bisogno non di questa confusione, ma di riferimenti
certi dal punto di vista istituzionale.
Quello che è oggi sotto gli occhi di tutti è una maggioranza sfilacciata
che non assicura il numero legale, una maggioranza nella quale ci sono
consiglieri scontenti e in contrasto.
Poi, Presidente, ci sono tanti consiglieri, magari non hanno l’atteggiamento
del consigliere Guccione, ma che in effetti, in privato, ci raccontano che all’interno
della maggioranza non funziona nulla.
Beh, credo che non facciamo bene ai calabresi, questo tagliando servirà a
voi soprattutto per, eventualmente, ricompattarvi, altrimenti dopo le elezioni
politiche, se la condizione e la situazione sarà ancora questa, suggerisco di
prenderne atto, perché obiettivamente credo che non possiamo continuare, in
questo Consiglio regionale, a navigare a vista per come abbiamo navigato finora.
Pertanto, rispetto anche ad un atteggiamento favorevole che avevo nei confronti
del provvedimento, dichiaro il mio voto di astensione sull'intera legge.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Presidente della
Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo brevemente, per una riflessione che ritengo
necessaria per evitare mistificazioni e, soprattutto, per evitare che un
provvedimento di merito possa essere inficiato nella sua essenza, nella sua
sostanza, da altre vicende, da altre motivazioni. Alla luce dell'esperienza che
abbiamo alle spalle e che, soprattutto, temporalmente, è determinata dal
momento dell'approvazione della legge sul trasporto pubblico locale, ad oggi,
da una verifica che abbiamo fatto, abbiamo ritenuto opportuno affrontare questo
nodo del funzionamento di ART-CAL, considerato che nella legge sul trasporto
pubblico locale, lo ha detto prima l'assessore Musmanno, abbiamo provato,
abbiamo posto, a noi stessi, una sfida, una verifica circa la possibilità di
avere in ART-CAL una struttura innovativa, moderna, come qui è stato detto da
più parti a costo zero. Naturalmente abbiamo chiamato a dirigere ART-CAL
competenze di altissimo livello, è stato, qui, ricordato dall’assessore
Musmanno e abbiamo verificato che competenze ad altissimo livello necessarie
per il funzionamento di ART-CAL, a costo zero, non se ne trovano. Perché,
chiaramente, sia pure con la disponibilità, in una prima fase, di accogliere il
nostro invito, tuttavia ART-CAL è un’istituzione che sovraintende al governo di
un settore importante che gestisce un investimento annuo di 235 milioni di euro
e che è determinante per la vita di una regione, per la comunità e per
l'organizzazione della mobilità all'interno della regione. Sulla base di questa
riflessione, abbiamo ritenuto opportuno, appunto, assumere questa iniziativa
legislativa che prevede, diciamolo ai calabresi per evitare appunto confusione
e mistificazione, che il Presidente di una istituzione che ha il compito di
sovrintendere al governo di un settore così complesso e che assorbe 235 milioni
di euro, abbia una indennità pari ai due terzi di quella di un assessore
regionale; prevede poi la possibilità che il Presidente di ART-CAL sia
coadiuvato da non più di 6 persone, di 6 membri, quindi non stiamo lavorando
per la costruzione di un carrozzone, stiamo lavorando per rendere funzionale
una struttura che è stata concepita ed è stata regolamentata con la legge sul
trasporto pubblico locale, la legge 35, che abbiamo approvato due anni fa e che
è stata considerata ed è considerata tra le più innovative del nostro Paese. A
proposito dei carrozzoni dico ai calabresi che siamo impegnati sulla linea
dello smantellamento dei carrozzoni perché abbiamo messo in liquidazione,
potrei fare un elenco, Field di cui c'è un
provvedimento di liquidazione all'altro punto all'ordine del giorno, Calabria
etica, calabresi nel mondo, abbiamo messo in liquidazione il complesso della
struttura dei carrozzoni di questa Regione, li stiamo chiudendo i carrozzoni in
questa Regione. Noi non abbiamo fatto uso dei carrozzoni per fare clientele,
per fare assunzioni, sfido chiunque ad alzarsi dai territori per segnalarci
una, dico una assunzione in uno di questi cosiddetti carrozzoni perché li
abbiamo bloccati i carrozzoni e siamo impegnati in un'opera di bonifica. Quindi
le mistificazioni le lascio ai mistificatori anche e soprattutto quando le
mistificazioni sono alimentate da livori di altra natura e, naturalmente, a
volte, i livori privano della ragione, della luce, della bussola. Mi dispiace
tanto che si perda la bussola per alimentare le mistificazioni, perché la
verità è più grande della più forte delle mistificazioni. Comprendo le
posizioni politiche, comprendo le critiche politiche, ma non comprendo il fatto
che si ricorra alla mistificazione per fare la critica politica, perché i
mistificatori, appunto, lasciano, poi, il tempo che trovano e come ogni cosa che
si mette a nudo anche le mistificazioni si mettono a nudo. Vogliamo parlare,
poi, del controllo satellitare? Benissimo parliamo del controllo satellitare
che è necessario per governare, rendere trasparente e rispondente alle esigenze
della collettività il settore. Bene la Regione per gli apparati di bordo,
quelli a cui si faceva riferimento alludendo ad interessi che vorrei fossero
esplicitati, perché quando si fa riferimento agli interessi che si
rappresentano come interessi misteriosi, oscuri, si deve avere il coraggio di
dire quali siano questi interessi. Anzi devo dire che l'apparato di bordo, cioè
il cosiddetto apparato satellitare, è uno strumento di controllo e vorrei
informare i calabresi che per questo strumento di controllo sono stati
investiti 3 milioni di euro su 235 milioni di euro che assorbe il settore dei
trasporti e che questi tre milioni di euro per dotare gli autobus, lo ha
ricordato il consigliere Orsomarso prima e lo ringrazio per questo, sono stati
investiti dalla precedente Giunta. Bene ha fatto la precedente Giunta, perché
questi tre milioni di euro sono stati investiti negli anni 2010-2015. Noi
abbiamo avuto il compito di accendere gli apparati di bordo che erano spenti e
consentono di controllare il percorso, di controllare se l'auto parte da una
determinata stazione per arrivare ad una determinata destinazione. Abbiamo
avuto, come dire, il compito di accenderli perché erano stati investiti 3
milioni di euro su 235 milioni di euro. Ci sono interessi su questo?! Ci sono
stati?! Si denuncino! Io credo che accendere questi apparati di bordo consenta
di tutelare gli interessi collettivi, di tutelare gli interessi pubblici e di
rendere trasparente un settore che, nel corso degli anni, è stato oggetto di
diverse discussioni critiche e, appunto, sospetti, per capirci.
Per quanto riguarda l'Università, ha verificato ulteriormente, adesso con
gli uffici, l'assessore Musmanno e sempre su quei fondi c'è una convenzione,
con l'università, di 270 mila euro di cui sapete quanto è stato liquidato fino
ad oggi? Dal 2011 ad oggi? Zero, è stato liquidato zero! Devo farle queste
precisazioni perché le mistificazioni si mettono a nudo ma sono pericolose,
perché le mistificazioni sollevano polveroni e nei polveroni tutti i gatti sono
bigi e nei polveroni anche l'azione rigorosa, trasparente, che è frutto di
sacrificio e di lavoro convinto, volto ad utilizzare anche un euro della
collettività in modo trasparente, rischia di essere sfregiata. Le
mistificazioni, appunto, sono il viatico del sospetto, si butta la pietra e si
nasconde il braccio, è la cosa peggiore che ci possa essere nel dibattito
pubblico, tirare la pietra, alludere e nascondere il braccio senza avere il
coraggio di dire, se ci sono interessi, quali sono e se sono illeciti
denunziarli.
Noi stiamo facendo un lavoro per rendere efficiente il sistema del
trasporto pubblico locale, per fare in modo che con il minor costo possibile si
possa avere il miglior servizio possibile e lo stiamo facendo in un quadro, mi
si permetta, in una visione d’insieme di ammodernamento infrastrutturale della
regione.
Permettetemi, qui, in questa occasione, di ribadire il mio
ringraziamento al professore Musmanno per l'opera che sta portando avanti con
abnegazione, con grande rigore morale, con onestà e con grande e riconosciuta
competenza. Si è messo, per questo progetto, al servizio di questa regione e a
nessuno è consentito, senza dati, elementi fondati, di insinuare e di
mistificare una realtà che è dura da costruire, ma sulla quale l’assessore
Musmanno sta offrendo un contributo importante per fare avanzare questo
progetto, questo disegno innovativo nel trasporto pubblico locale.
In quanto alla maggioranza, poi, perché non voglio tralasciare niente,
ci sono gli strumenti per verificare se c'è o non c'è. Lo dico al consigliere
Gallo che, giustamente, osserva dalla sua postazione. Ci sono gli strumenti! Il
consigliere Guccione, come tutti i consiglieri della maggioranza, ha gli
strumenti per verificare se c'è o non c'è una maggioranza. State tranquilli che
qualora una maggioranza non ci fosse - e non sono queste, oggi, le condizioni -
Oliverio non esiterà un minuto a prenderne atto. Oliverio non sarà sulla
frontiera della ricerca di mediazioni al ribasso per tenere una maggioranza.
Io ho chiesto il voto ai calabresi in qualità di candidato alla
Presidenza della Regione, sostenuto da liste che hanno prodotto un voto e una
maggioranza e qualora quella maggioranza, rispetto a questo disegno che stiamo
portando avanti, non ci dovesse essere, non esiterei un minuto a prenderne atto
e a ridare la parola ai calabresi.
Oliverio non è qui per starci a forza e per ricercare con fatiche
estenuanti il consenso del sedicesimo consigliere. Non esiste questa cosa! Lo
dico a me stesso, lo ribadisco qui, lo dico ai calabresi: state tranquilli, con
Oliverio mediazioni al ribasso, contrattazioni di bassa lega con chi si alza
dagli scranni per alzare la voce, per contrattare, non esistono, men che meno può esistere il fatto di ricorrere alle
mistificazioni per alzare la contrattazione. Non ci sono contrattazioni di
questo tipo che possono avere cittadinanza col presidente Oliverio in questa
regione! Sia chiaro questo, sia chiaro a tutti, se non ci sono le condizioni,
bene, ne pigliamo atto. Credo, invece, che stiamo facendo un lavoro importante,
silenzioso. Sta andando avanti un lavoro importante al servizio di questa
terra, perché stiamo bonificando, stiamo lavorando con fatica per invertire i
trend negativi nell'economia, nell'occupazione, in tutti i campi, perché quello
che abbiamo ereditato, quello che abbiamo sulle spalle, non da una legislatura,
non parlo della legislatura precedente ma di un lungo periodo storico, non si
rovescia dalla sera alla mattina. Stiamo lavorando in silenzio, con fatica e
permettetemi di ringraziare la maggioranza che, al di là di quello che può
apparire, della schermaglia, appunto, del genio distruttore che appare a
seconda delle giornate in questo Consiglio regionale, ci ha dato possibilità di
andare avanti fino ad ora e sono sicuro che continueremo ad andare avanti.
La cosa più importante è la chiarezza e oggi, naturalmente, ho colto
l'occasione perché questo sia chiaro a tutti a partire dai consiglieri che con
me sono stati eletti dai calabresi e che hanno il dovere di servire i
calabresi.
Finché siamo qui abbiamo il dovere di stare in quest'Aula e di servire
i calabresi, anche perché per questo siamo retribuiti e per questo, a fine
mese, ognuno di noi ha una retribuzione. Grazie
Votiamo il provvedimento nel suo
complesso come emendato, con l’autorizzazione
al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in Allegato)
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo scusa, propongo un’inversione dell'ordine del giorno
perché sono venuto qui per discutere la problematica relativa alla situazione
dei lavoratori percettori di mobilita in deroga. Questo teatrino è davvero una cosa… insomma evitiamo, adesso, i commenti. Penso responsabilmente
che ad oggi l’attività istituzionale sia da sospendere perché anche i
consiglieri del centrosinistra sono fuori in campagna elettorale, escluso il
consigliere Scalzo che vedo qui. Sono qui per i calabresi, per discutere
l'ordine del giorno e vorrei, prioritariamente, se possibile, invertire i punti
all'ordine del giorno e discutere, da subito, della mozione riguardante i
percettori d’indennità di mobilità in deroga che ritengo più importante
rispetto ad altre leggi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo, ne ha facoltà.
La discussione la farei mettendoci, però, pubblicamente, d'accordo in
Aula. Consigliere Orsomarso, siamo d'accordo a farla, ci proviamo, però dopo
aver approvato due, tre leggi che hanno urgenza di essere approvate, poi
tratteremo l’ordine del giorno garantendo la discussione per come richiesto dal
consigliere Orsomarso.
Ha chiesto di intervenire il consigliere gallo. Ne ha facoltà.
Come nell’altra seduta di Consiglio non ho problemi affinché si
discutano le proposte secondo l'ordine del giorno, seguendo i punti previsti
all'ordine del giorno, con l’impegno di tutti, però, a rimanere in Aula fino
alla conclusione dei lavori, procedendo, magari, speditamente.
Impegno assunto,
Presidente.
Proseguiamo con l’esame
della proposta di legge 310/10^: norme in materia di artigianato.
Cedo
la parola al consigliere Romeo per illustrare la proposta.
Grazie, Presidente. La proposta di legge, inserita all'ordine del
giorno della seduta consiliare odierna, è stata approvata dalla seconda
Commissione due giorni fa e intende disciplinare, in maniera organica, il
settore dell'artigianato al fine di tutelare la professionalità degli operatori
e degli addetti del settore. Tra le finalità principali della proposta vi è
quella di valorizzare le produzioni artigianali nelle loro variegate
espressioni territoriali e produttive, disciplinando, anche in maniera
specifica, l'artigianato tradizionale e turistico. La proposta si compone di 29
articoli ed è suddivisa in sette capi e più in particolare: il capo 1, composto
dagli articoli che vanno dall’primo all’ottavo, contiene le disposizioni
generali relative all'oggetto e alle finalità della legge, fornendo, anche, la
definizione di impresa e imprenditore artigiano; il capo 2, composto dagli
articoli che vanno dal nono al quattordicesimo, detta norme relative
all'iscrizione e alla cancellazione dall'albo delle imprese artigiane,
disciplinando anche le eventuali sanzioni; il capo 3, composto dagli articoli
che vanno dal quindicesimo al diciannovesimo, disciplina gli organismi a
supporto dell'artigianato, istituendo e regolamentando il funzionamento ed i
compiti dell'osservatorio regionale per l'artigianato calabrese; il capo 4,
composto dall’articolo 20, definisce gli interventi a sostegno
dell'artigianato; il capo 5, composto dall’articolo 21, detta disposizioni
relative alla manifattura innovativa, promuovendo la diffusione di nuove
conoscenze e tecnologie; il capo 6, composto dagli articoli che vanno dal ventidue
al ventisei, riguarda gli interventi nel settore dell'artigianato artistico
tradizionale; il capo 7, composto dagli articoli che vanno dal ventisette al
ventinove, detta le disposizioni finanziarie e finali, prevedendo l'abrogazione
delle precedenti leggi regionali in materia di artigianato.
Durante i lavori in Commissione si è proceduto a modificare la norma
finanziaria per come suggerito dal dipartimento bilancio. Chiedo all’Aula di
voler approvare la proposta in discussione.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Russo. Ne ha facoltà.
La presentazione formale mi è sembrata abbastanza
esaustiva. Credo che il provvedimento sia particolarmente importante, perché
consente di raccordare tutte le norme che stavano sul Tavolo e che provengono
da una notevole quantità di strumenti legislativi, consentendo di avere un
testo unico rappresentativo del settore artigianato, quindi credo che sia uno
strumento semplificativo formidabile. Il secondo punto che volevo sottolineare
è implicito nella legge e riguarda il ruolo che l’artigianato assolve in ambito
regionale e che, al di là di essere spesso negletto nelle sue qualità,
conoscenze e competenze, è certamente uno dei settori portanti della nostra
economia.
Ricordo soltanto che gli iscritti al mondo delle
organizzazioni artigiane assommano a circa 40 mila, il che vuol dire che 40
mila piccoli imprenditori si muovono in questo mondo e che tra occupazione
diretta, indiretta e indotta, viaggiamo su più di 100 mila famiglie che operano
nel settore dell'artigianato, ed è un numero formidabile.
Questo strumento, a sua volta, ci consente di dare maggiore
enfasi e maggiore impatto alle due grandi categorie dell'artigianato: da una
parte, l’artigianato produttivo, a supporto dello sviluppo economico in quanto
tale; da un'altra parte – queste sono le norme che riteniamo particolarmente
importanti – l'artigianato tradizionale ed artistico della regione.
Questo non vuol dire creare delle nicchie, ma significa
spingere ancora di più le capacità della nostra storia, dei racconti, dei paesi,
della vita e di quello che siamo oggi.
Credo che la categoria dell'artigiano, spesso purtroppo
negletto, trascurato, fuori dai grandi film, dalle grandi rappresentazioni, che
pensano ai processi industriali, alle grandi fabbriche quando, invece, la vita
vera, cui noi ci rivolgiamo ogni giorno, è quella del piccolo imprenditore che
riesce a intervenire e a trasformarla quotidianamente.
Ricordo – non me ne vorrete se lo cito, perché lo faccio
sempre quando parlo dell'artigiano, una brevissima citazione che sta fuori per
rappresentare l'importanza del ruolo – i rapporti che si sono svolti dopo la Rivoluzione
industriale.
Ricordo a me stesso due figure, che mi hanno sempre colpito.
Una figura – e non lo voglio dire come fatto retorico o enfatico – ce la
ricordiamo tutti quanti, é San Giuseppe artigiano, e qui finisco, perché non mi
voglio avventurare su un terreno molto difficile, per capire quale sacralità è
stata data a questo ruolo. Poi ricordo un'altra figura, sempre a me stesso, ma
la ricordo a tutti i ragazzi. Accanto al San Giuseppe artigiano – con cui siamo
cresciuti tutti, al di là delle credenze, della laicità o delle versioni, una
figura che ci ha sempre accompagnati – voglio ricordare un'altra figura, e lo
faccio in maniera diversa, perché la civiltà più tecnologica che ci aspettiamo,
la civiltà americana, giapponese, la civiltà del software, delle realtà
virtuali e, ancor più, delle realtà aumentate, erge a personaggio principale
dei giochi, più conosciuti che tutti noi, i nostri figli ed i nostri nipoti
abbiamo, Super Mario.
Queste due cose mi hanno sempre colpito. Come fa la più
grande civiltà tecnologica del mondo, che é il Giappone, a produrre un
artigiano come figura simbolo di un gioco, che tutti quanti penso abbiamo a
casa, uno dei giochi più emblematici, più importanti, più qualificati che non
ha di mezzo killer, sangue, brutalizzazioni? Eppure questo gioco, basato su un
artigiano, diventa il più importante di tutto il mondo. Credo che ci siano
almeno duemila anni di storia che ci impegnano a fare questa riflessione, a
dire che c'è un lavoro importante, un lavoro forte che, veramente, sta
costantemente a contatto del reale.
Ricordo quanto sono stati bravi e capaci gli artigiani che
abbiamo, come li stiamo richiamando e come li vogliamo ricollegare. Penso alla
riscoperta delle tradizioni, a quello che era uno strumento musicale che siamo
riusciti a riscoprire in Calabria, nell'alta locride,
a Canolo: la lira della Calabria, che è uno strumento
unico, eppure riusciamo a ricostruirla; la cito come potrei citare altri
segmenti particolarmente importanti della nostra storia, della nostra
tradizione, della nostra cultura che è anche domani. Credo che questo dia un segnale
molto forte ad un settore che in silenzio lavora, si impegna, fatica, tira
avanti la baracca e che, certamente, dobbiamo riconoscere ed esaltare. Penso
che questa legge esalti proprio questo ruolo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo per annunciare il mio voto favorevole e del
Partito Democratico per questo importante provvedimento, che disciplina in
maniera organica e completa un settore cardine per la vita calabrese,
soprattutto se questa legge, questo sostegno verrà indirizzato verso le cose
che ha appena illustrato l'assessore Russo, che ringrazio, che è l'identità, la
tradizione, la riscoperta e la valorizzazione di quello che abbiamo sul
territorio. Credo che sia una risposta anche significativa che questa Giunta e
questo Consiglio regionale danno in termini di vicinanza al territorio, alla
creatività ed ai tanti piccoli talenti presenti in Calabria, che spesso sono
stati emarginati e non considerati. Ritengo positiva la risposta, così come l’istituzione
dell'Osservatorio, un altro strumento importante, che ci aiuterà a capire
debolezze, fragilità, potenzialità ed eventuali correzioni da apportare.
Ritengo, però, un po’ esigui i finanziamenti previsti. Non
so se siano legati alla disponibilità che abbiamo, però credo che su questo
bisogna riflettere e capire come potenziare i capitoli destinati al sostegno di
queste attività, perché non dobbiamo creare solo aspettative, ma bisogna avere
anche la capacità di trovare le risorse necessarie per soddisfare le tante
richieste che arriveranno in questo settore e per l’attività prevista dalla
legge che oggi stiamo per approvare, anche con il sostegno del gruppo del Partito
Democratico, condividendone finalità e scopi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Reputo
importantissima questa legge, di cui condivido l’impianto, perché finalmente si
andrà ad incidere su un settore nevralgico dell'economia calabrese.
Ritengo
che l’artigianato sia un punto fondamentale non solo dal punto vista
occupazionale, ma anche dal punto di vista dell'innovazione, del recupero di alcune
tradizioni e di aumento del Pil.
L'impianto
è quello giusto. E’ stato fatto un buon lavoro, anche concertativo con tutte le
organizzazioni dell'artigianato per una legge attesa da molti anni che,
finalmente, mette ordine a un settore che ritengo, e voglio sottolineare, sia
nevralgico.
Lo
sforzo che ora bisogna fare è quello di reperire le risorse necessarie e penso
che una parte dei Fondi comunitari possano essere utilizzati in questa
direzione.
Ritengo
che, qualora ci fosse disponibilità nel prossimo bilancio regionale anche di
ulteriori risorse derivanti dall’assestamento di bilancio, sia fondamentale
investire in questo settore, perché questa operazione ci consentirà di poter
recuperare il gap economico presente in
Calabria.
Nonostante
l'economia sia partita nel Mezzogiorno, la Calabria ancora arranca. Questi i
dati, secondo Svimez e Istat.
Non
abbiamo ancora agganciato la ripresa che c'è, sia nel Mezzogiorno e sia nel
nostro Paese. Ritengo che questa legge possa essere utile all'artigianato, a
condizione che ci sia la volontà politica di sostenerla attraverso Fondi
ordinari e comunitari in grado di soddisfare le richieste e le domande. Ritengo
che questo sia un passaggio delicato ed importantissimo, e voglio ringraziare
l'assessore Russo per il lavoro che ha fatto e che é testimoniato anche dalle
organizzazioni sindacali e dalle forze sociali che hanno partecipato in questa
direzione. Penso che, approvata la legge, il Consiglio si debba impegnare a
trovare ulteriori risorse in grado di sostenere tutte le richieste che perverranno
alla Regione Calabria. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Ritengo ci sia stato poco dibattito per una legge
importante su cui sarebbe stato necessario un maggiore approfondimento. Mi
rendo conto che è un tentativo vano. Pertanto, annuncio voto di astensione da
parte mia e del collega Gallo.
Pongo in votazione l’articolato:
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Articolo 4
(E’ approvato)
Articolo 5
(E’ approvato)
Articolo 6
(E’ approvato)
Articolo 7
(E’ approvato)
Articolo 8
(E’ approvato)
Articolo 9
(E’ approvato)
Articolo 10
(E’ approvato)
Articolo 11
(E’ approvato)
Articolo 12
(E’ approvato)
Articolo 13
(E’ approvato)
Articolo 14
(E’ approvato)
Articolo 15
(E’ approvato)
Articolo 16
(E’ approvato)
Articolo 17
(E’ approvato)
Articolo 18
(E’ approvato)
Articolo 19
(E’ approvato)
Articolo 20
(E’ approvato)
Articolo 21
(E’ approvato)
Articolo 22
(E’ approvato)
Articolo 23
(E’ approvato)
Articolo 24
(E’ approvato)
Articolo 25
(E’ approvato)
Articolo 26
(E’ approvato)
Articolo 27
(E’ approvato)
Articolo 28
(E’ approvato)
Articolo 29
(E’ approvato)
Prima di passare all’approvazione della legge nel suo
complesso, cedo la parola all’assessore Russo.
Intervengo per una brevissima precisazione in merito agli
interventi. Per quanto riguarda la norma finanziaria, il testo è stato
strettamente condiviso col dipartimento bilancio, affinché la legge abbia
un’assegnazione costante delle risorse.
In sede di verifica non si possono inserire in questo testo
i rivenienti del Por 2007/2013 che danno le indicazioni per l'artigianato, su
cui invece stiamo lavorando. Ci sono due linee precise di spesa che abbiamo già
attivato: una che, sostanzialmente, riprende gli incentivi all'artigianato da
una vecchia legge di inizio 2000; sono circa 7-8 anni che il settore è
completamente fuori da qualunque possibilità. Abbiamo già fatto la delibera, stiamo
facendo la gara per l’individuazione della banca che dovrà gestire l'intervento.
Abbiamo aperto un Tavolo costante, come richiamato prima,
con le associazioni di categoria, con cui abbiamo discusso anche la possibilità
di specificare meglio il regolamento in modo che si dia subito atto e si parta
immediatamente.
La legge, però, contribuisce a definire il quadro organico
sulle risorse che già abbiamo impegnato. Le prime risorse sono partite e sono
state attribuite; le seconde, se questo bando, che è stato fortemente richiesto,
e che abbiamo discusso parola per parola con le grandi associazioni, con le tre
centrali organizzative, darà la risposta che crediamo, perché c'è una
fortissima attesa dal mondo dell'artigianato. Il passaggio in Consiglio regionale,
a mio a mio avviso, conferirà maggiore sacralità a tutti gli interventi che
faremo e che adesso stanno in un’ampia cornice, definita in questo modo. Questo
è il momento in cui bisogna dare la cornice principale. E’ su questo che ci
stiamo impegnando fortemente, per far convergere le risorse rivenienti che
stanno già sul Tavolo; una parte sono già definite, le altre appena definite
andranno ad incrementare, quindi siamo assolutamente in linea su questo.
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno, la proposta
di legge numero 316/10^ di iniziativa del consigliere Romeo: “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale numero 8 del 6 aprile 2017 (Disposizioni per
la liquidazione della Fondazione FIELD”. Prego, consigliere Romeo, può
illustrare il provvedimento.
Grazie,
Presidente. Sostanzialmente si tratta di una modifica del comma 2 dell'articolo
3, al fine di ampliare la cerchia dei soggetti nell'interno della quale è
possibile individuare il commissario liquidatore della Fondazione FIELD. Appare,
infatti, opportuno modificare la suindicata disposizione, prevedendo che la
scelta possa essere effettuata non solo nell'ambito dei dirigenti, ma anche tra
i funzionari di categoria D.
Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Presidente, chiedo l'inserimento all'ordine del giorno di una
legge che è stata votata due giorni fa in seconda Commissione e che non abbiamo
portato alla precedente seduta di Consiglio regionale per una questione di
coordinamento. Si tratta della norma per la tutela dei consumatori e degli
utenti, ovvero la legge sui consumatori, approvata nell’ultima seduta di
Commissione.
Intanto la distribuiamo in Aula. Pongo in votazione
l’inserimento che è approvato.
Passiamo
al quarto punto all'ordine del giorno, riguardante la proposta di provvedimento
amministrativo numero 207/10^ di iniziativa dei consiglieri Tallini, Romeo, Sculco,
Nicolò, Cannizzaro, Bova, Greco, Giudiceandrea, Arruzzolo, Orsomarso:
“Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”. Cedo la parola al
consigliere Segretario-questore, Neri, per illustrare
il provvedimento.
Grazie, Presidente. Sostanzialmente si tratta di una
modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale che consente ai Segretari-questori di poter sostituire il Presidente per la
gestione dei lavori d'Aula in caso di assenza dei Vicepresidenti. Il
provvedimento è stato condiviso da quasi tutti i capigruppo e si tratta di una
modifica che, sostanzialmente, non comporta alcun tipo di cambiamento, se non appunto
quello di consentire ai Segretari-questori di
svolgere le funzioni d'Aula.
Grazie. Passiamo all'esame e alla votazione del
provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo al quinto punto all'ordine del giorno, la mozione
numero 110/10^ di iniziativa del consigliere Bova “In merito al completamento
della nuova trasversale delle Serre”.
Ricordo all’Aula che, ai sensi dell'articolo 54 del Regolamento
interno, il proponente ha diritto di illustrarla in 10 minuti. Prego, consigliere
Bova.
Grazie, presidente Irto. Signor Presidente della Giunta
regionale e signori assessori, la mozione attiene alla vicenda della nuova
trasversale delle Serre. Sono trascorsi oltre 50 anni da quando sono iniziati i
lavori di costruzione della Superstrada ionio – tirreno, altrimenti detta “Nuova
trasversale delle Serre”. Tale opera avrebbe dovuto affrancare dall'isolamento
decine di Comuni a cavallo tra le due province di Catanzaro e Vibo Valentia,
nonché costituire un’importante infrastruttura di collegamento tra il versante
tirrenico e quello ionico dell'area centrale della Calabria.
L'opera stessa si è trasformata in un emblema delle
inefficienze e delle incapacità dei vari Governi centrali di creare
infrastrutture funzionali allo sviluppo del territorio calabrese. La tempistica
che l’Anas ha recentemente indicato per la prosecuzione dei lotti ancora da
realizzare, risulta insoddisfacente, in quanto nel 2018 verranno sbloccati solo
due piccoli cantieri, lo svincolo autostradale di Vazzano,
un raccordo di pochi chilometri a Montecucco e
null'altro, dunque, se non la generica promessa di appalto della bretella di Gagliato, desolatamente abbandonata da un decennio. Il
completamento dell'opera – addirittura da quel che mi risulta – sarebbe
previsto per epoca successiva al 2025.
Grande incertezza, quindi, persiste altresì in merito al
tronco di collegamento con la costa ionica, ovvero l'ultimo tratto a scendere
da Chiaravalle fino a Soverato o da Gagliato a
Soverato, rimasto addirittura senza copertura finanziaria, con tutte le
conseguenze.
Per intenderci, in parole molto più semplici, il Governo
centrale, da una parte annuncia investimenti per opere infrastrutturali;
tuttavia, l'annuncio rimane solo su carta morta.
Se vogliamo far decollare la Calabria e diciamo sempre che
i collegamenti e le infrastrutture sono la prima regola della cartina di tornasole,
ovviamente sembra quasi una presa in giro, per cui il Governo centrale dovrebbe
ridefinire a chiare lettere e senza alcun vincolo di soggezione quel crono-programma.
Ho avuto modo di interloquire direttamente con il
coordinatore di Anas Calabria che, in maniera molto tranquilla, mi ha risposto
che se il Governo mette i soldini, come si suol dire,
non avremo nessun problema ad appaltare; se il crono-programma e il Governo i
soldi li stabiliscono da qui al 2025 – e vi ho detto, per il 2025 alcune opere
non hanno neanche l'ultimo tratto, importantissimo, da Chiaravalle a Soverato
che, addirittura, non ha copertura finanziaria – non so quando finiremo questa
trasversale, importantissima per le ovvie conseguenze.
La mozione è diretta proprio ad impegnare la Giunta
regionale ed il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso il Governo
affinché in tempi brevi sia ridefinito il crono-programma di realizzazione e
completamento dell'intera infrastruttura stradale.
Ringrazio il consigliere Bova per
la mozione. Vorrei chiarire che, effettivamente, già da qualche mese, sono in
corso delle interlocuzioni molto puntuali con Anas sull'argomento, perché
dobbiamo risolvere anche il problema della definizione dell'opera che Anas ha
in cantiere, ma che necessita delle risorse per avviare la procedura.
Il nostro obiettivo è quello di
impegnare questa Giunta regionale e questa amministrazione a continuare un
dialogo che, devo dire, non è particolarmente complesso. E’ una questione di
risorse finanziarie che, ovviamente, siamo tutti impegnati a cercare di
recuperare per costruire questo percorso. E’ chiaro che sul versante tirrenico è
stato fatto uno sforzo importante ed imponente su cui, probabilmente,
riusciremo – se avremo la fortuna di evitare altri intoppi come quelli che si
sono verificati – a completare un'opera che, su quel versante, presenta le
maggiori criticità.
Ciò non toglie che il confronto con
il Ministero è molto forte e intenso su questo punto. Speriamo di poter
ottenere risultati in termini di risorse finanziarie. Accogliamo l'impegno
attraverso questa mozione e cerchiamo di portare a casa immediatamente questo
risultato.
Grazie, assessore, per la risposta
immediata, che mi tranquillizza rispetto alle azioni del Tavolo, che spero
portino risultati.
Pongo in votazione l'ordine del
giorno, con il parere favorevole della Giunta, che é approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in allegato)
Il punto sei è un ordine giorno a
firma dei consiglieri Sergio, Bevacqua, Gallo, Esposito, Ferro, Nucera, Bova,
Nicolò “Sulla situazione dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità
in deroga”. Prego il consigliere Sergio di illustrarlo.
Signor
Presidente del Consiglio regionale, colleghi consiglieri, signor Presidente
della Giunta regionale della Calabria, premetto che il 7 dicembre 2016, la Regione
Calabria ha firmato con le Organizzazioni sindacali un accordo teso al riutilizzo
di risorse finanziarie per sostenere tirocini della durata di 6 mesi, da
svolgersi presso Enti locali ed imprese, a cura di lavoratori già percettori
delle indennità di mobilità in deroga; successivamente, ottenuta l'autorizzazione
del Ministero del lavoro e siglata l'intesa con l'INPS, si provvedeva ad
emanare bando regionale pubblico di reclutamento. La graduatoria definitiva, pubblicata
nel giugno 2017, portava all'utilizzo presso Comuni ed imprese di tutta la
Calabria di 5 mila 583 lavoratori qualificati come tirocinanti.
I
tirocini avviati nel periodo estivo del 2017 sono già giunti o, in pochi altri
casi, stanno giungendo a conclusione. Nel corso di questi mesi, i tirocinanti
sono stati vittime di gravi negligenze. Tra le più rilevanti vi é quella del
pagamento delle indennità maturate, liquidate solo ad inizio 2018 ed, in
qualche circostanza, a diversi lavoratori, ad oggi, non ancora corrisposte.
La
scadenza dei tirocini avviati nell'estate 2017 rende comunque urgente e
necessario pensare all’attivazione di nuove misure, destinate al sostegno dei lavoratori
ex percettori di mobilità in deroga. Ciò anche a garanzia degli enti
interessati al loro impiego, dal momento che gli stessi hanno acquisito un
patrimonio di conoscenze e professionalità, indispensabile per l'erogazione di
molti servizi primari. L’ordine del giorno impegna, quindi, il governo
regionale ad assumere tutte le iniziative necessarie ed idonee, affinché siano
celermente completate, in favore di tutti i tirocinanti, le operazioni di
pagamento delle indennità dagli stessi maturate, qualora eventualmente non
ancora ultimate; persegua la definizione urgente della banca dati relativa a
quelle figure; verifichi, di concerto con il Ministero del Lavoro, la
possibilità di addivenire alla costituzione di un bacino dedicato; provveda alla
definizione in tempi rapidi, delle misure utili ad assicurare ulteriori
opportunità, anche attraverso specifici bandi rivolti ai lavoratori già
percettori di indennità di mobilità in deroga, in particolare, assicurando la
prosecuzione nell'immediato del tirocinio presso gli enti, attraverso la
formula del perfezionamento del tirocinio stesso, che consentirebbe di ridurre
i tempi di reinserimento, evitando inutili disagi; curi la progettazione di
politiche attive con programmazione sistematica per la captazione dei Fondi
necessari; promuova un incontro con i rappresentanti sindacali dei lavoratori
ex percettori di mobilità in deroga e del Comitato autonomo tirocinanti;
rielabori e rediga con urgenza un Piano per il lavoro, da sottoporre al vaglio
del Consiglio regionale, per discutere ed affrontare in maniera più
approfondita la tematica, pur nel confronto con le Organizzazioni sindacali dei
lavoratori. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Prendo la parola, aveva chiesto - e
so anche, o posso immaginare, perché - la parola il presidente Oliverio e credo
sia giusto che chiuda lui su questo argomento, sul quale, lo voglio dire dal
principio, non c'è possibilità di contrapposizione fra maggioranza e minoranza,
né possibilità di strumentalizzazione da questi banchi, perché - come diceva
anche il collega Orsomarso, impegnato come me su questa problematica, così come
molti altri consiglieri regionali - non ci si può esimere dal dare risposte
positive rispetto a queste migliaia di padri e madri di famiglia.
Ho scelto e ho chiesto di
intervenire perché, dopo la relazione illustrativa dell'ordine del giorno da
parte del collega Sergio che è il primo firmatario insieme al collega Bevacqua,
voglio anch’io spiegare quali sono le ragioni di questo impegno.
Quest’ordine il giorno è scaturito
a seguito di un'assemblea svolta da alcuni consiglieri regionali con i
lavoratori, alla presenza dell'onorevole Enza Bruno Bossio,
in cui si è affrontata la problematica che ha riguardato questi lavoratori e
non solo la questione del mancato pagamento che è da stigmatizzare negativamente,
soprattutto per il comportamento dell'INPS. È una situazione comunque - parafrasando
il collega Bova - veramente kafkiana. Molti di questi lavoratori non sono stati
pagati prima delle feste natalizie e in tanti non sono riusciti a comprare un
regalo, a fare l'albero di Natale. Non lo dico per strappare lacrime, lo dico
perché è la storia di questa regione, di tanti uomini e donne di questa regione.
Nel corso di questa assemblea ho
spiegato anche ai lavoratori che, in gergo parlamentare ed anche in Consiglio
regionale, si dice “un ordine il giorno non si nega a nessuno”, ma, in questo
caso, lo vogliamo riempire di contenuti.
Quest’ordine del giorno vuole
essere, da parte di maggioranza e minoranza, un primo passo, non per mettere in
difficoltà la maggioranza – assolutamente - o la Giunta regionale, ma per dare
forza al Presidente della Giunta regionale nell'interlocuzione romana, affinché
sappia che da destra, da sinistra e dal centro c’è unanimità di vedute su
questa problematica.
Sono contro ogni forma di
precariato – lo dico con grande sincerità -, ma in questo caso si tratta di
precariato forzato dagli eventi di una crisi economica che ha mandato a casa
lavoratori che erano impegnati al proprio posto ogni giorno.
Si è costituito un bacino di fatto,
vale a dire che abbiamo impegnato in questo progetto 3900 lavoratori.
Probabilmente ci saranno - il Presidente ce lo dirà bene - altri lavoratori
dell'anno 2015 impegnati e coinvolti in un futuro bando, ma, di fatto, c'è un
gruppo cospicuo di calabresi, di padri e madri calabresi - in molti casi
ultracinquantenni o alle soglie del cinquantesimo anno di età e quindi con
grande difficoltà di recupero nel mondo del lavoro - che vivono questa
condizione.
L'impegno che si chiede attraverso
questo ordine del giorno - so che la Giunta regionale ieri, lo dirà il
Presidente, ha svolto un incontro con i sindacati per cominciare ad affrontare
questa problematica - è una
interlocuzione, anche romana.
Va bene, naturalmente, chiudere le
procedure di pagamento di questi primi sei mesi e definire la banca dati, ma è
importante, soprattutto, un’interlocuzione con il Ministero del Lavoro per
spiegare che, a differenza di altre regioni, in Calabria c’è una condizione diversa,
dovuta al fatto che la crisi economica è stata avvertita maggiormente ed ha
portato a questa situazione e alle difficoltà per questi lavoratori di essere
recuperati nel mondo del lavoro.
Quindi, come accade ormai da qualche
anno in Veneto e Lombardia, mi auguro che ci possa essere un sostegno al
reddito di queste famiglie. Non un sostegno attraverso la mobilità, ma attraverso
l'impegno delle istituzioni.
C'è stato un tirocinio formativo,
ci dovrà essere il perfezionamento perché, in molti casi, all'interno degli
enti nei quali sono stati impegnati hanno dato un contributo e sono diventati,
sia pure in questi sei mesi, grazie alle loro esperienze, importanti; molti
provengono dal mondo del lavoro privato e quindi sono abituati a dare il
massimo.
Per cui, l'impegno che si chiede è
di avviare nuovi progetti e, soprattutto, di interagire con il Ministero del Lavoro,
facendo capire che si è creato un bacino di fatto. È chiaro che dal Ministero
del Lavoro dicono: “dovete svuotare i bacini”, perché per loro, a Roma, è
facile parlare, magari senza dare risorse, come è stato anche per i lavoratori
LSU LPU.
Credo che, in questo caso, ci sia
un’interazione positiva, so che ieri - e mi avvio alla conclusione, Presidente
- c'è stato un incontro con i sindacati - sono stato contattato da molti
lavoratori – e che in discussione c'è una proposta per un ulteriore impegno per
l'anno 2018, ci sono i fondi per 12 mesi con una indennità di 500 euro al mese.
Presidente, si tratta di famiglie
monoreddito che attraverso questo introito riescono a mandare i figli a scuola,
a fare la spesa. Stiamo parlando proprio del minimo indispensabile, non di
qualità della vita, ma di sopravvivenza.
Presidente, conosco la sua storia,
possiamo avere vedute diverse perché gli elettori ci hanno assegnato ruoli
diversi all'interno di questo Consiglio regionale, ma so che su questi
argomenti lei, insieme alla Giunta regionale ed alla maggioranza, non può non
avere attenzione.
Non è per mercanteggiare, ma soltanto
per sottolineare che, rispetto a questo impegno e alla sua durata, non possiamo
pensare ad un’indennità di 500 euro. So che i conti bisogna farli con quanto si
ha disponibile in bilancio, ma chiedo al Presidente di fare ulteriori
valutazioni, attraverso l’individuazione di ulteriori risorse nelle pieghe del
bilancio o la captazione di risorse dal Ministero del Lavoro o - ho ragionato
con gli uffici, con i dirigenti su questi argomenti – la valutazione della
possibilità di utilizzare fondi FESR o l’elaborazione, anche per il futuro, di progetti
per le politiche attive del lavoro e, quindi, l’utilizzo di fondi europei.
Chiedo al Presidente di far sì che
questo impegno prosegua anche per il 2018, per 12 mesi, ma con un'indennità
pari alla somma erogata nel 2017 - o ancora da erogare - che era pari a €800
per dare un minimo di sostegno rispetto a lavoratori ai quali chiediamo un
impegno all'interno degli enti e che, quindi, sono spinti ogni mattina ad
uscire da casa e andare sul posto di lavoro - spesso a qualche chilometro dalla
loro residenza - anticipando le somme e che, quindi, hanno bisogno di portare a
casa un minimo di reddito.
Questo chiediamo e su questo
assicuriamo il massimo impegno e la massima condivisione, perché su questi
argomenti non ci può essere divisione fra maggioranza e minoranza.
Ha chiesto la parola il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Ho ribadito che, poiché è mancato il
numero legale la scorsa seduta di Consiglio, sono ritornato in quest'Aula pur
dovendo legittimamente essere impegnato - è ovvio ricordarlo, mi perdonerete
giusto un accenno –, perché nelle prossime ore mi sgolerò in assemblea, nelle
piazze, per dire quanta incoscienza ci vuole per mettere in campo un
provvedimento del 2014. Viene fatta una legge e non si pensa a quello che
succede dopo, la responsabilità è proprio questa.
Sono d'accordo con quello che il
collega Gianluca Gallo ha detto al presidente Oliverio. Anche se, per me, viene
confermata - sennò sembra veramente “volemose bene” –
l’incapacità di gestire questo problema come maggioranza; però è indubbio che
il presidente Olivierio abbia una storia che guarda
con rispetto al lavoro e alle famiglie dei calabresi. E lo stesso posso dire
della mia storia, della mia parte politica, su questo non ci sono dubbi.
Dobbiamo intenderci, al di là della
mozione, sul principio, perché bene fa lo Stato a normare. L’abbiamo fatto
anche noi come Regione Calabria - ci fu anche una mia proposta di
interpretazione autentica poi approvata - per eliminare il precariato calabrese
e ci siamo ritrovati, anche in Regione, falsi precari, insomma un sacco di
cose. Per dire che ogni volta, ogni provvedimento, anche se buono, “fatta la
legge, trovato l'inganno” - si dice.
Non possiamo più permetterci di
creare nuovo precariato. Non se lo può permettere lo Stato a livello centrale e
nemmeno la Calabria. Perché, in modo surrettizio, viene fatta una cosa che dovrebbe
durare uno, due anni e, poi, dopo tre anni che fai? Alla fine dobbiamo
costruire lavoro vero.
Su questo tema c’è una grande sensibilità,
tant'è che ho partecipato alla riunione e ho ascoltato una lavoratrice precaria
- non ricordo il nome - che parlava con grande dignità e anche con grande
capacità alla presenza di Enza Bruno Bossio del
Partito Democratico e del consigliere Gianluca Gallo, spiegando, anche in modo
semplice – perché, poi, quello che fa la differenza è trovare soluzioni -,
quello che hanno fatto in Veneto, dove il precariato in mobilità in deroga vale
- se non sbaglio - 3000 unità, ed in Piemonte. Quindi è un problema nazionale,
non è solo un problema calabrese perché si crea precariato non solo in Calabria.
Devo affermare con forza che i
Governi non possono scaricare le responsabilità, perché - mi permetterete di fare una differenziazione - abbiamo visto
spendere 4 miliardi di euro sul problema, sicuramente serio, che insieme ai
migranti che sfuggivano alle guerre, quindi i richiedenti asilo, si
confondevano migranti economici e cose che non c'entravano niente e tutto questo
ha portato allo scandalo. Come Regione lo dobbiamo dire.
Io, invece, preferirei occuparmi
prima un po' degli italiani, perché, se sono stati spesi 4 miliardi, credo si
possano trovare le risorse per occuparsi di questi lavoratori precari - ricordava
bene il consigliere Gallo - quarantenni, ultracinquantenni con figli che è
difficile far assorbire da un mercato del lavoro, anche privato, che cambia, si
modifica, dove oggi, per fare un esempio, devi conosce l'inglese anche per fare
il cameriere.
Dobbiamo cominciare a pensare, è la
nostra idea, al piano della natalità e aprire almeno un asilo nido pubblico in
ognuno dei 408 comuni della Calabria, potrebbe essere una proposta concreta per
sostenere il lavoro.
Ritorno, Presidente, alla
differenziazione perché la responsabilità di questa cosa l'avrà il Governo
nazionale più che il Governo regionale. Se sono stati spesi 4 miliardi – che
sono finiti molto spesso in mano anche alla ‘ndrangheta, purtroppo - non è
responsabilità nostra, ma del Governo nazionale. La responsabilità di dire che si
poteva fare maggiore attenzione.
L'impegno che chiedo al presidente
Oliverio, posto che le risorse sono quantificabili - diceva bene il consigliere
Gallo -, è di trovare una soluzione dignitosa, perché ricevere 500 euro per
essere parcheggiati in un comune, piuttosto che ricevere una sovvenzione da un
privato, non aggiunge nulla alla dignità del vero lavoro.
Dobbiamo dare forza al presidente Oliverio,
dato che è il Presidente alla Regione Calabria - abbiamo un governo temporaneo,
ovviamente mi auguro che domani ce ne sia un altro -, dando ognuno il proprio
contributo. Il contributo migliore che posso dare – parliamo di turismo e agricoltura,
non ci sono esperti di ART-CAL, altrimenti li avremmo assunti, lo dico all’assessore
Musmanno - è aggiungere anche la mia firma “ideale” - nel senso che è un
provvedimento già firmato - per sostenere il massimo rappresentante calabrese
di fronte al Governo – anche se ci sono le elezioni e saranno tutti i impegnati
- al fine di ottenere un intervento straordinario dello Stato o addirittura
ipotizzare, se non arriveremo subito ad un risultato, un accordo anche con il
futuro Governo, prevedendo, nel nostro assestamento, degli sforamenti rispetto
alle voci imposte dalla Comunità Europea e anche dal Patto di stabilità, per
dire che il precariato non l’abbiamo creato noi, che lo Stato deve intervenire
e costruire lavoro vero.
Per creare lavoro bisogna
impegnarsi. Il dirigente deve ancora, dopo tre anni, approvare gli elenchi dei
precari storici della Calabria. Questo è un altro problema - su questo son d'accordo
con il presidente Oliverio –, ci sono dei dirigenti al dipartimento Lavoro -
avete sacrificato giusto o sbagliato che sia l’assessore Roccisano - bisogna
far sì che producano il lavoro per cui sono pagati, altrimenti la
responsabilità sarà sempre e solo della politica.
La responsabilità politica qual è?
Dire che, per questo problema, abbiamo una figura autorevole che è il Presidente
della Regione a cui oggi affidiamo, firmando e approvando tutti insieme
l’ordine del giorno, il compito di un confronto serrato con il Governo e anche
di predisporre un assestamento di bilancio - il prima possibile -, se non
interviene lo Stato, per dire alle famiglie calabresi che noi il problema lo vogliamo
risolvere definitivamente.
Questi penso che siano gli unici
strumenti di prospettiva. I tecnici, gli esperti e anche la politica, devono
farli diventare concreti. C'è tanto da fare in questa Regione, c'è da
sviluppare la legge di del consigliere Greco, ad esempio - faccio degli esempi
pratici.
Dobbiamo concentrarci per restituire
la dignità alle persone.
Ripeto, la figura più autorevole è
il Presidente della Regione, a lui affidiamo questo compito, contribuiremo con
le nostre idee per trovare la migliore soluzione possibile che porti questi
lavoratori fino alla pensione. Possono essere utilizzati fondi statali o fondi
europei.
E non creiamo più precariato!
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi
consiglieri. Intervengo in questo dibattito odierno pur non avendo firmato
l'ordine del giorno, ma condividendone totalmente i contenuti, così come espressi
dal Presidente della prima Commissione, Franco Sergio, ed avendo già, illo tempore, non solo come amministratore
locale, chiesto al sindaco di Castrolibero di farsi
portavoce di una serie di delibere in cui si chiedeva di proseguire i tirocini
formativi all'interno dei comuni per come questi lavoratori hanno svolto - e svolgono quelli che non hanno ancora
terminato - il servizio al loro interno. Quindi, la conseguente richiesta al
Presidente della Regione dimostra - caro consigliere Orsomarso - tutto il
valore di questi lavoratori. Inizio dal mio comune, ma ho parlato con tanti
altri amministratori e conosciuto tanti altri lavoratori che hanno svolto ruoli
importanti all'interno degli uffici e consentito, nella maggior parte dei casi,
anche il funzionamento dei medesimi.
Ho presentato una mozione in data
11 dicembre 2017 che non è stata ancora discussa e che, quindi, con questo
punto all’ordine il giorno, ritengo sia superfluo discutere, posso fare mia
quella all’esame dell’Aula. Farò una sintesi della mozione numero 105: “Sulla
prosecuzione tirocini destinati a soggetti precedentemente inseriti nel bacino
dei percettori di mobilità in deroga”.
Questo è un problema molto serio, il
più importante in Calabria, il problema del lavoro e di come la Calabria è vista
oggi in ambito nazionale.
Sono d'accordo con il consigliere
Orsomarso che non possiamo essere considerati dai Governi centrali, siano essi
di destra o di sinistra, come il fanalino di coda o come una palla al piede,
perché è troppo facile dai “palazzi romani” venire a queste latitudini e
mantenere da un lato gli enti locali e dall'altro affrontare il tema della
precarietà e del precariato. Mi associo anche alle parole del consigliere Gallo,
quando dice: «dobbiamo dimostrare tutti quanti, in questo civico consesso, di
essere calabresi ed essere fautori della logica del superamento degli steccati
ideologici di appartenenza, ponendo in essere un documento che rafforzi l’importante
lavoro che il Presidente della Giunta ha avviato e che continuerà a portare
avanti con il prossimo Governo che sceglieranno gli italiani».
Oggi, però, i dati sull’occupazione
e sull’emigrazione in Calabria sono allarmanti. C’è la necessità di affrontare
questi temi non con desiderio di rivendicazione, ma nei termini di un problema
molto serio che riguarda la tenuta sociale del Paese stesso.
Chiaramente, questo vuole essere un
appello accorato - mio e del gruppo che rappresento - affinché questa tematica
sia posta all'attenzione della Giunta regionale e, soprattutto, dei “tavoli romani”.
Si deve dimostrare attenzione verso la precarietà e quello che significa. Mi
associo alle parole del consigliere Gallo quando dice: “queste persone hanno
difficoltà anche a fare la spesa, a garantire il minimo nella quotidianità e
nella vita”.
Noi abbiamo l'obbligo di dare ai
comuni, agli enti locali un supporto, in ragione di una tenuta istituzionale di
cui dobbiamo essere tutti quanti garanti.
Riassumo i punti importanti della
mia mozione a questo autorevole consesso, affinché diventi una mission
importante che la Giunta deve portare avanti con il supporto di tutto il Consiglio
regionale. Punto nodale, naturalmente, è individuare, nel bilancio della
Regione, le somme necessarie per la pubblicazione, a breve, di un nuovo avviso
pubblico che possa consentire ai comuni della Calabria ed ai lavoratori
coinvolti nell’avviso di cui al decreto numero 1336 del 9 febbraio 2017, di
proseguire, per almeno 12 mesi, il percorso lavorativo già intrapreso.
Si dovrà completare la banca dati
necessaria per verificare esattamente gli aventi diritto. Questo diventa un
problema fondamentale perché non diventi una problematica simile a quelle degli
anni precedenti. Sarà necessario rivedere con i soggetti coinvolti gli ultimi
accordi. Ha ragione il consigliere Gallo, anche se noi dobbiamo fare i conti
con i bilanci regionali, dovremmo riportare il corrispettivo a 800 euro, sono
fermamente d'accordo. Una riduzione di quasi il 40 per cento non è giustificata,
è troppo alta.
Andranno rendicontati tutti gli ex
percettori in mobilità in deroga.
Si dovrà avviare, in ultimo, il
perfezionamento del tirocinio per continuare le politiche attive, in modo tale
da garantire un più facile inserimento nel mondo del lavoro.
Queste tematiche sono per noi
estremamente importanti ed appartengono alla sensibilità politica del
presidente Oliverio e della Giunta. Ritengo che, attraverso un'azione forte,
congiunta della Giunta e del Consiglio, si possa dare, in tempi brevi, una
risposta a tutti questi lavoratori e far sì che la speranza possa ritornare a
splendere in questa terra.
Ha chiesto di intervenire il
presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Innanzitutto
voglio ringraziare i firmatari di questo ordine del giorno, perché hanno posto
problemi di rilevante importanza e che, proprio in queste settimane, sono
oggetto di una iniziativa da parte della Giunta regionale.
Il
problema del lavoro è una delle questioni fondamentali della nostra terra, un
problema rispetto al quale bisogna assumere iniziative adeguate, affinché le
risorse programmate abbiano come obiettivo fondamentale la creazione di lavoro
stabile e non di precariato o di assistenza.
Stiamo
compiendo uno sforzo importante in questa direzione. Naturalmente, come dicevo
prima nel mio intervento, le condizioni della regione dal punto di vista
economico-sociale e, soprattutto, dell’assenza di lavoro, non sono frutto di
una congiuntura, ma di un lungo periodo e, come è stato evidenziato, richiedono
un intervento convergente dei diversi livelli istituzionali dello Stato, della
Regione, del complesso delle strutture e delle istituzioni pubbliche, volto a
sostenere l'impresa, a creare lavoro, attraverso la crescita delle attività
produttive, e a spostare risorse da interventi meramente assistenziali a
interventi capaci di alimentare uno sviluppo produttivo e propulsivo nella
creazione di servizi qualificati nella Regione.
Le
risorse che abbiamo programmato hanno questo segno e già hanno messo in moto
processi che vanno in questa direzione. I segni, sia pure timidi di una
inversione di tendenza, sono evidenziati dai dati degli ultimi due/tre anni a
seguito di questi interventi. Segni timidi, intendiamoci, ma che rappresentano
una inversione di tendenza che bisogna ulteriormente irrobustire e che vanno
nella direzione di un recupero. Ma bisogna andare in questa direzione.
In
questo quadro, naturalmente, non v'è dubbio che bisogna porre attenzione alle
questioni che evidenziano un quadro sociale in grave sofferenza. Non bisogna
dimenticare che, dal punto di vista del reddito pro capite, delle condizioni di
povertà e della mancanza di lavoro, la Regione Calabria “vanta” un primato
conquistato nel corso di un lunghissimo periodo.
Assumere
provvedimenti che vadano nella direzione di attenuare questa sofferenza sociale
all’insegna dell’inclusività, attraverso misure
capaci di creare condizioni di contrasto a questa situazione, è necessario e
fondamentale.
Proprio
ieri abbiamo avuto l'ultimo incontro con le forze sindacali, preceduto da un altro
tenutosi la settimana scorsa, e la proposta che abbiamo condiviso ed avanzato
con le Organizzazioni sindacali è stata quella di procedere con la pubblicazione
di un nuovo bando, rivolto ai percettori di mobilità, e la possibilità per i
Comuni, le imprese ed i soggetti pubblici e privati di attivare tirocini formativi.
Abbiamo
deciso di sperimentare la prima esperienza di durata semestrale, dove
l'intervento previsto per i singoli partecipanti era di 800 euro mensili. Un intervento
che ha avuto un costo, cui abbiamo destinato risorse, anche attraverso
l’assunzione di responsabilità nell’anticipare rispetto alla farraginosità
delle procedure.
Se
avessimo seguito pedissequamente i formalismi della impostazione ministeriale,
avremmo dovuto far partire quei tirocini non a giugno dello scorso anno, ma a
dicembre, ovvero quando è stata sottoscritta la convenzione tra il Ministero
del Lavoro e l’INPS, che regolava l’utilizzazione di quelle risorse e di quei
tirocini.
Abbiamo
inteso anticipare, auspicando che non fossero sei i mesi necessari per la
sottoscrizione della convenzione, ma quelli naturali in un Paese come questo, e
abbiamo incontrato difficoltà.
Il
pagamento il 27 dicembre, vorrei sottolinearlo perché è stato opportunamente
evidenziato anche dal consigliere Gallo, è frutto di questa situazione.
Abbiamo
inteso assumere responsabilità e, naturalmente, abbiamo avviato i tirocini cui
i Comuni hanno partecipato con circa 4200 persone in questa prima fase.
Stiamo
chiudendo con i pagamenti, gli unici non ancora pagati sono quelli per i quali
i Comuni non hanno rendicontato le somme.
Tuttavia,
il grosso è in via di completamento per quanto concerne il trasferimento di
risorse. Nell'incontro di ieri, facendo tesoro della precedente esperienza, ma
anche degli ulteriori strumenti messi in campo, si è definita una linea
condivisa anche con le Organizzazioni sindacali, che è quella di attivare i
bandi per un anno rivolti ai percettori di mobilità e relativi ai tirocini,
consentendo anche a coloro i quali hanno partecipato, o sono in via di
completamento con i tirocini precedenti, di partecipare a questo ulteriore
bando, prevedendo, altresì, attraverso una esplicita clausola che, coloro i
quali hanno contratti in essere su altri progetti relativi alla Giustizia, alla
Scuola ed ai Beni culturali, non abbiano diritto a partecipare a questo bando.
Dico
questo perché in relazione a queste amministrazioni: Giustizia, Scuola e
Ministero dei beni culturali – per quanto riguarda quest’ultimo, la parte
relativa alle professionalità più elevate è in via di selezione da parte della
Sovrintendenza ai beni culturali, cui la Regione Calabria ha voluto assegnare
questo compito – si è già partiti per 24 mesi con alcune amministrazioni, come
quella della Giustizia, mentre per altre, come quella della Scuola, sono in
corso già dal primo di ottobre o di novembre, a seconda delle Province e delle
situazioni più pronte a fare partire i progetti, proprio per evitare una
sovrapposizione di situazioni e, quindi, ulteriore ingarbugliamento delle
procedure e perdita di tempo
Ieri
abbiamo stabilito di allineare questi tirocini al complesso delle altre misure,
al progetto della Giustizia, della Scuola e dei Beni culturali e, mi permetto
di dire, anche a quello relativo a Garanzia giovani, di cui è già partito un
ulteriore bando che prevede 500 euro mensili come sostegno ai tirocini.
Garanzia
giovani è un punto di riferimento che garantisce 500 euro al mese, stabiliti da
una Direttiva comunitaria che sostiene il progetto. Abbiamo inteso allineare tutto
il complesso degli interventi per evitare che ci sia disparità di trattamento
ma soprattutto perché, trattandosi di Politiche attive, è necessario un
allineamento.
In
secondo luogo c'è un problema di risorse, che non sono inesauribili; non è un
caso che il primo semestre sia stato fatto a 800 euro mensili, a riprova del
fatto che un intervento attraverso le Politiche attive più alza l'asticella e
meglio va incontro alle esigenze delle famiglie.
Dobbiamo,
quindi, rendere concretamente compatibile l’allineamento generale delle risorse
con le misure che si assumono. Pertanto, abbiamo deciso di creare un percorso
di durata annuale a 500 euro mensili e non come nella prima esperienza di
durata semestrale a 800 euro, ritenendo che ciò avrebbe ridotto la platea e
anche i tempi.
È
chiaro che, se nel corso dell'anno si aprono opportunità per chi è percettore
di un intervento di Politica attiva di questa misura, é meglio. E’ importante,
però, che a questa misura si accompagni un altro bando, rivolto alle imprese, e
che riguarda altre misure assunte nella Legge di stabilità di quest'anno e nei
provvedimenti per il Mezzogiorno, incentivando le imprese che assumono
attraverso un bonus annuo, la cui misura sarà definita in almeno cinque o sei
mila euro, a seconda del quadro delle risorse disponibili, quale incentivo
all'impresa che assume per 3 anni con lavoro vero e che, alla fine dei tre anni,
si impegna a stabilizzare quel lavoratore.
Si
tratta di un intervento integrativo rispetto alle altre misure previste nella Legge
di stabilità per quanto riguarda la decontribuzione e il sostegno e, nel decreto
sul Mezzogiorno, con il provvedimento che va sotto il nome di “Io resto al sud”,
il cui sportello è stato già attivato da Invitalia
proprio la settimana scorsa.
Nel
confronto di ieri si é definito un programma, adesso si sta lavorando con
precisione alla stesura del bando, perché entro pochissimi giorni – posto come
data i primi giorni di febbraio, massimo la prossima settimana – si potrà procedere
alla pubblicazione del bando.
Per
quanto riguarda altri aspetti sollevati – e vi ringrazio di averlo fatto – come
quello, per esempio, della definizione della banca dati, abbiamo lavorato per
ricostruire tutte le situazioni di intervento rivolto ai percettori di mobilità,
dal 2009 ad oggi.
Una
della difficoltà a sottoscrivere la convenzione tra Ministero dell’Interno,
Inps e Regione, è stata proprio questa. Il Ministero del lavoro ha preteso che
le situazioni per le quali si è intervenuti nel corso di questi anni, dal 2009
in poi, fossero chiare e inventariate attraverso la banca dati.
Una
banca dati che non esisteva. Abbiamo lavorato 240 mila posizioni e non è stato
un lavoro semplice; adesso rimangono meno di mille posizioni, perché ci sono
controversie con INPS, problemi da chiarire, situazione per situazione, per
chiudere definitivamente la banca dati.
Questo
perché la chiusura di tutte le posizioni, attraverso la banca dati, permette di
avere il quadro preciso delle risorse che prima venivano utilizzate per le Politiche
passive e che adesso vengono utilizzate per le Politiche attive, attraverso la
verifica reale dei residui che ci sono ancora su quel Fondo. Stiamo lavorando
attivamente in questa direzione e, devo dire, che quello di ieri con le
Organizzazioni sindacali é stato un incontro importante ed operativo con le
forze sociali.
Su
questa impostazione c'è stata una sostanziale convergenza, per cui si procederà
alla fase operativa con la pubblicazione dei bandi, cui potranno partecipare non
solo coloro che hanno partecipato in questa prima fase ai bandi e ai tirocini
presso i Comuni ed i privati, ma anche i percettori di intervento di Politiche
passive nel 2015 che non avevano partecipato a questo bando.
Ulteriori
1500 si aggiungeranno, dunque, a quelli che hanno già avuto la possibilità di
partecipare; una platea che, con questa impostazione, potrà avere una risposta,
sia pure parziale, che va nella direzione che dicevo prima.
E’
chiaro che è necessario andare oltre e, attraverso l’utilizzazione delle
risorse disponibili, spingersi verso la creazione di lavoro e la fuoriuscita
dal precariato.
Non
posso non cogliere questa occasione per dire che, in questo quadro, abbiamo
anche affrontato il problema dei 4 mila 600, questo è il numero che oggi
presenta il bacino degli Lsu-Lpu, per i quali avevamo
avviato la contrattazione il primo gennaio 2015, fuoriuscendo da una
impostazione che era quella del bacino. Abbiamo avviato la contrattazione,
attraverso una integrazione dell'intervento dello Stato, che ammonta a 50
milioni di euro cui abbiamo integrato 39 milioni di euro sul bilancio
regionale, per consentire la contrattazione a 26 ore settimanali.
Ciò
ha consentito a questi lavoratori di maturare il diritto alla stabilizzazione,
perché al 31 dicembre 2017 che ci siamo lasciati alle spalle, gran parte di
loro ha maturato 36 mesi e altri li stanno maturando proprio in queste
settimane; 36 mesi di attività lavorativa dipendente, perché sono stati
contrattualizzati, consentendo l’acquisizione del diritto alla stabilizzazione.
Proprio
l'altro ieri è arrivato l'ok anche da parte della Direzione generale del
Ministero dell'Interno relativamente ai Comuni in dissesto finanziario.
Si
tratta di un bel numero di Comuni che hanno avuto l'ok per stipulare i contratti,
a riprova del fatto che abbiamo scelto una linea giusta, in quanto c'erano
preoccupazioni per molti amministratori locali, circa l’opportunità di
procedere ad una proroga del contratto per il quarto anno, ed il fatto che lo
stesso Ministero dell’Interno abbia dato l'ok per i Comuni dissestati, è un
elemento di relativa tranquillità, se non di garanzia.
Abbiamo
interloquito con il Ministero della Funzione pubblica che, da questo punto di
vista, ha espresso una valutazione positiva. Abbiamo posto anche la necessità
di ulteriori approfondimenti per avere un quadro chiaro e preciso da volgere ai
Comuni, e c'è stata piena disponibilità
Entro
60 giorni dall'entrata in vigore della Legge di stabilità, il Governo dovrà
assumere un DPCM (Decreto del Presidente
del Consiglio dei Ministri) per regolare ulteriormente le procedure di
stabilizzazione e abbiamo intrapreso un percorso che va in questa direzione,
pur sapendo, tuttavia, che i Comuni non hanno disponibilità di organici per
stabilizzare.
Ci
sono Comuni con una concentrazione di 40-50 Lsu-Lpu,
una popolazione di 500/600 abitanti ed un organico di poche unità. Come fa un
Comune in queste condizioni a stabilizzare? Avremo anche questo problema. Non
appena il DPCM sarà emanato, proporremo al Consiglio regionale una legge volta
ad incentivare la stabilizzazione che, nello stesso tempo, consenta la mobilità
anche nelle procedure di stabilizzazione, uno strumento che ci aiuti ad
accompagnare un percorso iniziato il primo gennaio 2015 e che intendiamo
portare avanti.
Obiettivo
Lavoro, quindi, nella cui realizzazione creare un percorso di inclusività che consenta di farsi carico, come è dovere
delle Istituzioni, di condizioni di sofferenza sociale e di totale assenza di
reddito per migliaia e migliaia di famiglie.
Sarebbe
necessario fare molto di più ma, nelle condizioni date, stiamo profondendo le
nostre energie con grande determinazione e profonda convinzione, rispetto ad
una platea di persone e di famiglie che vivono condizioni di difficoltà cui
bisogna prestare attenzione e, nei limiti delle nostre possibilità, stiamo
facendo la nostra parte perché questo avvenga. Grazie.
Grazie, Presidente. Pongo in
votazione l'ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in allegato)
Presidente, mi permetto di chiedere
una inversione dell'ordine del giorno, invitando i colleghi consiglieri a
considerare positivamente questa proposta e di poter discutere il disegno di
legge sulle norme per la tutela dei consumatori e degli utenti, perché subito
dopo ho un altro impegno cui non posso assolutamente mancare.
Pongo in votazione l'inversione
dell'ordine del giorno e l’inserimento del disegno di legge numero 312/10^ di
iniziativa della Giunta regionale: “Norme per la tutela dei consumatori e degli
utenti” che è approvato.
La proposta di legge posta oggi all’approvazione di questa Assemblea è
stata licenziata, nella seduta del 30 gennaio 2018, dalla seconda Commissione
che ne ha esaminato sia gli aspetti di merito sia quelli finanziari. La
proposta interviene in materia di tutela dei cittadini quali consumatori e
utenti di beni e servizi e si propone, in particolare, il raggiungimento di
tali finalità attraverso il sostegno e lo sviluppo dell’associazionismo individuato,
nello specifico, nell’associazione dei consumatori.
Il provvedimento in oggetto va a colmare un vuoto normativo, essendo la
Calabria una delle poche Regioni a non essersi, ad oggi, dotata di una
disciplina organica sulla materia.
L’articolo 14-bis della legge regionale numero 8 del 2003, che recava l’unica
fonte normativa in materia, è stato abrogato. La citata norma rinviava l’applicazione
ad un apposito regolamento che è stato, poi, approvato nel 2005. Tale
regolamento, così come modificato dal regolamento numero 1/2006, è tuttora
vigente.
La proposta di legge è composta da 11 articoli: gli articoli 1 e 2
esplicitano le finalità e gli obiettivi del provvedimento, in particolare, al
comma 2, dell’articolo 2, è evidenziata la politica di collaborazione che la
Regione intende perseguire tra le associazioni dei consumatori e degli utenti e
le Pubbliche amministrazioni per l’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità ed efficienza.
Per il perseguimento degli obiettivi sono previsti diversi strumenti: un Comitato
regionale consumatori e utenti (articoli 3 e 4), quale organismo di supporto
della Regione; un elenco regionale delle associazioni dei consumatori e degli
utenti (articolo 5) e un Osservatorio regionale dei prezzi e delle attività
produttive (articolo 7). È prevista, altresì, la concessione di contributi
finanziari a sostegno del funzionamento delle associazioni iscritte nell’elenco
di cui sopra e per la realizzazione di programmi finalizzati all’educazione,
all’assistenza nelle controversie, alla formazione, all’informazione ed alla
tutela dei consumatori e degli utenti (articolo 6); infine, gli articoli 8, 9 e
10 sono dedicati rispettivamente alla norma transitoria, a quella finanziaria ed
alle abrogazioni di disposizioni normative contrastanti. L’articolo 11 contiene
disposizioni circa l’entrata in vigore della legge. Dal punto di vista
finanziario si evidenzia che la proposta è corredata di relazione tecnico - finanziaria
nella cui scheda di sintesi si specifica l’impatto finanziario dei singoli
articoli della proposta. In Commissione sono stati sentiti l’assessore Russo,
un rappresentante del dipartimento sviluppo economico, un dirigente del dipartimento
bilancio ed un funzionario del Settore legislativo del Consiglio regionale che
hanno illustrato il disegno di legge fornendo i chiarimenti richiesti. Ciò
premesso, sottopongo all’Aula l’esame della proposta di legge in oggetto.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire l’assessore
Russo. Ne ha facoltà.
Faccio un intervento di due minuti
richiamando, chiaramente, quello che ha appena detto il consigliere Romeo. Volevo
soltanto sottolineare l’importanza della legge di cui si sta parlando che ritengo
decisiva perché colma un vuoto pluridecennale per la Calabria. Siamo l’ultima regione
ad adottare questo strumento che è particolarmente innovativo e pienamente
concordato con tutte le associazioni di consumatori. C’è una grande attesa e,
quindi, credo che sia particolarmente importante la corsa che abbiamo fatto – lavorando anche nei giorni tra Natale e Capodanno con i consumatori – per trovare la quadra su tutto il sistema. Non voglio dilungarmi oltre però
ritengo che sia particolarmente utile adottare questo strumento e fornirlo ai
consumatori. Grazie.
Ci sono altri interventi? Allora, passiamo
all’esame ed alla votazione del provvedimento.
Presidente, chiedo scusa, avevo
dimenticato di dire che sono stati presentati degli emendamenti.
Li esamineremo al momento opportuno.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
All’articolo 3 è stato presentato
l’emendamento, protocollo numero 5713, a firma del consigliere Romeo, al quale
cedo la parola per l’illustrazione.
La lettera d) del comma 1 dell’articolo 3
del disegno di legge numero 312/10^ recante: “Norme per la tutela i consumatori
e degli utenti” è sostituita dalla seguente: “esprimere pareri sui programmi di cui all’articolo 6”. Abbiamo,
ovviamente, allegato la relazione finanziaria.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 5713.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3, come
emendato.
(È approvato)
All’articolo 4 è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero 5716, a firma del consigliere Romeo, al quale cedo la parola
per l’illustrazione.
Si illustra da sé.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 5716.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4, come
emendato.
(È approvato)
Articolo 5.
(È approvato)
All’articolo 6 è stato presentato l’emendamento,
protocollo numero 5718, a firma del consigliere Romeo, al quale cedo la parola
per l’illustrazione.
Si illustra da sé.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 5718.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6, come
emendato.
(È approvato)
Articolo 7.
(È approvato)
Articolo 8.
(È approvato)
Articolo 9.
(È approvato)
Articolo 10.
(È approvato)
Articolo 11.
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamento formale.
(È approvata)
(È riportata in allegato)
Chiedo l’inversione dell’ordine dei lavori
con la trattazione immediata del decimo punto all’ordine del giorno. Ne ho già parlato
con i colleghi.
Pongo in votazione la richiesta di
inversione dell’ordine del giorno che è approvata. Cedo la parola al
consigliere Arruzzolo per l’illustrazione della mozione.
La mozione riguarda il Protocollo d’intesa
sperimentale che è stato siglato a dicembre 2017 tra l’Inps Calabria e la Regione
Calabria, relativamente all’accertamento dell’invalidità civile. Inizialmente,
prima della sottoscrizione del Protocollo d’intesa, le richieste di
accertamento di invalidità civile erano in capo alle Aziende sanitarie
regionali. Questo consentiva ai soggetti che richiedevano la visita medica in
tutta la provincia di Reggio Calabria di rivolgersi presso tre sedi dislocate sul
territorio provinciale – Locri, Palmi e Reggio
Calabria – creando così delle agevolazioni per categorie
di persone che, purtroppo, si trovano in condizioni disagiate.
L’Inps, a decorrere dal primo gennaio 2018,
ha stabilito come unica sede provinciale quella di Reggio Calabria e questo
determina tutta una serie di problematiche. Mi riferisco a persone che non
hanno la possibilità di essere trasportate e ad un aggravio di tempi perché
tutto il territorio reggino confluisce nella sede di Reggio Calabria. Ritengo,
pertanto, opportuno e necessario sensibilizzare il Presidente della Giunta affinché
interloquisca con l’Inps regionale per far sì che le sedi di Palmi e di Locri
possano essere nuovamente attivate affinché i bisogni di queste categorie
disagiate possano essere, in qualche modo, alleviate. Grazie, Presidente.
Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione
la mozione.
(È approvata)
(È riportata in allegato)
Passiamo all’ordine del giorno a firma del
consigliere Sergio sull’adozione del sistema di monitoraggio flash. La parola al consigliere Sergio
per l’illustrazione.
Signor Presidente, quest’ordine del giorno
riguarda la stesura di un sistema di monitoraggio flash per il trattamento della malattia diabetica e le prospettive
di utilizzo del presidio, soprattutto in fascia pediatrica. Il Piano nazionale
del Ministero della Salute ha definito obiettivi ed iniziative sulla
prevenzione, diagnosi e gestione della patologia che, come sappiamo, è in forte
evoluzione nei prossimi anni, frutto di uno stile di vita alimentare sbagliato.
La Regione Calabria nel 2013, recependo le
indicazioni del Piano nazionale, ha adottato i “Percorsi Diagnostico
Terapeutico Assistenziale per la malattia diabetica nell’adulto e nell’età
pediatrica”.
Considerato che: tra i presìdi
per il monitoraggio usati nella nostra Regione risultano i dispositivi per il
monitoraggio continuo della glicemia (CGM) ma non vengono inseriti i sistemi di
monitoraggio flash; dal febbraio 2016 è
disponibile in commercio un sistema di monitoraggio flash (Flash Glucose Monitor) Freestyle Libre - Abbott che – senza necessità di fori sul polpastrello, in quanto si applica nella parte
superiore del braccio ed ha la durata di due settimane e, dunque, senza dolore – permette di stimare il valore della glicemia tramite la misurazione del
glucosio interstiziale, registrando il trend
delle 8 ore precedenti, consentendo di ridurre di molto il numero delle
misurazioni, a vantaggio della qualità di vita dei pazienti diabetici.
Il sistema di monitoraggio flash – particolarmente
indicato per i bambini e i ragazzi di età compresa fra 0 e 18 anni – migliora il controllo glicemico e la qualità della vita.
Ritenuto che ogni metodo utile al
conseguimento di risultati positivi per la vita dei pazienti sia da valutare,
studiare, sperimentare e utilizzare;
Rilevata l’opportunità di fornire una
risposta tempestiva e completa al fine di dare un positivo e tempestivo
riscontro alla problematica posta dalla suddetta anche associazione che l’ha
stimolata.
L’ordine del giorno, quindi, impegna il
Presidente della Giunta regionale e l’assessore regionale alla Tutela della
salute e politiche sanitarie a porre in essere ogni iniziativa idonea all’introduzione
di un presidio di monitoraggio flash
della glicemia, come accade in altre Regioni, favorendo le prescrizioni per il
rimborso da parte del sistema sanitario nazionale.
Questa soluzione può fare risparmiare
circa il 20 percento delle spese, quindi, non c’è assolutamente un aumento ma
una riduzione delle spese per questo tipo di controllo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Intervengo molto rapidamente per
complimentarmi con il collega Sergio perché la problematica c’è ed esiste. Centinaia,
migliaia di bambini affetti da diabete nella nostra regione sono ritornati ad
essere sottoposti quotidianamente alla tortura della puntura sul dito per il
prelevamento dei dati necessari ad effettuare la calibratura dell’insulina. Questo
sistema comporterebbe la possibilità, per i bambini ed i ragazzi fino a 18 anni
di età, di essere sottoposti ad uno screening
quotidiano senza questo tipo di tortura. Riportare questo sistema nelle nostre ASP
sarebbe davvero un gesto di grande maturità. Grazie.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(È approvato)
(È riportato in allegato)
Passiamo alla mozione numero 109/10^ a
firma del consigliere Gallo sul riconoscimento del diploma in tecnico dei
servizi sociali quale qualifica in operatore socio sanitario. Cedo la parola al
consigliere Gallo per l’illustrazione.
Presidente, intervengo molto brevemente.
In effetti, già altre Regioni hanno provveduto in merito per la qualifica del
diploma di tecnico in servizi sociali come tecnico operatore socio sanitario. Come
ben si sa per accedere alla professione o alla qualifica di Operatore Socio
Sanitario oggi è necessario un corso di 1000 ore tenuto da istituti di
formazione.
Attraverso questo ordine del giorno si
impegna la Giunta regionale a discutere con l’Ufficio scolastico regionale – come avvenuto, appunto, in altre Regioni, lo hanno fatto già la Toscana, la
Liguria e la Puglia recentemente –, per far sì che, attraverso
il corso di studi di tecnico dei servizi sociali, – quindi, 5 anni di scuola superiore – con un corso di 500 ore
e non di 1000 ore durante il corso di studi si possa avere il diploma di
operatore socio sanitario.
Naturalmente si partirà da ora, se si
raggiungerà l’accordo. Saranno necessari 5 anni quindi nessuna preoccupazione
per chi oggi è OSS perché, probabilmente, riuscirà in questi anni a trovare
lavoro ma costruiremo, forse, attraverso anche gli istituti scolastici già
esistenti, un percorso virtuoso e prepareremo meglio i giovani che diventeranno
OSS. Quindi, da oggi si chiede di iniziare questo percorso e, poi, lo seguiremo.
Grazie.
PRESIDENTE
Ci sono interventi? Pongo in votazione la
mozione.
(È approvata)
(È riportata in allegato)
Passiamo all’ordine del giorno a firma del
consigliere Gallo sul mancato riconoscimento della tredicesima mensilità e di
altre somme sul computo dell’incentivo all’esodo regionale in favore dei lavoratori
aderenti al piano di incentivazione all’esodo dell’ARSSA. Cedo la parola al
consigliere Gallo per l’illustrazione.
Ritengo che si illustri da sé. Riguarda il
riconoscimento a questi lavoratori della tredicesima mensilità, cosa che é
accaduta anche in altri casi, quindi si tratta soltanto di impegnare la Giunta a
fare una valutazione rispetto a questa situazione.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(È approvato)
(È riportato in allegato)
Avendo esauriti i punti all’ordine del
giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 16,02
Ha chiesto congedo: Aieta, Arruzzolo, Ciconte, Esposito,
Ferro, Gentile, Morrone, Salerno, Tallini
(Sono concessi)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di
iniziativa del consigliere regionale:
Giudiceandrea - “Disposizioni per il
superamento delle discriminazioni basate sull'identità di genere e
l'orientamento sessuale” (P.L. n. 317/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri regionale:
Romeo, Greco, Bova, Sculco, Giudiceandrea, Cannizzaro,
Nicolò, Arruzzolo, Orsomarso,
Tallini - “Modifica al Regolamento interno del
Consiglio regionale (P.P.A. n. 207/10^)
E' stata assegnata alla quinta Commissione - Riforme - - per il parere.
(Così resta stabilito)
La 2^ Commissione, con nota n. 5199 del 31 gennaio 2018, ha comunicato
che nella seduta del 30 gennaio 2018 ha espresso parere favorevole alla
deliberazione n. 407 del 30 agosto 2017, recante: "Piano Regionale di
Sviluppo Turistico Sostenibile. Piano Stralcio Esecutivo Annuale 2017 (art. 4
della L.R. 8/2008). D.G.R.
n. 573/2016, n 104/2017 e n. 201/2017. Parziale modifica della DGR 201/2017 e
integrazioni" (PARERE N. 33)
La 2^ Commissione, con nota n. 5210 del 31 gennaio 2018, ha comunicato
che nella seduta del 30 gennaio 2018 ha espresso parere favorevole alla
deliberazione n. 648 del 29 dicembre 2017, recante: "Piano Regionale di
Sviluppo Turistico Sostenibile. Approvazione Piano Esecutivo Annuale 2018 (art.
4 della L.R. 8/2008)" (PARERE N. 34)
La Giunta regionale ha trasmesso copia della seguente deliberazione di
variazione al bilancio di previsione finanziario 2018-2020:
Deliberazione Giunta regionale n. 18 del 29.1.2018.
Art. 1
(Modifiche
all’articolo 11 della l.r. 35/2015)
1. La lettera g) del comma 1 dell'articolo 11
della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto
pubblico locale) è sostituita dalla seguente:
"g) acquisisce i dati relativi al
monitoraggio dei parametri di inquinamento atmosferico, effettuati dall'Agenzia
regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria (ARPACAL) con
particolare riferimento ai comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti,
nel rispetto dei criteri stabiliti dal decreto legislativo 13 agosto 2010, n.
155 (Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria
ambiente e per un'aria più pulita in Europa).".
2. Al comma 4 dell'articolo 11 della l.r. 35/2015
le parole "16 per cento" sono sostituite dalle seguenti: "12 per
cento".
Art.
2
(Modifiche
all’articolo 13 della l.r. 35/2015)
1. All'articolo 13 della l.r. 35/2015 sono apportate
le seguenti modifiche:
a) al comma 4:
1) dopo la parola "esclusione" sono
aggiunte le seguenti: "del Presidente e";
2) dopo il primo periodo è inserito il
seguente: “Al Presidente è dovuta una indennità di carica pari ai due terzi
delle indennità dei componenti della Giunta regionale.”;
b) al comma 5 dopo la parola “delegati”
sono aggiunte le seguenti: “e svolge le funzioni previste dal presente
articolo”;
c) al comma 6:
1) dopo la parola "funzioni" sono
aggiunte le seguenti: "e lo stesso trattamento economico";
2) dopo la lettera c) sono aggiunte le
seguenti:
"d) assume le funzioni che gli sono
delegate dal Comitato istituzionale;
e) può nominare fra i componenti del Comitato
istituzionale un Vicepresidente, con funzioni vicarie, che assolve le stesse
funzioni del Presidente in caso di assenza o impedimento temporaneo. La nomina,
fatta salva la revoca anticipata, produce effetti entro i limiti della durata
del mandato del Presidente e del mandato del componente del Comitato esecutivo
nominato.”;
d) dopo il comma 7 è inserito il
seguente:
“7 bis. La designazione e le elezioni di cui
alle lettere b), c), d) ed e) del comma 7 sono effettuate dagli aventi diritto
in sede di Assemblea, contestualmente alle elezioni di cui alla lettera f) dello
stesso comma, qualora ne ricorrano le circostanze.";
e) l’ultimo periodo del comma 8 è
sostituito dai seguenti:
"Il Comitato istituzionale esercita le
funzioni di indirizzo politico-amministrativo, definendo gli obiettivi e i
programmi da attuare, adotta gli altri atti rientranti nello svolgimento di
tali funzioni e verifica la rispondenza agli indirizzi impartiti all'attività
amministrativa e della gestione ai risultati. Spetta in ogni caso al Comitato
istituzionale la determinazione degli aspetti concernenti la qualità, quantità
e modalità di espletamento dei servizi.";
f) il comma 9 è sostituito dai seguenti:
“9. Ai dirigenti dell'ART-CAL spetta
l'adozione degli atti e provvedimenti amministrativi, compresi tutti gli atti
che impegnano l'ente verso l'esterno, nonché la gestione finanziaria, tecnica e
amministrativa mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle
risorse umane, strumentali e di controllo. Essi sono responsabili in via
esclusiva dell'attività amministrativa, della gestione e dei relativi
risultati.
9 bis. Nell'ambito delle funzioni di cui al
comma 9, sono riservati al Direttore dell'ART- CAL:
a) l'attuazione di tutti gli atti adottati
dal Comitato istituzionale nell'ambito delle proprie competenze;
b) l'istruttoria delle delibere del Comitato
istituzionale;
c) l'attestazione di legittimità e regolarità
amministrativa e contabile delle deliberazioni del Comitato istituzionale;
d) le determinazioni in materia di liti
attive e passive nonché di conciliazioni e transazioni;
e) la partecipazione alla definizione di
misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e la cura
dell'attuazione, verificandone il rispetto da parte dei dipendenti;
f) le informazioni al soggetto competente per
l’individuazione delle attività nell'ambito delle quali è più elevato il
rischio di corruzione e le specifiche proposte volte alla prevenzione del
rischio medesimo;
g) il monitoraggio delle attività nell'ambito
delle quali è più elevato il rischio corruzione e l'adozione dei provvedimenti
motivati di rotazione del personale nel caso di avvio di procedimenti penali o
disciplinari per condotte di natura corruttiva.
9 ter. Il Direttore
e l’eventuale Vicedirettore sono nominati con atto motivato, su proposta del
Presidente dell’ART-CAL, dal Presidente della Giunta regionale,
prioritariamente fra i dirigenti appartenenti al ruolo della Giunta regionale
della Calabria, previa pubblicazione di apposito avviso. Gli incarichi hanno la
durata di anni quattro, prorogabili per una sola volta. Il dirigente regionale
nominato è collocato, dalla Giunta regionale, in distacco funzionale presso ART-CAL. Nell’ipotesi di mancata individuazione del
dirigente regionale, all’esito della procedura di cui sopra, si procede nelle
forme e nei termini di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo
2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche). Nel caso di vacanza di entrambe le cariche, le
funzioni di direttore possono essere affidate, in reggenza, con deliberazione
della Giunta regionale, a un dirigente della Regione.
9 quater. Il
trattamento economico del Direttore, anche in distacco funzionale, e del
Vicedirettore dell’ART-CAL è equiparato a quello previsto per i dirigenti di
settore della Giunta regionale, nella misura massima. Al solo Direttore spetta
una maggiorazione del 20 per cento. ";
g) il comma 10 è sostituito dai
seguenti:
"10. Per lo svolgimento delle proprie
funzioni l'ART-CAL può avvalersi, oltre che di una propria dotazione organica
di personale, anche di personale appartenente alla Regione, ai suoi enti
strumentali e agli enti locali, in posizione di distacco funzionale anche
parziale.
10 bis. Ai funzionari dell’ART-CAL può essere
delegata l’adozione di atti di mero accertamento, a contenuto vincolato o
meramente esecutivi ";
h) al comma 11 le parole: "Il
personale del Nucleo ispettivo è individuato, con atto organizzativo della
Giunta regionale, fra i dirigenti e i dipendenti” sono sostituite dalle
seguenti: "Per il funzionamento del Nucleo ispettivo l'ART-CAL si avvale
anche di personale”;
i) al comma 12 le parole
"Segretario generale" sono sostituite dalla seguente:
"Direttore";
j) al comma 13 la lettera d) è
sostituita dalla seguente:
"d) segnala la necessità, ove ne
ricorrano le circostanze, di incrementare le percentuali di cui al comma
16;"
k) dopo il comma 13 è inserito il
seguente:
"13 bis. L'ART-CAL può avvalersi del
patrocinio dell’Avvocatura regionale ai sensi dell'articolo 11, comma 8 bis,
del decreto-legge 8 aprile 2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il
riequilibrio finanziario degli enti territoriali) convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64.'';
l) al comma 17 le parole "20 per
cento" sono sostituite dalle seguenti:"40 per cento";
m) al
comma 18 è aggiunto il seguente:
“18 bis. All’ART-CAL, quale ente strumentale
partecipato dalla Regione Calabria, non si applicano le disposizioni
dell’articolo 13, comma 8, della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69.”;
n) al comma 26 le parole "64 per
cento" sono sostituite dalle seguenti: “48 per cento".
Art.
3
(Modifiche
agli articoli 15, 17 e 20 della l.r. 35/2015)
1. All'articolo 15 della l.r. 35/2015 la parola
"Assemblea" è ovunque sostituita dalle seguenti: "Comitato
istituzionale".
2. Nella lettera a) del comma 1 dell’articolo 17
della l.r. 35/2015, dopo la parola “individuati” sono inserite le seguenti:
“con deliberazione della Giunta regionale, previo parere non vincolante del
Comitato della mobilità e dell’ART-CAL,”.
3. Al comma 2 dell’articolo 17 della l.r.
35/2015, dopo la parola “tariffe” sono inserite le seguenti: “, fatte salve le
limitazioni finalizzate a non compromettere l’equilibrio economico dei
contratti di servizio”.
4. Al comma 4 dell'articolo 20 della l.r. 35/2015
le parole "al prezzo" sono sostituite dalle seguenti: "in base
al valore".
Art.
4
(Modifiche
all’articolo 21 della l.r. 35/2015)
1. Al comma 2 dell'articolo 21 della l.r. 35/2015
le parole "al raggiungimento degli obiettivi" sono sostituite dalle seguenti:
"ai criteri".
2. Il comma 3 dell'articolo 21 della l.r. 35/2015
è sostituito dai seguenti:
"3. Le risorse finanziarie per il
funzionamento dell'ART-CAL, dell'Agenzia regionale reti e mobilità e
dell'Osservatorio della mobilità, nelle misure previste dall'articolo 11, comma
4, e dall'articolo 13, commi 17 e 26, sono garantite nei seguenti modi:
a) sul bilancio regionale, in misura dello
0,8 per cento della spesa corrente per i servizi gravante sullo stesso
bilancio;
b) sul bilancio regionale, in misura dello
0,8 per cento dei ricavi tariffari netti dei servizi di trasporto pubblico
locale così come previsti dall'ultimo Programma pluriennale del trasporto
pubblico locale approvato prima della redazione del bilancio di previsione
ovvero, in mancanza, in misura uguale all'ultimo dato dell'Osservatorio
nazionale sulle politiche del trasporto pubblico locale;
c) dagli enti locali, in misura dello 0,8 per
cento delle somme trasferite all'ART-CAL per la spesa corrente per i servizi.
3 bis. Le aliquote di cui all'articolo 13 si
applicano con riferimento alle effettive competenze, anche tenuto conto del
comma 4 dell'articolo 14. La Giunta regionale può autorizzare l'utilizzo delle
economie di spesa per la copertura della spesa di ulteriori servizi di trasporto
pubblico locale.”.
Art.
5
(Modifiche
all’articolo 23 della l.r. 35/2015)
1. Al comma 2 dell'articolo 23 della l.r.
35/2015, dopo le parole "non ancora costituiti dell'ART-CAL", sono
aggiunte le seguenti: ", ad eccezione del revisore dei conti".
2. Dopo il comma 9 dell'articolo 23 della l.r.
35/2015 è aggiunto il seguente:
"10. Fino alla costituzione dell'Agenzia
regionale reti e mobilità, qualora l’ART-CAL, in sostituzione della delega di
cui al comma 22 dell'articolo 13, svolga direttamente le funzioni, può essere
utilizzata quota parte delle spese di funzionamento destinate all'Agenzia
regionale Reti e Mobilità; tale quota parte è determinata con criterio di
proporzionalità rispetto alle attività amministrative svolte. In tali casi sono
adottate le idonee misure organizzative per garantire la separazione delle
funzioni di cui al primo periodo del comma 12-quater dell'articolo 27 del
decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50 (Disposizioni urgenti in materia
finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali e misure per lo
sviluppo) convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n.
96.".
Art.
6
(Norma
finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dalle disposizioni
contenute nella presente legge, quantificati in euro 596.951,67 per gli
esercizi finanziari 2018, 2019 e 2020, si provvede mediante l'utilizzo delle
risorse allocate alla Missione 10, Programma 02 (U.10.02) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2018-2020 che presenta la necessaria
disponibilità.
2. Alla copertura finanziaria degli oneri per le
annualità successive si provvede nei limiti consentiti dalle effettive
disponibilità di risorse autonome, per come stabilite nella legge di
approvazione del bilancio di previsione.
3. La Giunta regionale è autorizzata ad
effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa del
bilancio di previsione 2018- 2020.
Art.
7
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
CAPO I
Disposizioni generali
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria, ai
sensi dell'articolo 45, secondo comma, della Costituzione, nell'ambito della
competenza legislativa di cui all'articolo 117, quarto comma, della
Costituzione, dei principi di cui all’articolo 2 dello Statuto regionale e
anche degli strumenti di programmazione previsti dallo Stato e dalla Unione
europea, provvede alla tutela, sviluppo e valorizzazione dell'artigianato e
delle produzioni artigiane nelle loro diverse espressioni territoriali,
tradizionali ed artistiche, nonché dei talenti e dei mestieri.
2. La Regione, in conformità
alla normativa europea e nell'ambito della potestà legislativa e delle
competenze regionali, promuove la crescita competitiva, la capacità di
innovazione del sistema produttivo e l'attrattività del contesto territoriale e
sociale della Calabria, nel rispetto dei principi di sussidiarietà,
differenziazione e adeguatezza, garantendo la libera iniziativa economica in
armonia con l'articolo 41 della Costituzione.
Art. 2
(Oggetto)
1. La presente legge
disciplina in maniera organica la materia dell'artigianato, in armonia con i
principi di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione di cui all'articolo
46 dello Statuto regionale, con i principi di semplificazione e snellimento
dell'azione amministrativa ed in conformità ai principi della legge 8 agosto
1985, n. 443 (Legge-quadro per l'artigianato).
2. Disciplina, in
particolare, i requisiti di imprenditore artigiano e di impresa artigiana, dei
loro consorzi e società consortili, le procedure per l'iscrizione all'albo
delle imprese artigiane; detta norme per la creazione di imprese artigiane, per
sostenerne la crescita e lo sviluppo agevolando l'accesso al credito, la
formazione professionale, l'associazionismo economico, l'internazionalizzazione,
l'innovazione, per favorire la successione d'impresa e il passaggio
generazionale, per salvaguardare e tutelare i valori, i saperi e i mestieri
dell'artigianato artistico e tradizionale calabrese.
Art. 3
(Definizioni)
1. Ai fini della presente
legge si intende per:
a) artigiano, colui che esercita
personalmente, professionalmente e in qualità di titolare l'impresa artigiana,
assumendone la piena responsabilità con tutti gli oneri e i rischi inerenti
alla sua direzione e gestione e svolgendo in misura prevalente il proprio
lavoro, anche manuale, nel processo produttivo;
b) impresa
artigiana, l'impresa che, esercitata dall'imprenditore artigiano, nei limiti
dimensionali di cui all'articolo 4 della legge 443/1985, ha per scopo
prevalente lo svolgimento di un'attività di produzione e trasformazione di
beni, anche semilavorati, o di prestazioni di servizi;
c) associazioni
dí categoria artigiane, le federazioni regionali più rappresentative, aderenti
alle confederazioni firmatarie di contratti collettivi di lavoro
dell'artigianato a livello nazionale, effettivamente presenti ed operanti in
Calabria da almeno tre anni e con una rappresentatività minima del 7 per cento
su base regionale, certificati dall'INPS con cadenza triennale;
d) Albo imprese
artigiane, lo speciale albo tenuto dalle camere di commercio, industria,
artigianato e agricoltura (CCIAA) competenti per territorio su cui sono
annotate le imprese artigiane;
e) Osservatorio
regionale artigianato calabrese (ORAC), l'organismo istituito dalla Regione
Calabria del quale fanno parte un rappresentante per ciascuna associazione di
categoria artigiana ed uno in rappresentanza dell'Ente bilaterale
dell'artigianato calabrese, e che svolge attività di studio e supporto al
dipartimento regionale competente in materia di artigianato;
f) Centri di
assistenza tecnica per l'artigianato (CATA), quelli costituiti dalle
associazioni di categoria artigiane, autorizzati dalla Regione Calabria e non
aventi scopo di lucro;
g) Confidi o
Cofidi, i consorzi di garanzia con sede operativa in Calabria, aventi i
requisiti previsti dalla normativa nazionale, iscritti nell'apposito elenco
tenuto dalla Banca d’Italia, per il rilascio delle garanzie in favore delle
imprese sulle operazioni di credito a breve e a medio-lungo termine.
Art. 4
(Ambito di applicazione)
1. Le disposizioni della
presente legge si applicano all'imprenditore artigiano e all'impresa artigiana
come definiti negli articoli 5 e 6.
2. La Regione riconosce le
associazioni di categoria dell'artigianato quali soggetti principali di
riferimento dell'ente per sviluppare le politiche, le azioni e le attività a
favore del comparto artigiano.
Art. 5
(Imprenditore artigiano)
1. L'imprenditore artigiano,
nell'esercitare particolari attività che richiedono una peculiare preparazione
e implicano responsabilità a tutela e garanzia degli utenti, deve essere in
possesso dei requisiti tecnico - professionali previsti dalle leggi statali o
regionali.
2. Sono escluse dall'oggetto
dell'impresa artigiana le attività agricole, di prestazione di servizi
commerciali, di intermediazione nella circolazione di beni e di
somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, salvo che siano
esclusivamente strumentali o accessorie o complementari all'esercizio dell'impresa
artigiana.
3. Sono escluse limitazioni
alla libertà di accesso del singolo imprenditore all'attività artigiana e di
esercizio della sua professione.
4. Il dipartimento regionale
competente individua, con decreto, le attività, anche di natura emergente, che
possono rientrare nell'esercizio dell'impresa artigiana e che sono
caratterizzate dall'impiego di nuove tecniche produttive ovvero da situazioni
di contiguità funzionale rispetto ad altri comparti di attività.
Art. 6
(Requisiti dell'impresa artigiana)
1. L'impresa deve essere
organizzata ed operare con il lavoro personale e professionale
dell'imprenditore artigiano ed, eventualmente, con quello dei suoi
familiari rientranti nei gradi di parentela e di affinità fissati
all'articolo 230-bis del Codice
civile, dei soci e dei dipendenti, a condizione che il lavoro complessivamente
organizzato nell'impresa abbia funzione preminente sul capitale.
2. L'impresa artigiana può
essere esercitata:
a) in forma
individuale;
b) in forma
collettiva attraverso società, anche cooperative, escluse le società per azioni
e in accomandita per azioni, a condizione che:
1) nelle
società in nome collettivo la maggioranza dei soci, ovvero uno nel caso di due
soci, sia in possesso dei requisiti di cui all'articolo 5;
2) nelle
società in accomandita semplice ciascun socio accomandatario sia in possesso
dei requisiti di cui all'articolo 5 e non sia unico socio di una società a
responsabilità limitata o socio accomandatario di un'altra società in
accomandita semplice;
3) nelle
società a responsabilità limitata unipersonale il socio unico sia in possesso
dei requisiti di cui all'articolo 5 e non sia unico socio di un'altra società a
responsabilità limitata o socio accomandatario di una società in accomandita
semplice;
4) nelle
società a responsabilità limitata la maggioranza dei soci, ovvero uno nel caso
di due soci, sia in possesso dei requisiti di cui all'articolo 5 e detenga la
maggioranza del capitale sociale e degli organi deliberanti della società;
5) nelle
società cooperative la maggioranza dei soci sia in possesso dei requisiti di
cui all'articolo 5.
3. Nessuna impresa può
adottare, quale ditta o insegna o marchio, una denominazione in cui ricorrano
riferimenti all'artigianato se non è iscritta all'albo artigiani; lo stesso
divieto vale per i consorzi e le società consortili fra imprese che non siano
iscritte nella separata sezione dell'albo artigiani, pena l'irrogazione delle
sanzioni amministrative pecuniarie di cui all’articolo 13.
4. L'impresa artigiana può
avvalersi di specifiche unità locali per lo svolgimento di fasi del processo
produttivo e per lo svolgimento di attività amministrative gestionali.
5. In caso di invalidità, di morte o di
intervenuta sentenza che dichiari l'interdizione o l'inabilitazione
dell'imprenditore artigiano, la relativa impresa può conservare, su richiesta,
l'iscrizione all'albo artigiani, anche in mancanza di uno dei requisiti
previsti dal presente articolo, per un periodo massimo di cinque anni o fino al
compimento della maggiore età dei figli minorenni, sempre che l'esercizio
dell'impresa venga assunto dal coniuge, dai figli maggiorenni o minori
emancipati o dal tutore dei figli minorenni dell'imprenditore invalido,
deceduto, interdetto o inabilitato. In tal caso, per le attività previste, il
coniuge, i figli maggiorenni o minori emancipati o il tutore dei figli minori
possono avvalersi di un responsabile tecnico esterno all'impresa in possesso
dei prescritti requisiti.
6. In caso di gravi motivi di
salute dell'imprenditore artigiano, debitamente documentati, su richiesta, può
essere sospesa l'iscrizione degli elenchi previdenziali per un massimo di
dodici mesi.
Art. 7
(Esercizio dell'attività artigiana)
1. L'attività artigiana può
essere esercitata in luogo fisso a ciò adibito o presso l'abitazione
dell'imprenditore artigiano o di uno dei soci che partecipano al lavoro o in
altra sede individuata con il committente, oppure in forma ambulante o di
posteggio.
2. L'impresa artigiana può
vendere beni di produzione propria nei locali di produzione medesima o ad essi
contigui.
3. Per la vendita nei locali
di produzione, o a essi contigui, dei beni di produzione propria, ovvero per la
fornitura al committente di quanto strettamente occorrente all'esecuzione
dell'opera o alla prestazione del servizio commessa, non si applicano alle
imprese artigiane le disposizioni vigenti in materia di esercizio di attività
commerciali, di intermediazione di vendita e di orario di vendita.
4. L'impresa artigiana può
effettuare la somministrazione di alimenti e bevande nei locali di produzione e
in quelli ad essi adiacenti, utilizzando gli arredi dell'azienda medesima,
quale attività strumentale e accessoria alla produzione con esclusione del
servizio di somministrazione assistita e nel rispetto delle vigenti norme
igienico -sanitarie.
Art. 8
Consorzi e società consortili
1. I consorzi e le società
consortili, costituiti anche in forma cooperativa, cui partecipano, oltre che
imprese artigiane, anche piccole imprese, nonché enti pubblici o privati,
purché in numero non superiore ad un terzo, sono iscritti in una separata
sezione dell'albo artigiani, a condizione che le imprese artigiane detengano la
maggioranza negli organi deliberanti.
2. I consorzi e le società
consortili comunicano annualmente alla CCIA le cessazioni e le modificazioni
nello stato di fatto e di diritto delle imprese associate intervenute
successivamente all'iscrizione, ivi inclusa la perdita dei requisiti
dell’impresa artigiana. Comunicano altresì la cessazione del consorzio o della
società consortile.
3. Per la tenuta della
separata sezione dell'albo si applicano le disposizioni previste per l'albo
provinciale delle imprese artigiane.
4. I consorzi e le società
consortili di cui ai commi 1 e 2, regolarmente iscritti, sono ammessi a godere
delle agevolazioni previste per le imprese artigiane e ad adottare, quale ditta
o insegna o marchio, una denominazione in cui ricorrono riferimenti
all'artigianato.
CAPO II
Iscrizione delle imprese artigiane
Art. 9
(Albo delle imprese artigiane)
1. E' istituito l'Albo delle
imprese artigiane della Regione Calabria, suddiviso in sezioni provinciali, a
cui sono tenute a iscriversi le imprese artigiane in possesso dei requisiti
previsti dalla presente legge.
2. E’ delegato alle CCIAA
l'esercizio delle funzioni amministrative per l'iscrizione, modificazione e
cancellazione nell'Albo delle imprese artigiane, sulla base delle procedure
previste dalla presente legge e secondo la normativa vigente.
3. La Regione esercita
funzioni di coordinamento in ordine alla tenuta dell'albo delle imprese
artigiane da parte delle CCIAA e le informazioni contenute nello stesso sono di
esclusiva proprietà della Regione. Chiunque può prenderne visione e ottenere
una copia.
4. L'iscrizione delle imprese
aventi titolo, costituite anche in forma cooperativa o consortile, nonché dei
loro consorzi, è effettuata con le modalità di cui all'articolo 10.
5. L'iscrizione all'Albo
regionale, effettuata con le modalità di cui all'articolo 10, ha efficacia
costitutiva ed è condizione:
a) per la
concessione delle agevolazioni in favore delle imprese artigiane;
b) per
l'adozione da parte dell'impresa di segni distintivi in cui siano presenti
riferimenti all'artigianato.
6. Per le attività previste
dalla presente legge si applicano, a favore delle CCIAA, i diritti di
segreteria stabiliti in attuazione del comma 2 dell'articolo 18 della legge 29
dicembre 1993, n. 580 (Riordinamento delle camere di commercio, industria,
artigianato e agricoltura).
Art. 10
(Iscrizione, modifiche e cancellazione dall'Albo delle
imprese artigiane)
1. Per l'iscrizione, la
modificazione e la cancellazione dall'Albo regionale delle imprese artigiane,
il legale rappresentante dell'impresa presenta all’Ufficio del registro delle
imprese presso la CCIAA territorialmente competente, per via telematica, anche
tramite le Agenzie per le imprese di cui all'articolo 38 del decreto - legge 25
giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la
stabilizzazione della finanza pubblica), convertito, con modificazioni, dalla
legge 6 agosto 2008, n. 133, la comunicazione unica per gli adempimenti di cui
all'articolo 9 del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7 (Misure urgenti per lo
sviluppo di attività economiche, la nascita di nuove imprese), convertito, con
modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40.
2. Ove, per l'avvio
dell'attività, la legge non preveda il rilascio di autorizzazioni, permessi o
nullaosta o altro atto espresso della pubblica amministrazione, la
comunicazione unica, predisposta sull'apposita modulistica, uniforme a livello
regionale, corredata di autocertificazioni e delle attestazioni richieste,
viene immediatamente trasmessa dal Registro imprese allo Sportello unico per le
attività produttive (SUAP) comunale competente e consente l'acquisizione
immediata della qualifica di impresa artigiana, con conseguente iscrizione
nell'Albo regionale o nella separata sezione per i consorzi e le cooperative e
l'avvio immediato dell'attività, nonché per la registrazione di modifiche o cancellazione,
comprese le modificazioni relative alla perdita dei requisiti, previsti dalla
legge per l'iscrizione.
3. Nel caso in cui siano
necessarie autorizzazioni, permessi o nullaosta o altro atto espresso da parte
delle pubbliche amministrazioni, la comunicazione unica, corredata di tutta la
documentazione pertinente, viene presentata al SUAP del comune dove si insedia
l'impresa. I SUAP comunali provvedono all'inoltro telematico della
documentazione alle competenti CCIAA. Per i comuni aderenti al Sistema
regionale SUAP della Calabria le informazioni di pertinenza del Registro
imprese vengono inviate per via telematica attraverso l'interoperabilità tra i
due sistemi informatici.
4. Gli effetti costitutivi
dell'iscrizione, della modifica e della cancellazione dall'Albo delle imprese
artigiane, o nella separata sezione, decorrono dalla data di presentazione da
parte dell'interessato della comunicazione unica di cui al comma 2.
5. La CCIAA ha la facoltà di
disporre, entro i termini di legge, accertamenti e controlli, anche in loco,
raccordandosi con i SUAP comunali responsabili delle attività di verifica
formale e sostanziale delle pratiche, ai sensi di quanto disposto dal decreto
del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160 (Regolamento per la
semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le
attività produttive).
6. La CCIAA, a seguito
dell'istruttoria svolta, può adottare, d'ufficio, eventuali provvedimenti di
cancellazione e di variazione entro il termine di trenta giorni dalla data di
presentazione della dichiarazione. Il decorso del termine è sospeso per trenta
giorni al fine di garantire eventuali integrazioni della documentazione.
7. Il provvedimento di
cancellazione e di variazione di cui al comma 6 deve essere comunicato
all'impresa artigiana entro il termine di sette giorni dalla data di adozione
dello stesso, nel rispetto delle disposizioni sulla partecipazione al
procedimento amministrativo di cui al Capo III della legge 7 agosto 1990, n.
241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di
accesso ai documenti amministrativi).
8. Le CCIAA procedono
all'annotazione d'ufficio nell'Albo regionale artigiano, o nella separata
sezione, delle imprese, consorzi e società consortili che, pur essendovi
tenute, non abbiano provveduto alla presentazione delle comunicazioni
necessarie di cui al comma 1, fatte salve le sanzioni amministrative pecuniarie
di cui all’articolo 13. A tal fine, le CCIAA possono disporre accertamenti e
controlli avvalendosi anche dell'attività istruttoria dei comuni e nel rispetto
delle disposizioni sulla partecipazione al procedimento amministrativo di cui
al Capo III della legge 241/1990.
9. La Regione Calabria,
attraverso i propri uffici, può esercitare un'attività di controllo e verifica
sulle richieste di iscrizione, modificazione e cancellazione delle imprese
dall'Albo artigiano, disciplinando con apposito decreto dirigenziale le
eventuali modalità. La Regione, può altresì sottoscrivere con le CCIAA,
Unioncamere Calabria e le associazioni di categoria dell'artigianato un
protocollo per il monitoraggio delle iscrizioni, modificazioni e cancellazioni
dall'Albo delle imprese artigiane.
Art. 11
(Comunicazioni al Registro delle imprese)
1. Le imprese artigiane
iscritte all'Albo sono tenute a comunicare, entro trenta giorni dal verificarsi
dell'evento, all’Ufficio del registro delle imprese presso la CCIAA
territorialmente competente, le modificazioni dello stato di fatto e di diritto
dell'impresa nonché la sospensione o la cessazione dell'attività.
2. L'Ufficio del registro
delle imprese procede alla modifica e alla cancellazione nei termini e con le
modalità previste per l'iscrizione al Registro delle imprese e dà comunicazione
dell'avvenuta modifica e cancellazione, entro dieci giorni dall'adozione del
provvedimento, alle amministrazioni competenti anche ai fini previdenziali e
assistenziali.
3. Le CCIAA procedono alla
cancellazione d'ufficio delle imprese, consorzi e società consortili che, pur
avendone l'obbligo, non abbiano provveduto alla presentazione delle
comunicazioni necessarie di cui al comma 1 dell'articolo 10. A tal fine, le
CCIAA possono disporre accertamenti e controlli avvalendosi anche dell'attività
istruttoria dei comuni.
Art. 12
(Ricorsi)
1. Avverso i provvedimenti
adottati dalla CCIAA in materia di iscrizione, modificazione e cancellazione
dall'Albo, ivi compreso il riconoscimento di impresa operante nel settore
dell'artigianato artistico e tradizionale, è ammesso ricorso amministrativo
alla Regione entro trenta giorni dalla data del ricevimento della comunicazione
del provvedimento impugnato.
2. La Regione, qualora non vi abbia già
provveduto il ricorrente, comunica il ricorso agli altri soggetti direttamente
interessati ed individuabili sulla base dell'atto impugnato. Entro venti giorni
dalla comunicazione del ricorso gli interessati possono presentare deduzioni e
documenti.
3. La presentazione del
ricorso avverso i provvedimenti di cancellazione, trasmesso in copia alla
CCIAA, ha efficacia sospensiva dell'eventuale provvedimento impugnato.
4. La Regione, previo parere
dell'Osservatorio regionale per l'artigianato calabrese da rilasciarsi nel
termine di venti giorni dalla richiesta, decide entro sessanta giorni dalla
presentazione del ricorso, anche in assenza del suddetto parere ove non
rilasciato nei tempi previsti, dandone immediata comunicazione al ricorrente e
alle altre parti interessate.
5. Le CCIAA provvedono
d'ufficio ad eseguire le iscrizioni, le modificazioni e le cancellazioni
conseguenti alle decisioni della Regione entro trenta giorni dalla data di
ricevimento della relativa comunicazione dandone notizia al dipartimento
regionale competente.
6. Contro le decisioni
assunte dalla Regione, adita in sede di ricorso, sono ammessi i rimedi
giurisdizionali previsti dalla vigente normativa statale.
Art. 13
(Sanzioni)
1. In relazione
all'annotazione nell'Albo artigiani delle imprese con la qualifica di impresa
artigiana sono previste le seguenti sanzioni amministrative:
a) da 250,00
euro a 2.500,00 euro nei casi di uso illegittimo, da parte di imprese non
iscritte all'Albo, ovvero da altri soggetti, del riferimento all'artigianato
nella ditta, nell'insegna o nel marchio;
b) da 150,00 euro a
1.500,00 euro nel caso di omessa comunicazione di iscrizione all'Albo da parte
di impresa avente i requisiti artigiani;
c) da 51,65 euro a
516,50 euro, con riferimento alle imprese individuali per la violazione di
quanto previsto dall'articolo 2194 c.c.;
d) da 103,00 euro a
1.033,00 euro, con riferimento alle società di cui all'articolo 6, comma 2,
lettera b), nei seguenti casi:
1) omessa
comunicazione di iscrizione all'Albo;
2) omessa o
ritardata presentazione della comunicazione di cessazione;
3) omessa o
ritardata presentazione della comunicazione unica di modificazione relativa ad
eventi incidenti sui requisiti sostanziali di impresa artigiana ovvero di
titolare, socio, collaboratore artigiano.
Art. 14
(Controlli, applicazione e riscossione delle sanzioni)
1. Le verifiche e l'applicazione
delle sanzioni amministrative previste dall'articolo 13, salvo quanto previsto
da specifiche normative statali e regionali, sono trasferite alle CCIAA
territorialmente competenti, che le esercitano in conformità a quanto previsto
dalla legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale), avvalendosi
della collaborazione dei comuni per le attività di verifica e controllo.
2. Le somme riscosse a
seguito dell'applicazione delle sanzioni sono destinate, per una quota comunque
non eccedente il 30 per cento, alle stesse CCIAA e ai comuni per l'attività
istruttoria e, per la restante parte, sono destinate alla realizzazione di
iniziative dirette alla promozione e allo sviluppo delle imprese artigiane.
3. L’uniforme applicazione
sul tutto il territorio regionale di quanto previsto dal comma 2 è garantita
mediante intesa, avente a oggetto specifiche linee guida operative, tra la
Regione Calabria, Unioncamere Calabria, Associazione regionale dei Comuni della
Calabria (ANCI Calabria) e le associazioni di categoria.
4. Le CCIAA trasmettono alla
Regione Calabria, entro il 31 gennaio di ogni anno, una relazione in ordine
alle infrazioni rilevate, a quelle definite e a quelle ancora pendenti, nonché
una relazione annuale sulle iscrizioni, modificazioni e cancellazioni.
CAPO III
Organismi a supporto dell'artigianato
Art. 15
(Osservatorio regionale per l'artigianato calabrese)
1. E' istituito
l'Osservatorio regionale per l'artigianato calabrese (ORAC), che ha sede presso
il competente dipartimento regionale.
2. L'ORAC è costituito con
atto del Presidente della Giunta regionale, su proposta dell'assessore
competente in materia, ed è composto da:
a) il dirigente
del settore regionale competente in materia di sviluppo economico, o suo
delegato, che assume anche la funzione di Presidente;
b) tre o più
esperti nelle materie giuridiche e di artigianato, non titolari di imprese
artigiane, designati da ciascuna delle associazioni di categoria;
c) un
rappresentante designato dall'Ente bilaterale dell'artigianato calabrese.
3. La designazione dei
componenti di cui alle lettere b) e c), per ciascuno dei quali è designato
anche un supplente, avviene entro il termine di trenta giorni dalla relativa
richiesta da parte del dipartimento regionale competente in materia di
artigianato. Trascorso inutilmente il suddetto termine, il Presidente della
Regione provvede comunque alla nomina e costituisce l'Osservatorio con i
componenti già designati e con i rappresentanti regionali esperti nelle materie
giuridiche e artigianali.
4. L'ORAC elegge fra i propri
componenti il Vicepresidente, scelto tra i rappresentanti di cui alla lettera
b) del comma 2; può adottare un regolamento interno di funzionamento e dura in
carica tre anni a decorrere dalla data di costituzione.
5. Alla convocazione dell'ORAC provvede il
Presidente o un suo delegato. L'avviso di convocazione è trasmesso a mezzo
posta elettronica certificata non meno di tre giorni prima della riunione e
contiene l'indicazione dell'ordine del giorno.
6. Per la validità delle
riunioni dell'ORAC è necessaria la presenza della maggioranza dei componenti.
Le decisioni sono adottate a maggioranza dei presenti. Nel caso di parità,
prevale il voto del Presidente.
7. La partecipazione alle
sedute è a titolo gratuito, non comporta alcun onere a carico della Regione e
non dà diritto al rimborso delle spese.
8. I compiti di segreteria
sono svolti da personale appartenente al competente settore regionale.
9. Entro sessanta giorni
dall'entrata in vigore della presente legge, la Regione provvede alla
costituzione dell'Osservatorio.
Art. 16
(Funzioni dell'ORAC)
1. AII'ORAC competono le
seguenti funzioni:
a) rilascio di
pareri consultivi per l'emanazione di direttive per la definizione di criteri
omogenei per la tenuta dell'Albo delle imprese artigiane e per la sua
armonizzazione con le procedure attinenti l'iscrizione al Registro delle
imprese;
b) elaborazione,
unitamente al competente settore regionale, e presentazione alla Giunta
regionale di un rapporto annuale concernente le attività artigianali nel
territorio regionale;
c) promozione
di forme di comunicazione stabili con le CCIAA e con Unioncamere Calabria nel
settore dell'artigianato;
d) svolgimento
di attività di documentazione, di studio e di informazione ed elaborazione di
periodiche indagini conoscitive e rilevazioni statistiche sulla struttura, le
caratteristiche, le prospettive e le potenzialità dell'artigianato in Calabria;
e) formulazione
di proposte al dipartimento regionale competente, comprese quelle di tipo promozionale,
per la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo dell'artigianato, in particolare
quello artistico e tradizionale;
f) rilascio di
pareri sui ricorsi proposti di cui all'articolo 12;
g) formulazione
di una proposta motivata ai fini dell'individuazione dei settori di cui
all'articolo 22;
h) rilascio di
pareri e formulazione di proposte per quanto riguarda i settori nei quali
effettuare i corsi di formazione professionale nell'artigianato, di bottega
scuola e alternanza scuola - lavoro;
i) espressione
di una valutazione sul riconoscimento del titolo di Maestro artigiano di cui
all'artiolo 23;
j) proposta di
riconoscimento delle botteghe-scuole di cui all'articolo 24;
k) proposta e
valutazione circa l'attribuzione del contrassegno di origine e qualità ai sensi
dell'articolo 25 ed esercizio del potere di vigilanza.
Art. 17
(Assistenza e sviluppo alle imprese artigiane)
1. La Regione sostiene le
attività finalizzate alla divulgazione dell'associazionismo e alla promozione,
assistenza e sviluppo delle imprese artigiane singole o associate e, a tal
fine, nei limiti previsti dalla legge annuale di bilancio, assegna un
contributo da ripartire tra le associazioni di categoria dell'artigianato,
secondo la definizione di cui all'articolo 3, che svolgono tali attività.
2. Entro il 31 marzo di ogni
anno, le associazioni di categoria interessate fanno pervenire al competente
dipartimento regionale la domanda di concessione del contributo di cui al comma
1, con una dettagliata relazione tecnica sulle attività svolte, le spese
sostenute e i giustificativi di spesa allegati, tutti riferiti all'anno
precedente. Le associazioni di categoria possono produrre, nei successivi venti
giorni dalla scadenza del termine di cui sopra o nel termine assegnato dalla struttura
regionale competente in materia, eventuali ulteriori documenti integrativi
della richiesta. Ai fini dell'erogazione del contributo possono essere tenute
in considerazione solo le attività promosse e realizzate direttamente dalle
associazioni di categoria e le spese da esse direttamente sostenute.
3. Il dipartimento regionale
competente, previa istruttoria delle domande pervenute, dispone la concessione
di contributi con decreto, ad ogni singola associazione che ne abbia fatto
richiesta nei termini e con le modalità di cui al comma 2, nei limiti degli
importi di spesa rendicontati dalle stesse ed entro i limiti di previsione
degli importi stanziati di cui al comma 1.
4. L'ammontare del contributo
di cui al comma 1 è così ripartito:
a) il 50 per
cento dell'importo diviso in parti uguali tra le associazioni aventi diritto
all'assegnazione del contributo e comunque nei limiti degli importi
rendicontati da ciascuna struttura interessata;
b) il 50 per
cento in proporzione all'ampiezza della rappresentatività di ciascuna
associazione, desumibile dagli abbinati INPS dell'anno precedente, certificati,
con riferimento agli artigiani ed alle imprese commerciali.
Art. 18
(Centri di assistenza tecnica per l'artigianato)
1. Al fine di assistere le
imprese nella fase di costituzione e incoraggiare i processi di ammodernamento
delle imprese artigiane calabresi, sono istituiti, su base regionale, i Centri
di assistenza tecnica per l'artigianato (CATA) attraverso l'accreditamento
presso la Regione, ove sussistano i requisiti di cui ai commi 2, 3, 4 e 5.
2. I CATA sono costituiti,
anche in forma consortile, dalle associazioni di categoria dell'artigianato che
assicurano una pluralità di strutture operative sul territorio regionale.
Possono far parte dei CATA anche:
a) gli enti e
le società di formazione professionale e le agenzie per il lavoro accreditati
dalla regione;
b) i consorzi e
le cooperative di garanzia fidi;
c) gli enti
pubblici e privati aventi esclusiva o prevalente finalità di sviluppo,
promozione e ricerca in campo economico;
d) altri enti di assistenza tecnica
eventualmente costituiti nella regione;
e) gli istituti
di credito e le società finanziarie;
f) enti
bilaterali settoriali.
3. All'interno di ciascun
CATA deve essere garantita la presenza di almeno un responsabile dell'unità
organizzativa ed un'adeguata struttura amministrativa.
4. I CATA sono autorizzati
con decreto dirigenziale, previa istruttoria compiuta dal competente
dipartimento regionale.
5. La domanda di
autorizzazione all'esercizio delle attività dei CATA è presentata al competente
dipartimento regionale in materia di artigianato, debitamente sottoscritta dal
rappresentante legale che attesti l'esistenza dei requisiti previsti dalla
presente legge ed è corredata dalla seguente documentazione:
a) atto
costitutivo e statuto della società che prevedano espressamente lo svolgimento
delle attività per le quali si chiede l'autorizzazione e l'assenza di
discriminazioni tra le imprese che si avvalgono del Centro;
b) numero di iscrizione
alla CCIAA;
c) dichiarazione
di non sussistenza nei confronti dei rappresentanti legali che costituiscono o
partecipano al CATA, di cause di divieto, di decadenza o di sospensione,
derivanti dall'applicazione della normativa antimafia;
d) copia dello
statuto dell'associazione costituente;
e) relazione
sulla struttura organizzativa e sulle competenze professionali delle risorse
umane impiegate per l'erogazione dei servizi.
6. I CATA, autorizzati ai
sensi della presente legge allo svolgimento dell'attività e alle iniziative
promozionali, devono esporre al pubblico la dicitura "Centro di assistenza
tecnica per l'artigianato" e riportare gli estremi del provvedimento
regionale di autorizzazione.
7. L'autorizzazione al CATA,
rilasciata ai sensi del presente articolo, decade o viene revocata nei seguenti
casi:
a) perdita dei
requisiti che hanno determinato il rilascio dell'autorizzazione;
b) inosservanza
delle norme sul lavoro e dei contratti collettivi di lavoro nei confronti dei
lavoratori dipendenti;
c) grave
violazione di specifiche norme settoriali o appartenenti all'ordinamento
comunitario;
d) inosservanza
delle disposizioni e degli obblighi previsti dalla presente legge.
Art. 19
(Funzioni dei CATA)
1. I CATA concorrono
all'attuazione delle politiche regionali a sostegno delle imprese artigiane e
non perseguono scopo di lucro. In particolare, svolgono prevalentemente, a
favore delle imprese artigiane e piccole e medie imprese (PMI), attività
dirette:
a) a sostenere
la creazione di nuove imprese artigiane;
b) all'assistenza
tecnica;
c) all'informazione,
formazione e aggiornamento in materia di finanza d'impresa, innovazione
tecnologica e organizzativa;
d) al miglioramento della gestione
economica e finanziaria di impresa;
e) all'accesso
ai finanziamenti anche comunitari;
f) alla
sicurezza, informazione, formazione e tutela dei consumatori;
g) alla tutela
dell'ambiente;
h) alla
diffusione di strumenti e metodologie finalizzati alla conoscenza degli antichi
mestieri;
i) alla tutela
dell'igiene e della sicurezza sui luoghi di lavoro;
j) alla
certificazione di qualità delle imprese artigiane;
k) a sostenere
il ricambio generazionale della forza lavoro, alla successione d'impresa e alla
sua trasmissione a vantaggio dei familiari del titolare, dei dipendenti, di
altri soggetti aventi i requisiti soggettivi per l'iscrizione all'Albo delle
imprese artigiane;
I) a favorire
la presenza delle imprese artigianali calabresi sui mercati nazionali e
internazionali, sia in termini di promozione economica e territoriale che di
internazionalizzazione;
m) a supportare il rafforzamento di capitale, la crescita
economica e quella dimensionale delle imprese artigiane, anche attraverso
l'accompagnamento all'utilizzo di contratti di rete e altre moderne forme di
aggregazione.
2. I CATA che intendano
svolgere attività formativa restano assoggettati ai requisiti stabiliti dalle
norme regionali di settore.
3. La Regione può avvalersi
dei CATA per ogni iniziativa volta a facilitare il rapporto tra amministrazione
regionale e imprese.
CAPO IV
Interventi a sostegno dell'artigianato
Art. 20
(Definizione)
1. La Regione, nei limiti
delle risorse previste dalla legge annuale di bilancio, può sostenere la
nascita, la qualificazione, lo sviluppo, la competitività e l'occupazione del
sistema produttivo artigiano della Calabria, sentite le associazioni di
categoria dell'artigianato, sia con interventi singoli che nell'ambito di un
piano, anche triennale, di interventi finalizzati ai seguenti obiettivi:
a) favorire e
sostenere la produzione, i servizi, la commercializzazione e l'innovazione
tecnologica, organizzativa, gestionale e finanziaria delle imprese artigiane;
b) finanziare
progetti di ricerca industriale, sviluppo competitivo, programmi di assistenza
tecnica finalizzata alla ricerca di tendenze, di stili di design,
all'aggiornamento organizzativo e manageriale dell'artigianato;
c) approfondire
la conoscenza delle problematiche dell'artigianato e promuovere l'informazione
delle imprese artigiane;
d) favorire la
formazione e l'aggiornamento professionale e imprenditoriale con interventi
specifici, sentite le associazioni di categoria e gli enti bilaterali
dell'artigianato al fine di qualificare, valorizzare e aggiornare il capitale
umano anche nell'ambito delle politiche regionali di istruzione, formazione e
lavoro;
e) promuovere e
valorizzare le produzioni dell'artigianato artistico tradizionale di qualità
anche attraverso l'istituzione di specifici marchi collettivi regionali, secondo
la disciplina nazionale ed europea;
f) sostenere l'insediamento e la
localizzazione delle imprese artigiane in aree attrezzate per la valorizzazione
delle produzioni regionali stesse, nonché finanziando la predisposizione di
infrastrutture di servizio al sistema produttivo;
g) favorire
l'accesso al credito per le imprese;
h) sostenere e
promuovere la cooperazione creditizia attraverso il concorso al fondo rischi
dei consorzi fidi operanti nella Regione Calabria nonché la concessione agli
stessi consorzi di contributi per programmi aziendali di sviluppo dei servizi
di assistenza e consulenza finanziaria;
i) sostenere
la crescita dimensionale, la costituzione e la qualificazione di reti di
imprese, progetti e programmi di filiere e cluster d'imprese, istituzione e
riconoscimento di incubatori di imprese, l'attuazione di processi di
ampliamento, ristrutturazione e riconversione; la realizzazione di programmi
tesi allo sviluppo dell'associazionismo economico e la cooperazione aziendale;
j) sostenere,
nell'ambito degli strumenti della programmazione, anche in compartecipazione
con i ministeri competenti e con il sistema camerale calabrese, processi di
internazionalizzazione del sistema produttivo artigiano con politiche di rete e
supporto alla promozione, distribuzione e commercializzazione dei prodotti,
digitalizzazione dei processi e delle imprese;
k) promuovere
iniziative intese a favorire:
1) la
continuità di attività dell'impresa artigiana;
2) il passaggio
generazionale, al fine di non disperdere le attività imprenditoriali già in
essere e di salvaguardare i livelli occupazionali;
3) la creazione
di nuove imprese artigiane, altrimenti denominate "start-up", al fine
di accrescere la nascita di nuova imprenditorialità e di favorire la crescita
occupazionale;
I) promuovere
azioni volte all'uso sostenibile e durevole delle risorse ambientali
territoriali, allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, alla riduzione
degli impatti ambientali e dei consumi energetici e idrici a salvaguardia
dell'ambiente per le future generazioni;
m) promuovere, in collaborazione con le associazioni di
categoria, il sistema scolastico e le università, iniziative volte ad
accrescere la cultura di impresa attraverso specifici progetti di alternanza
scuola-lavoro;
n) promuovere e
favorire gli insediamenti artigiani nei centri storici.
2. I CATA, nell'esercizio
della funzione di assistenza tecnica alle imprese
artigiane, possono
presentare alla Giunta regionale progetti intesi a sviluppare le politiche, le
azioni e le attività a favore dell'artigianato e PMI, anche per le finalità di
cui al presente articolo.
CAPO V
Innovazione
Art. 21
(Manifattura Innovativa)
1. La Regione riconosce il
valore artigiano e la manifattura innovativa, nelle loro diverse espressioni,
quali componenti essenziali del tessuto sociale e produttivo calabrese,
promuovendo l'innovazione attraverso la piena integrazione tra i saperi
tradizionali, le nuove conoscenze e la tecnologia.
2. La Regione, attraverso specifici accordi con i
comuni, gli enti e società del sistema regionale e nazionale, promuove e
sostiene la diffusione di spazi aperti, imprese diffuse, nuovi luoghi di lavoro
e socializzazione ai fini dello sviluppo e della valorizzazione economica e
sociale e della rivitalizzazione dei territori e centri urbani, anche a partire
dalla riqualificazione delle aree industriali dismesse e dai processi di
trasformazione urbana.
3. Nell'ambito dei predetti
accordi di cui al comma 2, i comuni e gli enti del sistema regionale possono
concedere in comodato d'uso gratuito gli immobili destinati alle imprese,
singole o associate, secondo modalità definite dalla Giunta regionale d'intesa
con gli enti interessati.
CAPO VI
Artigianato artistico tradizionale
Art. 22
(Definizione e settori tutelati)
1. Fermi restando i requisiti
dell'impresa artigiana previsti dall'articolo 6, sono definite produzioni
dell'artigianato artistico, tradizionale e dell'abbigliamento su misura:
a) le
creazioni, le produzioni e le opere di elevato valore estetico o ispirate a
forme, modelli, decori, stili e tecniche che costituiscono gli elementi tipici
del patrimonio storico e culturale, tenendo conto delle innovazioni che, nel
compatibile rispetto della tradizione artistica, da questa prendono avvio e
qualificazione, nonché le elaborazioni e lavorazioni connesse alla loro
realizzazione;
b) le
lavorazioni che vengono svolte prevalentemente con tecniche manuali, ad alto
livello tecnico professionale, con l'ausilio di apparecchiature, a esclusione
di processi di lavorazione interamente in serie; sono ammesse singole fasi
meccanizzate o automatizzate di lavorazione.
2. Rientrano nel settore
delle lavorazioni artistiche tutelate dalla presente legge anche le attività di
restauro consistenti in interventi finalizzati alla conservazione, al
consolidamento e al ripristino di beni di interesse artistico o appartenenti al
patrimonio architettonico, archeologico, etnografico, bibliografico e
archivistico, svolte in conformità alle normative vigenti.
3. Nell'ambito delle
definizioni di cui ai commi 1 e 2, i settori dell'artigianato artistico,
tradizionale e dell'abbigliamento su misura individuati e da tutelare sono
quelli della ceramica, del legno, del ferro, della tessitura e del ricamo, della sartoria, dell'oreficeria, degli
strumenti musicali, di pietre e marmi, prodotti di pasticceria e gelateria e di
tutte le lavorazioni dell'artigianato artistico e tradizionale che vengono
svolte prevalentemente con tecniche manuali.
4. Il dipartimento regionale
competente, anche su proposta dell'ORAC, individua altri settori rispetto a
quelli elencati nel presente articolo.
5. Le imprese artigiane che esercitano le
lavorazioni individuate, ed operanti da almeno tre anni, possono chiedere il
riconoscimento di impresa artigiana artistica del relativo settore, inoltrando
apposita domanda al dipartimento regionale competente, in cui viene fornita
relazione dettagliata sull'attività svolta nonché sulle tecniche di
lavorazione. Il riconoscimento dà diritto all'utilizzo del contrassegno di cui
all'articolo 25.
Art. 23
(Maestro artigiano)
1. L'attestato di Maestro
artigiano è attribuito dal dipartimento regionale competente, previa
valutazione positiva rilasciata dall'ORAC, al titolare dell'impresa artigiana
del settore dell'artigianato artistico o tradizionale, ovvero al socio di
questa purché partecipi personalmente all'attività.
2. I requisiti per il
conseguimento della qualifica di Maestro artigiano sono i seguenti:
a) anzianità
professionale di almeno dieci anni maturata nella qualità di titolare o di
socio dell'impresa artigiana;
b) adeguato
grado di capacità professionale, desumibile dal conseguimento di premi, titoli
di studio, diplomi o attestati di qualifica, anche conseguiti a seguito di
partecipazione a corsi regionali di formazione, dall'esecuzione di saggi di
lavoro o, anche da specifica e notoria perizia e competenza o dallo svolgimento
di attività formative, nonché da ogni altro elemento che possa comprovare la
specifica competenza, perizia e attitudine all'insegnamento professionale;
c) elevata
attitudine all'insegnamento del mestiere.
3. L'interessato, in possesso
dei requisiti di cui al comma 2, inoltra apposita domanda al dipartimento
regionale competente, su modulistica predisposta da quest'ultimo. L'ORAC esprime
un parere entro il termine massimo di sessanta giorni dall'inoltro della
richiesta e nei successivi trenta giorni il dipartimento emette il decreto per
il riconoscimento della qualifica di maestro artigiano.
Art. 24
(Bottega – scuola)
1. Sono denominate
bottega-scuola le imprese operanti nel settore dell'artigianato artistico e
tradizionale, di cui sia titolare o socio lavoratore un maestro artigiano di
cui all'articolo 23.
2. Le botteghe-scuola sono
riconosciute dal dipartimento regionale competente su proposta dall'ORAC e
svolgono attività formative nell'ambito dello specifico settore
dell'artigianato artistico e tradizionale di cui sono espressione.
3. Ai fini del riconoscimento
di cui al comma 2, l'impresa artigiana deve dimostrare di essere in grado di
contribuire al conseguimento di una capacità tecnica adeguata, attraverso le
competenze del maestro artigiano e le strutture idonee allo scopo.
4. L'attività formativa
presso la bottega-scuola si svolge secondo modalità determinate dalla Regione.
5. La formazione pratica
degli allievi artigiani per l'apprendimento dell'arte o del mestiere, avviene,
per tutto il periodo stabilito, sotto la personale responsabilità del titolare
della bottega - scuola. Per integrare la formazione teorica, culturale e imprenditoriale
degli allievi, le imprese che hanno ottenuto il riconoscimento di bottega -
scuola si avvalgono degli enti di formazione accreditati dalla Regione
Calabria. Al termine del periodo di formazione previsto, in seguito al
superamento di un esame teorico-pratico, secondo le modalità previste dalla
normativa vigente in materia di formazione professionale, è attribuita a
ciascun allievo la qualifica professionale.
Art. 25
(Caratteristiche del contrassegno di origine e qualità e
modalità di ottenimento)
1. Alle imprese operanti nei
settori dell'artigianato artistico-tradizionale individuati ai sensi della
presente legge può essere attribuito il contrassegno di origine e qualità della
Regione Calabria.
2. Il contrassegno di origine
e qualità porta la dicitura «Regione Calabria» seguita dalla specificazione del
tipo di lavorazione, qualificata come «artistica» e completata con la
denominazione della zona di produzione e dall'individuazione delle
caratteristiche tecnico-tradizionali di produzione.
3. Le aziende artigiane
interessate all'ottenimento del contrassegno, singole o associate, inoltrano
domanda al dipartimento regionale competente, allegando alla stessa:
a) certificato
di iscrizione all'Albo delle imprese artigiane;
b) una
relazione riguardante le caratteristiche tecniche e merceologiche degli oggetti
prodotti e le tecniche e gli stili tradizionali utilizzati, nonché il tipo di
lavorazione, il relativo processo produttivo e i materiali utilizzati.
I richiedenti sono tenuti a
fornire alla Regione, entro il termine di sessanta giorni dalla richiesta, ogni
altro documento ritenuto necessario ai fini dell'istruttoria delle domande.
4. L'uso del contrassegno è
concesso con decreto del dipartimento regionale competente su proposta
dell'ORAC. Il decreto è pubblicato nel Bollettino ufficiale telematico della
Regione Calabria.
5. Il dipartimento regionale
competente, avvalendosi della consulenza e della collaborazione dell'ORAC, può
esercitare controlli a campione sull'osservanza dei disciplinari di produzione
e sulla rispondenza delle produzioni a quanto previsto dai disciplinari e
adotta i provvedimenti di diffida, di sospensione e, nei casi più gravi, di
revoca del decreto di autorizzazione all'uso del contrassegno.
6. Le procedure relative agli
eventuali ricorsi vengono disciplinati dalle normative vigenti in materia di
ricorsi amministrativi.
Art. 26
(Albo regionale delle imprese artigiane operanti
nel settore dell'artigianato artistico)
1. L'impresa artigiana in
possesso del contrassegno di origine e qualità è iscritta nell'Albo regionale
speciale delle imprese artigiane del settore artistico e tradizionale.
2. In caso di revoca del
contrassegno, l'impresa è automaticamente cancellata dall'albo speciale.
CAPO VII
Disposizioni finali e finanziarie
Art. 27
(Sistema informativo regionale sull'artigianato)
1. La Regione Calabria
coordina i sistemi informativi già istituiti afferenti al sistema produttivo
regionale al fine del raggiungimento degli obiettivi di massima informazione e
trasparenza. I dati così raccolti, essendo pubblici, sono messi nella
disponibilità di chiunque ne faccia richiesta.
Art. 28
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dalle
disposizioni contenute nella presente legge, determinati nel limite massimo di
140.000,00 euro per l'esercizio finanziario 2018 e di 50.000,00 euro per le
annualità 2019 e 2020, si provvede mediante l'utilizzo delle risorse allocate
alla Missione 14, Programma 01 (U.14.01) dello stato di previsione della spesa
del bilancio 2018-2020 che presenta la necessaria disponibilità.
2. Alla copertura finanziaria
degli oneri per le annualità successive si provvede nei limiti consentiti dalle
effettive disponibilità di risorse autonome, per come stabilite nella legge di
approvazione del bilancio di previsione.
Art. 29
(Disposizioni finali)
1. Sono abrogate, a decorrere
dall'entrata in vigore della presente legge, le seguenti leggi e disposizioni:
a) legge
regionale 2 giugno 1980, n. 25 (Interventi diretti ad agevolare l’accesso al
credito);
b) legge
regionale 25 novembre 1989, n. 8 (Disciplina dell’artigianato);
c) legge
regionale 26 ottobre 1994, n.23 (Legge regionale 25 novembre 1989, n. 8 –
Modificazioni ed integrazioni degli artt. 21, 26 e 36);
d) legge
regionale 26 febbraio 2002, n. 11 (Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 25 novembre 1989, n. 8 ed alla legge regionale 26 ottobre 1994, n. 23
recanti: “Disciplina dell’artigianato”);
e) legge
regionale 15 marzo 2002, n. 15 (Norme sulla tutela, il recupero e la promozione
dell’artigianato artistico e tipico della Calabria);
f) articolo 38
della legge regionale 29 dicembre 2010, n. 34 (Collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2011).
Art. 1
(Modifiche
all'articolo 3 della l.r. 8/2017)
1. Il comma 2 dell'articolo 3 della legge
regionale 6 aprile 2017, n. 8 (Disposizioni per la liquidazione della
Fondazione F.I.E.L.D. e il trasferimento delle
funzioni ad Azienda Calabria Lavoro) è sostituito dal seguente:
«2. Il Commissario liquidatore è individuato
tra i dipendenti di ruolo della Giunta regionale inquadrati nella qualifica
dirigenziale, ovvero nella categoria D del personale non dirigenziale.».
Art.
2
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
vista la proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio
regionale,
delibera
di modificare il Regolamento interno del Consiglio regionale come
appresso specificato:
Art. 1
(Modifiche all’articolo 10)
1. Al comma 1 dell’articolo 10 dopo le parole
“i Segretari Questori” sono aggiunte le seguenti parole: “collaborano con il
Presidente e lo sostituiscono, in caso di assenza o di impedimento dei
Vicepresidenti, nella direzione dei dibattiti e”.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
- sono trascorsi
oltre cinquant’anni da quando sono iniziati i lavori di costruzione della
superstrada Jonio-Tirreno altrimenti detta “nuova
trasversale delle Serre”;
- tale opera
avrebbe dovuto affrancare dall’isolamento decine di comuni a cavallo tra le due
province di Catanzaro e Vibo Valentia nonché costituire un’importante
infrastruttura di collegamento tra il versante tirrenico e quello jonico dell’area centrale della Calabria;
- l’opera stessa
si è trasformata in un emblema delle inefficienze e delle incapacità dei vari
Governi centrali di creare infrastrutture funzionali allo sviluppo del
territorio calabrese;
- la tempistica
che l’Anas ha recentemente indicato per la prosecuzione dei lotti ancora da
realizzare risulta insoddisfacente in quanto nel 2018 verranno sbloccati solo
due piccoli cantieri: lo svincolo autostradale di Vazzano
e un raccordo di pochi chilometri a Monte Cucco e null’altro, dunque, se non
una generica promessa di riappalto della bretella di Gagliato,
desolatamente abbandonata da un decennio;
- il completamento
dell’opera, addirittura sarebbe previsto per epoca successiva al 2025;
- grande
incertezza risulta persistere, altresì, in merito al tronco di collegamento con
la costa jonica, da Gagliato
a Soverato, rimasto addirittura senza copertura finanziaria;
impegna
la Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria ad
attivarsi presso il Governo affinché, in tempi brevi, sia ridefinito il crono
programma di realizzazione e completamento dell’intera infrastruttura statale.
Il Consiglio regionale
premesso che:
- il 7 dicembre
2016 la Regione Calabria ha firmato con le organizzazioni sindacali un accordo
teso al riutilizzo di risorse finanziarie per sostenere tirocini della durata
di sei mesi da svolgersi presso enti locali ed imprese a cura di lavoratori già
percettori dell’indennità di mobilità in deroga;
- successivamente,
ottenuta l’autorizzazione del Ministero del Lavoro e siglata l’intesa con
l’Inps, si provvedeva ad emanare bando regionale pubblico di reclutamento;
- la graduatoria
definitiva, pubblicata nel giugno 2017, portava all’utilizzo presso comuni e
imprese di tutta la Calabria di 5.583 lavoratori, qualificati come tirocinanti;
- i tirocini
avviati nel periodo estivo del 2017 sono già giunti – o in pochi altri casi
stanno giungendo – a conclusione;
- nel corso di
questi mesi i tirocinanti sono stati vittime di gravi negligenze, la più
rilevante delle quali quella consistita nel pagamento delle indennità maturate,
liquidate solo ad inizio 2018 ed in qualche circostanza a diversi lavoratori ad
oggi non ancora corrisposte;
- la scadenza dei
tirocini avviati nell’estate 2017 rende comunque urgente e necessario pensare
all’attivazione di nuove misure destinate al sostegno dei lavoratori ex
percettori di mobilità in deroga e ciò anche a garanzia degli enti interessati
dal loro impiego, dal momento che gli stessi hanno acquisito un patrimonio di
conoscenze e professionalità indispensabile per l’erogazione di molti servizi
primari;
impegna
Il Governo regionale ad assumere tutte le iniziative necessarie ed
idonee affinché:
- siano celermente
completate, in favore di tutti i tirocinanti, le operazioni di pagamento delle
indennità dagli stessi maturate, qualora eventualmente non ancora ultimate;
- persegua la
definizione urgente della Banca dati relativa a queste figure;
- verifichi, di
concerto con il Ministero del lavoro, la possibilità di addivenire alla
costituzione di un bacino dedicato;
- provveda alla
definizione, in tempi rapidi, delle misure utili ad assicurare ulteriori
opportunità, anche attraverso specifici bandi, ai lavoratori già percettori di
indennità di mobilità in deroga, in particolate assicurando la prosecuzione
nell’immediato del tirocinio presso gli Enti attraverso la formula del
perfezionamento del tirocinio stesso, che consentirebbe di ridurre i tempi di
reinserimento, evitando inutili disagi;
- curi la
progettazione di politiche attive, con programmazione sistematica per la
captazione dei fondi necessari;
- promuova un
incontro con i rappresentanti sindacali dei lavoratori ex percettori di
mobilità in deroga ed il comitato autonomo tirocinanti;
- elabori e rediga
con urgenza un piano per il lavoro, da sottoporre al vaglio del Consiglio
regionale, per discutere ed affrontare in maniera più approfondita la tematica,
pure nel confronto con le organizzazioni sindacali e dei lavoratori.
Art. 1
(Finalità e obiettivi)
1. La Regione
Calabria, nel rispetto delle norme costituzionali e della normativa comunitaria
e nell'ambito dei propri strumenti di programmazione strategica, promuove la
tutela dei diritti e degli interessi individuali e collettivi dei cittadini
quali consumatori e utenti di beni e servizi in godimento individuale e
collettivo.
2. In particolare, la Regione
persegue i seguenti obiettivi:
a) tutela e
promozione della salute;
b) tutela e
promozione della sicurezza e della qualità dei prodotti e dei servizi;
c) corretta
informazione ed educazione al consumo;
d) promozione
dello sviluppo dell'associazionismo di consumatori ed utenti, nel rispetto
dell'autonomia e indipendenza delle singole associazioni;
e) valorizzazione
della collaborazione con le autonomie locali nei compiti istituzionali;
f) sviluppo di azioni coordinate tra i diversi soggetti
coinvolti;
g) accesso ai
servizi pubblici secondo costi e standard tali da garantire requisisti di
qualità, efficienza, efficacia ed equità;
h) informazione
e accesso gratuito a tutti gli atti pubblici nonché la consultazione e
partecipazione nei procedimenti delle pubbliche amministrazioni, nel rispetto
delle vigenti norme disciplinanti la materia.
3. Per la definizione di
consumatore o utente e di associazioni dei consumatori e degli utenti si fa
riferimento alle disposizioni contenute nel decreto legislativo 6 settembre
2005, n. 206 (Codice del consumo).
Art. 2
(Sostegno all'associazionismo)
1. La Regione sostiene
l'attività delle associazioni senza scopo di lucro aventi quale finalità
esclusiva la tutela dei consumatori e degli utenti, iscritte nell'elenco di cui
all’articolo 5.
2. La Regione promuove la
collaborazione fra associazioni di consumatori e utenti e pubbliche
amministrazioni per l'erogazione dei servizi pubblici secondo standard di
qualità e di efficienza.
Art. 3
(Istituzione del Comitato regionale dei consumatori e degli
utenti)
1. E' istituito il Comitato
regionale dei consumatori e degli utenti (CRCU), quale organismo di supporto
della Regione per il perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1 e con i
seguenti compiti:
a) esprimere
pareri su atti di programmazione e proposte di legge che riguardino gli
interessi dei consumatori e degli utenti;
b) proporre
agli organi competenti l'effettuazione di studi, ricerche, indagini di
carattere generale e altre iniziative sulle problematiche inerenti il consumo e
la qualità dei servizi resi all'utenza;
c) formulare
proposte atte a favorire forme di collaborazione con analoghi organismi
regionali, nazionali e dell'Unione europea in materia di tutela dei consumatori
e degli utenti;
d) esprimere
pareri sui programmi di cui all’articolo 6;
e) trasmettere al Presidente della
Regione, entro il 31 gennaio di ogni anno, una relazione sull'attività svolta
nell'anno precedente.
Art. 4
(Composizione e funzionamento del CRCU)
1. Il CRCU ha sede presso il
dipartimento regionale competente in materia di attività produttive ed è
composto:
a) dall'asssessore
regionale in materia di attività produttive, o suo delegato, che lo presiede;
b) dal
dirigente generale del dipartimento regionale competente in materia di attività
produttive, o da un suo delegato;
c) da un
rappresentante designato da ciascuna delle associazioni dei consumatori e degli
utenti, iscritte nell'elenco regionale di cui all’articolo 5;
d) da un
rappresentante designato da Unioncamere Calabria;
e) da un
rappresentante designato dall'Associazione regionale dei Comuni della Calabria
(Anci Calabria).
2. Per lo svolgimento dei
propri compiti, il CRCU si avvale del supporto della struttura regionale
competente in materia, così come individuata dalla Giunta regionale. Le
funzioni di segreteria sono svolte da un funzionario regionale designato dalla
struttura stessa.
3. Il CRCU è nominato con
decreto del Presidente della Giunta regionale, su proposta dell'assessore
regionale in materia di attività produttive e rimane in carica per la durata
della legislatura. Il Comitato è rinnovato entro sessanta giorni
dall'insediamento del Consiglio regionale.
4. Entro sessanta giorni
dall'insediamento, il CRCU adotta un proprio regolamento di funzionamento, nel
quale definisce anche i criteri per l’accesso ai programmi di cui all’articolo
6.
5. Sono organi del CRCU:
a) Il
Presidente, che svolge le seguenti funzioni:
1) ha la
rappresentanza del Comitato, ne convoca e presiede le riunioni;
2) stabilisce
l'ordine del giorno delle riunioni;
3) sottoscrive
gli atti adottati dal CRCU e li invia ai competenti Organi della Giunta
regionale o agli interessati;
4) cura la
redazione del rapporto annuale sull'attività del CRCU;
b) Il
Vicepresidente, che coadiuva il Presidente nell'esercizio delle sue funzioni,
sostituendolo in caso di assenza o impedimento.
6. Alle riunioni del CRCU
possono essere invitati esperti nelle materie in discussione.
7. Qualora, dopo la nomina
del CRCU, nuove associazioni vengano iscritte nell'elenco di cui all'articolo
5, oppure associazioni già iscritte vengano cancellate, il Presidente della
Giunta regionale provvede a modificare la composizione del Comitato.
8. Ai componenti del CRCU ed
agli esperti di cui al comma 6 non spetta alcun compenso, neanche a titolo di
rimborso spese.
9. Le funzioni di supporto
organizzativo al CRCU, nonché le attività di segreteria sono svolte dalla
competente struttura operativa di cui al comma 2.
Art. 5
(Elenco regionale delle associazioni dei consumatori e degli
utenti)
1. E’ istituito, presso il
dipartimento regionale competente in materia di attività produttive, l'elenco
regionale delle associazioni dei consumatori e degli utenti, al quale possono
iscriversi le associazioni senza fini di lucro, costituite da almeno tre anni
per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, con uno statuto che
preveda come scopo esclusivo la tutela dei consumatori e degli utenti e un
ordinamento a base democratica, in possesso dei seguenti requisiti:
a) effettiva
rappresentanza sociale, comprovata dai seguenti indicatori:
1) numero di
iscritti non inferiore allo 0,4 per mille della popolazione della Calabria,
documentato da un proprio elenco regionale;
2) predisposizione
di un bilancio annuale delle entrate e delle uscite con l'ammontare delle quote
versate dagli associati in Calabria ed evidenziate nel bilancio annuale o nel
rendiconto e tenuta dei libri contabili, conformemente alle nonne vigenti in
materia di contabilità delle associazioni non riconosciute;
b) strutturazione
regionale e decentrata nel territorio, comprovata dai seguenti indicatori:
1) presenza di
almeno tre sportelli, di cui uno quale sede regionale, dislocati in almeno due
province, o città metropolitana, diverse della Calabria, non ubicati in sedi
coincidenti con immobili adibiti a
civile abitazione e dove si svolge l'attività, vengono date informazioni ai
cittadini, viene fornita assistenza, attivate forme di tutela, gestite le
relative pratiche e conservati i dati utili per verifiche e monitoraggi;
2) apertura di
tutti gli sportelli garantita per almeno due giorni settimanali;
c) svolgimento di
attività continuativa sul territorio regionale da almeno tre anni, attestata
dalla presenza contestuale dei seguenti indicatori:
1) statuto
regionale o, in mancanza, statuto nazionale adottato almeno tre anni prima
della data di presentazione della domanda di iscrizione;
2) documentazione
attestante l'apertura di tre sportelli o sedi in due diverse provinc, o città
metropolitana, diverse della Calabria almeno tre anni prima della data di
presentazione della domanda di iscrizione;
3) documentazione
delle iniziative realizzate negli ultimi tre anni sul territorio regionale e
bilanci o rendiconti degli ultimi tre anni regolarmente approvati dagli organi
preposti;
d) non avere i
rappresentanti legali dell’associazione subìto alcuna condanna passata in
giudicato e non rivestire i medesimi rappresentanti la qualifica di
imprenditori o di amministratori di imprese di produzione e servizi in
qualsiasi forma costituite, per gli stessi settori in cui opera l'associazione.
2. Alle associazioni dei
consumatori e degli utenti è preclusa ogni attività di promozione o pubblicità
commerciale avente per oggetto beni o servizi prodotti da terzi ed ogni
connessione di interessi con imprese di produzione e di distribuzione.
3. La perdita di uno dei
requisiti necessari per l'iscrizione comporta la cancellazione
dell'associazione dall'elenco.
Art. 6
(Attuazione piani di attività)
1. La Regione, allo scopo di
perseguire gli obiettivi di cui all'articolo 1, concede contributi nei limiti
delle disponibilità di bilancio a favore delle associazioni iscritte
nell’elenco di cui all'articolo 5, a sostegno del loro funzionamento per la
realizzazione di programmi finalizzati all'educazione, all'assistenza nelle
controversie, alla formazione, all'informazione e alla tutela dei consumatori e
degli utenti.
2. La Giunta regionale
approva i programmi di cui al comma 1 previo parere del CRCU. L'utilizzo dei
relativi fondi e i rapporti con le associazioni dei consumatori sono
disciplinati da apposite convenzioni.
3. Ai fini della concessione
dei finanziamenti di cui al comma 1, le associazioni interessate possono
presentare, entro sessanta giorni dall'approvazione dei programmi di cui al
comma 2, apposita domanda corredata dai progetti o dalle iniziative che si
intendono attuare e dal relativo piano economico-finanziario. Il dipartimento
competente in materia di attività produttive determina, previa istruttoria da
parte della struttura regionale competente di cui al comma 2 dell’articolo 4 e
secondo i criteri stabiliti dal CRCU, la graduatoria delle domande presentate
e, sulla base della stessa, individua le associazioni beneficiarie dei
finanziamenti.
4. Nella relazione di cui
alla lettera e) dell’articolo 3 si dà atto delle attività di cui al presente
articolo.
Art. 7
(Osservatorio dei prezzi e delle attività produttive)
1. E' istituito
l’Osservatorio regionale dei prezzi e delle attività produttive che, in
coerenza con gli obiettivi e le metodologie dell'Osservatorio nazionale
istituito presso il Ministero dello sviluppo economico, svolge le seguenti
attività:
a) esamina
l'andamento generale dei prezzi dei prodotti, delle tariffe e dei servizi per
propone progetti e iniziative alla Giunta regionale diretti a realizzare
strumenti efficaci di difesa e tutela dei consumatori;
b) organizza ed
elabora tutti i dati disponibili sugli andamenti dei prezzi e delle attività
produttive attinenti le realtà regionali;
c) effettua
prove comparate su standard qualitativi e prezzi;
d) predispone
annualmente un rapporto, da pubblicarsi sul sito istituzionale della Regione,
con le risultanze delle osservazioni e delle attività rilevate nei settori del
turismo, dell’industria manifatturiera, dell'artigianato, dei servizi e del
commercio.
2. L'Osservatorio può
avvalersi, per le finalità di cui alla presente legge, della collaborazione
delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, delle aziende
sanitarie, dei laboratori autorizzati, dell'Agenzia regionale per la protezione
ambientale della Calabria (ARPACAL), richiedendo di effettuare analisi
qualitative chimiche o chimico-fisiche ai sensi delle normative regionali e
nazionali riguardanti la tutela igienica degli alimenti e delle bevande, nonchè
il controllo degli scarichi idrici e dell'inquinamento atmosferico.
3. L'Osservatorio ha sede
presso il dipartimento regionale competente in materia di attività produttive.
4. Nello svolgimento
dell'attività di trattamento dei dati, l'Osservatorio svolge una funzione di
pubblico interesse.
Art. 8
(Norma transitoria)
1. L'iscrizione delle
associazioni dei consumatori e degli utenti nell’elenco previsto dall'articolo
5 del regolamento regionale 10 maggio 2005, n.4, produce effetti solo per la
durata di dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge, periodo
entro il quale le medesime associazioni possono richiedere l'iscrizione
nell'elenco con le modalità di cui all'articolo 5 della presente legge.
Art. 9
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dalle
disposizioni contenute nella presente legge, determinati nel limite massimo di
100.000,00 euro per l'esercizio finanziario 2018 e di 100.000,00 euro per le
annualità 2019 e 2020, si provvede mediante l'utilizzo del "Fondo
occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che
si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio", iscritto alla
Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2018-2020, che presenta la necessaria disponibilità.
2. Alla copertura finanziaria
degli oneri per le annualità successive si provvede nei limiti consentiti dalle
effettive disponibilità di risorse autonome, per come stabilite nella legge di
approvazione del bilancio di previsione.
3. La Giunta regionale è
autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione
2018-2020 con prelievo dal fondo speciale di cui al comma 1 ed allocazione alla
Missione U.14, programma 02 (U.14.02) dello stato di previsione della spesa del
bilancio medesimo.
Art. 10
(Abrogazioni)
1. Dalla data di entrata in
vigore della presente legge sono abrogati:
a) il
regolamento regionale 10 maggio 2005, n. 4 (Norme per la tutela dei consumatori
e degli utenti. Istituzione di un osservatorio dei prezzi, dei consumi e delle
attività produttive (art. 14 bis L.R. n. 8 del 26.6.2003));
b) il
regolamento regionale 5 ottobre 2006, n. 1 (Regolamento regionale n. 4 del 10
maggio 2005 recante “Norme per la tutela dei consumatori e degli utenti.
Istituzione di un osservatorio dei prezzi, dei consumi e delle attività
produttive” (art. 14 bis L.R. n. 8 del 26.6.2003) – modificazioni).
Art. 11
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione
Calabria.
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che:
- nel mese di
dicembre 2017 è stato siglato il Protocollo d’intesa sperimentale tra Inps
Calabria e Regione Calabria con il quale si è convenuto affidare all’Inps le
funzioni relative all’accertamento dei requisiti sanitari in materia di
invalidità civile, cecità civile, sordità civile, disabilità e handicap, già di
competenza delle Aziende Sanitarie regionali;
considerato che:
- sono giunte
innumerevoli segnalazioni da parte di cittadini con disabilità, che versano in
condizioni di estrema gravità, per manifestare la concreta difficoltà a
raggiungere, pur essendo trasportabili, la sede provinciale di Reggio Calabria,
individuata dall’Inps, per effettuare le visite legali per i richiedenti
l’invalidità, che comporta, oltre ad un notevole aggravio economico per il trasporto,
anche lunghi tempi di attesa dinanzi alla sede reggina, dove vengono
indirizzati tutti gli invalidi dell’intera provincia, che sicuramente
presentano gravissime sofferenze;
impegna
il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso la Direzione
Regionale Inps per integrare alla sede di Reggio Calabria, ai fini
dell’accertamento dei requisiti in materia di invalidità, anche le sedi Inps di
Locri e Palmi, alleviando, in tal modo, le manifestate difficoltà dei cittadini
con disabilità grave e dell’intera provincia.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- il diabete è una
malattia cronica in cui si ha un aumento della glicemia, ovvero dei livelli di
zucchero nel sangue, che l’organismo non è in grado di riportare alla
normalità;
- l’obiettivo
primario nella gestione del diabete consiste nel garantire una soddisfacente
qualità di vita attraverso la prevenzione delle complicanze acute e croniche
provocate dalla malattia;
- la capacità
della persona con diabete nel gestire la propria malattia è un ingrediente
fondamentale per la prevenzione delle complicanze e garantire una soddisfacente
qualità di vita;
- con il Piano
nazionale diabete, il Ministero della Salute ha definito obiettivi e iniziative
sulla prevenzione, diagnosi e gestione della patologia;
- la Regione
Calabria nel 2013, recependo le indicazioni del Piano nazionale, ha adottato i
“Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziale per la malattia diabetica
nell’adulto e nell’età pediatrica”;
- le
raccomandazioni per un uso appropriato dei dispositivi medici negli adulti e in
età pediatrica definiscono per ogni condizione clinica il bisogno di
dispositivi medici della persona;
considerato che:
- tra i presidi
per il monitoraggio usati nella nostra regione risultano i dispositivi per il
monitoraggio continuo della glicemia (CGM) ma non vengono inseriti i sistemi di
monitoraggio flash;
- dal febbraio
2016 è disponibile in commercio un sistema di monitoraggio flash (Flash Glucose Monitor) FreeStyle Libre
– Abbott, che, senza necessità di fori sul polpastrello, in quanto si applica
nella parte superiore del braccio ed ha la durata di due settimane, e dunque
senza dolore, permette di stimare il valore della glicemia tramite la
misurazione del glucosio interstiziale, registrando il trend delle 8 ore
precedenti, consentendo di ridurre di molto il numero misurazioni, a vantaggio
della qualità di vita di questi pazienti diabetici;
rilevato che:
- con il sistema
di monitoraggio flash della glicemia si evidenzia come la combinazione di un
nuovo sistema di monitoraggio della glicemia in associazione a un miglior
utilizzo di un metodo educativo come il conteggio dei carboidrati possa
determinare effetti positivi sul controllo glicometabolico
dei pazienti diabetici;
- l’uso del FreeStyle Libre – Abbott nei bambini porterebbe a vantaggi
ancora maggiori che negli adulti, sia perché il ricorso a pratiche dolorose nei
piccoli ha un impatto emotivo ancora maggiore, sia consentendo una più normale
vita sociale e di relazione: rilevare la glicemia anche di notte senza
svegliare il bambino, a scuola o durante l’attività fisica senza pratiche
invasive e che possono mettere a disagio il bambino davanti ai compagni;
- il sistema di monitoraggio flash (Flash Glucose Monitor) FreeStyle Libre
– Abbott risulta particolarmente indicato per i bambini/ragazzi di età compresa
tra 0 e 18 anni in quanto migliora il controllo glicemico e la qualità della
vita;
- da studi
comparati non comporta oneri aggiuntivi per le Aziende ASP, ma prevede margini
di risparmio economico mensile di circa il 20% per ogni paziente;
appreso che:
- l’Associazione
Giovani Diabetici ONLUS Cosenza ha chiesto al Presidente della Giunta regionale
che venisse reso rimborsabile dal SSN il FreeStyle
Libre – Abbott, sistema di monitoraggio flash (Flash Glucose
Monitor), per tutti i soggetti affetti da D.M. di tipo 1 di età compresa tra 0
e 18 anni, o a tutti quei soggetti con diabete scompensato che presentano
richieste con quantitativi di strisce > 150/mese;
ritenuto che:
- ogni metodo
utile al conseguimento di risultati positivi per la vita dei pazienti sia da
valutare, studiare, sperimentare e utilizzare;
rilevata:
- l’opportunità di
fornire una risposta tempestiva e concreta al fine di dare un positivo e
tempestivo riscontro alla problematica posta dalla suddetta Associazione;
tutto ciò premesso e considerato,
impegna
il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore regionale alla
Tutela della salute e politiche sanitarie a porre in essere ogni iniziativa
idonea all’introduzione di un presidio di monitoraggio flash della glicemia
(Flash Glucose Monitor), come accade in altre
regioni, favorendone la prescrizione per il rimborso da parte del SSN.
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che:
- diversi e
numerosi sono gli istituti scolastici professionali calabresi abilitati al
rilascio del diploma in tecnico dei servizi sociali;
- centinaia sono
gli studenti che ogni anno conseguono detto titolo di studio;
- tuttavia, agli
stessi è sostanzialmente precluso l’ingresso nel mondo del lavoro, dal momento
che, per conseguire la qualifica OSS, sono considerati ala stregua di qualunque
altro aspirante a detta qualifica, ad onta del titolo di studio posseduto, e
perciò costretti a seguire corsi a pagamento;
- tale situazione
si appalesa come gravemente discriminatoria, oltre che penalizzante per i
giovani calabresi e lesiva anche della dignità e del ruolo degli istituti
tecnici professionali;
- già da tempo
altre Regioni, da ultimo la Puglia, hanno ovviato a tale situazione
sottoscrivendo specifici accordi tra la stessa Regione e l’Ufficio scolastico
regionale di riferimento, prevedendo esplicitamente la validità del diploma in
tecnico dei servizi sociali anche come qualifica in operatore socio-sanitario,
mediante un’integrazione del percorso di studi direttamente nell’istituto
scolastico frequentato, con previsione di un percorso formativo
extracurriculare con quota di tirocinio pratico applicativo di 450 ore
nell’ultimo triennio di studi;
- la soluzione
indicata pare essere rispettosa della dignità degli studenti e delle
istituzioni scolastiche e, al tempo stesso, sufficiente garanzia
all’ottenimento di una qualificata formazione professionale;
impegna
il Governo regionale ad intraprendere le iniziative necessarie ed idonee
a consentire l’equiparazione del diploma in tecnico dei servizi sociali a
qualifica in operatore socio-sanitario.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- la legge della
Regione Calabria n. 66 del 20 dicembre 2012 ha istituito l’A.R.S.A.C.
– Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese;
- con L.R. n. 5 del 12.02.2016 è stata istituita la Gestione
Stralcio A.R.S.S.A., incardinata in A.R.S.A.C.;
- con successiva
propria delibera il Direttore Generale dell’A.R.S.A.C.,
nel recepire la citata L.R., ha istituito in A.R.S.A.C. la Gestione Stralcio A.R.S.S.A.;
- nel corso degli
anni diversi dipendenti a tempo indeterminato di A.R.S.S.A.
(oggi Gestione Stralcio), cessati dal servizio ai sensi della L.R. n. 9/2007 (c.d. esodo incentivato), hanno chiesto,
previo accertamento del diritto all’inserimento dei ratei della 13^ mensilità e
del 10% del Fondo di Previdenza tra le voci della retribuzione componenti lo stipendio
tabellare nel calcolo dell’incentivo all’esodo regionale anticipato dal
rapporto di lavoro, la condanna dell’Ente al pagamento delle somme determinate
da detta inclusione, oltre accessori di legge;
- sempre negativa
è stata la risposta fornita dall’Azienda, al punto che la stessa è stata
ripetutamente citata in giudizio dai lavoratori perché questi vedessero
finalmente riconosciuto il loro diritto:
- l’A.R.S.S.A., puntualmente costituitasi in giudizio,
contestava anche in quella sede ogni richiesta, sostenendo d’aver correttamente
proceduto al calcolo delle somme liquidate a titolo di buonuscita e la natura
di atto di transazione del contratto in questione, eccependo l’inammissibilità
delle pretese avanzate in giudizio e su tutte l’assoluta infondatezza delle
eccezioni inerenti la declaratoria di incostituzionalità dell’art. 44 c. 2
della L.R. n. 15/2008, così come di quelle inerenti
il Fondo di Previdenza, il quale non figurerebbe all’interno del trattamento
economico proprio dei dipendenti ex Esac Impresa, poi
trasfuso nell’A.R.S.S.A., oggi Gestione Stralcio;
- la Corte
d’Appello prima, e più di recente la Corte di Cassazione, quest’ultima con
sentenza n. 1748/2017, ha tuttavia riconosciuto la fondatezza delle richieste
avanzate dai lavoratori, condannando ripetutamente l’A.R.S.S.A.
al pagamento a titolo di differenza tra l’incentivo all’esodo determinato
includendo nella relativa base di calcolo la 13^ mensilità e quanto già erogato
in virtù del contratto di risoluzione consensuale, oltre ad interessi e spese
legali;
- compito delle
istituzioni dovrebbe essere quello di garantire equità e giustizia, specie in
favore dei lavoratori;
- la Regione
Calabria, attraverso la Giunta regionale, dispone degli strumenti idonei acchè tali principi vengano rispettati da A.R.S.S.A. in favore di tutti i lavoratori aderenti al
piano di incentivazione esodo, nel rispetto ed in esecuzione di quanto imposto
da cogenti pronunce giudiziarie;
impegna
il Governo regionale:
- ad assumere
tutte le iniziative necessarie e idonee affinché anche ai dipendenti dell’Ex Esac Impresa aderenti al Piano di incentivazione esodo
vengano riconosciute le somme spettanti a titolo di tredicesima mensilità e
quattordicesima mensilità tra le voci della retribuzione componenti lo
stipendio nel calcolo dell’incentivo regionale anticipato nel rapporto di
lavoro.