X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 15
SEDUTA Di LUNEDI’ 28 DICEMBRE 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E
DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO
PRESIDENTE
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge
le comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Passiamo al primo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 106/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2016-2018 (articolo 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)”.
Proposta di provvedimento amministrativo numero 107/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Ripiano del disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui (di cui all'articolo 3, commi 7 e 8, d.lgs 118/2011 e s.m.i.) effettuato ai sensi del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 2 aprile 2015 e ripiano del disavanzo determinato alla data del 31.12.2014. Presentazione al Consiglio del Piano del ripiano del disavanzo derivante dall'anno 2014, ai fini della successiva adozione da effettuarsi ai sensi dell'articolo 9 comma 5, del decreto legge 78/2015 e presentazione al Consiglio delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui di cui all'articolo 2 del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 2 aprile 2015”.
Proposta di legge numero 111/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge di stabilità regionale 2016”.
Proposta di legge numero 110/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2016-2018”.
La
parola al Vicepresidente della Giunta regionale,
assessore al bilancio,
per svolgere la relazione introduttiva.
Grazie Presidente.
Poiché nell’ordine del giorno sono previsti quattro provvedimenti della Giunta
sul tema del bilancio, consentitemi di fare un’ introduzione di carattere
generale e anzitutto di dire che se siamo qui oggi, per l’approvazione del bilancio
2016, è anche grazie alla massima collaborazione del Consiglio e della Commissione
bilancio non la Giunta.
Grazie a
questa collaborazione, ispirata dalla piena e condivisa consapevolezza della
fragilità del tessuto economico e del sistema finanziario della Calabria, siamo
riusciti a portare a conclusione in poco tempo una sessione di bilancio quanto
mai difficile. Parifica, rendiconto, riaccertamento
straordinario dei residui, assestamento,
ripiano del disavanzo e piano di rientro, documento di programmazione e bilancio
di previsione, sono le tappe che hanno segnato questi ultimi due mesi e che,
solo in virtù di quella stessa collaborazione, è stato possibile portare a
compimento.
Quindi è
un grazie reale e non di mera forma.
In
effetti, la manovra di bilancio che oggi è portata all’esame dell’Aula, trova
ragione e senso solo se inserita in un contesto di riferimento complesso, per
almeno due ordini di ragioni: da un lato a motivo della implementazione dei
principi e delle regole operative della armonizzazione contabile ispirate, come
è noto, al principio del pareggio di bilancio e del rigoroso equilibrio tra
entrate e uscite; dall’altro lato, però, a causa della perdurante crisi del
sistema economico regionale che, mentre sollecita una maggiore richiesta
solidaristica di risorse pubbliche, determina al contempo una significativa
contrazione delle entrate autonome, in un quadro generale caratterizzato dalla
riduzione dei trasferimenti nazionali
e comunitari e da una consistente difficoltà di rispettare le obbligazioni
vincolanti che, tanto gli Enti locali quanto i cittadini, hanno nei confronti
della Regione.
In qualche misura credo sia ragionevole affermare fin da ora – ma è
questione sulla quale ritornerò alla fine del mio intervento – che il sistema
formale del bilancio armonizzato è tale da evidenziare tutte le contraddizioni
reali di un sistema sociale stagnante, di un sistema economico non in grado di
generare e consolidare ricchezza collettiva e di un sistema politico chiamato a
gestire le emergenze che vengono dal passato più che a progettare un futuro
possibile.
Regole contabili.
La prima di questa è che il bilancio di previsione 2016 ha dovuto tener
conto sia dei risultati della gestione 2014, degli effetti del giudizio di
parifica della Corte dei conti e della
sentenza della Corte costituzionale 181 e del decreto 179, sia dei risultati
emersi a seguito del riaccertamento straordinario dei residui che ha portato –
in seguito all’eliminazione dei residui attivi e passivi e al differimento di
esigibilità dei medesimi – ad una rideterminazione dell’avanzo di
amministrazione che è risultato incapiente, in
considerazione delle quote vincolate da riscrivere nella competenza 2015 per
l’importo complessivo di euro 134 milioni 258.900 mila euro.
Le modalità di ripiano di tale saldo negativo
sono state definite dalla Giunta seguendo le prescrizioni normative. Per quanto
riguarda la quota di 32 milioni derivanti dalla mancata considerazione dei
vincoli, per come accertato dalla Corte dei conti in sede di parifica, si è
proceduto al ripianamento settennale per quote costanti dal 2015 al 2021,
realizzato attraverso una puntuale revisione e riduzione delle spese di
funzionamento, piuttosto che durante la irrealistica previsione di un aumento
delle entrate.
Per quanto riguarda la quota restante di euro
102 milioni, derivanti dal riaccertamento straordinario dei residui, il sistema
normativo consente di distribuire gli oneri del ripiano lungo un più ampio arco
di tempo di durata trentennale. Il che è stato fatto con quote annuali di euro
3 milioni e mezzo.
Vi è inoltre da considerare, per quanto
riguarda il perimetro sanitario, la necessità di istituire uno specifico fondo
di anticipazione liquidità, per un importo pari a 88 milioni di euro da
ripianare anch’esso in 30 anni, a partire dal 2016.
Ora, gli effetti complessivi del Piano di
rientro, nelle sue varie forme e articolazioni, risultano enfatizzati dal fatto
che le Regioni sono vincolate all’obbligo del pareggio che non è solo e neppure
tanto un principio contabile ma soprattutto una modalità organizzativa
dell’azione politica, dal momento che il necessario e costante allineamento
della spesa con l’andamento delle entrate colloca ormai legislativamente in
fuori gioco non solo ogni approccio ispirato al deficit spending, ovvero
– se si vuole – al principio secondo cui
“io ora spendo e qualcun altro dopo paga” ma anche ogni atteggiamento che
identifica nella Regione l’organismo pagatore per eccellenza.
Così ormai non può più essere – e lo sarà
ancora di meno – con l’introduzione, da qui a breve, del bilancio regionale
consolidato, che porrà in clamorosa evidenza la questione delle società
partecipate, delle fondazioni, degli enti strumentali per i quali è bene
avviare fin da subito, ed anche in sede legislativa, un impegnativo processo di
riordino strutturale e di razionalizzazione contabile, anche sulla base
dell’esperienza per evitare il ripetersi di errori noti.
Il bilancio regionale, come noto, è segnato
dalla presenza di un quantitativo ingente di risorse di natura vincolate e da
una disponibilità di risorse autonome per spese sostanzialmente di natura
corrente, non sufficiente a garantire la copertura del fabbisogno finanziario
determinato dalla legislazione vigente. Anzi, le entrate libere da vincolo da
destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione presentano negli anni
un importo costantemente inferiore al fabbisogno di spesa determinato dal
fabbisogno della legislazione vigente. Si tratta di una situazione aggravata
dai progressivi tagli ai trasferimenti statali che hanno generato un effetto
sostitutivo e quindi una maggiore pressione sulle risorse regionali. Si pensi
al fondo unico per l’agricoltura e l’industria, ai tagli al fondo indistinto
per le politiche sociali, ai trasferimenti alla legge 210 per i malati di
sangue infetto, alla cessazione dei trasferimenti a titolo di accise sulla
benzina, e così via.
Oltre a ciò, bisogna riconoscere che il
fabbisogno non è diminuito anche perché, nel frattempo, sono state approvate
nuove leggi di spesa, la sanità ha assorbito, tra la fiscalità regionale per
106 milioni circa nel 2014, risorse autonome per oltre 65 milioni e sono
cresciuti i pignoramenti e i debiti fuori bilancio.
Il bilancio di competenza della Regione per
l’anno 2016 - al netto delle partite di giro, dell’avanzo di amministrazione
applicato, dell’eventuale anticipazione di cassa - ammonta complessivamente a
5,4 miliardi di euro. Si tratta in gran parte di risorse a destinazione
vincolata.
Rientrano in tale area le risorse destinate al
finanziamento del servizio sanitario, all’annualità del programma di azione e
coesione (che comprende in gran parte entrate riscritte nella competenza
corrispondente a somme non impegnate nella parte spesa in esercizi precedenti)
nonché ulteriori fondi di natura vincolata, assegnati a vario titolo dallo
Stato o da altro soggetto.
Le entrate per mutui – 40,4 milioni di euro –
pari all’1 per cento del bilancio, sono relative al cofinanziamento del Por
2014/2020 e sono contenute nei limiti previsti dalla norma. Le entrate libere
da vincoli, da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione,
ammontano a circa 700 milioni di euro, pari a circa il 13 per cento delle
risorse attualmente iscritte al bilancio.
Qui forse è il caso di riflettere sul fatto
che i tributi propri della Regione, compresa l’Iva e l’addizionale regionale
Irpef, ammontano complessivamente a 1 miliardo 264 milioni di euro circa. Le
entrate tributarie, al netto della sanità, scendono a 816 milioni di euro. Le
entrate tributarie proprie, strettamente regionali, sono pari a 370 milioni di
euro circa e continuano a rappresentare una componente molto limitata
nell’acquisizione di mezzi finanziari aggiuntivi per provvedere ai fabbisogni
della Regione.
In questo contesto la spesa finanziata con
risorse autonome rappresenta solo l’8 per cento della spesa complessiva; è
questo l’importo della manovra, tenendo conto che gran parte di tale importo è
destinato a spese di carattere obbligatorio o utilizzato per far fronte alle
emergenze sociali e occupazionali della Regione, quindi difficilmente
rimodulabile.
In particolare, tenendo conto di questi
vincoli, la proposta di utilizzazione dei 700 milioni di euro di risorse
autonome contiene il finanziamento delle spese obbligatorie per il personale
della Giunta, compresi i fondi per il personale proveniente dalle province del
quale la Regione si è fatto carico per evitare crisi sociali significative
(come quella relativa alla provincia di Vibo Valentia che, però, non è tanto
connessa all’attuazione della legge Delrio quanto
alla pesantissima e pregressa condizione di dissesto finanziario); le spese di
funzionamento di carattere obbligatorio, relative alla acquisizione di beni e
servizi per l’importo di 21 milioni di euro; lLe
spese per il funzionamento del Consiglio regionale per 58 milioni di euro,
comprese le spese per il personale e di acquisizione di beni e servizi.
Vale la pena segnalare che, finalmente, Giunta
e Consiglio hanno un bilancio egualmente formulato.
E’ stata poi prevista la copertura finanziaria
per le rate di ammortamento inerenti ai mutui contratti per 82 milioni di euro
e 28 milioni di euro per gli enti locali; la previsione del rimborso di
anticipazione di liquidità per 30 milioni; il finanziamento delle spese per la sanità.
Qui mi piace ricordare che nel bilancio sono
stati appostati 8 milioni per i malati di sangue infetto, in via sostitutiva
del mancato intervento dello Stato.
E’ stato inoltre previsto il trasferimento di
ben 116 milioni di euro agli enti sub-regionali; la sostanziale conferma
rispetto all’anno precedente degli stanziamenti per il precariato; la spesa di
40 milioni per le rette socio-sanitarie e socio-assistenziali; il
cofinanziamento iscritto in bilancio per i fondi comunitari pari, in 7 anni, a
283 milioni di euro di cui 45 milioni nel bilancio in esame; la conferma del
finanziamento, per i settori cosiddetti sensibili, di studio, protezione civile,
politiche sociali per un importo di circa 21 milioni di euro.
Consentitemi qui di ricordare che il fondo per
finanziare i servizi socio-assistenziali a favore dei minori sottoposti a
provvedimento dell’autorità giudiziaria è stato portato da 3,8 a 4,5 milioni di
euro e che al finanziamento per gli interventi per l’abbattimento e il
superamento delle barriere architettoniche da tempo – almeno decennale – pari a
zero è stato implementato per 5 milioni.
Vi è poi da considerare la quota di
finanziamento di 25 milioni per il trasporto pubblico locale, oltre alla quota
del fondo nazionale trasporto nonché il finanziamento di 9 milioni di euro
circa per altre leggi regionali di natura settoriale.
Poi gli accantonamenti: 65 milioni nel
triennio per il fondo crediti di dubbia esigibilità, gli accantonamenti di
risorse per far fronte ai pignoramenti a titolo di fondo rischi e per la
copertura delle perdite delle società partecipate per il fondo di riserva delle
spese obbligatorie, per un totale di 40 milioni di euro circa.
Consentitemi di concludere sottolineando
queste due ultime voci: 65 milioni di euro di accantonamento per crediti di
dubbia esigibilità e perdite e 40 milioni per fondo rischio che,
complessivamente, sono pari a 100 milioni su 700 milioni di risorse libere.
Circa il 15 per cento delle già scarse risorse sono, di fatto, vincolate per
ragioni non solo e neppure tanto contabili, ma semmai profondamente politiche.
I crediti di dubbia esigibilità riguardano in
buona parte risorse che gli Enti locali debbono trasferire alla Regione per
rifiuti e risorse idriche. Gli accantonamenti riguardano pignoramenti e perdite
delle società partecipate.
Possiamo anche discutere sulla collocazione di
piccoli o grandi importi tra un capitolo e l’altro ma, senza un’azione convinta
sul piano dei rapporti tra Regioni ed Enti locali, per un verso, e sul piano
dei debiti maturati dal sistema amministrativo parallelo segnato da società,
fondazioni ed enti strumentali, per altro verso, nonché sulla necessità di far
ripartire il sistema imprenditoriale nel suo complesso, le cose cambieranno
molto poco. Anzi, il rischio, nella prospettiva del bilancio consolidato, è che
le cose possano peggiorare, e di molto, perché il sistema armonizzato di
contabilità presenta nel suo complesso tante criticità ma, almeno, ha una
virtù: quella di promuovere una necessaria operazione di verità che nel caso
della Calabria significa, in definitiva, chiamare le cose col loro giusto nome.
Continuiamo
col primo punto all’ordine del giorno. La parola al consigliere Aieta, relatore, che invito a svolgere la relazione,
illustrando i primi quattro punti all’ordine del giorno, tutti legati al documento
contabile.
Signor Presidente, intanto
devo ringraziare il vicepresidente Viscomi che ha
seguito tutti i lavori della Commissione insieme al direttore del Dipartimento
bilancio, De Cello, e a tutto il personale della
seconda Commissione, a cominciare dal dirigente Lazzarino,
che non hanno risparmiato fatica.
Ci apprestiamo a votare
quattro punti all’ordine del giorno che afferiscono al bilancio di questa Regione.
Intanto, nella seduta del 23 dicembre, la Commissione bilancio ha
approvato a maggioranza la proposta di provvedimento amministrativo relativa al
documento di economia e finanza della Regione Calabria, che prevede che le
Regioni con riferimento agli esercizi finanziari 2016, sono tenute a
predisporre un documento che porta l’acronimo di Def,
che ha un orizzonte temporale triennale.
Questo documento, in effetti, rappresenta gli scenari che ha appena
descritto il vicepresidente Viscomi:
economico-finanziari nazionali e internazionali, regionali, l’economia, la
finanza, le politiche da adottare e gli obiettivi della manovra di bilancio regionale,
tenendo conto degli obiettivi del Patto di stabilità interno.
Ovviamente espone un quadro finanziario in una cornice dentro la quale
gli enti territoriali – in questo caso la Regione – devono muoversi nel periodo
di riferimento.
Questo documento ovviamente costituisce uno strumento a supporto del
processo di previsione del bilancio e, insieme ad esso, c’è un’altra proposta
di provvedimento amministrativo, la numero 107, che è stata – anche questa –
approvata a maggioranza in Commissione, ed è relativa al Piano di disavanzo,
derivante dal riaccertamento straordinario dei residui. Con questo provvedimento
si determinano le modalità di ripiano del disavanzo e, con un provvedimento
distinto, si è reso necessario individuare in maniera certa la quota del
disavanzo effettivo, presente alla data del 31 dicembre 2014.
Unitamente a questi punti c’è la legge regionale di stabilità 2016 con
la quale si provvede al finanziamento dei fondi speciali di parte corrente e di
parte in conto capitale per l’approvazione di nuove leggi regionali, al rifinanziamento
per il triennio 2016/2018 delle leggi di spesa regionali – ovviamente con
esclusione delle spese obbligatorie e di quelle continuative – e si provvede ad
autorizzare la spesa che è demandata alla lettura di tutto l’articolato e delle
tabelle A, B e C.
Al punto 4, che è la proposta di legge numero 110 di iniziativa della Giunta,
relativa al bilancio di previsione per gli anni 2016/2018, si dà conto dei
risultati della gestione 2014, degli effetti del giudizio di parifica della Corte dei conti e della famosa sentenza della
Corte costituzionale numero 181 del 2015, ma si dà anche atto dei risultati
emersi a seguito delle attività realizzate in sede di riaccertamento straordinario
dei residui.
Come si evince dalla relazione introduttiva a questi
provvedimenti, il bilancio di competenza della Regione per l’anno 2016 ammonta complessivamente
a circa 5,4 miliardi di euro. Si tratta in gran parte di somme che hanno una
destinazione vincolata e il cui utilizzo può avere luogo solo per finalità stabilite
da altri decisori istituzionali.
Rientrano in quest’area le risorse destinate
al finanziamento del Servizio sanitario regionale, che è pari a 3,59 miliardi
di euro, circa il 67 per cento, l’annualità 2016 del programma di azione e
coesione, 496 milioni di euro pari al 9 per cento, nonché ulteriori fondi di
natura vincolata, assegnata a vario titolo allo Stato o ad altri soggetti.
Per cui le entrate libere da vincoli da
destinare a finalità autonome della Regione ammontano a circa 700 milioni di
euro, pari a circa il 13 per cento delle
risorse iscritte in bilancio.
Ovviamente questo importo non è libero da
vincoli e da impegni per cui le scelte discrezionali si possono operare fermo
rimanendo che, in ogni caso, gran parte di questo importo è destinato alle spese
di carattere obbligatorio: personale, mutui, contratti, accantonamenti.
Signor Presidente, vorrei aggiungere una
considerazione di natura politica di questo bilancio perché, se è vero che le
fatiche per far quadrare i conti hanno reso ostica questa manovra, è anche vero
che in essa i calabresi potranno ritrovare poste di bilancio importanti che
danno, ovviamente, spessore a questa azione di governo.
Voglio ricordare i centri antiviolenza, su cui
era sorta qualche incomprensione, che il presidente Oliverio
e la sua Giunta hanno fortemente voluto con una posta in bilancio di circa 400
mila euro. Mi si lasci apprezzare anche il recupero di un patrimonio immenso,
visto che siamo nel sesto centenario della nascita di Francesco Da Paola,
Patrono di questa Regione. A parte un emendamento, mio e del consigliere Orsomarso,
in cui rafforziamo la posta in bilancio per le celebrazioni del sesto
centenario c’è, cosa ancora più importante credo, l’emendamento a firma del Presidente
di questa Regione che, con 200 mila euro, salva un patrimonio librario di 90
mila volumi – che sono stipati in luoghi di fortuna nel Santuario del Santo calabrese;
credo che questo indichi in qualche modo lo spessore, la vicinanza, l’amore per
la cultura, il sapere, le competenze e la conoscenza, soprattutto per le
tradizioni, riconoscendo al grande Patrono della Calabria – uno dei più grandi
Santi del quindicesimo secolo – valore e spessore nella massima Assise regionale.
Grazie.
Come concordato con i capigruppo iniziamo ora
la discussione riunificando i primi 4 punti che sono riferiti al documento di
bilancio.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Mangialavori. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente,
buongiorno colleghi consiglieri, potremmo dire che la forma è salva, ma in realtà sulla sostanza c’è molto da discutere.
In questa data ci accingiamo ad approvare il
bilancio, una data assolutamente insolita che ci ha privato della possibilità
di fare una analisi attenta di quello che è il bilancio, approvato in
Commissione solo il 23 dicembre. In questi giorni, pochissimi sono stati i
momenti nei quali ci siamo potuti confrontare, anche con gli uffici, per poter
apportare qualche emendamento, qualche modifica, purtroppo il tempo ce lo ha
impedito.
La legge che andiamo a votare oggi, a leggere
bene i dati, è assolutamente in continuità con quella del recente passato.
Quindi la più rivoluzionaria operazione che sia stata approntata dalla nuova
compagine di governo in realtà si palesa come la più brillante operazione di
conservatorismo politico intrapreso dall'attuale maggioranza.
In politica spesso la forma è sostanza. Ebbene
il presidente Oliverio è riuscito nella non facile
impresa di creare l'eccezione che conferma la regola, anzi di invertire la
regola stessa. In questo caso, la forma è tutt'altro che sostanza!
I contenuti appaiono in evidente continuità
con il passato. Non sono stati assicurati i necessari tagli per una
razionalizzazione delle spese. I tagli non incidono sulla struttura del
bilancio e non si vedono significative innovazioni.
Totalmente assente una visione strategica in
questa manovra di bilancio; un documento, quello che affrontiamo oggi, che
soffoca la Calabria, mostra tutti i limiti del passato che, fino all'altro
giorno, il Pd aveva annunciato, solennemente, di sapere superare.
La realtà anche in questo caso sconfessa tale
proposito. E’ assente qualsiasi discrezionalità politica sugli interventi. È un
bilancio ingessato che limita, assolutamente, i servizi.
La Calabria avrebbe avuto bisogno di ben
altro. E in particolare – come da voi detto più volte – avrebbe avuto bisogno
di un processo di reset con il centralismo e lo strapotere della
burocrazia.
La sensazione è che il bilancio, che è allo
stesso tempo atto politico e burocratico, oggi si spogli della veste politica
per lasciare soltanto spazio all’aspetto amministrativo. Poi si sbandiera
spesso ai quattro venti il cosiddetto “primato della politica”.
Guardando questo bilancio, di primato della politica
ce n’è veramente poco.
Un bilancio così ideato è la prova provata di
tutto ciò che si realizza mediante adempimenti formali e disamine che ogni anno
tendono a illustrare un sostanziale peggioramento delle condizioni di
vivibilità della nostra regione.
Lungi da me un intervento demagogico, ma un
qualche segnale di rottura, una forte“spinta propulsiva” – come
ama chiamarla il presidente Oliverio – ce la saremmo
aspettata. Nulla. Non soltanto non vi è
alcuna "spinta propulsiva" all'innovazione, ma non vi è neanche la capacità di pensare ad una
Calabria diversa, cosa che avete sbandierato ai quattro venti qualche anno fa.
Si fa fronte alle mille difficoltà, sia pure
oggettive, e l’unica risposta che dà questa compagine di governo è di
rassegnazione. Rassegnazione che non fa altro che certificare l'inutilità della
politica e dare tutto in mano alla burocrazia.
Ma quale dovrebbe essere il ruolo della
politica? Naturalmente dovrebbe essere analizzare tutte le richieste che
vengono dal territorio, le necessità e individuare dei percorsi per cercare di
risolverli.
Senza questa prospettiva, lo ripeto, la
politica non ha senso di esistere e si lascia tutto in mano alla ordinaria
amministrazione.
Dal punto di vista delle politiche regionali e dei comuni questo bilancio dimostra che la maggioranza
non ha idea di come governare la Regione perché è impossibilitata dalle
contingenze reali.
Infatti, con la delibera numero 370 del 24
settembre 2015, per sistemare gli equilibri di bilancio tra spese ed entrate,
la Giunta ha emanato un atto di indirizzo per i direttori generali, che di
fatto mette in ginocchio parecchie amministrazioni locali con il cosiddetto
"pagamento in compensazione".
Il bilancio della Regione è in serie
difficoltà e così anche quello delle amministrazioni comunali. Ma un atto così
le mette in ginocchio ancora di più.
Sappiamo con quali difficoltà gli enti locali
si muovono e questa delibera li metterà in ginocchio definitivamente.
Per quanto riguarda le politiche sociali e la
cultura che sono i primi due cardini del vivere civile, l'amministrazione
dimostra i suoi vistosi limiti.
I casi di precariato regionale cui
l'amministrazione regionale non riesce a dare risposte coerenti, efficaci e
definitive sono molteplici. Tutti irrisolti e per tutti senza che la compagine
di governo offra una prospettiva ben delineata.
Faccio l’esempio dei tirocinanti del Parco
delle Serre e dei lavoratori dell’ex Field, tanto per
citare qualcuno dei tanti enti in difficoltà.
Nessuna risposta. Ad esempio nello scorso
bilancio avevo presentato un emendamento per finanziare una legge regionale,
che era stata finanziata dalla scorsa amministrazione, a sostegno dei familiari
delle vittime sul lavoro e che anche quest’anno non si è presa assolutamente in
considerazione.
Colgo con positività la previsione del
finanziamento alla biblioteca di Soriano che recepisce le indicazioni che avevo
chiesto e dato a questa amministrazione presentando una interrogazione e due
emendamenti bocciati nel precedente anno. Questo lo colgo con soddisfazione.
E’ evidente che sulla cultura questa
amministrazione non ha alcuna strategia.
Per concludere, il bilancio proposto non è
assolutamente coerente con progetti futuri e di ampia prospettiva.
Il Governo Renzi con
il cosiddetto Masterplan per il Mezzogiorno sembra avere individuato la panacea
a tutte le criticità. Naturalmente il tempo ci darà le sue risposte.
Intanto, si sottolinea come il proposto
bilancio di oggi è un provvedimento che non aggredisce assolutamente i problemi
più importanti e non risponde a un'idea moderna della Regione. Si adagia sulle
apparenti certezze, sempre più fragili e su un'oggettiva adesione allo status quo.
Presidente Oliverio,
ci saremmo aspettati ben altro. La Calabria si sarebbe aspettata ben altro.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)
Presidente, stiamo parlando del dibattito
sull’approvazione del bilancio di previsione?
PRESIDENTE
Sì, consigliere Orsomarso.
Pensavo di ascoltare su questo anche qualche
consigliere del centro-sinistra, qualcuno che negli scorsi anni starnazzava
irresponsabilmente, però atteso che non ho ascoltato alcun intervento, proverò
a fare il punto in modo equilibrato. Ringrazio per l’attenta relazione, che ho
seguito anche in Commissione bilancio dove ho provato a rappresentare il voto e
l’impostazione dell’intera minoranza. Ringrazio il lavoro del presidente Aieta.
Vorrei fare su questo bilancio di previsione
due considerazioni politiche che in genere si chiamano di grande respiro,
provando a mantenere sempre un profilo basso. Due considerazioni politiche del
consigliere Orsomarso, mi faccio l’autocritica da solo.
Ho espresso voto contrario in Commissione
rispetto a questo bilancio, ho ringraziato per la relazione anche l’assessore Viscomi, e c’è qualcosa di importante che mi sentivo anche
di sostenere, qualche emendamento su cui mi sono astenuto e altri, lo ricordava
il consigliere Aieta, circostanziati, su cui ho
votato a favore. Ma il voto complessivo su questo bilancio è negativo per
sottolineare un aspetto politico negativo di questa guida regionale che ha una
sua connotazione, una sua visione del mondo che giustamente è quella del
centro-sinistra a cui io mi sento alternativo.
Cosa manca in questo bilancio? Lo dico al
presidente Oliverio, che ha vinto e convinto i
calabresi non solo per la parte politica che rappresentava ma anche per la
criticità che i calabresi hanno ritrovato negli anni di governo di
centro-destra, conclusosi in modo improprio e su cui magari negli anni a venire
la storia, come sempre,darà ragione su cose positive e negative.
Ma il presidente Oliverio
aveva delle caratteristiche, dei connotati ben chiari rispetto alla sua
esperienza politica e al suo curriculum politico, rispetto alla sua
stagione politica. Si è candidato dicendo ai calabresi “io posso essere l’uomo
del cambiamento” perché sono alla fine di una lunga carriera, e tanti
calabresi, finanche qualche lettore di centro-destra per i numeri con cui ha
vinto, si erano lasciati convincere.
Su questo bilancio esprimiamo un voto
responsabilmente contrario, senza starnazzare come hanno fatto in modo
irresponsabile coloro che stavano all’opposizione negli anni scorsi, quando vi
erano le stesse difficoltà di oggi; e noi lo dicevamo, quando si parlava di
fondi comunitari e di risorse che andavano allocati. Abbiamo svolto la nostra
attività di legislatore nella scorsa legislatura e anche oggi, provando a
promuovere leggi intelligenti e utili - che fossero sulle scuole sci, parlo delle
mie, sulla casa o sulle seconde case - sempre immaginando di conoscere a fondo
la difficoltà di questi bilanci che sono il risultato di 20, 30 o 40 anni di
regionalismo e rispetto ai quali si può proporre una buona legge, ben sapendo
però che c’è poco spazio per poterla finanziare.
Io lo dico anche al collega Mangialavori che
ha sottolineato che nei prossimi 10 anni non ci sarà spazio in questa Regione
per poter finanziare leggi utili prodotte anche nel passato.
Quindi una grande attività di questo Consiglio
sarà continuare l’opera di razionalizzazione che pure noi abbiamo iniziato
nella scorsa legislatura; ma l’opera politica di chi guida la Regione dovrà
essere quella di armonizzare al di là del dato tecnico. Chi ha letto questa
relazione dice che c’è un dato tecnico di armonizzazione perché abbiamo il
principio di pareggio di bilancio in Costituzione che, unita al Patto di
stabilità, è stata una mannaia di una Europa che non ci piace e che non ci
convince – lo diremo in diverse sedi – ma c’è una impostazione principale su
cui Presidente oggi lei è in ritardo.
Mi rendo conto, presidente Oliverio,
che lei è un po’ ostaggio di questo strano Pd e lo dico anche con rispetto
perché è il suo partito, e chi come me crede nei partiti porta rispetto anche a
Rifondazione comunista in Italia.
Un partito che ci ha restituito un ritardo per
cui io e il collega Tallini ci siamo dovuti
incatenare al dipartimento per la salute. Sulla voce principale del bilancio,
che vale il 62 per cento, la relazione ci dice ancora oggi che abbiamo fatto
100 passi indietro rispetto ai due - non dico 100 - passi avanti che avevamo
provato a fare in modo impopolare nella scorsa legislatura. Il mio voto, il
nostro voto contrario va proprio su questa impostazione.
La novità che voi avevate voluto trasferire e
che pure noi abbiamo guardato e continuiamo a guardare con rispetto non c’è,
non si vede, manca e soprattutto ci riporta all’anno zero. Il dato di bilancio
su cui noi ci eravamo innamorati, ci ha spinti a fare scelte impopolari,
chiudendo 18 ospedali, razionalizzando, facendo la razionalizzazione dei
trasporti. E va riconosciuta l’onestà intellettuale mia e del consigliere Tallini, che abbiamo finanche votato la vostra legge sui
trasporti che ci convinceva nel solco di una serie di riforme. Oggi in questa
opera che è di visione politica e di impostazione di lavoro di un anno che non
c’è stato, che in modo evidente pesa sulla la Calabria dei comuni, dei
sindacati, delle imprese siamo contrari. Cosa ben diversa anche il faticoso
recupero sulla spesa dei fondi che comunque c’entra con le politiche di
bilancio.
Credo che sia avvertito un vero allarme
sociale, su cui forse qualcosa dai consiglieri di centro-sinistra avremmo
voluto sentire, ma mi rendo conto che da parte di chi ha girato in lungo e in
largo la provincia dicendo “Riapriremo gli ospedali, vi daremo più chilometri,
più politiche sociali e più cultura” ci vorrebbe molto coraggio a sostenere il
contrario.
L’allarme, per cui voto contrario e saremo qui
umilmente a fare il nostro lavoro anche di suggerimento, sta proprio sulla
quota di bilancio sanitario e di disavanzo che in un solo anno avete riportato
indietro.
Sei mesi di attesa e c’era qualcuno anche del
Pd, lo ricorderà il collega Tallini, che a quella
seduta di Giunta voleva nominare dei commissari momentanei per far sì che non
si tornasse indietro a produrre nelle aziende ospedaliere, nelle Asp una spesa
incontrollata.
Il ritardo accumulato per nominare il vostro
commissario - se non ci fossimo stati io e il collega Tallini
forse staremmo ancora qui ad attenderlo – è su quel dato che è pesante.
Voglio ricordare alla stampa che ci rendiamo
conto, e ripeto consapevolmente, che per questa stagione e per l’altra che
verrà ci saranno sempre bilanci che devono recuperare tanto tempo quindi hanno
poco spazio per una agilità di manovra.
Mi piace, ad esempio, questo lo dico con
grande onestà intellettuale, la previsione di 8 milioni per gli emotrasfusi che
anche noi con tutto lo sforzo non riuscimmo ad inserire negli scorsi bilanci.
Se dovessi dare un voto positivo ad un pezzo di bilancio, bene quello sforzo
che siete riusciti a fare per un diritto che non ha trovato soddisfazione negli
scorsi anni difficili.
Ma il grido di allarme vero sta in quel passo
indietro dove si infrange il sogno di chi come noi provava a governare la
Calabria immaginando di liberare quelle risorse della riforma del Titolo quinto
della Costituzione – guarda caso anche quella è una riforma del Pd – una
riforma cieca che oggi continua a riformare in modo cieco lo Stato, riformando
il Senato e finanche questo Consiglio regionale e che indirettamente aveva
previsto di affidare alle regioni varie competenze: turismo ma su tutte la
sanità.
Quando tutte le regioni di Italia hanno
iniziato a spendere, la dotazione di questa Regione non è bastata più perché da
3,4 miliardi si è arrivati a 3 miliardi e 100. Insomma lo Stato ha iniziato a
far quello che ha fatto, quindi commissariando le regioni.
Noi in quella azione di commissariamento
lunga, difficile e dura non abbiamo mai trovato, e lo dico al consigliere
Guccione di cui apprezzo le battaglie politiche, un minimo di sensibilità e di
rispetto per il lavoro difficile che la maggioranza faceva, cosa che noi oggi
abbiamo del vostro lavoro.
Intanto in quegli anni quel disavanzo poteva
rappresentare un pezzo di risorsa dei calabresi, dell’Irpef, dell’Irap che si
poteva liberare, i 230 milioni per intenderci, i 259 milioni, adesso le cifre
precise non le ricordo, poca roba. Ma parliamo di centinaia di milioni di euro
che stiamo liberando, portando, finalmente, il disavanzo complessivo a circa 30
milioni. Tant’è che nello scorso assestamento del vostro bilancio di previsione
si sono liberate 44 milioni di euro di risorse di premialità, oggi non le
troviamo più perché è bastato un anno del vostro non governo.
E a dire il vero, presidente Oliverio, ci rendiamo conto che lei ha questa
conflittualità grossa con questi due commissari di governo che stanno qui in
Calabria a far tutt’altro che l’interesse della sanità calabrese.
Questo è il dato che non ci piace
sottolineare. Cioè si ritorna indietro, quindi 117
milioni di euro del gettito dell’Irap continueranno a coprire quel disavanzo, e
223 milioni di euro dell’Irpef. Insomma quelle risorse che noi sognavamo di
liberare in un solo anno, fermo restando che andavano fatte le verifiche
puntuali anche sulle attività di Asp e delle Aziende ospedaliere della nostra
gestione. Ci hanno riportato indietro.
A me preoccupa questo sinceramente. Ci sono
tante altre cose che abbiamo sottolineato in questi mesi anche in questo
confronto che si ha col Governo nazionale, che ormai non trasferisce più
neanche le risorse ordinarie e ci ha fatto e vi fa governare con le risorse
straordinarie. Comprendiamo la vostra difficoltà, ma la madre di tutte le
battaglie, su cui qualcuno prima di voi ha perso, purtroppo, non dico la
faccia, nel senso che con dignità proviamo a metterla sempre avendo la schiena
dritta, ma diciamo la battaglia dei calabresi, voi l’avete persa in un solo
anno.
Quindi esprimo un voto contrario a questa
approssimazione sulla voce principale su cui bisognava avere coraggio e
continuare a fare di più. Un voto contrario nella speranza che possa
trasformarsi in futuro. Perché, vede presidente Oliverio,
l’ho detto anche al presidente Aieta, bisogna fare una
Calabria che non ha steccati. Con il presidente Aieta,
quando era sindaco e mai su interessi personali, c’è sempre stata una assonanza
per amore dei territori e nel fare le battaglie. Io trovo anche difficoltà in
termini relazionali ad utilizzare toni forti che, tra l’altro, non ci
appartengono.
Provo ad avere argomenti forti. Non avremo
nessun problema – lo ribadisco – a dare un contributo finanche di astensione
quando ci sarà un bilancio che ci coinvolga e convinca e che vada nella
direzione dei sacrifici che abbiamo fatto.
Vorremmo solo avere un po’ più di rispetto nel
discorso che c’è di una continuità amministrativa con chi vi ha preceduto, un
po’ più di rispetto per chi oggi siede in quest’Aula e oggi il vostro non
rispetto sta nel vostro silenzio.
Di chi ha abbaiato alla luna negli anni scorsi
e oggi giustamente e responsabilmente – non c’è da aggiungere altro – non può
commentare un bilancio che è asfittico, che è in sofferenza e che è un po’ come
tutti quei bilanci che con grande difficoltà abbiamo approvato in questi anni.
L’unica preoccupazione, Presidente, quando
vorrà, rispetto a quanto abbiamo già fatto, chiedere una mano a questa
opposizione, a questa minoranza la sosterremo perché la preoccupazione più
grande è su quanto non si è continuato a fare in sanità, su quanto in sanità
non si poteva recuperare per liberarla alla vostra capacità di poter fare buone
cose ai calabresi.
Quindi il voto è contrario con la
preoccupazione che dal prossimo anno la vostra minore conflittualità, che è
evidente e che rimbalza anche sugli organi di informazione tutti i giorni,
possa restituirvi maggiore agilità politica per fare il bene della Calabria e
dei calabresi. Vi ringrazio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, innanzitutto consentitemi di esprimere un apprezzamento vero e sincero per le relazioni svolte dal Vicepresidente della Giunta, professor Viscomi, e dal collega Aieta, per la chiarezza intellettuale che ha contraddistinto i loro interventi ed anche per il coraggio con cui hanno rappresentato a quest’Aula le difficoltà legate ad un bilancio ingessato che per la seconda volta siamo qui costretti ad approvare.
Non ho apprezzato, al contempo, gli interventi dei
colleghi Mangialavori e Orsomarso perché quando non si comprende che ci troviamo di
fronte ad un bilancio ingessato, dove gran
parte delle risorse afferiscono a spese vincolate e dove l’entità delle entrate
proprie liberamente impiegabili si attesta intorno al 10 per cento
circa, si dimostra che non c’è quel senso di responsabilità
necessario a poter far svolgere a quest’Aula un lavoro
intelligente, un lavoro di responsabilità anche verso i nostri concittadini e verso le nostre comunità.
Sarebbe forse superfluo
intervenire viste le difficoltà del bilancio di cui stiamo parlando e per il
quale tra poco voteremo, ma credo che sarebbe sbagliato se dovessimo prendere
atto solo di tale difficoltà; penso che il nostro dovere principale di consiglieri
regionali sia di esercitare delle prerogative che derivano dal controllo e
dalla programmazione che compete a quest’Aula.
A quest’Aula compete far
chiarezza sulle tante cause per le quali oggi ci troviamo qui a parlare di un bilancio
ingessato e non di investimenti veri, reali e concreti per i calabresi e
per le nostre comunità.
Sicuramente non se lo ricorderà nessuno, ma io già nel
mio primo intervento relativo alla approvazione del bilancio dello scorso anno
mi permisi di evidenziare le ombre e le luci che riscontravo nella redazione
del bilancio ed anche il fatto che ciò fosse legato, magari, alle incrostazioni
presenti nella macchina burocratica della Regione.
Ora a distanza di un anno da consigliere regionale
riconfermo in toto le mie perplessità, le mie osservazioni e la mia
considerazione, se è vero, come è vero, che anche quest’anno si è trovato un
equilibrio di bilancio attraverso il mantenimento di una serie di residui
attivi e passivi – caro professor Viscomi – i quali,
stante la presente impostazione, difficilmente potranno essere smaltiti.
Sicuramente la responsabilità di tutto ciò non può
essere imputabile a Filippo De Cello, che saluto, ma
anzi per dirla tutta, caro dott. De Cello, non la invidio
certamente per la sua difficile posizione. Quello che in effetti dobbiamo
capire, però, una volta per tutte, è che con l’entrata in vigore del principio
di armonizzazione del bilancio l’obiettivo principale diventa eliminare la mole
di residui carenti di ragion d’essere, altrimenti falliremo, oltre che il
rispetto delle norme che ci hanno imposto questa eliminazione, l’accantonamento
di questi residui nell’intento di centrare – lo dico al professor Viscomi – quegli obiettivi di trasparenza e di corretta
gestione ai quali facciamo spesso riferimento e che devono essere il baricentro
di ogni azione amministrativa che deve guidare questa Giunta e questo Consiglio
regionale.
Questo lo ricordava poco fa il collega Orsomarso, poi mi
sfugge l’onestà del suo intervento, Orsomarso, quando parla di armonizzazione
del bilancio e quando parla di altro vuol dire che non riconosce le difficoltà
reali legate alla costruzione di un bilancio con questi parametri.
Penso sia opportuno a questo punto, per far chiarezza definitiva
su questo aspetto, che l’assessore al ramo ed il dirigente del settore avviino
un confronto serrato e non più rinviabile con ogni singolo dipartimento al fine
di far chiarezza sui residui attivi e passivi di dubbia esigibilità.
Qui è la partita vera anche perché il quadro di
riferimento che abbiamo davanti ci parla anche di un avanzo di amministrazione
e questo porrebbe tanti interrogativi per capire se i residui perenti siano
utili o meno, ma non voglio fare queste osservazioni.
Non possiamo dimenticare che questo bilancio è frutto –
lo dicevo già – di difficoltà storiche come certifica, ad esempio, la quota di pignoramenti
pari a 45 milioni annui. E’ anche vero, però, che una simile valutazione non è
di per sé sufficiente se è soltanto annunciato in uno strumento di previsione.
Vale però dimostrare un po’ alla volta come una mole così consistente di azioni
esecutive sia il risultato di cattive gestioni passate e non presenti.
Ma piuttosto che continuare nella elencazione dei danni
del passato, i famosi cahiers de doleances che ci porterebbero a dire – lo dico anche
agli amici della opposizione – recuperando un film di Troisi
“Non ci resta che piangere”, dobbiamo pensare a svolgere al meglio il nostro ruolo
facendo capire a quanti ancora hanno difficoltà a recepirlo che c’è un Consiglio
regionale pronto ad assumersi le proprie responsabilità ma altrettanto
determinato a far comprendere alla burocrazia regionale e ai suoi dirigenti che
il tempo di dir sì al proprio riferimento istituzionale, generando come
risultato montagne di residui perenti, è decisamente finito.
Non lo dico io ma più volte è stato detto dal presidente Oliverio.
L’auspicio che rivolgo ad ognuno di noi è che questo sia l’ultimo bilancio
ingessato e che il 2016 rappresenti l’anno di un cambiamento vero e profondo.
D’altronde, l’opera avviata dal presidente Oliverio e dalla sua Giunta va proprio in questa direzione.
Per questo mi piace concludere questo mio breve intervento con uno spirito di ottimismo
e di speranza che, del resto, dovrebbe caratterizzare l’azione di chi guarda
alla politica con un approccio riformista e di cambiamento vero.
Sospendiamo la seduta per dieci minuti.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, oggi discutiamo il bilancio di previsione pluriennale 2016/2018 e lo facciamo nei tempi previsti e questo è un merito. Noi tutti siamo consapevoli che si tratta di una manovra fortemente ingessata che risente molto della situazione finanziaria che da tempo vive la Calabria.
Per questo sappiamo tutti che risulterà difficile
dar risposte ai tanti bisogni della stessa Calabria e
dei calabresi come ognuno di noi avrebbe voluto e desiderato.
Direi che il bilancio contiene in cifre tutte le difficoltà
che presenta la nostra Regione. Infatti come ci ha comunicato con la sua relazione il Vicepresidente,
professore Viscomi, su una manovra finanziaria di
circa 5,4 miliardi di euro solo 700 milioni di euro sarebbero liberi da vincoli
ma in realtà, anche in questo caso, si tratta in grandissima parte di risorse
finanziarie che sono necessarie alla sopravvivenza del sistema Regione.
E comprendo, signor presidente Oliverio,
gli sforzi che la Giunta sta compiendo per fronteggiare emergenze vecchie e
nuove, muovendosi, fra l’altro, in un contesto economico e nazionale tutt’altro
che favorevole. Così come capisco la necessità da parte della Giunta di
presentare al Consiglio regionale una proposta economica già confezionata e
chiusa.
Ovviamente il bilancio pluriennale non è solo e del
tutto risorse vincolate e non è nemmeno l’unico strumento da impegnare per
intervenire sui temi della crescita, dello sviluppo, del lavoro, sul disagio
sociale e su quello della povertà che tutti sappiamo essere una vera e propria
piaga della nostra regione.
In questo senso, signor Presidente, ritengo che il nostro compito e la nostra
funzione non sia solo quella di rincorrere le tante e troppe emergenze che,
direi giornalmente, si propongono e si muovono sull’intero territorio regionale
ma sono anche – direi anche soprattutto – convinta che dobbiamo muoverci in un
quadro di prospettiva ovvero dentro una impostazione che sappia legare le
stesse emergenze ad una visione di innovazione e di progresso nella nostra regione.
Quello che serve – mi sia consentito di dire – è una visione
complessiva di sviluppo alla quale ancorare le notevoli risorse che in questo
caso avremmo a disposizione sia dal versante nazionale sia europeo. Mi
riferisco alle risorse comunitarie 2014-2020, a quelle del Fondo di Coesione, a
quelle che possono essere impegnate ed utilizzate con riferimento al Masterplan
approvato dal Governo nazionale e per il quale dovremo prossimamente
sottoscrivere il previsto “Patto per la Calabria”.
Si tratta di risorse che hanno lo scopo principale di ridurre il
divario strutturale, economico e sociale e culturale che separa la Calabria dal
resto del Mezzogiorno e del Paese e la rende la regione più povera e marginale
d’Italia.
Dobbiamo essere tutti consapevoli che la partita dei fondi comunitari è
decisiva e fondamentale. Oserei dire che se dovessimo perderla saremmo
destinati a scivolare ancora più a sud e con esiti ancora più disastrosi.
Queste mie sottolineature possono sembrare improprie in una discussione
sul bilancio che, come tutti hanno osservato, appare privo di quel necessario
respiro ampio e di prospettiva. In realtà una discussione sulla situazione
finanziaria della Regione se da una parte ci fa rilevare le difficoltà,
dall’altra ci deve anche far constatare le tante opportunità che possiamo e
dobbiamo cogliere in una visione più completa delle occasioni che possiamo
sfruttare a vantaggio della Calabria.
Tutto questo potrà essere realtà concreta come molti autorevoli
commentatori in questi giorni hanno rilevato a condizione che si abbia una
responsabile ed innovativa reazione delle classi dirigenti del Mezzogiorno
finalizzata ad alimentare la cultura dello sviluppo ed a stimolare un
protagonismo concludente.
Dinanzi a queste opportunità ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Finisco, signor Presidente e colleghi consiglieri, con una sola rapida
annotazione per esprimere il grande apprezzamento per il finanziamento della legge
numero 20/2007 che sostiene i centri antiviolenza che operano su tutto il
territorio regionale.
Era il risultato che i calabresi si aspettavano e che dopo un lungo
dibattito in Consiglio ha trovato spazio nel bilancio che oggi è in
approvazione. Signor Presidente della Giunta, la ringrazio per questa sua
disponibilità. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
In ogni Consiglio, che porta come punto all’ordine del giorno
l’approvazione del bilancio di previsione, chiaramente liquidare un punto così
importante solo e soltanto facendo una analisi dei numeri, della contabilità
propria di un tecnico o di un ragioniere svilirebbe quella che è una azione
politica che, devo dire, in modo maldestro, sempre e comunque, pone l’accento
su una consolidata visione, ormai, di un bilancio tecnico e solo tecnico non
lasciando spazio alla politica.
Devo dire che leggendo in questi giorni le carte del bilancio ed
affrontandole, chiaramente, con l’approvazione del bilancio di previsione 2015,
una serie di punti vengono posti in essere e all’attenzione rispetto a quello
che è un modello di organizzazione della macchina amministrativa regionale.
Non possiamo non riferirci a quella che è stata ed è un’analisi molto
puntuale di quello che ha prodotto il regionalismo in questi anni. Non possiamo
non rilevare che, così come è vero che ormai si associano i bilanci regionali a
quelli dei comuni, rispetto ad un periodo in cui venivano inondati di
finanziamenti nazionali oggi c’è un tema che dobbiamo approfondire e tenere in
debita considerazione: quello dei tagli.
Nei tagli - che pure ci sono stati in questi anni - bisogna tener
conto, però, della trasformazione in modo irresponsabile della visione della
carta costituzionale scritta dai Padri costituenti che aveva pensato alla Regione
come organo di programmazione e controllo.
Le Regioni in questi anni tutto sono state tranne che enti di programmazione
e controllo.
Allora il bilancio di previsione deve necessariamente portare
all’attenzione un’analisi che questa Giunta ha già fatto e che il Consiglio
ancor di più deve fare come leitmotiv di una nuova visione che è quella
di riportare il regionalismo alla funzione originaria di ente che doveva
programmare e controllare la programmazione stessa che il Consiglio deliberava.
Ma pur nelle inequivocabili difficoltà, alcuni dati sono posti
all’attenzione. Prima, il consigliere Orsomarso faceva riferimento alle passate
legislature, alle difficoltà, a quello che è stato un tempo passato anche nella
spesa, a quella che è stata la proliferazione degli enti sub-regionali, delle
partecipate, a quello che è stato il prosciugamento del bilancio regionale da
parte della sanità, a quello che è stata anche la spesa eccessiva sul trasporto
pubblico locale.
Ci sono dei risultati che oggi non devo essere io, come capogruppo, o
solo io a portare all’attenzione del Consiglio, ma ci sono stati dei risultati
importanti. Basta guardare che è stato, già rispetto al 2014; il fabbisogno
teorico della legislazione vigente era di 950 milioni di euro a livello di
spesa autorizzata nel bilancio di previsione e siamo passati da 950 ad 840;
significa che la Giunta ha messo in atto in questo anno una serie di tagli che
hanno fatto sì che quel fabbisogno si riducesse.
E se a questo aggiungiamo che c’è stato - senza aumento della
tassazione regionale sia essa Irap, addizionale Irpef o tasse automobilistiche
– un livello di previsione che è arrivato a 700 milioni euro facendo sì che
quel gap e quella differenza tra fabbisogno teorico e livello di spesa
autorizzata passasse, nella bellezza di due anni, da circa 400 milioni di euro
a circa 140 milioni di euro.
Questo significa che c’è stata una volontà di programmazione e c’è
stata una filosofia politica amministrativa che ha dettato l’azione della Giunta.
Se a questo aggiungiamo un risultato importante che questo Consiglio negli anni
non è stato capace di risolvere ma che oggi ha ottenuto – ed è quello della approvazione
del trasporto pubblico locale – questo ci consente ancor di più di ridurre negli anni futuri quello che è il disavanzo
del trasporto pubblico locale.
Non è vero, allora, che non c’è un dato politico nell’approvazione di
un bilancio. Il bilancio è politico, ma sono le scelte della politica che
vengono fatte sapendo che dobbiamo agire nonostante i due miliardi di tagli
sulla sanità per le Regioni. Noi dobbiamo agire rispetto a due settori che sono
fondamentali e lo diceva prima il vicepresidente Viscomi
quando parlava di entrate tributarie.
Cioè le entrate tributarie possono variare in termini di importo non
aumentando ai cittadini calabresi le addizionali Irpef o le tassazioni alle
imprese, l’Irap, per la sanità e quant’altro ma all’interno di un quadro che
porti a far sì che questa terra diventi terra di produzione, aumentando le
aziende, le imprese, lo sviluppo e la crescita.
Questo è quanto chiediamo all’azione della Giunta per quanto riguarda non
solo il Masterplan ma anche per quanto riguarda l’utilizzo delle politiche
comunitarie.
C’è un Consiglio regionale che darà man forte per la programmazione di
investimenti per far sì che questa terra possa cogliere questa opportunità
unica, per far sì che questa terra diventi un soggetto produttivo.
Ci sono dei dati che sono sempre allarmanti e ne cito alcuni: la
mobilità attiva per 29 milioni di euro, la mobilità passiva per 281 milioni di
euro che arrivano quasi a 283 milioni di euro. C’è, come dicevo prima,
nell’ambito della programmazione di quelle risorse autonome di 700 milioni di
euro - rispetto alle risorse complessive del bilancio di previsione la maggior
parte delle quali sono spese obbligatorie - una attenzione importante al
turismo e all’ambiente.
Se andiamo a considerare che in questo settore – poca cosa – ma siamo
passati da 6,7 milioni di euro dello scorso anno a 9 milioni di euro, è chiaro
che c’è una attenzione ancora importante sul sociale e soprattutto il dato,
fondamentale rispetto alle cose che ho detto poc’anzi, che il 2016 dovrà essere
l’anno dello sviluppo, della programmazione ma anche l’anno in cui la Giunta
riuscirà ad abbattere i 116 milioni di euro agli enti sub-regionali che
rappresentano oggi un tassello pesante che ancor di più ingessa questo bilancio.
Devo dire brava alla Giunta e bravo al Presidente per due ragioni: intanto, aver presentato questo bilancio
dopo un’ampia discussione con i gruppi
di maggioranza e poi in Commissione nei termini e poi per aver dato una
inversione di tendenza che mira a ridurre gli sprechi, la spesa corrente e
soprattutto ad investire, ad incentivare gli investimenti per produrre sviluppo
e crescita.
Devo dire anche un plauso a quella che è stata l’attenzione negli anni passati.
Dottore De Cello, io non mi aspettavo che dall’accertamento
straordinario dei residui noi avessimo una cifra irrilevante per quello che è
il bilancio regionale di 102 milioni di euro.
Basti che noi immaginiamo solo alcuni comuni nel riaccertamento straordinario
dei residui che hanno rilevato le cifre che la Regione Calabria ha rilevato
oggi. Questo significa che nel tempo i residui attivi, le poste in bilancio, i
residui attivi e passivi non sono stati né aumentate né – come qualcuno ha
fatto negli anni, soprattutto in diversi Consigli regionali – falsati. Per
questo va fatto un plauso a chi ha amministrato prima di questa Giunta e al
dottor De Cello. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
Presidente, grazie, io farò solo
delle brevissime considerazioni.
Mi pare che sia del tutto evidente che il bilancio che approviamo oggi
rappresenti il segno di una difficoltà e di una crisi profonda dell’esperienza regionale.
Lo dico perché – lo avevo già accennato nella seduta di Consiglio
scorsa – noi oggi di questo bilancio possiamo disporre solo del 38 per cento.
Il 62 per cento del bilancio regionale, che è la spesa sanitaria, cioè circa 3 miliardi,
523 milioni di euro, non sono nella disponibilità né della Giunta né del Consiglio.
Quindi questo è emblematico di un Consiglio regionale che non dispone
di oltre il 60 per cento delle risorse che lo Stato trasferisce. Questo è un
dato politico rilevante. E’ il sesto anno che ciò accade, mi pare, e come
diceva il collega Orsomarso prima è dalla fine del 2009 che siamo
commissariati, mi pare dal dicembre 2009.
Diceva prima il consigliere Orsomarso che oggi la spesa sanitaria è
aumentata perché c’è stata nel corso di questo anno una difficoltà e c’è
tutt’ora una difficoltà ad interagire con l’ufficio del commissario. Quando non
c’è il governo della sanità, gli sprechi e le clientele aumentano perché non è
vero che durante il commissariamento siano state tagliate le clientele e gli
sprechi, anzi.
Quindi c’è un primo dato politico e la Calabria lo deve sapere, molti
lo ignorano: oggi siamo costretti a programmare solo il 38 per cento delle
risorse che sono nella disponibilità della Regione.
L’altro dato politico è che in questa difficoltà stenta a prendere
corpo, attraverso provvedimenti di governo e di bilancio, il programma che
questa maggioranza si era data alle elezioni. Non ci sono quegli elementi, al
di là delle cose e dei dibattiti che facciamo non ci sono quegli elementi che
dimostrano che sta prendendo corpo, elementi concreti, scelte nel bilancio,
scelte di governo che dimostrano che siamo nella fase di attuazione dell’azione
di programma che un anno fa abbiamo chiesto agli elettori.
C’è una difficoltà concreta che emerge concretamente. Mi sarei chiesto
ed aspettato una ipotesi di discussione del piano di contrasto alla povertà,
del reddito di inclusione socio-lavorativo, del piano regionale per il lavoro
che, ricordo, l’Europa impone di presentare entro giugno 2016.
Non ci sono risposte anche per quanto riguarda – se non una presa
d’atto – i nuovi due ospedali della Sibaritide e di Gioia
Tauro. E non c’è una risposta concreta al fatto che noi nel 2016 dovremmo
completare la banda ultralarga in tutta la regione, se quella fibra rimane
sotto un metro del terreno e poi non ci viaggia nessun servizio.
Perché anche questo, l’innovazione, non è solo avere la fibra - ed è
già un fatto politico rilevante che la Calabria sia la prima ad essere cablata
- ma noi abbiamo bisogno di capire quali servizi di innovazione sia per le
imprese, per le aziende pubbliche sia per i cittadini viaggiano in quella
direzione.
Siccome io ho letto l’editoriale di Eugenio Scalfari “Il Mezzogiorno è
povero ma c’è” quelle conclusioni a cui arrivava Scalfari devono essere da
stimolo per la classe dirigente. Noi abbiamo bisogno di scelte coraggiose e
quando siamo al governo le scelte coraggiose si misurano attraverso gli atti
amministrativi e le risorse che noi impegniamo, non per continuare a tenere in
piedi una situazione così come avviene da troppi anni ma delle scelte chiare,
coraggiose ed innovative. Possiamo anche sbagliare ma dobbiamo dare il senso
che il cambiamento inizi.
Devo registrare che con questo bilancio ancora non ci siamo e dobbiamo
affrettarci perché i dati che emergono, i dati dell’Istat, dello Svimez che emergono sono di un impoverimento ancora più
forte della Calabria in particolare ma anche del Mezzogiorno.
Avremo bisogno delle risorse comunitarie ma ci deve essere una
strategia in grado di mobilitare le risorse ordinarie con quelle comunitarie,
altrimenti non ce la faremo, non saranno sufficienti a far tutto questo.
La forza della innovazione, credo, è essenziale e deve stare nelle
scelte di governo. Dobbiamo passare dalla discussione, dal confronto ai fatti e
credo che una questione sia quella del bilancio.
Ho letto attentamente la relazione della Corte dei conti sulle società partecipate, sulle società in house
con stile più forbito e competente, rispetto ad un intervento che avevo fatto
in Consiglio regionale sul fardello che rappresentano, al drenaggio di risorse regionali
ai fini clientelari.
Noi dobbiamo tagliare molto rispetto a questa
direzione altrimenti il rischio è di essere risucchiati dalle emergenze. E,
quando succede questo, si perde l’orizzonte, quella voglia - perché da questo
punto di vista io vado in buona fede – di cambiare e di innovare la Calabria.
Però vedo il tentativo di essere fagocitati dalle emergenze. Ed anche
l’impostazione di questo bilancio serve solo a dare e tenere – poi in Calabria
non ci si riesce mai – uno stato di calma sociale apparente.
Credo che tutto ciò rischi di travolgerci
tutti, se ancora per qualche mese continueremo in questa direzione. La tensione
nel tessuto economico e sociale calabrese è molto forte ed ha bisogno di
segnali forti di discontinuità con il passato. Voterò a favore del bilancio,
nonostante questo mio intervento, perché voglio dare un segnale di speranza e
di ottimismo a tutti quanti noi, ma è chiaro che il tempo sta per scadere per
tutti quanti rispetto a questa impostazione e ritengo necessario, con forza,
facendo scelte coraggiose ed in controtendenza, uno shock economico da
parte della Regione per invertire una tendenza devastante in termini di lavoro,
occupazione e sviluppo.
E’ veramente drammatica la situazione sulla
quale dobbiamo intervenire ed in questa direzione lo si affronta, lo si
comincia ad affrontare invertendo una tendenza ed in questo bilancio; forse timidamente,
si intravede qualcosa ma non è sufficiente, non è necessario ed io ritengo che
dobbiamo fare molto di più.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, signori della Giunta, l’intervento del consigliere
Guccione ci obbliga ad intervenire per richiamare, anzi lo ha fatto col suo
stesso intervento, a stare con i piedi per terra ed a ritornare alla cruda
realtà.
Non voglio richiamare
l’intervento del collega Guccione per strumentalizzarlo politicamente, ma solo perché il consigliere Guccione in questo momento,
a parte la sua posizione politica all’interno della sua maggioranza - poi alla
fine ha dichiarato di votare a favore del bilancio -, ha detto delle cose che
sono l’esatto opposto di quel che hanno detto altri della maggioranza.
All’inizio di questa legislatura ho sempre suggerito - come lo facevo al presidente Scopelliti – di rifuggire dai cortigiani che sono sempre più numerosi
al momento in cui si spera di ricevere delle prebende ma poi spariscono nel
momento delle difficoltà. Invece chi ha il coraggio di dire in faccia le cose
come stanno - e il consigliere Guccione lo sta facendo dall’alto della sua
autorevolezza politica - magari lì per lì sono considerati dei guastafeste perché
probabilmente l’intervento del consigliere Guccione ha un po’ guastato la festa
a questa maggioranza che pensava, in un clima quasi dimesso, di approvare un bilancio
che nella realtà è stato descritto esattamente come lui lo ha visto. Cioè un bilancio
senza nessuna novità, senza una risposta, un bilancio – come diceva il collega
Mangialavori – nella più totale e perfetta continuità; un bilancio che non ha
il coraggio di trasformarsi in una strategia politica, che non ha risorse e che
non ha reperito risorse da destinare alle emergenze, un bilancio che ci fa
tornare tutti alla realtà e ci fa stare tutti con i piedi per terra.
Voglio solo invitare
coloro i quali pensano ancora che i drammi della Calabria debbano essere
attribuiti tutti all’ex presidente Scopelliti a quanti drammi e quante problematiche abbiamo dovuto affrontare per l’eredità
ricevuta da altre esperienze; e per la verità abbiamo cercato di muoverci senza
criminalizzare
nessuno e senza dare la possibilità a qualcuno di vivere e di scaricare le
proprie responsabilità su presunte responsabilità altrui.
Oggi
stiamo con i piedi per terra. Consigliere Guccione, i dati che lei ha citato
sono preoccupanti e vedono non solo il Mezzogiorno in ritardo rispetto al
centro ed al nord Italia ma una Calabria addirittura che è diventata e diventa
sempre di più l’ultima regione
d’Europa.
Credo che
si debba ripartire da un dato di fatto. Penso che le divisioni, le fazioni
politiche che hanno contraddistinto la politica calabrese negli ultimi anni
all’interno dei partiti e delle coalizioni siano uno dei veri problemi che a
volte ci impediscono di guardare in faccia la realtà, per esempio.
Collega
Guccione, mi sarei aspettato, quando lei parla degli ospedali che sono fermi,
che riconoscesse che la precedente amministrazione ha avuto il coraggio di
chiudere alcuni ospedali. Vorrei che lo dicesse, così come l’altra volta ho
richiamato l’assessore Viscomi, quando parlava di
rivoluzione nell’apparato burocratico, ricordando che questo riconoscimento non
era dato a quella tanto deprecata esperienza Scopelliti che quella riforma ha fortemente voluto e che è
avvenuta tra mille reazioni e mille difficoltà dell’apparato burocratico.
Ci sono
state in passato delle scelte coraggiose e condivido l’invito da lei rivolto al
presidente
Oliverio, invito che facciamo nostro; e io mi aspetto
che questa esperienza, a distanza di un anno, sia un elemento che ci faccia e
vi faccia soprattutto riflettere sulle difficoltà che incontra nella realtà chi
viene messo alla guida, alla conduzione di questo ente.
Dove meno
ce lo aspettiamo c’è il disagio, ed io sono convinto che il disagio e la
difficoltà non debbano essere risolte in un clima di totale “vogliamoci bene” perché
io non credo alle decisioni assembleariste dove tutti
sono d’accordo e tutti, invece, insieme prendono le decisioni.
Io sono
del parere che la maggioranza debba fare la maggioranza – lo continuo a dire –
e la minoranza debba fare la minoranza. Ma la maggioranza deve essere in grado
di governare e trovare le soluzioni ai problemi e alle emergenze e la minoranza
deve avere il diritto di esercitare il proprio ruolo di minoranza. Questo
spesso, invece, si è confuso.
Concludo
il mio intervento richiamando le argomentazioni fatte in Aula dal collega Orsomarso
e dal collega Mangialavori. Non potremmo assolutamente dire che in questo bilancio
ci può essere una sola speranza. Le risorse sono quelle e gran parte sono
vincolate da spese fisse. Non ci sono elementi, l’unica possibilità che abbiamo
è non solo quella di sbloccare e, finalmente, di toglierci di dosso questo commissariamento
sulla sanità; non è solo il problema delle risorse della sanità! Il problema
della sanità, se oculatamente e saggiamente gestito, può creare economia ed
occupazione e non solo in sanità e delegare le scelte a dei commissari che, tra
l’altro, non sono nemmeno tecnici del settore…
L’ingegnere Scura è un ingegnere non è nemmeno uno specialista del settore, non
ha grandi precedenti e quali grandi esperienze; quindi noi condividiamo tutta
la preoccupazione per questo settore. Questa Regione è stata commissariata ingiustamente ed illegittimamente perché
riteniamo che i commissari debbano fare i commissari solo per i settori e le
voci indicate nel decreto di nomina.
Diciamo,
quindi, che ci sentiamo, insieme di condividere col Presidente questa battaglia che deve
trovare però interlocutori romani laddove se non ci sono classi dirigenti
credibili e autorevoli e Presidenti in grado di presentarsi senza cappello in mano ma anche senza
arroganza, con i giusti elementi per chiedere interventi straordinari a favore
della Calabria, come spesso si è fatto a favore di altre regioni.
Credo che saremo costretti a vedere a lungo
questo moto perpetuo dei bilanci, siano di centro-destra o di centro-sinistra,
sempre più affievoliti ed indeboliti, sempre di più burocratizzati e i problemi
della Calabria, purtroppo, non saremo più in grado di risolverli.
Aggiungiamo il fatto che il Governo centrale
vede le Regioni come settori mangiasoldi, come enti di spreco e non vede l’ora
- come sta facendo in tantissime occasioni - di riformare il Titolo V della Costituzione
per togliere poteri e deleghe alle Regioni.
Voi sapete i provvedimenti che sono già in
cantiere per sminuire il ruolo delle Regioni. Alla fine il risultato sarà
quello che dovrà essere: la presa d’atto che questi enti, compreso quello regionale
calabrese, saranno sempre più impotenti ed i problemi all’esterno aumenteranno
sempre di più.
Sono convinto che quanto diceva il collega
Guccione sia corretto e cioè che c’è un disagio enorme, ormai è pericoloso e
che non sappiamo come possa esplodere oggi in Calabria. E’ un fenomeno da non
sottovalutare, per il fatto che mancano vere e proprie organizzazioni, i
sindacati non riescono più a governare il disagio, la gente si organizza così;
esplode così improvviso magari nelle forme anche inconsuete ma questo disagio
c’è e lo avvertiamo tutti.
E’ un fatto doveroso votare contro questo bilancio
perché se votassimo in maniera diversa è come se credessimo che davvero questa
proposta di bilancio possa minimamente e lontanamente cambiare le prospettive
di questa sfortunata regione, purtroppo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Grazie signor Presidente,
colleghi consiglieri, la seduta odierna è dedicata all’approvazione di un bilancio preventivo che - come è stato detto da
tanti che mi hanno preceduto - soffre di una situazione in cui obiettivamente
noi fotografiamo una difficoltà che va progressivamente colmata da scelte politiche
che, diversamente da quanto ritenuto da qualcuno, noi abbiamo fatto e che la Giunta
ha fatto con un lavoro che progressivamente punta a riportare la nostra regione alla
normalità.
A questo proposito, penso che qualche riflessione vada
fatta e che vada superata quest’ansia da consuntivo, questa idea di vivere le
sedute del Consiglio regionale ed in particolare quelle del bilancio con al
centro la polemica strisciante e continua fra il prima ed il poi. La classe
dirigente che è chiamata al governo di questa Regione della
nostra terra ha invece il dovere di entrare nel merito delle questioni, di
affrontarle e di viverle anche con lo spirito critico; qualche collega di maggioranza
invece ha voluto metterle al centro del dibattito come un fatto di tensione
verso il rilancio della nostra terra e come elemento di preoccupazione rispetto
ad un percorso che vede tutti noi presi dall’ansia di cambiare veramente la Calabria,
di superare le mille difficoltà che abbiamo di fronte.
Rispetto ad alcune valutazioni che sono state fatte e che riprendo
velocemente, penso che vada fatta fino in fondo qualche riflessione, credo che
non lo si scopra stasera o oggi che il bilancio della nostra Regione è
impegnato per oltre il 60 per cento dalla questione della sanità.
Così come credo che non lo si scopra stasera che il dramma di una Regione,
che proprio in questo settore così nevralgico ed importante è stata e continua
ad essere commissariata, non nasce oggi ma nasce da scelte che nella
fattispecie sono state perseguite nel passato in maniera scientifica.
Di fronte ad una situazione del genere noi abbiamo il dovere da
rappresentanti delle istituzioni di questa terra di entrare nel merito delle
questioni e di iniziare ad affrontare i temi che abbiamo di fronte con coraggio
e con senso di responsabilità.
Quando dico con senso di responsabilità mi riferisco anche alla
legittima e giustificata esigenza da parte di chi è preposto al controllo, chi
per antonomasia essendo consigliere di opposizione ha anche il ruolo di
vigilare sul lavoro che viene fatto dalla Giunta e dalla maggioranza; ebbene
questo si può fare ma in un’ottica di interventi a favore della nostra terra.
D’altro canto credo che il senso di responsabilità della classe
dirigente impegna ed interessa l’intero Consiglio regionale, rispetto alle
tante vertenze che sono state aperte - è stato ricordato da chi mi ha preceduto
e anche dai consiglieri di opposizione - rispetto alle vicende sociali che si
agitano nella nostra terra e alle questioni che guardano al precariato nonché
alle infinite vertenze che ci troviamo di fronte. Su questo io penso che sia
importante anche far riferimento al ragionamento ripreso in precedenza dal
collega Guccione, ma che mi permetto di riprendere anche io in un’ottica un po’
diversa e che guarda agli editoriali che si sono succeduti negli ultimi giorni.
Da Ernesto Galli Della Loggia sul “Corriere della Sera” a Scalfari su
“Repubblica” rispetto al ruolo delle classi dirigenti della Calabria. Ci sono
stati ripetuti interventi sferzanti rispetto al ruolo che ognuno di noi, in
quanto classe dirigente, ha, in particolare rispetto alle grandi questioni che
ci sono sul tappeto e credo che il nostro dovere sia quello di fare ciascuno
dal proprio versante la sua parte.
Questo bilancio lo votiamo convintamente, il Partito
democratico lo vota con convinzione perché non è vero che non siano presenti in
questo bilancio le scelte importanti di fondo, così come ritengo – passatemi la
battuta – che se il consigliere Tallini parla di un bilancio
in perfetta continuità deve essere consequenziale.
Noi non riteniamo che sia in perfetta continuità ma se lo ritiene il
consigliere Tallini lo dovrebbe votare; ripeto: se
ritiene che sia in perfetta continuità con le gestioni precedenti.
Noi invece non riteniamo che ciò sia vero, ma che le scelte di fondo
siano state messe in campo e che con senso di responsabilità ci sia la
necessità di raddrizzare il tiro rispetto alle questioni che sono sul tappeto e
che su alcune scelte di fondo noi abbiamo operato e lo abbiamo fatto in maniera
intelligente.
Penso, per esempio, al cofinanziamento dei programmi comunitari per 288
milioni di euro in 7 anni; penso a tante altre questioni come quella degli
investimenti sulle politiche sociali e sulle Rsu.
Penso ai 40 milioni di debiti pregressi che abbiamo ripianato e penso ai tanti
interventi che costituiscono l’impalcatura di un bilancio col quale abbiamo
l’obiettivo di rimettere in carreggiata la nostra terra.
Il tempo dei consuntivi lo consegneremo alla storia della nostra Regione.
Credo che oggi sia il tempo di lavorare sulla prospettiva perché di
strada davanti ne abbiamo tanta e ne ha tanta la maggioranza e ne ha tanta
anche la opposizione. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, prendo la parola per esprimere il mio pensiero rispetto
al metodo ed al merito di un argomento che meritava maggiore attenzione da
parte del Consiglio e da parte della Commissione competente nella lavorazione della
pratica.
Invece
è stata licenziata – mi diceva il collega Orsomarso che attentamente ha
partecipato alla seduta – in una sola soluzione. Questo la dice lunga su quanto
sia propenso questo Consiglio democraticamente aperto all’esterno, alla politica dell’ascolto, a sentire le
associazioni. Cosa che, invece, ricordo io da quando svolgo le funzioni di consigliere regionale è stata sempre fatta.
Questo
è un bilancio non solo blindato ma ovattato,
chiuso, trasferito da Palazzo Alemanni al Consiglio
regionale per essere approvato, rispetto a quelle che sono le esigenze
particolari che rispondono ad obiettivi non di qualità – abbiamo letto e
riletto questo documento – del programma di Oliverio.
Programma che è stato strombazzato
ai quattro venti in campagna elettorale e che ancora qui oggi…
diceva bene il collega Guccione, che stimo ma che ha svolto anch’egli fino a qualche mese addietro le funzioni di
assessore; si è reso conto, nonostante gli
sforzi che ha compiuto rispetto alla sua esperienza e alla sua dedizione che ho
potuto riscontrare in questi anni, quanto zoppica questa maggioranza. Zoppica perché
le frizioni interne non l’aiutano ad approcciarsi ai problemi. Questo
diceva il collega Guccione.
Non
c’è la realizzazione della benché minima parte del programma messo in campo e lui ha fatto parte dei processi organizzativi, ho
fatto parte io dei processi programmatici. Conoscendo il collega abbastanza diligente prendo atto di una deblacle di
questo primo anno.
Si
consuma qui in questa seduta natalizia, se volete, perché
si pensava di licenziare la pratica ma con frizzi e lazzi siamo sotto
Natale, andiamo tutti a casa felici e contenti.
Si
consuma qui un anno di incompiute da parte del governo
regionale; incompiute rispetto a materie importanti, a comparti strategici per lo
sviluppo del territorio spesso richiamati in quest’Aula dai colleghi della opposizione,
diligentemente stimolando il governo regionale
ad intervenire e a farsi carico rispetto alle competenze per materia e
territorio e sanità, e agricoltura e trasporti. Non abbiamo mai discusso di un
piano.
Il collega Guccione parlava di un piano per il lavoro ma di un
piano trasporti, strumenti che possano disciplinare le attività di comparti
importanti per offrire quella auspicata qualità ai quali ai cittadini è stato detto
e ridetto, propagandato nelle varie sedi in questa tornata elettorale e non
solo. Anche qualche giorno addietro quando il presidente Oliverio
a Cosenza disse “stiamo lavorando per tagliare le partecipate, gli enti sub-regionali,
quei carrozzoni che non producono servizi ma producono spesa”.
Anche su questo siamo in forte ritardo, mi sembra che più che una
Ferrari, così come doveva essere, sia una macchina diesel; parlavo prima di
anatra zoppa ma non ci siamo assolutamente in merito ad una politica degli
annunci che, purtroppo, ha raggirato i calabresi
che hanno offerto un consenso popolare plebiscitario dal quale ci si aspettava,
in questo primo anno, una piccola inversione di tendenza ma non si intravede la
benché minima inversione.
Si tratta di un bilancio – è stato detto dai colleghi – blindato per il 60 per cento e vincolato alle spese della sanità; per il 13 per cento invece è un bilancio libero per 700 milioni di euro ma sono scelte che non hanno dato la possibilità di manovra in questo Consiglio regionale e già destinate per indicazioni dell’Esecutivo regionale.
Noi aspettavamo che questo fosse un momento
importante per il Consiglio regionale ed invece
ancora una volta prendiamo atto della volontà di una maggioranza che ignora il
ruolo della massima Assise, quel ruolo che dovrebbe essere centrale rispetto
alla programmazione. Qui si parla di programmazione economica e c’è inserito anche il Patto di
stabilità e penso a tanti settori strategici sofferenti rispetto ad una terapia d’urto che
manca dall’azione di un governo regionale che oggi registra inefficienza ed
inefficacia rispetto agli obiettivi strategici ai quali guardavamo con grande
attenzione.
E’
chiaro che il voto è un voto politico a
priori, laddove si caratterizzano le scelte di una maggioranza
e in queste scelte, peraltro, abbiamo potuto constatare che non vi è stato il
minimo impegno di apertura alla società civile, al mondo delle associazioni,
alle parti sociali.
Questo
è sui criteri e sui principi. Pertanto è un bilancio
ovattato e blindato che non dà margini di respiro e non dà la possibilità di apportare alcuna manovra e, quindi,
ribadisco, per conto del gruppo di Forza Italia, il dissenso a questa manovra e dunque il voto contrario.
PRESIDENTE
La parola
al Presidente della Giunta regionale, Oliverio.
Presidente, consiglieri, innanzitutto devo ringraziare il Vicepresidente Viscomi che ha anche la delega al bilancio
per il lavoro portato avanti in questi mesi, in
queste settimane, che ha sintetizzato nella introduzione a questo Consiglio
regionale.
E’ stato un lavoro importante e puntuale che ha consentito, con il
supporto prezioso della struttura del responsabile del dipartimento, dottore De Cello,
di operare una ricognizione puntuale ed importante sulla quale ritornerò dopo,
ma anche di offrire al Consiglio regionale riflessioni che, ritengo, non
debbano e non possano essere non tenute in considerazione per una valutazione,
per un dibattito serio in questo Consiglio regionale.
Un dibattito serio che non può
prescindere dal quadro che oggettivamente la situazione presenta. Permettetemi
anche di ringraziare il Presidente della Commissione, Aieta, e la Commissione per il lavoro di approfondimento che
ha fatto nell’esame della proposta che abbiamo trasmesso come Giunta regionale.
Mi verrebbe da fare una battuta se
non parlassimo di cose serie. Mi verrebbe da farla, ma non ci sono sia Mangialavori
sia Tallini che all’inizio dei loro interventi hanno sottolineato
il carattere di continuità di questo bilancio con i precedenti. Dovrebbero
essere contenti se così fosse anche perché, dopo aver fatto questa premessa,
gli stessi hanno demonizzato le scelte, hanno praticamente demolito quello che
è l’impianto del bilancio, a riprova evidentemente che nel corso di questi anni
hanno approvato bilanci che non erano rispondenti perché altrimenti non si
comprenderebbe questo; ma è una battuta la mia, appunto, è una considerazione.
Cioè la considerazione che è tutto strumentale nei confronti di questo Consiglio
regionale, che non c’è uno sforzo per entrare nel merito, per attenersi al
merito.
Eppure attenersi al merito non
significa mollare sul piano della critica politica o delle osservazioni
politiche perché c’è un merito che può essere anche non condiviso, ma il
merito, quando si parte da considerazioni oggettive, non può essere stravolto o
rappresentato in modo rovesciato.
Qual è il merito? Il merito è
innanzitutto un dato di carattere generale e il dato di carattere generale è
che siamo in presenza di una contrazione delle entrate, un sempre ridotto
trasferimento da parte dello Stato verso le Regioni a fronte di un aumento delle responsabilità,
di un aumento della domanda di servizi che si rivolge, appunto, alle Regioni.
Questo è un dato che non vale solo per la Calabria, ma che emerge nella
valutazione della conferenza delle Regioni ed è un dato oggettivo che vede una
curva in crescente affermazione di questa linea. Cioè contrazione a fronte di
trasferimento di responsabilità, appunto, in termini di necessità di
corrispondere alla domanda di servizi e più complessivamente ai problemi che i
territori pongono.
Seconda considerazione che io vorrei fare e dalla quale non si può
prescindere: noi siamo in presenza di un bilancio, di bilanci delle Regioni
sempre più ingessati e nel dir questo io non sto teorizzando il fatto che non
sia possibile realizzare obiettivi e programmi; dopo torno su questo perché è
tutt’altra cosa quella di cui stiamo discutendo.
Bilanci ingessati, bilanci che sono vincolati dalla spesa corrente in
modo particolare e da una situazione dalla quale non si può prescindere e
rispetto alla quale mi sarei aspettato una riflessione che non c’è stata. Quali
sono questi dati dai quali non si può prescindere? Ve li ricordo io.
Il primo dato dal quale non si può prescindere, non si poteva
prescindere dato il fatto che a partire da questo anno – lo ha ricordato prima
il vicepresidente Viscomi nella sua introduzione –
non si poteva ricorrere al rinvio nell’affrontare alcune questioni.
Noi a gennaio abbiamo dovuto fare i conti con oltre 300 milioni di euro
non pagati, accumulati e vi prego di smentire questi dati se non dovessero
rispondere a verità. Trecento milioni di euro rispetto ai quali noi abbiamo
scelto oltre che per un vincolo di legge anche per una scelta politica; abbiamo
assunto la impostazione di evitare rischi alla Regione, di evitare di spingere
la Regione verso il default, verso il fallimento. Prima considerazione:
300 milioni di euro.
Seconda considerazione: noi abbiamo lavorato in questo quadro per
garantire i servizi fondamentali e per garantire gli stipendi e il dovuto ai
lavoratori dipendenti, non solo a quelli della Regione ma all’arco degli
strumenti sub-regionali, delle società anche di quelle sulle quali dopo
ritornerò e sulle quali bisogna metter mano perché i diritti acquisiti non
possono essere messi in discussione.
Scelte chiare e precise, quindi.
Noi abbiamo, nel corso di questi mesi, coperto questa esigenza e fatto
una scelta di priorità rispetto a queste esigenze per cui in questi mesi
abbiamo dato priorità alla utilizzazione delle risorse disponibili.
Poi abbiamo dovuto fare i conti e non è un dato riconducibile a questo
anno. Abbiamo dovuto fare i conti con un meccanismo infernale che è stato
alimentato in questa Regione e che bisogna spezzare, trovando la forma per
farlo, e che è quello dei pignoramenti. Un canale – chi è stato nel governo
della Regione lo sa bene – che non è stato mai interrotto ma anzi è stato
alimentato dal ricorso al deficit spending, cioè a quello
che richiamava prima il Vicepresidente della Regione, il deficit spending,
cioè ricorrere alla spesa senza la copertura necessaria.
Questo è stato un vizietto che fino al 10 dicembre dello scorso anno ha
caratterizzato la vita della Regione. Quindi il bilancio che noi ereditiamo ci
impone di attivare una linea di risanamento e bonifica anche sul piano della
impostazione dei conti perché diversamente si esce dai binari, si deraglia.
Ed in questo quadro abbiamo accantonato 50 milioni di euro perché la Regione
non fosse e non sia ancora messa nelle condizioni di deragliare ed abbiamo
destinato 7 milioni di euro per una quota di mutuo a ripiano di debiti
pregressi che si aggiungono a questo volume di risorse a cui facevo riferimento
prima.
Discutere del bilancio senza far riferimento a questi dati significa
fare della discussione e della riflessione in quest’Aula una discussione ed una
riflessione tra liberi discussori. Si può anche fare
al “Bar Sport” ma non si può fare in quest’Aula, prescindendo da quelli che
sono i dati quando si discute di uno strumento contabile quale è il bilancio di
previsione, altrimenti discutiamo di altro.
Allora, richiamati brevemente questi dati senza andare ulteriormente
nel dettaglio - e ne chiedo scusa al Consiglio e a chi ci ascolta, ma ci
ritorneremo comunque con una relazione approfondita e dettagliata visto che,
appunto, si ha memoria corta rispetto a questo aspetto - vorrei dire che, nei
limiti del bilancio e di quello che ci è consentito, abbiamo fatto delle
scelte. Scelte timide ma scelte.
Per la prima volta si rifinanziano leggi che erano state definanziate nel corso degli ultimi 5 anni; 5 milioni in
direzione dell’edilizia; altri 5 in direzione dell’abbattimento delle barriere architettoniche.
Si rifinanzia la legge sullo sport che era stata definanziata
per un lungo periodo, si destinano 8 milioni per gli emo-trasfusi, cancellati
dai precedenti bilanci; si incrementano 5 milioni di euro,
cioè il fondo per il settore socio-sanitario. Un piccolo incremento di 5 milioni
di euro. Si incrementa la dotazione per i parchi.
Piccoli segnali, ma si fa anche una scelta che è quella di destinare
280 milioni di euro per i prossimi 7 anni per il cofinanziamento
delle risorse comunitarie e qui vengo alle scelte: quarantacinque milioni
di euro l’anno per cofinanziare gli strumenti della programmazione
comunitaria. Le risorse sulle quali la Regione
può contare per alimentare lo sviluppo, le risorse sulle quali la Regione
deve contare per compiere scelte strategiche per far in modo che, appunto, al risanamento
del bilancio che noi abbiamo trovato gravato non solo del “gesso”, qui
richiamato, ma anche gravato di mancate scelte e di ricorso al deficit
spending, sia accompagnato anche da politiche di sviluppo attraverso
l’utilizzazione delle risorse comunitarie.
E le risorse comunitarie è possibile utilizzarle se è garantito il
cofinanziamento. Quindi la scelta che abbiamo fatto è quella di garantire il
cofinanziamento delle risorse comunitarie oltre che di quei segnali di cui
parlavo prima.
Quarantacinque milioni di euro che ci consentono annualmente di mobilitare
un volume di risorse complessive di oltre 3 miliardi e mezzo di euro, 4 miliardi circa da qui al 2020 e
che ci consentono di affrontare problemi importanti che, naturalmente, non
saranno sufficienti se non saranno accompagnati a politiche nazionali verso il Mezzogiorno
e verso la Calabria, sulle quali confidiamo attraverso la sottoscrizione del
Patto e attraverso le politiche di settore che sul piano nazionale dovranno
essere attivate e per le quali è aperto un confronto.
Ne abbiamo discusso nell’ultima seduta del Consiglio regionale ed io
non ci ritorno, appunto, col Governo nazionale.
In questo quadro bisognerà affrontare nodi che non possono essere più
rinviati perché è vero che il bilancio della Regione per circa il 60 per cento
è vincolato dalle spese sulla sanità.
Qui c’è un nodo che bisogna affrontare sul quale abbiamo già discusso
ed accennato nella precedente riunione del Consiglio regionale e sul quale
voglio ritornare brevemente.
Qui si deve vedere come si riqualificano le risorse e soprattutto come
in presenza del Piano di rientro e di una gestione commissariale si apre una
condizione di rinegoziazione del Piano di rientro per la quale noi assumeremo
una iniziativa nei confronti del Governo.
Rinegoziare il Piano di rientro, l’ho detto la volta scorsa. Maledetto
quel giorno che si è chiesto al Governo nazionale di commissariare la sanità in
Calabria. E’ stato un giorno nefasto quello per la sanità calabrese e per
questo Consiglio regionale.
Maledetto quel giorno, appunto, perché da quel giorno si è aperta una
stagione ancora più negativa per la sanità calabrese, rispetto a quanto fosse
fino a quella data che presentava già un quadro di difficoltà.
Ora noi dobbiamo aprire uno spazio per rinegoziare il Piano di rientro perché
senza la sua rinegoziazione non si aprirà uno spazio per rimettere in piedi la sanità
calabrese. Per capirci, senza rinegoziare alcuni capisaldi di quello strumento
che sono la possibilità di rimpiazzare il personale sanitario e parasanitario
per capirci, non si aprirà una stagione di recupero e di riqualificazione del
sistema sanitario senza la possibilità di investire in direzione della riqualificazione
delle strutture sanitarie sul territorio prima ancora che di quelle
ospedaliere. Non si apriranno spazi ed ecco perché è necessario rinegoziare il
Piano e, naturalmente, nella rinegoziazione del Piano penso che bisognerà
valutare con grande attenzione – ho avuto modo di esprimerlo al Ministro della
salute, Lorenzin – e bisognerà rivedere con grande
attenzione la funzione del commissario.
Bisognerà rivedere anche quello che deve essere l’approccio tra
struttura del commissario e Regione perché la Regione che ha la titolarità nella
sanità deve ritornare ad avere la titolarità nella sanità attraverso, appunto,
nel momento della rinegoziazione del Piano di una riflessione attenta anche su
questo aspetto.
Non sto parlando di Oliverio ma dell’Istituto
regionale per capirci e quindi anche su questo bisognerà assumere e noi
assumeremo una iniziativa.
Così come vorrei ricordarlo, per evitare anche qui strumentalità su
situazioni drammatiche, chi mai ha potuto pensare o chi può pensare con serietà
di affrontare la grave e crescente situazione della povertà in Calabria
attraverso le risorse del bilancio della Regione.
Se qualcuno ha pensato o dovesse pensar questo alzi la mano per
cortesia, lo faccia in modo aperto.
Noi stiamo definendo un “piano per la povertà” anzi è definito
già, individuando risorse precise del Fondo
sociale europeo destinate alla Calabria, della legge di stabilità che ha
previsto una allocazione di 500 milioni di risorse per l’intero Paese,
valutando la parte di quelle risorse che può e deve venire alla Calabria per
definire uno strumento di contrasto alla povertà.
Abbiamo aspettato l’approvazione della legge di stabilità perché non si
può approvare un piano di contrasto alla povertà e di inclusione sociale in
modo propagandistico senza far riferimento a risorse, perché il giorno dopo
aver approvato uno strumento come quello che stiamo per approvare bisognerà
corrispondere in termini di concretezza a ceti
che sono particolarmente esposti in sofferenza e sui quali non si può
giocare con l’uso della demagogia, con lo strumentalismo e con la propaganda,
ma verso i quali bisogna avere rispetto e agire con la concretezza il giorno
dopo che si assumono le decisioni.
Decisioni che noi abbiamo annunciato e che stiamo per assumere con
riferimenti precisi di coperture finanziarie.
Decisioni che noi abbiamo annunciato e che stiamo per assumere con
riferimenti precisi di coperture finanziarie. Anzi problemi che noi riteniamo
debbano trovare spazio anche nel Patto sulla Calabria che ci accingiamo a
sottoscrivere col Governo.
La riflessione sul bilancio non ci fa ricercare giustificazioni alle
difficoltà in modo rassegnato, perché il bilancio è ingessato. Assolutamente,
la riflessione sul bilancio non può che partire dal merito, dalle cose che
ricordava prima il vicepresidente Viscomi introducendo
questa discussione e che il consigliere Aieta
richiamava nella sua relazione, in qualità di Presidente della Commissione bilancio. Una riflessione che si
inserisce in un contesto più ampio che, per quanto ci riguarda, ci vede
impegnati perché da una parte il necessario risanamento del bilancio della Regione
cammini speditamente e dall’altra si attivino politiche di investimento e di
sviluppo, mettendo in moto gli strumenti che abbiamo portato a casa, che
abbiamo messo al riparo e che sono quelli della programmazione delle risorse
comunitarie 2014/2020.
Devo dire che questo è il bilancio possibile per mettere in moto questo
processo e che è stato possibile anche alla luce della nuova legislazione nazionale,
che pone vincoli chiari circa le politiche di bilancio per le regioni. Cioè il bilancio
che deve essere a pareggio e che ci ha consentito di evitare il default
e di evitare che tutto quello che gravava e che grava ancora, come montagna di
ritardi di debiti e di buchi determinati nel corso di questi anni, potesse
travolgere la regione.
Risanare ed attivare interventi per lo sviluppo: questo è l’impianto
che stiamo seguendo e rispetto al quale in questo anno abbiamo già gettato le
fondamenta, le basi affinché,a partire da gennaio,si possano attivare le
risorse comunitarie, si possa affrontare il problema delle partecipate in
direzione di una riorganizzazione, di un riordino delle partecipate e si possa
ancora di più affondare il bisturi sulle spese inutili e gli sprechi; percorso
che abbiamo già avviato in modo deciso a partire dalla riorganizzazione della
struttura della Regione, approvata in una delle recenti sedute di Giunta, che
ci ha consentito di ridurre di circa 40 settori l’organizzazione della Regione
per procedere, entro fine gennaio, ad un completamento di questa opera.
A partire dalla firma dei contratti con il personale. Quanti erano i
contratti che non erano stati ancora firmati? Tre contratti con il personale.
Abbiamo azzerato una situazione accumulata nel corso degli anni e quindi bando alle
chiacchiere! Andiamo ai fatti perché credo che in questo Consiglio regionale ci
sia bisogno di discutere sui fatti.
Quindi iniziativa forte per quanto riguarda il taglio e gli sprechi, per
quanto riguarda la razionalizzazione delle risorse e riordino delle
partecipate. Il 2016 sarà l’anno del riordino delle partecipate e vi inviterei,
per carità di Dio, ad andare a leggere la relazione della Corte dei conti, quella che è stata presentata
a marzo rispetto ai bilanci, ultimo quello del 2014, per poi confrontare
rispetto a quello che dirà un organo terzo già su questo bilancio del 2015 e
poi su quello che verrà;perché noi siamo qui per fare un’opera di grande
bonifica, di risanamento, di riordino come condizione per il rilancio della Calabria;perché
la Calabria non costruisce la sua crescita se continua in una condizione della Regione
che fa acqua da tutte le parti, che assorbe e macina risorse verso direzioni
opposte a quelle dello sviluppo, che assorbe e macina risorse per alimentare
mulini che nulla hanno a che fare con la crescita e lo sviluppo della Calabria.
Crescita e sviluppo significano spostare
risorse insufficienti ma importanti, a partire da quelle destinate dalla Unione
europea e da quelle di cui disponiamo e che devono essere spostate da quei mulini
al sostegno alle attività produttive, al sostegno alla qualificazione dei
servizi. Questo è il compito arduo e pesante, ma necessario, a cui bisogna
corrispondere.
Credo che sarebbe - e chiudo – più serio,
quando affrontiamo problemi di questa portata, attenersi al merito ed evitare
la propaganda e la demagogia anche perché per la propaganda e la demagogia ci
sono altri che hanno più titoli di coloro che siedono in quest’Aula. Coloro che
sono in quest’Aula, anche tra i banchi della minoranza, non credo abbiano
titoli a parlare nel linguaggio che hanno usato, se non altro perché fino ad un
anno fa ancora erano al governo della Regione. Grazie.
PRESIDENTE
Esaurita la discussione pongo in votazione il provvedimento al primo
punto all’ordine del giorno.
Per dichiarazione di voto ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Ha tre minuti consigliere Orsomarso.
Per dichiarazione di voto, signor
Presidente, perché non penso che si debba gridare ogni volta sulle
posizioni altrui. Non so se il presidente Oliverio
fosse distratto dai suoi assessori ma mi pare che si
riferisse ai nostri interventi che ritengo siano stati irresponsabili, perché
abbiamo provato a governare - io tra l’altro non con un ruolo diretto – ed a
conoscere profondamente le cose che leggevamo e
approvavamo e provavamo anche a sostenere alcune volte finanche sbagliando.
Quindi si figuri quanta onestà intellettuale c’è nel mio intervento.
Però, Presidente, ribadisco,
che ho fatto un accenno rispetto alle difficoltà che lei sta affrontando ed ho
citato, non a caso in positivo, i risarcimenti previsti per gli emotrasfusi che
non riuscimmo a finanziare nello scorso bilancio di previsione.
Presidente, sto facendo una dichiarazione di
voto.
In riferimento al ritardo che noi reputiamo di una
visione e che è la madre di tutte le battaglie. Presidente, lei ha
chiesto al presidente Renzi di essere nominato commissario
alla sanità e sono convinto che, in un ruolo di commissariamento o meno, la sanità
vada governata politicamente.
E’ lo stesso che ha subito la bocciatura con un commissariamento
esterno. Non so quale sia la scelta migliore e mi sono fermato, ripeto, per responsabilità
a dire “grandi difficoltà”, non abbiamo starnazzato, perché abbiamo sentito starnazzare,
voglio dirlo anche pacatamente.
Penso che tre quarti della nostra irresponsabilità
complessiva comune è il non continuare su quel tentativo che libererebbe fondi.
Lo spiego alla gente che non comprende.
Noi, dopo quattro anni di sacrificio, e lo sa bene il consigliere
Scalzo, abbiamo, ancora bloccati oggi, sulla sanità 220-230 milioni di euro dei
calabresi, derivanti dalle tasse.
Noi ci abbiamo provato ed in parte ci siamo riusciti ed oggi credo che
questo bilancio dimostri che l’ambito sanitario non è governato. Poi possiamo
evitare il commissariamento o ridare funzioni all’assessore politico, quello
che volete, ma delle due l’una: o si è battuto una vita per rivendicare il
ruolo politico e quindi per 3 o 4 mesi abbiamo atteso la nomina del commissario
oppure oggi, a distanza di un anno, non può riproporre il problema e portarci
indietro.
Questa era la critica al vostro operato. Nessuna lesa maestà! Io non
sono abituato a gridare, se poi per farmi comprendere meglio devo gridare lo
faccio, qui non c’è nessuno che non riconosce gli sforzi fatti.
Di sicuro è una impostazione vostra, è un bilancio vostro e ci
mancherebbe altro. È giusto così per chi è chiamato a governare. Ma attenzione
ai ragionamenti e l’allarme è diretto ad un bilancio che ha la deficienza
strutturale di non riuscire a recuperare, assessore Viscomi,
quelle risorse che sono una battaglia madre di tutti i calabresi.
So quanto ci è costato, anche in termini di immagine, dover spiegare
che si deve razionalizzare e non si può assumere, e rilevo che in quest’anno,
in cui non sono state fatte assunzioni e non si sono riaperti ospedali, non si
è ottenuto un risparmio ma al contrario siamo tornati indietro su una spesa
storica che oggi, ancora di più, impegna la maggior parte delle tasse libere.
Questo è l’allarme e la critica. Se il Presidente non la comprende, ma addirittura restituisce il
contrario di quello che si è voluto rappresentare sia in Commissione sia in
quest’Aula non è un mio problema. Chi ci ha ascoltato, grazie a Dio, da casa
avrà capito l’indirizzo e lo stile del nostro intervento. Pertanto il voto è
contrario.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò.
Ne ha facoltà.
Presidente, anche per esprimere un mio
pensiero e ribadire che gli interventi sono stati pacati e che, da parte di
tutti noi della opposizione, sono stati sviluppati dei ragionamenti con senso
di responsabilità senza essere strumentali e senza arrampicarsi sugli specchi.
Ci saremmo aspettati da lei altrettanto senso di
responsabilità nel coinvolgere le istituzioni rispetto ai processi
programmatori di uno strumento che, comunque, ribadisco, è ovattato ed è senza
anima, Presidente.
Dovete programmare oggi e la previsione
riguarda il futuro. Non pensate sempre al passato, ma a quello che dovrà essere
e che riuscirete a produrre, e mi auguro che lo facciate immediatamente,
rispetto agli effetti auspicati e lo dico per amore dei calabresi.
Il problema è questo, è quello che purtroppo è
emerso anche dall’intervento del consigliere Guccione e non solo dagli
interventi dell’opposizione. Deve rispondere anche al consigliere Guccione, Presidente,
non solo all’opposizione, deve rispondere a chi è organico alla sua maggioranza.
Il problema è che dovete fare autocritica ed
avere anche l’umiltà di confrontarvi in quest’Aula, perché viene meno il
confronto, perché viene portato un bilancio confezionato, ve lo votate, siete
artefici voi e mi dispiace per l’assessore Viscomi,
che ha svolto un lavoro tecnico e professionale, ma poco ci può fare rispetto
ad un processo che riguarda tutta la maggioranza.
Ed allora fate per un attimo un bagno di
umiltà, anche nell’approccio con il quale vi rapportate e questo sarebbe stato
un momento per esaltare la centralità del Consiglio. Non avete avuto il “garbo”
politico di affrontare la questione come avrebbe meritato e, l’ho detto, le
associazioni non sono state interpellate.
Stamattina ho ricevuto tante telefonate in cui
mi si è detto “ma come mai si discute del bilancio, ma le associazioni ciechi, invalidi,
mutilati, nessuno è stato interpellato”. Continuate su questa strada e vi
assumete le responsabilità dinanzi ai calabresi. Noi votiamo contro.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà. Sempre per dichiarazione di voto.
Dopo gli interventi della minoranza e la replica, la
strumentalizzazione
– collega Nicolò – non serve, perché il collega Guccione
è un consigliere di maggioranza che, peraltro,
esprime in modo critico il suo voto favorevole.
Ma una curiosità, dopo
l’intervento accorato – non urlato che è cosa diversa – del presidente Oliverio: mi hanno insegnato
che il bilancio di previsione è un rapporto, soprattutto dopo la necessità
dell’equilibrio di bilancio, tra entrata e spesa. Ebbene il voto contrario, e
lo dico ai consiglieri Orsomarso, Nicolò e Mangialavori, si fa in ragione di
una proposta contraria.
Mi sarei aspettato, senza
dire che è semplicemente un bilancio senz’anima, rispetto al bilancio di
previsione, caro consigliere Nicolò, di sapere cosa voi avevate in mente di
modificare rispetto alle entrate, se pensavate di aumentare le entrate e quindi
le tasse ai cittadini, e rispetto alle spese se sulle spese obbligatorie, sulle
spese date al fondo sociale, sulle spese fatte per i trasferimenti legati al
turismo o ad altro avevate una visione diversa.
Un voto contrario deve essere
legittimato da una posizione contraria, non semplicemente per partito preso nel
rivendicare un ruolo di minoranza o di opposizione.
Questo ruolo non lo dovete
rivendicare in Consiglio regionale ogni volta, perché il ruolo di minoranza ve
lo hanno assegnato i cittadini calabresi. Lo dico per voi. Continuando con
questa strategia di non entrare nei problemi, di non avere il coraggio di
proporre un contro bilancio, una contro proposta rispetto a quella che
propongono la Giunta e la maggioranza, ritengo che siano parole buttate al
vento senza nessun contributo vero e chiaro alla proposta che necessariamente e
naturalmente fa la Giunta.
Per queste ragioni, senza
ritornare nel merito delle scelte che la Giunta fa e che il presidente Oliverio ha ribadito dopo l’assessore e vicepresidente Viscomi, il nostro è un voto favorevole.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere
Mangialavori. Ne ha facoltà.
Per dichiarazione di voto, Presidente, e per risposta al collega Greco.
Se aveste voluto un contributo dall’opposizione penso che non avreste dovuto fare la seduta di Commissione nella quale si è discusso del bilancio il 23 dicembre. Il 24, 25, 26 e 27 non c’è un ufficio aperto, quindi in questi quattro giorni che proposta alternativa volevate? Quindi per il futuro, caro consigliere Orlandino Greco, collega e amico, se desiderate da noi qualche controproposta, dateci il tempo di formularla, di guardare le carte, di entrare nel merito e poi veniamo in Aula preparati, grazie.
PRESIDENTE
Il voto, consigliere Mangialavori.
MANGIALAVORI
Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle
libertà)
Decisamente e assolutamente contrario.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Rimane un mistero come si possa non discutere
mai nel merito ed annunciare una legittima – per carità – non condivisione, ma
abbiamo ascoltato pazientemente una posizione contraria a prescindere rispetto
ad un bilancio di previsione.
Io l’ho appreso per la prima volta in
quest’Aula che al bilancio di previsione si può applicare un metodo del tutto
diverso. Io faccio la minoranza, ritengo che alcune spese debbano essere
allocate diversamente, che un documento contabile debba contenere una direzione
di spesa, di investimento diversa e quindi formulo delle proposte e chiedo che
la Commissione prima - perché la Commissione si è riunita – e l’Aula dopo le
approvino.
Apro una discussione nel merito e chiedo a
tutti i colleghi che ci si confronti nel merito sulle questioni che ritengo
utili ed opportune per la Calabria. Se questa è la mia intenzione, se questo è
quel che voglio fare utilizzando il mio mandato.
Per carità. Se poi voglio, invece, come alcuni
– sottolineo alcuni – colleghi consiglieri regionali esprimere un dissenso a
prescindere rispetto all’operato della Giunta presieduta dal presidente Oliverio lo posso fare, ma è altra cosa rispetto ad un
confronto che sarebbe doveroso, invece, sulle scelte di bilancio che il Presidente
della Regione ha elencato con chiarezza nel suo intervento e che, naturalmente,
il Pd convintamente sostiene.
Contengono una prima inversione importante di
tendenza all’interno di un possibile documento di previsione che l’assessore Viscomi ci ha presentato con la sua relazione.
Lo contengono rispetto alla spesa sociale e
rispetto alla spending review. Voglio dire che c’è un ulteriore taglio
netto delle consulenze e, al netto degli accantonamenti di legge, delle poste
obbligatorie che ci sono, fa una scelta molto importante che è quella del
cofinanziamento per 288 milioni di euro in sette anni della programmazione
comunitaria.
Ripeto, naturalmente, che ognuno può sostenere
quello che vuole, ma poi ci sono dei fatti che non sono contestabili. Con
questo bilancio noi ripianiamo anche 40 milioni di euro pregressi, finanziamo
l’attività del Consiglio regionale e così via.
Ma l’attenzione che viene dedicata alle
politiche comunitarie va a mio giudizio sottolineata con particolare
significato da quest’Aula.
Un altro elemento. E’ stato fatto un lavoro,
colleghi, molto rigoroso di riaccertamento dei residui, e questo è importante perché
non si propone all’approvazione un documento contabile finto, ma si consegna
alla Calabria una condizione reale di entrata ed uscita, che consente di aver
poi uno sviluppo positivo delle politiche di bilancio.
Ho anche apprezzato il lavoro fatto dal
Collegio dei revisori dei conti in questo senso. Quindi attenzione, quando ci
confrontiamo su questi argomenti cerchiamo di farlo nell’esclusivo interesse
della Calabria. Non che i colleghi non lo facciano e voglio precisare che il
mio non è un intervento assolutamente polemico, ma vorrei che potessimo confrontarci.
Abbiamo scelto di approvare il bilancio di
previsione in questi tempi e in questi termini perché consideriamo il rispetto
dei termini di legge un fatto significativo.
Avremmo potuto prenderci più tempo?! E perché?
Avremmo avuto bisogno di aprire il nuovo anno con un documento contabile già
bello ed approvato e da questo si evince anche un carattere di forte serietà di
questa amministrazione regionale.
Per cui il voto del Partito democratico è
favorevole e ringrazio i colleghi per gli interventi che hanno svolto.
PRESIDENTE
Esauriti gli interventi pongo in votazione il provvedimento
posto al primo punto all’ordine del giorno numero 106/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il secondo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 107/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Ripiano del disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui (di cui all'articolo 3, commi 7 e 8, d.lgs 118/2011 e s.m.i.) effettuato ai sensi del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 2 aprile 2015 e ripiano del disavanzo determinato alla data del 31.12.2014. Presentazione al Consiglio del Piano del ripiano del disavanzo derivante dall'anno 2014, ai fini della successiva adozione da effettuarsi ai sensi dell'articolo 9 comma 5, del decreto legge 78/2015 e presentazione al Consiglio delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui di cui all'articolo 2 del decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 2 aprile 2015”.
Per come concordato con i capigruppo avevamo già dato la parola al vicepresidente Viscomi, che ha relazionato per i primi quattro punti, così come ha fatto anche il relatore Aieta.
Su questo provvedimento è pervenuto il parere favorevole da parte del Collegio dei revisori dei conti, pertanto pongo in votazione il provvedimento numero 107/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta
di legge numero 111/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Legge
di stabilità regionale 2016”.
Anche su questa proposta di legge è stata già fatta la
relazione della Giunta e del relatore Aieta pertanto.
Pongo in votazione l’articolo 1.
Pongo in votazione l’articolo 2.
All’articolo 3 è stato presentato emendamento
protocollo numero 57652, a firma del consigliere Nicolò, che recita:
“All’articolo 3, dopo il comma 13, è aggiunto il seguente: <<14. Al fine
di realizzare due parcheggi in zona stazione nel comune di Riace
Marina (RC) è concesso al comune medesimo un contributo di euro 200.000,00 con
allocazione alla Missione U.10.05 Programma 10 dello stato di previsione della
spesa del bilancio pluriennale 2016/2018 della
Regione Calabria>”.
Prego, consigliere Nicolò.
Questo emendamento, signor Presidente, riguarda la realizzazione di parcheggi in zona stazione nel comune di Riace Marina. E’ una proposta pervenuta dai rappresentanti istituzionali di quel comune rispetto alla quale si chiede l’importo di 200 mila euro ed è stato indicato anche il capitolo di spesa, lo si riscontra, e lo si può verificare.
Lo rappresento alla valutazione dell’Assise regionale.
Parere del relatore?
Contrario.
Parere della Giunta?
La Giunta dà una
valutazione globale di tutto il pacchetto dei sei-sette
emendamenti presentati dal consigliere Nicolò ritenendo, per carità, assolutamente significativa l’urgenza sociale e ambientale
di alcuni di questi interventi.
Però ritiene che la
definizione di interventi specifici e puntuali sul singolo comune, sul comune A
anziché B, sul comune B anziché C, non sia la strada migliore per affrontare
questi problemi tant’è che la stessa risposta che sto dando ora è la stessa che
ho dato in Commissione per analoghe richieste che hanno condotto all’apertura
di un capitolo specifico per gli interventi di manutenzione straordinaria e di ripristino di viabilità di strade
dissestate.
Pertanto, il giudizio
della Giunta su questi emendamenti, sul primo in quanto animato dalla stessa
logica, ma anche su tutti gli altri, è negativo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre
all’articolo 3 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 57654, a
firma del consigliere Nicolò, che recita: “All’articolo 3, dopo il comma 13, è
aggiunto il seguente: <14. Al fine di realizzare la pavimentazione di strade
urbane del comune di Oppido Mamertina (RC), è
concesso al comune medesimo un contributo di euro 100.000,00 con allocazione
alla Missione U.10.05 Programma 10 dello stato di previsione della spesa
del bilancio pluriennale 2016/2018 della Regione
Calabria>”.
Prego, consigliere Nicolò.
Potrei anche risparmiarmi ma lo faccio per onore di
firma rispetto a proposte che sicuramente non abbiamo ricercato, essendo pervenute
dai rappresentanti istituzionali dei nostri territori
per cui quella politica dell’ascolto e quel coinvolgimento di cui parlava è il
miglior modo di fornire il proprio contributo, collega Greco.
Con gli emendamenti, il bilancio
blindato, o impacchettato, non ci consente possibilità di manovra, ma non
accusateci, diceva bene, il consigliere Mangialavori. I margini di tempo che
spiegai all’inizio non ci hanno consentito di lavorare e le otto ore a cui ha
partecipato il collega Orsomarso rispetto al contributo –voglio
dire – rispetto alle competenze per materia e per territorio di opposizione, vi
ha permesso di licenziare il documento. Ma questo è il contributo che volevamo
dare in Aula. Dare voce a chi – attraverso delle procedure, ovvero relazioni
tecniche, interventi politici, proposte passate dalle Aule consiliari dei vari
comuni – ci rappresenta delle esigenze strutturali e non siamo nelle condizioni
di recepirle.
Prendiamo atto del suo
impegno e la apprezzo per il contributo qualificato che dà, ma mi rendo conto
che ci sono dei limiti politici, assessore, rispetto ad un dialogo che manca, e
non solo con noi, perché vogliamo dar voce ai nostri concittadini e ai
rappresentanti istituzionali.
Prendiamo atto di queste
chiusure, dell’impossibilità di poter discutere, di poter intervenire nella
manovra e neppure ragionarci perché, a
priori, ci viene detto “non possiamo ricevere le vostre proposte
emendative”.
Direi che anche
quest’altra proposta si illustri da sé, ma vorrei ascoltare il parere dell’assessore
e del relatore, emendamento per emendamento.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Negativo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre all’articolo 3 è stato presentato
l’emendamento protocollo numero 57655, a firma del consigliere Nicolò, che
recita: “All’articolo 3, dopo il comma 13 è aggiunto il seguente: <14. Al
fine di realizzare un campo sportivo polivalente presso il Comune di
Brancaleone (RC), la Giunta regionale è
autorizzata a concedere al comune medesimo un contributo di euro 70.000,00 con allocazione alla Missione U.10.05
Programma 10 dello stato di previsione della spesa del bilancio
pluriennale 2016/2018 della Regione Calabria>”.
Prego, consigliere Nicolò.
Presidente, prima parlavo del comune di Oppido Mamertina, ma adesso mi occupo del comune di Brancaleone per la richiesta di un campo sportivo polivalente.
Chiedo alla massima Assise di ascoltare questa proposta. Si tratta di un contributo parziale che chiede quel comune rispetto alla realizzazione di un’opera importante e ricettiva per quanto riguarda l’aggregazione sociale, perché lo sport aiuta l’aggregazione sociale alla crescita, non solo fisica, ma anche psicologica, rispetto all’inserimento dei giovani.
Questo è anche un segnale per dare ai giovani di
quel territorio, del nostro comprensorio, un
segnale di sensibilità. Mi auguro che recepiate questa proposta che sottopongo
a votazione, anche se a priori l’assessore si è già
espresso.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Negativo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre a firma del collega Nicolò, è stato
presentato l’emendamento protocollo numero 57656, che recita: “All’articolo 3,
dopo il comma 13 è aggiunto il seguente: <14. Al fine di realizzare l’impianto
di illuminazione pubblica di via F.lli Rosselli, la Giunta
regionale è autorizzata a concedere al comune di Marina di Gioiosa
Ionica (RC) un contributo di euro 300.000,00 con allocazione alla Missione U.10.05
Programma 10 dello stato di previsione della spesa del bilancio
pluriennale 2016/2018 della Regione Calabria>”.
Prego, consigliere Nicolò.
Presidente, è la volta del comune di Marina di Gioiosa Ionica e, anche qui, perviene una richiesta per quanto riguarda un impianto di illuminazione. Sempre quel comune, attraverso deliberazioni e relazioni tecniche, formula al Consiglio regionale e all’Esecutivo, quindi, attraverso il Consiglio regionale, questa proposta che rappresento all’Aula.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Negativo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre a firma del collega Nicolò, è stato presentato
l’emendamento protocollo numero 57657, che recita: “All’articolo 3, dopo il
comma 13, è aggiunto il seguente: <14. Al fine di realizzare lavori di ampliamento e riparazione delle strade
interpoderali e dei relativi muri di sostegno su strade, dell’ampliamento
dell’illuminazione pubblica e della riqualificazione della villetta comunale,
inserendo un’area gioco per bambini, la Giunta
regionale è autorizzata a concedere al comune di Pazzano
(RC) un contributo di euro 100.000,00 con allocazione alla Missione U.10.05 Programma 10 dello stato
di previsione della spesa del bilancio
pluriennale 2016/2018 della Regione Calabria>”.
Prego, consigliere Nicolò.
Presidente, si tratta di una proposta
pervenuta dal comune di Pazzano rispetto ad un minimo
contributo per la realizzazione di un’area attrezzata per attività ludiche.
Stiamo parlando della crescita dei nostri figli, dei nostri
bambini. Anche su questo sottopongo l’emendamento a lei, Presidente, e alla Giunta regionale.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Negativo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Sempre a firma del collega Nicolò, è stato
presentato l’emendamento protocollo numero 57658, che recita: “All’articolo 3,
dopo il comma 13 è aggiunto il seguente: <14. Al fine di realizzare un muro
di sostegno in centro abitato in via G. Marconi, della sistemazione delle strade
comunali località Tennerà e Gatticello
e della ristrutturazione del piazzale San Domenico antistante la Chiesa Museo
T. Campanella, la Giunta regionale è
autorizzata a concedere al comune di Stilo (RC) un contributo di euro 35.000,00
con allocazione alla Missione
U.10.05 Programma 10 dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2016/2018 della Regione
Calabria>”.
Prego, consigliere Nicolò.
Presidente, però vorrei ricordare a me
stesso che in Commissione – assessore – rispetto al principio che lei poc’anzi
evocava, un emendamento è stato accolto rispetto al metodo che testé io “sto
rappresentando all’Aula”. Ci sono due pesi e due misure, voglio dire. Dipende
da quale parte provengono gli emendamenti, come se qui ci fossero consiglieri
che non rappresentassero la volontà popolare o quella parte delle istituzioni
che lavora quotidianamente
con tanti sacrifici nelle nostre realtà territoriali.
Non è come dice lei, assessore,
e mi dispiace doverla contraddire, ma si guardi i verbali perché risulta che emendamenti
di questo tipo sono stati anche accolti.
Questo emendamento
protocollo numero 57658 è l’ultimo e riguarda invece il comune di Stilo. La
richiesta è esigua e potreste fare uno sforzo. Ricordo che la volta scorsa in
occasione dei bilanci si prendeva in considerazione anche la voce dell’opposizione,
non dico per facciata, ma anche per una questione di voler ascoltare e
considerare, dialogare.
Ecco, questi principi
vengono meno attraverso una interlocuzione
istituzionale che sarebbe opportuna per quella centralità che spesso viene
richiamata. Mi auguro che su questo possa emergere un minimo di sensibilità
della vostra coscienza politica.
Si parla del comune di
Stilo, per il quale si chiede un contributo, sempre al comune di Stilo, non
contributi a persone fisiche o ad associazioni. Stiamo parlando delle
Istituzioni che dovrebbero programmare la loro attività rispetto alle esigenze
del territorio.
Anche quel comune chiede
35 mila euro per la sistemazione delle strade addirittura in località Tennerà e Gatticello, che
sicuramente conoscete bene, per averle frequentate in campagna
elettorale ed avete potuto constatare l’impraticabilità di quelle zone e quindi
l’impossibilità e l’invivibilità di quelle aree. Questa è la richiesta che
viene formulata e la rappresento alla vostra coscienza politica, a quella della
Giunta e a quella dei consiglieri provinciali e regionali della provincia di Reggio
Calabria, che hanno bocciato tutti gli emendamenti della provincia di Reggio
Calabria.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Negativo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ respinto)
Come segnalato dal Dipartimento bilancio a questa Presidenza
comunico che, al comma 8 dell’articolo 3, l’importo previsto a valere sul programma
U.10.04, è da intendersi in 100 mila euro.
Pongo in votazione l’articolo 3 nel suo complesso per
come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, per come
emendata, con autorizzazione al Dipartimento bilancio, in sede di coordinamento
formale, ad apportare ai testi di legge approvati ed ai relativi allegati tutte
le modifiche necessarie e conseguenti alle modifiche apportate in sede di
seconda Commissione, l’aggiornamento dei residui attivi e passivi e in
perenzione amministrativa, l’aggiornamento delle economie vincolate derivanti
dalla effettiva gestione del bilancio alla data odierna.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il quarto punto all’ordine del giorno recita: proposta di legge numero 110/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2016-2018”.
Anche per questa è stata già svolta la relazione del relatore e della Giunta nella illustrazione del primo punto all’ordine del giorno.
Nessuno chiede di parlare, e non sono stati presentati emendamenti pertanto pongo in votazione l’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al Dipartimento bilancio, in sede di coordinamento formale, ad apportare ai testi di legge approvati ed ai relativi allegati, tutte le modifiche necessarie conseguenti alle modifiche apportate in seconda Commissione, l’aggiornamento dei residui attivi e passivi e in perenzione amministrativa, l’aggiornamento delle economie vincolate derivanti dalla effettiva gestione del bilancio alla data odierna.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il quinto punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 105/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2016-2018”.
La parola al consigliere Graziano, relatore. Ne ha facoltà.
Presidente, siamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 105/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2016-2018”.
Il bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi 2016, 2017 e 2018 è stato redatto sulla base delle disposizioni e dei modelli previsti dal decreto legislativo 23 giugno 2011 numero 118 così come modificato ed integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, numero 126.
A differenza degli esercizi precedenti il bilancio ha durata triennale ed ha natura autorizzatoria per l’intero triennio poiché gli stanziamenti di spesa rappresentano limiti alla assunzione di impegni e sarà pertanto possibile impegnare iniziative previste su annualità successive all’esercizio 2016 purché sussista la copertura finanziaria della spesa.
Il bilancio dell’esercizio 2016 è stato redatto sia in termini di competenza sia di cassa e l’articolazione del bilancio di previsione sia per la parte entrate sia per quella delle spese sono definite per legge e, pertanto, non sono modificabili.
Tali disposizioni di legge hanno lo scopo di assicurare maggiore trasparenza delle informazioni riguardanti il processo di allocazione e destinazione delle risorse pubbliche alle politiche settoriali nonché di garantire la confrontabilità dei dati di bilancio tra le diverse amministrazioni pubbliche.
Le entrate sono divise per titoli in base alla fonte di provenienza e per tipologia in base alla natura dell’entrata. Le spese vengono articolate in missioni e programmi di base rispettivamente delle funzioni principali esercitate e degli aggregati omogenei di attività.
Le spese sono poi classificate per titoli sulla base della natura della spesa. L’unità di voto in Consiglio regionale è costituita per l’entrata dalla tipologia e per la spesa del programma.
Rientrano nelle entrate per trasferimenti correnti le somme che la Giunta regionale trasferisce per il funzionamento del Consiglio regionale che ammontano ad euro 58 milioni per ognuno degli esercizi compresi nel bilancio in approvazione come previsto per l’esercizio 2015 dopo l’assestamento del bilancio regionale avvenuto con legge regionale numero 27 del 15.12.2015.
Le somme trasferite dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per il finanziamento delle funzioni ed allegate al Corecom Calabria.
Gli stanziamenti per le spese sono state quantificate sulla base delle effettive necessità in particolare gli stanziamenti previsti per l’indennità dei consiglieri e per i vitalizi degli ex consiglieri corrispondono agli importi previsti dalla legislazione vigente.
Le spese per il personale e per il funzionamento dei
gruppi consiliari sono state quantificate sulla base della legge regionale numero 13 del
2002 e successive modifiche ed
integrazioni.
Le
spese per il personale addetto alle strutture amministrative ed i relativi
oneri riflessi a carico del datore di lavoro sono state stanziate sulla base
della unità di personale effettivamente in servizio.
Le
altre spese di funzionamento del Consiglio regionale sono quantificate sulla
base delle obbligazioni giuridiche contratte o da contrarre per garantire il
regolare mantenimento delle
attività consiliari.
Le
spese per funzioni di allegati trovano copertura finanziaria nei contributi in entrata da parte
dell’Agcom.
Infine
le previsioni di spesa rispettano i limiti previsti dall’articolo 6 del decreto
legislativo 31 maggio 2010, numero 78 in materia di spesa per studi ed
incarichi di consulenza, relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità,
rappresentanza, missioni, attività di formazione, acquisto, manutenzione e noleggio di autovetture.
In
linea col trend degli ultimi 5
esercizi finanziari il bilancio del Consiglio in corso di approvazione presenta
una riduzione delle spese di funzionamento a carico del bilancio regionale di
euro 1 milione 200 mila, vale a dire del 2,03 per cento rispetto alle previsioni iniziali
dell’esercizio 2015 quando le previsioni erano pari ad euro 59 milioni 200
mila.
Ciò
è stato possibile grazie alla rivisitazione delle politiche di spesa alla luce
della necessità di concorrere al mantenimento degli equilibri di finanza regionale assicurando contemporaneamente la copertura delle spese obbligatorie.
Ed infatti nel corso dell’esercizio 2015 l’Ufficio di
Presidenza ha ridotto la dotazione organica dei dirigenti mediante l’accorpamento di
alcuni servizi, deliberazione dell’Ufficio di Presidenza numero 11 del 16 marzo
2015. Ha approvato la nuova struttura organizzativa del Consiglio,
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza numero 17 del 16 aprile 2015 ed ha
delegato il Segretario generale a compiere gli adempimenti connessi alla
adesione alle prescrizioni contenute nell’articolo 4 del decreto legislativo
numero 16 del 6 marzo 2014, il cosiddetto “Decreto Salva Roma”, deliberazione dell’Ufficio
di Presidenza numero 31 del 26 maggio 2015 ed alla predisposizione del piano
biennale di riqualificazione della spesa ai sensi dei commi 4 e 5, articolo 16
del decreto legislativo numero 98 del 2015.
Tali provvedimenti produrranno effetti finanziari anche sugli esercizi compresi nel bilancio di previsione in corso di approvazione.
Concludo l’intervento informando l’Aula che sul provvedimento si sono favorevolmente espressi il Collegio dei revisori, la Commissione di Vigilanza e la Conferenza dei capigruppo. Grazie.
Nessuno ha fatto richiesta di parola, pertanto pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Sull’ordine dei lavori ha
chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, chiedo che venga richiamata la proposta di legge numero 101/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizioni relative alla costituzione di una società per azioni finalizzata all’esercizio dello scalo aeroportuale di Crotone” in considerazione dei tempi e della urgenza che esso richiede.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno del provvedimento numero 101/10^ avanzata dal consigliere Sergio che verrà trattato in coda.
(Il Consiglio approva)
Passiamo al punto sei all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 107/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 'Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge Urbanistica della Calabria'”.
Il consigliere Bevacqua, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente del Consiglio,
signor Presidente
della Giunta, colleghi consiglieri, in questo disegno di legge sono presenti due aspetti particolarmente
importanti. Il primo è legato al suo carattere di urgenza in quanto con tale provvedimento
si evita la decadenza dei vigenti Piani regolatori generali fissati
dall’articolo 65 della legge numero 2, della legge regionale numero 19 del 2002 al 31 dicembre 2015.
Il secondo aspetto è legato a tutta una serie di
modifiche alla legge urbanistica vigente le quali mirano ad adeguarla alle
disposizioni contenute nella legge Delrio e al
contempo a sacrificare le procedure di attuazione dei piani e dei programmi
contemplati in modo da imprimere una accelerazione alla adozione degli stessi.
Mi preme, innanzitutto, evidenziare l’attenzione alle
misure di tutela e salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio comunale
attraverso le quali si avvia – anche nella nostra Regione – l’implementazione
del principio di consumo zero del suolo estendendo la destinazione agricola a
tutti i suoli non inseriti già in altre categorie alla data 19 giugno 2014.
Seguendo questa linea con l’articolo 12 si stabilisce
l’inibizione delle varianti urbanistiche ad eccezione di quelle derivanti da
preminenti interessi pubblici nel caso progetti sottoposti alla disciplina del Dpr 327 del 2001, del decreto legislativo 163 del 2006 e
della legge 133 del 2008 nonché da strumenti di programmazione negoziata
individuati dal Por Calabria o da contratti di programma statali o regionali.
In attuazione del principio generale della pianificazione
territoriale urbanistica fondato sul contenimento del consumo di suolo i comuni
che hanno nello strumento urbanistico approvato un dimensionamento non
superiore a 5 mila abitanti possono dotarsi del solo regolamento operativo
redatto secondo il principio di conservazione del suolo disposto all’articolo
21 della presente legge.
Elemento propulsore della proposta legislativa è
quello di snellire le procedure di redazione dei piani poiché dal monitoraggio
sullo stato di attuazione si evince che i comuni sono in forte ritardo oltre
che per le consuete difficoltà economiche in cui versano i comuni calabresi,
soprattutto di piccole dimensioni, anche a causa delle lungaggini burocratiche
e procedimentali dettate dall’attuale previsione di legge con particolare
riferimento alla procedura Vas.
Tra gli obiettivi prioritari bisogna sottolineare quelli della più
efficace politica di governo del territorio volta a garantire una effettiva
azione di tutela e valorizzazione e riduzione dei rischi anche per le aree
costiere e contestualmente
ottimizzare l’impiego di risorse della prossima programmazione dei fondi
comunitari.
A tal scopo nel caso di comuni costieri unitamente alla procedura Vas si procede alla contestuale formazione ed approvazione
dei Piani di spiaggia. Sono ridotti a 90 giorni i tempi di durata della
conferenza di pianificazione.
Sono questi in buona sostanza i punti qualificanti del presente disegno
di legge.
Colleghi, trattandosi, comunque di testo licenziato dalla Giunta solo
l’11 dicembre è chiaro che i tempi di analisi in Commissione sono stati estremamente
serrati e brevi. Ciononostante sono emerse tutta una serie di osservazioni che
l’assessore Rossi – che ringrazio – ha fatto proprie e che in qualità di
relatore ho recepito attraverso la predisposizione degli opportuni emendamenti
che oggi ci accingiamo a votare.
Gli emendamenti, pertanto, non sono altro che il frutto di una
razionale ed efficace ricezione delle questioni emerse durante la discussione
in Commissione.
Innanzitutto abbiamo recepito le perplessità sollevate dal collega Tallini, e da noi condivise, circa l’abolizione del Nucleo
di valutazione urbanistico-territoriale.
Il nuovo articolo 2bis, infatti, prevede la salvaguardia in toto
dell’articolo 9 della legge regionale numero 19 del 2002 e quindi del Nucleo di
valutazione urbanistico territoriale.
Allo stesso modo in ossequio ai dettami della legge Delrio
il piano territoriale della città metropolitana assume nel testo emendato
valenza di pianificazione territoriale di coordinamento. Esso sarà lo strumento
di pianificazione territoriale generale al quale si conformano le politiche
della città metropolitana di Reggio Calabria, i piani ed i programmi di settori
comunali e gli strumenti della pianificazione territoriale.
Infine è stata prevista la conferenza permanente Regione-Città metropolitana
che individua gli obiettivi comuni alle due istituzioni e le azioni dirette a
perseguirle.
A mio avviso, però, - mi rivolgo all’assessore Rossi – restano in piedi
le difficoltà concernenti l’utilizzo effettivo della procedura semplificata da
parte dei piccoli comuni. Bisogna normare esattamente
il destino di quelle convenzioni già stipulate con i progettisti del Psc/Psa riguardanti i piccoli
comuni.
Per non lasciare i piccoli comuni in difficoltà tali modalità dovranno,
necessariamente, essere esplicitate nel prossimo redigendo Regolamento
attuativo della legge. Grazie.
La parola all’assessore
Rossi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, solo poche battute perché la legge è stata illustrata bene dal consigliere Bevacqua e non ho nulla da integrare.
Questa legge proposta dal governo della Regione è una mera semplificazione della legge esistente e non la riteniamo una nuova legge ma una semplificazione delle procedure esistenti sotto due aspetti: uno è quello della occupazione di “suolo zero” e l’altro riguarda la semplificazione delle procedure.
La legge numero 19 del 2002 non ha avuto molto successo nella Regione Calabria, pertanto ci siamo presi la responsabilità di rivisitarla, lasciando l’impalcatura della legge stessa, ma cercando di attuare una procedura semplificata che consentisse ai comuni di arrivare ad una pianificazione del territorio in modo più semplificato rispetto alle proposizioni della legge.
Un altro aspetto, che mi preme sottolineare, riguarda l’introduzione che abbiamo fatto della sostenibilità come criterio base per un buon governo del territorio.
Questa introduzione della sostenibilità potrà, sicuramente, far sì che della scelta degli obiettivi e la valutazione delle risorse fino alla definizione degli interventi occorre ricercare nuove coerenze interne e compatibilità ambientali di scala superiore, tese a determinare un diverso giudizio di valore sul territorio.
La grande varietà territoriale della Calabria costituisce un modello di riferimento quanto mai ricco e capace di racchiudere in un’estensione relativamente contenuta un infinito archivio di manifestazioni naturali, all’interno del quale si incastonano le strutture urbane parte integrante e costituente del paesaggio, ma non solo, anche una notevole ricchezza di risorse umane, di beni culturali e di attività manifatturiere e di ricchezze sociali.
Negli ultimi 50 anni quello che è accaduto è che
invece il paesaggio calabrese è stato aggredito
per una occupazione eccessiva del suolo.
Con questa
semplificazione nella legge introduciamo alcuni principi per ridurre questa
occupazione di suolo indiscriminata
a favore di una valorizzazione delle risorse agrarie, dei territori agrari,
della qualità della vita e di migliorare sostanzialmente la qualità complessiva
dei territori.
Inizia, quindi, una stagione nuova dell’urbanistica calabrese
che è più rivolta alla qualità della vita dei cittadini. Intendiamo proseguire
su questa strada sostituendo le norme quantitative con norme qualitative che
sono più vicine ai beni comuni, alla qualità della vita, al rispetto e alla
messa in sicurezza del territorio.
Inizia con questa semplificazione una nuova stagione.
Ringrazio per l’attenzione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Ringrazio il Presidente
della Commissione, Domenico Bevacqua, per aver citato in
Aula l’accoglimento di una mia richiesta, dopo un’osservazione sull’articolo 9.
Sottolineo che il clima che si è creato in Commissione è di collaborazione e credo
che sia un fatto estremamente positivo che in quella sede si possa
lavorare per creare veramente sviluppo pur non avendo risorse.
Se mi è consentito, devo, però, fare ulteriori
osservazioni, con la premessa che l’assessore Rossi, che forse non conosce in
maniera approfondita – e non può conoscerla – la realtà dei 409 Comuni
calabresi, forse non sa in quali condizioni si troveranno i Comuni dopo l’approvazione
di questa legge. Mi permetto di ripetere in Aula, dopo averli messi anche in
ordine, dei concetti che per me sono importanti perché devono essere registrati
a futura memoria.
In Aula ho osservato che non c’è stata una concertazione
e si configura, purtroppo, una grave violazione del dettato costituzionale, laddove
l’obbligo della concertazione, tra l’altro, deve avvenire nel rispetto del principio
di sussidiarietà, ovvero nel rispetto delle autonomie locali, così come
previsto dalla legge di riforma 142/90, difatti le norme in causa sono
sostanziali all’uso dei territori interessati, che non sono stati sentiti per
niente in nessuna fase di concertazione.
Mi permetto di dire, sommessamente, che dopo l’approvazione
di questa legge rischiamo di avere una ribellione di Comuni che, improvvisamente,
si vedono inseriti una normativa che ha una modifica sostanziale della legge urbanistica
vigente, senza che essi siano stati interlocutori, così come il buonsenso dovrebbe
suggerire.
Altrettanto grave è la violazione dello Statuto
regionale relativamente al Titolo VI° “Rapporti con
gli enti locali”, soprattutto ai punti 2, 2b, 2c e al comma 3, laddove si fa
espresso riferimento ai rapporti da tenere obbligatoriamente con gli enti
locali e i soggetti territoriali interessati alla gestione del territorio in un
rapporto di reale collaborazione.
Si aggiunge il richiamo, sempre allo Statuto,
per le funzioni del Consiglio delle autonomie locali, il Cal,
articolo 48, avente funzione istituzionale. Sì, lo so, il Cal
è scaduto e, a maggior ragione, oggi, in sostituzione di una consultazione e un
parere del Cal, avremmo dovuto chiedere una concertazione
con enti istituzionali che sono soprattutto i Comuni.
Nel caso di approvazione dei provvedimenti
legislativi che impongono l’acquisizione di tali pareri, trattandosi di legge, in
particolare quelli in esame, che incide sostanzialmente sulla gestione del
territorio urbanistico degli enti locali ed, inoltre, anche in funzione
dell’articolo 49, in coerenza col principio generale impresso dalla 241: ogni soggetto
destinatario di provvedimenti amministrativi, sostanziali e discrezionali, deve
essere informato a garanzia del contraddittorio in termini di trasparenza, di efficienza
e di efficacia.
In conclusione, le predette modifiche
normative che avranno un impatto, per come sono state formulate, drammatico
sulla gestione del territorio, con enormi danni per i Comuni – e lo dirò quali
saranno i danni per i Comuni – in termini di buona gestione del territorio, ma
anche di legittimazione delle entrate tributarie di natura urbanistica.
Grave ulteriore violazione dei princìpi
essenziali della vigente legge urbanistica regionale,
laddove, in diverse situazioni procedimentali e normative, inserisce per ben 17
volte gli obblighi della concertazione e del rispetto del principio di sussidiarietà.
Poi l’eliminazione dell’articolo
9,
salto questo perché si era impegnato l’assessore a valutarlo e devo prendere
atto che almeno questa parte importante è stata reinserita.
Le norme di modifica per il procedimento di approvazione… L’abolizione dell’articolo
9,
assessore, insomma, era stato proposto, si era detto con una motivazione
banale, quella di fare economia. Non si può
fare economia a danno
dell’efficienza e dell’efficacia di una norma che ha bisogno di competenti, di
esperti e anche degli interlocutori destinatari perché venga fuori un prodotto.
Le norme di modifica per il procedimento di approvazione
del Ptcp e del Psc
rientrano nella stessa logica dell’eliminazione dell’articolo
9.
Infatti, il principio è sempre quello di non aver riportato ad una concertazione
gli atti approvati in capo alla Regione, con pareri che giuridicamente
costituiscono un parere deliberativo vincolante assolutamente contrario al principio
della sussidiarietà.
E’ il caso di ricordare che la stesura iniziale della legge urbanistica regionale prevedeva il rispetto di
tale principio. In sostanza si cerca, con le modifiche normative in questione,
di ritornare indietro di oltre vent’anni per questioni evidenti di gestione,
per ridare alla Regione, quindi al competente dipartimento di urbanistica,
poteri deliberanti assolutamente privi di legittimazione giuridica, purtroppo
andando a modificare dei princìpi giuridici ed
urbanistici già presenti nel testo della legge 19/2002, originaria e perfettamente
conforme all’articolo 118 della Costituzione.
Nella delibera viene dichiarato, impropriamente,
che il provvedimento legislativo non provocherà alcun aumento di spesa, quindi
non graverà sui bilanci.
Questo, mi permetto di dire, assessore, che è
uno degli aspetti più importanti, in realtà, come peraltro contenuto anche
nella scheda tecnico legislativa, parere dell’Ufficio legislativo della Regione,
allegata al provvedimento, ciò non risponde alle norme vigenti in materia finanziaria e di bilancio,
per come già più volte chiarito dalla Corte costituzionale. In parole, il potere
sostitutivo regionale nel caso della mancata approvazione del Psc da parte dei Comuni – è il caso di ricordare i 400 Comuni
che ancora non hanno approvato il Psc e Ptcp – presuppone la previsione di spesa, a prescindere che
l’onere è previsto a carico delle amministrazioni inadempienti, che potrebbero sempre
e comunque non provvedere.
In poche
parole, considerata la tempistica prevista con le modifiche normative per la redazione
del Psc, e valutato che negli ultimi dieci anni dall’approvazione
delle linee-guida della pianificazione solo poco più di 20 Comuni hanno approvato
il Psc, significa che la Regione si dovrà
matematicamente sostituire a tutti i Comuni, con aggravio economico, per dare
senso alle norme modificate che, come al solito, sembrano avere l’obiettivo di
dare immagine politica all’amministrazione Oliverio,
ma sono talmente privi di ragionevolezza e logica giuridica, in quanto sono
evidenti falso amministrativo e giuridico.
In
sostanza, quanto evidenziato dall’Ufficio legislativo regionale è perfettamente
condivisibile, cioè determina una grave illegittimità del provvedimento legislativo.
La
norma interamente modificata, apparentemente, è stata pensata allo scopo di
evitare la decadenza dei piani urbanistici comunali vigenti, prevista per il 31
dicembre 2015. In realtà, tale obiettivo non solo non viene raggiunto per come
è articolata la modifica dell’articolo 65, ma addirittura è peggiorativa.
Infatti, oltre che prevedere la decadenza del Prg,
qualora entro 24 mesi il Comune non si doti del Piano strutturale comunale,
termine assolutamente improponibile, considerata la tempistica media necessaria
per l’approvazione del Psc, media otto anni per Crotone,
Reggio Calabria, Cosenza e Lamezia Terme – è una media di otto anni – il
problema più grave è generato dalle disposizioni transitorie che si applicano
sin dall’eventuale approvazione della modifica normativa dell’articolo 65.
Tale
norma transitoria prevede che i Piani regolatori generali e i programmi di fabbricazione
conservino validità limitatamente alle zone A e B e relative sottozone previste
nei medesimi strumenti. Sono fatte salve, altresì, tutte le previsioni di tutti
gli ambiti territoriali comunque denominati nei quali sono stati approvati
piani di attuazione e la definizione di tutte le richieste di trasformazione
con precedenti avviati ai rispettivi Comuni entro il 19 giugno 2014, relativi
alle zone omogenee C e relative alla sottozona ricadente all’interno dei centri
abitati previsti dal comma 3 dell’articolo 12 del decreto del Presidente della
Repubblica 380/2001.
Tale
norma transitoria, di fatto e in diritto, provocherà la decadenza di almeno
l’80 per cento – caro presidente Oliverio– delle aree
edificabili dei piani edificatori, giacché le aree appartenenti alle zone
territoriali omogenee C ricadenti all’interno della perimetrazione del centro
abitato o dotate di opere di urbanizzazione sono, per chi conosce sotto il
profilo tecnico urbanistico il concetto di zona C, assolutamente pochissime.
Io
cito come esempio quello del Comune di Catanzaro. Ciò, ovviamente, inciderà gravemente
sui legittimi diritti edificatori previsti dal Prg,
in violazione del principio di affidamento degli atti amministrativi, ma anche
sulle casse comunali, che non potranno più legittimamente pretendere i tributi
relativi all’Imu, eccetera. Inoltre, tutte le richieste
di lottizzazione edilizia in giacenza, poiché sospese a causa dell’adozione del
Quadro territoriale paesaggistico, saranno di fatto annullate in relazione all’ovvia
circostanza che le aree in questione riguarderanno zone C non urbanizzate e
fuori dal centro abitato.
E’ necessario
assolutamente che l’ultima parte della normativa transitoria venga eliminata, in
quanto il danno urbanistico ed economico che genererà sui Comuni è palese.
Dico
questo per dire che i piani di lottizzazione, se noi escludiamo dalla decadenza
solo i piani di lottizzazione che sono nei centri abitati, sfido chiunque a
vedere e cercare un piano di lottizzazione nei centri abitati. I piani di lottizzazione
si fanno nelle zone di ampliamento, cioè fuori dai centri abitati.
Statisticamente,
questo provvedimento, di fatto, annullerà tutte le previsioni dei piani di lottizzazione
fuori dai centri abitati, cioè da domani l’edilizia in Calabria, se prima
accusava un fermo dovuto alla crisi economica, da questo momento accuserà un
fermo terribile, dovuto ad un approfondimento iniquo di un ente regionale che nemmeno
si è confrontato con gli enti locali.
Assessore,
questo provvedimento io l’avrei concertato con tutti e 409 sindaci della
Regione Calabria e là avrei recepito tutte le istanze che da questi sindaci,
che ogni giorno hanno difficoltà per come affrontare i problemi quotidiani, soprattutto
questi urbanistici, perché già c’è una crisi che è latente, ci sono permessi a
costruire che nemmeno vengono ritirati perché la gente non ha il potere
economico per realizzarli. Se poi andiamo a varare iniziative come questa, che
di fatto annulleranno tutte le iniziative, e mi riferisco a piani di
lottizzazione che non sono piani che consentono la costruzione intensiva e
disordinata, perché prevedono il rispetto di tutti gli standard, anzi sono il
modo più ordinato di prevedere una costruzione, ma soprattutto sono le uniche iniziative
che in Calabria possono dar vita e anima ad un settore che è quello edilizio,
che in questo momento, invece, verrebbe assolutamente paralizzato.
Il mio
intervento vuole essere costruttivo. Io capisco che ogni assessore ha anche la
voglia di ottenere un qualche risultato, però siamo in una regione difficile,
dove quel poco di edilizia che c’è ancora riesce a dare delle piccole risposte
anche al problema dell’occupazione.
Inviterei
ad una riflessione rispetto alle problematiche che ho sollevato. Penso che ci
sia una motivazione grande quanto una casa, che la mancanza di concertazione
con i Comuni e con i sindaci sia fondamentale per poi portare in Aula una modifica
che lo prevede la legge, lo prevede lo stesso Statuto regionale. Non c’è stato
il tempo, forse la proposta di legge di modifica è stata presentata in Commissione
e con onestà, con tutta la disponibilità e con tutte le condizioni agevoli che
il Presidente Bevacqua ha creato in questa
Commissione, ma non ci sono stati i tempi per poter approfondire le proposte di
modifica di questa legge.
Quindi,
mi rivolgo all’Aula soltanto per dire che ho testimoniato un elemento che domani
potrebbe diventare un boomerang, perché portare alla discussione questa
modifica sostanziale, senza che gli attori direttamente interessati fossero
interlocutori ed avessero la possibilità di portare i loro contributi al miglioramento
della legge, non mi sembra una buona pagina, oltre che anche dal punto di vista
della procedura diciamo che con nota, l’atto anche di illegittimità, in quanto la
concertazione è prevista per legge e diventa uno strumento anche giuridico che
può provocare l’annullamento della stessa legge.
Non
devo aggiungere null’altro, invito soltanto ad una riflessione che, con
sincerità tutti quanti dobbiamo ammettere, in Commissione non si è potuto fare
un approfondimento, in quanto non ci sono stati i tempi.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Consigliere Tallini,
devo dire che molte delle sue osservazioni le condivido, anche perché ci sono degli
emendamenti concertati che vanno in questa direzione.
Oggi stiamo discutendo la modifica della legge regionale numero 19 del
2002, dove l’oggetto della legge – lo voglio
leggere per far capire l’importanza della discussione odierna – dice che “la presente
legge, in attuazione dei princìpi di partecipazione e
sussidiarietà e nel quadro dell’ordinamento della Repubblica e dell’Unione
europea, disciplina la pianificazione, la tutela e il recupero del territorio regionale,
nonché l’esercizio delle competenze e delle funzioni amministrative ad esso
attinenti”.
Questa è una legge di fondamentale importanza
anche per le cose che lei diceva, perché dispone la pianificazione urbanistica nell’ambito
del territorio regionale, e per pianificazione urbanistica si intende lo sviluppo
non solo urbanistico ed edilizio, ma lo sviluppo delle attività economiche e
produttive, lo sviluppo delle attività commerciali, lo sviluppo di un
territorio che, grazie a questa legge, può determinarne la crescita.
La legge numero 19 del 2002, che ha subìto una
serie di modificazioni nel tempo, ha portato dei risultati che non sono stati
soddisfacenti, per quello che prescriveva e per la sua attuazione, se
consideriamo che su 409 Comuni solo 20 hanno approvato il Piano strutturale
comunale ed hanno completato l’iter; se consideriamo che i piani adottati sono
solo 16, che 92 sono i Psc in Conferenza di pianificazione,
che 15 sono i Psc con documento preliminare adottato;
ciò significa che i Comuni con i Piani strutturali comunali e, quindi, dotati
di uno strumento urbanistico di programmazione previsto per legge sono 102 e
che 16 Comuni non hanno ancora avviato l’iter amministrativo. Questo è un dato.
Se vogliamo che l’attuazione della legge possa
essere realizzata attraverso una visione, attraverso la partecipazione, attraverso
anche la condivisione di tutti gli attori sul territorio, dobbiamo partire da questo
dato.
Il primo emendamento a mia firma prevede di riportare
in essere il nucleo di valutazione urbanistico territoriale, perché la partecipazione
significa avere uno strumento di valutazione di tutti gli attori, tant’è che io
lo ripropongo in toto, tranne la modifica di un delegato della città
metropolitana e di un rappresentante del Corap.
Beh, chiaramente emergono tante difficoltà da
parte dei Comuni, e la preoccupazione che avevo, ma che devo dire concertata
anche con l’assessore. Riprendendo quello che lei diceva, cioè che cosa succede
alla scadenza del 31 giugno 2014, quando le previsioni decadono e quindi gli investimenti,
la possibilità di avere zone urbanizzate e urbanizzabili, decadono in ragione
di una norma che non prevedeva la proroga, se non i diritti acquisiti attraverso
l’approvazione di piani di lottizzazione, perché evidentemente parliamo di zone
C.
Allora la necessità di avere una divisione su
tre quadri, su tre prospettive, e c’è qui un importante emendamento proposto.
Noi abbiamo tre tipi di possibilità: la prima, per i Comuni al di sotto di un dimensionamento
che non supera i 5 mila abitanti, che possono scegliere se fare il Piano
strutturale comunale o se fare il Regolamento operativo, quello che è il 27 ter, avere la possibilità di una procedura agevolata, dove
rimangono in piedi le dotazioni urbanistiche legate alle zone A e alle zone B,
e per i Comuni che hanno invece approvato i Piani regolatori generali, rimangono
in piedi le A, le B, le D e l’edilizia sociale. Ma questo per i Comuni che
individuano la procedura agevolata, e noi stiamo facendo la pianificazione, che
non significa andare incontro solo e soltanto all’esplicazione di un Regolamento
edilizio attuativo, significa altro. Poi dobbiamo dare la possibilità – ed è
qua la novità legata alle cose che lei diceva – attraverso un emendamento che
io ho chiamato il 27 quater, che è la pianificazione
al consumo di suolo zero.
Lo voglio leggere per capire: “L’obiettivo più
apprezzabile e auspicabile per i Comuni nel perseguimento del principio del risparmio
del consumo di suolo è rappresentato dal concetto di consumo di suolo zero, per
il quale il Comune si prefigge di non utilizzare quantità di superfici del proprio
territorio per l’espansione del proprio abitato superiori a quelle già avute disponibili
ed approvate nel previgente strumento urbanistico generale, Prg
o Pdf”. Che significa? Che oggi io faccio la fotografia
del territorio, ma non la faccio rispetto ai diritti acquisiti dei piani di lottizzazione,
lo faccio rispetto alle previsioni approvate dai Consigli comunali, per cui io
supero il vincolo del passaggio da zona lottizzata, da zona C a zona agricola e
riporto in essere quelle che erano quelle previsioni, tanto da non creare
nessun tipo di problema.
Il consumo di suolo significa, per i Comuni
che vogliono fare la procedura accelerata, per quei Comuni che non hanno le
risorse economiche, per i piccoli Comuni, per i Comuni che non hanno prospettive
di sviluppo urbanistico ed edilizio, c’è la procedura accelerata. Poi c’è la
procedura a consumo di suolo zero, per cui si fa la pianificazione, ma
fotografando ad oggi la situazione urbanistica del territorio, per cui c’è il Piano
strutturale comunale che noi dobbiamo dargli, poiché parliamo di pianificazione,
assessore, la possibilità di gestire quel territorio, di gestirlo rispetto ad
una previsione, che è quella fotografata, senza aumentare di un solo metro cubo
la dotazione urbanistica, tant’è che un emendamento mio lo ritiro, quando dicevo
di incrementare del 20 per cento per chi utilizza la procedura comunque di pianificazione.
La terza possibilità, poiché noi facciamo pianificazione,
nei casi eccezionali si può superare anche la proposta di consumo di suolo
zero, attraverso un parere motivato e circostanziato, dopo l’adozione del Consiglio
comunale, da parte della Giunta regionale.
E’ previsto anche l’intervento sostitutivo regionale
nell’emendamento per quei Comuni che non hanno ottemperato, ma su questo c’è
un’accelerazione. Benché io su un emendamento, l’articolo 20, in cui si dice
che i Comuni che non seguono la procedura accelerata sono obbligati a dotarsi
entro e non oltre i 24 mesi del Piano strutturale comunale, in questo caso lo
riporto a sei mesi, ma che si può portare anche ad un anno, ovvero ci sono una
serie di prescrizioni e di ragionamenti fatti che consentono di superare quella
concertazione necessaria, ma che oggi attraverso una procedura d’urgenza, atteso
che riproporre nuovamente proroghe su proroghe dal 2006 in poi ritengo non sia
un percorso auspicabile.
Ci sono stati esempi positivi di Comuni, in questi
anni, che hanno pianificato e l’hanno fatto attraverso quelle che vengono
individuate nella legge, le Conferenze di pianificazione, attraverso la possibilità
di colloqui con i Comuni viciniori, attraverso i colloqui con le parti sociali.
Noi dobbiamo oggi rompere anche questo muro di tanti sindaci che hanno
difficoltà.
Allora le due questioni che l’assessore anche
con queste integrazioni, neanche modifiche, prima sottolineava, il consumo di
suolo zero e lo snellimento dei tempi nelle procedure amministrative, atteso
che c’è una modifica legata al quadro conoscitivo, dove la Regione certifica
gli elementi fondamentali che servono alla redazione del quadro conoscitivo,
che rimarrà in capo ai Comuni, qua non c’è nessuna volontà di avocare o ripensare
ad un nuovo centralismo regionale. Dobbiamo imprimere un’accelerazione, con
tutte le modifiche che potranno esserci, acché la pianificazione
territoriale ed urbanistica sui territori venga, in qualche modo, incentivata.
Ritengo che questa proposta fatta
dall’assessorato all’urbanistica, con una serie di piccole modifiche emendate, possa
essere uno strumento valido per far sì che molti Comuni possano andare in
questa direzione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Salerno.
Ne ha facoltà
Come
si suol dire, quando si
tratta di problematiche molto complesse e comunque in cui ci sono divergenze
anche di vedute dal punto di vista politico, dal punto di vista di esercitare
un potere discrezionale da parte del governo regionale, noi siamo fermi come opposizione,
come Forza Italia.
Su questa legge – devo dire la verità – noi
siamo favorevoli, perché è una legge che serve, mette ordine, blocca eventuali speculazioni,
quindi noi esprimiamo il nostro voto favorevole come gruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Una
piccola precisazione: le cose dette dal collega
Orlandino Greco sono norme
che sono delle… Questa storia del consumo di suolo
zero non è altro che l’osservanza di una legge che recentemente ha fatto il Governo
e che invita i Comuni a questa concezione, ma siccome oggi, tra la crisi che
c’è, tra il fatto che tutti i piani realizzati con i vecchi metodi sono
sovradimensionati, non c’è nessun problema per nessun Comune ad osservare questa
norma, quindi questo è un problema che non c’è.
Sto evidenziando solo un fatto: ci sono
profili di illegittimità rispetto alla procedura? Non è stata fatta la concertazione.
Tutti i Comuni, anche quelli interessati dall’articolo 27, cioè quelli che potranno… a parte che inserisce gravi discriminazioni tra Comuni
al di sotto dei 3 mila abitanti e quelli al di sopra dei 5 mila, ma comunque i Comuni
non sanno nulla. Domani piomberà sui Comuni un provvedimento che sarà una cosa
che rivoluzionerà un po’ la vita di tutti i sindaci della Calabria, i 409 Comuni
della Calabria.
Ricordo che in passato è successa una cosa
simile con l’articolo 65 delle linee-guida del Piano paesaggistico: una norma
che era stata cassata dalla legge regionale poi, invece, veniva inserita con la
norma che vietava, caro Orlandino, per 200 metri…
PRESIDENTE
Consigliere Tallini,
la invito a concludere dal momento che lei aveva già fatto il suo intervento.
Va bene, ci sono stati interventi non per
dichiarazione di voto, interventi di merito, senza che potesse succedere nulla.
Mi sto permettendo soltanto di insistere sulla riflessione di quest’atto.
Caro consigliere Greco, io ho fatto la mia
parte; vi ho messo in guardia e vi dico che domani tantissimi Comuni si
troveranno in gravissima difficoltà. Come diceva qualcuno poco fa, questa non è
una legge a favore di chi vuole promuovere l’attività edilizia; questa è una
legge che, invece, decreterà la paralisi dell’attività edilizia. Ecco per quali
ragioni voterò contro, perché io sono a favore dell’attività edilizia e dello
sviluppo. Questa è una legge iniqua che blocca, paralizza e penalizza i Comuni
anche per la questione dei tributi e penalizza i cittadini. In questo momento,
in Calabria, presso i Comuni ci sono anche una marea di richieste, ma tutti
coloro che, potenzialmente, hanno sulla carta le previsioni di piano di una
lottizzazione fuori dai centri urbani e domani volessero chiedere
l’autorizzazione, da domani non lo possono fare più.
(Interruzione)
No, non lo possono fare più. Poi vedrete ed
ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Andranno dal presidente Oliverio e verrete a chiedere l’ennesima ulteriore modifica
della legge urbanistica regionale, proprio perché vi siete ostinati a non voler
approfondire questi aspetti prima dell’approvazione della legge.
Non ci
sono altri interventi,
pertanto passiamo
all’esame dell’articolato. Sono stati presentati emendamenti.
All’articolo 1 non ci sono emendamenti, per cui lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
All’articolo
2 è stato presentato un emendamento protocollo numero 57751, a firma del consigliere Greco: “Nell’articolo
2, al comma 2 dell’articolo 9 della legge regionale numero 19 del 2002, la
frase di cui alla lettera a) è sostituita dalla seguente: “certifica i dati
territoriali tematici forniti dal SITO di cui all’articolo 8, quale contributo
per agevolare la definizione del quadro conoscitivo del Piano”, nonché alle
lettere b) e c) la locuzione “integrato dal Piano Comunale di Spiaggia” è
sostituita da “integrato dall’indicazione della perimetrazione dell’area da
assoggettare a Piano comunale di spiaggia”, a cui cedo la parola per l’illustrazione
Questo è l’emendamento all’articolo
2, che è la fase in cui il comma a): “certifichi il quadro conoscitivo di piano
sulla scorta dei dati territoriali tematici forniti dal sito di cui all’articolo
8, viene così modificato: “certifica i dati territoriali tematici forniti dal
sito di cui all’articolo 8 quale contributo per agevolare la definizione del
quadro conoscitivo del piano”. Ciò significa che il quadro conoscitivo del
piano lo redigono sempre i Comuni e la Regione si impegna in una fase di
certificazione dei dati che la Regione ha, per evitare di spoliare
i Comuni rispetto ad un dato fondamentale, perché il quadro conoscitivo è un
mix di dati che sono sia oggettivi
sia anche soggettivi, legati al sociale, alla crescita edilizia urbanistica e
sociale del territorio. Pertanto, questo compito non può essere delegato alla
Regione.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57751.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2
per come emendato.
(E’ approvato)
Dopo l’articolo 2 sono stati presentati emendamenti, il primo è il protocollo numero 57711/1 a firma del consigliere Bevacqua: “Art. 2 bis 1. Dopo l'art. 2 è aggiunto il previgente art. 9 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Nucleo di valutazione urbanistico-territoriale): << 1. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore all'Urbanistica e Governo del Territorio 24 istituisce il nucleo di valutazione urbanistico-territoriale della Regione Calabria. 2. E’ compito del nucleo: a) monitorare le attività di valutazione di cui al successivo articolo 10; b) esprimere alla Giunta regionale pareri in merito alla definizione del QTR ed i suoi rapporti con il Sistema Informativo Territoriale; parere sulle prescrizioni di carattere territoriale degli atti e documenti della pianificazione settoriale regionale e loro traduzione in termini informatici;
c) predisporre un rapporto annuale sullo stato della pianificazione del territorio regionale da presentarsi alla Giunta regionale che con proprio parere, entro 30 giorni dalla ricezione, lo trasmetterà con propria delibera al Consiglio regionale per la definitiva approvazione; d) fornire, su richiesta, ogni forma di assistenza alle strutture del SITO e agli sportelli unici per l'edilizia;
3. Del nucleo di valutazione fanno parte: a)
l’Assessore regionale all’Urbanistica e governo del territorio che lo presiede:
b) i dirigenti dei servizi urbanistica e governo del territorio del
dipartimento regionale; c) il segretario dell’Autorità di bacino; d) gli
assessori provinciali delegati dalla Giunta provinciale; e) un delegato
dell’ANCI, uno dell’UNCEM e uno dell’ANCE; f) un delegato in rappresentanza di
ogni parco della Regione Calabria; g) un rappresentante per ciascuno degli
Ordini professionali degli architetti, pianificatori, paesaggisti,
conservatori, degli ingegneri, dei geologi, degli agronomi e forestali, nonché
dei geometri; h) un rappresentante designato da ciascuna università calabrese;
i) un rappresentante dell’Unione regionale delle bonifiche; j) un
rappresentante dell’Unione piccoli Comuni; k) un rappresentante unitario delle
organizzazione ambientaliste e protezioniste; I) un rappresentante delle
organizzazioni sindacali dei lavoratori; m) un delegato della Lega delle
Autonomie locali; n) un rappresentante per ogni consorzio per le aree o nuclei
di sviluppo industriale; o) un delegato dell’autorità marittima territoriale
25. 4. Da 5 esperti nominati dal Presidente della Giunta Regionale, su proposta
dell’Assessore regionale all'urbanistica e al Governo del Territorio, con
particolare competenza in materia di pianificazione urbanistica, territoriale,
tutela e conservazione del patrimonio storico architettonico paesaggistico
della Calabria e di difesa e gestione del rischio ecologico, idrogeologico e di
riduzione del rischio sismico. 26 5. I componenti il Nucleo di Valutazione sono
nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale e durano in carica
per l'intera durata della legislatura e comunque fino alla designazione dei
sostituti. 6. La legge regionale di bilancio approvata nell'anno di
costituzione del nucleo provvederà alla allocazione dei relativi oneri per il
funzionamento del nucleo stesso nel corso della legislatura ».
Cedo la parola al consigliere Bevacqua per l’illustrazione.
Questo emendamento
prende atto di alcune osservazioni fatte in Commissione ed è finalizzato a ripristinare il nucleo di valutazione territoriale che in
precedenza non era stato previsto nella proposta di legge presentata dalla
Giunta, però vorrei fare due puntualizzazioni
in merito al recupero dell’articolo 9;
la prima: nell’articolo
9 era prevista la presenza del rappresentante dell’Uncem
ed io lo toglierei, dal momento che l’Uncem non
esiste più. Così come quando parliamo di un rappresentante per Consorzio,
poiché sta per essere istituito il Corap, anche qui
prevedrei la presenza di un rappresentante del Corap.
Aggiungerei, invece, la presenza in questo organismo del consigliere della città
metropolitana, per dare seguito alla legge Delrio.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 57711.
(E’
approvato)
L’emendamento protocollo numero 57751/1 a
firma del consigliere
Greco, decade automaticamente
poiché è stato approvato l’emendamento Bevacqua.
All’articolo 3 non ci sono emendamenti, per cui lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
All’articolo 5 è
stato presentato l’emendamento con protocollo numero 57711/2 a firma del
consigliere Bevacqua cui cedo la parola per l’illustrazione.
Signor
Presidente, questo emendamento
si rende necessario per rendere il testo della
proposta di legge coerente con la previsione del
Piano territoriale della città metropolitana. Ne do lettura: il comma
4, alla lettera a), è così modificato: “dopo la parola “comma” sono aggiunte le
seguenti parole: “previo
coordinamento delle politiche nell’area dello Stretto con la Conferenza
permanente interregionale”. Il comma 5 è così modificato: “Dopo la parola
“economici” sono aggiunte le seguenti parole: “e la procedura di formazione ed
approvazione del Ptcm”.
Naturalmente il parere del Settore legislativo è positivo.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 57711/2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5 per come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 6 è stato presentato l’emendamento con protocollo numero
57711/3 a firma del consigliere Bevacqua cui cedo la
parola per
l’illustrazione.
Signor Presidente, anche in questo
caso l’emendamento si rende necessario per armonizzare il testo con la normativa, quindi propongo: “Il comma è così
modificato: “Dopo la parola “urbanistico” è aggiunto “annesso al Psc-Psa”. Dopo la parola “operativo” è aggiunto “di cui
alla procedura semplificata dell’articolo 27 ter”. Il
comma 2 è così modificato: “lettera a) sono soppresse le parole “oltre a
disciplinare le trasformazioni e gli interventi ammissibili sul territorio”. Alla
lettera b), dopo la parola “Regolamenti” sono aggiunte le parole “di cui al comma 1, redatti in coerenza con la presente
legge ed agli strumenti di pianificazione sovraordinati
vigenti, oltre a disciplinare le trasformazioni e gli interventi ammissibili sul territorio, nel
rispetto del principio generale della pianificazione territoriale urbanistica,
fondato sul contenimento del consumo di
suolo”. Il comma 3 è così modificato: “Lettera a). Le parole “dichiarazione di
inizio attività (D.I.A.)” sono soppresse e sostituite con le seguenti
“segnalazione certificata di inizio attività (S.C.I.A.)”.
Presidenza del Presidente Nicola Irto
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57711/3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6 per
come emendato.
(E’
approvato)
All’articolo 7 è stato presentato un emendamento con
protocollo numero 57711/4 a firma del consigliere Bevacqua: “Il comma 1 è così modificato alla lettera a): sono
espunte le parole “pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 250 del
27/10/2015”.
Prego,
consigliere Bevacqua.
Anche questo emendamento si rende necessario per armonizzare il testo nel suo complesso. “Il comma 1 è così modificato
alla lettera a): sono espunte le parole “pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
numero 250 del 27/10/2015”.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 57711/4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7 per come
emendato.
(E’ approvato)
Dopo l’articolo 7 è
stato presentato un emendamento con protocollo numero 57751/2 a firma del
consigliere Greco: “Dopo l’articolo 7,
è aggiunto il seguente: «Articolo 7 bis (Modifiche all'art. 23 della legge
regionale 16 aprile 2002, n" 19) 1. Il comma 1 dell’articolo 23 della
legge regionale 16 aprile 2002, n. 19, è sostituito dal seguente: Il Piano
Operativo Temporale (POT) è strumento facoltativo ad eccezione dei Comuni che
eventualmente saranno indicati in specifico elenco nel QTR del Piano
Strutturale Comunale e lo attua individuando le trasformazioni del territorio
per interventi programmati sulla base di una coordinata, proporzionata e
sostenibile progettazione di interventi privati, pubblici o di interesse
pubblico e pubblico-privati da realizzare nell'arco temporale di un
quinquennio, ovvero nel corso del mandato dell'amministrazione adottante.». Il
presente emendamento non comporta impegno di spesa a valere sul Bilancio della
Regione
Calabria.
Cedo la parola al consigliere
Greco per l’illustrazione.
Questo emendamento modifica il
comma 1 dell’articolo
23 nel quale si parla di piano operativo temporale (Pot ) che ad oggi è uno strumento facoltativo, ma che,
secondo me, attraverso alcune semplici modifiche, può diventare uno strumento importante per la pianificazione
urbanistica dei Comuni anche perché nella legge è previsto in maniera
facoltativa tranne che per i Comuni che il Qtr
dovrebbe identificare come Comune all’interno del quale ci sia questo piano,
che i sindaci fanno per tutta la durata del mandato.
La vecchia definizione del Pot
ha portato una serie di inconvenienti e di ritardi, dovuti al fatto che si
uniformava il piano operativo temporale ad una pianificazione legata
soprattutto al piano triennale delle opere pubbliche.
I Comuni che hanno adottato questi strumenti
si sono trovati in seria difficoltà, nella misura in cui il piano temporale era
legato principalmente al piano delle opere pubbliche. Con questo emendamento
noi prevediamo che il piano temporale rimanga uno strumento facoltativo, ma
dando la possibilità ai Comuni di andare avanti, inserendo anche progetti
privati, legati principalmente allo sviluppo, all’andamento economico,
all’andamento sociale, alla crescita.
Quindi, l’articolo 23, attraverso l’articolo 7
bis, viene così modificato: “Il Piano operativo temporale, strumento
facoltativo, ad eccezione dei Comuni che eventualmente saranno indicati, e
specificatamente nel Qtr del Piano strutturale
comunale, e lo attua individuando le trasformazioni del territorio per
interventi programmati sulla base di una coordinata proporzionale e sostenibile
progettazione di interventi privati, pubblici o di interesse pubblico e
pubblico-privato, da realizzare nell’arco temporale di un quinquennio, ovvero
nel corso del mandato dell’amministrazione adottante”.
Riteniamo che, così, si possano accelerare
momenti di pianificazione.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 57751/2.
(E’
approvato)
All’articolo 8 non ci sono emendamenti,
per cui lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
All’articolo
10 è stato presentato un emendamento con protocollo numero 57711/5 a firma del
consigliere Bevacqua, cui cedo la parola per l’illustrazione.
Anche questo emendamento è finalizzato ad armonizzare il testo nel suo complesso: “All’articolo 1
è espunto il comma 2 bis. Il comma 3 è così modificato: sono soppresse le
parole “entro 180 giorni dalla data di avvio di cui al comma 2 bis”. Il comma
13 è così modificato: sono soppresse le parole “su
proposta formulata dalla Giunta”.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57711/5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10 per
come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 1 sono stati presentati
due emendamenti. Il primo è il protocollo numero 57711/6 a firma del consigliere Bevacqua cui cedo la parola per
l’illustrazione.
Signor
Presidente, anche questo
emendamento si rende necessario per armonizzare il testo rispetto al principio previsto di
contenimento di consumo di suolo e, pertanto, propongo quanto
segue: “Il comma 2 è così modificato: dopo la parola “strategico” sono aggiunte
le parole “volte al rispetto del principio generale della pianificazione
territoriale urbanistica, fondato sul contenimento del consumo di suolo”.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57711/6.
(E’
approvato)
Il secondo emendamento è il protocollo numero
57751/3 a firma del consigliere Greco: “Nell'articolo11,
al comma 1 del richiamato art. 27 della L. R. 16 aprile 2002 n. 19, dopo la
frase «..regolamento regionale 4 agosto
2008, n.3, e di..»e
prima di «..Piano Comunale di Spiaggia..»
è inserita
la locuzione
«..indicazione della perimetrazione
dell'area da assoggettare a..». Nell'articolo11,
al comma 3 del richiamato art. 27 della L. R. 16 aprile 2002 n. 19, la frase «Sulla scorta del quadro
conoscitivo certificato dal settore urbanistica del dipartimento Ambiente e
Territorio di cui all'articolo 9 della presente legge, gli Enti Territoriali
interessati, elaborano il Documento Preliminare del piano completo di REU..».» è sostituita dalla frase «Sulla
scorta del contributo per il quadro conoscitivo certificato dal settore
urbanistica del dipartimento Ambiente e Territorio di cui all'articolo 9 della
presente legge, gli Enti Territoriali interessati elaborano il proprio quadro
conoscitivo e quindi il Documento Preliminare del piano completo di REU..».
Il presente emendamento non comporta impegno di spesa a valere sul
Bilancio della Regione Calabria.
Prego, consigliere
Greco.
Questo è un
emendamento che evita di porre allo stesso livello Piani che sono, comunque, sovraordinati. Il Piano strutturale comunale è lo strumento di pianificazione.
Dire, come è scritto nell’articolo 27: “Il procedimento disciplinato dal presente articolo
si applica all’elaborazione e all’approvazione del Psc
e del Reu, integrato con la procedura Vas e di Piano comunale di spiaggia”, significherebbe porre
sullo stesso piano uno strumento attuativo ed uno strumento di pianificazione.
La modifica che propongo è di inserire la
locuzione “… indicazione della perimetrazione dell’area da assoggettare
a Piano spiaggia”, cioè il Piano strutturale comunale deve contenere
l’indicazione,
ma non può contenere il Piano spiaggia, perché immaginando che noi dovessimo
fare una variante al Piano spiaggia, significherebbe modificare anche il Psc. Questo, però, ritengo sia soltanto una chiarificazione
di quello che già l’assessore intendeva.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 57751/3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11
per come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 12 sono stati presentati due emendamenti. Il
primo è il protocollo numero 57711/7 a
firma del consigliere Bevacqua cui cedo la parola per l’illustrazione.
Questo emendamento si rende necessario per esplicitare con maggior chiarezza le funzioni del nuovo R.O. Dopo le parole “R.O.” sono aggiunte le parole “ sostitutivo delle previgenti Norme Tecniche di Attuazione e del Regolamento Edilizio”.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 57711/7.
(E’
approvato)
Il
secondo emendamento è il protocollo numero 57769 a firma della consigliera Sculco.
Devo comunicare
al Presidente che la consigliera Sculco ha ritirato tale emendamento.
Il
terzo emendamento, protocollo numero 57751/4, è
a firma del
consigliere Greco cui do la parola per l’illustrazione.
All’articolo 12, così come ho già detto nell’intervento
precedente, viene inserito un articolo 27 quater, che
supera la procedura semplificata – la procedura semplificata, come abbiamo detto, che
va benissimo – per quei Comuni fino a 5 mila abitanti che intendono fare il Regolamento
operativo; quindi, va bene anche il dimensionamento,
ma per quei Comuni che, sempre nella pianificazione a consumo di suolo zero, vogliono e devono pianificare. Noi facciamo la fotografia
e, quindi, blocchiamo allo stato attuale il dimensionamento territoriale rispetto
agli strumenti urbanistici vigenti.
Leggo: “L’obiettivo più apprezzabile e auspicabile
per i Comuni nel perseguimento del principio del risparmio del consumo di suolo
è rappresentato dal concetto di consumo di suolo zero, per il quale il Comune
si prefigge di non utilizzare ulteriori quantità di superficie del proprio territorio
per l’espansione del proprio abitato superiori a quelle già avute disponibili
ed approvate” – qua potremmo aggiungere “ai Consigli comunali” – nel previgente
strumento urbanistico generale, Prg o Pdf.
2. Entro 60 giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge e comunque prima della delibera consiliare di adozione
del Psc/Psa, la Giunta comunale
può decidere l’adesione al principio di consumo di suolo zero, deliberando direttive
per la redazione del documento preliminare dagli uffici comunali e dai
redattori per il perseguimento di tale obiettivo.
3. Tale scelta comporterà la ricognizione
delle quantità di aree ancora disponibili e non utilizzate già ricomprese nelle
zone B, C, di espansione, D ed F, o comunque denominate dal previgente Prg/Pdf, che ove documentate dai
redattori e certificate dall’Ufficio tecnico comunale, potranno essere riproposte
e/o rimodulate quali ambiti urbanizzati ed urbanizzabili nel nuovo documento preliminare
del Psc/Psa, senza alcuna previsione
di maggiori superfici integrative e decurtando le aree interessate da edilizia
abusiva”.
Il
quarto lo ritiro, per cui non lo leggo.
Il
quinto lo leggo, ma è già previsto nella norma modificata in Commissione: “5. Nel caso di pianificazione a consumo di suolo zero, i
tempi del procedimento previsto negli articoli 27 e 27 bis sono ridotti al 50 per
cento, e la Vas di cui alla legge 152 del 2006 è
subordinata a verifica di assoggettabilità, in quanto possibile l’assenza di
impatti significativi sull’ambiente, per stretta aderenza alla previgente pianificazione
territoriale e della quale è stata già svolta la valutazione ambientale.
6. Con l’istituzione del criterio di consumo
di suolo zero negli altri casi non previsti dal presente articolo, il maggiore dimensionamento
delle superfici degli ambiti urbanizzati ed urbanizzabili rispetto a tale metro
dovrà essere adeguatamente motivato e circostanziato ed essere subordinato prima
dell’adozione del Consiglio comunale dei relativi Psc/Psa all’acquisizione dell’assenza della Giunta regionale”.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Per
quanto riguarda questo
emendamento proposto dal collega Greco, relativamente al punto 5, il
punto 4 per noi è condizione indispensabile,
altrimenti viene meno il principio che abbiamo sancito. Avrei qualche
perplessità anche sul punto 3, ma mi affido al parere dell’assessore Rossi, quindi
della Giunta. Per il resto, va bene.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Presidente Oliverio,
prego.
Mi
permetto, per un ordinato svolgimento dei lavori, di chiedere al proponente una
riformulazione di questo emendamento, perché si eviti confusione nel momento
del coordinamento formale della proposta. Infatti, leggendo e illustrando l’emendamento,
ha praticamente proposto di stralciare il punto 4. Io ritengo che anche il
punto 6 debba essere stralciato, in coerenza con l’ispirazione di questo
emendamento, che condividiamo pienamente.
Quindi, mi permetto di chiedere una riformulazione, stralciando dall’emendamento
sottoscritto e proposto alla Presidenza il punto 4 e il punto 6.
Va
bene, ripropongo l’emendamento con
queste modifiche.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 57751/4 così come modificato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12
per come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 13 è stato presentato l’emendamento con protocollo numero 57751/5 a firma
del consigliere Greco: “L’articolo 13, comma 1 è sostituito dal presente:
«1. L'art. 28 (Intervento sostitutivo provinciale) della legge regionale 16
aprile 2002, n. 19 è modificato come segue:
a) alla rubrica
dell'art. 28 sostituire la parola "provinciale'' con "regionale". Per l'effetto
di tale modifica la rubrica risulta così formulata: "Intervento sostitutivo regionale";
b) al comma 1 è aggiunta la seguente locuzione: "fatti
salvi i Comuni che adottano la procedura semplificata di cui all'art. 27 ter";
c) al comma 2,
primo periodo, si sostituisce la locuzione "la provincia territorialmente competente" con la parola "la Regione";
d) al comma 3,
lettera a), si sostituisce la parola "provinciale" con "regionale";
e) al comma 3, lettera b), si sostituisce la parola "Provincia" con
"Regione", nonché tra la locuzione "l'incarico di adottare" e la parola "il
piano" si inserisce "ed
approvare". Per l'effetto di tale modifica ed integrazione, la lettera b) del suddetto
comma risulta così formulata: "trascorso infruttuosamente tale termine, verificata la mancata
giustificazione del ritardo. La Regione nominerà i commissari ad acta con l'incarico di adottare ed approvare il piano
nell'ipotesi in cui lo stesso fosse già completo di ogni suo elemento ovvero di
avviare le procedure per l'espletamento";
f) al comma 3, lettera c), si sostituisce le parole "Provincia" con
"Regione", nonché al secondo periodo, tra le locuzioni "concludersi con
l'adozione" e "dello strumento urbanistico", si inserisce "e l'approvazione". In virtù di tale modifica ed integrazione, il secondo periodo risulta
così formulato: "La
Regione assegnerà inoltre ai commissari modalità e termini per l'espletamento
dell'incarico che dovrà concludersi con l'adozione e l'approvazione dello
strumento urbanistico";
g) al comma 3, lettera d), si sostituisce la locuzione "dell'amministrazione
provinciale" con
"della Regione", tra le parole "funzionari con" e "profilo tecnico" e si inserisce la parola "adeguato", nonché si sostituisce la locuzione "previa verifica e
richiesta della provincia medesima" con la locuzione "previo assenso delle
medesime". Per tali modifiche ed integrazione la lettera d) del suddetto comma
risulta così formulata: "i commissari ad acta, qualora il personale della Regione non sia
sufficiente o disponibile, possono essere scelti anche tra i funzionari con
adeguato profilo tecnico appartenenti ad altre amministrazioni pubbliche previo
assenso delle medesime";» Il presente emendamento non comporta, impegno di
spesa a valere sul Bilancio della Regione Calabria.
Prego, consigliere Greco.
Questo emendamento
è già stato
presentato nella modifica dell’articolo 20 dall’assessore, nell’ambito
complessivo dei poteri sostitutivi della Giunta, dove si
sostituisce “dal potere sostitutivo della Provincia” quello della Giunta.
In questo
emendamento è previsto il potere sostitutivo nell’approvazione dei Piani
strutturali comunali che, decorso il tempo, non fossero approvati ed inoltre si
precisa che le nomine dei commissari ad acta
sono fatte nell’ambito del personale della Regione e ci si rivolge all’esterno
soltanto si tratta di una rimodulazione specifica rispetto al Piano strutturale
comunale, ma devo dire che l’intervento sostitutivo regionale è già inserito nell’ambito
complessivo della modifica alla legge urbanistica.
Parere
del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 57751/5.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 13 per come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo
14 non ci sono emendamenti, pertanto lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
All’articolo
19 è stato presentato un emendamento con protocollo numero 57711/8 a firma del
consigliere Bevacqua:
“Al comma 1 dell’articolo 61, dopo
la parola “Provincia”, inserire le parole: “ Con riferimento alle altre
Province, per effetto della legge 56/2014 e della conseguente legge regionale
numero 14/2015, le funzioni de quibus sono rientrate
in capo alla Regione”.
Prego, consigliere Bevacqua.
Questo emendamento nasce per adeguare il testo della legge alla legge Delrio, per questo propongo che, dopo la parola Provincia” siano aggiunte le parole: “Con riferimento alle altre Province, per effetto della legge 56/2014 e della conseguente legge regionale numero 14/2015, le funzioni de quibus sono rientrate in capo alla Regione”.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 57711/8.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19
per come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo
20 è stato presentato un emendamento con protocollo numero 57751/6 a firma
del consigliere Greco: “Nell’Articolo
20, al comma 1 del richiamato art. 65 della L. R. 16 aprile 2002 n. 19, la
locuzione "..sono
obbligati a dotarsi, entro e non oltre ventiquattro mesi.."
sono sostituite da "… sono obbligati ad adottare, entro e
non oltre sei mesi..."». Nell'Articolo
20, al comma 2 del richiamato art. 65 della L. R. 16 aprile 2002 n. 19, la
locuzione «..con procedimenti avviati dai rispettivi Comuni entro
il 19 giugno 2014..» è sostituita da «...con procedimenti avviati dai
rispettivi Comuni entro la data del 30 novembre 2015..». Il
presente emendamento non comporta impegno di spesa a valere sul Bilancio della Regione
Calabria”
Prego, consigliere Greco.
Questo emendamento
parte dai dati che avevo già espresso prima rispetto alla
dotazione dei Comuni o all’attuazione nei Comuni dei Piani
strutturali comunali.
L’articolo
20 prevede che tutti i Comuni della Calabria sono obbligati a dotarsi, entro e
non oltre 24 mesi dall’entrata in vigore della presente legge, di Piano
strutturale comunale o associato, fatti
salvi i Comuni che adottano la procedura semplificata.
Qua
propongo “sono obbligati a dotarsi entro e non oltre i 6 mesi”, attesa la situazione
dei Comuni. Chiaramente, questo può essere anche un anno, ma 24 mesi mi sembra un po’ troppo, perché
significherebbe ritardare ulteriormente la pianificazione.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Potremmo
accogliere parzialmente questo emendamento,
portando a 12 mesi i limiti previsti. Non so se l’assessore è d’accordo.
A 12
mesi? Perfetto.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
ROSSI Franco, assessore alla pianificazione territoriale ed urbanistica
A 12
mesi, favorevole.
Se il consigliere Greco di accogliere questa modifica al suo
emendamento…
GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)
Va bene.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 57751/6 così
come modificato, col parere del relatore e della Giunta, a 12 mesi.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20
per come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 21 non ci sono emendamenti,
pertanto lo pongo in votazione.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 22.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 24.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 25.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il provvedimento
è approvato così come emendato, con autorizzazione al coordinamento
formale.
Passiamo al settimo punto all’ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo numero 104/10^ d'Ufficio, recante: “Quadro Territoriale Regionale a valenza paesaggistica (QTRP) adottato con delibera del Consiglio regionale numero 300 del 22 aprile 2013”.
Se non ci sono
interventi do la parola al rappresentante della Giunta. Prego, assessore Rossi.
Rispetto al provvedimento del Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica della Regione Calabria, la Giunta ha
assunto una responsabilità, ovvero, rispetto al provvedimento licenziato in
sede di Consiglio regionale e trasferito dal Consiglio regionale alla Giunta
per una presa
d’atto, abbiamo esercitato il nostro dovere, prendendo atto del provvedimento e
ritrasferendolo al Consiglio regionale, con l’auspicio che venga approvato,
ritenendo il provvedimento del Quadro territoriale regionale a valenza
paesaggistica, fondamentale ed utile al fine della programmazione del
territorio, della sua qualità, del suo sviluppo, della sua organizzazione, in
particolare nell’utilizzo reale dei fondi europei rispetto a uno sviluppo del
territorio, che il Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica
descrive.
Quindi abbiamo solo fatto un’assunzione di responsabilità,
trasferendolo al Consiglio regionale per l’approvazione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Tallini. Ne ha facoltà.
Presidente,
darò adesso, alla fine della discussione della legge
urbanistica regionale,
la motivazione del nostro
voto contrario, dicendo che ci
sono contraddizioni: da una parte, si cercano strumenti e soluzioni per dare
uno sbocco all’urbanistica e all’edilizia, mentre dall’altra, si assumono
provvedimenti che, seppur in parte corretti con qualche emendamento, vanno
comunque nella direzione opposta.
Abbiamo approvato una legge urbanistica
regionale che bloccherà in gran parte l’edilizia. Forse qualche emendamento
arrivato in extremis recupererà qualcosa. Li dobbiamo fare, perché non
c’è stata la possibilità di approfondirlo in Commissione; studieremo,
verificheremo, però la legge è approvata, quindi dovevo – parla un consigliere regionale di Forza
Italia che, in aggiunta al titolo di consigliere regionale, caro Presidente, ha
anche l’incarico di coordinatore di una Provincia – quindi un aspetto che, dal
punto di vista politico, qualifica ancora di più la posizione che ho assunto.
Aggiungo che, in questo caso, si va a
completare una procedura che è quella della delibera già approvata e che chiude la procedura della legge
regionale 16/2002. Ora, la procedura si è caratterizzata con il seguente iter:
il Consiglio regionale ha adottato il Piano paesaggistico, poi vi è stata la
pubblicazione, le osservazioni; successivamente la Giunta ha recepito la
delibera del 2015, la 512, e ha controdedotto le
osservazioni; oggi l’atto amministrativo chiude l’iter della pratica con la
deliberazione dell’approvazione definitiva.
L’osservazione che faccio è la seguente: ho
domandato chiaramente al collega Bevacqua come mai
questa pratica, questa legge, questo atto amministrativo non sia passato dalla
Commissione competente, che era la nostra. Si è detto che era passato. Mi
domando: intanto, siamo davanti ad un’Assemblea regionale diversa da quella
precedente. Sono state fatte delle osservazioni e non sappiamo se, nella
delibera della
Giunta, nelle controdeduzioni sono state recepite
istanze, novità.
Questa nuova definitiva riformulazione non
doveva tornare di nuovo in Commissione, eventualmente, anche attraverso un
altro passaggio della concertazione, che non vi è stato? Che cosa sto
lamentando? Oggi approviamo con un decreto la procedura che viene descritta e
sono state fatte delle osservazioni, l’adozione, arriva qua, alziamo la mano.
Mi permetto di dire – non perché voglia mettere in discussione la diligenza e
l’impegno dei consiglieri regionali, ma è proprio l’iter delle pratiche – che
siamo stati in Commissione, ma non siamo stati nelle condizioni di poter
approfondire questo atto, che probabilmente è un atto dovuto ma, alla luce
delle osservazioni e delle controdeduzioni della Giunta,
lo stesso atto deliberativo, insieme al decreto, non doveva essere trasmesso
alla competente Commissione per una valutazione definitiva, anche al fine di
rendere la procedura più completa e più approfondita, anche dal punto di vista
giuridico?
Quindi, pur ammettendo che questa è la
conclusione di un procedimento, e che questo atto anche domani mattina produrrà
effetti che andranno ad incidere in maniera determinante sul territorio, sui
tantissimi territori dei Comuni della Calabria, i sindaci lo apprenderanno
domani dai giornali che da oggi, o dalla pubblicazione da qui a qualche giorno,
questo provvedimento sarà definitivo. Mi
sembra un modo di procedere un po’ superficiale, che non solo non mette
i consiglieri regionali nelle condizioni di dare un contributo serio alle
proposte che vengono presentate, ma anche un modo per evitare che tantissimi
contributi possano arrivare dall’esterno, da esperti, dagli addetti ai lavori e
dai destinatari stessi dei provvedimenti.
Quindi mi permetto di dire che anche questo è
un provvedimento che – almeno per la forma e assolutamente nella procedura con
cui è stato proposto – è da criticare. Poi sicuramente sarà un provvedimento
che in gran parte conterrà contributi e procedure di precedenti
amministrazioni, ma quello che c’è attualmente nel provvedimento, dico la
verità, non sono andato a vedere cosa contiene la delibera numero 512 dell’11
dicembre 2015, non è neanche allegata, non c’è nemmeno allegato l’atto
deliberativo della
Giunta. Qui arrivano due foglietti, ed è
una presa d’atto.
Domando a voi, consiglieri regionali: sappiamo
tutti cosa stiamo effettivamente adottando? Sì, è un atto che si conclude.
Vogliamo votare ad occhi chiusi? Votiamo con gli occhi chiusi! Io mi permetto
di dire che non siamo nelle condizioni di prendere decisioni che riguardano,
purtroppo, la vita e i destini delle popolazioni calabresi attraverso questo
sistema che, onestamente, non ci fa lavorare come dovremmo lavorare, con
serietà, con professionalità, ma anche con tutti i tempi che la legge prevede e
soprattutto con le concertazioni che devono essere per legge garantite, mentre
stasera registriamo che già è la seconda volta che annotiamo che su questa cosa
non c’è stata nessuna concertazione. Quelle passate, quelle di cinque anni fa,
quattro anni fa, va bene, valgono quelle, ma oggi c’è una nuova Assemblea
regionale e credo che anche questo provvedimento poteva essere approfondito
meglio e poteva essere messo a disposizione dei consiglieri regionali con tutta
la relativa documentazione, per poter essere oggi nelle condizioni di esprimere
un parere convinto di quello che è. Sono atti che riguardano la vecchia
amministrazione, non avremo nessun problema dal punto di vista politico, ma non sappiamo se nel frattempo è cambiato
qualcosa, in meglio o in peggio. Quindi rimane questa grossa perplessità.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Nucera. Ne ha facoltà.
Una
parte dell’intervento del consigliere Tallini l’ho condivisa anch’io, rilevando – nel
momento in cui la legge è arrivata in Commissione – che i tempi erano brevi. Ne
abbiamo discusso perché partecipiamo alla stessa Commissione, io come
segretario e il consigliere Tallini come Vicepresidente.
Ho posto il problema anche al
Presidente della Commissione. Quindi chiedo all’assessore – perché la
discussione si deve fare e la partecipazione deve essere di tutti, in
particolare dei sindaci, che non li abbiamo
potuti sentire per tanti motivi – se c’è l’urgenza e l’imminenza di
approvarla subito, ora, o abbiamo la
possibilità di farlo con calma, insieme al Presidente della
Commissione, attraverso un ragionamento
più ampio, di condivisione e concertazione con tutti, partendo dai sindaci,
dagli Enti locali, dalle associazioni e da tanti altri che hanno a cuore le
sorti della Calabria ed in questo momento, in particolare, questa questione,
che è l’urbanistica.
Se ci sono i tempi e non è urgente, se
l’assessore ci risponde, così abbiamo la possibilità di dare uno strumento probabilmente
più completo ed arricchito di tante altre questioni. Assessore, se gentilmente
ci può rispondere su questo.
Per quanto riguarda le questioni di leggi
regionali di questa importanza, chiedo al Presidente della Commissione bilancio
di farsi carico, di dare il tempo a noi della Commissione di poter lavorare con
calma e tranquillità. Grazie.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri interventi, chiedo alla
Giunta. Presidente Oliverio, prego.
Rapidamente, perché i documenti che sono stati presentati e che
sono in possesso dei consiglieri, ovvero la relazione istruttoria del Quadro
territoriale regionale, sono abbastanza esaurienti nel merito. Intervengo per fare una
considerazione di ordine generale.
Portiamo all’approvazione del Consiglio uno strumento – vorrei ricordarlo – il cui iter è incominciato da due
legislature, legislatura Presidenza Loiero e legislatura Presidenza Scopelliti.
Vorrei essere chiaro da questo punto di vista.
Perché portiamo questo provvedimento
all’approvazione del Consiglio? Perché siamo neutri rispetto alle scelte? No,
lo portiamo all’approvazione del Consiglio, quindi lo poniamo alla riflessione
del Consiglio perché questo è uno strumento che è stato oggetto di una
consultazione ampia, a partire dalla legislatura 2005-2010 e seguenti. Io lo
posso testimoniare perché, in qualità di Presidente della Provincia in questo
arco di tempo, ho avuto modo di partecipare alle consultazioni. Qui sono
richiamate, sono state 39 le consultazioni che hanno visto coinvolti i sindaci,
i Presidenti delle Province, le forze sociali, tutto il partenariato che la
legge doveva coinvolgere per la definizione di questo strumento.
Perché facciamo una scelta di merito, partendo
dallo stato dell’arte e la proponiamo al Consiglio? Riteniamo che i tempi siano
maturi perché la Calabria sia dotata di un QTR, di un Quadro territoriale
regionale a valenza paesaggistica e, naturalmente, assumiamo l’iter di due
legislature, considerandolo maturo da questo punto di vista, e proponendolo al
Consiglio per l’approvazione. Naturalmente, nel fare questo…
(Interruzione del consigliere Tallini)
Scusi,
mi faccia finire, consigliere Tallini. Non sto rigettando le sue osservazioni. Se mi fai finire, si renderà conto che
non sto rigettando né le sue osservazioni, né
quelle del consigliere Nucera. Lo proponiamo alla valutazione del Consiglio
partendo dallo stato
dell’arte, perché riteniamo urgente dotare la Calabria di uno strumento come
questo. Nel fare questa affermazione, aggiungo che, chiaramente, questo non può
significare sottrarsi alla valutazione della nuova Assemblea, perché la
precedente Assemblea, della quale parte di voi erano anche componenti, ha avuto
modo anche di intervenire su questo strumento, di valutarne il merito ed i
contenuti nelle Commissioni, eccetera.
In linea generale, avendo seguito l’iter da
un’altra postazione, non ho nessuna remora a dire che le scelte di questo
strumento, nelle larghe linee, le condivido. Ecco perché lo riproponiamo, ed è
il primo punto.
Secondo punto: non ho nessuna difficoltà, se –
come è stato posto – si pone l’esigenza di un ulteriore approfondimento, di
dire: “diamoci un mese di tempo, entro gennaio lo riportiamo in Aula, al fine
di averne piena consapevolezza per chi non lo abbia fatto, sapendo che
l’assunzione di questo strumento in termini urgenti, come noi proponiamo, è
indispensabile e non compromette la possibilità di riaprire successivamente una
discussione per correzioni, aggiustamenti, eccetera, senza far ripartire l’iter
da zero, perché questo significherebbe – ecco la ragione per cui ne proponiamo
l’approvazione dell’Aula – perdere anche questa legislatura e, magari, anche
l’altra che verrà, significherebbe ripartire per ripercorrere gli stessi tempi
che già abbiamo alle spalle.
Non sono d’accordo su questo, perché credo che
sia più urgente per la Calabria, per il territorio calabrese, avere uno
strumento magari insufficiente, necessario di ulteriori approfondimenti, che
non averne nessuno, perché non avere nessuno strumento ha determinato la
situazione in cui ci troviamo.
Se c’è questa esigenza, fermo restando che ci
diamo una scadenza, quella di un mese, un mese e mezzo, decidiamo quello che
vogliamo fare, ma comunque non deve essere ulteriormente rinviato sine die, perché se
così deve essere, è meglio approvarlo adesso.
Sulla base di questa motivazione, chiara, che
esprime la nostra volontà, la volontà della Giunta regionale, di dotare
immediatamente la Calabria di uno strumento di questa portata e di questa
valenza, se – come è stato sottolineato – c’è la necessità di un mese…
(Interruzione)
Diciamo entro il 30 gennaio per approfondire
bene, fermo restando che sin da stasera ci deve essere l’impegno che, entro il
30 gennaio, si porterà in Aula per l’approvazione, che non significa non
poterci ritornare successivamente, per integrare, correggere, ma che significa
volontà di dotare la Calabria di uno strumento fondamentale, per il quale c’è
stato un concorso di tutto il territorio, delle Province, dei Comuni, ci sono
stati 39 incontri tra la legislatura Loiero e quella Scopelliti. Come vedete,
io vado al merito della questione, senza farmi problemi di altra natura.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Nucera, ne ha facoltà.
Solo
per ringraziare il Presidente, per la sensibilità che ha avuto e, se siamo
d’accordo, presidente Irto, noi della Commissione prendiamo l’impegno che da
domani possiamo lavorare su questo testo e al prossimo Consiglio si porterà
come primo punto all’ordine del giorno.
La proposta della Presidenza
è questa: intanto, comunico al consigliere Tallini e al Consiglio regionale che dal 22 dicembre, sul sito
internet del Consiglio regionale nella pagina di ognuno di noi, allegata
all’ordine del giorno c’era tutta la documentazione che è di oltre 4 tomi,
quindi se non la vedete stampata e consegnata, era per mantenerla in file
accessibili a tutti. Già dal 14 dicembre è caricata ed è a disposizione dei
consiglieri regionali. Se non è stata stampata, è solo per il volume molto
ampio.
Quindi adesso rinviamo questo punto all’ordine del giorno, lo
assegniamo alla quarta Commissione per una discussione lì e un passaggio al
successivo Consiglio regionale. Insomma, chiediamo alla quarta Commissione di
dare un parere prima del prossimo Consiglio regionale, in modo che al prossimo
Consiglio questo possa essere messo all’ordine del giorno.
Pongo in votazione la proposta di rinvio.
(Il
Consiglio approva)
La proposta del QTR è rinviata ad un passaggio in quarta Commissione per
il parere, e se sarà favorevole, andrà alla prossima seduta del Consiglio
regionale.
Passiamo all’ottavo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 100/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica alla legge regionale numero 35 del 19 ottobre 2015 e s.m.i. – Procedure per la denuncia degli interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica”.
La parola al consigliere Bevacqua, relatore del provvedimento.
Nel ringraziare il presidente Oliverio per la sua sensibilità e per la considerazione nei
confronti della
Commissione, vorrei
preliminarmente dire, che questo
provvedimento in Commissione – mi rivolgo al collega Nucera – non è mai
arrivato, perché se fosse stato
assegnato, l’avremmo esaminato e licenziato nei tempi dovuti, così come abbiamo
fatto per gli altri nel più breve tempo possibile. Quindi solo per onor di
verità e di onestà intellettuale.
Oggi siamo ben lieti di avere assegnato questo
provvedimento, che sicuramente esamineremo velocemente, così come abbiamo fatto
con gli altri, per arrivare in Consiglio regionale, da qui a un mese, con una
nostra visione e un nostro parere.
Quindi ringrazio l’assessore ed il Presidente
per aver aderito all’invito fatto dal consigliere Tallini
e dal consigliere Nucera, entrambi componenti della quarta Commissione.
Per quanto riguarda il disegno di legge che
stiamo per approvare, è un disegno di legge che nasce dalla necessità di
evitare il vuoto normativo che si verrebbe a creare il prossimo 31 dicembre,
allorché scadrà il termine per la presentazione, mediante l’attuale sistema
misto cartaceo-digitale, dei progetti relativi alla
denuncia degli interessi di carattere
strutturale e alla pianificazione territoriale in prospettiva sismica.
L’adozione del nuovo sistema telematico,
denominato “Sismica”, corrisponde ad una mirata scelta di carattere economico,
consentendo – in tempi ragionevoli – la sostituzione del vecchio sistema
cartaceo con l’autorizzazione telematica, e questa mi sembra una grande novità,
infatti all’articolo 1 stabilisce la creazione di una piattaforma informatica
messa a disposizione della Regione, attraverso la quale procedere alla
digitalizzazione dell’intero sistema di rilascio dell’autorizzazione sismica,
inclusa l’istruttoria, il rilascio pareri ed ogni altro adempimento inerente la
pratica stessa, che avverrà in forma telematica con firma digitale.
Anche qui, devo dire con estrema soddisfazione,
che le osservazioni prodotte dai soggetti auditi in
sede di Commissione sono state, in buona sostanza, recepite mediante gli
emendamenti, e ringrazio l’assessore Musmanno per
aver condiviso con noi queste modifiche, che innanzitutto intervengono opportunamente
sui tempi di redazione del Regolamento attuativo della legge, 120 giorni in
luogo dei 90 previsti in precedenza, nonché in relazione alla durata del
periodo transitorio, che da quattro mesi passa a sei, consentendo così alle
strutture e ai professionisti di avere il tempo necessario per adeguarsi.
Oggetto di particolare approfondimento è stata
la definizione di tempi certi per il rilascio delle autorizzazioni, i quali
necessitano di un rafforzamento delle strutture per non rischiare di intasare
l’opera del dipartimento regionale preposto.
Ecco perché è sembrato opera di buonsenso –
caro assessore – rinviare al redigente Regolamento attuativo previsto
dall’articolo 17, la definizione di un tempo congruo che contemperi alle
esigenze dei professionisti e del dipartimento, avendo come obiettivo quello di
garantire un efficace controllo sui progetti, ma anche quello di non bloccare
oltremodo l’attività edilizia pubblico-privata.
Ferma restando, perciò, la necessità del
potenziamento – questa è un’osservazione che faccio – della struttura tecnica
regionale, rinnovando l’invito all’assessore affinché il Regolamento di
attuazione della legge sia frutto di un’ampia convergenza con tutti i soggetti
interessati, al fine di rendere più agevole e produttiva la riforma in
questione. Allo stesso modo, mi pare condivisibile la proposta di consentire
agli uffici tecnici comunali di accedere al sistema a seguito di una semplice
comunicazione via Pec.
E’ bene sottolineare che lo snellimento
complessivo delle procedure non va in alcun modo – per rispondere anche ad
alcune osservazioni – ad intaccare la rigorosità dei controlli anzi, proprio
l’utilizzo della trasmissione digitale, e il contestuale rafforzamento delle
strutture dipartimentali, consentirà una tutela più puntuale e certa del
territorio, il che, per le caratteristiche geomorfologiche della nostra
regione, riveste un’importanza primaria ed essenziale.
L’ultima osservazione, anzi, l’ultimo invito
che faccio all’assessore, è opportuno che, previsto il rafforzamento delle
strutture regionali, sia operato senza l’utilizzo di consulenze esterne, al
fine di restare in linea con quel principio di risparmio e riduzione dei costi,
che tutti noi ci siamo dati come obiettivo sin dall’inizio di questa
consiliatura.
PRESIDENTE
A questo punto, chiederei all’assessore Musmanno di relazionare sul provvedimento.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il disegno di legge numero 100 di iniziativa della Giunta regionale intende modificare la vigente legge regionale numero 35 del
2009, al fine di consentire un graduale adeguamento delle strutture tecniche
regionali alle nuove procedure informatiche.
La normativa sismica, nel tempo, ha
richiesto sempre maggiori controlli da parte degli enti preposti, sia in fase
preliminare di approvazione dei progetti,
sia nella successiva fase esecutiva, controlli che si sono tradotti in una serie di iniziative, tra cui proprio l’emanazione
della legge regionale numero 35 del 2009. Quest’ultima ha introdotto un sistema
di trasmissione telematica dei progetti associato alla tradizionale procedura
di presentazione in forma cartacea. Tutto ciò, però, non è stato sufficiente a
snellire il sistema che è rimasto, di fatto, prevalentemente cartaceo.
La proposta di legge prevede la completa digitalizzazione della
procedura di trasmissione dei progetti, nonché di tutti gli atti ad essa
attinenti, eliminando il cartaceo. Di conseguenza, sia l’istruttoria che tutti
gli altri atti avverranno in forma telematica, attraverso l’utilizzo di una
piattaforma.
Quest’ultima è stata già realizzata con copertura finanziaria in parte
sul Por 2007-2013, ed in parte con fondi
regionali del capitolo dedicato alla normativa sismica.
Il sistema prevede anche una piena
integrazione col protocollo regionale, per cui il progettista, trasmettendo la
documentazione progettuale dal proprio studio tramite il sistema informatico,
potrà ottenere anche la protocollazione automatica dello stesso, senza recarsi
presso gli uffici regionali.
L’introduzione del nuovo sistema determinerà
vantaggi ed anche la riduzione di costi per l’amministrazione regionale; si
determinerà, infatti, un minore afflusso di utenti presso gli uffici regionali,
un minor carico di lavoro per gli addetti alla protocollazione e una
consistente diminuzione di spesa per la tenuta degli archivi.
La proposta in oggetto, pertanto, emendata in
legge regionale numero 35 del 2009, consente di fatto la sostituzione integrale
del vecchio sistema cartaceo e la piena operatività dei professionisti
nell’utilizzo della nuova procedura telematica.
Per venire incontro alle esigenze avanzate dai
professionisti stessi, inoltre, questa legge proroga di quattro mesi il regime
transitorio, portando il termine precedentemente individuato dall’articolo 5,
comma 13, della legge 56/2013 di modifica della legge 35, dal 31 dicembre 2015
al 30 aprile 2016.
Visto che il consigliere Bevacqua
ringrazia il sottoscritto, mi permetto anch’io di ringraziare sia lui, che
tutti i membri della Commissione, per l’utilissimo confronto che abbiamo avuto
durante le audizioni, che ci ha consentito di tracciare un profilo, che sposo
pienamente, circa le opportunità future di ascoltare le parti interessate e di
produrre Regolamenti che siano partecipati sin dal momento del concepimento.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Vorrei
ringraziare l’assessore che in maniera zelante
assolve al suo compito e annunciare il voto favorevole a questo provvedimento; ricordo
– lo ha fatto egli stesso – che la concertazione, il confronto, cosi come è
avvenuto, è l’unico metodo che ci mette nelle condizioni di migliorare i procedimenti
che noi portiamo in Assemblea e soprattutto di non creare un distacco tra questo
Consiglio regionale, tra la Regione Calabria, i cittadini e le categorie, che
se possono partecipare e contribuire agli atti legislativi che, poi, in maniera
definitiva, approviamo in quest’Aula.
Secondo me si sentono parte
integrante dei procedimenti, così si possono evitare i problemi che sicuramente avremo – e lo dico
già da adesso – rispetto alle modifiche della legge urbanistica regionale, per la quale a me è sembrato che un
approfondimento fosse quasi necessario, quasi d’obbligo.
Non voglio criticare nessuno in particolare, ma penso che la forzatura
fatta sull’approvazione della modifica, sostanziale e non parziale alla legge
urbanistica sia un errore che, prima di tutto, si ritorcerà contro questo
Esecutivo, che farà indignare tanta gente e che ci farà capire meglio che quello
è un metodo sbagliato di lavorare.
Mi auguro, quindi, che ci possa mettere nelle condizioni di correggere questi
errori. Dal punto di vista politico, ognuno si assume la responsabilità, io ho
messo agli atti quello che dovevo mettere e quindi sono intervenuto per annunciare
il voto favorevole del Gruppo Misto al provvedimento presentato dall’assessore Musmanno.
Non ci sono altri interventi, pertanto si
passa all’esame dell’articolato. Sono stati presentati emendamenti. Il primo è
il protocollo numero 57713/1 a firma del consigliere Bevacqua: “In tutto il
presente testo legislativo le parole «SISMICA» sono sostituite con “piattaforma
informatica messa a disposizione dalla Regione Calabria”, riguarda l’intero provvedimento.
La parola al consigliere Bevacqua.
L’emendamento
prevede: “In tutto il presente testo legislativo
le parole «SISMICA» sono sostituite con “piattaforma informatica messa a
disposizione dalla Regione Calabria”.
Questo emendamento si rende necessario
al fine di chiarire il principio di contenimento dei costi che ha ispirato l’adozione del
nuovo sistema informatico.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57713/1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
All’articolo 3 c’è un emendamento, a firma del consigliere Bevacqua, il protocollo
numero 57713/2: “Art. 3, comma 4:
Al primo periodo, dopo la parola «progettista» va espunta la parola
«responsabile»”.
Prego, consigliere Bevacqua.
Questo emendamento
si rende necessario al fine di accelerare la procedura, offrendo la
possibilità di coinvolgere le professionalità
presenti nella struttura. Quindi propongo all’articolo 3, comma 4: “Al primo periodo,
dopo la parola «progettista» va espunta la parola «responsabile»”.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57713/2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3, per
come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 4 c’è un emendamento, protocollo numero 57713/3, a firma del consigliere Bevacqua: “Art. 4, comma 2. Al secondo
rigo, dopo le parole «variante progettuale da», vanno espunte le parole
«denunciare preventivamente nel rispetto della presente legge» sostituendole
con le seguenti «denunciarsi con le modalità e le tipologie contenute nel
Regolamento regionale di attuazione della presente legge»”.
Prego, consigliere Bevacqua.
Anche questo emendamento si rende necessario per consentire al Regolamento di attuazione di esplicitare la normativa di dettaglio, quindi propongo che all’articolo 4, comma 2, al secondo rigo, dopo le parole «variante progettuale da», vanno espunte le parole «denunciare preventivamente nel rispetto della presente legge», sostituendole con le seguenti «denunciarsi con le modalità e le tipologie contenute nel Regolamento regionale di attuazione della presente legge».
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57713/3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4 per come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
All’articolo 17 c’è un emendamento con protocollo numero 57713/4 a firma del consigliere Bevacqua: “Art. 17,
comma 1. Al primo rigo la cifra «90» va sostituita con la cifra «120» e la parola in parentesi tonda «novanta» con «centoventi».
Al comma 2 dell’articolo 17, al quarto rigo, dopo «prorogato di», la parola
«quattro» va sostituita con la parola «sei»”.
Prego, consigliere Bevacqua.
Questo emendamento
si rende necessario per consentire alle strutture e ai professionisti di avere il
tempo necessario per adeguarsi alla nuova procedura. Quindi propongo che all’articolo
17, comma 1, al primo rigo la cifra «90»
va sostituita con la cifra «120»
e la parola in parentesi tonda «novanta»
con «centoventi».
Poi al comma 2 dell’articolo 17, al quarto rigo, dopo «prorogato di», la parola «quattro» va sostituita con la parola «sei».
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 57713/4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 17 per come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge
nel suo complesso, per come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il provvedimento è approvato per come emendato, con autorizzazione
al coordinamento formale.
Passiamo al nono punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 89/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga del termine di cui all'art. 2 bis della legge regionale 12 aprile 2013, numero 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi).
La parola al relatore del
provvedimento, il consigliere Bevacqua.
Signor
Presidente, con il parere espresso in Commissione sulle linee-guida
relative al prossimo Piano dei rifiuti, avevamo già avviato
una discussione franca ed aperta, ascoltando le associazioni ambientaliste, i Comuni,
le organizzazioni di categoria e i tanti comitati presenti sui territori.
Non
saremmo, pertanto, onesti con noi stessi, se dicessimo di non aver registrato
in tali audizioni alcuni elementi di perplessità per il perdurare di una situazione
emergenziale, così come la preoccupazione per il dispendio di risorse
finanziarie, in parte destinate ad impianti privati, in ragione della proroga
che stiamo per approvare.
E’ altrettanto
vero – e questa credo che sia una nota da evidenziare – che abbiamo preso atto
della sostanziale condivisione del provvedimento da parte degli organismi rappresentanti
gli enti locali, a cominciare dall’Upi e dall’Anci nonché dai sindaci dei Comuni capoluogo, i quali hanno
pienamente compreso che si tratta di un passaggio obbligato lungo il percorso
tracciato, che condurrà all’uscita definitiva dello stato di emergenza nel settore
dei rifiuti.
Alla luce, infatti, della rapida evoluzione normativa
che ha interessato la legislazione comunitaria e nazionale di settore, sono
oggi vigenti i criteri chiari rispetto alla nozione di gerarchia dei rifiuti,
determinando un ordine di priorità. Il centro propulsore della nuova politica regionale
in materia di rifiuti sarà guidato, infatti, dalla volontà affermata a chiare
lettere di tendere all’obiettivo zero discariche, essendo predisposto un ordine
di interventi finalizzato a consolidare il concetto basilare che, di fronte al riciclaggio
e al recupero, il conferimento in discarica deve rappresentare solo una scelta
residuale di smaltimento.
Questa amministrazione regionale ha fissato
per la prima volta dei paletti temporali precisi e stringenti, rispetto ai
quali il testo che approda oggi in Aula ha il compito di permettere la gestione
del contingente, dettando la necessaria disciplina transitoria, per scongiurare
il rischio concreto di mancato smaltimento ed accumulo dei rifiuti sul
territorio calabrese.
E’ chiaro, però, che la discussione vera sarà
aperta in tutte le sedi deputate durante la prossima predisposizione del nuovo
Piano di gestione dei rifiuti. Così come ho anticipato in Commissione, sarà
quello il momento della verità, il momento che richiederà l’apporto costruttivo
dei colleghi consiglieri, delle associazioni e di tutti i soggetti interessati.
Questa fase, che si aprirà all’inizio del
nuovo anno, dovrà realizzare la nuova visione nella gestione dei rifiuti, portata
avanti dall’attuale amministrazione.
Auspico che il nuovo corso rispetti i tempi
prefissati, altrimenti, caro assessore Rizzo, quel consenso che abbiamo avuto
modo di registrare sull’elaborazione delle linee-guida, verrà senza dubbio meno
e, cosa ancor più grave, la Calabria resterà prigioniera di una situazione che
diventerà sempre più insostenibile.
La tabella di marcia non dovrà, inoltre,
impedire di porre mano a quelle realtà nelle quali è possibile agire subito,
come ad esempio nel caso della criticità, evidenziato in Commissione dal Presidente
del Consorzio “Locride Ambiente”, laddove appaiono
non più sopportabili dalle popolazioni residenti i cattivi odori provenienti
dall’obsoleto impianto di trattamento della frazione organica, così come
risulta mai messa in funzione la linea del secco. Qui manca soltanto l’autorizzazione
della Regione.
Dico questo per onore di cronaca, anche per
dare conto delle audizioni svolte in Commissione.
Il governo regionale e il Consiglio devono farsi
carico immediatamente di queste e di altre situazioni simili.
Caro Presidente del Consiglio, caro Presidente
della Giunta, cari colleghi, è dalla soluzione di tali problematiche che
dipenderà il successo o il fallimento di questa consiliatura. Mettiamoci, pertanto,
tutti a remare di buona lena nella stessa direzione, senza tentennamenti, senza
paura e senza mediazioni rivolte al ribasso. Lavoriamo per garantire ai calabresi
l’ambiente sano e vivibile che il buon Dio ci ha donato e auguriamoci che il
nuovo anno ci dia la forza necessaria per affrontare seriamente queste
problematiche.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire l’assessore Rizzo.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la proroga della legge di
cui ha appena parlato il Presidente
della Commissione, il consigliere Bevacqua, è non
solo un atto dovuto, ma soprattutto un atto condiviso con il Ministero
dell’ambiente, con il quale abbiamo avuto modo di collaborare fattivamente
nella presentazione delle linee-guida del Piano dei rifiuti, al
quale Ministero abbiamo spiegato che la situazione che vive la Regione
Calabria è del tutto particolare, venendo fuori da un lungo periodo di commissariamento
che non ha consentito, in questi anni,
una vera e propria pianificazione ma che ha, invece, imposto di rincorrere l’emergenza
con investimenti esclusivamente nelle discariche, senza pensare ad un programma
che guardasse – come ha appena detto il consigliere Bevacqua, che ringrazio per il lavoro svolto insieme a tutti gli altri membri della Commissione in Commissione
e soprattutto per la possibilità di aver concertato anche con i sindaci e con i
Presidenti delle Province la necessità di questa proroga –al
ciclo integrato dei rifiuti.
Quello che ci prefiggiamo con la proroga che poniamo alla votazione questa sera è
proprio la necessità di utilizzare gli impianti privati, senza che vi siano aggravi di spesa,
ma naturalmente restando in quella che era la previsione del bilancio 2015, di
quasi 4 milioni di euro per quanto riguarda i mesi che vanno da ottobre a
dicembre e di circa 16 milioni di euro per l’annualità 2016-2017, utilizzando gli impianti privati che sono autorizzati, che
consentano lo smaltimento, quindi il conferimento in discarica, del tal quale
trattato e anche dei residui della raccolta differenziata.
Mi rendo conto che può apparire strano che si
faccia ancora ricorso ad una proroga, che diventa, però, necessaria perché la pianificazione
- che noi abbiamo già illustrato con la presentazione delle linee-guida e che
sarà poi presentata nel prossimo Piano per i rifiuti - prevede, così come
stabilito dalla Direttiva 98 del 2008 della Comunità europea, il raggiungimento
dell’autosufficienza attraverso il revamping, quindi
la messa in sicurezza dei sette impianti pubblici che richiederanno non solo le
gare che sono già partite, ma anche un’attuazione, con circa un anno di tempo
di gestione di questi impianti, e la creazione di nuovi tre impianti e, nelle
more, anche l’utilizzo della transfrontaliera che – come sapete – è stata già oggetto
di una gara d’appalto ed è stata già aggiudicata.
Quindi il termine del 31 dicembre 2017,
condiviso anche con il Ministero dell’ambiente, è un termine che ci consente di
portare avanti questo programma, quindi di realizzare le gare europee che hanno
una durata di circa 365 giorni e di procedere, poi, alla costruzione di nuovi
impianti. Questo ci consente di parlare in maniera molto chiara ai cittadini
calabresi, senza dover ricorrere ad ulteriori proroghe, perché se avessimo
pensato ad una proroga un po’ più vicina nel tempo, sicuramente non saremmo
stati realisti, perché la realizzazione degli impianti, almeno dei primi tre
impianti con i quali vogliamo partire, richiede questi tempi.
Nel ringraziare ancora la Commissione, accolgo
l’invito del Presidente, da domani stesso possiamo metterci a lavorare per l’attuazione
del Piano.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Mi
sono avvicinato alla Presidenza per capire il criterio della redazione dell’ordine del
giorno, pensavo che questo punto fosse stato inserito come ultimo per prendere
per stanchezza l’Aula, invece mi hanno detto – ed io do anche merito alla
trasparenza con cui si redige l’ordine del giorno – in ordine di arrivo delle
pratiche, quindi anche se politicamente poteva essere un interesse discutere questa
iniziativa prima di quelle precedenti sarebbe stata inserita dopo.
Mi permetto di osservare, proprio perché ritengo che quello che stiamo
facendo è un atto importantissimo per i destini della nostra Regione,
l’ambiente, la raccolta dei rifiuti, è una delle problematiche che, se
affrontata bene e risolta, ci può portare quell’immagine che, finora, invece,
non siamo riusciti a vedere; anzi abbiamo visto in senso contrario, però mi
permetto di osservare le seguenti questioni.
La delibera di Giunta regionale 381 del 13 ottobre 2015, che attua la
legge regionale 14 dell’11 agosto 2014, nonostante fosse stata preparata,
confezionata e presentata agli uffici della segreteria di Giunta alla fine
della legislatura precedente, cioè esattamente ad ottobre 2014, è stata
pubblicata sul Burc solo in data 23 novembre 2015, quindi con oltre un anno di
ritardo; cioè una delibera che non faceva altro che recepire la normativa
nazionale in termini di raccolta dei rifiuti solidi urbani, proposta portata
alla segreteria e praticamente sottoposta alla Giunta, è stata adottata
soltanto dopo un anno e solo il 23 novembre 2015, quindi con oltre un anno di
ritardo.
Solo da tale data, quindi, le comunità d’ambito, costituite da tutti i
Comuni rientranti nel territorio di una provincia, ossia gli organismi che per
legge sono i soli deputati a determinare la tariffa e ad espletare le gare,
possono essere costituite e pertanto legittimate ad espletare i compiti loro
attribuiti per legge.
Ai sensi della normativa nazionale vigente, legge 148/2011, infatti “le
funzioni di organizzazione dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza
economica, compresi quelli appartenenti al settore dei rifiuti urbani di scelta della forma di gestione di determinazione
delle tariffe dell’utenza per quanto di competenza di affidamento alla gestione
e relativo controllo, sono esercitate unicamente dagli enti di governo degli
ambiti o bacini territoriali ottimali cui gli enti locali partecipano
obbligatoriamente.
Qualora gli enti locali non aderiscano ai
predetti enti di governo entro il 1° marzo 2015, il Presidente della Regione
esercita, previa diffida dell’ente locale ad adempiere entro il termine di 30
giorni, i poteri sostitutivi”.
Le motivazioni del ritardo di un anno sono di
semplice intuizione: ritardare la costituzione degli enti di governo d’ambito,
cui spettano i compiti come precisati, impedendo nella sostanza la
determinazione della tariffa per ogni intero ambito provinciale e
l’espletamento delle gare per l’individuazione del soggetto gestore.
La proroga cela, però, con scarsi risultati il
maldestro tentativo di questo ente, del Presidente di questo ente, di
appropriarsi indebitamente e contra legem
della gestione delle gare d’appalto per l’individuazione del gestore del
sistema integrato dei rifiuti solidi urbani: spazzamento,
raccolta dei rifiuti, raccolta differenziata, trattamento e smaltimento, il
tutto a svantaggio di noi cittadini calabresi, che saremo costretti a pagare
per altri due anni tariffe raddoppiate sui rifiuti.
Vi è di più: il presidente Oliverio,
mediante la proroga di due anni, intende concedere a trattativa privata – noi
siamo qua per sentire un’eventuale sua smentita – l’intero servizio regionale
per la gestione dei rifiuti.
La domanda sorge spontanea:
chi saranno i fortunati gestori? A quale prezzo per noi cittadini calabresi? Quanto ci è costato quest’anno di ritardo sull’attuazione della legge
regionale 14 dell’agosto del 2014? Questo modo di fare, sicuramente non condiviso, né tantomeno condivisibile da parte
di noi minoranza, ma pensiamo nemmeno da parte di tutti i cittadini calabresi,
porterà i singoli Comuni a farsi soggetti attivi nella commissione di reati, al
fine di garantire il servizio comunale dei rifiuti e tutelare la salute umana e
l’ambiente, valori di rilevanza costituzionale, aggiudicando con gara o
assegnando con trattativa privata il servizio di competenza esclusiva delle
comunità d’ambito, quindi violando la legge.
Se quanto detto finora preoccupa, si immagini
lo stato d’animo di noi cittadini calabresi, quando pensiamo che il presidente Oliverio non ha alcuna strategia per la soluzione della
problematica, limitandosi le sue azioni, fino ad oggi, ad essere un copiato!
Ha, infatti, ribadito le linee-guida dettate dalla precedente amministrazione,
ma stasera abbiamo sentito che, contrariamente al passato, è anche contento di
andare in continuità, ad una promessa: quella della redazione del piano sulla
gestione dei rifiuti.
Su quest’ultimo punto si rammenta che il
Presidente ha preteso dalla Commissione ambiente un parre relativo alle
linee-guida per la stesura del Piano regionale sui rifiuti, omettendo ogni
riferimento ai rifiuti speciali, i quali sono altamente rilevanti per lo
sviluppo dell’economia calabrese, rappresentando materia primaria per
l’insediamento di nuove imprese.
Si ricorda che i rifiuti speciali sono
costituiti, tra l’altro, dai fanghi di depurazione, principali responsabili
dell’inquinamento marino, anche con ricaduta diretta sul turismo e quindi
sull’economia calabrese, e da tutte le frazioni dei rifiuti urbani provenienti
dalla raccolta differenziata, alluminio, plastica, carta, cartone, vetro,
eccetera, eccetera, che allo stato attuale possono essere vendute al Conai – Consorzio obbligatorio per il ritiro delle frazioni
derivanti dalla raccolta differenziata – e successivamente, dopo la
realizzazione dell’adeguamento degli impianti tecnologici d’ambito, potranno
essere utilizzati quali fonti primarie delle nuove imprese che nasceranno nel
territorio calabrese.
Per quanto sopra, non volendo evidenziare la
rilevanza anche penale, perché ci potrebbero essere anche questi aspetti, in
questa sede voglio sottolineare soprattutto l’incostituzionalità della proposta
in questione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Attendevo che ci fossero interventi da
parte della maggioranza. Intervengo su questa proposta anche un po’ per fatto
personale, Presidente. Vado a di che cosa stiamo parlando. Lo spiego a qualche
giornalista presente, lo spiegheremo nei prossimi giorni ai calabresi: stiamo
parlando di quello che noi abbiamo subìto! Abbiamo amministrato una Regione in
cui abbiamo scoperto che il commissariamento, avendo speso circa 1 miliardo,
non aveva consegnato impiantistica adeguata alla Calabria per consentirle
l’autosufficienza delle aree nord, centro e sud, su raccolta, smaltimento, su
tutto quello che riguarda il mondo dei
rifiuti.
Io ricordo che, all’epoca, si rese necessaria
– non vedo qui, tra l’altro, qualche collega che collaborava anche con l’allora
assessore Pugliano, che a nostro avviso aveva fatto un buon lavoro – in attesa
di mettere in campo procedure di gara e quello che l’assessore ha rappresentato
(revamping, le strutture esistenti), una
manifestazione d’interesse per i Comuni sull’area nord. Ricorderanno i
giornalisti che il Comune di Bisignano, ad esempio, aderì a quella
manifestazione d’interesse su un impianto attrezzato.
All’epoca, responsabilmente, abbiamo anche
rivotato il provvedimento portato all’inizio di legislatura da questa
maggioranza per dire che era giusto intervenire con quello strumento.
Oggi, consigliere Bevacqua,
ci va la sua firma; però, io voterò contro questo provvedimento in parte per le
motivazioni di carattere più tecnico spiegate dal consigliere Tallini.
Io ebbi la fortuna di presentare un
emendamento a nome e per conto della Giunta come consigliere regionale; l’emendamento che
cosa concedeva e concede ancora? Visto che non abbiamo impianti a sufficienza
per essere autosufficienti nella gestione dei rifiuti, concediamo una proroga –
che è quello che aveva fatto il commissariato rifiuti – alla gestione di quei
siti autorizzati privati per non avere i rifiuti per strada. Allora mi sembrava
intelligente ed utile per evitare l’allarmismo che anche oggi voi subite, oggi
un po’ meno.
Consigliere Bevacqua,
non sarà più il famigerato – come aveva scritto il Pd di Catanzaro, il Pd di
Cosenza, il Pd della pre-Sila rossa di Celico –
emendamento Orsomarso, perché questo si deve chiamare legge, non dico Oliverio, che finalmente ha un assessore all’ambiente e un
consigliere che, giustamente e responsabilmente, propone un emendamento che
serve alla Calabria. Abbiate il coraggio di scrivere, perché non è più la
proroga dell’emendamento Orsomarso, perché io non lo voto a distanza di due
anni, perché in due anni doveva essere messo in campo un intervento che andava
a colmare quel gap, nel senso che le gare sarebbero dovute essere già
pronte. Lo faccio non con la retorica di chi vi dice che state facendo una cosa
sbagliata in assoluto, perché era purtroppo necessario per i ritardi. Tra
l’altro ve lo dice chi, nel firmare quell’emendamento, non sapeva neanche di
quali discariche si trattasse, non sapeva neanche che esistesse una discarica
fatta dal centro-sinistra, dai governi di quel territorio a Celico,
che ha una sua bellezza paesaggistico-ambientale,
verso cui bisogna guardare con grande attenzione. Ma non faccio populismo,
retorica! Quella norma, frutto di un emendamento da me presentato, è stata
utilizzata, sempre per fare la polemica, da quel Pd che, ancora oggi in queste
ore, Presidente, a lei fa la polemica.
Comprendo quanto sia difficile spiegare che,
nell’emergenza, tra i rifiuti per strada e l’utilizzo di quelle discariche
private che altri hanno autorizzato in altre stagioni, è un atto di
responsabilità; però oggi la responsabilità di Orsomarso che l’ha rivotata la
prima volta, a distanza di un anno, con purtroppo un’inerzia che si è
accumulata, la comprendo e comprendo anche le vostre difficoltà, perché io
incoraggio l’assessore ad andare velocemente a dotare la Calabria di
un’autosufficienza su cui noi ci siamo velocemente posti in carreggiata, anche
rispetto a chi ha raccontato bugie dicendo che non si era fatto nulla. Si è
fatto tantissimo, compreso quell’emendamento, quando ad aprile 2013 ci sono
state consegnate “le chiavi” senza un’impiantistica funzionante che garantiva
il risparmio.
Senza polemica con il vostro intervento, ma
registro per una volta, finalmente, che vi assumete la piena responsabilità;
irresponsabili invece i rappresentanti dei vostri partiti che siedono nei
Consigli comunali e che l’hanno chiamato – Presidente, io non lo farò e lo
chiamerò, invece, intervento straordinario - famigerato emendamento Oliverio o Bevacqua; avevano
polemizzato addirittura come se ci fosse una cointeressenza; vivaddio, io in
quel settore non conoscevo nessuno, perché la logica – che a noi non appartiene
– di crocifiggere le persone dando notizie vere o verosimili, io la rifuggo per
cultura, e la logica di chi amministra è di assumere le responsabilità.
Quindi, consigliere Bevacqua,
in bocca al lupo! Sarò a sostenerla quando qualcuno scriverà, magari della mia
parte, “famigerato emendamento o legge Bevacqua” per
l’utilizzo degli impianti privati, perché questo trattamento io l’ho subìto
prima di lei. Oggi non possiamo – ripeto – continuare a dare un parere
favorevole, ma al massimo di astensione o, convinto dalle motivazioni di Tallini, anche contrario; è un momento di civiltà e lo
faccio anche per questo. Comprendo le vostre difficoltà, ma riteniamo che
prorogarlo fino al 2017, quando noi siamo stati crocifissi, erroneamente,
irresponsabilmente, per una proroga di un anno, ci sembra un po’ esagerato
rispetto al lavoro che andava fatto.
Quindi anche questa – mi rendo conto – è una
norma utile rispetto a quella vacatio o
comunque non programmazione che anche noi abbiamo subìto; però che oggi si
prenda a piene mani la responsabilità e lo si chiami con nome e cognome. Che
nessuno scriva che è la proroga dell’emendamento Orsomarso. E’ una nuova legge,
giusta, utile che, però, non viene dal passato, perché quello è scaduto, ha
avuto la prima scadenza, prorogata anche col nostro voto favorevole, che oggi
non possiamo più concedere.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
E’ all’ultimo punto all’ordine
del giorno, ma lo ritengo il punto più importante, perché nella storia degli
ultimi quindici anni, forse oltre
quindici anni, la questione dei rifiuti nella nostra regione è stata
protagonista di un sistema che non ha funzionato, che ha drenato risorse
importanti: 1 miliardo e 50 milioni di euro è costato il commissariamento, cioè
2 mila miliardi e passa di vecchie lire. Oggi sono questi i risultati!
Ricordava il consigliere Orsomarso la proposta
di proroga del 2013, anche se fino a maggio c’è stata la fase di prosecuzione
dell’Ufficio del commissario, attraverso una contabilità straordinaria, e anche
lì dopo due anni è chiaro che, se non abbiamo un metodo, il problema esplode,
quindi: commissariamento, due anni di proroga della Giunta
Scopelliti, e noi siamo oggi ancora in una fase di grande emergenza.
Vorrei ricordare a tutti quanti voi che questa
estate non è imploso il sistema perché abbiamo portato – mi pare – i rifiuti in
Toscana, in Campania e non so quanto ci è costata questa situazione.
Noi abbiamo una forte criticità, qui si misura
la capacità di una classe dirigente a dare una soluzione a questo problema,
perché se noi riproponiamo con la solita proroga dei due anni – perché nelle
linee-guida è previsto fino al 2018, non si può estendere fino al 2018 perché
il parere finanziario non è prevedibile la copertura della spesa per il 2018 –un programma che è eguale a quelli del passato anche qui
rischiamo un’implosione del sistema dei rifiuti fra due anni, due anni e mezzo,
tre.
Dove si è sbagliato in questi anni? Non in una
vicenda ideologica tra privato e pubblico. Il problema va risolto, va risolto
attraverso una forte integrazione fra il pubblico e il privato. Dove abbiamo
sbagliato? Dove abbiamo fallito? Facciamo un discorso complessivo. Evito di
fare il discorso delle responsabilità, sta di fatto che le buone intenzioni non
si sono tradotte in scelte. Anche qui, nel programma delle linee-guida – e ho
avuto modo di discuterne anche in Commissione, pur non facendone parte, ho
partecipato a due sedute di Commissione – c’è troppa discrezionalità e non c’è
uno stringente cronoprogramma che costringa la politica, la struttura e il
dipartimento a rispettare i tempi, e non c’è nessuna sanzione, perché poi ci
mettiamo noi la faccia. Vai a spiegare al calabrese che il dipartimento non è
stato solerte a rispettare i tempi, quando si trova l’immondizia sotto casa!
Questo è un provvedimento molto pesante,
perché 2 milioni di metri cubi in più, nelle linee-guida ci sono; alla fine,
all’ultima pagina si dice “In questo periodo transitorio caratterizzato dalla
presenza degli impianti di trattamento meccanico biologico si stima una
necessità di circa 2 milioni di metri cubi in più” e si dice poi, nell’ultimo
paragrafo, che dobbiamo fare una ricognizione delle discariche pubbliche,
realizzate e mai entrate in esercizio, quindi la riapertura di ulteriori
discariche.
Ci può stare tutto questo, ma ci deve essere
un percorso che sia verificabile, un percorso nel quale chi sbaglia paga, e non
arrivare qui fra due anni e mezzo e fare di nuovo mea
culpa e ci ritroviamo punto e a capo. Ci può anche stare e, poiché sono uno
che si assume le responsabilità, non sono come qualche consigliere regionale
che cavalca la folla e dice no alla proroga, no alla discarica dei rifiuti, per
il proprio orticello, sono qui a manifestare l’esigenza di una modifica del
provvedimento che vada nella direzione di stabilire un cronoprogramma
stringente con una verifica in Consiglio regionale semestrale; su questa
questione non possiamo sbagliare e dobbiamo creare il giusto clima anche nel
dipartimento, perché la politica ci mette la faccia, ma anche i dirigenti e il
dipartimento devono essere consapevoli di dare conto non solo alla Giunta, al
Consiglio e ai calabresi su questa questione.
Io ritengo fondamentale una modifica in questa
direzione, altrimenti questo provvedimento non lo voterò.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il Presidente della
Giunta. Ne ha facoltà.
Intervengo
brevemente, innanzitutto per fare
una precisazione: qui non siamo in presenza di una proroga avulsa da tutto il
resto, come è avvenuto anche l’anno scorso e come è avvenuto negli anni precedenti; qui siamo in presenza
di una proposta della Giunta regionale di linee-guida, a cui seguirà un vero e
proprio Piano che sarà presentato al Consiglio entro gennaio, entro il mese prossimo,
un piano preciso, dettagliato.
La proposta di proroga di due
anni che si inserisce con questo progetto più generale è una proposta che è
accompagnata ad un preciso cronoprogramma, che prevede la realizzazione in
tempi scansionati, perché nella prima parte di queste linee-guida c’è il cronoprogramma
definito, indicato per la precisione, e prevede due pilastri fondamentali tra
cui il primo è quello di investire per incentivare in modo massiccio la raccolta
differenziata.
Devo dire che noi siamo già partiti in questa direzione, abbiamo già
sottoscritto convenzioni con i primi 50 Comuni – parlo dei Comuni che non
avevano avviato la raccolta differenziata – che comprendono le città capoluogo.
I sindaci delle città capoluogo hanno sottoscritto le convenzioni, stanno già
presentando i progetti, alcuni sono già partiti con le gare, tipo la città di Catanzaro,
la città di Cosenza, la città di Reggio Calabria, altri hanno presentato i
progetti per partire con le gare, un altro blocco di Comuni, altri 60 Comuni
sottoscriveranno le convenzioni entro gennaio.
C’è un monitoraggio, un cronoprogramma: spingere perché la raccolta
differenziata veda impegnati i Comuni e, in questa direzione, abbiamo sottoscritto
anche un protocollo d’intesa con il Conai per supportare
dal punto di vista tecnico i Comuni e, naturalmente, su questo lavoreremo in
modo attivo e determinato.
Contemporaneamente, abbiamo allocato risorse nella programmazione 2014-2020, che è operativa, per oltre 100 milioni
di euro che investiremo per la realizzazione di nuovi impianti, per i quali
partiranno gli avvisi per le gare entro il prossimo gennaio. Dico entro il prossimo
gennaio, perché gli avvisi possono partire quando i programmi 2014-2020 saranno
operativi, altrimenti non si può partire sul nulla, le risorse devono avere una
copertura certa, quindi entro gennaio partiranno gli avvisi ed entro il primo semestre,
massimo entro agosto 2016, porteremo a buon fine le gare. Dal momento dell’affidamento
delle gare, ci vuole un anno almeno per realizzare gli impianti e una coda di ulteriori
tre mesi per metterli a regime. Ecco perché due anni.
Noi siamo andati a proporre questo piano al Ministero
dell’ambiente che ha – lo diceva prima l’assessore Rizzo – condiviso questa
impostazione. Quindi la proroga che noi proponiamo non è a stralci, perché
avremmo potuto dire “un anno, poi ci presentiamo l’anno venturo”, ma avanziamo
una proposta nell’ambito della quale c’è l’esigenza di una proroga.
Ho apprezzato l’intervento del consigliere Orsomarso,
però questo non è dire: “Vediamo adesso, prima o poi”. Noi stiamo avanzando una
proposta complessiva, nella quale c’è un cronoprogramma che verificheremo, perché
vi dico che entro gennaio partiranno gli avvisi per le gare? Parte la procedura
e poi partiranno sulla base delle disponibilità delle imprese a partecipare,
seguirà la procedura con risorse e copertura certa sui primi tre impianti, che
sono quello di Reggio Calabria, quello di Catanzaro e quello di Sibari a
Rossano. Per i primi tre impianti partiranno le gare subito.
Naturalmente, in questo percorso è anche
previsto il necessario intervento per la realizzazione di questi impianti perché
saranno allocati nei siti dove attualmente ci sono già quelli vecchi; questo al
fine di evitare nuove procedure che ci avrebbero imposto una concertazione
partendo da zero con gli enti locali, con le associazioni ambientaliste, eccetera,
eccetera, con tutti gli annessi e connessi che una concertazione su questa delicata
materia avrebbe comportato.
Quindi allocazione dei nuovi impianti nei siti
significa che i vecchi impianti si fermano, e fermare i vecchi impianti
significa trovare la soluzione per i rifiuti nel tempo necessario per la realizzazione
dei nuovi.
Quindi non c’è un aumento – voglio tranquillizzare
Guccione da questo punto di vista – di 2 milioni di metri cubi di rifiuti, perché
i rifiuti che si producono sono questi in Calabria, non è che ci può essere un aumento, quelli sono i
rifiuti che si producono in Calabria. C’è la necessità di smaltire i rifiuti
che negli impianti che devono essere ammodernati, una strada bisogna darla a questi
rifiuti.
In questo senso noi proponiamo l’utilizzazione
degli impianti privati, per i quali non c’è nessun affidamento diretto, c’è una
semplice proroga di cose che già esistono. Eventualmente, se ci sono stati
illeciti nell’affidamento, saranno stati fatti prima, ma io non credo che ci
siano.
Noi, praticamente, non facciamo altro che utilizzare
in prorogatio, al fine di realizzare gli
impianti, le strutture che ci sono in Calabria. Il nostro obiettivo è quello di
realizzare discariche zero, anzi a tal proposito alcune discariche ve le
proporremo nel Piano che verrà; alcune discariche prevediamo di dismetterle, di
metterle in sicurezza e di bonificarle, altre di chiuderle, tipo la discarica
di Casignana. E’ già chiusa, ma noi non proponiamo la
riattivazione di quella discarica, lo dico qui stasera, in modo tale che se ne prenda
atto.
Nell’ordinanza che ho firmato ho escluso la discarica
di Celico come discarica nella quale portare rifiuti
urbani, ma di ricondurla all’autorizzazione originaria, cioè quella di un
impianto di trattamento limitatamente a una parte di organico e a rifiuti industriali
che meritano un trattamento particolare.
Rispetto a tutto questo, abbiamo chiesto anche
all’impresa di adeguare le strutture, perché ci siano impianti di areazione, per
quanto riguarda gli odori, eccetera, adeguati; ed anche il trasporto dovrà
essere fatto con mezzi idonei e non con quelli con le sponde all’aperto.
Quindi no a rifiuti urbani nella discarica di Celico.
Abbiamo già assunto provvedimenti che vanno in
questa direzione, per capirci, che vanno nella direzione del percorso della chiusura
delle discariche. Naturalmente, la chiusura delle discariche si realizza quando
avremo messo a regime il sistema, e per il sistema lavoriamo in questa
direzione, nella realizzazione degli obiettivi che prima richiamavo.
Quindi non c’è nessuna – vorrei che fosse
chiaro questa – proroga avulsa da un percorso, da un progetto. Qui c’è un progetto!
Noi – credo – abbiamo un interesse comune a realizzare un sistema virtuoso in Calabria
e per questo ci siamo fatti un cronoprogramma con risorse che abbiamo allocato
nella programmazione comunitaria, con un percorso di attivazione dei Comuni per
quanto riguarda la raccolta differenziata; abbiamo fatto un’assemblea di tutti
i Comuni questa estate, di tutti i sindaci per discutere di questo. Faremo una
nuova assemblea perché si sappia che il principio di sussidiarietà, ma anche quello
di responsabilità deve essere un principio da cui non si può prescindere, e quando
dico principio di sussidiarietà e di responsabilità, mi riferisco al fatto che
noi dobbiamo sapere che questo problema, che è un problema che implica un’assunzione
di responsabilità generale, dobbiamo affrontarlo con determinazione e, rispetto
a questo obiettivo, non ci possono essere attenuanti.
Noi dobbiamo innescare il meccanismo della premialità
e della penalità: i Comuni che realizzano gli obiettivi godranno della premialità,
e quando dico premialità parlo di tariffe agevolate che dovranno avere un
ritorno nelle tasche dei cittadini o, viceversa, l’opposto.
Quindi lo sforzo che noi stiamo compiendo va in
questa direzione.
E permettetemi di dire che è vero che l’emergenza
ancora non è stata affrontata, ma quest’anno – consentitemi di ricordarlo – ad
impianti pari, perché non è che ci sono stati nuovi impianti nel corso di questa
estate rispetto all’estate scorsa. Quest’anno è diminuita la presenza di
montagne di rifiuti nelle città.
Vorrei ricordare anche, a proposito del fatto
che una parte dei rifiuti si porta fuori dalla Calabria per la condizione degli
impianti, che gli impianti c’erano l’anno scorso, esterni alla Calabria, e
c’erano pure quest’anno, sempre esterni alla Calabria, perché se non vediamo
questo, vuol dire che noi rimuoviamo un dato della realtà; quest’anno noi non abbiamo
avuto nelle altre città calabresi presenze di montagne di rifiuti. Le uniche
eccezioni sono state quelle di Soverato, in cui ci sono stati problemi per 15
giorni all’inizio di luglio (e poi si è tamponato) e la città di Vibo Valentia
che ha avuto e continua ad avere un problema con la società con cui il Comune
ha il contratto per la raccolta dei rifiuti.
Diamo atto di questo, nessuno ha la bacchetta
magica, ma rispetto alla precedente estate c’è stato un impegno straordinario perché
si governasse l’emergenza. L’emergenza è stata governata anche in assenza di costruzione
del sistema. Perché dico questo? Perché il problema che noi abbiamo – e parlo dei
rifiuti, ma l’abbiamo più in generale – è quello di evitare, come più volte ci
siamo detti, che l’emergenza sia prevalente rispetto alla realizzazione di cambiamenti
strutturali, cioè che il morto, l’emergenza, si tiri il vivo!
Noi questo abbiamo fatto quest’anno, abbiamo lavorato
in questa direzione e ci siamo riusciti per quest’anno che volge al termine:
non ci sono stati rifiuti nelle strade delle città, né nel mese di agosto, né
nel mese di luglio, né nelle festività di Natale, perché me lo ricordo, lo
ricordo perché non è che vengo dalla luna! Me lo ricordo: a luglio, ad agosto e
nelle festività di Natale le montagne di rifiuti campeggiavano sulle strade
delle città.
Questo non significa che abbiamo risolto l’emergenza,
ma l’abbiamo governata, continueremo a governarla, ma contemporaneamente stiamo
lavorando per costruire il sistema, che si costruisce – come ricordavo prima –
su due pilastri: spingere in direzione della raccolta differenziata, realizzare
un’impiantistica che sia ad impatto zero, perché gli impianti a cui noi
pensiamo non sono la termovalorizzazione.
Ieri c’è stato un giornale nazionale che ha
dato il quadro delle Regioni dove si accelera la realizzazione di alcuni
impianti per la termovalorizzazione: non c’era la Calabria, perché non abbiamo
fatto la scelta della termovalorizzazione. Vi aggiungo, anzi, che per quanto ci
riguarda, dobbiamo lavorare perché Gioia Tauro sia disattivato nella prospettiva,
perché gli impianti a cui pensiamo sono di dimensione territoriale per evitare
ai rifiuti il pendolarismo; cioè la vecchia impostazione è capovolta nella
nostra impostazione, quella secondo la quale c’era un grande impianto a Gioia
Tauro e poi da Amendolara, da Praia, da Reggio Calabria – da Reggio Calabria di
meno perché è più vicina a Gioia Tauro – da Catanzaro, da Soverato, da Crotone,
poi il CDR si portava a Gioia Tauro, con costi enormi di incidenza del servizio
di trasporto.
Quella impostazione è capovolta! Parlo dell’impostazione
precedente al precedente quinquennio, precedente ancora, ma quella impostazione
non era stata messa in discussione. Noi la mettiamo in discussione, facendo
partire una dimensione comprensoriale degli impianti, i cui primi tre
partiranno – ripeto – subito, Reggio, Catanzaro e Sibari, e ad essi si
aggiungeranno poi gli altri impianti, via via che andiamo
avanti; non si può fare tutto d’un colpo, perché tre impianti che partono
significa una parte di volume di rifiuti che, nel periodo in cui si realizzano gli
impianti, deve trovare sbocco.
Va fatto anche qui un cronoprogramma che tenga
conto che i rifiuti comunque ci sono, bisogna costruire il sistema con la
macchina in corso.
Quindi noi abbiamo un progetto dentro il quale
collochiamo questa proposta e la facciamo temporalmente rispetto ai tempi
previsti perché il nuovo sistema parta, tutto qui, non è che, invece di un
anno, scegliamo due perché vogliamo… no, due anni perché
si realizzi il sistema. Credo che se ce la mettiamo tutta in questa direzione,
come ce la metteremo, anche in Calabria il problema dei rifiuti lo affronteremo
e faremo dei rifiuti una risorsa, come è avvenuto in altre regioni del Paese. Naturalmente,
questo presuppone un’assunzione di responsabilità a tutti i livelli, un’assunzione
di responsabilità del Consiglio regionale, un’assunzione di responsabilità della
Giunta regionale, perché nella fase concreta del governo dei processi c’è da svolgere
un ruolo attivo, e un’assunzione di responsabilità da parte dei Comuni e un’assunzione
di responsabilità da parte dei cittadini, perché in questa opera bisogna compiere
un salto di qualità, cioè bisogna acquisire una nuova cultura anche su questo versante.
Noi dobbiamo lavorare in questa direzione.
Questa è la proposta con la quale ci
presentiamo stasera: non si tratta una mera proroga, ma di una proposta complessiva
nell’ambito della quale c’è questa scadenza del 31 dicembre 2017, entro la
quale bisognerà che il nuovo sistema vada a pieno regime.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
Se la proposta viene emendata in modo che
il Consiglio regionale sia destinatario, ogni sei mesi, di un’informativa della
Giunta sullo stato di attuazione del cronoprogramma e sia messo nelle
condizioni di adeguare gli interventi rispetto
alle novità che si paleseranno, a quel punto il mio voto contrario si trasforma
in voto favorevole. Ovviamente, quanto premesso andrà inserito nella fase di coordinamento
formale.
La proposta non solo è
accetta ma è ben accetta, perché credo che l’esercizio di un controllo sul monitoraggio da parte
del Consiglio regionale sia uno stimolo anche per l’azione complessiva che
mettiamo in campo oltre che per la Giunta regionale, naturalmente.
Questo è il parere della Giunta. Pongo in votazione la proposta di emendare questa
legge, aggiungendo in calce alla stessa un ultimo articolo in cui scriviamo questa
cosa che è stata illustrata e condivisa dalla Giunta.
(Il Consiglio approva)
Intervengo
per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE
Ormai questa è votata, consigliere Orsomarso, la dichiarazione è
sul voto definitivo.
Presidente, mi permetto solo un secondo: anche il nostro Piano aveva un
cronoprogramma di azioni, raddoppio, revamping, poi lei l’ha
mutato, ha fatto un nuovo programma.
Rispetto a questo, anche il nostro voto, prima contrario per le motivazioni che
vi esprimevo, sarà di astensione nel caso in cui venisse introdotto il
cronoprogramma.
Ora
passiamo all’esame del provvedimento articolo
per articolo. Non ci sono emendamenti, a parte quello che abbiamo discusso, che
è l’inserimento dell’articolo che diventa 4.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4, che
è l’inserimento che abbiamo fatto
prima.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente,
chiedo che sia inserito e discusso l’ordine del giorno che l’altra volta non abbiamo potuto discutere sulla questione della solidarietà ai giornalisti.
(Interruzione)
Prego.
Mi pare che avessimo chiesto di inserire la proposta di legge per l’aeroporto di
Crotone.
ROMEO Sebastiano (Partito
Democratico)
No, l’abbiamo fatto. Si tratta della
questione che riguarda i giornalisti
intimiditi.
Pongo in
votazione l’inserimento e la discussione di quest’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
E’, pertanto,
inserito l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Romeo: “Sulle
iniziative per garantire la libertà di stampa”. Ne do lettura:
“Il Consiglio regionale della
Calabria,
premesso
che:
la
recente e grave intimidazione subita dalla giornalista Alessia Candito del “Corriere
della Calabria” – sottoposta, per via dei suoi scritti e della sua
irreprensibilità deontologica, a misure di protezione – si aggiunge alla lunga
lista di operatori dell'informazione che in Italia, e segnatamente in Calabria,
sono presi di mira con minacce, auto incendiate, agguati, lettere anonime;
tutto ciò
costituisce una “questione” che, per gravità dei singoli episodi ed
implicazioni che ne conseguono, ha un impatto nefasto sulla vita democratica,
sul pluralismo delle idee e del confronto civile;
se
l'Italia, come segnalano centri studi ed osservatori prestigiosi, registra dati
negativi nella classifica mondiale della libertà di stampa (Reporter Senza Frontiere),
quanto avviene in Calabria – regione in cui nel biennio 2014/2015 ci sono stati
circa 50 giornalisti minacciati – risulta particolarmente odioso, perché la
limitazione della libertà di stampa, oltre che violare diritti fondamentali, in
una regione storicamente svantaggiata sul piano economico e sociale come la
nostra, incide negativamente sull'importante impegno per il rinnovamento della
politica e del rilancio dello sviluppo che caratterizzano l'azione del governo
della Regione e dell'Assemblea legislativa;
questo
Consiglio regionale condivide in pieno le espressioni riferite dal Procuratore
della Repubblica di Reggio Calabria dottor Cafiero De
Raho, secondo cui “La nostra attenzione è alta perché
conosciamo le particolari difficoltà di questo territorio. Noi siamo fermamente
orientati a garantire il lavoro dei giornalisti poiché l'informazione ai
cittadini è uno dei pilastri fondamentali della nostra democrazia repubblicana,
sancito dalla Costituzione”;
il
Consiglio e la Giunta regionali, mentre chiedono che siano individuati ed
assicurati alla giustizia i responsabili di questi deplorevoli reati,
garantiscono la piena disponibilità a cooperare con ogni mezzo disponibile per
tutelare la libertà d'informazione;
gli
episodi di giornalisti intimiditi e minacciati e di operatori dell'informazione
sotto scorta per avere compiuto il loro dovere, nonostante l'arroganza delle
cosche mafiose e della criminalità comune, e per aver informato su trame e
affarismi di vario segno l'opinione pubblica, ci inducono ad esprimere piena
solidarietà e totale disponibilità ad affrontare l'argomento in Aula con il
pieno coinvolgimento della Commissione regionale contro l'ndrangheta,
impegna
la Giunta
regionale ed il suo Presidente – il quale ha più volte evidenziato le sue
preoccupazioni per la recrudescenza di questi atti scellerati – a mettere in campo
– con il sostegno e la condivisione dell'Ordine e del Sindacato dei giornalisti
calabresi – iniziative concrete per sensibilizzare i cittadini attraverso
campagne di informazione mirate, inclusa anche la possibilità di assistenza
legale ad istituire un gruppo di lavoro, per valutare, assieme agli organismi ordinistici e sindacali dei giornalisti, le iniziative che
la Regione, nel rispetto della legislazione vigente e delle prerogative in capo
all'Autorità giudiziaria, può adottare per garantire la libertà di stampa”.
Prego, consigliere Romeo, ha facoltà di illustrarlo.
Presidente, colleghi, voi
sapete che, recentemente, è stata intimidita la giornalista Alessia Candito e
tanti giornalisti, nella settimana scorsa altri due, hanno subìto delle gravi
minacce.
La questione della libertà di stampa e della possibilità
per i giornalisti di esercitare la loro funzione, di svolgere il loro lavoro liberamente
in Calabria, mi pare che debba meritare da parte del Consiglio regionale una
concreta attenzione che vada oltre, Presidente, la doverosa solidarietà e che
si concretizzi anche con delle azioni.
Penso che queste azioni debbano essere concordate
con l’Ordine dei giornalisti e con il sindacato dei giornalisti e che debbano impegnare
la Giunta regionale - il cui Presidente, Mario Oliverio,
ha già più volte dimostrato sensibilità sul tema - con tutta una serie di campagne
di informazione mirate nelle scuole e anche con la possibilità dell’assistenza
legale per i giornalisti stessi.
Pongo
in votazione l’ordine del giorno presentato dal consigliere Romeo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
L’ultimo
punto all’ordine del giorno reca la proposta
di legge numero 101/10^: “Disposizioni relative alla costituzione di una
società per azioni finalizzata all’esercizio dello scalo aeroportuale di
Crotone”.
La
parola al consigliere Sergio per l’illustrazione
della proposta.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, come è noto l’aeroporto di Crotone
vive una criticità a seguito di una sentenza del tribunale, che ha dichiarato fallimentare
la gestione della società aeroporto “Sant’Anna S.p.A.”. Adesso l’aeroporto si
trova in un esercizio provvisorio che scade il 31 gennaio 2016, perciò la necessità
di questa proposta di legge, di iniziativa della Giunta regionale, mira alla costituzione
della società per la gestione dello scalo aeroportuale di Crotone.
Nonostante numerose criticità, la provincia di Crotone
ha delle potenzialità che, se valorizzate, possono creare le condizioni di un
reale sviluppo socio-economico del territorio, con la prospettiva di divenire
provincia ponte, snodo intermedio tra il sistema locale metropolitano reggino-gioiese-siciliano e il corridoio di sviluppo
adriatico che si protende oltre Taranto fino all'area della sibaritide
e del Pollino.
Ovviamente, la sostenibilità di tale sviluppo deve
essere governata da regole e da una seria programmazione di interventi atti a
favorire questo processo dì sviluppo.
In questo contesto, fondamentale importanza assumono i
mezzi di comunicazione che vanno potenziati e sviluppati, favorendo i flussi da
e verso la provincia, in particolare i collegamenti aerei, anche in
considerazione che il sistema autostradale e ferroviario è storicamente carente
e sicuramente necessita anch'esso di interventi importanti.
Allo stato, la gestione dell'aeroporto presenta una
notevole criticità, poiché una sentenza – come dicevo prima – del 15 aprile 2015 del Tribunale di
Crotone, Sezione Fallimentare, ha disposto il fallimento della società “Aeroporto
S. Anna” e la contestuale nomina dì tre curatori fallimentari, a seguito della
dichiarazione dì inammissibilità della richiesta di concordato preventivo. La
medesima Sezione fallimentare ha, da ultimo, autorizzato la curatela
fallimentare della società a proseguire l'esercizio provvisorio fino al 31
gennaio 2016.
Per tale motivo urge assumere ogni iniziativa utile non
solo ad evitare la chiusura dell’aeroporto, che rappresenterebbe un danno enorme
per l'economia del territorio, quanto a creare le condizioni per un suo
potenziamento, finalizzato a far crescere i collegamenti da e verso la
provincia di Crotone e non solo, in considerazione che lo scalo serve diversi
comuni dell'alto Ionio cosentino, oltre che della provincia dì Catanzaro.
Per tali motivi, da parte del Comune di Crotone e di
diversi Comuni del circondario è stata condivisa l'idea di costituire una
società a partecipazione pubblica che assuma la gestione dell'aeroporto e,
attraverso un’adeguata programmazione di interventi, crei le condizioni affinché
l’aeroporto diventi un volano per lo sviluppo dell'economia del territorio.
A questa iniziativa, la Regione Calabria non può che
dare la propria adesione e partecipazione, rientrando tra i suoi compiti
istituzionali previsti dallo Statuto: “la valorizzazione e la disciplina del
sistema locale delle comunicazioni, al fine garantire il pluralismo e la
concorrenza”, oltre che “la valorizzazione
delle risorse economiche e produttive di ciascuna area del territorio
regionale, tesa al superamento delle diseguaglianze derivanti da squilibri
territoriali e settoriali della Regione".
Si ritiene opportuno, pertanto, anche al fine di
contribuire alla promozione dello sviluppo del territorio del crotonese,
promuovere la partecipazione della Regione Calabria alla costituzione di tale
società per azioni tra la Regione medesima e gli enti locali del territorio
predetto, avente lo scopo di assumere la gestione dello scalo aeroportuale Sant’Anna
di Crotone e, a tal fine, sottoporre all’approvazione del Consiglio
regionale il presente disegno di legge, recante: “Disposizioni
relative alla costituzione di una società
per azioni finalizzata all'esercizio dello scalo aeroportuale di Crotone”.
La proposta consta di
quattro articoli e, comportando oneri finanziari, è corredata
della relativa relazione.
Con l’articolo
1 si intende autorizzare la partecipazione della Regione alla costituzione di una
società per azioni tra la Regione medesima e gli enti locali, avente lo scopo
di espletare, quale servizio di interesse generale, la gestione dello scalo
aeroportuale Sant’Anna di Crotone, e a sottoscrivere, a tal fine, al momento
della costituzione della società, azioni per l'importo massimo di euro 200
mila.
L'articolo 2 prevede l'autorizzazione a compiere, con
i poteri del socio, tutti gli atti esecutivi necessari a rendere operante la partecipazione della Regione alla stessa società, in
particolare: a) stipulare l’atto costitutivo; b) sottoscrivere le azioni e gli
eventuali accordi tra i soci relativi all'esercizio dei reciproci diritti e
doveri, definendo altresì le rispettive contribuzioni e partecipazioni alla
società.
La proposta di legge regionale
nel suo complesso comporta oneri finanziari per l'amministrazione per
euro 200 mila, per come previsto dall’articolo
1,
in relazione all’importo massimo per il quale la Regione è autorizzata a
sottoscrivere azioni della costituenda società. A tal fine, l'articolo 3
appronta le risorse necessarie a far fronte a detti oneri, mentre nella relazione
del dipartimento bilancio della Giunta regionale
recata nell’allegato C, quadro di riepilogo analisi economico-finanziaria,
della deliberazione di Giunta regionale 24 novembre 2015 numero 474 è attestata
la copertura degli oneri finanziari.
Infine,
l'articolo 4 del disegno di legge dispone l’entrata in vigore il giorno
successivo a quello della pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Salerno. Ne ha
facoltà.
Premesso
che annuncio il voto favorevole su questo
provvedimento, però qualche considerazione
la devo fare, considerato che questo è un provvedimento che va ad
intervenire in una di quelle zone di cui abbiamo parlato nella scorsa seduta di
Consiglio, in riferimento alla relazione del presidente Oliverio
sul patto con il Governo. C’è veramente necessità di intervenire e andiamo ad
intervenire sulla situazione dell’aeroporto di Crotone. Ben venga, è giusto
farlo, considerato anche il pregresso, quello che c’è stato, la gestione della
passata società, il fallimento.
In questo momento l’aeroporto di Crotone sta cercando di riemergere, di
ripartire ed è giusto che la Regione dia impulso in tal senso.
Ho letto il disegno di legge, la proposta, dove la Regione interviene
con 200 mila euro, però vorrei capire un attimo, non per spirito di polemica,
ho detto già che sono favorevole, ma giusto per capire: il capitale sociale di questa
società che si andrà a costituire a quanto ammonta? Cioè quanto sarà la quota della
Regione in questa compagine societaria che si andrà a formare? Perché questo è importante.
Dalle carte non si evince.
Sicuramente sarà in fase di costituzione, ma io penso che, se la Giunta
regionale è arrivata a fare un provvedimento del genere, comunque abbia già
avuto i contatti – credo – con gli enti locali, perché ritengo si tratti di una
società ad intero capitale pubblico, con enti pubblici, non penso ci saranno i
privati. Se ci saranno, ditecelo, giusto per saperlo, non è né per una
questione di critica né per questione di opposizione, assolutamente, ma giusto per
capire.
Fermo restando anche che io sarei d’accordo che la Regione abbia una
quota societaria superiore rispetto agli altri soci, quindi sarei anche disponibile
a dire che la Regione vada a prendere il 50, il 51 per cento delle quote
societarie, a dispetto del 15 che aveva nella passata gestione. Questa sarebbe veramente una garanzia per l’aeroporto
di Crotone e per quella realtà, affinché lo stesso possa – per restare in tema
– decollare.
Quindi capire questo è importante, capire l’intenzione della Giunta in
tal senso, se c’è già un quadro sul capitale sociale che avrà questa S.p.A., se
non c’è ancora, comunque se è intenzione della Regione assumere una quota
consistente nella nuova compagine societaria, non andare con 200 mila euro,
magari andare a partecipare col 10 per cento.
Vorrei capire questo, presidente Oliverio, riconfermando da parte del
gruppo di Forza Italia un voto favorevole su questa iniziativa.
Penso che anche sull’aeroporto di Reggio ci sia un analogo problema che
non può essere ignorato. L’ente Regione deve cercare di tutelare queste realtà
che sono indispensabili per lo sviluppo e anche in termini di servizi, poiché
siamo abbastanza carenti in Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
Intervengo
solo per annunciare il mio voto favorevole e per cogliere l’occasione per esprimere
il mio apprezzamento per il provvedimento all’esame. Adesso è il Consiglio
regionale che autorizza, sostanzialmente, la Regione a partecipare alla costituzione
di una nuova società che avrà il compito di gestire l’aeroporto Sant’Anna di Crotone.
Com’è
noto – lo ha detto nella relazione illustrativa e introduttiva il relatore Franco
Sergio – lo scalo crotonese è sotto la gestione del Tribunale fallimentare già
dall’aprile scorso, quindi versa in gravi condizioni di precarietà e di incertezza
rispetto al suo futuro. Con questo provvedimento, invece, la Regione rivela e
dichiara il suo impegno ad assicurarne la sopravvivenza e la continuità, oltre
che ad assicurarne – ed è questo l’auspicio – attraverso ulteriori, opportuni
ed utili azioni il necessario, l’urgente potenziamento e il suo definitivo
rilancio.
Con questo auspicio, annuncio il mio voto favorevole.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il Presidente della
Giunta. Ne ha facoltà.
Vorrei
motivare le ragioni per cui la Giunta
regionale ha assunto questa iniziativa,
perché – com’è noto – in materia di partecipate, l’indirizzo generale del Governo e anche del legislatore è
quello di incoraggiare il disimpegno, di spingere in direzione, in modo
particolare anche per gli scali aeroportuali, della privatizzazione.
Noi assumiamo questa iniziativa, innanzitutto,
per una ragione di ordine generale, perché la condizione geografica della Calabria
impone la presenza di almeno tre infrastrutture aeroportuali: quella di Lamezia che
– com’è noto – è centrale, è classificata tra le prime dieci infrastrutture aeroportuali
del Paese, è un aeroporto Hub, classificato come
scalo internazionale; quella di Reggio e quella di Crotone.
La particolare situazione di Crotone – non parlo di Reggio perché
abbiamo già assunto iniziativa in direzione dell’aeroporto di Reggio – impone
di rilanciare le condizioni dal punto di
vista della gestione, per evitare che la condizione fallimentare della precedente
società possa travolgere lo scalo aeroportuale, sostanzialmente.
E’ stato ricordato dal relatore che siamo in
presenza di un procedimento fallimentare, per il quale abbiamo chiesto al curatore
fallimentare la proroga dell’esercizio provvisorio, che scadeva ad ottobre, abbiamo
chiesto insieme al Comune di Crotone la proroga, che scadrà a gennaio, quindi chiaramente
abbiamo chiesto di assumere la decisione stasera di approvazione di questo
disegno di legge, proprio per consentire entro quella scadenza di dare vita
alla nuova società.
Nella nuova società, naturalmente, saranno protagonisti,
oltre al Comune di Crotone e alla Regione, anche i Comuni del comprensorio.
Devo dire che, per quanto ci riguarda, proprio al fine di dare il carattere di straordinarietà
a questa iniziativa, perché si possano evitare esposizioni alla legge che
stiamo assumendo dal punto di vista generale, abbiamo limitato alla somma di
200 mila euro l’apporto della Regione.
Insieme ai Comuni discuteremo quella che dovrà
essere la consistenza del capitale sociale, che dovrà avere una base minima per
consentire alla nuova società di costituirsi e, naturalmente, lavoreremo in prospettiva
perché ci sia una partecipazione di partner privati, perché il nostro obiettivo
è quello di coinvolgere anche soggetti privati.
E’ chiaro che, per creare le condizioni anche
di convenienza per un soggetto privato di partecipare ad una compagine
societaria come quella della gestione aeroportuale, bisogna creare le
condizioni perché questa convenienza si realizzi.
Devo dire che noi, nel corso di questo anno,
abbiamo fatto di tutto perché non ci fossero contraccolpi negativi
sull’infrastruttura aeroportuale di Crotone, abbiamo lavorato anche con
società, a partire da Ryan Air, per garantire la presenza di collegamenti con
realtà importanti del Paese, oltre che con Roma, anche con Milano, con Bergamo
– per capirci – ed altri scali aeroportuali. Abbiamo rivisto Ryan Air proprio
nei giorni scorsi e c’è in prospettiva un piano di potenziamento a partire dal
2016-2017, appunto dalla prossima stagione.
Quest’anno, grazie a questo sforzo che è stato
compiuto nel corso dell’estate che abbiamo alle spalle, c’è stato un incremento
del 30 per cento delle presenze turistiche nel comprensorio di Crotone. Non era
scontato, se non ci fosse stato l’aeroporto, credo che questo 30 per cento
difficilmente si sarebbe potuto realizzare, questo a riprova del fatto che lo
scalo aeroportuale di Crotone è di strategica importanza per un comprensorio
che non riguarda solo la provincia di Crotone, che è già un fatto di notevole
importanza, ma anche una parte dell’area ionica catanzarese, da Botricello a salire, e dell’area cosentina, dello Ionio
cosentino. Cioè l’aeroporto di Crotone serve un bacino importante della
Calabria, non è l’aeroporto della sola provincia di Crotone, che già è un fatto
importante.
In questa strategia noi pensiamo di muoverci non solo per difendere ma
anche per potenziare il nostro sistema aeroportuale: Lamezia come aeroporto Hub e Reggio Calabria e Crotone come aeroporti ai quali non
si può rinunciare. D’altronde, per quanto riguarda Reggio Calabria – colgo
l’occasione per dirlo – nel nuovo PAC abbiamo destinato già 4 milioni e mezzo
di euro per la messa in sicurezza richiesta da Enac.
A Reggio Calabria, però, ci sono anche
problemi relativi alla gestione, che noi riteniamo debbano essere affrontati, perché
è necessario che sul piano della gestione si assumano programmi di sostenibilità
industriale delle strutture che ci consentano, in prospettiva, di fare di questi
due aeroporti, Crotone e Reggio Calabria, strutture da consolidare e sulle
quali investire, oltre che per Lamezia. Quest’ultimo, infatti, è un aeroporto
per il quale è già in corso l’investimento per la nuova aerostazione, 55 milioni
di euro; è in corso la gara per la realizzazione
della nuova aerostazione.
Passiamo
all’esame dell’articolato. Non ci sono emendamenti.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Avendo
esaurito i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle 21,37
Ha chiesto congedo il consigliere Giudiceandrea.
(E’ concesso)
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte
di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Documento di economia e finanza della Regione Calabria
(Defr) per gli anni 2016/2018 (articolo 36 del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118) – (Deliberazione G.R. n. 527 dell’11.12.2015)” (P.P.A.
n. 106/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Ripiano
del disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario dei residui (di
cui all’art. 3, commi 7 e 8, D.lgs 118/2011 e s.m.i) effettuato ai sensi del decreto del Ministero
dell’economia e delle finanze del 2 aprile 2015 e ripiano del disavanzo
determinato alla data del 31.12.2014. Presentazione al Consiglio del Piano del
ripiano del disavanzo derivante dall’anno 2014, ai fini della successiva
adozione da effettuarsi ai sensi dell’articolo 9, comma 5, del decreto legge
78/2015 e presentazione al Consiglio delle modalità di ripiano del maggior
disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario
dei residui di cui all’art. 2 del decreto del Ministero dell’economia e delle
finanze del 2 aprile 2015. (Deliberazione G.R. n. 549
del 21.12.2015)” (P.P.A. n. 107/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione
consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero.
(Così resta stabilito)
La
seconda Commissione con nota n. 57637 del 24
dicembre 2015, ha comunicato che nella seduta del 23 dicembre 2015 ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale n. 528 del 16 dicembre 2015, recante: “Por Calabria Fesr 2007/2013.
Rimodulazione del piano finanziario Assi III e VIII”. (Parere n. 12)
La
seconda Commissione con nota n. 57640 del 24
dicembre 2015, ha comunicato che nella seduta del 23 dicembre 2015 ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta
regionale n. 511 del 3 dicembre 2015, recante: “Rettifica ed
integrazione di Giunta regionale n. 42 del
2.3.2015. Costituzione Fondo unico Piano di azione e coesione (Pac)”. (Parere n. 13)
E’ pervenuta la deliberazione della Giunta
regionale n. 548 del 21 dicembre 2015, recante: “Anticipazioni di liquidità di
cui all’art. 3, del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35, convertito con
modificazioni dalla legge 6 giugno 2013, n. 64 e successive modificazioni –
Costituzione del Fondo di anticipazione di liquidità e rideterminazione del
risultato di amministrazione al 1° gennaio 2015”, acquisita al protocollo
generale del Consiglio regionale n. 57544 del 23.12.2015 e trasmessa in pari
data alla seconda Commissione consiliare con nota protocollo 57551, che ne ha
preso atto nella seduta del 23 dicembre 2015.
Il Consiglio regionale,
visto
il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.,
e in particolare l'articolo 36, comma 3, che dispone in materia di adozione del
DEFR;
vista
la Delibera di Giunta regionale n. 527 dell'11 dicembre 2015 recante
"Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli
anni 2016 - 2018 (art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n,
118)";
considerato
che:
l'articolo
36, comma 3, del decreto legislativo sopra citato, prevede che le Regioni, con
riferimento agli esercizi finanziari 2016 e successivi, sono tenuti a
predisporre un documento di economia e finanza regionale avente un orizzonte
temporale triennale;
lo
stesso articolo 36, al comma 3, dispone che ogni anno la Giunta regionale
adotti il DEFR e lo trasmetta al Consiglio regionale, che lo approva con
propria delibera;
il
DEFR, come previsto dal principio contabile applicato di cui all'allegato 4 del
d.Lgs 118/2011 e s.m.i.,
descrive gli scenari economico - finanziari internazionali, nazionali e
regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio
regionale, tenendo conto degli obiettivi del Patto di stabilità interno, ed
espone il quadro finanziario unitario regionale di tutte le risorse disponibili
per il perseguimento degli obiettivi, della programmazione unitaria regionale,
esplicitandone gli strumenti attuativi per il periodo di riferimento;
preso
atto che la seconda Commissione consiliare ha approvato il documento
de quo nella seduta del 23
dicembre 2015,
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 36, comma 3, del d.Lgs.
118/2011 e s.m.i., il Documento di Economia e Finanza
della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2016-2018, allegato alla presente
deliberazione per farne parte integrante e sostanziale.
(Allegato)
Il Consiglio regionale,
visti:
il
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42) e s.m.i., ed in
particolare l'articolo 3, commi 7 e seguenti;
l'articolo
2, comma 2, del decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze 2 aprile
2015, recante "Criteri e modalità di ripiano dell'eventuale maggiore
disavanzo di amministrazione derivante dal riaccertamento
straordinario dei residui e del primo accantonamento al fondo crediti di dubbia
esigibilità, di cui all'articolo 3, comma 7, del decreto legislativo n. 118 del
2011";
il
decreto legge 19 giugno 2015, n. 78 (Disposizioni urgenti in materia di enti
territoriali. Disposizioni per garantire la continuità dei dispositivi di
sicurezza e di controllo del territorio. Razionalizzazione delle spese del
Servizio sanitario nazionale nonché norme in materia di rifiuti e di emissioni
industriali), convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n. 125;
il
decreto legge 13 novembre 2015, n. 179 (Disposizioni urgenti in materia di
contabilità e concorso all'equilibrio della finanza pubblica delle Regioni);
vista
la legge regionale 15 dicembre 2015, n. 26 (Approvazione del rendiconto
generale relativo all'esercizio finanziario 2014) ed i relativi allegati;
vista
la Deliberazione di Giunta regionale n. 549 del 21 dicembre 2015 recante
"Ripiano del disavanzo derivante dal riaccertamento
straordinario dei residui. Presentazione al Consiglio del Piano di rientro del
disavanzo derivante dall'anno 2014, ai fini della successiva adozione da
effettuarsi ai sensi dell'articolo 9, comma 5, del decreto legge 78/2015 e
presentazione al Consiglio delle modalità di ripiano del maggior disavanzo
derivante dal riaccertamento straordinario dei
residui di cui all'articolo 2 del decreto del Ministero dell'economia e delle
finanze del 2 aprile 2015";
vista
la Deliberazione di Giunta regionale n. 504 del 3 dicembre 2015, con la quale è
stato approvato il riaccertamento straordinario dei
residui ai sensi dell'articolo 3, commi 7 e seguenti del d.lgs. 118/2011;
considerato
che per determinare le modalità di ripiano del disavanzo è necessario
individuare distintamente la quota del disavanzo effettivo e già
sostanzialmente presente alla data del 31 dicembre 2014, la quota del maggior
disavanzo derivante dalla prima istituzione del Fondo crediti di dubbia
esigibilità e dal riaccertamento straordinario dei
residui, nonché la quota dei disavanzo derivante dalla necessità di costituire
il Fondo per l'anticipazione di liquidità in sanità;
preso
atto che con Deliberazione di Giunta regionale n. 548 del 21 dicembre 2015, in
adempimento alle disposizioni contenute nel decreto-legge 13 novembre 2015, n.
179, è stato istituito il Fondo per l'anticipazione di liquidità in sanità per
euro 87.881.483,40 ed è stato rideterminato il risultato di amministrazione
alla data dell'1 gennaio 2015, disponendone le modalità di ripiano in
conformità alla normativa nazionale vigente sopra richiamata;
considerato
che la seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 23 dicembre
2015, ha preso atto della Deliberazione di Giunta regionale n. 548 del 21
dicembre 2015:
rilevato
che il maggior disavanzo derivante dal riaccertamento
straordinario dei residui è pari ad euro 102.044.432,73 ed è determinato
sommando al disavanzo di amministrazione registrato all'1.1.2015, pari a euro
134.258.930,78, la quota del risultato dì amministrazione derivante dal
perimetro sanitario, pari a euro 162.345,50 (come riportato nell'allegato 5/A
della presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale), e
sottraendo la quota dì disavanzo accertato dalla Corte dei Conti alla data del
31 dicembre 2014, pari ad euro 32.376.843,55;
tenuto
conto che:
il
disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario
dei residui, di cui all'articolo 3 del d.lgs
118/2011, pari ad euro 102.044.432,73 , è ripianato in trenta anni, a decorrere
dall'anno 2015 e fino all'anno 2044, in rate costanti per l'importo annuale di
euro 3.401.481,09, da iscriversi nel capitolo di spesa U8201047001 del bilancio
regionale; la copertura di detta spesa è da individuarsi, per l'anno 2015, per
come indicato nell'allegato A della presente deliberazione, contenente le
variazioni al bilancio dj previsione 2015 -2017, e per gli anni successivi
attraverso i risparmi di spesa ottenuti dalla riduzione delle spese di
funzionamento della Giunta regionale; la copertura delle rate afferenti agli
esercizi finanziari 2016, 2017 e 2018 è assicurata dalla riduzione delle spese
di funzionamento;
rilevato
che:
il
disavanzo effettivo alla data del 31 dicembre 2014, pari complessivamente a
euro 32.376.843,55, deve essere ripianato in sette esercizi, a partire
dall'esercizio finanziario 2015 e fino all'esercizio 2021, in quote costanti
annuali di euro 4.625.263,36, secondo il Piano di rientro allegato alla
presente deliberazione per farne parte integrante e sostanziale;
il
ripiano del disavanzo viene garantito mediante lo stanziamento, nella parte
spesa dei bilanci di previsione 2015 e successivi, di euro 4.625.263,36 al
capitolo U8201044001;
la
modalità di copertura del disavanzo alla data del 31 dicembre 2014 è stata
individuata, per l'anno 2015, nell'ambito della manovra attuata con
l'assestamento del bilancio di cui alla legge regionale 15 dicembre 2015, n. 27,
mentre per gli anni successivi la copertura viene individuata nei risparmi dì
spesa derivanti dalla riduzione delle spese di funzionamento, così come
specificato nel Piano di rientro allegato alla presente deliberazione;
è
necessario evitare la formazione di ogni ulteriore potenziale disavanzo;
considerato
che la seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 23 dicembre
2015, ha approvato le modalità di determinazione e di ripiano del maggiore
disavanzo derivante dal riaccertamento straordinario
dei residui, nonché il Piano di rientro del disavanzo derivante dall'anno 2014;
preso
atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti della Regione e
del Consiglio regionale della Calabria espresso con verbale n. 84 del 28
dicembre 2015, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale,
delibera
di
stabilire che il maggior disavanzo ottenuto dal riaccertamento
straordinario dei residui derivante dal saldo positivo del perimetro sanitario
alla data del 31 dicembre 2014 è pari ad euro 162.345,50, come riportato
nell'allegato 5/2 della presente deliberazione per fame parte integrante e
sostanziale;
di
approvare, ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Ministero dell'Economia e
delle Finanze 2 aprile 2015, la determinazione delle modalità di recupero del
maggiore disavanzo derivante dal riaccertamento
straordinario dei residui effettuato ai sensi dell'articolo 3, comma 7, del d.lgs 118/2011 e s.m.i., pari ad
euro 102.044.432,73;
di
stabilire che il suddetto disavanzo debba essere ripianato in trenta esercizi,
a decorrere dall'esercizio 2015 e fino all'esercizio 2044, in quote costanti
annuali di euro 3.401.481,09, da iscriversi nel capitolo di spesa U8201047001
del bilancio regionale;
di
stabilire che la copertura della suddetta spesa, per l'anno 2015, è assicurata
per come indicato nell'allegato A alla presente deliberazione, quale parte
integrante e sostanziale, e per gli anni successivi mediante i risparmi di
spesa ottenuti dalla riduzione delle spese di funzionamento della Giunta
regionale;
di
approvare, ai sensi dell'articolo 9, comma 5, del decreto-legge 19 giugno 2015,
n. 78, il Piano di rientro del disavanzo effettivo alla data del '31 dicembre
2014, pari complessivamente a euro 32.376.843,55, allegato alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
di
stabilire che il predetto disavanzo venga ripianato in sette esercizi, a
partire dall'esercizio finanziario 2015 e fino all'esercizio 2021, in quote
costanti annuali di euro 4.625.263,36, mediante lo stanziamento del medesimo
importo, nella parte spesa dei bilanci di previsione 2015 e successivi, al
capitolo U8201044001 ;
di
dare atto che la modalità di copertura del suddetto disavanzo è stata
individuata, per l'anno 2015, nell'ambito della manovra attuata con
l'assestamento del bilancio dr cui alla legge regionale 15 dicembre 2015, n.27,
mentre per gli anni successivi la copertura viene individuata nei risparmi dì
spesa derivanti dalla riduzione delle spese di funzionamento, così come
specificato nel Piano di rientro allegato alla presente deliberazione;
di
dare atto che, ai sensi del penultimo periodo del citato articolo 9, comma 5
del d.1. 78/2015, con l'approvazione della presente deliberazione la Regione si
impegna formalmente ad evitare la formazione di ogni ulteriore potenziale
disavanzo.”
(Allegato)
Art. 1
(Fondi Speciali)
1. Gli
importi da iscrivere nei fondi speciali ai sensi del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, Enti Locali e dei loro
organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e
degli articoli 17 e 21 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento
del bilancio e della contabilità della Regione Calabria), per il finanziamento
dei provvedimenti legislativi che si prevede possano essere approvati nel
triennio 2016-2018 sono determinati in euro 100.000,00 per il Fondo speciale
destinato alle spese correnti (Programma U.20.03) ed in euro 300.000,00 per il
Fondo speciale destinato alle spese in conto capitale (Programma U.20.03), così
come indicato nelle tabelle A e B allegate alla presente legge.
Art. 2
(Rifinanziamento leggi regionali)
1. Ai
sensi dell'allegato 4/1, paragrafo 7, lettera b), del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118, il rifinanziamento degli stanzia menti previsti dalle
leggi regionali di spesa è rideterminato per gli esercizi finanziari 2016, 2017
e 2018 rispettivamente in euro 259.980.960,86, euro 252.915.960,86 ed euro
252.535.960,86 così come indicato nella tabella C allegata alla presente legge.
Art. 3
(Nuove autorizzazioni di spesa)
1. Per
il finanziamento degli interventi previsti dalla legge 9 gennaio 1989, n. 13
(Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere
architettoniche negli edifici privati), inerenti all'abbattimento e al
superamento delle barriere architettoniche, è autorizzata per l'esercizio
finanziario 2016 la spesa di euro 5.000.000,00 a valere sulle risorse allocate
al Programma U.10.05 (capitolo U0232221201).
2. Al
fine di garantire l'erogazione della rata finale di riscatto dell'operazione di
leasing degli immobili di proprietà della Società COMALCA per la realizzazione
della sede del settore della Protezione Civile regionale, disposta con
deliberazione della Giunta regionale n. 429 del 7 luglio 2007, è autorizzata
nell'esercizio finanziario 2016 la spesa di euro 1.711.400,80, con allocazione
al Programma U.01.05 dello stato di previsione della spesa del bilancio
2016-2018. Il Dipartimento regionale competente è tenuto a garantire gli
adempimenti previsti dal Contratto repertoriato al n.
710 del 25 giugno 2008 ai fini del valido esercizio del diritto di riscatto.
3. Al
fine di garantire il cofinanziamento regionale degli interventi relativi alla
realizzazione dei percorsi formativi di istruzione tecnica, finanziati con le
risorse previste dal fondo di cui al comma 875 dell'articolo 1 della legge 27
dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e
pluriennale dello Stato -Legge finanziaria 2007), è autorizzata nell'esercizio
finanziario 2016 la spesa di euro 281.704,07, con allocazione al Programma
U.04.05 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2016-2018.
4. Per
il cofinanziamento regionale del progetto interregionale d'eccellenza
"Progettazione e realizzazione di itinerari per la valorizzazione del
turismo naturalistico", di cui al comma 1228 dell'articolo 1 della legge
27 dicembre 2006. n. 296 è autorizzata nell'esercizio finanziario 2016 la spesa
di euro 222.000,79, con allocazione al Programma U.07.01 dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2016-2018.
5. Per
il cofinanziamento regionale del progetto interregionale d'eccellenza
"Progettazione e realizzazione di itinerari per la valorizzazione del
turismo religioso", di cui al comma 1228 dell'articolo 1 della legge 27
dicembre 2006, n. 296 è autorizzata nell'esercizio finanziario 2016 la spesa di
euro 100.000,00, con allocazione al Programma U.07.01 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2016-2018.
6. Per
consentire il funzionamento e l'ampliamento della biblioteca istituita presso
il Santuario di San Francesco di Paola, è autorizzata nell'esercizio
finanziario 2016 la spesa di euro 200.000,00, con allocazione al Programma
U.05.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio 20162018.
7. Al
fine di realizzare il piano di vaccinazione necessario a risolvere il problema
della febbre catarrale degli ovini (blue tongue) che ha colpito le aziende zootecniche del
territorio calabrese ed in particolare dell'area del crotonese, è autorizzata
nell' esercizio finanziario 2016, la concessione all'Associazione Regionale
Allevatori della Calabria di un contributo di euro 300.000,00, con allocazione al
Programma U.16.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2016-2018.
8. Al
fine di rilanciare lo scalo aeroportuale "Tito Minniti"
di Reggio Calabria e potenziare dal punto di vista tecnologico
l'infrastruttura, attraverso l'installazione di un sistema ILS (lnstrument Landing System), è
autorizzata nell'esercizio finanziario 2016 la spesa di euro 100.000,00, con
allocazione al Programma U.10.04 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 20162018.
9. Al
fine di sostenere le spese di organizzazione da parte dei comuni che ospitano
il Giro d'Italia, è autorizzata nell'esercizio finanziario 2016 la spesa di
euro 70.000,00, con allocazione al Programma U.06.01 dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2016-2018.
10.
Per garantire l'aumento del capitale sociale della società SACAL S.p.A.
necessario ad adeguare il capitale societario al valore "minimo"
previsto dall'art. 3 del D.M. dei
Trasporti e della navigazione n. 521 del 12 novembre 1997, per come deliberato
nell'Assemblea dei soci del 18 dicembre 2015, è autorizzata nel biennio
2016-2017 la spesa complessiva di euro 515.655,80, di cui euro 257.827,90
nell'esercizio finanziario' 2016, con allocazione al Programma U.10.04 dello
stato di previsione della spesa del bilancio 20162018.
11. Al
fine di garantire interventi di manutenzione straordinaria e di ripristino
della viabilità di strade dissestate, è autorizzata la spesa complessiva per
l'esercizio finanziario 2016 di euro 350.000,00, con allocazione al Programma
U.10.05 dello stato di previsione della spesa del bilancio 20162018.
12. Al
fine di garantire la gestione delle dighe di proprietà regionale, è autorizzata
per l'esercizio finanziario 2016 la spesa di euro 50.000,00, con allocazione al
Programma U.09.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2016-2018.
13. Al
fine di consentire la realizzazione di interventi per fronteggiare l'emergenza
del campo immigrati di San Ferdinando di Reggio Calabria, è autorizzata
nell'esercizio finanziario 2016 la spesa di euro 300.000,00, con allocazione al
Programma U.11.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2016-2018.
Art. 4
(Esercizio, controllo, manutenzione e
ispezione degli impianti termici)
1. Al
fine di garantire l'esercizio, il controllo, la manutenzione e !'ispezione
degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici
ubicati sul territorio di competenza della regione Calabria, è prevista per
l'esercizio finanziario 2016 la spesa di euro 1.049.000,00, con allocazione al
Programma U.17.01 del bilancio di previsione 2016-2018.
2. Alla
copertura dell'onere di cui al comma 1 si provvede con le entrate derivanti
dalle "Tariffe per ispezioni con addebito" previste nell'esercizio
2016 in euro 1.049.000,00 e riscosse alla Tipologia 30100 del bilancio di
previsione 2016-2018.
Art. 5
(Cofinanziamento regionale del FSE
nell'ambito del POR 2014-2020)
1. Al
fine di garantire il cofinanziamento regionale del Fondo Sociale Europeo (FSE),
nell'ambito del Programma Operativo 2014-2020, è autorizzata la spesa
complessiva di euro 25.200.000,00 per gli anni 2016-2022, accantonata al
Programma U.20.03 del bilancio regionale 2016-2018, per l'importo di euro
3.600.000,00 per ciascuno degli anni considerati a decorrere dall'esercizio
finanziario 2016. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie
variazioni al bilancio per l'iscrizione delle somme sui pertinenti capitoli
della spesa in corrispondenza delle previsioni del piano finanziario del
medesimo Programma Operativo 2014-2020.
Art. 6
(Norma finanziaria)
1. Alla
copertura degli oneri derivanti dalla presente legge si fa fronte, ai sensi
dell'articolo 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, con le risorse
evidenziate nella parte entrata del bilancio 2016-2018.
2. Le
tabelle A, B e C, allegate alla presente legge, danno la dimostrazione
analitica della nuova spesa autorizzata con riferimento alle leggi organiche,
ai Programmi e ai capitoli della spesa.
Art. 7
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul
Bollettino Ufficiale Telematico della Regione.
(Allegato)
Articolo 1
(Bilancio di competenza - Stato di
previsione dell'entrata e della spesa)
1. Lo
stato di previsione di competenza delle tipologie dell'entrata della Regione
per il triennio 2016-2018, al netto delle contabilità speciali, annesso alla
presente legge è approvato in euro 6.886.586.423,21 per l'anno 2016 (tabella A)
e in euro 4.696.318.238,64 e euro 4.556.381.497,57 rispettivamente per gli anni
2017 e 2018.
2. Lo
stato di previsione delle contabilità speciali dell'entrata per il triennio
2016-2018 è approvato in euro 2.349.855.000,00 per l'anno 2016 (tabella A -
riga entrate per conto terzi) ed in euro 2.349.855.000,00 per ciascuno degli
anni 2017-2018.
3. E'
autorizzato l'accertamento dei tributi e delle altre entrate per l'anno 2016.
4. Lo
stato di previsione di competenza dei programmi della spesa della Regione per
il triennio 2016-2018, al netto delle contabilità speciali, annesso alla
presente legge, è approvato in euro 6.886.586.423,21 per l'anno 2016 (tabella
B) e in euro 4.696.318.238,64 e euro 4.556.381.497,57 rispettivamente per gli
anni 2017 e 2018.
5. Lo
stato di previsione delle contabilità speciali della spesa per il triennio
2016-2018 è approvato in euro 2.349.855.000,00 per l'anno finanziario 2016
(tabella B - riga uscite per conto terzi) ed in euro 2.349.855.000,00 per ciascuno
degli anni 2017-2018.
6. E'
autorizzata l'assunzione di impegni entro i limiti degli stanziamenti dello
stato di previsione di cui ai commi 4 e 5.
7. Al
fine di garantire la corretta gestione del bilancio 2016, è autorizzato l'aggiornamento,
con decreto del Dirigente generale del Dipartimento Bilancio, dei valori dei
residui attivi, passivi e di stanziamento presunti che risultano modificati
dalla effettiva gestione del bilancio a tutto il 31 dicembre 2015.
Articolo 2
(Bilancio di cassa - Stato di
previsione dell'entrata e della spesa)
1. E'
approvato in euro 10.657.969.883,45 lo stato di previsione di cassa delle
tipologie dell'entrata della Regione per l'anno finanziario 2016, al netto delle
contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella A).
2. E'
approvato in euro 2.788.030.129,72 lo stato di previsione di cassa del totale
delle contabilità speciali dell'entrata della Regione per l'anno finanziario
2016, annesso alla presente legge (tabella A - riga entrate per conto terzi).
3.
Sono autorizzate le riscossioni ed il versamento dei tributi e delle entrate
per l'anno 2016.
4. E'
approvato in euro 10.640.255.626,51 lo stato di previsione di cassa dei
programmi della spesa della Regione per l'anno finanziario 2016, al netto delle
contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella B).
5. E'
approvato in euro 2.405.996.399,50 lo stato di previsione di cassa del totale
delle contabilità speciali della spesa della Regione per l'anno finanziario
2016, annesso alla presente legge (tabella B - riga uscite per conto terzi).
6. E'
autorizzato il pagamento delle spese entro i limiti degli stanziamenti dello
stato di previsione di cui ai commi 4 e 5.
Articolo 3
(Residui attivi e passivi presunti)
1. E'
approvato in euro 4.338.785.364,02 il totale dei residui attivi presunti delle
tipologie al 1° gennaio 2016, al netto delle contabilità speciali, di cui al
conto annesso alla presente legge (tabella A).
2. E'
approvato in euro 438.175.129,72 il totale dei residui attivi presunti delle
contabilità speciali al 1° gennaio 2016, di cui al conto annesso alla presente
legge (tabella A).
3. E'
approvato in euro 3.457.762.115,27 il totale dei residui passivi presunti dei
programmi al 1° gennaio 2016, al netto delle contabilità speciali, di cui al
conto annesso alla presente legge (tabella B).
4. E'
approvato in euro 56.141.399,50 il totale dei residui passivi presunti delle
contabilità speciali al 1° gennaio 2016, di cui al conto annesso alla presente
legge (tabella B).
Articolo 4
(Residui perenti)
1.
L'importo dei residui in perenzione amministrativa di natura vincolata finanziati
con l'avanzo di amministrazione che si prevede possano essere reclamati dai
creditori nel corso dell'esercizio finanziario 2016, è determinato complessivamente
in euro 288.510.527,70, di cui euro 83.353.725,45 iscritti al capitolo U070031
01 01 (Programma U.20.01, macroaggregato 110 di parte
corrente) ed euro 205.156.802,26 iscritti al capitolo U0700320101 (Programma U.20.01,
macroaggregato 205 di parte capitale).
Articolo 5
(Utilizzo del saldo finanziario
presunto alla chiusura dell'esercizio 2015)
1. Il
saldo finanziario presunto alla chiusura dell'esercizio finanziario 2015 è
determinato in euro 1.991.028.082,75 ed è applicato al bilancio di previsione
2016 per euro 1.261.337.034,64, di cui euro 181.113.075,65 per il finanziamento
di spese correnti ed euro 1.080.223.958,99 per il finanziamento di spese
d'investimento. Tale quota di avanzo è utilizzata per come di seguito specificato:
- euro
586.666.713,54 per la reiscrizione in bilancio delle
economie di spesa dell'esercizio 2015 finanziate con fondi statali e comunitari
assegnati con vincolo di destinazione così come indicato nella parte A
dell'allegato 1 al bilancio;
- euro
288.510.527,71 per la copertura dei residui perenti relativi ad impegni di
spesa assunti a valere su capitoli finanziati da risorse con vincolo di destinazione,
così come indicato nella parte B dell'allegato 1 al bilancio;
- euro
386.159.793,39 per la copertura di spese finanziate con la quota di
disponibilità residua, così come indicato nella parte C dell'allegato 1 al bilancio.
Articolo 6
(Autorizzazione al ricorso
all'indebitamento)
1. La
Giunta regionale è autorizzata a ricorrere all'indebitamento, con oneri a
carico del bilancio regionale, per la copertura della quota regionale di cofinanziamento
dei Programmi per la Calabria 2014-2020, inerenti al Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale (FESR) e dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR),
già autorizzato dall'articolo 6 della legge regionale 15 dicembre 2015, n. 27
(Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione
della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2015 e del bilancio
pluriennale 2015 - 2017) per un importo massimo complessivo per il periodo
2016-2022 di euro 282.987.775,00 ed un ammontare annuo di euro 40.450.000,00.
2.
L'importo indicato al comma 1 riguarda il cofinanziamento del FESR nell'ambito
del Programma Operativo 2014-2020, per euro 21.855.396,43, e del FEASR
nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale, per euro 18.571.428,57.
3. I
mutui di cui al precedente comma per spese di investimento a carico del
bilancio regionale sono contratti ai sensi e nei limiti di quanto disposto
dalla normativa vigente.
4. Gli
oneri di ammortamento dei mutui di cui al comma 3 trovano copertura nello
stanziamento dei Programmi U.50.01 e U.50.02 dello stato di previsione della
spesa del bilancio pluriennale 2016-2018. Per gli anni successivi le rate di
ammortamento trovano copertura nei relativi bilanci.
Articolo 7
(Fondo di riserva per spese
obbligatorie e d'ordine)
1. Il
fondo di riserva per spese obbligatorie e d'ordine, ai sensi dell'articolo 18
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria), è iscritto nello stato di previsione della
spesa al Programma U.20.01, ed è determinato per l'esercizio finanziario 2016
in euro 8.500.000,00.
2.
Sono considerate obbligatorie e d'ordine le spese specificate nell'elenco
allegato al documento tecnico che accompagna il bilancio di previsione annuale.
Articolo 8
(Fondo di riserva di cassa)
1. Il
fondo di riserva di cassa, ai sensi dell'articolo 20 della legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8, è iscritto nello stato di previsione della spesa al Programma
U.20.01, ed è determinato per l'esercizio finanziario 2016 in euro 400.000.000,00.
Articolo 9
(Fondi di riserva e altri Fondi)
1. Il
Fondo di riserva per garantire la copertura della spesa diversa da quella
inerente al servizio sanitario regionale, derivante da atti giudiziali di pignoramento,
è iscritto al Programma U.20.01 dello stato di previsione della spesa ed è
determinato per l'esercizio finanziario 2016 in euro 10.030.692,59.
2. Il
Fondo di parte corrente per oneri derivanti da contenziosi ai sensi dell'allegato
4/2, paragrafo 5.2, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni
in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle Regioni, degli Enti Locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1
e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e s.m.i. è
iscritto al Programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa ed è
determinato per l'esercizio finanziario 2016 in euro 18.939.685,37.
3. Il
Fondo per la copertura delle perdite risultanti dai bilanci di esercizio delle
società a partecipazione regionale, di cui all'articolo 1, comma 550 e successivi,
della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale e pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2014), è iscritto al
Programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa ed è determinato per
l'esercizio finanziario 2016 in euro 6.155.030,92.
4. Il
Fondo per la copertura di debiti nei confronti di Enti, persone fisiche e
giuridiche, istituzioni ed organismi vari derivanti da attività dell'Amministrazione
è iscritto al Programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa ed è
determinato per l'esercizio finanziario 2016 in euro 4.312.500,00.
Articolo 10
(Quadro generale riassuntivo)
1. E'
approvato il quadro generale riassuntivo dell'entrata e della spesa del
bilancio di competenza e di cassa della Regione per l'anno finanziario 2016, annesso
alla presente legge, ai sensi dell'articolo 11 del decreto legislativo n.
118/2011 e s.m.i..
Articolo 11
(Classificazione dell'entrata e della
spesa)
1 . Le
entrate della Regione sono classificate secondo quanto previsto dall'articolo
15 del decreto legislativo n. 118/2011 e s.m.i.. I
Titoli e le Tipologie delle entrate sono approvate nell'ordine e con la
denominazione indicate nel relativo stato di previsione (tabella A).
2. Le
spese della Regione sono classificate secondo quanto previsto dagli articoli
12, 13 e 14 del decreto legislativo n. 118/2011 e s.m.i..
Le Missioni e i Programmi sono approvati nell'ordine e con la denominazione
indicati nel relativo stato di previsione (tabella B).
Articolo 12
(Autorizzazione alle variazioni al
bilancio)
1. Nel
corso dell'esercizio, la Giunta regionale, con propria deliberazione, è
autorizzata ad apportare le variazioni agli stanziamenti del bilancio di previsione
2016-2018, al documento tecnico di accompagnamento e al bilancio finanziario
gestionale, ai sensi dall'articolo 3, comma 4, e dell'articolo 51 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118, e s.m.i..
2. Ai
sensi dell'articolo 48 e dell'articolo 51, comma 4, del decreto legislativo n.
118/2011 e s.m.i., le variazioni agli stanziamenti
del bilancio di previsione 2016-2018, al documento tecnico di accompagnamento e
al bilancio finanziario gestionale da effettuarsi con provvedimento del
dirigente generale del Dipartimento Bilancio sono le seguenti:
a) le
variazioni compensative fra capitoli di entrata della medesima categoria e fra
i capitoli di spesa del medesimo macroaggregato del bilancio di previsione
annuale e triennale;
b) con
riferimento ai macroaggregati riguardanti i trasferimenti correnti, i
contributi agli investimenti e i trasferimenti in conto capitale, le variazioni
compensative solo dei capitoli di spesa appartenenti al medesimo macroaggregato
e al medesimo codice di quarto livello del piano dei conti;
c) le
variazioni di bilancio riguardanti la reiscrizione di
somme vincolate relative ad economie di spesa o ad impegni di spesa
insussistenti, anche riferiti ad esercizi finanziari precedenti;
d) le
variazioni fra gli stanziamenti riguardanti il fondo pluriennale vincolato e
gli stanziamenti correlati;
e) le
variazioni necessarie per l'adeguamento delle previsioni, compresa
l'istituzione di tipologie e programmi, riguardanti le partite di giro e le operazioni
per conto di terzi;
f) le
variazioni degli stanziamenti riguardanti i versamenti ai conti di tesoreria
statale intestati all'ente e i versamenti a depositi bancari intestati
all'ente;
g) i
prelievi dai fondi di riserva e dagli accantonamenti, ad esclusione del fondo
di riserva per le spese impreviste.
3. Gli
Enti, le Aziende e le Agenzie regionali sono autorizzati, ai sensi dell'articolo
57, comma 6, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 ad effettuare
variazioni ai rispettivi bilanci nel corso dell'esercizio, nei casi previsti ai
precedenti commi, in quanto compatibili, e previa comunicazione alle strutture
regionali competenti.
Articolo 13
(Allegati del bilancio)
1.
Sono approvati gli allegati al bilancio di previsione 2016-2018, per come
previsti dall'articolo 11 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.
Articolo 14
(Pubblicazione)
1. La
presente legge entra in vigore nel giorno successivo alla sua pubblicazione nel
Bollettino ufficiale telematico della Regione.
(Allegato)
Il Consiglio regionale,
visto
il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge
5 maggio 2009, n. 42) e s.m.i. ;
dato
atto che, ai sensi dell'articolo 80 del d.lgs
118/2011, le disposizioni di cui al Titolo III si applicano a decorrere
dall'esercizio finanziario 2015, con la predisposizione dei bilanci relativi
all'esercizio 2015 e successivi;
considerato
che, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, del sopra citato decreto legislativo,
dal 1° gennaio 2015 cessano di avere efficacia le disposizioni regionali
incompatibili con le norme contenute nello stesso;
richiamati:
l'articolo
10. comma 1, del d.lgs 118/2011, che dispone che il
bilancio di previsione finanziario è almeno triennale, ha carattere autorizzatorio ed è aggiornato annualmente in occasione
della sua approvazione; l'articolo 67 del d.lgs
118/2011, che, al comma 1. ribadisce che l'autonomia contabile del Consiglio
regionale deve essere assicurata dalle Regioni sulla base delle disposizioni
statutarie, ed al comma 2 prevede che il Consiglio regionale adotti il medesimo
sistema contabile degli schemi di bilancio della Regione. adeguandosi ai
principi contabili generali ed applicati al d.lgs
118/2011 ;
Visti:
i
principi contabili applicati e gli schemi di bilancio allegati al d.lgs 118/2011; lo schema di bilancio di previsione
finanziario per gli anni 2016 -2018, redatto sulla base degli schemi di cui
all'allegato 9 del d.lgs 118/2011;
Considerato
che il bilancio di previsione del Consiglio regionale per il triennio 2016 -218
è suddiviso per missioni e programmi ed è stato elaborato in attuazione dei
principi di cui al d.lgs 118/2011 e s.m.i., secondo gli schemi previsti dall'allegato 9 del
decreto stesso, che di seguito si riepilogano e che costituiscono parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione:
entrate
per titoli e tipologie;
spese
per missioni e programmi con suddivisione in titoli;
riepilogo
per titoli di entrata;
riepilogo
per titoli di spesa;
riepilogo
delle spese per missioni;
quadro
generale riassuntivo;
equilibri
di bilancio;
tabella
dimostrativa del risultato di amministrazione presunto all'inizio
dell'esercizio 2016;
composizione
per missioni e programmi del fondo pluriennale vincolato degli esercizi
2016-2018;
elenco
delle spese obbligatorie;
nota integrativa;
considerato
che i documenti contabili del bilancio di previsione del Consiglio regionale
prevedono un fabbisogno per le spese di funzionamento di euro 58 milioni per
ciascuno degli esercizi 2016, 2017 e 2018;
visti:
la
deliberazione n. 74 del 17 dicembre 2015, con la quale l'Ufficio di Presidenza
propone al Consiglio regionale l'approvazione del bilancio di previsione per
gli esercizi 2016-2018;
il
Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;
preso
atto:
del
parere favorevole al bilancio di previsione del Consiglio per gli esercizi
2016-2018 espresso dalla Conferenza dei Capigruppo nella seduta del 22 dicembre
2015, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, del Regolamento interno di
amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;
della
relazione della Commissione Speciale di Vigilanza a corredo del bilancio di
previsione del Consiglio per gli esercizi 2016 -2018, ai sensi di quanto
disposto dall'articolo 6, comma 4, del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale;
del
verbale n. 83 del 23 dicembre 2015, con il quale il Collegio dei revisori dei
Conti della Regione e del Consiglio regionale ha espresso parere favorevole con
osservazioni sul bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli
esercizi 2016/2018,
delibera
di
approvare il bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi
finanziari 2016 -2018 ed i relativi allegati che costituiscono parte integrante
e sostanziale della presente deliberazione;
di
chiedere alla Giunta regionale la somma di euro 58 milioni per il funzionamento
del Consiglio regionale per ciascuno degli anni inclusi nel bilancio del
Consiglio regionale 2016-2018.
(Allegato)
Art. 1
(Modifiche all'articolo 7)
1.
L'articolo 7 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela,
governo ed uso del territorio -Legge Urbanistica della Calabria) è così
modificato:
a)
dopo la lettera b) del comma 1 è inserita la seguente:
"b
bis) il territorio della Città metropolitana di Reggio Calabria;".
Art. 2
(Modifiche all'articolo 9)
1.
L'articolo 9 della l.r. n. 19/2002 è sostituito dal seguente:
"Art. 9
(Misure organizzative straordinarie per
il supporto alla redazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed
urbanistica)
1. Al
fine di imprimere un'accelerazione nella redazione degli strumenti di
pianificazione territoriale ed urbanistica previsti dalla presente legge, il
Settore Urbanistica del Dipartimento Ambiente e Territorio assicura il raccordo
delle diverse funzioni regionali coinvolte nel procedimento di formazione dei
suddetti strumenti di pianificazione. La Giunta regionale, entro quarantacinque
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, su proposta
dell'Assessore alla pianificazione territoriale ed urbanistica, approva un
disciplinare operativo allo scopo di regolamentare lo svolgimento delle
funzioni medesime.
2. Il
Settore di cui al comma 1, inoltre, con il contributo dei rappresentanti dei
dipartimenti regionali preposti ad esprimere parere obbligatorio nella fase di
formazione degli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica,
ciascuno per la propria competenza, assicura che gli atti di governo
territoriali si formino nel rispetto dei termini e delle disposizioni della
presente legge e dei relativi regolamenti di attuazione, in conformità ed in
coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinati.
A tal fine, svolge in particolare le seguenti funzioni:
a)
certifica il quadro conoscitivo del Piano, sulla scorta dei dati territoriali
tematici forniti dal SITO di cui all'articolo 8, quale contributo per
l'elaborazione dello stesso da parte degli enti interessati;
b)
esprime, per conto dell'Amministrazione regionale, il parere preliminare da
rendere in seno alla conferenza di pianificazione di cui all'articolo 13, sul
documento preliminare del Piano e sul REU di cui all'articolo 27, integrato
dall'indicazione della perimetrazione dell'area da
assoggettare a piano comunale di spiaggia di cui all'articolo 24, per i comuni
costieri non ancora dotati, e del Rapporto Ambientale Preliminare di cui
all'articolo 13, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme
in materia ambientale), e all'articolo 23, comma 1, del regolamento regionale 4
agosto 2008, n. 3 (Regolamento regionale delle procedure di Valutazione di Impatto
ambientale, di Valutazione ambientale strategica e delle procedure di rilascio
delle Autorizzazioni Integrate Ambientali);
c)
esprime per conto della Regione, secondo quanto disposto dall'articolo 27,
dall'articolo 15 del d.lgs. n. 152/2006 e dall'articolo 25 del regolamento
regionale n. 3/2008, il parere definitivo motivato sul Piano e sul REU
adottati, integrato dall'indicazione della perimetrazione
dell'area da assoggettare a piano comunale di spiaggia di cui all'articolo 24,
per i comuni costieri non ancora dotati, completo del Rapporto Ambientale e
della Sintesi non tecnica, previa verifica del recepimento delle osservazioni
formulate nel parere preliminare e dello svolgimento delle consultazioni, ai
sensi dell'articolo 14 del d.lgs. n. 152/2006 e dell'articolo 24 del
regolamento regionale n. 3/2008.
3. Le
misure organizzative di cui al presente articolo non possono determinare nuovi
o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale”.
Art. 3
(Inserimento articolo 9 bis)
1.
Dopo l'articolo 9 della l.r. n. 19/2002 è inserito il seguente:
"Art. 9 bis
(Nucleo di valutazione urbanistico-territoriale)
1. La
Giunta regionale, su proposta dell'Assessore all'urbanistica e governo del
territorio, istituisce il nucleo di valutazione urbanistico-territoriale
della Regione Calabria.
2. E'
compito del nucleo:
a)
monitorare le attività di valutazione di cui all'articolo 10;
b)
esprimere alla Giunta regionale pareri in merito alla definizione del QTR ed i
suoi rapporti con il Sistema Informativo Territoriale (SITO), nonché sulle
prescrizioni di carattere territoriale degli atti e dei documenti della
pianificazione settoriale regionale e della loro traduzione in termini
informatici;
c)
predisporre un rapporto annuale sullo stato della pianificazione del territorio
regionale da presentarsi alla Giunta regionale che esprime parere, entro 30
giorni dalla ricezione, e lo trasmette, con propria delibera, al Consiglio
regionale per la definitiva approvazione;
d)
fornire, su richiesta, ogni forma di assistenza alle strutture del SITO e agli
sportelli unici per l'edilizia.
3. Il
nucleo di valutazione è composto da:
a)
l'Assessore regionale all'urbanistica e al governo del territorio, che lo
presiede;
b) i
dirigenti dei settori urbanistica e governo del territorio del dipartimento
regionale;
c) il
segretario dell'Autorità di bacino regionale;
d) i
rappresentanti delegati dalla Provincia;
e) un
delegato dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) e uno
dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE);
f) un
delegato in rappresentanza di ogni parco della Regione Calabria;
g) un
rappresentante per ciascuno degli Ordini professionali degli architetti,
pianificatori, paesaggisti, conservatori, degli ingegneri, dei geologi, degli
agronomi e forestali, nonché dei geometri;
h) un
rappresentante designato da ciascuna università calabrese;
i) un
rappresentante dell'Unione regionale delle bonifiche e delle irrigazioni;
j) un
rappresentante dell'Unione piccoli Comuni;
k) un
rappresentante unitario delle organizzazione ambientaliste e protezioniste;
i) un
rappresentante delle organizzazioni sindacali dei lavoratori;
m) un
delegato della Lega delle Autonomie locali;
n) un
rappresentante del Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività
produttive (CORAP);
o) un
delegato dell'autorità marittima territoriale;
p) un
rappresentante della Città metropolitana di Reggio Calabria;
q)
cinque esperti nominati dal Presidente della Giunta regionale, su proposta
dell'Assessore regionale all'urbanistica e al governo del territorio, con
particolare competenza in materia di pianificazione urbanistica, territoriale,
tutela e conservazione del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico
della Calabria, di difesa e gestione del rischio geologico, idrogeologico e di
riduzione del rischio sismico.
4. I
componenti del nucleo di valutazione sono nominati con decreto del Presidente
della Giunta regionale e durano in carica per l'intera legislatura e, comunque,
fino alla designazione dei sostituti.
5. La
legge regionale di bilancio approvata nell'anno di costituzione del nucleo provvede
alla allocazione dei relativi oneri per il funzionamento del nucleo stesso nel
corso della legislatura.
Art. 4
(Modifiche all'articolo 10)
1. Il comma
4 dell'articolo 10 della l.r. n. 19/2002 è così modificato: a) le parole
"e della verifica di coerenza" sono soppresse; b) la parola
"attuano" è sostituita dalla parola "attua".
Art. 5
(Modifiche all’articolo 13)
1. L'articolo
13 della L.r. n. 19/2002, è così modificato:
a) il
comma 2 è sostituito dal seguente: "2. Il documento preliminare è
elaborato dall'ente che indice la conferenza, sulla scorta del quadro
conoscitivo certificato dal Settore urbanistica del Dipartimento Ambiente e
Territorio di cui all'articolo 9 e, contestualmente alla convocazione della
conferenza medesima, trasmesso, in copia digitale, ai soggetti invitati, nelle
forme previste dalla legge.
b) il
comma 7 è sostituito dal seguente:
“7. La
conferenza di pianificazione si conclude con l'acquisizione dei pareri
preliminari e delle osservazioni formulati dagli enti e dai soggetti che per
legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante e, comunque, non oltre il
termine di novanta giorni, decorso il quale gli stessi si intendono acquisiti,
secondo quanto disposto dalla legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in
materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi). L'amministrazione
procedente assicura la pubblicità degli esiti della concertazione”.
Art. 6
(Inserimento dell’articolo 18bis)
1.Dopo
l’articolo 18 della L.R. n. 1/2002 è inserito il
seguente:
Art. 18bis
(Piano territoriale della città metropolitana di Reggio Calabria)
1. Il
Piano territoriale della Città metropolitana (PTCM) assume valenza di
pianificazione territoriale di coordinamento di cui all'articolo 1, comma 85,
lett. a) della legge 7 aprile 2014 n. 56 (Disposizioni sulle città
metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni) e di cui
all'articolo 20 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico
delle leggi sull'ordinamento degli enti locali), nonché di pianificazione
territoriale generale, di cui all'articolo 1, comma 44, lettera b), della legge
n. 56/2014.
2. Fino
all'entrata in vigore del PTCM, di cui al comma 1, conserva efficacia il Piano
territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) della Provincia di Reggio
Calabria, redatto ai sensi dell'articolo 26.
3. Il
PTCM è lo strumento di pianificazione territoriale generale al quale si
conformano le politiche della Città metropolitana di Reggio Calabria, i piani e
i programmi di settore comunale e gli strumenti della pianificazione
territoriale ed urbanistica comunali.
4. Il
PTCM è redatto sulla base dei criteri e degli indirizzi stabiliti dal QTR a
valenza paesaggistica di cui all'articolo 17. In sede di Conferenza permanente di
cui al comma 5, previo coordinamento con la Conferenza permanente
interregionale per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto di
cui all'articolo 4 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 12 (Legge di stabilità
regionale), la Regione e la Città metropolitana determinano un'intesa quadro,
che può consistere anche in specifici accordi settoriali o attività progettuali
e che stabilisce le linee programmatiche e le iniziative progettuali di
raccordo tra il Programma regionale di sviluppo della Regione e il Piano
strategico della Città metropolitana, previsto dalla legge n. 56/2014.
5. E'
istituita la Conferenza permanente Regione -Città metropolitana che individua
gli obiettivi di interesse comune delle due istituzioni e definisce le azioni
per perseguirli, prevedendo altresì le forme di consultazione con le
associazioni rappresentative degli interessi socio-economici coinvolti e la
procedura di formazione e di approvazione del PTCM.
6. Il
PTCM contiene gli elementi costituenti l'assetto territoriale della città
metropolitana e delinea la strategia dello sviluppo del territorio
metropolitano. A tal fine:
a)
individua, con riferimento ai contenuti del OTR a valenza paesaggistica, gli
obiettivi e gli indirizzi da perseguire nelle trasformazioni territoriali e le
azioni conseguenti;
b)
detta indirizzi sull'articolazione e sulle linee di evoluzione dei sistemi
territoriali;
c)
fornisce indirizzi, criteri e parametri per l'applicazione coordinata delle
norme relative al territorio rurale;
d)
individua le strategie di tutela attiva del patrimonio territoriale, anche al
fine dello sviluppo socio-economico e culturale della comunità della città
metropolitana.
7. Il
PTCM determina:
a) le
prescrizioni per il coordinamento delle politiche di settore e degli strumenti
della programmazione della città metropolitana;
b) gli
ambiti territoriali per la localizzazione di interventi di competenza della
città metropolitana e relative prescrizioni;
c) le
misure di salvaguardia di cui all'articolo 59.
8. Il
PTCM, inoltre, determina le politiche e le strategie di area vasta in coerenza
anche con il QTR, con particolare riferimento:
a)
alle infrastrutture e ai servizi necessari per promuovere una mobilità
sostenibile su scala metropolitana e migliorare il livello di accessibilità dei
territori interessati, anche attraverso la promozione dell'intermodalità;
b)
alle reti dei servizi di interesse della città metropolitana;
c)
alla valorizzazione e al recupero dei sistemi insediativi esistenti;
d)
alla razionalizzazione e riqualificazione del sistema artigianale,
commerciale
e industriale;
e)
alla previsione di forme di perequazione territoriale.".
Art. 7
(Modifiche all’articolo 21)
1. Nella
rubrica dell'articolo 21 della l.r. n. 19/2002, dopo la parola "(R.E.U.)", sono aggiunte le seguenti: "e
Regolamento Operativo (R.O.)".
2. Il
comma 1 dell'articolo 21 è sostituito dal seguente:
"1.
Il Regolamento edilizio ed urbanistico, annesso al PSC/PSA, ed il Regolamento
operativo, di cui alla procedura semplificata dell'articolo 27 ter, costituiscono la sintesi ragionata ed aggiornabile
delle norme e delle disposizioni che riguardano gli interventi sul patrimonio
edilizio esistente ovvero gli interventi di nuova costruzione o di demolizione
e ricostruzione, nelle parti di città definite dal Piano generale, in relazione
alle caratteristiche del territorio e a quelle edilizie preesistenti,
prevalenti e/o peculiari nonché degli impianti di telecomunicazione e di
telefonia mobile.".
3. Il
comma 2 è sostituito dal seguente:
"2.
, regolamenti di cui al comma 1, redatti in coerenza alla presente legge ed
agli strumenti di pianificazione sovraordinati
vigenti, oltre a disciplinare le trasformazioni e gli interventi ammissibili
sul territorio, nel rispetto del principio generale della pianificazione
territoriale urbanistica sul contenimento del consumo di suolo, stabiliscono:
a) le
modalità d'intervento negli ambiti specializzati definiti dal Piano;
b) i
parametri edilizi ed urbanistici ed i criteri per il loro calcolo;
c) le
norme igienico-sanitarie e quelle sulla sicurezza degli impianti;
d) le
norme per il risparmio energetico e quelle per l'eliminazione delle barriere
architettoniche in conformità e nel rispetto delle leggi e dei piani nazionali
e regionali vigenti;
e) le
modalità di gestione tecnico-amministrativa degli interventi edilizi anche ai
fini dell'applicazione delle disposizioni sulla semplificazione dei
procedimenti di rilasciò dei permessi di costruire di cui alla legislazione vigente;
f)
ogni altra forma o disposizione finalizzata alla corretta gestione del Piano,
ivi comprese quelle riguardanti il perseguimento degli obiettivi perequativi di
cui all'articolo 54.".
4. Il
comma 3 è sostituito dal seguente:
"3.
Per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio architettonico e
ambientale, i regolamenti devono prevedere, nell'elenco degli elaborati
richiesti per il rilascio del permesso di costruire e per la segnalazione
certificata di inizio attività (SCIA), apposita relazione contenente le
prescrizioni per la conservazione dell'organismo architettonico in riferimento
allo specifico oggetto dell'intervento, redatta da un tecnico esperto abilitato
ai sensi dell'articolo 69, comma 3. La relazione ha carattere obbligatorio per gli
interventi sui beni:
a)
ricadenti nelle zone A d i cui alla legge 17 agosto 1942, n. 1150 (Legge
urbanistica), per i quali è stata effettuata e proposta, e non ancora
completata, la procedura amministrativa di interesse culturale;
b)
vincolati ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei
beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio
2002, n. 137);
c)
aventi valore storico, documentario e identificatore, come componente
dell'identità collettiva, individuati all'interno dei piani per i quali è stata
effettuata, ovvero è in corso, la procedura per la dichiarazione di bene
culturale, secondo quanto previsto dal d.lgs. n. 42/2004.".
5. Il
comma 4 è sostituito dal seguente:
"4.
Entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alla pianificazione
territoriale ed urbanistica, adotta con regolamento attuativo, da sottoporre al
parere della commissione consiliare competente, un documento di indirizzo per
la redazione del R.E.U. e del R.O.".
Art. 8
(Modifiche all’articolo 22)
1.
L'articolo 22 della l.r. n. 19/2002, è sostituito dal
seguente:
“Art. 22
(Norme particolari per il polo
logistico di Gioia Tauro)
1. Il Piano
strategico nazionale della portualità e della
logistica (PSNPL), in relazione al Sistema Calabro e di Gioia Tauro, ha individuato la Zona economica speciale (ZES) come
fattore strategico.
2. La
Regione comprende nel OTR a valenza paesaggistica la ZES del polo logistico di
Gioia Tauro, nel rispetto del quadro normativo
comunitario, nazionale e regionale vigente.
3. Salve
le competenze attribuite dalla normativa comunitaria e nazionale all'Autorità
portuale o ad altre autorità, la Regione promuove appositi accordi di programma
con l'Autorità portuale di Gioia Tauro, ovvero con
enti pubblici o soggetti privati individuati con gara pubblica, finalizzati a
promuovere all’interno del polo logistico l’insediamento e l’esercizio delle
attività imprenditoriali da disciplinare con apposito regolamento”.
Art. 9
(Modifiche all’articolo 23)
1. Il
comma 1 dell’articolo 23 della l.r. n. 19/2002 è sostituito dal seguente:
1. Il
Piano operativo temporale (POT) è strumento facoltativo, salvo che per i Comuni
eventualmente indicati in uno specifico elenco nel OTR del PSC, ed è attuato individuando le trasformazioni del territorio per
interventi programmati sulla base di una coordinata, proporzionata e
sostenibile progettazione di interventi privati, pubblici o di interesse
pubblico e pubblico-privati da realizzare nell'arco temporale di un quinquennio, ovvero nel corso del
mandato dell'amministrazione adottante”.
Art. 10
(Modifiche all'articolo 24)
1.
Alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 24 della l.r. n. 19/2002, dopo la
parola "spiaggia" sono aggiunte le seguenti parole: "di cui alla
legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 (Norme per l'esercizio della delega di
funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo), e del Piano
d'indirizzo regionale(PIR) approvato con deliberazione del Consiglio regionale
n. 147 del 12 giugno 2007, in coerenza con il Piano di bacino stralcio per
l'erosione costiera e del Master Pian per gli interventi di difesa e di tutela
della costa di cui alla delibera del Comitato istituzionale 22 luglio 2014, n.
1 -Piano stralcio di assetto idrogeologico (PAI-Calabria)".
Art. 11
(Modifiche all'articolo 25)
1. Al
comma 9 dell'articolo 25 della l.r. n. 19/2002 è aggiunto il seguente periodo:
"Le disposizioni in esso contenute sono cogenti per gli strumenti di pianificazione
sottordinata e immediatamente prevalenti su quelle
eventualmente difformi. I predetti strumenti urbanistici, approvati o in corso
di approvazione, devono essere adeguati secondo le modalità previste
dall'articolo 73."
Art. 12
(Modifiche all'articolo 26)
1.
L'articolo 26 della l.r. n. 19/2002 è così modificato:
a) il
comma 2 è sostituito dal seguente: "2. Il procedimento per l'elaborazione
e l'approvazione del PTCP, del suo adeguamento e delle relative varianti
sostanziali, nonché dei piani settoriali provinciali con valenza territoriale,
per i quali non è prevista una specifica disciplina, si svolge secondo le
disposizioni di cui ai commi seguenti.".
b) il
comma 3 è sostituito dal seguente: "3. Il consiglio provinciale adotta il
documento preliminare del PTCP, elaborato sulla base degli atti regionali di
programmazione e di pianificazione, ove esistenti o, in mancanza, sulla base
delle linee guida di cui all'articolo 17. Il documento preliminare, oggetto di
valutazione in Conferenza di pianificazione, ai sensi dell'articolo 13, comma
1, deve contenere, oltre al quadro conoscitivo lo schema delle scelte pianificatorie elaborato in base a quanto previsto
dall'articolo 18 ed il rapporto preliminare di cui all'articolo 13, comma 1,
del d.lgs. n. 152/2006, secondo i criteri di cui all'allegato 1 del medesimo
decreto.";
c) il
comma 4 è sostituito dal seguente: "4. Il presidente della Provincia
convoca, entro dieci giorni dalla data di esecutività della delibera di
consiglio provinciale di adozione, la conferenza di pianificazione ai sensi
dell'articolo 13, per l'esame congiunto del documento preliminare, invitando,
per conto della Regione, il Settore Urbanistica del Dipartimento Ambiente e
Territorio di cui all'articolo 9, le province contermini, i comuni, l'Autorità
di bacino e gli enti di gestione dei parchi e delle aree naturali protette, le
forze economiche e sociali ed i soggetti comunque interessati alla formazione
degli strumenti di pianificazione.";
d) il
comma 5 è sostituito dal seguente: "5. Il Documento preliminare di piano
adottato è trasmesso ai soggetti invitati alla conferenza di pianificazione,
almeno trenta giorni prima della data di convocazione, in copia digitale, nelle
forme previste dalla legge.".
e) il
comma 6 è sostituito dal seguente: "6. La conferenza di pianificazione si
conclude con l'acquisizione dei pareri preliminari e delle osservazioni
formulati dagli enti e dai soggetti che per legge sono chiamati ad esprimere
parere vincolante e, comunque, non oltre il termine di novanta giorni, decorso
il quale si intendono acquisiti, secondo quanto disposto dalla legge 7 agosto
1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di
diritto di accesso ai documenti amministrativi).";
f) il
comma 7 è sostituito dal seguente:
"7.
Entro trenta giorni dalla conclusione favorevole della conferenza di
pianificazione, giusta determina del responsabile dell'ufficio di piano, il
Documento preliminare deve essere completato ed implementato di tutti gli
elementi che conferiscono allo stesso il requisito del perfezionamento del
PTCP. Entro i successivi trenta giorni, il PTCP completo del Rapporto
ambientale e della Sintesi non tecnica, è adottato dal consiglio provinciale e
depositato presso la sede provinciale per sessanta giorni decorrenti dalla data
di pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria
(BURC) dell'avviso di avvenuta adozione. L'avviso, redatto anche ai sensi
dell'articolo 14, comma 1, del d.lgs. n. 152/2006, deve contenere l'indicazione
dell'ente presso il quale il PTCP è depositato e dei termini entro i quali
prenderne visione e formulare eventuali osservazioni. Dell'avvenuta adozione
del PTCP è data notizia, altresì, su almeno un quotidiano a diffusione
regionale. " PTCP è, inoltre, pubblicato nel sito istituzionale della
provincia.";
g) il
comma 8 è sostituito dal seguente:
"8.
Successivamente all'accoglimento o al rigetto delle eventuali osservazioni
pervenute anche a seguito delle consultazioni di cui all'articolo 14 del d.lgs.
n. 152/2006 e dell'articolo 24 del regolamento regionale n. 3/2008, giusta deliberazione
del consiglio provinciale, previa idonea istruttoria tecnica d'ufficio, il PTCP
è trasmesso, in copia digitale, nelle forme previste dalla legge, al Settore
Urbanistica del Dipartimento Ambiente e Territorio per l'acquisizione, entro e
non oltre novanta giorni, del parere definitivo motivato sulla conformità e
sulla coerenza urbanistica e ambientale con il OTR, ai sensi dell'articolo 15
del d.lgs. n. 152/2006 e dell'articolo 25 del regolamento regionale n.
3/2008.";
h) il
comma 9 è sostituito dal seguente:
"9.
In caso di parere favorevole, la Provincia predispone il PTCP, completo di
tutti gli elaborati prescritti, che è definitivamente approvato dal consiglio
provinciale.";
i) il
comma 10 è sostituito dal seguente:
"10.
Ove si riscontri grave ed immotivata incoerenza derivante dal mancato
recepimento delle osservazioni e prescrizioni emanate in sede di Conferenza di
pianificazione sul Documento Preliminare e sullo svolgimento delle
consultazioni ai sensi del d.lgs. n. 152/2006 e dell'articolo 24 del
regolamento regionale n. 3/2008, il Settore Urbanistica del Dipartimento
Ambiente e Territorio ne dà comunicazione alla Provincia affinché, entro i
successivi trenta giorni, la stessa possa ristabilire gli elementi di coerenza
necessari e trasmettere il piano così adeguato, al fine dell'acquisizione del
parere definitivo entro il successivo termine perentorio di trenta giorni,
decorso il quale detto parere si intende acquisito, ai sensi della legge n.
241/1990.";
j) al
comma 11, dopo la parola "regionale" sono aggiunte le seguenti:
"e sui siti istituzionali della Regione e della Provincia";
k)
dopo il comma 12 è inserito il seguente: "12 bis. L'eventuale accertato
contrasto del PTCP alla legge o al QTR a valenza paesaggistica è disciplinato
nelle forme e con le modalità previste dall'articolo 73”.
Art. 13
(Modifiche all'articolo 27)
1.
L'articolo 27 della l.r. n. 19/2002 è sostituito dal seguente:
"Art. 27
(Formazione ed approvazione del PSC)
1. Il
procedimento disciplinato dal presente articolo si applica all'elaborazione ed
all'approvazione del PSC e del REU, integrato con la procedura VAS, ai sensi
del d.lgs. n. 152/2006 e del regolamento regionale n. 3/2008, e con
l'indicazione della perimetrazione dell'area da
assoggettare al Piano comunale di spiaggia, di cui all'articolo 24, per i
comuni costieri non ancora dotati, nonché alle relative varianti sostanziali e
all'adeguamento agli strumenti di pianificazione sovraordinata
di cui al comma 3 dell'articolo 73.
2. I
comuni danno avvio alla procedura di redazione del piano mediante apposita
deliberazione di giunta comunale, di approvazione delle linee d'indirizzo
strategico volte al rispetto del principio generale della pianificazione territoriale
urbanistica sul contenimento del consumo di suolo.
3. Sulla
scorta del contributo per il quadro conoscitivo certificato dal Settore
Urbanistica del Dipartimento Ambiente e Territorio di cui all'articolo 9, gli
enti territoriali interessati elaborano il proprio quadro conoscitivo e,
quindi, il Documento preliminare del piano completo di REU, predisposto in base
a quanto previsto dagli articoli 20 e 21 ,e del rapporto preliminare di cui al
comma 1 dell'articolo 13 del d.lgs. n. 152/2006, redatto secondo i criteri di
cui all'allegato 1 del medesimo decreto.
4. Entro
centottanta giorni dalla data di avvio di cui al comma 2, il consiglio
comunale, su proposta della giunta comunale, adotta il Documento preliminare
del piano di cui al comma 3.
5. Il
sindaco, entro dieci giorni dalla data di esecutività della delibera di
consiglio comunale di adozione, convoca la conferenza di pianificazione, ai
sensi dell'articolo 13, per l'esame congiunto del Documento preliminare di
piano e per lo svolgimento delle consultazioni preliminari di cui al comma 1
dell'articolo 13 del d.lgs. 152/2006 e dell'articolo 23 del regolamento
regionale n. 3/2008, invitando, per conto della Regione, il Settore Urbanistica
del Dipartimento Ambiente e Territorio di cui all'articolo 9, la Provincia, la
Città metropolitana, i comuni contermini e quelli eventualmente individuati dal
PTCP e dal PTCM, l'Autorità di bacino e gli enti di gestione dei parchi e delle
aree naturali protette territorialmente interessati, le forze economiche e sociali
ed i soggetti comunque interessati alla formazione degli strumenti di
pianificazione.
6. Il
Documento preliminare di piano adottato è trasmesso ai soggetti invitati alla
conferenza di pianificazione, almeno trenta giorni prima della data di
convocazione, in copia digitale, nelle forme previste dalla legge.
7. La
conferenza di pianificazione si conclude con l'acquisizione dei pareri
preliminari e delle osservazioni formulati dagli enti ed i soggetti che per
legge sono chiamati ad esprimere parere vincolante e, comunque, non oltre il
termine di novanta giorni, decorso il quale gli stessi si intendono acquisiti,
ai sensi della legge n. 241/1990.
8. Entro
trenta giorni dalla conclusione favorevole della conferenza di I
pianificazione, con determina del responsabile dell'ufficio di piano, il
Documento preliminare deve essere completato ed implementato di tutti gli
elementi che gli conferiscono il requisito del perfezionamento dell'atto di
pianificazione denominato PSC. Entro i successivi trenta giorni, il PSC
completo del Rapporto ambientale e della Sintesi non tecnica, è adottato dal
consiglio comunale, su proposta della giunta e depositato presso la sede del
Comune per sessanta giorni dalla pubblicazione nel BURC dell'avviso
dell'avvenuta adozione. L'avviso, redatto anche ai sensi dell'articolo 14,
comma 1, del d.lgs. n. 152/2006, deve contenere l'indicazione dell'ente presso
il quale il PSC è depositato e dei termini entro i quali prenderne visione e
formulare eventuali osservazioni. Dell'avvenuta adozione del PSC è data
notizia, altresì, su almeno un quotidiano a diffusione regionale. Il PSC è
inoltre pubblicato nel sito
istituzionale del Comune.
9. Successivamente
all'accoglimento o al rigetto delle eventuali osservazioni pervenute anche a
seguito delle consultazioni di cui all'articolo 14 del d.lgs. n. 152/2006 e
dell'articolo 24 del regolamento regionale n. 3/2008, giusta deliberazione di
consiglio comunale, previa idonea istruttoria tecnica d'ufficio, il PSC è
trasmesso in copia digitale, nelle forme previste dalla legge, al Settore
Urbanistica del Dipartimento Ambiente e Territorio, alla Provincia e alla Città
metropolitana, per l'acquisizione, entro e non oltre novanta giorni, del parere
definitivo motivato sulla conformità e sulla coerenza urbanistica e ambientale
con i rispettivi QTR, PTCP e PTCM ed ai sensi dell'articolo 15 del d.lgs. n.
152/2006 e dell'articolo 25 del regolamento regionale n. 3/2008.
10. In
caso di parere favorevole, il Comune predispone il PSC completo di tutti gli
elaborati prescritti che, su proposta della giunta comunale, è definitivamente
approvato dal consiglio comunale.
11. Ove
si riscontri grave ed immotivata incoerenza con gli strumenti sovraordinati, derivante dal mancato recepimento delle
osservazioni e prescrizioni emanate in sede di conferenza di pianificazione sul
Documento preliminare e sullo svolgimento delle consultazioni ai sensi del
d.lgs. n. 152/2006, e del regolamento regionale n. 3/2008, il Settore
Urbanistica del Dipartimento Ambiente e Territorio, la Provincia e la Città
metropolitana ne danno comunicazione affinché il Comune, entro i successivi
trenta giorni, possa ristabilire gli elementi di coerenza necessari e
trasmettere il piano, così adeguato, al fine dell'acquisizione del parere
definitivo entro il successivo termine perentorio di trenta giorni, decorso il
quale si intendono acquisiti, ai sensi della legge n. 241/1990.
12. Successivamente
all'approvazione del PSC da parte del consiglio comunale, una copia integrale
del piano approvato è trasmessa alla Regione, alla Provincia e alla Città
metropolitana, secondo le modalità di cui all'articolo 8, comma 8. Il PSC ed il
Rapporto ambientale, unitamente agli atti di cui all'articolo 17 del d.lgs. n.
152/2006, sono depositati presso il Comune per la libera consultazione.
L'avviso dell'avvenuta approvazione del piano e del suo deposito è pubblicato
nel BURC. Della stessa approvazione e dell'avvenuto deposito è data, altresì,
notizia con avviso su almeno un quotidiano a diffusione regionale e nei siti
istituzionali della Regione, della Provincia, della Città metropolitana e del
Comune interessato.
13. Il
piano entra in vigore dalla data di pubblicazione nel BURC dell'avviso
dell'approvazione e dell'avvenuto deposito.
14. L'eventuale
accertato contrasto del PSC alla legge o agli strumenti di pianificazione sovraordinata vigenti è disciplinato nelle forme e con le
modalità previste dall'articolo 73.
15. Il
PSC è soggetto al monitoraggio di cui all'articolo 18 del d.lgs. n. 152/2006,
secondo modalità e forme ivi definite, nonché secondo i regolamenti regionali
in materia."
Art. 14
(Inserimento degli articoli 27 ter e 27 quater)
1.
Dopo l'articolo 27 bis della l.r. n. 19/2002, sono inseriti i seguenti:
"Art. 27 ter
(Procedura semplificata)
1. In
attuazione del principio generale della pianificazione territoriale urbanistica
sul contenimento del consumo di suolo, i comuni che hanno nello strumento
urbanistico approvato (PRG/PdF) un dimensionamento
non superiore a 5.000 abitanti, ad esclusione di quelli che alla data di
entrata in vigore della presente legge hanno già adottato il Piano strutturale
comunale o associato, possono dotarsi del solo RO, sostitutivo delle previgenti
Norme tecniche di attuazione (NTA) e del Regolamento edilizio (RE), redatto
secondo quanto disposto dall'articolo 21.
2. Entro
sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il
consiglio comunale delibera l'adesione alla procedura semplificata di cui al
presente articolo e conferisce mandato agli uffici comunali per i successivi
adempimenti.
3. Entro
sessanta giorni dalla deliberazione di cui al comma 2, il responsabile
dell'ufficio tecnico comunale approva, con apposita determinazione, il RO
redatto in coerenza alla presente legge ed agli strumenti di pianificazione sovraordinati vigenti.
4. Entro
i successivi trenta giorni, il consiglio comunale adotta il RO, che è
depositato presso la sede del Comune per trenta giorni decorrenti dalla
pubblicazione nel BURC dell'avviso dell'avvenuta adozione. Il RO è ,inoltre
pubblicato nel sito istituzionale del Comune.
5. Decorsi
i termini di cui al comma 4, il RO è trasmesso al Settore Urbanistica del
Dipartimento Ambiente e Territorio di cui all'articolo 9, che, entro trenta
giorni dall'acquisizione, rilascia il parere vincolante di coerenza alla legge
ed allo strumento urbanistico sovraordinato.
6. Nel
caso di parere favorevole, il consiglio comunale, su proposta della giunta,
approva il RO, che entra in vigore dalla data di pubblicazione nel BURC dell'avviso
di approvazione e di avvenuto deposito.
7. I
comuni che si dotano del RO secondo la presente procedura possono assoggettare
a trasformazione territoriale le seguenti zone omogenee vigenti di piano:
a) nel
caso dei Programmi di fabbricazione, le zone omogenee A e B e relative
sottozone e tutti gli ambiti territoriali comunque denominati, nei quali siano
stati approvati piani di attuazione secondo quanto disposto all'articolo 65;
b) nel
caso dei PRG, oltre alle zone di cui alla lettera a), le aree destinate agli
interventi di edilizia sociale di cui alla legge regionale 16 ottobre 2008, n.
36 (Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale) e le previsioni di
piano aventi destinazione D e F.
8. Nelle
aree di piano di cui al comma 7 non sono ammesse varianti urbanistiche al di
fuori di quelle derivanti dalla realizzazione di progetti di opere pubbliche o
di interesse pubblico sottoposti alle disposizioni del decreto del Presidente
della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni
legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità),
del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE
e 2004/18/CE) e del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (Disposizioni urgenti
per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la
stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria)
convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nonché da interventi
previsti da strumenti di programmazione negoziata individuati dal POR Calabria
o da contratti di programma statali o regionali e interventi ai sensi
dell'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 7 settembre 2010,
n. 160 (Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina
sullo sportello unico per le attività produttive, ai sensi dell'articolo 38,
comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con
modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133), purché non in contrasto con
gli strumenti urbanistici sovraordinati.
9. E'
inibita la trasformazione a tutti i restanti suoli, aventi destinazione
agricola, la cui utilizzazione è dettata dagli articoli 50, 51 e 52. In tali
aree sono consentite soltanto le varianti urbanistiche derivanti dalla
realizzazione di progetti di opere pubbliche sovra comunale.
10. Alla
procedura di cui al presente articolo non si applica la VAS di cui al d.lgs.
152/2006, poiché trattasi di mero adeguamento normativo cogente ai contenuti
della legge e dello strumento di pianificazione territoriale regionale, di cui
è stata già svolta la valutazione ambientale.
Art. 27 quater
(Pianificazione a consumo di suolo
zero)
1.
L'obiettivo più apprezzabile ed auspicabile per i Comuni nel perseguimento del
principio del risparmio del consumo di suolo è rappresentato dal concetto di
"consumo di suolo zero", per il quale il Comune si prefigge di non
utilizzare ulteriori quantità di superficie del territorio per l'espansione del
proprio abitato, superiori a quelle già disponibili ed approvate nel previgente
strumento urbanistico generale (PRG/PdF).
2. Entro
sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e,
comunque, prima della delibera consiliare di adozione del PSE/PSA, la giunta
comunale può deliberare l'adesione al principio di "consumo di suolo
zero" rivolgendo direttive per la redazione del Documento preliminare agli
uffici comunali ed ai redattori volte al perseguimento di tale obiettivo.
3. L'eventuale
delibera di adesione, di cui al comma 2, comporta la ricognizione delle
quantità di aree ancora disponibili e non utilizzate, già ricomprese nelle zone
"B", "e", "O", "F" o comunque
denominate del previgente PRG/PdF che, ove
documentate dai redattori e certificate dall'ufficio tecnico comunale, possono
essere riproposte e/o rimodulate quali ambiti urbanizzati ed urbanizzabili nel
nuovo Documento preliminare del PSE/PSA, senza alcuna previsione di maggiori
superfici integrative e decurtando le aree interessate da edilizia abusiva.
4. Nel
caso di pianificazione a consumo di suolo zero, i termini del procedimento
previsti dagli articoli 27 e 27 bis sono ridotti della metà e la VAS di cui al
d.lgs. n. 152/2006 è subordinata a verifica di assoggettabilità, in quanto
possibile l'assenza di impatti significativi sull'ambiente, per stretta
aderenza alla previgente pianificazione territoriale e della quale è stata già
svolta la valutazione ambientale."
Art. 15
(Modifiche all'articolo 28)
1. All'articolo 28 della l.r. n. 19/2002
sono apportate le seguenti modifiche:
a)
nella rubrica la parola "provinciale" è sostituita dalla parola
"regionale";
b)
alla fine del comma 1 sono aggiunte le parole ",fatti salvi quelli che
adottano la procedura semplificata di cui all'articolo 27 ter.";
c) al primo
periodo del comma 2 le parole "la provincia territorialmente
competente" sono sostituite dalle parole "la Regione";
d)
alla lettera a) del comma 3 la parola "provinciale" è sostituita
dalla parola "regionale";
e)
alla lettera b) del comma 3 sono apportate le seguenti modifiche ed
integrazioni:
1. la
parola "Provincia" è sostituita dalla parola "Regione";
2. dopo
le parole "l'incarico di adottare" sono aggiunte le parole "ed
approvare";
f)
alla lettera c) del comma 3 sono apportate le seguenti modifiche:
1. la
parola "Provincia" è sostituita dalla parola "Regione”.
2. al
secondo periodo, dopo le parole "concludersi con l'adozione", sono aggiunte
le parole "e l'approvazione";
g) alla lettera d) del comma 3 sono apportate
le seguenti modifiche ed integrazioni:
1. la
parola "provinciale" è sostituita dalla parola "regionale";
2. dopo
le parole "funzionari con" è inserita la parola "adeguato";
3. le
parole "previa verifica e richiesta della provincia medesima" sono
sostituite dalle parole "previo assenso delle medesime".
Art. 16
(Modifiche all'articolo 51)
1. La
lettera d) del comma 3 dell'articolo 51 della l.r. n. 19/2002 è sostituita
dalla seguente: "d} ogni attività di deposito, smaltimento e lavorazione
di rifiuti non derivante dall'attività agricola o da attività ad esse
complementari, situate all'interno o in contiguità di zone agricole
direttamente investite da coltivazioni di pregio con tutela o marchio di
qualità, o da produzioni agroalimentari certificate."
Art. 17
(Modifiche all'articolo 57)
1. L'articolo
57 della l.r. n. 19/2002 è così modificato:
a) il
comma 4 è sostituito dal seguente:
"4.
Le destinazioni d'uso sono suddivise nei seguenti raggruppamenti:
a)
residenziale;
b) turistico-ricettiva;
c)
produttiva e direzionale;
d)
commerciale;
e)
agricola.";
b) i
commi 5, 6, 7 e 8 sono abrogati;
c)
dopo il comma 11 è inserito il seguente:
"11
bis. Gli interventi di cui al presente articolo sono eseguiti ai sensi del
d.p.r. n. 380/2001, fatte salve le prescrizioni degli strumenti urbanistici
comunali e nel rispetto delle normative nazionali, regionali e di settore
aventi incidenza sulla disciplina dell'attività urbanistico-edilizia,
nonché delle disposizioni contenute nel d. lgs. n.
42/2004";
d) il
comma 14 è abrogato.
Art. 18
(Modifiche all'articolo 58)
1.
L'articolo 58 della l.r. n. 19/2002 è così modificato: a) nella rubrica, dopo
la parola "salvaguardia" sono aggiunte le parole "del QTR";
b) al
comma 1 le parole "alla legge 3 novembre 1952, n. 1902, e sue
modificazioni ed integrazioni" sono sostituite dalle seguenti:
"all'articolo 12, commi 3 e 4, del d.p.r. 380/2001";
c) il
comma 3 è sostituito dal seguente:
"3.
Le misure di salvaguardia decadono con l'approvazione degli strumenti
urbanistici comunali, provinciali e della Città metropolitana di Reggio
Calabria, o con il loro relativo adeguamento in coerenza alle prescrizioni del QTR
e delle sue varianti, secondo quanto disposto dalla presente legge.";
d) il
comma 5 è abrogato.
Art. 19
(Modifiche all'articolo 59)
1.
L'articolo 59 della l.r. n. 19/2002 è così modificato:
a)
nella rubrica, dopo la parola "P.T.C.P.",
sono aggiunte le parole "e del P.T.C.M.";
b) al
comma 1, dopo la parola "PTCP", sono aggiunte le parole "e del
PTCM".
Art. 20
(Modifiche all'articolo 60)
1. L'articolo
60 della l.r. n. 19/2002 è sostituito dal seguente:
"Art. 60
(Misure di salvaguardia del PSC)
1. A
decorrere dalla data di adozione del PSC si applicano le misure di salvaguardia
di cui all'articolo 12, commi 3 e 4, del d.p.r. n. 380/2001 .
2. Il
dirigente o il responsabile dell'ufficio tecnico del Comune sospende ogni
determinazione sulle domande di permesso di costruire quando accerti che le
stesse sono in contrasto con l'atto di pianificazione territoriale adottato dal
Comune e/o con le misure di salvaguardia del OTR, del PTCP e del PTCM.
3. La
sospensione opera fino alla data di approvazione e di efficacia dell'atto di
pianificazione e, comunque, non oltre tre anni dalla data di adozione
dell'atto, ovvero cinque anni nel caso in cui lo strumento urbanistico sia
stato sottoposto all'amministrazione competente all'approvazione entro un anno
dalla conclusione della fase di pubblicazione.".
Art. 21
(Modifiche all'articolo 61)
1.
L'articolo 61 della l.r. n. 19/2002 è così modificato:
a) il
comma 1 è sostituito dal seguente:
"1.
Per la Provincia di Reggio Calabria, nell'attesa della definizione della legge
di riordino delle funzioni regionali anche con riguardo all'istituzione della
Città metropolitana, le funzioni di competenza della Regione ai sensi dell'art.
31, commi 7 e 8, e degli articoli 32, 39 e 40 del d.p.r. 380/2001, sono
attribuite alla Provincia. Con riferimento alle altre province, per effetto
della legge n. 56/2014 e della conseguente legge regionale 22 giugno 2015, n.
14 (Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle
funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n.56), le funzioni medesime sono
riassunte in capo alla Regione.";
b) il
comma 1 bis è sostituito dal seguente:
"1
bis. In caso di inerzia degli enti territoriali competenti in materia di
vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia, ai
sensi e per gli effetti degli articoli 31, comma 8, e 32, del d.p.r. 380/2001,
la Giunta regionale diffida gli enti inadempienti ad esercitare le funzioni
delegate entro sessanta giorni. Decorso tale termine, la Giunta regionale
esercita i poteri sostitutivi, nominando un commissario ad acta,
e affida la specifica funzione al dipartimento della Giunta regionale
competente in materia di urbanistica, con oneri a carico degli enti inadempienti."
Art. 22
(Modifiche all'articolo 65)
1.
L'articolo 65 della l.r. n. 19/2002 è sostituito dal seguente:
"Art. 65
(Termini di approvazione dei Piani
Strutturali Comunali e disposizioni transitorie)
1. Tutti
i comuni della Regione Calabria, ad eccezione di quelli che ricorrono alla
procedura semplificata di cui all'articolo 27 ter,
devono adottare, entro e non oltre dodici mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, il Piano strutturale comunale o associato.
2. Fino
all'approvazione degli strumenti urbanistici di cui al comma 1, si applicano le
seguenti disposizioni transitorie:
a) i
Piani regolatori generali e i Programmi di fabbricazione conservano validità
limitatamente alle zone omogenee A e B e relative sottozone previste nei
medesimi strumenti. Sono fatte salve, altresì, le previsioni di tutti gli
ambiti territoriali comunque denominati, nei quali siano stati approvati piani
di attuazione secondo quanto disposto ai commi 3 e 4, nonché nel caso dei PRG
le aree destinate agli interventi di edilizia sociale di cui alla l.r. n. 36/2008 e la definizione di tutte le
richieste di trasformazione con procedimenti avviati dai rispettivi Comuni
entro la data del 30 novembre 2015, relative alle zone omogenee C e relative
sottozone, ricadenti all'interno dei centri abitati. A tutti i restanti suoli,
viene estesa la destinazione agricola, la cui utilizzazione è dettata dagli
articoli 50, 51 e 52, salvo quanto previsto in forma più restrittiva nei
rispettivi strumenti urbanistici comunali. Successivamente all'adozione dei
PSC/PSA, si applicano le misure di salvaguardia previste dall'articolo 60;
b) non
sono ammesse varianti urbanistiche al di fuori di quelle derivanti dalla
realizzazione di progetti di opere pubbliche o di interesse pubblico sottoposti
alle disposizioni del d.p.r. 327/2001, del d. lgs
163/2006 e della legge 133/2008, nonché da interventi previsti da strumenti di
programmazione negoziata individuati dal POR Calabria o da contratti di
programma statali o regionali, non in contrasto con gli strumenti urbanistici sovraordinati.
3. I
piani attuativi dei Programmi di fabbricazione, se acquisiti dai comuni entro
il sessantesimo giorno dall'entrata in vigore delle Linee guida, possono essere
considerati validi solo se, entro trenta mesi dall'entrata in vigore della
legge regionale 21 agosto 2007, n. 21 (Modifica dei termini di cui all'art. 65,
comma 4, della Legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 e successive modificazioni
ed integrazioni e conseguente adeguamento della deliberazione consiliare n. 106
del 10 novembre 2006 recante: "Linee guida della pianificazione
regionale"), è stato completato l'iter amministrativo attraverso ,'atto
conclusivo della Convenzione.
4. I
piani attuativi comunque denominati e gli atti di programmazione negoziata approvati
conservano efficacia 'fino alla scadenza convenzionale. La mancata
realizzazione o completamento degli stessi oltre i predetti termini determina
l'applicazione di quanto disposto nel comma 2.
5. Ai
Comuni che non adempiono a quanto disposto dal comma 1, si applica il potere
sostitutivo regionale di cui all'articolo 67".
Art. 23
(Modifiche all'articolo 67)
1.
L'articolo 67 della l.r. n. 19/2002 è così modificato: a) la rubrica
"Poteri sostitutivi regionali e provinciali" è sostituita dalla
seguente: "Potere sostitutivo regionale";
b) il
comma 1 è sostituito dal seguente:
"1.
In caso di mancato rispetto dei termini perentori previsti dalla presente
legge, il Presidente della Giunta regionale diffida gli enti inadempienti a provvedere
entro trenta giorni, decorsi inutilmente i quali la Giunta regionale provvede
direttamente al compimento dei singoli atti, nominando un apposito commissario
ad acta con oneri a carico degli enti
inadempienti.";
c) il
comma 2 è sostituito dal seguente: "2. In caso di inerzia di Province e
Comuni nell'esercizio delle funzioni amministrative ad essi delegate, il
Presidente della Giunta regionale diffida gli enti predetti a provvedere entro
sessanta giorni, decorsi inutilmente i quali la Giunta regionale provvede
direttamente alla formazione dei singoli atti amministrativi, nominando un
apposito commissario ad acta con oneri a carico
dell'ente inadempiente".
Art. 24
(Abrogazione dell'articolo 70)
1.
L'articolo 70 della l.r. n. 19/2002 è abrogato.
Art. 25
(Modifiche all'articolo 73)
1.
L'articolo 73 della l.r. n. 19/2002 è sostituito dal seguente:
"Art. 73
(Abrogazione di precedenti norme e
adeguamento degli strumenti urbanistici)
1. Dalla
data di entrata in vigore della presente legge sono abrogate tutte le norme in
contrasto con la stessa.
2. Nel
caso di esclusivo adeguamento di norme e disposizioni in contrasto, i dirigenti
responsabili del servizio preposto all'attuazione degli strumenti urbanistici
adottano gli atti amministrativi di conformazione con propri provvedimenti.
3. Nel
caso di accertato contrasto con i principi fondanti del piano, sia per quanto
attiene l'aspetto urbanistico sia per quello paesaggistico-ambientale,
i dirigenti responsabili del servizio preposto all'attuazione degli strumenti
urbanistici devono avviare perentoriamente il procedimento di adeguamento di
cui agli articoli 26, 27 e 27 bis della presente legge.
4. In
caso di adeguamenti resi necessari a causa di errori materiali di trascrizione,
grafici e/o legati a disfunzioni degli apparati telematici, elettromagnetici o
di digitazione, vi provvede il dirigente responsabile del servizio preposto
all'attuazione del piano.
Art. 26
(Invarianza di spesa)
1.
Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Art. 27
(Disposizione finale)
1. La
dicitura "data di entrata in vigore della presente legge" di cui agli
articoli:
a) 9,
comma 1, della l.r. n. 19/2002, per come sostituito dall'articolo 2, comma 1;
b) 21,
comma 4, della l.r. 19/2002, per come sostituito dall'articolo 7, comma 5;
c) 27 ter, commi 1 e 2, della l.r. 19/2002, per come introdotto
dall'articolo 14, comma 1;
d) 27 quater, comma 2, della l.r. 19/2002, per come introdotto
dall'articolo 14, comma 1;
e) 65,
comma 1, della l.r. 19/2002, per come sostituito dall'articolo 22, comma 1;
deve intendersi riferita alla data di entrata in vigore, di cui al comma 2, del
presente testo normativo, di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n.
84 del 28 dicembre 2015.
2. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale Telematico della Regione.
Art. 1
(Finalità)
1. La
presente legge persegue l'obiettivo della tutela della pubblica incolumità
attraverso il riordino delle funzioni in materia sismica e la disciplina del
procedimento per la vigilanza sulle costruzioni. Ciò, anche in funzione della
nuova procedura di trasmissione dei progetti con l'utilizzo della piattaforma
informatica messa a disposizione della Regione Calabria, di seguito denominata
piattaforma.
Art. 2
(Disposizioni generali)
1. La
presente legge detta disposizioni sulle competenze in materia sismica, anche
con riferimento alla redazione degli strumenti di pianificazione territoriale e
urbanistica, sia generali che attuativi, alla trasmissione informatica dei
progetti, alle modalità di esercizio della vigilanza su opere e costruzioni,
nonché all'accertamento delle violazioni e all'applicazione delle relative
sanzioni, nel rispetto dei principi generali contenuti nella parte II, capo II
e capo IV del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380
(Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia
edilizia), nella legge 2 febbraio 1974, n. 64 (Provvedimenti per le costruzioni
con particolari prescrizioni per le zone sismiche), nella legge 5 novembre
1971, n. 1089 (Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio
armato, normale e precompresso ed a struttura metallica) e nei successivi
decreti ministeriali, ed in particolare, nel decreto del Ministro per le
infrastrutture 14 gennaio 2008 (Approvazione delle nuove norme tecniche per le
costruzioni).
Art. 3
(Autorizzazione sismica)
1. Chiunque,
nel territorio regionale, intende procedere a nuove costruzioni, adeguamento,
miglioramento, riparazioni ed interventi locali, nonché interventi di qualsiasi
tipo su strutture rientranti nel campo di applicazione delle norme sismiche,
prima dell'inizio dei lavori è tenuto a farne denuncia, ai sensi dell'articolo
93, comma 1, del d.p.r. 380/2001, trasmettendo il progetto esecutivo delle
opere di cui trattasi.
2. Per
le opere di cui al comma 1, prima dell'inizio dei lavori e, nel rispetto di
quanto previsto dall'articolo 94, comma 1, del d.p.r. 380/2001, è necessario
acquisire la relativa autorizzazione.
3. La
denuncia, di cui al comma 1, è inoltrata direttamente al Servizio tecnico
regionale (ex ufficio del Genio Civile). In ogni caso le amministrazioni
comunali devono custodire e aggiornare costantemente il registro delle denunce
da esibire, su richiesta, ai funzionari, ufficiali, agenti indicati
nell'articolo 103 del d.p.r. 380/2001.
4. Per
gli interventi di cui al comma 1, la denuncia dei lavori deve essere trasmessa
dal progettista delle strutture, su delega del committente o del Responsabile
unico del procedimento (RUP), nell'ipotesi di opere pubbliche, utilizzando la
piattaforma di cui all'articolo 1. La procedura telematica, accessibile dal
sito web regionale dedicato, prevede la completa compilazione dell'istanza e la
trasmissione delle dichiarazioni e di tutti gli allegati progettuali richiesti
e specificati nel regolamento di attuazione della presente legge.
5. I
principi per la redazione del progetto, "esecuzione e il collaudo delle
costruzioni sono definiti dalla l. 64/74, dalla l. 1086/71, dal d.p.r.
380/2001, parte II "Normativa tecnica per l'edilizia" -capo II e capo
IV, dalle relative norme tecniche emanate con i successivi decreti
ministeriali, dal decreto ministeriale 14 gennaio 2008 -e Circolare 2 febbraio
2009, n. 617 (Istruzioni per l'applicazione delle "Nuove norme tecniche
per le costruzioni" di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008), dal
decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE
e 2004/18/CE), dal decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n.
207 (Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile
2006, n. 163, recante «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi
e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE»).
6. Le
indicazioni applicative, da utilizzare per "ottenimento delle prescritte
prestazioni, possono essere desunte da normative di comprovata validità e da
altri documenti tecnici elencati nel capitolo 12 del decreto ministeriale 14
gennaio 2008 e circolare 617/2009.
Art. 4
(Denuncia dei lavori e trasmissione del
progetto)
1. La
denuncia dei lavori e la trasmissione del progetto devono avvenire secondo le
modalità indicate dal relativo regolamento regionale di attuazione della
presente legge.
2. Ogni
modificazione strutturale, planimetrica od architettonica che si debba
introdurre e che sia afferente alle vigenti norme sismiche, deve essere oggetto
di variante progettuale da denunciarsi con le modalità e le tipologie contenute
nel regolamento regionale di attuazione della presente legge, con espresso
riferimento al progetto principale.
3. Il
Servizio tecnico regionale, attraverso la piattaforma di cui all'articolo 1,
acquisisce al protocollo, in modo automatico, la denuncia e gli atti
progettuali. Effettuate le verifiche, secondo le modalità indicate nel
regolamento regionale, restituisce, in via telematica, il progetto vidimato
digitalmente, con l'esito dell'istruttoria.
4. Il
progettista strutturale è tenuto a trasmettere allo Sportello unico per
l'edilizia, qualora già istituito, o, comunque, all'amministrazione comunale,
copia digitale de1l'istanza, di tutti gli allegati progettuali vidimati e
dell'attestato di esito dell'istruttoria. La copia può essere consegnata su
supporto digitale (ad es. cd/rom, dvd/rom), ovvero inviata tramite posta
elettronica certificata (PEC) ai comuni che provvederanno ad archiviare nelle
forme di legge.
5. L'autorizzazione
rilasciata dal Servizio tecnico regionale, di cui al comma 3, costituisce
l'autorizzazione preventiva di cui all'articolo 18 della I. 64/1974 e
all'articolo 94 del d.p.r. 380/2001, fermo restando l'obbligo dell'ottenimento
del titolo abilitativo per la realizzazione dell'intervento previsto dalle
vigenti norme urbanistiche.
6. Il
direttore dei lavori, prima del loro inizio, è tenuto a indicarne la data nella
comunicazione, da trasmettere con apposita istanza telematica, al Servizio
tecnico regionale. L'istanza di inizio lavori deve riportare anche la data e il
numero del permesso di costruire o del titolo abilitante rilasciato dal Comune
in cui ricade l'opera da realizzare.
7. Copia
cartacea del provvedimento autorizzativo, su cui è
apposto il timbro digitale che consente di risalire agli elaborati progettuali
originali depositati presso il Servizio tecnico regionale, deve essere
custodito in cantiere per le verifiche di legge ai sensi di quanto stabilito
dall'articolo 66 del d.p.r. 380/2001.
8. L'autorizzazione
ad eseguire l'opera decade, se ancora non avviata, a seguito dell'entrata in
vigore di contrastanti norme di legge o decreti ministeriali di carattere
tecnico, salvo quanto espressamente previsto per il regime transitorio dalle
norme stesse.
Art. 5
(Progetto ed allegati)
1. Il progetto
deve avere carattere esecutivo e deve essere redatto secondo i contenuti
dell'articolo 17 della L. 64/1974, ovvero dell'articolo 93 del d.p.r. 380/2001,
e delle altre norme in materia (d.lgs. 163/06, d.p.r. 207/2010, decreti
ministeriali, normative tecniche) e deve comprendere tutti gli elaborati
richiesti dal decreto ministeriale 14 gennaio 2008, ed eventuali successive
modifiche ed integrazioni, e, comunque, secondo quanto riportato negli allegati
al regolamento regionale.
2. La
denuncia deve contenere, tra l'altro, la dichiarazione di responsabilità, resa
da tutti i tecnici che sono intervenuti nella progettazione, ognuno per le
parti di propria competenza, attestante la redazione del progetto in conformità
alla l. 64/1974, ovvero alla parte II, capo IV, sezione " del d.p.r.
380/2001, e dei relativi decreti ministeriali e delle altre norme in materia
(d.lgs. 163/06, d.p.r. 207/2010, DD.MM. normative
tecniche) e che tale progetto è corrispondente a quello presentato per
l'ottenimento del titolo abilitativo all'intervento, previsto dalle vigenti
norme urbanistiche. Inoltre, ai 'fini dell'effettuazione delle verifiche, è
indispensabile !'indicazione della classificazione della tipologia di
intervento e della classificazione tipologica dell'opera, come previsto dal
regolamento regionale.
3. Se l'intervento
è relativo ad opere di sopraelevazione di cui all'articolo 90, comma 1, del
d.p.r. 380/2001, al progetto esecutivo deve essere allegato un certificato di
responsabilità, redatto dal progettista secondo quanto stabilito dal
regolamento regionale. Tale certificazione sostituisce quella prevista
dall'articolo 90, comma 2, del d.p.r. 380/2001.
Art. 6
(Verifiche)
1. Il
Servizio tecnico regionale effettua verifiche sulle opere denunciate, su quelle
in corso d'opera e sulle opere ultimate, per accertare la conformità al
progetto autorizzato e alle norme tecniche, con specifico riferimento alla l.
64/1974, alla parte II, capo IV, sezione I del d.p.r. 380/2001 e dei relativi
decreti ministeriali applicativi.
2. Le
verifiche sono eseguite secondo quanto specificato dal regolamento regionale,
anche con il supporto della piattaforma di cui all'articolo 1. L'utilizzo di
tale procedura garantisce l'uniformità dei dati che i progettisti trasmettono
al Servizio tecnico regionale e, di conseguenza, l’uniformità della
valutazione. I dati trasferiti dai progettisti mediante la piattaforma
consentono, inoltre, ai fini della verifica, elaborazioni indipendenti, secondo
quanto stabilito dal paragrafo 10.1 delle NTC08 da parte di soggetti diversi
dal redattore del progetto. La piattaforma esegue tali elaborazioni in modo
automatico a garanzia della univocità del procedimento.
3. Il
Servizio tecnico regionale esegue, per tutte le opere, verifiche preliminari di
conformità dei progetti alle norme tecniche. Le verifiche vengono condotte in
modo automatico attraverso i dati inseriti nel sistema informatico con la
procedura definita dal regolamento regionale. Esse sono propedeutiche per la
verifica sostanziale che il Servizio tecnico regionale provvede ad effettuare
istruendo, nel merito, gli atti progettuali.
4. L'atto
autorizzativo è rilasciato all'esito della verifica
preliminare di conformità e della verifica sostanziale, così come disciplinato
specificata mente dal regolamento regionale.
Art. 7
(Adempimenti legge 1086/1971 e d.p.r.
380/2001 -parte II -capo II)
1. Gli
adempimenti previsti dalla L. 1086/1971, ovvero dagli articoli 65 e 67 del
d.p.r. 380/2001, sono effettuati presso il Servizio tecnico regionale, con le modalità
previste dal regolamento regionale di attuazione.
Art. 8
(Relazione a struttura ultimata)
1. Il
direttore dei lavori, ai sensi dell'articolo 6 della L. 1086/1971, ovvero
dell'articolo 65, comma 6, del d.p.r. 380/2001, deve depositare presso il Servizio
tecnico regionale, in via telematica tramite la piattaforma di cui all'articolo
1, entro sessanta giorni dalla fine dei lavori strutturali, la relazione a
struttura ultimata, comprensiva dei certificati di laboratorio relativi alle
caratteristiche dei materiali impiegati, per come previsto dalle norme tecniche
in materia.
2. Il
direttore dei lavori, dopo avere ricevuto il visto di deposito del Servizio
tecnico regionale, deve trasmettere copia della relazione al collaudatore
designato, al fine della redazione del certificato di collaudo statico.
Art. 9
(Collaudo statico)
1. Il
collaudo statico deve essere eseguito, anche se non concernente l'articolo 7
della L. 1086/1971 e l'articolo 67 del d.p.r. 380/2001, per tutte le opere di
cui alla presente legge regionale e disciplinate dalla normativa sismica e,
nello specifico, dal D.M. 14 gennaio 2008.
2. Il certificato
di collaudo delle opere, di cui al comma 1, deve essere depositato, nei tempi
previsti dall'articolo 67, comma 5, del d.p.r. 380/2001, al Servizio tecnico
regionale, in via telematica tramite la piattaforma di cui all'articolo 1.
3. Le
modalità di scelta del tecnico incaricato del collaudo statico delle opere e i
suoi adempimenti sono indicati nella normativa vigente in materia e dal
regolamento regionale di attuazione. Il soggetto incaricato, singolo
professionista, deve essere in possesso dei requisiti specifici previsti dalla
legge vigente.
Art. 10
(Certificato di idoneità statica)
1. Il
certificato di idoneità statica relativo ad edifici, deve essere depositato
presso il Servizio tecnico regionale in via telematica tramite la piattaforma
di cui all'articolo 1, solo ed esclusivamente se a supporto di una pratica di condono
edilizio ai sensi della L. 47/1985 e della L. 724/1994, nonché del decreto
legge 30 settembre 2003, n. 269 (Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo
e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici) convertito, con
modificazioni dalla legge novembre 2003, n. 326. L'istanza di condono
presentata al comune, deve essere allegata dal professionista al certificato,
ovvero il professionista dovrà riportarne gli estremi amministrativi nel
certificato.
2. Il
certificato deve essere redatto secondo le modalità e le indicazioni previste
dalla legislazione di cui al comma 1, dai successivi decreti ministeriali e
circolari ministeriali e deve essere firmato da un tecnico secondo le
competenze professionali in materia, in possesso dei requisiti di legge. Il
certificato, in conformità a quanto previsto dalle norme disciplinanti la
materia, deve essere redatto secondo la normativa tecnica vigente al momento
del sopralluogo.
Art. 11
(Responsabilità)
1. I
progettisti hanno la responsabilità diretta della conformità delle opere
progettate alle norme contenute nella L. 64/1974, ovvero alla parte II, capo
IV, sezione I, del d.p.r. 380/2001, dei relativi decreti ministeriali e
normative tecniche vigenti in materia di edilizia sismica.
2. Il
costruttore, il direttore dei lavori ed il collaudatore, ciascuno per le
proprie competenze, hanno la responsabilità diretta delle conformità delle
opere realizzate al progetto autorizzato.
3. Il
direttore dei lavori, nel redigere la relazione a struttura ultimata, e il
collaudatore statico, nel redigere la relazione di collaudo, devono anche attestare
che le opere sono state seguite in conformità al progetto autorizzato, nel
rispetto delle norme tecniche di esecuzione ed applicando le corrette norme
costruttive. Il collaudatore, altresì, deve specifìcatamente
attestare nel proprio certificato di collaudo la rispondenza dell'opera
eseguita alle norme del capo IV del d.p.r. 380/2001, al fine dell'utilizzazione
degli edifici, ai sensi dall'articolo 62 dello stesso d.p.r. e dell'articolo 28
L. 64/1974.
4. Per
le opere non soggette alla L. 1086/1971 o alla parte II, capo II del d.p.r.
380/2001, ma comunque soggette a collaudo ai sensi delle NTC 2008, il direttore
dei lavori, entro sessanta giorni dall'ultimazione degli stessi, è tenuto ad
inviare al collaudatore, comunicazione dell'avvenuta ultimazione, nonché una
dichiarazione di rispondenza delle opere eseguite alla normativa sismica ed al
progetto depositato. Tale dichiarazione di rispondenza costituirà
documentazione allegata al collaudo statico redatto dal collaudatore, ai sensi
di quanto disciplinato dalle NTC 2008 e dall'articolo 9, comma 1, della
presente legge.
5. Per
le opere che non sono soggette a collaudo statico ai sensi delle NTC 2008, il
direttore dei lavori deve trasmettere al Servizio tecnico regionale, entro
sessanta giorni dall'ultimazione degli stessi, apposita dichiarazione,
attestante la conformità dei lavori eseguiti al progetto depositato ai sensi
della normativa sismica. 9
Art. 12
(Accertamenti e vigilanza)
1. Sulla
attività di vigilanza si applicano le disposizioni di cui alle leggi 64/1974 e
1086/1971, nonché dal d.p.r. 380/2001 e da ogni altra disposizione vigente in
materia.
2. In
particolare, i funzionari, gli ufficiali e gli agenti indicati dall'articolo 29
della L. 64/1974 e dall'articolo 103 del d.p.r. 380/2001, sono tenuti ad
accertare che chiunque inizi opere disciplinate dalla normativa sismica sia in
possesso dell'autorizzazione rilasciata dal Servizio tecnico regionale.
Inoltre, gli stessi agenti devono accertare, ai sensi del citato articolo 103
se le opere procedono in conformità al progetto autorizzato. Appena accertato
un fatto che costituisce violazione delle norme sismiche, essi compilano
processo verbale, trasmettendolo al Servizio tecnico regionale.
3. Le
funzioni per la repressione delle violazioni, non disciplinate dalla presente
legge, continuano ad essere esercitate con le procedure e le modalità previste
dalla L. 1086/1971 e dalla L. 64/1974, ovvero nella parte II, capo II, sezione
II e capo IV, sezione III del d.p.r. 380/2001.
Art. 13
(Utilizzazione degli edifici)
1. Il
rilascio del certificato di agibilità, di cui all'articolo 24 del d.p.r.
380/2001, è subordinato, tra l'altro, alla esibizione del certificato di
collaudo statico di cui all'articolo 9.
Art. 14
(Sistema sanzionatorio)
1. Per
gli interventi disciplinati dalla presente legge trova applicazione il regime
sanzionatorio previsto dalla parte II, capo IV, sezione III, del d.p.r.
380/2001.
2. Per
le opere in cemento armato ed a struttura metallica, trova, inoltre,
applicazione il regime sanzionatorio previsto dalla parte II, capo II, sezione
III, del d.p.r. 380/2001.
3. Gli
enti territoriali verificano l'ottemperanza a quanto disposto dall'articolo 99
del d.p.r. 380/2001 e dall'articolo 24, L. 64/1974.
4. La
Regione vigila, in particolare, sulla osservanza di quanto disposto dal comma
3.
Art. 15
(Parere sugli strumenti urbanistici)
1. I
comuni, nella procedura di formazione e/o di adeguamento degli strumenti di
pianificazione comunale e/o intercomunale, come definiti dall'articolo 19 della
legge regionale 16 aprile 2002, (Norme per la tutela, governo ed uso del
territorio -Legge Urbanistica della Calabria) e delle eventuali varianti agli
strumenti o agli strumenti urbanistici vigenti, devono chiedere al Servizio
tecnico regionale competente per territorio il parere ai sensi dell'articolo 13
della L. 64/1974 e dell'articolo 89 del d.p.r. 380/2001, ai fini della verifica
di compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche
del territorio.
2. Il
parere di cui al comma 1 è acquisito nel rispetto delle procedure previste
dalla normativa nazionale e dalla l.r. 19/2002, ovvero prima dell'adozione, se
la procedura di formazione dello strumento urbanistico prevede la preliminare
adozione.
3. I
Piani strutturali comunali (PSC) e i Piani strutturali in forma associata (PSA)
devono essere corredati dagli studi geologici di cui all'articolo 20, comma 4,
L.r. 19/2002 e dagli elaborati, nel rispetto di quanto previsto nella
deliberazione del Consiglio regionale 10 novembre 2006, n. 106 (Legge regionale
del 16 aprile del 16 aprile 2002, n. 19, art. 17, comma 5 -Linee Guida della
Pianificazione Regionale), e, successivamente, nel rispetto del Quadro
territoriale regionale alla sua entrata in vigore. Tali studi formano parte
integrante degli stessi strumenti urbanistici.
4. Nella
definizione dei Piani strutturali di cui al comma 3, il Servizio tecnico
regionale esprime parere nei termini e secondo le modalità fissate dalla l.r.
19/2002 e per come successivamente specificato nel regolamento regionale di
attuazione.
Art. 16
(Attuazione procedure)
1.
Fermo restando quanto previsto all'articolo 1, per le opere di cui all'articolo
3, per le quali denuncia e progetto risultano acquisiti al protocollo del
Servizio tecnico regionale, sino alla data di entrata in vigore della presente
legge e del relativo regolamento di attuazione continuano ad applicarsi le
modalità stabilite dalla legge regionale 19 ottobre 2009, n. 35 (Procedure per
la denuncia, il deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere
strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica) e dal
regolamento regionale 28 giugno 2012, n. 7 (Procedure per la denuncia, il
deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale per la
pianificazione territoriale in prospettiva sismica di cui alla Legge regionale
n. 35 del 19 ottobre 2009". Abrogazione regolamento regionale n. 18 dell'1
dicembre 2009), fino all'ultimazione dei lavori e del collaudo, se previsto,
delle citate opere.
Art. 17
(Disposizioni transitorie)
1. La
Giunta regionale emana, entro centoventi giorni dalla pubblicazione della
presente legge, il regolamento attuativo della stessa e gli eventuali allegati
tecnici.
2. Al
fine di consentire il graduale adeguamento delle strutture tecniche regionali
alle nuove procedure informatiche di cui all'articolo 1 e consentire, nel
contempo, la piena operatività dei professionisti nell'utilizzo della nuova
piattaforma di cui all'articolo 1, è prorogato di sei mesi, decorrenti dall'1
gennaio 2016 e fino al 30 giugno 2016, il regime transitorio di cui
all'articolo 5, comma 13, della legge regionale 30.12.2013, n. 56
(Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario -Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2014), di
modifica della l.r. 35/2009, circa le modalità di istruttoria e il rilascio
dell'attestato di avvenuta denuncia dei progetti.
Art. 18
(Abrogazioni)
1.
Fatto salvo quanto disposto dall'articolo 17, dalla data di entrata in vigore
della presente legge e del relativo regolamento di attuazione sono abrogate:
a) la l.r.
35/2009; b) il regolamento regionale 7/2012.
Art. 19
(Norma di rinvio)
1. Per
quanto non disposto dalla presente legge e dal regolamento regionale di
attuazione, trova applicazione la normativa statale vigente in materia.
Art. 20
(Clausola d'invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione
della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della
finanza pubblica regionale.
Art. 21
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge è pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione
Calabria ed è fatto obbligo a chiunque di osservarla e farla osservare come
legge della Regione. La stessa avrà piena attuazione a far data dall'entrata in
vigore del relativo regolamento regionale di cui all'articolo 16, comma 1, ad
esclusione di quanto disposto dall'articolo 17, comma 2, che, invece, entra in
vigore il giorno successivo alla data di pubblicazione della presente legge.
Art. 1
(Proroga termini)
1. Ai
commi 1 e 2 dell'articolo 2 bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18
(Cessazione dello stato di emergenza nel settore rifiuti, disciplina
transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi) le parole
"30 settembre 2015" sono sostituite con le parole: "31 dicembre
2017"
Art. 2
(Obblighi di informazione)
1. La
Giunta regionale è tenuta, ogni sei mesi, ad informare il Consiglio regionale
sullo stato di attuazione del cronoprogramma al fine
di verificare il raggiungimento degli obiettivi fissati per la chiusura
definitiva dello stato di emergenza del settore rifiuti.
Art. 3
(Copertura finanziaria)
1. La
presente legge trova copertura finanziaria sulle somme già stanziate per le
annualità 2015-2017 del bilancio regionale, nel capitolo di spesa U3201020901.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria.
“Il Consiglio regionale,
vista:
la
recente e grave intimidazione subita dalla giornalista Alessia Candito del
“Corriere della Calabria” – sottoposta per via dei suoi scritti e della sua
irreprensibilità deontologica a misure di protezione – che si aggiunge alla
lunga lista di operatori dell’informazione che in Italia e segnatamente in
Calabria sono presi di mira con minacce, auto incendiate, agguati, lettere
anonime;
che
tutto ciò costituisce una “questione”, che, per gravità dei singoli episodi ed
implicazioni che ne conseguono, ha un impatto nefasto sulla vita democratica,
sul pluralismo delle idee e del confronto civile;
considerato
che:
se
l’Italia, come segnalano centri studi ed osservatori prestigiosi, registra dati
negativi nella classifica mondiale della libertà di stampa (Report Senza
Frontiere), quanto avviene in Calabria – regione in cui nel biennio 2014/2015
ci sono stati circa 50 giornalisti minacciati – risulta particolarmente odioso,
perché la limitazione della libertà di stampa, oltre che violare diritti
fondamentali, in una regione storicamente svantaggiata sul piano economico e
sociale come la nostra, incide negativamente sull’importante impegno per il
rinnovamento della politica e del rilancio dello sviluppo che caratterizzano
l’azione del Governo della Regione e dell’Assemblea legislativa;
questo
Consiglio regionale condivide in pieno le espressioni riferite dal Procuratore
della Repubblica di Reggio Calabria dottor Cafiero De
Raho, secondo cui “La nostra attenzione è alta perché
conosciamo le particolari difficoltà di questo territorio. Noi siamo fermamente
orientati a garantire il lavoro dei giornalisti poiché l’informazione ai
cittadini è uno dei pilastri fondamentali della nostra democrazia repubblicana,
sancito dalla Costituzione”;
il
Consiglio e la Giunta regionale, mentre chiedono che siano individuati ed
assicurati alla giustizia i responsabili di questi deplorevoli reati,
garantiscono la piena disponibilità a cooperare con ogni mezzo disponibile per
tutelare la libertà d’informazione;
gli
episodi di giornalisti intimiditi e minacciati e di operatori dell’informazione
sotto scorta per avere compiuto il loro dovere nonostante l’arroganza delle
cosche mafiose e della criminalità comune e per aver informato su trame e
affarismi di vario segno l’opinione pubblica, ci inducono ad esprimere piena
solidarietà e totale disponibilità ad affrontare l’argomento in Aula con il
pieno coinvolgimento della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta;
tutto
ciò premesso,
impegna
la
Giunta regionale ed il suo Presidente – il quale ha più volte evidenziato le
sue preoccupazioni per la recrudescenza di questi atti scellerati a mettere in
campo con il sostegno e la condivisione dell’Ordine e del Sindacato dei
giornalisti calabresi iniziative concrete per sensibilizzare i cittadini
attraverso campagne di informazione mirate, inclusa anche la possibilità di
assistenza legale;
ad
istituire un gruppo di lavoro, per valutare, assieme agli organismi ordinistici e sindacali dei giornalisti, le iniziative che
la Regione, nel rispetto della legislazione vigente e delle prerogative in capo
all’Autorità giudiziaria, può adottare per garantire la libertà di stampa”.
Articolo 1
(Disposizioni relative alla costituzione
di una società per azioni finalizzata all'esercizio dello scalo aeroportuale di
Crotone)
1. Al
fine di contribuire alla promozione dello sviluppo del territorio del
crotonese, la Regione Calabria partecipa alla costituzione di una società per
azioni con gli enti locali, avente lo scopo di assumere la gestione dello scalo
aeroportuale S. Anna di Crotone, trattandosi di servizio di interesse generale
necessario per il perseguimento delle finalità istituzionali della Regione.
2. Per
le finalità di cui al comma 1 la Regione Calabria è autorizzata a sottoscrivere,
al momento della costituzione della società, azioni per l'importo massimo di
euro 200.000,00.
Articolo 2
(Procedure per la costituzione della
società per azioni finalizzata all'esercizio dello scalo aeroportuale di Crotone
e per la definizione della partecipazione azionaria della Regione)
1. La
Regione Calabria compie, con i poteri del socio e nel rispetto delle
disposizioni di legge, tutti gli atti necessari a rendere operante la
partecipazione alla società dì cui all'articolo 1 e, in particolare:
a)
stipula l'atto costitutivo;
b)
sottoscrive le azioni, nei limiti indicati nell'articolo 1, e gli eventuali
accordi tra i soci relativi all'esercizio dei reciproci diritti e doveri,
definendo altresì le rispettive contribuzioni e partecipazioni alla società.
Articolo 3
(Norma finanziaria)
1.
Alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge si provvede con le
risorse allocate nel Fondo speciale di parte in conto capitale UPB
U.008.001.001.002 (capitolo U0700120101) recante "Fondo occorrente per far
fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno
dopo l'approvazione del bilancio recanti spese per investimenti" che
presenta la necessaria disponibilità.
2. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed
integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della
Regione Calabria).
Articolo 4
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione ne Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.