X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
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n. 45
SEDUTA Di MARTeDI’ 19 DICEMBRE 2017
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA IRTO
E DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO
CICONTE
Presidenza del Presidente Nicola Irto
La seduta inizia alle 15,13
Dà avvio
ai lavori invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della
seduta precedente.
Dà lettura
del verbale della seduta precedente.
Pone ai
voti il verbale della seduta precedente che è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle
comunicazioni.
E’ stata formulata a questa Presidenza una proposta, da parte dei
capigruppo, di invertire l’ordine del giorno, sostanzialmente i punti che vanno
dal primo al quinto dell’ordine del giorno vanno dopo il diciannovesimo punto.
Quindi, trattiamo tutti i documenti tecnico contabili, i rendiconti e poi
ripartiamo con quello che era il primo punto all’ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del
giorno riguardante la questione che avevo preannunciato già nei giorni passati
sulle offese rivolte ai medici calabresi dalla sindaca di Cascina. Com’è noto,
ormai in tutto il Paese, lo scorso 12 dicembre la sindaca di Cascina, intervenendo
in una trasmissione televisiva nazionale, ha dichiarato che i medici calabresi
dovrebbero essere pagati di meno perché meno bravi di quelli di altre Regioni.
Credo che unanime debba essere lo sdegno espresso dal Consiglio regionale della
massima Assise regionale calabrese, che rappresenta anche tutti i medici
calabresi, per queste frasi che sono palesemente ingiuriose e diffamatorie, che
non tengono conto dell’abnegazione, della professionalità e del senso di
responsabilità degli operatori sanitari calabresi, come ci sono tanti esempi
nel Paese di medici calabresi che sono i migliori in assoluto. Per cui chiedo l’inserimento
all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che impegni la Giunta regionale
ad assumere iniziative necessarie affinché venga tutelata la loro dignità.
Chiedo, ancora, Presidente, l’inserimento all’ordine dei lavori di un altro
ordine il giorno sul mancato riconoscimento della tredicesima mensilità e di
altre somme nel computo per l’incentivo all’esodo regionale in favore dei
lavoratori aderenti al Piano di incentivazione all’esodo dell’ARSSA e di una
mozione sul riconoscimento del diploma in tecnico dei servizi sociali quale
qualifica in operatore socio-sanitario.
Consigliere Gallo, li metteremo in discussione dopo la sessione di bilancio
perché ci sono anche altri consiglieri che probabilmente hanno altre esigenze,
quindi, vediamo dopo la sessione di bilancio perché oggi avevamo già un accordo
con i capigruppo sull’ordine del giorno, che è già molto ampio, come ha visto.
Presidente, è anche vero che la riunione era convocata per le ore 10,00 ed
ora siamo alle 15,30.
Dovrebbe parlare un po’ di più col suo capogruppo perché con i capogruppo ci
eravamo aggiornati alle 14,00, quindi, probabilmente, non le è arrivata la
comunicazione. Grazie.
Chiedo di intervenire per dichiarazione di voto sull’inversione dell’ordine
del giorno.
Benché non siamo in fase di votazione, il consigliere Guccione chiede di
intervenire. Ne ha facoltà.
Sono contrario ad invertire l’ordine giorno che prevede al primo punto l’informativa
del Presidente della Regione sulla sanità in Calabria, perché la ritengo una
questione centrale.
E’ sbagliato politicamente e istituzionalmente, rispetto a quello che è
accaduto in queste settimane, la visita della ministra Lorenzin, non informare
su una questione cruciale. Devo spiegare perché sono contrario all’inversione
dell’ordine del giorno, perché è preliminare tutto questo: non solo è a rischio
la salute, ma se i dati verranno confermati avremmo l’Irap e l’Irpef più alta d’Italia
ed il blocco del turnover in sanità.
C’è una polemica, Presidente: il Governatore aveva deciso di incatenarsi;
non si incatenerà più, mi pare che il commissariamento durerà per altri anni,
come annunciato dalla ministra Lorenzin. Credo che su questo non si possa fare
una telenovela, ritengo che si debba discutere subito di sanità e poi affrontare
la questione bilancio. Ricordava il collega Gallo che abbiamo iniziato con 6 ore
di ritardo rispetto all’orario previsto. Dovevano essere le 10,00 sono le 15,30.
Respingo con fermezza questa melina che si sta facendo per impedire il
dibattito sulla sanità in Consiglio regionale.
Per dichiarazione di voto, chiede di intervenire il consigliere Gallo. Ne
ha facoltà. Prego.
Io, invece, sono favorevole. Naturalmente è un escamotage questa modifica, ma voglio capire come mai, nel momento
in cui si discute di sanità - e abbiamo da tempo deciso di fissare un punto all’ordine
del giorno sulla sanità, che ormai stiamo rincorrendo da qualche settimana -
oggi abbiamo una seduta di Consiglio regionale con 21 punti all’ordine del
giorno, in cui questo tema, come diceva il collega Guccione, di fatto affoga. C’è,
però, un consigliere regionale di maggioranza, che è il Presidente della Commissione
sanità, che, quindi, è il più alto esponente della maggioranza in termini di sanità
in assenza di un assessore delegato in materia sanitaria, che presenta, nel
collegato alla finanziaria, un emendamento per l’istituzione dell’Azienda
sanitaria unica regionale.
Consigliere Gallo, intervenga sull’ordine dei lavori.
Eh lo so, Presidente, però il problema è una specie di questione
pregiudiziale. Vogliamo capire come nel momento in cui dobbiamo discutere di
sanità, in linea generale l’esponente più alto della maggioranza, credo d’accordo
col Presidente, che non è in Aula in questo momento, presenti questo tipo di
emendamento. Si vogliono cambiare le regole del gioco durante la partita e
questo non si discute.
Consigliere Gallo, la sua dichiarazione di voto, poi se ne discuterà.
Votiamo per l’inversione dell’ordine del giorno. Chi è favorevole, chi è
contrario. Abbiamo invertito, quindi, l’ordine del giorno.
Partiamo con la proposta di provvedimento amministrativo numero 194/10^, di
iniziativa della Giunta regionale recante: “Rendiconti esercizio 2015 delle
disciolte cinque aziende territoriali per l’edilizia residenziale pubblica
delle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone”.
Cedo la parola al relatore del provvedimento, consigliere Aieta. Prego.
Questa
proposta, signor Presidente, che oggi proponiamo all’Aula
per l’approvazione è stata licenziata all’unanimità dalla seconda Commissione
nella seduta del 15 novembre scorso, ed è relativa ai rendiconti dell’esercizio
2015 delle disciolte cinque Aziende territoriali per l’edilizia residenziale
pubblica della provincia di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia
e Crotone e dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica
della Regione Calabria.
Alla seduta di Commissione hanno partecipato e relazionato intanto il Commissario
unico regionale delle Ater calabresi, ingegner Mascherpa, il quale, fra
l’altro, ha precisato che il censimento delle unità immobiliari volto ad
accertare l’effettivo utilizzo da parte degli assegnatari, allo stato attuale,
si attesta ad oltre il 60 per cento; la dottoressa Giannone, che è dirigente
del settore politiche di edilizia abitativa, vigilanza e controllo Ater, nel
confermare le prescrizioni espresse dal Collegio dei revisore dei conti, ha
raccomandato di continuare l’azione diretta al recupero della morosità nei
canoni di locazione; così come il rappresentante del dipartimento bilancio,
dottor Buccafurri, che ha ribadito la raccomandazione di attuare quanto
necessario per il recupero dei canoni pregressi.
Il Collegio dei revisori dei conti ha esaminato gli schemi di rendiconto
delle disciolte Aterp, e con apposito verbale per ciascuna di essa, nell’esprimere
parere favorevole per l’approvazione dei rendiconti, ha espresso una serie di
prescrizioni e raccomandazioni valide per tutti e cinque i distretti: intanto continuare
ad incentivare ed implementare l’azione diretta al recupero ed alla
regolarizzazione della morosità nei canoni di locazione; rendere tempestiva la
fase della riscossione dei canoni; procedere, ove possibile, alla vendita degli
alloggi situati in condomini misti; procedere all’aggiornamento continuo del
censimento di tutte le unità immobiliari.
Il dipartimento bilancio, con riferimento alle verifiche in materia di
contenimento della spesa, ritiene necessario che il dipartimento infrastrutture,
in quanto dipartimento che esercita la vigilanza sulle attività delle disciolte
Aterp, nonché su un nuovo ente subentrato Aterp Calabria, adotti distinto
provvedimento amministrativo, dando atto della verifica effettuata, indicando
con precisione il rispetto dei limiti per ciascuna tipologia di spesa.
Per tutti e cinque i distretti, il dipartimento bilancio raccomanda all’Aterp
Calabria di procedere alla corretta determinazione del Fondo crediti di dubbia
esigibilità, in occasione della redazione del rendiconto 2016.
Il dipartimento bilancio ha eseguito per tutti e cinque i distretti
apposita istruttoria e, nel ritenere che non sussistano elementi ostativi all’adozione
da parte della Giunta regionale dei rendiconti per l’esercizio 2015 delle
disciolte Aterp, ha rilevato che: sussiste la piena corrispondenza tra il saldo
di cassa di cui al conto del bilancio 2015 e il conto del tesoriere; che sussiste
continuità tra i residui finali dell’esercizio 2014 rispetto a quelli iniziali
dell’esercizio 2015; che sussiste la quadratura delle poste contabili scritte
nelle cosiddette “partite di giro”; che sussiste la dovuta corrispondenza tra i
residui attivi e passivi finali alla data del 31/12/2015.
Non essendo stata eseguita la verifica sul rispetto dei limiti di cui alla
normativa sul contenimento della spesa, la delibera di Giunta regionale demanda
al dipartimento infrastrutture, lavori pubblici e mobilità l’avvio delle
procedure necessarie alla puntuale verifica del rispetto dei limiti di cui,
appunto, alla vigente normativa sul contenimento della spesa.
C’è l’intervento della Giunta regionale? No, del proponente? Altri
interventi? Passiamo all’esame e alla votazione del provvedimento che è
approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 196/10^, d’iniziativa della
Giunta regionale recante: “Rendiconto esercizio 2016 dell’azienda territoriale
per l’edilizia residenziale pubblica Calabria (Aterp Calabria)”.
Cedo la parola al consigliere Aieta per l’illustrazione del provvedimento.
Signor Presidente, per questo rendiconto valgono le raccomandazioni di cui
al punto precedente per cui mi limito solo a dire che il Collegio dei revisori
dei conti ha espresso parere favorevole, così come il dipartimento bilancio, il
dipartimento vigilante, per cui valgono anche per tutti questi Organi le
raccomandazioni che sono state rappresentate nell’approvazione rendiconto dell’esercizio
2015.
Ci sono altri interventi? Allora passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento:
che è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 197/10^, di iniziativa
della Giunta regionale recante: “Rendiconto esercizio 2016- Azienda Calabria Lavoro”.
Cedo la parola al consigliere Aieta per l’illustrazione del provvedimento.
Prego.
La Giunta regionale al fine di consentire la redazione del bilancio
consolidato della Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali,
con delibera numero 442 del 10 novembre del 2016, ha approvato le linee di
indirizzo dedicate ai dipartimenti vigilanti, riguardanti sia le modalità sia i
tempi per l’approvazione dei rendiconti degli enti strumentali.
Secondo le modalità e i tempi previsti, appunto, alla sopracitata
deliberazione, la Giunta regionale demanda al dipartimento, che esercita la
vigilanza sulle attività di Azienda Calabria Lavoro, ove non già effettuata, la
verifica in ordine al contenimento delle spese al fine di evitare l’eventuale
prescrizione di crediti a favore della Regione Calabria a seguito delle
violazioni delle disposizioni normative e consentire l’acclaramento di
eventuali responsabilità.
Il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole ed ha rilevato
che l’Azienda non ha potuto rispettare i termini stabiliti all’articolo 57
comma 7 della legge regionale numero 8 del 2002 per i problemi incontrati nella
gestione del software del sistema
contabile.
L’organo di controllo ha raccomandato, altresì, di richiedere
tempestivamente e formalmente al competente dipartimento regionale lo
stanziamento annuale di tutte le somme occorrenti per il funzionamento dell’Azienda
e di non utilizzare la quota disponibile l’avanzo di amministrazione applicato
al bilancio di previsione 2017 fino a quando non sarà approvato dalla Giunta regionale
il rendiconto dell’esercizio 2016.
Il dipartimento sviluppo economico ha espresso anch’esso parere favorevole
ed il dipartimento bilancio, nell’istruttoria di competenza, ha rilevato che:
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del tesoriere;
che sussiste continuità tra i residui finale esercizio 2015 e quelli iniziali
dell’esercizio 2016; che sussiste la quadratura delle poste contabili scritte,
le cosiddette “partite di giro”.
Lo stesso dipartimento formula alcune raccomandazioni, cioè viene
raccomandato all’Ente di provvedere alla correzione delle modalità di
rilevazione contabile, allocando correttamente nelle partite di giro le
ritenute e i corrispondenti versamenti degli oneri fiscali e previdenziali.
A conclusione della relazione istruttoria, il dipartimento bilancio ritiene
possibile procedere alla trasmissione del rendiconto dell’Azienda per l’esercizio
2016 da parte della Giunta regionale e del Consiglio regionale, in tal modo
esprimendo il proprio parere.
Ci sono altri interventi? Allora passiamo all’esame e alla votazione del
provvedimento che è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 200/10^, di iniziativa
della Giunta regionale recante: “Rendiconto esercizio 2016 - Agenzia regionale
per la protezione dell’ambiente della Calabria”.
Cedo la parola al consigliere Aieta per l’illustrazione del provvedimento. Prego.
Signor Presidente, anche qui la Giunta regionale, al fine di consentire alla
Regione Calabria la redazione del bilancio consolidato con i propri enti ed
organismi strumentali entro la scadenza prevista dal decreto legislativo numero
118 del 2011, ha approvato le linee di indirizzo con delibera numero 442 del 10
novembre 2016.
Il revisore unico dei conti con verbale del 11 settembre 2017 ha rilasciato
parere favorevole.
Il Comitato di indirizzo, con verbale del 13 novembre 2017, ha espresso
parere favorevole; il dipartimento ambiente, a conclusione dell’istruttoria di
competenza, nel rilevare il sostanziale rispetto delle misure di contenimento
della spesa previste dalla vigente normativa, esprime parere favorevole. Il
dipartimento bilancio rileva che l’Azienda ha provveduto ad effettuare il riaccertamento
dei residui attivi e passivi, verificando, ai fini del rendiconto, le ragioni
del loro mantenimento.
Il dipartimento ha verificato l’appostamento da parte dell’ente del fondo
crediti di dubbia esigibilità, considerandolo adeguato ai fini dell’approvazione
del rendiconto 2016. Avendo eseguito le verifiche, il dipartimento bilancio
ritiene, appunto, di poter esprimere parere favorevole.
Ci sono altri interventi? Allora passiamo all’esame e alla votazione del
provvedimento che è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in Allegato)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 201/10^, di iniziativa
della Giunta regionale recante: “Rendiconti esercizio 2015 e 2016 dell’Azienda
Calabria Verde”. Consigliere Aieta, prego, può illustrare il provvedimento.
Quest’Azienda è un ente strumentale istituito con la legge regionale numero
25 del 2013, che svolge attività di gestione della forestazione e delle
politiche della montagna. Il provvedimento, che oggi è in discussione, si
compone della delibera di Giunta regionale, dei verbali del revisore unico dei
conti, della relazione istruttoria al dipartimento bilancio e delle relazioni
istruttorie del dipartimento agricoltura, d’intesa con il dipartimento Presidenza.
Per quanto riguarda il rendiconto 2015: il revisore unico dei conti con il
verbale numero 4 del 22 novembre 2017 ha espresso parere favorevole all’approvazione
del rendiconto 2015; il dipartimento agricoltura, d’intesa con il dipartimento
Presidenza, ha espresso parere favorevole al rendiconto; il dipartimento
bilancio, nell’istruttoria di competenza e a seguito dei controlli eseguiti, ha
rilevato riguardo al computo del risultato di amministrazione 2015 degli errori,
superati a seguito dell’adozione della delibera del Commissario straordinario
che ha provveduto ad apportare le dovute rettifiche.
L’Azienda ha proceduto all’accertamento dei residui attivi e passivi,
verificando, ai fini del rendiconto, le ragioni del loro mantenimento. A
conclusione dell’attività istruttoria, il dipartimento bilancio ha rilevato che
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del tesoriere;
che sussiste la quadratura delle poste contabili iscritti nelle cosiddette “partite
di giro”; che è stato adeguatamente rideterminato il risultato di
amministrazione 2015, a seguito di alcune rettifiche apportate alla consistenza
dei residui; che la determinazione del fondo pluriennale vincolato e del fondo
crediti di dubbia esigibilità risulta formalmente corretta, sulla base delle
risultanze contabili approvati dall’ente, alla data del 31.12.2015; che sussiste
la corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio.
Il dipartimento bilancio ha espresso, pertanto, parere favorevole, così il revisore
unico dei conti col verbale numero 5 del 23 novembre 2017 ed il dipartimento
agricoltura con alcune raccomandazioni riguardo al contenimento della spesa.
Ci sono altri interventi? Allora passiamo all’esame e alla votazione del provvedimento
che è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in Allegato)
Passiamo alla proposte provvedimento amministrativo numero 190/10^ di
iniziativa della Giunta regionale recante: “Aggiornamento degli elenchi
contenenti componenti del Gruppo amministrazione pubblica e del Gruppo Regione
Calabria e approvazione del bilancio consolidato dell’anno 2016 della Regione
Calabria - articolo 66 del decreto legislativo 23 giugno 2011 numero 118.”
Prego, consigliere Aieta, può illustrare il provvedimento.
Questa proposta è stata licenziata a maggioranza dalla seconda Commissione
nella seduta del 14 dicembre scorso; è relativa all’aggiornamento degli elenchi
contenenti i componenti del Gruppo amministrazione pubblica e del Gruppo Regione
Calabria ed all’approvazione del bilancio consolidato dell’anno 2016 della
Regione.
Alla seduta della Commissione hanno partecipato il Vicepresidente della Giunta
regionale, professor Viscomi, unitamente al direttore generale del dipartimento
bilancio, dottor De Cello alla dirigente del settore
bilancio, dottoressa Buonaiuto, ed a due membri del Collegio dei revisori dei
conti.
Questo provvedimento, inizialmente, è stato approvato con una delibera di Giunta
regionale, la 449 del 2017, in seguito rettificata con successiva delibera numero
487 del 2017, a seguito del giudizio di parifica ad opera della Corte dei conti
su rendiconto 2016. Questo adempimento si rende necessario ai sensi della nuova
normativa in materia di armonizzazione dei bilanci, finalizzata a leggere l’azione
amministrativa degli enti territoriali nel suo insieme. Si richiede, pertanto,
all’ente capogruppo la redazione del bilancio consolidato che rappresenti in
modo veritiero e corretto la situazione finanziaria e patrimoniale, nonché il risultato
economico della complessiva attività svolta dall’ente attraverso le proprie
articolazioni organizzative.
Il bilancio consolidato, in particolare, ha la finalità di sopperire alle
carenze informative valutative dei bilanci degli enti che perseguono le proprie
funzioni anche attraverso enti strumentali e detengono rilevanti partecipazioni
in società, fornendo una rappresentazione, anche di natura contabile, delle
proprie scelte di indirizzo, pianificazione e controllo.
Lo stesso bilancio attribuisce all’amministrazione capogruppo un nuovo
strumento per programmare, gestire e controllare con maggiore efficacia il
proprio gruppo comprensivo di enti e società.
Il Collegio dei revisori dei conti con il verbale numero 184 del 6 dicembre
2017 ha espresso parere favorevole all’approvazione da parte del Consiglio
regionale del bilancio consolidato esercizio 2016 della Regione Calabria.
Ha chiesto di intervenire il vicepresidente Viscomi. Ne ha facoltà. Prego.
Grazie, Presidente. Solo per sottolineare questo momento dell’approvazione
del bilancio consolidato: è il primo della Regione Calabria. Non si riduce
soltanto ad un’applicazione di un vincolo normativo, ma probabilmente
suggerisce alcune considerazioni: innanzitutto che lavorare insieme fa bene. Sembra
una banalità ma se siamo arrivati a questo punto è perché c’è stata grande
sintonia nel lavoro di approvazione dei rendiconti, e cioè più di 50 approvati
nell’ultimo periodo tra dipartimento bilancio, Giunta regionale e Consiglio
regionale, in modo particolare la seconda Commissione bilancio, alla quale va
il mio ringraziamento, al presidente Aieta e, tramite lui, ai consiglieri di
maggioranza e minoranza, ivi presenti.
Ma questa approvazione del bilancio consolidato significa anche, probabilmente,
un punto di svolta nel modo stesso di intendere la Regione e cioè forse
dovremmo iniziare, da ora in poi, a ragionare non in chiave separata e di
compartimenti stagni: Azienda Calabria lavoro, Arpacal e chi più ne ha più ne
metta, il famoso gruppo Regione o il gruppo amministrazione pubblica secondo
degli argomenti di cui trattiamo, ma dovremmo iniziare a parlare in chiave di
sistema pubblico nel suo complesso, e come in ogni sistema, ogni cosa che
succede alla periferia si ripercuote anche sul centro e vale l’inverso. Il decreto
118 suggerisce a tutti noi un modo diverso di intendere, non solo la pubblica
amministrazione, ma la stessa, lo stesso modo di operare nell’impegno politico
quotidiano.
Ci sono altri interventi? Allora, prendendo atto del parere del Collegio
dei revisori dei conti, passiamo all’esame e alla votazione del provvedimento
che è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 206/10^ di iniziativa
la Giunta regionale recante: “Presa d’atto della decisione della Commissione
europea C(2017)7520 final del 10 novembre 2017 di modifica del Programma di
Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria.” Prego, consigliere
Aieta, può illustrare il provvedimento.
Signor Presidente, si tratta, sostanzialmente, di una modifica che
sottoponiamo all’Aula e che riguarda la decurtazione del 3 per cento delle
risorse totali dei PSR di tutte le Regioni italiane a favore dei territori
colpiti dal terremoto. Abbiamo ricevuto il parere favorevole dell’Autorità di
gestione, vi è stato il voto unanime della Commissione, per cui può essere
sottoposto all’Aula. Grazie.
Ci sono altri interventi? Se non ci sono interventi, allora passiamo all’esame
e alla votazione del provvedimento che è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo all’esame della proposta di legge numero 289/10^, di iniziativa della
Giunta regionale recante: “Riconoscimento della legittimità debiti fuori
bilancio di cui alla lettera a) ed e) comma 1 dell’articolo 73, del decreto
legislativo 23 giugno 2011, numero 118.” Prego, consigliere Aieta, può svolgere
la relazione.
La Commissione ha esaminato sia i profili di merito sia le conseguenze di
carattere finanziario derivanti dall’approvazione di questo provvedimento, che
ha come obiettivo quello di riconoscere la legittimità dei debiti fuori
bilancio della Regione Calabria derivanti da sentenze esecutive o altri titoli
esecutivi, non ancora oggetto di procedure esecutive, acquisizione di beni e
servizi in assenza del preventivo impegno di spesa.
Questo provvedimento si rende necessario per dare attuazione a quanto
disposto dal decreto legislativo numero 118 del 2011, nel quale si riconosce al
Consiglio regionale la legittimità attraverso, appunto, una legge dei debiti
fuori bilancio derivanti da: sentenze esecutive; copertura disavanzi di enti,
società ed organismi controllati; procedure espropriative o di occupazione d’urgenza;
acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa.
Nello specifico, il provvedimento si compone della delibera di Giunta
regionale numero 503 del 31 ottobre 2017, che richiama i decreti dirigenziali contenenti
gli elementi necessari per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio, a cui
sono allegati, unitamente al disegno di legge, la relazione di accompagnamento
e le tabelle di dettaglio dei debiti che troverete nei vostri fascicoli.
Il disegno di legge si compone di quattro articoli. Su questa proposta i
revisori dei conti hanno espresso parere favorevole con verbale numero 178 del
13 novembre 2017.
A questa Commissione hanno partecipato la dottoressa Cristiano del
dipartimento bilancio, che ha illustrato il provvedimento, e il dottor Porcelli
per il Collegio dei revisori dei conti, che ha espresso il proprio parere favorevole.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco.
Ne ha facoltà. Prego.
Colleghi consiglieri, signor Presidente, intervengo su questo punto all’ordine
del giorno perché, già nello scorso Consiglio regionale, avevo ribadito che non
avrei votato altri provvedimenti inerenti al riconoscimento di debiti fuori
bilancio. Chiaramente lo faccio non per votare contro, ma per lanciare un
monito, peraltro contenuto anche nella relazione al bilancio che, da qui a
breve, andremo ad approvare, in cui si dice che “ …un deciso cambio di passo da
parte dell’amministrazione, che porti alla riduzione dei debiti fuori bilancio,
derivanti da sentenze passate in giudicato, mediante azioni coordinate e rapide
dei dipartimenti regionali e dell’avvocatura, nonché all’azzeramento dei debiti
fuori bilancio connessi a spese effettuate senza preventivo impegno di spesa,
al fine di ridurre in via progressiva i pignoramenti presso la tesoreria
regionale, che hanno sottratto oltre 170 milioni di euro negli ultimi 5 anni”.
Capite bene che questo è un punto estremamente delicato perché è un punto che
consegna al voto del Consiglio regionale delle responsabilità, se consideriamo
che siamo già a “n” sedute di Consiglio svolte in questo anno e abbiamo riconosciuto,
fino ad oggi, quasi 4 milioni e 300 mila euro di debiti fuori bilancio.
Oggi dobbiamo capire che riconoscere; quindi, non votare in Consiglio regionale
solo perché una legge ce lo indica, ma certamente non ce lo impone. Siamo
pronti a farlo; sono pronto a farlo, ma attraverso un cambio forte, visibile e
chiaro.
Non so quanti di voi sono entrati nel merito dei debiti fuori bilancio, ma
è impensabile che possiamo riconoscere debiti fuori bilancio per 500 euro; è
impensabile che possiamo riconoscere debiti fuori bilancio quando si dice
pagamento rateo tredicesima mensilità, spettanti al momento della risoluzione
del rapporto di lavoro; è impensabile che siamo qua a discutere e a votare
debiti fuori bilancio; alcuni danno il senso anche di una cattiva gestione che
negli anni si è perpetrata.
Allora oggi la responsabilità politica non può ricadere sulle spalle dei
consiglieri o sulle spalle della Giunta regionale che propone. C’è una
responsabilità, che è anche amministrativa, quando si dice riconoscimento della
somma X per lo svolgimento del progetto obiettivo, cioè i dipartimenti fanno il
progetto obiettivo senza la copertura finanziaria.
Andiamo avanti perché per quello che è scritto nel bilancio voglio mettere
una linea, che deve essere la linea definitiva, per cui non torneremo
nuovamente in Consiglio regionale a votare queste cose. E’ impensabile che si
possa scrivere e noi votiamo “importo da corrispondere a titolo di interessi
legali sulle somme versate 180 mila euro”, che sono somme che vengono tolte ai
cittadini. Non è pensabile che, per esempio, ci sia un atto in cui ci si
inventa e riconosciamo debiti fuori bilancio, proroga con decorrenza
retroattiva. Non voglio elencarli tutti, ma devo dire che ho riletto un po’
tutti i debiti fuori bilancio riconosciuti, addirittura anche l’acquisto di una
rivista sul bergamotto, cioè i dirigenti fanno acquisto senza copertura
finanziaria e poi noi siamo qua a dover coprire e dover assumerci delle
responsabilità politiche e anche personali, senza considerare che a questo se
ne aggiungono altri esempi. Poi ci sono cose gravi. Si fanno gruppi di lavoro e
dopo si paga, commissione tecnica… ce ne sono tanti. Ho avuto queste carte,
leggo i bilanci e tento di arrivare in Consiglio regionale sempre con un minimo
di cognizione. “Importo da corrispondere per l’acquisizione di un servizio di
formazione”, pagamento ad ex
dipendenti, c’è di tutto e di più. Non voglio continuare ad elencare una serie
di atti, molti dei quali sono già stati, come dire, votati dal Consiglio
regionale per spirito, per responsabilità, ma oggi dobbiamo con questa seduta
di Consiglio regionale, nel rivotare il riconoscimento di questi debiti fuori
bilancio, avviare quell’inversione di tendenza. Peraltro, è scritto nella legge
di bilancio che andremo ad approvare e, quindi, cominciare a prendere cognizione
di tutti i possibili debiti fuori bilancio che sono maturati negli ultimi anni.
I dirigenti, poi, devono assumersi responsabilità anche per quei debiti
fuori bilancio che derivano da sentenze, perché poi non è vero che sono tutte
sentenze, ci sono anche quote molto cospicue, legate a prestazioni, servizi, ma
sulle sentenze i dirigenti devono assumersi le responsabilità, soprattutto se
sono stati loro stessi a causarle, ad arrivare, attraverso transazioni, ad
evitare interessi legali, interessi di mora e, soprattutto, ad evitare di ridurre
anche il capitale in un momento come questo.
Chiedo a questo Consiglio regionale, naturalmente voterò a favore per senso
di responsabilità, e chiedo alla Giunta regionale di avviare, anche dal punto
di vista delle procedure, una serie di analisi e, se c’è dolo, anche
provvedimenti disciplinari affinché questo Consiglio regionale non debba
ripetere... Solo nel 2017 abbiamo votato tutti questi debiti fuori bilancio per
cominciare a garantire e a dire che questa amministrazione è un’amministrazione
efficiente e che nel controllo totale generale dell’azione dei dirigenti c’è da
parte nostra una presa, come dire, rivoluzionaria.
Quindi voto, ma con l’impegno da parte della Giunta regionale che questa
seduta di Consiglio regionale sia l’ultima nell’ambito del riconoscimento dei
debiti fuori bilancio.
Presidenza
del Vicepresidente Vincenzo Ciconte
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il vicepresidente
Viscomi. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente. Condivido al massimo le parole del consigliere Orlandino
Greco, ma avrei preferito l’uso del verbo al passato anziché al presente e cioè
i dirigenti che “hanno fatto” e che “hanno creato”, i dirigenti che “sono
andati” in pensione che è molto difficile perseguire, anche in termini
disciplinari. Sinteticamente, vorrei riassumere qui, nel condividere con voi la
discussione che abbiamo fatto in Commissione bilancio e anche in Commissione
vigilanza sulla questione dei debiti fuori bilancio e sulla presentazione
continua di proposte di legge in Consiglio regionale.
Dobbiamo avere chiaro due fasi: la creazione del debito fuori bilancio e il
riconoscimento del debito fuori bilancio. Nel debito fuori bilancio oggi
chiamati ad approvare, ma anche nei pregressi, in realtà, si tratta di debiti
storici, l’unico debito più recente è un debito fuori bilancio di 300 euro,
ahimè, creato nel 2016, ma che è diventato debito fuori bilancio semplicemente
perché c’è stato un errore di comunicazione fra i dipartimenti, avevano già
spedito le carte alla Corte dei conti e quindi abbiamo preferito non suggerire,
sollecitare cattive interpretazioni e lasciare le cose come stanno, ma
tecnicamente poteva essere un debito fuori bilancio.
La questione del riconoscimento del debito fuori bilancio si lega alla
questione dei pignoramenti, come abbiamo più volte detto, perché da quando mi
arriva un decreto ingiuntivo, un qualunque altro titolo esecutivo,
l’amministrazione ha 120 giorni per pagare, se supera i 120 giorni arriva di
nuovo un altro precetto, gli interessi e tutto quanto ne segue, il doppio
pignoramento, tutto quello che sappiamo; quindi l’obiettivo
dell’amministrazione è pagare entro 120 giorni dal titolo esecutivo. Quando non si hanno i soldi, appunto, per
pagare con titolo esecutivo bisogna riconoscere il debito, ecco la necessità di
intervenire, come diceva il consigliere, con il provvedimento legislativo.
Qui abbiamo davanti due possibilità: decidiamoci o facciamo una pluralità
di interventi legislativi, per cui noi cerchiamo di mantenere i tempi nei 120
giorni, o facciamo un unico maxi provvedimento annuale, ma non rispetteremmo il
termine dei 120 giorni. Al momento abbiamo preferito inviare al Consiglio man
mano che arrivano e maturano gli atti sul debito fuori bilancio in modo tale da
poter rispettare i 120 giorni, altrimenti ci pignorano la seconda volta per il
mancato pagamento entro i termini. Sicuramente questo è un problema reale e che
stiamo cercando di affrontare in tutti i modi possibili e immaginabili e devo
dire la verità: stiamo cercando di controllare, e ci stiamo riuscendo al
momento, la creazione dei debiti fuori bilancio.
I progetti obiettivo senza finanziamento se li sognano e dal mese di
gennaio del prossimo anno entrerà in funzione un meccanismo informatico di
gestione dei progetti obiettivo che stanno costruendo, da un mese e mezzo,
insieme all’assistenza tecnico informatica, insomma al progetto Perseo, proprio
perché sia non solo trasparente e conoscibile a tutti i cittadini che vanno sul
sito e vedono chi sta facendo i progetti obiettivo, ma perché non ci sia nessun
progetto obiettivo che possa partire se prima non è validato da tutti i punti
di vista, compreso quello finanziario, quindi stiamo lavorando anche su questi
profili.
Chiudo velocemente ribadendo l’impegno che avevo assunto credo in
Commissione vigilanza. Avevo assunto due impegni: il primo è quello di chiedere
alla segreteria di Giunta di non procedere alla registrazione di decreti di
riconoscimento di debito fuori bilancio che non contengano una sintetica
descrizione dei fatti che hanno portato al decreto, al riconoscimento del
debito fuori bilancio, cioè il fatto per cui c’è il riconoscimento; non deve
stare negli allegati, rendendo di difficile lettura tutta la partita, tutta la
vicenda, ma deve essere inserita nel decreto di riconoscimento in modo tale che
ognuno capisca immediatamente qual è il problema e da lì sia possibile facilmente
risalire alle varie situazioni, anche di responsabilità, tenendo conto però che
le carte sono già inviate alla procura della Corte dei conti ogni volta che
viene riconosciuto un debito fuori bilancio; il secondo impegno che avevo
assunto era quello di definire, e il dipartimento bilancio la stava definendo
ieri, credo manchi soltanto la mia firma, ma ieri ero impegnato a preparare il
bilancio odierno qui in Consiglio, una lettera circolare a tutti i Direttori
generali per assumere loro stessi il controllo di questa partita dei debiti
fuori bilancio, non soltanto attraverso l’esercizio dei dirigenti di settore,
ma anche attraverso una verifica puntuale e costante dei Direttori generale
medesimi.
Sono strumenti risolutivi? No, purtroppo no. Non sono strumenti risolutivi
perché a giudicare dall’analisi di tutti i debiti fuori bilancio pregressi
raramente c’è dolo, diciamo così, o volontà colpevole, il più delle volte c’è sciatteria
amministrativa e il fare le cose senza rispettare le regole; in questo senso dà
veramente fastidio, è considerazione amara quando si riconosce un debito fuori
bilancio per una sciatteria amministrativa che invece poteva essere agevolmente
superata con un po’ più di attenzione e di garbo amministrativo, quindi
comprendo perfettamente le sue osservazioni, le abbiamo fatte già nostre e
stiamo lavorando su questo profilo.
Chiedo al Consiglio di approvare le leggi man mano che le mandiamo perché
questo ci consente formalmente di chiudere la procedura entro 120 giorni, è
vero sempre che per legge se il Consiglio non approva, noi non siamo esonerati
dalla possibilità comunque di pagare, perché assumiamo come Giunta la
responsabilità di portare a compimento la legge nel periodo, nelle more in cui
il Consiglio la deve approvare, quindi è come dire un’assunzione di
responsabilità, anche qui collettiva, per risolvere un problema che è veramente
significativo e grave, come dirò poi parlando del bilancio, ma che può
risolversi soltanto se nella misura in cui ciascun dipendente della Regione Calabria
si renda conto che non sta utilizzando risorse proprie, ma risorse pubbliche,
che l’uso di risorse pubbliche deve
seguire un ordinato procedimento amministrativo.
Passiamo alla votazione del provvedimento:
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Articolo 4
(E’ approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Proposta di legge numero 301/10^ di iniziativa della Giunta regionale
recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui
alle lettere a) ed e), comma 1, dell’articolo 73 del decreto legislativo 23
giugno 2011, numero 218 e successive modificazioni e integrazioni”.
Prego, consigliere Aieta, può intervenire per l’illustrazione del
provvedimento.
Signor Presidente, valgono le stesse raccomandazioni della proposta di
legge che abbiamo appena approvato, si tratta di un importo complessivo di 21
mila euro e di euro 558 e su questa proposta c’è il parere dei Revisori dei
conti e ovviamente del dipartimento bilancio. Grazie.
La Giunta vuole intervenire? C’è qualche consigliere che vuole intervenire?
No.
Passiamo alla votazione del provvedimento:
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Articolo 4
(E’ approvato)
Passiamo alla
votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 204/10^ di iniziativa
dell’Ufficio di Presidenza recante: “Bilancio di previsione del Consiglio
regionale per gli esercizi 2018-2020”.
Prego, consigliere Neri, può intervenire per l’illustrazione del
provvedimento.
Grazie, Presidente. Il bilancio di previsione del Consiglio regionale della
Calabria per gli esercizi 2018-2019-2020 è stato redatto sulla base delle
disposizioni e dei modelli previsti dal decreto legislativo 23 giugno 2011,
numero 118, così come modificato ed integrato dal decreto legislativo 10 agosto
2014, numero 126.
Come l’esercizio precedente, il bilancio di previsione del Consiglio
regionale ha durata triennale ed ha natura autorizzatoria per l’intero triennio,
poiché gli stanziamenti di spesa rappresentano limiti di assunzione di impegni
e sarà, pertanto, possibile impegnare iniziative previste su annualità
successiva all’esercizio 2018, purché sussista, ovviamente, la copertura
finanziaria della spesa.
Il bilancio di previsione dell’esercizio 2017 è redatto sia in termini di
competenza che di cassa.
Le articolazioni del bilancio di previsione, sia per la parte entrate sia per
quella delle spese, sono definite per legge e, pertanto, non sono modificabili.
Tali disposizioni di legge hanno lo scopo di assicurare maggiore
trasparenza delle informazioni riguardanti il processo di allocazione e
destinazione delle risorse pubbliche alle politiche settoriali nonché di
garantire la confrontabilità dei dati di bilancio tra le diverse
amministrazioni pubbliche.
Le entrate del bilancio di previsione sono suddivise per titoli, in base
alla fonte di provenienza, e per tipologie, in base alla natura dell’entrata.
Le spese del bilancio di previsione sono articolate in missioni e programmi
sulla base, rispettivamente, delle funzioni esercitate e degli aggregati
omogenei di attività.
Le spese sono poi classificate per titoli sulla base della natura della
spesa.
L’unità di voto in Consiglio regionale è costituita per l’entrata dalla
tipologia e per la spesa dal programma. Rientrano nelle entrate per
Trasferimenti correnti:
- le somme che la Giunta regionale trasferisce per il funzionamento il
Consiglio regionale, che ammontano ad euro 58 milioni per ognuno degli esercizi
compresi nel bilancio in corso di approvazione, come previsto per esercizio
2017;
- le somme trasferite dall’AGCOM per il finanziamento delle funzioni
delegate al Corecom Calabria.
Gli stanziamenti per le spese sono stati quantificati sulla base
dell’effettiva necessità dell’Assemblea legislativa. In particolare:
- gli stanziamenti previsti per le indennità dei consiglieri per i vitalizi
degli ex consiglieri, corrispondono agli importi previsti a legislazione
vigente;
- le spese per il personale e per il funzionamento dei gruppi consiliari
sono stati quantificati sulla base della legge regionale 15 marzo 2002, numero
13;
- le spese per personale addetto alle strutture amministrative, e relativi
oneri riflessi a carico del datore di lavoro, sono state stanziate sulla base
dell’unità di personale effettivamente in servizio;
- le altre spese di funzionamento del Consiglio regionale sono quantificate
sulla base delle obbligazioni giuridiche contratte e/o da contrarre per
garantire il regolare mantenimento delle attività consiliari;
- le spese per funzioni delegate trovano copertura finanziaria nei
contributi in entrata da parte dell’AGCOM.
Infine, la previsione di spesa rispetta i limiti previsti dall’articolo 6
del decreto legislativo 31 maggio 2010, numero 78, in materia di spesa per
studi e incarichi di consulenza, relazioni pubbliche, convegni, mostre,
pubblicità e rappresentanza, missione, attività di formazione, acquisto,
manutenzione e noleggio autovetture nonché acquisto di mobili e arredi
d’ufficio.
Sul presente provvedimento il Collegio dei revisori dei conti ha espresso
parere favorevole con il proprio verbale numero 186 del 14/12/2017.
Ci sono interventi da parte della Giunta o dei consiglieri? Prendiamo atto
del parere del Collegio dei revisori dei conti e passiamo alla votazione del
provvedimento che è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 203/10^ di iniziativa della
Giunta regionale recante: “Nota di aggiornamento del Documento di Economia e
Finanza della Regione Calabria per gli anni 2018-2020 (paragrafo 6 del
principio applicato della contabilità allegato 4.1 e articolo 36 del decreto
legislativo 23 giugno 2011 numero 118”.
Prego, consigliere Aieta, ha facoltà di illustrare la relazione.
Si tratta del Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria per
gli anni 2018/2020, approvato dalla Giunta regionale con delibera numero 292
del 30 giugno 2017, questo documento è stato, poi, aggiornato con deliberazione
di Giunta, la numero 528, del 10 novembre 2017.
Su questo documento si è espresso il Consiglio delle autonomie locali, che
si è insediato esprimendo, appunto, parere favorevole, così come la Commissione
speciale di vigilanza e contiene il quadro congiunturale internazionale,
nazionale e regionale, il contesto economico e i riflessi sulla finanza
pubblica, il quadro di previsione delle entrate e di riferimento per la spesa,
ed espone le linee programmatiche per il prossimo triennio.
E’ composto da due sezioni: la prima sezione e la seconda sezione, nelle
quali appunto viene ricostruito il quadro della manovra correttiva di tutte le
indicazioni economico-finanziarie della Regione Calabria.
Ci sono interventi da parte della Giunta? Ha chiesto di intervenire il
vicepresidente Viscomi. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei proporre una presentazione sintetica dei 4 punti
successivi all’ordine del giorno 16, 17, 18 e 19; facciamo una presentazione
sintetica dell’intera manovra di bilancio, poi, farò degli approfondimenti sul
collegato, sulla legge di stabilità, lì dove necessario, perché il documento di
programmazione economico-finanziaria e la legge di bilancio in qualche misura
si legano.
Quindi farei così, a meno che, approviamo ora il documento e vado avanti
senza problemi, ditemi cosa fare.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Orsomarso, ne ha facoltà.
In Commissione è ovvio che sui provvedimenti si è discusso e si è votato,
l’unica cosa che chiedo e se facciamo qui in Aula il dibattito
complessivamente, cioè siccome sta intervenendo l’assessore e sta facendo una
relazione complessiva sulle tre-quattro leggi di bilancio che si legano, il
dibattito lo facciamo sulla relazione dell’assessore e poi votiamo
singolarmente o no? Questo volevo capire.
Siccome si legano ed io ho da dire sul Dpef, sul bilancio… facciamo una
discussione unica, così interveniamo alla fine quando faremo la discussione.
Presidenza del Presidente
Nicola Irto
Presento la manovra, la sessione di bilancio, poi ogni singolo
provvedimento sarà presentato dal consigliere Aieta. Se ci sono questioni
specifiche, sul singolo provvedimento, si faranno sulla presentazione del
singolo provvedimento. E’ l’unica soluzione, però io vi do il quadro completo
della manovra in modo tale che ogni singolo provvedimento possa essere letto in
un quadro generale, altrimenti non ci ritroviamo. Questo lo possiamo fare a
partire anche dal prossimo punto all’ordine del giorno, cioè il Collegato,
stabilità e bilancio e non sul documento di programmazione economica e
finanziaria, se ritenete di dover discutere sul documento programmazione
economica-finanziaria si può fare fin da subito.
Proverei a fare così: cercare di dare una lettura del bilancio, perché il
documento di programmazione economico-finanziaria cioè le scelte strategiche di
politica economica della Regione Calabria le do in qualche misura acquisite nei
dibattiti precedenti, ma soprattutto devono, poi, trovare concretezza nel documento
di bilancio.
Per essere sintetico e per lasciare più ampio spazio al dibattito tra i
consiglieri, consentitemi di focalizzare l’attenzione su alcune questioni
principali.
La prima questione la porrei in questi termini: un bilancio, dico una
verità lapalissiana, è fatto di entrate e uscite, quindi forse è il caso di
iniziare a guardare quali sono le entrate della Regione Calabria, e utilizzo,
per ricapitolare sinteticamente le entrate, la tabella 2.1 del documento
tecnico allegato al bilancio; a pagina 5 avrete modo di vedere che i 6 milioni
di milioni, 6 miliardi di entrate, sono per la gran parte entrate vincolate:
entrate per la sanità, 3 miliardi 641 milioni, costituiscono il 60,6 per cento
delle entrate; Por e Pac, 697 milioni,
costituiscono l’11 per cento delle entrate; l’Fsc, 337 milioni; altri fondi
vincolati, 420 milioni; entrate per mutui, 40 milioni; fondi pluriennali
vincolati, 93 milioni; entrate libere da vincoli, esclusivamente 779 milioni e
550 mila euro.
Vorrei anche farvi notare che dalla tassa automobilistica entrano nelle
risorse, nel budget della Regione Calabria, 185 milioni di euro e che dall’Irap
non sanità, quota libera, incassiamo 446 milioni di euro, questo significa e dà
spiegazione del perché il bilancio della Regione Calabria è vincolato, è
ingessato. Ma credo renda anche evidente il fatto che il problema reale della
Regione Calabria sono e rimangono le entrate e, in modo particolare, la
questione delle entrate che vengono dai Comuni. In questa sede, ringraziando il
Consiglio delle autonomie locali che, per la prima volta, ha formulato il
proprio parere obbligatorio sul bilancio con una serie di emendamenti che in
parte abbiamo recepito, vorrei ripetere quanto proposto al Cal stesso e cioè la
necessità che vi sia un patto di lealtà tra Comuni e Regione. Perché se noi
continuiamo ad iscrivere, come vedremo fra poco, nei fondi vincolati le risorse
che difficilmente riusciamo a riscuotere dai Comuni per la tariffa idrica e per
la tariffa dei rifiuti, questa quota libera da qui a qualche anno sarà sempre
più ridotta.
Richiamo poi l’attenzione, invece, sempre sul documento tecnico, sulla
tabella contenuta a pagina 13 che contiene la ripartizione delle risorse
autonome, cioè di quei 779 milioni di cui possiamo liberamente disporre e sui
quali siete chiamati a pronunciarvi.
Vorrei farvi notare le voci per macroaggregati di spesa, perché spesso
parliamo del bilancio, ma abbiamo dei macroaggregati sui quali forse vale la
pena ragionare. Il primo macroaggregato, che pesa il 25 per cento delle risorse
libere, corrisponde alle spese di funzionamento di Giunta e Consiglio, i costi
della macchina, i costi della politica e costi del patrimonio e così via, per
un valore di 196 milioni 948 mila euro. Vorrei segnalarvi due elementi: il
primo è la riduzione rispetto all’anno scorso nel bilancio previsionale del 3
per cento, che è già una cosa significativa mi pare di capire, ma ancora più
significativa mi pare l’evoluzione di questa spesa negli ultimi anni; dal 2009
al 2017 abbiamo una riduzione di quasi 50 milioni di euro relativa a questo
macroaggregato di spesa.
In questa Regione spesso si dice che spendiamo troppo, che spendiamo male,
le altre Regioni pensano che la Regione Calabria spenda troppo per i costi
della politica, della struttura. Con un minimo di orgoglio forse dovremmo dire
che negli ultimi otto anni abbiamo tagliato su questo specifico macroaggregato
di spesa almeno 50 milioni di euro, che non è poco.
Il secondo elemento che vorrei segnalarvi è la voce alla lettera i) oneri
non ripartibili e accantonamenti, come vedete grava per il 16 per cento sulle
risorse libere e ammonta a 124 milioni 548.564, questa è la voce di maggiore
sofferenza per la Regione Calabria perché sono soldi che dobbiamo accantonare
pur avendoli in portafoglio e dobbiamo accantonarli per il fondo dei crediti di
dubbia esigibilità, cioè quei crediti dei Comuni, quei soldi dei Comuni che
dovremmo avere, ma che in realtà abbiamo con molta fatica e con molto ritardo.
Abbiamo qui i fondi del rischio da contenzioso, Presidente; qualcuno tempo
fa ha parlato di una vera e propria aggressione giudiziaria nei confronti della
Regione Calabria, dalla quale spesso è difficile difendersi, ma dalla quale
quando ci difendiamo riusciamo a riportare dei successi significativi, anche se
spesso sottovalutati, ma sono 124 milioni; tanto più noi avremmo crediti verso
soggetti terzi e tanto più questi crediti saranno di dubbia esigibilità, tanto
più questa quota aumenterà, ecco perché c’è l’effetto reale di rischio, per i
prossimi anni, se non si crea questo patto di lealtà nel pagamento della
tariffa idrica e dei rifiuti tra comune e amministrazione regionale.
Abbiamo una terza voce di spesa significativa che ammonta al 15 per cento
che sono i mutui della Regione e degli Enti locali, mutui ovviamente per spese
di investimento e quindi ben vengano, ma sono cifre fisse per il sistema di
contabilizzazione dei mutui; abbiamo, poi, i trasferimenti alle province che
quest’anno, nel 2018, prevediamo in 14 milioni e 700 mila, cioè in una misura
34 per cento in più dell’anno scorso, proprio perché stiamo portando a
conclusione, il processo di revisione dei rapporti dare/avere tra
Regione-Provincia.
Chi di voi ha visto il giornale di stamattina, avrà letto che era riportato
un incontro e una dichiarazione del Presidente della provincia di Crotone che
diceva “non abbiamo nulla a pretendere dalla Regione”; dopo tanto tempo, tanti
mesi, il Presidente della provincia di Crotone, che diceva “la Regione ci deve
dare”, facendo i tavoli tecnici di confronto Regione e provincia è venuto
fuori, che nulla deve dare la Regione alla provincia; ma questi tavoli tecnici
sono stati voluti dall’amministrazione, dalla Giunta per porre definitivamente
fine a tutte le polemiche connesse alla legge 34 e alla legge Delrio.
Abbiamo, poi, le spese per gli enti sub regionali che ammontano a 117
milioni, al 15 per cento di peso rispetto alle risorse libere; qui mi limito
semplicemente a segnalare un elemento: abbiamo dovuto aumentare la quota per
Calabria verde e per i Consorzi, escluso il trasferimento dello Stato di 130
milioni, per 56 milioni di euro. La riduzione dei trasferimenti centrali obbliga
ovviamente ad un ampliamento delle risorse vincolate in sede regionale e c’è
anche la necessità di un maggiore fabbisogno che speriamo di coprire con i
fondi Pac e con i fondi Fas.
Per quanto riguarda le partecipate, che entrano anche esse in questo
quadro, in questa voce di macro aggregato, spese per enti sub regionali, mi
limito semplicemente a dire che abbiamo portato avanti in modo significativo il
piano di razionalizzazione e, nonostante la delibera - il rapporto della Corte
dei conti ha avuto un grande risalto mediatico - non erano presi in
considerazione le decisioni più recenti della Giunta in attuazione della Madia.
Abbiamo un altro aggregato di spesa che segna, come dire, la sofferenza di
questa Regione e l’abbiamo dovuto aumentare dell’11 per cento rispetto all’anno
scorso e vale il 7 per cento delle risorse libere, sono i 55 milioni di euro
per il precariato Lpu-Lsu, lavoratori ultracinquantenni che conoscete bene.
Abbiamo allo stesso tempo mantenuto a 91 milioni di euro il fondo per la
sanità nelle politiche sociali che è un fondo, come dire, famelico, richiede
notevoli risorse appunto perché il fabbisogno sociale, il disagio sociale ha
carattere esponenziale.
Gli ultimi macroaggregati di spesa che voglio indicarvi sono le spese per
le leggi sensibili cioè trasporti, diritto allo studio, protezione civile e
sicurezza, che abbiamo in questo bilancio aumentato del 13 per cento rispetto
all’anno scorso, destinando 44 milioni di questa, la quota più significativa. Da
27 l’abbiamo dovuto portare a 32 milioni 265.300, per i trasporti, per i motivi
che già altre volte in quest’Aula sono stati discussi e, infine, abbiamo le
spese per le altre leggi regionali, quelle della tabella C che sarà poi
considerata nella legge di stabilità.
Abbiamo, rispetto all’anno scorso, incrementato dell’11,7 per cento le
risorse disponibili e siamo arrivati a quasi 17 milioni; di questi 17 milioni credo
che sia il caso di segnalare soltanto due elementi: i 4 milioni 962.550
destinati all’agricoltura e 5 milioni 200 destinati al turismo.
Perché ho voluto dire queste risorse, queste cifre? Per un motivo molto
semplice, perché è vero le risorse libere che abbiamo disponibili sono poche,
anche se quest’anno sono 779 rispetto alle 709 milioni di euro dell’anno scorso
però, anche all’interno delle risorse libere, cerchiamo di definire degli
indirizzi chiari e comprensibili, a noi stessi, ma soprattutto all’opinione
pubblica. In questa prospettiva si evidenzia la riduzione di alcune spese che
sono sempre meno tollerate all’opinione pubblica, le spese della macroarea per
il funzionamento di Giunta e Consiglio e l’aumento significativo per il
precariato per le altre leggi.
Sottolineo ancora che l’aumento più significativo è quello che riguarda il
trasferimento alle province, questo perché siamo tutti consapevoli di una
situazione di disagio in cui versano le province per l’incompiuta riforma
Madia, ma su questo versante, come più volte abbiamo detto anche in Commissione
con il presidente Franco Sergio e con i componenti la commissione, è urgente
che il Consiglio regionale assuma le sue proprie autonome determinazioni sulla
configurazione amministrativa del sistema Calabria.
Chiudo con queste piccole osservazioni che ho voluto fare, ben consapevole
che il dibattito potrebbe essere lungo e approfondito, anche su temi che ho
trascurato, ma consapevole anche che se ne è discusso in Commissione bilancio,
in Commissione vigilanza e – ripeto - di fronte al Consiglio delle autonomie
locali che per la prima volta ha esercitato la sua funzione costituzionale e
istituzionale, come rappresentanza istituzionale degli enti locali, non come
rappresentanza associativa; credo che siano sufficienti per dare il senso
dell’iniziativa e dell’azione politica della Giunta.
Ci sono altri interventi? Allora,
prendiamo atto del parere favorevole del Consiglio delle Autonomie locali sul
provvedimento e della relazione della Commissione speciale di vigilanza.
Passiamo all’esame ed alla
votazione del provvedimento che è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in allegato)
Passiamo alla proposta di legge numero 302/10^
di iniziativa della Giunta regionale recante: “Provvedimento generale recante
norme di tipo ordinamentale e procedurale. (Collegato alla manovra di finanza
regionale per l’anno 2018).
La parola al consigliere Aieta
per illustrare il provvedimento.
Sì, signor Presidente. Questo
provvedimento è stato approvato dalla seconda Commissione nella seduta del 14
dicembre 2017. Come è noto a tutti, ai sensi del paragrafo 7 dell’allegato 4.1
del decreto legislativo numero 118 del 2011, con il Collegato possono essere
disposte modifiche ed integrazioni a disposizioni legislative regionali aventi
riflessi sul bilancio.
Questo disegno di legge si
compone di 12 articoli e si conclude con gli articoli 11 e 12 relativi
rispettivamente alla clausola di invarianza del provvedimento ed alla sua
entrata in vigore. Il Consiglio delle Autonomie locali – tra l’altro
insediatosi per la prima volta – nella seduta dell’11 dicembre 2017 ha
espresso, con la deliberazione numero 2, un parere favorevole condizionato ad
apportare alcune modifiche all’articolo 4 del disegno di legge. Queste
modifiche sono state parzialmente accolte dalla Commissione con la conseguente
modifica dell’articolo 4, come è stato evidenziato, per cui sottopongo all’Aula
l’esame di questo disegno di legge.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale.
Intervengo soltanto per segnalare le modifiche apportate a seguito della richiesta del Consiglio delle Autonomie locali. Si tratta di modifiche che riguardano il potere della Regione di servirsi di commissari ad acta per la riscossione dei tributi e per stabilire la tempistica del versamento della tariffa dei rifiuti dai Comuni alla Regione.
Nel testo originario del Collegato era previsto il termine trimestrale per cui i Comuni erano tenuti a versare la tariffa alla Regione ogni tre mesi. I Comuni ed anche, formalmente, il Consiglio delle Autonomie locali ci hanno chiesto di stabilire un termine semestrale. Abbiamo accolto la proposta di modifica perché così l’attività amministrativa del Comune si riallinea con i tempi di versamento delle risorse alla Regione.
Il Consiglio delle Autonomie locali aveva chiesto anche altre due cose: di eliminare la possibilità di ricorrere a soggetti esterni alla Regione per la nomina a commissario ad acta ed, evidentemente, questa proposta non l’abbiamo condivisa per un motivo molto semplice perché non sempre i dipendenti o dirigenti regionali – anche perché i dirigenti regionali non ricevono alcun compenso per svolgere l’attività di commissario ad acta – sono disponibili ad andare all’esterno e, quindi, abbiamo mantenuto la possibilità di ricorrere a soggetti esterni, anche liberi professionisti, oltre che dipendenti pubblici.
Abbiamo,
invece, accolto il suggerimento del Consiglio delle Autonomie locali
relativamente al compenso del commissario ad acta che, come sapete, è a carico
del Comune commissariato che subisce la sua attività. Noi avevamo previsto
originariamente un compenso di tremila euro che è stato ridotto a duemila euro.
Ci sono altri interventi?
Passiamo all’esame ed alla votazione del provvedimento articolo per articolo.
Articolo
1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo
3.
(È approvato)
Passiamo all’articolo 4 relativamente al quale vi è stata la proposta avanzata dal Consiglio delle Autonomie locali di abrogazione della lettera b). Rammento che, ai sensi dell’articolo 90, comma 2, del Regolamento interno, qualora il Consiglio delle Autonomie locali esprima parere contrario o favorevole condizionato all’introduzione di modifiche specificatamente formulate e la Commissione competente non si adegui, sulle corrispondenti parti del progetto il Consiglio regionale delibera a maggioranza assoluta. Sottopongo a votazione, quindi, l’articolo 4 che non accoglie la proposta emendativa del Consiglio delle Autonomie locali, così come sostanzialmente già respinta nella dichiarazione del Vicepresidente.
Articolo
4.
(È approvato a maggioranza assoluta)
Articolo
5.
(È approvato)
Articolo
6.
(È approvato)
Articolo
7.
(È approvato)
All’articolo 8 sono stati presentati alcuni emendamenti. Iniziamo con l’emendamento protocollo numero 52247, a firma del consigliere Giudiceandrea, al quale cedo la parola per l’illustrazione.
Presidente, questo emendamento fa parte di un più corposo numero di emendamenti aventi ad oggetto una rivisitazione della funzione dell’Arpacal e dell’Artcal per cui chiederei di rimetterli di nuovo a ruolo in maniera tale che si possa realizzare una norma più corposa. Pertanto, vanno ritirati. Grazie.
Quindi, l’emendamento è ritirato. Passiamo all’emendamento protocollo numero 52249, sempre a firma del consigliere Giudiceandrea.
Presidente, ritiro anche questo emendamento.
L’emendamento è ritirato. Proseguiamo con l’emendamento protocollo numero
52248 sempre a firma del consigliere Giudiceandrea.
È ritirato anche questo.
Allora, pongo in
votazione l’articolo 8.
(È
approvato)
Articolo 9.
(È
approvato)
Articolo 10.
(È
approvato)
Articolo 10 bis.
(È
approvato)
Articolo 10 ter.
(È
approvato)
Articolo 10 quater.
(È
approvato)
Articolo 10 quinquies.
(È
approvato)
Articolo 10 sexies.
(È approvato)
Articolo 10 septies.
(È approvato)
Articolo 10 octies.
(È approvato)
Dopo questo articolo sono stati presentati alcuni emendamenti: l’emendamento protocollo numero 52225, a firma del consigliere Bevacqua, che decade per assenza del proponente; l’emendamento protocollo numero 52044, a firma del consigliere Scalzo, che decade per assenza del proponente. Passiamo all’emendamento protocollo numero 52173, a firma del consigliere Giudiceandrea, al quale cedo la parola per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. È semplicemente una richiesta di rinvio di un altro anno del termine per gli usi civici. Abbiamo realizzato il regolamento – ci sta lavorando alacremente anche la Giunta – però, nel frattempo, è intervenuta la legge nazionale alla quale il nuovo regolamento deve essere adattato prima dell’approvazione per cui è necessario un rinvio. Si propone di fissare la data del 31 dicembre del 2018 anziché quella prossima del 2017.
Il parere della Giunta?
Il parere è favorevole.
Quindi, pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 52173.
(È approvato)
Passiamo all’emendamento protocollo numero 50298, a firma dei consiglieri Neri e Battaglia. La parola al consigliere Neri per l’illustrazione.
Grazie, Presidente, si tratta di un emendamento che avevamo già discusso in Commissione e che riguarda sostanzialmente il Piano di razionalizzazione della spesa. L’emendamento è, appunto, finalizzato a garantire che i risparmi derivanti dal Piano di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, adottato dall’Ente ai sensi dell’articolo 16 del decreto legge del 6 luglio 2011 numero 98, possono essere utilizzati per compensare le spese per i contratti di cui all’articolo 10 della legge regionale 13 maggio 1996 al fine di assicurare appunto il rispetto del limite del 50 percento della spesa per il lavoro flessibile. La disposizione, altresì, precisa che i risparmi indicati nel Piano di razionalizzazione utilizzabili per la compensazione sopra indicata sono deliberati dall’Ufficio di Presidenza e dalla Giunta per le rispettive competenze e sono ovviamente certificati dal Collegio dei revisori dei conti. Al comma 3 ulteriormente si precisa che per l’esercizio finanziario 2017 costituiscono risparmi utilizzabili per le finalità sopra indicate anche quelli realizzati in esercizi precedenti, comunque certificati dal Collegio dei revisori dei conti, che non siano già stati utilizzati per le finalità di cui all’articolo 16, commi 4 e 5. Ovviamente il presente emendamento ha natura ordinamentale e non comporta nuovi o maggiori oneri di spesa.
Parere della Giunta?
Il parere è favorevole.
Non ci sono altri interventi. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 50298, a firma dei consiglieri Neri e Battaglia.
(È approvato)
Passiamo all’emendamento protocollo numero 52234, a firma del consigliere Neri. Prego, consigliere Neri.
Presidente, l’emendamento è ritirato.
Passiamo all’emendamento protocollo numero 52233, a firma del consigliere Neri. Prego, consigliere Neri.
È
ritirato anche questo.
Passiamo all’emendamento protocollo numero 52197, a firma dei consiglieri Neri e Battaglia. Cedo la parola al consigliere Neri per l’illustrazione.
Presidente, questo emendamento si ricollega al precedente per quanto riguarda la spesa per il lavoro flessibile costituendone, sostanzialmente, il completamento.
Il parere della Giunta?
Il parere è favorevole coerentemente con il precedente.
Pongo ai voti l’emendamento protocollo numero 52197.
(È approvato)
Passiamo all’emendamento protocollo numero 52233, a firma del consigliere Neri. Prego, consigliere Neri.
L’emendamento è ritirato.
L’ultimo emendamento a questo articolo è l’emendamento protocollo numero 52301, a firma del consigliere Mirabello al quale cedo la parola per l’illustrazione.
Presidente, onorevoli colleghi, l’emendamento in questione ha un obiettivo per la verità molto ambizioso che rappresenta un’idea che si è fatta strada nel corso di questi due anni e che riguarda una riorganizzazione complessiva della rete ospedaliera e dell’offerta sanitaria sul territorio regionale calabrese; questo attraverso una procedura che, nel rispetto della normativa e, quindi, dell’esistenza dei vincoli del Piano di rientro, effettua una sorta di atto di indirizzo alla Giunta regionale affinché venga costituita un’azienda sanitaria unica regionale che si occupi, in particolare, della rete territoriale e che sia organizzata su un modello dipartimentale e distrettuale con l’esaltazione del ruolo dei distretti ed, in particolare, con la centralità della medicina del territorio. Quest’ultimo aspetto, dall’esperienza derivante da questi anni di commissariamento, riteniamo e ritengo sia quello maggiormente trascurato e sul quale vanno rivolte le giuste attenzioni al fine di realizzare l’obiettivo di decongestionare gli ospedali calabresi – gli hub e gli spoke – e di realizzare una rete territoriale più efficiente e più vicina ai cittadini calabresi.
A fianco a questa operazione sull’azienda sanitaria unica regionale, si prevede anche la costituzione di aziende ospedaliere che ricomprendano al proprio interno tutti i presidi calabresi in modo tale da concentrare l’offerta sanitaria ospedaliera in una gestione che guarda alle Province ed ai territori, ma che si concentra dedicandosi unicamente su questa tipologia di offerta sanitaria.
Ovviamente su questo il Consiglio regionale ha un duplice ruolo. Con l’approvazione di questo emendamento questa sera si dà mandato alla Giunta regionale di approfondire il tema della realizzazione nel dettaglio di questi obiettivi indicando, però, alcuni parametri e alcune linee guida – se possiamo così definirle – a partire dal fatto che si fa questa scelta politica molto netta in direzione dell’azienda sanitaria unica, della distrettualizzazione della stessa e della costituzione delle aziende ospedaliere. In ogni caso si ristabilisce una centralità politica del Consiglio regionale nella misura in cui, comunque, la Giunta dovrà procedere alla redazione di un disegno di legge articolato ed organico che, ovviamente, ripasserà dalle Commissioni e dal Consiglio.
Ritengo, signor Presidente, che questa sia una fase politica importante in una stagione di discussione profonda in ordine alla necessità di riorganizzare la medicina e la sanità calabrese; la medicina del territorio e, soprattutto, la medicina ospedaliera e ritengo che questo strumento ci consenta di riavviare un percorso che, peraltro, non può prescindere – nel lungo periodo o nel breve periodo, come speriamo, ma, purtroppo, la fase che attraversiamo è nota a tutti – dalla fuoriuscita dal commissariamento e dalla riorganizzazione della sanità calabrese. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il
presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo brevemente innanzitutto per esprimere un apprezzamento nel merito di questo emendamento presentato dal consigliere Mirabello.
È un emendamento che pone una questione rilevante e di grande importanza sulla quale il Consiglio regionale deve cimentarsi perché non c’è dubbio che esiste un problema di riorganizzazione del sistema sanitario in tutta la sua articolazione relativamente, appunto, alla governance di questo importante settore.
È chiaro che sulle problematiche che sono al centro della discussione oggi ritorneremo dopo con l’informativa sulla sanità, posta all’ordine del giorno della seduta odierna, che, per una ragione ovvia, ossia per la centralità che ha la questione del bilancio in una fase come questa, è stata posticipata successivamente a questa discussione. Questo mi esime dal ritornare sulle questioni di ordine generale, quindi, mi limiterò soltanto ad alcune considerazioni di merito su questa proposta del consigliere Mirabello.
Ritengo che si debba partire da un assunto: in Consiglio regionale giace una proposta di legge della prima Giunta da me presieduta che va, appunto, nella direzione della riorganizzazione del sistema sanitario regionale e che puntava all’istituzione di un’azienda unica regionale.
L’emendamento proposto dal consigliere Mirabello – che suggerisce la riorganizzazione del sistema sanitario attraverso un’azienda unica regionale e cinque aziende ospedaliere – è una proposta interessante che ritengo debba essere non soltanto oggetto di un approfondimento – perché credo che dobbiamo andare nella direzione di una riforma radicale dell’organizzazione del sistema e delle strutture sanitarie – ma, proprio per la sua portata, richiede un coinvolgimento dell’articolazione istituzionale della Calabria, delle forze sociali, degli operatori sanitari.
Ringrazio il consigliere Mirabello e gli chiedo di ritirare questo emendamento con l’unico scopo che non è quello, appunto, di rinviare sine die o di non affrontare questo problema, ma, anzi, con l’impegno di assumere questa proposta come base di un grande confronto che bisognerà aprire – e che noi ci impegniamo ad aprire – con le forze sociali, con le organizzazioni rappresentative del mondo sanitario, con gli enti locali, in modo tale che entro fine gennaio si possa ritornare in Consiglio regionale con una proposta frutto di un coinvolgimento ed un approfondimento sviluppato, appunto, attraverso questo confronto.
È chiaro che i cardini di questo confronto devono essere ben delineati e la proposta del consigliere Mirabello li delinea. Non possiamo pensare di andare a briglie sciolte ad un confronto teso – magari in modo subdolo – alla riproposizione di articolazioni di gestione del sistema sanitario che non avrebbero senso. L’obiettivo deve essere quello di contenere la spesa, di razionalizzare gli strumenti di gestione e di governance del sistema sanitario e di rispondere in questo senso ad una migliore organizzazione dei servizi sul territorio perché l’obiettivo deve essere questo.
In altre realtà, proprio in questi ultimi anni, hanno sperimentato modelli organizzativi che rispondono a questa esigenza. Noi non dobbiamo avere nemmeno il timore, la timidezza o la preoccupazione di confrontarci con altre esperienze in modo tale da poter costruire una riorganizzazione del sistema sanitario rispondente alle esigenze della Calabria: da una parte, quindi, riduzione dei centri decisionali e, dall’altra parte, articolazioni più aderenti al territorio.
Nella proposta del consigliere Mirabello in fondo c’è questo: c’è l’organizzazione di una azienda unitaria a livello regionale per quanto riguarda i servizi territoriali e l’organizzazione di cinque aziende ospedaliere per quanto riguarda i servizi ospedalieri. Bisognerà certo approfondire, però bisogna tenere conto che, nella costituzione dell’azienda unica dei servizi territoriali, non si spogliano i territori perché si assumono, per esempio, i distretti come dimensione comprensoriale territoriale a cui dare piena autonomia gestionale ed anche organizzativa ed economica.
Quindi, c’è un impianto che, secondo me, deve guidare il nostro lavoro nelle prossime settimane. E proprio perché questa è una proposta di grande importanza ed un passaggio importante riteniamo di doverla sottoporre ad un grande confronto con la Calabria. Ecco perché, sulla base di queste motivazioni ed esclusivamente di queste motivazioni, chiedo al consigliere Mirabello di ritirare questa proposta, ringraziandolo, appunto, per il lavoro che è contenuto in essa e, soprattutto, perché con essa riaccende l’attenzione su un tema cruciale e di fondamentale importanza per la sanità calabrese che non è altro rispetto a tutto quello che discuteremo da qui a poco quando discuteremo appunto sull’informativa relativa alle vicende che interessano la sanità calabrese.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Caro collega Mirabello, credo che devi prendere atto che la prossima volta non ti dovrai esporre perché il presidente Oliverio – che di fatto ha assunto la paternità di questo emendamento – ti ha lasciato solo e ti ha chiesto di ritirarlo.
L’altra sera, in una trasmissione televisiva, discutevamo della necessità di un confronto sulla sanità, di un confronto serrato che veda la massima Assise regionale occuparsi di questa materia perché noi siamo espressione del popolo calabrese che è il maggior interessato rispetto a questo argomento e a questa materia. E nel momento in cui stavamo rinviando però da qualche settimana l’ipotesi di discussione sulla sanità, si è millantato in quest’Aula – accettando e sfidando la maggioranza, l’opposizione, il Presidente del Consiglio regionale e tutti gli altri fino ad arrivare al Presidente del Consiglio dei ministri – di voler fare un confronto sulla sanità.
Caro collega Mirabello, – e io non me la prendo e non me la prendevo nemmeno prima con te – come rappresentante importante della maggioranza in quanto Presidente della Commissione sanità, ti viene sottoposta l’opportunità di sottoscrivere questo emendamento che oggi ti viene chiesto di ritirare.
Ebbene, manifesto immediatamente la contrarietà rispetto a questa ipotesi perché noi veniamo da esperienze devastanti in provincia di Cosenza. In una notte, nel 2006 – così come è stato per questo emendamento – su iniziativa del consigliere Adamo – c’era il governo Loiero – si cancellarono le aziende sanitarie locali e si fecero le aziende sanitarie provinciali. I risultati furono devastanti: accentramento in quel di Cosenza per quanto riguarda la nostra provincia; diminuzione dei servizi sanitari in periferia e, oggi, c’è conferma in riferimento a tutto questo; aumento della spesa.
Si millantava quell’emendamento e quella modifica legislativa come necessaria per diminuire le spese. A distanza di anni celebriamo il fallimento della sanità calabrese e il fallimento anche di quella riforma. Nel bilancio – considerato che siamo in questa sede – dite che la mobilità passiva ormai in Calabria arriva – ed è una cifra ufficiale – a 325 milioni di euro. Bene, credo che questo risultato sia frutto di quella spoliazione, di quelle decisioni e mi meraviglio molto che il presidente Oliverio, che allora era Presidente della Provincia di Cosenza – io lo ricordo da sindaco di una città di quella provincia – e che contestò aspramente quella decisione del Governo regionale oggi ci dica, invece, di essere sostanzialmente favorevole rispetto ad una ipotesi di questa natura che non significa alimentare i campanilismi, ma significa semplicemente dire: “Attenzione! Rispetto a queste scelte nel passato abbiamo avuto risultati devastanti!”.
Allora, su questo noi discutevamo l’altra sera, collega Mirabello, della necessità di confrontarci. Prendo atto che stasera il Presidente parla della necessità di avviare un confronto serrato in quest’Aula su questi argomenti.
E no, però, collega Ciconte! Ora, dopo che noi abbiamo protestato, ci si dice che ci vuole questo dibattito e questo confronto su argomenti come la sanità, ma intanto al collega Mirabello era stato sottoposto questo emendamento che mi fa piacere con onestà il Presidente ha fatto proprio dal punto di vista politico perché ci dice che ce lo riproporrà e ce lo ripropinerà.
E, allora, credo che su questi argomenti bisogna avere un confronto. Noi manifestiamo la nostra contrarietà non per alimentare i campanilismi ma perché siamo consapevoli del fallimento di scelte di questa natura. E non mi si può dire che in altre regioni come ad esempio il Molise – peraltro guidata da un nostro conterraneo – c’è un’azienda unica!
Il Molise è una regione con 300 mila abitanti, la metà della provincia di Cosenza; non penso che questi possano essere millantati come risultati o come modelli di riferimento. Certo l’Emilia … ma l’Emilia ha valenze e valutazioni diverse da fare e noi dobbiamo recuperare gap storici nei confronti di queste Regioni. Non credo che questa sia la via giusta per cui prendo atto che il Presidente chiede al collega Mirabello – lasciandolo solo – di ritirare questo emendamento ma manifesto sin d’ora la mia contrarietà rispetto a questa ipotesi che è un’ipotesi devastante per la sanità calabrese, anche a nome del collega Cannizzaro.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Il consigliere Mirabello oggi centra un primo obiettivo che è quello di mettere nero su bianco l’idea di riorganizzazione del sistema sanitario, delle aziende e degli ospedali della nostra regione e lo fa attraverso un emendamento che condivido nel merito e riportando la discussione di merito all’interno dell’Aula del Consiglio regionale della Calabria e, quindi, della massima Assise elettiva chiamata a discutere di queste questioni.
Appena questo emendamento, presidente Irto, è stato inserito nel fascicolo degli emendamenti, noi abbiamo ascoltato dei rilievi: sono venuti da alcuni consiglieri i quali hanno subito detto, al di là del merito, che questi temi vanno approfonditi, vanno discussi e così via.
Giusto. Se si legge il provvedimento si vede che la proposta del consigliere Mirabello prevede un periodo di discussione, di approfondimento e di confronto per poi tornare all’esame del Consiglio regionale. Non era concepito né come un blitz né come una forzatura.
Il presidente Oliverio fa una cosa in più. Dice: “Assumiamo questo emendamento come testo base di indirizzo per questa discussione; entro fine gennaio, dopo un processo di ascolto – collega Gallo, tutti i colleghi insieme –, vedremo come si ritornerà in quest’Aula e si produrrà una riforma, a mio giudizio, irrinunciabile.
Perché dobbiamo polemizzare persino su questo? Questo polemizzare non svilisce la funzione e anche – se mi consentite – l’autorevolezza di quest’Aula? Perché? Oggi si apre un percorso. Il consigliere Mirabello non è solo perché il Partito democratico condivide in pieno questa ispirazione. Naturalmente verranno delle sollecitazioni, dei suggerimenti, delle osservazioni …
(Interruzione)
… collega Nicolò, ne è stato fatto uno, ne farà uno lei dopo di me, la
ascolteremo …
Quindi, si apre, senza entrare nel merito, una fase importante di
discussione che il presidente Oliverio ha circoscritto indicando una data
finale che è quella di gennaio.
Stop! Pensiamo a come riempire questa fase di contributi positivi, di
ascolto, di confronto e a produrre una riforma che, a nostro giudizio, è
necessaria e irrinunciabile. Questo. Quindi, io ringrazio il collega Mirabello.
So che, in questo mese, assieme agli altri, a tutti i colori i quali lo
vorranno, farà un lavoro importante e, naturalmente, so già che ritirerà
l’emendamento e gli auguro buon lavoro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo sul tema perché mi ero avvicinato prima rispetto
alla discussione di quest’ipotesi dell’emendamento. Si è già dibattuto
abbastanza. Non credo sia opportuno entrare nel merito, ma l’ha fatto
denunciando l’allarme delle riforme perché
– lo dico al capogruppo
Romeo – la lingua batte dove il
dente duole! Il blitz, il blitz … sono parole che ascoltiamo e così anche la
perentorietà di indicare la data di
gennaio!
Sono passati tre anni a proposito di riempire vuoti su riforme necessarie e
su un confronto.
Quindi, trovo responsabile che si ritiri l’emendamento. Trovavo e trovo
ancor più irresponsabile che, dopo che in Commissione bilancio abbiamo discusso
per più settimane con diverse audizioni, con diversi emendamenti, la
discussione su un tema così serio – che deve passare, quindi, dall’esame in Commissione e quant’altro – avvenga così.
Poi, non voglio offendere il lavoro del consigliere Mirabello, ma voglio
dire che sono passati tre anni in cui si potevano ipotizzare riforme e nei
quali c’è stato un confronto serrato tutto interno al Partito democratico che
la Calabria ha subìto.
Quindi, intervengo per sottolineare quello che suggerivo al presidente Irto
– che ringrazio – ed anche la sensibilità del presidente
Oliverio che fa ritirare questo emendamento che coglievamo come una forte provocazione. Ci sarà tempo e luogo e penso che
dopo si approfondirà con l’informativa sulla sanità. Meno male che lo stimolo
di rientrare e, quindi, di farcelo avvertire come una provocazione, unitamente
al fatto che l’abbiate ritirato, ci lascia tutti un po’ più tranquilli.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Ciconte. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, credo che questo emendamento presentato dal presidente Mirabello sia importante. Perché è importante? Perché – come dicevano i consiglieri che mi hanno preceduto – ha messo finalmente in piedi un meccanismo e ha cercato di ipotizzare un progetto di riforma della sanità.
Vorrei ricordare a tutti che c’è stato un tentativo anche nella precedente legislatura e lo vorrei ricordare ai consiglieri di opposizione che, all’epoca, come maggioranza, avevano presentato una riforma che, però, è rimasta nel cassetto del Presidente della Commissione sanità. Ricorderete bene! Quindi, sono convinto che è vero che è passato anche troppo tempo per non riformare la sanità.
Credo che il presidente Mirabello sia stato spinto da questa voglia di parlare finalmente dei problemi della sanità e di riformarla insieme anche ai consiglieri di opposizione perché ritengo che su questi argomenti si debba cercare di trovare una sintesi, di fare sintesi e cercare di trovare una soluzione.
E ha fatto bene il presidente Oliverio a dire che su questi argomenti – al di là che il testo rimarrà un testo base su cui discutere e confrontarsi dal basso – bisogna giustamente sentire tutte le associazioni, tutti gli ordini professionali, tutti i sindacati, tutte le Istituzioni – e mi riferisco ai sindaci dei territori – per cercare di comprendere qual è il testo migliore da portare in Aula e cercare finalmente di modificare e riformare la sanità.
Perché riformare la sanità? Perché, attenzione, bisogna partire da un presupposto elementare che le aziende ospedaliere non possono rimanere con l’azienda territoriale. Questo era un presupposto che avevamo già sancito tanti anni fa nella precedente legislatura quindi sono convinto che su questo tema siamo tutti d’accordo ossia che le aziende ospedaliere vanno aggregate mettendo insieme un ospedale hub e gli ospedali spoke, mettendo insieme il territorio che è vero un’azienda unica ma ne discuteremo se si può fare un’azienda unica territoriale o qualche azienda in più.
Quindi, da questa base, presidente Mirabello, è fondamentale ripartire per ragionare su queste tematiche che, secondo me, andranno verso la riduzione della spesa. Attenzione che abbiamo tanti direttori generali, sanitari e amministrativi e capi dipartimento. Capite bene che riducendo queste aziende e riducendo anche l’azienda territoriale andremo verso la riduzione della spesa cercando di migliorare i servizi e su quello noi ci confronteremo per cercare di dare alla Calabria una riforma sanitaria adeguata alle sue esigenze. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Consigliere Ciconte, lei è un rappresentante di questa Assise che ha fatto anche un percorso e conosce le procedure, così come il Presidente che apprezzo per il suo intervento nel merito ed anche nel metodo. Quando si parla di riforme strutturali – come diceva bene il collega Orsomarso – occorre prestare attenzione alle procedure e consumare i giusti passaggi – anche quello della Commissione – per un dibattito attento. Non entro nel merito perché non è immaginabile farlo adesso dopo le dichiarazioni responsabili del presidente Oliverio di promuovere il ritiro di questo emendamento che è provocatorio. Mi dispiace per il presidente Mirabello che stimo, rispetto e apprezzo – ho avuto modo di farlo anche per le attività istituzionali rispetto al ruolo che egli ricopre – però noi oggi dobbiamo discutere di altro.
Premesso che è una proposta vostra, discutibile, e non sappiamo se è buona o non è buona; lo vedremo dopo la politica dell’ascolto dei territori rispetto agli attori impegnati di cui dovremmo tenere conto, però - lo dico anche per le prossime iniziative che intendete promuovere - occorre un po’ di responsabilità istituzionale che in tante circostanze non è mancata e a volte, però, si vuole strumentalizzare come stasera e in questa circostanza.
Lei conosce le problematiche degli operatori sanitari anche di questo comparto che vive tante sofferenze per ragioni che conosciamo e non sto qui adesso a rappresentare o ad elencare.
Noi responsabilmente prendiamo atto della posizione del presidente Oliverio e siamo propensi a discutere, a ragionare e a confrontarci in quelle sedi dove, poi, presenteremo le nostre proposte.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, pensavo che, dopo aver deposto le catene, avremmo potuto iniziare a discutere nel merito della sanità in questa regione, riappropriandoci dei poteri che il Consiglio regionale ha nonostante il contesto commissariale. Così avevo valutato l’emendamento del collega Mirabello, della cui presentazione ieri sera ha avuto la sensibilità di informarmi, perché noi affrontiamo una questione sulla quale è chiaro che dobbiamo incominciare ad esercitare il nostro potere perché non possiamo gridare contro Roma. Dobbiamo – ripeto – cominciare ad esercitare i poteri che sono in capo alla Giunta ed al Consiglio regionale. Questo della riorganizzazione della sanità è un punto fondamentale e non possiamo scoprire all’ultimo momento che dobbiamo consultare le categorie e tutto lo scibile umano.
Va bene. Non penso che questa sia stata una semplice iniziativa del collega Mirabello anche perché c’è un precedente. Qual è? Il precedente è che dal 20 marzo del 2015 c’è una proposta di legge della Giunta regionale che recita “Istituzione dell’azienda sanitaria ospedaliera unica regionale”.
Sono due anni e non si è avuto il tempo di consultare i cittadini, i territori, tutti gli attori sociali di questo nostro territorio. Basta ipocrisie perché, altrimenti, qua d’ipocrisia moriamo; muore il Consiglio regionale, muore la Calabria in particolare sulla sanità.
Allora, c’è la volontà politica di mettere mano in modo serio ai poteri di riforma che ha il Consiglio regionale in modo collegiale? Però, si stabilisca un percorso certo perché – ricordo – ancora aspetto l’informativa su Calabria verde e su altre questioni che avevamo posto e non sono arrivate. Assumiamo oggi noi insieme, all’unanimità del Consiglio regionale, la decisione che su questa materia entro 30 giorni arriviamo a discutere e a decidere con tutto il programma, tutto il percorso che voi volete mettere in campo? Affidiamo al Presidente della Commissione sanità, Mirabello, il compito di avviare una serie di audizioni su questa questione?
Rapidamente, entro 20 giorni, ed alla fine di queste audizioni veniamo in Consiglio regionale a fare dibattiti e a decidere. Questo è il punto, altrimenti il nostro ruolo viene svilito. Io vi dico che all’esterno quest’Aula viene percepita come un’Aula in cui la palestra è il dibattito e non è così poi! Allora, su questa questione della sanità dobbiamo assumerci la responsabilità e non possiamo rinviare le questioni sine die. Sono due anni che c’è questa proposta di legge che oggi il consigliere Mirabello richiama. Noi dobbiamo fare un’operazione: gli ospedali devono stare con gli ospedali e non possono stare nelle Asp. Lo diceva il consigliere Ciconte, dobbiamo fare un’azienda che si occupa soltanto dei servizi sanitari territoriali e noi abbiamo il potere per farlo.
Lo dice anche la Corte costituzionale! Nella delibera del 20 marzo del 2015 è citata una sentenza della Corte costituzionale che conferisce alla Regione questi poteri. Esercitiamoli! Non giochiamo al rinvio sine die! Stabiliamo – se vogliamo essere seri – che su questa materia si dà mandato al Presidente della Commissione sanità di fare tutte le audizioni di questo mondo e che, entro 30 giorni, verrà convocata una seduta di Consiglio per decidere sull’ipotesi di istituzione dell’azienda unica regionale per quanto riguarda la materia sanitaria.
Ci sono altri interventi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Scalzo.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Credo che l’emendamento e il lavoro fatto dal collega
Mirabello costituisca un passaggio importante per la vita istituzionale e
politica di questa consiliatura perché non vi è dubbio che in Calabria, da
anni, con il commissariamento in materia di sanità, si è interrotta l’attività
legislativa.
Il Consiglio è stato, di fatto, esautorato dai suoi poteri e, a distanza di
sette anni, credo che il
commissariamento per il Piano di rientro dal deficit sanitario – come
molti altri commissariamenti – non abbia prodotto nessun risultato in termini
di miglioramento della qualità dei servizi, della migrazione sanitaria e del miglioramento
dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) nel territorio.
L’Italia ha un sistema sanitario che non è omologato per tutto il Paese; ci
sono sistemi organizzativi diversi ma che funzionano. Non tutti hanno lo stesso
modello eppure c’è la possibilità di scegliere e questo dobbiamo fare:
scegliere quello più adeguato alla nostra regione, quello che tiene conto delle
caratteristiche orografiche, demografiche e delle infrastrutture regionali.
E quel tipo di modello organizzativo dobbiamo calare. Facendo cosa?
Innanzitutto, sono d’accordo con il collega Guccione, sul fatto che dobbiamo dare mandato al collega Mirabello di avviare un lavoro che, in regime cosiddetto normale, sarebbe stato quello che avrebbe portato ad un passaggio quasi continuo, naturale, costante di processi legislativi in Commissione e, poi, Consiglio. Noi dobbiamo ripartire da questo, riappropriarci di questo ruolo ed individuare, innanzitutto – ripeto – il modello organizzativo più idoneo alle esigenze dei cittadini della nostra regione e su quello tornare in Aula e legiferare su un piano che guardi più alle esigenze dei cittadini, alla qualità dei servizi, al modello organizzativo che non a singole esigenze.
Su questo credo che ci sarà – e lo dico al collega Mirabello – non soltanto una condizione ma un supporto e un lavoro che intenderemo portare avanti per dare un contributo ed un sistema di cui la Calabria oggi ha bisogno. Noi – lo voglio dire anche ai colleghi dell’opposizione – se c’è una questione sulla quale dobbiamo tutti quanti avviare un percorso virtuoso è quella della tutela della salute perché sia quando si è in giro per la Calabria, ma soprattutto quando si è fuori da essa, nel Paese, fuori dal nostro Paese, non chiedono se uno è un consigliere di maggioranza o di minoranza ma chiedono come va la sanità nella propria regione.
Allora, credo che su questo lo sforzo vada fatto e oggi è un momento importante di un inizio che deve vedere un impegno forte, attraverso il quale credo che si possa voltare veramente pagina in questo settore che è quello della tutela della salute dei cittadini. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, intervengo velocemente prima per esprimere la mia disponibilità a ritirare l’emendamento e poi per fare due considerazioni velocissime. Intanto, mi pare che si sia raggiunto un obiettivo questa sera che è quello di mettere un punto su una discussione che parte dalla necessità di ridisegnare un modello organizzativo alternativo della sanità calabrese che passi attraverso un’idea di semplificazione e razionalizzazione. L’emendamento che ho proposto anziché essere considerato come un atto anche di coraggio politico – nella misura in cui c’era e c’è la consapevolezza di toccare un tema difficile, attraverso un emendamento al Collegato, in una fase difficilissima della stagione politica calabrese – è stato forse scambiato per una forma di sovraesposizione, di velleità o, addirittura, per un atto al quale sono stato chiamato perché mi sarebbe stato sottoposto. Nella mia storia, nella mia militanza politica all’interno di una coalizione, di un partito, le decisioni, le discussioni, le dinamiche si assumono, non vengono sottoposte.
Si è assunta una discussione che ha avuto ad oggetto un tema complesso, difficile, con tempi contingentati, nella consapevolezza che da stasera si possa aprire un percorso politico certo, con cadenze certe, in cui il Consiglio regionale – e ciascuno di noi sarà chiamato ad avere un ruolo specifico e preciso – è chiamato all’assunzione di una responsabilità. Si è assunto questo percorso non inventandolo in una notte, ma andando a riprendere un lavoro che non soltanto la Giunta regionale calabrese aveva già messo in campo – è stato ricordato con una delibera nel 2005 – ma addirittura riprendendo ragionamenti e un lavoro che era stato oggetto di discussione nella scorsa legislatura da parte della coalizione di centro-destra.
Quindi, ritengo che la discussione si sia un po’ basata sulla considerazione che ha oscillato tra il troppo tardi e il troppo presto. È troppo tardi per farlo, era troppo presto per farlo; tra il troppo e il troppo poco. Ritengo, invece, che la ragione vera del nostro ruolo, di questo Consiglio, su questa materia sia quella di avviare una discussione che certo dovrà avere e avrà dei tempi contingentati e dei temi precisi perché se una cosa mi pare si sia assodata è proprio quella di iniziare a ragionare di separazione fra il territorio e gli ospedali, di distrettualizzazione della sanità territoriale, di migliore organizzazione della rete ospedaliera, di assunzione comune di una responsabilità, di un ruolo guida che all’interno del sistema sanitario regionale calabrese noi dobbiamo e possiamo rivendicare.
Su queste premesse, Presidente, confermo la volontà di ritirare l’emendamento e ovviamente riapriremo una discussione più ampia.
L’emendamento è ritirato. Procediamo con l’esame del provvedimento.
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Prendiamo atto del parere del Consiglio delle autonomie locali. Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, come emendata, con autorizzazione
al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale,
autorizzando il dipartimento bilancio ad apportare al testo di legge approvato
tutte le modifiche necessarie conseguenti all’approvazione degli emendamenti.
Passiamo alla proposta di legge numero 303/10^ di iniziativa della Giunta
regionale recante: “Legge di stabilità regionale 2018”. La parola al
consigliere Aieta per l’illustrazione.
Con questo provvedimento oggi all’esame dell’Aula la Regione adotta la
legge di stabilità regionale che, come previsto dall’articolo 36 del decreto
legislativo 118 del 2011, contiene un quadro di riferimento finanziario per il
periodo compreso nel bilancio di previsione. Essa contiene esclusivamente norme
tese a realizzare effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato
nel bilancio di previsione. Questa legge di stabilità consta di 6 articoli nei
quali vengono dettate disposizioni di carattere finanziario quali:
finanziamento dei fondi speciali di parte corrente e di parte in conto capitale
per l’approvazione di nuove leggi regionali; nuove autorizzazioni di spesa; rifinanziamento di leggi regionali per il
triennio 2018/2020. Nel testo del disegno di legge e relativi allegati, che
sono le tabelle A) B) e C) sono elencate, nel dettaglio, le poste finanziarie.
Si è espresso il Consiglio delle autonomie locali nella seduta dell’11 dicembre
2017 con la deliberazione numero 3 ed ha espresso parere favorevole. Alcune
voci della legge di stabilità riguardano un contributo al quartiere di
Arghillà, sito nel comune di Reggio Calabria, un contributo per il Forte
Umbertino Siacci, un contributo al comune di Arena, un contributo al
Planetarium di Reggio Calabria, un contributo all’Istituto Salesiano di
Soverato, un contributo all’associazione donatori di sangue, un contributo al
comune di Cassano, finalizzato a rendere completamente navigabile il canale degli
Stombi a favore della portualità interna dei Laghi di Sibari e un contributo
alla biblioteca istituita presso il Santuario di San Francesco di Paola per
completare un lavoro già iniziato e inaugurato per la prima parte dal
Presidente della Giunta regionale.
Ecco questo è in sintesi il provvedimento. Ovviamente hanno partecipato
alla seduta della Commissione il professor Viscomi, il Collegio dei revisori
dei conti, il dipartimento bilancio con il dottor De Cello e la dottoressa
Bonaiuto.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale.
Intervengo soltanto per
aggiungere due informazioni alla relazione puntuale del presidente Aieta: una
che riguarda l’articolo 1, per sottolineare come il fondo per il finanziamento
dei provvedimenti legislativi, che si prevede possano essere approvati nel 2018
e negli anni successivi, quest’anno è stato rideterminato in aumento ad un
milione e seicentomila euro per il Fondo speciale destinato alle spese correnti,
di cui 900 mila euro per il 2018, e un milione e duecentomila euro per il Fondo
speciale destinato alle spese in conto capitale, di cui un milione di euro per
l’esercizio finanziario 2018. Ripeto che si tratta delle risorse per il
finanziamento dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere
attuati. Poi, volevo semplicemente sottolineare l’articolo 2-bis laddove si
prevede un’azione a favore del recupero e della donazione delle eccedenze
alimentari, tema significativo su cui è intervenuto recentemente anche il
Parlamento. Mi fa piacere ricordare che il capitolato di gara per il bar-
ristorazione veloce della Cittadella, che è stato approvato un paio d’anni fa
dai dipartimenti interessati, prevedeva, già allora, appunto, il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari
che dovessero residuare dalla predetta attività.
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di
intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, non abbiamo fatto interventi sugli altri punti all’ordine del giorno perché avevo compreso che ci fosse un tacito accordo generale per …
Sarebbe opportuno un unico dibattito su tutta questa materia, su tutti questi provvedimenti, anche per non ingolfare il dibattito all'interno del Consiglio e, come diceva il vicepresidente, che sta ben guidando l’assessorato al bilancio, il bilancio è un bilancio ingessato; lo conosciamo da anni, è un bilancio che non dà grandi prospettive, è un bilancio sul quale, però, in questi anni non si è inciso sufficientemente. Da alcune considerazioni che si leggono dagli allegati al bilancio ci si dice che in Calabria nel 2016 si sono registrati dei moderati aumenti del prodotto interno lordo (PIL) e dell'occupazione, una crescente attenzione rispetto alla gestione dei rifiuti urbani, delle Infrastrutture e dei servizi socio assistenziali. Nel 2016 il volume delle entrate totali accertate è stato pari a 5,87 miliardi di euro, in crescita solo del 1% rispetto a quello registrato l'anno precedente, con un volume degli impegni che, invece, nonostante questo tipo di azione condotta, è stato pari sempre 5,7 miliardi di euro ma con un aumento del 2,4% rispetto al 2015, benché ci si dice non ai livelli raggiunti nel 2014.
Ci si dice anche che è necessario un forte controllo delle aziende partecipate.
Leggendo nelle pieghe del bilancio, leggendo anche i numeri, per la fredda legge dei numeri, si evidenzia come nessuna novità reale ci possa essere e ci sia all'interno di questo bilancio di previsione. I revisori, a tal proposito, ci dicono e ci chiedono in primo luogo, perché leggendo la relazione dei revisori dei conti si evince questo testualmente, , “come anche già evidenziato in sede di verifica del presente bilancio preventivo, si ritiene che l'oggettiva richiesta di maggior qualità della relazione gestionale della Regione sia in termini di programmazione propria sia in termini di programmazione congiunta con gli enti al proprio territorio, anche in ordine agli obiettivi di finanza pubblica, implichi, necessariamente, risposte qualitativamente adeguate”. È un richiamo forte che fa il collegio dei revisori dei conti che raccomanda anche un piano di razionalizzazione delle società partecipate del quale si discute da anni e che non è presentato e non è agli atti di questo Consiglio. Rileva, ancora, il collegio dei revisori, che non è stato prodotto il dovuto bilancio preventivo economico consolidato del sistema sanitario regionale, in violazione a quanto previsto dall'articolo 32 del decreto legislativo 118/2011 ed in contrasto con quanto sollecitato da codesto Consiglio. Di nuovo, la lingua batte dove il dente duole, vale a dire si torna a discutere di quell'aspetto da black hole, quasi da buco nero, che è la questione della sanità calabrese, che ancora una volta vede il Governo regionale non presentare il bilancio economico consolidato. Sempre, come dicevo in precedenza, agli atti del bilancio, andando proprio alla fredda legge dei numeri, si registra, lo confermo, un dato spaventoso di mobilità passiva pari a trecentoventicinque milioni di euro. In tutto ciò ci sono 779 milioni di euro di risorse autonome e tutta una serie di considerazioni. Andando a spulciare tutta una serie di singole voci, ad esempio vi è una spesa per rette delle strutture socio-assistenziali per 28 milioni e mezzo di euro. Nei giorni passati ho avuto modo di sottolineare come attraverso il trasferimento di deleghe e di funzioni in questo settore dalla Regione ai Comuni, attraverso la revisione delle rette, mantenendo questa previsione di bilancio, si scarica di fatto sui Comuni il costo dei ricoveri in queste strutture, con una spesa di diciassette milioni di euro, e sulle famiglie, anche su quelle con reddito ISEE da zero a quattromila euro, per la somma di sette milioni di euro. E’ questo un elemento per il quale chiediamo che ci sia una revisione, da parte della Giunta regionale, dell'impostazione sin qui data. Il Vicepresidente parla di contenzioso rilevante, risalente nel tempo, beh io che conosco anche come l’avvocatura regionale lavora, le difficoltà che incontra, propongo alla Giunta regionale di allargare la base dell'avvocatura ma di dare anche sostegno a questi professionisti che gestiscono un ruolo fondamentale all'interno della nostra Regione per il rilevante contenzioso, dando ad essi maggiore collaborazione, dando ad essi risorse umane maggiori e migliori, perché credo che sia necessario affrontare la questione del contenzioso e fare una lotta, anche, ai tantissimi sprechi. Ci sono, poi, delle singole voci che mi permetto di sottolineare e di portare all'attenzione dell'intero Consiglio, per esempio l’incentivazione dei flussi turistici, attraverso il volo aereo, nel 2018 due milioni e mezzo di euro, ma nel 2019, nel 2020 soltanto un milione e mezzo di euro, campanello di allarme rispetto all'ipotesi di questa incentivazione dei flussi turistici che, invece, sono fondamentali e necessari. Per le minoranze linguistiche centomila euro nel 2018, nessuna previsione per il 2019 e il 2020. Per i Cofidi agricoli centomila euro nel 2018 niente nel 2019 e nel 2020. Per un altro settore nevralgico, la neurogenetica di Lamezia, duecentomila euro nel 2018 soltanto centomila nel 2019 e centomila nel 2020. Bene l'aumento delle risorse da quarantanove a cinquantaquattro milioni di euro per gli lsu-lpu, questione che va affrontata in maniera definitiva in questa regione, naturalmente ereditata da questa Giunta regionale, ma che va affrontata bene. Male, Presidente, questa legge “mancia” alla quale faceva riferimento il consigliere Aieta, con questi contributi a pioggia. Mi permetta anche una considerazione di carattere strettamente localistico riguardo ai fondi per il comune di Cassano per la pulizia dello Stombi. Beh il comune di Cassano aveva fatto una richiesta molto più importante e molto più cospicua, vista l'esigenza, e lei ha sempre dichiarato di essere favorevole rispetto a questa soluzione e cioè di un finanziamento strutturale per affrontare non con fondi di spesa corrente, ma con fondi di investimento, quel problema che non è un problema del Comune di Cassano, di quel territorio, ma è un problema di tutta la Calabria, perché il porto dei laghi di Sibari, egregi colleghi, è il porto turistico più grande del Mediterraneo, con duemilacinquecento posti barca. Non credo si possa affrontare questa problematica soltanto attraverso le solite pezze che da anni vengono messe, perchè il problema credo vada affrontato in maniera strutturale, pertanto manifesto il voto contrario, mio personale, non so se anche in nome del collega, di tutto il gruppo, su questo punto all'ordine del giorno
Ci sono altri interventi? No. Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(E’
approvato)
All’articolo 2 sono
stati presentati alcuni emendamenti, il primo protocollo numero 52212, a firma
del consigliere Aieta, prego consigliere, ha facoltà di illustrarlo.
Signor Presidente, si tratta di un emendamento alla legge di stabilità che garantisce lo svolgimento del progetto “sott'acqua insieme per vedere il mare” e che è concesso ad un'associazione sportiva, un gruppo subacqueo, che si occupa di garantire il diritto ai ragazzi non vedenti, ai ragazzi down, ai disabili in generale, di frequentare il mare, di inabissarsi nel mare per conoscere ciò che è il mare e la ricchezza che in mare è presente alle nostre latitudini. Grazie
Parere della Giunta.
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento, favorevoli, contrari, astenuti, l'emendamento è approvato. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52236, a firma del consigliere Nicolò. Prego, consigliere Nicolò, può illustrare l’emendamento.
Presidente si tratta di un emendamento rispetto ad una richiesta proveniente da un Comune della provincia di Reggio Calabria in merito al completamento di un impianto sportivo, sito in località Azzurria, per il quale è necessario un contributo di centomila euro, volto al completamento di una struttura che servirebbe per consentire a quella comunità di avere un riferimento per i tanti ragazzi che volessero svolgere attività e pratiche sportive. Sottopongo questo emendamento alla massima Assemblea legislativa, alla sensibilità dei consiglieri, visto che si parlava anche di contributi mirati. Non sono contributi ad associazioni, per carità, con tutta l'attenzione per chi fa associazionismo puro rispetto ad obiettivi strategici di qualità, ma sono emendamenti che provengono dai Comuni che si rivolgono alla Cittadella, non trovano ascolto dal Governo regionale e quindi ci rappresentano quelle che sono le esigenze e le necessità di tanti cittadini. Lo sottopongo all'esecutivo per le valutazioni di merito.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento, chi è favorevole, chi è contrario, chi si astiene l'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento, protocollo numero 52229, a firma del consigliere D’Acri. Prego, consigliere, ha facoltà di illustrarlo.
Grazie, Presidente. L'emendamento viene un poco modificato. Allora all’emendamento al ddl numero 303 legge stabilità regionale 2018, all'articolo 2 del ddl, in argomento, è aggiunto il seguente comma 17: “al fine di garantire il cofinanziamento a carico del bilancio regionale degli interventi destinati al completamento degli invasi sperimentali e il regolare esercizio della diga di Tarsia, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2018 la spesa di euro trecentocinquantamila con allocazione alla missione U901 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018/2020. Alla relativa copertura si provvede con la contestuale riduzione delle risorse allocate alla missione U2003 dello stato di previsione della spesa di bilancio 2018-2020.” Questo emendamento si rende necessario perché c'è la diga di Tarsia che dal 1966 è ancora in esercizio sperimentale e più volte il Ministero dell'agricoltura ha sollecitato all'ufficio dighe di metterla in regolare esercizio altrimenti si rischia di chiudere. In effetti, nel mese di maggio, si era chiuso l’'esercizio e la diga si era abbassata e questo metteva in grave difficoltà l'irrigazione sulla pianura di Sibari, poi con il Ministero, con la Prefettura abbiamo reso possibile rinvasarla e c'era l'impegno, c'è qui un finanziamento del Ministero di un milione di euro e da parte nostra ci sono trecentocinquantamila euro per mettere a norma le paratoie. Grazie
Parere della Giunta?
Favorevole.
Se non ci sono altri interventi pongo in votazione l'emendamento, così come letto dal consigliere D'Acri, favorevoli, contrari, astenuti, l'emendamento è approvato. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52237, a firma del consigliere Nicolò. Prego, consigliere, ha facoltà di illustrarlo.
Presidente, sempre dal Comune di Gerace proviene una richiesta che riguarderebbe la costruzione dell'Acquedotto con serbatoi di raccolta per acque sorgive. Una richiesta di finanziamento di quattrocentomila euro con allocazione sul programma 09.06 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018/2020. Un intervento strutturale di importanza significativa che sottopongo all'Aula per le valutazioni di merito.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo n votazione l’emendamento.
Presidente, chiedo la votazione per appello nominale.
Prego, Segretario questore, proceda alla chiama per la votazione per appello nominale.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti 21; hanno risposto sì, 6 consiglieri, hanno risposto no, 15 consiglieri; pertanto l'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52238 a firma del consigliere Nicolò. Consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrarlo.
Presidente, si tratta di una richiesta di finanziamento di cinquantamila euro da parte del Comune di Portigliola per interventi di sistemazione e riqualificazione del tratto di strada provinciale 81 con allocazione al programma U10.05 dello stato di previsione della spesa del bilancio, è un emendamento che sottopongo alla sensibilità dell'Aula e dei consiglieri regionali della provincia del territorio reggino.
Se non ci sono altri interventi, passiamo alla votazione, chi è favorevole, chi è contrario, chi si astiene, l'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52240, sempre a firma del consigliere Nicolò. Prego, ha facoltà di illustrarlo.
Presidente, anche questo è un emendamento che interessa il Comune di Locri, partecipatomi da amministratori autorevoli di quella realtà, riguarda la realizzazione dell’arredo urbano del Corso. Un contributo di settantamila euro, non sono le quattrocentomila euro, comprendo bene, quattrocentomila euro è una somma cospicua, questa è irrisoria. Lo sottopongo all'attenzione e alla sensibilità dei colleghi consiglieri regionali dell'aria della città metropolitana. Ci sono le indicazioni da dove attingere i fondi, quindi, si tratta di settantamila euro per l'arredo urbano che non è solo immagine ma è anche, voglio dire, creare spazi per consentire alla collettività, alle comunità, di poter vivere il territorio. Sottopongo l'emendamento all'esame del Governo regionale
Parere della Giunta?
Contrario.
Chi vota a favore, chi è contrario, chi si astiene, l'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52241, a firma del consigliere Nicolò che ha facoltà di illustrarlo.
E’ un'altra richiesta, proveniente da amministratori, rappresentanti istituzionali, del Comune di Stilo. Anche questa è una somma non ingente, riguarda un cofinanziamento di cinquantamila euro. Collega D'Agostino, capisco il bilancio ingessato, capisco le scelte della maggioranza, ma ritengo che una maggioranza attenta alle questioni del territorio dovrebbe essere sensibile ad alcuni aspetti, quelli afferenti ad interventi strutturali di manutenzione, funzionali. Peraltro, provengono da comparti della comunità perché, vedete, questo emendamento non è il frutto della volontà solo di amministratori ma è anche la richiesta di cittadini delle nostre comunità. Si tratta, anche qui, dell'arredo urbano, un argomento che ritengo e sento che, spesso, è tanto caro alla governance di centro-sinistra. Arredo urbano non significa solo immagine, non significa solo facciata, significa anche sostanza rispetto alla qualità della vita di un territorio. Anche da questa comunità, da autorevoli rappresentanti di questa comunità, alla quale poi ci rivolgiamo, alle quali ci rivolgiamo a chiedere il consenso, proviene una richiesta per un intervento strutturale che è di cinquantamila euro. Non chiedo la votazione per appello nominale, perché ritengo il mio appello alla sensibilità, almeno in questo, possa essere efficace, sottopongo l'emendamento al Governo regionale.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l'emendamento: favorevoli, chi è contrario, chi si astiene, l'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52242, sempre a firma del consigliere Nicolò. Prego, consigliere Nicolò.
E’ un emendamento che viene sollecitato da esponenti istituzionali del Comune di Villa San Giovanni per spese di opere di urbanizzazione della strada via Lavolta, così si chiama. Qui si chiede un piccolo finanziamento, minimale, non sono spese ingenti e con una piccola variazione, assessore, si potrebbe trovare una giusta soluzione e rispondere a quelle che sono le esigenze del territorio, queste esigenze. Il collega Romeo, che si fa le risate, lo capisco, ma ride bene chi riderà ultimo, non è attento perché, se fosse stato attento, da capogruppo del Partito Democratico, avrebbe prestato attenzione, anche in Commissione, a quelle che sono le richieste che giungono dalle nostre comunità, le mie e le sue comunità, le nostre comunità. Stiamo parlando di Villa San Giovanni che conosciamo, premesso che siamo i consiglieri regionali di tutta la Calabria e dobbiamo essere sensibili per una questione afferente al principio di regionalizzazione, senza campanilismo, ma sono i problemi dei nostri territori che non possono essere sottovalutati. Ha ragione Guccione: di che parliamo, consigliere Battaglia? Di che parliamo? Di che cosa discutiamo? Allora anche qui viene formulata una richiesta esplicita di cinquantamila euro, anche qui avete difficoltà a reperire questi fondi per le esigenze delle comunità, non per l'associazione per la sagra della salsiccia, stiamo parlando di una richiesta di consiglieri comunali del Comune di Villa San Giovanni che sottopongo alla valutazione della Giunta regionale.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento, favorevoli, contrari, astenuti, l’emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52243, sempre a firma del consigliere Nicolò.
Prego, consigliere
Nicolò, ha facoltà di illustrarlo.
Su qualche emendamento potrei sembrare recidivo, repetita iuvant, come dicevano i latini. E’ un argomento vecchio, assessore, perché i problemi sono insistenti e persistenti, non cambiano, sono i problemi dello scorso anno ovvero anche quelli che trattammo nell'esercizio finanziario di due anni fa e ho voluto semplificare i novanta emendamenti presentati lo scorso anno, prestando attenzione solo a quelli di primaria importanza, quelli che prevedono una spesa minimale, ma vedo che neppure in questo c'è una risposta. Mai viste queste cose! Mi appello alla memoria dei dirigenti e dei funzionari di questo Consiglio che hanno vissuto altre esperienze e che stimo e rispetto per la professionalità che ho avuto modo di riscontrare in questi anni, ma anche di qualche collega consigliere; con il collega Orsomarso, quando eravamo maggioranza, ci confrontavamo, anche in Aula sugli emendamenti per valutare eventuali variazioni, avevamo questa sensibilità che non si intravede, non si riscontra neppure minimamente da parte del Governo regionale. Sono cose inaudite per le mie esperienze maturate in quest'Aula, neppure con la Giunta Loiero questo avveniva, si dava la possibilità, all'Aula, di poter valutare interventi strutturali. Non sono interventi goliardici, tanto per usare un termine una terminologia inflazionata e che potrebbe calzare a pieno per certi interventi o per certi impegni di spesa, si tratta di un argomento che sottopongo all'Aula con l'auspicio, sicuramente sarà respinto, di riscontrare sensibilità e attenzione da parte del collega Romeo e di tutta la compagine dei consiglieri regionali della provincia di Reggio Calabria. Per alcune questioni valgono prima i principi e poi gli schieramenti. Qui ci sono prima gli schieramenti. Ricordatevi, due anni fa, per la questione dello stadio, riscontrai la sensibilità di Tallini e di Gentile e non dei colleghi della provincia di Reggio. Prima i principi e poi gli schieramenti su questioni Istituzionali che riguardano i servizi e, soprattutto, che riguardano la vivibilità dei nostri territori.
Parere della Giunta?
Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento, chi è favorevole, chi è contrario, chi si astiene, l'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo numero 52239, a firma del consigliere Nicolò. Prego, consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrarlo.
E’ sempre il comune di Villa San Giovanni. Mi rappresentavano alcuni esponenti istituzionali, rappresentanti di quella assemblea, che famiglie, numerose famiglie, formularono a loro una richiesta rispetto alla realizzazione di un area ludica. Sapete che i Comuni hanno bilanci sofferenti non hanno bilanci tali da poter rispondere a quelle che sono le necessità dei territori, allora rivolgono le loro richieste all’ Assise regionale, al Governo regionale. Anche per questo, il Comune di Villa, rappresentanti istituzionali di quella comunità, hanno formulato una richiesta relativa alla realizzazione di un’aria ludica. I ragazzi vorrebbero avere degli spazi e cosa fanno si rivolgono ai genitori, alla scuola e per quello che è possibile al Sindaco di quella comunità; in questo momento conosciamo la situazione villese, quindi ai consiglieri comunali i quali, consapevoli di una situazione economica molto fragile, hanno rappresentato, hanno chiesto di essere ascoltati presso la Giunta regionale, ma hanno potuto verificare il diniego di poter esporre quelle che sono le carenze e le criticità e le proposte. Quindi si recano a Palazzo Campanella per incontrare e discutere con il sottoscritto che recepisce questa istanza che proviene dal territorio. Ho spiegato le varie fasi tanto per essere chiaro e la rappresento all’ Aula, all'attenzione del Governo regionale con l'auspicio che possa essere accolta. Non si tratta di un finanziamento di cinquecentomila euro ma di un finanziamento di cinquantamila euro.
Parere della Giunta?
Complessivamente, la Giunta apprezza lo spirito e l'attenzione che il consigliere Nicolò riserva alle esigenze del territorio ma, oggettivamente, l'incidenza di queste risorse sul bilancio della Regione non sembra coerente, nel senso che la gran parte, secondo me tutte queste iniziative, possono trovare risorse adeguate su altri canali finanziari, altri flussi finanziari specificamente dedicati; mi riferisco, in modo particolare, ai fondi POR, ai fondi comunitari nelle loro varie definizioni. Quindi, ciò premesso, anche per questo, il giudizio è negativo.
Chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò, ne ha facoltà.
Comprendo bene le spiegazioni tecniche, assessore, ma, nella legittimità, il dottor De Cello ci potrebbe chiarire: questi emendamenti sono allegati al documento contabile per cui, ritengo, che abbiano superato l'esame di legittimità.
Favorevoli, chi è contrario, chi si astiene, l'emendamento è respinto. Passiamo all'emendamento protocollo 52252 a firma del consigliere Romeo. Prego, consigliere Romeo, ha facoltà di illustrarlo.
E’ ritirato, Presidente.
E’ ritirato.
Pongo in votazione
l'articolo 2, come emendato.
(E’
approvato)
Articolo 2-bis.
(E’
approvato)
Dopo l'articolo 2-bis sono stati presentati degli emendamenti: uno, protocollo numero 52033, a firma del consigliere Sergio, non è in Aula, decade; l'altro, emendamento protocollo numero 52245, a firma del consigliere Giudiceandrea, manca in Aula, quindi decade. L'emendamento protocollo numero 52246, sempre a firma del consigliere Giudiceandrea, decade per assenza del proponente. Passiamo all’articolo 3. Sono stati presentati degli emendamenti: il protocollo numero 52046, a firma del consigliere Scalzo. Il consigliere Scalzo non è in Aula, decade l’emendamento. L'emendamento protocollo numero 52165, a firma del consigliere Greco. Prego, consigliere Greco, può illustrare l’emendamento.
Questo è un emendamento che si inquadra nell'organizzazione, nello sviluppo del turismo in Calabria e prevede un incremento di risorse destinate alla legge regionale riguardante gli interventi a sostegno degli Aeroclub calabresi.
Questo è un emendamento che può essere approvato, nel senso che gli Aeroclub avevano rappresentato un punto di attenzione per l'amministrazione, ma in misura non superiore a quanto già previsto nel bilancio dell'anno scorso. Avevamo prodotto una riduzione, possiamo al massimo apportare una variazione in aumento fino all'importo previsto dal bilancio dell'anno scorso. Un incremento di ventimila euro. Non un incremento di settantamila euro ma di ventimila euro.
Quindi la Giunta fa suo questo emendamento. Se lo ridice al microfono, vicepresidente Viscomi, per la registrazione.
Allora l'emendamento viene approvato, ma non nella misura di ulteriori euro settantamila per gli anni 2018/2019 ma per ulteriori euro ventimila per gli anni 2018/2019.
Favorevoli, chi è contrario, chi si astiene, l'emendamento è approvato. Emendamento protocollo numero 52235, a firma del consigliere Neri, che ha facoltà di illustrarlo.
E’ ritirato, Presidente.
Pongo in votazione l'articolo 3, per come emendato.
(E’
approvato)
Articolo 4
(E’
approvato)
Articolo 5
(E’
approvato)
Prendiamo atto della relazione della Commissione speciale di vigilanza, del parere del Consiglio delle autonomie locali, del collegio dei revisori dei conti e passiamo alla votazione della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il dipartimento bilancio è autorizzato ad apportare, al testo di legge e ai relativi allegati approvati, tutte le modifiche necessarie, conseguenti all'approvazione degli emendamenti.
Passiamo alla proposta di legge numero 304 di iniziativa della giunta regionale “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2018/2020”. Prego, consigliere Aieta, illustri il provvedimento.
Dunque, signor Presidente, il bilancio di previsione finanziario rappresenta il quadro delle risorse che la Regione prevede di acquisire ed impegnare, riferite ad un orizzonte temporale almeno triennale. Attraverso questo documento gli organi di Governo, nell'ambito dell'esercizio della propria funzione di indirizzo e di programmazione, definiscono la distribuzione delle risorse finanziarie tra i programmi e le attività che l'amministrazione deve realizzare.
Il bilancio di previsione finanziario è almeno triennale e le previsioni riguardanti il primo esercizio costituiscono il bilancio di previsione finanziario annuale. Come descritto nella relazione introduttiva ai provvedimenti, il bilancio di competenza della Regione per l'anno 2018, al netto delle partite di giro, dell'avanzo di amministrazione applicato e delle eventuali anticipazioni di cassa, ammonta complessivamente a circa sei miliardi di euro. Si tratta, però, in gran parte di risorse a destinazione vincolata; rientrano in tale area le risorse destinate al finanziamento del servizio sanitario regionale, che incidono per circa il 60 per cento ed equivalenti a tremiliardi e mezzo di euro, l’annualità 2018 del POR Calabria 2014-2020, del PAC 2014-2020 di seicentonovantasette milioni, pari all’11,6 per cento, le risorse del programma di azione e coesione 2014-2020, pari a trecentotrentasette milioni di euro, nonché ulteriori fondi di natura vincolata.
Le entrate libere da vincoli e da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione ammontano invece a circa settecentottanta milioni di euro, pari a circa il 13 per cento delle risorse attualmente iscritte in bilancio. E’ questo l'importo sul quale la Giunta e il Consiglio regionale possono operare delle scelte di carattere discrezionale, fermo rimanendo che, in ogni caso, gran parte di tale importo, quindi di settecentoottanta milioni di euro, è destinato a spese di carattere obbligatorio e cioè: personale, mutui contratti, accantonamenti, oppure utilizzato per far fronte alle emergenze sociali e occupazionali della Regione, quindi, difficilmente rimodulabile. Il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole al provvedimento con verbale numero 183 del 6 dicembre 2017, il Consiglio delle autonomie locali nella seduta del 11 dicembre 2017 ha espresso, con deliberazione numero 4, ai sensi dell'articolo 126 del regolamento interno del Consiglio regionale, parere favorevole
C'è l'intervento della Giunta? Altri interventi ? Passiamo all'esame ed alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(E’
approvato)
Articolo 2
(E’
approvato)
Articolo 3
(E’
approvato)
Articolo 4
(E’
approvato)
Articolo 5
(E’
approvato)
Articolo 6
(E’
approvato)
Articolo 7
(E’
approvato)
Articolo 8
(E’
approvato)
Articolo 9
(E’
approvato)
Articolo 10
(E’
approvato)
Articolo 11
(E’
approvato)
Articolo 12
(E’
approvato)
Articolo 13
(E’
approvato)
Prendiamo atto della relazione della Commissione speciale di vigilanza, del parere del Consiglio delle autonomie locali e del Collegio dei revisori dei conti.
Pongo ai voti la proposta nel suo complesso, unitamente ai relativi allegati, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il dipartimento bilancio è
autorizzato ad apportare al testo di legge approvato ed ai relativi allegati
tutte le modifiche necessarie conseguenti alle modifiche apportate in sede di
seconda Commissione, alle modifiche apportate in sede di approvazione in Aula,
all'aggiornamento dei residui attivi passivi, all’interazione amministrativa,
all'aggiornamento degli stanziamenti dei capitoli vincolati e delle economie
vincolate derivanti dalla effettiva gestione del bilancio alla data odierna,
all’allineamento dei dati di bilancio di previsione in questione con quelli del
bilancio di previsione 2018/2020 del Consiglio regionale.
Prego il Presidente della Giunta regionale di prendere la parola sul primo punto all'ordine del giorno, cioè l'informativa sulla sanità in Calabria. Prego, presidente Oliverio.
Presidente, colleghi consiglieri, brevemente, perché le condizioni del sistema sanitario calabrese sono notoriamente gravi e sicuramente, per le discussioni ripetute che ci sono state in questo Consiglio regionale, il Consiglio regionale, i consiglieri ma anche, mi permetto di dire, i calabresi conoscono bene quella che è la gravità della situazione che caratterizza i servizi sanitari nella nostra regione. Noi, come è noto, abbiamo una condizione particolare, perché siamo sotto regime commissariale da 7 anni, una gestione che è stata chiesta nel 2010, all’allora Governo presieduto dall’onorevole Berlusconi, dal mio predecessore e che è nata con lo scopo di supplire alle inefficienze del Governo ordinario della sanità, cioè della Regione.
Già allora la situazione era caratterizzata da una condizione di
indebitamento e di non efficienza dei servizi sanitari e dall'altra dalla
presunzione, così la definisco, da parte di chi ha avanzato quella richiesta,
del presidente Scopelliti, che attraverso la gestione commissariale, che in
quella fase storica era in capo al Presidente della Regione, si potesse avere
mani più libere, si potessero evitare lacci, lacciuoli, passaggi in organismi
democratici come la Giunta ed il Consiglio, per assumere decisioni in senso più
efficace, forte e celere. Almeno così, presumo, sia stata la vicenda,
soprattutto presumo siano state le motivazioni che hanno indotto alla richiesta
di quell’atto grave che appunto era il commissariamento.
A sette anni di distanza dobbiamo trarre un bilancio, siamo
nell'obbligo morale, politico di trarre un bilancio e di farlo senza
condizionamenti e, mi permetto di dire, strumentalità stagionali; le definisco
stagionali perché a secondo, appunto, poi, delle collocazioni politiche vedo
che si assumono toni, valutazioni, rispondenti, non già, ad una valutazione di
merito, ma spesso a interessi e visioni particolaristiche. Ma prima ancora di
fare questa valutazione, mi permetto di chiedere: il commissariamento che è
nato per supplire all’inefficienza della Regione, al potere ordinario, quindi
alla Regione - altrimenti perché un commissariamento e perché, soprattutto, un
commissariamento in un servizio delicato, sensibile quale quello della sanità?!
- è’ stato efficace? E’ stato rispondente, dal punto di vista proprio
istituzionale, agli obiettivi di miglioramento dei servizi? A mio parere,
assolutamente no! E non solo a mio parere, perché dobbiamo partire dai dati che
devono guidare la valutazione in questa discussione e vi prego di attenerci ai
dati. Abbiamo avuto, nel corso di questi di questi anni, un andamento
schizofrenico del governo del Piano di rientro. Innanzitutto abbiamo avuto una
impostazione che non è stata improntata, ispirata e volta alla riorganizzazione
e riqualificazione dei servizi, perché il Piano di rientro e quindi il rientro
dal debito che ha imposto, appunto, una fase straordinaria doveva essere per la
Calabria una “occasione” di fare di necessità virtù, di fare in modo che i
tagli imposti per rientrare fossero una opportunità per riorganizzare la
riqualificazione dei servizi. Non è paradossale quello che sto dicendo, è
quello che sto dicendo il filo che avrebbe dovuto essere, che avrebbe dovuto
condurre l'azione, appunto, di Governo del Piano di rientro. Così non è stato e
così non è stato perché si è proceduto a tagli lineari, per cui, in una
determinata fase, abbiamo avuto rientro, sì, dal debito, non nella misura,
appunto, necessaria, ma rientro dal debito o meglio tendenza al rientro dal
debito e aggravamento della condizione dei servizi, perché si sono tagliati
servizi in modo lineare sul territorio e non si è proceduto a riqualificare,
appunto, i nodi fondamentali, le strutture fondamentali per garantire le
prestazioni sanitarie. C'è stata una fase che è coincisa con il Presidente
della Regione che, da una parte, bisogna dirlo, io dico le cose con
oggettività, ha contribuito al rientro dal debito, dall'altra parte
all'aggravamento delle condizioni della qualità dei servizi.
Primo dato, quello della emigrazione della Salute, la proiezione fatta
dal tavolo, mi pare, intorno al venticinque di novembre. Il tavolo ha rilevato,
nella proiezione al trentuno dicembre, una esposizione di oltre trecentomilioni
di euro che la Regione è costretta a pagare per quanto riguarda la mobilità
passiva, dato 2010 duecento milioni di euro, siamo, cioè, in presenza di un
aumento di un terzo. Sette anni di commissariamento con il risultato di un
aumento. Intollerabile, un terzo in più rispetto al 2010. Cento e oltre milioni
di euro in più. Secondo dato, quello relativo ai Lea. I livelli essenziali di
assistenza sono caratterizzati da un decremento. La media, come voi sapete, è
di 160, la media nazionale dei LEA è di 160, noi avevamo nel corso del 2016
raggiunto 147, non è un dato eccellente dopo 6 anni, nella proiezione al 31
dicembre 2017 siamo a 129. C'è una forchetta ancora aperta, non è definita
perché, praticamente, è una proiezione. Anche qui c'è praticamente una
schizofrenia, ma sempre al di sotto, molto al di sotto di quella che è la media
nazionale per dire che sono garantiti i livelli essenziali di assistenza.
Terzo elemento il debito. Anche qui un dato schizofrenico, siamo in
presenza di una impennata del debito. Il ministro Lorenzin, poi ci ritorno su
questo, ha ricordato che negli ultimi sei mesi c'è stato praticamente un
incremento del debito di cento milioni di euro. L’ ho invitata ad andare a
vedere, ad analizzare la componente di questa impennata, perché bisogna andare
a capire, appunto, le ragioni per cui c'è stata un’impennata. C'è stata
un'impennata perché, appunto, non la Regione, troppo comodo, ritornerò poi su
questo, ma l'istituto del commissario ha proceduto a scelte che sono
assolutamente discutibili sia pur, come dire, assolutamente da verificare sul
piano della legittimità. Anche in altre occasioni c'è stata, ci sono state,
assunzioni di decisioni, di DCA, di decreti commissariali, che sono stati
impugnati dalla Regione e dai quali la Regione ha avuto, ne ha tratto, come
dire, riconoscimento anche in sede di TAR. Chiaramente non è che stiamo
parlando, adesso, di discussioni astratte e generiche perché, anche nel merito,
ci sono state delle scelte compiute, ci sono stati contenziosi tra la Regione e
l'Ufficio del commissario che hanno caratterizzato questa fase, che sono
arrivati nei Tribunali e i Tribunali hanno prodotto pronunciamenti chiari ed
inequivoci.
Se così stanno le cose, credo che il Consiglio regionale
non sia un problema del presidente Oliverio. Vorrei che questa cosa fosse
chiara! Non è un problema di Oliverio.
Il Consiglio regionale, come ha fatto già un anno fa - perché non vedo cosa sia cambiato rispetto a un anno fa - alla valutazione che il Consiglio regionale ha fatto un anno fa, pronunziando un voto unanime circa la richiesta di superamento di questa gestione commissariale, credo debba assumere una iniziativa, libero da strumentalismi, caro consigliere Guccione, non depositerò mai le catene che ho annunciato. Le vere catene sono quelle che ancora permangono sulla Calabria e sui calabresi …le vere catene. E non c’è - come dire - sconto da fare a nessuno su questo terreno. Né si può dire che -ripeto un concetto che ho espresso in questa sede- si può dire che il mio è - come dire - un agire strumentale.
Anzi, avrei potuto benissimo star zitto per qualche altro
mese, sto parlando e sto, credo, dando voce a quello che è un pensiero,
un’esigenza e un sentire diffuso dei calabresi perché questa è la situazione.
E’ la situazione e lo sto facendo anche assumendomi responsabilità.
Certo, so benissimo che sto assumendo responsabilità.
Non sono per nulla preoccupato, come qualcuno tende, un
giorno sì e l’altro pure, a rappresentare: Oliverio isolato, Oliverio
scaricato, Oliverio… Non mi interessa questo. A me interessa, appunto, porre al
centro quelli che sono i bisogni reali di questa regione e dei nostri
concittadini. Credo dovrebbe essere interesse comune questo, al di là delle
magliette e delle appartenenze. Come ho avuto modo di dire se fossi guidato da
un interesse di appartenenza non mi sarei permesso in questo momento di
disturbare Roma o disturbare il manovratore, per capirci.
La dico in modo chiaro, in modo che ci comprendiamo. Sto
parlando, sto esprimendo quello che sento e che credo sia il sentire diffuso
dei calabresi.
Né può valere - lo dico al consigliere Gallo - perché
conosco benissimo la meschineria di caricare sulla Regione. Io parlo il
linguaggio della oggettività! Oggettività! Questa è una vicenda che viene dal
2010 e lei è stato pure qui in questo Consiglio regionale dal 2010 al 2015 e
l’ha vissuta anche direttamente perché nel 2010-2015 non è che sia stata una
stagione diversa da quella che sto denunciando! C’è stato un primo tempo, anzi,
un tempo e mezzo dei due tempi della pagina ingloriosa della vita di questa
Regione, determinata da scelte che sono state sciagurate. Lo ripeto qui, l’ho
detto l’altra volta, l’ho detto e lo ripeto qui.
Credo che sia venuto il momento di chiudere con questa
stagione. E chiudere con questa stagione che significa? Significa mettere la
Calabria nelle condizioni di uscire da questo pantano. L’altro giorno in
Calabria è venuta la ministra Lorenzin e devo dire che la Lorenzin - riascolti,
riapra il nastro dell’intervento registrato della Lorenzin - non ha negato
questa situazione. Si riascolti la Lorenzin! Alzi il dito chi non l’ha sentita
e chi non ce l’ha che vi mando la registrazione a casa, naturalmente per dopo
le feste di Natale, perché non voglio disturbarvi le festività di Natale. La
Lorenzin non ha negato questa preoccupazione. Anzi, l’ha confermata questa
preoccupazione. E vi aggiungo di più: la Lorenzin ha detto “Guardate, due
Regioni, il Piemonte ed il Lazio, sono sulla via dell’uscita, della fuori
uscita dal Piano di rientro”. Bene.
Lazio e Campania
Lazio e Piemonte.
(Interruzioni)
No, no, no. Lazio e Piemonte. La Campania è in pieno Piano
di rientro, gestita da sei mesi dal presidente-commissario De Luca.
Ha fatto riferimento al Piemonte ed al Lazio ed è così. La
ministra Lorenzin ha dimenticato di aggiungere - e glielo ricordo io, integro
il suo intervento - che il Lazio, è partito come la Calabria, in una condizione
molto più grave rispetto alla Calabria dal punto di vista del rapporto debito
carico pro-capite ai cittadini. Vorrei
ricordarvi, tra parentesi, che nel 2009 fu deciso il Piano di rientro sulla
base di alcuni presupposti; il consigliere Guccione se lo ricorderà e pure voi
ve lo ricorderete perché non eravate, credo, su Marte!
Nel 2009 fu deciso il Piano di rientro e il presidente
Loiero andò a contrattare col Governo, prima che si decidesse il
commissariamento, che il Piano di rientro non costituisse fattore di commissariamento
della Regione.
E così fu fino al 2010, fino a dopo le elezioni regionali
del 2010, ma il Piano di rientro scaturì da un’emersione o da una
rappresentazione di emersione del debito che era - si diceva allora - oltre due
miliardi e perché al presidente Loiero qualche consulente - che oggi vedo,
scrive e fa il santone ed il giudicatore, appunto, sulle pagine dei giornali -
gli aveva consigliato o gli aveva descritto quella situazione. C’erano
consulenti che al presidente Loiero diedero quella rappresentazione. Guarda
caso, dopo un anno, anzi, meno di un anno, dopo le elezioni,agosto, settembre,
quel debito si ridusse a 800 milioni di euro. La rappresentazione di quel
debito era 800 milioni di euro ma in Lazio il debito era intorno ai 10 miliardi
di euro! Ai 10 miliardi di euro! E il rapporto pro-capite con la popolazione del Lazio, che certamente è una
regione più grande e popolosa della Calabria, era largamente superiore a quello
della Calabria.
Ora si esce, si va verso il superamento del Piano di
rientro in Lazio e anche in Piemonte, con quasi gli stessi rapporti, la stessa
dimensione. Ma la ministra Lorenzin si è dimenticata di dire, le è sfuggito - e
glielo ricordo io - che nel Lazio e nel Piemonte chi ha gestito il Piano di
rientro sono due persone che si chiamano Zingaretti e Chiamparino, cioè i
Presidenti di quelle Regioni, per capirci, che sicuramente negli ultimi tre
anni - perché questo è il dato - hanno impresso una accelerazione notevole per
la fuoriuscita dal Piano di rientro.
Ci sarà o non ci sarà un problema se quelle due Regioni
sono sulla via dell’uscita dal Piano di rientro e in Calabria, invece, siamo
“inchiodati alla schizofrenia”, appunto, dei dati sempre, comunque, negativi e
al di sotto, per quanto riguarda i LEA, della media nazionale.
C’è, quindi, un problema, c’è un problema di opposto. L’ho
posto in modo chiaro alla ministra Lorenzin quando mi è stato chiesto di andare
a Roma, mi è stato fissato un incontro; ci sono andato a Roma e ho esposto in
modo chiaro quella che è la situazione.
La Lorenzin, che ha confermato la preoccupazione quando
successivamente è venuta in Calabria, ha avuto modo di ribadire anche le sue
preoccupazioni e di dire, a conclusione di quell’incontro, che avrebbe
definito, anzi, istruito, un dossier
da consegnare al Ministro dell’economia - perché sapete che i Ministeri
vigilanti sono la salute e l’economia - ed al Presidente del Consiglio
regionale affinché si informasse il Consiglio dei Ministri e, quindi, alla luce
delle decisioni che avrebbe assunto il Consiglio dei Ministri, appunto, mi
sarebbe stata trasferita l’informazione.
Ribadisco qui le ragioni di una iniziativa forte che ho
assunto e che, naturalmente, non è stata una barzelletta. E non è una
barzelletta perché non è mio costume ingannare chi mi ha dato la fiducia e
perché ritengo che la situazione sia così grave da richiedere e meritare
un’iniziativa determinata e conseguente.
Sono in attesa che questa informativa arrivi al Consiglio
dei Ministri, che il Consiglio dei Ministri si determini. Naturalmente valuterò
sulla base delle determinazioni del Consiglio dei Ministri le iniziative di
assumere.
Mi auguro - e lo dico con sofferenza questo, lo ripeto
ancora una volta qui - che non si sottovaluti la gravità della situazione
calabrese perché una parte del Paese, una regione con i suoi abitanti sia messa
nelle condizioni di avere gli stessi diritti dei cittadini delle altre Regioni
d’Italia.
I calabresi hanno il diritto di avere gli stessi diritti
dei cittadini della Lombardia, del Veneto, dell’Emilia Romagna, della Toscana,
eccetera, eccetera… Quindi l’informativa che sto presentando al Consiglio
regionale è scontata per voi, dovrebbe essere scontata per voi!
Capisco che c’è esigenza di dibattito politico e anzi
ritengo che il dibattito politico possa essere salutare se effettivamente è
volto, in questo caso, almeno per quanto riguarda la sanità, a porre al centro
l’interesse comune a liberarsi da tentazioni strumentali, da atteggiamenti tesi
a fare prevalere, appunto, pregiudizi, risentimenti o altri sentimenti
negativi.
E il fatto che si possa - mi rivolgo soprattutto alle forze
della opposizione, della minoranza - in una problematica come questa liberarsi
da pregiudizi, da strumentalismi, da atteggiamenti, appunto, negativi, me lo
consente il fatto che il Presidente alla Regione non esita a fare un discorso
chiaro, forte, aspro e anche controcorrente, senza guardare a filiere e ad
appartenenze.
Se fossi stato e fossi ancora animato da altro avrei dovuto
assumere altro atteggiamento ma credo che prima di tutto, in modo particolare
per quanto riguarda i problemi della salute dei cittadini, i problemi della
sanità, devono esserci i calabresi che sono da noi amministrati e che in fondo
siamo noi stessi.
Prima di tutto noi stessi, perché non è più accettabile che
si possa continuare in una spirale perversa per cui anche per “patologie
ordinarie” si ricorre ad andare fuori dalla Calabria. C’è una tale caduta di
fiducia nel sistema per cui per patologie che potrebbero avere garanzia di cura
anche nella nostra regione c’è - quando lo si può programmare - il viaggio
fuori dalla Calabria.
Mi auguro che ci possa essere ascolto e determinazione
convergenti in questo senso, perché credo che se riusciamo a far pesare
unitariamente in questa battaglia quella che è la volontà del Consiglio
regionale avremo modo di segnare sicuramente un punto a favore della nostra
terra, di invertire realmente il trend.
E il trend va invertito! Il trend va invertito!
Credo che per invertire il trend dobbiamo essere messi nelle condizioni di poterlo fare e
perché ciò avvenga credo che la Calabria possa avere, possa agire e possa
lavorare con l’opportunità di realizzare, di definire obiettivi, traguardi che
non è impossibile realizzare, che possono essere definiti attraverso un
confronto ampio e, soprattutto, possono essere realizzati attraverso uno sforzo
unitario. Non sta scritto da nessuna parte che quello che si è potuto
realizzare, in termini di servizi, di qualità dei servizi in altre realtà del
Paese non si possa realizzare in Calabria.
Abbiamo avuto negli anni del commissariamento il blocco del
turn over con oltre 4000 dipendenti
della sanità, gran parte medici, paramedici, che sono stati espulsi dal sistema
sanitario.
Vi ricordate nel mese di giugno, di luglio, la litigiosità
all’interno della struttura commissariale aveva determinato la paralisi delle
procedure di assunzione, che ancora tardano ad affermarsi proprio per questa
ragione. Né si può continuare - e chiudo perché non voglio sottacere nemmeno
questo aspetto - come dire, con il ping-
pong dello “scaricabarile”.
Il commissario si vada a leggere il decreto di nomina
commissariale, l’ultimo, ma anche quelli precedenti.
Il commissario è incaricato di realizzare 16 punti nel
decreto di nomina. Andateveli a rileggere uno a uno e vi renderete conto che
quei 16 punti costituiscono la pienezza di sostituzione nei poteri ordinari
della Regione. Così come per quanto riguarda i direttori generali.
Non abbiamo nulla da tutelare e da difendere. Sia chiaro
questo! Laddove ci sono o ci dovessero essere responsabilità non esiteremmo e
non esiteremo, appunto, ad assumere i provvedimenti conseguenti.
Si tenga conto, però, della leva del Governo. La sanità è
riconducibile al commissario in modo non solo propositivo, di costruzione,
delle scelte attraverso i DCA, di definizione delle scelte, attraverso la
programmazione, la rete territoriale, la rete ospedaliera, eccetera, eccetera….
Perché altrimenti che senso avrebbe? Quale sarebbe la ragione per avere
l’istituto del commissario a supplenza dei poteri ordinari?
Credo che dobbiamo sviluppare un confronto pacato, sereno,
ma determinato, senza sconti a nessuno.
Per quanto mi riguarda mi auguro che arrivino segnali da
parte del Governo e risposte concrete, nella direzione della disponibilità a
consentirci un cambio di trend per
costruire servizi sanitari qualificati nella nostra regione e dalle risultanze di queste determinazioni,
conseguentemente, assumeremo le azioni necessarie. Ho annunciato con sofferenza
atti forti -non già per la voglia di protagonismo- che se non verranno risposte
ci saranno e saranno messi in campo. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ferro. Ne ha facoltà.
Grazie, presidente Ciconte. Grazie a questa opportunità tanto cercata,
tanto voluta credo da tutti quanti noi, rispetto ad un dibattito dove il
Consiglio regionale più volte ha ribadito di voler essere protagonista.
Parliamo di sanità, parliamo ovviamente di non voler essere una colonia.
Più volte abbiamo testimoniato e lanciato al Presidente la volontà, qualora
il progetto sia il progetto condiviso di una Regione, ahimè, sotto la scure del
Piano di rientro, di essere parte attiva di questa sua protesta e che, aldilà
ovviamente di quello che abbiamo -non ho strumentalizzato ma sottolineato più
volte - deve vedere una Calabria che possa in qualche modo garantire, come
tante altre Regioni italiane, un sistema sanitario all’avanguardia, un sistema
sanitario dove la politica in qualche modo non metta nessuna “opa” sui frutti e
soprattutto sulla salute dei cittadini.
Ed è altresì vero che non ci va di essere una colonia.
Credo che la scelta del commissariamento sia comunque una scelta dolorosa e
che le notizie degli ultimi giorni non ci lasciano ben sperare. Sappiamo
perfettamente che questa Regione non potrà uscire a breve dal Piano di rientro.
E a me dispiace con grande franchezza oggi in quest’Aula autorevole e che
ringrazio.
Non sono intervenuta prima, quando il presidente Mirabello ha presentato
quell’emendamento sull’Azienda unica regionale, che non ho condiviso nei tempi
e soprattutto per i passaggi doverosi, ma che ho condiviso, presidente
Mirabello, perché significa voler smuovere le acque rispetto a tante pratiche
ferme. Parliamo di una pratica, se ho capito bene, del 2015 che dovrà avere
l’attenzione ovviamente di tutto il Consiglio regionale.
Ne approfitto, quindi, per dire questo: mi dispiace fortemente oggi che in
questo autorevole Consiglio regionale manchi una forza politica importante che
è AP (Alleanza Popolare) nelle sue varie espressioni, vicepresidente Gentile,
il collega Esposito, il collega Arruzzolo. E lo dico sinceramente.
Chi mi conosce sa perfettamente che conosco le regole del galateo politico
rispetto a questa Ministra della sanità. La chiamo Ministra proprio per
sottolineare una donna che ha una delega importante, che ricordo già essere
scesa durante la campagna, se non ricordo male, delle regionali, girare i
presidi ospedalieri e parlare dello sblocco del turnover.
La Ministra ci parla di pesce. Spesso siamo vegetariani, quindi,
sinceramente non capiamo cosa lanci rispetto, comunque, al grido del
Governatore della Calabria. E mi faceva piacere oggi capire quale fosse la
posizione di AP (Alleanza Popolare) in Calabria.
Abbiamo avuto pochi giorni fa l’onore e il privilegio di avere nuovamente
in un territorio calabrese -credo Rossano- la ministra Lorenzin che, intanto,
c’ha chiarito che il commissariamento continuerà. Altrimenti devo pensare che
anche la stampa subisca delle visioni, ma abbiamo una stampa molto attenta alle
dichiarazioni della Lorenzin e sono state chiare. Non ci ha convinto neanche
nel momento in cui il presidente Oliverio è andato a Roma con il suo grido
d’allarme, perché alla fine ritornare a questo Tavolo -e credo che siano
passati già una decina di giorni dal Consiglio dei Ministri- deputato a
dibattere di questo, in fondo ci sembra un po’ quella soluzione una “botta al
carro e una ai buoi”.
La responsabilità del commissario Scura sicuramente è sotto gli occhi di
tutti e avremmo gradito ascoltarlo come Consiglio regionale. Credo che non sia
lesa maestà chiedere ai direttori generali, al commissario Scura, ai
rappresentanti dell’Università di poter ascoltare e contribuire a questo
dibattito.
La cosa che ci sconcerta di più è che i dati vengano puntualmente cambiati
ogni giorno. Dati prima allarmanti, comunque, anche ad oggi allarmanti, ma ci
chiediamo se chi gestisce questi numeri, che sono dati sensibili,
importantissimi, li possa fare con questa superficialità.
Presidente Oliverio, riconoscendo oggi nel suo intervento, ovviamente,
anche la volontà di rendere protagonista questo Consiglio regionale in tutte le
sue espressioni per essere anche più forti, vorremmo capire dalla ministra
Lorenzin, nel momento in cui intende sottolineare che il commissariamento
proseguirà e sapendo che il contratto del commissario Scura finisce a marzo del
2018, e comprendere se il commissario sarà il Governatore, per non lasciare una
dichiarazione che nessuno riesce ad interpretare nella sua esattezza.
Dobbiamo avere però anche la chiarezza di dire se le responsabilità sono
del commissario Scura e le abbiamo già condivise per molti percorsi, per tutto
quello che è avvenuto a Catanzaro, a Crotone, a Reggio Calabria e che
quotidianamente viviamo sui territori, non ultimo avere un direttore, tre
direttori generali da commissario, da quando è presente ad interim, avendo fatto un bando per 26 super esperti; il bando
poi viene riaperto perché 26 super esperti pare siano pochi, ma ad oggi ancora
non c’è una figura stabile. Ringrazio l’onestà intellettuale del presidente
Oliverio che oggi ci ha dato garanzia che se i vari direttori delle varie
Aziende ospedaliere o comunque delle Aziende sanitarie non hanno lavorato,
presentato i bilanci e dimostrato una decrescita dei vari indebitamenti se ne
debbano tornare a casa. , Credo che già la normativa regionale lo preveda. E
qualche forzatura è stata fatta. Penso a Crotone, dove ovviamente ricordiamo
che i commissariamenti sono stati prorogati magari per fare acquisire anche i
titoli a persone scelte dal direttore e dal dirigente del personale, dove il
debito da 8 milioni - e rappresenta un quarto del debito calabrese quello della
città di Crotone - è salito a 25 milioni. E sapere che la ministra Lorenzin dichiara
che i direttori non hanno presentato i bilanci è una cosa che sinceramente
riteniamo non debba essere fatta. Credo sia una parte di quel mondo dove la
politica, secondo me, dovrebbe veramente premiare il migliore. Sapete che i
commissari non hanno obiettivi da raggiungere ma i direttori generali, quindi i
commissari che sono stati trasformati in direttori generali, nel loro contratto
dovrebbero avere l’allegato che al mancato raggiungimento degli obiettivi se ne
tornano da dove sono venuti. Questo sinceramente non è stato utilizzato come
parametro.
Aggiungiamo che si parla di sblocco del turnover
ma il Ministero dice che le varie direzioni hanno utilizzato male i fondi per
quanto riguarda l’investimento del personale e delle strumentazioni. Penso alla
camera iperbarica di Palmi -qua credo ci siano molti reggini- che è uno di quei
reparti di eccellenza. Ne abbiamo tanti, al di là di quello che dice qualche
sindaca del Veneto che farebbe bene a guardare con maggiore rispetto la nostra
classe di medici, perché sono medici che lavorano in strutture disagiate, e
dovrebbe ricordare che i più grandi professionisti che hanno sono tutti
meridionali. Quando dalla camera iperbarica, di cui si servono pazienti
provenienti dalla Campania, dalla Basilicata, dalla Puglia, togliamo personale
per metterlo in reparti dove questo personale non serve, allora mi viene da
pensare che qualcuno sta difendendo qualche baronia e a questo non ci stiamo.
Presidente Oliverio, io sarò la prima, qualora le dovesse far piacere, a
protestare in modo eclatante, perché ovviamente non siamo sudditi di nessuno ma
pretendiamo la chiarezza di chi ad oggi è stato nominato e doveva portare dei
risultati che non ha portato. Questo equivale al commissario Scura ma equivale
ai direttori sanitari. Penso alla città di Catanzaro, penso che è stata
fortemente bocciata, penso che tranne Reggio Calabria e Cosenza, i dati delle
altre sono veramente sconfortanti. Abbiamo parlato della Campania. In Campania
- ci spiega la ministra Lorenzin, che nomina il governatore De Luca - i Lea -
livelli essenziali di assistenza - hanno fatto un percorso di rientro sui
parametri fiscali, cosa che - ahimè - la Calabria non ha. Abbiamo visto uscire
il Lazio e, come diceva il presidente Oliverio, sono stati due governatori in
qualche modo ad avviare questa procedura. E allora mi chiedo, per esempio,
quella cardiochirurgia, i famosi 20 milioni all’epoca del governo Loiero per la
cardiochirurgia di Reggio Calabria…
Abbiamo un’altra realtà come il Sant’Anna Hospital di Catanzaro che,
comunque, in questi ultimi anni, ha registrato migrazione sanitaria perché il
parametro sui Lea, stabilito dal Ministero, non guarda al pagamento di
migrazione sanitaria. Abbiamo visto le RSA protestare rispetto a tanti problemi
che leggiamo quotidianamente e la cosa che ci lascia sinceramente un po’ con
grande sconcerto è il silenzio assoluto sull’ospedale di Locri, dove, nel
momento in cui va una forza politica che fa parte anche del nostro Governo
regionale, alla fine arrivano gli ispettori. Allora la chiarezza: veniamo tutti
dalla stessa parte o stiamo remando - Presidente, non mi rivolgo a lei, che sia
chiaro - ad avere un Ministro che puntualmente prima delle competizioni
elettorali scende in Calabria? A questo sinceramente non ci stiamo e avremmo
gradito altro. E lo dico con chiarezza, anche rispetto a quello che riporta un
documento uguaglianza, lavoro, inclusione,che credo sia uscito anche sulla
stampa: parla di una Regione canaglia, parla di tanta clientela e, soprattutto,
di un sistema sanitario quasi al collasso. Al collasso, perché leggiamo che per
una radiografia c’è l’esigenza di aspettare 6 mesi, perché leggiamo
quotidianamente di persone che stanno giorni interi nei pronto soccorso sulle
barelle, perché abbiamo voluto e, in qualche modo, non rivendicato, secondo me
sul Tavolo romano, quella che dovrebbe essere la politica non di un’industria,
la prima industria della Calabria, che è la sanità, ma di quella industria che,
in qualche modo, dovrebbe garantire ai nostri cittadini un vivere migliore e il
potersi curare.
Presidente, non so qual è il suo programma, il suo progetto. Auspico,
ovviamente, che non ci sia gente che parla di salute soltanto perché ha un
Ministro che risponde. Vorrei che per una volta ci fosse una Calabria che consentisse
alle donne che si curano di cancro, come avviene in tante Regioni italiane, di
poter comprare la parrucca a seguito della chemioterapia, di poterla avere dal
sistema sanitario, in base, ovviamente, al reddito della persona. Vorrei una
Calabria dove non ci sia, devo dire, l’impossibilità di avere il primario di
pronto soccorso all’Ospedale di Locri quando basterebbe mettere un interim.
Vorrei una Calabria di ospedali dove si possa realizzare qualcosa e dove
tutti coloro che oggi, in qualche modo, ricoprono una carica possano fare
qualcosa. L’unica cosa: mi aspettavo sinceramente una reazione diversa da parte
del commissario Scura, che ancora non ha capito di essere un tecnico. Chi nasce
tecnico non può fare il politico. E ho letto un editto - credo 3 giorni fa -,
era una lettera ai calabresi e alle calabresi. Avremmo gradito che il
commissario Scura oggi fosse qua a dirci realmente qual è la testata che ci da
i numeri giusti, quali sono i dati, dove è stato sbloccato il turnover, dove sono state tolte le
risorse, dove verranno aggiunte.
Allora personalmente dico che un Piano di rientro è sempre un fatto
doloroso ma che ha visto spesso l’incapacità della politica di non accettarlo.
E allora, Presidente, saremo al fianco, saremo al fianco di quello che tutti
quanti ci siamo detti, però con un chiarimento: che chi ha sbagliato fino ad
oggi debba tornarsene a casa. Questo lo dico con grande chiarezza, lo dico con
la fermezza, insomma, di chi ritiene di aver scelto di vivere in questa terra e
mi pare che tanti brillanti nominati dovrebbero già essere a casa perché lo
prevede la normativa regionale. Ripartiremo dalle migliori capacità, dalle
migliori professionalità, assumendoci tutti quanti le responsabilità ma,
soprattutto, quella responsabilità che forse la politica deve riacquisire per
poter riavere anche da parte della gente il rispetto.
Chiudo dicendo che non so cosa succederà rispetto alla tassazione. I
calabresi pagano la più alta tassazione con i minori servizi e questo non ce lo
possiamo consentire. Auguriamo, ovviamente, al commissario Scura e a noi stessi
di poterlo incontrare, altrimenti si parla su Tavoli diversi e si dicono cose
diverse. Siamo per l’integrazione con l’Università: oggi il Mater Domini è una
delle Aziende ospedaliere che ha il debito più alto in Calabria. Vogliamo
capire l’integrazione tra l’Università ed il presidio ospedaliero.
Noi vorremmo capire: ci può essere un polo materno infantile, ci può
essere, senza doppioni, la possibilità di avere quei servizi che sono da Terzo
Millennio? Allora le devo dire, che non è stata una strumentalizzazione e che
spesso è sembrato anche, Presidente, un “gioco delle parti”. L’altra volta,
poi, ha voluto precisare, credo in un’intervista televisiva, che la sua
protesta non era strumentale, proprio perché la nomina del commissario Scura
proviene dallo stesso partito, dal PD, e quindi che, ovviamente, era una
battaglia che lei faceva veramente per cambiare le cose. Però le chiedo,
proprio per avere la fiducia di tutti quanti noi, il nostro sostegno in qualche
modo, da domani di poter mandare a casa le persone che però dipendono dal
dipartimento regionale.
Questo credo che per noi possa essere il primo passo per fare una battaglia
comune fuori dalle gabbie ideologiche, fuori dalle colorazioni, senza bandiere.
Con l’unica bandiera - come diceva qualcuno - saliamo sulla montagna più alta,
che è l’Everest, e abbiamo un unico obiettivo: quello di piantare un’unica
bandiera, che sia la bandiera dei calabresi che fino ad oggi hanno visto negato
il diritto alla salute e alle cure. Grazie.
Grazie,
consigliera Ferro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Credo che la seduta di oggi debba rappresentare un punto di svolta rispetto
a una questione che rischia di portarci in un vicolo cieco. I commissariamenti
in Calabria sono serviti a drenare risorse dei calabresi verso altre parti del
territorio italiano. Nessuno di noi può dimenticare che un lungo
commissariamento, per quanto riguarda la depurazione e i rifiuti, dove sono
stati spesi circa un miliardo e ottocento milioni di euro, non ha portato alla
soluzione del problema, stante le emergenze che ancora registriamo sia sulla
depurazione sia sui rifiuti.
Quindi, non esiste un dibattito che qualcuno ci vuole costringere a fare:
commissariamento sì, commissariamento no. Non esiste perché dobbiamo essere
messi nelle condizioni di riappropriarci dei poteri che la Costituzione ha dato
alla Regione e, quindi, alla gestione - vorrei ricordare a tutti quanti voi -
del settore sanità, che impegna il 64,5 per cento del bilancio regionale. Da 7
anni siamo costretti a gestire solo il 35 per cento del bilancio regionale. Che il commissariamento non
risolva i problemi, come non l’abbia fatto nella depurazione, non l’abbia fatto
nei rifiuti, e stia accanendo anche nella sanità è sotto gli occhi di tutti!
Tre miliardi 500 milioni di euro. Questo, più o meno, quello che ci dà lo Stato
per gestire la sanità calabrese ogni anno. Per 7 anni sono stati gestiti direttamente
dai commissari che si sono succeduti.
I dati sono ufficiali, ci dipingono una sanità in cui il
rischio di morire in questa regione è molto alto.
Siamo la prima regione per morti che si possono evitare: 89
mila casi.
Le ultime statistiche uscite sui giornali ci dicono e ci
collocano in questa posizione. Prima noi e poi la Campania e non a caso sono
tutte e due Regioni commissariate.
Poi bisogna dire un’altra cosa: non farò la descrizione
della situazione sanitaria. E’ sotto gli occhi di tutti!
Nella trascorsa legislatura sono passato per quello che
andava a fare i blitz di notte, a
qualunque orario, in qualunque giorno, negli ospedali. E so qual è la
situazione, che è peggiorata rispetto a qualche anno fa, però so una cosa, e
nessuno lo dice: è tollerabile che la spesa pro-capite
nazionale sia molto più alta di quella della spesa pro-capite calabrese!? Ci sono circa 300 euro di differenza, cioè
si spende di meno in Calabria, si spende di più in Trentino Alto Adige.
Parliamo di 300 euro pro-capite!
Moltiplicate per 1 milione e 900 mila e vedete quante risorse non ci toccano.
Ma la vogliamo porre questa questione? Vogliamo dire che
siamo la regione con il più alto indice di mortalità infantile?
La Calabria ha il più alto indice di mortalità infantile.
Allora qui si pone un problema: per uscire dal Piano di
rientro c’è una legge. La legge parla di due bilanci consecutivi a pareggio e i
LEA sopra 145. Vogliamo costruire questa ipotesi? Il Presidente ha annunciato
un’azione, non la voglio ridicolizzare - me ne guarderei bene - quella di
andarsi ad incatenare a Palazzo Chigi. La ritengo un’azione che ha voluto
mettere sotto i riflettori la vicenda della sanità.
Bene, però, non possiamo non scontare una contraddizione,
perché un giorno questo Governo nazionale viene considerato amico e un altro
giorno viene considerato degno di andarsi a incatenare a Palazzo Chigi. E qui
c’è un problema, che non è solo di carattere politico, un problema sul quale vi
è un nodo politico, sul quale dobbiamo cimentarci.
Presidente, stabiliamo che alla luce della decisione del
Consiglio dei Ministri, se non siamo soddisfatti ci dimettiamo in Consiglio
regionale, come maggioranza; ci dimettiamo! Tutta la maggioranza si dimette.
Perché questo sarebbe un affronto! Lo dico a lei, non per personalizzare, ma
mettiamo caso che il Consiglio dei Ministri mantenga il commissario Scura o,
più grave, lo sostituisca con un’altra figura che non è il Presidente della
Regione.
Questo credo che non sia tollerabile, non sia tollerante il
fatto che qualche settimana fa il Presidente della Campania sia stato nominato
commissario di quella Regione e che in Calabria non si possa nominare il
Presidente della Regione commissario per la sanità.
A quel punto ci dobbiamo assumere fino in fondo le nostre
responsabilità, fino in fondo, perché questo sarebbe un segnale grave, non solo
verso questa maggioranza, verso questa Giunta regionale ma verso i calabresi.
Qui bisogna avere gli attributi politici perché non siamo
la colonia di nessuno.
Vorrei ricordare al Presidente che quando abbiamo deciso di
candidare il Presidente della Regione e di metterci contro una decisione
nazionale che non voleva il Presidente della Regione, candidato alle primarie e
poi candidato alla Presidenza della Regione, quando Renzi -non quello di oggi,
il Renzi acciaccato, ma Renzi governava - era il padrone dell’Italia, qui si è
deciso di fare il contrario e un gruppo dirigente largo in questa Regione, uno
schieramento, ha intrapreso una battaglia politica non di poco conto, cari
amici.
Ha imposto le primarie, ha imposto Oliverio, oggi non
possiamo più tollerare una situazione di questo tipo. A quel punto rischiamo
veramente l’implosione, rischiamo di essere tutti quanti delegittimati, non
solo il Presidente della Regione!
E si aprirebbe poi un vulnus
politico per capire il perché il Presidente della Regione non può diventare
commissario per la sanità in Calabria e in Campania sì. Vorrei capire! Questo
poi diventa il nodo politico perché, a quel punto, è giusto che sia il Presidente
della Regione a diventare commissario, perché se ne deve assumere la
responsabilità, come si deve assumere la responsabilità che con un Dipartimento
della salute della Regione Calabria in queste condizioni non si può governare
la sanità perché lì ci sono intrecci affaristici e c’è una forte discontinuità
perché si è insediato il debito sanitario. Lì è nato il debito sanitario in
questi anni.
Se andiamo a vedere cosa c’è, cosa è successo, nel
Dipartimento salute della Regione Calabria in questi anni, in questi ultimi
otto anni, c’è la responsabilità della politica anche perché ha concesso a quel
Dipartimento un potere e un condizionamento fuori dalle regole democratiche. E
mi assumo la responsabilità di quello che dico.
Tergiversare ancora sull’ennesimo documento del Consiglio
regionale:l’abbiamo già approvato un documento in cui diciamo quanto già
espresso, all’unanimità mi pare, no? Dato politico: devo riconoscere alla
minoranza che già, da questo punto di vista, ha dato dimostrazione di non avere
una visione strumentale perché mi ricordo bene il documento che abbiamo
approvato all’unanimità ed i contenuti.
Da questo punto di vista, se vogliamo essere seri, dobbiamo
stasera decidere, alla luce di quello che succederà nel Consiglio di ministri.
Si sono già tenute due sedute di Consiglio dei Ministri! Mi auguro che la
decisione arrivi prima dello scioglimento delle Camere che è prevista per il 27
di questo mese e noi non possiamo aspettare oltre.
Vivo questa situazione come un affronto politico. Come calabrese
mi svesto della mia appartenenza.
Il tergiversare e il prendere tempo, non decidere rispetto
a questa questione… Dobbiamo assumere una decisione con l’attuale maggioranza
che dovrà essere anche disponibile a rimettere il proprio mandato, proprio perché
non può tollerare il fatto che venga ancora ulteriormente non messa nelle
condizioni di potere svolgere il ruolo che riguarda la sanità.
E’ giusto che il Presidente della Regione sia anche
commissario per l’attuazione del Piano di rientro perché così ognuno di noi si
assumerà finalmente le responsabilità, ci mettiamo la faccia e non minacciamo
azioni eclatanti solo per metterci, ognuno di noi, la coscienza a posto mentre
la sanità va alla deriva devastante. Lo dobbiamo fare con lo spirito che se dovesse
essere nominato commissario per la sanità il Presidente della Regione le
decisioni più importanti dovranno avvenire qui, coinvolgendo tutto il Consiglio
regionale.
Tutto il Consiglio regionale! Questa è la questione! Questa
è l’aspetto politico, il messaggio che dobbiamo mandare. E lo dobbiamo fare al
più presto, perché l’antipolitica si giova anche di questo! L’antipolitica -
non l’ho detto in modo polemico- si giova anche del fatto che un Presidente di
Regione è costretto a minacciare l’incatenamento.
Ho sentito la consigliera Ferro. Mi pare che nel suo discorso abbia aperto
alla possibilità di un dialogo. Vogliamo lavorare nei prossimi 2-3, 2 anni che
ci rimangono per creare i presupposti, in base alla legge, per uscire dal Piano
di rientro con un governo della sanità che possa essere in capo al Presidente
alla Regione e possa essere governato insieme dal Consiglio regionale.
Grazie. Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Ha omesso di riportare che è necessario mandare a casa i direttori fino ad
oggi nominati che non hanno fatto il loro dovere. Quindi l’apertura parte già
da questo.
Facciamo intervenire il consigliere Nicolò. Ogni volta che deve parlare il
consigliere Nicolò c’è qualcuno che lo interrompe.
E’ positivo, è costruttivo quello che dice la collega Ferro. Forse il
collega Romeo dovrebbe ascoltare meglio gli interventi costruttivi che vengono
da questi banchi, che richiamano spesso il confronto del quale parlava il
collega Guccione. Noi auspicammo dall’inizio di questa legislatura alcune
soluzioni in merito alla questione in specie, tra cui quella che il commissario
sarebbe dovuto essere il Presidente della Regione per rappresentare ai vertici
la sanità calabrese.
Lo dicemmo prima ancora della sottoscrizione di quell’ordine del giorno che
non è stato recepito, come diceva bene il consigliere Guccione, lo spiegava nel
suo intervento esaustivo la collega Ferro, menzionando anche responsabilità diffuse,
oltre a quelle della gestione commissariale, che sono devastanti. Lo abbiamo
rappresentato, presidente Oliverio, in Commissione al commissario Scura e
dicevo, per una questione di metodo, che avremmo gradito che fosse il
Presidente della Giunta regionale l’interlocutore con il quale poter dibattere
una delle questioni più importanti per la quale insiste il 67 per cento del
bilancio regionale.
Dibattere rispetto a criticità che spesso vengono menzionate per quanto
concerne l’erogazione dei servizi, la qualità degli stessi, nonostante -bisogna
dirlo- abbiamo la possibilità di apprezzare la professionalità del personale
medico e paramedico ed esprimo la mia solidarietà ai medici calabresi che
lavorano, che si impegnano in un contesto molto disagiato rispetto alla
mancanza di strutture adeguate, alla mancanza di strumenti; la mia solidarietà
va soprattutto in merito alle dichiarazioni di un sindaco. Indipendentemente
dagli schieramenti, valgono anche qui i principi: in una trasmissione
televisiva si permise di fare alcune riflessioni e comparazioni dei medici del
Sud con i medici del Nord. Qui i nostri medici sono sottopagati con un carico
di responsabilità maggiore, soprattutto rispetto alle possibilità di poter
operare in modo efficiente ed efficace, tant’è che alcuni dei medici migliori
sono in Lombardia. Vedi, ad esempio oncologia ed altri settori importanti della
sanità che attraggono quella migrazione per la quale il Presidente della
Regione sosteneva si spendono 300 milioni di euro in un contesto già di per sé
fragile. E allora noi diciamo questo, l’abbiamo scritto, l’abbiamo ribadito,
l’abbiamo dichiarato.
Quello che dice il consigliere Guccione… se lo dice Nicolò… sono
dichiarazioni che ho rilasciato ad una televisione regionale importante del territorio.
Non servono le catene, ma una forte posizione politica rispetto a chi non vuole
sentire e non vuole ascoltare e avrebbe dovuto interagire con questo Governo
regionale. Ecco perché la Calabria è penalizzata, perché all’interno di questa
coalizione non c’è la giusta interazione. La Calabria prediletta e poi
ripudiata. C’è una parte di questa maggioranza che non ascolta il Governo.
Questo Governo regionale che ha le sue responsabilità, da noi spesso richiamate
nella gestione dei servizi, in questo argomento ha dimostrato forte
responsabilità nei confronti della Calabria perché diceva il consigliere
Guccione: “è un problema dei calabresi!”.
Stiamo sottoponendo un problema che non riguarda solo una parte politica e
questa parte ha dimostrato grande sensibilità. La consigliera Wanda Ferro col
suo brillante, incisivo e significativo intervento - che avrei voluto
richiamare - è stata bravissima ad esporlo. Per quanto concerne anche le
responsabilità dei direttori generali la questione dei due terzi del bilancio
di Crotone, Presidente, non possiamo parlare sempre del 2010 perché qui sono
2015 e 2016, da 8 milioni andiamo a 25 milioni, e c’è una norma regionale che dice che se non
si raggiungono gli obiettivi e se ci sono delle criticità e delle inadempienze
i direttori generali devono essere rimossi .ed invece stanno ancora lì. Anche
lei deve dare un forte segnale tangibile ed essere interventista rispetto a
questioni che affliggono il territorio e che non richiamano i principi della
meritocrazia. Su questo crediamo di poter dare, e l’abbiamo già fatto, al di là
dell’ordine del giorno, ma riscontriamo un comportamento insensibile del
responsabile di una maggioranza nei confronti del territorio calabrese.
Presidente Oliverio, se lei non ascolta, noi abbiamo ascoltato la sua
relazione, se ritiene posso anche scrivere ai giornali.
Ci sono colpe che si richiamano alla negligenza e alla imperizia - lo
diceva il consigliere Guccione - rispetto alle disfunzioni riconducibili anche
a responsabilità del dipartimento regionale e alla politica. Vero è che il
commissario Scura ha le sue responsabilità per i disastri che ha causato a
Catanzaro, a Crotone e i danni a Reggio Calabria, ma è pur vero che i direttori
generali, commissari prima e direttori dopo, sono espressione della politica.
Addirittura qualcuno, diceva la consigliera Wanda Ferro e lo sappiamo bene, non
aveva nemmeno i titoli o si è atteso che maturasse i titoli. Scelte logiche,
clientelari mettiamole da parte. Mettiamo fine per senso di responsabilità
istituzionale e facciamo prevalere la meritocrazia rispetto a logiche che
riguardano la direzione di comparti strategici.
Anche la politica deve fare la sua parte.
Noi siamo d’accordo: deve finire la gestione commissariale ma lo abbiamo
detto da tempo! Oggi, però, più di questo ci interessa la possibilità di
offrire i servizi alla gente. Diceva il presidente Oliverio “i cittadini calabresi non sono inferiori a
quelli del Piemonte o a quelli della Lombardia o del Veneto o del Lazio e della
Campania” ma il Governo regionale o parte del Governo regionale -e qui c’è
una formazione che è organica al centro-sinistra, quasi organica- ha delle
responsabilità istituzionali e mi riferisco ad AP (Alleanza Popolare). Lo
diceva bene la consigliera Wanda Ferro. Ci sono, allora, logiche
partitocratiche che inficiano il sistema sanitario, che vanno ad inficiare il
sistema sanitario e non possiamo essere vittime di logiche partitocratiche,
perché penso che il presidente Oliverio non dovrebbe incatenarsi a Palazzo
Chigi. Collega Romeo, dovrebbe andare al Nazzareno perché il commissario Scura
è stato nominato dal Governo! Il Governo Renzi lo ha nominato e le motivazioni
di quello che diceva il consigliere
Guccione ce le siamo poste noi: la cessazione del commissariamento per quello che
è stato rappresentato. E’cessato in Campania, è cessato nel Lazio e qua
persiste ancora. E allora ci sono questioni politiche all’interno di queste
decisioni. Ecco perché condivido la posizione del consigliere Guccione. Lo
dissi in altre circostanze e qualcuno mi attaccò di strumentalizzazione: serve
una posizione politica seria, forte ed incisiva perché altrimenti non si è
credibili.
Grazie. Vi chiedo scusa, gli interventi dobbiamo contenerli entro i 15
minuti massimo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
L’intervento del consigliere Guccione mi ha accorato, accalorato, mi induce
ad intervenire. Anche perché c’è un po’ una “chiamata alle armi” in un certo
senso. Presidente, mi ero pronunciato. Questo è un argomento trito, ritrito, è
una telenovela; mancano soltanto i personaggi in cerca d’autore ma anche oggi,
Presidente, ricordo nell’altra seduta di Consiglio quando il validissimo
presidente Aieta - che non finirò mai di stimare - della Commissione bilancio
disse chiaro “Chiamo l’appello”.
Presidente, raramente si sente in un Consiglio regionale un appello così
accorato, quando io dissi pure in quella circostanza che non ero d’accordo con
la dichiarazione.
Non avevo condiviso - lo ripeto adesso - la decisione di andarsi ad
incatenare. Ma il consigliere Aieta chiamò a raccolta e disse una frase molto
toccante - com’è solito suo -, con coraggio, “Io sto con il Presidente!”. Mi alzai in quella circostanza,
circostanza, tra l’altro, che cadeva all’indomani anche di scelte politiche che
mettevano in dubbio quella che è la mia fedeltà a questa maggioranza.
Evidentemente non ci conoscono bene o il prototipo di politica che si conosce è
altro, di altra qualità e di altri valori, e ho avuto modo di dire – l’ho
ribadito cento volte - che, con questa maggioranza, il presidente Oliverio è il
Presidente del centro-sinistra. Magari un giorno discuteremo che cosa si deve
intendere per centro-sinistra, che cosa intende qualcuno questa circostanza. Presidente, lasciami dire la questione, mi
lasci dire, chiedo scusa per il “tu”, però raramente qui c’è stata una
votazione, un Consiglio regionale che ha votato all’unanimità -è stato
ricordato- ha votato in un certo modo.
Abbiamo una minoranza che da questo punto di vista sta vicino alla
maggioranza e non lo sta dicendo neanche con la solita speculazione, magari
politica o di interesse. Bisogna dare atto dell’atteggiamento che stanno
assumendo; non si tirano indietro dalle critiche ma vedono che è una situazione
kafkiana; non so come definire questa situazione della sanità. Stimo tantissimo
il commissario Scura come persona. Ho avuto modo di incontrarlo, quando sono
andato a parlare è stata una persona… ma, come dice lo stesso presidente
Oliverio, guai a trasformare questo dibattito in uno scontro tra il presidente
Mario Oliverio e il commissario Scura, il commissario Scura e il Governo! Io
dissi nell’altra seduta di Consiglio regionale: “Presidente, non condivido
quella frase, leggo che un Presidente di Regione non dovrebbe dire io mi lego,
mi incateno, dovrebbe dire se le condizioni, i rapporti con il Governo centrale
possono dirsi ancora buoni”,posto che stiamo parlando di una materia che
riguarda il 60 per cento del bilancio.
L’abbiamo detto stasera, l’abbiamo ripetuto diverse volte e mi associo a
quello che ha detto il consigliere Guccione. Sono pronto ad accogliere
l’invito, consigliere Guccione, e mi auguro che tu raccolga il mio, me lo
auguro pure per smorzare i toni. Ma diciamocelo chiaro, Presidente, qui è una
partita politica che ha altro dietro e io non posso venire in Consiglio
regionale e tacere che c’è altro dietro. Il convitato di pietra dov’è? Dov’è
NCD, AP e come li vogliamo chiamare?! La sanità calabrese - che qualcuno lo
dica! - è affare di quella formazione politica e se sulla sanità calabrese, sul
commissariamento o altro si debbono giocare altri tipi di accordo sulle spalle
dei calabresi, sulle spalle di questo Consiglio regionale, sulle spalle della
tenuta e della serietà di questo, io non ci sto! Sono uscito da un partito
anche per queste ragioni! Anche per queste ragioni e non solo certo per altre,
per quello che è il pettegolezzo, per il pettegolezzo comune. Su questo,
Presidente, anziché dire la minoranza “al di là delle appartenenze”, del
balletto delle appartenenze o dire alla minoranza “si liberi da pregiudizi e
strumentalizzazioni o strumentalismi”: Liberiamoci! Presidente, ti prego,
liberiamoci e diciamola fino in fondo questa questione da dove nasce, quali
sono le cose e se dietro questo si debbono poi nascondere altre cose che
riguardano altri interessi o altri profili, tra l’altro, della Calabria. Vorrei
che si seguisse anche quello che è l’iter
dei partiti, di come si dividono, di come si va ad informazioni sparse, di come
si cambia alleanza a seconda della tornata elettorale o di quello che c’è in
corso. Basta! Basta, Presidente!
Altrimenti non siamo credibili! O la diciamo fino in fondo… Vorrei sapere
com’è possibile che un Governo che rappresenta non c’è… Questo Consiglio regionale, in cui siamo
espressione della stessa parte, lo possiamo dire in generale, nonostante anche
questioni personali, è un Governo che esprime il commissariamento, che non fa
un Tavolo e dice risolvete queste questioni. Ci lasci da soli o lasci il presidente
Mario Oliverio e chi gli sta vicino alla mercé di quelli che sono altri
risultati di quelli che vorremmo. Su questo, Presidente, senza pregiudizi e
senza strumentalizzazioni, raccolgo l’invito del consigliere Guccione. A
proposito, quale Consiglio dei Ministri? Ditemi, perché se la soluzione deve
arrivare da un Consiglio dei Ministri. Posso sapere qual è la data in cui il
Consiglio dei Ministri dovrà discutere questa questione. Poi arriveranno le
elezioni, poi arriverà che dobbiamo tenere un profilo basso e non dobbiamo
urlare. E basta! E basta! La Calabria ha bisogno di altro, no?! Poi non
dimentichiamoci le battute al vento che qualche altro Ministro si permette pure
di lanciare così, salvo poi chiedere scusa. Non ce la facciamo più. Personalmente
non ce la faccio più! Non era mia intenzione intervenire.
Chiedo scusa se magari le mie argomentazioni abbracciano un discorso molto
più ampio ma abbiamo coraggio. Presidente, non tradirò mai la fedeltà di chi mi
ha eletto e chiedo che questo venga portato fino alla fine. Ne sono convinto e
ne sono consapevole. Chiedo un ulteriore “scatto di reni” anche in questo,
Presidente, perché non possiamo, né noi, né la Calabria, né i calabresi, né la
politica calabrese, essere trattati in questo modo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Credo che, come diceva Churchill, la democrazia abbia
le sue regole e la peggiore delle forme di governo, ma non se ne conoscono di
migliori e le regole della democrazia ci dicono che c'è una maggioranza, un
governo e anche un opposizione.
L'opposizione ha il ruolo di controllare, di stimolare, di segnalare le
cose che non vanno. Devo stigmatizzare, Presidente, lei non era presente in Aula,
c’era il vicepresidente Ciconte, la disattenzione di quest’ultimo quando il
presidente Oliverio, durante la relazione iniziale, ha avuto un eccesso nei
miei confronti e, nel momento in cui ha discusso di alcune cose, l'opposizione
ha parlato in maniera impropria di meschineria, che credo sia piuttosto
meschinità.
Credo che andasse ripreso perché questi atteggiamenti non sono consentiti a
nessuno, nemmeno al Presidente della Regione. Siamo qui, senza risentimenti,
per svolgere il nostro mandato, senza pregiudizi e, come ha detto bene il
consigliere Bova, non ci facciamo intimidire da nessuno, perché riteniamo di
dover svolgere pienamente il nostro mandato.
Certo, solleviamo questioni, ma non parliamo di meschinità. Avremmo potuto
dire che è meschino sottoporre o decidere insieme ad un consigliere di
maggioranza un emendamento e poi chiedergli di ritirarlo, ma non lo abbiamo
detto. Avremmo potuto dire che è meschino annunciare di incatenarsi davanti a
Palazzo Chigi e poi ritornare senza catene da Roma. Avremmo potuto dire che è
meschino far annunciare, per esempio, che i lavoratori in mobilità in deroga
sarebbero stati pagati prima di Natale, invece ora mi viene detto che non si
farà, ma non lo diciamo.
Però solleviamo questioni e non possiamo limitare il nostro raggio d'azione
soltanto perché si può parlare di risentimenti. Le ho riconosciuto, Presidente,
che nella fase prodromica della campagna elettorale del 2014, insieme a tutto
l’UDC, l’abbiamo inseguita, lo ribadisco. Per fortuna non è andata così, visti
i risultati. Oggi si apre una stagione diversa perché discutiamo di questioni
ed argomenti che la Giunta regionale, che il presidente Oliverio guida da 3
anni, avrebbe dovuto affrontare, e che ad oggi non sono stati affrontati.
Vediamo quali strumentalizzazioni poniamo all'attenzione dell'Aula in questa
circostanza, colleghi consiglieri di maggioranza, che vedo molto lucidi
sull’argomento, a differenza di altri.
Parliamo della Calabria, una regione che ha una migrazione sanitaria con il
più alto tasso di mobilità in Italia, in cui si hanno le maggiori difficoltà di
accesso al Pronto soccorso e che é anche la peggiore regione in termini di
attrattività di ricoveri ordinari.
Emergenze cardiovascolari: il 60 per cento della popolazione residente si
trova nell’impossibilità oggettiva di raggiungere un centro attrezzato per la
terapia emodinamica entro 60 minuti; il restante 40 per cento si troverebbe
nell'impossibilità di raggiungere entro 120 minuti questi centri.
Mortalità: la Calabria è la regione con il più alto tasso di mortalità
infantile, 4 per cento per nati vivi; l'età media della morte in Calabria è
inferiore rispetto alla media nazionale.
Punti nascita: i tempi per raggiungere i punti nascita sono per un quarto
della popolazione tra i 60 ed i 90 minuti, con rischio notevole di evento
avverso per madre e figli.
Rete emergenza territoriale: intervallo ricorrente tra la chiamata da
centrale operativa e l’arrivo mezzo di soccorso: media nazionale 18 minuti,
media calabrese 28 minuti, dati Ocse, Bulgaria 23 minuti, Romania 22 minuti,
Grecia 27 minuti.
Assistenza territoriale peggiore tra le Regioni italiane per numero di
pazienti in strutture residenziali e semiresidenziali per disabili e nelle
strutture Hospice.
Liste di attesa: per una mammografia ci vogliono 142 giorni nel corrente
anno.
LEA: la Calabria, nonostante i dati snocciolati dal presidente,con un
punteggio di 160 rispetto ai 147 dell'anno precedente, è lontanissima dal
punteggio minimo.
Procedure di accreditamento: ritardi superiori a un anno nella
sottoscrizione di contratti con erogatori privati. Ritardo dei tempi per il
pagamento dei fornitori: il 70 per cento supera i tempi previsti dal DPCM del
22 settembre 2014, record negativo per l'Azienda ospedaliera “Mater Domini”,
474 giorni che rappresenta il peggior dato in Europa.
Monitoraggio debito sanitario: la Corte dei Conti ha diverse rilevato delle
fatture pagate più volte agli stessi creditori. E’ chiaro che questi dati ufficiali
non arrivano in questa regione ed in questo territorio per esclusiva
responsabilità del presidente Oliverio, me ne guarderei bene, perché, sia pure
nella mia meschinità, cerco di essere obiettivo. Bene! Sono stato consigliere
di maggioranza con il presidente Scopelliti che ha avuto il grande merito di
intestarsi responsabilità che, probabilmente, non aveva perché, quando
arrivammo nel 2010, ci troviamo un Piano di rientro aperto con un Commissario
non nominato perché il presidente Loiero era uno che veniva dalla prima
Repubblica e aveva grande esperienza e, forse, mosso dalla foga di poter
risolvere in sei mesi o in un anno la questione sanitaria calabrese, con un po'
di presunzione, diciamolo con grande chiarezza, decise di assumersi
responsabilità che non aveva. Lo sapete che, anche se spesso lo dimenticate e
adesso ve lo ricorderò, negli anni precedenti alla Giunta Scopelliti, il debito
sanitario in Calabria crebbe in maniera vertiginosa; furono fatte migliaia e
migliaia di assunzioni, non di medici e di infermieri, ma di amministrativi,
autisti ed altro e con la Sanità si fecero le liste elettorali come nelle
Repubbliche centro-africane.
La questione non è quella di individuare i responsabili perché oggi i
risultati sono sotto gli occhi di tutti. Io, che oggi faccio il consigliere di
opposizione, e faccio un mestiere più facile rispetto a quello che facevo
quando ero consigliere di maggioranza, chiedo ai colleghi che erano presenti
nella precedente Legislatura, quante volte ebbi modo – consigliere Orsomarso –
di avere contrasti diretti con il presidente Scopelliti, perché ero un po’ il
grillo parlante e dicevo al presidente Scopelliti di fare attenzione ad alcune
scelte che non condividevo. Venivo anche accusato da qualche consigliere di
maggioranza di non essere in linea con la maggioranza. Non condividevo quelle scelte
e precisavo che, attraverso quelle scelte, il presidente Scopelliti non avrebbe
potuto circolare per la Calabria e andare nel mio territorio, nell'alto Ionio
Cosentino, nella sibaritide.
Ed alcune mie prese di posizione, contro lo spoke Castrovillari-Acri, una
decisione assolutamente improvvida, oggi corretta – plaudo a questa correzione
– o la chiusura degli Ospedali di frontiera, che hanno aumentato i milioni di
euro di mobilità passiva verso la Puglia e la Basilicata, alcune decisioni, che
oggi sono patrimonio comune, le contestai aspramente; quindi non mi si può
venire a dire che facevo parte di quella maggioranza perché, anche in quella
maggioranza, pagando il prezzo di isolamenti, sono stato più volte non in linea
con talune scelte che, peraltro – e lo voglio ribadire, non per difendere
nessuno, non voglio fare l'avvocato di Scopelliti – erano scelte derivate da
altre esperienze che avevano fatto vilipendio della Sanità calabrese. Quella
esperienza, comunque, è stata punita. Scopelliti non è più il Presidente della
Regione, noi siamo minoranza, e lo siamo da 3 anni, non da un giorno.
Oggi chiediamo risposte perché rappresentiamo i calabresi che hanno la
peggiore sanità che in questi anni hanno visto – e ci sono i dati ufficiali che
ha ricordato anche il presidente Oliverio – una sanità ancora più indebitata
rispetto al passato. Il debito sanitario in Calabria ha ripreso a crescere
perché in questi anni, e andiamo anche ai dati, alla fredda legge dei numeri,
le spese generali sono passate dai 3327 milioni di euro del 2014 ai 3381 del
2016 a fronte – perché questi sono dati sui quali discutere interrogarci,
colleghi consiglieri – di una riduzione della spesa del personale, in questi
stessi anni di 40 milioni quindi più 40 meno 40, 80 e di una spesa farmaceutica
che nel 2014 era di 296 euro e che in questi anni è esondata, perché nel 2016 è
arrivata a 379 milioni di euro. È colpa del Commissario? Beh, non mi appassiona
se la responsabilità sia del Commissario. Io faccio il consigliere regionale di
opposizione da un mese e devo dire che, onestamente, ho trovato una situazione,
da cittadino, l’ho anche osservato in questi anni, estremamente peggiorata
perché adesso ho ricominciato ad interessarmi di queste questioni in maniera
più approfondita.
A me, sinceramente, piange il cuore che ciò accada, così come non posso
comprendere come il Presidente della Giunta regionale da anni, e non lo dico
solo io ma lo dicono i consiglieri di maggioranza, abbia costituito una
pantomima con il commissario Scura. Parliamoci chiaro, il Presidente della
Regione è votato dai calabresi per rappresentarli e quando c'è un ospite in
casa, un intruso o come lo vogliamo definire, con questo si cerca di trovare un
equilibrio. Io, invece, leggendo il Corriere della Calabria, ho riscontrato che
sin dal primo giorno c'è stato un motivo di contrasto con il Commissario.
Questo significa lavorare nell'interesse dei calabresi? Non credo. Cercare di
trovare un equilibrio, punti di incontro, non solo andare allo scontro. Nella
prima seduta di Consiglio regionale stigmatizzai la cultura dello scontro,
contro la maggioranza, la minoranza, il Partito Democratico ed il Governo
centrale con questa vicenda delle catene che, purtroppo, denota l'esperienza di
un uomo solo al comando. Lo dico senza provocazione, ma semplicemente perché
credo che l’appello, fatto stasera in Consiglio regionale, alla collaborazione,
alla condivisione di un progetto che, anche stasera nella relazione
introduttiva del Presidente non ho visto – collega Ferro – non so che cosa
dovremmo condividere, perché il progetto non c’è.
Questa impostazione della cultura dello scontro non aiuta i calabresi: la
peggiore sanità in termini di servizi, una sanità indebitata, e oggi siamo qui,
a confrontarci finalmente e anche a scontrarci, ognuno fa la sua parte. Non
credo che parlando in questi termini possiamo pensare che siamo strumentali.
Cosa dice il ministro Lorenzin?
E mi avvio a chiudere, Presidente, mi deve dare un paio di minuti in più.
La nomina dei direttori generali senza requisiti di legge e non revocati,
la mancanza di un progetto perché non vengono fissati gli obiettivi per i
direttori generali sui quali devono essere valutati, denota la mancanza di un
progetto, un deficit che è a 153 milioni di euro, ormai. Nulla sui nuovi Ospedali.
Responsabilità del passato? Ok, ma questo Governo c’é da tre anni. Un
dipartimento regionale senza guida, che non interloquisce e non è in grado di
controbattere neanche gli errori di un Commissario. Io penso che questa sia la
misura della sconfitta di chi ha guidato in questi anni la Regione e che oggi
viene qui a coinvolgerci.
Presidente, un minuto e ho chiuso. Anch'io, come la collega Ferro,
nonostante i contrasti che non sono strumentali, e lo ribadisco per l'ultima
volta, e non ci sono risentimenti, anzi, ringraziamenti ma, su questi argomenti
siamo disponibili al confronto, soprattutto con i colleghi consiglieri dai
quali ho visto volontà di interloquire e di interagire su queste questioni.
Sono d'accordo che il Presidente della Regione diventi Commissario, ma sono
anche d'accordo che venga qui, collega Guccione, a discutere delle scelte che
riguardano i calabresi perché la sconfitta – colleghi consiglieri – del
presidente Oliverio non è la nostra vittoria. Quel che accadrà fra qualche anno
forse i calabresi lo hanno già deciso, anche al di là dei nostri meriti. Ma io
credo che la sconfitta di questa impostazione, così come le sconfitte del
passato, siano le sconfitte dei calabresi che siamo chiamati, ahimè, a
rappresentare. E allora, su questi argomenti, sulle questioni tecniche, sono
disponibile, come la collega Ferro, a confrontarmi purché si arrivi a discutere
di progetti reali perché, finora, abbiamo discusso di catene e di lucchetti
che, ahimè, sono la misura di una sconfitta non solo sua, ma della Calabria.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Prego, ne h facoltà.
Grazie, Presidente. Ascoltando questo dibattito che, per alcuni versi, è
surreale ho fatto una serie di riflessioni, anche in ragione di quello che sono
state le motivazioni che ci hanno portato a discutere di un tema estremamente
delicato con discussione chiesta più volte da tutti i capigruppo in sede di
Conferenza, una discussione che si é accelerata negli ultimi tempi in ragione
di quello che è successo, della presa di posizione forte del governatore della
Calabria, per ristabilire le regole e ridare ai calabresi la gestione della
sanità.
Però questo dibattito rischia di esaltare semplicemente le vanità
personali, perché ognuno di noi ha partecipato al dibattito con posizioni
diversificate: da un lato l’opposizione che rivendica un ruolo e che, molto
spesso, dimentica il passato; dall'altra una maggioranza che sottolinea la
volontà di avere e di rivendicare qualcosa che è stato tolto, e questo fa il
paio con le cose che diceva la collega Wanda Ferro a proposito di un
atteggiamento, se così possiamo dire. Non dobbiamo rischiare di cadere in quel
tipo di atteggiamento di un Ministro che, in campagna elettorale, trova il tempo
per arrivare in Calabria con il fido Sottosegretario allo sviluppo economico e
fare anche in modo che – mentre noi siamo qua a discutere, devo dire anche
appassionatamente, dei problemi dei calabresi – si utilizzi la sanità calabrese
per fare campagna elettorale o in un comportamento gaudente, così come abbiamo
potuto vedere dai social network, per ribadire un concetto. Non entro nel
merito delle questioni, perché potrei stare a elencarvi tutti i dati, così come
ha fatto il consigliere Gallo sulla malasanità, tutti i rilievi che sono stati
posti in essere, ma voglio brevemente ribadire che oggi dobbiamo trasformare
questo Consiglio regionale in un Consiglio che si pronuncia. La cosa peggiore
sarebbe se, alla fine di questa discussione, rimanesse semplicemente quella che
è nel titolo l’informativa “discussione” e se non dovessimo uscire da qui con
una pronuncia chiara, rispetto a quello che sarà il comportamento che ognuno di
noi dovrà tenere, nella fattispecie di quello che dice il consigliere Guccione,
nelle parole del consigliere Bova o di chi altro, dicendo quello che sarà
domani il comportamento e l'azione fuori dagli schemi. Mi é piaciuto anche il
comportamento della minoranza che alla fine, comunque, ribadisce la volontà su
una tematica così forte: mettere prima i calabresi, prima la Calabria e poi i
discorsi di partito.
Qui c'è in atto una cosa molto più sottile a discapito dei cittadini
calabresi e della Calabria e le parole che vengono dal sindaco di Cascina o le
parole ancora peggiori che vengono da Ernesto Galli della Loggia, o da tanti
altri, é non più quello di subire o costruire i valori della secessione
attraverso l'emigrazione del Popolo calabrese.
Oggi c'è in atto una nuova colonizzazione massiccia, perché il vero
problema, la vera questione non è Scura sì, Scura no. Sono interessato poco a
queste questioni. Io devo poter uscire da questo civico consesso e poter dire
ai cittadini che cosa siamo stati capaci di dare per garantire i servizi, per
evitare l'emigrazione sanitaria, per far sì che i cittadini che vanno al Pronto
soccorso sappiano di essere curati e di poter guarire qui. Io ho necessità di
dire questo. A me non interessa Scura sì, Scura no. Né interessa se il
commissario Scura é appannaggio del Partito Democratico, invece quell'altro di
cui non ricordo manco il nome, tanto non lo ricorda la Calabria, che è
appannaggio di area popolare. Non mi interessa. Mi interessa sapere che il
governo della sanità sia calabrese. A me interessa sapere che quello che é il
tentativo maldestro di una colonizzazione ormai troppo evidente non possa e non
debba appartenere alla volontà di questo Consiglio regionale, perché domani
potremmo pentirci delle azioni che oggi non saremo stati capaci di mettere in
campo. Mettiamo la parola fine al commissariamento, alla volontà di essere
colonizzati e di avere ogni volta, ha detto bene chi mi ha preceduto, dapprima
sulla depurazione e domani su chissà quali altre cose. Questo Consiglio
regionale deve lavorare per combattere e vincere su una questione: la detassazione
del pregiudizio, perché in ogni parola, in ogni atto c’è un pregiudizio
rispetto alla capacità della politica o dei politici calabresi, rispetto a
quella degli ingegneri o dei medici calabresi. Questo tentativo va rispedito al
mittente e c’è bisogno di unità, di un’azione forte e dimostrare che c’è una
classe politica autorevole e che ognuno si è destato rispetto ad azioni
macchinose per riprendere sempre quell’antico concetto che quell’humilis Italia della Calabria è la
Calabria che sta giù. No, è la Calabria fertile. Questo Consiglio non può
dividersi per capire se le colpe sono di Scopelliti, di Loiero o di Oliverio,
se i tre anni sono serviti ad incrementare il debito sanitario. No no, amici
cari, se andiamo verso questa direzione, andiamo verso il flagello di noi
stessi e verso una divisione che non aiuta. Oggi abbiamo un compito che è
quello di elevare la discussione rispetto a una volontà e rispetto a un dato;
collega Guccione, sono d’accordo con lei quando dice che dobbiamo essere forti,
qualunque sia la scelta. Ma un dato è chiaro, i calabresi vogliono essere
amministrati dai calabresi e questo è un dato senza equivoco, quindi qualunque
sia il Governo. Scusate, quando c’erano altri governi la Calabria andava
meglio? Non parlo né di Scopelliti né di Loiero ma di altri, e mi riferisco ad
altre questioni. Qualcuno teneva in considerazione la Calabria?
Noi abbiamo il compito di dimostrare che c’è una classe dirigente e una
Giunta regionale con la schiena dritta che non cede alle lottizzazioni e alle
colonizzazioni. Dobbiamo ritrovare tutti insieme l’orgoglio dell’appartenenza.
Se domani il Governo dovesse decidere altro, ritengo che una posizione si debba
prendere, tornando in Consiglio regionale per decidere tutti insieme quale
posizione attivare e attuare. Perché ieri era della depurazione, oggi è della
sanità, domani sarà altro, ma alla fine quello che prevale è la volontà di un
nordismo pericoloso che vede nel Sud e nella Calabria motivi di lottizzazione e
colonizzazione e non le ragioni della Calabria e dei calabresi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Presidente della Giunta, onorevoli colleghi, ancora una volta mi ritrovo ad
assistere ad un triste epilogo da parte del Presidente della Giunta regionale
la cui relazione sulla questione sanitaria è veramente vergognosa. Su un tema
così difficile, su una piaga così atavica, mi sarei aspettato dei numeri. Mi
sarei aspettato, da parte del Presidente della Giunta regionale, dei risultati.
Mi sarei aspettato, da parte del governatore della Calabria, l'individuazione
di percorsi per far uscire il sistema sanitario da questo gap. Invece no! Invece no! Ci ritroviamo ancora una volta ad
assistere ad una relazione che ha per oggetto il chiodo fisso, sempre lo
stesso. Il chiodo fisso di ieri, di oggi e, sono certo, anche di domani: il
commissariamento.
Sarò una nota stonata, oggi in quest'Aula, e mi scuso con i colleghi
dell'opposizione, ma ritiro l'idea di sostenere il presidente Oliverio affinché
possa divenire commissario della sanità, perché ritengo assolutamente incapace
l'azione di governo regionale con in testa il presidente Oliverio a governare
il processo sanitario della Calabria. Parlano i fatti, lo dimostrano le azioni che
avete messo in campo per la parte che vi compete. Parlano le nomine, i
consulenti, i delegati politici che avete voluto mettere in campo per risanare
la sanità in Calabria. Tutte scelte fallimentari! Immaginiamo, quindi, ove il
presidente Oliverio dovesse divenire commissario della sanità, quello che
succederebbe in Calabria. Penso, e vorrei ricordare che, a causa delle scelte
inopportune e sbagliate, il nostro Governatore è stato inibito dall’Anac. E
tutto questo mentre all'Asp di Reggio Calabria venivano pagate fatture senza
riscontri. Lì non c'era il commissario Scura a controllare, ma c'erano gli
uomini e le donne messe dal Partito Democratico, da questo governo regionale,
da questa maggioranza, che oggi fa appello all'unità in questa tematica.
Cari colleghi, col dovuto rispetto, non ho visto nessuna azione messa in
campo da questa Assemblea legislativa e dalla vostra maggioranza, anzi, una
vostra mozione la ricordo vivamente. Quando presentaste la mozione per cambiare
la sanità in Calabria, ossia per cambiare la denominazione dell'“Ospedale
Riuniti” di Reggio Calabria che oggi diventa l' “Ospedale Metropolitano”, il
“Grande Ospedale Metropolitano”.
Qualcuno mi dovrebbe spiegare cosa ha di grande questo Ospedale.
La mia totale solidarietà a tutti gli operatori sanitari, agli infermieri,
ai nostri malati, agli operatori sanitari e ai medici che operano nei nosocomi,
non solo quello reggino, ma di tutta la Calabria in condizioni disumane. Sapete
che all'interno di alcune strutture ci sono i topi? I topi! E questo la dice
tutta per capire in che condizioni si ritrovano i grandi medici, i grandi uomini
e le grandi donne di questa regione, che potrebbero dare veramente un grande
contributo alla sanità calabrese, ma non hanno le condizioni per poterlo fare.
Presidente, la settimana scorsa è arrivato in Calabria il Ministro del suo
Governo “amico”, il ministro Lorenzin. Le vorrei porre una domanda: l’ha
chiamata per avvisarla che stava arrivando in Calabria? Da quello che ho letto
dagli organi di stampa, mi pare assolutamente di no. E questo la dice tutta su
quanto voi contiate a Roma, su quanto siete stati abbandonati dai vertici del
vostro partito, da questo Governo così fallimentare, che segna anche una pagina
di storia per quanto concerne la nostra di regione. E’ vero che tutti i governi
che si sono succeduti, anche quelli di centro-destra, rispetto alle scelte per
la Calabria, sono stati poco attenti, ma questo di Renzi, prima, e di
Gentiloni, oggi, ha assolutamente segnato la pagina più buia per la nostra Regione.
Presidente, lei ha parlato di meschinità nei confronti del collega Gallo. Di
meschino c’é la nomina dei direttori generali, che non pensano ai nostri malati
e ai nostri medici, ma che pensano ad auto liquidarsi fiori di quattrini per
obiettivi raggiunti.
Qualcuno di voi mi può spiegare quali obiettivi hanno raggiunto questi
direttori generali? Di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della
mobilitazione dei sindaci della locride che – stimolati dai malati, dai
cittadini della nostra regione, dei nostri territori – hanno avvertito la
necessità e l’esigenza di ribellarsi, di fare una rivolta, una marcia su Roma,
per andare a rivendicare un diritto allo Stato, al vostro Governo “amico” che,
invece, vi manda gli ispettori. So che lo sapete, perché é anche noto, 5 giorni
fa al nosocomio di Locri sono arrivati 7 ispettori ministeriali mandati dal
vostro Ministro per registrarne le condizioni, accompagnati dai Nas. Questo la
dice lunga – mi avvio a concludere, Presidente – credo che qui ormai ci sia poco
da fare. Mi auguro che il Governo possa assumere immediatamente delle
decisioni, se necessitano anche drastiche, che non riguardano certo la nomina
del presidente Oliverio a commissario della sanità ma che possa far, come dire,
mettere delle azioni in campo che possano dare dei segnali di attenzione e dare
la possibilità agli operatori sanitari di operare in maniera diversa.
Non credo che saranno le catene a risolvere il problema, anzi, a mio avviso
peggioreranno la situazione perché più vi arrabbiate contro il vostro governo e
più per motivi politici vi faranno il dispetto e vi lasceranno lì a gridare,
soprattutto in questo momento di campagna elettorale.
Noi ci saremo, io ci sarò per quello che posso contare se, assieme,
individuiamo – anche per la parte che ci compete e compete soprattutto a voi,
Giunta regionale – delle misure serie e concrete con uomini e donne che non
pensano ad auto liquidarsi soldi per obiettivi raggiunti che poi, di fatto, non
sono stati mai raggiunti, ma con uomini e donne che, realmente, credono come
noi e come cittadini calabresi che si avverte quotidianamente l'esigenza di
dare una svolta definitiva al sistema sanitario calabrese. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Prego, ne ha facoltà.
Penso che, rispetto anche alle preoccupazioni dei colleghi e ai diversi
punti all’ordine del giorno, non ci dobbiamo stancare, possiamo stare anche
fino a mezzanotte a discutere progetti di legge. Non è un dramma che questo
Consiglio continui a lavorare, per cui dico al presidente Irto che è bene
contingentare sul tema la sanità, perché se ne discute da tempo, però è bene
farlo anche responsabilmente ed è difficile.
Lo dico da calabrese, non da consigliere regionale che deve verificare
quotidianamente le cose, in un momento in cui la politica è cambiata molto
perché si banalizza tutto. Il giudizio è da poltrona, per cui comodamente dalla
poltrona, quelli che sono i marziani - mi riferisco alle ricette che arrivano
molto spesso dai cinque stelle, gente che fino all'altro giorno, senza arte né
parte, beveva le birre per le strade, cosa che abbiamo fatto anche noi quando
eravamo giovanotti - pensano che su un tema così difficile, così complicato e
su cui la pazienza dei calabresi è tanta, si possa banalizzare. Di una cosa mi
sono stupito in positivo, rispetto a quello che leggiamo in questi giorni sulla
banalizzazione dei padani, di chi ha gridato una vita “prima il nord” e oggi
vorrebbe gridare “prima gli italiani”, al di là che sia nell'ambito di alleanze
politiche di centro-destra o di centro-sinistra, più vicino a questa parte che
non all'altra e che ritengo siano solo provocazioni, e cioè la grande pazienza
dei calabresi. Ho trovato, e trovo positiva la pazienza dei calabresi. Non è
rassegnazione, indifferenza o sottomissione, ma è una caratteristica dei
calabresi, che hanno anche un difetto, che è il nostro di tutti, e cioè pensare di avere sempre cento vite davanti
“va beh, ma tanto domani.”. Hanno avuto una grande pazienza negli anni del
commissariamento, negli anni in cui ci è stato spiegato, perlomeno a me, che
non sono esperto di sanità; mi stranisco che ci siano altri in politica che
sono diventati esperti di sanità; abbiamo il sottosegretario all'Economia in Calabria
che parla sempre e soltanto di sanità. Viviamo in una regione piccola,
provinciale per certi versi, dove ci conosciamo tutti.
Tutto si può dire della pazienza dei calabresi che comprendono, perlomeno,
quando la politica che governa ha più capacità. Vi porto, e lo faccio
amabilmente, l'esempio di mia madre, una calabrese, un insegnante in pensione,
quindi una persona che ha strumenti anche per capire, che in quella stagione ci
vedeva protagonisti al Governo regionale, mi diceva: “State distruggendo tutto!”
Ho provato a farlo, lo ricordo al presidente Oliverio, quando l'ho
raggiunto d'estate – perché stiamo qui anche d’estate, non andiamo alle Maldive
– in un’Assemblea dei sindaci, in cui diedi un messaggio - perché l'ho vissuto
sulla mia pelle - al presidente Oliverio, ai Sindaci e anche a qualche finto
Comitato, che nasce e muore a seconda della preoccupazione se qualche medico
incapace debba essere trasferito. In questa dimensione che non riguarda
soltanto la provocazione della sindaca, c'è anche una parte di gente, bene la
povera gente, ma anche qualcuno che agita Comitati per una riorganizzazione o
una Riforma. E questo ce lo diciamo tutti perché, ripeto, la Calabria è una regione
piccola, con province piccole, dove ci conosciamo tutti rispetto a usi,
costumi, consuetudini, stili di vita e quant'altro.
Devo dire, tra l'altro, che la sofferenza del consigliere Gallo - ci stanno
dicendo nel tempo che siamo diventati con l'accezione negativa del termine di
democristiana memoria - gli ha dato una verve che non gli riconoscevo e lo ringrazio perché a me viene
difficile in quest'Aula, rispetto alla dimensione anche umana della politica,
dover difendere gli assenti, chi con coraggio ci ha messo la faccia, mentre
altri ci hanno messo le mani. Non parlo di Scopelliti, giusto per intenderci,
rispetto al quale continuo ad avere incondizionata stima umana e politica. Al
saldo degli errori politici - sono di Oliverio, di Scopelliti, di Loiero, di
chi volete, e di stagioni pericolose che tendono a criminalizzare - l'errore é
l'uomo solo al comando. Bisogna mitigarla come tendenza, ma è una tendenza di
questa stagione della politica. Non lo faccio per non sentirmi dire “tu, il
migliore amico, gli affettati di sempre”, ma per raccontare quello che diceva
il consigliere Gallo, e l'ha fatto più egregiamente di me. A saldo di errori di
commissariamento, voglio ricordare sommessamente che se il commissariamento c'è
stato - magari è arrivato quello sbagliato nell'intenzione di un governo del
Partito Democratico - è perché io e il consigliere Tallini ci siamo
addormentati al dipartimento della Salute; abbiamo dovuto occupare un
dipartimento in quel balletto che rimbalzava, non perché doveva essere nostro
il commissario, era ovvio che era un Governo che nominava un altro commissario.
Voglio ricordare questi esempi e, ripeto, non lo faccio per evitare la
strumentalità, ma per ricordare, come ho già fatto con il vicepresidente
Viscomi in Commissione quando abbiamo approvato il bilancio e come faccio anche
in queste ore. Ringrazio Wanda Ferro per l'adesione a Fratelli d'Italia, sono
figlio di un socialista ma mi sono sempre sentito un liberale conservatore, un
anticomunista convinto rispetto alla dimensione del progressismo, quindi la
ringrazio. Rispetto a questioni, la responsabilità è diversa di chi agita nel
dibattito politico i populismi, un termine che sento spesso da alcuni
rappresentanti del Partito Democratico che hanno mal governato l'Italia e anche
un pezzo di Calabria per questo scontro interno che c'è stato. Penso che la
responsabilità più grande che possiamo avere, se amiamo le istituzioni e le
rispettiamo nel momento in cui facciamo un dibattito, é che la sanità – e noi
l’abbiamo fatto con gli appelli - dovrebbe essere uno Stato verticale non
orizzontale per come è diventato, anche lì le Riforme costituzionali. Questo
Stato va cambiato e non può essere terreno di scontro. La sanità dovrebbe
essere dei servizi minimi. Ha ragione il consigliere Greco nel suo intervento,
perché nel frattempo che si fanno tutti i passaggi, un pezzo di sanità in
Lombardia non starebbe in equilibrio se non arrivassero i 220 milioni circa dei
300 della nostra migrazione. La Lombardia sta in equilibrio per quei conti:
interessi, trasferimento di famiglie, di DRG. E’ per questo che in queste ore,
insieme a Wanda Ferro, incontrando Giorgia Meloni che è leader di un partito a
cui abbiamo aderito, stiamo scrivendo i
primi provvedimenti per il futuro Governo, per dire quello che devono fare i
governi ovvero che in una sanità che è commissariata – non importa che il
commissario sia di centro-destra o centro-sinistra, un Presidente di Regione o
meno - è ovvio che se risultati non arrivano, i DRG della Calabria in Lombardia
li paga comunque un Governo nazionale. C'è un sistema incancrenito dove, è ovvio,
penso che la maggior parte di noi, non tutti, ma la maggior parte di noi che
siamo in quest’Aula, abbia la capacità di immaginare che la preoccupazione dei
calabresi, a partire da mia madre, sia quella di avere una sanità in cui la
gente si può curare. Solo dei folli immaginano che se tu hai il potere di fare
le cose, sia tu minoranza o maggioranza, sei dottor Jekyll e mister Hyde, e
vuoi costruire ospedali dove tua figlia, un calabrese, non possa andare a
curarsi. Questa è la dimensione culturale complessiva che non ho trovato. Una
cosa posso raccontarla in termini di testimonianza, al di là dei numeri che
sono stati snocciolati, e cioè di quando chiesi al mio fraterno amico Giuseppe
Scopelliti “Scusa, ma perché tocca a noi - perché sono arrivato a 38 anni e
pensavo di aprire un nosocomio anche a Fagnano Castello - dover dire ai
calabresi che dobbiamo chiudere, ridimensionare?” e lui mi rispose “Guarda,
Fausto, é l’avventura della vita, perché abbiamo due mura per percorrere una
strada e possiamo decidere di percorrere a 30 o a 300 all’ora”.
Penso di capire che nel dibattito molto spesso in quest’Aula, e anche al di
fuori, sia diventato la foglia di fico di tante cattive coscienze, di uno
incosciente che ha potuto sottovalutare che ha deciso di percorrerla a 300
all'ora, perché nessuno, rivoltato come un calzino, può dire che sia mai stato
ritrovato un solo interesse particolare in una Calabria che ha tanti interessi
particolari rispetto a questo tema di responsabilità.
Andiamo a noi ed a quello che possiamo fare insieme. Presidente Oliverio,
credo e penso di averne dato atto molte volte, votando anche provvedimenti: su
questo tema con coraggio, bisogna isolare chi vuole fare speculazioni che poi,
alla vigilia di ogni lezione, diventano di carattere politico, se volete
gestionale. La sua idea di sanità – concordo con Wanda Ferro e Gianluca Gallo
–ancora oggi non l’abbiamo vista; sarà per il commissario Scura, per il
ministro Lorenzin che porta pesci, e non può essere contenuta in un emendamento
– mi scuso con il consigliere Mirabello - fatto quando si parla di bilancio.
Voglio ricordare, lo ricordo al vicepresidente Viscomi, che sul bilancio ho
registrato negli altri anni l'irresponsabilità tutta populista di forze
democratiche che si targano Partito Democratico che dicevano “Non avete messo 1
euro sulla stabilizzazione”. Non c'è 1 euro neanche in questo bilancio su
stabilizzazioni, su precariato e su quant'altro e, nonostante ciò, non ci
sentite parlare e fare discorsi populisti, ma votiamo contro un bilancio perché
non abbiamo visto, a partire dalla sanità che riguarda il 64 per cento delle
risorse alla programmazione europea, nessuna capacità di visione e ci vede, in
termini di minoranza, denunciare deficienze.
Sono passati ormai 3 anni, ma penso che i due che restano non sono pochi se
si vuole fare un'operazione di verità e raccontarla ai calabresi, dicendo che
questo sistema va cambiato. Le uniche Regioni non commissariate sono state
Emilia Romagna e Lombardia perché, nel frattempo, hanno commissariato tutta
l’Italia. Non è stata una scelta di calabresi folli, perché bisogna raccontare
– qualcuno diceva Bellantoni, ma non c'è, lo richiamiamo perché sembra essere
diventato il verbo - che è stata commissariata tutta Italia e che il nostro
debito è ad un miliardo 370 milioni che, comunque, qualcuno aveva fatto e che,
nel frattempo, è stato pagato.
Il nuovo approccio, tolto l'imbarazzo, è non parlarne più di questa roba
perché di certo non vi facciamo fare l'opposizione a voi stessi; se ci
permettete, sarebbe banale che voi stiate al Governo, nominate i commissari, i
direttori generali e poi fate pure l'opposizione, partito di lotta e di
governo. No, questo no! C'è ancora uno spazio, se vuole il contributo in
termini di studio nostro, nel ruolo di minoranza - speriamo di fare un'altra
stagione come nuova maggioranza - di costruire insieme una migliore ipotesi di
sanità. Noi ci siamo, presidente Oliverio, per la Calabria, con il contributo
di chi la conosce, di chi non vuole mortificarla, di chi vuole servire le istituzioni,
perché non succeda più tutto quello che quotidianamente avviene, , pensando a
ogni ritardo su una tac, di chi come me continua a fare la fila al Pronto
soccorso. Ricordiamoci, Pronto soccorso che sono affollati al 72 per cento, si
pensi alla Annunziata, all'Ospedale della mia città, da accessi impropri perché
non funziona la Medicina di base, non funzionano molti medici di base e sono
quelli che gridano perché quando arrivi al Pronto soccorso, “appalettato”
dicono dalle mie parti, perché magari ti è capitata una disgrazia enorme e non
hai nemmeno la forza di parlare, quelli che gridano sono quelli che stanno
bene, che stanno lì impropriamente perché la Medicina di base non funziona su
tutto il territorio.
La verità da raccontare ai calabresi è che finché non avremo i nuovi
Ospedali… ed é anche lì, in questo Stato strano che si ferma, fai le gare e
quello c'ha un problema, uno può avere interdittiva, un altro può avere la
crisi. Questo è uno Stato che non funziona dall'alto, oltre alla nostra capacità
e alla volontà di costruire i nuovi Ospedali.
Bisogna raccontare tutti i giorni ai calabresi senza gridare di più, e
noi non lo facciamo, ma sentivo dall'altra parte gridare in tanti, quando ci
toccava la responsabilità gravosa di trasformare la sanità su un disegno di
nuova generazione. L'ho studiata e mi hanno spiegato che anche i dati di cui
parlava il consigliere Gallo dei punti nascita, che sono quei punti dove devi
avere più di 1000 parti all'anno, ormai, una volta erano 500, e sulla nuova
dimensione della sanità scritta da ginecologi, ostetriche e quant'altro. Non è
soltanto un problema funzionale d'argent,
di moneta, ma anche di rischio di vite e la Calabria su questo si deve
organizzare, dalle nascite a quant'altro. In Calabria non nascono centomila
persone all'anno, purtroppo, perché anche lì si è abbassato il dato, quindi non
sarà grave su parti programmati e anche chi può partorire d'urgenza dove ci
sarà un CAPT o un punto di pronto intervento h18 o h24; se non è un parto grave
può partorire in quel punto, ma se é un parto organizzato andrà a partorire nei
punti nascita che hanno un'organizzazione nuova che abbiamo scoperto in termini
inglesi, hub spoke, Ospedali di montagna e quant'altro. Nessuno di noi dovrà
continuare a raccontare che è più bravo degli altri; non sono esperto di
sanità, poi, ripeto, abbiamo gente che è espertissima e parla solo di sanità in
questa regione. Non so se il Presidente sarà in grado in 30 giorni di
presentare un nuovo Piano dove ci sia un contributo fatto del saldo, di tutti
questi dati che abbiamo avuto e che insieme vogliamo approvare, e dire al
Governo, qualsiasi esso sarà: questa è la sanità che vorremmo in tre anni,
darci un timing e controllarlo. Non possiamo pensare che i calabresi devono
venire a controllare quando ci siamo già noi. Su questo terreno della verità
bisogna raccontare che il processo è lungo e non è che se arrivava Oliverio era
più bravo di altri e lo risolveva in due anni, ma che ci vogliono almeno i
prossimi 10 anni per avere i nuovi Ospedali e che, nel frattempo, ovviamente
non si deve morire. Quindi, siccome
abbiamo guadagnato, sul sacrificio e la pazienza dei calabresi le assunzioni e
lo sblocco del turnover, nel frattempo si litigava per capire se doveva farle
quello di Gentile, quello del Partito Democratico o Scura o un altro.
Questo è l'unica operazione su cui ci trovate, Presidente, al fianco nella
rappresentanza, che oggi è del Partito Democratico e di Oliverio su un Piano
certo, che dica ai calabresi che l'abbiamo stabilito insieme, magari
confrontandoci, con i medici, l'Ordine dei medici e quant'altro, e decidiamo di
applicarlo al di là dei governi che ci saranno ed essere attori protagonisti
nel monitorarlo continuamente. Tutto il resto in questi anni è stato
protagonismo speculativo di chi ci ha fatto il vero populismo e di chi ci ha
fatto anche altro. Rispetto a questo, penso che anche nell'intervento del
consigliere Nicolò avete trovato una minoranza responsabile e pronta, non per
colori politici, su un disegno di sanità serio, ad assumere una responsabilità
condivisa perché qui ci curiamo noi, i nostri figli e tutti i calabresi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Il dibattito sulla sanità si fa per la terza volta in
quest’Aula. Una volta il Consiglio regionale, un anno fa circa, sì pronunciò
all'unanimità per superare il commissariamento, un mese e mezzo fa ne parlammo
in un'altra occasione, stasera ne parliamo a seguito della informativa che il
Presidente della Giunta regionale ha reso a quest’Aula.
Ho ascoltato diversi interventi da parte dei colleghi delle minoranze, di convinta e piena
disponibilità, e penso che questo sia un dato politico importante, non tanto
per il Partito Democratico o per il centro-sinistra, ma per la Calabria.
Registro il ritiro della disponibilità da parte del collega Cannizzaro, mi
dispiace, ma prendo atto che lui è per il commissariamento; é una scelta
legittima. Si fa chiarezza, del resto il dibattito pubblico in un Aula
legislativa serve a fare chiarezza e a lasciare quello che diciamo a futura
memoria, assumendoci le nostre responsabilità, e io ne dirò di cose, nel pieno
delle mie facoltà.
La relazione esaustiva del presidente Oliverio, non vergognosa, un termine
che quest'Aula e che il Presidente non merita, ci dice di una condizione grave
della sanità calabrese. Grave perché 7 anni di commissariamento non hanno
risolto i problemi e li hanno aggravati. Grave perché è aumentato il debito,
addirittura con un extra deficit nel 2016 notevole. Grave perché è aumentata la
mobilità passiva. Grave perché non sono garantiti i livelli essenziali di
assistenza.
I calabresi non si possono curare, non è garantito loro il diritto alla
salute, che è sancito dalla nostra Costituzione e non è garantito in Calabria.
Questa è la questione sulla quale dobbiamo discutere e determinarci, non un
inesistente, più volte in maniera propagandistica riproposto, braccio di ferro
fra il presidente Oliverio e il commissario Scura, ingegnere Scura, che,
ripeto, mi pregio di non conoscere; ho ascoltato qualche collega che lo
conosce, ma io non lo conosco.
Non c'è un braccio di ferro, ma una condizione inaccettabile nella quale
versano i servizi pubblici non erogati, in questo caso in sanità, male erogati
o poco erogati, a seconda dei casi. E questa questione investe il dovere e la
responsabilità di ogni consigliere regionale, a prescindere dalla propria
appartenenza politica o partitica che sia. La scelta che Mario Oliverio ha
fatto su questo tema sta in linea con queste impostazioni. Il Presidente della
Regione avrebbe potuto contrattare per sé o per alcuni gruppi, il partito e
così via, e trascurare la gravità della situazione; avrebbe potuto tacere alla
vigilia delle elezioni politiche, per qualche candidatura, ma ha scelto di
denunciare in maniera forte questa condizione, ha scelto di stare dalla parte
dei calabresi che lo hanno votato e anche di quelli che non lo hanno votato, di
rappresentarli tutti, come è abituato a fare da uomo delle istituzioni. Siamo
di fronte a una questione strutturale, non a un braccio di ferro, non la
diciamo più questa cosa. Siamo di fronte a una questione che risale a 7 anni fa
e che si è aggravata, ministro Lorenzin, negli ultimi sei mesi; è vero, 100 milioni
per scelte strettamente connesse alle scelte dell'ufficio del commissario, e
perché i Tavoli ministeriali vigilanti hanno registrato in due occasioni, a
giugno e a novembre, tutte le cose che abbiamo detto, chiedendo, muovendo dei
rilievi e la contestuale rimozione del commissario e registrando questa grave
condizione di crisi. Altri toni ci hanno detto di un Presidente che utilizza i
termini a casaccio, ma “meschineria” e “meschinità” hanno lo stesso significato
e, quindi, mi aspetto che si chieda scusa al presidente Oliverio anche su
questo, così come è vero che il commissariamento è iniziato con Scopelliti, e
non lo so se Scopelliti, uomo politico navigato, si è fatto trasportare dall'ex
presidente Loiero; so che l'ha chiesto lui e che ha aperto una fase che oggi
registra 7 anni di disastro in sanità. Una fase che si deve chiudere perché il
commissariamento è fallito. Del resto, il commissariamento è un provvedimento
straordinario che si apre e si chiude in un periodo relativamente breve. Se non
si chiude, ha fallito, lo dice il termine stesso.
Ho sentito che il
presidente Oliverio sarebbe un uomo solo al comando. Quando si convoca una
Conferenza dei Sindaci calabresi e si ottiene un mandato preciso da 360 sindaci
della Calabria, tutto si è tranne che isolati, e su questo poi dirò. Altro che
isolato, un mandato forte, rappresentativo della Calabria. Quando su questa
questione si esprime il Consiglio regionale, altro che uomo solo al comando.
Quando su questa questione si esprimono forze politiche, parlamentari, che
producono atti alla Camera che vengono anche approvati – venti giorni fa, con
un ordine del giorno, si è votata la richiesta al Governo di superare la fase
commissariale in Calabria – Oliverio è un uomo isolato? Se questo significa
essere isolati, ben venga l'isolamento. Non diciamo sciocchezze e non abusiamo
dei termini, badiamo alle questioni che riguardano la vita quotidiana dei
calabresi e, quando lo facciamo, non possiamo fare sconti a nessuno, è vero.
Ci sono
dei direttori generali – è vero – che non sempre hanno agito secondo il mandato
che il presidente Oliverio ha consegnato loro e non ci saranno sconti per
nessuno. Il presidente Oliverio lo ha detto pubblicamente, sulla stampa e
durante l'ultima Conferenza dei Sindaci. Tuttavia, i direttori generali – lo
sapete, lo sappiamo – devono agire secondo le linee dettate dall’ufficio del
Commissario. Non dobbiamo guardare le questioni a valle e, se ci sono questioni
da affrontare, lo faremo, senza fare di tutta l'erba un fascio, ma cercando di
risolvere il problema a monte, o meglio, alla radice. I calabresi hanno diritto
di essere curati come gli altri italiani. Pertanto, abbiamo chiesto al Governo
un atto interruttivo, che sono convinto ci sarà. Il ministro Lorenzin ha detto
che porterà la relazione in Consiglio dei Ministri ed il Consiglio dei Ministri
deciderà. Dal ministro Lorenzin, che è vero essere espressione del nostro
Governo, si sono recati in delegazione un consigliere regionale e il sindaco della
città di Locri e, quando sono usciti, hanno detto “bene per l’invio degli
ispettori”. Adesso in quest’Aula si sta dicendo “non bene”.
Si cambia
troppo spesso idea, prima sul commissariamento, poi sugli ispettori.
Contemporaneamente,
però, il presidente Oliverio aveva dato indicazione all’ASP di Reggio Calabria
di fare due cose: procedere nell'immediatezza ad eseguire le procedure
autorizzate sull'Ospedale di Locri e richiedere al commissario governativo
nuovi ed urgenti provvedimenti per l'Ospedale di Locri, che abbiamo trovato
semichiuso, dicendo, inoltre, che se il commissario non avesse accolto la
richiesta dell'ASP di Reggio Calabria, il presidente Oliverio avrebbe adottato
un atto straordinario della sua Giunta sull'Ospedale di Locri.
Questa è
la realtà. Un atto interruttivo dicevo – consigliere Guccione – che ci
aspettiamo dal Consiglio dei Ministri. Ce lo aspettiamo perché ci sono i
verbali dei Tavoli interministeriali, ci sono gli atti parlamentari, c'è stato
il pronunciamento del Consiglio regionale e c'è un Governo che – è vero collega
Guccione – abbiamo giudicato, sui Patti per la Calabria, ad esempio, o sugli
investimenti, un Governo “amico”, ma che non abbiamo difficoltà a giudicare
“non amico” se non dà risposte positive alla Calabria.
Nel merito
delle questioni c'è un confronto che non è di subalternità, ma che giudica i
provvedimenti. Mi aspetto un provvedimento del Consiglio dei Ministri che
superi il commissariamento e apra una nuova fase in Calabria e, sono certo, che
il Consiglio dei Ministri applicherà la legge in Calabria, così come l’ha
applicata in Campania. Ne sono certo, collega Ciconte, sicuro. Se non lo farà, vorrà dire
– e lo dico nel pieno delle mie facoltà – che a prevalere, presidente Oliverio,
saranno interessi extra democratici, estranei al processo democratico, ma sono
certo che non accadrà. Sarebbe gravissimo, collega Bova, perché si parla di
sanità e di interessi che hanno segnato la storia dell'Italia e della Calabria
e immaginare che un Governo democratico della nostra Repubblica non ascolti né
i tavoli interministeriali, né il Consiglio regionale della Calabria, né i
parlamentari, né il pronunciamento dei parlamentari del Partito Democratico,
sinceramente mi pare impossibile.
Quanto
sono forti questi interessi per superare un’espressione democratica così
corale, ripetuta e forte? Non è possibile! Per questo sono convinto che il
Consiglio dei Ministri deciderà in questa direzione. Certo, se non lo dovesse
fare, noi saremmo di fronte ad una grave lesione istituzionale tra una Regione
e il Governo del Paese, nonché di fronte al prevalere di interessi oscuri che
abbiamo denunciato. Non è vero che all'ASP di Reggio Calabria non è stata
denunciata la vicenda dei doppi pagamenti. No! L'abbiamo denunciata noi, e mi
fermo qui, incaricando il commissario di sporgere denuncia immediata alle
Autorità competenti e lo ha fatto Mario Oliverio. Attenzione quando diciamo
cose inesatte e, se siamo a conoscenza di altri casi di doppi pagamenti o di
violazioni di legge, andiamo a fare denunce subito, perché con queste cose non
si fa teatrino della politica, si fanno atti conseguenti. Per questo dico che
il Consiglio dei Ministri adotterà un atto interruttivo e applicherà la legge.
Ne sono certo, perché Paolo Gentiloni è un signore delle Istituzioni. Questa
sarà la decisione del Consiglio dei Ministri e gli interessi oscuri – “oscuri”
non “o Scura”, altrimenti mi becco un'altra querela – non prevarranno. Non
prevarranno gli interessi delle transazioni, degli advisors che non fanno gli advisors.
Paghiamo
centinaia di migliaia di euro a una Società che si chiama KPMG che di mestiere
fa l'advisor contabile, però non si
capisce bene quali bilanci osservi, se sono in questa condizione. Anche qui non
parliamo soltanto dei Direttori Generali (DG).
I DG che
falliscono i loro obiettivi devono andare a casa. Il presidente Oliverio ha
detto che li manderà a casa, non ci sono problemi.
Parliamo
degli interessi che lucrano centinaia di migliaia di euro dei calabresi. Cosa
fa questa Società? Quali bilanci osserva e quali sono le sue conclusioni? L’advisor contabile deve fare questo e non
lo fa. Ma, ripeto, a prevalere saranno la democrazia e la legge.
Considerato
che dobbiamo assumere delle decisioni, avendo contezza delle determinazioni del
Consiglio dei ministri, sono d'accordo col presidente Oliverio e con i colleghi
Ferro ed Orsomarso, con chi lo ha detto prima, e meglio di me.
Presidente
Oliverio, a mio giudizio dobbiamo fare almeno due cose: la prima – lo ha detto
anche lei – riconvocare la Conferenza dei Sindaci, che le ha dato un mandato
forte – altro che uomo solo al comando – cui riferire delle determinazioni e
dopo tali determinazioni, presidente Irto, convocare un Consiglio straordinario
sulla sanità, per decidere e discutere sulle stesse. Questo devono fare le
istituzioni, e chiedo che lo facciano.
Continuiamo con l'ordine del giorno
e passiamo all'esame abbinato delle proposte di legge numero 58/10^ e 93/10^:
“Modifiche alla legge regionale numero 32 del 25 novembre 1996 e norme in
materia di alloggi di edilizia residenziale pubblica”. Cedo la parola al
consigliere Bevacqua per illustrare provvedimento.
Grazie, Presidente. Molto
brevemente, solo per dire che si tratta di un Testo unico rispetto alle due
proposte di legge, la 58/10^ e la 93/10^. Si tratta di un Testo che apporta
delle modifiche alla legge regionale numero 32 del 1996 e propone una serie di
modifiche a partire, appunto, dalla definizione univoca di “alloggio sociale”,
ridefinisce e allarga la platea di alcune categorie dei possibili beneficiari,
innalza il limite reddituale massimo, stabilendo più ampi margini temporali per
la definizione delle procedure di assegnazione e di decadenza del diritto
all'alloggio, di risoluzione del rapporto o di rateizzazione dei canoni
arretrati e, infine, sposta il termine per la trasmissione alla Regione da
parte dell’Aterp regionale e dei Comuni, di ulteriori piani di vendita.
Credo che il collega Battaglia
abbia svolto un ruolo importante su questa proposta di legge, attraverso
un'intensa attività di confronto con il Settore legislativo del Consiglio
regionale. Lascio a lui la parola per meglio illustrare la legge, che merita un
suo intervento.
Cedo la parola al consigliere
Battaglia che, magari, nella stessa relazione potrà illustrare anche l'iter e
il maxiemendamento. Grazie.
Grazie. Presidente del Consiglio,
Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, il testo di legge,
oggi all’esame dell’Aula, è frutto di un lavoro di confronto e condivisone con
i colleghi cofirmatari: Aieta, D’Acri, Giudiceandrea, Mirabello, Sculco e
Sergio, il Presidente della quarta Commissione, Domenico Bevacqua, l’assessore
Roberto Musmanno, il Dipartimento regionale, il Settore Legislativo del
Consiglio regionale, l’ATERP regionale, i Presidenti delle Commissioni
assegnazione alloggi che, come è noto, sono dei magistrati, e le Associazioni
Nazionali degli Inquilini ed Assegnatari ANIA e SUNIA. A tutti loro va il mio
sentito ringraziamento per il contributo offerto in termini di proposte, idee,
competenze e professionalità.
Cari colleghi, la proposta
legislativa licenziata nel merito dalla quarta Commissione consiliare Ambiente
e Territorio in data 2 febbraio 2017, interviene sulla legge regionale numero
32 del 25 novembre 1996: “Disciplina per l’assegnazione e la determinazione dei
canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica” ed
introduce nuove norme in materia di edilizia residenziale pubblica e sociale.
La stessa segna un punto di svolta
nel settore dell’edilizia residenziale pubblica con norme chiare, forti e
incisive a tutela sia degli Enti proprietari o gestori sia degli aspiranti
assegnatari che versano in condizioni economiche e sociali svantaggiate.
Viene introdotto il concetto di
alloggio di “edilizia residenziale sociale”, così come definito dal decreto del
ministro delle infrastrutture del 22 aprile 2008.
Gli alloggi di edilizia
residenziale sociale, inoltre, potranno essere assegnati e gestiti anche
dall’ATERP regionale, attraverso un Regolamento attuativo, che sarà predisposto
e licenziato dalla Giunta Regionale. Vengono modificati e resi più stringenti i
requisiti in possesso dei concorrenti e dei propri nuclei familiari per poter
accedere all’assegnazione degli alloggi popolari, modificando ed integrando
l’articolo 10 della legge regionale numero 32 del 1996, e viene riscritto e
riformulato in maniera più chiara l’articolo 8 della stessa legge, in merito
alle nozioni di particolari categorie sociali. Nel provvedimento viene ribadito
in maniera netta il principio secondo il quale gli alloggi di edilizia
residenziale pubblica vanno assegnati attraverso i bandi di concorso pubblicati
dai Comuni, con regole e tempi rapidi rispetto al passato per la formulazione
delle graduatorie definitive di competenza delle commissioni di assegnazione
alloggi.
I bandi di concorso, quindi, e le
graduatorie di assegnazione dovranno essere pubblicati e aggiornati secondo i
termini previsti e indicati dalla legge, senza più deroghe per i Comuni
inadempienti, che saranno commissariati dalla Regione, attraverso l’attivazione
dei poteri sostitutivi e la nomina di Commissari ad acta che provvederanno a pubblicare i relativi bandi di
concorso. Le graduatorie definitive, inoltre, dovranno essere sempre visibili
dai cittadini sui siti web dei Comuni e aggiornate in tempo reale a seguito di
eventuali assegnazioni.
Viene innalzato il limite di
reddito per concorrere all’assegnazione, riformulato il punteggio di
assegnazione per il reddito complessivo del nucleo familiare, abrogato il
punteggio che veniva concesso ai nuclei familiari di extracomunitari
regolarmente soggiornanti in Calabria, ristabilendo il principio della
condizione di parità di accesso con i cittadini italiani, ai sensi del decreto
legislativo numero 286 del 25 luglio 1998 (Testo unico sull’immigrazione),
innalzato il punteggio da due a tre in favore delle giovani coppie il cui
limite di età passa da 35 a 40 anni ed aggiornati i canoni di locazione e le
relative fasce di reddito per il relativo calcolo, intervenendo sull’articolo
35 della legge regionale numero 32 del 1996.
Al fine di evitare le storture del
passato, con centinaia e centinaia di alloggi assegnati al di fuori delle
graduatorie in essere, si interviene sull’articolo 31 della stessa legge; per i
Sindaci e i Comuni sarà più difficile assegnare alloggi popolari in via
provvisoria e temporanea, al di fuori dei requisiti prescritti dalle procedure
concorsuali e dalle graduatorie in essere, se non per pochi e limitati casi
eccezionali. Vengono aggiornati i canoni di locazione e le relative fasce di
reddito.
La legge prevede da parte degli
Enti proprietari o gestori un censimento delle unità immobiliari occupate senza
titolo, con l’indicazione di eventuali contenziosi esistenti e delle
caratteristiche dei nuclei familiari occupanti gli alloggi censiti, nonché un
censimento generale e aggiornato del patrimonio di alloggi di proprietà in
gestione dell’ATERP regionale e dei Comuni.
Voglio evidenziare a quest’Aula
che, ad oggi, la Regione non conosce esattamente a quanto ammonta in termini numerici
il fenomeno delle occupazioni abusive in Calabria.
Gli inquilini morosi nel pagamento
dei canoni di locazione e di ogni altro onere accessorio, al fine di evitare
possibili procedure di sfratto, potranno richiedere agli Enti proprietari o
gestori, rateizzazioni fino a 84 mesi per sanare la propria posizione debitoria
così come, ai fini della rideterminazione del canone di locazione e per evitare
l’applicazione del canone massimo nei casi di inadempienza, potranno comunicare
i redditi del proprio nucleo familiare, sanando la loro posizione fino agli
ultimi cinque anni.
Vengono adottate ulteriori
disposizioni in materia di vendita degli immobili di edilizia residenziale
pubblica, secondo le disposizioni contenute nel decreto legge numero 47
del 28 marzo 2014 convertito, con
modificazioni della legge numero 80 del 23 maggio 2014, nonché nel rispetto
delle procedure e dei criteri dettati dal decreto del Ministro delle
Infrastrutture e dei Trasporti del 24 febbraio 2015 con la possibilità, da
parte degli Enti proprietari, di deliberare nuovi programmi di alienazione, i
cui introiti saranno impegnati per la manutenzione straordinaria, la
riqualificazione ed il recupero del patrimonio immobiliare esistente.
Questi, in sintesi, i punti
principali e qualificanti del testo di legge, articolato e complesso, che si
pone come obiettivo principale quello di alzare il livello della legalità e
della trasparenza nel settore dell’edilizia residenziale pubblica della Regione
ed intervenire sulle criticità di una legge regionale datata 1996, quindi
risalente a più di venti anni fa, riformandola ed adeguandola ai tempi attuali.
Per tali motivi, chiedo all’Aula il voto favorevole del provvedimento in esame.
Grazie.
Grazie, consigliere Battaglia. Se
non ci sono altri interventi, passiamo all'esame e alla votazione del
provvedimento. È stato presentato un maxiemendamento, sempre a firma del
consigliere Battaglia, protocollo numero 50014 ed un subemendamento al
maxiemendamento, sempre a firma del consigliere Battaglia, protocollo numero
51655, già illustrato nelle sue relazioni.
Ricordo all’Aula che, ai sensi
dell'articolo 94, comma 3, del Regolamento interno del Consiglio regionale, si
vota prima subemendamento e poi il maxiemendamento.
Pongo in votazione il subemendamento
che è approvato. Passiamo al maxiemendamento protocollo numero 50014, sempre a
firma del consigliere Battaglia, che é approvato.
Passiamo alla votazione del
provvedimento, il titolo dell'esame abbinato delle proposte di legge, che è
approvato per come emendato. Passiamo all’esame dell’articolato.
Articolo 1
(E’ approvato per come emendato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Articolo 4
(E’ approvato)
Articolo 5
(E’ approvato)
Articolo 6
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge
nel suo complesso che è approvata per come emendata, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo alla proposta di legge
numero 199/10^ di iniziativa del consigliere Mirabello: “Interventi per la
realizzazione di soggiorni educativo-terapeutici della Regione Calabria in
favore di bambini adolescenti e giovani con diabete mellito”. Prego,
consigliere Mirabello, ha facoltà di illustrare la proposta.
Presidente, colleghi consiglieri,
Presidente della Giunta regionale, illustri assessori, il disegno di legge che
oggi ci apprestiamo ad approvare è stato varato dalla Commissione che presiedo,
con voto unanime, in considerazione della necessità di dare questo importante
supporto ai bambini, agli adolescenti ed ai giovani che soffrono di questa
particolare patologia.
Preliminarmente, volevo ricordare
all’Aula che dalle rilevazioni effettuate dalla rete diabetologica calabrese,
risulta che la Regione Calabria si colloca in testa fra quelle in cui vi è il
più alto tasso di incidenza ed in progressivo aumento del 3 per cento su base
annua.
La Regione Calabria, accogliendo le
linee di indirizzo espresse dalla comunità scientifica, già recepite con legge
dello Stato numero 115/87 mediante un Piano nazionale ad hoc, ha disposto nel 2009 l'organizzazione della Rete
diabetologica pediatrica, finalizzata ad ottimizzare le pratiche di
monitoraggio e prevenzione del disturbo cronico nelle differenti forme e fasce
di età in cui esso si manifesta, adeguando le specifiche unità operative
regionali relativamente all'attività di accertamento, trattamento ordinario e
assistenza specialistica, introducendo un'attività sistematica educativa dei
pazienti ed il relativo aggiornamento del personale sanitario.
Questo quadro di riferimento, in
conformità con la complessità della malattia, ha l'obiettivo di sviluppare sul
territorio regionale un'organizzazione specialistica in grado di rispondere
adeguatamente alle necessità dei giovani pazienti e delle famiglie.
Come già chiarito, e come annotato
nella relazione di accompagnamento di questo progetto di legge, la Regione
Calabria ha riconosciuto la pratica dei soggiorni educativo-terapeutici,
provvedendo al finanziamento triennale di questi progetti sviluppati dal Centro
di coordinamento regionale della rete diabetologica pediatrica calabrese e
rivolti a bambini, adolescenti e giovani con diabete mellito.
Gli obiettivi che oggi ci
prefiggiamo e che intendiamo perseguire mediante il sostegno alle attività di
soggiorni e campi-scuola, riguardano la promozione di una specifica educazione
all'indipendenza nella gestione del diabete, la condivisione e il superamento
dei problemi quotidiani, lo sviluppo complessivo del processo di autostima dei
soggetti a cui essi sono rivolti. Il provvedimento detta la disciplina delle
differenti tipologie di attività, facendo ad esse corrispondere la platea dei
partecipanti, nonché le specifiche modalità organizzative. Inoltre, è presente
un monitoraggio di queste patologie sul territorio regionale e lo sviluppo
delle competenze necessarie ad affrontarla.
Attraverso questo progetto
intendiamo contribuire alla crescita armoniosa e serena di quei giovani e
giovanissimi calabresi che meritano la nostra attenzione ed il sostegno da
parte della Regione. Grazie, Presidente.
Ci sono altri interventi? Passiamo
alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Articolo 4
(E’ approvato)
Articolo 5
(E’ approvato)
Articolo 6
(E’ approvato)
Articolo 7
(E’ approvato)
Articolo 8
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge
nel suo complesso che è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Mi permetto di ringraziare i
presidenti Mirabello ed Aieta per questo progetto di legge che si ancora ad un
articolato collegato alla Finanziaria dell'anno scorso che, sostanzialmente, ha
dato la possibilità a questo Consiglio regionale di normare qualcosa che era
già attivo da qualche anno nella nostra regione e, soprattutto, di dargli una
statura che, probabilmente, sarà vista in positivo anche dalle altre regioni
d'Italia.
Passiamo alla proposta di legge
numero 269/10^ di iniziativa del consigliere Bevacqua: “Norme di attuazione
della legge numero 353 del 21 novembre 2000”. Prego, consigliere Bevacqua, può
illustrare la proposta.
Grazie, Presidente. Innanzitutto
permettetemi di esprimere tutta la mia soddisfazione per il testo che oggi
arriva in Aula per l’approvazione e che mi vede quale unico firmatario.
Soddisfazione ancora maggiore, devo dire, anche per l’unanime apprezzamento che
l'iniziativa ha registrato da parte di tutti i colleghi consiglieri. A questo
proposito, vorrei ringraziare i membri della Commissione ambiente, i colleghi
Tallini, Nucera, Arruzzolo, Bova e Greco, così come il Presidente della
Commissione bilancio, il collega Aieta, ed il capogruppo del Partito
Democratico, Sebastiano Romeo, per avere pubblicamente evidenziato la validità
della proposta.
Allo stesso modo, non posso non
ringraziare il presidente Irto per aver, in più occasioni pubbliche, sostenuto
il progetto, impegnandosi per la sua approvazione entro la fine dell'anno, e
oggi ci siamo.
Naturalmente questa non è una
proposta di legge improvvisata o che ha avuto scorciatoie, ma è una legge ben
argomentata che ha visto il coinvolgimento dei dipartimenti interessati, delle
associazioni presenti sul territorio, dei sindacati che abbiamo audito nelle
cinque sedute ad essa dedicate e che hanno fornito un contributo prezioso ed
essenziale. Per questo vorrei ringraziare l’ingegnere Siviglia, il commissario
Mariggiò, il dirigente Tansi e Legambiente che, con le loro proposte, hanno
ulteriormente arricchito il testo che oggi stiamo per approvare.
Sento di poter affermare che, in
questo caso, la politica e le istituzioni hanno saputo compiere il proprio
dovere, recependo in tempi rapidi l'allarme proveniente dalle varie realtà dei
territori calabresi. Non ci siamo fermati all'intervento emergenziale nel
momento di disastri incendiari, ma abbiamo saputo rispondere con una
programmazione seria, tesa ad evitare che le situazioni dell'estate scorsa si
possano ripetere in futuro.
Non era tollerabile che la classe
dirigente calabrese continuasse a rimanere insensibile come è avvenuto per ben
17 anni!
La normativa odierna, infatti,
finalmente recepisce e implementa in maniera organica anche in Calabria, la
legge numero 353 del 2000, unitamente al decreto legislativo numero 177 del
2016, riorganizzando il sistema regionale di antincendio boschivo, nell'ottica
della maggiore efficienza possibile. Ancora una volta – lo voglio gridare ad
alta voce in quest’Aula – l'attuale Legislatura, come bene ha evidenziato in
questi giorni anche il presidente Irto in un convegno e in una conferenza
stampa, smentisce con i fatti il luogo comune della inefficienza di questo
Consiglio regionale. Da quando ci siamo insediati, l'attenzione rivolta verso
le tematiche ambientali del territorio è stata una stella polare fissa per
questa maggioranza. A testimoniarlo bastano l'approvazione di strumenti
fondamentali come il QTRP (Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico) e la
legge urbanistica. La parola chiave, attorno alla quale ruota la ratio di questa legge è la prevenzione,
che riteniamo possa essere realizzata predisponendo un modello organizzativo
efficiente e regolarmente monitorato. Il cardine della programmazione risiede
nel piano AIB, che abbiamo dettagliatamente puntualizzato in ordine alla sua
approvazione, ai soggetti attuatori ed al suo monitoraggio.
Vengono dettate, inoltre, le
procedure per la dichiarazione dello stato di massimo rischio e pericolosità e
disposte la definizione regionale dei requisiti minimi e dell'approccio
metodologico che i Comuni sono tenuti a rispettare in relazione alla redazione
degli elaborati che formano il catasto degli incendi boschivi.
Abbiamo, altresì, previsto che la
mancata redazione – qui è la novità – o l’aggiornamento del catasto incendi e
della relativa cartografia da parte dei Comuni, potrà costituire motivo di
esclusione degli stessi Comuni dai bandi e dai finanziamenti regionali.
Seguono poi una serie di
prescrizioni particolari per i terreni interessati ai fenomeni incendiari,
unitamente agli obblighi – e qui pure c’è una condizione ben precisa – per
l'esecuzione di opere di manutenzione.
Il testo si conclude con
l’inasprimento delle sanzioni amministrative di competenza regionale che, in
caso di violazioni ai divieti e alle prescrizioni, scatteranno insieme a quanto
già previsto dalla normativa nazionale.
Nel complesso, cari colleghi, mi
sento di poter affermare che il provvedimento che ci accingiamo a licenziare ha
tutte le caratteristiche di un’azione legislativa organica e adeguata.
Questi provvedimenti, agendo in
maniera incisiva e tempestiva, riavvicinano la politica ai cittadini. È questa
la buona programmazione, è questa la risposta giusta ai populismi e ai
qualunquismi. Grazie.
Ci sono altri interventi? Passiamo
all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Articolo 4
(E’ approvato)
Articolo 5
(E’ approvato)
Articolo 6
(E’ approvato)
Articolo 7
(E’ approvato)
Articolo 8
(E’ approvato)
Articolo 9
(E’ approvato)
Articolo 10
(E’ approvato)
Articolo 11
(E’ approvato)
Articolo 12
(E’ approvato)
Articolo 13
(E’ approvato)
Articolo 14
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge
nel suo complesso che è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato).
Passiamo alla proposta di legge
numero 71/10^ di iniziativa dei consiglieri Greco, D'Acri, D'Agostino, Pasqua e
Sergio: “Misure per promuovere il turismo sportivo mediante la diffusione del
gioco del golf e la realizzazione di impianti golfistici”. Cedo la parola al
consigliere Greco per illustrare la proposta.
Questo è
un risultato importante. Sono molto contento di come sono andate le cose e di
come, peraltro, anche la Commissione si è pronunciata. Aspettiamo, quindi, una
fase attuativa nell'immediato. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire la consigliera Ferro. Ne ha facoltà.
E’ solo una richiesta di
chiarimento, perché ho notato che la proposta di legge è stata rivista
all'articolo 5 e che sono stati abbassati anche i metri quadri di cubatura. Ho
una sola perplessità, considerato che si parla sempre e comunque di Conferenza dei
servizi: partendo dal presupposto che eventuali suoli agricoli, attraverso le
Conferenze dei servizi, possono trasformarsi, consentendo di edificare secondo
le necessità del campo di golf in materia di ricettività, rispetto alla legge
regionale “consumo suolo zero” però questo va a creare un circuito strano.
All’articolo 5 della precedente bozza - per cui diamo già per scontato che ci
saranno Fondi comunitari destinati - quindi credo che questo vada detto, in
modo che chiunque voti, sappia che sta votando una legge in cui la Regione
Calabria intende investire sullo sport e sul golf attraverso i Fondi
comunitari.
La mia domanda è: se ad investire è
un privato, mentre prima nella legge si precisava che dopo 10 anni si poteva
tranquillamente vendere il bene costruito, oggi l'articolo 5 non specifica
nulla, se non ricordo male. Mi pare sia l'articolo 5, perché stiamo parlando di
una metratura anche abbastanza importante. Forse mi può aiutare il consigliere
Greco.
Quella norma è scomparsa, non c'è
più.
E’ scomparsa però, secondo me,
dobbiamo comunque blindare; una cosa è se lo costruisce un Ente locale, altra
cosa è se lo costruisce un privato. Non specificando nulla, diamo la
possibilità eventuale di appellarsi al fatto che dopo un tot di anni questi
beni che sono stati costruiti possono essere rivenduti, chiude il campo da golf
e vendiamo l'albergo, piuttosto che altri servizi.
Per una forma di tutela, capisco
che non ci sono oneri ed è spiegato e precisato in tutti gli articoli – anche
se l’aspetto degli oneri è stato sollevato dal consigliere Pasqua – ma, a mio
avviso, andrebbe meglio precisato l’aspetto riguardante l’eventuale
interruzione dell’attività del campo da golf, altrimenti anche il privato
usufruisce della linea dei Fondi comunitari, investe, costruisce e dopo aver
preso i Fondi decide che non si fa più il campo da golf e vende l’albergo.
Per evitare che ciò accada, bisogna
creare forme di salvaguardia attraverso ulteriori chiarimenti, in modo da
tutelare anche i Fondi comunitari ed il loro utilizzo.
Un’altra precisazione: ho visto che
è compatibile col QTR regionale, questo è stato precisato, però rispetto
all'articolo 27 quater, in cui si
parla del suolo zero e dell'articolo 65 – lo so, é complesso, ma bisogna dare
delle regole poi la votiamo non c'è problema –se non chiariamo si potrebbe dire
che sui campi da golf basta una Conferenza di servizi per tramutare un suolo
agricolo in suolo comunque edificabile. Ho letto che c'è anche il parametro del
verde, però si costruiranno strutture importanti e non vorrei che poi lo sport
passasse in secondo ordine e si vendessero gli alberghi, piuttosto che altro.
Sono precisazioni e chiarimenti. Grazie.
L’articolo 27 quater che, peraltro, é un articolo formulato da me, é complessivo
rispetto all'indice urbanistico e alla volumetria consentiti in tutto il
Comune, quindi non va ad incidere su questo, perché sono sempre i Comuni che
decidono quali volumetrie destinare e, quindi, spetta ai Piani regolatori
vigenti come fare la riduzione. Sulla questione dei piano dei Fondi comunitari,
consigliera Ferro, il dato è che qui facciamo una legge di natura urbanistica,
quindi non andiamo a mettere in campo i finanziamenti che domani potrebbero
arrivare, per cui oggi non possiamo, proprio per le cose che dicevamo prima…
(Interruzione)
La mia richiesta è quella di
precisare che l'imprenditore, che usufruisce di un eventuale contributo o
finanziamento dei Fondi comunitari, non può disfarsi del bene prima di 30 o 50
anni.
E’ quello che c'era prima.
C'era nella prima stesura, ma
adesso non c’è più.
Perché il Settore legislativo,
atteso che non si parla di finanziamenti ...
Però si parla di linee.
Si può anche aggiungere, ma è stata
una scelta del Settore legislativo.
Era stato previsto un termine di
dieci anni dall’avvenuta realizzazione che, secondo me, è anche ridotto, ma
anche questo è sparito.
La scelta è stata fatta perché è a
costo zero per la Regione.
Diceva che “ritorna nel patrimonio
disponibile del Comune”. Secondo me va fatta una puntualizzazione in tal senso.
Credo che nel momento in cui, ad
esempio, un b&b usufruisce di Fondi europei, è ovvio che per un tot di anni non possa essere utilizzato
come abitazione privata, quindi credo che il dubbio legittimo della collega
Wanda Ferro consista nell’utilizzo dei finanziamenti per la promozione che,
secondo me, è garantito.
Da vendita a terzi. Questa è la mia
preoccupazione. Stiamo parlando di 70 campi di calcio, la metratura é per 70
campi di calcio costruito.
Questo progetto di legge era stato
ridiscusso in Commissione, ha avuto una sua nuova discussione e, tra l'altro, è
stato approvato all'unanimità, quindi, se non ci sono altri interventi possiamo
passare all'esame del provvedimento.
Articolo 1
(E’ Approvato)
Articolo 2
(E’ Approvato)
Articolo 3
(E’ Approvato)
Articolo 4
(E’ Approvato)
Articolo 5
(E’ Approvato)
Articolo 6
(E’ Approvato)
Articolo 7
(E’ Approvato)
Passiamo alla votazione della legge
nel suo complesso, che è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo al passiamo alla proposta
di legge numero 212/10^ di iniziativa del consigliere Orsomarso: “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale numero 30 del 26 novembre 2001 ‘Normativa per
la regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei funghi epigei ed
ipogei freschi e conservati’ così come modificata ed integrata con legge
regionale numero 9 del 31 marzo
2009, numero 47 del 23 dicembre 2011 e numero 69 del 27 dicembre 2012”. Prego
consigliere Orsomarso.
Si tratta di una proposta di legge
di modifica della normativa per la ricerca del tartufo, un adeguamento rispetto
alla legge nazionale, per cui i cercatori di tartufo calabresi possono
usufruire delle stesse regole che ci sono in altre Regioni. Quindi è di natura
ordinamentale e senza nessuna spesa. Grazie.
Passiamo all'esame del
provvedimento.
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge
nel suo complesso che è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo alla proposta di
provvedimento amministrativo numero 186/10^ di iniziativa d'ufficio: “CORECOM –
Programma di attività unitamente al relativo fabbisogno finanziario per l'anno
2018, ai sensi dell'articolo 10, comma 1, della legge regionale numero 2 del 22
gennaio 2001. Cedo la parola al consigliere Neri. Prego, ha facoltà di
illustrare la relazione.
La relazione la trovate in
allegato. Leggo l'ultima parte, quella importante e relativa alla modifica
delle schede. Sottopongo all’Aula il provvedimento, fermo restando che, per lo
svolgimento delle funzioni proprie del Comitato, l’approvazione finanziaria è a
carico del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio 2018, già approvato
dall'Ufficio di Presidenza con delibera numero 75 del 24 novembre 2017, pari ad
euro 50 mila, mentre per lo svolgimento delle funzioni delegate, il Corecom
riceverà il contributo annuale dell’Agcom pari a 138 mila euro.
Si invita, pertanto, il Comitato e
prendere atto della suddetta situazione finanziaria a carico il bilancio del
Consiglio regionale e a modificare le tabelle allegate al presente
provvedimento. Grazie.
Passiamo all'esame e alla votazione
del provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Avevo chiesto l'inserimento degli
ordini del giorno: “sulle offese rivolte ai medici calabresi”, “sul mancato
riconoscimento della tredicesima mensilità agli ex dipendenti ARSSA”, “sul riconoscimento del diploma in tecnico dei
servizi sociali con la qualifica in operatore socio- sanitario”.
Li deve consegnare alla Presidenza,
consigliere Gallo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo l’inserimento della mozione numero 96 del 23 ottobre 2017,
precedentemente depositata all'Ufficio di Presidenza.
Votiamo l’inserimento dell’ordine
del giorno presentato dal consigliere Gallo, che è approvato. Prego consigliere
Gallo.
Sulle offese rivolte ai medici
calabresi da parte del sindaco di Cascina, impegniamo il Governo regionale ad
assumere tutte le iniziative necessarie ed idonee affinché vengano tutelate la
dignità dei medici calabresi e l’immagine ed il buon nome della Calabria,
valutando ogni azione a tal fine, non escluse quelle esperibili in sede
istituzionale, civile e penale.
Pongo in votazione l’ordine del
giorno che è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Votiamo la richiesta di inserimento
della mozione numero 96 del 23 ottobre 2017, a firma del consigliere
Cannizzaro, che è approvato.
Consigliere Cannizzaro, ha facoltà di illustrare la mozione.
Sì, grazie Presidente. La mozione presentata è finalizzata a riconoscere
all'associazione sportiva dilettantistica “Basket in carrozzina” di Reggio
Calabria, unica per genere e finalità sull'intero territorio regionale,
l'adeguato contributo economico che consenta di proseguire il percorso sportivo
e solidale, volto alla sensibilizzazione verso la normale diversità e
perseguito anche in ambito nazionale. Vorrei ricordare che i vertici di questa
associazione avevano già incontrato la Giunta regionale. Mi auguro che possa
essere supportata all'unanimità.
Pongo in votazione la mozione che è
approvata.
(Il
Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Esauriti i punti all'ordine del
giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 21,35
Ha chiesto congedo: Esposito.
(È concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di
iniziativa della Giunta regionale:
“Incentivazione dell’incoming turistico attraverso i trasporti aerei,
ferroviario, su gomma e via mare, a sostegno della destagionalizzazione” (P.L.
n. 299/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alle
lettere a) ed e), comma 1, dell'articolo 73 del Decreto Legislativo 23 giugno
2011, n. 118 e s.m.i. - (deliberazione G.R. n. 600 del 29.11.2017) (P.L. n.
301/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e
procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2018) -
(deliberazione G.R. n. 529 del 10.11.2017)” (P.L. n. 302/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - ed alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale, 3 Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative, quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente, quinta Commissione - Riforme - per il parere, alla
Commissione di Vigilanza ai sensi dell'art. 34, comma 3. lettera b) e al C.A.L.
ai sensi dell'art. 126 Regolamento interno Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
“Legge di stabilità regionale 2018 - (deliberazione G.R. n.530 del
10.11.2017)” (P.L. n. 303/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - ed alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale, 3 Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative, quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente, quinta Commissione - Riforme - per il parere, alla
Commissione di Vigilanza ai sensi dell'art. 34, comma 3. lettera b) e al C.A.L.
ai sensi dell'art. 126 Regolamento interno Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
“Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni
2018-2020 - (deliberazione G.R. n. 531 del 10.11.2017)” (P.L. n. 304/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - ed alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale, 3 Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative, quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente, quinta Commissione - Riforme - per il parere, alla
Commissione di Vigilanza ai sensi dell'art. 34, comma 3. lettera b) e al C.A.L.
ai sensi dell'art. 126 Regolamento interno Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di
iniziativa del C.A.L.:
“Integrazioni alla legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e
disciplina del Consiglio regionale delle Autonomie Locali)” (P.L. n. 305/10^)
E' stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali,
affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di
iniziativa dei consiglieri regionali:
Battaglia, Aieta, Bevacqua, D’Acri, Giudiceandrea, Mirabello, Neri,
Sculco, Sergio, Arruzzolo, Cannizzaro, Nucera, Bova, Morrone, Guccione - “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 30 marzo 1995, n. 8 (Norme per la
regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia
residenziale pubblica)” (P.L. n. 300/10^)
E' stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione
del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Arruzzolo -
“Istituzione della giornata regionale dell'alimentazione” (P.L. n. 306/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea - “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29
marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi educativi per la prima infanzia)” (P.L. n.
307/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Cannizzaro - “Strumenti d'interventi educativi per sottrarre i minori
ai rischi del gioco d'azzardo, diretti e derivanti da azioni convulsive
patologiche” (P.L. n. 308/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli
anni 2018-2020 (Art. 36 del decreto 30.11.2017 legislativo 23 giugno 2011, n.
118) - (deliberazione G.R. n. 292 del 30.6.2017)” (P.P.A. n. 202/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - ed alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale, 3 Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative, quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente, quinta Commissione - Riforme - per il parere, alla
Commissione di Vigilanza ai sensi dell'art. 34, comma 3. lettera b) e al C.A.L.
ai sensi dell'art. 126 Regolamento interno Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
“Nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza della
Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2018/2020 (Paragrafo 6 del principio
applicato della contabilità allegato 4.1 e art. 36 del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118) - (deliberazione G.R. n. 528 del 10.11.2017)” (P.P.A. n.
203/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - ed alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale, 3 Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative, quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente, quinta Commissione - Riforme - per il parere, alla
Commissione di Vigilanza ai sensi dell'art. 34, comma 3. lettera b) e al C.A.L.
ai sensi dell'art. 126 Regolamento interno Consiglio regionale
(Così resta stabilito)
“Presa d'atto della Decisione della Commissione europea C(2017)7520
final del 10 novembre 2017 di modifica del Programma di Sviluppo Rurale
2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria - (deliberazione G.R. n. 607
dell'11.12.2017)” (P.P.A. n. 206/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi
2018-2020 - (deliberazione U.P. n. 75 del 24.11.2017)” (P.P.A. n. 204/10^)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento
amministrativo d’Ufficio:
“Designazione di due componenti nel Comitato dei garanti per
l'accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo sociale,
economico e culturale delle comunità locali (art. 5, l.r. 12 giugno 2009, n.
18)” (P.P.A. n. 205/10^)
II dipartimento n. 7 - "Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e
Politiche sociali" della Giunta regionale ha trasmesso, per il parere
della competente Commissione consiliare, il decreto del dirigente n. 2997 del
27 novembre 2017, recante: "Autorizzazione apertura nuova cava di inerti
da eseguirsi in C.da Pietrastorta del Comune di Reggio Calabria. Ditta 2C di
Chirico Flavia & C Snc" (Parere
n. 32/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - ed alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione
del territorio e protezione dell’ambiente - per il parere.
(Così resta stabilito)
Il Consigliere regionale Nazzareno Salerno, in data 30 novembre 2017,
ha aderito al Gruppo consiliare Nuovo Centro Destra, giusta comunicazione
acquisita al protocollo generale n. 49107 dell'1.12.2017.
In data
11 dicembre 2017, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 126 dell'11 dicembre 2017:
1. Legge
regionale 11 dicembre 2017, n. 45, recante: "Modifiche alla legge
regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Collegato alla manovra di finanza regionale
per l'anno 2009)";
2.
Legge regionale 11 dicembre 2017, n. 46, recante: "Modifiche a leggi
regionali a seguito di impegni assunti con il Governo in attuazione del
principio di leale collaborazione e provvedimento di variazione al bilancio di
previsione 2017- 2019";
3. Legge regionale 11 dicembre 2017, n. 47, recante: "Disciplina
transitoria in materia di gestione dei rifiuti".
La Giunta regionale ha trasmesso copia
delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione
finanziario 2017-2019:
Deliberazione Giunta regionale n. 589 del 29.11.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 596 del 29.11.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 597 del 29.11.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 598 del 29.11.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 599 del 29.11.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 608 dell’11.12.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 615 dell’11.12.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 620 dell’11.12.2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 622 dell’11.12.2017.
Giudiceandrea - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
appare di tutta evidenza nonostante il Consiglio regionale della
Calabria si sia dotato di specifica norma per la tutela sociale della maternità
e sull'interruzione volontaria della gravidanza palesarsi sul territorio
regionale una disapplicazione della norma;
per meglio aderire ai principi legislativi nazionali la l.r. n. 47 del
27.12.2016 all'art. 2 commi 3 e 4 prevede delle prescrizioni perentorie, il
comma 3 richiama per le finalità di cui all'articolo 1, entro il termine
perentorio di trenta giorni dall'entrata in vigore della legge, le aziende
sanitarie provinciali (ASF) e le aziende ospedaliere (AO) a provvedere ad
inviare al dipartimento interessato l'elenco completo delle figure
professionali utili agli scopi della legge, l'indicazione puntuale, per
ciascuna figura professionale, della avvenuta dichiarazione dell'obiezione di
coscienza, ora per allora, così come espressamente previsto all'articolo 9
della L. 194/1978;
il comma 4 indica che le ASP e le AO che all'interno della propria
pianta organica non presentano figure professionali non obiettori, nella misura
necessaria a garantire il corretto principio dell'applicazione della legge che
disciplina l'IVG, nei sessanta giorni successivi al termine di cui al comma 3,
devono organizzare il personale ai sensi del comma 1;
sono oramai
trascorsi ulteriori 270 giorni dei 90 previsti e indicati quale termine ultimo
per l'organizzazione del personale necessario al corretto funzionamento della
L. 194/78 -:
quali azioni urgenti hanno intrapreso le A.S.P. e le A.O, per
ottemperare agli obblighi derivanti dalla l.r. n. 47 del 27.12.2016 al fine di
assicurare ogni specifica misura organizzativa necessaria a garantire la
puntuale applicazione delle norme e disposizioni della L. 194/1978.
Nicolò - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il reparto di radiologia dell'ospedale di Locri versa in una condizione
di estrema criticità ascrivibile alla limitata dotazione organica,
insufficiente a garantire tempestive e puntuali risposte agli utenti;
a causa dell'impossibilità di copertura del servizio notturno, la
direzione sanitaria ha stabilito che, nelle ore notturne, i cittadini bisognosi
di urgenti prestazioni radiologiche vengano canalizzati presso l'ospedale di
Polistena;
considerato che: tale disposizione è potenzialmente idonea a
determinare effetti pregiudizievoli per gli assistiti;
l'ospedale di Locri è punto riferimento importante per un vasto bacino
d'utenza dell'area jonica reggina;
ritenuto
che: la radiologia d'emergenza anche e sopratutto, nelle ore notturne è
fondamentale per garantire al paziente un'assistenza completa e tempestiva -:
quali interventi intenda adottare per ripristinare urgentemente nelle
ore notturne il servizio di radiologia del nosocomio di Locri.
(329; 01/12/2017)
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'Asp di Cosenza con delibera 1299 del 4 agosto 2016 ha indetto una
gara a procedura aperta - concessione servizi - affidamento della gestione di
n.1 Residenza Sanitaria Assistenziale "San Francesco di Paola" di
proprietà dell’ Asp di Cosenza sita in San Nicola Arcella - approvazione
capitolato, disciplinare di gara e pubblicazione bando;
con delibera 1389 del 10 luglio 2017 l'Asp di Cosenza ha riaperto i
termini di partecipazione alla gara procedura aperta per la concessione in
gestione della RSA "San Francesco di Paola" sita nel comune di San
Nicola Arcella;
nel bando di gara viene richiamata una normativa ormai non più vigente:
il riferimento al regolamento numero 13/09 in attuazione della legge regionale
n. 24 del 2008 sul mantenimento dei requisiti delle RSA. Tale regolamento
citato nel bando di gara è stato integralmente abrogato e sostituito da un
nuovo regolamento sui requisiti da parte della struttura commissariale con il
D.C.A. n. 81/2016 con oggetto: "Approvazione nuovo regolamento attuativo
della legge regionale
n.24/2008 - approvazione nuovi manuali di autorizzazione e nuovi
manuali di accreditamento";
da ultimo è stata ulteriormente modificata con il D.C.A. n. 118/2017
con oggetto: "Nuovi requisiti minimi per l'autorizzazione e
l'accreditamento e definizione della nuova tariffa massima regionale per la
RSA". Tale ulteriore modifica rende assolutamente superata la previsione
del suddetto bando di gara perché sono stati modificati profondamente i
requisiti organizzativi e le tariffe delle RSA;
in materia
di nomina dei commissari di gara l'articolo 77 Dlgs 50/2016 impone la nomina e
la costituzione della commissione di gara dopo la scadenza del termine fissato
per la presentazione delle offerte. Attualmente alcune nomine risultano essere
state fatte in precedenza rispetto alla nuova scadenza del termine per la
presentazione dell'offerta e perciò in totale contrasto alla normativa articolo
77 Dlgs 50/2016 e alla circolare Anac contenente le Linee guida di attuazione
del Dlgs del 18 aprile 2016 n. 50 -:
quale iniziative urgenti intende adottare affinché venga assicurata la
massima trasparenza e il rispetto delle normative e delle leggi in un settore
di particolare rilievo sociale chiamato a gestire servizi a favore di una
fascia di soggetti non autosufficienti. Quali interventi inoltre intende
adottare per il ripristino della legalità e per assicurare l'espletamento di
una importante gara europea nel pieno rispetto delle norme vigenti.
(331; 11/12/2017)
Nicolò - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la sperimentazione clinica comprende un insieme di studi che riguardano
la determinazione del profilo di tollerabilità e quello
farmacocinetico/metabolico di un farmaco;
per i soggetti afflitti da patologie, questi studi possono includere la
valutazione di indici di efficacia nel caso di farmaci per i quali l'attesa di
un effetto terapeutico giustifica la somministrazione di sostanze che
presentano rischi non accettabili nei volontari sani;
l’Aifa con determina del 19 giugno 2015 sancisce i requisiti minimi
necessari per le strutture sanitarie che eseguono sperimentazioni di fase I;
detta determina, tra l'altro, identifica, in linea generale i
centri/unità reparti clinici nei quali è possibile condurre le sperimentazioni
clinica di fase 1 su pazienti e/o volontari sani;
considerato
che: è fondamentale avviare processi di sperimentazione clinica in una logica
di implementazione della ricerca rivolta ai soggetti afflitti da patologie -:
quali sono le iniziative che si intendono intraprendere per far si che
la sperimentazione clinica possa essere avviata presso il Grande Ospedale
Metropolitano di Reggio Calabria.
(332; 15/12/2017)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
è stato soppresso il presidio ospedaliero ex Scillesi d'America, non
procedendo alla sua riconversione in Casa della Salute;
dunque sono stati rimossi servizi interni al territorio, nonché
indispensabili presidi sanitari quali Cardiologia, Medicina Interna, Oncologia,
Dialisi, Farmacia Territoriale, ppi, laboratorio analisi;
considerato che tali disposizioni privano il territorio del bacino
della Costa Viola da qualsiasi forma di Tutela Sanitaria;
il presidio ospedaliero de quo costituisce l'unico punto di riferimento
per il territorio della Costa Viola e parte dell'area aspromontana, con un
bacino d'utenza di oltre 50 mila abitanti;
ritenuto che tale situazione ostacola il conseguimento dei livelli
essenziali di assistenza, riverberando effetti pregiudizievoli in capo agli
utenti, in spregio del diritto alla salute tutelato costituzionalmente;
Tutto ciò premesso, ricordato e considerato,
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi con urgenza al
fine di garantire il ripristino del presidio ospedaliero de quo.
(104; 07/12/2017) Nicolò
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
tramite decreto regionale 1336 del 9 febbraio 2017 è stato pubblicato
dal dipartimento 7 Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione e Politiche Sociali
un avviso pubblico attraverso cui la Regione Calabria si è impegnata a
finanziare proposte progettuali territoriali da parte di Enti Pubblici per la
realizzazione di percorsi di politica attiva per il lavoro nelle modalità di
tirocini destinati a soggetti precedentemente inseriti nel bacino dei
percettori di mobilità in deroga ed esclusi dal beneficio diretto della
indennità di mobilità in deroga dall’Accordo quadro del 07/12/2016;
l'obiettivo dell'avviso era quello di favorire l'occupabilità di
soggetti, precedentemente inseriti nel bacino dei percettori di mobilità in
deroga, del mercato del lavoro contrastandone la disoccupazione di lunga durata
attraverso l’attuazione di iniziative finalizzate all'utilizzo temporaneo e
straordinario in percorsi di politiche attive, assicurando nel contempo un
sostegno al reddito per i lavoratori ex percettori di mobilità in deroga,
riducendo, al contempo, i tempi di inattività durante la permanenza nello stato
di disoccupazione;
considerato che vi è stato un riscontro positivo dell'iniziativa che ha
visto la partecipazione di moltissimi comuni della Calabria che hanno trovato
nella manifestazione d'interesse un'opportunità per colmare i deficit di
personale dovuti al blocco del turn over nel pubblico impiego;
diversi sindaci della Calabria, registrando la professionalità e
l'impegno dei lavoratori coinvolti nei percorsi di partecipazione attiva, hanno
manifestato pubblicamente la volontà di proseguire l'esperienza con i suddetti
lavoratori oltre la scadenza del precedente avviso;
i lavoratori coinvolti nell'iniziativa hanno trovato estremamente
positiva l'esperienza e auspicano che la stessa possa proseguire con la stessa
durata e le medesime condizioni d'impiego previste nell'avviso pubblico di cui
sopra;
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad individuare nel bilancio
della Regione le somme necessarie per la pubblicazione di un nuovo avviso
pubblico che possa consentire ai comuni della Calabria e ai lavoratori
coinvolti nell'avviso di cui al decreto 1336 del 9 febbraio 2017 di proseguire
nel percorso lavorativo già intrapreso per almeno ulteriori 6 mesi del 2018.
(105; 11/12/2017) Greco
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
il valore della ricerca pubblica costituisce un patrimonio
insostituibile e non si può ulteriormente consentire che si perpetui il disagio
fratto di una costante incertezza che non appare compatibile con la necessità
di un'adeguata progettazione e certezza delle risorse umane;
stante che il governo nazionale si sta facendo carico del disagio che
colpisce il personale afferente agli Enti Pubblici di Ricerca ma, a quanto è
dato riscontrare, le scarse risorse proposte nella Legge di stabilità a supporto
delle procedure di stabilizzazione rischiano di vanificare il meritorio
processo intrapreso;
rilevato che in Calabria, limitandoci al solo CNR, si contano ben 12
strutture presenti, fra istituti e articolazioni territoriali: dalle scienze
neurologiche all'informatica e telematica, dall'inquinamento atmosferico alle
nanotecnologie;
vista la prerogativa in capo all'Assemblea Legislativa Regionale,
relativa alla sua funzione di concorrere a determinare l'indirizzo politico,
sociale ed economico della Regione;
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso la
Commissione Bilancio della Camera, affinché sia congruamente aumentato lo
stanziamento attualmente previsto per gli EPR nel triennio 2018-20 e sia
allargata a tutte le figure professionali coinvolte la platea degli aventi
diritto. Si dispone, altresì, la trasmissione della presente Mozione ai
Senatori e Deputati nazionali componenti la Deputazione Parlamentare calabrese.
(106; 11/12/2017) Bevacqua
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
oramai da molto tempo sì pondera intorno alla necessità di dotare
1intero bacino delle popolazioni ricadenti nell'area del Comune di Nicotera
(VV) di apposito trattamento extra ospedaliero del soccorso attraverso
postazione fissa del servizio di emergenza territoriale 118;
proprio a causa del dato orografico caratterizzante il territorio
succitato unitamente all'oggettivo stato di fatto in cui versa il manto
stradale che collega l’intera area del nicoterese ai più vicini presidi
ospedalieri, non di rado, purtroppo, la salute dei cittadini dell'area
nicoterese rischia di essere posta in pericolo in ragione del notevole lasso di
tempo che necessariamente deve intercorrere tra l'arrivo dei soccorsi ed il
successivo trasporto verso il presidio ospedaliero più idoneo:- sul territorio
di Nicotera (VV) insiste una struttura sanitaria pubblica che potrebbe
facilitare notevolmente l'allocazione dei necessari mezzi e delle relative
risorse umane;
- proprio recentissimamente l'Azienda Sanitaria Provinciale competente
per territorio parrebbe essersi dotata di due nuove autoambulanze;
considerato che la dotazione urgente anche di una singola autoambulanza
provvista delle necessarie apparecchiature tecniche e del relativo personale
sanitario da parte della competente Azienda Sanitaria Provinciale, apparirebbe
in grado di soddisfare simile esigenza che risulta orami essere non più
defettibile e/o procrastinabile;
Le chiedo di voler inserire la presente mozione all'ordine del giorno
della prima seduta utile di Consiglio Regionale affinché lo stesso
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria a voler verificare la necessità
di attivarsi nella direzione che riterrà più opportuna.
(107; 11/12/2017) Pasqua
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nasce, con Regio Decreto,
come Ente Morale nel 1923;
nel 1924 veniva redatto lo Statuto con il quale si attribuivano
all'Ente il compito di coordinare e stimolare l'attività nazionale nei differenti
rami della scienza e delle sue applicazioni, tenere contatti con i vari enti
statali per le questioni scientifiche, istituire laboratori di ricerche di
carattere generale e particolare;
con la fine del secondo conflitto mondiale al CNR vengono attribuite le
funzioni di promuovere, coordinare e disciplinare la ricerca scientifica
italiana;
ad oggi il CNR, ente "generalista" vigilato dal Ministero
dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR), è inserito in un
quadro di Enti pubblici di ricerca (EPR) significativamente diversi tra loro,
tra i quali si annoverano: l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), come
il CNR vigilato dal MIUR;
il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA),
vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali;
l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo
economico sostenibile (ENEA), vigilato dal Ministero dello Sviluppo Economico;
visto: il Decreto Legislativo 4 giugno 2003, n. 127 recante
"Riordino del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), con particolare
riferimento ai seguenti articoli: Articolo 2 (Finalità dell'Ente), comma 1 che
recita: "Il CNR è ente pubblico nazionale con il compito di svolgere,
promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei
principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazioni per
lo sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese,
perseguendo l'integrazione di discipline e tecnologie diffusive ed innovative
anche attraverso accordi di collaborazione e programmi integrati";
Articolo 14 (Istituti) la cui natura e compiti sono così definiti:
" Gli istituti sono le unità organizzative presso le quali si svolgono le
attività di ricerca dell'ente, afferenti ai dipartimenti";
lo Statuto del Consiglio Nazionale delle Ricerche emanato con
provvedimento del Presidente del CNR n. 24 datato 7-4-2015 ed entrato in vigore
il 1° maggio 2015;
richiamato il Contratto Collettivo nazionale di lavoro del personale
non dirigente del comparto delle Istituzioni e degli Enti di Ricerca e
Sperimentazione per il quadriennio normativo 2006-2009;
considerato che: il CNR risulta essere il primo ente di ricerca per
numero di ricercatori: il personale complessivo ammonta ad oltre 8.400 unità
tra ricercatori, tecnologi, tecnici e amministrativi ed è organizzato in 7
dipartimenti e 102 istituti con specializzazione sui principali saperi, con più
di 330 sedi secondarie e laboratori in Italia ed all'estero;
in Calabria sono presenti 12 sedi rappresentative di 102 istituti del
CNR. Nella nostra regione il CNR nelle 12 strutture presenti svolge attività di
ricerca in molteplici settori: ICT (Intelligenza artificiale, Smart City, Big
Data, telecomunicazioni), tecnologia della membrana, protezione idrogeologica,
inquinamento atmosferico, studi atmosferici-ambientali, scienze neurologiche,
bio immagini fisiologia e genetica;
la qualità della ricerca scientifica svolta dagli istituti presenti dal
CNR in Calabria è testimoniata da una produzione scientifica di elevata
qualità, da un numero di pubblicazioni internazionali su riviste di prestigio,
dalla partecipazione a conferenze internazionali e a importanti progetti di
ricerca regionali, nazionali ed europei;
prestano servizio presso le sedi del CNR della Calabria oltre 100
ricercatori, tecnologici, tecnici e amministrativi in forma precaria da molti
anni;
richiamato il Regolamento del Personale del Consiglio Nazionale delle
Ricerche di cui al DPCNR del 4 maggio 2005, n. 0025035, con particolare
riferimento al Titolo III, Capo II (Tempo determinato), Art. 12 ( Criteri
generali);
ricordato che l' 11 marzo 2005 la Commissione europea adottava una
raccomandazione riguardante la Carta Europea dei ricercatori e un codice di
condotta per l'assunzione dei ricercatori;
rilevato che tra i principi contenuti in detta Carta Europea vi è
quello che prevede per i ricercatori contratti di lavoro il più possibile
stabili;
richiamato il Libro bianco "Sulla condizione dei Ricercatori degli
Enti Pubblici di Ricerca un raffronto con i principi della Carta Europea dei
ricercatori" (Associazione Nazionale Professionale per la Ricerca, giugno
2013, II edizione);
rilevato che: nell'appendice n. 3 al richiamato Libro bianco è
consultabile la sezione "Analisi dell'aderenza ai principi della Carta del
CNR e dell'INFN";
con particolare riferimento alle forme contrattuali per i ricercatori
del CNR da detta Analisi si evince che esiste "una quota eccessivamente
alta di Ricercatori con contratti a tempo determinato o con altre forme di
lavoro non stabili. Basti pensare che ad oggi, su un totale di 4024
Ricercatori, ben 447 hanno un contratto a tempo determinato, ossia circa l'll%.
L'instabilità del contratto di lavoro è di grave pregiudizio all'autonomia di
ricerca che ai Ricercatori va assicurata", (fonte: Libro bianco
"Sulla condizione dei Ricercatori degli Enti Pubblici di Ricerca un
raffronto con i principi della Carta Europea dei ricercatori", appendice
n. 3 "Analisi dell'aderenza ai principi della Carta del CNR e dell'INFN",
2013, pp. 34-36);
ad oggi il personale precario presso gli EPR complessivamente ammonta a
circa 10.000 unità, 4.500 presso il CNR;
considerato che:
il CNR risulta essere al primo posto tra enti di ricerca e università
in Italia per numero di famiglie di brevetti (oltre 350);
ed ancora al primo posto nella categoria Terza Missione per numero di
spin off e nei settori di ricerca multidisciplinari in base all'ultima
relazione dell'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e
della Ricerca (ANVUR);
il sistema della ricerca, come rilevato in narrativa, si basa in
percentuale consistente sul lavoro precario di una pletora di operatori della
ricerca (ricercatori, tecnologi, assegnisti, borsisti, amministrativi e
tecnici) i quali non godono della stabilizzazione della propria posizione
lavorativa per periodi di tempo estremamente lunghi (in alcuni casi tale
situazione rischia di superare il 50% dell'intera vita lavorativa delle
persone);
per il perseguimento degli scopi istituzionali, di cui all'articolo 2
dello Statuto, volti a "promuovere e valorizzare ricerche nei principali
settori della conoscenza ... ed a trasferirne e applicarne i risultati per lo
sviluppo scientifico, culturale, tecnologico, economico e sociale del Paese
..." si rende necessario valorizzare, stabilizzandolo, il lavoro e le
professionalità dei numerosissimi precari impegnati nell'attività di ricerca
dell'Ente;
le attività di ricerca pubblica non potrebbero svolgersi senza il
lavoro e le professionalità delle centinaia di precari della ricerca;
la dispersione di queste professionalità, altamente qualificate,
rappresenterebbe pertanto un danno economico rilevante per la ricerca pubblica
e la collettività;
il 22 giugno è entrato in vigore il decreto di riforma del lavoro
pubblico, decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, che mediante l'articolo
20, nel quadro della più ampia delega in materia di riorganizzazione delle
amministrazioni pubbliche di cui alla Legge n. 124/2015, punta al preciso
obiettivo del superamento del precariato in dette amministrazioni;
condivide: la mobilitazione dei lavoratori della ricerca indetta
venerdì 15 dicembre a Roma nell'ottica di superare la precarizzazione del
lavoro e avviare un percorso volto alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro
in essere;
Preso atto dell'avvenuta approvazione da parte del Senato del
"Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio
pluriennale per il triennio 2018-2020", all'interno del quale è iniziato
un percorso destinato al reperimento delle risorse necessarie alla
stabilizzazione negli enti di ricerca;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso il Governo
ed il Parlamento affinché, in vista dell'approvazione della prossima legge di
stabilità, si adottino le opportune iniziative e vengano reperite tutte le
ulteriori risorse necessarie per l'attuazione di misure finalizzate alla
stabilizzazione del personale precario degli enti di ricerca e del CNR in piena
attuazione degli strumenti previsti dall'art. 20 del decreto legislativo 25
maggio 2017, n. 75, nell'ottica di considerare il lavoro e la professionalità
maturata nel corso degli anni da parte di detto personale quale risorsa da
impiegare e valorizzare nella prospettiva dello sviluppo scientifico,
culturale, tecnologico, economico e sociale della Regione Calabria e
dell'intero Paese.
(108; 14/12/2017) Guccione
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
diversi e numerosi sono gli istituti scolastici professionali calabresi
abilitati al rilascio di diploma in tecnico dei servizi sociali;
centinaia sono gli studenti che ogni anno conseguono detto titolo di
studio;
tuttavia, agli stessi è sostanzialmente precluso l'ingresso nel mondo
del lavoro, dal momento che, per conseguire la qualifica OSS, sono considerati
alla stregua di qualunque altro aspirante a detta qualifica, ad onta del titolo
di studio posseduto, e perciò costretti a seguire corsi a pagamento;
tale situazione si appalesa come gravemente discriminatoria, oltre che
penalizzante per i giovani calabresi e lesiva anche della dignità e del ruolo
degli istituti tecnici professionali: già da tempo altre Regioni, da ultimo la
Puglia, hanno ovviato a tale situazione sottoscrivendo specifici accordi tra la
stessa Regione e l'Ufficio scolastico regionale di riferimento, prevedendo
esplicitamente la validità dei diploma in tecnico dei servizi sociali anche
come qualifica in operatore socio-sanitario, mediante un'integrazione del
percorso di studi direttamente nell'istituto scolastico frequentato, con
previsione di un percorso formativo extracurriculare con quota di tirocinio
pratico applicativo di. 450 ore nell'ultimo triennio di studi;
la soluzione indicata pare essere rispettosa della dignità degli
studenti e delle istituzioni scolastiche e, al tempo stesso, sufficiente garanzia
all'ottenimento di una qualificata formazione professionale;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria a intraprendere le iniziative
necessarie ed idonee a consentire l'equiparazione del diploma in tecnico dei
servizi sociali a qualifica in operatore socio-sanitario.
(109; 18/12/2017) Gallo
Il Consiglio regionale
viste:
la delibera di Giunta regionale n. 504 del 31 ottobre 2017, recante
"Rendiconti esercizio 2015 delle disciolte cinque Aziende Territoriali per
l'Edilizia Residenziale Pubblica delle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio
Calabria, Vibo Valentia e Crotone. Trasmissione al Consiglio regionale per gli
atti di competenza";
la delibera del Commissario straordinario n. 922 del 04/09/2017
"Rendiconto esercizio finanziario 2015. Riaccertamento ordinario dei
residui attivi e passivi. Art. 3 co. 4 punto 9.1 allegato 4/2 d.lgs. 118/2011";
la delibera del Commissario straordinario n. 934 del 12/09/2017
"Approvazione Rendiconti consuntivi anno 2015 disciolte Aterp
provinciali";
premesso che:
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante “Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57,
comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie
regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi
dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa
istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 15
aprile al dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva
istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al
Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
con il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 99 del 9 maggio
2016 veniva formalmente costituita la nuova Azienda Territoriale per l'Edilizia
Residenziale Pubblica Regionale, e riconfermato I'Ing. Ambrogio Mascherpa,
quale Commissario Straordinario dell'Aterp unica regionale;
visti:
la legge regionale n. 24 del 2013, recante “Riordino enti, aziende
regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque
denominati, con esclusione del settore sanità", istitutiva dell'Azienda
territoriale per l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente
ausiliario della regione in materia di edilizia residenziale pubblica, con
l'accorpamento delle Aziende regionali per edilizia residenziale;
la legge regionale n. 8/2002 recante “Ordinamento del bilancio e della
contabilità della regione Calabria";
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione
Calabria;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti ha esaminato gli
schemi di rendiconto delle disciolte Aterp e verificato la procedura di
riaccertamento dei residui attivi e passivi eseguita da tutti e cinque
distretti, con apposito verbale per ciascuna di esse, nell'esprimere parere
favorevole per l'approvazione dei rendiconti, ha espresso alcune prescrizioni e
raccomandazioni valide per tutti i cinque distretti:
adottare misure più idonee rivolte ad un maggiore coordinamento tra gli
uffici al fine di rendere più agevole le procedure amministrative e contabili
in uso;
continuare ad incentivare ed implementare l'azione diretta al recupero
e alla regolarizzazione delle morosità nei canoni di locazione;
rendere tempestiva la fase della riscossione dei canoni e soprattutto
pervenire rapidamente alla individuazione dei locatari morosi per quanto
riguarda i canoni di competenza;
procedere ove possibile alla vendita degli alloggi situati in condomini
misti, la cui gestione comporta consistenti esborsi per manutenzione e imposte;
procedere all'aggiornamento continuo del censimento di tutte le unità
immobiliari, al fine di accertare l'effettivo utilizzo da parte degli assegnatari;
si raccomanda inoltre di adottare con tempestività il riconoscimento di
eventuali debiti fuori bilancio, onde evitare interessi e spese di giustizia;
considerato che il dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici,
Mobilità, nel condividere le prescrizioni e le raccomandazioni dell'organo di
revisione, ha attestato la rispondenza del rendiconto alle risultanze della
gestione ed ha formulato parere favorevole all'approvazione del rendiconto
dell'esercizio finanziario 2015, proponendo all'azienda di fare proprie le
osservazioni, le prescrizioni e le raccomandazioni espresse nei verbali acclusi
alla stessa deliberazione;
atteso che il dipartimento Bilancio, con riferimento alle verifiche in
materia di contenimento della spesa, ritiene necessario che il dipartimento Infrastrutture,
in quanto dipartimento che esercita la vigilanza sulle attività delle disciolte
Aterp, nonché sul nuovo ente subentrato Aterp Calabria, adotti distinto
provvedimento amministrativo, dando atto della verifica effettuata, indicando
con precisione il rispetto dei limiti per ciascuna tipologia di spesa, ai sensi
della normativa vigente e garantendo l'eventuale avvio delle procedure
necessarie sia al recupero delle somme indebitamente percepite, sia ai fini
della segnalazione agli Organi inquirenti della Corte dei conti di un eventuale
danno erariale. Il dipartimento, altresì, precisa che l'eventuale mancato
rispetto delle previsioni di legge sul contenimento della spesa, non preclude
l'adozione dei rendiconti;
considerato che il dipartimento Bilancio raccomanda per tutti i cinque
distretti all'Aterp Calabria di procedere alla corretta determinazione del
Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, in occasione della redazione del
rendiconto 2016, nel rispetto della procedura prevista dal principio contabile
4/2 del decreto legislativo n. 118/2011, nonché di attuare quanto necessario
per il recupero dei canoni pregressi al fine di evitare eventuali prescrizioni
degli stessi e l'insorgere di conseguenti danni erariali. In particolare:
per il distretto di Catanzaro, il dipartimento Bilancio raccomanda
all'Aterp Calabria:
di provvedere ad aggiornare correttamente i valori del Fondo
Pluriennale Vincolato, tenendo debitamente conto delle anomalie riscontrate
nella gestione dello stesso nel corso dell'esercizio 2015 da parte della
disciolta Aterp;
di porre in essere quanto necessario alla corretta determinazione della
quota vincolata del risultato di amministrazione in occasione dell'approvazione
del rendiconto di gestione 2016;
per il distretto dì Cosenza, il dipartimento Bilancio raccomanda
all'Aterp Calabria di provvedere all'eliminazione dell'accantonamento riferito
ai fondi di cui al soppresso Comitato per l'Edilizia residenziale;
per i distretti di Reggio Calabria e Vibo Valentia è fatto divieto di
utilizzare l'avanzo di amministrazione fino a quando non provvederà a rendere
congruo il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità;
per il distretto di Crotone il dipartimento Bilancio, nell'evidenziare
il mancato rispetto delle regole contabili, quali il divieto di accertamento
per cassa, per come stabilito dal paragrafo 3.10 del principio contabile
applicato concernente la contabilità finanziaria di cui all'allegato 4/2 del D.
Lgs. n.118/2011, raccomanda al dipartimento Lavori pubblici nonché il Collegio dei
revisori dei conti dell'Aterp di effettuare le dovute verifiche;
atteso che il dipartimento Bilancio ha eseguito per tutti i cinque
distretti apposita istruttoria, e nel ritenere che non sussistano elementi
ostativi all'adozione, da parte della Giunta regionale, dei rendiconti per
l'esercizio 2015
delle disciolte Aterp di Catanzaro, Crotone, Cosenza, Reggio Calabria e
Vibo Valentia, ha rilevato che:
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa, di cui al conto
di bilancio 2015 e il conto del tesoriere;
sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2014, rispetto
a quelli iniziali dell'esercizio 2015;
sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette
"partite di giro";
sussiste la dovuta corrispondenza tra i residui attivi e passivi finali
alla data del 31/12/2015 e le rispettive voci di debito e credito di cui allo
stato patrimoniale dell'ente;
tenuto conto che la delibera di Giunta regionale n. 504 del 31 ottobre
2017 demanda al dipartimento Infrastrutture, Lavori pubblici e Mobilità, in
applicazione all'art. 6 della L.R. n. 43/2016, l'avvio delle procedure
necessarie alla puntuale verifica del rispetto dei limiti di cui alla vigente
normativa sul contenimento della spesa;
rilevato che la seconda Commissione consiliare, nella seduta del 15
novembre 2017, ha approvato i Rendiconti per l’esercizio 2015 delle disciolte
cinque Aziende Territoriali per l'Edilizia Residenziale Pubblica delle province
di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Crotone, e i documenti
ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, i
Rendiconti per l’esercizio 2015 delle disciolte cinque Aziende Territoriali per
l'Edilizia Residenziale Pubblica delle province di Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria,
Vibo Valentia e Crotone e i documenti ad essi allegati, che costituiscono parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
viste:
-
la
delibera di Giunta regionale n. 514 del 10 novembre 2017, recante “Rendiconto esercizio 2016 dell' Azienda
Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica Calabria (Aterp Calabria).
Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di competenza";
-
la
delibera del Commissario straordinario n. 965 del 19/09/2017 "Rendiconto
esercizio finanziario 2016. Riaccertamento ordinario dei residui attivi e
passivi. art. 3 co. 4 punto 9.1 allegato 4/2 d.lgs. 118/2011";
-
la
delibera del Commissario straordinario n. 966 del 19/09/2017 "Rendiconto
esercizio finanziario 2016. Approvazione documenti da trasmettere al Collegio
per il parere";
premesso che:
-
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che
i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento "Bilancio
e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-
la
Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio
regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
-
con il
decreto del Presidente della Giunta regionale n. 99 del 9 maggio 2016 veniva
formalmente costituita la nuova Azienda Territoriale per l'Edilizia
Residenziale Pubblica Regionale, e riconfermato l'Ing. Ambrogio Mascherpa,
quale Commissario Straordinario dell'Aterp unica regionale, e veniva
espressamente previsto che l'Aterp Calabria subentrasse in tutti i rapporti
attivi e passivi esistenti presso le estinte Aterp provinciali, alla data
dell'incorporazione, con effetti civilistici e fiscali retrodatati all’1
gennaio 2016;
visti:
-
la legge
regionale n. 24 del 2013, recante "Riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione del settore sanità", istitutiva dell'Azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione
in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle Aziende
regionali per edilizia residenziale;
-
la legge
regionale n. 8/2002 recante “Ordinamento del bilancio e della contabilità della
regione Calabria”;
-
l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei conti ritiene di
fondamentale importanza che l'Aterp adotti dei provvedimenti più incisivi per
risolvere il problema della morosità, con l'obiettivo di migliorare lo stato
delle entrate e dei risultati dell'azienda. Il Collegio ha verificato la
procedura di riaccertamento dei residui attivi e passivi eseguita dall'azienda,
e nell'esprimere parere favorevole per l'approvazione del rendiconto, ha
espresso alcune prescrizioni e raccomandazioni:
-
adottare
misure più idonee rivolte ad un maggiore coordinamento tra gli uffici al fine
di rendere più agevole le procedure amministrative e contabili in uso;
-
continuare
ad incentivare ed implementare l'azione diretta al recupero e alla
regolarizzazione delle morosità nei canoni di locazione;
-
rendere
tempestiva la fase della riscossione dei canoni e soprattutto pervenire
rapidamente alla individuazione dei locatari morosi per quanto riguarda i
canoni di competenza;
-
procedere
ove possibile alla vendita degli alloggi situati in condomini misti, la cui
gestione comporta consistenti esborsi per manutenzione e imposte;
-
procedere
all'aggiornamento continuo del censimento di tutte le unità immobiliari, al
fine di accertare l'effettivo utilizzo da parte degli assegnatari;
-
si
raccomanda inoltre di adottare con tempestività il riconoscimento di eventuali
debiti fuori bilancio, onde evitare interessi e spese di giustizia.
I revisori, inoltre, invitano l'azienda a predisporre nel più breve
tempo possibile il libro inventario aggiornato di tutti i beni sia mobili che
immobili;
considerato che il dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici,
Mobilità, nel condividere le prescrizioni e le raccomandazioni dell'organo di
revisione, ha espresso parere favorevole all'approvazione del rendiconto
dell'esercizio finanziario 2016;
tenuto conto che il dipartimento Bilancio, con riferimento alle
verifiche in materia di contenimento della spesa, precisa che il dipartimento Infrastrutture
nell'ambito del proprio dovere di vigilanza sulla gestione dell'ente
strumentale, deve verificare il contenimento delle spese sia in fase preventiva
sia in fase di controllo concomitante alla gestione; dunque, lo stesso
dipartimento Bilancio ritiene necessario che il dipartimento Infrastrutture, in
quanto dipartimento che esercita la vigilanza sulle attività dell'Aterp
Calabria, adotti distinto provvedimento amministrativo, dando atto della
verifica effettuata, indicando con precisione il rispetto dei limiti per
ciascuna tipologia di spesa, ai sensi della normativa vigente e garantendo
l'eventuale avvio delle procedure necessarie sia al recupero delle somme
indebitamente percepite, sia ai fini della segnalazione agli Organi inquirenti
della Corte dei conti di un eventuale danno erariale;
rilevato che il dipartimento Bilancio precisa, comunque, che
l'eventuale mancato rispetto delle previsioni di legge sul contenimento della
spesa, non preclude l'adozione del rendiconto;
atteso che il suddetto dipartimento esprime le seguenti raccomandazioni
e prescrizioni:
-
raccomanda
all'Aterp Calabria di procedere in occasione del riaccertamento ordinario 2017
ad applicare correttamente il principio della competenza finanziaria
potenziata, provvedendo alla corretta reimputazione dei residui, in base
all'effettiva esigibilità degli stessi;
-
raccomanda
all'Aterp di provvedere ad aggiornare correttamente i valori Fondo Pluriennale
Vincolato, in conto del bilancio di previsione 2017, provvedendo ad effettuare
le necessarie variazioni di bilancio;
-
raccomanda
all'Aterp Calabria, quale ente subentrato alle disciolte 5 Aterp
provinciali, di attuare quanto
necessario per il recupero dei canoni pregressi al fine di evitare eventuali
prescrizioni degli stessi e l'insorgere di conseguenti danni erariali;
-
prescrive
all'ente, inoltre, con riferimento agli interventi che prevedono lavori per
l'ampliamento e/o la manutenzione del patrimonio immobiliare di scadenzare,
attraverso una attenta attività di programmazione, i relativi impegni di spesa
e accertamenti di entrata, con imputazione agli esercizi in cui è prevista la
realizzazione delle varie fasi degli interventi, sulla base di appositi
cronoprogrammi, nel rispetto di quanto previsto al paragrafo 5.3.1, inerente le
modalità di registrazione delle spese di investimento, di cui al principio
contabile contenuto all'allegato 4/2 del d.lgs. 118/2011;
considerato che il dipartimento Bilancio, nel ritenere che non
sussistano elementi ostativi all'adozione, da parte della Giunta regionale, del
rendiconto per l'esercizio 2016 dell'Aterp Calabria al fine della successiva
presentazione dello stesso al Consiglio regionale, ha rilevato che:
-
sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa, di cui al conto di bilancio 2016
e il conto del tesoriere;
-
sussiste
continuità tra la somma dei residui finali, per come risultanti dai rispettivi
rendiconti 2015 delle disciolte cinque Aterp provinciali, rispetto a quelli
iniziali dell'esercizio 2016;
-
risultano
correttamente transitati nelle risultanze contabili dell'Aterp Calabria, alla
data del 09/05/2016, i residui restanti a seguito della gestione condotta dalle
disciolte Aterp provinciali durante il periodo dal 01/01/2016 al 08/05/2016;
-
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
-
sussiste
la dovuta corrispondenza trai residui attivi e passivi finali alla data del
31/12/2016 e le rispettive voci di debito e credito di cui allo stato
patrimoniale dell'ente;
tenuto conto che la delibera di Giunta regionale n. 514 del 10 novembre
2017 demanda al dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità, in
applicazione all'art. 6 della legge regionale n. 43/2016, l'avvio delle
procedure necessarie alla puntuale verifica del rispetto dei limiti di cui alla
vigente normativa sul contenimento della spesa, richiamando altresì il
Commissario straordinario dell'Aterp ed il dipartimento Infrastrutture al
puntuale rispetto delle prescrizioni fatte dal Collegio dei revisori dei conti
e dal dipartimento Bilancio, con particolare riferimento all'attuazione delle
procedure atte al contrasto della morosità e al recupero dei canoni di
locazione pregressi, al fine di evitare la prescrizione degli stessi e
l'insorgere di conseguenti danni erariali;
rilevato che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 30
novembre 2017, ha approvato il Rendiconto per l’esercizio 2016 dell' Azienda
Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica Calabria (Aterp Calabria) e i
documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della I.r. n. 8/2002, il
Rendiconto per l’esercizio 2016 dell' Azienda Territoriale Edilizia
Residenziale Pubblica Calabria (Aterp Calabria) e i documenti ad essi allegati,
che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
viste:
la delibera di Giunta regionale n. 513 del 10
novembre 2017, recante: "Rendiconto esercizio 2016 Azienda Calabria Lavoro
- Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di competenza";
il decreto n. 51 del 08.09.2017 del
Commissario straordinario di Azienda Calabria Lavoro, con cui si è provveduto
ad approvare il riaccertamento ordinario dei residui;
il decreto del Commissario straordinario di
Azienda Calabria Lavoro n. 52 del 20.09.2017 di approvazione del Rendiconto
consuntivo esercizio 2016;
premesso che:
-
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che
i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento "Bilancio
e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-
la
Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio
regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
-
la
Giunta regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato
della Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera
n. 442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
visti:
la legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5,
che ha istituito Azienda Calabria Lavoro;
la legge regionale n. 8/2002 recante
"Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria";
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello
Statuto della regione Calabria;
l'art. 3, comma 7 del d.lgs. n. 118/2011, per
come modificato e integrato da d.lgs. 126/2014;
considerato che il Collegio dei revisori dei conti, nell'esprimere
parere favorevole all'approvazione del conto consuntivo ed al riaccertamento
straordinario dei residui dell'Azienda, raccomanda:
-
di richiedere
tempestivamente e formalmente al competente dipartimento regionale lo
stanziamento annuale di tutte le somme occorrenti per il funzionamento
dell'Azienda ai sensi dell'art. 9 dello Statuto;
-
di non
utilizzare la quota disponibile dell'avanzo di amministrazione, applicato al
bilancio di previsione 2017, fino a quando non sarà approvato dalla Giunta
regionale il rendiconto dell'esercizio 2016;
considerato che il dipartimento Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione
e Politiche del Lavoro ha espresso parere favorevole all'approvazione del
consuntivo esercizio 2016, specificando che sono stati rispettati i limiti di
spesa prescritti dalla vigente normativa in materia di spending review;
tenuto conto che il dipartimento Bilancio, nell'istruttoria di
competenza, raccomanda all'Ente di provvedere alla correzione delle modalità di
rilevazione contabile, allocando correttamente nelle "partite di
giro" le ritenute e ì corrispondenti versamenti degli oneri fiscali e
previdenziali conseguenti sia alla gestione dei rapporti di lavoro del
personale dipendente, sia ad eventuali prestazioni d'opera da parte di
lavoratori autonomi. Lo stesso dipartimento ha altresì rilevato che:
-
sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del tesoriere;
-
sussiste
continuità trai residui finali dell'esercizio 2015 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2016;
-
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
-
sussiste
corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio;
-
sussiste
la quadratura tra il saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce
"disponibilità liquide" della parte attiva dello Stato patrimoniale;
-
risulta
formalmente corretta la determinazione del fondo pluriennale vincolato alla data
del 31/12/2016;
-
risultano
correttamente determinate le quote accantonate e vincolate del risultato di
amministrazione;
-
a
conclusione della relazione istruttoria, ritiene possibile procedere alla
trasmissione del rendiconto dell'Azienda per l'esercizio 2016 da parte della
Giunta regionale al Consiglio regionale;
rilevato che la seconda Commissione consiliare, nella seduta del 30
novembre 2017, ha approvato il Rendiconto per l’esercizio 2016 di Azienda
Calabria Lavoro e i documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002, il
Rendiconto per l’esercizio 2016 di Azienda Calabria Lavoro e i documenti ad
essi allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione.
IL Consiglio regionale,
viste:
la deliberazione di Giunta regionale n. 567 del 23 novembre 2017,
recante: “Rendiconto esercizio 2016 - Agenzia Regionale per la protezione
dell'Ambiente della Calabria. Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti
di competenza";
la deliberazione del Commissario straordinario dell'Agenzia per la
protezione dell'Ambiente della Calabria n. 661 del 11.09.2017 di
"Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2016.
Reimputazione e determinazione del FPV";
le deliberazioni del Commissario straordinario dell'Agenzia n. 662 del
11/09/2017 e n. 716 del 25/09/2017, con le quali si è provveduto
rispettivamente ad approvare il rendiconto finanziario di gestione per
l’esercizio 2016 e gli schemi economico - patrimoniali del conto consuntivo
esercizio 2016;
premesso che:
la legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del
bilancio e della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57,
comma 7, dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie
regionali sono presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi
dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa
istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 15
aprile al dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva
istruttoria di propria competenza;
la Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al
Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
la Giunta regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio
consolidato della Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali
entro la scadenza prevista dal decreto legislativo n. 118/2011, con delibera n.
442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali in contabilità finanziaria disponendo,
per i rendiconti non ancora approvati, l'invio da parte dei dipartimenti che esercitano
la vigilanza sulle attività degli enti, dei documenti contabili, previa
istruttoria conclusa con parere motivato, al dipartimento Bilancio e la
trasmissione, da parte del dipartimento Bilancio, dell'istruttoria di propria
competenza alla giunta regionale;
visti:
la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 recante "Istituzione
dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria -
ARPACAL;
la legge regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e
della contabilità della regione Calabria";
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione
Calabria;
il d.lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato dal d. lgs.
126/2014;
tenuto conto che il Comitato di indirizzo regionale dell'ARPACAL, con
verbale del 13 novembre 2017, ha espresso parere favorevole su bilancio
consuntivo riferito all'esercizio 2016;
considerato che il Revisore unico dei conti:
con verbale dell'11 settembre 2017, ha rilasciato parere favorevole per
l'approvazione del rendiconto per l'esercizio finanziario 2016;
con successivo verbale datato 25 settembre 2017, l'organo di controllo,
oltre ad aver verificato che il bilancio rispetta le disposizioni normative
regionali previste in materia di "spending review" ed assolve
completamente agli obblighi per la realizzazione degli obiettivi annuali di
finanza pubblica, ha espresso parere favorevole in relazione all'approvazione
degli schemi economico patrimoniali del conto consuntivo esercizio 2016;
considerato che il dipartimento Ambiente, a conclusione dell'istruttoria
di competenza, nel rilevare il sostanziale rispetto delle misure di
contenimento della spesa previste dalla vigente normativa, ha espresso parere
favorevole in relazione al conto consuntivo esercizio 2016 dell'ARPACAL;
considerato che il dipartimento Bilancio, nell'istruttoria di
competenza, ha analizzato il risultato di amministrazione conseguito dall'ente,
alla luce delle nuove regole contabili introdotte dalla riforma
dell'armonizzazione dei bilanci, al fine di evidenziare se, al netto delle quote
accantonate, vincolate e destinate agli investimenti, sussista un effettivo
avanzo di amministrazione in termini di una quota disponibile, posto che
qualora risulti negativa l'ente si troverà in disavanzo. Il dipartimento ha,
altresì, verificato le dovute corrispondenze tra le risultanze del conto
economico e dello stato patrimoniale dell'ARPACAL rispetto alle risultanze
contabili di cui al Conto del bilancio 2016, ed a conclusione dell’istruttoria
ha rilevato che:
sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del
tesoriere;
sussiste continuità tra i residui finali dell'esercizio 2015 rispetto a
quelli iniziali dell'esercizio 2016;
risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo Pluriennale
Vincolato, nonché l'adeguatezza del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità alla
data del 31/12/2016;
risultano correttamente determinate le quote accantonate e vincolate
del risultato di amministrazione;
sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel
conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra
residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché
con riferimento al conto economico la corrispondenza tra impegni in conto
competenza e costi e tra accertamenti e ricavi;
non sussistano elementi ostativi all'adozione, da parte della Giunta
Regionale, del rendiconto per l'esercizio 2016 dell'ARPACAL, al fine della
successiva presentazione dello stesso Consiglio regionale;
preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 6
dicembre 2017, ha approvato il Rendiconto dell’esercizio 2016 dell’Agenzia
regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) ed i
documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della I.r. n. 8/2002, il
Rendiconto dell’esercizio 2016
dell’Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria
(ARPACAL) ed i documenti ad essi allegati, che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
viste:
la
deliberazione di Giunta regionale n. 568 del 23 novembre 2017, recante:
“Rendiconti esercizio 2015 e 2016 dell'Azienda Calabria Verde -Trasmissione al
Consiglio regionale per gli atti di competenza”;
le
deliberazioni del Commissario straordinario dell'Azienda Calabria Verde n. 239
del 20/09/2017 recante: “Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi
anno 2015", n. 284 del 13/10/2016 di approvazione del Rendiconto generale
2015 e n. 382 del 26/09/2017 recante: "Rettifica rendiconto 2015 e
applicazione del conseguente disavanzo di amministrazione in conto della
gestione provvisoria del bilancio di previsione 2016”;
le
deliberazioni dei Commissario straordinario dell'Azienda Calabria Verde n. 383
del 26/09/2017 recante: “Rendiconto generale 2016 - riaccertamento ordinario
dei residui attivi e passivi ex art. 3 del d.lgs. n. 118/2011” e n. 384 del
26/09/2017 di approvazione del Rendiconto generale 2016;
premesso che:
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 7, dispone che
i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento "Bilancio
e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la
Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio
regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
la
Giunta regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato
della Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera
n. 442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo ai dipartimenti
vigilanti riguardanti le modalità e i tempi per l'approvazione dei rendiconti
degli enti strumentali in contabilità finanziaria disponendo, per i rendiconti
precedenti al 2016 (ove non approvati), la trasmissione dei documenti contabili
da parte dei dipartimenti che esercitano la vigilanza sulle attività degli
enti, previa istruttoria conclusa con parere motivato, al dipartimento Bilancio
e l'invio, da parte di quest'ultimo, delle verifiche di propria competenza alla
Giunta regionale;
visti:
la legge
regionale 16 maggio 2013, n. 25, che ha istituito Azienda Calabria Verde;
la legge
regionale n. 8/2002 recante “Ordinamento del bilancio e della contabilità della
Regione Calabria";
l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
il D.
Lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato dal d.lgs. 126/2014;
considerato che il Revisore unico dei conti:
con
verbale n. 4 del 22/11/2017, esprime parere favorevole all'approvazione del
rendiconto 2015 di Azienda Calabria Verde, concordando con le raccomandazioni
del dipartimento Bilancio;
con
verbale n. 5 del 23/11/2017, esprime parere favorevole all'approvazione del
rendiconto 2016 di Azienda Calabria Verde, concordando con le raccomandazioni
del dipartimento Bilancio;
considerato che con delibera di Giunta
regionale n. 94 del 17 marzo 2017 recante "Coordinamento strategico di
società fondazioni ed enti – ridefinizione funzioni e attività delle strutture
amministrative", si è disposto che la vigilanza sull'Azienda spetta al
dipartimento Presidenza d'intesa con il dipartimento Agricoltura per le
attività antecedenti al 1 gennaio 2017, i dipartimenti vigilanti:
hanno
espresso parere favorevole al rendiconto 2015 dell'Azienda, così come
risultante a seguito delle rettifiche apportate dal Commissario Straordinario
nella determinazione del risultato di amministrazione. Riguardo la verifica del
rispetto delle norme in materia di spending review per l'esercizio 2015, i
dipartimenti rimandano la verifica delle stesse ad un successivo atto, stante
l'attuale difficoltà di definire i relativi limiti, poiché non esistono serie
storiche annuali dei costi sostenuti ai quali fare riferimento per le suddette
verifiche, atteso che l'Azienda ha iniziato ad operare a decorrere dall'1
aprile 2014;
hanno
espresso parere favorevole al rendiconto 2016 dell'Azienda. Riguardo la
verifica del rispetto delle norme in materia di spending review per l'esercizio
2016, stante l'urgenza di procedere al completamento delle procedure inerenti
l'approvazione del bilancio consolidato della regione, i dipartimenti rimandano
le relative verifiche ad un successivo atto, in considerazione del fatto che
l'assenza delle stesse non pregiudica l'approvazione del rendiconto;
considerato che il dipartimento Bilancio,
relativamente al rendiconto 2015:
- a
seguito dei controlli eseguiti, ha rilevato degli errori riguardo al computo
del risultato di amministrazione 2015, superati a seguito dell'adozione della
delibera del Commissario straordinario che ha provveduto ad apportare le dovute
rettifiche;
- auspica
che, relativamente alle risorse afferenti al POR Calabria FESR 2007/2013
assegnate ad Azienda Calabria Verde, nell'ambito del "programma di
interventi per potenziare il sistema regionale di previsione e prevenzione dei
rischi", per le quali il dipartimento Infrastrutture ha richiesto la
restituzione in un'unica soluzione di un importo pari ad euro 69.168.946,92,
stante la mancata rendicontazione delle risorse, il dipartimento Infrastrutture
possa considerare la possibilità di accordare all'Azienda una diversa modalità
di restituzione, posto che l'esborso conseguente al pagamento in unica
soluzione, determinerebbe delle conseguenze irreparabili sugli equilibri di
bilancio dell'ente, in termini di un sicuro dissesto finanziario, nonché
conseguenze sugli equilibri contabili dello stesso bilancio della Regione Calabria;
- raccomanda
all'Azienda di predisporre quanto necessario, in conto dei successivi
rendiconti, per l'accantonamento delle risorse da destinare alla restituzione
dei fondi in questione;
rileva
che:
- sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del tesoriere;
- sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
- sussiste,
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2014, rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2015;
- è
stato adeguatamente rideterminato il risultato di amministrazione 2015, a
seguito delle rettifiche apportate alla consistenza dei residui, riportando ad
adeguati canoni di veridicità le risultanze contabili dell'Azienda, nel
rispetto del principio contabile di matrice europea del "true and fair
view", ovvero ricerca nei dati contabili di bilancio delle reali
condizioni di natura economica, patrimoniale e finanziaria dell'ente;
- risulta
formalmente corretta, sulla base delle risultanze contabili approvate
dall'ente, alla data del 31/12/2015, la determinazione del Fondo Pluriennale
Vincolato e del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, nonché la quota
accantonata e vincolata del risultato di amministrazione;
- sussiste
corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui
attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e i debiti;
- non
sussistano elementi ostativi all'adozione, da parte della Giunta regionale, del
rendiconto per l'esercizio 2015 dell'Azienda Calabria Verde, al fine della
successiva presentazione al Consiglio regionale;
tenuto conto che il dipartimento Bilancio,
relativamente al rendiconto 2016:
evidenzia
che l'azienda, relativamente alle risorse POR Calabria FESR 2007/2013, ha
correttamente accantonato in conto del risultato di amministrazione 2016 una
parte di risorse finalizzate proprio all'attuazione di un piano di rientro per
la restituzione dei suddetti fondi europei;
raccomanda
l'ente di verificare puntualmente quale sia l'effettivo ammontare dei debiti
ancora da ripianare, relativi alle attività realizzate nel settore della forestazione
nell'esercizio 2014, in rapporto alle risorse previste dalla legge di
assestamento del bilancio 2015 (l.r. n. 27/2015, art. 8, comma 1) al fine di
quantificare, in base all'ammontare dei debiti in questione non ancora pagati,
l'importo del suddetto fondo e, a seguito di ciò, provvedere a definire il
relativo accantonamento in conto del risultato di amministrazione
dell'esercizio 2017;
rileva
che:
- sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del tesoriere;
- sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
- sussiste,
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2015, rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2016;
- risulta
formalmente corretta, sulla base delle risultanze contabili approvate
dall'ente, alla data del 31/12/2016, la determinazione del Fondo Pluriennale
Vincolato e del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, nonché la quota
accantonata e vincolata del risultato di amministrazione;
- sussistono
le dovute corrispondenze tra i valori della contabilità finanziarie e le
conseguenti scritture economico-patrimoniali di cui al conto economico e allo
stato patrimoniale;
- non
sussistano elementi ostativi all'adozione, da parte della Giunta regionale, del
rendiconto per l'esercizio 2016 dell'Azienda Calabria Verde, al fine della
successiva presentazione al Consiglio regionale;
tenuto conto che la deliberazione di Giunta
regionale n. 568 del 23 novembre 2017 demanda al dipartimento Presidenza e al
dipartimento Agricoltura l'avvio delle procedure necessarie alla puntuale
verifica del rispetto dei limiti di cui alla vigente normativa sul contenimento
della spesa, richiamando altresì il Commissario straordinario al puntuale
rispetto delle prescrizioni fatte dal Collegio dei revisori e dal dipartimento Bilancio;
preso atto che la Seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 6 dicembre 2017, ha approvato i rendiconti 2015 e
2016 dell’Azienda Calabria Verde ed i documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della
l.r. n. 8/2002, i Rendiconti per gli esercizi 2015 e 2016 dell'Azienda Calabria
Verde e i documenti ad essi allegati, che costituiscono parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
viste:
la delibera di Giunta regionale n. 487 del 31
ottobre 2017, recante: “Rettifica della DGR 449/2017 e modifica del bilancio
consolidato dell'anno 2016 della Regione Calabria approvato in data 29.9.2017 -
art. 68 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118";
la delibera di Giunta regionale n. 449 del 29
settembre 2017, recante: “Aggiornamento degli elenchi contenenti i componenti
del ‘Gruppo amministrazione pubblica’ e del ‘Gruppo Regione Calabria’ e
approvazione del bilancio consolidato dell'anno 2016 della Regione Calabria -
art. 68 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 - Proposta di
deliberazione consiliare”;
rilevato che con delibera di Giunta regionale
n. 559 del 28 dicembre 2016, sono stati approvati gli elenchi dei soggetti
componenti il Gruppo Amministrazione pubblica e Gruppo Regione Calabria, al
fine di consentire la predisposizione del Bilancio consolidato, ai sensi
dell'allegato 4/4 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118;
visti:
l'articolo 68, comma 1, del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118 recante "Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli i e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42", che disciplina la predisposizione da parte
della Regione del Bilancio consolidato con i propri enti ed organismi
strumentali, aziende, società controllate e partecipate;
l'articolo 68, comma 2, del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118, ai sensi del quale gli enti strumentali, le
aziende e le società considerate nel bilancio consolidato della regione
costituiscono il "Gruppo della Regione";
l'allegato 11 al decreto legislativo n.
118/2011, denominato "Schema di bilancio consolidato";
preso atto che:
la Corte dei conti, con deliberazione n.
97/2017, ha parificato il rendiconto generale della Regione Calabria nelle sue
componenti del conto del bilancio e dello stato patrimoniale e del conto
economico, con alcune esclusioni;
al fine di ottemperare alle disposizioni
della magistratura contabile, è stato necessario modificare il conto consuntivo
dell'anno 2016, il conto economico e lo stato patrimoniale approvato con
Delibera di Giunta regionale n. 167/2017;
le modifiche apportate al rendiconto 2016 a
seguito del giudizio di parifica hanno inciso sulle risultanze confluite nel
conto consolidato, e conseguentemente è stato necessario modificare il bilancio
consolidato approvato con delibera di Giunta regionale n. 449/2017;
con legge regionale 17 novembre 2017, n. 43 è
stato approvato il Rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2016;
ai sensi del comma 8 dell'art. 11 del decreto
legislativo n. 118/2011, contestualmente al Rendiconto generale relativo
all'esercizio finanziario 2016, è stato approvato il rendiconto consolidato,
comprensivo dei risultati del Consiglio regionale;
l'allegato 4/4 del decreto legislativo n.
118/2011, denominato "Principio contabile applicato concernente il
bilancio consolidato", stabilisce i criteri per la redazione del bilancio
consolidato al fine di rappresentare in maniera veritiera e corretta la situazione
patrimoniale, finanziaria e reddituale di tutti i soggetti che insieme
all'Amministrazione regionale rientrano nel cosiddetto perimetro di
consolidamento;
considerato che ai sensi del comma 4
dell'art. 68 del decreto legislativo n.118/2011, al bilancio consolidato del
Gruppo Regione sono allegati la relazione sulla gestione che comprende la nota
integrativa e la relazione del Collegio dei revisori dei conti;
tenuto conto che il Collegio dei revisori dei
conti della Regione Calabria, con verbale n. 184 del 6 dicembre 2017, ha
espresso parere favorevole sulla Delibera di Giunta regionale n. 487 del 31
ottobre 2017;
rilevato che la seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 14 dicembre 2017, ha approvato l’aggiornamento
degli elenchi contenenti componenti del "Gruppo amministrazione
pubblica" e del "Gruppo Regione Calabria" e il bilancio
consolidato dell'anno 2016 della Regione Calabria, ai sensi dell’articolo 68
del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118;
delibera
l’aggiornamento degli elenchi contenenti componenti
del "Gruppo amministrazione pubblica" e del "Gruppo Regione
Calabria" e il bilancio consolidato dell'anno 2016 della Regione Calabria,
ai sensi dell’articolo 68 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, che
formano parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
viste:
la Decisione C(2015)8314 final del 20
novembre 2015, con cui la Commissione europea ha approvato il Programma di
Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Calabria ai fini della concessione di un
sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, per il
periodo di programmazione 2014-2020;
la Delibera di Giunta regionale n. 4 del 18
gennaio 2016 recante: "Presa d'atto della decisione della Commissione
europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale 2014 - 2020 (FEASR)
della Regione Calabria e istituzione del Comitato di Sorveglianza”;
la Deliberazione del Consiglio regionale n.
99 del 23 febbraio 2016 avente oggetto: "Presa d'atto della decisione
della Commissione europea di approvazione del Programma di Sviluppo Rurale
2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria e istituzione del Comitato di
Sorveglianza";
la Decisione C(2017)3559 final del 19 maggio
2017, con cui la Commissione europea ha approvato la modifica del Programma di
Sviluppo Rurale della Regione Calabria ai fini della concessione di un sostegno
da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale che modifica la
decisione di esecuzione C(2015)8314 della Commissione;
la Delibera di Giunta regionale n. 419 del 29
settembre 2017, recante: "Presa d'atto della Decisione C(2017)3559 final
del 19 maggio 2017 della Commissione europea di approvazione del Programma di
Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria";
la Deliberazione del Consiglio regionale n.
246 del 26 ottobre 2017 avente oggetto: "Presa d'Atto della Decisione
C(2017)3559 final del 19 maggio 2017 della Commissione europea di approvazione
del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione
Calabria";
considerato che a seguito di richiesta della
Regione Calabria, la Commissione europea, nel rispetto di quanto previsto ai
sensi dell'art. 11, lett. a), punto iii) del Regolamento (UE) n. 1305/2013, con
Decisione C(2017) 7520 final del 10 novembre 2017, ha approvato la modifica del
Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria ai fini della concessione
di un sostegno da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e che
modifica la decisione di esecuzione C(2015)8314 della Commissione;
vista la legge regionale 12 ottobre 2016, n.
30 "Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla
formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione";
visti:
il Regolamento (UE) n. 1303/2013 del
Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante disposizioni
comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul
Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul
Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di
coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga
il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio;
il Reg. (UE) n. 1305/2013 del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo Sviluppo
Rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e che
abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio;
il Reg. (UE) n. 1306/2013 del Parlamento
europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul finanziamento, sulla gestione
e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga i regolamenti
del Consiglio (CEE) n.352/78, (CE) n. 165/94, (CE) n. 2799;
il Reg. (UE) n. 1310/2013 del Parlamento
europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, che stabilisce alcune disposizioni
transitorie (secondo gruppo di regole) sul sostegno allo sviluppo rurale da
parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), modifica il
regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto
concerne le risorse e la loro distribuzione in relazione all'anno 2014 e
modifica il regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio e i regolamenti (UE)
n.1307/2013, (UE) n. 1306/2013 e (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo;
il Reg. (UE, EURATOM) n. 1311/2013 del
Consiglio del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale
per il periodo 2014-2020;
il Reg. Delegato (UE) n. 807/2014 della
Commissione dell' 11 marzo 2014, che integra talune disposizioni del
regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio sul
sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurale (FEASR);
il Reg. di Esecuzione (UE) n. 808/2014 della
Commissione del 17 luglio 2014, recante modalità di applicazione del
regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio sul
sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo
sviluppo rurale (FEASR);
il Reg. di Esecuzione (UE) n. 908/2014 della
Commissione del 6 agosto 2014 recante modalità di applicazione del regolamento
(UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda
gli organismi pagatori e altri organismi, la gestione finanziaria la
liquidazione dei conti, le norme sui controlli, le cauzioni e la trasparenza;
visti i seguenti allegati:
Allegato A: Decisione C(2017) 7520 final, del
10 novembre 2017, di approvazione della modifica al PSR Calabria 2014-2020;
Allegato B: Programma di Sviluppo Rurale
Calabria 2014-2020
che costituiscono parte integrante della
presente deliberazione;
considerata l'importanza e la positività
della Decisione della Commissione europea di modifica del PSR, la quale
genererà effetti sull'allocazione delle risorse FEASR ai diversi PSR italiani;
la modifica trae origine dall'intesa, raggiunta in seno alla Conferenza
Stato-Regioni, in merito alla riprogrammazione solidale delle risorse FEASR
2014-2020 a sostegno delle regioni dell'Italia centrale colpite dagli eventi
sismici del 2016. L'intesa prevede di applicare una decurtazione del 3% agli
importi FEASR delle annualità 2018, 2019, 2020 dei PSR italiani (con
l'eccezione delle Regioni beneficiarie del trasferimento di solidarietà); per
quanto riguarda la Calabria, il PSR 2014- 2020 è ridotto della somma totale di
euro 14.251.239,67 di spesa pubblica, di cui 8 milioni e 622 mila euro di quota
FEASR;
considerato che la dotazione finanziaria
totale, anche a fronte delle decurtazioni proposte riguardanti interventi
sovrastimati o in ritardo attuativo, rimane cospicua e idonea a garantire
l'efficace attuazione del programma;
rilevato che la Seconda Commissione
consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto nella seduta del 14
dicembre 2017;
delibera
di prendere atto della Decisione della
Commissione europea C(2017)7520 final del 10 novembre 2017 di modifica del
Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 (FEASR) della Regione Calabria (Allegato
A), che costituisce parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione;
di approvare la modifica al Programma di
Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Calabria (Allegato B), che costituisce
parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Art. 1
(Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio
derivanti
da sentenze esecutive)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione
dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,degli enti
locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio
2009, n.42), è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della
Regione Calabria derivanti da sentenze e altri titoli esecutivi non ancora
oggetto di procedura esecutiva già
contabilmente regolarizzata per la
complessiva somma di 32.562,70 euro per come dettagliato nella tabella allegata
al numero 1 per far parte integrante e sostanziale della presente legge.
Art. 2
(Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da acquisto di beni e
servizi senza il preventivo impegno di spesa)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1,lettera e) del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118, è riconosciuta la legittimità dei debiti
fuori bilancio della Regione Calabria derivante da acquisto di beni e servizi
senza il preventivo impegno di spesa per la complessiva somma di 329,66 euro
per come dettagliato nella tabella allegata al numero 2 per far parte
integrante e sostanziale della presente legge.
Art. 3
(Copertura
finanziaria)
1. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori
bilancio di cui all’articolo 1 si provvede per l’importo corrispondente a
32.562,70 euro con le risorse allocate al
Programma U.20.03 “Altri fondi” dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2017, per come indicato nella tabella allegata al numero 1.
2. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori
bilancio di cui all’articolo 2, si provvede per l’importo corrispondente a
329,66 euro con le risorse allocate al Programma U.20.03 “Altri fondi” dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2017, per come indicato nella
tabella allegata al numero 2.
3. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio
annuale 2017 e pluriennale 2017-2019 approvato con legge regionale 27 dicembre
2016, n. 45 (Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli
anni 2017-2019), istituendo appositi capitoli di bilancio nell’ambito del
documento tecnico approvato con D.G.R. n. 554 del 28 dicembre 2016, nonché a
compiere tutti gli atti necessari all’attuazione di quanto previsto nei
precedenti articoli.
Art. 4
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio
derivanti
da sentenze esecutive)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 73,
comma 1, lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione
dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti
locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio
2009, n. 42) e successive modifiche ed
integrazioni, è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della
Regione Calabria derivanti da sentenze e altri titoli esecutivi non ancora
oggetto di procedura esecutiva già contabilmente regolarizzata per la
complessiva somma di euro 21.640,76, per come dettagliato nella tabella
allegata al n. 1 per far parte integrante e sostanziale della presente legge.
2. Ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 73,
comma 1, lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche ed integrazioni è
riconosciuta la legittimità del debito fuori bilancio della Regione Calabria derivante
da sentenza esecutiva oggetto di procedura esecutiva già contabilmente
regolarizzata, per la complessiva somma di euro 4.800,00, per come dettagliato
nella tabella allegata al n. 2 per far parte integrante e sostanziale della
presente legge.
Art.
2
(Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti
da
acquisto di beni e servizi senza il preventivo impegno di spesa)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell'articolo 73, comma 1, lett. e) del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche ed integrazioni, è
riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivante
da acquisto di beni e servizi senza il preventivo impegno di spesa per la
complessiva somma di euro 558,00, per come dettagliato nella tabella allegata
al n. 3 per far parte integrante e sostanziale della presente legge.
Art.
3
(Copertura
finanziaria)
1. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori
bilancio, di cui al comma 1 dell’articolo 1, si provvede per l'importo
corrispondente a euro 21.640,76 con le risorse allocate al Programma U.20.03
“Altri fondi” dello stato di previsione della spesa del bilancio 2017, per come
indicato nella tabella allegata al n. 1.
2. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori
bilancio, di cui al comma 2 dell’articolo 1, trattandosi di procedure esecutive
pagate e quietanzate dal tesoriere regionale in qualità di terzo pignorato,
soggette a regolarizzazione contabile, si è già provveduto per l’importo
corrispondente (euro 4.800,00) con DGR n. 435 del 29.9.2017, DGR n.480 del
19.10.2017 e conseguente decreto di impegno n. 12335 dell’8.11.2017, per come
indicato nella tabella allegata al n. 2. Alla copertura finanziaria degli oneri
derivanti dal riconoscimento del debito fuori bilancio si è provveduto con le
risorse allocate al Programma U.01.11 “Altri servizi generali” (per un importo
pari ad euro 4.790,00) e al Programma U.01.03 “Gestione economica, finanziaria,
programmazione e provveditorato” (per un importo pari ad euro 10,00).
3. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori
bilancio di cui all'articolo 2, si provvede per come indicato nella tabella
allegata al n. 3 per l’importo corrispondente (euro 558,00) con le risorse
allocate al Programma U.20.03 “Altri fondi” dello stato di previsione della
spesa del bilancio 2017.
4. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al
bilancio annuale 2017 e pluriennale 2017-2019 approvato con legge regionale 27
dicembre 2016, n. 45 (Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria
per gli anni 2017-2019), istituendo appositi capitoli di bilancio nell’ambito
del documento tecnico approvato con D.G.R. n. 554 del 28 dicembre 2016 nonché a
compiere tutti gli atti necessari all’attuazione di quanto previsto nei
precedenti articoli.
Art.
4
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione n. 75 del 24 novembre 2017, con la quale
l’Ufficio di Presidenza ha proposto all’Assemblea Consiliare l’approvazione del
bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2018 - 2020;
visto il decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante "Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42", per come modificato dal decreto legislativo
10 agosto 2014, n. 126, e in particolare:
l'articolo 10, comma 1,
che dispone che il bilancio di previsione finanziario è almeno triennale, ha
carattere autorizzatorio ed è aggiornato annualmente in occasione della sua
approvazione;
l'articolo 11, che
disciplina la redazione degli schemi di bilancio;
l'articolo 18 bis, comma
2, che prevede la presentazione del piano degli indicatori di bilancio, che è
parte integrante dei documenti di bilancio di ciascuna amministrazione
pubblica;
l'articolo 67 che, al
comma 1, ribadisce l'autonomia contabile del Consiglio regionale che deve
essere assicurata dalle Regioni, sulla base delle disposizioni statutarie, e,
al comma 2, prevede che il Consiglio adotta il medesimo sistema contabile degli
schemi di bilancio della Regione, adeguandosi ai principi contabili generali ed
applicati, allegati al d. lgs. n.118/2011;
l’articolo 72, comma 1,
con cui vengono assegnati al Collegio dei revisori della Regione i compiti di
vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione
della Regione, delle sue articolazioni organizzative dotate di autonomia
contabile e di bilancio, compreso il Consiglio regionale ove questo non sia
dotato di un proprio organi di revisione;
visti:
lo Statuto regionale
approvato con legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 e ss.mm.ii., ed in
particolare l'articolo 23;
il nuovo Regolamento
interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale approvato con deliberazione consiliare n. 190
del 4 maggio 2017, che ha recepito i principi introdotti dal d.lgs. n.118/2011
e ss.mm.ii.;
i principi contabili
applicati e gli schemi di bilancio allegati al d. lgs. n.118/2011 e ss.mm.ii.;
visto
lo schema di bilancio di previsione finanziario per gli anni 2018-2019-2020,
redatto sulla base degli schemi di cui all'allegato 9 del d.lgs. n.118/2011;
esaminato, altresì, il bilancio di
previsione del Consiglio regionale 2018-2020 suddiviso per missioni e
programmi, elaborato in attuazione dei principi di cui al d.lgs. 23 giugno
2011, n. 118 secondo gli schemi previsti dall'allegato 9 del decreto stesso,
che di seguito si riepilogano e che costituiscono parte integrante e
sostanziale del presente atto:
- Bilancio entrate
per titoli e tipologia;
- Bilancio spese per
missioni e programmi con suddivisione in titoli;
- Riepilogo per
titoli di entrata;
- Riepilogo per
titoli di spesa;
- Riepilogo delle
spese per missioni;
- Quadro generale
riassuntivo;
- Equilibri di
bilancio;
- Tabella
dimostrativa del risultato di amministrazione presunto (all'inizio
dell'esercizio 2018);
- Composizione per
missioni e programmi del fondo pluriennale vincolato degli esercizi
2018-2019-2020;
- Elenco delle spese
obbligatorie;
- Elenco delle
entrate delle spese ricorrenti/non ricorrenti;
- Elenco delle spese
che possono essere finanziate con il fondo di riserva per spese impreviste;
- Nota integrativa;
- Piano degli
indicatori e dei risultati attesi di bilancio;
considerato che i documenti contabili del
bilancio di previsione del Consiglio regionale prevedono un fabbisogno per le
spese di funzionamento di euro 58.000.000,00 per ciascuno degli esercizi 2018,
2019 e 2020;
preso atto del parere
favorevole del Collegio dei revisori dei conti della Regione Calabria e del
Consiglio regionale, espresso con verbale n. 186 del 14 dicembre 2017, allegato
alla presente deliberazione;
delibera
- di approvare il bilancio di previsione del
Consiglio regionale per gli esercizi finanziari 2018 - 2020 unitamente ai
relativi allegati, che costituiscono parte integrale e sostanziale della
presente deliberazione;
- di chiedere alla Giunta regionale, per
ciascuno degli anni inclusi nel bilancio del Consiglio regionale 2018 - 2020,
la somma di euro 58.000.000,00, per come stabilito dall’articolo 13, comma 6,
del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio
regionale.
Il Consiglio regionale
viste:
la delibera di Giunta regionale n. 528 del 10
novembre 2017 recante: "Nota di aggiornamento del Documento di Economia e
Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2018-2020 (Paragrafo 6 del
principio applicato della contabilità - allegato 4.1 e art. 36 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118);
la delibera di Giunta regionale n. 292 del 30
giugno 2017, con cui è stato approvato il Documento di Economia e Finanza della
Regione Calabria per gli anni 2018-2020;
visto il decreto legislativo n. 23 giugno
2011, n. 118 recante “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi, a norma degli articoli i e 2 della legge 5 maggio 2009, n.
42" ;
premesso che:
-
l'articolo
36, comma 3, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 prevede che le
Regioni con riferimento agli esercizi finanziari 2016 e successivi sono tenuti
a predisporre un documento di economia e finanza regionale (DEFR), avente un
orizzonte temporale triennale;
-
il
suddetto articolo dispone che ogni anno la Giunta regionale adotti il DEFR e lo
trasmetta al Consiglio che lo approva con propria delibera;
-
il DEFR,
come previsto dal principio contabile applicato di cui all'allegato 4/1 del
decreto legislativo n. 118/2011, descrive gli scenari economico-finanziari
internazionali, nazionali e regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi
della manovra di bilancio regionale, tenendo conto degli obiettivi del Patto di
stabilità interno, ed espone il quadro finanziario unitario regionale di tutte
le risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi, della
programmazione unitaria regionale, esplicitandone gli strumenti attuativi per
il periodo di riferimento;
-
il paragrafo
6 dell'allegato 4/1 "Principio contabile applicato concernente la
programmazione di bilancio" del decreto legislativo n. 118/2011 prevede
che, per garantire la necessaria coerenza con gli aggiornamenti della finanza
pubblica nazionale, la Giunta regionale presenta al Consiglio la Nota di
aggiornamento del DEFR annuale entro 30 giorni dalla presentazione della Nota
di aggiornamento del DEF nazionale, e comunque non oltre la data di
presentazione del disegno di legge di bilancio;
considerato che in data 23 settembre 2017 il
Consiglio dei Ministri ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di
Economia e Finanza;
vista la deliberazione n. 1 dell'11 dicembre
2017, con cui il Consiglio delle Autonomie Locali ha espresso, ai sensi
dell'art. 126 del Regolamento interno del Consiglio regionale, parere
favorevole sulla Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza
della Regione Calabria (DEFR) per il triennio 2018 - 2020;
visto il parere favorevole sul provvedimento
espresso dalla Commissione speciale di vigilanza nella seduta dell'11 dicembre
2017 ai sensi dell'articolo 34, comma 3, lettera b) del Regolamento interno del
Consiglio regionale;
rilevato che la Seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 14 dicembre 2017, ha approvato la Nota di
aggiornamento del Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR)
per il triennio 2018 - 2020;
ritenuto di adottare, ai sensi del paragrafo
6 del principio applicato della contabilità allegato 4/1 e dell'articolo 36 del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 la Nota di aggiornamento del
Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per il triennio
2018 - 2020;
delibera
di approvare la Nota di aggiornamento del
Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2018
- 2020 (Paragrafo 6 del principio
applicato della contabilità - allegato 4.1 e art. 36 del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118), che costituisce parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione.
Art.
1
(Modifica
all’articolo 17 della l.r. 13/2005)
1. Dopo
il comma 1 dell’articolo 17 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13
(Provvedimento generale, recante norme di tipo ordinamentale e finanziario -
Collegato alla manovra di assestamento di bilancio per l’anno 2005 ai sensi
dell’art. 3, comma 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8) è aggiunto il seguente:
“1 bis. Alla costituzione del fondo concorre,
altresì, il risparmio di spesa derivante dalla internalizzazione di attività
inerenti la riscossione tributaria precedentemente oggetto di appalto o accordo
di servizi, nei limiti disciplinati con il regolamento di cui al comma 3.
L’ammontare delle risorse derivanti da tale economia di spesa, calcolato con
riferimento al costo delle lavorazioni esterne dell’anno precedente e
certificato dal competente dirigente di settore, alimenta il fondo nei limiti
massimi del 50 per cento del risparmio effettivamente conseguito. Tale quota
non può comunque superare il 50 per cento della quota del fondo alimentata ai
sensi del comma 1.”.
Art.
2
(Modifica
alla l.r. 21/2016)
1. Dopo
l’articolo 1 della legge regionale 5 luglio 2016, n. 21 (Disposizioni in
materia di rateizzazione dei debiti tributari e delle relative sanzioni) è
inserito il seguente:
“Art.
1 bis
(Dilazione
del pagamento in materia tributaria)
1. Il
pagamento delle somme indicate negli atti di accertamento o di contestazione
emanati dalla Regione in materia tributaria può, alternativamente alla
rateizzazione dello stesso, essere effettuato fino al 31 dicembre dell’anno di
definitività dell’atto di accertamento o di contestazione, salvo il caso in cui
sia già intervenuta l’iscrizione a ruolo o l’emissione dell’ingiunzione di
pagamento, nei casi e con le modalità definite con regolamento attuativo della
Giunta regionale.”.
Art.
3
(Casi
di esclusione dal pagamento della tassa automobilistica regionale)
1. Il fermo del veicolo disposto dall’agente
della riscossione ai sensi dell’articolo 86 del decreto del Presidente della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 (Disposizioni sulla riscossione delle
imposte sul reddito), non rientra tra le fattispecie che fanno venir meno
l’obbligo del pagamento della tassa automobilistica.
Art.
4
(Modifiche
alla l.r. 18/2013)
1. La
legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel
settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e
strumenti operativi) è così modificata:
a) nel comma 2 dell’articolo 1:
1) dopo la parola “versate” sono aggiunte le
seguenti: “semestralmente, entro sessanta giorni dalla scadenza dei mesi di
giugno e dicembre,”;
2) è aggiunto il seguente periodo: “Nelle more
della certificazione del livello di raccolta differenziata raggiunto da ciascun
comune, conseguente all’acquisizione del dato validato da parte dell’Agenzia
Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria - ARPACAL, i comuni
sono tenuti ad effettuare, a titolo di acconto e salvo conguaglio, il
versamento della tariffa minima prevista dai provvedimenti vigenti in
materia.”;
b) nel comma 4 dell’articolo 1:
1) dopo le parole “funzionari della pubblica
amministrazione” sono aggiunte le seguenti: “ovvero, previo avviso pubblico,
tra professionisti iscritti da almeno tre anni all’albo degli avvocati o dei
dottori commercialisti e degli esperti contabili”;
2) dopo il primo periodo è aggiunto il seguente:
“Il compenso per l’attività di commissario ad acta è determinato nel limite di
2.000,00 euro onnicomprensivi per ciascun incarico, con esclusione dei
dirigenti regionali e con oneri a carico dei soggetti inadempienti.”;
c) nei commi 1 e 2 dell’articolo 2 bis le parole
“31 dicembre 2017” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2018”.
Art.
5
(Disposizioni
relative ai poteri sostitutivi in materia
di
gestione dei rifiuti urbani in Calabria)
1. La legge regionale 11 agosto 2014, n. 14
(Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Calabria), è così
modificata:
a) nell’articolo 2 il comma 4 è abrogato;
b) dopo l’articolo 2 è inserito il seguente:
“Art.
2 bis
(Poteri
sostitutivi)
1. In caso di inerzia degli enti locali o
delle comunità nell’attuazione delle disposizioni della presente legge, la
Regione interviene in via sostitutiva previa diffida ad adempiere, entro un
termine non superiore a trenta giorni, intimata dal dipartimento della Giunta
regionale competente in materia di politiche dell’ambiente. Decorso tale
termine la Giunta regionale nomina un commissario ad acta tra i dirigenti e i
funzionari della pubblica amministrazione. Il provvedimento di nomina determina
il compenso per l’attività del commissario, con esclusione dei dirigenti
regionali, nel limite di 1.500,00 euro onnicomprensivi per ciascun incarico,
con oneri a carico dei soggetti inadempienti. Il commissario ad acta conclude
il proprio compito entro trenta giorni dalla nomina.”;
c) l’articolo 4 è così modificato:
1) nel
comma 7 sono soppressi il terzo e il quarto periodo;
2) nel comma 8 è soppresso il secondo periodo;
d) nel comma 7 dell’articolo 6 è soppresso il
secondo periodo.
Art.
6
(Disposizioni
per assicurare l’immediato avvio delle comunità d’ambito)
1. Dopo
l’articolo 6 della legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 (Riordino del servizio
di gestione dei rifiuti urbani in Calabria), è inserito il seguente:
“Art.
6 bis
(Disposizioni
per assicurare l’immediato avvio delle comunità d’ambito)
1. Il
processo di costituzione delle comunità d’ambito di cui all’articolo 4 deve
concludersi entro il 31 gennaio 2018.
2. Entro
il 30 giugno 2018 le comunità d’ambito di cui all’articolo 4 subentrano alla
Regione nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti di trattamento,
con decorrenza dal 1 gennaio 2018. A tal fine il dipartimento della Giunta
regionale competente in materia di politiche dell’ambiente, sentiti i comuni
capofila dei singoli Ambiti Territoriali Ottimali, definisce, ove necessario e
anche in considerazione dei possibili differenti tempi di subentro nei rapporti
contrattuali, un cronoprogramma delle attività da svolgere.
3. Decorsi
inutilmente i termini di cui ai commi 1 e 2, nonché nel caso di mancato
rispetto dei termini intermedi eventualmente fissati nel cronoprogramma di cui
al comma 2, la Regione esercita i poteri sostitutivi ai sensi dell’articolo 2
bis.
4. Ai
fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi di cui al comma 3 il commissario ad
acta è nominato tra i dirigenti e i funzionari della pubblica amministrazione
ovvero, previo avviso pubblico, tra professionisti iscritti da almeno tre anni
all’albo degli avvocati o dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
5. Il
compenso per l’attività del commissario ad acta nominato ai fini del subentro
alla Regione nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti di
trattamento, ai sensi del comma 2, è determinato nel limite di 3.000,00 euro
onnicomprensivi per ciascun incarico, con esclusione dei dirigenti regionali e
con oneri a carico dei soggetti inadempienti.
6. Successivamente
al subentro nei contratti di gestione degli impianti di trattamento la Regione
Calabria, avvalendosi di personale in servizio presso il dipartimento della
Giunta regionale competente in materia di politiche dell’ambiente, può svolgere
attività di supporto alle funzioni tecnico-amministrative delle comunità.”
Art.
7
(Disposizioni
transitorie in materia di rifiuti)
1. Nel
caso di esercizio dei poteri sostitutivi ai sensi dell’articolo 6 bis, commi 1
e 3, della legge regionale 11 agosto 2014, n. 14, si prescinde dalla diffida
qualora essa sia già stata intimata dal dipartimento della Giunta regionale
competente in materia di politiche dell’ambiente prima dell’entrata in vigore
della presente legge.
Art.
8
(Modifiche
alla l.r. 35/2015)
1. La
legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto
pubblico locale) è così modificata:
a) nel comma 2 dell’articolo 17 la parola
“ART-CAL” è sostituita dalle seguenti: “ente di governo se il servizio ricade
esclusivamente all’interno del proprio bacino territoriale ottimale, ovvero
dalla Regione negli altri casi, sentiti gli enti di governo competenti, e fatto
salvo quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 1. L’autorizzazione è
rilasciata”;
b) nel comma 7 dell’articolo 18 le parole
“l’ART-CAL” sono sostituite dalle seguenti: “la Regione, o l’ente di governo se
delegato dalla Regione,”;
c) il comma 1 dell’articolo 23 è sostituito dal
seguente:
“1. Fino al 30 giugno 2018 il Programma
pluriennale del trasporto pubblico locale può essere approvato, qualora sia
stata indetta la conferenza dei servizi di cui all’articolo 5, nel rispetto del
livello dei servizi minimi posto alla base dell’intesa. Lo stesso programma può
essere altresì approvato in assenza del Piano attuativo del trasporto pubblico
locale, finché quest’ultimo strumento non è vigente. In tal caso il programma
contiene la localizzazione provvisoria dei nodi di III e IV livello.”.
Art.
9
(Modifica
alla l.r. 29/2017)
1. Nell’articolo
25, comma 1, lettera b), della legge regionale 5 luglio 2017, n. 29
(Disposizioni per la semplificazione e la celerità dell’azione amministrativa –
Modifiche alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19), le parole “al comma 2
il secondo periodo” sono sostituite dalle seguenti: “il comma 2”.
Art.
10
(Modifiche
alle disposizioni relative al comitato di direzione
di
cui all’articolo 11 della l.r. 7/1996)
1. Alla
fine della lettera i) del comma 2 dell’articolo 11 della legge regionale 13
maggio 1996, n. 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della
Giunta regionale e sulla dirigenza regionale), come sostituito dall’articolo 2,
comma 1, della legge regionale 11 dicembre 2017, n. 46 (Modifiche a leggi
regionali a seguito di impegni assunti con il Governo in attuazione del
principio di leale collaborazione e provvedimento di variazione al bilancio di
previsione 2017-2019), dopo le parole “comma 4 ter” sono aggiunte le seguenti:
“e comma 4 quater.”.
2. Dopo
il comma 4 ter dell’articolo 32 della l.r. 7/1996 è aggiunto il seguente:
“4 quater. Ove risulti impossibile lo
svolgimento di una o più attività istituzionali di competenza di un
dipartimento, il comitato di direzione di cui all’articolo 11 assume le
determinazioni necessarie ad assicurare la continuità delle funzioni
amministrative nel rispetto degli indirizzi definiti dall’organo politico.”.
Art.
11
(Modifiche
all’articolo 9 della l.r. 24/2013)
1. L’articolo
9 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende
regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque
denominati, con esclusione del settore sanità) è così modificato:
a) nel comma 6 dopo la lettera b) è
aggiunta la seguente:
“c)
il comitato d’indirizzo.”;
b) dopo il comma 8 sono inseriti i
seguenti:
“8
bis. Il comitato d’indirizzo è nominato con decreto del Presidente della Giunta
regionale ed è composto da:
a) l’Assessore regionale all’ambiente, o
suo delegato, che lo presiede;
b) il sindaco pro tempore del Comune di
Soverato, o suo delegato, in rappresentanza del territorio dell’ex Parco Marino
“Baia di Soverato”;
c) un sindaco designato dai Comuni di
Vibo Valentia, Pizzo, Briatico, Zambrone, Parghelia, Tropea e Ricadi, ricadenti
nel territorio dell’ex Parco Marino Regionale “Fondali di Capocozzo – S. Irene,
Vibo Marina-Pizzo, Capo Vaticano – Tropea”, o suo delegato;
d) un sindaco designato dai Comuni di
Amantea e Belmonte Calabro, ricadenti nel territorio dell’ex Parco Marino
Regionale “Scogli di Isca”, o suo delegato;
e) un sindaco designato dai Comuni di
Bianco, Ferruzzano, Brancaleone, Palizzi e Bruzzano Zeffirio, ricadenti nel
territorio dell’ex Parco Marino Regionale “Costa dei Gelsomini”, o suo delegato;
f) un sindaco designato dai Comuni di
Praia a Mare, Diamante e Acquappesa, ricadenti nel territorio dell’ex Parco
Marino Regionale “Riviera dei Cedri”, o suo delegato;
g) un rappresentante della Guardia
costiera - Direzione Marittima di Reggio Calabria;
h) un esperto in rappresentanza
dell’ARPACAL;
i) un esperto sorteggiato tra i
designati dalle associazioni ambientalistiche maggiormente rappresentative
operanti in Calabria e riconosciute dal Ministero dell’Ambiente.
8 ter.
Il comitato è regolarmente costituito con l’individuazione di almeno quattro
dei suoi componenti. I componenti designati ai sensi del comma 8 bis sono
nominati per la durata di quattro anni. In ogni caso i componenti di cui alle
lettere c), d), e), f) del comma 8 bis cessano le loro funzioni al venir meno
della rispettiva carica. Il comitato adotta un regolamento interno che ne
disciplina il funzionamento.
8
quater. Il comitato d’indirizzo formula proposte e pareri sulla programmazione
delle attività di competenza dell’Ente.
8
quinquies. L’incarico dei componenti del comitato d’indirizzo è svolto a titolo
onorifico e gratuito e non dà luogo a rimborso spese.”.
Art.
12
(Modifiche
all’articolo 2 della l.r. 19/2017)
1. Dopo
il comma 2 dell’articolo 2 della legge regionale 18 maggio 2017, n. 19 (Norme
per la programmazione e lo sviluppo regionale dell’attività teatrale), sono
inseriti i seguenti:
“2
bis. Gli interventi regionali di cui alla presente legge costituiscono aiuti
per la cultura e la conservazione del patrimonio e sono, pertanto, esenti dalla
notifica ai sensi degli articoli 4 e 53 del regolamento (UE) n. 651/2014 della
Commissione del 17 giugno 2014 (GBER).
2 ter.
Le informazioni relative agli aiuti di cui al comma 2 bis sono trasmesse al
registro nazionale degli aiuti di stato ai sensi dell’articolo 52 della legge
24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla
formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
europea)”.
Art.
13
(Modifica
alla l.r. 40/2017)
1. Al
comma 3 dell’articolo 3 della legge regionale 7 novembre 2017, n.40
(Valorizzazione Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera) dopo la
lettera i) si aggiunge la seguente:
“l) un
rappresentante dell’associazione per la promozione della dieta mediterranea
italiana di riferimento (ADIMEN).”.
Art.
14
(Modifiche
alla l.r. 38/2016)
1. All’articolo
2 della legge regionale 23 novembre 2016, n. 38 (Istituzione dell’Osservatorio
regionale sulla violenza di genere) sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla lettera e) del comma 2 la parola
“cinque” è sostituita con la seguente: “dieci”;
b) al comma 7 dopo le parole “a titolo
gratuito” sono aggiunte le seguenti: “e non dà luogo a rimborso spese.”.
Art.
15
(Contributi
di cui alle ll.rr. 23/2004 e 41/2002)
1. I contributi regionali di cui alla legge
regionale 13 ottobre 2004, n. 23 (Norme per la salvaguardia del cedro di
Calabria e per l’istituzione del consorzio per la tutela del cedro) e alla
legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41 (Norme per la salvaguardia della coltura
e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del
Bergamotto) possono essere erogati dalla Regione Calabria a condizione che il
Consorzio del Cedro e il Consorzio del Bergamotto abbiano adottato un regolamento
contenente i criteri di ammissibilità dei costi, ivi comprese le spese di
funzionamento soggette alla normativa statale e regionale in materia di
spending review.
2. Il regolamento di cui al comma 1, da adottarsi
entro 90 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, è approvato dalla
Giunta regionale.
Art.
16
(Modifica
alla l.r. 14/2000)
1. Al comma 3 dell’articolo 12 della legge
regionale 28 agosto 2000, n.14 (Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale 2000 e pluriennale 2000/2002 della Regione Calabria (Legge
Finanziaria)) dopo le parole “e Motta San Giovanni” sono sostituite dalle
seguenti: “Motta San Giovanni e Roccella Ionica”.
2. La modifica di cui al comma 1 non comporta
ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
17
(Modifica
alla l.r. 28/2008)
1. Dopo il comma 5 ter dell’articolo 1 della
legge regionale 14 agosto 2008, n. 28 (Norme per la ricollocazione dei
lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori sociali ordinari e
straordinari ivi compresi i trattamenti in deroga) è aggiunto il seguente:
“5
quater. Sono altresì destinatari della presente legge i lavoratori dei Consorzi
di Bonifica che alla data del 31 dicembre 2007 abbiano svolto almeno due anni
di attività presso i servizi informativi dei medesimi enti, a condizione che
siano stati selezionati con procedura pubblica e per titoli.”.
2. La modifica di cui al comma 1 non comporta
ulteriori oneri a carico del bilancio regionale in quanto trova copertura nei
limiti degli stanziamenti già previsti nel bilancio 2018-2020.
Art.
18
(Modifica
alla l.r. 18/2007)
1. Al comma 1 dell’articolo 27 della legge
regionale 21 agosto 2007, n.18 (Norme in materia di usi civici) e s.m.i., le
parole “31 dicembre 2017” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2018”.
Art.
19
(Piano
di razionalizzazione della spesa, ai sensi dell’articolo 16 del d.l. 98/2011)
1. Al fine di garantire il rispetto del
limite di spesa previsto dall’articolo 9, comma 28, del decreto - legge 31
maggio 2010, n. 78 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e
di competitività economica), convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e
successive modifiche, per i contratti di cui all’articolo 10 della legge
regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla dirigenza e sull’ordinamento degli
Uffici del Consiglio regionale) e all’articolo 8 della l.r. 7/1996, l’Ufficio di Presidenza
del Consiglio regionale e la Giunta regionale, per le rispettive competenze,
possono utilizzare i risparmi derivanti dal Piano di razionalizzazione e
riqualificazione della spesa, adottato ai sensi dell’articolo 16 del
decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98 (Disposizioni urgenti per la stabilizzazione
finanziaria), convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n.
111.
2. I risparmi connessi alle voci di spesa
indicate nell’articolo 16, comma 4, del d.l. 98/2011, sono deliberati
dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale e dalla Giunta regionale,
per le rispettive competenze, previa certificazione del Collegio dei revisori
dei conti. La quota di risparmio utilizzata ai sensi dell’articolo 16, commi 4
e 5, del d.l. 98/2011, sommata alla quota di risparmio utilizzata ai sensi
della presente legge regionale, non può comunque eccedere il risparmio
certificato dal Collegio dei revisori dei conti.
3. Per l’esercizio finanziario 2017,
costituiscono risparmi utilizzabili ai fini del comma 1 anche quelli realizzati
negli esercizi precedenti, comunque certificati dal Collegio dei revisori, che
non siano già stati utilizzati per le finalità di cui all’articolo 16, commi 4
e 5, del d.l. 98/2011.
Art.
20
(Spesa
per lavoro flessibile)
1. Il Consiglio regionale e la Giunta
regionale, con riferimento alle spese relative ai contratti di cui all’articolo
10 della l.r. 8/1996 e all’articolo 8 della l.r. 7/1996, assumono quale limite di
maggior rigore rispetto a quanto previsto dall’articolo 9, comma 28, settimo e
ottavo periodo, del d.l. 78/2010, convertito, con modificazioni, dalla l.
122/2010, quello rappresentato dalla spesa al medesimo fine sostenuta nell’anno
2009, ridotta del 10 per cento.
Art.
21
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
22
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge, salvo quanto diversamente
previsto, entra in vigore il 1° gennaio 2018.
Art.
1
(Fondi
Speciali per le leggi)
1. Gli importi da iscrivere nei fondi speciali ai
sensi del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
Enti Locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5
maggio 2009, n. 42) per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si
prevede possano essere approvati nel triennio 2018-2020 sono determinati in
euro 1.600.000,00 per il Fondo speciale destinato alle spese correnti (Missione
U.20.03), di cui euro 900.000,00 per l’esercizio finanziario 2018, ed in euro
1.200.000,00 per il Fondo speciale destinato alle spese in conto capitale
(Missione U.20.03), di cui euro 1.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2018,
così come indicato nelle tabelle A e B allegate alla presente legge.
Art.
2
(Nuove
autorizzazioni di spesa)
1. Al fine di garantire la realizzazione di
interventi urgenti di protezione civile conseguenti ad eventi calamitosi fonti
di danni tali da richiedere il pronto intervento per l’immediato ripristino
delle normali condizioni di vita, è autorizzata la spesa di euro 264.000,00,
per l’esercizio finanziario 2018, e di euro 300.000,00 per ciascuno degli
esercizi 2019 e 2020, con allocazione alla Missione U.11.01 dello stato di
previsione della spesa del bilancio di previsione 20018-2020.
2. Per garantire il potenziamento strutturale ed
operativo delle organizzazioni di volontariato di protezione civile di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 2001, n. 194 (Regolamento
recante nuova disciplina della partecipazione delle organizzazioni di
volontariato alle attività di protezione civile) è autorizzata, per ciascuno
degli anni ricompresi nel bilancio di previsione 2018-2020, la spesa di euro
200.000,00 con allocazione alla Missione U.11.01 dello stato di previsione
della spesa del bilancio medesimo.
3. Per la realizzazione delle attività di
potenziamento, ottimizzazione funzionale nonché di manutenzione ordinaria e
straordinaria delle reti di monitoraggio idro-meteo-pluviometriche è
autorizzata per l’esercizio finanziario 2018 la spesa di euro 600.000,00, con
allocazione alla Missione U.11.01 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2018-2020.
4. Al fine di garantire la copertura finanziaria
dei debiti pregressi contratti dalla Regione nell’anno 2010 nei confronti dei
beneficiari della legge regionale 29 marzo 1999, n. 8 (Provvidenze in favore di
soggetti affetti da particolari patologie), è autorizzata per l’esercizio
finanziario 2018 la spesa di euro 638.319,00, con allocazione alla Missione
U.13.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
5. Al fine di realizzare gli interventi di
reinserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale nel
territorio calabrese, previsti nel Protocollo di intesa stipulato con il
Ministero di Grazia e Giustizia in data 19 ottobre 2016, è autorizzata per
l’esercizio finanziario 2018 la spesa di euro 680.000,00, con allocazione alla
Missione U.12.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018 -
2020.
6. La Giunta regionale è autorizzata a concedere
un contributo una tantum in favore dei comuni o dei titolari delle parrocchie
interessate per la ristrutturazione, l’ampliamento e la straordinaria
manutenzione delle opere di culto e di ministero pastorale. Per l’esercizio
finanziario 2018 il contributo complessivo è determinato in euro 1.000.000,00
con allocazione alla Missione U.08.01 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2018-2020.
7. Per il finanziamento delle attività previste
nel Protocollo di intesa stipulato con il MIBACT, inerente alla realizzazione
in Calabria della 21^ sessione degli Ateliers del Consiglio d’Europa per
l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio, è autorizzata per
l’esercizio finanziario 2018 la spesa di euro 100.000,00, con allocazione alla
Missione U.08.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
8. Per il sostegno delle iniziative legate alla
canonizzazione di Sant’Angelo d’Acri, la Giunta regionale è autorizzata a
concedere al Convento dei Frati Minori Cappuccini di Acri (CS) per l’esercizio
finanziario 2018 un contributo di euro 100.000,00, con allocazione alla
Missione U.05.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
9. Al fine di completare gli interventi
finalizzati a fronteggiare la grave situazione di criticità determinatasi nel
comune di Arena (VV) a causa di un evento franoso di rilevante entità
verificatosi il 2 febbraio 2014 che ha destabilizzato il versante nonché lo
stato dei luoghi, la Giunta regionale è autorizzata a concedere al comune
medesimo per l’esercizio finanziario 2018 un contributo di euro 36.000,00, con
allocazione alla Missione U.11.01 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2018-2020.
10. Nelle more del trasferimento del
Forte Umbertino “Siacci” dal Ministero della Difesa al Comune di Campo Calabro
(RC), la Giunta regionale è autorizzata a concedere allo stesso comune per
l’esercizio finanziario 2018, un contributo di euro 35.000,00, per un primo
intervento di ripristino dell’accessibilità e messa in sicurezza del manufatto
storico e delle pertinenze ad esso collegate, con allocazione alla Missione
U.08.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
11. Al fine di eliminare le condizioni
di abbandono e di degrado del quartiere Arghillà sito nel Comune di Reggio
Calabria e migliorare la qualità della vita delle famiglie residenti, la Giunta
regionale è autorizzata a concedere al Comune medesimo, per l’esercizio
finanziario 2018, un contributo di euro 25.000,00 finalizzato alla
progettazione di un programma di interventi di recupero e riqualificazione
urbana, ambientale e sociale del Quartiere medesimo, con allocazione alla
Missione U.08.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
12. Al fine di valorizzare e diffondere
la conoscenza della Scienza e dell’Astronomia, la Giunta regionale è
autorizzata a concedere alla Città Metropolitana di Reggio Calabria per l’esercizio
finanziario 2018, un contributo di euro 30.000,00 finalizzato all’acquisto di
strumentazione e/o ristrutturazione dei locali del Planetarium Pythagoras di
Reggio Calabria, con allocazione alla Missione U.05.02 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2018 - 2020.
13. In considerazione della ricorrenza
del centodecimo anniversario della fondazione dell’Istituto Salesiano di
Soverato (CZ), la Giunta regionale è autorizzata a concedere per l’esercizio
finanziario 2018 al medesimo Istituto un contributo straordinario di euro
90.000,00, con allocazione alla Missione U.05.02 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2018-2020.
14. Al fine di sostenere l’attività
dell’associazione donatori di sangue per il paziente emopatico – ADSPEM – la
Giunta regionale è autorizzata a concedere alla medesima associazione per
l’esercizio finanziario 2018 un contributo pari a 50.000,00 euro, con
allocazione alla Missione U.13.07 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2018 - 2020.
15.
Al fine di potenziare le attrezzature già acquisite dal Comune di Cassano ai
sensi dell’articolo 3 della legge regionale 5 agosto 2016, n. 26 (Variazione al
bilancio di previsione finanziario 2016-2018, ai sensi dell’articolo 51, comma
1, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118) destinate a rendere
completamente navigabile il Canale degli Stombi e favorire la portualità
interna dei Laghi di Sibari, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2018
l’ulteriore spesa di euro 120.000,00, con allocazione alla Missione U.10.03
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
16. Per consentire il funzionamento e
l’ampliamento della biblioteca istituita presso il Santuario di San Francesco
di Paola, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2018 la spesa di euro
300.000,00 con allocazione alla Missione U.05.01 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2018-2020.
17. Al fine di garantire lo svolgimento
del progetto “Sott’acqua insieme per vedere il mare” la Giunta regionale è
autorizzata a concedere, per l’esercizio finanziario 2018, all’Associazione
sportiva “Gruppo Subacqueo paolano Onlus" un contributo di euro 50.000,00,
con allocazione alla Missione U.06.01 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2018 -2020.
18. Al
fine di garantire il cofinanziamento a carico del bilancio regionale degli
interventi destinati al completamento degli invasi sperimentali e alla entrata
in regolare esercizio della diga di Tarsia, è autorizzata per l’esercizio
finanziario 2018 la spesa di euro 350.000,00, con allocazione alla Missione
U.09.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
Art.
3
(Prevenzione
e riduzione dello spreco alimentare)
1. La Regione, per il recupero e la donazione
delle eccedenze alimentari si avvale dei seguenti soggetti:
a) gli enti locali, singoli o associati,
le associazioni con finalità diverse da quelle dei soggetti di cui alle lettere
b), c), d), e);
b) le organizzazioni di volontariato
iscritte al registro regionale di cui all’articolo 5 della legge regionale 26
luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato);
c) le cooperative sociali iscritte
all’albo regionale di cui all’articolo 6 delle legge regionale 17 agosto 2009,
n. 28 (Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale);
d) le associazioni di promozione sociale
iscritte al registro regionale;
e) le organizzazioni non lucrative di
utilità sociale (ONLUS) iscritte all’anagrafe di cui all’articolo 11 del
decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460 (Riordino della disciplina
tributaria degli enti non commerciali e delle organizzazioni non lucrative di
utilità sociale).
2. Per conseguire le finalità di cui al comma 1,
la Regione concede contributi ai soggetti attuatori per lo svolgimento delle
attività di recupero e di donazione delle eccedenze alimentari a favore delle
persone in stato di povertà o di grave disagio sociale. I contributi sono
concessi in conformità alla disciplina nazionale ed europea in materia di aiuti
di Stato, tramite procedura di evidenza pubblica e con le modalità previste da
apposito regolamento da adottarsi entro 90 giorni dalla pubblicazione della
presente legge.
3. Per l’esercizio finanziario 2018, il valore
complessivo dei contributi concessi ai sensi del comma precedente è determinato
in euro 45.000,00, con allocazione alla Missione U.12.08 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2018-2020.
Art.
4
(Rifinanziamento
leggi regionali)
1. Ai sensi dell’allegato 4/1, paragrafo 7,
lettera b), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 (Disposizioni in
materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1
e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), il rifinanziamento degli stanziamenti
previsti dalle leggi regionali di spesa è determinato per gli esercizi
finanziari 2018, 2019 e 2020 rispettivamente in euro 300.238.271,18, euro
290.819.170,44 ed euro 289.569.170,44 così come indicato nella tabella C allegata
alla presente legge.
Art.
5
(Norma
finanziaria)
1. Alla copertura degli oneri derivanti dalla
presente legge si fa fronte, ai sensi del decreto legislativo 23 giugno 2011,
n. 118, con le risorse evidenziate nella parte entrata del bilancio 2018-2020.
2. Le tabelle A, B e C, allegate alla presente
legge, danno la dimostrazione analitica della nuova spesa autorizzata con
riferimento alle leggi organiche, ai Programmi e ai capitoli della spesa.
Art.
6
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il 1
gennaio 2
Art.
1
(Bilancio
di competenza – Stato di previsione dell'entrata e della spesa)
1. Lo stato di previsione di competenza delle
tipologie dell'entrata della Regione per il triennio 2018-2020, al netto delle
contabilità speciali, annesso alla presente legge è approvato in euro
6.487.968.963,50 per l’anno 2018 ed in euro 5.648.435.504,49 ed
5.292.828.849,62 rispettivamente per gli anni 2019 e 2020 (tabella A).
2. Lo stato di previsione delle contabilità
speciali dell'entrata per il triennio 2018-2020 è approvato in euro
2.349.855.000,00 per ciascuno degli anni del periodo considerato (tabella A -
riga entrate per conto terzi).
3. È autorizzato l'accertamento dei tributi e
delle altre entrate per l'anno 2018.
4. Lo stato di previsione di competenza dei
programmi della spesa della Regione per il triennio 2018-2020, al netto delle
contabilità speciali, annesso alla presente legge, è approvato in euro
6.487.968.963,50 per l’anno 2018 ed in euro 5.648.435.504,49 ed
5.292.828.849,62 rispettivamente per gli anni 2019 e 2020 (tabella B).
5. Lo stato di previsione delle contabilità
speciali della spesa per il triennio 2018-2020 è approvato in euro
2.349.855.000,00 per ciascuno degli anni del periodo considerato (tabella B -
riga uscite per conto terzi).
6. È autorizzata l’assunzione di impegni entro i
limiti degli stanziamenti dello stato di previsione di cui ai commi 4 e 5.
7. Al fine di garantire la corretta gestione del
bilancio 2018, è autorizzato l'aggiornamento, con decreto del Dirigente
generale del dipartimento Bilancio, dei valori dei residui attivi, passivi e di
stanziamento presunti che risultano modificati dalla effettiva gestione del
bilancio a tutto il 31 dicembre 2017, nei limiti e con le modalità previsti
dalla normativa vigente.
Art.
2
(Bilancio
di cassa - Stato di previsione dell'entrata e della spesa)
1. È approvato in euro 12.686.294.338,21 lo stato
di previsione di cassa delle tipologie dell'entrata della Regione per l'anno
finanziario 2018, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente
legge (tabella A).
2. È approvato in euro 2.597.128.767,03 lo stato
di previsione di cassa del totale delle contabilità speciali dell’entrata della
Regione per l’anno finanziario 2018, annesso alla presente legge (tabella A -
riga entrate per conto terzi).
3. Sono autorizzate le riscossioni ed il
versamento dei tributi e delle entrate per l'anno 2018.
4. È approvato in euro 11.847.779.147,83 lo stato
di previsione di cassa dei programmi della spesa della Regione per l'anno
finanziario 2018, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente
legge (tabella B).
5. È approvato in euro 2.685.631.983,08 lo stato
di previsione di cassa del totale delle contabilità speciali della spesa della
Regione per l’anno finanziario 2018, annesso alla presente legge (tabella B -
riga uscite per conto terzi).
6. È autorizzato il pagamento delle spese entro i
limiti degli stanziamenti dello stato di previsione di cui ai commi 4 e 5.
Art.
3
(Residui
attivi e passivi presunti)
1. È approvato in euro 5.659.279.134,80 il totale
dei residui attivi presunti delle tipologie al 1° gennaio 2018, al netto delle
contabilità speciali, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella A).
2. È approvato in euro 247.273.767,03 il totale
dei residui attivi presunti delle contabilità speciali al 1° gennaio 2018, di
cui al conto annesso alla presente legge (tabella A).
3. È approvato in euro 4.900.007.285,77 il totale
dei residui passivi presunti dei programmi al 1° gennaio 2018, al netto delle
contabilità speciali, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella B).
4. È approvato in euro 335.776.983,08 il totale
dei residui passivi presunti delle contabilità speciali al 1° gennaio 2018, di
cui al conto annesso alla presente legge (tabella B).
Art.
4
(Saldo
finanziario presunto alla chiusura dell’esercizio 2017)
1. Il saldo finanziario presunto alla chiusura
dell’esercizio finanziario 2017, per come determinato dalla tabella
dimostrativa del risultato di amministrazione presunto allegato alla presente
legge, è determinato in euro 1.453.429.358,82 ed è applicato al bilancio di
previsione per le sole quote consentite dalla normativa vigente.
Art.
5
(Entrate
derivanti dalla contrazione di mutui)
1. Per come già autorizzato con l’articolo 6,
comma 2, della legge regionale 30 dicembre 2015, n. 32 (Bilancio di previsione
finanziario della Regione Calabria per gli anni 2016 – 2018), le entrate
derivanti dalla contrazione di mutui con oneri a carico del bilancio regionale,
per la copertura della quota regionale di cofinanziamento dei Programmi per la
Calabria 2014-2020, inerenti al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e al
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), sono determinate per
ciascuna delle annualità 2018/2020 in euro 40.426.824,99.
2. Gli oneri di ammortamento dei mutui di cui al
comma 1 trovano copertura nello stanziamento dei Programmi U.50.01 e U.50.02
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018 - 2020. Per gli anni
successivi le rate di ammortamento trovano copertura nei relativi bilanci.
Art.
6
(Fondo
di riserva per spese obbligatorie e d’ordine)
1. Il fondo di riserva per spese obbligatorie e
d’ordine è iscritto nello stato di previsione della spesa al Programma U.20.01,
ed è determinato in euro 8.500.000,00 per ciascuna delle annualità comprese nel
bilancio 2018 -2020.
2. Sono considerate obbligatorie e d’ordine le
spese specificate nell’elenco allegato al documento tecnico che accompagna il
bilancio di previsione annuale.
Art.
7
(Fondo
di riserva per le spese impreviste)
1. Il fondo di riserva per le spese impreviste,
ai sensi dell’articolo 48, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42)
e successive modifiche e integrazioni, è iscritto nello stato di previsione
della spesa del Programma U.20.01 ed è determinato per l’esercizio finanziario
2018 in euro 500.000,00.
Art.
8
(Fondo
di riserva di cassa)
1. Il fondo di riserva di cassa è iscritto nello
stato di previsione della spesa al Programma U.20.01 ed è determinato per
l’esercizio finanziario 2018 in euro 700.000.000,00.
Art.
9
(Quadro
generale riassuntivo)
1. È approvato il quadro generale riassuntivo
dell'entrata e della spesa del bilancio di competenza e di cassa della Regione,
annesso alla presente legge, ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo
23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche e integrazioni.
Art.
10
(Classificazione
dell’entrata e della spesa)
1. Le entrate della Regione sono classificate
secondo quanto previsto dall'articolo 15 del decreto legislativo 23 giugno
2011, n. 118 e successive modifiche ed integrazioni. I Titoli e le Tipologie
delle entrate sono approvate nell'ordine e con la denominazione indicati nel
relativo stato di previsione (tabella A).
2. Le spese della Regione sono classificate
secondo quanto previsto dagli articoli 12, 13 e 14 del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 e successive modifiche e integrazioni. Le Missioni e i
Programmi sono approvati nell'ordine e con la denominazione indicati nel
relativo stato di previsione (tabella B).
Art.
11
(Autorizzazione
alle variazioni al bilancio)
1. Le variazioni sono effettuate ai sensi degli
articoli 48 e 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.
Art.
12
(Allegati
del bilancio)
1. Sono approvati gli allegati al bilancio di
previsione 2018-2020, per come previsti dall’articolo 11 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche e integrazioni.
Art.
13
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il 1
gennaio 2018.
Art.
1
(Modifiche
alla l.r. 32/1996)
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 1 della legge
regionale 25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l’assegnazione e la
determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale
pubblica), sono aggiunti i seguenti:
“1-bis. L’alloggio sociale, ai sensi del
decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 22 aprile 2008
(Definizione di alloggio sociale ai fini dell’esenzione dall’obbligo di
notifica degli aiuti di Stato, ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato
istitutivo della Comunità europea), è definito quale unità immobiliare adibita
ad uso residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di interesse
generale, nella salvaguardia della coesione sociale, di ridurre il disagio
abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, che non sono in grado
di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato.
1-ter. Nell’ambito dell’edilizia residenziale
pubblica (ERP), la Regione promuove il sistema dell’edilizia residenziale
sociale (ERS) realizzato da soggetti pubblici e privati, volto a ridurre il
disagio abitativo di individui e nuclei familiari svantaggiati, per come
individuati dall’articolo 10 del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47 (Misure
urgenti per l’emergenza abitativa, per il mercato delle costruzioni e per Expo
2015), convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2014, n. 80,
garantendo loro il diritto ad un’abitazione adeguata per il periodo di
effettiva permanenza del disagio stesso.
1-quater. La Regione può delegare all’Azienda
territoriale per l’edilizia residenziale pubblica (ATERP) regionale la gestione
degli alloggi ERS, ivi inclusa l’assegnazione.
1-quinquies. Per i programmi di ERS per i
quali sono già state stipulate le convenzioni con soggetti privati (imprese o
cooperative) nei casi di inottemperanza da parte dei soggetti attuatori secondo
le modalità e i termini previsti, le stesse procedure passano alla competenza
dell’ATERP regionale.
1-sexies. La Giunta regionale, entro il 30
aprile 2018, su proposta del dipartimento competente, sentiti previamente
l’ATERP regionale, i Comuni coinvolti, i rappresentanti di categoria degli
inquilini e degli operatori interessati, adotta apposito regolamento per
stabilire i requisiti di accesso e di permanenza negli alloggi di ERS, i
criteri e le procedure di assegnazione nonché i criteri e i parametri dei
relativi contratti di locazione, dei canoni minimi e massimi concordati e della
periodicità dei loro aggiornamenti e, infine, la quota percentuale sul canone
per le spese di gestione sostenute nei casi in cui questa è affidata all’ATERP
regionale”.
2. L’articolo 8 della l.r. 32/1996 è così
modificato:
a)
la lettera a) del comma 1 è sostituita dalla seguente:
"a) anziano, il concorrente o
assegnatario che ha superato il sessantacinquesimo anno di età e vive da solo o
in coppia, eventualmente anche con figli a carico o con portatori di
handicap;";
b) la lettera b) del comma 1 è
sostituita dalla seguente:
“b) portatore di handicap: il cittadino
affetto da menomazioni così come definite dall’articolo 3 della legge 5
febbraio 1992, n. 104 (Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e
i diritti delle persone handicappate) o da cecità parziale o totale, o da
sordomutismo o da una invalidità civile la cui percentuale riconosciuta
consente ai titolari di presentare domanda per richiedere l’assegno o la
pensione di invalidità civile;”;
c) la lettera c) del comma 1 è
sostituita dalla seguente:
“c) famiglia di recente formazione, quella in
cui i coniugi, di età non superiore a quaranta anni, hanno contratto matrimonio
da non più di due anni dalla data di pubblicazione del bando ovvero quella
formata da una persona singola, di età non superiore a quaranta anni, con
minori conviventi da almeno due anni dalla data di pubblicazione del bando.
Sono ammesse ai medesimi benefici anche le coppie come regolamentate e
disciplinate dalla legge 20 maggio 2016, n. 76 (Regolamentazione delle unioni
civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze) e dai
successivi decreti attuativi, purché in possesso dei requisiti di età
anagrafica e convivenza;”;
d) dopo il comma 1 dell’articolo 8 della
l.r. 32/1996, è aggiunto il seguente:
“1-bis) I requisiti per rientrare tra le
categorie sociali di cui al comma 1 devono sussistere alla data di
pubblicazione del bando.”.
3. L’articolo 9 della l.r. 32/1996 è così
modificato:
a) il comma 2 è sostituito dal seguente:
“2. Il reddito annuo complessivo, da
calcolarsi con le modalità di cui al comma 1, non deve superare il limite
massimo di 13.427,88 euro per nucleo familiare di due componenti. Ogni due
anni, la Giunta regionale, con atto deliberativo, provvede all’aggiornamento
del limite massimo di reddito sulla base della variazione assoluta dell’indice
ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati.”;
b) al comma 3, le parole “un milione”
sono sostituite dalle parole “516,46 euro” e le parole “lire 6 milioni” dalle
parole “3.098,74 euro”;
c) al comma 4, le parole “lire 2 milioni
“ sono sostituite dalle parole “1.032,92 euro”.
4. L’articolo 10 della l.r. 32/1996 è così
modificato:
a) al comma 1:
1)
la lettera a) è sostituita dalla seguente:
“a) cittadinanza italiana o di uno Stato
aderente all’Unione europea; il cittadino di altri Stati è ammesso solo se in
possesso, unitamente al proprio nucleo familiare, di regolare permesso o carta
di soggiorno di durata almeno biennale e se il cittadino stesso è iscritto
nelle apposite liste degli uffici provinciali del lavoro o esercita una
regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo;”;
2)
alla lettera b), dopo la parola “anagrafica”, sono inserite le parole “da
almeno sei mesi”;
3)
la lettera c) è sostituita dalla seguente:
“c) non essere titolare del diritto di
proprietà , usufrutto , uso e comodato d'uso abitazione su un alloggio
adeguato, ai sensi dell'articolo 4 , alle esigenze del nucleo familiare del
richiedente ovvero essere titolare del diritto di proprietà, usufrutto, uso e
comodato d'uso abitazione su un alloggio improprio e/o antigienico di cui
all'articolo 5 sempreché tali condizioni siano certificate dall'autorità
sanitaria competente.";
b) dopo la lettera f), è aggiunta la
seguente:
“f-bis) assenza di occupazione “senza titolo”
di un alloggio di ERP.”.
5. Al comma 1 dell’articolo 12 della l.r.
32/1996, le parole “ed f)” sono sostituite dalle parole “, f) e f bis)”.
6. Alla lettera d) del comma 1 dell’articolo 14
della l.r. 32/1996, la parola “30” è sostituita dalla parola “sessanta”.
7. Al comma 3 dell’articolo 15 della l.r.
32/1996, dopo la parola “bando” sono aggiunte le seguenti: “, l’attestazione
ISEE, in corso di validità, del nucleo familiare con l’indicazione dei redditi
riferiti alle ultime dichiarazioni utili rispetto alla data di pubblicazione
del bando di concorso, nonché i documenti comprovanti le condizioni oggettive
eventualmente dichiarate dal concorrente nella domanda di partecipazione. In
assenza di tale documentazione, non si procede all’assegnazione dei relativi
punteggi di cui all’articolo 18, comma 1, lettere a) CONDIZIONI SOGGETTIVE e a)
CONDIZIONI OGGETTIVE.”.
8. L’articolo 16 della l.r. 32/1996 è così
modificato:
a) al comma 3, la parola “sessanta” è
sostituita dalla parola “novanta”;
b) al comma 4, la parola “sessanta” è
sostituita dalla parola “novanta” e la parola “120” è sostituita dalla parola
“centocinquanta”;
c) al comma 9, la parola “trenta” è
sostituita dalla parola “quarantacinque”;
d) il comma 11 è sostituito dal
seguente:
“11. In caso di mancata pubblicazione da
parte dei Comuni delle graduatorie provvisorie entro i termini di cui ai commi
3 e 4, le domande presentate, con la relativa documentazione allegata, sono
trasmesse alla Commissione di cui all’articolo 17 per il seguito di
competenza.”.
9. L’articolo 17 della l.r. 32/1996 è così
modificato:
a) il comma 4 è sostituito dal seguente:
“4. La Commissione può essere nominata ed
insediata quando sono stati designati almeno quattro componenti, uno dei quali
appartenente alla categoria di cui al comma 2, lettera a). Alla prima seduta,
su proposta del Presidente, la Commissione elegge il Vicepresidente, che
sostituisce il Presidente in caso di assenza, impedimento e/o dimissioni
volontarie dello stesso.”;
b) il comma 6 è sostituito dal seguente:
“6. I componenti della Commissione durano in
carica cinque anni e possono essere riconfermati nella stessa Commissione. I
componenti, in ogni caso, continuano ad operare fino alla riconferma o
sostituzione con decreto del Presidente della Giunta regionale. Ogni componente
può fare parte di una sola Commissione. Gli Enti e/o le organizzazioni
sindacali degli inquilini che hanno designato i propri rappresentanti in seno
alle Commissioni possono, in qualsiasi momento, chiedere la loro sostituzione.
Il Presidente della Giunta regionale valuta la richiesta di sostituzione e
decide in merito entro trenta giorni.”;
c) dopo il comma 12 sono aggiunti i
seguenti commi:
“12-bis. Le Commissioni, entro il 28 febbraio
di ogni anno, inviano all’assessore regionale competente una relazione
dettagliata in merito alla formulazione delle graduatorie comunali, dalle
stesse definite nell’anno precedente, indicando i Comuni che non hanno
provveduto alla pubblicazione dei bandi generali e/o dei bandi integrativi di
concorso ai sensi degli articoli 13 e 23. L’assessore regionale competente
diffida i Comuni inadempienti a pubblicare i bandi di concorso entro e non
oltre trenta giorni. Se i Comuni non adempiono alla diffida, la Giunta
regionale provvede alla nomina di un commissario ad acta, con addebito delle
spese a carico dei Comuni inadempienti.
12-ter. Le Commissioni, ispirandosi ai
principi di buon andamento, imparzialità, efficacia ed efficienza della
pubblica amministrazione, organizzano i propri lavori curando di convocare le
sedute solo in presenza di un adeguato carico di lavoro, evitando, altresì,
riunioni non finalizzate all’espletamento dell’incarico loro affidato. In caso
di sedute deserte per mancanza di numero legale o rinviate per assenza di
carico di lavoro, ai componenti presenti non spetta alcun compenso. I
Presidenti assicurano il rispetto di tale norma.”.
10. La
lettera a) CONDIZIONI SOGGETTIVE del comma 1 dell’articolo 18 della l.r.
32/1996 è così modificata:
a) i numeri 1 e 2) sono sostituiti dal
seguente:
1) reddito complessivo del nucleo familiare, calcolato ai sensi
dell’articolo 9, e derivante esclusivamente da lavoro dipendente, pensione e/o
percepito a titolo di trattamento di cassa integrazione, prestazioni di
sostegno al reddito, comunque denominate (es.: nuova assicurazione sociale per
l'impiego, reddito d'inclusione, ecc.), sussidi assistenziali e assegno del
coniuge separato o divorziato:
1.1 se inferiore al 50 per cento del limite
massimo stabilito per l'assegnazione: punti 3;
1.2 se inferiore al 65
per cento del limite massimo stabilito per l'assegnazione e non inferiore al 50
per cento del predetto limite massimo: punti 2;
1.3 se inferiore all’80 per cento del limite
massimo stabilito per l'assegnazione e non inferiore al 65 per cento del
predetto limite massimo: punti 1.";
b) il numero 5) è così modificato:
1)
la parola “2” è sostituita dalla parola “3”;
2)
la parola “35°” è sostituita dalla parola “quarantesimo”;
c) il numero 8) è abrogato.
11. L’articolo 20 della l.r.
32/1996 è così modificato:
a) al comma 4, la parola “trenta” è
sostituita dalla parola “sessanta”;
b) al comma 5, la parola “trenta” è
sostituita dalla parola “sessanta”;
c) dopo la parola “definitivo.” del
comma 6, è aggiunto il seguente periodo: “Le graduatorie devono essere sempre
visibili sui siti web dei Comuni, per consentire la consultazione da parte dei
cittadini, ed aggiornate in tempo reale a seguito di eventuali assegnazioni di
alloggi di ERP.”.
12. L’articolo 31 della l.r.
32/1996 è così modificato:
a) il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. Per le assegnazioni degli alloggi riservati
e per le assegnazioni in via provvisoria, che non possono eccedere la durata di
due anni, devono sussistere i requisiti prescritti dall’articolo 10, fatta
eccezione nei casi di assegnazione in via provvisoria a seguito di pubbliche
calamità o sgombero di unità abitative pericolanti o dovute a problematiche
gravi per l’ordine pubblico o per i casi di sfratto per morosità incolpevole,
così come disciplinato dal decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102 (Disposizioni
urgenti in materia di IMU, di altra fiscalità immobiliare, di sostegno alle
politiche abitative e di finanza locale, nonché di cassa integrazione guadagni
e di trattamenti pensionistici), convertito, con modificazioni, dalla legge 28
ottobre 2013, n. 114, per come attuata dal decreto del Ministro delle
infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro dell’economia e
delle finanze 14 maggio 2014 (Attuazione dell’articolo 6, comma 5, del
decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni dalla legge
28 ottobre 2013, n. 124 - Morosità incolpevole).”;
b) il comma 6 è abrogato.
13. L’articolo 35 della l.r.
32/1996 è così modificato:
a) al comma 1:
1)
al punto A1), le parole “lire 10.000 (diecimila)” sono sostituite dalle parole
“15 euro”;
2)
al punto A2), le parole “lire 3.000” sono sostituite dalle parole “4,50 euro”;
3)
al punto B1), le parole “lire 24.000.000” sono sostituite dalle parole
“13.427,88 euro”;
4)
al primo e al secondo periodo del punto B2), le parole “lire 24.000.000” sono
sostituite dalle parole “13.427,88 euro” e le parole “lire 27.000.000” sono
sostituite dalle parole “14.977,25 euro”;
5)
al primo e al secondo periodo del punto B3), le parole “lire 27.000.001” sono
sostituite dalle parole “14.977,25 euro” e le parole “lire 31.500.000” sono
sostituite dalle parole “17.301,31 euro”;
6)
al punto C), le parole “lire 31.500.000” sono sostituite dalle parole
“17.301,31 euro” e le parole “lire 40.000.000” sono sostituite dalle parole
“21.691,19 euro”;
b) al comma 2, le parole “lire 40.000.000”
sono sostituite dalle parole “21.691,19 euro”.
14. L’articolo 36
(Aggiornamento dei canoni) della l.r. 32/1996 è sostituito dal seguente:
“1. L’aggiornamento del canone avviene
secondo i criteri e le modalità di cui agli articoli da 12 a 24 della legge 27
luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni di immobili urbani).
2. Il canone di riferimento degli alloggi
assegnati a nuclei ricadenti nelle fasce “B” ed il canone di locazione degli
alloggi assegnati a nuclei ricadenti nella fascia “C” sono annualmente
aggiornati dall’Ente gestore in base alla variazione relativa dell’indice dei
prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, accertata dall’ISTAT
per l’anno precedente, con decorrenza dal primo gennaio di ogni anno, fatto salvo
quanto indicato dall’articolo 34.”.
15. Dopo l’articolo 36 della
l.r. 32/1996 è aggiunto il seguente:
“Art. 36-bis (Rideterminazione canone)
1. A decorrere dall’anno 2017, il canone
locativo degli alloggi di ERP, aggiornato ai sensi dell’articolo 36, non può
comunque superare il 20 per cento di quello vigente alla data del 31 dicembre
2016; in ogni caso, la rideterminazione dell’importo decorre dalla data di
adozione del relativo provvedimento amministrativo.”.
16. Il comma 2 dell’articolo
47 della l.r. 32/1996 è sostituito dal seguente:
“2. Per il procedimento di cui al comma 1 si
applicano le disposizioni previste per l’annullamento dell’assegnazione di cui
all’articolo 46.”.
17. Al comma 1 dell’articolo
51 della l.r. 32/1996, la parola “tre” è sostituita dalla parola “sei”.
18. L’articolo 52 della l.r.
32/1996 è così modificato:
a) al comma 7, la parola “cinque” è
sostituita dalla parola “sette”;
b) dopo il comma 7 è aggiunto il
seguente:
“7-bis. Al fine di verificare lo stato di
attuazione della legge regionale 30 marzo 1995, n. 8 (Norme per la
regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia
residenziale pubblica), nei comuni ad alta tensione abitativa, così come
individuati dalla delibera CIPE 13 novembre 2003, n. 87, pubblicata sulla
Gazzetta ufficiale 18 febbraio 2004, n. 40, gli Enti gestori e/o proprietari di
alloggi di ERP, entro il 30 aprile 2018, inviano all'assessore e al
dipartimento regionale competenti, un censimento delle unità immobiliari
occupate "senza titolo", indicando l'eventuale contenzioso esistente,
la tipologia e le caratteristiche dei nuclei familiari occupanti gli alloggi
censiti.".
19. Il
comma 7 bis dell’articolo 59-ter della l.r. 32/1996 è così sostituito:
"7-bis. I Comuni calabresi dichiarati in dissesto finanziario,
nonché quelli che abbiano deliberato l'adesione al piano di riequilibrio
finanziario pluriennale di cui all'articolo 243 bis del decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti
locali) possono destinare prioritariamente il 60 per cento dei proventi delle
vendite, di cui alle procedure di alienazione previste dagli articoli 243-bis e
255 del d.lgs. 267/2000, al risanamento finanziario del bilancio comunale. La
restante parte di tali proventi è destinata alla realizzazione dei programmi di
cui al comma 7.".
Art.
2
(Modifica
all’art. 4 della l.r. 14/1983)
1. Il comma 1 dell’articolo 4 della legge
regionale 14 aprile 1983, n. 14 (Formazione dell’anagrafe dell’utenza e
censimento degli alloggi di proprietà pubblica) è sostituito dal seguente:
“1. La rilevazione e l’elaborazione dei dati
necessari per l’aggiornamento a livello provinciale dell’anagrafe degli
assegnatari in locazione semplice e del censimento del patrimonio di alloggi di
proprietà e/o in gestione dell’ATERP regionale e/o dei comuni devono essere
espletati entro il 30 aprile 2018. Le risultanze e le informazioni in merito
devono essere trasmesse all’assessore e al dipartimento regionale competenti.”.
Art.
3
(Disposizioni
transitorie)
1. Gli assegnatari di alloggi di ERP, di
proprietà o gestiti dall’ATERP regionale che, alla data di entrata in vigore
della presente legge, sono morosi nel pagamento del canone di locazione e di
ogni altro eventuale onere accessorio, possono sanare la propria posizione
debitoria versando l’importo dovuto in unica soluzione o con rateizzazioni
concordate dalle parti e fino a otto anni solo per i casi di morosità
incolpevole, secondo i criteri previsti dalla normativa nazionale di
riferimento (d.l. 102/2013, convertito, con modificazioni, dalla legge 114/2013
e decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il
Ministro dell’economia e delle finanze 14 maggio 2014), entro il 30 aprile
2018. Gli assegnatari, in deroga all’articolo 38, comma 4, della l.r. 32/1996,
entro il 30 aprile 2018, possono, inoltre, presentare in sanatoria, ai fini
della rideterminazione del canone di locazione del proprio alloggio,
l’effettivo reddito complessivo percepito dal nucleo familiare negli ultimi
cinque anni.
2. Gli atti relativi alle operazioni e alle
procedure di cui al comma 1 sono trasmessi all’assessore regionale competente
entro trenta giorni dalla loro definizione.
3. Gli adempimenti procedurali di applicazione
della presente normativa sono stabiliti dall’ATERP regionale.
4. Per i bandi di concorso di cui agli articoli
13 e seguenti della l.r. 32/1996 già pubblicati e per le relative graduatorie
non ancore definite, si applicano le disposizioni vigenti prima della data di
entrata in vigore della presente legge.
Art.
4
(Ulteriori
disposizioni in tema di alienazione degli immobili di ERP)
1. Al fine di favorire la razionalizzazione del
patrimonio immobiliare di ERP, l’ATERP regionale e i Comuni predispongono, entro
il 30 aprile 2018, appositi programmi di alienazione degli alloggi e degli
altri immobili di loro proprietà.
2. I programmi di alienazione di cui al comma 1
sono adottati secondo le disposizioni contenute nel decreto-legge 28 marzo
2014, n. 47 (Misure urgenti per l'emergenza abitativa, per il mercato delle
costruzioni e per Expo 2015), convertito, con modificazioni, dalla legge 23
maggio 2014, n. 80, nonché nel rispetto delle procedure e dei criteri dettati
dal decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con
i Ministri dell’economia e delle finanze e per gli affari regionali e le
autonomie 24 febbraio 2015 (Procedure di alienazione del patrimonio di edilizia
residenziale pubblica). Le risorse derivanti dalle alienazioni così effettuate
sono impiegate per l’attuazione delle finalità individuate dalle medesime
disposizioni statali.
3. In conformità a quanto stabilito al comma 2,
eventuali programmi di manutenzione straordinaria o di recupero del patrimonio
immobiliare di ERP sono predisposti dall’ATERP regionale entro centoventi
giorni dall’entrata in vigore della presente legge. I programmi sono trasmessi
all’assessore regionale competente e valutati e adottati dalla Giunta regionale
nei successivi sessanta giorni.
Art.
5
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
6
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art.
1
(Oggetto)
1. La Regione Calabria, in attuazione
dell'articolo 117 della Costituzione, dell'articolo 1, comma 3, della legge 5
giugno 2003, n. 131 (Disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento della
Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3) e della legge 16
marzo 1987, n. 115 (Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito),
istituisce, in conformità alle linee guida nazionali e internazionali
codificate dall' Organizzazione mondiale della sanità (OMS), nonché alle linee
guida regionali, approvate con decreto del Commissario ad acta 2 aprile 2015,
n. 13, i soggiorni educativo-terapeutici, i cosiddetti week-end educativi e
campi scuola, rivolti a bambini, adolescenti e giovani con diabete mellito.
Art.
2
(Finalità)
1. La partecipazione a un campo scuola
residenziale è, per i ragazzi con diabete mellito, un'occasione utile a dare
nuove motivazioni per la gestione della malattia, per arricchire di contenuti
il sapere e il saper fare degli stessi e per offrire maggiori punti di
confronto e di verifica. I principali obiettivi dei campi scuola nel processo
educativo del bambino e del giovane con diabete mellito, sono:
a) promuovere l'educazione specifica per
l'autogestione del diabete;
b) stimolare l'indipendenza nella
gestione del diabete;
c) favorire il confronto con i coetanei
e condividere i problemi di gestione quotidiani;
d) sviluppare il processo di autostima,
di responsabilizzazione e il superamento di ogni sensazione di isolamento e di
diversità.
Art.
3
(Tipologie)
1. I soggiorni educativo-terapeutici o campi
scuola per bambini, adolescenti e giovani sono esperienze di soggiorno
educativo-terapeutiche residenziali di breve periodo, durante i quali sono
svolte attività pedagogiche, fisiche e ludico-ricreative ed è garantita una
corretta educazione alimentare con assistenza infermieristica atta alla
somministrazione dei farmaci e alla determinazione del tasso glicemico.
2. Il programma dei soggiorni alterna momenti di
informazione, di addestramento pratico, di lezioni strutturate su un programma
predeterminato e adatto alle esigenze dei partecipanti, condotto da un team
pediatrico di comprovata esperienza in diabetologia pediatrica, integrato da
uno staff di animazione di adeguata capacità ed esperienza, anche per quel che
riguarda gli aspetti della sicurezza nella pratica di ogni attività proposta ai
partecipanti.
3. I campi scuola sono organizzati con modalità
specifiche diverse, in base ai differenti obiettivi da raggiungere
(psico-pedagogici, dietetico-nutrizionali, sportivi) e alle diverse fasce di
età. Hanno una durata variabile, da due/tre giorni (week-end educativo per i
bambini più piccoli accompagnati dai genitori), a cinque/dieci giorni (campo
scuola per ragazzi e adolescenti).
Art.
4
(Partecipanti)
1. Il gruppo di partecipanti al campo scuola è
composto da soggetti con diabete mellito di età compresa tra nove e diciotto
anni, seguiti presso i centri di diabetologia pediatrica della regione. Il
numero di partecipanti è di trenta ragazzi. Non è prevista la presenza dei
genitori.
2. Il gruppo di partecipanti al week-end
educativo è composto di bambini di età inferiore ai nove anni, seguiti presso i
centri di diabetologia pediatrica della regione. Il numero di partecipanti al
week-end educativo regionale è di quindici bambini. E’ prevista la presenza di
un genitore o di un adulto con responsabilità genitoriale.
Art.
5
(Centro
organizzatore)
1. L'organizzazione dei soggiorni educativi
residenziali è affidata al Centro di coordinamento regionale della Rete
diabetologia pediatrica calabrese, istituita con deliberazione di Giunta
regionale 18 giugno 2009, n. 368, d’ora in poi denominato Centro organizzatore.
I centri di diabetologia pediatrica regionali, facenti parte della Rete,
collaborano con il Centro organizzatore, per la definizione, la realizzazione e
la gestione degli aspetti gestionali, clinico-assistenziali e psico-educativi
dei soggiorni educativi.
2. Le associazioni dei pazienti accreditate
possono collaborare con il Centro organizzatore, offrendo supporto logistico o
anche personale volontario di supporto.
Art.
6
(Modalità
organizzative)
1. Le modalità di organizzazione e gestione dei
soggiorni educativo - terapeutici fanno riferimento alle linee guida nazionali
prodotte dal gruppo di studio diabete della società italiana di endocrinologia
e diabetologia pediatrica (SIEDP), a cui si rimanda per gli aspetti specifici.
2. Al personale sanitario dipendente che
partecipa al campo, come riconoscimento della peculiarità e della
specializzazione dell'intervento e in considerazione del servizio 24 ore su 24,
richiesto fuori sede di lavoro ordinario ed in condizioni di disagio operativo,
è riconosciuto l'orario di servizio svolto e sono corrisposte le indennità
previste dai contratti vigenti per i diversi profili professionali.
Art.
7
(Norma
finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall’attuazione degli
articoli 2, 5 e 6, determinati per gli esercizi finanziari 2018 e 2019, nel
limite massimo di euro 50.000, si provvede con le risorse disponibili al
Programma 12.07, dello stato di previsione della spesa del bilancio 2017-2019.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare
le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa 2017-2019,
annualità 2018 e 2019.
3. Alla copertura finanziaria degli oneri per le
annualità successive si provvede nei limiti consentiti dalle effettive
disponibilità di risorse autonome per come stabilite nella legge di
approvazione del bilancio di previsione della Regione.
Art.
8
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art.
1
(Finalità,
definizioni e azioni)
1. La Regione persegue la finalità di protezione
del proprio patrimonio boschivo dagli incendi per una corretta gestione del
territorio orientata alla valorizzazione dell'ambiente, nonché per lo sviluppo
economico e sociale della Calabria.
2. La Regione contribuisce all'accrescimento del
capitale naturale inteso come insieme di beni naturali che l'ambiente mette a
disposizione in termini di servizi ecosistemici.
3. La Regione riconosce l'interesse pubblico
della gestione forestale condotta secondo criteri di sostenibilità ambientale
ai fini della corretta conduzione delle attività selvicolturali orientate a
favorire la capacità di resilienza del sistema bosco.
4. Ai fini della presente legge si intende per:
a) bosco: i terreni coperti da
vegetazione forestale arborea associata o meno a quella arbustiva di origine
naturale o artificiale, in qualsiasi stadio di sviluppo, con estensione non
inferiore a 2.000 metri quadrati e larghezza media non inferiore a 20 metri e
copertura non inferiore al 20 per cento, con misurazione effettuata dalla base
esterna dei assimilati al bosco: i fondi gravati dall'obbligo di rimboschimento
per le finalità di difesa idrogeologica del territorio, qualità dell'aria,
salvaguardia del patrimonio idrico, conservazione della biodiversità,
protezione del paesaggio e dell'ambiente in generale; le aree forestali
temporaneamente prive di copertura arborea e arbustiva a causa di utilizzazioni
forestali, avversità biotiche o abiotiche, eventi accidentali, incendi;
b) incendio boschivo: fuoco con
suscettività ad espandersi su aree boscate, cespugliate o arborate, comprese
eventuali strutture e infrastrutture antropizzate poste all'interno delle
predette aree, oppure su terreni coltivati o incolti e pascoli limitrofi per
una fascia di rispetto per come previsto nel comma 4 dell’articolo 5;
c) accensione di fuoco: la combustione
di residui vegetali concentrati in modo puntiforme e condotta sotto costante controllo
di chi l'ha messa in atto;
d) abbruciamento: la combustione di
residui vegetali con fuoco condotto in modo andante;
e) fuoco prescritto: tecnica di
applicazione esperta ed autorizzata del fuoco su superfici prestabilite per
conseguire specifici obiettivi gestionali, definiti dalla pianificazione
antincendi.
5. Per le attività legate alla salvaguardia dei
boschi dagli incendi, la Giunta regionale, nei limiti delle risorse annualmente
disponibili:
a) promuove azioni volte a ridurre il
rischio di incendi boschivi;
b) predispone il piano regionale
antincendi boschivi, di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi
boschivi, di seguito denominato Piano AIB, provvede annualmente alla revisione
dello stesso e, sempre nei limiti della disponibilità finanziaria, può:
1) applicare le procedure operative approvate
dalla struttura regionale competente per materia, quale strumento di
organizzazione e gestione del sistema operativo AIB;
2) stipulare accordi con le istituzioni dello
Stato indicate all'articolo 7, comma 3, della legge 21 novembre 2000, n. 353
(Legge-quadro in materia di incendi boschivi), per attività di formazione,
previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi;
3) curare, anche in forma associata, e
utilizzando le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a
legislazione vigente, l’organizzazione di corsi di carattere tecnico-pratico
rivolti alla preparazione di soggetti per le attività di previsione,
prevenzione degli incendi boschivi e lotta attiva ai medesimi, favorendo
politiche volte a incentivare la costituzione di cooperative, costituite da
giovani e disoccupati di lunga durata, rivolte all’attuazione di servizi di
manutenzione, recupero, salvaguardia, miglioramento, messa in sicurezza del patrimonio
forestale e naturale;
4) perseguire l’incremento quali-quantitativo
della superficie boscata, della selvicoltura e delle attività a queste
connesse;
5) contrastare l’abbandono e la
desertificazione antropica delle aree agricole e boscate e il derivante
deterioramento dello stato colturale dei boschi che contribuiscono
all’incremento della frequenza di condizioni predisponenti lo sviluppo del
fuoco;
6) tutelare, nell’ambito della salvaguardia
degli ambienti naturali, del paesaggio e degli ecosistemi, le specie endemiche
vegetali e animali, la ricostituzione e il miglioramento della copertura
vegetale dei terreni marginali, nonché le funzioni sociali e multiple dei
boschi;
7) stipulare contratti per l'impiego di
velivoli nella lotta attiva agli incendi boschivi e per attività formative ed
informative;
8) favorire studi e ricerche relativi alla
previsione, alla prevenzione, alla lotta agli incendi boschivi e alla
ricostituzione del bosco danneggiato dal fuoco;
9) promuovere azioni di sensibilizzazione ed
informazione alla popolazione sul pericolo e sul rischio incendi e favorire il
percorso di crescita dell’educazione ambientale anche attraverso l'integrazione
dei programmi didattici delle scuole e degli istituti di ogni ordine e grado;
10) favorire
la ricostituzione dei boschi danneggiati dal fuoco, indicando nel Piano AIB le
linee guida per il corretto svolgimento degli interventi, articolate per
tipologie di formazioni boschive.
Art.
2
(Prevenzione)
1. Ai fini della presente legge si distinguono la
prevenzione indiretta e la prevenzione diretta; esse sono attuate nel rispetto
delle finalità del Piano AIB di cui all’articolo 3 e secondo gli obiettivi da
esso indicati.
2. La prevenzione indiretta comprende tutte le
azioni capaci di limitare le occasioni di incendio senza agire sulla
vegetazione forestale da difendere. Si intendono per attività di prevenzione
indiretta le azioni di divulgazione, informazione e sensibilizzazione nei
confronti della popolazione, delle scuole e degli enti pubblici e privati in
materia di incendi boschivi.
3. La prevenzione diretta comprende tutti gli
interventi idonei a rendere la vegetazione forestale meno percorribile e
danneggiabile dal fuoco; essi sono programmati e progettati in rapporto al
comportamento ed alle conseguenze dell'incendio prevedibili nei luoghi in cui è
realizzata la prevenzione stessa.
4. Ai fini della prevenzione diretta la Regione o
i soggetti attuatori da essa individuati curano la realizzazione e la gestione
delle seguenti opere ed interventi:
a) viali o fasce tagliafuoco con
caratteristiche tecniche conformi a quanto indicato nel piano;
b) strade forestali di servizio e piste
di attraversamento dei beni silvopastorali;
c) torri e posti di avvistamento,
compresi gli impianti di monitoraggio e telerilevamento AIB;
d) impianti di segnalazione,
comunicazione e ricetrasmissione;
e) canalizzazioni e condutture fisse o
mobili, relativi serbatoi idrici, punti d'acqua utili per l'estinzione;
f) interventi colturali nei boschi e nei
pascoli atti a diminuire la quantità di combustibile vegetale.
5. A fini preventivi e gestionali è ammesso l'uso
del fuoco prescritto nei seguenti casi:
a) diminuzione dell'intensità e della
diffusibilità degli incendi boschivi mediante la riduzione della biomassa
bruciabile esclusivamente nelle formazioni erbacee o arbustive e in popolamenti
forestali in cui il rischio incendi è alto;
b) manutenzione dei viali tagliafuoco;
c) conservazione di specifici habitat
erbacei o arbustivi, biotopi o di specie vegetali la cui esistenza è consentita
o favorita dal passaggio periodico del fuoco;
d) rinnovo del pascolo per prevenire gli
incendi di origine pastorale;
e) ricerca scientifica.
6. L'applicazione del fuoco prescritto è
autorizzata dal direttore delle operazioni di spegnimento (DOS) competente che,
previa valutazione dello stato di emergenza, prescrive gli accorgimenti
necessari per conseguire gli obiettivi attesi e condurre l'intervento di fuoco
prescritto in sicurezza. Gli interventi autorizzati sono realizzati sotto la
responsabilità di personale appositamente formato ed abilitato all'uso del
fuoco prescritto, appartenente al sistema operativo AIB.
Art.
3
(Programmazione)
1. Entro il 30 aprile di ogni anno, la Giunta
regionale approva, ai sensi dell'articolo 3 della legge 353/2000, il Piano AIB
per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva
contro gli incendi boschivi.
2. II Piano AIB è predisposto dal dipartimento regionale
competente con il contributo di rappresentanti dei seguenti soggetti:
a) Agenzia regionale per la protezione
ambientale della Calabria (ARPACAL);
b) parchi nazionali;
c) Azienda Calabria Verde;
d) consorzi di bonifica calabresi;
e) Corpo nazionale dei Vigili del fuoco;
f) Associazione nazionale dei comuni
Italiani (ANCI);
g) Guardie ambientali d’Italia;
h) associazioni di volontariato operanti
nel settore.
3. Nel Piano AIB è prevista un’apposita sezione
dedicata:
a) ai piani AIB dei parchi naturali e
delle riserve dello Stato, già oggetto di valutazione da parte del Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare;
b) alle aree naturali protette
calabresi.
4. Nel Piano AIB è prevista, altresì, un’apposita
sezione che, ottemperando alla normativa nazionale, detta i divieti, le
prescrizioni, le deroghe e le cautele per l'accensione di fuochi nei boschi.
5. Per il conseguimento delle finalità previste
nel Piano AIB e per l’espletamento delle connesse attività operative possono
essere sottoscritte apposite convenzioni con il Corpo nazionale dei Vigili del
fuoco e con le organizzazioni del volontariato, iscritte nell’apposito Albo
regionale delle associazioni, con specializzazione in antincendio boschivo.
Nelle suddette convenzioni sono precisati, in particolare, ruoli e
responsabilità di intervento in relazione alla tipologia e all’ ubicazione
dell’incendio.
6. La Regione, in relazione all’efficacia del
Piano AIB:
a) entro il 30 settembre di ogni anno
procede all’esame e alla valutazione del funzionamento del Piano AIB, con
valutazione dei punti di forza e debolezza e con esame comparativo rispetto
agli anni precedenti;
b) entro il 31 gennaio di ogni anno
stabilisce, con i soggetti addetti all'attuazione del Piano AIB, la
programmazione degli interventi di prevenzione
(fasce tagliafuoco, piste, viabilità
forestale, punti di approvvigionamento idrico), il numero di uomini e mezzi,
nonché le modalità di verifica dello stato di efficienza dei mezzi medesimi;
c) contemporaneamente all’approvazione
del Piano AIB nomina, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, il
coordinatore regionale del
servizio AIB, cui sono attribuiti, tra
l’altro, i seguenti compiti:
1) assicurare il rispetto di ruoli e
competenze all’interno della sala operativa;
2) coordinare le attività dei soggetti
coinvolti nelle attività di spegnimento.
Art.
4
(Dichiarazione
dello stato di massimo rischio e pericolosità)
1. Fatti salvi i contenuti del Piano AIB, in
occasione di situazioni meteorologiche favorevoli allo svilupparsi degli
incendi boschivi, sentita la struttura regionale competente per materia e le
autorità preposte, il Presidente della Giunta regionale dichiara lo stato di
rischio e di massima pericolosità per gli incendi boschivi su tutto o parte del
territorio regionale, impartendo le prescrizioni necessarie.
2. Nei periodi in cui viene dichiarato lo stato
di massimo rischio e pericolosità per gli incendi boschivi non sono ammesse le
deroghe, eventualmente previste in base al comma 5 dell’articolo 2, e sono
vietate le azioni determinanti anche solo potenzialmente l'innesco di incendio.
In particolare, in terreni boscati, pascolivi o cespugliati, a partire da una
distanza inferiore a 100 metri da essi, è vietato accendere fuochi, far
brillare mine, usare
apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare
metalli, usare motori, fornelli o inceneritori che producono faville o brace,
accendere fuochi d'artificio, fumare, disperdere mozziconi o fiammiferi accesi,
lasciare veicoli a motore incustoditi a contatto con materiale vegetale
combustibile o compiere ogni altra operazione che può creare comunque pericolo
mediato o immediato di incendio.
3. Nei boschi distrutti o danneggiati dagli
incendi restano in ogni caso immutati i vincoli e le prescrizioni stabiliti
dagli strumenti urbanistici vigenti all'atto dell'evento e i divieti previsti
dall'articolo 10 della legge 353/2000, che la Regione si impegna a far
applicare e rispettare in maniera puntuale, costante e cogente.
Art.
5
(Catasto
degli incendi boschivi)
1. La Regione Calabria esercita funzioni di
controllo sui comuni nella redazione del catasto delle aree boscate e dei
pascoli percorsi dal fuoco, secondo le modalità previste dall'articolo 10,
comma 2, della legge 353/2000, predisponendo chiare indicazioni sui requisiti
minimi, nonché sull’approccio metodologico da utilizzare nella redazione degli
elaborati per la creazione del catasto medesimo.
2. Il catasto viene realizzato sulla base dei
dati elaborati dai carabinieri per la tutela forestale sui rilevamenti GPS
delle aree percorse dal fuoco con sovrapposizioni di aerofotogrammetrie e con
la specifica delimitazione del livello di danno subito dalle specie arboree.
3. I comuni hanno l'obbligo di aggiornare
annualmente la cartografia delle aree incendiate e, conseguentemente, gli
strumenti urbanistici di competenza.
4. I comuni hanno altresì l’obbligo di aggiornare
con cadenza triennale e comunque all’occorrenza, le perimetrazioni relative al
rischio incendi di interfaccia, nonché la relativa fascia di rispetto di cui
alla lettera b) del comma 4 dell’articolo 1, inserite nella pianificazione di
emergenza comunale secondo le disposizioni riportate nel Manuale operativo per
la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di protezione civile
redatto dal Capo del dipartimento della protezione civile, Commissario delegato
ai sensi dell’OPCM 28 agosto 2007, n. 3606.
Art.
6
(Prescrizioni
particolari)
1. Fino all’emanazione di regolamenti attuativi
di cui all’articolo 5 della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione,
tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale), restano operative
le Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale.
2. Nei boschi distrutti o danneggiati dagli
incendi restano in ogni caso immutati i vincoli e le prescrizioni stabiliti dagli
strumenti urbanistici vigenti all'atto dell'evento e i divieti previsti
dall'articolo 10 della legge 353/2000, che la Regione si impegna a far
applicare e rispettare in maniera puntuale, costante e cogente.
3. Nelle zone boscate e nei pascoli, i cui soprassuoli
sono stati percorsi dal fuoco, fermi restando i vincoli stabiliti dall’articolo
10 della legge 353/2000, è sospesa l’efficacia delle autorizzazioni forestali e
idrogeologiche precedentemente concesse, ed in corso di efficacia, ivi compresi
nulla-osta, concessioni e licenze temporanee, al fine di consentire una
valutazione di merito da parte dell’autorità competente.
Art.
7
(Obblighi
di proprietari, affittuari, conduttori, enti pubblici e privati)
1. Al fine di prevenire il verificarsi di danni al
patrimonio pubblico e privato e per evitare procurati allarmi, i conduttori a
qualsiasi titolo dei campi a coltura cerealicola e foraggera, a conclusione
delle operazioni di mietitrebbiatura o sfalcio, realizzano contestualmente,
perimetralmente e all’interno della superficie coltivata una precesa o fascia
protettiva sgombra da ogni residuo di vegetazione, per una larghezza continua e
costante di almeno 15 metri e comunque tale da assicurare che il fuoco non si
propaghi alle aree circostanti e/o confinanti. La fascia protettiva, a
prescindere dalle operazioni di mietitrebbiatura o sfalcio, è realizzata entro
il 15 luglio di ogni anno.
2. I proprietari, gli affittuari e i conduttori,
a qualsiasi titolo, di terreni incolti in stato di abbandono o a riposo e di
colture arboree hanno l’obbligo di realizzare, entro il 31 maggio di ogni anno,
fasce protettive o precese di larghezza non inferiore a 5 metri lungo tutto il
perimetro del proprio fondo, prive di residui di vegetazione, in modo da
evitare che un eventuale incendio, attraversando il fondo, possa propagarsi
alle aree circostanti e/o confinanti.
3. È fatto obbligo ai proprietari, affittuari,
conduttori, enti pubblici e privati titolari della gestione, manutenzione e
conservazione dei boschi, di eseguire entro il 31 maggio di ogni anno, il
ripristino e la ripulitura, anche meccanica, dei viali parafuoco.
4. I proprietari e conduttori a qualsiasi titolo
di superfici boscate confinanti con altre colture di qualsiasi tipo nonché con
strade, autostrade e ferrovie, centri abitati e abitazioni isolate provvedono,
a proprie spese, a tenere costantemente riservata una fascia protettiva nella
loro proprietà, larga almeno 5 metri, libera da specie erbacee, rovi e
necromassa effettuando anche eventuali spalcature e potature non oltre il terzo
inferiore dell’altezza delle piante presenti lungo la fascia perimetrale del
bosco. Tali attività di prevenzione non sono assoggettate a procedimenti
preventivi di autorizzazione in quanto strettamente connesse alla conservazione
del patrimonio boschivo.
5. I proprietari, gli affittuari e i conduttori,
a qualsiasi titolo, di superfici pascolive, hanno l’obbligo di realizzare,
entro il 31 maggio, una fascia di protezione perimetrale priva di vegetazione
di almeno 5 metri, e comunque, tale da assicurare che il fuoco non si propaghi
alle aree circostanti e/o confinanti.
Art.
8
(Obblighi
dei gestori di infrastrutture viarie e ferroviarie)
1. Al fine di salvaguardare la vegetazione
agricola e forestale presente in prossimità degli assi viari insistenti sul
territorio regionale nonché per evitare problemi al regolare transito dei
mezzi, le società di gestione delle ferrovie, delle reti viarie, degli
acquedotti, la Città metropolitana, le province ed i comuni, provvedono, entro
il 31 maggio di ogni anno, lungo gli assi viari di rispettiva competenza, alla
pulizia delle banchine, cunette e scarpate, mediante la rimozione di erba
secca, residui vegetali, rovi, necromassa, rifiuti e ogni altro materiale
infiammabile, creando idonee fasce di protezione, al fine di evitare che
eventuali incendi si propaghino alle aree circostanti o confinanti. Il periodo
scelto per l’intervento di pulizia o il diserbo, da effettuarsi esclusivamente
con mezzi meccanici, fisici o biologici, è tale da evitare il ricaccio delle
specie erbacee durante il periodo di massima pericolosità per gli incendi.
2. I gestori delle strade effettuano le
periodiche manutenzioni sulla vegetazione arborea mediante potatura delle
branche laterali e spalcatura, al fine di consentire il transito anche dei
mezzi antincendio.
3. Le attività di competenza degli enti regionali
rientrano nelle attività previste dal piano attuativo annuale della
forestazione.
Art.
9
(Obblighi
di gestori di strutture ricettive e turistiche)
1. I proprietari, i gestori e i conduttori di
campeggi, villaggi turistici, centri residenziali, alberghi e strutture
ricettive nonché di strutture antropiche insistenti su aree rurali esposte al
contatto con possibili fronti di fuoco e classificate all’interno della pianificazione
comunale di emergenza a rischio elevato, realizzano entro il 31 maggio di ogni
anno una fascia di protezione della larghezza di almeno 15 metri, sgombra di
erba secca, arbusti, residui di vegetazione e di ogni altro tipo di materiale
facilmente infiammabile, lungo il perimetro del proprio insediamento
compatibilmente agli spazi fisici disponibili in funzione della proprietà
catastale. Sono fatte salve le distanze di protezione previste dal decreto del
Ministro dell’interno 28 febbraio 2014 (Regola tecnica di prevenzione incendi
per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture
turistico-ricettive in area aperta con capacità ricettiva superiore a 400
persone) ovvero da altra normativa di prevenzione incendi emanata dal Ministero
dell’interno.
Art.
10
(Obblighi
dei gestori di attività ad alto rischio)
1. I limiti di sicurezza e il compimento delle
operazioni di cui all’articolo 6 sono obbligatori anche per i proprietari, i
gestori e i conduttori di attività commerciali ad alto rischio esplosivo o di
infiammabilità.
Art.
11
(Obblighi
dei conduttori di superfici agricole e forestali)
1. I proprietari, i conduttori a qualsiasi titolo
di superfici agricole e forestali mettono in atto tutte le misure idonee a
prevenire l’innesco e la propagazione degli incendi anche nel rispetto di
quanto previsto dalla condizionalità agricola ai sensi della normativa vigente.
2. I proprietari e conduttori a qualsiasi titolo
di superfici agricole e forestali sono tenuti a rispettare la buona pratica agricola
nel rispetto delle norme europee, nazionali e regionali affinché non si creino
condizioni favorevoli all’innesco e alla propagazione degli incendi e allo
sviluppo di parassiti.
3. La mietitura delle colture cerealicole deve
iniziare dalle messi più vicine alle zone boscate, alle linee ferroviarie e/o
alle strade.
Art.
12
(Sanzioni)
1. La mancata redazione o aggiornamento del
catasto incendi e della relativa cartografia da parte dei comuni può costituire
motivo di esclusione degli stessi dai bandi e dai finanziamenti regionali.
2. Le violazioni ai divieti e alle prescrizioni
della presente legge, oltre a quanto previsto dall’articolo 10 della I.
353/2000, sono soggette a sanzione amministrativa e al pagamento di una somma:
a) da euro 500 a euro 2.500 per chi non
provvede alle necessarie opere di sicurezza e fasce protettive, ripristino di
viali parafuoco, potature e pulizia delle cunette e scarpate stradali e
ferroviarie;
b) da euro 1.000 a euro 5.000 per chi
effettua, fuori dai casi consentiti, la bruciatura delle stoppie, delle paglie,
della vegetazione spontanea e dei pascoli;
c) da euro 1.000 a euro 5.000 per chi
effettua la bruciatura di residui vegetali agricoli e forestali contravvenendo
alle disposizioni temporali fissate dalla presente legge;
d) da euro 250 a euro 500 per chi
raccoglie prima di cinque anni e per quantità complessiva superiore a 1
chilogrammo di frutti spontanei, germogli eduli, asparagi, funghi e lumache nei
boschi e pascoli percorsi da incendi;
e) da euro 250 a euro 1.250 per chi
effettua la bruciatura di residui di materiale vegetale derivante dall'attività
agricola e forestale senza prestare controllo e assistenza al processo di
combustione e non rispetta le dovute distanze di sicurezza;
f) da euro 1.000 a euro 5.000 per chi
brucia nelle giornate in cui è prevista una particolare intensità di vento,
ovvero nei giorni di eccessivo calore
e in zone non consentite.
3. I proventi derivanti dalle sanzioni
amministrative di cui alla presente legge confluiscono su appositi capitoli del
bilancio regionale e sono finalizzati alla gestione delle attività connesse
all'applicazione della presente legge.
Art.
13
(Clausola
di neutralità finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
14
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Principi generali e finalità)
1. La presente legge ha lo
scopo di incrementare e destagionalizzare il turismo nell'ambito del territorio
della Regione Calabria e di promuovere, in ambito nazionale ed internazionale,
la diffusione dell'attività sportiva del golf, programmando, con apposito Piano
territoriale di coordinamento generale regionale (PTCR) sullo sviluppo di nuovi
impianti di golf, giusta integrazione del Piano strategico regionale del turismo,
ed in coerenza con le disposizioni normative del Quadro territoriale regionale
a valenza paesaggistica (QTRP), la realizzazione di un sistema regionale di
impianti golfistici, nel rispetto del riparto di competenze fra Stato e
Regioni, di cui all'articolo 117 della Costituzione.
2. Gli enti locali, singoli o consorziati tra loro, anche su eventuale
proposta per lo sviluppo da parte di accertate società di settore (alberghiero
e golf) possono proporre alla Regione una rete o un circuito golfistico dotato
anche di offerta ricettiva per i turisti sportivi.
3. Per il perseguimento delle finalità di cui al comma 1, la Regione
promuove, ai sensi dell’articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000,
n.267 (Testo unico sull’ordinamento degli enti locali) e dell’articolo 15 della
legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del
territorio – Legge Urbanistica della Calabria), la conclusione di appositi
accordi di programma per assicurare il coordinamento delle azioni e per determinare
i tempi, le modalità ed ogni altro connesso adempimento. La Regione, altresì,
attua specifiche agevolazioni prevedendo strumenti di semplificazione
procedurale ed amministrativa, nonché adotta incentivi premiali sulle
fattibilità urbanistiche ed edilizie nei territori comunali interessati, nel
rispetto di quanto previsto dalla l.r. 19/2002.
4. I progetti dei nuovi campi da golf devono:
a) essere compatibili con la tutela dei luoghi, senza impatto
negativo sui sistemi ambientali più delicati;
b) valorizzare l'ambiente naturale preesistente e
incrementare il rapporto tra superficie complessiva e superficie da gioco;
c) armonizzare gli interventi artificiali attraverso una
movimentazione del suolo ridotta all'indispensabile e prevedere ampi spazi di
vegetazione naturale privi di qualsiasi tipo di intervento umano;
d) ottenere il livello massimo di risparmio idrico ed
energetico.
Art. 2
(Requisiti delle iniziative)
1. Gli impianti da golf, da contemplare a livello programmatico,
prevedono ciascuno un numero minimo di 18 buche, su un'area di almeno 700.000
metri quadrati; essi sono costruiti secondo le specifiche tecniche e con i
criteri per l'omologazione fissati dalla Federazione italiana golf (FIG),
conformemente alle norme di tutela ambientale, paesaggistica, igienico
sanitarie
e per il superamento delle barriere architettoniche, alle norme tecniche
per le costruzioni, anche con l'impiego di tecnologie per il risparmio
energetico, nonché alle norme in materia di impiantistica sportiva stabilite
dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dall'European golf association
(EGA) e dall'International golf federation (IGF).
2. Gli impianti di cui al comma 1 si insediano nel pieno rispetto del
contesto ambientale e culturale, integrato con infrastrutture di servizi
compatibili con la tutela e la salvaguardia dei valori paesaggistici, secondo
le disposizioni normative del QTRP.
3. Al fine del rispetto e della salvaguardia dei valori paesaggistici
ed ambientali, la progettazione dei singoli campi da golf è distinta in
“impianto a verde” ed “impianto complementare” (volumetrie per servizi e/o
ricettività turistica).
4. La superficie dell'impianto può prevedere strutture specifiche per
un'adeguata ricettività turistico alberghiera, residenziale, club house, volumi
di servizi accessori e parcheggio, da approvare, se non previste, in variante
agli strumenti urbanistici comunali nell’ambito dell’accordo di programma di
cui all’articolo 1, comma 3, e secondo la procedura meglio esplicitata
all’articolo 3, comma 2 e all’articolo 4.
5. Sono previste realizzazioni, con oneri a totale carico degli
investitori privati, di nuovi campi, l'ampliamento e la ristrutturazione di
quelli esistenti, secondo le modalità di cui all’articolo 1, commi 2 e 3,
perseguendo la migliore integrazione con le caratteristiche naturalistiche e
morfologiche dei siti in cui si insediano ed evitando impatti significativi
sull'ambiente.
6. Sono ammessi alle agevolazioni previste dalla presente legge:
a) enti locali territoriali, altri enti pubblici e loro forme
associative;
b) società e consorzi a capitale misto o interamente privato;
c) associazioni sportive regolarmente iscritte alla FIG;
d) società di capitali.
Art. 3
(Agevolazioni e premialità)
1. Gli enti locali di cui all'articolo 1, comma 2, favoriscono le
iniziative volte alla realizzazione di impianti golfistici e, in caso di
accertata carenza di strutture ricettive preesistenti nel territorio del
circuito golfistico, sentite la Regione e la Provincia, l'integrazione di strutture di ricezione
residenziale e turistico-sportive direttamente connesse con gli impianti.
2. I progetti degli impianti golfistici e di quelli integrati da
strutture ricettive e di servizio turistico-sportivo sono approvati nel
rispetto della normativa ambientale, paesaggistica, idrogeologica e sanitaria e
del riparto di competenze fra Stato e Regioni, secondo le procedure di cui
all’articolo 4.
3. Nel caso di preesistenze di edifici e ruderi nelle aree degli
impianti di cui all'articolo 2 - purchè non a valenza storico, ambientale,
documentario, suscettibili di essere dichiarati beni culturali - quale
premialità, al fine di incentivarne il recupero ed il loro riuso, le relative
volumetrie da utilizzare non sono computabili nel novero della cubatura
complessiva.
4. La realizzazione delle strutture ricettive di cui al comma 1,
connesse e vincolate agli impianti golfistici, sono dimensionate
proporzionalmente alla capacità ricettiva dei relativi campi da golf e, in ogni
caso, con un indice di fabbricabilità territoriale premiale massimo di mc/mq
0,03 anche in variante agli strumenti urbanistici vigenti, nell’ambito
dell’accordo di programma di cui all’articolo 1, e con le modalità di cui
all’articolo 4.
Art. 4
(Procedura e semplificazione)
1. Al fine di acquisire tutte le intese, i pareri, i permessi, i nulla
osta ed assensi comunque denominati, necessari per l’approvazione dell’accordo
di programma di cui all’articolo 1, comma 3, i progetti dei campi da golf e
delle eventuali strutture ricettive e di servizio turistico-sportivo, corredati
da apposito atto di convenzione che disciplina gli impegni assunti dalle
amministrazioni locali e dagli investitori privati di cui all’articolo 5, sono
sottoposti a conferenza di servizi di cui agli articoli 14 e seguenti della
legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento
amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi),
all’articolo 11 della legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul
procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso)
e all’articolo 14 della l.r. 19/2002.
Art. 5
(Disposizioni finanziarie)
1. La presente legge non comporta oneri a carico del bilancio
regionale, in quanto la realizzazione dei campi da golf e delle strutture di
ricettività turistico-sportiva e residenziale ad essi connesse è posta a totale
carico degli investitori privati.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all’art. 26 l.r. 30/2001)
1. All’articolo 26, comma 2, della legge
regionale 26 novembre 2001, n.30
(Normativa per la regolamentazione della raccolta e commercializzazione
dei funghi epigei ed ipogei freschi e conservati) dopo le parole “effettuata
con l’ausilio”, l’espressione “del cane a ciò addestrato” è sostituita con
l’espressione “di non più di due cani a ciò addestrati per ciascun cercatore”.
Art. 2
(Modifiche all’art. 27 l.r. 30/2001)
1. All’articolo 27 della l.r. 30/2001 sono
apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
a) al comma 1, lettera d), le parole
“dal 1 giugno” sono sostituite con le parole “dal 15 aprile”;
b) al comma 1, lettera e), le parole “31
dicembre” sono sostituite con le parole “15 aprile”;
c) al
comma 1, lettera g) le parole “dal 10 gennaio” sono sostituite con le parole
“dal 1 gennaio”;
d) al comma 1, lettera i) le parole “31
gennaio” sono sostituite con le parole “31 marzo”;
e) al comma 1, dopo la lettera i) sono
aggiunte le lettere “i bis) Tuber bellonae o bellone: dal 1 settembre al 31
marzo”, “i ter) Tuber oligospermun: dal
1 ottobre al 30 maggio”.
Art.
3
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Consiglieri assegnati 31
Consiglieri presenti 18,
assenti 13
…omissis…
Indi, il Presidente, nessuno avendo chiesto
di intervenire per dichiarazione di voto, pone in votazione la proposta di
provvedimento amministrativo secondo le prescrizioni dettate dal relatore del
provvedimento in ordine alla modifica delle tabelle sulla dotazione finanziaria
a carico del bilancio del Consiglio regionale
e, deciso l’esito – presenti e votanti 18, a favore 14, astenuti 4 -, ne
proclama il risultato:
"Il Consiglio approva"
…omissis…
Il Consiglio regionale
premesso che:
il 12 dicembre scorso la sindaca di Cascina,
Susanna Ceccardi, intervenendo alla trasmissione televisiva “Agorà”, in onda su
Rai Tre, ha dichiarato che i medici calabresi dovrebbero essere pagati di meno
perché meno bravi di quelli delle altre regioni, rendendosi autrice di altri
commenti palesemente denigratori, volti a dimostrare l’infondata minorità del
personale sanitario calabrese rispetto a quello di altre regioni;
unanime è stato lo sdegno per frasi
palesemente ingiuriose e diffamatorie, che non tengono in alcun conto
l’abnegazione, la professionalità ed il senso di responsabilità degli operatori
sanitari calabresi, al contrario ancor più apprezzabili se rapportate alle
precarie condizioni in cui da anni versa il sistema sanitario calabrese;
tanti sono, del resto, gli esempi di medici
calabresi che, nella terra d’origine o in altre realtà, hanno conseguito e conseguono
brillanti risultati professionali, dimostrandosi comunque e sempre all’altezza
dei compiti che sono chiamati a svolgere;
anche le statistiche smentiscono, con la
forza dei numeri, l’assunto per il quale i medici calabresi sarebbero autori di
errori professionali in misura maggiore rispetto ai colleghi di altre realtà;
i presidenti degli Ordini dei Medici
chirurghi e degli odontoiatri delle cinque province calabresi hanno contestato
aspramente le dichiarazioni rilasciate dalla sindaca di Cascina, auspicando
l’avvio di azioni di tutela, anche in sede giudiziaria, in favore dei medici
calabresi .
impegna
Il Governo regionale, nella persona del Presidente, ad assumere tutte
le iniziative necessarie e idonee affinché vengano tutelate la dignità dei medici
calabresi e l’immagine ed il buon nome della Calabria, valutando ogni azione a
tal fine possibile, non escluse quelle esperibili in sede istituzionale, civile
e penale.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
- l’art. 2 della Costituzione Italiana
prevede “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo,
sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua
personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale”;
- l’art. 3 della Costituzione Italiana
prevede “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche,di condizioni personali e sociali. E’ compito della
Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”;
- l’art. 2, comma 1 dello Statuto della
Regione Calabria prevede “La Regione concorre a dare attuazione ai principi
costituzionali sui quali si fonda la Repubblica Italiana, una e indivisibile,
informando il proprio ordinamento ai principi di libertà, democrazia,
eguaglianza, giustizia, solidarietà, sussidiarietà, pari dignità sociale,pace e
non violenza”;
- l’art. 2 comma 2 dello Statuto della
Regione Calabria prevede: lett. a) “l’effettiva tutela e il pieno esercizio,
per tutti, di diritti e interessi riconosciuti dalla Costituzione,operando per
il superamento degli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il
pieno sviluppo della persona umana”; lett. b) “il riconoscimento dei diritti delle
fasce più deboli della popolazione mediante il superamento delle cause che ne
determinano la disuguaglianza e il disagio”; lett. c) “il sostegno della
famiglia, orientando a tal fine le politiche sociali, economiche e finanziarie
e di organizzazione dei servizi”; lett. e) “l’attuazione del principio i
sussidiarietà, conferendo ai Comuni, alle Province e alle Città Metropolitane
tutte le funzioni e i compiti che non attengono ad esigenze unitarie per la
collettività ed il territorio regionale, incentivando l’esercizio associato
delle funzioni sulla base dei criteri di differenziazione, adeguatezza e
prossimità, nonché promuovendo e valorizzando l’autonoma iniziativa delle
formazioni sociali, delle autonomie funzionali e dei cittadini singoli o
associati per lo svolgimento delle attività di interesse generale, di
soddisfacimento dei diritti e di realizzazione della solidarietà sociale”;
lett. I) “la realizzazione di un sistema integrato di interventi e servizi,
anche favorendo l’associazionismo e le attività di volontariato,volto a
garantire i diritti alla sicurezza sociale, allo studio, alla salute dei
cittadini, con specifica attenzione alle persone che vivono situazioni di
disagio,operando per assicurare in ogni comunità del territorio regionale
livelli essenziali di servizi”;
- risulta essere determinante il
conseguimento dei valori essenziali di solidarietà, integrazione, inclusione
sociale e sensibilizzazione alla “normale diversità”, al fine di abbattere le
barriere fisiche e mentali spesso rivolte verso le persone con difficoltà
motoria;
- la promozione dello sport in tutte le sue
forme come strumento essenziale per lo sviluppo dell’uomo e per la sua
socializzazione, superando le difficoltà fisiche di limitata attività motoria e
incentivando al massimo l’autonomia della persona con disabilità;
- a queste esigenze corrisponde pienamente
l’azione dell’associazione sportiva dilettantistica “R.C. BASKET IN CARROZZINA”
che attraverso i risultati sportivi e le manifestazioni territoriali svolte,
interpreta esattamente la volontà di superare ogni ostacolo e di andare oltre
qualsiasi barriera, fisica e soprattutto mentale;
- il team di basket in carrozzina di Reggio
Calabria, unico per l’intera Calabria, ha vinto il campionato nazionale di
serie B di basket in carrozzina 2016/2017 e si è qualificato alle Final Four
per l’accesso alla serie A del medesimo sport;
- lo stesso team promuove eventi
collaterali sull’intero territorio regionale finalizzati a progetti scuola,
manifestazioni in piazza e confronti/dibattito che incentivino la conoscenza
dei compiti preposti dall’associazione dilettantistica stessa e le finalità
sociali e culturali indispensabili per il superamento dell’indifferenza
diffusa;
- il team è composto da ragazzi provenienti
da tutta la Calabria e non solo, da extracomunitari e da immigrati amputati e
poi abbandonati, e che tra loro hanno sviluppato un sentimento sincero di aiuto
fraterno, che con le loro “diverse abilità” riescono indiscutibilmente a far
grande la regione Calabria;
rilevato che:
- le accertate difficoltà economiche e
l’inadeguatezza delle attrezzature utilizzate stanno mettendo a serio rischio
il mantenimento delle attività totali dell’Associazione predetta, tanto da
prevedere una certa esclusione dal prossimo campionato nazionale di categoria e
l’interruzione delle attività promozionali sul territorio, con la conseguente
dispersione delle esperienze umane e delle risorse professionali ormai
conseguiti;
di conseguenza
impegna
il Presidente della Regione Calabria ad
attivarsi presso i competenti dipartimenti regionali al fine di poter garantire
la necessaria copertura economica al prosieguo delle attività sportive e
sociali dell’Associazione Sportiva Dilettantistica R.C. Basket in Carrozzina,
unica nel suo genere per l’intero territorio regionale.