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LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 25
SEDUTA Di
GIOVEDì 22 SETTEMBRE 2016
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEI SEGRETARI QUESTORI GIUSEPPE NERI E GIUSEPPE GRAZIANO
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale delle sedute precedenti.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta alle interrogazioni
numero 198/10^, 205/10^, 206/10^ a firma del consigliere Nicolò, numero
194/10^, 208/10^ a firma del consigliere Guccione,
numero 91/10^ a firma del consigliere Giudiceandrea.
(Sono riportate in allegato)
Siamo al primo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 132/10^ d'Ufficio, recante: “Convalida dell'elezione dei Consiglieri regionali”.
Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in
votazione la proposta di
provvedimento amministrativo numero 132/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno che riguarda le interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell’articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ricordo all’Aula che l’interrogante dispone di due minuti per illustrare l’interrogazione, mentre la Giunta regionale dispone di tre minuti per dare la risposta. A sua volta l’interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto.
I consiglieri Nicolò e Orsomarso, con nota del 20 settembre 2016 acquisita al protocollo generale del Consiglio regionale, hanno presentato istanza di congedo per la seduta odierna, per precedenti impegni istituzionali, ed hanno chiesto il differimento della trattazione delle proprie interrogazioni e mozioni poste all’ordine del giorno.
Passiamo quindi all’interrogazione numero 57/10^ di iniziativa del consigliere Giudiceandrea “In ordine allo stato dell'efficacia degli impianti di depurazione e sulle eventuali azioni di monitoraggio ed analisi delle acque di balneazione”.
Questa interrogazione decade per assenza del proponente, consigliere Giudiceandrea.
Vengono rinviate le interrogazioni numero: 155/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò “In ordine alle condizioni di sterilità, igiene, sicurezza al presidio ospedaliero Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria”; e 156/10^ sempre di iniziativa del consigliere Nicolò “Sul reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale di Locri”.
Siamo adesso all’interrogazione numero 157/10^ di iniziativa del consigliere Graziano “In ordine agli urgenti provvedimenti da adottare per garantire il corretto svolgimento dei corsi per OSS e tutelare quanti hanno seguito corsi OSS non conformi alla normativa vigente” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
il Sindacato FIALS Cosenza ha chiesto all'ASP di Cosenza notizie sull'esistenza di specifica convenzione e deliberazione per lo svolgimento di tirocinio per alcuni corsi per OSS - OSSS svolti a Trebisacce presso le Strutture Sanitarie della ASP di Cosenza, CAPT di Trebisacce - ex Ospedale di Trebisacce e Corigliano (oggetto anche in questi giorni di numerosi articoli di stampa), appurando poi che detta obbligatoria procedura di stipula convenzione e di apposita deliberazione, per lo specifico caso, non vi è stata;
in base alla normativa vigente, nazionale e regionale, il tirocinio di corsi non è praticabile in assenza di una convenzione che normi il corso stesso e di una delibera di ratifica della ASP, per come ribadito dallo stesso Sindacato e dai Direttori Sanitari degli Spoke di Castrovillari e Rossano, con specifiche note;
i corsisti, alla luce di quanto sopra e anche secondo le osservazioni del Sindacato FIALS Cosenza, si ritroverebbero a non poter conseguire il titolo di OSS, non avendo il rilascio da parte del Direttore della ASP di un regolare attestato di tirocinio;
l'attività formativa in materia di O.S.S. e conseguentemente anche il tirocinio devono essere preventivamente autorizzati dalla Regione, ai sensi dell'articolo 2 dell'Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2001;
gli stessi corsisti hanno comunque aderito al corso rassicurati dai luoghi di svolgimento dello stesso (Strutture del Servizio Sanitario Regionale) -:
quali urgenti provvedimenti intende assumere per chiarire se per i corsi in questione esista l'atto o provvedimento amministrativo che autorizza detta formazione di OSS - OSSS, se l'attestato che eventualmente viene conseguito è valido e, in caso di riscontro di anomalie e di conseguente non validità del titolo, attivare dei regolari corsi di formazione per OSS - OSSS, del tutto gratuiti, a beneficio di tutti i giovani coinvolti in questa vicenda.”
Il consigliere Graziano ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Grazie Presidente, saluto i colleghi e il Presidente della Giunta regionale.
Si tratta di una interrogazione del 15 marzo 2016 che riguardava “urgenti provvedimenti da adottare per garantire il corretto svolgimento dei corsi per OSS e tutelare quanti hanno seguito corsi OSS non conformi alla normativa vigente”.
Il sindacato FIALS ha chiesto all’Asp di Cosenza notizie su specifiche convenzioni e
deliberazioni per lo svolgimento di tirocini per alcuni corsi di OSS e OSSS
svolti a Trebisacce, presso le strutture sanitarie dell’Asp di Cosenza, vale a dire nell’ex ospedale
di Trebisacce, appurando poi che detta obbligatoria
procedura di stipula convenzione e di apposita deliberazione per lo specifico
caso non vi è stata. Ovvero, pare che nella struttura si svolgessero dei corsi
da parte di alcune organizzazioni che non erano né autorizzate, né riconosciute dalla Regione Calabria.
Si
chiedeva notizia, poi, per capire come fosse possibile che venissero svolti
questi corsi all’interno della struttura pubblica dell’azienda sanitaria
provinciale di Cosenza.
L’interrogazione è presentata, appunto, per sapere quali urgenti provvedimenti intende assumere la Giunta regionale per chiarire se per i corsi in questione esista l'atto o provvedimento amministrativo che autorizza detta formazione di OSS - OSSS, se l'attestato che eventualmente viene conseguito è valido e, in caso di riscontro di anomalie e di conseguente non validità del titolo, chiede di attivare dei regolari corsi di formazione per OSS - OSSS, del tutto gratuiti, a beneficio di tutti i giovani coinvolti in questa vicenda.
Anche perché questi
corsi erano poi a pagamento. Grazie.
La parola al presidente Oliverio.
In riferimento all’interrogazione, mi preme
rappresentare che a seguito di specifica richiesta formulata dal Dipartimento salute della Regione, in data 22 marzo, l’Asp di
Cosenza ha relazionato in ordine alla questione, rilevando, ad esito di una
dettagliata ricostruzione, che non sono rinvenibili delibere di approvazione di
convenzioni in merito a corsi effettuati per il conseguimento del titolo con
riferimento alle strutture di cui al quesito posto dal consigliere Graziano.
L’azienda
ha inoltre rilevato che non è stata investita di alcuna richiesta di
autorizzazione a firma della scuola Sud Europa formazione professionale per
l’espletamento di attività formativa o di tirocinio presso la struttura del Cap di Trebisacce, né presso
altre strutture dell’Asp, e che nessuna autorizzazione è stata rilasciata in
tal senso.
Relativamente
all’anno 2016, non è stato consentito l’utilizzo degli spazi della struttura di
Trebisacce, né di altre strutture dell’Asp per lo
svolgimento di alcun tipo di attività di tirocinio o formazione.
Si
ritiene, per completezza, se l’interrogante ne fa richiesta, di fornire la
documentazione relativa alla ricostruzione compiuta dall’Azienda.
Alla
luce di quanto detto, ferme restando le considerazioni fatte prima dal
consigliere Graziano, il Dipartimento ha investito l’azienda per la valutazione
dei diversi profili che emergono nella vicenda anche in relazione ad atti
eventualmente assunti da precedenti gestioni e per l’adozione di provvedimenti
che si renderebbero necessari.
Prego, consigliere Graziano.
Grazie Presidente, mi ritengo soddisfatto per la risposta del Presidente della Giunta regionale, Oliverio, perché, anche da notizie da me assunte in via informale, i corsi non sono stati più autorizzati. Nel senso che non erano autorizzati, ma qualcosa in passato si era tenuto. Questi corsi non si sono più tenuti, ma l’importante è che nel frattempo sono stati avviati i corsi gratuiti per OSS presso l’Azienda ospedaliera di Cosenza.
Ne prendo atto - non so se a seguito
dell’interrogazione - ma comunque è stata corretta l’impostazione che mi era
stata segnalata. Mi ritengo soddisfatto anche di ciò che è stato fatto
successivamente. Grazie.
Siamo all'interrogazione numero 158/10^ di iniziativa del consigliere Graziano “In ordine agli urgenti provvedimenti da adottare sul fenomeno della sabbia rossa sul Tirreno Cosentino” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
da alcuni giorni a questa parte lungo il litorale di Paola è stata riscontrata, nuovamente e in modo più ampio e consistente, la strana presenza di chiazze estese di sabbia rossa sulla spiaggia;
il fenomeno ha iniziato a manifestarsi in passato al confine tra il comune di Paola ed il comune di Fuscaldo, per poi interessare oggi altre zone estese del litorale della citta di Paola;
è necessario attivare sin da subito tutti i controlli e le eventuali misure preventive per garantire l'incolumità dei cittadini;
è molto grande la preoccupazione tra la popolazione sia per i potenziali effetti che questo fenomeno può avere sulla salute dell'uomo e sull'ambiente, ma anche per le ripercussioni economiche della prossima stagione estiva;
l'economia dell'intera zona interessata si basa sulla tutela e la salute del mare e delle coste -:
quali urgenti provvedimenti intende assumere per fare chiarezza sullo strano fenomeno delle sabbie rosse che si sta espandendo in questa parte del litorale tirrenico, al fine di tutelare la salubrità dell'ambiente e la salute dei cittadini alla luce e di conseguenza quali iniziative intende assumere per non compromettere l'avvio della prossima stagione turistica in una città già da molto tempo sofferente.”
Prego, consigliere Graziano.
E’ una interrogazione del marzo di quest’anno, l’attualità è un po’ persa perché riguardava uno strano fenomeno, che si era verificato sul litorale di Paola, di chiazze estese di sabbia rossa sulla spiaggia.
In effetti è un fenomeno che si è ripetuto fino
all’inizio dell’estate, successivamente, dalle
informazioni che nel frattempo ho assunto, non si è verificato più. Però in
quel momento questo fenomeno c’era ed aveva richiamato l’attenzione ed
allarmato moltissimo la popolazione che vive su quel litorale. So che anche la
Polizia giudiziaria su questa cosa aveva avviato qualche indagine. Era per
sapere quali provvedimenti erano stati presi perché c’era
l’approssimarsi della stagione turistica affinché non venisse compromessa né la
stagione turistica né la salute pubblica dei cittadini o dei bagnanti che
durante l’estate avrebbe usufruito delle spiagge e del litorale di Paola.
Grazie.
La parola alla Giunta per la risposta.
Sull’argomento, come ha ben esplicitato il consigliere Graziano, noi abbiamo informato immediatamente l'Arpacal, proprio perché si potessero fare dei prelievi della sabbia e anche delle acque di balneazione per capire se potessero esserci dei problemi di inquinamento.
Arpacal ha risposto che sono stati fatti degli esami che riguardavano anche le micro alghe e tutto era legato ad un problema di escursione termica.
Ha rassicurato sul fatto che non ci fossero dei
problemi di inquinamento.
Naturalmente, tutta quella zona è stata poi sottoposta ad ulteriori prelievi nel periodo della balneazione da maggio a fine agosto. Questi esiti sono sul sito di Arpacal e possono essere visionati immediatamente.
Sono i transetti che sono stati poi mandati al
Ministero che li ha poi ratificati per cui posso assicurare che dal punto di vista dell’inquinamento
possiamo tranquillizzare la popolazione calabrese.
Prego, consigliere Graziano. Può intervenire per la replica.
Prendo atto di quanto ha comunicato l’assessore all’ambiente, nel senso che mi ritengo soddisfatto degli accertamenti fatti dall’Arpacal e dal Ministero dell’ambiente, se ho capito bene, immagino, attraverso l’Ispra. Mi ritengo soddisfatto della risposta ma, chiaramente, invito a tenere alta la guardia e a continuare a controllare questa spiaggia onde evitare che tali fenomeni si verifichino anche in futuro. Grazie.
Proseguiamo con l’interrogazione numero 160/10^ di iniziativa del consigliere Graziano “In ordine agli urgenti provvedimenti da adottare per il servizio trasfusionale dell’Ospedale di Castrovillari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
con il D.C.A. n° 30, che prevede il riordino delle rete ospedaliera regionale, il commissario ad acta, ha decretato la chiusura del Centro Trasfusionale dell'ospedale di Castrovillari;
il Centro Trasfusionale, da quello che si apprende, sarà trasformato in semplice Unità di Raccolta;
l'Ospedale di Castrovillari è considerato struttura "spoke", quindi essenziale per l'intera area geografica di riferimento;
il D.M. numero 70 del 2015 sancisce che gli Ospedali Spoke della regione devono essere provvisti di Servizio Trasfusionale H 24;
i reparti di Pronto Soccorso, Ostetricia, Chirurgia e Terapia Intensiva Rianimatoria quotidianamente devono affrontare situazioni di elevata criticità trasfusionale;
è presente, inoltre, un reparto di Medicina con tipologie di pazienti che necessitano di cure trasfusionali programmate;
il Centro Trasfusionale risulta di vitale importanza anche per il Reparto di Oncologia Medica che pratica terapia trasfusionale giornalmente;
tutti gli interventi in questione si svolgono H24;
il Centro Trasfusionale effettua diagnostica immunoematologica soprattutto per i reparti di Medicina ed Ostetricia;
lo stesso Centro offre consulenza per l'anestesia e la chirurgia -:
quali urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende adottare per non permettere la chiusura del Centro Trasfusionale dell'Ospedale di Castrovillari e non ridurre il Centro ad una semplice Unita di Raccolta, garantire quindi il Servizio H24 e tutelare così il diritto alla salute, previsto dalla nostra Costituzione, dei nostri corregionali che vivono nell'intera Area del Pollino.”
Prego, consigliere Graziano.
Grazie Presidente. L’interrogazione riguarda il servizio trasfusionale dell’ospedale di Castrovillari.
Si tratta del decreto del commissario numero 30 che prevede il riordino della rete ospedaliera regionale. Il commissario ad acta ha decretato la chiusura del centro trasfusionale dell’ospedale di Castrovillari. Questo genera forte allarmismo per gli utenti di quella struttura perché come si sa Castrovillari è considerata struttura Spoke, quindi essenziale per l’intera area geografica di riferimento che è il Pollino ma potrebbe essere anche l’Alto Ionio.
I reparti di Pronto soccorso, ostetricia, chirurgia e terapia intensiva rianimatoria quotidianamente devono affrontare situazioni
ad elevata criticità trasfusionale, come potete immaginare. E’ presente anche
il reparto di medicina con tipologia di pazienti che necessitano di cure
trasfusionali programmate in questo caso e non di urgenza.
Riteniamo
quindi, che il centro trasfusionale sia di vitale importanza affinché rimanga,
anche, per il reparto di oncologia medico che pratica quotidianamente terapia
trasfusionale.
Tutti
gli interventi in questione si svolgono H24 e quindi è necessario che il
servizio vada mantenuto durante le intere 24 ore. Chiediamo quindi quali
urgenti ed improcrastinabili provvedimenti la Giunta regionale intende adottare
per non permettere la chiusura del centro trasfusionale dell’ospedale di
Castrovillari per come previsto nel decreto commissariale numero 30 e non
ridurre il centro ad una semplice unità di raccolta, come pare che sia
l’intenzione applicando il decreto numero 30 per garantire il servizio H24 e
tutelare il servizio alla salute previsto nella nostra Costituzione dei nostri
corregionali che vivono nell’area del Pollino e dell’Alto Ionio. Grazie.
La
parola alla Giunta regionale.
In relazione all’oggetto di questa interrogazione mi preme rappresentare quanto segue.
Il Dca numero 30 cui faceva riferimento prima il consigliere Graziano “Riorganizzazione delle reti assistenziali ecc.” non ha previsto la chiusura del servizio trasfusionale di Castrovillari che, infatti, continuerà ad assicurare - per come previsto dal Dca 58/2014 che ha approvato la riorganizzazione della rete trasfusionale regionale -tutte le attività trasfusionali di base che evito di elencare e che saranno fornite attraverso questa risposta al consigliere Graziano.
In riferimento al decreto ministeriale 70/2015, che
prevede che nei presidi ospedalieri di primo livello
devono essere presenti o disposti in rete H24 i servizi di radiologia almeno
con Tomografia Assiale Computerizzata, Tac, ed ecografia, laboratorio e
servizio immuno-trasfusionale, si precisa che, in
coerenza con quanto citato nel presidio ospedaliero di Castrovillari,
il servizio trasfusionale svolgerà in regime di H6, ore sei, nelle ore
antimeridiane tutte le attività trasfusionali di base con assegnazione di emocomponenti
di routine ed in urgenza.
Sarà
inoltre dotato di frigo-emoteca per lo stoccaggio di emocomponenti,
al fine di garantire nei restanti turni le sole trasfusioni di emergenza in
rete con il servizio trasfusionale di Cosenza.
Sottolinea,
comunque, che negli ultimi 5 anni il servizio trasfusionale di Castrovillari ha
mantenuto standard di consumo di emocomponenti molto
bassi che attestano il reale fabbisogno delle principali unità operative
mediche e chirurgiche ospedaliere coinvolte trasversalmente nella gestione del
paziente candidato alla trasfusione dei componenti labili del sangue.
Prego, consigliere Graziano.
Presidente della Giunta, onorevole Oliverio, non mi ritengo soddisfatto della risposta perché
credo che un servizio H6, per come è stato enunciato, non sia sufficiente a
garantire il diritto alla salute di chi abita nella zona del Pollino.
Perché
se i casi dovessero essere in misura non elevata nelle ore notturne, diciamo
che la distanza che occorre per andare a prelevare le sacche di sangue da
Cosenza a Castrovillari è di almeno un’ora di tempo solo di andata. Questo
significa due ore di tempo. In due ore, capite bene, chi è medico soprattutto,
che si può mettere a rischio la vita della partoriente, soprattutto, durante un
parto.
Sono
casi che recentemente, per esempio, sono accaduti a Rossano. Tra Rossano e Corigliano c’è una distanza di pochi minuti e recentemente
per poco non si è registrata la morte della partoriente. Ritengo che non sia
sufficiente garantire un servizio per H6, ma è necessario garantire un servizio
almeno H12.
Questo
perché è messa a rischio effettivamente la salute di chi viene ricoverato in
ospedale.
Invito la Regione a recepire con atto aziendale provinciale questa mia richiesta, eventualmente andando a prevedere un servizio di almeno H12 del centro trasfusionale di Castrovillari, perché è chiaramente insufficiente quello di H6.
Le interrogazioni numero 163/10^, 164/10^ e 167/10^, a firma del consigliere Giudiceandrea, decadono per assenza del proponente.
Siamo all'interrogazione numero 170/10^ di
iniziativa del consigliere Bevacqua: “Su mancata
stipula contratto lavoratori ex Programma Stages” di
cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per
sapere –
premesso
che:
con
delibera di Giunta del 5 febbraio 2016, la Regione ha riprogrammato il Piano di
Attuazione regionale del Pon IOG, attuazione Garanzia
Giovani, che fornisce gli indirizzi per il finanziamento di attività di occupabilità dei giovani, al fine di concludere
positivamente manifestazione di interesse tra Regione ed Azienda "Calabria
Lavoro" per la selezione di 145 soggetti del bacino "Programma Stages" aventi un profilo professionale di supporto all'auto
impiego e all'auto imprenditorialità;
a
seguito del decreto numero 6 del 29 febbraio 2016, è presente sul sito
dell'Azienda Calabria Lavoro l'elenco dei 145 soggetti interessati, dal quale
attingere per il contratto;
si
apprende dalla stampa e da fonti sindacali che, a causa della mancata
trasmissione di alcuni documenti dal dipartimento Lavoro della Regione Calabria
al ministero preposto, sarebbe a forte rischio la stipula del contratto con
Azienda Calabria Lavoro -:
quali
provvedimenti si intendono adottare e quali urgenti iniziative di competenza si
intendono assumere per intervenire con decisone, anche in relazione agli uffici
regionali competenti, al fine di accelerare il completamento degli adempimenti
burocratici necessari perché gli interessati comincino immediatamente a
lavorare, secondo quanto previsto dalla convenzione stipulata con Azienda
"Calabria Lavoro".
Prego, consigliere Bevacqua.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, signor Presidente della Giunta regionale,
credo che prima di esporre la mia interrogazione si debba fare una riflessione
su come non far perdere di attualità le interrogazioni che presentiamo.
Se
passano 3, 5 mesi, o un anno dalla data di presentazione delle interrogazioni,
diventa difficile riuscire a trovare attualità nelle cose che cerchiamo di
sottoporre all’attenzione dell’Aula. Ho cercato di rendere attuale questa
partecipazione, partendo dal lavoro fatto in questi mesi dall’assessore e dalla
Giunta regionale, prendendo atto delle graduatorie definitive, approvate con
decreto del commissario di “Azienda Calabria Lavoro” nello scorso luglio, e
dall’assegnazione da parte del Ministero dei 6 milioni di euro.
Nonostante
questo importante lavoro, indicativo ed apprezzabile, ci sono due punti che
chiedo all’assessore al mercato del lavoro di sciogliere.
A due
mesi dalla firma del contratto questi stagisti non sono entrati ancora in
servizio e non sono oggetto del Piano di formazione previsto. Inoltre, chiedo
di sapere se è volontà della Giunta attuale e dell’assessore tentare di
arrivare alla stabilizzazione di queste figure, delle quali parliamo da anni, e
per le quali non abbiamo trovato una soluzione definitiva. Grazie.
La
parola alla Giunta regionale.
In
realtà questa interrogazione è stata posta il 22 aprile ed è abbondantemente
superata dal fatto che non solo sono uscite le graduatorie a luglio ma, di
fatto, a luglio c’è stata la stipula dei contratti; rispetto a questo bisogna
fare un opportuno distinguo che ci permette di capire anche perché alcune fasi
- come diceva il consigliere Bevacqua - non sono
entrate nel vivo.
La
prima è che siamo arrivati alla stipula del contratto di luglio perché c’era
stato un problema su alcune competenze all’interno di questo gruppo di
stagisti, precisamente a carico di 24 persone che avevano un profilo
professionale non coerente con quella che era la progettazione intesa dal
Ministero a vantaggio di garanzia giovani, e quindi dell’auto impiego.
Pertanto,
come il consigliere Bevacqua sa, e come è uscito
sulla stampa, abbiamo ritenuto opportuno non lasciar fuori queste 24 persone, e
coprirle a carico di un residuo di un fondo PAC all’interno del Dipartimento
lavoro.
Di
fatto, ad oggi, queste 24 persone hanno già iniziato a lavorare presso il
Dipartimento lavoro. Sulle restanti persone ieri abbiamo incontrato i
responsabili del sistema informatico dei Centri per l’impiego ed i responsabili
dei Centri per l’impiego sono stati incontrati dal direttore generale e dal
dirigente del settore la settimana scorsa per iniziare a pianificare le
attività. Sappiamo che queste persone andranno a lavorare nei Centri per
l’impiego a valere sulla misura 7.1 – auto impiego di Garanzia giovani –
pertanto è opportuno iniziare con i Centri per l’impiego a stabilire il
contatto e a stabilire anche la tempistica.
Penso
che non andremo ulteriormente per le lunghe, dal momento che la fase di
riorganizzazione col cambio anche di direttore generale ci ha portato un po’ ad
andare per le lunghe nei tempi, ma non penso che ci sarà da aspettare
ulteriormente anche perché con loro stiamo pianificando le attività.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua per la replica. Ne ha facoltà.
Prendo atto delle dichiarazioni dell’assessore.
Siamo
adesso all’interrogazione numero 172/10^ di iniziativa del consigliere Bevacqua, recante: “In ordine alla situazione dei Centri
per l'impiego della Calabria” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale. – Per sapere –
premesso
che:
in
ragione del decreto legislativo numero 150/2015, attuativo del Jobs Act, i Centri per l'impiego sono affidati alla gestione
della Regione fino all'approdo all’ANPAL (Agenzia Nazionale delle Politiche
Attive), il quale dovrà avvenire dopo l'approvazione del referendum confermativo
sulla Riforma Costituzionale che riporta allo Stato la competenza sulle
Politiche Attive;
in un
primo momento la Regione aveva stabilito di far transitare il personale dei CPI
in Calabria Lavoro, sollevando dubbi e perplessità sul piano giuridico/amministrativo,
nonché l'aperta opposizione dei sindacati regionali e degli stessi lavoratori;
a
detta delle fonti sindacali, l'intervento personale del presidente Oliverio ha consentito di porre in essere la saggia e
congrua delega temporanea alle Province per la gestione dei CPI,
subordinatamente alle direttive della Regione;
nonostante
i mesi trascorsi, non si è ancora approdati all'approvazione delle Convenzioni
con le Province, poiché sembra non vi sia un disegno regionale programmatico
chiaro in relazione agli aspetti della gestione, né sul piano normativo, né,
soprattutto, sul piano economico finanziario;
il
Ministero del Lavoro si è già fatto carico delle spese del personale dei CPI,
per una quota pari ai 2/3, per gli armi 2015 e 2016, e buona parte dei predetti
fondi sono già stati trasferiti alla Regione;
oltre
al mancato trasferimento dei predetti fondi ministeriali, inspiegabilmente
trattenuti dalla Regione, le Province, infatti rivendicano il mancato
trasferimento dei fondi regionali atti a coprire la residua quota di 1/3;
le
Province, per le note vicende di bilancio, non sono più in grado di anticipare
gli stipendi e, in alcune realtà, il personale non viene più pagato da alcuni
mesi;
in
questo quadro, i CPI appaiono allo sbando, senza più la possibilità di erogare
i precipui servizi istituzionali e, in diversi casi, privati persino della
capacità di acquistare le dotazioni minime di materiale d'ufficio;
la
situazione è maggiormente aggravata dal fatto che la Regione non ha provveduto
ad emettere i regolamenti attuativi delle modalità operative del Decreto
legislativo 150/2015 ed a predisporre il modello del c.d. progetto
personalizzato del lavoratore, senza il quale l’INPS non è in grado di erogare
ai lavoratori disoccupati, che ne hanno fatto richiesta, la nuova provvidenza
economica ASDI - assegno per la disoccupazione;
non
poca preoccupazione destano, più in generale, le tante, troppe, incertezze
operative in ordine al mercato del lavoro calabrese, a cominciare dai bandi
emessi per i disoccupati ed i lavoratori in mobilità in deroga, a più riprese
pubblicati, ritirati, sospesi, corretti;
la
mia proficua ed esaltante esperienza maturata, in qualità di assessore al
Mercato del Lavoro ed alla Formazione Professionale della Provincia di Cosenza,
al fianco del presidente Mario Oliverio, sortendo
l'unanime riconoscimento ai Centri per l'impiego della Provincia di Cosenza,
come quelli più efficaci e meglio organizzati della regione, mi impone
l'obbligo morale e politico di intervenire, richiedendo gli opportuni
chiarimenti in merito alle palesi deficienze che da diversi mesi stanno
attraversando i Servizi per l'impiego in Calabria;
questo
deplorevole stato di cose non è appropriato, alla storia politica ed all'etica
del presidente Oliverio, al quale non può essere
addebitato, in alcun modo questo scenario -:
se
non reputa necessario, nella circostanza, una verifica ed un impegno diretto
per correggere la direzione di questo percorso, al fine di renderlo
maggiormente conforme alle idee programmatiche sulle cui basi abbiamo ottenuto
l'ampio consenso dai cittadini calabresi.”
Prego, consigliere Bevacqua.
Presidente,
anche questa è una interrogazione che nasce dopo aver ascoltato gli operatori
del settore che lamentano un forte ritardo da parte dell’assessorato al lavoro.
So che però in questi giorni si è molto lavorato per risolvere i problemi che
si sottopongono alla vostra e alla nostra attenzione.
Mi
fermerei solo per chiedere all’assessore al ramo di accelerare i tempi o per
sapere come sta provvedendo per emettere i regolamenti attuativi delle modalità
operative del decreto legislativo 150/2015 ed a predisporre il modello del
cosiddetto “Progetto personalizzato del lavoratore”, senza il quale l’Inps non
è in grado di erogare ai lavoratori disoccupati, che ne hanno fatto richiesta,
la nuova provvidenza economica Asdi, assegno per la
disoccupazione.
E’ un
problema avvertito da molti e chiederei quindi all’assessore di accelerare
ulteriormente i tempi. Se è giusta l’osservazione o le cose che mi hanno fatto
rilevare gli operatori del settore per dare un input maggiore a chi oggi vive
una situazione di precarietà legata al passaggio di competenze avvenute in
questo periodo. Grazie.
Prego,
assessore Roccisano.
Rispetto
all’ interrogazione del 26 aprile, abbiamo superato la fase delle convenzioni
che sono state firmate l’1 giugno e questo ci ha permesso di sbloccare
automaticamente la parte dei pagamenti. Ovviamente, come diceva il consigliere Bevacqua, abbiamo da riorganizzare alcuni step che sono quelli del front-office,
cioè delle persone che specificatamente si occupano anche dei servizi sull’Asdi e sui disoccupati.
Inoltre, i Centri per l’impiego ci stanno dando una grossa mano anche in questi giorni per quanto riguarda l’esperimento delle procedure per i bandi. Pertanto, come ha detto anche lei all’inizio, ci siamo già mossi incontrando i responsabili dei Centri per l’impiego sul territorio regionale. A livello nazionale, stiamo lavorando insieme agli altri assessori delle Politiche del lavoro e all’Agenzia nazionale delle politiche attive, per considerare anche le spese di funzionamento e per fare in modo che i precari – c’è anche tutta la problematica dei precari – a partire dal 2018 rientrino tra i dipendenti a tempo indeterminato dell’Agenzia nazionale; riteniamo, quindi, che non stiamo di fatto perdendo un passo rispetto a quella che è la riforma a livello nazionale, e quindi, anche per i centri per l’impiego. Lei, consigliere Bevacqua, può star tranquillo in questo senso.
Speriamo che siano tranquilli anche gli operatori. Prendo atto della dichiarazione dell’assessore.
Siamo
all’interrogazione numero 173/10^ di iniziativa del consigliere Graziano, recante: “In
ordine agli urgenti provvedimenti da adottare sulla situazione della
Neuropsichiatria Infantile (NPI) del distretto di Rossano” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale. – Per sapere –
premesso
che:
il
responsabile della Neuropsichiatria Infantile del distretto di Rossano risulta
in pensione ormai da diversi mesi;
attualmente
nessuna figura ricopre il servizio;
coloro
i quali necessitano di assistenza sono costretti a recarsi nelle strutture
presenti nei comuni di Cariati e di Corigliano;
i
neuropsichiatri delle strutture di Cariati e Corigliano, a causa dell'enorme
carico di lavoro, svolgono l'assistenza richiesta in condizioni di disagio e di
difficoltà;
l'eccesso
di domanda che proviene dall'intero territorio si traduce in prestazioni di
servizi poco efficienti;
inoltre
i tempi di intervento sono biblici;
alle
famiglie interessate, tra l'altro, spetterebbe un contributo di 20 euro al
giorno per ciascuno bambino che presenta disabilità, ma questo contributo non è
mai stato corrisposto;
richiedere
il certificato di rivalutazione, obbligatorio per ottenere il sostegno a
scuola, risulta, ad esempio, quasi impossibile;
quanto
sopra esposto va ad aggravare la situazione del sostegno a scuola, che già da
tempo è stato oggetto di tagli, tanto che agli alunni che ne usufruiscono non è
garantito il servizio per l'intera durata dell'anno scolastico -:
quali
urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende adottare per ristabilire, in
condizioni di normalità, il servizio di neuropsichiatria infantile nel
distretto di Rossano e garantire, quindi, un servizio vitale e necessario ai
bambini di questo comprensorio”.
Prego, consigliere Graziano.
Presidente, la espongo ma dico dopo perché la ritiro.
Questa era una interrogazione del 26 aprile 2016, riguardante la necessità di nominare un responsabile della neuropsichiatria infantile nel distretto di Rossano, il precedente è in pensione da diversi mesi.
Fino a quel momento ancora nessuna risposta era
stata data, quindi gli utenti erano costretti a recarsi nei comuni di Cariati e
di Corigliano con notevole difficoltà e disagio,
anche perché l’eccesso di domanda che proveniva dal circondario di Rossano si
traduceva in prestazioni di servizio poco efficienti.
Inoltre, i tempi di intervento attraverso gli ospedali di Cariati e Corigliano erano biblici. Si chiedevano urgenti e improcrastinabili provvedimenti alla Giunta regionale per ristabilire, in condizioni di normalità, il servizio di neuropsichiatria infantile nel distretto di Rossano e garantire, quindi, un servizio vitale e necessario ai bambini di questo comprensorio.
Nel frattempo, nell’ultimo periodo, è stato
assegnato un medico di neuro psichiatria infantile alla struttura di Rossano e
quindi, essendo stato risolto il problema,
l’interrogazione viene meno.
L’altra parte della interrogazione riguardava il pagamento alle famiglie interessate del contributo di 20 euro al giorno per ciascun bambino che presentava disabilità. Contributo che non era stato mai corrisposto. Devo dire che è stato corrisposto il 2015 ed ho avuto rassicurazioni che anche il 2016 sarà preso in esame. A questo punto, ritiro l’interrogazione. Grazie.
Siamo adesso all’interrogazione numero 179/10^ di
iniziativa del consigliere Graziano, recante: “Sul grave stato di abbandono in
cui versa la viabilità della strada provinciale 260, strada provinciale 200 e
strada comunale di collegamento scala Coeli e la frazione di San Morello” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. - Per
sapere –
premesso
che:
la
strada provinciale nr. 260 (exSS108 Ter) che doveva collegare Cariati a San
Giovanni in Fiore, risulta interdetta al traffico da ormai 10 anni nel tratto
compreso tra i Comuni di Scala Coeli e di Terravecchia, e che nonostante le
lamentele dei cittadini e degli allevatori a tutt'oggi non si hanno certezze se
questo tratto di strada verrà ripristinato;
la
strada provinciale nr. 200 che collega la piccola frazione di San Morello alla
SS106 Jonica è in uno stato di degrado abnorme. Difatti, da un sopralluogo da
me effettuato in data 19 maggio u.s. ho potuto constatare di persona la grave
situazione di abbandono della predetta arteria stradale;
l'unica
strada comunale di collegamento tra Scala Ceoli e San
Morello è chiusa al traffico, ma transitata da tutti abusivamente. Questa
infrastruttura è strategica per la viabilità e le comunicazioni di un
comprensorio ad alto sviluppo agricolo ed è utilizzata anche dai comuni
limitrofi per recarsi sulla SS 106 Jonica;
considerato
che:
la
Provincia di Cosenza, ha trasmesso alla Regione Calabria un progetto di massima
che riguarda la SP260 Cariati > San Giovanni in Fiore per essere inserito
nei prossimi finanziamenti regionali;
il
Comune di Scala Coeli è destinatario di un finanziamento per il dissesto
idrogeologico in capo all'Ufficio Commissario Straordinario Ing. Carmelo Gallo
e che alla data odierna nulla è stato ancora fatto;
considerato,
infine, lo stato di abbandono della SP200 San Morello > SS 106 Jonica -:
quali
urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende adottare per porre fine ad
una emergenza che ormai si protrae da anni e che ha visto dissipare ingenti
risorse pubbliche per interventi di somma urgenza e che, a tutt'oggi, non hanno
risolto le gravi problematiche segnalate. E se è stato previsto lo stanziamento
dei fondi necessari, da parte della Regione Calabria, per cofinanziare
l'intervento sulla SP260.”
Prego, consigliere Graziano.
Questo
è un problema importante e rilevante perché si tratta del centro abitato di
Scala Coeli e della frazione di San Morello, due centri della parte bassa dello
Ionio cosentino nella zona interna, che sono praticamente isolati perché la
strada provinciale SS108Ter, che doveva collegare Cariati a San Giovanni in
Fiore, risulta interdetta al traffico ormai da 10 anni nel tratto fra Scala
Coeli e Terravecchia. Nonostante le continue lamentele dei cittadini, a
tutt’oggi non è giunta nessuna risposta da parte della provincia su questo
tratto per il ripristino.
C’è
poi la strada provinciale 200 che collega la frazione di San Morello con la
SS106 ionica che è in uno stato di degrado abnorme e difatti, da un sopralluogo
da me effettuato il 18 maggio, ho potuto constatare di persona la grave situazione
di abbandono della predetta arteria stradale.
L’unica
strada comunale di collegamento tra Scala Coeli e San Morello è chiusa al
traffico ma transitata da tutti in modo abusivo, altrimenti non si saprebbe
come raggiungere il centro abitato. Siccome questa infrastruttura è strategica
per la viabilità e la comunicazione di un comprensorio ad alto sviluppo
agricolo ed è utilizzata anche dai comuni limitrofi per recarsi sulla statale
106 ionica, e considerato che la provincia ha trasmesso alla Regione Calabria un
progetto di massima che riguarda la strada provinciale 260 Cariati-San Giovanni
in Fiore per essere inserita nei prossimi finanziamenti regionali, e, ancora,
Scala Coeli è destinataria di un finanziamento per dissesto idrogeologico in
capo all’ufficio Commissario
Straordinario, Ing. Carmelo Gallo, e alla data odierna nulla è stato ancora
fatto; considerato, infine, lo stato di abbandono della SP200 San Morello - SS
106 Jonica che, fra l’altro, nelle ultime settimane è stato oggetto di un altro
movimento franoso in prossimità dell’abitato di San Morello con le prime piogge
di fine estate che si sono avute, chiedo di sapere, quindi, quali urgenti ed
improcrastinabili provvedimenti intende adottare per porre fine ad una
emergenza che ormai si protrae da anni e che ha visto dissipare ingenti risorse
pubbliche per interventi di somma urgenza e che, a tutt'oggi, non hanno risolto
le gravi problematiche segnalate. E se è stato previsto lo stanziamento dei
fondi necessari, da parte della Regione Calabria, per cofinanziare l'intervento
sulla SP260.
La parola all’assessore Musmanno.
Riguardo
all’interrogazione consiliare in oggetto, si specifica che a seguito degli
eventi di dissesto idrogeologico verificatisi nei giorni 24, 25 e 26 marzo 2015
la Giunta regionale, su proposta del dipartimento infrastrutture lavori
pubblici e mobilità, ha finanziato con deliberazione numero 105 del 2015 un
intervento denominato “Ripristino della strada comunale Scala Coeli-San
Morello” di importo pari a 200 mila euro, da attuarsi da parte del comune di
Scala Coeli.
Attualmente
è in corso di sviluppo la progettazione definitiva a cura del medesimo comune.
L’intervento denominato “Completamento dei lavori di consolidamento e messa in
sicurezza del centro storico e della frazione San Morello”, avente come
soggetto attuatore il commissario straordinario per il dissesto idrogeologico
per un importo pari a 600 mila euro, risulta aggiudicato con contratto
stipulato con l’impresa appaltatrice al repertorio numero 81, registro numero
2283 del 22 aprile 2016, ed i lavori sono in corso di realizzazione.
Relativamente
alla provincia di Cosenza, menzionata nella suddetta interrogazione, si
evidenzia come il Por 2014/2020 non individua come ammissibili in generale i
finanziamenti per infrastrutture stradali e che i fondi Fsc
2007-2013 erano stati già programmati alla data di acquisizione della citata
richiesta.
Gli
interventi finanziati con i suddetti fondi stradali riguardano i corridoi
stradali ed autostradali ritenuti di interesse strategico per la Calabria,
anche a favore di un maggior grado di sicurezza. Ad esempio la strada statale
106.
L’intervento
segnalato, compatibilmente con le risorse disponibili e che per come previsto
nel Piano regionale dei trasporti, potrebbe essere inserito nella prossima
programmazione dei fondi di sviluppo e coesione.
Infine,
si precisa che in sede di conferenza Stato-Regioni è stata richiesta al Governo la dotazione di un fondo
destinato alla viabilità provinciale.
Prego, consigliere Graziano.
Mi
ritengo insoddisfatto dalla risposta data dall’assessore Musmanno in relazione
alla interrogazione posta, perché ciò che è stato risposto non va a risolvere
sicuramente nell’immediato i problemi di comunicazione e di viabilità per gli
abitanti di Scala Coeli e di San Morello. Ripeto che recentemente ci sono stati movimenti franosi fra San Morello e la 106.
Ciò che verrà fatto nel piano dei trasporti lo vedremo. Chiedere fondi al Piano
di azione e coesione sta bene, ma non ci sono date e tempi certi nella risposta
per poter risolvere questo problema.
Il
centro abitato di Scala Coeli e la frazione di San Morello continuano ad essere
isolati. Non mi pare che ci sia nella sua risposta un termine per porre fine a
questa cosa che va avanti da decenni.
Ho
avuto notizie stamattina prima di venire in Consiglio regionale, ho chiesto di
nuovo a che punto fosse la questione e mi è stato risposto che le cose sono peggiorate
per gli eventi franosi che si sono verificati in questo mese di settembre.
Non
so a questo punto cosa potrebbe accadere in inverno. Speriamo per l’intero
paese che gli abitanti non debbano essere soccorsi con l’elicottero. Grazie.
Siamo
all’interrogazione numero 180/10^ di iniziativa del consigliere
Graziano, recante: “Sulle criticità del servizio sanitario relativo alla PMA (Procreazione medicalmente
Assistita)” di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale – Per sapere –
premesso
che:
la
Regione Calabria, nella Conferenza Stato Regioni, aveva assunto l'impegno ad
inserire nei LEA (livelli essenziali di assistenza) la PMA (procreazione
medicalmente assistita);
a
causa del Piano di Rientro la PMA non risulta ancora inserita nei LEA previsti
dal DPCM del 29 Novembre 2001;
ciò
comporta la mancanza di copertura economica delle prestazione di PMA eseguite
dai calabresi fuori regione;
l'unica
struttura specializzata nella PMA risulta essere l'Ospedale Annunziata di
Cosenza, con un Centro di primo livello;
i
Centri di primo livello eseguono prestazioni di PMA decisamente limitate;
da
questo scaturisce un fenomeno di "turismo sanitario" verso Centri
altamente specializzati (di secondo e terzo livello) presenti nelle altre regioni;
sono
veramente tanti i cittadini calabresi costretti a questa migrazione
dall'ennesimo deficit del nostro sistema sanitario regionale;
al
disagio causato dal doversi spostare in Centri specializzati di altre regioni
si aggiunge anche un ulteriore onere finanziario per i cittadini calabresi che
non si vedono riconosciute dal nostro sistema sanitario le spese per tutte le
prestazioni necessarie;
di
conseguenza, in mancanza della Convenzione specifica con le altre Regioni, come
sopra esplicitato, i nostri corregionali si trovano costretti a sborsare somme
ingenti per un loro diritto – :
quali
urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende adottare per trovare
definitivamente una soluzione alle criticità sopra elencate affinché anche ai
nostri corregionali, che già vivono una situazione difficile sotto il profilo
medico e psicologico, possano essere assicurato un efficiente servizio
sanitario di PMA, che garantisca il giusto diritto alla salute”.
Prego consigliere Graziano.
Ritiro per il momento questa interrogazione e chiedo al Presidente di metterla all’ordine del giorno della prossima seduta delle interrogazioni perché ho avuto notizia che pare ci siano provvedimenti che la Giunta sta adoperando. Grazie.
Siamo
all’interrogazione numero 193/10^ di iniziativa del consigliere
Mirabello, recante: “In merito allo stato di attuazione del piano di
vaccinazioni per la “febbre catarrale” degli ovini, malattia infettiva nota in Italia con il nome di Bluetongue o Lingua Blu” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale –
Per sapere –
premesso
che:
negli
anni 2014 e 2015 gli allevamenti ovini della regione sono stati falcidiati
dalla "febbre catarrale", più comunemente nota come "Bluetongue". Si tratta, nello specifico, della
malattia infettiva dei ruminanti trasmessa da alcuni insetti vettori, che si
manifesta in forme più gravi negli ovini con sintomi caratterizzati da
infiammazioni e ulcere della bocca, cianosi della bocca e della lingua (da cui
il nome di "bluetongue" o lingua blu), per
la quale gli animali possono morire per asfissia, per polmonite batterica o per
grave deperimento;
le
epidemie di cui sopra, come facilmente intuibile, hanno provocato ingenti danni
agli allevamenti che ne sono stati colpiti;
allevamenti
che, vale la pena ricordarlo in questa sede, rappresentano soprattutto nella
provincia di Crotone (dove si concentrano la stragrande maggioranza degli
allevamenti) una tra le poche realtà produttive conosciute in tutta Italia
grazie al "pecorino crotonese" che ha da poco ottenuto il
riconoscimento da parte dell'Unione Europea (ai sensi del regolamento CEE N°.
2081/92) della denominazione di origine protetta (D.O.P.);
in
ragione di quanto sopra esposto, anche a seguito di un ordine del giorno
presentato dal sottoscritto ed approvato all'unanimità dal Consiglio regionale
in data 25.09.2015, il presidente Oliverio, a conferma degli impegni presi con
gli allevatori calabresi, ha promosso un protocollo di intesa tra i
Dipartimenti regionali dell'Agricoltura e della Tutela della Salute e TARA, per
l'esecuzione ed il coordinamento di un piano di vaccinazione degli animali;
nello specifico, la Regione ha stanziato trecentomila Euro per acquistare oltre
300.000 dosi di vaccino;
il
Piano prevede la vaccinazione di tutti gli allevamenti di ovini del crotonese e
parte di quelli della provincia di Catanzaro, ossia le zone nelle quali, negli
ultimi due anni, si sono palesati i focolai della malattia e prevede altresì
vaccinazioni fuori dalle provincie di Crotone e Catanzaro solo in casi
particolari, che sono valutati, volta per volta, dai veterinari delle ASP;
in
questo quadro diventa, dunque, fondamentale per scongiurare la recrudescenza
della malattia la tempestività delle operazioni di vaccinazione degli
allevamenti di cui sopra -:
lo
stato di attuazione del programma di vaccinazioni e nello specifico: quanti allevamenti
e quanti capi sono stati vaccinati, quanti ne restano da vaccinare e in quanto
tempo si conta di chiudere il piano di vaccinazione.”
Prego consigliere Mirabello.
Presidente, si tratta di una interrogazione del 14 luglio 2016 che avevo depositato alla luce dell’emergenza del completamento della prima fase dei vaccini. Siamo di fatto alla fase dei richiami, pertanto non ritengo attuale in questa fase l’interrogazione stessa che ritiro.
Siamo all’interrogazione numero 199/10^ di iniziativa del
consigliere Graziano, recante: “Sul mancato inserimento dell’alluvione del 12
agosto 2015 nel provvedimento ministeriale di riconoscimento dei danni
(delibera del 28.07.2016)” di cui
do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale – Per sapere –
premesso
che:
il
28 Luglio 2016 il Consiglio dei Ministri approva una delibera, in attuazione
della Legge di Stabilità 2016, attraverso la quale stanzia 800 milioni di euro
finalizzati al riconoscimento di contributi per i danni subiti dalle abitazioni
private e dalle attività economiche a causa di calamità, individuando 40 eventi
di natura meteo-idrogeologica verificatisi in Italia dal maggio 2013 ad oggi;
la
suddetta delibera individua per la regione Calabria un solo evento per il
riconoscimento dei danni subiti dalla popolazione, quello che nel novembre 2015
ha colpito la Locride;
il
12 agosto 2015 la Sibaritide e, in particolare, i Comuni di Rossano e
Corigliano sono stati interessati da una violenta alluvione che ha devastato il
territorio, messo in ginocchio l'agricoltura e l'imprenditoria e causato danni
enormi alle abitazioni;
considerato
che:
in
base a quanto stabilito nella suddetta delibera le centinaia di famiglie della
Sibaritide e dei Comuni di Rossano e Corigliano, in particolare, che hanno perso
tutto a causa del terribile nubifragio del 12 agosto 2015 sono stati esclusi
dal piano di risarcimento previsto dal CdM;
il
fatto che il provvedimento del Governo abbia individuato per la Calabria un
unico evento di natura meteo -idrogeologica per cui è possibile, per i
cittadini, avere un risarcimento, non è assolutamente spiegabile né
accettabile;
si
ritiene assolutamente necessario che venga posto rimedio a questa situazione e
vengano individuate le cause che hanno portato all'esclusione dell'alluvione
del 12 agosto 2015 dal provvedimento ministeriale - :
quali
provvedimenti inderogabili ed urgenti intende assumere affinché vengano
riconosciuti, anche per l’alluvione dello scorso 12 agosto 2015 che ha
interessato i territori della Sibaritide, i danni subiti dalle abitazioni
private e dalle attività economiche, così come già stabilito dalla delibera
ministeriale per la Locride.”
Prego consigliere Graziano.
Questo
è un fatto effettivamente molto grave che è accaduto a fine luglio; sono stati
praticamente inseriti, attraverso una delibera del Consiglio dei Ministri del
28 luglio, i comuni che dall’agosto e da maggio 2013 avessero subito un evento
alluvionale nel loro territorio.
Sono
stati previsti all’interno della delibera del Consiglio dei Ministri 40 eventi
su 49. Nei 9 eventi esclusi risulta essere l’evento alluvionale dell’agosto
2015 della Sibaritide, dove anche il presidente Oliverio è stato quotidianamente
presente, insieme a me e ai sindaci della zona. Ci saremmo aspettati qualcosa
dal Governo,
in seguito a quella violenta alluvione che ha colpito soprattutto i privati e
gli edifici privati e le attività commerciali. Purtroppo questo finanziamento
di 800 milioni, previsto nella finanziaria 2016 approvata a dicembre 2015,
prevedeva per l’appunto che a tutti i comuni che avevano subito eventi
alluvionali dal maggio 2016 in poi fossero finanziate le attività commerciali
che avevano subito danno e le strutture private che avessero subito danno.
Stranamente
si è trovato fuori l’evento alluvionale della Sibaritide che è cosa molto
grave.
Chiedo
di sapere quali provvedimenti inderogabili ed urgenti intende assumere la
Giunta regionale affinché vengano riconosciuti, anche per l’alluvione dello
scorso 12 agosto 2015 che ha interessato i territori della Sibaritide, i danni
subiti dalle abitazioni private e dalle attività economiche, così come già
stabilito dalla delibera ministeriale per la Locride.
La parola al Presidente della Giunta regionale.
Colgo
l’occasione di questa interrogazione del consigliere Graziano per informare il
Consiglio che in relazione alla calamità dell’agosto 2015 che ha colpito la
Sibaritide e in particolare i territori dei comuni di Crosia, Rossano e
Corigliano il dipartimento all’agricoltura della nostra Regione ha predisposto, attraverso
sopralluoghi, una relazione dettagliata della condizione dei danni provocati da
quell’evento.
La
Giunta regionale in data 24 settembre 2015, con delibera numero 348, ha
richiesto al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali la
dichiarazione di carattere eccezionale a seguito della calamità.
Il
Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali a seguito della
nostra richiesta ha trasmesso il decreto 024266 del 18 novembre 2015,
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 282 del 3 dicembre 2015, acquisito
agli atti del dipartimento, dichiarando per i comuni prima richiamati
l’esistenza dei caratteri di eccezionalità degli eventi calamitosi per i danni
causati alle strutture aziendali e alle infrastrutture connesse all’attività
agricola.
Il
Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, sulla base dei
danni riconosciuti con i decreti di declaratoria, ha disposto proposta di
prelevamento dal fondo di solidarietà ripartendo tra le regioni le
disponibilità finanziarie per gli interventi compensativi dei danni ai sensi
del decreto legislativo 102 del 2004 assegnando alla Regione Calabria l’importo
di 1 milione 687 mila 283 euro per i danni verificatisi a decorrere dal 28
novembre 2014 fino all’11 dicembre 2015.
La
proposta del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali è stata
approvata dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 20 gennaio di quest’anno
del 2016.
L’Uotp funzione territoriale di Cosenza ha curato nell’ambito
delle proprie competenze l’espletamento delle procedure amministrative delle
376 richieste di compensazione dei danni pervenute inerenti le zone
interessate, chiedendo a tal proposito ai diretti interessati integrazione
sulla documentazione trasmessa.
Alla
data odierna, a seguito dell’approvazione da parte del Ministero delle
politiche agricole, alimentari e forestali, non è ancora pervenuto il
trasferimento delle risorse. Mi preme dire che la stessa deliberazione prima
richiamata, con la quale si dichiarava lo stato di calamità, è stata trasmessa
al dipartimento della protezione civile
e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il
rilievo che è stato evidenziato dal consigliere Graziano è stato alla base di
una nostra iniziativa tempestiva nei confronti del dipartimento della protezione civile e della Presidenza del
Consiglio dei Ministri affinché si correggesse un provvedimento che è
assolutamente omissivo relativamente alla parte relativa ai danni dell’attività
commerciale e delle altre strutture.
Abbiamo
avuto rassicurazioni in tal senso da parte del responsabile alla protezione civile, dottor Curcio, che si
procederà in una delle prossime sedute del Consiglio dei Ministri ad assumere i
provvedimenti necessari per integrare anche il territorio dei comuni
interessati dall’alluvione dell’agosto 2015 al fine di consentire il pagamento
dei danni subiti mettendo questa realtà in allineamento con le altre che sono
state oggetto del provvedimento prima richiamato.
Prego, consigliere Graziano.
Mi
ritengo soddisfatto dalla riposta fornita dal Presidente della Giunta regionale, Oliverio, in merito all’allarme
che avevo dato agli inizi di agosto. Vedo che ciò ha dato delle azioni
successive il là della sollecitazione da parte della Giunta regionale. Prendo
atto che c’è stata una immediata interlocuzione con la protezione civile nazionale e che questo evento sarà messo
all’interno del finanziamento di 800 milioni di euro.
Questo non può che far piacere agli abitanti della Sibaritide che hanno subito un enorme danno e che sono stati esclusi in una prima fase. Invito la Giunta regionale e il dipartimento protezione civile a vigilare affinché questo venga fatto dal Consiglio dei Ministri.
Do lettura dell’interrogazione numero 210/10^ di
iniziativa del consigliere Graziano, recante: “Sulla concessione dei fondi
“Centri Diurni per Anziani” ad associazione “Super Body Healt Club” di
Savelli (Kr)”: “Al Presidente della Giunta regionale – Per sapere –
premesso che:
con decreto numero 1066 del 2
febbraio 2012, pubblicato sul BURC numero 8 in data 24 febbraio 2012, è stato
pubblicato l'Avviso pubblico "CENTRI DIURNI per ANZIANI"- Interventi
per la realizzazione, potenziamento e riqualificazione di Centri Diurni;
nella graduatoria definitiva, l'Associazione "SUPER BODY HEALT
CLUB", PI. 91009470799 con sede in via Roma, snc di SAVELLI (KR) figura
tra i progetti ammessi a finanziamento con i fondi al momento disponibili per
un importo a carico del POR Calabria FESR pari a Euro 50.000,00 su un progetto
di investimento di complessivi Euro 63.515,51; con decreto del dirigente (prot. n° 2246 - 26/11/2015) Dott. Nicola De Marco con il
quale assegna la somma di 25.000 € come anticipazione del 50% di un
finanziamento ad un centro diurno per anziani denominato "Associazione
SUPER BODY HEALT CLUB";
il POR Calabria FESR 2007/2013, su cui va a valere il predetto Avviso
Pubblico, prevede all'interno dell'Asse Prioritario IV - Qualità della Vita e
Inclusione Sociale, nell'obiettivo generale di qualificare i servizi di
assistenza e di sostegno all'autonomia degli anziani e dei diversamente abili,
la Linea di Intervento 4.2.1.1 che finanzia la realizzazione, il potenziamento
e la riqualificazione delle strutture residenziali e semi - residenziali per
anziani e diversamente abili;
considerato che:
la Questione Sociale calabrese e lo stato di vita degli anziani della
nostra regione devono essere affrontati con massima oculatezza e serietà da
parte degli Enti preposti e dalle Istituzioni, così che vengano garantiti
servizi utili ed efficienti e che quindi occorre garantire che la struttura
succitata funzioni come centro diurno per anziani e che svolga le attività per
cui è stato concesso il finanziamento pubblico -:
quali improcrastinabili ed urgenti provvedimenti intende assumere per
verificare che la struttura beneficiaria del finanziamento abbia e/o mantenga i
requisisti previsti dall'Avviso pubblico "CENTRI DIURNI per ANZIANI"-
Interventi per la realizzazione, potenziamento e riqualificazione di Centri
Diurni dal bando allora pubblicato e che la stessa svolga le attività per cui è
stato concesso il finanziamento”.
Prego consigliere Graziano.
Presidente, è sulla concessione di fondi al Centro diurno per anziani
di Savelli in provincia di Crotone.
Si chiedeva se i finanziamenti, la cui graduatoria è stata pubblicata
sul bollettino del 24 febbraio 2012, concessi per la realizzazione del progetto
presentato ed ammesso per il centro diurni per anziani sito a Savelli, siano
stati utilizzati per gli scopi prefissi.
Il POR Calabria FESR 2007/2013, a valere il predetto Avviso Pubblico,
prevede all'interno dell'Asse Prioritario IV - Qualità della Vita e Inclusione
Sociale, nell'obiettivo generale di qualificare i servizi di assistenza e di
sostegno all'autonomia degli anziani e dei diversamente abili, di finanziare la
realizzazione, il potenziamento e la riqualificazione delle strutture residenziali
e semi - residenziali per anziani e diversamente abili.
Considerato che la Questione Sociale calabrese e lo stato di vita degli
anziani della nostra regione devono essere affrontati con massima oculatezza e
serietà da parte degli Enti preposti e dalle Istituzioni, così che vengano
garantiti servizi utili ed efficienti e che quindi occorre garantire che la
struttura succitata funzioni come centro diurno per anziani e che svolga le
attività per cui è stato concesso il finanziamento pubblico.
Con l’interrogazione, chiedo di sapere quali improcrastinabili ed
urgenti provvedimenti la Giunta regionale intende assumere per verificare che
la struttura beneficiaria del finanziamento abbia e/o mantenga i requisisti
previsti dall'Avviso pubblico "CENTRI DIURNI per ANZIANI".
Questa era la domanda che ponevo alla Giunta regionale e che la stessa
svolga le attività per cui è stato concesso il finanziamento. Grazie.
La parola all’assessore Roccisano.
Leggo per intero quanto hanno predisposto gli uffici, vista la
delicatezza della situazione.
In merito alla interrogazione in oggetto, presentata dal consigliere
Graziano, questo ufficio riferisce quanto segue:
il Por Calabria Fesr 2007-2013 ha previsto all’interno dell'Asse
Prioritario IV - Qualità della Vita e Inclusione Sociale nell’obiettivo
generale di qualificare servizi di assistenza e sostegno all’autonomia degli
anziani e dei diversamente abili la linea di intervento 4.2.1.1 che finanzia la
realizzazione il potenziamento e la riqualificazione delle strutture
residenziali e semi-residenziali per anziani e diversamente abili.
Con decreto numero 1066 del 2.2.2012 pubblicato sul Burc
numero 8 in data 24.2.2012 è stato pubblicato l’avviso pubblico Centri diurni
per anziani Interventi per la realizzazione, potenziamento e riqualificazione
di Centri Diurni.
Ai sensi dell’articolo 11 dell’avviso pubblico predetto con decreto
numero 9758 del 3 luglio 2012 e successivo decreto numero 14899 del 18.10.2012
è stata nominata la Commissione di valutazione dei progetti presentati ai sensi
dell’avviso medesimo.
Con decreto del dirigente del settore numero 9863 dell’8.7.2013 è stata
approvata la graduatoria definitiva dei progetti ammessi a finanziamento e
degli esclusi e con decreto del dirigente del settore politiche sociali numero
15363 del 13.11.2013 è stata approvata l’integrazione della graduatoria
definitiva.
Con decreto del dirigente del settore Politiche sociali numero 16475
del 3.12.2013 è stato approvato e pubblicato lo schema di convenzione tipo
regolante il finanziamento di interventi per la realizzazione e il
potenziamento e la riqualificazione di centri diurni per anziani.
Nella graduatoria definitiva suddetta l’associazione “SUPER BODY HEALT
CLUB", figura tra i progetti ammessi a finanziamenti con i fondi
disponibili per un importo a carico del Por Calabria Fesr pari ad euro 50 mila
su un progetto di investimento di complessivi euro 63 mila 515,51.
Il legale rappresentante dell’associazione signora Rizzo Angela ecc.,
ha stipulato con questo ente apposita convenzione regolanti i rapporti con le
parti secondo quanto stabilito nell’avviso pubblico sopra citato.
A seguito della produzione con nota 342377 del 16.11.2015 da parte
dell’associazione della documentazione richiesta dall’ufficio preposto
necessaria per ottenere l’anticipazione del 50 per cento per come previsto
dall’avviso pubblico questo ufficio ha emesso decreto del dirigente generale
numero 13684 del 27 novembre 2015 di erogazione dell’importo di 25 mila euro.
Come da convenzione l’associazione ha prodotto documentazione di
rendiconto della somma avuta quale anticipazione per un importo di euro 28 mila
857.
Questo ufficio può, quindi, procedere alla erogazione della seconda
quota di finanziamento pari al 25 per cento del totale ma, a seguito delle note
vicende giudiziarie, si è inteso procedere alla richiesta urgente di
sopralluogo di verifica da parte della società che per conto di questo ente è
titolata a verificare l’andamento dei finanziamenti Por.
Si è in attesa di verbale da parte del predetto ente per procedere al
pagamento.
Prego,
consigliere Graziano, ha facoltà di intervenire.
Grazie assessore per la risposta. Prendo atto che in seguito a quella segnalazione si è attivato un controllo sulla struttura. Aspettiamo gli esiti di controllo e se ci sono indagini giudiziarie significa che effettivamente qualcosa che non quadra in questo finanziamento c’è e aspettiamo gli esiti di tale controllo.
Sono soddisfatto per la risposta perché vuol dire che si sono attivati l’assessorato
e il dipartimento per far sì
che siano portati alla luce eventuali illeciti. Grazie.
Passiamo
all’ultima interrogazione, la numero 214, che decade
per assenza del proponente, il consigliere Giudiceandrea.
Il punto tre all’ordine del giorno reca: “Interrogazioni a risposta
scritta e orale (art. 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale)”.
Interrogazione numero 42/10^ di iniziativa del
consigliere D. Bevacqua, recante: “Su Ospedali della Sibaritide”, di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale - Per sapere –
premesso che:
condividendo le preoccupazioni espresse dal Sindaco di Corigliano,
Giuseppe Geraci, in qualità di portavoce delegato dalla consulta dei Sindaci
della Sibaritide, in merito ai ritardi accumulati nell’iter dei lavori per la
costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide;
facendo propri i dubbi espressi dai tanti operatori sanitari del
territorio interessato e risultando evidente che, visto il rallentamento in
relazione ai tempi d’avvio per la realizzazione della nuova struttura, appare
necessario sostenere una maggiore funzionalità delle strutture esistenti di
Corigliano e Rossano, al fine di garantire all’intero territorio i livelli
essenziali di assistenza;
essendo di dominio pubblico le preoccupazioni e i dubbi espressi dalla
ditta appaltatrice dei lavori per la costruzione della nuova struttura
sanitaria e atteso che la tempistica più ottimista prevede un periodo di almeno
quattro anni per il completamento dei medesimi lavori;
in attesa della costruzione del nuovo presidio ospedaliero, non è
possibile lasciare un intero territorio privo della doverosa implementazione
del diritto alla salute costituzionalmente garantito, trattandosi, peraltro, di
strutture ospedaliere di confine, presidio contro l’emigrazione sanitaria;
vista la sentenza del Consiglio di Stato del 27 aprile 2015 che ha
accolto il ricorso del Comune di Trebisacce contro la chiusura, decisa a suo
tempo dall’ex governatore Scopelliti, del locale ospedale -:
quali siano le iniziative che l’Esecutivo regionale e il Dipartimento
Salute intendono intraprendere al fine di fugare i legittimi dubbi e le
pressanti preoccupazioni sorte in merito a quanto predetto relativamente ai
ritardi e ai rinvii non più tollerabili nella costruzione del nuovo ospedale
della Sibaritide; conseguentemente, chiede che il Presidente della Giunta
regionale, facendosene carico anche presso il commissario Scura, valuti
l’opportunità di ripensare a un diverso modello funzionale e organizzativo
delle due strutture ospedaliere esistenti di Rossano e Corigliano, garantendone
nei prossimi anni la piena funzionalità, al fine di meglio fronteggiare le
esigenze del territorio, anche alla luce della necessità di ottemperare alla
predetta sentenza del Consiglio di Stato concernente alla riapertura
dell’ospedale di Trebisacce”
Il Presidente della Giunta regionale può intervenire e a seguire il
consigliere per l’eventuale replica. Prego.
Vorrei informare il Consiglio regionale, cogliendo l’occasione della
risposta a questa interrogazione del consigliere Bevacqua, relativamente ai tre
ospedali che sono stati oggetto di gare da parte della Regione nel 2014 – e mi
riferisco al nuovo ospedale della Sibaritide, a quello della Piana di Gioia
Tauro e a quello di Vibo Valentia – per i quali abbiamo trovato una situazione,
sia pure in un quadro diversificato di difficoltà, che è la seguente.
Per quanto riguarda l’ospedale della Sibaritide e quello della Piana di
Gioia Tauro, l’impresa aggiudicataria dei lavori, come sapete, è stata oggetto
di una procedura fallimentare e, contestualmente, in un determinato periodo, di
una interdittiva antimafia. Il secondo aspetto è
stato superato e, per quanto riguarda il primo aspetto, bisogna dire che
l’azienda è sottoposta a curatela fallimentare, quindi la gestione è in capo ad
un curatore, allo scopo nominato dal tribunale.
Nel corso di questi mesi, abbiamo aperto una interlocuzione ancora più
corta e più stringente dopo queste vicissitudini e diciamo che abbiamo messo la
situazione su un binario di operatività e di superamento delle difficoltà.
Per quanto riguarda l’ospedale della Sibaritide, proprio nei giorni
scorsi è stato depositato il progetto definitivo, che sarà oggetto di
Conferenza di servizi nei prossimi giorni; subito dopo si procederà al
completamento della progettazione esecutiva, perché nei primi mesi del prossimo
anno, gennaio-febbraio, si possano aprire finalmente i cantieri.
Relativamente all’ospedale di Gioia Tauro – colgo l’occasione per dare
una risposta più complessiva e, quindi, chiedo scusa al consigliere Bevacqua se
allargo l’informativa – invece, siamo in attesa che da parte del Ministero
dell’Interno – e in tal senso, nei giorni scorsi, abbiamo fatto un ulteriore
sollecito proprio attraverso la Prefettura– si possa procedere alla
sottoscrizione del protocollo di legalità.
A nostro parere, non dovrebbero esserci difficoltà, perché abbiamo
sottoscritto altrettanti protocolli di legalità, sia per quanto riguarda
l’ospedale di Vibo Valentia, nel marzo del 2015, sia per quanto riguarda
l’ospedale della Sibaritide, quindi, non dovrebbero frapporsi ulteriori
difficoltà, al fine di poter sbloccare le procedure previste dalla gara, che
prevedono che, a valle della sottoscrizione del protocollo di legalità,
l’impresa debba procedere alla progettazione nei tempi previsti dalla gara.
Relativamente, invece, all’ospedale di Vibo Valentia, bisogna dire che
anche lì, malgrado fosse in una condizione più avanzata rispetto agli altri due
ospedali, abbiamo riscontrato la difficoltà del sito; il sito scelto ha
presentato problemi di carattere idrogeologico nel complesso; per cui siamo
stati costretti, per evitare che l’investimento rischiasse di essere
vanificato, ad assumere iniziative per la messa in sicurezza del sito,
destinando risorse in tale direzione e, in fase di realizzazione, la messa in
sicurezza del sito, per consentire, poi, l’inizio dei lavori.
Si tratta di tre importanti infrastrutture ospedaliere per le quali
queste traversie, anche in conseguenza delle vicissitudini che richiamavo prima
e che hanno interessato, per quanto riguarda due di questi ospedali, l’impresa
appaltatrice, hanno praticamente contribuito a determinare il ritardo che è
stato qui evidenziato.
E’ chiaro che, per quanto ci riguarda, abbiamo posto la massima
attenzione per recuperare queste difficoltà. Oggi siamo nella condizione di
poter dire che queste difficoltà sono superate e, per quanto riguarda l’ospedale
della Sibaritide, pensiamo che, a completamento della progettazione esecutiva
che richiederà un periodo di 60, massimo 90 giorni, si possa procedere
all’apertura del cantiere.
Pensiamo altrettanto per quanto riguarda l’ospedale di Vibo Valentia e,
invece, per quanto riguarda quello di Gioia Tauro è tutto subordinato alla
sottoscrizione del protocollo di legalità con la Prefettura di Reggio Calabria,
perché avete ben presente che questo è un passaggio importante, anche e
soprattutto in considerazione delle vicissitudini che hanno coinvolto l’impresa
aggiudicatrice.
Il consigliere Bevacqua vuole replicare?
Per quanto riguarda la mia parte, inerente l’ospedale della Sibaritide,
non posso che ritenermi soddisfatto della risposta del Presidente della Giunta
regionale, ma, soprattutto, anche per aver individuato la data di inizio dei
lavori, che dovrebbero – per come ha espressamente dichiarato poco fa il
Presidente – iniziare nei primi mesi dell’anno prossimo. Non posso, quindi, che
essere soddisfatto.
Le interrogazione numero 144 e 148, a firma del consigliere
Mangialavori, decadono per assenza del proponente.
L’interrogazione numero 150, a firma del consigliere Nicolò, è rinviata
su sua richiesta.
Si passa all’interrogazione numero 161/10^ di
iniziativa del consigliere D. Bevacqua recante: “In relazione a ‘Aumento
fenomeno ‘residenze fittizie’ nei Comuni rivieraschi dell’alto Tirreno
cosentino’”, di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale – Per sapere –
premesso che:
la residenza si definisce come il luogo nel quale la persona ha la sua
abituale dimora, è dichiarata presso l’ufficio anagrafico del Comune in cui si
intende risiedere ed è una situazione di fatto, alla quale si ricollegano una
serie di effetti che regolamentano la relazione che ogni persona intrattiene
con il proprio territorio (codice civile, artt. 43,44,46);
il Ministero dell’Interno, mediante il parere del 13 novembre 2003, ha
chiarito che l’iscrizione anagrafica è condizionata dalla verifica di
corrispondenza fra quanto dichiarato dal cittadino e l’effettiva, abituale
presenza dello stesso sul territorio del Comune;
per come denunciato dagli organi di stampa e dall’ANCI, si è registrato,
negli ultimi anni, un aumento del fenomeno delle "residenze
fittizie", largamente diffuso nei Comuni rivieraschi dell’alto Tirreno
cosentino, dove molti proprietari di seconde case trasferiscono la propria
residenza, dichiarando quale abitazione principale la casa abitata solo
d’estate, per usufruire delle agevolazioni fiscali previste per le prime case,
nonché di agevolazioni tariffarie e di altro tipo;
nel Comune di San Nicola Arcella (Cosenza), in soli sette anni, secondo
i dati Istat, la popolazione residente è passata da 1588 abitanti (nel 2008) a
1934 abitanti (nel 2015), con un incremento del 22% cui non corrisponde una
reale presenza, in quanto circa il 20% della popolazione risiederebbe
effettivamente nel Comune soltanto nei mesi estivi;
oltre ai mancati introiti tributari per i Comuni interessati, il
fenomeno implica evidenti ripercussioni a livello regionale, in particolare nel
settore della sanità, laddove appaiono sfalsati i rimborsi che le Regioni
ricevono sulla base del numero dei cittadini residenti;
il Sevizio sanitario pubblico garantisce l’assistenza sanitaria ai
cittadini iscritti presso le ASL del proprio luogo di residenza e il
finanziamento dei Servizi Sanitari regionali (SSR) è basato sul modello di
allocazione territoriale delle risorse, con l’attribuzione di quote pro-capite
per ciascun cittadino residente e con il finanziamento delle strutture
erogatrici con corrispettivi unitari per ciascuna prestazione;
come più volte ribadito dalla giurisprudenza amministrativa (cfr. Cons.
St., sez. III, 1° febbraio 2012, numero 495), l’erogazione di prestazioni
sanitarie in favore dei non residenti non può considerarsi irrilevante sotto il
profilo economico di una Regione; qualora si tratti di "residenti
fittizi" extra-regionali, le prestazioni sanitarie di cui usufruiscono per
la maggior parte dell’anno nel luogo di effettiva dimora, si tramutano, per la
Regione Calabria, in un aggravio delle spese inerenti i già onerosi rimborsi
per la c.d. "mobilità passiva"-:
quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme
vigenti, per individuare, anche mediante opportuno coinvolgimento delle
preposte autorità locali, una soluzione alla suddetta questione”.
Prego, consigliere Bevacqua, ha facoltà di illustrarla.
E’ una domanda che mi sono posto questa primavera, leggendo alcuni
articoli di giornali, prima di tutto da responsabile dell’istituzione
calabrese, in quanto consigliere regionale, ma anche da cittadino di questa
regione, perché assistere passivamente – so che abbiamo poche competenze, ma
credo che possiamo fare molto come stimolo ai controlli – a ciò che si
verifica, soprattutto nell’Alto Tirreno cosentino – non conosco le altre zone :
l’aumento costante delle residenze fittizie nei comuni rivieraschi. Credo che
dovrebbe allarmarci, farci interrogare su che cosa significa questo e su cosa
apporta alle nostre comunità.
Infatti, oltre ai mancati introiti tributari per i Comuni interessati, a
me interessa un altro aspetto, signor Presidente della Giunta regionale, che è
quello del servizio sanitario, perché quando una persona ha la residenza della
prima casa in un luogo fittizio, come sono le tante residenze fittizie, il
costo è a carico della Regione Calabria.
Credo, quindi, che questo sia un problema serio, che va affrontato con
grande determinazione, per allertare o stimolare chi deve effettuare dei
controlli in merito.
Chiedo al Presidente della Giunta regionale, in questo caso, di svolgere
un ruolo di stimolo affinché questo fenomeno rientri, quantomeno, in una
situazione di controllo e non rivesta le proporzioni a cui stiamo assistendo in
questi anni, soprattutto nell’Alto Tirreno cosentino.
La parola alla Giunta regionale.
Innanzitutto, per quanto riguarda i primi cinque punti in questa
interrogazione, bisogna dire che attengono, in realtà, agli enti locali, a cui
è stato fatto riferimento. Accolgo, pertanto, la richiesta del consigliere
Bevacqua di sollecitare i sindaci, le amministrazioni locali ad un’attenzione
più puntuale.
Sugli altri punti dell’interrogazione, che riguardano il sistema
sanitario regionale, in particolare il fenomeno della mobilità sanitaria, è
noto che, per quanto riguarda la mobilità sanitaria, la Regione ha un saldo
passivo che non voglio qui ricordare, perché è presente a tutti i componenti di
questo Consiglio regionale.
Credo che il fenomeno richiamato nell’interrogazione del consigliere
Bevacqua sia complesso, che questo dato incida sicuramente sulla mobilità
passiva, non ultimo la riduzione dell’offerta anche dei posti letto,
conseguenti alla riduzione legata al Piano di rientro che, limitando l’offerta,
ha costretto i cittadini calabresi a rivolgersi a strutture di altre Regioni.
Credo che questa debba essere materia sulla quale approfondire la
riflessione e che sia legata alle note vicende relative alla condizione del
sistema sanitario regionale, rispetto a cui ritengo, in questa sede, in questa
occasione, di non dover spendere ulteriori parole aggiuntive a quelle che
conoscete benissimo; la nostra posizione è nota e, rispetto a questa situazione,
si richiede sicuramente un’accelerazione rispetto alla condizione che vive il
nostro sistema sanitario e, soprattutto, una iniziativa che sia capace di
invertire questa situazione.
Prego, consigliere Bevacqua.
Prendo atto di quanto affermato dal presidente Oliverio e mi ritengo
soddisfatto. Il mio voleva essere solo uno stimolo all’Assemblea, uno stimolo
al Presidente della Giunta regionale, affinché si possa dare maggiore
attenzione al territorio, per evitare che questo incida anche sulla mobilità
passiva.
L’interrogazione numero 162/10^ è rinviata su richiesta del consigliere
Orsomarso.
Si passa all’interrogazione numero 165/10^, di
iniziativa del consigliere C. Guccione, recante: “In ordine alle iniziative da
intraprendere per potenziare e rafforzare l’istituto di Scienze Neurologiche
del CNR di Mangone”, di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale – Per sapere –
premesso che:
l’Istituto di Scienze Neurologiche (ISN) del CNR rappresenta un polo
avanzato di ricerca di rilevanza nazionale ed internazionale per lo studio
multidisciplinare delle malattie del sistema nervoso. L’ISN ha una sede
principale a Mangone (Cosenza) e due unità operative, rispettivamente a Roccelletta di Borgia (Catanzaro) e Catania. La sede di
Mangone rappresenta un’eccellenza sia per il carattere scientifico, sia per
l’attività di assistenza sanitaria relativamente a prestazioni di Genetica
Medica e Neuroimmagini in regime di convenzione con
l’ASP di Cosenza. L’ISN è da tempo un importante punto di riferimento per i
pazienti provenienti dall’intera regione ed offre prestazioni altamente
specialistiche anche a pazienti provenienti da altre regioni;
l’importanza dell’ISN nel contesto del Sistema sanitario regionale (SSR)
è rappresentata da più di 30.000 prestazioni specialistiche effettuate dal 2008
ad oggi. Il suo molo consiste nel garantire ai pazienti calabresi l’accesso a
prestazioni specialistiche di altissima qualità, svolgendo contestualmente
attività di ricerca medica anche grazie alle risorse che derivano dalle
attività di servizio rese in convenzione con il SSR. Ciononostante, gli enti e
le aziende del SSR hanno una posizione debitoria nei confronti dell’ISN che,
complessivamente, supera i due milioni di Euro. Oltre a consentire il pagamento
delle prestazioni rese nel passato, sarebbe utile ampliare il budget finora
stanziato dalla Regione Calabria per l’offerta di prestazioni sanitarie in convenzione
(attualmente di 620.000 euro/anno). Tale ampliamento permetterebbe di contenere
il flusso migratorio dei pazienti calabresi verso centri di diagnostica
specialistica avanzata, localizzati in altre regioni;
l’ISN rappresenta l’unico istituto di ricerca del CNR nel settore
biomedico con sede legale nella Regione Calabria. Le sue forti competenze
specialistiche nel campo della genetica molecolare, genomica, proteomica,
neurofarmacologica e di neuroimaging possono
contribuire al riposizionamento competitivo del sistema produttivo sulla
frontiera dell’economia della conoscenza. I progressi scientifici e tecnologici
nel settore biomedico comportano delicate questioni strategiche e sfide
decisive; per dare risposte concrete alle esigenze d’innovazione del nostro
territorio la Regione Calabria deve poter contare sulle competenze dell’ISN.
L’Istituto gode di una consolidata competenza scientifica (250 pubblicazioni
scientifiche con un impact factor molto elevato) e di
una densa rete di relazioni che riuniscono conoscenze e competenze biomediche e
tecnologiche al servizio dell’intera filiera della ricerca; sarebbe utile
rafforzare il ruolo scientifico dell’ISN nella Regione Calabria attraverso un
programma di potenziamento che consenta all’Istituto non solo di rinnovare le
proprie strumentazioni, ma soprattutto di essere polo attrattivo per le imprese
e i giovani ricercatori;
l’ISN è localizzato in due delle regioni economicamente più depresse
d’Italia, Calabria e Sicilia, con un tasso di disoccupazione degli adulti da
record sotto i 35 anni e un tasso di povertà assoluta che è circa il doppio del
resto d’Italia. L’emigrazione è esplosa in maniera esponenziale negli ultimi
anni c queste regioni corrono il rischio di una ulteriore desertificazione
industriale e umana. Infatti, negli ultimi decenni numerose giovani risorse
umane con competenze tecnico-scientifiche (laureati magistrali), formate dalle
università calabresi, si sono rivolte al mercato del lavoro extra-regionale e/o
internazionale;
sulla base di queste considerazioni, una delle funzioni più importanti
dell’ISN rimane quella di promuovere la formazione di giovani ricercatori,
fornendo i mezzi per accedere alla industria del sapere, aumentando le loro
capacità professionali e competenze per poi facilitare il loro primo ingresso
nel mercato del lavoro;
l’auspicio sarebbe quello di realizzare un polo d’eccellenza
sperimentale nell’ambito delle biotecnologie, collegato alle realtà
scientifiche, accademiche e aziendali già presenti. Un polo d’innovazione che possa
essere anche un punto di aggregazione di piccole, medie e grandi imprese, di
organismi di ricerca attivi in settori gravitanti attorno alle tematiche
biomediche, di offerte formative di elevato profilo internazionale al fine di
poter attrarre studenti e ricercatori dal resto del mondo;
il polo tecnologico dovrebbe avere, altresì, tra i suoi primi obiettivi
quello di stimolare l’attività innovativa incoraggiando l’interazione
scientifica fra le persone e gli scambi formativi a livello nazionale e internazionale,
cosi da diventare un incubatore per la nascita di start-up del settore, con una
conseguente ed assoluta ricaduta positiva in termini di occupazione, sviluppo e
generazione di ricchezza per il tessuto economico calabrese -:
quali iniziative urgenti intende mettere in atto al fine di potenziare e
rafforzare l’Istituto di Scienze Neurologiche del CNR di Mangone che
rappresenta un polo avanzato di ricerca nazionale ed internazionale per lo
studio multidisciplinare delle malattie del sistema nervoso e un importante
punto di riferimento per i pazienti dell’intera Calabria che offre prestazioni
altamente specialistiche anche a pazienti provenienti da altre regioni”.
Prego, consigliere Guccione.
Il Cnr di Mangone rappresenta un polo avanzato di ricerca di rilevanza
nazionale per lo studio multidisciplinare delle malattie del sistema nervoso;
rappresenta l’unico istituto di ricerca del Cnr nel settore biomedico con sede
legale nella Regione Calabria.
Nei mesi scorsi si è tenuta nel Comune di Mangone una riunione col Cnr e
tutti i sindaci del Savuto per verificare il rilancio di questa importantissima
struttura di ricerca, che ha – ripeto – sede legale in Calabria.
Credo che sia questo il tema dell’interrogazione: quello di conoscere le
iniziative che intende mettere in campo la Regione, perché il polo tecnologico
conosca un rilancio delle proprie attività attraverso un protocollo d’intesa
tra il Cnr di Pianolago, la Regione ed il sistema
universitario calabrese, perché riteniamo che qui si giochi una parte
importante anche del futuro della ricerca scientifica di questa regione, tenuto
conto che il Cnr è accreditato dal sistema sanitario regionale attraverso
prestazioni che eroga: in due anni ha fatto 30 mila prestazioni di eccellenza
per quanto riguarda alcuni pazienti calabresi e molti di questi pazienti sono
anche fuori regione.
Da questo punto di vista, l’iniziativa dell’interrogazione tende a
capire quali atti concreti la Regione voglia mettere in essere per il rilancio
di questa importantissima struttura.
La parola alla Giunta regionale.
Condivido le considerazione esposte dal consigliere Guccione
nell’interrogazione, perché il Centro di ricerca di Pianolago
costituisce una eccellenza, non solo per la nostra regione, ma per le attività
che il Cnr svolge a livello nazionale. D’altronde, questo Centro, che opera sul
territorio regionale da alcuni anni, ha svolto e continua a svolgere anche una
funzione di supplenza per quanto riguarda attività di diagnostica, tant’è che –
lo ricordava prima il consigliere Guccione – l’accreditamento è stato
determinato anche da questa necessità per la nostra regione.
Devo dire che, anche rispetto a tentativi di soppressione di questa
struttura, nell’ambito della nuova programmazione del Cnr, ci siamo opposti con
tutte le nostre energie, anche prima che assumessimo questa responsabilità di
guida della Regione.
Proprio nei mesi scorsi, prima dell’estate, alla luce del cambio di
Presidenza del Cnr – com’è noto, è stata cambiata la Presidenza del Cnr –
abbiamo chiesto con un atto formale, con una lettera, al Presidente del Cnr un
incontro - che dovremmo svolgere a breve, perché c’è stata da parte del
Presidente del Cnr l’esplicitazione della volontà di stabilire quest’incontro
alla ripresa subito dopo le ferie estive di agosto - ponendo al centro di
questa richiesta il problema della necessità di rilanciare il Cnr di Pianolago. Ho avuto modo di sentire il nuovo Presidente
anche telefonicamente e di sottolineare questa necessità.
Aggiungo che, nella programmazione delle risorse destinate alla ricerca,
riteniamo che uno spazio debba essere posto per l’attività del Cnr nella nostra
regione e, in particolare, al Centro di Pianolago, proprio
per la funzione importante di eccellenza riconosciuta che svolge questo Centro.
Accolgo, quindi, pienamente lo spirito dell’interrogazione e le
sollecitazioni poste dal consigliere Guccione, perché coincidono pienamente con
quella che è la nostra volontà e concreta azione.
Prego, consigliere Guccione.
Ho
appreso con favore la disponibilità del Presidente della Regione, non solo a
fare i passi necessari con il Presidente nazionale del Cnr per rilanciare il
ruolo di Pianolago, ma anche l’impegno che ha preso a
destinare una parte delle risorse, che la Regione ha nei suoi fondi comunitari,
alla ricerca scientifica, al Cnr di Pianolago.
Ritengo che i tempi sono importanti, mi auguro che queste obiettivi si raggiungano
rapidamente e ritengo importante che il Presidente della Giunta regionale
incontri i rappresentanti del Cnr di Pianolago
insieme ai sindaci, perché considero il rapporto con il territorio un punto
fondamentale per quanto riguarda questa struttura.
La Calabria può riprendersi se investe in tecnologia e ricerca
scientifica. Il Cnr, che – ripeto – ha sede legale in Calabria, è una delle più
importanti strutture di ricerca neurologica d’Italia, fa emigrazione attiva,
cioè molti pazienti vengono da fuori regione per prestazioni di alta eccellenza
scientifica e medica.
Da questo punto di vista chiudo dicendo che la risposta che il presidente
Oliverio ha voluto all’interrogazione merita il consenso.
L’interrogazione numero 166/10^ a firma del consigliere Nicolò è
rinviata su richiesta del proponente
Si passa all’interrogazione numero 169/10^ di iniziativa del consigliere C. Guccione, recante:
“Su diritto allo studio - Università calabresi”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale – Per
sapere –
premesso che:
il Diritto allo studio universitario (DSU) è sancito dalla Costituzione
(art. 34 ). In Italia è gestito dalle singole Regioni che erogano servizi e
borse di studio agli studenti universitari attraverso gli enti per il DSU. Lo
strumento per rendere effettivo il DSU è la borsa di studio che può essere
corrisposta in parte attraverso contributi finanziari e in parte in servizi: abitativo
e ristorativo;
l’Università della Calabria (Unical), per
Legge istitutiva, gestisce direttamente il DSU attraverso iI
proprio Centro Residenziale, nato contestualmente alla fondazione
dell’Università; i criteri per accedere al Diritto allo studio universitario
sono fissati da norme nazionali; il MIUR, in particolare, fissa ogni anno i
valori minimi e massimi di reddito ISEEU e di patrimonio ISPE, nonché i valori
minimi dell’importo delle borse; alla luce della condizione economica media
della Regione Calabria e della bassa capacità di copertura delle borse di
studio, l’Unical applica da sempre i valori minimi
previsti dai limiti di reddito ISEEU, dì patrimonio ISPE, nonché dell’importo
delle borse;
la graduatoria delle borse di studio relative agli studenti del primo
anno sono formulate in ordine crescente di ISEEU, per conservare l’idoneità
alla borsa di studio è richiesto il conseguimento di un numero minimo di
crediti entro il primo anno degli studi (20 CFU);
la graduatoria delle borse di studio, per gli studenti degli anni
successivi aventi i requisiti di reddito e patrimonio, è formulata in funzione
del merito (numero di crediti formativi) conseguito; dai dati dell’anno
accademico 2014/2015 emerge che gli studenti idonei dell’Università della Calabria,
in base ai requisiti di reddito e di merito, sono stati 5.784. Di questi hanno
ottenuto, purtroppo, la borsa di studio come idonei beneficiari soltanto 2.126
che rappresentano il 37%. I restanti studenti, ossia, 3.658 che rappresentano
il 63%, risultano idonei non beneficiari per mancanza di fondi. A fronte di
questo dato, rispetto alle domande per l’assegnazione di borse di studio, l’Unical ha un fabbisogno per coperture degli studenti idonei
pari a 18.309.708,00 di euro, ma le risorse disponibili tra fondo integrativo
statale, quota Regione Calabria e tassa di diritto allo studio sono solo 7,5
milioni di euro;
i fondi mancanti ammontano a 10,5 milioni di euro per coprire il 100%
degli studenti vincitori della borsa di studio; il dato preoccupante è il trend
di finanziamento delle risorse messe a disposizione dalla Regione Calabria, che
ha stanziato dal 2010 sempre meno risorse per il diritto allo studio, passando
dalla quota del 2013 che è di 5.614.448 di euro al 2014 che corrisponde a
4.491.590 di euro, per una differenza di 1.122.898 di euro;
tale situazione, come è stato più volte ribadito da autorevoli
economisti, sta creando una condizione di progressiva desertificazione
culturale della Calabria dovuta a un esodo dei suoi giovani in età sempre più
precoce -:
quali iniziative urgenti intende mettere in atto al fine di reperire
importanti risorse finanziarie da utilizzare per garantire il diritto
costituzionale allo studio nel sistema universitario calabrese, che rischia,
senza interventi immediati, una forte emigrazione per ragioni di formazione e
studio. Solo nell’Università della Calabria, per l’anno in corso, gli studenti
idonei alle borse di studio sono 5.784. Ma 3.658 studenti, pari al 63% dei
beneficiari, non possono essere titolari di questo diritto per mancanza di
copertura economica”.
Prego, consigliere Guccione.
Credo che questa interrogazione sia superata, perché la Regione
Calabria, subito dopo la presentazione dell’interrogazione, ha stanziato le risorse
necessarie al sistema universitario per garantire il rimborso.
E’ ritirata.
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, ne ha
facoltà.
Voglio
cogliere l’occasione di questa interrogazione – che tra l’altro il consigliere
Guccione ha dichiarato ritirata per le risposte che sono state fornite – per
dire che noi, oltre alla risposta specifica, richiamata prima dal consigliere
Guccione, che prevede la destinazione di 5 milioni di euro per consentire lo
scorrimento delle graduatorie per gli studenti universitari calabresi, proprio
ieri abbiamo sottoscritto con i Rettori delle Università calabresi un
importante protocollo, un importante documento che destina 128 milioni di euro
alle attività di ricerca e all’attività di formazione per le università
calabresi.
Il
cuore di questa intesa è, praticamente, di consentire ai nostri giovani di
poter accedere agli studi e ad una formazione elevata, perché nel corso degli
anni, dal 2004 al 2014, abbiamo avuto un calo del 30 per cento delle iscrizioni
nelle nostre Università. Questo è un dato sul quale dobbiamo riflettere e
bisogna porre i giusti rimedi, anche se non c’è una competenza diretta della
Regione e delle Regioni sulle attività delle Università per quanto concerne il
diritto allo studio universitario.
Abbiamo
ritenuto di dover investire in questa direzione, perché è fondamentale
invertire questo trend, sapendo che
queste risorse hanno anche un effetto moltiplicatore rispetto a quelle che
possono essere attratte dalle risorse del Miur e,
soprattutto, tenendo presente che abbiamo la necessità di invertire una
tendenza anche nelle politiche nazionali, perché il sistema universitario
meridionale, nel corso degli ultimi vent’anni, ha subìto un processo di
progressiva marginalizzazione anche nell’utilizzazione e nel riparto delle
risorse e, anche in conseguenza di ciò, abbiamo registrato quel dato di cui
parlavo prima, cioè il calo consistente di iscrizioni alle nostre università.
Credo,
quindi, che in questa direzione dobbiamo fare molto, dobbiamo destinare risorse
importanti alla formazione dei nostri giovani e alla garanzia del diritto
all’accesso alle università, perché la crisi e i suoi effetti, in questi anni,
hanno avuto riverberi anche e soprattutto su questo diritto, limitandolo e
determinando una condizione di maggiore difficoltà di accesso per i nostri
giovani.
Proseguiamo con l’interrogazione numero 171/10^ di iniziativa del
consigliere M. Mirabello, recante: “Relativa all'ordinanza di divieto di
balneazione nel comune di Ricadi”, di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore all'Ambiente. Per
sapere -
premesso che:
con ordinanza numero 10 del 18
aprile 2016 il comune di Ricadi ha emanato il divieto di balneazione nei pressi
del depuratore di San Nicolò, tratto in cui è stata rilevata la presenza di
metalli pesanti superiori ai limiti previsti dal decreto legislativo 142 del 006
e s.m.i.;
nella predetta ordinanza di divieto di balneazione, emessa dalla
Commissione Straordinaria del comune di Ricadi, e che riguarda un importante tratto
della costa vibonese compreso tra i comuni di Tropea e Capo Vaticano, si parla
genericamente della rilevazione della presenza di metalli pesanti e non vengono
richiamati dati chimici e batteriologici né altre analisi effettuate
dall'Arpacal, che è l'ente strumentale della Regione Calabria che svolge
attività di monitoraggio e controllo degli ambienti marino- costieri, al fine
di poter determinare la reale necessità di emanazione del divieto di
balneazione;
detto fenomeno ha provocato grande allarme e preoccupazione, non solo
tra i turisti ma anche albergatori, titolari di stabilimenti balneari e di
esercizi pubblici, in quanto detta ordinanza potrebbe provocare danni economici
e ripercussioni per l'intero indotto del settore turistico-balneare che rappresenta
una componente importante dell'economia della costa -:
quali provvedimenti concreti e urgenti si intendono adottare per attuare
finalmente un controllo approfondito del fenomeno dell'inquinamento ricercando
le cause effettive;
quali siano i dati reali e le analisi chimiche batteriologiche
eventualmente trasmessi dall'Arpacal alla Commissione Straordinaria del comune
di Ricadi che hanno determinato l'emanazione della suddetta ordinanza;
come si intende procedere per fronteggiare l'emergenza in vista dell'ormai
imminente arrivo della stagione estiva fonte di vita per gli innumerevoli
operatori del settore turistico del territorio che oggi si vedrebbero privati
della fruizione di buona parte del tratto costiero in cui insistono spiagge tra
le più belle e suggestive del mondo”.
Prego, consigliere Mirabello.
Era un’interrogazione che si riferiva a un divieto di balneazione
risalente ad aprile dell’anno scorso, credo che abbia perso attualità. Quindi
la ritiro.
E’ ritirata.
Comunico
che le interrogazioni sono rinviate su richiesta dei proponenti.
Comunico che le interrogazioni 178/10^, 181/10^, 184/10^, 187/10^,
191/10^, 192/10^ e 195/10^ decadono per assenza dei proponenti.
Interrogazione
numero 196/10^ di iniziativa del consigliere F. Sculco, recante: “Su:
'Istituzione Sezione Zooprofilattica a Crotone'”
Interrogazione numero 196/10^ di iniziativa del consigliere F. Sculco,
recante: “Su: 'Istituzione Sezione Zooprofilattica a Crotone'”, di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale – Per sapere -
premesso che:
gli Istituti Zooprofilattici sono Enti Sanitari di diritto pubblico, facenti parte del Servizio Sanitario Nazionale, quale strumento tecnico ed operativo per la sanità animale, il controllo della salute, la qualità degli alimenti di origine animale, per l'attuazione di piani di profilassi, risanamento ed eradicazione di malattie; assicurano la sorveglianza epidemiologica, la ricerca sperimentale, la formazione del personale tecnico e veterinario, il supporto di laboratorio e la diagnostica nell'ambito del controllo ufficiale degli alimenti; rappresentano, quindi, una struttura sanitaria integrata in grado di assicurare una rete di servizi per verificare la salute degli animali, degli alimenti e dell'ambiente e, quindi, per la salvaguardia della salute dell'uomo; l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno è l'Istituto che esercita tali servizi per la Regione Campania e per la Regione Calabria, con sede centrale a Portici (NA) e sezioni distaccate nelle due regioni;
le funzioni di sorveglianza amministrativa, indirizzo e verifica sullo
stesso sono esercizio delle due amministrazioni regionali; in Calabria
l'Istituto è presente con quattro sezioni provinciali nelle città di Catanzaro,
Cosenza, Reggio Calabria e Vibo Valentia; l'unico territorio provinciale
sprovvisto di Sezione distaccata è quello di Crotone;
con Decreto Ministeriale del 6 Aprile 2004 è stato assegnato
all'Istituto un finanziamento ministeriale, ex art. 20 legge numero 67 del 1988
per interventi urgenti nel settore della sicurezza e per il potenziamento dei
laboratori; l'Istituto, con nota 0004920 del 30/07/2007, definiva una
ripartizione che, al punto 6, prevedeva la somma di euro 500.000, per
l'istituzione della sezione distaccata di Crotone, con la realizzazione di un
laboratorio quale Centro di Referenza regionale per il latte ovi-caprino; negli
anni 2012-2014 l'ufficio commissariale dell'Istituto proponeva alla Regione
Calabria un diverso riparto del finanziamento ex art. 20, con la soppressione
del finanziamento destinato alla istituzione della sezione di Crotone, con la
motivazione della mancata individuazione dei locali necessari;
la Regione Calabria esprimeva a più riprese la contrarietà al nuovo
riparto, sostenendo l'istituzione a Crotone del Centro di Referenza regionale
per il latte quale strumento fondamentale per la valorizzazione del patrimonio
ovi-caprino e delle produzioni lattiero-casearie della Calabria, comparto
importante delle attività produttive calabresi ed, in particolare, del
territorio crotonese, il più importante per patrimonio ovi-caprino e per
produzioni lattiero-casearie, quali il pecorino crotonese, che ha ottenuto il
riconoscimento di origine protetta (D.O.P.);
per sollecitarne la realizzazione, destinava a tale scopo un immobile di
proprietà dell'A.R.S.S.A., sito in via Donegani,
località Passovecchio del comune di Crotone,
immediatamente disponibile in comodato gratuito; con nota 9846 del 03/10/2014,
il Commissario dava mandato ad un tecnico per un sopralluogo congiunto con la
Regione Calabria presso i suddetti locali, al fine dì avviare le procedure per
la realizzazione della Sezione distaccata di Crotone;
tale sopralluogo veniva effettuato ed i locali venivano riconosciuti
idonei allo scopo;
per iniziare i lavori restava da firmare la convenzione tra la Regione
Calabria e l'Istituto Zoo profilattico per l'uso in comodato gratuito dei
locali; dall'ottobre 2014 non si hanno notizie in merito;
la struttura Commissariale dell'Istituto, con delibera numero 20 del
30/06/2016, ha approvato una nuova struttura organizzativa e dotazione organica
dello stesso Ente; in tale atto si rileva l'assenza di riferimenti alla
istituenda Sezione di Crotone -:
come mai, a distanza di quasi due anni, non è stata sottoscritta la
convenzione di comodato d'uso dei locali;
se detti locali di via Donegani in Crotone
sono stati assegnati ad altri servizi, disconoscendo l'impegno già assunto
dalla Regione Calabria per la istituzione della Sezione Zooprofilattica
dell'Istituto;
se, invece, tali servizi sono conciliabili e compatibili con la
realizzazione della Sezione Zooprofilattica;
se, in alternativa, si vogliono destinare altri locali, e quali, alla
realizzazione della Sezione;
quali iniziative intende adottare per una celere definizione della
convenzione per l'uso in comodato dei locali necessari alla realizzazione di
una struttura fondamentale per la Calabria.
Prego, consigliera Sculco.
In Calabria, l’istituto zooprofilattico prevede quattro sezioni
provinciali che sono dislocate nella città di Catanzaro, Cosenza, Reggio
Calabria e Vibo Valentia; l’unico territorio provinciale sprovvisto di tale
sezione distaccata è quello di Crotone.
Tuttavia, un decreto ministeriale aveva immaginato di trasferire delle
risorse derivanti da quelle previste ’ex articolo 20 della legge 67 del 1988 per
istituire la sezione di Crotone. Vennero anche individuati i locali idonei ad
ospitare tale sezione e vennero trasferiti questi locali dall’Arssa, resi disponibili in comodato gratuito. Veniva anche
effettuato un sopralluogo per dare il via alla firma della convenzione per
poter istituire la sezione zooprofilattica e i locali venivano riconosciuti
come idonei allo scopo per l’istituzione.
Restava da firmare la convenzione fra la Regione Calabria e l’istituto
zooprofilattico per l’uso in comodato gratuito dei locali, ma dall’ottobre
2014, però, non si hanno notizie in merito, quindi da allora, nonostante sia
stato fatto un sopralluogo su dei locali resi disponibili in comodato gratuito
dall’Arssa per istituire l’istituto zooprofilattico a
Crotone, fra l’altro in un territorio provinciale dove il patrimonio ovicaprino ha una rilevanza particolare per le produzioni
specifiche altamente riconosciute sul mercato di questo tipo di alimento.
Allora, si chiede come mai, a distanza di quasi due anni, non è stata
sottoscritta questa convenzione di comodato d’uso gratuito dei locali; se
questi locali sono stati assegnati ad altri servizi, disconoscendo che c’era un
accordo già assunto dalla Regione Calabria per istituire la sezione
zooprofilattica di questo istituto a Crotone; se, in alternativa, si vogliono
destinare altri locali, e quali, alla realizzazione della sezione;
eventualmente, quali iniziative si intendono adottare per definire velocemente
la convenzione per l’uso di questi locali ed istituire finalmente nella
provincia di Crotone una struttura fondamentale non solo per il nostro
territorio, ma per la Calabria.
Prego, presidente Oliverio.
Vorrei
ricordare al Consiglio che l’istituto zooprofilattico, che vede insieme la
nostra Regione con la Campania, è stato oggetto di commissariamento nel corso
di questi anni. Proprio nei mesi scorsi, in questo periodo, a luglio, abbiamo tenuto
un incontro con il Presidente della Regione, De Luca, per superare questa
condizione, perché i servizi che garantisce l’istituto zooprofilattico per il
patrimonio zootecnico delle nostre regioni sono di fondamentale e cruciale
importanza.
La condizione di commissariamento, che è stata mantenuta nel corso di
questi anni, ha, nei fatti, sacrificato un’attenzione verso questa grande
risorsa che è il patrimonio zootecnico. Abbiamo proceduto già noi alle nomine e
ho chiesto al neodirettore, che ho incontrato proprio lunedì in occasione del
convegno organizzato sull’agricoltura del Mezzogiorno a Caserta, una visita in
Calabria con un incontro specifico, perché si definisca un programma di
organizzazione dei servizi che risponda alle esigenze dei territori.
Sono d’accordo con la proposta che viene ribadita dalla consigliera
Sculco. Una realtà come quella di Crotone, non per fatti campanilistici o
localistici, ma per quello che rappresenta nel patrimonio zootecnico regionale,
è il cuore del patrimonio zootecnico calabrese, una grande realtà nel
patrimonio zootecnico calabrese e non può non ricevere un’adeguata attenzione,
senza dimenticare la realtà del crotonese, non solo per quanto riguarda l’ovicaprino, ma anche per quanto riguarda la specie bovina,
penso alla podolica in modo particolare..
Quindi è chiaro che nella programmazione che, appena saranno insediati, faranno
i nuovi organi di governo se ne terrà conto. Abbiamo anche chiesto al ministro
Lorenzin – dico noi, le due Regioni, io e il presidente De Luca – in occasione
di una riunione della Conferenza Stato-Regioni del giugno scorso, la
fuoriuscita da questa condizione di commissariamento, perché questo consente
alle Regioni di poter esprimere meglio le esigenze dei rispettivi territori.
Quindi nella nuova programmazione che i nuovi organi che dovranno
insediarsi a giorni, a breve, dovranno predisporre bisognerà tenere conto di
questa realtà. Prima ancora che di un problema di locali, c’è un problema di
scelte nella programmazione e nella organizzazione dei servizi dello
zooprofilattico e nella presenza nella nostra regione.
Si passa all’interrogazione numero 197/10^ di iniziativa del consigliere
C. Guccione, recante: “Sul Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del
Tirreno Cosentino”, di cui do lettura: “Al
Presidente della Giunta regionale – Per sapere -
premesso che:
con sentenza numero 00063/2016 del 13.01.2016 il Tribunale
Amministrativo della Calabria annullava gli atti impugnati dal Consorzio di
Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino nei confronti dei
provvedimenti della Regione Calabria - Dipartimento numero 8, Agricoltura e
Risorse Agroalimentari - Struttura di Controllo sugli atti e provvedimenti dei
Consorzi di Bonifica, a firma del Presidente, ing. Fernando Bafaro:
1) provvedimento nota del 16.11.2015 (prot. numero 0342230)
avente ad oggetto "Elezioni consortili rinnovo cariche quinquennio
2014-2019, limitatamente alla terza sezione (fascia) - sentenza TAR Calabria
2" Sezione - approvazione verbale e pubblicazione sul B.U.R.C. dei
risultati finali; 2) provvedimento nota del 16.11.2015 (prot.
numero 0342405) avente ad oggetto "Proclamazione dei risultati delle
votazioni del 27/09/2015 dell'assemblea dei consorziati e degli eletti
limitatamente alla 3" sezione; 3) provvedimento nota del 16.11.2015 (prot. numero 0342401) avente ad oggetto "Elezione del
componente della Deputazione Amministrativa"; 4) provvedimento nota del
16.11.2015 (prot. numero 0342396) avente ad oggetto
"Bilancio consuntivo 2013 - Chiarimenti"; 5) provvedimento nota del
16.11.2015 (prot. numero 0342387) avente ad oggetto
"Presa atto e ratifica chiarimenti bilancio previsionale 2015";
nella seduta del 01.02.2016 la Struttura di Controllo sugli Atti e Provvedimenti
dei Consorzi di Bonifica, prendeva atto della sentenza numero 63 del 2016 del
T.A.R. Calabria, annullando d'ufficio le decisioni in autotutela ed emettendo i
provvedimenti di NULLA OSTA (Documento trasmesso a mezzo PEC — Regione
Calabria. Protocollo Generale – SIAR numero 0029794 del 02/02/2016);
in data 09.02.2016 con il documento (protocollo numero1204) - a firma
del presidente dell'Ente consortile Dott. Davide Gravina - ad oggetto
"Richiesta parere in ordine ai requisiti previsti per la contrattualizzazione
del direttore generale dell'Ente consortile", veniva ufficialmente
interpellata l'ANBI (Associazione Nazionale Consorzi e Tutela del Territorio e
Acque Irrigue);
il sindacato nazionale degli Enti di bonifica di irrigazione e di
miglioramento fondiario, in data 03.03.2016 (protocollo numero 154/RF/ga), a firma del segretario nazionale Massimo Gargano — ad
oggetto "equipollenza laurea per l'esercizio delle funzioni di Direttore
di un Consorzio di bonifica -, trasmetteva ufficialmente risposta al documento
(protocollo numero 1204). Detto documento recitava testualmente:
"Relativamente al caso in oggetto, quindi, poiché il Direttore è in
possesso della laurea vecchio ordinamento in sociologia, in possesso peraltro
di una notevole esperienza dirigenziale, ha, ad avviso dello scrivente,
certamente titolo di rivestire detta carica";
la Giunta Regionale con deliberazione numero 50 della seduta del
24/02/2016 avente ad oggetto: "Nomina Commissario straordinario del
Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino ex art. 35
della l.r. numero 11 del 2003", anziché prendere atto della regolarità
degli atti amministrativi consumati dal Consorzio di Bonifica Integrale dei
Bacini del Tirreno Cosentino, scioglieva gii organi amministrativi dell'ente
consortile;
in data 10.03.2016 la Regione Calabria, attraverso il legale
rappresentante pro-tempore — il Presidente della Giunta Regionale - promuoveva
ricorso in appello al Consiglio di Stato per l'annullamento e/o la riforma,
previa sospensione, dell'efficacia esecutiva della sentenza del Tribunale
Amministrativo Regionale per la Calabria- Sezione Seconda, del 12 gennaio 2016
numero 63/2016;
in data 04.05.2016 il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria
pronunciava Ordinanza (n. 180/2016) sul ricorso promosso dalla Lista Coldiretti
del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino. Nella
suddetta ordinanza si legge testualmente: "Ritenuto che le esigenze dei
ricorrenti sono apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la
sollecita definizione del giudizio nel merito; P.Q.M. il Tribunale
Amministrativo Regionale per la Calabria (Sezione Seconda) fissa la data di
discussione al 5 ottobre 2016";
il Commissario Straordinario (ing. Stefano Aiello) del Consorzio di
Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino, con deliberazione numero 60
del 13.06.2016 avente ad oggetto "Ricorso per annullamento delibera
Deputazione Amministrativa numero 10 del 03.02.2016 — Determinazioni",
confermava la correttezza e la legittimità dell'azione amministrativa
consortile relativa alla nomina del direttore generale dott. Pasquale Ruggiero;
il Consiglio di Stato (Sezione Terza), in data 07/07/2016, pronunciava
Ordinanza sul ricorso proposto dalla Regione Calabria contro il Consorzio di
Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino, respingendo l'istanza
cautelare;
in data 18.07.2016 il dott. Davide Gravina (presidente del Consorzio di
Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino fino alla data del
commissariamento), notificava, via PEC, al Presidente della Giunta Regionale
della Calabria, un documento avente ad oggetto "Deliberazione di Giunta
Regionale numero 50 del 24/02/2016,
Nomina commissario straordinario del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini
del Tirreno Cosentino, ex art. 35 della l.r. numero 11 del 2003. Notifica
Ordinanza Consiglio di Stato (in sede Giurisdizionale Sezione Terza) del
07/07/2016. Richiesta di revoca in autotutela della deliberazione di Giunta
Regionale numero 50 del 2016 -:
quali iniziative od atti intende porre in essere, relativamente alla
vicenda in oggetto, in modo particolare per ripristinare gli organi consortili
democraticamente e legittimamente eletti nelle ultime elezioni consortili”
Prego, consigliere Guccione.
Presidente, possiamo andare direttamente alla risposta, senza
illustrazione.
Interviene il Presidente della Giunta regionale.
Con riferimento a quanto richiesto con l’interrogazione in oggetto,
inerente il Consorzio di bonifica dei bacini del Tirreno cosentino, si
rappresenta quanto di seguito.
I motivi del commissariamento del Consorzio di bonifica integrale dei
bacini del Tirreno cosentino, Valle Lao, sono dovuti esclusivamente alle gravi
irregolarità amministrative ed illegittimità che il dottor Gravina, nella sua
qualità di Commissario del Consorzio prima e di Presidente poi, ha commesso
nell’esercizio del suo mandato.
Il comma 1 dell’articolo 35 della legge regionale numero 11 del 2003, il
quale stabilisce che in presenza di ipotesi di grave irregolarità
amministrativa, ovvero gravi violazioni di legge, Regolamenti e direttive
regionali, è necessario provvedere alla nomina di un commissario che provveda all’elezione
degli organi del Consorzio e si sostituisca ai medesimi sino alla loro regolare
ed efficace costituzione.
Delle gravi irregolarità perpetrate dal dottor Gravina, da ultimo,
costituisce riprova lampante la sentenza del 25 luglio 2016, emessa dal tribunale
di Paola, sezione civile, con la quale sono stati annullati i provvedimenti con
i quali il commissario Gravina aveva provveduto al licenziamento di alcune
unità di personale, reintegrate nella propria posizione lavorativa dal Giudice
del lavoro, il quale ha riscontrato gravissime illegittimità ed irregolarità a
carico dell’ex commissario del Consorzio, con grave danno patrimoniale per
l’ente.
In merito, poi, al ricorso con il quale inopinatamente il dottor Gravina
ha richiesto il reintegro alla guida dell’ente, si fa presente che l’ordinanza
del Consiglio di Stato del 7 luglio 2016 non riguarda affatto il
commissariamento dell’ente, bensì la diversa questione dell’annullamento delle
elezioni del settembre 2014, limitatamente alla terza sezione di contribuenza, non ricompresa tra i motivi che hanno
condotto alla decisione di commissariamento assunta con la delibera della
Giunta regionale numero 50 del 24 febbraio 2016.
Le irregolarità e illegittimità che hanno portato al commissariamento
del Consorzio sono inerenti, infatti, alla mancata decisione del ricorso
amministrativo prodotto da alcuni consorziati e rappresentanti di
organizzazioni di categoria, con il quale si contestavano irregolarità e
illegittimità commesse in occasione delle operazioni elettorali del 14
settembre 2014, all’assunzione con contratto a termine del direttore generale
del Consorzio, avvenuta in seguito alle dimissioni volontarie, appositamente
presentate pochi giorni prima dallo stesso; all’assunzione di deliberazioni
della deputazione amministrativa in violazione di quanto disposto dall’ultimo
comma dell’articolo 23 dello Statuto consortile, ovvero senza la presenza del
numero legale; alla mancata adozione del Pov con la
decisione di un’approvazione da parte della struttura regionale di controllo
numero 85/698 dell’11 marzo 2014, con il Consorzio, a tutt’oggi, privo del
prescritto Regolamento organizzativo degli uffici e del lavoro, contrariamente
a quanto previsto dal comma 5 dell’articolo 40 della legge regionale numero 11
del 2003; alle delibere della deputazione amministrativa approvate senza il
previsto visto di regolarità contabile del responsabile di ragioneria, nonché
in assenza di un membro del Collegio dei revisori dei conti, come stabilito
dell’articolo 37 dello Statuto.
Si precisa che, con riferimento al procedimento amministrativo, avviato
con comunicazione protocollo 371195 del 9 dicembre 2015, ai fini della verifica
della sussistenza delle condizioni di cui all’articolo 35 della legge regionale
numero 11 del 2003 per il commissariamento, il dottor Gravina ha esercitato
tutte le facoltà previste dalla legge in materia, chiedendo di accedere agli
atti del procedimento ed esercitando il diritto di prendere visione ed estrarre
copia di tutta la documentazione relativa al procedimento, in data 21 dicembre
2015, in seguito alla convocazione presso il competente dipartimento, nonché
producendo scritti difensivi, acquisiti agli atti del dipartimento con
protocollo 387916 del 21 dicembre 2015, con i quali sono state esposte le argomentazioni
delle quali si è dato conto, punto per punto, nel provvedimento di
commissariamento.
In realtà, l’unico elemento certo è che il Tar della Calabria, con
ordinanza numero 180 del 4 maggio 2016, con decisione favorevole alla Regione
Calabria, ha respinto l’istanza cautelare del dottor Gravina, con la quale si
chiedeva la sospensione dell’efficacia del provvedimento di commissariamento,
delibera della Giunta regionale numero 50 del 2016, fissando direttamente
l’udienza per la discussione nel merito del ricorso in data 5 ottobre p.v.
Infine, si segnala che il commissario straordinario, nominato con
delibera della Giunta regionale numero 50/2016, il dottor Stefano Aiello, ha
rilevato ulteriori illegittimità oggetto di una relazione attualmente all’esame
del dipartimento vigilante, il quale non esclude l’invio alla Procura della
Repubblica e della Corte dei conti.
Nella relazione trasmessa dall’attuale commissario del Consorzio,
inoltrata, altresì, all’Avvocatura regionale perché la utilizzi in giudizio per
la difesa dell’amministrazione regionale, vengono, infatti, denunciate gravi
irregolarità, possibili fonti di danni anche gravi per l’ente, relativi alla
gestione amministrativa ed economico-contabile del Consorzio, a contenziosi e
sentenze di condanna favorevoli a personale dipendente e creditori vari, ad
assunzioni a tempo indeterminato di diversi operai irrigui.
Lo stesso commissario si sta adoperando per indire, nel più breve tempo
possibile, le elezioni consortili per la nomina degli organi del Consorzio
previsti dalla legge, le quali dovrebbero tenersi entro il corrente anno, come
rappresentato con la medesima relazione.
Prego, consigliere Guccione.
Prendo atto della relazione e chiedo che la vicenda del Consorzio possa
essere riesaminata in Commissione consiliare speciale di vigilanza; chiedo al
Presidente della Commissione speciale di vigilanza di approfondire la vicenda alla
luce delle novità che ha introdotto il Presidente della Giunta regionale,
facendo intervenire le parti e le associazioni di categoria.
Prego, presidente Oliverio.
Chiedo che l’eventuale riunione della Commissione speciale di vigilanza
sia concordata, per consentire al sottoscritto la presenza nella seduta della stessa
Commissione. Qui c’è il Presidente: chiedo che sia concordata la data della
trattazione di questo punto, qualora la Commissione decida, alla presenza del
Presidente della Giunta. Quindi, essendo i miei impegni molteplici, chiedo che
sia concordata la data.
Si passa all’interrogazione numero 200/10^ di iniziativa del Consigliere
G. Aieta, recante: “Sul Laboratorio di Biochimica - Clinica, Microbiologia,
Biologia Molecolare e Tossicologia - Ospedale Cassano allo Jonio”, di cui do
lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale – Per sapere -
premesso che:
nella stesura non definitiva dell'atto aziendale adottato dall’ASP di
Cosenza, previsto nel rispetto del Piano dì riqualificazione e riorganizzazione
del servizio Sanitario Regionale, il Laboratorio di Biochimica Clinica,
Microbiologia, Biologia Molecolare e Tossicologia, diretto dal dott. Luciano
Corrado sembra essere stato del tutto soppresso piuttosto che essere sottoposto
ad un profondo processo di riorganizzazione che ne prevedesse un suo potenziamento;
il dott. Corrado è titolare di una unità operativa semplice che ricade
nella struttura dipartimentale delle Dipendenze che sin dal 2009, risulta
essere l'unica nel panorama regionale;
il laboratorio dal 2009 sì occupa di Tossicologia;
la struttura è stata in questo senso adeguata per lo svolgimento delle
mansioni ad essa delegata, secondo quanto previsto dalla normativa vigente e
dalle linee Guida dell’ISS, IFCC e del GFTI (Istituto Superiore della Sanità,
Gruppo Italiano di Tossicologia Forense); la UO serve, attualmente:1)Ser-T
(Corigliano C., Trebisacce, Rossano, Castrovillari, Cosenza/Paola; 2)le
Comunità Terapeutiche "Saman", e
"Regina Pacis'' ); 3)la CPL (Commissione Patenti
Locali), per idoneità alla Guida (controllo sotto i1 profilo tossicologico dei
requisiti psico-fisici in candidati o titolari di patenti di guida), disabilità
alla guida (conducenti di veicoli in stato dì intossicazione da
alcool-farmaci-sostanze psicoattive): 4)idoneità al lavoro (lavoratori con
mansioni comportanti rischi per l'incolumità e la sicurezza di terzi);
5)P.S.(Pronto soccorsi) di alcuni presidi ospedalieri vicini (dosaggio
dell'alcolemia, e Droghe) in collaborazione con le forze dell'ordine, esami
post mortem, per l'accertamento di assunzione di
sostanze psicotrope prima dell'evento; si tratta in sostanza dell'unica
struttura in tutta l'ASP di Cosenza ad eseguire la Determinazione della CDT (Carbossi Desialata Trasferrina), (esame in grado dì evidenziare l'assunzione
di alcol(> di 60-80 g/l) nei 14 giorni precedenti al prelievo, eseguita con
metodica di C.E (Elettroforesi Capillare, soddisfacendo quindi l’utenza di
tutta ASP ed anche oltre); gli esami tossicologici, complessivi, della U.O.
sono circa 100-120.000 all'anno, il più alto numero senz'altro a livello della
nostra ASP, e forse a livello Regionale; la struttura sino ad oggi si è
occupata di eseguire gli esami funzionali allo svolgimento degli Screening
Oncologici, in particolare per ì tumori della sfera sessuale femminile e
costituisce l'unico laboratorio dell’ASP ad eseguire la ricerca del HPV
(Papilloma Virus) in Biologia Molecolare con tecnica di PCR Real Time, che
riesce a differenziare quelli ad alto rischio da quelli a medio e basso, ed
all'interno di questi (ad alto rischio) il 16 ed il 18 che da soli sono
responsabili per circa il 90% del Carcinoma del Collo dell'Utero; per tutti gli
esami strumentali afferiscono alla U O. i consultori di Rossano, Cariati/Mirto,
Campana, Bocchigliero, Corigliano oltre al consultorio anche dall'Ospedale,
Trebisacce, Cassano allo Ionio, Ginecologia preventiva di Castrovillari, con la
prospettiva di poter eseguire il servizio per l'intera ASP di Cosenza; l'unica
struttura, insieme a Trebisacce, ad eseguire le TAO (Terapia Anticoagulante
Orale) con circa 200 pazienti, persone sofferenti, anziani, che molto spesso
hanno bisogno della terapia in poche ore, e che in caso di chiusura o
accorpamento non saprebbero dove andare, con gravi rischi per la loro salute;
fanno capo a questa struttura sei Centri Prelievo da San Lorenzo Bellizzi,
a Rocca Imperiale, Cerchiara di Calabria, Piana di Cerchiara, Sibari, San
Cosimo Albanese, (circa 35.000 utenti);
è l'unico centro, nell'ASP, ad eseguire lo screening prenatale per le
anomalie cromosomiche, Bi-Test/Tri-Test, questi tipi di esami consentono la
valutazione, in termini di probabilità del rischio, che la gravidanza in corso
sia affetta o meno da alcuni tipi di alterazioni cromosomiche, (la trisomia 21,
comunemente nota come sindrome di Down, la trisomia 18 (Eduards),
Difetti del Tubo Neurale, ectt.. Quindi ridurre dì
molto il ricorso alla Villocentesi e/o alla Amniocentesi; nella proposta
dell'atto aziendale dell'ASP di Cosenza non si fa alcun riferimento né della
struttura né dei servizi dalla stessa erogati. Ciò che dallo strumento di programmazione
aziendale dovrebbe risultare chiaro, al contrario una intera unità operativa
sembra essere stata dimenticata, non solo nei servizi resi, ma anche nella
gestione della relativa dotazione organica; il Decreto 84 del 21 luglio 2015 ha
istituito la rete dei laboratori pubblici e privati, favorendo la loro
operativa aggregazione attraverso forme di accorpamento; in questa logica,
l'ASP di Cosenza ha inteso prevedere la sopravvivenza dei laboratori presso i
presidi spoke di Castrovillari - Cetraro Paola -
Corigliano e Rossano; su questo punto specifico occorrerebbe comprendere come i
processi di accorpamento dei laboratori soppressi, qualora sopprimibili, e la
gestione dei volumi di attività che nella precedente organizzazione venivano
erogati alla utenza, siano stati organizzati e nello specifico comprendere come
i servizi resi dalla UOS diretta dal dott. Corrado siano stati resi omogenei
sul territorio, tenuto conto del fatto che la sua struttura avrebbe dovuto
rendere i servizi su tutto il territorio dell'ASP dì Cosenza; del resto la
stessa costituzione della rete supera concettualmente e funzionalmente
l'erogazione di servizi che possono essere anche gestiti in dispregio alla
organizzazione territoriale, così come avviene per i servizi residenziali e di
prevenzione e cura; per siffatta ragione, al fine di evitare che logiche di
accorpamento/contenimento della spesa possano pregiudicare la validità dei
servizi che piuttosto che attrarre altre risorse, finiscono per essere attratti
attraverso necessari processi di smembramento, è necessario chiarire e
comprendere le logiche organizzative sulle quali la novella riorganizzazione è
stata programmata; un processo di raggruppamento deve avere, il duplice
obiettivo di razionalizzare i costi di un servizio e di rendere più efficiente
la struttura nella erogazione dei servizi; questi obiettivi non sembrano essere
stati in alcun modo soddisfatti. Al contrario, la mera unificazione dei
laboratori presso il centro spoke ha finito per
mortificare le professionalità delle soppresse Unità operative che oggi vedono
azzerare le strutture per le quali per anni hanno profuso la loro opera
professionale; nella bozza dell'atto aziendale emesso dall’ASP di Cosenza,
adottato nel rispetto del Piano di riqualificazione e riorganizzazione del
servizio Sanitario Regionale, il Laboratorio di Biochimica Clinica,
Microbiologia, biologia Molecolare e Tossicologia, diretto dal dott. Luciano
Corrado non ha subito nessun processo riorganizzativo, così come al contrario
avrebbe richiesto; la struttura diretta dal Dott. Corrado è un centro di
eccellenza per l'intera regione, in quanto esplica prestazioni e servizi non
effettuati da alcuna delle strutture esistenti nell'intero territorio
regionale; nella bozza dell'atto aziendale proposto dall'ASP di Cosenza non si
fa alcun riferimento né della struttura né dei servizi dalla stessa erogati.
Ciò che dallo strumento di programmazione aziendale dovrebbe risultare chiaro,
al contrario una intera unità operativa sembra essere stata dimenticata, non
solo nei servizi resi, ma anche nella gestione della relativa dotazione
organica; nell'atto aziendale in merito ai laboratori si fa solo un mero rinvio
a quanto previsto nel Decreto 84 del 21 luglio 2015 che ha istituito la rete
dei laboratori pubblici e privati; in questa logica, l'ASP di Cosenza ha inteso
prevedere la sopravvivenza dei laboratori presso i presidi spoke
di Castrovillari - Cetraro Paola - Corigliano e Rossano; occorrerebbe
comprendere come i processi dì accorpamento dei laboratori soppressi, qualora
sopprimibili, e la gestione dei volumi di attività che nella precedente
organizzazione venivano erogati alla utenza, siano stati organizzati e nello
specifico comprendere come i servizi resi dalla UOS diretta dal dott. Corrado
siano stati resi omogenei sul territorio, tenuto conto del fatto che la sua
struttura avrebbe dovuto rendere i servizi su tutto il territorio dell'ASP di
Cosenza -:
come intende intervenire al fine di scongiurare l'ennesimo atto
illogico, anti economico, dannoso per la salute dei cittadini consumato dalla
struttura commissariale per il piano di rientro”.
Do direttamente la parola alla Giunta regionale per la risposta.
Chiedendo scusa anche al consigliere Aieta, chiedo il rinvio di questa
interrogazione.
Anche il consigliere Aieta chiede il rinvio, quindi è rinviata a
successiva seduta nella quale si terranno le interrogazioni.
Si passa all’ultima interrogazione, la numero 201/10^ di iniziativa del
consigliere M. Mirabello, recante: “Sul Piano Faunistico Regionale,
assegnazione aree vocate per la caccia al cinghiale ATC di Vibo Valentia
distretto VV1 e VV2” di cui do lettura :” Al Presidente della Giunta regionale – Per sapere -
premesso che:
la Regione Calabria, nell'osservanza dei principi e delle norme
stabilite dalla legge 11 febbraio 1992, numero 157 di recepimento delle direttive 79/409/CEE
del Consiglio del 2 aprile 1979, 85/411/CEE della Commissione del 25 luglio
1985 e 91/244/CEE della Commissione del 6 marzo 1991 della Convenzione di
Parigi del 18 ottobre 1950 resa esecutiva con legge 24 novembre 1978, numero 812 della Convenzione di Bema del 19 settembre
1979 resa esecutiva con legge 5 agosto 1981, numero 503, disciplina con la legge regionale numero 9
del 1996 e successive modifiche l'attività venatoria e tutela la fauna
selvatica secondo metodi di razionale programmazione delle forme di
utilizzazione del territorio e di uso delle risorse naturali istituendo con la
medesima gli ambiti territoriali di caccia ATC strutture associative senza fini
di lucro formate secondo i criteri della legge numero 157del 1992 che
perseguono, seguendo le linee dei regolamenti adottati dalle singole province
per competenza territoriale, scopi di programmazione dell'attività venatoria e
di gestione della fauna selvatica;
con l'approvazione della legge Delrio (legge numero 56 del 7 aprile 2014
"Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e
fusioni di comuni") la Regione Calabria con legge regionale numero 14 del 2015
(art 2 comma l) ha riacquisito le competenze concernenti le materie di
agricoltura caccia e pesca (prima esercitate dalle province per effetto legge
reg. numero 34 del 2002);
le ATC, in attesa di una modifica della legge sulla caccia, la legge
regionale numero 9 del 1996 che tenga conto dei mutamenti del quadro normativo
nazionale e regionale, oggi si confrontano, per l'approvazione di un piano per
l'esercizio venatorio individuando mediante cartografia le aree vocate alla
caccia e cercando di garantire una equa distribuzione a tutti i distretti
presenti sul territorio, con la regione Calabria;
sul territorio della provincia di Vibo Valentia insistono due distretti
ATC, nello specifico VV1 e VV2
considerato che:
mi è giunta notizia di numerose lamentele da parte dei cacciatori
dell'ATC di Vibo Valentia dovute ad una poco chiara ed equa gestione del
territorio nell'assegnazione delle aree per la caccia soprattutto vocate alla
cattura del cinghiale nei due distretti VVl e VV2 ed
avendo io stesso ricevuto anche una lettera da parte di un caposquadra che si è
visto assegnato un territorio che non solo non si presenta vocato alla caccia
ma contraddistinto dalla completa mancanza di ungulati, denuncia questa che
evidenzia uno stato di disordine amministrativo con carenza di criteri
oggettivi che potrebbero aprire spazi a possibili azioni clientelari -:
quali iniziative decise e risolutive si intendono adottare al fine di
garantire una giusta distribuzione dei territori vocati alla caccia con
particolare evidenza alla caccia al cinghiale;
quali interventi si intendono adottare al fine di ristabilire gli
equilibri tra le varie squadre venatorie che operano nei distretti VVl e VV2 dell'ATC di Vibo Valentia”.
Prego, consigliere Mirabello.
L’interrogazione nasce dall’esigenza, alla luce di un quadro normativo
mutato – parliamo della materia della caccia, che è rientrata nelle competenze
regionali e che era materia di delega – di passare a una modifica della legge
regionale 9 del 1996, che invece era stagliata sul sistema precedente, cioè
sulla presenza di questa materia in capo alle Province.
L’interrogazione è finalizzata a segnalare un caso che, per la verità,
si estende un po’ a tutto il territorio regionale, che è quello della gestione
dell’assegnazione delle aree vocate per la caccia al cinghiale nella provincia
di Vibo Valentia, gestita dalle Atc VV1 e VV2.
Si sottolinea che giungono notizie anche informali di denunce di
atteggiamenti arbitrari, quando non clientelari, nella gestione delle aree
vocate e quindi si richiede al Presidente di conoscere quale tipo di iniziativa
si possa intraprendere al fine di garantire una giusta distribuzione dei
territori vocati – ripeto – in una materia che, comunque, necessiterà di un
intervento legislativo di riordino.
La parola alla Giunta regionale.
E’ una questione che pone seri problemi alle nostre colture e agli
agricoltori. Devo dire che il dipartimento agricoltura e risorse agro-alimentari
della nostra Regione ha predisposto il disciplinare di caccia al cinghiale che
la Giunta regionale ha approvato il 5 luglio 2016, al fine di uniformare su
tutto il territorio regionale la regolamentazione specifica, stante la
riacquisizione delle competenze in materia di caccia, verificatasi a seguito
dell’approvazione della legge numero 56 del 7 aprile 2014, recepita con legge
regionale numero 14 del 22 giugno 2015.
Esso è frutto della concertazione con i portatori d’interesse diffuso in
sede di Consulta faunistico-venatoria regionale e in riunioni con gli ambiti
territoriali di caccia, in particolare nel corso delle convocazioni svoltesi a
Catanzaro il 18 aprile del 25 maggio e il 27 maggio di quest’anno.
Il disciplinare regolamenta la gestione faunistico-venatoria del
cinghiale sul territorio regionale nel rispetto della normativa di riferimento,
la legge regionale numero 9 del 1996, articolo 13, allo scopo di raggiungere e
mantenere nel territorio dei singoli ambiti territoriali di caccia, Atc, una presenza della specie compatibile con le esigenze
di salvaguardia delle colture agricole e forestali, di tutela delle altre
specie e di tutela della biodiversità e del patrimonio agro-silvo-pastorale.
Il medesimo disciplinare, oltre a definire e suddividere il territorio
regionale in aree vocate e non vocate per la caccia al cinghiale, prevede
l’estensione massima dell’area di caccia al cinghiale, l’assegnazione dell’area
alle singole unità di prelievo, di caccia, un massimo di 40 cacciatori con
porto d’armi in corso di validità e, naturalmente, regola l’attività della
caccia al cinghiale.
Credo di poter concludere questo breve intervento, in risposta
all’interrogazione del consigliere Mirabello, precisando che noi abbiamo il
problema, attraverso un coinvolgimento anche dei portatori di interesse di
diverse realtà della nostra regione, di vedere come definire una strategia che
riduca al minimo il danno, attraverso il rispetto della salvaguardia della
presenza della specie del cinghiale, ma tenendo conto che abbiamo l’esigenza di
determinare un punto di equilibrio, perché nel corso degli anni non c’è stata
una regolazione delle attività intorno a questa specie.
Quindi abbiamo momenti di forte invadenza dei campi e di danni che si
procurano alle attività agricole.
Naturalmente, in questo senso stiamo lavorando, il disciplinare è già un
primo atto che va in questa direzione, per definire anche piani di prelievo;
anche questo è un problema importante, perché in modo particolare nei parchi –
perché noi abbiamo tre parchi nazionali, più il Parco delle Serre –è fatto
divieto all’attività di prelievo, all’attività di caccia, per dirla in termini
più semplici; abbiamo l’esigenza di definire piani di prelievo, perché i parchi
che sono non poca estensione del nostro territorio regionale, se non sono
oggetto anche di interventi di prelievo, quindi di autorizzazione alla caccia,
nel rispetto delle dovute regole, diventano aree di ripopolamento che
determinano uno squilibrio nel rapporto tra presenza del cinghiale e attività
agricole, con danni che paga poi l’agricoltura e, in definitiva, paga la
Regione, perché – come sapete – i danni al cinghiale devono essere risarciti
dalle Regioni.
Passiamo al quarto punto all’ordine del giorno, dove sono state inserite
le interpellanze ai sensi dell’articolo 120 del Regolamento, l’interpellanza
numero 1/10^ di iniziativa del consigliere G. Mangialavori, che decade per
assenza del proponente.
Passiamo al quinto punto all’ordine del giorno.
(Interruzione)
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Abbiamo svolto una seduta un po’ surreale, perché si dice spesso che c’è
bisogno dell’Aula, c’è bisogno delle interrogazioni, poi parecchi colleghi
hanno scelto di non partecipare a questa seduta, secondo me commettendo un
errore. Tuttavia, senza esprimere giudizi, nel passare alle mozioni,
Presidente, che sono cosa ben più strutturata delle interrogazioni, vista anche
l’assenza quasi completa dello schieramento di opposizione o delle opposizioni
– salvo i colleghi presenti, che ringrazio per la loro presenza – a mio
giudizio bisogna rinviare.
Chiedo, quindi, che per la trattazione delle mozioni si rinvii ad
un’altra seduta, naturalmente auspicando che dopo le conferenze stampa si
scelga di frequentare i luoghi del dialogo e del dibattito politico.
Pongo in votazione la proposta del consigliere Romeo, che significa
rinviare il quinto punto all’ordine del giorno, che sono le mozioni, alla
prossima seduta che sarà dedicata alle interrogazioni e alle mozioni, che dovrà
essere ancora calendarizzata.
(Il Consiglio approva)
Il punto cinque è rinviato. Avendo esaurito i punti all’ordine del
giorno, la seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Nicolò, Sergio,
Salerno, Mangialavori, Gentile, Orsomarso,
D’Acri, Scalzo, Giudiceandrea, Tallini.
(Sono concessi)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifiche alla legge
regionale 10 febbraio 2011, numero 1 (Istituzione Enoteca regionale "Casa
dei vini di Calabria")” - (deliberazione G.R.
numero 303 del 9.8.2016) (P.L. numero 165/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di
iniziativa dei consiglieri:
Bevacqua, Romeo, Aieta, Battaglia, Guccione, Mirabello, Sergio -
“Montagna solidale: Disposizioni per la tutela e valorizzazione del territorio
montano calabrese (P.L. numero 166/10^)”
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Greco, D’Acri, D’Agostino,
Sergio - “Valorizzazione economica piante officinali spontanee ed antropiche
della Regione Calabria” (P.L. numero 167/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Aieta - “Modifiche alla legge regionale 12 novembre 2004, numero 28 (Garante per l'infanzia e l'adolescenza)” (P.L. numero 168/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta
stabilito)
Aieta - “Modifiche alla legge
regionale 29 novembre 1996, numero 35 (Costituzione dell'Autorità di Bacino
Regionale in 20.9.2016attuazione della legge 18 maggio 1989, numero 183 e successive
modificazioni ed integrazioni)” (P.L.
numero 169/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Piano Regionale Trasporti.
Adozione della proposta definitiva di piano - (deliberazione G.R. numero 327 del 9.8.2016) (P.P.A. numero 133/10^)
(Così resta
stabilito)
“Approvazione Rendiconto di Gestione Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (A.R.P.A.CAL) esercizio finanziario 2014 - riaccertamento straordinario dei residui ex art. 3, comma 7 del D.Lgs 118/2011 e ss.mm.ii. (deliberazione G.R. numero 342 del 8.9.2016)” (P.P.A. numero 134/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di
provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:
Convalida dell'elezione dei consiglieri regionali (P.P.A. numero 132/10^)
La 1^ Commissione, nella seduta del 20 settembre 2016 ha approvato la risoluzione numero 2 del 2016 sulla proposta di legge numero 118, recante: “Cambio di denominazione del 'Comune di Ricadi' in 'Comune di Ricadi - Capo Vaticano'”
La Giunta regionale ha
trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione numero 301 del 28 luglio 2016, recante: "Approvazione schema
di regolamento di attuazione di cui all'articolo 40 bis, comma 5, della legge
regionale 16 aprile 2002, numero 19 - Documento d'indirizzo per l'attuazione
dei contratti di fiume e per il relativo programma per la promozione e il
monitoraggio" (Parere numero 18/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così resta
stabilito)
La
Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare
la deliberazione numero 337 del 30 agosto 2016, recante: "Adeguamento del Regolamento
numero 6 del 30.8.2007, sulla disciplina dei compensi professionali spettanti
agli avvocati regionali" (Parere numero 19/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare
- Affari istituzionali, affari
generali e normativa elettorale
(Così resta
stabilito)
La quarta Commissione, con
nota numero 35484 del 20 settembre 2016, ha comunicato che nella seduta del 19
settembre 2016 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale numero 301 del 28 luglio 2016, recante: “Approvazione schema di
regolamento di attuazione di cui all'articolo 40 bis, comma 5, della legge
regionale 16 aprile 2002, numero 19 - Documento d'indirizzo per l'attuazione
dei contratti di fiume e per il relativo programma per la promozione e il
monitoraggio” (Parere numero 18/10^)
La prima Commissione, con
nota numero 35966 del 22 settembre 2016, ha comunicato che nella seduta del 20
settembre 2016 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale numero 337 del 30 agosto 2016, recante: “Adeguamento del Regolamento
numero 6 del 30.8.2007, sulla disciplina dei compensi professionali spettanti
agli avvocati regionali” (Parere numero 19/10^)
In data 5 agosto 2016, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria numero 85 del 5 agosto 2016:
legge regionale 5 agosto 2016, numero 24,
recante: “Disposizioni in materia di liquidazione delle comunità montane
soppresse ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale 16 maggio 2013, numero
25 (Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e le politiche per
la montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia di
forestazione e di politiche della montagna)”;
legge regionale 5 agosto 2016, numero 25,
recante: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti
ai sensi dell'articolo 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118”;
legge regionale 5 agosto 2016, numero 26,
recante: “Variazione al bilancio di previsione finanziario 2016-2018, ai sensi
dell'articolo 51, comma 1, del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118”;
legge regionale 5 agosto 2016, numero 27,
recante: “Modifica dell'articolo 3 della legge regionale 11 maggio 2007, numero
9 - Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2007,
art. 3, comma 4, della legge regionale numero 8/2002)”;
legge regionale 5 agosto 2016, numero 28,
recante: “Ulteriori modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile
2002, numero 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge
Urbanistica della Regione Calabria)”;
legge regionale 5 agosto 2016, numero 29,
recante: “Modifiche alla legge regionale 31 dicembre 2015, numero 35”.
Con nota dell’1 agosto 2016, prot. numero 30806, il consigliere regionale Arturo Bova si è dimesso da componente della Giunta delle elezioni e che lo stesso è stato sostituito con il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea.
La Giunta regionale, con nota prot. numero 264354 del 31 agosto 2016, ha trasmesso la deliberazione numero 335 del 30 agosto 2016, recante: “Delibera G.R. numero 345 del 24.9.2015: POR Calabria FESR/FSE 2014-2020. Designazione Autorità di Audit - Modifiche”.
La Giunta regionale, con nota prot. numero 273318 del 9 settembre 2016, ha trasmesso la deliberazione numero 340 dell'8 settembre 2016, recante: “Modifica denominazione e codifica piano dei conti finanziario capitolo uscita U9100600201 - Rettifica DGR numero 58/2016”.
La Giunta regionale, con nota prot. numero 273351 del 9 settembre 2016, ha trasmesso la deliberazione numero 341 dell'8 settembre 2016, recante: “Variazione compensativa al bilancio di previsione per l'annualità 2016 e riclassificazione capitoli nell'ambito del U.09.01 - Difesa del suolo - Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità”.
La Giunta regionale, con nota prot. numero 277838 del 14 settembre 2016, ha trasmesso la deliberazione numero 344 dell'8 settembre 2016, recante: “Variazione compensativa al bilancio di previsione per l'annualità 2016 - Utilizzo delle somme destinate al fondo per la copertura delle perdite risultanti dai bilanci delle società a partecipazione regionale - Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità”.
In data 11 agosto 2016, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria numero 87 dell'11 agosto 2016:
Regolamento regionale numero 9 dell'11 agosto 2016, concernente: “Modifica ed integrazioni al regolamento regionale numero 12 del 20 novembre 2013, recante «Regolamento regionale per la disciplina delle strutture ausiliarie, assimilate e segreterie tecniche»”.
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2016-2018:
Deliberazione
Giunta regionale numero 314 del 9 agosto 2016; Deliberazione Giunta regionale
numero 315 del 9 agosto 2016; Deliberazione Giunta regionale numero 316 del 9
agosto 2016; Deliberazione Giunta regionale numero 317 del 9 agosto 2016.
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il 28 luglio 2016 il Consiglio dei Ministri approva una delibera, in attuazione della Legge di Stabilità 2016, attraverso la quale stanzia 800 milioni di euro finalizzati al riconoscimento di contributi per i danni subiti dalle abitazioni private e dalle attività economiche a causa di calamità, individuando 40 eventi di natura meteo-idrogeologica verificatisi in Italia dal maggio 2013 ad oggi;
la suddetta delibera individua per la regione Calabria un solo evento per il riconoscimento dei danni subiti dalla popolazione, quello che nel novembre 2015 ha colpito la Locride;
il 12 agosto 2015 la Sibaritide e, in particolare, i Comuni di Rossano e Corigliano sono stati interessati da una violenta alluvione che ha devastato il territorio, messo in ginocchio l'agricoltura e l'imprenditoria e causato danni enormi alle abitazioni;
considerato che:
in base a quanto stabilito nella suddetta delibera le centinaia di famiglie della Sibaritide e dei Comuni di Rossano e Corigliano, in particolare, che hanno perso tutto a causa del terribile nubifragio del 12 agosto 2015 sono stati esclusi dal piano di risarcimento previsto dal CdM;
il fatto che il provvedimento del Governo abbia individuato per la Calabria un unico evento di natura meteo -idrogeologica per cui è possibile, per i cittadini, avere un risarcimento, non è assolutamente spiegabile né accettabile;
si ritiene assolutamente necessario che venga posto rimedio a questa situazione e vengano individuate le cause che hanno portato all'esclusione dell'alluvione del 12 agosto 2015 dal provvedimento ministeriale -:
quali provvedimenti inderogabili ed urgenti intende assumere affinché vengano riconosciuti, anche per l’alluvione dello scorso 12 agosto 2015 che ha interessato i territori della Sibaritide, i danni subiti dalle abitazioni private e dalle attività economiche, così come già stabilito dalla delibera ministeriale per la Locride.
(199; 10.08.2016)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con Decreto numero 1066 del 2 febbraio 2012, pubblicato sul BURC N.8 in data 24 febbraio 2012, è stato pubblicato l'Avviso pubblico "CENTRI DIURNI per ANZIANI"- Interventi per la realizzazione, potenziamento e riqualificazione di Centri Diurni;
nella graduatoria definitiva, l'Associazione "SUPER BODY HEALT CLUB", PI. 91009470799 con sede in via Roma, snc di SAVELLI (KR) figura tra i progetti ammessi a finanziamento con i fondi al momento disponibili per un importo a carico del POR Calabria FESR pari a Euro 50.000,00 su un progetto di investimento di complessivi Euro 63.515,51; con decreto del dirigente (prot. n° 2246 - 26/11/2015) Dott. Nicola De Marco con il quale assegna la somma di 25.000 € come anticipazione del 50% di un finanziamento ad un centro diurno per anziani denominato "Associazione SUPER BODY HEALT CLUB";
il POR Calabria FESR 2007/2013, su cui va a valere il predetto Avviso Pubblico, prevede all'interno dell'Asse Prioritario IV - Qualità della Vita e Inclusione Sociale, nell'obiettivo generale di qualificare i servizi di assistenza e di sostegno all'autonomia degli anziani e dei diversamente abili, la Linea di Intervento 4.2.1.1 che finanzia la realizzazione, il potenziamento e la riqualificazione delle strutture residenziali e semi - residenziali per anziani e diversamente abili;
considerato che la Questione Sociale calabrese e lo stato di vita degli anziani della nostra regione devono essere affrontati con massima oculatezza e serietà da parte degli Enti preposti e dalle Istituzioni, così che vengano garantiti servizi utili ed efficienti e che quindi occorre garantire che la struttura succitata funzioni come centro diurno per anziani e che svolga le attività per cui è stato concesso il finanziamento pubblico -:
quali improcrastinabili ed urgenti provvedimenti intende assumere per verificare che la struttura beneficiaria del finanziamento abbia e/o mantenga i requisisti previsti dall'Avviso pubblico "CENTRI DIURNI per ANZIANI"- Interventi per la realizzazione, potenziamento e riqualificazione di Centri Diurni dal bando allora pubblicato e che la stessa svolga le attività per cui è stato concesso il finanziamento.
(210; 05.09.2016)
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
diversi Dipartimenti della Regione Calabria hanno tra le sue funzioni precipue anche quelle relative alla Cooperazione tra i popoli, l'internazionalizzazione, lo sviluppo locale e rurale;
l'Università della Calabria - Dipartimento di Scienze politiche e sociali - da oltre un decennio ha istituito un corso di laurea magistrale in Discipline Economiche e Sociali per lo Sviluppo e la Cooperazione;
ai laureati alla fine di suddetto corso di laurea viene assegnato la Classe LM 81;
diversi Dipartimenti della Regione hanno bandito negli anni passati come anche più recentemente richieste di manifestazione d'interesse per la ricerca di profili da individuare e avviare al lavoro con l'esclusione sistematica della Classe LM 81, nonostante a volte la sua completa e perfetta aderenza alle esigenze della Regione Calabria -:
perché i Dipartimenti della Regione Calabria nelle manifestazioni di interesse finalizzate alla selezione di giovani laureati da avviare al lavoro su specifici progetti a tempo determinato che implicano direttamente con le professionalità rinvenienti dalla LM81 risultano ancora esclusi nonostante il possesso dei titoli e requisiti.
(214; 14.09.2016)
Aieta. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nella stesura non definitiva dell'atto aziendale adottato dall’ASP di Cosenza, previsto nel rispetto del Piano dì riqualificazione e riorganizzazione del servizio Sanitario Regionale, il Laboratorio di Biochimica Clinica, Microbiologia, Biologia Molecolare e Tossicologia, diretto dal dott. Luciano Corrado sembra essere stato del tutto soppresso piuttosto che essere sottoposto ad un profondo processo di riorganizzazione che ne prevedesse un suo potenziamento;
il dott. Corrado è titolare di una unità operativa semplice che ricade nella struttura Dipartimentale delle Dipendenze che sin dal 2009, risulta essere l'unica nel panorama regionale;
il laboratorio dal 2009 sì occupa di Tossicologia;
la struttura è stata in questo senso adeguata per lo svolgimento delle mansioni ad essa delegata, secondo quanto previsto dalla normativa vigente e dalle linee Guida dell’ISS, IFCC e del GFTI (Istituto Superiore della Sanità, Gruppo Italiano di Tossicologia Forense);
la U O serve, attualmente:
1) Ser-T (Corigliano C., Trebisacce, Rossano, Castrovillari, Cosenza/Paola;
2) le Comunità Terapeutiche "Saman", e "Regina Pacis'' );
3) la CPL (Commissione Patenti Locali), per idoneità alla Guida (controllo sotto i1 profilo tossicologico dei requisiti psico-fisici in candidati o titolari di patenti di guida), disabilità alla guida (conducenti di veicoli in stato dì intossicazione da alcool-farmaci-sostanze psicoattive):
4) idoneità al lavoro (lavoratori con mansioni comportanti rischi per l'incolumità e la sicurezza di terzi);
5) P.S.(Pronto soccorsi) di alcuni presidi ospedalieri vicini (dosaggio dell'alcolemia, e Droghe) in collaborazione con le forze dell'ordine, esami post mortem, per l'accertamento di assunzione di sostanze psicotrope prima dell'evento;
si tratta in sostanza dell'unica struttura in tutta l'ASP di Cosenza ad eseguire la Determinazione della CDT (Carbossi Desialata Trasferrina), (esame in grado dì evidenziare l'assunzione di alcol(> di 60-80 g/l) nei 14 giorni precedenti al prelievo, eseguita con metodica di C.E (Elettroforesi Capillare, soddisfacendo quindi l’utenza di tutta ASP ed anche oltre);
gli esami tossicologici, complessivi, della U.O. sono circa 100-120.000 all'anno, il più alto numero senz'altro a livello della nostra ASP, e forse a livello Regionale;
la struttura sino ad oggi si è occupata di eseguire gli esami funzionali allo svolgimento degli Screening Oncologici, in particolare per ì tumori della sfera sessuale femminile e costituisce l'unico laboratorio dell’ASP ad eseguire la ricerca del HPV (Papilloma Virus) in Biologia Molecolare con tecnica di PCR Real Time, che riesce a differenziare quelli ad alto rischio da quelli a medio e basso, ed all'interno di questi (ad alto rischio) il 16 ed il 18 che da soli sono responsabili per circa il 90% del Carcinoma del Collo dell'Utero;
per tutti gli esami strumentali afferiscono alla U O: i consultori di Rossano, Cariati/Mirto, Campana, Bocchigliero, Corigliano oltre al consultorio anche dall'Ospedale, Trebisacce, Cassano allo Ionio, Ginecologia preventiva di Castrovillari, con la prospettiva di poter eseguire il servizio per l'intera ASP di Cosenza;
è l'unica struttura, insieme a Trebisacce, ad eseguire le TAO (Terapia Anticoagulante Orale) con circa 200 pazienti, persone sofferenti, anziani, che molto spesso hanno bisogno della terapia in poche ore, e che in caso di chiusura o accorpamento non saprebbero dove andare, con gravi rischi per la loro salute;
fanno capo a questa struttura sei Centri Prelievo da San Lorenzo Bellizzi, a Rocca Imperiale, Cerchiara di Calabria, Piana di Cerchiara, Sibari, San Cosimo Albanese, (circa 35.000 utenti);
è l'unico centro, nell'ASP, ad eseguire lo screening prenatale per le anomalie cromosomiche, Bi-Test/Tri-Test, questi tipi di esami consentono la valutazione, in termini di probabilità del rischio, che la gravidanza in corso sia affetta o meno da alcuni tipi di alterazioni cromosomiche, la trisomia 21, comunemente nota come sindrome di Down, la trisomia 18(Eduards), Difetti del Tubo Neurale, etc. Quindi ridurre dì molto il ricorso alla Vìllocentesi e/o alla Amminiocentesi;
nella proposta dell'atto aziendale dell'ASP di Cosenza non si fa alcun riferimento né della struttura né dei servizi dalla stessa erogati. Ciò che dallo strumento di programmazione aziendale dovrebbe risultare chiaro, al contrario una intera unità operativa sembra essere stata dimenticata, non solo nei servizi resi, ma anche nella gestione della relativa dotazione organica;
il Decreto 84 del 21 luglio 2015 ha istituito la rete dei laboratori pubblici e privati, favorendo la loro operativa aggregazione attraverso forme di accorpamento;
in questa logica, l'ASP di Cosenza ha inteso prevedere la sopravvivenza dei laboratori presso i presidi spoke di Castrovillari - Cetraro Paola - Corigliano e Rossano;
su questo punto specifico occorrerebbe comprendere come i processi di accorpamento dei laboratori soppressi, qualora sopprimibili, e la gestione dei volumi di attività che nella precedente organizzazione venivano erogati alla utenza, siano stati organizzati e nello specifico comprendere come i servizi resi dalla UOS diretta dal dott. Corrado siano stati resi omogenei sul territorio, tenuto conto del fatto che la sua struttura avrebbe dovuto rendere i servizi su tutto il territorio dell'ASP dì Cosenza;
del resto la stessa costituzione della rete supera concettualmente e funzionalmente l'erogazione di servizi che possono essere anche gestiti in dispregio alla organizzazione territoriale, così come avviene per i servizi residenziali e di prevenzione e cura;
per siffatta ragione, al fine di evitare che logiche di accorpamento/contenimento della spesa possano pregiudicare la validità dei servizi che piuttosto che attrarre altre risorse, finiscono per essere attratti attraverso necessari processi di smembramento, è necessario chiarire e comprendere le logiche organizzative sulle quali la novella riorganizzazione è stata programmata;
un processo di raggruppamento deve avere, il duplice obiettivo di razionalizzare i costi di un servizio e di rendere più efficiente la struttura nella erogazione dei servizi;
questi obiettivi non sembrano essere stati in alcun modo soddisfatti. Al contrario, la mera unifìcazione dei laboratori presso il centro spoke ha finito per mortificare le professionalità delle soppresse Unità operative che oggi vedono azzerare le strutture per le quali per anni hanno profuso la loro opera professionale;
nella bozza dell'atto aziendale emesso dall’ASP di Cosenza, adottato nel rispetto del Piano di riqualificazione e riorganizzazione del servizio Sanitario Regionale, il Laboratorio di Biochimica Clinica, Microbiologia, biologia Molecolare e Tossicologia, diretto dal dott. Luciano Corrado non ha subito nessun processo riorganizzativo, così come al contrario avrebbe richiesto;
la struttura diretta dal Dott. Corrado è un centro di eccellenza per l'intera Regione, in quanto esplica prestazioni e servizi non effettuati da alcuna delle strutture esistenti nell'intero territorio regionale;
nella bozza dell'atto aziendale proposto dall'ASP di Cosenza non si fa alcun riferimento né della struttura né dei servizi dalla stessa erogati. Ciò che dallo strumento di programmazione aziendale dovrebbe risultare chiaro, al contrario una intera unità operativa sembra essere stata dimenticata, non solo nei servizi resi, ma anche nella gestione della relativa dotazione organica;
nell'atto aziendale in merito ai laboratori si fa solo un mero rinvio a quanto previsto nel Decreto 84 del 21 luglio 2015 che ha istituito la rete dei laboratori pubblici e privati;
in questa logica, l'ASP di Cosenza ha inteso prevedere la sopravvivenza dei laboratori presso i presidi spoke di Castrovillari - Cetraro Paola - Corigliano e Rossano;
occorrerebbe comprendere come i processi dì accorpamento dei laboratori soppressi, qualora sopprimibili, e la gestione dei volumi di attività che nella precedente organizzazione venivano erogati alla utenza, siano stati organizzati e nello specifico comprendere come i servizi resi dalla UOS diretta dal dott. Corrado siano stati resi omogenei sul territorio, tenuto conto del fatto che la sua struttura avrebbe dovuto rendere ì servizi su tutto il territorio dell'ASP di Cosenza :
ed intervenire al fine di scongiurare l'ennesimo atto illogico, anti economico, dannoso per la salute dei cittadini consumato dalla struttura commissariale per il piano di rientro.
(200; 23.08.2016)
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria, nell'osservanza dei principi e delle norme stabilite dalla legge 11 febbraio 1992, numero 157 di recepimento delle direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979, 85/411/CEE della Commissione del 25 luglio 1985 e 91/244/CEE della Commissione del 6 marzo 1991 della Convenzione di Parigi del 18 ottobre 1950 resa esecutiva con legge 24 novembre 1978, numero 812 della Convenzione di Berna del 19 settembre 1979 resa esecutiva con legge 5 agosto 1981, numero 503, disciplina con la Legge Regionale 9/96 e successive modifiche l'attività venatoria e tutela la fauna selvatica secondo metodi di razionale programmazione delle forme di utilizzazione del territorio e di uso delle risorse naturali istituendo con la medesima gli ambiti territoriali di caccia ATC strutture associative senza fini di lucro formate secondo i criteri della legge 157/92 che perseguono, seguendo le linee dei regolamenti adottati dalle singole province per competenza territoriale, scopi di programmazione dell'attività venatoria e di gestione della fauna selvatica;
con l'approvazione della legge Delrio (Legge n.56 del 7 aprile 2014 "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni") la Regione Calabria con Legge Regionale 14/2015 (art 2 comma l) ha riacquisito le competenze concernenti le materie di agricoltura caccia e pesca (prima esercitate dalle province per effetto Legge Reg.34/2002);
le ATC, in attesa di una modifica della legge sulla caccia L.R.9/96 che tenga conto dei mutamenti del quadro normativo nazionale e regionale, oggi si confrontano, per l'approvazione di un piano per l'esercizio venatorio individuando mediante cartografia le aree vocate alla caccia e cercando di garantire una equa distribuzione a tutti i distretti presenti sul territorio, con la regione Calabria;
sul territorio della provincia di Vibo Valentia insistono due distretti ATC, nello specifico VV1 e VV2;
considerato che mi è giunta notizia di numerose lamentele da parte dei cacciatori dell'ATC di Vibo Valentia dovute ad una poco chiara ed equa gestione del territorio nell'assegnazione delle aree per la caccia soprattutto vocate alla cattura del cinghiale nei due distretti VVl e VV2 ed avendo io stesso ricevuto anche una lettera da parte di un caposquadra che si è visto assegnato un territorio che non solo non si presenta vocato alla caccia ma contraddistinto dalla completa mancanza di ungulati, denuncia questa che evidenzia uno stato di disordine amministrativo con carenza di criteri oggettivi che potrebbero aprire spazi a possibili azioni clientelari -:
quali iniziative decise e
risolutive si intendono adottare al fine di garantire una giusta distribuzione
dei territori vocati alla caccia con particolare
evidenza alla caccia al cinghiale;
quali interventi si intendono adottare al fine di ristabilire gli equilibri tra
le varie squadre venatorie che operano nei distretti VVl
e VV2 dell'ATC di Vibo Valentia.
(201; 26.08.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con interrogazione consiliare a risposta scritta numero 153/2010 si è richiesto di conoscere lo status della struttura e dei reparti dell'Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria;
con nota numero 126364/SIAR il Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sociali ha evidenziato la situazione "non ottimale" del nosocomio reggino nonché ha sottolineato "la non conformità ai più recenti e rigorosi requisiti antisismici" sebbene l'ubicazione del citato plesso in zona altamente sismica e "l'osservanza delle regole costruttive a suo tempo vigenti" oltre ad avere confermato l'esistenza di una precisa programmazione di interventi derivante da analisi e verifiche dei tecnici per la quale, tuttavia, necessitano corposi finanziamenti al momento non disponibili;
gli edifici realizzati antecedentemente all'introduzione della legge antisismica del 1974 (L. 64/74), sono stati progettati senza alcun criterio antisismico -:
quali intendimenti ed azioni intenda assumere il Presidente per fronteggiare una siffatta situazione di rischio della struttura a garanzia dei diritti alla vita e alla salute dei cittadini.
(202; 31.08.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con "DCA n.64 del 05/07/2016 - P.O. 2016-2018 - Intervento 2.1.1. - Riorganizzazione delle reti assistenziali -Modifica ed integrazione DCA numero 30 del 3/03/2016" è stata disposta la chiusura dei punti nascita della Casa di Cura Villa Elisa di Cinquefrondi e della Casa di Cura Villa Aurora di Reggio Calabria, punti di riferimento del territorio reggino relativamente alle UUOO Ostetricia e Ginecologia raggiungendo le stesse Case di Cura complessivamente oltre i 1.000 parti/annui;
il suddetto decreto commissariale ha stabilito l'accorpamento dei punti nascita presso l'Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria senza prevedere l'aumento dei posti letto a disposizione delle gestanti, rimasti infatti invariati a 40 p.l., con la diretta conseguenza di provocare disagi, sovraffollamenti e disservizi alle utenti in un momento delicato e privato della vita, dovendo, a volte, anche anticipare la dimissione post-partum per liberare i posti -:
quali intendimenti ed azioni intenda assumere il Presidente per fare ripristinare una situazione di regolare erogazione dei servizi con rispetto della privacy e dei diritti delle utenti che abbisognano di maggiore disponibilità di tempi e spazi per vivere al meglio il delicatissimo evento del parto.
(203; 31.08.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
dai dati sulla balneazione pubblicati dall'Arpacal - Agenzia di protezione dell'Ambiente della Calabria - (il rapporto sulle acque di balneazione del 2016 si basa sui dati prodotti da Arpacal nella stagione balneare 2015 e descrive la classificazione delle acque destinate alla balneazione che è data dalla valutazione di un calcolo statistico dei risultati degli ultimi quattro anni), risultano essere Reggio Calabria e Vibo Valentia le province maggiormente colpite da inquinamento dovuto a scarichi fognari abusivi o problemi imputabili a depuratori mal funzionanti;
stando alla mappatura dell'Arpacal, una situazione critica riguarda alcune aree ricadenti nei comuni di Paola, Reggio Calabria, San Ferdinando e Nicotera. In particolare, in provincia di Reggio, le maggiori criticità sono concentrate nello specchio d'acqua antistante i comuni di Reggio Calabria e di San Ferdinando. Da ultimo, tra l'altro, l'Arpacal ha reso noto che a Gioia Tauro e Scilla, in due punti, le acque non sono balneabili, in attesa delle analisi suppletive;
i controlli sulle acque di mare destinate alla balneazione hanno peraltro evidenziato in diversi punti, risultati 'non conformi' ai limiti imposti dalla normativa vigente;
risulta che 23 comuni sui 112 monitorati - pari al 21% - hanno aree adibite alla balneazione che presentano criticità dovute ad inquinamenti di breve durata e/o aree in qualità scarsa che, nel corso degli ultimi anni, non hanno ricevuto adeguate misure di risanamento -:
come il Presidente intenda agire per risolvere le criticità rappresentate dall'Arpacal. Per conoscere, altresì, se esistono degli interventi-tampone, delle azioni strutturali ed integrate previste per rendere efficiente il funzionamento della depurazione in Calabria.
(204; 31.08.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con la Legge di Stabilità 2016 il Governo ha deciso di dare priorità al recupero del patrimonio residenziale pubblico attraverso interventi di ristrutturazione mirati, per migliorare le condizioni degli alloggi popolari;
l'obiettivo, indicato dal Ministro Graziano Delrio, è di azzerare gli alloggi vuoti e risanare gli alloggi in cattivo stato entro il 2020;
l'obiettivo nazionale del biennio è di rendere disponibili 5.767 alloggi vuoti entro la fine del 2016 e avviare il lavori di ristrutturazione per 20.769 alloggi in cattivo stato entro il 2017, in particolare per la Regione Calabria l'Obiettivo 2016 riguarda il recupero di 357 alloggi popolari vuoti per i quali risultano zero interventi realizzati con un avanzamento dello 0% -:
qual è la situazione aggiornata ad oggi relativamente alla Regione Calabria e quali azioni e strategie il Presidente intende mettere in campo per rispettare gli obiettivi 2016.
(205; 31.08.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria ha approvato la pianificazione regionale di emergenza nell'ambito del "Piano nazionale di soccorso per il Rischio Sismico" di cui alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014, risulta però ad oggi, da una recente ricognizione, che poco più della metà dei comuni calabresi, ha approvato e/o aggiornato il Piano di Protezione Civile Comunale sebbene si tratti di un adempimento fondamentale per la tutela della vita umana trattandosi del principale presidio di prevenzione per i cittadini (nella maggior parte dei casi, ignari della presenza dei piani comunali), soprattutto in ordine al rischio sismico;
La situazione calabrese è particolarmente fragile per la presenza di una delle faglie più pericolose, quella che taglia lo stretto di Messina, e che rende la provincia di Reggio Calabria molto esposta alle catastrofi ambientali;
in Calabria esistono oltre 140.000 case abusive censite dall'Agenzia delle Entrate, costruite senza alcun progetto, dove vive quasi un quarto della popolazione calabrese;
secondo la Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, sono almeno 500 gli ospedali insicuri in Italia, e tra le regioni più a rischio c'è proprio la Calabria;
altro dato preoccupante è quello delle scuole definite ad alta vulnerabilità dal "Rapporto Barberi", un report nazionale sulle condizioni strutturali dell'edilizia pubblica, considerato che le varie verifiche effettuate negli anni hanno posto in evidenza la mancanza di certificati di agibilità, del rispetto delle norme di sicurezza e di quelle relative proprio alle norme antisismiche;
la Legge Sismica regionale, attualmente, prevede procedure di verifiche rigorose sui progetti di una certa importanza per volumetria e dimensione, per cui solo una parte dei progetti viene verificata mentre occorrerebbe un maggiore controllo degli interventi sul territorio, estendendo tali verifiche alla totalità dei progetti -:
quali intendimenti ed azioni intenda assumere il Presidente per fronteggiare una siffatta situazione di rischio per i calabresi oltre che per avviare adeguate e mirate campagne di sensibilizzazione e di informazione per tutta la cittadinanza. Per conoscere altresì i criteri di priorità nella gestione delle risorse per la prevenzione del rischio sismico regionale. Per sapere infine come intende sollecitare i Comuni attualmente inadempienti per procedere con l'adozione immediata del Piano comunale e quali attività intende mettere in campo sia per il potenziamento delle strutture tecniche regionali ancora fortemente carenti soprattutto per la componente geologica e strumentale che in termini di iniziative concrete per la prevenzione e tutela del territorio.
(206; 31.08.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la legge 107 al Comma 12 dell'articolo 1o riguardante l'organico dell'autonomia e il potenziamento nella scuola recita "Le istituzioni scolastiche predispongono, entro il mese di ottobre dell'anno scolastico precedente al triennio di riferimento, il piano triennale dell'offerta formativa. Il predetto piano contiene anche la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario, nonché la definizione delle risorse occorrenti in base alla quantificazione disposta per le istituzioni scolastiche. Il piano può essere rivisto annualmente entro il mese di ottobre..." ed ancora al comma 14.4 "Il piano e' elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi per le attività' della scuola e delle scelte di gestione e di amministrazione definiti dal dirigente scolastico. Il piano e' approvato dal Consiglio d'Istituto...";
L'Istituto d'Istruzione Superiore di Oppido Mamertina (R.C.) dal 1o settembre 2016 comprenderà anche l'Istituto Tecnico Commerciale di Taurianova (Comune che dista circa 15 Km dalla sede centrale sita in Oppido) con la denominazione di Istituto Superiore "Gemelli Careri " strutturato in Istituto Tecnico con ben 36 classi e Liceo Scientifico con 8 classi, essendo un Istituto Tecnico con specializzazione in Telecomunicazioni, Logistica ed Informatica, Amministrazione, finanza e marketing, Costruzione, ambiente e territorio, Servizi per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, ha richiesto al l'U.S.R. Calabria, seguendo l'iter previsto dalla normative vigenti, i seguenti posti di potenziamento: numero 1 posto in Telecomunicazioni A034, n.l in Informatica, numero 1 Matematica (A047), numero 1 Materie Letterarie (A050) per il Vicario:
l'Istituto di cui sopra si è visto invece assegnare tre docenti di Storia dell'Arte (A025), un docente di Matematica e Fisica (A049), un docente di Latino (A051), un docente di Discipline Giuridiche(A019), due docenti di sostegno(AD01 e AD03) e un docente di Scienze Naturali (A060) disattendendo le reali esigenze didattiche/progettuali della scuola, in contrasto con il Comma 5 della legge 107, limitando la programmazione e impedendo la realizzazione dei vari progetti programmati puntualmente dal Collegio dei Docenti e codificati nel PTOF approvato all'unanimità dallo stesso collegio e pubblicato nel portale Scuola in chiaro come da normativa -:
quale ratio è stata utilizzata per la mancata assegnazione delle figure professionali richieste dall'Istituto e per chiedere, eventualmente, di intervenire con tempestività presso l'USR Calabria allo scopo di fare assumere provvedimenti urgenti finalizzati a garantire l'assegnazione delle suddette figure onde consentire all'Istituto in oggetto di iniziare l'anno scolastico in modo regolare, porre rimedio ad una situazione al limite del grottesco ed evitare che il prossimo anno scolastico si apra all'insegna di una grande incertezza compromettendo la realizzazione delle molte attività curricolari e extracurricolari previste che sono l'asse portante della "Buona Scuola", tra cui l'alternanza scuola- lavoro.
(207; 01.09.2016)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
dopo il sisma che ha distrutto L'Aquila, con la legge n° 77 del 2009 ("Legge Abruzzo") il Governo nazionale ha deciso di concedere alle Regioni contributi finalizzati all'esecuzione di interventi strutturali di rafforzamento locale e di miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati;
la Regione Calabria, considerata dalla Protezione civile nazionale ad altissimo rischio sismico, in base alla stessa "Legge Abruzzo", ha ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la maggiore quota nella ripartizione dei fondi nazionali, per un totale di circa 114 milioni di euro suddivisi nella maniera seguente:
1)oltre 5 milioni di euro con l'O.P.C.M 3907/2010;
2)18.482.535,69 di euro con l'O.P.C.M 4007/2012;
3)24.169.469,75 di euro con l'O.C.D.P.C. n° 52 del 2013;
4)24.169.469,75 di euro con l'O.C.D.P.C. n° 171 del 2014;
5)24.169.469,75 di euro con l'O.C.D.P.C. n° 293 del 2015;
6)circa 18 milioni di euro previsti con l'O.C.D.P.C. n° 344 del 2016
con l'O.P.C.M 4007 del 2012, l'O.C.D.P.C. n° 52 del 2013, l'O.C.D.P.C. n° 171 del 2014, l'O.C.D.P.C. n° 293 del 2015 sono stati pubblicati i bandi da parte della Regione Calabria e sono pervenute oltre 16000 richieste da parte dei privati;
nelle annualità 2012 e 2013 sono stati presentati oltre 12500 progetti da parte dei privati, considerati idonei e finanziabili solo 40 e per le annualità 2014 e 2015 oltre 3500 domande ancora in corso di valutazione da parte della Regione Calabria -:
quali misure intende mettere in atto la Giunta regionale per raggiungere gli obiettivi previsti dalla legge numero 77 del 2009 ("Legge Abruzzo") che ha destinato alla Calabria, sino ad oggi, circa 114 milioni di euro per interventi su strutture pubbliche e private. Considerato il numero esiguo di progetti privati finanziabili fino ad oggi, si chiede di conoscerne i motivi e le misure necessarie affinché si utilizzino tutte le risorse a disposizione. Si chiede, altresì, di conoscere lo stato dell'arte dei cantieri finanziati per il miglioramento sismico degli edifici pubblici strategici al fine di mettere in atto iniziative idonee a snellire le procedure per la realizzazione dei lavori.
(208; 01.09.2016)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il FEAMP (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca) nella nuova programmazione 2014- 2020 sostituisce il FEP (Fondo Europeo della Pesca) e sostiene l'attuazione di strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (cd. CLLD);
in considerazione dei limitati tempi concessi per la selezione dei Fisheries Local Action Group (FLAGs) è stata attivata una procedura unificata in un unico avviso;
in virtù di ciò con decreto del Dirigente Generale del Dipartimento n.8, Agricoltura e Risorse Agroalimentari, assunto in data 12 agosto 2016 e riportato nel Registro dei decreti dei Dirigenti della Regione Calabria in pari data, avente ad oggetto: P.O. FEAMP 2014/2020 - Approvazione "Avviso pubblico per la selezione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo - CLLD" è stato approvato:l'Avviso Pubblico per la selezione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo - CLLD, comprensivo di tutti gli allegati dal numero 1 al numero 8;
l'obiettivo generale del bando è rappresentato dalla realizzazione di strategie locali volte a migliorare le politiche a favore delle aree costiere ed in particolare di quelle che si stanno spopolando; promuovere una maggiore qualità della progettazione locale, la partecipazione delle comunità locali ai processi di sviluppo, rafforzare il dialogo tra società civile e istituzioni locali, promuovere il coordinamento funzionale all'accesso per i finanziamenti comunitari;
la Regione, analogamente a quanto fatto per i Gal (Gruppi di Azione Locale) ha effettuato una suddivisione per territori costieri omogenei, con l'individuazione di quattro aree (Tirreno 1, Tirreno 2, Ionio 1 e Ionio 2). Per ciascuna delle aree individuate potrà essere selezionato un solo FLAG. Ogni proposta deve poi prevedere l'adesione del 40% dei Comuni presenti in ogni area;
nella procedura in itinere sono però presenti evidenti errori: Pellaro, frazione di Reggio Calabria viene conteggiato come Comune e dalla lista vengono espunti e senza alcun motivo comuni come Rosarno e Candidoni. Mentre il mar Tirreno viene prolungato d'ufficio sino al Melito.
in virtù del criterio dei compartimenti marittimi, si scopre che quello di Vibo Valentia, che nella precedente programmazione Fep 2007-2013 era interessato dal Gac Costa degli dei ora invece viene smembrato attraverso l'apposizione di un confine ideale nella cittadina di Pizzo, ciò nonostante il territorio in questione, pari a circa il 10% del totale delle coste calabresi esprima peculiarità di pesca, turismo ed attività marinare nettamente superiore a qualunque altro litorale calabrese. Il danno maggiore, irreparabile, viene compiuto a scapito dei circa 90Km di costa più importanti di tutta la Regione, rappresentati nella precedente programmazione dal Gac Costa degli Dei e corrispondenti alla costa tirrenica della Provincia di Vibo Valentia e della Provincia di Catanzaro che vengono ad essere cancellati. A Pizzo, viene tracciato il confine amministrativo tra l'area Tirreno 1 che arriva a Praia a Mare e l'area Tirreno 2 che arriva a Melito Porto Salvo;
sulla base degli anzidetti criteri, la marineria vibonese che da sola rappresenta una produttività di pesca superiore di quasi quattro volte a quella delle altre a aree regionali, è nella reale e concreta impossibilità di partecipare. Ad essa, infatti, sono stati sottratti i comuni a nord di Pizzo della costa catanzarese;
a causa della suddivisione operata dalla Regione verrebbero meno inoltre alcuni dei criteri fondanti della strategia FEAMP e cioè la partecipazione "dal basso" alla individuazione delle aree da destinare ai FLAGs e, conseguentemente, è sfuggito che si è concentrato, nell'ipotetico FLAG T2, circa il 70% della produzione ittica regionale. In aperto contrasto quindi delle direttive FEAMP che prevedono una ripartizione "ragionata" delle aree riconosciute ai FLAGs. Criteri che nella suddivisione in macro aree operata dalla Regione Calabria potrebbero non essere rispettati;
infine, nonostante la procedura sia ancora in itinere,la società consortile Flag dello Stretto ha usato i loghi istituzionali del Feamp, dell'Unione Europea e della Regione Calabria. E ciò, ancor prima di essere stata selezionata nell'area Tirreno 2 -:
a)quali iniziative intenda adottare per una verifica circa l'osservanza di una strategia politica che risulti coerente con gli obiettivi di programma;
b)se ritiene di approfondire i dati in argomento con particolare riferimento alla determinazione dei confini geografici, all'esclusione di alcuni Comuni come Rosarno e Candidoni e all'utilizzo dei loghi istituzionali;
c)quali iniziative intenda adottare per consentire al Gac "Costa degli dei" sostanziale e formale parità di trattamento e opportunità di partecipazione al bando in questione.
(209; 05.09.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
per ammodernare la Strada Statale 106 Jonica in Calabria, esisterebbero dei tratti ancora non finanziati pari a 324,5 Km e privi di un progetto definitivo, nel dettaglio: - Megalotto 6: Simeri Crichi - Le Castella Sud (36 chilometri); - Megalotto 7: Roccella Jonica - Trasv. Serre (44,5 chilometri); - Megalotto 8: Mandatoriccio - Sibari (53,2 chilometri); - Megalotto 10: Melito di Porto Salvo - Bova e Palizzi - S. Ilario (53 chilometri), - Megalotto 11 : Trasv. Serre - Squillace e Crotone Aeroporto (22 chilometri); - Megalotto 12: Collegamento autostrada SA - RC - SS 106 Tangenziale di Reggio Calabria (20,5 chilometri); - Variante di Palizzi (5 chilometri); - Megalotto 5: Loc. S. Gregorio (RC) - Melito di Porto Salvo (24 chilometri); - Megalotto 9: Crotone aeroporto Mandatoriccio (66,3 chilometri). Considerando che la S.S. 106 in Calabria e' lunga 415 km sembrerebbe che solo 90 chilometri siano stati ammodernati;
sembrerebbe, come si apprende dagli organi di stampa, che si vogliano chiudere anticipatamente i cantieri e risulterebbe un drastico taglio degli investimenti passati dagli oltre 20 miliardi di euro della Legge Obiettivo del 2001 a 6,5 miliardi e, infine, ridotti agli attuali 4,2 miliardi di euro;
diversamente dai tratti interamente completati e ricadenti nella Regione Puglia (39 km) e nella Regione Basilicata (37 km), la Statale 106 ionica in Calabria ad oggi risulterebbe incompleta quasi al 80% circa, continuando a rappresentare una via di comunicazione pericolosa e rischiosa per i cittadini -:
quali azioni ed interventi il Presidente intende assumere affinché l’Anas proceda con celerità all'ammodernamento ed alla messa in sicurezza della Statale 106 in Calabria e come intende fare sinergia col governo nazionale di centrosinistra che, purtroppo, invece di fare quadrato con l'attuale maggioranza regionale si gira spesso dall'altra parte, ignorando i problemi che riguardano sia l'emergenza che la progettualità e raggirando i calabresi con annunci e propaganda.
(211; 06.09.2011)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
durante il 2016, così come negli anni precedenti, si sono verificate diverse frane che hanno comportato la chiusura temporanea della Strada Statale 18 lungo il tratto che collega Bagnara Calabra a Scilla, ed in particolare il 14 marzo, il 9 ed il 24 agosto e il 6 settembre, creando disagi per l'intero territorio derivante dalla interdizione al traffico oltre al rischio concreto di perdite di vite umane;
i lavori eseguiti dall'Anas successivamente ai citati episodi franosi sono serviti solo a liberare la strada da fango e detriti senza alcuna opera di messa in sicurezza permanente, continuando, pertanto, a rappresentare questo tratto della Statale 18 una via di comunicazione pericolosa e rischiosa per i cittadini -:
quali azioni ed interventi il Presidente intende assumere affinché l'Anas inserisca tra le priorità urgenti, la messa in sicurezza della Statale 18 Tirrenica - nei tratti su indicati - prevedendo opere definitive e progetti strutturali rispondenti alle vigenti normative sulla sicurezza stradale.
(212; 06.09.2016)
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
sempre più i cittadini della Provincia di Cosenza in generale, e di alcuni Comuni in particolare apprendono notizie rinvenienti dalla stampa locale di determinazioni emanate dall'ASP di Cosenza tra loro contrastanti sulla prestazione di taluni servizi in ambito socio sanitario da erogare per il tramite del sistema privato;
tale contradditorio comportamento posto in essere per il tramite di atti aziendali sostanzia e identifica in un primo momento la necessità e il conseguente numero dei posti da accreditare al sistema privato per l'erogazione di servizi in ambito socio sanitario di natura essenziale e inderogabile e che in un secondo momento invece ne smentisce la necessità attraverso atti di revoca di posti prima ritenuti necessari;
allo stato attuale l'ASP di Cosenza prevede l'eventuale riassegnazione dei posti revocati attraverso un probabile nuovo accreditamento mentre di contro preoccupanti risultano essere le condizioni al momento dei servizi revocati anche a pazienti, tra gli altri affetti da SLA;
a tutto quanto sopra si somma l'inevitabile contraccolpo anche in termini occupazionali del personale avviato in conseguenza degli atti che ne pretendevano la presenza sui posti in un primo momento assegnati ed accreditati;
l'ASP di Cosenza in questa direzione, producendo atti contradditori pone in essere un evidente stato di imbarazzo e di incertezza ulteriore su una materia che già mal sopporta il peso di un Commissariamento in una Regione come la Calabria che deve ritornare al più presto ad uno stato di normalità della gestione e di certezza -:
quali azioni urgenti intende adottare al fine di superare l'evidente contraddittorietà degli atti prima richiamati e posti in essere dall’ASP di Cosenza che determinano uno stato di incertezza nel sistema socio sanitario privato, che riduce in maniera improvvida i posti primi assegnati generando un abbassamento degli standard dei servizi erogabili e necessari di contro in provincia di Cosenza.
(213; 09.09.2016)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria, Dipartimento Presidenza - Settore n.5 Internazionalizzazione, in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti (IICAUE), aveva programmato per gli scorsi 23 e 24 Giugno 2015 due giornate di incontri B2B per le imprese del settore Gioielleria presso la sede di Unioncamere Calabria di Lamezia Terme;
il progetto è stato finanziato a valere sui fondi POR Calabria FESR 2007/2013 - Linea di Intervento 7.1.2.1 - PEA 2013";
la manifestazione di interesse a partecipare all'iniziativa di Incoming è stata pubblicata sul portale istituzionale della Regione Calabria;
l'iniziativa promossa era finalizzata ad incoraggiare l'export del settore Gioielleria verso gli Emirati Arabi Uniti;
la suddetta manifestazione, a seguito delle richieste di adesione pervenute da parte di artigiani e imprese interessate, è stata annullata a data da destinarsi;
considerato che:
le imprese aderenti alla Manifestazione di interesse sono state avvisate per vie informali (a mezzo telefono) dell'annullamento della succitata manifestazione;
presso il dipartimento Presidenza - Settore N.5 Internazionalizzazione sono pervenute formali richieste di informazione, da parte delle imprese aderenti, per conoscere modalità e tempi di riattivazione del "Progetto Paese: Emirati Arabi Uniti — Settore Gioielleria - Piano Calabria Internazionale - Appendice PEA 2013";
alle suddette richieste di informazioni non è pervenuto ad oggi nessun riscontro -:
quali sono i motivi che hanno portato all'annullamento dell'azione "Progetto Paese: Emirati Arabi Uniti - Settore Gioielleria - Piano Calabria Internazionale -Appendice PEA 2013";
se l'iniziativa è stata riprogrammata per altra data;
a quanto ammonta il Capitolo di spesa destinato alla realizzazione della manifestazione;
se sono stati impegnati ed utilizzati fondi del suddetto Capitolo e, se sì, per quali specifici interventi.
(215; 16.09.2016)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
- l'art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, numero 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, numero 214 ha escluso per gli anni 2012 e 2013 la rivalutazione automatica (ai sensi dell'art. 34, c. 1, della legge 23 dicembre 1998, numero 448 e con le percentuali previste dall'art. 69 della legge 23 dicembre 2000, numero 388) di tutte le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo INPS dell'anno rivalutato, ovvero 1.443 € mensili lordi. Tutti i trattamenti pensionistici di importo superiore sono stati esclusi da rivalutazione.
Su un totale anno 2012 di numero 16.533.152 pensionati-pari circa il 27,5% della popolazione residente in Italia, sono stati esclusi dalla rivalutazione n.5.242.161 pensionati (8,74% della Popolazione ITALIANA e quindi anche del nostro territorio) in pratica un pensionato su tre, cosi suddivisi: n.5.192.521 pensionati 31,4% da 3 volte a 14 volte il minimo e n.49.640 pensionati 0.3% a oltre 14 volte il minimo. Fonte: INPS, Casellario Centrale dei Pensionati – Anno 2014; (Allegato n.1)
- la Corte Costituzionale, con Sentenza 30 aprile 2015, numero 70 ha dichiarato: "l'illegittimità costituzionale dell'art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, numero 201 (Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici), convertito, con modificazioni, dall'art. 1, comma 1, della legge 22 dicembre 2011, numero 214, nella parte in cui prevede che «In considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall'art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, numero 448, è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo IN PS, nella misura del 100 per cento”);
- per effetto di tale pronuncia di incostituzionalità, i titolari dei trattamenti pensionistici esclusi hanno riacquistato retroattivamente il diritto alla rivalutazione dei propri trattamenti pensionistici e quindi ad ottenere: a) il pagamento degli arretrati con interessi dalla maturazione al saldo e rivalutazione; b) il ricalcolo della pensione, a valere sugli trattamenti successivi e sulla determinazione degli assegni futuri;
- successivamente alla richiamata sentenza numero 70 del 2015, il Governo è intervenuto con il decreto legge 21 maggio 2015 numero 65 recante "Disposizioni urgenti in materia di pensioni, di ammortizzatori sociali e di garanzie TFR", convertito, con modificazioni, dalla Legge 17 luglio 2015, numero 109, procedendo, mediante l'articolo 1, comma 1, a una solo parziale e molto limitata restituzione degli arretrati e ad una ancora più irrisoria ricostruzione dei trattamenti pensionistici, con grave pregiudizio per i pensionati;
- che in concreto gli importi restituiti oscillano tra lo 0% e il 21% di quanto spettante, con un danno pari ad almeno il 79% e al 100% per le pensioni superiori ai 2.810 € mensili lordi;
- in base al provvedimento del Governo gli arretrati liquidati nel cedolino pensione di agosto 2015 (Allegato n.2), hanno oscillato tra i 150 e gli 800 € (niente è stato corrisposto ai titolari di pensioni superiori a 2.810 euro mensili lordi), con la impropria e ingannevole descrizione "CREDITO SENTENZA C.C. 70/2015", non conforme all'effettivo calcolo che applica, in realtà, il D.L. numero 65/2015 convertito dalla Legge 109/2015;
- come espressamente dichiarato dall'INPS con la Circolare 25 giugno 2015, numero 125 "Il riconoscimento della perequazione nei termini sopra indicati opera esclusivamente ai fini della determinazione degli importi arretrati relativi agli anni 2012-2013". Gli arretrati, cioè, non si consolidano nell'assegno pensionistico ovvero, in altri termini, non producono effetti sulle pensioni future, se non in minima parte e, ancora una volta, non per tutti. La rivalutazione, già ridotta, riconosciuta per il 2012-2013 è infatti ulteriormente ridotta ai fini del calcolo degli assegni 2014- 2016 secondo quanto disposto dall'articolo 24, commi 25-bis e 25-ter della I. numero 214/2011, introdotti dal d.l. numero 65/2015);
- come rilevato dall'INPS, "L'incremento perequativo attribuito per gli anni 2012 e 2013, che costituisce la base di calcolo per poi determinare gli importi mensili delle pensioni a partire dal 2014, viene riconosciuto per gli anni 2014 e 2015 nella misura del 20% e per il 2016 nella misura del 50% dell'incremento perequativo ottenuto nel biennio 2012-2013 (che, a seconda degli scaglioni, ammonta al 40%, al 20% o al 10%, rispettivamente del 2,7% per il 2012 e del 3% per il 2013);
- l'effetto "trascinamento" implica che i titolari di pensioni superiori a 1.443 euro mensili lordi percepiranno, vita natural durante, un assegno pensionistico inferiore a quello che sarebbe loro spettato (ad esempio: circa 90 euro mensili in meno per i titolari di pensioni pari a 1.500 euro mensili lordi; circa 160 euro mensili in meno per i titolari di pensioni pari a 3.000 euro mensili lordi; circa 330 euro mensili in meno per i titolari di pensioni pari a 6.000 euro mensili lordi;
- trattandosi di diritti già entrati nel patrimonio dei titolari di assegni di pensione (diritti "quesiti" o "acquisiti") il d.l. numero 65/2015 è illegittimo e comunque irrilevante sia per quanto attiene agli importi maturati prima della sua entrata in vigore, sia per quanto riguarda gli arretrati sia per quanto riguarda la ricostituzione;
considerato che:
- come rileva la Corte Costituzionale al paragrafo 10 della sopra citata sentenza sono "stati valicati i limiti di ragionevolezza e proporzionalità, con conseguente pregiudizio per il potere di acquisto del trattamento stesso e con irrimediabile vanificazione delle aspettative legittimamente nutrite dal lavoratore per il tempo successivo alla cessazione della propria attività" ed è stato disatteso "il nesso inscindibile che lega il dettato degli artt. 36, primo comma, e 38, secondo comma, Cost.";
- il Governo con il decreto legge numero 65 del 2015 aggira il disposto della sentenza della Corte Costituzionale e tenta di neutralizzarlo, incidendo retroattivamente su "diritti acquisiti", il diritto dai titolari dei trattamenti pensionistici a vedersi riconosciuta integralmente la rivalutazione per gli anni 2012-2013, anche ai fini della determinazione degli assegni di pensioni successivi, secondo i meccanismi al tempo vigenti;
- il provvedimento del Governo, in un già serio momento di difficoltà dei cittadini e delle famiglie, arreca un grave e permanente pregiudizio a fasce della popolazione particolarmente deboli e "indifese", che non dispongono di strumenti di pressione o di reazione efficaci (ad esempio lo sciopero);
- la grave ingiustizia nei confronti di una così vasta platea di cittadini si è consumata nel silenzio delle istituzioni, dei mezzi di informazione e in larga misura anche dei sindacati;
- l'INPS ha addirittura formalmente comunicato ai patronati di non effettuare conteggi di ricostruzione dei trattamenti pensionistici in base alla sentenza della Corte costituzionale (Messaggio 12 giugno 2015, numero 4017 (Allegato n.3): "Pertanto, l'inoltro di eventuali domande di ricostituzione dei trattamenti pensionistici interessati alla sopra citata disposizione normativa, dovranno essere respinte e conseguentemente le stesse non potranno essere considerate utili ai fini del finanziamento dell'attività espletata dagli Istituti di patronato". Con detta comunicazione l'INPS di fatto si sostituisce pericolosamente al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Infatti la legge 30 marzo 2001, n.152, recante "Nuova disciplina per gli istituti di patronato e di assistenza sociale" all'articolo 15, comma 1, primo periodo, precisa che "Gli istituti di patronato e di assistenza sociale sono sottoposti alla vigilanza del Ministero del lavoro e della previdenza sociale". L'INPS, con il suo messaggio dunque si appropria del ruolo del Ministero in relazione alla verifica della validità delle operazioni ai fini del finanziamento pubblico, che come noto viene autorizzato dal medesimo Ministero solo a valle dell'attività di accertamento sul territorio svolta dai propri ispettori; nonostante ciò, i Patronati si stanno attenendo alle disposizioni avute dall'INPS, non provvedendo a tutelate gli interessi della parte debole, cioè i pensionati, soggetti verso i quali dovrebbero avere specifiche attenzioni e vocazioni; con grave pregiudizio per i principi fissati dalla citata legge n.152;
- sebbene il provvedimento di cui al decreto-legge numero 201 abbia lasciato indenni i 2 terzi dei beneficiari di trattamenti pensionistici, è ragionevole presumere che una fascia consistente di popolazione e di famiglie possa comunque essere messa in difficoltà dalla deindicizzazione totale delle pensioni di importo pari o superiore a 3 volte il minimo INPS;
- a seguito dell'adozione del decreto-legge numero 65, la Corte dei Conti dell'Abruzzo, seguendo la linea già tracciata dapprima dalla Corte dei Conti dell'Emilia-Romagna e poi da quella delle Marche, e dai Tribunali di Palermo, Brescia e Milano, ha accolto, con ordinanza, il ricorso di cittadini contro l'INPS, e sollevato la questione di legittimità costituzionale del decreto-legge numero 65 in quanto appare confliggere con gli articoli 136, 38, 36, 3, 2, 23 e 57 della Costituzione nonché con l'articolo 117, comma 1, della Costituzione rispetto all'articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e l'articolo 1 del protocollo addizionale di detta convenzione ratificata e resa esecutiva con la legge numero 4 agosto 1955, numero 848;
- dal Bollettino ufficiale della Regione Toscana numero 12 del 23 marzo 2016 si apprende che il Consiglio regionale della Toscana ha approvato, con il voto favorevole di tutti i gruppi, la mozione numero 228 del 2 marzo 2016 e dagli Atti approvati del Consiglio Regione Veneto si apprende che il Consiglio regionale del Veneto con Delibera numero 108 del 18 maggio 2016 ha approvato, con il voto favorevole di tutti i gruppi, la mozione numero 133 del 27 aprile 2016. Entrambi i Consigli Regionali impegnano la rispettiva Giunta regionale ad esercitare ogni utile pressione sul Governo, affinché venga data piena e concreta applicazione alla sentenza della Corte costituzionale numero 70 del 2015, riguardante i pensionati italiani, con importo pensionistico mensile lordo superiore a 3 volte la pensione minima;
- il testo della mozione appare pienamente condivisibile in quanto le sentenze della Corte Costituzionale devono trovare piena attuazione ai sensi dell'articolo 136, primo comma, della Costituzione;
impegna
la Giunta regionale ad intervenire nei confronti del Governo affinché sia approvato nel più breve tempo possibile un atto avente forza di legge che dia piena ed effettiva attuazione alla sentenza numero 70 del 2015 della Corte Costituzionale, prevedendo a favore dei titolari di pensione colpiti dal blocco previsto dall'art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, numero 201 convertito in legge 22 dicembre 2011, numero 214, l'integrale restituzione degli importi maturati per effetto del ripristino della perequazione e la ricostruzione del trattamento pensionistico, ai sensi e nella misura prevista dall'art. 34, legge. numero 448/1998 e art. 69, legge numero 388/2000 per gli anni 2012 e 2013 e dall'art. 1, c. 483, I. numero 147/2013 per gli anni 2014-2016, con effetti sugli importi degli assegni pensionistici vita natural durante, inclusa la rivalutazione sull'importo rivalutato per gli anni successivi: per il 2012 e 2013 nelle percentuali e con i parametri previsti dall'art. 39, 1egge numero 288/2000; per il triennio 2014-2016 nelle percentuali e con i parametri previsti dall'art. 1, c. 483, legge numero 147/2013.
(61; 01.09.2016) Nicolò
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
fino all'anno accademico 2007/2008, la SSIS (Scuola di Specializzazione per l'Insegnamento) ha rappresentato l'unico percorso abilitante per i docenti delle scuole secondarie. Con durata biennale, numero chiuso, frequenza obbligatoria, la scuola di specializzazione si concludeva con un esame abilitante;
la soppressione delle SSIS, ai sensi dell'art 64, comma 4 bis, del D.L. 25 giugno 2008, numero 112, a partire dall'anno accademico 2009/2010, ha fatto sì che per ben 4 anni i laureati non abilitati rimanessero in una sorta di limbo giuridico e professionale. Fino al 2013, quando fu attivato il primo ciclo di Tirocinio Formativo Attivo (inserito nel decreto del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca numero 249 del 10 settembre 2010, emanato ai sensi della legge numero 244 del 24 dicembre 2007, e modificato dal decreto del MIUR numero 81 del25 marzo 2013);
nonostante la necessità, per accedere al TFA di superare un test selettivo a livello nazionale, consistente in una prova scritta e una prova orale, oltre a selezioni in itinere, un tirocinio pratico teorico e relativo esame conclusivo, agli abilitati non viene permesso di accedere alla graduatoria ad esaurimento (GAE), sistema di assunzioni utilizzato invece per gli abilitati SSIS;
considerato che:
il MIUR nel 2016 vara un concorso a posti e cattedre per il personale docente, così come previsto dalla Legge 107 del13 luglio 2015, che ha carattere regionale e prevede tre bandi: uno per i docenti della scuola dell'infanzia e della primaria, un secondo rivolto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado e infine un terzo bando per i docenti di sostegno, che sembra una tarda soluzione al problema, ma che, in realtà, cambia di poco la questione;
finora si sono tenuti due cicli di TFA e prendendo ad esempio la classe di concorso in Storia e Filosofia (ma lo stesso discorso si può fare anche per altre classi di concorso come Scienze, Storia dell'arte etc.), i bandi del TFA prevedevano 30 posti disponibili nella regione Calabria nel 2012 e altri 30 nel 2014;
sempre prendendo come esempio la classe di concorso Storia e Filosofia, ad oggi il concorso prevede solo 14 posti a fronte dei 60 posti pianificati con i due cicli di abilitazione nella Regione Calabria;
il TAR del Lazio con la sua ultima e recente sentenza ha inserito nelle Graduatorie ad Esaurimento centinaia di docenti che, avendo fatto il TFA, hanno presentato ricorso;
impegna
la Giunta regionale a chiedere al Presidente del Consiglio ed ai Ministri pro tempore della Repubblica di voler intervenire sul tema consentendo a quanti hanno conseguito l'abilitazione per l'insegnamento delle diverse discipline (TFA, SISS ultimo ciclo) di entrare a pieno titolo nelle cosiddette graduatorie ad esaurimento, fermo restando la loro possibilità di partecipare ad eventuali prossime procedure concorsuali per l'insegnamento;
a trovare, in ogni caso, una soluzione atta a garantire il diritto al lavoro e l'inserimento a queste figure professionali abilitate all'insegnamento.
(62; 15.09.2016) Graziano
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
l'Italia è un territorio geologicamente giovane e, pertanto, le scosse strutturali di assestamento sono frequenti e spesso molto violente;
in Italia si verifica in media un sisma di magnitudo superiore a 6.3 gradi ogni 15 anni;
oltre il 40% del territorio italiano è a rischio sismico ed almeno 24 milioni di persone vivono in zone ad elevato rischio sismico;
in Italia l'edilizia storica di vario tipo rappresenta l'80 - 90% del patrimonio edilizio totale;
il 60% degli edifici italiani è stato costruito prima del 1974, anno in cui sono entrate in vigore le prime norme antisismiche;
il sisma che ha colpito il centro Italia nella notte del 23 agosto, causando centinaia di vittime, ha rimesso in evidenza la fragilità del patrimonio edilizio italiano, che nonostante in Italia sia vigente una delle legislazioni in tema di normativa antisismica più all'avanguardia, non è adeguato e capace di resistere a forti scosse ed ha nuovamente rilevato l'urgenza e l'improcrastinabilità della prevenzione;
a Norcia, in territorio umbro, a pochi chilometri dall'epicentro e dai comuni laziali e marchigiani devastati dal sisma, non si sono verificate né vittime, né feriti, in quanto la ricostruzione e gli interventi antisismici attuati dopo i terremoti del 1979 e del 1997 hanno garantito la sicurezza per la popolazione, registrando solo danni più o meno contenuti agli edifici;
con la conversione in legge del decreto numero 63 del 4 giugno 2013 è stata introdotta la possibilità di usufruire di una detrazione pari al 65%, per un ammontare massimo di 96.000 euro, per le spese sostenute per interventi di adozione di misure antisismiche su costruzioni che si trovano in zone sismiche ad alta pericolosità, se adibite ad abitazione principale o ad attività produttive e che, ad oggi, tale detrazione è prevista fino al 31 dicembre 2016;
sulla base di stime effettuate da un docente di tecnica delle costruzioni in zona sismica, con una spesa compresa tra 100 e 300 euro a metro quadro è possibile mettere al sicuro un edificio e pertanto servono circa 30 mila euro per un appartamento di dimensioni medio-grandi e 200/600 mila euro per un condominio di quattro piani;
nel 2013 l'Oice, associazione delle organizzazioni di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, ha stimato il mercato per questo tipo di interventi in circa 36 miliardi e che il gettito IVA derivante dagli interventi, se adeguatamente incentivati, e le tasse pagate da imprese e progettisti potrebbero compensare le mancate entrate determinate da misure incentivanti più coraggiose e più efficaci;
tuttavia che trattandosi di somme ingenti da erogare per una famiglia media, visto anche il periodo di crisi, l'incentivo fiscale attivo ad oggi rischia di non essere sufficiente a promuovere una reale e concreta azione di prevenzione sismica, in quanto il recupero del 65% della spesa avviene, ma in 10 anni e pertanto non risulta sufficiente a promuovere gli interventi di adeguamento sismico nelle abitazioni private;
un aumento della detrazione IRPEF al 100% per interventi di adeguamento antisismico o detrazioni immediate o in tempi più ristretti rispetto ai termini attuali potrebbero venire incontro alle esigenze delle famiglie e fornire maggiori garanzie alle banche per l'erogazione di mutui;
un'analisi diffusa da Mediobanca, che ha rielaborato i dati dello studio "I costi dei terremoti in Italia", ha calcolato che dal terremoto della Valle del Belice del 1968 a quello in Emilia del 2012, i costi attualizzati al 2014 degli eventi hanno raggiunto la somma di 122 miliardi di euro, circa 3 miliardi di euro l'anno;
le difficoltà dello Stato a reperire le risorse necessarie alla ricostruzione ed i limiti imposti dall'Unione Europea, che ad oggi pare disponibile a concedere una flessibilità nel deficit 'una tantum' per le spese legate all'emergenza, ma non a consentire di scorporare dal deficit un progetto pluriennale di messa in sicurezza, come proposto dal Governo con il recente annuncio del progetto"Casa Italia";
nel 2016 i soldi stanziati per la prevenzione del rischio sismico in Italia sono stati pari a 44 milioni di euro, un terzo dei 145 milioni già spalmati lo scorso anno tra 3.800 Comuni;
una larga parte del territorio europeo, in particolare l'area sud orientale del continente, è ad elevato rischio sismico, ma che nella programmazione dei fondi strutturali europei ad oggi sono previste risorse solo per la realizzazione di interventi per la prevenzione del rischio sismico limitatamente ad edifici pubblici e al patrimonio edilizio scolastico e non risulta alcuna voce specifica, destinata al rischio sismico nei fondi Por-Creo-Fesr, alcun programma e soprattutto alcuna programmazione ed alcuna politica europea in materia;
impegna
la Giunta regionale:
1)a censire l'adeguatezza sismica delle strutture strategiche presenti nel FVG, pubbliche o aperte al pubblico;
1bis) a favorire, anche attraverso l'impegno di risorse economiche, la verifica della loro adeguatezza alla normativa antisismica;
2) a intervenire presso il Governo affinché valuti la possibilità di :
a) ridurre l'IVA al 4 % per gli interventi strutturali antisismici che comprendano anche la completa demolizione e ricostruzione;
b) aumentare la detrazione dal 65 al 100% per le sole spese legate agli interventi strutturali finalizzati all'adeguamento antisismico valutando, al contempo, un aumento della spesa detraibile;
c) rendere flessibili i tempi di rientro delle detrazioni rispetto ai redditi personali, alla spesa dell'intervento ed all'età del contribuente;
d) estendere la detrazione anche agli immobili che non sono classificati come prima casa;
e) a farsi carico di promuovere, con la collaborazione delle altre Regioni italiane e dei membri del Parlamento europeo, una politica di prevenzione nella nuova programmazione europea, con l'assegnazione di fondi strutturali per la prevenzione del rischio sismico.
(63; 21.09.2016) Giudiceandrea
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
negli ultimi 20 anni gli interventi di ammodernamento, adeguamento e miglioramento dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria hanno richiesto, nel corso degli anni, un impegno pari a 8 miliardi 233 milioni, di cui 7 miliardi già spesi, e hanno consentito, questi miliardi spesi, su 440 chilometri interamente percorribili di adeguarne già 355, mentre altri 30 sono in corso di ammodernamento (quindi, 385 in totale). Ne rimangono 58, di cui 16 sono già finanziati; gli altri residui, prevalentemente nel tratto nord della Calabria, non sono neppure in programma di finanziamento;
apprendiamo da pochi giorni dalla stampa che durante la visita del Presidente del Consiglio Matteo Renzi il 26.07.2016 presso Laino Castello (Cosenza), in ragione dell' inaugurazione del nuovo tratto dell'A3 tra Laino Borgo e Campotenese nel quale si trova il Viadotto Italia, lo stesso premier ha dichiarato testualmente che per " la prima volta dalla sua realizzazione, la Salerno-Reggio Calabria è percorribile senza cantieri....presto l'opera sarà conclusa...."inoltre "...promette, anche su Twitter, quando siamo partiti ridevano di noi, il 22 dicembre percorreremo questa infrastruttura da Salerno a Reggio Calabria con Delrio, andremo piano, la scorta se vuole segue";
nel maggio di quest'anno dopo la galleria "killer" della Salerno-Reggio Calabria, la Guardia di Finanza di Vibo Valentia, su input della Procura competente, ha sequestrato altri 8 chilometri e mezzo dell'autostrada A3 (tra gli svincoli di Mileto e Rosarno) e un tratto della strada provinciale Sp 58, con le imputazioni di: disastro doloso, lavori in sub appalto senza autorizzazione della stazione appaltante, truffa aggravata ai danni di ente pubblico in relazione all'indebita percezione di pagamenti per smaltimento di rifiuti di lavorazione, attestato mediante falsa documentazione, falso materiale ed ideologico commessi nella redazione della contabilità lavori;
questo provvedimento giudiziario sul tratto Mileto - Rosarno dimostra già da solo la fragilità delle affermazioni, quanto meno incaute, del premier sulla possibilità di percorrere interamente la Salerno - Reggio Calabria entro il 22 dicembre 2016. Al centro dell'inchiesta, infatti, c'è la realizzazione dei viadotti costruiti sul letto del fiume Mesima che rischia, adesso, di scalzare i piloni della struttura. Dalle carte dell' inchiesta pubblicati si ricava che "gli elaborati peritali - scrivono i magistrati - hanno consentito di portare alla luce con certezza l'esistenza del rischio idraulico/idrogeologico che investe l'opera in corso di realizzazione e che, a causa dell'interferenza del fiume Mesima con la medesima e, più in dettaglio, con i viadotti Mesima 1, 2, 3 e 4, potrebbe determinare fenomeni di esondazione, come già avvenuto il 23 e 24 marzo 2016". Si tratta di una zona per la quale si dovevano prevedere le stesse prescrizioni delle zone a rischio R4 (molto elevato), cosa che non è avvenuta;
nel tratto tra Rosarno e Mileto sull'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria è stata finanziata da quasi due anni la realizzazione dello svincolo di Laureana di Borrello, ancora non cantierizzato;
già solo per tali situazioni fattuali evidenti nella provincia reggina la Salerno - Reggio Calabria non sarebbe completa, per non citare altre situazioni, non dissimili sulla mancata cantierizzazione di una serie di chilometri di percorso autostradale nei tratti della Calabria settentrionale;
il principio di leale collaborazione tra enti all'art. 120 cost. imporrebbe un'immediata ed opportuna iniziativa del Governo regionale che sia efficace rispetto alla scadenza del 22 dicembre 2016 posta dal Presidente del Consiglio come data di ultimazione dell'opera, segnalando la necessità immediata di sollecitare l'Anas per avviare le operazioni utili per portare a compimento anche questi due interventi nel tratto tra Mileto e Rosarno (uno di adeguamento dei viadotti dal rischio idraulico/idrogeologico che investe l'opera sul fiume Mesima e l'altro di realizzazione dello svincolo di Laureana fonte di incremento viario e di sviluppo socio - economico per i paesi del versante tirrenico - preaspromontano da Laureana a Candidoni fino ad arrivare a San Pietro di Caridà passando per Candidoni e Serrata), nel termine indicato dal Presidente del Consiglio -:
le iniziative per un'azione congiunta tra gli enti preposti che in piena collaborazione ex art. 120 cost. possano concertare un immediato intervento che permetta lo sblocco dei lavori, sulla A/3 Salerno - Reggio Calabria, rispetto alla scadenza del 22 dicembre 2016 posta dal Presidente del Consiglio come data di ultimazione dell'opera, anche per 1' adeguamento dei viadotti dal rischio idraulico/idrogeologico che si è scoperto sul fiume Mesima e per la realizzazione dello svincolo di Laureana, con gli adeguati innesti connessi alle strade provinciali esistenti e/o adeguatamente migliorate, fonte di incremento viario e di sviluppo socio - economico per i paesi del versante tirrenico - preaspromontano.
(198; 01.08.2016)
Risposta: “In
risposta alle richieste di chiarimento poste nell'interrogazione a risposta in
oggetto, si comunica quanto segue.
Dagli incontri
avuti con Anas Spa, sia presso il Compartimento regionale che la Sede
nazionale, la realizzazione dello Svincolo di Laureana
di Borrello al Km 377+750 risulta inserita tra le opere prioritarie di cui al
"Contratto di Programma 2015" stipulato tra il Ministero delle
Infrastrutture ed Anas Spa, con l'importo di 38 M€
sulla base del progetto definitivo predisposto.
Per quanto di
competenza dell'Amministrazione regionale, lo stesso intervento è stato
inserito nel "Quadro degli interventi infrastrutturali invarianti
realistici e maturi sulla rete stradale" del Piano Regionale dei
Trasporti, la cui proposta definitiva è stata adottata con Deliberazione di
Giunta Regionale numero 327 del 09/08/2016, confermando l'importo di 38 M€.
Pertanto
l'intervento, ritenuto da questo Assessorato e dalla Giunta, di notevole importanza
risulta prontamente realizzabile, fermo
restante la predisposizione dei necessari atti amministrativi di Anas Spa.”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore alle Infrastrutture. Per sapere - premesso che:
in data 15/11/2011 la Regione Calabria e l'Università della Calabria hanno stipulato una convenzione sulla infomobilità;
tale progetto prevedeva un accordo fra Regione Calabria e Università della Calabria attività per la realizzazione di un sistema regionale della gestione dei servizi del trasporto pubblico locale;
l'obiettivo generale di tale accordo era quello di garantire i servizi del trasporto pubblico locale più efficaci, efficienti e più vicini alle esigenze dei cittadini e dei turisti;
il sistema previsto doveva raggiungere i seguenti obiettivi principali: realizzare la certificazione del servizio di trasporto pubblico locale eseguito dalle aziende di trasporto concessionarie, fornire servizi di infomobilità all’interno del territorio, fornire servizi alle aziende concessionarie, consentire l'analisi dei dati derivati dallo svolgimento del servizio del trasporto pubblico locale;
in data 1/3/2016 l'assessore regionale ai Trasporti, Roberto Musmanno, ha annunciato che il sito "Core" (Centrale operativa regionale) per i servizi di trasporto pubblico locale sarebbe stato on line, sottolineando che il sistema ancora non è stato completato in base alla convenzione stipulata il 15/11/2011 fra Regione e Unical -:
quali sono le ragioni che, a distanza di cinque anni della stipula della Convenzione fra Regione e Università della Calabria, hanno impedito la realizzazione del progetto di infomobilità nella sua interezza e, in particolare, si chiede di conoscere se è stato attivato il servizio di certificazione, e se sì quali sono i dati in possesso, del trasporto pubblico locale da parte delle aziende di trasporto pubbliche e private alle quali ogni anno la Regione Calabria eroga oltre 138 milioni di euro. E si chiede, altresì, se non ritiene necessario, al fine di mettere ordine e introdurre una maggiore trasparenza ed efficienza in un settore soggetto spesso a mancati servizi che arrecano danno ai cittadini e all'economia regionale, mettere in atto iniziative necessarie e urgenti per fare in modo che tali strumenti previsti dalla convenzione vengano tutti immediatamente attivati.
(194; 15.07.2016)
Risposta: “L'interrogazione
in oggetto è relativa alle attività inerenti la convenzione stipulata in data
15/11/2011 fra la Regione Calabria e l'Università della Calabria, finalizzata,
fra le altre cose, allo sviluppo di un sistema regionale di infomobilità,
attraverso la creazione di un sistema regionale della gestione dei servizi del
trasporto pubblico locale. In particolare l'interrogazione chiede di conoscere:
“quali sono le
ragioni che, a distanza di cinque anni della stipula della Convenzione fra
Regione e Università della Calabria, hanno impedito la realizzazione del
progetto”
“se è stato
attivato il servizio di certificazione”;
“se sì quali
sono i dati in possesso”;
“se non
ritiene necessario [...] mettere in atto iniziative necessarie e urgenti per
fare in di infomobilità nella sua interezza";
modo che tali strumenti previsti dalla convenzione vengano tutti immediatamente
attivati”.
Per
rispondere, pertanto, preliminarmente si richiama la Deliberazione di Giunta
regionale numero 864 del 2010, con la quale la Regione Calabria ha approvato
uno schema di Protocollo di Intesa con l'Università della Calabria,
successivamente stipulato in data 23 settembre 2011, al fine di potenziare
l'Osservatorio della Mobilità, di cui all'art. 7 della Legge Regionale numero 23
del 1999, art numero 23, oggi sostituita dall'art, numero 11 l.r. numero 35 del
2015, avvalendosi della consulenza tecnico scientifica nonché del supporto
tecnico gestionale della Università.
Nello
specifico, il Protocollo realizzava un Accordo tra Amministrazioni ex art.
numero 15,1. numero 241 del 1990, ai sensi del quale le Amministrazioni
pubbliche “possono sempre concludere
tra loro accordi per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività
di interesse comune”, risultando così riconosciuto e qualificato
l'interesse della Regione negli ambiti del Protocollo, come specificati dalle
Convenzioni attuative. La progettazione e sviluppo del sistema sono state
prevalentemente effettuate nel periodo 2011/2012, e in particolare:
-
già
all'inizio del 2012, nell'ambito delle attività della Convenzione, sono state
definite l’architettura del sistema
e le caratteristiche tecniche dei
dispositivi satellitari da installare a bordo dei mezzi, approvate con D.G.R. numero 145 del 30.03.2012;
-
la stessa D.G.R. numero 145 del 2012 ha altresì previsto un
investimento regionale di euro 2.858.250,00 per il cofinanziamento dei
dispositivi di bordo su tutta la flotta di autobus del trasporto pubblico
locale, in misura massima del 75% delle spese sostenute dalle aziende
affidatarie dei servizi di TPL su gomma;
-
alla fine
2012 le funzionalità essenziali del sistema erano state sviluppate (nei limiti
di consentire essenziali funzionalità di certificazione e informazione
all'utenza) e ne è stato possibile un test sperimentale, verificando rispetto
ad una azienda che si era già dotata dei sistemi satellitari di bordo
(Francesco Perrone s.r.l.), l'effettivo funzionamento
del sistema.
Pertanto alla
fine del 2012, seppur con un sistema informatico dalle funzionalità limitate,
erano disponibili funzioni essenziali di infomobilità
e verifica delle prestazioni rese dalle aziende affidatarie (era in particolare
già acquisibile la posizione del mezzo). Gli elementi che non consentivano
l'entrata in funzione del sistema erano:
a) la
dotazione dei sistemi di bordo, dal momento che la quasi totalità delle
aziende non aveva completato le procedure di acquisto, finanziate con la sopra
citata D.G.R. numero 145 del 30.03.2012;
b) il
caricamento e verifica (e costante aggiornamento) dei dati del programma
di esercizio e degli orari del servizio sul sistema informativo. La piena
funzionalità dell'intero sistema CORE richiede infatti il popolamento
attraverso una enorme quantità di dati (tutti i programmi d'esercizio
contenenti le linee, le corse, le fermate tutte codificate in modo univoco, i
tempi di svolgimento nell'anno e nel giorno, le diverse prescrizioni per finire
alle singole tabelle orario). Tali attività sono state condotte in una
situazione di assenza di personale interno qualificato allo scopo con un diretto
coinvolgimento delle aziende che svolgono il servizio ed è in atto un processo
di normalizzazione delle fermate.
Al fine di
rendere obbligatorio e quindi anche accelerare la dotazione dei sistemi
satellitari di bordo, con l'articolo 36 della legge regionale 27 dicembre 2012,
numero 69, è stata disposta l'obbligatorietà dell'utilizzo del sistema, con una
scadenza che è stata successivamente prorogata fino al 1 settembre 2014. Lo
slittamento del termine è stato anche giustificato dal fatto che l'Amministrazione
regionale non ha tempestivamente erogato il cofinanziamento secondo le fasi
previste, per via dei vincoli imposti dal patto di stabilità, che in
particolare non hanno consentito l'erogazione delle anticipazioni per le quali
era stato assunto il decreto di liquidazione nel 2013.
Nel settembre
del 2014, per come previsto dalla legge, è stato avviato il sistema pur in
assenza del caricamento dei dati aggiornati del programma di esercizio e degli
orari del servizio sul sistema informativo. Tale avvio del sistema ha
consentito:
-
di
proseguire lo sviluppo del sistema CORE, adeguandolo per via degli elementi
migliorativi che emergevano grazie ad un uso esteso dello stesso;
-
di
verificare, seppure non in maniera esaustiva per via del mancato caricamento
dei dati di esercizio sul sistema, l'effettivo utilizzo del sistema da parte
delle aziende;
-
di
sanzionare con la sospensione del pagamento dei corrispettivi le aziende che
non erano in regola con requisiti minimi di trasmissione.
L'avvio dell’utilizzo
del sistema ha comunque posto alcune problematiche di trasmissione dei dati,
lamentate dalle aziende cui veniva contestata la mancata trasmissione, che sono
state affrontate soprattutto nei primi mesi del 2015.
Successivamente
nel 2016 è stato avviato, anche con il supporto dell'Università della Calabria
per via della carenza di risorse umane presso gli uffici della Regione, il
caricamento dei dati di esercizio (programmi di esercizio e orari), che è stato
completato nel giugno 2016 e di cui si dà atto nella D.G.R.
numero 238 del 29.06.2016. In sintesi:
-
negli anni
2011/2012 è stato progettato e sviluppato il sistema, che già al termine del
2012 (e cioè dopo 13 mesi dalla stipula della convenzione) è stato testato
rispetto alle funzioni essenziali di infomobilità e
certificazione delle percorrenza;
-
nel marzo
del 2012 sono stati cofinanziati al 75% i sistemi di bordo degli autobus, la
cui dotazione è stata completata per la quasi totalità dei casi nel secondo
semestre del 2014;
-
con
l'articolo 36 della legge regionale 27 dicembre 2012, numero 69, è stata
disposta l'obbligatorietà dell'utilizzo del sistema, con una scadenza che è
stata successivamente prorogata fino al 1 settembre 2014 in data 1 settembre
2014 il sistema è stato avviato, pur in assenza del caricamento dei dati
aggiornati del programma di esercizio e degli orari del servizio sul sistema
informativo a causa della carenza di risorse umane presso gli uffici regionali,
consentendo di perfezionare il sistema adeguandolo per via degli elementi
migliorativi che emergevano grazie ad un uso esteso dello stesso, nonché di
verificare l'effettivo utilizzo del sistema da parte delle aziende e di
sanzionare con la sospensione del pagamento dei corrispettivi le aziende che
non erano in regola con requisiti minimi di trasmissione (non meno del 75/90%
del parco veicolare a seconda dei casi), che a metà novembre erano 18 su 28
(alle quali non è stata disposta la liquidazione);
-
nel primo
trimestre 2016 sono stati resi fruibili al pubblico numerosi servizi per
facilitare l'accesso alle informazioni da parte dei cittadini quali
l'anagrafica delle linee con itinerari, l'elenco operatori del TPL distinto per
società consortile, elenco fermate georeferenziate. È
garantita l'infomobilità in tempo reale attraverso la
possibilità di monitorare in tempo reale il veicolo che percorre una
determinata linea;
-
nel primo
semestre del 2016 è stato avviato e concluso il caricamento dei dati di
esercizio (programmi di esercizio e orari), di cui si dà atto nella D.G.R. numero 238 del 29.06.2016 e gli uffici stanno
avviando la validazione degli itinerari.
Con specifico
riferimento alle questioni poste:
1.
premesso
che il sistema, per come si evince da quanto sopra esposto, era già sviluppato in nuce al
termine del 2012, problemi legati alle inadeguate risorse umane per gestire il
sistema ne hanno ritardato una piena entrata in funzione. Occorre sul punto
evidenziare come proprio l'andamento sperimentale della materia abbia imposto
una definizione "per gradi successivi", attraverso la sinergica collaborazione
della Regione, da una parte, per la definizione dei fabbisogni amministrativi
in prospettiva, tenuto conto del carattere sperimentale della certificazione
della percorrenza e della verifica dei dati sulla trasmissione.
Ad oggi
comunque l'applicativo software dispone di tutte le funzioni per l'informazione
statica all'utenza (cioè sui programmi di esercizio) e sull'andamento in tempo
reale del servizio, attraverso la pagina web dedicata che permette, ad esempio,
la visualizzazione in tempo reale del percorso di un determinato bus
selezionato dall'utente. Un esempio di tale applicazione, oltre al sito web, è
il pannello installato presso l'aerostazione di Lamezia Terme che fornisce
informazioni all'utenza sulle prossime corse previste.
2.
Quanto
alla certificazione, seppure un algoritmo di certificazione è già disponibile
da molto tempo, per come esposto sopra, solo al termine del mese di giugno
scorso, dietro un impulso significativo imposto dall’attuale Giunta regionale,
si è provveduto al completo caricamento dei dati delle linee del trasporto
pubblico locale e la Giunta regionale ne ha preso atto con deliberazione numero
238 del 29.08.2016 definendo un percorso di verifica dei dati caricati, al
termine del quale potrà essere attivata la certificazione (anche parzialmente
per ciascuna linea verificata, in modo da evitare ulteriori rinvii).
3.
Sono
disponibili i dati di trasmissione dal mese di novembre 2014, e dei successivi,
pur non essendo gli stessi associati al programma di esercizio. Ad esempio, si
evince che a metà del mese di novembre solo 10 aziende su 28 (36%) erano in
regola con i requisiti imposti.
4.
Tenuto
conto dell'interesse della Regione Calabria nel perseguire criteri di efficientamento della spesa in tema di TPL, si intende
procedere con un uso regolare e testato del sistema anche attraverso l'impiego
di risorse umane interne della Giunta regionale, da formare specificatamente.
Successivamente, la piena operatività di ART-CAL consentirà di associare il
sistema di verifica dinamica delle percorrenze alla certificazione. E' in atto
anche un processo di ottimizzazione del sito lato utente per rendere
maggiormente fruibili ed attrattive le informazioni, con la collaborazione
degli Enti firmatari della Convenzione.
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con la Legge di Stabilità 2016 il Governo ha deciso di dare priorità al recupero del patrimonio residenziale pubblico attraverso interventi di ristrutturazione mirati, per migliorare le condizioni degli alloggi popolari;
l'obiettivo, indicato dal Ministro Graziano Delrio, è di azzerare gli alloggi vuoti e risanare gli alloggi in cattivo stato entro il 2020;
l'obiettivo nazionale del biennio è di rendere disponibili 5.767 alloggi vuoti entro la fine del 2016 e avviare il lavori di ristrutturazione per 20.769 alloggi in cattivo stato entro il 2017, in particolare per la Regione Calabria l'Obiettivo 2016 riguarda il recupero di 357 alloggi popolari vuoti per i quali risultano zero Interventi realizzati con un Avanzamento dello 0% -:
qual è la situazione aggiornata ad oggi relativamente alla Regione Calabria e quali azioni e strategie il Presidente intende mettere in campo per rispettare gli obiettivi 2016.
(205; 31/08/2016)
Risposta: “Il programma di cui al Decreto Interministeriale del 16 marzo 2015
finanzia interventi di manutenzione su alloggi di ERP. E' la principale
iniziativa in atto per il recupero degli alloggi popolari vuoti in Calabria.
Sono previste due linee: a) per interventi fino a 15.000 euro e b) fino
a 50.000 euro (manutenzione straordinaria).
La Regione Calabria ha effettuato la selezione degli interventi tramite
una manifestazione di interesse pubblicata in data 11 giugno 2015 aperta, per
come previsto dal Decreto Interministeriale, alle ATERP e ai Comuni con
popolazione superiore a 5.000 abitanti.
Sulla base delle manifestazioni di interesse pervenute, la Regione
Calabria il 18 settembre 2015 ha inviato il programma che è stato approvato con
decreto ministeriale del 12 ottobre 2015. In data 28 dicembre 2015 è stato
comunicato con PEC che erano stati erogati alla Regione Calabria 439.939,39
euro per la linea a).
La Regione, nel rispetto dei termini fissati, con decreto 595 del 4
febbraio 2016, ha approvato l'elenco degli interventi relativi alla linea a) e
ha notificato il provvedimento di finanziamento ai soggetti attuatoti, affinché
nei successivi 60 giorni provvedessero alla esecuzione dei lavori. Nella
selezione degli interventi, la Regione ha tenuto conto delle priorità segnalate
dalle ATERP e dai comuni che hanno aderito.
Nelle prime due annualità il MIT ha inserito solo interventi dell'ATERP
di Catanzaro e di Reggio Calabria.
In data 8 febbraio 2016 il MIT ha comunicato con PEC che erano stati
erogati alla Regione Calabria 2.645.901,04 euro per la linea b).
In data 20 maggio 2016 il MIT ha comunicato con PEC che erano stati
erogati alla Regione Calabria ulteriori 2.069.544,01 euro per la linea b).
Le quote citate sono relative alle annualità 2014-15 (il programma
copre le annualità 2014-15-16 e 17). Nel frattempo, con Decreto del Presidente
della Giunta Regionale del 9 maggio 2016 veniva istituita l'ATERP unica
Regionale, in cui confluivano le ATERP provinciali.
Nel mese di aprile 2016, il Dipartimento Infrastrutture, Lavori
Pubblici e Mobilità della Regione Calabria, rilevando che nessun intervento era
stato avviato, attraverso interlocuzioni avviate di propria iniziativa,
verificava lo stato degli interventi.
Prendendo atto della non immediata cantierabilità
degli interventi finanziati alle ATERP (ora ATERP unica), dovuta alla
circostanza che gli alloggi erano occupati abusivamente, il 5 maggio 2016
chiedeva al MIT l'autorizzazione a riallocare i fondi su nuovi interventi
(allegato 1) e il 20 maggio 2016 inviava nota ai soggetti attuatoti invitandoli
a comunicare formalmente lo stato di avanzamento degli interventi e segnalare,
eventualmente, la necessità di modifiche o integrazioni (allegato 2).
Con note del 27 maggio e del 16 giugno 2016 il MIT, recepiva la
richiesta della Regione Calabria e di altre Regioni e invitava le Regioni a
formulare proposte di rimodulazioni.
Pertanto il Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità
della Regione Calabria richiedeva di interloquire con il MIT per discutere
della modalità per riallocare le risorse.
In data 29 giugno 2016, l'ATERP rispondeva formalmente alla nota del
Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità del 20 maggio 2016,
segnalando che gli interventi in questione non erano stati avviati in quanto, a
seguito delle verifiche preliminari all'affidamento dei lavori, si sono
riscontrate variate condizioni degli alloggi individuati, tali da non
consentire il rispetto dei criteri di cui al D.M. In particolare, l'importo
necessario per gli interventi risultava superiore alla soglia di 15.000 euro
imposta dal programma per la linea a).
Con nota del 12 luglio 2016 il Dipartimento Infrastrutture, Lavori
Pubblici e Mobilità della Regione Calabria comunicava gli elenchi revisionati
al MIT che dava riscontro in data 20 luglio 2016 (allegato 3).
Per quanto riguarda la linea b) non si sono manifestati ritardi, per
cui a oggi dalle informazioni di cui si dispone si presume che i lavori saranno
affidati entro marzo 2017 come previsto.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria ha approvato la pianificazione regionale di emergenza nell'ambito del "Piano nazionale di soccorso per il Rischio Sismico" di cui alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014, risulta però ad oggi, da una recente ricognizione, che poco più della metà dei comuni calabresi, ha approvato e/o aggiornato il Piano di Protezione Civile Comunale sebbene si tratti di un adempimento fondamentale per la tutela della vita umana trattandosi del principale presidio di prevenzione per i cittadini (nella maggior parte dei casi, ignari della presenza dei piani comunali), soprattutto in ordine al rischio sismico;
La situazione calabrese è particolarmente fragile per la presenza di una delle faglie più pericolose, quella che taglia lo stretto di Messina, e che rende la provincia di Reggio Calabria molto esposta alle catastrofi ambientali;
in Calabria esistono oltre 140.000 case abusive censite dall'Agenzia delle Entrate, costruite senza alcun progetto, dove vive quasi un quarto della popolazione calabrese;
secondo la Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, sono almeno 500 gli ospedali insicuri in Italia, e tra le regioni più a rischio c'è proprio la Calabria;
altro dato preoccupante è quello delle scuole definite ad alta vulnerabilità dal "Rapporto Barberi", un report nazionale sulle condizioni strutturali dell'edilizia pubblica, considerato che le varie verifiche effettuate negli anni hanno posto in evidenza la mancanza di certificati di agibilità, del rispetto delle norme di sicurezza e di quelle relative proprio alle norme antisismiche;
la Legge Sismica regionale, attualmente, prevede procedure di verifiche rigorose sui progetti di una certa importanza per volumetria e dimensione, per cui solo una parte dei progetti viene verificata mentre occorrerebbe un maggiore controllo degli interventi sul territorio, estendendo tali verifiche alla totalità dei progetti -:
quali intendimenti ed azioni intenda assumere il Presidente per fronteggiare una siffatta situazione di rischio per i calabresi oltre che per avviare adeguate e mirate campagne di sensibilizzazione e di informazione per tutta la cittadinanza. Per conoscere altresì i criteri di priorità nella gestione delle risorse per la prevenzione del rischio sismico regionale. Per sapere infine come intende sollecitare i Comuni attualmente inadempienti per procedere con l'adozione immediata del Piano comunale e quali attività intende mettere in campo sia per il potenziamento delle strutture tecniche regionali ancora fortemente carenti soprattutto per la componente geologica e strumentale che in termini di iniziative concrete per la prevenzione e tutela del territorio.
(206; 31.08.2016)
Risposta: “In risposta alle richieste di chiarimento poste nell'interrogazione a
risposta scritta in oggetto, si comunica quanto segue.
La Regione Calabria negli ultimi anni ha predisposto strumenti finalizzati
alla prevenzione del rischio, mettendo in atto sistemi sempre più efficaci ed
efficienti. Questi strumenti includono anche gli studi di microzonazione
sismica i quali hanno l'obiettivo di una "valutazione della pericolosità
sismica locale attraverso l'individuazione di zone del territorio
caratterizzate da comportamento sismico omogeneo. Attualmente 50 studi sono
stati approvati dalla commissione nazionale, per 199 l'istruttoria è in fase
avanzata, 111 studi sono in corso anche se ancora nessun elaborato è stato
trasmesso alla Regione. I rimanenti Comuni (42) non hanno manifestato
l'interesse a realizzare gli studi ed occorre coinvolgerli in maniera più
stringente, anche attraverso l'attivazione di eventuali azioni sostitutive da
parte della Regione.
D'intesa con la Protezione Civile regionale, il Dipartimento
Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità, ha avviato un aggiornamento del
"Rapporto Barberi" redatto nel 1996 in modo da avere un quadro
aggiornato degli edifici strategici e del loro grado di vulnerabilità per poter
imporre una programmazione dall'alto e non dal basso (analogamente a quanto
fatto per gli studi di microzonazione di dettaglio).
Tutti i dati sono caricati in un sistema informativo
"SISMICA" finanziato con il POR Calabria 2007- 2013 che sarà a breve
attivato anche per le autorizzazioni sismiche del genio civile.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
dopo il sisma che ha distrutto L'Aquila, con la legge numero 77 del 2009 ("Legge Abruzzo") il Governo nazionale ha deciso di concedere alle Regioni contributi finalizzati all'esecuzione di interventi strutturali di rafforzamento locale e di miglioramento sismico degli edifici pubblici e privati;
la Regione Calabria, considerata dalla Protezione civile nazionale ad altissimo rischio sismico, in base alla stessa "Legge Abruzzo", ha ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri la maggiore quota nella ripartizione dei fondi nazionali, per un totale di circa 114 milioni di euro suddivisi nella maniera seguente:
1)oltre 5 milioni di euro con l'O.P.C.M 3907/2010;
2)18.482.535,69 di euro con l'O.P.C.M 4007/2012;
3)24.169.469,75 di euro con l'O.C.D.P.C. n° 52 del 2013;
4)24.169.469,75 di euro con l'O.C.D.P.C. n° 171 del 2014;
5)24.169.469,75 di euro con l'O.C.D.P.C. n° 293 del 2015;
6)circa 18 milioni di euro previsti con l'O.C.D.P.C. n° 344 del 2016
con l'O.P.C.M 4007 del 2012, l'O.C.D.P.C. n° 52 del 2013, l'O.C.D.P.C. n° 171 del 2014, l'O.C.D.P.C. n° 293 del 2015 sono stati pubblicati i bandi da parte della Regione Calabria e sono pervenute oltre 16000 richieste da parte dei privati;
nelle annualità 2012 e 2013 sono stati presentati oltre 12500 progetti da parte dei privati, considerati idonei e finanziabili solo 40 e per le annualità 2014 e 2015 oltre 3500 domande ancora in corso di valutazione da parte della Regione Calabria -:
quali misure intende mettere in atto la Giunta regionale per raggiungere gli obiettivi previsti dalla legge numero 77 del 2009 ("Legge Abruzzo") che ha destinato alla Calabria, sino ad oggi, circa 114 milioni di euro per interventi su strutture pubbliche e private. Considerato il numero esiguo di progetti privati finanziabili fino ad oggi, si chiede di conoscerne i motivi e le misure necessarie affinché si utilizzino tutte le risorse a disposizione. Si chiede, altresì, di conoscere lo stato dell'arte dei cantieri finanziati per il miglioramento sismico degli edifici pubblici strategici al fine di mettere in atto iniziative idonee a snellire le procedure per la realizzazione dei lavori.
(208; 01.09.2016)
Risposta: “Per dare risposta alle richieste di chiarimento oggetto dell'interrogazione
208/10, si comunica quanto segue.
Per quanto riguarda gli interventi su edifici pubblici: Attualmente dei
152 interventi finanziari:
•
6 sono stati successivamente definanziati;
•
12 risultano non ancora avviati (i Comuni non
hanno fornito ancora documentazione alla Regione sulle attività in corso);
•
75 sono in progettazione;
•
40 sono con lavori in corso;
•
19 sono completati.
E
da rilevare che con le ultime annualità (per le quali è stata chiesta
preventivamente ai Comuni una verifica sismica pre e
post intervento) si registrano tempi minori di attivazione degli interventi.
Questo dimostra come l'analisi preventiva del tipo di intervento sia
assolutamente necessaria per un migliore e più rapido utilizzo dei fondi.
Per
quanto riguarda gli interventi su edifici privati
II
programma di interventi sugli edifici privati registra un avanzamento molto
lento come si evince da questa tabella di sintesi.
ANNUALITA' |
SOMMA DESTINATA AI PRIVATI |
DOMANDE PERVENUTE |
DOMANDE FINANZIATE |
INTERVENTI CONCLUSI |
SOMMA SPESA |
2010 |
|
|
|
|
|
2011 |
7.392.800,00 |
10.322 |
400 |
22 |
359.700,00 |
2012 |
9.667.600,00 |
2.625 |
492 |
18 |
219.881,00 |
2013 |
7.250.700,00 |
2.455 |
709 |
- |
- |
2014 |
4.833.800,00 |
1.086 |
331 |
- |
- |
2015 |
3.525.800,00 |
|
|
|
|
2016 |
1.024.800,00 |
|
|
|
|
TOTALE |
33.695.500,00 |
|
|
|
579.581,00 |
Ciò
è dovuto a vari motivi.
La
tempistica prevista nelle ordinanze per eseguire gli interventi prevede circa 3
anni dal decreto di finanziamento alle Regioni al completamento degli
interventi. A questi si aggiungono problemi attuativi di vario tipo.
Gran
parte degli interventi ammessi a contributo viene esclusa (circa il 90%) perché
si riscontrano irregolarità nelle dichiarazioni prodotte dai richiedenti (sul
numero di occupanti l'immobile o sulla superficie oppure sulla presenza o meno
di vie di fuga in prossimità dell'edificio, ecc.). Questo comporta la necessità
di scorrere la graduatoria con conseguenti perdite di tempo.
Oltre
che problemi di tipo amministrativo (redazione graduatorie e verifiche dei
requisiti) c'è un problema tecnico non facilmente superabile, anche per le sue
implicazioni di tipo giuridico. Gli edifici più a rischio sono solitamente
quelli ubicati nei centri storici dei comuni spesso costituiti da aggregati
strutturali molto ampi (ci sono spesso abitazioni affiancate o sovrapposte con
muri portanti comuni) per i quali l'intervento di rafforzamento ha senso solo
se eseguito sull'intera struttura. Per questo motivo è obbligatorio quando si
interviene farlo sull'intero aggregato strutturale e non è possibile chiedere
un finanziamento su una singola unità abitativa. Di solito non è facile mettere
insieme i proprietari di tutte le unità abitative di un intero aggregato
strutturale (anche perché viene dato solo un contributo massimo di 30.000 euro,
che sale a 40 mila nel caso di demolizione e ricostruzione ed il resto della
somma necessaria ad intervenire, oltre le spese tecniche, lo devono mettere i
proprietari) per cui raramente vengono finanziati questi edifici.
Questi
aspetti sono stati più volte sollevati a livello nazionale e non sono di
semplice soluzione per gli aspetti giuridici ad essi connessi. Nell'ambito del
limitato spazio di manovra che ha la Regione si sta pensando di escludere
interventi di rafforzamento locale e di pretendere la verifica sismica pre e post intervento già in sede di presentazione delle
domande. Ciò dovrebbe scremare notevolmente il numero di domande presentate ma
di contro obbliga chi vuole usufruire del contributo a dovere investire qualche
migliaio di euro per le verifiche già in sede di presentazione della domanda.”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore ai Trasporti. Per sapere - premesso che:
SACAL è una società per azioni di proprietà pubblica per il 66,74% (20,7% Comune di Lamezia Terme - 19,18% Provincia di Catanzaro - 10% Regione Calabria - 10% Comune di Catanzaro - 3,067% Provincia di Cosenza - 3.79 % Camere di Commercio);
con convenzione numero 45 dell'11/09/2007 SACAL ottiene dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, la Concessione della Gestione Totale per un periodo di 40 anni a partire dal 10/7/2008 e la Certificazione di Prestatore di Servizi Assistenza a terra dei passeggeri, degli aeromobili e per la movimentazione merci e bagagli;
l'art. 705 del Codice della Navigazione definisce il gestore aeroportuale come "il soggetto cui è affidato, sotto il controllo e la vigilanza dell'ENAC, insieme ad altre attività o in via esclusiva, il compito di amministrare e di gestire, secondo criteri di trasparenza e non discriminazione, le infrastrutture aeroportuali e di coordinare e controllare le attività dei vari operatori privati presenti nell'aeroporto o nel sistema aeroportuale considerato";
l'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture nel rapporto sulle gestioni aeroportuali ha concluso che le società a prevalente capitale pubblico come SACAL debbano ritenersi organismi di diritto pubblico o imprese pubbliche, pertanto tale società è tenuta ad applicare il Codice dei Contratti;
la mission di SACAL è quella di sviluppare l'attività aeroportuale nel pieno rispetto degli standard di sicurezza, assicurando la massima efficienza e la migliore qualità di servizio ai clienti, con l'obiettivo di accrescere la propria produttività e redditività e di contribuire allo sviluppo socioeconomico della Calabria;
nell'anno in corso le performance dell'aeroporto hanno subito un drastico ridimensionamento. Dopo una crescita, sia di passeggeri che dei voli, del 10%, nel 2014 rispetto al 2013, si è avuto un crollo, nei primi 7 mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, del numero di arrivi e partenze del 9,6% e dei passeggeri del 3,3%;
la perdita di traffico e passeggeri, subita dall'aeroporto di Lamezia, in controtendenza rispetto alla crescita nello stesso periodo dei flussi turistici verso la regione, indica la diminuzione dell'offerta di mobilità aerea e pertanto indirettamente una gestione e programmazione poco efficiente e una diminuzione dell'appeal dello scalo per vettori e grosse agenzie turistiche;
nel Piano aeroporti il Governo ha inserito l'aeroporto di Lamezia Terme tra i 12 aeroporti strategici;
sull'aeroporto di Lamezia manca una Bird Control Unit dedita allo specifico compito di garantire che la pista di volo sia libera da volatili, con la conseguenza che spesso gli aeromobili sono costretti a subire notevoli ritardi in attesa che venga liberata la pista di volo dalla fauna o accade, nella peggiore delle ipotesi, che aeromobili in decollo e atterraggio impattano pericolosamente con volatili;
nel 2014 è stato completato il prolungamento della pista di volo portandone la lunghezza da 2400 a 3000 metri. Alla data attuale i nuovi 600 metri non sono ancora utilizzabili;
presso l'aeroporto di Lamezia non è disponibile il carburante AVGAS 100LL utilizzato dai piccoli aerei impiegati normalmente per aviazione turistica. Tale carenza impedisce di fatto di generare una movimentazione di velivoli che, seppur interessando aerei di dimensioni ridotte, produrrebbe un notevole indotto turistico nella zona;
i collegamenti dell'aeroporto di Lamezia Terme con le città di Cosenza, Vibo Valentia e Catanzaro sono assicurati da un numero esigue di corse garantite dalla Romano Spa e dalle Ferrovie della Calabria, rendendo di fatto difficoltoso l'utilizzo dei mezzi pubblici da/per lo scalo -:
per quanto sopra esposto in merito alle grave problematiche che investono il più grande scalo aeroportuale regionale se:
non ritenga di dover chiedere al management SACAL notizie in merito al completamento dei lavori di prolungamento della pista;
non ritenga di dover intervenire presso le Ferrovie della Calabria per verificare lo stato dell'arte del piano per il transito e la sosta in aeroporto di tutte le corse delle tratte Cosenza/Catanzaro e Catanzaro/Vibo Valentia;
non ritenga di dover chiedere al management SACAL una verifica nelle procedure delle ispezioni della pista per allontanamento dei volatili richiedendo l'istituzione di un'apposita Bird Control Unit;
non ritenga di dover chiedere al management SACAL notizie in merito al completamento dei lavori di prolungamento della pista;
non ritenga poiché SACAL gestisce in concessione un bene dello Stato, di dover intervenire presso il Ministero competente per valutare eventuali misure da adottare per giungere ad una necessaria valutazione di merito sul management dello scalo ove necessario.
(91; 15.09.2015)
Risposta: “Con riguardo a quanto riportato in oggetto, si riportano i riscontri
alle questioni sollevate, in relazione ai singoli stralci dell'interrogazione
medesima.
Per comodità di lettura i quesiti posti sono riportati in corsivo, così
come formulati dal Consigliere Giudiceandrea.
Se non ritenga di dover chiedere al management SACAL notizie in
merito al completamento dei lavori di prolungamento della pista |
Le opere civili del prolungamento della pista sono state completate nel
2014 e collaudate nel luglio 2015. Il prolungamento della pista di volo (la cui
estensione è stata aumentata da m. 2400 a m. 3000) è totalmente in uso dal
21/07/2016, come risulta anche dalle informazioni aeronautiche rese disponibili
da ENAV su "AIP-ltalia", la pubblicazione
ufficiale che contiene tutte le informazioni aeronautiche di carattere
permanente relative allo spazio aereo nazionale, agli scali, all'organizzazione
dei servizi del traffico aereo, alle infrastrutture.
Nel mese di Luglio 2016 sono stati completati e dichiarati agibili da
ENAC gli impianti visivi luminosi (AVL) a servizio del prolungamento pista,
realizzati nell'ambito dell'intervento "Completamento impianti pista di
volo testata 28" (intervento finanziato dal Ministero delle Infrastrutture
e dei Trasporti).
Nel solo mese di agosto 2016, circa 3.000 movimenti d'aeromobili hanno
potuto usufruire della pista nella sua configurazione di 3.000 metri, tra cui
anche i voli intercontinentali per/da Toronto, operati con aerei a fusoliera
larga (wide-body) Airbus 330 della AirTransat.
Se non ritenga di dover chiedere al management SACAL una verifica
delle procedure di ispezioni della pista per allontanamento dei volativi
richiedendo l'istituzione di un'apposita Bird Control Unit |
Si rappresenta che, sulla base di quanto reperito presso la Società di
Gestione dello scalo aeroportuale, l'aeroporto dispone di un servizio di "Bird Control Unit",
pur essendo quest'ultimo prescritto per gli scali con traffico superiore a
50.000 movimenti/anno, soglia sensibilmente inferiore alla consistenza di
movimenti totali registrati nel 2015 nell'aeroporto di Lamezia Terme, pari a
circa 21.500.
Sono altresì adottate idonee procedure per il contenimento del rischio
volatili, approvate da ENAC e pubblicate nel Manuale d'Aeroporto, con
conseguente riduzione dell'indice di rischio volatili (BRI2).
Se non ritenga poiché SACAL gestisce in concessione un bene dello
Stato di dover intervenire presso il Ministero competente per valutare
eventuali misure da adottare per giungere ad una necessaria valutazione di
merito sul management dello scala ove necessario |
Rispetto a quanto precede, deve precisarsi che la SACAL, come peraltro
correttamente rilevato nell'interrogazione, è parte di un rapporto di
concessione trentennale la cui titolarità è in capo ad ENAC e soggetto alla
vigilanza di quest'ultimo Ente. Il management e le correlate valutazioni di
merito sono evidentemente ancorati alla puntuale esecuzione del rapporto di
concessione di cui sopra, mentre la Regione rimane tenuta all'esercizio dei
diritti di azionista nel limite delle quote possedute nella partecipazione.
Se non ritenga di dover intervenire presso le Ferrovie della Calabria
per verificare lo stato dell'arte del piano per il transito e la sosta in aeroporto
di tutte le corse della tratte Cosenza/Catanzaro e Catanzaro/Vibo Valentia |
Rispetto a quanto precede, si evidenzia la competenza dell'Assessore
alle Infrastrutture Musmanno e si rappresenta quanto
comunicato a riguardo dal competente settore della Regione.
Circa i collegamenti TPL su gomma da e verso l'Aeroporto di Lamezia si
deve far presente che a partire dal 1 marzo 2016, la Regione ha avviato un
progetto di sperimentazione di servizi aggiuntivi di trasporto pubblico locale
su gomma che includono l'aerostazione di Lamezia Terme come fermata. Il
progetto si inserisce nelle politiche regionali che, a regime, intendono
realizzare un hub di interscambio ferro-gomma, in
connessione con i servizi aeroportuali e anche per i mezzi privati, localizzato
a Lamezia Terme.
Prima dell'avvio della sperimentazione l'aeroporto di Lamezia Terme era
servito da pochi collegamenti di lungo raggio del servizio di trasporto
pubblico extraurbano (32 bus nei giorni feriali e solo 8 nei festivi)
principalmente diretti verso i capoluoghi.
La scarsa frequenza dei collegamenti e le poche località servite erano
certamente le due maggiori criticità rilevate nel sistema di trasporto
collettivo extraurbano, rispetto ai servizi di collegamento con l'aeroporto di
Lamezia Terme. Per eliminare, o comunque ridurre, tali criticità la Regione
Calabria ha avviato una politica di riorganizzazione del sistema, che prevede
di assegnare all'aeroporto lametino il ruolo di nodo di interscambio modale
(auto - bus - aereo) e, nel caso particolare del trasporto collettivo, di vero
e proprio hub (punto di raccolta/smistamento) dei
servizi. Per tali motivi è stata attuato, come anticipato, dallo scorso primo
marzo, in forma sperimentale, l'incremento dei bus in transito sulla fermata
dell'aeroporto. In particolare si è passati, per il giorno feriale, dai
precedenti 32 bus giornalieri ai 105 di progetto, e, nel giorno festivo, dalle
8 corse giornaliere alle 16 corse giornaliere, con un evidente aumento della
frequenza di servizio e del numero di località servite.
L'attività di sperimentazione, è stata attuata a "costo zero"
per codesto ente regionale in quanto tutte le nuove corse in transito presso
l'aeroporto erano già prima transitanti dal nodo di Lamezia (autostrada o
stazione ferroviaria); non si è fatto, pertanto, altro che deviarle nel loro
percorso fino all'aeroporto con un perditempo dell'ordine dei 10' ed un
incremento del percorso di circa 7 km.
Per valutare l'entità e l'efficacia del nuovo servizio offerto è stata
attuata per i primi tre mesi una campagna di rilievo dei passeggeri in transito
presso l'aeroporto (saliti + discesi dai bus). I risultati si stanno
dimostrando lusinghieri ed in continua crescita con una media di 218 pax/gg nel giorno feriale tipo e di 45 pax/gg
nel giorno festivo tipo. Tali risultati, uniti ai numerosi feedback positivi
provenienti dall'utenza, espressi soprattutto sui social network, suggeriscono
il mantenimento della gran parte delle corse sperimentate. La Regione è
pertanto orientata ad operare in tal senso e stabilizzare i servizi attualmente
in sperimentazione, con le opportune modifiche finalizzate all'ottimizzazione
tecnica ed economica del servizio reso.”
Francesco Russo (assessore al Sistema della logistica, sistema portuale regionale e sistema “Gioia Tauro”)
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- nella riunione del 26
luglio 2016 la Giunta delle elezioni ha esaminato le condizioni di eleggibilità
dei Consiglieri regionali e degli assessori esterni, deliberando di proporre al
Consiglio regionale la convalida dei Consiglieri: Aieta,
Arruzzolo, Battaglia, Bova, Cannizzaro,
Ciconte, D'Acri, Esposito, Gentile, Giudiceandrea, Graziano, Greco, Guccione,
Irto, Mangialavori, Mirabello,
Morrone, Neri, Nicolò, Nucera, Oliverio,
Orsomarso, Pasqua, Romeo, Salerno, Sculco, Scalzo, Sergio, Tallini e
degli assessori esterni: Viscomi, Barbalace,
Musmanno, Rizzo, Roccisano,
Rossi e Russo;
- nelle
successive sedute ha svolto ulteriori approfondimenti giuridici che hanno
portato alla proposta di convalida del Consigliere Francesco D'Agostino;
considerato che:
- ai sensi dell'articolo
18 del Regolamento interno, il Consiglio regionale deve procedere alla
convalida dei consiglieri regionali nel caso di insussistenza di cause di
ineleggibilità;
- il
comma 4 dell'articolo 18 del Regolamento interno dispone che
"La Giunta presenta al Consiglio le proprie proposte entro quindici giorni
dalla sua costituzione; trascorso inutilmente tale termine si intende proposta
la convalida";
visti gli esiti
dell'istruttoria svolta dalla Giunta delle elezioni nelle sedute del 26 luglio
2016, 5 agosto 2016 e 11 agosto 2016;
visti, altresì, gli articoli 18, 19, 20 e 21 del
Regolamento interno del Consiglio regionale,
delibera
di convalidare i Consiglieri
regionali: Aieta, Arruzzolo,
Battaglia, Bevacqua, Bova, Cannizzaro,
Ciconte, D'Acri, D'Agostino, Esposito, Gentile, Giudiceandrea, Graziano, Greco, Guccione,
Irto, Mangialavori, Mirabello,
Morrone, Neri, Nicolò, Nucera, Oliverio,
Orsomarso, Pasqua, Romeo, Salerno, Scalzo, Sculco, Sergio, Tallini e gli
assessori esterni Viscomi, Barbalace,
Musmanno, Rizzo, Roccisano,
Rossi e Russo.