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LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
N. 37
SEDUTA Di GIOVEDI 29 GIUGNO 2017
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE GENTILE
Presidenza del Presidente Nicola Irto
La seduta inizia alle 13,47
La seduta è
aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate
in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla
Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta
risposta scritta alle interrogazioni: numero 53 del 16 giugno 2015 a firma del
consigliere Graziano; numero 62 del 7 luglio 2015 a firma del consigliere
Cannizzaro; numero 89 dell’8 settembre 2015 a firma del consigliere Graziano.
(Sono
riportate in allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Morrone. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
l’inserimento di un ordine del giorno riguardante l’attività svolta da una
motovedetta della Marina Militare Italiana di Vibo Valentia che si è distinta particolarmente
in opere di salvataggio con grande valore.
Sì, è stato già
discusso in Conferenza dei capigruppo
con la proposta del capogruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno delle
proposte di legge numero 252/10^ sulla legge urbanistica; 254/10^ sull’edilizia
sociale; 255/10^ sull’agenzia regionale per
l’innovazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, chiedo l’inserimento di un ordine del giorno,
protocollo numero 28023, avente ad oggetto “Azioni territoriali per un
commercio libero e giusto e per una Europa libera dal CETA (Comprehensive
Economic and Trade Agreement)”.
Mi risulta che anche il consigliere Sergio abbia presentato un ordine
del giorno analogo, dello stesso tenore, quindi si potrebbe procedere con un
loro esame congiunto. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Chiedo
l’inserimento di un ordine del giorno, protocollo numero 28081, che riguarda la
“Situazione grave in cui versa l’autostrada A3, la statale 106 ed il viadotto
Cannavino sulla 107 che collega Crotone con Paola”.
Chiedo, anche,
l’inserimento di un altro ordine del giorno, protocollo numero 27975, che
riguarda la grave emergenza per la immigrazione che si sta verificando nella regione
Calabria.
Chiedo che vengano inseriti tutti e due all’ordine del giorno odierno.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Presidente , per richiamare
due mozioni già presentate.
La prima mozione
è la numero 81 del 5 giugno del 2017 “Per sensibilizzare i membri del Governo e del Parlamento italiano a rimuovere con urgenza l’emendamento numero 22.1 alla
proposta di modifica del Codice antimafia che prevede lo spostamento della sede
principale dell’Agenzia dei beni confiscati di Reggio
Calabria”.
La seconda
mozione è la numero 77 presentata in data 3 marzo del 2017 “Per sensibilizzare
il Parlamento italiano a
procedere con urgenza sulla approvazione del testo
di legge sul
bio-testamento e che considera la libertà di coscienza che possa garantire le
divergenze di pensiero che in materia contraddistinguono il singolo individuo”.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Sculco. Ne ha facoltà.
Presidente, come abbiamo
già convenuto nella Conferenza dei
capigruppo che ha convocato questo Consiglio, chiedo
l’inserimento dell’ordine del giorno che
riguarda la rete oncologica calabrese
e la relativa distribuzione inadeguata dei Centri radioterapici sul nostro territorio regionale.
Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere D’Acri. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo che
vengano richiamati in Aula la proposta
di legge del Psr Calabria 2014/2020 “Adempimenti condizionalità ex ante” perché
c’è la scadenza del 30 giugno e quindi è necessario approvarla ed il
progetto di legge numero 69/10^.
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno
odierno, dell’ordine del giorno presentato dall’onorevole Morrone.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno
del progetto di legge numero 252/10^ proposto
dal consigliere Romeo.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno
del progetto di legge numero 254/10^ proposto
dal consigliere Romeo.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno
del progetto di legge numero 255/10^ proposto
dal consigliere Romeo.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine dei lavori degli ordini del giorno presentati dai consiglieri Sergio e Bova.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine dei lavori
del primo ordine del giorno, protocollo numero 28081, presentato dal
consigliere Guccione.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine dei lavori
del secondo ordine del giorno, protocollo numero 27975, presentato dal
consigliere Guccione.
(Il Consiglio
approva)
Pongo in
votazione l’inserimento all’ordine del giorno
della mozione numero 81/10^, a
firma del consigliere Cannizzaro.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno
della mozione numero 77/10^, sempre a firma del consigliere Cannizzaro.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione
l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno a firma dei
consiglieri Sculco e Giudiceandrea,
già discusso in Conferenza dei capigruppo
sulla rete oncologica calabrese.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del
giorno del progetto di legge numero
69/10^ proposto dal consigliere D’Acri.
(Il Consiglio approva)
Naturalmente questi provvedimenti vanno in
coda all’ordine del giorno odierno così come
già discusso in Conferenza dei capigruppo.
Passiamo al
primo punto all’ordine del giorno relativo
alla proposta di legge numero 71/10^ di iniziativa dei consiglieri Greco,
D’acri, D’agostino, Pasqua, Sergio, recante: “Misure per promuovere il turismo
sportivo mediante la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di
impianti golfistici”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, in ragione dei diversi emendamenti presentati e delle numerose
interruzioni che hanno contraddistinto l’iter di approvazione di questa legge,
chiedo che la proposta di legge sia rinviata all’esame della Commissione
competente, per tornare poi, successivamente,
in Aula con un testo che sia più largamente condiviso.
Così
come anticipato dal capogruppo Greco in Conferenza
dei capigruppo pongo in votazione il rinvio di questo provvedimento
all’esame della Commissione competente.
(Il Consiglio rinvia la proposta all’esame della
Commissione competente)
La proposta
di legge posta al primo
punto all’ordine del giorno, la numero 71/10^
viene trasmessa alla Commissione competente
per la discussione di merito.
Il secondo punto
all’ordine del giorno riguarda la proposta di
legge numero 222/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera
a), d) ed e) comma 1, dell'art. 73 del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n.
118 e s.m.i.”.
Il relatore,
consigliere Battaglia, ha facoltà di svolgere la relazione.
Presidente, la proposta di
legge inserita all’ordine del giorno della seduta odierna ha come obiettivo
quello di riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione
Calabria, derivanti da: sentenze esecutive non ancora oggetto di procedura
esecutiva; una sentenza esecutiva, oggetto di procedura esecutiva; procedure
espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità;
acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa.
Il presente
provvedimento si rende necessario per dare attuazione a quanto disposto dal
decreto legislativo numero 118 del 2011, recante “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e
degli schemi di bilancio delle regioni, degli enti locali e dei loro organismi,
a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, numero 42” che
prevede, infatti, all’articolo 73, che il Consiglio regionale riconosce con
legge la legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da: sentenze
esecutive; copertura dei disavanzi di enti, società ed organismi controllati,
o, comunque, dipendenti dalla Regione, purché il disavanzo derivi da fatti di
gestione; ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme previste dal codice civile
o da norme speciali, delle società di cui alla lettera b);
procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica
utilità; acquisizione di beni e servizi in assenza del
preventivo impegno di spesa.
Nello specifico,
il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale numero 87 del 17
marzo 2017, che richiama i decreti dirigenziali contenenti gli elementi
necessari per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio da parte del
Consiglio regionale e ne propone il disegno di legge relativo.
Alla delibera di
Giunta regionale numero 87 del 2017 sono
allegati, unitamente al disegno di legge, la relazione di accompagnamento e
tabelle di dettaglio dei debiti, con riguardo al Dipartimento proponente ed al
relativo provvedimento contenente gli elementi utili ai fini del
riconoscimento, all’oggetto ed alla tipologia del debito, al suo beneficiario
ed alla copertura finanziaria prevista sul bilancio di previsione 2017.
Il disegno di
legge si compone di tre articoli.
L’articolo 1, al
comma 1, prevede il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio
derivanti da sentenze esecutive non ancora oggetto di procedura esecutiva per
l’importo complessivo di 1 milione 922 mila euro circa, secondo il dettaglio
contenuto nell’allegata tabella numero 1 al disegno di legge. Al comma 2 dello
stesso articolo si prevede il riconoscimento della legittimità del debito fuori
bilancio derivante da sentenza esecutiva ed oggetto di procedura esecutiva.
L’articolo 2
prevede il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti
da procedure espropriative o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica
utilità.
L’articolo 3
prevede il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti
dall’acquisizione di beni e servizi in assenza del preventivo impegno di spesa
per l’importo totale di euro 275 mila circa.
All’articolo 4
vengono indicate le forme di copertura finanziaria previste per i suddetti
debiti fuori di bilancio, individuando i capitoli su cui sono allocate le risorse
necessarie, per come indicato nelle tabelle dalla numero 1 alla numero 4
allegate al disegno di legge.
L’ultimo
articolo del disegno di legge contiene disposizioni relative all’entrata in
vigore.
Durante i lavori
della Commissione si è provveduto a correggere il refuso contenuto
nell’allegato 1 all’articolato, recependo le indicazioni contenute in una nota
del Dipartimento bilancio, a firma della dottoressa Cristiano, con la quale si
specificava che nel suddetto allegato fosse contenuto un errore materiale,
nella parte relativa al nome del beneficiario, indicato erroneamente in
Giuseppe Bianco in luogo di Pasquale Bianco.
Sul disegno di
legge i revisori dei Conti hanno espresso parere favorevole. Nel corpo del
verbale gli stessi revisori formulano delle considerazioni, fatte proprie dalla
Commissione.
Nello specifico viene evidenziato che “nei singoli
decreti di riconoscimento dei debiti fuori bilancio, non viene chiarito il contesto
da cui poter desumere l’impossibilità da parte del Responsabile del Procedimento
di poter assumere l’atto posto a base del provvedimento giudiziale”.
Lo stesso collegio, contestualmente “invita
l’Amministrazione ad effettuare le opportune verifiche al fine di accertare le
eventuali responsabilità personali che hanno determinato il danno economico
regionale”.
Si deve, infine rappresentare come, in ragione dell’applicazione dell'articolo
73, comma 4, del Decreto Legislativo numero 118 del 2011, essendo decorsi i 60
giorni dalla ricezione della relativa proposta, il Dipartimento bilancio, allo
scopo di evitare l’avvio delle procedure esecutive, ha comunicato, con nota
protocollo SIAR numero 177089 del 26 maggio 2017, la volontà di effettuare le
variazioni relative ai debiti fuori bilancio ascrivibili all’ipotesi di cui
all'articolo 73.
Durante la
seduta abbiamo sentito il dirigente generale del dipartimento Bilancio, dottor
Filippo De Cello, ed il dottor Alberto Porcelli, componente del Collegio dei
revisori dei Conti.
Sottopongo
all’Aula l’esame del disegno di legge in oggetto.
PRESIDENTE
La parola al
Vicepresidente della Giunta regionale.
Grazie, Presidente. Intervengo brevemente soltanto per sottolineare
quanto diceva in conclusione il consigliere Battaglia. Il sistema legislativo che disciplina
l’approvazione dei debiti fuori bilancio
prevede questo dialogo tra il Consiglio e la Giunta. La Giunta
assume i disegni di legge con
delibere e, poi, li propone al Consiglio per l’approvazione.
C’è un punto da sottolineare, cioè l’ordinamento prevede
che il Consiglio regionale provveda all’approvazione della legge proposta dalla
Giunta entro 60 giorni dalla ricezione.
Questo perché il pagamento dei debiti fuori bilancio
richiede una tempistica veloce per evitare che alla condanna possa seguire il
pignoramento e, quindi, un incremento delle spese. In questo caso per quanto
riguarda il disegno di legge numero 222 essendo stato superato il termine dei
60 giorni la Giunta ha provveduto ad iscrivere in bilancio le somme già
contenute e riconosciute.
La seconda cosa che vorrei segnalare è che il lavoro e
le sollecitazioni del Collegio dei revisori sono apprezzate dalla Giunta e sono
tenute in notevole considerazione, tant’è che la questione dei debiti fuori
bilancio è diventata obiettivo fondamentale per tutti i dirigenti nell’ambito
del Piano della performance e
l’analisi specifica di ogni singola vicenda porta anche alla segnalazione alla Corte
dei conti o in via generale, come
richiesto dalla legge, o in via particolare, per alcune questioni specifiche.
Però in questo caso ancora ci ritroviamo con situazioni molto risalenti
nel tempo per cui è veramente difficile individuare le responsabilità.
Terzo elemento – credo di poterlo condividere qui con il Consiglio –
stiamo lavorando insieme al Collegio dei revisori per trovare le corrette
formulazioni tecnico-contabili per ricondurre il pagamento delle sentenze in un
capitolo a carattere ordinario e non straordinario come potrebbe sembrare
sempre con il riconoscimento dei debiti fuori bilancio e, quindi, ampliando il
fondo per il contenzioso o fondi simili che sono recuperabili nel bilancio.
Grazie.
Non essendoci altre richieste di parola passiamo all’esame del
provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
All’articolo 4 è
stato presentato un emendamento, protocollo numero 27959, a firma del
consigliere Battaglia, che recita: “L’articolo 4, comma 4, della proposta
di legge numero 222/10^
è sostituito dal seguente: “4. Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti
dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio
di cui all’articolo 3 si provvede per come indicato nella tabella allegata al
n. 4 per l’importo corrispondente (euro 275.269 , 08) con le risorse allocate
al capitolo 8201043801 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2017, recante: “Fondo per debiti nei confronti di enti, persone fisiche e giuridiche,
istituzioni ed organismi vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale” (art. 73, decreto legislativo
23.6.2011, n. 118)”.
Prego,
consigliere Battaglia.
Presidente,
la questione trae origine dalla necessità
di modificare gli importi della copertura finanziaria relativa al
riconoscimento del debito di cui al decreto 9985 del 23 settembre 2015 assunto
dal Dipartimento lavori pubblici e infrastrutture.
Infatti, all’epoca dell’approvazione del disegno di
legge da parte della Giunta regionale, avvenuto con delibera di Giunta numero
87 del 17 marzo 2017, il pertinente capitolo di spesa recante “Spese per il
funzionamento dell’Autorità di bacino regionale per l’attività di ricerca,
elaborazione e studio e connessa alla formulazione…” non presentava la necessaria
disponibilità.
Tenuto conto del notevole lasso di tempo intercorso tra
la proposta di disegno di legge inviata al Consiglio regionale e la trattazione
in Aula dello stesso testo, il competente dipartimento, che si occupa anche
della difesa del suolo, ha utilizzato parte delle somme stanziate sul capitolo
in questione per lo svolgimento di urgenti e previste missioni
tecnico-istituzionali.
Pertanto, non essendoci più la copertura finanziaria si
è dovuto ricorrere al fondo all’uopo costituito per far fronte ai debiti fuori
bilancio.
Parere della Giunta?
Favorevole, per
le ragioni espresse prima.
Pongo in
votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 4 per come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
E’ stato
presentato un emendamento all’allegato 4, protocollo numero 27959/1, a firma
del consigliere Battaglia che recita: “L’allegato 4 compiegato alla proposta di
legge 222/10^ è sostituito dal seguente allegato:
Estremi del Provvedimento |
Importo da riconoscere |
Dipartimento proponente |
Titolo |
Oggetto del debito |
Beneficiario |
Tipologia di debito |
Copertura finanziaria sul
Bilancio di previsione approvato con L. R. n. 45/2016 |
||
Tipo Provv. |
Numero Provv. |
Data Provv. |
|||||||
Decreto |
6882 |
15/06/2016 |
€ 5.250 , 31 |
Ambiente e Territorio |
Fattura Pro forma n. 6E del 26/11/2015 |
Compensi professionali a consulenti
esterni (convenzione anno 2014) |
Studio Ingegneria Luigi Boeri |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. E |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
7298 |
23/06/2016 |
€ 103.132 , 84 |
Ambiente e Territorio |
Accertamento in contraddittorio con
l'INPS |
Accertamento di omesso/parziale
versamento contributi (periodo 06/2012-03/2013) |
INPS |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. E |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
9549 |
05/08/2016 |
€ 45.000 , 00 |
Lavori Pubblici ed Infrastrutture |
Transazione |
Attività di RUP e Responsabile Ufficio di zona per
n. 25 progetti (anni 2000-2005) |
Ing. La Rocca Francesco |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. E |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
9985 |
23/09/2015 |
€ 23.387 , 50 |
Lavori
Pubblici ed Infrastrutture |
Autorizzazioni alle missioni |
Spese di missione dipendenti ABR da settembre 2013
a dicembre 2014 |
dipendenti interni come da elenco |
art. 73 D.
Lgs. 118/2011, comma 1, lett. E |
8201043801 “Fondo per debiti nei confronti di
enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari derivanti
da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto legislativo
23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
16243 |
19/12/2016 |
€ 11.729 , 00 |
Presidenza |
Fattura commerciale n. 781 del
19/10/2009 |
acquisto libri per iniziativa
celebrativa del centenario del terremoto del 1908 |
Casa Editrice Città del Sole Edizioni |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. E |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
8024 |
07/07/2016 |
€ 40.412 , 55 |
Lavori Pubblici ed Infrastrutture |
Lettera d'ordine n. 133 del 21/04/1998
|
Compensi professionali a consulenti
esterni (incarico affidato nel 1998) |
Ing. A.Rocca - Geom. L. Talarico -
P.A. S. Augello |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. D |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
8617 |
22/07/2016 |
€ 7.553 , 47 |
Lavori Pubblici ed Infrastrutture |
Fattura Pro forma n. 2/2015 |
Incarico professionale (anno 2001) |
Ing. Antonio Sgrò |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. D |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
14356 |
22/11/2016 |
€ 31.699 , 70 |
Lavori Pubblici ed Infrastrutture |
Disciplinare di incarico del
10.07.2003 |
incarichi professionali procedure
espropriative |
Silvana Capogreco e Mario Pio Longo |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. D |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
Decreto |
6767 |
14/06/2016 |
€ 7.103 , 71 |
Lavori Pubblici ed Infrastrutture |
Disciplinare di incarico Prot. 5411
del 2005 |
Compensi professionali a consulenti
esterni (incarico anno 2005) |
Eredi Ing. Procopio Giuseppe |
art.
73 D. Lgs. 118/2011, comma 1, lett. D |
8201043801 “Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi
vari derivanti da attività dell’amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 N. 118)” |
|
|
Tot. |
€ 275.269,08 |
|
|
|
|
|
Prego,
consigliere Battaglia.
(Interruzione)
L’emendamento si commenta da sé, così come l’altro. Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso, come modificata, con i relativi allegati
e con l’autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(E’ riportato in
allegato)
Il terzo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge
numero 227/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alle lettere a) ed e) comma
1, dell’art. 73 del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.”.
Il relatore,
consigliere Battaglia, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor
Presidente, il disegno di legge, di
iniziativa della Giunta regionale, posto oggi all’approvazione di questa
Assemblea, è stato licenziato dalla seconda Commissione nella seduta del 3 maggio
2017.
La Commissione ha
esaminato sia i profili di merito sia le conseguenze di carattere finanziario
derivanti dall’approvazione del presente provvedimento.
Il disegno di legge ha come obiettivo quello di
riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria e,
quindi, si rende necessario per dare attuazione a quanto disposto dal decreto
legislativo numero 118 del 2011, recante "Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili”.
Nello specifico, il provvedimento si compone della
delibera di Giunta regionale numero 136 del 07 aprile 2017, che richiama i
decreti dirigenziali contenenti gli elementi necessari per il riconoscimento
dei debiti fuori bilancio da parte del Consiglio regionale, e ne propone il
disegno di legge relativo.
Alla suddetta
delibera sono allegati, unitamente al disegno di legge, la relazione di
accompagnamento e le tabelle di dettaglio dei debiti, il dipartimento
proponente, l’importo e tutti gli elementi utili ai fini del riconoscimento,
quali l’oggetto e la tipologia del debito.
Il disegno di legge si compone di quattro articoli.
L’articolo 1 prevede il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori
bilancio derivanti da sentenze e titoli esecutivi. Al comma 2 dello stesso
articolo si prevede il riconoscimento della legittimità del debito fuori
bilancio. All’articolo 3 vengono indicate le forme di copertura finanziaria
previste per i suddetti debiti fuori bilancio, individuando i capitoli su cui
sono allocate le risorse necessarie.L’ultimo articolo del disegno di legge
contiene disposizioni relative all’entrata in vigore. Sulla proposta i revisori
dei Conti hanno espresso parere favorevole con verbale numero 156 del 27 aprile
2017.
Durante la seduta sono stati sentiti il dirigente
generale del Dipartimento bilancio, dottor De Cello, ed il dottor Porcelli,
componente del Collegio dei revisori dei conti.
Ciò premesso,
sottopongo all’Aula l’esame del disegno di legge in oggetto.
Parere della Giunta?
Favorevole. Mi rimetto alle argomentazioni espresse
precedentemente.
Non essendoci altre richieste di parola passiamo
all’esame del provvedimento articolo per articolo.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo
4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamentoformale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il quarto punto all’ordine
del giorno riguarda la proposta
di provvedimento amministrativo numero 164/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Rendiconti esercizi dal 2004 al 2013 - Azienda
Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP) della Provincia di
Vibo Valentia”.
Il consigliere Battaglia, relatore, ha facoltà di svolgere la
relazione.
Signor
Presidente, la proposta di
provvedimento, posta oggi all’approvazione di questa Assemblea, è stata
licenziata a maggioranza dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 3
maggio scorso.
Alla seduta di
Commissione hanno partecipato e relazionato il Commissario Unico regionale
delle Aterp calabresi, dottor Mascherpa, ed il direttore generale del
Dipartimento bilancio, dottor De Cello.
Il provvedimento
si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del
dipartimento lavori pubblici, del dipartimento
Bilancio e del parere del Collegio dei revisori dei conti poi sostituito dal
revisore unico dei conti.
Vorrei informare
i consiglieri qui presenti che la Giunta regionale, al fine di consentire la
redazione del bilancio consolidato della Regione Calabria con i propri enti ed
organismi strumentali, con delibera numero 442 del 10 novembre 2016, ha
approvato le linee di indirizzo dedicate ai dipartimenti vigilanti riguardanti
sia le modalità e i tempi per l’approvazione dei rendiconti degli enti
strumentali, sia l’effettuazione delle verifiche in ordine al contenimento
delle spese, ai sensi della normativa vigente.
Secondo le
modalità e i tempi previsti dalla sopracitata deliberazione numero 442, la
Giunta regionale demanda al dipartimento, che esercita la vigilanza sulle
attività dell’Aterp, ove non già effettuata, la verifica in ordine al
contenimento delle spese al fine di evitare l’eventuale prescrizione di crediti
a favore della Regione Calabria a seguito delle violazioni delle disposizioni
normative e consentire l’accertamento di eventuali responsabilità.
Vorrei ricordare
che la legge regionale numero 24 del 2013, recante "Riordino enti,
aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque
denominati, con esclusione del settore sanità", istituisce l’Azienda
territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente
ausiliario della Regione in materia di edilizia residenziale pubblica, con
l’accorpamento delle Aziende regionali per edilizia residenziale.
Con delibera di
Giunta regionale, il dottor Mascherpa è stato nominato commissario unico
regionale.
Il dipartimento lavori pubblici nella relazione istruttoria
specifica che i bilanci consuntivi degli anni 2004 al 2013 non hanno trovato
approvazione da parte della Giunta regionale, a causa di irregolarità riscontrate
e verificate dal Collegio dei revisori dei conti e dal dipartimento Bilancio.
Di conseguenza,
gli uffici dell’Azienda hanno operato delle rettifiche necessarie al fine di
pervenire alla rideterminazione del risultato finanziario da applicare alla
data del 1° gennaio 2014.
I prospetti
contabili sono stati rideterminati da parte Commissario dell’Aterp, con
delibera numero 6 del 29 dicembre 2015. L’operazione di allineamento è stata
oggetto di esame da parte del Revisore unico dei conti, il quale ha solo preso
atto del riallineamento effettuato dagli uffici e del risultato finale
prodotto. Il dipartimento lavori pubblici "concorda
con quanto espresso dal revisore unico dei conti circa l’adozione delle
necessarie rettifiche ai bilanci consuntivi dell’Aterp di Vibo Valentia a
seguito delle correzioni effettuate dagli uffici competenti e senza esprimere
alcun parere invita ad una semplice presa d’atto da parte della Giunta
regionale".
La suddetta
relazione istruttoria, successivamente, è stata oggetto di integrazione, con la
quale il dipartimento lavori pubblici ha
espresso parere non favorevole rispetto ai rendiconti dagli esercizi finanziari
2004 al 2011 e parere favorevole rispetto ai rendiconti degli esercizi
finanziari 2012 e 2013, condizionato alla verifica da parte del dipartimento
Bilancio della correttezza delle rettifiche effettuate con la deliberazione del
Commissario dell’Aterp numero 6 del 29 dicembre 2015.
Per tutti gli
esercizi su cui viene espresso parere
negativo, il dipartimento
vigilante invita l’Aterp, qualora non già provveduto, alla trasmissione della documentazione alla
locale procure della Corte dei
conti.
Lo stesso
dipartimento ha verificato l’esistenza delle dovute corrispondenze tra i
residui finali ed iniziali di ciascun esercizio, nonché la quadratura tra
impegni e accertamenti, afferenti alla gestione delle cosiddette "partite
di giro".
Il dipartimento
Bilancio ritiene necessario che il Dipartimento lavori
pubblici, in quanto vigilante, adotti il provvedimento che dia atto della
verifica in ordine al contenimento delle spese effettuata, per come previsto
dalla delibera di Giunta regionale numero 442 del 10 novembre 2016, indicando
con precisione il rispetto dei limiti per ciascuna tipologia di spesa e
garantendo l’eventuale avvio delle procedure necessarie sia al recupero delle
somme indebitamente percepite, sia ai fini della segnalazione agli Organi
inquirenti della Corte dei conti di un eventuale danno erariale.
Ciò premesso,
sottopongo all’Aula l’esame della proposta di provvedimento amministrativo.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Grazie Presidente, grazie consigliere Battaglia. Se mi è consentito
vorrei fare delle osservazioni di carattere generale relativamente ai punti 4,
5, 6, 8, 15, 16, 17 e 18 dell’ordine del giorno
della seduta odierna, aventi tutti ad oggetto l’approvazione dei rendiconti
degli esercizi dei vari enti regionali: Arcea, Aterp,
Calabria Lavoro e le Aterp delle varie realtà.
Due
o tre brevissime osservazioni: la prima sulla proposta attualmente in
discussione all’ordine del giorno numero 4, Aterp Vibo Valentia; la prima cosa che vorrei segnalare – che riguarda
anche le altre amministrazioni – è che stiamo approvando i rendiconti degli
esercizi dal 2004 al 2013, cioè gli esercizi di nove anni, ai quali poi si
aggiungono anche quelli successivi per l’anno 2014 al punto 16 dell’ordine del
giorno odierno.
Vorrei
segnalare che stiamo recuperando un ritardo di 10 anni nell’approvazione dei
rendiconti di un importante ente strumentale qual è l’azienda territoriale
della Edilizia residenziale pubblica della provincia di Vibo Valentia, in questo caso; in altri casi, per esempio di
Reggio Calabria, dal 2006 al 2013 e così via.
Quindi,
la Giunta prosegue con questa opera faticosissima di riportare a norma il
sistema anche nella prospettiva del bilancio consolidato che dovrà essere
attuato da qui a breve.
La
seconda osservazione che vorrei effettuare riguarda la questione del tipo di
controllo che viene esercitato dalla Giunta regionale attraverso il dipartimento bilancio nella approvazione dei
rendiconti delle aziende e degli altri enti.
Su questo credo sia importante avere ben chiaro che il
dipartimento bilancio, patrimonio e finanze fa un controllo esclusivamente di tipo
contabile, di corrispondenza fra entrate e uscite, mentre i controlli in ordine
agli aspetti gestionali non competono al dipartimento bilancio, ma agli altri
dipartimenti vigilanti. In questo caso in materia di dipartimento
infrastrutture, lavori pubblici e mobilità che ha l’onere di verificare spesa
per spesa, voce per voce il rispetto dei limiti previsti dall’ordinamento
nazionale o dall’ordinamento regionale.
Quel che oggi chiediamo, e per cui la Giunta propone
l’approvazione dei rendiconti di esercizio, è ad esito di un controllo di tipo
contabile, ma il controllo gestionale non pertiene al dipartimento bilancio.
A chi pertiene questo controllo? Al dipartimento
vigilante, appunto. Nelle delibere da noi approvate troverete sistematicamente
un invito al dipartimento vigilante, io direi quasi un ordine -perché poi è
sanzionato anche sul piano della performance con l’incidenza nella tasca
del dirigente che non fa questo tipo di controllo -
di verificare ed
accertare la corrispondenza o meno delle spese, delle voci di spesa che devono
essere limitate e di comunicare
alla Corte dei conti.
Nel caso in questione, questo dell’Aterp della provincia di Vibo Valentia, per la quale esiste un contenzioso
giudiziario relativo all’acquisto di un immobile – che credo sia ben noto in
quest’Aula – i Revisori dei conti e il dipartimento non hanno espresso parere
favorevole all’approvazione di alcune annualità del bilancio. Abbiamo preso
atto di questo mancato parere positivo, anzi di questo parere negativo, ed
abbiamo ordinato al dipartimento infrastrutture di fare in modo che l’Aterp
unica proceda alla trasmissione della documentazione relativa, cioè del parere
dei Revisori e della documentazione correlata, alla Procura della Corte dei
conti di Catanzaro.
Quindi, per riportare a conclusione e a sintesi il mio intervento,
stiamo cercando di porre ordine nelle vicende degli enti strumentali, e
l’approvazione di dieci annualità oggi proposte a questo Consiglio è la prova
del lavoro che il dipartimento bilancio e l’amministrazione stanno cercando di
operare su questo versante.
In questo versante, l’assetto contabile è per noi quello preponderante,
perché ovviamente, nella prospettiva del bilancio consolidato, lì dove è
evidente – perché segnalato dai Revisori dei conti o da altre strutture – la
violazione di norme, la decisione presa dalla Giunta in modo sistematico – non
da ora, ma fin dall’inizio – è quella di trasmettere immediatamente le carte
alla Corte dei conti, ed è quello che stiamo facendo anche in questo caso.
Ribadisco che quanto sto dicendo vale sia per il punto all’ordine del
giorno di cui stiamo parlando, il numero 4, ma vale anche per il 5, il 6, l’8,
il 15, il 16, il 17 e il 18, che sono tutti atti, proposte di approvazione di
rendiconti di esercizi finanziari di enti differenziati: Aterp di varie realtà
territoriali, l’Arcea e l’Azienda Calabria Lavoro.
Ci sono altri interventi? Pongo in votazione la proposta di
provvedimento amministrativo numero 164/10^.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il quinto punto all’ordine
del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 165/10^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconti esercizi dal 2006 al
2013 - Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP) della
Provincia di Reggio Calabria”.
Prego, consigliere battaglia.
Presidente, considerate le conclusioni dell’assessore, si
tratterebbe di ripetere più o meno le stesse cose.
Va bene, allora diamo per assorbita la relazione del precedente punto.
Mi pare di capire che siamo nella stessa, identica situazione sia per
le Aterp, forse per Azienda Calabria Lavoro, se volete, possiamo
differenziare.
PRESIDENTE
Vicepresidente Viscomi?
Concordo con la proposta del consigliere Battaglia
per snellire i lavori, le osservazioni sarebbero le stesse per tutte le
proposte di provvedimento amministrativo elencate.
Ci sono interventi? Pongo in
votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 165/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il punto sei all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero
166/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio
2014 e riaccertamento straordinario dei residui – Azienda Calabria Lavoro”.
Consigliere
Battaglia, diamo per letto? Prego, consigliere Battaglia.
Possiamo dare per lette le relazioni riguardanti le Aterp ed
illustrare questa proposta.
La proposta di provvedimento, posta oggi
all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dalla
seconda Commissione Bilancio nella seduta del 3 maggio scorso.
Alla seduta di Commissione hanno partecipato il
direttore generale del dipartimento bilancio, dottor De Cello, e la dottoressa
Latella quale rappresentante di Azienda Calabria Lavoro.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta
regionale, del parere del Collegio dei Revisori e delle relazioni istruttorie
del dipartimento sviluppo economico e del dipartimento bilancio.
L'operazione di riaccertamento straordinario, in
quanto attività di natura gestionale, con riferimento agli enti strumentali,
spetta al direttore generale, che a sua volta lo sottopone alla Giunta
regionale, la quale, successivamente ad una circostanziata istruttoria,
provvede poi alla definitiva approvazione e al successivo inoltro al Consiglio
regionale per una presa d'atto.
La Giunta regionale, al fine di consentire la
redazione del bilancio consolidato della Regione con i propri enti ed organismi
strumentali, ha assunto la delibera 442 del 10 novembre 2016, con la quale
vengono approvate le linee di indirizzo dedicate ai dipartimenti vigilanti.
Secondo le modalità di questa delibera, la
Giunta regionale demanda al dipartimento che esercita la vigilanza sulle
attività di Azienda Calabria lavoro, ove non già effettuata, la verifica in
ordine al contenimento delle spese, al fine di evitare l'eventuale prescrizione
di crediti a favore della Regione Calabria.
Il Collegio dei revisori dei conti,
nell'esprimere parere favorevole al conto consuntivo dell'Azienda, rileva che
la Regione non ha provveduto a trasferire le somme necessarie per il
funzionamento dell'Azienda relativamente all'annualità 2014. Altresì, l'organo
di controllo raccomanda:
di richiedere tempestivamente e formalmente al
competente dipartimento regionale lo stanziamento annuale di tutte le somme occorrenti
per il funzionamento dell'Azienda;
di non utilizzare la quota disponibile
dell'avanzo di amministrazione, applicato al bilancio di previsione 2015, fino
a quando non sarà approvato dalla Giunta regionale il rendiconto dell'esercizio
2014.
Il dipartimento sviluppo economico ha espresso
parere favorevole all'approvazione del consuntivo esercizio 2014.
Il dipartimento bilancio, nell'istruttoria di
competenza, ha verificato l'esistenza delle dovute corrispondenze tra i residui
finali ed iniziali.
Viene, quindi, raccomandato all'ente di provvedere alla correzione delle modalità
di rilevazione contabile, allocando correttamente nelle partite di giro le
ritenute e i corrispondenti versamenti degli oneri fiscali.
Il dipartimento bilancio, inoltre, ritiene necessario
che il dipartimento sviluppo economico, in quanto vigilante, adotti il
provvedimento che dia atto della verifica in ordine al contenimento delle spese
effettuate.
Viene, comunque, precisato che l'eventuale
mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non preclude
l'adozione del rendiconto. A conclusione della relazione istruttoria, a seguito
di un attento esame della documentazione, il dipartimento bilancio ritiene
possibile procedere alla trasmissione del rendiconto dell'Azienda per
l'esercizio 2014 da parte della Giunta regionale.
L'Azienda ha espletato la procedura di
riaccertamento straordinario dei
residui, al fine di adeguare lo stock dei residui attivi e passivi al 31
dicembre 2014.
E’ stata disposta la cancellazione di residui
attivi e passivi, e ciò ha comportato una variazione dell'avanzo di
amministrazione, originando una parte disponibile per euro 10 mila 152.
Sull'operazione di riaccertamento dei residui e sulla composizione del
risultato di amministrazione, il Collegio dei revisori dei conti ha espresso
parere favorevole.
Relativamente alla procedura di riaccertamento,
il dipartimento bilancio, avendo accertato la coincidenza tra i residui attivi
e passivi, nonché la redazione dei prospetti, ritiene che la Giunta regionale
possa prendere atto della procedura di riaccertamento straordinario dei residui
e trasmettere la documentazione relativa al Consiglio regionale.
Pertanto, si sottopone all'Aula l'esame della
proposta di provvedimento amministrativo.
Intervento della Giunta? Altri interventi in Aula? Pongo in votazione la
proposta di provvedimento amministrativo numero 166/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il settimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 185/10^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Disposizioni per la semplificazione e la celerità
dell'azione amministrativa – Modifiche alla legge regionale 4 settembre 2001,
n.19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il
diritto di accesso)”.
La parola al relatore del provvedimento, il consigliere Sergio.
Signor Presidente, colleghi
consiglieri, signor Presidente della Giunta,
il provvedimento in discussione è il numero 185/10^, recante: “Disposizioni per la semplificazione e la celerità
dell'azione amministrativa – Modifiche alla legge regionale 4 settembre 2001,
n.19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il
diritto di accesso)”.
La legge regionale 4 settembre
2001, numero 19 “Norme sul
procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso.
Disciplina della pubblicazione
del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria” ha recepito nell’ordinamento
regionale la normativa sul procedimento amministrativo e sul diritto di accesso
introdotto dalla legge 7 agosto 1990, numero 241.
La suindicata disciplina statale ha subito nel corso del
tempo molteplici modifiche, da ultimo anche ad opera della legge 7 agosto
2015, numero 124 (Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle
amministrazioni pubbliche) e dei relativi decreti legislativi attuativi, del 30
giugno 2016, numero 126 (Attuazione della delega in materia di segnalazione certificata di inizio attività
(SCIA), a norma dell'articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124) e numero 127 (Norme per il riordino della disciplina in materia di Conferenza
di servizi, in attuazione dell'articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124).
Da ciò emerge
l'esigenza di novellare la legge regionale numero 19 del 2001, al fine di
introdurre le modifiche necessarie ad aggiornare e coordinare la stessa con
l'evoluzione della normativa statale in materia di procedimento amministrativo,
con particolare riferimento alle misure di semplificazione.
Deve, inoltre,
evidenziarsi che la semplificazione amministrativa e la razionalizzazione del
funzionamento della struttura burocratica della Regione costituiscono elementi
basilari del programma di governo.
Appare,
pertanto, necessario modificare il tessuto normativo di cui alla legge
regionale 4 settembre 2001, numero 19
(Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto
di accesso. Disciplina della pubblicazione del Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria).
Tale disegno di
legge si prefigge lo scopo di introdurre misure di snellimento e
semplificazione dell'attività amministrativa della Regione, anche grazie alla
previsione di meccanismi di incisivo ed effettivo coordinamento tra gli uffici,
con evidente miglioramento dell'efficacia ed efficienza dell'attività medesima.
E’ stato
adeguato il titolo della legge regionale numero 19 del 2001 alla sopravvenuta
normativa regionale, ed in particolare alla legge regionale numero 11 del 2011, istitutiva
del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. Le innovazioni di maggior
rilievo che caratterizzano la novella in argomento sono costituite dalla
introduzione nella legge
regionale numero 19 del 2001:
- di un nuovo
capo (3 bis) espressamente intitolato “Semplificazione amministrativa” e
contenente disposizioni afferenti ai relativi istituti;
- di un istituto
del tutto nuovo nel riformulato articolo 12, rubricato “Riunione decisoria”, il
quale, all'interno del predetto Capo 3 bis, contiene disposizioni che impongono
la decisione contestuale quando due o più articolazioni amministrative della
Regione siano coinvolte a qualsiasi titolo in un procedimento o
sub-procedimento, e ciò al fine di concentrare, snellire ed accelerare l'azione
amministrativa e rispettare i tempi di conclusione dei procedimenti;
- di una serie
di disposizioni di dettaglio, tutte caratterizzate dalla finalità di assicurare
tempi certi di durata al procedimento amministrativo e maggiore celerità
nell'espletamento dell'azione amministrativa della Regione;
- di modifiche
finalizzate ad attuare il principio di separazione tra funzioni di indirizzo e
controllo, di competenza degli organi di vertice politico, ed attività di
gestione assegnata alla dirigenza.
Il provvedimento
consta di 39 articoli.
All’articolo 15, comma 2, vi è un emendamento da me proposto. Il comma 2 dell’articolo
15 recitava: “salva l’applicazione del comma 1 nei procedimenti ad istanza di
parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi, il silenzio dell’amministrazione equivale a
provvedimento di accoglimento nei casi, in presenza dei presupposti e con i
limiti previsti dall’articolo 20 della legge numero 241 del 1990, nonché dalla
normativa di settore”.
Per come
emendato, il comma 2 si ripropone in questi termini: “fatta salva sia
l’applicazione delle disposizioni in materia di semplificazione dell’azione
amministrativa, volte a prevedere specifiche forme di silenzio-assenso per
privati e imprese, sia l’applicazione del comma 1, nei procedimenti ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti
amministrativi, il silenzio dell’amministrazione equivale a provvedimento di
accoglimento nei casi, in presenza dei presupposti e con i limiti
previsti dall’articolo 20 della legge numero 241/1990, nonché dalla normativa
di settore”. Grazie.
Parere
della Giunta?
Anche in questo caso, pochissime
parole, sull’articolo 23, col quale modifichiamo l’articolo 30 della legge originaria;
vorrei leggerlo testualmente: “La violazione o la elusione delle norme della
presente legge, la grave non osservanza delle direttive generali e, comunque,
le inerzie e i ritardi nello svolgimento delle funzioni attinenti alla conclusione dei procedimenti
amministrativi entro i termini, sono valutati negativamente in sede di
accertamento della responsabilità dirigenziale, ai sensi delle vigenti
disposizioni”.
Abbiamo già attuato, di fatto, questa norma nell’ambito del Piano della
performance che – è chiaro – è collegato alla retribuzione di risultato,
ma volevo segnalarlo per dire che non solo ci stiamo adeguando alle norme di
legge nazionale, ma cerchiamo anche di sensibilizzare la responsabilità dei
dirigenti sulla gestione delle procedure delle pratiche amministrative.
La seconda cosa che vorrei segnalarvi è l’articolo 31 di questa legge.
Qualche giorno fa ho incontrato un avvocato, che mi ha detto che alla Regione
Calabria la pratica deve ricercare il suo destinatario. Beh, qui più o meno
abbiamo la risposta, finalmente, a questo problema della pratica che deve
cercare il suo destinatario, nel senso che il destinatario, anche senza
competenza, che riceve una pratica, deve indirizzarla al soggetto competente.
Cito soltanto queste due norme, per dire come siamo consapevoli che
questo disegno di legge è semplicemente un disegno di legge volto ad adeguare
la norma legislativa regionale alle modifiche intervenute nel corso del tempo
alla legislazione nazionale, ma siamo anche consapevoli che dobbiamo affrontare
come Giunta e come Consiglio un problema serio che riguarda, da un lato, la
trasparenza degli atti amministrativi e, dall’altro, la semplificazione
radicale dei procedimenti amministrativi.
Credo che a questi due versanti, la trasparenza da una parte e la
semplificazione dall’altra, Giunta e Consiglio dovranno dedicare tempo adeguato
nel prossimo futuro.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire la consigliera Ferro. Ne ha facoltà.
Intervengo per esprimere un plauso rispetto a quanto è stato predisposto e per chiedere se c’è la possibilità di
apportare alcune modifiche all’articolo
21 e all’articolo 23.
Rispetto all’articolo 21, ho sentito
anche quanto detto dal vicepresidente Viscomi. Ritengo che, probabilmente,
inserire “dal momento della ricezione” diventi una garanzia maggiore anche per
l’utente, perché il protocollo potrebbe registrare, eventualmente per una
distrazione, la ricezione successivamente.
All’articolo 23, invece, dove si
recita “la concessione di contributi, sovvenzioni, sussidi, ausili finanziari e
l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone e ad enti pubblici e privati è subordinata alla
predeterminazione”, rimetterei le parole “e alla pubblicazione”, anche per un
fatto di trasparenza rispetto al lavoro che si sta facendo per la legge
depositata sul Burc.
Consigliera
Ferro, l’unica cosa è che l’emendamento
andava presentato preliminarmente. Potrebbe formulare in Aula un emendamento
concordandolo col relatore.
(Interruzione
della consigliera Ferro)
No, sui due articoli.
Vorrei capire se c’è la volontà, altrimenti si può
farla passare così
com’è.
Possiamo procedere con l’ottavo punto all’ordine del giorno; magari si
può confrontare con la Giunta regionale e col relatore in Aula per elaborare un
emendamento, , così possiamo votarlo in
Aula.
(L’esame del
provvedimento è momentaneamente sospeso)
Passiamo all’ottavo punto all’ordine del giorno e poi torniamo alla
votazione, articolo per articolo, del settimo. Intanto andiamo all’ottavo punto
all’ordine del giorno e poi lo votiamo.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare il consigliere D’Acri. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
l’inserimento all’ordine del giorno della
proposta di legge numero 250/10^.
Sì, era quella di cui parlavamo prima. Pongo in votazione la richiesta
avanzata dal consigliere D’Acri.
(Il Consiglio approva)
Passiamo all’ottavo punto all’ordine del
giorno, che
riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 168/10^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconti esercizi dal 2012 al
2014 e riaccertamento straordinario dei residui - Azienda Territoriale per
l'Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP) della Provincia di Crotone”.
La parola al consigliere Battaglia.
Presidente, se è d’accordo, ritengo che, vista la relazione
del vicepresidente Viscomi, anche su questo punto
potremmo dare per letta la relazione e passare alla votazione, se non ci sono problemi. Mi pare che la
Giunta regionale si sia già espressa su tutto il contesto delle Aterp oggetto della discussione
di oggi.
Anche per la Giunta regionale è così.
Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 168/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il punto nove all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 209/10^ di iniziativa del consigliere
S. Romeo, recante: “Abrogazione della legge regionale 1 febbraio 2017, n. 3
(Modifica alla legge regionale 7 marzo 1995, n. 4 – Norme sulla classificazione
degli esercizi ricettivi extralberghieri)”.
La parola al consigliere Battaglia, relatore del provvedimento.
La proposta di legge, di iniziativa del consigliere Romeo, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata
licenziata dalla seconda Commissione nella seduta del 25 maggio 2017.
La proposta ha
come obiettivo quello di abrogare la legge regionale numero 3 del 2017.
Con questa legge si era intervenuti sull'articolo 16
della legge regionale numero 4 del 1995, relativo agli esercizi di
affittacamere, elevando a dieci il numero di camere utilizzabili all'interno
delle predette strutture e a venti il numero dei posti letto.
La ratio della proposta sta nel fatto che
l'attività di affittacamere rientra tra le attività a carattere non
imprenditoriale, caratterizzata dall'assenza di sfruttamento dell'immobile a
scopi commerciali, esercitata in forma occasionale e non esclusiva.
Anche se in
diverse regioni la normativa in materia prevede la possibilità di optare per
una gestione anche di tipo imprenditoriale dell'attività di affittacamere, in
Calabria, ad oggi, non esiste una normativa in tal senso.
Proprio per tale
ragione, nelle more di definizione di tale aspetto, l'ampliamento sic et simpliciter del numero delle camere e dei posti letto
sembra non trovare alcuna motivazione basata su criteri di opportunità e
coerenza con la normativa vigente.
Da tale assunto
nasce la proposta di abrogazione in discussione.
Dal punto di
vista finanziario, si evidenzia che la proposta è corredata di relazione
tecnico-finanziaria, nonché di clausola di invarianza finanziaria, nelle quali
si specifica il carattere ordinamentale del provvedimento.
Il dipartimento
turismo, con nota pervenuta presso gli uffici, ha espresso parere favorevole
alla proposta di legge.
Anche il
dipartimento bilancio, con nota pervenuta presso gli uffici della Commissione,
ha espresso parere favorevole alla proposta. Lo stesso dipartimento ha
suggerito, come già proposto dagli uffici, di modificare la clausola
d'invarianza, al fine di adeguarla ai rilievi della Corte dei conti.
Questa modifica
è stata approvata durante i lavori della Commissione.
Viene, pertanto,
sottoposto all’Aula l'esame della proposta di legge.
Intervento
della Giunta regionale? Passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
4.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
Il decimo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 210/10^ di iniziativa del
consigliere S. Romeo, recante: “Abrogazione della legge regionale 1 febbraio
2017, n. 4 (Modifica alla legge regionale 26 febbraio 2003, n. 2 – Disciplina
dell'attività di accoglienza ricettiva a conduzione familiare denominata 'Bed and
Breakfast')”.
La parola al consigliere Battaglia, relatore del provvedimento.
La proposta di legge, di iniziativa del consigliere Romeo, è stata
licenziata dalla seconda Commissione, sempre nella seduta del 25 maggio 2017.
Ha come obiettivo quello di abrogare la legge regionale numero 4 del 2017.
Con detta legge
si era intervenuti sull'articolo 1 della legge regionale numero 2 del 2003,
relativo agli esercizi di Bed and Breakfast affittacamere, elevando a sei il
numero di camere utilizzabili all'interno delle predette strutture e a
quattordici il numero dei posti letto.
La ratio della proposta sta nel fatto che
l'attività di Bed and Breakfast è definita dalla legge regionale come attività
esercitata da privati, in via occasionale o saltuaria, in assenza del carattere
di imprenditorialità.
Proprio per tale
ragione, nelle more di definizione di tale aspetto, l'ampliamento sic et simpliciter del numero delle camere e dei
posti letto sembra non trovare alcuna motivazione basata su criteri di
opportunità e coerenza con la normativa vigente.
Da tale assunto
nasce la proposta di abrogazione in discussione.
Dal punto di
vista finanziario, si evidenzia che la proposta è corredata di relazione
tecnico-finanziaria, nonché di clausola di invarianza finanziaria.
Il dipartimento
turismo ha fatto pervenire una nota pervenuta presso gli uffici, esprimendo parere
favorevole.
Anche il
dipartimento bilancio ha espresso parere favorevole ed ha suggerito, come già
proposto dagli uffici, di modificare la clausola d'invarianza, al fine di
adeguarla ai rilievi della Corte dei conti.
Viene, pertanto,
sottoposto all’Aula l'esame della proposta di legge.
Non ci sono
interventi. Passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo
1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo
4.
(E’ approvato)
Presidente, chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE
Prego, consigliere Guccione.
Voglio porre una questione importante
all’Aula. Non possiamo, come sta accadendo in più occasioni, approvare delle
leggi, come in questo caso l’1 febbraio 2017, e, a distanza di pochi mesi,
apportare modifiche legislative a provvedimenti che hanno sì e no tre o quattro
mesi di vita. C’è qualcosa che non funziona in quest’Aula! Non funziona neanche
rispetto alle proposte di legge per quanto riguarda la Giunta regionale. Lo
voglio dire con molta chiarezza. Per fortuna è stata revocata la delibera sui
servizi minimi del trasporto! Avremmo rischiato di fare un’altra cattiva
figura, se fosse approdata in Aula!
Bisogna porre rimedio, Presidente, anche in virtù del fatto – e lo
rilevo dal punto di vista dello Statuto e del Regolamento – che non ci possono
essere proposte di legge, come sono state presentate oggi dal collega Romeo,
che vanno a modificare leggi che abbiamo approvato a dicembre del 2016, che
hanno avuto modifiche di Giunta regionale, attraverso atti di indirizzo che
sono stati dichiarati, di fatto, illegittimi dal Tar. Alcuni sono intervenuti
ed il Tar ha sospeso e nella motivazione di sospensione l’indirizzo è chiaro,
di bocciatura, presentare le proposte di legge che non passino al vaglio delle
Commissioni.
Credo che questo iter sia illegittimo: mi riferisco alla
proposta di legge che riguarda la proposta di legge numero 36, presentata dal
collega Romeo, e alla proposta di legge che riguarda la società
dell’innovazione. Su queste due – lo dico – rischiamo una illegittimità, perché
non viene rispettato né il Regolamento né lo Statuto del Consiglio regionale,
in quanto entrambe le proposte hanno bisogno di provvedimenti e passaggi nelle
competenti Commissioni.
Consigliere Guccione,
solo per completezza di informazione: la proposta di legge 210/10^ era già
prevista al decimo punto all’ordine del giorno.
Voto a favore.
No, è all’ordine del giorno perché è già stata licenziata dalla Commissione competente.
(Interruzione
del consigliere Romeo)
Prego, consigliere Romeo.
Presidente, penso di poter
chiarire al collega Guccione un
aspetto: questo disegno di legge che chiamiamo abrogazione della legge
regionale del 1 febbraio del 2017, numero 4, è passato dalla competente
Commissione, quindi questo aspetto è chiaro; poi affronteremo gli altri
aspetti. La questione era solo sul merito.
Se non ci sono altre
dichiarazioni di voto, pongo in
votazione la proposta di legge numero 210/10^ con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
Passiamo all’undicesimo punto all’ordine del
giorno, che
riguarda la proposta di legge numero 243/10^ di iniziativa dei
consiglieri S. Romeo, D. Battaglia, G. Neri, G. Nucera, F. D'agostino, recante:
“Prosecuzione dell'esercizio provvisorio da parte della curatela fallimentare
SO.G.A.S. S.p.A.”.
La parola al relatore del provvedimento, il consigliere Battaglia.
La proposta di legge è di mia iniziativa, unitamente ai consiglieri Romeo, Neri, Nucera e D’Agostino.
Oggi viene posta all’approvazione di questa Assemblea ed
è stata licenziata dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 25
maggio.
La proposta nasce dall’esigenza di evitare le ripercussioni
in termini di ordine pubblico e sicurezza, derivanti dalla cessazione del
servizio di pubblico interesse, garantito dalla curatela fallimentare della
società che gestisce lo scalo aeroportuale della città di Reggio Calabria.
Si prevede, pertanto, la concessione di un contributo straordinario a
favore della curatela fallimentare Sogas S.p.A., finalizzato alla
prosecuzione dell’esercizio provvisorio fino alla data del 18 luglio 2017. In
particolare, si tratta di un contributo
straordinario una tantum, dell’importo di 163.770 euro, che trova
copertura sul programma U2003, mediante l’utilizzo del fondo corrente, per far
fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezionano
dopo l’approvazione
del bilancio, recanti spese di parte corrente.
In Commissione è stato sentito il
dirigente generale del dipartimento, dottor Filippo De Cello, che ha illustrato il
disegno di legge fornendo i chiarimenti richiesti.
Ciò premesso, sottopongo all’Aula l’esame della proposta di legge in
oggetto.
Ci sono altri interventi? Passiamo all’esame dell’articolato.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per dichiarazione di
voto, semplicemente per annunciare il mio voto favorevole a questo punto
all’ordine del giorno: come si fa a non sostenere quest’azione nei confronti
dell’aeroporto di Reggio Calabria, che sta
attraversando il momento peggiore della sua storia!?
Certo è, vorrei richiamare l’attenzione della maggioranza. Plauso al
collega Battaglia per questa iniziativa ed a chi ha condiviso quest’azione, ma
di certo in maniera responsabile dobbiamo anche dire ai calabresi e, in modo
particolare, ai reggini che queste sono briciole che vanno a salvaguardare
l’aeroporto, quindi non possiamo certamente gettare fumo negli occhi.
Chiederei, quindi, al Governo regionale, alla maggioranza delle
delucidazioni, anche in merito al piano industriale, per quanto riguarda
l’aeroporto di Reggio Calabria, quali sono le novità in itinere dopo
l’insediamento di Sacal e del nuovo presidente De Felice, che cosa stanno
facendo i consiglieri regionali di maggioranza della nostra città con
l’istituto che andrà a gestire l’aeroporto di Reggio Calabria, quali sono le
azioni messe in campo, perché non c’è traccia rispetto a questo. C’è semplicemente
allarmismo, c’è semplicemente l’annuncio del licenziamento di oltre 50
operatori, c’è un allarmismo in città del fatto che l’aeroporto rischia
realmente di chiudere i battenti anche prima della stagione estiva, e che non
passi assolutamente il messaggio che questa Regione, questo Consiglio
regionale, la maggioranza, il governatore stia attivando percorsi virtuosi per
salvaguardare l’aeroporto di Reggio Calabria, per non parlare anche di quello
di Crotone.
Mi auguro che nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, si possano
unire un po’ quelle che sono le forze politiche, compresa questa minoranza, che
non deve solo criticarne l’operato - perché lo stanno già facendo
abbondantemente i cittadini – e che si offra ancora una volta la disponibilità
ad avviare dei tavoli nell’immediatezza, affinché l’aeroporto di Reggio
Calabria, intanto, venga salvaguardato e poi per avviare un percorso di
valorizzazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Ringrazio il consigliere Mimmo Battaglia per il lavoro che ha svolto sul tema, sia in città sia in
Commissione. L’intervento del collega Cannizzaro ci consente di fare qualche considerazione.
Naturalmente, il Consiglio regionale non può diventare occasione di
confronto esclusivo sull’aeroporto dello Stretto della città metropolitana di
Reggio e dell’area dello Stretto, perché noi dobbiamo ragionare comunque del
sistema dei trasporti, in questo caso aerei, dell’intera regione.
E’ vera una cosa, però, se noi parliamo dell’aeroporto dello Stretto e
vogliamo parlarne con una certa concretezza e riferendoci alla realtà, non
possiamo prescindere da un dato, che è questo: la prima volta che
l’amministrazione regionale a guida Oliverio si è seduta nel consiglio di
amministrazione della Sogas fallita S.p.A., ha trovato una situazione fuori da
ogni controllo. Voglio essere più preciso: ha trovato una società che non
sapeva nemmeno a quanto ammontasse il debito che aveva accumulato verso i
diversi creditori. Non basta: la società Sogas S.p.A. non aveva nemmeno idea di
cosa fosse un piano industriale per lo sviluppo di una strategia per
l’aeroporto dello Stretto, per l’aeroporto della città metropolitana di Reggio
Calabria.
Noi abbiamo lavorato in due direzioni. Una era la direzione della
bonifica e della riorganizzazione della società che pagava un decennio di mala
gestione – diciamo così – e quindi abbiamo chiesto e preteso di avere chiarezza
sui conti della società e siamo arrivati ad una società fallita su cui vi
fornisco soltanto un dato: aveva 8 milioni e mezzo di euro di perdita
strutturale annuo di bilancio. Cioè ogni anno la Sogas perdeva 8 , 5 milioni di
euro.
Di fronte a questo dato, per consentire che l’aeroporto continuasse ad
essere aperto, il presidente Oliverio e questa maggioranza – e se voi voterete
anche questo Consiglio regionale – si sono assunti una responsabilità
attraverso lo stanziamento, diverse volte, di diverse centinaia di migliaia di
euro per consentire prima la gestione Sogas e poi, una volta dichiarata fallita
la Sogas Spa, l’esercizio provvisorio.
Nel frattempo, dentro la strategia unitaria di trasporto aereo che
riguarda tutta la Calabria abbiamo scelto - secondo me era anche l’unica strada
che si poteva seguire per consentire agli aeroporti di avere un futuro – di
rispettare il bando che nel frattempo Enac aveva fatto e di attendere che
venisse aggiudicato.
Naturalmente la Stazione unica appaltante non era e non è la Regione,
il bando l’ha fatto Enac, se l’è aggiudicato la Sacal e noi stiamo lavorando
affinché la Sacal subentri velocemente nella gestione dell’aeroporto.
Dire oggi che non si capisce cosa si vuol fare è secondo me un errore.
Perché? Perché se non si fosse consentito l’esercizio provvisorio si sarebbe
chiuso l’aeroporto. Se non si fosse favorito il subentro di Sacal - che nel
frattempo aveva vinto la gara - si sarebbe chiuso l’aeroporto, se non si fosse
sollecitato un Piano industriale per l’aeroporto dello Stretto non gli si
sarebbe garantito un futuro.
Queste cose sono state tutte messe in campo dall’azione del Presidente
della Giunta regionale, tutte, a garanzia dell’aeroporto di Reggio Calabria e
di Crotone che riaprirà e dell’aeroporto di Lamezia Terme.
Sento spesso parlare di strategie per gli aeroporti ma vorrei ricordare
che il Piano strategico nazionale dei trasporti dice che le società di gestione
preferibilmente devono essere uniche, per consentire una gestione competitiva
degli scali aeroportuali. Ma su questo noi potremmo sviluppare un dibattito che
qui non mi pare il caso di fare.
La proposta di legge, che il consigliere Battaglia ha illustrato, ci
consentirà fino al 15 luglio di garantire alla curatela fallimentare la
prosecuzione dell’esercizio provvisorio. Senza questa legge e senza lo sforzo
di questa amministrazione regionale l’aeroporto avrebbe già chiuso. Vedremo,
poi, quali sono le cose da fare – le stiamo già facendo – per il rilancio dello
scalo ma lo scalo non poteva chiudere altrimenti noi ci prendiamo inutilmente
in giro e non mi pare il caso.
Presidente, la ringrazio e naturalmente siamo disponibili al confronto.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, volevo aggiungere all’intervento del consigliere
Romeo due questioni. La prima è che il collega Cannizzaro conosce bene la
situazione della Sogas anche perché siamo
stati consiglieri provinciali insieme e l’abbiamo vissuta. Però è giusto
chiarire una questione perché il consigliere
Cannizzaro lo sa ma ci sono tanti cittadini e tanti dipendenti che ci
incontrano per strada e ci chiedono come mai la Sogas è fallita.
Il primo punto
che dobbiamo chiarire, per nostra correttezza e per
rispetto verso le persone, è che la Regione su questa questione non c’entra nulla.
La Regione Calabria sulla questione Sogas non c’entra nulla.
Sappiamo benissimo, il collega Cannizzaro ed io, che siamo stati per
dieci anni consiglieri provinciali, che se c’è una responsabilità sulla
situazione della Sogas e sull’aeroporto di Reggio Calabria detta responsabilità
grava sul socio di maggioranza della Sogas e cioè l’ex Provincia di Reggio
Calabria, ora
città metropolitana.
Negli
ultimi cinque anni – lo ricordo a me stesso ma lo ricordo soprattutto al
consigliere Cannizzaro – lui è stato in quella maggioranza che ha determinato
scelte di direzione politica ma anche amministrativa dell’ex Sogas.
Noi
come Regione
stiamo facendo qualche cosa, il presidente
Oliverio sta
facendo qualcosa di più. Dicono che la Regione ha dei debiti con Alitalia, debiti che
la Regione
Calabria, questa maggioranza, non ha mai creato ma che sono stati creati da
altre maggioranze e da altri Presidenti.
Quando uno vive tra la gente e tra i dipendenti tante cose, che non sa
il consigliere o che non sappiamo noi, i dipendenti ce le spiegano.
Noi abbiamo debiti con Alitalia per 2 milioni di euro, per 1 , 7-1 , 8
milioni di euro non so di preciso, perché il presidente Scopelliti ha ritenuto
di fare una operazione di marketing mettendo negli aerei Alitalia i due
Bronzi di Riace.
E’ una scelta politica fatta dall’allora Presidente e dall’allora
maggioranza e noi ci siamo trovati a dover pagare quasi 2 milioni di euro ad
Alitalia e questo è un debito che ha la Regione. Ma dobbiamo spiegare ai
cittadini che è un debito che ha la Regione ma non è un debito che ha questa
maggioranza e non è un debito che ha questo Presidente della Regione.
Dobbiamo anche dire che gli ultimi direttori generali e l’ultimo
consiglio di amministrazione della Sogas è stato nominato dalla maggioranza che
faceva riferimento al presidente Raffa, una maggioranza di centro-destra, e al
Consiglio provinciale di Reggio Calabria.
E’ stata prodotta una gestione non giusta – e noi l’abbiamo detto più
volte, consigliere Cannizzaro – sia di destra sia di sinistra nella gestione
della Sogas.
Concludo col dire, Presidente, che ho voluto fare questo intervento per
chiarezza, per dire le cose come stanno e per dire che la Regione Calabria e
questo Presidente, questa maggioranza, non hanno niente a che fare con la Sogas
se non per aiutare, in un momento straordinario, questo percorso di recupero
dell’aeroporto di Reggio Calabria. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo brevemente tanto per ribadire
i concetti espressi sin dall’inizio di questa legislatura rispetto ad una
questione importante che è stata sottoposta più volte, anche attraverso i media
e che riguarda i trasporti, in modo particolare i nostri
aeroporti, soprattutto gli aeroporti di Reggio Calabria e di Crotone. Uno è
chiuso e quest’altro sta per chiudere perché sono in sofferenza.
Lo
facemmo senza strumentalizzazioni di sorta, raccomandando al presidente
Oliverio…
vede consigliere Nucera…
Che
fa il consigliere Nucera? se ne è andato? Parla e non ascolta, se ne va.
Dicevo,
vede consigliere Nucera, oppure consigliere Romeo che è la stessa cosa,
gradirei anche essere ascoltato perché vorrei rispondere a dei quesiti che
entrambi hanno sottoposto rispetto ad una analisi. Qui andiamo sempre a trovare
di chi sono le responsabilità! Dobbiamo vedere cosa fare non che cosa è stato
perché in una sintesi di responsabilità ci sta la sinistra e ci sta la destra.
Da
buoni padri di famiglia dobbiamo, invece, capire cosa si intende fare. E cosa
si intende fare, collega Cannizzaro, io non l’ho riscontrato nel Piano dei
trasporti rispetto all’aeroporto. Non c’è traccia della volontà politica di
questa maggioranza per quanto concerne il
rilancio di cui parla il consigliere Nucera.
Sulla
questione emergenziale condivido l’iniziativa del collega Battaglia, la
sensibilità dei rappresentanti istituzionali di soccorrere, di andare al
capezzale, ma noi da buoni padri di famiglia dobbiamo pianificare anche la
questione progettuale. Dobbiamo avere davanti una visione che riguarda
l’aeroporto dello Stretto.
Intanto:
perché è così l’aeroporto dello Stretto? Indipendentemente
dalla gestione, dagli indirizzi politici, perché è così l’aeroporto dello
Stretto? Ci sono, allora, delle concause che hanno determinato una situazione
che è sotto gli occhi di tutti e queste cause e concause hanno delle
responsabilità rispetto ad una pianificazione, alla mancanza di una vera
progettualità.
Adesso, indipendentemente da chi
appartengono, non c’è una vera progettualità in questa maggioranza.
Lo dico al di là delle buone intenzioni che spesso vengono divulgate con
interventi e con dichiarazioni. Di fatto non c’è perché
non l’abbiamo vista nel Piano dei trasporti e non c’è attualmente
rispetto ad una programmazione.
L’aeroporto ha
un solo volo che collega Reggio Calabria con
Roma, un solo volo che collega Reggio Calabria
con Milano. Parliamo della città metropolitana, l’unica città
metropolitana della Calabria nel cui Piano dei trasporti non c’è alcuna
traccia rispetto ad una volontà positiva di questa maggioranza.
Allora, caro
consigliere Nucera, lei fa richiami alle responsabilità.
Ma alla Provincia, al di là della maggioranza
o della opposizione, mi pare di aver capito
che quando ti astenevi dall’approvazione del bilancio
- perché vi siete astenuti ai bilanci della provincia ed io sono molto attento ma ai
bilanci non ci si astiene –eravate tutti insieme, la maggioranza di
centro-destra e centro-sinistra.
Allora
assumiamoci da qui in avanti, per le parti che ci competono, ognuno le proprie
responsabilità ed io chiedo che si tenga una seduta di Consiglio ad hoc per quanto riguarda il Piano
trasporti aereo perché vorrei che in quest’Aula si discutesse di Crotone e di
Reggio Calabria, per capire, per comprendere quali sono i programmi ed i
progetti di questa maggioranza alla luce del sole.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi
consiglieri, sono costretto nuovamente
a prendere la parola su questa problematica degli aeroporti perché ritengo
che insistere per alimentare la confusione sia assolutamente non solo
sbagliato, ma assolutamente irrispettoso nei confronti della verità.
Brevemente
intervengo per fare due considerazioni.
La prima
considerazione è che abbiamo registrato, nel corso di questi anni di esperienza
di governo della Regione, una condizione di assoluta difficoltà nella
gestione del sistema aeroportuale. E’ un dato di fatto – vorrei ricordarlo al
consigliere Nicolò – che la gestione dell’aeroporto di Reggio
Calabria, la Sogas, e quella dell’aeroporto di Crotone sono sotto la curatela
fallimentare.
Non è
stato il Presidente della Regione a decretare il fallimento di
queste gestioni, né queste gestioni sono state portate al fallimento negli
ultimi due anni. C’è stata una montagna di debiti accumulati nel corso degli
anni che hanno determinato, appunto, la condizione che ricordavo prima.
C’è stata
anche una allegra gestione, per alcuni versi, nelle assunzioni,
nell’affidamento dei servizi; c’è stato tutto e di più, e mi auguro che
qualcuno qui ci possa dire - perché non è nostro compito farlo – anche qual è
stato il percorso che ha portato a queste situazioni. Se è un percorso lineare,
limpido, all’insegna della legalità o se è un percorso infarcito anche di
illegalità.
Partiamo
da qui, da una condizione che è il portato di scelte scellerate o comunque di
mancati interventi in passato.
Cosa si
verifica? Si verifica che la curatela fallimentare di Crotone ha deciso – a far
data dall’1 novembre – di disattivare i voli, mentre la curatela fallimentare
di Reggio Calabria – la semplifico per capirci, insomma – sta andando avanti
con le proroghe degli esercizi provvisori. All’ordine del giorno del Consiglio
di oggi c’è un ulteriore sostegno finanziario per la proroga dell’esercizio
provvisorio.
Contestualmente l’Enac ha – perché erano scadute le concessioni, chiaramente – posto a
gara le concessioni di Crotone e di Reggio Calabria; alla gara hanno
partecipato più soggetti, tra cui anche Sacal che è la società che gestisce
Lamezia Terme; si è proceduto, quindi, all’affidamento provvisorio della gara
da parte di Enac alla Sacal, anche degli aeroporti di Crotone e di Reggio
Calabria, le due concessioni.
Naturalmente
saluto positivamente questa casualità, perché c’è stata una procedura di gara
fatta non dalla Regione ma da
Enac. La saluto positivamente perché tutto quello che è stato una ripetizione
di pronunciamenti, di auspici, di impegni per perseguire l’obiettivo di realizzare
la Società di gestione unica degli aeroporti, casualmente, attraverso
l’affidamento, sia pure provvisorio ancora – perché pende ricorso al Consiglio
di Stato – delle concessioni da parte di Enac a Sacal, può essere il
presupposto per costruire la gestione unitaria degli aeroporti calabresi.
Chiaramente
nel momento in cui col pronunciamento del Consiglio di Stato dovesse essere
definitivamente sancito questo percorso, si apre poi una fase nuova di
riassetto della società di gestione. A quel punto, essendo una società di
gestione degli aeroporti calabresi, è chiaro che anche le realtà come la città metropolitana, Crotone ecc., e il
complesso della Calabria a partire anche dalla stessa Regione, in operazione di
assetto societario devono avere voce ed espressione. Ma questa è una cosa che
si vedrà un minuto dopo la conclusione del procedimento aperto perché ancora
c’è un ricorso pendente presso il Consiglio di Stato.
Oggi cosa
si sta facendo? Si sta lavorando attraverso il nuovo management della
Sacal per rilanciare – non attendere – il sistema aeroportuale calabrese e
farlo in una visione di sistema. In questa visione di sistema abbiamo
effettuato come Regione alcune
scelte importanti.
La prima
scelta che abbiamo fatto è stata di destinare 12 milioni di euro a sostegno del
co-marketing che abbiamo messo a bando – che mi pare scada proprio in
questi giorni – per incentivare, appunto, le compagnie; per incentivare sui tre
aeroporti, non su uno soltanto, il rafforzamento dei voli e dei collegamenti
con la Calabria. Dodici milioni di euro spalmati in 3 anni sono circa 4 milioni
di euro all’anno.
Abbiamo
avviato una procedura con la Commissione europea per evitare di incorrere nel
Regolamento degli aiuti con la Commissione europea per quanto riguarda la
possibilità di destinare risorse per istituire nuove rotte dalla Calabria verso
il resto del Paese e dell’Europa. E la Commissione europea dopo un anno ci ha
dato l’ok, perché questa negoziazione è durata un anno; quindi sarà fatto un
altro bando a breve per destinare altrettanti 12 milioni di euro – quindi 12
più 12 – per la istituzione di nuove rotte con l’ok della Commissione europea.
Questo
significa che si aprirà un sistema di collegamenti e di relazioni importanti
tra la Calabria ed il resto dell’Italia e dell’Europa, perché c’è un sostegno
riconosciuto anche dalla Commissione europea sugli aeroporti di Lamezia Terme,
di Crotone e di Reggio Calabria.
In questo
senso si sta lavorando. Contestualmente,
abbiamo avviato un confronto con Alitalia proprio nei giorni scorsi a
Roma col dottor Gubitosi e con la presenza del sindaco e Presidente della Città metropolitana
di Reggio Calabria, Falcomatà, di De Felice, Presidente di Sacal, e a cui ho preso parte anch’io e qualche
consigliere regionale di Reggio Calabria che, appunto, era con me ed ha
partecipato a quell’incontro, non con inviti preventivi tesi a cacciare
qualcuno o a metterne qualche altro a quel tavolo, per essere chiari.
In
quell’incontro abbiamo posto con grande determinazione ad Alitalia la necessità
di rivedere intanto gli orari per quanto riguarda l’unico collegamento che c’è
con Roma, perché è assurdo; di intensificare i voli su Roma, Bergamo e Milano;
di valutare l’opportunità da parte di Alitalia di utilizzare gli spazi che
aprono i bandi di cui parlavo prima e di lavorare nella direzione di
rafforzare.
Alitalia
ha manifestato grande disponibilità. Per Alitalia – lo ricordava prima il
consigliere Nucera che adesso non vedo – abbiamo lavorato per saldare un debito
che si riportava dal 2012, per capirci, di 1 milione e 800 mila euro perché è
stata utilizzata questa storia del debito come pretesto e ci siamo fatti carico
di chiudere questo pregresso, che è già chiuso. C’è già fatto un decreto e
tutto quanto chiuso.
In più
abbiamo aperto una interlocuzione con le compagnie disponibili, a partire da
quella che aveva già il collegamento con Reggio Calabria, Blu Panorama, che ha
avviato le prenotazioni per una nuova rotta su Torino che scade il 14 luglio.
Pertanto,
stiamo lavorando concretamente. Dalle macerie non abbiamo tratto la conseguenza
di dire “signori abbiamo trovato le macerie, adesso ce ne laviamo le mani”.
Dalle macerie siamo ripartiti per rilanciare il sistema aeroportuale calabrese.
Su
Crotone stiamo facendo la stessa cosa con una piccola variante perché,
purtroppo, la curatela fallimentare ha assunto la decisione di dismettere i
voli dall’1 novembre. Cosa ha comportato ciò? Ha comportato che, purtroppo,
l’unica compagnia che c’era, Ryan Air, che si era impegnata a sospendere per un
mese - la consigliera Sculco lo sa bene
perché ha seguito attivamente questa vicenda – dall’1 al 30 novembre per poi
riprendere almeno su Bergamo, quando si è trovata con la decisione della
disattivazione dei collegamenti da parte della curatela dell’aeroporto la
compagnia ha preso atto ed ha disattivato conseguentemente.
Purtroppo lì abbiamo avuto un contenzioso. Ci sono diversi punti di
vista ed io dico il mio punto di vista, non voglio giudicare se hanno fatto
bene o male, tant’è che la Regione pur essendo con il 14 per cento nella
società – siamo andati lì e ci sono andato io personalmente a partecipare
all’assemblea dei soci della Sagas di Crotone per dire il nostro punto di
vista, cioè che era sbagliato aprire un contenzioso e fare ricorso al bando
fatto da Enac – ha però preso atto che c’era una maggioranza che invece ha
voluto fare il ricorso. Cosa ha comportato la storia del ricorso? La storia del
ricorso ha comportato che in prima istanza il Tar ha accolto il ricorso, dando
ragione ai ricorrenti, ed ha sospeso l’efficacia del bando perché il ricorso
era al bando.
Poi c’è stato un ricorso al pronunciamento del Tar da parte di Enac al
Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso, e quindi si è ritornati allo status
quo ante. Tutto questo ha comportato 4-5 mesi di rimpallo di responsabilità
e ad una situazione per cui siamo arrivati a maggio con l’aeroporto
disattivato; oggi c’è una difficoltà da parte di Sacal e da parte nostra ad
avere la disponibilità da parte di una compagnia di un aeromobile per fare i
collegamenti da subito, immediatamente, adesso. E si sta lavorando per questo,
per cercare di trovare almeno una compagnia disponibile a collegare subito – in
questo periodo estivo, adesso – Crotone. Diversamente, se non dovesse andare a
buon fine questo tentativo, sicuramente a far data da una nuova stagione che
parte ad ottobre, nessun problema! Ci sono compagnie già pronte per quanto
riguarda la nuova stagione ad operare i collegamenti, a garantire i
collegamenti non solo con altre realtà del Paese ma anche con altre realtà
d’Europa.
Quindi il lavoro che si sta facendo è un lavoro teso a costruire il
sistema aeroportuale calabrese, ad uscire da una situazione di pantano, a non
ripetere quello che si è verificato in passato. Ed io ritengo che – questo
naturalmente è un mio punto di vista e può darsi che mi sbagli – solo con una
gestione unitaria, unica degli aeroporti calabresi, senza rinunciare a nessuno
dei tre scali aeroportuali si possa risolvere la problematica. Nel Piano dei
Trasporti che abbiamo approvato e che è operativo e vincolante abbiamo fatto
questa scelta in modo chiaro ed esplicito e, devo dire, che quel Piano ha avuto
l’ok della Commissione europea – perché è stato approvato anche dalla
Commissione europea – e non ci sono state osservazioni da parte della
Commissione europea, essendo una condizionalità ex ante per utilizzare
le risorse.
Come sapete la Commissione europea avrebbe potuto fare delle
osservazioni rispetto ai contenuti del Piano, avrebbe potuto dire “questo va
bene, questo non va bene, parzialmente va bene ” ma non ha fatto nessuna
eccezione. Ha approvato totalmente il Piano, il che significa che i tre
aeroporti calabresi hanno anche un riconoscimento su scala europea per la
scelta che abbiamo fatto.
Poi, con legge nazionale da noi proposta, il Ministro alle
Infrastrutture, l’ancora onorevole Lupi del Governo Renzi – prima ancora che
passasse Delrio dalla Presidenza del Consiglio, dove rivestiva l’incarico di
sottosegretario alla Presidenza al Ministero dei Trasporti – il 20 dicembre
2014 convocò una riunione alla quale partecipai personalmente dopo soli 10
giorni dal mio insediamento ed ha accolto favorevolmente che i due aeroporti di
Reggio Calabria e di Crotone fossero elevati, classificati come aeroporti
nazionali. Quello di Lamezia Terme come sapete è un Hub internazionale.
Abbiamo quindi il riconoscimento dell’Europa e dello Stato per quanto
riguarda le classifiche dell’aeroporto ed il Piano regionale dei trasporti che
sono punti fermi in questa strategia. Capisco che bisogna fare polemiche da
alimentare ogni giorno e quando c’è la difficoltà determinata non dalle scelte
strategiche, ma dalle condizioni che dicevo prima – dal fatto che,
praticamente, sono state accumulate situazioni gravi da cui sono scaturite le
decisioni del giudice che hanno decretato il fallimento delle gestioni
aeroportuali – è chiaro che si fa presto a fare la polemica e cercare “di
buttare il bambino con l’acqua sporca” come suol dirsi.
La situazione è questa e stiamo lavorando affinché il sistema
aeroportuale calabrese – che è un punto fermo per l’accessibilità e per la
crescita della Regione, a cui non possiamo rinunciare – possa essere
rilanciato. Tutto qui.
Ho ripreso la parola su cose sulle quali avevo già parlato più volte,
perché credo che in una occasione come questa non possa prevalere la
confusione, ma debba prevalere la verità.
Poi, naturalmente, in questa verità ci possono essere punti di vista
diversi, letture diverse per le collocazioni politiche che ognuno esprime,
benissimo. Ma la verità è questa, perché è la ricostruzione dei fatti quella
che ho cercato di fare.
Il nostro obiettivo è di rilancio, e la premessa che abbiamo fatto col
nuovo management di Sacal non è di poco conto, perché anche lì c’è stata
una vicenda grave ed abbiamo voluto dare un segnale forte, proponendo, come
Regione, una personalità di competenza, di esperienza, di chiaro rigore morale
e di pieno recupero della legalità.
E’ una scelta fatta dal consiglio di amministrazione su proposta di
Oliverio che, in quanto Presidente della Regione, si è recato lì a fare questa
proposta, così come nell’assemblea dei soci di 3-4 giorni fa sono andato a
proporre che siano dati pieni poteri al Presidente che deve essere messo nelle
condizioni di esercitare la sua attività.
L’ho fatto perché la scelta di pervenire al consiglio di
amministrazione è stata subordinata ad una mia proposta che era quella di
indicare l’amministratore unico, come è previsto nello Statuto che è stato
modificato, nella persona del dottor De Felice.
Questa proposta non è stata accolta ma era animata dal solo spirito di
creare una fase di transizione di qualche mese, in attesa del pronunciamento
del Consiglio di Stato ecc., per riorganizzare l’assetto societario e procedere
successivamente alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione, avendo un
nuovo assetto societario, avendo praticamente la Città metropolitana dentro, il
comune e la provincia di Crotone e avendo la Regione più rafforzata in un
equilibrio che non deve mortificare nessun territorio, ma che deve esaltare una
visione unitaria compiuta della gestione del sistema aeroportuale.
Non si è accolta questa proposta, ne ho preso atto, e in subordine si è
andati alla questione del consiglio di amministrazione con l’accettazione della
proposta di nominare De Felice Presidente del consiglio di amministrazione.
Abbiamo messo questa situazione in questo binario che credo sia quello
più giusto, più saggio, più virtuoso per costruire una realtà nuova che credo
non debba essere oggetto di divisione, di contrapposizione perché credo che sia
nell’interesse comune lavorare per costruire un sistema aeroportuale solido e
che possa essere per la prospettiva un vettore fondamentale di accessibilità
alla nostra regione e quindi di crescita della Calabria. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
Per anticipare, rispetto a questo provvedimento, il mio voto favorevole
e per condividere la proposta del consigliere Nicolò di tenere una seduta di
Consiglio regionale per conoscere i Piani industriali della nuova società di
gestione – almeno fino al 5 dicembre quando il Consiglio di Stato confermerà la
validità del bando dell’Enac – per rilanciare le attività degli scali
aeroportuali di Reggio Calabria e di Crotone.
Noi il Piano industriale della società non lo conosciamo affatto o
almeno credo che i colleghi consiglieri di Reggio Calabria non conoscano il
Piano industriale attraverso il quale la Sacal ha partecipato ed ha vinto,
momentaneamente e provvisoriamente, la gestione dello scalo reggino.
Conosco, però, il Piano industriale che ha consentito alla Sacal di
aggiudicarsi la gestione dello scalo di Crotone e vorrei correggere una
impostazione, o almeno mi permetto di correggerla. I tempi non sono stati
rallentati dal fatto che si sia aperto un contenzioso rispetto ad un bando che
è stato ritenuto illegittimo e sentenziato illegittimo dal Tar Calabria e non
per principi o per articoli che ledevano dei diritti di poca importanza, ma
perché è violato il principio costituzionale della libera concorrenza. E’
questo che ha sentenziato il Tar della Calabria. La colpa non è di chi ha
ritenuto illegittimo il bando e mi riferisco alla Sagas, la società nata con la
partecipazione del comune di Crotone e della Regione Calabria, ma dell’Enac che
ancora – fino a prova contraria – secondo il Tar Calabria ha fatto, realizzato
e pubblicato un bando illegittimo.
I tempi si sono prolungati, Presidente, perché la Sacal è stata
travolta da una grave inchiesta giudiziaria e perché ha predisposto un Piano
industriale almeno per quanto riguarda lo scalo crotonese che prevede
investimenti a partire dal 2018.
Fra l’altro, gli investimenti che sono previsti sono di soli 70 mila
euro per rifare e risistemare la rete fognaria. Questo non può bastare alla città
di Crotone e vi invito a richiedere, per poterlo visionare, il Piano
industriale degli investimenti previsti per lo scalo reggino. Né può essere
ritenuto soddisfacente il fatto che la Regione, giustamente, deve soccorrere la
curatela fallimentare e consentire la prosecuzione dell’esercizio provvisorio.
Sarebbe una grave omissione qualora non lo facesse visto che, evidentemente,
gli altri enti che avrebbero potuto sostenerlo non lo hanno fatto.
Ma non si può neanche “tirare a campare” con gli aeroporti. Noi
vogliamo avere una visione chiara di rilancio degli scali aeroportuali
calabresi. Il presidente De Felice, siamo contenti che sia stato nominato alla
guida della Sacal, deve controllare e visionare i Piani industriali attraverso
i quali è stato vinto il bando dell’Enac, sono Piani che non sono per nulla
soddisfacenti e mi riferisco a Crotone che ad oggi – 29 giugno – è ancora
chiuso.
Questi sono i fatti che abbiamo oggi
sotto i nostri occhi, e le responsabilità che ci
precedono a noi non importano, né debbano
farci retrocedere rispetto al fatto che noi dobbiamo agire; a due anni e mezzo
dall’inizio di questa legislatura, sotto i nostri occhi abbiamo, a prescindere
dalle responsabilità – come appena detto – un aeroporto che è sotto la curatela
fallimentare, che è quello di Reggio Calabria e con pochissimi voli, ed un
aeroporto chiuso, una società che dovrebbe gestire i due scali cosiddetti
minori di Crotone e di Reggio Calabria, che di certo non possiamo definire una
società economicamente sana, perché ha una perdita di esercizio – e vi invito
ad andare a verificarlo – di almeno 2 milioni di euro l’anno.
Questo – consentitemi di dire – non mi rassicura e non mi tranquillizza
per nulla rispetto al futuro dello scalo, quantomeno quello crotonese.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Magno. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, componenti della Giunta,
nell’esaminare questa proposta di legge sottoposta all’esame del Consiglio,
anche in riferimento alle parole dette dai colleghi consiglieri e dal Presidente in ordine alla
problematica in generale dell’aeroporto, prima di esprimere il mio voto, voglio
porre all’attenzione due questioni.
La prima riguarda la proposta di
legge. A mio parere è una legge incostituzionale, perché non è previsto da nessuna parte che
si possa superare, al momento, le restrizioni che la Comunità europea ha posto
in ordine ai contributi che si possono dare alle società di gestione
aeroportuali, perché questi contributi verrebbero ad essere configurati come
aiuti di Stato. Cosa diversa è quella che ha detto il presidente Oliverio, nel
momento in cui la Comunità europea ha dato il placet per quanto riguarda
il finanziamento degli incentivi ai voli e quindi alle potenzialità commerciali
degli aeroporti, che è una cosa ben diversa, che va inquadrata nell’ambito
dello sviluppo economico e turistico di una regione.
L’altra questione è che qui ci troviamo di fronte a una società
fallita, come lo stesso è successo all’aeroporto di Crotone, dove, attraverso
questo contributo straordinario, si va ad impinguare un fallimento, cioè si va
a dare soldi a una società che, attualmente, gestisce l’ex Sogas e che deve
ripianare i debiti che ha contratto questa società negli anni passati di
gestione. Inoltre, si scontra con un’altra problematica, che è quella
dell’affidamento dei servizi ormai a Sacal, quindi di fatto l’aeroporto di
Reggio Calabria, da qui a qualche giorno, non gestirà più i servizi
aeroportuali, ma i servizi aeroportuali saranno gestiti direttamente da Sacal.
Queste problematiche ci devono far capire che non è possibile ripianare
debiti di società. Noi abbiamo una possibilità di ripiano dei debiti, che è
quella che la legge regionale ci consente di fare, cioè quando arriva
l’esercizio della Sogas in perdita, essendo la Regione socio della Sogas, deve
ripianare il debito di quella società in base alla quota azionaria che la
Regione ha all’interno di quella società. Questa è l’unica via che si può
seguire. Certamente l’altra via del contributo straordinario non è seguibile.
Quindi, su questo aspetto della legge, con rammarico perché a me
dispiace, sinceramente, che ci sia questa situazione di crisi dell’aeroporto di
Reggio Calabria e dispiace fortemente per i lavoratori e per i servizi che l’aeroporto
deve dare al territorio e ai cittadini, ma proprio per motivi di illegittimità
e per motivi legati alla impossibilità di dare contributi straordinari alle
società, sulla legge esprimo sin da adesso il voto contrario.
Un’altra questione, invece, legata alla problematica della proposta di
legge che oggi stiamo discutendo, collegata alla situazione degli aeroporti
calabresi, perché qui, al di là di chi ha gestito, perché, poi, ci sono stati
tutti che hanno gestito all’interno di queste società, non è vero che ha
gestito solo il centro-destra o la sinistra, perché a Crotone ha gestito la
sinistra, a Reggio Calabria il centro-destra, hanno gestito tutti all’interno
di queste società, però hanno gestito male.
Non hanno tenuto presente i costi di gestione che riguardano gli
aeroporti, non lo dico soltanto io, che posso anche non capire nulla di
gestione aeroportuale, ma lo dicono tutti gli studi nazionali fatti, nel
momento in cui sono andati a classificare i vari aeroporti, dove gli aeroporti
di Crotone e di Reggio Calabria, purtroppo, non sono stati collocati
nell’ambito degli aeroporti a valenza nazionale, perché non avevano quelle
caratteristiche per poter garantire un certo numero di passeggeri e quindi una
condizione anche di gestione, dal punto di vista economico, della società che
consentisse loro di poter sopravvivere senza contrarre debiti. Si sta andando,
a livello nazionale, – è la legge europea che lo impone – verso la
razionalizzazione di quello che è il sistema di gestione degli aeroporti.
Alcuni aeroporti sono stati classificati aeroporti a valenza nazionale,
per la capacità che hanno di trasportare passeggeri e di avere comunque delle
entrate positive che si vanno ad equiparare con quelle che sono le
problematiche dei costi di gestione.
L’altra è la questione legata agli aeroporti regionali, che possono
svolgere un servizio regionale, che sono Crotone e Reggio Calabria, che per
forza devono comunque essere agganciati ad un sistema complessivo dei trasporti
regionali, quindi essere inseriti in un contesto dei piani di trasporto
regionale che consenta a questi aeroporti di poter sviluppare capacità di volo
nazionale con passeggeri che, comunque, devono essere sufficienti per poter
coprire i costi legati alle compagnie che svolgono le attività e con voli
turistici che vanno a coprire le esigenze turistiche della nostra regione.
E’ necessario inserirli nel contesto di una politica complessiva
regionale, ed è qui che la Regione può intervenire attraverso gli incentivi –
come dice il presidente Oliverio: da una parte dati attraverso un piano
triennale a quelle che sono le compagnie che già vengono in Calabria per il
periodo estivo e che, quindi, hanno bisogno di essere incentivati, per poter
abbassare i costi dei biglietti; dall’altro, attraverso una politica di
sviluppo, anche, degli altri due aeroporti che consentono di poter attrarre sia
compagnie nazionali che compagnie europee ed internazionali, per poter portare
durante la stagione turistica passeggeri in Calabria, per poter aumentare la
presenza turistica e quindi l’economia calabrese.
La scelta che è stata fatta dall’Enac non è
che è dipesa dalla Regione. Presidente, è stata una scelta dell’Enac di bandire
una gara che ha consentito a più società di poter partecipare, dopodiché, attraverso i criteri che erano
contenuti all’interno del bando, una società si è aggiudicata la gara, ma
questo non è dipeso né dalla Regione né da Sacal, né da Sogas, né
dall’aeroporto di Crotone, è dipeso dal tipo di gara che l’Enac, che è l’ente che
gestisce i transiti e gli aeroporti nazionali e che dà le autorizzazioni a
poter mettere in campo un bando, ha predisposto.
Presidente, adesso, dobbiamo stare
attenti a quella che sarà la gestione della società, perché ha ragione la
consigliera Sculco su una problematica e su una questione: il bilancio di quest’anno di
Sacal, Presidente, si chiuderà con un debito di oltre 3 milioni e 300 mila
euro, non 2 milioni e 100 mila, come dice la collega Sculco. Dunque, il
problema qual è? E’ capace questo management, che ha voluto tutte le
deleghe all’interno di Sacal, di far sì che la Sacal e quindi i tre aeroporti
calabresi possano invertire la tendenza di produrre debito e quindi non mettere
nelle condizioni gli enti pubblici che partecipano all’interno delle società di
dover, domani, ripianare questi debiti con i fondi e con i soldi dei cittadini?
Allora, qual è il Piano industriale messo in campo, non soltanto nel
momento della gara? Perché lì c’è già un piano industriale, altrimenti la gara
non sarebbe stata aggiudicata, non poteva essere aggiudicata senza un piano
industriale sui tre aeroporti. Ma per il futuro qual è il nuovo piano
industriale che Sacal metterà in campo per consentire agli aeroporti di
assumere un ruolo importante in questa nostra regione ed essere trainante per
lo sviluppo dell’economia, del transito e del passaggio dei cittadini italiani
comunitari ed extracomunitari all’interno della nostra regione?
Noi vogliamo vedere quale sarà questo nuovo piano industriale, perché
da lì si denoterà anche la capacità del manager di dare una prospettiva
di sviluppo a quello che è il transito aereo calabrese e quindi anche per gli
altri due aeroporti.
Se questo sarà fatto, noi plauderemo all’attività che ha messo in campo
il nuovo Presidente di Sacal, perché noi non vogliamo esprimere giudizi su
nessuno. Riteniamo che il Presidente, che è stato nominato alla Sacal dal
nostro Presidente della Regione, il prefetto Arturo De Felice, abbia tutte le
caratteristiche morali per poter assumere quel ruolo, ma dobbiamo capire se,
oltre alle caratteristiche morali, ci sono anche le capacità manageriali,
perché ribadisco non bastano le caratteristiche morali in una persona; serve
anche la capacità manageriale. E’ lì che noi dobbiamo vedere quale sarà questa
capacità, nel momento in cui farà il piano industriale, nel momento in cui
vedremo i risultati di bilancio e le sorti degli aeroporti calabresi.
Se questo non sarà fatto, presidente Oliverio, è chiaro che la
responsabilità non sarà né mia né degli altri consiglieri regionali, ma una sua
responsabilità diretta, perché è lei che ha individuato il soggetto ed ha
nominato la persona.
Ho osato, nei giorni scorsi, mettere in dubbio queste caratteristiche,
perché ho visto un percorso che, sinceramente, mi pone allarme nella gestione
attuale della Sacal, anche rispetto ad una serie di questioni che, nei prossimi
giorni, evidenzierò, probabilmente, anche, nella Commissione che presiede il
consigliere Morrone. Presteremo attenzione, anche, ad altri livelli questa
problematica. Infatti a me sembra assurdo, quando in tutti gli aeroporti
nazionali viene rispettata la legge Madia, che è l’ultima legge pubblicata
qualche giorno fa, oramai ufficialmente attiva, che riguarda la gestione delle
società partecipate che prevede che i consigli di amministrazione debbano
gestire le deleghe e non le gestiscono solo nel momento in cui si individua un
amministratore unico nelle società partecipate.
Ci dobbiamo porre il problema se alla Sacal sia stata rispettata la
legge. Lo dico in un consesso legislativo, non lo sto dicendo in un consesso
qualsiasi, non lo sto dicendo in un Consiglio comunale, lo sto dicendo in un
consesso legislativo, dove il problema ce lo dobbiamo porre e, poiché la
Regione partecipa attivamente all’interno della gestione della Sacal, ci
dobbiamo porre anche il problema se quella è una gestione corretta, perché noi
abbiamo il dovere di verificare quelle che sono le gestioni all’interno degli
enti partecipati regionali. Dobbiamo rispondere ai criteri di gestione
corretta, genuina, non basta dire “sono uno legittimato a portare avanti
un’azione di garanzia di legalità”, ma io devo essere legittimato a portare
avanti un’azione di garanzia di legalità ed anche legittimato a gestire
correttamente i processi di gestione di una società, devo anche avere l’accortezza,
rispetto alle norme che attualmente sono in vigore, per quanto riguarda la
dirigenza pubblica, presidente Oliverio, perché lei sa che il 2 giugno il
dottore De Felice è andato in pensione ufficialmente e, in base alla nuova
normativa, essendo un dirigente dello Stato, non può occupare quel ruolo, se
non per un anno, senza avere nessun emolumento. Questa è la legge, la norma.
Il dottore De Felice rispetta questa norma? Rimane in carica senza
nessun emolumento per un anno? Solo per un anno, perché poi non può fare più il
Presidente di Sacal, per come prevede la legge.
Questi interrogativi li pongo all’interno di quest’Aula, perché non
voglio rispondere soltanto io a queste questioni, ma deve rispondere il
Presidente della Regione, che ha nominato il presidente De Felice. Né si può
pensare che l’Assemblea abbia dato le deleghe al presidente De Felice per
gestire tutta l’attività del consiglio di amministrazione, avendo a sé tutte le
deleghe e si può superare la legge, quando la legge non prevede questa
possibilità, e non solo; le deleghe non le dà l’Assemblea, le deve dare il
consiglio di amministrazione. C’è un vulnus legislativo e di
applicazione della norma ancora maggiore che si è verificato in questa
operazione, ma io capisco che è un’operazione politica, principalmente, e come
tutte le operazioni politiche, chi le fa si assume la responsabilità. Domani,
però, nessuno può venire a dire a questo Consiglio regionale che nessuno si è
alzato e non ha detto quelle che sono le questioni di non rispetto della norma
nazionale, regionale ed europea.
Queste cose le dovevo dire, perché la mia coscienza mi impone di dirle,
perché altrimenti sarei stato un ipocrita a non porre queste problematiche. Poi
spetta all’intelligenza del presidente Oliverio prendere atto o meno di queste
cose, ma so che lui è persona avveduta ed anche corretta rispetto ad alcune
questioni e sono certo che farà una riflessione sulle cose che io stamattina ho
voluto esporre.
Presidenza
del Vicepresidente Giuseppe Gentile
Passiamo all’esame del provvedimento ed alla relativa
votazione. Ha chiesto di parlare il consigliere Morrone. Ne ha
facoltà.
Solo per tranquillizzare il mio amico
e collega Mario Magno sulla legittimità, sulla
costituzionalità della proposta di legge. Guardi che, ammesso e non concesso che vi sia un
contrasto con le leggi della Comunità
europea, non incidono sulla costituzionalità delle leggi italiane, perché non
c’entra nulla.
Qui abbiamo dei valenti avvocati che eventualmente mi smentiranno. Quindi non c’entra
nulla! Solo per tranquillizzarla.
A mio giudizio, l’iniziativa fatta
dal Presidente
è ottima ed annuncio il mio voto favorevole e del collega Alessandro Nicolò.
PRESIDENTE
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Chiedo scusa, presidente Gentile,
anch’io approfitto – visto che si è sviluppato un dibattito – per dichiarazione
di voto.
Penso che ci si possa astenere su un provvedimento di cui si riconosce
– come diceva il consigliere Morrone – la costituzionalità, ma ne approfitto
anche perché il presidente Oliverio ha richiamato l’Aula ad un’operazione di
verità e vorrei aggiungere anche il tema della responsabilità.
A me fa piacere che il presidente Oliverio, oggi, rappresenti la
verità, e in questa Regione la verità consiste in una dinamica di continuità
amministrativa di varie gestioni. Devo richiamare, però, quando si dice con
enfasi “abbiamo pagato 1 milione e 8” e ricordare la vicenda Ferrovie della
Calabria, che sicuramente non brilla per qualità e quantità di assunzioni, alla
quale abbiamo ripianato 130 milioni di euro, non 1 milione e 8, senza fare
l’elenco di chi ci aveva preceduto. Quindi mi permetto di dire, in merito
all’operazione verità, che la gente è stanca, perché andando a ritroso, uno
dovrebbe partire da Loiero, Chiaravalloti, arrivando fino al primo Presidente
della Regione Calabria. Non riguarda me che sono nato nel 1971, quindi mi fa
piacere un’operazione – definiamola – di responsabilità, in una Calabria che
molto spesso ha le riforme e gli indirizzi che arrivano per induzione, non per
volontà e grande intuizione politica, ma per induzione, o perché interviene la
magistratura, purtroppo.
Lo dico nuovamente, presidente Oliverio, non so, se dovessi – ho
provato a farlo mentalmente – fare una classifica, sarebbe drammatica. Quando
si nominano delle persone che possono sbagliare l’indirizzo politico – è
cronaca di un nuovo indirizzo politico di questa nuova maggioranza che ha
risvolti di carattere giudiziario – penso che non si debba fare. Lo facciamo
per cultura, perché se dovessi fare una classifica – tra l’altro – a memoria
facendo le caselle, di chi è di centro-destra e chi è di centro-sinistra, senza
conti tecnici, probabilmente ce ne sarebbero molti di più nel centro sinistra.
Quindi attenzione, quando si fa un’operazione di verità e di
responsabilità, a restare sul piano politico. Concordo in pieno con il
presidente Oliverio e purtroppo ci arriviamo, al di là della volontà di questa
maggioranza, con l’induzione; la Calabria, da tempo, doveva dotarsi di un Piano
dei trasporti che andasse su una gestione unitaria. Rispetto anche alla
responsabilità, a me fa piacere che oggi Oliverio intervenga. E’ lo stesso
Oliverio che da Presidente della Provincia, quando modestamente provavo ad
occuparmi di trasporto servendo un Presidente, ci ha ricordato l’aeroporto
della Sibaritide, insieme a un improbabile Presidente della Camera di commercio
di Cosenza.
Sono contento, presidente Oliverio, di essere oggi sulla sua linea:
gestione unitaria, grande management. E’ un problema anche culturale. Se
potessi, un domani, dirlo anche ai consiglieri Tallini e Magno, che sono di
quell’area, comprerei le quote comunali degli aeroporti. Ricordo che nella
scorsa legislatura provai ad intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme– come
accade a Roma per Fiumicino che è intitolato Leonardo da Vinci – a San
Francesco da Paola, e l’allora sindaco comunista si oppose dicendo: “No, è
l’aeroporto di Lamezia”; forse, avrebbe voluto intitolarlo a Vladimir Luxuria.
Attenzione, è l’aeroporto internazionale dei calabresi, così come sono
aeroporti, scali importanti l’aeroporto di Crotone e quello di Reggio Calabria.
Figuratevi se io che sono della provincia di Cosenza non avessi voluto dire
alla Sibaritide “facciamo il quarto aeroporto”. In questo Piano approvato
dall’Europa qualcuno di maggioranza e di minoranza ha pensato di inserire
l’emendamento e ci ha aggiunto pure l’aviosuperficie di Scalea.
La verità, la responsabilità, non solo la verità. A me fa piacere,
finalmente, che l’atteggiamento del presidente Oliverio, che oggi fa
responsabilmente il Presidente della Regione, sia di verità e di responsabilità
e che nessuno venga a dirci, come ci dicevano sui giornali all’epoca, per un
fatto di pruderie, di aspetto elettoralistico, di mettere in difficoltà le
maggioranze, perché è facile poi fare l’opposizione, che oggi non sento parlare
più di aeroporto della Sibaritide, di aviosuperficie di Scalea, che pur stanno
in quel Piano dei trasporti che piace all’Europa, quindi dico: “Bene su questa
linea di tendenza, bene sul management, bene ha fatto il presidente
Oliverio a mettere un Presidente di garanzia”.
Non so se abbia competenze di management, né mi occupo di vedere
le procedure.
Purtroppo il consigliere Tallini sta tutti i giorni – gli dobbiamo
chiedere scusa – in Tribunale, per capire quante procedure abbiamo applicato e
qui, se dovessimo valutare le procedure, sarebbe un tribunale tutti i giorni.
Invece no, non dobbiamo stare su questo aspetto, dobbiamo andare su un
indirizzo che cambia rotta.
Quindi d’accordo, e direi di fare diventare tutti a quota regionale,
per evitare che qualcuno consideri gli aeroporti una bancarella dove si deve
nominare l’amico, perché un aeroporto internazionale è una cosa seria, e questi
tre aeroporti, che si compongono su questa induzione di cui oggi il presidente
Oliverio si fa garante – e lo ringraziamo, per questo l’astensione su questa
proposta. Però, attenzione, quando poi si mette enfasi su questi provvedimenti
che guardano oltre, perché le passate giunte – e chiudo nel riaffermare – non
hanno avuto bisogno di una legge regionale per intervenire sugli aeroporti.
Antonella Stasi – l’ho letta ieri – che si è beccata l’avviso di garanzia per
Crotone assumendosi la responsabilità, da Presidente facente funzioni, non ha
avuto bisogno di portare in Consiglio regionale, quando ci chiedete: “C’è un
aspetto che sottolineava anche il collega Esposito?”. No, c’è stata
l’assunzione di responsabilità.
L’assumiamo insieme a voi, perché – ripeto – con l’astensione vi diamo
mandato a farlo, però basta sempre lezioni, Presidente. Sono rispettosissimo
del suo ruolo, non farò mai l’opposizione, però quando sento “perché abbiamo
pagato 1 milione e 8, abbiamo pagato 200 milioni di danni trovati” e non erano
neanche soltanto i suoi. In prospettiva, diamo sempre più forza, per induzione
si arriva alla gestione unitaria, rafforziamola, diamo quote, immaginiamo e un
plauso per il management che lei ha nominato, perché purtroppo, quando
accade uno scandalo, fa male a tutti, dispiace a tutti e, purtroppo, fa il suo
corso e si deve intervenire, come è capitato anche a noi.
Penso che restituiamo al dibattito un fatto di prospettiva e non potevo
non ricordare – il presidente Oliverio, ovviamente, parlava di verità e di
responsabilità – che anche lui, oggi, finalmente diventa responsabile e non ci
parla di centomila aeroporti, come era facile fare quando non governava la
Regione e quando, giustamente, l’Enac diceva che era già assai se ci
concedevano il permesso per tenerne aperti tre!
Quindi il mio è un voto di astensione ed in bocca al lupo, ovviamente,
al lavoro di questa Giunta, al nuovo management, che possa fare di
questi scali degli scali funzionali, che tra l’altro, come in tutte le gestioni
unitarie, si può anche trovare una perdita per un anno a Crotone, recuperata
poi da un grande aumento del valore degli scali internazionali di Lamezia
Terme. Quando c’è una gestione unitaria, le opere strategiche stanno lì anche
se stanno in perdita, come il dibattito che si è avuto in questi mesi sulla
strategia o meno, sulla possibile capacità di gestione della nuova
metropolitana di Cosenza e di Catanzaro.
Quindi è molto complesso, mi piace che oggi si fa un’operazione di verità
e ho voluto sottolineare anche quella della responsabilità.
Passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente, le chiedo scusa, vorrei chiedere all’Aula la possibilità di
trattare adesso le proposte di legge numero 252, 254 e 255, per poi di proseguire
con l’ordine del giorno che – ricordo – prevede l’approvazione del bilancio del
Consiglio regionale, così come già scadenzato.
Pongo in votazione la proposta avanzata dal consigliere Romeo.
(Il
Consiglio approva)
Passiamo all’esame della proposta di legge numero 252/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile
2002, n. 19 - Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge
Urbanistica della Calabria”.
Ha chiesto di intervenire l’assessore
Rossi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, signori consiglieri, la Giunta
regionale ha deciso di portare piccole e significative modifiche alla legge
regionale cosiddetta urbanistica, cercando di dare risposta ad una intensa
richiesta da parte dei Comuni di modificare pochi e significativi punti, per
dare seguito all’obiettivo prioritario di rilanciare all’adesione del principio
della pianificazione a consumo di suolo zero, stabilito dall’articolo 27 quater, in piena
autonomia con la direttiva d’azione dell’Unione europea e nazionale, proponendo
modelli alternativi a quelli correnti, portatori di logiche e strategie di
governo del territorio rispettose del patrimonio e delle identità locali.
In particolare, interveniamo su quattro articoli: 1, 2, 3 e 4.
Il primo riguarda la formazione e approvazione del piano strutturale in
forma
associata. Che cosa è accaduto nel tempo? Vi è stata lentezza nella procedura
di redazione
dei piani strutturali associati,
in quanto, nel tempo, sono nati una serie di contrasti tra i Comuni associati
per la redazione del piano urbanistico. Quindi, la legge non fa altro che
consentire ai Comuni che non sono più in accordo con gli obiettivi della pianificazione
associata, di dissociarsi e di continuare la procedura, anche autonomamente.
Introduciamo, inoltre, una previsione che rimuove un ostacolo alla
sospensione della procedura di redazione dello strumento urbanistico associato.
Le somme a disposizione per il finanziamento della redazione del piano
strutturale associato non potevano essere divise fra i singoli Comuni; questa
previsione di legge consente di ridistribuire, in forma proporzionale alla
popolazione, le somme assegnate alla redazione degli strumenti urbanistici dei
piani strutturali associati ai singoli Comuni.
Per quanto riguarda l’articolo 2, è apparso opportuno non limitare,
mediante un termine di scadenza, l’adesione alla procedura semplificata
riservata ai piccoli Comuni.
Come ricorderete, la procedura per la redazione degli strumenti
urbanistici, per la pianificazione a consumo di suolo zero, riguardava i
piccoli e i grandi Comuni e dava delle date, il 31 dicembre 2016 e il 30 giugno
2017, per la validità dei piani.
Abbiamo pensato che questo termine potesse essere abolito sia per
l’adesione sia per la redazione degli strumenti urbanistici, in quanto si
possono riaprire i termini per tutti i Comuni che non hanno avuto possibilità
di aderire. Sostanzialmente, si va ad abolire il termine per la redazione dei
piani strutturali.
Quindi, aboliamo sia il termine del 31 dicembre 2016 sia il termine del
30 giugno 2017.
Il terzo punto riguarda i termini di approvazione dei piani strutturali
comunali.
E’ stata introdotta la previsione dei casi di fusione dei Comuni.
Ricordate? C’è un grande fermento su questo.
La fusione dei Comuni, rispetto alla redazione degli strumenti
urbanistici, pone una serie di interrogativi e di dubbi. In particolare, si
stabilisce, attraverso quest’articolato, che quando i Comuni decidono di
associarsi e fare una fusione, il piano strutturale diventa unico, quindi anche
se hanno avviato la redazione di singoli strumenti urbanistici, devono comunque
riconfigurarli per la redazione di un unico piano diventando un unico Comune.
Quindi, sostanzialmente, sono piccole modifiche che possono consentire
la ripresa di una politica importante che questa Regione ha messo in essere, il
consumo di suolo zero, abolendo le date che ostacolavano la ripresa
dell’attività e dando risposte concrete alle questioni aperte. Quando i Comuni
si fondono, si va a costituire un nuovo soggetto l’associazione dei Comuni che
dà la libertà, ai Comuni associati, di riprendere il percorso, in quanto le
condizioni vengono modificate.
Quindi, quattro piccole modifiche per riprendere e portare a compimento
una politica importante di questa amministrazione e questa Regione:
l’occupazione di suolo zero.
Ringraziamo l’assessore per il contributo. Se non ci sono interventi,
passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
Passiamo all’altro punto all’ordine del
giorno, la proposta di
legge numero 254/10^ di iniziativa del consigliere Romeo, recante: “Modifiche
all'articolo 39 della legge regionale n. 47 del 23 dicembre 2011 (Provvedimento
generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla
manovra di finanza regionale per l'anno 2012)”.
La parola al consigliere Romeo per l’illustrazione
del provvedimento.
La legge regionale numero 36 del
2008 è il programma più
complesso in materia di edilizia sociale che la Regione Calabria si sia trovata
a gestire nell’ultimo decennio.
Il bando si articola in sei graduatorie: due sono destinate alle
imprese, una per alloggi in locazione e una per alloggi in vendita; due alle
cooperative, anche qui una per locazione e una per vendita; una ai Comuni ed
una alle Aterp, solo per locazione; una alle università, solo per locazione.
Complessivamente sulle sei graduatorie, allo stato attuale, risultano
attivi un centinaio di interventi, per un totale di circa 150 milioni di euro.
Il mutamento delle condizioni economiche nel Paese ha provocato
notevoli problemi all’attuazione del programma, riconducibili in particolare
alla difficoltà di trovare acquirenti nelle classi meno abbienti, alla luce
della quasi impossibilità di ottenere mutui dagli istituti bancari. Ciò ha
comportato considerevoli ritardi attuativi, in particolare sugli interventi che
prevedevano la vendita degli alloggi.
Numerose sono state le richieste formali e non da parte dei soggetti
attuatori di poter rimodulare gli interventi, cambiandone la tipologia da
proprietà a locazione, nonché le richieste di proroga del termine per
l’ultimazione dei lavori.
Al fine di evitare di lasciare numerose opere incompiute sul
territorio, con la presente proposta si intende consentire la variazione di
tipologia per adeguare gli interventi alle mutate esigenze abitative
intervenute nel frattempo. La possibilità è concessa solo agli interventi che
abbiano raggiunto almeno il 35 per cento dei lavori, percentuale che, da
disciplinare tecnico, coincide con l’erogazione del 70 per cento del contributo
al beneficiario finale.
Sono, inoltre, definiti, per garantire parità di accesso a tutti gli
operatori coinvolti, i termini per la proposizione di domande di rimodulazione
e delocalizzazione, nonché i termini per l’ultimazione dei lavori.
La presente proposta di legge non comporta spese a carico del bilancio,
pertanto non è necessario esplicitare i criteri di quantificazione degli oneri
finanziari, in quanto opera su finanziamenti già concessi, senza introdurre la
possibilità di incrementi di spesa.
Parere della Giunta? Favorevole.
Passiamo, pertanto, all’esame
dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
Passiamo all’altro punto all’ordine del
giorno, la proposta di
legge numero 255/10^ di iniziativa del consigliere Romeo, recante: “Avvio delle
attività dell'Agenzia Regionale di cui all'articolo 7 della legge regionale 17
agosto 2009, n. 24”.
La parola al consigliere Romeo per l’illustrazione
del provvedimento.
La Regione, nell’ambito
delle proprie finalità, adotta gli strumenti necessari a promuovere,
rafforzare e diffondere la ricerca scientifica e l’innovazione
tecnologica ed istituzionale per lo sviluppo armonioso, equilibrato e
sostenibile delle attività culturali, economiche e sociali della regione
medesima.
Al fine del raggiungimento delle suindicate finalità in conformità alle
disposizioni contenute all’articolo 2 della legge regionale 17 agosto 2009,
numero 24, la Regione favorisce l’attrazione di imprese innovative nazionali ed
estere che realizzano investimenti con ricadute positive in termini di
qualificazione, innovazione ed occupazione sul territorio regionale e persegue
gli obiettivi di contribuire alla promozione, allo sviluppo ed alla diffusione
della ricerca scientifica e dell’applicazione tecnologica nei campi del sapere,
di promuovere il sistema della ricerca regionale, di valorizzare la presenza di
poli di innovazione ed infrastrutture di ricerca pubblica e privata ai fini
dell’attrazione di imprese innovative e creativa, di servizi avanzati e
talenti.
Di conseguenza l’effettivo avvio dell’attività dell’Agenzia per la
ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica può favorire migliori
condizioni per l’innovazione e la ricerca, stimolare gli investimenti nel
settore, aumentare la capacità di innovazione, ricerca e sviluppo delle imprese.
E’ allegata la relazione economica e finanziaria.
Presidenza del Presidente Nicola Irto
Non ci sono richieste di parola, pertanto, chiedo il parere della
Giunta regionale. Favorevole.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo adesso
alla proposta di provvedimento amministrativo numero 173/10^ di iniziativa
dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Riaccertamento ordinario dei residui
attivi e passivi al 31.12.2016, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del D. Lgs.
n. 118/2011 e ss.mm.ii. e conseguenti variazioni al bilancio di previsione
2016-2018 e al bilancio di previsione 2017-2019 del Consiglio regionale”.
La parola al
relatore del provvedimento, consigliere Neri.
Con il presente provvedimento il Consiglio regionale è chiamato ad
approvare il riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2016
del Consiglio regionale e le conseguenti variazioni del bilancio di previsione.
Dall’attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi effettuati
dagli uffici competenti del Consiglio regionale è risultato che al termine
dell’esercizio 2016 l’ammontare dei residui attivi è pari ad euro 24 milioni
729 mila; l’ammontare dei residui passivi è pari ad euro 12 milioni 441 mila;
la consistenza finale del fondo pluriennale vincolato da iscrivere nelle
entrate di bilancio dell’esercizio 2017 è pari a euro 4 milioni 683 mila.
Le risultanze del presente provvedimento sono inserite nel rendiconto
del Consiglio regionale relativo all’esercizio 2016. Con il presente
provvedimento sono, infine, approvate le variazioni di bilancio di previsione
2017-2019 necessarie per l’adeguamento delle previsioni di competenza e di
cassa delle risultanze dell’accertamento dei residui attivi e passivi.
Sul presente provvedimento il Collegio dei Revisori dei conti con il
verbale numero 157 del 23.5.2017 ha espresso parere favorevole.
Non essendoci richieste di parola, prendiamo atto del parere favorevole
del Collegio dei Revisori dei conti sul provvedimento e pongo in votazione la
proposta di provvedimento amministrativo numero 173/10^.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo adesso alla proposta
di provvedimento amministrativo numero 174/10^ di iniziativa dell'Ufficio di
Presidenza, recante: “Approvazione variazioni al bilancio di previsione
2017-2019 del Consiglio regionale”.
La parola al
relatore del provvedimento, consigliere Neri.
Con questo provvedimento, Presidente, il Consiglio regionale è chiamato
ad approvare le variazioni al bilancio del Consiglio per gli esercizi 2017-2019
già approvati da codesto Ufficio di Presidenza con deliberazione numero 34 del
29 maggio 2017.
Con tali variazioni la spesa del Consiglio regionale viene rimodulata
tra diversi macro-aggregati garantendo il rispetto degli equilibri di bilancio
di previsione per il triennio 2017/2019. Successivamente all’approvazione del
presente provvedimento saranno oggetto di variazione anche il documento tecnico
di accompagnamento ed i bilancio gestionale per gli esercizi 2017-2019.
Sul presente provvedimento il Collegio dei Revisori dei conti con
verbale numero 164 del 26 giugno 2017 ha espresso parere favorevole.
Prendiamo atto del parere espresso dal Collegio dei Revisori dei conti.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie. Volevo porre all’attenzione dell’Aula l’inserimento di un
ordine del giorno su un problema che non riguarda il trasporto aereo ma il
trasporto su ferro. In particolare, la tratta Cosenza-Lamezia-Terme-Reggio
Calabria.
La illustrerò successivamente ed adesso chiedo che venga inserito all’ordine del giorno.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno, come richiesto dal
consigliere Scalzo.
(Il Consiglio approva)
Passiamo alla
proposta di provvedimento amministrativo numero 178/10^ di iniziativa
dell'Ufficio di Presidenza, recante:
“Approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2016 e della relazione
sulla gestione”.
La parola al
relatore del provvedimento, consigliere Neri.
In questo
provvedimento il Consiglio regionale, Presidente, è chiamato ad approvare il rendiconto
dell’esercizio finanziario 2016 del Consiglio
regionale della Calabria già approvato
da codesto ufficio con deliberazione numero 33 del 29 maggio 2017.
Il rendiconto
per l’esercizio 2016 è stato predisposto ed elaborato nel rispetto della
normativa vigente che regola la contabilità regionale
in coerenza con la recente normativa in materia di armonizzazione degli schemi di bilancio pubblici.
In particolare
nell’esercizio 2016 è stata adottata la contabilità economico-patrimoniale che
ha consentito la redazione dello stato patrimoniale e del conto economico del Consiglio regionale.
Il Consiglio regionale anche nell’anno 2016 ha
rispettato i limiti riguardanti la spesa per il personale nonché i vincoli di
finanza pubblica relativi alla spesa per studi, consulenze, relazioni
pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, rappresentanza, sponsorizzazioni,
nonché acquisto di mobili e arredi, autovetture, spese per missioni e
formazione del personale.
L’avanzo di
amministrazione alla data del 31 dicembre 2016 è risultato pari a 14 milioni
759 mila e risulta così essere ripartito: avanzo vincolato 578 mila euro;
avanzo accantonato 7 milioni; avanzo destinato agli investimenti 597 mila euro;
avanzo libero 6 milioni 282 mila.
Nell’avanzo
vincolato sono confluite le somme conferite dall’Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni al Corecom per lo svolgimento delle funzioni ad esso delegate
nonché le somme previste in bilancio per le
spese dei gruppi consiliari non spese al termine dell’esercizio 2016.
La quota di
avanzo accantonato è costituita dagli accantonamenti per le passività
potenziali derivanti dal rischio di soccombenza per il contenzioso legale
esistente a fine esercizio nonché per il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.
Le quote
accantonate dal risultato di amministrazione sono utilizzabili solo a seguito
del verificarsi dei rischi per i quali sono stati accantonati.
E’ stata inoltre
accantonata la quota di avanzo relativa all’esercizio 2015 destinata agli
investimenti. La quota libera del risultato di amministrazione può essere
utilizzata dopo l’approvazione del rendiconto e la verifica degli equilibri di bilancio per le finalità previste dalla legge.
Anche su questo
provvedimento il Collegio dei Revisori dei conti ha espresso parere favorevole
con proprio verbale numero 163 del 26 giugno 2017.
Prendiamo atto del parere espresso dal Collegio dei Revisori dei conti.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Torniamo alla proposta
di legge numero 185/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni
per la semplificazione e la celerità dell'azione amministrativa - Modifiche
alla legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento
amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso)”.
La proposta di
legge è stata già illustrata dal consigliere
Sergio. C’è stato anche un intervento della consigliera Ferro che ha emendato
un articolo, di concerto con la Giunta regionale.
Non essendoci, pertanto, altre richieste di parola passiamo all’esame
del provvedimento articolo per articolo.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’
approvato)
All’articolo 15 è stato presentato un emendamento, protocollo numero
27455, a firma del consigliere Sergio che l’aveva già illustrato durante la
relazione e di cui do lettura: “All’inizio del comma 2, capoverso art. 15
(Segnalazione di inizio attività – Silenzio assenso), comma 1, art. 15
(Modifica art. 15) del disegno di legge n. 185/10^, le parole <Salva
l’applicazione> sono sostituite dalle seguenti <Fatta salva sia
l’applicazione delle disposizioni in materia di semplificazione dell’azione
amministrativa volte a prevedere specifiche forme di silenzio assenso per
privati e imprese, sia l’applicazione>”.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15 per come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’
approvato)
All’articolo 21 è stato presentato emendamento, a firma della
consigliera Wanda Ferro, protocollo numero 28091, che recita: “La lettera a)
del comma 1 dell’art. 21 della P.L. n. 185/10^ è eliminata”.
Prego, consigliera Ferro.
L’emendamento propone di abolire la modifica che
riguardava l’articolo 23, dove era stata eliminata la pubblicazione. La lettera
a) del comma 1 dell’articolo 21 sui livelli essenziali di assistenza
della legge numero 185/10^ viene eliminata, se ovviamente l’Assemblea decide.
PRESIDENTE
Parere della Giunta regionale?
Favorevole, Presidente.
Pongo in votazione l’emendamento all’articolo 21.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21, per come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 24.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 26.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 27.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 28.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 29.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 30.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 31.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 32.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 33.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 34.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 35.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 36.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 37.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 38.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 39.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, per come emendata, e con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo alla proposta
di provvedimento amministrativo numero 167/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2015 – Agenzia Regione Calabria per
le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA)”.
La parola al
relatore del provvedimento, consigliere Battaglia.
Presidente, come fatto in precedenza, se il vicepresidente Viscomi è
d’accordo, proporrei all’Aula di dare per lette le relazioni relative ai punti
numeri 15, 16, 17 e 18 all’ordine del giorno che, sostanzialmente, ricalcano
quando precedentemente fatto e riguardano l’approvazione dei rendiconti
dell’esercizio di Arcea, dell’Aterp di Vibo Valentia, dell’Aterp di Cosenza e
dell’Aterp di Reggio Calabria. Quindi, e, se il parere della Giunta è
favorevole, potremmo andare avanti.
Parere della Giunta? Favorevole.
Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione il
provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo alla
proposta di provvedimento amministrativo numero 170/10^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2014 e riaccertamento
straordinario dei residui - Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica (ATERP) della Provincia di Vibo Valentia”.
Il provvedimento
è già stato illustrato nei precedenti punti e, pertanto, diamo per buona la
relazione anche per la Giunta.
Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione il
provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo alla proposta
di provvedimento amministrativo numero 171/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2014 e riaccertamento straordinario
dei residui - Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP)
della Provincia di Cosenza”.
Anche per questo
provvedimento vale la relazione fatta prima dal relatore, consigliere Battaglia
e, analogamente, per la Giunta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo
soltanto alla fine dell’approvazione dei rendiconti dei diversi enti sui quali
ci siamo astenuti in Commissione ed anche in Consiglio regionale, ribadendo che è un fatto di responsabilità; non soltanto in questa legislatura
ma anche nelle altre si è dovuto dar corso all’approvazione dei rendiconti
delle diverse società partecipate e agenzie a partire, addirittura, dal 2002.
E’ stato
registrato il nostro voto di astensione ma non
avendolo dichiarato lo faccio adesso.
Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione il
provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo alla
proposta di provvedimento amministrativo numero 172/10^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2014 e riaccertamento
straordinario dei residui - Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica (ATERP) della Provincia di Reggio Calabria”.
Anche per questo
provvedimento vale la relazione fatta prima dal relatore, consigliere Battaglia
e, analogamente, per la Giunta.
Non essendoci altre richieste di parola, pongo in votazione il
provvedimento.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo alla proposta
di legge numero 248/10^ di iniziativa del consigliere Graziano, recante:
“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio
regionale della Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lettera a) e
lettera e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118”.
La parola al
relatore, consigliere Battaglia, per svolgere la relazione.
Presidente, oggetto della presente proposta di legge è il
riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio
regionale, riportati nella tabella 1 della proposta, ai sensi dell’articolo 73,
comma 1 lettere a) ed e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 così
come modificato ed integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, numero
126.
Con il presente disegno di legge si intende dare attuazione a quanto
espressamente previsto dal legislatore nazionale in ordine al procedimento
necessario al riconoscimento della legittimità di due debiti fuori bilancio,
maturati dal Consiglio regionale e derivanti da una sentenza definitiva di
condanna e dall’acquisizione di un servizio in assenza del preventivo impegno
di spesa.
Tali debiti fuori bilancio sono stati già riconosciuti dall’Ufficio di
Presidenza del Consiglio regionale con le deliberazioni numero 29 e 30 del 29
maggio 2017. L’istruttoria delle fattispecie oggetto del riconoscimento è stata
curata dai competenti uffici del Consiglio regionale che hanno proceduto a
fornire tutti gli estremi e gli elementi utili al riconoscimento dei debiti.
Il dirigente del settore bilancio e ragioneria ha individuato le
risorse indispensabili alla copertura necessaria ed indefettibile, onde poter
procedere alla sottoposizione del disegno di legge al Consiglio regionale in
ossequio alla disciplina normativa prevista dal citato articolo 73.
Il riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio - che
vengono sottoposti al Consiglio regionale con la presente proposta di legge -
comporta oneri finanziari per un importo complessivo di 36 mila 114 euro. La
copertura finanziaria dei debiti oggetto del riconoscimento è data dal
prelevamento dal fondo per rischi di soccombenza spese legali, transazioni e
debiti fuori bilancio.
I competenti uffici del Consiglio regionale provvederanno all’impegno
ed alla liquidazione della spesa in favore degli aventi diritto. Sulla proposta
di legge in oggetto sono stati espressi i pareri favorevoli da parte del
Collegio dei revisori dei conti, con il verbale numero 162 del 19 giugno 2017,
e dalla seconda Commissione consiliare nella seduta del 23 giugno 2017.
Pertanto, il provvedimento è sottoposto all’esame dell’Aula.
Non essendoci richieste di parola, passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo ora al
successivo punto all’ordine del giorno che
riguarda la legge regionale numero 39/1995 – Nomine di competenza del Consiglio
regionale come da elenco allegato.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo scusa. Chiedo un rinvio della trattazione.
Pongo in votazione la richiesta di rinvio del punto alla prossima seduta
del Consiglio regionale, così come richiesto dal consigliere Romeo.
(Il
Consiglio approva)
Passiamo adesso all’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Morrone “Su una
proposta di encomio alla Motovedetta CP 265, unità del corpo della Capitanerie
di Porto dislocata nel porto di Vibo Valentia Marina” di cui do lettura: “Il
Consiglio regionale - premesso che:
la Motovedetta CP 265 è un’Unità del Corpo delle
Capitanerie di Porto dislocata nel Porto di Vibo Valentia Marina ed è stata
impiegata svariate volte nell’attività finalizzata al controllo dei flussi migratori
nel Canale di Sicilia;
l’equipaggio è composto come di seguito:
1° M.llo Paolo Fedele (Comandante) matr. 72VM0754/SP
C° l^cl. NP Carlo Abate matr. 02RNM139/SP
C° 2^cl.NP/MS Giuseppe Leo matr. 09RNM021/SP
C°3^cl. NP/MS Giuseppe Alampi matr. 085VP009/SP
2°C°NP/TC Francesco Francica matr.76VM0439/SP
SGT-NP/PN Giorgio Ranieli matr.79VM0427/SP
SC. l^cl."se" Mario GODINO matr. 73VM0360/SP
SC- 1^cl. Luca De Lio matr. 81VM0162/SP
SC 3^cl. Antonio Cuppari matr. 065VP128/SP
l’unità in argomento è stata schierata, nel corso di numerose missioni,
afferenti tanto alla salvaguardia della vita umana in mare, in occasione dei
ben noti eventi connessi all’immigrazione irregolare proveniente dal Nord
Africa, quanto al controllo delle acque territoriali, prestando particolare
attenzione al fenomeno della pesca illecita in acque nazionali da parte di
unità battenti bandiera estera;
nel corso del proprio impiego presso Lampedusa, l’equipaggio ed il
Comandante della M/V CP 265 si sono particolarmente distinti per impegno e
professionalità, riuscendo a conseguire risultati di indubbio rilievo e
portando a termine con successo svariate missioni assegnate, operando peraltro
in un contesto impegnativo e logorante come quello lampedusano. In particolare,
quale mero elemento significativo a supporto di quanto sopra evidenziato, si
riferisce che il personale della Motovedetta in questione si è particolarmente
distinto:
Evento del 3 Febbraio 2017
“Soccorso barcone migranti”
Operando in concorso con altre Unità del Corpo, ha prestato soccorso,
unitamente alle Motovedette classe 300 di Lampedusa, a 450 (quattrocento)
migranti a circa 40 miglia dalle coste libiche e provvedendo ad effettuare lo
sbarco in sicurezza presso il porto di Lampedusa per l’accoglienza e l’assistenza
sanitaria del caso.
Evento del 17 Febbraio 2017
“Soccorso barcone migranti ed attività investigativa”
Soccorso unitamente alla Motovedetta CP 306 di un barcone recante 35
(trentacinque) nel mare di Sicilia e successivo trasferimento presso il porto
di Lampedusa per l’accoglienza e l’assistenza sanitaria del caso.
Durante il trasferimento per il porto di Lampedusa, l’equipaggio della
CP 265 dava corso ad un’attività investigativa finalizzata ad individuare i presunti
scafisti, al fine di riferire il tutto alle Autorità presenti allo sbarco.
I migranti imbarcati fornivano la disponibilità a segnalare i presunti
conducenti del mezzo soccorso (3 persone) e, da delazioni confidenziali, si
apprendeva che i presunti scafisti erano rimasti sulla CP 306.
Si conveniva con i migranti collaboratori, che prima dello sbarco degli
stessi nel porto di Lampedusa avrebbero mostrato con discrezione chi fossero i
presunti scafisti, atteso il fatto che i siffatti sarebbero sbarcati sul molo
Favaloro prima dei migranti trasportati dalla CP 265.
Giunti in porto, con la massima discrezione venivano forniti dai
migranti collaboratori le indicazioni sui presunti conducenti del barcone, al
riguardo venivano effettuate delle foto eloquenti che raffigurano i tre (3)
possibili scafisti e redatta apposita relazione di servizio su richiesta del
Comandante della 7^ Squadriglia Guardia Costiera per i successivi adempimenti.
Evento del 18 Febbraio 2017
“Intervento di ripristino galleggiabilità unità sottoposta a sequestro
penale nel porto di Lampedusa”
Nel primo pomeriggio, a seguito di richiesta telefonica di intervento
da parte del personale della Settima Squadriglia, in merito ad un copioso
imbarco di acqua nell’imbarcazione utilizzata il giorno precedente dai migranti
e soccorsa dalle Motovedette del Corpo Motovedette, ormeggiata alla radice del
Molo Favaloro, l’equipaggio della Motovedetta CP 265 predisponeva tutti gli
interventi necessari a scongiurare un eventuale affondamento della siffatta
imbarcazione, predisponendo una barellabile, che permetteva l’evacuazione
dell’acqua ed il successivo ripristino della parte (tubazione sala macchine)
dalla quale faceva ingresso l’acqua di mare.
Evento del
21 Febbraio 2017
“Attività di Vigilanza e Contrasto alla pesca illegale di motopesca
stranieri”
Relativamente alle attività di polizia marittima condotte nel corso
delle uscite a mare per pattugliamento, l’unità in questione è stata impiegata
per il controllo ed il contrasto alla pesca illegale effettuata dalle unità
battenti bandiera extra-comunitaria nelle acque territoriali italiane. In
particolare, la notte del 21 febbraio u.s. la Motovedetta CP 265 ha
intercettato il M/P Adel, battente bandiera tunisina, in attività di pesca
illecita a poche miglia dall’isolotto di Lampione. In tale occasione, seppur
operando in un contesto di non facile gestione, l’intervento della Motovedetta
ha scongiurato l’illecita attività di pesca, determinando con il suo intervento
la fuga del motopesca tunisino che, impaurito, ha salpato rapidamente la rete e
si è diretto alla massima velocità al di fuori delle acque territoriali
italiane, scortato dalla CP 265.
I rapporti di sorveglianza e i rilievi fotografici e video, sono stati
inoltrati alla Comando Generale al fine di attivare le discendenti azioni ai
sensi della normativa comunitaria in materia di pesca INN.
Gli eventi sopra riassunti, hanno trovato risalto mediatico regionale e
nazionale, dell’Amministrazione Comunale di Lampedusa e compiacimento del
Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.
Inoltre, la 7^ Squadriglia Guardia Costiera di Lampedusa, per l’apporto
fornito da parte dell’equipaggio della Motovedetta CP 265 unità in questione,
dimostratosi peraltro pienamente all’altezza della situazione in tutte le altre
occasioni che, per brevità di narrazione, si omette di enunciare, ha inoltrato
richiesta alla Direzione Marittima di Reggio Calabria, finanche valutare la
possibilità di tributare un riconoscimento ad ogni componente dell’equipaggio
visto l’esemplare comportamento nell’adempimento dei propri doveri, la grande
professionalità e pronta disponibilità dimostrata dai suddetto personale in
tutte le attività della Settima Squadriglia, rimarcando il proprio
compiacimento per l’opera svolta ed esprimendo il proprio auspicio di poter
avere nuovamente l’Unità ed il suo esemplare equipaggio alle proprie temporanee
dipendenze.
Considerato che la Motovedetta CP 265 di Vìbo Valentia Marina ed il suo
equipaggio, vista l’ampia professionalità dimostrala ed i brillanti risultati
raggiunti, in ordine anzitutto al soccorso di centinaia di migranti nel Canale
di Sicilia, ha fornito lustro alla Regione Calabria, sede di appartenenza della
Motovedetta -
impegna
il Consiglio regionale della Calabria nella persona dell’Ill.mo
presidente Irto, a consegnare una targa encomio alla Motovedetta CP265.”
Prego, consigliere Morrone.
L’ordine del giorno si illustra da sé.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo all’ordine del giorno unificato degli ordini del giorno di iniziativa dei
consiglieri Bova e Sergio: “Per fermare la ratifica del trattato CETA sul
libero scambio tra Canada ed Unione Europea”.
Do lettura del
testo dell’ordine del giorno numero 37
presentato dal consigliere Bova: “Il Consiglio regionale - premesso
che:
il Canada è il 12° partner commerciale più importante dell'Unione
europea. L'Unione europea è, per il Canada, il secondo partner commerciale dopo
gli Stati Uniti e rappresenta quasi il 10% del suo commercio estero. Il volume
degli scambi di merci tra Unione europea e Canada raggiunge quasi 60 miliardi
di euro l'anno;
il 15 febbraio 2017 il Parlamento europeo ha dato il proprio consenso
alla conclusione del Comprehensive Economie and
Trade Agreement (CETA), Accordo economico e commerciale globale tra Unione europea e
Canada - firmato il 30 ottobre 2016 - che prevede l'abolizione della maggior
parte dei dazi doganali tra le Parti;
il CETA si pone come obiettivi fondamentali: procedere alla progressiva
liberalizzazione degli scambi assicurando alle merci dell'altra Parte il
trattamento disposto a livello nazionale; avviare un'attività di riduzione o
soppressione reciproca dei dazi doganali sulle merci originarie dell'altra
Parte; assicurare l'astensione dall'adozione o dal mantenimento in vigore di divieti
o restrizioni all'importazione merci dell'altra Parte o all'esportazione alla
vendita per l'esportazione di merci destinate al territorio dell'altra Parte;
all'entrata in vigore dell'Accordo è previsto l'annullamento di circa
il 98% di tutte, le tariffe dell'Unione europea, ma, d'altra parte, la
cooperazione regolamentare conduce alla graduale eliminazione delle regole che,
nei diversi settori della sanità pubblica, della sicurezza degli alimenti,
della protezione dei consumatori e dell'ambiente, possono essere ritenuti di
ostacolo alla libertà del commercio;
il CETA è un accordo a natura mista
per la cui entrata in vigore è necessaria la ratifica da parte di ciascuno
Stato membro secondo le rispettive disposizioni nazionali;
nel nostro ordinamento, la Costituzione attribuisce al Presidente della
Repubblica il compito di ratificare i trattati internazionali e, nei casi
espressamente previsti dall'articolo 80, previa autorizzazione delle Camere;
con decisione (UE) 2017/38 del Consiglio del 28 ottobre 2016 è stata
prevista la possibilità di applicazione provvisoria dell'Accordo;
in un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di
azioni e risorse per il rilancio dell'economia e della crescita occupazionale,
il made in Italy, in
particolare, quello agroalimentare, è universalmente riconosciuto come
straordinaria leva competitiva "ad
alto valore aggiunto"
per la crescita del Paese.
l'agroalimentare made in Italy rappresenta una voce importante che contribuisce alla coesione sociale,
attraverso lo sviluppo di occasioni ed il miglioramento delle condizioni di
lavoro;
il CETA, come tutti gli accordi commerciali di ultima generazione,
prevede di realizzare i maggiori vantaggi per gli attori commerciali delle due
Parti;
nel contesto descritto, a fronte dei presunti benefici attesi, il CETA
introduce sostanzialmente un meccanismo di acritica deregolamentazione degli
scambi e degli investimenti che non giova alla causa del libero commercio e
pregiudica in modo significativo la competitività e l'identità del sistema
agricolo nazionale;
i vantaggi in termini di crescita degli scambi e dell'occupazione
conseguenti all'applicazione dell'Accordo risultano, in realtà dubbi o assai
limitati e non tali da giustificare i rischi insiti nell'Accordo sottoposto alla
ratifica degli Stati membri;
sebbene gli accordi di libero scambio dovrebbero essere effettivamente
posti al servizio di obiettivi più vasti quali l'occupazione, i diritti umani,
la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile, rispetto all'impatto del Trattato
non è stata realizzata (o quantomeno pubblicata) alcuna preventiva valutazione
condivisa con le due Camere, portatori d'interesse e cittadini ed è mancata la
trasparenza dei negoziati a partire da una definizione dei mandati affidati ai
negoziatori;
il CETA non soddisfa i fondamentali obiettivi ed esigenze di
trasparenza;
sulla base dello strumento interpretativo comune, sull'Accordo è
previsto che il CETA non indebolirà le norme e le regolamentazioni rispettive
concernenti la sicurezza degli alimenti, la sicurezza dei prodotti, la
protezione dei consumatori, la salute, l'ambiente o la protezione del lavoro,
ma nell'Accordo e nello strumento interpretativo, tuttavia, non sono indicate
le modalità pratiche con cui gli Stati potranno continuare a legiferare senza
interferire con la materia Politica commerciale comune;
il CETA conduce ad un sistema di competizione selvaggia e senza limiti;
con l'eliminazione dei dazi si crea un uniforme piano di scambio ed una
comune piattaforma di competizione transatlantica, tra le imprese agricole
europee e nordamericane, in cui queste ultime risultano avvantaggiate dalla
enorme dimensione industriale e dalla completa asimmetria regolatoria che
consente alle stesse di beneficiare di significative economie di scala e di ridotti
costi di produzione conseguenti ai bassi standard produttivi e di sicurezza
normativamente imposti;
nel CETA manca il riferimento alla portata vincolante del principio di
precauzione che, in Europa, impone una condotta cautelativa nelle decisioni che
riguardano questioni scientificamente controverse circa i possibili impatti
sulla salute o sull'ambiente. Il Trattato, infatti, non contiene alcuna
disposizione volta a garantire il rispetto del principio di precauzione e su
quasi 1600 pagine di un accordo che incide in molti settori legati all'ambiente
e contiene un capitolo sul "commercio e ambiente" e stabilisce una
Commissione competente per tali questioni, non c'è neppure un riferimento al
principio di precauzione e, anzi, ci sono delle previsioni che ne limitano o
contraddicono l'applicazione. Nel Trattato, in particolare, si fa riferimento
al principio di precauzione nell'accezione proposta dall'Organizzazione
Mondiale del Commercio (WTO), che condiziona l'adozione di eventuali misure
restrittive ad evidenze scientifiche circa l'esistenza di un rischio ambientale
o sanitario ed alla dimostrazione che non si determini una restrizione del
commercio internazionale. Il Canada, d'altra parte, seppure formalmente
rispetti il principio di precauzione, non lo ritiene vincolante sul piano
commerciale (vale la pena di ricordare la posizione italiana no ogm);
il Trattato conferisce ad organismi estranei agli ordinamenti giuridici
nazionali il potere di influenzare direttamente le norme e le politiche
nazionali;
nel CETA non vi è nessuna clausola che comprenda il tema dei diritti
dei lavoratori;
il CETA include l'Investment Court System (ICS), un sistema di
risoluzione delle controversie sugli investimenti che permette alle imprese di
citare in giudizio gli Stati e l'Unione europea dinnanzi a una corte arbitrale;
il sistema di risoluzione delle controversie a beneficio degli
"investitori del Canada" contro gli Stati membri e l'Unione europea
influenza le condizioni essenziali per l'esercizio della sovranità nazionale,
il principio di uguaglianza ed il principio di indipendenza e di imparzialità
dei giudici;
-con riferimento al settore agricolo, con il CETA il Canada eliminerà i
dazi per il 90% dei prodotti agricoli al momento dell'entrata in vigore
dell'accordo e per il 91 , 7% dopo una transizione di sette anni. L'Unione
europea, d'altra parte, eliminerà il 92 , 2% dei dazi agricoli all'entrata in
vigore dell'accordo ed il 93 , 8% dopo sette anni;
i vantaggi derivanti dall'Accordo sono apparenti, considerando, ad esempio,
che l'Italia importa dal Canada 1 , 2 milioni di tonnellate di grano duro ed
esporta in Canada circa 23.000 tonnellate di pasta soltanto, vale a dire circa
l'1 , 4% delle esportazioni mondiali di pasta che ammontano ad oltre 1 milione
e seicentomila tonnellate l'anno;
l'abbattimento istantaneo e quasi totale dei dazi attiva, inoltre,
significativi flussi di importazione competitiva sotto il profilo dei prezzi,
ma con scarsi standards qualitativi e di sicurezza, a fronte della mancanza di
un sistema di regole che tuteli i consumatori e che assicuri evidenza e
trasparenza sull'origine delle materie prime;
il
CETA semplifica e vanifica il complesso sistema di regole di produzione, di
protezione della qualità e dell'ambiente vigente a livello comunitario e
nazionale, rispondendo all'unico criterio cogente della facilitazione
commerciale ed affidando valutazioni e giudizi di conformità e responsabilità,
in modo permanente, a più di una decina di Commissioni apposite create dal
Trattato e sottratte allo scrutinio giurisdizionale, tecnico e parlamentare,
sia di livello comunitario, sia nazionale.
Sul fronte dell'export agroalimentare, all'Italia sono riconosciute
appena 41 indicazioni geografiche a fronte di 291 Dop e Igp registrate; con la
conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 250 ed impatti gravissimi sul
piano della perdita della qualità del nostro made in
Italy;
la tutela delle indicazioni geografiche riconosciute non impedisce
l'uso on Canada di indicazioni analoghe, per coloro che abbiano già registrato
o usato commercialmente tale indicazione (sono compresi nell'eccezione
formaggi, carni fresche e congelate e carni stagionate). In sostanza, si potrà
continuare a vendere "prosciutto di Parma" canadese, in coesistenza
con quello DOP italiano.
Contemporaneamente, il CETA consente le "volgarizzazioni"
legate ai nomi dei prodotti tipici
dell'italian sounding (ad esempio, il Parmesan) e la
convivenza sul mercato con le denominazioni autentiche dei nostri prodotti. La
combinazione del principio della «fabbricazione sufficiente» con il criterio
del codice doganale, inoltre, rende, di fatto, impossibile l'evidenza
dell'origine del prodotto;
per alcuni prodotti (asiago, fontina, gorgonzola) è consentito in
Canada l'uso degli stessi termini, accompagnato con "genere",
"tipo", "stile" e da una indicazione visibile e tangibile
dell'origine del prodotto, fatto salvo il caso dei prodotti immessi sul mercato
prima del 18 ottobre 2013, che possono essere commercializzati senza alcuna
indicazione;
il CETA introduce l'applicazione del principio di equivalenza delle
misure sanitarie e fitosanitarie che consente di ottenere il mutuo
riconoscimento di un prodotto e che, quindi, permetterà ai prodotti canadesi di
non sottostare a nuovi controlli nei Paesi in cui verranno venduti,
dimostrandone l'equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte. Tale
meccanismo risulta molto rischioso per la salute e per i consumatori,
considerando che in Canada sono impiegate un numero rilevante di sostanze
attive vietate in Unione europea, tra cui, a titolo di esempio, il glifosato in
fase di pre-raccolta del grano, proibito in Italia. Inoltre, in Canada vi è un
diffuso impiego di ormoni negli allevamenti, non consentito in Italia;
il CETA introduce un sistema di cooperazione regolatoria che potrebbe
portare Governi ed imprese a sindacare direttamente in ambito arbitrale
qualsiasi misura che leda la "libera concorrenza". Un sistema, tra
l'altro, che investe anche il tema degli Ogm con ripercussioni inevitabili sul "principio
di precauzione";
l'Unione Europea e i suoi partner dovrebbero orientarsi verso politiche
commerciali multilaterali e bilaterali al servizio dell'interesse generale,
della qualità dello sviluppo, della cooperazione tra paesi e aree regionali -
impegna
il Presidente e la Giunta regionale ad intraprendere iniziative per
sollecitare il Parlamento ed il Governo ad impedire l'entrata in vigore nel
nostro Paese del Trattato CETA, arrestando il processo di ratifica dell'Accordo
in Italia ed adottando ogni iniziativa necessaria ad ostacolare l'applicazione
del Trattato anche in via provvisoria”.
Do lettura adesso dell’ordine del giorno presentato dal consigliere
Sergio: “Il Consiglio regionale della Calabria - premesso che:
in questi giorni è stata avviata la trattazione in Senato della
ratifica dell'accordo di libero scambio tra Canada ed Unione Europea come
disciplinato dal Disegno di Legge n. 2849 presentato dal Presidente del
Consiglio dei Ministri e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione
Internazionale inerente l'Accordo economico e commerciale globale tra il
Canada, da una parte, e l'Unione Europea e i suoi Stati membri, dall'altra, con
Allegati, firmato a Bruxelles il 30 ottobre 2016 in occasione del XVI Vertice
bilaterale UE-Canada e relativo strumento interpretativo comune;
visto l'allegato appello del 16 giugno 2017 del Presidente nazionale
della Coldiretti, Roberto Moncalvo, rivolto a tutti i consiglieri regionali
italiani e la nota esplicativa sugli effetti del Trattato CETA sull'Agricoltura
europea e nazionale;
Considerato che
le organizzazioni nazionali Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento
Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori, Fairwatch,
Acli Terra, nell'accluso documento, si oppongono alla ratifica del Trattato
CETA paventando rischi per la salute umana, per la marginalizzazione
dell'Agricoltura italiana e delle produzioni tipiche, IGP e DOP del nostro
sistema agroalimentare di qualità, per l'occupazione e per l'ambiente;
tra i 41 prodotti agroalimentari tutelati nessun prodotto calabrese è
elencato;
con riferimento alla Calabria, sono classificati:
prodotti DOP: gli olii extravergine di oliva - "Alto
Crotonese" - "Bruzio DOP" - "Lametia DOP";
"Capocollo di Calabria"; "Pancetta di Calabria";
"Salsiccia di Calabria"; "Soppressata di Calabria";
"Caciocavallo Silano"; "Bergamotto di Reggio Calabria".
prodotti IGP: "Clementina di Calabria"; "Cipolla rossa
di Tropea Calabria".
Preso atto che le certificazioni, di cui al punto precedente, sono il
risultato dell'attività e del sacrificio di intere famiglie calabresi e
rappresentano un'eccellenza di rilievo internazionale da tutelare
costantemente;
esprime
la propria contrarietà all'approvazione del disegno di legge numero
2849 presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Ministro degli
Affari Esteri;
impegna
il Presidente del Consiglio regionale a trasmettere al Presidente del
Senato, al Presidente della Camera dei Deputati e ai componenti della
Commissione Esteri e della Commissione Agricoltura dei due rami del Parlamento
la seguente delibera consiliare;
il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale
all'Agricoltura a sollevare in sede di Conferenza Stato-Regioni e nel rapporto
con il Governo la ferma contrarietà istituzionale della Regione Calabria alla
ratifica del Trattato di libero scambio tra Canada e Unione Europea cosiddetto
CETA.”
La parola al proponente, consigliere Bova.
Presidente, grazie. L’ordine del giorno mira a richiamare l’attenzione
del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale sull’ennesima
battaglia – nobilissima nelle premesse, nelle argomentazioni, nonché nelle
conclusioni – che Coldiretti sta conducendo per l’affermazione e la tutela di
una buona e sana agricoltura europea e mondiale.
Una battaglia condivisa anche da vari soggetti economici sindacali e
associativi, Cgil, Arci, Movimento consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow
Food International, Federconsumatori, Fairwatch, Acli Terra e che cerca di
prevenire gli effetti nefasti che si produrrebbero per l’agricoltura italiana e
calabrese, in modo particolare ove il nostro Parlamento dovesse ratificare il
trattare di libero scambio tra Unione europea e Canada, il cosiddetto CETA.
Il CETA, come tutti gli accordi commerciali di ultima generazione,
prevede di realizzare i maggiori benefici per gli attori commerciali delle due
parti introducendo non solo l’azzeramento di oltre il 90 per cento delle
barriere tariffarie, ma anche la semplificazione delle cosiddette barriere non
tariffarie e, dunque, del complesso sistema di standard, regole di produzione e
di protezione della qualità e dell’ambiente.
La nostra convinzione è che gli accordi di libero scambio debbano
essere posti a servizio degli obiettivi che tengono conto di compatibilità
cruciali, quali: l’occupazione, i diritti umani, la coesione sociale e lo
sviluppo sostenibile. Ciò ha, come premesso, una logica di trasparenza e un
principio di reciprocità tra i contraenti che copra tutte le clausole
vincolanti. A tale riguardo non può non sottolinearsi, con rammarico anche per
la proposta avanzata dalla Presidenza del Consiglio, che sia gli obiettivi che
i processi negoziali non rispondano assolutamente a questi obiettivi.
I vantaggi attesi in termini di crescita degli scambi e della
occupazione sono dubbi e assai limitati e non tali da giustificare i rischi
insiti nell’accordo sottoposto alla ratifica.
Il CETA include, altresì, anche l’ICS, un sistema di risoluzione – cosa
estremamente delicata e che comporta anche delle conseguenze estremamente
pericolose, delle controversie sugli investimenti –che permette alle imprese di
citare in giudizio gli Stati e l'Unione europea dinnanzi a una Corte arbitrale.
Sul fronte dell’export agroalimentare, all'Italia sono riconosciute
appena 41 indicazioni geografiche a fronte di 288 Dop e Igp registrate, con la
conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 247 ed impatti gravissimi sul
piano della perdita della qualità del nostro Made in
Italy.
Stamane mi
faceva notare il consigliere Sergio che ha presentato un altro ordine del
giorno che tra le 41 Dop tutelate – tra l’altro – non rientra nessuna delle Dop
calabresi, e questo è un discorso che ancora di più interessa in modo
particolare, e di cui probabilmente si occuperà il consigliere Sergio.
Contemporaneamente, le
"volgarizzazioni" legate ai nomi dei prodotti tipici dell'Italian sounding –
un esempio
su tutti è il Parmesan – coesisteranno
con le denominazioni autentiche dei nostri prodotti. La combinazione del
principio della «fabbricazione sufficiente» con il criterio del codice doganale
contribuisce, di fatto, ad occultare l’origine del prodotto.
Il sistema di cooperazione regolatoria potrebbe portare Governi ed
imprese a sindacare direttamente in ambito arbitrale qualsiasi misura che leda
la "libera concorrenza”.
Sotto questo profilo il Governo canadese ha già mostrato preoccupazione
per la presenza del potenziale ostacolo rappresentato dall’etichettatura
obbligatoria – cosa di particolare interesse per l’Italia – sulla provenienza
del grano duro nella pasta.
Di segno analogo ci sembra l’applicazione del principio di equivalenza
delle misure sanitarie e fitosanitarie, che consentirà ai prodotti canadesi di
non sottostare a nuovi controlli nei Paesi in cui saranno venduti.
Ricordiamo che in Canada è impiegato un numero rilevante di sostanze
attive vietate nell’Unione europea.
Proprio perché siamo ben consapevoli dei rischi di un possibile ritorno
al proibizionismo e dei pericoli insiti in possibili guerre commerciali,
vediamo nel CETA un meccanismo di acritica deregolamentazione degli scambi ed
investimenti e, paradossalmente, a risentirne potrebbe essere proprio la causa
del libero commercio.
Per queste ragioni, dal nostro Paese può svilupparsi una più matura
consapevolezza europea nella direzione di ragioni di scambi, improntata alla
democrazia economica ed alla salvaguardia dei diritti dei consumatori.
Mi sia consentito dire che – avendo avuto il piacere di partecipare
alla presentazione del rapporto annuale sulle agro-mafie che viene redatto
annualmente da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio nazionale – uno dei punti
che ha sottolineato il ministro Martina, nel partecipare a quella importante
manifestazione, è stato come in Italia quel sistema di controlli, che non ha
eguali al mondo per quanto riguarda la lotta alle sofisticazioni e alle
contraffazioni e che fin dall’inizio veniva criticato anche dagli agricoltori
per ovvie ragioni, oggi è sinonimo di qualità, e fattore che contraddistingue
il Made in Italy. Quando diciamo che il cibo italiano, e quello
calabrese, è il migliore al mondo non è perché il nostro pomodoro è più bello
dell’altro, ma perché rappresenta ormai indizi di grande qualità.
Da questo punto di vista, portare avanti e perorare certe battaglie che
l’associazione di settore fa in questo campo, è cosa fondamentale anche per il
Consiglio regionale della Calabria. Per queste ragioni, si chiede all’intero
Consiglio di esprimere la propria contrarietà all’approvazione del disegno di
legge numero 2849 presentato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal
ministro degli affari esteri, e di impegnare il Presidente del Consiglio
regionale a trasmettere al Presidente del Senato, al Presidente della Camera
dei Deputati, ai Presidenti delle Commissioni estere e agricoltura dei due rami
del Parlamento, l’approvanda delibera consiliare. Infine, di impegnare il
Presidente della Giunta regionale a sollevare nella Conferenza Stato-Regioni e
nel rapporto col Governo la ferma contrarietà istituzionale della Regione
Calabria alla ratifica del trattato di libero scambio tra Canada e Unione
europea, il cosiddetto CETA. Grazie Presidente.
Non essendoci altre richieste di parola pongo in votazione l’ordine del
giorno presentato dai consiglieri Sergio e Bova.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Gli ordini del giorno a firma del consigliere Guccione sono rinviati
per assenza del proponente.
(Il
Consiglio approva)
Passiamo alla mozione
numero 77/10^ di iniziativa del consigliere Cannizzaro “Per sensibilizzare il
Parlamento Italiano a procedere con urgenza all'approvazione del testo di legge
sul biotestamento, e che consideri la libertà di coscienza e possa garantire
le divergenze di pensiero che in materia contraddistinguono il singolo
individuo”.
Do lettura della mozione: “Il Consiglio regionale -
premesso che:
l'art. 2
della Costituzione Italiana cita
"la Repubblica riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle
formazioni sociali"- ,
l'art. 13
della Costituzione Italiana dice
"che la libertà personale è inviolabile":
la recente vicenda riguardante il paziente tetraplegico non vedente
Fabiano Antoniani ha evidenziato come la legislatura vigente presenti un vuoto
normativo grave e le cui ripercussioni ricadono interamente sui pazienti, sulle
loro famiglie e sui medici che li hanno in cura;
il caso citato rappresenta solo una piccola parte di quel numero di
malati gravi affetti da dolori e sofferenze a cui neanche la medicina
alternativa/lenitiva riesce più a dare sollievo;
il primo caso che fece scalpore riguardante Eluana Englaro, risale al
febbraio 2009, e poi
seguirono i casi di Luca Coscioni e Piergiorgio Welby, per citare i più
noti;
questo evidenzia come l'onda emotiva di eventi tanto tragici nella loro
umana esistenza, non trovino poi riscontro nelle reali decisioni di chi deve
assumersi la responsabilità di legiferare in materia;
la mancata approvazione di un testo di legge in materia non solo viola
i diritti sanciti dalla nostra Costituzione, ma lascia soli in balia degli
eventi le famiglie che seguono i pazienti ed i medici che li hanno in cura;
questi ultimi, spesso, si assumono enormi responsabilità, nel silenzio delle
loro coscienze aiutandoli a lasciare questo mondo divenuto per loro luogo di
dolore assoluto;
il paradosso di una norma non approvata provochi anche sanzioni
pesantissime in taluni soggetti, di carattere penale e professionale, definisce
e chiarisce quanto sia urgente, non solo per i pazienti ed i loro cari, per
l'intera società civile italiana;
le norme relative già vigenti in molti paesi europei e gli alti
standard di civiltà che caratterizzano tali comunità, devono essere la garanzia
e la naturale conseguenza di un lavoro parlamentare che trovi giusto epilogo in
una norma legislativa costituzionalmente adeguata ed in linea con gli obiettivi
europeisti;
risulta necessario che i diritti in materia di bioetica debbano essere
condivisi razionalmente fra la parte cattolica e quella laica del Paese,
tenendo presenti le esigenze degli uni e degli altri, senza precludere il
risultato di garantire il sacro santo diritto alle cure sotto ogni loro forma,
anche estrema;
risulta necessario chiarire le alternative e specificarne i percorsi
relativi, in quello che deve essere un supporto garantito alla conduzione della
vita stessa, al fine di poter offrire scelte che risultino varie e non rilegate
in un semplice schema nozionistico;
occorrono soluzioni urgenti a più problemi che risultano essere
connessi fra loro in maniera vincolante, sotto il profilo umano, medico,
familiare, economico, assistenziale e professionale - Impegna
la Giunta Regionale ed
il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso il Presidente della
Repubblica, il Presidente del Senato ed il Presidente della Camera dei
Deputati, al fine di sensibilizzare il Parlamento alla discussione ed
all'approvazione in tempi celeri di una legge nazionale che tuteli il
testamento bioetico e ne regoli l'applicazione, come avviene in altri Paesi
europei; di sensibilizzare i parlamentari tutti ad un concreto intervento, con
una assunzione di responsabilità non più procrastinabile, nell'alto interesse
della società tutta.”
La parola al consigliere Cannizzaro per l’illustrazione.
Grazie Presidente, è una mozione che avevo già presentato agli uffici
diversi mesi addietro, chiaramente per coinvolgere l’intera Assemblea
legislativa affinché si possa approvare questa mozione e sensibilizzare il
Parlamento italiano a procedere con urgenza alla approvazione del testo di
legge sul biotestamento.
la mozione, nel momento in cui verrà approvata, impegna la Giunta
regionale, il Presidente della Giunta, il Presidente della Repubblica e del
Senato, il Presidente della Camera dei Deputati al fine di sensibilizzare il
Parlamento per la discussione e approvazione in tempi celeri di una legge
nazionale che tuteli il testamento bioetico e ne regoli l’applicazione come
avviene in tutti gli altri Paesi europei.
Di sensibilizzare i parlamentari tutti ad un concreto intervento, con
una assunzione di responsabilità non più procrastinabile, nell'alto interesse
della società tutta.
Non ci sono altre richieste di parola pongo in votazione la mozione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Mozione numero
81/10^ di iniziativa del consigliere Cannizzaro “Per sensibilizzare i membri
del Governo e del Parlamento Italiano a rimuovere con urgenza dall'emendamento
n. 22.1 inserito nel testo di riforma al c.d. Codice Antimafia il previsto
spostamento della sede principale dell'Agenzia dei Beni Confiscati da Reggio
Calabria a Roma” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale -
premesso che:
con il decreto-legge n. 4 del 2010, convertito, con modificazioni,
dalla legge n. 50 del 2010 (poi confluita nel cosiddetto codice antimafia
decreto legislativo n. 159 del 2011 e successive modificazioni ed integrazioni),
è stata istituita l'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione
dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, indicata con
l'acronimo ANBSC, ente pubblico dotato di autonomia organizzativa e contabile,
con compiti di direzione affidati ad un prefetto della Repubblica e sotto la
vigilanza del Ministro dell'Interno;
il CdM, Consiglio dei Ministri, riunitosi presso la Prefettura di
Reggio Calabria, nell'ambito del piano straordinario contro le mafie
predisposto dal Ministro pro-tempore
dell'interno Roberto Maroni e dal Ministro pro
tempore della giustizia Angelino Alfano, il 28.01.2010, prevedeva
l'istituzione dell' ANBSC e ne stabiliva la sede principale in Reggio Calabria;
ad ottobre 2013, il ciclo di conferenze "Criminal economies"
presentato a Reggio Calabria alla presenza del Ministro dell'Interno e delle
massime autorità nazionali in tema di ordine e sicurezza pubblica, ed
all'interno dell'edificio che già ospita l'ANBSC, alcuni vani vengono destinati
alla collocazione dell'istituenda "Antenna sulle economie criminali":
una struttura di analisi e ricerca finalizzata a proporre ai Governi
internazionali nuovi strumenti normativi di contrasto alla criminalità
organizzata;
detta scelta è la conseguenza dell'accordo firmato a Vienna nel
dicembre 2012 fra il presidente della Regione Calabria pro
tempore Giuseppe Scopelliti e Yury Fedotof, direttore esecutivo del principale
organismo delle Nazioni Unite, ONU, impegnato nella lotta contro la droga, le
mafie transnazionali ed il terrorismo, acronimo UNODC, alla presenza
dell'ambasciatore Filippo Formica, rappresentante italiano permanente presso le
organizzazioni internazionali, per la realizzazione del predetto progetto
denominato "Antenne sulle economie criminali". Tale accordo è
finalizzato alla realizzazione di un'iniziativa congiunta in materia di
cooperazione internazionale per la gestione e l'impiego dei beni sequestrati e
confiscati alla criminalità, con sede operativa a Reggio Calabria;
il 20 novembre 2014 alla Camera dei Deputati viene presentata la
proposta di legge della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle
mafie e sulle altre associazioni criminali, presieduta dall'ori. Rosy Bindi,
recante "Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di
prevenzione, di cui al decreto legislativo n. 159 del 2011, alle norme di
attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale, di
cui al decreto legislativo n. 271 del 1989, e all'ordinamento giudiziario, di
cui al regio decreto n. 12 del 1941". In tale proposta la sede principale
dell'ANBSC viene fissata a Roma, mentre
Reggio Calabria diventerebbe sede secondaria, quindi declassata. Sempre
in tale proposta si prevede la soppressione delle sedi secondarie di Palermo,
Napoli e Milano, presidi di legalità sottratti a territori in continua
sofferenza ed in prima linea nella lotta alle mafie;
è di vitale importanza una difesa della sede principale scevra da
sentimenti campanilistici territoriali e che mira al consolidamento di quell'azione
di contrasto alla criminalità intrapresa da tempo su tutto il territorio
regionale calabrese e reggino in particolare -
la Giunta regionale ed
il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso il Presidente della
Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei Deputati,
Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dell'Interno, al fine
di modificare l'emendamento numero 22.1 inserito nel testo di riforma al c.d.
Codice Antimafia ed annullare il previsto spostamento della sede principale
dell'Agenzia dei Beni Confiscati da Reggio Calabria a Roma, lasciando ad un
territorio ed alla sua collettività lo strumento più rappresentativo che lo
Stato abbia eretto negli ultimi anni a difesa della giustizia e della legalità
di mantenere le attuali articolazioni territoriali dell'ANBSC, oltre Reggio
Calabria e Roma anche le sedi di Palermo, Milano e Napoli, che nel disegno di
legge di riforma del codice antimafia, ne è prevista la totale chiusura per
risparmio di spesa. Che evitare la "delegittimazione" ed il
"declassamento" della sede principale dell'ANBSC di Reggio Calabria,
eviterebbe la dispersione delle eccellenti professionalità attive da anni e
garantirebbe alle stesse il giusto riconoscimento maturato ed acquisito ai
sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 235 del 2011 e della legge
numero 228 del 2012; consentirebbe al direttore dell'ANBSC di convocare e
tenere le riunioni del consiglio direttivo dell'Agenzia presso la sede
principale di Reggio Calabria, riconoscendole il ruolo ed il valore strategico
previsto da una legge del Parlamento Italiano, confermando ed esaltando
l'eccelsa azione asfissiante che le Procure reggine e calabresi stanno
imprimendo nell'instancabile lotta di contrasto all'ndrangheta. La Calabria e
Reggio non possono permettersi cedimenti alcuni su questo versante, lo Stato
non può permetterlo”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, con rammarico e tristezza devo richiamare
l’attenzione della Presidenza del Consiglio regionale intero, mi spiace che non
ci sia il Governatore regionale, Oliverio, richiamo l’attenzione del
vicepresidente Viscomi e della intera Giunta.
Chiederei un minuto di silenzio dopo aver appreso una triste notizia
che ancora una volta la nostra Calabria subisce. L’ennesimo omicidio che viene
consumato a Reggio Calabria dove indico anche sommessamente i mandanti e gli
esecutori, ossia il Partito democratico nazionale, quello regionale e quello
che in questo momento sta governando la città di Reggio Calabria.
Abbiamo appena appreso che il Senato ha deliberato la chiusura
dell’Agenzia dei beni confiscati nella nostra città.
La mozione che dovevo illustrare ai colleghi consiglieri andava in
questa direzione, ossia sensibilizzare i membri del governo affinché potessero
rimuovere con urgenza l’emendamento numero 22.1 inserito nel cosiddetto Codice
Antimafia.
Siamo arrivati un po’ in ritardo perché proprio un’ora fa il Senato ha
deciso, il Partito democratico nazionale ed i partiti che sostengono il Governo
hanno deciso, presidente Bova, che questo baluardo della nostra città e della
nostra regione dovesse essere scippato e dovesse morire.
Presidente Irto, a questo punto chiederei all’Assemblea, comunque e a
prescindere dalle scelte scellerate del Governo, di approvarla questa mozione;
magari potrebbe essere utile per tentare, unendo tutte le forze, di avere un
sostegno, di cercare forse in futuro di impegnare tale scelta. Allora questa
mozione impegnerebbe un po’ la Giunta regionale e l’intero Consiglio regionale,
il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della
Camera dei deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministero
degli Interni, al fine di modificare, e a questo punto io modifico e dico di
impugnare questo provvedimento.
Pertanto chiedo all’intera Assemblea legislativa di votare e di
sostenere con forza questa mozione, lo ha già fatto precedentemente anche il
Consiglio comunale di Reggio Calabria su una proposta di un consigliere
comunale del centro-destra, dell’opposizione, hanno votato all’unanimità una
mozione simile, nei giorni a seguire una protesta promossa dal sindaco della
nostra città, Falcomatà, con i consiglieri di maggioranza proprio fuori la sede
dell’Agenzia dei beni confiscati a Reggio Calabria…
Personalmente, definii quella protesta una protesta contro se stessi,
perché mi pare chiaro ed evidente che con questo ennesimo scippo, con questa
ennesima mortificazione, il Partito democratico protesta contro se stesso; i
dirigenti regionali di questo partito, i dirigenti regionali, i dirigenti
provinciali di questo partito e quelli nazionali protestano – perché c’erano
presenti anche colleghi consiglieri regionali del partito in quella protesta –
contro le scelte del Governo amico. Questa è un’assurdità!
Beh, con estrema sincerità, sommessamente, senza fare grandi
esaltazioni, vorrei ricordare anche a quest’Aula e a chi ci ascolta da casa che
quelli erano risultati, grandi risultati ottenuti da un centro-destra capace di
governare il territorio e di governare la Regione. Oggi, a distanza di due
anni, sta succedendo l’opposto: il centro-destra faceva, realizzava e
raggiungeva grandi obiettivi, il centro-sinistra, il Partito democratico,
Oliverio, Falcomatà a Reggio, stanno distruggendo quanto fatto di buono da
quella compagine governativa.
Allora io chiedo con forza a quest’Aula di votarla comunque questa
mozione come senso di responsabilità, come senso di appartenenza per la nostra città
e per la nostra regione, facendo capire al Governo, che in questo momento sta
facendo finta di governare il Paese, che c’è una Calabria che si unisce nel
momento in cui c’è da rivendicare sacrosanti diritti che ci vengono sempre di
più negati per il nostro territorio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Il dato è tratto, il Senato ha votato la legge, ha votato il
declassamento dell’Agenzia delle entrate. Noi, con senso di responsabilità e
con scrupolo, raccomandammo alla classe dirigente calabrese – diceva bene il
collega Cannizzaro – che protesta, e forse ha ragione di protestare, perché
protesta contro se stessa; protesta perché è consapevole, quella locale, della
negligenza della classe dirigente che governa il Paese e che dovrebbe tutelare
i diritti, spesso negati, di questa regione; è un provvedimento che delegittima
la funzione, ma soprattutto per la simbologia di questa struttura, è un segnale
negativo, un ulteriore segnale della disattenzione, del disimpegno del Governo
nazionale nei confronti della Regione Calabria.
La deprivazione dell’Agenzia delle entrate, della
centralità dell’Agenzia delle entrate è, ancora una volta, un segnale negativo
e soprattutto non fa altro che ribadire quello che già noi conosciamo rispetto
alla scarsa sensibilità, caro consigliere Romeo, di una classe dirigente che
ritiene questa terra non una risorsa, ma un peso.
Ricordo una frase di Prodi, quando disse che la Calabria doveva essere
la figlia prediletta. Io, invece, ho potuto constatare che la Calabria l’avete
ripudiata in questi anni! E a me dispiace veramente sotto l’aspetto
istituzionale, ma secondo anche una coscienza; avevate una grande opportunità e
l’avete sprecata, per fare una sinergia rispetto all’attività di governo.
Invece questi sono i risultati, questo è il risultato: le passerelle, le
vetrine a cui siete abituati e le propagande, la pubblicità costante! Siamo al
giro di boa in questa legislatura e non constatiamo altro che il fallimento!
Assumetevi le responsabilità del fallimento, a vari livelli, nazionale,
cittadino, regionale, a tutti i livelli!
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Sì, Presidente, prendo atto delle considerazioni dei consiglieri di
opposizione, su molte cose condivisibili. Mi facciano dire, innanzitutto ai
consiglieri Cannizzaro e a Nicolò, che, sebbene possa condividere alcune considerazioni, quando si
accostano esperienze come quella precedente di questa città con quella del
sindaco Falcomatà e si parla di legalità si rischia di scadere nel ridicolo,
veramente!
Quel giorno non c’ero a quella manifestazione che era stata
organizzata, chiamiamola anche di protesta, definitela come volete, organizzata
proprio dal sindaco Falcomatà e da altri, ma…
(Interruzione)
Lei non deve condividere quello che dico io, ci mancherebbe pure, ecco
perché io sto di qua e lei di là.
PRESIDENTE
Continui, consigliere Bova!
Detto questo, vorrei ricordare e
sottolineare l’inspiegabilità anche di questo provvedimento, sebbene vada
salutato come un intervento legislativo che era atteso da tempo; da anni si
attendeva la riforma del Codice dell’antimafia per una serie di misure che,
guarda caso, venivano trattenute per un atteggiamento, anche la riapertura
delle audizioni, eccetera, in Parlamento, e sappiamo quanto fosse importante, e
questo Parlamento l’ha approvata, finalmente, questa riforma.
Una cosa, vorrei sottolineare: proprio dopo l’insediamento
dell’amministrazione Falcomatà al Comune di Reggio Calabria, che ha dato un
input notevolissimo, io ero presente al Miramare. Voi non c’eravate quando
venne proprio nei locali del Miramare sia il direttore nazionale dell’Agenzia
dei beni confiscati sia il Procuratore nazionale, Roberti, e le parole che
vennero dette nei confronti del lavoro che era stato fatto in questo contesto
territoriale, comunale e regionale, per quanto riguardava soprattutto la
gestione e la classificazione dei beni immobili e poi dei beni mobili.
Ricordo la frase del direttore, che disse che in nessun altro settore
della pubblica amministrazione si era visto un incremento del 1.000 per cento
dei risultati, non 10 per cento, in materia di beni confiscati.
Certo, diciamolo – però mi rivolgo a tutto il Consiglio regionale – è
una cosa inattesa, non gradita, è una cosa sulla quale non possiamo tacere o
stare in silenzio, il fatto che un ennesimo presidio di legalità in una città
come quella di Reggio Calabria, dove operano le cosche più potenti nel mondo
della ‘ndrangheta calabrese e della criminalità organizzata mondiale, chiudere
o sopprimere un presidio di legalità che, tra l’altro, ha avuto un
funzionamento notevolissimo. Io stesso debbo dire che esprimo tutto il mio
rammarico, la mia protesta e – fatemelo dire con una battuta – se si continua
così, più che lancia fiamme, si finisce con lo spegnere gli ultimi lumicini che
forse sono rimasti in questa terra di Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Devo dire che noi possiamo dividerci, discutere, figuriamoci, però dobbiamo, almeno in quest’Aula,
tentare di fare uno sforzo di verità. Si vuole fare una mozione a difesa
dell’Agenzia dei beni confiscati di Reggio Calabria? Si fa! Si vuole dire che,
invece, c’è un attacco del Governo e del Pd a Reggio Calabria? Non si può dire,
perché non è così! Io vi invito ad andare a consultare dalla rete il resoconto
stenografico del dibattito del Senato di oggi, nel quale un senatore del centro-destra, Caliendo – ora non so
in quale gruppo, era Pdl – nella discussione di un emendamento ha detto:
“Attenzione, è sacrosanto il principio secondo il quale, proprio per il
funzionamento dell’Agenzia stessa, la sede principale sia in Roma”.
Ora, non dividiamoci tentando di dire che il Pd è contro Reggio, invece
il centro-destra è a favore, eccetera, eccetera. Noi dobbiamo fare uno sforzo
unitario, rimarcare l’importanza di una sede fondamentale a Reggio Calabria e,
rispetto a dieci giorni fa, il testo licenziato dal Senato ha già degli
elementi che comunque mantengono la sede secondaria, a differenza delle altre
sedi; siccome questo provvedimento tornerà alla Camera, se vogliamo dire fino
in fondo che va valorizzata la sede di Reggio, questo Consiglio regionale deve
assumere una posizione istituzionale unitaria fuori dai tentativi di buttarla
sul Pd e sul Governo. Non c’è un disegno di legge presentato dal Governo, ma è
un’iniziativa parlamentare, poi noi dobbiamo difendere Reggio Calabria dentro
lo schema di funzionamento, altrimenti è lo stesso che abbiamo difeso nulla!
Noi abbiamo un passato assai eloquente da questo punto di vista, nel
quale la storia della città di Reggio ha segnato persino barricate e poi
l’isolamento.
A noi serve, invece, assumere una posizione intelligente, forte, perché
l’appello del collega Cannizzaro, depurato dalla parte dove ci fa la polemica
sul Pd, è un appello che va considerato con grande attenzione. Per avere
l’unità del Consiglio regionale della Calabria, bisogna, però, uscire da una
discussione strumentale nei confronti del Pd e del Governo. Dopodiché si
approva una mozione in questo senso e – io dico di più – si dà al Presidente
del Consiglio regionale il mandato di tutta l’Assemblea ad incontrare i gruppi
parlamentari ed il Governo, visto che il provvedimento torna alla Camera, per
ottenere ulteriori miglioramenti. Così concretamente si difende l’Agenzia, si
difende la giustizia, si difende una legislazione importante sul tema dei beni
confiscati.
Eccepire, poi, che alcuni esponenti del Pd (Nicola Irto, Mimmo
Battaglia, il sottoscritto, altri, Francesco D’Agostino, del centro-sinistra e
così via) si siano schierati a difesa di un presidio del territorio, anche di
fronte a tentativi nazionali, e invece dire che, quando si tratta di un bene
che riguarda la città, noi non badiamo a schieramenti politici, non c’è colore
che tenga, io non vedo contraddizioni in questo.
Allora, se noi raccogliamo il senso di questo intervento e lo
sintetizziamo in una mozione e, unitariamente, la votiamo, facciamo una cosa
positiva per Reggio, per la Calabria e per l’Italia.
Bene, allora possiamo sintetizzare – ne ho parlato anche con il
consigliere Cannizzaro – che il Consiglio regionale su questa proposta chiede
al Presidente del Consiglio, al proponente Cannizzaro, al capogruppo del Pd,
qualunque altro capogruppo è disponibile, di chiedere anche un incontro per
spiegare le ragioni dell’importanza dell’Agenzia dei beni confiscati.
Quindi possiamo approvare quest’atto di indirizzo del Consiglio
regionale, che nei prossimi giorni affiniamo assieme alla Conferenza dei
capigruppo, assieme al consigliere Cannizzaro che ha aperto la discussione,
assieme agli altri capigruppo che hanno accolto la discussione, quindi
proponiamo al Consiglio regionale questo tipo di atto di indirizzo.
(Il
Consiglio approva)
Questo è l’atto di indirizzo del Consiglio regionale.
Passiamo all’ordine del giorno a firma della
consigliera Sculco “Sull’ incidenza e il contrasto delle neoplasie in
Calabria”, alla quale cedo la parola.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, nella Conferenza dei capigruppo che si è svolta
giovedì scorso, 22 giugno, e che ha previsto la convocazione di questa seduta
di Consiglio, ho rappresentato al Presidente del Consiglio una particolare situazione che tocca migliaia
di calabresi e riguarda
migliaia di famiglie. Ho rappresentato l’esigenza che il Consiglio regionale si confrontasse
e dibattesse, assumendo un proprio indirizzo, il tema della sanità, in
particolar modo della inadeguatezza e della debolezza della rete oncologica
calabrese, inadatta a soddisfare il fabbisogno sanitario e ad assorbire la migrazione sanitaria per le cure
oncologiche, fenomeno grave ed in espansione nella nostra regione, migrazione
che tanti e gravi danni economici e sociali ha provocato e provoca alla
Calabria e ai calabresi.
In questo
quadro, già grave e preoccupante, la città di Crotone e la sua provincia vivono una situazione particolarmente
delicata e difficile, un territorio, quello crotonese, la cui domanda per la
cura di patologie tumorali è superiore, addirittura, del 107 per cento rispetto
alla media nazionale e del 20 per cento
rispetto a quella regionale; per non parlare della migrazione sanitaria che in
questa provincia raggiunge la cifra record del 51 per cento, superando
addirittura la media regionale, che è del 40 per cento!
Le risposte, rispetto a una domanda di tale portata, non sono per nulla
sufficienti e, in alcuni casi, non sono accettabili.
Ad accertare quanto ho appena dichiarato è la stessa direzione generale
dell’azienda sanitaria provinciale di Crotone che, con un proprio atto
deliberativo del marzo 2017, rappresentava alla struttura commissariale la
propria incapacità a soddisfare i fabbisogni di cure radioterapiche e la
necessità, dunque, di accreditare il centro di radioterapia oncologica del
“Marrelli Hospital” per erogare le prestazioni necessarie; un atto deliberativo
che è stato accolto e sottoscritto dall’Assemblea dei sindaci della provincia
di Crotone, che è stato recepito dallo stesso dipartimento della salute della
Regione Calabria ed è stato sottoposto alla firma dei commissari, che ad oggi
continuano impassibilmente, ingiustificatamente e inaccettabilmente ad ignorare
la richiesta.
Quanto si sta verificando a Crotone non è un caso isolato, se è vero
che i dati della migrazione sanitaria calabrese per cure oncologiche continuano
drammaticamente a crescere, e solleva quello che sta avvenendo a Crotone un
problema più generale che riguarda l’intera Calabria e tutti i calabresi.
Devo dire, ringraziando i miei colleghi consiglieri, che la proposta di
discutere questo tema, così sentito e dolorosamente avvertito dalla nostra
popolazione, in Consiglio regionale è stata condivisa ed accolta con
immediatezza.
Quindi, Presidente, io leggerò l’ordine del giorno che è stato poi
sottoscritto anche dal collega capogruppo Giudiceandrea e dal collega
Arruzzolo:
“Il Consiglio regionale - premesso che:
la Calabria è la
regione che fa registrare l'allarmante dato di 35.227 istanze per neoplasie
(dati Inps) ogni 100.000 abitanti, con un più 73 per cento rispetto alla media nazionale; gli
ultimi dati pubblicati dal Ministero sono gravi e confermano ed evidenziano
come la migrazione sanitaria dalla Calabria non si arresta, ma addirittura
aumenta; nel 2015 i calabresi emigrati per tumore al polmone sono aumentati,
rispetto all'anno precedente, dall'80,6 per cento al 92,7 per
cento e, nello stesso periodo, le donne calabresi con cancro al seno che
vanno fuori regione salgono al 45,6 per cento; complessivamente, la migrazione oncologica sanitaria in
Calabria, nel 2015, supera il 40 per cento, un dato sconcertante e che non può essere più ignorato.
Il valore economico annuo di questa migrazione
sanitaria sfiora i 300 milioni di euro, coinvolge 60.000 famiglie calabresi, e
nel 2016 in Calabria sono stimati oltre 10.000 nuovi casi di tumore;
Nonostante tale
drammatica situazione, che va sempre più crescendo, e non si vedano
all'orizzonte politiche mirate a ridurre il grave fenomeno migratorio, questa
situazione viene aggravata a dismisura, ed in questo caso ancora più
incomprensibilmente, dal fatto che gli stessi ammalati, tornando nella propria
terra, devono sopportare dei “mini viaggi della speranza” dai luoghi di
residenza ai centri di cura, normalmente distanti minimo 100 km; infatti la
percentuale di centri radioterapici presenti in Calabria risulta essere
notevolmente al di sotto della media nazionale (giù ritenuta insufficiente dai
canoni europei). In Europa esiste un centro radioterapico ogni 200.000
abitanti; nel Lazio esiste un centro di radioterapia ogni 340.000 abitanti; in
Toscana un centro di radioterapia ogni 268.000 abitanti; in Lombardia un centro
ogni 290.000 abitanti; in Calabria è presente un centro radioterapico ogni
660.000 abitanti (incredibile, ma vero);
il Governo
nazionale non può più ignorare la debolezza dell'offerta sanitaria calabrese.
La struttura commissariale non può più restare sorda alle richieste di
rafforzamento e adeguamento di servizi e prestazioni sanitarie, a cui i
calabresi hanno sacrosanto diritto;
il Consiglio
regionale e la Giunta della Calabria non possono e non devono più tacere
davanti a dati più che allarmanti e hanno il dovere, in primo luogo
istituzionale, di rappresentare le istanze e le aspettative del popolo
calabrese, privato e leso nel diritto soggettivo e costituzionalmente
riconosciuto, di curarsi a “casa propria” o quanto meno in ambiti territoriali
e compatibili con il proprio stato di salute;
la sanità
costituisce e deve rappresentare una opportunità di giustizia sociale e lo
Stato ha l'obbligo di vigilare e di intervenire per ridurre ed equilibrare le
diseguaglianze, e consentire, in tal modo, a tutti i cittadini, ovunque essi
risiedano, la possibilità di esercitare il proprio diritto alla salute -
impegna:
la Giunta
regionale ad assumere gli indirizzi contenuti nella premessa del presente
ordine del giorno e, di conseguenza, assumere con celerità e la dovuta urgenza
ogni azione ed iniziativa utile e necessaria nei confronti del Governo
nazionale, ed in particolar modo del Ministero della Salute, affinché ai
calabresi siano riconosciuti i diritti attualmente negati;
invita, altresì,
la Giunta a riferire al Consiglio sulle iniziative che vorrà intraprendere e sugli esiti raggiunti”.
Ci
sono altri interventi? Pongo in votazione l’ordine del giorno in
discussione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo alla proposta di legge numero 69/10^ di iniziativa del
consigliere M. D'Acri, recante: “Disposizioni per favorire l'accesso dei
giovani al settore primario e contrastare l'abbandono e il consumo dei suoli
agricoli”.
Prego, consigliere
D’Acri.
E’ stato necessario presentare questa
proposta di legge anche perché l’incidenza del ricambio generazionale
in agricoltura è del 9 per cento, sotto i 40 anni, ed è rimasto stabile negli
ultimi dieci anni.
Vista la disponibilità di tutti questi terreni che ha la Regione
Calabria e gli enti collegati e Comuni e le conseguenze che possono portare
questi terreni ad essere incolti, quindi l’ingente dissesto idrogeologico e la grande
richiesta di terreni che ci sono per questo settore; considerato che i prezzi
di affitto e di acquisto dei terreni sono alti, questa proposta consentirebbe
di dare la possibilità a tanti giovani calabresi di poter realizzare e dare una
risposta e uno sbocco occupazionale.
Quindi la legge si compone di cinque articoli. Questa è la sintesi.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Ci sono altri
interventi? Passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il provvedimento
è approvato con autorizzazione
al coordinamento formale.
Passiamo alla proposta di legge numero 250/10^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: “PSR Calabria 2014-2020. Adempimento condizionalità
ex ante P 5.2 a) - Risorse Idriche - Copertura costi ambientali”.
La parola al consigliere D’Acri per la relazione.
Al fine di
coprire gli eventuali costi ambientali
imputabili direttamente alla Regione e connessi ad interventi per il
ripristino, la riduzione e il contenimento del danno prodotto dagli utilizzi,
per raggiungere gli obiettivi di qualità delle acque previste nei piani di
gestione e garantire le condizioni ex ante del programma di
sviluppo rurale 2015-2020, la Calabria autorizza la spesa del 5 per cento delle
risorse stanziate nel bilancio di previsione a titolo di canone e concessione
per l’utilizzo delle risorse idriche ad uso irriguo.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Ci sono interventi?
Passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il provvedimento
è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
Ultimo punto all’ordine dei lavori l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere
Scalzo “in ordine alla tratta ferroviaria Lamezia Terme-Reggio Calabria”.
Prego, consigliere Scalzo.
Con questo ordine del giorno, già nei giorni
scorsi ho voluto porre all’attenzione dei cittadini, dell’opinione pubblica,
ma anche di tutte le istituzioni un problema legato al trasporto ferroviario.
C’è in corso un ammodernamento che certo va nella direzione di rendere
più efficace ed efficiente il servizio ferroviario nella nostra regione. Tutti
sappiamo come su questo si giochi una partita importante, per quanto riguarda
sia la ferrovia ionica sia quella sul versante tirrenico. Però da qualche
settimana Trenitalia ha posto in essere un’azione che non è accettabile per i cittadini
calabresi, perché, ad esempio, sulla tratta che va da Cosenza a Reggio, da
Lamezia per arrivare a Reggio col treno si impiegano 2 ore e 10 minuti. Stiamo
parlando di servizi di Africa del Nord, di Centro Africa, con rispetto di
quelle aree, ma non è accettabile.
Ho avuto modo di parlare con l’assessore ai trasporti, che è
sensibilizzato a questo problema, ma l’assessore, la Giunta, il Presidente
della Giunta su questo debbono porre in essere un’azione forte che metta al
primo posto i tanti pendolari che la mattina sono costretti a partire
dall’alba, per trovarsi sul posto di lavoro a un orario accettabile.
Quindi l’ordine del giorno va in questa direzione, perché la Giunta su
questo ponga in essere un’azione forte nei confronti di Trenitalia, perché
questo problema vada risolto in tempi brevissimi.
Ci sono interventi? Pongo in votazione l’ordine
del giorno in discussione, di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale -
premesso che:
la tratta ferroviaria tirrenica Lamezia
Terme-Reggio Calabria è interessata da lavori di ammodernamento che,
certamente, renderanno il collegamento più celere e sicuro;
tuttavia, detti lavori stanno causando notevoli
disagi nella fascia oraria mattutina, poiché l'unico convoglio utile
proveniente da Cosenza e utilizzato quotidianamente da centinaia di lavoratori
e studenti, impiega da Lamezia a Reggio quasi due ore e dieci minuti,
costringendo i numerosi pendolari, provenienti dall'hinterland lametino e
catanzarese, a partire da casa all'alba per raggiungere Reggio Calabria in
orario;
anche importanti interventi, come quelli
riguardanti le linee ferroviaria della nostra regione, debbano essere eseguiti
causando il minor disagio possibile sugli utenti;
appare evidente la possibilità di porre in
essere accorgimenti idonei a mitigare l'impatto soprattutto nelle fasce orarie
più delicate -
impegna
il Presidente e la Giunta regionale ad
intervenire in tempi brevi presso il ministero competente e Trenitalia,
affinché vengano adottate misure idonee a contenere i disagi, causati dai
suddetti lavori, nelle fasce orarie interessate da una rilevante presenza di
pendolari”.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Prima di concludere la seduta all’ordine del giorno, mi sia consentito
di ricordare anche in quest’Aula la figura di Stefano Rodotà, un calabrese
illustre che si è spento meno di una settimana fa.
Credo sia doveroso lasciare agli atti di quest’Aula un pensiero
commosso per la commemorazione di uno dei più insigni giuristi italiani, un
fine intellettuale, un convinto sostenitore delle battaglie per i diritti
civili.
Rodotà, prima autorità garante per la riservatezza dei dati personali,
ha dato lustro alla Calabria e al Paese, ha rappresentato uno spirito critico,
ha contribuito a rendere l’Italia più libera e moderna ed ha saputo
interpretare, come pochi, i valori della democrazia, della libertà, della
liceità dello Stato e della legalità.
Io chiederei all’Aula, prima di concludere, un minuto di silenzio.
(I consiglieri e
i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto di silenzio)
Grazie. Esauriti
i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 17,28
Hanno chiesto congedo: Aieta, Ciconte,
Rizzo, Russo
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte
di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Rendiconto generale
relativo all’esercizio finanziario 2016” (deliberazione G.R. n. 167 del
27.4.2017) (PL n. 242/10 )
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio Programmazione Economica, Attività Produttive,
Affari Dell'unione Europea e Relazioni con L'estero.
(Così resta stabilito)
“PSR Calabria 2014/2020.
Adempimento condizionalità ex ante P 5.2 a) – Risorse Idriche – Copertura costi
ambientali” (deliberazione G.R. n. 574 del 28.12.2016) (PL n. 250/10 )
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Modifiche ed integrazioni
alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso
del territorio – Legge Urbanistica della Calabria)” (deliberazione G.R. n. 271
del 20.6.2017) (PL n. 252/10 )
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Mirabello, Guccione – “Norme
per il parto a domicilio” (PL n. 240/10 )
E' stata assegnata alla
terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Ferro – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 37 (Modifica alla legge
regionale n.35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i. – Procedure per la denuncia degli
interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in
prospettiva sismica.” (PL n. 241/10 )
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo, Battaglia, Neri,
Nucera, D’Agostino – “Prosecuzione dell’esercizio provvisorio da parte della
curatela fallimentare SOGAS S.p.A.” (PL n. 243/10 )
E’ assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Sergio, Greco –
“Disposizioni in materia di riordino territoriale delle circoscrizioni comunali
– Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 aprile 1983, n. 13.” (PL n.
244/10 )
E’ assegnata alla prima
Commissione - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento -
ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea – “Norme sulla
responsabilità sociale delle imprese e azioni di contrasto alla cosiddetta
filiera sporca.” (PL n. 245/10 )
E' stata assegnata alla
terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Greco – “Disposizioni per favorire
la diffusione della mobilità elettrica nella regione Calabria e sviluppare la
rete infrastrutturale per la ricarica delle vetture.” (PL n. 246/10 )
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea – “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale n. 35 del 31 dicembre 2015.” (PL n. 247/10
)
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Graziano – “Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio del Consiglio regionale della
Calabria ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lett. a) e lett. e) del decreto legislativo
23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 10
agosto 2014, n. 126.” (PL n. 248/10)
E’ assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Greco – “Modifiche alla
legge regionale 18 maggio 2017, n. 18 (Disposizioni per l’organizzazione del
servizio idrico integrato)” (PL n. 249/10 )
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea –
“Disposizioni contro le discriminazioni generate dall’identità di genere e
dall’orientamento sessuale.” (PL n. 251/10 )
E' stata assegnata alla
terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo – “Disposizioni per la
promozione, il sostegno e la valorizzazione della musica popolare: Bande
musicali, cori e gruppi folkloristici della regione Calabria.” (PL n. 253/10 )
E' stata assegnata alla
terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo – “Modifiche
all’articolo 39 della legge regionale n. 47 del 23 dicembre 2011 (Provvedimento
generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla
manovra di finanza regionale per l’anno 2012)” (PL n. 254/10 )
E’ stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo – “Avvio delle
attività dell’Agenzia Regionale di cui all’articolo 7 della legge regionale 17
agosto 2009, n. 24.” (PL n. 255/10 )
E' stata assegnata alla
terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa
dell’Ufficio di Presidenza:
“Riaccertamento ordinario
dei residui attivi e passivi al 31.12.2016, ai sensi dell’articolo 3, comma 4,
del D. Lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii. e conseguenti variazioni al bilancio di
previsione 2016-2018 e al bilancio di previsione 2017-2019 del Consiglio
regionale.” (deliberazione U.P. n. 28 del 29.5.2017) (PPA n. 173/10 )
“Approvazione variazioni al
bilancio di previsione 2017-2019 del Consiglio regionale” (deliberazione U.P.
n. 34 del 29.5.2017) (PPA n. 174/10 )
“Approvazione del rendiconto
dell’esercizio finanziario 2016 e della relazione sulla gestione.” (PPA n.
178/10 )
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte
di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Rendiconto esercizio 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui – Azienda Territoriale per l’Edilizia
Residenziale Pubblica (ATERP) della Provincia di Vibo Valentia” (deliberazione
G.R. n. 219 del 29.5.2017) (PPA n. 170/10 )
E’ assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Rendiconto esercizio 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui – Azienda Territoriale per l’Edilizia
Residenziale Pubblica (ATERP) della Provincia di Cosenza” (deliberazione G.R.
n. 220 del 29.5.2017) (PPA n. 171/10 )
E’ assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Rendiconto esercizio 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui – Azienda Territoriale per l’Edilizia
Residenziale Pubblica (ATERP) della Provincia di Reggio Calabria”
(deliberazione G.R. n. 221 del 29.5.2017) (PPA n. 172/10 )
E’ assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Rendiconto esercizio 2015 –
Azienda Calabria Lavoro” (deliberazione G.R. n. 266 del 20.6.2017) (PPA n.
176/10 )
E’ assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
“Rendiconto esercizio 2015 –
Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria”
(deliberazione G.R. n. 265 del 20.6.2017) (PPA n. 177/10 )
E’ assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta
di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri Giudiceandrea,
Bova, Neri, Guccione:
“Istituzione, ai sensi
dell’articolo 32 dello Statuto, di una Commissione di inchiesta con il compito
di svolgere un’inchiesta sull’attività amministrativa dell’Azienda Sanitaria
Provinciale di Cosenza.” (PPA n. 175/10 )
E’ assegnata alla prima
Commissione - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento - per il parere.
La Giunta regionale ha trasmesso per il
parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 201 del 16
maggio 2017, recante: ‘Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile. Piano
Stralcio Esecutivo Annuale 2017 (art. 4 della l.r. 8/2008). D.G.R. n. 573/2016 e
104/2017. Integrazioni’ (Parere n. 28/10^)
E’ assegnata alla seconda
Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il
parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 231 del 29
maggio 2017, recante: “Proposta di regolamento attuativo della legge regionale
5 luglio 2016, n. 21 recante «Disposizioni in materia di rateizzazione dei
debiti tributari e delle relative sanzioni» s.m.i”
E’ assegnata alla seconda
Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
La quarta Commissione, con nota n. 22457 del 23 maggio 2017, ha
comunicato che nella seduta del 23 maggio 2017 ha espresso parere favorevole
alla deliberazione della Giunta regionale n. 157 del 21 aprile 2017, recante:
'Determinazione del livello dei servizi minimi art 16 D.Lgs 422/1997 art. 5
della L.R. 35/2015 - Approvazione del documento da sottoporre ai pareri della
Commissione consiliare competente, della Autorità regionale dei trasporti della
Calabria (ART.CAL.) e del Comitato della mobilità' (Parere n. 27)
La seconda Commissione, con nota n. 23036 del 26 maggio 2017, ha
comunicato che nella seduta del 25 maggio 2017 ha espresso parere favorevole
alla deliberazione della Giunta regionale n. 201 del 16 maggio 2017, recante:
"Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile. Piano Stralcio
Esecutivo Annuale 2017 (art. 4 della L.R. 8/2008). D.G.R. n. 573/2016 e
104/2017. Integrazioni" (Parere n. 28)
La seconda Commissione, con nota n. 27383 del 26 giugno 2017, ha
comunicato che nella seduta del 23 giugno 2017 ha espresso parere favorevole
alla deliberazione della Giunta regionale n. 231 del 29 maggio 2017, recante:
"Proposta di regolamento attuativo della legge regionale 5 luglio 2016, n.
21 recante «Disposizioni in materia di rateizzazione dei debiti tributari e
delle relative sanzioni» s.m.i." (Parere n. 29)
Comunico
che, in data 18 maggio 2017, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato
le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 48 del 18
maggio 2017:
1. Legge regionale 18 maggio 2017, n. 18, recante: “Disposizioni
per l'organizzazione del servizio idrico integrato”;
2. Legge regionale 18 maggio 2017, n. 19, recante: “Norme per la
programmazione e lo sviluppo regionale dell'attività teatrale”;
3. Legge regionale 18 maggio 2017, n. 20, recante:
“Interpretazione autentica del comma 1 ter dell'articolo 12 della legge
regionale 8 luglio 2002, n. 24”.
Comunico che, con nota prot.
27883 del 28 giugno 2017, è stata trasmessa la relazione del Garante regionale
per l'Infanzia e l'Adolescenza, ai sensi dell'articolo 5 della legge regionale
12 novembre 2004, n. 28.
La Giunta regionale, con
nota prot. n. 180051 del 30 maggio 2017, ha trasmesso la deliberazione n. 223
del 29 maggio 2017, recante: “Approvazione Intesa territoriale per gli
investimenti, ai sensi dell'articolo 10, comma 3 della legge 24 dicembre 2012,
n. 243 e s.m.i. in materia di «Ricorso all'indebitamento da parte delle Regioni
e degli Enti locali»”.
Comunico
che, in data 6 giugno 2017, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto
indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 52 del 7 giugno 2017:
Regolamento regionale n. 12 del 6 giugno 2017, concernente:
"Modifiche al regolamento regionale 20 novembre 2013, n. 12 (Regolamento
regionale per la disciplina delle strutture ausiliarie, assimilate e segreterie
tecniche) "
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2016-2018:
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
536 |
del 16 |
dicembre |
2016 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
565 |
del 28 |
dicembre |
2016 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
566 |
del 28 |
dicembre |
2016 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
567 |
del 28 |
dicembre |
2016 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
568 |
del 28 |
dicembre |
2016 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
570 |
del 28 |
dicembre |
2016 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
571 |
del 28 |
dicembre |
2016 |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
572 |
del 28 |
dicembre |
2016 |
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti
deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2017-2019:
Deliberazione Giunta regionale n.143 del 7 aprile 2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 194 del 16 maggio 2017; Deliberazione Giunta
regionale n. 195 del 16 maggio 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 196 del
16 maggio 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 197 del 16 maggio 2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 198 del 16 maggio 2017; Deliberazione Giunta
regionale n. 199 del 16 maggio 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 200 del
16 maggio 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 214 del 29 maggio 2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 215 del 29 maggio 2017; Deliberazione Giunta
regionale n. 216 del 29 maggio 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 217 del
29 maggio 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 218 del 29 maggio 2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 241 del 12 giugno 2017; Deliberazione Giunta
regionale n. 242 del 12 giugno 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 243 del
12 giugno 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 244 del 12 giugno 2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 245 del 12 giugno 2017; Deliberazione Giunta
regionale n. 246 del 12 giugno 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 251 del
12 giugno 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 262 del 20 giugno 2017;
Deliberazione Giunta regionale n. 263 del 20 giugno 2017; Deliberazione Giunta regionale n. 264
del 20 giugno 2017.
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
l'11 aprile 2017 il
Consiglio dei Ministri, su proposta del presidente Paolo Gentiloni e del
ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato il
Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017 -- Legge 50/2017;
il Titolo IV della Legge
50/2017 vengono disposte le misure urgenti per il rilancio economico e sociale
con nuove misure nel settore dei Trasporti e delle Infrastrutture (capitolo I);
in merito alla
stabilizzazione del Fondo destinato al finanziamento del Trasporto Pubblico
Locale (4.789.506.000 euro per l'anno 2017 e 4.932.554.000 euro per gli anni
dal 2018 in poi) e l'incremento dal 60% all'80% l'anticipazione dell'erogazione
del predetto fondo, anche al fine di ridurre i tempi di pagamento dei debiti
della PA;
nella Conferenza
Stato-Regioni preliminare all'approvazione del DEF 2017 sono stati stabiliti i
criteri di ripartizione del Fondo nazionale per il Trasporto pubblico locale;
considerato che: i nuovi
criteri di ripartizione del Fondo nazionale per il TPL prevedono premialità
derivanti dal traffico dei passeggeri con la consequenziale equazione che più
viaggiatori paganti biglietto ci saranno sulle tratte ferroviarie e le
autolinee calabresi, più si avrà la possibilità di ricevere soldi pubblici da
reinvestire nel settore;
dal momento in cui la
Calabria presenta una condizione demografica e geografica per nulla
concorrenziale rispetto alle cosiddette "regole del gioco" previste
dal DEF 2017, in quanto la potenziale utenza sui servizi di trasporto,
determinata della densità abitativa per chilometro quadrato, è di gran lunga
inferiore ad altre regioni italiane anche meno abitate rispetto alla nostra;
i criteri di ripartizione
del Fondo nazionale per il TPL contemplano un 35% di incassi derivanti dall'utenza,
come soglia minima al di sotto della quale sono previste delle decurtazioni sul
fondo, determinando - allo stato attuale - un previsionale di perdite pari a
20MLN di euro l'anno -:
quali urgenti ed
improcrastinabili provvedimenti il Governo regionale intende assumere, al fine
di evitare l'ennesimo ed ingiustificato scippo di risorse pubbliche a danno
della Calabria, per emendare-la Legge 50/2017 modificandone i criteri di
attribuzione del Fondo e se c'è stata un obiezione da parte della Regione Calabria
in seno alla Conferenza Stato-Regioni sull'ipotesi di attuazione dei nuovi
criteri di ripartizione del Fondo nazionale per il TPL.
(284; 01/06/2017)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale -
Per sapere - premesso che:
nel gennaio 2016, rielaborando
e confermando il Piano Operativo Triennale (POT) 2015- 2017, l'Autorità
portuale di Gioia Tauro, ha approvato il Piano Triennale delle Opere pubbliche
(PTOP) 2016-2018;
i predetti POT e PTOP hanno
ricevuto l'approvazione della Giunta regionale della Calabria;
il POT e PTOP riportano nel
dettaglio gli interventi in fase d'opera e da attuare all'interno della
circoscrizione portuale afferente all'Autorità di Gioia Tauro, tra i quali
anche il porto di Corigliano Calabro (Cs);
per il suddetto Porto di
Corigliano Calabro è previsto - tra gli altri interventi strutturali quali la
realizzazione di un nodo intermodale e di altre strutture accessorie - anche un
investimento di circa 12.200.000 di Euro per la realizzazione di un terminal
crociere, di cui: 8.100.000 per la realizzazione della banchina nord;
4.100.000 per la
realizzazione del piazzale retrostante;
considerato che i fondi per
la realizzazione del terminal crociere presso il porto di Corigliano sono già
disponibili per la parte del 50% presso l'Autorità Portuale di Gioia Tauro e
per la restante parte del 50% presso la Regione Calabria;
l'Area della Sibaritide ha
già sperimentato, con successo e grazie allo scalo portuale di Corigliano
Calabro, l'esperienza di accoglienza del turismo di massa e internazionale
derivante dai flussi crocieristici;
le più importanti compagnie
crocieristiche e i maggiori tour operator
nazionali ed internazionali ritengono "altamente appetibile" sia il
mercato che l'offerta turistica della Piana di Sibari e delle città dello
Jonio" (Report sul turismo - 2015);
è concreta la difficoltà di
intercettare l'interesse delle compagnie crocieristiche per la mancanza di
idonei servizi strutturali e di servizio;
atteso, inoltre, che il
Porto di Corigliano Calabro rientra tra quelli individuati dal Ministero
dell'Interno nella rete di soccorso internazionale ai migranti del mare e che
urgono interventi urgenti per la creazione di idonei presidi di sicurezza così
da consentire l'eventuale e contemporaneo scalo commerciale, turistico e di
emergenza all'interno dello scalo;
lo sviluppo economico della
Sibaritide e della nascente Città unica Corigliano-Rossano si fonda, oltre che
sull'economia agricola e della trasformazione, anche sul turismo, essendo
presenti sul territorio emergenze artistico-culturali e naturalistiche di
rilevanza mondiale (Codex Purpureus Rossanensis, Polo Archeologico di Sibari,
il parco nazionale del Pollino etc.) e che l'implementazione del mercato
crocieristico potrebbe dare un forte impulso all'economia comprensoriale -:
le motivazioni per le quali,
ad oggi, nonostante i fondi per la realizzazione del terminal crociere presso
il Porto di Corigliano siano già disponibili, destinati e fermi presso i due
enti, non si sia provveduto ad avviare l'investimento e quali urgenti e
improcrastinabili iniziative si intendono attuare per avviare le procedure
esecutive di progettazione e realizzazione dell'opera.
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
secondo notizie recentemente
apparse su testate di stampa nazionali Mormanno, paese del Cosentino, dovrebbe
ospitare un Centro permanente per il rimpatrio dei migranti, per come previsto
dall'ultimo decreto "Minniti";
il medesimo decreto governativo
individua e fissa i criteri di scelta per l'ubicazione di tali Centri
(strutture pubbliche, lontano dai centri abitati e vicini ad aeroporti ) che
non sono le classiche strutture di accoglienza, bensì vere e proprie strutture
militarizzate in cui vengono allocati immigrati irregolari pronti al rimpatrio;
scelte strategiche così
importanti non possono essere calate dall'alto senza alcuna mediazione con le
Regioni e gli Amministratori locali;
avendo lo scrivente
partecipato qualche giorno fa a Mormanno ad un Consiglio comunale aperto, ha
avuto modo di verificare che né il Sindaco, né le istituzioni presenti sul
territorio, hanno concertato alcunché in merito;
la zona prescelta, nei
pressi di un invaso lacuale, in pieno Parco Nazionale del Pollino, assume una
naturale e pluridecennale vocazione turistica;
le strutture reperite in
altri posti sono per lo più strutture pubbliche militari (ex caserme), lontano
dai centri abitati e vicine ad aeroporti, in linea con i dettami del decreto -:
se la Giunta regionale è
stata informata e coinvolta per la scelta eventualmente fatta dal Ministero
degli Interni e, in caso di risposta negativa, se la Regione intenda
interloquire subito con il Ministero competente per verificare la fondatezza o
meno della notizia di stampa;
in caso di conferma ufficiale della notizia, se la Giunta regionale approva e
concorda sulla scelta di Mormanno, paese in pieno Parco Nazionale del Pollino,
quale territorio dove ubicare la struttura, senza peraltro alcuna precedente
interlocuzione con la Regione stessa e i territori interessati;
eventualmente quali procedure e provvedimenti la Giunta regionale intende
adottare per verificare se la tipologia di struttura reperita (ex alloggi della
ditta appaltatrice dei lavori autostradali Italsarc, oggi acquisiti da privato)
rispetti i criteri previsti nel decreto (struttura di proprietà pubblica,
lontana dai centri abitati e vicina ad aeroporti ).
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
sono stati appaltati i
lavori per la realizzazione dei nuovi ospedali della Piana di Gioia Tauro,
della Sibaritide e di Vibo Valentia pari a un importo complessivo di
438.020.667,32 milioni di euro per un numero di posti letto per acuti
complessivo di 1120;
i protocolli di intesa per
la tutela della legalità nel settore degli appalti pubblici sono stati
sottoscritti per tutti e tre gli ospedali;
per quanto riguarda
l'ospedale della Sibaritide il contratto è stato sottoscritto a settembre del
2014 tra Regione Calabria, Asp di Cosenza e "Ospedale della Sibaritide-
Società consortile per azioni";
per quanto riguarda
l'ospedale di Gioia Tauro il contratto è stato sottoscritto a marzo del 2015
tra Regione Calabria, Asp di Reggio Calabria e "Ospedale della Piana di
Gioia- Società consortile a responsabilità limitata";
per quanto riguarda
l’ospedale di Vibo Valentia il contratto è stato sottoscritto a settembre del
2014 tra Regione Calabria, Asp di Vibo Valentia e società “Vibo Hospital
Service SPA”;
nonostante sia trascorso
molto tempo, ancora non sono stati aperti i cantieri per la realizzazione di
queste opere così importanti, accumulando gravi ritardi;
il terzo megalotto -
Ammodernamento statale 106 Jonica Roseto Capo Spulico-Sibari - per un importo
complessivo di un miliardo e quattrocento milioni di euro, è stato inserito nel
corridoio per il completamento dell'autostrada jonica E-90
Lecce-Taranto-Sibari-Reggio Calabria;
per quanto riguarda il Terzo
Megalotto "Innesto con SS 534 km 365-150 - Roseto Capo Spulico km 400-00”,
con delibera Cipe 121/2001 viene inserito nel primo programma delle
infrastrutture strategiche e rientra nell'applicazione della legge 443/2001
recante delega al Governo in materia di infrastrutture e insediamenti
produttivi di interesse nazionale;
la cantierizzazione delle
opere doveva avvenire già da qualche mese, invece ha subito uno stop dovuto al
ritiro della delibera Cipe nell'agosto del 2016 in cui era previsto l'avvio dei
lavori per il Primo lotto della statale 106 jonica;
sono tutte opere strategiche
- infrastrutture viarie di grande collegamento e strutture sanitarie essenziali
per il miglioramento dei servizi - finanziate per quasi due miliardi di euro;
le stazioni appaltanti -
Regione Calabria per quanto riguarda i tre ospedali e Anas per quanto riguarda
il Megalotto della statale 106 - ad oggi non sono state nelle condizioni di
mettere in atto iniziative tali da cantierizzare le opere con il rischio di
pagamento di penali considerevoli alle imprese appaltatrici;
il ritardo accumulato e il
mancato utilizzo di circa 2 miliardi di euro, già disponibili, sta procurando
un grave danno all'economia calabrese e ai cittadini ai quali sono preclusi
servizi e infrastrutture importanti per il miglioramento della loro qualità
della vita -:
e sbloccare, alla luce dei
gravi ritardi nella cantierizzazione dei tre nuovi ospedali e del Terzo
Macrolotto della statale 106 Roseto-Sibari, l'inerzia che si registra da parte
delle Stazioni appaltanti che, pur avendo la disponibilità finanziaria di due
miliardi di euro non sono in grado di trasformarli in opere che porterebbero
benefici alla debole economia calabrese e doterebbero la nostra regione di
infrastrutture essenziali per il suo sviluppo.
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il New York Times,
autorevole organo di informazione statunitense, ha inserito nella prestigiosa
classifica delle mete turistiche da visitare nel 2017, la Calabria, unica
regione italiana ad aver ottenuto tale riconoscimento;
considerato che: la Calabria
pur trovandosi in una posizione strategica al centro del Mediterraneo, risulta
essere difficilmente accessibile, e non è integrata con il resto del Paese e
l'Europa, a causa di carenze infrastrutturali legate ad una mancata pianificazione
di sviluppo e potenziamento del sistema dei trasporti;
nel territorio sono presenti
716 km di costa prive di adeguata progettazione delle vie del mare. I porti non
hanno attracchi permanenti delle navi da crociera;
la diportistica è soggetta
ad iniziative privatistiche senza una visione strategica delle politiche
regionali;
gli aeroporti di Reggio
Calabria e Crotone versano in una situazione molto critica;
ritenuto che: secondo le previsioni dello studio di Confturismo-Piepoli, si
registra rispetto al 2016 una crescita di 6 punti percentuali dei turisti in
Italia. La Federalberghi Calabria stima un'estate ricca di nuove presenze,
provenienti da nuovi mercati;
il turismo e l'agricoltura
sono dei settori strategici per lo sviluppo economico della regione, in grado
di creare occupazione, diversificare il sistema produttivo locale,
salvaguardare le specificità culturali tipiche, a tutela e valorizzazione della
sostenibilità ambientale;
prosegue una cronica
deficienza del sistema di depurazione con strutturali criticità che influiscono
pesantemente sulla tutela dell'ambiente e sulla fruibilità della nostra
balneazione -:
quali siano gli interventi
mirati a garantire i servizi essenziali e rendere fruibile il territorio al
fine di agevolare l'implementazione di nuovi flussi turistici;
quali iniziative in merito
sono state avviate o si intendono avviare per il rilancio del territorio
calabrese, alla luce di quanto evidenziato dalla nota testata statunitense che
ha definito la Calabria "una meta da non perdere", specialmente per
le peculiarità riguardanti le tipicità e le eccellenze enogastronomiche.
Magno. Al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore Regionale al
Lavoro. Per sapere - premesso
che:
il decreto n.2285 del 9
marzo 2016 ha indetto la "Manifestazione di interesse, in attuazione delle
Intese raggiunte dalla Regione Calabria e le Corti di Appello e Procure
Generali della Calabria e la Magistratura Amministrativa e contabile e
istituzioni assimilate, per la selezione di 1.000 lavoratori percettori in
deroga o lavoratori disoccupati con pregressa esperienza formativa presso gli
uffici giudiziari per un percorso di qualifica in grado di offrire maggiori
opportunità lavorative";
si è svolta, nei primi
giorni del mese di marzo c. a., nella sede del Ministero della Giustizia, a
Roma, una riunione tecnica cui hanno partecipato il capo del dipartimento del
Ministero Gioacchino Natoli, il direttore generale del personale Barbara
Fabbrini, il presidente della Corte d'Appello di Catanzaro Domenico Introcaso,
il presidente della Corte d'Appello di Reggio Calabria Luciano Gerardis, il
procuratore generale di Catanzaro Raffaele Mazzotta, il procuratore generale
f.f. di Reggio Calabria Fulvio Rizzo, il dirigente della Procura Generale di
Reggio Calabria Demetrio Foti ed il dirigente generale del dipartimento
"Lavoro" della Regione Fortunato Varone che ha portato alla
definizione di uno schema di convenzione tra gli Uffici giudiziari dei suddetti
Distretti e la Regione Calabria per l’avvio dei tirocini;
il 31 marzo 2017 è stata
stipulata la convenzione tra la Regione ed i vertici dei due Distretti di Corte
d'Appello della Calabria che prevede l'avvio di 650 tirocinanti nei diversi
uffici giudiziari della regione, così come previsto dal Ministero della
Giustizia, consentendo di fatto l'utilizzazione di quanti hanno partecipato
alla manifestazione di interesse per la selezione "di mille lavoratori
percettori in deroga o lavoratori disoccupati" e garantendo personale
qualificato e una migliore operatività per tutti gli uffici giudiziari
calabresi che soffrono di gravi problemi attinenti alla carenza di organico;
l'avvio del suddetto
tirocinio presenta numerose problematiche che riguardano: la totale mancanza di
una distribuzione razionale del personale presso gli uffici giudiziari, la
riassegnazione di 67 persone destinate al giudice di pace di Cinquefrondi che è
in via di smantellamento, l'aver annoverato come Enti destinatari delle risorse
l'Avvocatura di Stato che non ha funzione giurisdizionale e quindi non può
rientrare negli Enti assimilati;
lo svolgimento dei tirocini
da parte di 60/70 persone presso un giudice di pace, inoltre, lascia seri dubbi
sul fatto che possa essere rilasciato un attestato che certifichi l'attività
formativa che possa essere giustificata davanti la Corte dei conti -:
quali azioni a breve termine
il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore al Lavoro intendono
intraprendere per consentire una razionale distribuzione del personale negli
uffici giudiziari calabresi, che presentano croniche carenze d'organico, e,
così, garantire una efficiente collocazione dei 1000 lavoratori percettori in
deroga o lavoratori disoccupati.
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
le acque del fiume Crati, in
periodi di grandi piene ed eventi eccezionali, trasportano quantità incredibili
di sedimenti creando nell'alveo zone di evidente deposito che si alternano ad
aree fortemente erose;
una di queste aree che
presenta evidenti ed imminenti pericoli di esondazione del fiume e conseguente
spaccatura dell'argine si trova in agro di Corigliano Calabro, area compresa
tra i punti GPS: WSG-N.39°41'46.31893/E. 16°25'54.27059 e N.39°41'46.22977/E.
16°27'08.56140, dove, oltre a diverse infrastrutture, trovano posto decine di
ettari di agrumeto;
la gravità dello stato dei
luoghi viene denunciata sin dal novembre 2014, e incessantemente per gli anni
2015 e 2016, dai proprietari dei fondi alle autorità competenti;
il pericolo di esondazione
nel tratto indicato è stato monitorato ed osservato per più giorni dal Secondo
Nucleo Ambiente della Polizia Provinciale e portato a conoscenza della Autorità
di Bacino e dei vari settori dell'allora Provincia di Cosenza con nota del
19/01/2015 prot. n. 3752;
per effettuare gli
interventi più importanti e proteggere le zone ritenute a maggiore rischio di
esondazione, nel 2014 veniva redatto dalla Provincia di Cosenza il progetto
" Interventi integrati dell'officiosità idraulica del fiume Crati - Comune
di Corigliano Calabro " e stanziata, per lavori, nel 2015 la somma di €
1.200.000,00 - con fondi POR - FESR 2007/2013, ad oggi non pervenuti;
Considerato che: con nota
del 02/09/2016 prot. n° 266783 del dirigente del settore LL.PP. Regione
Calabria, si informavano le persone interessate che l'Ufficio aveva "
preso atto della situazione di criticità segnalata in merito al potenziale
rischio di esondazione del fiume Crati " ma parimenti si trincerava dietro
l'art. 12 del R.D. n° 523 del 25/07/1904 secondo il quale gli interventi
necessari per la difesa della proprietà privata devono essere messi in atto dal
proprietario frontista;
non è questo il caso, in
quanto, se nell'alveo del fiume nel corso degli ultimi venti anni fossero stati
effettuati lavori di manutenzione, la fascia golenale ricadente nel Comune di
Corigliano Calabro al fg. 12 part. 5 intestata a Demanio Pubblico dello Stato
della larghezza di mt 80,00 non sarebbe stata erosa e l'argine destro non
sarebbe stato compromesso tanto da far temere una spaccatura;
tra le varie richieste e
denunce, esiste un'istanza del 09/12/2016 del Comune di Corigliano Calabro ad
opera dell'Assessore ai LL.PP.;
la pericolosità del sito è
stata perfino oggetto di alcune trasmissioni televisive e tra queste Buongiorno
Regione a cura di RAI 3, andata in onda il 17 febbraio u.s. -:
quali iniziative intende
avviare la Giunta regionale al fine di effettuare una manutenzione lungo tutto
il letto del fiume e mettere in sicurezza, pertanto, gli argini dello stesso
nei punti in cui è palese il pericolo di cedimenti, in particolare nella fascia
golenale ricadente nel Comune di Corigliano Calabro al fg. 12 part. 5 intestata
a Demanio Pubblico dello Stato, citata in precedenza;
se la Giunta regionale ha
provveduto all'approvazione e conseguente applicazione delle norme che
consentono e regolamentano il prelievo nell'alveo dei fiumi di materiale inerte
e sabbioso;
se gli uffici preposti hanno
inteso verificare la convenienza economica e finanziaria del rifacimento del
muro d'argine danneggiato rispetto al consolidamento tout court dello stesso
tratto;
se il finanziamento di €
1.200.000,00 a valere sul POR 2007-2013 previsto per il progetto "
Interventi integrati dell'officiosità idraulica del fiume Crati - Comune di
Corigliano Calabro" possa essere recuperato ed utilizzato per la finalità
preposta ovvero riproporlo sul POR 2014-2020.
Aieta. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con D.C.A. n. 86 del 24
maggio 2017 il commissario ad acta per l'attuazione del vigente Piano di
rientro dai disavanzi del SSR calabrese ha stipulato un protocollo d'intesa
sperimentale tra l'INPS e la Regione Calabria per l'affidamento delle funzioni
relative all'accertamento dei requisiti sanitari in materia d'invalidità
(art.18 comma 22 D.L. 6 luglio 2011 n.98, convertito nella legge 15 luglio 2011
n.111);
si tratta di un ennesimo
atto illogico che, se pur posto al fine di migliorare, semplificare ed
uniformare su tutto il territorio nazionale il procedimento di concessione
delle prestazioni di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap
e disabilita, nel quadro di un trattamento economico assistenziale uniforme,
previsto dalla legge, in realtà non fa altro che andare ad aggravare e
pregiudicare ulteriormente, la salute dei cittadini calabresi, incidendo -
questa volta- soprattutto su coloro che si trovano in situazioni di disagio
psichico fisico;
nella specie, nel decreto
del Commissario espressamente si legge di affidare all'INPS, attraverso la
stipula di specifiche convenzioni, anche le funzioni relative all'accertamento
dei requisiti sanitari;
si tratta di un provvedimento che non tiene conto del tessuto sociale calabrese
e soprattutto dei disagi che un tale atto comporta per tutti coloro che da ora
in avanti, dovranno sottoporsi all'accertamento dei requisiti sanitari dì
invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità;
procedendo ad approvare il
suddetto Protocollo d'intesa, contrariamente a quanto sotteso alla ratio del
provvedimento stesso, non solo, non si è posta alcuna tutela della salute
pubblica, ma soprattutto non si è tenuto conto dell'estremo impatto negativo e
di disagio che si crea per tutti i cittadini calabresi che si vedranno
costretti, nonostante le patologie che dovranno essere accertate, a recarsi
presso le sedi INPS territorialmente competenti per poter ottenere
l'accertamento di un diritto;
considerato, altresì che:
contrariamente a quanto posto a base del DCA, non si condivide il risparmio di
spesa e soprattutto non si condivide l'inciso secondo cui l'applicazione del
suddetto decreto non comporta nuovi maggiori oneri, diretti o indiretti, a
carico dei cittadini;
in realtà è esattamente il
contrario, in quanto si pone proprio a carico dei cittadini calabresi costi
maggiori rispetto a quelli sino ad oggi sostenuti dagli stessi, anche solo per
il fatto di doversi recare e/o accompagnare un soggetto che si trova in stato
di fragilità psico fisica dal luogo dì residenza a quello oggi imposto dal
Commissario -:
di voler intervenire al fine
di scongiurare l'ennesimo atto illogico, anti economico, dannoso per
l'interesse della collettività posto in essere dalla struttura commissariale
per il piano di rientro.
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la farmacia sita in Reggio
Calabria, alla via Willermin, è l'unica struttura della città dove le persone
affette da determinate patologie, quali cancro, leucemia e altre gravissime
malattie, possono ritirare i farmaci indispensabili alla loro sopravvivenza;
tale farmaceutica, fino al
mese di agosto 2016, osservava un orario di apertura complessivamente
funzionale alle esigenze della popolazione, garantendo l'operatività nelle ore
antimeridiane di tutti i giorni feriali e nelle ore pomeridiane di un giorno a
settimana;
dal giorno cinque del mese
di agosto 2016, tale struttura non è attiva tutti i giorni, ma solamente nelle
ore antimeridiane dei giorni dispari della settimana, così come risultante
dall'avviso affisso al portone della struttura;
ritenuto che: tale
situazione è fonte di disagi notevoli per i cittadini già gravati da pesanti
sofferenze legate alle patologie oncologiche, costretti, a discapito delle loro
esigenze lavorative, ad accalcarsi nel ristretto orario di apertura, con
diverse ore di attese -:
quali interventi urgenti si intendano
assumere per garantire agli utenti di tale farmacia, residenti in un territorio
abbastanza vasto, un servizio adeguato rispetto alle esigenze degli ammalati
affetti da patologie gravi.
Magno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il "Comitato spontaneo
per la valorizzazione delle esperienze professionali nell'Amministrazione
regionale" è costituito da 126 esperti che hanno maturato significative
esperienze nei settori più delicati e cruciali dell'azione amministrativa
regionale (assistenza tecnica sui Programmi Operativi Regionali, monitoraggio
di programmi e progetti, accompagnamento degli Enti ed altro) attraverso
contratti stipulati con la Regione o con società partecipate della stessa;
gli aderenti al
"Comitato spontaneo per la valorizzazione delle esperienze professionali
nell'Amministrazione regionale" hanno richiesto il 3 maggio 2016 un
incontro al Presidente del Consiglio Regionale, al Presidente della Regione e
all'intera Giunta, ai consiglieri regionali e al Presidente della terza
Commissione consiliare per meglio esplicitare le loro istanze, il 30 giugno
2016 alcuni componenti del gruppo di coordinamento sono stati auditi dalla
terza Commissione del Consiglio regionale della Calabria, presieduta dall'On.
Michele Mirabello, il 12 luglio 2016 hanno incontrato il presidente del
Consiglio regionale Nicola Irto ed infine hanno richiesto un incontro al vice
presidente della Giunta regionale Antonio Viscomi;
in ognuno degli incontri su
menzionati sono state evidenziate le competenze maturate e acquisite in questi
anni dagli esperti aderenti al Comitato, i benefici economici, amministrativi e
logistici che la Regione otterrebbe dal loro reimpiego per garantire il
supporto necessario alla chiusura della programmazione 2007/2013 e l'avvio del
Programma Operativo Regionale 2014/2020 ed è stato sottolineato come le risorse
rinvenenti dai P.A.C, ovvero dal POR 2014-2020 possono coprire il fabbisogno
del personale esterno per la durata dell'attuale Programmazione, senza
ricorrere all'affidamento a società private che comporterebbe uno svilimento
del tessuto professionale regionale -:
quali azioni il Presidente
della Giunta regionale e il Vice Presidente della Giunta regionale intendano
intraprendere per non disperdere le competenze acquisite dai 126 esperti
costituenti il "Comitato spontaneo per la valorizzazione delle esperienze
professionali nell'Amministrazione regionale" che hanno maturato
significative esperienze in settori nevralgici dell'amministrazione regionale,
attraverso contratti stipulati con la Regione o con società partecipate della
stessa, e potrebbero garantire il supporto necessario alla chiusura della
programmazione 2007/2013 e l'avvio del Programma Operativo Regionale 2014/2020.
Magno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria, con LR
n.57 del 5 maggio 1990, ha collocato a tempo indeterminato 80 psicologi assunti
negli anni '80 con avvisi pubblici nei vari comuni calabresi;
la Regione Calabria, nel 1993, ha tolto gli psicologi dai Comuni e ha avviato
gli stessi a svolgere le loro funzioni presso le USL/USSL/ASL/ASP fino al 2008
e nel 1997 ha bandito un concorso che non è stato mai espletato (L.R. n. 2 del
24 gennaio 1997;
nel 2008 gli psicologi sono
stati trasferiti definitivamente nelle Aziende Sanitarie calabresi (L.R. 11
maggio 2007, n. 9) e gli stessi hanno richiesto l'attivazione di un tavolo di
confronto, mai convocato e attivato, per approfondire gli aspetti economici e
giuridici derivanti dalla diversa tipologia contrattuale assunta rispetto a
quella precedente derivante dall'espletamento delle loro funzioni presso gli
enti locali;
la mancata convocazione del
tavolo ha determinato che il trasferimento intercompartimentale degli psicologi
sia avvenuto senza tenere conto delle professionalità, del riconoscimento
economico per il lavoro svolto presso le Asp e senza l'applicazione del
Contratto Nazionale Collettivo della Sanità per laureati sanitari non medici;
l'8 agosto del 2016 gli
psicologi hanno incontrato il commissario ad acta Massimo Scura che ha
trasmesso al Ministero della Salute, su richiesta dello stesso dicastero
guidato da Beatrice Lorenzin, una relazione sulla vicenda, senza ottenere
ancora alcuna risposta ufficiale. A seguito di questo incontro è stato
costituito un gruppo di lavoro costituito dal vice presidente della Giunta
regionale prof. Antonio Viscomi, dal dirigente Riccardo Fatarella, dal dr
Pagliaro, dal dr Pacenza e da una delegazione degli psicologi (D.ssa Giovanna
Molinaro, D.ssa Fiorella Migliarese, Dr Carlo Sestito;
dal 2008, quando gli
psicologi sono stati trasferiti definitivamente nelle Aziende Sanitarie
calabresi, non è stato fatto alcun passo in avanti per l'inquadramento degli
psicologi nella dirigenza sanitaria non medica nonostante che il lavoro da essi
svolto nei servizi socio-sanitari delle Asp sia riconosciuto come professione
sanitaria a tutti gli effetti sotto l'alta vigilanza del Ministero della Salute
-:
quali azioni il Presidente
ed il Vice Presidente della Giunta regionale intendano intraprendere per non
svilire le professionalità e riconoscere i diritti e l'inquadramento
contrattuale degli psicologi, trasferiti dal 2008 nelle Aziende Sanitarie
calabresi, nella dirigenza sanitaria non medica in quanto il lavoro da essi
svolto nei servizi socio-sanitari delle Asp è riconosciuto come professione
sanitaria a tutti gli effetti dal Ministero della Salute.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
la Costituzione della Repubblica
Italiana, approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata
dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, è
entrata in vigore il 1° gennaio 1948 ed il prossimo 1° gennaio del 2018
ricorrerà il suo settantesimo anniversario;
la Costituzione della
Repubblica Italiana, consta di 139 articoli, e 18 disposizioni transitorie e
finali, suddivisi in quattro sezioni (Principi fondamentali -articoli 1-11-,
Diritti e Doveri dei cittadini -articoli 13-54-, Ordinamento della Repubblica
-articoli -55-139-, Disposizioni transitorie e finali -disposizioni I-XVIII-),
che meritano approfondimenti e dibattiti per capirne appieno i contenuti e i
principi;
la Carta Costituzionale
essendo la legge fondamentale dello Stato Italiano e la principale fonte del
diritto della Repubblica Italiana, cioè quella dalla quale dipendono
gerarchicamente tutte le altre norme giuridiche dell'ordinamento dello Stato, è
necessario che venga quotidianamente divulgata e recepita dai cittadini nei
suoi fondamentali valori e principi;
in un periodo storico nel
quale, nei confronti del nostro Paese ed in particolare nei confronti della
Regione Calabria, si evidenzia sempre di più una disaffezione da parte dei
cittadini (soprattutto più giovani) verso le Istituzioni pubbliche, la
ricorrenza dei settanta anni dall'entrata in vigore della Costituzione Italiana
potrebbe rappresentare un'occasione per rinnovare i suoi valori fondamentali e
divulgarne i suoi contenuti a tutti i cittadini e ai giovani della nostra
Regione;
potrebbe avere una grande
valenza didattica, coinvolgendo gli studenti e le scuole, di concerto con
l'Ufficio Scolastico Regionale, ripercorrere tutte le tappe che hanno portato
alla nascita della nostra Carta Costituzionale a partire dal conflitto mondiale
fino ad arrivare al Referendum Popolare indetto il 2 Giugno 1946 nel quale
oltre a scegliere tra Monarchia e Repubblica i cittadini italiani hanno eletto
i membri dell'assemblea Costituente, tra i cui l'unico costituente calabrese
Costantino Mortati, fino ad arrivare all'entrata in vigore della Carta
Costituzionale;
la Carta Costituzionale,
inoltre, con la riforma del Titolo V (l. Cost. 3/2001) ha dato piena attuazione
all'art. 5 della Costituzione, che riconosce le autonomie locali e le Regioni
quali enti esponenziali preesistenti alla formazione della Repubblica, tenuti a
farsi carico dei bisogni dei cittadini;
il recente Referendum
Costituzionale del 2016 ha chiaramente indicato, nel suo esito finale, come i
cittadini italiani si sentono soddisfatti dell'attuale Carta Costituzionale e
conferma l'importanza del ruolo delle Regioni che avvicina gli stessi cittadini
al territorio;
l'importanza di divulgare i
contenuti ed i relativi significati dell'articolato di cui è composta la nostra
Costituzione può rivelarsi fondamentale affinché i cittadini, soprattutto
coloro i quali rientrano tra le categorie c.d. svantaggiate, possano essere
maggiormente consapevoli delle proprie azioni in ambito associativo e sociale e
possano meglio affrontare le sfide e le difficoltà che la vita oggigiorno
presenta;
impegna la Giunta regionale
a farsi promotore di un progetto, di concerto con l'Ufficio Scolastico
Regionale, volto a coinvolgere gli studenti di ogni ordine e grado allo scopo
di raccontare la storia della Costituzione Italiana a partire dalla sua nascita
fino ad arrivare all'istituzione delle Regioni, alla riforma del Titolo V e
alla recente proposta di modifica Costituzionale bocciata dal Referendum
popolare del 2016, differenziando i metodi e gli strumenti di comunicazione in
relazione alle attitudini e al grado di preparazione dei soggetti
interlocutori;
a determinare le modalità
pratiche di svolgimento del progetto che potrebbero concretizzarsi con
l'organizzazione di convegni, dibattiti e work-shop e proseguire mediante
l'organizzazione di un vero e proprio concorso con il quale gli studenti che
otterranno i migliori risultati, tramite la redazione di elaborati sulla Carta
Costituzionale e sul ruolo delle Regioni, avranno la possibilità di visitare le
sedi Istituzionali dello Stato, della Regione e nello specifico quelle
attinenti ai poteri Giudiziario, Legislativo ed Esecutivo degli organi
costituzionali;
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
con il decreto-legge n. 4
del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 50 del 2010 (poi
confluita nel cosiddetto codice antimafia decreto legislativo n. 159 del 2011 e
successive modificazioni ed integrazioni), è stata istituita l'Agenzia
Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e
confiscati alla criminalità organizzata, indicata con l'acronimo ANBSC, ente
pubblico dotato di autonomia organizzativa e contabile, con compiti di
direzione affidati ad un prefetto della Repubblica e sotto la vigilanza del
Ministro dell'Interno;
il CdM, Consiglio dei
Ministri, riunitosi presso la Prefettura di Reggio Calabria, nell'ambito del
piano straordinario contro le mafie predisposto dal ministro pro tempore
dell'interno Roberto Maroni e dal ministro pro tempore della giustizia Angelino
Alfano, il 28.01.2010, prevedeva l'istituzione dell' ANBSC e ne stabiliva la
sede principale in Reggio Calabria;
ad ottobre 2013, il ciclo di
conferenze "Criminal economies" presentato a Reggio Calabria alla
presenza del Ministro dell'Interno e delle massime autorità nazionali in tema
di ordine e sicurezza pubblica, ed all'interno dell'edificio che già ospita
l'ANBSC, alcuni vani vengono destinati alla collocazione dell'istituenda
"Antenna sulle economie criminali": una struttura di analisi e
ricerca finalizzata a proporre ai Governi internazionali nuovi strumenti
normativi di contrasto alla criminalità organizzata;
detta scelta è la
conseguenza dell'accordo firmato a Vienna nel dicembre 2012 fra il presidente
della Regione Calabria pro tempore Giuseppe Scopelliti e Yury Fedotof,
direttore esecutivo del principale organismo delle Nazioni Unite, ONU,
impegnato nella lotta contro la droga, le mafie transnazionali ed il
terrorismo, acronimo UNODC, alla presenza dell'ambasciatore Filippo Formica,
rappresentante italiano permanente presso le organizzazioni internazionali, per
la realizzazione del predetto progetto denominato "Antenne sulle economie
criminali". Tale accordo è finalizzato alla realizzazione di un'iniziativa
congiunta in materia di cooperazione internazionale per la gestione e l'impiego
dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità, con sede operativa a Reggio
Calabria;
il 20 novembre 2014 alla
Camera dei Deputati viene presentata la proposta di legge della Commissione
parlamentare d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni
criminali, presieduta dall'on. Rosy Bindi, recante "Modifiche al codice
delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto
legislativo n. 159 del 2011, alle norme di attuazione, di coordinamento e
transitorie del codice di procedura penale, di cui al decreto legislativo n.
271 del 1989, e all'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto n. 12 del
1941". In tale proposta la sede principale dell'ANBSC viene fissata a
Roma, mentre Reggio Calabria diventerebbe sede secondaria, quindi declassata.
Sempre in tale proposta si prevede la soppressione delle sedi secondarie di
Palermo, Napoli e Milano, presidi di legalità sottratti a territori in continua
sofferenza ed in prima linea nella lotta alle mafie;
è di vitale importanza una
difesa della sede principale scevra da sentimenti campanilistici territoriali e
che mira al consolidamento di quell'azione di contrasto alla criminalità
intrapresa da tempo su tutto il territorio regionale calabrese e reggino in
particolare;
di conseguenza
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad attivarsi presso il Presidente della
Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera dei Deputati,
Il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro dell'Interno, al fine
di modificare l'emendamento n. 22.1 inserito nel testo di riforma al c.d.
Codice Antimafia ed annullare il previsto spostamento della sede principale
dell'Agenzia dei Beni Confiscati da Reggio Calabria a Roma, lasciando ad un
territorio ed alla sua collettività lo strumento più rappresentativo' che lo
Stato abbia eretto negli ultimi anni a difesa della giustizia e della legalità;
mantenere le attuali
articolazioni territoriali dell'ANBSC, oltre Reggio Calabria e Roma anche le
sedi di Palermo, Milano e Napoli, che nel disegno di legge di riforma del
codice antimafia, ne è prevista la totale chiusura per risparmio di spesa. Che
evitare la "delegittimazione" ed il "declassamento" della
sede principale dell'ANBSC di Reggio Calabria, eviterebbe la dispersione delle
eccellenti professionalità attive da anni e garantirebbe alle stesse il giusto
riconoscimento maturato ed acquisito ai sensi del decreto del Presidente della
Repubblica n. 235 del 2011 e della legge n. 228 del 2012;
consentirebbe al direttore
dell'ANBSC di convocare e tenere le riunioni del consiglio direttivo
dell'Agenzia presso la sede principale di Reggio Calabria, riconoscendole il
ruolo ed il valore strategico previsto da una legge del Parlamento Italiano,
confermando ed esaltando l'eccelsa azione asfissiante che le Procure reggine e
calabresi stanno imprimendo nell'instancabile lotta di contrasto
all'ndrangheta. La Calabria e Reggio non possono permettersi cedimenti alcuni
su questo versante, lo Stato non può permetterlo.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
l'Associazione Provinciale
delle Pro Loco Cosentine - Comitato UNPLI Cosenza: coopera con le Istituzioni
Pubbliche, con le associazioni di Volontariato, con il Terzo Settore, con le
organizzazioni di categoria, con altri Enti, con l'Unione Nazionale delle Pro
Loco d'Italia e con gli altri Comitati regionali e provinciali UNPLI, per la
promozione e la valorizzazione dell'Italia, della Calabria e della Provincia di
Cosenza, in campo sociale, turistico, culturale, ambientale, ecologico,
naturalistico, paesaggistico, sportivo, nell'ambito della solidarietà, del
volontariato e delle politiche giovanili;
rilevata: la presenza
capillare e percorsi di cittadinanza attiva nei territori calabresi;
la molteplicità delle
iniziative/eventi culturali, sociali, turistiche, ambientali per la promozione
e valorizzazione dell'immenso patrimonio materiale e immateriale;
il percorso dedicato ai
Borghi (2017 Anno dei Borghi );
l'impegno costante per la
valorizzazione delle risorse umane (progetti servizio civile, artisti musica,
arte, pittura, teatro, ecc.);
il percorso dei cammini;
il percorso Calabria.IAT;
il percorso itinerari per
l'ampliamento della offerta turistica;
la volontà di partecipare e
condividere il percorso di sinergie e di coesione attraverso lo scambio dì
idee/progetti, e un costante confronto per una maggiore conoscenza dei
territori/comunità con la logica integrata (bottom
up), innovativa nell'attuazione delle politiche di inclusione sociale, per
lo sviluppo dell'economia sociale e per tutte le forme di Turismo
(accessibile/sociale, scolastico, culturale, naturalistico, ecc);
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della
Regione Calabria a sostenere la mission e le azioni programmatiche dell'ente
UNPLI e delle Proloco, seguendo quelle che sono le disposizioni nazionali in
materia e l'esempio delle altre regioni, che si avvalgono della cooperazione e
dell'apporto di queste anche come enti di prossimità nei territori, con una
presenza capillare;
a tal fine si chiede il
massimo impegno per accelerare l'approvazione della proposta di legge Proloco:
PL N. 149/10 di iniziativa dei consiglieri S. Romeo, A. Scalzo, D. Bevacqua,
recante: "Disciplina delle Associazioni ProLoco", che soggiace in II
Commissione, prese in carico l'8 settembre 2016 (Prot. N.39937);
e richiede di istituire
l'albo associazioni di promozione sociale come strumento identificativo di tali
organizzazioni, come previsto dalla Legge 383/2000, a cui hanno risposto tutte
le regioni d'Italia.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
la cittadella regionale a
Germaneto rappresenta il centro nevralgico politico e amministrativo della
nostra Regione. E' il biglietto da visita per tutti coloro che dall'esterno
guardano alla Regione, è l'immagine di un'istituzione che vuole guardare al
futuro con fiducia e speranza, è il volto di una Calabria che deve valorizzare
competenze, territori, comunità;
in questo contesto diventa
imprescindibile intitolare la cittadella ad un personaggio che rappresenti per
meriti storici, culturali e politici un'eccellenza che sia allo stesso tempo un
patrimonio del passato e un'aspirazione per il futuro;
tra i tanti personaggi che
hanno segnato la storia della nostra regione c'è sicuramente Cassiodoro.
"La cittadella di Cassiodoro " sarebbe un modo per consentire alla
Calabria di entrare subito nella storia, nel futuro e della modernità.
"Moderno", nell'eccezione che noi conosciamo fu usato per la prima
volta da Flavio Aurelio Magno Cassiodoro: senatore a Roma nel VI secolo,
ambasciatore a Bisanzio, collaboratore di almeno tre papi (Agapito, Giovanni e
Virgilio), ministro e prefetto del Pretorio a Ravenna;
considerato che: Cassiodoro
fu politico, governatore per otto anni (corrector della Regio Tertia nella
geografia politica augustea) della Calabria e Lucania sotto Teodorico. Poi da
uomo adulto come Prefetto del Pretorio (al tempo soprattutto di Amalasunta e
Teodato e l'inizio del regno dei Vitige fino al 537) si dimostrò saggio e
fedele, esperto politico e magistrato illuminato, dotato di fermezza e clemenza
con i sudditi del vasto regno, che dalla Sicilia si estendeva alla Dalmazia
compresa, avendo come confine il Rodano e il Danubio;
le 468 lettere ufficiali e
documenti pubblicati attorno al 538 in dodici libri hanno un filo rosso che li
attraversa costantemente: il buon governo. Tenendo alto il senso morale e la
coscienza, Cassiodoro si è sempre adoperato nel rispetto della dignità
cristiana di ogni popolo e di ogni cittadino. "Le varie", una
raccolta di documenti civili, firmati a nome del re o fatti propri costituirono
per tutto il medioevo una scuola di diplomazia. Ci sono richiami ai giudici a
non lasciarsi corrompere, ai ricchi latifondisti a non vendere e commerciare
con l'estero le derrate alimentari, il grano, i legumi, prima di aver
provveduto alle necessità del territorio. "L'abbondanza del grano deve
innanzitutto giovare alla provincia in cui esso ha origine, poiché è giusto che
siano gli abitanti di quella provincia a trarre profitto delle fertilità della
propria terra" (Anno 507 a Fausto, Prefetto del Pretorio,
"Variae" a cura di Lorenzo Viscido pag.66, Luigi Pellegrino Editore,
2005). Così scrive: "Prescriviamo, pertanto, che nessuna specie di lardo
si mandi all'estero" (o.c. pag. 86);
e annota (o.c. pag. 100):
"vince di continuo chi sa temperare ogni cosa, poiché la gioconda fortuna
favorisce piuttosto quegli uomini che non si irrigidiscono in una eccessiva
durezza". Poi a pag. 112 (o.c.) scrivendo ai Provinciali della Gallia
nell'anno 508 scrive: "Sappiate che gli uomini vanno stimati non per la
forza fisica, ma per il raziocinio e che a buon diritto prosperano coloro i
quali sono in grado di offrire il giusto agli altri". "Abbiamo
inviato il rispettabile Giovanni con lo scopo di prendersi cura delle cloache
romane, le quali generano tanto stupore da poter superare le meraviglie di
altre città" (o.c. 118) tanta è l'attenzione per il restauro cittadino e
il senso dello stato e la cura del bene pubblico;
ai cittadini di Arles che
hanno subito un assedio feroce condona le tasse per quatto anni (o.c. pag.
125). A un inviato nella Pannonia dalle parti di Sirmione ordina siano concesse
le vettovaglie secondo consuetudine perché non restino digiuni e poi siano
tentati a delinquere con prepotenza essendo armati: un esercito digiuno non può
osservare la disciplina (o.c. pag. 134);
oltre che politico fa
storico, biblista, fondatore dell'Università occidentale. Con la fondazione poi
a Squillace di due monasteri: Vivarium e Castellense, Cassiodoro fu anche
all'origine del monachesimo medioevale con Martino, Benedetto e Patrizio;
la Calabria è una terra che
Cassiodoro ha sempre celebrato e adorato con nostalgia: sosteneva che l'aria
che si respirava a Squillace fosse meglio di quella di Corinto, il vino
palmisano calabrese fosse meglio dei vini greci, i formaggi della Sila fossero
i più profumati al mondo, il pesce "spatola" del reggino fosse degno
della mensa del re, per non parlare del cicorino degli orti di Tropea,
dell'olio calabrese, del miele che avesse il profumo dei fiori tra i due mari.
In tutta Italia Cassiodoro viene celebrato attraverso musei dedicati, monumenti
e progetti di ricerca e di studio sulla sua figura;
addirittura a Milano tutti
gli anni si assegna il premio Cassiodoro (giunta alla XV edizione) a
personalità che operano e risiedono in Calabria che si sono distinte nella
ricerca e nell'elaborazione culturale, economica e sociale. In Calabria invece,
laddove Cassiodoro ha esercitato per lungo tempo diverse funzioni, non esistono
dei luoghi dove questa importante figura viene ricordata e celebrata;
vista la rilevanza della
figura di Cassiodoro nella storia della Calabria l'intitolazione della
cittadella regionale a un personaggio tanto illustre e celebrato in Italia e
nel mondo darebbe alla Regione lustro, notorietà e ne incrementerebbe il
potenziale attrattivo;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Regione Calabria ad avviare ed attivare tutte le
procedure amministrative per l'intitolazione della Cittadella regionale di
Germaneto a Flavio Aurelio Magno Cassiodoro.
E’ pervenuta risposta scritta alle
seguenti interrogazioni:ù
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la presenza di residui di
Clorpirifos etile nell'olio di oliva è una problematica estremamente importante
che, già per altre regioni, ha determinato considerevoli difficoltà nella
commercializzazione dell'olio extravergine d'oliva, sia sui mercati nazionali
sia internazionali;
le cause della presenza dei
residui di Clorpirifos etile sono da ricercarsi certamente nell'uso di questa
sostanza nei trattamenti degli uliveti, ma in molti casi, a seguito di analisi
effettuate da altre regioni, la presenza è stata riscontrata anche in uliveti
non trattati;
alcuni tra i punti critici
relativi all'uso di questa sostanza e quindi alla presenza dei suddetti residui
sono: presenza di deriva per l'impiego su oli veti e/o su altre colture
limitrofe, diffuso utilizzo della sostanza nel periodo di inoliazione delle
olive, impiego non conforme di Clorpirifos etile sulle colture ed avversità
parassitarie, inquinamento durante le fasi di trattamento delle olive presso i
frantoi, dove le diverse partite di olive non sono tenute separate;
nella nostra regione
numerosi territori sono a forte vocazione olivicola, pertanto, è necessario
mettere in campo azioni preventive, come ad esempio applicare in modo rigido le
norme previste dal Ministero della salute sull'uso del Clorpirifos etile,
limitare l'impiego di questa sostanza ad un unico trattamento annuo sulle altre
colture, laddove previsto, ecc;
il miglioramento e la
valorizzazione delle produzioni di qualità deve rappresentare una priorità per
la Regione ed è importante operare per una sempre maggiore responsabilizzazione
dei produttori e degli agricoltori -:
se e quali iniziative ha
assunto ed intende assumere la Giunta regionale al fine evitare la presenza di
residui di Clorpirifos etile nell'olio extravergine di oliva;
se sono state realizzate e/o
si intende realizzare azioni per una adeguata informazione e sensibilizzazione
a tutti i soggetti della filiera olivicola per contribuire al miglioramento di
un nostro prodotto, già di eccellente qualità grazie proprio al lavoro degli
olivicoltori, e contribuire ancora di più alla valorizzazione del nostro
territorio.
Risposta: “L'argomentazione sollevata dal consigliere regionale Giuseppe Graziano
inerente la presenza di residui di clorpirifos etile nell'olio di oliva
riguarda una tematica che richiede molteplici considerazioni di carattere
tecnico e scientifico che non possono trovare giusta sintesi in una sintetica
risposta.
L'argomento, vi è da dire, e' viziato da numerose
informazioni distorte nell'ambito di "tam tam" mediatici che vengono
utilizzate adattandole alle esigenze del contesto cui si fa, dì volta in volta,
fronte.
Le statistiche disponibili affermano che la Calabria sia
la seconda regione in Italia per superfici coltivate ad olivo e per produzioni
olearie. La forte vocazionalità del territorio alla coltivazione dell'olivo
rendono la coltura un elemento simbolico identitario della Calabria.
L'interesse verso la coltura e la sua. filiera produttiva
deve rimanere ad un livello di attenzione elevato e teso verso il miglioramento
qualitativo delle produzioni olearie cui consegue la possibilità di maggiore
reddito.
L'analisi dei paragrafi di premessa dell'interrogazione in
questione non sono avulsi dei vizi di cui sopra e pertanto occorre precisare
alcuni aspetti:
il clorpirifos etile e' un estere fosforico, largamente
utilizzato in agricoltura per i suoi costi contenuti e l'efficacia della sua
azione insetticida;
trova impiego su colture agricole ortive e da frutto;
non vi sono prodotti commerciali a base della sostanza
attiva autorizzati su olivo;
l'impiego su olivo è stato eliminato su rinuncia
volontaria da parte delle ditte produttrici esposta al ministero della salute a
partire dal 12 giugno 2012;
i casi esposti dalla cronaca dei cointainers di olio di
oliva italiano bloccati presso le dogane di Ne:w York e Seattle contenenti
tracce di clorpirifos fanno riferimento a lotti produttivi della campagna
olearia 2012;
l'olio in questione, proveniva dalla regione Puglia la cui
olivicoltura presenta caratteristiche profondamente diverse da quelle calabresi
basti pensare che a fronte di una superficie investita ad olivo in Puglia pari
a 370.000 ettari ed una produzione in olio stimata in 156 mila ton, la Calabria
con poco meno della metà di superficie investita, 184.000 ettari, raggiunge
picchi produttivi di 130 mila ton di olio (fonte dati ISTAT- censimento
agricoltura);
gli inneggiati effetti deriva non possono trovare
accoglimento, tecnico dal momento che gli utilizzi del principio attivo in causa
su altre colture diverse dall'olivo ma in ambiti ad esso confinanti, non
trovano applicazione temporale concorrente al periodo di inoliazione o a quello
della raccolta delle olive, ne' possono trovare accoglimento teorie dì
contaminazione del prodotto in frantoio dal momento che ciascun produttore
vigila sulla propria partita di raccolto ed inoltre, il clorpirifos e' un
insetticida ad azione sistemica, viene quindi assorbito dalla pianta per via
xilematìca o floematica;
generalizzazioni virali, divulgate per il tramite di
facili copia e incolla mediatici inficiano di approssimazione la trattazione di
così delicati argomenti.
Se e' vero come e' vero che i produttori oleari dovrebbero
mantenere un'etica di filiera rivolta all’ottenimento di prodotti di qualità
senza ricorrere a mezzi non consentiti dalle norme e' pur vero che l'organo
istituzionale competente alla salvaguardia delle produzioni ha il dovere di
intraprendere ed adottare tutte le misure a disposizione al fine di scongiurare
pericoli verso i consumatori e conseguenti danni di immagine al territorio.
Nei prossimi giorni la Giunta regionale delibererà le linee guida
per l'applicazione in Calabria dei Piano dì Azione Nazionale - conosciuto come
PAN - per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari in applicazione, del
decreto legislativo n. 150/2012 che ha recepito la direttiva 2009/128/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio. L'adozione delle linee guida, redatte in
capo al Servizio Fitosanitario Regionale del Dipartiménto Agricoltura e risorse
agroalimentari, permetterà l'allineamento dei percorsi formativi (obbligatori)
nei confronti degli utilizzatori professionali e dei consulenti nell’utilizzo
dei prodotti fìtosanitari alle regole di sostenibilità dettate dall'Unione
Europea.
I nuovi percorsi formativi mirano alla sensibilizzazione sull'uso
sostenibile dei prodotti fìtosanitari in tutti i comparti agricoli produttivi.
Non sì trascuri l'importanza affidata ai disciplinari di
produzione Integrata che ogni anno vengono redatti sempre in capo al Servizio
Fitosanitario Regionale e approvati in seduta di Giunta al fine dì garantire
coerente applicazione sull'intero territorio regionale ai produttori che
aderiscono alle misure di conversione dall'agricoltura convenzionale.
Non da ultimo, stringenti saranno le misure obbligatorie previste
dall'applicazione del PAN sull'uso sostenibile dei fitofarmaci al riguardo
delle tarature degli apparecchi di distribuzione dei. fitofarmaci onde
scongiurare, contenere e minimizzare dispersioni di principi attivi nell'ambiente.
Il Servizio Fitosanitario Regionale e l'ARSAC collaborano nel
senso dell'applicazione del suddetto PAN nei suoi molteplici aspetti
contribuendo così a realizzare adeguate azioni di informazione e
sensibilizzazione nell'ambito delle attività di divulgazione.
In ultimo, ma non per importanza, vi e' il ruolo fondamentale
degli organi di controllo e vigilanza, tra cui solo per citarne uno., il Corpo
Forestale dello Stato, che agiscono con alti margini di successo nel portare
alla luce casi di inosservanza delle norme.”
Carmelo Salvino (Dirigente
generale dipartimento Agricoltura)
Cannizzaro. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
ad oggi, come da determine
dirigenziali certificate dal preposto dirigente del servizio e pubblicate
sull'albo pretorio, ai 286 dipendenti del Servizio Monitoraggio e Sorveglianza
della rete idrografica regionale di "Azienda Calabria Verde" non sono
state ancora erogate le mensilità pregresse maturate nell'anno 2014 relative ai
mesi Settembre, Ottobre, Novembre, Dicembre, e la 13° mensilità nonché
relativamente all'anno in corso le mensilità di Giugno e 14° mensilità;
Per sapere:
le ragioni dei predetti
mancati pagamenti che hanno messo in ginocchio ben 286 famiglie calabresi in un
momento di grande difficoltà e soprattutto per comprendere quale soluzione
immediata si intende adottare senza alcuna esitazione per risolvere, e non
tamponare, questa drammatica situazione.
Risposta: “In riscontro alla nota protocollo n.
217329/Siar del 13/07/2015 con la quale il dipartimento Segretariato Generale
ha trasmesso l’interrogazione n. 62/10^ del 07/07/2015, avente ad oggetto “il
mancato pagamento degli emolumenti ai dipendenti del Servizio di Monitoraggio e
Sorveglianza della rete idrografica regionale di Azienda Calabria Verde”, si
trasmette la nota pervenuta da Azienda Calabria Verde.”
“In
riferimento alla nota dipartimentale n° 0361207 del 30/11/2015, acquisita agli
atti di Calabria Verde con prot n. 21912 del 30/11/15, gli Scriventi comunicano
quanto segue:
-
In data 31/08/15 veniva prodotta la nota n°
16222, quale riscontro all'interrogazione a risposta scritta n° 62/10^
del 07/07/2015 come risulta dagli atti e qui allegata. Tale missiva chiariva
che il mancato pagamento ai dipendenti del Servizio di Sorveglianza Idraulica
Regionale di n° 5 mensilità anno 2014 {settembre, ottobre, novembre, dicembre e
tredicesima) era stato causato dall'insufficienza dello stanziamento delle
somme in bilancio regionale dovuto all'applicazione della L.25/2013, comportando
la trasformazione del contratto di lavoro dei dipendenti da "part
time" in "full time". A tal fine, risulta utile evidenziare che
a tutt’oggi le pregresse condizioni debitorie rimangono parzialmente invariate
a seguito dell'avvenuta liquidazione delle mensilità di Settembre, Ottobre e
Tredicesima 2014, corrisposte in data 17/11/2015;
-
Le mensilità dì
novembre e dicembre, costituenti il debito residuo 2014, potranno invece essere
erogate solo se previste nella manovra corrente di assestamento di bilancio
regionale.
In
riferimento alla richiesta di chiarimento dei motivi ostativi riguardanti
l'istituzione dei 14 presidi idraulici, previsti dalla normativa vigente, si
chiarisce quanto segue;
-
La legge istitutiva di Calabria Verde n° 25/
2013 ha disposto l'articolazione territoriale a livello distrettuale della
nuova Azienda, incorporando il personale del Servizio di Sorveglianza Idraulica
nei costituendi Distretti (Delibera di Giunta nr 321 del 28/7/2014-Approvazione
dell'Atto aziendale di Calabria Verde) nelle more della completa attivazione
della delibera 301/2013, tutto il personale afferente al Servizio è stato
distribuito nei bacini del territorio regionale svolgendo esclusivamente i
compiti previsti nel primo livello di attuazione della stessa {sorveglianza e
monitoraggio), e appoggiandosi funzionalmente agli 11 Distretti istituiti.
-
In assenza della
necessaria copertura finanziaria non è stato possibile attivare i 3 livelli
successivi, necessari alla completa attuazione della suddetta Delibera e propedeutici
alla costituzione dei Presidi.”
Francesco Domenico Cordova (Dirigente
del servizio sorveglianza Idraulica)
Alfredo
Allevato (Dirigente di Calabria Verde, terzo Settore)
“In riferimento alla nota dipartimentale n. 0253955 del
27-08-2015, nella quale vengono richiesti chiarimenti relativi al mancato
pagamento delle spettanze pregresse del personale afferente al Servizio di
Sorveglianza idraulica, si riferisce quanto segue:
-
I
pagamenti relativi ai mesi di settembre, ottobre, novembre e tredicesima 2014
non sono stati liquidati causa insufficienza dello stanziamento delle somme in
bilancio regionale. Si rammenta che, con decorrenza 1 Aprile 2014, in ossequio
alla L R. 25/2013 e al successivo Atto Aziendale, il personale del comparto ha
subito la trasformazione del proprio stato lavorativo, passando da part time a
full time. Pertanto, lo stanziamento iniziale di € 3.000.000,00, seppur
incrementato da successivi decreti con i quali è stato possibile coprire fino
alla mensilità dì Agosto 2014, è risultato comunque insufficiente al saldo
dell'intera annualità.
-
In riferimento al mancato pagamento della
mensilità di luglio 2015, essa risulta essere stata regolarmente liquidata
registrando solo pochi giorni di ritardo rispetto alla normale erogazione
mensile.
Si resta disponibili per eventuali ulteriori chiarimenti.”
Francesco Domenico Cordova (Dirigente
del servizio sorveglianza Idraulica)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
presso il Consorzio di
Bonifica Valle Lao di Scalea (ora Consorzio di bonifica Integrale dei Bacini
del Tirreno cosentino) il 23 luglio 2001, attraverso concorso pubblico, è stata
prevista l'assunzione part time (18 ore settimanali) di unità lavorative,
nell'ambito dell'esecuzione del Progetto P.T.T.A. 94/96 - Area Programmata E -
Area di Sviluppo Occupazionale Ambientale del mezzogiorno - Intervento n° 11 -
Promozione di una struttura di servizi per la gestione degli ambienti naturali
del territorio consortile - N.O.C. 11, con scadenza Progetto il 24 maggio 2004;
giorno 1 settembre 2004 è
stato stipulato il contratto di lavoro a progetto finalizzato alla realizzazione,
di un Sistema Informativo per le Bonifiche denominato S.LB.I.CAL, presso l'URBI
Calabria, con scadenza Progetto il 30 aprile 2006;
il 18 settembre 2006 è stato
sottoscritto il contratto di lavoro a progetto finalizzato alla realizzazione
del progetto denominato "Costituzione del Catasto delle OO.PP. Di
Bonifica", indirizzato all' implementazione del SIBICAL (SIGRIA), sempre
presso l'URBI Calabria, con scadenza Progetto il 18 ottobre 2007;
il 15 marzo 2008 è stato
siglato il contratto di Lavoro a Progetto mirato alla realizzazione del
progetto denominato "Implementazione del Catasto delle Opere Pubbliche di
Bonifica" (Implementazione Sigria) presso l'URBI Calabria, con scadenza
Progetto il 15 ottobre 2008;
il 03 giugno 2009 è stato
definito il contratto di Lavoro a Progetto volto alla realizzazione del Piano
Comprensoriale e Sistema Informativo Territoriale dei Consorzi di Bonifica
Tirreno Vibonese (VV) e Tirreno Catanzarese (CZ), presso l'URBI Calabria, con
scadenza Progetto il 03 gennaio 2010;
il 02 luglio 2014,
attraverso selezione pubblica per titoli, è stata attivata procedura di
assunzione unità lavorative con contratto a Progetto per la "Realizzazione
di un sistema informativo territoriale a servizio della bonifica", presso
il Consorzio Valle Lao di Scalea (CS),con scadenza Progetto il 28 febbraio
2015;
considerato che: è facile
intuire lo stato di malessere che vivono i lavoratori del Progetto SIT presso
il Consorzio di bonifica Valle Lao;
si tratta di numerosi
lavoratori precari ormai dal 2001, che purtroppo, in questo momento, non vedono
garantito il proprio futuro;
attualmente le unità
lavorative del Progetto SIT si ritrovano senza lavoro;
quando si parla di
precariato non ci riferiamo solo ai diretti interessati, ma anche alle famiglie
dei lavoratori che affrontano questa triste situazione e che vivono in uno
stato di disagio sociale;
un Ente come la Regione
Calabria non può abbandonare i propri corregionali, soprattutto materia di
diritti costituzionalmente garantiti, come il diritto al lavoro -:
quali iniziative intende
assumere per porre fine, in maniera definitiva e nel più breve tempo possibile,
al dramma sociale che vivono i lavoratori SIT presso Tex Consorzio di bonifica
Valle Lao, ora Consorzio di bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno
cosentina.
Risposta: “Si
fa riferimento alla data 5 Ottobre 2015 del Consorzio di Bonifica Integrale dei
Bacini del Tirreno cosentino afferente il riscontro alla richiesta di
informazioni necessarie per dare risposta all'interrogazione consiliare
emarginata, ed inoltrata allo stesso Ente dal Settore 1 di questo dipartimento,
si mette in luce che nell'ambito del progetto SIT di interesse citato nell’
interrogazione e preso in considerazione dalla missiva di che, selezionato
dall' URBI e finanziato ai sensi del comma 5 dell'art. 42 collegato alla
finanziaria regionale per fanno 2013, altresì rendicontato al 90%,, a suo
tempo, sarebbero state impiegate n. 25 unità lavorative con contratto a tempo
determinato e per la durata di otto mesi consecutivi.
Circa
il trattamento del personale in questione il "Consorzio" rimarca che
sono stati assolti gli obblighi consortili a carico del datore di lavoro, sia.
per quanto attiene la parte retributiva sia per quanto riguarda la parte
contributiva.
In
ordine al merito della proposta, avanzata dallo stesso Ente, di promuovere, in
convenzione con l’URBI, ulteriori analoghe iniziative per consentire, in altri
termini, l'impiego ulteriore dello stesso personale, già utilizzato presso il
Consorzio cosentino, nell'ambito della giurisdizione di altri enti consortili,
salvo verifica della compatibilità del suggerimento con le effettive
disponibilità finanziare altresì con le disposizioni in tema di riduzione della
spesa per il personale, si rimette a Codesta Presidenza ogni valutazione di
indirizzo.”
Carmelo Salvino (Dirigente
generale dipartimento Agricoltura)
Art.
1
(Riconoscimento della legittimità dei
debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive)
Ai sensi e per gli effetti
dell'art. 73, comma 1, lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118
(Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi
di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma
degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), è riconosciuta la
legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da
sentenze e altri titoli esecutivi non ancora oggetto di procedura esecutiva già
contabilmente regolarizzata per la complessiva somma di 1.922.251,90 euro, per
come dettagliato nella tabella allegata al n. 1 per far parte integrante e
sostanziale della presente legge.
Ai sensi e per gli effetti
dell'art. 73, comma 1,lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118,
e successive modifiche ed integrazioni è riconosciuta la legittimità del debito
fuori bilancio della Regione Calabria derivante da sentenza esecutiva ed
oggetto di procedura esecutiva già contabilmente regolarizzata, per la
complessiva somma di 163.801,56 euro, per come dettagliato nella tabella
allegata al n. 2 per far parte integrante e sostanziale della presente legge.
Art.
2
(Riconoscimento della legittimità dei
debiti fuori bilancio derivanti da procedure espropriative o di occupazione
d'urgenza per opere di pubblica utilità)
1. Ai sensi e per gli
effetti dell’art. 73, comma 1, lett. d) del decreto legislativo 23 giugno 2011,
n. 118, e successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità
dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivante da procedure espropriative
o di occupazione d’urgenza per opere di pubblica utilità per la complessiva
somma di 20.094,41 euro, per come dettagliato nella tabella allegata al n. 3
per far parte integrante e sostanziale della presente legge.
Art.
3
(Riconoscimento della legittimità dei
debiti fuori bilancio derivanti da acquisto di beni e servizi senza il
preventivo impegno di spesa)
1. Ai sensi e per gli
effetti dell'art. 73, comma 1,lett. e) del decreto legislativo 23 giugno 2011,
n. 118, e successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità
dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivante da acquisto di beni
e servizi senza il preventivo impegno di spesa per la complessiva somma di
275.269,08 euro, per come dettagliato nella tabella allegata al n. 4 per far
parte integrante e sostanziale della presente legge.
Art.
4
(Copertura finanziaria)
Alla copertura finanziaria
degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui al
comma 1 dell'art. 1 si provvede, per l'importo corrispondente (1.922.251,90
euro), con le risorse allocate al capitolo 8201043801 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2017 recante "Fondo per debiti nei confronti di
enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari derivanti da
attività dell'amministrazione regionale (art. 73, decreto legislativo
23.06.2011, n.118)", per come indicato nella tabella allegata al n. 1.
Alla copertura finanziaria
degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui al
comma 2 dell'art. 1, vertendosi in materia di procedure esecutive pagate e
quietanzate dal tesoriere regionale in qualità di terzo pignorato, soggette a
regolarizzazione contabile, si è già provveduto per l'importo corrispondente
(163.801,56 euro) con DGR n. 535 del 16.12.2016, DGR 558 del 28.12.2016 e
conseguente decreto di impegno n. 17486 del 30.12.2016, per come indicato nella
tabella allegata al n. 2. Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal
riconoscimento del debito fuori bilancio si è provveduto con le risorse
allocate ai capitoli U1204040601 "Spese di giustizia a carico del bilancio
regionale a seguito di provvedimenti giurisdizionali, lodi arbitrali o accordi
transattivi, ivi comprese le spese accessorie (spese obbligatorie)",
U9160100902 "Spese per garantire la copertura finanziaria nonché la
definitiva regolarizzazione contabile dei pagamenti effettuati dal tesoriere
regionale a seguito di atti giudiziali di pignoramento riguardanti spese di
conto capitale di competenza del dipartimento Agricoltura - contributi agli
investimenti ad altre imprese", U1204094301 "Spese per garantire la
copertura finanziaria nonché la definitiva regolarizzazione contabile dei
pagamenti effettuati dal tesoriere regionale a seguito di atti giudiziali di
pignoramento riguardanti servizi finanziari".
Alla copertura finanziarla
degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui
all'art. 2, si provvede per l'importo corrispondente (20.094,41 euro), con le
risorse allocate al capitolo 8201043801 dello stato di previsione della spesa
del bilancio 2017 recante "Fondo per debiti nei confronti di enti, persone
fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari derivanti da attività
dell'amministrazione regionale (art. 73, decreto legislativo 23.06.2011, n.118)",
per come indicato nella tabella allegata al n. 3.
Alla copertura finanziaria
degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui
all'art. 3 si provvede per come indicato nella tabella allegata al n. 4 per
l'importo corrispondente (275.269,08 euro) con le risorse allocate al capitolo
8201043801 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2017 recante
"Fondo per debiti nei confronti di enti, persone fisiche e giuridiche,
istituzioni ed organismi vari derivanti da attività dell'amministrazione
regionale (art. 73, decreto legislativo 23.06.2011, n.118)".
La Giunta regionale è
autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio annuale 2017 e
pluriennale 2017-2019 approvato con legge regionale 27 dicembre 2016, n. 45 (Bilancio
di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2017-2019),
istituendo appositi capitoli di bilancio nell'ambito del documento tecnico
approvato con D.G.R. n. 554 del 28 dicembre 2016 nonché a compiere tutti gli
atti necessari all'attuazione di quanto previsto nei precedenti articoli.
Art.
5
(Entrata in vigore)
1. La presente Legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria
Art. 1
(Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori
bilancio
derivanti da sentenze esecutive)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell'art. 73, comma 1, lett. a) del decreto legislativo
23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n.42),
e successive modifiche ed integrazioni è riconosciuta la legittimità dei debiti
fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da sentenze e altri titoli
esecutivi non ancora oggetto di procedura esecutiva già contabilmente
regolarizzata per la complessiva somma di euro 120,586,15, per come dettagliato
nell’allegata tabella 1 per far parte integrante e sostanziale della presente
legge.
Art. 2
(Riconoscimento
della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da acquisto
di beni e
servizi senza il preventivo impegno di spesa)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell'art. 73, comma 1, lett. e) del decreto legislativo
23 giugno 2011, n. 118, e successive modifiche ed integrazioni è riconosciuta
la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivante da
acquisto di beni e servizi senza il preventivo impegno di spesa per la
complessiva somma di euro 31.676,99, per come dettagliato nell’allegata tabella
2 per far parte integrante e sostanziale della presente legge.
Art. 3
(Copertura
finanziaria)
1. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori
bilancio di cui all’articolo 1 si provvede per l'importo corrispondente (euro
120.586,15) con le risorse allocate al capitolo 8201043801 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2017 recante "Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari
derivanti da attività dell'amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 n.118)", per come indicato nell’allegata tabella 1.
2. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori
bilancio di cui all'articolo 2 si provvede per l'importo corrispondente (euro
31.676,99) con le risorse allocate al capitolo 8201043801 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2017 recante "Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari
derivanti da attività dell'amministrazione regionale (art. 73, decreto
legislativo 23.06.2011 n. 118)", per come indicato nell’allegata tabella
2.
3. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al
bilancio annuale 2017 e pluriennale 2017 - 2019 approvato con legge regionale
27 dicembre 2016, n. 45 (Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria
per gli anni 2017 - 2019), istituendo appositi capitoli di bilancio nell'ambito
del documento tecnico approvato con D.G.R. n. 554 del 28 dicembre 2016, nonché
a compiere tutti gli atti necessari all'attuazione di quanto previsto nei
precedenti articoli.
Art. 4
(Entrata in
vigore)
1. La
presente Legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
viste:
la delibera di
Giunta regionale n. 88 del 17 marzo 2017, recante:" Rendiconti esercizi
dal 2004 al 2013 - Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica
(ATERP) della provincia di Vibo Valentia";
la delibera del
Commissario n. 6 del 29/1212015 avente ad oggetto: "Bilanci consuntivi
dall'anno 2003 all'anno 2013; rideterminazione prospetti contabili";
visti:
la legge
regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per
l'Edilizia Residenziale Pubblica;
la legge
regionale n. 24/2013, recante "Riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione del settore sanità", istitutiva dell'Azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione
in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle Aziende
regionali per edilizia residenziale;
la legge
regionale n. 8/2002, recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità
della Regione Calabria”;
l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
premesso che:
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone che i
rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati
entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per
la successiva approvazione entro il 30 giugno;
con delibera di
Giunta regionale il dott. Mascherpa è stato nominato Commissario Unico
regionale delle ATERP calabresi;
la Giunta
regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato della
Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera n.
442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
tenuto conto che:
il dipartimento
Lavori Pubblici specifica che i bilanci consuntivi degli anni dal 2004 al 2013
non hanno trovato approvazione da parte della Giunta regionale, a causa di
irregolarità riscontrate e verificate dal Collegio dei revisori dei conti e dal
dipartimento Bilancio;
gli uffici
dell'Azienda hanno operato delle rettifiche necessarie ai documenti contabili
dal 2003 al 2013 al fine di pervenire alla rideterminazione del risultato
finanziario da applicare alla data del primo gennaio 2014;
i prospetti
contabili sono stati rideterminati da parte Commissario dell'ATERP, con
delibera n. 6 del 29.12.2015;
l'operazione dí
rideterminazione dei prospetti contabili è stata oggetto di esame da parte del
Revisore Unico dei conti, il quale ha espresso parere favorevole;
il dipartimento
Lavori Pubblici "concorda con quanto espresso dal revisore unico dei conti
circa l'adozione delle necessarie rettifiche ai bilanci consuntivi dell’ATERP
di Víbo Valentia a seguito delle correzioni effettuate dagli uffici competenti
e senza esprimere alcun parere invita ad una semplice presa d'atto da parte
della Giunta regionale;
il dipartimento
Lavori Pubblici ha integrato la relazione istruttoria, con !a quale ha espresso
parere non favorevole rispetto ai rendiconti dagli esercizi finanziari 2004 al
2011 e parere favorevole, rispetto ai rendiconti degli esercizi finanziari 2012
e 2013, condizionato alla verifica da parte del dipartimento Bilancio della
correttezza delle rettifiche effettuate con la deliberazione del Commissario
dell’ATERP n. 6 del 29 dicembre 2015. Per tutti gli esercizi su cui viene
espresso parere negativo, il dipartimento vigilante invita l'ATERP, qualora non
già provveduto, alla trasmissione della documentazione (parere dei revisori e
documentazione correlata) alla locale procura della Corte dei conti;
considerato che il dipartimento
Bilancio:
ha verificato
l'esistenza delle dovute corrispondenze tra i residui finali ed iniziali di
ciascun esercizio, nonché la quadratura tra impegni e accertamenti, afferenti
alla gestione delle cosiddette "partite di giro";
esita
positivamente l'istruttoria riferita agli aspetti contabili;
ritiene
necessario che il dipartimento Lavori Pubblici, in quanto vigilante, adotti il
provvedimento che dia atto della verifica in ordine al contenimento delle spese
effettuata, per come previsto dalla delibera di Giunta regionale n. 442 del
10.11.2016, indicando con precisione il rispetto dei limiti per ciascuna
tipologia di spesa e garantendo l'eventuale avvio delle procedure necessarie
sia al recupero delle somme indebitamente percepite, sia ai fini della
segnalazione agli Organi inquirenti della Corte dei conti di un eventuale danno
erariale;
precisa che
l'eventuale mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non
preclude l'adozione del rendiconto;
tenuto conto che la delibera di Giunta
regionale n. 88 del 17 marzo 2017 demanda al dipartimento che esercita la
vigilanza sulle attività dell'ATERP, ove non già effettuata, la verifica in
ordine al contenimento delle spese al fine di evitare l'eventuale prescrizione
di crediti a favore della regione Calabria a seguito delle violazioni delle
disposizioni normative e consentire l'acclaramento di eventuali responsabilità;
rilevato che la Seconda Commissione
Consiliare, nella seduta del 3 maggio 2017, ha approvato i Rendiconti degli
esercizi dal 2014 al 2013 dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica (ATERP) della provincia di Vibo Valentia, facendo proprie le
osservazioni espresse dal Revisore Unico dei Conti, dai dipartimenti regionali
competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale;
delibera di approvare, ai sensi
dell'articolo 57 della 1.r. n. 8/2002 i Rendiconti degli esercizi dal 2004 al
2013 dell’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP)
della provincia di Vibo Valentia e i documenti ad essi allegati, che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione,
facendo proprie le osservazioni espresse dal Revisore Unico dei Conti, dai
dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla
Giunta regionale.
Il Consiglio regionale
viste:
la delibera di
Giunta regionale n. 89 del 17 marzo 2017, recante: "Rendiconti esercizi
dal 2006 al 2013 - Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica
(ATERP) della provincia di Reggio Calabria";
la delibera del
Commissario n. 15 del 29/12/2015 di riapprovazione dei bilanci consuntivi per
gli anni dal 2006 al 2013;
visti:
la legge
regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per
l'Edilizia Residenziale Pubblica;
la legge regionale
n. 24/2013, recante "Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie
regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore
sanità", istitutiva dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione in materia di edilizia
residenziale pubblica, con l'accorpamento delle Aziende regionali per edilizia
residenziale;
la legge
regionale n. 8/2002, recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità
della Regione Calabria”;
l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
premesso che:
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone che i
rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati
entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per
la successiva approvazione entro il 30 giugno;
con delibera di
Giunta regionale il dott. Mascherpa è stato nominato Commissario Unico
regionale delle ATERP calabresi;
la Giunta
regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato della
Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera n.
442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
tenuto conto che:
il dipartimento
Lavori Pubblici specifica che i bilanci consuntivi degli anni dal 2006 al 2013
non hanno trovato approvazione da parte della Giunta regionale a causa di irregolarità
riscontrate e verificate dal Collegio dei revisori dei conti e dal dipartimento
Bilancio;
gli uffici
dell'Azienda hanno operato delle rettifiche necessarie al fine di pervenire
alla rideterminazione del risultato finanziario da applicare alla data del
primo gennaio 2014;
con delibera n.
15 del 29.12.2015 del Commissario dell’ATERP si è proceduto alla riapprovazione
dei bilanci consuntivi per gli anni 2006 al 2013, sulla quale il Revisore unico
dei conti ha espresso parere favorevole;
considerato che:
il dipartimento
Lavori Pubblici “concorda con quanto espresso dal revisore unico dei conti
circa l'adozione delle necessarie rettifiche ai bilanci consuntivi dell’ATERP a
seguito delle correzioni effettuate dagli uffici competenti e senza esprimere
alcun parere invita ad una semplice presa d'atto da parte della Giunta
regionale";
la relazione
istruttoria del dipartimento Lavori Pubblici è stata oggetto di integrazione,
con la quale il dipartimento ha espresso parere favorevole, condizionato alla
verifica da parte del dipartimento Bilancio della correttezza delle rettifiche
effettuate con la deliberazione del Commissario dell’ATERP n.15 del 29.12.2015
per i rendiconti dal 2006 al 2013;
considerato che il dipartimento
Bilancio:
ha verificato le
corrispondenze trai residui finali ed iniziali di ciascun esercizio, nonché la
quadratura tra impegni e accertamenti, afferenti alla gestione delle cosiddette
"partite di giro";
esita
positivamente l'istruttoria riferita agli aspetti contabili;
ritiene
necessario che il dipartimento Lavori Pubblici, in quanto vigilante, adotti il
provvedimento che dia atto della verifica in ordine al contenimento delle spese
effettuate, per come previsto dalla delibera di Giunta regionale n. 442 del
10.11.2016, indicando con precisione il rispetto dei limiti per ciascuna
tipologia di spesa e garantendo l'eventuale avvio delle procedure necessarie
sia al recupero delle somme indebitamente percepite, sia ai fini della
segnalazione agli Organi inquirenti della Corte dei conti di un eventuale danno
erariale;
precisa che
l'eventuale mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non
preclude l'adozione del rendiconto;
tenuto conto che la delibera di Giunta
regionale n. 89 del 17 marzo 2017 demanda al dipartimento che esercita la
vigilanza sulle attività dell'ATERP, ove non già effettuata, la verifica in
ordine al contenimento delle spese al fine di evitare l'eventuale prescrizione
di crediti a favore della regione Calabria a seguito delle violazioni delle
disposizioni normative e consentire l'acclaramento di eventuali responsabilità;
rilevato che la seconda Commissione
Consiliare, nella seduta del 3 maggio 2017, ha approvato i Rendiconti degli
esercizi dal 2006 al 2013 dell’Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica (ATERP) della provincia di Reggio Calabria e i documenti ad essi
allegati, facendo proprie le osservazioni espresse dal Revisore Unico dei
Conti, dai dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria
e dalla Giunta regionale;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57
della Lr. n. 8/2002 i Rendiconti degli esercizi dal 2006 al 2013 dell’Azienda
Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica (ATERP) della provincia di
Reggio Calabria e i documenti ad essi allegati che costituiscono parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione, facendo proprie le
osservazioni espresse dal Revisore Unico dei Conti, dai dipartimenti regionali
competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale
n.107 del 30 marzo 2017, recante: "Rendiconto esercizio 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui Azienda Calabria Lavoro";
visti:
il decreto del
Commissario straordinario di Azienda Calabria Lavoro n. 10 del 6.5.2015 di
approvazione dei Rendiconto consuntivo esercizio 2014;
il decreto n. 20
del 19.05.2016 del Commissario straordinario di Azienda Calabria Lavoro di
riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 3,
comma 7, d. lgs. 118/2011, corretto e integrato dal d. lgs. 126/2014;
premesso che:
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone che i
rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati
entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per
la successiva approvazione entro il 30 giugno;
la Giunta
regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato della
Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera n.
442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
visti:
la legge
regionale n. 5 febbraio 2001, che ha istituito Azienda Calabria Lavoro;
la legge
regionale n. 8/2002, recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità
della Regione Calabria”;
l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
l'art. 3, comma
7 del D. Lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da D. Lgs. 126/2014;
considerato che il Collegio dei revisori
dei conti esprime parere favorevole al conto consuntivo dell'Azienda, e rileva
che la Regione Calabria non ha provveduto a trasferire le somme necessarie per
il funzionamento dell'Azienda, relativamente all'annualità 2014. L'organo di
controllo raccomanda:
di richiedere
tempestivamente e formalmente al competente dipartimento regionale lo
stanziamento annuale di tutte le somme occorrenti per il funzionamento
dell'Azienda;
di non
utilizzare la quota disponibile dell'avanzo di amministrazione, applicato al
bilancio di previsione 2015, fino a quando non sarà approvato dalla Giunta
regionale il rendiconto dell'esercizio 2014;
considerato che il dipartimento sviluppo
economico, lavoro, formazione e politiche del lavoro ha espresso parere
favorevole all'approvazione del consuntivo per l’esercizio 2014;
considerato che il dipartimento
Bilancio:
ha verificato
che sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2013, rispetto a
quelli iniziali dell'esercizio 2014;
raccomanda
l'Ente di provvedere alla correzione delle modalità di rilevazione contabile,
allocando correttamente nelle "partite di giro" le ritenute e i
corrispondenti versamenti degli oneri fiscali e previdenziali conseguenti sia
alla gestione dei rapporti di lavoro del personale dipendente, sia ad eventuali
prestazioni d'opera da parte di lavoratori autonomi;
ritiene
necessario che il dipartimento Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione e
Politiche del Lavoro, in quanto vigilante, adotti il provvedimento che dia atto
della verifica in ordine al contenimento delle spese effettuata, per come
previsto dalla delibera di Giunta regionale n. 442 del 10.11.2016, indicando
con precisione il rispetto dei limiti per ciascuna tipologia di spesa e
garantendo l'eventuale avvio delle procedure necessarie sia al recupero delle
somme indebitamente percepite, sia ai fini della segnalazione agli Organi
inquirenti della Corte dei conti di un eventuale danno erariale;
precisa che
l'eventuale mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non
preclude l'adozione del rendiconto;
ritiene
possibile procedere alla trasmissione del rendiconto dell'Azienda per
l'esercizio 2014 da parte della Giunta regionale al Consiglio regionale;
atteso che l'Azienda, con decreto del
commissario straordinario n. 20 del 19.5.2016, ha espletato la procedura di
riaccertamento straordinario dei residui, al fine di adeguare lo stock dei
residui attivi e passivi al 31.12.2014 alla nuova configurazione del principio
della "competenza finanziaria potenziata", per come previsto
dall'art. 3, comma 7 del D. Lgs. n. 118/2011, è stata disposta, quindi, la
cancellazione di residui attivi e passivi, e ciò ha comportato una variazione
dell'avanzo di amministrazione, originando una parte disponibile per euro
10.152,08;
considerato che sull'operazione di
riaccertamento dei residui e sulla composizione del risultato di
amministrazione al 1/1/2015:
il Collegio dei
revisori dei conti ha espresso parere favorevole;
il dipartimento
Bilancio, avendo accertato la coincidenza tra i residui attivi e passivi, per
come riaccertati, nonché la redazione dei prospetti 5/1 e 5/2, (riguardanti
rispettivamente il computo del fondo pluriennale vincolato di parte corrente e
capitale e la dimostrazione del risultato di amministrazione alla data del
riaccertamento straordinario dei residui), ritiene che la Giunta regionale
possa prendere atto della procedura di riaccertamento straordinario dei residui
e trasmettere la documentazione relativa al Consiglio regionale;
tenuto conto che la delibera di Giunta
regionale n. 107 del 30 marzo 2017 demanda al dipartimento Sviluppo Economico,
Lavoro, Formazione e Politiche del Lavoro, che esercita la vigilanza sulle
attività dell'Azienda, ove non già effettuata, la verifica in ordine al
contenimento delle spese, ai sensi della normativa di riferimento, secondo le
modalità e i tempi previsti dalla deliberazione di Giunta regionale n. 442 del
10 novembre 2016;
rilevato che la seconda Commissione
Consiliare, nella seduta del 3 maggio 2017, ha approvato il Rendiconto
dell’esercizio 2014 e il riaccertamento straordinario dei residui dell’Azienda
Calabria Lavoro con i documenti ad essi allegati, facendo proprie le
osservazioni espresse dal Collegio dei Revisori dei conti, dai dipartimenti
regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta
regionale;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57
della l.r. n. 8/2002 il Rendiconto dell’esercizio 2014 e riaccertamento
straordinario dei residui dell’Azienda Calabria Lavoro con i documenti ad essi
allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione, facendo proprie le osservazioni espresse dal Collegio dei
Revisori dei conti, dai dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato
l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
il Consiglio regionale
raccomanda l’ATERP
Calabria, in quanto ente subentrato alla disciolta ATERP di Crotone, di
appostare correttamente nei bilanci di previsione le relative quote di
disavanzo;
ritiene che la Giunta regionale possa
prendere atto della procedura di riaccertamento straordinario dei residui per
come approvata dall'ente e trasmettere la documentazione relativa al Consiglio
regionale per il seguito di competenza; vista la delibera di Giunta regionale
n.148 del 21 aprile 2017, recante: "rendiconti esercizi dal 2012 al 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui- Azienda territoriale per l'edilizia
residenziale pubblica (ATERP) della provincia di Crotone - trasmissione al
Consiglio regionale per gli atti di competenza";
premesso che:
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone che i
rendiconti degli enti, delle aziende e delle agenzie regionali sono presentati
entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per
la successiva approvazione entro il 30 giugno;
con dpgr n. 7
del 12.01.2016 il dott. Mascherpa è stato nominato commissario unico regionale
delle ATERP calabresi;
la Giunta
regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato della
Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera n.
442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
visti:
la legge
regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende territoriali per
l'edilizia residenziale pubblica, successivamente abrogata dalla legge
regionale 16 maggio 2013, n. 24;
la legge
regionale n. 24/2013, recante "riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione del settore sanità", istitutiva dell'azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione
in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle aziende
regionali per edilizia residenziale;
la legge
regionale n. 8/2002 recante "ordinamento del bilancio e della contabilità
della Regione Calabria”;
l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello statuto della Regione Calabria;
l'art. 3, comma
7 del d. lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da d.lgs. 126/2014;
considerato che il collegio dei revisori
dei conti:
per i rendiconti
degli esercizi finanziari 2012 e 2013, che chiudono con un avanzo finanziario,
invita l'ente a proseguire nelle azioni amministrative e legali intraprese nei
confronti degli utenti morosi, sollecitando il monitoraggio costante degli
impegni di pagamento e delle attività dei legali incaricati;
esprime parere
favorevole per l'approvazione dei rendiconti 2012 e 2013, suggerendo di voler
proseguire nell'azione di contenimento delle spese e di contenere le spese non
ritenute estremamente necessarie;
atteso che il revisore unico dei conti:
relativamente al
rendiconto 2014, che chiude con un disavanzo finanziario, raccomanda
particolare attenzione alla formazione dei residui sia attivi e passivi ed alla
riscossione ed ai pagamenti;
ha rilevato che
nel corso dell'anno 2014, il precedente collegio dei revisori ha reso parere
negativo su una serie di delibere adottate dal commissario straordinario,
comunque poi rese esecutive; in considerazione di ciò non esprime parere
favorevole all'approvazione del rendiconto 2014;
invita l'azienda
a trasmettere la relazione alla locale procura della Corte dei conti;
considerato che il dipartimento
Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità:
esprime parere
favorevole, e concorda con quanto espresso dal collegio dei revisori circa il
nulla osta all'approvazione dei consuntivi 2012 e 2013;
per quanto
concerne il consuntivo 2014, esprime parere negativo, concordando con quanto
espresso dall'organo di controllo, invitando l'ente a trasmettere la
documentazione alla locale procura della Corte dei conti;
tenuto conto che il dipartimento
Bilancio:
con nota prot.
61353 dei 23 febbraio 2017, ha rilevato criticità con riferimento alla mancata
corrispondenza tra i residui finali e iniziali degli esercizi 2012 e 2013,
nonché l'assenza di quadratura nelle cosiddette partite di giro per il solo
esercizio 2013; queste difformità determinavano analoghe squadrature nei
residui iniziali dell'esercizio 2014, con conseguente errata quantificazione
del risultato di amministrazione per l'esercizio 2014;
ha invitato a
procedere alla rettifica dei suddetti rendiconti per gli esercizi 2012, 2013 e
2014;
ha autorizzato
la ripetizione della procedura di riaccertamento straordinario dei residui
attivi e passivi contestualmente alla riapprovazione del rendiconto relativo
all'esercizio 2014, al fine di garantire il riallineamento con i valori
contabili rettificati;
rilevato che il commissario
straordinario dell'ATERP:
ha proceduto a
rideterminare i prospetti contabili relativi alle correzioni da apportare ai
consuntivi 2012 e, 2013 e a rideterminare contabilmente le rettifiche nel
consuntivo 2014;
con delibera n.
258 del 6 marzo 2017, a seguito delle correzioni apportate, ha riaperto la
procedura di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, al fine
di tenere conto delle correzioni eseguite;
considerato che il collegio dei revisori
dei conti, ha attestato la correttezza delle rettifiche contabili apportate;
considerato che il dipartimento
Bilancio:
alla luce delle
rettifiche operate, avendo verificato che sono state ristabilite le
corrispondenze tra i residui finali ed iniziali di ciascun esercizio, nonché la
quadratura tra impegni e accertamenti, afferenti alla gestione delle
"partite di giro", ha esitato positivamente l'istruttoria riferita
agli aspetti contabili di propria competenza;
ha verificato le
risultanze del riaccertamento dei residui e i prospetti obbligatori di legge
riguardanti, rispettivamente, il computo del fondo pluriennale vincolato di
parte corrente e capitale e la dimostrazione del risultato di amministrazione
alla data del riaccertamento;
ha verificato
che il risultato di amministrazione, di cui al rendiconto di gestione dell'esercizio
2014, a seguito del riaccertamento, ha subito un peggioramento; il maggiore
disavanzo è pari ad € - 5.848.795,83;
rilevato che nella delibera di Giunta n.
148 del 21 aprile 2017 viene specificato che l'operazione di riaccertamento dei
residui è una attività di natura gestionale e che, con riferimento agli enti
strumentali, spetta al direttore generale pro-tempore che a sua volta lo
sottopone alla Giunta regionale la quale poi provvede all'approvazione e al
successivo inoltro al Consiglio regionale per la presa d'atto;
tenuto conto che la suddetta delibera di
Giunta regionale:
nel precisare
che il mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non incide
sull'approvazione del rendiconto, demanda al dipartimento Infrastrutture, Lavori
Pubblici la verifica in ordine al contenimento delle spese, ai sensi della
normativa vigente di riferimento, secondo le modalità ed i tempi previsti dalla
suddetta deliberazione n. 442 del 10 novembre 2016;
prevede di
notificare il provvedimento, a cura del dipartimento proponente, alla procura
regionale della Corte dei conti, al dipartimento Infrastrutture e al
dipartimento Presidenza;
rilevato che la seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 25 maggio 2017, ha approvato i rendiconti degli
esercizi dal 2012 al 2014 e il riaccertamento straordinario dei residui
dell’Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica (ATERP) della
provincia di Crotone e i documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57
della l.r. n. 8/2002 i rendiconti degli esercizi dal 2012 al 2014 e il
riaccertamento straordinario dei residui dell’Azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica (ATERP) della provincia di Crotone e i
documenti ad essi allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione.
Art. 1
(Abrogazione della l.r. 3/2017)
1. La
legge regionale 1 febbraio 2017, n. 3 (Modifica alla legge regionale 7 marzo
1995, n. 4 (Norme sulla classificazione degli esercizi ricettivi
extralberghieri) è abrogata.
Art. 2
(Reviviscenza
del comma 1 dell’articolo 16 della l. r. 4/95)
1. A
decorrere dall’entrata in vigore della presente legge, vige nuovamente il comma
1 dell’articolo 16 della legge regionale 7 marzo 1995, n. 4 (Norme sulla
classificazione degli esercizi ricettivi extralberghieri), nella seguente
formulazione: “Sono esercizi di affittacamere le strutture gestite da privati i
quali, ad integrazione del proprio reddito familiare, utilizzando la propria
abitazione, o parte di essa, diano ospitalità, per un periodo non inferiore a
sette giorni, in non più di sei camere per dodici posti letto, ubicate in uno
stesso stabile”.
Art. 3
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico
del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in
vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Abrogazione della l.r. 4/2017)
1. La
legge regionale 1 febbraio 2017, n. 4 (Modifica alla legge regionale 26
febbraio 2003, n. 2 - Disciplina dell'attività di accoglienza ricettiva a
conduzione familiare denominata “Bed and Breakfast”) è abrogata.
Art. 2
(Reviviscenza
del comma 1 dell’articolo 2 della l. r. 2/2003)
1. A
decorrere dall’entrata in vigore della presente legge, vige nuovamente il comma
1 dell’articolo 2 della legge regionale 26 febbraio 2003, n.2 (Disciplina
dell’attività di accoglienza ricettiva a conduzione familiare denominata “Bed
and Breakfast”), nella seguente formulazione: “1. Le attività di accoglienza
ricettiva esercitate da privati che, in via occasionale o saltuario, senza
carattere di imprenditorialità e avvalendosi della organizzazione familiare
utilizzano parte della propria abitazione fino ad una massimo di quattro camere
e otto posti letto, fornendo ai turisti alloggio e prima colazione sono
classificate come “B&B”.
Art. 3
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico
del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in
vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Prosecuzione esercizio provvisorio)
1. Al
fine di garantire l’interesse generale e il diritto alla mobilità sul
territorio dei cittadini che risiedono nell’area servita dall’Aeroporto dello
Stretto “Tito Minniti” di Reggio Calabria e scongiurare problemi di ordine
pubblico e sicurezza derivanti dalla sua chiusura, la Giunta regionale è
autorizzata a concedere alla curatela fallimentare della Società di gestione
per l’Aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S.) s.p.a. un contributo straordinario di
163.770,00 euro, destinato alla prosecuzione dell'esercizio provvisorio sino
alla data del 18 luglio 2017.
Art. 2
(Norma
finanziaria)
1. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dall’articolo 1, si provvede con
l’utilizzo del “Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da
provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l’approvazione del
bilancio, recanti spese di parte corrente”, iscritto al programma U.20.03 dello
stato di previsione della spesa di bilancio 2017-2019, che presenta la
necessaria disponibilità.
2. La
Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo
stato di previsione della spesa di bilancio 2017-2019, con prelievo dal fondo
speciale di cui al comma 1 ed allocazione al programma U.10.04 dello stato di
previsione della spesa del bilancio medesimo.
Art. 3
(Entrata in
vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche all'art. 27 bis della legge regionale 16
aprile 2002, n. 19)
1. All'articolo
27 bis della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela,
governo ed uso del territorio-Legge Urbanistica della Calabria), dopo il comma
3 sono aggiunti i seguenti:
“3 bis. I comuni
associati, ciascuno per il territorio di propria competenza, possono aderire
alle procedure di cui agli articoli 27 ter e 27 quater.
3 ter.
L'adesione alla procedura semplificata di cui all'articolo 27 ter determina
l'automatica dissociazione del comune dal procedimento del PSA, che prosegue
qualora permanga una pluralità di comuni associati. L'adesione alla
pianificazione a consumo di suolo zero di cui all'articolo 27 quater, da parte
di tutti o alcuni comuni dell'associazione, può avvenire solo previa verifica
favorevole della coerenza tra gli obiettivi e strategie generali del piano in
corso di redazione e gli esiti dell'analisi ricognitiva complessiva di cui al
comma 3 dell'articolo 27 quater. Contestualmente alla delibera di adesione i
comuni possono adottare il documento preliminare o recepire lo stesso se già
adottato.
3 quater. Nel
caso di dissociazione di alcuni comuni appartenenti all'associazione:
a) i
comuni già beneficiari di contributi per la formazione dei piani possono
utilizzare le somme già ricevute anche se hanno espresso l'adesione di cui al
comma 3 bis;
b) i
contributi liquidati al comune capofila e non ancora utilizzati sono
rideterminati proporzionalmente e ripartiti tra i comuni interessati, ai quali
sono, altresì, trasferiti gli atti, documenti ed elaborati, anche tecnici,
prodotti.”.
Art. 2
(Modifiche
all'art. 27 ter della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19)
1. L'articolo 27
ter della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19, è così modificato:
a) al comma 2 le
parole “Entro il 31 dicembre 2016, il” sono sostituite dalla seguente: “Il”;
b) dopo il comma
10 è aggiunto il seguente:
“11. I comuni già beneficiari di contributi
per la formazione dei piani possono utilizzare le somme ricevute anche se
aderiscono alla procedura di cui al presente articolo.”.
Art. 3
(Modifiche
all'art. 27 quater della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19)
1. L'articolo 27
quater della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19, è così modificato:
a) il comma 2 è
sostituito dal seguente:
“2. Nei comuni che non hanno adottato il
piano strutturale comunale o associato, il consiglio comunale, su proposta della
giunta comunale, può deliberare l'adesione al principio dì "consumo di
suolo zero" rivolgendo direttive per la redazione del Piano agli uffici
comunali e ai redattori volte al perseguimento di tale obiettivo.”;
b) il comma 4 è
sostituito dal seguente:
“4. Successivamente alla delibera di
adesione al principio di "consumo di suolo zero", il comune, ai fini
dell'iter di formazione ed approvazione del piano strutturale, deve seguire le
procedure di cui all'articolo 27, i cui termini, quale premialità, sono ridotti
della metà. Nei procedimenti relativi al PSA la riduzione dei termini si
applica solo nel caso di adesione dì tutti i comuni dell'associazione. Tale
riduzione non si applica per i pareri previsti dal d.lgs. n.152/2006, ove
obbligatori.”;
c) dopo il comma
4 sono aggiunti i seguenti:
“5. Contestualmente alla delibera di
adesione di cui al comma 2, i comuni possono adottare il documento preliminare
o recepire lo stesso se già adottato, previa verifica, con esito favorevole, in
ordine alla coerenza tra gli obiettivi e strategie generali del piano in corso
di redazione e gli esiti dell'analisi ricognitiva di cui al comma 3.
6. I comuni già beneficiari di contributi
per la formazione dei piani possono utilizzare le somme ricevute anche se
aderiscono alla procedura di cui al presente articolo.”.
Art. 4
(Modifiche
all'art. 65 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19)
1. L'articolo 65
della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19, è così modificato:
a) al comma 1
dopo il primo periodo è aggiunto il seguente “Nei casi di fusione di comuni il
termine di approvazione di cui al primo periodo è fissato in dodici mesi
decorrenti dalla data di costituzione del nuovo ente.”;
b) dopo il comma
1 è aggiunto il seguente comma 1 bis:
“1 bis. Ai comuni che adempiono a quanto
disposto dal comma 1 sono riconosciuti meccanismi di premialità nella
determinazione dei punteggi ai fini dell'accesso alle risorse della
programmazione dei fondi comunitari.”;
c) al comma 2
bis sono soppresse le parole “e, comunque, non oltre il 30 giugno 2017,”;
d) al comma 2
ter sono soppresse le parole “e, comunque, non oltre il 30 giugno 2017,”.
Art. 5
(Invarianza di
spesa)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 6
(Entrata in
vigore)
1. La
presente entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione
nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC).
Art. 1
(Modifiche
all'articolo 39 della l.r. 47/2011)
1.
L'articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 (Collegato alla manovra di finanza
regionale per l’anno 2012) è sostituito dal seguente:
“Art. 39
(Programmi
regionali di edilizia residenziale comunque denominati)
1. Considerata
l'eccezionalità della crisi economica e sociale ancora in atto, che impone
l'adozione di misure volte a fronteggiare il disagio abitativo che interessa
sempre più soggetti e famiglie che non hanno capacità di risparmio e per
arginare il fenomeno delle opere incompiute sul territorio regionale, è
consentita esclusivamente ai soggetti attuatori di interventi finanziati ai
sensi della legge regionale 16 ottobre 2008, n.36 (Norme di indirizzo per
programmi di edilizia sociale), per i quali si sia raggiunto alla data di
presentazione della domanda un avanzamento pari o superiore al 35 per cento dei
lavori, la facoltà di ultimare i lavori entro il 31 dicembre 2019 nonché
presentare entro il 31 dicembre 2017 richiesta di rimodulazione intesa come
variazione della tipologia da proprietà a locazione. La percentuale del 35 per
cento è da intendersi in riferimento al programma dei lavori riconformato per
come richiesto con l'istanza di rimodulazione.
2. La
rimodulazione di cui al comma 1 è consentita, anche con riduzione
dell'obiettivo fisico, a condizione che essa non comporti l'aumento del
contributo già concesso.
3. E' altresì
consentito a tutti i soggetti attuatori di interventi finanziati ai sensi della
l.r. 36/2008 richiedere entro il 31 dicembre 2017 la delocalizzazione degli
interventi sulla base dei criteri definiti con decreto del Dirigente generale
del dipartimento Infrastrutture 10 agosto 2016, n. 9871.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1.
Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in
vigore)
1. La presente
legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul
Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Avvio delle
attività dell’Agenzia per la Ricerca scientifica
e l’innovazione
tecnologica)
1. Al fine di
consentire l'immediato avvio delle attività dell'Agenzia per la ricerca
scientifica e l'innovazione tecnologica, istituita con l'articolo 7 della legge
regionale 17 agosto 2009, n. 24 (Promozione della ricerca scientifica e
dell’innovazione tecnologica), è autorizzata, nel triennio 2017-2019, la spesa
complessiva di 401.662,00 euro, di cui 80.332,40 euro per l'esercizio
finanziario 2017 ed 160.664,80 euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019.
2. Alla
copertura finanziaria della spesa prevista al comma 1 si provvede mediante
l'utilizzo delle risorse allocate al programma U.20.03 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2017-2019, che presenta la necessaria
disponibilità.
3. La Giunta
regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo stato di
previsione della spesa del bilancio 2017-2019 con prelievo dal programma di cui
al precedente comma ed allocazione al programma U.14.03 dello stato di
previsione della spesa del bilancio medesimo.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione n. 28 del 29
maggio 2017, con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto al Consiglio
regionale l’approvazione del riaccertamento ordinario
dei residui attivi e passivi al 31.12.2016, ai sensi dell’art. 3, comma 4, del
d.lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii. nonché le conseguenti variazioni al bilancio di
previsione 2016-2018 e al bilancio di previsione 2017-2019 del Consiglio
regionale;
premesso che:
-
il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, così come modificato ed integrato
dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo
impianto normativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di
bilancio delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo
di riferimento dei principi contabili generali per Regioni, Province autonome
ed Enti locali;
-
con
deliberazione consiliare n. 83 del 28 dicembre 2015, è stato approvato il
bilancio di previsione Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi
finanziari 2016-2018, redatto secondo gli schemi armonizzati di cui al d.lgs.
n. 118/2011, con valore autorizzatorio;
-
con
deliberazione consiliare n. 161 del 21 dicembre 2016 è stato approvato il
bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi
finanziari 2017-2019;
-
con
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 15 del 23 febbraio 2017 è stata
approvato il verbale di chiusura della contabilità dell'esercizio finanziario
2016;
visto il regolamento interno di
amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, approvato con
deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017;
richiamato l'art. 3, comma 4, del citato
d. lgs. 23 giugno 2011, n. 118, e ss.mm.ii., il quale prevede che tutte le
pubbliche amministrazioni effettuano annualmente l'operazione di riaccertamento
dei residui attivi e passivi, consistente nella revisione delle ragioni del
loro mantenimento, ai fini del rèndiconto. lo stesso articolo prescrive,
inoltre, che "possono essere conservati tra i residui attivi le entrate
accertate esigibili nell'esercizio di riferimento, ma non incassate. possono
essere conservate fra i residui passivi le spese impegnate, liquidate o liquidabili
nel corso dell'esercizio, ma non pagate. le entrate e le spese accertate e
impegnate non esigibili nell'esercizio considerato, sono immediatamente
reimputate all'esercizio in cui sono esigibili. la reimputazione degli impegni
è effettuata incrementando, di pari importo, il fondo pluriennale di spesa, al
fine di consentire, nell'entrata degli esercizi successivi, l'iscrizione del
fondo pluriennale vincolato a copertura delle spese reimputate. la costituzione
del fondo pluriennale vincolato non è effettuata in caso di reimputazione
contestuale di entrate e di spese. le variazioni agli stanziamenti del fondo
pluriennale vincolato e agli stanziamenti correlati, dell'esercizio in corso e
dell'esercizio precedente, necessarie alla reimputazione delle entrate e delle
spese riaccertate, sono effettuate con provvedimento amministrativo della
Giunta entro i termini previsti per l'approvazione del rendiconto
dell'esercizio precedente (...) al termine delle procedure di riaccertamento
non sono conservati residui cui non corrispondono obbligazioni giuridicamente
perfezionate";
richiamato, altresì, il principio
contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (all. 4/2 al d. lgs.
n. 118/2011) ed in particolare il punto 9.1, inerente il riaccertamento
ordinario dei residui;
dato atto che, alla luce della normativa
sopra richiamata, il Consiglio regionale con propria deliberazione,
antecedentemente all’approvazione del rendiconto dell'esercizio 2016, deve
approvare il riaccertamento ordinario dei residui e procedere alla
cancellazione dei residui attivi e passivi non assistiti da obbligazioni
giuridicamente perfezionate, nonché alla reimputazione dei residui attivi e
passivi le cui obbligazioni non sono esigibili alla data del 31 dicembre
dell'esercizio cui si riferisce il rendiconto;
considerato che la reimputazione dei
residui passivi non esigibili nell'esercizio 2016 comporta:
a)
la
creazione, sul bilancio d'esercizio 2016, cui si riferisce il rendiconto, dei
fondi pluriennali vincolati connessi alle spese reimputate per le quali la
copertura è data dal fondo medesimo;
b)
una
variazione del bilancio di previsione 2017 in corso di gestione, al fine di
istituire o incrementare gli stanziamenti di entrate e spese su cui devono
essere imputate le relative obbligazioni;
c)
il
trasferimento d'esercizio di reimputazione anche della copertura che l'impegno
aveva nello stanziamento dell'esercizio in cui era stato inizialmente imputato,
attraverso il fondo pluriennale vincolato in entrata. la costituzione o
l'incremento di tale fondo è escluso solo in caso di contestuale reimputazione
di entrate e spese;
tenuto conto che le risultanze del
presente riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi confluiranno nel
rendiconto per l’esercizio 2016 del Consiglio regionale;
preso atto che il settore bilancio e
ragioneria, sulla base delle indicazioni ricevute dai dirigenti responsabili
dei settori e delle aree funzionali, ha predisposto i prospetti (allegati a e
b) relativi al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi alla data
del 31.12.2016, contenenti sia gli importi da conservare, sia gli importi da
eliminare definitivamente in quanto non corrispondenti ad obbligazioni
giuridicamente perfezionate, nonché gli importi da eliminare e reimputare agli
esercizi successivi nei quali l'esigibilità avrà scadenza, sia gli importi da
conservare a residuo;
visti:
a)
gli
elenchi dei residui attivi e passivi da conservare nel conto del bilancio
dell'esercizio 2016 (allegati c e d);
b)
il
prospetto relativo agli impegni da reimputare negli esercizi successivi a
quello a cui si riferisce il rendiconto 2016 (allegato e);
c)
il
prospetto relativo alle variazioni intervenute nel fondo pluriennale vincolato
a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi alla
data del 31.12.2016 e di reimputazione degli impegni (allegato f);
d)
il
prospetto relativo alle variazioni di competenza e di cassa del bilancio di
previsione finanziario 2016-2018, esercizio 2016, a seguito delle operazioni di
riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31.12.2016 e di
reimputazione degli impegni (allegato g);
e)
il
prospetto relativo alle variazioni di competenza e di cassa del bilancio di
previsione finanziario 2017-2019, esercizio 2017, a seguito delle operazioni di
reimputazione dei residui passivi (allegato h);
f)
il
prospetto relativo alle variazioni al bilancio di previsione finanziario
2017-2019, esercizio 2017, al fine di adeguare le previsioni di cassa alle
risultanze delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi al
31.12.2016 (allegato i);
g)
il
prospetto relativo alle somme da vincolare nel risultato di amministrazione
dell'esercizio 2016 a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui
attivi e passivi (allegato l);
ritenuto, pertanto, di dover procedere,
in ragione di quanto sopra espresso ed in esecuzione dell'art. 3, comma 4, del
d.lgs. n.11812011 e ss.mm.ii., all'approvazione delle risultanze del
riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi, nonché all'approvazione
delle conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2016-2018 e al bilancio
di previsione 2017-2019 del Consiglio regionale;
preso atto del verbale 157 del 19 maggio
2017, con cui il collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole
al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2016, ai sensi dell’art. 3, comma 4, del d.lgs.
n.118/2011 e ss.mm.ii. e alle conseguenti variazioni al bilancio di previsione
2016-2018 e al bilancio di previsione 2017-2019 del Consiglio regionale;
delibera
di approvare il riaccertamento ordinario
dei residui attivi e passivi al 31.12.2016, ai sensi
dell’art. 3, comma 4, del d.lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii., e le variazioni al
bilancio di previsione 2016-2018 e al bilancio di previsione 2017-2019 del
Consiglio regionale, unitamente ai relativi, che costituiscono parte integrante
e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione n. 34 del 29
maggio 2017, con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto al Consiglio regionale
l’approvazione delle variazioni al bilancio di previsione 2017-2019 del
Consiglio regionale;
premesso che:
- il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, così come modificato ed integrato
dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo
impianto normativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di
bilancio delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo
di riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome
ed enti locali, fissando al primo gennaio 2015 l'entrata in vigore per gli enti
citati delle norme in materia di armonizzazione contabile;
-
l'art. 4 del predetto decreto legislativo n. 118/2011 prevede che, al fine di
consentire il consolidamento ed il monitoraggio dei conti pubblici, nonché il
miglioramento della raccordabilità dei conti delle amministrazioni pubbliche
con il S.E.C. dei conti nazionali nell'ambito delle rappresentazioni contabili,
le regioni, gli enti locali e i loro enti strumentali adottano il piano dei
conti integrato, raccordato al piano dei conti di cui all'art. 4, comma 3,
lettera a), del decreto legislativo 31 maggio 2011, n.91, costituito da conti
che rilevano le entrate e le spese in termini di contabilità finanziaria e da
conti economico-patrimoniali redatto secondo comuni criteri di
contabilizzazione;
-
con deliberazione consiliare n. 161 del 21 dicembre 2016 è stato approvato il
bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi
finanziari 2017-2019;
-
con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 62 del 21 dicembre 2016 è stato
approvato il documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione per
gli esercizi 2017-2019 e sono state assegnate le risorse al
segretario/direttore generale, ai sensi dell'art. 3 del regolamento interno di
amministrazione e contabilità del consiglio regionale;
-
con determinazione del segretario generale r.g. n. 602 del 29.12.2016 è stato
approvato il bilancio finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli
esercizi 2017-2019;
-
con deliberazioni dell’Ufficio di Presidenza n. 2 del 27 gennaio 2017 e n.14
del 23 febbraio 2017, sono state approvate due variazioni compensative al
bilancio di previsione 2017-2019, esercizio 2017, ai sensi dell'art. 51, comma
2 lett. c) del d. lgs. 23 giugno 2011, n. 118, e ss.mm.ii.;
-
con determinazioni del segretario generale n. 144 del 24 marzo 2017 e n. 210
del 28 aprile 2017 sono state approvate due variazioni compensative a al
bilancio di previsione 2017-2019, esercizio 2017, ai sensi dell'art. 51, comma
4 del d. lgs. 23 giugno 2011, n. 118, e ss.mm.ii.;
visto il regolamento interno
di amministrazione e contabilità del consiglio regionale, approvato con
deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017;
considerato che si è manifestata
l'esigenza di apportare al bilancio di previsione 2017-2019, esercizio 2017, le
variazioni di cui all'allegato a) al presente provvedimento, al fine di
consentire il soddisfacimento dei fabbisogni di spesa previsti per il corrente
esercizio finanziario ed i successivi;
ritenuto di dover provvedere
ad effettuare le variazioni allo stato di previsione della spesa del bilancio
di previsione 2017-2019, di cui alla deliberazione consiliare n. 161 del
21.12.2016, secondo quanto riportato nell'allegato a), parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione;
considerato che in coerenza
con quanto disposto dall’art. 51 del d.lgs n.118 del 23 giugno 2011, l’ufficio
di presidenza:
-
procederà alla conseguente variazione del documento tecnico di accompagnamento
al bilancio, approvato con propria deliberazione n. 62 del 21 dicembre 2016;
-
autorizzerà, senza ulteriori formalità, il segretario generale ad apportare al
bilancio finanziario gestionale esercizio 2017, approvato con determinazione
del segretario generale rg. n. 602 del 29.12.2016, le variazioni di cui al
presente provvedimento;
verificato che dopo le
variazioni di cui all'allegato a, sono rispettati gli equilibri di bilancio;
preso atto del verbale n.
164 del 26 giugno 2017, con cui il collegio dei revisori dei conti ha espresso
parere favorevole all’approvazione delle variazioni al bilancio di previsione
2017-2019 del Consiglio regionale;
delibera
- di
apportare allo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione
2017-2019 le variazioni riportate nell'allegato a, parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione;
- di
dare atto che dopo le variazioni di cui al punto precedente sono garantiti gli
equilibri del bilancio di previsione del Consiglio regionale per il triennio
2017-2019.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione n. 33 del 29
maggio 2017, con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto al Consiglio
regionale l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2016 e della
relazione sulla gestione;
premesso che:
- il decreto
legislativo 23 giugno 2011, n.118, così come modificato ed integrato dal
decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto
normativo sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di
riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed
enti locali, fissando al primo gennaio 2015 l'entrata in vigore per gli enti
citati delle norme in materia di armonizzazione contabile;
- con
deliberazione consiliare n. 83 del 28 dicembre 2015 è stato approvato il
bilancio di previsione Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi
finanziari 2016-2018, redatto secondo gli schemi armonizzati di cui al d.lgs.
n. 118/2011;
- con
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 1 del 26 gennaio 2016 è stato
approvato il documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione per
gli esercizi 2016-2018 e sono state assegnate le risorse al
segretario/direttore generale, ai sensi dell'art. 3 del regolamento interno di
amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;
- con
determinazione del segretario generale r.g. n. 63 del 01.02.2016 è stato
approvato il bilancio finanziario gestionale del Consiglio regionale per gli
esercizi 2016-2018;
- con
deliberazione del Consiglio regionale n.149 del 21 novembre 2016 è stato
approvato l'assestamento al bilancio di previsione 2016-2018 del consiglio
regionale;
- con deliberazione
dell’Ufficio di Presidenza n. 53 del 21 novembre 2016 è stata approvata la
variazione al documento tecnico di accompagnamento al bilancio di previsione
per gli esercizi 2016-2018;
- con
determinazione del segretario generale r.g. n. 504 del 29.11.2016 è stata
approvata la variazione al bilancio finanziario gestionale del Consiglio
regionale per gli esercizi 2016-2018;
- con
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 15 del 23 febbraio 2017 è stata
approvato il verbale di chiusura della contabilità dell'esercizio finanziario
2016;
visto l'art. 67 del d. lgs. n. 118/2011
e ss.mm ii., il quale dispone che "la Presidenza del Consiglio regionale
sottopone all'assemblea consiliare (..) il rendiconto del consiglio regionale.
le relative risultanze finali confluiscono nel rendiconto consolidato di cui
all'art. 63, comma 3. al fine di consentire il predetto consolidato,
l'assemblea consiliare approva il proprio rendiconto entro il 30 giugno
dell'anno successivo";
visto il regolamento interno di
amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, approvato con
deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017;
vista la deliberazione consiliare n. 225
del 29 giugno 2017, recante: “riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2016, ai sensi dell’art. 3,
comma 4, del d.lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii. e conseguenti variazioni al
bilancio di previsione 2016-2018 e al bilancio di previsione 2017-2019 del
consiglio regionale”;
visto lo schema di rendiconto
dell'esercizio 2016 redatto ai sensi dell'allegato 10 al d.lgs. n. 118/2011 e
ss.mm.ii.;
vista la relazione sulla gestione
dell'esercizio 2016 ed i relativi allegati, redatta ai sensi dell'art.11, comma
6, del d.lgs. n. 118/2011;
tenuto conto della relazione della
commissione speciale di vigilanza, redatta ai sensi dell’art. 73, comma 3, del
regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;
preso atto dl verbale n. 163 del 26
giugno 2017, con cui il collegio dei revisori dei conti ha espresso parere
favorevole con osservazioni all’approvazione del rendiconto dell’esercizio
finanziario 2016 ed alla relazione sulla gestione;
delibera
- di approvare,
ai sensi degli articoli 18 e 67 del d.lgs. n. 118/2011, il rendiconto
dell'esercizio finanziario 2016 del consiglio regionale, unitamente ai relativi
allegati, per farne parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione, con le seguenti risultanze finali riepilogative:
Art.
1
(Modifica titolo l.r. 19/2001)
1. Al
titolo della legge regionale 4 settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento
amministrativo, la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina
della pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione Calabria) le parole:
“Disciplina della pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria” sono soppresse.
Art. 2
(Modifica
art. 1)
1. L'articolo
1 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 1
(Finalità)
1. La
presente legge detta disposizioni relative al procedimento amministrativo ed al
diritto di accesso, con l'obiettivo di semplificare, snellire e rendere celere
l'azione amministrativa regionale, in attuazione delle disposizioni della legge
7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e
di diritto di accesso ai documenti amministrativi), nonché dei principi
desumibili dallo Statuto regionale e dalla legislazione statale.”.
Art. 3
(Modifica
art. 2)
1. L'articolo
2 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 2
(Ambito
di applicazione e qualificazione dell'attività amministrativa)
1. La
presente legge disciplina l'attività amministrativa della Regione, degli enti,
istituti o aziende da essa dipendenti o strumentali, nonché, in quanto
applicabile, degli enti pubblici economici dipendenti dalla Regione.
2. È
fatta salva la disciplina dei procedimenti amministrativi prevista dalle leggi
regionali di settore, ove compatibile con i principi della presente legge.
3. L'attività
amministrativa regionale è improntata a criteri di economicità, di efficacia,
di imparzialità, di proporzionalità, di pubblicità e di trasparenza. Il
procedimento non può essere aggravato con l'introduzione di adempimenti non
previsti dalle leggi e dai regolamenti, se non per straordinarie e motivate
esigenze emerse nel corso dell'istruttoria.
4. Ai
fini di cui al comma 3, la Regione adotta regolamenti che si conformano ai
seguenti criteri:
a) semplificazione
dei procedimenti amministrativi, e di quelli che agli stessi risultano
strettamente connessi o strumentali, in modo da ridurre il numero delle fasi
procedimentali e delle amministrazioni intervenienti, anche riordinando le
competenze degli uffici, accorpando le funzioni per settori omogenei,
sopprimendo gli organi che risultino superflui e costituendo centri
interservizi dove raggruppare competenze diverse ma confluenti in una unica
procedura;
b) riduzione
dei termini per la conclusione dei procedimenti e uniformazione dei tempi di
conclusione previsti per procedimenti tra loro analoghi;
c) regolazione
uniforme dei procedimenti dello stesso tipo che si svolgono presso diverse
amministrazioni o presso diversi uffici della medesima amministrazione;
d) riduzione
del numero di procedimenti amministrativi ed accorpamento dei procedimenti che
si riferiscono alla medesima attività, anche riunendo in una unica fonte
regolamentare, ove ciò corrisponda a esigenze di semplificazione e
conoscibilità normativa, disposizioni provenienti da fonti di rango diverso,
ovvero che pretendono particolari procedure, fermo restando l'obbligo di porre
in essere le procedure stesse;
e) semplificazione
e accelerazione delle procedure di spesa e contabili;
f) trasferimento
a organi monocratici o ai dirigenti amministrativi di funzioni anche
decisionali che non richiedano, in ragione della loro specificità, l'esercizio
in forma collegiale, e sostituzione degli organi collegiali con conferenze di
servizi o con interventi, nei relativi procedimenti, dei soggetti portatori di
interessi diffusi;
g) individuazione
delle responsabilità e delle procedure di verifica e controllo;
h) soppressione
dei procedimenti che risultino non più rispondenti alle finalità e agli
obiettivi fondamentali definiti dalla legislazione di settore o che risultino
in contrasto con i principi generali dell'ordinamento giuridico nazionale o
comunitario;
i) soppressione
dei procedimenti che comportino, per l'amministrazione e per i cittadini, costi
più elevati dei benefici conseguibili, anche attraverso la sostituzione
dell'attività amministrativa diretta con forme di autoregolamentazione da parte
degli interessati;
l) adeguamento
della disciplina sostanziale e procedimentale dell'attività e degli atti
amministrativi ai principi della normativa comunitaria, anche sostituendo al
regime concessorio quello autorizzatorio;
m) soppressione dei procedimenti che derogano
alla normativa procedimentale di carattere generale, qualora non sussistano più
le ragioni che giustifichino una difforme disciplina settoriale.”.
Art. 4
(Modifica
art. 4)
1. L'articolo
4 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 4
(Responsabile
del procedimento)
1. La
responsabilità dei procedimenti amministrativi regionali è assegnata al
settore, ovvero ad altra articolazione amministrativa prevista nella struttura
organizzativa dell'ente, sulla base delle regole che ne definiscono le
competenze.
2. Il
responsabile del settore, ovvero di altra articolazione amministrativa,
competente per materia individua per ciascun provvedimento, o per categorie di
provvedimenti, l'unità operativa cui il procedimento fa capo. Responsabile del
procedimento è il funzionario preposto a tale unità operativa.
3. Il
responsabile del settore, ovvero di altra articolazione amministrativa, può
assumere personalmente la responsabilità del procedimento sin dall'inizio o in
un momento successivo, per ragioni di coordinamento o di buon andamento
dell'azione amministrativa. Può altresì, per motivate esigenze di servizio,
conferire la responsabilità del procedimento ad un funzionario diverso da
quello individuato ai sensi del comma 2.
4. Ove
manchi l'individuazione di cui al comma 2, il dirigente del settore, ovvero di
altra articolazione amministrativa, è responsabile del procedimento.
5. Per
i procedimenti in cui intervengono più settori, o più articolazioni
amministrative, ciascuno di essi è responsabile per gli atti di competenza e
per il tempo agli stessi assegnato.
6. La
responsabilità del procedimento decorre, per ciascun settore, o altra
articolazione amministrativa, dalla data di ricevimento della istanza.”.
Art. 5
(Modifiche
art. 5)
1. L'articolo
5 della l.r. 19/2001 è così modificato:
a) alla
lettera d) del comma 1, le parole “di cui al successivo articolo 24” sono soppresse;
b) alla
lettera c) del comma 2, le parole “all'Assessore ovvero” sono soppresse;
c) i
commi 3 e 4 sono sostituiti dai seguenti:
“3. L'organo
competente per l'adozione del provvedimento finale, ove diverso dal
responsabile del procedimento, non può discostarsi dalle risultanze
dell'istruttoria condotta dal responsabile del procedimento se non indicandone
le ragioni nel provvedimento.
4. Nei
procedimenti ad istanza di parte, il responsabile del procedimento, o l'organo
competente per l'adozione del provvedimento finale, effettua la comunicazione
ai sensi dell’articolo 10 bis della l. 241/1990”;
d) il
comma 5 è abrogato.
Art. 6
(Modifica
art. 6)
1. L'articolo
6 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 6
(Conflitto
di interessi)
1. Il
responsabile del procedimento e i titolari degli uffici competenti ad adottare
i pareri, le valutazioni tecniche, gli atti endoprocedimentali e il
provvedimento finale devono astenersi in caso di conflitto di interessi,
segnalando ogni situazione di conflitto, anche potenziale.”.
Art. 7
(Modifiche
art. 8)
1. All'articolo
8 della l.r. 19/2001, i commi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:
“1.
Il responsabile del procedimento provvede a dare notizia ai soggetti di cui
all'articolo 7 dell'avvio del procedimento stesso, ove possibile in via
telematica e, comunque, con mezzo idoneo a garantire la prova della ricezione.
2. La
comunicazione è personale e deve indicare:
a) il
settore o articolazione amministrativa competente;
b) l'oggetto
del procedimento promosso;
c) il
responsabile del procedimento;
d) la
struttura in cui si può prendere visione degli atti;
e) la
data entro la quale, secondo i termini previsti, deve concludersi il
procedimento e i rimedi esperibili in caso di inerzia dell’amministrazione;
f) nei
procedimenti ad iniziativa di parte, la data di presentazione della relativa
istanza.”.
Art. 8
(Modifiche
art. 9)
1. L'articolo
9 della l.r. 19/2001 è così modificato:
a) al
comma 1, le parole: “in corso” sono soppresse;
b) il
comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. Ove la normativa regionale preveda,
senza ulteriori precisazioni, l'acquisizione di valutazioni o pareri da parte
di soggetti collettivi di natura privata ai fini dell'emanazione di un atto
amministrativo, gli stessi vengono acquisiti dal responsabile del procedimento
che assegna a tal fine un congruo termine. In caso di superamento del termine
assegnato, il provvedimento è adottato indipendentemente dall'acquisizione
delle valutazioni o dei pareri.”.
Art. 9
(Modifica
art. 10)
1. L'articolo
10 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 10
(Casi
di esclusione)
1. Le
disposizioni di cui al presente capo non si applicano nei confronti
dell'attività finalizzata alla emanazione di atti normativi, amministrativi
generali, di pianificazione e di programmazione, per i quali restano ferme le
particolari norme che ne regolano la formazione.
2. Le
disposizioni del presente capo non si applicano, altresì, ai procedimenti
tributari, per i quali restano parimenti ferme le particolari norme che li
regolano.”.
Art. 10
(Inserimento
Capo III bis)
1. Dopo
l'articolo 10 della l.r. 19/2001, è inserito il seguente: “Capo III bis
Semplificazione amministrativa”.
Art. 11
(Modifica
art. 11)
1. L'articolo
11 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 11
(Conferenza
di servizi- Valutazioni ambientali)
1. Alla
Conferenza di servizi si applica la disciplina di cui agli articoli 14 e
seguenti della l. 241/1990.
2. Ai
procedimenti di Valutazione Di Impatto Ambientale (VIA), Valutazione Ambientale
Strategica (VAS) e Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) si applica la
disciplina di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in
materia ambientale). La Giunta regionale, con proprio regolamento, disciplina
le relative procedure.”.
Art.12
(Modifica
art. 12)
1. L'articolo
12 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 12
(Riunione
decisoria)
1. Qualora
nel medesimo procedimento siano coinvolte, a qualsiasi titolo, ed anche
nell'ambito di un sub-procedimento, due o più articolazioni amministrative
della Regione, responsabile dell'intero procedimento è il soggetto competente
all'adozione del provvedimento finale.
2. Il
responsabile del procedimento indice apposita riunione con i dirigenti delle
articolazioni amministrative interessate, ai fini dell'acquisizione delle
determinazioni o valutazioni necessarie all'adozione del provvedimento finale.
Qualora al procedimento debbano partecipare commissioni, comitati o altri
organismi collegiali, ciascuno di essi designa un proprio rappresentante per la
partecipazione alla riunione e per l'esternazione in tale sede delle
determinazioni o valutazioni preventivamente assunte dall'organismo medesimo.
3. Nel
caso di mancata partecipazione alla riunione di uno dei soggetti di cui al
comma 2, il dirigente generale del dipartimento cui tale soggetto afferisce
adotta ogni opportuno provvedimento onde consentire l'adozione del
provvedimento finale. I soggetti chiamati ad esprimere le determinazioni o
valutazioni di propria competenza sono responsabili per ogni inerzia o
comportamento che impedisca o ritardi l'adozione del provvedimento finale.
4. La
riunione decisoria deve concludersi, improrogabilmente, entro i termini di
conclusione del procedimento. La determinazione conclusiva motivata della
riunione, consacrata nel verbale contestualmente redatto, tiene luogo delle
determinazioni o valutazioni di cui al comma 2.
5. Qualora,
in ipotesi eccezionali derivanti da particolare complessità del procedimento,
non sia possibile l'acquisizione contestuale delle determinazioni o valutazioni
di cui al comma 2, le stesse vengono acquisite con modalità telematiche. Il
responsabile del procedimento ripartisce i tempi a disposizione di ciascuna
articolazione amministrativa, fermo restando il termine finale di conclusione
del procedimento.
6. La
Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio, nell'ambito delle
rispettive competenze, emanano le opportune direttive per l'attuazione delle
disposizioni del presente articolo”.
Art. 13
(Modifica
art. 13)
1. L'articolo
13 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 13
(Intese
e accordi con altre amministrazioni- Accordo di programma)
1. Anche
al di fuori delle ipotesi di conferenza di servizi, la Regione può concludere
con le altre amministrazioni pubbliche accordi per disciplinare lo svolgimento
in collaborazione di attività di interesse comune, ai sensi dell'articolo 15
della l. 241/1990.
2. Gli
accordi di cui al comma 1 e quelli disciplinati dall'articolo 2, comma 203,
della legge 23 dicembre 1996, n. 662 (Misure di razionalizzazione della finanza
pubblica), aventi esclusivamente natura politico-istituzionale, e ogni altra
intesa di analogo contenuto, sono sottoscritti dal Presidente della Giunta
regionale e dai legali rappresentanti degli altri soggetti pubblici e privati
che ne sono parti. In ogni altra ipotesi, gli accordi sono sottoscritti dal
dirigente competente per materia, previa adozione delle necessarie
determinazioni amministrative.
3. L'accordo
di programma è stipulato nelle ipotesi e con le modalità previste dall'articolo
34 del decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi
sull’ordinamento degli enti locali).”.
Art. 14
(Modifica
art. 14)
1. L'articolo
14 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 14
(Accordi
con gli interessati)
1. Anche
in accoglimento di osservazioni e proposte presentate a norma dell'articolo 9,
comma 1, lettera b), l'amministrazione regionale può concludere, senza
pregiudizio dei diritti dei terzi, e in ogni caso nel perseguimento del
pubblico interesse, accordi con gli interessati al fine di determinare il
contenuto discrezionale del provvedimento finale, ovvero in sostituzione di
questo, ai sensi dell'articolo 11 della l. 241/1990.”.
Art. 15
(Modifica
art. 15)
1. L'articolo
15 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 15
(Segnalazione
di inizio attività- Silenzio assenso)
1. Nei
casi in cui l'esercizio di un'attività privata e, comunque, imprenditoriale,
commerciale o artigianale sia subordinata ad autorizzazione, licenza,
concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque denominato,
comprese le domande per le iscrizioni in albi o ruoli, si applicano gli
articoli 19 e 19 bis della l. 241/1990, comunque nel rispetto di quanto
previsto dal decreto-legge 27 giugno 1985, n. 312 (Disposizioni urgenti per la
tutela delle zone di particolare interesse ambientale), convertito, con
modificazioni, dalla legge 8 agosto 1985, n. 431.
2. Fatta
salva sia l'applicazione delle disposizioni in materia di semplificazione
dell’azione amministrativa volte a prevedere specifiche forme di silenzio
assenso per privati e imprese, sia l’applicazione del comma 1, nei procedimenti
ad istanza di parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi, il
silenzio dell'amministrazione equivale a provvedimento di accoglimento nei
casi, in presenza dei presupposti e con i limiti previsti dall'articolo 20
della l. 241/1990, nonché dalla normativa di settore.”.
Art. 16
(Modifica
art. 16)
1. L'articolo
16 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 16
(False
attestazioni)
1. Con
la segnalazione, la denuncia o la domanda presentate ai sensi dell'articolo 15
l'interessato deve dichiarare la sussistenza dei presupposti e dei requisiti di
legge richiesti. In caso di dichiarazioni mendaci o di false attestazioni non
si realizzano effetti permissivi o conformativi e non è ammessa sanatoria.
2. Le
sanzioni amministrative previste in caso di svolgimento di attività in carenza
dell'atto di assenso dell'amministrazione, o in difformità da esso, si
applicano anche nei riguardi di coloro i quali svolgano attività di cui
all'articolo 15 in mancanza dei requisiti prescritti o, comunque, in contrasto
con la normativa vigente.”.
Art. 17
(Modifiche
art. 19)
1. L'articolo
19 della l.r. 19/2001 è così modificato:
a) il
comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. Ove il procedimento consegua
obbligatoriamente a un'istanza, ovvero debba essere iniziato d'ufficio,
l'amministrazione regionale ha il dovere di concluderlo mediante l'adozione di
un provvedimento espresso ed entro termini certi e predeterminati.”;
b) alla
lettera d) del comma 2 le parole “dell'Assessore o”, sono soppresse;
c) il
comma 3 è abrogato.
Art. 18
(Modifica
art. 20)
1. All'articolo
20 della l.r. 19/2001, dopo il comma 2 è inserito il seguente:
“2 bis. In caso di manifesta
irricevibilità, inammissibilità, improcedibilità o infondatezza della domanda,
l'amministrazione regionale conclude il procedimento con un provvedimento
espresso redatto in forma semplificata, la cui motivazione può consistere in un
sintetico riferimento al punto di fatto o di diritto ritenuto risolutivo.”.
Art. 19
(Modifiche
art. 21)
1. L'articolo
21 della l.r. 19/2001è così modificato:
a) il
comma 1 è sostituito dal seguente:
“1.
Nei procedimenti avviati su domanda degli interessati, il termine decorre dalla
data di assunzione al protocollo generale dell’ente”;
b) il
comma 3 è così modificato:
1) la lettera d) è sostituita dalla
seguente:
“d)
salvo quanto previsto dall'articolo 17 bis della l. 241/1990, qualora debbano
essere obbligatoriamente acquisiti al procedimento atti di altre
amministrazioni, per il tempo necessario alla formazione di tali atti, in
relazione ai termini applicabili ai sensi dell'articolo 2 della medesima
legge;”;
2) nella lettera f) la parola
“servizio” è sostituita dalla seguente: “settore”;
3) dopo la lettera f) è inserita la
seguente:
“f bis) per l'acquisizione di
informazioni o di certificazioni relative a fatti, stati o qualità non
attestati in documenti già in possesso dell'amministrazione stessa o non
direttamente acquisibili presso altre pubbliche amministrazioni.”.
Art. 20
(Modifica
art. 22)
1. Al
comma 2 dell'articolo 22 della l.r. 19/2001, la parola “servizio” è sostituita
dalle seguenti: “settore o dell'articolazione amministrativa competente”.
Art. 21
(Modifiche
art. 23)
1. L'articolo
23 della l.r. 19/2001 è così modificato:
a) il
comma 4 è abrogato.
Art. 22
(Modifica
art. 29)
1.
All'articolo 29 della l.r. 19/2001, il comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. L'amministrazione regionale e gli enti
di cui all'articolo 2 adottano le misure organizzative idonee a garantire
l'applicazione delle disposizioni in materia di autocertificazione e di
presentazione di atti e documenti da parte dei cittadini alle amministrazioni
pubbliche previste dalla legge, nel rispetto della normativa vigente sulla
semplificazione e sulla documentazione amministrativa.”.
Art. 23
(Modifica
art. 30)
1. All'articolo
30 della l.r. 19/2001, il comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. La violazione o la elusione delle norme
della presente legge, la grave inosservanza delle direttive generali e,
comunque, le inerzie ed i ritardi nello svolgimento delle funzioni attinenti la
conclusione dei procedimenti amministrativi entro i termini previsti, sono
valutati negativamente in sede di accertamento della responsabilità
dirigenziale, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge statale.”.
Art. 24
(Modifiche
art.31)
1. L'articolo
31 della l.r. 19/2001 è così modificato:
a) al
comma 1 la parola: “Qualunque” è sostituita dalle seguenti: “Salvo il diritto
di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di
informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, previsti dalla
legislazione statale, qualunque”;
b) al
comma 3, dopo la parola: “formati” sono inserite le seguenti: “o stabilmente
detenuti”;
c) il
comma 4 è sostituito dal seguente:
“4.
Non sono accessibili le informazioni in possesso dell'Amministrazione che non
abbiano forma di documento amministrativo, salvo quanto previsto dal decreto
legislativo 30 giugno 2003, n.196 (Codice in materia di protezione di dati
personali), in materia di dati personali da parte della persona cui i dati si
riferiscono.”.
Art. 25
(Modifiche
art. 33)
1. L'articolo
33 della l.r. 19/2001, è così modificato:
a) al
comma 1, le parole: “ e o limitazione dell’accesso previste dalla legge n. 241
del 1990 e dal d.p.r. n. 352 del 1992, sono sottratte all’accesso – ai sensi
degli artt. 24, comma 4, della legge n. 241 del 1990 e 8, comma 5, lettera d),
del d.p.r. n. 352 del 1992 e con riferimento” sono sostituite dalle seguenti:
“esclusione o limitazione dell'accesso previste dalla l. 241/1990 e dal
relativo regolamento in materia di accesso ai documenti amministrativi, sono
sottratte all'accesso - ai sensi dell'articolo 24, comma 2 e comma 6, lett. d),
della medesima legge, e con riferimento”;
b) al
comma 2 il secondo periodo è sostituito dal seguente:
“2. Sono parimenti esclusi dal diritto di
accesso i documenti amministrativi, anche se non espressamente citati nella
presente legge, che la vigente normativa sottrae all'accesso, e, in
particolare, i dati personali e sensibili, di cui all'articolo 4, comma 1,
lett. b) e d), del d.lgs. 196/2003, eventualmente contenuti in documenti amministrativi,
il cui trattamento deve essere effettuato secondo le modalità previste dagli
articoli 20 e 76 del decreto legislativo medesimo e, comunque, ivi
specificate”.
Art. 26
(Inserimento
art. 35 bis)
1. Dopo
l'articolo 35 della l.r. 19/2001 è inserito il seguente:
“Art. 35 bis
(Comunicazione
di rifiuto, limitazione o differimento)
1. Il
rifiuto, la limitazione o il differimento dell'accesso, che devono essere
sempre motivati, sono comunicati al richiedente entro trenta giorni dalla
richiesta di accesso. Con tale comunicazione l'interessato deve essere
informato della tutela giurisdizionale dallo stesso esercitabile.”.
Art. 27
(Modifica
art. 36)
1. L'articolo
36 della l.r. 19/2001, è sostituito dal seguente:
“Art.36
(Silenzio
rifiuto)
1. Decorsi
inutilmente trenta giorni dalla richiesta di accesso, questa si intende
respinta. Si applica il comma 4 dell'articolo 25 della l. 241/1990.”.
Art. 28
(Modifica
art. 37)
1. L'articolo
37 della l.r. 19/2001, è sostituito dal seguente:
“Art. 37
(Responsabilità
del procedimento di accesso)
1. Il
responsabile del procedimento di accesso è individuato in base alle
disposizioni di cui all'articolo 4”.
Art. 29
(Modifica
art. 39)
1. Al comma 1 dell'articolo 39 della l.r.
19/2001, le parole: “prodotto i documenti” sono sostituite dalle seguenti:
“formato i documenti o che li detiene stabilmente”.
Art. 30
(Modifiche
art. 41)
1. L'articolo
41 della l.r. 19/2001 è così modificato:
a) al
comma 1 le parole “prodotto i documenti” sono sostituite dalle seguenti:
“formato i documenti o che li detiene stabilmente”;
b) al
comma 3, le parole: “, quando non ricorra l’ipotesi prevista dall’articolo 17
del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642 (Disciplina
dell’imposta di bollo), e successive modificazioni” sono soppresse.
Articolo 31
(Modifica
art. 42)
1. L'articolo
42 della l.r. 19/2001 è sostituito dal seguente:
“Art. 42
(Trasmissione
ad Amministrazione od ufficio competente)
1. Qualora
l'istanza sia stata erroneamente presentata all'amministrazione regionale, la
struttura che riceve la richiesta formale trasmette, di regola in via
telematica, l'istanza alla amministrazione competente, qualora questa sia
facilmente individuabile, dandone comunicazione all'interessato.
2. Qualora
l'istanza non sia rivolta al settore, o ad altra competente articolazione
amministrativa della Regione, la struttura che la riceve, la trasmette, in via
telematica al settore, o altra articolazione amministrativa competente, dandone
comunicazione all'interessato. Si applica l'articolo 21, comma 1.”
Art. 32
(Modifica
art. 43)
1. Al
comma 2 dell'articolo 43 della l.r. 19/2001 il primo periodo è sostituito dal
seguente:
“2. Nel caso di esito positivo della
richiesta di accesso formale, qualora i documenti oggetto della richiesta non
siano disponibili presso la struttura competente, il responsabile del
procedimento comunica all'interessato, mediante raccomandata con avviso di
ricevimento, o altro mezzo, anche telematico, idoneo ad accertarne la
ricezione, entro dieci giorni decorrenti dalla ricezione della richiesta, la
data in cui può essere esercitato il diritto.”.
Art. 33
(Modifica
art. 44)
1. Al
comma 1 dell'articolo 44 della l.r. 19/2001, la lettera b) è soppressa.
Art. 34
(Modifica
art. 45)
1. Al
comma 1 dell'articolo 45 della l.r. 19/2001, le parole: “Il Dirigente
competente o il responsabile del procedimento, di qualifica non inferiore alla
categoria D3, accertano” sono sostituite dalle seguenti: “Il responsabile del
procedimento di accesso accerta”.
Art. 35
(Abrogazioni)
1. Gli
articoli 17, 18, 24, 25, 26, 27 e 28 della l.r. 19/2001 sono abrogati.
Art. 36
(Clausola
generale di coordinamento)
1. I
rinvii operati dalle disposizioni vigenti alle norme della l.r. 19/2001 si
intendono riferiti alle disposizioni di cui alla medesima, per come modificati
dalla presente legge.
Art. 37
(Adeguamento
alle disposizioni della presente legge)
1. Fermo
quanto disposto dall’articolo 2, comma 1, della l.r. 19/2001, per come
modificato dalla presente legge, gli enti, istituti o aziende ivi previsti
provvedono ad adeguare i rispettivi ordinamenti alle disposizioni della
presente legge entro sei mesi dalla sua entrata in vigore.
Art. 38
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 39
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n.
134 del 7 aprile 2017, recante: "rendiconto esercizio 2015 - Agenzia
regione Calabria per le erogazioni in agricoltura (ARCEA). - trasmissione ai
Consiglio regionale per gli atti di competenza”;
premesso che:
-
la
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "ordinamento del bilancio e
della contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone
che i rendiconti degli enti, delle aziende e delle agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
-
la
Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio
regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
-
il
decreto del direttore generale del dipartimento delle Politiche Europee ed
Internazionali del MIPAAF n. 0007349 del 14 ottobre 2009, con il quale l’Arcea
è stata riconosciuta organismo pagatore della Regione Calabria per i regimi di
spesa Feaga e Feasr;
-
con
decreto del Presidente della Giunta regionale n. 110 del 7 agosto 2013, il
dott. Maurizio Nicolai è stato nominato commissario straordinario dell'ARCEA;
-
con
il decreto della Giunta regionale n. 504 del 16/12/2016 è stato nominato quale
revisore unico dei conti il dott. Alessandro Vallone;
-
la
Giunta regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato
della Regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera
n. 442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
visti:
-
l'art.
12 della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24;
-
l'art.
28 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva l'istituzione
dell'organismo pagatore regionale;
-
la
legge regionale n. 8/2002, recante "ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”;
-
l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello statuto della Regione Calabria;
tenuto conto che il revisore unico dei
conti ha espresso parere favorevole per l'approvazione del rendiconto generale
esercizio finanziario 2015, attestando la corrispondenza del rendiconto ai
risultati di gestione;
considerato che il dipartimento
Agricoltura ha espresso parere favorevole al rendiconto di gestione 2015, al
contempo segnalando il mancato rispetto della normativa in materia di
contenimento della spesa;
considerato che il dipartimento Bilancio
nell'istruttoria, ha rilevato che:
-
sussiste
la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2014, rispetto a quelli
iniziali dell'esercizio 2015;
-
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette partite di giro;
-
sussiste
la corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del
patrimonio;
-
il
mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non incide
sull'approvazione del rendiconto;
-
ritiene
possibile procedere alla trasmissione, da parte della Giunta regionale, del
rendiconto dell'azienda al Consiglio regionale per gli adempimenti di
competenza;
tenuto conto che la delibera di Giunta
regionale n. 134 del 7 aprile 2017:
-
demanda
al dipartimento Agricoltura l'avvio delle procedure necessarie sia al recupero
delle somme indebitamente percepite sia ai fini della segnalazione agli organi
inquirenti della Corte dei conti di un eventuale danno all'erario;
-
precisa
che il mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non incide
sull'approvazione del rendiconto di gestione dell'azienda;
rilevato che la seconda commissione
consiliare, nella seduta del 23 giugno 2017, ha approvato il rendiconto
dell’esercizio 2015 dell’Agenzia regione Calabria per le erogazioni in
agricoltura (ARCEA) e i documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57
della l.r. n. 8/2002 il rendiconto dell’esercizio 2015 dell’Agenzia regione
Calabria per le erogazioni in agricoltura (ARCEA) e i documenti ad essi
allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione.
Il Consiglio regionale
vista la delibera di Giunta regionale n.
219 del 29 maggio 2017, recante: "rendiconto esercizio 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui - Azienda territoriale per l'edilizia
residenziale pubblica (ATERP) della provincia di Vibo Valentia - trasmissione
al Consiglio regionale per gli atti di competenza";
premesso che:
-
la
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "ordinamento del bilancio e
della contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone
che i rendiconti degli enti, delle aziende e delle agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
-
la
Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio
regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
-
con
dpgr n. 7 del 12.01.2016 il dott. Mascherpa è stato nominato commissario unico
regionale delle ATERP calabresi;
-
la
Giunta regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato
della regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera
n. 442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
visti:
-
la
legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle aziende territoriali per
l'edilizia residenziale pubblica, successivamente abrogata dalla legge
regionale n. 24 del 16 maggio 2013;
-
la
legge regionale n. 24 del 2013, recante "riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione del settore sanità", istitutiva dell'azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione
in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle aziende
regionali per edilizia residenziale;
-
la
legge regionale n. 8/2002, recante "ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”;
-
l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello statuto della Regione Calabria;
-
l'art.
3, comma 7 del d. lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da d. lgs.
126/2014;
considerato che il revisore unico dei
conti, con verbale n. 28/2015, ha espresso parere favorevole all'approvazione
del rendiconto 2014 ed al riaccertamento straordinario dei residui;
atteso che il dipartimento Lavori
Pubblici, Infrastrutture:
-
ha
rilevato criticità relativamente alla gestione 2014 e, con nota del 4 gennaio
del 2016, si è limitato ad invitare la Giunta regionale a provvedere alla
"semplice presa d'atto delle risultanze di cui al consuntivo 2014",
senza esprimere alcun parere circa l'approvazione del rendiconto;
-
ha
rilasciato, con nota del 31 gennaio 2017, un generico parere negativo sul
rendiconto di gestione dell'ATERP, senza però un'effettiva istruttoria in
ordine all'attività gestoria svolta dall'ente;
-
a
seguito di un'analisi delle risultanze della gestione dell'esercizio 2014 e
della rilevazione delle criticità, ha
rilasciato parere negativo sull'approvazione del rendiconto 2014, con nota del
23 febbraio 2017, invitando l’ATERP a trasmettere la documentazione, compreso
il parere dell'organo di controllo, alla locale procura della Corte dei conti;
tenuto conto che il dipartimento
Bilancio, rilevato un risultato di amministrazione al 31/12/2014 pari ad euro
498.180,68, attesta che:
-
sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del tesoriere;
-
sussiste
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2013 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2014;
-
sussiste
equivalenza tra le risultanze della contabilità finanziaria in conto residui e
le corrispondenti voci di debito e di credito;
-
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle partite di giro;
-
sulla
base della documentazione in atti non risulta la presenza di debiti fuori
bilancio;
-
l'esito
dell'istruttoria è positivo, dunque ritiene possibile procedere all'adozione,
da parte della Giunta regionale, del rendiconto dell'azienda per l'esercizio
2014, al fine della successiva presentazione dello stesso al consiglio
regionale;
considerato che il dipartimento
Bilancio, in merito alla procedura di riaccertamento straordinario dei residui:
-
ha
rilevato alcuni errori nella determinazione del fondo pluriennale vincolato,
nonché nella compilazione del prospetto di cui all'allegato 5/2 relativamente
alla determinazione della parte disponibile del risultato di amministrazione;
-
ha
autorizzato il commissario dell’ATERP unica regionale, quale soggetto
subentrato alla disciolta ATERP di Vibo Valentia, a rettificare la procedura di
riaccertamento al fine di sanare le criticità, sentito il Collegio dei revisori
dei conti della Regione Calabria;
considerato che:
-
con
la delibera del commissario regionale unico dell’ATERP regionale n.314 del
24/03/2017 si è proceduto a rettificare il riaccertamento straordinario dei residui
dell’ATERP di Vibo Valentia secondo le indicazioni fornite dal dipartimento
Bilancio. le correzioni operate hanno evidenziato un peggioramento del
risultato di amministrazione, poiché la parte disponibile dello stesso è pari
ad euro - 4.244.261,94;
-
il
collegio dei revisori dei conti, su detta procedura di riaccertamento
straordinario dei residui, attesta che i prospetti allegati accolgono le
rettifiche contabili proposte, con la riserva che il disavanzo per come
illustrato debba essere oggetto di una proposta complessiva di ripiano, insieme
ai disavanzi provenienti dagli altri distretti territoriali;
tenuto conto che il dipartimento
Bilancio:
-
raccomanda
l’ATERP Calabria, quale ente subentrato alla disciolta ATERP di Vibo Valentia
di appostare correttamente nei bilanci di previsione !e relative quote di
disavanzo;
-
rileva
che l' ATERP Calabria ha definito correttamente gli allegati 5/1 e 5/2;
-
ritiene
che la Giunta regionale possa prendere atto della procedura di riaccertamento
straordinario dei residui, per come approvata dall'ente e trasmettere la
documentazione relativa al consiglio regionale;
rilevato che nella delibera di giunta n.
219 del 29 maggio 2017 viene specificato che l'operazione di riaccertamento dei
residui è una attività di natura gestionale e che, con riferimento agli enti
strumentali, spetta al direttore generale pro-tempore dell'ente che a sua volta
lo sottopone alla Giunta regionale, la quale poi provvede all'approvazione e al
successivo inoltro al Consiglio regionale per la presa d'atto;
tenuto conto che la suddetta delibera di
Giunta regionale, nel precisare che il mancato rispetto della normativa sul
contenimento della spesa non incide sull'approvazione del rendiconto:
-
demanda
al dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici la verifica in ordine al
contenimento delle spese, ai sensi della normativa vigente di riferimento,
secondo le modalità ed i tempi previsti dalla suddetta deliberazione n. 442 del
10 novembre 2016;
-
prevede
di notificare il provvedimento, a cura del dipartimento proponente, alla
procura regionale della Corte dei conti, al dipartimento Infrastrutture,
all’ATERP Calabria e al dipartimento Presidenza;
rilevato che la seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 23 giugno 2017, ha approvato il rendiconto
dell’esercizio 2014 e il riaccertamento straordinario dei residui dell’Azienda
territoriale per l'edilizia residenziale pubblica (ATERP) della provincia di
Vibo Valentia e i documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57
della l. r. n. 8/2002 il rendiconto dell’esercizio 2014 e il riaccertamento
straordinario dei residui dell’azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica (ATERP) della provincia di Vibo Valentia e i documenti ad essi
allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione.
Il Consiglio regionale
viste:
-
la
delibera di Giunta regionale n. 220 del 29 maggio 2017, recante: "rendiconto
esercizio 2014 e riaccertamento straordinario dei residui - azienda
territoriale per l'edilizia residenziale pubblica (ATERP) della provincia di
Cosenza" - trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di
competenza";
-
la
delibera del commissario regionale unico dell’ATERP regionale n. 22 del
29/12/2015 di approvazione del rendiconto di gestione per l'esercizio
finanziario 2014 dell’ATERP di Cosenza;
-
la
delibera del commissario regionale unico dell’ATERP regionale n. 23 del
29/12/2015 di approvazione del riaccertamento straordinario dei residui
dell’ATERP di Cosenza;
-
la
delibera del commissario regionale unico dell’ATERP regionale n. 315 del
24/03/2017 con cui si riapriva il riaccertamento straordinario dei residui
dell’ATERP di Cosenza;
premesso che:
-
la
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "ordinamento del bilancio e
della contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone
che i rendiconti degli enti, delle aziende e delle agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile ai dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
-
la
Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio
regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
-
con
dpgr n. 7 del 12.01.2016 il dott. Mascherpa è stato nominato commissario unico
regionale delle ATERP calabresi;
visti:
-
la
legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle aziende territoriali per
l'edilizia residenziale pubblica, successivamente abrogata dalla legge
regionale n. 24 del 16 maggio 2013;
-
la
legge regionale n. 24 del 2013, recante "riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione del settore sanità", istitutiva dell'azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione
in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle aziende
regionali per edilizia residenziale;
-
la
legge regionale n. 8/2002, recante "ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”;
-
l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
-
l'art.3,
comma 7 del d. lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da d. lgs.
126/2014;
tenuto conto che il revisore unico dei
conti dell'agenzia, con verbale del 24 luglio 2015, ha espresso parere
favorevole all'approvazione del rendiconto consuntivo dell’ATERP di Cosenza per
l'anno 2014, con la raccomandazione “di attuare le efficaci strategie che il
programma in esecuzione può fornire al fine di procedere, più celermente, al
recupero delle morosità correnti e pregresse, ponendo particolare attenzione al
rischio di loro prescrizione”;
preso atto che il dipartimento Lavori
Pubblici :
-
ha
proposto l'adozione del consuntivo 2014 dell’ATERP di Cosenza da parte della
Giunta regionale, facendo proprie le raccomandazioni del revisore unico in
ordine all'intensificazione delle azioni volte al recupero della morosità dei
canoni di locazione verso gli utenti, consolidando così la capacità di
riscossione;
-
ha
integrato la propria istruttoria con gli esiti della verifica in merito al
rispetto delle condizioni e dei limiti di spesa di cui alla gestione
provvisoria del bilancio, prendendo atto della nota del commissario
straordinario dell’ATERP regionale, che ha confermato l'esito positivo della
verifica in questione;
-
ha
rilevato alcune criticità, e le stesse saranno oggetto di apposita relazione da
inoltrare, successivamente all'acquisizione della relazione predisposta dal
commissario straordinario regionale, unitamente al bilancio, alla relazione del
revisore dei conti e alla documentazione inerente, alla locale procura della
Corte dei conti;
considerata la relazione istruttoria del
dipartimento Bilancio e Patrimonio, da cui risulta che:
-
sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa di cui al conto del bilancio 2014
e il conto del tesoriere;
-
sussiste
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2013 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2014, per come risultanti dalle scritture contabili dell’ATERP
di Cosenza;
-
sussiste
equivalenza tra le risultanze della contabilità finanziaria in conto residui e
le corrispondenti voci di debito e di credito, per come riportate dalle
scritture economico patrimoniali dell'ente;
-
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di
giro";
-
sulla
base della documentazione in atti non sussiste la presenza di debiti fuori
bilancio;
considerato che il dipartimento
Bilancio, a conclusione dell'attività istruttoria, limitatamente agli aspetti
contabili di competenza, ritiene che l'esito dell'istruttoria sia positivo e,
pertanto, ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta
regionale, del rendiconto dell'azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica della provincia di Cosenza per l'esercizio 2014, al fine della successiva
presentazione dello stesso al consiglio regionale;
rilevato che il dipartimento Bilancio,
in merito alla procedura di riaccertamento straordinario dei residui, ha
riscontrato le seguenti criticità:
-
il
riaccertamento dei residui attivi e passivi non risulta pienamente rispettoso
del principio della competenza finanziaria potenziata;
-
risultano
inattendibili i dati riportati negli allegati 5/1 e 5/2 con la conseguente
errata determinazione sia della quota disponibile del risultato di
amministrazione, sia del fondo pluriennale vincolato;
-
non
è presente il parere dell'organo di revisione economico-finanziario nonostante
fosse formalmente nominato;
preso atto che con la delibera del
commissario regionale unico dell’ATERP regionale n. 315 del 24/03/2017 si procedeva
a rettificare il riaccertamento straordinario dei residui dell’ATERP di Cosenza
secondo !e indicazioni fornite dal dipartimento Bilancio;
tenuto conto che su detta procedura di
riaccertamento straordinario dei residui il collegio dei revisori dei conti
attesta che i prospetti allegati accolgono le rettifiche contabili proposte,
con la riserva che il disavanzo per come illustrato debba essere oggetto di una
proposta complessiva di ripiano, insieme ai disavanzi provenienti dagli altri
distretti territoriali;
considerato che il dipartimento
Bilancio, rilevato che l’ATERP Calabria ha opportunamente rettificato la
procedura del riaccertamento straordinario dell’ATERP di Cosenza e definito
correttamente gli allegati 5/1 e 5/2, giusta deliberazione del commissario
straordinario n. 315 del 24/03/2017, acquisito il parere favorevole espresso
dal collegio dei revisori dei conti nel verbale n.15 del 04/04/2017, ha
ritenuto che la Giunta regionale potesse prendere atto della procedura di
riaccertamento straordinario dei residui e trasmettere la documentazione
relativa al Consiglio regionale per il seguito di competenza, con la seguente
raccomandazione all’ATERP Calabria:
- di appostare
correttamente nei bilanci di previsione le relative quote di disavanzo, sulla base
di un piano di rientro rispettoso della relativa normativa;
rilevato che nella delibera di Giunta
regionale n. 220 del 29 maggio 2017 viene specificato che l'operazione di
riaccertamento dei residui è un’attività di natura gestionale e che, con
riferimento agli enti strumentali, spetta al direttore generale pro-tempore
dell'ente che a sua volta lo sottopone alla Giunta regionale, la quale poi
provvede all'approvazione e al successivo inoltro al Consiglio regionale per la
presa d'atto;
tenuto conto che la suddetta delibera di
Giunta regionale, nel precisare che il mancato rispetto della normativa sul
contenimento della spesa non incide sull'approvazione del rendiconto, demanda
al dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici l'adozione di un provvedimento che
dia atto della verifica effettuata in merito al contenimento delle spese e
l'avvio delle procedure necessarie sia al recupero delle somme indebitamente
percepite, sia ai fini della segnalazione agli organi inquirenti della Corte
dei conti di un eventuale danno erariale;
rilevato che la seconda Commissione
consiliare, nella seduta del 23 giugno 2017, ha approvato il rendiconto
dell’esercizio 2014 e il riaccertamento straordinario dei residui dell’Azienda
territoriale per l'edilizia residenziale pubblica (ATERP) della provincia di
Cosenza e i documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57
della l.r. n. 8/2002 il rendiconto dell’esercizio 2014 e il riaccertamento
straordinario dei residui dell’azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica (ATERP) della provincia di Cosenza e i documenti ad essi allegati, che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
il Consiglio
regionale
vista la delibera di Giunta regionale n.
221 del 29 maggio 2017, recante: "rendiconto esercizio 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui - Azienda territoriale per l'edilizia
residenziale pubblica (ATERP) della provincia di Reggio Calabria - trasmissione
al Consiglio regionale per gli atti di competenza";
premesso che:
-
la
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "ordinamento del Bilancio e
della contabilità della Regione Calabria”, all'articolo 57, comma 7, dispone
che i rendiconti degli enti, delle aziende e delle agenzie regionali sono
presentati entro il 31 marzo di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 15 aprile al dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
-
la
Giunta regionale entro il 15 maggio trasmette i rendiconti al Consiglio
regionale per la successiva approvazione entro il 30 giugno;
-
con
dpgr n. 7 del 12.01.2016 il dott. Mascherpa è stato nominato commissario unico
regionale delle ATERP calabresi;
-
la
Giunta regionale, al fine di consentire la redazione del bilancio consolidato
della regione Calabria con i propri enti ed organismi strumentali, con delibera
n. 442 del 10 novembre 2016, ha approvato le linee di indirizzo dedicate ai
dipartimenti vigilanti riguardanti sia le modalità e i tempi per l'approvazione
dei rendiconti degli enti strumentali, sia l'effettuazione delle verifiche in
ordine al contenimento delle spese ai sensi della normativa vigente;
visti:
-
la
legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle aziende territoriali per
l'edilizia residenziale pubblica, successivamente abrogata dalla legge
regionale n. 24 del 16 maggio 2013;
-
la
legge regionale n. 24 del 2013, recante "riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione del settore sanità", istitutiva dell'azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione
in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle aziende
regionali per edilizia residenziale;
-
la
legge regionale n. 8/2002, recante "ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria”;
-
l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello statuto della Regione Calabria;
-
l'art.
3, comma 7 del d. lgs. n. 118/2011, per come modificato e integrato da d.lgs.
126/2014;
considerato che il revisore unico dei
conti, con verbale del 14.12.2015, ha attestato la corrispondenza del
rendiconto alle risultanze della gestione ed ha espresso parere favorevole per
l'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2014, proponendo
comunque le seguenti raccomandazioni:
-
adottare
misure più idonee rivolte ad un maggiore coordinamento tra gli uffici al fine
di rendere più agevole e più efficace le procedure amministrative e contabili
in uso;
-
continuare
ad incentivare ed implementare l'azione diretta al recupero e alla
regolarizzazione delle morosità nei canoni di locazione;
-
rendere
tempestiva la fase della riscossione dei canoni e soprattutto pervenire
rapidamente alla individuazione dei locatari morosi per quanto riguarda i
canoni di competenza;
-
procedere
ove possibile alla vendita degli alloggi situati in condomini misti, la cui
gestione comporta consistenti esborsi per manutenzione e imposte;
-
procedere
all'aggiornamento continuo del censimento di tutte le unità immobiliari, al
fine di accertare l'effettivo utilizzo da parte degli assegnatari;
-
adottare
con tempestività il riconoscimento di eventuali debiti fuori bilancio, onde
evitare interessi e spese di giustizia;
atteso che il dipartimento Lavori
Pubblici, Infrastrutture:
-
ha
evidenziato che l'azienda ha rispettato le normative regionali di contenimento
della spesa riducendo le spese per convegni, consulenze, pubblicità,
rappresentanza;
-
ha
riscontrato delle criticità in riferimento alla gestione del capitolo di spesa
relativo agli organi dell'azienda; le suddette criticità saranno oggetto di
apposita relazione che il dipartimento inoltrerà, successivamente
all'acquisizione della relazione predisposta dal commissario straordinario
regionale, unitamente al bilancio, alla relazione del revisore dei conti e alla
documentazione inerente, alla locale procura della Corte dei conti;
tenuto conto che il dipartimento
Bilancio ha rilevato un risultato di amministrazione al 31/12/2014 pari ad euro
4.019.267,32, ed attesta che:
-
sussiste
la piena corrispondenza tra il saldo di cassa e il conto del tesoriere;
-
sussiste
continuità tra i residui finali dell'esercizio 2013 rispetto a quelli iniziali
dell'esercizio 2014;
-
sussiste
equivalenza tra le risultanze della contabilità finanziaria in conto residui e
le corrispondenti voci di debito e di credito;
-
sussiste
la quadratura delle poste contabili iscritte nelle partite di giro;
-
sulla
base della documentazione in atti non risulta la presenza di debiti fuori
bilancio;
-
l'esito
dell'istruttoria è positivo, dunque il dipartimento ritiene possibile procedere
all'adozione, da parte della Giunta regionale, del rendiconto dell'azienda per
l'esercizio 2014, al fine della successiva presentazione dello stesso al
Consiglio regionale;
considerato che il dipartimento
Bilancio, in merito alla procedura di riaccertamento straordinario dei residui:
-
ha
verificato che il riaccertamento non risulta pienamente rispettoso del
principio della competenza finanziaria potenziata;
-
risultano
inattendibili i dati riportati negli allegati 5/1 e 5/2 con conseguente errata
determinazione sia della quota disponibile del risultato di amministrazione che
del fondo pluriennale vincolato;
-
ha
autorizzato il commissario dell’ATERP unica regionale, quale soggetto
subentrato alla disciolta ATERP di Reggio Calabria, a rettificare la procedura
di riaccertamento al fine di sanare te criticità, sentito il Collegio dei
revisori dei conti della Regione Calabria;
tenuto conto che:
-
con
la delibera del commissario regionale unico dell’ATERP regionale n.316 del
24/03/2017 si è proceduto a rettificare il riaccertamento straordinario dei
residui dell’ATERP di Reggio Calabria secondo le indicazioni fornite dal
dipartimento Bilancio. le correzioni operate hanno evidenziato un peggioramento
del risultato di amministrazione, poiché la parte disponibile dello stesso è
pari ad euro - 6.784.090,69;
-
il
collegio dei revisori dei conti, su detta procedura di riaccertamento
straordinario dei residui, attesta che i prospetti allegati accolgono le
rettifiche contabili proposte, con la riserva che il disavanzo per come
illustrato debba, insieme ai disavanzi provenienti dagli astri distretti
territoriali, essere oggetto di una proposta complessiva di ripiano;
considerato che il dipartimento
Bilancio:
-
raccomanda
l’ATERP Calabria, quale ente subentrato alla disciolta ATERP di Reggio, di
appostare correttamente nei bilanci di previsione le relative quote di
disavanzo
-
rileva
che l’ATERP Calabria ha definito correttamente gli allegati 5/1 e 5/2;
-
ritiene
che la Giunta regionale possa prendere atto della procedura di riaccertamento
straordinario dei residui, per come approvata dall'ente e trasmettere la
documentazione relativa al consiglio regionale;
rilevato che nella delibera di Giunta n.
221 del 29 maggio 2017 viene specificato che l'operazione di riaccertamento dei
residui è una attività di natura gestionale e che, con riferimento agli enti
strumentali, spetta al direttore generale pro-tempore dell'ente che a sua volta
lo sottopone alla Giunta regionale, la quale poi provvede all'approvazione e al
successivo inoltro al Consiglio regionale per la presa d'atto;
tenuto conto che la suddetta delibera di
Giunta regionale, nel precisare che il mancato rispetto della normativa sul
contenimento della spesa non incide sull'approvazione del rendiconto, demanda
al dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici l'adozione di un provvedimento
che dia atto della verifica effettuata in ordine al contenimento delle spese, e
l'avvio delle procedure necessarie sia al recupero delle somme indebitamente
percepite, sia ai fini della segnalazione agli organi inquirenti della Corte
dei conti di un eventuale danno erariale;
rilevato che la seconda commissione
consiliare, nella seduta del 23 giugno 2017, ha approvato il rendiconto
dell’esercizio 2014 e il riaccertamento straordinario dei residui dell’azienda
territoriale per l'edilizia residenziale pubblica (ATERP) della provincia di
Reggio Calabria e i documenti ad essi allegati;
delibera
di approvare, ai sensi dell'articolo 57
della l.r. n. 8/2002 il rendiconto dell’esercizio 2014 e il riaccertamento
straordinario dei residui dell’azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica (ATERP) della provincia di Reggio Calabria e i documenti ad essi
allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Art. 1
(Riconoscimento
dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze
esecutive
e da acquisizioni di beni e servizi in assenza
del
preventivo impegno di spesa)
1. Ai
sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a) e lettera e) del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42), è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori
bilancio del Consiglio regionale della Calabria derivanti da sentenze esecutive
di condanna e da acquisizioni di beni e servizi in assenza del preventivo
impegno di spesa per la somma complessiva di 36.114,98 euro, come da tabella
allegata che fa parte integrante della presente legge.
Art. 2
(Copertura
finanziaria)
1. Alla
copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio di cui all’articolo 1 si provvede con le
risorse disponibili nel bilancio 2017-2019 del Consiglio regionale della
Calabria, esercizio 2017, allocate al Programma U.20.03 Capitolo 82512 Articolo
512, recante “Fondo per rischi di soccombenza spese legali, transazioni e
debiti fuori bilancio”.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quella della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
premesso che:
la motovedetta
CP 265, è un’unità del corpo delle capitanerie di porto dislocata nel porto di
Vibo Valentia marina ed è stata impiegata svariate volte nell’attività
finalizzata al controllo dei flussi migratori nel canale di Sicilia;
L’equipaggio è
composto come di seguito:
-
1°M.llo
NP Paolo Fedele (Comandante) matr. 72VM0754/SP
-
C°1ªcl.
NP Carlo Abate matr. 02RNM139/SP
-
C°
2ªcl. NP/MS Giuseppe Leo matr. 09NM021/SP
-
C°
3ªcl. NP/MS Giuseppe Alampi matr. 085VP009/SP
-
2°C°NP/TC
Francesco Francica matr. 76VM0439/SP
-
SGT.NP/PN
Giorgio Ranieli natr. 79VM0427/SP
-
SC.1ªcl.
“sc” Mario GODINO matr. 73VM0360/SP
-
SC.1ªcl.
Luca De Li omatr. 81VM0162/SP
-
SC.3ªcl.
Antonio Cuppari matr. 065VP128/SP
l’unità in
argomento è stata schierata, nel corso di numerose missioni, afferenti tanto
alla salvaguardia della vita umana in mare, in occasione dei ben noti eventi
connessi all’immigrazione irregolare proveniente dal Nord Africa, quanto al
controllo delle acque territoriali, prestando particolare attenzione al
fenomeno della pesca illecita in acque nazionali da parte di unità battenti
bandiera estera;
nel corso del
proprio impiego presso Lampedusa, l’equipaggio ed il comandante della m/v CP
265 si sono particolarmente distinti per impegno e professionalità, riuscendo a
conseguire risultati di indubbio rilievo e portando a termine con successo
svariate missioni assegnate, operando peraltro in un contesto impegnativo e
logorante come quello lampedusano. in particolare, quale mero elemento
significativo a supporto di quanto sopra evidenziato, si riferisce che il
personale della motovedetta in questione si è particolarmente distinto:
·
evento del 3
febbraio 2017
“soccorso
barcone migranti”
operando in
concorso con altre unità del corpo, ha prestato soccorso, unitamente alle
motovedette classe 300 di Lampedusa, a 400 (quattrocento) migranti a circa 40
miglia dalle coste libiche e provvedendo ad effettuare lo sbarco in sicurezza
presso il porto di Lampedusa per l’accoglienza e l’assistenza sanitaria del
caso.
·
evento del 17
febbraio 2017
“soccorso
barcone migranti ed attività investigativa”
soccorso
unitamente alla motovedetta CP 306 di un barcone recante 35 (trentacinque) nel
mare di Sicilia e successivo trasferimento presso il porto di Lampedusa per
l’accoglienza e l’assistenza sanitaria del caso.
durante il
trasferimento per il porto di Lampedusa, l’equipaggio della CP 265 dava corso
ad un’attività investigativa finalizzata ad individuare i presunti scafisti, al
fine di riferire il tutto alle autorità presenti allo sbarco.
i migranti
imbarcati fornivano la disponibilità a segnalare i presunti conducenti del
mezzo soccorso (3 persone) e, da delazioni confidenziali, si apprendeva che i
presunti scafisti erano rimasti sulla CP 306.
Si conveniva con
i migranti collaboratori, che prima dello sbarco degli stessi nel porto di
Lampedusa avrebbero mostrato con discrezioni chi fossero i presunti scafisti,
atteso il fatto che i siffatti sarebbero sbarcati sul molo Favaloro prima dei
migranti trasportati dalla CP 265.
giunti in porto,
con la massima discrezione venivano forniti dai migranti collaboratori le
indicazioni sui presunti conducenti del barcone, al riguardo venivano effettuate
delle foto eloquenti che raffigurano i tre (3) possibili scafisti e redatta
apposita relazione di servizio su richiesta del comandante della 7^ squadriglia
guardia costiera per i successivi adempimenti.
·
evento del 18
febbraio 2017
“intervento di
ripristino galleggiabilità unità sottoposta a sequestro penale nel porto di
Lampedusa”
nel primo
pomeriggio, a seguito di richiesta telefonica di intervento da parte del
personale della settima squadriglia, in merito ad un copioso imbarco di acqua
nell’imbarcazione utilizzata il giorno precedente dai migranti e soccorsa dalle
motovedette del corpo motovedette, ormeggiata alla radice del molo Favaloro,
l’equipaggio della motovedetta CP 265 predisponeva tutti gli interventi
necessari a scongiurare un eventuale affondamento della siffatta imbarcazione,
predisponendo una barellabile, che permetteva l’evacuazione dell’acqua ed il
successivo ripristino della parte (tubazione sala macchine) dalla quale faceva
ingresso l’acqua di mare.
tale intervento
ripristinava le condizioni di sicurezza e galleggiabilità del mezzo nautico.
·
evento del 21
febbraio 2017
“attività di
vigilanza e contrasto alla pesca illegale di motopesca stranieri”
relativamente
alle attività di polizia marittima condotte nel corso delle uscite a mare per pattugliamento,
l’unità in questione è stata impiegata per il controllo ed il contrasto alla
pesca illegale effettuata dalle unità battenti bandiera extra-comunitaria nelle
acque territoriali italiane. in particolare, la notte del 21 febbraio u.s. la
motovedetta CP 265 ha intercettato il M/P Adel, battente bandiera tunisina, in
attività di pesca illecita a poche miglia dall’isolotto di lampione. in tale
occasione, seppur operando in un contesto di non facile gestione, l’intervento
della motovedetta ha scongiurato l’illecita attività di pesca, determinando con
il suo intervento la fuga del motopesca tunisino che, impaurito, ha salpato
rapidamente la rete e si è diretto alla massima velocità al di fuori delle
acque territoriali italiane, scortato dalla CP 265.
i rapporti di
sorveglianza e i rilievi fotografici e video, sono stati inoltrati al comando
generale al fine di attivare le discendenti azioni e compiacimento del comando
generale del corpo delle capitanerie di porto.
inoltre, la 7^
squadriglia guardia costiera di Lampedusa, per l’apporto fornito da parte
dell’equipaggio della motovedetta CP 265 unità in questione, dimostratosi
peraltro pienamente all’altezza della situazione in tutte le altre occasioni
che, per brevità di narrazione, si omette di enunciare, ha inoltrato richiesta
alla direzione marittima di Reggio Calabria, finanche valutare la possibilità
di tributare un riconoscimento ad ogni componente dell’equipaggio visto
l’esemplare comportamento nell’adempimento dei propri doveri, la grande professionalità
e pronta disponibilità dimostrata dal suddetto personale in tutte le attività
della settima squadriglia, rimarcando il proprio compiacimento per l’opera
svolta ed esprimendo il proprio auspicio di poter avere nuovamente l’unità ed
il suo esemplare equipaggio alle proprie temporanee dipendenze;
considerato che:
-
la
motovedetta CP 265 di Vibo Valentia marina ed il suo equipaggio, vista l’ampia
professionalità dimostrata ed i brillanti risultati raggiunti, in ordine
anzitutto al soccorso di centinaia di migranti nel canale di Sicilia, ha
fornito lustro alla regione Calabria, sede di appartenenza della motovedetta
impegna
il Presidente del Consiglio regionale,
Irto, affinché consegni una targa di encomio all’equipaggio della motovedetta
CP 265.
Il Consiglio regionale
considerato che:
-
sono
stati presentati un ordine del giorno a firma dei consiglieri regionali Bova e
Bevacqua ed un altro a firma del consigliere Sergio, entrambi aventi ad oggetto
l’arresto della procedura di ratifica da parte dello Stato Italiano del
trattato CETA sul libero scambio tra Canada e Unione Europea;
-
il
Presidente del Consiglio regionale ne ha proposto l’abbinamento e la redazione
in un testo unificato
premesso che:
-
il
Canada è il 12° partner commerciale più importante dell’Unione Europea.
L’Unione Europea
è, per il Canada, il secondo partner commerciale dopo gli Stati Uniti e
rappresenta quasi il 10% del suo commercio estero. Il volume degli scambi di
merci tra Unione Europea e Canada raggiunge quasi 60 miliardi di euro l’anno;
-
il
15 febbraio 2017 il Parlamento europeo ha dato il proprio consenso alla
conclusione del Comprehensive Economic
and Trade Agreement (CETA), Accordo Economico e Commerciale globale tra
Unione Europea e Canada – firmato il 30 ottobre 2016 – che prevede l’abolizione
della maggior parte dei dazi doganali tra le parti;
-
il
CETA si pone come obiettivi fondamentali: procedere alla progressiva
liberazione degli scambi assicurando alle merci dell’altra parte il trattamento
disposto a livello nazionale; avviare un’attività di riduzione o soppressione
reciproca dei dazi doganali sulle merci originarie dell’altra parte; assicurare
l’astensione dall’adozione o dal mantenimento in vigore di divieti o
restrizioni all’importazione merci dell’altra parte o all’esportazione alla
vendita per l’esportazione di merci destinate al territorio dell’altra parte;
-
all’entrata
in vigore dell’Accordo è previsto l’annullamento di circa il 98% di tutte le
tariffe dell’Unione Europea, ma, d’altra parte, la cooperazione regolamentare
conduce alla graduale eliminazione delle regole che, nei diversi settori della
sanità pubblica, della sicurezza degli alimenti, della protezione dei
consumatori e dell’ambiente, possono essere ritenuti di ostacolo alla libertà
del commercio;
-
il
CETA è un accordo a natura mista per
la cui entrata in vigore è necessaria la ratifica da parte di ciascuno Stato
membro secondo le rispettive disposizioni nazionali;
-
nel
nostro ordinamento, la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica
il compito di ratificare i trattati internazionali e, nei casi espressamente
previsti dall’articolo 80, previa autorizzazione delle Camere;
-
con
decisione (UE) 2017/38 del Consiglio del 28 ottobre 2016 è stata prevista la
possibilità di applicazione provvisoria dell’Accordo;
-
in
un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e
risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, il made in Italy, in particolare, quello
agroalimentare, è universalmente riconosciuto come straordinaria leva
competitiva “ad alto valore aggiunto” per la crescita del Paese;
-
l’agroalimentare made in Italy rappresenta una voce
importante che contribuisce alla coesione sociale, attraverso lo sviluppo di
occasioni ed il miglioramento delle condizioni di lavoro;
-
il
CETA, come tutti gli accordi commerciali di ultima generazione, prevede di
realizzare i maggiori vantaggi per gli attori commerciali delle due parti;
-
nel
contesto descritto, a fronte dei presunti benefici attesi, il CETA introduce
sostanzialmente un meccanismo di acritica deregolamentazione degli scambi e
degli investimenti che non giova alla causa del libero commercio e pregiudica
in modo significativo la competitività e l’identità del sistema agricolo
nazionale;
-
i
vantaggi in termini di crescita degli scambi e dell’occupazione conseguenti
all’applicazione dell’Accordo risultano, in realtà dubbi o assai limitati e non
tali da giustificare i rischi insiti nell’Accordo sottoposto alla ratifica
degli Stati membri;
-
sebbene
gli accordi di libero scambio dovrebbero essere effettivamente posti al
servizio di obiettivi più vasti quali l’occupazione, i diritti umani, la
coesione sociale e lo sviluppo sostenibile, rispetto all’impatto del Trattato
non è stata realizzata (o quantomeno pubblicata) alcuna preventiva valutazione
condivisa con le due Camere, portatori d’interesse e cittadini ed è mancata la
trasparenza dei negoziati a partire da una definizione dei mandati affidati ai
negoziatori;
-
il
CETA non soddisfa i fondamentali obiettivi ed esigenze di trasparenza;
-
sulla
base dello strumento interpretativo comune, sull’Accordo è previsto che il CETA
non indebolirà le norme e le regolamentazioni rispettive concernenti la
sicurezza degli alimenti, la sicurezza dei prodotti, la protezione dei consumatori,
la salute, l’ambiente o la protezione del lavoro, ma nell’Accordo e nello
strumento interpretativo, tuttavia, non sono indicate le modalità pratiche con
cui gli Stati potranno continuare a legiferare senza interferire con la materia
politica commerciale comune;
-
il
CETA conduce ad un sistema di competizione selvaggia e senza limiti;
-
con
l’eliminazione dei dazi si crea un uniforme piano di scambio ed una comune
piattaforma di competizione transatlantica, tra le imprese agricole europee e
nordamericane, in cui queste ultime risultano avvantaggiate dalla enorme
dimensione industriale e dalla completa asimmetria regolatoria che consente
alle stesse di beneficiare di significative economie di scala e di ridotti
costi di produzione conseguenti ai bassi standard produttivi e di sicurezza
normativamente imposti;
-
nel
CETA manca il riferimento alla portata vincolante del principio di precauzione
che, in Europa, impone una condotta cautelativa nelle decisioni che riguardano
questioni scientificamente controverse circa i possibili impatti sulla salute o
sull’ambiente. Il Trattato, infatti, non contiene alcuna disposizione volta a
garantire il rispetto del principio di precauzione e su quasi 1600 pagine di un
accordo che incide in molti settori legati all’ambiente e contiene un capitolo
sul “commercio e ambiente” e stabilisce una Commissione competente per tali
questioni, non c’è neppure un riferimento al principio di precauzione e, anzi,
ci sono delle previsioni che ne limitano o contraddicono l’applicazione. Nel Trattato,
in particolare, si fa riferimento al principio di precauzione nell’accezione
proposta dall’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), che condiziona
l’adozione di eventuali misure restrittive ad evidenze scientifiche circa
l’esistenza di un rischio ambientale o sanitario ed alla dimostrazione che non
si determini una restrizione del commercio internazionale. Il Canada, d’altra
parte, seppure formalmente rispetti il principio di precauzione, non lo ritiene
vincolante sul piano commerciale (vale la pena di ricordare la posizione
italiana no ogm);
-
il
Trattato conferisce ad organismi estranei agli ordinamenti giuridici nazionali
il potere di influenzare direttamente le norme e le politiche nazionali;
-
nel
CETA non vi è nessuna clausola che comprenda il tema dei diritti dei
lavoratori;
-
il
CETA include l’Investment Court System
(ICS), un sistema di risoluzione delle controversie sugli investimenti che
permette alle imprese di citare in giudizio gli Stati e l’Unione Europea
dinnanzi a una corte arbitrale;
-
il
sistema di risoluzione delle controversie a beneficio degli “investitori del
Canada” contro gli Stati membri e l’Unione Europea influenza le condizioni
essenziali per l’esercizio della sovranità nazionale, il principio di
uguaglianza ed il principio di indipendenza e di imparzialità dei giudici;
-
con
riferimento al settore agricolo, con il CETA il Canada eliminerà i dazi per il
90% dei prodotti agricoli al momento dell’entrata in vigore dell’accordo e per
il 91,7% dopo una transizione di sette anni. L’Unione Europea, d’altra parte,
eliminerà il 92,2% dei dazi agricoli all’entrata in vigore dell’accordo ed il
93,8% dopo sette anni;
-
i
vantaggi derivanti dall’Accordo sono apparenti, considerando, ad esempio, che
l’Italia importa dal Canada 1,2 milioni di tonnellate di grano duro ed esporta
in Canada circa 23.000 tonnellate di pasta soltanto, vale a dire circa l’1,4%
delle esportazioni mondiali di pasta che ammontano ad oltre 1 milione e
seicentomila tonnellate l’anno;
-
l’abbattimento
istantaneo e quasi totale dei dazi attiva, inoltre, significativi flussi di
importazione competitiva sotto il profilo dei prezzi, ma con scarsi standards
qualitativi e di sicurezza, a fronte della mancanza di un sistema di regole che
tuteli i consumatori e che assicuri evidenza e trasparenza sull’origine delle
materie prime;
-
il
CETA semplifica e vanifica il complesso sistema di regole di produzione, di
protezione della qualità e dell’ambiente vigente a livello comunitario e
nazionale, rispondendo all’unico criterio cogente della facilitazione
commerciale ed affidando valutazioni e giudizi di conformità e responsabilità,
in modo permanente, a più di una decina di Commissioni apposite create dal
Trattato e sottratte allo scrutinio giurisdizionale, tecnico e parlamentare,
sia di livello comunitario, sia nazionale;
-
sul
fronte dell’export agroalimentare, all’Italia sono riconosciute appena 41
indicazioni geografiche a fronte di 291 Dop e Igp registrate, con la
conseguente rinuncia alla tutela delle restanti 250 ed impatti gravissimi sul
piano della perdita della qualità del nostro made in Italy;
-
la
tutela delle indicazioni geografiche riconosciute non impedisce l’uso in Canada
di indicazioni analoghe, per coloro che abbiano già registrato o usato
commercialmente tale indicazione (sono compresi nell’eccezione formaggi, carni
fresche e congelate e carni stagionate). In sostanza, si potrà continuare a
vendere “prosciutto di Parma” canadese, in coesistenza con quello DOP italiano;
-
contemporaneamente,
il CETA consente le “volgarizzazioni” legate ai nomi dei prodotti tipici dell’italian sounding (ad esempio, il
Parmesan) e la convivenza sul mercato con le denominazioni autentiche dei
nostri prodotti. La combinazione del principio della <<fabbricazione
sufficiente>> con il criterio del codice doganale, inoltre, rende, di
fatto, impossibile l’evidenza dell’origine del prodotto;
-
per
alcuni prodotti (asiago, fontina, gorgonzola) è consentito in Canada l’uso
degli stessi termini, accompagnato con “genere”, “tipo”, “stile” e da una
indicazione visibile e tangibile dell’origine del prodotto, fatto salvo il caso
dei prodotti immessi sul mercato prima del 18 ottobre 2013, che possono essere
commercializzati senza alcuna indicazione;
-
il
CETA introduce l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie
e fitosanitarie che consente di ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto
e che, quindi, permetterà ai prodotti canadesi di non sottostare a nuovi
controlli nei Paesi in cui verranno venduti, dimostrandone l’equivalenza con
quelli commercializzati dalla controparte. Tale meccanismo risulta molto
rischioso per la salute e per i consumatori, considerando che in Canada sono
impiegate un numero rilevante di sostanze attive vietate in Unione Europea, tra
cui, a titolo di esempio, il glifosato in fase di pre-raccolta del grano,
proibito in Italia. Inoltre, in Canada vi è un diffuso impiego di ormoni negli
allevamenti, non consentito in Italia;
-
il
CETA introduce un sistema di cooperazione regolatoria che potrebbe portare
Governi ed imprese a sindacare direttamente in ambito arbitrale qualsiasi
misura che leda la “libera concorrenza”. Un sistema, tra l’altro, che investe
anche il tema degli Ogm con ripercussioni inevitabili sul “principio di
precauzione”;
-
l’Unione
Europea e i suoi partners dovrebbero orientarsi verso politiche commerciali
multilaterali e bilaterali al servizio dell’interesse generale, della qualità
dello sviluppo, della cooperazione tra paesi e aree regionali;
-
in
questi giorni è stata avviata la trattazione in Senato della ratifica dell’accordo
di libero scambio tra Canada ed Unione Europea come disciplinato dal Disegno di
Legge n. 2849 presentato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale inerente
l’Accordo economico e commerciale globale tra il Canada, da una parte, e
l’Unione Europea e i suoi Stati membri, dall’altra, con Allegati, firmato a
Bruxelles il 30 ottobre 2016 in occasione del XVI Vertice bilaterale UE-Canada
e relativo strumento interpretativo comune;
visto:
-
l’allegato
appello del 16 giugno 2017 del Presidente nazionale della Coldiretti, Roberto
Moncalvo, rivolto a tutti i consiglieri regionali italiani e la nota
esplicativa sugli effetti del Trattato CETA sull’agricoltura europea e
nazionale;
considerato che:
-
anche
le organizzazioni nazionali Coldiretti, Cgil, Arci, Adusbef, Movimento
Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food, Federconsumatori, Fairwatch,
Acli Terra, si oppongono alla ratifica del Trattato CETA paventando rischi per
la salute umana, per la marginalizzazione dell’agricoltura (http://www.coldiretti.it/Documents/impaginato%20brochure.pdf)
italiana e delle produzioni tipiche, IGP e DOP del nostro sistema
agroalimentare di qualità, per l’occupazione e per l’ambiente(http://stopttipitalis.files.wordpress.com/2017/06/libro-bianco-pagine-singole.pdf);
-
tra
i 41 prodotti agroalimentari tutelati nessun prodotto calabrese è elencato;
-
con
riferimento alla Calabria, sono classificati:
·
prodotti
DOP: gli olii extravergine di oliva – “Alto Crotonese” – “Bruzio DOP” –
“Lametia DOP”; “Capocollo di Calabria”; “Salsiccia di Calabria”; “Soppressata
di Calabria”; “Caciocavallo Silano”; “Bergamotto di Reggio Calabria”;
·
prodotti
IGP: “Clementina di Calabria”; “Cipolla rossa di Tropea Calabria”;
preso atto che:
-
le
certificazioni, di cui al punto precedente, sono il risultato dell’attività e
del sacrificio di intere famiglie calabresi e rappresentano un’eccellenza di
rilievo internazionale da tutelare costantemente;
esprime
-
la
propria contrarietà all’approvazione del disegno di legge n. 2849 presentato
dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dal Ministro degli Affari Esteri;
impegna
-
il
Presidente, la Giunta regionale e l’Assessore regionale all’Agricoltura ad
intraprendere iniziative per sollecitare il Parlamento e il Governo ad impedire
l’entrata in vigore nel nostro Paese del Trattato CETA, arrestando il processo
di ratifica dell’accordo in Italia ed adottando ogni iniziativa necessaria ad
ostacolare l’applicazione del Trattato anche in via provvisoria;
-
altresì,
a sollevare in sede di Conferenza Stato-Regioni la ferma contrarietà
istituzionale della Regione Calabria alla ratifica del Trattato CETA;
-
il
Presidente del Consiglio regionale a trasmettere al Presidente del Senato, al
Presidente della Camera dei Deputati e ai componenti della Commissione Esteri e
della Commissione agricoltura dei due rami del Parlamento, il presente ordine
del giorno.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
-
l’art.
2 della Costituzione Italiana cita “la
Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali”;
-
l’art.
13 della Costituzione Italiana dice “che
la libertà personale è inviolabile”;
-
la
recente vicenda riguardante il paziente tetraplegico non vedente Fabiano
Antoniani ha evidenziato come la legislatura vigente presenti un vuoto
normativo grave e le cui ripercussioni ricadono interamente sui pazienti, sulle
loro famiglie e sui medici che li hanno in cura;
-
il
caso citato rappresenta solo una piccola parte di quel numero di malati gravi
affetti da dolori e sofferenze a cui neanche la medicina alternativa/lenitiva riesce
più a dare sollievo;
-
il
primo caso che fece scalpore riguardante Eluana Englaro, risale al febbraio
2009, e poi seguirono i casi di Luca Coscioni e Piergiorgio Welby, per citare i
più noti;
-
questo
evidenzia come l’onda emotiva di eventi tanto tragici nella loro umana
esistenza, non trovino poi riscontro nelle reali decisioni di chi deve
assumersi la responsabilità di legiferare in materia;
-
la
mancata approvazione di un testo di legge in materia non solo viola i diritti
sanciti dalla nostra Costituzione, ma lascia soli in balia degli eventi le
famiglie che seguono i pazienti ed i medici che li hanno in cura;
-
questi
ultimi, spesso, si assumono enormi responsabilità, nel silenzio delle
coscienze, aiutandoli a lasciare questo mondo divenuto per loro luogo di dolore
assoluto;
-
il
paradosso di una norma non approvata provochi anche sanzioni pesantissime in
taluni soggetti, di carattere penale e professionale, definisce e chiarisce
quanto sia urgente, non solo per i pazienti ed i loro cari, per l’intera società
civile italiana;
-
le
norme relative già vigenti in molti paesi europei e gli alti standard di
civiltà che caratterizzano tali comunità, devono essere la garanzia e la
naturale conseguenza di un lavoro parlamentare che trovi giusto epilogo in una
norma legislativa costituzionalmente adeguata ed in linea con gli obiettivi
europeisti;
-
risulta
necessario che i diritti in materia di bioetica debbano essere condivisi
razionalmente fra la parte cattolica e quella laica del Paese, tenendo presenti
le esigenze degli uni e degli altri, senza precludere il risultato di garantire
il sacro santo diritto alle cure sotto ogni loro forma, anche estrema;
-
risulta
necessario chiarire le alternative e specificarne i percorsi relativi, in
quello che deve essere un supporto garantito alla conduzione della vita stessa,
al fine di poter offrire scelte che risultino varie e non rilegate in un
semplice schema nozionistico;
-
occorrono
soluzioni urgenti a più problemi che risultano essere connessi fra loro in
maniera vincolante, sotto il profilo umano, medico, familiare, economico,
assistenziale e professionale;
impegna
la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria:
-
ad
attivarsi presso il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato ed il
Presidente della Camera dei Deputati, al fine di sensibilizzare il Parlamento
alla discussione ed all’approvazione in tempi celeri di una legge nazionale che
tuteli il testamento bioetico e ne regoli l’applicazione, come avviene in altri
Paesi europei;
-
di
sensibilizzare i parlamentari tutti ad un concreto intervento, con una
assunzione di responsabilità non più procrastinabile, nell’alto interesse della
società tutta.
Il Consiglio regionale
premesso che:
-
la
Calabria è la regione che fa registrare l’allarmante dato di 35.227 istanze per
neoplasie (dati Inps) ogni 100.000 abitanti, con un + 73% rispetto alla media
nazionale; gli ultimi dati pubblicati dal Ministero sono gravi e confermano ed
evidenziano come la migrazione sanitaria dalla Calabria non si arresta ma
addirittura aumenta; nel 2015 i calabresi emigrati per tumore al polmone sono
aumentati, rispetto all’anno precedente, dall’80,6% al 92,7%; e, nello stesso
periodo, le donne calabresi, con cancro al seno che vanno fuori regione salgono
al 45,6%; complessivamente la migrazione oncologica sanitaria in Calabria, nel
2015, supera il 40%; un dato sconcertante e che non può essere più ignorato. Il
valore economico annuo della migrazione sanitaria sfiora i 300 milioni di euro,
coinvolge 60.000 famiglie calabresi, e nel 2016 in Calabria sono stimati oltre
10.000 nuovi casi di tumore;
-
nonostante
tale drammatica situazione, che va sempre più crescendo, e non si vedono
all’orizzonte politiche mirate a ridurre il grave fenomeno migratorio, questa
situazione viene aggravata a dismisura, ed in questo caso ancora più
incomprensibile, dal fatto che gli stessi ammalati tornando nella propria terra
devono sopportare mini “viaggi della speranza” dai luoghi di residenza ai
centri di cura, normalmente distanti minimo 100 Km; infatti la percentuale di
centri radioterapici presenti in Calabria, risulta essere notevolmente al di
sotto della media nazionale (già ritenuta insufficiente dai canoni europei). In
Europa esiste un centro di radioterapia ogni 200.000 abitanti; nel Lazio esiste
un centro di radioterapia ogni 340.00 abitanti; in Toscana un centro di
radioterapia ogni 268.000 abitanti; in Lombardia un centro ogni 290.000
abitanti. In Calabria è presente un centro radioterapico ogni 660.000 abitanti
(incredibile ma vero);
-
il
Governo nazionale non può più ignorare la debolezza dell’offerta sanitaria
calabrese. La struttura commissariale non può più restare sorda alle richieste
di rafforzamento e adeguamento di servizi e prestazioni sanitarie, di cui i
calabresi hanno sacrosanto diritto.;
-
il
Consiglio regionale e la Giunta regionale della Calabria non possono e non
devono più tacere davanti a dati più che allarmanti, e hanno il dovere, in
primo luogo istituzionale, di rappresentare le istanze e le aspettative del
popolo calabrese, privato e leso nel diritto soggettivo e costituzionalmente
riconosciuto, di curarsi a “casa propria” o quanto meno in ambiti territoriali
compatibili con il proprio stato di salute;
-
la
sanità costituisce e deve rappresentare una opportunità di giustizia sociale e
lo Stato ha l’obbligo di vigilare e di intervenire per ridurre ed equilibrare
le diseguaglianze, e consentire, in tal modo, a tutti i cittadini, ovunque essi
risiedono, la possibilità di esercitare il proprio diritto alla salute.
Tutto ciò
premesso
impegna
-
la
Giunta regionale ad assumere gli indirizzi contenuti nella premessa del
presente ordine del giorno e di conseguenza assumere con celerità e la dovuta
urgenza, ogni azione ed iniziativa utile e necessaria nei confronti del Governo
nazionale ed in particolar modo del Ministero della Salute, affinché ai calabresi
siano riconosciuti i diritti attualmente negati;
-
invita,
altresì, la Giunta a riferire al Consiglio sulle iniziative che vorrà
intraprendere e sugli esiti raggiunti.
Art.
1
(Finalità)
1. In
attuazione degli articoli 9, 44 e 117 della Costituzione e della Convenzione
europea sul paesaggio, ratificata dalla legge 9 gennaio 2006, n.14, la presente
legge detta i principi fondamentali per la conservazione del suolo in quanto
bene comune e risorsa non rinnovabile, determinante per la difesa
dell'ecosistema e delle caratteristiche del paesaggio, per la prevenzione del
dissesto idrogeologico, per la valorizzazione delle produzioni agroalimentari
tipiche e di qualità.
2. Ai
fini della presente legge si intende:
a) per
superficie agricola i terreni qualificati tali dagli strumenti urbanistici,
nonché le aree di fatto utilizzate a scopi agricoli indipendentemente dalla
destinazione urbanistica e quelle, comunque libere da edificazioni e
infrastrutture, suscettibili di utilizzazione agricola;
b) per
consumo di suolo la riduzione di superficie agricola per effetto di interventi
che ne determinano l'impermeabilizzazione, l'urbanizzazione, l'edificazione e
la cementificazione.
3. La
Regione e gli enti locali, nell'ambito delle rispettive competenze, perseguono
il coordinamento delle politiche di sviluppo territoriale con quelle rivolte al
contenimento del consumo di suolo agricolo. A tal fine, per favorire
l'effettivo utilizzo agricolo, la Regione promuove misure rivolte a
disincentivare l'abbandono delle coltivazioni, a sostenere il recupero
produttivo, il ricambio generazionale in agricoltura e lo sviluppo
dell'imprenditorialità agricola giovanile.
Art. 2
(Individuazione
degli immobili di proprietà regionale e di altri enti pubblici)
1. Entro
e non oltre sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, e successivamente entro il 31 dicembre di ogni anno, i dipartimenti
regionali competenti in materia di bilancio e agricoltura, su delega della
Giunta regionale, predispongono, d’intesa con gli enti e le agenzie strumentali
gestori e senza ulteriori oneri, l’elenco annuale, con relativa cartografia,
dei terreni agricoli e a vocazione agricola e pastorale di proprietà della
Regione, idonei per l'assegnazione a giovani agricoltori singoli o associati in
forma cooperativa e a cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991, n.
381 (Disciplina delle cooperative sociali), il cui fatturato derivante
dall'esercizio delle attività agricole svolte o che si prevede di svolgere sia
prevalente. Ad analogo adempimento sono tenuti gli enti strumentali,
controllati e partecipati dalla Regione, con riguardo ai terreni di loro
proprietà.
2. Entro
e non oltre sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge,
l’elenco di cui al comma 1 viene reso pubblico e accessibile tramite il sistema
informativo della Giunta regionale.
3. L’assegnazione
dei terreni avviene a titolo oneroso secondo i parametri contenuti nel
regolamento di attuazione di cui al comma 1 dell’articolo 3, nel rispetto delle
previsioni del regolamento regionale 6 aprile 2017 n. 6 (Regolamento di
disciplina dell’uso in concessione, locazione o ad altro titolo, di beni
immobili della Regione Calabria), ove compatibili.
Art. 3
(Procedure
per il conferimento ai giovani agricoltori)
1. Gli
elenchi degli immobili individuati ai sensi del comma 1 dell'articolo 2,
unitamente al regolamento di attuazione e allo schema di avviso pubblico, sono
approvati dalla Giunta regionale. Il dipartimento regionale competente in
materia di agricoltura, conformemente alle previsioni contenute nella
legislazione vigente, provvede all'emanazione degli avvisi pubblici per la
concessione o locazione dei terreni contenuti in tali elenchi, ai sensi della
legge 3 maggio 1982, n. 203 (Norme sui contratti agrari), e idonei per la
cessione in locazione a giovani agricoltori singoli o associati in forma
cooperativa. Provvede, altresì all’istruttoria e alla stipula dell’atto di
assegnazione.
2. Entro
sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i comuni
provvedono al censimento dei terreni agricoli o a vocazione agricola
appartenenti al proprio patrimonio nell’ambito dei quali individuare gli
immobili da destinare annualmente, con apposito bando pubblico, alla locazione
con contratto agrario a giovani imprenditori agricoli singoli o associati in
forma cooperativa, così come definiti dal regolamento (CE) n.1305/2013 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul sostegno allo
sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale
(FEASR) e che abroga il regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio. In caso di
beni della Regione gestiti da enti strumentali o partecipati, a tali
adempimenti provvedono i soggetti gestori, nel rispetto della disciplina posta
dal comma 3 dell’articolo 2 del regolamento regionale 6/2017.
3. Le
risultanze del censimento predisposto dai comuni sono pubblicate da ogni ente
locale nel rispettivo albo pretorio e sito internet e sono inserite nell'elenco
previsto al comma 2 dell'articolo 2.
4. La
concessione o locazione dei terreni agricoli o a vocazione agricola contenuti
negli elenchi di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 2, appartenenti al demanio,
al patrimonio disponibile della Regione, agli enti locali e agli altri enti
pubblici è disposta conformemente alla legislazione nazionale e regionale
vigente.
5. Gli
avvisi pubblici regionali e comunali prevedono l'affidamento in concessione o
locazione dei terreni di proprietà pubblica a favore dei giovani agricoltori di
età inferiore a quarant'anni e con priorità ai giovani al primo insediamento e
alle cooperative sociali così come definiti dal regolamento (CE) 1305/2013. Le
locazioni prevedono il vincolo di destinazione agricola per un periodo equivalente
alla durata del rapporto.
Art. 4
(Norme
per favorire il recupero produttivo
e
contenere il consumo di suoli agricoli)
1. Sono
consentiti, nel rispetto degli strumenti urbanistici vigenti, gli interventi
strumentali di miglioramento fondiario e agronomico rivolti alla coltivazione,
all'allevamento del bestiame, alla silvicoltura nonché quelli funzionali alla
conduzione dell'impresa agricola, alle attività di trasformazione, elaborazione
e commercializzazione delle produzioni vegetali e animali, all'agriturismo e
alle attività annesse e connesse di cui all'articolo 2135 del codice civile.
Gli interventi di miglioramento fondiario e agronomico sono preliminarmente
concordati e autorizzati dal concedente e, nel caso di locazione, sono attivate
le procedure di cui all’articolo 16 della l. 203/1982.
2. Nel
caso di inosservanza del vincolo di destinazione agricola degli immobili
affidati o della procedura di cui al comma 1, si applica all'assegnatario la
sanzione amministrativa pecuniaria non inferiore a 5 mila euro e non superiore
a 50 mila euro e la sanzione accessoria consistente nella demolizione delle
opere non concordate e autorizzate e nel ripristino dei luoghi a proprie spese.
Art.5
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico
del bilancio regionale.
Art. 6
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Adempimento delle condizionalità ex
ante del PSR Calabria)
1. Al
fine di coprire gli eventuali costi ambientali imputabili direttamente alla
Regione e connessi ad interventi per il ripristino, la riduzione o il
contenimento del danno prodotto dagli utilizzi per raggiungere gli obiettivi di
qualità delle acque previsti nei piani di gestione, e garantire la
condizionalità ex ante del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 della
Calabria, è autorizzata la spesa pari al 5 per cento delle risorse stanziate
nel bilancio di previsione a titolo di canone concessorio per l’utilizzo delle
risorse idriche a uso irriguo.
Art. 2
(Norma
finanziaria)
1. Alla
copertura finanziaria della spesa prevista all’articolo 1, per l’annualità
2017, pari a 75.000,00 euro, si provvede mediante l'utilizzo del "Fondo
occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che
si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio, recanti spese per investimenti”,
iscritto al programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2017-2019 - annualità 2017 -, che presenta la necessaria
disponibilità.
2. Per
gli anni 2018 e 2019, alla copertura finanziaria della spesa prevista
all’articolo 1, pari rispettivamente a 162.550,00 euro e a 225.000,00 euro si
provvede con le somme iscritte al programma U.20.03 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2017-2019 - annualità 2018 e 2019 -, che presenta la
necessaria disponibilità.
3. La
Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo
stato di previsione della spesa del Bilancio 2017-2019 con prelievo dai
relativi capitoli iscritti al programma U.20.03 dello stato di previsione della
spesa del bilancio 2017-2019 ed allocazione al programma U.9.06 dello stato di
previsione della spesa del bilancio medesimo.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua di
pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale
premesso che:
-
la
tratta ferroviaria tirrenica Lamezia Terme – Reggio Calabria è interessata da
lavori di ammodernamento che, certamente, renderanno il collegamento più celere
e sicuro;
-
tuttavia,
detti lavori stanno causando notevoli disagi nella fascia oraria mattutina,
poiché l’unico convoglio utile proveniente da Cosenza e utilizzato
quotidianamente da centinaia di lavoratori e studenti, impiega da Lamezia a
Reggio quasi due ore e dieci minuti, costringendo i numerosi pendolari,
provenienti dall’interland lametino e catanzarese, a partire da casa all’alba
per raggiungere Reggio Calabria in orario;
-
anche
importanti interventi, come quelli riguardanti le linee ferroviarie della
nostra regione, debbano essere eseguiti causando il minor disagio possibile
sugli utenti;
considerato che:
-
appare
evidente la possibilità di porre in essere accorgimenti idonei a mitigare
l’impatto soprattutto nelle fasce orarie più delicate
impegna
-
il
Presidente e la Giunta regionale ad intervenire in tempi brevi presso il
ministero competente e Trenitalia affinché vengano adottate misure idonee a
contenere i disagi, causati dai suddetti lavori, nelle fasce orarie interessate
da una rilevante presenza di pendolari.