X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 46
SEDUTA Di GIOVEDI’ 18 GENNAIO 2018
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE NICOLA IRTO
Presidenza del Presidente Nicola Irto
La seduta inizia alle 16,58
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore
a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
Pone ai voti il verbale della seduta precedente che
è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle comunicazioni.
Iniziamo i lavori della seduta. Ha chiesto la parola
il consigliere Tallini per una questione di carattere personale. Prego, ne ha
facoltà.
Ringrazio l'intero Consiglio regionale in tutte le sue
articolazioni, quindi anche la Giunta, i molti collaboratori e lavoratori che
partecipano e che consentono lo svolgimento delle sedute del Consiglio che mi
sono stati vicini in un momento particolare di un mio lutto familiare. Questa è
l'occasione per farlo formalmente e ufficialmente. Vi ringrazio tutti.
Grazie, consigliere Tallini. Ha chiesto di intervenire
il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, chiedo che sia inserita all’ordine
del giorno la mozione protocollo numero 46240 del 14 novembre 2017 e l'ordine
del giorno protocollo numero 2854 del 18 gennaio 2018.
Pongo in votazione l’inserimento della mozione
protocollo numero 46240, a firma del consigliere Sergio ed altri, e dell'ordine
del giorno proposto dal consigliere Sergio, protocollo numero 2854, che sono inseriti.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha
facoltà.
Presidente, chiedo l'inserimento all'ordine giorno
della mozione numero 110 del 17 gennaio 2018.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha
facoltà.
Per chiedere l’inserimento di due ordini del giorno:
uno sul mancato riconoscimento della tredicesima mensilità ai lavoratori aderenti
al piano di incentivazione all’esodo Arssa e l'altro
sul riconoscimento del diploma di tecnico dei servizi sociali quale qualifica
di Operatore Socio Sanitario, che erano già agli atti del consiglio dal 19
dicembre dello scorso anno.
Pongo in votazione l’inserimento dei due ordini del
giorno presentati dal consigliere Gallo.
(Il
Consiglio approva)
Pongo in votazione l'inserimento della mozione numero
110 a firma del consigliere Bova.
(Il
Consiglio approva)
Partiamo con il primo punto all'ordine del giorno che è
l'esame abbinato delle proposte di legge numero 34/10^ e 221/10^ relative alla “Istituzione
del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà
personale”. Cedo la parola al consigliere Sergio per l’illustrazione del testo.
Prego.
Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi,
rappresentanti della Giunta. Questa proposta di legge è frutto di un esame
abbinato: la proposta di legge numero 34/10^ di iniziativa del consigliere
Nicola Irto, recante “Istituzione del Garante regionale delle persone
sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale” e della
proposta di legge numero 221/10^ d'iniziativa del sottoscritto, recante
“Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive
o limitative della libertà personale dell'osservatorio regionale per le politiche
penitenziarie”.
Signor Presidente, l'esame odierno in Consiglio della
presente proposta è il risultato di un approfondito e proficuo lavoro che la
prima Commissione ha portato avanti in questa prima metà di legislatura sull'esame
abbinato della proposta di legge 34/10 e 221/10^, relativo alla istituzione
della figura del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive
o limitative della libertà personale.
La Commissione ha approvato all'unanimità la proposta
il 20 settembre 2017.
Come ormai ben sappiamo, la proposta di legge in
questione mira ad istituire il Garante regionale delle persone sottoposte a
misure restrittive o limitative della libertà personale, figura di mediazione,
dotata di autorevolezza istituzionale, autonoma sia rispetto
all'amministrazione penitenziaria sia rispetto all'amministrazione giudiziaria,
indipendente, in grado di intervenire di propria iniziativa ovvero su richiesta,
per migliorare le condizioni detentive e per consentire, all'interno delle
stesse strutture, l'esercizio dei diritti essenziali dell'uomo. La figura del Garante
risulta essere quella di un riferimento diretto per tutti coloro che si trovano
privati, per ragioni di giustizia, della libertà personale.
La Regione Calabria è una delle poche regioni italiane
ancora prive della figura del Garante, come si è avuto modo di evidenziare nel
corso dei precedenti lavori di Commissione. Tuttavia pare evidente che il
legislatore regionale sta lavorando attivamente per colmare il gap legislativo e così dotare la Regione
Calabria della figura istituzionale del Garante.
La Commissione, nel corso delle sedute tenutesi, ha
dato spazio ad importanti audizioni con attivisti ed addetti del settore. Proprio
per rispondere alle esigenze esplicitate ed in virtù del ruolo determinante che
caratterizza la Regione nei rapporti con le altre componenti istituzionali e
sociali, in ossequio al principio di sussidiarietà, per la programmazione, il
coordinamento ed attuazione delle politiche sociali, fra tutte quelle socio-lavorative
di reinserimento, è stato disegnato il presente progetto di legge regionale.
La proposta costa di 13 articoli. Al fine di rendere
il testo pienamente in linea con il dettato costituzionale, sono stati
presentati tre emendamenti, rispettivamente, agli articoli 2, 5 e 7, mentre un
quarto emendamento all'articolo 12 adegua la norma finanziaria al bilancio
2018-2020.
E’ opportuno e doveroso ricordare che l'istituzione di
una simile figura comporta degli ulteriori oneri a carico del bilancio
regionale. Le spese riguardano sia il trattamento economico del Garante sia
l'assegnazione di fondi al Garante, esclusivamente per i costi generali di
funzionamento entro i limiti previsti dalla norma finanziaria.
La proposta ha ottenuto il parere finanziario
favorevole all'unanimità della Commissione bilancio nella seduta del 30
novembre 2017. Ringrazio il Presidente e tutti i componenti del Consiglio e,
per quanto sin qui esposto, chiedo a codesto onorevole consesso di esitare
favorevolmente la proposta di legge, appena presentata. Grazie
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ferro. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, per avermi dato la parola. Grazie
a lei e al consigliere Sergio per la sensibilità che, devo dire, abbiamo trovato
rispetto all'istituzione del Garante dei detenuti che ritengo sia arrivato in
ritardo, ma mai troppo tardi perché è una figura fondamentale per quello che
riguarda le strutture e soprattutto coloro che si ritrovano all'interno delle
case circondariali.
Ringrazio perché quanto è stato richiesto in Commissione,
anche rispetto all'ampliamento dell'articolo 1 e dell'articolo 3 comma 5, è
avvenuto. Ritengo, rispetto non soltanto agli emendamenti che il consigliere
Sergio in questo momento ha sottolineato, che andrebbe un po' evidenziato
quello che più volte ci siamo detti in Commissione nella relazione illustrativa
e cioè guardare anche a quella parte dei minori che sono, in qualche modo,
presi in carico dal sistema penale minorile; pertanto, andrebbe integrata, dicendo
che non soltanto coloro che sono nelle strutture carcerarie, quindi col sistema
detentivo che sembra rivolto alla parte esclusiva dei detenuti o del sistema Dap. Se possibile, chiedo, quindi, in qualche modo rispetto
a quelle integrazioni, che già sono state accolte e per le quali ringrazio, di poter
inserire quanto previsto dalla legge in questione all'articolo 2 rispetto alle
finalità e soprattutto al comma 2 di detto articolo.
Auspico che questa proposta di legge sia approvata all’unanimità
perché rappresenta una delle conquiste, delle battaglie del nostro millennio in
cui tanti detenuti hanno bisogno di questa figura, attraverso quelle che sono
le figure deputate; mi riferisco ai magistrati di sorveglianza, ai direttori
delle case circondariali e - perché no? consigliere Sergio - anche a settori che possano in qualche modo
incidere con queste strutture che, ahimè, spesso navigano in difficoltà.
Penso alla formazione professionale; più volte ho
chiesto che si potessero espletare corsi di sicurezza per i detenuti,
soprattutto con condanna a “fine pena mai”, per potere, per esempio,
intervenire proprio sulla parte strutturale delle carceri, come richiesto da
molti direttori e non ultimo dalla dottoressa Paravati della casa circondariale
di Siano.
Ringrazio perché credo che, insieme ad una figura già
presente e cioè il Garante per l'infanzia, questa fosse una figura fondamentale
e sostanziale, per quanto riguarda ovviamente le tante necessità che ritroviamo
nei nostri territori e ribadisco che auspico si possa intervenire ampliando
questo comma per i minori, i tanti extracomunitari che spesso sono accolti in
strutture non detentive, ma che devono comunque vedere la figura del Garante
insieme a quella del Garante dell'infanzia.
Ringrazio perché in qualche modo ci sono dei testi di
legge che credo quando trovino la condivisione anche della minoranza tutta; poi,
alla fine, risultano importanti, anche rispetto a istituzioni che esistono da
molti anni, come quello che conosciamo tutti del Lazio o della Sardegna, ma
anche di quella normativa che parla dei diritti umani.
Auspico, quindi, che si possa inserire quella
sottolineatura in più che avevo suggerito in Commissione perché la legge non
guardi soltanto ai detenuti del sistema carcerario, al sistema Dap, ma anche ai tanti minori che, ahimè, si trovano in
strutture differenti, ma che hanno bisogno di queste figure. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha
facoltà.
Presidente, molto brevemente, prendo anch'io la parola
su questo importante testo di legge che istituisce una figura che sta a
garanzia di coloro i quali sono ristretti nelle case di detenzione all'interno
della nostra regione.
A me è capitato, sia da Consigliere regionale sia da professionista,
di entrare all'interno delle case circondariali. Ebbene, in alcune circostanze,
obiettivamente, le condizioni di coloro i quali sono ristretti non è delle
migliori e quindi l'esistenza di un punto di riferimento, credo attraverso l’approvazione
di questa norma - mi auguro che essa diventi operativa - è
un elemento da sottolineare con favore da parte di questo Consiglio regionale,
che dovrebbe occuparsi, naturalmente è questione di competenze, della
situazione generale, anche, delle case circondariali nella nostra regione.
In alcuni casi ci sono case circondariali stracolme e
con molti più detenuti rispetto a quelli che potrebbero accogliere; noi
istituiamo oggi il Garante per le persone private di libertà personale e
detenute, ma vi posso garantire, e non è una battuta, che forse sarebbe
necessario anche istituire un Garante a tutela di coloro i quali lavorano
all'interno delle carceri, vale a dire i rappresentanti della polizia
penitenziaria che vivono questa condizione per il loro lavoro naturalmente, con
grande disagio in alcune circostanze e con grandi difficoltà visto il
sovraffollamento di moltissime carceri.
Credo che sarebbe opportuno che questo Consiglio regionale,
sia pure nella differenziazione di competenze e naturalmente una competenza
esclusiva governativa questa, comunque interagisse con il Governo centrale per
sottolineare anche le grandi difficoltà nelle quali si trovano molte case
circondariali di questa regione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. La legge proposta dal consigliere Sergio
va nella direzione indicata dalla minoranza che, attraverso i suoi interventi,
aveva, spesso, evidenziato le criticità che esistono all'interno delle case
circondariali. Il sottoscritto, addirittura, ha fatto qualche intervento anche
nella scorsa legislatura, alla luce di una relazione che definiva il paese
Italia uno dei peggiori rispetto alle questioni riguardanti la vivibilità
all'interno degli istituti penitenziari. Già chi deve scontare una pena vive
una condizione da recluso ma la reclusione deve rispondere a logiche ispirate
ai valori dell'etica della vita stessa e allora il garante, l'istituzione di
questa figura che questo Consiglio, oggi, in un'ottica bipartisan, si appresta
ad approvare, assume un significato di responsabilità di una classe politica
dirigente che presta attenzione a comparti dimenticati della realtà e che
vorrebbe offrire il proprio apporto e lo fa, oggi, con l'approvazione di questa
legge nel comparto che afferisce il sistema carcerario.
Ho appreso dalla stampa delle condizioni in cui versano le
carceri, condizioni che lasciano non solo perplessi ma creano sconforto.
Qualche mese addietro leggemmo qualche pubblicazione che parlava della presenza
di ratti all'interno del carcere di Reggio Calabria e che tale presenza aveva
provocato non solo una situazione di allarmismo ma, anche, problemi che
riguardavano la salute dei detenuti, vi parlo di casi di tubercolosi. Si
parlava della presenza di scarafaggi, che non consentono in pochi metri, così
mi è stato riferito dagli assistenti sociali, di poter vivere la propria
giornata in modo dignitoso. Anche questo deve essere oggetto di riflessione e
anche questo ha indotto il Consiglio regionale, oggi, responsabilmente, ad
affrontare questa questione alla luce di quanto apprendiamo non solo dalla
stampa, ma anche, come diceva il collega Gallo, alla luce delle condizioni in
cui lavorano gli operatori del settore che rischiano, anche loro, patologie
gravissime. Non basta essere preoccupati, bisogna occuparsene e questo
Consiglio, oggi, dicevo prima, responsabilmente se ne sta occupando prendendo
coscienza di queste problematiche.
L’Aula avrà modo di poter approvare, oggi, questa legge che,
poi, darà seguito alla nomina del Garante che auspico sia una persona di alto
profilo che possa garantire non solo i detenuti ma anche il sistema carcerario.
In quel contesto ci sono operatori che lavorano in condizioni disumane, in un
comparto con carenze di organico che deve essere migliorato attraverso quel
processo che deve vedere impegnati, in sinergia, gli operatori sociali a
portare avanti il processo di recupero dei detenuti e la loro reintroduzione
nella realtà sociale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi associo alle considerazioni che sono
state fatte dai consigliere di opposizione con riferimento a questa
importantissima legge proposta dal consigliere Sergio. Devo dire che è una
questione di civiltà, ricollegandomi, anche, alle considerazioni riguardanti
gli organismi di polizia penitenziaria e la condizione in cui lavorano gli
operatori.
Ritengo che la condizione degli operatori e degli agenti di
polizia penitenziaria si possa migliorare, migliorando quelle che sono le
condizioni dei detenuti. Conosco la vicenda degli istituti penitenziari
italiani; per l’attività che ho svolto ho girato in lungo e in largo e devo
dire che le condizioni carcerarie sono veramente, in alcuni posti, da terzo
mondo.
Basta ricordare solo la sentenza pilota, la sentenza Torreggiani, con la Commissione europea che punisce
l’Italia perché non vengono rispettati i criteri spaziali, cioè i 3 metri per
ogni detenuto indispensabili al fini di stabilire una condizione di
accoglienza, non dico dignitosa, ma umana. Con questa legge diamo, veramente,
attuazione alla figura del Garante, quindi poniamo un tassello fondamentale per
il rispetto dell'articolo 27 della nostra Costituzione che recita, appunto, che
le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e
devono tendere alla rieducazione del condannato e da qui il rispetto
dell'articolo 5 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e il
rispetto dell'articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali sottoscritte dagli Stati membri del
Consiglio d'Europa.
Devo dire che nel 2006 la Regione Lazio fu la prima ad
istituire la figura del Garante, la Calabria è molto indietro, siamo molto
indietro, ci stiamo adeguando, c'è stato un lavoro notevole della Commissione
consiliare. E’ un bel momento, diciamo che è un momento di affermazione di
diritti e di civiltà da parte di questo Consiglio che istituisce in Calabria la
figura del Garante dei detenuti. Quindi, anche io, sono favorevole
all'approvazione da parte del Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Cannizzaro, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, componenti della Giunta, onorevoli
colleghi. Intervengo semplicemente per esprimere soddisfazione e plaudire
rispetto a questa proposta di legge che ci ha visto tutti impegnati nelle
deputate Commissioni. Credo che succeda
per la prima volta che da questi banchi, da questi pulpiti, possiamo plaudire
ad una iniziativa, dopo tre anni e mezzo, promossa dalla maggioranza; quindi un
plauso al collega Franco Sergio, al Presidente del Consiglio, Nicola irto, che
ha molto caldeggiato, supportato e immaginato questo percorso.
Questa è una battaglia di civiltà che, finalmente, nel
momento in cui diventerà legge, porterà la Calabria a dotarsi e sventolare
questo risultato che oggi vede tutti uniti, tutti compatti, coesi. Vorrei anche
esaltare un altro dato che vede la minoranza protagonista rispetto a questa
idea e a questo risultato: vorrei far notare che se non ci fosse stata, oggi,
la minoranza non avreste avuto i numeri per poter approvare questa legge e
allora con senso di responsabilità, anche in questa occasione, siamo qui per
votare e sostenere. Quindi annuncio, per nome e per conto del gruppo della Casa
delle Libertà, il voto favorevole a questa proposta di legge che ci riempie di
soddisfazione e anche di orgoglio. Consigliere Sergio, il suo lavoro è stato
sicuramente incessante, molto importante e anche delicato, conosco e ho
conosciuto le competenze, rispetto al settore, che hanno supportato il lavoro e
voglio dire a lei e anche a tutti gli altri consiglieri che ci hanno lavorato
che, sin dall'inizio, ho capito che questo era un obiettivo che poteva essere
raggiunto nell'immediatezza.
Presidente, le chiedo, nel momento in cui questa proposta di
legge diventerà legge, di procedere in maniera più spedita a quello che sarà,
poi, il bando pubblico, a quello che saranno le varie procedure pubbliche per
individuare chi dovrà ricoprire questo ruolo che certamente sarà importante;un
ruolo che dovrà avere la capacità di accogliere quelle che sono le esigenze che
brillantemente, anche per la professione che svolge, il consigliere Gallo ha
espresso. Queste esigenze devono essere affrontate immediatamente, in modo tale
che la Calabria possa essere a pari livello delle altre regioni d'Italia che,
rispetto a queste vicende, a questi comparti, sono certamente già molto più
avanti, molto più organizzate. A monte un lavoro amministrativo e legislativo è
stato fatto, quindi con estrema sincerità esprimo viva soddisfazione e con
altrettanta sincerità voglio esprimere, caro consigliere Sergio, il nostro
supporto e il nostro voto favorevole e mi riferisco al gruppo che
immeritatamente rappresento. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua, ne ha
facoltà.
Intervengo brevemente per esprimere il mio apprezzamento, il
mio voto favorevole, il mio sostegno a questa proposta di legge che
rappresenta, sicuramente, un momento importante e significativo e che vede
unito il Consiglio regionale con unanimità di vedute e condivisioni su un tema
molto delicato, molto sentito che, come tutti voi avete fin qui ricordato, è
una conquista di civiltà per chi vive momenti di debolezza, di difficoltà
legati ai suoi errori umani commessi durante la vita e legati ad alcune
situazioni contingenti legati al proprio percorso umano.
Credo che sia giusto che questo Consiglio regionale si doti
di un organismo come quello del Garante, che possa aiutare questi percorsi, che
possa dare un contributo anche psicologico, di denuncia, di supporto a ciò che
evolve e si vive in quei contesti difficili, precari. Bisognerebbe, in questa
vicenda, aprire una discussione più ampia, legata non solo al sovraffollamento
delle carceri ma anche alle condizioni di vita, alle condizioni
igienico-sanitarie, allo spazio a disposizione. Bisognerebbe aprire una vertenza
sulle strutture che caratterizzano le carceri italiane in termini di qualità,
di agibilità; questo deve essere un punto di discussione che potremmo fare come
Consiglio regionale così come, già hanno fatto molti colleghi, interrogarci se
necessario e aprire una discussione sulle politiche nazionali in merito a
questo contesto, a questo scenario di cui oggi discutiamo.
Sono favorevole all'approvazione di questo disegno di legge,
sono convinto e contento che ciò avvenga all’unanimità e apprezzo l'atteggiamento
della minoranza che oggi, dobbiamo dirlo chiaramente, viste le assenze che ci
sono nel gruppo di maggioranza, non legate all'azione politica ma a motivazioni
varie, ne garantisce l'approvazione. Questo è un bel segnale, vuol dire che c'è
uno spirito costruttivo che anima l'appartenenza a una comunità, in questo caso
l’appartenenza al Consiglio regionale che vuole discutere, vuole confrontarsi
su tematiche importanti al di là della maggioranza e della minoranza. Quando
affrontiamo temi delicati e sensibili come quello di questa sera, credo sia
importante lo spirito di appartenenza ad una comunità, al Consiglio regionale,
perché così daremo una bella impressione una bella immagine a chi ,oggi, guarda
con distacco e con molta disaffezione al nostro mandato e alle nostre
competenze. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo, ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, colleghi componenti della Giunta. Penso
che stasera approviamo un'importante legge che riguarda la dignità delle
persone e la loro tutela, dopo un lavoro importante e positivo che è stato
fatto in Commissione e per il quale ringrazio Franco Sergio e il presidente
Irto che già ad inizio legislatura aveva proposto una iniziativa di legge in questo
senso.
Consentitemi di dire che istituire il Garante per i diritti
dei detenuti e delle persone prive della libertà significa, innanzitutto,
colmare un ritardo; quasi tutte le Regioni italiane hanno questa figura e
quindi, da questo punto di vista la Regione colma uno dei tanti ritardi in una
materia che deve vedere rispettato il principio costituzionale secondo il quale
la pena deve essere rieducativa, volta al reinserimento ed espiata in
condizioni di assoluta dignità.
Il Garante dovrà, appunto, verificare queste condizioni e
lavorare in sinergia con tutti i comparti dello Stato che si occupano della
giustizia. Ho ascoltato i colleghi dire del sovraffollamento, delle condizioni
spesso inumane; dobbiamo occuparcene e il Garante sarà sicuramente, presidente
Irto, una figura di assoluto livello, di assoluta competenza e spessore umano.
Direi che sarà importante da questo punto di vista, abbiamo altre esperienze di
garanti in Calabria che funzionano e sono spesso da prendere ad esempio, a
modello. Rispettare i principi costituzionali è un fatto, a mio giudizio, molto
positivo ed importante, farlo come espressione di una volontà unanime è
sicuramente da sottolineare. Raccoglierei, consigliere Sergio, l'invito che la
collega Wanda Ferro ha fatto: è chiaro che il principio che ispira questa legge
che è quello di andare incontro a persone in stato di difficoltà, quali sono i
detenuti, comprende già i minori e tuttavia se lo specifichiamo e troviamo il
modo di renderlo ancora più visibile facciamo un’operazione giusta. Penso che,
oggi, l'Assemblea regionale della Calabria scriva una pagina di grande dignità
e di grande sensibilità e penso che questa sia una delle leggi che potranno
caratterizzare l'intera legislatura per il significato e la funzione che ha e che
è quella di tutelare la libertà delle persone, di tutelare la loro dignità
anche quando sono sottoposte ad una pena. E’ un fatto di assoluta civiltà e
penso che il Consiglio regionale della Calabria, oggi, si appresta a scrivere,
davvero, una bella pagina.
Se non ci sono altri interventi, passiamo all’esame ed
alla votazione del provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(È approvato)
All’articolo 2 è stato presentato l’emendamento
protocollo 52023, a firma del relatore Franco Sergio, al quale cedo la parola
per l’illustrazione.
Il presente emendamento reca modifiche di carattere
ordinamentale all’articolo 2, al fine di rendere la proposta de qua più aderente al dettato
costituzionale, in linea con le
indicazioni pervenute dall’Ufficio affari legislativi e relazioni parlamentari
del Ministero dell’Interno per il tramite del Settore legislativo.
All’articolo 2 del testo dell’esame abbinato delle
proposte di legge numero 34/10^ e numero 221/10^ sono apportate le seguenti
modifiche: 1. Al comma 2: a) le parole
“di identificazione ed espulsione per stranieri” sono sostituite dalle seguenti
“permanenza per i rimpatri previa autorizzazione della Prefettura competente
per territorio”; b) le parole “nelle camere di sicurezza delle Forze di Polizia
e” sono soppresse.
2. Il comma 4 è sostituito dal seguente “il Garante regionale non è
sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico funzionale e può richiedere
alle amministrazioni responsabili delle strutture indicate al comma 2, senza
che ciò possa derivare danno per le attività investigative e nel rispetto della
legislazione vigente, le informazioni e i documenti necessari per
l’espletamento del suo mandato. Qualora l’amministrazione non fornisca risposta
nel termine di 30 giorni, informa il magistrato di sorveglianza competente”.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
52023.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2, come emendato.
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
All’articolo 5 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero 52025, a firma del consigliere Sergio, al quale cedo la
parola per l’illustrazione.
Il presente emendamento reca modifiche di carattere
ordinamentale all’articolo 5 tese a rendere il contenuto dell’articolo meno
esposto ad interpretazioni distorte e più chiaro per gli organismi preposti
all’attuazione della norma. La modifica ha carattere ordinamentale.
Il comma 4 dell’articolo 5 del testo dell’esame
abbinato delle proposte di legge numero 34/10^ e numero 221/10^ è sostituito
dal seguente: “Qualora vi siano fondati
motivi per ritenere che una delle cause di incompatibilità dell’incarico di
Garante regionale sia sopravvenuta alla elezione ovvero che esista al momento
dell’elezione, il Presidente del Consiglio regionale la contesta
all’interessato che ha quindici giorni di tempo per formulare osservazioni o
per rimuovere la causa di incompatibilità. Ove l’incompatibilità risulta
infondata o sia stata rimossa, il Presidente del Consiglio archivia il
procedimento. In caso contrario lo dichiara decaduto dalla carica con immediata
comunicazione al Consiglio regionale al fine dell’immediata sostituzione che
dovrà avvenire entro quarantacinque giorni dalla comunicazione stessa”.
Grazie.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
52025.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5, come emendato.
(È approvato)
Articolo 6.
(È approvato)
All’articolo 7 è stato presentato l’emendamento protocollo
numero 52026, a firma del consigliere Sergio, al quale cedo la parola per
l’illustrazione.
Il presente emendamento reca modifiche di carattere
ordinamentale all’articolo 7 al fine di rendere la proposta de qua più aderente al dettato
costituzionale, in linea con le indicazioni pervenute dall’Ufficio affari
legislativi e relazioni parlamentari del Ministero dell’Interno per il tramite
del Settore legislativo.
All’articolo 7 del testo dell’esame abbinato sono
apportate le seguenti modifiche: a) alla lettera j) del comma 1 dopo la parola
“verifica” sono inserite le seguenti parole: “previo avviso e senza che da ciò
possa derivare danno per la attività investigative in corso”; b) al comma 2 le
parole “oltre che” sono sostituite dalle seguenti: “nonché, previo avviso e
senza che da ciò possa derivare danno per le attività investigative in corso,
le camere di sicurezza delle Forze di polizia”.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
52026.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7, come emendato.
(È approvato)
Articolo 8.
(È approvato)
Articolo 9.
(È approvato)
Articolo 10.
(È approvato)
Articolo 11.
(È approvato)
All’articolo 12 è stato presentato l’emendamento
protocollo numero 2364, a firma del consigliere Sergio, al quale cedo la parola
per l’illustrazione.
Considerato che la proposta di legge è stata
licenziata dalle Commissioni consiliari competenti nel 2017 e tenuto conto che
il bilancio di previsione regionale vigente abbraccia, quale orizzonte
temporale, il triennio 2018 - 2020, il presente emendamento adegua l’articolo
12 (disposizioni finanziarie) e la
relazione tecnico-finanziaria della proposta de qua, introducendo anche il 2020 quale anno su cui gravano gli
oneri connessi all'attuazione della presente legge e la relativa copertura
finanziaria.
Alla proposta di legge recante: “Istituzione del
Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà
personale” – Esame abbinato delle proposte di legge numero 34/10^ e
numero 221/10^ sono apportate le seguenti modifiche: a) l’articolo 12 è
sostituito dal seguente: “articolo 12 (disposizioni
finanziarie). 1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge,
determinati per gli esercizi finanziari 2018, 2019 e 2020, nel limite massimo
di euro 35.564,00 si provvede con le risorse disponibili al Programma 20.03 – Altri Fondi – dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018 - 2020, che
presenta la necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo; 2.
La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo
stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2018 - 2020, con
prelievo dal Programma 20.03 – Altri
Fondi e allocazione al Programma 01.01 – Organi
istituzionali dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo; 3.
Alla copertura finanziaria degli oneri per le annualità successive si provvede
nei limiti consentiti dalle effettive disponibilità di risorse autonome per come
stabilite nella legge di approvazione del bilancio di previsione della
Regione”.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
2364.
(È approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12, come emendato.
(È approvato)
Articolo 13.
(È approvato)
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo
complesso come emendata con autorizzazione al coordinamento formale.
(È approvata)
(È riportata in allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne
ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno di una
mozione.
La mozione è stata già consegnata alla Presidenza. La
illustrerà in seguito. Intanto, votiamo l’inserimento che è approvato.
Proseguiamo con il secondo punto all’ordine del giorno
riguardante la proposta di legge numero 299/10^ di iniziativa della Giunta
regionale recante: “Incentivazione dell’incoming turistico
attraverso i trasporti aerei, ferroviari, su gomma e via mare, a sostegno della
destagionalizzazione”. Cedo
la parola al consigliere Mirabello, relatore del provvedimento.
Grazie, Presidente, onorevoli colleghi. La proposta di
legge numero 299/10^ è stata approvata dalla seconda Commissione ed è una proposta
di legge di iniziativa della Giunta regionale, trasmessa alla Commissione che
l’ha approvata nella seduta del 7 dicembre 2017. È un provvedimento che
contiene norme finalizzate alla concessione di contributi per l’incremento
degli arrivi e delle presenze turistiche con priorità nella bassa stagione e,
quindi, finalizzato a destagionalizzare l’offerta turistica, cioè a favorire le
condizioni per la destagionalizzazione.
L’obiettivo strategico che la Regione intende
perseguire è, infatti, quello di destagionalizzare l’offerta turistica, creando
una diversificazione dei prodotti turistici fuori dal contesto prettamente
balneare, incentivando l’offerta culturale naturalistica ed enogastronomica.
Al fine di rendere più efficace il raggiungimento di
questo obiettivo, con questa proposta di legge si intende abrogare la legge
regionale numero 6 del 1995 che già prevedeva forme incentivanti di questa
tipologia. La proposta di legge si compone di 12 articoli. I primi tre articoli
indicano rispettivamente le finalità, i potenziali beneficiari dei contributi,
le tipologie di spesa ammissibile, nonché i requisiti minimi dei programmi di
viaggio; poi l’articolo 4 indica l’intensità di aiuto concedibile per i
programmi di viaggio regionale e per quelli interregionali differenziati a
seconda della stagione, prevedendo un’esclusione espressa di concessione dei
contributi per i programmi di viaggi relativi ai mesi di luglio ed agosto. C’è
una particolare forma di incentivo per le proposte di viaggio che riguardano i
mesi di giugno e di settembre e poi nelle altre stagioni l’intensità del
finanziamento è ancora più alta.
Gli articoli 5, 6 e 7 stabiliscono rispettivamente i
termini e le modalità di presentazione delle istanze di contributo, i criteri
di valutazione delle istanze stesse e i termini e la documentazione da esibire
per la rendicontazione e poi gli articoli 8 e 9 prevedono l’informatizzazione
del procedimento attraverso una piattaforma informatica appositamente creata
che garantisca appunto una modalità di gestione del procedimento il più
possibile automatizzata. L’articolo 10 contiene le disposizioni finanziarie
indicando, poi, le modalità della copertura; l’articolo 11 prevede
esplicitamente l’abrogazione della legge numero 6 del 1995 di cui parlavo in
precedenza; infine, l’articolo 12 si occupa, ovviamente, dell’entrata in
vigore.
Dal punto di vista finanziario, è necessario
evidenziare che questa proposta è corredata da una analitica relazione
tecnico-finanziaria in cui è contenuta una sintesi, un quadro sinottico, nel
quale vengono indicati i risvolti finanziari per ciascun articolo.
Sulla scorta di questa premessa e dell’obiettivo che
la legge si prefigge che – si
vuole ribadire –
è quello di favorire i flussi
turistici non nell’alta stagione, ma nella cosiddetta bassa stagione, si
sottopone all’Aula questa proposta di legge chiedendone l’approvazione. Grazie,
Presidente.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente,
prendo la parola su questo argomento perché questa nuova norma che va ad
abrogare la legge numero 6 del 1987 ci porta – in un'Aula semideserta, nella
quale la maggioranza, come diceva il collega Cannizzaro non avrebbe avuto i
numeri per approvare questa norma ed è grazie all’alto senso di responsabilità
della minoranza che si consente di poter discutere e ragionare anche di questo
argomento – a discutere di una questione
fondamentale, forse non tanto per il passato e per il presente dei calabresi,
ma soprattutto per il futuro, vale a dire di una attività produttiva, di un
settore economico, che è quello del turismo ed, in particolare, della
possibilità, attraverso l'unica vera modifica rispetto alla legge numero 6 del
1987, ovvero l'incentivazione verso l'incoming
turistico, soprattutto nella nelle stagioni non di punta, vale a dire la
destagionalizzazione.
Credo
che questo sia un intervento “spot” in questo Consiglio regionale, rispetto ad
un settore che, ormai, dopo l'agricoltura è diventato un settore nevralgico per
l'economia calabrese, se non altro per le versatilità e per le potenzialità di
questa regione, prima fra tutte il fattore clima.
Credo
che su questo argomento e in questo settore, per il quale ricordo a me stesso
che da ben due legislature non c'è un assessore che abbia queste deleghe, che
da due Legislature sono in capo al Presidente – e lo ritengo un fatto
gravissimo –, attraverso questa legge discutiamo di un intervento spot, ovvero
favorire attraverso i voli charter ed il trasporto anche su rotaia l'incoming turistico. Fermo restando che la collega Ferro
avrà qualcosa da osservare, credo che questa discussione debba essere un
prodromo rispetto ad un'ampia discussione che dovremmo affrontare in Aula su
questo argomento, perché se vogliamo fermare l'emorragia di giovani calabresi
verso altre Regioni dovremmo inventarci qualcosa anche per il settore turistico
oltre che per il settore agricolo, un rinnovamento, una renovatio, una nuova visione che non può avvenire solo attraverso la legge
spot sull'incoming turistico, con un investimento di
un milione e mezzo di euro all'anno, ma deve essere qualcosa di diverso, di più
organico per pensare, così come hanno fatto altre Regioni con decenni di
anticipo. Quindi non è una critica che muovo soltanto all'esecutivo Oliverio,
che però è in carica da 3 anni e mezzo, ma una ragionamento su questo argomento
che deve diventare fondamentale per l'economia di questa regione, se non altro
perché non ci sono altre possibilità, non si può pensare ad una nuova
industrializzazione, non possiamo essere competenti da questo punto di vista ed
in un Paese che sicuramente non guarda al Mezzogiorno, e men
che meno alla Calabria.
Per sopravvivere dobbiamo avere a che fare con
le nostre risorse che, peraltro, non sono poche.
La
destagionalizzazione va bene, innanzitutto in base al punto di vantaggio che
abbiamo rispetto ad altre parti del Paese, che é il fattore clima; tranne per i
mesi di gennaio e febbraio, abbiamo delle giornate straordinarie, calde che, in
tutto il resto dell'anno, consentono di avere tranquillamente turisti in
circolazione, soprattutto provenienti dal nord Italia o dal centro Europa.
Accanto a questo, però, è chiaro che va creato un progetto per ottenere dei
risultati di qui a qualche decennio sul turismo. Bisogna lavorare sulla
formazione, non si può soltanto favorire l'incoming
se poi chi viene non è bene accolto. Bisogna lavorare sulla cultura e sulla
qualità dell'accoglienza.
Dobbiamo
per forza di cose premiare chi, in questi anni, in questo deserto, è riuscito a
fare turismo bene, chi è riuscito a fare enogastronomia, chi ha avuto la
cultura del sorriso, dell'accoglienza e, attraverso questi esempi riuscire a
costruire un percorso insegnando anche agli altri cosa bisogna fare per
accogliere al meglio i turisti. Bisogna copiare gli esempi di altre Regioni: la
Puglia, che ormai ha un turismo di qualità elevatissimo che porta reale
economia; la Basilicata, che ha puntato sulla cultura. Se si ha l'occasione di
andare a Matera che si prepara per il 2019, anno in cui sarà capitale europea
della Cultura, si trovano turisti di tutto il mondo, americani, giapponesi,
cinesi, è come se avessero ricreato le condizioni degli anni 50, sembra di
rivivere un film degli anni ’50. Cosa ha il centro storico di Matera più di
tanti centri storici calabresi? La differenza è che qualche decennio fa c'è
stata una scintilla che in Calabria non si è avuta. E’ fallita anche
l'esperienza dei distretti turistici iniziata qualche anno addietro, nel 2010 e
2011 sono stati individuati i comuni da sollecitare per la formazione di
distretti turistici, ma quella esperienza, anche per colpa della Regione
Calabria guida centrodestra e per l'insipienza delle Province che non sono
riuscite a mettere d'accordo i comuni, non ha avuto seguito. Non si è pensato a
realizzare itinerari turistici anche basati su piccole aree, su piccole zone e
questa organizzazione se non viene dal basso per l'incapacità degli
imprenditori o dei Comuni, deve essere per forza di cose organizzata da entità
sovra comunali. Non si è pensato, ad esempio, a fare degli itinerari tematici
sui beni culturali, sulle enogastronomia, ma si è pensato soltanto ad un
turismo balneare che inizia il 25/30 di luglio e si conclude il primo sabato
dopo ferragosto. Io che per qualche anno ho avuto la ventura di essere sindaco
di un Comune che ha turismo balneare, il comune di Cassano classificato come il
secondo comune in Calabria per numero di presenze quasi tutte balneari, vi
confesso che in quei 15 giorni di agosto avevo i capelli dritti, perché essere presi
d'assalto da una moltitudine di turisti, spesso non di alto livello, che
incidono sui servizi, mette a dura prova la capacità di un Comune di dare
risposte in quei settori e vi confesso che il primo sabato dopo ferragosto,
cominciavamo a respirare perché ogni anno temevamo di non riuscire a reggere
l'onda d'urto. Quello non è turismo e non porta né economia e né crescita, se
non qualche stipendio in quei villaggi turistici, così come accade nel Terzo
mondo, nel Quarto mondo, quando andiamo a visitare quelle aree, per chi ha la
fortuna di andare a lavorare per qualche mese in quelle strutture turistiche
quasi sempre gestite da imprenditori di fuori Calabria. Dovremmo favorire in
qualche modo la possibilità di creare una economia virtuosa, che possa coinvolgere
i giovani calabresi, che possa formare e possa far sì che si utilizzino al
meglio le risorse.
Certo,
il fattore ambiente, un mare pulito che non deve essere usufruito per forza
soltanto nei mesi di luglio e agosto, ma che per molti turisti di altra nazione
può essere invece usufruito almeno per sei mesi all'anno, e tante altre
possibilità che credo che la nostra terra che, tutto sommato da questo punto di
vista, é vergine, sia pure con qualche numero in crescita, quasi 9 milioni di
presenze quest'anno, abbia molto da esprimere.
Credo
che i gruppi si siano già espressi in Commissione; farà delle osservazioni la
collega Ferro, ma non si può dire di no, non rispetto a questa normativa che,
tutto sommato, non dice nulla di nuovo: riforma la legge numero 6 del 1987 con
delle modifiche, ma non credo che questo possa essere motivo di vanto per
questa Giunta regionale e stigmatizzo la mancata presenza in Aula del delegato
o del mancato delegante al settore turistico che è il presidente Oliverio che,
rispetto a questa norma, che è pure di proposta della Giunta regionale, seppur
sostituito dal Vicepresidente, oggi non è presente in Aula e non affronta la
discussione su questi temi.
Credo
sia invece opportuno – mi appello al Presidente e a tutti i Capigruppo consiliari
– riempire anche di contenuti il nostro impegno in Consiglio regionale. Credo
sia utile una discussione franca, una programmazione ed un confronto su questi
temi, che sono nevralgici, magari convocando una seduta di Consiglio regionale
ad hoc. Ci accingiamo ad una campagna elettorale rispetto alle politiche, ma
cosa diremo agli elettori che si aggiungeranno al voto, che occasioni di
sviluppo vogliamo raccontare, soprattutto ai giovani calabresi che si
aggiungeranno a votare? Qual è l'eredità che lasciamo anche all'interno di
questo Consiglio regionale? Cosa diremo? Si può vivere di turismo come si vive
in altre Regioni, soprattutto di turismo destagionalizzato, ma non ne abbiamo
mai discusso e non abbiamo mai programmato nulla. L'unico argomento che abbiamo
come freccia al nostro arco é questa norma, che è pure una norma spot, che
potrà favorire qualche ingresso in Calabria, ma che poi non sarà e non avrà un
substrato di accoglienza di qualità dell'accoglienza o tale da poter poi creare
quell'effetto virtuoso che è il turismo.
Il
turismo vive soprattutto del passaparola; se vado in un posto e sto bene in
quel posto, ritornato a casa faccio da grancassa rispetto alle sue magnificenza
e, magari, chi mi ascolta sarà sollecitato ad andarlo a visitare. A noi manca
questo, anche perché la stampa nazionale da questo punto di vista non ci aiuta,
l’immagine della Calabria è deleteria. Ci sono mille bellezze, mille risorse e
mille possibilità, ma poi prevalgono le notizie negative sulla nostra regione.
Dobbiamo discutere di questo, non solo di come aiutiamo qualche agenzia di
viaggi a portare qualche presenza in più in Calabria, ma di come poi le persone
che riusciamo a portare le facciamo stare bene, facendo scoprire le nostre
qualità, la nostra enogastronomia, soprattutto perché attraverso la cultura
dell'accoglienza e le straordinarietà dei nostri prodotti – penso al nostro
pane, al nostro olio, a prodotti che altre Regioni non hanno – potremmo far vivere altri giovani che,
magari, lavorando nel settore enogastronomico potrebbero esportarli. Sono
argomenti molto semplici quelli che sottopongo alla discussione di questo
Consiglio, però credo che partendo da questa semplicità, da questa
elementarità, potremo costruire percorsi più virtuosi e più seri nell'indifferenza
di chi in questi anni non ha voluto nemmeno cedere la delega, senza poi portare
alcun risultato alla Calabria.
Grazie,
Presidente. Credo che l’intervento del collega Gallo meriti una risposta e
possa aprire anche una discussione vera su un tema cardine per lo sviluppo
della regione, perché la proposta della Giunta regionale che oggi trattiamo e
che apprezzo, condivido e che avrà il mio voto favorevole, si inquadra in una
logica, in una strategia che questo Governo regionale e questa maggioranza
consiliare sta cercando di mettere in campo per migliorare l'offerta turistica,
l'attrattività e per far diventare la Calabria più
attrattiva possibile. Se dovessi dare una risposta al collega Gallo, direi che
la regione Calabria ha registrato in due anni un aumento considerevole di
presenze turistiche, se consideriamo che nel 2014 tali presenze erano 6 milioni
800 mila ed oggi sono 8 milioni 500 mila, vuol dire che vi è stato un aumento
consistente di flusso turistico, legato alle contingenze internazionali, alla
difficoltà di raggiungere Mediterraneo, alla paura che c'è in giro.
Se
dovessi rispondere al collega Gallo, risponderei in questo modo, ma non è
questa la risposta più appropriata, più consona e più costruttiva da dare al
collega Gallo di cui condivido l’appello di fare una riflessione seria sulle
politiche turistiche in Calabria. Anch'io penso che il turismo, insieme
all'agricoltura, dovrebbe essere il motore di sviluppo di una regione come la
nostra però, con grande umiltà, vorrei ricordare al collega Gallo ciò che
abbiamo prodotto in questi anni per rendere attrattiva la Calabria, per rendere
forti anche le premesse per far diventare credibile un territorio come il
nostro, e vorrei ricordare al collega Gallo che in termini di strumenti e
programmazione abbiamo prodotto tanto e molto in questi anni per rendere la
Calabria più accessibile, per rendere questa famosa mobilità esterna; abbiamo
approvato un Piano dei trasporti, grazie al lavoro serio dei due assessori Musmanno
e Russo che darà sicuramente i frutti nei prossimi anni; abbiamo previsto nuovi
porti, il potenziamento della rete ferroviaria, una serie di interventi che da
qui a pochi anni potrebbero incentivare la presenza turistica in Calabria;
abbiamo messo in campo anche azioni importanti dal punto di vista della
programmazione, e mi riferisco semplicemente all’approvazione del QTRP (Quadro Territoriale Regionale
Paesaggistico), della legge urbanistica con principio di consumo suolo
zero, una legge antincendi, tutti strumenti di programmazione che rendono il
territorio calabrese più forte, più accessibile e meno affidato
all’improvvisazione perché senza programmazione non si può avere una
prospettiva e non si può pensare ad una Calabria più forte, più accessibile e
più credibile anche per le cose che diceva poco fa il collega Gallo.
Credo
che la Calabria non debba puntare solo sulle coste; gran parte del territorio è
fatto di Parchi: il Parco del Pollino, dell’Aspromonte, della Sila che
dovrebbero rientrare in questa logica di sviluppo e questa legge può essere
inquadrata solo in questo tipo di approccio che la Giunta ed il Consiglio
regionale dovrebbero avere verso questa tematica.
E’
facile parlare di turismo ed elencare le cose che non vanno, ma la vera sfida è
quella di parlare di turismo mettendo in primo piano gli elementi strutturali
che potrebbero rendere la Calabria più attrattiva.
E’
questa la sfida che lancio al collega Gallo ed ai colleghi della minoranza.
Bisogna
parlare delle cose che si possono seriamente fare per la Calabria; non parlo
delle ciclovie e di tutto ciò che si è programmato
perché non è questa l’occasione, ma credo sia importante – lo dico anche ai
colleghi di maggioranza – fare una seduta ad
hoc sulle politiche del turismo in Calabria perché anche questa sarebbe
un’occasione di confronto tra maggioranza e minoranza, non elencando i mali e
le cose che non vanno, ma affrontando settore per settore le cose da fare per
rendere la Calabria una meta turistica sempre più attrattiva.
Un
altro elemento che vorrei evidenziare, anche perché nessuno ne ha parlato, è il
turismo religioso, non voglio entrare nel merito, ma penso ci siano tanti
settori che potremmo mettere in campo e in discussione per tentare di dare
risposte serie a chi oggi se le aspetta da noi. Serve una politica seria che si
occupi delle problematiche, che discuta e si confronti in maniera aperta per
trovare le soluzioni migliori per la Calabria. Abbiamo fatto tanto in termini
di programmazione, non di risultati, grazie al lavoro degli Enti locali.
Abbiamo finanziato i nuovi porti, ora sta agli Enti locali rispondere alle
sfide, ai direttori dei Parchi della Sila, dell’Aspromonte e del Pollino
mettere in campo le risorse assegnate.
Sta
ai giovani imprenditori agricoli, per cui abbiamo finanziato risorse
importanti, mettere in campo nuove proposte enogastronomiche e agriturismi di
qualità. Sta a noi aumentare l’offerta ricettizia dal
punto di vista dell’eccellenza, non di alberghi fotocopia ma di alberghi cinque
stelle che possano attrarre chi porta risorse vere, che non è il villaggio
turistico, ma è il turista di qualità che ha un certo reddito, che vuole
investire e conoscere.
Bisogna
pensare ad una politica nuova anche per quanto riguarda il “turismo lento” che
oggi è molto richiesto, creando percorsi turistici che possano permettere al
turista di rimanere una settimana, dieci giorni e anche più. A tal proposito
condivido lo spirito che è quello di favorire questo modello e questo sistema.
Sono disponibile, anzi, avanzo la proposta di dedicare una seduta di Consiglio
regionale al tema del turismo in Calabria che, a mio avviso, rappresenta uno
degli strumenti cardine per poter guardare a una Calabria diversa e migliore
per noi, per i nostri figli e per le nuove generazioni.
Ha
chiesto di intervenire la consigliera Ferro. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo per avvalorare il pensiero del collega Gallo. Ci siamo
lasciati per le festività natalizie con una legge che passerà alla storia, che
è quella delle strutture dei campi da golf. Ricordo e sottolineo a tutti quello
che sarà uno dei danni più grandi che vedremo da qui a qualche anno in termini
di investimenti e, soprattutto, per ciò che è previsto dalle norme regionali
che, con quella legge, viene totalmente ribaltato. Devo dire che, ancora una
volta – parliamo di una legge del 7 marzo 1995 – il turismo è rimasto fermo a
quella gestione che ricordiamo tutti con lo spot “Calabria, Mediterraneo da
scoprire” con le campagne in tutti gli aeroporti, in tutte le possibili
stazioni d’Italia, i famosi treni del sole, i voli charter, quella che doveva
essere una campagna culturale turistica ma che ha visto l’incremento di posti
letto che nella nostra terra non sono mai sufficienti.
Credo
che questo atto che ci ritroviamo ad inizio anno quasi a dire di ripartire da
dove abbiamo lasciato, ovvero dai campi da golf per passare adesso a quello che
può essere solo ed esclusivamente un incentivo, come al solito, di
polverizzazione delle risorse che in qualche modo vengono messe in campo, ma
anche con grande e poca chiarezza nell’atto che, probabilmente, andrebbe
rivisto; in una parte del testo si parla di incentivare i mesi morti che non
siano quelli di luglio e agosto che vedono le presenze e quasi sempre un
turismo di ritorno dei tanti calabresi nella propria terra – del 20 per cento a
luglio e del 40 per cento ad agosto – poi nella presentazione delle domande
diciamo che possono andare anche nei periodi che vanno dal primo aprile al 31
ottobre, includendo luglio e agosto, ma ancor di più ampliando i soggetti che
potranno avere questi contributi rispetto a quello che dovrebbe essere un
compito prioritario della Regione Calabria e, in questo caso, di chi ne ha le
deleghe, quindi del presidente Oliverio, dando un’identità chiara e
riconoscibile che possa in qualche modo incentivare quel turismo che il
consigliere Bevacqua che non vedo seduto, sta parlando con il presidente Irto,
non parli soltanto di turismo religioso ma del turismo mistico.
Siamo
una terra che da Placanica a Paravati ad altre locations avrebbe
potuto creare un investimento importante e che dovrebbe parlare dei bouquet di
turismo, che guarda nelle cinque province con delle peculiarità totalmente
diverse, se pensiamo alla parte ionica del reggino dove l'Unesco ci ha definito
il primo Paese in Europa per quello che riguarda gli insediamenti dei Parchi
archeologici e che avrebbe dovuto vedere anche un Consorzio proprio nella locride che potesse mettere a frutto tante situazioni. A me
sembra ancora una volta la famosa politica che non vedrà mai una legge organica
sul turismo, che dovrebbe essere per noi un’industria importante che guardi
anche ad altri settori dove spesso la mano destra non sa cosa fa la mano
sinistra, dove non sempre – consigliere Bevacqua – quello che viene messo in
campo in agricoltura porta nel turismo o viceversa, ma soprattutto anche in una
Regione che, avendo tanti Fondi comunitari, oggi va ad inserire un milione e
mezzo per tre annualità, 2017-2019, che potranno essere motivo di qualche
incentivo in più per qualche azienda.
Le
domande vengono anche accolte in base alla location
che si sceglierà e alla permanenza dei turisti, ma credo che questo potrebbe
essere un problema molto serio per le strutture ricettive, per quelle che in
qualche modo godono di alcuni vantaggi rispetto ad altri.
Penso
che dovremmo fermarci e lavorare su una legge che parli dello sport, non
soltanto del golf, che parli del sistema dei porti calabresi, che parli la
lingua del turismo mistico, gastronomico, scolastico, ambientale. Ricordo che
abbiamo i Parchi montani, ma una montagna che non ha le infrastrutture che
servono per poter praticare tutti gli sport invernali.
Mi
auguro soltanto che questa modifica alla legge non sia un’ulteriore modifica pre - quattro di marzo, che oggi vede molte assenze in
Consiglio regionale, che credo non darà lo sviluppo che tutti predichiamo, ma
solo un testo con qualche polverizzazione in più di risorse per la nostra
terra. Chiederei il ritiro di questa proposta dall'Aula, nonché alla
maggioranza e all'opposizione di chiedere con grande fermezza e con grande
forza, anche rispetto ai cambi che sono avvenuti in questi ultimi giorni da
parte del presidente Oliverio in Giunta regionale, di avere un assessore che
abbia la delega al turismo e ai beni culturali e che, in qualche modo, possa
dedicarsi a pieno titolo e a tempo pieno a questo settore.
Sono
convinta che non bisogna approvare lo sport e l'impiantistica dello sport,
sapendo già dove saranno gli impianti sportivi, e che non bisogna approvare
incentivi, sapendo già chi potrà, allargando le maglie dei beneficiari, avere
queste risorse. Credo che questa Assemblea dovrebbe portare in Consiglio una
legge che parli del turismo calabrese come è giusto che sia, un turismo a tutto
campo, ma soprattutto senza figli e né figliastri per quanto riguarda
l'erogazione dei contributi. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Ritengo che utilizzando come spunto questa proposta di legge
proveniente dalla Giunta regionale che si occupa di un tema che ha una sua
importanza – dirò in seguito le ragioni che, peraltro, sono evidenti – si sia
avviato un ragionamento che contiene importanti elementi di valutazione e che,
nelle varie sfaccettature in cui si è sviluppato il dibattito, ha evidenziato
alcuni temi dai quali credo che il Consiglio regionale della Calabria, prima
ancora che la maggioranza consiliare, non può prescindere.
Intanto
direi ai colleghi Ferro e Gallo che la discussione sui grandi temi, che pure
sono stati evidenziati, non può non essere affrontata e che, comunque, il
dibattito di stasera su uno strumento che obiettivamente non possiamo non
ritenere utile, prescinde da questa possibilità. Il fatto che oggi ci
dedichiamo ad un tema che riguarda gli strumenti a favore dell'incoming, non significa che dobbiamo trascurare elementi di
fondo di discussione, che pure sono necessari.
Intanto
mi soffermerei su un primo aspetto: credo che la legge che andiamo ad approvare
sia uno strumento utile e che, all'interno di tale strumento, finalizzato a
favorire l'incoming turistico, sia necessario dare
un'impostazione politica che deve essere quella di favorire i flussi turistici
anche internazionali, riservando un’attenzione particolare alle stagioni in cui
la Calabria, effettivamente – ha ragione il collega Gallo quando lo dice – ha
la necessità di allargare il ventaglio dell'offerta. Credo che dobbiamo
riservare un’attenzione particolare a queste risorse ed alle fasce stagionali
dell'anno in cui c'è la necessità di stimolare il più possibile la domanda. Il
fatto che poi si scelga di chiudere la finestra degli incentivi nelle mensilità
di luglio e agosto è evidente a tutti. Abbiamo stagioni in cui il turismo ha
raggiunto un consolidamento determinato, è vero, anche e soprattutto
dall'esistenza di una larga fetta di turismo cosiddetto di ritorno, ma non
significa che non ci sia poi la necessità di mettere in campo strumenti che
possano favorire l'allargamento della stagione in questo contesto. E’ chiaro
che poi su questo settore dobbiamo affrontare una discussione più approfondita,
e sono convinto che questa discussione vada affrontata intanto ripartendo da
una considerazione di fondo, collega Ferro, in quanto abbiamo una normativa, un
Testo unico sul settore turistico che risale al 2001, il numero 135 del 2001,
uno strumento tarato sul presupposto dell'esistenza della delega delle funzioni
in capo alle Province che oggi sono tornate in capo alla Regione e c'è la
necessità di riavviare una discussione sulla rielaborazione di un sistema
turistico complessivo.
Aggiungo
anche che su questo settore abbiamo la necessità di avviare una riflessione di
fondo che guardi anche all'organizzazione, non solo della promozione anche
delle politiche turistiche sul territorio. Ritengo – e affermando questo
riporto anche un ragionamento che è frutto di una sintesi maturata da un
confronto con il Presidente della Giunta regionale, di cui dirà anche lui in
una successiva occasione – che dobbiamo procedere a una distrettualizzazione
del turismo, a una promozione della distrettualizzazione
che non sia improntata ai sistemi turistici locali varati con una riforma che
poi è abortita nella scorsa Legislatura, ma che guardi a una distrettualizzazione che parta dal basso e che favorisca un
percorso in cui gli Enti locali, le organizzazioni di categoria e le
associazioni imprenditoriali costituiscano distretti in cui poter sviluppare
politiche specifiche, con attenzioni specifiche per singoli territori.
Penso
che questa debba essere una base di discussione nella quale, poi, ciascuno dal
suo versante, potrà inserire le proprie considerazioni e sviluppare i propri
ragionamenti. Tutto ciò per arrivare a un obiettivo di fondo che deve essere
quello di garantire una presenza turistica più diffusa nel corso dell'anno in
Calabria, che deve puntare a stabilizzare una percentuale di flussi che
quest'anno, per via di mille fattori anche contingenti dovuti alle politiche
internazionali, hanno determinato un incremento pari all'incirca al 6 per cento
delle presenze.
Abbiamo
il dovere di utilizzare questa stagione in cui c'è una fase di crescita e una
fase di vivacità, collega Gallo, che si riscontra anche sui territori e nella
piccola imprenditoria turistica, nella cosiddetta attività turistica
extralberghiera, che cresce in Calabria. I dati dicono che c'è una dinamicità,
una presenza, una crescita di piccole imprese turistiche, di bed and breakfast,
di piccole attività che lungo tutto il settore turistico calabrese cominciano a
dare importanti segnali di vivacità. Dobbiamo cogliere l'occasione del momento
della contingenza nazionale ed internazionale, la vivacità che sta crescendo
nel settore turistico e sviluppare delle politiche che accompagnino questo tipo
di fenomeni. Questo strumento, per tornare alla legge che approviamo, può
essere un elemento utile alla discussione e alla promozione internazionale
della Calabria che, chiaramente, non esaurisce il ventaglio delle necessità di
intervento su questo settore, però la domanda che ci dobbiamo porre è se sia
uno strumento utile alle imprese, alle agenzie di incoming,
utile a portare in Calabria nuovi flussi turistici nella stagione in cui le
presenze sono meno garantite ed è meno stimolata la domanda. Se questa é la
risposta, come penso, mi atterrei al punto ed approverei questa norma senza
perdere ulteriore tempo.
Collega
Ferro, fra le tante norme che si possono approvare in Consiglio regionale,
durante la campagna elettorale e fra le tante norme spot, credo che questa sia
quella che, di fatto – visto che tocca una materia che già ampiamente battuta e
percorsa – non aggiunge grandi novità, tali da poter essere considerata uno
spot; è una norma che calibra meglio interventi che già esistevano in Calabria
e che dà ulteriori strumenti per migliorare un settore che, ovviamente, ha
bisogno del sostegno e dell'intervento del Consiglio e della Giunta regionale.
Sulla
scorta di questo ragionamento, credo che questa sia una norma utile, che va
approvata, ma ciò non toglie che sia necessario avviare una discussione più
approfondita in un progetto di riforma complessiva che abbiamo il dovere di
mettere in campo come consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione.
Grazie, Presidente.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, ritengo che non ci siano dubbi rispetto a quanto detto nel suo
intervento dal relatore, Michele Mirabello, ossia che questo è uno strumento
utile a favorire l’incoming
turistico e, se vale questa ratio, non v’è
dubbio che non possiamo essere disattenti né essere contrari alla proposta di
legge oggi presentata dalla Giunta. E proprio questa ratio ha consentito, tra l’altro,
che la proposta di legge ottenesse in Commissione – tramite il capogruppo –
anche il voto favorevole del mio gruppo, però credo che durante la discussione
siano emersi, caro consigliere Mirabello, alcuni elementi che vanno analizzati.
Il primo elemento riguarda il fatto di votare oggi questa legge. Apro e chiudo
una parentesi e può anche, eventualmente, contraddirmi la collega Wanda Ferro
che non ha fatto una relazione preconcetta contro la legge, ma ha,
eventualmente, parlato di un miglioramento della stessa nella logica – che,
poi, ha riferito anche il collega Mirabello – della elaborazione di un testo
unico sul turismo non soltanto in termini di programmazione che, prima della
legge Delrio, rientrava nella competenza delle Province.
Chiederei
proprio alla consigliera Wanda Ferro se ci sono stati momenti di battaglia fra
i Presidenti di Provincia, magari fra
Wanda Ferro e/o Mario Oliverio, insieme a quell’epoca, quale Presidente della
Provincia. Oggi, invece, la Giunta ci propone questa legge disattendendo a quella
che è stata, poi, l’attuazione della legge Delrio.
Al
di là di queste contraddizioni, sul piano squisitamente politico, ritengo però
che siano venuti fuori questi discorsi. Allora, oggi, caro collega Mirabello,
procediamo a spizzichi e bocconi o c’è la possibilità che anche questa legge
rientri nell’ambito della elaborazione di un testo unico?
E
sappiamo tutti quanto la Regione Calabria abbia bisogno di testi unici e non di
spizzichi e bocconi! Allora, eventualmente, potremmo decidere insieme di aggiornare
i lavori in tempi brevi perché altrimenti lì viene il dubbio. Poi, c’è un altro
dubbio perché, caro capogruppo, ancora non ho capito bene – e dovrei chiederlo
al relatore, ma sono sicuro che lo metterei in imbarazzo, in difficoltà – la
formulazione adottata per individuare i beneficiari di questa legge che, in
modo generico, fa riferimento a “organizzazioni di viaggio nazionali ed estere,
agenzie di viaggio, tour operator …” e, poi, si
aggiunge quali attività devono svolgere le associazioni legalmente
riconosciute. Su questo aspetto sono preoccupato perché la ratio della legge mi convince
così come quello che ha detto Michele Mirabello, tuttavia ho dei dubbi sui
beneficiari. E chi me li chiarisce oggi in Aula!?
Poi
tra i beneficiari ci sono gli emigrati fuori regione e fuori Italia. Allora,
caro consigliere Mirabello, rientra pure il 4 marzo. Si vogliono far rientrare
per farli votare; naturalmente questa è una battuta ma anche sulla
destagionalizzazione ritengo che quantomeno il comma 1 dell’articolo 5, punto
b), vada rivisto perché quando dice che le domande possono essere presentate
entro il 28 febbraio per i programmi di viaggio da effettuare nel periodo
compreso tra il 1 aprile e il 31 ottobre ricomprende anche i mesi di luglio e
agosto.
Quindi,
se stiamo parlando di destagionalizzazione questo punto va rivisto perché
include anche i mesi di luglio e agosto; comprendo questo in una
interpretazione lessicale per come è scritto letteralmente. Allora, è
importante che anche la Giunta che propone questa iniziativa legislativa ci dia
delle delucidazioni circa i beneficiari, che rappresentano il punto cruciale di
attuazione di una legge, ed anche sulla destagionalizzazione con la modifica
dell’articolo 5, comma 1, punto b).
Questi
dubbi che, probabilmente, possono essere chiariti in questa sede, mi
consentiranno di votare questa legge – così come ha fatto il mio capogruppo in
Commissione – ma non se alcuni dubbi rimangono, se la maggioranza, anche dai
banchi semideserti, non volesse raccogliere l’invito della collega Ferro di
posticipare ad altra data l’approvazione di questa legge perché sicuramente la
Calabria aspetta una legge che vada incontro alle attività turistiche.
Consigliere
Bevacqua, i calabresi vogliono un incentivo sul turismo ma ai calabresi servono
anche delle risposte sulle ragioni per cui sono fermi gli impianti di risalita
di Lorica. A questo serve. Probabilmente, se enfatizziamo alcuni passaggi,
perdiamo la logica e, poi, gli impianti di risalita di Lorica saranno aperti a
luglio ed agosto soltanto per vedere il panorama.
Allora
– fermo restando il voto favorevole perché la ratio di questa legge mi
convince, è uno strumento utile a favore delle attività turistiche,
dell’implementazione turistica in Calabria – ho posto dei dubbi per quanto
riguarda una migliore individuazione dei beneficiari della legge che poi sono
quelli che avranno i soldi. Quindi, dobbiamo stare attenti all’individuazione
dei beneficiari. Sono perfettamente d’accordo sull’elaborazione di un testo
unico sul turismo in termini di programmazione ed anche di gestione politica.
Allora,
per prima ratio,
colgo la proposta della collega Ferro, però auspico che anche questa
maggioranza – e, ripeto, non è provocazione, né strumentalizzazione politica –
dai banchi semideserti voglia accogliere la proposta della collega Ferro di
rinviare ad altra data l’approvazione di questa legge, anche attraverso una
nuova discussione, magari anche in Commissione, su un ragionamento più ampio in
termini di programmazione delle politiche turistiche in questa Regione. Mi
auguro che intervenga proprio la sensibilità e la sinergia che oggi abbiamo
trovato sul primo provvedimento. Diceva il collega Cannizzaro: “si vota perché
è importante ma si vota anche per responsabilità della opposizione” e ringrazio
anche l’onestà intellettuale del collega Bevacqua che ha messo in evidenza la
presenza dell’opposizione che ha consentito la votazione sul primo
provvedimento; quell’opposizione oggi vi dice di essere d’accordo nella ratio ma di
valutare l’opportunità di rinviare ad una prossima seduta di Consiglio
regionale l’approvazione di questa legge nell’ambito di una riforma più
generale sul turismo che non sia a spizzichi e bocconi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente, onorevoli colleghi, emerge oggi la responsabilità
dell'opposizione rispetto allo svolgimento dei lavori che vedono questo
Consiglio impegnato a discutere alcuni provvedimenti importanti. Avremmo
auspicato la presenza di autorevoli esponenti di questa Assemblea e - come
diceva la consigliera Wanda Ferro - non per una questione di merito, ma per una
questione di principio - dunque non di sostanza - sarebbe auspicabile,
responsabilmente, differire il dibattito su un argomento che abbiamo spesso
richiamato all'attenzione dell'Aula rispetto alla valenza ed ad una
progettualità mancata.
Ci si accorge, quasi a fine legislatura, che manca una vera programmazione,
una rivisitazione del testo unico del 2001, come dicemmo in altre circostanze
auspicando che la maggioranza ascoltasse le nostre preoccupazioni rispetto ad
un comparto - come poc'anzi osservava il collega Gallo - che incide sul
prodotto interno lordo del nostro territorio, assieme all'agricoltura, e che
dovrebbe costituire un segmento nevralgico, per lo sviluppo e per la crescita
della regione.
Quello sviluppo e quella crescita della regione che oggi - è sotto gli
occhi di tutti – è definito da statistiche che richiamano dati negativi e dalle
critiche degli opinionisti - non lo diciamo noi, lo dice Molinaro
quando parla delle criticità dei fondi perduti nel comparto agricoltura.
Sono settori strategici che meritavano, caro collega Romeo, una certa
attenzione da parte di questo Governo. Attenzione che doveva essere riposta in
una delega ad hoc, che prevedesse
assessorati specifici che avrebbero dovuto consentire un lavoro importante.
Perché i processi di statalizzazione e di industrializzazione non possono
incidere sul rilancio della Calabria, quindi, diventano fondamentali
l'agricoltura e il turismo.
Parliamo di questi settori però, di fatto, non constatiamo traccia di
impegno da parte di questa maggioranza, non c'è stata e non c'è nemmeno oggi.
È un intervento mirato ad obiettivi strategici, ma si auspica che, su questo
argomento, si possa fare un ragionamento complessivo che consenta a questo
Consiglio regionale di elevare un dibattito di ampio respiro con dei contenuti
di qualità per una programmazione seria, concreta che possa veramente definirsi
adeguata ad un profilo che riteniamo debba essere di livello elevato.
Contrariamente a quello che è stato detto dal collega Esposito, non ci
sottraiamo alla votazione per irresponsabilità, ma non possiamo venir meno a
quello che dicemmo in altre circostanze, cioè che sull'argomento il Consiglio
deve essere chiamato ad un dibattito serio, attraverso un percorso che veda la
Commissione valutare una progettualità che vada ad emendare il Testo unico del
2001 e che presenti un’offerta adeguata a degli obiettivi che dovrebbero rispondere
a logiche produttive e di sviluppo.
Noi, responsabilmente, chiediamo che venga ritirato il provvedimento e
differito ad una discussione globale che interessi il comparto turistico e che
ci veda impegnati, assieme al Presidente della Giunta, agli assessori e ad
altri consiglieri regionali che oggi non sono presenti in questo Assemblea e
che avrebbe avrebbero dovuto partecipare, ma non entro nel merito delle scelte
o dell'impossibilità o della scarsa sensibilità di ognuno.
Questo argomento oggi non doveva essere trattato. Non mi fate dire quello
che non vorrei e quello che penso, non facciamo strumentalizzazioni alla
vigilia di una campagna elettorale che da qui a breve ci vedrà impegnati per il
rinnovo del Parlamento!
Sono cose che mi lasciano perplesso, perché questo provvedimento - che
risponde a logiche di sviluppo - deve essere inquadrato in un contesto globale,
non deve essere affrontato e riteniamo che non debba essere posto in votazione
in data odierna.
Passiamo alla votazione del provvedimento. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Poiché lei sta mettendo ai voti il
provvedimento, appare chiaro che non verrà posticipato ad altra seduta
consiliare da questa maggioranza.
In coerenza con quanto prima sostenuto,
condividiamo la ratio
che ha consentito al mio capogruppo di esprimere parere favorevole in
Commissione ma, alla luce dei ragionamenti fatti dai banchi dell'opposizione
circa il metodo e la disposizione puramente politica di una maggioranza che non
raccoglie gli indirizzi di un’opposizione che responsabilmente rimane in Aula,
il nostro - mi sono consultato con il mio capogruppo, naturalmente - non sarà
il voto favorevole espresso in Commissione. Ripeto: non mi sono state date
risposte circa il chiarimento sui beneficiari della legge stessa, elemento
determinante per non dare voce a quello che ha appena denunciato il collega
Nicolò.
Ho detto: non mi è chiara la definizione dei
beneficiari, a questo punto ritengo che rimarrà tale.
Tralasciamo, poi, l'aspetto della
destagionalizzazione che è marginale rispetto all’elemento di sostanza
contenuto all'articolo 2 (Beneficiari
della legge).
Mi sono consultato con il mio capogruppo -
quindi non è un rivedere la nostra posizione -, non tanto il merito, ma il
metodo e la forma ci lasciano mille dubbi, quindi rivediamo il voto favorevole
che avevamo precedentemente espresso.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha facoltà.
Presidente, il mio è stato il primo intervento ed ha innescato la
discussione rispetto a quella che ho definito una norma “spot”. Vale a dire una
norma che sicuramente non affronta in maniera organica le tematiche, sia pure
importanti, di questo delicato settore che è il settore turistico. Diciamolo
con chiarezza, oggi ci sono varie defezioni tra la maggioranza, manca la figura
del consigliere delegato o meglio di colui che ha le deleghe che è il
Presidente della Giunta regionale.
La maggioranza non ha i numeri per approvare in maniera autonoma questa
norma, la minoranza in maniera responsabile ha consentito lo svolgimento di
questa seduta di Consiglio regionale.
Abbiamo - in maniera molto sommessa, con la collega Ferro ed il collega
Nicolò - chiesto ai consiglieri di maggioranza ed alla Giunta regionale, che è
la proponente, di posticipare l'esame e l'approvazione di questa norma, perché
riteniamo - l'ho detto nel mio intervento -
che sia necessario affrontare le questioni che riguardano il settore
turistico in maniera più organica, più complessiva; fermo restando che possiamo
approvare questa proposta in altra circostanza, se c'è un impegno in questo
senso da parte del Presidente della Giunta.
La collega Ferro, insieme al collega Nicolò e al collega Esposito, ha
sollevato una serie di questioni, una serie di perplessità. Ora, l'appello che
io mi sento di fare alla maggioranza è di posticipare, chiarendo anche alcuni
aspetti,
alla prossima seduta di Consiglio Regionale l'esame di questa norma, perché
credo che la correttezza politica che abbiamo dimostrato in questa circostanza,
debba far sì che la maggioranza abbia uno slancio nei confronti della
minoranza, posticipandone l'esame.
Altrimenti ci vedremo costretti, Presidente, o a valutare un voto non
positivo o, eventualmente, a chiedere se ci sono i numeri per approvare questa
norma in questa seduta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ritengo che l'intervento del consigliere Gallo
chiarisca un aspetto più che altro tecnico e, sinceramente, non vedo l'urgenza,
presidente Irto, di continuare nella discussione di questa proposta di legge.
Penso che sia opportuno rinviare, visto e considerato il lavoro che abbiamo
fatto per cercare una condivisione sul primo punto. Non vedo l'urgenza di
portare a definizione questo punto. Ritengo, se c'è la condivisione di altri
consiglieri, che possiamo rinviare la proposta alla prossima seduta.
Il parere della Giunta regionale rispetto a questa proposta?
La Giunta regionale è favorevole a qualunque soluzione che possa portare a
soluzioni condivise, come condivisa è stata la discussione in Commissione.
Alcuni punti che sono stati evidenziati qui ora, la questione delle date o
dei beneficiari, credo abbiano già avuto un approfondimento in Commissione, ma,
se sono queste le perplessità, nulla osta un ritorno in Commissione o un
approfondimento in altra sede di questi punti.
Credo che sia una questione politica più che tecnica. Non vorrei che si
nascondesse dietro la questione tecnica del beneficiario o dei termini della
domanda una questione politica, cioè del ruolo del Consiglio regionale nella
discussione sul sistema del turismo in questa regione.
Credo che questo sia il vero punto centrale. La possibilità del Consiglio
di affrontare e discutere la questione, un grande tema di sviluppo e credo che
sia questa la prima volta che in questo Consiglio emerge questa esigenza.
Quindi, credo che il consigliere Nucera, da questo punto di vista, abbia colto
un’esigenza più significativa.
Ha chiesto di intervenire la
consigliera Ferro. Ha facoltà di intervenire.
Ringrazio
il consigliere Nucera, spero sia condivisa la richiesta di rinviare questo
argomento. Credo che il vicepresidente Viscomi abbia centrato la problematica,
fermo restando che ci sono delle incongruenze tra la relazione descrittiva,
quindi gli obiettivi della legge, e i requisiti previsti nell'articolato.
Probabilmente saranno dei refusi di stampa, ma che vanno controllati sia per i
beneficiari sia per noi che, eventualmente, andremo ad approvare la legge.
Parto
dal presupposto - ne approfitto per sottolinearlo al collega a Mirabello - che
le deleghe del turismo non furono mai trasferite dalla Regione alle Province.
Le Province gestivano le famose STL, i sistemi turistici locali, attraverso
l'assessorato regionale al turismo sia per quanto riguarda il brand sia per quanto riguarda la promozione sia per quanto
riguarda altre tipologie di interventi.
Le
deleghe non furono mai trasferite e noi come UPI - ricordo anche la presenza di
Mario Oliverio da Presidente della provincia di Cosenza - abbiamo fatto delle
barricate perché ritenevamo che la legge sul passaggio delle deleghe/funzioni
andasse attuata e non nell'ultima legislatura, mi riferisco già alla
legislatura del presidente Agazio Loiero.
Oggi
è cambiata la normativa delle Province, tutta la materia è tornata alla
Regione.
Credo
che l'ultimo spot, che ricordiamo con orgoglio, fosse “Calabria Mediterraneo da
scoprire”, siamo fermi al 1995.
Dovremmo
andare a lavorare sul testo del 2001 e non è un testo che può portare a quello
che tutti noi auspichiamo: un turismo di eccellenza, di qualità, fatto di
numeri e non soltanto un turismo che possa erogare qualche briciola in più alle
tante strutture che, ripeto, mi sembrano troppo diffuse. Voglio capire, se
Wanda Ferro domani fa un'associazione riconosciuta, se sono necessari dei requisiti
che prevedono un tot di anni di presenza nel settore.
Grazie, consigliera Ferro.
Era solo la risposta al collega Mirabello, non voleva essere strumentale.
Ringrazio il consigliere Nucera per la proposta e il vicepresidente Viscomi per
avere inteso qual era il senso di questa mia richiesta. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Colleghi, alla luce di quanto emerso in Aula, penso che
possiamo tentare di tenere assieme due esigenze. Una è approfondire ed
eventualmente modificare questa proposta di legge, l'altra - quella illustrata
dal collega Mirabello - è l’esigenza di adottare uno strumento di questo tipo.
Propongo di rinviare l'approvazione alla prossima seduta di Consiglio - che
probabilmente convocheremo per il 24 di questo mese - e che siano i capigruppo
a concordare le eventuali modifiche, perché, così facendo, integreremo e
modificheremo la proposta sulla base di quanto emerso in Aula ed, allo stesso
tempo, adotteremo la legge in tempi ragionevolmente brevi.
Penso che questa possa essere una soluzione. Riguardo le altre questioni
che hanno posto il collega Gallo, la collega Ferro, il collega Nicolò, il
collega Esposito, c'è un lavoro che si sta portando avanti, deve continuare e
che può anche essere accelerato.
Vedo segni di consenso, quindi faccio questa proposta all’Aula.
Bene, i capigruppo hanno condiviso, quindi il secondo punto all'ordine del giorno
è rinviato alla prossima seduta di Consiglio regionale.
(Il Consiglio rinvia)
Terzo punto all’ordine del giorno. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Romeo. Ne ha facoltà
Chiedo il rinvio, Presidente.
Pongo in votazione il rinvio. La proposta è rinviata.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo alle mozioni. Consigliere Sergio, se vuole ha facoltà di
illustrare la sua mozione, la numero 101.
Signor Presidente, onorevoli
colleghi, questa mozione è mirata a valorizzare le esperienze professionali di
alcuni lavoratori che hanno collaborato e collaborano con gli uffici,
esprimendo un grado abbastanza qualificato di professionalità. La leggo
testualmente: “Premesso che:
-
tra gli
obiettivi fondamentali che intende perseguire la Regione Calabria rientra a
pieno titolo la valorizzazione delle esperienze professionali pregresse e la
meritocrazia;
-
in tale
ambito sussiste un bacino di professionisti che hanno maturato una propria
esperienza attraverso contratti stipulati con la Regione e con società
partecipate dalla stessa;
-
i
predetti professionisti, componenti i gruppi di assistenza tecnica, oltre ad
avere sostenuto molteplici prove selettive per accedere alle posizioni
ricoperte, selezione attraverso short list, selezione per titoli e colloquio e prove scritte,
hanno maturato consolidate competenze professionali che da tempo, da almeno 3,
5, 10 anni contribuiscono o hanno contribuito a:
1.
migliorare
e potenziare il funzionamento dell'apparato amministrativo, soprattutto per
quanto concerne la valutazione, la gestione, la rendicontazione ed il
monitoraggio dei progetti finanziati con le risorse comunitarie e nazionali;
2.
progettare
e realizzare interventi pilota e sperimentazione in ambito locale, ad esempio
animazione territoriale, utili a promuovere strategie regionale per velocizzare
le procedure di spesa.
Questa mozione impegna la
Giunta regionale e il Presidente della Regione Calabria a voler assumere tutte
le iniziative tese ad avviare un percorso di valorizzazione delle esperienze
maturate da professionisti, componenti i gruppi di assistenza tecnica;
riconoscere gli stessi a livello giuridico, quali facenti parte di un bacino
autonomo; avviare una ricognizione formale dei professionisti componenti i
gruppi di assistenza tecnica interessati dal predetto percorso.” Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà. Prego.
Ho condiviso con il collega
Sergio l'importanza di questa mozione. Ritengo che sia arrivato il momento
giusto per poter sensibilizzare il Presidente della Giunta regionale su questa
tematica e capire anche, collega Sergio, se sia possibile ricollocare questi
consulenti, questi professionisti, che tanto sono serviti alla Regione
Calabria, che hanno maturato un’ulteriore esperienza, nell'ambito, per esempio,
del decreto, che nel frontespizio porta “Decreto del dirigente generale del
settore del dipartimento sviluppo economico, lavoro, formazione e politiche
sociali”, avente per oggetto “Approvazione elenchi regionali dei lavoratori di
cui alla legge regionale 13 gennaio 2014 numero 1”.
Secondo me un decreto
estremamente importante che, però, mi lascia qualche dubbio, vicepresidente
Viscomi, perché non reca la firma del direttore generale di quel dipartimento;
nel frontespizio è un decreto del dirigente generale, poi nella sostanza,
invece, è un decreto del dirigente del settore, perché porta la firma solo del
responsabile del procedimento e del dirigente del settore.
Non c'è la firma del dottore
Varone! Questo mi pone mille domande e mille perché,
probabilmente forse fra qualche perché c'è anche una delle motivazioni che
hanno portato alla dismissione dell'assessore Roccisano. Ripeto: un decreto
così importante non porta la firma del dirigente generale. Poi nello stesso
decreto vedo che si fa riferimento alla delibera numero 420 della Giunta
regionale del 10 ottobre 2014, di cui non trovo pubblicazione sul sito della
Regione Calabria.
Viene considerata fra i
visto, fra i sei considerato; si fa riferimento alla legge regionale numero 1
del 13 gennaio 2014 e stranamente non si fa riferimento alla legge regionale
numero 12 del 7 luglio 2014 che - se la memoria non mi inganna -, per quello
che ho letto, è stata presentata in Consiglio regionale in modo bipartisan dal collega Orsomarso e dal
collega Guccione - all'epoca all'opposizione - e contiene l’interpretazione
autentica dell'articolo 1 comma 6 e dell'articolo 4 della legge regionale
numero 1 del 13 gennaio 2014.
Bisognerebbe, quindi, non
solo sensibilizzare il Presidente della Giunta regionale sulla tematica posta–
- lo ha fatto in modo esaustivo il collega Sergio - ma sensibilizzarlo anche
alla possibilità, signori della Giunta regionale, di rivedere il decreto del
settore formazione professionale, lavoro e sviluppo economico per la atipicità
che un decreto così importante porti la firma solo del dirigente di settore e
non porti la firma del direttore generale. E, se ci sono i presupposti rispetto
alla legge regionale numero 12 del 7 luglio 2014, che ho citato poc'anzi, e per
l'interpretazione autentica della legge numero 1 del 2014, vedere se in una
rivisitazione di questo decreto possono entrare i lavoratori, i consulenti, i
professionisti di cui parlava il consigliere Franco Sergio.
Daremmo così una risposta,
collega Sergio, che va al di là della mozione stessa e sarei il primo a
plaudire all'intervento del presidente Oliverio se in tempi brevi si rivedesse
quel decreto. Si faccia firmare da tutti i responsabili del settore, non solo
dal dirigente del settore ma anche dal direttore generale e si porti in Aula
perché quello significherebbe costruire una pagina trasparente, una pagina vera
che va verso il bacino di quei consulenti, per dare una possibilità non teorica
ma sostanziale e in termini eventualmente di riutilizzo. Non parlo neanche di
un problema occupazionale, di riutilizzo di quelle professionalità, altrimenti
non ci rimarrebbe altro che una coscienza più pulita al collega Sergio ed a me,
all'intero Consiglio regionale, di aver approvato una mozione che, però,
sappiamo bene non essere la soluzione e la panacea dell’importante rilievo
posto alla base della stessa mozione e relazionato dal collega Franco Sergio.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Mirabello. Ne ha facoltà. Prego.
Grazie, Presidente.
Intervengo per esprimere un apprezzamento per la mozione che pone una questione
importante, dibattuta più volte nella terza Commissione che presiedo, in
audizioni e in una serie di atti che sono stati preordinati all’acquisizione di
dati relativi ad un bacino - se così lo possiamo definire, perché, di fatto,
allo stato non lo è - di cui, per la verità, non esiste contezza piena. Per cui
ritengo opportuno, prendendo spunto dalla mozione presentata dai colleghi
Sergio ed Esposito, affermare che l'aspetto che preliminare ad ogni altra
discussione riguarda l'avvio di una opera di ricognizione che ci consenta di
comprendere di che professionalità parliamo, di che numeri parliamo e di che
tipo di attività è stata svolta e anche un ragionamento in ordine alla durata
dell'impiego perché abbiamo più fasce di termini di impiego. Condivido, quindi,
da questo punto di vista e sotto questo aspetto, lo spirito della mozione.
Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il
vicepresidente Viscomi. Ne ha facoltà. Prego.
Tre brevissime osservazioni.
La prima: prendo nota delle indicazioni del consigliere Esposito sul decreto
recante l'elenco del precariato e dei bacini di precariato sulla base della
legge 1 del 2014. Non conosco ovviamente il decreto dirigenziale nel dettaglio
ma presumo che se il decreto è stato registrato dalla segreteria di Giunta
regionale abbia tutti i requisiti di legge per essere registrato.
Prendo nota delle
osservazioni perché anch'io voglio capire come un atto così importante che è richiesto… pur non avendo io competenza nella materia
specifica del lavoro, ho richiesto anch'io più volte all'assessorato…
perché è il punto di svolta per cercare di iniziare a ragionare sul precariato
storico della Regione Calabria che non ha rapporto di lavoro con la Regione
Calabria, ma ha la titolarità con Azienda Calabria lavoro o altri enti
strumentali e poi svolge attività di lavoro presso i dipartimenti della Regione
o presso altre strutture. Quel decreto, quindi, è sicuramente importante perché
era richiesto da una legge, già da diversi anni, e soltanto ora siamo riusciti
a portarla a compimento. Credo che questo sia già un merito da sottolineare e
ci siamo riusciti perché siamo – come dire? - in prossimità cronologica e
logica con i processi di stabilizzazione previsti dalla legge Madia.
E allora per quanto era la
mia competenza ho chiesto al dipartimento del personale di procedere ad una
ricognizione di tutti quei dipendenti che hanno una titolarità, un contratto,
anche a termine, con la Regione Calabria, con la Giunta regionale.
Attenzione, perché anche lì
c'è l'altro problema, contratto a termine, cococo…
poiché questa cosa è stata richiesta dal dipartimento del personale e da me al
dipartimento personale, c'è stata un'accelerazione anche per quanto riguarda il
precariato storico non di competenza del dipartimento personale. Guarderò, quindi,
con attenzione questo decreto per capire se, al di là della forma giuridica, vi
sia una sostanza su cui valga la pena riflettere e ragionare.
Secondo punto. Credo che la
Giunta regionale, d'altronde, non possa che condividere la firma congiunta dei
consiglieri Sergio ed Esposito; lo dimostra la necessità di valorizzare queste
esperienze pregresse che da 3, 5 o 10 anni, come avete scritto qui sulla
mozione, sostengono l'attività in chiave di assistenza tecnica e, delle volte,
- mi duole dirlo ma devo dirlo - anche sostitutiva, a carattere non di
assistenza, di mera assistenza, ma spesso anche di sostituzione tout court delle attività, perché in
alcuni settori il personale è carente o per una serie di altre ragioni. Su
questo siamo, quindi, assolutamente d'accordo. Credo che rispetto alla
formulazione dell'impegno che proponete alla Giunta regionale, in particolare
al secondo punto dell'impegno, riconoscere gli stessi a livello giuridico,
quali facenti parte di un bacino autonomo… è chiaro
che qui dobbiamo ragionare e approfondire perché non è possibile un
riconoscimento d’emblèe,
diciamo così, come bacino autonomo, uno fra i tanti bacini della Regione
Calabria.
Vi proporrei, quindi, di
valutare una riformulazione di questo seconda linea, nel senso di riconoscere,
valutare la possibilità di riconoscere gli stessi a livello giuridico come
bacini autonomi, in modo tale da avere la possibilità di costruire, di
ragionare sulle norme.
D'altronde era quello che
diceva il consigliere Esposito! Vediamo se sia possibile ricondurre questa area
di professionalità alla legge sul precariato storico, la intendo così. Dico
legge sul precariato storico perché in realtà si tratta di quattro leggi tra
loro incastrate: appunto, leggi generali, leggi di interpretazione autentica, e
così via.
Mi permetto, quindi, di
chiedervi una riformulazione di questa seconda linea, di valutare la
possibilità di riconoscere gli stessi a livello giuridico, quali facenti parte
di un bacino autonomo. Valutiamolo, valutiamolo insieme perché è un interesse,
credo mai come questo, un interesse bipartisan
del Consiglio, della Giunta regionale, della maggioranza e dell’opposizione.
Però dobbiamo valutare. Questa è quanto.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Intanto per dire al
consigliere Sergio che il vicepresidente Viscomi ha fatto meglio di noi, caro
collega Franco Sergio. Tant'è che raccolgo subito l’intento del brillante
intervento del professore Viscomi, del Vicepresidente, e se il collega Sergio è
d'accordo, possiamo vedere in che modo riformulare il punto 2 dell'impegno nei
confronti della Giunta regionale, perché condivido in pieno le delucidazioni
che ci ha voluto fornire il vicepresidente Viscomi, ma constato anche, e credo
che sia lo stesso sentimento del collega Franco Sergio, che c'è un impegno
forte su questo tema, che era uno dei motivi che ci ha spinto a presentare
questa mozione. Sono, quindi, disponibile a rivedere questo punto 2 fermo
restando che sono soddisfatto dell'intervento del vicepresidente Viscomi.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Sergio. Ne ha facoltà. Prego.
La prendo responsabilmente
come un'apertura, una disponibilità, quella dimostrata dal vicepresidente
Viscomi, sull'argomento e, quindi, in un'ottica diretta all'inquadramento più
organico per capire che tipo di percorso si possa attuare e in che modo.
Insomma credo che possiamo addivenire ad una riformulazione più confacente a
quello che è l'iter che si potrebbe
attuare per riconoscere a questi lavoratori una prospettiva di inquadramento
definitivo negli organici.
Quindi la ritira oppure la
riformuliamo?
No, no.
La riformuliamo.
Solo il punto 2
dell’impegno.
Soltanto il punto 2 va
riformulato.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà. Prego.
Intervengo semplicemente per ribadire, anzi per
confermare, il mio sostegno a questa mozione, ma anche per dire ai colleghi che
hanno presentato questo tipo di mozione di tener conto delle osservazioni fatte
dal vicepresidente Viscomi. Questo perché credo che sia importante avere
contezza di quello di cui parliamo e ci occupiamo, per evitare di ingenerare
meccanismi che, poi, possono anche portare a eventuali incomprensioni con
eventuale apertura di situazioni non gestibili. Dobbiamo capire, e ha ragione
il collega Mirabello quando pone il problema di una ricognizione seria,
approfondita e mirata di ciò, cosa significa avere un rapporto con la Regione o
essere professionisti legati a un contratto, legati ad una prestazione, legati
a quant'altro.
Vorrei, pur apprezzando lo sforzo del collega Sergio e
la condivisione del collega Esposito, comprendere e fare ogni passaggio con
oculatezza, con grande intelligenza, per evitare di aprire contesti e scenari
che è difficile gestire, governare.
Quindi bene l'apertura del vicepresidente Viscomi, ma
attenzione ad avere oculatezza nella gestione di queste problematiche che sono
presenti non solo su questo tema; abbiamo anche altri precari, altre situazioni
che potrebbero, poi, diventare momenti di non governo dei vari scenari e
situazioni aperte.
Bene, consigliere Esposito se ci dice la
riformulazione della mozione.
Sì, Presidente. Praticamente impegna la Giunta
regionale, il Presidente della Regione a voler assumere tutte le iniziative del
caso. Al secondo punto si antepone la frase “valutare la possibilità di
riconoscere gli stessi, a livello giuridico, quali facenti parte di un bacino
autonomo”. Il resto rimane sostanziale e invariato. Quindi al vicepresidente
Viscomi chiedo di ritornare in Consiglio per relazionare sulla consequenzialità
di questa mozione.
Votiamo, quindi, la mozione così come riformulata. La
mozione 101/10^ a firma dei consiglieri Sergio ed Esposito, è approvata.
(Il Consiglio approva)
Passiamo all’ordine del giorno a firma del consigliere
Sergio più altri. Prego, consigliere Sergio
Signor Presidente, volevo sottolineare che
quest’ordine del giorno è sottoscritto dai colleghi Domenico Bevacqua, Gianluca
Gallo, Sinibaldo Esposito, Wanda Ferro, Giovanni Nucera, Arturo Bova e
Alessandro Nicolò e riguarda la posizione dei lavoratori ex percettori di
indennità di mobilità in deroga. Ne do lettura.
“Il Consiglio regionale della Calabria - premesso che:
il 7 dicembre 2016 la Regione Calabria ha firmato, con
le organizzazioni sindacali, un accordo teso al riutilizzo di risorse finanziarie
per sostenere tirocini della durata di sei mesi, da svolgersi presso enti
locali ed imprese a cura di lavoratori già percettori dell'indennità di
mobilità in deroga;
successivamente, ottenuta l'autorizzazione del
Ministero del lavoro e siglata l'intesa con l'INPS, si provvedeva ad emanare un
bando regionale pubblico di reclutamento;
la graduatoria definitiva, pubblicata nel giugno 2017,
portava all'utilizzo, presso comuni e imprese di tutta la Calabria, di 5.583
lavoratori, qualificati come tirocinanti;
i tirocini avviati nel periodo estivo del 2017 sono
già giunti o stanno giungendo a conclusione;
nel corso di questi mesi i tirocinanti sono stati
vittime di gravi negligenze, la più rilevante delle quali è quella consistita
nel mancato pagamento delle indennità maturate, liquidate solo ad inizio 2018
ed in qualche circostanza a diversi lavoratori ad oggi non ancora corrisposte;
la scadenza dei tirocini avviati nell'estate 2017
rende, comunque, urgente e necessario pensare all'attivazione di nuove misure
destinate al sostegno dei lavoratori ex percettori di mobilità in deroga e ciò
anche a garanzia degli enti interessati al loro impiego, dal momento che gli
stessi hanno acquisito un patrimonio di conoscenze e professionalità
indispensabile per l'erogazione di molti servizi primari. -
impegna il Governo regionale: ad assumere tutte le
iniziative necessarie ed idonee affinché siano celermente completate, in favore
di tutti i tirocinanti, le operazioni di pagamento delle indennità dagli stessi
maturate, qualora eventualmente non ancora ultimate; persegua la definizione
urgente della Banca dati relativa a queste figure; verifichi, di concerto con
il Ministero del lavoro, la possibilità di addivenire alla
costituzione di un bacino dedicato…”
Capisco, vicepresidente Viscomi, che quando parliamo
di bacino il problema consiste nel fatto che in Calabria abbiamo un esercito di
precari, frutto di politiche, come dire, improvvisate degli ultimi vent'anni e,
quindi, oggi, ci troviamo a gestire una situazione molto forte, molto pesante.
Però, purtroppo, queste sono persone che meritano un riconoscimento, ma
soprattutto il rispetto della dignità lavorativa che hanno espresso ed
esprimono tutti i giorni, spesso con grandi livelli di professionalità e,
quindi, il problema va guardato con grande sensibilità ed attenzione.
“…provveda alla definizione,
in tempi rapidi, delle misure utili ad assicurare ulteriori opportunità, anche
attraverso specifici bandi, ai lavoratori già percettori di indennità di
mobilità in deroga, in particolare, assicurando la prosecuzione,
nell'immediato, del tirocinio presso gli enti attraverso la formula del
perfezionamento del tirocinio stesso, che consentirebbe di ridurre i tempi di
reinserimento, evitando inutili disagi; curi la progettazione di politiche
attive, con programmazione sistematica per la captazione dei fondi necessari;
promuova un incontro con i rappresentanti sindacali dei lavoratori ex
percettori di mobilità in deroga ed il comitato autonomo dei tirocinanti;
elabori e si rediga con urgenza un piano per il lavoro, da sottoporre al vaglio
del Consiglio regionale, per discutere ed affrontare in maniera più
approfondita la tematica, confrontandosi con le organizzazioni sindacali e con
i lavoratori.” Grazie
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua, ne
ha facoltà.
Intervengo solo per condividere questo ordine del
giorno che è nato da un incontro avuto con alcuni di colleghi consiglieri
regionali tra cui Franco Sergio, Gallo e altri, presenti ad un incontro
promosso dall’assemblea dei lavoratori interessati al problema.
Credo che, come diceva bene il collega Sergio, questo
sia un problema che si inquadra in una politica, quella degli ultimi vent'anni,
che ha creato, sul territorio, un bacino di forte precariato, ma che ha anche
formato tante professionalità, tanto supporto ai Comuni interessati, agli enti
coinvolti. Questo ordine del giorno merita una particolare attenzione da parte
del Consiglio regionale, da parte della Giunta regionale, alle richieste che
abbiamo inserito nello stesso, dove chiediamo un impegno della Giunta ad
attivare un nuovo bando il prima possibile, ad aprire un tavolo di
concertazione con i sindacati ed a capire, a comprendere se c'è la possibilità,
attraverso una nuova legge, di aprire un nuovo bacino che riguarda i soggetti
percettori di indennità di mobilità in deroga.
Questa è la finalità di questo ordine del giorno che è
condiviso dalla maggioranza e dalla minoranza e che ci auguriamo possa essere
accolto, in maniera favorevole, da parte della Giunta non in termini di impegno
solenne, ma in termini di impegno costruttivo volto a trovare soluzioni
immediate verso questi lavoratori interessati, che da anni svolgono il proprio
servizio nelle realtà degli enti coinvolti e, soprattutto, a ottenere maggiore
attenzione e rispetto verso i pagamenti che in questi anni hanno subito forti
ritardi, non per colpa della Regione, ma perché manca una banca dati ufficiale
che deve realizzata, deve essere completata dall'INPS. Credo che bisogna fare
un ragionamento forte verso l'INPS, per far capire che gli impegni devono
essere mantenuti, le responsabilità devono essere chiare e anche, quindi, avere
la Giunta regionale che spinga in questa direzione, per arrivare a sanare tutte
le mensilità. Sono circa 500 i lavoratori interessati che non hanno ancora
avuto il riconoscimento delle mensilità o per un errore tecnico o per altri
motivi.
Credo che su questo ci sia unanimità di vedute, ci sia
un consenso unanime e chiedo alla Giunta regionale, in questo caso al
vicepresidente Viscomi, di attivarsi affinché si possa arrivare, da qui a pochi
giorni, a pochi mesi, al nuovo bando e per rimettere in campo tutte le azioni
che abbiamo suggerito con questo ordine del giorno. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo, ne ha
facoltà.
Presidente, intervengo a sostegno di questo ordine del
giorno che ho elaborato insieme ad altri colleghi consiglieri. È una posizione bipartisan quella che assumiamo proprio
perché riteniamo che su questi lavoratori ci debba essere un impegno
particolare, trattandosi, in molti casi, di lavoratori ultracinquantenni che
avranno sicuramente difficoltà ad essere reinseriti nel mondo del lavoro anche
attraverso le imprese e le aziende private. Per cui un sostegno pieno e
convinto rispetto a questo percorso che, credo, da questo momento possa
iniziare per circa 4000 ed oltre famiglie in questa regione. Grazie
Ci sono altri interventi? Passiamo alla votazione. Gli
uffici mi segnalano che manca il numero legale in Aula, pertanto non si può
procedere alla votazione e la seduta è tolta.
Ha chiesto congedo: Aieta, Battaglia, Ciconte,
D'Acri, Gentile, Giudiceandrea, Greco, Guccione, Morrone, Orsomarso, Scalzo
(Sono concessi)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
Norme in materia di artigianato -
(deliberazione G.R. n. 580 del 28.12.2017) (P.L. n. 310/10^)
E' stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Norme per la tutela dei diritti
dei consumatori e degli utenti - (deliberazione G.R.
n. 298 del 30.6.2017) (P.L. n. 312/10^)
E' stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - ed al C.A.L.
di cui all'art. 127 del Regolamento interno Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri
regionali:
Scalzo, Romeo, Bevacqua - “Disposizioni a sostegno dell'economia
circolare, della riduzione della produzione dei rifiuti urbani, del riuso dei
beni a fine vita, della raccolta differenziata e modifiche alla legge regionale
28 agosto 2000, n. 16 (Disciplina dei tributo speciale per il deposito in
discarica dei rifiuti solidi)” (P.L. n. 309/10^)
E' stata assegnata alla
quanta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente - alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - ed al C.A.L. di cui all'art. 127 del Regolamento interno
Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea - “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 31 dicembre 2015, n. 35 - Norme per i servizi di trasporto pubblico
locale” (P.L. n. 311/10^)
E' stata assegnata alla
quanta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente - alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - ed al C.A.L. di cui all'art. 127 del Regolamento interno
Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
Mirabello - “Uso
terapeutico della canapa. Disposizioni in materia di utilizzo di farmaci cannabinoidi per finalità terapeutiche e promozione della
ricerca e di azioni sperimentali prodomiche alla
produzione da parte di soggetti autorizzati” (P.L. n. 313/10^)
E' stata assegnata alla
terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
La
Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare
la deliberazione n. 407 del 30 agosto 2017, recante: "Piano Regionale di Sviluppo
Turistico Sostenibile. Piano Stralcio Esecutivo Annuale 2017 (art. 4 della L.R. 8/2008). D.G.R. n. 573/2016, n 104/2017 e n. 201/2017. Parziale
modifica della DGR 201/2017 e integrazioni"
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della
competente Commissione consiliare la deliberazione n. 648 del 29 dicembre 2017,
recante: "Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile. Approvazione
Piano Esecutivo Annuale 2018 (art. 4 della L.R.
8/2008)"
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
In data 21 dicembre 2017, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telemáticamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 129 del 22 dicembre 2017:
1. Legge regionale 21
dicembre 2017, n. 48, recante: "Riconoscimento della legittimità dei
debiti fuori bilancio ai sensi dell'articolo 73 del Decreto Legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n.
42)";
2. Legge regionale 21 dicembre 2017, n. 49, recante:
"Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alle
lettera a) ed e), comma 1, dell'articolo 73 del Decreto Legislativo 23 giugno
2011, n. 118 e s.m.i. (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42)"
In data 22 dicembre 2017, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telemáticamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 130 e n. 131 del 22 dicembre
2017:
1. Legge regionale 22
dicembre 2017, n. 50, recante: "Interventi per la realizzazione di soggiorni
educativo - terapeutici nella Regione Calabria in favore di bambini,
adolescenti e giovani con diabete mellito";
2. Legge regionale 22
dicembre 2017, n. 51, recante: "Norme di attuazione della legge 21
novembre 2000, n. 353 (Legge quadro in materia di incendi boschivi)";
3. Legge regionale 22
dicembre 2017, n. 52, recante: "Misure per promuovere il turismo sportivo
mediante la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti
golfistici";
4. Legge regionale 22
dicembre 2017, n. 53, recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 26 novembre 2001, n. 30 (Normativa per la regolamentazione della
raccolta e commercializzazione dei funghi epigei ed ipogei freschi e
conservati)";
5. Legge regionale 22
dicembre 2017, n. 54, recante: "Provvedimento generale recante norme di
tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla
manovra di finanza regionale per l'anno 2018)";
6. Legge regionale 22
dicembre 2017, n. 55, recante: "Legge di stabilità regionale 2018";
7. Legge regionale 22
dicembre 2017, n. 56, recante: "Bilancio di previsione finanziario della
Regione Calabria per gli anni 2018-2020";
8. Legge regionale 22 dicembre 2017, n. 57, recante: "Modifiche alla l.r. 32/1996 e norme in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale"
In data 18 dicembre 2017, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti
regionali e che gli stessi sono stati pubblicati sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 128 del 19 dicembre 2017:
Regolamento regionale n. 20
del 18 dicembre 2017, concernente: "Modifiche al regolamento regionale 27 marzo 2013, n. 4
"Regolamento attuativo della legge regionale del 26 luglio 2012, n. 30
(Misure a favore dei Consorzi di Garanzia Collettiva fidi in agricoltura)";
Regolamento regionale n. 21
del 18 dicembre 2017, concernente: "Approvazione modifica al Regolamento regionale
n. 16 del 23 dicembre 2015, approvato con DGR n. 541 del 16.12.2015
"Regolamento di organizzazione delle strutture della Giunta regionale"
cosi come successivamente modificato ed integrato con regolamento regionale n.
4 del 2 marzo 2016 (approvato con DGR n. 51/2016), Regolamento regionale n. 4
del 21 marzo 2017 (approvato con DGR n. 26/2017) e dal Regolamento regionale n.
10 del 9 maggio 2017 (approvato con DGR n. 179/2017) e dal Regolamento
regionale n. 17 del 12 ottobre 2017 (approvato con DGR n. 453/2017).
In data 19 dicembre 2017, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 128 del 19 dicembre 2017:
Regolamento regionale n. 22
del 19 dicembre 2017, concernente: "Modifiche al Regolamento regionale 10 agosto
2017, n. 14 (Regolamento per la disciplina delle strutture ausiliarie)".
In data 29 dicembre 2017, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 132 del 29 dicembre 2017:
Regolamento regionale n. 23
del 29 dicembre 2017, concernente: "Modifiche al Regolamento regionale 16 dicembre
2016, n. 17 (Regolamento sulle procedure di autorizzazione, accreditamento e
vigilanza delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socio-assistenziali,
nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità)"
La Giunta regionale
ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di
previsione finanziario 2017-2019:
Deliberazione
Giunta regionale n. 386 del 10.8.2017; Deliberazione Giunta regionale n. 588
del 22.11.2017; Deliberazione Giunta regionale n. 591 del 29.11.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 621 dell'11.12.2017;
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2018-2020:
Deliberazione Giunta
regionale n. 7 del 12.1.2018;
Deliberazione Giunta
regionale n. 8 del 12.1.2018;
Deliberazione Giunta
regionale n. 10 del 12.1.2018
La Giunta regionale, con nota prot. n. 13015 del 15.1.2018, ha trasmesso la deliberazione
n. 619 dell'11.12.2017, avente ad oggetto: "Approvazione "Piano degli
indicatori e dei risultati attesi di bilancio 2016" (art. 18bis e 41 del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)"
La Giunta regionale, con nota prot. n. 13564 del 15.1.2018, ha trasmesso la deliberazione
n. 635 del 21.12.2017, avente ad oggetto: "Documento tecnico di
accompagnamento al bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria
per gli anni 2018-2020 (artt. 11 e 39, c. 10. d.lgs. 23.6.2011, n. 118)"
La
Giunta regionale, con nota prot. n. 13287 del
15.1.2018, ha trasmesso la deliberazione n. 636 del 21.12.2017, avente ad
oggetto: "Bilancio finanziario gestionale della Regione Calabria per gli
anni 2018-2020 (art. 39, c. 10, d.lgs. 23.6.2011, n. 118)"
Arruzzolo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nel mese
di dicembre scorso è stato siglato il Protocollo d'intesa sperimentale tra Inps
Calabria e Regione Calabria con il quale si è convenuto affidare all'Inps le
funzioni relative all'accertamento dei requisiti sanitari in materia di
invalidità civile, cecità civile, sordità civile, disabilità e handicap, già di
competenza delle Aziende Sanitarie regionali;
considerato che: sono giunte
innumerevoli segnalazioni da parte di cittadini con disabilità, che versano in
condizioni di estrema gravità, per manifestare la concreta difficoltà a
raggiungere, pur essendo trasportabili, la sede provinciale di Reggio Calabria,
individuata dall'Inps, per effettuare le visite legali per i richiedenti
l'invalidità, che comporta, oltre ad un notevole aggravio economico per il
trasporto, anche lunghi tempi di attesa dinanzi alla sede reggina, dove vengono
indirizzati tutti gli invalidi dell'intera provincia, che sicuramente presentano
gravissime sofferenze -:
se è intenzione del Presidente
della Giunta regionale di intervenire con la Direzione Regionale Inps per
integrare alla sede di Reggio Calabria, ai fini dell'accertamento dei requisiti
sanitari in materia di invalidità, anche le sedi Inps di Locri e Palmi,
alleviando in tal modo le manifestate difficoltà dei cittadini con disabilità
grave e delle loro famiglie dell'intera provincia.
(336; 17/01/2018)
Greco - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il
comprensorio ricadente tra l'area urbana di Cosenza (compresa l'università
della Calabria) ed il tirreno cosentino, vive, dal 6 dicembre scorso, gravi
disagi a causa del deragliamento di un convoglio regionale, di Trenitalia,
avvenuto all'interno della galleria Santomarco, lungo
la tratta Cosenza-Paola. Preso atto che: da parte
della società responsabile del trasporto nazionale e regionale, ovvero
Trenitalia S.P.A., nessuna comunicazione ufficiale è
giunta, ad oggi, sulle cause che hanno portato al preoccupante incidente e né,
sempre da parte di Trenitalia, è stato reputato opportuno informare sul periodo
di chiusura o sulla data dell'eventuale riapertura della galleria stessa.
Tenuto conto che: la viabilità ferroviaria calabrese, ed in particolare della
Provincia di Cosenza, ha come snodo fondamentale e strategico il collegamento
tra Cosenza e Paola. Considerato che: il collegamento da Cosenza a Paola, e
viceversa, garantito da numerosissime corse ferroviarie giornaliere, permette
agli abitanti della città dei Bruzi e del suo
hinterland (oltre 200 mila persone), la possibilità di viaggiare ed usufruire
di treni veloci (“Frecciabianca" "Frecciargento" “Intercity"), da Paola, che
permettono collegamenti con le principali città italiane e con il resto del
Paese.
Evidenziato
che: la stazione di Paola è l'unico HUB ferroviario della provincia di Cosenza.
Sottolineato il gravissimo e perdurante disagio che, questo stato delle cose e
queste incertezze relativamente alla prospettiva di riapertura del tratto Cosenza-Paola, sta arrecando ad operatori economici,
lavoratori, studenti e pendolari in generale, che ogni giorno usufruivano dei
convogli regionali per spostarsi lungo l'asse ferroviario Cosenza-Paola
ed anche Sibari-Paola -:
1) informazioni
dettagliate circa la dinamica e le cause del deragliamento del convoglio
regionale, avvenuto il 6 dicembre scorso;
2) quale sia
lo stato di manutenzione e lo stato di efficienza della tratta ferroviaria Cosenza-Paola e della galleria Santomarco;
3) i motivi
della chiusura della tratta incriminata;
4) comunicazioni
ufficiali da parte degli organi competenti quali Trenitalia S.P.A.;
5) i tempi
di ripristino e di riapertura della tratta, per dare risposte ai cittadini
pendolari che ogni giorno usufruiscono della tratta Cosenza-Paola,
e che vivono innumerevoli disagi.
(333; 18/12/2017)
Tallini - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
con delibera
di Giunta regionale n. 652 del 9 dicembre 2017 è stato approvato lo schema di
accordo di programma per la realizzazione del progetto: "Politiche attive
a supporto dello sviluppo dell 'area protetta del
Parco Naturale Regionale delle Serre";
in virtù di
tale delibera è stato avviato l'iter per: "Accrescere le competenze dei
cittadini calabresi in difficoltà occupazionali, (la Regione Calabria) intende
realizzare interventi innovativi e sperimentali volti all'aggiornamento dei
contenuti formativi e alla programmazione ed attivazione dell'offerta formativa
sul territorio";
più
precisamente: "L'attività formativa mira alla realizzazione di percorsi di
formazione per il conseguimento di qualifiche e diplomi professionali, in
particolare nei settori dell'Ambiente e della Forestazione, produzione ed
utilizzazione del legno";
la Giunta,
per l'intervento in questione ha individuato nell'Ente Parco Naturale Regionale
delle Serre il soggetto attuatore. L'importo complessivamente impegnato è pari
ad 830 mila euro;
di cui 550
mila euro per indennità di partecipazione e 280 mila euro per la formazione. Il
finanziamento è stato assicurato mediante le risorse del Pac
Calabria 2007/2013;
sulla base
di tale delibera, l'ente Parco Serre si può già attivare per l'aggiornamento di
una short list già istituita presso l'ente (con
relativa riapertura dei termini). Tuttavia, ciò non avvierà alcuna procedura
concorsuale;
non
prevista, infatti, la definizione di alcuna graduatoria, attribuzione di
punteggi o parametri di merito delle figure professionali. Sulla base di tale
short list, in sostanza, verranno individuati i
soggetti ai quali affidare, in base all'esigenze dell'ente, incarichi
professionali di importo inferiore ai 40mila euro;
la scelta di
dette figure che già si prefigura discrezionale e avulsa da ogni obiettiva
ragione di merito (decisione formalmente legittima ma sostanzialmente e
politicamente opinabile), unitamente alle perplessità sulla tempistica del
progetto, originano dubbi sulla reale efficacia degli obiettivi di cui alla
decisione in esame -:
1) con
particolare riferimento alla tempistica di tale iniziativa, quali siano stati i
fattori che hanno orientato la decisione in questione;
2) una volta
individuato il soggetto attuatore, se e quali controlli o sorveglianza intende
azionare la Regione Calabria per assicurare che il progetto sia eseguito
secondo la più scrupolosa osservanza dell'inderogabile principio costituzionale
di imparzialità;
3) quali
siano stati gli studi e gli elementi posti alla base della decisione della
Regione Calabria. In che termini, concretamente, tale attività di formazione
può avere benefici reali sulla crescita economica e/o occupazionale dell'area
in questione;
4) se non
fosse il caso di inserire linee guida volte a sollecitare una valutazione di
merito per la selezione dei soggetti preposti alla formazione.
Tallini - Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
perfezionato
l'iter parlamentare finalizzato alla stabilizzazione e contrattualizzazione dei
lavoratori ex LSU e LPU, è in corso un vero e proprio conflitto anche di natura
sindacale tra lavoratori e molti sindaci calabresi in merito alla
contrattualizzazione degli stessi per l'anno 2018. Seppur il Decreto Madia
prevede il superamento del precariato negli enti locali i rapporti di lavoro
stanno proseguendo nell'incertezza più assoluta e senza chiarezza da parte del
Governo regionale che in questa vicenda ha un ruolo fondamentale. I Comuni
calabresi infatti hanno molta difficoltà a porre in èssere delibere finalizzate
alla stipula dei contratti per il concreto rischio di dover stabilizzare i
lavoratori in oggetto con utilizzo di fondi propri e non fondi garantiti dalla
Regione Calabria e la confusione e i timori generati dal comportamento del
Governo e della Regione Calabria non aiutano a dirimere la vicenda in modo
positivo e definitivo. A ciò va aggiunta l'assoluta incapacità di dialogare da
parte del Governo regionale e la recentissima esautorazione dell'assessore al
ramo non aiuta certamente a risolvere la questione con rischio di ulteriore
blocco delle attività amministrative dei comuni specie quelli piccoli dove
l'apporto degli LSU e LPU è diventato fondamentale per il buon andamento della
macchina comunale. Orbene, il principio di equità e rispetto della dignità dei
lavoratori è un concetto al quale non si può rinunciare e questa fase di
immobilismo non aiutare a superare le difficoltà del lavoro precario e
dell'allarme lanciato dai Comuni di conoscere regole chiare per la
stabilizzazione degli loro dipendenti. Alla luce di quanto sopra non si può
accettare una gestione in emergenza di una situazione nota dall'inizio di
questa legislatura e mai affrontata seriamente tanto meno risolta rendendo il
sistema totalmente vulnerabile e la posizione degli lavoratori sempre più incerta;
occorre
pertanto fornire ai Comuni ed a tutti gli enti utilizzatori regole chiare e
certe e ciò deve essere garantito dal Dipartimento regionale competente, ossia
quello dello Sviluppo Economico, Lavoro, formazione e politiche sociali. In
particolare l'art. 20 del D. Lgs.vo 25 maggio 2017
prevede la possibilità per le Amministrazioni, al fine di superare il
precariato, di ridurre il ricorso ai contratti a termine e valorizzare la
professionalità acquisita dal personale con rapporto di lavoro a tempo determinato,
di poter, nel triennio 2018/2020 in coerenza con il piano triennale dei
fabbisogni di cui all'art. 6 comma 2, e con l'indicazione della relativa
copertura finanziaria assumere a tempo indeterminato personale non dirigenziale
che possegga i requisiti previsti dalla norma. Lo stesso art. al comma 14
stabilire anche che le assunzioni a tempo indeterminato disciplinate dall'art.
1 commi 209, 2011 e 2012 della legge 27 dicembre 201 n. 147 sono consentite nel
richiamato triennio attraverso l'utilizzo delle risorse di cui ai commi 3 e 4 o
previste dalle leggi regionali, e dunque gli enti territoriali calcolano la
loro spesa di personale al netto dell'eventuale cofinanziamento erogato dallo Stato
e dalle Regioni. Considerato, inoltre, che la stragrande maggioranza degli Enti
utilizzatori non saranno in grado di coprire la spesa per la stabilizzazione
degli ex LSU e LPU nel piano triennale del fabbisogno potranno godere di una
proroga al 31.12.2018 del contratto a tempo determinato per programmare la spesa
in più esercizi che superino la soglia prevista del triennio medesimo
(2018/2020) nel caso in cui la proroga fosse attuabile (ipotesi non contemplata
ma auspicabile) -:
cosa accadrà
se la soglia dei 36 mesi viene superata atteso che la norma (art. 36 comma 5- quater) prevede espressamente l'ipotesi di danno erariale
per tutti i contratti che saranno stipulati in violazione dell'art. 36 e che
conseguenza comporterà ciò per i lavoratori che non saranno stabilizzati nel
termine indicato dalla norma in assenza di copertura finanziaria e come
quest'ultima verrà garantita in attesa dell'esecuzione della Legge finanziaria
e con quale status giuridico applicato al lavoratore? Si richiede risposta
scritta nei termini di legge e di regolamento.
(335; 16/01/2018)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
sono
trascorsi oltre cinquant’anni da quando sono iniziati i lavori di costruzione
della superstrada Jonio-Tirreno altrimenti detta
"nuova trasversale delle Serre";
tale opera
avrebbe dovuto affrancare dall'isolamento decine di comuni a cavallo tra le due
province di Catanzaro e Vibo Valentia nonché costituire un'importante
infrastruttura di collegamento tra il versante tirrenico e quello ionico
dell'area centrale della Calabria;
l'opera
stessa si è trasformata in un emblema delle inefficienze e delle incapacità dei
vari Governi centrali di creare infrastrutture funzionali allo sviluppo del
territorio calabrese;
la
tempistica che l'Anas ha recentemente indicato per la prosecuzione dei lotti
ancora da realizzare risulta insoddisfacente in quanto nel 2018 verranno
sbloccati solo due piccoli cantieri: lo svincolo autostradale di Vazzano e un raccordo di pochi chilometri a Monte Cucco e
null'altro, dunque, se non una generica promessa di riappalto della bretella di
Gagliato, desolatamente abbandonata da un decennio;
il
completamento dell'opera, addirittura sarebbe previsto per epoca successiva al
2025;
grande
incertezza risulta persistere, altresì, in merito al tronco di collegamento con
la costa ionica, da Gagliato a Soverato, rimasto
addirittura senza copertura finanziaria;
impegna la Giunta regionale
ed il
Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso il Governo affinché, in
tempi brevi, sia ridefinito il crono programma di realizzazione e completamento
dell'intera infrastruttura statale.
Art. 1
(Oggetto)
1. Con la presente legge la Regione Calabria istituisce, presso il
Consiglio regionale della Calabria, il Garante regionale dei diritti delle
persone detenute o private della libertà personale, di seguito denominato
"Garante regionale".
Art. 2
(Finalità)
1. La Regione Calabria, in attuazione degli articoli 2, 3, 4, 27, 32
della Costituzione e dei principi e delle finalità stabiliti dall’articolo 2,
commi 1 e 2, lettere a), b), h) dello Statuto regionale, dell'articolo 3 della
Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà
fondamentali e delle altre Convenzioni internazionali sui diritti umani ratificate
dall'Italia e in particolare del Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni
Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani e
degradanti (OPCAT), sottoscritto a New York il 18 dicembre 2002 e ratificato in
Italia con legge 9 novembre 2012, n. 195, che prevede, sul piano
internazionale, l’adozione di un organismo di monitoraggio indipendente,
(National Preventive Mechanism, NPM, Meccanismo
nazionale di prevenzione) nonché dell'ordinamento penitenziario italiano ed europeo,
nell'ambito delle materie di competenza regionale, contribuisce a garantire i diritti,
promuovendone e assicurandone il rispetto, delle persone detenute e di coloro
che sono sottoposti a misure comunque restrittive o limitative della libertà
personale, favorendone, altresì, il recupero e il reinserimento nella società.
2. Tra i soggetti di cui al comma 1 rientrano le persone ristrette
negli istituti penitenziari, negli istituti penali per i minorenni, nei centri
di prima accoglienza e comunità ministeriali per minorenni, quelle in esecuzione
penale esterna, le persone sottoposte a misure cautelari personali, in stato di
arresto ovvero di fermo, quelle sottoposte a misure di prevenzione, quelle
ricoverate nelle residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza, quelle
ricoverate nelle comunità terapeutiche o comunque strutture assimilate, le
persone ospitate nei centri di permanenza per i rimpatri previa autorizzazione
della Prefettura competente per territorio, quelle presenti nelle strutture
sanitarie in quanto sottoposte a trattamento sanitario obbligatorio, nonché le
persone trattenute in qualunque altro luogo di restrizione o limitazione di
libertà personale.
3. Il Garante regionale opera, su tutto il territorio regionale, in
piena autonomia e con indipendenza di giudizio e di valutazione e agisce
secondo i principi di uguaglianza, non discriminazione, legalità, trasparenza,
imparzialità, sussidiarietà, adeguatezza, tempestività ed equità.
4. Il Garante regionale non è sottoposto ad alcuna forma di controllo
gerarchico o funzionale e può richiedere alle amministrazioni responsabili
delle strutture indicate al comma 2, senza che da ciò possa derivare danno per
le attività investigative e nel rispetto della legislazione vigente, le
informazioni e i documenti necessari per l’espletamento del suo mandato.
Qualora l’amministrazione non fornisca risposta nel termine di trenta giorni,
informa il magistrato di sorveglianza competente.
Art. 3
(Elezione)
1. Il Garante regionale è eletto dal Consiglio regionale con
deliberazione adottata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati.
In mancanza di raggiungimento del quorum, dalla terza votazione, l’elezione
avviene a maggioranza semplice dei consiglieri assegnati.
2. Il Garante regionale dura in carica cinque anni e non è immediatamente
rieleggibile.
3. Alla scadenza del mandato, le funzioni sono prorogate di diritto
fino all’insediamento del nuovo organo e comunque per un periodo di tempo non
superiore a sessanta giorni, entro il quale viene eletto il nuovo Garante.
4. In sede di prima applicazione, l’avviso pubblico per la
presentazione delle candidature è pubblicato, a cura del Presidente del
Consiglio regionale, sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
(BURC) entro trenta giorni dalla pubblicazione della presente legge.
Successivamente, l’avviso pubblico è pubblicato entro trenta giorni dalla scadenza
del mandato.
Art. 4
(Requisiti)
1. Il Garante regionale è scelto tra persone di specifica e comprovata
formazione, competenza ed esperienza nel campo giuridico - amministrativo e
nelle discipline afferenti alla promozione e tutela dei diritti umani o che si
siano comunque distinte in attività di impegno sociale, con particolare
riguardo ai temi della detenzione, e che offrano garanzie di probità,
indipendenza e obiettività.
2. Non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la
carica di Garante regionale:
a) tutti coloro che, al momento della
presentazione della candidatura, sono ineleggibili e incandidabili
alla carica di consigliere regionale ai sensi dell'articolo 7 del decreto
legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (Testo unico delle disposizioni in materia
di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche
elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti
non colposi, a norma dell'articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012,
n.190). Per quanto concerne la durata della incandidabilità
si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni previste dall'articolo 13
e seguenti del d.lgs. 235/2012;
b) i candidati alle elezioni del Consiglio
regionale immediatamente precedenti la nomina.
3. Qualora successivamente alla elezione venga accertata una causa di
ineleggibilità, il Presidente del Consiglio regionale lo comunica
tempestivamente al Consiglio regionale, che dispone la revoca immediata della
nomina e la contestuale sostituzione, che avviene entro quarantacinque giorni dalla
comunicazione con le procedure di cui all'articolo 5, comma 5.
Art. 5
(Incompatibilità
e sostituzione)
1. Il Garante regionale non può assumere o conservare, durante il
mandato, cariche elettive né incarichi o uffici pubblici di qualsiasi natura.
Non può altresì ricoprire la carica di amministratore di ente, impresa o
associazione che riceva, a qualsiasi titolo, sovvenzioni o contributi dalla
Regione Calabria.
2. Il Garante regionale non può esercitare, durante il mandato, altre
attività di lavoro che possano determinare situazioni di conflitto di interessi
con le attribuzioni proprie dell'incarico.
3. Sono incompatibili alla carica di Garante regionale:
a) i membri del Parlamento italiano e del
Parlamento europeo;
b) i componenti del Governo nazionale, i
consiglieri e assessori regionali;
c) i sindaci, gli assessori e i consiglieri
provinciali e comunali;
d) il sindaco e i consiglieri della Città
metropolitana;
e) i dipendenti delle amministrazioni statali,
della Regione, gli amministratori di enti del sistema regionale, di ente
pubblico, azienda pubblica o società a partecipazione pubblica, nonché
amministrazione di ente, impresa o associazione che riceva, a qualsiasi titolo,
sovvenzioni o contributi dalla Regione, salvo che tali situazioni non siano
cessate da almeno due anni.
4. Qualora vi siano fondati motivi per ritenere che una delle cause di
incompatibilità dell'incarico di Garante regionale sia sopravvenuta alla
elezione ovvero che esista al momento dell'elezione, il Presidente del
Consiglio regionale la contesta all'interessato, che ha quindici giorni di
tempo per formulare osservazioni o per rimuovere la causa di incompatibilità.
Ove l’incompatibilità risulti infondata o sia stata rimossa, il Presidente del
Consiglio archivia il procedimento. In caso contrario dichiara la decadenza
dalla carica con immediata comunicazione al Consiglio regionale al fine dell'immediata
sostituzione, che dovrà avvenire entro quarantacinque giorni dalla comunicazione
stessa.
5. La sostituzione di cui comma 4 avviene scegliendo tra i soggetti
che abbiano presentato la propria candidatura a seguito di pubblicazione
dell’avviso di cui all’articolo 3, comma 4, e con le procedure previste
dall’articolo 3, comma 1. Qualora non sia possibile effettuare la stessa per
mancanza di candidature idonee o disponibili, il Presidente del Consiglio
regionale procede alla pubblicazione di un nuovo avviso pubblico nei trenta
giorni successivi alla dichiarazione di decadenza.
6. L'incompatibilità di cui al comma 3 si applica anche a coloro che
hanno ricoperto le cariche indicate alle lettere a), b), c), d) del medesimo
comma 3 nei due anni precedenti.
Art. 6
(Revoca)
1. Il Consiglio regionale, con le stesse modalità stabilite per
l’elezione, può revocare il Garante regionale per gravi e ripetute violazioni
di legge.
2. In caso di revoca, dimissioni, morte, accertato impedimento
duraturo, fisico o psichico del Garante regionale, il Consiglio regionale
provvede alla nuova elezione con le modalità indicate dall’articolo 3, commi 1
e 4, e comunque entro il termine di quarantacinque giorni dal verificarsi
dell'evento.
3. Il Garante regionale che subentra a quello cessato dal mandato per qualsiasi
motivo dura in carica fino alla scadenza del mandato di quest'ultimo.
Art. 7
(Funzioni)
1. Il Garante regionale, per le finalità di cui all’articolo 2 e
nell’ambito delle iniziative di solidarietà sociale, svolge, anche in
collaborazione con le competenti amministrazioni statali, le seguenti funzioni:
a) assume ogni iniziativa volta ad assicurare che
alle persone di cui all’articolo 2, comma 2, siano erogate le prestazioni
inerenti al diritto alla salute, al miglioramento della qualità della vita,
all’istruzione, all’assistenza religiosa, alla formazione professionale, alla
mediazione culturale e linguistica per gli stranieri e ogni altra prestazione
finalizzata al recupero, alla reintegrazione sociale e all’inserimento nel
mondo del lavoro, nonché al mantenimento di un rapporto continuativo nelle
relazioni con i familiari;
b) segnala agli organi regionali, agli enti
locali, alle aziende sanitarie o alle amministrazioni interessate eventuali
fattori di rischio o di danno per le persone di cui all’articolo 2, comma 2,
dei quali è a conoscenza in qualsiasi forma, anche di propria iniziativa, su
indicazione sia dei soggetti interessati sia di associazioni o organizzazioni non
governative che svolgono una attività inerente a quanto segnalato;
c) si attiva nei confronti dell’amministrazione
interessata, affinché questa assuma le necessarie iniziative volte ad
assicurare le prestazioni di cui alla lettera a) formulando, nel pieno rispetto
delle decisioni assunte dall’autorità giudiziaria, specifiche raccomandazioni;
d) interviene, nel rispetto delle proprie
competenze, nei confronti delle strutture e degli enti regionali in caso di
accertate omissioni o inosservanze rispetto a proprie competenze che
compromettono l’erogazione delle prestazioni di cui alla lettera a) e, qualora
dette omissioni o inosservanze perdurino, propone agli organi regionali
titolari della vigilanza su tali strutture ed enti le opportune iniziative, ivi
compresi i poteri sostitutivi;
e) propone agli organi regionali gli interventi
amministrativi e legislativi da intraprendere per contribuire ad assicurare il
pieno rispetto dei diritti delle persone di cui all’articolo 2, comma 2 e, su
richiesta degli stessi organi, esprime pareri su atti amministrativi e
legislativi che possano riguardare anche dette persone;
f) supporta, nei limiti di legge, le persone
sottoposte a misure restrittive della libertà personale nell’esercizio del
diritto di accesso ad atti e documenti amministrativi, anche in ambito penitenziario
o di restrizione della libertà personale;
g) promuove e propone iniziative di informazione
e promozione culturale sui temi dei diritti e delle garanzie delle persone
sottoposte a misure restrittive della libertà personale, anche per incoraggiare
la cooperazione con i servizi sociali esterni e, per quanto possibile, la
partecipazione della società civile agli aspetti della vita penitenziaria;
h) può sollecitare l’istituzione di una
commissione regionale di inchiesta sulle condizioni detentive, secondo le
modalità di cui all'articolo 32 dello Statuto regionale;
i) promuove e favorisce rapporti di
collaborazione con il Garante nazionale istituito presso il Ministero della giustizia,
con gli altri Garanti territoriali, locali e non, promuovendone l'istituzione
ove ne ravvisi la necessità, ovvero con altre figure istituzionali comunque
denominate, che hanno competenza nelle stesse materie;
j) verifica, previo avviso e senza che da ciò
possa derivare danno per le attività investigative in corso, che le strutture
edilizie pubbliche e private adibite alla custodia o al trattenimento delle
persone di cui all'articolo 2, comma 2, siano idonee a salvaguardare la dignità
con riguardo al rispetto dei diritti umani fondamentali;
k) prende visione, previo consenso anche verbale
dell'interessato, degli atti contenuti nel fascicolo della persona detenuta o
privata della libertà personale e comunque degli atti riferibili alle
condizioni di detenzione o di privazione della libertà;
l) riceve dai detenuti o dagli internati istanze
o reclami orali o scritti, anche in busta chiusa, a norma dell'articolo 35,
primo comma, n. 3, della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull'ordinamento
penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà)
e, ove accerti il mancato rispetto delle norme vigenti in materia che
comportino la violazione dei diritti delle persone private della libertà e dei
corrispondenti obblighi a carico dell'amministrazione responsabile ovvero la
fondatezza delle istanze e dei reclami proposti, formula rilievi motivati e
specifiche raccomandazioni alle autorità competenti;
m) ha
l'obbligo di tempestiva trasmissione all'autorità giudiziaria delle notizie di reato
ai danni delle persone detenute o private della libertà personale di cui venga a
conoscenza nello svolgimento dei compiti istituzionali.
2. Il Garante regionale, nell’esercizio delle sue funzioni, ha diritto
di accesso e visita senza autorizzazione alcuna alle strutture comunque
denominate e di comunicazione con le persone di cui all’articolo 2, comma 2,
nei luoghi e istituti dove esse si trovano, nonché, previo avviso e senza che
da ciò possa derivare danno per le attività investigative in corso, alle camere
di sicurezza delle Forze di polizia, ai sensi degli articoli 18, primo comma,
67, primo comma, lettera 1) bis, e secondo comma, e 67 bis della l. 354/1975,
ai sensi dell’articolo 20 OPCAT.
Art. 8
(Organizzazione
e funzionamento)
1. Il Garante regionale ha sede in Reggio Calabria presso il Consiglio
regionale. Altre sedi distaccate possono essere istituite in uffici di
proprietà regionale o concessi, a titolo gratuito, dalle pubbliche
amministrazioni.
2. Alla dotazione organica, ai locali e ai mezzi necessari per il
funzionamento del Garante regionale provvede, sentito lo stesso Garante
regionale, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio nell’ambito della dotazione
organica del Consiglio regionale. Il personale assegnato dipende funzionalmente
dal Garante regionale e non ha diritto ad alcuna indennità di struttura.
3. Il Garante regionale, quando necessario, può inoltre avvalersi, nei
limiti delle risorse annualmente assegnate e delle disposizioni statali in
materia di spesa per il personale e di coordinamento della finanza pubblica,
oltre che nel rispetto delle norme statali in materia di conferimento incarichi
di cui agli articoli 1 e 7 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme
generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni
pubbliche):
a) di esperti da consultare su specifici temi e
problemi, nonché della collaborazione di associazioni, di centri di studi e
ricerca che si occupano di diritti umani e di condizioni della detenzione;
b) della collaborazione di analoghe istituzioni
che operano in ambito locale e dei difensori civici regionale, provinciali e
comunali, ove istituiti;
c) di altre forme di collaborazione in grado di
agevolare lo svolgimento delle funzioni.
4. Il Garante regionale adotta un apposito regolamento, che disciplina
il proprio funzionamento, da trasmettere all’Ufficio di Presidenza del
Consiglio regionale per la presa d’atto.
Art. 9
(Protocolli
d’intesa)
1. Il Garante regionale promuove la sottoscrizione di accordi e
protocolli d'intesa tra la Regione Calabria e le amministrazioni statali e locali
competenti e, in particolare, con l’amministrazione penitenziaria, nonché con
associazioni o enti che si occupano di diritti umani e condizioni di
detenzione, volti a:
a) attivare, all'interno degli istituti
penitenziari, strumenti informativi e di supporto ai detenuti in relazione agli
interventi rientranti nelle materie di competenza regionale per le finalità di
cui all'articolo 2;
b) prevedere forme di collaborazione volte ad
agevolare lo svolgimento delle funzioni del Garante e le modalità d’accesso
nelle strutture di cui all’articolo 7, comma 2.
Art. 10
(Relazione al
Consiglio regionale)
1. Entro il 30 aprile di ogni anno il Garante regionale presenta al
Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Giunta regionale una
relazione sull’attività svolta nell’anno precedente, sui risultati conseguiti
dall'ufficio e sui provvedimenti normativi e organizzativi di cui intende
segnalare la necessità al fine di migliorare le condizioni di detenzione e lo
stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e negli altri luoghi di
limitazione della libertà personale.
2. Il Consiglio regionale discute la relazione in apposita sessione
entro trenta giorni dalla data di presentazione della stessa.
3. Il Garante regionale provvede a inviare copia della relazione a
tutti i responsabili delle strutture di cui all’articolo 2, comma 2, e ai
Presidenti dei consigli dei comuni ove hanno sede tali strutture.
4. Copia della relazione è, altresì, trasmessa al Garante nazionale
dei detenuti presso il Ministero della giustizia, al Dipartimento
dell'amministrazione penitenziaria e al suo Provveditorato regionale competente
per la Calabria, agli Uffici di sorveglianza, ai Presidenti delle Corti
d’appello della Calabria, alle commissioni Giustizia del Senato della
Repubblica e della Camera dei Deputati, al Comitato europeo per la prevenzione della
tortura e delle pene o trattamenti inumani e degradanti, alla Corte europea dei
diritti dell'uomo, al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ed al
Comitato Onu contro la tortura.
5. La relazione è pubblicata integralmente sul BURC ed è consultabile
on-line in apposita sezione del sito del Consiglio regionale dedicata al
Garante regionale unitamente ai materiali documentali e informativi connessi
alla funzione.
6. Il Garante regionale, qualora ne ravvisi la necessità e l'urgenza,
presenta al Consiglio regionale e alla Giunta regionale apposite relazioni su
questioni specifiche emerse nello svolgimento delle sue funzioni. Su specifica
richiesta può essere audito dal Consiglio regionale, con le modalità previste dal
Regolamento interno del Consiglio, o dalla Giunta regionale.
7. Con cadenza semestrale il Garante regionale presenta relazione
sulla attività svolta alla competente commissione consiliare.
Art. 11
(Trattamento
economico)
1. Al Garante regionale spettano l’indennità di funzione, il rimborso
spese e il trattamento di missione nella misura prevista per il difensore
civico, dall'articolo 9, della legge regionale 16 gennaio 1985, n. 4
(Istituzione del difensore civico per la Regione Calabria).
Art. 12
(Disposizioni
finanziarie)
1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge,
determinati per gli esercizi finanziari 2018, 2019 e 2020, nel limite massimo
di 35.564,00 euro si provvede con le risorse disponibili al Programma 20.03 –
Altri Fondi – dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018 - 2020,
che presenta la necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie
variazioni allo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2018
- 2020, con prelievo dal Programma 20.03 – Altri Fondi e allocazione al
Programma 01.01 – Organi istituzionali dello stato di previsione della spesa
del bilancio medesimo.
3. Alla copertura finanziaria degli oneri per le annualità successive
si provvede nei limiti consentiti dalle effettive disponibilità di risorse
autonome per come stabilite nella legge di approvazione del bilancio di
previsione della regione.
Art. 13
(Entrata in
vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il
giorno della sua pubblicazione sul BURC.
Il Consiglio regionale della
Calabria
premesso che:
-
tra gli obiettivi fondamentali che intende perseguire la Regione Calabria
rientra a pieno titolo la valorizzazione delle esperienze professionali
pregresse e la meritocrazia, e che in tale ambito sussiste un bacino di
professionisti che hanno maturato la propria esperienza attraverso contratti
stipulati con la Regione e con società/enti partecipate dalla stessa;
-
i predetti professionisti/componenti gruppi di assistenza tecnica, oltre ad
aver sostenuto molteplici prove selettive per accedere alle posizioni ricoperte
(selezioni attraverso short list; selezioni per
titoli, colloquio e prove scritte), hanno maturato consolidate competenze
professionali che da tempo, da almeno 3/5/10 anni, contribuiscono o hanno
contribuito a:
1)
migliorare e potenziare il funzionamento dell’apparato amministrativo
soprattutto per quanto concerne la valutazione, la gestione, la rendicontazione
ed il monitoraggio dei progetti finanziati con le risorse comunitarie e
nazionali;
2)
progettare e realizzare interventi pilota e sperimentazioni in ambito locale
(ad es. animazione territoriale), utili a promuovere strategie regionali ed a
velocizzare le procedure di spesa;
impegna
la Giunta regionale ed il
Presidente della Regione Calabria a voler assumere tutte le iniziative tese ad
avviare un percorso di valorizzazione delle esperienze maturate dai
professionisti/componenti gruppi di assistenza tecnica; a valutare la
possibilità di riconoscere gli stessi, a livello giuridico, quali facenti parte
di un bacino autonomo; ad avviare una ricognizione formale dei professionisti/
componenti gruppi di assistenza tecnica interessati dal predetto percorso.