X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 42
SEDUTA Di LUNEDI’ 30 OTTOBRE 2017
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
E DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
Pone ai voti il verbale della seduta precedente che è approvato
senza osservazioni.
Dà
lettura delle comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge
le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la consigliera
Ferro. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei oggi sollecitare il
Consiglio, ovviamente senza nessuna responsabilità da addebitare alla sua
Presidenza, a rispettare gli orari delle convocazioni perché lo ritengo utile
per l’economia dei lavori del Consiglio regionale sia nelle scelte da fare sia
nei tempi da utilizzare, pratica per pratica, ed anche per rispetto tra noi
colleghi e per la stampa presente. Quindi, anche se mi è stato sottolineato che
rispetto alle precedenti Legislature c’è sicuramente un ritardo minore, credo
che dalla prossima seduta di Consiglio dovrebbe esserci comunque una tabella di
marcia differente rispetto alla convocazione del Consiglio. Grazie.
Signor Presidente, chiedo che vengano
inseriti nella discussione odierna gli ordini del giorno numero 38672 e 38673
del 28 settembre 2017.
Consigliere Sergio, prima dell’inizio dei
lavori, con molti consiglieri che chiedevano la discussione di ordine del
giorno, tra cui Magno, Cannizzaro ma anche altri della maggioranza, si è
stabilito di fare una seduta ad hoc.
La prossima seduta di Consiglio sarà interamente dedicata agli ordini del
giorno perché se dovessimo aprire oggi dovremmo aprire per tutti gli ordini del
giorno proposti da tutti i consiglieri. Quindi la prossima seduta del Consiglio
regionale sarà dedicata esclusivamente agli ordini del giorno. Prego
L’ordine del giorno mi sembrava abbastanza
snello, credevo che fosse possibile.
No, ma è per mantenere una regola comune
Mi uniformo alla decisione.
E’ la decisione che abbiamo preso assieme
anche ai capigruppo.
Basta saperlo certe volte…
Avviamo il primo punto all’ordine del
giorno riguardante la proposta di legge numero 83/10 di iniziativa del
consigliere Bova recante “Modifiche dei confini territoriali dei Comuni di
Petronà e Belcastro della provincia di Catanzaro. Cedo la parola al relatore,
il consigliere Sergio, per l’illustrazione del provvedimento. Prego,
consigliere Sergio.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, la presente proposta di
legge, già sottoposta a referendum, reca la modifica dei confini territoriali
dei Comuni di Petronà e Belcastro nella provincia di Catanzaro. Le circostanze
di fatto che sono alla base di tale provvedimento sono le seguenti: nella
località Acquavona del Comune di Belcastro risiedono 31 famiglie per un numero
complessivo di 82 abitanti che si trovano ad una distanza di 10 km dal
centro-città, quindi, tale località è di fatto parte integrante del comune di
Petronà.
Riceve, infatti, da quest’ultimo l’erogazione di servizi pubblici
essenziali, quali acquedotto, servizi scolastici, postali, cimiteriali,
eccetera. La suddetta frazione presenta di fatto una conurbazione con il comune
di Petronà. Infatti essa è popolata da un gruppo di abitanti sociologicamente
logisticamente distinto, vista l’enorme distanza dal comune di appartenenza,
mentre è completamente integrata con la comunità della frazione Acquavona del
comune di Petronà. Con l’approvazione di tale modifica territoriale il
territorio in cui risiedono gli abitanti della frazione Acquavona del Comune di
Belcastro passerebbero al Comune di Petronà.
Il testo è stato esaminato in sede referente dalla prima
Commissione che ne ha concluso l’esame con la votazione del mandato al relatore
nella seduta del 31 marzo scorso, dopo aver seguito il seguente iter: la prima
Commissione nella seduta del 18 novembre 2015 ha avviato l’esame in sede
referente; nella seduta del 14 dicembre 2015 la Commissione, con la risoluzione
numero 1/2015, proponeva al Consiglio regionale la deliberazione
dell’effettuazione del referendum. Successivamente, veniva sospeso l’esame in
attesa dei risultati del referendum stesso.
Il Consiglio regionale nella seduta dell’8 febbraio 2016 si
pronunciava favorevolmente in tal senso con la deliberazione numero 92. La
Giunta regionale con deliberazione 111 del 15 aprile 2016 demandava al
Presidente della Giunta l’emanazione del relativo decreto di indizione del
referendum.
Il Presidente della Giunta con il decreto presidenziale 20 aprile
2016 numero 96 indiva il referendum consultivo e ne fissava la data di
convocazione degli elettori nella domenica 26 giugno 2016, chiamando alle urne
gli elettori iscritti nelle liste elettorali e residenti nella località
Acquavona del Comune di Belcastro. Nel Bollettino ufficiale telematico della
Regione Calabria numero 71 del 29 giugno 2016 sono stati pubblicati i risultati
contenuti nel verbale dell’ufficio regionale per il referendum presso la Corte
di Appello di Catanzaro, dove l’ufficio regionale per il referendum dichiara
che il parere popolare su quanto sottoposto a referendum è stato favorevole.
Successivamente ai risultati referendari veniva ripreso l’esame in Commissione.
Nel corso dell’esame si è svolto un ciclo di audizioni, nel corso
del quale sono stati ascoltati tra gli altri il sindaco di Petronà e il sindaco
di Belcastro. Al testo originario sono state apportate alcune modifiche per
l’approvazione di alcuni emendamenti di carattere tecnico. L’esame del testo in
Commissione si è concluso nella seduta del 31 marzo scorso con la votazione ed
il mandato al relatore. La seconda Commissione bilancio in sede consultiva ha
espresso parere favorevole sugli aspetti finanziari della proposta di legge
nella seduta del 25 maggio 2017.
La proposta di legge, infine, si compone di 3 articoli e 2
allegati: l’articolo 1 reca la modifica dei confini territoriali secondo quanto
risulta dalla relazione descrittiva (allegato A) e dalla planimetria (allegato
B). Infine, gli articoli 2 e 3 recano rispettivamente la clausola di neutralità
finanziaria e il termine dell’entrata in vigore. Per quanto sin qui esposto
chiedo a codesto onorevole Consesso l’approvazione della presente proposta di
legge. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Si, grazie, Presidente. Giusto sia per ringraziare il presidente
Sergio, che tra l’altro ha dato già una spiegazione dettagliata dell’iter formale seguito in sede di
Commissioni, referendum e quant’altro
e lo ringrazio soprattutto per la saggezza con cui ha condotto il dibattito che
si è pure accesso nelle Commissioni.
Nulla da aggiungere sotto l’aspetto formale, ma sotto l’aspetto
sostanziale è bene precisare che è stata comunque una decisione molto
partecipata, dove addirittura ci sono stati incontri sia con i cittadini della
comunità di Acquavona. Hanno partecipato tutti. Si sono riuniti i Consigli
comunali, abbiamo procurato e anche promosso l’incontro tra i sindaci, tra
uffici tecnici.
Ci tengo a precisare che di fronte ad una dimostranza del Comune
di Belcastro - perché il referendum
comporta delle modifiche territoriali che ovviamente hanno incidenza pure sotto
gli aspetti patrimoniali - abbiamo messo assieme persino i tecnici comunali dei
due Comuni affinché tracciassero la nuova perimetrazione. Una nuova
perimetrazione cioè che non desse, come si suol dire, tra virgolette, passatemi
il termine “fastidio a nessuno” ma che portasse comunque a casa un risultato
che è atteso da anni. Per intenderci sulla bontà di questa iniziativa il
quartiere Acquavona - chiamiamo la località Acquavona- è attaccato al Comune,
proprio al Comune, è il centro del Comune di Petronà, senza soluzione di
continuità.
E’ come se noi dicessimo che il fabbricato che c’è di fronte al
Consiglio regionale non andasse col Comune di Reggio ma andasse con quello di Scilla,
tanto per dire. E sono distanti da Belcastro oltre 10 chilometri, quindi una
questione di giustizia che è stata affrontata nella forma più trasparente e
partecipata possibile. Quindi con il referendum
abbiamo avuto un esito non indifferente perché i numeri sono stati già dati. Se
non sbaglio mancavano pochissimi votanti, tra l’altro anche perché qualcuno è
all’estero, ma i voti sono stati tra l’altro 31 maschi e 30 femmine ben
ripartite; all’unanimità hanno approvato il testo del referendum.
Quindi, chiedo che il Consiglio, anch’io insisto, non come
proponente, ma per la bontà del provvedimento per l’approvazione di questa
legge, che può essere un viatico per altre vicende che caratterizzano la
Calabria. Ci sono, infatti, esigenze da più parti di procedere ad una
rivisitazione della perimetrazione dei confini dei comuni. Anch’io insisto.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ferro. Ne ha facoltà.
Intervengo per annunciare ovviamente il voto sfavorevole da parte
del gruppo misto ma credo dell’opposizione tutta rispetto a quanto detto dal presidente
Bova che ho avuto modo anche insomma di contattare telefonicamente.
Gli amministratori non si sono detti soddisfatti, ma soprattutto
un ulteriore passaggio con un Tavolo allargato con gli amministratori credo che
fosse il modo più opportuno di procedere, rispetto a degli impegni elettorali
assunti durante le ultime amministrative, ovviamente né da me, né da lei, ma da
chi si candidava a sindaco. Poi è stata fatta una marcia indietro che, in
qualche modo, ha scontentato una parte degli abitanti di uno dei Comuni. Io
auspicherei, invece, il ritiro di questa pratica e un eventuale ulteriore
approfondimento alla presenza degli amministratori e dei tecnici, che a dire, a
sentir dire, insomma, in qualche modo, non condividono questa proposta di legge
che è stata partorita. Grazie.
Atri interventi? Se non ci sono altri interventi allora passiamo
all’esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(E’ approvato)
Articolo 2
(E’ approvato)
Articolo 3
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso e dei
relativi allegati, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in
allegato)
È in
discussione un testo unificato: Valorizzazione Dieta Mediterranea Italiana di
riferimento di Nicotera
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno riguardante
l’esame abbinato delle proposte di legge numero 54/10 e numero 113/10
“Valorizzazione della dieta mediterranea di riferimento di Nicotera”. Cedo la
parola al consigliere Mirabello, relatore, per illustrare il provvedimento,
prego.
Grazie, Presidente. Il provvedimento che viene posto all’esame del
Consiglio rappresenta, come è evidente, la sintesi di due proposte di legge che
si sono susseguite e che, a seguito del lavoro della Commissione, sono giunte a
una versione finale, ultimativa di condivisione fra la proposta che è stata
depositata, che reca come primo firmatario il collega Orlandino Greco, e la
proposta che reca come primo firmatario il collega Ennio Morrone.
Su questo provvedimento intanto la prima importantissima
valutazione che credo sia opportuno rendere ai colleghi e all’Aula: si tratta
di un provvedimento di straordinaria importanza perché sapete tutti che la
dieta mediterranea è stata riconosciuta patrimonio immateriale dall’Unesco il
16 novembre del 2010 a Nairobi, in Kenya.
Tutti comprendiamo facilmente come questo importante tratto
distintivo della nostra comunità Calabrese e in particolare della comunità di
Nicotera, in provincia di Vibo Valentia, sia un tratto che riguarda non solo la
dieta e quindi l’aspetto alimentare, ma anche soprattutto lo stile di vita che
si conduce e si conduceva in quella comunità all’epoca degli studi del famoso
studioso Ancel Keys, che terminò la sua importanza analisi nel 1957.
L’obiettivo della legge è un po’ più ambizioso rispetto a una precedente
formulazione della IX legislatura, la legge numero 45 del 2013 che è stata
licenziata da questo Consiglio regionale che pure ha avuto un merito
importante, che è stato quello di iniziare ad avviare una discussione e una
valorizzazione della dieta mediterranea di riferimento di Nicotera.
Dicevo, ha qualcosa in più, ha un quid in più, nel senso che la legge
numero 45 del 2013 fu una prima enucleazione dei principi importanti di
riconoscimento del valore della dieta mediterranea. Oggi noi andiamo al
compimento di un salto politico importante che è costituito intanto dalla
presenza di importantissimi allegati che fanno parte integrante del testo di
legge e che prevedono la individuazione dell’indice di adeguatezza
mediterraneo, detto IAM, e poi da una serie di referenze scientifiche, che
costituiscono l’Allegato 2, insieme ad una migliore organizzazione degli enti
che sono preposti alla valorizzazione della dieta stessa.
Nella passata formulazione era prevista la creazione di una
fondazione che non è stata mai varata dalla Regione Calabria; oggi, invece,
siamo di fronte a una scelta specifica, che è quella di premiare soprattutto lo
sviluppo delle filiere enogastronomiche, attraverso dei provvedimenti specifici
che vanno fino alla individuazione di un marchio regionale che caratterizzi,
appunto, la dieta mediterranea. Dal punto di vista pratico noi oggi abbiamo
l’istituzione e la formalizzazione del cosiddetto ODMIR, che è l’Osservatorio
della dieta mediterranea italiana di riferimento, che avrà la sede nella città
di Nicotera, e questo non è solo un riconoscimento formale alla cittadina
stessa, ma si tratta proprio della individuazione di un baricentro dal quale in
tutto il Mediterraneo si irradierà l’azione politica volta alla valorizzazione
della dieta stessa. E poi una serie di norme a partire dall’articolo 3 che
guardano all’organizzazione di questo specifico Osservatorio che avrà la sede
nella città di Nicotera, ma che avrà anche qui un suo riferimento scientifico,
specifico nelle Università calabresi.
L’obiettivo è appunto quello di rendere questa dieta, lo stile di
vita e le caratteristiche enogastronomiche della Calabria un fattore trainante
rispetto anche agli sviluppi che le nuove politiche del turismo e in
particolare il turismo esperienziale sta avendo negli ultimi anni nel nostro
Paese e che soprattutto sta attirando tantissimi visitatori da tutti i mercati
internazionali.
Quindi, si tratta di una legge che valorizzerà un elemento e un
tratto distintivo che possiamo definire culturale, che punterà a rendere non
solo etereo ma anche oggettivo questo tratto distintivo, che punterà a premiare
la valorizzazione di prodotti specifici, che solo qui in Calabria e solo nella
provincia di Vibo Valentia, come si dimostra dagli allegati che sono depositati
a margine del testo di legge, hanno le caratteristiche specifiche idonee a
costituire elemento costitutivo di questa dieta. Insieme anche a una attività
di promozione specifica, si potrà raggiungere l’obiettivo di rendere questa
legge maggiormente funzionale rispetto agli obiettivi che ci siamo prefissati.
Per questa ragione ritengo che il Consiglio abbia oggi
un’occasione straordinaria di fare un importante passo in avanti e, per questa
ragione, ritengo che il lavoro che è stato svolto anche dalla Commissione che
presiedo, in molti passaggi, in tantissimi passaggi, con fatica, con un
confronto molto serrato, sia un lavoro positivo che alla fine ha raggiunto il
suo obiettivo. E’ stato improntato agli interessi della Calabria e può essere
definito un lavoro bipartisan, nel senso che il contributo fornito anche dai
colleghi consiglieri del centro-destra e di altri schieramenti politici hanno
dato un importante spunto e un’importante traccia nel varo definitivo del
provvedimento di legge. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Onorevole Presidente del
Consiglio, onorevole Presidente della Giunta, onorevoli consiglieri, arriviamo
oggi all’approvazione di una legge molto importante per la nostra regione, e
questo dopo un attento lavoro di studio e grazie alla collaborazione di
numerosi professionisti di settore che hanno voluto offrire il loro contributo
affinché questa legge sulla valorizzazione della dieta mediterranea di
riferimento di Nicotera tenesse in considerazione i più recenti studi
sull’educazione alimentare effettuati nel mondo.
Una legge che arriva oggi
in Aula dopo numerose sedute di commissione consiliare che hanno consentito,
attraverso l’analisi congiunta con la proposta di legge effettuata dal collega
Ennio Morrone, di arrivare alla definizione di un testo di legge che finalmente
riconosce il valore della dieta mediterranea di Nicotera e il valore in ambito
salutistico dello stile di vita adottato nella nostra regione.
Oggi, approvando il testo
di legge inerente la valorizzazione della Dieta Mediterranea
Italiana di Riferimento, noi
scriviamo una pagina storica: recuperiamo e valorizziamo il lavoro scientifico
che uno straordinario gruppo di scienziati di fama mondiale condusse a Nicotera
e Creta nel 1957, sotto la competente guida di Ancel Keys, Paul White, Flaminio
Fidanza noto come Seven Countries Study; recuperiamo e valorizziamo
conoscenze e competenze che in millenni si sono sedimentati nelle popolazioni
delle Calabrie, grazie alle continue contaminazioni derivanti dagli apporti dei
diversi popoli che la nostra regione, meglio di altre, ha saputo accogliere ed
integrare; poniamo le basi per l’avvio di un processo di sviluppo incentrato
sulle risorse, umane e materiali, presenti nella regione, avviando di fatto un
progetto in progress di enorme
valenza storica- culturale, economica e sociale.
A nome mio personale, del
collega Franco Sergio e di tutto il gruppo Oliverio Presidente mi corre
l’obbligo di ringraziare in primis i
colleghi della Commissione, il collega Ennio Morrone, e poi la popolazione
della Città di Nicotera che rese possibile lo studio pilota del Seven countries
Study, accogliendo, nell’allora 1957, quel nutrito pool di scienziati e consentendo poi, negli anni settanta, la
revisione di quello studio sotto la guida di scienziati, ancora una volta, di
fama nazionale ed internazionale. Il modello di dieta mediterranea italiana di
riferimento e la novità del suo Indice di Adeguatezza Mediterranea, come diceva
prima il Presidente della Commissione, Mirabello, noto con l’acronimo IAM, che
su proposta del Ministero delle politiche agricole è stato adottato - e questa
è una novità dell’ultimo anno - nella Conferenza Stato – Regioni come indice di
riferimento.
Il mio ringraziamento va
anche ai tecnici ed esperti della Regione Calabria che ci hanno assistito nel
corso dell’iter legislativo, spesso anche travagliato, che ci consegna oggi il
testo per la sua definitiva approvazione.
Consentitemi poi di
ringraziare: le migliaia di persone che hanno partecipato ai numerosi incontri
di presentazione della legge in Regione, a Milano Expo 2015, nelle scuole, con
medici e professionisti del settore che ci hanno consentito di migliorarne il
testo con i loro apporti di critica e di consensi; gli operatori della carta
stampata, e non solo e tutti quelli che hanno contribuito e diffuso come
raramente accade testi di legge che noi approviamo.
Sono state diverse le
occasioni alle quali abbiamo partecipato: per esempio a Nicotera; a Paola,
città di San Francesco di Paola che con la sua IV Regola (stretto regime
quaresimale, per cui non si mangiano carne e derivati, come il latte, uova
formaggi e ogni genere di latticini) era stato il precursore del Modello
della dieta mediterranea di riferimento codificato, quattro secoli dopo da
Ancel Keys e dai suoi collaboratori a Nicotera; a Bivongi città di centenari
come tanti altri borghi della Calabria; all’Accademia Cosentina con la
magistrale lezione del prof. De Lorenzo che ha permesso di analizzare le intuizioni
di Bernardino Telesio sul tema della nutrizione umana consegnato alla stona
della Calabria e del mondo nel suo De rerum Natura; alla Cittadella
della Regione in occasione della visita di Vandana Shiva; nelle scuole agrarie
ed alberghiere; in diverse conferenze organizzate in giro per la Calabria e per
l’Italia.
Il contributo di studio e
ricerca, a volte anche marcatamente critico, sulla problematica della dieta
mediterranea da parte di esimi studiosi delle università calabresi è stato
importante nell’animare il dibattito attorno alla proposta di legge che,
proprio nella sua implementazione a partire da oggi, non potrà non continuare
con il sostegno della stessa legge.
L’UNESCO, nel 2010, ha
riconosciuto la dieta mediterranea patrimonio culturale immateriale
dell’Umanità. Un modello alimentare che va oltre il concetto di cibo – lo
spiegava bene il presidente Mirabello -, ma riguarda la cultura di vita, le
pratiche sociali, tradizionali e agricole. E’ un modo di vivere, un elemento
relazionale e culturale che rafforza il senso di appartenenza e di
condivisione, perché il “mangiare insieme”, tipico della Dieta Mediterranea,
non significa semplicemente consumare un pasto, ma vuol dire rafforzare il
fondamento delle relazioni interpersonali, promuovere il dialogo e la
creatività, tramandare l’identità e i valori delle comunità.
Le attuali abitudini
alimentari hanno portato ad un aumento delle patologie cronico-degenerative,
come diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, a loro volta alla base delle
patologie cardiovascolari, prima causa di morte. L’OMS ha sottolineato
l’importanza di una corretta alimentazione nella prevenzione e lo stile
alimentare che più si avvicina alle raccomandazioni dell’OMS è la Dieta
Mediterranea.
Sono infatti migliaia i
lavori presenti in letteratura scientifica, che noi abbiamo allegato, e che, a
partire dagli anni ‘80, ne descrivono le caratteristiche e ne esaltano le
capacità preventive nei confronti delle citate patologie, così come per la
prevenzione di sovrappeso e obesità. Il ruolo preventivo della Dieta
Mediterranea sulle malattie cronico degenerative era stato evidenziato nel ‘57
dallo Stadio Cooperativo Internazionale di Epidemiologia della Cardiopatia
Coronarica (Seven Country Studies),
questo un elemento fondamentale presente nella proposta di legge del
consigliere Morrone, successivamente confermato dagli studi negli anni ‘60-’90
del Prof. Fidanza e successivamente da De Lorenzo, svoltosi in quegli anni
nella città di Nicotera.
Il comune di Nicotera è
entrato nella storia della ricerca nutrizionale nazionale ed internazionale in
quanto è stato la sede dello studio pilota del Seven Country Studies.
Brevemente vi riassumo: nel 1958-1961 lo studio è stato esteso a sedici gruppi
di uomini 40-59 anni di età residenti in centri abitati in Finlandia, Giappone,
Grecia, Italia, ex Iugoslavia e Stati Uniti d’America. Dalle analisi dei dati
di Nicotera, la prevalenza di infarto è risultata bassissima (circa lo 0.7%) e
l’ipertensione, il diabete e il sovrappeso erano poco comuni. I risultati
ottenuti, alla luce del riscontro dell’indagine clinica e dello stile di vita
degli adulti esaminati hanno portato a definire la dieta di Nicotera di quel
tempo come Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento.
Dallo studio dei Sette
Paesi è emerso che per quanto riguarda i nove gruppi di uomini europei (Creta e
Corfù in Grecia, Crevalcore e Montegiorgio in Italia e Dalmazia nella ex
Jugoslavia), presentavano al venticinquesimo anno di riesame un tasso di
mortalità per cardiopatia coronarica di 978/10.000, mentre quelli non
mediterranei (Finlandia orientale, Slavonia e Velika Krsna nella ex-Jugoslavia)
presentavano un tasso di mortalità doppio (1.947/10.000). Le diete dei due
gruppi erano ben diverse. Ed è qui che entra in gioco l’Indice di Adeguatezza
Mediterraneo (IAM), che stabilisce quanto una dieta si avvicini o si allontani
dalla Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento, si ottiene dividendo il
percento dell’energia fornita dagli alimenti che caratterizzano una dieta
mediterranea salutare (cereali, legumi, vegetali, frutta, pescato, olio vergine
di oliva) per il percento dell’energia fornito dagli alimenti che, pur se
mediterranei, non debbono prevalere in questo tipo di dieta (carne, latte,
formaggi, uova, grassi di origine animale e margarine). Maggiore è lo IAM, più
la dieta sarà adeguata alla Dieta Mediterranea di Riferimento.
Nonostante i risultati di
tali studi indichino come lo stile alimentare cui tendere per una vita sana è
quello della dieta mediterranea, dagli anni Cinquanta a oggi, cioè dal primo
studio di Keys, si è assistito in tutta l’area del Mediterraneo, Italia
compresa, a un graduale abbandono di questa dieta a favore di stili alimentari
meno salutari.
La proposta di legge tiene
in considerazione tutti questi elementi scientifici e promuove azioni di
valorizzazione della dieta mediterranea di Nicotera nel mondo, in particolare:
-
riconosce
e adotta i criteri di adeguatezza mediterranei;
-
attiva un
partenariato con i sette Paesi del Seven
Country Studies;
-
promuove
interventi diretti a sostenere la diffusione del modello nutrizionale e le
attività economiche, ambientali, sociali e culturali legate allo stile
alimentare;
-
promuove
lo sviluppo di progetti ed iniziative di studio e di ricerca, culturali ed
enogastronomiche, a livello regionale;
-
predispone
annualmente bandi diretti a sostenere lo sviluppo di filiere enogastronomiche.
L’ODMIR che è l’elemento
fondamentale, e lo spiegava bene il presidente Mirabello, ed è appunto l’Osservatorio
della dieta mediterranea, tiene conto della presenza di un comitato scientifico
e di un comitato direttivo e tiene conto della presenza dei rappresentanti
delle Università e di altri esponenti di spicco che riguardano la Calabria e la
dieta mediterranea.
Allora non entro nel
merito dell’ODMIR o di quello che sarà per brevità, ma la Regione Calabria con
questo passaggio, con l’istituzione, peraltro, dell’albo dei prodotti e delle
ricette del modello dieta mediterranea italiana di riferimento Nicotera, con
l’istituzione del marchio regionale identificativo alla dieta mediterranea
italiana di riferimento, con l’istituzione delle roccaforti e con l’istituzione
nelle scuole della regione e nelle relative mense della settimana di promozione
della dieta mediterranea di riferimento di Nicotera, si riappropria di qualcosa
che aveva perso.
In conclusione, attraverso
questa legge si punterà, consigliere Morrone e consiglieri tutti, alla
riscoperta di un modello alimentare improntato non solo all’utilizzo di cibi
salutistici, ma alla condivisione di uno stile di vita sostenibile per gli
uomini e per l’ambiente che ci circonda.
La dieta mediterranea
rappresenta oggi lo snodo d’importanti questioni che investono la complessità
dei rapporti intercorrenti tra l’uomo e la terra, la cultura e il territorio,
il presente e la storia, il profitto e la sostenibilità ambientale. Rappresenta,
inoltre, un modo di alimentarsi in grado di riconnettere il gusto con la
memoria, le ricette con le stagioni, gli appetiti con la salute, gli stomaci
con le cittadinanze, secondo consuetudini sedimentatesi nella storia culinaria
di ciascun territorio. Non di meno, vista nella sua prerogativa di modello
gastronomico capace di far coesistere saperi e sapori di attestata derivazione
locale e tradizionale, rappresenta un modo fortemente identitario del mangiare
in grado di ricomporre autenticità smarrite o irrimediabilmente compromesse
dalle omologazioni culturali poste in essere dalla globalizzazione.
Attraverso le attività di
valorizzazione, diffusione e formazione la dieta mediterranea di riferimento di
Nicotera diventerà un vero e proprio strumento in grado di garantire un aumento
della produzione agroalimentare calabrese e allo stesso tempo contribuirà a
formare dei consumatori sempre più consapevoli.
L’approvazione di questa
proposta di legge, se certamente chiude una fase del dibattito, costituisce un
impegno per la sua attuazione nei territori della regione Calabria: con le
imprese del settore e le relative organizzazioni di categoria; nelle mense
scolastiche di ogni ordine e grado, nelle mense degli ospedali; nella
riqualificazione dell’offerta formativa nelle scuole in materia di educazione
alimentare che sempre più preoccupa le famiglie e le istituzioni in Italia e in
Europa; nella formazione diffusa di consumatori sempre più consapevoli quali
migliori alleati di un’azione preventiva delle malattie croniche degenerative
non trasmissibili.
Presidente Oliverio,
colleghi consiglieri, questa legge rende oggi più forte la Regione Calabria, ma
dobbiamo però essere consapevoli, lo siamo, che le nostre produzioni alimentari
hanno possibilità di sopravvivere, crescere e competere sui mercati nazionali,
europei ed esteri non puntando sulle quantità, ma sulla loro qualità totale e
certificata nell’interesse dei consumatori. Una tale consapevolezza, per
tradursi in agire vincente, richiede una strategia complessa che implica
necessariamente un lavoro comune con le altre regioni del Sud ed è questo che
oggi noi chiediamo.
Presidente, noi saremo al
suo fianco, in una battaglia che è allo stesso tempo culturale, economica,
sociale e di civiltà, nell’interesse delle nostre popolazioni e delle
popolazioni del mondo, atteso che l’OMS, la FAO e l’UNESCO ritengono che il
modello della dieta mediterranea è, nelle condizioni socioeconomiche e
culturali date e per gli stili di vita che ne discendono, l’unico che può
sfamare il mondo.
Chiudo ricordando quanto
affermava Ippocrate che noi abbiamo messo in testa al preambolo della legge: “Fai che il cibo sia la tua medicina e che la
tua medicina sia il cibo. Ma di cibo ci si può anche ammalare...”. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Magno. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, componenti la Giunta,
ritengo che queste due proposte di legge dei consiglieri Greco e Sergio e del
consigliere Morrone colgano un aspetto importante e fondamentale di quella che
è la questione relativa all’alimentazione all’interno della nostra regione. Già
nella precedente Legislatura avevamo tentato di mettere in campo una proposta
del genere che poi, a causa della fine anticipata della Legislatura, non fu
portata ad approvazione.
Comunque, ritengo che alla base di questa proposta di legge ci sia
un lavoro enorme che è stato fatto sulle due proposte di legge dai tre
consiglieri regionali. La proposta mi sembra che sia molto concreta e anche
abbastanza organizzata rispetto a quella che deve essere la finalità e il tipo
di attività connessa alla proposta di legge stessa. Anche con gli emendamenti
che sono stati proposti si va a completare un mosaico importante che vede
coinvolte le tre Università calabresi che svolgono un’attività importante nel
campo della ricerca.
Dobbiamo dire che i nostri docenti universitari che si interessano
di dieta mediterranea sono i più bravi al mondo nel campo farmacologico, ma
anche nel campo di quello che è lo studio dietologico dei prodotti afferenti la
dieta mediterranea e quindi i prodotti calabresi. Penso che questo testo che
viene portato oggi in Aula vada senz’altro approvato. Da parte mia c’è il voto
favorevole ed anche la convinzione che di fronte a un testo del genere non
possiamo che dire grazie a chi lo ha predisposto, a chi ha lavorato all’interno
delle Commissioni. Anche le audizioni fatte sono state utili, ma soprattutto il
bel lavoro che è stato posto a corredo delle proposte stesse, che richiamano un
po’ tutti i contributi scientifici e la ricerca che è stata fatta nell’ambito
del territorio di Nicotera, nel momento in cui è stato scelto quel territorio
per verificarne l’efficacia.
La produzione alimentare, ma anche il consumo alimentare,
all’interno del territorio, e l’equilibrio tra vita e natura, ritengo siano
fondamentali; su di essi si basa poi, fondamentalmente, questa proposta di
legge che tende a valorizzare la dieta tipica delle nostre città. Questo pone
anche un altro aspetto fondamentale, cioè pone il freno alla diffusione di
prodotti nuovi che vengono inseriti, attraverso le attività delle grosse
imprese commerciali, all’interno delle nostre regioni. Purtroppo, vittime di questo
inserimento di prodotti non adeguati a quella che è la dieta mediterranea spesso
sono i ragazzi delle scuole, ai quali vengono somministrati i pasti che non
richiamano quelle che è la tradizione calabrese, ma vengono somministrati
alcuni pasti che richiamano piuttosto il mondo del consumismo e della
commercializzazione.
Ecco, in questo senso, la legge pone un argine anche a questi
aspetti, introducendo anche nelle scuole il menù tipico della dieta
mediterranea, consentendo il percorso che la legge stessa pone alla base ma
nello stesso tempo salvaguardando quella che è la salute e la dieta dei nostri
concittadini. Penso che ognuno di noi alcune volte abbandoni questo tipo di
dieta per buttarsi su prodotti di altro genere ma penso che sia importante ritornare
alla dieta mediterranea, attraverso i nostri prodotti tipici che vengono
controllati alla fonte. Sono prodotti importanti nell’ambito di quella che è
anche l’attività economica di questa regione e quindi la legge tende anche a
sviluppare quelle che è l’attività economica regionale, ponendo in essere una
serie di promozioni di attività commerciali dei prodotti calabresi che
consentono alla Calabria di introdursi nell’ambito delle attività di sviluppo
economico dell’agricoltura calabrese e dei prodotti trasformati.
Penso che la proposta di legge sia validissima. Ritengo che anche
qui un richiamo alla Fondazione Terina sia importante perché dovete sapere che
la Fondazione Terina svolge un ruolo importantissimo nell’ambito di quella che
è la ricerca e il controllo alimentare, attraverso tutta una serie di
tecnologie che sono presenti e sono state finanziate dal Ministero della
ricerca scientifica e che, purtroppo, vengono inutilizzate, nell’ambito di
quella che è l’attività di questo Ente di ricerca che fu trasformato da ente di
tipo promozionale in ente di ricerca, nella passata Legislatura. E’ necessario
che anche la Fondazione Terina venga coinvolta nell’ambito di questa attività,
oltre che i laboratori che sono presenti all’interno dell’Università, perché in
quella struttura si può fare, ad esempio, il controllo di qualità e il
controllo della composizione degli alimenti, attraverso una serie di strumenti
che sono presenti all’interno di quell’ente di ricerca.
Grazie ancora e un plauso a chi ha voluto fortemente portare
avanti questa iniziativa e ritengo che come sulle iniziative buone, sulle
iniziative che hanno qualità, che creano sviluppo per la nostra regione, non
possiamo che essere unanimemente d’accordo nel sostenerle e nel portarle
avanti. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Viene da chiedersi, Presidente, se in momenti
di particolare crisi, se in situazioni che vedono coinvolta la nostra regione
in problematiche che ne affliggono costantemente e quotidianamente la vita, sia
davvero necessaria la proposizione non di una ma di due normative sulla dieta
mediterranea e la loro interrelazione per sfornare finalmente una norma che si
occupi di dieta mediterranea in Calabria.
Ebbene, come gruppo democratico progressista diciamo di sì,
diciamo che non solo è utile, ma è necessario. E’ necessario perché si
restituisce alla nostra regione il titolo e la titolarità di una dieta che nasce
in Calabria, viene realizzata in Calabria, viene studiata in tutto il mondo, ed
è uno degli elementi caratterizzanti la nostra regione.
Il ringraziamento va ai consiglieri Morrone, Sergio e Orlandino
Greco, per il lavoro che hanno saputo predisporre, prima separatamente e poi
con l’aiuto della Commissione, dei Presidenti, dei componenti della
Commissione, delle Commissioni, e cioè riuscire a mettere in relazione articoli
che sembravano antitetici fra di loro. Alla fine ci sono riusciti fra persone
intelligenti che hanno a cuore il territorio, che hanno a cuore la loro
regione, benché appartenenti a gruppi politici opposti, che siedono su banchi
opposti. Hanno trovato una quadra su una norma che restituisce alla Calabria
l’onore e l’onere di essere la rappresentante mondiale della dieta mediterranea
nel mondo. Questa è una cosa bellissima, della quale non possiamo che
ringraziarvi come cittadini calabresi.
L’altro ringraziamento è perché avete inserito, all’interno
finalmente di questa normativa, anche le Università. Lo diceva bene il collega
Magno: le Università nostre, della nostra regione, che nulla hanno a che
invidiare alle Università e agli atenei di altre Regioni e che – viva Dio!-
hanno al loro interno professori e docenti che da anni studiano la dieta e che
hanno saputo dare il loro contributo, insieme ai relatori, ai professori anche
di altre Università. Qui come gruppo democratici progressisti -la faccio breve
per non impegnare, per dare spazio anche agli altri colleghi- siamo per un voto
assolutamente favorevole e auspichiamo che ci sia un voto unanime per il
riconoscimento anche per questa legge di una convergenza per le cose belle
fatte per i calabresi da questo Consiglio regionale. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Sì, velocemente, per ribadire quello che ha già detto egregiamente
il collega Magno per la minoranza; lo dico al presidente Oliverio.
È una legge veramente rappresentativa delle cose che possono
aiutare la Calabria a riprendersi.
Era stata abbozzata anche nella passata Legislatura. Chiedo di prestare
grande attenzione, dato che è un organismo corposo. Siccome – vedo, ad esempio,
l’assessore ai Trasporti - ci ricordiamo che la legge che abbiamo votato sull’ART
- CAL - che è una cosa un po’ più importante della dieta mediterranea - ancora
non è partita, vorremmo l’assicurazione che una cosa così seria che, anche se è
immateriale, può rappresentare una nuova dimensione per la Calabria - noi la
votiamo, quindi penso che sarà approvata all’unanimità -, possa avere quell’iter
veloce - in termini di Governo - che è mancato a tante altre leggi condivise in
quest’Aula.
Ho fatto l’esempio di una proposta rimasta a metà, assessori, non
per paragonarla, ma proprio per rafforzare la necessità di velocizzare l’iter
della legge sulla dieta mediterranea. Quindi, mettiamo in campo questo
organismo, giochiamoci il futuro, che è l’unico futuro possibile: turismo,
agricoltura, buoni trasporti. Questo è, quindi, un augurio che faccio
all’assessore.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Anch’io intervengo brevemente per esprimere il mio apprezzamento
verso questa proposta di legge, maturata durante un lungo lavoro, presentata
dai colleghi Orlandino Greco, Sergio e Morrone. Grazie anche al lavoro del
Presidente della Commissione - che ringrazio -, Mirabello, che ha saputo
mediare e portare a sintesi tante proposte, tanti emendamenti, tante
riflessioni e tante considerazioni che sono state fatte in Commissione. A me
piace evidenziare nel mio intervento, per non ripeterci sulle cose dette - ecco
quant’è importante il ruolo di questo Consiglio regionale - quant’è importante
trovare una sintesi reale e concreta sulle esigenze, sulle aspettative dei
calabresi. A me piace evidenziare, quindi, ecco la capacità, la palestra che
vorrei, ancora una volta, evidenziare che dovrebbe essere questo Consiglio
regionale che spesso dimentichiamo e che spesso non sappiamo nemmeno vendere il
prodotto, tra virgolette, che riusciamo a deliberare, ad offrire ai calabresi
in termini di risposte, di soluzioni, di sollecitazione, che ci provengono
dalla società calabrese. E questo penso che sia un bel segnale che va ascritto
alla maggioranza ma anche all’opposizione che ha condiviso questa idea
scaturita dai colleghi Greco e Sergio.
E poi vorrei evidenziare i benefici che potremmo ottenere da
questa legge che abbiamo appena approvato, che sono secondo me tre e di estrema
importanza. Uno riguarda la qualità della vita, la salute dei cittadini, la
salute dei nostri figli, perché quando si mette in campo una politica che mira
a valorizzare il meglio che abbiamo dei prodotti, il meglio che abbiamo in
termini di offerta, credo che faremo un bene alle nostre comunità ma
soprattutto ai nostri figli che si aspettano da noi risposte chiare e forti e
che salvaguardi soprattutto la loro salute.
Un aspetto scientifico, perché noi con questa legge diamo valenza
al lavoro dell’Università ma diamo valenza anche ai tanti calabresi che in
altre parti d’Italia sono spesso in questi anni su questo aspetto qua della
dieta mediterranea. Ne citava qualcuno il collega Greco, qualcosa che vada
anche dato atto a chi in questi anni ha creduto, pur non lavorando in Calabria,
a questo lavoro, a questi benefici che potevano derivare dalla dieta
mediterranea; e uno anche l’economia, perché quando si dice che nelle aziende,
nelle mense saranno obbligati all’utilizzo della dieta mediterranea vuol dire
che ci sarà anche una ricaduta per l’agroalimentare calabrese. Ecco se noi
ragionassimo ogni volta, in questa Aula, con questi principi, con questi scopi,
con questi valori, con questa sensibilità, credo che faremo ancora di più e
meglio il nostro dovere per dare risposte ai calabresi. Quindi ben venga questa
legge –ripeto. Il mio plauso va ai colleghi che l’hanno presentata ma anche a
chi con i loro emendamenti ha contribuito a migliorarla per rendere più forte e
più credibili e dare anche una risposta più collegiale a questa esigenza che
c’è e che è una identità dei calabresi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente, prendo la parola per esprimere il voto favorevole in
merito ad una buona legge, che è vero, come stato detto, fu incardinata la
scorsa Legislatura e subì poi un’interruzione rispetto -voglio dire- agli
eventi traumatici che caratterizzarono la Legislatura precedente. E l’aver oggi,
anche nel metodo, evidenziato - chi mi ha preceduto - quella sintesi
istituzionale che va ricercata per la produttività, rispetto ad un lavoro che
questo Consiglio deve svolgere a garanzia dei calabresi, non può che soddisfare
l’opposizione, perché noi, cari colleghi, da tempo richiamiamo l’Aula su questi
principi, principi di servizio.
Sono principi che devono garantire, dovrebbero garantire quella
auspicata produttività e la sintesi istituzionale è frutto di un lavoro che
evidenzia il positivismo che c’è in questo Consiglio regionale che ha
potenzialità da sviluppare e che sono mancate per il buon senso, spesso da noi
richiamato, venuto meno da parte dei componenti della maggioranza.
Oggi io credo che si possa aprire una nuova stagione rispetto ad
un lavoro che deve caratterizzare positivamente la massima Assise regionale. E’
una legge che nel merito, oltre ad apprezzare -così come stato detto- l’impegno
dei colleghi Morrone, Orlandino Greco e Sergio, va dato atto al Presidente dell’attività
di coordinamento che ho avuto modo di riscontrare rispetto all’attività, che
egli svolge, encomiabile e che ha dato sicuramente i suoi i suoi frutti in
questa legge che caratterizza fortemente la nostra regione. Vero è quando si
dice che siamo quello che mangiamo ma è pur vero che è importante l’aver
coinvolto parti dell’Università, Università che nella nostra Calabria svolge un
ruolo -noi lo riconosciamo- rispetto a quelle che sono le competenze che
potrebbero offrire alle istituzioni in merito al miglioramento della qualità
della produzione.
Noi miglioriamo la qualità della produzione se abbiamo gli apporti
scientifici, apporti scientifici che sicuramente danno un supporto; questo
supporto noi possiamo trovarlo nell’Università, non nelle consulenze, non nelle
consulenze spesso pagate, super pagate e con dei risultati che ci siamo
ritrovati oppure nella burocrazia che lascia a desiderare per le scelte della
politica.
Scelte della politica che io non è che dico sono addebitabili a
responsabilità di questa Legislatura -parlo in senso lato-. Quindi
l’Università, caro collega Greco, ha dato un contributo importante rispetto
agli input della politica che hanno
fatto delle scelte rispetto a degli obiettivi programmatici di qualità che
guardano in questo segmento ad una legge che io reputo buona e per questo noi
oggi la votiamo. Reputo significativa dal punto di vista della qualità e dei
contenuti e degli obiettivi che si intendono raggiungere. Quindi ribadisco il
voto favorevole di Forza Italia. Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ferro. Ne ha facoltà.
Grazie, Vicepresidente. Intanto annuncio il voto favorevole a
questo provvedimento, per quanto già detto egregiamente dai colleghi della
minoranza che mi hanno preceduto.
Appellandomi a quel senso di continuità che si ravvede non
soltanto nelle pratiche di una legge importante della precedente Legislatura
che viene emendata giustamente, che viene perfezionata e che oggi vede, in modo
unanime, il consenso di tutti noi, sottolineo con rammarico la seduta di il
Consiglio di qualche giorno fa, in cui c’eravamo ripromessi, rispetto ad un
atto dovuto che era il pagamento degli stipendi dei dipendenti di Fondazione
Terina - che già avevo sottolineato – perché sarebbe opportuno ritrovare, anche
rispetto ad una riqualificazione, meno poliziotti, più persone addette alla
ricerca. Perché quello che è un braccio armato della Regione, quindi un ente di
sottogoverno, nasce con quella peculiarità.
Credo che sia giusto parlare con le Università, che per noi sono
istituzioni fondamentali; in questo caso col dipartimento di farmacia e scienze
della salute e della nutrizione, ma credo che forse, da questo punto di vista, sarebbe
necessario un attimo di riflessione ed eventualmente un Tavolo tecnico a cui
chiamare la Fondazione Terina.
E’ importante pagare gli stipendi ma credo che la dignità del
lavoro non stia soltanto nel percepire a fine mese quanto spetta, ma anche nel
lavoro che si compie. Se abbiamo questi enti di sottogoverno che nascono per la
ricerca e soprattutto per la parte che riguarda i prodotti locali e la
nutrizione, credo che dovrebbero essere tenuti presenti. Quindi, mi appello ad
un eventuale Tavolo tecnico con la Commissione preposta affinché Fondazione
Terina venga, in qualche modo, non soltanto salvata nell’erogare gli stipendi
ai tanti lavoratori, ma nel dare quei contenuti che già nella precedente seduta
di Consiglio avevo sottolineato. Grazie.
Ci sono altri interventi? Passiamo alla votazione del
provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1
(E’approvato)
All’articolo 2 sono stati presentati alcuni
emendamenti. Il primo è l’emendamento protocollo numero 43717, a firma del
consigliere Mirabello, al quale cedo la parola per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Si tratta, in realtà, di un
emendamento interamente sostitutivo dell’articolo 2, nella formulazione che è
stata licenziata dalla Commissione, non fosse altro perché ordina un po’ meglio
alcune disposizioni e, peraltro, assorbe anche una parte degli emendamenti che
sono stati depositati dai colleghi.
In particolare, quindi, all’articolo 2, primo comma,
viene eliminato il riferimento all’individuazione di una presidenza onoraria
dell’Osservatorio per la dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera
e, poi, al secondo comma, si specifica meglio la funzione del decreto del
Presidente della Giunta regionale che, in buona sostanza, non si limita ad
individuare i punti previsti alle lettere a), b) e c), come costitutivi
dell’ODMIR, ma, nello specifico, li declina definendo le funzioni e le
competenze dell’ODMIR stesso.
Ci sono altri
interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere Pasqua. Ne ha facoltà.
Presidente, su questo punto avevo
presentato alcuni emendamenti soppressivi che, come ha correttamente
evidenziato il consigliere Mirabello, sono stati in parte assorbiti. Tuttavia,
considerata la bontà della norma nel suo complesso, ritengo che ci sia,
comunque, una specifica da fare soprattutto per quanto riguarda l’emendamento
protocollo numero 43584, relativo al comma 2 dell’articolo 2, perché reputo che
gli emendamenti contrastino tra di loro. Infatti, nell’emendamento protocollo
numero 43717, a firma del consigliere Mirabello, è prevista l’individuazione -
in un momento successivo all’approvazione della legge, con un apposito decreto
del Presidente della Giunta regionale - delle competenze dell’ODMIR che,
sostanzialmente, coincidono con quelle che nello stesso emendamento vengono
individuate come finalità, perché ricalcano la formulazione integrale prevista
dall’originario articolo 2.
Quindi, ritengo che non possa
essere affidata ad un successivo decreto del Presidente della Giunta regionale
l’individuazione di quelli che sono, di fatto, i compiti e le funzioni
dell’ODMIR. Pertanto, volevo sottolineare che l’emendamento protocollo numero
45584, a firma del sottoscritto, è soltanto parzialmente assorbito
dall’emendamento protocollo numero 43717, a firma del collega. Grazie.
Chiedo il parere alla Giunta?
Il parere è favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 43717, a firma del consigliere
Mirabello.
(È approvato)
Quindi, decadono gli emendamenti protocollo numero
43583 e numero 43584, a firma del consigliere Pasqua.
Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.
(È approvato)
Passiamo adesso all’articolo 3. Sono stati presentati
tre emendamenti. Il primo è l’emendamento protocollo numero 43585, a firma del
consigliere Pasqua, al quale cedo la parola per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Anche questo
emendamento si rende necessario al fine di armonizzare le previsioni contenute
nell’articolo in esame, in particolare laddove non si offre una visione
compiuta dell’assetto organizzativo dell’Osservatorio, i cui organismi interni
vanno, pertanto, rimodulati anche per quanto concerne la loro individuazione.
Allora, l’articolo 3, “Organizzazione e compiti dell’ODMIR”, comma 1, è
sostituito dal seguente:
“Sono organi dell’ODMIR:
1. Presidente onorario;
2. Comitato di indirizzo;
3. Comitato scientifico.
Il Presidente onorario dell’ODMIR
è scelto dal Comune di Nicotera tra i cittadini dello Stato che godano dei
requisiti previsti per l’elettorato passivo al momento dell’atto di nomina. Il
Presidente Onorario. .. “
(Interruzione)
Presidente, chiedo scusa, non
riesco a parlare se in sottofondo c’è questo vociare perché non riesco neppure
ad ascoltarmi. Grazie.
“Il Presidente onorario dell’ODMIR è scelto dal
Comune di Nicotera tra i cittadini dello Stato che godono dei requisiti
previsti per l’elettorato passivo al momento dell’atto di nomina. Il Presidente
onorario dura in carica cinque anni ed è rinnovabile per un massimo di due
mandati, anche consecutivi.
Il Comitato di indirizzo dell’ODMIR è composto da
tre membri scelti dal Consiglio regionale della Calabria tra i consiglieri
eletti in seno al Consiglio comunale di Nicotera ed in carica al momento della
nomina.
Il Consiglio regionale della Calabria sceglie,
inoltre, tra i componenti del Comitato di indirizzo, il suo Presidente, cui
spetta la rappresentanza legale pro
tempore dell’ODMIR.
Il Presidente del Comitato di indirizzo svolge al
contempo le funzioni di direttore dell’ODMIR.
In caso di assenza od impedimento momentaneo del
Presidente, le funzioni e i relativi poteri, ivi compresa la rappresentanza
legale pro-tempore, competono al
componente del Comitato di indirizzo più anziano.
L’ODMIR si riunisce con cadenza almeno trimestrale
ed ogni qualvolta lo ritenga opportuno il proprio rappresentante legale pro tempore.
Il Comitato di indirizzo dura in carica per
l’intero mandato consiliare e cessa al venir meno dello stesso per qualsiasi
causa o ragione.
Il comitato scientifico è nominato dal Consiglio
regionale della Calabria ed è composto da:
1) un rappresentante dell’Università Magna Graecia
di Catanzaro;
2) un rappresentante dell’Università della
Calabria - UNICAL, Arcavacata di Rende;
3) un rappresentante dell’Università Mediterranea
di Reggio Calabria;
4) un rappresentante della Camera di Commercio
regionale;
5) un rappresentante dell’UNESCO;
6) un rappresentante di Confindustria regionale;
7) un rappresentante dell’INDIM, Istituto
nazionale per la dieta mediterranea e nutrigenomica;
8) un rappresentante della Confederazione
nazionale dell’artigianato e piccola e media impresa”. Grazie.
Parere della Giunta? Parere del relatore?
Il parere è contrario perché, peraltro, su alcuni aspetti di questo
emendamento già ci siamo pronunciati con la formulazione dell’emendamento
all’articolo 2, laddove abbiamo soppresso, per esempio, la figura del
Presidente onorario.
Ci sono altri interventi? Passiamo alla votazione.
Presidente, volevo replicare a quanto detto dal relatore.
Prego, consigliere Pasqua. Ha facoltà di intervenire per un breve
intervento.
Chiedo scusa. Per quanto concerne il Presidente onorario, è giusto chiarire
che la soppressione di tale figura prevista dall’emendamento al comma 2
dell’articolo 2, a firma del consigliere Mirabello, non ha nulla a che vedere
con quello che è previsto dall’emendamento protocollo numero 43585 perché - lo
posso anche rileggere - si prevede nuovamente una figura di Presidente onorario
cui non spetta la rappresentanza legale pro
tempore dell’ente e che è scelto dal Comune di Nicotera attraverso modalità
specifiche, in maniera differente da quanto previsto nell’articolo originario.
Quindi, non rimane assorbito dall’emendamento a firma del consigliere
Mirabello. Grazie.
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Per portarci avanti intervengo per dichiarazione di voto. In rappresentanza
del Gruppo Misto, ci associamo all’intervento puntuale del consigliere Pasqua
che, tra l’altro, accogliamo all’interno del gruppo. Facciamo nostra la sua
puntuale osservazione e, pertanto, votiamo a favore di questo emendamento.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 43585,
a firma del consigliere Pasqua.
(È respinto)
Passiamo all’emendamento protocollo numero 43718, a firma del consigliere
Mirabello, al quale cedo la parola per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Si tratta di un emendamento con il quale viene
integralmente riformulato l’articolo 3 e, precisamente, al comma 1 viene
prevista la distinzione fra la lettera a) prevista per il Consiglio direttivo e
la lettera b) prevista per il Comitato scientifico.
In questo articolo non si ravvisa incoerenza con quanto stabilito
all’articolo 2 in merito alla riproposizione della Presidenza onoraria.
Si prevede che il Consiglio direttivo, che si riunisce con cadenza
trimestrale, sia composto da tre membri, di cui uno con funzione di Direttore,
nominato dal Presidente della Giunta regionale, uno nominato dal Consiglio
regionale ed uno nominato dal Comune di Nicotera. Poi, c’è il Comitato
scientifico che ricalca prevalentemente la precedente formulazione con
l’aggiunta di un rappresentante dell’Accademia Internazionale della dieta
mediterranea italiana di riferimento città di Nicotera.
Peraltro, Presidente e onorevoli colleghi, mi permetto di segnalare che è
possibile coordinare questo emendamento interamente sostitutivo con
l’emendamento proposto dal consigliere Franco Sergio, poiché la formulazione
proposta nell’emendamento protocollo numero 43718, a mia firma, prevede alla
lettera a) dell’articolo 3, un rappresentante dell’università della Calabria
Unical, Arcavacata di Rende, mentre il consigliere Sergio specifica, in maniera
più dettagliata, che il rappresentante dell’Università della Calabria debba
essere un rappresentante del dipartimento di farmacia e scienze della salute e
della nutrizione. Pertanto, penso che si possa recepire l’emendamento del
consigliere Sergio ed assorbirlo nell’emendamento protocollo numero 43718, a
mia firma, così come modificato con questa specificazione.
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere Pasqua.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Purtroppo molto sommessamente devo registrare che per
quanto, dal punto di vista delle finalità che questa legge intende raggiungere,
sia stato sicuramente fatto un ottimo lavoro da parte dei colleghi, tuttavia
c’è una carenza dell’articolato che è contraddistinta da una certa genericità
in alcuni punti - e mi preme sottolinearlo - mentre c’è una certa specificità
in altri punti; anche riguardo a quello che è stato contemplato all’interno di
questi emendamenti laddove, per esempio, l’individuazione - con riferimento ai
soggetti che comporranno l’Osservatorio - addirittura del dipartimento di
farmacia o di altri dipartimenti all’interno delle università equivale, quasi
sostanzialmente, ad individuare ad
personam i soggetti che ricopriranno questi ruoli.
Quindi, questa specificità non trova corrispondenza, per esempio, nelle
modalità di individuazione, da parte del comune di Nicotera, del rappresentante
tra eventuali aspiranti ed anche le figure previste nel caso di assenza o
impedimento; penso, in particolare, alle ipotesi di assenza o impedimento momentaneo
del Presidente.
Ci sono delle lacune che onestamente sviliscono notevolmente le finalità
che sono proprie di questa legge e che potevano essere ovviate attraverso
l’accoglimento degli emendamenti. Grazie.
Ci sono altri interventi? Il parere della Giunta sull’emendamento
protocollo numero 43718, a firma del consigliere Mirabello?
Il parere è favorevole. Vorrei soltanto fare una precisazione per
un’esigenza di coordinamento formale perché, naturalmente, condivido la
sostanza: per quanto riguarda il punto b) laddove si fa riferimento ad un
rappresentante della facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio
Calabria, credo che la dicitura più corretta dovrebbe essere quella di dipartimento
di agraria; poi, per quanto riguarda il punto c) laddove si fa riferimento a un
rappresentante della Facoltà di Medicina, credo che la dicitura più corretta
dovrebbe essere quella dipartimento di Scienze della Salute. Va bene?
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
C’è, ovviamente, assoluta condivisione dell’osservazione fatta dal
presidente Oliverio e, quindi, l’emendamento si intende modificato nella direzione
da lui indicata.
Ci sono ulteriori interventi?
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 43718, a firma del consigliere Mirabello, modificato con le
precisazioni del Presidente della Giunta.
(E’approvato)
Chiaramente, l’emendamento
protocollo numero 38671, a firma del consigliere Sergio, è stato assorbito.
Pongo in votazione l’articolo 3
come emendato.
(E’approvato)
Passiamo all’articolo 4, al quale è stato presentato l’emendamento
protocollo numero 43586, a firma del consigliere Pasqua, al quale cedo la
parola per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. L’emendamento proposto si rende necessario al fine di
evitare che simili previsioni possano, in qualsiasi modo, trasformarsi in
espresse limitazioni della libertà di concorrenza nel mercato. In particolare,
laddove si prevede la possibilità che l’ODMIR conceda, verifichi e/o controlli
un marchio identificativo di un prodotto attraverso un giudizio di merito che,
per quanto motivato, rimarrebbe, a rigore della lettera della norma, pur sempre
insindacabile.
Questo potrebbe comportare effetti distorsivi sul libero mercato con,
altresì, elevate probabilità di censura costituzionale, anche avuto riguardo
alla ripartizione di competenze tra Stato e Regioni di cui al Titolo V della
vigente Costituzione.
L’emendamento prevede che all’articolo 4 “Strumenti attuativi”, comma 1, la
lettera c) è interamente soppressa.
Ci sono altri interventi? Parere della Giunta?
Il parere è contrario.
Parere del relatore? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 43586, a firma del
consigliere Pasqua.
(È respinto)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’approvato)
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso, come modificata,
e i relativi allegati con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Presidenza del Presidente Nicola Irto
Ha
chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Presidente, per una semplice svista non ho avuto la possibilità di
intervenire per fare una dichiarazione di voto per esprimere la soddisfazione
della Giunta per questo provvedimento che considero di particolare rilevanza
per la nostra regione.
Mi permetto di ringraziare i proponenti dei diversi disegni di legge ed, in
particolare, il consigliere Michele Mirabello che ha svolto un ruolo importante
per portare a sintesi le diverse proposte. È stato un ruolo importante perché
in questa sintesi c’è stato uno sforzo di qualificazione e di ascolto dei
diversi punti di vista, ma soprattutto di qualificazione di uno strumento che
considero di particolare importanza per la crescita della nostra regione.
Nel corso di questi ultimi anni, sulla dieta mediterranea, in modo particolare,
c’è stata - come ricordato - una corsa ad appropriarsi delle primogeniture.
Credo che nessuno possa cancellare quello che è un dato storicamente
determinato laddove, appunto, Ancel Keys nel 1957, come qui è stato ricordato,
proprio da Nicotera lanciò il valore della dieta mediterranea. Ci sono voluti
molti anni, decenni, perché si facesse strada - non soltanto nel nostro Paese
ma a livello europeo ed internazionale - la consapevolezza delle implicazioni
che tale asserzione cominciò ad avere ossia la consapevolezza di tanti uomini,
di tanti operatori sanitari e del mondo scientifico, del valore
dell’alimentazione ed, in particolare, della dieta mediterranea.
Proprio nel nostro Paese, lo scorso anno, è stato celebrato un
appuntamento, l’Expo, che ha avuto al centro il tema del cibo. In
quell’appuntamento, la dieta mediterranea è stata la regina perché proprio in
quei sei mesi, che hanno caratterizzato l’iniziativa internazionale nel nostro
Paese, si è sviluppato un confronto che ha visto un apporto di eminenti
scienziati a livello internazionale, ma soprattutto il riconoscimento del
valore della dieta mediterranea.
Credo che proprio noi - che siamo la culla che ha dato i natali,
l’imprimatur a questa scoperta - dobbiamo essere fieri, oggi, di dotarci di
tale strumento, ma soprattutto dobbiamo avere la consapevolezza che questo
strumento può e deve diventare un fattore di grande attrattività della nostra regione.
Voglio fare soltanto un esempio e, poi, concludo. Abbiamo avuto da parte di un
autorevole quotidiano degli Stati Uniti il “New York Times”, il riconoscimento
di location da visitare tra le 52
indicate a livello mondiale, unica nel nostro Paese, e questo riconoscimento è
scaturito proprio dalla scoperta della qualità e della peculiarità della nostra
enogastronomia.
Negli anni passati, due anni fa, proprio in un’iniziativa promossa dalla
Regione a New York, con alcuni giovani chef, sono state invitate le maggiori
testate ed è bastato poco perché si accendesse una luce e perché un autorevole
quotidiano, come il New York Times, venisse in silenzio, in anonimato, con i
suoi eminenti giornalisti, competenti nel settore enogastronomico, per scoprire
che quello che si rappresentava aveva un riscontro reale nella nostra regione.
E tutto questo è stato possibile proprio grazie al fatto che la qualità,
l’elaborazione enogastronomica dei nostri prodotti ha potuto offrirsi nel
gusto, nella peculiarità e, soprattutto, nella forza della salubrità; ha
potuto, appunto, offrirsi a queste competenze per essere scoperta in modo più
largo rispetto a qualche anno fa.
Credo che noi dobbiamo insistere in questa direzione e ritornare su alcuni
aspetti anche attraverso la formazione. Dobbiamo investire nella formazione per
valorizzare la nostra offerta enogastronomica, per scoprire la qualità delle
nostre produzioni, perché si sta allargando la consapevolezza che
l’alimentazione è il fattore primario per vivere una vita di benessere.
Proprio perché noi siamo forti di queste potenzialità, possiamo e dobbiamo
farlo.
Vorrei ricordare in occasione di questa seduta - perché anche questo non
può passare inosservato - un calabrese, un ragazzo di Molochio, che è partito
con la famiglia quando aveva 9 anni e si è trasferito a Genova. Il padre è un
operaio dell’Italsider che, appunto, si è trasferito a Genova per motivi di
lavoro. All’età di sedici, diciassette anni, questo ragazzo si è trasferito
dalla zia a Los Angeles, per ragioni di studio, ed è diventato un grande
scienziato, un grande ricercatore ed, assieme ad un pool di scienziati, ha lavorato ad un progetto di cooperazione tra
l’università di Los Angeles, l’Università di Milano ed i centri di ricerca del
nostro Paese, e, dopo 25 anni di ricerca, è pervenuto ad un risultato
importante.
Ha pubblicato un volume che sta suscitando una domanda enorme non solo nel
nostro Paese, ma nel mondo. I risultati di questa ricerca sono che la dieta
mediterranea, cibarsi in modo salutare con i prodotti mediterranei, non solo
consente di vivere in benessere, ma anche di contrastare patologie, anche
oncologiche, che sono dilaganti oggi nella fase che noi viviamo. Invito a
leggere questo studio, questo libro che è stato pubblicato da Valter Longo, che
dobbiamo essere orgogliosi che sia un nostro conterraneo.
Concludo. Ho voluto fare queste brevi considerazioni per dire che dobbiamo
crederci ed investire di più in questa direzione. Dobbiamo crederci – ripeto -
ed investire di più. Anzi, dico qui, oggi, da questo Consiglio regionale che
Nicotera deve diventare la location
di un’iniziativa a cui dobbiamo pensare per organizzare il festival del
benessere come sta avvenendo in America, in Canada. In alcune grandi città
americane c’è una domanda e un’attenzione crescente verso queste problematiche
che dobbiamo alimentare e suscitare perché la nostra regione, proprio perché è
la culla della dieta mediterranea, nella quale è stato scoperto il valore della
dieta mediterranea, può trarne un vantaggio anche dal punto di vista
dell’attrattività di flussi e di domande esterne, anche dal punto di vista turistico.
Credo che su questo dobbiamo investire.
Il Consiglio regionale ha fatto bene oggi a pervenire ad una sintesi delle
diverse proposte e ritengo che il fatto che questo disegno di legge abbia
l’apporto unitario di tutte le componenti di questo Consiglio regionale ne
sottolinei ancora di più la forza ed il valore. Grazie.
Proseguiamo
con i lavori. Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Chiedo
l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge “differimento dei
termini di conclusione delle procedure di liquidazione di enti pubblici
previsti da disposizioni di legge regionale”.
Sì è
una proposta di legge, la numero 274/10^, già depositata in Segreteria Assemblea.
Prego consigliere Romeo illustri la proposta.
(Interruzione)
La
proposta prevede la proroga della liquidazione, dei termini liquidazione di Afor
e comunità montane.
Mi era stato comunicato dai capigruppo
che c'era un accordo di massima per poterlo discutere.
Per inserirla.
Per inserirla chiaramente, poi la
discussione la faremo in coda. Chi è favorevole all'inserimento? Chi è
contrario? La minoranza si astiene, quindi è inserita la proposta numero 270/10^.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.
Sì grazie presidente. Chiedo
l'inserimento della proposta di provvedimento amministrativo “Modifiche del
regolamento interno del consiglio regionale” la numero 193 del 30 ottobre 2017.
Questa proposta è depositata, c'è la
firma di tutti i capigruppo presenti in Aula di maggioranza e minoranza, più
altre firme. Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del
giorno della proposta di provvedimento amministrativo numero 193/10^.
(È
inserita)
Continuiamo con il terzo punto
all'ordine del giorno riguardante la proposta di provvedimento amministrativo
numero 184/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Integrazione
criteri localizzativi Piano Regionale Gestione Rifiuti”. Cedo la parola al
consigliere Bevacqua per la relazione, prego.
Grazie, Presidente. Questo
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale è stato
approvato all'unanimità in Commissione ed è da me condiviso perché, finalmente,
viene posto il tema della gestione dei rifiuti. Il problema fondamentale è
stabilire un criterio democratico e scientificamente garantito, a tutela delle
popolazioni, per la localizzazione degli impianti, al fine di evitare lo
sfruttamento eccessivo di un comune in luogo di un altro.
Attraverso questo provvedimento, la
Regione Calabria recepisce, opportunamente, un criterio, già definito a livello
nazionale e comunitario, per stabilire in maniera oggettiva le possibilità di
ampliamento delle discariche e l'eventuale potenzialità ad impiantarne di
nuove.
Il criterio in questione è definito
“fattore di pressione ambientale”, perché mette in relazione l'indice di popolazione,
l’estensione del territorio e il carico sul territorio medesimo, derivante
dall'insistenza degli attuali o precedenti siti di stoccaggio e trattamento
rifiuti.
Si tenga presente che - dopo che
diverse Regioni avevano disposto in questo senso - il Consiglio di Stato ha
ritenuto che le Regioni siano legittimate ad istituire un parametro di carico
rifiuti-territorio, detto appunto “fattore di pressione”, per le discariche e ciò in applicazione dei principi di
protezione ambientale, tutela della salute, programmazione integrata, sicurezza
e autosufficienza.
In questo modo, se il coefficiente
risulta superato, il privato non ha titolo per ottenere dalla Pubblica
amministrazione l'ampliamento della discarica; e questo non è poco.
Licenziando l’odierno provvedimento, la
Regione impone, quindi, una prescrizione chiara ed inderogabile a tutela del
bene salute e del bene ambiente. Continuiamo, dunque, nel solco della virtuosa
strada tracciata dal Piano regionale di gestione dei rifiuti che abbiamo
approvato nel 2016, dopo 16 anni di commissariamento. La norma, quindi, che
andiamo ad approvare contribuisce a rendere lo strumento “Piano regionale
gestione rifiuti” maggiormente adeguato ed efficace.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Magno, ne ha facoltà.
Intervengo a nome dei gruppi di
opposizione per richiamare, approfittando di questa proposta di provvedimento
amministrativo, una serie di questioni relative alla situazione delle bonifiche
in Calabria e alle problematiche relative allo smaltimento dei rifiuti.
Intanto, vorrei poi chiarito dal
Presidente se il fattore di pressione discariche riguarda soltanto le
discariche pubbliche e non quelle private, perché nella proposta di
provvedimento amministrativo leggo: “Nella determinazione del succitato fattore
di pressione dovranno essere considerate le volumetrie e/o i siti già
individuati dal PRGR, al capitolo 17, relativamente agli impianti di discarica
pubblici”.
Quindi, vorrei capire se questo fattore
riguarda la presenza sul territorio delle discariche private, perché noi
sappiamo che sul territorio calabrese la maggior parte delle discariche sono di
natura privata e non vorrei che questo provvedimento vada a limitare le
discariche pubbliche per favorire quelle private.
Questo è il primo interrogativo che ci
poniamo rispetto al provvedimento che viene portato qui dalla Giunta regionale
e su questo vorremmo una risposta.
La seconda questione: nel 2016 è stato
approvato il Piano dei rifiuti, vorremmo capire, Presidente, a che punto è
l'applicazione, considerato che la maggior parte delle città calabresi
combattono quotidianamente con il problema della immondizia nelle strade,
perché, una volta sì ed una volta no, vengono chiusi gli impianti di
smaltimento, spesso privati, e i rifiuti vengono abbandonati nelle strade
cittadine.
Noi abbiamo problemi grossi. Parlo, ad
esempio, della provincia di Catanzaro, lì abbiamo tre discariche: quella di
Alli e due discariche a Lamezia, una a Pianopoli, l'altra nell'area
industriale.
L'ultima volta, ad esempio, a causa
della rottura di una parte di impianto della discarica di Pianopoli, la
spazzatura è rimasta nelle strade per 5-6 giorni con gravi difficoltà per lo
smaltimento successivo ed, anche, con grandi problemi di natura igienico-sanitaria.
Questo problema si è presentato più volte anche per la discarica di Alli.
Anche la raccolta differenziata non ha
avuto grande slancio in quest’ultimo periodo. La Giunta ha fatto marcia
indietro per quanto riguarda il problema delle tariffe, perché, in maniera
inopinata e sconclusionata, venivano - guarda caso - penalizzati i Comuni che,
maggiormente, portavano avanti la differenziazione, rispetto ai comuni che non
differenziavano.
Le tariffe, quindi, venivano aumentate
nei Comuni in cui - guarda caso - la differenziata andava avanti. Per fortuna,
la Giunta ha fatto una marcia indietro, da quel che risulta dai giornali – poi,
vorremmo sapere se realmente questo è stato fatto - si è tornati alle tariffe
precedenti.
L'altra questione è che si parla di
seicento discariche sul territorio calabrese. Ma dove sono? Vi risulta che ci
siano seicento discariche? Ne avremmo una in ogni comune! A me risulta che ci
sono province in cui non c'è nemmeno una discarica o dove se ne funziona una o
due è già molto.
Questo vuol dire che parliamo di un
censimento che riguarda vecchie discariche, vecchi siti abbandonati e che si
vuole fare passare, utilizzando questo indicatore, una proposta di legge che, a
mio parere, potrebbe avere il vizio a cui ho fatto riferimento in premessa.
Parliamoci chiaro e guardiamoci negli
occhi tutti quanti, dobbiamo capire a cosa mira questo provvedimento. Noi
vogliamo anche capire a che punto è il Piano delle bonifiche. Quali bonifiche
si stanno facendo? I finanziamenti europei destinati alle bonifiche a che punto
sono nell’indicatore di spesa? Sono stati spesi i soldi per le bonifiche sia
del precedente sia dell'attuale Piano di finanziamento della Comunità Europea?
Quindi, perché paghiamo periodicamente alla Comunità Europea una serie di
infrazioni per le bonifiche? Perché non mettiamo in campo il Piano delle
bonifiche e facciamo sì che la Regione superi anche questa problematica
relativa alla bonifica dei siti chiusi, che, attualmente, è uno dei più grandi
problemi in relazione all’inquinamento delle falde acquifere nella nostra
regione? Spesso questi siti inquinano le falde acquifere, perché nelle vecchie
discariche non è stato utilizzato nessun accorgimento per
l’impermeabilizzazione e, spesso, i reflui vanno a finire nei fiumi e nelle
falde idriche delle nostre città e delle nostre regioni.
Ecco perché noi, a nome di tutti i
gruppi di opposizione, chiediamo che il presidente Oliverio venga, all'interno
di questo Consiglio regionale, a farci una bella relazione sulla situazione
attuale dello smaltimento dei rifiuti in Calabria, delle discariche e della
bonifica.
Nello stesso tempo, vorrei che dicesse
in Aula, adesso, se questo fattore di pressione discariche riguarda soltanto
gli impianti pubblici e, quindi, esclude quelli privati, perché su alcuni
territori sono presenti solo impianti di natura privata e non esistono impianti
di natura pubblica.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Bova, ne ha facoltà.
Faccio mia la richiesta di chiarimento
del consigliere Magno, perché mi ha sollecitato una sana curiosità. A
prescindere da altre considerazioni che, magari, faremo un'altra sera in
maniera più approfondita, la specificazione, se questo fattore di pressione
regionale dei rifiuti debba essere limitato soltanto alle discariche pubbliche
o anche alle private, va fatta.
Auspico che questo Consiglio - lo
possiamo fare in questa sede - introduca immediatamente, accanto al termine
“discariche pubbliche”, il termine “discariche private”, altrimenti si verrebbe
a depotenziare l'effetto dell'introduzione di questo criterio rispetto al quale
siamo già in ritardo.
Non mi interessa molto sapere se
parliamo di seicento discariche, ma, effettivamente, anch’io ho pensato ad un
errore di stampa, perché un numero così alto potrebbe scaturire da un errore.
Il Presidente della Commissione ha
richiamato la sentenza del Consiglio di Stato, perché la pronuncia numero 5340
del 2016 detta un principio di grande civiltà in materia che il WWF e le
associazioni ambientaliste hanno salutato con grande favore.
Certo, però, vanno fatte delle
specificazioni, altrimenti avremmo un limite. In Lombardia, ad esempio -
l'avevo pure scritto -, sono 160.000 metri cubi di rifiuti per ogni chilometro
quadrato, ma è stabilito sia per le discariche pubbliche sia per le private. Se
non specifichiamo, si potrebbe arrivare, addirittura, all’assurdità che non si
supera il limite per quanto riguarda le discariche pubbliche, ma lo si potrebbe
superare per le discariche private.
Quindi, faccio mia la richiesta di
chiarimento, anzi auspico che questo Consiglio possa aggiungere accanto al
termine discariche pubbliche anche private, così si taglia la testa al toro e
non si lasciano dubbi. Grazie, Presidente.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Pasqua, ne ha facoltà.
Grazie
Presidente. Anche io devo sottolineare che, dal punto di vista del principio
contenuto in questa proposta, sicuramente si può rinvenire qualcosa di
condivisibile, anche perché anche il Piano dei rifiuti andava nel senso delle
discariche zero, però su questo ho una valutazione da fare. Innanzitutto, come
detto egregiamente dal collega Bova e dal collega Magno che mi hanno preceduto,
c'è da comprendere questa distinzione tra discariche pubbliche e private e a
chi si riferisce questo provvedimento, anche perché ci sono delle formule
matematiche particolarmente complesse che rimandano a determinazioni successive
e a ricognizioni; quindi, anche nell'allegato alla deliberazione si va ad
integrare il Piano dei rifiuti ma, in concreto, l'individuazione del merito del
provvedimento potrebbe rimanere molto nebuloso.
Proprio
per questo, vorrei capire come mai - sicuramente c'è la sentenza il Consiglio
di Stato -, visto che in data 19 dicembre 2016 questo Consiglio regionale ha
approvato il Piano dei rifiuti, a distanza di meno di un anno, si preveda
l'integrazione dei criteri localizzativi delle discariche.
Delle
due, l’una! Sul piano politico, volevo comprendere bene come mai non si è proceduto
prima a definire specificamente il contenuto di questa proposta, che è
intervenuta ad un anno di distanza. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea, ne ha facoltà.
Con molta rapidità, intervengo a
precisazione. Ritengo che, a legger bene quella che è la premessa del
provvedimento della Giunta regionale, si comprende che il numero di seicento è
riferito ai siti di discariche di ogni tipo, ordine e grado presenti al momento
del censimento dei siti di discarica dal 2007 e che si tratta di discariche,
perlopiù, dismesse e che debbono essere oggetto di bonifica, altrimenti
andremmo molto oltre una discarica a Comune, consigliere Magno.
C'è da dire che, nel merito, il provvedimento
di ponderare ed inserire questo nuovo elemento di valutazione all'interno di
quella che è la scelta delle discariche da utilizzare, al netto
dell’intelligente osservazione rispetto al fatto che si tratti di discariche
pubbliche o private, debba tenere in considerazione il fatto che, finalmente,
in questa regione si aprirà la stura a garantire i territori che hanno già
pagato tanto in termini di presenza di discariche all'interno del loro
territorio.
La valutazione - lo vediamo dal
provvedimento della Giunta - è data per le discariche dismesse, per quelle
ancora in essere, per quelle private, per quelle pubbliche di ogni ordine e
grado, non soltanto quelle per i rifiuti solidi urbani, ma anche, soprattutto,
quelle per gli inerti.
Per cui, la valutazione che viene fatta
- consigliere Pasqua - in base a dei parametri di carattere matematico,
algebrico e aritmetico, lascia la sensazione di una maggiore certezza, perché è
un parametro in più che offrirà, finalmente, in questa regione la valutazione di
una più equa distribuzione della parte residuale di rifiuti. Perché non bisogna
dimenticare, consigliere Magno -
soprattutto chi faceva parte di questo Consiglio nelle precedenti legislature –
che, finalmente, la tendenza si è invertita e dall’apertura di discariche non
dico indiscriminata, ma era quella la tendenza di carattere ideologico sulla
cura e il trattamento dei rifiuti, si ha una tendenza nuova che è quella delle
discariche zero, che non è soltanto l'enunciazione di un programma, ma è una
tendenza efficace, effettiva che verrà valorizzata anche grazie a questo
provvedimento. Grazie, Presidente.
Ha
chiesto di intervenire la consigliera Ferro, ne ha facoltà.
Come al solito, il collega
Giudiceandrea stimola ulteriori interventi. Quindi, non voleva essere scortesia
nei confronti del collega Magno.
È chiaro che, sui parametri, siamo
d'accordissimo e su questo non ci deve essere nessun equivoco. Però, se quanto
sottolineato dal collega Giudiceandrea - e non abbiamo dubbi - è la sostanza di
un atto specificare meglio se si tratta di discariche pubbliche e/o discariche
private credo che costerà un po' di inchiostro in più e non credo grande
fatica.
A questo bisogna anche aggiungere che
dobbiamo comprendere che ci sono dei territori che hanno pagato un prezzo,
sicuramente, nel passato: ricordo quando arrivavano i rifiuti dalla Sicilia o
dalla Campania.
Tutti abbiamo memoria, ma, proprio
perché bisogna arrivare al tanto agognato risultato delle discariche zero,
credo che, forse, specificare meglio metta tutti quanti noi al riparo da
equivoci o da interpretazioni, in quanto, spesso, delle leggi fatte in buona
fede, ma con una scarsa precisione, possono lasciare spazio, credo, ad
interpretazioni diverse. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il presidente Oliverio, ne ha facoltà.
Innanzitutto, vorrei ricordare che
nelle settimane passate, in occasione di una delle ultime sedute di Consiglio
regionale, ho proposto di organizzare, di calendarizzare alcune sedute
tematiche.
Tra queste, ne ho proposta una sulla
problematica dei rifiuti - lo ricorderete tutti quanti. Mi permetto di
riproporre quest’esigenza. Senza voler caricare nessuno di responsabilità,
abbiamo avuto, in questi ultimi giorni, alcune sedute di Consiglio regionale
con all'ordine del giorno provvedimenti che sono stati già oggetto di esame da
parte delle Commissioni.
Nella programmazione fino a fine anno,
credo che bisognerà prevedere l’organizzazione di sedute tematiche, tra cui una
sui rifiuti che considero di fondamentale importanza. Premesso questo, vorrei
ricordare che questo Consiglio regionale, poco più di un
anno fa, ha approvato uno strumento di fondamentale importanza: il Piano
regionale dei rifiuti, uno strumento che ha stabilito
le linee sulle quali agire, i vincoli, e anche le direttrici sulle quali la
Regione, gli Enti locali, il complesso degli Enti che hanno competenza e
responsabilità in materia devono attenersi.
Con questo provvedimento proponiamo di integrare un punto, che è
quello relativo alle discariche. Mi preme dire – anzi, mi preme sottolineare –
che la nostra strategia – che è stata, ed è uno dei capisaldi sui quali abbiamo
costruito il Piano dei rifiuti – è quella di lavorare per discariche zero,
tendere a discariche zero; questo lo facciamo in un territorio nel quale,
malgrado la legislazione nazionale e gli orientamenti comunitari, nel corso
degli ultimi decenni abbiamo avuto – di fatto – un pullulare di iniziative che
hanno determinato una condizione di grave esposizione della Regione.
Non bisogna dimenticare che siamo in regime di infrazione per
centinaia di discariche, altro che le 600 discariche a cui si faceva
riferimento; le 600 discariche sono la fotografia di una situazione che deve
essere ulteriormente messa a punto, perché vorrei ricordare che abbiamo 200
siti in infrazione, per i quali stiamo lavorando per uscire da questa
condizione, attraverso un piano di bonifiche che sta già incominciando a
produrre risultati. Bonificare una discarica – farlo a termini di legge e nel
rispetto delle direttive comunitarie – significa non solo uscire
dall'infrazione, ma risparmiare risorse che, altrimenti, la Regione pagherebbe
annualmente, perché per ogni sito in infrazione la Regione paga 200 mila euro
ogni anno – per capirci – e stiamo lavorando alacremente in questa direzione.
Ecco perché ho chiesto – e ribadisco – la necessità di convocare una seduta ad hoc del Consiglio Regionale.
Secondo: ci siamo posti l’obiettivo di discariche zero, però è
chiaro che “discariche zero” significa, praticamente, avere un governo dei
processi – non è che qualcuno ha la bacchetta magica, o è come il re Mida, che
si alza la mattina e tutto quello che tocca lo fa diventare oro – perché c’è
bisogno di processi ed abbiamo innescato un processo virtuoso.
Consigliere Magno, capisco la vicenda specifica di Lamezia, però
nessuno può negare che ci sia stato un netto miglioramento nelle condizioni di
pulizia delle nostre città, nessuno può negarlo, nessuno può dimenticare che 3
anni fa nelle città capoluogo, oltre che in molti centri della nostra regione,
c'erano montagne di rifiuti intorno ai cassonetti. Ricordo le festività
natalizie, le estati nelle quali venivano turisti e fotografavano mucchi di
rifiuti nelle nostre città.
Ci siamo posti il problema di fronteggiare l'emergenza e credo
che, da questo punto di vista, un’inversione l'abbiamo data e l'abbiamo fatto
con un rapporto cooperativo con i comuni, incentivando in primo luogo la
raccolta differenziata, perché i risultati dicono che la raccolta differenziata
è passata dal 12.5 per cento di fine 2014, a circa il 40, al 38 virgola
qualcosa per cento al 30 giugno 2017, tendenza che stiamo – appunto –
incentivando.
Non è un caso che abbiamo pubblicato due bandi per incentivare la
raccolta differenziata a sostegno dei comuni – uno sopra i 5000 abitanti, e
l'altro sotto i 5000 abitanti – che daranno un ulteriore impulso a questa
impostazione; e non è un caso che, anche per quanto riguarda l'impiantistica,
stiamo percorrendo una strada chiara e netta; abbiamo chiaro il percorso da
seguire che è stato delineato nel Piano, ovvero quello di realizzare una
impiantistica che superi la vecchia impostazione della termovalorizzazione –
per capirci – del termovalorizzatore di Gioia Tauro, che doveva essere il
rifugio peccatorum di tutti i rifiuti
della regione, con il pendolarismo dei rifiuti da Rocca Imperiale a Gioia
Tauro, da Tortora a Gioia Tauro, o dalle parti più periferiche dalla Calabria a
Gioia Tauro, con enormi costi anche dal punto di vista dei trasporti e, quindi,
con una notevole incidenza anche sulla tariffa, perché poi di questo si tratta
in fin dei conti.
Abbiamo cambiato radicalmente quella impostazione e stiamo
lavorando per dotare la Regione di una nuova impiantistica. Siamo già in uno
stadio avanzato: Alli è già stata oggetto di una gara, c'è stato un ricorso da
parte di una delle imprese concorrenti e, adesso, c'è stato un pronunciamento
della Magistratura amministrativa, quindi si procederà al contratto e all’apertura
del cantiere per realizzare il nuovo eco distretto, il nuovo impianto;
Sambatello a Reggio Calabria e Rossano sono in dirittura d'arrivo per quanto
riguarda l'acquisizione dei pareri, dei nulla osta eccetera per poter procedere
alla gara – quindi altri due impianti – e, per quanto riguarda la vecchia
impiantistica, in attesa che si realizzino nuovi impianti, ci sono investimenti
già in itinere, anche cantierati che permettono la revampizzazione, la
manutenzione straordinaria di questi di questi impianti per metterli nelle
condizioni di poter lavorare. Quindi stiamo lavorando in questa direzione e, in
questo quadro, abbiamo assunto la linea di procedere verso l'obiettivo di
discariche zero, lavorare per discariche zero e, naturalmente, lavorare per discariche
zero, significa intanto non procedere a nuove autorizzazioni. E, per dirla in
modo chiaro, questa integrazione mette al riparo la Regione anche da possibili
contenziosi, perché non procedere a discariche zero – proprio in relazione alla
domanda che viene dai privati, per capirci – per procedere a discariche zero,
bisogna avere parametri oggettivi e, quindi, un quadro di riferimento
oggettivo.
Attraverso questo provvedimento non facciamo altro che procedere
alla mappatura della situazione sul territorio, a capire in modo scientifico
quante discariche ci sono in ogni provincia, quante discariche ci sono in ogni
comune, di quale capacità di volumetria di abbancamento si dispone e, quindi,
sulla base di questo preciso quadro poi si procederà, appunto, alle
determinazioni anche in sede amministrativa, avendo una bussola però, che
quella che è dettata dal Piano regionale dei rifiuti; quindi è proprio
l'opposto, altro che favorire il privato per indebolire il pubblico, è proprio
l'opposto: avere un’impostazione che sia rispondente alle esigenze del
territorio, fare in modo che il governo di questo problema sia tale da farlo
trasformare in una risorsa, come più volte è stato detto da più fonti, da più
competenze, e da più istituzioni rispetto alla problematica dei rifiuti.
Quindi lavoriamo proprio in questo senso, questa è un’integrazione
del Piano, è solo una piccola integrazione del Piano che facciamo alla luce di
elementi che sono emersi, perché un Piano non è la Bibbia, ma uno strumento che
deve essere anche adattabile e correggibile; è una piccola correzione, per
procedere ad una ricognizione per stabilire quella che è la disponibilità di
discariche allocate nei diversi territori, perché in passato abbiamo avuto – e
non per responsabilità di alcuni, e non di altri – una situazione per cui c'è
stata una concentrazione in alcuni territori ed un rifiuto, per motivi diversi,
in altri territori; quindi dobbiamo procedere ad una bonifica per uscire dalle
procedure di infrazione e per non continuare a pagare multe alla Commissione
europea.
Stiamo andando in questa direzione: incentivare la raccolta
differenziata; lo stiamo facendo con risultati importanti, grazie al fatto che
anche nei comuni, grandi e piccoli, sta crescendo questa consapevolezza.
Terzo: un’impiantistica che sia rispondente e più prossima ai
territori, evitando i mega impianti, come quelli che abbiamo pensato e
realizzato nel corso degli anni passati – non a caso, ho fatto riferimento al
termovalorizzatore di Gioia Tauro.
Quarto: lavorare in questo quadro per realizzare l'obiettivo
discariche zero, perché questa impostazione ci permette di fare dei rifiuti,
anche in Calabria, una risorsa; per esempio, di utilizzare tutta la parte
differenziata – carta, ferro, plastica, vetro, eccetera eccetera – per
iniziative ed attività industriali di trasformazione che possono essere
un'opportunità anche per la nostra imprenditoria e per creare opportunità di
lavoro
Non è un caso che intorno ad ogni impianto programmato abbiamo
pensato all’eco distretto – l'abbiamo chiamato eco distretto – non un impianto
nel quale si scaricano rifiuti, ma un impianto nel quale, appunto, c'è la
possibilità di lavorare anche la parte differenziata dei rifiuti.
Stiamo lavorando in questa direzione. Certamente non abbiamo
ancora realizzato l'obiettivo finale, ma passi in avanti sono stati realizzati
e, in questo quadro, vorrei ricordarvi che stiamo lavorando anche per la
costituzione degli ATO, perché questa problematica deve essere autogestita dai
comuni, va messa in capo ai Comuni che – nell'ambito dell’ATO, dell'Ambito
Territoriale Ottimale – dovranno determinarsi e, naturalmente, costruire per
ogni comprensorio il sistema che deve avere il quadro di riferimento regionale,
ma che deve anche responsabilizzare gli attori del territorio, che sono i
comuni.
Chiaro che, in questa fase, abbiamo una condizione particolare –
vorrei ricordarlo al consigliere Magno – una situazione che, praticamente, è
stata distorta anche dalla mancata realizzazione negli anni passati, di questa
dimensione di autogoverno dei comuni. Si è determinata una situazione che, per
esempio, per quanto riguarda il 2013-2014-2015 ci impone di recuperare i costi
del sistema dei rifiuti, perché i comuni – e non voglio buttare la croce sui
comuni, per capirci, perché capisco le difficoltà di bilancio dei comuni, in
molti casi, non tutti per la verità – hanno introitato le tariffe e non hanno
pagato il servizio. Il servizio, quindi, è rimasto a carico del bilancio della
Regione, tant'è che – parlo del 2013-2014-2015 – abbiamo definito un Piano di
rientro, invitando i comuni a dilazionare in una pluriennalità quello che non
hanno pagato in precedenza, considerando le difficoltà nelle quali gli stessi
operano.
Per quanto riguarda le tariffe, vorrei dire – l'ho detto sin dall'inizio
– abbiamo assunto – perché da 3 anni non si aggiornava il quadro delle tariffe
in rapporto ai costi, perché la tariffa si determina il rapporto al costo
complessivo del servizio – un quadro di riferimento che abbiamo dichiarato
subito essere la base sulla quale aprire il confronto con i comuni con i quali
difatti abbiamo avuto un confronto. Non abbiamo fatto marcia indietro, abbiamo
proposto quella base come confronto e, adesso, sulla base di osservazioni si
correggerà.
Ma il saldo finale – consigliere Magno – deve essere quello di
coprire con le tariffe il costo dei rifiuti, poi naturalmente, la distribuzione
della tariffa stabilità in modo articolato, come é giusto che sia, la
premialità per coloro i quali hanno realizzato una percentuale di raccolta
differenziata, e per altri no, benissimo. Però non abbiamo fatto marcia
indietro, non abbiamo detto “quella delibera la buttiamo nel fuoco perché,
appunto, non c'è bisogno di applicare le tariffe”, non sarebbe non solo
legalmente possibile, ma non sarebbe serio affrontare i problemi in questi
termini, perché non sarebbe sostenibile, ammesso che lo si volesse, e quindi è
stata posta come base di confronto e ci siamo dati una scadenza con i comuni
entro il 10 di novembre per definire, attraverso questo confronto, la nuova
articolazione delle tariffe, avendo però consapevolezza – e devo dare atto ai
Comuni di questa consapevolezza, ce l'hanno e non potrebbero non averla – che
il saldo a copertura del costo è fuori discussione, chiaramente.
Ammesso che la Regione avesse un bilancio – e non ce l'ha – capace
di mettere a disposizione risorse, non sarebbe nemmeno possibile dal punto di
vista legale, come sapete, perché le tariffe, i servizi vanno coperti
attraverso le tariffe, appunto. Questo è il quadro della situazione. Credo che
per una migliore e più approfondita valutazione, sarebbe opportuno che in una
seduta di Consiglio regionale, prima della fine dell'anno, si possa discutere
con maggiore puntualità con dati, percentuali realizzate, stato dell'arte degli
impianti, numero di comuni, complessivamente un quadro dettagliato della
situazione. Credo che se leggete attentamente questa delibera – così come
abbiamo approvato, se non ricordo male, all'unanimità il Piano dei rifiuti –
questa integrazione potrebbe anche essere approvata con l'apporto di tutte le
componenti del Consiglio regionale ma, naturalmente, ognuno valuterà in
autonomia come determinarsi.
Ha
chiesto di intervenire la consigliera Ferro. Ne ha facoltà.
Avevamo detto che la votavamo. Era solo
una precisazione al Presidente. No, assolutamente, intanto accolgo l'idea del
presidente Oliverio di una seduta di Consiglio specifica in modo ovviamente
favorevole rispetto a dei dati e alla criticità dei tanti pagamenti mancati che
abbiamo subito – presidente Oliverio – all'epoca delle Ato delle province sulla
depurazione, quando i comuni non versavano, e quindi la famosa partita di giro,
una materia che conosciamo perfettamente. C'eravamo detti, presidente Oliverio,
che davamo per scontato che non si favorisse il privato, assolutamente. Abbiamo
detto soltanto che eravamo d'accordo a votare inserendo una piccola aggiunta
“impianti pubblici, impianti privati”; quindi siamo favorevoli all’atto, ma non
riteniamo che sia lesa maestà aggiungere che sono inclusi anche gli impianti
dei privati. Grazie.
Ci sono altri interventi?
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il presidente
Oliverio. Ne ha facoltà.
Accolgo la vostra osservazione, però la
precisazione è proprio tesa a dire che, oltre alle discariche private, vanno
anche considerate le discariche pubbliche ai fini della volumetria, non che le
discariche private sono escluse, per capirci.
Mi scusi, nel provvedimento ci sono due
punti. Leggiamo il provvedimento. Il provvedimento non precisa “discarica
pubblica e privata”, no. Il provvedimento parla delle discariche, di impianti
di discariche, di tutto. Aspetti, se vogliamo precisare va bene ma, per
chiarezza, mi preme dire che il provvedimento parla di discariche; poi, il
punto a cui si faceva riferimento sotto, alla fine, al penultimo capoverso, è
proprio al fine di pensare che si contempli solo la parte privata e le
discariche pubbliche sono esonerate e si fa quella precisazione, per capirci,
consigliere Magno. Vogliamo ulteriormente precisarlo, precisiamolo.
Con la precisazione del presidente
Oliverio mi permetto, però, di chiarire all'Aula che va bene la discussione,
l'approfondimento eccetera, ma il testo è stato licenziato da due Commissioni,
dalla competente e dalla bilancio all'unanimità dei gruppi presenti, quindi era
già ampiamente noto e approfondito a tutto il Consiglio regionale. Poniamo in
votazione questo testo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Magno. Ne ha
facoltà.
Mi scusi, Presidente, non faccia a lavare
le mani. Il Presidente ha chiarito una cosa adesso e, con questo chiarimento,
che dice che questa parte viene inserita per rafforzare il fatto delle discariche
pubbliche e che, comunque, il coefficiente riguarda tutte le discariche – sia
pubbliche sia private – a questo punto votiamo favorevolmente, ma in base alla
precisazione che ha fatto il Presidente.
Bene, allora pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
É approvato all'unanimità.
(E’ riportato in allegato)
Passiamo al quarto punto all'ordine del
giorno: Proposta di legge numero 262/10^ di iniziativa del consigliere Sergio
recante: “Disposizioni per agevolare l'uso dei locali di stagionatura
tradizionali - modifica alla legge regionale 23 febbraio 2004, numero 5 norme
per l'individuazione dei prodotti a base di latte ritenuti storici o tradizionalmente
fabbricati”.
Cedo la parola al relatore del
provvedimento, consigliere Sergio, delegato dal presidente Aieta. Prego.
Signor presidente, onorevoli colleghi, la
presente proposta di legge reca norme di modifica delle disposizioni regionali
che individuano i prodotti a base di latte storicamente riconosciuti, oppure
fabbricati con metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura che
risultano consolidate nel tempo; infatti la disposizione vigente ha creato non
pochi problemi di carattere interpretativo circa l'opportunità per gli
operatori del settore di produrre secondo i metodi di stagionatura naturale in
deroga a quanto previsto dalla normativa in materia.
Ora, da tempo, diversi operatori del settore
si sono prefissati l'obbligo di poter recuperare e utilizzare l’antica e
tradizionale stagionatura dei formaggi nelle cavità naturali, o mura domestiche
con pareti geologicamente naturali, affinché questa antica eredità culturale
tramandatasi non vada del tutto perduta.
Già molte Regioni italiane hanno emanato
dei provvedimenti di deroga sul loro utilizzo. L’approvazione di un tale
provvedimento, pertanto, rappresenta una risposta tempestiva e concreta agli
operatori del settore lattiero-caseario calabrese che, per il tramite
dell'Associazione culturale Cletarte, hanno manifestato l'opportunità e la
volontà di recuperare l'antica tradizionale stagionatura dei formaggi nelle
cavità naturali o mura domestiche con pareti geologicamente naturali in fosse,
al fine di tramandare questa antica eredità culturale anche, e non solo, perché
potrebbe dar luogo a nuove opportunità di crescita per i piccoli produttori e
le PMI della filiera formaggi, ma consentirebbe inoltre di tutelare e
valorizzare i prodotti tradizionali e tipici del territorio calabrese che
rappresentano un patrimonio culturale di indicibile valore.
Ringrazio il presidente Aieta e tutti i
componenti della Commissione per la velocità con cui hanno proceduto all'esame
e all'approvazione della proposta. Per quanto esposto, chiedo a codesto
onorevole consesso l'approvazione della presente proposta.
Ci sono interventi? Allora passiamo
all'esame del provvedimento:
Articolo 1
(E’
approvato)
Articolo 2
(E’
approvato)
Articolo 3
(E’
approvato)
Passiamo alla votazione della legge nel
suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Quinto punto all'ordine del giorno
relativo alla legge regionale 39/1995. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giudiceandrea. Prego consigliere.
Grazie Presidente. Per quanto riguarda il
quinto punto all'ordine del giorno, chiediamo l'applicazione dell'articolo 2,
comma 3, della legge regionale 4 agosto 1995, numero 39, nonché dell'articolo
113 del Regolamento interno del Consiglio regionale, che affida al Presidente
del Consiglio la scelta riguardo alle nomine, di concerto con i capigruppo.
Grazie.
Era per chiedere l’ultimo rinvio.
Pongo in votazione la richiesta del
consigliere Giudiceandrea.
(Il Consiglio approva)
Passiamo al progetto di legge 274/10^ a
firma del consigliere Romeo. Prego consigliere Romeo.
Illustro brevemente la relazione
descrittiva. Risultano scaduti i termini previsti da diverse disposizioni di
legge regionale in materia di conclusione di procedura di liquidazione di Enti
pubblici.
Si ritiene, pertanto, opportuno presentare
la presente proposta di legge, recante: “Differimento dei termini di
conclusione delle procedure di liquidazione di Enti pubblici previsti dalle
disposizioni di leggi regionali”. In sostanza, con queste modifiche, chiediamo
che sia prorogata la liquidazione dell’Afor e delle Comunità montane. E’
contenuta anche la norma sull'invarianza della spesa.
Ci sono interventi? Allora
votiamo articolo per articolo. Passiamo all’esame del provvedimento:
Articolo 1
(E’
approvato)
Articolo 2
(E’
approvato)
Articolo 3
(E’
approvato)
Votiamo la legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo all'ultimo punto all'ordine del
giorno che é la proposta di provvedimento amministrativo numero 193/10^ a firma
del consigliere Arruzzolo. Il consigliere Arruzzolo ha facoltà di illustrarla.
Sì, grazie Presidente. Con la presente
proposta si intendono apportare delle modifiche all'articolo 29 del Regolamento
interno “Composizione delle Commissioni permanenti”, al fine di evitare per
qualsivoglia motivazione la paralisi dell'attività amministrativa e, quindi,
dare continuità all'opera delle Commissioni.
All'articolo 29, comma 7, dopo le parole
“Il Consiglio regionale”, si aggiungono le parole “e in ogni caso, non oltre
sei mesi dalla data del rinnovo stesso”.
All'articolo 29, dopo il comma 7, si
aggiunge il comma 7 bis “le Commissioni e i loro componenti permangono nelle
funzioni fino all'avvenuto rinnovo, fermi restando i limiti temporali indicati
dal comma 7”. Chiedo, inoltre, di inserire nel testo del deliberato
d'approvazione della modifica regolamentare che la stessa si applichi anche
alle procedure in corso di rinnovo delle Commissioni consiliari.
Questo provvedimento é già firmato da
tutti i capigruppo presenti in Aula e da altri consiglieri. Pongo in votazione
il provvedimento 193/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Avendo esaurito i punti all'ordine del
giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 18,19
Hanno
chiesto congedo: Esposito, Guccione, Neri, Sculco, Tallini, Viscomi.
(Sono concessi)
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento
amministrativo di iniziativa dei consiglieri regionali:
Arruzzolo,
Graziano, Gentile, Cannizzaro - “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio
regionale” (P.P.A. n. 193/10^)
E' stata assegnata alla quinta Commissione - Riforme - per il
parere.
(Così resta stabilito)
Si
comunica che, con nota del 25 ottobre u.s., acquisita al protocollo generale al
n. 43329 del 26 ottobre 2017, il consigliere regionale Vincenzo Pasqua ha
dichiarato di volere aderire, con effetto immediato, al Gruppo consiliare
"MISTO".
Graziano - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nel
febbraio 2003 veniva costituita la società So.Ri.Cal. Spa per la gestione della
rete idrica regionale;
alla
nascente società, partecipata per il 53,5% delle quote dalla Regione Calabria e
per la restante parte dal soggetto Acque di Calabria Srl, venivano affidati in
concessione tutti gli impianti ex Cassa per il Mezzogiorno: 6000 km di
condotte, 900 serbatoi, 300 impianti di sollevamento;
13
impianti di potabilizzazione;
7
traverse di derivazione e 2600 nodi di erogazione;
il
contratto di gestione di So.Ri.Cal ha durata trentennale;
in 14
anni di gestione, la So.Ri.Cal ha prodotto un debito di circa 372 milioni di
euro, oggi razionalizzato a circa 215 milioni a seguito di gestione
commissariale insediatasi nel 2012;
i
debitori di So.Ri.Cal. Spa sono tutti enti pubblici e principalmente i grandi
comuni calabresi e la stessa Regione Calabria attraverso la società Arsac;
considerato
che nei mesi scorsi la parte privata, la Acque di Calabria Srl, che detiene le
quote minoritarie dì So.Ri.Cal. Spa, ha manifestato la volontà di voler cedere
le proprie azioni societarie;
lo
scorso mese di settembre 2017, nel corso di una conferenza stampa, il
Presidente della Giunta regionale della Calabria ha manifestato l'intenzione di
voler dismettere la partecipazione della Regione da ben 19 società partecipate
e, viceversa, di mantenere e potenziare la partecipazione in ben sette società
ritenute strategiche per la "struttura Calabria";
nella
memoria di tutte le società citate dal governatore Oliverio non si fa alcun
riferimento a So.Ri.Cal. Spa, nonostante la stessa sia una tra le più
importanti società amministrate dalla Regione e quella con il maggior volume di
debiti;
l'azione
di So.Ri.Cal Spa per riscuotere i crediti maturati negli ultimi 14 anni è
risultata inefficace e il debito, salvo il varo di una nuova strategia di
marketing aziendale cosiddetta business
to customer tra fornitore del servizio e clienti, ha pochissime possibilità
di essere ripianato;
i
cittadini continuano a pagare ai Comuni, comunque inadempienti, esosi canoni
per l'approvvigionamento idrico;
gli
stessi comuni, probabilmente, utilizzano gli introiti dei canoni idrici per
pagare altri servizi;
negli
ultimi anni alcune regioni del meridione, tra cui la Puglia e la Basilicata,
reduci dalla co-gestione fallimentare delle reti idriche regionali e dei bacini
idrici di approvvigionamento, hanno deciso di avviare una più efficace gestione
della rete idrica che attraverso la gestione diretta dei pagamenti dei canoni
idrici riesce a garantire costante manutenzione degli acquedotti ed
un'erogazione più efficiente -:
quali
urgenti e improcrastinabili iniziative la Regione Calabria intende adottare per
avere una gestione diretta dei pagamenti dei canoni idrici tra ente erogatore
(Regione) e fruitore finale (cittadino), senza il passaggio intermedio del
Comune e soprattutto senza la realizzazione di nuove società fatte nascere
appositamente per il servizio di riscossione che rappresentano solo un
ulteriore spreco e un aggravio burocratico nonché di spesa e se ha al vaglio
una soluzione in "saldo e stralcio" con i comuni morosi così da
chiudere definitivamente il debito e ripartire con una nuova gestione del
servizio.
(317;
30/10/2017)
Art. 1
(Modifica
dei confini territoriali dei Comuni di Petronà e Belcastro)
1. Con
effetto dalla data di entrata in vigore della presente legge, i confini
territoriali tra i Comuni di Petronà e Belcastro, della Provincia di Catanzaro,
sono rettificati secondo quanto risulta dalla relazione descrittiva (Allegato
A) e dalla planimetria (Allegato B).
Art. 2
(Clausola
di neutralità finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria con la presente legge:
a) promuove
la Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera, ove è stato
effettuato lo Studio cooperativo internazionale di epidemiologia della
cardiopatia coronarica, altresì denominato Seven Countries Study (SCS),
considerato come modello di sviluppo culturale e sociale, fondato su un insieme
di pratiche tradizionali, competenze, conoscenze tramandate di generazione in
generazione, che vanno dal paesaggio all'alimentazione, ivi incluse le colture,
la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e
il consumo di cibo secondo un modello nutrizionale costante, nel tempo e nello
spazio, nonché quale regime nutrizionale riconosciuto dalla comunità
scientifica
internazionale
per i suoi benefici effetti;
b) valorizza
e diffonde, in particolare, la Dieta mediterranea italiana di riferimento di
Nicotera, come stile di vita per il mantenimento del buono stato di salute;
c) riconosce
e adotta i criteri di adeguatezza mediterranei, stabiliti dalla comunità
scientifica, per una dieta salutare di cui all’Allegato n. 1;
d) attiva
un partenariato con i sette Paesi del SCS e, in particolare, con la Croazia e
la Grecia, per il riconoscimento di Nicotera quale sito “patrimonio
dell’umanità” tra quelli ricompresi nel SCS dai quali trae origine il modello
alimentare salutare;
e) promuove
interventi diretti a sostenere la diffusione del modello nutrizionale e le
attività economiche, ambientali, sociali e culturali legate a tale stile
alimentare, con misure dirette a valorizzare il patrimonio storico-culturale ad
essa connesso;
f) promuove
lo sviluppo di progetti ed iniziative di studio e di ricerca, culturali ed
enogastronomiche, a livello regionale, interregionale ed internazionale;
g) predispone
annualmente bandi diretti a sostenere lo sviluppo di filiere enogastronomiche
dedicate alla commercializzazione dei prodotti tipici caratterizzanti la Dieta
mediterranea italiana di riferimento di Nicotera.
Art. 2
(Istituzione
Osservatorio della Dieta mediterranea di riferimento)
1. La
Regione, ai fini dell'attuazione della presente legge, istituisce
l'Osservatorio della Dieta mediterranea italiana di riferimento (ODMIR) di Nicotera,
con funzioni consultive, programmatiche e di monitoraggio per la promozione
della stessa dieta. L’Osservatorio ha sede in Nicotera, previo accordo con
l’amministrazione comunale.
2. Il
Presidente della Giunta regionale, con apposito decreto, definisce funzioni e
competenze dell’ODMIR, declinandone i contorni, al fine di:
a) promuovere,
a livello regionale, interregionale, nazionale e internazionale la diffusione
del modello di Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera;
b) tutelare
le origini culturali del modello di Dieta mediterranea italiana di riferimento
di Nicotera, mediante la valorizzazione degli aspetti nutrizionali, storici,
culturali, sociali, economici, paesistici ed ambientali e la loro trasmissione
alle future generazioni;
c) provvedere
alla definizione della programmazione degli interventi di promozione,
sperimentazione, sviluppo e valorizzazione, a livello nazionale ed
internazionale, della Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera.
3. Per
la partecipazione alle attività dell’ODMIR non sono previsti rimborsi spese o
indennità di alcun tipo.
Art. 3
(Struttura
ed attività dell’ODMIR)
1. L’ODMIR
opera attraverso i seguenti organismi:
a) Consiglio
direttivo;
b) Comitato
scientifico.
2. Il
Consiglio direttivo si riunisce con cadenza trimestrale ed è composto da tre
membri, di cui uno con funzione di Direttore, nominato dal Presidente della
Giunta regionale, uno nominato dal Consiglio regionale ed uno nominato dal
Comune di Nicotera.
3. Il
Comitato scientifico è composto da esperti nominati dal Consiglio regionale,
selezionati per come segue:
a) un
rappresentante del Dipartimento di Farmacia e Scienze della salute e della
nutrizione dell'Università della Calabria – UNICAL, Arcavacata di Rende (CS);
b) un
rappresentante del Dipartimento Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio
Calabria;
c) un
rappresentante del Dipartimento Scienze della salute dell’Università Magna
Graecia di Catanzaro;
d) un
rappresentante della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola
e media impresa;
e) un
rappresentante della Camera di Commercio regionale;
f) un
rappresentante dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la
scienza e la cultura (UNESCO);
g) un
rappresentante di Confindustria regionale;
h) un
rappresentante dell'Istituto nazionale per la dieta mediterranea e la nutri
genomica (INDIM);
i) un
rappresentante dell’Accademia internazionale della Dieta mediterranea italiana
di riferimento – Città di Nicotera.
Art. 4
(Strumenti
attuativi)
La
Regione Calabria, per la promozione della Dieta mediterranea italiana di
riferimento di Nicotera:
a) istituisce
l'Albo regionale dei prodotti e delle ricette del modello di Dieta mediterranea
italiana di riferimento di Nicotera;
b) regolamenta
le modalità di iscrizione all'Albo di cui alla lettera a) e utilizza gli
strumenti secondo procedure definite dall'ODMIR ai sensi dell'articolo 2;
c) istituisce
il marchio regionale identificativo della Dieta mediterranea italiana di
riferimento di Nicotera al fine di salvaguardare e valorizzare lo stile di vita
promosso dalla stessa e promuovere, a livello regionale, nazionale e
internazionale, i prodotti ad essa connessi ed il patrimonio culturale che la
caratterizza, unitamente ai paesaggi rurali e storici e alle colture tipiche
tradizionali, con particolare riferimento alle produzioni di nicchia. Con
apposito regolamento, elaborato dall’ODMIR entro sei mesi dalla sua
istituzione, il Consiglio regionale definisce le procedure per la concessione,
la verifica e il controllo del marchio. L’uso del marchio ha la finalità di
rendere maggiormente visibili e più facilmente identificabili i prodotti del
territorio calabrese. L’ODMIR, sulla base del regolamento, con atto motivato
insindacabile, valuta le domande di concessione del marchio, rispondendo agli
interessati entro due mesi dalla data di presentazione della domanda ed
effettua, con cadenza almeno biennale, la verifica circa la permanenza delle
condizioni e delle modalità d’uso dello stesso;
d) istituisce
le Roccaforti della Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera,
quali presidi territoriali, singoli o con la costituzione di consorzi locali
pubblici o privati, identificanti territori con particolari produzioni e
relative comunità culturali (ad es. arbereshe, occitana, grecanica, permanenze
ebraiche, arabe, sinti, ecc.) caratterizzanti, per le loro specificità, il
modello di Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera. Il
Presidente della Giunta regionale identifica le Roccaforti della Dieta
mediterranea italiana di riferimento di Nicotera, con proprio decreto, su
proposta del Comitato scientifico dell'ODMIR, in attuazione di apposito
regolamento, proposto dal Comitato stesso e deliberato dal Consiglio regionale
entro un anno dall'approvazione della presenta legge;
e) istituisce
il Premio Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera al fine di
promuoverne la sua completa applicazione. Il Premio è attribuito ai soggetti
pubblici e privati di livello regionale, interregionale ed internazionale, che
si distingueranno nella promozione della stessa attraverso:
1) l'identificazione
e l'implementazione delle produzioni da inserire nell'Albo di cui alla lettera
a);
2) l'utilizzo,
nei servizi di mensa scolastica, ospedaliera, di comunità e nei ristoranti dei
prodotti regionali iscritti nell'Albo di cui alla lettera a) o identificati con
il marchio di cui alla lettera c);
3) l’attività
di fornitura e commercializzazione di prodotti alimentari iscritti nell'albo
dei prodotti e delle ricette del modello di Dieta mediterranea italiana di
riferimento di Nicotera o identificati con il marchio di cui alla lettera c);
4) l’attività
di studio, ricerca, formazione e informazione dei valori dello stile di vita
della Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera. I criteri, le
modalità e il luogo di conferimento del Premio sono annualmente proposti
dall'ODMIR e pubblicati attraverso apposito bando sul Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria (BURC);
f) istituisce
nelle scuole della regione e nelle relative mense, in concomitanza con il
conferimento del Premio di cui alla lettera e), la Settimana di promozione
della Dieta mediterranea italiana di riferimento di Nicotera, con attività
formative e informative inerenti al benessere derivante dall’applicazione di
tale dieta. L'iniziativa è programmata attraverso apposito bando annuale
pubblicato nel BURC;
g) attiva
un forum, con cadenza annuale, a carattere nazionale ed internazionale, quale
luogo di incontro e di sviluppo delle tematiche di cui alla presente legge. I
compiti, le attività, le modalità operative, di funzionamento e di
organizzazione del forum sono definite sulla base di apposito disciplinare
elaborato dall'ODMIR ed approvato dal Consiglio regionale.
Art. 5
(Disposizioni
finanziarie)
1. Agli
oneri derivanti dalle disposizioni contenute nella presente legge, determinati
nel limite massimo di euro 160.000,00 per l'esercizio finanziario 2017 e di
euro 100.000,00 per le annualità 2018 e 2019, si provvede mediante l'utilizzo
del “Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti
legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio”, iscritto
al programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2017-2019
che presenta la necessaria disponibilità. Alla copertura finanziaria degli
oneri per le annualità successive si provvede nei limiti consentiti dalle
effettive disponibilità di risorse autonome, per come stabilite nella legge di
approvazione del bilancio di previsione.
2. La
Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo
stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2017-2019 con
prelievo dal fondo speciale di cui al comma 1 ed allocazione al programma U.13.07
dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
Art. 6
(Disposizione
abrogativa)
1. La
legge regionale 23 settembre 2013, n. 45 (Interventi per la riscoperta della
dieta mediterranea) è abrogata.
Art. 7
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore a partire dal sessantesimo giorno successivo
alla data della sua pubblicazione nel BURC.
Il
Consiglio regionale
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 327 del 25 luglio 2017 recante:
"Integrazione criteri localizzativi Piano regionale gestione
rifiuti", con cui si propone al Consiglio regionale di integrare, ai sensi
dell'articolo 199, comma 3, lettera l), i criteri localizzativi di cui ai
capitoli 19 e 23.6 del PRGR, approvato con deliberazione del Consiglio regionale
n. 156 del 19.12.2016, relativi agli impianti di recupero e smaltimento
rifiuti;
visti:
la
direttiva europea 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19
novembre 2008 relativa ai rifiuti;
il
decreto legislativo n. 152/2006 recante: "Norme in materia
ambientale";
il
decreto legislativo n. 205/2010 recante: "Disposizione di attuazione della
Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre
2008 relativa ai rifiuti";
il
decreto legge n. 138/11 convertito con la legge n. 148/11;
il
decreto direttoriale 7 ottobre 2013 del Ministero dell'Ambiente che adotta il
Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti;
la
legge regionale n. 14 dell' 11 agosto 2014 recante: "Riordino del servizio
dei rifiuti urbani in Calabria";
il
Piano regionale di gestione dei rifiuti di cui alla O.D.P.C. n. 6294 del 30
ottobre 2007;
la
D.G.R n. 407 del 21 ottobre 2015 recante “Approvazione aggiornamento delle
linee guida per la rimodulazione del Piano di Gestione dei Rifiuti della
Regione Calabria”;
la
D.G.R n. 469 del 14 novembre 2014 recante ''Approvazione Programma Regionale di
Prevenzione dei Rifiuti";
la
D.G.R n. 381 del 13/10/2015 avente ad oggetto "Attuazione della legge
regionale n. 14/2014 delimitazioni degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) e
delle Aree di Raccolta Ottimali (ARO) approvazione schema di convenzione e
schema di regolamento per la costituzione e il funzionamento delle Comunità
d'Ambito";
il
Regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008 e ss. mm. e ii. recante:
"Regolamento regionale delle procedure di valutazione di Impatto
Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e delle procedure di rilascio
delle Autorizzazioni Integrate Ambientali";
il
Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato dal Consiglio regionale della
Calabria con delibera n. 156 del 19 dicembre 2016;
preso
atto che:
l'art.
196 del d.lgs. n. 152/2006 "Norme in materia ambientale", in coerenza
con la disciplina comunitaria, demanda alle regioni la predisposizione,
l'adozione e l'aggiornamento dei Piani regionali di gestione dei rifiuti (PRGR)
di cui all'art. 199 nel rispetto dei principi e delle finalità ivi indicate;
la
lettera l), del comma 3, dell'art. 199 del d.lgs 152/2006, stabilisce che i
Piani regionali di gestione dei rifiuti debbano contenere inoltre: "i
criteri per l'individuazione, da parte delle province, delle aree non idonee
alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti";
rilevato
che la quarta Commissione consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto
nella seduta del 10 ottobre 2017;
delibera
di
approvare l’integrazione dei criteri localizzativi del Piano regionale di
gestione dei rifiuti, che costituisce parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione.
Art. 1
(Modifiche
alla l.r. 5/2004)
1. Dopo il
comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 23 febbraio 2004, n. 5 (Norme per
l'individuazione dei prodotti a base di latte ritenuti storici e/o
tradizionalmente fabbricati) è aggiunto il seguente:
"1 bis.
I locali di cui al comma 1 possono avere:
a) pareti geologicamente naturali;
b) muri, pavimenti, soffitti e porte non lisci,
non impermeabili, non resistenti, senza rivestimento chiaro o non composti di
materiale inalterabile;
c) dispositivi e utensili di lavoro destinati ad
entrare a contatto diretto con le materie prime e i prodotti in materiale non
resistente alla corrosione, non facili da lavare e disinfettare (assi di
legno e attrezzature tradizionali).".
Art.2
(Clausola di neutralità
finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Ambito
di applicazione)
1. Le
disposizioni della presente legge si applicano agli organi di amministrazione
attiva, consultiva e di controllo della Regione nonché degli enti anche
economici, e delle aziende da essa dipendenti.
2. Le
disposizioni stesse si applicano, in quanto compatibili, anche alle nomine o
alle designazioni di componenti degli organi di enti pubblici quando alla loro
nomina concorrono la Regione o gli enti da essa dipendenti. Si applicano,
altresì, alle nomine dei componenti degli organi di persone giuridiche e
società a partecipazione regionale, nonché alle nomine di organi monocratici di
amministrazione straordinaria per le quali è previsto il termine della durata
in carica.
3. Le
disposizioni della presente legge non si applicano agli organi fondamentali
della Regione e agli organi in cui si articola il Consiglio regionale.
Art. 2
(Scadenza
e ricostituzione degli organi)
1. La
ricostituzione degli organi di cui al comma 1 dell'art. 1 deve avvenire in
tempo utile affinché il relativo atto consegua efficacia prima della scadenza
degli stessi.
2. Ove
non si provveda nel termine di cui al comma 1, gli organi debbono essere
ricostituiti entro il periodo di proroga di cui all'art. 6.
3. Nel
caso in cui, almeno tre giorni prima della scadenza del termine di proroga, la
nomina non sia stata ancora effettuata, ad essa provvede, prima della scadenza
del termine medesimo, il Presidente del Consiglio regionale.
4. Gli
organi ricostituiti ai sensi dei commi 2 e 3 esercitano immediatamente le loro
funzioni anche se il periodo di proroga non sia ancora esaurito.
Art. 3
(Scadenza
per fine legislatura)
1. Gli
organi e le nomine la cui durata in carica è indicata con generico riferimento
alla durata del Consiglio regionale o alla legislatura scadono il novantesimo
giorno successivo alla data di insediamento del Consiglio regionale. Qualora le
nomine relative alla
ricostituzione
degli organi di cui al comma 1 divengano esecutive prima della scadenza del
termine indicato nello stesso comma, esse sono immediatamente operative.
Art. 4
(Scadenza
per disposizione di legge)
1. Gli
organi e le nomine la cui durata in carica è fissata da specifiche disposizioni
di legge scadono con lo spirare del termine previsto dalle citate disposizioni.
Art. 5
(Nomine
su designazione)
1.
Quando gli organi regionali debbono provvedere previa designazione di altri
soggetti, le designazioni devono essere richieste entro il sessantesimo giorno
precedente la scadenza ordinaria.
2.
Qualora le designazioni non pervengano in tempo utile, l'organo competente
provvede a costituire ugualmente il collegio, purché risultino designati o
nominati almeno la metà dei componenti. In tal caso il Collegio opera nella
pienezza dei poteri e viene integrato mano a mano che pervengono le
designazioni.
3. Nel
caso in cui non è possibile costituire il collegio con le modalità di cui al
comma precedente, si prescinde dalla pronuncia dell'organo in tutti i
procedimenti in cui esso ha funzione consultiva. Ove, invece, si tratti di
organi di amministrazione attiva, il Presidente della Giunta regionale nomina
un Commissario, in possesso dei requisiti richiesti per ricoprire la carica,
che opera fino alla ricostruzione dell'organo.
4. Il
Presidente della Giunta regionale provvede, altresì, secondo le stesse modalità
di cui al comma 3, alla nomina di un Commissario per gli organi da costituirsi
con procedimenti elettorali quando gli organi stessi siano scaduti e non si sia
provveduto alle nuove elezioni.
Art. 6
(Regime
di proroga)
1.
Salvo espressa diversa disposizione, gli organi amministrativi non ricostituiti
alla loro scadenza sono prorogati per quarantacinque giorni. In questo periodo
gli organi di amministrazione scaduti possono adottare esclusivamente gli atti
di ordinaria amministrazione nonché gli atti urgenti ed indifferibili con
indicazione specifica dei motivi di urgenza ed indifferibilità.
2.
Decorso il periodo di cui al comma 1 senza che si sia provveduto alla
ricostituzione, gli organi scaduti decadono e gli atti eventualmente adottati
sono nulli di diritto e per le attività prestate non possono essere corrisposti
indennità, compensi e rimborsi spese di qualsiasi natura.
3. Gli
organi costituiti nel periodo di proroga esercitano immediatamente le loro
funzioni, anche nel periodo di proroga non esaurito.
Art. 7
(Responsabilità)
1.Rispondono
dei danni determinati dalla decadenza degli organi i soggetti che vi abbiano
dato causa e quanti non hanno esercitato i poteri sostitutivi previsti dalla
presente legge.
Art. 8
(Requisiti
per le nomine)
1.Tutte
le persone chiamate a svolgere funzioni presso qualsiasi ente ed organismo,
impresa o soggetto giuridico di qualsiasi natura di rappresentanza della
Regione o per scelte di alcuno dei suoi organi, debbono possedere i requisiti
necessari e l'esperienza adeguata per esercitare le dette funzioni e non
trovarsi nelle condizioni di incompatibilità previste dalla legislazione
statale vigente nel momento in cui viene effettuata la nomina o designazione.
2.I
requisiti di cui al comma precedente devono risultare da apposito “curriculum”
ricavabile dall'esercizio di almeno cinque anni di attività professionale
riconducibile all'incarico, che ogni aspirante alla nomina deposita presso la
Segreteria Generale del Consiglio regionale almeno cinque giorni prima della
seduta in cui la nomina viene trattata.
2 bis.
Si prescinde dal possesso dei requisiti di cui al presente articolo se
l’aspirante alla nomina ha esercitato il mandato di Consigliere regionale per
una legislatura1.
3.L'Ufficio
di Presidenza del Consiglio regionale curerà la verifica dei requisiti di cui
al precedente comma ed assicurerà un'adeguata pubblicizzazione dell'elenco
delle nomine da effettuare attraverso il Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria, inserzioni su due quotidiani nazionali e due locali ed avvisi su
televisioni locali.
Art. 9
(Adempimenti
successivi alla nomina)
1.Coloro
che sono stati nominati o designati con la procedura prevista dagli articoli
precedenti, sono tenuti, entro venti giorni dalla ricezione dell'avviso della
nomina o della designazione, a comunicare per iscritto al Presidente del
Consiglio regionale secondo le rispettive competenze per la nomina, la propria
accettazione dichiarando nel contempo:
a)l'inesistenza
o la cessazione delle condizioni ostative;
b)l'inesistenza
di conflitti d'interesse in relazione all'incarico da assumere;
c)la
consistenza del proprio patrimonio alla data della nomina e le entrate proprie
del nucleo familiare.
2.Qualora,
successivamente, le persone nominate o designate vengano a trovarsi in una
delle situazioni di cui ai punti a) e b) del comma 1 sono tenute a dare
immediata comunicazione al Presidente del Consiglio o della Giunta regionale.
3.Analoga
comunicazione, per quanto concerne il punto c) del comma 1, deve essere
presentata entro il trentesimo giorno successivo alla definitiva scadenza del
mandato.
4.La
mancanza o l'infedeltà delle dichiarazioni di cui ai commi 1 e 2, in qualsiasi
momento accertata in contraddittorio con l'interessato, comporta la decadenza
della nomina o designazione, salva la validità degli atti compiuti.
Art. 10
(Dati
sulle nomine)
1.Presso
il Consiglio regionale è istituito l'albo delle nomine conferite, ai sensi
della presente legge. L'albo è predisposto, tenuto ed aggiornato dallo Ufficio
di Presidenza del Consiglio regionale secondo modalità che assicurino una
agevole consultazione dello stesso e la possibilità di una completa conoscenza
degli atti di nomina, di cui tutti i cittadini hanno diritto di prendere
visione.
2.La
Presidenza del Consiglio regionale per i casi in cui le nomine siano di
competenza del Consiglio e la Presidenza della Giunta in tutti gli altri casi
provvedono alla tenuta ed all'aggiornamento di tutti i dati relativi ai termini
di scadenza, proroga e decadenza degli organi di amministrazione attiva,
consultiva e di controllo.
Art. 11
(Norme
transitorie e finali)
1.In
sede di prima applicazione i termini fissati al precedente articolo 6 decorrono
dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 12
(Abrogazioni)
1.È
abrogata la legge regionale 5 agosto 1992, n. 13, nonché ogni altra
disposizione in contrasto con le norme di cui alla presente legge.
Art. 13
(Dichiarazione
d'urgenza)
La
presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a
quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Differimento
dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione
di
enti pubblici regionali)
1. La
procedura di liquidazione dell'Azienda forestale regionale (AFOR) è conclusa
entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge da un commissario
liquidatore nominato ai sensi dell'articolo 13, comma 4, della legge regionale
16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e
le politiche per la montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in
materia di forestazione e di politiche della montagna).
2. Le procedure di liquidazione di cui
all'articolo 4 della legge regionale 29 dicembre 2015, n. 30 (Differimento dei
termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di
persone giuridiche, pubbliche o private, previsti da disposizioni di leggi
regionali), sono concluse entro un anno dall'entrata in vigore della presente
legge.
Art. 2
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Il
Consiglio regionale
premesso
che
è
stata presentata una proposta di provvedimento amministrativo n. 193/X di
iniziativa di tutti i Presidenti dei gruppi consiliari recante: "Modifiche
al Regolamento interno del Consiglio regionale";
il
relatore del provvedimento, nell’illustrare la proposta, ha chiesto di inserire
nel testo del deliberato di approvazione della modifica regolamentare che la
stessa si applica anche alle procedure in corso per il rinnovo delle
Commissioni consiliari;
ritenuto
di dover accogliere la proposta così come depositata da tutti i Presidenti dei
Gruppi consiliari unitamente alla richiesta formulata in Aula dal relatore del
provvedimento,
delibera
di modificare il Regolamento interno del
Consiglio regionale nei seguenti termini:
all’articolo
29, comma 7, dopo le parole “del Consiglio regionale” sono aggiunte le parole
“e in ogni caso non oltre sei mesi dalla data del rinnovo stesso”;
all’articolo
29, dopo il comma 7 è aggiunto il seguente:
“7
bis. Le Commissioni e i loro componenti permangono nelle funzioni fino
all’avvenuto rinnovo, fermi restando i limiti temporali indicati al comma 7”;
che
dette modifiche si applicano anche alle procedure in corso per il rinnovo delle
Commissioni consiliari.