X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 30
SEDUTA Di LUNEDI’ 19
DICEMBRE 2016
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEI SEGRETARI
QUESTORI GIUSEPPE NERI E GIUSEPPE GRAZIANO
Presidenza del
Presidente Nicola Irto
La
seduta inizia alle 15,54
Legge il verbale della seduta
precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in
allegato)
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
In qualità di Presidente
della Commissione interessata, chiedo di poter
richiamare in Aula la proposta di legge numero 178/10^, che riguarda la proroga
del Piano casa al 31 dicembre 2018.
Pongo in votazione la richiesta avanzata dal
consigliere Bevacqua.
(Il
Consiglio approva)
E’ inserita all’ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
chiedo che venga inserito all’ordine dei lavori di
questa seduta di Consiglio l’ordine del giorno protocollo numero 47631 del 30
novembre.
Consigliere Sergio, può presentarlo alla
Presidenza, voteremo l’inserimento appena avremo il documento.
Passiamo all’esame del primo punto dell’ordine del giorno, la proposta di provvedimento
amministrativo numero 151/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) e del Piano Regionale Amianto
per la Calabria (PRAC)”
La parola al relatore del provvedimento, il
consigliere Bevacqua.
Signor Presidente della Giunta, signori consiglieri, oggi approda in Aula uno dei
provvedimenti, a mio modesto avviso, più importanti dal punto di vista
ambientale, economico e sociale, emblematico anche di un nuovo approccio al
governo del territorio. Per questo, credo che dovremmo essere particolarmente
soddisfatti e dedicare, anche, particolare attenzione all’approvazione del
Piano regionale di gestione dei rifiuti, dopo sedici anni di commissariamento;
soddisfatti perché, dopo aver dilapidato centinaia e centinaia di milioni di
euro, finalmente questo Consiglio si assume la responsabilità diretta di
normalizzare un settore così delicato e strategico per le sorti della nostra
regione.
Si badi bene, non è soltanto una questione di superamento
formale dell'emergenza, si tratta, invece, di un intervento organico nel merito
di una materia quanto mai complessa e colma di criticità che i cittadini vivono
quotidianamente sulla loro pelle.
Come avrà modo di dettagliare l'assessore Rizzo, che
ringrazio per la presenza costante e l'interlocuzione assidua che ha garantito,
il Piano che oggi ci accingiamo ad approvare è frutto di un lungo e
approfondito lavoro di ascolto e di concertazione con i portatori di interessi
dei territori.
Si è trattato di un confronto lungo e meticoloso che, sin
dalla discussione delle linee guida, ha visto la Commissione da me presieduta
vagliare in maniera scrupolosa tutta una serie di indicazioni che sono state
saggiamente recepite e inserite nel Piano.
Per questo lavoro vorrei ringraziare tutti i componenti della Commissione, di maggioranza e di minoranza,
che con spirito collaborativo e costruttivo hanno agevolato il percorso,
rendendolo il più veloce possibile, nel rispetto dei ruoli e dei soggetti
coinvolti.
E’ bene evidenziare questo aspetto, per dimostrare la
capacità della politica di raggiungere un'ampia condivisione su questioni
fondamentali.
Complessivamente, questo Piano di gestione dei rifiuti
mira a un vero e proprio cambio di prospettiva dei cittadini calabresi e dei
Comuni verso i rifiuti, che da oggi dovranno essere guardati come una vera
risorsa per la nostra regione e come una concreta possibilità di applicazione
della cosiddetta economia ecologica e
circolare, in aderenza al modello di società europea per il riciclaggio, che rappresenta
l'obiettivo di tutta la normativa dell'Unione.
In quest'ambito, gli enti locali – e qui arriviamo ai
punti critici e dolenti o potenziali – sono chiamati a svolgere un ruolo
essenziale: senza una loro responsabilizzazione, infatti, sarà impossibile
rispettare i tempi e gli obiettivi prefissati.
Anche per questo la Regione si è fatta carico di
ulteriori finanziamenti per il compostaggio, facendo proprie, così, le istanze
dei sindaci di quei Comuni che, per l'orografia del territorio, devono sopportare
ingenti spese di trasporto.
Allo stesso modo viene compiuto, finalmente, uno
straordinario passo avanti nell'eliminazione del rischio amianto in Calabria.
A differenza di quanto avvenuto nel 2014, allorché, in
occasione dell'approvazione del rapporto preliminare, l'Osservatorio nazionale
sull'amianto non era stato neppure invitato agli incontri, l'attuale esecutivo
regionale ha attentamente ascoltato le stringenti ragioni inerenti la salute
dei cittadini, recependo le proposte avanzante dall'Ona.
In particolare, sono stati previsti incentivi per gli
interventi di bonifica per un importo pari al 100 per
cento per enti locali e soggetti pubblici, e per un importo del 60 per cento per i soggetti privati.
E’ stato inoltre, introdotto il censimento dei siti artigianali
e/o industriali altamente inquinanti, disponendo, altresì, la semplificazione
delle procedure per la bonifica di piccole quantità di materiali contenenti
amianto, ponendo in capo al Comune anche l'indicazione della ditta
specializzata per lo smaltimento.
Nel complesso, il nuovo Piano regionale amianto Calabria
(Prac) rappresenta una conquista che pone una salvaguardia concreta in favore
dell'ambiente e della qualità della vita, giungendo a realizzare una mappatura
esaustiva del territorio, a stabilire un ordine di priorità degli interventi e
a fornire l'indicazione dei fondi necessari alle bonifiche.
Abbiamo finalmente uno strumento adeguato, però adesso
dobbiamo renderlo effettivo. Ci attende un compito preciso, dobbiamo essere
bravi a condurre in porto tutte le potenzialità contenute in questo piano così
innovativo e così partecipato, perché non possiamo consentire che resti un
vuoto documento di programmazione. Questo compito spetta a noi, chiamati a
smuovere le energie e le volontà per giungere alle concrete realizzazioni utili
alla nostre comunità.
E’ inutile nasconderci le difficoltà presenti, come ho
avuto modo di esprimere nell'ultima seduta di Commissione alla presenza dell’assessore e della dottoressa Reillo –
e lo ribadisco anche qui – ricordando alcuni nodi essenziali
da sciogliere per concretizzare questo piano. Innanzitutto si deve provvedere
alla costituzione degli enti di governo degli Ato, che non possono più
attendere oltre. Dobbiamo aiutare i Comuni a comprendere l’importanza della
costituzione di tali enti di governo e l’urgenza di procedere alla piena
operatività delle funzioni associate. E’, infatti, fondamentale che
decisioni quali la pianificazione di tutta l’attività
attraverso la redazione dei Piani d’Ambito, siano all’interno di ciascuna
comunità d’ambito.
E’ una grande occasione per i Comuni, che finalmente
potranno autodeterminarsi in un settore strategico dal punto di vista
ambientale, economico e sociale. In secondo luogo – questo
è un appello che rivolgo alla burocrazia regionale – si deve procedere
all’ammodernamento dei siti esistenti e fare in modo che vengano accelerati i
bandi relativi, che – per la verità – avevano subìto un rallentamento in
conseguenza dell’approvazione del nuovo Codice degli Appalti, per scongiurare
anche la perdita di canali finanziari che, per una regione come la nostra, sono
di vitale importanza.
In terzo luogo – questo è il
punto più dolente – bisogna accelerare sulla individuazione dei due siti
mancanti, a partire da quello della provincia di Cosenza, che – teniamolo ben
presente – rappresenta il 42 per cento del
territorio calabrese. Il Piano si basa, infatti, sul principio
dell'autosufficienza nel trattamento dei rifiuti urbani, da raggiungere in
ciascun ambito territoriale ottimale. Senza l'esatta individuazione dei siti,
tutta l'idea progettuale messa in atto rischia di arenarsi nella palude delle
buone intenzioni.
Su questi tre punti, che mi permetto di individuare e di
porre all'attenzione di Giunta e del Consiglio, ci giocheremo gran parte della
riuscita nella sfida cui siamo chiamati.
Gli obiettivi sono chiari, le cose da fare sono tante, ma
le regole messe in campo stavolta vanno nella giusta direzione. L'approvazione
di questo Piano è un passo qualificante per l'intera legislatura.
Aggiungo, inoltre, che – come ben sappiamo – il
provvedimento in questione, così come quello previsto al successivo punto, il
Piano dei trasporti, è condizione necessaria per l'impiego dei fondi
strutturali, secondo quanto prescritto dalla Commissione europea nel ciclo di
programmazione 2014-2020.
Sia chiaro, quest'approvazione non è il traguardo finale,
è, invece, ciò che renderà possibile l'avvio di un percorso virtuoso, aperto
alle più ampie riflessioni e contributi che matureranno nei mesi a venire.
La parola all’assessore Rizzo.
Innanzitutto, prima di
illustrare il contenuto del Piano, permettetemi di ringraziare il presidente
Bevacqua, per il lavoro svolto in sintonia, anche, con l’intera Commissione,
tutti i componenti della Commissione, i tecnici che hanno lavorato in questo
lungo anno alla stesura del Piano, l’ingegnere Pallaria, l’ingegnere Agruso e
l’architetto Reillo. Non meno importante è stato il contributo venuto dalle
associazioni ambientaliste e da tutti i portatori di interesse.
Il Piano – come diceva il presidente Bevacqua
– costituisce un punto importante, un approdo importante per quanto riguarda il
Consiglio regionale, quindi lo sottoponiamo oggi all’attenzione e alla
discussione dell'Aula, ed è strutturato in tre parti: un quadro conoscitivo, la
nuova pianificazione e i rifiuti speciali.
Il quadro conoscitivo è articolato in alcuni
punti fondamentali, come la normativa comunitaria, quella regionale e
nazionale, le caratteristiche del territorio e dell’economia regionale, il
rapporto del Piano con gli altri piani e i programmi, produzioni, risultati di
raccolta differenziata e gestione dei rifiuti urbani nell’anno 2015 e nel primo
semestre del 2016.
Abbiamo, quindi, una fotografia del sistema
attuale di gestione dei rifiuti urbani, una fotografia che può apparire ancora
critica, che ricorre al conferimento in discarica e da cui emerge la necessità
di un cambiamento radicale per rispondere a quelli che sono i dettami
normativi. Tale cambiamento è stato, comunque, già avviato a partire dai dati
che noi abbiamo disponibili sin dall’anno 2015 fino al 2016, da cui si evince
come la raccolta differenziata sia passata a livello regionale dal 18,6 per
cento dell’anno 2014 a una stima pari a circa il 35 per cento per l’anno 2016,
dedotta dalla proiezione dei dati ad oggi disponibili relativi al periodo che
va da gennaio ad agosto.
Sicuramente la misura adottata che
maggiormente ha portato a tali risultati è la raccolta porta a porta, che è
partita in alcuni centri urbani più popolati della regione, quali ad esempio
Catanzaro e Reggio Calabria.
La nuova pianificazione regionale relativa al
periodo 2017-2022, sulla base della stima del fabbisogno, si pone degli
specifici obiettivi da traguardare nei prossimi anni rispetto alla gerarchia
comunitaria della gestione dei rifiuti, cioè la prevenzione, la preparazione
per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero di altro tipo, lo smaltimento e
soprattutto l’abbattimento della produzione dei rifiuti urbani.
In particolare, gli obiettivi principali
sono: la riduzione del 5 per cento della produzione dei rifiuti indifferenziati
per unità di Pil, il raggiungimento del 45 per cento della raccolta
differenziata entro il 2018, il raggiungimento del 65 per cento della raccolta
differenziata entro il 2020, il raggiungimento del 50 per cento del recupero o
riciclo dei rifiuti domestici e poi il contenimento entro il limite di 81
chilogrammi annuo per abitante per il conferimento dei rifiuti urbani
biodegradabili in discarica entro il 31 dicembre 2018, il recupero energetico
delle frazioni di rifiuto per le quali non è possibile alcun recupero di
materia e la minimizzazione dello smaltimento, a partire dal conferimento in
discarica, ridotto entro il 20 per cento.
Seguendo, quindi, quest’ordine di priorità,
naturalmente dettato dalla Comunità europea, nel 2014 la Regione Calabria ha
adottato il programma di prevenzione della produzione dei rifiuti, che comporta
una serie di misure volte a far diminuire la quantità dei rifiuti prodotti da
gestire ogni anno.
La preparazione per il riutilizzo e il
riciclaggio dei rifiuti convergono insieme all’obiettivo del recupero della
materia prima seconda al 50 per cento entro il 2020. A tal fine, risulta
necessario incrementare il sistema della raccolta differenziata, ponendosi come
obiettivi regionali quelli del raggiungimento del 45 per cento di raccolta
differenziata entro il 31 dicembre 2018.
In questo senso, sono previste delle misure
di incentivazione o sanzioni in funzione dei risultati raggiunti, l’adozione
delle azioni previste dall’accordo del Conai, un accordo che era stato siglato
e rinnovato nel 2014 e che è in via di nuova sottoscrizione e lo si farà non
appena il Piano dei rifiuti sarà approvato dal Consiglio regionale, tutte
azioni che sono volte al recupero delle frazioni secche differenziate;
l’affidamento del servizio di raccolta differenziata che comprenda anche il
trasporto e la valorizzazione delle diverse frazioni; l’incentivazione di
modalità alternativa di trattamento della frazione organica, quale il
compostaggio individuale e di comunità, per i quali abbiamo previsto, oltre ai
finanziamenti che sono stati già previsti dal collegato ambientale alla
finanziaria del 2015, anche uno stanziamento di 10 milioni con fondi che
provengono dal Por.
Per supportare un sistema gestionale che
punti al massimo recupero della materia, la nuova pianificazione regionale
prevede la ristrutturazione dell’intero sistema impiantistico pubblico,
organizzata in una serie di piattaforme polifunzionali, i cosiddetti
ecodistretti. In ogni ecodistretto saranno operative contemporaneamente diverse
linee di trattamento, che sono basate sui processi di separazione spinta
dell’indifferenziato, di valorizzazione della frazione secca, di valorizzazione
della frazione biodegradabile con produzione di compost e di biometano.
Sono stati programmati nove ecodistretti,
distribuiti su tutto il territorio regionale, in modo da rendere
autosufficiente ciascuno degli Ato corrispondenti alle cinque province calabresi,
nei quali è organizzato il servizio di gestione dei rifiuti.
Ogni piattaforma è dimensionata sulla base
della stima del fabbisogno derivante dalla produzione di rifiuti e dai
risultati minimi di raccolta differenziata attesi nei prossimi anni, al netto
del soddisfacimento della domanda già operata da parte degli impianti privati
autorizzati, con un’integrazione tra pubblico e privato, per il recupero delle
frazioni differenziate secca ed umida e di ulteriori impianti per il
trattamento della frazione organica, da realizzarsi al servizio di centri
abitati di piccola dimensione o ubicati in posizioni particolarmente gravose
dal punto di vista territoriale.
Questa è una di quelle osservazioni che ci è
venuta, in maniera particolare, da Lega Ambiente, che ha richiesto che la
frazione organica venisse trattata in maniera differenziata e che il Piano
prevedesse, accanto agli ecodistretti, anche la possibilità di un finanziamento
a favore dei Comuni per poter procedere anche alla costruzione di nuovi impianti
solo ed esclusivamente per la frazione umida, che non solo è la più pesante, ma
è anche quella che costa di più per i Comuni stessi.
Relativamente al trattamento
dell’indifferenziato e al recupero delle frazioni secche indifferenziate, i
nuovi impianti potranno lavorare su più turni, garantendo il soddisfacimento
della domanda anche in situazioni di emergenza derivanti dai picchi di
produzione, quali quelli della stagione estiva o anche da accidentali
interruzioni di funzionamento di altri impianti.
I nuovi impianti entreranno in funzione in
due step, alcuni alla fine del 2018, altri del 2019. A tali nuovi impianti si
affiancherà anche il termovalorizzatore di Gioia Tauro, già oggi operativo, a
cui sarà conferito il combustibile solido secondo rifiuto, che viene prodotto
con gli scarti non riciclabili provenienti dagli ecodistretti. Per cui noi
saremo in autosufficienza e, naturalmente, non avremo la necessità di adottare
le altre due linee del termovalorizzatore.
Un sistema gestionale così strutturato potrà
garantire il raggiungimento di due ulteriori obiettivi che ci si pone: la
riduzione dei rifiuti biodegradabili, da smaltire in discarica al di sotto
degli 81 chilogrammi annuo per abitante entro la fine del 2018, e il ricorso al
conferimento in discarica per una quantità non superiore al 20 per cento dei
rifiuti prodotti entro il 2020.
In particolare, in questo secondo punto si
concretizza il cosiddetto obiettivo zero discariche, ovvero nel ricorso al
conferimento in discarica esclusivamente per gli scarti di processo o di
trattamento, che non possono essere recuperati né in forma di materia né in
forma di energia. A tal fine, dovranno essere realizzate delle discariche di
servizio.
Proprio in base a questo punto, vorrei
ringraziare particolarmente le osservazioni che sono arrivate, in Commissione
ambiente, dal consigliere Guccione, che mi ha spinta, mi ha spronata a fare
un’operazione di trasparenza, in quanto dobbiamo dire che dovranno essere
realizzate delle discariche di servizio per tutti gli impianti di trattamento
previsti dal nuovo assetto regionale, per una capacità complessiva pari a 1
milione e 900 mila tonnellate. Questo sistema di discariche permetterà di
soddisfare una domanda annuale compresa tra le 100 mila e le 150 mila
tonnellate per i primi dieci anni dall’entrata in vigore del nuovo sistema
gestionale.
Relativamente all’assetto organizzativo del
servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani, il Piano si riferisce alla
legge regionale numero 14 del 2014, che prevede una divisione nel territorio di
5 Ato e di 14 Aro.
Nell’ultimo anno, si è dato forte impulso sia
alle azioni volte all’incremento della bassa percentuale di raccolta
differenziata, sia alle attività di ammodernamento del sistema impiantistico
con la pubblicazione delle prime gare. Nel tentativo di arginare quello che
poteva sembrare anche l’agonia del sistema regionale, si è rilevata essenziale
l’emanazione di ordinanze contingibili ed urgenti, e questo, ancora ritornando
a quello che è stato il suggerimento del consigliere Guccione, proprio per un
principio di trasparenza che deve ispirare la nostra azione, voglio
assolutamente che il Consiglio, ma soprattutto i calabresi possano sapere
quello che noi abbiamo previsto.
L’ultima ordinanza, la numero 100 del 2016, è
uno strumento straordinario e temporaneo, con il ricorso ad impianti di
trattamento privati presenti sul territorio regionale muniti di Aia e
tecnicamente idonei. Tale processo è stato reso possibile dall’introduzione
dell’articolo 2 bis della legge regionale numero 18 del 2013.
Le ordinanze precedenti avevano una durata
temporale, adesso andiamo a vedere quello che è previsto dall’ordinanza numero
100 del maggio 2016, prevede che:
gli impianti pubblici di trattamento dell’Rsu
di Gioia Tauro, Siderno e Rossano, già muniti di Aia, limitatamente per il
periodo invernale, aumentino la loro capacità di trattamento di una percentuale
fino al 25 per cento del loro valore nominale, e limitatamente al periodo
estivo, aumentino la loro capacità di trattamento fino a una percentuale del 50
per cento del loro valore nominale. Naturalmente, bisogna sottolineare che
questo aumento fino al 50 per cento rientra nelle modifiche non sostanziali
degli impianti, per cui è in linea con quello che è il dettato normativo;
l’esercizio dell’impianto di Crotone, già
dotato di Aia, l’aumento della capacità di trattamento da una percentuale fino
al 25 per cento del valore nominale nel periodo invernale e 50 per cento del
valore nominale limitatamente al periodo estivo;
l’impianto di Lamezia Terme, già dotato di
Aia, e l’impianto di Catanzaro, non dotato di Aia, ma solamente di Via, un
aumento delle capacità di trattamento fino al 50 per cento del loro valore
nominale nel periodo estivo;
Anche per l’impianto di Sambatello del Comune
di Reggio Calabria, anche qui non ancora dotato di Aia, ma sia per Catanzaro
che per Reggio Calabria, l’ordinanza stabilisce che, comunque, gli impianti
devono essere gestiti secondo i dettami previsti dall’Aia, quindi come se gli
impianti fossero già dotati di Aia;
il trattamento meccanico di circa 300
tonnellate al giorno, limitando la stabilizzazione del sottovaglio umido alla
quantità equivalente al dimensionamento originario pari a circa 120 tonnellate
al giorno di rifiuto tal quale;
limitatamente al periodo estivo, gli impianti
di trattamento dei privati esistenti sul territorio regionale, tecnicamente
idonei perché muniti di Via e di Aia e all’uopo dichiarati di interesse
pubblico, aumentano la capacità di trattamento fino ad una percentuale del 50
per cento del loro valore nominale.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione
della legge numero 14 e quindi la previsione degli Ato e degli Aro, voglio
sottolineare che, in applicazione di precise disposizioni nazionali, al fine di
razionalizzare, omogeneizzare, uniformare e creare economie di scala, con la
legge regionale 14 del 2014 si è operato il riordino del servizio di gestione
dei rifiuti urbani in Calabria, con la previsione, in una prima fase di
applicazione, di 5 ambiti territoriali ottimali che coincidono con i confini
delle province e di 14 aree di raccolta, gli Aro, cioè gli ambiti di raccolta
ottimale, coincidenti con 14 aree che erano già state individuate dal Piano dei
rifiuti del 2007, approvato dal commissario delegato, cioè 6 Aro per la
provincia di Cosenza, 1 per la provincia di Vibo Valentia, 1 per la provincia
di Crotone, 3 per la provincia di Catanzaro e 3 per la provincia di Reggio
Calabria.
L’ente di governo Ato viene individuato nella
comunità ambito, che raccoglie tutti i sindaci dei Comuni ricadenti nel
territorio di competenza. Le decisioni della singola Aro possono essere assunte
dai sindaci che sono raccolti in modalità ristretta, cioè appartenenti all’Aro.
La legge prevede la possibilità di avere un
unico gestore per l’Ato in grado di gestire, l’impiantistica, la raccolta e il
trasporto, o un unico gestore per l’impiantistica a livello di Ato, ed un
gestore per ciascun Aro per l’attività di raccolta e di trasporto. Questo
dovrebbe poi rispondere anche a quelle che sono le perplessità dei sindaci,
specialmente, di coloro i quali hanno portato i loro Comuni di competenza a
percentuali elevate di raccolta differenziata, e che hanno paventato la
possibilità di veder ridotti questi livelli di raccolta differenziata proprio
perché dovevano poi uniformarsi all’ambito di raccolta ottimale.
Bene, abbiamo spiegato ai sindaci – ma lo
faremo ancora meglio – che vedranno riconosciuti i loro diritti, con le
percentuali già raggiunte, in quanto scriveremo una Carta di servizi che
gestirà effettivamente i rapporti all’interno dell’ambito e stabilirà che gli
altri Comuni, una volta raggiunte le percentuali di quelli che, insieme a Lega
Ambiente, abbiamo chiamato i “Comuni ricicloni”, potranno mettersi insieme e
partire. Naturalmente, questo è un processo che potrà vedere la sua gestione
più diretta nel 2020.
Alla Regione spettano i compiti di indirizzo,
programmazione, coordinamento e controllo del servizio. In caso di inerzia
degli enti locali, la Regione può intervenire in via sostitutiva con propria
deliberazione e la Giunta regionale indicare le ragioni e le modalità di
intervento.
La norma prevede che, entro 30 giorni dalla
sua pubblicazione, la Regione con delibera di Giunta regionale – previa
concertazione con il Consiglio per le Autonomie locali – individua la
perimetrazione definitiva degli Ato e degli Aro. Detta delibera di Giunta
regionale è stata assunta a seguito del cambio del governo regionale
nell’ottobre del 2015, con la conferma di 5 Ato e di 14 Aro. Essa, inoltre,
approva il Regolamento di funzionamento delle comunità e lo schema di
convenzione ex articolo 30 del decreto legislativo 267 del 2000.
La norma prevede, ad avvenuta pubblicazione
della predetta delibera di Giunta regionale, la possibilità di disporre
modifiche agli assetti territoriali degli Ato e/o degli Aro, per motivate
esigenze di differenziazione territoriale e socio-economica, nel rispetto dei
princìpi di proporzionalità, adeguatezza ed efficienza, su proposta degli
stessi Comuni o delle stesse comunità d’ambito, da recepirsi all’interno del
Piano regionale di gestione dei rifiuti.
Diversi sono stati i Comuni che hanno
rappresentato questa esigenza, però non hanno mai giustificato con adeguata
analisi tecnico-economica l’adeguatezza e la maggiore efficienza della proposta
formulata rispetto al riparto territoriale operato nella legge. In ogni caso,
le comunità d’ambito possono in qualsiasi momento proporre la riperimetrazione
degli Aro nel rispetto dei princìpi sanciti dalla legge regionale.
Nonostante la Regione, comunque, abbia deciso
di andare incontro alle esigenze dei Comuni proponendo 5 Ato e 14 Aro, si
evidenzia che il Matm ha rappresentato diverse perplessità sull’attuale numero
di Aro, ritenendolo non adeguato ad assicurare le auspicate economie di scala.
La giustificazione che abbiamo dato – naturalmente non potevamo dire che
dovevamo andare alle esigenze dei Comuni – è stata quella della formazione
orografica della regione.
La partecipazione dei Comuni alle comunità
d’ambito è obbligatoria per legge dello Stato.
Ad oggi, la situazione degli Ato è quella che
di seguito riporto.
L’Ato di Catanzaro: è stata sottoscritta la
convenzione per la costituzione della comunità d’ambito, è stato eletto il
Presidente e due Vicepresidenti della comunità d’ambito, ed è in fase di
costituzione l’ufficio comune. In merito a quest’ultimo aspetto, con una nota
del 30 settembre 2016, è stato chiesto al Comune capofila lo stato del
procedimento, ma la nota ancora non è stata riscontrata;
Vibo Valentia: è stata sottoscritta la
convenzione per la costituzione della comunità d’ambito da circa il 60 per
cento dei Comuni interessati. Anche qui, con una nota del 30 settembre 2016, è
stata sollecitata al Comune capofila la costituzione dell’ufficio comune, nonché
richiesto lo stato del procedimento in merito ai Comuni inadempienti, al fine
di azionare i previsti poteri sostitutivi. L’ufficio comune non è ancora
costituito;
Ato di Crotone: il Comune capofila ha
convocato gli Enti locali per la sottoscrizione della convenzione per il 17
ottobre, convocazione che, tuttavia, è andata deserta. E’ in corso di
definizione un’apposita riunione con i Comuni del crotonese per trovare la
soluzione alla situazione di stallo, altrimenti si dovrà procedere con la
nomina del commissario;
Reggio Calabria: da ultimo, con la nota del
30 settembre 2016, è stato diffidato per l’ennesima volta il Comune capofila di
Reggio Calabria, nonché tutti i Comuni afferenti all’Ato di riferimento, a
porre in atto quanto necessario per poter procedere, entro 15 giorni dal
ricevimento della suddetta diffida, alla sottoscrizione della convenzione per
la costituzione delle comunità d’ambito. Con la medesima è stato, inoltre,
precisato che, decorso inutilmente questo termine, perpetrandosi l’inerzia, si sarebbe
proceduto alla nomina di appositi commissari ad acta, nomina che non è ancora
avvenuta perché il Comune di Reggio Calabria ha dichiarato di essere pronto a
partire con la sottoscrizione;
Ato di Cosenza: è stata sottoscritta la
convenzione limitatamente a circa il 60 per cento dei Comuni aderenti, i
rimanenti Comuni sono stati anch’essi diffidati.
Naturalmente, vi renderete conto che, se
dovessimo procedere immediatamente alla diffida, e quindi alla nomina dei
commissari ad acta, dovremmo commissariare in questo momento circa 100 Comuni.
L’investimento per l’ammodernamento e il
completamento dell’impiantistica pubblica di cui vi ho parlato prima, prevede
l’aggiudicazione del revamping per quanto riguarda Crotone e Rossano; a breve
ci sarà l’apertura delle buste per quanto riguarda Gioia Tauro e Siderno; per
il nuovo impianto di Catanzaro sono stati valutati i documenti amministrativi e
si é insediata la Commissione tecnica; per il nuovo impianto di Rossano il 20
dicembre, cioè domani, ci sarà la Conferenza dei servizi per l’approvazione del
progetto definitivo, per poi procedere all’esecutivo; abbiamo il progetto
definitivo per il nuovo impianto di Sambatello, con la valutazione del nucleo
Via, quindi a gennaio si avvierà la Conferenza dei servizi.
L’investimento per l’ammodernamento e il
completamento dell’impiantistica pubblica è di circa 531 milioni di euro, 18
dei quali da Apq, di cui alla delibera Cipe 35 e 138, 86 dalla delibera Cipe 79
del 2012, 114 del Por Calabria, 121 più 15 per le bonifiche per il Patto della
Calabria, 71 dei fondi Fsc nazionali, 5,3 dal bilancio regionale mediante la
riscossione delle tariffe, 116 per il partenariato pubblico-privato.
La terza e ultima parte del Piano è una
fotografia sulla produzione e sulla gestione dei rifiuti speciali, con
particolare riferimento ad alcune tipologie quali i fanghi da depurazione, i
rifiuti portuali, i rifiuti contenenti amianto e anche uno stato dell’arte sui
siti della bonifica.
Il Piano della bonifica che, ai sensi
dell’articolo 199 del decreto legislativo 152 del 2006, è contenuto nel Piano
di gestione dei rifiuti della Regione proponente, è costituito da una parte
dispositiva e da allegati che elencano i siti che necessitano di bonifica e che
sono classificati a seconda delle priorità di interventi in siti da bonificare
a breve termine, a medio termine, in siti oggetto di approfondimenti, in siti
con necessità di ripristino ambientale.
Questi elenchi costituiscono una prima
versione dell’anagrafe che la Regione è in procinto di istituire, che continua
ad alimentarsi dinamicamente con i siti che nel tempo vengono individuati quali
potenzialmente contaminati o sui quali si è accertata la contaminazione di
matrice ambientale. Quindi vi renderete conto come questo sia un Piano ancora
aperto.
Il documento è fatto di una ricognizione di
tutte le attività svolte su parte dei siti che erano presenti nel Piano del
2007, che rappresenta la base di partenza per la stesura definitiva di questo
Piano delle bonifiche, nonché dell’anagrafe dei siti contaminati, grazie anche
ad una convenzione che abbiamo sottoscritto con Arpacal. Infatti è stato
necessario dare un inquadramento delle attività svolte sui siti indicati nel
documento in questione, in quanto il precedente Piano riportava meramente
l’elenco dei siti potenzialmente contaminati, per lo più le discariche comunali
chiuse dall’ex commissario delegato per l’emergenza ambientale a fine degli
anni 1990, su cui avviare le indagini di campo al fine di poter definire
puntualmente la necessità o meno di intervenire con attività di bonifica, messa
in sicurezza permanente o ripristino ambientale.
Naturalmente, poi, l’avvenuta emanazione del
decreto legislativo 152 del 2006 ha modificato anche il quadro normativo, e
quindi si è potuto evidenziare che la gran parte di quei 400 siti è soltanto un
sito che necessita di un ripristino ambientale, e non di una vera e propria
attività di bonifica.
Pertanto, sebbene siamo in possesso di
informazioni riguardanti lo stato qualitativo delle matrici ambientali nei siti
inseriti nel documento in oggetto, non è parimenti possibile fornire
indicazione sulle priorità degli interventi.
Per come espresso anche nel parere della
valutazione ambientale strategica, tale documento è stato predisposto nelle
more dell’aggiornamento del Piano regionale delle bonifiche, infatti ai fini
della valutazione dei potenziali impatti sull’ambiente della bonifica dei siti
contaminati, si è tenuto conto dell’aspetto cumulativo a quello del Piano
regionale della gestione dei rifiuti.
In ultimo, la fase che riguarda il Piano
dell’amianto, la Regione Calabria, ai sensi della legge 14 del 2011, ha
predisposto, anche attraverso l’unità speciale amianto all’uopo prevista dalla
stessa legge, il documento del Piano regionale amianto della Calabria. Il Prac,
ai sensi dell’articolo 5 della legge 14, tra i contenuti prevede il censimento,
effettuato dall’Asp in collaborazione con i Comuni, degli impianti, degli
edifici pubblici e privati, dei siti e dei mezzi di trasporto con presenza di
amianto o di materiali contenenti amianto, nonché delle località che presentano
affioramenti naturali di rocce contenenti amianto, oltre la mappatura
georeferenziata nelle zone del territorio regionale interessate dalla presenza
di amianto nell’ambiente naturale o costruito, a partire dall’acquisizione dei
dati aggregati dell’attività di censimento già effettuata dal Dipartimento
ambiente insieme ad Arpacal.
Allo stato attuale, infatti, è stata
effettuata dalla Regione Calabria una mappatura su circa il 94 per cento
dell’intero territorio, una mappatura delle aree con presenza di amianto
ottenuta attraverso la foto-interpretazione. I risultati di tale attività sono
stati tutti riportati nel Prac.
La mappatura georeferenziata delle zone del
territorio regionale interessate dalla presenza di amianto nell’ambiente
naturale o costruito, che l’Arpacal dovrà restituire a seguito
dell’acquisizione dei dati aggregati dell’attività di censimento puntuale da
parte dei Comuni, è stata avviata, ma ancora non completata da questi ultimi.
Pertanto il Piano regionale dell’amianto fornisce tutti gli indirizzi operativi
al fine di consentire agli enti preposti di avviare e velocizzare le necessarie
attività di conoscenza puntuale della presenza di amianto sul territorio;
individua i criteri per la valutazione dei livelli di rischi per la bonifica e
per la definizione del relativo stato di conservazione delle priorità di
intervento, e dovrà essere aggiornato in seguito alla mappatura di cui ho
appena parlato.
In ultimo, a completamento dell’attività posta
in campo dal Piano regionale dei rifiuti, un Piano eccezionale per quanto
riguarda la raccolta differenziata, con una previsione di finanziamento di 51
milioni di euro per poter avviare alla raccolta differenziata, non solo i
Comuni al di sopra dei 5 mila abitanti, ma tutti i Comuni della Calabria, e
poter avviare anche la costruzione o l’ammodernamento delle isole ecologiche a
supporto dei Comuni.
In seguito, poi, alle osservazioni che ci
sono arrivate dalle varie associazioni ambientaliste, anche la previsione di un
Piano straordinario per l’organico, con una previsione di investimento di 10
milioni di euro a favore, in particolare, di quei piccoli Comuni, o comunque al
di sotto dei 5 mila abitanti, che necessitano di un impianto di organico, con
il quale potremo assicurare sia un’economia circolare attraverso la possibilità
anche di creare nuova energia, sia un organico stabilizzato che possa essere
utilizzato come ammendante e possa essere, quindi, utilizzato anche in
agricoltura. In tal senso, con le associazioni dell’agricoltura abbiamo già
fatto delle convenzioni che vedono la possibilità per le aziende agricole di
utilizzare la materia prima seconda.
Ci sono altri interventi? Prego.
Non vorrei che diventasse una prassi, visto
che è
accaduto anche in altra circostanza
– lo dico all’Aula – poiché il questore segretario non è abilitato a presiedere
i lavori. Sarà pure un’emergenza, mi
rendo conto, ma in votazione auspico sia
presente il Presidente, altrimenti sospendiamo i lavori.
Sul Piano si può intervenire
o no?
No. Sospendiamo la seduta
cinque minuti.
La seduta sospesa alle 16,47 e riprende alle 16,49
Ha
chiesto di parlare il consigliere Sculco. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente, questo Piano dei rifiuti - sul quale
esprimo il mio apprezzamento per il lavoro immane realizzato - che oggi è
all’esame dell’Aula, se non si apportano i correttivi necessari rispetto alla
linea e al principio “discariche zero” e qualora dovesse restare così com’è -
pur essendo confortata dalle ultime parole dell’assessore Rizzo, rispetto all’apertura
ancora del Piano dei rifiuti – e non si dovesse prevedere la realizzazione di
alcuna nuova discarica, non consentirà alla città di Crotone di liberarsi di
alcuni milioni di metri cubi di veleno che si sono accumulati in 70 anni di industrializzazione e che da circa 20 anni giacciono ancora sotto le viscere
di Crotone, perché in tutti questi anni, dalla chiusura delle fabbriche, non si
è realizzato alcun intervento, non si è avviata la necessaria bonifica e si è
lasciata la città sopra una colossale montagna di veleni. Oggi finalmente l’Eni
sembra intenzionata a fare la bonifica, una bonifica che interesserebbe oltre
72 ettari di terreno che comprende gli ex stabilimenti di Montedison e di
Pertusola, aree fortemente compromesse dalla presenza di scorie industriali
altamente nocive per l’ambiente e, soprattutto, per la salute dei cittadini,
come confermano tutte le statistiche che, da anni, collocano Crotone tra le
città con il più alto indice di patologie tumorali.
Cosa sta
avvenendo a Crotone? Sta per concludersi la fase di demolizione degli impianti
industriali ed inizierà la fase della vera e propria bonifica, tanto è attesa
dai Crotonesi, che prevede – secondo lo studio di fattibilità presentato da Syndial – lo scavo e l’emersione di un
milione di metri cubi di terreno che sarà trattato per ridurne il volume e per
ridurne il carico di inquinamento e farlo rientrare nella cosiddetta categoria
dei rifiuti pericolosi.
Si badi bene, infatti, che nello studio di
fattibilità previsto da Syndial non compare mai la parola “inertizzazione”! Per
capirci: quel terreno non potrà mai essere considerato innocuo. Se il Piano dei
rifiuti non prevede correzioni alla linea “discariche zero”, Syndial non avrà
altra alternativa che effettuare la cosiddetta bonifica in situ, ovvero una semplice messa in sicurezza, ovvero seppellirà
in quella stessa area il terreno trattato camuffandolo, magari, con delle
collinette. Nasconderà la cenere sotto il tappeto. Quella della bonifica è una
vicenda che costituisce una ferita aperta da fin troppo tempo ed ancora
sanguinante per Crotone e i crotonesi
ed è una situazione che non è procrastinabile ancora per altri decenni. È
incredibile che sono trascorsi tanti anni dalla chiusura delle fabbriche ed
ancora i veleni e le scorie sono lì a produrre tutti i loro effetti negativi,
soprattutto sulla salute dei cittadini.
Ovunque ci sono stati
processi di deindustrializzazione in Italia e in tanti siti, così come nel
resto del mondo sviluppato, ma si è proceduto in tempi rapidi e con modalità
appropriate alla realizzazione delle bonifiche. Crotone ancora una volta anche
su questo rimane ultima e resta ancora un’area che subisce conseguenze nefaste
per non aver realizzato una appropriata riparazione del danno enorme che alcune
produzioni industriali hanno provocato. In tutti questi anni non si è riusciti
e bisognerebbe fare tutti un mea culpa
a livello locale, regionale e nazionale.
Per questo voglio
sostenere con forza che la bonifica va fatta ed è questo un punto su cui ormai
si ritrova unitariamente l’intera città di Crotone e sul quale è necessario che
convergano tutti coloro che hanno funzioni e ruoli di responsabilità a
qualunque livello. Dunque, la bonifica va fatta. Non abbiamo e non c’è tempo da
perdere e non si possono offrire alibi e pretesti a nessuno. La bonifica va
fatta in tempi rapidi e bene e senza lasciare ferite al territorio,
all’ambiente e, soprattutto, -consentitemi di dire - alla integrità fisica dei
cittadini.
Per questo, una ipotesi
che preveda una tombatura dei veleni in loco - lì dove sono, esattamente lì
dove sono -, non ci appare una operazione rispettosa dei presupposti che ho
indicato: salute dei cittadini, compatibilità ambientale e con il territorio. È
una ipotesi che non convince la città di Crotone. Crotone è preoccupata ed
allarmata ed è in vigilante attesa di quello che faremo oggi con questo Piano
dei rifiuti che non può risolvere l’annosa questione dei rifiuti in Calabria
con la dichiarazione “discariche zero”, quando, in realtà, il Piano di bonifica
presentato dall’Eni prevede una discarica nel cuore della città di Crotone.
Crotone ha già pagato
cara la fase della post industrializzazione, con la perdita di centinaia di
posti di lavoro e con una crisi sociale ed economica tra le più gravi che si
siano verificate nel Mezzogiorno d’Italia che ci ha fatto sprofondare in fondo
alle classifiche della qualità della vita e della salute dei cittadini.
Ora “il morto in casa”,
no! Dunque, è mendace la linea “discariche zero” prevista dal Piano dei
rifiuti, per poi consentire a Syndial - dato che non le si lascia alcuna
alternativa - di realizzare una vera e propria discarica nelle mura di cinta
della città di Crotone.
Fermo restando che è
apprezzabile e condivisibile l’obiettivo di voler incentivare l’attività di differenziazione
dei rifiuti e la riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica, questa
linea non può non tener conto della particolare condizione nella quale versa la
città di Crotone, perché qui non stiamo parlando di un rifiuto ordinario, ma
stiamo parlando di un rifiuto altamente pericoloso, nocivo e inquinante che
richiede una specifica trattazione, quasi una moratoria rispetto al contesto
generale del Piano.
La bonifica va fatta e
va fatta con modalità tecniche e procedure mirate a risolvere in via definitiva
un problema drammatico ed anche doloroso con il quale la città di Crotone
convive da tanti e troppi decenni. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, un saluto al Presidente della Giunta regionale, agli assessori e ai consiglieri
tutti. Ho avuto modo di verificare il Piano e di confrontarmi anche con gli
uffici che l’hanno redatto ed ho verificato una valenza importante in questo
Piano dei rifiuti - di cui la Calabria aveva necessità e un lavoro importante
che era già iniziato con la precedente Giunta regionale, con il presidente Scopelliti; alla redazione
del Piano per la gestione dei rifiuti in Calabria hanno partecipato un gruppo
di 28 persone che sono state necessarie nel momento in cui c’è stato il
passaggio delle competenze dall’Ufficio del Commissario alla gestione
ordinaria, vale a dire al dipartimento
politiche dell’Ambiente per conto della Giunta regionale, della Regione.
In quel momento c’è
stata la necessità da parte della Regione di avere delle risorse umane per poter lavorare al
normale e quotidiano flusso ed alla gestione dei rifiuti in Calabria.
Quindi lavorano ed
hanno lavorato su questo Piano 28 unità che attualmente prestano servizio
presso il dipartimento politiche dell’ambiente e si occupano di una unità
operativa che riguarda esclusivamente i rifiuti. Tenete conto che lavorano solo
28 unità esterne ed un solo interno, un funzionario della Regione.
L’attuazione di questo
Piano, gli appalti e le concessioni, le riscossioni e il finanziamento per il
Por, hanno necessità di risorse umane. Per mia conoscenza - anche perché ho
lavorato in questo dipartimento negli anni precedenti - la situazione non è
cambiata, non ci sono unità presso il dipartimento; assessore, credo che lei
sia ben più al corrente di me di questa situazione, dell’attualità.
Quello che vorrei
sottolineare è che per poter attuare il Piano e soprattutto per poter gestire
il flusso dei rifiuti in Calabria, con tutte le cose di cui ho detto poc’anzi,
è necessario che queste unità continuino a lavorare.
Mi risulta che 13 unità
su 28 scadano contrattualmente il 29 dicembre. Quello che intendo chiedere alla
Giunta – chiedo un impegno formale – è: come fa a gestire questo Piano e il
flusso dei rifiuti in Calabria senza queste unità che scadono, quasi il 50 per
cento, al 29 dicembre? Nelle more di una scelta - non so se stabilizzazione o
manifestazione di interesse, questa è una scelta che compete alla Giunta regionale
– bisogna tener conto che hanno una professionalità di tre anni, che non è
facile da sostituire con professionalità diverse. È una materia molto settoriale, molto specifica,
sulla quale non è facile intervenire per chi non conosce bene il territorio e
come avviene il flusso dei rifiuti in Calabria, in ogni comune dove,
quotidianamente, sono chiamati dai sindaci per intervenire.
Chiedo
al Presidente della Giunta e all’assessore cosa si intenda fare. Potrebbe
esserci una soluzione, una proroga, per chi scade il 29 dicembre in attesa che
si vada ad una nuova determinazione per poter stabilire come possa continuare
il rapporto lavorativo per queste 28 unità e la Regione Calabria. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Pur
non facendo parte della Commissione sono stato presente ai lavori sulla
questione che riguarda i rifiuti. Devo ringraziare la collega Sculco per avermi
dato la possibilità di sostituirla perché ritengo che ci troviamo di fronte a
due provvedimenti importanti che sono i rifiuti ed il Piano trasporti.
E’
chiaro che devo riconoscere ed apprezzare l’intervento dell’assessore quando ha
richiamato due aspetti che ho sollevato durante i lavori della Commissione.
Mi
ha impressionato molto leggere l’ordinanza che ha emanato il Presidente della
Regione il 15 novembre 2016. In questa ordinanza si legge, praticamente, che
per utilizzare gli impianti pubblici di questa Regione, per lo smaltimento dei
rifiuti e tutto quello che fanno gli impianti pubblici, siamo dovuti andare in
deroga a quella data - non so se poi le cose sono cambiate – allorquando il
Presidente della Regione si è assunto una grande responsabilità perché per gli
impianti di Gioia Tauro, Siderno, Rossano, Crotone, Lamezia e Sambatello di
Reggio Calabria quell’ordinanza ha permesso di continuare in deroga sia alla
Vas che alla Via.
Quello
che chiediamo per gli impianti privati che non possono aprire: con questo
abbiamo dato la possibilità – è stata assunto una responsabilità a quella data
– poi, di volta in volta, nell’ordinanza si dice “in deroga agli articoli
29bis, 29ter, 29quater, 29quinques”… questo richiama al fatto che Gioia Tauro, Siderno,
Rossano, Crotone e Lamezia Terme al 25 novembre non avevano l’Aia e così per
gli altri. Quindi è un fatto di una certa rilevanza e ritengo che quest’Aula
debba prendere atto che a quella data si è operata una scelta.
Ritengo
che sia stata una scelta grave ma non so se si sarebbe potuta assumere, perché
non è la prima volta che viene ritirata una deroga, una ordinanza della
Presidenza della Giunta regionale. Ci sono stati nel corso di questi anni più
deroghe, più ordinanze che andavano in deroga sia all’Aia sia alla Vas.
Questo
testimonia la gravità della situazione della gestione dei rifiuti. Con questo
Piano aggiorniamo sostanzialmente quello del 2007 ma ci sono alcune lacune.
Credo che non possiamo non tenerne conto ed ho chiesto anche l’operazione verità.
“Discariche zero”: detta così diciamo una bugia perché “discariche zero” – è
scritto nel Piano – dice che dalle analisi corredate dal presente documento
emerge uno scenario per cui nel 2018 avremo una raccolta differenziata pari al
45 per cento. Dice però che “una frazione non riciclabile pari al 13 per cento”
va in discarica.
Così
per quanto riguarda la proiezione della differenziata al 2020 dice “pure se
arriviamo al 65 per cento nel 2020 la frazione di rifiuti del 10 per cento
dovrà finire in discarica.” Quindi, discariche zero è una cosa bellissima detta
così, ma sappiamo – lo avete certificato – che non è possibile.
L’altra
questione è relativa ai fondi comunitari. Capisco la fretta: oggi è il 19
dicembre e se non approviamo il Piano dei rifiuti potremmo avere ritardi per le
procedure che sono previste per l’utilizzazione dei fondi comunitari.
Si
chiama condizionalità ex ante: se non approviamo oggi il Piano dei
rifiuti non possiamo utilizzare la programmazione dei fondi comunitari previsti
dal 2014 al 2020 perché l’Europa ci ha detto che se non approviamo entro oggi
il Piano rifiuti rischiamo di non poter utilizzare tutte le risorse che sono
disponibili per il settore.
Perché
dico che ci sono delle lacune? Perché non possiamo pensare solo ai rifiuti. C’è
tutta la partita che riguarda l’amianto. In riferimento all’amianto abbiamo
linee generali. Se è un Piano ci devono essere le azioni, gli interventi; ci
deve essere quel cronoprogramma di interventi che ci permette di intervenire
sull’amianto. Siamo in una fase di ricognizione perché sull’amianto dobbiamo
interpellare i comuni e l’Asp. Non è, quindi, una competenza solo regionale, ma
su questo mi sarei aspettato uno scatto, anche in considerazione di una legge
regionale che è stata approvata nella scorsa Legislatura e sulla quale abbiamo
lavorato nel 2011 insieme all’ex consigliere Dattolo. Ritengo che questo sia un
problema.
Così
come per quanto riguarda il Piano delle bonifiche. Carissimi, ve lo siete
andati a leggere? Anche qui c’è una descrizione dello stato dell’arte. Se è un
Piano ci devono essere le azioni, gli interventi e le risorse ma qui abbiamo
solo un elenco, una ricognizione sullo stato dei fatti.
Apprezzo
tantissimo l’impegno di tutti, non voglio sottovalutare nessuno, in questa
direzione e rinnovo il fatto che nella sua introduzione, l’assessore, ha
richiamato quanto discusso in Commissione. Per la verità anche nel 2007 il
Piano è fallito, non solo per le società miste, ma anche perché non si erano
costituite le Ato.
Siccome
c’è difficoltà a costituire ancora tutte le Ato, voterò a favore di questo
Piano se stasera si prende un impegno, altrimenti anche questo Piano se non
costituiamo le Ato sarà aria fritta e non funzionerà. Ce lo dobbiamo dire e
dobbiamo fare una operazione-verità mentre le Ato sono ancora in alto mare.
Se
lo approviamo deve essere fissata una data di costituzione delle Ato,
altrimenti la Regione deve mettere in campo i poteri sostitutivi. Diversamente
in questa fase avremo perso tempo. Ci saremmo messi la coscienza a posto per
poter utilizzare i fondi comunitari, ma questi non si trasformeranno in una
operatività del Piano e nella capacità di risolvere e iniziare a risolvere la
questione dei rifiuti.
Ho
citato l’ordinanza presidenziale per farvi capire in che stato stiamo operando.
Non dobbiamo dimenticarci che usciamo da una fase commissariale in cui ci sono
stati Prefetti ed esponenti dello Stato e sono stati spesi oltre 1 miliardo di
euro e il problema non è stato risolto. La politica deve dare un segnale stasera,
la Giunta regionale ed il Presidente devono dare un segnale stasera, non solo
approvando il Piano, ma ci deve essere anche un impegno a dire che se le Ato
non si costituiscono entro una certa data devono scattare i poteri sostitutivi
perché altrimenti questo Piano è aria fritta.
Ritengo
questo un passaggio importante e così poi ne discuteremo con il Piano dei
trasporti. Lo ritengo un passaggio importante perché è oggettivo che si stanno
mettendo alcuni paletti. Ovviamente mi sarei aspettato qualcosa di diverso
sull’amianto, sulla bonifica dell’amianto e sulle bonifiche. Anche qui dobbiamo
studiare come si possa pervenire tecnicamente, in tempi rapidi, ad un piano di
intervento sia per lo smaltimento dell’amianto sia per iniziare queste
benedette bonifiche delle discariche perché ritengo fondamentale da questo
punto di vista che dalle chiacchiere si incominci a passare ai fatti.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, parto dall’intervento finale del consigliere
Guccione, nel senso che lo spirito è proprio questo: dalle chiacchiere sui
rifiuti, sui trasporti e sulla pianificazione strategica – legata, ovviamente,
ad una programmazione – bisognerebbe passare ai fatti. Faccio mia la
parte finale dell’intervento del consigliere Guccione, che credo possa
accomodarsi anche da questa parte dei banchi, perché
da tempo sta stimolando egregiamente quanto noi, se non più di noi.
Non faccio parte della
Quarta Commissione, ma insieme al collega
Tallini – che prudenzialmente si era astenuto
per approfondire e con cui ci troviamo anche su quest’altra emergenza –
riteniamo che, pur avendo avuto il tempo di programmare su una base
emergenziale, si continui ad operare con l’utilizzo delle proroghe. La fase
emergenziale è toccata anche a noi precedentemente – lo ricordava il collega
Guccione – e dopo circa 1 miliardo di euro spesi –
non si capisce per far cosa – abbiamo dovuto operare con quelle proroghe che
anche voi avete utilizzato e che, allora, nella passata Legislatura, il Partito
democratico, tra l’altro, celebrava come aiuto e sostegno ai privati. Vivaddio,
non ne conosco nessuno! Oggi, però, continuiamo ancora ad operare nella
gestione dei rifiuti con quelle proroghe, compresa questa.
Non avevo
notato questa ordinanza e, avendo visto questo intervento in Commissione,
chiesi al collega Guccione, della mancanza di autorizzazione. Questo ci
preoccupa, ben comprendendo – lo dico all’assessore – la cultura totalmente
diversa dal modello Pd che quando non governa dice “ah, l’ordinanza…”, “il Presidente che garantisce ai privati...”
Purtroppo, il
commissariamento dei rifiuti ha
consegnato solo privati, escluse quelle poche strutture pubbliche, e sulla
programmazione di una impiantistica complessiva – anche rispetto a questo
Piano, fermo restando il grande rispetto in questo caso per tutta la Giunta e
gli assessori – non cogliamo una visione, perché restano chiacchiere e non
fatti: “Rifiuti zero”, sono tutti slogan.
Non credo si debba fare
un ragionamento sui rifiuti pensando al campanilismo, e bene ha detto la
collega Sculco, preoccupata rispetto ad una situazione che é diventata un po’
il simbolo e sulla quale si poteva intervenire, perché mi rendo conto –
assessore – che per la problematica dell’amianto – giusto per fare un esempio –
bisogna avere l’onestà intellettuale di dire che non è un problema facilmente
risolvibile e che, tra l’altro, costa miliardi di euro, rispetto alle risorse
disponibili per poter intervenire e bonificare.
E – come abbiamo visto
nell’approfondimento – c’è anche l’amianto naturale, per cui non è semplice, ma
nel Piano non esiste un punto di partenza, un segnale o una direzione.
Mi fa piacere che anche
colleghi della maggioranza lo rilevino.
Abbiamo votato rispetto
a questo governo regionale – lo voglio ricordare - il Piano dei trasporti;
anche se non è questo il momento, ma anche rispetto all’Artcal – lo dico
all’assessore – si tratta di una cosa che è ferma da un anno e sta sulla carta,
così come le gare; ma non c’entra, parliamo di rifiuti.
Al ritardo di una
visione complessiva si accompagnano interventi straordinari di ordinanza, a cui
– anche col nostro concorso ed il nostro contributo – dovremmo dire basta.
Un altro tema è
affrontato poco o nulla su questo Piano e riguarda tutte le autonomie locali in
riferimento alla gestione delle risorse sui rifiuti che non arrivano alla Regione.
Chi conosce i comuni sa
benissimo che questo non è un problema di secondo piano. Il problema della
tariffa – ricordo l’intervento dell’assessore Pugliano, sull’ipotesi di una
agenzia regionale – resta sul tappeto. Al di là dei Fondi europei e della
esigenza di approvare un Piano, su cui esprimo il mio parere contrario – ripeto
– con moderazione, perché mi rendo conto degli sforzi compiuti, dove mancano e
ci preoccupano le lacune ed il fatto che, esclusa la spesa dei Fondi europei,
questo Piano non completa il quadro di una Calabria autonoma dal punto di vista
della gestione del ciclo; e su questo dò ragione al collega Guccione perché,
anche sugli ambiti – ripeto – vogliamo dare un contributo.
L’opposizione, o la
minoranza – che dir si voglia – non deve essere cieca, ma mi dispiace dover
dare un parere contrario per tutte queste ragioni.
Mi preoccupa – e lo
ribadisco – rispetto alla vostra strategia, l’idea della gestione complessiva
perché questa Calabria, questo Consiglio regionale, questa Giunta – mi par di
capire che è annunciata da qualche parte una modifica – quella che c’è o quella
che ci sarà, o quelle che ci saranno anche in futuro, dipenderanno tantissimo
da questa programmazione.
La gestione delle
risorse è una lacuna forte – assessore – di ciò che i calabresi pagano per aver
smaltito i propri rifiuti, non può continuare con questa impostazione. Il
dialogo Regione-Comuni deve essere modificato e, pertanto, serve una
strategia di Piano. Da questo versante lo trovo carente e– ripeto – apprezzo lo
sforzo e l’impegno; proseguiremo su linee di chi ci ha preceduto – ci
mancherebbe altro – e, facendone parte, posso anche considerarle positive, ma
registro limiti piuttosto allarmanti.
Comprendo l’esigenza di
avere un valido strumento per l’utilizzo dei Fondi di programmazione
comunitaria ma, almeno, che possiate rivedere in corso d’opera, in qualche modo
prevedere aggiustamenti per ciò che ha carenze strutturali, perché chi arriverà
dovrà rivedere il Piano proprio sull’organizzazione, su tutto.
Un altro aspetto, lo
dico a chi è osservatore, a chi registra: dopo tanti sforzi, si sente dire che
in questa Calabria non esiste opposizione. Cerchiamo di dare il massimo, di
farlo con garbo, e non vogliamo dare tutti i giorni ai giornali o a chi
registra in quest’Aula, voci contrarie.
Penso che non potete
continuare a ragionare per slogan, perché quella roba lì – ha ragione Guccione…
“Rifiuti zero”, metterei una firma, fantastico, bellissimo, se si potesse
realizzare, ma non sta nel Piano, non è realizzabile, non si tocca con mano.
Ci sono città dove la
differenziata è arrivata a percentuali importanti con tutta le difficoltà del
caso, non ultima farla fare a chi non è abituato.
Però anche questo, si
dica che da un po’ di tempo, non da poco tempo, ma da due anni, c’è un governo
regionale che lavora per slogan, anche su un piano strategico importante dove
c’è un lavoro di fondo e dove però le direttrici fondamentali sono le proroghe,
la gestione degli impianti, l’impiantistica che rappresentano una direzione
simbolo sullo smaltimento. Non posso dire al presidente Oliverio che è colpa
sua e pretendere che insieme al suo assessore debba, in pochi anni e con le
poche risorse a disposizione, organizzare una bonifica complessiva delle
problematiche che abbiamo.
Un luogo simbolo c’è,
ed è Crotone, ha ragione la collega Sculco.
Si può immaginare su
quell’area, con gli strumenti a disposizione, un modello che funzioni? Ecco, io
ritengo doverosamente, con grande rispetto per il lavoro dell’assessore, che
non ci siano questi elementi, per cui vi stimolo – come ha fatto anche Guccione
– a non continuare a lavorare per slogan ma a provare ad aggredire – ci
troverete al vostro fianco – queste questioni.
Ribadisco che a far
saltare il banco è la questione dell’utilizzo delle risorse legate ai rifiuti,
al di là dell’impiantistica, cioè la gestione ordinaria, non quella
straordinaria che è in capo ai comuni e rispetto alla quale in questo Piano non
c’è alcuna direzione strategica di risoluzione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, a differenza del collega Orsomarso, voterò sì
per due ordini di motivi. Intanto, chi guarda alla storia dei rifiuti in Calabria, si renderà conto che è materia intricata e
complicata. Solo a guardare provvedimenti e leggi, piani, ordinanze della Presidenza del Consiglio,
insomma – lo diceva il consigliere Guccione – si è speso in Calabria circa 1 miliardo
di euro per foraggiare azioni cervellotiche dei commissari che nulla hanno risolto in Calabria.
Oggi c’è uno sforzo, e lo apprezzo, perché apre al dialogo con le
sentinelle dell’ambiente e della difesa dell’ambiente, che sono i sindaci. Più
volte il Governatore della Calabria e l’assessore hanno incontrato i sindaci,
perché è da lì che finalmente si capisce e si comprende che il dialogo con i sindaci
è necessario e fondamentale. Lo capiscono anche a Roma, lo capisce anche il mio
partito di riferimento, lo dice il ministro Delrio. Finalmente si capisce che
un rapporto intenso con i primi cittadini aiuta ed agevola un processo di
riforma.
Questa estate, non abbiamo avuto l’emergenza rifiuti, e lo dobbiamo dire.
Le città negli anni passati erano assalite da situazioni al limite
dell’equilibrio sanitario, mentre quest’anno abbiamo avuto una situazione
serena e tranquilla. In più, chi guarda la delibera del Consiglio regionale, si rende conto che negli anni si
è tentato – ci metto l’ottimismo della volontà di tutti – a risolvere questo
problema, ma spesso si è tentato con azioni autoreferenziali.
Oggi la Regione
sbaglierebbe se tentasse la stessa via che ha portato insuccessi. Ecco perché
voto sì, ed ecco perché apprezzo il tentativo della Giunta regionale di
sostenere i comuni nella start up per
avviare la raccolta
differenziata.
Guardate, è costoso
avviare la raccolta differenziata, e lo sanno bene i sindaci. Per cui si ha
bisogno dei sindaci, se gli obiettivi enunciati dall’assessore sono quelli che
ho sentito, cioè il 45 per cento nel 2018 – e siamo ancora lontani dagli
obblighi comunitari – e il 65 per cento nel 2020; se in questa partita non entrano
a pieno titolo i primi cittadini con un sostegno da parte della Regione
Calabria, la partita è persa in partenza.
Ciò che rende
efficace ed efficiente la raccolta differenziata è una sola cosa: il porta a
porta spinto. Non ci sono altri metodi in tutta Europa e a tutte le latitudini
quella che funziona è la raccolta differenziata porta a porta spinta, che ha
bisogno di sostanza e di sostegno economico-finanziario che dobbiamo dare ai
primi cittadini, perché se non saranno i comuni ad alzare la percentuale di
raccolta differenziata, avremo fallito anche noi.
Siccome conosco il
metodo della concertazione utilizzato dal Governatore della Calabria, già
sperimentato alla Provincia di Cosenza, del dialogo con i sindaci e con le
amministrazioni locali, penso che ci riusciremo.
Ma ci riusciremo se
in questa partita difficile e complicata, entrerà a pieno titolo anche un
rapporto allargato, intenso e coinvolgente con le scuole e le parrocchie.
Guardate, la partita della raccolta differenziata afferisce alla mente, prima
che alle delibere ed ai Piani che approviamo in Consiglio. Afferisce alla mente
ed al cuore dei calabresi, parliamo con i calabresi, incontriamo i sindaci e
recuperiamo questo antico metodo che ha portato successi in altri enti, a
cominciare dalla provincia di Cosenza, dove ho avuto l’onore di stare in
Consiglio.
Recuperiamo questo
metodo che è quello che ci farà vincere la partita; non ne conosco altri,
signor Presidente. Credo che, al di là dei piani che apprezzo, apprezzo anche
il lavoro della Commissione e ringrazio il presidente
Bevacqua e tutti i componenti della Commissione per la passione che hanno messo
dentro questo provvedimento; insomma, se non gli daremo anima e voce sarà anche
questo perdente. Penso che alla fine ci riusciremo. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, intervengo per dire no a questo
Piano. È un no che motiveremo, in considerazione delle carenze segnalate dal
collega Guccione che per primo è intervenuto con le sue criticità, ma sono
criticità che obiettivamente si recepiscono e si leggono ad occhio nudo. Noi
vogliamo porre una questione di metodo, oltre che di merito. Il consigliere
Graziano diceva di essere preoccupato per la realizzazione dello stesso Piano e
per la mancanza di risorse. Noi siamo preoccupati, non per questo, ma per il
merito perché riteniamo che sia un Piano lacunoso.
Intanto, collega
Aieta, noi siamo per ascoltare e prediligiamo la politica dell’ascolto. Vorrei
capire dal presidente Bevacqua se
sono state coinvolte nei processi decisionali in Commissione delegazioni dei
sindaci per aprire un confronto istituzionale rispetto ad una questione molto
delicata ed importante. E’ vero che il problema è atavico e lo conosciamo bene.
Si è vissuta la fase commissariale – diceva bene il consigliere Orsomarso – e
si dovette ricorrere alle discariche private, perché quelli erano i vincoli
entro i quali si muoveva la logica commissariale. All’epoca da quei banchi si
alzavano critiche per strumentalizzare ed oggi, invece, da quei banchi stessi
si è sostituita alla strumentalizzazione la propaganda.
Le campagne
elettorali sono finite!
Non credo – nessuno lo può immaginare – che si
possa pensare, caro assessore, che sia realistico parlare di “discarica zero”.
Sarebbe auspicabile, ma sappiamo che non è così. Apprezzo il suo sforzo e
quello della Giunta e capisco bene qual è la ragione per la quale oggi approda
in Aula.
Il collega Tallini
ha detto: “mi sono astenuto, altrimenti dite che non siamo costruttivi…”, ma si
è astenuto per approfondire, discutere e per avviare un confronto. Da questo
confronto non è emerso alcun positivismo. Noi vogliamo che si faccia qualcosa
di positivo, ma ci portate in Aula alle scadenze perché c’è “la spada di
Damocle” della possibilità di perdere i fondi comunitari.
Questo fa parte
della vostra impreparazione, del modo di affrontare i problemi con scarsa
sensibilità e responsabilità. Diciamocelo pure, con serenità - al di là delle
carenze dello smaltimento dell’amianto e delle zone da bonificare -, sulle
bonifiche non si legge quali siano gli indirizzi.
Tutto questo ci fa
molto riflettere e ci preoccupa, in una logica in cui a rimetterci sono i
calabresi. Per gli smaltimenti noi paghiamo la tassa forse più alta d’Italia,
collega Tallini, e sono queste le cose che voi dovete raccontare ai calabresi,
perché voi parlate per slogan, come diceva bene il collega Orsomarso.
Basta con gli spot,
le campagne! Adesso abbiamo concluso la campagna referendaria, riprendiamo
l’approccio con le istituzioni e questo approccio deve trasformarsi in
positivismo altrimenti a rimetterci saranno i calabresi, assessore.
Mi auguro che il
Piano possa essere rivisto e rivisitato per l’efficacia di un risultato. Presidente, lei parlava di diffida al
comune di Reggio Calabria? A Reggio Calabria - ma non parlo solo di Reggio
Calabria, ma di tutta la città metropolitana - la differenziata non funziona, è
sperimentale solo per aree. Ci dovrebbe essere una sinergia, capire e
comprendere le motivazioni. Per il funzionamento occorre un sostegno maggiore
da parte delle istituzioni, della Comunità europea, occorrono maggiori
finanziamenti.
Dobbiamo riflettere
su queste cose e ragionare per il bene della regione, anche sulla questione del
confronto. I confronti bisogna farli a priori non a posteriori. Io
questo avrei auspicato. Su queste cose non bisogna dividersi, ma incontrarsi e
bisogna farlo in un contesto istituzionale per portare le giuste soluzioni. Non
credo che il Piano dei rifiuti di oggi sia la soluzione. Ha ragione il
consigliere Guccione, questo piano non troverà applicazione se non verranno
istituiti gli ambiti territoriali. Ma di che cosa stiamo parlando? Allora
mettiamoci una mano sulla coscienza e cominciamo un percorso per rendere fruttuoso
il nostro lavoro.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Presidente, per esprimere il voto favorevole del gruppo da
me rappresentato in maniera compiuta e non soltanto per dichiarazione di voto. Perché anche se da un lato, anche da una parte della
maggioranza, si percepisce il senso di disagio
rispetto a quello che è un segno di cambiamento epocale - lo possiamo dire, perché fino a due anni fa nemmeno si sentiva parlare
di inceneritori, discariche, di apertura di nuove discariche - è bene che venga
sottolineato in questa sede, soprattutto per
quanto concerne la stampa, che
finalmente c’è l’accesso ad un pensiero nuovo: rifiuti zero, discariche zero.
Quando parliamo con Luca
Menesini, ottimo sindaco di Capannori, attuale ottimo ed eccellente Presidente della Provincia di Lucca, ci appare realizzabile,
quando, invece, lo mettiamo in campo noi qui in Calabria,
appare come una chimera. Invece, i dati ci dicono altro, cari colleghi della opposizione e caro consigliere
Guccione.
I dati ci
parlano di triplicazione della
raccolta differenziata in questa regione in un solo anno. Siamo passati da
cifre vicine al 10 per cento ad oltre il 30 per cento in un solo anno di lavoro
e mancano le tre città più grandi di questa regione. Parlo di Reggio Calabria
che ha cominciato a tentoni, così come Catanzaro e Vibo Valentia e Crotone
stentano – ha ragione la collega Sculco. Ebbene, nel momento in cui queste
cinque città più grandi andranno a regime, potremo fare il 70 per cento di
raccolta differenziata in un brevissimo periodo. Non è un sogno, non è una
dichiarazione di intenti e non è uno slogan. E’ un drastico cambiamento di
direzione lento ed inesorabile che è stato impresso da questa Giunta e non
possiamo che ringraziare l’assessore Rizzo, che lo sta applicando, ed il presidente Oliverio, che l’ha immaginato
sin dalla campagna elettorale.
Per questo abbiamo
scelto di stare al vostro fianco e continueremo a farlo, come diceva il collega
Aieta, stimolando i sindaci che sono gli operatori essenziali della raccolta
differenziata, sono coloro che per primi devono crederci, anche se all’inizio troveranno
difficoltà apparentemente insormontabili. Se a Casole Bruzio, un paesino di 3
mila abitanti, si è arrivati al 98 per cento di raccolta differenziata, se a
Cosenza in poco tempo si superano le soglie dell’80 per cento, non si capisce
perché a Reggio Calabria non debba andare a regime.
Siamo convinti che
così come a Cosenza, così come a Casole Bruzio o a Pedace, in tutti quanti i
territori dell’hinterland cosentino si è realizzata la raccolta
differenziata - e la si sta facendo in maniera encomiabile - questo effetto
dimostrativo – collega Nicolò – potrà inquinare in maniera positiva anche il
resto della regione.
Lo dico legandomi
alle parole del collega Graziano. E’ opportuno, assessore e Presidente, risolvere il problema di
quei 13 lavoratori, perché la scadenza del contratto al 29 vedrebbe venir meno
professionalità che, in questo anno, hanno aiutato a venir fuori da questo
ginepraio. Avete necessità, insieme agli ottimi dirigenti, di poter finalmente
applicare, grazie a questi lavoratori, realmente un cambiamento di rotta che è
essenziale e per il quale noi calabresi non smetteremo di ringraziarvi.
Non parleremo più di
inceneritori in questa regione, come qualcuno che ci ha preceduto e chi vi ha
preceduto. Stiamo parlando di “Rifiuti zero” come a Capannori e a Lucca anche
in Calabria. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie
Presidente, io ho avuto modo di leggere tratti del Piano, soprattutto
l’obiettivo e l’auspicio racchiuso nel Piano. Mi preme sottolineare che ci sono
punti di condivisione sia sul piano procedurale che dei contenuti. Ritengo sia
frutto del serio lavoro dell’assessore che va apprezzato e riconosciuto anche
in questa sede.
E’
stato un lavoro difficile con obiettivi da raggiungere per dare dei risultati
utili alla Regione in un tema estremamente complesso e delicato, multi
fattoriale, con al centro notevoli interessi economici, alcuni dei quali – non
sono pochi - anche posti all’attenzione dalla criminalità organizzata.
Vedo
una pianificazione, una ricerca ad implementare il massimo riciclaggio per
impianti di nuova creazione, affidandoci anche a sinergie e interazioni con il
privato esistente e che può essere chiamato in causa, soprattutto se si vanno a
determinare giusti criteri di concorrenzialità fra pubblico e privato, come
diceva prima il consigliere Guccione.
Estremamente
interessante anche la presenza di impianti di compostaggio anaerobico, perché
recuperano energia che può essere anche sfruttata per un ulteriore obiettivo
del Piano: il contenimento delle tariffe. Subentra, quindi, anche un aspetto
della sostenibilità economica del Piano stesso.
Fatti
questi apprezzamenti al lavoro da lei fatto, assessore, io non sono – non se ne
deve dispiacere – in linea con quanto dichiarato nell’ultimo intervento dal
collega Giudiceandrea. Il cambiamento epocale, prima si attua, prima si ottiene
e poi si enuncia, caro collega! Detto questo, alcune cautele nell’enfatizzare
questo Piano sono emerse anche fra le righe della omessa relazione
dell’assessore, dell’intervento del collega Guccione e dai banchi della
opposizione. Ritengo che gli interventi della minoranza non siano stati di dura
opposizione, come qualcuno vorrebbe vedere in quest’Aula, ma che abbiano messo
in evidenza che questo Piano nelle sue enunciazioni necessita di ulteriori fasi
decisorie e, quanto meno, di un monitoraggio, partendo proprio dalla data più o
meno certa della istituzione degli ambiti territoriali ottimali e, io
aggiungerei, anche omogenei.
Mi
chiedo e mi interrogo da solo: questi ambiti territoriali oggi necessitano di
una rivisitazione della legge regionale numero 14 del 2014 in base anche alla
istituzione delle cosiddette aree vaste? Come riusciamo a determinarlo in modo
omogeneo, come sollecitava anche il collega Nicolò? Non v’è dubbio che la
raccolta differenziata debba essere spinta porta a porta e debba essere la base
di quell’obiettivo “discariche zero”. Obiettivo che necessita di un lavoro
lungo e che desta perplessità rispetto al raggiungimento di quegli obiettivi
che sono nella logica del lavoro che ha animato l’assessore.
Ci
sono alcuni aspetti da tenere in considerazione: una continuità con le leggi
regionali emanate dalle precedenti legislature. Un Piano nato sotto una fase di
commissariamento che, a fronte di 1 miliardo di spesa, non ha minimamente
risolto i problemi – qui subentrerebbe una ulteriore argomentazione rispetto
alla utilità delle fasi di commissariamento – e soprattutto tutta una serie di
decisioni, a qualcuno possono far venire il dubbio che siamo in Aula per quelle
enunciazioni che ha detto il collega Guccione: la scadenza e la possibilità di
afferire ai fondi comunitari.
Queste
perplessità, pur riconoscendo il lavoro svolto dall’assessore, ci spingeranno –
mi confronterò col mio capogruppo – ad un voto di astensione, probabilmente.
Voto che va incontro a quello che è stato il lavoro dell’assessore, ma che sottolinea
i tanti punti di criticità emersi dal dibattito che devono essere un monito
anche per lei, assessore, affinché attraverso un monitoraggio continuo, tramite
la Commissione o tramite il Consiglio, lei possa relazionare sullo stato di
attuazione di un Piano che veramente necessita alla Regione Calabria.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà. Concludono poi il
consigliere Bevacqua e la Giunta.
Non
posso non intervenire, perché faccio parte della quarta Commissione e – devo
essere sincero –avendo un po’ trascurato di approfondire la materia per motivi
oggettivi, mi sono avvalso molto della consulenza del consigliere Guccione, il
quale, chiaramente, ha dimostrato di aver approfondito, studiato, e di aver
fatto in Commissione le debite osservazioni senza sconti a nessuno. Anche oggi
abbiamo ascoltato le dotte osservazioni del consigliere Guccione, con una
piccola noticina che le voglio fare, collega.
Ha
fatto una proroga ad un voto condizionato perché – mi ricordo – che al momento
in cui votammo le Linee guida, lei fece le stesse osservazioni di perplessità,
ma disse poi: “se la Giunta garantisce che la tempistica sia rispettata, sono
disponibile anche a cambiare il voto”.
Mi
ricordo che si alzò il presidente Oliverio in quest’Aula e dette quelle
garanzie. Sulla tempistica oggi, è chiaro, che non è stata rispettata e,
nonostante tutto, apprezzo il collega Guccione per aver detto con onestà
intellettuale le cose che ha detto e che, chiaramente, magari sono state dette
anche in maniera tale da non poter sembrare un attacco al presidente Oliverio.
Abbiamo
dato un’altra proroga. Chiaramente ci siamo astenuti, perché abbiamo creduto
all’impegno della Giunta e non abbiamo motivo di pensare che in quel momento il
presidente Oliverio dicesse cose diverse. Abbiamo creduto fosse in buona fede,
così come oggi registriamo che quegli impegni non sono stati mantenuti nel
crono programma ma che, oggettivamente, registriamo che una opposizione attenta
debba chiaramente essere coerente, ed esser anche un po’ da stimolo rispetto ad
una eventuale discussione che potrebbe far sedere su risultati molto modesti
già raggiunti. C’è bisogno pure di stimoli.
Non
voglio fare un ragionamento molto tecnico, ma mi limito soltanto ad alcune
piccole cose, che sono state dette, ma che vanno evidenziate perché ritenute
significative.
E’
stato appena detto che la politica ambientale in Calabria è stata fatta in gran
parte dai commissari; pensate che negli ultimi 20 anni gran parte della
politica ambientale in Calabria – che significa problema delle discariche, dei
rifiuti e delle depurazioni – è stata fatta dai commissari. Si è detto che i
commissari hanno speso circa 1 miliardo di euro e, con questi soldi, non hanno
realizzato né le discariche, né i depuratori.
Ora,
immaginate una regione a vocazione turistica come la Calabria, il fiore
all’occhiello di questa regione dovrebbe essere la salubrità dell’aria e
dell’ambiente, e invece ci siamo presi il lusso di sperperare un miliardo di
euro senza realizzare né la rete dei depuratori – almeno non realizzarla così
come avremmo potuto e dovuto - né la rete delle discariche.
Altra
considerazione – capite bene che non sto facendo un discorso di parte – ma
comincio pure a sottolinearvi che, dopo due anni, nessuno può avere la
bacchetta magica, essendo partita questa amministrazione dalla proposta
Scopelliti; di fatti, ad inizio legislatura abbiamo fatto la proroga della
legge Scopelliti, soprattutto per dare delle possibilità.
Dopo
due anni non siamo alla soluzione del problema – altro che svolta epocale – ma
siamo ancora all’approvazione dopo le Linee guida del Piano dei rifiuti, che
poi dovrà strada facendo essere sempre più perfezionato, per quando andrà
calato nella realtà.
Intanto
lo portiamo a dicembre, per come è stato detto, altrimenti non potremmo
usufruire dei Fondi comunitari.
Lo
portiamo in fretta e furia – ha ragione il consigliere Guccione – e, anche
oggi, pur dando un’ulteriore proroga al suo Presidente, sottolinea un aspetto
che, a mio avviso, dovrebbe farci riflettere: il settore ambiente è il settore
che dovrebbe tutelare l’impatto ambientale, soprattutto sulle discariche e
sugli impianti di smaltimento dei rifiuti.
L’ordinanza
del presidente Oliverio prevede la realizzazione degli impianti in deroga
all’impatto ambientale. Non vorrei che finissimo su “Scherzi a parte” perché se
c’è una cosa su cui noi non dovremmo mai e poi mai concepire di andare in
deroga, è proprio la questione dell’impatto ambientale, perché è in assoluto il
riferimento simbolico di un impatto ambientale, cioè la discarica, un impianto
tecnologico per la raccolta differenziata dei rifiuti.
Andiamo
in deroga però, Presidente, con sincerità mi ha fatto pensare questo: che
potevamo pure andare in deroga, visto che ha riferito fosse obbligatorio per
realizzare il porto di Catanzaro Lido, ha imposto che si imponesse la Via
quando era già quasi pronta la gara di appalto per realizzare il porto del
comune di Catanzaro.
Questo
non è stato possibile, pur essendo il porto un impianto della Regione. Allora,
così come con onestà è stato sollevato e sottolineato dal collega Guccione è
stato detto in Commissione ma – devo essere sincero – è stato anche
sottolineato dai tecnici presenti e dallo stesso assessorato che “rifiuti zero”
non significa assolutamente rifiuti zero. Oltretutto, è stato detto che in
tutte le regioni d’Europa, laddove i risultati sono stati ottimi, nessuna
nazione europea si può vantare di aver raggiunto un obiettivo “rifiuti zero”.
Però,
ribadire che ci sarà sempre una percentuale che va dal 10 al 15 per cento e che
alla fine sarà messa in discarica, non guasta a dare la giusta informazione,
soprattutto a chi ritiene di non avere le adeguate competenze tecniche per
capire quello che si sta facendo.
Allora
anche gli ambiti, caro Presidente, non sono partiti, ma per colpa dei comuni.
Dobbiamo dire che più della metà dei comuni, anzi i tre quarti dei comuni
calabresi, sono amministrazioni inefficienti e che i sindaci non sono riusciti
a sintonizzarsi con la tempistica dei comuni per la realizzazione dell’Ato –
strumento indispensabile per raggiungere l’obiettivo in tempi certi – e questo
è avvenuto soprattutto per i tempi stringenti tra la delibera del Comune, in
cui si stabiliva la procedura, ed i tempi entro cui i comuni avrebbero dovuto
deliberare l’adesione dell’Ato.
Se
è vero che solo la provincia di Cosenza e di Vibo Valentia – così abbiamo
appreso in Commissione – hanno dato vita all’Ato, per lo meno c’è da fare una
riflessione su questo. Così è stato detto in Commissione dall’assessore.
L’ambito di Catanzaro e di Vibo Valentia sono partiti.
Chiedo
scusa se faccio coincidere gli ambiti, ma Vibo Valentia e Catanzaro sono gli
unici due ambiti che sono partiti per tutta la procedura, per come prevista
dalla delibera della Giunta.
Non
voglio assolutamente fare il catastrofico, ma pensavo che quando recentemente
si è votato per il referendum – oltre a noi della opposizione – qualcuno della
maggioranza abbia potuto per un attimo pensare e riflettere che questo
cambiamento epocale in Calabria i calabresi non l’hanno tanto percepito.
E’
vero che si accomuna un dato che è grosso modo meridionale ma, guarda caso, i
problemi della Calabria sono assimilabili a quelli delle altre regioni
meridionali, soprattutto per la mancanza di sviluppo e per la difficoltà di
queste Regioni nel dare risposte percepibili ai cittadini.
Non sarei tanto
entusiasta, ma non voglio fare la Cassandra nera dicendo che ormai saranno
tutti disastri. Oliverio ce l’abbiamo, è stato votato dai calabresi con grandi
consensi. E’ venuto dopo il fallimento di un governo di centro-destra – almeno,
così è stato percepito – vicenda chiusa traumaticamente per via delle
dimissioni del presidente Scopelliti.
Era giusto che si dessero altre possibilità.
Concludo dicendo
che, dopo aver scaricato per due anni le responsabilità dei ritardi sulle
precedenti amministrazioni, penso sia venuto il momento per la maggioranza di
fare un minimo di autocritica. Se tutti quanti ragioniamo come il consigliere Giudiceandrea – lo diciamo in diretta streaming ai
calabresi che ci ascoltano – non
c’è nessun problema, basta solo aspettare. La svolta epocale c’è stata, ma fino
a quando i calabresi potranno percepirla, probabilmente, la Calabria sarà
desertificata.
Non credo che questo
sarebbe un bel quadro. Quindi datevi da fare, parlando meno degli organigrammi
– il presidente Oliverio ha sistemato tutto il Pd e non c’è nessuno
da sistemare più all’interno della Regione – adesso mettetevi di buona lena e cercate,
finalmente di dare risposte concrete alla Calabria.
Saremo qui, con onestà
intellettuale, cercando di fare il nostro dovere e di dare il nostro contributo
nel momento in cui vedremo e ci accorgeremo che la maggioranza non sarà
arroccata ma convinta di essere – come diceva il collega Giudiceandrea – protagonista di una svolta
epocale, di stare con i piedi per terra, cercando –almeno voi della maggioranza
– di dare un contributo più realistico al presidente Oliverio. Noi cercheremo di farlo con una opposizione
chiara ma che, sicuramente, si distingue da chi, fino ad oggi, ha mandato
messaggi negativi ai calabresi, tant’è
che andando in giro per la Calabria, prima si diceva che c’era opposizione
preconcetta, mentre oggi si viene accusati addirittura di non fare abbastanza
opposizione.
Credo che l’opposizione
vada fatta, apprezzata e stimata da parte di questa maggioranza, soprattutto se
finalizzata a stimolare e dare i propri contributi alla soluzione dei problemi
per i nostri corregionali, questa Calabria che tutti quanti pensiamo, almeno,
di avere a cuore.
Ovviamente la
dichiarazione l’ha fatta il consigliere Orsomarso.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Mentre il collega
Tallini – Vicepresidente della Commissione che presiedo – non rivendica il
lavoro fatto dalla nostra Commissione io, invece, lo rivendico in pieno, perché
credo che il lavoro di una Commissione sia soprattutto quello di comprendere se
i processi o i provvedimenti che ci vengono proposti dalla Giunta regionale
guardano realmente allo sviluppo della Calabria, con l’ambizione di governare i
processi, e se hanno soprattutto la capacità, intelligenza e lungimiranza di
proporre qualcosa di innovativo, moderno ed utile, di importanza vitale per la
Calabria, di mettere in campo progetti e idee di valenza strategica.
Credo che il lavoro
fatto su questo Piano dimostri che c’è, da parte della maggioranza e del
Consiglio regionale, la volontà di dare risposte certe, finalmente ai
calabresi. Sappiamo – cari colleghi e caro amico Tallini – che quando si mette
in campo un progetto, un’idea si sa da dove si vuol partire, ma non si sa dove
si arriva. Abbiamo messo in campo un progetto, un’idea culturalmente forte e
avanzata che contiene la proposta, contiene forti innovazioni, perché vorrei
ricordare a tutti che parliamo, finalmente, di economia ambientale e circolare,
un utilizzo completo dei rifiuti. Questa è una forte innovazione e non è lo
stesso Piano – caro consigliere Guccione – quello che proponiamo ma è un Piano
che evidenzia un cambiamento culturale profondo ed una forte innovazione.
Mi dispiace che i
colleghi non l’abbiano sentito, ma l’assessore Rizzo sa quali sono le
preoccupazioni emerse in Commissione e sono tre: la sfida che compete alla
maggioranza, alla Giunta regionale e alla Commissione è quella di saper
superare le difficoltà che oggettivamente ci sono, ovvero la mancanza della
costituzione delle Ato in alcune realtà della provincia della Calabria;
l’accelerazione degli impianti esistenti per quanto riguarda l’ammodernamento e
per evitare che si perdano opportunità di finanziamenti a livello europeo; la
individuazione dei siti che mancano in provincia di Cosenza e nelle altre
province.
Queste sono le sfide
che dobbiamo vincere, ma bisogna lavorare tutti insieme per superare queste
difficoltà e non scaricare le responsabilità, perché bisogna convincere i
sindaci ad autodeterminarsi diventando protagonisti di questo profondo
cambiamento che non si scarica più sul Consiglio regionale.
Abbiamo il compito –
e lo dico ai colleghi, per non sottovalutare quello che sto per dire – di
mettere in campo progettualità la cui realizzazione poi non dipende da noi.
Dobbiamo aiutarli e supportarli, convincerli che la raccolta differenziata
aiuta tutti, ma non sta a noi la responsabilità sul mancato successo di alcune
idee.
Stiamo mettendo in
campo un progetto che per noi è fortemente innovativo e che determina un
cambiamento profondo nell’approccio culturale. Questo è il vero dato che vorrei
sottolineare dopo un estenuante lavoro.
Collega capogruppo
di Forza Italia, abbiamo fatto tante audizioni in Commissione sentendo i
sindaci, Lupi, Legambiente, tutti gli attori e i portatori di interesse in
questo settore. Anche lì – nessuno lo ha detto – non abbiamo avuto osservazioni
critiche da parte di nessuno. Benedetto Iddio, ma vogliamo dirlo? Non è un
merito di questa maggioranza e di questo Consiglio regionale non aver avuto
critiche e osservazioni da parte di nessuno? Come si misurano i risultati? In
base a che cosa? In base ad una condivisione di fondo del progetto, dell’idea,
e su questo abbiamo ottenuto grandi successi e grande consapevolezza, come
impostazioni e non come risultati.
La progettualità è
una cosa, i risultati vengono dopo. Abbiamo messo in campo una progettualità,
una idea che oggi è stata condivisa da tutti gli attori presenti sul territorio
e le istituzioni.
Come consigliere
regionale e come Presidente di
Commissione sono contento e soddisfatto di aver realizzato questa divisione da
parte dei soggetti interessati. Ora sta a noi, cari colleghi, convincere i
nostri sindaci amministratori che il tempo delle mucche da mungere è finito.
Ognuno si assume le proprie responsabilità, i sindaci e noi che abbiamo un
ruolo di coordinamento e di programmazione evidenziamo un ruolo di
programmazione e di gestione su questa materia. Sta a noi capire che i progetti
vengono o non vengono apprezzati se riusciamo ad imporre questo cambiamento
culturale, altrimenti la Calabria non cambierà mai.
Se vogliamo
scaricare solo su di noi, io non ci sto. Anche in questa partita la
responsabilità è delle Autonomie locali, e noi abbiamo il compito di programmazione.
Da oggi dobbiamo spingere i sindaci a capire che se cambiamo musica dobbiamo
cambiarla tutta, altrimenti l’orchestra continua a stonare senza portare
risultati positivi per la Calabria.
Interviene il presidente Oliverio. Prego.
(Interruzione)
Il dibattito è
chiuso. Come sa è stata data la parola al relatore, consigliere Bevacqua, come
previsto dal comma 3 dell’articolo 89 del Regolamento che conosce. Prima il
relatore in Aula e poi il Presidente
della Giunta regionale.
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, permettetemi, innanzitutto, di ringraziare il Consiglio
regionale perché questa sera portiamo a compimento col voto finale un percorso
di programmazione importante in un settore altrettanto importante; anzi in
settori altrettanto importanti.
Stiamo per
concludere la discussione sul Piano regionale dei rifiuti e fra poco
affronteremo quello sui trasporti.
Uno strumento
importante per il quale – ecco perché voglio ringraziare il Consiglio regionale
– c’è stato un confronto approfondito; vorrei ricordare che il Consiglio
regionale si occupa della materia dopo l’approfondimento ed il confronto in
Commissione. Ringrazio il presidente
Bevacqua e la Commissione competente per l’apporto che è stato dato, ha avuto
modo, nei mesi scorsi, di approfondire, presentare emendamenti, avanzare
proposte che sono state in grande parte recepite, nel primo passaggio in questo
Consiglio regionale.
Permettetemi di
ringraziare anche i Comuni che sono stati coinvolti nella definizione di questo
Piano, le forze sociali, le organizzazioni e le associazioni ambientaliste che
hanno dato il loro contributo nel merito e che, appunto, hanno espresso una
valutazione ed un apprezzamento positivo sulla stesura definitiva del Piano.
Vorrei ricordare -
lo ricordo al consigliere Nicolò - che questo Piano non nasce in questa
discussione perché solo chi è distratto – non ritengo che in questo Consiglio
ci siano consiglieri distratti – può affermare il contrario. Siccome non
ritengo che ci siano consiglieri, tanto maggioranza quanto di opposizione, che
svolgono il loro ruolo con distrazione allora sono sicuro che è solo una
caricatura politica, e non di merito, quella di fare affermazioni che
smentiscono questo.
Penso che l’apporto
del Consiglio regionale sia stato importante nella costruzione di questo Piano
e rendo merito al Consiglio regionale per aver offerto un contributo per la
costruzione dello stesso in diversi passaggi - ripeto - in Aula ed in
Commissione.
Permettetemi di fare
una riflessione anche rispetto al problema: è stato ricordato che per un lungo
periodo, dal 1997 fino a tre anni fa, un anno prima che mi insediassi, c’è
stata una gestione affidata ad un commissario per l’emergenza rifiuti, per la
gestione dei rifiuti, e sono state macinate oltre un miliardo di risorse. Non
vorrei sbagliare ma circa 1 miliardo 200 milioni di euro.
Anche qui una
vicenda sulla quale non possiamo – ora che il commissario non c’è – non
ritornare con una riflessione: i commissari sono stati nominati dai diversi
Governi e rispetto a diverse esperienze di governo di questa Regione sono stati
nominati per supplire ad una inefficienza o ad una sedicente inefficienza della
Regione e hanno finito col produrre risultati assolutamente negativi in
controtendenza rispetto ai compiti per cui erano stati nominati.
C’è un primo dato, quindi, che va rilevato, perché la vicenda dei rifiuti in Calabria si è aggravata rispetto al dato di partenza: abbiamo vissuto in una emergenza permanente in questa regione –ringrazio il consigliere Aieta – fino a due anni fa, e non lo prendo come merito, ma come demerito dei commissari, per capirci.
Chi può dire il contrario si alzi in piedi e mi smentisca: la gran parte delle città calabresi era invasa da montagne di rifiuti e parlo dell’emergenza. Un’emergenza che non veniva governata, anzi, aggiungo e mi assumo la responsabilità di quanto dico, che veniva accesa all’occorrenza per giustificare il permanere dello stesso stato di emergenza e della straordinarietà con la quale bisognava affrontare il problema.
Da due anni abbiamo messo mano a questo problema, perché il fatto che i rifiuti non siano più una “emergenza” che si esprime in montagne di rifiuti nelle città calabresi non è figlio di nessuno. Ci sarà qualcuno che avrà pensato a governare l’emergenza che, oggi, è sotto controllo, non è definitivamente risolta, ma è sotto controllo, perché nelle città calabresi oggi, o nella gran parte delle città calabresi, oggi, non viviamo l’assedio dei rifiuti che si viveva fino a due anni fa.
E’ un dato questo? E’ una chiacchiera oppure è una bugia? Chiedo a voi, pongo ai calabresi questo interrogativo, a proposito di chiacchiere, perché il Governo è quello che, quotidianamente, con fatica e 18 ore al giorno, pone questi problemi da affrontare e affrontare in modo silenzioso, senza fare la propaganda. Questo è un primo dato che consegno al Consiglio regionale ed alla Calabria e lo rivendico, perché è frutto di fatica, di lavoro; lo rivendico, perché la Calabria aveva bisogno di un governo dell’emergenza e noi abbiamo assunto come impegno che avremmo governato l’emergenza e la stiamo governando.
Naturalmente, non si tratta di governare l’emergenza stando fermi, si tratta di governarla e di costruire il sistema, un sistema virtuoso.
Per quanto riguarda il sistema abbiamo definito il Piano – adesso verrò al merito del Piano – ma contemporaneamente alla sua definizione, abbiamo avviato procedure per quanto riguarda il revamping e la manutenzione degli impianti esistenti.
Vorrei ricordare a questo Consiglio regionale che nella prima seduta mi alzai per proporre qui l’autorizzazione alla Giunta regionale da parte del Consiglio alla utilizzazione di 56 milioni di euro per il revamping, per autorizzare le gare, appunto in impianti esistenti che erano congelati almeno da due anni.
56 milioni di euro che si sono tradotti in gare per quanto riguarda l’impianto di Crotone, per quanto riguarda quello di Rossano e per quanto riguarda anche l’impianto di Gioia Tauro, una linea del termovalorizzatore di Gioia Tauro, proprio per governare la situazione, contestualmente al governo dell’emergenza, in modo tale da evitare di “rimanere in mutande”, come suol dirsi dalle parti nostre.
Poi abbiamo programmato, contestualmente, alcuni impianti nuovi ed avviato le gare del nuovo impianto, nuove tecnologie – perché devo dirvi, per esempio, che per quanto riguarda l’impianto di Alli la gara è in dirittura di arrivo.
L’impianto di Rossano è in via di definitiva acquisizione dei pareri della Conferenza dei servizi sul progetto definitivo ed altrettanto l’impianto di Sambatello a Reggio Calabria.
Non stiamo parlando, quindi, di un Piano, quello che stiamo discutendo stasera, nel quale sono ricompresi questi impianti, che è un libro dei sogni; è un Piano del quale alcuni tasselli sono già in via di definizione, perché le gare comportano dei tempi, le procedure sono complesse, come sapete. Alcuni pezzi, alcuni tasselli fondamentali del Piano, che sono di indubbia necessità, sono già in via di realizzazione.
Questo Piano su cosa poggia? Su due pilastri fondamentali, anzi, questo Piano, per capirci, poggia, innanzitutto, su una filosofia, che è una filosofia che inverte un approccio, una cultura, che è quella che ha animato per un lungo periodo la discussione anche nella nostra regione, e non solo nella nostra regione, a proposito di termovalorizzazione. Parliamoci molto chiaramente: questo Piano inverte alla radice tutto! C’è una nuova cultura che è quella che si è fatta strada, che non ho inventato io, non vorrei adesso essere frainteso, che è quella che si è fatta strada in Europa e nel nostro Paese nel corso di questi anni, perché la termovalorizzazione è superata anche negli orientamenti europei, un determinato approccio è superato anche negli orientamenti generali.
L’approccio, allora, è quello di spingere sulla raccolta differenziata, ridurre la parte organica che deve essere trattata con tecnologie che siano ad impatto zero.
Questa è l’impostazione che ci siamo dati.
Questo che significa? Puntare, tendenzialmente, a discariche zero. Anche nella pubblicistica, nel confronto, c’è la parola d’ordine – ne parlavamo prima con la dottoressa Reillo – di rifiuti zero. Ma ritenete che dire “rifiuti zero” sia azzerare i rifiuti? No! E’ la tendenza rifiuti zero. Così come per quanto riguarda le discariche, “discariche zero” significa avere solo una quota: quel 10 per cento che è di rifiuti che non sono trattabili diversamente, ma oggi siamo al 65 per cento.
Passare dal 65 al 10 significa tendere a discariche zero e noi tendiamo a discariche zero con il Piano che abbiamo approvato.
E vorrei dirvi che, contemporaneamente, Oliverio ha chiuso discariche – e ve le elenco le discariche che sono state chiuse.
Chiedetelo se Casignana è ancora aperta o chiusa - il consigliere Nicolò è autorevole consigliere regionale della provincia di Reggio Calabria - andatelo a chiedere nella zona della locride, andate a chiedere chi l’ha chiusa Casignana oppure andate a chiedere al mio carissimo amico, sindaco di Pianopoli, anche in polemica con me qualche volta, come stanno le cose.
Oliverio ha sospeso l’autorizzazione all’aumento dell’abbancamento nella mega discarica di Pianopoli. Andate a chiedere ai proprietari della Battaglina chi si è battuto per evitare che la Battaglina fosse nuovamente autorizzata, con l’annullamento dell’autorizzazione della discarica della Battaglina.
Volete che continui l’elenco in modo dettagliato delle discariche che abbiamo chiuso? Con la firma di Oliverio sono state chiuse, perché riteniamo che questa delle discariche è una piaga che deve essere sanata e, contemporaneamente, stiamo agendo per la bonifica dei siti inquinati. Quanti erano i siti, 400? Quanti sono adesso?
(Interruzione)
Da 43 siamo passati a 19, perché stiamo facendo un’opera di bonifica sul territorio dei siti inquinati, con grande interesse e con una interlocuzione costante con il Ministero dell’ambiente.
Le chiacchiere, quindi, sono queste, signori che vi siete appellati alle chiacchiere, dal consigliere Guccione agli altri che dell’opposizione hanno parlato di chiacchiere, permettetemi di dirlo in modo chiaro: queste sono le chiacchiere che abbiamo prodotto! E vi invito a verificarle queste chiacchiere, perché anche le chiacchiere possono essere verificate.
Questo Piano ha due pilastri: il primo è la raccolta differenziata spinta. Vorrei dire – ringrazio chi lo ha ricordato qui – che siamo passati dal 12,2 per cento al 32 per cento della differenziata in due anni, senza ancora attivare gli incentivi. L’abbiamo fatto nelle riunioni con i sindaci. Al consigliere Tallini – di cui ho apprezzato l’intervento– vorrei dire: Chiedi ad Abramo quanti incontri abbiamo fatto per organizzare e sollecitare affinché partisse la raccolta differenziata e finalmente è partita la raccolta differenziata nella città di Catanzaro.
Così come con tantissimi sindaci, con un metodo, anche a Reggio Calabria è partita, perché il sindaco Falcomatà, quando è arrivato a Reggio due anni fa, era sommerso dai rifiuti – vorrei ricordarvelo questo. La città di Reggio Calabria era sommersa dai rifiuti.
Ho parlato del sindaco Abramo perché non c’è da parte mia un approccio di parte o politico in questa vicenda, sto parlando oggettivamente. Abbiamo assunto un ruolo di sollecitazione, di monitoraggio, di spinta ai Comuni perché si organizzasse la raccolta differenziata ed entro la fine dell’anno, perché adesso il bando per incentivare i Comuni alla raccolta differenziata sarà operativo, sarà pubblicato, con l’utilizzazione di risorse, 51 milioni di euro che saranno utilizzati dai Comuni per incentivare la raccolta differenziata.
Il secondo pilastro è l’impiantistica, gli impianti. Sugli impianti abbiamo fatto una scelta precisa: primo, superare i megaimpianti nella logica del Piano precedente, per cui i rifiuti dovevano fare i pendolari, da Amendolara dovevano arrivare a Gioia Tauro. Ve lo ricordate il Piano precedente quale era? C’era la Calabria del nord e la Calabria del sud, poi il termovalorizzatore a Gioia Tauro, per cui si produceva Cdr nei diversi territori e poi si portava, si sarebbe dovuto portare, per la verità – perché neanche questo è stato fatto – a Gioia Tauro.
L’abbiamo ribaltata questa logica, abbiamo creato una impostazione che è quella degli Eco-distretti, per cui ci sono due impianti, di cui uno è già in dirittura di arrivo, quello di Rossano, per quanto riguarda le procedure di gara, e il secondo, nella provincia di Cosenza, programmato; poi c’è quello di Alli che è già in dirittura d’arrivo - bisogna fare solo l’affidamento della gara perché la gara è avanti; poi c’è un secondo; poi c’è Vibo Valentia che, inizialmente, quando è partito l’esame di questo Piano – per dirvi come il Piano è il frutto anche di questo confronto e di questo apporto –, in provincia non aveva previsto un impianto. La provincia di Vibo Valentia ha voluto un impianto e noi, in corso di costruzione del Piano, abbiamo corretto e previsto un impianto, un altro Eco-distretto nella provincia di Vibo Valentia. Poi ci sono quello di Sambatello e quello di Siderno e di Gioia Tauro, impianti a tecnologia avanzata ad impatto zero, perché prevediamo impianti che producano gas e compost.
Questa è l’impostazione che ci siamo dati, aggiungendo anche – e questa è stata un’altra correzione che in corso d’opera abbiamo fatto nel Piano, che dovreste sapere prima di me – che abbiamo previsto di finanziare gli impianti di prossimità; vi segnalo, per esempio, che ci sono alcuni Comuni, piccoli Comuni, soprattutto delle aree interne, per esempio, il Comune di Zagarise, che hanno fatto un’esperienza che è andata a buon fine.
Il Comune di Zagarise è stato pure premiato, ha messo un piccolo impianto in 20 metri quadrati di locale che, dopo aver fatto la raccolta differenziata, consente a quel Comune di produrre gas e compost. Piccoli impianti che consentono di evitare il trasporto dei rifiuti da zone impervie, da zone interne più distanti dai grandi impianti e di ridurre anche i costi. Abbiamo messo per questo 10 milioni di euro a sostegno di piccola impiantistica, diffusa nei Comuni, con una scelta chiara, che è frutto di quella filosofia di cui parlavo prima: valorizzare i rifiuti e non utilizzare rifiuti per inquinare, come è avvenuto per nostra responsabilità - non mi tiro fuori - per responsabilità di tutti nel corso di un lungo periodo.
Quindi parliamo con serietà quando parliamo di queste cose.
Per carità di Dio, ognuno si riservi la dose politica di giudizio, però la dose politica di giudizio non può essere utilizzata a distorsione o a depressione di quelli che sono i contenuti di una scelta dal punto di vista del merito.
Questo è il Piano, quindi, ed è sostenuto da risorse. Ci sono problemi ancora da affrontare? Certo che ci sono problemi da affrontare! Il nostro obiettivo è quello di discariche zero. Vorrei tranquillizzare la consigliera Sculco – che non vedo qui – anche nella provincia di Crotone il nostro obiettivo è discariche zero, dappertutto discariche zero. Anzi vorrei aggiungere che, per quanto riguarda la bonifica del sito industriale di Crotone, attraverso un confronto, abbiamo definito un piano per la bonifica con l’Eni, con Syndial.
Quel piano per la bonifica non l’abbiamo attivato, perché prima delle elezioni il sindaco Vallone ci ha detto che, poiché eravamo in prossimità delle elezioni, bisognava aspettare, e noi abbiamo aspettato. Dopo le elezioni abbiamo chiesto al Comune di Crotone di essere protagonista, perché non vogliamo fare scelte sulla testa dei Comuni, indipendentemente dai colori e dalle casacche che temporalmente i sindaci indossano,, in quanto i Comuni devono essere sempre i protagonisti delle scelte. Siamo in attesa – il testo di questo piano di bonifica è stato pubblicato dall’assessorato, giustamente, opportunamente – che il Comune ci dica il suo parere.
Che cosa prevede questo piano? Discariche zero, che non significa che non si aprono nuove discariche per le quali erano state fatte richieste di 1 milione di metri cubi; con noi discariche nuove non se ne apriranno, ma non significa che non si apriranno nuove discariche per favorire le discariche esistenti, non significa che non si apre la discarica di “Maio” per favorire quella di “Vrenna”. Non esiste! La dico con nome e cognome nell’Aula del Consiglio regionale. Non aprire nuove discariche significa che la bonifica a Crotone va fatta, come è stata fatta nella Ruhr in Germania, con la inertizzazione dei terreni inquinati, e non con il trasporto del terreno inquinato in siti da inquinare. Non esiste questo nel nostro approccio!
Quindi nessuna scelta per favorire terzi, ma una scelta chiara, frutto di una impostazione e di una filosofia, che è quella a cui, prima, mi sono richiamato.
Quindi non esiste un’altra discarica a Crotone, per quanto ci riguarda, perché sarebbe in contraddizione con questa impostazione.
Poi, permettetemi di dire che ci sono problemi, ci mancherebbe altro, c’è il problema della organizzazione degli Ato, che qui è stato rilevato e sono molto d’accordo con alcune riflessioni che sono state fatte. Noi stiamo sollecitando i Comuni, domani c’è una riunione con i capifila, cioè i cinque sindaci delle città capoluogo, con le cinque amministrazioni delle città capoluogo, per accelerare l’organizzazione degli Ato; è chiaro che i poteri di supplenza si esercitano – vorrei dirlo a chi qui l’ha sollevato – qualora, malgrado le sollecitazioni, non si organizzi la parte delle autonomie locali, appunto l’Ato, perché credo che in democrazia non possa esistere un intervento dall’alto a prescindere da un’iniziativa e da una verifica del limite nelle iniziative o dei ritardi da parte dei Comuni.
E’ chiaro – e mi auguro che non si arrivi a questo – che, nella misura in cui ci si dovesse ancora attardare da parte dei Comuni, saremo costretti ad assumere iniziative di supplenza, ma solo a quel punto. Mi auguro di non arrivare a quel punto. Gli Ato sono lo strumento di autogoverno da parte dei territori di questo problema dei rifiuti.
E’ un problema importante, anche perché vorrei ricordare – e qui riprendo una considerazione che faceva il consigliere Fausto Orsomarso – che il ciclo dei rifiuti, dalla raccolta fino allo smaltimento, si deve autofinanziare, si finanzia con le tariffe. Anche qui, vorrei dire che noi non possiamo permetterci quello che avveniva un tempo o quello che è avvenuto con l’acqua, con la Sorical; voi conoscete bene la vicenda, ovvero che i Comuni incassano la tariffa, la Regione oggi sopporta il peso dei costi di smaltimento dei rifiuti e nel bilancio della Regione non entra nulla! Questo non è possibile, perché significherebbe mandare il bilancio della Regione a gambe all’aria.
Quindi accelerare il processo di costruzione dell’Ato e, nello stesso tempo, per quanto riguarda il periodo che abbiamo alle spalle, che ha accumulato un debito da parte dei Comuni verso la Regione, noi procederemo alla redazione di un piano di rientro da parte dei Comuni, perché sappiamo che i Comuni sono in difficoltà, che non possono sborsare in un’unica soluzione il debito che hanno nei confronti della Regione. Questo, proprio perché lo comprendiamo, significa addivenire a piani di rientro, a spalmare il debito in una pluriennalità.
Un dato è certo, che la Regione non può consentirsi di farsi carico di un debito a fronte di ricavi che i Comuni hanno introitato per quanto riguarda le tariffe sui rifiuti, e su questo credo dovremmo essere tutti d’accordo.
Il lavoro che noi abbiamo prodotto è un lavoro concreto, con obiettivi concreti, nessuna fumisteria e nessuna chiacchiera, è un Piano questo. Si può essere non d’accordo con la filosofia, si può alzare qualcuno e dire: “Guardate, io non sono d’accordo con questa filosofia, perché sono per ritornare alla termovalorizzazione”. Rispettabilissima posizione, libertà di farlo. Qui c’è un’impostazione, ci sono scelte precise.
Anche per quanto riguarda quella quota di rifiuti, quel 12-13 per cento di rifiuti che in prospettiva dovranno andare in discarica, c’è un piano preciso (Cassano Ionio 10 mila, Castrolibero 10 mila, Castrovillari 20 mila, Catanzaro 130 mila), alla virgola, calcolato sulla base di quella che è la realtà della nostra regione e di quella, quando il piano entrerà a regime, che sarà.
Quindi, contemporaneamente al governo dell’emergenza che noi stiamo tenendo in mano, c’è la costruzione del sistema dei rifiuti, perché anche in Calabria i rifiuti possano diventare una risorsa. Questo è l’obiettivo che ci siamo posti.
Naturalmente, noi ci siamo impegnati a presentare in Aula questo piano entro dicembre – vorrei dirlo al consigliere Tallini – questo è il nostro impegno, approvare questo piano entro il 31 dicembre. Il piano, oggi – che giorno è oggi? Il 20, il 19? Lo portiamo con undici giorni di anticipo, possiamo dire che anche questo impegno è mantenuto. Naturalmente, contestualmente alla realizzazione di questo obiettivo, non ho nessuna difficoltà a dirvi che dobbiamo continuare nella costruzione del sistema e, per fare la costruzione del sistema, il ruolo fondamentale lo hanno i Comuni, i sindaci, che devono accelerare nella organizzazione degli Ato, degli ambiti territoriali ottimali, e devono accelerare anche nel prestare maggiore attenzione alla organizzazione della raccolta differenziata.
In un’assemblea dei sindaci che ci è stata di recente su questi temi, ho detto: “Vi chiedo personalmente di prestare attenzione a questo problema, vi chiedo di non affidarvi a deleghe eccessive anche agli assessori, ma personalmente di porre attenzione a questo problema”. Su questo problema ci giochiamo molto, perché credo che noi abbiamo bisogno anche e soprattutto su questo versante di rappresentare una Calabria pulita, che fa dei rifiuti una risorsa, come è avvenuto in altre regioni d’Italia.
Questa è la filosofia di questo piano, questo stiamo facendo anche con gli atti che concretamente stiamo assumendo, le responsabilità che stiamo assumendo e il lavoro che stiamo portando avanti perché si realizzi questo obiettivo.
Dopo il dibattito poniamo in votazione il provvedimento e i relativi allegati.
Chiedo di intervenire per dichiarazione di voto, Presidente.
Alcuni colleghi già avevano fatto la dichiarazione di voto. Prego, consigliere Guccione, tre minuti per la dichiarazione di voto.
Annuncio la mia dichiarazione di voto, non voto contro, mi astengo perché ci sono delle cose che definire banali è già qualcosa.
Noi siamo usciti fuori dall’emergenza, non è che abbiamo
fatto la rivoluzione! Abbiamo mandato i rifiuti nelle discariche, li abbiamo
mandati all’estero e…
(Interruzione)
…fuori regione, Presidente, all’estero per me è fuori
regione.
(Interruzione)
Li abbiamo mandati nelle nostre discariche e li abbiamo
mandati fuori regione, anzi c’è un altro dato: più aumenta…
(Interruzione)
Consigliere Guccione, la dichiarazione di voto!
La dichiarazione di voto la devo specificare! E che dico, sì o no?! Abbiamo ampliato discariche, abbiamo autorizzato ampliamenti di discariche, abbiamo – dato drammatico – aumentato la differenziata, quello che rimane della differenziata dobbiamo portarlo fuori regione! Renzi, nell’assemblea di ieri, ha fatto un esempio, ha detto che, quando lui era Presidente, andava nelle scuole ed erano tutte bellissime queste scuole, dipinte, funzionava tutto; da semplice cittadino è dovuto andare alla riunione di ricevimento degli insegnanti nella scuola del figlio, Emanuele, e ha detto che, a un certo punto, mentre faceva la fila, c’era il neon che non funzionava – come sta accadendo, peraltro, oggi per la Salerno-Reggio Calabria – dice: “Ecco dove abbiamo sbagliato! Siamo stati troppo nel palazzo e poco tra la gente, nei luoghi!”.
A me sembra questo, cioè sembra che siamo arrivati al paradiso: abbiamo risolto il problema dei rifiuti e non si dice che, Presidente, lei ha firmato un’ordinanza il 25 di novembre, in cui è andato in deroga per gli impianti pubblici alla Via e alla Vas – carta canta!
La dichiarazione di voto, consigliere Guccione!
Noi siamo andati oltre le leggi nazionali e ci siamo assunti per la seconda volta in questa legislatura…
Posso chiarirlo questo punto? Lo chiarisco, perché mi dà uno spunto per chiarire: Via e Vas, non esisteva il problema; c’erano solo due impianti, quello di Catanzaro e quello di Reggio Calabria, Sambatello, che erano privi di Aia quando siamo venuti noi e li abbiamo messi a posto. Questo per informazione.
No, è scritto qui nell’ordinanza, quindi ci sono gli
articoli, non è che io, un giurista, un magistrato… so leggere le carte.
(Interruzione del Presidente della Giunta)
Come c’è scritto: “In deroga agli articoli 29 bis, 29 ter, 29 quater e 29 quinquies…”. Quindi per alcuni, a questa data; poi non so, l’assessore ha detto in Commissione che per alcuni avete sanato in corso d’opera, per onestà, però lei ha firmato, cioè siamo in una situazione emergenziale. Poi il Piano, Presidente, la verità dove sta? Quando utilizza discariche zero – lei l’ha scritto nel Piano – le discariche zero non ci saranno mai, perché nel Piano ha scritto che, anche quando arriverà al 65 per cento la differenziata, ci sarà un 10 per cento che dovrà finire in discarica.
Per questo mi astengo.
Ci sono altre dichiarazioni di voto? Prego, consigliere Tallini.
Solo per ribadire le ragioni del nostro
no, già annunciate dal capogruppo, e per suggerire al presidente
Oliverio di farsi promotore, attraverso l’assessore o
attraverso il suo ufficio di gabinetto, di una problematica che riguarda la
raccolta dei rifiuti.
Presidente, lei sa che, nella
attuazione della raccolta della differenziata, i Comuni non hanno trovato nelle
discariche la possibilità di smaltire il rifiuto differenziato. Le dico questo
perché la programmazione non può essere una cosa a senso unico e questo per dirle
che, dopo le cose che lei ha detto mi fiderò di meno delle cose che dice il
consigliere Guccione; lei le ha smentite, ma ora mi pare siano riconfermate dal
collega Guccione, mi sono un po’ disorientato.
Ma, soprattutto, per dirle che già
si è verificato che i Comuni affrontano il problema della raccolta differenziata
raggiungendo anche ottimi risultati ma poi non sanno dove smaltire il rifiuto
differenziato. Lei lo sa che sta succedendo questo? Come il percolato per
esempio? Lei pensa che questo sia un problema banale o che sia una cosa
importantissima? Perché se non si programma, anche in sintonia e con i tempi di
raccolta dei Comuni, rischiamo di trovarci – come già ci siamo più volte
trovati – in queste condizioni.
Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo aggiungere una questione che probabilmente non si è riusciti a chiarire. Mi
rivolgo a tutto il Consiglio – l’ha detto il Presidente
nel suo intervento – oggi non abbiamo risolto il problema dei rifiuti in Calabria perché non
lo potevamo fare, né lo possiamo fare. Oggi questo Consiglio
regionale ha dato uno strumento a tutti i sindaci ed una idea, un indirizzo politico, per come
arrivare agli obiettivi che il presidente Oliverio ha già esplicitato nelle sue conclusioni.
L’assessore o il presidente
Oliverio non hanno la bacchetta magica per risolvere la questione dei rifiuti
in Calabria.
Abbiamo
trovato un treno che camminava fuori binario, l’abbiamo messo sul giusto
binario ed ora vediamo se questo strumento che, oggi, approviamo darà i
risultati per come ha detto il presidente Oliverio.
Quindi,
dopo circa 20 anni e circa 1 miliardo di euro di spese, perché questi sono i
numeri che si sono spesi negli ultimi 20 anni, non mi pare si siano risolti
problemi in Calabria per quanto riguarda i rifiuti. Ora diamo al Consiglio
regionale e alla Calabria uno strumento. Fra due anni vedremo se questo
strumento è utile per i calabresi e per la Calabria, se darà i risultati
sperati, i numeri ce lo diranno o saremo qui a dire “va bene”, come tante cose
che hanno fatto tanti amministratori prima di noi, abbiamo sbagliato, scusate e
torniamo indietro. Il punto è strettamente quello di rendere normale la
Calabria, lo stiamo facendo sui rifiuti e la stiamo mettendo in linea con
quelle che sono le altre
Regioni, lo faremo anche fra un paio di minuti con l’approvazione del piano dei
trasporti.
La normalizzazione,
non stiamo facendo niente di eccezionale, i risultati li vedremo dopo. Per
quanto riguarda il gruppo “La sinistra” il voto è favorevole. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Il
voto è contrario in quanto anche se c’è un’attività di indirizzo – mi par di
capire – non potrebbe essere diversamente, serve anche un’attività di controllo
che sarà sicuramente assicurata dalla struttura, dal dipartimento ambiente. Non
attenderei due anni, considerata la delicatezza del problema. Una
rendicontazione, assessore, dell’attività svolta, rispetto all’impulso che si
dà ai sindaci, sarebbe auspicabile che si facesse a sei mesi o un anno. Tanto
per capire: dare al Consiglio la rendicontazione di questo lavoro. Credo che
sia questo l’auspicio di tutti rispetto ad un lavoro che impegnerà i sindaci
con gli ambiti territoriali rispetto alla differenziata e il tutto per capire
se questo strumento funziona o non funziona.
Facciamo
anche la rendicontazione. Comunque noi votiamo no.
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, Presidente della Giunta, assessori
e colleghi, intervengo per dichiarazione di voto, ovviamente, in maniera
assolutamente breve. Il gruppo del Partito democratico esprime parere e un voto favorevole
all’adozione del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Siamo di fronte
all’adozione di uno strumento strategico di fondamentale importanza, di fronte
ad un lavoro certosino e meticoloso, fatto di ascolto e di confronto per il
quale ringraziamo l’assessore Rizzo ed il presidente Oliverio. Siamo di fronte,
concretamente, ad una svolta nel settore dei rifiuti che mancava da almeno 20
anni nella Regione Calabria. Per questo motivo il Pd
esprime la sua soddisfazione. Vedremo poi col piano dei trasporti che anche su
quel settore conseguiamo un importante e ulteriore risultato.
Esprimo la mia soddisfazione perché viene
mantenuto un impegno assunto dal presidente
Oliverio e dal Pd nella campagna elettorale, a due anni dall’insediamento di
questa amministrazione, su un tema delicato, difficile che in questi anni ha
visto il Presidente della Giunta
regionale assumere decisioni coraggiose ed importanti non solo sui rifiuti ma
soprattutto e anche sulle discariche.
Da questo punto di vista il gruppo del Pd è a
disposizione per continuare a contribuire assieme ai tecnici, all’assessore e
al Presidente ad una gestione del
ciclo dei rifiuti trasparente, diversa, moderna, efficiente che dia delle
risposte – come le ha già date – ai comuni e ai cittadini. Esprimo a nome del
gruppo del Pd un voto favorevole ed il sostegno a questa iniziativa.
Pongo in votazione il provvedimento ed i
relativi allegati che costituiscono parte integrante dello stesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il secondo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 152/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Adozione della proposta di Piano Regionale Trasporti -
Piano Direttore e presa d'atto dei relativi documenti previsti dalla procedura
di valutazione ambientale strategica/valutazione di incidenza”.
Il relatore, consigliere
Bevacqua, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie Presidente, lo ricordava lei, con la presa d'atto dei documenti relativi alla
procedura di valutazione ambientale strategica e della valutazione di
incidenza, raggiunge il suo compimento il complesso iter per l'adozione del
Piano Regionale Trasporti.
A nessuno sfugge che questa è la terza volta
che portiamo all’attenzione di questo Consesso uno strumento che riteniamo di
estrema importanza e che, come tale, imponeva la più larga partecipazione
possibile dei vari attori sociali ed economici presenti sui territori.
Perché, se è vero che per i Rifiuti –
argomento che abbiamo trattato poco fa - si attendeva da sedici
anni, per il nuovo Piano Trasporti si attende da quasi venti anni.
La cosa grave è che durante questo lasso di
tempo così lungo, nessuna revisione è stata posta in essere dall'Ente Regione,
con conseguenze facilmente immaginabili rispetto agli scenari mediterranei ed
europei che nel frattempo si sono determinati.
Condurre, pertanto, a compimento il nuovo
Piano costituisce per questa maggioranza, e credo anche per l'assessore Russo,
per la Commissione da me presieduta e per il Consiglio intero, un vanto non
indifferente, considerata la rilevanza
strategica che esso ricopre nell'ambito
delle politiche di governo per lo sviluppo dell'economia regionale.
Quanto fatto rappresenta tutto il senso della
sfida che questa maggioranza intende lanciare per portare la qualità dei
servizi di mobilità per merci e persone ai livelli degli standard
internazionali ed europei.
In sede di discussione da parte della quarta
Commissione, il testo è stato oggetto di ampio dibattito, così com'era
accaduto, in precedenza, quando si era provveduto alla disamina e
all’approvazione del preliminare del Piano Direttore.
A tal proposito, vorrei ringraziare le
organizzazioni di categoria, le rappresentanze sindacali e delle imprese, per
avere accettato il nostro invito a partecipare ai lavori e per il rilevante
contributo dato alla discussione e alla definizione del testo.
Grazie all'estrema disponibilità manifestata
dall'assessore Russo, il dibattito si è sviluppato in tutta la sua ampiezza,
senza mancare l'obiettivo prefissato di giungere all'approvazione definitiva
entro la fine dell'anno. Avere rispettato i tempi – cari colleghi consiglieri - è la dimostrazione che la politica può e
deve mantenere fede agli impegni presi.
Nelle varie sedute che si sono succedute, si è
provveduto a recepire molte delle proposte emerse e a inserirle come
emendamenti qualificanti.
Lo vorrei ricordare anche al collega Graziano.
Ne voglio ricordare alcune che ritengo particolarmente importanti e che sono
state abbiamo recepite ed inserite nel Piano dall’assessore Russo.
Mi riferisco all'inserimento nel Piano delle
aviosuperfici presenti in Calabria e riconosciute dall'Enac. Tutte le
aviosuperfici calabresi. Ancora alla conferma dell'aeroporto della Sibaritide,
per come previsto nel piano vigente; all'inserimento dell'aeroporto minore
dell'Alto Tirreno e Bassa Basilicata. Questo per menzionare solo tre punti
qualificanti, recepiti dalla Commissione e fatti propri dall’assessore Russo e
per dimostrare il lavoro sinergico che è stato fatto in questi anni, nel
rispetto di tutto ciò che è maturato nell’ambito della discussione del
dibattito.
Cari colleghi, voglio però ricordare – anche
se vedo poca attenzione - che il lavoro condotto potrà avere una sua
prospettiva – lo dico anche all’assessore Russo questo - soltanto se ognuno di
noi avrà la lungimiranza di superare quei localismi che, nel passato, hanno
spesso ritardato o affossato progetti ambiziosi e iniziative legislative
importanti.
Per questo credo fermamente che oltre alla
nostra consapevolezza, sia necessaria una regia forte e autorevole a livello
regionale che sappia individuare le insufficienze presenti e le priorità di
azione, sia dal punto di vista delle infrastrutture, sia da quello dei servizi,
al fine di garantire la mobilità esterna di passeggeri e merci.
Il punto fondamentale è che gli obiettivi
devono diventare realtà. Questa è la sfida di questo Consiglio regionale, di
questa maggioranza e della Giunta. Infatti ai calabresi non possiamo più dare
soltanto messaggi di speranza: dobbiamo far vedere risultati tangibili per il
benessere collettivo.
Se accettiamo questa impostazione, dobbiamo, a
titolo di esempio, offrire concrete opportunità alla fascia ionica calabrese,
isolata per quanto concerne sia le infrastrutture viarie che ferroviarie.
Per questo sono urgenti la metro leggera
Crotone-Sibari, l'elettrificazione e il raddoppio della linea ferroviaria
ionica, unitamente al potenziamento dell'aeroporto di Crotone. Così come
ritengo importante il prolungamento della linea ferroviaria da Lamezia
all'aeroporto.
Lo stesso discorso vale per le Vie del mare,
con al centro Gioia Tauro, da porre al servizio di quello che chiamo "il
diritto alla modernità", il diritto dei calabresi a usufruire di tutte le
opportunità del tempo presente.
Tra i porti del Mediterraneo, quello di Gioia
Tauro è il più importante per collocazione geografica e infrastrutture,
costituendo già oggi il più grande terminal per il trasbordo. Da solo,
genera una parte cospicua del Pil calabrese. Ma non basta, se non se ne
comprende l'importanza strategica per l'intero sistema-Paese. Per la verità
vedo che il Governo nazionale ha preso particolarmente a cuore questa vicenda.
Il 90 per cento del commercio esterno
dell'Unione Europea e il 40 per cento di quello interno alla stessa UE segue le
vie del mare. E le stesse vie del mare hanno in sé la capacità di generare una
valorizzazione turistica, migliorando la mobilità fra i centri costieri e
decongestionando le arterie stradali.
L'interconnessione della mobilità e
l'integrazione dei nodi logistici rappresentano la premessa irrinunciabile
dell'unico, reale, sviluppo possibile.
Le nostre comunità ci hanno affidato la
responsabilità di disincagliare la Calabria e di liberarla dei ritardi di cui
soffre, e i trasporti sono sicuramente strategici per ogni ipotesi di sviluppo,
per metterla in condizione di ripartire e tenere il passo delle migliori realtà
del Paese.
La Calabria deve essere messa in grado di
coltivare la volontà di essere ambiziosa e con questo piano credo che si sia
dimostrato di voler essere ambiziosi e anche protagonisti nei prossimi mesi
proprio con la realizzazione di un piano che ha già risorse disponibili.
Dobbiamo solo realizzare progetti, idee e soluzioni rispetto alle emergenze che
esistenti.
La parola per la Giunta all’assessore Russo. Prego.
Presidente, ho
già lungamente esposto i contenuti del Piano nelle due sedute pubbliche
consiliari. Credo, quindi, che oggi sia particolarmente utile fare un richiamo,
ancorché probabilmente pesante, a quanto diceva il presidente Bevacqua.
Il mio intervento sarà magari pesante, ma credo che sia
necessario che rimanga agli atti del Consiglio regionale il lavoro svolto e che
ha portato alla fine di questo 2016 all’approvazione da parte della Giunta
regionale e oggi, qui, in sede di Consiglio regionale.
Sarò probabilmente un po’ tedioso: è difficile che faccia
interventi letti ma in questo caso le cifre, le date sono particolarmente
importanti e, quindi, non posso saltare alcun passo. Credo sia assolutamente
necessario dar conto a questo Consiglio regionale, in quanto composto da
rappresentanti democraticamente
eletti da tutti i cittadini della Calabria.
Se è vero che questo Consiglio regionale rappresenta i
cittadini della Calabria, abbiamo il dovere morale ed etico di dar conto del
lavoro svolto. Voglio iniziare ringraziando il Presidente del
Consiglio ed i consiglieri, in quanto rappresentanti di tutta la Calabria.
Ringraziare il Presidente ed i
componenti della quarta Commissione per il lavoro svolto, per l’impegno profuso
nel leggere, rileggere e discutere tutti gli aspetti del Piano piuttosto
complesso. Ringraziare il Presidente della Regione e tutta la Giunta regionale
per le innumerevoli discussioni tenutesi in Giunta sui singoli temi.
Ringraziare certamente i Ministri Delrio e De Vincenti per l’impegno che hanno avuto
nel far sì che questo Piano non fosse un piano di proposte fumose, di proposte
senza un contenuto specifico nel reale ma che fosse un piano di articolazioni
precise con date e scadenze. Ringraziare tutti i dirigenti ed i funzionari
della Regione che hanno partecipato alla stesura del Piano, i dirigenti ed i
funzionari del Consiglio regionale che hanno partecipato alla stesura e alla
verifica delle diverse parti del Piano. I sindacati dei lavoratori
Cgil-Cisl-Uil, Ugl, Sul, Usb territoriali per i vari confronti che abbiamo
avuto sia a Catanzaro sia a Reggio Calabria; Confindustria e le associazioni
datoriali, in particolare, penso all’agroalimentare e alla metalmeccanica, ai
trasporti, alle associazioni degli agricoltori, la Coldiretti per primo, i commercianti,
gli artigiani, le cooperative, le associazioni della società civile, le
associazioni culturali, dei pendolari, della vela e del mare, gli ordini
professionali, i sindaci tutti ed i sindaci delle aree omogenee della
Grecanica, della Locride, del Crotonese, della Sibaritide, della Piana. I
sindaci delle grandi città Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia,
Crotone. Tutti i sindaci dall’estremo nord di Rocca Imperiale, all’estremo sud
di Melito Porto Salvo. Le università radicate in Calabria, tutte e nessuna
esclusa, le scuole superiori che hanno partecipato al dibattito, a partire
dagli Istituti tecnici specifici, l’Autorità portuale di Gioia Tauro, con il
commissario comandante Agostinelli, la direzione marittima di Reggio Calabria,
prima col comandante Agostinelli, adesso col comandante Russo; la capitaneria
di Vibo Valentia, di Crotone, di Corigliano; le direzioni del Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti, l’unità di missione del Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti, col professore Cascetta; gli enti di Stato:
Anas, Fsi, Trenitalia, Enac, Ferrovie della Calabria; i signori Prefetti, la
magistratura con i Procuratori e, in particolare, ringrazio il procuratore
Cafiero De Raho di Reggio Calabria e Sferlazza di Palmi; i sacerdoti, le forze
di polizia, la stampa, i giornali on line. Un ringraziamento particolare
va certamente per il gruppo di lavoro dell’assessorato per la struttura, per la
dedizione portata in questo lavoro: gli ingegneri Chilà, Cartisano, Fortugno,
Pellicanò, tutti ragazzi di questa magnifica terra, formati nelle università
calabresi.
Adesso devo entrare
nel dettaglio e mi scuserete se vado nel dettaglio delle singole fasi.
L’approvazione del Piano ha comportato un iter particolarmente complesso ed
esteso da noi anche in alcune fasi, più di quanto la stessa norma ci chiedesse perché abbiamo fatto dell’ascolto il momento
principale di questo Piano.
Le prime approvazioni esecutive: 8 gennaio 2016. Delibera di Giunta regionale numero 1 “Piano regionale dei trasporti – approvazione
e metodologie
di sviluppo”.
C’era un allegato tecnico in cui si riavviava il processo di
pianificazione con la definizione della metodologia di sviluppo del Piano
regionale e la sua articolazione nei 4 settori: sviluppo economico,
accessibilità interna ed esterna, sostenibilità.
Poi: 15 aprile 2016. Delibera di Giunta regionale numero 110 “Piano
regionale dei trasporti - espletamento procedura di elaborazione e approvazione
riavvio della Vas”. Con questa delibera è stata individuata l’autorità
procedente, il nucleo regionale di valutazione, quale soggetto deputato alla
elaborazione dei documenti Vas. Abbiamo preferito farlo al massimo livello col
nucleo di valutazione che costituisce la massima espressione del giudizio sulla
valutazione.
29 aprile 2016: “Delibera di Giunta regionale - adozione della proposta
preliminare di Piano regionale dei trasporti e del rapporto ambientale
preliminare. Espletamento delle procedure di valutazione ambientale strategica
per l’approvazione del Prt”. Ci sono già i primi allegati di questa delibera.
La proposta preliminare del Piano regionale dei trasporti articolata in
capitolo 1 “Nuova visione del sistema mobilità passeggeri e merci della
Calabria” quindi, la vision; capitolo 2 “Il settore dei trasporti e
della logistica in Calabria”, sostanzialmente lo stato dell’arte. Capitolo 3
“Prospettive future ed obiettivi di Piano” sostanzialmente il contenuto del
Piano. Capitolo 4 “Proposte di obiettivi, azioni e misure per il sistema di
mobilità della Calabria”. 10 misure per ogni azione e, quindi, 10 misure su
ogni azione; 100 misure per cambiare la Calabria. Tutte le appendici: analisi
territoriale e sociale, analisi demografiche, analisi economica, di domande,
verifiche e simulazioni, analisi con gli scenari di sostenibilità, sicurezza e
sostenibilità. Quindi, il rapporto preliminare ambientale per tutte le
articolazioni.
Il 29 aprile è stata approvata la delibera. Il 2 maggio è stato tutto
pubblicato sul sito istituzionale della Regione
Calabria. Un banner in prima pagina del sito della Regione Calabria
consente di accedere a tutti i documenti approvati. Massima trasparenza su
tutti i temi. Sono stati pubblicati 22 documenti.
A questo punto sono iniziate le consultazioni.
Al fine di favorire la partecipazione al processo di pianificazione il Piano,
sin dalla sua versione preliminare, è stato condiviso oltre che con i soggetti
competenti con i cittadini, con i Comuni e con tutti i soggetti interessati,
sia attraverso incontri istituzionali, organizzati negli uffici della
Cittadella regionale a Catanzaro e nella sede del Consiglio regionale, sia
attraverso incontri organizzati su tutto il territorio regionale.
A questo punto – questo è il primo passaggio
importante – non abbiamo fermato la prima consultazione solo agli enti previsti
dalla legge ma abbiamo aperto già a tutti i cittadini della Calabria la
possibilità di partecipare.
Il 2 maggio abbiamo pubblicato, e siamo al 3
maggio 2016 quando abbiamo subito inviato le note ai soggetti competenti per
l’avvio della procedura di consultazione preliminare, ai sensi dell’articolo 13
del D.Lgs. 152 del 2006.
4 maggio 2016. Nota inviata a tutti i soggetti
competenti che sono: Autorità competente per la Vas della Regione Calabria,
Dipartimento Presidenza, Dipartimento agricoltura e risorse agro-alimentari,
Dipartimento ambiente e territorio, Dipartimento infrastrutture e lavori
pubblici e mobilità, Dipartimento turismo e beni culturali, Dipartimento tutela
della salute e politiche sanitarie, Dipartimento sviluppo economico, lavoro,
formazione e politiche sociali, Unità operativa a difesa del suolo, Unità
operativa foreste, Unità operativa settore protezione
civile, Autorità di bacino della Regione Calabria, Agenzia del demanio,
Arpacal, Azienda Calabria Verde, Corpo forestale dello Stato, Provveditorato
interregionale opere pubbliche Sicilia e Calabria, Arsac, Distretto idrografico
dell’Appennino meridionale, Urbi Calabria, Anci – Associazione nazionale comuni
italiani -, Uncem, Ente Parco del Pollino, Ente Parco della Sila, Ente Parco
dell’Aspromonte, Ente Parco delle Serre, riserva naturale Crati, tutti i 409 Comuni
della Calabria, Province di Catanzaro, di Cosenza, di Crotone, di Reggio
Calabria e di Vibo Valentia, Direzione regionale beni culturali e paesaggistici
della Calabria, Regione Siciliana, Regione Basilicata, Polo di innovazione
trasporti, logistica e trasformazione, Polo della innovazione tecnologia della
salute, Polo di innovazione beni culturali, Polo di innovazione tecnologia
della informazione e delle telecomunicazioni, Polo di innovazione filiere
agro-alimentari di qualità, Polo di innovazione energie rinnovabili, Polo di
innovazione tecnologie dei materiali e della produzione, Polo di innovazione
risorse acquatiche e filiere alimentari, Aiab, Associazione Legambiente,
Associazioni Lipu e WWF, Associazioni amici della terra, Associazioni Italia Nostra,
Associazione Fare Verde Onlus. Accademia Cronos, Fai, Università Mediterranea,
Università della Calabria, Università Magna Grecia, Università Dante Alighieri,
Cnr, Isafon, Ia, Cgil-Cisl-Uil, Ugl, Union Camere, Unindustria, Confesercenti,
Confartigianato, Casa artigiani, Copagri, Cia, Confagricoltura, Lega Coop, Unci
regionale, Lega Coop, Unci regionale, Agc regionale, Cna, Upi, Abi, Touring
Club italiano, Club Alpino italiano, Forum terzo settore, Confapi, Ambci,
Ordini professionali.
Sono state, inoltre, avviate le interlocuzioni
dirette con il Ministero delle infrastrutture e del trasporto, le direzioni e
unità di missione, il Ministero dell’ambiente, il Ministero dello sviluppo
economico, il sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio, l’Enac edRfi.
A questo punto una breve sintesi dei momenti
principali che hanno caratterizzato il percorso di condivisione secondo la data
di organizzazione dell’evento.
3 maggio 2016 a Crotone, associazione Lega
navale.
10 maggio 2016: presentazione del Piano regionale
dei trasporti a Germaneto.
17 maggio 2016: incontro plenario di
presentazione del Piano presso la sede di Germaneto. Invitati sindaci,
associazioni ambientaliste, culturali, Università e ricerca.
Ci sono stati 41 rappresentanti di Comuni, 16 rappresentanti di Regione, un rappresentante di Provincia, 7 rappresentanti dei sindacati, 3
rappresentanti della Università, 6 rappresentanti
di associazioni, 10 rappresentanti del mondo del lavoro.
Rispetto alla provenienza dei partecipanti: 22 rappresentanti area della
Provincia di Reggio Calabria, 5 area di Vibo Valentia, 28 area di Catanzaro,
1 area di Crotone, 23 area di Cosenza.
21 maggio 2016: Palizzi - confronto Patti per il sud e
fondi comunitari con il Prt.
27 maggio 2016: Reggio Calabria - presentazione della
proposta preliminare del Piano regionale dei trasporti al master in Ingegneria dei trasporti.
31 maggio 2016: Bruxelles - presentazione del Prt alla Dg Move e alla Dg Reggio a
tutti i funzionari che devono operare sul nostro Piano.
6 giugno 2016: Piano regionale dei trasporti vision obiettivi, presentato al sistema
delle scuole nell’auditorium ITSM “Milano”.
22 giugno 2016: Melito Porto Salvo - infrastrutture per
la mobilità: l’area grecanica nelle città metropolitane.
28 giugno
2016: Consiglio regionale della Calabria - conclusione delle consultazioni
della fase preliminare: processo di valutazione
ambientale strategica. Gli interventi principali: Touring Club evidenzia
la necessità di interventi per la ferrovia ionica, per gli aeroporti di Reggio
Calabria e Crotone, per l’attraversamento dell’area dello Stretto. Accademia
Cronos evidenzia la necessità di realizzare pedemontane, rilevanza
dell’aeroporto di Reggio Calabria, necessità di integrazione tariffarie. Cgil:
plauso per l’ascolto del territorio e per l’attenzione rivolta all’area ionica.
Fit-Cisl: necessità di portare a compimento il Prt che deve essere attuale e
fornire un quadro generale per una programmazione consapevole. Evidenzia la
rilevanza del Mediterraneo. Cgil evidenzia l’importanza del public engagement e la necessità di
mettere in coerenza i vari Piani dei trasporti. Amici del Lupo evidenzia la
necessità di avere corsi specifici sulla sicurezza stradale nelle scuole. Usb
Calabria: propone una proposta progettuale nel campo della manutenzione. Italia
Nostra: evidenzia l’opportunità di dare maggiore rilievo alle ferrovie storiche
nell’ambito del Piano ed al turismo ferroviario, nonché l’importanza dell’alta
velocità e del nodo di Gioia Tauro.
Unical:
riprende l’evoluzione della pianificazione con specificazione in merito alla
rete Smit ed evidenzia l’opportunità di rimarcare la necessità di mettere in
coerenza la pianificazione territoriale e quella dei trasporti. Uil evidenzia
la necessità di attuare in tempi congrui e pone all’attenzione il problema
delle Taurenzi. Lamezia Europa: evidenzia la necessità di inserire nel Piano
regionale dei trasporti il porto turistico ed il collegamento diretto A3-Area
industriale di Lamezia Terme.
30 giugno 2016: teatro Cilea Reggio Calabria. Piano
regionale dei trasporti: presentazione della proposta preliminare, sfide
metropolitane.
A chiusura della consultazione preliminare sono pervenuti
circa 25 contributi. In sintesi, attraverso le mail sono pervenuti contributi da: società Lamezia Europa,
associazioni Amici del lupo, Basta vittime sulla 106, Italia Nostra,
Associazione Ferrovie storiche, Accademia Kronos, Provincia di Reggio Calabria,
Università
Unical, Enti comunità montane della Limina, Autorità di bacino, singoli cittadini. I contributi pervenuti per mail hanno riguardato le seguenti
tematiche: portualità, collegamenti tra porti e aree industriali, turismo
ferroviario, recupero ferrovie dismesse, materiale rotabile storico, turismo
archeologico via mare, crocierismo, area dello Stretto, sistema aeroportuale,
servizi a chiamata, attivazione servizi navetta, sicurezza stradale,
accessibilità aree interne, criticità del Tpl, infrastrutture stradali, rapporti
di collaborazione tra Enti, Università, settore lavoro.
In questa
fase ci sono stati incontri istituzionali.
15 giugno
2016: presentazione della proposta preliminare di Piano regionale dei trasporti
in quarta Commissione del Consiglio regionale.
5 luglio
2016: discussione della proposta preliminare di Piano regionale dei trasporti
in quarta Commissione del Consiglio regionale.
14 luglio
2016: presentazione e discussione della proposta preliminare del Prt in
Consiglio regionale.
Su questa
fase ci sono stati complessivamente – vi risparmio il dettaglio – 21 articoli
di stampa ed on line specifici sul
Piano regionale dei trasporti. Il 14 luglio 2016 si è chiusa la fase
preliminare e si è aperta la fase definitiva e dopo solo due settimane sono
riiniziate le approvazioni esecutive.
9 agosto
2016: DGR numero 327 Piano regionale dei trasporti – adozione della proposta
definitiva di Piano. Allegati complessivamente: capitolo 1 - una nuova visione
del sistema mobilità passeggeri e merci della Calabria, capitolo 2 - il settore
dei trasporti e della logistica della Calabria, capitolo 3 - prospettive future
ed obiettivi del piano, capitolo 4 - proposte obiettivi azioni e misure per il
sistema di mobilità della Calabria. Appendici, dati di base, analisi di
domanda, prospettive strategiche, metodi, obiettivi di vision, analisi dello stato attuale, scenari di sostenibilità e
valutazioni di scenari.
9 settembre
2016: decreto numero 10655 del 9.9.2016 del dirigente del settore, ingegnere
Zinno. Approvazione dei documenti propedeutici
all’avvio delle consultazioni di cui all’articolo 13, comma 5 della legge
numero 152 del 2006, Legge Vas. Allegati il rapporto ambientale e tutti gli
allegati del rapporto ambientale.
9 settembre
2016: approvazione del decreto e lo stesso giorno tutto è stato pubblicato di
nuovo sul sito istituzionale della Regione Calabria. Tutti i documenti di nuovo
in prima pagina sul sito della Regione Calabria.
9 settembre 2016: pubblicazione sul Burc
numero 92 dei documenti per la consultazione definitiva e l’avviso di avvio
della stessa a cura dell’Autorità procedente. Di nuovo tutti i documenti sono
stati resi disponibili chiaramente in due pagine principali della Regione
Calabria ed in formato cartaceo presso gli uffici regionali.
A questo punto sono iniziate le consultazioni
della seconda fase.
13 settembre 2016: nota 276509 indirizzata ai
soggetti competenti - che vi risparmio perché sono quelli che ho letto già poco
prima - con l’inoltro della documentazione specifica del Piano in versione
definitiva del rapporto ambientale e degli allegati. Anche la proposta
definitiva di Piano è stata condivisa ed illustrata attraverso incontri
organizzati sul territorio regionale per come di seguito evidenziato.
30 agosto 2016: Condofuri - Piano regionale
dei trasporti “Le infrastrutture portuali e la nautica per lo sviluppo e la
valorizzazione turistica del territorio”.
3 ottobre 2016: è stata presentata a Roma alla
società italiana dei docenti di trasporto come best practis in Italia.
Piano regionale dei trasporti: proposta definitiva.
8 ottobre 2016: Lamezia Terme - “Piano
regionale dei trasporti proposta definitiva”. Conferenza stampa sull’alta
velocità Lin svolta insieme al presidente
Oliverio.
17 ottobre 2016: Piano regionale dei
trasporti: specificazione per le metropolitane di sistema ionica Locri.
21 ottobre 2016: Reggio Calabria - Piano
regionale dei trasporti: Proposta definitiva turismo e Piano regionale dei
trasporti. Presenti 150.
26 ottobre 2016: Roccella - “Piano regionale
dei trasporti – quale sistema dei trasporti”. Presenti circa 100.
18 novembre 2016: “Le infrastrutture portuali
e la nautica per lo sviluppo e la valorizzazione turistica del territorio”.
21 novembre 2016: Lamezia Terme – “Piano
regionale dei trasporti definitivo, formazione e spin off”.
Le consultazioni si sono concluse nei 60 giorni
successivi alla data di pubblicazione sul Burc con la ricezione di ulteriori
due contributi. Sono pervenuti contributi relativi al sistema delle ferrovie
regionali, da Fiab e dalle criticità del Tpl di carattere operativo, non
direttamente integrabile nel carattere strategico del Piano.
Le osservazioni Fiab sono state integrate nel capitolo 3
“Scenario sistema di trasporto non motorizzati, piste ciclabili e bike shering, metropolitana del mare,
ferrovie dismesse”. Oltre a indicazioni specifiche sulla rete ciclabile e sulle
ciclovie, nonché sull’itinerario “Bici Italia Euro Velo 7”, è stata acquisita
la classificazione rispetto a tre ambiti di intervento: ciclo turismo e reti
extra urbane non motorizzate, ciclabilità urbana, intermodalità. Sono state,
inoltre, integrate tutte le osservazioni rispetto ad ulteriori itinerari
regionali. Ulteriori contributi sono pervenuti da incontri sul territorio.
Nella fase di consultazione definitiva si sono svolti 8 incontri tra l’Autorità
precedente e quella competente per un confronto utile a migliorare la
integrazione della componente ambientale del Piano regionale.
Da tali incontri è scaturita l’utilità di produrre una
ulteriore sezione dell’appendice 10 del Prt, la sezione “I.I.”, che diventa
parte integrante del Piano stesso con l’obiettivo di assumere le indicazioni
emerse dal confronto tra le Autorità ai fini del perseguimento degli obiettivi
di sostenibilità ambientale pertinenti col Piano direttore dei trasporti.
Nell’appendice 10 parte I.I., indicazione e criteri per la sostenibilità
ambientale; il Prt assume le indicazioni ed i criteri attribuiti per rafforzare
la sostenibilità, anche in fase di attuazione, elaborando una matrice LFA di
classe bidimensionale, oltre alle multidimensionali già presenti nel Piano.
Anche per il rapporto ambientale è stata prodotta una
nota integrativa che evidenzia la coerenza del Prt rispetto agli obiettivi di
sostenibilità ambientale.
7 ottobre 2016: incontri istituzionali. Discussione della
proposta definitiva di Piano regionale dei trasporti in quarta Commissione del
Consiglio regionale.
18 ottobre 2016: discussione della proposta definitiva di
Piano regionale dei trasporti in quarta Commissione del Consiglio regionale.
25 ottobre 2016: presentazione e discussione della
proposta definitiva di Piano regionale dei trasporti in Consiglio regionale.
Anche in questo caso attenzione della stampa e del web con 19 articoli specifici.
Finita la fase definitiva si è iniziata la terza fase che
abbiamo definito finale e che è questa in cui ci troviamo.
6 dicembre 2016: Decreto del dirigente generale - parere
motivato dell’autorità competente sulla valutazione ambientale strategica e
sulla valutazione di incidenza del Prt.
A questo punto c’è stata la delibera di Giunta regionale
numero 503 del 6 dicembre 2016 che ha adottato la proposta di Piano regionale
dei trasporti – Piano direttore con presa d’atto dei relativi documenti
previsti dalla procedura di valutazione ambientale strategica con
valutazione di incidenza, con trasmissione al Consiglio regionale per
l’approvazione.
I documenti erano quelli che avevo detto prima: i 4
capitoli più l’appendice con la seconda parte dell’appendice 10.
Anche in questo caso c’è stata la pubblicazione sui siti web istituzionali il 16 dicembre 2016 e
si sono avviati gli incontri istituzionali.
13 dicembre 2016: presentazione e discussione della
proposta definitiva del Prt in quarta Commissione.
19 dicembre 2016 – oggi – presentazione e discussione
della proposta definitiva del Prt in Consiglio regionale.
Per questa brevissima fase ci sono stati sei articoli.
Tutto quanto vi ho detto porta ad una sintesi - forse qualcuno si è perso
qualche numero -. Ho preferito sintetizzare in modo che tutti quanti sappiamo
cosa è accaduto durante quest’anno e questo vi dice perché nessuna Regione italiana
ha il Piano regionale di seconda generazione, solo la Calabria.
Numero deliberazioni
di Giunta regionale: 5. Numero sedute audizioni di quarta Commissione: 5.
Numero incontri Consiglio regionale: 3. Numero enti ed associazioni invitate:
305. Numero di comuni invitati: 409. Numero incontri pubblici promossi: 3.
Numero invitati incontri pubblici: 18. Totali partecipanti ad incontri
promossi: 200. Totale partecipanti incontri: 2 mila. Rendicontazione stampa:
46. Tecnici dei dipartimenti regionali coinvolti: circa 50. Tecnici delle
strutture speciali coinvolti: 8. Tecnici del nucleo di valutazione: 7.
Per gli
amanti delle statistiche, se si va a guardare quali sono le aperture delle
pagine web del Piano regionale dei
trasporti, nell’ambito del sito della Regione Calabria c’è il numero più elevato di
apertura pagina: 7.500; per gli amanti del numero esatto: 7.462 che, come
sapete, sono un altissimo valore per qualunque giornale on line.
Tutto questo ci consente di fare delle
riflessioni ulteriori. Vi risparmio la sintesi istituzionale perché darebbe un
consolidato di quanto abbiamo detto e rimane anche agli atti un estratto solo
della sintesi istituzionale.
Il Piano lo conosciamo tutti, tutti quanti
conosciamo le dieci azioni, dieci misure per ogni azione. Probabilmente non c’è
nessuno della Calabria che può dire che non conosce cosa sia questo Piano.
Non ci siamo fermati qui. Per le misure e per
le azioni che stavano già all’interno della proposta preliminare, su cui non
c’è stato nessun intervento - anzi, gli interventi sono stati solo di
sottolineatura e specificazione con ampie positività riscontrate -, abbiamo già
rinviato le attività.
Richiamo solo alcune delle attività già
attivate. Ricordo che il Piano, se parte, parte questa sera, ma già con i
poteri del preliminare alcune cose si potevano specificare.
Misura 2.5 – siamo nell’ambito delle città – city
logistic. Abbiamo pronto il bando per la city logistic che faremo
con due classi per le città superiori a 20 mila e per i centri turistici.
Misura 2.9 - “area dello Stretto”, controllo
telematico dello Stretto. E’ inserito nella misura 2.9 e ci siamo coordinati
fino a stamattina con un gruppo guidato dalla Germania per attivare il
controllo telematico sullo Stretto sull’asse Berlino-Palermo. Questo significa
che la Calabria cederà risorse per la prima volta, oltre a quelle di classe Por
e di classe ex Obiettivo 1 per le Regioni non sviluppate o sotto sviluppate,
oltre alla seconda classe di finanziamenti, i cosiddetti finanziamenti
nazionali che sono stati inseriti tutti all’interno del Piano. Per la prima
volta la Calabria accede ai finanziamenti delle Regioni a 4-5 stelle, se mi
consentite, ed accede a questi finanziamenti che normalmente vanno alla
Baviera, alla Lombardia, alla Emilia Romagna, cioè alle Regioni forti del
centro-nord europeo.
Con questo progetto di attraversamento
telematico dello Stretto la Calabria entra a vele spiegate tra i partner
europei del corridoio Ten T-5.
Misura 3.4 - “sistemi di traporto non
motorizzato”. Questo documento è stato molto ampliato a partire dal
preliminare. Se andate a vedere l’aspetto delle ciclovie si è molto allargato
man mano che siamo andati avanti e oggi abbiamo definito la ciclovia della
Magna Grecia che attraversa tutto il perimetro della Calabria e punta sulla
Basilicata. Su questa ciclovia si innestano le trasversali e le urbane. Nella
legge di stabilità è stata prevista una posta specifica, visto che la Calabria
sarà la Regione più a sud, mentre questi finanziamenti erano finora arrivati a
Roma. La Regione Calabria entra dalla porta principale nel sistema delle
ciclovie europee. Non contenti abbiamo delle risorse appostate specificamente e
una parte di queste provengono dal Por e si riferiscono alle aree urbane.
Un’altra parte delle risorse sono del Por Ambiente e si riferiscono a tutti i
Parchi della Calabria.
Misura 4.2 - servizi passeggeri, modalità
ferrovia. In questo caso il treno da 4 ore. Vorrei ricordare che il treno da 4
ore, che era una proposta che avevamo fatto, è il punto di partenza delle cose
che vorremmo fare. L’obiettivo è spostare un po’ in avanti, un po’ prima la
partenza del treno di 4 ore e un po’ dopo quella da Roma. Il secondo obiettivo
è mettere una seconda coppia e il terzo obiettivo è potenziare gli intercity,
sia sulla tirrenica che sulla ionica.
Voglio solo ricordare a quest’Aula che il
Frecciarossa, che è stato proposto dalla Regione Puglia e che adesso va da
Taranto a Metaponto, Potenza, Salerno e si instrada come il nostro
Frecciargento, costa alla Regione Puglia più di 7 milioni annui. Il treno da 4
ore lo abbiamo ottenuto a zero risorse della Regione Calabria.
Misura 4.7 - “Integrazione delle politiche
regionali e nazionali per il trasporto passeggeri”.
Misura 4.10 - “start up di servizi
passeggeri aerei, ferroviari”. C’è già la delibera fatta per le rotte aeree e
in questo momento c’è il bando aperto per la partecipazione su tutti gli
aeroporti della Calabria.
Misura 6.1 - “Macro nodo economico speciale
Gioia Tauro. Zona economica speciale”. C’è il documento preparato, già pronto
alla Presidenza del Consiglio dal Sottosegretario De Vincenti. Adesso per le
vicende governative che sappiamo, probabilmente verrà gestito dal Ministro De
Vincenti nella sua nuova specificazione.
Misura 6.2 - “Macronodo economico area
logistica integrata”. Abbiamo già firmato l’accordo col Ministero delle
infrastrutture per l’area logistica integrata di Gioia Tauro che porterà al
netto di tutto quanto avevamo già preventivato. Abbiamo già inserito nell’Apq
di Gioia Tauro altri 60 milioni per lo sviluppo del retroporto di Gioia Tauro.
Misura 6.4 - “Macronodo economico,
semplificazione security, snellimento e scouting”. E’ stata già
emanata la delibera di Giunta regionale per il Surap speciale per Gioia Tauro,
così come per la zona economica speciale, il Surap di Gioia Tauro ci è stato
chiesto dalle altre Regioni italiane. Il documento per la Zes della Calabria ci
è stato chiesto dalla Campania per attivare esattamente le stesse procedure.
Stessa cosa per il Surap.
Misura 6.7 - “Macronodo trasporti”. Supporto allo
sviluppo dell’attività di trasporto ferroviario, gateway e trasporto stradale. A luglio di quest’anno c’è stata
la firma del contratto per i lavori del gateway.
Misura 6.8 - “Macronodo trasporti”. Supporto allo sviluppo della
integrazione delle attività di trasporto con intervento infrastrutturale di
nodo. Dtr bacino di carenaggio già effettuata. La Regione Calabria interviene direttamente con proprie risorse
all’interno del porto di Gioia Tauro.
Misura 7.1 - “Infrastrutture di interesse Ue piano Dnt e interesse
nazionale nodale. Piano nazionale strategico portualità e logistica”. Con la
DGR 160, il Patto per la Calabria e la DGR Cipe si sono avviati tutti i
finanziamenti delle infrastrutture lineari e con i contratti Anas ed Rfi,
inseriti all’interno della delibera Cipe, sono partite tutte le infrastrutture
lineari.
Misura 7.5 - “Infrastrutture lineari” di interesse urbano e locale, le
metropolitane.
Misura 7.6 - “Infrastrutture nodali di interesse nazionale e
regionale”. La Dgr sui porti regionali, che è stata già pubblicata come
manifestazione di interesse, e tutti quanti i Comuni costieri che hanno porti
già demanializzati possono partecipare. Per la prima volta la Regione attiva una procedura
trasparente con la possibilità per tutti i Comuni costieri di intervenire.
Queste sono le misure specificate già ad oggi e sono 14 misure su 100
già partite.
E’ un Piano, quindi, che si dimostra assolutamente realistico, anzi
troppo realistico, un Piano che sta con i piedi per terra e vuol raccontare
alla Calabria solo la verità, nient’altro che la verità, come si dice nei
tribunali americani.
Ci sono delle altre cose da mettere sul tavolo, sarebbe particolarmente
importante e potremmo anche farlo: mettere sul tavolo le misure che devono
partire per il 2017. Non credo che questo sia il tema perché sennò dovrei
ricominciare ad elencare le altre misure su quali si sta lavorando e che devono
partire per il 2017. Voglio dare solo due riferimenti per il Piano così.
Abbiamo lavorato a fondo con il Consiglio regionale e con la Commissione per
portare avanti questo Piano; dico che non ci dobbiamo fermare perché la
pianificazione è l’azione più trasparente che possiamo fare.
La pianificazione mette davanti a tutti quel che accade. Non c’è alcun
Tavolo su cui si possa decidere che una infrastruttura qualunque, un servizio,
un materiale o un immateriale, un gestionale o un istituzionale, un normativo
possa anticipare un altro.
Non c’è questa possibilità. Il Piano garantisce il massimo della
trasparenza. Se abbiamo la capacità di operare con piani che immediatamente
mettiamo in pratica garantiamo a tutti i cittadini la trasparenza per tutte le
decisioni. Insieme allo sviluppo delle misure che impegneranno il 2017, in
questo senso raccolgo quanto diceva il presidente Bevacqua e quanto ha raccomandato
in tutte le riunioni di Commissione: è stato un impegno assunto al di fuori di
ogni protocollo per offrire rendiconto in quarta Commissione e, se richiesto,
in sede di Consiglio regionale della specificazione di tutte le misure che
portiamo avanti. Le misure non devono rimanere patrimonio dei singoli dirigenti
che operano ma la quarta Commissione in prima battuta ed il Consiglio regionale
devono essere essi stessi al di là del piano di monitoraggio formale che
svolgiamo, devono avere la temperatura costante di quanto sta accadendo, la
misura di quanto abbiamo messo in pratica e capire se queste situazioni stanno
andando avanti.
Credo che solo la massima Assise democratica, che è il Consiglio
regionale, debba avere contezza di tutto quanto accade.
In questo senso dico al presidente Bevacqua che se questa sera il Piano sarà esitato
positivamente è solo un salutarci perché ci aspetta dell’altro lavoro e non è
solo quello del monitoraggio. Il lavoro di monitoraggio è sulle misure che già
abbiamo inserito.
Credo ci siano altri due strumenti di pianificazione che attendono di
essere sviluppati subito. Adesso col Piano possiamo farli partire.
Da un lato il Piano – ne abbiamo parlato con l’assessore Musmanno, il
Piano del sistema dei trasporti e della mobilità –, tipicamente attuativo. Il
secondo Piano è particolarmente importante e la legge nazionale lo prevede come
possibilità, non come obbligatorietà. Ne abbiamo parlato col Presidente a
lungo e ci vorremmo soffermare su questa specificazione. Il Presidente mi ha
anche affidato la responsabilità di verificare qual è lo stato attuale del
progetto generale “Calabria Sicura” ed in questo contesto riteniamo che la
Calabria debba dotarsi di un piano generale per la riduzione del rischio.
La Regione ha il bisogno
di avere un quadro complessivo ed in questo senso e non voglio aprire una
parentesi che ci porterebbe via ulteriore tempo. Non credo sia utile, né
necessario portarla avanti, probabilmente ci saranno altre occasioni in cui
riprenderemo i temi di Calabria Sicura.
Credo sia particolarmente necessaria la riduzione del rischio. In
questo senso abbiamo inserito una misura specifica nel Piano che è la misura
9.6 ed in questo abbiamo fatto già partire –non li ho conteggiati nei numeri che
ho riferito prima – la possibilità di sviluppare i Piani comunali di protezione civile a due
livelli. Il livello base ed il livello standard. Riteniamo che entro il 2017 la
Regione Calabria, che in questo momento è fanalino di coda rispetto a tutte le
Regioni italiane per percentuali di Comuni che hanno i Piani di riduzione del
rischio – sostanzialmente i Piani di riduzione della esposizione –, dovrà
diventare la prima Regione di Italia e non il fanalino di coda che ci siamo
visti consegnare.
In questo senso
abbiamo fatto partire delle azioni specifiche e ricordo la delibera di Giunta
regionale ultima che ha rifatto il Regolamento per il volontariato, sgombrando
e disboscando un settore particolarmente difficile che per certi versi era
ingestito.
A seguire ci sarà la
specificazione delle linee-guida per i piani di emergenza e di evacuazione
comunale. Riteniamo che il livello base possa essere completato entro fine
gennaio-metà febbraio. Da lì pensiamo di far partire i livelli standard
per i piani di evacuazione nei Comuni. Questo ci consentirà di avere i livelli
base di tutti i Comuni e di far partire il Piano regionale per quanto riguarda
la riduzione del rischio.
Questo è il sistema
degli interventi che abbiamo svolto.
Chiaramente, alla luce
di tutto questo e di tutte le discussioni che abbiamo presentato e delle
specificazioni che abbiamo fatto di risparmio, di tutti gli inserimenti che
abbiamo messo nel Piano. Ha già anticipato il presidente Bevacqua le
specificazioni che abbiamo introdotto, per esempio, per gli aeroporti, quindi
non ve li ripeto; un intero pezzo è stato inserito, concordando con la
Commissione prima e con i sindaci dell’Area della Sibaritide poi, con la
specificazione di tutto quello che riguarda gli aeroporti e le aviosuperfici.
Altra modifica
profonda, come dicevo, riguarda le ciclovie, che sono state specificate con le
associazioni, inserendo direttamente all’interno della proposta finale di Piano
quella di cui stiamo discutendo oggi, interi pezzi della proposta che ci viene
dalla Field. Analoga specificazione è stata operata per le ferrovie turistiche;
analoga specificazione è stata fatta per la sicurezza stradale, a partire dalle
indicazioni delle associazioni per la sicurezza stradale.
Vi risparmio tutte le
altre specificazioni che abbiamo fatto; ricordo soltanto l’avanzamento sulla city
logistic. Il documento sulla city logistic, invece, è stato
concordato direttamente con gli uffici di Bruxelles per quanto riguarda i Piani
urbani di mobilità sostenibile.
Tutte le osservazioni
di carattere strategico, dalle versione preliminare alla versione definitiva,
sono state inserite all’interno del Piano. Le osservazioni di carattere
operativo non possono essere evidentemente inserite perché lo spostamento di un
orario di un autobus o una fermata di una linea urbana non è argomento del
Piano regionale dei trasporti. Queste osservazioni di tipo operativo, quindi,
sono del Tpl, che è proprio quello che adesso può partire bene, avendo già le
indicazioni principali del piano direttore.
La seconda parte
riguarda le specificazioni con tutte le modificazioni, ma anche queste ve le
risparmio - per chi volesse c’è memoria e traccia di tutto questo -. Possiamo
dare conto di tutte le specificazioni con i singoli emendamenti fatti per ogni
capitolo, per ogni appendice e per ogni argomento che abbiamo trattato,
Su questa base credo
che le riflessioni che dobbiamo fare portino ad una specificazione finale. Mi permetto di usare
quest’ultimo minuto, richiamando due citazioni, che vi ripeto, quella di due
illustri crotonesi, almeno uno crotonese e uno con la cittadinanza onoraria. La
prima era de “Il cielo è sempre più blu” e credevo che dovesse essere uno dei
temi principali del nostro Piano – e ve lo ricordo in questa bellissima Aula di
Consiglio regionale –: chi suda, chi lotta, chi mangia una volta, chi gli manca
la casa, chi vive da solo, chi prende assai poco, chi gioca col fuoco, chi vive
in Calabria e chi muore al lavoro: là il cielo è sempre più blu! Noi ci
crediamo che il cielo è sempre più blu, però permettetemi di fare quell’altra
citazione che avevo già fatto: è di un crotonese non nativo, però lo accettiamo
lo stesso; in compenso abbiamo utilizzato uno dei simboli come simbolo finale
del Piano: “Porgi aiuto alla legge, fa guerra alla illegalità, non rovinare né
danneggiare la pianta coltivata né l’animale che non arrechi danno all’uomo”.
Ha ventisei secoli questa frase, perché è di Pitagora.
Mi permetto di fare
un’ultima citazione, che credo sia importante; non voglio uscire fuori dalla
solennità di un’Aula come la nostra, però mi fa piacere richiamare una frase,
un’affermazione di Papa Francesco: prima di tutto, ascoltare. Credo che sulla
questione dell’ascolto tutti i cittadini si debbano impegnare sempre di più,
debbano ragionare; quindi, alla fine di questo che vi ho detto, con gli 8 mila
contatti, con i 2 mila partecipanti, con i 200 interventi, con i 150
emendamenti inseriti, credo che abbiamo probabilmente cercato di seguire un
percorso che è quello della democrazia.
Uno che parla e fa
solamente non è un vero cristiano e, alla fine, crollerà tutto, se parla e fa!
Uno che sa ascoltare e dell’ascolto fa, con la forza della parola di un altro,
non della propria, rimane saldo come la roccia, benché sia una persona umile
che non sembra importante.
Credo, allora, che dobbiamo
fare dell’ascolto il nostro dettato principale,
dobbiamo pensare che ascoltare è importante, non soltanto parlare, non soltanto
avere le nostre idee, avere la capacità di allargare, la capacità inclusiva;
quanto più è possibile, tanto più ci arricchiamo. Noi stessi abbiamo modificato
delle parti del Piano e crediamo che tutti gli interventi, tutti i contributi
lo abbiano rafforzato moltissimo.
Credo che l’ascolto
sia determinante: è il motivo per cui credo che questo Piano, se dobbiamo
dargli adesso una frase, è sì quella di Pitagora, è sì quella di Rino Gaetano,
ma credo che sia anche questa: puntare solo sull’ascolto. Credo che con queste
riflessioni e con questi ragionamenti, il Consiglio regionale, in quest’anno di
lavoro, possa consegnare alla Calabria un documento perfettibile, certamente
migliorabile, ma che rappresenta con trasparenza la situazione attuale e
disegna un domani, un domani reale, non impregnato di dubbi, di numeri che non
si capiscono, di trasparenze.
Questo credo sia il
messaggio che dobbiamo dare, questo è il motivo per cui per me è veramente un
onore essere questa sera qua in Consiglio.
Se non ci sono
interventi, passiamo all’esame del provvedimento.
(Interruzione)
Per dichiarazione di voto?
Non siamo ancora in votazione, dobbiamo discutere gli emendamenti uno per uno,
però se vuole già intervenire per dichiarazione di voto. Prego. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Sculco, ne ha facoltà.
Assessore, già avevo espresso apprezzamento per il lavoro che era stato fatto
per realizzare questo imponentissimo Piano dei trasporti in Calabria, uno strumento che serviva e che contiene degli
elementi innovativi veramente apprezzabili. Dunque, confermo gli apprezzamenti
che avevo già rivolto in una precedente seduta di Consiglio, quando avevamo
esaminato il documento. Tuttavia, non posso non rilevare
che c’è qualche trucchetto contenuto
in questo Piano, e mi riferisco nello specifico alla previsione della
realizzazione dell’aeroporto di Sibaritide.
Penso che questa
riflessione, fra l’altro non supportata da una previsione realistica e concreta
di risorse disponibili, contribuirà e non potrà che contribuire a creare una
falsa aspettativa per gli abitanti di quell’area e ad allarmare e preoccupare i
territori che già posseggono delle strutture aeroportuali e che – come noi
tutti sappiamo – sono in una situazione prefallimentare; mi riferisco
all’aeroporto di Crotone, che è già chiuso, mi riferisco anche all’aeroporto di
Reggio Calabria, e mi meraviglia il silenzio dei miei colleghi consiglieri
reggini, che dovrebbero sapere che il 24 gennaio scadrà l’esercizio provvisorio
anche dell’aeroporto di Reggio e non sappiamo se anche questo, a breve,
chiuderà.
Dopodiché, una
riflessione la voglio fare e sottoporla alla sua valutazione, visto che lei
stesso ha suggerito un’apertura e un dialogo rispetto a questo piano
straordinario che è stato elaborato. Mi riferisco al fatto che la previsione di
realizzare un altro aeroporto, non per negare qualcosa a qualcuno, ma potrebbe
contribuire ad alimentare altri sentimenti campanilistici, a creare altre
piccole Calabrie che, invece di unirsi in armonia, si dividerebbero e si
isolerebbero l’una dall’altra. Avremmo, piuttosto, dovuto immaginare la
realizzazione – e prevederla – di infrastrutture corte per compattare le aree
più strategiche della nostra regione, magari – e di questo forse ne potremo
parlare – la realizzazione e la previsione di una metropolitana leggera di
superficie che possa collegare in maniera veloce la Sibaritide con il
crotonese, il crotonese con il catanzarese.
Ecco, io avrei pensato
più a dei sistemi di trasporto che potessero compattare la Calabria e,
finalmente, fare una Calabria e non tante Calabrie, come purtroppo abbiamo
avuto modo di sperimentare.
Solo per queste
ragioni non posso che astenermi rispetto all’approvazione del Piano dei
trasporti.
Ci sono altri
interventi? Passiamo all’esame del provvedimento. Sono stati presentati degli
emendamenti agli allegati.
All’Allegato A,
capitolo 1, è stato presentato un emendamento, protocollo numero 51006, a firma dei consiglieri Graziano e Guccione: “Al
paragrafo 1.3. Il Sistema Mobilità strumento per l’accessibilità esterna:
Italia, UE, Mediterraneo, Resto del Mondo, dopo la frase “Le prospettive di
sviluppo, in coerenza con quanto previsto dal Piano Nazionale, riguardano la
specializzazione di ciascuno scalo, rispetto alla funzionalità del sistema
aeroportuale calabrese, ed il raggiungimento, pur tendenziale, dell’equilibrio
economico-finanziario”, inserire la frase seguente: “Occorre prevedere,
inoltre, la realizzazione dell’aeroporto della Sibaritide, al fine di collegare
aree a forte valenza turistica, come appunto la Sibaritide”.
Do la parola al consigliere Graziano per illustrare l’emendamento.
Al paragrafo 1 ter, sistema mobilità strumento
per l’accessibilità esterna Italia-Ue-Mediterraneo-resto
del mondo, dopo la frase “la prospettiva di sviluppo
in coerenza con quanto previsto dal piano nazionale riguardante la
specializzazione di ciascuno scala rispetto alla funzionalità del sistema
aeroportuale calabrese e il raggiungimento pur tendenziale dell’equilibrio
economico-finanziario”, inserire la frase seguente: “Occorre prevedere,
inoltre, la realizzazione dell’aeroporto della Sibaritide al fine di collegare
aree a forte valenza turistica, come appunto la Sibaritide”.
Parere della Giunta?
Questo è nel paragrafo 1.3, quindi
credo che il parere possa
essere favorevole.
Parere del relatore? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 51006.
(E’ approvato)
All’Allegato A, capitolo 1, è stato presentato
l’emendamento, protocollo numero 51216, a firma del consigliere Guccione: “A
pagina 12 del Tomo 1 – 1. Una nuova visione del sistema mobilità passeggeri
e merci della Calabria, Capitolo 1 – Paragrafo 1.5 Il sistema mobilità
per la sostenibilità dello sviluppo, dopo le parole “per la sostenibilità
ambientale obiettivi relativi alle aree antropizzate e non”, aggiungere la
frase: “Al fine di
affrontare le problematiche relative ai trasporti nelle aree urbane in maniera più efficiente,
attraverso processi tesi ad avviare percorsi di integrazione tra le scelte del
Piano regionale dei trasporti con le esigenze effettive dei termini, i Comuni
che presentano particolari criticità da traffico devono predisporre i piani
urbani di mobilità sostenibile prima dell’attivazione di nuovi nodi intermodali
o realizzazione di nuove infrastrutture viarie. In questo modo si introduce, al
pari di Paesi che sono all’avanguardia del settore, una metodologia in grado di
far fronte alle sfide della green economy attraverso una strategia
globale”.
Prego, consigliere
Guccione.
Spiego la ratio di questo emendamento. Noi abbiamo
un problema che è evidente, che è quello del completamento della A3. E’
notorio che qualcuno aveva intenzione di completare, di venire qui il 22 e dire
che la A3 è completata. Non è così.
Tre anni fa feci un manifesto con la fotografia di Ciucci, che allora
era Presidente dell’Anas, col naso di pinocchio! Avrei fatto la stessa cosa questa volta.
(Interruzione)
Sto illustrando la cornice degli emendamenti. Vanno nella direzione di
avere un percorso certo di completamento della A3, perché ci sono 58 chilometri
non completati, per un costo di 3 miliardi e 100 milioni. Noi abbiamo l’assurdo
che, a un certo punto, si interrompe – e sono tutti chilometri nella nostra
regione – e abbiamo la carreggiata degli anni 1970.
Per questo ho voluto
sottolineare con questo emendamento un impegno concreto da parte della Giunta e del Consiglio regionale,
per fare una battaglia di completamento della A3.
Avete visto che cosa sta succedendo in questi giorni? E’ un cantiere la A3, ma non si possono
far passare lavori di manutenzione per lavori di ammodernamento e di
completamento della stessa A3.
Per questo la
filosofia degli emendamenti che ho voluto presentare oggi va in questa
direzione. Noi dobbiamo avere un rapporto chiaro col Governo, non può il
Governo togliere da una parte e ridare gli stessi soldi dall’altra! Noi siamo –
perché lo vogliamo essere – una regione normale, vogliamo che anche la nostra
autostrada e che per i 58 chilometri – che, ricordo, sono Cosenza, Altilia
Grimaldi, Pizzo, Sant’Onofrio e Firmo Castrovillari – ci sia un percorso
stabilito già nel Piano regionale dei trasporti che ci permetta di avere un
percorso privilegiato per il completamento di questa importante arteria.
Devo dire, per onestà
del vero, che ho apprezzato – ogni tanto lo apprezzo, lo sa – quanto ha
dichiarato per quanto riguarda la realizzazione del ponte, ha detto “devono
avvenire prima alcune infrastrutture, il completamento di altre e poi si può
anche fare il ponte, perché il ponte non è una battaglia ideologica, si possono
pure cimentare le migliori intelligenze ingegneristiche di imprese per la
realizzazione di questa importante infrastruttura”, però non ci può essere il
deserto, ci deve essere il completamento della A3, ci deve essere l’alta
velocità ferroviaria, ci devono essere altre infrastrutture. Non si può fermare
tutto in Basilicata per quanto riguarda le nuove tecnologie, la super velocità,
tutto un complesso! Per questo credo che noi dobbiamo fare fronte in Calabria, perché per
queste cose ci sia un tavolo nazionale che le metta in chiaro, tempi, cronoprogrammi e risorse.
Per tali ragioni ho
presentato questa serie di emendamenti, questa vale come illustrazione e poi si
può procedere emendamento per emendamento.
Emendamento per
emendamento, protocollo numero 51216.
Io, però, non ce li ho
alcuni numeri…
Li ha nel fascicolo,
consigliere Guccione, è il numero di protocollo. Chiedo il parere della Giunta.
L’emendamento protocollo numero 51216, inserendo la locuzione “di interesse
locale” dopo di “nuovi nodi intermodali” è approvabile.
Allora: “Al fine di affrontare le problematiche
per la sostenibilità
ambientale, obiettivi relativi alle aree antropizzate e non”, aggiungere la
frase: “Al fine di affrontare le problematiche relative ai trasporti nelle aree urbane in
maniera più efficiente, attraverso processi tesi ad avviare percorsi di integrazione
tra le scelte del Piano regionale dei trasporti con le esigenze effettive dei
termini, i Comuni che presentano particolari criticità da traffico devono
predisporre i piani urbani di mobilità sostenibile prima dell’attivazione di
nuovi nodi intermodali o realizzazione di nuove infrastrutture viarie. In
questo modo si introduce, al pari di Paesi che sono all’avanguardia del
settore, una metodologia in grado di far fronte alle sfide della green
economy attraverso una strategia globale”.
Introducendo la locuzione “di interesse
locale”, “piani urbani di mobilità sostenibile prima dell’attivazione di nuovi
nodi intermodali o realizzazione di nuove infrastrutture viarie di interesse
locale”, sono d’accordo.
Per me va bene con questa formulazione.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 51216, così come formulato dall’assessore
Russo.
(E’ approvato)
All’Allegato A, appendice 9, è stato presentato l’emendamento, protocollo
numero 51217, a firma del consigliere Guccione: “A pagina 4 dell’Appendice IX. 1. Infrastrutture invarianti e interventi
invarianti IX 1.1. Rete stradale,
dopo le parole “scenario strategico” inserire la frase: “Nell’attuazione degli
interventi infrastrutturali invarianti realistici e maturi, nel rispetto del
criterio di condizionalità ex ante del Por e al fine di offrire al piano una
dimensione dinamica ed evolutiva, per le infrastrutture stradali invarianti ad
unica carreggiata con almeno una corsia per senso di marcia, dovranno essere
prioritariamente considerati interventi di ultimazione di opere infrastrutturali che ad oggi
risultano incompleti e inutilizzabili e di cui alla Tabella 1 non tiene conto”,
che ha già fatto l’illustrazione complessiva.
Parere
della Giunta?
“Nell’attuazione degli interventi infrastrutturali invarianti
realistici e maturi, nel rispetto del criterio di condizionalità ex
ante del Por e al fine di offrire al piano una dimensione dinamica ed
evolutiva, per le infrastrutture stradali invarianti ad unica carreggiata con
almeno una corsia per senso di marcia, dovranno essere prioritariamente
considerati interventi di ultimazione di opere infrastrutturali che ad oggi risultano incompleti e
inutilizzabili e di cui alla Tabella 1 non tiene conto”.
Questo emendamento è
inserito all’interno di quanto già è nella relazione generale del piano e mette
dentro sia il completamento che dice questo emendamento sia la messa in
sicurezza.
Allora, siccome la
normativa nazionale, quindi il Ministero, punta a trend di sicurezza e
di completamento, l’emendamento sarebbe riduttivo rispetto alla situazione
attuale, in cui abbiamo anche la sicurezza. Quindi sarebbe eliminare la
sicurezza e, francamente, non mi sento di eliminare la sicurezza dalle priorità
degli interventi.
Su questo chiederei
non parere favorevole, proprio perché sono gli interventi nazionali.
L’osservazione è giusta, ritiro l’emendamento.
L’emendamento protocollo numero 51217 è ritirato.
Emendamento
protocollo numero 51210 a firma del consigliere
Guccione: “A pag. 5 dell’Appendice IX Scenari di sostenibilità, Capitolo
IX. Infrastrutture invarianti e interventi invarianti IX.1.1. Rete
stradale all’interno della Tabella 1 Quadro degli interventi infrastrutturali invarianti realistici e maturi sulla
rete stradale, al rigo 2
“Tratto Morano-Frascineto-Sibari: interventi di restyling e manutenzione
straordinaria dal km 185+000 al km 206+500” verificare un potenziale errore di
calcolo relativo alla colonna “Quadro di bilancio”.
Si fa presente che la somma a disposizione sarebbe insufficiente per realizzare
l’intervento proposto”.
Prego, assessore Russo.
Su questo chiederei al Presidente di poterlo connettere con l’emendamento 2, se il
consigliere Guccione è d’accordo, perché c’è la stessa cosa che è stata cambiata da una
casella.
Allora, se
fosse prima discusso l’emendamento 2, il 51212, io sono pienamente d’accordo
perchè è in linea con quello che era l’intervento principale che ha fatto il
consigliere Guccione prima e dice: “Tratto Morano-Frascineto-Sibari, variante
di sicurezza localizzate dal km 185+000 al km 206+500 non è definita la
tipologia di intervento. Inserire nella colonna “Caratteristiche geometriche e funzionali di progetto” la frase “tipo 1 A
delle norme Cnr 80 e ciascuna carreggiata ha una larghezza complessiva pari a
11.20 mt., di cui 3 mt per la corsia di emergenza e 3.75 mt sia per la corsia
di marcia che di sorpasso e 0.7 mt per il margine sinistro”. La modifica si
rende necessaria per adeguare le caratteristiche dimensionali della sede
stradale con il resto della A3. Inserire voce di costo precisa per la tipologia
di intervento”.
Sono d’accordo su
questo perché – ripeto – si tratta della casella precedente spostata di sotto
con l’importo corretto.
Approvato questo
emendamento, a questo punto, l’emendamento protocollo numero 51210 decade
perché funziona esattamente tutta la frase.
Consigliere Guccione, ritira l’emendamento protocollo numero 51210?
Sì, per approvare il 51212 che è
assorbente.
Quindi l’emendamento 51210, all’Allegato A, Appendice IX, è stato
ritirato, mentre l’emendamento protocollo numero 51212 all’Allegato A, Appendice IX, ha parere favorevole e lo pongo in
votazione.
(E’ approvato)
Allegato A, Appendice IX, emendamento protocollo numero 51213, chiedo all’assessore Russo di dare
un parere.
L’emendamento protocollo numero 51213 era quello che dicevamo prima. Lo
leggo: “A pag. 6 dell’Appendice IX Scenari
di sostenibilità,
Capitolo IX.1 Infrastrutture invarianti e
interventi invarianti IX.1.1 Rete
stradale, all’interno della Tabella 1 “Quadro
degli interventi infrastrutturali
invarianti realistici e maturi sulla rete stradale, tra rigo 3 e rigo 4 aggiungere un rigo con “macrolotto n. 4 parte 2
stralcio 2 tratto dal km 280+350 al km 286+000 Viadotto Stupino – tratto
Rogliano-Altilia/Grimaldi: upgrade sezione stradale (2° stralcio) dal km
280+350 al km 286+050” e nella colonna “Caratteristiche geometriche e
funzionali di progetto” inserire la frase “tipo 1 A delle norme Cnr 80 e
ciascuna carreggiata ha una larghezza complessiva pari a 11.20 mt, di cui 3 mt
per la corsia di emergenza e 3.75 mt sia per la corsia di marcia che di
sorpasso e 0.7 mt per il margine sinistro”.
Questo emendamento, questa specificazione è già nella Tabella 2, quindi è inserita negli interventi
invarianti programmatici. Il che significa che, appena ci sono le risorse, non
ha bisogno né di Vas né di piani, parte immediatamente, mentre su questo tratto
nella Tabella 1 c’è la specificazione attuale dei famosi 640 milioni, e chi ha
seguito bene la specificazione lo sa. Sostanzialmente nel tratto in esame, in
questo momento, si andrebbe a fare tutta la carreggiata nuova nel primo tratto
lato sud, nell’altro tratto lato nord e tutta la carreggiata nuova sarebbero le
tre corsie.
L’altra carreggiata sarebbe fatta con le quattro corsie attuali, quindi avremmo in un
senso quattro corsie e nell’altro senso tre corsie. Già nella situazione così
come configurata avremmo una corsia in più rispetto al migliore tratto
dell’autostrada come ce l’abbiamo in questo momento. Però non ci siamo fermati
qui, perché noi riteniamo che a Cosenza la variante debba prevedere anche la
possibilità della seconda carreggiata nuova, quindi a questo punto a Cosenza ci
sarebbero quattro carreggiate nuove, mettendo Tabella 1 e Tabella 2. Quindi
quattro carreggiate, non quattro corsie, per essere chiari, due carreggiate da
tre corsie, due carreggiate da due corsie. Le due carreggiate da due corsie,
che sarebbero le attuali, a quel punto diverrebbero la circonvallazione urbana
a tutti gli effetti, le due carreggiate nuove sarebbero queste cose.
Il piano prevede che, considerando le risorse
a disposizione in questo momento, è possibile fare la nuova carreggiata, quindi
passiamo dalle quattro corsie attuali a sei corsie. Questo è il riassunto. Per
cui questo sta nella Tabella 2, è già nella Tabella 2 e ce l’abbiamo. Ripeto,
questo sarebbe passare ad otto
corsie subito.
Volevo capire, abbiamo già il progetto per l’ammodernamento di una delle carreggiate?
Abbiamo già i 640 milioni che ci consentono di procedere.
I 640 milioni sono il “Patto per la
Calabria”?
No, sono nell’accordo
che abbiamo fatto ora con l’Anas ed erano 610. C’è il problema dello svincolo
di Cosenza, perché chiaramente, a questo punto, facendo tutta questa
carreggiata nuova, dobbiamo ripensare allo svincolo e dei 610 iniziali abbiamo
chiesto ed ottenuto, proprio alla fine, altri 30 milioni e siamo passati da 610
a 640, avendo la possibilità di ridisegnare tutto lo svincolo, altrimenti tutto
questo ragionamento poi crolla se lo svincolo non regge dal punto di vista dei
flussi.
Quindi noi diamo
priorità a questa carreggiata.
Esatto.
E mettiamo
tra le priorità l’ammodernamento dell’altra?
Esatto.
Quindi abbiamo solo
640 milioni per il completamento e lo svincolo?
Esatto.
Quindi dobbiamo aprire
una trattativa con lo Stato per quanto riguarda l’altra.
La nuova carreggiata.
Va bene, quindi è
superato questo.
L’emendamento è ritirato.
Emendamento protocollo numero 51214 a firma
del consigliere Guccione: “A pag. 6 dell’Appendice IX Scenari di sostenibilità, Capitolo IX.1 Infrastrutture invarianti e interventi invarianti IX.1.1 Rete stradale, all’interno della Tabella
1 “Quadro degli interventi infrastrutturali
invarianti realistici e maturi sulla rete stradale, al rigo 7 “Tratto Pizzo Calabro-Sant’Onofrio: Interventi di upgrade
della sezione stradale dal km 337+800 al km 348+600” nella colonna
“Caratteristiche geometriche e funzionali di progetto” inserire la frase “tipo
1 A delle norme Cnr 80 e ciascuna carreggiata ha una larghezza complessiva pari
a 11.20 mt, di cui 3 mt per la corsia di emergenza e 3.75 mt sia per la corsia
di marcia che di sorpasso e 0.7 mt per il margine sinistro”.
Assessore Russo?
L’emendamento protocollo numero 51214 è esattamente la stessa situazione per Vibo. Lo leggo…
No, non c’è bisogno, se vale lo stesso principio.
Vale lo stesso principio. In questo caso, ci sono 100 milioni per il pezzo di Vibo, di nuovo stanno facendo la
progettazione esecutiva per i 100 milioni,
già appostati e già nel contratto Anas.
Per Vibo noi abbiamo 100 milioni per la messa in sicurezza.
Subito.
Che sarebbe guardrail, manto…
La modificazione degli asfalti, l’allargamento
delle piazzuole, le piazzuole in sicurezza, anziché avere una nuova corsia,
tutte le piazzuole in sicurezza, la sistemazione di tutti gli asfalti, la
sistemazione di tutte le segnaletiche. Gli asfalti in quella discesa sono la
cosa più pericolosa che c’è, perché tutti i danni in quella discesa non
derivano tanto dalla congestione, quanto dai problemi meteorologici.
Sia la carreggiata nord che la carreggiata sud?
Tutte e due le carreggiate.
In più abbiamo previsto anche
per quanto riguarda l’ammodernamento.
Abbiamo messo di nuovo anche per Vibo, perché io
ricordo che, purtroppo, la situazione attuale
non l’abbiamo governata noi, ce la siamo trovata
davanti, e in
questo senso vorrei dire anche una terza cosa, cioè non vorrei
aprire, però noi abbiamo tre problemi sulla A3, paradossalmente, proprio perché
c’è stato un governo, ma adesso l’abbiamo presa in mano la questione.
Paradossalmente, sulla A3 abbiamo tre pezzi non fatti, le tre tangenziali: la
tangenziale di Cosenza, la tangenziale di Vibo e la tangenziale di Reggio
Calabria. Che poi lo capisco, perché dal
punto di vista tecnico è chiaro che sono quelle più difficili e le hanno
lasciate per ultime, però per noi è inaccettabile questa situazione. Anche se
non chiesto, la stessa identica cosa c’è per Reggio Calabria, perché Reggio
Calabria di nuovo ha la tangenziale.
Grazie, assessore, è passato il concetto sull’emendamento. Mi pare che il consigliere
ritiri anche questo.
Emendamento
protocollo numero 51218 a firma del consigliere Guccione: “A pagina 15 dell’Appendice IX. Scenari di sostenibilità, IX.1 Infrastrutture
invarianti e interventi invarianti IX.1.1. Rete stradale, tra le parole “con priorità data” e “miglioramento
degli standard di sicurezza e di accessibilità” inserire “alle infrastrutture
che risultano ancora incomplete o i cui lavori di ultimazione
risultano temporaneamente sospesi e al”.
Parere della Giunta?
Do lettura dell’emendamento protocollo numero 51218: “A pagina 15
dell’Appendice IX. Scenari di sostenibilità, IX.1 Infrastrutture invarianti e interventi
invarianti IX.1.1. Rete stradale,
tra le parole “con priorità data” e “miglioramento degli standard di sicurezza
e di accessibilità” inserire le parole “alle infrastrutture che risultano
ancora incomplete o i cui lavori di ultimazione risultano
temporaneamente sospesi e al”, standard di sicurezza e accessibilità.
Su questo, invece, mi
trovo d’accordo, perché siamo sulle strade provinciali e, in questo caso, il
consigliere Guccione diceva di mettere Province ed enti pubblici, perché ci
possono essere i grossi Comuni che hanno un problema uguale a questo. Quindi, a
questo punto, l’incompleto o i lavori in corso di ultimazione valgono sia per
le Province sia per i Comuni.
Nella formulazione che ha
espresso l’assessore sono d’accordo, credo che venga approvato
con questa piccola modifica.
Con
la nuova riformulazione.
Chiedo il
coordinamento formale per quanto riguarda l’emendamento.
Sull’emendamento
se vuole
chiarire, assessore.
Prima era soltanto per gli enti provinciali…
Quindi c’è
una riformulazione.
…adesso provinciali ed enti pubblici.
Quindi con la
riformulazione dell’assessore
pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 51218.
(E’
approvato)
Emendamento
protocollo numero 51004 a firma dei consiglieri Graziano e Guccione: Al paragrafo IX 1.4 Rete
aeroportuale, dopo il 4° rigo “Aeroporto di Crotone”, inserire, con invio a capo, la frase: “Nello scenario
strategico, costituisce intervento invariante la realizzazione dell’aeroporto
della Sibaritide”.
La parola al
consigliere Graziano.
Visto il parere
favorevole da parte della Giunta
regionale sul precedente emendamento sull’aeroporto di Sibari, ritiro questo
emendamento perché era previsto “intervento invariante la realizzazione
dell’aeroporto della Sibaritide”.
A questo punto lo ritiro, perché comprendo che se andassi ad insistere
su un intervento invariante, vorrebbe
dire rifare la valutazione strategica dell’intero Piano, quindi comprendo bene
che questo emendamento non ha più ragione di esistere e lo ritiro.
L’emendamento protocollo numero 51004 è ritirato.
Emendamento protocollo numero 51007 a firma dei consiglieri Graziano e
Guccione: “Al capitolo 3 al punto “Scenario servizi passeggeri scala nazionale
e internazionale”, sostituire la frase “Considerando, inoltre, che gran parte della
provincia di Cosenza, per le notevoli distanze intercorrenti con gli aeroporti
di Crotone, Lametia e Reggio Calabria, è decisamente esclusa dai circuiti aerei
commerciali, avuto riguardo anche al potenziale bacino di utenza che l'area
della Sibaritide prospetta, che comprende anche quella proveniente dalla
provincia di Matera e dalle aree del tarantino, si appalesa quanto mai
opportuna la realizzazione di un aeroporto nell'area di Sibari, utilizzando
l'area all'uopo destinata dal Comune di Cassano con il Piano regolatore
generale, sia per collegamenti nazionali, anche con frequenza non giornaliera,
che per voli regionali utilizzando aeromobili di classe B) turboelica ATR,
metrolinee e similari. Analogamente è prevista la realizzazione di un aeroporto
di interesse locale nell'area dell'Alto Tirreno Cosentino, in prossimità del
Comune di Scalea” della sezione “Scenario
servizi passeggeri scala nazionale e internazionale” con la seguente: “Considerando, inoltre, che gran parte della provincia di
Cosenza, per le notevoli distanze intercorrenti con gli aeroporti di Crotone,
Lametia e Reggio Calabria, è decisamente esclusa dai circuiti aerei
commerciali, avuto riguardo anche al potenziale bacino di utenza che l'area
della Sibaritide prospetta, che comprende anche quella proveniente dalla
provincia di Matera e dalle aree del tarantino, si appalesa quanto mai
opportuna la realizzazione di un aeroporto nell'area di Sibari, finanziandolo
entro il 2020, utilizzando l'area all'uopo destinata dal Comune di Cassano con il
Piano regolatore generale, sia per collegamenti nazionali, anche con frequenza
non giornaliera, che per voli regionali utilizzando aeromobili di classe B)
turboelica ATR, metrolinee e similari. Analogamente è prevista la realizzazione
di un aeroporto di interesse locale nell'area dell'Alto Tirreno Cosentino, in
prossimità del Comune di Scalea”.
La parola al
consigliere Graziano.
L’emendamento protocollo numero 51007, in realtà – lo leggo in una formulazione ridotta: “Al capitolo 3 al
punto “Scenario servizi passeggeri scala nazionale e internazionale”, dopo le parole “l’area di Sibari” avremmo aggiunto “finanziandolo
entro il 2020, utilizzando l'area all'uopo destinata dal Comune di Cassano…”, vale a dire che chiediamo che l’aeroporto di Sibari sia finanziato entro il 2020.
Prego, assessore.
Su questo – l’ho detto – abbiamo due problemi: questo è un
documento di pianificazione e non un programma di finanziamento; la legge
Monti, la numero 228 del 2011, non ci consente di andare a fare un’affermazione
di questo tipo, del finanziamento entro il 2020.
La legge 228
del 2011, infatti, è stata richiamata esplicitamente quando si dice:
“l’aeroporto di Sibari sono da
considerarsi interventi eseguibili programmatici in relazione al decreto Monti”.
Il consigliere Graziano lo ritira?
Ritiro l’emendamento, comprendendo il fatto che, in
realtà, l’aeroporto c’è come finanziamento nella parte programmatica, quindi
comprendo le ragioni e ritiro l’emendamento.
Emendamento protocollo numero 51008 a firma dei consiglieri Graziano e
Guccione: “Al paragrafo 4.3 Servizi
passeggeri modalità aereo dopo la frase “Analizzare il sistema dei charter
turistici, con particolare attenzione al collegamento con i nodi aeroportuali
esistenti e con le aree a forte valenza turistica, ad oggi non collegate, come
la Sibaritide e l'Area del Tirreno Nord della Calabria, baricentrata su
Scalea”, inserire il seguente testo: “prevedere la realizzazione dell'aeroporto della Sibaritide, che avrà le
stesse modalità di coordinamento e gestione degli aeroporti di interesse nazionale di Lamezia Terme,
Reggio Calabria e Crotone”.
La parola al
consigliere Graziano.
L’emendamento protocollo numero 51008, invece, lo riformulo “Al paragrafo
4.3 Servizi passeggeri modalità aereo
dopo la frase “Analizzare il sistema dei charter turistici, con particolare
attenzione al collegamento con i nodi aeroportuali esistenti e con le aree a
forte valenza turistica, ad oggi non collegate, come la Sibaritide e l'Area del
Tirreno Nord della Calabria, baricentrata su Scalea”, inserire il seguente
testo – lo riformulo rispetto a quello che avevamo presentato in questo
modo: “prevedere la
realizzazione dell'aeroporto della Sibaritide, che avrà le stesse modalità di
coordinamento e gestione dell’esistente”.
Comprendo bene che, com’era formulato precedentemente, probabilmente non era accettabile, perché è chiaro che un
nuovo aeroporto non potrebbe essere subito stabilito aeroporto di interesse
nazionale, ma spetta all’Enac stabilirlo, quindi è gestione dell’esistente.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Parere
favorevole su questa versione.
Con la nuova
formulazione letta dal consigliere Graziano, pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 51008.
(E’
approvato)
Chiedo all’assessore Russo, per tornare un attimo, prima di porre in
votazione il provvedimento nel suo complesso, di riformulare, in modo che possa essere letto dagli uffici,
l’emendamento 51218.
Si chiamava emendamento 7, ma è il 51218, lo leggo per essere sicuri: “A pagina 15 dell’Appendice IX. Scenari di sostenibilità, IX.1 Infrastrutture
invarianti e interventi invarianti IX.1.1. Rete stradale, tra le parole “con priorità data” e “miglioramento
degli standard di sicurezza e di accessibilità” inserire “alle infrastrutture
che risultano ancora incomplete o i cui lavori di ultimazione
risultano temporaneamente sospesi e al”.
Perfetto. Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso con i relativi
allegati.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Il provvedimento è
approvato così come emendato con autorizzazione
al coordinamento formale.
C’è una
comunicazione dell’assessore Musmanno. Prego, assessore, ha facoltà di
intervenire.
Volevo informare il Consiglio che la Giunta
regionale ha avviato, con gli organismi regionali
competenti e in particolare con l’Autorità regionale dei trasporti della
Calabria (Artcal), le procedure per la pubblicazione, entro il 31 dicembre del
2016 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, delle informazioni previste
e obbligatorie per l’affidamento diretto a Trenitalia del contratto di servizio
pubblico-ferroviario sulla rete nazionale interconnessa calabrese per la durata
di dieci anni, prolungabile, agli stessi patti e condizioni, di ulteriori
cinque anni, con decorrenza 1° gennaio 2018.
Questa preinformazione risponde agli obblighi
previsti dal Regolamento comunitario 1370 del 23 ottobre 2007 anche per gli
affidamenti diretti, prevede la preinformazione e il fatto che l’affidamento
del contratto possa avvenire soltanto dopo un anno dalla preinformazione.
Si completa, così, un iter che avevamo avviato
anche per quanto riguarda l’avvio delle procedure di gara per l’affidamento dei
servizi su gomma, con una preinformazione, nel qual caso, di un avviso di gara che è avvenuto a cura di Artcal lo
scorso 31 maggio.
Giusto una breve osservazione su questa
decisione della Giunta, che
sostanzialmente allinea la Calabria con quello che sta accadendo in tutta Italia, vista la proposta di Trenitalia di
proporre alle Regioni contratti più lunghi, basati sulla produzione di un piano
economico-finanziario che deve essere allegato obbligatoriamente al contratto,
nel quale è prevista anche esplicitamente l’indicazione dell’investimento in
materiale rotabile.
Ricordo che sono
previsti investimenti importanti di Trenitalia nel materiale rotabile ed è
necessario chiudere la fase contrattuale, per così dire lunga, per poter
garantire in un piano economico-finanziario corretto la disponibilità di
materiale rotabile che, secondo la proposta di Trenitalia che ha avanzato e che
ci ha spinto a formulare questa proposta, riguarda 135 milioni di investimenti
nei primi quattro anni del contratto.
Vorrei sottolineare
come la natura stessa della preinformazione prevede la possibilità che,
nell’arco dell’anno, si materializzi, eventualmente, anche una proposta, una
manifestazione di interesse di eventuali altri operatori. Nel qual caso, nel
corso dell’anno si avrà la possibilità di valutare anche il piano
economico-finanziario presentato da altri eventuali operatori, e questo per
dare la possibilità di rispettare le norme anche sulla concorrenza.
Inoltre, la proposta
di affidamento diretto a Trenitalia non esclude a priori la possibilità
di organizzare una partnership di tipo commerciale, con la quale si può
raggiungere un accordo anche con l’operatore ferroviario regionale, Ferrovie
della Calabria – che, ricordo, è una società a responsabilità limitata di
proprietà al 100 per cento della Regione Calabria – e ricordo che Fdc è in
possesso della licenza per poter espletare servizi ferroviari.
Ora, vorrei
sottolineare l’importanza della disponibilità di materiale rotabile nei primi
quattro anni. Con questa scelta è del tutto evidente come si possa intervenire
in misura consistente sulla riorganizzazione del servizio ferroviario, puntando
sull’aggiornamento del materiale rotabile, che, dagli attuali 26 anni di
longevità, scenderebbe nel 2022 a cinque anni, materiale rotabile che sarà
caratterizzato non solo da una maggiore efficienza, e questo ridurrà certamente
i costi di manutenzione, a beneficio indiretto della Regione, perché il piano
economico-finanziario assicura l’equilibrio economico per il partner, quindi
l’eventuale riduzione di costi si rifletterebbe a beneficio della riduzione del
corrispettivo che impegnerà la Regione Calabria per un così lungo periodo di
tempo; ma non solo, le nuove tecnologie a bordo, come il Wi-Fi, il people
counter ed altre innovazioni, consentiranno di adeguare la Calabria al
resto d’Italia.
Vorrei, infine,
ricordare come questa scelta, ancora una volta, rappresenti un passo importante
soprattutto nell’ottica della riorganizzazione più efficiente dei servizi
ferroviari, che si va ad aggiungere anche a quelli che sono impegni, peraltro
già riportati nel Piano regionale dei trasporti, per quanto riguarda gli
investimenti infrastrutturali, che sono molto importanti, anche su quelle
infrastrutture che oggi sono state penalizzate negli anni: mi riferisco, in
particolare, alla linea ionica, dove è previsto l’elevamento a rango C, ma
anche degli interventi per stabilizzare l’orario, che garantiranno, attraverso
l’eliminazione dei passaggi a livello nelle aree urbane, una maggiore
efficienza ed efficacia del servizio.
Ricordo gli importi
finanziati dalla ultima delibera Cipe del 1° dicembre, che ammontano a 307
milioni, così come gli interventi provenienti da più fondi, che consentiranno
l’efficientamento e la velocizzazione della tratta tra Catanzaro Lido e Lamezia
Terme centrale, con l’estensione anche al collegamento di Lamezia
Terme-aeroporto.
Tutto questo non ha
assolutamente senso, se non cominciamo a prevedere e a pensare come il
materiale rotabile sia davvero la chiave di volta per modificare le sorti del
trasporto pubblico calabrese, e questo è garantito attraverso anche una
valutazione grossolana di dati empirici, che hanno dimostrato come in altre
realtà investimenti nel rinnovo consistente del materiale rotabile hanno
portato, a parità di servizi, un incremento dell’utenza a bordo treno compresa
tra il 10 e il 15 per cento.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente, per dovere di firma, anche
perché il dibattito si è già svolto in occasione di una seduta precedente, quando si pensò,
giustamente, di aprire all’Aula la discussione per un confronto che avrebbe
dovuto consentire la ricezione di indicazioni e pareri. A dire la verità,
apprezzando il lavoro svolto dalla
Giunta, diamo atto che parzialmente queste ricezioni, queste indicazioni sono
state apprezzate, ma per la maggior parte del lavoro, del contributo che
l’opposizione ha offerto, non credo che si sia tenuto conto, Presidente, e mi
riferisco non solo alla questione che riguarda la mobilità interna, ma anche
alla mobilità di raccordo.
Qui
venne, in occasione della chiusura della campagna elettorale, il presidente
Renzi al Teatro comunale di Reggio Calabria e, dulcis in fundo, chiuse
la campagna referendaria asserendo che si sarebbe impegnato per l’aeroporto
dello Stretto. Questo impegno lo deve solennemente adesso rispettare la
maggioranza di centro-sinistra di questa regione, di questa provincia, di
questa città.
Non
credo, cari colleghi – e mi riferisco soprattutto ai colleghi della città metropolitana
di Reggio Calabria – che bisogna attendere i momenti elettorali per capire che
l’aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria, l’aeroporto metropolitano, abbia
bisogno di un intervento urgente ed importante.
Allora,
Presidente, lei prese un impegno ad inizio di questa legislatura, un impegno
che ritengo vada rispettato, perché Reggio Calabria rischia l’isolamento con la
chiusura dell’aeroporto, e ritengo che sia importante, perché Guccione diceva
una cosa molto seria: il Governo sembra essere sordo, dobbiamo fare chiarezza col Governo nazionale, lo
dice il collega Guccione
che è della parte politica del Partito democratico, non lo dice il collega
Tallini, che più volte l’ha ribadito in quest’Aula. E sono preoccupato quando
il collega Guccione dice questo, perché vi è un’altra promessa che riguarda
l’autostrada A3, che doveva essere inaugurata il 22 dicembre. Io ritengo che
questo non avverrà, ma lo affermammo prima che non sarebbe avvenuto.
Quando
si dice che qui si parla e si fa propaganda, non lo si dice per caso, perché
c’è una sintesi di raccordo che viene meno, c’è un governo regionale che
dovrebbe raccordarsi col Governo nazionale e col governo cittadino, ma questa
sintesi non esiste, non la vediamo, non la riscontriamo. Di questo siamo preoccupati,
colleghi, perché purtroppo i riscontri non si vedono e quindi noi pensiamo che
questo Piano dei trasporti, lacunoso per certi aspetti, sulla 106 abbiamo
parlato, abbiamo parlato della locride, di tante carenze che non credo possano
avere respiro rispetto a soluzioni altrettanto importanti per una realtà, e io
parlo della mia realtà, ma poi ci sono altre realtà del territorio regionale
che vivono situazioni disastrate.
Nnoi
votiamo no a questo piano e lo facciamo con coscienza, con alto senso di responsabilità,
però con questo non vuol dire che non staremo a sindacare e a stimolare
l’attività di governo, attività di governo che non esiste – lo diceva bene il
collega Guccione, non lo dico io – e non posso fare altro che prendere atto di
un fallimento del centro-sinistra.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.
Intervengo per ricordare le problematiche già
rappresentate il 2 di dicembre in un incontro che si è tenuto presso la biblioteca comunale di
Rosarno trai i sindaci dell’Alto e Basso
Ionio reggino e quelli della Piana, relativamente alla mancata fermata del
treno Freccia Argento; preoccupazione condivisa perché la stazione di Rosarno
contempla un’utenza di oltre 200 mila utenti e, purtroppo, si vedono tagliati
fuori da un’opportunità e dall’unico treno ad alta velocità che attraversa la
nostra provincia.
Il problema particolare si manifesta per
quanto riguarda l’utenza della Ionica, perché se consideriamo che il treno parte
da Reggio Calabria alle 6,57, un cittadino della Ionica, per poter raggiungere
le due fermate Villa o Lamezia, deve alzarsi la mattina alle 4,00.
L’opportunità, invece, di poterlo prendere a Rosarno consente condizioni di
viaggio migliori. E’ vero che l’abbattimento dei tempi di percorrenza in
quattro ore è un valido obiettivo, ma è anche vero che, se a questo non
aggiungiamo la possibilità all’utenza di usufruire di questa opportunità, non
abbiamo centrato l’obiettivo che ci prefiggiamo.
Ritengo, quindi, opportuno e necessario che la
Giunta e l’assessore si attivino ad istituire tavoli tecnici, affinché
possiamo, in qualche modo, coinvolgere e far sì che Trenitalia possa condividere
questa opportunità, che penso sia
importante per i nostri cittadini.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire l’assessore Musmanno. Ne ha facoltà.
Vorrei rimarcare il fatto che il
servizio Freccia Argento è, per così dire, un servizio a libero mercato, cioè è un servizio erogato da
Trenitalia che non è compensato da nessuno, né dalla Giunta né dallo Stato.
Detto questo, la
valutazione che ha condotto Trenitalia, sulla base di una proposta avanzata da
questa Giunta regionale, è stata di fare un’analisi di tipo economico per
valutare se l’eliminazione della fermata di Napoli centrale desse la
possibilità, in qualche modo, di migliorare l’offerta dei servizi calabresi,
compensando il minore introito nella tratta tra Salerno e Roma, bypassando
Napoli centrale, per la quale – vi ricordo – c’è un risparmio che, stimato
teorico di 40 minuti, si è tradotto in 30 minuti. Forse potevamo spingere in
più e questo sarà l’obiettivo nell’immediato futuro.
Ricordo, comunque,
che le azioni proposte sono orientate lungo tre direttrici: la prima, non solo
quella della velocizzazione, ma anche dell’anticipo del servizio ad un’ora che
consente l’arrivo a Roma nella prima parte della mattinata, o comunque almeno
un’ora prima per poter sfruttare la mattinata da parte dei viaggiatori. Questa
è una proposta che noi avanziamo a Trenitalia, ma non abbiamo la possibilità di
incidere su questa proposta, se non attraverso un’attenta discussione basata su
dati tecnici; la seconda opzione è quella di inserire un nuovo servizio, che
stiamo richiedendo, ma anche questo è soggetto a valutazioni; la terza opzione
sarà quella di valutare la riorganizzazione dei servizi per quanto riguarda i
servizi universali.
Aggiungo che ci sono
investimenti importanti sull’infrastruttura tirrenica che cubano oggi a 190
milioni di euro e finalizzati alla riduzione dei tempi di percorrenza di 6
minuti.
Quindi, ormai, sulla
linea tirrenica attuale, a parte il discorso dell’alta velocità, che merita un
capitolo completamente a parte e sul quale vi ricordo che c’è stato un
investimento sui fondi Patti per il Sud, per avviare finalmente uno studio di
fattibilità che tende a dimostrare come la Calabria abbia la possibilità di
avere un’infrastruttura ad alta velocità a cifre molto più contenute rispetto
alle valutazioni parametriche degli anni più recenti; attraverso questa
interlocuzione ci sarà poi la possibilità di valutare anche servizi di
miglioramento per quanto riguarda il bacino di Rosarno, che comunque oggi ha la
possibilità di collegarsi con il Freccia Argento. Oggi esiste un treno regionale
che, a partire da Rosarno, collega la città di Lamezia Terme, cosa che accade
anche, per esempio, per la città di Cosenza, che si collega con Paola per il
servizio sul Freccia Argento.
Comunque,
facciamo nostre le interpretazioni del territorio e cercheremo di studiare una
soluzione da proporre a Trenitalia, per quanto riguarda la questione della
riorganizzazione dei servizi, fermo restando la premessa importante che il
servizio Freccia Argento è finanziato esclusivamente dal libero mercato, quindi
da Trenitalia.
E’
esaurita la discussione successiva alla votazione del Piano regionale dei
trasporti.
Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno
relativo alla proposta di
legge numero 139/10^ di iniziativa del consigliere G. Giudiceandrea, recante:
“Legge 194/1978. Norme per la corretta applicazione sul territorio regionale”.
Do la parola al relatore del provvedimento, il consigliere Mirabello.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la proposta di
legge 139/10^, sottoscritta dal collega
Giuseppe Giudiceandrea,
che è stata approvata dalla Commissione che presiedo, affronta un tema per il
quale il Governo italiano è stato più volte sanzionato dal Comitato europeo dei
diritti sociali del Consiglio d’Europa per via della mancata applicazione nella
parte demandata alle Regioni della legge 194 del 1978, che – ricordo – è la
legge che si occupa della tutela sociale della maternità e dell’interruzione
volontaria della gravidanza.
Le disposizioni contenute nel testo di legge sono finalizzate a contemperare
due esigenze di importanza evidente: da
un lato, l’esigenza di garantire un diritto sancito dalla stessa legge
194, che è il diritto all’obiezione di coscienza da parte degli operatori della
sanità, dall’altro di garantire il diritto alla salute della donna, il diritto alla
sicurezza, il diritto ad assicurare che le procedure relative all’interruzione volontaria di gravidanza si svolgano nella maniera più
completa e più sicura.
Si
tratta, quindi, di una norma che, al di là di una certa interpretazione che è
stata veicolata nelle settimane che precedono questa seduta di Consiglio, è
finalizzata fondamentalmente a tutelare la maternità e a garantire la
realizzazione di un servizio ai cittadini calabresi, tenendo conto anche del
fatto che ancora oggi, pur non avendo un dato aggiornatissimo, siamo nelle
condizioni di dire che ancora in Calabria esistono dei canali attraverso i
quali viene praticata la interruzione volontaria di gravidanza in maniera non
sicura.
E’
per questa ragione che questo testo di legge ha la finalità di garantire dei
percorsi univoci attraverso i quali venga garantito questo diritto.
Il
testo di legge è articolato in cinque articoli, sono stati presentati degli
emendamenti che poi l’Aula vorrà esaminare.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Intervengo semplicemente per un chiarimento, perché nelle settimane scorse, in ordine a quella che è
stata la presentazione di questo progetto di legge, si è innescata una polemica
più per i titoli roboanti di un giornale locale, che non per il contenuto della
stessa, che abbiamo discusso insieme ad insigni rappresentanti della medicina
che stanno nei banchi dell’opposizione,
ma anche con il Presidente dell’Ordine dei medici.
Noi dobbiamo
fare riferimento al
fatto che il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa ha
riconosciuto, in una sua pronuncia dello scorso ottobre, resa pubblica solo di
recente, che l’Italia ha violato l’articolo 11 della Carta sociale europea, con
la quale vengono riconosciuti i diritti umani e le libertà, nonché stabiliti i
meccanismi di controllo per garantirne il rispetto da parte degli Stati
componenti.
La decisione del
Comitato accoglie un reclamo collettivo contro l’Italia, presentato nel 2015
dalla Cgil, avente ad oggetto la
violazione dei diritti delle donne che intendono accedere all’Ivg, ai sensi
della legge 194, e la violazione dei diritti dei medici non obiettori.
E’
la seconda volta che l’Italia viene condannata per l’inadeguata applicazione
della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza: l’8 marzo del 2014
venne accolto il ricorso presentato dall’organizzazione internazionale non
governativa International planned parental federation european network
e dalla Laiga. A distanza di due anni, anche il ricorso presentato dalla Cgil
viene accolto, ma le donne in Italia continuano ad incontrare notevoli
difficoltà nell’accesso ai servizi di interruzione di gravidanza, nonostante
quanto previsto dalla legge 194.
L’Italia
vìola, quindi, il loro diritto alla salute, lo ha affermato il Consiglio
d’Europa, pronunciandosi su un ricorso presentato dalla Cgil, come detto: “Le
donne che cercano accesso ai servizi di aborto” – si legge nelle conclusioni –
“continuano ad avere di fronte una sostanziale difficoltà nell’ottenere
l’accesso a tali servizi nella pratica, nonostante quanto è previsto nella
legge” e – continua il Consiglio d’Europa – “L’Italia discrimina medici e personale
medico che non hanno optato per l’obiezione di coscienza in materia di aborto.
Questi sanitari, in base alle rilevazioni effettuate, sono vittime di diversi
tipi di svantaggi lavorativi diretti ed indiretti”.
Nelle
motivazioni, il Comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa
denuncia una situazione in cui, in alcuni casi, “considerata l’urgenza delle
procedure richieste, le donne che devono abortire possono essere forzate ad
andare in altre strutture rispetto a quelle pubbliche, in Italia o all’estero
o, peggio, a mettere fine alla loro gravidanza senza il sostegno e il controllo
delle competenti autorità sanitarie, quando non sono forzatamente dissuase
dall’accedere ai servizi di aborto a cui hanno, invece, diritto in base alla
legge 194 del 1978”.
Secondo
il Comitato, questo tipo di situazioni può comportare notevoli rischi per la
salute e il benessere delle donne interessate, il che è contrario al diritto
alla protezione della salute.
E’
solo per questi motivi e non per altri che abbiamo voluto presentare una norma,
che si limita a ribadire e difendere, finalmente applicandoli, i princìpi di
civiltà posti alla base della legge 194 del 1978, riapprovata a furor di popolo
a seguito di referendum.
La
Calabria, per prima questa volta, si appresta all’approvazione in Consiglio di
una norma che mira solo ed esclusivamente al rispetto dei princìpi delle
normative vigenti, in primis per la tutela dei sacrosanti diritti delle
pazienti.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Vorrei che questa legge non passasse per
una necessità, perché
non è garantito in Italia, in
particolare in Calabria, il diritto dell’interruzione volontaria
di gravidanza perché, se è così, è allarmante la motivazione. Invece io dico che le
considerazioni espletate dal Comitato europeo, che condanna l’Italia – l’ultima
è dell’ottobre 2016 – in parte sono anche minimizzate dallo stesso Governo
italiano, che in ultima relazione dimostra come i casi di aborto – e per la
prima volta – sono in diminuzione, non certo perché ci sono delle lunghe liste
d’attesa che non consentono alla donna di esercitare il diritto
all’interruzione volontaria della gravidanza, e soprattutto, se ci sono dei
punti di criticità, sono limitati ad alcune regioni, tipo la Basilicata e il
Molise, quindi due regioni estremamente piccole.
Ma c’è di più: ricordiamo tutti che, così come è stata partorita la legge
194 del 1978, è stato un iter politico di grande travaglio, un momento
particolare dell’Italia, e credo che quella legge sia stata una conquista
sociale di quel momento storico e politico che, probabilmente, fra le tante
leggi che sono state emanate, racchiude in sé una quasi perfezione.
In più c’è un altro dato: io non sono riuscito a
capire in Commissione – il Presidente me ne è
testimone, il collega Giudiceandrea anche – l’utilità di questa
legge. Ho apprezzato l’interessamento, l’attenzione su questa tematica
dell’interruzione volontaria di gravidanza, ma non riesco a capire quale sia la
ratio, al di là del Comitato europeo, delle bacchettate del Comitato
europeo nei confronti dell’Italia, per cui oggi portiamo in Aula questa
proposta di legge.
Se
dovesse esserci un retropensiero, se c’è una situazione che è discriminata in
questo momento da questa legge, io penso che siano discriminati gli obiettori
di coscienza: così come è un diritto della donna l’interruzione volontaria di
gravidanza, è un altrettanto diritto del medico essere obiettore di coscienza.
Perché
la considero inutile? Perché i dati ufficiali in possesso del dipartimento, ma
anche i dati che posso testimoniare per una realtà che ho sempre vissuto in
ospedale, mi sono anche confrontato con i tanti medici non obiettori, indicano
che non c’è una mancanza di risorse umane, quindi non c’è un deficit di medici
non obiettori e, tra le altre cose, non ci sono delle liste d’attesa che
possono pregiudicare il diritto di una donna di procedere all’interruzione
volontaria di gravidanza.
Allora
l’ho detto anche al collega Giudiceandrea, tant’è che ho presentato una serie
di emendamenti per cercare anche di snellire la sua proposta per poi valutare,
nel momento della discussione degli emendamenti, se possano essere accolti o
meno.
Pensavo
che questa legge, oggi, non arrivasse in Consiglio, perché l’ultima volta che
avevamo ritardato un po’ la discussione su questa legge, pensavo che si potesse
riaprire un confronto per capirne i momenti e l’utilità di portarla in Aula.
Questa utilità continuo a non vederla nella ratio che deve animare
questa legge e – ripeto – ho un retropensiero che questa sia una legge soltanto
per bacchettare il diritto dei medici obiettori rispetto ai medici non
obiettori. Ma è una legge che non è ben vista neanche dai medici non obiettori,
al di là di qualche esempio disperso sul nostro territorio regionale. Mi sono
confrontato nel territorio di mia competenza con i colleghi che sono non
obiettori e che non vedono assolutamente la necessità di una proposta
legislativa che vada a modificare che cosa? La legge 194? Laddove veramente
dovesse necessitare un intervento legislativo sarebbe di livello nazionale
rispetto alle bacchettate del Comitato europeo.
Pertanto,
Presidente, mi riservo poi nella discussione degli emendamenti di reintervenire
per vedere se c’è la possibilità, intanto, che gli emendamenti che ho
presentato siano accolti dalla maggioranza e mi riservo, pertanto, nel corso
dei prossimi minuti, di vedere di formulare il mio pensiero in merito a questa
legge, che già ho espresso con un voto di astensione in Commissione,
riservandomi di intervenire nuovamente nel prosieguo della discussione.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Presidente, solo per chiarire un aspetto che ritengo sia importante al fine
di meglio calibrare i lavori del Consiglio.
Questa proposta di
legge, sottoscritta dal collega Giudiceandrea,
non contiene in alcun modo forme di discriminazione nei confronti dei medici
obiettori, tanto che i medesimi sono garantiti dal dettato della norma
nazionale, quindi se anche avessimo, per assurdo, voluto fare un’operazione del
genere, ci sarebbe questo tipo di vincolo che lo impedirebbe. Peraltro, la
norma è semplicemente finalizzata a creare le condizioni, laddove nelle aziende
sanitarie presenti nella nostra terra di Calabria ci dovessero essere delle
aziende in cui non sono presenti medici non obiettori, di intervenire per
assicurare un servizio e un diritto a tutela delle donne e della maternità. Solo
questa precisazione, Presidente, grazie.
Passiamo
all’esame del provvedimento. All’articolo 1 è stato presentato un emendamento protocollo numero 45918 a firma del consigliere Esposito: All’art. 1 comma 2 eliminare le parole: “…che
oltre a cagionare danno alle pazienti insinua principi discriminatori verso
quei medici non obiettori che rispettano gli obblighi della legge 194/1978”.
Prego,
consigliere Esposito.
Proprio in merito a quello che diceva il presidente Mirabello che è intervenuto,
all’articolo 1, comma 2, invece c’è un elemento che pone in essere
atteggiamenti discriminatori verso i medici non obiettori, tant’è che il mio
emendamento qual è? Eliminare completamente le parole “che oltre a cagionare
danno alle pazienti insinua princìpi discriminatori verso quei medici non
obiettori che rispettano gli obblighi della legge…”.
Qui, praticamente,
se dobbiamo eliminare i poteri discriminatori verso i medici non obiettori, va
da sé che la legge, probabilmente, racchiude la ratio di essere
discriminante verso i medici obiettori.
Quindi è palese
quello che dicevo prima e chiedo che questo emendamento sia posto ai voti
dell’Aula.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Giusto per ribadire e rileggere il provvedimento del Consiglio d’Europa: “L’Italia discrimina medici e personale medico che non hanno optato per
l’obiezione di coscienza in materia di aborto. Questi sanitari, in base alle
rilevazioni effettuate, sono vittime di diversi tipi di svantaggi lavorativi
diretti ed indiretti”. Non lo dice il consigliere Giudiceandrea, ma riporta, su
una norma della Regione Calabria, ciò che il Consiglio d’Europa suggerisce,
anzi impone, perché c’è una sentenza con delle penali.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Intervengo per sostenere l’emendamento del collega Esposito. Mi
meraviglio che in questo caso venga accolto quello che dice il Consiglio
d’Europa ed invece, quando ci sono delle richieste che vanno nella direzione di
eliminare davvero delle incongruenze o delle ingiustizie, non vengono
assolutamente osservate.
In questo caso non si può non condividere un’analisi che tiene conto di
un dato di
fatto e che creerà molto malumore; pure io ho ascoltato il parere di tanti
medici ed alla fine per garantire l’altro aspetto, quello dei non obiettori di coscienza, andranno ad essere
penalizzati proprio coloro che non sono disposti, perché la norma prevede
trasferimenti.
Quindi
io so, ho ricevuto anch’io informazioni simili, per questo motivo voto a favore
dell’emendamento del consigliere Esposito.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Ciconte. Ne ha facoltà.
In effetti, questo tipo di emendamento ha
una ratio, quindi
presumo che si possa anche valutare, collega Giudiceandrea;
non cambia il senso della legge o quello che noi vogliamo fare, almeno io credo
che questo sia l’intendimento della maggioranza.
Quindi
inviterei il collega Giudiceandrea a valutare attentamente, non cambia nulla
togliendo una frase, non credo che questo sia il problema. Siamo tutti
d’accordo che non bisogna cagionare un danno ai pazienti, collega Esposito,
presumo che non dovrebbe cambiare un granché, ma io credo che sia giusto che il
collega che ha presentato la legge possa esprimere un parere più adeguato.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Con la massima umiltà –
l’ho ribadito in precedenza, collega Ciconte – non viene leso il diritto di nessuno
dei medici, viene tutelata anche l’opera dei medici obiettori, perché non debbono esserci discriminazioni nei confronti dell’altra parte, che è
stata sancita e regolamentata in una sentenza del Consiglio d’Europa; per
cui noi riportiamo la lettera di quello che ci racconta il Consiglio d’Europa,
non facciamo discriminazioni nei confronti di nessun medico, ma miriamo
all’equiparazione dei rapporti così come prescritto dalla legge
vigente del 1978, la 194, e a una parificazione del numero non attraverso dei
trasferimenti, perché non si tratta di trasferimenti; la cronaca ha sbagliato
ad interpretare, si tratta di mobilità interna a richiesta, si chiede ad un
medico o si mette a bando la richiesta di mobilità, se ci sono medici non
obiettori che vogliono trasferirsi in un reparto, altrimenti amen, questo è!
Non c’è nessuna forzatura nei confronti dei medici. Addirittura abbiamo letto
che il consigliere Giudiceandrea avrebbe obbligato i medici a trasferirsi in
pronto soccorso.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Chiedo di rinviare questo punto all’ordine del giorno per un
approfondimento ulteriore, così come chiedo anche di rinviare il prossimo punto
all’ordine del giorno per un maggiore approfondimento.
Che si bocci il
provvedimento! Voglio che venga messo ai voti!
Non decide lei. Un
attimo! Chiedo ai capigruppo di avvicinarsi al tavolo
della Presidenza.
Che il
centro-sinistra si assuma la responsabilità di bocciare questa norma!
Consigliere Giudiceandrea, si avvicini al tavolo della
Presidenza.
Sospendo
la seduta per dieci minuti.
Ha
chiesto di parlare il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Presidente, data la delicatezza del problema e l’ora, chiedo personalmente al consigliere Giudiceandrea di
accogliere la proposta di aggiornare a dopodomani – perché dopodomani ci sarà
seduta di Consiglio regionale, non sarà fra un anno – per poter trovare una
sintesi – che, secondo me, è possibile – alle diverse posizioni, considerato
che non si tratta di fare una nuova legge, ma di regolare le cose – che è una
cosa diversa, per capirci – e per consentire al Consiglio di votare,
possibilmente, con un voto unanime.
Se
questo non si dovesse verificare, si procede poi a maggioranza. E’ chiaro che
rimane inteso che si aggiorna questo punto, quindi non si presentano nuovi
emendamenti, mi pare scontato questo.
(Interruzione)
Sto
chiedendo l’aggiornamento della discussione, non un nuovo punto all’ordine del
giorno, perché la discussione è stata avviata. Chiedo, a questo punto, di
aggiornare l’esame del provvedimento, non di mettere nuovamente un punto
all’ordine del giorno. Questo sto chiedendo, che è una cosa diversa, di
aggiornare la discussione su questo punto, o non è previsto l’aggiornamento sui
punti? In tutte le assemblee del mondo è previsto la possibilità di aggiornare!
(Interruzione)
Solo una curiosità, collega Giudiceandrea: per quale motivo non si è convinta
nonostante ci abbiano provato il Presidente del Consiglio e 15 consiglieri
regionali? Adesso il Presidente della Giunta dice le stesse e lei si è
convinto! Qual è la differenza?! Se mi toglie questa curiosità, quasi quasi
ripenso pure al voto!
(Interruzioni)
Poi
c’è questa grande invenzione del Presidente, l’aggiornamento!
Consigliere Tallini, col massimo rispetto, le dita della
mano non sono tutte uguali! Il Presidente si chiama Oliverio e lei si
chiama Tallini!
Consigliere Tallini, concluda!
Lo volevo sentire dire da
lei! Che c’è di male se me lo dice!? Lei è molto sensibile all’autorità
istituzionale e ne prendiamo atto, però le idee sono un’altra cosa.
Formuliamo una proposta: la proposta è che
questo provvedimento vada in Aula dopodomani, senza riaprire i termini per
eventuali emendamenti
Vorrei sapere qual è la differenza tra l’aggiornamento ed il rinvio.
Che si riparte dalla discussione attuale. Sono già stati presentati gli emendamenti e si riparte dal provvedimento
così come lo stavamo per discutere oggi.
Ho capito, adesso
capisco.
Pongo in votazione
questa proposta.
(Il Consiglio rinvia)
Il consigliere Bevacqua proponeva il rinvio anche della
proposta di legge numero 178/10^
alla prossima seduta di Consiglio, che pongo in votazione.
(Il Consiglio rinvia)
Presidente, vorrei intervenire per dichiarazione di
voto sulla proposta
di rinviare la proposta di legge
178/10^. Poiché la proposta era
stata richiamata stasera e il collega Bevacqua la vuole rinviare, spero ciò avvenga, naturalmente,
con l’impegno, visto che c’è la scadenza del 31 dicembre 2016, di trattarla
nella prossima seduta.
Assolutamente, per
forza.
Avendo esaurito i punti
all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri: Scalzo, Salerno, Gentile.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Riconoscimento della legittimità dei debiti
fuori bilancio derivanti da sentenze ai sensi dell’art. 73, comma 1, lett. A)
del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.” (P.L. n. 193/10^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Provvedimento generale
recante norme di tipo ordinamentale e procedurale (Collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2017)”(P.L. n. 194/10^)
È stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – alla prima Commissione
consiliare –
Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento - alla
terza Commissione consiliare – Sanità, Attività sociali, culturali
e formative – alla quarta Commissione
consiliare –
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente -,
quinta Commissione consiliare – Riforme – alla
Commissione Speciale di Vigilanza e al
Consiglio delle autonomie locali.
(Così resta stabilito)
“Legge di stabilità
regionale 2017.” (P.L. n. 195/10^)
È stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – alla prima Commissione
consiliare –
Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento - alla
terza Commissione consiliare – Sanità, Attività sociali, culturali
e formative – alla quarta Commissione
consiliare –
Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente -,
quinta Commissione consiliare – Riforme – alla
Commissione Speciale di Vigilanza e al
Consiglio delle autonomie locali.
(Così resta stabilito)
È stata presentata,
altresì, alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Scalzo, Esposito,
Mirabello - “Introduzione vaccino obbligatorio per i bambini degli asili nido.
Modifiche alla Legge regionale 29 marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi
educativi per la prima infanzia).” (P.L. n. 192/10^)
È stata assegnata alla terza
Commissione consiliare – Sanità, Attività sociali, culturali e formative –alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di
iniziativa della Giunta regionale:
“Piano Regionale di
gestione dei rifiuti (PRGR) e del Piano Regionale amianto per la Calabria
(PRAC).”(P.P.A. n. 151/10^)
È stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Adozione della proposta
di Piano Regionale Trasporti – Piano Direttore e presa d’atto dei relativi
documenti previsti dalla procedura di valutazione ambientale
strategica/valutazione di incidenza.” (P.P.A. n. 152/10^)
È stata assegnata alla
quarta Commissione consiliare – Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:
“Bilancio di previsione
del Consiglio regionale per gli esercizi 2017-2019.” (P.P.A. n. 150/10^)
La seconda Commissione,
con nota n. 50679 del 14 dicembre 2016, ha comunicato che nella seduta del 14
dicembre 2016 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale n. 429 del 10 novembre 2016, recante: 'Piano annuale degli interventi
in materia di relazioni tra Regione Calabria e le Comunità Calabresi nel mondo
– art. 27, L.R. 54/12 e s.m.i.'. (Parere n. 20/10^)
La Giunta regionale con
nota prot. n. 368625 del 7 dicembre 2016, ha trasmesso le deliberazioni n. 478
– 479 – 480 – 483 – 484 – 485 – 486 – 487 – 488 – 489 – 490 – 491 – 492 – 493 –
494 – 495 – 498 – 499 – 500 – 501 - 502 del 6 dicembre 2016, recante:
'variazioni al bilancio di previsione 2016-2018 della Regione Calabria'.
Comunico che, in data 29
novembre 2016, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto
indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria - Parte I – n.
117 del 30 novembre 2016:
Regolamento regionale n.
15 del 29 novembre 2016 concernente: 'Procedure per la denuncia, il deposito e
l’autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la pianificazione
territoriale in prospettiva sismica di cui alla legge regionale n. 37 del 28
dicembre 2015 (pubblicata sul BURC n. 96 del 31 dicembre 2015)'.
Comunico che, in data 2
dicembre 2016, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto
indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente
sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 118 del 2 dicembre 2016:
Legge regionale n. 39 del
2 dicembre 2016, recante: 'Approvazione Rendiconto Generale relativo
all’esercizio finanziario 2015'
Legge regionale n. 40 del
2 dicembre 2016, recante: 'Assestamento e provvedimento generale di variazione
del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario
2016-2018'
Comunico che la 2^
Commissione, nella seduta del 15 dicembre 2016 ha approvato la risoluzione n.
2/2016 ai sensi dell’art. 3, comma 2 della legge regionale 30/2016
'Partecipazione della Regione Calabria alla fase ascendente della normativa
dell’Unione europea' in merito a:
• Proposta del Parlamento
europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 1316/2013 e (UE)
2015/2017 per quanto riguarda la proroga del Fondo europeo per gli investimenti
strategici e il potenziamento tecnico di tale Fondo e del polo europeo di
consulenza sugli investimenti COM (2016)597;
• Consultazione pubblica
sul progetto di Regolamento (UE) della Commissione recante modifica del
Regolamento (UE) n. 651/2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili
con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato.
Graziano - Al Presidente della Giunta regionale
- premesso che:
il territorio del Comune
di Paola in località "Tonnara", confinante a nord con il fiume Deuda
e ad est con la Casa Circondariale di Paola, potrebbe essere interessato da un
grave fenomeno di inquinamento, con seri danni all'ambiente ed alla salute dei
cittadini, a causa della possibile presenza di una discarica al cui interno si
troverebbero i più svariati tipi di rifiuti, anche pericolosi;
tali materiali verrebbero
interrati sul posto, senza alcuna autorizzazione, determinando non solo un
innalzamento del terreno quanto, soprattutto, la formazione di percolato;
l'eventuale presenza di
rifiuti abbandonati nella suddetta area rappresenta un forte elemento di
degrado e, al tempo stesso, una causa di inquinamento ambientale dell'area;
considerato che:
l'eventuale presenza di
tale discarica nei pressi del fiume Deuda rende ancora più preoccupante la
situazione, in quanto lo stesso fiume potrebbe essere interessato da fenomeni
di infiltrazione del percolato, che rappresenta uno dei liquami più difficili
da depurare;
è necessario attivare sin
da subito tutti i controlli e le eventuali misure per garantire l'incolumità
dei cittadini;
è molto grande la preoccupazione
tra la popolazione sia per i potenziali effetti che l'eventuale presenza e
trattamento incontrollato di rifiuti in questa area può avere sulla salute
dell'uomo e sull'ambiente, ma anche per le ripercussioni economiche della
prossima stagione estiva, in virtù di un possibile inquinamento del fiume
Deuda, che sfocia in una zona costiera interessata da diverse attività balneari
e turistiche;
l'economia dell'intera
zona interessata si basa sulla tutela e la salute del mare e delle coste;
per sapere:
e verificare con
l'Amministrazione Comunale, interessandola, se non già a conoscenza, di questa
possibile situazione, e con l'autorità giudiziaria la reale presenza in
località Tonnara nel Comune di Paola dell'area adibita a discarica,
l'estensione dell'area eventualmente interessata nonché di chi sia la proprietà
e se, nel caso si dovesse effettivamente riscontrare tale situazione, se vi
sono tutte le autorizzazioni necessarie;
inviare tecnici e
professionisti degli uffici e degli enti regionali preposti, l'Arpacal e
l'Azienda sanitaria, per verificare lo stato dei luoghi indicati;
mettere in campo quanto
di sua competenza per far iniziare, da parte degli enti competenti,
eventualmente un'opera di bonifica e ripristino dell'area.
(242; 05.12.2016)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale -
premesso che:
con sentenza n.00063/2016
del 13.01.2016 il Tribunale Amministrativo della Calabria ha annullato gli atti
impugnati dal Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino
nei confronti dei provvedimenti della Regione Calabria - Dipartimento n.8,
Agricoltura e Risorse Agroalimentari - Struttura di Controllo sugli atti e
provvedimenti dei Consorzi di Bonifica, a firma del Presidente ing. Fernando
Bafaro: 1) provvedimento nota del 16.11.2015 (prot. N.0342230) avente ad
oggetto "Elezioni consortili rinnovo cariche quinquennio 2014-2019,
limitatamente alla terza sezione (fascia) - sentenza TAR Calabria 2"
Sezione - approvazione verbale e pubblicazione sul B.U.R.C. dei risultati finali;
2) provvedimento nota del 16.11.2015 (prot. N.0342405) avente ad oggetto
"Proclamazione dei risultati delle votazioni del 27/09/2015 dell'assemblea
dei consorziati e degli eletti limitatamente alla 3" sezione; 3)
provvedimento nota del 16.11.2015 (prot. N.0342401) avente ad oggetto
"Elezione del componente della Deputazione Amministrativa"; 4)
provvedimento nota del 16.11.2015 (prot. N.0342396) avente ad oggetto
"Bilancio consuntivo 2013 - Chiarimenti"; 5) provvedimento nota del
16.11.2015 (prot. N.0342387) avente ad oggetto "Presa atto e ratifica
chiarimenti bilancio previsionale 2015";
nella seduta del
01.02.2016 la Struttura di Controllo sugli Atti e Provvedimenti dei Consorzi di
Bonifica, ha preso atto della Sentenza n. 63/2016 del T.A.R. Calabria, annullando
d'ufficio le decisioni in autotutela ed emettendo i provvedimenti di NULLA OSTA
(Documento trasmesso a mezzo PEC - Regione Calabria. Protocollo Generale - SIAR
N. 0029794 del 02/02/2016);
in data 09.02.2016 con il
documento (Prot. N. 1204) - a firma del presidente dell'Ente consortile Dott.
Davide Gravina - ad oggetto "Richiesta parere in ordine ai requisiti
previsti per la contrattualizzazione del direttore generale dell'Ente
consortile", viene ufficialmente interpellata l'ANBI (Associazione Nazionale
Consorzi e Tutela del Territorio e Acque Irrigue);
il sindacato nazionale
degli enti di bonifica di irrigazione e di miglioramento fondiario, in data
03.03.2016 (Prot. N.154/RF/ga) a firma del segretario nazionale Massimo Gargano
- ad oggetto "equipollenza laurea per l'esercizio delle funzioni di
Direttore di un Consorzio di bonifica - , trasmette ufficialmente risposta al
documento (Prot. N. 1204). Nel suddetto documento troviamo testualmente scritto
"Relativamente al caso in oggetto, quindi, poiché il Direttore è in
possesso della laurea vecchio ordinamento in sociologia, in possesso peraltro
di una notevole esperienza dirigenziale, ha, ad avviso dello scrivente,
certamente titolo di rivestire detta carica";
la Giunta Regionale con
deliberazione n.50 della seduta del 24/02/2016 ad oggetto: "Nomina
Commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del
Tirreno Cosentino ex art. 35 della L.R. n. 11/2003", anziché prendere atto
della regolarità degli atti amministrativi consumati dal Consorzio di Bonifica
Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino scioglie gli organi amministrativi
dell'ente consortile;
in data 10.03.2016 la
Regione Calabria, attraverso il legale rappresentante pro-tempore - il
Presidente della Giunta Regionale -promuove ricorso in appello al Consiglio di
Stato per l'annullamento e/o la riforma, previa sospensione dell'efficacia
esecutiva, della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per la
Calabria Sezione Seconda del 12 gennaio 2016 n. 63/2016;
in data 04.05.2016 il
Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria pronuncia Ordinanza (n.
180/2016) sul ricorso promosso dalla Lista Coldiretti del Consorzio di Bonifica
Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino. Nella suddetta ordinanza si legge
testualmente "Ritenuto che le esigenze dei ricorrenti sono apprezzabili
favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del
giudizio nel merito; P.Q.M. il Tribunale Amministrativo Regionale per la
Calabria (Sezione Seconda) fissa la data di discussione al 5 ottobre
2016";
il Commissario
Straordinario (ing. Stefano Aiello) del Consorzio di Bonifica Integrale dei
Bacini del Tirreno Cosentino, con deliberazione n.60 del 13.06.2016 ad oggetto
"Ricorso per annullamento delibera Deputazione Amministrativa n.10 del
03.02.2016 - Determinazioni", ha confermato la correttezza e la
legittimità dell'azione amministrativa consortile relativa alla nomina del
direttore generale dott. Pasquale Ruggiero;
il Consiglio di Stato
(Sezione Terza), in data 07/07/2016, ha pronunciato Ordinanza sul ricorso
proposta dalla Regione Calabria contro il Consorzio di Bonifica Integrale dei
Bacini del Tirreno Cosentino, respingendo l'istanza cautelare;
in data 18.07.2016 il
dott. Davide Gravina (presidente del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini
del Tirreno Cosentino fino alla data del commissariamento) ha notificato via
PEC al Presidente della Giunta Regionale della Calabria un documento ad oggetto
"Deliberazione di Giunta Regionale n. 50 del 24/02/2016, Nomina commissario
straordinario del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno
Cosentino, ex art. 35 della L.R. n. 11/2003. Notifica Ordinanza Consiglio di
Stato (in sede Giurisdizionale Sezione Terza) del 07/07/2016. Richiesta di
revoca in autotutela della deliberazione di Giunta Regionale n. 50 del 2016;
il TAR Calabria, con
sentenza del 22 novembre 2016 n.2265/2016, ha parzialmente annullato la
Deliberazione della Giunta Regionale della Calabria n.50 del 24 febbraio 2016
ed i provvedimenti regionali consequenziali, tra cui il decreto di nomina del
Commissario Straordinario dott. Stefano Aiello;
in data 23.11.2016 l'avv
Arcangelo Guzzo notifica attraverso pec alla Regione Calabria ed al Consorzio
di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino la sentenza del TAR
Calabria n.2265/2016 e comunica "Gli altri addebiti contenuti nel
provvedimento regionale di commissariamento confermati dal T.A.R., ferma
restando la più ampia riserva di impugnazione da parte dei miei assistiti, non
possono da soli in alcun modo sorreggere il commissariamento medesimo, con la
conseguenza che il Consorzio dovrà a questo punto essere restituito alla sua
amministrazione ordinaria, quale risultante delle elezioni anzidette";
L'ANBI (Associazione
Nazionale Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e Acque Irrigue) ha
elaborato un parere (Prot. N.1613 del 01.12.2016) ad oggetto "Sentenza TAR
CALABRIA 00409- 2016. Aloise, Campilongo e altri c/Regione Calabria), dal quale
emerge "Ne dovrebbe discendere, attesa la riconosciuta regolarità delle
operazioni elettorali, una presa d'atto della Regione Calabria con conseguente
revoca del provvedimento di commissariamento";
la COLDIRETTI CALABRIA,
con nota ufficiale n.91/16 del 05/12/2016, ha chiesto ufficialmente, al
Presidente della Giunta Regionale della Calabria ed al Dirigente Generale del
Dipartimento Agricoltura, di provvedere al "riconoscimento della
regolarità delle operazioni elettorali svolte, con una presa d'atto ognuno per
le proprie competenze, da parte della Regione Calabria e della Gestione
Commissariale del Consorzio di Bonifica e la conseguente revoca del
provvedimento di Commissariamento, ripristinando quindi la volontà democratica
del corpo elettorale e l'autogoverno dei consorziati";
in data 06.12.2016 l'ex
presidente dell'ente consortile Davide Gravina ha inviato una nota al Prefetto
di Cosenza ad oggetto "Grave situazione al Consorzio di Bonifica Integrale
dei Bacini del Tirreno Cosentino di Scalea (CS)" con la quale chiede il
"Ripristino immediato degli organi legittimamente eletti (procedure e
risultati elettorali confermati da sentenze del TAR Calabria e Consigli di
Stato";
per sapere:
quali iniziative intenda
realizzare relativamente alla vicenda in oggetto, in modo particolare per
ripristinare gli organi consortili democraticamente e legittimamente eletti
nelle ultime elezioni consortili.
(243; 12.12.2016)
Tallini - Al Presidente della Giunta regionale -
premesso che:
l'articolo 14 del Decreto
Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 "Attuazione della legge 4 marzo 2009,
n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di
efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni", stabilisce che
"ogni amministrazione, singolarmente o in forma associata, senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica, si dota di un Organismo indipendente di
valutazione della performance";
la Regione Calabria ha
recepito tale disposizione con la Legge Regionale 3 febbraio 2012, n. 3
"Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro
pubblico e di efficienza e trasparenza della pubblica amministrazione regionale
ed attuazione nell'ordinamento regionale delle disposizioni di principio
contenute nel decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150", ed in
particolare l'articolo 11 della citata L.R. specifica le funzioni dell'OIV;
in Regione Calabria l'OIV
è stato istituito con Delibera di Giunta n. 147 del 12 aprile 2011 e che si è
stabilita la durata di tale Organismo per un massimo di 3 anni;
con Decreto del
Presidente della Giunta Regionale n. 43 del 10 maggio 2013 è stato nominato
l'OIV regionale;
considerato che tale
organismo
a) monitora il
funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e
integrità dei controlli interni ed elabora una relazione annuale sullo stato
dello stesso;
b) comunica
tempestivamente le criticità riscontrate ai competenti organi interni di
governo ed amministrazione, nonché alla Corte dei conti, all'Ispettorato per la
funzione pubblica e all'ANAC;
c) valida la Relazione
sulla performance e ne assicura la visibilità attraverso la pubblicazione sul
sito istituzionale dell'amministrazione;
d) garantisce la
correttezza dei processi di misurazione e valutazione, nonché dell'utilizzo dei
premi, secondo quanto previsto anche dai contratti collettivi nazionali, dai
contratti integrativi, dai regolamenti interni all'amministrazione, nel
rispetto del principio di valorizzazione del merito e della professionalità;
e) propone all'organo di
indirizzo politico-amministrativo la valutazione annuale dei dirigenti di
vertice e l'attribuzione ad essi delle indennità accessorie per gli obiettivi
raggiunti;
f) è responsabile della
corretta applicazione delle linee guida, delle metodologie e degli strumenti
predisposti dall'ANAC;
g) promuove e attesta
l'assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all'integrità;
h) verifica i risultati e
le buone pratiche di promozione delle pari opportunità.
ritenuto altresì che
l'OIV della Regione
Calabria, insediatosi nel mese di luglio del 2013, ha esaurito il proprio
mandato (3 anni) a luglio del 2016;
ad oggi, sul sito web
dell'Amministrazione regionale non risultano pubblicati i dati relativi al
nuovo OIV;
per sapere:
1) se è stato nominato il
nuovo Organismo indipendente di valutazione e le ragioni per cui non è stata
data pubblicazione;
ovvero
2) il motivo per cui, a
distanza di mesi, la Giunta Regionale non ha ancora provveduto a tale nomina,
considerata la rilevante funzione dell'Organismo, così come ampiamente
descritto in premessa , considerati tutti i delicati e specifici compiti che ad
esso afferiscono, nonché le conseguenze derivanti sul piano della valutazione
dei dirigenti, degli adempimenti connessi agli obblighi di trasparenza e della
prevenzione della corruzione;
3) in quest'ultima
eventualità, quali siano i provvedimenti urgenti che il Presidente della Giunta
Oliverio vorrà adottare, considerati i potenziali danni di tale omissione.
(244; 14.12.2016)
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale -
premesso che:
l'Associazione Emofilici
di Reggio Calabria Onlus ha ideato il progetto per la realizzazione di un
ambulatorio odontoiatrico interamente dedicato a pazienti emofilici e
coagulopatici;
detto progetto è stato
presentato nel corso della prima giornata del congresso interregionale "Il
Paziente Emofilico II Ruolo delle Associazioni nel Miglioramento della Gestione
Medico-Paziente" organizzato presso la sala "Federico
Monteleone" del Consiglio Regionale della Calabria, tenutosi il 5/9/2015;
l'AO Bianchi Melacrino
Morelli ha accolto l'idea per l'attivazione di un ambulatorio odontoiatrico
presso il proprio centro di emofilia, con il patrocinio di FedEmo - Federazione
delle Associazioni Emofilici e della Fondazione Paracelso;
considerato che:
in data 08 giugno 2016,
presso il presidio ospedaliero "Morelli" di Reggio Calabria è stato
inaugurato l'Ambulatorio Odontoiatrico del Centro Emofilia;
l'inaugurazione avrebbe
dovuto rappresentare un momento importante per la sanità nazionale: il Centro
Emofilia - Servizio di Emostasi e Trombosi - di Reggio Calabria è infatti il
primo in Italia ad essere dotato di un ambulatorio odontoiatrico completamente
dedicato ai pazienti emofilici coagulopatici;
l'azienda farmaceutica
BIOVIIIx s.r.l. ha donato al nuovo ambulatorio tutti i macchinari, le
attrezzature ed i mobili necessari per l'attivazione;
per le premesse sopra
indicate il centro sarebbe rientrato in un protocollo d'impiego promosso dalla
Clinica Odontostomatologica del Policlinico Umberto I di Roma;
ritenuto che:
l'ambulatorio
odontoiatrico, malgrado la completezza sotto il profilo strutturale e
tecnologico, ad oltre sei mesi dall'inaugurazione è ancora chiuso, inoperante,
e,pertanto non ha potuto erogare alcuna prestazione;
per sapere:
quali urgenti azioni ed
interventi intenda adottare al fine di procedere con celerità alla piena
attivazione della struttura.
(245; 14.12.2016)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
il 13 dicembre 2006
l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la prima Convenzione
Internazionale sui diritti delle persone con Disabilità;
il Governo Italiano ha
approvato la Legge n.18 del 3 marzo 2009 "Ratifica ed esecuzione della
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità";
la Convenzione delle
Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilita (CRDP) è entrata in
vigore nell'UE il 21 Gennaio 2011 in conformità con la decisione 2010/48/CE del
Consiglio, del 26 Novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della
Comunità Europea, della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle
persone con disabilità;
il Parlamento Europeo ha
approvato nella seduta del 7 luglio 2016 la Risoluzione sull'attuazione della
Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità con
particolare riferimento alle osservazioni conclusive del comitato CRDP delle
Nazioni Unite;
la Risoluzione del 7
luglio 2016 raccomanda che l'UE assume un ruolo guida nell'attuazione inclusiva
della disabilità dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e stabilisca un
piano di lavoro e una revisione intermedia dello stesso al fine di garantire un
meccanismo di monitoraggio e di valutazione e di assicurare la responsabilità
dell'Unione europea;
considerato che:
la Convenzione
rappresenta uno strumento condiviso dalla comunità internazionale che segna
valori ed obiettivi per ampliare il grado di inclusione sociale delle persone
con disabilità e contrastare stigmi e stereotipi;
impegna la Giunta
regionale ed il Presidente della Regione Calabria:
1) ad aderire ai principi
e alle indicazioni della Convenzione ONU sui diritti delle persone con
disabilità per la programmazione e il miglioramento dell'inclusione sociale;
2) a verificare che si
attuino i principi sanciti nella Convenzione ONU dei diritti delle persone con
disabilità sul territorio regionale;
3) a sostenere a livello
nazionale la ratifica della Convenzione;
4) a promuovere attività
di informazione, sensibilizzazione e formazione al fine di favorire una nuova
cultura sulla disabilità basata sull'eguaglianza e sui diritti umani;
5) a monitorare con
continuità l'applicazione della Convenzione, costruendo percorsi di studio e di
ricerca perché ci sia la completa attuazione della Convenzione nella
legislazione, nei regolamenti, negli atti amministrativi regionali;
6) a coinvolgere
attivamente le persone con disabilità e le loro organizzazioni più
rappresentative in ogni processo connesso all'attuazione della Convenzione.
(74; 19.12.2016) Aieta
Il
Consiglio regionale,
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 497 del 6 dicembre 2016: "Piano
regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) e del Piano Regionale Amianto per la
Calabria (PRAC)", composto dal Piano regionale di Gestione dei rifiuti
(PRGR), dal Piano regionale Amianto per la Calabria (PRAC), unitamente al Piano
di monitoraggio di cui all'art. 18 del Decreto legislativo n. 152/2006 e
ss.mm.ii. ed alla Dichiarazione di sintesi e tutti i loro allegati;
visti:
-
la
Direttiva europea 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del consiglio del 19
novembre 2008 relativa ai rifiuti;
-
il
Decreto Legislativo n.152/2006 "Norme in materia ambientale" e
ss.mm.ii. recante norme in materia ambientale;
-
il
Decreto Legislativo n. 205/2010 "Disposizione di attuazione della
Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del consiglio del 19 novembre
2008 relativa ai rifiuti";
-
il
Decreto Direttoriale 7 ottobre 2013 del Ministero dell'Ambiente che adotta il
Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti;
-
il
Decreto Legge n. 138/2011 convertito con la legge n. 148/2011;
-
la
O.C.D.P.C. n. 57 del 14 marzo 2013, recante "Ordinanza di Protezione
Civile per favorire e regolare il subentro della Regione Calabria - Assessorato
alle Politiche Ambientali nelle iniziative finalizzate al definitivo superamento
della situazione di criticità nel settore dei Rifiuti solidi urbani nel
territorio della medesima regione";
-
la
legge regionale n. 18 del 12 aprile 2013 "Cessazione dello stato di
emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze
regionali e strumenti operativi e ss.mm.ii. ;
-
la
legge regionale 11 agosto 2014, n. 14 "Riordino del servizio dei rifiuti
urbani in Calabria";
-
il
Piano regionale di gestione dei rifiuti di cui alla O.D.P.C. n. 6294 del 30
ottobre 2007;
-
la
D.G.R. n. 49 dell'11 febbraio 2013, recante "Approvazione della proposta
delle linee guida per la rimodulazione del Piano di Gestione dei Rifiuti della
Regione Calabria";
-
la
D.G.R. 407 del 21 ottobre 2015, recante "Approvazione aggiornamento delle
linee guida per la rimodulazione del Piano di Gestione dei Rifiuti della
Regione Calabria";
-
la
D.G.R n. 469 del 14 novembre 2014, recante "Approvazione Programma
Regionale di Prevenzione dei Rifiuti";
-
la
D.G.R n.127 del 27 aprile 2015, recante "Piano Regionale Amianto -
Approvazione documento preliminare e del Rapporto Preliminare Ambientale e
avvio della Procedura di VAS";
-
la
D.G.R n. 469 del 14 novembre 2014, recante "Approvazione Programma
Regionale di Prevenzione dei Rifiuti";
-
la
D.G.R n.127 del 27 aprile 2015, recante "Piano Regionale Amianto -
Approvazione documento preliminare e del Rapporto Preliminare Ambientale e
avvio della Procedura di VAS";
-
la
D.G.R n. 381 del 13 ottobre 2015 avente ad oggetto "Attuazione della L.R.
n. 14/2014 delimitazioni degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) e delle Aree
di Raccolta Ottimali (ARO) approvazione schema di convenzione e schema di
regolamento per la costituzione e il funzionamento delle Comunità
d'Ambito";
-
il
D.Lgs. 29 giugno 2010, n. 128, che ha dettato nuove disposizioni in materia di
procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la valutazione di
Impatto Ambientale (VIA) e per l'autorizzazione Integrata Ambientale (AIA);
-
il
Regolamento Regionale n. 3 del 4 agosto 2008 e ss.mm.ii. recante:
"Regolamento Regionale delle procedure di valutazione di Impatto
Ambientale, Valutazione Ambientale Strategica e delle procedure di rilascio
delle Autorizzazioni Integrate Ambientali";
preso
atto che:
-
l'art.
196 del d.lgs. n. 152/2006 "Norme in materia ambientale e ss.mm.ii., in
coerenza con la disciplina comunitaria, demanda alle Regioni la
predisposizione, l'adozione e l'aggiornamento dei Piani regionali di gestione
dei rifiuti (PRGR), di cui all'art. 199 nel rispetto dei principi e delle
finalità ivi indicate;
-
l'art.
199, comma 3, del d.lgs. n. 152/2006 definisce i contenuti del Piano regionale
di gestione dei rifiuti;
considerato
che la Quarta Commissione Consiliare permanente ha licenziato il provvedimento
in oggetto;
delibera
di
approvare il Piano regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) e il Piano
Regionale Amianto per la Calabria (PRAC), unitamente a tutti gli allegati, che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 503 del 6 dicembre 2016 recante: "Adozione della
proposta di Piano regionale dei trasporti - Piano Direttore e presa d'atto dei
relativi documenti previsti dalla procedura di Valutazione ambientale
strategica/Valutazione di incidenza", composta da quattro Capitoli e dieci
Appendici (Allegato A), nonché gli elaborati sviluppati nell'ambito della
procedura di Valutazione ambientale strategica e Valutazione di incidenza
(Allegato B), il Decreto contenente il parere motivato VAS e la Valutazione di
incidenza (Allegato C) e la dichiarazione di sintesi redatta dall'Autorità
procedente (Allegato D), che costituiscono parte integrante del Piano;
richiamate:
- la Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di
determinati piani e programmi sull'ambiente;
- la Direttiva 2003/4/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio del 26 maggio 2003 sull'accesso del pubblico all'informazione
ambientale;
- la Direttiva 2003/35/CE del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 26 maggio 2003 che prevede la partecipazione del pubblico
nell'elaborazione di taluni piani e programmi in materia ambientale;
- la Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli
habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatica;
- il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante:
"Norme in materia ambientali";
- il Regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008, recante:
"Regolamento regionale delle procedure di valutazione di impatto
ambientale, di Valutazione ambientale strategica e delle procedure di rilascio
delle Autorizzazioni Integrate Ambientali";
viste:
- la legge regionale 19 ottobre 2005, n. 25 (Statuto della
Regione Calabria);
- la legge regionale 5 gennaio 2007, n. 3 (Disposizioni
sulla partecipazione della Regione Calabria al processo normativo e comunitario
e sulle procedure relative all'attuazione delle politiche comunitarie);
- la legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i
servizi di trasporto pubblico locale);
preso atto del parere
motivato VAS e Valutazione di Incidenza rilasciato dall'Autorità Competente;
considerato che la Quarta
Commissione Consiliare permanente ha licenziato il provvedimento in oggetto
nella seduta del 13 dicembre 2016;
delibera
di approvare il Piano
regionale dei trasporti - Piano Direttore e la presa d'atto dei relativi
documenti previsti dalla procedura di valutazione ambientale
strategica/valutazione di incidenza, unitamente a tutti gli allegati che
costituiscono parte integrante della presente deliberazione.