X^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
n. 14
SEDUTA Di
MARTEDì 22 DICEMBRE 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E
DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Avviamo i lavori con
l’esame del primo punto all’ordine del giorno che riguarda l’informativa del Presidente della Giunta
regionale sul Patto della Calabria.
Prego, presidente Oliverio.
Signor Presidente, signori consiglieri, ho
ritenuto doveroso predisporre una informativa sullo stato del confronto fra la Regione
e il Governo per la definizione del Patto per la Calabria. Un confronto che sta
procedendo da alcune settimane e che sta per arrivare a conclusione.
Accanto al Patto per la Calabria è in corso di
definizione anche il patto con la città metropolitana di Reggio Calabria perché,
come è noto, i Patti sono strumenti che si muovono in direzione di un accordo
tra le regioni del Mezzogiorno ed il Governo e tra il Governo e le città metropolitane.
Da settembre, a seguito della pubblicazione da
parte della Svimez dei dati sulla economia meridionale, il Governo, recependo
una iniziativa assunta dal Partito democratico, ha deciso di lavorare ad un Masterplan
per lo sviluppo del Sud.
Con l’occasione si è riaperto un nuovo
dibattito sulla questione meridionale, che è andato avanti con luci ed ombre ed
ha accompagnato sia la redazione degli strumenti nazionali di programmazione
sia il lavoro per l’elaborazione dei patti con le regioni meridionali e con le
città metropolitane.
In questo quadro il Patto per la Calabria si
configura come uno strumento attraverso il quale il governo regionale ed il Governo
nazionale decidono di aprire un percorso vivo di elaborazione condivisa per
affrontare insieme il tema dello sviluppo della Calabria, in un quadro più
ampio dello sviluppo del Mezzogiorno.
Questa prima significativa novità nello
scenario politico e nazionale è la diretta conseguenza del processo che il Presidente
del Consiglio, Matteo Renzi, ha avviato prima dell’estate con la decisione da
una parte di assumere il Mezzogiorno come priorità politica e programmatica e
dall’altra di sfidare le classi dirigenti del Sud sul terreno della capacità
programmatica e di spesa oltre che di innovazione sul fronte del Governo e
della inefficienza.
E’ una sfida per la quale la Calabria è
pronta, anzi vorrei dire costretta dalla gravità della crisi. E’ una sfida che
abbiamo il dovere di portare avanti, eliminando dal dibattito sulla Calabria
ogni elemento di rassegnazione.
Patto per la Calabria e Masterplan sono
l’occasione per rivitalizzare, dare forza e sostegno ai calabresi che credono e
si battono quotidianamente per dare una prospettiva ed un futuro alle nuove
generazioni.
La Calabria, per la sua collocazione geo-politica
di cerniera per l’area euromediterranea, ha un destino comune ed indissolubile
con il nostro Paese, con l’Italia. O si cresce insieme o non sarà possibile uno
sviluppo stabile e duraturo per il Paese.
La nostra Regione, per la drammatica situazione
che si è creata anche sul fronte della pacifica convivenza nella relazione tra
i popoli del bacino del Mediterraneo, ha una funzione strategica che è quella
di dare il proprio contributo a risolvere i problemi dell’Italia sul fronte sud
dell’Europa.
Il confronto tra la Giunta regionale e la
struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, incaricata di seguire la
redazione del patto con le regioni meridionali coordinata dal sottosegretario
De Vincenti, è stato proficuo nella individuazione delle emergenze economiche e
sociali. Ma è ancora in corso il lavoro per una selezione delle priorità che
dovranno diventare oggetto di un comune monitoraggio nella fase di
realizzazione degli interventi.
La Giunta regionale, da parte sua, ha lavorato
ad un piano complessivo con la programmazione globale delle risorse nazionali e
regionali: Por, Psr, Fsc, Pon e leggi di settore in un orizzonte di attuazione
pari alla loro previsione temporale.
All’interno di questa programmazione, il
dipartimento per la coesione sociale chiede un programma limitato ad interventi
immediatamente realizzabili con progetti pronti ed in grado di produrre
risultati visibili entro il 2017.
La Regione ha predisposto una meticolosa
ricognizione di progetti esistenti e di bisogni emergenti dai territori per
aree strategiche, infrastrutture e logistica, la messa in sicurezza del
territorio, gli attrattori turistici e culturali, le politiche del lavoro, le
infrastrutture sanitarie e la formazione.
Tale programmazione complessiva è stata assunta
come base di partenza del confronto e dovrà restare l’orizzonte strategico
entro il quale muovere l’azione amministrativa e di governo e continuare il
confronto con i governi nazionale ed europeo.
E’ la situazione della Calabria e del Mezzogiorno
che ci obbliga a questa impostazione unitaria in un orizzonte strategico che
vada oltre il biennio dei patti che il Governo vuole sottoscrivere con le
regioni meridionali.
Il dibattito nei mesi successivi alla
pubblicazione del rapporto Svimez sul Mezzogiorno converge su un dato di fondo:
la ripresa economica del Paese in assenza della Calabria e del Mezzogiorno
resta monca ed alla distanza potrebbe diventare un boomerang per il
Paese.
L’Italia sta riprendendo, sia pure lentamente,
il cammino virtuoso dello sviluppo ma – ed è questo il dato saliente del
rapporto Svimez – cresce anche il divario tra il nord ed il sud del Paese.
Per utilizzare una recente metafora del
dibattito, l’Italia è come una macchina che riparte ma non acquista velocità perché
frenata dall’azione del Mezzogiorno.
Anche i più recenti dati della banca d’Italia
sulla Calabria e quelli dell’Istat sullo stato di benessere delle famiglie
italiane, nonostante registrino segnali, a livello nazionale, di ripresa,
confermano la permanenza di un divario tra Nord e Sud, in particolare sul
fronte dell’occupazione e del lavoro.
Non si modifica, pertanto, il dato strutturale
della questione della crisi meridionale. Due emergenze in modo particolare
colpiscono la possibilità di affrontare politiche di sviluppo produttivo.
Il calo degli investimenti, che dal 2008 al
2015 nel Sud è stato pari al 38 per cento, cioè undici punti in più della
caduta nazionale con un significativo calo di investimenti pubblici, e la mancanza
di lavoro con una crescente disoccupazione giovanile in particolare e la fuga
di un enorme numero di ragazzi e ragazze che partono per studiare, senza possibilità
di ritorno.
La Calabria ed il Sud perdono così le risorse
e le intelligenze, un enorme capitale umano indispensabile per ritrovare la
strada della fiducia e della crescita.
E’ il momento di accelerare in direzione di
una svolta delle politiche per il Sud e nel rinnovamento. Per questo abbiamo
salutato con favore la decisione del Presidente del Consiglio di dare al Mezzogiorno
una importanza strategica nelle politiche per la ripresa del Paese.
La Calabria si trova davanti ad una occasione
irripetibile e ad una sfida epocale.
Il recente raddoppio del canale di Suez e la
volontà, più volte manifestata dal presidente Renzi, di affrontare il nodo
delle connessioni infrastrutturali e quello del sistema Gioia Tauro, cioè due
grandi questioni dello sviluppo a valenza istituzionale, costituisce una
obiettiva occasione per la Calabria per risolvere i problemi dell’isolamento
dal resto del Paese e per costruire una piattaforma logistica in grado di
attivare capitali e merci in arrivo da tutta l’area medio-orientale.
Connessioni infrastrutturali e sistema
portuale sono due facce di un’unica politica per connettere la Calabria
all’Italia ed all’Europa e per utilizzare il porto di Gioia Tauro con il resto
del sistema portuale regionale, per andare oltre il semplice trasporto delle
merci, trasformando le materie prime in semi lavorati e mettendole in rete
attraverso una migliorata rete infrastrutturale e ferroviaria.
Il nodo dell’accessibilità della Calabria
nella rete europea della mobilità all’interno delle aree di logistica in grado
di supportare le produzioni di qualità nell’agro-alimentare è il cuore pulsante
della proposta regionale. Una sorta di anello principale al quale aggrapparsi
per tirare tutta la catena dello sviluppo.
Da questa visione, che a gennaio sarà
codificata dal progetto Piano regionale dei trasporti, non si può prescindere
ma anzi è indispensabile correre per non restare indietro rispetto a realtà
concorrenti come i porti del Pireo e di Tangeri verso i quali si stanno
canalizzando imponenti investimenti dei fondi internazionali dei paesi
emergenti.
La Zes, la zona economica speciale, è
all’interno di questo progetto e per la Giunta regionale è un obiettivo irrinunciabile
che in occasione del Patto dovrà avere un importante impulso. E’ un obiettivo
costruito ancor prima delle elezione ed oggetto di confronto ed approfondimento
con i tecnici del Ministero delle infrastrutture ed è il tassello indispensabile
per fare del sistema infrastrutturale un effetto fattore di sviluppo
territoriale.
Infrastrutture e porto di Gioia Tauro con
all’interno la Zes sono solo due aspetti – sia pure tra i più importanti – di
una programmazione per progetti che si estende a tutti i territori calabresi in
alcuni casi con una definizione molto avanzata, mentre in altri con la
necessità di ulteriori approfondimenti ed elaborazioni progettuali.
Così come partendo dal già costruito distretto
agro-alimentare della Sibaritide occorre puntare alla valorizzazione di tutte
le produzioni di eccellenza nei vari settori produttivi della Calabria o,
partendo dalle preesistenti aree industriali, puntare ad una politica di
attrazione degli investimenti con la creazione di convenienze per gli
investitori, con lo snellimento burocratico, l’innovazione e la diffusione
delle tecnologie informatiche o ancora, partendo da un esteso patrimonio
naturalistico e culturale, creare grandi attrattori turistici. Filoni
programmatici che possono e devono essere tradotti in concreti progetti e
possibili finanziamenti nel Patto ed in altri strumenti di programmazione.
Non c’è dubbio che la riapertura della
questione meridionale, di una attenzione sulla questione meridionale, come
proposta prima dell’estate dal Presidente del Consiglio, sia in sintonia con il
nostro programma e sia la premessa fondamentale per la realizzazione degli
obiettivi da sottoscrivere nel Patto.
Un programma che ha presente una doppia e
collegata necessità: affrontare l’emergenza di drammatiche situazioni sociali e
di disastri gestionali e inserire progressivamente elementi di programmazione e
di sviluppo nei diversi settori dell’economia e della società calabrese. Non è
facile evitare di essere schiacciati dalle emergenze. Questi mesi sono stati un
susseguirsi di tensioni e di situazioni di crisi in qualche caso all’interno di
episodi e situazioni di mala gestione.
I vincoli del passato - e questa
considerazione non vuole essere una limitazione alla determinazione in direzione
di una azione di rinnovamento - condizionano la programmazione e la
progettualità in modo oggettivo. E’ un dato oggettivo e sono vincoli dai quali
è indispensabile liberarsi nel modo più rapido.
La Calabria dell’assistenzialismo e delle
clientele deve cedere il passo a quella del lavoro produttivo, delle competenze
e del merito. Questa è la stella polare che ci guida. Questa impostazione e
questa cultura di governo ci ha permesso di ricostruire – certamente dovremo
fare ancora di più – una credibilità nei confronti dell’Europa e anche sul
piano nazionale.
Il grado di credibilità della Calabria è
notevolmente recuperato. Le nostre proposte, sia per le situazioni di crisi che
per le politiche di sviluppo, sono accolte e valutate anche quando non sempre trovano
o hanno trovato tempestiva e piena accoglienza.
Penso ai fondi per la mobilità, a quelli per
gli Lsu e per ultimo al contributo nel campo del lavoro forestale.
Il Patto per la Calabria può essere una nuova
ed importante occasione per dimostrare quella capacità di programmazione e
progettazione manifestata in occasione della predisposizione di altri strumenti
già approvati tra cui il Por 2014-2020 ed il Psr.
La Calabria deve definitivamente ribaltare una
cattiva fama e tanti pregiudizi e non è solo un problema di buona
comunicazione. E’ indispensabile produrre fatti che nei loro contenuti siano
messaggeri di una Calabria positiva, propositiva, competente. E’ indispensabile
sempre di più far crescere la Calabria del lavoro, degli intellettuali, dei giovani
ricercatori, di coloro che nei libri e sui giornali la raccontano nei drammi e
nelle contraddizioni, ma anche nelle speranze e nella voglia di futuro.
Per questo il passaggio che stiamo vivendo con
una ripresa della discussione sul futuro del Mezzogiorno, la politica e le
istituzioni devono viverlo nel rapporto con la società, diffondendo la
discussione ed il confronto nei luoghi di lavoro e di studio, nei tanti rivoli
della società calabrese.
Con questa impostazione e per queste ragioni,
in coerenza con gli orientamenti finora emersi a livello nazionale nel quadro
del Masterplan per il Sud, in queste settimane abbiamo lavorato alla
definizione delle proposte della Giunta regionale per il Patto per la Calabria.
La
nostra proposta si articola per ambiti ed interventi strategici e prioritari,
ispirati a questi princìpi fondamentali: la compatibilità finanziaria, la fattibilità
degli interventi, la valutazione, la misurabilità e la verifica dei risultati e
degli impatti, l’efficienza attuativa, gestionale e di spesa, il monitoraggio
degli avanzamenti.
Nel
confronto non ancora concluso con il Governo, occorrerà selezionare gli investimenti
prioritari, valutando l’effettiva sussistenza delle condizioni istituzionali,
tecnico-finanziarie, amministrative, normative, necessarie per un’attuazione
efficace e tempestiva degli interventi, sulla cui realizzazione è necessario stabilire
tempi certi e verificabili.
Parimenti,
bisognerà definire il quadro degli impegni e delle responsabilità delle amministrazioni
e dei soggetti istituzionali impegnati o coinvolti nell’attuazione delle priorità
del Patto, il cui orizzonte temporale – come ho già detto – è biennale e il cui
quadro finanziario deve essere necessariamente integrato ed articolato per le
risorse dei fondi comunitari, delle risorse nazionali aggiuntive, delle risorse
ordinarie convergenti verso gli obiettivi di priorità.
In questo
quadro, l’integrazione tra risorse finanziarie e strumenti di programmazione è fondamentale.
Per questa ragione, la struttura della nostra proposta per il Patto della Calabria
è incentrata sui punti di forza dell’economia e del territorio, sui quali orientare
le priorità, sui contesti, i settori o gli ambiti di alta potenzialità di crescita,
sugli strumenti operativi, sulle responsabilità attuative in capo ai vari soggetti
coinvolti e, infine, su una ipotesi di interventi concreti, qualificanti, fattibili
e verificabili in tempi certi.
Quali
sono le priorità programmatiche che noi riteniamo costituiscano aspetti
decisivi per affrontare il complesso della programmazione regionale e le
risorse che potranno essere acquisite nei prossimi anni anche oltre il biennio
di validità del Patto?
Primo:
interventi per una connessione infrastrutturale della Calabria con il resto del
Paese e dell’Europa, i collegamenti commerciali con i mercati europei e
mondiali, la mobilità all’interno della regione. In questo filone, ci sono obiettivi
ed interventi che travalicano l’ambito strettamente regionale, come il tema del
completamento della Salerno-Reggio Calabria, sollevato ancora qualche giorno
addietro dallo stesso Presidente del Consiglio nel convegno di Firenze della
Leopolda.
Il programma
per l’ammodernamento e la messa in sicurezza della SS106-E90, in particolare
nei tratti già progettati e quelli necessari per risolvere il problema della
marginalità infrastrutturale della città e della provincia di Crotone e l’isolamento
di molti centri della locride.
Il problema
dell’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria, per il quale, al fine di superare
balletti sui contenuti e la validità degli interventi programmati e delle
cifre, abbiamo proposto la redazione di uno studio di fattibilità sulle soluzioni
più rapidi ed efficaci.
La
direttrice ferroviaria ionica, per la quale è indispensabile una dotazione di
mezzi in grado di garantire la pendolarità delle persone, a partire da quelli
già forniti. E’ proprio di stamattina la messa in esercizio della prima nuova
vettura su quella direttrice. Devo ringraziare qui il lavoro svolto dall’assessore
Roberto Musmanno in questi mesi nel rapporto con Trenitalia, che ci ha
consentito di ricollocare in un sistema di relazioni adeguato questo rapporto,
chiudendo un contenzioso che da anni rimaneva aperto e che penalizzava la vita della
Regione con un indebitamento grave della Calabria. Grazie a questo patto
transattivo, siamo riusciti a determinare le condizioni di un nuovo rapporto
con Trenitalia, a far risparmiare alla Regione parte di quei debiti e a chiedere
come condizione a Trenitalia di avviare la fase del rinnovo del materiale
rotabile, come stamattina si è incominciato a fare con un primo treno, con un
secondo che è già in Calabria e che sarà attivato il 20 gennaio, e un terzo che
sarà attivato i primi di marzo.
Alle
risorse che abbiamo già destinato in questa direzione anche nella programmazione
comunitaria, 70 milioni di euro per un’operazione di rinnovamento del parco
macchine e del materiale rotabile della Regione, che a far data da gennaio prossimo
sarà attivato attraverso i necessari bandi che saranno pubblicati.
Secondo:
gli interventi per la messa in sicurezza del territorio calabrese, all’interno di
un programma più ampio denominato “Calabria sicura”.
Gli
interventi per una Calabria sicura costituiscono la più importante opera
pubblica di cui la Calabria ha bisogno; gli interventi sul rischio
idrogeologico e di protezione costiera, a partire dai territori recentemente
interessati da eventi calamitosi, medio ed alto Ionio cosentino, città
metropolitana, area ionica e basso tirrenico nel reggino, interventi diffusi su
tutto il territorio regionale, sulla base di eventi verificatisi negli anni precedenti;
interventi di bonifica di siti inquinati e nel settore della depurazione, in
particolare per risolvere tutte le criticità che hanno portato a procedure di infrazione
da parte dei competenti organi dell’Unione europea.
Terzo:
gli interventi per la realizzazione di attrattori turistici, sulla base della valorizzazione
del patrimonio culturale della Calabria.
La Calabria
è un grande giacimento culturale per aree archeologiche, preesistenze storiche,
patrimonio artistico, ambientale e naturale. In tale direzione è importante una
piena valorizzazione del circuito della Magna Grecia e dei siti archeologici da
Sibari, Kroton, Caulonia, Locri, Reggio Calabria.
Per
questo abbiamo proposto un percorso della Magna Grecia, oltre che, naturalmente,
un intervento per la valorizzazione dei castelli e del patrimonio diffuso, del patrimonio
dei beni culturali diffuso nella nostra regione.
Quarto:
interventi per le infrastrutture formative e sanitarie.
In occasione
del confronto per il Patto, abbiamo ritenuto necessario sottoporre al confronto
la proposta di modernizzazione della rete ospedaliera regionale, a partire dai
nuovi Hub di Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro, dei presìdi di Crotone e Lamezia,
oltre alla necessità di sottoporre a monitoraggio con un cronoprogramma
concordato le procedure per le nuove strutture di Sibari, Vibo e della Piana di
Gioia Tauro; così come per gli interventi di ammodernamento e riqualificazione
degli edifici scolastici anche con l’introduzione di nuove tecnologie e di competenze
digitali.
Quinto:
interventi per il contrasto alla povertà e a sostegno delle politiche attive
per il lavoro.
La Regione,
avendo inserito nel Por 2014-2020 importanti e significative risorse che
riguardano l’inclusione sociale, la lotta all’emarginazione e il sostegno alle fasce
deboli e marginali, le politiche formative, ha proposto la sperimentazione di
misure di riduzione del precariato e di sostegno al reddito.
Si
tratta di priorità programmatiche che costituiscono prerequisiti per poter definire
un intervento di più ampio respiro programmatico. Alcuni interventi individuati
sono in fase attuativa e diventeranno oggetto di un comune monitoraggio, al
fine di garantire risultati concreti entro il 31 dicembre 2017; altri
troveranno finanziamento all’interno del Patto; altri, infine, fanno parte e
dovranno far parte dei contratti di programma tra il Governo ed enti di Stato,
a partire da Anas ed Rfi, o dei programmi Pon di settore, che sono oggetto
delle misure del Por 2014-2020, per il quale siamo in fase di operatività.
La Giunta
regionale, accanto alle priorità programmatiche, ha delineato un quadro più
ampio di interventi che investono settori produttivi e dei servizi ed aree
territoriali della regione, in coerenza con quanto previsto dal programma di governo
da me presentato in Consiglio regionale e dalle scelte che abbiamo compiuto attraverso
il Por, il Prs e di piani di settore nazionale e regionale, con una visione
unitaria ed articolata per lo sviluppo regionale.
E’
stato effettuato un meticoloso lavoro di ricognizione sull’attuale stato della programmazione
e della progettazione, in capo sia alla Regione, sia ai grandi soggetti
titolari di investimenti infrastrutturali – appunto Anas ed Rfi in primis
– sia agli enti locali e alle altre istituzioni od organismi pubblici operanti sul
territorio regionale, attraverso un’attività che ha coinvolto tutti i dipartimenti
regionali e gli altri soggetti titolari di investimenti.
Sono
stati raccolti e sistematizzati i dati sui principali interventi in essere, sui
programmi di investimenti, sullo stato della progettazione nei settori
prioritari, individuando alcuni precisi filoni di programma, le infrastrutture
di trasporto e la logistica, appunto, la gestione dei rischi, i grandi servizi
territoriali, i sistemi produttivi, l’energia, l’agenda digitale, il patrimonio
culturale, l’inclusione sociale e il lavoro, la scuola e l’università, le infrastrutture
sanitarie, come ho prima ricordato.
Abbiamo
dovuto registrare un quadro certamente ricco di potenzialità, ma denso anche di
criticità, in ordine alla carenza di capacità progettuali e al perdurante
deficit gestionale e di spesa che coinvolge tutto il sistema pubblico, che
proprio per questo deve essere riformulato.
Da questo
punto di vista, il Masterplan e il Patto per la Calabria potranno essere
importanti strumenti di prova della nostra capacità di riformare e riordinare
il sistema, a partire dall’organizzazione della Regione, per perseguire l’obiettivo
di rendere gli investimenti pubblici davvero efficaci per la crescita, perché dislocati
su politiche e progetti ad alto impatto sugli indicatori dello sviluppo,
concreti, fattibili e attuabili in tempi certi; la ricognizione completa, il
quadro delle priorità programmatiche, con l’individuazione di interventi che si
articolano su tutto il territorio regionale e per settori secondo le specifiche
condizioni e potenzialità.
Primo:
gli interventi sulle principali concentrazioni urbane, demografiche e
insediative. Area metropolitana di Reggio Calabria, per la quale è in atto il confronto
per uno specifico patto – come ricordavo prima con il Governo nazionale –, conurbazione
dell’asse Catanzaro-Lamezia, sistema insediativo, infrastrutturale e produttivo
dell’area urbana Cosenza-Rende, Valle del Crati, Sibaritide, città di Crotone e
il crotonese, Vibo e il suo sistema costiero a forte valenza turistica.
Secondo:
gli interventi per il completamento dei collegamenti tra le principali infrastrutture
Hub di trasporto, logistica e mobilità, tra cui il porto di Gioia Tauro, i
porti di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Vibo, Corigliano, Crotone,
corridoio plurimodale, tecnico, autostrada-ferrovia tirrenica, sistema di
connessioni tra i corridoi tirrenico e ionico lungo la Valle del Crati,
corridoio ionico e saldatura con il corridoio adriatico, aeroporto internazionale
di Lamezia, aeroporti di Reggio e Crotone, con interventi specifici in ognuna
di queste infrastrutture.
Terzo:
le principali dorsali e reti tecnologiche, in particolare le reti energetiche e
della fibra ottica ed i principali nodi dei servizi a carattere regionale,
concentrati nelle aree urbane, servizi amministrativi, scuole, università, sanità.
Quarto:
i principali sistemi locali di sviluppo produttivo nei settori chiave
dell’economia regionale, industriale, manifatturiero, agricolo, agro-alimentare,
terziario; il contesto retroportuale di Gioia Tauro, per il quale nel Patto si
ribadisce la necessità, a partire da un investimento già definito e sul quale
sarà sottoscritto un accordo di programma nei prossimi giorni per la produzione
di auto; altri investimenti che, in direzione delle aree portuali, possono
trovare convenienza ed accoglimento; contesti produttivi agricoli delle piane
di Gioia Tauro, Lamezia, del sistema della Valle Crati, Sibari, Alto Ionio e
del crotonese.
Quinto:
i principali poli della ricerca, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico,
università regionali, principali distretti tecnologici e poli di innovazione,
parco scientifico e tecnologico della Calabria.
Sesto:
interventi per rilanciare il ruolo della città di Crotone con il recupero, la bonifica
e la riqualificazione, la rigenerazione urbana
ed ambientale e la
rifunzionalizzazione dei contesti già sede delle attività industriali e
produttive; i collegamenti con la Sibaritide e con l’asse Catanzaro-Lamezia, la
valorizzazione dello straordinario patrimonio storico, culturale ed archeologico
del crotonese.
Settimo:
i progetti infrastrutturali strategici per la realizzazione del polo integrato intermodale
di Lamezia, aerostazione, stazione ferroviaria collegata con l’aeroporto, snodo
A3 e relativi raccordi e sistemi di collegamento trasportistico, anche in coerenza
con le previsioni degli strumenti della programmazione 2014-2020; sistema di collegamento
multimodale, aeroporto, stazione di Lamezia centrale, Germaneto, Catanzaro
Lido.
Ottavo:
i progetti per la creazione di una rete integrata di logistica collegata al
rilancio di una funzione commerciale del sistema portuale regionale, in collegamento
con le aree di sviluppo industriale e di distretti produttivi.
Nono:
le azioni per il rafforzamento delle qualità competitive dei contesti
produttivi delle aree industriali, applicazione del protocollo Apea per le aree
industriali; miglioramento dei contesti e delle reti industriali per l’attrazione
di investimenti e la qualificazione dei servizi per le attività produttive già
presenti; piano strategico per il porto e il distretto industriale di Vibo; potenziamento
dei fattori di competitività e delle infrastrutture di servizio al distretto agro-alimentare
di Sibari; progetto di rilancio del porto di Corigliano e gli investimenti in tecnologia
per l’attuazione dell’agenda digitale a servizio delle aree produttive ed industriali.
Decimo:
l’attuazione del Piano regionale dei rifiuti e quello per il completamento e la
messa in esercizio delle dighe, a partire da quelle del Menta e del Metramo, e
con un ridimensionamento dell’intervento sulla diga dell’Esaro, tre importanti infrastrutture
per le quali sono state investite notevoli risorse, che rimangono inutilizzate
e che noi nel patto riteniamo debbano trovare spazio per una completa e finalmente
definitiva utilizzazione.
Sono
e siamo consapevoli che questo quadro generale di riferimento non possa essere automaticamente
tradotto in interventi da travasare nella loro interezza e complessità nel Patto
per la Calabria, ma ho ritenuto indispensabile partire da una visione generale
dello sviluppo territoriale e produttivo dei vari territori, al fine di evitare
che interventi, sia pure limitati, siano avulsi da una visione unitaria.
Tuttavia, solo partendo da una visione più generale dei progetti utili alla Calabria,
è stato possibile sviluppare proficuamente il confronto per individuare le priorità
per il Patto per la Calabria e gli interventi che dovranno essere oggetto di approfondimento
comune tra Regione e Governo nazionale, anche oltre la tempistica di redazione
e di validità del Patto.
Come
già accennato, nel quadro del Masterplan per il Mezzogiorno, il Patto per la Calabria
si configura come uno strumento negoziale Stato-Regione, in cui è necessario individuare
le linee di fondo per la definizione degli interventi finalizzati allo sviluppo
economico, produttivo ed occupazionale, nonché interventi finalizzati ad ottenere
risultati nell’ambito del prossimo biennio.
Le proposte
più complessive da noi elaborate resteranno in campo, per dare continuità al confronto
con il Governo ed uno strumento di guida per la futura programmazione. Non è un
caso che la Calabria nell’ultimo decennio, anche per assenza di proposte e
progetti, sia stata ampiamente svantaggiata rispetto anche ad altre Regioni meridionali
nell’acquisizione di risorse nell’ambito della definizione degli accordi di
programma quadro per settore.
Il Patto
per la Calabria implica un grande spazio di azione politica, per questo l’efficienza
della gestione e l’efficacia dell’uso delle risorse non è riducibile alla sola
spesa, alla tecnica, alla capacità della burocrazia tecnico-amministrativa, che
pure sono fondamentali e decisive, ma è soprattutto un problema politico, di governo,
della credibilità che bisogna riacquisire e da cui dipendono strettamente tutte
le questioni ora richiamate, ma anche la possibilità di creare impatto sui fondamentali
dell’economia e della società.
Ma,
perché l’azione e le proposte del governo della Regione abbiano efficacia nel
rapporto con il Governo nazionale ed i grandi enti di Stato gestori di risorse
pubbliche e di importanti servizi territoriali, è indispensabile che anche in Calabria
cresca un nuovo spirito pubblico e nuove classi dirigenti. Molto spesso i
nostri nemici, i nemici della Calabria si sono annidati del tessuto sociale e
produttivo di questa terra, non solo la malapianta della mafia, ma anche rapinatori
di risorse pubbliche in combutta con appariti burocratici e settori politici
acquiescenti e corrotti.
La Regione
che noi abbiamo ereditato è uno spaccato di sprechi, malgoverno ed anche di
diffusa illegalità, per questo è indispensabile, quasi una condizione
necessaria, che venga alimentata una nuova funzione del dirigente pubblico,
animata da spirito di servizio e competenza.
La
riforma amministrativa dell’istituzione regionale è la strada indispensabile
per correggere una immagine negativa della Calabria che si è diffusa in Italia
e in Europa. Non è stato facile ricostruire un canale di dialogo con Bruxelles e
con il Governo nazionale; è stato frutto di lavoro, a partire da quello per recuperare
gli investimenti inutilizzati del Por 2017-2013, la capacità di presentarsi a
Roma con una proposta e con lo spirito sgombro da chi ha l’interesse esclusivo
di rappresentare solo la Calabria, la Calabria tutta intera. Ci siamo riusciti,
ci stiamo riuscendo. Oggi i Governi, quello europeo e quello nazionale,
guardano con attenzione e sicuramente liberi da diffidenza rispetto al passato.
Lo
sforzo che stiamo compiendo è che a noi spetta metterci all’altezza ed avere le
carte in regola. Con la definizione del Patto per la Calabria stiamo compiendo uno
sforzo nel merito delle questioni, per selezionare, per definire priorità, obiettivi
nell’ambito di una strategia di più ampio respiro. Il lavoro è in corso, entro
il mese di gennaio sarà sottoscritto il Patto. Naturalmente, essendo uno
strumento di strategica importanza per la nostra Regione, è bene che gli assi,
i capisaldi fondamentali che mi sono sforzato di illustrare al Consiglio,
costituiscano una impostazione possibilmente largamente condivisa
nell’interesse della Calabria, anche per far sì che questo approdo possa essere
il punto di ripartenza per rimettere in moto l’economia calabrese, per rimettere
in piedi la Calabria e per costruire condizioni nelle quali le opportunità di lavoro
e di crescita possano realmente determinarsi. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente Oliverio, io ci riprovo! L’ho fatto - chi mi conosce lo
sa - anche nella passata legislatura, forse un po’ meno in Aula; molte volte,
c’è un po’ il rischio di isolarsi, il tentativo
di mettere in campo toni trionfalistici da Genio della lampada, io l’ho fatto presente
anche con il presidente Scopelliti, a cui mi legava una condivisione politica,
anche affetto. L’errore più grande che lei può fare è quello che hanno fatto un
po’ tutti, che ha fatto anche Scopelliti, ed è quello di immaginare il suono
trionfalistico solo perché governare è difficile; provo a fare un intervento
moderato, diciamo così. Avendolo vissuto prima di lei, avendolo vissuto nella
scorsa stagione, mi rendo conto che governare è difficilissimo. Ho segnato qui
sul telefonino qualcosa di questo “Pacco” per la Calabria,
così lo definirei, per come ci ha abituato non tanto lei, ma il Presidente del
Consiglio italiano.
L’altro monito è questo, mi permetto con grande rispetto per il suo
ruolo, Presidente: nel passaggio ha parlato di questo Patto, di un lavoro del Partito
democratico, ci sarebbe da capire
quale Partito democratico, perché ci sono più Partiti democratici, e anche
quell’immagine nazionale e locale. Io immagino tutto questo sforzo, perché lo
pensavo di Loiero, lo pensavo di Scopelliti, lo penso anche di lei, perché credo
che nessuno si candidi a governare una Regione e, come Doctor Jeckyll e Mister
Hyde, pensi di voler distruggere; tutti si candidano per promuovere buone cose,
però – ripeto – io gradirei, se fosse possibile, farle un ulteriore appello,
anche a moderare il suo tono, che è un po’ quello della cultura di quello che
abbiamo vissuto, una cultura che in Italia è più di centro-sinistra; l’aggressione
sta anche nel suo tono quando dice: “La mala gestione del passato”. Questo è un
tono grave, giusto, importante di consapevolezza, ma se io volessi risolverlo
con una battuta, dovrei ricordarle che lei da 35 anni governa vari rivoli di questa
Regione, a differenza mia.
(Interruzione del presidente Oliverio)
No – ribadisco, Presidente – lì dove c’è mala gestione,
se lei mi conosce un po’, perché io provo ad essere composto, a continuare a
fare progetti di legge e a dare il mio contributo al ruolo di minoranza, non mi
sono mai permesso, poi quello appartiene…
(Interruzione del presidente Oliverio)
No, appartiene…
(Interruzione del presidente Oliverio)
Presidente,
io non l’ho interrotta, sto facendo un appello ai suoi toni, perché voglio farle un esempio, in
quanto lei ha citato delle cose importanti e anche dei risultati importanti, ma
io contesto questa impostazione del “Pacco” per la Calabria, che non è il suo “pacco”,
ma il pacco del Presidente del Consiglio, perché anche nell’immaginare il
“Job’s Act”, per fare un esempio, io avrei preferito - da destra- anche il
rapporto con i sindacati.
Quindi
è un appello composto, visto che lei è anche il mio Presidente, proprio a
rompere con questa cultura, io l’ho fatto anche – ripeto – prima di lei con le
persone a cui ho voluto e voglio profondo bene dal punto di vista dei rapporti
relazionali e anche dei rapporti politici. Le faccio un esempio, quando mi sono
dovuto trovare in una situazione – definiamola così – di deficienza strutturale
ad occuparmi su delega, che significava soltanto oneri e non onori, di Ferrovie
della Calabria, dove ho trovato un buco consolidato negli anni di 130 milioni
di euro in un’azienda che fattura e che quindi doveva campare di lavoro vero con
44 milioni di euro più Iva della Regione ed è costata, prima che arrivassimo
noi, negli ultimi sette anni, 57 milioni di euro, non ho fatto l’appello e
l’elenco di tutti quelli che prima di noi in vari ruoli hanno governato
quell’azienda, perché due secondi dopo quell’appello sarebbe rimasto il cerino
in mano e sarebbe rimasta la funzione di governo che uno esercita di risolvere i
problemi.
Rimboccandomi
le maniche con grande difficoltà, attingendo all’esperienza di una squadra
articolata, diversa - ricordo riunioni con l’assessore Gentile, con funzionari
di ferrovia - abbiamo provato a risolvere un problema e l’abbiamo risolto, perché
quell’azienda, che mi pare che non sia governata da circa un anno, non ha più quel
deficit. Quindi, mentre lei costruisce con il presidente Renzi – che secondo me
ha occupato un Governo, tra l’altro anomalo, che non è democraticamente eletto,
ma sta lì a fare altro, ma sarebbe un discorso politico che non c’entra con quest’Aula
– questi ci rifilano l’ennesimo pacco, che è un pacco che fanno anche a lei, e
quando lei dice che la sfida si fa con le classi dirigenti, ricordo che il settore
più importante di questa Regione, quello della sanità - rispetto alla quale con
il collega Tallini in modo un po’ folcloristico ci siamo dovuti incatenare al dipartimento
della salute - è commissariato. Allora è evidente che il confronto naturale con
un Governo cosiddetto amico, genera ritardo. La sanità ha fatto passi indietro,
nonostante le difficoltà che noi abbiamo trovato e che lei ha trovato.
Ribadisco
l’inizio del mio discorso: sforziamoci di avere toni di moderna classe
dirigente, perché nel momento in cui lei parla di mala gestione, deve avere il coraggio,
avendo a disposizione anche gli strumenti, perché governa, di denunciarla puntualmente;
io sarò al suo fianco quando l’avremo denunciata, però basta con questa logica di
accusa al passato; quarant’anni di questa Regione, alcuni di voi presenti in quest’Aula,
li hanno vissuti con grande protagonismo. Non faccio un discorso generazionale,
attribuendo le responsabilità, ma dico di rompere con una cultura, perché c’è
una grande emergenza e riconosciamo i “pacchi” per la Calabria, i pacchi di questo
Governo che non è rispettoso della sua storia politica e del suo sforzo politico,
che è lo sforzo di tutti i calabresi, e chiamiamo con nome e cognome i ritardi del
governo su vari punti. Li ho segnati qui, lei ha elencato una serie di priorità,
sfide alle classi dirigenti, ha mandato qui l’amico Lotti, quando poteva
affidarlo a qualche calabrese, compreso lei. Colgo delle cose positive.
Assessore
Musmanno, la ringrazio per il lavoro, non so chi era in Commissione anche a discutere
il suo piano. L’assessore Musmanno, che era professore universitario, da me,
senza conoscerlo, fu incaricato di guidare una rivoluzione dei trasporti che
era quella del controllo satellitare delle flotte, che penso stia andando
avanti. E penso che abbia fatto bene a confrontarsi con Trenitalia, ma attenzione,
anche lì, al tono trionfalistico da Genio della lampada – lo dico con una
battuta – perché per Trenitalia – e c’è tutto un discorso della Conferenza
Stato-Regioni, degli indici dove dovevamo assoggettarsi - è stato fatto tanto.
Abbiamo fatto scelte impopolari: adeguamento delle tariffe, ferme a vent’anni
fa; investimenti inseriti; rifiuto, nel rapporto con Trenitalia, dei treni per così
dire “pacco”.
Sono
contento che l’assessore Musmanno abbia stimolato, perché c’era un debito che
viene anche dal passato, ma Trenitalia non ha fatto niente di straordinario, così
come tutte le aziende di trasporto pubblico calabrese, che percependo quota di contributo
pubblico e di contributo privato hanno l’obbligo di rinnovare il parco vetture.
Quindi
secondo me non dobbiamo celebrare con l’inaugurazione un treno che la Calabria
attende da trent’anni! Io non l’avrei fatta l’inaugurazione, Presidente, giusto
per accompagnarla in questa sfida grave che lei prende, e su questa sfida noi
siamo con lei, e che vede Calabria con funzione strategica del Mediterraneo, e
proclama grande rivoluzione sugli obiettivi.
Mi
chiedo: questo Masterplan, questo “Pacco” per la Calabria, con chi lo
sta discutendo il governo? Con chi lo sta discutendo per il tramite lei con la Calabria?
Perché non so se lei lo sa, nel frattempo ci sono tanti sindaci, compresi quelli
che l’hanno votata, che la stanno cercando, Presidente, la cercano a Catanzaro,
a Reggio Calabria, per il confronto sulle cose. Non aggiungo toni polemici su
una scelta che lei, giustamente, si è intestato, dove c’erano anche dei ritardi
nostri e vanno riconosciuti. Ad onore della cronaca, oggi Calabria Verde, con
l’affidamento di progetti comunitari in modo intelligente, non si capisce per
quale volontà politica rischia di perdere quei fondi. Perché al di là dei
funzionari che devono rispondere delle proprie responsabilità, se ci sono, c’è
una guida politica per dare un indirizzo sulla spesa di quei fondi che
rischiamo di perdere.
Quindi
noi parliamo di “Pacco” per la Calabria, quando sull’ordinario e su quell’anno
che ci doveva vedere protagonisti siamo in grande ritardo!
Su questo,
Presidente, le ho fatto degli accenni critici con un tono basso, cioè non ho
urlato, mi sono permesso di sottolineare delle cose che, oggettivamente, non
funzionano. Noi ancora attendiamo un Presidente che sicuramente è orgoglioso
della sua funzione, penso che chiunque, ogni calabrese appassionato di politica,
vorrebbe sedere al posto suo ed esercitare pienamente il ruolo e di quel posto noi
saremo garanti e rispettosi; però la sfida, Presidente, è quella di una stagione
diversa rispetto a quella che ha vissuto con altri ruoli, da Presidente della
Provincia, da assessore regionale, da consigliere regionale, da deputato della Repubblica
– potrei elencarne tanti – da sindaco della sua cittadina, sono cambiati i
tempi. Oggi il suo linguaggio di presentazione di questo Patto per la Calabria
o Masterplan, è un linguaggio un po’ vecchio – mi perdoni – cioè non
realistico. Mi permetto di pensare che c’è un ruolo, che è quello della minoranza
che rappresenta pure un pezzo di Calabria, che non viene ormai neanche più
sentita e considerata su temi così centrali, perché su un elenco che state
discutendo con il Governo, il massimo contributo che possiamo dare è quello critico.
Chiudo
l’intervento, Presidente, visto che ci avviciniamo alle festività natalizie,
davvero con l’ennesimo monito a farla quella rivoluzione che lei ha soltanto
annunciato. Poi non so se è un problema adesso di difficoltà anche con la sua maggioranza,
perché è chiaro che qualcosa si è già rotto dopo un anno, è evidente dagli
interventi dei consiglieri Sculco e Guccione, puntuali anche sui temi, ci mancherebbe
altro, e onore e merito al coraggio. Però, poiché non possiamo più permetterci
– e lo dico veramente guardandola negli occhi – di perdere tempo, è tempo di cambiare
passo, cambiare registro anche nel rapporto con quest’Aula, anche nel rapporto
con un consigliere che può produrre di più, rispetto a un Governo che è assente
sulle questioni del Mezzogiorno e che si è occupato di
tutt’altro. Insomma, comprendo che c’è una solidarietà di partito – definiamola
così – ma non ci presenti il “Pacco” per i calabresi, perché di questo si
tratta alla vigilia di Natale. Con la giusta opposizione di buone intenzioni,
con i ritardi che quel Governo e che anche noi stiamo accumulando per le difficoltà
che ho provato ad elencare, questa terra di cui lei è orgoglioso cittadino – ci
mancherebbe altro – non se lo può più permettere.
Quindi
l’ennesimo monito a cambiare passo, l’ennesimo monito ad avere anche con il contributo
che le può venire dalla minoranza. Lei, Presidente, sa che quando ha portato strumenti
legislativi, qualcuno della minoranza mi ha finanche ricordato che mi ero
permesso di astenermi sul primo bilancio, perché mi rendevo conto che era una
professione di onestà intellettuale, perché era in linea con quella difficoltà
che avevamo avvertito e, leggendolo, era più o meno lo stesso bilancio che
anche noi facevamo negli altri anni.
Quindi
le difficoltà del suo governo le conosco tutte, però penso che arriveremo a
toni più alti, ma siccome non vorrei utilizzarli, vorrei sostenerla da calabrese
anche se non della sua parte politica, anche questo punto presentato come
epocale per questa terra, chiamiamolo con nome e cognome, io lo ritengo un
“Pacco” per la Calabria e quindi volevo sottolinearlo.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Presidente del Consiglio, cari colleghi, credo che l’intervento del collega Orsomarso,
dal tono un po’ triste, mesto, non si addica né all’aria natalizia né al tema oggetto
della discussione di stasera; una discussione molto importante, che deve qualificare il dibattito, che deve elevare
la discussione, che deve far sentire protagonista questo Consiglio regionale,
per come è stato chiesto anche da voi. Credo che abbia fatto bene il presidente Oliverio, oggi, a portare all’attenzione di questa Assise
la discussione sul Masterplan per il Mezzogiorno e il conseguente Patto per la Calabria. Se non lo
avesse fatto, ritengo che ciascuno di noi avrebbe perso l’occasione di recepire
appieno l’importanza e la strategicità dell’opportunità che oggi si apre per la
nostra terra.
Credo
che, caro collega Orsomarso, grande merito del Governo Renzi sia quello di
aver, finalmente dopo tanti anni di assenza della politica nazionale sul tema
del Mezzogiorno, messo in discussione il
Mezzogiorno con le sue problematicità,
ma anche con le grandi opportunità che offre al Paese, dopo tanti anni di
sudditanza verso la Lega da parte di centro-destra e centro-sinistra, che ha
cancellato il Mezzogiorno dalla politica nazionale,
di centro-destra e centro-sinistra.
Finalmente,
dopo vent’anni, il Mezzogiorno quantomeno ritorna sulla scena politica nazionale
e la capacità del Governo Renzi di saper distinguere nell’ambito
del Mezzogiorno
una pluralità di Sud dimostra che c’è, a mio modesto
parere, la consapevolezza del Governo e del premier che bisogna partire dalle specificità
del territorio per poter affrontare le sfide che abbiamo davanti, perché tutti
noi sappiamo che ci sono Sud e Sud del Paese.
Ebbene,
caro collega Orsomarso, se il Governo ci mette la faccia, oggi non possiamo essere noi a
tirarci indietro. La nostra responsabilità sta appunto, prima di tutto, nell’individuare – lo dico anche al presidente
Oliverio – pochi obiettivi strategici che siano effettivamente realizzabili dai
tempi dettati dal Masterplan.
Perché la vera novità positiva è che
in questo Piano per il sud e per la Calabria vi sono i tempi previsti per la
realizzazione delle opere.
Qui parliamo di due anni di realizzazione
e credo che questo sia un grande impegno, un grande onere che ricade sulla nostra
responsabilità di saper scegliere investimenti e poche, ma importanti, attività
progettuali da realizzare.
Non una lista della spesa come
qualcuno ha definito il Piano per il sud e per la Calabria ma un programma
completo di investimenti per la crescita e lo sviluppo, ma anche, lo voglio
dire all’Aula, una strategia di accelerazione e monitoraggio degli interventi già
in corso. E, ancora, come punto ineludibile, una ricognizione seria delle opere
incompiute, che sono purtroppo numerosissime e sono spesso ferme da decenni.
Un grande cantiere sulle incompiute in
Calabria: questo dovrebbe essere un obiettivo prioritario.
Tuttavia, la concretezza che il Governo
nazionale richiede come condizione necessaria per un Masterplan realmente efficace, necessita di un salto di qualità politica.
Ed onestamente non lo dico per far polemica, ripeto che siamo anche alla
Vigilia di Natale, non l’ho notato nell’intervento del consigliere Orsomarso.
Credo quindi che la vera scommessa a
cui far fronte sia quella di dire basta con i personalismi della politica locale.
Già solo questo aumenterebbe di colpo la fiducia dei cittadini nella rappresentanza
politica, diffonderebbe la responsabilità sociale che è quello che manca alla
nostra Regione.
Allo stesso tempo, manderebbe un messaggio
chiaro all’Italia: la Calabria non è più la regione frammentata che abbiamo conosciuto,
ostaggio di mille poteri – lo diceva bene il Presidente
- paralizzata dai veti incrociati, ma è diventata,
finalmente, una comunità coesa, che progetta il proprio futuro in una visione condivisa
di progresso del Mezzogiorno e dell’Italia nel suo complesso.
Così facendo, onorevoli colleghi, cancelleremo
una volta per tutte l'idea che la Calabria sia un peso, dimostrando che siamo e
vogliamo essere un'opportunità per il Paese.
Creare le condizioni per lo sviluppo
e la massa critica di investimenti per la crescita è l’unico modo per rimediare
ai mali presenti. Sì, massa critica.
Al contrario, agire e camminare in solitudine
non serve a nessuno, poiché si disperdono energie, magari funzionali solo a interessi
di nicchia.
Nello stesso tempo, dobbiamo mettere
in campo riforme strutturali delle istituzioni politiche ed economiche e mi
sembra che lo stiamo facendo abbastanza bene nella nostra Regione.
Un cosa va detta con chiarezza: non sono
le risorse – e questo lo condivido con chi lo sostiene da un po’ di tempo - che
mancano, ma è la capacità di utilizzarle che è mancata per decenni. E se
pensiamo che per le politiche di sviluppo del Mezzogiorno, tra Fondi Strutturali
e Fondi di sviluppo e coesione, da oggi al 2020, avremo a disposizione ben 95 miliardi
di euro, capiamo la grande responsabilità che ricade su ognuno di noi.
È bene ricordare a questo proposito che
la Calabria non parte da zero. Il recupero del ritardo nell’utilizzo dei Fondi Strutturali,
stanziati nel ciclo della precedente programmazione europea 2007-2013, è un risultato
che la Giunta regionale può legittimamente vantare, unitamente all’approvazione
europea dei due strumenti di programmazione.
Si tratta ora di dare, di concerto con
il Governo nazionale, un respiro più ampio a queste azioni nel quadro di una più
generale politica per il Mezzogiorno. Ma, ripeto, non un “libro dei sogni”, ma una
politica fatta di obiettivi concreti, di strumenti realmente attivabili, di impegni
verificabili.
Il Governo Renzi ha così creato gli spazi
di bilancio affinché gli stanziamenti diventino spesa effettiva, risorse realmente
a disposizione del Mezzogiorno nel 2016. Risorse che saranno essenziali anche per
mobilitare capitali privati, nazionali e internazionali, che vogliano cogliere le
opportunità di crescita del Mezzogiorno.
È questa la base finanziaria di partenza
del Masterplan: uno sforzo di investimenti
mai realizzato in passato in un solo anno; uno sforzo finalizzato a sbloccare anche
per gli anni successivi gli investimenti nel Mezzogiorno, per uscire dalla spirale
di bassa produttività e bassa crescita.
Nei contenuti, il Patto comprende filoni
strategici essenziali che citava il Presidente, per garantire
alla Calabria un ruolo attivo all’interno delle azioni di ripresa economica del
Paese.
Ai progetti vanno legati risorse e strumenti.
E questo Piano non solo lo prevede: lo impone.
A mio avviso, un’attenzione primaria
deve essere posta al superamento del gap infrastrutturale – lo diceva già il Presidente - che separa la Calabria dal resto del nostro Paese,
partendo dal potenziamento delle infrastrutture ferroviarie e dagli investimenti
sul materiale rotabile, dalla necessità di un collegamento tra la stazione ferroviaria
e l'aeroporto di Lamezia Terme, operando il collegamento della Sibaritide con l’aeroporto
di Crotone.
In relazione alla necessità di collegamenti
viari che siano finalmente adeguati al mondo contemporaneo, in cima alle priorità
va posta la questione della Statale 106, accelerando l'approvazione definitiva del
mega lotto Roseto–Sibari e assumendo il tratto Crotone-Sibari come intervento primario
nella programmazione.
Nell’ottica, poi, della messa a sistema
delle potenzialità del territorio e della trasformazione delle emergenze in fattori
di crescita sostenibile, voglio, in questa sede – poi mi fermo - rilanciare una
proposta che da più tempo sto cercando di mettere al centro della mia agenda politica,
cioè a dire il progetto che ho definito “Montagna solidale”.
Se, infatti, il Patto per la
Calabria deve rinsaldare il tessuto economico, sociale e ambientale della nostra
regione, non può fare a meno di investire nelle aree interne, non soltanto per l’evidente
abbandono cui sono relegate da tempo ma anche, soprattutto, per ottenere quella
presenza sul territorio che è la sola a poter fungere da presidio per garantirne
la salvaguardia costante.
Questo progetto, da realizzare attraverso
i Fondi europei e mediante il cofinanziamento nazionale, prevedendo di coinvolgere
4.000 giovani per il prossimo quinquennio, mira al contrasto dello spopolamento
delle aree in questione, alla prevenzione di fenomeni erosivi e di dissesto del
territorio e a una politica attiva del lavoro indirizzata verso le fasce deboli.
In questo quadro, il progetto va integrato
con un sistema coordinato di interventi di difesa del suolo, mitigazione del dissesto
idrogeologico e prevenzione del rischio idraulico e geomorfologico, che costituiscono
uno dei più gravi problemi di assetto territoriale nella nostra regione e deve,
pertanto, essere assunto come priorità nel Patto.
Coerente con l’impianto complessivo del
Patto per la Calabria, si tratta di un progetto che non cala dall’alto le soluzioni,
ma fa leva sulle capacità e sulla voglia di mettersi in gioco dei cittadini e delle
istituzioni calabresi.
Solo se riusciremo, cari colleghi, a
mettere insieme progetti innovativi e legati alle potenzialità dei territori, faremo
quel salto in avanti necessario ai calabresi per riacquistare quel sorriso e quella
legittima speranza nel futuro che oggi non si coglie più nei loro sguardi.
Auguri anche di buon Natale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne
ha facoltà.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri ma soprattutto pazienti cittadini calabresi,
inizio il mio intervento sforzandomi, dopo l’intervento del collega Orsomarso,
visto che rappresenta Azione nazionale, di essere più moderato.
Sarà
difficile, ma mi sforzerò di esserlo.
Stavo
facendo una riflessione: siamo ad oltre un anno ed un mese dalla elezione del
nuovo Presidente, che ha chiuso una fase che si è conclusa tragicamente
con le dimissioni del presidente Scopelliti e con l’indizione di nuove elezioni e,
quindi, anche con una fase di prorogatio che
di fatto ha paralizzato la Regione da marzo 2014 fino al giorno in cui abbiamo avuto un nuovo Presidente, eletto e legittimato anche dall’ampio suffragio popolare; quello è
stato un voto plebiscitario, nelle aspettative dei calabresi che ancora credono in un cambiamento - certo
c’è stata una parte importante di elettorato deluso che non si è recato alle
urne e pensiamo che gran parte di quell’elettorato sia di centro-destra - e l’ampio consenso del presidente
Oliverio è un consenso che a gran voce ha creduto nel cambiamento. Oggi abbiamo
ascoltato la relazione del presidente Oliverio sul Masterplan per il Sud e sul Patto
per la Calabria.
Con
sincerità dobbiamo dirlo, presidente Oliverio, anche se si fa distrarre.
(Interruzione)
Devo però osservare che lei con questa bella
faccia che ha si presenta dopo un anno ed a questo Consiglio regionale non fa
altro che rassegnare le seconde dichiarazioni programmatiche.
Sa come ho definito il suo intervento? Un
manuale su come risolvere in maniera ideale i problemi della Calabria.
Benissimo, devo fare i complimenti a chi ha
steso quella relazione perché sicuramente ha fatto una analisi realistica di
come stanno i problemi della Calabria ed anche i suggerimenti su come si
potrebbero risolvere.
Però, Presidente, noto cose che sono
fondamentali e che secondo me la dovrebbero far riflettere. Innanzi tutto
stiamo quasi affidando o confidando su un Governo nazionale che fino ad oggi si
è distinto per averla trattata male sia sulla sanità sia sulla nomina del porto
di Gioia Tauro che su tante altre rivendicazioni, ma che lei oggi dice essere
invece molto attento ai problemi della Calabria perché si è aperto un dialogo
con Bruxelles e col Governo nazionale.
Lo vedremo.
Sono d’accordo col collega Orsomarso ma anche
con una parte della sua maggioranza sul fatto che forse una partecipazione più
profonda, assidua, cercata da parte sua e della sua Giunta nei confronti di
tutti coloro che avrebbero potuto dare un giudizio, un contributo al Masterplan
per il Sud – mi riferisco ai sindaci delle grandi città – sarebbe stato sicuramente
un fatto estremamente positivo.
Non è avvenuto e quindi ha presentato il
manuale su come si possono risolvere in maniera ideale i problemi, se dovessi
dare un voto alla sua relazione le metterei 10.
Però ci sono due aspetti che non vanno bene.
Un aspetto è che viene a fare questa relazione a distanza di un anno dalle
dichiarazioni programmatiche, uguale uguale.
L’altro problema serio è che dicevano che
“senza piccioli non si possono cantare messe”. E’ un vecchio detto calabrese
questo.
Sarebbe stata credibile la sua relazione se
accanto alla analisi giusta che lei fa nella relazione avesse a fianco indicato
le cifre per realizzare i progetti. C’è bisogno che venga lei a dire che i
calabresi vorrebbero l’alta velocità? C’è bisogno che venga lei a dire che i
calabresi vorrebbero avvicinare l’Europa al Medioriente attraverso le infrastrutture
e che le attività produttive vorrebbero che i prodotti calabresi arrivassero
sul mercato in maniera super velocissima? Queste sono cose che, se mi si
consente, un qualsiasi calabrese di media cultura conosce, le sa.
Lei le ha scritte un po’ meglio nella sua
relazione, ma accanto a questa avrebbe dovuto indicare le risorse. Non può
indicare la disponibilità del Por perché ancora più grave sarebbe l’analisi e
il giudizio che noi dovremmo trarre da questo atteggiamento, perché se noi
dovessimo mettere i soldi del Por ed il Governo dovesse gestire il Patto per la
Calabria, di fatto sarebbe commissariato. E’ commissariato sulla sanità, sul
porto di Gioia Tauro, sui fondi comunitari e di fatto saremo commissariati su
tutto quello che può essere un progetto di sviluppo per il Sud.
Le dico questo e lo faccio sommessamente.
All’inizio di questa legislatura tutti dicevano che fosse prematuro criticare e
giudicare in via pregiudiziale un governo per cose che ancora avrebbe dovuto
fare. Ma già si capiva che altro che rivoluzione! Lei, ricordo benissimo,
quando abbiamo riformato lo Statuto ha detto che quella era la risoluzione a
tutti i problemi.
Allora a distanza di un anno non è che ci
aspettassimo che le cose contenute, gli impegni nelle dichiarazioni
programmatiche fossero già opere realizzate, ma ricominciare da zero e non
vedere nessun avvio di riforma vera e seria e registrare anche che autorevoli
componenti della sua maggioranza, e mi riferisco alla collega Sculco, al
collega Guccione, sollevino problemi seri sul comportamento e sull’adozione di
atti importanti e su quello che sta avvenendo sotto la cenere, mi fa dire con
sincerità che oggi credere ai suoi progetti è un po’ difficile.
E’ un po’ difficile sa perché, Presidente?
glielo dico perché anche andando in giro per la Calabria non sento più
“vogliamo aspettare la possibilità che il presidente Oliverio dia una
risposta”.
Sarà perché lei ha chiuso i canali dei suoi
rapporti con tutti e devo dire anche con i suoi amici perché non dico il
confronto con i suoi avversari, ma anche con i suoi nemici che oggi esprimono
critiche feroci nei suoi comportamenti.
Dico che il presidente Oliverio, se è chiuso,
sta studiando e sta elaborando il progetto per far uscire la Calabria fuori
dalla difficoltà e dall’arretratezza in cui si trova - come diceva il consigliere
Orsomarso. I soggetti politici a cui addebitare responsabilità sono un po’
tutta una classe dirigente, lei compreso.
Lei ha fatto l’assessore all’agricoltura in
una fase storica di questa Regione Calabria? Non dico tutta la responsabilità o
una grande responsabilità, ma lei una piccolissima responsabilità, sommata alle
tante piccolissime di tutti gli altri, l’avrà pure avuta nel risultato
fallimentare che oggi tutti – siamo d’accordo – registriamo.
Le voglio dire questo: ieri finalmente è stata
pubblicata la nuova delibera di rimodulazione dei Pac, Presidente. Lei sa – ed
io ho voluto aspettare perché ho parlato con i suoi collaboratori – che i suoi
collaboratori avevano assunto l’impegno che alla prossima delibera alcuni
finanziamenti che erano nella famosa delibera Cipe sarebbero stati reinseriti
nella delibera Pac, nella rimodulazione. Oggi nella delibera della rimodulazione
- pregherei di comunicare alla sua Segreteria di far sì che gli allegati siano
leggibili e non illeggibili perché ci voglio le lenti di ingrandimento per
leggere il contenuto - purtroppo non ci sono le risorse che lei in maniera
ingiusta ed ingiustificata ha levato dalla famosa delibera Cipe.
Ho fatto uno studio, Presidente. Vede che fino
ad oggi non le ho detto niente e lo studio è questo.
Ho visto quali sono state le risorse che sono
state tolte dalla delibera Cipe e quelle che invece sono state inserite: sono
state tolte alla provincia di Catanzaro risorse per 30 milioni di euro e sono
state date alla provincia di Cosenza – e dico provincia non città di Cosenza –
risorse per 28 milioni di euro.
Insomma credo che questa non sia stata una
buona mossa o la mossa di un amministratore che dialoga con Bruxelles o col Governo
nazionale. Poi non fa queste cose che apparentemente sembrano di grande
bassezza.
Un amministratore che guarda allo sviluppo
della Calabria non può arrivare a questi mezzucci. Arriva, toglie i soldi di un
completamento di un’opera che stava per essere appaltata, oppure i 10 milioni
dell’ammodernamento della Strada Provinciale 25 che serviva pure per rafforzare
un’opera per evitare che accadesse a Catanzaro quanto è accaduto nella città di
Messina. Perché avremmo rafforzato l’argine di un acquedotto della Sorical che
ci avrebbe dato più sicurezza nel mantenimento durante le stagioni estive.
Allora, Presidente, l’altra volta poi diceva
di Badolato che non deve diventare come Catanzaro.
Penso che lei abbia pessimi informatori su
quella che è la realtà della città di Catanzaro. Lei non sa, per esempio, che
grazie a noi – quando dico a noi, dico alla maggioranza del comune di Catanzaro
e al sottoscritto in particolare – è stato sottoscritto già negli indirizzi del
piano regolatore del comune di Catanzaro che l’area di Germaneto deve essere
salvaguardata.
Lei non lo sa, altrimenti non avrebbe detto
quanto ha detto l’altra volta, offendendo le due belle realtà, quella di
Badolato che è un antico borgo - adesso se lei va a cercare una casa a Badolato
nemmeno la troverà più, tanto si è riempito di cultura il borgo antico - e
quella di Catanzaro.
Lo sviluppo di Germaneto lei l’ha visto. E’
tutta una pianificazione avvenuta col comune di Catanzaro.
Poi lei si sostituisce, lo sa,
sull’applicazione delle norme ecc., ecc., ma la pianificazione urbanistica
della città appartiene esclusivamente ai comuni ed è concertata oggi con le
province e con la Regione su ambiti più vasti.
Penso che forse se trovasse qualche
“consigliore” più informato, farebbe meno brutte figure di quante di solito ne
fa quando non si informa bene.
Concludo il mio intervento dicendole che
andando in giro per la Calabria oggi tutti ci rimproverano. Mi permetto di dire
che sono costretto, pur non volendolo fare, a ribadire, come l’altra volta in
cui ho detto che forse quasi quasi mi sembrava di trovarmi davanti alla Croce
Rossa, che purtroppo non si fa opposizione.
Lei ha ingenerato nella gente una aspettativa
di cambiamento così alta che, a parte quanto dicono i colleghi Sculco e
Guccione, però la gente evidentemente non ha percepito, perché a lei
interessava solo vincere le elezioni. Ma dopo che le elezioni si vincono
bisogna anche mantenere le promesse. Che il giudizio lo faccia uno che
appartiene alla classe politica lo sappiamo.
Lei è un fondista – l’ha sempre detto – ma si
ricordi che un fondista deve distribuire le energie durante tutto il percorso
se è bravo, altrimenti se, quando pensa di recuperare, vede che la pista è
ormai finita e che davanti sono arrivati tutti gli altri che fondista è? E’ un
fondista tanto per andare a livello dilettantistico a fare una passeggiata.
No, un vero fondista misura le energie e le
distribuisce e, quando è il momento, brucia tutti gli altri. Lei in questo
momento ha già bruciato un anno di legislatura, per esempio sui rifiuti ne ha
bruciati altri due quando dice “faremo la legge sulla proroga di altri due o
tre anni”. Già un anno di proroga con la promessa che non si sarebbe fatto
niente. La gente ci rimprovera, Presidente, e chiudo perché è giusto rispettare
anche l’Assemblea ed i segni del collega Irto, dando spazi agli altri.
La gente ci rimprovera che non facciamo abbastanza
opposizione. È inutile che mi sforzi di dire che cerco di farla, forse non ci
riesco abbastanza, forse la stampa non riesce a trasmettere all’esterno le
battaglie serie che pensiamo di fare con le interrogazioni, con gli interventi
in Aula.
Ma se una volta, dopo un anno, volesse per
caso verificare o ascoltare un mio consiglio si faccia un giro. Si prenda non
il codazzo che l’accompagna con l’auto blu e la luce lampeggiante con cui
preannuncia l’arrivo. Si camuffi da comune cittadino e vada a fare tante visite
in tanti comuni della Calabria ed a registrare da semplice cittadino il
malessere che vive ma anche il malumore che c’è tra chi oggi percepisce questa legislatura
come 5 anni persi.
Questo è quanto dice molta gente che l’ha
votata. Le dico questo senza malanimo ma con la grande serenità di interpretare
e di continuare ad interpretare, in un momento in cui almeno c’è qualcuno che
ti mette nelle condizioni di ascoltare, quel che pensano i calabresi in questo
momento.
Ha chiesto di parlare la consigliera Sculco. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente
della Giunta, colleghi consiglieri, in primo luogo sento di esprimere un sincero
compiacimento per aver posto all'ordine del giorno di questo consiglio una informativa
sul Patto per la Calabria, previsto dal Masterplan elaborato e proposto dal
Governo nazionale
Devo dire, che nella sua informativa, signor Presidente,
ci sono molte indicazioni, molte opportune indicazioni di merito, e tante buone
intenzioni, che spero possano tramutarsi in concrete azioni di governo, in
grado di aprire finalmente il cantiere dello sviluppo e della crescita della Calabria.
I calabresi sono da lungo tempo in attesa di
questo evento che ritengono non più rinviabile ed oggi è reso possibile dalle opportunità
offerte dalle decisioni del Governo nazionale sul Sud e sulla Calabria.
Ogni territorio si aspetta molto da noi perché
ha dato molto e vuole continuare a dare fiducia al nostro impegno e al nostro lavoro.
Per questo non possiamo e non dobbiamo deluderli.
Per quanto mi riguarda, ho molta fiducia e voglio
impegnarmi senza risparmio alcuno per far conquistare alla nostra regione una prospettiva
diversa e di successo.
Ci credo molto, perché è un'occasione importante,
direi di portata storica, che se mi è concesso dire, richiede un nostro impegno
"straordinario" e non invece ordinario e magari superficiale, come molte
volte è avvenuto e credo che non potrà e non dovrà più avvenire.
Intanto è importante perché da lungo tempo, da
troppi lunghi anni, lei stesso lo ha detto signor Presidente, la questione del Sud
è rimasta fuori e assente dall'agenda degli impegni dei diversi Governi che si sono
succeduti alla guida del nostro Paese.
Finalmente, il Governo nazionale, il Governo di
Matteo Renzi ha deciso di fare i conti e di ingaggiare la sfida dello sviluppo e
della crescita del Mezzogiorno.
Lo fa presentando un apposito Masterplan,
deliberando delle apposite linee guida nelle quali viene indicato un percorso,
una nuova metodologia e vengono indicate le risorse e gli strumenti e, soprattutto,
si battono i ritmi e i tempi entro i quali questa missione al Sud deve essere realizzata.
Si tratta di oltre 100 miliardi di euro da impegnare
e utilizzare nel periodo che va dal 2016 al 2023. E consentitemi di dire che non
è poco e, noi faremmo bene a seguire, con ordine, questo indice e questo percorso,
per evitare di fallire ancora una volte come tante volte è avvenuto nella storia
della nostra regione.
E cosa assai importante - forse la più importante
contenuta nel Masterplan del Governo Renzi – il Governo convoca ed
impegna le grandi imprese partecipate dallo Stato alla "Missione di Sviluppo
del Sud".
Noi tutti sappiamo, rileggendo la storia dell'Italia
e la nostra storia, che quando le istituzioni ad ogni livello, a partire dallo Stato,
hanno provato a fare crescita al Sud solo e soltanto con le infrastrutture, magari
fine a se stesse e non finalizzate e collegate all’obiettivo di promuovere un tessuto
economico e produttivo forte e competitivo, hanno sempre miseramente fallito.
E questo è il risultato di una politica sbagliata
che si è ripetuta per decenni nella nostra Regione. Abbiamo avuto cattedrali nel
deserto e, spesso, chiesette senza campanile.
In questi anni è cresciuta e si è alimentata gramigna
e troppo poca erba buona è cresciuta nel nostro territorio regionale.
Questa è purtroppo la storia amara e complicata
della nostra Calabria.
Per questo sono convinta che noi non abbiamo bisogno
solo di più hardware, che pure è necessario, ma soprattutto e molto di più
di fare software, di creare, cioè quella intelligenza diffusa che può
dar luogo ad un nuovo moderno e qualificato sviluppo.
Ma consentitemi di dire che il problema non è solo
il merito.
Lei, signor Presidente, non si è risparmiato nella
sua relazione a dare un quadro complessivo e completo delle problematiche della
Calabria e nell'indicare gli obiettivi che si intendono perseguire utilizzando fino
in fondo e al meglio tutte le risorse che abbiamo a disposizione.
Si può dire che nell'elencazione che è stata
fatta non manca quasi nulla. Si tratta di stabilire che tutto questo si riuscirà
a declinarlo in una visione di sviluppo armonica, ampia e di respiro nazionale oltre
che europeo.
Perché consentitemi di dire che non sarebbe del
tutto sufficiente una semplice elencazione di opere da realizzare e potenziare per
ritenere che automaticamente e magicamente si possa ottenere lo sviluppo.
Sarebbe troppo facile. Come dire: abbiamo le risorse;
abbiamo un inedito interesse del Governo nazionale; abbiamo la disponibilità delle
grandi aziende di Stato; abbiamo il Masterplan che ci indica un percorso
da seguire e da compiere. Come dire che a questo punto potremmo restarcene tranquillamente
con le "braccia conserte", attendendo che questo tanto agognato sviluppo
arrivi.
Ahimè, ahinoi, purtroppo, penso che non sia proprio
così. Se fosse così facile si potrebbe fare tutto altrove e lontano e basterebbero
solo il Governo e "gli altri".
Non penso che così possa funzionare. Purtroppo
non ha funzionato nel passato. Ecco perché penso, invece, che questa volta per non
fallire dobbiamo esserci anche noi, consapevoli e convinti che non potrà realizzarsi
alcuno sviluppo senza il nostro protagonismo.
Ecco perché penso che bisogna fare squadra e
non solitudine, con la quale non si va da nessuna parte. E dobbiamo fare squadra
con i territori e con il pieno e completo coinvolgimento di tutte le istanze rappresentative
del mondo del lavoro e delle imprese. In una battuta dobbiamo fare squadra con la
Calabria e con i calabresi.
E dobbiamo fare questo, perché solo così potremo
ottenere la fiducia e la partecipazione dei calabresi e solo così potremo affrontare
le tante, difficili sfide che abbiamo di fronte, a testa alta e con successo.
Ecco perché, signor Presidente, su un evento così
importante si sarebbe dovuto seguire la strada della partecipazione, inclusiva e
plurale. E lo dico a bassa voce e lo dico con il massimo rispetto delle sue prerogative,
che voglio aiutare e sostenere.
Per quanto mi riguarda, in particolar modo per
il territorio della città e della provincia di Crotone, che lei nella sua
relazione molte volte opportunamente ha citato nella sua relazione, seguendo la
logica e l'impostazione del Masterplan, ci siamo messi subito al lavoro.
L'ho fatto non da sola, ma chiamando all'impegno
tutti gli attori protagonisti dello sviluppo locale che si sono prodigati, in sinergia
e con metodo ad elaborare una prima visione dello sviluppo ed un primo Piano di
rilancio del territorio.
Ho registrato su questi temi, devo dire con piacere,
una disponibilità ed un interesse superiore ad ogni aspettativa; ho registrato una
reazione ed un coinvolgimento pieno e motivato di ogni intelligenza e di ogni sapere.
E’ questo, un patrimonio che non possiamo disperdere e che non possiamo soprattutto
deludere.
E abbiamo lavorato, per come ci dice e ci raccomanda
l'Unione europea, aggregando ed impegnando tutti, in un modus operandi che
mette al centro la responsabilità e il protagonismo di ciascuno per
sconfiggere, andare oltre e superare il disinteresse, il fatalismo e la rassegnazione
e promuovere, di conseguenza, uno sviluppo locale di impianto e di respiro europeo.
Niente di più e niente di male.
Il lavoro che è stato fatto costituisce quella
specificità di Crotone che avevo richiamato nell'ordine del giorno che è stato
illustrato ed approvato alla unanimità nel precedente Consiglio regionale e di
questo voglio cogliere l’occasione per ringraziare tutti i colleghi consiglieri
regionali.
Una specificità che non aveva e non ha la
pretesa di ottenere particolari privilegi e non può e non deve essere ritenuta
e considerata una sorta di rivendicazione localista ed autonomistica come
qualcuno ha voluto sostenere.
Noi non vogliamo niente di più di quanto ci
spetta e ci è dovuto, ma non vogliamo nemmeno perdere questa occasione storica
di sviluppo per i territori e per la Calabria intera.
Per questo, signor Presidente, oggi le
consegno con questo intervento il documento elaborato, consegno all’Aula non
delle idee ammucchiate tanto per far volume e men che meno con spirito
polemico, ma consegno un lavoro innovativo e propositivo, frutto di un impegno
e di una fatica vera e tesa a dare una mano alla Calabria.
Le chiedo, signor Presidente, di integrare
questo lavoro nel più complessivo Patto per la Calabria. Sono sicura della sua
disponibilità e sono sicura del suo sentimento sincero, di volere e di
desiderare un percorso di successo e di speranza per la nostra Calabria e per
tutti i calabresi. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
Grazie Presidente del Consiglio,
grazie Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, devo preliminarmente
ringraziare – lo faccio non certo per piaggeria perché non mi è consono – il presidente
Oliverio per la metodologia che ha voluto attuare insieme alla Giunta, portando
all’attenzione di questo Consiglio regionale una informativa, quindi una
discussione su una tematica estremamente importante su quello che è il disegno
dello sviluppo che noi intendiamo realizzare in questi anni in Calabria e per
averlo fatto coinvolgendo la maggioranza, facendo il Presidente medesimo almeno
tre incontri, con gruppi di maggioranza per ragionare insieme su quello che
doveva essere il Piano per il Sud e volendo, ancor prima di firmare il Patto
per la Calabria, coinvolgere in questa discussione il Consiglio regionale
tutto.
E lo fa perché è il metodo partecipativo che
abbiamo inaugurato, che è il metodo vincente. Il metodo dell’ascolto dei
territori, dell’adesione ad un programma di sviluppo, del rispetto del ruolo
dei consiglieri regionali che sui territori vogliono impegnarsi così come ho
fatto io, ma come ha fatto ogni consigliere che ha voluto elaborare progetti da
inserire nel progetto complessivo del Masterplan.
Lo abbiamo fatto tenendo conto del territorio
calabrese e di quello che è un progetto complessivo della Calabria, non
rivendicando posizioni di singoli territori, non spacchettando la Regione, ma
pensando a quello che è un impianto complessivo di una Calabria che deve
risalire la china e che deve - oggi più di ieri – produrre ricchezza per
confutare i drammatici dati statistici che, ieri per il tramite dello Svimez,
oggi “il Sole 24 Ore” e altri, individuano la Calabria come il fanalino di coda
su diversi indicatori.
Per citare un esempio: quando il Presidente
parlava di grandi attrattori turistici, ricordo che è di qualche giorno fa la
notizia che l’Italia è stata indicata come la Nazione che ospiterà la Ryder Cup
ed in un incontro tenutosi al Coni si è parlato di Calabria, si è parlato di un
investimento e di un impegno che la Giunta regionale, il presidente Oliverio,
fa nel tentativo di disegnare percorsi di crescita, di Pil e di ricchezza;
investendo, ancor prima di sapere che la Ryder Cup sarebbe stato l’evento
importante per il 2022 in cui già il Governo ha investito e lo ha fatto avendo
una grande lungimiranza e una grande intuizione, capendo che in quella
direzione lo sviluppo della Calabria poteva concretamente essere realizzato.
L’ha fatto con un impegno concreto, pensando
non al singolo territorio ma ad investimenti importanti in tutte le province
della Calabria, attraverso un sistema estremamente innovativo che prevede il
golf non già e non solo come disciplina sportiva, ma come impianto complessivo
di turismo golfistico.
Si è parlato di Calabria ed è qui che oggi non
capisco sinceramente le prese di posizioni dei colleghi Tallini e Orsomarso;
c’è un momento in cui, per chi ha senso di responsabilità, la battaglia
politica deve essere rimandata ad altre occasioni.
Sarà lunga – devo dire – se iniziamo da ora la
campagna elettorale che ci verrà nuovamente contrapposti da qui ad altri 4
anni.
E’ il tempo, invece, questo di pensare alla Calabria,
ad uno strumento nuovo. Devo dire il Governo ha invertito completamente quello
che era un andazzo degli anni passati e lo ha fatto nella misura in cui ha
deciso di delegare alle Regioni, ai Consigli regionali, ai sindaci, agli attori
del territorio il disegno dello sviluppo.
Questa è la vera novità che devo dire. Non
sono molto avvezzo a fare i complimenti al Presidente del Consiglio dei
Ministri, Renzi, ma devo dire che questa è stata una grande novità nel panorama
politico, atteso quello che è stato un intervento straordinario, quello che è
stato il Pacchetto Colombo, l’intervento che dall’alto veniva indicato e
soprattutto consegnato solo alle Regioni come un mero utilizzo.
Questo è il tempo di ragionare e di dare tutti
insieme il contributo affinché la Calabria possa contrastare quella che è una
azione delegittimante che arriva da parte non solo di una classe politica nazionale
ma, signori miei, che arriva dai mezzi di comunicazione.
Sono qui pronto a dire che probabilmente
quella che è stata ed è l’analisi che fa “il Sole 24 ore” deve essere con forza
e determinazione rimandata al mittente perché non è pensabile. Una cosa sono i
dati Istat e Svimez sul Pil, sono dati oggettivi, una cosa è dire facciamo
valutazioni sulla qualità della vita e diciamo che le province della Calabria
sono agli ultimi posti rispetto alla provincia di Milano o di Bolzano. Perché
sono indicatori che non hanno oggettività, sono indicatori estremamente
soggettivi perché nella qualità della vita, signori miei e signori cari, c’è
anche uscire il 22 dicembre per trovare il sole. Perché nella qualità della
vita c’è la possibilità di parlare di comunità, perché nella qualità della vita
c’è il trasporto, la mobilità.
Allora pensare oggi ancora una volta di
relegare e far sì che questa terra con i suoi figli ed il suo orgoglio possa
essere messa in un cantuccio non è una cosa possibile.
Mi sarei aspettato oggi e mi aspetto che una
classe politica che si dice tale e che è autorevole si chiude e si stringe
attorno al Presidente della Regione per confutare quella che è una tendenza,
caro collega Orsomarso, che non è certamente dell’ultimo anno, ci mancherebbe
altro, ma è una tendenza che va avanti da troppi anni.
Abbiamo la necessità di parlare della bellezza
della Calabria e di dire ai nostri amici di venire a Bivongi ed in Sila, di
venire a vedere quello che di bello c’è in Calabria e di venire a fare il bagno
magari a Palmi.
Abbiamo la necessità di ridisegnare un
contesto della Calabria che non è quello che appare, perché se in questo
contesto noi non ci stiamo e se la battaglia politica e partitica la rimandiamo
ad altre occasioni, non ad occasioni in cui la Calabria deve essere unita;
magari dobbiamo dare il contributo alla Giunta – se questo deve essere – con un
lavoro che gli assessori hanno fatto sui territori da tutti i punti di vista,
dall’ambiente, ai servizi sociali, ai trasporti. Un lavoro costante in queste
settimane per approntare ed affrontare un tema così importante in cui in questo
Masterplan c’è lo sviluppo ed il disegno della Calabria che vogliamo.
Soprattutto, è una classe politica che deve
capire che non può consentire di sopportare questi toni, scusatemi oggi anche
il piglio che non è di rabbia ma nasce dalla lettura di alcuni articoli, che
vengono letti nel mondo. Non so quanti di voi hanno letto l’articolo di Ernesto
Galli Della Loggia.
Il dato statistico è qualcosa di importante.
Nessuno può consentire che si dica che tutto ciò che riguarda il sud, a
cominciare dalla sua classe politica, ha acquistato un sapore di imbroglio,
corruzione e raccomandazione.
Non è pensabile che possiamo tollerare questo.
E’ una classe politica oggi che ha l’obbligo ed il dovere morale di rispondere
e di essere a fianco al Presidente della Regione per dire che c’è una Calabria
diversa perché altrimenti il male lo faremo domani ai nostri figli.
E’ tempo questo di essere uniti e nell’unità
di combattere nemici diversi. L’avversario oggi non è quello della destra o
della sinistra, gli avversari sono coloro che mirano a fare un solo percorso ed
un solo passaggio per dire ai nostri figli “andate via da questa terra”.
Noi diciamo che questa terra non solo è bella,
ma che la qualità della vita che respiriamo da Bivongi a San Pietro in Guarano
e in tutti i borghi della Calabria nelle bellezze del sole è l’invidia di
tanti; il nostro primo messaggio – colleghi consiglieri –è di unità di un Consiglio
regionale che, semmai oggi in una visione complessiva ed unitaria, potrà anche
dire al presidente Oliverio di modificare taluni interventi. Ma c’è una sfida.
Questo lo dico al presidente Oliverio: questo Masterplan
deve trovare il sostegno di tutto il Consiglio. Ma deve trovare in più, Presidente,
il sostegno dei parlamentari perché non vorrei, per come siamo stati abituati
nel tempo, che questo Masterplan possa rappresentare per taluni
personaggi uno specchietto per le allodole perché allora sì che saremmo tutti
mortificati.
Il sostegno dei parlamentari, rispetto a
questa visione e alle scelte strategiche di cui lei parlava e di cui tanti
parlavano, dalle Zes alle Zone franche urbane, alla possibilità del credito di
imposta che non può essere ridotta al 20 per cento ma che deve aumentare, dalla
possibilità di dire che ci battiamo perché siamo nati qui, il nostro destino è
qui, ma soprattutto vogliamo che il destino dei nostri figli rimanga la Calabria.
Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabello.
Ne ha facoltà.
Grazie Presidente,
colleghi consiglieri, signor Presidente, credo
che l’informativa del Presidente della Giunta in ordine al Patto per la Calabria possa costituire ed abbia in parte
costituito una buona occasione per avviare una discussione su quelle che sono
le emergenze e gli interventi finalizzati al rilancio della nostra terra e, più
in generale, del Mezzogiorno, che abbiamo il dovere di mettere in cantiere con
l’ausilio del Governo nazionale.
Ma, prima di ogni altra cosa, penso che una importante inversione di
tendenza possa essere rappresentata dal dibattito come quello sulla questione
meridionale e sui ritardi del Mezzogiorno che ha interessato la politica, la
storia, i giornalisti, il dibattito italiano per oltre 30 anni, io direi anche
per 40, e che oggi parte da un presupposto totalmente diverso.
Penso che all’indomani del clamore destato dalla cronaca nazionale dai
dati dello SVIMEZ, il Governo nazionale, ed il Partito democratico in primis,
abbiano deciso di affrontare il tema da un’ottica totalmente diversa.
Diceva bene il presidente
Oliverio: una volta tanto, e mai come ora, la prima sfida è quella che viene
lanciata alla classe dirigente della Calabria.
In secondo luogo, credo che il ribaltamento di logiche, sia quello di
iniziare a discutere sulle infrastrutture necessarie, ponendosi degli
obiettivi, individuando delle scadenze e mettendo al centro dell’agenda
politica nazionale il Mezzogiorno e la Calabria, finalmente, non solo con
enunciazioni di principio, ma con l’inizio di un percorso che porti a fatti
concreti.
E’ per questa ragione che penso che affrontare il dibattito di stasera
in Consiglio, semplicemente rimpallandoci in maniera – voglio dire – anche
legittima valutazioni di natura strettamente politica, in ordine anche allo
spirito di appartenenza alle nostre coalizioni, ci possa far perdere una
occasione importante che è quella di rimettere al centro della discussione ciò
che è necessario per la nostra terra.
Penso che ridurre la discussione o pensare che quella del Presidente sia una lista della lavandaia
o un elenco di una serie di desideri fine a sé stessi sia non solo ridurre il
dibattito ad una disputa inutile, ma soprattutto lo spreco di una importante
occasione di discussione.
Penso che il ragionamento di stasera vada ribaltato e che la Calabria e
la sua classe dirigente – ognuno dalla propria postazione ed in base ai propri
convincimenti, perché no? – possa essere impostata in una visione complessiva
che guardi, invece, a ciò che serve a questa terra.
Se il Masterplan è un’idea di prospettiva lanciata dal Governo nazionale,
che non guarda solo a questa esperienza, la nostra é quella del Governo nazionale,
che guarda però al futuro del nostro Paese.
E’ una discussione che non è iniziata stasera, ma bensì in questi mesi,
che è destinata a proseguire e nella quale ognuno di noi si dovrà misurare –
ripeto – ciascuno dalla propria postazione. E’ per questa ragione che ritengo
utile, non solo discutere, ma anche affrontare nel merito – come ha
correttamente fatto il Presidente
della Giunta – alcuni dei temi più importanti a partire, per esempio, dalla
questione delle infrastrutture che rappresentano la carne viva dei problemi che
la nostra terra si trova quotidianamente ad affrontare.
Dobbiamo discutere di opere, investimenti e priorità, non di
dichiarazioni programmatiche, consigliere Tallini; quelle di cui abbiamo già
discusso con i calabresi durante la campagna elettorale e per le quali, credo,
ci sia il tempo, davanti ad ognuno di noi, per fare le opportune verifiche
politiche.
Dobbiamo invece discutere di quello che serve a questa terra, e penso
che la relazione introduttiva del Presidente,
la sua comunicazione sul Patto per la Calabria abbia avuto il grande merito di
individuare alcune grandi linee direttrici sulle quali, magari, discuteremo e
sulle quali, magari, ci sarà una visione diversa ma, per le quali, ognuno di
noi è chiamato a mettere in campo il proprio impegno.
Questa è una terra che ha urgente bisogno di invertire la tendenza – lo
diciamo sempre – di rafforzare il proprio tessuto produttivo e di inventarsi
politiche del lavoro, che abbiano veramente una ricaduta obiettiva sul futuro
dei nostri giovani. Che abbia la necessità di incidere in maniera decisa sulle infrastrutture,
e su questo credo che anche a livello nazionale ci siano state le giuste
garanzie e un’attenzione dovuta, non perché la si chiede col cappello in mano,
ma perché è l’Italia che ne ha bisogno, oggi e senza il Sud non cresce.
Questo dicono i dati economici, la storia della terra e dell’Italia.
Penso che avviare una riflessione, ad esempio, sul modo in cui vediamo lo
sviluppo turistico, aiutato da una rete infrastrutturale rafforzata, e le
politiche dei trasporti; per questo credo che questa sia una serata storica, perché
su questi temi abbiamo fatto delle scelte forti, anche – se vogliamo – di
prospettiva e di lungo periodo, ma scelte importanti anche col lavoro della Giunta.
Su queste questioni, sul modo in cui, ad esempio, pensiamo ad una
mobilità interna più forte, sul modo in cui pensiamo al collegamento migliore
fra la rete ferroviaria, gli aeroporti, i nodi di comunicazione importanti di
questa terra, ci giochiamo il futuro, e non se lo gioca solo Mario Oliverio, il
centro-sinistra o il Partito democratico. Chi pensa questo, sbaglia. Il futuro
se lo giocano i calabresi, e una intera classe dirigente, e torno alla
riflessione iniziale del presidente
Oliverio che penso vada colta fino in fondo.
Ce lo giochiamo tutti, ognuno dal proprio versante. Su questo credo che
stasera si possa scrivere una prima pagina importante e avviare un percorso
dentro al quale, chiaramente, ognuno di noi si misurerà. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha
facoltà.
Mi rivolgo, innanzitutto, al Presidente della Giunta regionale, che invito anche ad un richiamo, al Presidente del Consiglio, su terminologie che spesso vengono usate in questa sede, un po’ troppo alla leggera. Innanzitutto volevo dire allo stimato collega di opposizione che il Presidente non ha “consigliori” a Catanzaro.
Se per voi certi termini passano in maniera superficiale mi meraviglio, non per il ruolo che ricopro di Presidente di Commissione anti-‘ndrangheta, ma dire che il presidente Oliverio ha consigliori… mi guarderei bene ed utilizzerei delle frasi un pochino diverse anche perché di questi argomenti se il centro-destra per favore ci libera, forse, e lo tratta meglio ne guadagniamo tutti quanti.
Mi rivolgo, poi, al consigliere di minoranza, Orsomarso, che in ogni circostanza non perde occasione per bacchettare il Governo Renzi, il Governo a guida Partito democratico, il Governo nazionale.
Spesso in Consiglio restiamo in silenzio, evitiamo di rispondere, anche perché la contestazione dovrebbe essere argomentata, non fumosa, non troppo eterea, perché scagliarsi contro, poi ci sono dati. Poi li chiamerete pacchi.
(Interruzione)
Ne possiamo parlare, ma possiamo farlo solo nelle sedi opportune, quando volete, di tutto. Non siamo certamente noi a rinunciare al confronto.
(Interruzione)
Guardi, consigliere Orsomarso, le fornisco dei dati,
anche se non è mio costume di solito parlare con dati alla mano. Questa volta
le cito dei dati, perché ho preso appunti, per non
dimenticare, proprio mentre parlava lei, a proposito del Governo a
guida Pd, a guida Renzi, e del rapporto col Mezzogiorno, l’attenzione verso il Mezzogiorno.
Se avesse guardato meglio
i dati che forniscono gli enti a ciò preposti, avrebbe riscontrato che
finalmente nel secondo trimestre 2015, dopo 12 anni – dal 2001 al 2013 – la
forbice, il divario di produzione e reddito tra Mezzogiorno e Nord, si
allargava sempre di più.
Finalmente possiamo dire
che nel secondo trimestre – questi sono dati che fornisce, appunto chi di
competenza – del 2015 nel Mezzogiorno il tasso di occupazione è cresciuto del
2,1 per cento contro lo 0,8 per cento della media nazionale. Il tasso di esportazione verso i
mercati internazionali è cresciuto del 7 per cento, contro il 5 per cento
di quella che è la media nazionale.
Poi capisco, lo dico prima
io, che il Pil del Mezzogiorno rappresenta solo il 20 per cento del Pil nazionale e che per quanto riguarda la produzione
sull’export del Mezzogiorno rappresenta solo il 10 per cento, ma abbiamo dei dati, finalmente, di segno positivo. Dati
positivi se le interessa, consigliere Orsomarso, perché davo una risposta a
lei.
Dopo di che, su questi
dati si può dire quello che vuole.
Tra l’altro si parla di
cifre consistenti, non è che il Masterplan
è poggiato sul Colosso di Rodi o su radici poco solide o consolidate o
attaccate dal terreno, anzi tutt’altro. Sono stati previsti 95 miliardi di euro
fino al 2023 da destinare allo sviluppo e che ridonderanno di energie verso il Mezzogiorno.
Abbiamo dimenticato poi come si opera ma, come consiglieri regionali, nel nostro
piccolo, lo sappiamo tutti, e lo sa bene soprattutto la Giunta cosa abbiamo
dovuto fare per recuperare i ritardi rispetto alla programmazione dei fondi strutturali, che non era solo un ritardo calabrese dell’ex Giunta Scopelliti. Era indubbiamente un ritardo nazionale ma, attenzione, fino al 2011 col
vostro Governo, col Governo targato Berlusconi, l’utilizzo
di risorse dei fondi strutturali era al 15 per cento. A giugno del 2000 era già finita la programmazione, il quinquennio della programmazione.
Alla scadenza avevamo il
15 per cento di risorse e, a giugno
dell’anno scorso, siamo arrivati all’80 per cento, ci siamo attrezzati e, sappiamo bene cosa abbiamo dovuto
fare per colmare quel vulnus di
rendicontazione, in modo tale da poter chiudere la programmazione 2007-2013 per poi anche avviarla. E non siamo stati fermi.
Sulla programmazione 2014-2020, il Governo nazionale ha chiuso. Il Governo nazionale
e i governi regionali che – possiamo dire – su 50 che sono previsti sui programmi nazionali e regionali, 49 sono stati approvati. Il che ci
consentirà, dall’1 gennaio 2015, una volta chiusa la rendicontazione, di poter
partire immediatamente, non solo con l’utilizzo delle risorse residue, ma di
partire immediatamente per la prima volta sui nuovi. Quindi partiamo in
perfetta linea.
Detto questo, volevo pure
ricordare – forse perché lo si dimentica, lo stavo dimenticando anch’io – gli
interventi sulle crisi aziendali, sul rischio di intere aree che rischiavano la
desertificazione industriale. Interventi aziendali, l’ex Micron di Avezzano, la
Whirpool a Caserta, l’Iribus ad Avellino, l’Ilva di Taranto, la Bridgeston, i
protocolli di intesa per aree di crisi industriali: Taranto, Gela, Termini
Imerese, Sulcis, Porto Torres, le cinque aree individuate in Campania.
Non è che gli investitori internazionali o i Governi internazionali si sono improvvisamente venduti
al simpaticone Fonzie – lo chiamano Fonzie – continuiamo con Fonzie, non ha
importanza, e questo la dice lunga, magari indosseremo il giubottino di pelle
al prossimo Consiglio, con la magliettina bianca che va pure di moda.
Sono dati e statistiche oggettive.
La sottoscrizione in Calabria dei
contratti di assunzione degli insegnanti; c’ero io presente quando l’annunciava
con enfasi, con grande gioia il direttore generale dell’ufficio scolastico,
dicendo: guardate che io vi debbo lasciare, perché stasera mi vedo con i
sindacati, domani sottoscrivo 3 mila contratti di assunzione di insegnanti in Calabria.
Questi sono dati.
Dopo di che, che questo Governo sia
a guida Renzi o di chiunque altro, mi interessa poco; mi interessa soprattutto
chi lo rappresenta e quali sono le idee, i programmi, pur avendo cambiato un
pochino regime. Non è più un Governo abituato ad elargire fondi a pioggia o
contributi in base ad amicizie, ma bensì un Governo che richiama soprattutto il
Mezzogiorno d’Italia ad una nuova stagione, ad un nuovo Risorgimento, ad una
nuova presa di consapevolezza di quelle che sono le proprie risorse, le proprie
forze da spendere sul campo e non certo dietro le quinte.
Detto questo chiudo soltanto con una
frase: “ci rivedremo di qui a breve”, poi vedremo di che pasta siamo fatti, e
mi rivolgo anche ai miei consiglieri di maggioranza; ho sentito l’intervento
della collega Sculco, che condivido, e so quanto impegno sta profondendo sul
territorio, così come tutti i consiglieri sui territori, soprattutto quelli di
appartenenza e non soltanto, espressione di collegi elettorali.
Stiamo andando tutti in giro per
cercare di dare il meglio, così come i rappresentanti della Giunta calabrese,
che si stanno spendendo negli incontri con le associazioni di categoria, con
gli ordini professionali; stiamo vedendo quello che sta succedendo nella
Cittadella, con incontri quotidiani.
Non vogliamo parlare di quello che è
stato l’ambiente, il rischio idrogeologico, gli interventi fatti rispetto ai
precedenti, altrimenti non finiremo più. Però non mi è piaciuta molto una sola
espressione dell’intervento della consigliera Sculco, quando si dice che
talvolta si è parlato di superficialità.
Ritengo che in questo Governo,
anche in Giunta, ognuno abbia la propria posizione, a prescindere da quel
famoso proverbio, ma non è certo questa la circostanza più idonea secondo cui
“i panni sporchi si lavano in famiglia”, poi possiamo contrastare o possiamo
anche non essere d’accordo su alcune cose.
Lo ricordo soltanto perché
ci sono tante sedi opportune per esprimere disappunto o apportare il proprio
contributo chiedendo che le cose vengano fatte, soprattutto grazie all’apertura
che abbiamo avuto da quando questa Giunta si è insediata. Ma non
superficialità.
Questo è un governo, una Giunta
che veramente non si sta risparmiando un secondo, un minuto ad iniziare dal Presidente della Giunta
per finire al Presidente
del Consiglio e a tutti noi. Non ci stiamo risparmiando un solo secondo. Non
vorrei che da questi banchi, allora, passasse un messaggio diverso e
fuorviante, perché tutto viene immediatamente manipolato, perché l’esercizio
tipico ma anche dei mass media – è
giusto che sia così – si attacca chi è al governo, non a chi è alla opposizione,
si vendono i giornali allorquando si fa un articolo sul presidente
Oliverio non sul capogruppo o sul rappresentante della opposizione.
Detto questo, mi aggancio
pienamente al discorso di prima con l’auspicio fatto dal consigliere Greco, di
una maggiore unità in seno al Consiglio – anche se non sono di quelli che la
cercano a tutti i costi, anzi dico che la maggioranza faccia la maggioranza,
l’opposizione faccia l’opposizione.
Punto e basta! Finiamola
qui, perché spesso, magari dietro altre cose si celano i famosi inciuci di
vecchia memoria dai quali tutti noi vogliamo rifuggire.
Ritengo che l’azione di
questo governo, unitamente all’azione del Governo centrale, stia portando
fuori il Mezzogiorno d’Italia da una crisi di identità, di immagine, di
sviluppo, mettiamoci tutto quello che vogliamo. Una crisi ormai secolare,
stratificata e consolidata nell’immaginario collettivo.
Anche io faccio gli auguri
di buone feste a tutti quanti, con la convinzione che nel 2016 i risultati si
vedano, e che a fine 2016 si potranno tirare le somme, già dopo un anno,
utilizzando i residui dei fondi strutturali e la nuova programmazione. Poi vedremo da che parte sta la Regione, con carte, dati e titoli alle mani.
Ho finito, Presidente,
grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio,
Presidente della
Giunta, colleghi consiglieri, prima di svolgere il mio intervento, mi corre
l’obbligo di fare una segnalazione al Presidente del Consiglio rispetto ad un argomento che è stato oggetto
di discussione in Conferenza dei capigruppo
all’inizio di questa legislatura, e per il quale ci fu la massima
condivisione: le interrogazioni a risposta immediata che introducemmo nella
passata legislatura, interrotta in modo così traumatico per volontà del presidente Talarico e del sottoscritto.
Tutto questo, non per dar voce alla opposizione, ma per
consentire a quest’Aula di svolgere quell’attività ispettiva, di controllo e di
stimolo – se volete – anche nella demarcazione dei ruoli rispetto alle
competenze, per materia e territorio.
Vero è che qui di interrogazioni
a risposta immediata non se ne parla da tre mesi. Ci sono interrogazioni
che giacciono lì e che ascoltiamo solo quando vengono annoverate all’inizio dei
lavori, ma riposano nei cassetti. Addirittura alcune sono pure scadute, pur
riguardando tematiche importanti in merito a settori altrettanto strategici
come sanità, agricoltura, turismo ecc., e ci sono una serie di interpellanze e
di mozioni di cui non si parla.
Pregherei il Presidente del Consiglio,
così come avevamo deciso, di calendarizzare una volta al mese o, se volete,
ogni 15 giorni, una seduta prevista solo per le interrogazioni a risposta
immediata per dare respiro a questo settore e di dare un po’ più di ordine
anche ai lavori di questo Consiglio regionale.
In merito all’argomento oggetto di discussione, per il
quale ho assistito al dibattito e ascoltato la relazione del presidente Oliverio, ci sono questioni da porre
– le sollevo in quest’Aula – sia di metodo sia di merito. Un argomento di straordinaria
importanza che, ritengo, debba coinvolgere nei processi decisionali – presidente Oliverio – non solo i parlamentari o
i consiglieri regionali ma anche la base, chi sta nel territorio, chi conosce
le problematiche, chi si vuole rendere parte diligente
rispetto ad una proposta; quindi un maggiore coinvolgimento da parte dei
sindaci e degli amministratori, rispetto a quelle che sono le esigenze
afferenti all’emergenza ma anche a quelli riguardanti la progettualità per le
quali penso che la Giunta non sia interessata ad ascoltare. Ma c’è anche la
diretta streaming che può constatare
la volontà di questa amministrazione, col suo Presidente in testa,
di ascoltare gli interventi del Consiglio.
E’ probabile che questo Consiglio regionale non abbia
nessuna valenza e che tutto si decida a Catanzaro; qui arrivano i progetti già
confezionati ed i pacchi natalizi. La verità è proprio questa, cioè la scarsa
attenzione di questa amministrazione verso la centralità del Consiglio, e
parliamo di centralità del Consiglio regionale o di istituzionalità.
Ma di cosa parliamo, consigliere Romeo? Di cosa stiamo
parlando?
Credo che dovreste preoccuparvi un po’ di più – e lo
dico anche ai consiglieri provinciali qui presenti, ci sono consiglieri
provinciali del mio territorio – della qualità della vita riportata dal “Sole 24 ore”. Ieri in una analisi e dalle
statistiche emerge che la Calabria ed, in particolare, la città di Reggio Calabria,
è al 110° posto. Non 110 e lode, ma al 110° posto!
Queste cose dovrebbero far riflettere la classe reggina
che governa quest’Aula.
Dovrebbero farvi riflettere, anziché sghignazzare e non
ascoltare gli interventi dei colleghi rispetto ad un confronto serio, se
volete, altrimenti decidete altrove, tanto le decisioni arrivano confezionate
da altre stanze dei bottoni.
Queste cose devono farvi riflettere.
Poi dietro un mio intervento, caro consigliere Tallini –
perché ognuno l’opposizione la fa perché sugli atti la opposizione si misura
con gli atti di produzione e con l’attività –vi invito a riscontrare l’attività
di Forza Italia e, proprio ieri, c’è stato un intervento su questo per quanto concerne
la qualità della vita. La risposta del sindaco Falcomatà è stata che le colpe
sono del predecessore. Benissimo, ognuno ha delle responsabilità.
Chi ha governato non ha responsabilità per negligenza,
per imperizia. Ci sono anche delle componenti rispetto alle inefficienze che si
possono riscontrare, ma oggi è un’altra storia, oggi si vive un’altra realtà.
C’è una sinergia istituzionale di centro-sinistra, Reggio Calabria e Governo nazionale. Non possiamo pensare a quel che
è stato, ma dobbiamo pensare a quel che si dovrà fare. Oggi si dovrà dare
risposta a quelle che sono le disfunzioni dei territori.
Io vivo la città, questa sarà la città metropolitana e
molti di voi la conoscono bene. Le carenze di ieri sono le carenze di oggi
amplificate, ma non rispetto alla questione progettuale che sta li a guardare
in merito all’efficienza e all’efficacia della qualità della vita.
In merito all’emergenza, non vi parlo della condizione
delle strade di questa città. Si riporta continuamente che nessuno vuole
abitare a Reggio Calabria, nella futura città metropolitana, pensate, voluta
dal centro-destra in un contesto di progettualità seria di bilancio del territorio
calabrese.
Allora penso che una seria riflessione bisognerebbe
farla in quanto vi sono anche responsabilità attuali. Siete al governo di
questa Regione da un anno e non possiamo pensare di ripartire ogni
volta che si pensa di poter programmare qualcosa.
Ci sono delle responsabilità che vi appartengono,
l’incapacità di fare quella sinergia utile per sviluppare le condizioni di
crescita sociale, economica e culturale, se volete, delle nostre realtà e ciò
non è possibile perché ci sono frizioni all’interno della vostra coalizione,
che impediscono il buon governo. Questa è la realtà delle cose che emerge, che
riscontriamo, e che viviamo oggi nei nostri territori.
Allora vorrei capire qual è la posizione sull’aeroporto
dello Stretto, Presidente, rispetto al Masterplan. Vorrei capire la Bovalino-Bagnara che dovrebbe
collegare lo Ionio col Tirreno; vorrei capire se alcune condizioni che possono
aumentare la vivibilità della circoscrizione sud della provincia di Reggio Calabria,
possono essere messe in atto e sviluppare quella crescita, per non ritrovarci
il prossimo anno allo stesso posto. Oppure assistere alla certificazione dello
SVIMEZ che ne decreta la morte.
Dall’altra parte dicevano che lo sviluppo parte dal sud,
ma noi siamo il Mezzogiorno del Mezzogiorno. Quale sviluppo? Ma di che
parliamo? Del libro dei sogni? Di cosa discutiamo? Ci deve essere la presa di
coscienza di una situazione che è all’anno zero, perché altrimenti mettiamo
tutti la testa sotto la sabbia, ed io questo non lo consento, e non lo ammetterò
mai.
Pertanto questo primo appuntamento, deve segnare la
tappa di un cammino nei processi decisionali per responsabilizzare e
istituzionalizzare la classe politica calabrese, oltre ai parlamentari che,
peraltro, non hanno una responsabilità diretta, perché sappiamo come sono stati
nominati in Parlamento.
Ritengo che debbano essere presi in considerazione i
sindaci, una Conferenza economica e programmatica, laddove bisogna dare ascolto
ai territori, perché altrimenti assistiamo solo a pacchi confezionati e qui
parliamo, parliamo, parliamo ma non decidiamo nulla perché non diamo voce ai
rappresentanti istituzionali per entrare in alcuni processi decisionali
importanti. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Grazie Presidente, colleghi, Presidente della Giunta, sinceramente spesso in
quest’Aula devo riguardarmi le carte che parlano dell’ordine del giorno dopo
aver ascoltato due o tre interventi; mi sembra sempre di più di avere sbagliato
a leggere nella mia carpetta - che gli uffici gentilmente ci forniscono - perché
ascoltando gli interventi di alcuni colleghi, molto apprezzabili, vedo spesso
che si parla di cose – legittimamente, non entro nel merito - che non stanno all’ordine
del giorno.
Provo a ragionare di quello che è il punto che stiamo
trattando perché ho verificato, presidente Irto, con i
suoi uffici, e noi dovremmo discutere del Patto della Calabria.
Ho detto alcuni colleghi, consigliere Nicolò, non ho
detto il capogruppo di Forza Italia.
(Interruzione)
Provo a discutere di una cosa che considero importante,
partendo da una considerazione che dovremmo fare e che è questa: il presidente Oliverio, nell’introdurre con la sua
relazione i lavori di questo Consiglio regionale, ci ha detto che è in corso
col Governo un confronto che si concluderà a
breve. C’è una interlocuzione sui temi che riguardano il Patto per la Calabria
ed il Patto per la città metropolitana di Reggio Calabria. Rispetto a questo ho
ritenuto doveroso – ci ha detto il presidente Oliverio –
fare una informativa al Consiglio e confrontarmi con esso nel merito delle
questioni che noi stiamo discutendo.
Bene, discutiamo nel merito. Ci sono delle idee e delle
proposte, dei progetti che dentro una visione unitaria, dentro una strategia
che deve parlare dello sviluppo della Calabria vogliamo mettere dentro questa
interlocuzione? Bene. Si proponga a questo Consiglio regionale di integrare la
relazione del presidente Oliverio. Si dica che su questa
porzione del territorio, su questa idea, su questo piano c’è una carenza, c’è
la necessità di integrare? Integriamo così. Lo si dica e lo si faccia dentro
una discussione che per la prima volta in maniera fortemente innovativa, aperta
e democratica consenta al Consiglio regionale di entrare nel merito della
interlocuzione fra la Regione Calabria ed il Governo del Paese.
Così faccia. Se ci sono delle idee da questo punto di
vista si dica. Il presidente Oliverio ha detto “per noi è
strategica la Zes (Zona Economica Speciale) a Gioia Tauro, per noi sono
strategiche le infrastrutture, per noi è strategico un intervento sul reddito”.
Bene, si aggiunga o si dica non solo strategiche queste linee, questi
interventi che sono stati individuati dal presidente Oliverio.
Quindi prima è una questione di metodo, apprezzamento.
Si faccia, collega Nicolò, una proposta. La si faccia in Consiglio regionale,
si può recepire, si vada nel merito ma si discuta di quello che è all’ordine
del giorno e si dica “secondo noi c’è bisogno di puntare più su questo
aspetto”. Qualche collega l’ha fatto, ha presentato anche un documento scritto
intervenendo nel merito delle questioni. Del resto il Presidente è stato molto chiaro nell’introdurre
i lavori di questo Consiglio.
Se invece si vuol cogliere ogni occasione per fare
una polemica, a mio giudizio sterile in questo caso, per esercitare il doveroso
diritto-dovere di critica si faccia una richiesta diversa di ordine del giorno
e su questo devo dire - perché va riconosciuto
– che noi in Conferenza dei capigruppo
abbiamo sempre concordato l’ordine del giorno dei lavori
della seduta di Consiglio successiva. Non si può venire qui a dire al presidente Irto
che bisogna inserire questo o quello. Noi convochiamo una Conferenza dei capigruppo ne ragioniamo e
le Conferenze dei capigruppo si sono sempre
espresse alla unanimità. Quindi da questo punto di vista ritengo che bisogna fare attenzione
nelle sedi opportune e deputate quando si discute. Se ci sono cose da portare
in Aula, le si porta e si discute.
Seconda
questione e vado per schemi per non tediarvi.
Il lavoro
del Pd. Ma insomma la pubblicazione delle anticipazioni dello Svimez rispetto
ai dati che riguardano il Mezzogiorno ha immediatamente portato il Segretario nazionale del
Pd a convocare una direzione ed a chiedere al Governo di fare un lavoro che è stato poi
denominato Masterplan, all’interno
del quale inserire degli interventi per il Mezzogiorno.
Questo
è il punto e questo ha detto il presidente Oliverio. Senza intendere questa
discussione o questa volontà come un atto assolutamente di subalternità
rispetto al Governo nazionale perché il nostro atteggiamento
nel merito delle questioni è sempre stato quello dei rappresentanti eletti per
difendere e tutelare la Calabria.
Poi possiamo discutere nel merito ma noi abbiamo sempre detto “la Calabria
prima di tutto” e lo ribadiamo con ogni atto che l’amministrazione regionale ha
fatto; che questo sia un atto che è gradito dal Governo nazionale o che sia un
atto che non incontra – vedi la vicenda delle trivellazioni – il favore del Governo
nazionale.
Altre amministrazioni, quando c’erano altri colori politici, hanno
omesso di difendere questa terra, piegandola agli interessi della Lega che
ritorna ancora oggi all’attualità e nel dibattito politico della destra e del centro-destra
di questo Paese.
Attenzione a dire del Pd. Naturalmente noi abbiamo un confronto
interno, ma noi siamo il più grande partito di questo Paese e io lo dico senza
alcuna arroganza e senza alcuna presunzione. Non si parli delle divisioni
inesistenti del Pd e di questa maggioranza perché questa maggioranza finora ha
portato a casa tutte le delibere e tutti i risultati che si era prefissata di
portare a casa e lo ha fatto con il massimo dei consensi che l’Aula poteva
esprimere anche andando oltre.
Nel centro-destra invece legittimamente ci sono più schieramenti e mi
pare paradossale che venga da quella parte una sottolineatura rispetto ad
inesistenti divisioni del Pd.
Abbiamo 3-4 minoranze. Le rispettiamo, per carità. Ma non pensate di
darci lezioni anche su questo.
Terza questione ed ultima: volete aprire un dibattito coerente e serio
sui risultati dell’amministrazione regionale? Si può fare quando volete. Mi
dispiace che stasera nessuno abbia avuto l’onestà intellettuale di sottolineare
quanto 3 giorni fa la Commissione europea ha riconosciuto al lavoro del presidente Oliverio. La Commissione europea,
che è sempre abbastanza restia a dare riconoscimenti, ci ha detto che
nell’ultimo anno fra le tre Regioni del Mezzogiorno d’Italia che erano state
individuati quali enti in ritardo rispetto all’assorbimento della spesa
comunitaria, cioè per la Campania, la Calabria e la Sicilia.
La Calabria è la Regione che ha recuperato di più e che ha fatto meglio
ed è arrivata ad allinearsi alla media nazionale in tema di assorbimento dei
fondi comunitari. Questo è un successo straordinario dell’amministrazione
guidata dal presidente Oliverio e
non è un successo personale ma è un successo del quale godranno la Calabria ed
i calabresi.
E’ la politica che vuole discutere nell’interesse generale, deve
ragionare e plaudire e sottolineare così come vanno sottolineate le tante altre
cose che sono sotto gli occhi di tutti oggi.
A Catanzaro Lido è stato consegnato uno dei tre nuovi treni che la Calabria
avrà dopo 30 anni perché sono dovuti passare 30 anni per avere un nuovo treno
in Calabria.
Parliamo delle cose che facciamo, esprimiamo le critiche e facciamo
anche autocritica ma diciamo la verità ai calabresi. Tanto se qualcuno immagina
che i calabresi si lascino abbindolare o abbiano l’anello al naso si sbagliano,
così come si sbagliavano quando pensavano di poter governare al di là del
giudizio del cittadino elettore.
Penso che in quest’Aula dovremmo fare altri esercizi, un po’ più alti
nella discussione fra di noi e nell’interesse generale, a cui sia questa maggioranza
sia il presidente Oliverio hanno
dimostrato fattivamente di saper guardare.
Ha chiesto di parlare il consigliere Salerno.
Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, ho ascoltato con molto interesse il dibattito in Aula e devo dire che serve a tutti quanti noi. Però, presidente Oliverio, penso che su alcuni temi dovremmo dialogare di più ed essere più coinvolti e preparati ad affrontare ciò che ci aspetta.
La ringrazio per l’informativa che ha voluto dare al
Consiglio regionale per quanto riguarda questo Masterplan. Nulla da dire, Presidente. Dire che non va bene o dire che c’è
qualcosa che non va di quel che contiene, sarebbe follia. Vorrei invece portare
un modesto contributo all’Aula e a lei Presidente che
rappresenta la Calabria ed i calabresi al tavolo col Governo.
Di attenzioni da parte dei Governi – di facciata, almeno
– la Calabria ne ha avuto tantissime. L’intervento straordinario per il Mezzogiorno,
la Cassa del Mezzogiorno, la legge 64, i Piani, i Patti per il sud, Masterplan, chiamiamoli come li vogliamo
ma ce ne sono stati negli anni e vorrei un attimo fare una riflessione per dire
quanti soldi ha speso la Cassa per il Mezzogiorno per gli acquedotti in Calabria,
tanto che secondo me avrebbe rivestito le strade della Calabria di oro. Ed
abbiamo avuto gli esempi, laddove sono state realizzate le condotte non c’erano
gli invasi e laddove c’erano gli invasi non c’erano le condotte di adduzione e
così via. Per non parlare della depurazione e di tante altre cose.
Bene, presidente Oliverio,
secondo me dobbiamo passare alla fase concreta. Ebbene, lei potrà dire fra 4
anni ai calabresi di avere concretizzato un programma e di aver messo un
tassello serio per lo sviluppo della Calabria.
Parlare del porto
di Gioia Tauro non è cosa nuova, non scopriamo la luna sul fatto che
deve essere una priorità. Parlare delle infrastrutture viarie non è scoprire la
luna così come parlare della ferrovia ionica.
Però, Presidente, mi
fermerei un attimo su queste cose e da parte nostra la massima collaborazione.
E’ intervenuto prima di me il presidente Nicolò con
un intervento molto accorato. Noi abbiamo dimostrato che siamo qui a
collaborare e partecipare. Dobbiamo pure riferire su alcune cose precise. Ci
devono essere dei numeri a fianco di quell’elenco che lei per quasi 50 minuti
ha letto informando l’Aula.
Perché quei numeri daranno la priorità e segneranno lo
sviluppo di questa terra in maniera concreta, perché quando parliamo di
ferrovia ionica parliamo di Statale 106 e di una parte della Calabria
fortemente penalizzata che non ha autostrada, ferrovia e non ha aeroporti se
non quello di Crotone che ogni volta viene salvato col paracadute. Parliamo di
una fascia della nostra Regione che è emarginata ed isolata alla quale va data la
giusta attenzione. Attenzione che va data non così come avviene spesso e come è
avvenuto spesso con le conferenze stampa da parte di autorevoli esponenti del Governo
negli anni – indipendentemente dai Governi di centro-destra o di centro-sinistra
– quando si annunciava sempre l’intervento maxi-macro lotti, 106, rinnovamento
ecc., ecc., come è stato poi per la Salerno-Reggio Calabria.
No, dobbiamo andare alla fase concreta, dicendo cosa dobbiamo fare di
questa ferrovia.
Consigliere Romeo, la consegna di un treno, benissimo, è un risultato
per chi ha lavorato per averlo ma non è un risultato concreto che possa sancire
lo sviluppo per quanto riguarda i trasporti in Calabria. Abbiamo bisogno di una
ferrovia innanzitutto elettrificata e non a gasolio che possa essere una metropolitana
di superficie. Ci sono gli esperti che potranno dire cosa serve in quella
fascia ionica, ma va fatto qualcosa di concreto e mettere un numero, dire
“vogliamo investire perché la vogliamo completare”. Non fare solo un piccolo
tratto di collegamento. Questo per la 106.
E sul porto di Gioia Tauro una volta per tutte quel che serve va fatto.
Se dobbiamo sacrificare qualche altra cosa sacrifichiamolo; anche sulla
portualità, presidente Oliverio, secondo me dobbiamo stabilire una priorità perché
non tutti i porti sono gli stessi, perché ci sono dei porti strategici e quello
di Gioia Tauro è il primo porto del Mediterraneo. Non è il porto di Gioia Tauro
ma è il porto del Mediterraneo, ma ci sono anche altri porti in Calabria che
possono contribuire allo sviluppo di questa terra.
La portualità turistica, per esempio. Sappiamo benissimo che ci sono
molte richieste e noi non abbiamo la capacità di avere dei posti barca
sufficienti a poter ospitare questo fenomeno e questa Regione vive proprio col
turismo; una delle potenzialità dello sviluppo è proprio il turismo, presidente Oliverio.
La viabilità: togliere dall’isolamento le aree interne; lei è
originario di un’area interna, come lo sono io che sono di montagna. Lo voglio
dire anche sulla trasversale delle Serre e lo voglio sottolineare non per una
questione di campanile e di appartenenza territoriale, per carità, ma ricordo
che quando è stata annunciata la trasversale delle Serre avevo i pantaloncini
corti, presidente Oliverio, e
all’epoca neanche sognavo di far politica. Ero un ragazzino che ha partecipato
ad un convegno perché distribuivano delle cartine e la presentavano come se nel
giro di 12-24 mesi sarebbe stata realizzata la trasversale delle Serre. Ho 50
anni io quest’anno e le parlo di tantissimi anni fa, almeno di 35-40 anni fa.
Ebbene, abbiamo assistito a cosa? A finanziamenti dei vari governi regionali
inseriti nel Por, nei fondi comunitari, accordi col Governo, accordi quadro
ecc., ma sempre dei piccoli lotti senza essere mai riusciti a dare un’opera
funzionale che possa veramente collegare la Calabria dallo Ionio al Tirreno
passando dalle aree interne. Così come anche per altre opere, come la
trasversale della Limina, la Rosarno-Gioiosa che è una strada pericolosissima
laddove c’è un tunnel che sappiamo benissimo dovrebbe essere messo a norma.
Anche questa deve essere una priorità.
Quello che voglio dire in questo Consiglio regionale, presidente Oliverio, è: diamo delle
priorità. Sappiamo che tutto non si può fare, purtroppo, altrimenti lo avremmo
anche fatto perché io non penso che un Presidente
di Regione, una Giunta regionale sia talmente incosciente da non fare ciò che
potrebbe fare.
Allora siamo qui anche noi per dare delle priorità, per scegliere e per
dire al Governo con forza quello che serve alla nostra Regione. Il Governo si
deve render garante poi nell’attuazione di questo programma, di questo piano
che non potrà poi trascinarsi negli anni, aspettare 20 anni per realizzare
questo piano.
Quando ogni tanto sulla Salerno-Reggio Calabria, presidente Oliverio, mi trovo a fare
qualche fila o davanti a qualche vecchio cartello mi rendo conto che stiamo
parlando di un finanziamento risalente a 15 anni fa; parliamo del primo
finanziamento del 2001. Questo Masterplan, presidente Oliverio, non si dovrà trasformare in questo. Noi di
questo dobbiamo esser garanti tutti, maggioranza e opposizione.
Il nostro ruolo è quello di spronarvi, controllarvi e criticare laddove
c’è effettivamente da criticare e di collaborare quando c’è da collaborare.
Consigliere Romeo, lei è il capogruppo di maggioranza e capisco quando
dice che abbiamo portato a compimento tutto quel che ci eravamo prefissati con
le delibere, ecc., ecc.. Vi dico che ci sono alcune cose che in Calabria non
sono cambiate e lo voglio ribadire, l’ho detto l’altro giorno in Commissione.
C’è il presidente Sergio della Commissione,
la abbiamo trattato - ed è pure all’ordine del giorno di oggi - per esempio la
proroga della liquidazione di quegli enti strumentali che doveva già avvenire.
Mi ricordo che in quest’Aula dissi subito, dopo qualche mese
dall’insediamento di questa Giunta regionale, che è giusta questa proroga perché
si è insediato adesso questo governo regionale ma, presidente Oliverio, non faccia lo stesso errore che abbiamo
fatto in passato quando la proroga è diventata consuetudine.
Cioè i dirigenti generali, commissari che vengono nominati liquidatori
devono liquidare questi enti e non possono lasciare tutto da parte e sperare
sempre nelle proroghe. Questo significa cambiamento, consigliere Romeo, ed è
questo quello che vogliamo tutti e che vogliono i calabresi.
Anche sul tema della sanità, presidente
Oliverio, nella passata seduta di Consiglio le ho chiesto di convocare una
seduta ad hoc per discutere di sanità, per caprie cosa non va e cosa si
potrebbe fare per dare un qualcosa in più ed un servizio di qualità, anche in
termini di efficienza.
Collega Romeo, certo sono trascorsi 12 mesi e ancora non sono cambiati.
Su queste cose abbiamo il diritto-dovere di confrontarci per cercare di
cambiare ciò che magari non si è riusciti a cambiare perché non possiamo perder
tempo. Più tempo perdiamo, più indietro andiamo. Sicuramente non miglioreranno
i dati del “Sole 24 ore” se non riusciamo a mettere in campo le riforme e a
dare un segnale vero di cambiamento. Resteremo sempre fanalino di coda. Io
questo non lo voglio perché non sono uno sciacallo della politica che si augura
il fallimento della Giunta Oliverio perché magari fra 4 anni o quando saranno
le elezioni potrà vincere la mia coalizione. Non mi auguro questo ma mi auguro
che la mia coalizione possa vincere sul tema del confronto, sulla dialettica,
sul dibattito, sull’affidabilità e sulla credibilità nei confronti dei
cittadini calabresi non certamente per opera di sciacallaggio politico.
Mi pare che Forza Italia lo abbia dimostrato in quest’Aula e lo stia
dimostrando in maniera costante. Quel che volevo dire era proprio questo, presidente Oliverio, una riflessione ma
soprattutto uno sprone alla Giunta regionale e a lei che rappresenta la Calabria
ed i calabresi di poter essere concreti e cercare di accorciare i tempi della burocrazia
perché domani potrebbe essere già tardi. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, per
avermi dato la parola. Credo che siamo ad un passaggio delicato e fondamentale
di questa legislatura perché dobbiamo cogliere il dato politico. Qual è in
questa sede il dato politico? Che dopo 15 anni il Mezzogiorno torna ad essere
una priorità per il Paese e lo fa in termini moderni. Il Presidente del Consiglio, nonché
segretario del mio partito, pone la sfida del Masterplan e dei Patti da
siglare con le Regioni, pone una questione alle classi dirigenti del Mezzogiorno
che è quella di evitare – lo dice chiaramente – la lista della spesa e pone dei
paletti. Due anni, indicare le priorità e dice anche con molta chiarezza:
scelte operative.
Quindi non un esercizio accademico nella redazione del Masterplan
e dei Patti ma una elaborazione concreta che ha la caratteristica di una
condivisione larga con i territori, con i soggetti istituzionali territoriali,
con le forze sociali ed economiche.
Vi è anche un altro dato importante: la nuova programmazione comunitaria
partirà sicuramente insieme ai Masterplan di tutto il Mezzogiorno. Ci
sarà quel forte shock economico che si deve realizzare nel Mezzogiorno.
Credo che questo sia un dato politico forte. Noi non possiamo
presentarci lì a discutere di tutto e a mettere tutto dentro se non abbiamo,
rispetto a quello che abbiamo elaborato con la programmazione europea
attraverso il Masterplan, previsto interventi in quei settori strategici
che sono l’innovazione attraverso la banda ultralarga, le nuove tecnologie, la ricerca
scientifica e l’agro-alimentare. Sono scelte politiche da questo punto di vista.
Chi ha avuto modo di leggere le linee guida ha riscontrato chiaramente
questo dato ed io credo che il dibattito di questa sera debba seguire e avviare
la discussione. Abbiamo qualche settimana e credo che dobbiamo ritornare ad una
discussione di merito su come concretamente si declinerà il Patto per la Calabria
rispetto alle cose concrete che vogliamo sottoporre nell’accordo col Governo.
La governance da questo punto di vista sarà fondamentale e credo
che anche qui dobbiamo introdurre quegli elementi di discontinuità che hanno
visto nel corso degli anni il rapporto tra Roma e la Regione, tra la Regione e
Roma, ponendo una questione che secondo me è fondamentale: non possiamo essere
una Regione che su alcuni poteri è commissariata.
C’è un problema democratico, di democrazia istituzionale. Non possiamo
per lungo tempo avere dei poteri fondamentali, che sono per costituzione in
capo alla Regione, commissariati dai poteri romani.
Quando c’è stato il commissariamento, i commissariamenti sono serviti
sempre per drenare risorse della Calabria verso altri territori. Lo dobbiamo
sapere maggioranza e minoranza. queste cose le ho dette anche nella passata legislatura.
Tutti i commissariamenti che sono stati fatti in Calabria, i rifiuti,
l’ambiente, la sanità, il dissesto idrogeologico sono serviti a drenare risorse
importanti che dovevano essere investite in Calabria in altre regioni.
C’è un problema democratico-istituzionale. Se non risolviamo e non
affrontiamo questo tutte le questioni che vogliamo mettere al centro dello
sviluppo non le risolviamo perché siamo una democrazia regionale a sovranità
limitata e se ad un anno di distanza non affrontiamo questa questione il
rischio è quello di abbaiare alla luna.
Ci dobbiamo rendere conto che ci dobbiamo riappropriare dei nostri
poteri e lo dobbiamo fare nell’interesse della Calabria; non ci può essere un
discorso tra maggioranza e minoranza, ci deve essere la dialettica sui
contenuti di merito, ma è chiaro che se la situazione rimane in queste
condizioni; anche nella sanità il rischio è che l’implosione sia più vicina
rispetto a qualche mese fa.
Dobbiamo anche da questo punto di vista – perché non è secondario –
prevedere nel Masterplan che la governance è la democrazia
istituzionale, basta con i commissariamenti!, e trovare un modo, attraverso il
confronto istituzionale col Governo nazionale, per far cessare tutti i commissariamenti
in Calabria nei prossimi sei mesi o un anno.
Certo ci dobbiamo assumere noi la responsabilità. La classe dirigente calabrese
deve essere all’altezza di evitare i commissariamenti. Questa è la grande sfida
che noi dobbiamo porre, perché se non siamo coloro che possono esercitare un
potere di cui sono titolati è chiaro che è come cacciare l’acqua dal mare col
mestolo.
Nessun tipo di maggioranza c’è riuscita in questi anni. Il regionalismo
si deve riappropriare dei poteri e caricarsi delle responsabilità perché molte
volte anche nel mio partito la mia parte politica ha preferito i
commissariamenti per non sporcarsi le mani. Lo dobbiamo dire con la verità
rispetto a determinate questioni, rifiuti, ambiente ecc.. cercando di delegare
ad altri poteri che erano in capo al Consiglio regionale e alla Giunta
regionale.
Questa è la grande questione su cui dobbiamo insistere perché non ci
può essere un rapporto tra Governo nazionale e la Regione attraverso i commissariamenti.
Dobbiamo ribaltare il tavolo, dicendo che noi ci assumiamo le responsabilità e
vogliamo essere giudicati riappropriandoci dei poteri che sono in capo alla Regione.
Questo è un punto fondamentale sul quale va invertito un rapporto.
Speculare, dimostrando di essere una classe dirigente che vuole mettere la
faccia sulle questioni. Non ci si vuole nascondere sul commissario di turno.
La proposta che voglio fare al Presidente
e al Consiglio regionale è che nei primi giorni del mese di gennaio ci possa
essere un incontro ampliato, mettendo insieme i soggetti degli attori dello
sviluppo locale e delle forze istituzionali, per delineare con maggiore
precisione il Patto per la Calabria che si andrà a firmare tra qualche
settimana, perché io ritengo che il coinvolgimento, la concertazione sia
fondamentale per affrontare nodi strutturali in Calabria, se vogliamo cambiare
la situazione. Credo che questo sia un passaggio politico importante perché il Mezzogiorno
ritorni ad essere una priorità. Noi abbiamo risorse importanti che partiranno
più o meno col Masterplan che sono la nuova programmazione europea.
Possiamo mettere insieme anche importanti risorse ordinarie ed ho visto che da
qualche ora è stata approvata la Legge di stabilità e anche lì c’è un segnale
verso il Mezzogiorno.
Ritengo che da questo punto di vista una classe dirigente che vuole
essere all’altezza di questa sfida debba metterci la faccia ed avviare un
processo forte di concertazione col territorio e con le istituzioni locali.
Esauriti gli interventi, concedo la parola al presidente Oliverio.
Brevemente, non per ritornare su considerazioni di merito che ho avuto
modo di fare ampiamente nella relazione introduttiva a questo Consiglio
regionale, ma innanzitutto per ricordare che questo Consiglio regionale è stato
sollecitato dalla Giunta. Abbiamo ritenuto, infatti, di dover in questa sede
nel Consiglio regionale non solo dare una doverosa informazione sull’andamento
del confronto rispetto ad uno strumento importante qual è il Patto per la
Calabria e al contesto più generale nel quale il Patto si colloca, cioè il Masterplan
e la ripresa della discussione sul Mezzogiorno, ma per ascoltare e raccogliere,
attraverso questo confronto, suggerimenti, riflessioni, proposte, osservazioni.
Vorrei che qui fosse chiaro che la considerazione che faceva il
consigliere Nicolò su “cosa approviamo stasera” sebbene sia comprensibile non
sta dentro il percorso di uno strumento per il quale stiamo discutendo.
Ho avuto modo - credo di essere stato poco esauriente nella esposizione
– di dire che è aperto un confronto con il Governo, che è stato avviato da
qualche settimana, che si concluderà entro gennaio ed è un confronto al quale
siamo andati, avanzando una proposta che è più generale e nella quale le
priorità che saranno selezionate attraverso il Patto si collocheranno. Sarebbe
proprio l’opposto; se noi non avessimo fatto questo, avremmo ridotto questo
confronto ad un mero elenco di problemi e non è questo l’approccio col quale
stiamo lavorando, non è quello di ridurre le necessarie scelte sulle priorità
ad un elenco di problemi.
Noi vogliamo collocare le priorità, che saranno determinate attraverso
questo confronto, dentro una impostazione più ampia; tant’è che la prima
osservazione e la prima questione che abbiamo posto nel confronto col Governo è
di collocare queste priorità rispetto ad un allegato di scenario più ampio che
ci dovrà consentire di piegare tutti gli strumenti di programmazione, ovvero il
Por, il Psr, l’Fsc, la programmazione ordinaria, a questo quadro di programmazione.
Proprio perché il Patto è uno strumento delimitato a due anni,
procederemo verificando la progettazione necessaria, la temporalità per
realizzare gli obiettivi che si pongono e le risorse naturalmente da
utilizzare. Noi ci stiamo muovendo non sul terreno della vaghezza del dibattito
e del confronto, dello scenario astratto, ma sul terreno della concretezza,
facendo riferimento a progetti, a temporalità e a strumenti finanziari e al
contempo collocandoli in uno scenario più ampio.
E’ chiaro che il confronto non è formale e scontato ma è un confronto
vero che stiamo tenendo col Governo; non stiamo facendo sconti a nessuno, è un
confronto vero. Non è un caso che questo confronto - il cui esito è stato
annunciato per domani - sia aperto e sarà concluso entro il mese di gennaio.
E’ un confronto vero perché ci sono punti di vista rispetto alle
risorse, ai tempi, quindi stiamo lavorando non per accettare pedissequamente o
solo mediaticamente una operazione, ma per entrare nel merito e lì definire un
quadro di priorità che sia rispondente alle esigenze della nostra Regione e che
impegni in modo vincolante la Regione ed il Governo. Non è cosa di poco conto.
Bisogna dar atto che anche quando Renzi ha posto il problema di una
temporalità per le scelte, limitandole in due anni, ha voluto dare una
indicazione chiara: quella di evitare esperienze che sono state pure fatte nel
corso della storia del Mezzogiorno e del suo rapporto con lo Stato. Ovvero fare
le cose così in modo generale e non avere poi riscontri.
Noi poniamo il problema di un monitoraggio semestrale Governo-Regione,
sono stato io a porlo, perché vogliamo misurarci sulla nostra capacità di
corrispondere a quegli obiettivi. E questo lo facciamo non perché abbiamo
bisogno di esami, ma perché uno degli obiettivi principali a cui dobbiamo tendere
come Regione nel suo complesso è quello di rovesciare uno stereotipo per cui la
Calabria è incapace di spendere, è una Regione canaglia, come è stato definito
in altre stagioni della storia che abbiamo alle spalle.
Dobbiamo rovesciare questo stereotipo per affermare una immagine
positiva della Calabria, di una Regione che è in grado di realizzare gli
obiettivi che si pone e di realizzarli nella temporalità che è stabilita.
Lo dico al consigliere Orsomarso, con amicizia e senza spirito
polemico: non c’è nessun trionfalismo nel mio modo di parlare, non c’è nessun
trionfalismo, c’è la consapevolezza della gravità della situazione, caro
consigliere Orsomarso, altro che trionfalismo, ma quale trionfalismo? Non c’è
nessun trionfalismo.
C’è un impegno che vuol misurarsi concretamente col processo in atto.
Stamattina ho inaugurato questo nuovo treno. Sapete cosa ho detto? In
altre regioni questo è normale ma da 30 anni - e non lo carico né a te né a
nessuno – emerge che in questa Regione non si era mai verificato che venisse
consegnato un treno nuovo. E’ grave e sto parlando degli ultimi 30 anni non
degli ultimi 5 anni, per capirci. Questo è il dato.
E allora, credo che non rappresenti la rivoluzione che venga inaugurato
un treno, ci mancherebbe altro, non è che stiamo a vendere illusioni, ma
rifletto e dico: se Trenitalia oggi apre un rapporto nuovo con la Regione e lo
fa perché chiudiamo un contenzioso, non perché Trenitalia ci regali qualcosa ma
perché chiudiamo un contenzioso, possiamo registrare piccoli segnali di una
inversione di tendenza.
Per carità di Dio, non abbiamo risolto i problemi della Calabria, ma
sono piccoli segnali di una inversione di tendenza.
Noi dobbiamo spingere molto di più per cambiare il nostro rapporto, il
rapporto della Calabria col Paese, con lo Stato e con l’Europa. E’ importante
questo, non è secondario. Ricorderete che la commissaria europea, Cretu, venuta
in quest’Aula il 22 aprile e molti di voi c’erano, ha riprodotto i dati di una
situazione drammatica che vedeva Campania, Sicilia e Calabria, la Calabria era
l’ultima delle tre, come Regioni al di sotto del 50 per cento, in relazione
alla utilizzazione delle risorse impegnate ecc..
Ci sarà pure una ragione se 10 giorni fa sono stato a Bruxelles e
l’altro ieri c’è stato un comunicato ufficiale della Commissione europea che
parlando del recupero dell’Italia dice che, per quanto riguarda le tre Regioni,
la Calabria si avvicina alla media nazionale ma le altre due, purtroppo, sono
al 70 per cento.
Ci sarà una ragione? O Oliverio fa il trionfalista? C’è una ragione:
abbiamo lavorato in questi mesi in questa direzione e naturalmente questo non
mi soddisfa pienamente perché so bene che abbiamo recuperato progetti
retrospettivi, che abbiamo riprogrammato. So bene questo ma, vivaddio, questi
progetti retrospettivi si potevano o no recuperare anche un anno fa? La riprogrammazione
meglio si poteva o non si poteva fare due anni fa? O meglio negli ultimi 5 anni
o anzi negli ultimi 7 anni? Perché è partita negli ultimi 7 la programmazione.
Si poteva recuperare in tempo utile il dato che ci ha costretto a far la corsa
negli ultimi 8 mesi.
Ma dico questo perché so bene che in un anno non si risolvono i
problemi, ma so altrettanto bene e sono meravigliato del fatto che in un’Aula
come questa, non al bar dello sport, si ricorda che i dati sono gravi. Lo ha
ricordato ieri il “Sole 24 ore” e si fa riferimento all’ultimo anno per i dati
che sono dati.
E’ cosa che non sta né in cielo né in terra, non è credibile una
Istituzione che discute su questo terreno e su questo livello.
Consigliere Salerno, ho apprezzato molto il tuo intervento, e non tutto
carico di strumentalità; ci sta pure la strumentalità perché siamo in politica
e soprattutto quando ci sono le dirette ci sta pure la strumentalità, ma quando
è tutto squilibrato sulla strumentalità si rischia di non essere credibili e di
non dare un apporto di merito. Dico questo perché sono aperto – sinceramente –
al massimo ascolto e al massimo apporto da parte delle opposizioni e del Consiglio
regionale nel suo insieme.
Noi stiamo discutendo adesso di un confronto che è in corso ed io
ritengo che la discussione che c’è stata oggi sia stata ricca di spunti dei
quali farò tesoro nel corso di questo confronto che si dovrà stringere e
chiudere ad un certo punto col Governo.
Siccome ogni volta si recuperano nelle discussioni temi fuori sacco,
fuori dall’ordine del giorno, vorrei tranquillizzare il consigliere Tallini –
mi dispiace non sia presente adesso - anche in questa polemica che si continua
a portare avanti su Catanzaro.
Non c’è nessun intento di penalizzazione, ci mancherebbe altro. Vorrei
dire al consigliere Tallini che siamo stati costretti alla riprogrammazione
della prima proposta Fsc, il consigliere Gentile lo sa; infatti, la proposta
che era stata fatta alla Giunta era stata bloccata non da Gentile, lo voglio
dire con onestà, ma era stata bloccata– il consigliere Salerno se ne ricorderà
– per altre logiche all’interno della Giunta regionale, altrimenti non si
capisce come oltre 500 milioni di euro che potevano essere utilizzati e
cantierati da tre anni, l’Fsc, sono stati non utilizzati ed io mi sono
ritrovato a dover riprogrammare le risorse.
E’ vero o no, consigliere Gentile? Mi sono trovato a dover
riprogrammare le risorse e vi annuncio che oggi la Corte dei conti ha definitivamente – dopo che sono andato al Cipe a
sbloccare le risorse – registrato il decreto e partiranno le gare ed i soggetti
attuatori avranno le risorse per far partire le gare ecc..
Proprio oggi la Corte dei conti ha registrato
il decreto.
Abbiamo riprogrammato ma, ad un certo punto,
dovevo guardare ad alcune scadenze, perché ci sono due decreti Cipe precedenti
che destinano quelle risorse, uno di questi decreti che finanziava il porto di Catanzaro
per 20 milioni di euro sapete cosa prevede? Che le risorse dovevano essere
cantierate – il contratto con le imprese – entro il 31 dicembre 2015. Io avrei
potuto benissimo dire: “siccome il porto di Catanzaro non ha ancora nemmeno il nullaosta
e, ammesso che avesse il nullaosta ambientale, quei 20 milioni di euro non
possono essere spesi, senza gare avviate e senza essere contrattualizzate entro
la fine di quest’anno, entro il 31 dicembre 2015!”. No. non era temporalmente
possibile anche facendo i miracoli per i tempi che una gara impone.
Allora abbiamo scelto non di cacciare il porto
di Catanzaro per cancellarlo ma abbiamo scelto di stralciarlo per ricollocarlo
nella nuova programmazione che definiremo con i primi dell’anno.
Lo sto dicendo in tutte le salse, lo dico qui
stasera in questo Consiglio regionale in modo tale che si assuma come impegno e
si cancelli questa polemica inutile, altrimenti c’è uno spreco di energia anche
nel confronto politico che si immiserisce e mi dispiace che il consigliere
Tallini non ci sia. La stessa cosa vale per la strada provinciale 25 e per
altre opere che erano nella stessa condizione. Quindi nessuna operazione contro
Catanzaro a favore di Cosenza! Queste cose non stanno né in cielo né in terra.
Lo dico perché ritengo che le risorse noi
dobbiamo utilizzarle. Per questo ho costituito uno strumento di monitoraggio
delle risorse ed ecco perché ho chiesto al Governo di mettere nel Patto una
clausola “monitoraggio con verifiche semestrali delle cose che scriviamo” in
modo tale che i due anni si rispettino. Ma questo deve valere anche per gli
altri strumenti e vedrete come, adesso che partirà ai primi del prossimo anno
il Por, il Psr e altri strumenti, noi monitoreremo le risorse perché non
vogliamo arrivare - come è stato in passato - alla fine con i rischi che abbiamo
corso.
Vorrei cogliere questa occasione per dire al
consigliere Orsomarso che non perderemo risorse. Mi assumo la responsabilità,
oggi me la posso assumere, al 22 dicembre 2015, adesso che siamo proiettati
verso la scadenza del 31 dicembre 2015.
Noi non perderemo risorse, anche quei 32
milioni di Azienda Calabria Verde non perderemo risorse, perché abbiamo lavorato
per avere un over booking, un pacchetto di risorse in più che ci
consentirà di stare dentro il 100 per cento.
Questo è il punto. Abbiamo lavorato per questo
e sto dicendo cose chiare nel Consiglio regionale della Calabria, non cose che
si dicono al bar dello sport, assumendomene tutta la responsabilità perché in questa
direzione abbiamo lavorato e ci siamo lambiccati il cervello oltre che naturalmente
aver impegnato energie nel corso di questi mesi.
Quindi
il Patto è uno strumento che si colloca in questo percorso e, chiaramente,
vedremo il punto di caduta quale sarà – io non sono in grado di dirlo ancora
oggi – per quanto riguarda le priorità che saranno stabilite. Certo, c’è già un
corpo che vi ho indicato nella mia relazione introduttiva, il corpo c’è, ma
vedremo quale compiutamente sarà il punto di caduta.
In
questo quadro, non c’è dubbio che una serie di suggerimenti, di proposte che
sono state avanzate saranno tenute in considerazione. La consigliera Flora
Sculco ha depositato un documento, molte di quelle cose sono già ricomprese, se
si va a vedere nella mia relazione, nella nostra impostazione – e non voglio
qui richiamarle una a una; condivide che se sono ricomprese nell’impostazione
che stiamo perseguendo? E’ chiaro che sarà mia cura, qualora dovesse essere
necessario, chiedere che ci sia ulteriore approfondimento e ulteriore confronto
anche in quest’Aula.
Non
è vero, poi, che noi abbiamo predisposto il documento senza coinvolgimento,
perché su questo ci sono stati due incontri di partenariato largo, perché
abbiamo ascoltato anche le forze sociali, i suggerimenti delle forze sindacali,
li abbiamo ascoltati in due passaggi, perché ritenevamo, come abbiamo fatto
anche con il Consiglio regionale, indispensabile questo apporto.
Infine,
vorrei dire che il problema che ha sollevato il consigliere Guccione, quello
dei commissariamenti, è un aspetto che condivido pienamente. D’altronde è nota
la mia posizione, quindi non posso che essere d’accordo, anzi accolgo anche
questa sollecitazione. Vorrei dire, a conferma della riflessione che faceva il
consigliere Guccione, che per quanto riguarda, per esempio, uno di questi
commissariamenti – parlo di quello sui rifiuti – noi stiamo recuperando ritardi
che ne sono figli, perché noi abbiamo avuto il settore dei rifiuti
commissariato – mi permetto di dire – dal
Secondo,
per quanto riguarda, per esempio, l’assetto idrogeologico, su 210 milioni di
euro, dell’Accordo di Programma Quadro (Apq) del novembre 2010, firmato dall’allora
governatore Scopelliti con Mattioli, abbiamo trovato impegnate dai commissari risorse
per 18 milioni di euro, su 210 milioni di euro.
(Interruzione)
Bravo!
Abbiamo appaltato o sono in corso di definizione le gare, al 31 ottobre –
perché l’ultimo dato ancora non ce l’ho – per 154 milioni di euro, a cui si
aggiungono quelle che in questi due mesi, novembre e dicembre, stanno andando
avanti. Questo a riprova che non è vero che il commissario che supplisce
Credo
che su questa cosa il Consiglio regionale – ci ritorneremo, naturalmente –
dovrà fare una riflessione, perché possa e debba dire la sua, per fare
esercitare con più peso l’orientamento della Regione, considerato che questa
questione è dirimente non solo dal punto di vista democratico – come ricordava il
consigliere Guccione – ma dal punto di vista concreto delle implicazioni che ha
sulla capacità di mobilitare le risorse.
Poi,
naturalmente, sta a noi fare in modo che non si ricreino le condizioni per
ritornare nel meccanismo del commissariamento, magari per pigrizia o per
incapacità, sta a noi. Io credo che ci siano tutte le condizioni perché,
riflettendo sulle esperienze che abbiamo alle spalle e in alcuni casi sono in
atto, si possa chiudere questa pagina dei commissariamenti.
Qui
chiudo dicendo che è stata una discussione interessante, importante, per quanto
mi riguarda utile, della quale terremo conto e, nel percorso che abbiamo
davanti per chiudere e sottoscrivere il Patto per
Grazie.
E’ conclusa la discussione sul primo punto.
Passiamo
al secondo punto all’ordine del giorno, la proposta
di legge numero 25/10^ di iniziativa del consigliere G. Nucera, recante:
“Disposizioni in materia di personale della Regione Calabria”.
La parola al consigliere Sergio per l’illustrazione
della proposta.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la presente proposta di legge, numero 25/10^ di iniziativa del consigliere
Nucera, recante “Disposizioni in materia di personale
della Regione Calabria”, è stata già esaminata ed approvata nella Commissione consiliare
competente nella seduta del 30 giugno 2015 ed è corredata del parere favorevole
della seconda Commissione, rilasciato il 23 luglio 2015. Dopo vari rinvii, si
arriva – spero definitivamente – alla definizione ed approvazione di questa
proposta, che è molto attesa nell’ambito del personale sia del Consiglio sia della Giunta
regionale.
La presente proposta di legge si inserisce nel contesto della più complessiva riorganizzazione del personale
della Regione Calabria, diretta a rendere razionali e funzionali le scelte
organizzative dell’amministrazione, finalizzandole al raggiungimento degli
scopi istituzionali e degli indispensabili obiettivi di efficienza e di
efficacia assegnati e alla riduzione della spesa di personale prevista dal
decreto cosiddetto “Salva Roma”.
Con il progetto di legge si intende riproporre
la legge regionale numero 34 del 2010, che aveva introdotto nell’ordinamento
regionale l’istituto della risoluzione anticipata del rapporto di lavoro.
Il progetto di legge è costituito da due
articoli, l’articolo 1 che disciplina i tratti dell’istituto su undici commi;
al comma 1 è definito l’ambito di applicazione della legge che si riferisce ai
dipendenti della Regione Calabria assunti a tempo indeterminato, che prestano
la loro attività lavorativa da almeno cinque anni.
I predetti soggetti possono presentare, nel
triennio 2016-2018, domanda di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, a
fronte della corresponsione di un indennizzo pari a sette-dodicesimi della
media di retribuzione lorda percepita nell’ultimo anno e per un periodo massimo
fino al raggiungimento del limite di età e comunque non superiore a cinque
anni.
I commi 1, 2 e 3 disciplinano il procedimento
di presentazione delle istanze di risoluzione da parte dei dipendenti
regionali, in particolare le diverse finestre temporali di presentazione.
Il comma 4 definisce i criteri che
L’introduzione di questo comma costituisce una
condizione di salvaguardia per un’eventuale onerosità sopravvenuta nel
provvedimento, considerato che, così formulata, non configura un diritto
soggettivo del dipendente a risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro, ma
lo subordina ad un procedimento valutativo motivato da parte
dell’amministrazione.
Il comma 5 definisce le modalità di erogazione
dell’incentivo.
Il comma 6 introduce un’ulteriore indennità
suppletiva pari ad ulteriori tre mensilità, sempre della retribuzione lorda
definita al precedente comma, al comma 1.
Il comma 7 introduce ulteriori precisazioni
nelle modalità di determinazione delle indennità.
Il comma 8 estende i benefici dell’esodo anche
al personale regionale trasferito alle Province in virtù della legge regionale 34/2002.
Tale disposizione era già contenuta nella precedente norma regionale nell’esodo
di cui all’articolo 13 della legge 34.
Il comma 9 pone il divieto di instaurare
rapporti di lavoro a qualunque titolo o comunque di stipulare con i dipendenti
cessati dal servizio incarichi di consulenza, collaborazione, studio o ricerca
con l’amministrazione regionale e con i suoi enti e società regionali per i
cinque anni successivi alla risoluzione del rapporto di lavoro.
Il comma 10 introduce una specifica esclusione
per coloro che hanno già raggiunto requisiti di pensione alla data della
risoluzione anticipata.
Infine, il comma 11 indica i capitoli ai quali
imputare le somme necessarie alla copertura finanziaria.
L’articolo 2 stabilisce la clausola di
invarianza degli oneri finanziari, che viene commentata nella successiva parte
di relazione.
Questa proposta è corredata di una relazione
tecnico-finanziaria e di un parere del Settore legislativo e constava di alcuni
emendamenti che erano stati proposti, tre presentati dal sottoscritto, analoghi
tre presentati dalla collega Sculco e l’ultimo da parte del collega consigliere
Greco.
Di concerto con
Quindi vi do lettura di questo maxiemendamento
che è inclusivo di tutti i precedenti, che vengono annullati, se non ritirati.
(Interruzione)
Emendamento interamente sostitutivo della
proposta di legge 25/10^, recante: “Norme in materia di riorganizzazione e
riduzione della spesa di personale e attuazione dell’articolo 4, comma 1, del
decreto legge 6 marzo 2014, numero 16, convertito con legge 2 maggio 2014, numero
Con il presente emendamento si ripropone
l’istituto della risoluzione anticipata del rapporto di lavoro più in linea con
gli ultimi pronunciamenti della Corte costituzionale.
La proposta emendativa prevede la risoluzione
anticipata del rapporto di lavoro del personale di Giunta e Consiglio regionale
e si inserisce nel contesto della più complessiva riorganizzazione del
personale della Regione Calabria, diretta a rendere razionali e funzionali le
scelte organizzative dell’amministrazione, finalizzandole al raggiungimento
degli scopi istituzionali e degli indispensabili obiettivi di efficienza e di
efficacia assegnati, nonché alla riduzione della spesa di personale prevista
dal decreto cosiddetto “Salva Roma”.
Chiedo scusa, ma inserisco nel ragionamento il
fatto che di questo emendamento è cofirmatario il collega Domenico Battaglia.
Chiedo scusa al consigliere Battaglia se prima avevo sorvolato su questo
aspetto importante, quindi lui con me è cofirmatario di questo emendamento.
La proposta è costituita da tre articoli.
L’articolo 1, al comma 1, prevede che al
personale di ruolo della
Giunta e del Consiglio regionale può essere proposta
la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro, riconoscendo una specifica
indennità, senza determinare oneri aggiuntivi di spesa a carico degli istituti
previdenziali. Al comma 1,
All’articolo 2 sono contenute le disposizioni
secondo le quali i risparmi derivanti dall’applicazione dell’istituto della
risoluzione anticipata saranno utilizzati ai fini di cui al decreto cosiddetto
“Salva Roma”, atteso che i posti resisi vacanti, singolarmente considerati, non
possono essere coperti fino al momento dell’integrale corresponsione
dell’indennità di cui all’articolo 1. Mentre all’articolo 3 è contenuta la
clausola di invarianza della spesa, secondo cui dall’attuazione delle
disposizioni di cui alla presente legge non devono derivare nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale, nei limiti delle disponibilità previste
dall’Upb U001002001001 “Spese per il personale regionale”.
Anche qui è stata redatta la scheda
tecnico-finanziaria che sta nel dossier. Grazie.
Il consigliere Sergio ha relazionato sul
progetto di legge e anche sull’emendamento che era interamente sostitutivo, a
firma dei consiglieri Sergio e Battaglia, protocollo numero 57277.
Se non ci sono altri interventi, pongo in
votazione l’emendamento interamente sostitutivo di tutto il progetto di legge.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ approvato per come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale.
Prima
di passare al terzo punto all’ordine del giorno, do lettura di un seguito di
comunicazioni.
(Sono
riportate in allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Volevo sapere a che punto dell’ordine del
giorno è inserita l’informativa del Presidente della Giunta regionale su
Calabria Verde, così come eravamo rimasti d’accordo nell’ultima seduta di
Consiglio regionale.
Consigliere Guccione, non è stato inserito
all’ordine del giorno dell’odierna seduta di Consiglio, in considerazione del
fatto che ieri è stata convocata la Commissione speciale di vigilanza su questo
argomento ed ha dibattuto. Stiamo aspettando l’esito documentale da parte della
Commissione speciale di vigilanza, che tra l’altro ha tenuto anche audizioni
ieri, e sarà compito nostro informare i capigruppo per calendarizzare la
discussione.
La discussione potrebbe essere fatta nella
seduta di Consiglio regionale prevista per il 28 dicembre?
Lo affronteremo assieme ai capigruppo,
nonostante la seduta di Consiglio regionale del 28 sia stata convocata come
seduta tecnica sul bilancio.
Solo per chiederle, Presidente, se è stato
acquisito un mio emendamento sul terzo punto.
Sì, è stato già acquisito alla Presidenza.
Passiamo
al terzo punto all’ordine del giorno, la proposta
di legge numero 80/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di
accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, previsti da
disposizioni di leggi regionali”
La
parola al relatore del provvedimento, il consigliere Sergio.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
questa proposta di legge della
Giunta, numero 80/10^, è stata approvata a maggioranza dei gruppi presenti
in Aula al momento delle
votazioni, Oliverio Presidente, Partito Democratico, Nuovo Centro Destra e
Forza Italia.
Come ha già esplicitato il presidente Irto,
questa proposta reca il differimento dei termini di conclusione delle procedure
di liquidazione e di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private,
previste dalle disposizioni di legge regionale.
La presente proposta di legge è stata
presentata dalla Giunta regionale con la delibera 341 del 17 settembre
Il titolo del disegno di legge è di per sé eloquente, infatti si
tratta di un provvedimento volto a differire i termini di conclusione delle
procedure di liquidazione e/o di accorpamento degli enti subregionali
interessati.
Come
è noto, ormai da tempo risultano scaduti i termini previsti da diverse
disposizioni di legge regionale in materia, di conclusione di procedure di
liquidazione o di accorpamento di enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie
regionali, società e consorzi comunque denominati.
Essendo
tali procedure ormai prossime alla loro definizione, appare necessario disporre
il differimento di sei mesi dei termini predetti.
Si
ritiene, pertanto, opportuno sottoporre all’approvazione di quest’Aula la
presente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, con l’auspicio
che si possa tornare ad una gestione ordinaria e mettere fine al ricorso
programmatico a regime delle proroghe.
La
proposta consta di sei articoli così ripartiti: in particolare l’articolo 1
prevede la modifica del comma 13 dell’articolo 1 della legge regionale 27
aprile 2015, numero 11 “Provvedimento generale recante norme di tipo
ordinamentale e procedurale”, collegato alla manovra di finanza regionale per
l’anno 2015.
Con
tale modifica, il termine contemplato dalla succitata disposizione entro il
quale deve essere redatto il bilancio finale di liquidazione della Somesa
S.r.l., erroneamente indicata nel comma 13 dell’articolo 1 della legge
regionale 27 aprile 2015 numero 11 come S.p.A., partecipata al 50 per cento
dalla Regione Calabria, viene differito dal 31 luglio 2015 al 31 marzo 2016.
Viene, altresì, differito dal 31 luglio 2015 al 31 marzo 2016 il termine
previsto dal comma 14 del succitato articolo 1, legge regionale 11/2015, entro
il quale deve essere attuato il piano di riordino societario di cui alla
delibera di Giunta numero 89 del 31 marzo 2015.
Con
l’introduzione, inoltre, del comma 14 bis del medesimo articolo 1 si ribadisce
che, in ogni caso, entro il 31 marzo 2016 devono essere effettuate la
trasmissione alla sezione regionale di controllo della Corte dei conti e la
pubblicazione sul sito istituzionale della relazione sui risultati conseguiti
dal predetto piano di riordino ai sensi dell’articolo 1, comma 612, della legge
23 dicembre 2014 numero 190, legge di stabilità 2015.
L’articolo
2 del disegno di legge prevede la modifica dell’articolo 2 della legge
regionale 27 aprile 2015, numero
Nell’articolo
3 si dispone che gli incarichi di cui all’articolo 2 siano affidati a dirigenti
di ruolo della Giunta regionale, i quali espletano l’incarico suddetto senza
percepire retribuzione o compensi aggiuntivi.
L’articolo
4 contiene, inoltre, disposizioni in ordine alle procedure di liquidazione
delle comunità montane, ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 16
maggio 2013, numero 25, prevedendo che
Tali
procedure di liquidazione devono essere concluse entro sei mesi
dall’attribuzione dell’incarico predetto.
L’articolo
5 dispone che dall’attuazione del presente provvedimento non possono derivare
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Si evidenzia, al
riguardo, che ai sensi dell’articolo 3 e dell’articolo 4 gli incarichi
contemplati nel testo normativo proposto devono essere affidati a dirigenti del
ruolo della Giunta regionale, i quali, essendo dipendenti dell’amministrazione
regionale, espletano l’incarico senza alcun onere aggiuntivo a carico del
bilancio regionale.
Quanto
agli oneri relativi alla procedura di liquidazione di cui all’articolo 1, essi
gravano sulla gestione liquidatoria.
Infine,
l’articolo 6 dispone l’entrata in vigore della stessa il giorno successivo a
quello della pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Anche
questa è corredata sia di relazione tecnico-finanziaria sia di parere condiviso
del Settore legislativo.
Se
non ci sono interventi, si passa all’esame dell’articolato.
Pongo
in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
All’articolo
3 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 57296, a firma del
consigliere Romeo: “L’articolo 3, comma 1, è sostituito dal seguente: I
liquidatori e i commissari straordinari di persone giuridiche, pubbliche o private,
la cui nomina sia di competenza della Giunta regionale o del su Presidente,
possono essere individuati tra i dipendenti del ruolo della Giunta regionale,
inquadrati nella qualifica dirigenziale, ovvero nella categoria D del personale
non dirigenziale, dotati di specifica professionalità, adeguata all’incarico, i
quali espletano le relative funzioni senza percepire retribuzioni o compensi
aggiuntivi, salvo il rimborso delle spese di missione.”
Prego,
consigliere Romeo, può illustrarlo.
Con il
presente emendamento intendiamo affidare gli incarichi di cui
all’articolo 2 non solo ai dirigenti di ruolo della Giunta regionale, ma anche
ai dipendenti di ruolo inquadrati nella categoria D del personale non
dirigenziale, dotati di specifica professionalità adeguata all’incarico
eventualmente da affidare.
Abbiamo allegato anche una relazione che specifica come, dal punto di
vista finanziario, non vi siano modifiche incompatibili con il bilancio
regionale.
Parere del relatore?
Considerando
che non ci sono incidenze dal punto di vista economico, in linea con
quella che è la direttiva economica della conduzione dei nostri propositi,
l’emendamento può essere anche messo in votazione.
Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 57296.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 3 per come emendato.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione la legge nel suo complesso, come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il
provvedimento è stato approvato per come emendato, con autorizzazione al coordinamento
formale.
Il quarto punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 67/10^ di iniziativa della Giunta regionale: “Modifiche alla legge regionale 18 dicembre 2013, n. 54 (Accelerazione della definizione di procedimenti agevolativi)”.
La
parola al relatore del provvedimento, il consigliere Sergio.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
questa
proposta è stata approvata all’unanimità dai gruppi presenti
in Aula al momento della
votazione finale, Oliverio Presidente, Partito Democratico, Democratici
Progressisti, Nuovo Centro Destra.
Si
tratta di definizione di provvedimenti
agevolativi.
La proposta di legge intende introdurre
alcuni correttivi alla legge regionale 54/2013 in materia di accelerazione
della definizione di procedimenti agevolativi. In particolare, essa vuole
rendere maggiormente conformi al dettato dei princìpi costituzionali alcune
disposizioni contenute nella legge regionale appena menzionata; infatti le
disposizioni contenute all’articolo 1, modifiche all’articolo 1 e all’articolo
3 della legge regionale 54/2013, renderebbero la disciplina regionale in tema
di procedimenti agevolativi del tutto analoga a quella dettata dal legislatore
statale.
La legge regionale numero 54 del 2013 ha introdotto disposizioni con le
quali il legislatore regionale ha inteso recepire nell’ordinamento della
Regione Calabria le ipotesi previste dall’articolo 29 del disegno di legge
83/2012, di esonero dagli obblighi relativi al rispetto degli indicatori
utilizzati per la formazione delle graduatorie a suo tempo assunte dai
beneficiari e delle agevolazioni indicate nel comma 1 del medesimo articolo 29,
il quale testualmente recita: “In considerazione della particolare gravità
della crisi economica che ha colpito il sistema produttivo, le imprese
beneficiarie delle agevolazioni di cui all’articolo 1 del decreto legge 22
ottobre 1992, numero 415, convertito con modificazioni della legge 19 dicembre
1992, 488, di cui alla legge 25 febbraio 1992 numero 2215, non sono più tenute
al rispetto degli obblighi derivanti dal calcolo degli indicatori utilizzati
per la formazione delle graduatorie. Sono fatti salvi i provvedimenti già
adottati”.
In particolare l’articolo 1, comma 2, della legge regionale numero 54
del 2013 prevede che le imprese beneficiarie di agevolazioni a valere su fondi
regionali o su risorse di cui al Pop 1994-1999 e al Por 2000-2006, che alla
data di entrata in vigore del decreto legge numero 83 del 2012 abbiano
completato e regolarmente collaudato gli investimenti, anche in presenza di
provvedimenti già adottati, sono esentate dal rispetto degli obblighi e delle
prescrizioni derivanti dal calcolo degli indicatori utilizzati per la
formazione delle graduatorie previste dalle direttive di attuazione dei bandi e
dai relativi provvedimenti di concessione.
La su riportata previsione di legge regionale, nell’introdurre
l’esonero dagli obblighi connessi al
rispetto degli indicatori utilizzati per la formazione di graduatorie relative
ad agevolazioni, ne consente l’operatività, a differenza della normativa
statale, anche nell’ipotesi in cui siano precedentemente intervenuti
provvedimenti di revoca delle agevolazioni stesse eventualmente adottate,
proprio in ragione del mancato raggiungimento degli indicatori medesimi o
dell’inadempimento di prescrizioni correlate alla concessione dell’aiuto e
preclude all’amministrazione regionale di procedere al recupero conseguente
alla predetta revoca delle somme indebitamento percepite.
L’articolo 1, comma 2, della legge regionale
54, contemplando detto esonero, anche in presenza di provvedimenti già
adottati, si pone n contrasto con la corrispondente previsione di legge statale
di cui all’articolo 29, comma 1, del disegno di legge 83/2012, ai sensi del
quale sono fatti salvi i provvedimenti già adottati.
Tale previsione di legge regionale presenta,
dunque, profili di illegittimità costituzionale per violazione dell’articolo 3
della Costituzione, atteso che, a fronte di situazioni omogenee relative ai
beneficiari di agevolazioni che abbiano formato oggetto di provvedimenti di
revoca, essa comporta per i soggetti cui tali benefici siano stati erogati
dalla Regione Calabria una disciplina più favorevole e ingiustificatamente
differente rispetto a quella
cui sono generalmente assoggettati sul restante territorio nazionale i
destinatari di provvedimenti di revoca di agevolazioni per mancato rispetto
degli indicatori suddetti.
La norma in questione, inoltre, prevedendo un
esonero dagli obblighi connessi al rispetto degli indicatori utilizzati per la
formazione di graduatorie relative ad agevolazioni erogate a valere su fondi
comunitari e precludendo la ripetizione di tale erogazione indebitamente
percepite pure in presenza di un pregresso provvedimento di revoca, confligge
con i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario, posti anche dall’articolo
117, comma 1, della Costituzione.
Si profila, altresì, una violazione del comma
2 del succitato articolo 117 della Costituzione con riferimento alla lettera 1,
atteso che l’articolo 1, comma 2, della legge regionale numero 54 del 2003,
interferisce con la disciplina della ripetizione di un debito di cui
all’articolo 2033 del Codice Civile, invadendo, quindi, la materia
dell’ordinamento civile, riservata alla potestà legislativa esclusiva dello
Stato.
Poiché la normativa in esame non prevede
alcuna specifica dotazione finanziaria né in relazione all’eventuale ammissione
al beneficio di soggetti inizialmente esclusi per mancato rispetto degli
indicatori né in relazione ad una possibile restituzione a beneficiari di somme
recuperate a seguito di revoche, né in relazione all’ipotesi in cui il bilancio
regionale debba farsi carico nei confronti dell’Unione europea di risorse
comunitarie indebitamente erogate e di cui non fosse possibile la ripetizione,
essa contrasta, altresì, col principio costituzionale che impone la copertura
finanziaria dettata dall’articolo 81, comma 3, della Costituzione, che trova
applicazione anche per le leggi regionali, per come ripetutamente affermato
dalla Corte costituzionale ed anche con riferimento a leggi della Regione
Calabria.
Le medesime considerazioni fin qui svolte
possono essere estese anche alla previsione di cui all’articolo 3, comma 1,
della legge regionale numero 54 del 2013, a mente del quale
Si ritiene, pertanto, necessario presentare la
presente proposta di legge al fine di espungere dal testo dell’articolo 1,
comma 2, e dell’articolo 3, comma 1, della legge regionale 54 ogni riferimento
ai provvedimenti già adottati.
Presidente, vi è un emendamento che porta la
firma del sottoscritto.
Il disegno di legge 67/10^, indispensabile nel
suo principio di rimettere chiarezza in una situazione che ha generato anche
molteplici contenziosi, necessita di un piccolo intervento emendativo, dettato
dall’esigenza di indicare in modo puntuale e preciso la tempistica di
decorrenza prevista dalla normativa nazionale, al fine di evitare forti
disparità di trattamento fra le imprese calabresi e quelle operanti nel resto
del Paese.
In tal senso, il presente emendamento
individua nella data di conversione del decreto legge 22 giugno 2012, numero
83, operato della legge 7 agosto 2012, numero 134, ed introduttiva delle
disposizioni alle quali
Alla luce di ciò, si ritiene opportuno
modificare i capoversi a) e b) del comma 1 dell’articolo 1, per come contenuto
nel testo dell’emendamento, il quale ha carattere ordinamentale e non necessita
di relazione tecnico-finanziaria.
Il testo dell’emendamento è il seguente: “Al
comma 1 dell’articolo 1 della proposta di legge 67/10^ sono apportate le
seguenti modifiche: 1) la lettera a) è sostituita dalla seguente a): “Al
comma 2 dell’articolo 1 sono soppresse le parole “anche in presenza di
provvedimenti già adottati”. Alla fine dello stesso comma viene aggiunto il
seguente periodo: “Sono fatti salvi i provvedimenti già adottati alla data
di entrata in vigore della legge 7 agosto 2012, numero 134, conversione in
legge con modificazione del decreto legge 22 giugno 2012, numero
2)
la lettera b) è sostituita dalla seguente: b) Al comma 1 dell’articolo 3 le
parole “anche in presenza di provvedimenti già adottati” sono sostituite dalle
seguenti “fatti salvi i provvedimenti già adottati alla data di entrata in
vigore della legge 7 agosto 2012, numero 134, conversione in legge con
modificazione del decreto legge 22 giugno 2012, numero
Ha
chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Ho
ascoltato la relazione del consigliere Sergio, fermo restando che ne avevamo
già discusso anche in sede di Commissione, ma ricordavo all’Aula che era stato
presentato un analogo emendamento sul tema. Per cui non so se lei vuole
procedere, eventualmente, ad una brevissima sospensione, in modo che ci
possiamo raccordare i firmatari del secondo emendamento, presentato da me e dai
consiglieri Scalzo e Tallini, al fine di addivenire ad un unico emendamento
prima di arrivare alle votazioni.
Senza
sospensione, visto che ancora abbiamo molti punti all’ordine del giorno, invito
i consiglieri Sergio, Esposito e i firmatari Tallini e Scalzo ad avvicinarsi
alla Presidenza.
(I consiglieri
Esposito, Scalzo, Tallini e Sergio si recano al banco della Presidenza)
Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio.
Ne ha facoltà.
Poiché questo emendamento,
oggettivamente, potrebbe essere addirittura
migliorativo rispetto a quello appena presentato, ritiro e propongo l’approvazione di questo, che è più inclusivo rispetto a quello
precedente.
Sull’articolo 1 rimane l’emendamento a firma dei consiglieri Tallini, Esposito, Scalzo, protocollo numero 49869, di cui do lettura: “al punto a) del primo comma dell’articolo 1 le parole “fatti salvi i provvedimenti già adottati” sono sostituite dalle seguenti “fatti salvi i provvedimenti amministrativi già adottati alla data di cui al comma 1 e con esclusione degli accertamenti e delle procedure di riscossione coattiva non ancora conclusi alla data di entrata in vigore della legge 134/2012”.
Cedo la parola al consigliere
Esposito per l’ illustrazione.
L’illustrazione ripercorre integralmente quanto già esposto dal consigliere Sergio;
era soltanto un problema di
definizione dell’entrata in vigore della data. L’emendamento che noi avevamo
presentato, contiene già in sé quelle che erano le tematiche poste dal consigliere Sergio e, giustamente, va un po’ più avanti in
termini di temporalità, vista la lungimiranza e l’onestà intellettuale del consigliere Sergio,
che ringrazio. Ne abbiamo fatto uno solo, che rimane quello a mia firma e dei consiglieri
Scalzo e Tallini che, tra le altre cose, va a sanare anche alcuni contenziosi
in corso, quindi anche questo cerchiamo di evitare ulteriori discussioni dando
la piena approvazione, sia dell’emendamento sia alla proposta di legge, e
dichiariamo pertanto il nostro voto favorevole.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Tallini. Ne ha facoltà.
L’emendamento proposto dal collega Sergio
non fa altro che interpretare lo
spirito della nota norma contenuta nel decreto Monti che, in un momento
di grandi provvedimenti penalizzanti nei
confronti dell’intera Nazione, ne aveva fatto uno buono, ed
era quello a cui si ispira la legge che oggi stiamo adottando.
Alcune Regioni hanno adottato un provvedimento
simile a questo e l’emendamento proposto da Confindustria – riproposto in Aula
dal collega Sergio – non è altro che un emendamento compreso nella fattispecie
del nostro, con una piccola differenza, che amplia – se lo spirito è quello di
aiutare le categorie produttive – a quei casi in cui il procedimento era
avviato all’atto dell’emanazione della legge ma non si era chiuso, per cui non
c’era stata la riscossione coatta e la Regione non aveva incassato i soldi che
aveva erogato; questo emendamento viene presentato oggi, senza che la Regione
tolga un euro, tanto per essere chiari.
Sono assolutamente favorevole e d’accordo e
credo che sia un segnale di grande sensibilità del Consiglio regionale nei
confronti di queste categorie produttive, che sarebbero già in parte salvate
con l’emendamento Sergio, ma ancora di più ampliate con l’approvazione dell’emendamento
– chiamiamolo – Sergio, Scalzo, Esposito, Tallini.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 49869.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 1 per come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso, come emendato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
E’ approvato per come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale.
Punto cinque all’ordine del giorno: proposta di legge numero 92/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante – “Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, numero 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità)”.
La parola al consigliere Sergio per l’illustrazione della proposta.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
questa proposta
di legge della
Giunta, la numero 92/10^, è stata licenziata nella seduta del 18 novembre 2015 e,
corredata dal parere favorevole espresso dalla seconda Commissione nella seduta del 18
dicembre 2015, é stata approvata all’unanimità.
Il disegno di legge in esame si pone come
obiettivo quello di accelerare l’istituzione dell’azienda territoriale per
l’edilizia residenziale pubblica regionale, conseguente all’accorpamento delle
cinque aziende provinciali, disposto con la legge regionale 16 maggio 2013
numero 24. A tal fine, si intende modificare la suddetta legge regionale di
riordino, nel senso di eliminare alcuni passaggi procedurali che rischiano di
rallentare, oltremodo, il processo di istituzione del nuovo Ente.
In particolare, le modifiche proposte dal
provvedimento in esame sopprimono, con riguardo all’istituzione dell’Ente di
specie:
1) l’obbligo per il commissario straordinario
di redigere una relazione riepilogativa, tra l’altro, dello stato patrimoniale,
economico e del personale di ciascuno degli enti accorpati, da presentare anche
alla Commissione consiliare competente, articolo 3, comma 4, legge regionale 24
del 2013;
2) l’acquisizione del parere delle competenti
Commissioni consiliari, originariamente previsto in ordine all’istituzione
dell’ente regionale risultante dall’accorpamento, nonché al conferimento allo
stesso dei beni strumentali e delle risorse umane e finanziarie utili,
provenienti dagli enti accorpati, articolo 3, comma 6.
Il parere della Commissione consiliare
competente per materia, permane per l’approvazione dello Statuto da parte della
Giunta.
La proposta consta di tre articoli: l’articolo
1, modifica l’articolo 3 della legge regionale 24/2013, attraverso la
sostituzione del comma 11 e l’aggiunta dei commi 12, 13 e 14 ed il comma 1
dell’articolo 7, sempre della legge regionale 24/2013, mentre l’articolo 2 reca
la clausola di invarianza della spesa; infine, l’articolo 3 dispone l’entrata
in vigore della stessa il giorno successivo a quello della pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Anche qui c’è la relazione finanziaria, il
parere del Legislativo.
Non ci sono richieste di parola. Non sono
stati presentati emendamenti, pertanto si passa all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo al punto sei all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 88/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per i servizi di trasporto pubblico locale”.
La parola al relatore del provvedimento, il
consigliere Bevacqua.
Nel presentare il nuovo testo di legge sul
trasporto pubblico locale, permettetemi preliminarmente di ringraziare i
colleghi componenti di Commissione – ovvero i colleghi Battaglia, Guccione e
Neri, che sono stati presenti alle sedute – l’assessore Musmanno e tutti i
numerosi soggetti auditi durante i lavori preparatori; tutti, a diverso titolo,
e ognuno per il ruolo di competenza, hanno offerto il loro contributo per la
produzione del testo che oggi andremo ad esaminare e votare.
Trattandosi di un vero e proprio testo unico,
che andrà a normare i trasporti pubblici locali calabresi per i prossimi anni,
era necessario sottoporlo al vaglio e all’attenzione di tutti i soggetti
interessati, per coglierne l’effettiva valenza e valutarne le eventuali
criticità e possibilità di miglioramento.
Il metodo adottato è stato quello che ho
preannunciato sin dal momento della mia assunzione dell’incarico di presidente
della quarta Commissione: partecipazione estesa il più possibile e ascolto
attento di tutte le voci coinvolte, il che ha consentito di operare tutta una
serie di miglioramenti rispetto al testo originario.
Attraverso questo opportuno processo
partecipativo, è stata raggiunta una sintesi, compiuta e coerente, che ha
prodotto l’odierno testo, incardinato in linea con cinque direttive
fondamentali:
- realizzare una piena e completa
razionalizzazione del comparto del Tpl calabrese, attraverso la realizzazione
di un bacino unico e di un’unica autorità posta a governo del settore;
- recepire tutte quelle osservazioni miranti a
scongiurare ogni rischio di futura impugnazione;
- garantire il ruolo che compete al Consiglio
regionale in termini di programmazione, indirizzo e controllo;
- seguire la linea tracciata dalla legge Del
Rio, in relazione alle competenze assegnate alle Città Metropolitane;
- coniugare il risparmio con l’efficienza e la
salvaguardia dei servizi essenziali e dei posti di lavoro.
Alla luce di queste direttive che ci siamo
dati, mi avvio brevemente e succintamente ad esporre, nei suoi punti
maggiormente qualificanti, il testo definitivo.
Innanzitutto, conseguentemente alla
statuizione del bacino unico, nasce un’unica autorità di governo del medesimo:
l’ente di governo del bacino unico regionale, l’Art-Cal, soggetto con
personalità giuridica di diritto pubblico che opera in piena autonomia
funzionale, ed indipendenza di giudizio e di valutazione.
Tengo a sottolineare che per tutti gli organi
che compongono l’Art-Cal, ad esclusione dei Revisori dei conti, non è prevista
alcuna indennità di carica, al di fuori del Presidente, che avrà diritto solo
al rimborso delle spese sostenute.
In secondo luogo, i consiglieri regionali, in
piena conformità con il loro ruolo e le loro competenze, risultano investiti di
funzioni essenziali per l’implementazione di questa legge.
Tra le altre cose, vorrei solo ricordare che,
a differenza di quanto disposto nella prima stesura, il testo attuale dispone
che sia il Consiglio regionale ad approvare il Piano Attuativo del Trasporto
Pubblico Locale, recuperando in pieno – in questo modo – la sua doverosa
funzione programmatoria e di indirizzo politico-amministrativo.
Nel medesimo quadro, la Commissione ha deciso
che la Giunta, previo parere della competente Commissione consiliare,
quantifichi e adotti una fascia unitaria che preveda un corrispettivo unico per
i servizi extraurbani e uno per i servizi urbani, in maniera tale da porre
termine alla sperequazione emersa negli ultimi anni a motivo delle attuali
vigenti sei fasce.
Per quanto riguarda il ruolo della Città
Metropolitana, ne abbiamo pienamente salvaguardato le prerogative che le
competono. Il che è dimostrato dal comma 1 dell’articolo 14, nel quale si
statuisce che, non solo la Città Metropolitana di Reggio Calabria definirà i
periodici programmi di esercizio, ma anche che – ferma restando la competenza
per i servizi che interessano il territorio del Comune di Reggio Calabria –
sarà la stessa Città Metropolitana ad individuare, all’interno del restante
proprio territorio, la perimetrazione dell’ambito dei servizi che riterrà di
proprio interesse.
Con il comma 5 aggiunto dell’articolo 14 si è,
inoltre, stabilito che sono di competenza della Città Metropolitana tutte le
funzioni di promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e
delle reti di comunicazione di proprio interesse, seguendo in toto il
solco tracciato dalla legge Del Rio.
In ordine, poi, alle cosiddette “clausole
sociali”, miranti alla tutela dei livelli occupazionali, sono stati ritenuti –
credo da tutti noi – assolutamente irrinunciabili, nell’ottica della più ampia
protezione possibile dei lavoratori.
Una fondamentale novità, nel testo oggi
sottoposto alla nostra attenzione, è contenuta nell’articolo 13 con la
costituzione dell’Agenzia Regionale Reti e mobilità, i cui soci sono
esclusivamente la Regione Calabria, per il 95 per cento, e l’Art-Cal per il
restante 5 per cento.
Tale Agenzia consentirà di valorizzare appieno
lo specifico ramo d’azienda, scorporato da Ferrovie della Calabria e, oltre ad
avere la funzione di stazione appaltante, si occuperà della cura e manutenzione
della rete ferroviaria regionale isolata, delle procedure di progettazione e
realizzazione delle infrastrutture di trasporto di proprietà della Regione,
dell’acquisto del materiale rotabile e dei beni strumentali per la messa a
disposizione dell’operatore aggiudicatario.
Ritengo, pertanto, caro Presidente del
Consiglio e cari colleghi – con buone ragioni – che il presente progetto di
legge semplifichi, razionalizzi e miri alla dovuta efficienza dell’intero
sistema calabrese dei Tpl, mettendo mano a una materia spinosa che, da tempo,
attendeva un intervento legislativo, non più a carattere tampone, ma bensì
organico e coerente.
In conclusione – me lo consenta il Presidente
del Consiglio – voglio soltanto fare un’osservazione alla Giunta – non me ne
voglia la Giunta a tal proposito –: comprendo perfettamente che la vacatio
occorsa in seno alla presidenza della quarta Commissione per un determinato
periodo di tempo, abbia prodotto un accumulo di provvedimenti ma, con
altrettanta onestà, penso che nel 2016 bisognerà meglio programmare e
coordinare i lavori, perché non deve più accadere che proposte di legge – di
notevole rilevanza e di forte impatto sociale ed economico – arrivino in
Commissione e siano costrette a essere licenziate in tempi così ristretti, con
il rischio di ridurre le possibilità di approfondimento e limitare il legittimo
coinvolgimento di tutti gli attori interessati.
Credo, comunque, che abbiamo fatto lo stesso
un ottimo lavoro; abbiamo audito tantissimi soggetti e siamo contenti e
soddisfatti del lavoro prodotto in termini di miglioramento della legge e di
capacità di produrre, in così breve tempo, un Testo legislativo unico, così
importante e impegnativo per le sorti economiche e sociali della Calabria.
Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino
Ci sono richieste di parola? Prego,
consigliere Salerno.
(Interruzione)
Assessore, ci sono degli emendamenti e, quando
arriveremo ai punti interessati, presumo ci sia un subemendamento mio,
presentato fuori tempo, che il presidente Irto ha già dichiarato ammissibile.
(Interruzione)
E’ stato ammesso.
Intanto iniziamo ad esaminare la legge.
Iniziamo con l’articolo 1, al quale non ci
sono emendamenti.
Presidente, chiedo scusa, secondo me
sarebbe opportuna una relazione da parte dell’assessore su questo punto, perché
il relatore Presidente di Commissione, solitamente, relaziona sul testo di
legge licenziato dalla Commissione. Siccome stiamo parlando di un testo di legge
proposto dalla Giunta regionale, sarebbe opportuno che l’assessore al ramo
relazionasse, in modo tale da poter, eventualmente, avviare un dibattito in
Aula.
Prego, assessore Musmanno.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
la criticità costituita dalla mancata
istituzione dell’ente di governo prevista dalla normativa nazionale, ha
costituito l’opportunità per l’approvazione di un organico disegno
di legge che regola la materia del trasporto pubblico locale e costituisce la
cornice normativa della radicale riforma del settore, che questa Giunta
regionale intende proporre con questo disegno di legge.
Esso sostituisce le normative
regionali vigenti e, in particolare, la legge regionale numero 23 del 1999 che,
a distanza di oltre quindici anni dalla sua pubblicazione, risulta
quasi per nulla attuata ed è comunque ormai incoerente con la modifica
normativa statale.
Un fermo punto di partenza – come ha
richiamato il consigliere Bevacqua – è l’istituzione di un bacino unico
regionale per una gestione unitaria dei servizi su tutto l’ambito territoriale
regionale, in coerenza con altre scelte che
la Giunta regionale ha operato in altri settori.
Si tratta – si dirà – di una scelta
tecnica – non mi dilungo sulle motivazioni squisitamente tecniche che portano a
definire la necessità, a nostro avviso, di configurare un bacino unico
regionale – ma si tratta anche di una fondamentale scelta politica, come lo
sono altri impegni e investimenti, sempre in tema di trasporto pubblico locale,
di cui abbiamo avuto occasione di parlare nel corso di questa riunione: mi
riferisco, in particolare, a valutazioni di natura esclusivamente tecnica, che
potrebbero portare ad un forte ridimensionamento dei servizi di trasporto
pubblico locale, in particolare quello ferroviario sulla linea ionica, che oggi
ha portato alla inaugurazione, con relativa consegna, di un nuovo treno che –
ricordo – doveva essere a trazione elettrica e che, invece, abbiamo fortemente
voluto a trazione diesel, in maniera tale da poter essere allocato proprio
sulla linea ionica.
La scelta del bacino unico territoriale non comporta, tuttavia, alcuna
penalizzazione di aree geografiche a livello provinciale, ma è stata adottata
nell’interesse esclusivo dei cittadini calabresi, che hanno il diritto ad una
mobilità, che non può essere sottesa a scelte di natura territoriale al di fuori dell’unico contesto
regionale.
La mobilità è per la Calabria un tema cruciale, fondamentale per lo
sviluppo del territorio dove, purtroppo, esistono aree che hanno gravi deficienze
sotto il profilo della mobilità e, soltanto attraverso l’adozione di un unico
governo unitario si potrà pervenire alla loro soluzione. Peraltro, il bacino
unico regionale prevede la necessità di affidare ad un unico ente di governo la
risoluzione di eventuali problemi dovuti a difformità di vedute.
L’ente di governo – è bene chiarirlo – non è più soltanto la Regione,
che da anni sta seguendo la fase di programmazione, gestione e controllo dei
servizi di trasporto pubblico locale ma, per quanto dispone la normativa
nazionale a cui la Calabria finalmente si richiama, diventa un organismo nel
quale trovano ampio spazio gli enti locali, a partire dalla Città Metropolitana
di Reggio Calabria, alle Province e ai Comuni; diventa, cioè, il terreno
democratico che deve agire come camera di compensazione per mediare le diverse
esigenze territoriali, che pur legittimamente dovranno essere valutate.
Inoltre, a beneficio del territorio della provincia di Reggio, è stata
prevista – previa intesa con la Regione Sicilia – anche la possibilità di
istituire il bacino dell’area integrata dello Stretto.
Mi preme, però, ricordare quelli che sono gli obiettivi generali della
legge, in particolare lo sviluppo di un sistema di offerta di trasporto
pubblico, rispondente alle esigenze della mobilità delle persone, che mira a
soddisfare puntuali obiettivi tra i quali, amo richiamare i seguenti:
l’ottimizzazione degli itinerari e degli orari di servizio; l’integrazione tra
i diversi modi di trasporto e l’eliminazione delle sovrapposizioni fra gli
stessi; lo sviluppo di centri di interscambio; l’incremento dell’accessibilità
alla rete di trasporto collettivo; l’incremento della velocità commerciale; il
miglioramento della qualità del servizio, in termini di regolarità e puntualità;
il miglioramento della qualità dei mezzi di trasporto e dei terminali di
accesso in termini di confort, pulizia e accessibilità per i soggetti
diversamente abili; la tutela dei diritti degli utenti dei servizi di trasporto
pubblico e la diffusione della loro conoscenza mediante le carte dei servizi;
la diffusione dell’informazione all’utenza su itinerari, orari, tariffe e
andamento in tempo reale dei servizi, anche mediante canali telematici che ne
consentano una consultazione rapida e integrata; la progressiva attuazione
dell’integrazione tariffaria a livello regionale; lo sviluppo di idonei sistemi
di bigliettazione elettronica; la riduzione dell’evasione tariffaria; la
riduzione delle emissioni inquinanti atmosferiche e acustiche; l’incremento
della sicurezza; la realizzazione di un adeguato sistema di monitoraggio del
servizio, basato anche sulle valutazioni dell’utenza.
Sono stati aggiornati, ridefiniti e, in alcuni casi istituiti, gli strumenti per la
pianificazione e la programmazione dei servizi, il livello dei servizi minimi, il piano attuativo del trasporto
pubblico locale, il programma pluriennale del trasporto pubblico locale.
E’ stato individuato un equilibrio tra le
esigenze di efficienza finanziaria e le esigenze sociali nella definizione
delle tariffe e delle agevolazioni tariffarie.
Sono
stati previsti più organismi, colmando un notevole vuoto di governance,
assicurando a ciascuno le necessarie risorse finanziarie per garantirne la
funzionalità e, al contempo, riducendo al minimo indispensabile – oserei dire quasi a
zero – i costi e, in particolare, come già richiamato dal consigliere Bevacqua, le
indennità dei componenti, Comitato della mobilità, Osservatorio della mobilità,
Autorità regionale dei trasporti della Calabria, Agenzia reti e mobilità
società per azioni.
Vorrei
soffermarmi sul ruolo dell’Agenzia, che sarà costituita mediante lo scorporo di
Ferrovie della Calabria, del ramo aziendale
che si occupa della gestione dell’infrastruttura ferroviaria e
dell’ingegneria.
Il vantaggio che deriva da questa organizzazione è anche di tipo
economico, a seguito dei vantaggi fiscali derivanti dall’affidamento della
gestione dei contratti di servizio di trasporto pubblico locale, per i quali –
lo ricordo – la Regione, attualmente, non recupera l’Iva, e stiamo parlando di
oltre 20 milioni di euro.
L’Agenzia diventerà il braccio operativo dell’ente di governo Art-Cal,
con l’obiettivo di velocizzare i processi nel segno della qualità,
dell’efficienza e dell’efficacia.
La parte rimanente, ovvero Ferrovie della Calabria servizi, resterà
società di soli servizi ferroviari ed automobilistici, che seguirà, pertanto,
la dinamica del mercato e la competizione con le altre aziende del settore.
Ora, finalmente, abbiamo dato una missione strategica, precisa e moderna,
a Ferrovie della Calabria. Anche il sindacato – ci aspettiamo – dovrà avere la
forza e il coraggio di sostenere questa nuova sfida per il futuro.
E’ previsto, inoltre, il ricorso al libero
mercato, nei limiti in cui non contrasti con le esigenze di garantire i servizi
minimi, per offrire più servizi ai cittadini calabresi, senza gravare sulle
casse della Regione.
Sono previste misure a tutela dei lavoratori
in caso di subentro e – novità assoluta – in corso di esecuzione del contratto.
I servizi saranno affidati tramite gara – una
gara vera – risultato annunciato da anni e, finalmente, possiamo dire che è il
momento di partire; una vera gara organizzata, come chiarito, su più lotti.
E’ bene, tuttavia, precisare che i tempi per
l’espletamento della gara non saranno brevi. Il solo preavviso di gara sulla
Gazzetta Europea durerà un anno. Nel frattempo, però, non resteremo a guardare;
molti degli obiettivi elencati in precedenza potranno essere perseguiti sin da
domani: ottimizzazione degli itinerari, diffusione dell’informazione,
integrazione tariffaria, bigliettazione elettronica, sono obiettivi alla
immediata portata di questa Giunta e che potranno essere ottenuti senza
attendere l’esito delle gare.
Finalmente potremo dire che la Calabria
raggiungerà gli stessi obiettivi e gli stessi traguardi delle altre Regioni.
Consentitemi – lo faccio ora – di ringraziare
tutti coloro che hanno contribuito alla predisposizione del testo originario,
ma anche alle successive modifiche che hanno rafforzato, migliorandolo, il
testo finale che viene portato in discussione oggi in Aula, in particolare
tutti i membri della quarta Commissione e, nello specifico, il suo Presidente,
il consigliere Bevacqua, gli uffici legislativi della Giunta e
della Regione, i dirigenti regionali che hanno speso anche nottate per giungere
alla definizione precisa del testo, nonché Giunta e Presidente, che hanno dato
la possibilità al sottoscritto di cimentarsi, senza alcun vincolo, nella
definizione di quello che – oserei definire – un passaggio fondamentale per la
riorganizzazione del trasporto pubblico in Calabria.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
E’ il caso di dire – questa volta al
presidente Oliverio e all’assessore Musmanno – che non ho seguito tutto l’iter
della norma, su cui il mio collega Tallini si è astenuto, ma, nel processo di
definizione degli obiettivi che – devo ricordare – trovano un riscontro anche
nell’umile lavoro fatto nella scorsa legislatura – me ne sono occupato per
sedici mesi; poi alcune cose si sono interrotte e oggi - anche se quella base
culturale delle aziende ha avuto sempre una grande resistenza - forse,
vivaddio, un assessore più tecnico può accelerare questo percorso; se è
l’inizio di inversione di tendenza, perché voglio ricordare a quest’Aula e
all’assessore al ramo, Musmanno, del substrato su cui oggi può lavorare, per
quanto riguarda me, promozione a pieni voti su queste intenzioni.
Annuncio, quindi, il mio voto favorevole, ne
parlavo anche con il collega Tallini che si era già astenuto, ma, avendo
sentito in Aula gli obiettivi anche di chi vive una visione di organizzazione
liberale dei servizi, per me che sono di centro-destra, li reputo utili a
questa regione.
Noi abbiamo contribuito a questo suo lavoro;
mi permetto di ricordarlo perché questa è una regione dove ci sono le
sovrapposizioni gomma-gomma e gomma-ferro, che nessuno, considerandole scelte
impopolari, aveva avuto il coraggio di tagliare; noi, con la mia gestione, lo
abbiamo fatto; abbiamo riconosciuto tariffe ferme a vent’anni fa, anche quelle
scelte impopolari, ovvero quanto il contribuente, dopo cinque adeguamenti
tariffari in Toscana e in Lombardia, in Calabria non compartecipava, tanto che
mi sono ritrovato con i cartelli degli studenti con su scritto “Orsomarso
boia”, perché ovviamente non si può dire che il biglietto va adeguato ai tempi,
quindi un’altra di quelle riforme.
Abbiamo contribuito con l’inflazione
programmata per le imprese, lo avevamo fatto anche con il tentativo – che è
comunque di base in quel settore – con dirigenti nuovi come Pavone, con il
contributo dato, anche selezionando i migliori calabresi con dottorati di
ricerca e quant’altro, per creare la base per il Piano regionale dei trasporti,
a cui aveva lavorato l’allora assessore Fedele, e poi c’è stata la conclusione
prematura della legislatura. Oggi penso ad una continuità di azione
amministrativa che trova riscontro in quello che l’assessore Musmanno ha
presentato e – lo ricorderà anche lei assessore – in collaborazione con
l’Università della Calabria avevamo fatto un progetto di smart mobility,
che assicurava tutto quello che lei aveva previsto.
Quindi, per me, è qui che sta l’onestà
intellettuale; poi ci sono tutte le buone intenzioni che stanno in una proposta
di legge, quindi si vedrà nelle gare – queste benedette gare – che è giusto
fare, non tanto perché ce lo dice l’Europa, ma per garantire anche quella buona
imprenditoria locale che, se vuole gareggiare in termini europei, non deve
avere paura ed essere assuefatta ad un sistema che era anche un po’ concessorio
e di garanzie sulle cose che non funzionavano e, per quanto mi riguarda, tutti
gli elementi elencati dall’assessore sposano quella che è la direzione che
anche noi avevamo in parte tentato di intraprendere, rispetto alle cose
evidenziate.
Lo ricordava poco fa il professore Musmanno,
collaborò con la vecchia stagione in una cosa che ci sembrava utilissima, cioè
il controllo satellitare delle flotte, perché noi non sapevamo delle tante
corse che partivano nelle diverse province della Calabria né tanto meno quanto
realmente poi – perché c’era la leggenda metropolitana – tutte quelle corse
venissero realmente fatte.
Quindi completo un’azione che avverto in
continuità, non la faccio lunga, per quanto mi riguarda complimenti, assessore,
buon lavoro, la sosterremo in questa cosa, annuncio il mio voto favorevole a
questa riforma.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Salerno. Ne ha facoltà.
Non
v’è dubbio che su questa
proposta di legge sia stato fatto un lavoro molto serio da
parte dell’assessore al ramo, da parte
della Giunta e della Commissione, e non
v’è dubbio che questo sia anche uno dei settori strategici della nostra
regione, con non poche difficoltà e problemi; il collega Orsomarso lo sa, ha
vissuto in prima persona momenti cruciali e drammatici, anche chi ha vissuto
questo settore, ed è giusto che si intervenga in maniera molto seria,
determinata e qualificata, però, assessore, qualche chiarimento lo vorrei
avere, soprattutto per quanto riguarda le modalità di affidamento, perché mi
pare che resti in piedi il discorso dell’affidamento diretto. Mi potrei anche
sbagliare, però vorrei capirlo in Aula ed essere tranquillizzato.
Come pure anche su un altro aspetto – parlo sempre dell’articolo 16
della proposta di legge – al comma 3, paragrafo d), dove parla che, in pratica, al c) prevede la variazione del
corrispettivo complessivo, sia in diminuzione che in aumento, e alla lettera d)
dice che questo può avvenire, per quanto riguarda l’aumento, fra il 15 e il 30
per cento come parametro e, in diminuzione, fra il 10 e il 20 per cento nel
periodo di cinque anni.
Nulla da dire, nulla da eccepire, se questo si
renderà necessario; però qualche perplessità sul discorso che viviamo in una
regione particolare, dove ci sono problemi anche di carattere ambientale, lo
vorrei, perché secondo me è una forbice molto ampia, che magari potrebbe
spingere alcuni soggetti a correre per accaparrarsi l’affidamento, presidente
Oliverio, nella speranza che poi, magari, in corso d’opera – così come
purtroppo è avvenuto in passato anche in altri comparti – si possa poi variare
questo contratto e recuperare quell’offerta iniziale che poteva penalizzare la
sua remuneratività. Quindi vorrei qualche chiarimento su questo aspetto, giusto
per una discussione pacata, tranquilla, serena, non per spirito di
contraddizione o di contrapposizione, nella maniera più assoluta!, ma per avere
una maggiore tranquillità come Consiglio regionale ed anche come gruppo di
Forza Italia.
Certo, se l’assessore ci darà la possibilità
di capire, di convincerci che non siamo all’affidamento diretto, ma bensì ad
una procedura più aperta, pubblica, di ampio respiro – bene – possiamo anche
votare a favore; e se questa forbice di cui si parlava per l’aumento o la
diminuzione del contratto, possa essere ristretta o comunque supportata da
elementi tecnici tali, al di là di quello che prevede la norma, che si può fare
o meno – attenzione – è anche un discorso discrezionale e noi vorremmo capire
il perché questi parametri e non dei parametri inferiori.
Presidenza del Presidente Nicola Irto
Ha
chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Colleghi,
come opposizione riteniamo di dimostrare che, quando arrivano in Aula proposte
che vanno nella direzione di riforme che possano, in prospettiva, diventare dei
benefici per le popolazioni della nostra regione – mi riferisco soprattutto ai calabresi
utenti di un servizio pubblico che oggi ancora riscontra tantissime lacune –
noi non votiamo contro. Mi permetto di ricordare a tal proposito la lungimiranza della Giunta Scopelliti,
non me ne voglia nessuno, ma un pizzico anche di riconoscenza a chi ha
consentito, soprattutto a chi ha salvato dal fallimento Ferrovie della Calabria
– qua c’è il collega Orsomarso che era delegato da Scopelliti – e la possibilità
di utilizzare i fondi Fas con un emendamento di Iole Santelli che ci ha
consentito di salvare Ferrovie della Calabria, che è un autentico patrimonio,
dal fallimento definitivo.
Oggi vediamo e riscontriamo nel progetto di Musmanno, addirittura, Ferrovie
della Calabria come l’elemento più importante di rilancio del sistema dei trasporti
all’interno del progetto che ci propone.
Noi ci permettiamo solo di fare un’osservazione, quindi mi unisco al
voto del collega Orsomarso, perché mi sono astenuto in Commissione, ma io mi
astengo quasi sempre in Commissione, perché poi devo confrontare in Aula con i colleghi,
sono rispettoso anche del ruolo dei colleghi, di uniformare il ruolo dei gruppi
e delle opposizioni. Una semplice osservazione e vorrei che venisse una rassicurazione
da parte dell’assessore.
Si dice che questo indirizzo di andare a spacchettare questo ente Ferrovie
della Calabria, soprattutto differenziando il settore rotaie da quello che è
dichiarato più produttivo, proprio quello su gomma, potrebbe decretare il
tracollo definitivo del sistema più importante che è quello su ferro e, invece,
una speculazione vera e propria sul trasporto su gomma. In più – ma qua il presidente
Oliverio ci potrà rassicurare –
non si creano, per gestire questi ulteriori settori che derivano dallo
spacchettamento di Ferrovie della Calabria, i famosi carrozzoni tanto
deprecabili e tanto criticati e messi al bando dal presidente Oliverio, che non perde occasione a dire
che sono carrozzoni che hanno creato sprechi, ed io in questo giudizio sono d’accordo.
Poi non sono d’accordo quando pensa di addebitarli, magari, soltanto a Scopelliti,
perché se va un po’ a ritroso, si accorge, per esempio, che gran parte degli
sprechi di questi enti, Field, il suo amico Agazio Loiero…
(Interruzione)
No…
Rimaniamo sul trasporto pubblico locale, consigliere Tallini, la prego.
Lo sta dicendo al Presidente o a me?
Lo dico all’Aula, quindi la prego di andare avanti.
Ha paura di ammonire il Presidente?! Il Presidente è un consigliere
regionale in quest’Aula e deve rispettare il Regolamento, o no, Presidente?
Intanto, continui lei e concluda, grazie.
Concludo questo mio intervento, dicendo che vorrei che venisse dall’assessore
Musmanno una rassicurazione in tal senso, che non si faranno ulteriori carrozzoni
e che, nel valutare l’idea di dare in gestione parte di Ferrovie della Calabria,
che sono le più produttive, non si decreti di fatto l’affossamento dell’altro settore,
che è quello su rotaia. Questa è l’unica perplessità che con riserva esprimo,
ma comunque questo non significa cambiare intenzione di voto, che sarà favorevole
assieme a quello del collega Orsomarso.
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
Non c’è dubbio che con questa legge si
recupera molto tempo, perché non si legiferava da almeno quindici anni – lo
ricordava l’assessore – e sul trasporto pubblico locale sono intervenute tante modificazioni,
passiamo da proroga a proroga; sono molti anni ormai che spendiamo una somma notevole
– mi pare siano 242 milioni circa – sulla questione del trasporto pubblico
locale. Quindi è da apprezzare l’impostazione della legge che, secondo me,
però, deve affrontare un paio di questioni.
Bene su Ferrovie della Calabria, perché non è
detto che noi non possiamo, se passa questa impostazione, utilizzare Ferrovie
della Calabria per chiudere i contratti che oggi si stanno chiudendo con Rfi; perché
utilizzare contratti capestro con Rfi, quando, se passa questa impostazione
della legge, potremo utilizzare Ferrovie della Calabria proprio per farle
svolgere a condizioni migliori i servizi che oggi offre Rfi? Quindi è giusta questa
impostazione su Ferrovie della Calabria, a maggior ragione che oggi il socio
unico siamo noi, cioè la Regione Calabria.
C’è un altro aspetto: il trasporto pubblico
locale va ad intaccare un diritto, quello della mobilità, che si è discusso in Commissione.
Sulla questione dell’esenzione che è stata proposta – ho visto alcuni
emendamenti – non possiamo fare i ragionieri; cioè la Regione non può fare il
ragioniere, ne abbiamo già uno alla sanità e non possiamo pensare che questa
Giunta faccia i conti del ragioniere sull’esenzione al diritto alla mobilità, in
particolare alle fasce più deboli.
Dobbiamo fare una scelta politica, cioè dobbiamo
aumentare le risorse perché ci sia gente che utilizza il trasporto pubblico
locale benché non abbia le condizioni economiche per farlo.
Così per quanto riguarda anche la questione
dei lavoratori: noi dobbiamo garantire i lavoratori in questa fase di transizione;
il subentro non può comportare un taglio dell’occupazione, perché questo è, secondo
me, l’altro aspetto sul quale si registra uno sforzo, ma dobbiamo
fare qualcosa in più.
L’altra questione è la
tariffazione unica. Noi non possiamo pensare che, nei due anni che ci vorranno
– almeno due anni, la Regione Toscana ci ha messo quattro
anni – se arriviamo a una tariffa unica, diminuiamo i servizi del 20-30 per
cento, quindi facciamo meno servizi e meno occupazione; se l’avvicinamento
della tariffa unica comporta spesa, al netto della differenza, dove andiamo a tagliare?
Sui chilometri, quindi sui servizi, e sul personale! Qui ci vuole una forma di
garanzia! Attenzione che arriviamo al cannibalismo tra un po’.
Allora su questo dobbiamo essere chiari in Consiglio
regionale: la tariffa unica non può significare taglio dei chilometri e taglio
dell’occupazione!
Siccome io ho posto la questione sull’articolo
16 – lo dico già al Presidente – perché ho molti dubbi di trasparenza e di legittimità,
chiedo il voto per appello nominale sull’articolo 16, così ognuno si assume la
responsabilità. Io ho avuto modo di dirlo in Commissione, ho molti dubbi sull’affidamento,
sulla questione degli affidamenti, perché qua giochiamo in ballo con 242 milioni
di euro, fino adesso si è fatto con la proroga. Questo istituto dell’affidamento
fatto in questa maniera, lo ritengo poco trasparente e con un profilo di illegittimità,
perciò chiedo il voto per appello nominale, Presidente, glielo annuncio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Nicolò. Ne ha facoltà.
L’avrei
potuto fare dopo, considerata la richiesta dell’appello nominale, ma nel
brevissimo tempo, pur apprezzando il lavoro
svolto nel merito, rispetto ai fin,i e la concretezza dello stesso, così come ha
detto il consigliere Salerno, non ci convince il metodo, la procedura, ovvero
la questione dell’affidamento diretto, considerata anche l’ampia spesa.
Per cui, rispetto a questo argomento, il
gruppo di Forza Italia annuncia l’astensione sulla votazione del provvedimento.
Se non ci sono altre richieste di parola, si
passa all’esame dell’articolato, dove solo per l’articolo 16 è stato richiesto
il voto per appello nominale.
La Giunta vuole rispondere. Prego, assessore.
La
prima questione posta riguarda le variazioni sul corrispettivo. Rispondo brevemente
sul contenuto dell’articolo 16, precisando quello che è il comma 1 dell’articolo
16, che recita: “L’affidamento dei servizi avviene in conformità alla normativa
comunitaria e nazionale vigente, tenendo conto delle misure previste
dall’Autorità di regolazione dei trasporti e delle indicazioni dell’Autorità
per la concorrenza e il mercato relativamente all’individuazione dei lotti,
ricorrendo in via ordinaria al modello di remunerazione a costo netto, nel
quale il rischio commerciale e i ricavi tariffari sono di competenza
dell’operatore”.
Credo che questo comma, di per sé,
giustifichi pienamente l’intendimento di applicare tutta la normativa
comunitaria e nazionale vigente.
Aggiungo che non è assolutamente intenzione
della Giunta affidare servizi direttamente ad alcun operatore. Le modalità
saranno definite in termini di gara, attraverso una gara alla quale ci
assoggetteremo e che, peraltro, sarà gestita da un ente di cui la Regione farà
parte, sarà Art-Cal, ma sarà rappresentata in collaborazione – come già
chiarito – con tutti gli enti locali. Quello che faremo, in una delibera che
assumeremo a fine anno per garantire la prosecuzione dei servizi, è di continuare
con una proroga consensuale dei servizi, che è l’unico strumento che, purtroppo,
abbiamo oggi in assenza di gara.
Vorrei ricordare che esiste una legge regionale che è stata presentata
ed approvata nel 2013, che definiva come termine ultimo per la proroga degli affidamenti
di servizio sia su ferro sia su gomma la data del 31 dicembre 2015. Quando fu
assunto questo provvedimento nel 2013, si riteneva che l’operato dell’intero governo
regionale potesse consentire di superare gli affidamenti in regime di proroga
che avevano, invece, caratterizzato l’operato della Regione per molti anni.
Purtroppo, però, c’è da registrare, poi, una mancanza di atti
conseguenti, al punto da arrivare ad una situazione in base alla quale siamo
costretti, in base all’articolo 22, che è la modalità stabilita per legge ed è
richiamata dal dispositivo comunitario 1370, ad adottare i provvedimenti che
sono di tre tipologie previste dalla legge, tra cui c’è anche l’affidamento
diretto, oppure c’è l’obbligo di servizio, oppure c’è la proroga consensuale, e
noi saremo costretti a formulare una proroga consensuale nel limite massimo
consentito dalla legge, che è di due anni.
Come ho chiarito nella mia relazione, nonostante la proroga dei servizi
consensuale, il contratto prevede la possibilità di individuare tutta una serie
di azioni che noi prenderemo immediatamente per poter garantire che questi servizi
possano essere erogati, finalmente, in una modalità differente.
Si è parlato, ad esempio, nelle variazioni del corrispettivo. La lettera
d) a cui richiamava il consigliere intervenuto precedentemente, che chiedeva
spiegazioni – credo il consigliere Salerno – prevede un limite dal 15 al 30 per
cento in aumento. La lettera d) si applica quando si decide di modificare
incrementando il livello dei servizi o si decide di modificare il piano
attuativo dei trasporti. In tutti gli altri casi – come previsto dalla lettera
c) – la variazione è contenuta tra il più e il meno 5 per cento.
Perché prevedere questi servizi? Perché, nell’ipotesi in cui ci
dovessero essere dei radicali spostamenti dei servizi dalla gomma al ferro o il
livello dei servizi minimi dovesse variare in maniera consistente, noi non
possiamo fare altro che registrare questa posizione, quindi adeguare questi corrispettivi;
verrà fatto, ovviamente, in casi del tutto eccezionali, anche perché la modifica
del livello dei servizi minimi non è a carico della Giunta, ma è a carico dell’assemblea
rappresentata da ben 414 enti locali, vale a dire l’Assemblea di tutti i Comuni,
più di tutte le Province e la città metropolitana.
Se si accetta il principio di modificare, incrementando il livello dei
servizi stabilito dall’Assemblea dei Comuni, non dalla Giunta regionale, è
chiaro che si devono adeguare, conseguentemente, i servizi.
Vorrei precisare che il ruolo dello scorporo di Ferrovie della Calabria
non comporta che si crei una bad company o una good company, ma
si creano due soggetti che hanno una missione radicalmente diversa: il primo soggetto
avrà la titolarità della gestione dell’infrastruttura ferroviaria, vale a dire
sono gli ingegneri oggi in capo a Ferrovie della Calabria, i manutentori, cioè
la gestione della rete, unitamente alla gestione operativa dei contratti di
servizio. Questo per garantire la creazione di un soggetto che, proprio per il
fatto che esiste un’attività commerciale collegata a questo ramo di azienda,
avrà la possibilità di gestire il contratto con operazioni a debito e a credito
di Iva, e questo, automaticamente, libera risorse importanti che derivano dal
recupero fiscale dell’Iva che – come ho ricordato – si attesta al 10 per cento
di una cifra che complessiva è di 235 milioni di euro, grosso modo. Quindi stiamo
parlando di oltre 23 milioni di euro che con questa operazione si liberano e sono
messi a disposizione di questa struttura.
La restante parte di Ferrovie della Calabria si occuperà della erogazione
dei servizi, sia quelli di tipo ferroviario sia quelli di tipo automobilistico
su gomma. Ovviamente, in questa operazione assumiamo che queste operazioni
avvengano creando delle compagnie che abbiano le finalità di erogare servizi,
togliendo l’alibi a tutti coloro che oggi pensano di potersi spostare da
un’azienda all’altra a seconda delle modalità con cui si possa ravvisare una
maggiore convenienza. Questa è un’operazione di razionalizzazione che – come ho
chiarito – porta immediatamente ad una definizione di ruoli più precisi, quindi
di organizzazione di società che speriamo possano risolvere definitivamente il
problema anche di tipo gestionale e organizzativo.
Infine, si è parlato di tariffa unica che era prevista, peraltro, in un
emendamento presentato in Commissione e questo emendamento non è stato accolto.
Gestire la tariffa unica, ovvero il
corrispettivo unitario, potrà essere fatto solo ed esclusivamente in sede di
gara, perché peraltro questo sarà un obbligo di legge. La legge prevede che i servizi
possano essere affidati con un corrispettivo unico, che è quello che si farà in
sede di gara. Oggi, il sistema delle tariffe è incrostato in una situazione
generata negli anni anche per provvedimenti un po’ schizofrenici – consentitemi
il termine – presi da questa Assise nel corso degli anni – stiamo parlando di
parecchi anni – in base ai quali sono state riconosciute differenti tariffe che
hanno portato ad una sperequazione dei livelli tariffari, che in alcuni casi è assolutamente
insostenibile.
Vorrei ricordare, in tema di difesa dei lavoratori,
lo sforzo che questa Giunta regionale ha compiuto per chiudere una vicenda – oserei
dire – ai limiti del dramma, che è passata sotto silenzio in questi mesi, ma
che invece ha visto impegnato questo assessorato per garantire la risoluzione
di un problema: quello dei lavoratori della “Zanfini”. Su tutti i giornali ho
letto gli articoli in prima pagina, quando i lavoratori si incatenavano nelle
piazze, poi ho letto una brevissima nota di cronaca in un trafiletto, quando il
problema veniva risolto, garantendo l’erogazione di risorse importanti e la chiusura
di una vicenda sindacale su cui – devo dire – abbiamo ricevuto ampi apprezzamenti,
a partire sia dai lavoratori sia direttamente dall’azienda.
Questa situazione è figlia, però, di un
corrispettivo riconosciuto a queste aziende che, oggi, si ritiene essere – dato
oggettivo – troppo basso, perché questa è una delle 15 aziende che è nella
fascia numero 2, ovvero una fascia in cui riconosciamo un corrispettivo troppo
basso. Per converso, ci sono aziende che, invece, godono di corrispettivi che
sono molto alti, secondo una logica che vuole che aziende di dimensione
maggiori hanno costi che, al di là delle economie di scala, continuano ad essere
importanti, per cui riconosciamo corrispettivi più elevati.
La situazione nella simulazione che abbiamo effettuato
per l’adozione di un costo standard comporterebbe – questo è bene che venga
chiarito sin dall’inizio – che, a parità di servizi erogati oggi, avremo un
costo di circa 7 milioni in più rispetto a quello che oggi sosteniamo per il trasporto
su gomma; questo costo, per poter rientrare nel rapporto che noi abbiamo di
risorse disponibili, dovrebbe inevitabilmente comportare la riduzione dei chilometri.
Questo, che apparentemente potrebbe essere anche visto come una razionalizzazione
per parlare in termini ragionieristici, sarebbe un danno ulteriore,
rappresentato dal fatto che l’incremento dei costi comporterebbe immediatamente
una riduzione di un parametro fondamentale, che spero venga ad essere preso non
come misura ragionieristica, ma come una misura di buonsenso, che è il cosiddetto
rapporto costi-ricavi.
Su questo rapporto costi-ricavi si gioca una
partita economica di fondamentale importanza, perché le risorse del trasporto
pubblico locale, che sono così ingenti, vengono in gran parte da un fondo che
lo Stato destina alle Regioni, che si chiama Fondo nazionale trasporti. Questo fondo
è caratterizzato da due quote, una quota fissa che ammonta a circa 190 milioni
di euro, e una quota premiale, che rappresenta il 10 per cento della quota nazionale,
che per la Calabria ammonta a 21 milioni di euro. Questi 21 milioni di euro
sono risorse che noi ogni anno, con estrema fatica, riusciamo a conquistare, perché
ogni anno dobbiamo obbligatoriamente garantire l’incremento del rapporto ricavi
su costi. Qualora questo incremento non venisse ottenuto di anno in anno, noi
perderemmo questa premialità, e sono 21 milioni di euro.
Ora, questo non è la ragioneria della Giunta
regionale o l’aspetto tecnico del professore Musmanno, questo è quello che ci
impone lo Stato attraverso un atto deliberato fra tutti i governatori delle Regioni
italiane con lo Stato nella Conferenza Stato-Regioni. Cosa vuol dire questo?
Che noi siamo ogni anno impegnati a trovare delle soluzioni che consentano, in
primis, l’incremento del rapporto ricavi-costi. Cosa vuol dire? Far
viaggiare più persone a bordo mezzi e soprattutto far pagare le persone che
viaggiano, perché non è pensabile che si possa far viaggiare persone gratuitamente.
Su questa affermazione, devo dire che c’è
stato, a mio giudizio, un fraintendimento di quelle che erano le mie posizioni
espresse durante i lavori della Commissione, perché se andiamo a leggere quello
che oggi prevede il nuovo testo rispetto alla versione attualmente in vigore,
noi ci accorgiamo, innanzitutto, che i lavoratori appartenenti a determinate
fasce che per legge viaggiano gratuitamente sui mezzi di trasporto, che sono
gli invalidi civili e i ciechi che appartengono a una determinata categoria,
oggi con questa norma, oltre a viaggiare gratis sulla gomma, possono viaggiare
gratis anche sul ferro, e questa è una scelta che sta già nella proposta
originaria licenziata dalla Giunta regionale e che, quindi, è volta a favore di
questa categoria di viaggiatori.
Inoltre, la questione relativa ad altre fasce
sociali deboli deve essere affrontata – consentitemelo – in una maniera più intelligente,
che non può essere quella di far salire gratuitamente a bordo mezzo i
viaggiatori di queste fasce più deboli, perché far viaggiare gratuitamente questi
viaggiatori comporta immediatamente la perdita di 21 milioni di euro, a fronte
di un costo che noi possiamo sostenere, e questa Giunta si impegna a farlo,
mettendo risorse che vengano date direttamente a coloro che soffrono di queste
problematiche, che anziché viaggiare gratuitamente, devono fare un semplice e
banalissimo esercizio, cioè avere un contributo molto consistente – e ne discuteremo
in fase di approvazione degli emendamenti – che consente di dare le risorse a
chi si compra l’abbonamento e poi spende le risorse, con queste risorse, per
acquistare l’abbonamento.
Questa modalità sulla quale possiamo mettere 1
milione, 2 milioni, 3 milioni di euro, consente di evitare di perderne 21, quindi
io investo 2, 3, per consentire lo stesso risultato richiesto, però evitiamo di
perderne 21.
Quindi dobbiamo, come è previsto nell’attuale progetto
di legge e con gli emendamenti che stiamo discutendo, un discorso molto semplice,
ai Comuni, alle Università, quindi non solo alle fasce degli ultrasettantenni, ma
anche alle persone indigenti, a coloro che hanno problemi, per gestire le modalità
è cura di questa Giunta garantire questi risultati; però lo dobbiamo
fare – consentitemi – in una maniera che non sa di trucco, ma è una maniera intelligente: risorse direttamente a chi è
interessato in modalità di cofinanziamento, perché noi non possiamo dare, per
esempio, il titolo gratuito a tutti per viaggiare sul mezzo, anche perché è
buona norma, e questo lo faccio raccontando il caso anche dei miei parenti: io
ho un suocero che, magari, potrebbe beneficiare di questa agevolazione e, nel
caso in cui lui decidesse di utilizzare il mezzo di trasporto che gli viene
offerto gratuitamente, si andrebbe a prendere tranquillamente l’abbonamento,
senza magari mai utilizzarlo una sola volta.
Quindi noi dobbiamo incentivare, fornire
risorse importanti anche, ma dobbiamo farlo in cofinanziamento, cioè le persone
che hanno reale bisogno del mezzo di trasporto devono essere incentivate ad
acquistare l’abbonamento che noi cofinanziamo, senza intaccare il rapporto ricavi-costi,
e questa operazione può essere gestita – il 28 abbiamo l’approvazione del bilancio
– aiutateci, consiglieri, a trovare le risorse per garantire la copertura
finanziaria. Il nostro obiettivo è fare in modo che più persone possano usare
il mezzo di trasporto.
C’era un altro punto sulla ferrovia, credo di
aver risposto. E’ rimasto in sospeso qualcosa? Non penso, credo di aver
risposto a tutto.
Consigliere Salerno, era la risposta della Giunta al dibattito prima.
(Interruzione del consigliere Salerno)
Allora possiamo riaprire eventualmente per altri
tre minuti per chiunque vuole. Vista l’importanza dell’ordine del giorno, a
questo punto le do tre minuti, qualora volesse intervenire anche qualche altro consigliere:
uno a gruppo, naturalmente. Prego.
Ribadisco, nulla da dire sul lavoro
svolto dall’assessore sulla proposta che è arrivata in Aula. La perplessità
nostra, di Forza Italia, è per quanto riguarda il tipo di affidamento. E’ vero,
non v’è dubbio che – lei mi ha letto testé l’articolo che prevede i tipi di
affidamento, eccetera – quanto previsto nel disegno di legge è conforme alle
norme, per carità, ma anche l’affidamento diretto è previsto in alcuni casi
anche dalle norme nazionali e comunitarie; però, per una questione di
opportunità, per una questione di trasparenza, per una questione anche di
cambiamento di rotta, ritengo che potesse essere stralciata la possibilità
dell’affidamento diretto.
Altro è la proroga che in questo momento, così
come siamo messi, non significa esercitare un potere discrezionale, ma siamo
costretti, considerati i tempi, siamo a qualche giorno dalla scadenza.
Non v’è dubbio che anche prevedere il termine
massimo previsto dalla legge, 24 mesi – se non vado errato – ci stia pure,
perché le procedure di gara per poter poi rimettere in piedi un contratto
dureranno sicuramente due anni; saremmo bravi se riuscissimo a farlo prima, ma
lo sappiamo, purtroppo, i tempi della burocrazia quali sono.
Quindi la perplessità è che non viene esclusa
la possibilità dell’affidamento diretto, e parliamo di un comparto dove non è
una gara di 500 mila euro o 1 milione di euro, qua parliamo di servizi che
vengono affidati per centinaia di milioni di euro.
Su questo abbiamo le perplessità, però la
Giunta vuole andare avanti su questo... Ovviamente, se ci sarà il voto per
appello nominale sull’articolo, voteremo contro quell’articolo, sul
provvedimento ci asterremo.
Comunque, assessore, lei mi ha letto la
lettera c), dove parla del 5 per cento. Io vorrei puntualizzare, penso di aver
letto bene, di aver capito, è il 5 per cento annuo che prevede la lettera c).
Poi scendiamo alla lettera d) e andiamo a parlare di una forbice dal 15 al 30
per cento e così poi pure l’altra, che mi pare preveda, invece, una forbice dal
10 al 25 per cento in diminuzione, e parla del discorso dei cinque anni. L’ho
letto bene, non è che non l’ho letto bene, quindi non è il 5 per cento, ma stiamo
parlando di un 5 per cento annuo.
Ho solo fatto una riflessione: è opportuno
prevedere questi parametri? Solo questo. Se lei mi dice che è opportuno, prendo
atto e basta, nient’altro, però mi pare di aver letto bene il provvedimento e
le perplessità sono venute fuori da questo.
Poi anche il collega Guccione ha manifestato
qualche perplessità; questo per dire che non stiamo cercando né di smontare
il lavoro dell’assessore né, tantomeno, siamo
intervenuti sul discorso di Ferrovie della Calabria, perché sono convinto che
si tratti di una parentesi a sé che va approfondita e sono convinto del lavoro
che ha fatto l’assessore; avrà approfondito, avrà valutato che questa proposta
dall’assessore sarà la migliore soluzione. Non entriamo nel merito di questo,
presidente Oliverio, nella maniera più assoluta. La perplessità nostra è
questa, sul discorso poi di fare una gara ad evidenza pubblica, perché non sarà
l’assessore certamente a gestire la gara, come non sarà il presidente Oliverio,
perché la gestione è affidata ai burocrati, ad Art-Cal – come diceva
l’assessore – anche la gestione della gara.
Prendo atto anche dell’impegno dell’assessore
e del presidente Oliverio che non si procederà per affidamento diretto, ma
nessuno potrà poi dire “non fare l’affidamento diretto” al soggetto gestore
della gara, che magari, avvalendosi della legge regionale, potrà anche decidere
di andare a fare un affidamento diretto.
La proroga ci sta bene, perché alla proroga
siamo costretti, all’affidamento diretto no perché abbiamo tutto il tempo di
poter costruire una gara ad evidenza pubblica, quindi stare tranquilli e dare
anche un segnale diverso dalla Regione Calabria, perché finalmente un settore
viene messo a posto in tutti i suoi aspetti.
Sul discorso della funzionalità, che ci
auguriamo possa funzionare al meglio, ma anche sul discorso della trasparenza e
sul discorso occupazione – voi l’avete visto, lo accennava anche l’assessore –
abbiamo vissuto momenti drammatici, di proteste, gente che si incatenava,
perché alla fine ci trovavamo costretti all’ultimo minuto, quando venivano
interrotti i servizi, a prendere un provvedimento e cercare di andare avanti
con le famose proroghe e comunque anche a tamponare, a spostare soldi da una
parte all’altra per cercare di coprire e così via.
Mi auguro, quindi, che questo provvedimento
possa evitare tutto questo per il futuro; sono convinto della bontà del
provvedimento, ma su questo noi abbiamo molte perplessità, ragion per cui ci
asterremo dal provvedimento generale. Se l’articolo verrà votato, così come
chiesto, per appello nominale, sull’articolo voteremo contro.
Ha chiesto di intervenire la consigliera
Sculco. Ne ha facoltà.
Vorrei
solo rilevare che mi rendo
conto che, nonostante ci possano essere delle perplessità, quando si discutono provvedimenti che
contengono forti elementi di innovazione, noi dobbiamo andare avanti; ma credo
anche che in questo settore e su questo argomento in
particolar modo la Calabria abbia già accumulato tanti e troppi insopportabili
ritardi.
In questo senso, voglio esprimere il
mio sincero apprezzamento per il lavoro svolto
dall’assessore Musmanno e, per questo, anticipo il mio voto favorevole sul
provvedimento nel suo complesso.
Non ci sono altri iscritti a parlare, passiamo
all’esame del provvedimento. Comunico che sono stati presentati alcuni
emendamenti all’articolato; iniziamo dall’articolo 1, al quale non sono stati
presentati emendamenti.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
All’articolo 6 è stato presentato un emendamento, protocollo numero 56950, a firma del consigliere Battaglia: “La Giunta regionale, tenendo conto delle misure previste dall'Autorità di regolazione dei trasporti, sentito il parere della competente commissione consiliare e del Comitato della mobilità, stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe dei servizi di trasporto pubblico locale affidati ai sensi dell'articolo 16 in maniera uniforme su tutto il territorio regionale, eventualmente differenziandole in base alle caratteristiche del servizio, alle caratteristiche dell'utenza e alle modalità di fruizione del servizio, con l'obiettivo della progressiva integrazione tariffaria”.
Prego, consigliere Battaglia.
Questo emendamento,
praticamente, tiene conto dell’Autorità di
regolazione dei trasporti, sentito il parere delle competenti Commissioni consiliari; il Comitato
stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe dei servizi di trasporto
pubblico affidati ai sensi dell’articolo 16 in maniera uniforme su tutto il territorio regionale,
eventualmente differenziandolo in base alle caratteristiche del servizio, alle caratteristiche
dell’utenza e alla modalità di fruizione del servizio, con l’obiettivo della
progressiva integrazione tariffaria.
E’ una migliore esplicazione della norma prevista dall’articolo 6, che
va a creare condizioni perché siano riferite all’utenza le tariffe differenziate
in ragione della condizione sociale e dell’età anagrafica.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 56950.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6 come
emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 7 sono stati presentati due emendamenti, il
primo è il protocollo numero 56962 a
firma del consigliere Battaglia: “Al comma 5 dell’articolo 7: alla
lettera a) la parola "75 per cento"
è sostituita dalla seguente:"70 per
cento"; alla lettera c) la parola "25 per cento" è sostituita dalla seguente: "30 per cento”.
Prego, consigliere Battaglia.
Anche
questa è una introduzione, un allargamento
di quelle che sono le possibilità
di agevolazione tariffaria, per come precedentemente
anticipato dall’assessore Musmanno.
Con il presente emendamento viene
riformulato il comma 5 all’articolo 7 della proposta di legge, con
lo stesso vengono modificate le percentuali
relative alle agevolazioni tariffarie,
passando dal 75 al 70 per cento per i soggetti il cui indicatore Isee è inferiore
ad euro 10 mila, e dal 25 al 30 per i soggetti il cui indicatore Isee è
superiore ad euro 25 mila.
Si
precisa che, dal punto di vista finanziario,
le modifiche in esame non producono nuovi o maggiori oneri finanziari a carico
del bilancio regionale rispetto alla formulazione originaria del testo dell’articolato.
Quindi
all’articolo 7, comma 5, sono apportate le seguenti modifiche: alla lettera
a) la parola “75 per cento” è sostituita dalla seguente: “70 per cento”; alla
lettera c) la parola “25 per cento” è sostituita dalla seguente: “30 per cento”.
Parere del relatore sul primo emendamento all’articolo
7? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
56962.
(E’ approvato)
Il secondo emendamento all’articolo 7 è il protocollo
numero 56963 a firma del consigliere Battaglia: “Aggiungere, dopo il comma 5 dell’articolo
7, il comma 6: Le aliquote di cui al
comma 5 sono incrementate del 20% al verificarsi dei seguenti casi: a) soggetti
la cui età anagrafica è superiore a 70 anni compiuti; b) invalidi di qualsiasi
tipologia, aventi diritto ai sensi delle leggi dello Stato a provvidenze di
natura economica o non economica; c) minorenni orfani di almeno un genitore; d)
studenti frequentanti le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado
appartenenti nuclei familiari con almeno tre figli"”
Prego, consigliere Battaglia.
Anche qui – la Calabria ha amaramente dei
primati, soprattutto per quello che riguarda la povertà – abbiamo inteso
tentare, anche in relazione a quanto già anticipato – ripeto – dall’ottimo lavoro
svolto in Commissione rispetto al testo egregiamente presentato dalla Giunta
regionale, di allargare un po’ la platea degli aventi diritto.
L’emendamento introduce misure di favore per le seguenti categorie: soggetti la cui età anagrafica è superiore a 70 anni compiuti; invalidi di qualsiasi tipologia, aventi diritto ai sensi delle leggi dello Stato a provvidenze di natura economica o non economica; minorenni orfani di almeno un genitore; studenti frequentanti le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado appartenenti nuclei familiari con almeno tre figli.
L’emendamento
– ripeto – come i precedenti,
non comporta incremento di spesa, limitandosi a rimodulare le categorie che
possono essere titolari di agevolazioni tariffarie e le aliquote di rimborso. La spesa insorge,
come nella precedente formulazione, nel momento in cui le agevolazioni vengono
autorizzate, previa copertura finanziaria, dalla Regione o dagli enti locali.
Quindi,
di seguito, il comma 5: “All’articolo 7 è aggiunto il seguente comma 6: “Le
aliquote di cui al comma 5 sono incrementate del 20 per cento al verificarsi
dei seguenti casi: a) soggetti
la cui età anagrafica è superiore a 70 anni compiuti; b) invalidi di qualsiasi
tipologia, aventi diritto ai sensi delle leggi dello Stato a provvidenze di
natura economica o non economica; c) minorenni orfani di almeno un genitore; d)
studenti frequentanti le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado
appartenenti nuclei familiari con almeno tre figli"
Mi corre l’obbligo ricordare che questo
emendamento è stato presentato insieme ai colleghi Neri, D’Acri e Arruzzolo.
GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)
Volevo capire se c’è variazione di spesa.
PRESIDENTE
Chiedo il parere prima del relatore e poi
della Giunta, che può rispondere al quesito posto dal consigliere Guccione.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Favorevole.
PRESIDENTE
La Giunta?
Il parere è favorevole. Ovviamente, questi
articoli presuppongono delle risorse che la Giunta deve mettere a disposizione,
quindi è chiaro che tutto dipende da quello che noi mettiamo a disposizione, per
cui questo impegna – lo dico anche al Presidente – la Giunta regionale a definire
nel bilancio le risorse appositamente da appostare per finanziare questo comma.
Stiamo
approvando una legge e, per approvare queste agevolazioni, ci deve essere la copertura
finanziaria, non possiamo rinviare la copertura finanziaria a un domani.
Infatti il testo di legge…
(Interruzione)
Certo, se no come si fa! Diciamo una cosa e
poi ne facciamo un’altra!
Se non ci sono altri interventi…
No, Presidente, è una questione delicata, perché
questa legge può essere impugnata se non c’è la copertura finanziaria.
Consigliere Guccione, questo è un emendamento
presentato in tempo ed è ammissibile all’Aula.
Sì, ammissibile all’Aula, previa copertura
finanziaria!
Lei ha posto una questione di merito, su questa
ribadisco e chiedo ulteriormente l’ultimo parere della Giunta e
poi l’Aula è chiamata a votare. Prego l’assessore Musmanno di chiarire.
Il
testo recita “Le eventuali misure di agevolazione tariffaria”, quindi questo chiarisce
il punto. Il parere resta favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento protocollo numero 56963.
(E’
approvato)
Presidente,
vorrei che fosse registrato il mio voto contrario, perché in una legge non si può
dire “si prevede eventuali”, nella legge si dice “si fa” o “non si fa”. Questo può
essere oggetto di impugnativa.
Pongo in votazione l’articolo 7 come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
All’articolo 13 è stato presentato un emendamento protocollo numero 56952 a firma del consigliere Battaglia: “Sostituire alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 13 l'espressione "ai sensi dell'articolo 15" con la seguente "ai sensi degli articoli 14 e 15”.
Prego, consigliere Battaglia.
Si tratta soltanto una migliore riformulazione: “Alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 13 l'espressione "ai sensi dell'articolo 15" va estesa e sostituita con la seguente "ai sensi degli articoli 14 e 15”.
Diciamo che questo deriva
dal fatto che la definizione
dei programmi di esercizio risulta necessaria sia nei casi in cui abbiano
provveduto ad una programmazione di massima i Comitati d’ambito ai sensi dell’articolo 15, come già previsto
dal testo, sia nei casi in cui vi abbiano provveduto gli enti locali ai sensi dell’articolo
14.
Quindi è per completezza del testo.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 56952.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
All’articolo 15 è stato presentato un
emendamento protocollo numero 56960 a firma del consigliere Battaglia:
“Sostituire il testo della lettera a) del comma 2 dell'articolo 15 con il
seguente: “nei casi di ambiti
territoriali di area urbana è possibile aggregare i comuni nel cui territorio
ricade un unico centro abitato, cosi come definito dall'articolo 3 del decreto
legislativo 30 aprile 1992 n. 285, e i comuni limitrofi che soddisfano
determinate condizioni relativamente alla domanda di trasporto che gravita sul
centro abitato individuato".
Prego, consigliere Battaglia.
Anche
qua, il testo della lettera a) del comma 2 dell’articolo 15 è sostituito dal seguente: “nei casi di ambiti territoriali di area urbana è possibile aggregare i
comuni nel cui territorio ricade un unico centro abitato, cosi come definito
dall'articolo 3 del decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285, e i comuni
limitrofi che soddisfano determinate condizioni relativamente alla domanda di
trasporto che gravita sul centro abitato individuato".
Questo consente una migliore formulazione del
testo precedente.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 56960.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15 come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 16 sono stati presentati due emendamenti. Il primo, protocollo numero 57256, a firma del consigliere Pasqua, che risulta al momento assente e, se non viene assunto l’emendamento, decade.
Il secondo emendamento è il protocollo
numero 56955 a firma del consigliere Battaglia:
“Sostituire al comma 4
dell'articolo 16 l'espressione “previsto dalla lettera d)” con la seguente
“previsto dalle lettere e) e d)”.
Prego, consigliere Battaglia.
Al comma 4 dell’articolo 16 l'espressione “previsto dalla lettera d)” è sostituita dalla seguente “previsto dalle lettere e) e d)”.
Questo rende più coerente il testo, come si evince da un’attenta lettura.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo
numero 56955.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 16, come chiesto
dai consiglieri Guccione, Nicolò e Salerno, con appello nominale.
Prego
il consigliere segretario questore di fare la chiama.
Fa la chiama.
Intervengo per dichiarazione di voto, Presidente.
Rispetto alle considerazioni
del consigliere Guccione e anche del
collega Salerno, fermo restando che sull’articolo 16 io
voterei a favore, non boccerei tutto l’articolo perché c’è l’aspetto dell’evasione
tariffaria e aggiungo un altro elemento – perdonatemi se vi faccio perdere due
minuti –: dove nasce la norma che l’assessore Musmanno ricordava?
Il fondo nazionale che distribuiva le risorse
per tutte le Regioni era un fondo che distribuiva tout court. Un pizzino
di un assessore della Lombardia di Forza Italia ha dato a Tremonti, sul quale
noi facemmo battaglia, stabilì i criteri non ex ante, ex post per
dire gli indici a cui tu ti devi adeguare, per cui noi rischiamo di prendere 4 milioni
di euro e non 21.
Pertanto io sono d’accordo con l’assessore che
l’obiettivo è di stare su quella premialità, sono quattro indici, c’entra anche
con questo articolo.
Faccio mia la preoccupazione e voto contro, prevalentemente
all’articolo 22, ma anche ad una parte dell’articolo 16, perché c’è il rischio
– e sono d’accordo con Guccione e Salerno – di istituire un aspetto grave. E’ ovvio
che poi c’è lo strumento del controllo, perché noi approviamo una legge e
saremo mastini nel verificarne la gestione e quant’altro. Il rischio qual è?
Anche di eventuali corse bis, collega Guccione, e sono d’accordo con lei, perché
un male di questa regione è stata la speculazione; infatti, quando tu fai affidamento
diretto – e lo semplifico per chi non ci comprende – il servizio minimo significa
che - se tu trovi 54 persone a una fermata e un autobus di 54 le prende tutte -
se ne trovi 80, devi garantire anche le altre 30. Su questo servizio in tanti
anni la Regione ha speculato.
Chiedo, quindi, che in fase di coordinamento
formale siano integrate le nostre preoccupazioni. Il voto è di astensione
sull’articolo 16, con queste motivazioni, ne salvo alcune parti, e voto
contrario sull’articolo 22 con queste raccomandazioni da inserire in fase di coordinamento
formale.
Astenuto il consigliere Orsomarso. Consigliere
Graziano, andiamo avanti.
Riprende la chiama.
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti: 20; hanno risposto si: 14; hanno risposto no: 4; si sono astenuti: 2.
(E’ approvato)
(Hanno risposto
sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, D’Acri, D’Agostino,
Giudiceandrea, Greco, Irto, Mirabello, Oliverio, Romeo, Scalzo, Sergio;
hanno risposto no i consiglieri: Graziano, Guccione, Nicolò,
Salerno;
si sono astenuti i consiglieri: Orsomarso, Tallini)
Pongo in
votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
All’articolo
19 è stato presentato un emendamento protocollo numero 56969 a firma del
consigliere Guccione, interamente sostitutivo: “In tutti i casi di subentro d’impresa
ad altra che cessa dalla produzione dei servizi o di altra attività del
comparto trasporti svolta nell’ambito dello stesso Contratto di Servizio, ha
l’obbligo di applicare il rispettivo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro
sottoscritto dalle organizzazioni datoriali di categoria e dalle organizzazioni
sindacali nazionali maggiormente rappresentative. 2. L’affidatario ha l’obbligo
di assumere il personale dipendente dal gestore cessante, con il mantenimento,
nel tempo, dei diritti acquisiti dal lavoratore tramite contrattazione
nazionale collettiva di lavoro, contrattazione integrativa e, in generale, per
tutto ciò che attiene la retribuzione, l’anzianità di servizio e i profili
professionali; rinviando alla successiva contrattazione, i processi di
eventuale armonizzazione e riassorbimento, nonché gli aspetti concernenti
l’organizzazione del lavoro.
Tali condizioni saranno di volta in volta richiamati e specificati
all’interno dei singoli bandi di gara e dei contratti di servizio.”
Prego, consigliere Guccione.
Si
illustra da sé.
Parere del relatore?
Questo emendamento
proposto dal collega Guccione era stato già approfondito dalla Commissione,
ma per ulteriori riflessioni ho chiesto su questo aspetto un parere al Settore legislativo,
che ha dato un parere sfavorevole a questo emendamento, perché introdurrebbe
una sorta di automatismo nell’applicazione della clausola e si potrebbe porre in contrasto con
i princìpi fondamentali del nostro ordinamento sulla libertà di iniziativa
economica, sancita dall’articolo 41 della Costituzione sulla libera concorrenza.
Poi c’è anche un’interpretazione dell’Autorità
di vigilanza sugli atti pubblici, che evita il caso che il consigliere Guccione
ci ha sottoposto.
Il Settore legislativo suggerisce – e questo lo
potremmo accogliere – questo emendamento così modificato: “Fermo restando quanto
previsto dal comma 1, qualora dall’esito delle procedure di affidamento derivi
la sostituzione del soggetto gestore, l’azienda subentrante assume prioritariamente
il personale dipendente delle aziende che gestivano in precedenza il servizio
di trasporto, mantenendone tutte le condizioni economiche e normative derivanti
dal contratto collettivo nazionale di lavoro e dalla contrattazione direttiva aziendale,
a condizione che il loro numero e la loro qualifica siano armonizzabili con…
Consigliere Bevacqua, le chiedo scusa, il parere
favorevole o contrario all’emendamento.
Potremmo condividere questa ipotesi
suggerita dal Settore Legislativo, altrimenti per noi non è ammissibile.
La Giunta?
Il Presidente della Commissione sta
formulando una proposta che permetta di accogliere la sostanza di quell’emendamento
e credo che in tutte le assise legislative questo sia un metodo a cui si
ricorra. Quindi non c’è un sì o un no.
Abbiamo accolto parzialmente le motivazioni
addotte, chiedendo un parere legislativo a chi doveva supportarci in questa
materia.
La formulazione del Settore
legislativo trova il mio accoglimento.
Quindi l’emendamento è ritirato, consigliere
Guccione?
(Interruzione)
E’ superato?
(Interruzione)
La Giunta?
la Giunta esprime parere favorevole
sulla riformulazione suggerita dal Settore legislativo.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 56969 così
come riformulato dal consigliere Bevacqua.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 19 come
emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 20 sono stati
presentati due emendamenti, il primo è il protocollo numero 56956 a firma del consigliere Battaglia: “Si
propone di aggiungere dopo il comma 1 dell’articolo 20 il seguente comma "La Regione può avocare a se lo stipula
dell'accordo di cui alla lettera a) del comma 1 e in generale la stipula di
accordi di cui al comma 1 con gli enti che esercitano funzioni statali e con i
loro concessionari."
Prego, consigliere Battaglia.
All’articolo 20, dopo il comma 1, è aggiunto il seguente comma: “La Regione può avocare a se lo stipula dell'accordo di cui alla lettera a) del comma 1 e in generale la stipula di accordi di cui al comma 1 con gli enti che esercitano funzioni statali e con i loro concessionari."
Tale previsione si
rende opportuna affinché la Regione, in ragione della
sua funzione istituzionale e di soggetto cofinanziatore di infrastrutture
statali, abbia la possibilità di rapportarsi direttamente con maggiore autorevolezza con gli enti statali e con i loro
concessionari, cioè reti ferroviarie, Autorità portuale, Anas e altri.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 56956.
(E’ approvato)
Il
secondo emendamento
è a firma del consigliere Bevacqua, con protocollo numero 57425, così recita: “Il
comma 3 dell’articolo 20 è sostituito dai seguenti commi:
“3. Il cofinanziamento di beni
immobili o mobili in favore degli operatori affidatari dei servizi ai sensi
dell’articolo 16, concesso in conformità a quanto previsto dagli articoli 107 e
108 del TFUE, comporta:
a) il vincolo di destinazione al
trasporto pubblico locale regionale per gli stessi beni per l’intera vita utile
per i beni mobili e in perpetuo per i beni immobili;
b) l’obbligo di cessione al
subentrante, se al momento del seubentro non è scaduto il
vincolo di destinazione di cui alla lettera a), al prezzo di mercato sottratte
le eventuali quote di ammortamento residue della quota parte di cofinanziamento
pubblico e, nel caso in cui non si pervenga a un accordo fra le parti sul
prezzo, nelle more della definizione giudiziale della controversia fra le
parti, i beni sono messi immediatamente a disposizione del nuovo operatore
dietro pagamento di un corrispettivo provvisorio determinato in misura delle
quote di ammortamento residue della quota parte cofinanziata dall’operatore
uscente;
c) il divieto dell’utilizzo, anche
temporaneo, dei beni cofinanziati per servizi a libero mercato, a meno che i
provvedimenti di finanziamento non lo prevedano, e comunque alla condizione
che, se non è scaduto il vincolo di destinazione di cui alla lettera a), sia
restituita la quota parte di ammortamento corrispondente al cofinanziamento
pubblico associabile al periodo di utilizzo;
In assenza di specificazione nei provvedimenti
di finanziamento, ai fini del calcolo dell’ammortamento di cui al presente
comma si assumono le seguenti durate della vita utile: 15 anni per gli autobus,
30 anni per il materiale rotabile ferroviario e tramviario, 30 anni per
impianti, macchinari, officine, depositi, fabbricati, altre infrastrutture e
terreni, 5 anni per investimenti in tecnologie dell’informazione e della
comunicazione.
4. Gli affidamenti relativi agli
operatori subentranti possono, in maniera coerente i contratti o gli accordi
con gli operatori uscenti, assoggettare a disciplina analoga a quella del
subentro, di cui alla lettera b) del comma 3, altri beni immobili o mobili,
tenendo conto delle misure previste dall’Autorità di regolazione dei trasporti”.
Prego, consigliere Bevacqua.
Si tratta
di un emendamento che migliora e chiarisce la gestione dei beni cofinanziati,
inoltre viene aggiunto un comma 4, finalizzato a garantire maggiore concorrenza
in conformità alle misure approvate dall’Autorità di regolazione dei trasporti.
Se
volete, lo leggo, ma il contenuto è questo.
Parere
della Giunta? Favorevole.
Pongo in
votazione l’emendamento protocollo numero 57425.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 20 come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
All’articolo
22 è stato presentato un emendamento con protocollo numero 57257 a firma del
consigliere Pasqua che decade per assenza del proponente.
(Interruzione)
La parola
all’assessore.
Un
minimo di chiarezza aggiuntiva sull’articolo
22, per mio difetto espositivo. L’articolo 22 disciplina i provvedimenti
urgenti per garantire la continuità dei servizi di trasporto pubblico locale,
richiamando quello che è il disposto previsto dal Regolamento comunitario
1370/2007, che è il provvedimento da assumere in casi di emergenza, come quelli
che noi ci troveremo ad assumere da qui al 1° gennaio 2016.
A fronte dell’adozione di quella che
è la normativa prevista da questo Regolamento comunitario, io comunico che
affideremo i servizi con la modalità della proroga consensuale con tutti gli
operatori fino ad un massimo di due anni. Questo termine, previsto da Regolamento,
sarà utilizzato soltanto ai fini dell’espletamento della gara, che – come era
stato rimarcato in precedenza – richiede un tempo congruo. Tra l’altro è
previsto un anno di preavviso sulla Gazzetta Europea.
Quindi è giusto il tempo per poter completare le procedure di gara e procedere
all’affidamento attraverso gara, per cui non c’è alcuna intenzione di affidare
i servizi in maniera diretta, così come non era neanche previsto esplicitamente
dall’articolo 16.
Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l’articolo 22.
(E’ approvato)
(Interruzione)
Ai sensi del Regolamento, per chiedere l’appello nominale, servono tre
consiglieri regionali.
All’articolo 23 è stato presentato un emendamento con protocollo numero
56958 a firma del consigliere Battaglia: “All’articolo 23
è aggiunto il seguente comma: “Nelle more della costituzione della Città
metropolitana di Reggio Calabria i regolamenti e gli statuti di cui
all'articolo 13 regolano le posizioni del Comune capoluogo e della Provincia.
Negli altri casi il Comune capoluogo e la Provincia possono assumere le
funzioni attribuite alla Città metropolitana di Reggio Calabria, sempre nelle
more della sua costituzione, se vi è intesa fra essi”.
Prego, consigliere Battaglia.
All’articolo 23 è aggiunto il seguente comma: “Nelle more della
costituzione della Città metropolitana di Reggio Calabria i regolamenti e gli
statuti di cui all'articolo 13 regolano le posizioni del Comune capoluogo e
della Provincia. Negli altri casi il Comune capoluogo e la Provincia possono
assumere le funzioni attribuite alla Città metropolitana di Reggio Calabria,
sempre nelle more della sua costituzione, se vi è intesa fra essi”.
Ovviamente, questo è un emendamento che è una specie di norma
transitoria fino alla costituzione della città metropolitana di Reggio Calabria,
che ancora non è avvenuta.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 56958.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23 come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 24.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25.
(E’
approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
E’
approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
Passiamo al settimo punto all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 105/10^ di iniziativa dei consiglieri G. Aieta, A. Scalzo, recante: “Valorizzazione e potenziamento del turismo religioso e del sistema dei Santuari Mariani presenti sul territorio calabrese”.
La parola al relatore del provvedimento, il consigliere
Scalzo.
Il progetto di legge sul turismo religioso, che ha ottenuto il voto unanime in seconda
Commissione e in Consiglio regionale, è un provvedimento che dispiega tutta la
propria attualità nell’anno del Giubileo della misericordia, ma è anche uno
strumento per mettere a sistema i percorsi della spiritualità che attraversano
la Calabria.
Consentitemi di ringraziare il presidente
Aieta e tutti i colleghi della Commissione per la sensibilità che hanno dimostrato
nei confronti di questo progetto di legge, che ha ottenuto il parere favorevole
con tempi velocissimi dalla sua data di presentazione.
La proposta di legge nasce dall’esigenza di rilanciare
il fenomeno del turismo religioso attraverso il coinvolgimento degli enti
locali, la Conferenza episcopale calabra e l’inserimento del patrimonio regionale
in un sistema turistico allargato.
Ogni anno milioni di persone seguono la via della
fede, immergendosi in una dimensione di piena spiritualità lungo i percorsi religiosi
più importanti. La Calabria può offrire tanto in questo senso, ma la nostra
regione può e deve puntare anche sulla valorizzazione del patrimonio ambientale,
artistico, culturale e della storia delle sue tradizioni.
In sintesi, quindi, occorre mettere al centro
dell’attenzione dei calabresi la realtà dei santuari mariani.
Il progetto sul turismo culturale servirà a rafforzare
il rapporto tra il Consiglio regionale e la chiesa calabrese, in un quadro di collaborazione
volto ad aiutare la nostra regione ad intraprendere la via del cambiamento e
della crescita.
La Calabria, con questa legge, ha l’opportunità
di entrare a pieno titolo in sede comunitaria in un’azione diretta ad ottenere
il percorso del turismo dell’itinerario culturale europeo, riconosciuto
dall’Agenzia del Consiglio d’Europa. Altresì, questo aspetto è stato ricordato
nel Patto per la
Calabria e – lo voglio ribadire – anche lì c’è un
aspetto importante che riguarda tutta la programmazione sulla valorizzazione
del patrimonio artistico e culturale.
Per questo propongo all’Aula l’approvazione di
questa legge.
Se non ci
sono altri interventi, si passa all’esame
dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’
approvato)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(E’ riportata in allegato)
Chiedo ai
capigruppo di avvicinare alla Presidenza.
(I capigruppo si avvicinano al banco
della Presidenza)
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Per
quanto riguarda l’ottavo
punto all’ordine del giorno, propongo di dare seguito
a quanto previsto dall’articolo 2, comma 3, della legge regionale 4 agosto
1995, numero 39, nonché dall’articolo 113 del Regolamento interno del Consiglio
regionale.
Pongo
in votazione la proposta del consigliere Romeo.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
Data
la proposta del capogruppo
Romeo, la seduta, avendo esaurito gli altri punti all’ordine del giorno, è tolta.
La seduta
termina alle 22,43
Ha chiesto congedo il consigliere Cannizzaro.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16
aprile 2002, n. 19 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge
Urbanistica della Calabria” – (deliberazione G.R. n. 513 dell’11.12.2015)”
(P.L. n. 107/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere..
(Così resta stabilito)
“Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 17 agosto 2009, n. 28 (Norme per la
promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale) – (deliberazione G.R. n.
543 del 16.12.2015)” (P.L. n. 108/10^)
E’ stata assegnata alla
terza Commissione consiliare - Attività sociali, sanitarie, culturali e
formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2016 – 2018 –
(deliberazione G.R. n. 539 del 16.12.2015)” (P.L. n. 110/10^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - alla prima
- Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali,
sanitarie, culturali e formative – e alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
“Legge
di stabilità regionale 2016 – (deliberazione G.R. n. 540 del 16.12.2015)” (P.L.
n. 111/10^)
E’ stata assegnata alla seconda
Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - alla prima
- Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – alla terza - Attività sociali,
sanitarie, culturali e formative – e alla quarta - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Tallini – “Istituzione della Riserva Naturale Regionale
delle Valli Cupe” (P.L. n. 104/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Aieta, Scalzo – “Valorizzazione e potenziamento del
turismo religioso e del sistema dei Santuari Mariani presenti sul territorio
calabrese” (P.L. n. 105/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Cannizzaro
– “Centri Commerciali Naturali in Calabria” (P.L. n. 106/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea – “Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale del 2 agosto 2007, n. 18 e s.m.i. (norme in materia di usi civici)
(P.L. n. 109/10^)
E’ stata assegnata, inoltre, alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio
di previsione dell’ATERP (Azienda territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica) della Provincia di Catanzaro per l’anno finanziario 2015 –
(deliberazione G.R. n. 506 del 03.12.2015)” (P.P.A. 100/10^).
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’ATERP (Azienda territoriale per l’Edilizia Residenziale
Pubblica) della Provincia di Vibo Valentia per l’anno finanziario 2015 –
(deliberazione G.R. n. 507 del 03.12.2015)” (P.P.A. 101/10^).
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’ARSAC (Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura
Calabrese) per l’esercizio finanziario 2015 – (deliberazione G.R. n. 521
dell’11.12.2015)” (P.P.A. n. 102/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione dell’ARCEA (Agenzia Regione Calabria per le Erogazioni in
Agricoltura) per l’esercizio finanziario 2015 – (deliberazione G.R. n. 522
dell’11.12.2015)” (P.P.A. n. 103/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata, inoltre, la seguente proposta di provvedimento
amministrativo d’Ufficio:
“Designazione di un membro effettivo ed uno supplente per la Commissione regionale per l’esame di abilitazione dei Centralinisti telefonici privi della vista (Art. 2 Legge 29 marzo 1985, n. 113)” (P.P.A. n. 95/10^)
“Nomina di tredici membri scelti tra donne elette nelle Istituzioni e donne che abbiano riconosciuta esperienza di carattere scientifico, giuridico, culturale, produttivo, politico e sindacale sulla condizione femminile nella Commissione per le Pari Opportunità tra Uomo e Donna presso il Consiglio regionale (Legge regionale 26 gennaio 1987, n. 4, art. 3 – Legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, art. 31, comma7)” (P.P.A. n. 96/10^)
“Designazione di un rappresentante della Regione per la Fondazione “Fortunato Seminara” con sede in Maropati (RC) – (Art. 8 Statuto dell’Ente approvato con D.M. 22 dicembre 1993)” (P.P.A. n. 97/10^)
“Nomina di tre componenti, tra cui il Presidente, nel Consiglio di Amministrazione dell’Enoteca regionale “Casa dei Vini di Calabria” – (legge regionale 10 febbraio 2010, n. 1, art. 5)” (P.P.A. n. 98/10^)
“Proposta di legge n. 83/10^ di iniziativa del consigliere Bova, recante: “Modifica dei confini territoriali dei comuni di Petronà e Belcastro della Provincia di Catanzaro”. Effettuazione del referendum consultivo, ai sensi della legge regionale 5 aprile 1983, n. 13” (P.P.A. 99/10^)
“Quadro Territoriale Regionale a valenza paesaggistica (QTRP) adottato con delibera del Consiglio regionale n. 300 del 22 aprile 2013” (P.P.A. n. 104/10^)
E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento
amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 528 del 16 dicembre 2015, recante: “POR Calabria FESR 2007-2013 – Rimodulazione del piano finanziario Assi III e VIII” (Parere n. 12/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 511 del 3 dicembre 2015, recante: “Rettifica ed integrazione della deliberazione di Giunta regionale n. 42 del 02.03.2015 – Costituzione Fondo Unico Piano di Azione e Coesione (PAC)” (Parere n. 13/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, con nota del 18 dicembre 2015, acquisita al protocollo generale n. 56719 in pari data, ha comunicato di ritirare la proposta di legge n. 37/10^, recante: “Istituzione dell’Area protetta regionale”.
A seguito delle designazioni e dell’elezione dell’Ufficio di Presidenza, la Commissione speciale di vigilanza è così composta:
In data 15 dicembre 2015, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali:
Legge regionale 15 dicembre 2015, n. 26, recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo all’esercizio finanziario 2014”;
Legge regionale 15 dicembre 2015, n. 27, recante: “Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017”;
Legge regionale 15 dicembre 2015, n. 28, recante: “Modifiche all’articolo 26 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 – Norme in materia di usi civici”.
La Giunta regionale ha trasmesso la sotto indicata deliberazione:
deliberazione n. 501
dell’1 dicembre 2015, avente ad oggetto: “Presa d’atto della Decisione di
approvazione del Programma Operativo FESR/FSE 2014-2020 e istituzione del
Comitato di Sorveglianza”.
La Giunta regionale ha
trasmesso, altresì, copia delle seguenti deliberazioni di variazione al
bilancio per l’esercizio finanziario 2015:
deliberazione Giunta regionale n. 505 dell’11 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 516 dell’11 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 517 dell’11 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 518 dell’11 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 519 dell’11 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 523 dell’11 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 529 del 16 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 530 del 16 dicembre 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 531 del 16 dicembre 2015.
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Progetto "Natura e Turismo", approvato dalla Regione Calabria ed affidato ad Azienda Calabria Lavoro, è stato ideato per contrastare l'espulsione dai contesti lavorativi e per favorire l'occupazione attraverso interventi di politiche attive del lavoro;
le attività poste in essere hanno consentito di svolgere importanti servizi del Parco Naturale Regionale delle Serre che è stato l'Ente utilizzatore;
il Progetto si è esplicitato attraverso 49 tirocini formativi della durata di 12 mesi;
sono state attivate 4 tipologie di percorsi formativi: "Conservazione e Manutenzione" (30 tirocinanti), "Controllo e Vigilanza" (5 tirocinanti), "Divulgazione" (8 tirocinanti), "Censimento e Catalogazione dei beni culturali" (3 tirocinanti), "Creazione di itinerari tematico-culturali" (3 tirocinanti);
le attività svolte hanno consentito un'efficace riqualificazione del territorio dei Comuni ricadenti nell'Ente Parco e un netto miglioramento in termini di immagine;
la maggiore fruibilità delle bellezze naturali ha rafforzato i flussi turistici;
la popolazione ha manifestato viva soddisfazione per il miglioramento della qualità della vita;
il percorso formativo è terminato nell'ultima decade dello scorso mese di novembre;
i tirocinanti hanno acquisito competenze ed esperienze che possono essere funzionali per lo sviluppo calabrese;
i tirocinanti hanno messo in atto azioni di protesta occupando la sede del Parco Naturale Regionale delle Serre chiedendo la prosecuzione delle attività o l'attivazione di nuovi percorsi finalizzati all'accompagnamento ed al reinserimento nel mondo del lavoro;
hanno avuto luogo alcuni incontri con alcuni esponenti del Governo regionale con esiti del tutto incerti ed interlocutori -:
se la Giunta regionale intende mettere in campo concrete azioni per l'avvio di un nuovo progetto per l'accompagnamento ed il reinserimento nel mondo del lavoro dei 49 tirocinanti;
se la Giunta regionale intende ideare, e con quale tempistica, percorsi alternativi tesi a valorizzare le competenze e le esperienze acquisite dai 49 tirocinanti.
(115; 9.12.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la riorganizzazione delle Rete Ferroviaria, così per come operata negli ultimi anni, si e tradotta in un vero e proprio depotenziamento per buona parte del sistema ferroviario calabrese;
tutto ciò ha comportato per i calabresi numerosi disagi con conseguenti disservizi di ogni genere: soppressione di treni e di fermate nelle stazioni ferroviarie della Calabria, mancato ammodernamento di quasi la totalità della tratta ferroviaria regionale, investimenti decisamente ridotti, specie se confrontati con quelli realizzati in altre aree del Paese;
in tale quadro politico s'incardina, altresì, la decisione dello scorso mese di giugno con la quale sono stati eliminati gli intercity giorno e quello notte di collegamento tra la Calabria e la Lombardia;
la concretizzazione di tali tagli ha registrato un progressivo peggioramento dei servizi, ferroviari indirizzati ai calabresi;
tale ridimensionamento di certo non ha avuto ricadute positive per il Turismo. Rilevanti anche i disagi per i pendolari.
tutto ciò è certificato dalla recente mozione approvata dalla Camera dei Deputati con la quale, rilevata la criticità del sistema dei trasporti, e collegamenti calabresi, si è impegnato il Governo ad accelerare le procedure per superare tali ritardi;
tali disservizi hanno colpito in misura rilevante la realtà di Mileto. Un dato particolarmente significativo che merita precipua localizzazione;
infatti, Mileto è una cittadina di 7157 abitanti ed il suo bacino di utenza ferroviario interessa anche i comuni limitrofi: Jonadi, San Costantino, Francica, San Calogero, Filandari, Dinami e Rombiolo;
la stazione di Mileto per la sua posizione risulta decisamente frequentata da molti studenti (circa 1600) e pendolari (circa 300);
Mileto e la sua frazione Paravati, luogo di origine della mistica Fortunata Evolo (detta Natuzza) si accinge a diventare una delle più importanti mete turistiche-religiose regionali;
Mileto è punto essenziale per l'arrivo dei pellegrini in visita alla Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, per la quale da un anno ormai, si è avviato il processo di canonizzazione ed a breve vi sarà l'inaugurazione della Chiesa, il che comporterà un aumento di pellegrini Mileto è inoltre, sede vescovile delle diocesi di Nicotera, Tropea e Mileto;
altro punto degno di attenzione è la presenza dell'unico Centro di recupero da tossicodipendenze nella provincia di Vibo Valentia e del Cantiere Musicale Internazionale, scuola di perfezionamento musicale che ospita studenti da tutta Europa (Bruxelles, Parigi, Roma);
non a caso, il comune di Mileto è già stato destinatario di importanti progettualità, mediante i bandi europei e regionali tesi a migliorare, proprio per queste ragioni, strutture e servizi;
risulterebbe anche coerente con tale politica di valorizzazione del sito in questione, anziché procedere a tagli nei collegamenti ferroviari, ampliare e migliorare l'offerta del servizio ferroviario;
la stazione di Mileto, operativa dal 1972 ed unica dell'entroterra vibonese e collocata sulla linea principale del sistema ferroviario calabrese e dopo Vibo-Pizzo e la sola che serve il territorio prima di arrivare a Rosarno -:
quali iniziative intenda realizzare al fine di sollecitare, presso le deputate istituzioni e società, un'inversione dell'affermata tendenza a impoverire l'offerta del servizio ferroviario calabrese, con particolare riferimento alla tratta in questione.
(116; 14.12.2015)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'articolo 32, comma primo della Costituzione statuisce che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti";
i medici di Reggio Calabria e provincia sono stati impossibilitati negli ultimi mesi a svolgere correttamente e regolarmente l'attività prescrittiva farmacologica e diagnostica trovandosi in una situazione di mancanza perenne e costante dei ricettari;
le spese di tali inadempienze sono pagate esclusivamente dai cittadini, in particolare di quelli meno abbienti che non si trovano nella possibilità di usufruire dei servizi sanitari diagnostici e dei farmaci a pagamento;
si era parlato ormai diversi mesi fa della dematerializzazione delle ricette con l'avvento della ricetta "elettronica" rimasta solo lettera morta -:
dove risiedono le responsabilità di tali inefficienze ed i correttivi che si intendono intraprendere per sanare la situazione in maniera tempestiva e risolutiva. Si chiede, infine, la tempistica prevista e le intenzioni del Presidente in merito all'introduzione della ricetta elettronica.
(117; 16.12.2015)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Giunta regionale con deliberazione n. 480 del 24 novembre 2015 ha approvato, su proposta dell'assessore, prof. Antonio Viscomi, la "Autorizzazione alla sottoscrizione definitiva del Contratto(i) integrativi decentrati aziendali (CIDA) del personale dirigente della Giunta regionale - parte normativa anno 2013-2015 e parte economica anni 2013 e 2014";
la deliberazione successiva, n. 487, sempre del 24 novembre 2015, ha inteso perfezionare la "Approvazione (la) Relazione sulla performance 2014";
la delibera 480/2015 presenta delle palesi violazioni di legge, atteso che con la medesima verrebbe grossolanamente attribuita al contratto decentrato per la dirigenza la potestà di disciplinare istituti riservati, a mente dell'art, 40, comma 3 quinquies, del vigente d.lgs. 165/2000, alla contrattazione nazionale ovvero a specifici precetti legislativi, pena la nullità delle relative clausole;
per altro verso, e più esattamente in relazione alle indennità dirigenziali per incarichi conferiti dall'Amministrazione regionale, la stessa deliberazione disciplinerebbe, per assurdo, quanto già disciplinato e riservato a livello di contrattazione nazionale, che rintraccia la relativa sintesi nel CCNL;
la delibera n. 487/2015 individua una percentuale di valutazione del personale dirigenziale da doversi determinare attraverso "il livello di implementazione di una banca dati" ordinariamente utilizzata per il monitoraggio dei tempi d'uso di perfezionamento dei procedimenti;
la deliberazione 487/2015, nella parte riguardante il ricorso alla metodologia valutativa dell'operato dei dirigenti, rinvia il tutto agli esiti determinati da un sistema informatizzato venduto alla Regione dal Formez, con annesso consulente;
siffatta metodologia è fortemente pregiudizievole, sul piano della certezza della causa cui ogni erogazione di risorse pubbliche dovrebbe fare riferimento, della verità necessaria per pervenire ad una valutazione obiettiva delle prestazioni prese a riferimento per la definizione delle performance assicurate dal personale dirigente. Ciò in quanto il detto sistema Formez ha la negativa caratteristica di alimentarsi attraverso i dati liberamente inseriti dai singoli operatori destinatari della valutazione. Una sorta di autogenerazione del prodotto finale, senza peraltro alcuna previsione che ne documenterebbe i tempi di imputazione, atteso che la procedura non richiede neppure l'acquisizione di un numero di protocollo iniziale che distinguerebbe e certificherebbe l'istanza. Un adempimento, quello imposto ai singoli dirigenti, che è, tra l'altro, del tutto simile ad altra procedura di caricamento dati in essere a diversi livelli dipartimentali;
alla luce delle precedenti osservazioni, accertato che l'autoreferenzialità della precisata procedura è direttamente propedeutica alla valutazione dei dirigenti medesimi, anche in materia di trasparenza e anticorruzione, si perviene alla deduzione della inutilità della medesima procedura, ma anche della violazioni delle comuni regole dell'obbligo di rendere le dovute comunicazioni ai cittadini, titolari assoluti del diritto di verifica democratica. Ciò in quanto il percorso e le determinazioni finali non sono affatto consultabili dall'utenza, reale beneficiaria delle informazioni tendenti a rendere trasparente l'operato della pubblica amministrazione;
tutto ciò, unitamente alla duplicazione dell'inutile imputazione dei dati, costituisce ingiustificato incremento della spesa con relativo danno all'Erario -:
quali iniziative intenda intraprendere per rimediare a quanto evidenziato e ripristinare le migliori regole burocratiche e comportamentali funzionali a rendere l'Istituzione regionale un esempio di trasparenza e buona amministrazione.
(118; 21.12.2015)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro. Per sapere – premesso che:
nell'agosto
del 2008, è stata approvata la legge regionale 28/2008 che prevedeva al comma 1
"Il Dipartimento regionale del Lavoro approva progetti di sviluppo di
politiche attive del lavoro suscettibili di offrire impiego a lavoratori già
dipendenti di Enti o altri organismi pubblici o pubblico- privati al cui
capitale sociale partecipa direttamente la Regione Calabria, collocati nelle
diverse forme di trattamento degli ammortizzatori sociali di cui alla legge 23
luglio 1991, n. 223 e successive modifiche ed integrazioni, compresi i
trattamenti in deroga, ovvero dipendenti, alla data del 31 dicembre 2007, di
imprese fornitrici di servizi in regime di esternalizzazione, resi in favore della
Regione Calabria" nonché al successivo comma 2, secondo cpv che "…L'individuazione
delle professionalità necessarie, da assumere anche con modelli negoziali
flessibili, avviene previo l'esperimento di idonee procedure selettive". A
tal fine, il Dipartimento Lavoro della Regione Calabria provvedeva ad indire
una selezione del personale tramite manifestazione di interesse svoltasi il
28/29 dicembre 2008. Con decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro
n. 23292/2009 veniva approvato l'elenco definitivo degli ammessi, impiegando i
suddetti lavoratori in progetti di politiche attive per il lavoro, tramite gli
enti strumentali della Regione Calabria (Azienda Calabria Lavoro - Fondazione
Calabria Etica). Con delibera della Giunta regionale del 10 maggio 2013, n.
160, i lavoratori delle leggi regionali 28/2008 e 8/2010, venivano inclusi nel
c.d. "Bacino di precariato consolidato" della Regione Calabria. Con
legge regionale n. 1/2014, recante "Indirizzi volti a favorire il
superamento del precariato di cui al D.L. 31 agosto 2013, n. 101 convertito in
legge 30 ottobre 2013, n. 125", veniva previsto all'art. 1, comma 5
"Al fine di ridurre il numero dei lavoratori impegnati in attività
socialmente e di pubblica utilità, di cui alle leggi regionali 15/2008, 28/2008
e 8/2010, destinatari di misure di sostegno al reddito a valere sul bilancio
dello Stato e delle Regioni, gli Enti locali possono prorogare i contratti e
l'utilizzo di tali lavoratori fino al 31 dicembre 2016 per favorire
l'assunzione a tempo indeterminato, anche con contratto di lavoro a tempo
parziale". Il 28 febbraio 2014 i lavoratori di cui alle leggi 28/2008 e
8/2010, sottoscrivevano un contratto a tempo determinato con Azienda Calabria
Lavoro fino al 31/12/2016. Attualmente gli indirizzi normativi nazionali
intendono più in generale promuovere un significativo progetto di
stabilizzazione del precariato nei vari settori della Pubblica Amministrazione,
tanto nell'ottica della razionalizzazione delle strutture
burocratico-amministrative, quanto nella prospettiva di un tentativo di
miglioramento delle condizioni contrattuali di lavoratori assunti con contratti
privi di stabilità;
è interesse
della Regione Calabria, dare seguito alle procedure di stabilizzazione del
personale precario presente in regione e non solo, nonché utilizzare tutte le
opportunità fornite dalle norme contrattuali e legislative al fine di
promuovere e realizzare un processo di stabilizzazione di tutte le tipologie di
lavoro precario, anche nella prospettiva di un miglioramento dei servizi e
della razionalizzazione dei costi, e procedere a normalizzare i rapporti
lavorativi all'interno dell'ente Regione, procedendo all'assunzione a tempo
indeterminato anche con contratti di tipo part-time -:
le
determinazioni che intendono assumere in merito alla reinternalizzazione dei
servizi affidati ad Azienda Calabria Lavoro al fine di procedere all’assunzione
diretta con la Regione Calabria dei lavoratori
precari alle medesime condizioni contrattuali.
(113;
03.12.2015)
Risposta – “Con L.R. n. 28/2008 il Dipartimento Sviluppo
Economico Lavoro Formazione Servizi Sociali con D.D.G. n. 23292/2009 e con
Delibera di Giunta Regionale n. 160/2013 ha proceduto a selezionarne e
includere nel cosiddetto bacino di precariato della Regione Calabria, i lavoratori
interessati a forme di trattamento di ammortizzatori sociali anche in deroga di
cui alla Legge 23/07/91 n" 223,
affidati alla gestione contrattuale di Azienda Calabria Lavoro.
A tali lavoratori, attualmente inquadrati con
contratto a tempo determinato fino al 12/2016 con Azienda Calabria Lavoro viene
applicato le disposizioni di cui alla L.R. n. 1/2014 recante " Indirizzi
volti al superamento del precariato di cui alla D.L. 318/2013 n° 101 convertito
in Legge 30/10/2013 n. 125.
Gli stessi lavoratori sono attualmente
utilizzati in convenzione con Azienda Calabria Lavoro alcuni presso la Regione
Calabria, i Comuni e le Amministrazioni Giudiziarie, nel mentre il tavolo
tecnico dì concertazione costituito con le OO.SS. presso il Dipartimento
Sviluppo Economico Lavoro Formazione Servizi Sociali ha previsto
tendenzialmente la progressiva ricollocazione di tali lavoratori entro il 2016
esclusivamente presso le strutture dell'Amministrazione Regionale. Come è noto
a tali lavoratori, ai sensi della L.R. 1/2014 si applicano le disposizioni
nazionali in materia di stabilizzazione del precariato nella Pubblica
Amministrazione disposte dal Decreto Legge 318/2013 n° 101 convertito in legge
con modifiche n° 125 del 03/10/2013., nonché dalle disposizioni dell'Art. 35 Comma
3 Bis del Decreto Legislativo n. 165/2001 introdotte dalla Legge di Stabilità
2013, e confermate con Circolare n. 5 del 21/11/2013 del ministero per la
semplificazione della pubblica Amministrazione.
Come è ancora noto il processo di
stabilizzazione de] precariato nella Pubblica Amministrazione ivi compreso
quello della Regione Calabria discende dagli indirizzi normativi Nazionali
richiamati e dai Regolamenti di attuazione della Normativa Nazionale ex legge
125/2016 che non sono stati al momento predisposti ed approvati. Per altro le
richiamate normative integrate hanno rinviato l'avvio del processo di
stabilizzazione del precariato dal 2017 al 2018, disponendo che tali previsioni
siano contenute nei piani regionali di fabbisogni del personale 2016/2018. In
attesa di tale normativa Nazionale la Regione Calabria non può al momento
procedere ad alcuna forma di assunzione e/o stabilizzazione dei lavoratori
precari 28/2008, prevedendo solo la possibilità della proroga del contratto a
tempo determinato con Azienda Calabria Lavoro fino al 31/12/2017 in attesa
delle disposizioni normative Nazionali per la stabilizzazione e di cui alla
Legge 125/2013 e delle previsioni dei piani Regionali di fabbisogno del
personale 2016/2018 compatibilmente con le attuali disposizioni vigenti in
materia di priorità di ricollocazione lavorativa dei dipendenti delle
Amministrazioni Provinciali.
Il Dipartimento Sviluppo Economico Lavoro
Formazione Servizi Sociali è comunque impegnato nella prospettiva della
stabilizzazione a garantire la reinternalizzazione dell'utilizzo dei lavoratori
della legge 28/2008 di Azienda Calabria Lavoro nell'ambito delle strutture
della Amministrazione Regionale per come attuato dal tavolo tecnico di
concertazione.”
Il Direttore generale reggente (Dr. Antonio Nicola De Marco)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Progetto "Natura e Turismo", approvato dalla Regione Calabria ed affidato ad Azienda Calabria Lavoro, è stato ideato per contrastare l'espulsione dai contesti lavorativi e per favorire l'occupazione attraverso interventi di politiche attive del lavoro;
le attività poste in essere hanno consentito di svolgere importanti servizi del Parco Naturale Regionale delle Serre che è stato l'Ente utilizzatore;
il Progetto si è esplicitato attraverso 49 tirocini formativi della durata di 12 mesi;
sono state attivate 4 tipologie di percorsi formativi: "Conservazione e Manutenzione" (30 tirocinanti), "Controllo e Vigilanza" (5 tirocinanti), "Divulgazione" (8 tirocinanti), "Censimento e Catalogazione dei beni culturali" (3 tirocinanti), "Creazione di itinerari tematico-culturali" (3 tirocinanti);
le attività svolte hanno consentito un'efficace riqualificazione del territorio dei Comuni ricadenti nell'Ente Parco e un netto miglioramento in termini di immagine;
la maggiore fruibilità delle bellezze naturali ha rafforzato i flussi turistici;
la popolazione ha manifestato viva soddisfazione per il miglioramento della qualità della vita;
il percorso formativo è terminato nell'ultima decade dello scorso mese di novembre;
i tirocinanti hanno acquisito competenze ed esperienze che possono essere funzionali per lo sviluppo calabrese;
i tirocinanti hanno messo in atto azioni di protesta occupando la sede del Parco Naturale Regionale delle Serre chiedendo la prosecuzione delle attività o l'attivazione di nuovi percorsi finalizzati all'accompagnamento ed al reinserimento nel mondo del lavoro;
hanno avuto luogo alcuni incontri con alcuni esponenti del Governo regionale con esiti del tutto incerti ed interlocutori -:
se la Giunta regionale intende mettere in campo concrete azioni per l'avvio di un nuovo progetto per l'accompagnamento ed il reinserimento nel mondo del lavoro dei 49 tirocinanti;
se la Giunta regionale intende ideare, e con quale tempistica, percorsi alternativi tesi a valorizzare le competenze e le esperienze acquisite dai 49 tirocinanti.
(115; 9.12.2015)
Risposta – “Azienda
Calabria Lavoro ha realizzato per la durata di 12 mesi con decorrenza 11/2014 fino
al 2015, il progetto " Natura e Turismo" approvato e finanziato dalla
Regione Calabria e rivolto a 49 tirocinanti per 4 percorsi formativi:
Conservazione
e manutenzione;
Controllo e
vigilanza;
Divulgazione;
Catalogazione
beni culturali e creazione itinerari tematici/culturali presso il Parco
Naturale Regionale delle Serre.
I tirocinanti
hanno utilizzato lo strumento dei tirocini formativi, della durata di 12 mesi
che non possono essere più prorogati, in quanto la vigente normativa modificata
a seguito della D.G.R. n. 158 del 29/04/2014 prevede il limite massimo di 6
mesi, comprese le proroghe, per la durata dei tirocini formativi.
Il Dipartimento
Sviluppo Economico Lavoro Formazione Servizi Sociali ha già incontrato le
rappresentanze dei lavoratori e delle OO.SS. a seguito dello stato di
agitazione attivato alla conclusione dei tirocini, confermando con chiarezza
l'impossibilità per disposizione per la prosecuzione del progetto di tirocini,
mettendo invece a disposizione i propri tecnici per una ipotesi di progetto di
accompagnamento all' inserimento stabile nel mondo del lavoro, dei 49
tirocinanti in presenza di un progetto realistico di ricollocazione lavorativa
dei soggetti da parte di Amministrazione pubbliche o di imprese private.
Essendo
apparsa evidente da subito, l'impossibilità per il Parco delle Serre di
attivare procedure di assunzione o di esternalizzazione di servizi per il
reinserimento dei tirocinanti, nonché l'impossibilità per lo stesso Parco o per
altri comuni di attivare procedure di tirocini nuovi destinati agli stessi
soggetti, è stato insediato un tavolo tecnico/congiunto tra il Dipartimento
Sviluppo Economico Lavoro Formazione Servizi Sociali e il Dipartimento
Agricoltura per la verifica di una concreta utilizzabilità delle risorse ad
Azienda Calabria lavoro per un progetto di valorizzazione dei servizi
turistici/naturalistici del Parco delle Serre, attraverso la costituzione di
imprese anche cooperative, da accompagnare con adeguati strumenti dì sostegno
al reddito e di accompagnamento al lavoro di intesa con le OO.SS.
Solo a seguito di tale procedura sarà possibile definire eventuali percorsi alternativi tesi a valorizzare le competenze e le esperienze acquisite dai 49 tirocinanti compatibilmente con le procedure rese possibili dalle vigenti normative”.
Il Direttore generale reggente (Dr. Antonio Nicola De Marco)
Art. 1
(Norme in materia di riduzione della spesa di personale)
1. Al fine di adempiere all'obbligo di riduzione della spesa di personale, previsto dall'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 6 marzo 2014, n. 16 (Disposizioni urgenti in materia di finanza locale. nonché misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche), convertito con modificazioni dalla legge 2 maggio 2014, n. 68, per gli anni 2016, 2017 e 2018, al personale di ruolo della Giunta e del Consiglio regionale può essere proposta la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro riconoscendo una specifica indennità, senza determinare oneri aggiuntivi di spesa a carico degli istituti previdenziali.
2. La Giunta regionale e l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, per i rispettivi ambiti di competenza, provvedono con apposito regolamento alla definizione di criteri e forme di incentivo per la risoluzione consensuale anticipata del rapporto di lavoro, nel rispetto del vigente sistema di relazioni sindacali, garantendo parità di trattamento tra i dipendenti del Consiglio e quelli della Giunta.
Art. 2
(Riduzione della spesa e copertura dei posti)
1. I risparmi derivanti dall'applicazione dell'istituto della risoluzione anticipata sono utilizzati ai fini di cui all'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 6 marzo 2014, n. 16, convertito con modificazioni dalla legge 2 maggio 2014, n. 68. I posti resisi vacanti, singolarmente considerati, non possono essere coperti fino al momento dell'integrale corresponsione dell'indennità di cui all'articolo 1.
Art. 3
(Clausola di invarianza della spesa)
1. Dall'attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale nei limiti delle disponibilità, previste dall'UPB U.001.002.001.001 "Spese per il personale regionale".
Art. 1
(Modifiche all'articolo 1 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 11 differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione di società partecipate dalla Regione Calabria)
1. L'articolo 1 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 11 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale -Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2015), è così modificato:
a) al comma 13 le parole "e Somesa Spa" sono soppresse. Alla fine del comma 13 è aggiunto il seguente periodo: "II liquidatore della Somesa s.r.l., posta in liquidazione, opera affinché venga redatto il bilancio finale di liquidazione entro il 31 marzo 2016." ;
b) il comma 14 è sostituito dal seguente: "14. I rappresentanti nominati dalla Regione presso le società di cui al comma 1 operano, di concerto con i Dipartimenti vigilanti, affinché il riordino societario contenuto nel "Piano operativo di razionalizzazione delle società e partecipazioni societarie regionali", approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 89 del 31 marzo 2015, sia attuato entro il 31 marzo 2016";
c) dopo il comma 14 è inserito il seguente: "14 bis. Entro il termine del 31 marzo 2016, in ogni caso, deve essere trasmessa alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, e pubblicata sul sito internet istituzionale della Regione, la relazione sui risultati conseguiti dal piano di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, ai sensi dell'articolo 1, comma 612, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Disposizioni per la formulazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato -legge di stabilità 2015)";
d) al comma 15 le parole "precedente comma" sono sostituite dalle seguenti: "comma 14".
Art. 2
(Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di enti sub-regionali)
1. La procedura di liquidazione dell'Azienda forestale della Regione Calabria (AFOR), già prorogata ai sensi dell'art. 2, comma 10, della legge regionale n. 11/2015, è conclusa entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge.
2. L'accorpamento dei consorzi per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale, disciplinato dall'articolo 5 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità), e l'accorpamento della Fondazione FIELD all'Azienda Calabria Lavoro disciplinato dall'articolo 8 della stessa legge regionale, sono conclusi entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge.
Art. 3
(Disposizioni relative all'affidamento degli incarichi di liquidatore o di commissario di persone giuridiche, pubbliche o private)
1. I liquidatori e i commissari straordinari di persone giuridiche, pubbliche o private, la cui nomina sia di competenza della Giunta regionale o del suo Presidente, possono essere individuati tra i dipendenti di ruolo della Giunta regionale, inquadrati nella qualifica dirigenziale, ovvero nella categoria D del personale non dirigenziale, dotati di specifica professionalità, adeguata all'incarico, i quali espletano le relative funzioni senza percepire retribuzioni o compensi aggiuntivi, salvo il rimborso delle spese di missione.
Art. 4
(Disposizioni in materia di conclusione delle procedure di liquidazione delle comunità montane ai sensi dell'articolo 3 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25)
1. Entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale conferisce l'incarico di concludere le procedure di liquidazione delle comunità montane di cui all'articolo 3 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna ~ Azienda Calabria Verde ~ e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna) a commissari straordinari, nominati nell'esercizio dei poteri sostitutivi contemplati dal comma 7 del medesimo articolo 3 della l.r. 25/2013 e individuati tra i dirigenti di ruolo della Giunta regionale, i quali espletano l'incarico senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale.
2. Le procedure di liquidazione di cui al comma 1 sono concluse entro sei mesi dal conferimento dell'incarico di cui al medesimo comma.
Art. 5
(Norma finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione.
Art. 1
(Modifiche alla legge regionale 18 dicembre 2013, n. 54)
1. Alla legge regionale 18 dicembre 2013, n. 54 (Accelerazione della definizione di procedimenti agevolativi) sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 2 dell'articolo 1 sono soppresse le parole: "anche in presenza di provvedimenti già adottati"; alla fine dello stesso comma viene aggiunto il seguente periodo: "Sono fatti salvi i provvedimenti amministrativi già adottati alla data di cui al comma 1 e con esclusione degli accertamenti e delle procedure di riscossione coattiva non ancora conclusi alla data di entrata in vigore della legge n. 134/2012";
b) al comma 1 dell'articolo 3 le parole: “anche in presenza di provvedimenti già adottati" sono sostituite le parole “fatti salvi i provvedimenti già adottati".
Art. 2
(Invarianza di spesa)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione.
Art. 1
(Modifiche agli articoli 3 e 7 della Lr. n. 24/2013)
1. Alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità), sono apportate le seguenti modifiche:
a) il comma 11 dell'articolo 3 è sostituito dal seguente:
"11. Ai fini dell'accorpamento degli enti di cui all'articolo 2, comma 2, lettera c), non si applicano i commi 3, 4 e 6 del presente articolo";
b) dopo il comma 11 dell'articolo 3 sono inseriti i seguenti:
"12. I tempi di attuazione degli aspetti procedimentali dell'accorpamento di cui al precedente comma sono demandati a specifico provvedimento della Giunta regionale.
13. Con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta, si provvede all'istituzione dell'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica regionale, di cui al successivo articolo 7.
14. Il decreto indicato al comma 13 comporta il conferimento all'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica regionale dei beni mobili, immobili e strumentali degli enti di cui al comma 11, con le inerenti risorse umane, finanziarie e patrimoniali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali.";
c) al comma 1 dell'articolo 7, le parole "della presente legge" sono sostituite dalle seguenti: ", commi 11,12,13 e 14,".
Art. 2
(Invarianza di spesa)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione.
Titolo I
(Principi)
Art. 1
(Ambito di applicazione)
1. La presente legge disciplina i trasporti pubblici di passeggeri su strada, per ferrovia, per via navigabile interna e in acque marine nazionali, svolti in maniera continuativa, relativamente ai servizi di competenza regionale e locale ai sensi del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422 (Conferimento alle regioni ed agli enti locali di funzioni e di compiti in materia di trasporto pubblico locale, a norma dell'articolo 4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59), nei limiti delle competenze non attribuite allo Stato.
2. In relazione ai servizi di trasporto di passeggeri su strada che interessano al più un'altra regione, nonché agli altri servizi che non si svolgono interamente all'interno del territorio regionale, la cui competenza non appartiene allo Stato ai sensi dell'articolo 3 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, la Regione promuove l'intesa con le altre regioni interessate, nel rispetto dei principi stabiliti dalla presente legge.
3. Sono esclusi dall'ambito di applicazione della presente legge:
a) i servizi di trasporto prestati prevalentemente in ragione del loro interesse storico o del loro valore turistico;
b) i servizi pubblici non di linea, di noleggio con conducente e di piazza;
c) i servizi offerti mediante impianti a fune di ogni tipo e impianti di risalita in genere, ad eccezione di quelli ricompresi nella lettera f) del comma 1 dell'articolo 3.
4. La competenza sui servizi di cui alle lettere b) e c) è attribuita ai comuni.
Art. 2
(Obiettivi)
1. L'obiettivo generale della presente legge è quello di sviluppare un sistema di offerta di trasporto pubblico locale rispondente alle esigenze di mobilità delle persone, mirando al trasferimento modale dal mezzo individuale al mezzo collettivo, e garantendo la sostenibilità ambientale, economica e sociale.
2. Per il raggiungimento di tale obiettivo generale, l'azione di indirizzo politico-amministrativo e l'attività amministrativa, anche ove non sia espressamente specificato nella presente legge, sono volte al persegui mento dei seguenti obiettivi specifici:
a) la scelta più idonea del modo di trasporto, di cui al comma 1 dell'articolo 3;
b) la scelta più idonea della modalità di svolgimento, di cui al comma 2 dell'articolo 3;
c) l'ottimizzazione degli itinerari e degli orari dei servizi;
d) l'integrazione tra i diversi modi di trasporto e l'eliminazione delle sovrapposizioni fra gli stessi;
e) lo sviluppo dei centri di interscambio;
f) !'incremento dell'accessibilità alla rete del trasporto collettivo;
g) !'incremento della velocità commerciale;
h) il miglioramento della qualità del servizio in termini di regolarità e puntualità;
i) il miglioramento della qualità dei mezzi di trasporto e dei terminali di accesso/egresso in termini di comfort, pulizia e accessibilità per i soggetti diversamente abili;
j) la tutela dei diritti degli utenti dei servizi di trasporto pubblico e la diffusione della loro conoscenza mediante le carte dei servizi;
k) la diffusione dell'informazione all'utenza su itinerari, orari, tariffe e andamento in tempo reale dei servizi, anche mediante canali telematici che ne consentano una consultazione rapida ed integrata;
I) la progressiva attuazione dell'integrazione tariffaria a livello regionale;
m) lo sviluppo di idonei sistemi di bigliettazione elettronica;
n) la riduzione dell'evasione tariffaria;
o) la riduzione delle emissioni inquinanti atmosferiche e acustiche;
p) l'incremento della sicurezza, sia in termini di safety che di security;
q) la realizzazione di un adeguato sistema di monitoraggio del servizio, basato anche sulle valutazioni dell'utenza.
3. Le disposizioni della presente legge sono finalizzate a garantire la fornitura di servizi di interesse generale che siano, tra l'altro, più numerosi, più sicuri, di migliore qualità o offerti a tariffe inferiori a quelli che il semplice gioco delle forze del mercato consentirebbe di fornire. È comunque fatta salva la libera iniziativa economica privata, con esclusione dei servizi che sono necessari a garantire il livello dei servizi minimi di cui all'articolo 5 e anche dei servizi che comunque possono essere garantiti in maniera più adeguata ai bisogni della comunità attraverso l'affidamento mediante contratti di servizio che ne prevedano la parziale compensazione dei costi, ove possibile nei limiti delle risorse finanziarie disponibili.
Art. 3
(Classificazione dei servizi)
1. I servizi di trasporto pubblico locale sono classificati per modo di trasporto:
a) servizi ferroviari sulla rete nazionale e sulla rete regionale interconnessa alla rete nazionale;
b) servizi ferroviari sulla rete regionale isolata;
c) servizi effettuati con altri modi di trasporto su rotaia, quali metropolitana o tram, o comunque assimilabili;
d) servizi su strada;
e) servizi effettuati per via navigabile interna e in acque marine nazionali;
f) servizi su impianti fissi, diversi da quelli sopra individuati, strettamente connessi funzionalmente ai servizi di cui alle lettere precedenti.
2. I servizi di trasporto pubblico locale sono altresì classificati in funzione delle modalità di svolgimento:
a) servizi di linea ordinari, che operano in modo continuativo o periodico con itinerari, orari o frequenze, e tariffe fissati;
b) servizi a chiamata nei quali, fermo restando l'accesso generalizzato, almeno un elemento fra itinerario, orario o frequenza, e tariffa non è fissato ma può variare in funzione della richiesta dell'utenza. secondo modalità comunque prestabilite;
c) servizi ad accesso continuo, nei quali il servizio viene garantito in corrispondenza dell'accesso dell'utente al sistema.
3. Ulteriori classificazioni di tipo gerarchico sono previste al comma 4 dell'articolo 8.
Art. 4
(Attribuzione delle funzioni)
1. La Regione, in conformità alle forme di partecipazione o di intesa previste dalla presente legge, svolge le seguenti funzioni, connesse all'organizzazione generale dei servizi di trasporto pubblico locale, assicurando uniformità di criteri sull'intero territorio regionale:
a) definizione del livello essenziale delle prestazioni;
b) politiche tariffarie;
c) pianificazione e programmazione a livello regionale;
d) monitoraggio e informazione all'utenza.
2. Gli enti locali esercitano le funzioni di pianificazione e programmazione dei servizi di trasporto pubblico locale negli ambiti territoriali di propria competenza, in conformità alle disposizioni di legge.
3. La Regione e gli enti locali partecipano obbligatoriamente all'ente' di governo di cui all'articolo 13, che è l'unico soggetto cui compete sia l'affidamento ed esecuzione dei contratti di servizio del trasporto pubblico locale, ad eccezione di quanto previsto dalla presente legge per i servizi che interessano altre regioni oltre la Calabria, sia l'autorizzazione dei servizi a libero mercato.
4. La Regione e gli enti locali curano la manutenzione e gestione dei beni mobili e immobili funzionali al trasporto pubblico locale di cui hanno la proprietà, inclusi i dispositivi di informazione all'utenza. La Regione promuove !'intesa per il trasferimento del1e proprietà dei beni fra la Regione e gli enti locali, secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza.
Titolo II
(Organizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale)
Art. 5
(Livello dei servizi minimi)
t. Il livello dei servizi minimi del trasporto pubblico locale definisce il livello essenziale delle prestazioni, in termini quantitativi e qualitativi in conformità alle previsioni dell'articolo 16 del decreto legislativo 19 novembre 1997, n.422.
2. La Giunta regionale determina il livello dei servizi minimi d'intesa con gli enti locali, sentiti i pareri della commissione consiliare competente, della Autorità regionale dei trasporti della Calabria (ART -CAL) e del Comitato della mobilità, tenendo nella dovuta considerazione le risorse finanziarie necessarie per garantire il livello determinato.
3. AI fine del raggiungimento dell'intesa si tiene apposita conferenza dei servizi che si svolge esclusivamente per via telematica. L'intesa si intende raggiunta con l'espressione favorevole di un numero di enti locali che rappresenta i tre quarti dei partecipanti, pesati rispetto alla popolazione residente; nel caso della Città metropolitana di Reggio Calabria la popolazione equivalente è data dalla somma della popolazione residente nel territorio della Città metropolitana e nel comune capoluogo.
4. Decorsi centoventi giorni dall'avvio della conferenza dei servizi, in caso di mancato raggiungimento dell'intesa, la Giunta regionale, tenendo conto delle posizioni prevalenti espresse in sede di conferenza dei servizi, determina il livello dei servizi minimi.
5. La determinazione del livello dei servizi minimi è trasmessa al Consiglio regionale, che entro sessanta giorni può apportarvi variazioni. Le variazioni, nel caso in cui sia stata raggiunta l'intesa di cui al comma 3, possono esclusivamente elevare il livello dei servizi minimi precedentemente definito.
6. La determinazione del livello dei servizi minimi è rivista con cadenza almeno decennale.
7. I servizi minimi sono i servizi necessari a garantire il livello dei servizi minimi, che devono essere previsti nel Programma pluriennale del trasporto pubblico locale e che devono trovare copertura sulle risorse di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 21.
Art. 6
(Tariffe)
1. La Giunta regionale, tenendo conto delle misure previste dall'Autorità di regolazione dei trasporti, sentito il parere della competente commissione consiliare e del Comitato della mobilità, stabilisce i criteri per la determinazione delle tariffe dei servizi di trasporto pubblico locale affidati ai sensi dell'articolo 16 in maniera uniforme su tutto il territorio regionale, eventualmente differenziandole in base alle caratteristiche del servizio, alle caratteristiche dell'utenza ed alle modalità di fruizione del servizio, con l'obiettivo della progressiva integrazione tariffaria.
2. Le variazioni delle tariffe sono efficaci nei limiti previsti dai contratti di servizio, con particolare riferimento alla lettera f) del comma 2 dell'articolo 16 e, qualora non compatibili con quelli vigenti, entrano in vigore all'avvio dell'esecuzione dei nuovi contratti che le prevedono. L'integrazione tariffaria costituisce valido motivo per la revisione dei contratti di servizio.
3. Le tariffe sono aggiornate in data 1 agosto di ogni anno, applicando il metodo del price-cap di cui all'articolo 2 della legge 14 novembre 1995, n. 481 (Norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità. Istituzione delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità), tenendo conto dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) al lordo dei tabacchi (dato ISTAT) e di indicatori di qualità effettiva del servizio erogato determinati in conformità ai criteri di cui al comma 1.
Art. 7
(Agevolazioni tariffarie)
1. Hanno diritto ad usufruire della libera circolazione sui servizi di trasporto pubblico locale affidati ai sensi dell'articolo 16, i residenti in Calabria appartenenti alle seguenti categorie:
a) invalidi con totale e permanente inabilità lavorativa (100 per cento) e con diritto all'indennità di accompagnamento;
b) ciechi totali, ciechi parziali e ipovedenti gravi.
2. Per usufruire del diritto alla libera circolazione i soggetti di cui al comma 1 devono munirsi di apposita tessera, rilasciata dall'amministrazione regionale in unico esemplare per invalido e accompagnatore, non utilizzabile disgiuntamente dal solo accompagnatore, effettuando apposita istanza per il tramite dei comuni di residenza o delle associazioni di categoria che ne hanno rappresentanza per legge, o che siano all'uopo riconosciute dalla Giunta regionale. La Giunta regionale determina le modalità e i diritti amministrativi per il rilascio delle tessere.
3. È fatto salvo:
a) quanto previsto dal punto 8 dell'articolo 100 del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753, nonché da altre norme dello Stato;
b) quanto previsto per i dipendenti delle imprese di trasporto pubblico locale dai contratti collettivi di lavoro;
c) quanto determinato dalla Giunta regionale e dall'ART- CAL in merito alla libera circolazione dei soggetti incaricati di funzioni ispettive e di monitoraggio sui servizi.
4. La compensazione per il diritto alla libera circolazione di cui al comma 1 è ricompresa nei corrispettivi previsti dai contratti di servizio, che tengono conto dei conseguenti minori ricavi tariffari previsti.
5. Le eventuali misure di agevolazione tariffaria attuate dalla Regione e dagli enti locali mediante il rimborso parziale agli utenti del prezzo del titolo di viaggio, fatte salve le deroghe autorizzate dalla Giunta regionale, sentito il parere del Comitato della mobilità, non possono superare le seguenti aliquote rispetto al prezzo nominale:
a) il 70 per cento del prezzo nel caso in cui l'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) è inferiore a 10.000 euro;
b) il 50 per cento del prezzo nel caso in cui l'ISEE è inferiore a 25.000 euro;
c) il 30 per cento negli altri casi.
Gli scaglioni dell'ISEE sono aggiornate in data 1 agosto di ogni anno dispari, con adeguamento all'inflazione secondo l'indice generale nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIG) al lordo dei tabacchi (dato ISTAT) dei due anni solari precedenti.
6. Le aliquote di cui al comma 5 sono incrementate del 20 per cento al verificarsi dei seguenti casi:
a) soggetti la cui età anagrafica è superiore a 70 anni compiuti;
b) invalidi di qualsiasi tipologia, aventi diritto ai sensi delle leggi dello Stato a provvidenze di natura economica o non economica;
c) minorenni orfani di almeno un genitore;
d) studenti frequentanti le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado appartenenti a nuclei familiari con almeno tre figli.
Art. 8
(Piano Attuativo del Trasporto Pubblico Locale)
1. Fra i piani di livello attuativo del Piano regionale dei trasporti è previsto il Piano attuativo del trasporto pubblico locale, che è approvato dal Consiglio regionale su proposta della Giunta regionale, sentito il parere del Comitato della mobilità.
2. Il Piano attuativo del trasporto pubblico locale tiene conto dei Piani urbani della mobilità e dei Piani di ambito della mobilità di cui al comma 7 dell'articolo 15, nonché degli altri piani in materia redatti in applicazione delle legge vigenti. A sua volta questi piani recepiscono gli indirizzi del Piano attuativo del trasporto pubblico locale. Esso è coerente con le previsioni del livello dei servizi minimi definito ai sensi dell'articolo 5.
3. Il Piano attuativo del trasporto pubblico locale, per ciascuno scenario previsto, in un'ottica di gerarchizzazione della rete:
a) recepisce la localizzazione dei nodi di I e Il livello, individuati nel Piano direttore del Piano regionale dei trasporti in misura complessiva massima di uno ogni 300.000 abitanti;
b) localizza i nodi di III e IV livello, in misura massima di uno ogni 30.000 abitanti, preferendo le soluzioni che favoriscono l'integrazione modale.
4. Conseguentemente i servizi di trasporto pubblico locale si suddividono gerarchicamente in:
a) collegamenti principali, se collegano fra loro i nodi di I, II e III livello;
b) collegamenti secondari, se collegano i nodi di IV livello fra loro o con i nodi di I, Il e III livello;
c) collegamenti di interscambio modale, se connettono terminali di diverse modalità di trasporto appartenenti allo stesso nodo ma non localizzati in adiacenza;
d) collegamenti urbani, se non appartengono ai casi precedenti e si svolgono interamente all'interno di un unico centro abitato, così come definito dall'articolo 3 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada);
e) collegamenti locali, se non appartengono ai casi precedenti.
5. Il Piano attuativo del trasporto pubblico locale definisce le strategie per perseguire gli obiettivi di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 2.
Art. 9
(Programma pluriennale del Trasporto Pubblico Locale)
1. La Giunta regionale, sentito il parere dell'ART-CAL e del Comitato della mobilità, approva il Programma pluriennale del trasporto pubblico locale entro novanta giorni dall'approvazione del bilancio pluriennale di cui all'articolo 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8. Il programma ha una durata minima di tre anni ed una durata massima pari alla durata del bilancio pluriennale, ed è aggiornato anche prima del termine previsto ove ne ricorrano le circostanze.
2. Il Programma pluriennale del trasporto pubblico locale è redatto tenendo conto delle strategie e degli indirizzi del Piano attuativo del trasporto pubblico locale e, qualora non siano in contrasto con esso, degli indirizzi dei Piani urbani della mobilità e dei Piani di ambito della mobilità di cui al comma 7 dell'articolo 15, nonché degli altri piani in materia redatti in applicazione delle leggi vigenti. Esso inoltre è redatto in conformità ai criteri di cui all'articolo 16 bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini, nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario), convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, e costituisce aggiornamento del piano di cui al comma 4 dello stesso articolo.
3. Il Programma pluriennale del trasporto pubblico locale prevede, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, la programmazione dei servizi affidati ai sensi dell'articolo 16, strutturata in due livelli:
a) livello regionale, con una definizione dettagliata dei servizi con indicazione delle linee e delle frequenze eventualmente specificate per fasce orarie, nel quale ordinariamente ricadono i servizi di cui alle lettere a), b) e c) del secondo periodo del comma 4 dell'articolo 8 e comunque i servizi di cui alle lettere a) e b) del comma 1 dell'articolo 3;
b) livello locale, con una definizione dei criteri da adottare nella definizione puntuale dei programmi di esercizio o con la previsione dei servizi a chiamata di cui alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 3, nel quale ricadono tutti i servizi non ricompresi nel caso precedente.
4. Esso prevede inoltre, sempre nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, gli investimenti da effettuarsi per infrastrutture, mezzi di trasporto, sistemi tecnologici e in generale beni mobili e immobili funzionali al trasporto pubblico locale, nonché le ulteriori azioni da perseguire per il raggiungimento degli obiettivi di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 2.
5. AI fine di assicurare la coerenza con i limiti delle risorse finanziarie, il Programma pluriennale del trasporto pubblico locale tiene conto della struttura dei corrispettivi associati ai contratti di cui all'articolo 16 e agli accordi di cui al comma 1 dell'articolo 20 già stipulati. Esso inoltre, per i contratti e gli accordi ancora non stipulati, oltre a fornire indicazioni generali sui loro contenuti, prevede, con criteri di massima, la quantificazione dei loro corrispettivi, sulla base di costi standard e di ricavi previsti.
6. Nel caso in cui l'ART-CAL, per i vincoli imposti dai contratti stipulati ai sensi dell'articolo 16, non riesca ad effettuare una definizione puntuale dei programmi di esercizio coerente con il Programma pluriennale del trasporto pubblico locale, lo rinvia con puntuali motivazioni alla Giunta regionale per la sua revisione. Nelle more della revisione, nei casi in cui la disponibilità
finanziaria non consenta di indugiare, l'ART-CAL provvede alla definizione dei programmi di esercizio nella misura che possa garantire la maggiore coerenza possibile con il Programma pluriennale del trasporto pubblico locale.
7. La Giunta regionale, in merito alla redazione del Programma pluriennale del trasporto pubblico locale, può richiedere un parere alla commissione consiliare competente.
Art. 10
(Comitato della Mobilità)
1. Il Comitato della mobilità ha funzioni consultive in materia di livello dei servizi minimi, tariffe e agevolazioni tariffarie, Piano attuativo del trasporto pubblico locale, Programma pluriennale del trasporto pubblico locale, nonché sulle ulteriori questioni di indirizzo politico-amministrativo in materia di trasporto pubblico locale.
2. Il Comitato della mobilità è convocato e presieduto dall'assessore regionale competente per materia.
3. Il Comitato della mobilità è costituito da rappresentanti volontariamente designati dagli enti locali, dalle università e dagli istituti di formazione di ogni ordine e grado calabresi, dalle associazioni dei consumatori e dei pendolari, dalle organizzazioni sindacali, dalle associazioni di categoria delle imprese, fra le quali quelle che rappresentano le imprese di trasporto pubblico locale. Alle riunioni del Comitato della mobilità, in relazione alle materie trattate, possono essere invitati per essere auditi i rappresentanti dei ministeri, delle autorità competenti, dei concessionari delle infrastrutture di trasporto, degli operatori che effettuano i servizi di trasporto pubblico locale, nonché degli altri soggetti che possono apportare a qualsiasi titolo un contributo.
4. La Giunta regionale determina la composizione e approva il regolamento di funzionamento del Comitato della mobilità. La composizione non deve essere superiore alle 25 unità, incluso l'assessore che lo presiede.
5. I componenti del Comitato della mobilità non hanno diritto ad alcun compenso. La Giunta regionale può prevedere il rimborso delle sole spese di missione.
Art. 11
(Osservatorio della Mobilità)
1. AI fine di migliorare l'organizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale e l'informazione all'utenza, nell'ambito delle strutture amministrative della Giunta regionale è istituito l'Osservatorio della mobilità, che svolge le seguenti funzioni:
a) produce una relazione annuale alla Giunta regionale, sulla base delle informazioni acquisite in applicazione del presente articolo;
b) mantiene aggiornate le basi dati relative alle informazioni acquisite in applicazione del presente articolo;
c) mantiene aggiornata la base dati georeferenziata della rete del trasporto pubblico locale;
d) effettua la misurazione degli indicatori di qualità effettiva del servizio erogato, di cui al comma 3 dell'articolo 6;
e) garantisce il libero accesso ai dati dell'offerta dei servizi di trasporto pubblico locale, incluse le informazioni in tempo reale sull'esecuzione degli stessi servizi, anche mediante canali telematici che ne consentano una consultazione rapida e integrata;
f) costituisce la competente struttura regionale per la ricezione dei reclami da parte dei passeggeri, e provvede a trasmetterli all'ART-CAL e, nei casi e nei modi previsti per legge, all'organismo di controllo statale per l'accertamento e l'eventuale irrogazione delle sanzioni;
g) acquisisce i dati relativi al monitoraggio dei parametri di inquinamento atmosferico, che l'ARPA-CAL effettua con stazioni fisse almeno per i comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti.
2. La Giunta regionale, sentito il Comitato della mobilità, determina con proprio provvedimento:
a) i dati economici e trasportistici che gli operatori che effettuano servizi di trasporto pubblico locale di cui alla presente legge, sia affidati ai sensi dell'articolo 16, sia autorizzati in regime di libero mercato ai sensi dell'articolo 17, devono trasmettere all'Osservatorio, nonché le modalità e le scadenze di trasmissione;
b) i sistemi informativi e telematici che gli operatori che effettuano servizi di trasporto pubblico locale devono utilizzare per la trasmissione all'Osservatorio delle informazioni sui servizi programmati ed effettuati e sugli utenti serviti, anche in tempo reale, per la gestione del rapporto contrattuale e per l'informazione all'utenza;
c) le indagini che l'Osservatorio deve effettuare, fra le quali indagini di customer satisfaction, garantendo l'eventuale necessaria copertura finanziaria aggiuntiva rispetto a quanto previsto dal comma 4;
d) i dati di cui l'Osservatorio della mobilità deve garantire la fruizione come dati di tipo aperto di cui al comma 3 dell'articolo 68 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale), con esclusione dei dati commerciali sensibili.
3. La Giunta regionale determina le sanzioni a carico degli operatori che effettuano servizi di trasporto pubblico locale che non rispettano gli obblighi di cui al comma 2, che possono prevedere la sospensione dell'erogazione di ogni corrispettivo o contributo in conto esercizio e conto capitale oppure sanzioni amministrative pecuniarie. Le violazioni sono comunicate dall'Osservatorio della mobilità all'ART-CAL, che irroga le sanzioni.
4. Le spese di funzionamento dell'Osservatorio della mobilità sono assicurate in misura del 20 per cento delle risorse di cui all'articolo 21, comma 3.
5. L'Osservatorio della mobilità, nell'affidamento delle indagini dalle quali possono scaturire sanzioni o penali contrattuali applicate agli operatori che effettuano servizi di trasporto pubblico locale, o comunque pregiudizio economico, valuta in maniera preferenziale il ricorso all'affidamento in house a società a partecipazione regionale sulle quali è esercitato il controllo analogo e che prestino la loro attività quasi esclusivamente per la Regione in ambiti diversi dal trasporto di passeggeri.
Titolo III
(Svolgimento dei servizi di trasporto pubblico locale)
Art. 12
(Bacino territoriale ottimale regionale)
1. I servizi di trasporto pubblico locale di cui alla presente legge sono organizzati ed erogati all'interno di un unico bacino territoriale ottimale regionale al fine di conseguire obiettivi di efficienza, efficacia, universalità del servizio e sostenibilità ambientale, promuovendo anche economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzare l'efficienza.
Art. 13
(Autorità regionale dei trasporti della Calabria (ART-CAL) e Agenzia regionale reti e mobilità)
1. L'ente di governo del bacino unico regionale è l'Autorità regionale dei trasporti della Calabria (ART-CAL), soggetto con personalità giuridica di diritto pubblico che opera in piena autonomia funzionale, indipendenza di giudizio e di valutazione. Le deliberazioni degli organi dell'ART- CAL sono validamente assunte senza necessità di ulteriori deliberazioni, preventive o successive, da parte degli organi della Regione e degli enti locali.
2. Le funzioni dell'ART- CAL sono:
a) la definizione periodica puntuale dei programmi di esercizio, coerentemente al Programma pluriennale del trasporto pubblico locale, ai programmi approvati ai sensi degli articoli 14 e 15 e alle previsioni dei contratti di servizio di cui all'articolo 16;
b) l'affidamento e l'esecuzione dei contratti di servizio; c) la stipula degli accordi di cui al comma 1 dell'articolo 20 con proprietari o concessionari dei beni strumentali all'effettuazione del servizio;
d) l'autorizzazione dei servizi a libero mercato di cui all'articolo 17;
e) la pubblicazione annuale della relazione sugli obblighi di servizio pubblico di cui al paragrafo 1 dell'articolo 7 del Regolamento (CE) n. 1370/2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007;
f) le ulteriori funzioni attribuite dall'articolo 3 bis del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito con modificazioni dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 e dalla presente legge;
g) la produzione di una relazione annuale contenente i dati di sintesi sulla definizione periodica puntuale dei programmi di esercizio e sulla sua articolazione rispetto ai soggetti competenti ad effettuarla, sui contratti di cui all'articolo 16 in corso di esecuzione e di affidamento, sugli accordi di cui al comma 1 dell'articolo 20 stipulati e da stipulare, sulle autorizzazioni di cui all'articolo 17 concesse, sulle sanzioni applicate, sulle eventuali criticità.
3. Gli organi dell'ART-CAL sono:
a) l'Assemblea;
b) il Presidente;
c) il Comitato istituzionale;
d) il Revisore dei conti.
4. Per tutti gli organi, ad esclusione del Revisore dei conti, non è prevista alcuna indennità di carica. Al solo Presidente spetta il rimborso delle spese sostenute.
5. L'Assemblea è costituita dal Presidente della Giunta regionale, dal Sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria, dai presidenti delle province e dai sindaci dei comuni della Calabria, ovvero da loro delegati. L'Assemblea è convocata e presieduta dal Presidente della Giunta regionale o dal suo delegato, ed esprime il proprio voto, ordinariamente per via telematica, esclusivamente nei casi previsti dalla presente legge. Il voto di ciascun componente dell'Assemblea ha un peso proporzionale alla popolazione residente nel territorio dell'ente che rappresenta; nel caso della Città metropolitana di Reggio Calabria la popolazione equivalente è data dalla somma della popolazione residente nel territorio della Città metropolitana e nel comune capoluogo.
6. Il Presidente è eletto dall'Assemblea e resta in carica per cinque anni. Nei primi tre scrutini risulta eletto il soggetto che riporta la maggioranza assoluta dei voti dei componenti, mentre al quarto scrutinio risulta eletto il soggetto che riporta la maggioranza relativa dei voti. In tutti i casi in cui la carica di Presidente è vacante, il Presidente della Giunta regionale nomina senza indugio un commissario, con le stesse funzioni del Presidente, fino alla sua elezione. Il Presidente:
a) assume la rappresentanza legale dell'ART-CAL;
b) presiede e convoca il Comitato istituzionale;
c) assume i provvedimenti di urgenza, nelle more delle deliberazioni del Comitato istituzionale, anche nei casi in cui esso non sia regolarmente costituito.
7. Il Comitato istituzionale è costituito dal Presidente dell'ART-CAL e da altri otto componenti dei quali:
a) due designati dal Consiglio regionale;
b) uno designato dalla Città metropolitana di Reggio Calabria;
c) uno eletto dalle province;
d) uno eletto dai comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti;
e) uno eletto dai comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti;
f) due eletti dall'Assemblea dell'ART-CAL.
8. Le elezioni avvengono in conformità al criterio di pesatura dei voti di cui al comma 5. Ciascun componente permane in carica per cinque anni e non ha diritto ad alcun compenso. Il Comitato istituzionale si intende regolarmente costituito se si è provveduto alla designazione o elezione di almeno quattro componenti oltre il Presidente. Il Comitato istituzionale delibera a maggioranza su tutti i provvedimenti di competenza dell'ART-CAL, ad esclusione di quelli che la presente legge riserva all'Assemblea e di quelli di cui alle lettere f) e g) del comma 9, e vigila sull'operato del Segretario generale e della Segreteria tecnico-operativa.
9. Il Segretario generale è nominato, su proposta del Presidente dell'ART-CAL, dal Presidente della Giunta regionale fra i dirigenti della Regione per una durata di quattro anni, prorogabili per una sola volta per ulteriori quattro anni. Il Segretario generale, avvalendosi della Segreteria tecnico-operativa:
a) cura l'istruttoria delle delibere del Comitato istituzionale;
b) esprime il parere di regolarità amministrativa sulle deliberazioni del Comitato istituzionale, senza esprimersi sulle valutazioni di natura discrezionale;
c) cura l'esecuzione delle delibere del Comitato istituzionale;
d) coordina la Segreteria tecnico-operativa con le funzioni dirigenziali;
e) assicura le risorse necessarie per il funzionamento del Nucleo ispettivo e ne designa il coordinatore in conformità al comma 12;
f) assume tutti i provvedimenti relativi all'esecuzione dei servizi a libero mercato, successivamente all'autorizzazione;
g) assume, nei casi in cui non sia stata conferita la delega di cui al comma 21, tutti i provvedimenti relativi all'esecuzione dei contratti di servizio, successivamente all'aggiudicazione, e tutti i provvedimenti relativi agli accordi di cui al comma 1 dell'articolo 20 con i proprietari o concessionari dei beni strumentali all'effettuazione del servizio, successivamente alla stipula dell'accordo.
10. La Segreteria tecnico-operativa costituisce la struttura amministrativa di supporto del Segretario generale. Il personale della Segreteria tecnico-operativa è individuato, con atto organizzativo della Giunta regionale, fra i dirigenti e i dipendenti della Regione e degli enti locali, in posizione di distacco funzionale.
11. Il Nucleo ispettivo costituisce la struttura finalizzata al controllo della quantità e qualità dei servizi erogati, avvalendosi anche .delle infrastrutture tecnologiche e delle informazioni fornite dall'Osservatorio della mobilità, e articolandosi anche in sedi periferiche. Il personale del Nucleo ispettivo è individuato, con atto organizzativo della Giunta regionale, fra i dirigenti e i dipendenti della Regione e degli enti locali, in posizione di distacco funzionale anche parziale, inclusi quelli appartenenti:
a) ai corpi e ai servizi di polizia provinciale, che mantengono le funzioni di espletamento dei servizi di polizia stradale, estendendo il territorio di competenza all'intero territorio regionale, in applicazione del comma 3 dell'articolo 5 del decreto legge 19 giugno 2015, n. 78 (Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali), convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2015, n. 125;
b) ai corpi e ai servizi di polizia municipale, che mantengono le funzioni di espletamento dei servizi di polizia stradale, nei limiti territoriali di cui all'articolo 12 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
12. I componenti del Nucleo ispettivo effettuano il controllo sui servizi di trasporto pubblico locale in piena autonomia, con il solo coordinamento funzionale di un soggetto scelto a sorte fra tre dei suoi componenti, designati dal Segretario generale, che resta in carica per tre anni non rinnovabili consecutivamente. Sul sito web dell'ART-CAL sono pubblicati cronologicamente i verbali dei controlli effettuati e il contenuto dei reclami e delle segnalazioni ricevuti dal Nucleo ispettivo e la conseguente sanzione irrogata, ovvero le motivazioni per le quali la sanzione non è stata irrogata.
13. Il Revisore dei conti è estratto a sorte fra i soggetti iscritti all'elenco di cui al comma 2 dell'articolo 2 della legge regionale 10 gennaio 2013, n. 2 (Disciplina del Collegio dei revisori dei conti della Giunta e del Consiglio regionale della Calabria), dura in carica per tre anni non rinnovabili consecutivamente e ha diritto a una indennità pari al 50 per cento di quella del Presidente del collegio dei revisori dei conti della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Calabria. Il Revisore dei conti:
a) vigila sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della gestione, anche mediante il controllo sugli atti dispositivi di spesa e sui risultati di gestione;
b) esprime parere preventivo sui provvedimenti inerenti l'ordinamento contabile e finanziario, sul bilancio preventivo e sulla compatibilità degli affidamenti di cui all'articolo 16 e degli accordi di cui al comma 1 dell'articolo 20 con le risorse disponibili;
c) redige apposita relazione contenente le proprie valutazioni sulla corrispondenza del conto consuntivo alle risultanze della gestione;
d) propone, ove ritiene ne ricorrano le circostanze, l'incremento delle percentuali di cui al comma 16;
e) esercita ogni altra funzione demandata dalla legge o dai regolamenti.
14. AI fine di garantire indipendenza di giudizio e di valutazione, la Regione e gli enti locali, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, separano da una parte le funzioni di gestione della partecipazione societaria e controllo delle società partecipate che nel loro oggetto sociale prevedono servizi per la mobilità dei passeggeri e dall'altra le funzioni istituzionali connesse alla mobilità dei passeggeri. La separazione avviene sia a livello di indirizzo politico-amministrativo sia a livello di attività amministrative, assicurando che gli assessori e le strutture amministrative competenti nelle due materie siano distinti.
15. Gli oneri complessivi per i contratti di servizio di cui all'articolo 16 e per gli accordi di cui al comma 1 dell'articolo 20 devono essere contenuti nei limiti finanziari previsti dal Programma pluriennale del trasporto pubblico locale. Il Programma tiene conto della percentuale di accantonamento annuale prevista dall'ART-CAL, di cui al comma 16, nel determinare le risorse finanziarie effettivamente disponibili per i servizi di trasporto pubblico locale.
16. AI fine di costituire un fondo di riserva per fare fronte ai possibili oneri finanziari non previsti che possono insorgere in ragione dell'affidamento e dell'esecuzione dei contratti di servizio o delle autorizzazioni dei servizi a libero mercato, lo 0,8 per cento delle risorse di cui al comma 1 dell'articolo 21 è accantonato annualmente dall'ART-CAL fino a che il fondo non raggiunga la misura dell'8 per cento delle anzidette risorse. In ragione del contenzioso esistente e della valutazione della probabilità di soccombenza, nonché di altre valutazioni pertinenti, l'ART-CAL può incrementare le percentuali di cui al presente comma.
17. Le spese di funzionamento dell'ART-CAL sono assicurate in misura del 20 per cento delle risorse di cui all'articolo 21, comma 3.
18. AI fine di ridurre i costi connessi al funzionamento dell'ART-CAL, le cui attività sono di interesse comune della Regione e degli enti locali, essa può stipulare con le strutture amministrative della Giunta regionale convenzioni ai sensi dell'articolo 15 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, al fine di avvalersi per quanto necessario di servizi e forniture di cui, per ragioni di economia di scala, non sarebbe efficiente la diretta acquisizione, dietro compensazione dei costi sostenuti dalla Giunta regionale. L'ART-CAL può inoltre avvalersi del comodato d'uso gratuito di immobili della Regione e degli enti locali e, anche temporaneamente, dei veicoli di proprietà dei corpi e dei servizi di polizia provinciale e polizia municipale.
19. Per quanto non disposto dalla presente legge, la Giunta regionale, previo parere della commissione consiliare competente, approva apposito regolamento che determina il funzionamento dell'ART-CAL, prevedendo eventualmente la possibilità di offrire nei limiti di legge agli enti locali assistenza tecnica connessa ai servizi pubblici locali.
20. Entro trenta giorni dalla costituzione dell'ART- CAL la Regione Calabria promuove il compimento di tutti gli atti necessari, nel rispetto delle disposizioni di legge, alla costituzione dell'Agenzia regionale reti e mobilità, in forma di società per azioni, i cui soci sono esclusivamente la Regione e l'ART - CAL; a tal fine, all'ART- CAL è assegnata, senza oneri a carico della stessa, la titolarità di azioni per un valore corrispondente al cinque per cento del capitale sociale.
21. La società di cui al comma 20 è costituita mediante scissione parziale della s.r.l. Ferrovie della Calabria per scorporazione del ramo d'azienda relativo alle attività di gestione e manutenzione delle infrastrutture della rete ferroviaria regionale non interconnessa, trattandosi di attività afferenti a un servizio di interesse generale necessario per il perseguimento delle finalità istituzionali della Regione Calabria.
22. L'ART- CAL delega all'Agenzia regionale reti e mobilità l'esercizio delle funzioni di cui al comma 2, lettere b) e c), trasferendo le risorse di cui all'articolo 21, comma 1, e definendo:
a) i servizi da mettere a gara e i relativi lotti funzionali; b) il contenuto dei contratti di servizio da aggiudicare; c) il contenuto degli accordi di cui all'articolo 20, comma 1.
23. L'Agenzia regionale reti e mobilità svolge, oltre a quelle previste nel comma 22, le seguenti funzioni:
a) cura la manutenzione e gestione della rete ferroviaria di cui alla lettera b) del comma 1 dell'articolo 3, e degli impianti e infrastrutture ad essa connessi, ed ordinariamente delle altre infrastrutture di trasporto di proprietà regionale;
b) attua le procedure di progettazione e realizzazione delle infrastrutture di trasporto di proprietà della Regione;
c) provvede all'acquisto del materiale rotabile nonché dei beni mobili strumentali per l'effettuazione del servizio, al fine di metterlo a disposizione dell'operatore aggiudicatario;
d) offre servizi complementari e funzionali alle attività di trasporto.
24. Lo statuto dell'Agenzia regionale reti e mobilità prevede:
a) quali organi dell'Agenzia:
1) l'Assemblea dei soci;
2) il Consiglio di amministrazione;
3) il Collegio sindacale;
b) la seguente composizione del Consiglio di amministrazione:
1) il Presidente ed un componente, nominati dal Presidente della Giunta regionale;
2) un componente eletto dall'Assemblea dei soci;
c) l'assunzione, da parte del Presidente del Consiglio di amministrazione, della rappresentanza legale dell'Agenzia regionale reti e mobilità;
d) la composizione del Collegio sindacale di tre membri effettivi e due sindaci supplenti dei quali: 1) due membri effettivi, tra cui il presidente, ed uno supplente sono nominati dal Consiglio regionale;
2) un membro effettivo ed un supplente sono eletti dall'Assemblea dei soci.
25. La Giunta regionale definisce, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, lo schema dello statuto dell'Agenzia regionale reti e mobilità e le modalità e i termini per la sua costituzione.
26. Le spese di funzionamento dell'Agenzia regionale reti e mobilità, determinate in misura dell'80 per cento delle risorse di cui all'articolo 21, comma 3 sono trasferite all'Agenzia dall' ART -CAL.
27. In caso di inerzia dell'ART-CAL o dell'Agenzia regionale reti e mobilità nell'esercizio delle rispettive funzioni, la Giunta regionale fissa un congruo termine per provvedere. Qualora l'inerzia perduri dopo la scadenza del termine fissato, la Giunta regionale nomina un commissario ad acta che esercita i necessari poteri sostitutivi.
Art. 14
(Servizi comunali e metropolitani)
1. Le funzioni di definizione di massima dei programmi di esercizio di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 13 sono svolte dalla Città metropolitana di Reggio Calabria, per i servizi che interessano il comune capoluogo e l'ambito del proprio territorio individuato dalla stessa Città metropolitana, che non sono individuati di livello regionale nel Programma pluriennale del trasporto pubblico locale.
2. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 15, le funzioni di definizione di massima dei programmi di esercizio di cui alla lettera a) del comma 2 dell'articolo 13 sono svolte:
a) dai comuni di popolazione superiore ai 15.000 abitanti per i servizi che si svolgono all'interno del territorio comunale e che non sono individuati di livello regionale nel Programma pluriennale del trasporto pubblico locale;
b) dai comuni che mettono a disposizione dell'ART-CAL per i servizi di trasporto pubblico locale risorse finanziarie del proprio bilancio, nei limiti delle risorse messe a disposizione.
3.In caso di inerzia nell'esercizio delle funzioni di cui ai commi 1 e 2, l'ART-CAL esercita i poteri sostitutivi, con spese a carico dell'ente locale inadempiente.
4. Mediante intesa con la Regione Sicilia, e sentita la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto per il relativo parere consultivo, possono essere istituiti servizi di trasporto pubblico locale nell'Area integrata dello Stretto costituita dalle Città metropolitane di Reggio Calabria e Messina. In tal caso, nelle forme previste dall'intesa, l'Area integrata dello Stretto costituisce un bacino ottimale interregionale e all'ente di governo partecipa la Città metropolitana di Reggio Calabria. Il servizio di trasporto di veicoli effettuato con apposite navi tra le due sponde dello Stretto di Messina può essere oggetto di accordo ai sensi del comma 1 dell'articolo 20 e messo a disposizione dell'operatore aggiudicatario del servizio.
5. Restano di competenza della Città metropolitana le funzioni di promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di proprio interesse ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 7 aprile 2014, n. 56.
Art. 15
(Ambiti territoriali e comitati d'ambito)
1. L'ART-CAL può istituire i seguenti ambiti territoriali non sovrapposti:
a) di area urbana, costituiti dal territorio di un comune di popolazione superiore ai 15.000 abitanti e dal territorio di comuni contigui, su proposta congiunta dei comuni interessati;
b) di area vasta, costituiti dal territorio contiguo di più comuni di popolazione complessiva almeno pari a 150.000 abitanti, su proposta della Città metropolitana o delle province territorialmente competenti o su proposta congiunta dei comuni interessati;
c) di area a domanda debole, costituiti dal territorio contiguo di più comuni di popolazione complessiva almeno pari a 15.000 abitanti, con una densità abitativa inferiore a 100 abitanti/kmq, su proposta della Città metropolitana o delle province territorialmente competenti o su proposta congiunta dei comuni interessati.
2. L'istituzione degli ambiti territoriali di area urbana e di area vasta deve soddisfare i requisiti stabiliti dall'Assemblea dell'ART -CAL, con particolare riferimento alle caratteristiche della domanda di trasporto:
a) nei casi di ambiti territoriali di area urbana è possibile aggregare i comuni nel cui territorio ricade un unico centro abitato, così come definito dall'articolo 3 del decreto legislativo 30 aprile 1992 n. 285, e i comuni limitrofi che soddisfano determinate condizioni relativamente alla domanda di trasporto che gravita sul centro abitato individuato;
b) nei casi di ambiti territoriali di area vasta è possibile aggregare i comuni all'interno del cui territorio si esaurisce integralmente lo spostamento di una aliquota minima della domanda di trasporto generata e attratta dagli stessi comuni.
3. L'Assemblea dell'ART -CAL può stabilire requisiti per l'istituzione degli ambiti territoriali di area a domanda debole.
4. Ad ogni ambito territoriale è associato un comitato d'ambito, costituito in una delle forme associative di cui al Capo V, Titolo II, Parte I del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico degli Enti Locali). L'Assemblea dell'ART-CAL può stabilire le forme associative dei comitati d'ambito.
5. AI Comitato d'ambito sono delegate le funzioni di definizione di massima dei programmi di esercizio di cui all'articolo 13, comma 2, lettera a), per i servizi che si svolgono all'interno dell'ambito territoriale e che non sono individuati di livello regionale nel Programma pluriennale del trasporto pubblico locale.
6. In caso di inerzia nell'esercizio delle funzioni di cui al comma 5, l'ART - CAL, dopo aver fissato un congruo termine per provvedere, esercita le stesse funzioni sostituendosi al Comitato d'ambito. In caso di reiterata inerzia, l'ART - CAL sopprime l'ambito territoriale.
7. L'istituzione degli ambiti territoriali comporta i seguenti obblighi di redazione di strumenti di pianificazione:
a) nel caso di ambiti territoriali di area urbana, i comuni che lo costituiscono devono redigere un Piano urbano della mobilità, di cui all'articolo 22 della legge 24 novembre 2000, n. 340 (Disposizioni per la delegificazione di norme e per la semplificazione di procedimenti amministrativi -Legge di semplificazione 1999), integrato sull'intera area;
b) nel caso di ambiti territoriali di area vasta e di ambiti territoriali di area a domanda debole, la Città metropolitana o le province territorialmente competenti redigono dei Piani di ambito della mobilità, in ragione delle competenze loro attribuite dall'articolo 1, commi 44 e 85, della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni dei comuni), con l'obiettivo di soddisfare al meglio i fabbisogni di mobilità della popolazione, ridurre gli impatti ambientali, aumentare i livelli di sicurezza del trasporto e della circolazione stradale, minimizzare l'uso individuale dell'automobile privata, aumentare la percentuale di cittadini trasportati dai sistemi di trasporto collettivi anche con soluzioni diverse dai servizi di linea.
Art. 16
(Affidamenti e contratti di servizio)
1. L'affidamento dei servizi avviene in conformità alla normativa comunitaria e nazionale vigente, tenendo conto delle misure previste dall'Autorità di regolazione dei trasporti e delle indicazioni dell'Autorità per la concorrenza e il mercato relativamente all'individuazione dei lotti, ricorrendo in via ordinaria al modello di remunerazione a costo netto, nel quale il rischio commerciale e i ricavi tariffari sono di competenza dell'operatore.
2. I contratti di servizio sono predisposti in conformità alla normativa comunitaria e nazionale vigente tenendo conto delle misure previste dall'Autorità di regolazione dei trasporti, garantendo mediante adeguati meccanismi incentivanti e sanzionatori il conseguimento degli obiettivi di cui ai commi 1 e 2 dell'articolo 2.
3. I contratti di servizio in particolare prevedono:
a) che i corrispettivi unitari siano aggiornati annualmente applicando il metodo del price-cap di cui all'articolo 2 della legge 14 novembre 1995, n. 481, tenendo conto dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) al lordo dei tabacchi (dato ISTAT);
b) la più ampia possibilità di variazione dei servizi successivamente all'affidamento, secondo criteri chiari e stabiliti preventivamente all'affidamento, il più possibile quantitativi, che determinano le conseguenti variazioni del corrispettivo;
c) che la variazione del corrispettivo complessivo, per ciascun anno al netto di quanto previsto dalla lettera a), discendente dalle variazioni apportate ai servizi ai sensi della lettera b), sia contenuta entro dei limiti pari al massimo al 5 per cento in aumento e in diminuzione, ad eccezione dei casi di modifiche apportate al livello dei servizi minimi o al Piano attuativo del trasporto pubblico locale, oppure di scostamento rispetto al raggiungimento degli obiettivi previsti dall'articolo 16 bis del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;
d) che il superamento dei limiti di cui alla lettera c), possibile solo nei casi eccezionali previsti nella stessa lettera, sia comunque fissato entro valori massimi compresi fra il 15 per cento e il 30 per cento in aumento e fra il 10 per cento e il 20 per cento in diminuzione in un periodo di 5 anni;
e) che variazioni di più ampia entità possano essere conseguenti esclusivamente a disposizioni normative comunitarie o nazionali;
f) la possibilità, secondo criteri chiari e stabiliti preventiva mente all'affidamento e rispettando il criterio dell'equilibrio economico-finanziario, di compensare variazioni del livello complessivo delle tariffe, in aumento e in diminuzione entro il 10 per cento in un periodo di 5 anni, attraverso variazioni rispettivamente in diminuzione e in aumento dei corrispettivi; le variazioni dei corrispettivi di cui alla presente lettera non concorrono al calcolo dei limiti delle variazioni di cui alle lettere c) e d);
g) l'opzione di proroga della durata del servizio, entro i limiti di cui al paragrafo 3 e al paragrafo 4, se applicabile, dell'articolo 4 del Regolamento (CE) n. 1370/2007, da esercitarsi entro un congruo termine antecedente alla scadenza del contratto, finalizzata principalmente ai casi di ritardi nelle procedure di affidamento, di allineamento temporale delle procedure di affidamento, ove ciò sia opportuno o necessario, di procrastinamento dei nuovi affidamenti per consentire il recepimento nell'oggetto della prestazione di quanto si determinerà in esito a processi in corso di revisione del livello dei servizi minimi o del Piano attuativo del trasporto pubblico locale;
h) le sanzioni nei casi di superamento di predefinite soglie di evasione tariffaria, definendo le modalità campionarie di rilevazione del tasso di evasione e tenendo conto, anche eventualmente come esimente, dei modelli organizzativi aziendali utilizzati per il contrasto all'evasione;
i) le sanzioni associate alle violazioni delle norme sulla sicurezza, dei contratti collettivi di lavoro e delle disposizioni di cui all'articolo 19.
4. Deroghe a quanto previsto dalle lettere c) e d) del comma 3 devono essere approvate dal Consiglio regionale ed eventualmente dagli enti locali finanziatori, con specifico riguardo agli obblighi di cui al comma 5. Deroghe a quanto previsto dalla lettera f) del comma 3 devono essere approvate dalla Giunta regionale.
5. Gli oneri finanziari derivanti dai contratti di servizio comportano l'obbligo di garantire, per l'intera durata contrattuale e per l'eventuale periodo di proroga di cui alla lettera g) del comma 3, nei bilanci della Regione e degli enti locali finanziatori, le necessarie risorse finanziarie, almeno nei limiti in cui l'eventuale riduzione non trova compatibilità con le previsioni contrattuali di cui alle lettere c) e d) del comma 3.
Art. 17
(Servizi a libero mercato e autorizzazioni)
1. I servizi a libero mercato sono consentiti:
a) nei casi in cui siano individuati preventivamente agli affidamenti di cui all'articolo 16 fra i servizi non necessari a garantire il livello dei servizi minimi e che comunque, nei limiti delle risorse disponibili, non possono essere garantiti mediante i contratti di servizio in maniera più adeguata ai bisogni della comunità;
b) nei casi di cui all'articolo 1, comma 2, alle condizioni dell'intesa prevista oppure, in assenza dell'intesa, qualora l'altra Regione interessata non manifesti il diniego.
2. L'autorizzazione è rilasciata dall'ART-CAL, previa acquisizione della documentazione antimafia di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136), e verifica esclusivamente dei requisiti previsti da normative comunitarie e statali. L'autorizzazione prevede l'itinerario e le fermate autorizzate, lasciando ampia libertà sulle restanti caratteristiche dell'offerta e sulle tariffe. L'autorizzazione è della durata massima di cinque anni e decade qualora non siano più soddisfatti i requisiti di cui al comma 1.
3. I servizi a libero mercato sono comunque soggetti agli obblighi di cui all'articolo 11, ed in particolare l'operatore deve fornire preavviso di almeno trenta giorni sulla variazione dell'offerta e delle tariffe e sulla cessazione del servizio.
Art. 18
(Sanzioni agli utenti)
1. Gli utenti dei servizi di trasporto pubblico locale sono tenuti a munirsi di idoneo e valido titolo di viaggio, a convalidarlo secondo le modalità stabilite all'inizio e, se previsto, anche al termine delle corse utilizzate, a conservarlo nonché ad esibirlo a richiesta degli agenti accertatori per l'intera durata del percorso e nei terminali di accesso/egresso. Qualora il mancato rispetto della vidimazione all'inizio e, ove prevista, al termine delle corse non consenta l'addebito corretto del costo del titolo di viaggio, esso si intende pari a quello corrispondente al massimo costo possibile nei limiti della rete regionale e della singola giornata.
2. L'inosservanza degli obblighi di cui al comma 1 comporta l'applicazione della sanzione amministrativa da un minimo di 31,34 euro ad un massimo di 104,47 euro, oltre l'importo del titolo di viaggio. Nel caso di reiterazione della violazione entro cinque anni o nel caso in cui il pagamento della sanzione non avvenga entro trenta giorni dalla contestazione immediata o dalla notificazione, la sanzione è raddoppiata.
3. La sanzione di cui al comma 2 è ridotta a 5,22 euro per gli utenti titolari di idoneo e valido abbonamento nominativo, a condizione che esso sia esibito, contestualmente al pagamento della predetta sanzione, entro dieci giorni dalla contestazione immediata o dalla notificazione del verbale, presso la sede legale dell'impresa di trasporto o presso le ulteriori sedi indicate nel verbale di contestazione, di cui nel caso di servizi affidati ai sensi dell'articolo 16 almeno una nel territorio della provincia dove è stata contestata la violazione.
4. I beneficiari delle agevolazioni tariffarie sono puniti con la sanzione amministrativa da 313,42 euro a 1.044,75 euro nel caso di mancato possesso di uno o più dei requisiti stabiliti per il riconoscimento del beneficio. È fatta salva l'eventuale responsabilità penale.
5. Le misure minime e massime delle sanzioni amministrative sono aggiornate in data 1 agosto di ogni anno dispari, in misura pari all'indice nazionale dei prezzi al consumo per !'intera collettività (NIC) al lordo dei tabacchi (dato ISTAT) dei due anni solari precedenti.
6. Le violazioni amministrative previste a carico degli utenti sono applicate ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale). Tale norma trova diretta applicazione per quanto non espressamente previsto nel presente articolo.
7. Su designazione di ciascuna impresa che effettua servizi di trasporto pubblico locale, sia affidati ai sensi dell'articolo 16, sia autorizzati in regime di libero mercato ai sensi dell'articolo 17, l'ART-CAL autorizza gli agenti incaricati dell'accertamento e della contestazione delle violazioni di cui al presente articolo, che acquisiscono la qualifica di agente di polizia amministrativa. I soggetti sono designati fra i dipendenti dell'impresa. Essi devono essere dotati di apposito documento di riconoscimento rilasciato dall'impresa.
8. Gli agenti accertatori possono effettuare le verifiche e i controlli previsti dalla legge 24 novembre 1981, n. 689, compresi quelli necessari per l'identificazione del trasgressore. Gli agenti hanno competenza su tutti i servizi per i quali l'impresa è beneficiaria dei ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di viaggio, anche eventualmente in parte per effetto di integrazione tariffaria.
9. Gli agenti accertatori contestano, ove possibile, immediatamente e personalmente al trasgressore le violazioni di cui al presente articolo. Se non è possibile la contestazione immediata, copia del verbale di contestazione deve essere notificato all'interessato o a chi è tenuto alla sua sorveglianza entro il termine di novanta giorni dalla contestazione e in questo caso sono dovute le spese di notifica.
10. Decorsi inutilmente sessanta giorni dalla contestazione immediata o dalla notificazione, l'impresa provvede all'ordinanza-ingiunzione ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 18 della legge 24 novembre 1981, n. 689. L'ordinanza-ingiunzione è emessa dal rappresentante legale dell'impresa o da un suo delegato e costituisce titolo esecutivo.
11. I proventi delle sanzioni amministrative applicate agli utenti dei servizi di trasporto pubblico locale sono assimilati ai ricavi tariffari dell'impresa che ha irrogato la sanzione, con l'obbligo di rendicontazione separata rispetto a ricavi ordinari.
12. Eventuali diritti di esazione per la vendita dei titoli di viaggio a bordo dei mezzi possono essere previsti a condizione dell'esistenza di adeguati canali di vendita alternativi o di sistemi di bigliettazione elettronica. L'importo di tali diritti non può essere superiore alla metà dell'importo minimo della sanzione amministrativa applicabile agli utenti sprovvisti di idoneo e valido titolo di viaggio. La Giunta regionale, per i servizi affidati ai sensi dell'articolo 16, determina l'importo di tali diritti aggiuntivi e le condizioni alle quali i canali di vendita alternativi sono considerati adeguati.
13. I contratti di servizio prevedono le sanzioni per le imprese che effettuano servizi di trasporto pubblico locale affidati ai sensi dell'articolo 16 che superino certe soglie di evasione tariffaria, definendo le soglie, le modalità I campionarie di rilevazione del tasso di evasione e "importo delle sanzioni.
Art. 19
(Risorse umane)
1. L'adozione di misure di tutela dell'occupazione costituisce elemento di valutazione dell'offerta in sede di affidamento del servizio mediante procedura di gara e costituisce elemento da valutarsi favorevolmente fra le motivazioni alla base dell'affidamento diretto del servizio. In particolare possono essere valutate:
a) la maggiore disponibilità, all'atto del subentro, al trasferimento del personale in servizio presso gli operatori uscenti;
b) la maggiore disponibilità, in corso di esecuzione del contratto e in caso di necessità di assunzione di nuovo personale, di ricorrere all'eventuale personale in esubero in servizio presso operatori titolari di contratto di servizio relativi ad altri lotti di affidamento, secondo modalità chiaramente definite prima dell'affidamento.
2. Fermo restando quanto previsto dal comma 1, qualora dall'esito delle procedure di affidamento derivi la sostituzione del soggetto gestore, l'azienda subentrante assume prioritariamente il personale dipendente delle aziende che gestivano in precedenza il servizio di trasporto, mantenendone tutte le condizioni economiche e normative derivanti dal contratto collettivo nazionale di lavoro e dalla contrattazione integrativa aziendale, a condizione che il loro numero e la loro qualifica siano armonizzabili con l'organizzazione d'impresa prescelta dall'imprenditore subentrante e con le sue strategie aziendali.
3. I contratti di servizio prevedono obblighi di formazione del personale.
Art. 20
(Beni strumentali)
1. L'ART-CAL, anche avvalendosi dell'Agenzia regionale reti e mobilità, mette a disposizione dell'operatore aggiudicatario o assicura allo stesso, alle condizioni previste dal contratto di servizio, anche onerose, "accesso alle reti, agli impianti, alle infrastrutture, e in generale ai beni mobili e immobili individuati come strumentali all'effettuazione del servizio, tramite la stipula di accordi giuridicamente vincolanti con il proprietario o concessionario dei beni, in relazione alla natura giuridica e all'assetto proprietario dei beni stessi, nel rispetto degli articoli 101, 102 e 106 del TFUE e delle misure previste dall'Autorità di regolazione dei trasporti. In particolare:
a) per i servizi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera a), per la rete ferroviaria, l'accordo è stipulato in conformità alle previsioni di cui all'articolo 23 del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112 (Attuazione della direttiva 2012/34/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico);
b) per i servizi di cui all'articolo 3, comma 1, lettera d), per i terminali di proprietà della Regione e degli enti locali, salvo che non vi siano impedimenti, l'accordo è a titolo non oneroso e consente all'operatore l'utilizzo gratuito almeno degli stalli.
2. La Regione può avocare a sé la stipula dell'accordo di cui alla lettera a) del comma 1 e in generale la stipula di accordi di cui al comma 1 con gli enti che esercitano funzioni statali e con i loro concessionari.
3. Gli oneri finanziari derivanti dal comma 1 comportano l'obbligo di garantire nei bilanci della Regione e degli enti locali finanziatori le necessarie risorse finanziarie, per l'intera durata delle obbligazioni giuridicamente vincolanti assunte.
4. Il cofinanziamento di beni immobili o mobili in favore degli operatori affidatari dei servizi ai sensi dell'articolo 16, concesso in conformità a quanto previsto dagli articoli 107 e 108 del TFUE, comporta:
a} il vincolo di destinazione al trasporto pubblico locale regionale per gli stessi beni per l'intera vita utile per i beni mobili e in perpetuo per i beni immobili;
b) l'obbligo di cessione al subentrante, se al momento del subentro non è scaduto il vincolo di destinazione di cui alla lettera a), al prezzo di mercato sottratte le eventuali quote di ammortamento residue della quota parte di cofinanziamento pubblico e, nel caso in cui non si pervenga a un accordo fra le parti sul prezzo, nelle more della definizione giudiziale della controversia fra le parti, i beni sono messi immediatamente a disposizione del nuovo operatore dietro pagamento di un corrispettivo provvisorio determinato in misura delle quote di ammortamento residue della quota parte cofinanziata dall'operatore uscente;
c} il divieto dell'utilizzo, anche temporaneo, dei beni cofinanziati per servizi a libero mercato, a meno che i provvedimenti di finanziamento non lo prevedano, e comunque alla condizione che, se non è scaduto il vincolo di destinazione di cui alla lettera a), sia restituita la quota parte di ammortamento corrispondente al cofinanziamento pubblico associabile al periodo di utilizzo. In assenza di specificazione nei provvedimenti di finanziamento, ai fini del calcolo dell'ammortamento di cui al presente comma si assumono le seguenti durate della vita utile: 15 anni per gli autobus, 30 anni per il materiale rotabile ferroviario e tramviario, 30 per impianti, macchinari, officine, depositi, fabbricati, altre infrastrutture e terreni, 5 anni per investimenti in tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
4. Gli affidamenti relativi agli operatori subentranti possono, in maniera coerente i contratti o gli accordi con gli operatori uscenti, assoggettare a disciplina analoga a quella del subentro, di cui alla lettera b) del comma 3, altri beni immobili o mobili, tenendo conto delle misure previste dall'autorità di regolazione dei trasporti.
Titolo IV
Disposizioni finanziarie, transitorie e finali
Art. 21
(Norma finanziaria)
1. Le risorse finanziarie per l'esecuzione dei servizi di trasporto pubblico locale affidati ai sensi dell'articolo 16 e per gli accordi di cui all'articolo 20, comma 1, sono trasferite all'ART- CAL e sono garantite:
a) dal fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale di cui all'articolo 16-bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;
b) da risorse autonome di bilancio regionale;
c) da risorse del bilancio degli enti locali.
2. Le risorse di cui alla lettera a); per la quota parte il cui accertamento in entrata è legato al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla legge, possono essere utilizzate per la programmazione dei servizi e trasferite all'ART- CAL anche prima dell'accertamento, fino alla concorrenza dell'importo più basso fra:
a) il valore che è ragionevolmente ipotizzabile che sia effettivamente accertato in entrata in relazione al prevedibile raggiungimento degli obiettivi;
b) il valore di un apposito fondo di riserva finalizzato a compensare l'eventuale residuo attivo non riscosso.
3. Le risorse finanziare per il funzionamento dell'ART- CAL, dell'Agenzia regionale reti e mobilità e dell'Osservatorio della mobilità, nelle misure previste dall'articolo 11, comma 4, e dell'articolo 13, commi 17 e 26, sono garantite nei seguenti modi:
a) sul bilancio regionale, in misura dello 0,50 per cento delle somme trasferite all'ART- CAL per le finalità di cui all'articolo 13, comma 15;
b) sul bilancio regionale, in misura dello 0,50 per cento dei ricavi tariffari netti dei servizi affidati ai sensi dell'articolo 16 nell'anno di competenza, così come previsti dall'ultimo Programma pluriennale del trasporto pubblico locale approvato prima della redazione del bilancio di previsione ovvero, in mancanza, in misura uguale all'ultimo dato dell'Osservatorio nazionale sulle politiche del trasporto pubblico locale;
c) dagli enti locali, in misura dello 0,50 per cento delle somme trasferite all'ART- CAL per le finalità di cui all'articolo 13, comma 15;
d) da una tassa applicata alle imprese che effettuano servizi di trasporto pubblico locale, autorizzati in regime di libero mercato ai sensi dell'articolo 17, in misura dello 0,50 per cento dei ricavi tariffari netti, le cui modalità e scadenze di pagamento e sanzioni sono determinate dalla Giunta regionale.
4. I proventi derivanti dall'applicazione delle sanzioni alle imprese di trasporto irrogate dall'ART- CAL sono utilizzati dalla stessa Autorità, dall'Osservatorio della mobilità o da altre strutture della Giunta regionale, in conformità alle determinazioni della Giunta regionale, con la finalità del miglioramento della qualità dei servizi mediante progetti di innovazione organizzativa e tecnologica, formazione, informazione all'utenza, cooperazione interregionale e internazionale.
Art. 22
(Provvedimenti urgenti per garantire la continuità dei servizi di trasporto pubblico locale)
1. AI fine di evitare il pericolo imminente di interruzione dei servizi di trasporto pubblico locale di passeggeri su strada di interesse regionale, i cui attuali affidamenti sono in scadenza alla data del 31 dicembre 2015, e nelle more dell'effettivo affidamento dei predetti servizi da parte dell'ART-CAL, in attuazione dell'articolo 13 e dell'articolo 16, la Regione può assumere le determinazioni in ordine all'adozione di provvedimenti di emergenza ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 5, del Regolamento (CE) n. 1370/2007 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2007, relativo ai servizi pubblici di trasporto di passeggeri su strada e per ferrovia. I provvedimenti di emergenza di cui al presente comma hanno decorrenza dal 1 gennaio 2016 e una durata, non prorogabile, non superiore a due anni.
2. La Regione affida ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 6, del Regolamento (CE) n. 1370/2007 i servizi pubblici di trasporto di passeggeri per ferrovia, in conformità alle informazioni già pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea ai sensi del dell'articolo 7, paragrafo 2, del Regolamento (CE) n. 1370/2007, anche in deroga alle previsioni dell'articolo 16.
3. La Regione pubblica la relazione sugli obblighi di servizio pubblico di cui all'articolo 7, paragrafo 1, del Regolamento (CE) n. 1370/2007.
Art. 23
(Disposizioni transitorie)
1. Il Programma pluriennale del trasporto pubblico locale può essere approvato fino al 2016 in assenza della definizione del livello dei servizi minimi, avendo tuttavia cura di definire al suo interno il livello essenziale delle prestazioni. Lo stesso programma può essere altresì approvato in assenza del Piano attuativo del trasporto pubblico locale, finché quest'ultimo strumento non è vigente.
2. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge il Presidente della Giunta regionale nomina un commissario con le funzioni di avviare la costituzione dell'ART-CAL ed assumere sin dalla sua costituzione le funzioni di tutti gli organi non ancora costituiti dell'ART-CAL. L'attuazione del presente comma è effettuata senza nuovi oneri sul bilancio regionale.
3. Le più estese agevolazioni tariffarie previste dall'articolo 7 rispetto alla previgente normativa entrano in vigore con gli affidamenti di cui all'articolo 22.
4. Nel bilancio di previsione della Regione per l'anno finanziario 2016 e nel bilancio pluriennale contestualmente approvato sono garantite le risorse di cui all'articolo 21. La tassa di cui alla lettera d) del comma 3 dell'articolo 21 entra in vigore dal 1 gennaio 2016.
5.Entro sessanta giorni dall'approvazione del bilancio di previsione della Regione per l'anno finanziario 2016, è trasferita all'ART-CAL la titolarità dei contratti di servizio di cui all'articolo 22. Contestualmente sono trasferite le risorse necessarie a dare copertura ai contratti di servizio per l'anno finanziario 2016, durante il quale non si applicano le previsioni del comma 16 dell'articolo 13.
6. Con preavviso di sei mesi, e comunque entro la scadenza dei contratti stipulati ai sensi del comma 1 dell'articolo 22, l'ART-CAL dispone la cessazione di tutti gli eventuali affidamenti che dovessero risultare in precedenza effettuati dagli enti locali.
7. La Giunta regionale può approvare appositi regolamenti con validità triennale finalizzati a disciplinare, per quanto di competenza regionale:
a) i servizi di trasporto pubblico che presentino caratteristiche innovative e siano allo stadio di sperimentazione, di studio o di sviluppo, inclusi quelli di cui all'articolo 3, comma 2, lettere b) e c), se presentano tali caratteristiche;
b) i servizi complementari al trasporto pubblico, quali a titolo esemplificativo i servizi di mobilità con veicolo condiviso; c) i servizi di cui all'articolo 1, comma 3.
8. La Giunta regionale, previo parere della competente commissione consiliare, adotta una fascia unitaria che preveda un corrispettivo unico per i servizi extraurbani e uno per i servizi urbani.
9. Nelle more della costituzione della città metropolitana di Reggio Calabria i regolamenti e gli statuti di cui all'articolo 13 regolano le posizioni del comune capoluogo e della provincia. Negli altri casi il comune capoluogo e la provincia possono assumere le funzioni attribuite alla città metropolitana di Reggio Calabria, sempre nelle more della sua costituzione, se vi è intesa fra essi.
Art. 24
(Abrogazioni)
1. Sono abrogate le seguenti disposizioni normative, insieme a tutte le loro modifiche ed integrazioni: la legge regionale 14 aprile 1986, n. 15; la legge regionale 29 febbraio 1988, n. 3; la legge regionale 7 agosto 1999, n. 23; la legge regionale 28 dicembre 2006, n. 18; la legge regionale 27 dicembre 2012, n. 67 ad eccezione dell'articolo 6; l'articolo 36 della legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69. Sono altresì abrogate tutte le disposizioni incompatibili con la presente legge. Restano abrogate le disposizioni già abrogate dalle norme di cui al presente comma.
2. Sono fatti salvi i rapporti giuridici sorti e gli effetti prodotti dalle leggi abrogate con il presente articolo.
Art. 25
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione.
Art. 1
(Finalità)
1. La Regione Calabria, in armonia con i principi fondamentali stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato e applicando il principio di sussidiarietà nei rapporti con le autonomie territoriali e funzionali, riconosce l'alto valore dei percorsi turistici di carattere religioso tradizionalmente radicati nel territorio.
2. Nell'ottica di una più completa valorizzazione del patrimonio storico e artistico, la presente legge si pone l'obiettivo di potenziare gli itinerari che costituiscono espressione autentica e peculiare della cultura rappresentata dai Santuari Mariani della tradizione religiosa calabrese.
3. E' prevista la programmazione di progetti e proposte a favore del turismo orientato verso i Santuari Mariani siti nel territorio della Regione Calabria.
Art. 2
(Coinvolgimento delle
rappresentanze regionali presso l'Unione Europea)
1. La Regione
Calabria svolge, attraverso i propri organismi operanti nelle sedi comunitarie,
azioni dirette ad ottenere l'inserimento dei percorsi turistici Mariani in
territorio calabrese tra gli itinerari culturali europei riconosciuti dalla
competente Agenzia del Consiglio d'Europa, ai sensi della risoluzione del
Comitato dei Ministri dell'Unione Europea n. 52 dell'8.12.2010.
Art. 3
(Sostegno finanziario)
1. La Regione Calabria sostiene e supporta le iniziative degli Enti Locali, anche costituiti in forma consociativa, tendenti a realizzare le finalità della presente legge, attraverso attività collegate alle mete di pellegrinaggio di spiccata rilevanza legate alla devozione mariana.
2. La Giunta regionale ripartisce le somme stanziate nei Piani annuali regionali, di cui all'articolo 7, tra i soggetti riconosciuti ai sensi di quanto disposto dalla presente legge.
Art. 4
(Riconoscimento)
1. Entro sessanta
giorni dall'entrata in vigore della presente legge, con delibera di Giunta
regionale, vengono individuati i criteri di scelta dei requisiti che dovranno
essere posseduti dai soggetti destinatari delle iniziative e degli interventi
di cui al Piano annuale e delle relative risorse.
Art. 5
(Borse di studio)
1. Sulla base di apposito bando indetto
dall'Assessorato alla Cultura, Istruzione e Ricerca sono conferite borse di
studio annuali a favore di studenti che intendono approfondire lo studio e la
conoscenza degli itinerari mariani concernenti il patrimonio storico ed
artistico dei santuari e dei luoghi di culto ubicati nel territorio regionale,
nonché i processi di integrazione europea nel settore del turismo religioso.
Art. 6
(Destinazione di risorse)
1. La Regione ripartisce, sulla base dei Piani annuali di
cui all'articolo 7, risorse adeguate per la sempre più diffusa conoscenza delle
peculiarità riguardanti i luoghi del culto mariano aventi maggiore capacità di
attrazione di flussi turistici, esistenti nel territorio regionale, per
l'incremento delle presenze di visitatori ed il miglioramento dell'offerta di
accoglienza ed ospitalità.
2. Gli interventi di natura finanziaria volti a beneficio
delle attività dirette ad agevolare e potenziare i flussi turistici verso i
Santuari, nonché a rendere più elevati gli standard di qualità dei servizi
resi, sono destinati, in via prioritaria, agli organismi di più antica
fondazione, che hanno ottenuto il prescritto riconoscimento.
Art. 7
(Piani annuali regionali)
1. La Giunta regionale, sentito il parere della
commissione consiliare competente, approva, entro il mese di giugno di ogni
anno, Piani annuali regionali per l'attuazione di iniziative; interventi e
programmi di intervento, tesi alla realizzazione degli obiettivi della presente
legge, tenendo conto delle indicazioni provenienti dalla Conferenza Episcopale
Calabrese e delle esigenze rappresentate dagli Enti Locali, e definisce i
criteri da seguire per l'erogazione dei finanziamenti.
2. Prima dell'approvazione, il Piano nel suo complesso è
presentato alla Conferenza Episcopale Calabrese per l'espressione del parere
definitivo.
3. Gli Enti Locali, in forma singola o associata, che
intendono concorrere alla ripartizione dei fondi sulla base del Piano annuale,
sono tenuti ad elaborare apposite progettazioni potenzialmente idonee a
conseguire le finalità di cui all'articolo 1 ed a trasmetterle all'Assessorato
al Turismo entro due mesi dall'approvazione del Piano annuale regionale.
Art. 8
(Progetti degli Enti Locali)
1. I progetti degli Enti Locali
possono riguardare, in coerenza con i Piani di cui all'articolo 7:
a) la costruzione, il recupero,
l'ampliamento e l'ammodernamento di strutture necessarie per favorire ed
incentivare la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei beni culturali
ubicati nei luoghi sede di Santuari Mariani;
b) l'acquisizione di
attrezzature indispensabili per l'accoglienza dei pellegrini;
c) l'installazione di
impianti destinati a salvaguardare e ad incrementare la fruibilità dei beni
culturali esistenti lungo gli itinerari individuati;
d) lo svolgimento di
manifestazioni ed iniziative atte a valorizzare il patrimonio storico,
artistico e monumentale e le attività di comunicazione connesse;
e) le attività informative
attraverso supporti multimediali, funzionali alla diffusione delle conoscenze
in tema di percorsi della devozione mariana e beni di rilevanza
storico-artistica esistenti lungo tali percorsi.
Art. 9
(Valutazione dei progetti degli
Enti Locali)
1. L'esame dei progetti presentati dagli Enti Locali, ai
sensi degli articoli 7 ed 8, è affidato ad una Commissione di Valutazione, costituita
da personale interno appartenente alla Regione Calabria, nominata con delibera
di Giunta regionale. I componenti della suddetta Commissione non hanno diritto
alla corresponsione dì compensi, gettoni, emolumenti, indennità o rimborsi
spese comunque denominati.
2. I lavori della Commissione si articolano nelle due
fasi dell'ammissibilità formale e della valutazione di merito.
3. Tra i requisiti obbligatori figura il riconoscimento
disposto a norma del precedente articolo 4.
4. Sulla base dei punteggi attribuiti, in ragione dei
criteri dettati nel Piano Annuale, viene redatta dalla Commissione e trasmessa
all'organo competente per l'approvazione, apposita graduatoria, ai fini
dell'ammissione a finanziamento dei progetti.
5. L'individuazione degli interventi da ammettere a
finanziamento viene effettuata con deliberazione della Giunta regionale.
Art. 10
(Norma finanziaria)
1.
Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari per
l'esercizio finanziario 2015.
2.
Per l'esercizio
2016, agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, quantificati
in euro 180.000,00 si provvede:
-quanto ad euro 150.000,00 con le
risorse disponibili alla UPB U.002.002.001.004, capitolo U2201041501 dello
stato di previsione della spesa del bilancio, il cui stanziamento viene ridotto
del medesimo importo;
-quanto ad euro 30.000,00 con le
risorse disponibili alla UPB U.005.002.001.002, capitolo U5201026101 dello
stato di previsione della spesa del bilancio, che viene ridotto del medesimo
importo.
1.
La disponibilità
finanziaria di euro 180.000,00 di cui al comma precedente è utilizzata
nell'esercizio 2016 ponendo la competenza della spesa a carico della UPB
U.002.002.001.004 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al
documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002,
n. 8.
2.
Per gli anni
successivi, agli oneri quantificati a regime in euro 180.000,00 annuali, si
provvede, nei limiti consentiti dalla effettiva disponibilità di risorse
autonome allocate alla UPB U.002.002.001.004, con la legge di approvazione del
bilancio di previsione annuale e con la legge di stabilità regionale di
accompagnamento.
3.
Per l'attuazione
degli interventi di cui all'articolo 5, la Regione si riserva di finanziare le
attività ivi previste mediante ulteriori risorse di provenienza comunitaria
della nuova programmazione 2014-2020, per quanto compatibili con la normativa
ed i regolamenti in vigore.
Art. 11
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione.