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LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
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n.13
SEDUTA Di GIOVEDì 3 DICEMBRE 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL VICEPRESIDENTE
FRANCESCO D’AGOSTINO
INDICE
La seduta è aperta si dia lettura del
verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni
presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, considerata la
gravità delle notizie che coinvolgono
Chiedo che
questa discussione avvenga in Consiglio, attraverso una informativa della
Giunta. Grazie.
Pongo in
votazione la richiesta di inserimento del punto all’ordine del giorno, così
come avanzata dal consigliere Guccione.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha
facoltà.
Presidente, ho formulato richiesta di inserimento all’ordine del
giorno del progetto di legge numero 50/10^ che è modificativo della legge
regionale 21 agosto 2007, numero 18, in materia di “Usi civici”. Chiedo che
venga inserito all’ordine del giorno e trattato nella seduta odierna.
Pongo in
votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno del progetto di
legge proposto dal consigliere Mirabello.
(Il
Consiglio approva)
Il primo punto all’ordine
del giorno riguarda la proposta
di legge numero 25/10^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante:
“Disposizioni in materia di personale della Regione Calabria”.
Il
consigliere Sergio, relatore del provvedimento, ha facoltà di svolgere la
relazione.
Signor
Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, la
presente proposta di legge si inserisce nel contesto della più complessiva
riorganizzazione del personale della Regione Calabria diretta a rendere
razionali e funzionali le scelte organizzative dell'Amministrazione,
finalizzandole al raggiungimento degli scopi istituzionali e degli indispensabili
obiettivi di efficienza e di efficacia assegnati, nonché alla riduzione della
spesa di personale prevista dal decreto così detto “Salva Roma”.
Con il
progetto di legge si intende riproporre la legge regionale numero 34/2010 che
aveva introdotto nell'ordinamento regionale l'istituto della risoluzione
anticipata del rapporto di lavoro.
Il
progetto di legge è costituito da due articoli.
L'articolo
1 disciplina i tratti dell'istituto in undici commi. Al comma 1 è definito
l'ambito di applicazione della legge che si riferisce ai dipendenti della
Regione Calabria assunti a tempo indeterminato che prestano la loro attività
lavorativa da almeno cinque anni. I predetti soggetti possono presentare, nel
triennio 2016-2018, domanda di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro a
fronte della corresponsione di un indennizzo pari a sette dodicesimi della
media di retribuzione lorda percepita nell'ultimo anno e per un periodo massimo
fino al raggiungimento del limite di età e comunque non superiore a cinque anni.
I commi 2
e 3 disciplinano il procedimento di presentazione delle istanze di risoluzione
da parte dei dipendenti regionali ed in particolare le diverse finestre
temporali di presentazione.
Il comma 4
definisce i criteri che
L'introduzione
di questo comma costituisce una condizione di salvaguardia per una eventuale
onerosità sopravvenuta del provvedimento considerato che, così formulata, non
configura un diritto soggettivo del dipendente a risolvere unilateralmente il
rapporto di lavoro, ma lo subordina ad un procedimento valutativo motivato da
parte dell'amministrazione.
Il comma 5
definisce le modalità di erogazione dell'incentivo.
Il comma 6
introduce un'ulteriore indennità suppletiva pari ad ulteriori tre mensilità
sempre della retribuzione lorda definita al precedente comma 1.
Il comma 7
introduce ulteriori precisazioni nelle modalità di determinazione
dell'indennità.
Il comma 8
estende i benefici dell’esodo anche al personale regionale trasferito alle
province in virtù della legge regionale 34/2002. Tale disposizione era già
contenuta nella precedente norma regionale sull’esodo di cui all’articolo 13
della legge regionale 34/2010.
Il comma 9
pone il divieto di instaurare rapporti di lavoro a qualunque titolo o comunque
di stipulare con i dipendenti cessati dal servizio incarichi di consulenza,
collaborazione studio ricerca con l'amministrazione regionale e con i suoi enti
e società regionali per i cinque anni successivi alla risoluzione del rapporto
di lavoro.
Il comma
10 introduce una specifica esclusione per coloro che hanno già raggiunto i
requisiti di pensione alla data della risoluzione anticipata.
Infine il
comma 11 indica i capitoli ai quali imputare le somme necessarie alla copertura
finanziaria.
L'articolo
2 stabilisce la clausola di invarianza degli oneri finanziari che viene
commentata nella successiva parte di relazione. Grazie.
Nessuno
chiede di parlare? Per
La posizione della Giunta
è per un ulteriore approfondimento,
da fare in tempi brevi, di alcuni aspetti tecnici relativi al disegno di legge, in modo particolare per
quanto riguarda la legittimità costituzionale di affidare alla legge la determinazione del quantum retributivo indennitario.
A questo proposito
chiede un rinvio alla prima seduta utile, impegnandosi fin da ora nell’analisi
in dettaglio di questa questione anche in comparazione con le altre leggi regionali della Puglia e del Piemonte che non hanno subito
questioni di costituzionalità.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà.
Presidente, nulla quaestio rispetto a questo approfondimento, ci mancherebbe altro. Solo che
erano stati presentati alcuni emendamenti in virtù dello slittamento dei termini per quanto riguarda la quantificazione che,
comunque, non andava oltre il limite massimo consentito. Quindi, chiedo che in
questo approfondimento
si tenga conto di queste piccole puntualizzazioni contenute negli emendamenti
che io stesso ho presentato.
Sarà la sede adatta anche perché alcuni di questi emendamenti riguardano i mesi su
cui parametrare l’indennità.
Pongo in votazione la richiesta
di rinvio del provvedimento ad altre seduta.
(Il Consiglio approva)
Il secondo
punto all’ordine del giorno recita proposta
di legge numero 59/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario
Il
consigliere Aieta, relatore, ha facoltà di svolgere
la relazione.
Signor Presidente, nella seduta
del 1° dicembre la seconda Commissione bilancio ha discusso della proposta di legge numero 59 di iniziativa della Giunta
regionale che è “Approvazione del
rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario
In quella seduta abbiamo approfondito i temi
di questo rendiconto con la presenza del direttore
generale, De Cello, e del Vicepresidente con
delega al bilancio, professor Viscomi.
Come è noto, il rendiconto è un documento
contabile nel quale sono dimostrati i risultati ottenuti da tutte le operazioni
di gestione compiute in un esercizio ed è un mezzo di ricognizione che misura i
risultati dell’amministrazione e consente, ovviamente,
un giudizio anche politico e non solo amministrativo sull’operato degli
amministratori.
Il documento contabile di cui oggi discutiamo
è stato approvato dalla Giunta regionale il 21
luglio 2015 ed è stato trasmesso per il giudizio di parifica alla Corte dei conti che ha espresso detto giudizio di parifica con
eccezione del risultato della situazione finanziaria riportata nel prospetto all’articolo
11.
Ovviamente
Questo
rendiconto si compone di due parti: il conto di bilancio che è il rendiconto
finanziario, che mostra i risultati della gestione finanziaria in relazione
alle previsioni e autorizzazioni di bilancio, e il conto generale del
patrimonio, che è il rendiconto patrimoniale, in cui si riportano i valori di
beni mobili ed immobili con le variazioni intervenute nel corso dell’esercizio.
Nella corposa relazione che introduce il
provvedimento, i colleghi consiglieri troveranno rappresentata la situazione
finanziaria della Regione.
Su questa proposta si è espresso il Collegio
dei revisori dei conti che ha dichiarato, durante la seduta della Commissione, il proprio parere favorevole con la raccomandazione che nella
relazione al rendiconto venga dato atto delle modalità di recepimento delle
osservazioni contenute nella relazione di parifica della Corte dei conti.
Mi
preme solo aggiungere che questa proposta di legge, che è la numero
Comunico che non sono stati presentati
emendamenti. Prima di passare alla votazione dell’articolato, ricordo che il
Collegio dei revisori ha espresso parere favorevole sul provvedimento.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente
della Giunta regionale, ne ha facoltà.
Presidente, chiedo la
sospensione della seduta per tenere una riunione di Giunta
per approvare il riaccertamento straordinario dei residui e rientrare poi immediatamente in Aula.
Pongo in votazione la richiesta di
sospensione avanzata dalla Giunta.
(Il Consiglio approva)
La seduta è sospesa.
Proseguiamo col punto tre all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 98/10^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di
previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015 e del
bilancio pluriennale 2015/2017”.
La parola al relatore del provvedimento,
consigliere Aieta.
Signor Presidente, sempre nella
seduta del 1° dicembre,
Con questo provvedimento che segue
all’approvazione del rendiconto consuntivo dell’anno 2014 sono state
determinate le definitive risultanze contabili.
Questa manovra di assestamento, che è scaturita
da una questione squisitamente
tecnica, è limitata ovviamente alle difficoltà
finanziarie che dominano l’attuale scenario nazionale.
Con questa manovra vengono autorizzate maggiori spese nel triennio 2015-2017
per circa 124 milioni di euro
di cui 83 milioni di euro
solo nell’anno 2015.
La copertura finanziaria per l’esercizio in corso è garantita
attraverso: l’utilizzo di maggiori entrate; l’utilizzo ed il risparmio
derivante dalla minore spesa per le rate di ammortamento dei mutui e minori rate non pagate a
seguito della rimodulazione
dei mutui stessi.
Come già anticipato nella relazione sul
rendiconto nella relazione all’assestamento la parte
discrezionale utilizzata dalla Giunta, a cui sono seguite le decisioni
dell’amministrazione regionale prima e del Consiglio regionale poi, è
utilizzata per la copertura di alcune spese di carattere obbligatorio. Mi
riferisco a pignoramenti che sono stati presentati presso la tesoreria
regionale, debiti pregressi, ovviamente anche per effettuare accantonamenti
previsti dalla legge e per rimpinguare capitoli specifici che in sede di
predisposizione del bilancio 2015 presentavano stanziamenti sottodimensionati.
Questo assestamento ha
occupato
Anche a questa discussione
hanno preso parte, arricchendola di contributi importanti, il direttore
generale De Cello e il Vicepresidente con delega al
bilancio, professor Viscomi.
Anche questo punto, così come
il rendiconto generale, è stato approvato alla unanimità.
Nessuno
chiede di intervenire, pertanto procediamo con l’esame del provvedimento. C’è
il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.
Presidente, scusi, non c’è
la discussione su questo?
PRESIDENTE
Ho chiesto se qualcuno intende intervenire
dopo il relatore.
Non dovrebbe essere relatore l’assessore al bilancio?
PRESIDENTE
Intende intervenire, consigliere
Guccione?
Ci deve essere una relazione
dell’assessore al bilancio che ci illustra il
provvedimento.
Ci sarà, infatti, lei mi ha
bloccato, consigliere.
Come?
PRESIDENTE
Vuole intervenire consigliere Guccione?
Sì, ma vorrei conoscere
l’impianto dell’assestamento. Di solito si fa così: l’assessore
illustra con la relazione l’assestamento del bilancio, altrimenti il dibattito
su cosa avviene? Scusate.
Parere della Giunta?
(Interruzione)
Venendo incontro alla richiesta
dell’Aula credo che sia il caso, rinviando alla relazione del disegno di legge,
di precisare alcune questioni sull’assestamento. Con questo disegno di legge
vengono autorizzate maggiori spese nel triennio 2015/2017 per 124 milioni di
euro circa.
Di questi 124, 83 milioni di
euro sono impegnati nell’anno 2015. La copertura finanziaria per l’esercizio in
corso è garantita per 40 milioni, con l’utilizzo delle entrate derivanti dalla
manovra regionale relativa all’anno di imposta
Per 20 milioni con l’utilizzo
dei risparmi derivanti dalla minore spesa per le rate di ammortamento dei mutui
non tirati previsti nel bilancio di previsione e per 22,4 milioni per minori
rate non pagate a seguito della rimodulazione dei mutui.
Al netto della riallocazione
delle economie vincolate e dei residui riaccertati,
la parte discrezionale è stata utilizzata in via prioritaria per la copertura
di spese di carattere obbligatorio, dei pignoramenti subiti presso la tesoreria
regionale, per i debiti pregressi, per effettuare gli accantonamenti previsti
dalla legge e per rimpinguare quei capitoli che in sede di predisposizione del
bilancio 2015 presentavano stanziamenti al disotto del fabbisogno determinato a
legislazione vigente.
In particolare, gli
incrementi di stanziamento hanno riguardato in via principale: la copertura
della spesa derivante da atti giudiziali di pignoramento per 21,1 milioni di
euro; la copertura degli oneri da contenzioso per 10 milioni di euro; il fondo
di accantonamento per le perdite di esercizio delle società e delle aziende
regionali per circa 3,1 milioni di euro; il fondo per la copertura dei debiti
pregressi per circa 1,7 milioni di euro; la quota annuale del disavanzo di 32
milioni di euro acclarato dalla Corte dei conti in
sede di chiusura del rendiconto 2014, da ripianare in sette anni, per un
importo di 4,47 milioni di euro nell'esercizio 2015; le spese obbligatorie del
Consiglio regionale per l'importo di 3,2 milioni di euro; la copertura del
maggiore fabbisogno per le attività realizzate nell'anno da Azienda Calabria
Verde nel settore della forestazione per una spesa complessiva di euro 19
milioni di cui euro 2 milioni nell'esercizio finanziario 2015, euro 8 milioni
nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 9 milioni nell'esercizio finanziario
2017; la copertura del maggiore fabbisogno per spese obbligatorie di
funzionamento per circa 3 milioni di euro; la copertura degli oneri per il
personale derivanti dall'applicazione delle disposizioni in materia di
miglioramento dell'efficienza dei servizi per gli anni 2014 e 2015 per
l'importo complessivo di euro 6 milioni di euro di cui euro 1 milione 790
nell'esercizio finanziario 2015 ed euro 4 milioni 600 nell'esercizio
finanziario 2016.
La copertura del maggiore
fabbisogno per spese di personale di Arsac, Arcea e Azienda Calabria Lavoro per un importo complessivo
di 6,3 milioni di euro; la quota 2015 delle spese di funzionamento delle
Province non previste in bilancio per circa 5 milioni di euro; la quota non
coperta nel bilancio 2015 per garantire gli stipendi del personale precario di
cui alle leggi regionali numero 15 e numero 28 del 2008.
la copertura della maggiore
spesa derivante dalla erogazione dei servizi socio- assistenziali da parte
delle strutture sociali private e da parte dei Comuni per gli anni 2014 e 2015
per un importo complessivo di 27 milioni di euro, di cui 7 milioni di euro nel
2015, 10 milioni nel 2016 e 10 milioni nel 2017; la copertura finanziaria dei
maggiori oneri derivanti dall'erogazione dei servizi socio-sanitari per una
spesa complessiva di euro 13,5 milioni di euro circa.
Tutte le variazioni apportate
ai capitoli finanziati con le risorse autonome sono in ogni caso evidenziate
nella legge relativa all'assestamento di bilancio e nei relativi allegati.
Credo che appaia evidente la ratio degli
interventi proposti. Pur consapevoli dell'ingente ammontare delle richieste
finanziarie presentate dai dipartimenti regionali, il compito fondamentale e
proprio della politica è di stabilire l'ordine delle priorità e in tale
prospettiva l'attenzione è stata rivolta essenzialmente a ripartire le risorse
disponibili per far fronte a situazioni socialmente rilevanti, soprattutto sul
piano occupazionale, per saldare situazioni debitorie pregresse e assicurare il
fabbisogno per spese classificate come obbligatorie, evitando duplicazioni di
risorse in presenza di fonti di finanziamento nazionale o comunitarie.
Tuttavia, l'analisi della
situazione contabile conferma la necessità di intervenire anche sul piano
organizzativo soprattutto sul versante dei pignoramenti, dei debiti fuori
bilancio e della adeguatezza dei flussi informativi interdipartimentali.
Al riguardo, si può
anticipare che in sede di riorganizzazione della struttura burocratica è stata
prevista l'istituzione in ogni dipartimento di una specifica struttura
dirigenziale cui affidare la competenza in materia di gestione delle procedure
esecutive e la responsabilità in materia di flussi informativi aventi carattere
economico-finanziario al fine di assicurare, superando una logica proprietaria
– che è perversa e che produce effetti perversi - la condivisione delle informazioni,
la tempestività delle risposte e la costante attenzione agli equilibri di
bilancio.
La costruzione di politiche
pubbliche e la gestione della quotidianità amministrativa senza adeguata
attenzione alle politiche ed agli equilibri di bilancio non possono che
produrre effetti perversi, con grave danno per la stabilità economico-
finanziaria della regione e per le stesse attese dei cittadini.
In realtà occorre riflettere
– e questa credo sia la sede più importante per farlo – sul rapporto fra
riforma del sistema contabile ed elaborazione delle politiche pubbliche che
sempre più richiedono una attenta e preventiva valutazione della relativa
sostenibilità economico-finanziaria.
Sostenibilità vuol dire, in
concreto, equilibrio costante e dinamico fra entrate ed uscite.
Su questo punto due elementi
sembrano incidere in modo significativo, soprattutto in un contesto segnato da
tagli pesanti nel trasferimento delle risorse e dalle condizioni di crisi
economica.
Per un verso, l'azione
amministrativa deve essere tale da assicurare le condizioni di contesto che
legittimano l'erogazione delle risorse nazionali e comunitarie, sempre più
condizionate a sistemi stringenti di rendicontazione e controllo in itinere.
In qualche misura, occorre
prendere atto che l'azione amministrativa, tradizionalmente attenta al momento
della spesa, deve essere adeguatamente riorientata
alle condizioni che consentono un adeguato flusso in entrata.
La vicenda dello sblocco
recente di una parte delle risorse comunitarie è, da questo punto di vista,
molto istruttiva, dal momento che le regole di bilancio non consentono di
spendere ora le risorse maturate negli ultimi anni ma erogate, tutte insieme,
dopo un periodo di sospensione provocato da una serie di incertezze di
carattere organizzativo e gestionale.
Proprio per questo motivo il
presidente Oliverio è impegnato da tempo non solo in
un'azione di recupero di fondi stanziati ma non erogati - penso, ad esempio,
alle risorse Cipe - ma anche in una interlocuzione
continua con il Governo, al fine di ottenere l'adozione di specifiche norme di
legge che consentano l'utilizzazione integrale delle risorse comunitaria anche
al di là dei vincoli di equilibrio di bilancio.
C’è un ultimo punto sul quale
ritengo opportuno richiamare l’attenzione: il sistema contabile cui siamo tutti
vincolati non aiuta per nulla ma anzi deprime le possibilità di politiche
pubblica proattive, orientate all'animazione del sistema produttivo.
In questa prospettiva, il
rendiconto dimostra in modo evidente le conseguenze sull'economia regionale
derivanti dalle regole sull'armonizzazione contabile che, di fatto, insieme
alle regole ferree del pareggio di bilancio, introdotte nel 2015 ed ancora più
stringenti dal 2016, impediscono le spese per investimenti e riducono la stessa
capacità di pagamento.
Anche per questi motivi, è
importante che la rinnovata attenzione verso il Meridione non si risolva
soltanto sul versante infrastrutturale ma ricomprenda anche l'elaborazione di
nuove regole di bilancio in grado di sostenere la ripresa produttiva mediante
l'agevolazione delle spese di investimento.
Su questo versante si gioca
probabilmente il futuro della Regione Calabria e più in generale delle Regioni
meridionali perciò abbiamo tutti bisogno di un nuovo pensiero anche sulle
politiche di bilancio e sui sistemi di contabilità.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sculco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente
del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri,
intervengo per esprimere il mio voto favorevole alla proposta di legge
sull’assestamento di bilancio. Tuttavia, su questo argomento, non posso esimermi dal rilevare, come del resto ho già
fatto ampiamente nell’apposita Commissione che ha esaminato la proposta ora
all’esame del Consiglio e come ho già fatto anche con diverse dichiarazioni
alla stampa, che questa proposta di assestamento che stiamo esaminando e discutendo non contiene, anzi esclude due specifiche
misure di intervento che riguardano questioni che io considero di estrema
rilevanza ed importanza: una riguarda un primo parziale, parzialissimo,
modesto e del tutto insufficiente finanziamento della legge regionale che
sostiene i centri antiviolenza, argomento sul quale vorrei ricordare che, in
occasione della discussione sul bilancio di previsione, era stato assunto
impegno unanime da parte di questo Consiglio a voler provvedere con questo
assestamento. Invece questo non c’è e nella stessa Commissione bilancio, per
ricordare l’impegno ed ottenere coerenza e rispetto dell’impegno, ho
ripresentato l’emendamento ed è stato respinto.
Questo lo considero un torto
ed una grave inadempienza nei confronti del fenomeno della violenza alla donna
che, attraverso i centri, trova segnali di attenzione, di sostegno, di
accoglienza, di supporto e, naturalmente, di solidarietà. Questo è un fatto, un
fatto rispetto al quale non posso che provare un forte disappunto, per non dire
altro, e a nulla vale ogni giustificazione che, magari, verrà avanzata in
questo Consiglio, che esiste già apposito trasferimento nazionale, che comunque
non è sufficiente; gli stessi destinatari li abbiamo sentiti ed ascoltati, li
abbiamo incontrati tutti in occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro
la violenza alla donna, e tutti abbiamo dichiarato e sostenuto che avremmo fatto, invece non abbiamo fatto.
Questa è la verità! Perché se bastava e si riteneva sufficiente il
finanziamento nazionale, non ci sarebbe stata un’apposita legge nazionale che
da tempo è inattiva, è arida e priva di risorse.
Confesso
di essermi sentita e di sentirmi tuttora molto delusa e mi sarei aspettata un
pizzico di attenzione non verso la mia persona, ma verso questa situazione.
Secondo
intervento che mi aspettavo fosse presente e contenuto nella manovra di
assestamento riguarda il fenomeno della cosiddetta “lingua blu”, che ha
interessato gli allevatori della Calabria, provocando lutto per la perdita di
numerosissimi capi di bestiame e, di conseguenza, un gravissimo danno economico
per gli allevatori, problema che meritava e merita una dovuta considerazione e
attenzione per dare un segnale di
vicinanza, di sostegno, di solidarietà nei confronti di un’importante categoria
produttiva della nostra regione.
Anche
qua e anche su questo problema, molti di noi hanno potuto constatare direttamente
la gravità della situazione, molti di noi hanno visitato i luoghi, i tanti
luoghi nei quali si è verificato questo fenomeno, molti di noi hanno incontrato
e discusso direttamente con gli allevatori e con le loro organizzazioni e, in
ognuna di queste circostanze e di questi luoghi, si è detto che avremmo assunto
iniziative adatte e idonee a garantire un primo ristoro, ma questo non è
avvenuto.
Anche questo
è un fatto, un fatto che provocherà delusione e rammarico non solo nella
sottoscritta, ma nei lavoratori interessati.
Consentitemi anche di dire,
per smentire clamorosamente alcune affermazioni e rilievi che nelle ore passate
sono stati fatti nei miei confronti, sostenendo che mi occuperei di una sorta
di autonomismo territoriale, di fatti parziali, che sarei alfiere di spinte
localistiche, come se questo fosse un peccato mortale e non, invece, un pregio
rispetto a chi, solitamente, si occupa di “aria fritta”, vorrei ricordare che
il patrimonio zootecnico della Calabria pascola e bruca l’erba sull’intero
territorio della nostra regione e non solo qua e là, in qualche sperduto luogo
della Calabria.
Anche le tante donne, che
sono vittime di violenza e di sofferenza – ripeto – di violenza e di
sofferenza, come testimoniano i dati che sono stati ampiamente diffusi persino
da organizzazioni internazionali, vorrei ricordare che non sono localizzate e
concentrate in qualche smarrito luogo della Calabria, ma, purtroppo – e lo dico
con apprensione e con forte preoccupazione – le donne vittime di violenze sono
ovunque, purtroppo sono ovunque, come testimonia la diffusione dei centri
antiviolenza che operano su tutto il territorio regionale.
E poi – e mi rivolgo
all’amico consigliere Bevacqua – nel comunicato che
hai fatto ieri in risposta ad una mia intervista, mi permetto di dirti, con
umiltà e a bassa voce, che avresti fatto bene a fermarti al punto del primo
capoverso, al massimo al secondo del tuo comunicato, cioè in quella parte dove
sostieni di essere d’accordo sostanzialmente su tutto con me, su tutte le considerazioni
che ho fatto e che ho fatto a voce alta, alla luce del sole e non di nascosto e
che alcuni altri, invece, spesso, riferiscono bisbigliando, unicamente
bisbigliando.
Voglio dirti, senza offesa e,
se me lo consenti, anche con amicizia, che tutto il resto di quanto da te
scritto e detto contraddice la prima parte delle tue dichiarazioni e
considerazioni ed esprime valutazioni sulla democrazia, sul valore e il
significato dell’unità, sul concetto di maggioranza, addirittura sulle “visioni
generali”.
Vorrei dire, sempre con
amicizia e con affetto, che qui non siamo in una caserma, che non c’è nessun
caporal maggiore che impartisce ordini e disposizioni e che gli elettori,
quelli che più solennemente chiamiamo il “popolo sovrano”, hanno scelto e
deciso liberamente chi eleggere, ed hanno deciso sempre liberamente a quale
coalizione affidare la funzione di governo e a quale affidare la funzione di
opposizione e non, invece, a parte di essa o, peggio, ad alcuni di essa.
Sono stata eletta dal popolo
e ne ho piena consapevolezza, per questo esercito con senso di responsabilità
il mio dovere, le mie funzioni e le mie prerogative. Tutto il resto –
consentitemi di dire – è noia. Io sono qui, dove gli elettori hanno deciso e
dove continuerò a svolgere il mio ruolo nell’interesse dei calabresi, che
vengono prima di tutto e di tutti e sopra tutto e tutti, nient’altro.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Mi viene da rispondere con
una battuta alla consigliera collega Sculco: sarà un
difetto del Pd che, se in Calabria bisbiglia, a Roma balbetta con il suo
massimo esponente, che è il Presidente del Consiglio, espressione del primo e
più importante partito del centro-sinistra italiano.
Una valutazione politica per
intervenire su un punto sul quale, sinceramente, oggi io - ma credo l’intera
minoranza - avverto una profonda necessità di assumere una oggettiva
responsabilità, a differenza di chi in questi anni, o perlomeno negli anni passati, gridava allo scandalo ad
ogni stesura di bilancio. Che fosse bilancio di previsione o anche di
assestamento dei conti della Regione Calabria, c’era una pletora di consiglieri
del Pd che giravano le province – alcuni di questi siedono anche in
questa – dicendo che “le necessità della Calabria” non venivano considerate.
Penso
che il banco di prova di questa maggioranza, che definirei – da quello che vedo
anche oggi in Aula e vediamo all’esterno – un po’ sbandata – il termine adatto
è proprio questo – non arriverà quest’anno. Ci rendiamo conto che la fine
anomala della legislatura e il ritardo nella redazione del bilancio di
previsione, che è arrivato solo a marzo, rendono le cose più difficili, quindi
non credo sia da dare un giudizio estremo su un esercizio così provvisorio nei
numeri e anche proprio nell’esercizio. Quindi vi attendiamo al prossimo vero
bilancio di questa Giunta a guida Oliverio, che verrà
approvato – credo, per come ci è stato anche confermato oggi in Conferenza dei
capigruppo – entro fine dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. Su
quello, e anche sui temi che la collega Sculco ha
evidenziato, noi vorremmo puntualmente dare un contributo, e se serve, dare
anche battaglia.
Mi
sento di fare oggi in quest’Aula una riflessione, rispetto a tutto quello che stiamo
vedendo oggi in Italia, perché se qui – ribadisco – c’è qualcuno che bisbiglia,
a Roma c’è qualcuno che balbetta in modo irresponsabile soprattutto per il
Mezzogiorno, perché il vostro premier continua a raccontare solo aria fritta,
consigliera Sculco, su varie latitudini, ma
soprattutto rispetto al Mezzogiorno d’Italia che è stato dimenticato.
Comprendo, perché l’abbiamo fatto prima di voi, quanto è difficile redigere un
bilancio che ha costi fissi e anche un po’ di carrozzoni che vengono dal passato,
però qui non c’è confronto, ed è quello che manca e su cui ho fatto appello in
Conferenza dei capigruppo al presidente Oliverio - a
cui portiamo comunque e sempre rispetto in quanto Presidente dei calabresi,
fino a prova contraria di tutti i calabresi – a cui ho detto che il contributo
deve venire da questo Consiglio regionale. Anche nel redigere i bilanci la
capacità deve essere di aprire un confronto, specie da parte vostra che siete
in linea con questo Presidente del Consiglio, che i segretari del vostro
partito portano in giro a parlare del nulla in una regione che ha centomila
problemi e che subisce le asimmetrie create dalle varie riforme che questo Pd a
livello nazionale sta contribuendo a fare e che influiranno e non solo oggi –
perché già le paghiamo oggi con le Province e quant’altro – sui futuri bilanci
di questa Regione.
È
necessario ristabilire che quelle risorse straordinarie, derivanti dai fondi
dell’Obiettivo convergenza, che noi in modo difficoltoso e che anche voi vi
apprestate a spendere, è stato sostitutivo di un fondo, di un trasferimento
ordinario. Per cui l’interlocuzione di questo Consiglio - con le difficoltà
oggi vostre, ieri nostre per la redazione del bilancio - deve essere con il
Governo centrale.
Apprezzo
l’intervento della collega Flora Sculco – a
differenza vostra, non facciamo la lagna strumentale di chi deve dire sempre
“piove, Governo ladro” - e riteniamo fondamentali le istanze di cui si è fatta
portavoce, perché è un momento difficile. Ritengo, ad esempio, che la legge sulla
violenza sulle donne può essere oggettivamente una priorità in un momento di
difficoltà, con l’onestà intellettuale che contraddistingue chi guarda alla
gente e racconta sempre la verità. Si potrebbe dire al Presidente del
Consiglio, a chi governa oggi in Italia, che in un Mezzogiorno di difficoltà,
con asimmetrie finanche nel raccogliere i tributi – lo ricordavo oggi proprio
in Conferenza dei capigruppo – ci deve essere un intervento straordinario con
risorse ordinarie che si sommano ai fondi europei, che servono per riportare
Quindi
dico che, responsabilmente, votiamo contro. Non credo sia da misurare questo
governo regionale né sul primo bilancio di previsione né su questo
assestamento. Do una misura politica di questa maggioranza che definirei
sbandata – per utilizzare il termine che mi viene in mente – e mi auguro che
possiate ritrovare un minimo di direzione in modo che anche noi con i nostri
argomenti possiamo contribuire a fare il meglio per
Assolvo
solo questo primo anno di governo e vi attendo realmente al primo grande
intervento, dove si vedrà se c’è una differenza anche nella interlocuzione con
il Governo. In tutto questo noi vi attendiamo a fine dicembre, per vedere se
questa maggioranza è matura per produrre un bilancio in linea con le politiche
del Governo nazionale e utile alle necessità di questa regione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere D’Acri. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo
giusto per
fare una precisazione, perché io sono uno di quei consiglieri che con la
collega Sculco ha incontrato a Crotone i
rappresentanti degli allevatori.
Vorrei
fare una piccola cronistoria: questo problema della lingua blu si ripropone
ogni anno, quando le temperature diventano elevate. Ed ogni anno noi allevatori
- io anche sono un allevatore - abbiamo attirato l’attenzione su questo
problema. E’ da anni che suggeriamo delle soluzioni. Quando siamo andati sul
territorio, abbiamo detto – e siamo stati molto chiari nelle cose – che la
prima cosa da fare è la vaccinazione, perché molti allevatori non potevano
vendere i capi di bestiame fuori regione perché non c’era la vaccinazione.
Ci
siamo adoperati, abbiamo coinvolto l’associazione allevatori - perché doveva
richiedere i vaccini o un’associazione di categoria o l’associazione regionale
allevatori, dato che ne facevano parte tutti gli allevatori - anche se qualcuno
osserva che l’associazione allevatori ha quasi tremila soci, mentre le aziende
agricole e zootecniche in Calabria sono 15 mila, ma è un dato statistico.
Questo significa che anche chi ha un capo o una gallina viene messo nel
calderone delle aziende agricole. Permettetemi di dirlo perché conosco il
settore, è da quando sono nato che faccio l’allevatore.
Il
primo problema che ci siamo posti è la vaccinazione. Il vaccino non era
presente in tutto il territorio nazionale, l’unica regione che aveva a
disposizione le dosi era la Sardegna. Ci siamo adoperati, sono arrivate le dosi
e, grazie all’Ara, abbiamo fatto la vaccinazione. Il piano di vaccinazione ha
portato fuori dalla Calabria oltre 1.500 capi, quindi un primo problema è stato
risolto.
Poi
ci siamo posti un altro problema, dato che ci sono dei focolai in Calabria, per
farli regolarizzare, abbiamo detto ai nostri allevatori: “denunciate i casi,
che noi come Giunta regionale prendiamo l’impegno di pagare lo smaltimento
delle carcasse”. Perché ad un allevatore lo smaltimento di carcassa veniva a
costare 50 euro a capo. Giustamente gli allevatori dicevano: “se una pecora
vale 100-150 euro e per lo smaltimento ne devo mettere 50, non mi conviene!”.
Abbiamo,
quindi, portato la legalità in questo settore tramite le denunce. Abbiamo fatto
delle assemblee pubbliche a Cutro, nella zona di
Crotone, in cui abbiamo detto: “diamo incarico all’associazione regionale
allevatori di farsi carico dello smaltimento, perché se se ne occupa
un’associazione per tutti, si ha un risparmio”. Quindi, si è proceduto al
ritiro ed allo smaltimento.
Ci
siamo presi, inoltre, l’impegno di portare in Commissione Agricoltura il
problema della blue tongue,
perché questo non riguarda solo la regione Calabria, ma anche le altre regioni.
L’abbiamo messo all’ordine del giorno e lo stato dell’arte è che, ad oggi, c’è
alla firma del ministro Lorenzin un piano di
vaccinazione nazionale. Perché ci siamo posti questo obiettivo? Perché il
problema va risolto una volta per tutte, perché se non l’affrontiamo in modo
deciso, il prossimo anno si riproporrà.
Io
sono un allevatore, per me la cosa più facile sarebbe venire qui e dire:
“dateci i soldi per gli animali e il mancato reddito”. Sappiamo tutti, però,
che ad un agricoltore non serve avere un mancato reddito, serve risolvere il
problema anche per il futuro. Quindi, abbiamo previsto un piano di vaccinazione
nazionale.
Noi
abbiamo detto, ancora, che c’è una task force
del Servizio sanitario che, se eventualmente il sistema di vaccinazione
nazionale non dovesse partire, sta studiando come risolvere il problema dei
casi verificatisi in regione. In questo ultimo anno, abbiamo avuto 110 casi di
focolai aperti in tutta la regione, 80 solo nella zona di Crotone.
Abbiamo
detto: “iniziamo a gennaio un piano di vaccinazione partendo da Crotone, perché
lì è il maggiore problema”. In questi mesi – perché gli agnelli si stanno
vendendo in questo momento – abbiamo avuto il problema della movimentazione
degli agnelli, perché non si possono movimentare nel raggio di
Abbiamo
fatto anche due riunioni al Ministero a Roma, in cui abbiamo detto: “noi questa
volta facciamo un piano di vaccinazione e risolveremo il prossimo anno, però in
questo momento storico ci dovete autorizzare a fare delle movimentazioni anche
fuori regione”, perché con tutti gli adeguamenti necessari - camion sigillati,
disinfettati - per poter fare la macellazione fuori regione, se facciamo la
macellazione in regione, il prezzo si abbassa.
Io
faccio l’allevatore e negli ultimi cinque anni, ogni anno, si è riproposto
questo problema.
Oggi
i miei agricoltori mi hanno delegato a rappresentarli, che devo fare? Devo
dargli un contentino subito o devo vedere come poter risolvere il problema? Il
prossimo anno ci ritroveremo lo stesso problema, quindi si è agito in questo
modo.
Possono
essere le scelte dolorose o no, ma è stata tracciata una strada per risolvere
il problema. Noi, come Regione Calabria, a gennaio partiremo, se ci sarà il
piano nazionale, bene, altrimenti partiremo con il piano di vaccinazione
regionale. Di questo siamo convinti, stiamo facendo una battaglia e siamo
arrivati al punto finale.
Concludendo
mi sono trovato davanti un emendamento che toglie 200 mila euro all’Ara,
Associazione regionale allevatori, che ha fatto un lavoro, per darli ad altri
allevatori. Che facciamo? La guerra fra poveri in questo settore?!? Non me la
sono sentita di appoggiarlo ed in sede di votazione mi sono astenuto.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha
facoltà.
Signor
Presidente, egregi colleghi, sento, come ho già fatto in sede di approvazione
di bilancio, di esprimere il mio dissenso, come ho fatto allora, lo faccio
anche oggi.
Oggi
mi sarei aspettato quel che non eravate riusciti a fare in sede di approvazione
di bilancio, cioè tutte le rivoluzioni che avevate annunciato ai quattro venti
e che anche in questo caso il vento se l’è portate via. Non ha dato nessun
minimo contributo riformista, la gente si aspettava un cambiamento ma in realtà
il cambiamento non c’è stato.
Non
ci sono stati, anche in questo caso, tagli sui tanti sprechi che avete
denunciato insediandovi. E lo stesso modus operandi che avete utilizzato
nell’approvazione del bilancio è stato utilizzato nell’assestamento.
L’ambiente,
la cultura, i diritti sociali e persino – come ha detto la collega Sculco – la tutela del diritto delle donne, attraverso i
centri antiviolenza, non sono stati presi in considerazione da voi della
sinistra. E pensare che una volta questi erano i vostri temi, i vostri cavalli
di battaglia.
Vorrò
vedere come finirà da qui a brevissimo quando ripresenterò – visto che per
l’ennesima volta non ci avete pensato voi – un emendamento sul finanziamento
della biblioteca di Soriano Calabro che, ripeto, è la biblioteca più grande
della nostra regione.
Del
resto, voi fate come il vostro Premier Renzi nei suoi
proclami: “un euro per la difesa ed un euro per la cultura”, cioè annunciate, e
quando è il momento di fare vi dimenticate di tutto. Vedremo, comunque, da qui
a breve se avrete la bontà di finanziare questo polo di eccellenza o meno.
Rinoto che anche per i
familiari delle vittime sul lavoro avevo già proposto questo emendamento in
fase di approvazione di bilancio, anche questa è una categoria, al pari delle
donne che subiscono violenza, molto svantaggiata. Anche in questo assestamento
non c’è assolutamente l’ombra di un benché minimo finanziamento.
Avete
voluto dare una mancetta – vi ringrazio per questo – alla Unione ciechi. Una
legge regionale prevedeva un finanziamento di 250 mila euro, non so chi - ma lo
ringrazio – ha presentato un emendamento in Commissione, è stato dato loro un
finanziamento di 50 mila euro e vi ringrazio per questo, anche se li reputo
assolutamente insufficienti.
Aggiungo
anche la vostra indifferenza rispetto ai tantissimi problemi, ai tantissimi
lavoratori che vivono momenti di estremo disagio.
Del
resto oggi davanti al Consiglio regionale c’è stata una folta delegazione dei
dipendenti delle Asi di Reggio Calabria che non
percepiscono lo stipendio da 8 mesi e
Fate
attenzione su questo, il problema che adesso c’è qui a Reggio Calabria da qui a
breve potrebbe verificarsi in tutte le province.
Mi
sarei aspettato che, così come avete fatto con i lavoratori della Fondazione Terina - senza affrontare il problema a fondo ma anche lì
dando un contentino di 300 mila euro - che almeno sotto le feste natalizie vi
sareste messi la mano sul cuore e potevate pensare anche a questi dipendenti
dando qualcosa. Invece assolutamente nulla.
Del
resto chi se ne frega? I vostri problemi – come diceva la collega Sculco in una intervista – sono altri e quindi di posti a
tavola da quello che ho capito non ce ne sono più. Non mi sembra di aver letto
male, anche se l’ho letta con molta attenzione.
Tralascio
tutte le problematiche legate all’ambiente, mi auguro che oggi ci sia qualche
risposta alle innumerevoli interrogazioni che sono state formulate a questa
Giunta in fase pre-estiva ormai a stagione ben
finita, ma mi auguro che ci siano delle risposte per guardare al futuro con più
serenità.
Senza
parlare poi delle risorse che sono state tagliate per tutti gli studenti,
quindi diritto allo studio negato. Siamo all’anno zero.
Caro
consigliere Orsomarso, è vero che dobbiamo iniziare a
giudicarli e a fare le critiche dal prossimo bilancio, ma penso che, se questo
è il biglietto da visita, poco ci sarà da aspettarsi per il futuro. Non c’è
traccia di nulla, di innovazione, di politiche sociali e assolutamente di nulla
e non c’è neanche la volontà da parte di questa maggioranza di aprire un
dibattito e confrontarsi.
Anche
qui cito la coraggiosa consigliera Sculco che faceva
notare come mai sia in fase di approvazione di bilancio che nella seduta di
oggi non esistono emendamenti. Molto probabilmente perché qualcuno – a detta
della consigliera Sculco, e forse lo penso anche io –
vieta che si possa aprire la benché minima discussione.
Questo
non va bene, io penso che chi governa abbia il diritto/dovere di prendere
decisioni ma deve ascoltare tutti e, soprattutto, deve ascoltare le esigenze
che vengono dal territorio.
Noi
solo questo vogliamo fare e stiamo cercando di fare. Io voterò assolutamente
contro questo assestamento, ma mi auguro che per il futuro ci possa essere un
cambio che guardi ai cittadini e non ai posti a tavola. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Grazie
Presidente, io intervengo per dichiarare il voto favorevole all’assestamento e
per rilevare con rammarico che c’è una dissonanza, una discrasia nella
dichiarazione della consigliera Sculco in ordine alla
mancata approvazione dell’emendamento che avrebbe previsto una dazione in
denaro più cospicua - intorno a 100 mila euro, se non sbaglio – per i nove
centri antiviolenza della regione Calabria, cioè da dividere fra i 9 centri
della regione Calabria.
L’aritmetica
ci dà l’idea di quello che sarebbe stato il contributo per ognuno di questi
centri.
Dissonanza
col fatto che si annuncia e si preannuncia voto favorevole. Dissonanza anche
con quel che concerne il finanziamento della blue
tongue; poi abbiamo sentito il consigliere D’Acri
che ci ha spiegato per bene come siano previsti i finanziamenti e come siano
state realizzate attività serie da parte del Dipartimento agricoltura, rispetto
a quella che è la lotta alla blue tongue.
C’è
da dire – e va detto, ad onor del vero – che è prevista una voce di bilancio
per 435 mila 294 euro da destinare al potenziamento delle forme di assistenza e
di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, attraverso il
rafforzamento dei centri antiviolenza e della rete dei servizi territoriali.
Questo non per dazione dello Stato, ma si tratta piuttosto di spese finanziate
con la quota di disponibilità, provenienti da economia di fondi con vincolo di
destinazione.
Questo
per dire al consigliere Mangialavori che non c’è
assoluta disattenzione alle tematiche, soprattutto a quelle relative alla
violenza sulle donne. Anzi ciò che va fatto – ed invito la consigliera Sculco, in quanto attenta consigliera rispetto a queste
tematiche, ad una revisione dei 9 centri antiviolenza. Ne abbiamo 9 disseminati
sul territorio, di cui 4 hanno chiuso le loro attività da anni e dovremmo verificare
se sia legittimo che continuino a percepire finanziamenti da parte della nostra
amministrazione.
Prima
che si possa procedere ad un finanziamento ed auspico, per carità di Dio, che
ci possa essere un eventuale ulteriore assestamento di bilancio, bisogna
verificare che queste somme vengano destinate realmente ai centri antiviolenza
che funzionano, soprattutto quelli laici o religiosi che offrono accoglienza a
tutte le donne e non fanno differenze rispetto alla loro provenienza. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Grazie
Presidente, prendo la parola per esprimere il voto contrario da parte del
gruppo di Forza Italia, non perché fosse scontato, ma dopo aver ascoltato gli interventi
precedenti, e soprattutto riscontrato il lavoro svolto in questo primo anno di
legislatura, come diceva il collega Romeo “si comincia da zero”, ricordo quando
eravamo bambini e si volevano incartare le partite, per cui incominciavamo da
zero. A meno che non si voglia introdurre una riforma che accorci la
legislatura, ma siamo – così come ribadiva il collega Mangialavori
– all’anno zero.
Dico
che non ci vuole tanto sforzo per farlo capire – e, responsabilmente, consegno
all’Aula questa riflessione, con tanto rammarico per i calabresi - che dopo le
promesse elettorali, gli annunci e quel libro dei sogni che prevedeva una certa
programmazione, si aspettavano da questa maggioranza, una progettualità che
avrebbe dovuto lanciare
Questa
delusione comincia a farsi sentire anche all’interno della maggioranza, laddove
le contraddizioni emergono, perché sono convinto che ognuno di noi rappresenti
responsabilmente il corpo elettorale, con coscienza e alto senso di
responsabilità.
Le
dichiarazioni della consigliera Sculco vanno in
questa direzione e le fa onore essere coscienza critica, rispetto ad una
posizione che lei interpreta degnamente, così come tanti altri colleghi in
quest’Aula.
Ecco
perché oggi, senza soffermarci nello specifico su tanti temi che, purtroppo,
sono stati propagandati e meno attenzionati,
riscontriamo che manca una programmazione seria, rispetto ad una pianificazione
che riguarda problematiche come l’agricoltura, l’ambiente ed il turismo.
Dobbiamo
pensare ad un piano per il turismo. Se le potenzialità di questa regione sono
l’agricoltura ed turismo, allora la concentrazione deve essere su questi due
comparti, nell’individuazione di una progettualità seria, altrimenti si
tratterebbe solo di aria fritta e questa Assise diventerebbe un parlatoio, non riuscendo a concretizzare e raggiungere
obiettivi di qualità.
La
sintesi, il frutto di un lavoro che purtroppo lascia a desiderare, cari
colleghi, e lo dico senza voler polemizzare strumentalmente, ma per far
riflettere questo centro-sinistra rispetto ad una azione di governo che, per
ovvie ragioni, in questi mesi non c’è stata.
Nella
scorsa seduta siamo riusciti ad eleggere le Commissioni istituzionali;
inadempienze che mettevano in discussione l’agibilità istituzionale della
massima Assise. Se poi si pensa che dopo 8 mesi le Commissioni istituzionali
videro la luce e poterono operare, rispetto a quelle che sono le competenze per
materia e territorio, tutto questo la dice lunga sul fatto che siamo veramente
ai nastri di partenza.
Votiamo
contro, allora, a questo assestamento, con l’auspicio che questo funga da
stimolo per il bilancio di previsione, che sia veramente competitivo per poter
rilanciare questa regione che deve mettersi al passo con le altre realtà del
Paese, in un contesto in cui non dobbiamo inventarci nulla ma dobbiamo cercare
di comparare le azioni alle altre regioni e vedere chi sta più avanti, perché
sta più avanti e perché noi stiamo indietro.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne
ha facoltà.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, intervengo per esprimere qualche
considerazione ed il mio voto favorevole, insieme a quello del mio gruppo – poi
parlerà il mio capogruppo – alla manovra di assestamento di bilancio che è
stata presentata in Aula oggi e per fare qualche riflessione in relazione ad
alcuni dei temi che sono emersi dal dibattito di questa sera. A partire da una
considerazione che – me lo consentirete – ritengo forse elementare ma che non
possiamo dimenticare che è quella relativa al significato della manovra di
assestamento di bilancio.
Mi
sembra che immaginare una manovra che rivoluzioni la materia del bilancio
regionale, con le premesse che tutti conosciamo, e pensare all’assestamento
come un intervento che ci consente di turare tante falle che sono presenti in
questa Regione, che abbiamo il dovere, tutti insieme, di governare, sia
piuttosto semplicistico.
Devo
dire, peraltro, che, anche rispetto alle valutazioni che sono state fatte in
ordine agli emendamenti e alla possibilità di intervenire, modificando la
proposta della Giunta regionale - e lo dico con profondo rispetto e piena
comprensione anche delle argomentazioni che i colleghi hanno sollevato su
alcuni aspetti- forse l’unico caposaldo vero al quale non possiamo non
affidarci in questa fase è quello dell’interesse generale della Calabria,
rispetto al quale è chiaro che vanno contemperate le tante esigenze che pure
emergono dai territori e per alcune delle quali, insieme ai consiglieri Sculco e D’Acri, ci siamo fatti carico di affrontare i temi
e prendere pure qualche impegno. Vanno contemperate le esigenze che –vivaddio,
ha ragione la consigliera Sculco - sono la carne viva
dei temi che si muovono nel nostro territorio.
Queste
esigenze vanno contemperate nei territori, nelle realtà locali con l’esigenza
globale di dare alcune risposte che credo che con questa manovra di
assestamento possano essere facilmente elencate.
Penso,
ad esempio, ad interventi importantissimi dai quali non potevamo e non possiamo
prescindere come quelli sulle prestazioni socio-sanitarie per le quali abbiamo
riservato le attenzioni necessarie. Penso alla materia della Fondazione Terina. A questo proposito al consigliere Mangialavori che su questo avrà una risposta in Aula,
rispetto alla interrogazione abbiamo dato una risposta importante su
quell’aspetto che lui stesso ha segnalato.
Penso
alle spese di funzionamento dell’Arcea, alle
politiche sociali e a tanti temi rispetto ai quali avevamo l’esigenza di
correggere l’impostazione iniziale del bilancio per quella che è la natura
specifica della manovra di assestamento.
Diversamente,
se pensassimo che siamo qui per immaginare una rivoluzione totale che pure noi
per tanti aspetti auspichiamo in una seduta, che è invece finalizzata a
correggere un bilancio preventivo, faremmo sicuramente un errore.
Un
bilancio che di per sé nasce già ingessato – di questo non dobbiamo perdere
traccia – da scelte che, per esempio, per quanto riguarda la cultura – collega Mangialavori – ereditiamo.
Sa
bene il collega Mangialavori che sul Fondo unico
cultura abbiamo fatto una scelta precisa proprio sulle biblioteche. Nell’anno
2015 l’intero Fondo unico cultura lo abbiamo dedicato alla materia delle
biblioteche che era stata trascurata nella precedente consiliatura,
destinando l’intera posta dei 400 mila euro a sostegno delle stesse. In una
scelta che può anche essere in linea di principio e per posizioni - che possono
nascere dalla necessità di giocarsi la partita politica - più che legittime,
ritenute insufficienti, ma che manifestano il modo in cui vogliamo impostare
questa materia in maniera molto chiara.
Sui
400 mila euro 116 mila li abbiamo ritagliati per il Sistema bibliotecario
regionale e 283 mila 512 euro, con un avviso pubblico finalizzato al sostegno
delle biblioteche, che è stato emanato di recente dal dipartimento, li abbiamo
dedicati al sostegno delle biblioteche con un importo che è finalizzato a
coprire le attività sostenute nel 2015 e da concludersi nel primo semestre
2016.
Rispetto
a questo, io per primo e il collega Ciconte ci siamo
fatti carico di affrontare tale tema importante che condividiamo – e lo abbiamo
già detto in fase di approvazione del preventivo, nel momento in cui il collega
Mangialavori, in maniera anche più che legittima, ha
sollevato la questione della biblioteca di Soriano –. Noi per primi abbiamo
detto che, con la documentazione delle attività svolte nel corso dell’anno 2015
e delle attività da implementare nel primo semestre 2016, il tema avrà la
giusta attenzione; l’attenzione che merita, nella legittimità di un bando, di
un avviso pubblico che riguarda tutte le biblioteche della Calabria.
Al
di là delle valutazioni che possono nello specifico contenere le legittime
aspirazioni di ciascuno di noi che è impegnato nei territori di una regione
difficile come la nostra e considerate le premesse, già di per sé
particolarmente complicate, in cui abbiamo agito, per queste e per altre
ragioni credo che questa sia la manovra di assestamento che merita la fiducia
del Consiglio regionale rispetto alla quale, nel corso del tempo poi, e a
partire dal preventivo 2016, sapremo apportare le scelte di fondo necessarie
per riportare questa regione alla normalità. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Cannizzaro. Ne
ha facoltà.
Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta regionale, assessori,
colleghi consiglieri, intervengo telegraficamente,
intanto per anticipare il mio voto personale e quello del gruppo della Casa delle libertà contrario a questo documento
economico, quindi una bocciatura da parte del nostro gruppo a questo documento
economico che, chiaramente, vuole essere anche la bocciatura di un anno intero
di questa legislatura che non ha fatto altro che aumentare tutte quelle che
sono le criticità della
nostra regione.
La
nostra non è una presa di posizione solo politica - e lo ricordava qualcuno che
mi ha preceduto- non è un no contrario o d’ufficio, ma è quello che è il
sentire comune non solo di Cannizzaro o di Nicolò o
di Mangialavori o dei colleghi di minoranza; oggi
credo di poter parlare anche a nome della maggioranza dei calabresi.
Di
quei calabresi che fino a poco fa hanno manifestato fuori dal Palazzo della
nostra Assemblea. Tutte queste aziende e imprenditori che giornalmente e
settimanalmente, a causa di non supporto da parte di questa legislatura, di
questa compagine di maggioranza, sono costretti a chiudere le loro aziende e a
mortificare, purtroppo, anche quelle che sono le forze lavoro.
In
questo documento economico non abbiamo assolutamente registrato e visto nessun
elemento di novità che potrebbe guardare ad un momento di prospettiva con
grande interesse e con un futuro migliore rispetto alla situazione attuale. Per
non parlare di tutti i comparti che sarebbero dovuti e dovrebbero essere quelli
strategici, dai quali poter ripartire e dare dei segnali di vitalità della
presenza di una intera classe dirigente che in questo momento è chiamata a governare
la nostra Regione.
Evidenziamo
anche l’aspetto del settore sanità che oggi versa in una condizione veramente
drammatica. Oggi le telecamere, i giornali, domani la carta stampata, andranno
ad evidenziare qualche inaugurazione che oggi avete fatto all’interno dei
nostri ospedali, ereditando una certa situazione.
Il
consigliere Mirabello parlava poc’anzi di eredità.
Siete abituati ad evidenziare solo le negatività che avete ereditato. E’ il
classico stile del Partito democratico, il classico stile di chi oggi si sente
uomo di centro-sinistra, facendo riferimento sempre al passato.
Ma
perché non evidenziate che, comunque, avete ereditato situazioni avviate e
consolidate e che oggi tagliate dei nastri? Siete bravi ad evidenziare questi
risultati, che di certo non sono vostri, ma che sono figli di una politica del
passato!
Sul
settore sanitario vorrei soffermarmi qualche secondo, Presidente, perché ad un
anno dalla scadenza di questa legislatura non posso evidenziare come siamo
sotto commissariamento, ma non solo del commissario Scura ma anche di un
Governo nazionale che avvertiamo sempre più distante.
Presidente
Oliverio, glielo dico con sincerità e senza offesa, e
l’ho detto anche in altre occasioni pubbliche ed oggi ci tengo ad evidenziarlo:
Ha
chiaramente delle difficoltà oggettive nel poter amministrare questo comparto;
questa è una difficoltà che riscontriamo e per questo siamo in parte anche con
lei.
Insomma,
anche il Governo nazionale, i vostri amici, a partire dal Premier Renzi e tutti i ministri, dovrebbero far tesoro di questo e
darvi un momento di attenzione.
Avrei
segnato tantissimi punti da trattare, ma ho preferito snellire il mio
intervento e rinnovo il mio voto contrario, che non è solo mio, ma è anche
quello della Casa della libertà. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori assessori,
signori consiglieri, intervengo per esprimere la mia delusione ed amarezza
verso questo dibattito che, ancora una volta, sta caratterizzando l’attività di
questo Consiglio regionale.
Amarezza
dettata da una consapevolezza di fondo che in quest’Aula manca, in questa
Assise: quello che ereditiamo come Aula consiliare, non come centro-sinistra, è
una identità del passato di questi 20 anni di consiliatura
regionale che oggi porta questa maggioranza e questa Giunta regionale a fare i
conti con questo punto di partenza che non è da sottovalutare e non è banale
nell’analisi che ognuno di noi, che ricopre cariche di responsabilità, deve
fare con coerenza e onestà intellettuale
Capisco
che la opposizione fa il proprio dovere, che punta sempre il dito sui temi che
oggi caratterizzano il dibattito politico e le emergenze calabresi. Però non
capisco quando ciò non viene abbinato ad un riconoscimento come è stato fatto
in Commissione consiliare.
Pensavo
che il voto unanime registrato in Commissione bilancio potesse caratterizzare
questo dibattito in maniera diversa e positiva, partendo anche da una fatica
immane che stanno facendo oggi il Presidente, la Giunta, l’assessore al ramo, Viscomi, per far quadrare i conti, non per investire
risorse, ma per far quadrare i conti.
Questo
è il punto dirimente. Ecco perché solo ieri mi sono permesso di dire al mio
gruppo che qui non è questione di rivendicare spazi, spazietti,
ruoli, ruoletti, emendamenti o altro, ma di
legittimare la funzione del Consiglio regionale, di questa maggioranza, di
questo Esecutivo che oggi non c’è nell’ambito del panorama politico calabrese e
nell’ambito della società civile calabrese.
Ma
non è colpa della Giunta o del presidente Oliverio o
di questa maggioranza, ma è colpa di chi ha creato tanti guasti in questa Assise
regionale che ci hanno portano in queste condizioni.
Voglio
ricordare a tutti che oggi siamo qui anche per l’armonizzazione del bilancio,
dettata da alcuni adempimenti che ci consentono anche una revisione
straordinaria dei residui attivi e passivi e - professor Viscomi,
mi corregga se mi sbaglio - che ci consente di mettere eventualmente nuova
linfa vitale nel sistema del bilancio regionale. Così come vorrei ricordare,
per far capire ai miei colleghi di maggioranza e minoranza, il problema dei
residui perenti che ha caratterizzato e avvelenato la vita istituzionale
calabrese con la complicità della burocrazia regionale che ha creato tante
false aspettative, tante false voci, che ha portato ad uno stato di non governo
dei processi e di artifizi contabili che hanno portato a questo stato di cose.
Ben
venga oggi l’armonizzazione del bilancio che ci consente di far pulizia nelle
poste e di ripartire magari dal prossimo anno con maggiore vigore, forza,
linfa, disponibilità economica per dar risposta ai calabresi non per difendere
singole esigenze o singoli interessi, perché siamo qui non per governare una
parte della Calabria o il mio comune, perché se non si ha una visione
complessiva di sviluppo della Calabria e se non si supera il localismo ed il
campanilismo altro che progresso per questa terra, altro che i conti comunitari
caratterizzeranno la discussione politica e il cambiamento culturale di questa
regione.
E’
su queste sfide che dobbiamo misurarci per legittimare il nostro ruolo, per
avere quel senso di responsabilità verso i calabresi e per ottenere, da parte
dei calabresi, quella gratitudine che oggi non abbiamo e che sta a noi, oggi,
recuperare col nostro impegno, il nostro esempio, il nostro senso di
responsabilità che intravedo in quest’Aula in tanti miei colleghi di
maggioranza e di minoranza.
Per
rispondere alla collega Sculco, non in termini
personali, perché non mi piace ridurre il tutto ad una questione tra un
consigliere e l’altro, abbiamo, purtroppo, due visioni diverse della politica:
la mia è quella di favorire un progetto politico dove il singolo deve
valorizzare il progetto politico e non favorire movimenti autonomistici,
localistici o spinte diverse che non aiutano a crescere la Calabria nella sua
interezza.
La
Calabria cresce per le cose che dicevo prima, se c’è una visione di insieme
perché se cresce Crotone cresce anche Reggio Calabria e così è per Cosenza,
altrimenti non andiamo da nessuna parte. Ecco perché la mia visione politica
culturale è diversa da altre. Sono per una visione di una società dove crescono
i partiti e le formazioni politiche di ampio respiro che sanno dialogare col
Governo nazionale, con quello regionale, con i governi locali e che, insieme,
pensano allo sviluppo della Calabria non ad usare posizioni a seconda dei
comandi, delle occasioni e dei momenti per favorire l’elezione di qualcuno.
Questa
non è l’amministrazione della politica, non è questo il mio modo di intendere
la politica. La mia visione politica, il mio costume è quello di far crescere
una società sana e basata su principi, sulla crescita di una società
complessiva e non sui singoli soggetti o sui singoli movimenti.
Non
ce l’ho con la collega Sculco, rispetto la sua
visione e la sua elezione, dovuta a 8 mila voti che ha ottenuto liberamente,
ognuno ha la sua visione politica. Sono per far crescere il Partito democratico
in Calabria che è l’unico partito, oggi, in Italia, che svolge un ruolo
importante. Sono qui per far crescere il Partito democratico, per dar sostegno
al Presidente della Giunta regionale e per dare sostegno al Governo nazionale
guidato da Matteo Renzi col quale, oggi, dobbiamo
interloquire e dialogare per avere quelle risposte minime che si chiedono al
Governo nazionale e che riguardano il garantire agli Lsu
e agli Lpu i finanziamenti, per dar loro certezza,
per dare una certezza ai forestali calabresi e poi insieme al Governo pensare
ad un patto per la Calabria sul quale si stanno misurando e confrontando
duramente il Governo nazionale e quello regionale per dare, quindi, una
risposta di più ampio respiro.
Ma
le risposte di più ampio respiro non vengono dall’oggi al domani, vengono da un
confronto sano, dalle scelte coraggiose che dobbiamo fare per dimostrare che
oggi c’è in Calabria una classe dirigente che non va a Roma col cappello in mano,
ma va a Roma con la testa alta per rivendicare i propri diritti, sapendo,
comunque, di aver fatto il proprio dovere.
E’
questo che dobbiamo fare tutti insieme in questo Consiglio regionale, anche
dividendoci su temi importanti, ma sapendo ritrovare l’unità sui temi
fondamentali per la crescita della Calabria, come i fondi comunitari, la difesa
della sanità e sui dei diritti elementari di ogni cittadino per far in modo
che, questa volta, la politica e quindi i consiglieri regionali riescano a
dimostrare di essere capaci, bravi ed intelligenti; e penso che ogni
consigliere regionale, qui presente, abbia queste caratteristiche.
Lavoriamo
insieme per una Calabria diversa, per una prospettiva migliore per i nostri
figli e, soprattutto, per meritare ed ottenere quella gratitudine che ognuno di
noi si aspetta dalle nostre comunità e che spesso, però, non riscontra negli
atteggiamenti quotidiani.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha
facoltà.
Colleghi
consiglieri, signor Presidente, signori della Giunta, il mio intervento sarà
pacato e commisurato alla quasi dimissione della stessa maggioranza, a
cominciare dal Presidente, dall’assessore, ai vari interventi. Oltretutto,
sarebbe stato paradossale se avessimo registrato un altro clima.
Ad un anno
dalla elezione di questa maggioranza, trovo assurdo venire in Aula ed ascoltare
una maggioranza, che si esprime con interventi in tono dimesso, ad eccezione
del collega Bevacqua, che mi da l’idea del giapponese
che ancora pensava che dopo 40 anni la guerra non fosse finita.
Presidente e colleghi, considerato che la seduta viene trasmessa
in diretta streaming e che i calabresi ci guardano, mi permetto di sforzarmi
nell’esprimermi – anche se per me non è uno sforzo, ma bensì un linguaggio
naturale, ovvero quello che i calabresi vorrebbero sentire in questo momento.
Dopo un
anno, mi sono permesso di fare un intervento e, avendo appreso che il presidente Oliverio
non è molto di spirito ed è un po’ allergico alle critiche, mi auguro che la
critica, edulcorata dalla ironia, gli abbia almeno consentito di fare una
riflessione sulle cose che ho detto nel fare gli auguri in occasione del primo
compleanno in cui si accingeva a spegnere la prima candelina.
Registro,
inoltre, che l’enfasi e la retorica che abbiamo registrato nei primi giorni di
questa legislatura nonché le promesse di rivoluzione, il regionalismo – che
doveva essere riveduto da grandi regionalisti – le riforme, lo Statuto, la
rivoluzione ed il processo al passato, di tutto questo oggi non vi è traccia.
Non c’è
traccia nemmeno – lo dico, ma questo è molto significativo – degli entusiasmi,
come ad esempio quello del collega Greco che, con sincerità, non mancava mai
all’appuntamento di rimarcare la sua convinzione, dimostrando di crederci e che
oggi, invece, appare più riflessivo e più convinto.
Ecco il
perché, amici del Consiglio, di questo mio intervento in toni pacati. E’ come
se oggi avessimo davanti
E’ un
clima che ci induce a vedere arroganza e presunzione, viste le dichiarazioni
roboanti per tutto quello che era avvenuto, anche se c’è ancora qualche
resistenza, assessore Viscomi; questa maggioranza ha
vissuto di eredità, perché il presidente Oliverio ha sempre considerato
il fatto di aver trovato un disastro ereditato dalla precedente
amministrazione, ma contestualmente ha vissuto di eredità perché le poche cose che questa
amministrazione ha potuto fare sono quelle fatte in continuità con la
precedente amministrazione, alcune anche fatte male.
Assessore Viscomi, solo qualche giorno fa lei ha enfatizzato una
svolta storica, che è quella della unificazione dei ruoli dirigenziali.
Mi
permetto, solo come informazione di cronaca, perché forse lei nell’annunciarla
praticamente non è stato esaustivo o, probabilmente, non è stato compreso bene.
La modifica che lei ha considerato storica e rivoluzionaria è stata proposta
dalla tanto vituperata legislatura guidata da Scopelliti ed il
tanto vituperato provvedimento che fa la rivoluzione – questo sì, perché è
rivoluzionario andare a mettere una regola alle incrostazioni che ogni
dirigente si è ritagliato in termini di spazio di potere ecc…
– è una rivoluzione nella Regione Calabria.
Le volevo
ricordare, qualora l’avesse dimenticato, che il tutto è potuto avvenire per la
modifica della legge regionale numero 15 del 2012, che all’articolo 15 aggiunge
con una piccola modifica che il numero dei settori istituibili – parla prima
dei settori – e dopo il comma 2 dell’articolo 7 della legge regionale numero 31
del 2002 è aggiunto il seguente comma 2bis “nell’ambito delle leggi e degli
atti organizzativi di cui al comma precedente le determinazioni per
l’organizzazione delle strutture dipartimentali e le misure inerenti alla
gestione dei rapporti di lavoro, sono assunti in via esclusiva dai dirigenti.
Rientrano in particolare nell’esercizio dei poteri del dirigente generale le
misure inerenti la gestione ed assegnazione delle risorse umane rispetto al
principio di pari opportunità”.
Dopo il
quarto comma, viene aggiunto “tutte le norme che si riferiscono ai servizi
precedenti e alle relative competenze, sono abrogate dalla data di approvazione
del nuovo”.
Lei ha
fatto una piccola omissione; ha fatto bene a sottolineare che voi avete avuto il
grande merito di attuarla, ma noi abbiamo avuto il grande merito di approvarla.
Lei potrà
poi dire “noi l’abbiamo attuata, voi l’avete fatta”, assessore Viscomi, le voglio togliere un po’ di argomento che nella
risposta, sì o no abbiamo avuto il grande merito di attuarla.
Le ricordo
che nel momento in cui noi la stavamo attuando, ricevemmo una diffida da parte
di tutti i dirigenti della Regione Calabria perché noi eravamo in regime di prorogatio e non
potevamo attuare la riforma che abbiamo pensato.
Solo per
dire che il presidente Oliverio fino all’altro
giorno ha sparato a zero, anzi ha definito la gestione dei fondi comunitari
produttivi di effetti peggiori della bomba di Hiroshima, per essere poi
smentito dai fatti.
Per dirle
che lei si dovrà rendere conto di quel che abbiamo fatto con l’esperienza Scopelliti, al di là
delle vicende personali che lo hanno riguardato, e che riguardano altre
esperienze, non quella regionale; si dovrà render conto – non so se lei
migliorerà la macchina regionale di qualche percentuale rispetto a quella
precedente – che sicuramente noi, rispetto a quanto abbiamo ereditato dalla
precedente esperienza di centro-sinistra, quella del presidente Loiero,
l’abbiamo fatta in maniera notevole in diversi settori.
Ad inizio
legislatura, quando lei pensava di buttare tutto nella spazzatura, le portai una cartella che non so se
ha conservato, perché prendesse atto delle cose buone che abbiamo fatto durante
quella, secondo voi, deprecabile esperienza.
Assessore Viscomi, intanto le faccio i complimenti, perché già in
giro si dice che lei sarà il successore del presidente Oliverio e sicuramente a fine legislatura il centro-sinistra la vede già in pole
position, in quota renziana anche, ma lei è già
eventualmente pronto a scendere in campo nel caso in cui
Da questo
punto di vista, mi permetto di dire - non foss’altro
perché lei, presidente Oliverio, si dice sia un
fondista – di stare attento perché quello è uno che difficilmente si fa fare le
scarpe.
Siccome il
presidente Oliverio è un fondista, purtroppo
Volevo
suggerire in questo giorno in cui arriva questo modesto assestamento di bilancio che, con sincerità, in maniera anche
modesta, senza enfasi e senza retorica, viene presentato, che si tratta di un
dato che dal nostro punto di vista non è emblematico ma è, secondo me, la presa
d’atto di una realtà che bisogna guardare come fatto positivo.
Presidente, lei ha cercato di portare avanti una politica che si è
dimostrata di isolamento della Calabria rispetto al Governo
nazionale. Lo ha fatto nel campo della sanità e alla fine ci siamo ritrovati un
commissario che, forse, per punizione è stato individuato come un commissario
cattivo nei confronti della Calabria.
Al di là
di quelli che sono i rapporti suoi col Governo centrale, le
volevo evidenziare che, purtroppo, oggi i suoi tentativi sono sortiti in un
nulla di fatto e speriamo che nell’ultimo incontro, con la garanzia dell’onorevole Minniti, questa cosa possa
cambiare; c’è un principio che andava contestato ed è un principio che la
rende, purtroppo, ancora più debole, perché il commissario Scura è il
commissario per il Piano di rientro, non è il commissario unico per la sanità.
Caro
Presidente, non avendo contestato questo, dopo aver tentato di farsi nominare
commissario, o lei è d’accordo con Scura e fa finta di litigare…
PRESIDENTE
Consigliere
Tallini, si avvii alla conclusione.
Mi
pare che il presidente Oliverio apprezzi molto queste
considerazioni. Priverebbe il presidente Oliverio di
qualche riflessione. Certo lei non prende ordini dal presidente Oliverio, ma in questo momento qualche spunto si.
Le
volevo dire, caro Presidente, che il commissario Scura è il commissario per il
Piano di rientro ed ha la competenza in tutto ciò che riguarda il Piano di
rientro.
La
politica della sanità è politica che è ancora in capo al dipartimento, al
Presidente della Regione e al Dipartimento regionale.
Bisogna
contestare! Lei, invece di contestare il provvedimento di Cantone, poteva
lasciar perdere e dire che la prossima volta saremmo stati più attenti.
Avrebbe
dovuto, secondo me, impugnare il provvedimento o i provvedimenti di Scura che
vengono attuati in violazione a quella che è la legge, la norma e sicuramente
il decreto con cui lui è stato nominato e sul quale sono scritte in maniera
indelebile le voci che sono di sua competenza.
PRESIDENTE
Consigliere
Tallini, grazie, è arrivato a 15 minuti.
Ho
finito.
PRESIDENTE
Concluda.
Sono
interventi più lunghi di me ma, le volevo dire, insomma, che sarebbe importante
in questo momento con una riflessione, con una presa d’atto in cui tutti quanti
insieme – e l’invito del collega Bevacqua, va in
questa direzione – trovare una unità; e mi permetta di esprimere solidarietà,
lo poteva fare privatamente ma lo voglio dire in Aula, non perché una voce
possa dissentire nella maggioranza o questa voce essere censurata in nome e per
conto di una maggioranza, non mi meraviglio di questo, ma il modo in cui è
stata richiamata la collega Sculco è un modo, con
sincerità, che lascia pensare che non ci possa essere disciplina che non sia
tale da consentire a tutti di esprimere il nostro pensiero.
Volevo
fare questo invito: in questo momento il Governo centrale ci ha bocciato gli
emendamenti sugli Lsu e sugli Lpu.
Siete stati a Roma, avete giustamente tentato di perorare la causa, ve ne siete
andati tranquilli, sono stati bocciati gli emendamenti.
Assessore
Viscomi, vorrei sentire, se è possibile, dalla sua
voce, se e come intenderà affrontare il problema dei dipendenti regionali in
merito alla sentenza del Consiglio di Stato.
Io
so che ancora questo problema non ce lo abbiamo nell’agenda odierna, solo
perché gli interessati non hanno notificato la sentenza alla Giunta regionale.
Lei
capisce e sa che, forse, se mi consente – ho finito il mio intervento – una
simile cosa andrà ad essere devastante per l’organizzazione del personale, in
quanto quasi tutti 1.300 provvedimenti – togli i pensionati e qualche dirigente
– andranno ad incidere sui nodi nevralgici e strategici dell’apparato
burocratico dei funzionari.
Sarebbe
opportuno, visto che la sentenza c’è, e visto che ormai è stata pubblicata sui
giornali, che lei riferisse a questo Consiglio regionale quali iniziative sta
assumendo e che lavoro sta facendo per evitare che gli effetti devastanti di
una simile sentenza, avvenuta senza la presenza di un legale della Regione,
possano essere contrastati.
Rispetto
a questo ringrazio - e concludo il mio intervento - il presidente Oliverio per il tono dimesso perché, probabilmente, al di
là di quel che aveva immaginato con la retorica, gli annunci ed i proclami di
rivoluzionare
Oggi
abbiamo sentito e, tra poco sentiremo la voce del consigliere Guccione, che già sentiamo spesso in tutte le Commissioni;
alcune voci si sono tacitate, alcuni sono assenti ed altri hanno espresso
dissenso.
Non
devo dirglielo io, cerchi di curare meglio la sua maggioranza perché alla fine
potrebbe ritrovarsi davvero senza un minimo di maggioranza, soprattutto nel
momento in cui avrà bisogno di un segnale forte dalla sua coalizione politica e
questo, secondo me, sarebbe un altro effetto devastante che
Per
queste ragioni riteniamo, e chiedo scusa al Presidente del Consiglio e al
Consiglio, se ho divagato un po’ dall’ordine del giorno, ma sono così poche le
occasioni di discussione che si stanno avendo, di ringraziare anche il
Presidente del Consiglio di averci dato la possibilità di fare queste
digressioni e di dire le cose che abbiamo detto, perché sappiamo che i
calabresi in questo momento ci stanno ascoltando.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Consigliere
Tallini, voleva sentire la mia voce, ma è il
Presidente ad aver deciso l’ordine dei lavori e degli interventi. Scusate la
battuta, ma anche per svelenire il clima.
Penso
che questa seduta del Consiglio regionale sia importante. Perché? Perché siamo
ad un anno dalle elezioni regionali quando una grande maggioranza dei calabresi
ha scelto chi doveva governare questa Regione, esprimendo una forte domanda di
cambiamento.
Oggi
credo che tutti quanti, senza spirito polemico ma guardando con oggettività la
realtà, registriamo una situazione di evidente difficoltà ad attuare e rendere
concreto questo cambiamento nella nostra regione. Ed io credo che questo sia un
punto di partenza importante; lo dico alla maggioranza perché se non siamo
consapevoli delle difficoltà che abbiamo incontrato in questo anno non sapremo
rispondere con la giusta energia e con lo scatto necessario a rendere concreto
questo cambiamento.
Partecipo
a tante iniziative in tutta
Noi
non siamo riusciti ad esprimere questo cambiamento. Sarebbe un errore, un
suicidio politico non prendere atto di questa situazione e stabilire un
percorso che sia in grado di riprendere le fila del ragionamento passando dagli
annunci ai fatti concreti.
Ormai
la politica è fatto concreto, c’è verso la politica una sfiducia forte. Quando
qualcuno pensa di risolverlo con l’annuncio, provoca un aumento
dell’antipolitica.
Chi
governa deve far parlare gli atti e le cose concrete.
In
questo anno due questioni sono emerse e la questione più dirompente è stata la
modifica dello Statuto. Molti mesi ci hanno portati a modificare lo Statuto per
quanto riguarda
Modifiche
importanti ma non profonde per mandare quel messaggio chiaro di cambiamento e
di discontinuità col passato.
In
questo anno, con due anni di ritardo – scusate il bisticcio – abbiamo approvato
il piano operativo dei fondi comunitari Por Calabria ed io credo che noi
dobbiamo far tesoro anche della recente vicenda che poi tra qualche ora alla
fine di questo dibattito discuteremo, che è la vicenda di come abbiamo perso i
33 milioni di euro con un rimpallo di responsabilità tra Calabria Verde,
dipartimento protezione civile, dipartimento agricoltura, dipartimento della
Presidenza della Giunta regionale, perché su questo va fatto chiarezza e non ci
possono omertà. Per questo ho chiesto e ringrazio il Consiglio di aver
accettato di inserire all’ordine del giorno questo punto perché se questa
questione dovesse essere il lavoro che ci apprestiamo a fare sulla nuova
programmazione 2014-2020 il rischio di un disimpegno delle risorse comunitarie
è altissimo e lo dico adesso.
Se
questo è il metodo, se noi non diamo la governance,
se non introduciamo una discontinuità nella governance,
nell’assetto del dipartimento programmazione, il rischio è che si ripeta la
stessa storia della passata amministrazione.
Ho
apprezzato il coraggio dell’assessore Viscomi e non
era polemica quando ho chiesto che introducesse i lavori perché è prassi che
l’assessore per grandi linee illustri i provvedimenti di sua competenza, anche
se io avevo già letto nei resoconti della Commissione il suo intervento in
Commissione.
Il
vicepresidente Viscomi, con molta chiarezza, ci dice
un dato forte politicamente e dal punto di vista amministrativo, ci indica un
pericolo: saremo costretti solo a pagare i debiti, non solo oggi con questo
assestamento, se non modifichiamo profondamente e non introduciamo
discontinuità dentro la struttura della Giunta regionale e del Consiglio
regionale.
Noi
paghiamo pignoramenti e debiti, spese obbligatorie, e lo facciamo – grazie,
dottore De Cello – ed è la prima volta mi pare che
abbiamo avuto risorse liberate della fiscalità regionale invece di utilizzarla
per ripianare il debito; dopo molti anni 40 milioni, avremmo avuto solo 40
milioni con tutti gli artifici di bilancio che si fanno, rimodulazione dei mutui… hanno avuto solo 40 milioni nell’assestamento.
Oggi
questo dato lo interpreto come un modo positivo, a condizione che noi con
chiarezza e senza equivoci - e verrò da qui a poco al provvedimento che è
all’ordine del giorno di questo Consiglio proposto dalla Giunta sul
differimento di scioglimento degli enti e delle fondazioni, quello è un vulnus
pericoloso e ci verrò da qui a poco – affrontiamo questa questione dei debiti;
Qualche
giorno fa ho scoperto che il commissario per l’ambiente ci ha lasciato in
eredità circa 500 milioni di euro di contenzioso. Circa 500 milioni di euro di
contenzioso! Ma voi capite che se li chiudiamo anche al 25 per cento con le
transazioni o vincendo qualche causa abbiamo 100 milioni di debito che si
aggiungono a quel miliardo e mezzo? E dove vogliamo andare? Con cosa governiamo
Dobbiamo
mettere in campo provvedimenti che vanno in questa direzione: la riforma
radicale degli enti strumentali, delle società in house, delle
partecipate, delle fondazioni che negli anni passati hanno visto proliferare
sprechi ed erogato clientele e che sono la vera zavorra che tiene nel pantano
Ci
dobbiamo rendere conto di questo, altrimenti fallisce anche questa esperienza e
lo dobbiamo fare con coerenza non guardando in faccia agli interessi, perché
intorno a questa marea – sono una marea – di fondazioni o consorzi è cresciuta
ed alligna una spesa regionale clientelare, parassitaria ed assistenziale che
ha anche alimentato un ceto politico.
Penso
che questa sia fondamentale. Io ho fatto un conto e sarà approssimativo.
Abbiamo
Chi
si prende la responsabilità di rinviare questo processo di riforma vuole
affossare
Credo
che questa esperienza di governo si giocherà sul terreno del cambiamento e
delle riforme radicali, a cominciare da questi dati perché noi dobbiamo
abbandonare definitivamente il vecchio regionalismo. Se pensiamo di continuare
con il vecchio regionalismo, nato 40 anni fa, le regioni sono finite e
rischiano di implodere.
Noi
dobbiamo aprire la strada di un nuovo regionalismo, capace di interpretare e di
dare slancio all’attività di programmazione legislativa e di controllo della
Regione. Questa è la questione sulla quale i dati dell’assestamento di bilancio
ci dicono che dobbiamo andare in questa direzione e lo dobbiamo fare prima
dell’approvazione del bilancio, avviare procedure certe e con cronoprogramma che ci permettano di stabilire quando e come
avviamo questa radicale svolta in Calabria.
Dobbiamo
avere la localizzazione e pensare a due grandi Agenzie. Chiudere questo
sottobosco di società e fondazioni e fare due grandi Agenzie: una per
l’agricoltura e la forestazione e l’altra per il lavoro, la fondazione, il
turismo ed i servizi alle persone. Che siano il braccio operativo della Giunta
regionale.
Penso
che questo sia il tempo, dopo un anno, di prendere con mano, con forza la
questione del cambiamento. Penso che dobbiamo evitare di perdere altro tempo ed
interpretare con forza e trasparenza, con coraggio la strada delle riforme.
Rinnovo
all’assessore Viscomi l’invito di essere più coraggioso,
di rompere col passato come lui stesso ha cercato di fare intravedere nelle
dichiarazioni in Commissione bilancio e sulla stampa.
Abbiamo
bisogno di un patto per le riforme con un cronoprogramma
e procedure certe e rapide, altrimenti questa legislatura rischia di
trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata che
Concludo
con una frase: quando si governa abbiamo bisogno di essere anche un po’ padri
di famiglia. Io avrei accettato l’emendamento Sculco,
per quanto riguarda le
associazioni, con tutti i dovuti accorgimenti, quando si erogano finanziamenti,
non li possiamo erogare ad associazioni che non esistono!
Penso che questo sia un monito a tutti quanti noi,
è un monito a chi, come me, ha un solo obbligo, né di partito, né io ho
risentimenti perché qualcuno mi ha cacciato dalla Giunta. Alla fine io stesso,
e qualcun altro verificherà che forse è stato meglio così. Io non transigerò
sul mandato elettorale che gli elettori hanno dato a questa maggioranza, e non
faccio l’opposizione a questa Giunta. Io incalzerò sul terreno delle cose che
vanno in continuità col passato e plauderò quando si avvierà un processo di
cambiamento, che ancora non si intravede. Questo è un dato politico: è passato
un anno e non si intravede.
Io non sono pregiudiziale. Ho parlato chiaro, senza
infingimenti e senza ipocrisie, ho detto come la penso e invito qualcuno a non
strumentalizzare, come sta facendo, perché se non si fa questo, questo
Consiglio regionale, quando si voterà, se ne andrà tutto a casa, non si salva
nessuno, perché quando prevale la disillusione, quando prevale il mancato
rispetto degli impegni, gli elettori fanno di tutta l’erba un fascio.
Noi abbiamo preso degli impegni ed io su questo
farò la mia battaglia, anche alzando i toni della discussione, perché io
rispondo solo a chi ha avuto il piacere di votarmi per un mandato. Io non ho
chiesto voti, ho chiesto il voto per cambiare
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco, ne
ha facoltà.
Ho ascoltato con estremo interesse, così come faccio ormai da
un anno, l’intervento del consigliere Tallini, che è capace di fare un’analisi politica di
ampio respiro, molte volte diversificando il tema proprio del Consiglio
regionale, ma che ha l’arguzia e l’astuzia di spostare in casa altrui i problemi, che molto più
frequentemente si notano e si avvistano in casa propria! Quindi è un’analisi
della situazione della maggioranza, che tocca, caro consigliere Tallini, principalmente alla maggioranza fare e la fa con
grande chiarezza. Oggi seguirei le sue tracce, se dovessi dire da quale pulpito
si parla, attese le sceneggiate napoletane che quell’emiciclo ha dato in
occasione di tanti e tali problemi importanti e meno importanti.
Qua
c’è una maggioranza che ha la grande capacità, come ha fatto oggi e come fa
ormai quotidianamente, di discutere, di esaltare anche, se è il caso, le differenze
di vedute, ma di avere la sensibilità, alla fine, di capire che si va verso una
stessa direzione, di capire che ci sono momenti in cui vanno affrontati temi
importanti quali quelli dell’assestamento di bilancio, che non è peregrina in
un momento fondamentale.
Intanto,
oggi mi chiedo e vi chiedo - perché ormai sto dimenticando quelle che erano le
antiche nozioni di consessi molto minori - l’assestamento di bilancio significa
correzione, adeguamento, aggiustamento di quello che è un bilancio di previsione,
di quello che è stato il bilancio di previsione che la Giunta ha approvato,
giustamente rispetto a capitoli che non trovavano capienza totale, rispetto a
quello che era un dato; quando si parla di assestamento, si parla di bilancio,
ed è legato in modo indissolubile al bilancio di previsione, a quella che è
stata l’eredità – caro consigliere Guccione, le ha
dette bene alcune cose – rispetto a una discontinuità. Beh, la discontinuità
non può essere solo e soltanto auspicata, ma poi deve essere fatta anche
verificando quello che c’è nelle carte.
Beh,
ritengo che, così come il sottoscritto e tanti consiglieri regionali, neanche
il presidente Oliverio immaginasse che cosa si
nascondeva nei meandri delle partecipate o delle società pararegionali o delle
fondazioni, ritengo che neanche lontanamente il presidente Oliverio,
così come il vicepresidente Viscomi, riuscisse a
immaginare quello che c’era.
Allora
non dobbiamo, caro consigliere Orsomarso, né
bisbigliare né balbettare, dobbiamo essere coerenti: oggi noi stiamo assestando
un bilancio di previsione che parte male, che partiva male, perché qualcuno
dimentica che il bilancio di previsione che noi abbiamo approvato – non si rizeli, dottor De Cello –
presentava un disavanzo strutturale ovvero una difformità tra quella che era la
disponibilità del bilancio stesso e la necessità del bilancio per erogare i
servizi alla comunità di circa 350 milioni di euro. L’abbiamo dovuto approvare
in ragione di quello che era un andamento tendenziale della Regione dal 2008, e
anche prima, devo dire.
Allora,
oggi, stiamo assestando quel bilancio di previsione, cioè stiamo andando ad
individuare quei capitoli per cui diventa necessaria la copertura.
C’è
stata una grande disponibilità da parte dei consiglieri, qua c’è il consigliere
Sergio che ha ritirato un emendamento, anzi più di uno, ma l’ha ritirato nella
misura in cui, oggi - e mi meraviglio della consigliera Sculco,
che forse era distratta - abbiamo fatto Conferenza dei capigruppo, amici cari.
E’ vero o no che nella Conferenza dei capigruppo il presidente Oliverio ha dato disponibilità ad approvare il bilancio di
previsione da qui a quindici giorni? E’ vero o no che c’è un impegno della
Conferenza dei capigruppo ad andare ad approvare il bilancio, sì politico, di
quella che deve essere la programmazione, senza andare nella fase in cui si
lavora con i cosiddetti dodicesimi? E’ vero o no che c’è stata questa
disponibilità?
Allora,
oggi, bisognava – lo dico con grande chiarezza – solo analizzare. Su questo
voglio essere chiaro, perché la politica è fatta di chiarezza, di comprensione,
di analisi. Se nel bilancio di assestamento rispetto a quella copertura che la
Giunta ha proposto, le poste coperte non vanno bene, si deve essere
consequenziali, non si deve votare il bilancio perché non vanno bene, perché
non si può dire “io voto il bilancio, ma avrei fatto altro”, perché non stiamo
discutendo di un bilancio di previsione, stiamo discutendo di assestamento.
E’
troppo facile essere eroi in questa terra che richiede e reclama, giorno dopo
giorno, misure di assistenza, per non dire di supporto, nell’erogazione dei
servizi e della qualità dei servizi, ma c’è una Calabria che deve cambiare.
Condivido, consigliere Guccione, quando lei dice
l’annullamento delle partecipate, delle fondazioni; ma, attenzione, il
completamento dell’iter di un ente che va in liquidazione, alla fine, dovrà
trovare copertura nei bilanci della Regione. E noi partiamo, oggi, da un
bilancio che è quello che ho detto prima.
Allora,
oggi, tutti quanti cominciamo a dire, senza parafrasi, senza diversità di
vedute, che c’è la necessità di recuperare quel disavanzo cosiddetto
strutturale, per cui, probabilmente, non possiamo consentire – e visto che
siamo tutti franchi, diciamolo - che gli stessi dipendenti regionali, magari
dell’Afor, pignorano la Regione per ritardato
pagamento. E non possiamo consentire che la Regione vada in disavanzo su alcuni
servizi, perché altrimenti saremo qui a discutere del libro dei sogni che non
sarà mai scritto e mai realizzato, ma viceversa vi è una grande necessità, che
è quella dell’assunzione nel nostro ruolo di consiglieri regionali di
maggioranza, di consiglieri regionali che hanno firmato e sottoscritto un
programma elettorale, altrimenti le nostre parole e i nostri interventi saranno
consegnati all’oblio più totale.
A
differenza di quella che è la visione un po’ pessimistica, per non dire quasi
d’oltretomba, del consigliere Tallini, ritengo che
questa Regione ha bisogno, sì, di velocità, ma ha bisogno soprattutto di
conoscenza dello stato reale, perché è allarmante quando il consigliere Guccione dice che i debiti ammontano ad oltre 1 miliardo di
euro, beh certamente non sono i debiti che vengono fuori da questo anno di
legislatura. Allora la conoscenza è fondamentale e poi l’azione, che non può
essere l’azione di chi non riflette, di chi non pensa, ma l’azione di chi
pondera e di chi stabilisce le strategie, e poi, oltre al dato contabile, così
come oggi abbiamo detto in Conferenza dei capigruppo, la sfida sarà anche
nell’ambito di quello che dovrà essere il patto per la Calabria, dove dovremo
essere capaci di disegnare la Calabria che immaginiamo, in un’interlocuzione
con il Governo che non può essere certamente né di sottomissione né di inchino,
ma deve essere di un Consiglio regionale che lì dovrà dimostrare grande
capacità di un voto unanime, come ho detto oggi, per dare la possibilità alla
Calabria di crescere.
Questo
Consiglio, per la particolarità anche dei tempi in cui viviamo, certamente se
non sarà capace di interpretare bene tutti. Oggi è molto semplice fare il ruolo
di opposizione rispetto alle richieste e alla ridotta possibilità di risposte
da dare, ma c’è un Consiglio tutto con una Giunta che deve confrontarsi e deve
trovare su diversi temi, fondamentalmente, univocità di intenti, perché in quei
temi c’è la Calabria, non ci siamo noi.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne
ha facoltà.
Ho
partecipato ai lavori della seconda Commissione e ho
seguito la relazione fatta dal dottore De Cello
e dal professore Viscomi, in cui hanno evidenziato in maniera forte che
questo è un bilancio tecnico e non un bilancio politico, perché effettivamente va a ripianare tutta una serie di situazioni, di debiti pregressi, di richiami
della Corte
dei conti, di decreti ingiuntivi che si moltiplicano giornalmente: pare che,
nell’arco di due o tre mesi, da 30 milioni di euro si sia passati a 33 milioni
di euro. Questo l’ho riscontrato anche dal fatto che i colleghi della
maggioranza avevano presentato diversi emendamenti, che alla fine sono stati
ritirati.
Penso
che oggi il buonsenso che deve prevalere su ognuno di noi sia quello di
cercare, al di là degli schieramenti politici, di avere un obiettivo comune che
è quello dell’interesse della Calabria e dei calabresi. Il fatto che
evidenziava il collega Guccione, poi rimarcato dal consigliere Greco,
sulle problematiche che si trascinano ormai da anni per quanto riguarda i vari
enti intermedi e i consorzi, effettivamente è una delle problematiche più
spinose che gravano sul bilancio della Regione. Proprio per questo l’altro
giorno ho presentato un’interrogazione con risposta scritta per evidenziare il
problema relativo all’accorpamento delle Asi. Ci sono
delle situazioni paradossali, a parte la lungaggine relativa all’accorpamento
della legge24 del 2013, perché ci sono, in particolare, i dipendenti dell’Asi di Reggio Calabria che da oltre sette mensilità non
percepiscono lo stipendio.
Quindi
tutte queste situazioni, poi vanno a gravare negativamente sul bilancio
regionale – come diceva, giustamente, Orlandino Greco
– perché, paradossalmente, i dipendenti dell’Afor, i
dipendenti della Regione chiedono il pignoramento, e denotano la criticità e la
gravità del momento
Quindi,
come Nuovo Centro Destra, ribadisco che noi sicuramente non ci metteremo di
traverso, perché guardiamo al bene della Calabria e dei calabresi.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, avverto l’esigenza di intervenire anche perché percepisco una
certa stranezza in questo dibattito, stranezza perché ci accingiamo a
licenziare una proposta della Giunta, che è il rendiconto dell’assestamento di bilancio, che tiene conto, come è doveroso per la
pubblica amministrazione, di obbligazioni del passato. Tra l’altro, non sono
uno che si appassiona a rincorrere la competizione
con il passato, perché chi è chiamato a governare non deve mai guardare a ciò
che è stato prima, ma alla visione che ha per il futuro del proprio governo.
E’, ovviamente, ingessato da obbligazioni, ingessato da pignoramenti, ingessato
da una normale routine della vita democratica della pubblica amministrazione,
che ha un peso: ci sono stati degli errori, c’è un peso che grava sui calabresi.
A
fronte di questo, però, ci sono delle novità, perché bisogna anche sottolineare
che chi è abituato a vedere il bicchiere mezzo vuoto, ovviamente, non si
rassegnerà ad evidenziare negatività. Abbiamo bisogno anche di ottimismo in
quest’Aula, perché percepisco – e non va bene per chi governa – una
serpeggiante rassegnazione che ci vince, e non mi piace questa cosa, perché
abbiamo il dovere di osare in quest’Aula, la Giunta ha il dovere di osare nel
governo di questa Regione, e noi, che siamo chiamati dal nostro elettorato a
legiferare, a dare slancio e qualità alle leggi di questa Regione, abbiamo
anche il dovere di dare una mano da qualunque postazione ci troviamo. Abbiamo
assestato risultati importanti come l’approvazione del Por, l’approvazione del Psr, abbiamo presentato finalmente in questa Regione le
linee-guida per un Piano dei rifiuti, abbiamo ascoltatogli indirizzi per un
nuovo Piano del trasporto pubblico locale, abbiamo ascoltato finalmente – io
dico – qualcuno che si occupa della riorganizzazione del personale di questa
Regione, che è una zavorra – e lo dobbiamo dire – e finalmente si parla di pesi
negli incarichi che si daranno, finalmente si parla di meriti e di titoli.
Insomma,
queste novità fanno parte o no di un’azione di governo, che è l’azione della Giunta,
ma che è l’azione anche del Consiglio e di una maggioranza? Perché non si
misura la qualità della funzione del consigliere ritagliandosi un pezzo di
autonomia; quando si fa parte di una squadra, c’è uno schema che fa vincere le
partite, ce lo insegna il calcio, ma ce lo insegna chi ha avuto esperienza
nella pubblica amministrazione e nei Comuni, e faceva bene Orlandino
Greco a fare riferimento a quella esperienza.
L’assestamento
non è altro che mettere assesto, cioè mettere ordine, e la lingua italiana non
si sbaglia e non lascia neanche margini all’interpretazione; il contrario è il
dissesto. Oggi facciamo un’operazione pulita, equilibrata, che dà slancio e
vigore all’azione di governo. E’ ovvio che non abbiamo responsabilità sul
rendiconto dell’anno precedente. Ciò che misurerà l’azione di governo della
maggioranza – ripeto – della maggioranza, sarà il bilancio di previsione,
perché se qualcuno pensa di ritagliarsi spazi di autonomia e di assolversi,
sbaglia, perché sarà coinvolto.
Allora,
o decidiamo tutti di stare nella partita oppure all’orizzonte vedo problemi
seri.
Per
dirla fino in fondo, signor Presidente, sono convinto che è ovvio che la
partecipazione sia necessaria e le Commissioni servano anche a rendere
partecipi i consiglieri. Nell’ultima seduta di Commissione che abbiamo tenuto
sul rendiconto e sull’assestamento, in cui era assente il Vicepresidente
consigliere Orsomarso, di cui mi è mancato il
contributo, ho apprezzato questo modo di intendere il governo e il nuovo metodo
che deve stare in Calabria. Stiamo tutti dalla stessa parte – lo vorrei dire
anche ai colleghi della minoranza – perché oggi o si vince tutti insieme o si
perde tutti insieme.
E’
ovvio che negli emendamenti tutti avevamo pari dignità e avevamo sacche di
disagio, avevamo esigenza di dare ossigeno a sofferenze negli emendamenti.
Abbiamo dovuto ritirare perché non c’era capienza e i conti si fanno con ciò
che si ha, non si fanno con le chiacchiere.
Allora,
laddove ci sono priorità e laddove le sacche dell’indigenza o della sofferenza,
della violenza, insomma, hanno un peso maggiore, lì è ovvio che la nostra
sagacia – perché governare significa anche essere sagaci e non essere populisti
– prevarrà su un sentimento che ci attraversa tutti, che non è un sentimento di
uno, né si misura sull’autonomia di un consigliere regionale che si ritaglia un
pezzo di potestà. No, ognuno di noi ha diritto a dire la propria e a sostenere
settori di questa Regione.
Per
cui, penso che dobbiamo ritrovare lo slancio con il quale ci siamo candidati e
per il quale abbiamo chiesto il consenso ai calabresi. Credo che, in una
virtuosa e vicendevole e reciproca relazione con la Giunta, dobbiamo proseguire
il cambiamento di questa regione.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Salerno. Ne ha facoltà.
Ho ascoltato con interesse gli interventi in
Aula quest’oggi, però consentitemi – e vi chiedo scusa se spesso sono
ripetitivo, ma è un tema che mi sta a cuore – abbiamo parlato tantissimo, siamo
intervenuti tutti, presidente Oliverio, ma di che
cosa stiamo parlando?! Stiamo parlando di briciole! Rispetto quanto sostenuto
dalla collega Sculco, ma non perché mi trovo da
questa parte, quindi dall’opposizione, ma per il tema che ha posto, e mi auguro
che l’assessore Roccisano, che è anche una donna e
che si occupa del problema, tenga conto di questa situazione e possa dare
veramente una risposta, perché il tema della violenza sulle donne è molto
importante e molto sentito e ci sono delle attività in Calabria che meritano
veramente attenzione, e questo lo dico perché ho presieduto quell’assessorato
nella passata legislatura.
A
parte quest’inciso, di che cosa stiamo parlando?! Stiamo parlando di un
assestamento di bilancio che riporta briciole rispetto a quella che è e che
dovrebbe essere l’azione di governo di una Giunta regionale. Abbiamo temi molto
importanti da affrontare e da discutere.
Sull’assestamento,
il mio capogruppo ha già annunciato il voto contrario, e voglio rimarcare che
il voto è contrario perché è un voto politico, è un voto su uno strumento
finanziario come il bilancio, il bilancio della maggioranza, di chi lo propone,
di chi ha la responsabilità di governo, così come anche l’assestamento su cui,
se avete notato, non ho presentato nemmeno emendamenti, perché guardo le cose
nella loro praticità: è inutile portare emendamenti che non possono essere
approvati, che non possono trovare poi applicazione per carenza di risorse
finanziarie. Una riflessione, però, la dobbiamo fare, la dobbiamo fare tutti i
colleghi, di maggioranza e di minoranza. Ci sono temi importantissimi che
questo Consiglio deve affrontare e che non può, nella maniera più assoluta, far
finta di non vedere e di non sentire.
Sentivo
il consigliere Guccione che parlava di cambiamento:
abbiamo parlato anche la scorsa legislatura di cambiamento, di cambiamento di
rotta, di far prevalere la politica, quella buona. Chi, oggi, siede in questo
Consiglio regionale rappresenta i calabresi, perché è stato eletto dai
calabresi e deve fare gli interessi dei calabresi.
La
sanità, presidente Oliverio: di sanità questo
Consiglio deve parlare, lei si dovrebbe impegnare, a mio avviso, a convocare
una seduta di Consiglio regionale e discutere solo ed esclusivamente di sanità,
perché i calabresi hanno pagato un prezzo altissimo per via di un Piano di
rientro dal deficit sanitario, che non è stato sottoscritto dal presidente
Scopelliti, ma è stato sottoscritto ancora prima, e ha determinato penalizzazioni per i
calabresi, quindi per la sanità calabrese, ma anche per la classe politica,
presidente Oliverio, della passata legislatura. Non
penso che questo governo regionale, se le cose continueranno così, verrà
premiato, anzi penso l’opposto, ascoltando quello che già si dice e si sente in
giro. Perché non è possibile essere espropriati e colonizzati. Sarebbe
importante portare in questo Consiglio regionale un dibattito con un solo punto
all’ordine del giorno sulla sanità.
Così come pure la questione dei precari Lsu-Lpu, presidente Oliverio,
perché queste sono delle grandi emergenze – l’assessore lo sa – parliamo di
circa 5.500 unità che sono interessate da questo problema.
Così anche per quanto riguarda la mobilità, perché
non possiamo pietire ogni volta al Governo nazionale,
sia esso di centro-destra o di centro-sinistra, l’elemosina per riconoscere un
diritto a chi lo ha, per poter percepire un’indennità mensile.
Questi sono temi importanti, importantissimi.
Poi è compito della Giunta vigilare affinché le
riforme che sono in atto vengano velocizzate, l’abbiamo già detto in una delle
passate sedute di Consiglio, dove abbiamo affrontato anche il tema delle
riforme. Questo è quello che, secondo me, dobbiamo fare.
L’assestamento è un atto dovuto – dico io – perché
chi amministra sa bene che, quando inizia con un bilancio di previsione, strada
facendo ci sono mille intoppi e mille problemi.
Così come pure – mi rivolgo sia all’assessore al
bilancio, che mi pare non sia presente in Aula, sia all’assessore Roccisano – il problema delle strutture socio-sanitarie,
del sociale, dove la Regione ha un debito abnorme che si trascina da almeno
vent’anni. Questo è un altro tema che va affrontato e con determinazione, per
evitare quei pignoramenti di cui parlava il Vicepresidente nella sua relazione.
Questi sono temi importantissimi, presidente Oliverio, e per quanto ci riguarda siamo pronti a
collaborare, perché se noi riusciamo a dare una risposta su questi temi, quando
finirà questa legislatura dal punto di vista del mandato - perché
politicamente, presidente Oliverio, io dissento un
po’ perché dico che questa legislatura politicamente è finita quando lei ha
presentato questa Giunta tecnica - tutti noi potremo dire ai nostri elettori,
ma anche ai nostri figli, che abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere e
abbiamo contribuito veramente a cambiare la Regione Calabria.
Ha chiesto
di intervenire il
consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, signor
Presidente della
Giunta, colleghi consiglieri, diverse volte in
quest’Aula ho dovuto sottolineare come
spesso ci siamo trovati di fronte a una cattiva abitudine, che è quella di
utilizzare il nostro intervento – quindi mi ci metto per primo io – per
disquisire su tutto. Stasera è mancato il campionato di calcio, ma ho visto che
una collega è venuta con una sciarpa, quindi in qualche modo vi ha fatto cenno!
Quest’Aula
era ed è chiamata a discutere dell’assestamento di bilancio: questo
assestamento è diventato l’occasione per ragionare – diciamo così, in termini
gentili e garbati verso l’Aula – di tutto, di un anno di governo, di quello che
è stato fatto, di quello che non è stato fatto, della possibilità eventuale di
ricomprendere dentro il documento di assestamento di tutto e di più. Scorgo in
questo fatto un approccio culturalmente vecchio, datato e – se mi consentite –
a mio giudizio, straordinariamente inadeguato alla fase e ai tempi che viviamo.
Certo,
ognuno di noi avrebbe potuto presentare emendamenti, chiedere al dottore De Cello “c’è questa esigenza del territorio e bisogna
soddisfarla, c’è l’associazione ics, la categoria ipsilon e così via”, però
tradendo quella che deve essere l’impostazione, a mio modesto giudizio,
rispetto a uno strumento, che è quello dell’assestamento, che non è una manovra
di bilancio di previsione, ma è un’occasione nella quale alcune cose vanno
assestate – lo ha detto bene con grande onestà e coerenza il collega Fausto Orsomarso - nella quale non si può pensare di esprimere un
giudizio politico sull’azione di una Giunta, perché è un assestamento che, fra
le altre cose, alcune risposte cerca di darle.
Tuttavia,
dobbiamo sforzarci in quest’Aula di non ricorrere le responsabilità,
innanzitutto perché le responsabilità sono registrate dalla storia, sono state
giudicate dagli elettori, ai quali dobbiamo rispetto, poi perché non ci serve,
perché non possiamo passare tutta la nostra vita e la nostra attività, per
quanto questa sarà più o meno lunga, a dire di chi era la colpa. Noi conosciamo
dei fatti: anche questo assestamento, abbastanza ingessato e con pochissimi
spazi, deriva da alcune cose che ci giungono dal passato. Ora, ascoltare in
quest’Aula addirittura la rivendicazione del danno, sentire esponenti delle
passate Giunte che dicono “noi abbiamo fatto bene e la storia ce lo
riconoscerà” – consentitemi – è veramente insopportabile, ma non perché non si
possa rivendicare un’azione, il che, anzi, denota anche in questo caso coerenza
e un pizzico di coraggio, ma perché non serve alla Calabria. Questa discussione
non serve alla Calabria, perché non parla il linguaggio della verità e non
parla del futuro che noi abbiamo la necessità di costruire insieme – questo sì
– in quest’Aula e con coerenza.
Quando
noi discutiamo comunque dell’assestamento, arriviamo in Commissione e
presentiamo, collega Bevacqua, l’emendamento ics e
l’emendamento ipsilon e poi gridiamo alla censura del dissenso, facciamo un
errore di metodo: siccome questa maggioranza ha convocato una collegiale
riunione per discutere dell’assestamento, collega Bova, avremmo dovuto recarci
presso, in quel caso, la sala della Giunta
alla Cittadella regionale e dire “guardate, secondo noi, secondo me c’è bisogno
di stanziare un euro per acquistare questo foglio”. Si discute in una
maggioranza, si vede se è possibile farlo, se questa nostra richiesta risponde
ad interessi generali e poi si decide. No, alla riunione di maggioranza non si
partecipa, si va in Commissione, si mettono i colleghi di fronte ad una
questione non annunciata e si dice “questo è l’emendamento, perché io penso di
fare così. Ghe pensi mi”. No, perché
questo approccio è culturalmente, prima che politicamente, sbagliato, perché
nelle Commissioni, in Consiglio regionale, nell’attività politica non ci può
essere solo ed esclusivamente la soddisfazione dei nostri bisogni –
naturalmente anche di quelli del territorio, perché a questi mi riferisco, non
vorrei essere equivocato – in una visione strettamente particolare.
Noi
abbiamo di fronte drammi e crisi tali in questa regione, che non possiamo permetterci
di fare l’emendamento per gli amici del consigliere Romeo. No, dobbiamo avere
una visione organica, discutere delle questioni in maniera strutturale ed
eliminare la cultura del particolare, che tanto male ha fatto alla nostra
regione, perché il particolare poi mette una categoria contro l’altra, mette un
povero contro l’altro – e poveri ne abbiamo tanti – un territorio contro un
altro, un campanile contro un altro, una provincia contro un’altra e spezza la
nostra regione, che invece ha bisogno di una visione fortemente unitaria.
Naturalmente,
tante cose potevano essere fatte dentro questo assestamento, però non si può
dire che, se non vengono fatte, non c’è la sensibilità rispetto alle
problematiche.
Vogliamo
parlare della questione delle donne? Qualcuno immagina, forse, che l’assessore Roccisano non ha presente la difficoltà del genere, al
quale notoriamente appartiene, e la necessità attraverso le politiche sociali
di affrontare queste questioni?! Però io vorrei dare un dato a quest’Aula per
discuterne concretamente: nelle ultime due annualità vi erano degli
stanziamenti importanti per i centri antiviolenza, dal 2014 ce li siamo portati
al 2015, nel 2015 li abbiamo quasi tutti impegnati, ma non li abbiamo spesi.
Allora,
assessore, noi abbiamo bisogno – e ha fatto bene a ribadirlo nell’ultima
riunione di maggioranza – di una discussione organica e di una riforma delle
politiche sulle donne anche rispetto ai casi di violenza, alla loro efficacia,
anche attraverso tutto il complesso degli strumenti dell’assistenza
socio-sanitaria dei quali dispone una Regione e, fatta questa analisi,
naturalmente predisporre gli interventi che saranno ritenuti necessari ed
efficaci.
Così
come la legge urbanistica: ne abbiamo discusso nell’ultima riunione di
maggioranza e ne abbiamo convocata un’altra con l’assessore Rossi per
approfondire.
Così
come abbiamo iniziato a discutere di un intervento importante a sostegno del
reddito, che l’assessore Roccisano ci ha presentato
con dovizia di particolari – non anticipo nulla perché lo devono ancora vedere
le organizzazioni sociali e sindacali – anche per rispondere alle ripetute
sollecitazioni provenienti dal collega Gianni Nucera su questo tema e per rispondere a un’esigenza
della società calabrese, cioè per tentare di affrontare con le risorse che
l’assessore ha puntualmente e pregevolmente elencato, la questione della
povertà.
E’ uno strumento che sarà risolutore? No, ma è uno
degli strumenti fortemente innovativi che l’assessore ha deciso, di concerto
col presidente Oliverio, di mettere in campo.
Parlo di una politica che sia capace e in grado di
affrontare strutturalmente le questioni, di non rincorrere le emergenze, che
vanno affrontate, ma che non possono occupare tutto lo spazio della nostra
attività. Parlo dell’esigenza di guardare oltre il nostro particolare,
all’interesse generale, di fare una vera e propria rivoluzione nell’approccio
culturale alle politiche e alle necessità della regione.
Tuttavia, qui si è discusso di questo anno e si è
tracciato un bilancio che prescinde dalla realtà, la realtà disastrosa che
abbiamo ereditato, e la realtà delle cose che sono state, invece, fatte, e sono
cose di pregio. Oggi, veniamo, ad esempio, dall’attivazione di un servizio che
all’azienda ospedaliera“Melacrino-Morelli” era
bloccato da anni, che è la Pet. Ma non posso
riferirmi ad un solo intervento, vorrei parlare di questioni ben più
importanti: la riforma dello Statuto; la riduzione dei dipartimenti da 14 a 10,
che ha consentito notevoli risparmi all’amministrazione regionale; il
dimezzamento dei compensi a tutti i livelli dei manager comunque
utilizzati dalla Regione; il recupero di oltre 1 miliardo di euro di risorse
comunitarie nella vecchia Agenda; l’approvazione in tempi record, per quello
che è stato ereditato e trovato, della nuova Agenda comunitaria; il successo
che sta riscuotendo il Psr presentato di fronte a
folle enormi in Calabria, alla Cittadella, e l’altro giorno a Cosenza, frutto
di uno sforzo attraverso un confronto e un dialogo con le categorie; il
commissariamento, collega Guccione, delle fondazioni
e delle società in-house e degli enti
strumentali, una precisa scelta politica netta e radicale di rottura con il
passato.
Naturalmente, anche questa scelta poi ha bisogno,
come le altre, di trovare un riscontro nella realtà, e la realtà ci dice che,
se noi oggi ci azzardassimo a caricare sul bilancio ordinario della Regione il
debito dell’Afor - che abbiamo costruito noi, c’ero
io ancora nella carrozzella che producevo il debito dell’Afor!
Ovviamente, vicepresidente Viscomi, lei ha
riscontrato le mie delibere sull’Afor con le quali ho
aggravato il fardello del bilancio! - manderemmo in default la Regione, in
dissesto, quindi abbiamo commissariato, dobbiamo chiudere il processo di
liquidazione, ma lo dobbiamo fare compatibilmente con l’esigenza di mantenere
integro il bilancio della Regione Calabria.
Spesso, quando ci diciamo le cose e lo facciamo con
profonda ipocrisia, non rendiamo un servizio né a noi, né al nostro governo
regionale, né al futuro di questa regione. Non si tratta di un dissenso negato
o meno, ma si tratta – entro nel merito – del rispetto del mandato che noi
abbiamo ricevuto dagli elettori.
Quando il collega Tallini
si è candidato, ha avuto un mandato per rappresentare in quest’Aula, una volta
celebratesi le elezioni, una minoranza: lo fa, argomenta. Possiamo essere
d’accordo, non d’accordo, ma svolge il suo ruolo. Non
possiamo, invece, dire di voler rispettare il mandato elettorale e poi porci
completamente senza argomenti fondati all’opposizione della Giunta che, invece,
dobbiamo sostenere, perché nel mandato elettorale che ci è stato dato c’è il
cambiamento, ma nel programma elettorale di Mario Oliverio
non c’era scritto il cambiamento con la bacchetta magica, c’era scritto il
cambiamento e la coerenza del cambiamento con i tempi che sono necessari. Ed è
inutile disquisire di velocità, lentezza, scatto, fondo, c’è la realtà con la
quale il presidente Oliverio, con grande coraggio, si
sta misurando giorno dopo giorno, in un rapporto vero col Governo nazionale.
Vedrete che le risorse – è stato presentato già
l’emendamento per gli Lsu – ci saranno, ma questo non
è bastevole, perché anche in questo caso dovremo avere la capacità di uscire
dalle emergenze e di non rincorrere sempre le questioni che sono aperte da
decenni. Farli uscire dal precariato e fare politiche attive del lavoro: questo
è un obiettivo cui tendere. Questa è la realtà, altro che rispetto del mandato
elettorale! Il mandato elettorale va rispettato tutto e fino in fondo, a
prescindere dalla nostra collocazione personale, che non ha importanza in
vicende che, invece, sono molto più serie e molto più importanti.
Penso che questo anno non sia trascorso invano, è
stato fatto un lavoro in un contesto difficile, le criticità e i problemi ci
sono, ma chi sostiene questa Giunta e chi vuole rispettare questo mandato
elettorale deve fare uno sforzo vero di impegno a favore della Calabria; lo
deve fare dicendo le cose che pensa, senza tralasciare mai nulla, ma senza
farsi trasportare da istinti di tipo personale, che non servono alla nostra
regione. Questa è la realtà che abbiamo di fronte e questo è il lavoro che
dobbiamo fare, e lo dobbiamo fare perché è urgente fare svoltare la Calabria
come stiamo facendo e continuare un percorso di cambiamento vero.
Naturalmente, per tornare alla bacchetta magica e
chiudere, se pensiamo che il presidente Oliverio
avrebbe dovuto togliere tutti i dirigenti e poi far soccombere la Regione sotto
i ricorsi, pensiamo male. Anche la rotazione, anche il progetto di cambiamento dentro
la struttura burocratica, che è già praticato e sarà ultimato, viene fatto nel
rispetto delle norme e delle leggi vigenti, perché questo preserva la Regione
anche dal punto di vista economico, e non è un aspetto di secondo piano.
Saranno tagliati, dopo i dipartimenti che sono stati ridotti e razionalizzati,
anche 40 postazioni dirigenziali, mantenendo la funzionalità dello schema
burocratico e amministrativo della nostra Regione.
Allora il confronto, quello che ci diciamo, il
lavoro che facciamo, devono riferirsi all’interesse superiore della nostra
regione. Si torni a ragionare di questo e si faccia uno sforzo ad immaginare
ciascuno di noi un passo indietro rispetto all’interesse generale.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, siamo qui a discutere di un
bilancio, quindi di una manovra di bilancio strettamente tecnica, e questo l’ha
già detto il mio capogruppo. Si tratta di un aggiustamento sul previsionale come
è stato detto dai banchi sia di maggioranza sia di opposizione.
Però
ritengo che questa sera siano venuti fuori dalla discussione tanti spunti che
abbiamo il dovere di portare alla nostra attenzione e che abbiamo il dovere di
elaborare nella fase successiva del nostro mandato elettorale.
Il primo
spunto forte che è venuto dalla discussione, veramente bipartisan che fino adesso c’è stata in questo Consiglio regionale,
riguarda lo stato dei contenziosi, dei debiti che nascono dai contenziosi, dai
pignoramenti che potrebbero essere il vero default
della Regione se non viene
aggredito in modo forte e sentito, Presidente.
Da
alcuni interventi abbastanza catastrofici pensavo che dobbiamo chiudere la
Regione se le cose dovessero andare verso una certa logica. Non aspettiamo
questo momento e allora bisogna aggredire questo problema e ritengo che bisogna
aggredirlo partendo da un forte potenziamento dell’ufficio legale che abbia la
forza di lavorare nella tutela della Regione, ma assumendosi anche delle forti
responsabilità. Non mi riferisco all’ufficio legale di oggi ma probabilmente a
quello di 4-5-10 anni fa e anche a quello odierno che deve essere un settore
che lavori di concerto, veramente, con la Presidenza, nel giusto interesse
della Regione, anche assumendosi delle responsabilità negli atti che
quell’ufficio deve portare all’attenzione del presidente Oliverio.
Se
così non fosse ci troveremo da qui a mesi o ad anni con l’assestamento di
bilancio ma, addirittura, anche il previsionale, che sarà sempre più ingessato
e privo di quel sentimento della politica nella sua discrezionalità a favore
delle fasce deboli e della cultura, a favore della sanità o quant’altro.
Lì
bisogna intervenire e tocco - perché ci voglio ritornare poi – su uno dei
contenziosi che è in campo alla nostra attenzione e che dirò solo alla fine,
quando mi permetterò di parlare veramente 30 secondi sulla sanità.
Credo
che noi dobbiamo eliminare questo stato di disorganizzazione e di confusione,
dando tranquillità ai dipartimenti.
Girando
nei dipartimenti vedo uno stato di incertezza e poiché, spesso, rivendichiamo
il ruolo primario della politica, la responsabilità è della politica me
compreso.
Dobbiamo
uscire dalle esasperazioni, dobbiamo uscire da posizioni di individualismo che
anche stasera ho sentito in quest’Aula e che non fanno bene alla nostra
situazione, pur partendo da legittime aspettative.
Credo
che in ognuno di noi – l’ho sentito dire da qualcuno, sia di maggioranza sia di
opposizione – dovrebbe prevalere quel senso di responsabilità che ci porta a
far parte di un unico gruppo, pur nel rispetto dei ruoli che i cittadini ci
hanno consegnato. Metaforicamente, ci dovremmo sentire tutti quanti nella
stessa barca e nessuno può remare in direzione opposta.
Certo,
ognuno di noi può dare il suo contributo – ripeto - per competenza e per ruolo.
Se questa è una vera inversione culturale, probabilmente anche i discorsi che
ho sentito dalla maggioranza, non ultimo quello del capogruppo del Pd “insieme
si può costruire qualcosa di nuovo”, probabilmente imboccheremo una strada
giusta.
Proprio
in questa logica, avevo presentato un emendamento sul fondo del diritto allo
studio universitario perché ritengo che bisognava intervenire per sanare una
criticità che abbiamo lasciato nel momento in cui abbiamo collocato alcuni
dipendenti dell’ex Ardis verso Calabria Lavoro.
Proprio
nella logica di una maggioranza che ritiene che questo assestamento di bilancio
non potesse andare incontro a soddisfare delle esigenze particolareggiate,
seppur estremamente importanti, Presidente, annuncio che ritirerò
quell’emendamento di implementazione sul fondo del diritto allo studio
universitario, ma aspetto nella replica del Presidente che sia vero quanto ho
sentito dai banchi della maggioranza e cioè che c’è un impegno forte sul
bilancio previsionale per andare a colmare questi aspetti che sono condivisi.
Perché
sono condivisi questi aspetti? Perché ho letto sulla stampa dichiarazioni di
autorevoli esponenti della maggioranza che erano d’accordo sull’idea di dare
più forza al diritto dello studio universitario. Per una serie di motivi, le
nostre università stanno soffrendo, sempre più c’è bisogno di dare un aiuto
agli studenti bisognosi che, addirittura, potrebbero trovare aspettative ai
loro bisogni più nelle altre Università che non nelle nostre Università
calabresi.
Sono
sicuro che la sensibilità del presidente Oliverio
farà sì che nel bilancio previsionale questa criticità possa essere colmata e
da qui il mio pensiero di ritirare quell’emendamento.
Se
c’è forte questa consapevolezza, Presidente, ritengo che una prima riforma deve
essere quella che ho sentito e che sono convinto è nella testa del Presidente e
della Giunta e cioè quella della riforma degli enti strumentali.
Sono
troppi, sono tanti, hanno generato delle perdite che oggi anche in questo
assestamento di bilancio siamo costretti a ricoprire e il bisogno di questa
Regione, secondo una logica che è meno complessa di quanto vuole sembrare, può
essere veramente esplicitata in tre o massimo quattro enti e fondazioni.
Mi
permetta, Presidente, di portare alla sua attenzione un atteggiamento di
diritti negati in Fincalabra. Ci sono dei cittadini
che hanno vinto decine di sentenze, aspettano il reintegro in Fincalabra e vedono questo diritto, sancito da sentenze
ripetute e da giudici, ripetutamente negato, in quanto attendono di essere
reintegrati in Fincalabra.
Veramente
è una cosa assurda, avrei voluto presentare una interpellanza, mi sono dovuto
confrontare anche con gli uffici della Presidenza e c’è piena condivisione su questo
aspetto. Un atteggiamento veramente di chiusura totalitaria, rispetto ad un
diritto sancito non da Baldo Esposito ma da Tribunali autorevoli che hanno
sentenziato questo.
Certo,
c’è da pensare all’accorpamento verso una agenzia dello sviluppo, se è vero che
la partita del presente e del domani ce la giochiamo sui fondi comunitari.
Tralasciavo
all’ultimo, Presidente, un aspetto sulla sanità. Ritengo che nessuno di noi
vuol fare lotte ai mulini al vento, nessuno di noi vuole più fare becere lotte
contro il commissario Scura, ma noi, il Consiglio regionale, discutendo di
sanità possiamo dar forza al Presidente e alla Giunta affinché porti nella sede
del commissario un progetto sulla sanità che è l’emanazione di tutte le parti
politiche di questo Consiglio regionale.
Dico
che questo passaggio, Presidente, ti darà più forza presso la struttura
commissariale perché è inammissibile che ci sia un travaso di responsabilità
tra le struttura commissariale e i dirigenti e funzionari del dipartimento in
delle querelle veramente speciose e superficiali che portano solo ad un
rallentamento del lavoro stesso del dipartimento.
E’
inammissibile che ancora non abbiamo un decreto sulle autorizzazioni, non parlo
dell’accreditamento. Tantissime piccole realtà medie e piccole imprenditoriali
sono ferme proprio perché manca questo criterio delle nuove autorizzazioni.
E’
compito del Consiglio regionale e poi degli enti locali discutere dei nuovi
ospedali. Non è compito del commissario Scura, perché non è il sindaco degli
enti locali, non è stato mandato qui a fare il sindaco dei nostri comuni e
delle nostre città. Ne dobbiamo discutere però in Consiglio regionale perché
questo Consiglio le darà più forza, Presidente, non perché lei abbia bisogno di
ulteriori avvocati difensori nei confronti di una diatriba brutta che è una
pagina brutta nella storia della Calabria. Non so se sia illegittimo il
conferimento dell’incarico all’ingegnere Scura perché quel piano di rientro non
era finito.
Non
entro in disquisizioni giuridiche che non mi appartengono, ma entro nel merito,
però, che questo Consiglio deve discutere di sanità, deve decidere dove fare i
nuovi ospedali, deve decidere le linee di accorpamento di aziende.
Qui
non parliamo della fusione di due piccoli condomini, ma della funzione di due
aziende sanitarie storiche della città di Catanzaro, in cui il Consiglio
comunale si è tenuto, si è pronunziato su questi temi. E’ necessario perché
quella è un’azienda che potrebbe essere l’azienda centrale della sanità
calabrese, perché in quella zona c’è l’unica università di medicina della
nostra terra, lo deve discutere il Consiglio regionale.
Se
facciamo questo, secondo me, potremmo coniugare veramente quelle espressioni
che ho sentito dai banchi della tua maggioranza che “insieme si può”.
Un
contenzioso che mi sta a cuore e che secondo me va aggredito, Presidente, è il
contenzioso aperto dalla sentenza sulla Fondazione Tommaso Campanella.
Prima
parlavo dell’ufficio legale. Se l’ufficio legale di qualche anno fa, caro
collega Gentile, avesse ascoltato delle linee di programmazione seria che erano
state messe in campo, probabilmente – non sto dicendo una eresia – la
fondazione “Tommaso Campanella” sarebbe ancora in vita con una “spesa” – mi
perdonerete la stupidità del termine – modica di 20/25 milioni di euro.
Qui
oggi parliamo di un contenzioso che se non viene aggredito potrebbe superare
gli oltre 200 milioni. Sono disponibile a dimostrare il perché di questa
astronomica cifra con carta e penna.
Allora,
Presidente, chiedo anche qui la costituzione immediata di un tavolo che possa,
insieme al Magnifico Rettore dell’università di Catanzaro, recarsi
dall’eccellentissimo Prefetto di Catanzaro a chiedere non la riesumazione della
fondazione “Tommaso Campanella” ma quanto meno la revoca del decreto di
liquidazione, perché questo porterebbe verso la politica la problematica e non
verso un commissario liquidatore che probabilmente ha interesse che questo
commissariamento e questa liquidazione duri per anni.
Sentivo
parlare prima di commissariamenti e di strutture da liquidare che sono in vita
ancora da 7-8 anni e che generano solo spese che sono quelle dei commissari
liquidatori. Se noi non abbiamo la forza di rimuoverli staranno lì per anni
perché hanno l’utilità e la convenienza di rimanere.
Sarebbe
interessante ed utile, Presidente, che insieme al Magnifico Rettore lei si
recasse dall’Eccellentissimo Prefetto di Catanzaro.
Questo
non significa - e lo ripeto perché voglio essere scevro da malintesi -
riesumare la fondazione “Tommaso Campanella”. Ormai, purtroppo, rispetto ai
bisogni della gente, è seppellita e morta ma cerchiamo in ogni caso di sanare
quel che è sanabile e soprattutto mi riferisco a quei 30-35 dipendenti che alla
fine della vendemmia resteranno inoccupati e i quali inizieranno dei contenziosi
nei confronti della Regione Calabria per il mancato reintegro e per le mancate
opportunità, mancata chance – professore Viscomi,
lei potrà dirlo meglio di me – che potrebbe generare ulteriori contenziosi e
debiti.
Chiudo
da dove avevo iniziato. Questa discussione è stata estremamente interessante.
Aggrediamo, perché veramente non si debba chiudere la Regione, mediante un
potenziamento dell’ufficio legale, quelli che sono ancora i tanti rivoli di
contenziosi aperti e che non sappiamo quantificare, rispetto al presente e
soprattutto al domani.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, signori
consiglieri, Presidente della Giunta, stimatissimi assessori. Non era previsto questo mio
intervento perché penso che in un momento simile sia, forse, meglio assegnare
ai capigruppo gli interventi ma sembra che sia rimasto l’unico a non
intervenire, quindi lo faccio.
Il mio intervento avrà un taglio
particolare. Qualcuno ha parlato delle esperienze che abbiamo fatto da sindaci
e meno male, caro collega, perché abbiamo capito cos’è un assestamento
di bilancio quali sono i problemi da affrontare in quella sede. Io non starò
qui a parlare di assestamento di bilancio, vi abbiamo detto anche ed abbiamo
pure appreso alcune cose di come ci si muove talvolta nelle riunioni dei
capigruppo sede deputata per avanzare determinate contestazioni o condivisioni,
diversità di punti di vista; è un luogo dove si discute.
Vi hanno detto pure come
alcuni attacchi hanno più una visione, non dico personalistica ma settoriale,
destinata ad interessi di piccoli territori, prorogando un modo di amministrare
che non è quello della Giunta Oliverio e di questo
Consiglio. Abbiamo una veduta molto più ampia.
Ho sentito parlare anche
delle minoranze ma non credo che il problema della cultura si risolva con la
biblioteca di Soriano. Indubbiamente, interverremo ma non guardiamo alla
biblioteca di Soriano noi guardiamo al problema cultura in generale per la Regione Calabria, interventi
programmati, interventi di un certo respiro.
Vi è stato anche riferito di
quale metodo abbiamo modificato, il metodo partecipativo nelle Commissioni
consiliari.
Ho avuto il piacere di
partecipare ai lavori della Commissione ambiente, della Commissione affari
istituzionali ed ho visto questo metodo partecipativo applicato, per cui per
ogni problema vengono chiamati tutti gli interpreti del territorio per vedere
quale sia la soluzione migliore da dare alle varie istanze.
Ho visto il metodo adottato
dagli assessori; il mio intervento è diretto agli assessori, Presidente, e lo dico subito
anticipandolo. E’ diretto a loro, non certo come qualche altro intervento che è
stato loro riservato. Forse abbiamo una formazione culturale diversa, di base,
anche umana che arriva da paesini abituati a ringraziare chi ha deciso di
seguirci e di stare al nostro fianco, in un cammino particolare in quella che
forse può essere una impresa storica. Forse possiamo scrivere una bella pagina
di storia per la nostra terra. Io dico che lo faremo e lo dico in base ai
risultati che abbiamo con tutti i ritardi, Presidente, e con i risultati che abbiamo conseguito tutti
assieme.
Qualcuno lo ha dimenticato -
e questo magari farà piacere al mio caro assessore all’ambiente – ma l’Accordo
di Programma Quadro del 2010 prevedeva interventi per 220 milioni di euro. Al
31 dicembre 2014 abbiamo trovato 15 interventi e 18 milioni spesi in soli due
mesi.
Bravo il presidente Oliverio
a sostituire il soggetto attuatore. Abbiamo trovato qualcuno capace, abbiamo
individuato dove erano le deficienze senza un minimo di problema abbiamo
sostituito. Ed a giugno, se non sbaglio, erano già 70 i progetti mandati in
gara. Andiamo con la media di due appalti al giorno in quel settore, se non
sbaglio.
Cito un tema a me caro in
qualità di Presidente della
Commissione antindrangheta e caro all’assessore Viscomi
e ci siamo dedicati tanto, ognuno per le proprie competenze, io forse gridando
in qualche corridoio - come purtroppo si dice sia mio costume - e l’assessore
in maniera molto pragmatica.
I rappresentanti
dell’opposizione dimenticano che l’accordo, il Por Fesr
2007/2013, … 30 milioni di euro mandati dalla Commissione europea…
attenzione! si doveva intervenire in materia di videosorveglianza dei comuni,
aiuti alle micro attività e alle micro imprese che operano nel settore
dell’antimafia, aiuti alle associazioni che hanno avuto assegnati i beni
confiscati dalla ndrangheta.
Fermi là 2007/2013. Siamo al
2015 e ringrazio l’assessore Viscomi per il grande
lavoro che ha fatto perché abbiamo pubblicato la graduatoria.
Concludo subito dicendo che
ho citato queste cose per chiedere personalmente scusa; lo so che non siamo
abituati a chiedere scusa agli assessori, alla Giunta. Abbiamo la famosa Giunta
tecnica e mi sono già espresso pubblicamente, lo debbo dire in tutte le sedi di
cosa penso della Giunta tecnica e di questa distinzione di cui ci siamo tutti
riempiti la bocca tra Giunta politica e Giunta tecnica.
Vi manderò il mio curriculum
di studi ad Oxford di politica, perché ho studiato politica ad Oxford, ho fatto
un paio di seminari, così come il presidente
Oliverio, ed abbiamo per assessori professori
universitari riconosciuti a livello europeo.
Dovremmo registrare le parole
della commissaria Cretu quando venne. Se qualcuno
fosse venuto a sentirla!? Dopo tanti anni sentire un commissario europeo, alla
presenza di altri Presidenti di altre
Giunte regionali meridionali, dire che in Calabria finalmente si respira un
vento diverso, criteri completamente diversi.
Quando
si è detto che la Commissione europea aveva bloccato 800 milioni di euro,
Presidente, perché i criteri calabresi nell’utilizzo dei fondi europei non
corrispondevano agli standard europei il che ci ha detto con eleganza quella
signora “eravate America Latina”. Non so a chi eravamo paragonati. I
“complimenti”, i riconoscimenti per il buon lavoro che è stato fatto col Psr.
Colgo
l’occasione per ringraziare il collega D’Acri per l’intervento estremamente
qualificato. In Italia critichiamo tutto, si assumono 2.200 insegnanti e si
guarda solo al fatto che il preside debba designare…
No,
no, le pagliuzze… siamo abituati in questo modo.
Concludo
rivolgendomi agli assessori, Presidente, e ringraziandoli ancora una volta per
l’impegno che stanno profondendo per questa terra perché lo stanno profondendo
per i nostri figli.
Sa
qual è la mia paura reale, Presidente? che qualcuno di questi signori e grandi
professionisti, gente capace, molto preparata - e lo abbiamo visto in alcune
situazioni come trasporti, logistica e altro - non decida di dire “signori
miei, siamo stufi di essere magari trattati in questo modo, di non avere i
nostri dovuti riconoscimenti, arrivederci”; e questa barca rischia ancora, o
potrà rischiare di affondare o di prendere una strada diversa da quella che
abbiamo imboccato.
Agli
assessori dico solo quella frase “non ti curar di loro ma guarda e passa”. Li
invito a continuare nel lavoro prezioso che stanno facendo, vicino al
Presidente e vicino a ciascuno di noi anche per il tempo che dedicano, la
serietà, la professionalità, la stima ed anche l’atteggiamento semplice con cui
si pongono nei nostri confronti.
So
che è un intervento fuori luogo e non siamo abituati, tra l’altro sono un
novello di questo ambiente, quindi vi chiedo scusa. Ripeto: passo per politico,
voi passate per tecnici.
Detto
questo mi raccomando: alcune cose che abbiamo sentito sfiorano il folklore,
sento cose in Consiglio regionale che non avevo sentito nel Consiglio comunale
di un paese di 2.800 abitanti, e lo dico con amarezza.
Andiamo
avanti perché la sfida è grande. La Calabria era come una impresa i cui
equilibri erano stati portati al tribunale della cancelleria fallimentare. Si
pretende che poi con un colpo di mano, in un batter d’occhio, si possano
risolvere, senza dire che gli assessori e questa Giunta non hanno avuto la
possibilità né di partecipare alle elezioni né di impostare il programma che,
però, è in corso d’opera e che questa Giunta si è trovata rimboccandosi le
maniche e lavorando 24 ore al giorno. I risultati ci sono sia pure con qualche
ritardo.
La
strada è questa da perseguire. Capisco la polemica politica che deve essere
fatta, ma attrezzatevi un po’ meglio nella critica con argomenti diversi.
Sento
parlare del resto sempre di questa sanità, ma non mi avete mai sentito parlare.
Ci sono dischi che suonano su questa sanità, molto preparati e professionali,
molti di voi soprattutto tra chi siede tra i banchi della opposizione; vi
chiedo scusa, non vi tirate fuori da questo, non addossate a noi il fallimento
della sanità che si sta cercando in maniera molto delicata di risolvere e di
risollevare.
Ci
tenevo a dire questo. Grazie di nuovo, andiamo avanti così.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signori Presidenti, non mi appassiono facilmente alle polemiche e al
differenziarsi per ragioni un po’ fini a sé stesse. Anche qualche volta quando
faccio qualche esternazione, la faccio nella pienezza della mia coerenza di
posizione, del mio pensiero e dando nome e cognome alle cose, nella
consapevolezza che far parte di una squadra significa spesso recitare un gioco
di partecipazione, di sofferenza verso l’economia complessiva della partita e
non per esaltare le proprie ambizioni personali o dare risposte in termini
individualistici.
Ho
ritirato un emendamento stamattina, cosciente che comporre un quaderno di
bilancio non è semplice. Non vorrei stare nei panni di chi lo ha redatto perché
mettere in equilibrio sofferenze, debiti pregressi, migrazione sanitaria e
tutto ciò che diventa spesa, con le poche risorse a disposizione in virtù delle
continue restrizioni che dalla legge di stabilità, dai piani di rientro vengono
poste alle autonomie locali, è sempre difficile.
Oggi
nel momento in cui si va a fare l’assestamento pensare di metter dentro tutto
ciò che sono i bisogni del territorio da cui noi proveniamo diventa complicato
e difficile. Quindi, oggi il bilancio si deve approvare ed è per questo che ho
preso la parola, per esternare ufficialmente il mio voto favorevole a questa
proposta contabile, perché da qui deve partire il rilancio dell’azione
amministrativa, facendo virtù di una programmazione e di una pianificazione che
ci consenta di dar risposte alle attese che ci sono nella società, a
prescindere da dove proveniamo, da chi ci ha dato i voti.
Questa
è la nostra responsabilità individuale: recitare un ruolo di partecipazione
attiva e responsabile in questo consesso, elevare il tono del dibattito per far
crescere la credibilità e la visibilità di questa nostra Calabria nei riguardi
del mondo intero che ci osserva, della Nazione ma di tutte le attenzioni che
possiamo avere.
Non
è poco aver ricevuto l’approvazione del Por e del Psr
in tempi anche ragionevolmente brevi, considerando i ritardi accumulati
nell’utilizzo della spesa dei fondi comunitari. Questo ci deve far ben sperare,
una politica attiva, partecipata, di confronto, capace di valorizzare le
posizioni differenti - la dialettica politica serve a questo - nella maniera
più corretta e più sobria possibile; dal confronto nasce sempre una crescita!
Essere costruttivi e propositivi è la logica che deve animare la nostra
presenza in questo Consiglio, perché questo è stato il compito che ci siamo
assunti nel momento in cui abbiamo avuto la responsabilità e il consenso da
parte dei cittadini.
Lavorando
assieme in questa direzione, con una maggiore compartecipazione alle scelte e
con una maggiore condivisione delle strategie, forse tutti assieme riusciremo a
dare questa barca una rotta precisa e non una navigazione a vista che ci
potrebbe portare, visto che il mare è tempestoso, verso derive pericolose.
Grazie.
PRESIDENTE
La parola
al Presidente della
Giunta regionale.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, farò un breve intervento perché voglio
limitarmi solo a poche considerazioni. La prima che mi preme di fare è di
ricordare a tutti noi che noi stiamo approvando un atto che è l’assestamento
di bilancio e siamo al 3 dicembre.
Ovvero siamo a conclusione
dell’esercizio finanziario oltre che dell’anno solare,perché tra 27 giorni si
chiuderà il 2015.
Dico
questo perché un atto di questa natura oltre a dover fare i conti con le
risorse disponibili, e sono poche e dopo ritornerò su questo, deve
corrispondere a quelle che sono emergenze, necessità rispetto alle quali col
bilancio di previsione non si è riusciti a rispondere o vicende che sono emerse
successivamente nel corso dell’esercizio e a cui bisogna dare risposte.
Abbiamo
fatto un assestamento che risponde esclusivamente, oggettivamente a questi
criteri. Invito chi non lo ha fatto ad andare a leggere questo assestamento in tutte le sue articolazioni. Non c’è una sola voce,
un solo euro che prescinde da questa scelta che è obbligata.
Quali sono
queste necessità? Sono necessità determinate da situazioni accumulate nel corso
di anni. Sono in primo luogo problemi di natura sociale rispetto ai quali
nemmeno si riesce a rispondere compiutamente, ma si danno risposte parziali e
mi riferisco a problemi di lavoratori di enti sub-regionali, a situazioni di
società in house ecc., che hanno
operato prestazioni e che da mesi, e in alcuni casi anche da oltre un anno, non
si pagano perché accumulati nel tempo.
È stato
evidenziato qui dal vicepresidente Viscomi quella che
è la natura, il merito di questo assestamento.
Utilizzare un passaggio di
questo tipo, lo dico in generale a tutti, l’assestamento,per una riflessione di
ordine politico generale ci sta, ma utilizzarlo per agitare problemi che sono
condivisibili, e anzi da parte mia molto condivisibili, per una operazione
meramente strumentale non va bene. Mi si permetta di dire che alla critica c’è
anche il diritto di difesa o non è consentito questo? Replicare alla critica
significa reprimere o impedire lo sviluppo del confronto? Alla critica c’è il
diritto di replica. Mi permettete di dire in modo chiaro e netto che sollevare
il problema dei centri antiviolenza in un passaggio di questo tipo e fare sulla
rete una campagna che è meramente strumentale è assolutamente demagogico e
privo di fondamento?
Nel Dna di questa maggioranza
e di questo governo c’è una cultura dell’antiviolenza e del sostegno - sul piano culturale, sul piano delle
risorse, sul piano degli strumenti - ai centri antiviolenza che sfido a trovare
nella esperienza di governo che ognuno di noi ha alle spalle. Sfido altre
esperienze a confrontarsi con quella che io ho rappresentato nel corso degli
anni e parlo di me non come persona ma come espressione politica.
Faccio
questa riflessione per dire che se si utilizza l’assestamento per altri fini,
per agitare problemi che sono condivisibili ma che non possono trovare risposta
nell’assestamento, credo che vada evidenziato il carattere strumentale di
operazioni di questa natura.
In
questo caso di strumentalizzazione di vicende che dovrebbero essere tutt’altro
che strumentalizzate, abbiamo invece un problema: abbiamo 435 mila euro, siamo
al 3 dicembre e il problema è di utilizzare queste risorse per alimentare una
iniziativa ed una cultura dell’antiviolenza ed un sostegno alla rete e mi
rivolgo alla rete da quest’Aula. Siamo in diretta.
Mi
rivolgo alla rete dell’associazionismo dell’antiviolenza, delle donne. Da parte
di questo governo regionale c’è pieno sostegno e anzi nel nostro programma – lo
si vada a leggere – c’è ampio spazio per una politica da parte delle
istituzioni e della Regione a sostegno delle forze, delle energie, a partire
dalle donne, che si muovono in questa direzione.
Ci
sono tanti problemi che sono stati sollevati da parte della maggioranza, della
opposizione - lo diceva prima il consigliere Sergio dicendo che ha ritirato un
emendamento - che meritano, non che meriterebbero, attenzione.
Nel
momento in cui definiremo il nuovo bilancio di previsione bisognerà fare ogni
sforzo, pur nella ristrettezza di risorse, per dare spazio ed attenzione a
queste problematiche. Anzi qualcuna di queste problematiche, in presenza di una
insufficienza o inadeguatezza di risorse nel bilancio, dovremo vedere come
affrontarla attraverso l’utilizzazione delle risorse comunitarie. Dare una
attenzione a queste problematiche che sono- non perché la condizione nella
quale stiamo operando, la condizione di bilancio, e il passaggio
dell’assestamento ci hanno imposto di non recepire -, per quanto ci riguarda,
meritevoli di attenzione.
Allora
mettiamo le cose al loro posto per evitare di utilizzare un passaggio come
questo per alimentare strumentalismi e confusione.
Invece
mi preme – ed è qui la seconda considerazione che vorrei fare perché sono stato
sollecitato su questo da più interventi – fare una riflessione di ordine
politico generale.
Credo
che solo chi non ha memoria o ha memoria corta o si pone in modo strumentale, e
per questo non credibile,perché anche i bambini di questa terra conoscono lo
stato della Calabria, non riconosca la condizione grave di questa terra e
quella che è la vicenda che si è sviluppata nel corso di tanti anni.
Non
parlo degli ultimi 5 anni perché non vorrei che si alzasse il consigliere Tallini o qualche altro consigliere a colorirla. No, sto
facendo un discorso più di fondo. Sulla vicenda che via via
ha determinato una involuzione nella vita di questa Regione per cui si è
appesantito il carattere gestionale della Regione, non si è stati capaci di
utilizzare pienamente anche le risorse disponibili della Unione europea e non
parlo solo dell’ultimo programma 2007-2013.
Si
è determinata una condizione di aggravamento sociale da una parte e dall’altra.
Una inadeguatezza crescente della risposta rispetto a questa situazione che si
è aggrovigliata.
In
tutto questo, intorno alla involuzione di questa vicenda, si è via via costruita la trama – non ne parlo in termini demoniaci
– in termini sociali e di interessi politici.
Perché
se noi riflettiamo per un attimo su quella che è stata l’evoluzione o la
involuzione di tutto il reticolo degli enti sub-regionali, delle società in
house ed in parte, per un determinato periodo, anche della sanità ci
rendiamo conto di come questo reticolo si è infittito fino al punto da
diventare un elemento di asfissia.
Questa
è la vicenda che abbiamo alle spalle ed in tutto questo c’è stata una
deviazione del percorso della politica, di settori larghi della politica e una
piegatura, a mio parere, anche qui involutiva, della burocrazia, della struttura
burocratica. Questo è il quadro e lo dico con poche riflessioni. Rispetto a
questo grumo di problemi è necessario attivare un processo di radicale
cambiamento, ma questo non perché c’è una parte che deve agitare il cambiamento
e l’altra parte che deve conservare questo grumo.
Oggettivamente
ritengo che la Calabria abbia esigenza di aprire un’altra stagione, un altro
corso perché se non facciamo questo non avremo futuro come Calabria, come
Regione, come terra. Non avremo futuro perché le risorse si sono assottigliate,
non c’è più la stagione del deficit spending o
la stagione dei trasferimenti da Roma verso i territori.
Da
una parte le risorse si sono assottigliate e dall’altra quella macchina è
diventata una specie di mostro mangiasoldi distruttore di risorse.
Questo
è il punto. Il problema che abbiamo davanti è quello di vedere come porre mano
ad un processo di cambiamento nel senso di un riordino radicale della macchina
pubblica che sia capace di rompere questo involucro, di liberare risorse per
spostarle. Risorse che sono insufficienti ma ci sono e sono disponibili a
partire da quelle delle Unione europea ed è necessario spostarle in direzione
della crescita, dello sviluppo e della creazione di opportunità di lavoro, di
riorganizzazione dei servizi.
Allora
se questo è, su questo dobbiamo confrontarci e dobbiamo farlo stando con i
piedi per terra e non a seconda delle giornate e degli umori che abbiamo quando
ci alziamo la mattina, a seconda se è mercoledì o giovedì ed esprimere
atteggiamenti schizofrenici.
Per
esempio vi devo dire che parte delle riflessioni che ha fatto oggi il
consigliere Guccione le condivido, ma vorrei che il
consigliere Guccione quelle riflessioni le avesse
come bussola,perché potrebbe dare un grande contributo se le mantenesse come
bussola.
Ha
ragione quando dice che c’è una montagna di debiti. Guardate il prossimo
provvedimento da esaminare è quello che riguarda il differimento dei termini
per la liquidazione o l’accorpamento di enti regionali, per come previsto da
vigenti disposizioni di legge. Tale differimento dei termini – anche questo sa
il consigliere Guccione – non lo facciamo perché
vogliamo ripercorrere vecchie esperienze, quelle che dal 2007 hanno portato al
2013 per capirci. Intanto il termine – ricordate - in questo Consiglio
regionale è stato fissato al 31 di luglio 2015 per la conclusione dei
procedimenti liquidatori perché proposto da me personalmente.
Perché
ricordo questo? Proposto da me perché ci fosse una scadenza, un punto di
chiusura della esperienza dei liquidatori.
Però
qual è la novità? Aver posto quella scadenza ha accelerato la definizione delle
relazioni sullo stato di ogni ente in liquidazione ed ha fatto emergere con
puntualità quel che sapevamo ma sapevamo in modo sommario non puntuale.
Ha
fatto emergere, per esempio, che all’Afor ci sono 236
milioni di euro di buco. Solo all’Afor.
Se
poi facciamo l’elenco arriviamo alla cifra che diceva il consigliere Guccione. Se noi avessimo deciso di chiudere entro il 31
luglio le liquidazioni, poiché si tratta di enti a totale proprietà della
Regione, il socio di questi enti è uno, siano società in house o enti
strumentali, fondazioni e chi più ne ha più ne metta, avremmo preso questo buco
e lo avremmo riportato a pié pari direttamente sul
bilancio della Regione. Ma vi pare che noi possiamo prenderci il lusso di
mandare la Regione in default? Questo è.
Dato
che il buco c’è dobbiamo governare la situazione. Ci sono responsabilità di
lungo periodo alle spalle di questo buco prodotto, però non è che dato che c’è
il buco, riempiamo la Calabria di manifesti. C’è il buco chiudiamolo e
riportiamolo sul bilancio della Regione con tutte le implicazioni che questo
ha.
Signori
su questo vi porteremo una relazione dettagliata ente per ente e società per
società.
Allora
il problema è di vedere come si avvia un processo di risanamento e nello stesso
tempo di riordino. Una riforma radicale. Non ci possono stare più fondazioni
con vario nome, persino all’estero siamo andati, abbiamo fatto la politica
estera con le fondazioni.
Fondazione
Calabria nel mondo, abbiamo fatto pure la politica estera con le fondazioni in
questa Regione.
Bisogna
chiudere e avere una idea perché c’è una strumentazione che è necessaria e, a
nostro parere, a parte la difesa del suolo con Calabria Verde dobbiamo avere
tre soggetti non 12.
Uno
l’Agenzia per il lavoro, che si chiami Calabria Lavoro ma rivista e riformata;
due la finanziaria regionale ricondotta alle sue funzioni e non contenitore di
tutto e per tutto per capirci; e tre l’agenzia per lo sviluppo, come c’è in
tutte le regioni anche del Mezzogiorno che hanno fatto esperienze positive per
quanto riguarda la utilizzazione delle risorse comunitarie.
Agenzia
come c’è in tutte le altre regioni, non è una cosa nuova ma la mutuiamo da
tutte le altre regioni. Tutto il resto deve essere cancellato.
Con
funzioni e con regole precise, e con obiettivi di riqualificazione
dell’intervento pubblico a partire dalle risorse comunitarie 2014-2020. Di
questo dovremo discuterne subito i primi giorni di gennaio.
Una
grande opera di riforma e di riorganizzazione e naturalmente anche il
ripensamento su alcuni enti che storicamente hanno avuto una funzione nella
nostra Regione.
Penso
che tutta la problematica della difesa del suolo, dell’assetto del territorio,
della sistemazione idrogeologica ponga un problema di riflessione sugli
strumenti,perché abbiamo avuto negli anni, dopo un periodo in cui la politica
di sistemazione idraulica è stata fatta col vecchio intervento straordinario -
parliamo chiaramente delle aste fluviali, della sistemazione dei versanti ecc… - una piegatura degli strumenti in altre direzione.
Azienda
Calabria Verde è diventata strumento di giardinaggio e non di intervento per la
sistemazione idrogeologica. Questa è la verità e non scopro niente.
Nel
corso degli anni è stato fatto questo, Calabria Verde oggi Afor
ieri. Il nuovo ente non ha fatto il salto di qualità che bisognava facesse e
per il quale è stato immaginato e pensato, ma deve farlo questo salto di
qualità. Anzi a proposito della richiesta di discussione vi chiedo, se
volete,altrimenti la possiamo fare pure subito, di poterla fare con una
relazione dettagliata,perché anche lì c’è un elemento distorsivo
che deve essere oggetto di riflessione in questo Consiglio regionale.
Chi
ha responsabilità se le assuma. Ho apprezzato che il consigliere Guccione abbia proposto di discuterne perché condivido e
perché stiamo operando per ricostruire questa vicenda grave, in cui, chi ha
responsabilità deve assumersele, a partire dal management e anche oltre
il management di Azienda Calabria Verde.
A
parte questo c’è un problema di riordino. Abbiamo bisogno di collocare queste
risorse per un progetto di difesa di sistemazione idraulica.
Ci
sono state le vicende di Rossano e di Corigliano
questa estate e di recente quelle della locride. Cosa
fanno emergere queste vicende? Voglio essere concreto. Cosa fanno emergere se
non l’assenza totale di un intervento di manutenzione e di pulitura delle aste
fluviali, di sistemazione degli argini? Azienda Calabria Verde non deve fare questo?
Chi deve fare questo? Perché non l’ha fatto? E se siamo d’accordo che debba
farlo, cosa bisogna fare per farglielo fare? Questo è il punto e naturalmente
tutto questo deve essere accompagnato da un progetto più generale che utilizzi
le risorse destinate alla difesa del suolo in direzione di una integrazione.
Cosa
ho immaginato? Ho immaginato di dotare questo strumento dei mezzi necessari per
poter far questo e in questa direzione dovevano andare i 30 milioni di euro.
Non so se avevano progettato e bandito una gara rispondente a questo.
Non
so perché sono arrivati al 30 novembre quando le rendicontazioni si devono fare
al 31 dicembre. Queste sono risorse che abbiamo riprogrammato noi e non erano
programmate dall’inizio e si sono perdute. Le abbiamo riprogrammate noi a fine
agosto, a settembre per realizzare questi obiettivi.
C’è
un problema di riordino e accanto a questo c’è il problema di rivalutare se
possiamo mantenere anche la vecchia Esac, poi Arssa ecc., oggi Arsac. Non sono
d’accordo, non sono convinto perché l’ente di sviluppo agricolo che ha avuto
una funzione negli anni del dopoguerra e che ha avuto una funzione anche per
quanto riguarda la ricerca con le aziende sperimentali ecc, ecc, oggi deve
essere ripensato perché la ricerca deve essere fatta in rapporto diretto con
l’azienda. Deve entrare in campo l’azienda perché anche in Calabria, come nel
resto dell’Europa e del mondo, l’azienda si deve incontrare con la ricerca e
quindi il patrimonio dell’Arsac la pone in termini
interrogativi.
Perché
non deve essere assunto in un ente articolato, sezione forestazione e difesa
del suolo e sezione agro-alimentare e ricerca? Quindi si semplifica anche qui e
si passa da una logica della strumentazione sub-regionale, società in house strumenti
ecc., quindi da una logica di strutture per la distribuzione del potere ad una
logica di strutture per lo sviluppo.
Si
rovescia l’impianto.
Questo
è un processo di cambiamento che non significa declinare in modo mediatico
questa parolina magica del cambiamento ma intervenire nella organizzazione
reale delle strutture pubbliche ed in funzione di una idea e di un progetto di
sviluppo.
Cosa
abbiamo fatto noi in questo anno? Ci siamo grattati la testa? No, abbiamo
lavorato per andare in questa direzione. Tutte le società e gli enti sono
commissariati.
Vorrei
fosse alla vostra attenzione il fatto che non c’è un commissario esterno alla
struttura pubblica della Regione, ovvero che è stata chiusa la cultura del
comparaggio. Chiaro?
(Interruzione)
Consigliere
ha fatto bene a ricordarlo, a Calabria Etica c’è un professionista che si
richiedeva data la condizione grave, anche e soprattutto dal punto di vista
delle implicazioni e del contenzioso civilistico che lì si è determinato. In
presenza di una chiara e forte sollecitazione da parte di un dirigente della
Regione, dottore Barbaro, che era stato da me lì nominato, a trovare un
liquidatore con competenze specifiche, abbiamo fatto niente altro che chiedere
ad un professore universitario in materia di diritto civile di assumere il ruolo
di commissario liquidatore e liquidare Calabria Etica a riprova di questo
percorso che stiamo seguendo.
Stiamo
facendo le liquidazioni a costo zero per capirci e vi devo dire che oggi ho
firmato il decreto di nomina dei nuovi rappresentanti della Regione in Fincalabra a costo zero. Vi dico che in altre realtà come è
noto e come dovrebbero condividere tutti, nel momento in cui cambia
l’amministrazione, dagli Stati Uniti d’America fino all’ultima Regione
d’Italia, di solito i vertici amministrativi si presentano dalla nuova
amministrazione con le dimissioni. Questo è.
Qui,
invece, non avviene questo e si apre il contenzioso, anzi si annuncia
l’apertura del contenzioso, perché mi rendo conto che c’è una pratica ed una
cultura sedimentata che è molto robusta e, per metterla in discussione, non è
che si va dalla sera alla mattina, però bisogna evidenziare queste cose e
sapere che è così. Quindi in questa direzione stiamo andando, cioè verso il
riordino.
Poi,
naturalmente, ci sono i problemi di merito. Abbiamo pendenti al Consiglio
regionale – l’ho detto stamattina alla riunione dei capigruppo con il
Presidente del Consiglio – alcuni strumenti che vi chiediamo di portare, con i
dovuti approfondimenti e confronti, all’esame e all’approvazione del Consiglio
entro il 31 dicembre. Parlo del trasporto pubblico locale, delle linee-guida e
del Piano dei rifiuti, che sarà immediatamente trasmesso, e di una serie di
strumenti che sono di grande importanza per la vita della nostra regione.
Tutto
questo deve essere accompagnato ad un processo di semplificazione delle
procedure. Stiamo lavorando,attraverso un gruppo di lavoro che sta facendo una
ricognizione di tutta la legislazione regionale ed anche comparata con i
diversi dipartimenti, per un disegno di legge di semplificazione delle
procedure, anche perché l’operatività dei programmi comunitari 2014-2020 lo
impone, poiché – come sapete – ci sono anche delle condizionalità previste che
sono legate a definizione di strumenti, senza e a prescinderedai quali non si
possono utilizzare adeguatamente le risorse.
Così
come per quanto riguarda la legge urbanistica: è stato annunciato qui – lo
voglio riprendere – che stiamo lavorando ad un testo di riforma della legge
urbanistica, per evitare che ci sia semplicemente la proroga dei termini, ma
perché ci sia una riflessione sulle ragioni per cui – dopo quanti anni non
ricordo adesso – solo venti Comuni hanno il Piano strutturale comunale in
Calabria e circa 80 li hanno adottati. Ci sarà pure una ragione di carattere
strutturale, legislativo, perché se su 409 Comuni solo 20 hanno approvato i
nuovi strumenti urbanistici. Quindi stiamo lavorando in questo senso per
rimuovere le difficoltà che sono alla base di questo dato e vi sarà trasmesso
entro il 10 dicembre il nuovo testo della riforma, perché si possa discutere.
Infine
– e non voglio qui ricordare una serie di cose, ma ringrazio chi le ha
richiamate, molti di voi lo hanno fatto, non voglio farlo anch’io, voglio
soffermarmi solo su considerazioni di ordine generale – la sanità. Voi conoscete
bene la mia posizione sulla sanità, anzi colgo anche questa occasione per
ribadire che chi riconduce la mia posizione, la mia valutazione sulla sanità, a
un duello tra il presidente della Regione e il Commissario, fa male, perché vi
posso assicurare che non c’è nulla di tutto questo. C’è una preoccupazione
forte, invece, che cinque anni, non uno, di commissariamento, purtroppo,
abbiano aggravato la condizione del sistema sanitario in Calabria.
Permettetemi
di dirlo solennemente qui in questo Consiglio regionale: maledetto quel giorno
che si è andati a Roma a chiedere il commissariamento della sanità!
Ci
si era illusi che, andando a Roma a chiedere il commissariamento della sanità,
ci potessero essere minori impacci nell’affrontare il problema sanità – in
estrema buonafede, intendiamoci, non voglio qui caricare di significati diversi
– ma ci si era illusi avendo l’investitura di commissario, si potesse bypassare
il Consiglio regionale, la Giunta regionale, il confronto democratico e quindi
affrontare i problemi più speditamente, senza valutare che tutto il
commissariamento chiesto avrebbe comportato automaticamente una accensione di
altri vincoli e di altri ingranaggi, ovvero quelli del blocco del turn-over,
quelli che hanno ingessato la Calabria. Per cui noi abbiamo avuto, da una
parte, questo e dall’altra un non governo della sanità.
Guardate
– e non lo dico per buttare la croce, ma assolutamente, ve lo dico come
valutazione e riflessione oggettiva, credetemi – se si chiude un ospedale – e
se ne sono chiusi – e il personale di quell’ospedale che si chiude rimane lì e
non c’è un progetto di riorganizzazione e di utilizzazione delle risorse, ma
quale riqualificazione della sanità si realizza, cosa si realizza! Non si è
realizzato nulla!
Vedo
che, e voglio evitare la polemica perché non mi interessa, anche da parte di
consiglieri giovani che non hanno responsabilità personale, ma che sono
appartenenti alla casa madre che è andata a chiedere il commissariamento, ci si
alza ogni volta d’ingegno “il presidente Oliverio”!
Benissimo, fatelo pure, ma vorrei ricordarvi che c’è un peccato originale e che
di questi cinque anni, quattro appartengono alla casa madre, non con commissari
tecnici, ma commissari con funzioni dirette che hanno determinato questa
situazione.
Se
dico sciocchezze, alzate il ditino e mostratemi che è il contrario, perché il
contrario non è, perché nel corso di questi cinque anni la curva della mobilità
passiva, ovvero dei calabresi che sono stati costretti ad andare fuori della
Calabria, è stata costantemente al rialzo, non c’è stato nessun ondeggiamento
dal 2010 in avanti. Parlo del 2010, data del commissariamento, perché la curva
dell’allungamento delle liste d’attesa è andata sempre più in avanti.
(Interruzione del consigliere
Salerno)
Consigliere
Salerno, mi faccia finire!
(Interruzione del consigliere
Salerno)
Arrivo
a questo, ancora non ho finito! Deve farmi finire il concetto! Quindi,
praticamente, sto facendo questo ragionamento per dire che il commissario come
istituzione ha fallito. Questi sono i dati, quindi non c’è un problema di
persone, c’è un problema dell’istituto del commissario che ha fallito e, se
volete, in questa Regione vi posso portare altri esempi di commissariamenti che
hanno fallito, perché, per esempio – qui c’è il consigliere Gentile che mi può
dare atto – per quanto riguarda tutta la partita dell’intervento per la
sistemazione idrogeologica l’Accordo di Programma Quadro del 2010 per220
milioni di euro è stato un fallimento totale su 220 milioni di euro; al 31
dicembre passato, solo 18 milioni di euro erano stati cantierati,
18, non 18 per 10! Chiaro? Fallito!
Per
non parlare dei rifiuti, per carità di Dio! Dal 1997 fino a due anni fa
commissariamenti, 1 miliardo e 200 milioni di euro di risorse sono state
macinate: fallimento totale!
Perché
dico questo? Perché credo che noi dobbiamo riflettere su questo per mettere la
situazione con i piedi per terra ed evitare di fare polemiche fini a se stesse,
ma entrare nel merito delle questioni, e credo che bisogna lavorare per il superamento,
ma nello stesso tempo, poiché il 31 dicembre scade il Programma operativo per
quanto riguarda il Piano di rientro dal deficit sanitario, dobbiamo
rinegoziarlo, perché con questo schema non si uscirà mai da questa condizione,
perché se si è costretti ad operare in una gabbia di vincoli, con blocco delle
assunzioni, ecc…, è chiaro che non si può migliorare.
Allora bisogna rinegoziarlo, il che significa assunzione di responsabilità, che
deve essere delle classi dirigenti locali, della Regione, a partire dal suo
Presidente, e del Consiglio regionale. Questo è il problema.
Allora
discuteremo della sanità – perché accolgo la proposta – avendo acquisito tutto
il quadro, ma discuteremo. Vi sto preannunciando qual è il mio punto di vista,
che non può essere confuso o ridotto al duello, alla scherma con il commissario
Scura, che tra l’altro neanche conoscevo ed ho conosciuto in questi mesi; lo
dico perché non avrei avuto motivi di fare la scherma con il commissario Scura
dal punto di vista personale.
Allora,
vi chiedo scusa se ho utilizzato la vostra pazienza, ma sono stato sollecitato dall’uso,da parte vostra, – giustamente, lo comprendo – dell’assestamento per considerazioni di ordine generale.
Credo
che noi dobbiamo, proprio in questa sede che è il Consiglio regionale, che
ritengo – e lo dico non in modo formale, ma lo dico con profonda convinzione –
la sede naturale della discussione, del confronto e delle scelte fondamentali
della vita di questa regione, proprio qui e da qui partire per costruire un nuovo
corso nella vita della Calabria, per scrivere una nuova pagina per questa
nostra terra, che deve essere una pagina al cui centro ci devono essere i
bisogni reali della Calabria, i bisogni reali dal punto di vista sociale, dal
punto di vista economico, dal punto di vista della sua possibile crescita e del
suo territorio.
Credo
che ci siano energie qui dentro, forze,al di là della collocazione politica,
maggioranza, minoranza, che hanno i titoli, le qualità, la conoscenza, le
competenze, l’esperienza, la freschezza, a seconda anche delle esperienze nuove
o più consolidate, per dare un contributo in questa direzione. Insisto – e lo
ripeto anche stasera – che questo non significa appiattimento o cancellazione
dei diversi punti di vista e delle diverse collocazioni politiche ed
espressioni politiche, ma significa elevare il ruolo delle istituzioni, fare di
questa istituzione quella per la quale i calabresi ci hanno dato fiducia, la
fiducia di essere qui a rappresentarli.
Se
questo sapremo fare, renderemo un servizio alla nostra terra e renderemo un
servizio anche al nostro ruolo. Vi ringrazio.
Passiamo
all’esame del provvedimento. Comunico che c’è il parere favorevole del Collegio
dei revisori dei conti.
Pongo
in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
All’articolo
5 sono stati presentati due emendamenti: uil primo è
l’emendamento protocollo numero 53895 a firma del consigliere Mangialavori, che così recita:
“All’art.
5 del disegno di legge di Assestamento e Provvedimento generale di variazione
del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario
2015 n. 98/10, in osservanza dell’articolo 3 della menzionata legge 19/1995
dispone quanto segue: "Le somme destinate alla permanenza, funzionamento e
attività dell'Istituto della Biblioteca calabrese, con sede in Soriano Calabro
sono pari a complessivi € 75.000000 (settantacinquemila/00).
Tale
importo andrà aggiunto alla Tabella C della legge citata in oggetto in
ottemperanza alla legge regionale 19/1995, articolo 3.
L’importo
potrà essere reperito mediante la sottrazione alla predetta Tabella C del medesimo
importo riferito all'Istituzione dell'Azienda regionale per lo sviluppo
dell'Agricoltura (Upb 2.2.04.03)."”
Consigliere
Mangialavori, ha la parola per illustrarlo.
Questo
emendamento lo ripresento. Naturalmente tralascio le osservazioni fatte prima dal
consigliere Bova, frutto di ignoranza, e per ignoranza intendo il fatto che ignora il valore di questa
biblioteca, per questo tralascio, non entro nel merito delle sue dichiarazioni.
Questo è un emendamento al
disegno di legge, faccio una breve illustrazione: la legge numero 19 del 1995
prescrive che la Regione Calabria, in applicazione degli articoli 3 e 56 dello
Statuto, aderisce all’istituto delle Biblioteca calabrese con sede in Soriano Calabro,
istituito dalla comunità montana dell’Alto Mesima,
allo scopo di raccogliere, conservare e rendere fruibili i segni della cultura
calabrese.
Tale biblioteca costituisce
per la Calabria uno dei più importanti presìdi
culturali, apprezzato ben oltre i
confini regionali; vanta oltre 35 mila volumi, tutti dedicati e scritti da
calabresi.
La
permanenza di tale biblioteca, a mio modesto avviso, va assolutamente
preservata, per questo propongo questo emendamento.
L’articolo
3 della citata legge ha previsto un contributo annuo da parte della Regione di
150 milioni delle vecchie lire. L’emendamento che propongo, quindi,
all’articolo 5 del disegno di legge di assestamento, in occasione all’articolo
3 della menzionata legge, dispone quanto segue: “Le somme destinate alla
permanenza, funzionamento e attività dell’istituto della biblioteca calabrese
con sede in Soriano Calabro, sono pari a 75 mila euro complessivi.
Tale
importo andrà aggiunto alla Tabella C della legge citata in oggetto, in
ottemperanza alla legge regionale numero 19 del 1995.
L’importo
potrà essere reperito mediante la sottrazione dalla Tabella C del medesimo
importo, riferito all’istituzione dell’azienda regionale per lo sviluppo
dell’agricoltura”.
Concludo
subito e mi rivolgo al collega Mirabello che dice: in
futuro si farà, in futuro si farà. Per il futuro avete dichiarato in fase di
approvazione di bilancio – mi riferisco a lei, consigliere Mirabello,
e all’allora assessore, che non vedo, Ciconte. Avete
preso impegni solenni durante quella votazione, tant’è che avete convocato il
Presidente della biblioteca in Commissione, l’avete ascoltato e in quella
circostanza avete preso degli impegni ben precisi e cioè che in fase di
assestamento avreste trovato i fondi.
Bene,
quella promessa è una briciola, non è nulla, non è assolutamente nulla, però è
il segno della serietà di questa maggioranza, quindi mi auguro che vogliate
accogliere l’emendamento, si parla veramente di una sciocchezza che può
mantenere in vita un polo culturale di eccellenza per la Calabria.
PRESIDENTE
Parere
del relatore? Parere della Giunta?
Per
i motivi espressi con chiarezza dal Presidente, pur consapevoli dell’importanza
dell'istituto della biblioteca calabrese, la Giunta esprime parere negativo.
Pongo in
votazione l’emendamento
protocollo numero 53895.
(E’
respinto)
Il secondo
emendamento all’articolo 5
è il protocollo numero 53896, a firma del consigliere Mangialavori,
che così recita: “All'art. 5 del
disegno di legge di assestamento e provvedimento generale di variazione del
bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2015
numero 98/10, in osservanza dell'articolo 1 della menzionata legge numero
44/2002, dispone quanto segue: "Le somme destinate alle attività
dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Calabria, sono pari a
complessivi € 250.000,00 mila (duecentocinquantamila/00), anziché 200 mila.
Tale
importo andrà aggiunto alla Tabella C della legge citata in oggetto in
ottemperanza alla legge regionale numero 44/2002 (U.P.P.
U006.002.001.007 Cap U6201070501).
L’importo
potrà essere reperito mediante la sottrazione alla predetta Tabella C del
medesimo importo riferito all'Istituzione dell'Azienda regionale per 1o
sviluppo dell'Agricoltura (Upb 2.2.04.03). "”
Consigliere
Mangialavori, ha la parola per illustrarlo.
Naturalmente mi rammarico per questa votazione, parole al vento: è un anno che le abbiamo
pronunciate e stasera avete dimostrato questo! Lo ritiro, Presidente, perché mi
sentirei umiliato a riproporre un altro
emendamento e vedermelo bocciato. Penso sia assolutamente inutile questa farsa,
questa discussione. Grazie.
L’emendamento
protocollo numero 53896 è, quindi, ritirato. Comunico che era stato presentato
un emendamento a firma del consigliere Sergio, il protocollo numero 54203, presentato
fuori termine, ma lo stesso consigliere Sergio aveva dichiarato di ritirarlo.
Pongo
in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
All’articolo
8 è stato presentato un emendamento, a firma del consigliere Esposito, che ha
già dichiarato di ritirarlo.
Pongo
in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 12.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Prima di
passare alla votazione della legge nel suo complesso e ai relativi allegati, ricordo che il Collegio dei
revisori dei conti ha espresso parere favorevole al provvedimento.
(Interruzione)
C’è una
richiesta di dichiarazione di voto.
TALLINI Domenico (Gruppo
Misto)
Stiamo
votando il testo definitivo,
giusto?
PRESIDENTE
Sì.
Intervengo per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE
Consigliere Tallini, ha facoltà di
intervenire, le ricordo che ha tre minuti a sua disposizione.
Anche meno!
Intervengo per dire che i toni e i contenuti della relazione del presidente Oliverio non ci hanno convinto assolutamente
della bontà del provvedimento. Ad un anno dalla
decisione di chiudere alcuni enti in-house,
apprendiamo che li terremo in vita e che ne creeremo qualche altro. I proclami
fatti, per esempio, per il personale – lo dico al presidente Oliverio, per evidenziare la credibilità delle cose
enunciate in Aula -: “I dirigenti saranno tutti interni” e poi, invece, sono
stati fatti esterni! Ancora prima di fare le selezioni, i nomi si sapevano già!
Presidente,
venire oggi, a distanza di un anno, e dire che l’unica cosa che faremo ancora è
quella di chiudere gli enti portatori di dissesto e che siamo coperti da una
montagna di debiti, è ammettere di avere fallito! Se avessi avuto qualche
dubbio e se il consigliere Orlandino Greco mi stava –
quasi - convincendo a votare a favore, oggi, dopo il suo intervento, dico che
voto un no convinto a questo assestamento.
Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in
votazione l’autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio autorizza)
Il dipartimento
bilancio è autorizzato ad apportare le modifiche necessarie al PPA
sull’assestamento, allegati tecnici compresi, non effettuate in sede di
Commissione di bilancio a seguito degli emendamenti approvati e alle
osservazioni dei Revisori dei conti. All’interno del coordinamento formale si
provvederà anche a riallineare il bilancio pluriennale del Consiglio con il bilancio pluriennale della Giunta. Il
Consiglio ne prende atto.
Passiamo al
punto quattro dell’ordine del giorno, la proposta di
provvedimento amministrativo numero 92/10^ di iniziativa dell'Ufficio di
Presidenza, recante: “Determinazione delle modalità di ripiano del maggior
disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 3, comma 7 del
decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e ss.mm. ed
ii.”
La parola al relatore del provvedimento,
il consigliere Graziano.
Il Consiglio
regionale è chiamato ad approvare, con la proposta
di provvedimento amministrativo numero
92/10^, il piano di riparto
del maggior disavanzo di
amministrazione dell’esercizio 2014 del Consiglio regionale, scaturito
dall’operazione di riaccertamento straordinario dei residui, effettuata ai sensi del comma 3, articolo 7, del decreto legislativo 23 giugno
2011, numero 118, e sue modifiche ed integrazioni “Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, numero 42”.
Con deliberazione numero 54 del 26 novembre 2015, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, attenendosi a quanto prescritto dai commi 15
e 17 del decreto legislativo numero 118
del 2011 nonché dal decreto ministeriale
del Ministero dell’economia e delle finanze del 2 aprile 2015, ha approvato le modalità
di ripiano del maggior disavanzo, pari ad euro 2.477.364,29, prevedendo la
seguente tempistica: imputazione nell’esercizio 2015 della somma di euro 150
mila, destinati al fondo per rischi di soccombenza spese legali, al 31 dicembre
2014; ripartizione della restante somma, pari ad euro 2.327.364,29, del
risultato di amministrazione al 1° gennaio 2015 in anni trenta, da cui si
genera una quota di accantonamento anno a valore costante pari ad euro
77.578,81, con la quale viene garantita la piena copertura del maggior
disavanzo entro l’esercizio finanziario 2044.
Il
Collegio dei revisori, con il verbale numero 77 del 2 dicembre 2015, ha
espresso il proprio parere positivo al provvedimento di cui trattasi con
raccomandazione.
Se
non ci sono interventi, pongo in votazione il provvedimento, prendendo atto del
parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha
chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha
facoltà.
Vorrei
chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine
del giorno avente ad oggetto una richiesta
di stato di calamità per il problema della
cenere lavica che si è verificato stamattina.
Pongo in votazione la richiesta avanzata dal consigliere
Arruzzolo.
(Il Consiglio approva)
(E’ inserito)
Procediamo
con il punto cinque all’ordine del giorno: proposta di provvedimento
amministrativo numero 93/10^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante
– “Variazione al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015-2017 ai
sensi dell'art. 18, comma 1, del Regolamento interno di Amministrazione e
Contabilità”.
La parola al consigliere Graziano,
relatore del provvedimento.
Il Consiglio
regionale è chiamato ad approvare la proposta
di provvedimento amministrativo numero
93/10^ inerente le variazioni
al bilancio di
previsione 2015-2018 del
Consiglio regionale. In particolare, sono state apportate le modifiche
necessarie all’iscrizione nella parte “spesa” del bilancio del Consiglio delle
quote annuali del maggior disavanzo, così come indicato nel piano di riparto
approvato in precedenza.
Inoltre, con tale atto i dati del bilancio del Consiglio regionale sono
stati riallineati con quelli previsti nel bilancio della Regione per il funzionamento del Consiglio
regionale.
Le somme iscritte nel Titolo 1 delle entrate e delle spese di bilancio di
previsione del Consiglio regionale sono state così ridotte: da euro 59.200.00
ad euro 58.000.000. Tale riduzione delle previsioni di spesa del Consiglio
regionale è scaturita da una riallocazione delle somme iscritte nella parte
“uscita” del bilancio, resa possibile dai risparmi di spesa realizzati nel
corso dell’esercizio 2015 e derivanti dall’approvazione del piano di
riorganizzazione e razionalizzazione delle spese del personale, nonché del
piano di riqualificazione della spesa corrente, redatti ai sensi del decreto legislativo 6 marzo 2014, numero 16, il cosiddetto decreto
“Salva Roma”.
Il Collegio dei revisori, con il verbale numero 78 del 2 dicembre 2015,
ha espresso il proprio parere positivo al provvedimento di cui trattasi con
raccomandazione.
Se
non ci sono interventi, pongo in votazione il provvedimento in esame.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Prendiamo
atto che c’è anche il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei conti.
Procediamo
con il punto sei all’ordine del giorno che riguarda
la proposta di legge numero 80/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Differimento dei termini di conclusione delle procedure di
liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private,
previsti da disposizioni di leggi regionali”. Integrata con deliberazione della
Giunta regionale n. 473 del 24.11.2015”.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Antonio Viscomi.
In realtà, le parole del presidente Oliverio nell’intervento precedente rendono la
ragione del disegno di legge proposto dalla Giunta sul differimento dei termini di conclusione delle procedure di
liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private,
previste da disposizioni di leggi regionali.
Il Consiglio
ricorderà sicuramente che la Giunta aveva deliberato alcuni mesi fa questo disegno di
legge, che è stato sottoposto all’esame della competente Commissione consiliare che ha
chiesto alla Giunta di fare alcune modifiche, disaggregando il termine finale
sulla base delle diversità specifiche dei singoli enti.
Il disegno di legge oggi presentato raccoglie questo suggerimento della
Commissione consiliare, pertanto reca nei suoi tre articoli norme diverse, in
relazione alle diverse fattispecie considerate.
L’articolo 1 considera, ad esempio, la società Somes
S.r.l. disciplinando alcune norme specifiche sul piano operativo di
razionalizzazione della società, che è stato approvato con la deliberazione
della Giunta regionale del 31 marzo 2015, numero 89, e prevede che il piano
operativo sia attuato entro il 31 marzo 2016. Peraltro, credo di poter
ricordare fin da subito che il 18 dicembre è prevista l’audizione della Corte
dei conti proprio sulla società.
L’articolo 2 riguarda l’Afor e l’accorpamento
della fondazione Field all’“Azienda Calabria Lavoro”.
Per le ragioni già espresse, la Giunta chiede che la procedura di liquidazione
dell’azienda forestale regionale, Afor, sia conclusa
entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge.
Mi permetto di ricordare che siamo riusciti a portare a compimento la procedura di
liquidazione dell’Arssa – che il consigliere Guccione ricordava essere partita nel 2007 – senza impattare sul bilancio regionale, attraverso il meccanismo della
gestione stralcio, inserita e incorporata nell’Afor.
Per l’Afor
i problemi sono molto più
significativi, per l’esistenza di un pregresso
debito previdenziale, contributivo con cui fare i conti, per cui c’è bisogno di
più tempo, anche per avviare un’interlocuzione con l’Inps ai fini della
rateizzazione del debito medesimo.
Per
quanto riguarda, invece, l’accorpamento della fondazione Field
all’“Azienda Calabria Lavoro”, si prevede un termine di sei mesi dall’entrata
in vigore della presente legge.
L’articolo
3 riguarda le disposizioni relative all’affidamento degli incarichi di
liquidatore e di commissario, confermando che gli incarichi sono affidati a
dirigenti di ruolo della Giunta regionale, senza alcun onere aggiuntivo a
carico del bilancio regionale.
L’articolo
4 riguarda le disposizioni in materia di conclusione delle procedure di
liquidazione delle comunità montane, attraverso l’affidamento a commissari
straordinari nominati nell’esercizio dei poteri sostitutivi e individuati pur
sempre nell’ambito dei dirigenti di ruolo della Giunta regionale, prevedendo
che le procedure di liquidazione devono essere concluse entro sei mesi
dall’attribuzione dell’incarico di cui al medesimo comma.
La
norma 5 reca la norma finanziaria e la norma 6 l’entrata in vigore con ragione
d’urgenza, quindi il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale.
C’è,
però, da segnalare che il Settore legislativo del Consiglio regionale richiede
delle modifiche formali, non sostanziali, al testo del disegno di legge, che
dovrebbero essere accolte e presentate attraverso specifici emendamenti, dei
quali ora si sta parlando appunto con il dirigente dell’Ufficio medesimo.
Possiamo, quindi, rinviare
l’esame del punto all’ordine del giorno.
Si, per dare al Settore legislativo il tempo di
definire le modifiche.
Procediamo, pertanto, con la
discussione degli altri punti inseriti
all’ordine del giorno.
Sto leggendo il parere del Settore legislativo, finalizzato ad
evitare eventuali impugnazioni, che, ad un certo punto, dice: “Per gli stessi
motivi, la disposizione de qua, oltre a contraddire espressamente le
norme della legge di stabilità 2015 sopra indicate, risulterebbe in contrasto
con i princìpi di coordinamento della finanza
pubblica ivi richiamati, la cui fissazione è riservata alla competenza statale,
ex articolo 117, comma 3, della Costituzione”.
VISCOMI Antonio, Vicepresidente
della Giunta regionale
Consigliere
Guccione, questo è il parere sul vecchio disegno di
legge.
Sì,
però la cosa che chiedo è se è possibile differire l’esame della proposta di
legge alla prossima seduta del Consiglio affinché si convochi la Commissione e
si recepiscano i rilievi.
Sì,
questa è la soluzione migliore.
Vicepresidente
Viscomi, è possibile differirla alla prossima seduta?
Sì, anzi dico che è necessario, proprio in ragione delle
osservazioni fatte.
Pongo in votazione la proposta della Giunta regionale di
rinviare la proposta di legge alla prossima seduta.
(Il Consiglio approva)
Il punto all’ordine del giorno è rinviato alla prossima
seduta.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei proporre ai colleghi consiglieri
il rinvio dei punti da 8 a 12 dell’ordine del giorno.
Poi, ho un’altra proposta da fare.
Pongo in
votazione la proposta avanzata dal consigliere Romeo.
(Il
Consiglio approva)
Sono,
pertanto, rinviati i punti dall’8 al 12. Procediamo con l’ordine del giorno.
In
merito alla richiesta posta opportunamente dal
consigliere Guccione, ritengo che l’argomento debba essere discusso
predisponendo una relazione ed un documento che consenta all’Aula ed ai
consiglieri di conoscere attentamente lo stato
dell’arte.
Quindi, chiedo che sia
predisposta una relazione e, naturalmente, vi sarà la discussione alla prossima
seduta utile del Consiglio regionale.
Consigliere
Guccione?
Sono d’accordo
che nella prossima seduta sia predisposta un’apposita relazione, mi auguro del
Presidente della Giunta.
Sì, ci sarà
la relazione dell’assessore competente.
…
sulla vicenda di Calabria Verde, per fare luce su
questa vicenda ed aprire il dibattito.
Pongo
in votazione anche il rinvio del dibattito proposto dal consigliere Guccione.
(Il Consiglio approva)
Il
dibattito è rinviato.
Passiamo al
settimo punto all’ordine del giorno, la mozione numero 48, a firma del consigliere Nicola Irto: “In merito agli impegni dell’Italia in vista della COP 21 sui
cambiamenti climatici di Parigi”.
Il
consigliere Bova ha facoltà
di illustrare la mozione.
Come tutti
sappiamo, nell’ambito della
Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici, è stata organizzata la XXI Conferenza delle parti in
corso a Parigi sino all’11 dicembre 2015, con l’obiettivo di concludere un
accordo vincolante universale sul clima, accettato da tutte le Nazioni,
finalizzato alla riduzione delle emissioni dei gas serra, originato dal preoccupante
fenomeno del surriscaldamento globale.
In previsione di tale incontro, la Conferenza dei Presidenti delle
Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riunitesi a
Milano il 22 ottobre 2015, alla presenza anche del Presidente del Consiglio
regionale della Calabria, ha fatto proprie le considerazioni espresse dal Wwf Italia in merito
alla necessità di predisporre misure adeguate a fronteggiare i fenomeni
naturali di cambiamento climatico e le ha estese in un apposito ordine del giorno
contenente l’invito ai Consigli delle Regioni e delle Province autonome ad una
condivisione in tal senso.
In particolare,
detto documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee
legislative ha evidenziato come il cambiamento climatico in atto rappresenti
una gravissima minaccia per il pianeta e per i suoi ecosistemi come li
conosciamo ed un rischio esiziale per la stessa civilizzazione umana.
La concentrazione
dei gas serra nell’atmosfera, in particolare quella del biossido di carbonio
CO2, ha subìto un incremento vertiginoso negli ultimi vent’anni, raggiungendo
le 400 parti per milione, un livello che non si verificava da almeno
ottocentomila anni. Come ha scritto l’Ipcc,
l’influenza umana sul sistema climatico è chiara e le recenti emissioni
antropiche di gas effetto serra sono le più alte nella storia.
Alcuni impatti, poi del cambiamento climatico sono già visibili
dall’aumento degli eventi estremi alla fusione dei ghiacciai.
Se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, questo
provocherà ulteriore riscaldamento e impatti di lunga durata su tutti i
componenti del sistema climatico, aumentando in tal modo la probabilità di
effetti gravi, diffusi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi.
Limitare il cambiamento climatico richiede riduzioni forti e durature
delle emissioni a gas a effetto serra: queste, insieme con urgenti strategie e
misure di adattamento, possono limitare i rischi posti dal cambiamento
climatico.
Gli attuali impegni di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas
serra assunti volontariamente dai Paesi non tengono conto delle indicazioni
della comunità scientifica sulle riduzioni necessarie per fare in modo che
l'aumento medio della temperatura globale rispetto all'era preindustriale si
mantenga ben al di sotto dei 2°C.
Molti enti scientifici e istituzioni internazionali dichiarano che, per
affrontare il cambiamento climatico, occorre lasciare nel sottosuolo la maggior
parte dei combustibili fossili ancora disponibili e ritengono, quindi
necessario, accelerare la transizione verso un'economia low carbon, usando meno e meglio le
risorse, energetiche e non, in modo da disaccoppiare il benessere dalle
emissioni di CO2, dagli sprechi e da modelli di consumo insensato.
In tal senso, non c'è settore che non debba – e possa – adeguatamente
contribuire a una drastica riduzione delle emissioni, dall'energia alla
produzione industriale, dai servizi alla mobilità, dalla gestione del suolo e
del territorio all'agricoltura.
Mai come oggi abbiamo a disposizione le conoscenze e le tecnologie per
ridurre le emissioni di CO2 e per puntare alla completa decarbonizzazione
anche prima della metà del secolo.
Le Regioni, nell'ambito dei propri poteri concorrenti in materia di
energia e delle proprie competenze in materia di trasporti, di miglioramento
della qualità dell'aria, di pianificazione del paesaggio e del territorio e
delle loro iniziative di impulso allo sviluppo economico dei territori, possono
e debbono svolgere un ruolo propulsivo nei confronti del Governo centrale e
d'avanguardia rispetto alle tematiche relative alle scelte energetiche e al
contrasto dei cambiamenti climatici.
È stata evidenziata la necessità di concretizzare la Strategia nazionale
di adattamento al cambiamento climatico, anche attraverso la definizione di
piani di azione regionali che prevedono un coordinamento con le azioni previste
dalle Aree Metropolitane e dai Comuni, in particolare nelle aree urbane, più
vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.
Auspica che:
la Conferenza delle Parti degli Stati Membri della Convenzione Quadro sul
Cambiamento Climatico, che si sta svolgendo a Parigi, vari un accordo globale
efficace, legalmente vincolante ed equo, coerente con le indicazioni della
Comunità Scientifica internazionale sugli scenari futuri, che indichi i
percorsi amministrativi e normativi necessari e gli strumenti tecnici adeguati
per rimanere al di sotto dei 2°C di riscaldamento globale;
in tal senso, tutti i Governi dei Paesi che partecipano al vertice di
Parigi, a cominciare da quello italiano, accolgano la richiesta del Comitato
delle Regioni europee, di ridurre entro il 2030 del 50 per cento, invece che
solo del 40 per cento, le emissioni di gas che provocano l'effetto serra
rispetto ai valori del 1990.
Tutto quanto premesso e considerato, impegna il Presidente della Giunta
regionale:
ad inserire, nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in
campo energetico e di miglioramento della qualità dell'aria, misure di
riduzione progressiva delle emissioni di CO2, perseguendo l'obiettivo
dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a partire dallo stop agli
impianti più inquinanti;
ad adottare nuove strategie integrate in campo energetico e di uso
razionale delle risorse, basate sulla circular economy,
le energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica nell'edilizia
pubblica e privata, la climatizzazione residenziale e del terziario,
l'illuminazione pubblica efficiente;
a privilegiare la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del
territorio, del paesaggio e dei trasporti, promuovendo modalità di trasporto
meno inquinanti, l'ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture
esistenti, l'arresto del consumo e della conversione urbana del suolo e la
rigenerazione urbana, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici,
la manutenzione, la rinaturalizzazione, la riforestazione del territorio, il
recupero ecologico delle sponde e delle zone di esondazione naturale dei corsi
d'acqua, la tutela della biodiversità attraverso le infrastrutture verdi e la
riqualificazione ambientale delle aree libere, abbandonate o sottoutilizzate.
Pongo in
votazione il punto sette all’ordine del giorno, la mozione sui cambiamenti climatici di Parigi.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Passiamo al
punto all’ordine del giorno proposto dal consigliere Mirabello, la proposta
di legge numero 50/10^: “Modifiche all'articolo 26 della legge regionale 21
agosto 2007, n. 18 - Norme in materia di usi civici”.
Signor Presidente,
si tratta di una proposta di legge, la 50/10^, che in realtà è una proposta modificativa
dell’articolo 26 della legge regionale 21 agosto 2007, numero 18, in materia di
usi civici.
In buona sostanza, la legge regionale 18 prevede che per
gli usi civici siano individuate delle procedure semplificate per la
liquidazione, la legittimazione e l’affrancazione degli immobili.
In particolare, con questo proposta di legge si rende
possibile sanare i casi in cui il Comune, nella inconsapevolezza della presenza
di usi civici, abbia assegnato diritti di superficie alle Aterp,
alle cooperative o alle società per interventi per le fasce deboli, quindi
interventi edificatori.
Attraverso la modifica dell’articolo 26, visto che
la scadenza della proroga è al 31 dicembre del 2015, saniamo una questione che
si è posta fino ad oggi e consentiamo l’utilizzo di questa procedura
semplificata, liberando dagli usi civici questi immobili che, allo stato,
soffrono di questo problema.
Se
non ci sono interventi, si passa all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Si passa
all’ultimo punto, un ordine del giorno dei
consiglieri Arruzzolo, Cannizzaro e D’Agostino “Sulla
crisi dell’agrumicoltura in Calabria ed in particolare nella piana di Gioia Tauro/Rosarno a seguito
dell’ennesima pioggia di cenere vulcanica”, di cui do lettura: “Il Consiglio
regionale,
premesso che:
il comparto
dell’Agricoltura in Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra vecchie e
nuove problematiche, una fase difficilissima;
la riforma dell’OCM agrumi
2008 non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di politiche,
mirate all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha manifestato
nella sua interezza il vero punto debole della riforma e la genesi dell’attuale
crisi;
alla continua perdita di
competitività, causata dalla sleale concorrenza delle produzioni che invadono
il mercato, provenienti dal Nord Africa e di altri paesi Europei, si aggiungono
una serie di concause (climatiche e geopolitiche) che hanno portato la
situazione a livelli tali, da mettere in crisi la capacità rigeneratrice delle
produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione agrumicola
regionale;
il comparto agrumicolo sta
attraversando una profonda crisi, non solo a causa dell’embargo russo che,
sottraendo una quota consistente di mercato alle produzioni spagnole, ha
causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei, ma anche per i dannosi
eventi climatici ed eruttivi, che si sono susseguiti nelle ultime annate, che
saranno ricordate come gli anni neri degli agrumi. In particolare la campagna
2013-2014 è stata danneggiata dalla cenere lavica dell’Etna che ha determinato
la perdita di almeno il 70% del prodotto, e quella del 2014-2015 è stata
azzerata per mancata maturazione a causa delle condizioni climatiche avverse;
infine, quella attuale 2015-2016 certamente verrà compromessa dall’ennesima
pioggia di cenere vulcanica, verificatasi in data odierna, in quanto il
prodotto è in maturazione,
impegna
il Presidente della Giunta
regionale affinchè:
intervenga presso le
Istituzioni Nazionali e il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per
mettere in campo tutte quelle misure tese a frenare la dirompente crisi del
settore agricolo per la provincia di Reggio Calabria ed in particolare nella
Piana di Gioia Tauro/Rosarno;
richieda lo stato di
calamità naturale per le motivazioni sopra esposte;
apra una trattativa con gli
Istituti bancari per favorire l’accesso al credito agevolato agli imprenditori
agricoli.”
Sì, Presidente, intervengo
anche per riformulare l’oggetto che riguarda la crisi agrumicola in Calabria,
in particolare della Piana di Gioia Tauro-Rosarno, in
riferimento anche alla cenere lavica che oggi ha invaso la nostra provincia.
Quindi, conosciamo già la
situazione drammatica dell’agricoltura in tutta la Calabria, in particolare
nella nostra provincia e, a seguito delle annate che si sono verificate negli
anni scorsi con il prodotto invenduto per tutta una serie di motivi, per
l’embargo russo e per tutta una serie di eventi climatici, chiediamo che venga
chiesto lo stato di calamità naturale, perché penso sia opportuno dare un segnale
forte agli agricoltori calabresi.
Se non ci
sono altri interventi, pongo in votazione l’ordine del giorno del consigliere Arruzzolo.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Essendo
esauriti i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Neri e
Scalzo.
(Sono
concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Assestamento
e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione
Calabria per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017.
(Deliberazione G.R. n. 483 del 24.11.2015)” (P.L. n.
98/10^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Primi interventi per favorire la costituzione della Città metropolitana di Reggio Calabria (Allegato alla deliberazione di Giunta regionale n. 403 del 13.10.2015 concernente
<Approvazione accordo con la provincia di Reggio
Calabria sul trasferimento delle funzioni ed approvazione del disegno di legge>”. (P.L.
n. 99/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Modifica alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2015 e s.m.i. Procedure per la denuncia degli interventi di
carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva
sismica. (Delibera G.R. n. 496 del 27.11.2015)” (P.L.
n. 100/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto
e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Disposizioni relative alla costituzione di una società
per azioni finalizzata all’esercizio dello scalo aeroportuale di Crotone. (Delibera G.R. n. 474 del 24.11.2015)” (P.L. 101/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Battaglia,
Aieta, Bevacqua, D’Acri, Giudiceandrea, Sculco, Sergio – “Istituzione nei comuni di Colosimi (CS), Petilia
Policastro/Pagliarelle (KR) e Motta San Giovanni (RC) del Museo
del minatore” (P.L. n. 94/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Mangialavori – “Istituzione
del Tropea Festival – Leggere & Scrivere” (P.L. n. 95/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Romeo, Giudiceandrea
– “Istituzione del Comune di Villa Brutia mediante la
fusione dei comuni di Casole Bruzio,
Pedace, Serra Pedace,
Spezzano Piccolo e Trenta” (P.L. n. 69/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari
istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda -
Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea – “Modifiche ed
integrazioni alla legge
regionale 29 marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi educativi alla prima
infanzia)” (P.L. n. 97/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Norme per l’accoglienza,
l’integrazione sociale, lavorativa e culturale degli
immigrati in Calabria” (P.L. n. 102/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nucera – “Regolazione dell’uso delle fonti
rinnovabili per la produzione di energia” (P.L. n. 103/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto
e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda –
Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta
di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione dell’Ardis esercizio
finanziario 2015, finalizzato alla conclusione dell’attività di liquidazione ex art. 11 della L.R. 11 maggio 2007, n. 9. (Deliberazione G.R. n. 458 del
12.11.2015)” (P.P.A. n. 91/10^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte
di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Determinazione delle modalità
di ripiano del maggior disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi
ai sensi dell’art. 3, comma 7 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e ss.mm.ii. (Deliberazione U.P. n.
54 del 26.11.2015)” (P.P.A. n. 92/10^)
“Variazione al bilancio di
previsione del Consiglio regionale 2015/2017 ai sensi dell’art. 18, comma 1,
del Regolamento interno di amministrazione e contabilità. (Deliberazione U.P. n. 55 del 26.11.2015)” (P.P.A.
n. 93/10^)
E’ stata presentata, altresì, la
seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere
Giudiceandrea:
“Proposta di legge al Parlamento
<Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale della cefalea
primaria cronica come malattia sociale>” (P.P.A.
n. 94/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità,
Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
La quarta Commissione
consiliare, con nota n. 51922 del 19 novembre 2015, ha comunicato che nella
seduta del 18 novembre 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione
della Giunta regionale n. 253 del 27 luglio 2015, recante: “Modifica al
Regolamento regionale di attuazione della LR. 3 settembre 2012, n. 39, recante:
«Istituzione della Struttura Tecnica di Valutazione VAS-VIA-AIA-VI.»,
pubblicata sul BUR n. 16 dell'1.9.2012, s.s. n. 2 dell'11.9.2012 e s.m.i. approvato con DGR n. 381/2013.
Rettifica/integrazione e istituzione n. 2 Strutture Tecniche Straordinarie”. (Parere n. 10)
La quarta Commissione
consiliare, con nota n. 52923 del 26 novembre 2015, ha comunicato che nella
seduta del 25 novembre 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione
della Giunta regionale numero 407 del 21 ottobre 2015, recante:
"Approvazione aggiornamento delle linee guida per la rimodulazione del
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria". (Parere n. 11)
Le interrogazioni numero 1/10^
dell'8 gennaio 2015; numero 5/10^ del 22 gennaio 2015; numero 18/10^ del 12
febbraio 2015 e numero 22/10^ del 24 febbraio 2015 sono state ritirate dal
proponente.
In data 27 novembre 2015, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria n. 83 del 27 novembre 2015:
Legge regionale 27 novembre
2015, n. 19, recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16
aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge
Urbanistica della Calabria)";
Legge regionale 27 novembre
2015, n. 20, recante: "Modifica ed integrazione della legge regionale 7
marzo 1995, n. 4 (Norme sulla classificazione degli esercizi ricettivi
extralberghieri)";
Legge regionale 27 novembre
2015, n. 21, recante: "Disposizioni di adeguamento dell'ordinamento
regionale al decreto legislativo n. 39/2013";
Legge regionale 27 novembre
2015, n. 22, recante: "Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori
bilancio derivanti da sentenze esecutive notificate all'amministrazione
regionale e da acquisto di beni e servizi senza il preventivo impegno di
spesa";
Legge regionale 27 novembre
2015, n. 23, recante: "Variazione al bilancio per l'esercizio finanziario
2015 ai sensi dell'articolo 23 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.
8";
Legge regionale 27 novembre
2015, n. 24, recante: "Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1
(Istituzione e disciplina del Consiglio regionale delle Autonomie
locali)";
Legge regionale 27 novembre
2015, n. 25, recante: "Modifica dell'articolo 8 della legge regionale 3
febbraio 2012, n. 4 (Misure in materia di ottimizzazione della produttività del
lavoro nonché di efficienza e trasparenza dell'Amministrazione del Consiglio
regionale)".
La Giunta regionale ha trasmesso
la deliberazione n. 473 del 24 novembre 2015, recante: "Differimento dei
termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche,
pubbliche o private, previsti da disposizioni di leggi regionali", ad
integrazione della deliberazione n. 341 del 17 settembre 2015 (Proposta di legge n. 80/10^)
In data 20 novembre 2015, il Presidente
della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che
lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n.
80 del 23 novembre 2015:
Regolamento
regionale n. 15 del 20 novembre 2015, concernente: "Modifica
al Regolamento regionale di attuazione della L.R. 3
settembre 2012, n. 39, recante: "Istituzione della struttura tecnica di
valutazione VAS-VIA-AIA-VI". Pubblicata sul BUR n. 16 dell'11.9.2012, S.S.
n. 2 dell'11.9.2012 e s.m.i. approvato con DGR n.
381/2013".
La Giunta regionale ha trasmesso
copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l'esercizio
finanziario 2015:
Deliberazione Giunta regionale
n. 454 del 12 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 455 del 12 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 456 del 12 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 457 del 12 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 460 del 12 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 475 del 24 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 476 del 24 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 477 del 24 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 482 del 24 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 492 del 24 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 493 del 24 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 494 del 24 novembre 2015
Deliberazione Giunta regionale
n. 495 del 24 novembre 2015
Morrone. All’assessore alle
infrastrutture, lavori pubblici e mobilità.
Per sapere – premesso che:
il sistema viario calabrese su gomma versa
da tempo immemore in uno stato non compatibile con: canoni di percorribilità
che possano lontanamente definirsi comparabili col resto del territorio
nazionale;
è imminente l'arrivo della stagione
invernale, e con essa avverse condizioni meteo tali da mettere in forte rischio
il transito dell'utenza afferente il bacino stradale regionale già fortemente
provato dagli ultimi fenomeni metereologici;
diversi e pericolosi sono ancora i percorsi
sconsigliabili concernenti sia la sede autostradale che il sistema delle
statali della Calabria come ad esempio risulta essere il tratto cosentino della
Sa-Rc che si inoltra dallo svincolo di Rogliano a quello di Altilia-Grimaldi
particolarmente funestato da sinistri stradali;
da notizie apparse sui mezzi di stampa
riguardanti i lavori di ammodernamento e miglioramento della Sa-Rc ricadenti sul territorio calabrese nonché della
Statale 106, e dunque dalle dichiarazioni rilasciate in merito sia dal ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio
che dal presidente dell'Anas Gianni Vittorio Armani, gli interventi dovrebbero
prevedere opere di semplice manutenzione e non invece, come suggerito dallo
stato delle succitate arterie viarie e come d'altronde previsto
originariamente, lavori strutturali ex novo che possano finalmente porre
rimedio alle ataviche criticità presenti;
è contraria ad ogni ratio programmare interventi
infrastrutturali a bassa intensità spalmati sull'intera tratta stradale e non
intervenire invece su ben specifiche aree meritevoli di attenzioni e risorse -:
quali azioni intenda intraprendere la Giunta
regionale per far sì che non venga revocato il progetto originario relativo
all'ammodernamento ed al miglioramento della Sa-Rc,
tratta calabrese, nonché della Statale 106, che prevedeva interventi di natura
straordinaria e non un semplice, quanto inadeguato, "restyling" delle
suddette arterie;
quali e quante risorse verranno in
definitiva impegnate per far fronte alle emergenze viarie sopracitate e dì
conseguenza tese alla salvaguardia della sicurezza dei cittadini calabresi
nonché di quanti transitino sul territorio.
(110; 10.11.2015)
Arruzzolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che:
la legge regionale 16 maggio 2013, n. 24
("Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società
e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità"),
prevede:
agli artt. 5 e 6, l'accorpamento dei
consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale in un unico Consorzio
regionale per lo sviluppo delle attività produttive, CORAP, con le medesime
funzioni, risorse umane, finanziarie, strumentali e patrimoniali, compresi i
relativi rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali senza che sia
esperita alcuna procedura di liquidazione dei consorzi;
all'articolo 17, comma3, lettera a), le
attività del CORAP sono finanziati dalla Regione, come contributi
ordinari;
la Giunta regionale, con D.P.R
n. 31 del 19/03/2015, nominava il nuovo Commissario Straordinario dei Consorzi
ASI e del CORAP e lo indicava ad eseguire, nei successivi sei mesi dalla notifica, la piena e completa esecuzione dei procedimenti civilistici ed
amministrativi specificati e previsti nella L.R n.
24/2013 ed, in particolare, a proseguire il procedimento di accorpamento e ad
eseguire le disposizioni e le funzioni attuative ed operative di cui all'art.
5, c. 4, della L.R. n. 24/2013 coerentemente con le
vigenti disposizioni di cui alla L.R n. 38/2001;
la L.R. n. 11 del
27/04/2015, art. 2 comma 11, fissava il termine ultimo per la conclusione del
processo di accorpamento dei Consorzi, al 31 luglio 2015;
la Giunta regionale, nella seduta dell'11
agosto 2015, invitava il Commissario straordinario a procedere, nel termine
massimo di 10 giorni, all'adozione degli atti necessari affinché gli organi
competenti delle ASI interessate potessero provvedere all'approvazione dei
bilanci, al fine di poter conseguentemente addivenire alla piena operatività
del CORAP e al definitivo accorpamento delle ASI;
la Giunta regionale, con deliberazione n.
341 del 17/09/2015, inviava al Consiglio regionale la Proposta di legge n.
80/10 per il differimento, di sei mesi dalla data in cui entrerà in vigore, di
tutti gli adempimenti previsti dalla L.R. n. 24/2013
ed in particolare dei termini di conclusione
delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche,
pubbliche o private;
per tutto quanto sopra esposto, allo stato
attuale, sono presenti gravi criticità:
i termini sopra riportati sono stati
ampiamente disattesi facendo slittare la definitiva conclusione del processo di
accorpamento dei Consorzi;
la mancata corresponsione di diverse
mensilità, oltre al mancato versamento dei relativi contributi previdenziali, a
favore del personale dipendente ha creato una difficile e precaria situazione
economica. In particolare i dipendenti del Consorzio ASI della Provincia di
Reggio Calabria, vantano alla data odierna credito per n. 7 mensilità -:
quali siano i motivi del ritardo e se non si
ritenga opportuno accelerare i relativi adempimenti per il definitivo
accorpamento dei Consorzi ASI calabresi;
se sono state individuate, da parte del
governo regionale, le risorse finanziarie necessarie, anche attraverso
l'istituzione di un fondo rotativo, eventualmente da recuperare successivamente
con l'entrata del CORAP, al fine di sanare i ritardi nell'erogazione delle
retribuzioni spettanti al personale dipendente;
quali iniziative intende perseguire il
Commissario Straordinario in merito al recupero dei crediti vantati dal
Consorzio ASI di Reggio Calabria che consentirebbero il pagamento delle
suddette mensilità arretrate.
(112; 30.11.2015)
Nicolò. Al
Presidente della
Giunta regionale e all’assessore al lavoro. Per sapere –
premesso che:
nell'agosto del 2008, è stata approvata la
legge regionale 28/2008 che prevedeva al comma 1 "Il Dipartimento
regionale del Lavoro approva progetti di sviluppo di politiche attive del
lavoro suscettibili di offrire impiego a lavoratori già dipendenti di Enti o
altri organismi pubblici o pubblico- privati al cui capitale sociale partecipa
direttamente la Regione Calabria, collocati nelle diverse forme di trattamento
degli ammortizzatori sociali di cui alla legge 23 luglio 1991, n. 223 e
successive modifiche ed integrazioni, compresi i trattamenti in deroga, ovvero
dipendenti, alla data del 31 dicembre 2007, di imprese fornitrici di servizi in
regime di esternalizzazione, resi in favore della Regione Calabria" nonché
al successivo comma 2, secondo cpv che "…L'individuazione delle professionalità necessarie, da
assumere anche con modelli negoziali flessibili, avviene previo l'esperimento
di idonee procedure selettive". A tal fine, il Dipartimento Lavoro della
Regione Calabria provvedeva ad indire una selezione del personale tramite
manifestazione di interesse svoltasi il 28/29 dicembre 2008. Con decreto del
Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro n. 23292/2009 veniva approvato
l'elenco definitivo degli ammessi, impiegando i suddetti lavoratori in progetti
di politiche attive per il lavoro, tramite gli enti strumentali della Regione
Calabria (Azienda Calabria Lavoro - Fondazione Calabria Etica). Con delibera
della Giunta regionale del 10 maggio 2013, n. 160, i lavoratori delle leggi
regionali 28/2008 e 8/2010, venivano inclusi nel c.d. "Bacino di
precariato consolidato" della Regione Calabria. Con legge regionale n.
1/2014, recante "Indirizzi volti a favorire il superamento del precariato
di cui al D.L. 31 agosto 2013, n. 101 convertito in legge 30 ottobre 2013, n.
125", veniva previsto all'art. 1, comma 5 "Al fine di ridurre il
numero dei lavoratori impegnati in attività socialmente e di pubblica utilità,
di cui alle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010, destinatari di misure di
sostegno al reddito a valere sul bilancio dello Stato e delle Regioni, gli Enti
locali possono prorogare i contratti e l'utilizzo di tali lavoratori fino al 31
dicembre 2016 per favorire l'assunzione a tempo indeterminato, anche con
contratto di lavoro a tempo parziale". Il 28 febbraio 2014 i lavoratori di
cui alle leggi 28/2008 e 8/2010, sottoscrivevano un contratto a tempo
determinato con Azienda Calabria Lavoro fino al 31/12/2016. Attualmente gli
indirizzi normativi nazionali intendono più in generale promuovere un
significativo progetto di stabilizzazione del precariato nei vari settori della
Pubblica Amministrazione, tanto nell'ottica della razionalizzazione delle
strutture burocratico-amministrative, quanto nella
prospettiva di un tentativo di miglioramento delle condizioni contrattuali di
lavoratori assunti con contratti privi di stabilità;
è interesse della Regione Calabria, dare
seguito alle procedure di stabilizzazione del personale precario presente in regione
e non solo, nonché utilizzare tutte le opportunità fornite dalle norme
contrattuali e legislative al fine di promuovere e realizzare un processo di
stabilizzazione di tutte le tipologie di lavoro precario, anche nella
prospettiva di un miglioramento dei servizi e della razionalizzazione dei
costi, e procedere a normalizzare i rapporti lavorativi all'interno dell'ente
regione, procedendo all'assunzione a tempo indeterminato anche con contratti di
tipo part-time -:
le determinazioni che intendono assumere in
merito alla reinternalizzazione dei servizi affidati
ad Azienda Calabria Lavoro al fine di procedere all’assunzione diretta con la Regione Calabria dei lavoratori
precari alle medesime condizioni contrattuali.
(113; 03.12.2015)
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con Decreto del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo
del settore sanitario della Regione Calabria n. 88 del 21 agosto 2015, avente
ad oggetto "Annullamento del Decreto del Presidente della
Giunta Regionale nella qualità di Commissario ad acta
n. 29 del 7 marzo 2013. Presa d'atto dell'intervenuto
esaurimento dell'efficacia del Decreto del Presidente nella qualità di
Commissario ad acta n. 151 del 19 dicembre 2013.
Individuazione del regime applicabile ai procedimenti pendenti", è stato stabilito
che "a tutte le strutture che hanno presentato direttamente domanda di
autorizzazione all'esercizio, sulla scorta del citato Decreto del Presidente
della Giunta Regionale nella qualità di Commissario ad acta
n. 29 del 7 marzo 2013, in carenza di valida ed idonea autorizzazione alla
realizzazione, sia assegnato un termine di 30 giorni, dalla notifica del
presente provvedimento a mezzo Pec, per presentare istanza di autorizzazione alla
realizzazione al Comune territorialmente competente, con le modalità previste
dalla vigente legislazione nazionale e regionale e trasmettere con la massima
sollecitudine una copia dell'istanza al Dipartimento Tutela della Salute della
Regione Calabria";
con la circolare n. 2/2015/DG "Rilascio
delle autorizzazioni sanitarie alla realizzazione da parte dei Comuni e
valutazione della compatibilità con la programmazione regionale ai sensi
dell'art. 8-ter del D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i. - Successive richieste di autorizzazione
all'esercizio. Indicazioni operative", sono state dettate specifiche disposizioni in
merito;
il rilascio dell'autorizzazione al
funzionamento non grava sulla spesa sanitaria regionale;
la libertà dell'iniziativa economica privata
e la tutela della Salute sono principi costituzionalmente tutelati;
il potenziamento dell'offerta sanitaria
potrebbe contribuire a diminuire la mobilità passiva -:
lo stato attuale dell'iter amministrativo di
cui sopra e i tempi di istruttoria del procedimento di valutazione della
compatibilità con la programmazione regionale.
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
il laboratorio analisi presente in Amantea copre un comprensorio di 9 Comuni (Amantea, Aiello Calabro, Cleto, Serra d'Aiello, Lago, San Pietro in Amantea,
Belmonte Calabro, Longobardi, Fiumefreddo
Bruzio), per una popolazione di circa 30.000
abitanti, oltre a un'utenza proveniente dai Comuni catanzaresi limitrofi di Falerna, Nocera Terinese, Gizzeria e San Mango d'Aquino:
prestazioni effettuate
nell'anno 2013: circa 205.000
prestazioni effettuate nell'anno 2014:
circa 220.000
sino al 2011, il laboratorio
poteva contare su un personale di 5 tecnici di laboratorio, unitamente a 5
unità fra medici e biologi;
alla data odierna, la dotazione
effettiva può contare soltanto su 1 medico e 1 biologo, oltre a 2 tecnici che,
a rotazione, prestano servizio presso il centro trasfusionale dell'ospedale di
Paola;
il personale tecnico in servizio effettivo risulta, pertanto, ridotto a sole 3 unità;
sino ad agosto 2013, presso il laboratorio di analisi, venivano, inoltre, seguiti circa 300
pazienti in terapia anticoagulante (con conseguente controllo del INR quale
esame di laboratorio ricorrente): dopo il decesso del medico responsabile di
tale servizio, la dirigenza non previsto alcuna sostituto, costringendo di
fatto l'utenza (principalmente anziani cardiopatici) a rivolgersi al Centro
Trasfusionale del presidio ospedaliero "San Francesco" di Paola,
distante oltre 25 Km da Amantea -:
quali provvedimenti si intendono adottare,
nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva soluzione
all'evidente disagio posto a carico di un'utenza numericamente importante e
latrice di patologie necessitanti di quotidiana assistenza in loco.
(111; 23.11.2015)
Il Consiglio
regionale della Calabria,
premesso che:
ai sensi degli art. 1 e 2 del D.Lgs. n. 139 dell'8 marzo del 2006: "Il Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco, di seguito denominato: "Corpo
Nazionale" è una struttura dello Stato ad ordinamento civile, incardinata
nel ministero dell'Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso
pubblico e della difesa civile, di seguito denominato: "Dipartimento"
- per mezzo della quale il ministero dell'Interno assicura, anche per la difesa
civile, il servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli
incendi su tutto il territorio nazionale, nonché lo svolgimento delle altre
attività assegnate al Corpo nazionale dalle leggi e dai regolamenti, secondo
quanto previsto nel presente decreto legislativo";
il Corpo nazionale è componente fondamentale
del servizio di Protezione civile ai sensi dell'articolo 11 della legge 24
febbraio 1992, n. 225;
in data 30 marzo 2015 il Consiglio regionale
della Calabria ha approvato, all'unanimità, una mozione presentata dal
sottoscritto, avente ad oggetto: "Istituzione di un Tavolo tecnico presso
il Governo finalizzato ad affrontare la questione dei Vigili del fuoco
discontinui";
in data 10 novembre 2015 i rappresentanti
della Confederazione Regionale dell'Unione Sindacale di Base del comparto
Vigili del Fuoco, in seguito ad uno sciopero dei lavoratori precari VVF, hanno
presentato un documento alla Regione Calabria, prot.
n. 334168, in cui sono state indicate le problematiche dei Vigili del Fuoco e
le soluzioni da apportare con un impegno tempestivo della stessa Regione
Calabria;
il Corpo dei Vigili del Fuoco da anni è
sottoposto a considerevoli tagli e nelle ultime settimane è stato anche avviato
lo smantellamento del suo servizio tecnico;
i Vigili del Fuoco cosiddetti
"discontinui", in realtà, sono una risorsa fondamentale in quanto
vengono utilizzati giornalmente per sopprimere alla carenza di organico del
CNVVF. Tale risorsa sarà cancellata dal gennaio 2016 mediante un generalizzato
licenziamento del personale discontinuo;
il riordino del CNVVF prevede la chiusura
del Comando di Vibo Valentia e di distaccamenti permanenti su tutto il
territorio calabrese. Ciò, però, rischia di non ottemperare agli standard
europei del soccorso del Corpo; soprattutto alla normativa denominata
"l'Italia in 20 minuti" approvata dal ministero dell'Interno e dal
Dipartimento dei Vigili del Fuoco;
lo standard europeo, d'altronde, prevede
60.000 Vigili del Fuoco permanenti, mentre la realtà attuale è che vi sono un
totale di 28.000 Vigili del Fuoco permanenti;
quotidianamente gli organici sono ridotti
considerevolmente, in tutte le province calabresi. La popolazione totale della
Calabria è di 1.976.631 abitanti con 880 vigili del fuoco terrestri in servizio
in tutta la regione, quindi con una media, a pieno organico, di 1 vigile del
fuoco ogni 2.300 persone.
Suddivisione per province:
Catanzaro: 363.707 abitanti con 180 pompieri
(escluso quello in servizio presso l'aeroporto), con una media
soccorritore/cittadino di 1 ogni 2.200 abitanti (lo standard europeo è 1/1000).
Però, in ragione dei turni, delle ferie e delle malattie, per tutta la
provincia di Catanzaro, ogni giorno ci sono 45 vigili, con un rapporto reale di
1 VF ogni 8.080 cittadini;
Cosenza: 717.535 abitanti a fronte di 248
pompieri; in servizio reale quotidiano, ci sono 62 VF, con una media di 1 VF
ogni 11.800 abitanti;
Crotone: 174.328 abitanti a fronte di 100
pompieri (escluso aeroporto); presenti ogni turno, 25 VF, con una media di 1 VF
ogni 7.000 abitanti;
Reggio Calabria: 557.993 abitanti a fronte
dì 340 pompieri (escluso aeroporto); presenti in servizio ogni giorno 85 VF,
con una media di 1 VF ogni 6.600 abitanti;
Vibo Valentia: 163.068 abitanti a fronte di
112 pompieri; presenti in servizio quotidiano 28 VF, con una media di 1 vigile
ogni 5.821 abitanti;
questo, nella prassi, ad esempio, comporta
che nella provincia di Cosenza, gli abitanti dei 155 Comuni, possono contare
soltanto su 62 vigili del Fuoco per ogni turno;
il rapporto periodico sul rischio posto alla
popolazione italiana da frane e inondazioni dell'Istituto di Ricerca per la
Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR),
indica poi, che in Calabria il rischio individuale per frane, allagamenti,
inondazioni e sisma, espresso nelle percentuali di mortalità è tra i più
elevati di tutto il nostro Paese.
Tutto ciò premesso, considerato e rilevato,
il Presidente e la
Giunta regionale della Calabria
ad intraprendere appropriata iniziativa
politica e istituzionale, presso il Governo nazionale affinché siano conseguiti
i seguenti obiettivi:
un adeguamento degli organici in base agli
standard europei 1/1000, evidenziando l'insufficiente presenza sul territorio
calabrese di squadre di Vigili del Fuoco;
il potenziamento delle squadre operative VVF
con l'assunzione di tutto il personale precario dei Vigili del Fuoco
(discontinui), attraverso una procedura di stabilizzazione, per rientrare negli
standard europei riguardanti il servizio tecnico urgente;
la revoca del procedimento di Riordino in
merito alla chiusura del Comando Provinciale di Vibo Valentia e di tutti i
distaccamenti calabresi dei VVF.
(47; 23.11.2015) Mangialavori
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
nell'ambito della Convezione quadro delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è stata organizzata la XXI
Conferenza delle Parti (COP 21), in corso a Parigi sino all'11 dicembre 2015,
con l'obiettivo di concludere un accordo vincolante e universale sul clima,
accettato da tutte le nazioni, finalizzato alla riduzione delle emissioni dei
gas serra, originate dal preoccupante fenomeno del surriscaldamento globale;
in previsione di tale incontro, la
Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome riunitasi a Milano il 22 ottobre 2015, presente anche il
Presidente del Consiglio regionale della Calabria, ha fatto proprie le
considerazioni espresse dal WWF Italia in merito alle necessità di predisporre
misure adeguate a fronteggiare i fenomeni naturali di cambiamento climatico e
le ha estese in un apposito ordine del giorno contenente l'invito ai Consigli
delle Regioni e delle Province autonome ad una condivisione in tal senso;
in particolare, detto documento approvato
dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali, ha
evidenziato come:
a) il cambiamento climatico in atto
rappresenta una gravissima minaccia per il Pianeta e per i suoi ecosistemi come
li conosciamo, e un rischio esiziale per la stessa civilizzazione umana. La
concentrazione dei gas serra nell'atmosfera, e in particolare quella del
biossido di carbonio (CO2) ha subito un incremento vertiginoso negli ultimi 200
anni, raggiungendo le 400 parti per milione, un livello che non si verificava
da almeno 800 mila anni. Come ha scritto l'IPCC, il Panel
Intergovernativo dell'ONU sul Cambiamento Climatico, "l'influenza umana
sul sistema climatico è chiara, e le recenti emissioni antropiche di gas a
effetto serra sono le più alte nella storia";
b) alcuni impatti del cambiamento climatico
sono già visibili, dall'aumento degli eventi estremi alla fusione dei
ghiacciai. Se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, questo
provocherà ulteriore riscaldamento e impatti di lunga durata su tutti i
componenti del sistema climatico, aumentando la probabilità di effetti gravi,
diffusi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi. Limitare il
cambiamento climatico richiede riduzioni forti e durature delle emissioni a gas
a effetto serra: queste, insieme con urgenti strategie e misure di adattamento,
possono limitare i rischi posti dal cambiamento climatico;
c) gli attuali impegni di riduzione delle
emissioni di CO2 e degli altri gas serra assunti volontariamente dai Paesi non
tengono conto delle indicazioni della comunità scientifica sulle riduzioni
necessarie per fare in modo che l'aumento medio della temperatura globale
rispetto all'era preindustriale si mantenga ben al di sotto dei 2°C;
d) molti enti scientifici e istituzioni
internazionali dichiarano che per affrontare il cambiamento climatico occorre
lasciare nel sottosuolo la maggior parte dei combustibili fossili ancora
disponibili e ritengono quindi necessario accelerare la transizione verso
un'economia low carbon,
usando meno e meglio le risorse, energetiche e non, in modo da disaccoppiare il
benessere dalle emissioni di CO2, dagli sprechi e da modelli di consumo
insensato. In tale senso, non c'è settore che non debba (e possa) adeguatamente
contribuire a una drastica riduzione delle emissioni, dall'energia alla
produzione industriale, dai servizi alla mobilità, dalla gestione del suolo e
del territorio all'agricoltura;
e) mai come oggi abbiamo a disposizione le
conoscenze e le tecnologie per ridurre le emissioni di CO2 e per puntare alla
completa decarbonizzazione anche prima della metà del
secolo;
f) la situazione di tensione, l'instabilità
e l'aumento dei competitor a livello internazionale consigliano di ridurre la
dipendenza energetica e delle risorse dall'estero, in modo da avere una
maggiore sicurezza energetica e sfruttare al meglio le risorse disponibili, con
notevole beneficio anche per la bilancia dei pagamenti;
g) le Regioni, nell'ambito dei propri poteri
concorrenti in materia di energia e delle proprie competenze in materia di
trasporti, di miglioramento della qualità dell'aria, di pianificazione del
paesaggio e del territorio e delle loro iniziative di impulso allo sviluppo
economico dei territori possono e debbono svolgere un ruolo propulsivo nei confronti
del Governo centrale e d'avanguardia rispetto alle tematiche relative alle
scelte energetiche e al contrasto dei cambiamenti climatici;
h) la necessità di concretizzare la
Strategia nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico, anche attraverso la
definizione di piani di azione regionali che prevedono un coordinamento con le
azioni previste dalle Aree Metropolitane e dai Comuni in particolare nelle aree
urbane, più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.
che la Conferenza delle Parti degli Stati
Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico, COP 21, che si sta
svolgendo a Parigi, vari un accordo globale efficace, legalmente vincolante ed
equo (coerente con le indicazioni della Comunità Scientifica internazionale sugli
scenari futuri) che indichi i percorsi amministrativi e normativi necessari e
gli strumenti tecnici adeguati per rimanere al di sotto dei 2°C di
riscaldamento globale;
che, in tal senso, tutti i Governi dei Paesi
che partecipano al vertice di Parigi, a cominciare da quello italiano,
accolgano la richiesta del Comitato delle Regioni europee, presentata in
occasione del World Summit on Climate and Territories di
Lione del primo luglio scorso, di ridurre entro il 2030 del 50%, invece che
solo del 40%, le emissioni di gas che provocano l'effetto serra, rispetto ai
valori del 1990;
tutto quanto premesso e considerato,
impegna
il Presidente e la Giunta regionale:
ad inserire nei propri strumenti di
pianificazione e programmazione in campo energetico e di miglioramento della
qualità dell'aria, misure di riduzione progressiva delle emissioni di CO2,
perseguendo l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a
partire dallo stop agli impianti più inquinanti;
ad adottare nuove strategie integrate in campo
energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulla circular economy, le energie rinnovabili, il risparmio
e l'efficienza energetica nell'edilizia pubblica e privata, la climatizzazione
residenziale e del terziario, l'illuminazione pubblica efficiente;
a privilegiare la sostenibilità nelle
politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti,
promuovendo modalità di trasporto meno inquinanti, l'ammodernamento e
potenziamento delle infrastrutture esistenti, l'arresto del consumo e della
conversione urbana del suolo e la rigenerazione urbana, la mitigazione e
l'adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione, la rinaturalizzazione,
la riforestazione del territorio, il recupero ecologico delle sponde e delle
zone di esondazione naturale dei corsi d'acqua, la tutela della biodiversità
attraverso le infrastrutture verdi e la riqualificazione ambientale delle aree
libere, abbandonate o sottoutilizzate.
(48; 27.11.2015) Irto
Art 1
Approvazione del
Rendiconto Generale
1. Il Rendiconto Generale - Conto
Finanziario e Conto del Patrimonio - della Regione Calabria per l'esercizio
finanziario 2014, è approvato con le risultanze esposte negli articoli
seguenti.
Art. 2
Conto finanziario
1. Il Conto Finanziario della Regione
Calabria per l'esercizio 2014, che forma parte integrante della presente legge,
è approvato con le risultanze di cui agli articoli seguenti.
Art. 3
Entrate di
competenza
1. Il totale delle entrate di competenza
accertate nell’esercizio
finanziario 2014 è stabilito quale risulta
dal Conto consuntivo
del bilancio
in euro 6.400.911.946,41
delle
quali riscosse e versate 5.720.427.960,14
rimaste
da riscuotere e versare 680.483.536,27
2.
Il movimento di cassa in entrata (capitoli 6103102 e
6103104),
per operazioni di tesoreria verificatesi nell’esercizio
finanziario
2014 è stabilito quale risulta dal conto consuntivo
del
bilancio in euro 464.974.818,30
Art. 4
Spese di competenza
1. Il totale delle spese di competenza
impegnate nell’esercizio
finanziario 2014 è stabilito quale
risulta dal Conto consuntivo
del bilancio
in euro 9.462.383.556,97
delle
quali pagate 6.445.233.267,02
rimaste
da pagare 3.017.150.289,95
2.
Il movimento di cassa in entrata (capitoli 9103102 e
9103104),
per operazioni di tesoreria verificatesi nell’esercizio
finanziario
2014 è stabilito quale risulta dal conto consuntivo
del
bilancio in euro 470.269.489,03
Art. 5
Riepilogo entrate e spese di competenza
1. Il riepilogo generale dei
risultati delle entrate e delle spese di competenza dell’esercizio finanziario
2014 risulta così definito:
TITOLO 1 – Entrate derivanti da
tributi propri della Regione dal
gettito dei tributi erariali e
quote di essi devoluti alla Regione 3.962.210.435,96
TITOLO 2 – Entrate derivanti da
contributi e trasferimenti di parte
Corrente dello Stato, della
Unione europea e di altri soggetti
778.406.256,89
TITOLO
3 – Entrate extra tributarie 64.828.781,57
TITOLO
4 – Entrate derivanti da alienazioni di beni patrimoniali,
da
trasformazione di capitale, da riscossione di crediti e da trasferimenti
in
conto capitale 502.154.941,83
TITOLO
5 – Entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni creditizie 11.512.500,00
TITOLO
6 – Entrate per contabilità speciali 1.081.798.580,16
TOTALE 6.400.911.496,41
SPESE
Area
di intervento 1 – Servizi Generali 281.051.664,50
Area
di intervento 2 – Sviluppo economico 854.804.060,27
Area
di intervento 3 – Uso e salvaguardia del territorio 801.181.896,71
Area
di intervento 4 – Istruzione, formazione professionale e lavoro 253.047.150,35
Area
di intervento 5 – Attività culturali, sportive, ricreative e del culto 59.653.571,41
Area di intervento 6 – Servizi
della persona 6.121.953.915,40
Area di intervento 7 – Difesa
civile e sicurezza 8.892.718,17
Area di
intervento 8 – Oneri non ripartibili 0,00
Area di intervento 9 –
Contabilità speciali 1.081.798.580,16
TOTALE 9.462.383.556,97
ENTRATE 6.400.911.496,41
SPESE 9.462.383.556,97
Saldo della competenza
dell’esercizio 2014 3.061.472.060,56
Art. 6
Residui
attivi dell’esercizio 2014 e precedenti
1. I residui attivi alla
chiusura dell’esercizio finanziario 2013
Risultavano determinati dal conto
consuntivo del bilancio in euro
6.247.857.391,48
dei
quali riscossi e versati nell’esercizio 2014 851.022.074,77
eliminati
per minore accertamento 813.727.199,75
riaccertati
per maggiore accertamento 0,00
rimasti da riscuotere 4.583.108.116,96
Art. 7
Residui
passivi dell’esercizio 2014 e precedenti
1. I residui passivi alla
chiusura dell’esercizio finanziario 2013 risultavano
determinati dal conto consuntivo
del bilancio in euro 1.147.513.657,09
dei
quali pagati nell’esercizio 2014 566.698.494,22
eliminati
per economie 82.820.434,22
eliminati
per perenzione 0,00
rimasti
da pagare 497.994.728,65
Art. 8
Residui attivi alla chiusura dell’esercizio 2014
1. I residui attivi alla
chiusura dell’esercizio finanziario 2014
Risultano stabiliti dal conto
consuntivo del bilancio nelle seguenti somme:
Somme rimaste da riscuotere
sulle entrate accertate per la competenza
propria dell’esercizio 2014
(art. 3) 680.483.536,27
Somme rimaste da riscuotere sui
residui degli esercizi precedenti (art. 6) 4.583.108.116,96
RESIDUI ATTIVI AL 31.12.2014 5.263.591.653,23
Art. 9
Residui
passivi alla chiusura dell’esercizio 2014
1. I residui passivi alla
chiusura dell’esercizio finanziario 2014 risultano
stabiliti dal conto consuntivo
del bilancio nelle seguenti somme:
Somme rimaste da pagare sulle
spese impegnate per la competenza
propria dell’esercizio 2014
(art. 4) 3.017.150.289,95
Somme rimaste da pagare sui
residui degli esercizi precedenti (art. 7) 797.994.728,65
RESIDUI PASSIVI AL 31.12.2014 3.515.145.018,60
Art.
10
Situazione
di cassa
Il fondo di cassa dell’esercizio
finanziario 2014 è determinato in euro 751.637.225,11 come risulta dai seguenti
elementi:
Fondo cassa al 31.12.2013 1.192.118.951,44
RISCOSSIONI
In conto competenza 5.720.427.960,14
In conto residui 851.022.074,74
TOTALE 6.571.450.034,91
PAGAMENTI
In conto competenza 6.445.233.267,02
In conto residui 566.698.494,22 TOTALE 7.011.931.761,24
FONDO DI
CASSA AL 31.12.2014 751.637.225,11
Art.
11
Risultati
della situazione finanziaria
Il saldo finanziario per
l’esercizio 2014 è accertato in euro 2.500.083.859,74 come risulta dai seguenti
elementi:
Fondo di cassa al 31.12.2014 751.637.225,11
RESIDUI ATTIVI
da riscuotere per la competenza 2014 680.483.536,27
da riscuotere per gli anni
precedenti 4.583.108.116,96
TOTALE 5.263.951.653,23
RESIDUI PASSIVI
da pagare per la competenza 2014-2020 3.017.150.289,95
da pagare per gli anni
precedenti 497.994.728,65
TOTALE
3.515.145.018,60
RISULTATO DI
AMMINISTRAZIONE AL 31.12.2014 2.500.083.859,74
2. AL fine della successiva
applicazione del risultato di amministrazione, determinato nella misura
indicata al punto 1 del presente articolo, è necessario tenere conto:
a) delle quote vincolate dello
stesso, derivanti dalle economie su stanzia menti di spesa finanziati da
assegnazioni con vincolo di destinazione, dalle reiscrizioni
relative a economie su residui passivi della stessa natura per le obbligazioni
già assunte dalla Regione in esercizi precedenti, nonché dalle somme
accantonate a fronte di rischi futuri e a fronte dei residui in perenzione
amministrativa, complessivamente pari a euro 2.532.460.703,29 alla data del
31.12.2014;
b) della rideterminazione, alla
data dell'1 gennaio 2015, del predetto risultato di amministrazione e delle
quote vincolate dello stesso a seguito del riaccertamento
straordinario dei residui di cui all'articolo 3, comma 7, del D.lgs 118/2011;
c) ai sensi del decreto legge 13
novembre 2015, n. 179, dell'accantonamento al Fondo anticipazioni di liquidità
per la sanità di cui all'articolo 3 del D.L.35/2013, pari a euro 87.881.483,41;
d) di tutte le ulteriori
componenti vincolate e accantonate quantificate in fase di riaccertamento
straordinario dei residui di cui all'articolo 3, comma 7, del D.lgs 118/2011.
Art.
12
(Conto
patrimoniale)
1. E' approvato il Conto
Generale del Patrimonio della Regione Calabria, per l'esercizio finanziario
2014, allegato alla presente legge.
2. La consistenza delle attività
finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 2014
risulta stabilita in euro 9.099.575.766,90.
3. La consistenza delle
passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario
2014 risulta stabilita in euro 5.258.409.055,49
4. L'eccedenza delle attività
sulle passività al 31 dicembre 2014 risulta di euro 3.841.166.711,41.
Art.
13
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
(Allegati)
Art. 1
(Residui
attivi e passivi)
1. I dati presunti dei residui
attivi e passivi riportati rispettivamente nello stato di previsione delle
entrate e delle spese del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, approvato
conia legge regionale 27 aprile 2015, n. 13 (Bilancio annuale di previsione
della Regione Calabria per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per
il triennio 2015/2017) sono rideterminati in conformità ai corrispondenti dati
definitivi risultanti dal rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014,
approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 468 del 24 novembre 2015.
Le differenze fra l'ammontare dei residui del rendiconto e l'ammontare dei
residui presunti riportato nello stato di previsione del bilancio per
l'esercizio finanziario 2015, sono rappresentate nell'allegato A, colonna C,
alla presente legge.
Art. 2
(Residui
attivi e passivi dopo il riaccertamento straordinario
dei residui)
1. I dati presunti dei residui
attivi e passivi riportati rispettivamente nello stato di previsione delle
entrate e delle spese del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, sono
rideterminati e aggiornati in conformità ai corrispondenti dati risultanti dal riaccertamento straordinario dei residui approvato con la
deliberazione della Giunta regionale n. 504 del 3 dicembre 2015. Le differenze
fra l'ammontare dei residui rideterminati a seguito del riaccertamento
straordinario e l'ammontare dei residui presunti riportato nello stato di
previsione del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, sono rappresentate
nell'allegato A, colonna E, alla presente legge.
Art. 3
(Saldo
finanziario alla data del 10 gennaio 2015)
1. A seguito degli aggiornamenti
di cui agli articoli 1 e 2, il saldo finanziario negativo alla chiusura
dell'esercizio finanziario 2014 è pari ad euro 134.258.930,78. Tale saldo
risulta dalla differenza tra il risultato di amministrazione all'1 gennaio
2015, dopo il riaccertamento straordinario dei
residui, pari ad euro 1.548.387.850,57, e le quote vincolate reiscritte alla competenza 2015, pari a euro
1.390.580.292,43, e accantonate per euro 292.066.488,92, secondo la seguente
ulteriore articolazione:
- euro 1.046.435.820,69 per la reiscrizione in bilancio delle economie di spesa
dell'esercizio 2014 finanziate con fondi assegnati con vincolo di destinazione,
così come indicato nell'Allegato 1, parte A;
- euro 277.060.486,10 per la
copertura dei residui perenti così come indicato nell'Allegato 1, parte B;
- euro 344.144.471,74 per la
copertura di spese finanziate con la quota di disponibilità residua, così come
indicato nell'Allegato 1, parte C.
Art. 4
(Variazioni
al Bilancio annuale)
1. Nello stato di previsione di
competenza e di cassa delle UPB della parte entrata e della parte spesa del
bilancio per l'esercizio finanziario 2015, approvato con legge regionale n.
1312015, sono introdotte le variazioni di cui alle allegate tabelle
"A" e “B”, seconda e terza colonna.
2. Le variazioni di competenza
di cui al comma 1 comprendono le economie di stanziamento, nonché quelle
derivanti dal riaccertamento di residui passivi ed in
perenzione amministrativa, inerenti a stanziamenti di spesa finanziati da
assegnazioni con vincolo di destinazione, che sono riprodotte nel bilancio 2015
attraverso l'allegato 1, parte A e C.
3. Le variazioni di cui al comma
2 non comprendono le variazioni al bilancio 2015 già effettuate ai sensi
dell'articolo 42, comma 8, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e
dell'articolo 15, comma 2, lettera c), della legge regionale n. 13/2015.
Art. 5
(Variazioni
alle spese autorizzate con la legge di stabilità 2015)
1. Agli stanziamenti previsti
con la tabella 8 di cui all'articolo 1 della legge regionale 27 aprile 2015, n.
12 (Legge di stabilità regionale), sono apportate le variazioni di cui al
prospetto 8 allegato alla presente legge.
2. Alle autorizzazioni di spesa
disposte con la tabella C di cui all'articolo 2 della legge regionale 27 aprile
2015, n. 12 (Legge di stabilità regionale), sono apportate le variazioni di cui
al prospetto C allegato alla presente legge.
Art. 6
(Autorizzazione
al ricorso all'indebitamento)
1. Ai sensi dell'articolo 26
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, e dell'articolo 62 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n. 118, la Giunta regionale è autorizzata a
ricorrere all'indebitamento, con oneri a carico del bilancio regionale, per la
copertura della quota di cofinanziamento regionale dei Programmi per la
Calabria 2014-2020, inerenti al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ed
al Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).
2. Il finanziamento regionale di
cui al precedente comma, per complessivi euro 282.987.775,00, è destinato al
Programma Operativo Regionale FESR 2014-2020, per euro 152.987.775,00, ed al
Programma di Sviluppo Rurale della Calabria 2014-2020, per euro 130.000.000,00,
ed è iscritto nei pertinenti capitoli della spesa dei bilanci regionali in base
ai rispettivi Piani finanziari approvati dalla Giunta regionale.
3. I mutui di cui al comma 1,
per spese di investimento a carico del bilancio regionale, sono contratti ai
sensi di quanto disposto dall'articolo 27, commi 3, 4 e 5, della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 e compatibilmente con i limiti imposti dalla
normativa vigente in materia di indebitamento.
Art. 7
(Riconoscimento
della legittimità del debito fuori bilancio
di previsione
ai sensi dell'art. 73 del decreto legislativo
23 giugno 2011, n. 118)
1. Ai sensi dell'articolo 73,
comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e
successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità dei debiti
fuori bilancio della Regione Calabria, per il valore complessivo di euro
1.549.140,76, derivanti da sentenze esecutive n. 48/2015 del Tribunale di Palmi
- Sezione Lavoro, nn. 616/2011 e 625/2011 del
Tribunale di Castrovillari - Sezione Lavoro, nn. 671/2014
e 1661/2013 della Corte di Appello di Reggio Calabria - Sezione Lavoro, n.
4056/2005 del Consiglio di Stato, n. 497/2014 della Corte di Appello di
Catanzaro - Sezione Lavoro, n. 658/2014 del TAR Calabria - Sezione staccata di
Reggio Calabria, nn. 1362/2014 e 1363/2014 del TAR
Calabria di Catanzaro, ordinanza del 12/12/2014 Tribunale di Catanzaro di cui
alla sentenza n. 1648/2014 emessa dal Tribunale di Catanzaro, nn. 1707/13,2355/2014 e n. 117/12 del Tribunale di
Catanzaro, n. 72/2015 - Tribunale Acque Pubbliche di Napoli, ordinanza di
assegnazione del Tribunale Civile di Catanzaro - Sezione I procedura n. 1594/15
R.G. Esecuzioni Mobiliari, n.121/2012 del Tribunale Civile di Palmi - n. 207/13
del Giudice di Pace di Pizzo e n. 1280/2012 del Giudice di Pace di Gallina.
2. Ai sensi dell'articolo 73,
comma 1, lettera e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e
successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità dei debiti
fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da acquisto di beni e servizi
senza il preventivo impegno di spesa per il valore complessivo di euro
152.432,81 di cui ai Decreti dei Dirigenti della Regione Calabria n. 11575 del
27/1012015, n. 9424 del 10.9.2015, n. 3316 del 16.4.2015 e n. 5792 del
10.6.2015.
3. Alla copertura degli oneri
derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui al presente
articolo si provvede mediante l'incremento per l'importo corrispondente di euro
1.701.573,57 del capitolo U8201043801 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2015 (UPB U.008.002.001.004), recante "Fondo per debiti nei
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari
derivanti da attività dell'amministrazione regionale (art. 11 della legge
regionale 27 aprile 2015, n.13)".
4. La Giunta regionale è
autorizzata ad istituire appositi capitoli di bilancio nonché a compiere tutti
gli atti necessari all'attuazione di quanto previsto dai precedenti articoli.
Art. 8
(Nuove
autorizzazioni di spesa)
1. AL fine di garantire la
copertura del maggiore fabbisogno per le attività realizzate nell'anno 2014 da
Azienda Calabria Verde nel settore della forestazione è autorizzata nel
bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 19.000.000,00, di
cui euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2015, euro 8.000.000,00
nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 9.000.000,00 nell'esercizio finanziario
2017, con allocazione all'UPB U.003.002.004.005 dello stato di previsione della
spesa del bilancio medesimo.
2. Al fine di garantire la copertura
finanziaria dell'aumento dei canoni per annualità pregresse dell'operazione di
leasing, con riscatto, di immobili di proprietà della Società COMALCA per la
realizzazione della sede del settore della Protezione Civile regionale,
disposta con deliberazione della Giunta regionale n. 429 del 7 luglio 2007, è
autorizzata nell'esercizio finanziario 2015 la spesa di euro 253.030,91, con
allocazione all'UBP U.007.001.001.001 dello stato di previsione della spesa del
bilancio medesimo.
3. Al fine di garantire la
copertura degli oneri per il personale derivanti dall'applicazione delle
disposizioni in materia di miglioramento dell'efficienza dei servizi per gli
anni 2014 e 2015 è autorizzata nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa
complessiva di euro 6.391.026,54, di cui euro 1.790.297,82 nell'esercizio
finanziario 2015 ed euro 4.600.728,72 nell'esercizio finanziario 2016, con
allocazione all'UPB U.001.002.001.001 dello stato di previsione della spesa del
bilancio medesimo.
4. Al fine di garantire il
trasferimento ad Azienda Calabria Lavoro delle somme per l'annualità 2014 non
impegnate sul bilancio regionale nell'esercizio finanziario 2014 e
contabilizzate nelle economie del bilancio regionale, è autorizzata
nell'esercizio finanziario 2015 la spesa di euro 500.000,00, con allocazione
all'UBP U.004.003.002.003 dello stato di previsione della spesa del bilancio
medesimo.
5. Al fine di garantire la
copertura finanziaria degli oneri pregressi derivanti dall'attività del Nucleo
VIA-VAS-IPPC di cui al regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008 e
successive modifiche e integrazioni, è autorizzata nell'esercizio finanziario
2015 la spesa di euro 45.000,00, con allocazione all'UBP U.003.002.001.001
dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
Art. 9
(Servizi
socio-assistenziali)
1. Al fine di garantire la
copertura finanziaria dei maggiori oneri derivanti dall'erogazione dei servizi
socio-assistenziali da parte delle strutture sociali private finanziate
direttamente dalla Regione per l'anno 2015, è autorizzata nel bilancio
pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 6.000.000,00, di cui euro
3.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 3.000.000,00
nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.006.002.001.002
dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
2. Al fine di garantire la
copertura finanziaria dei maggiori oneri derivanti dall'erogazione dei servizi
socio-assistenziali da parte dei Comuni per l'anno 2015, è autorizzata nel
bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 4.000.000,00, di
cui euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 2.000.000,00
nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.006.002.001.002
dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
3. Al fine di garantire la
copertura finanziaria dei debiti pregressi derivanti dalla erogazione dei
servizi socio-assistenziali da parte delle strutture sociali private finanziate
direttamente dalla Regione per l'anno 2014, è autorizzata nel bilancio pluriennale
2015-2017 la spesa complessiva di euro 10.000.000,00, di cui euro 4.000.000,00
nell'esercizio finanziario 2015, euro 3.000.000,00 nell'esercizio finanziario
2016 ed euro 3.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione
all'UPB U.006.002.001.002 dello stato di previsione della spesa del bilancio
medesimo.
4. Al fine di garantire la
copertura 'finanziaria dei debiti pregressi derivanti dalla erogazione dei
servizi socio-assistenziali da parte dei Comuni per l'anno 2014, è autorizzata
nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 4.000.000,00,
di cui euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 2.000.000,00
nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.006.002.001.002
dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
5. Il Dipartimento competente è
tenuto a procedere alla ricognizione in via straordinaria delle somme dovute e
già liquidate, in via ordinaria o a seguito di procedura esecutiva, in favore
delle strutture socio-assistenziali. In ogni caso, il Dipartimento competente,
prima di procedere alla liquidazione e al pagamento delle somme richieste dalle
strutture socio-assistenziali, è tenuto ad acquisire, da parte delle strutture
medesime, apposita dichiarazione, da rendersi nei modi di legge, di non aver
ceduto il credito ovvero di non aver proposto azione esecutiva per il medesimo
credito.
Art.
10
(Disposizioni
diverse)
1. Al fine di concorrere al
ripianamento delle perdite relative all'anno 2014 della Società di Gestione per
l'Aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S) S.p.A. accertate
in sede di approvazione del relativo bilancio nell'assemblea del 6 agosto 2015,
è autorizzata per l'esercizio finanziario 2015 la spesa, in misura
proporzionale alla partecipazione al capita1e sociale, di euro 270.925,50, con
allocazione all'UPB U.002.003.001.006 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2015-2017.
Art.
11
(Fondo
perdite degli organismi partecipati)
1. Il fondo perdite degli
organismi partecipati, di cui all'articolo 1, comma 550 e seguenti, della legge
27 dicembre 2013, n. 147, iscritto all'UPB U.008.002.001.004 dello stato di
previsione della spesa del bilancio d'esercizio 2015-2017, è incrementato
dell'importo di euro 3.093.075,90.
Art.
12
(Fondo
di parte corrente per oneri derivanti da contenziosi)
1. Per l'esercizio finanziario
2015, lo stanziamento del Fondo di parte corrente per oneri derivanti da
contenziosi - capitolo 8201043701 - istituito ai sensi dell'allegato 4/2,
paragrafo 5.2, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e allocato
all'UPB U.008.002.001.004 della parte spesa del bilancio, è incrementato
dell'importo di euro 10.000.000,00.
Art.
13
(Bilancio
pluriennale)
1. Nella parte entrata e spesa
dei bilancio pluriennale 2015-2017, approvato con l'articolo 14 della legge
regionale n. 13/2015, sono introdotte, per il triennio 2015-2017, le variazioni
di cui alle annesse tabelle "A" e "B" del bilancio
pluriennale.
Art.
14
(Copertura
finanziaria)
1. Alla copertura finanziaria
delle disposizioni contenute nella presente legge, laddove non diversamente
stabilito, si provvede, per la quota parte corrispondente, con la quota libera
dell'avanzo di amministrazione così come rideterminato a seguito delle
operazioni di riaccertamento ordinario e
straordinario dei residui attivi e passivi.
2. La Giunta regionale è
autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento
tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002.
Art.
15
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
(Allegati)
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
dell'Ufficio di Presidenza n. 54 del 26 novembre 2015, avente ad oggetto:
"Determinazione delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante
dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei
residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 3, comma 7, del decreto legislativo
23 giugno 2011 n. 118 e ss.mm.ii.";
visto il D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i., ed in particolare l'articolo 3, comma 7, inerente
al riaccertamento straordinario dei residui attivi e
passivi;
considerato che:
con deliberazione consiliare n.
32 del 21 aprile 2015, è stato approvato il bilancio di previsione
dell'esercizio 2015 ed il bilancio pluriennale 2015-2017 del Consiglio
regionale;
con deliberazione consiliare n.
44 del 31 agosto 2015, è stato approvato il Conto Consuntivo dell'esercizio
finanziario 2014 ed accertato un risultato di amministrazione pari ad euro
25.655.694,21 (avanzo di amministrazione);
con deliberazione consiliare n.
43 del 31 agosto 2015, è stato approvato il riaccertamento
straordinario dei residui alla data del 10 gennaio 2015 e provveduto a:
a) determinare il Fondo
Pluriennale Vincolato a1 1° gennaio 2015;
b) rideterminare il risultato di
amministrazione al 10 gennaio 2015 in un disavanzo pari ad euro 2.477.364, 29;
c) suddividere il suddetto
disavanzo di amministrazione, pari ad euro 2.477.364,29, tra fondo accantonato,
fondi vincolati, fondi destinati e fondi liberi, come indicato nel seguente
prospetto:
PROSPETTO DIMOSTRATIVO DEL RISULTATO DI
AMMINISTRAZIONE ALLA DATA DEL RIACCERTAMENTO STRAORDINARIO DEI RESIDUI
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE AL 31
DICEMBRE 2014 DETERMINATO NEL RENDICONTO 2014 (a) |
25.655.694,21 |
|
RESIDUI ATTIVI CANCELLATI IN
QUANTO NON CORRELATI AD OBBLIGAZIONI GIURIDICHE PERFEZIONATE (b) |
(-) |
28.000.000,00 |
RESIDUI PASSIVI CANCELLATI IN
QUANTO NON CORRELATI AD OBBLIGAZIONI GIURIDICHE PERFEZIONATE (c) |
(+) |
16.941,50 |
RESIDUI ATTIVI CANCELLATI IN
QUANTO REIMPUTATI AGLI ESERCIZI IN CUI SONO ESIGIBILI (d) |
(-) |
1.664.180,90 |
RESIDUI PASSIVI CANCELLATI IN
QUANTO REIMPUTATI AGLI ESERCIZI IN CUI SONO ESIGIBILI (e) |
(+) |
14.248.787,04 |
RESIDUI PASSIVI
DEFINITIVAMENTE CANCELLATI CHE CONCORRONO ALLA DETERMINAZIONE DEL FONDO
PLURIENNALE VINCOLATO (f) |
(+) |
0,00 |
FONDO PLURIENNALE VINCOLATO g)
= (e) -(d)+(f) |
(-) |
12.584.606,14 |
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE AL 1 Q
GENNAIO 2015 -DOPO IL RlACCERTAMENTO STRAORDINARIO
DEI RESIDUI (hl =(a) -(bI + (c) -(d)+ (e) + (i)
-(g) |
(=) |
-2.327.364,29 |
Composizione
del risultato di amministrazione al 1° gennaio 2015 -dopo il riaccertamento straordinario dei residui (h): |
-2.327.364,29 |
Parte accantonata |
|
Fondo crediti di dubbia e
difficile esazione al 31/12/2014 |
0,00 |
Fondo svalutazione crediti al
31/12/2014 |
0,00 |
Fondo per rischi di
soccombenza al31/12/2014 |
150.000,00 |
Totale parte accantonata (i) |
150.000,00 |
Parte vincolata |
|
Vincoli derivanti da leggi e
dai principi contabili |
0,00 |
Vincoli derivanti da
trasferimenti |
0,00 |
Vincoli derivanti dalla
contrazione di mutui |
0,00 |
Vincoli formalmente attribuiti
dall'ente |
0,00 |
Altri vincoli da specificare
di |
0,00 |
Totale parte vincolata (l) |
0,00 |
Totale parte destinata agli investimenti (m) |
0,00 |
Totale parte disponibile (n) =(h)-(i)-(l)-(m) |
-2.477.364,29 |
Se (n) è negativo, tale importo è iscritto tra le spese del
bilancio di previsione 2015 |
|
tenuto conto che le modalità di
calcolo e di ripiano del maggior disavanzo di amministrazione derivante dal riaccertamento straordinario dei residui sono menzionati
all'articolo 3, commi 15, 16 e 17 del D.lgs. n. 11812011 e s.m.i.,
nonché nel DM 2 aprile 2015;
rilevato che, non avendo questa
Amministrazione aderito alla sperimentazione dell'armonizzazione contabile, il
disavanzo dì amministrazione a11 ° gennaio 2015, ai sensi dell'articolo 1,
comma 1, lett. a) del D.M. 2.4.2015, è pari a euro 2.466.364,29, corrispondente
all'importo della voce "totale parte disponibile", come riportato nel
prospetto precedente;
ritenuto: di adottare la
seguente tempistica del rientro:
·
imputazione nell'esercizio 2015 della
somma di euro 150.000,00 destinata al Fondo per rischi soccombenza al
31.12.2014;
·
ripartizione della restante somma, pari
ad euro 2.327.364,29, del risultato di amministrazione al 10 gennaio 2015 in
anni 30 (trenta), da cui si genera una quota di accantonamento annuo a valore
costante pari a euro 77.578,81, garantendo la piena copertura entro l'esercizio
finanziario 2044 del maggior risultato negativo quantificato;
di provvedere in merito
individuando le seguenti modalità di ripiano del maggiore disavanzo di
amministrazione per gli esercizi compresi nel bilancio di previsione del
Consiglio regionale dell’esercizio 2015 nonché del bilancio pluriennale
2015/2017:
Esercizi |
|||
|
2015 |
2016 |
2017 |
Quota annua da imputare al
bilancio |
77.578,81 |
77.578,81 |
77.578,81 |
Somma da accantonare nel Fondo
per rischi soccombenza al 31.12.2014 |
150.000,00 |
0,00 |
0,00 |
Maggiori entrare correnti
dedicate |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Maggiori spese correnti
dedicate |
227.578,81 |
77.578,81 |
77.578,81 |
Proventi realizzati derivanti
dall'alienazione dei beni patrimoniali disponibili |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Svincolo delle quote vincolate
del risultato di amministrazione formalmente attribuite dall'ente |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Da cancellazione del vincolo
di generica destinazione agli investimenti |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
visto il Regolamento interno di
Amministrazione e Contabilità;
preso atto del verbale n. 77 del
2 dicembre 2015, con cui il Collegio dei revisori ha espresso sul provvedimento
"parere favorevole con invito (nel rispetto dell'autonomia contabile del
Consiglio regionale) a far conciliare il piano di finanziamento del maggiore
disavanzo in essa deliberato col bilancio di previsione assestato dalla Regione
Calabria pluriennale 2015-2017";
DELIBERA
1) di individuare, ai sensi
dell'articolo 3, comma 16, del D.Lgs. n. 118/2011 e
dell'articolo 2 del D.M. 2 aprile 2015, le seguenti modalità di ripiano del
disavanzo di amministrazione, derivante dal riaccertamento
straordinario dei residui, pari a complessivi euro 2.477.364,29
Esercizi |
|||
|
2015 |
2016 |
2017 |
Quota annua da imputare al
bilancio |
77.578,81 |
77.578,81 |
77.578,81 |
Somma da accantonare nel Fondo
per rischi soccombenza al 31.12.2014 |
150.000,00 |
0,00 |
0,00 |
Maggiori entrare correnti
dedicate |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Maggiori spese correnti
dedicate |
227.578,81 |
77.578,81 |
77.578,81 |
Proventi realizzati derivanti
dall'alienazione dei beni patrimoniali disponibili |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Svincolo delle quote vincolate
del risultato di amministrazione formalmente attribuite dall'ente |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Da cancellazione del vincolo
di generica destinazione agli investimenti |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
2) di approvare, conseguentemente a quanto
disposto al precedente punto 1), il seguente piano di finanziamento del
maggiore disavanzo di amministrazione a carico dei bilanci degli esercizi
2015-2044, dell'importo complessivo di euro 2.477.364,29
Descrizione |
Quota da
applicare al bilancio |
|||
Anno 2015 |
Anno 2016 |
Anno 2017 |
Anni 2018-2044 |
|
Quota annua da finanziare |
227.578,81 |
77.578,81 |
77.578,81 |
2.094.627,86 |
Totale |
2.477.364,29 |
3) di demandare a successivo
provvedimento l'istituzione di un nuovo sub-articolo denominato "Fondo per
rischi di soccombenza al 31.12.2014", ove iscrivere la somma di euro
150.000,00 accantonata in sede di riaccertamento
straordinario dei residui;
4) di demandare a successivo
provvedimento di variazione del bilancio di previsione del bilancio 2015 e del
bilancio pluriennale 2015-2017 l'applicazione della quota annua del disavanzo
di amministrazione, nel rispetto delle modalità di ripiano sopra individuate,
ai sensi dell'articolo 3, comma 9, del D.M. 2 aprile 2015.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
dell'Ufficio di Presidenza n. 55 del 26 novembre 2015, avente ad oggetto:
"Variazione al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015-2017 ai
sensi dell'articolo 18, comma 1, del Regolamento interno di Amministrazione e
Contabilità";
considerato che:
con deliberazione consiliare n.
32 del 21 aprile 2015 è stato approvato il Bilancio di previsione per l'anno
2015 ed il bilancio pluriennale 2015-2017 del Consiglio reginale,
nella misura di euro 59.200.000,00, quale fabbisogno presunto per fronteggiare
le spese di funzionamento del Consiglio regionale nel triennio 2015-2017;
con deliberazione del Consiglio
regionale n. 44 del 31 agosto 2015, è stato approvato il conto consuntivo del
Consiglio regionale relativo all'esercizio finanziario 2014, da cui risulta un
avanzo di amministrazione di euro 25.655.694,21;
con deliberazione consiliare n.
43 del 31 agosto 2015 è stato effettuato il riaccertamento
straordinario dei residui, ai sensi dell'articolo 3, comma 7, del D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 e ss.mm.ii.
con contestuali variazioni al Bilancio di previsione 2015-2017;
vista la legge regionale 27
aprile 2015, n. 13 "Bilancio di previsione della Regione Calabria per
l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015/2017", con la quale è
stata assegnata al Consiglio regionale la somma di euro 50.000.000,00, per il
proprio funzionamento, relativo all'esercizio finanziario 2015;
tenuto conto che con il presente
provvedimento:
sono state apportate le
modifiche necessarie all'iscrizione nella parte spesa del bilancio del
Consiglio delle quote annuali del maggior disavanzo, così come indicato nel
piano di riparto approvato con deliberazione consiliare n. 70 del 3 dicembre
2015;
sono stati riallineati i dati
del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio 2015 con quelli previsti
nel bilancio della Regione per l'esercizio 2015 per il funzionamento del
Consiglio regionale;
considerato che le somme
iscritte nel Titolo 1 delle entrate e delle spese del bilancio di previsione
del Consiglio regionale per l'esercizio 2015 sono state ridotte da euro
59.200.000 ad euro 58.000.000 per effetto di una riallocazione delle somme
iscritte nella parte uscita del bilancio, resa possibile dai risparmi di spesa
realizzati nel corso dell'esercizio 2015 e derivanti dall'approvazione del
piano di riorganizzazione e razionalizzazione delle spese del personale, nonché
del piano di riqualificazione della spesa corrente, redatti ai sensi del
decreto legge 6 marzo 2014, n. 16, convertito nella legge 2 maggio 2014, n. 68
(il cosiddetto decreto "Salva Roma");
visti i prospetti allegati
contenenti l'elenco delle variazioni da apportare al bilancio di previsione autorizzatorio, nonché l'elenco delle spese obbligatorie
del Consiglio regionale, che costituiscono parte integrante e sostanziale del
presente atto;
dato atto del permanere degli
equilibri di bilancio, come risulta dal prospetto allegato che costituisce
parte integrante e sostanziale del presente atto;
vista la deliberazione
consiliare n. 70 del 3 dicembre 2015, con la quale è stata rinviata a
successivo provvedimento "istituzione di un nuovo sub-articolo denominato
"Fondo per rischi di soccombenza al 31.12.2014", ove iscrive la somma
di euro 150.000,00 accantonata in sede di riaccertamento
straordinario dei residui;
preso atto del verbale n. 78 del
3 dicembre 2015, con cui il Collegio dei Revisori ha espresso sul provvedimento
"parere favorevole ( ... ) con invito a monitorare la capienza del
capitolo 4 art. 1 sub 135";
visto il Regolamento interno di
amministrazione e contabilità;
visto il D.Lgs.
n. 11812011 e ss.mm.ii.;
DELIBERA
di istituire nel capitolo 8 del
Bilancio di previsione del Consiglio regionale all'articolo 2, il sub-articolo
512, denominato "Fondo per rischi di soccombenza delle spese legali al
31.12.2014";
di apportare, ai sensi
dell'articolo 18, comma 1, del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità, al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015, nonché al
Bilancio pluriennale 2015-2017, redatti ai fini autorizzatori,
le variazioni analiticamente illustrate negli allegati prospetti, che
costituiscono parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
di apportare, altresì, al
bilancio di previsione 2015-2017, redatto ai fini conoscitivi secondo lo schema
di cui al D.Lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii.,
le variazioni di competenza e di cassa di cui al punto precedente.
(Allegati)
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che
nell'ambito della Convezione quadro delle
Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è stata organizzata la XXI
Conferenza delle Parti (COP 21), in corso a Parigi sino all'11 dicembre 2015,
con l'obiettivo di concludere un accordo vincolante e universale sul clima,
accettato da tutte le nazioni, finalizzato alla riduzione delle emissioni dei
gas serra, originate dal preoccupante fenomeno del surriscaldamento globale;
in previsione di tale incontro, la
Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle
Province autonome riunitasi a Milano il 22 ottobre 2015, presente anche il
Presidente del Consiglio regionale della Calabria, ha fatto proprie le
considerazioni espresse dal WWF Italia in merito alle necessità di predisporre
misure adeguate a fronteggiare i fenomeni naturali di cambiamento climatico e
le ha estese in un apposito ordine del giorno contenente l'invito ai Consigli
delle Regioni e delle Province autonome ad una condivisione in tal senso;
in particolare, detto documento approvato
dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali, ha
evidenziato come:
a) il cambiamento climatico in atto rappresenta
una gravissima minaccia per il Pianeta e per i suoi ecosistemi come li
conosciamo, e un rischio esiziale per la stessa civilizzazione umana. La
concentrazione dei gas serra nell'atmosfera, e in particolare quella del
biossido di carbonio (CO2) ha subito un incremento vertiginoso negli ultimi 200
anni, raggiungendo le 400 parti per milione, un livello che non si verificava
da almeno 800 mila anni. Come ha scritto l'IPCC, il Panel
Intergovernativo dell'ONU sul Cambiamento Climatico, "l'influenza umana
sul sistema climatico è chiara, e le recenti emissioni antropiche di gas a
effetto serra sono le più alte nella storia";
b) alcuni impatti del cambiamento climatico
sono già visibili, dall'aumento degli eventi estremi alla fusione dei
ghiacciai. Se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, questo
provocherà ulteriore riscaldamento e impatti di lunga durata su tutti i
componenti del sistema climatico, aumentando la probabilità di effetti gravi,
diffusi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi. Limitare il
cambiamento climatico richiede riduzioni forti e durature delle emissioni a gas
a effetto serra: queste, insieme con urgenti strategie e misure di adattamento,
possono limitare i rischi posti dal cambiamento climatico;
c) gli attuali impegni di riduzione delle
emissioni di CO2 e degli altri gas serra assunti volontariamente dai Paesi non
tengono conto delle indicazioni della comunità scientifica sulle riduzioni
necessarie per fare in modo che l'aumento medio della temperatura globale rispetto
all'era preindustriale si mantenga ben al di sotto dei 2°C;
d) molti enti scientifici e istituzioni
internazionali dichiarano che per affrontare il cambiamento climatico occorre
lasciare nel sottosuolo la maggior parte dei combustibili fossili ancora
disponibili e ritengono quindi necessario accelerare la transizione verso
un'economia low carbon,
usando meno e meglio le risorse, energetiche e non, in modo da disaccoppiare il
benessere dalle emissioni di CO2, dagli sprechi e da modelli di consumo insensato.
In tale senso, non c'è settore che non debba (e possa) adeguatamente
contribuire a una drastica riduzione delle emissioni, dall'energia alla
produzione industriale, dai servizi alla mobilità, dalla gestione del suolo e
del territorio all'agricoltura;
e) mai come oggi abbiamo a disposizione le
conoscenze e le tecnologie per ridurre le emissioni di CO2 e per puntare alla
completa decarbonizzazione anche prima della metà del
secolo;
f) la situazione di tensione, l'instabilità
e l'aumento dei competitor a livello internazionale consigliano di ridurre la
dipendenza energetica e delle risorse dall'estero, in modo da avere una
maggiore sicurezza energetica e sfruttare al meglio le risorse disponibili, con
notevole beneficio anche per la bilancia dei pagamenti;
g) le Regioni, nell'ambito dei propri poteri
concorrenti in materia di energia e delle proprie competenze in materia di
trasporti, di miglioramento della qualità dell'aria, di pianificazione del
paesaggio e del territorio e delle loro iniziative di impulso allo sviluppo
economico dei territori possono e debbono svolgere un ruolo propulsivo nei
confronti del Governo centrale e d'avanguardia rispetto alle tematiche relative
alle scelte energetiche e al contrasto dei cambiamenti climatici;
h) la necessità di concretizzare la
Strategia nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico, anche attraverso
la definizione di piani di azione regionali che prevedono un coordinamento con
le azioni previste dalle Aree Metropolitane e dai Comuni in particolare nelle aree
urbane, più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.
Auspica:
che la Conferenza delle Parti degli Stati
Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico, COP 21, che si sta
svolgendo a Parigi, vari un accordo globale efficace, legalmente vincolante ed
equo (coerente con le indicazioni della Comunità Scientifica internazionale
sugli scenari futuri) che indichi i percorsi amministrativi e normativi
necessari e gli strumenti tecnici adeguati per rimanere al di sotto dei 2°C di
riscaldamento globale;
che, in tal senso, tutti i Governi dei Paesi
che partecipano al vertice di Parigi, a cominciare da quello italiano,
accolgano la richiesta del Comitato delle Regioni europee, presentata in
occasione del World Summit on Climate and Territories di
Lione del primo luglio scorso, di ridurre entro il 2030 del 50%, invece che
solo del 40%, le emissioni di gas che provocano l'effetto serra, rispetto ai
valori del 1990;
tutto quanto premesso e considerato,
impegna
il Presidente e la Giunta regionale:
ad inserire nei propri strumenti di
pianificazione e programmazione in campo energetico e di miglioramento della
qualità dell'aria, misure di riduzione progressiva delle emissioni di CO2,
perseguendo l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a
partire dallo stop agli impianti più inquinanti;
ad adottare nuove strategie integrate in
campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulla circular economy, le energie rinnovabili, il risparmio
e l'efficienza energetica nell'edilizia pubblica e privata, la climatizzazione
residenziale e del terziario, l'illuminazione pubblica efficiente;
a privilegiare la sostenibilità nelle
politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti,
promuovendo modalità di trasporto meno inquinanti, l'ammodernamento e
potenziamento delle infrastrutture esistenti, l'arresto del consumo e della
conversione urbana del suolo e la rigenerazione urbana, la mitigazione e
l'adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione, la rinaturalizzazione,
la riforestazione del territorio, il recupero ecologico delle sponde e delle
zone di esondazione naturale dei corsi d'acqua, la tutela della biodiversità
attraverso le infrastrutture verdi e la riqualificazione ambientale delle aree
libere, abbandonate o sottoutilizzate.
Art. 1
(Modifiche
all'art. 26 della L.R. 1812007)
1. All'articolo 26 della legge
regionale 21 agost02007, n. 18 (Norme in materia di usi civici) sono apportate
le seguenti modifiche:
a) il comma 3 è sostituito dal
seguente: "3. La legittimazione e/o affrancazione in forma semplificata
avvengono in favore dell'occupatore che detenga l'immobile o il suolo da almeno
dieci anni, anche a titolo di solo concessionario del diritto di superficie,
compresi gli eventuali danti causa, e ciò sia dimostrato in base ad atto
scritto di data certa anteriore al 30 giugno 1997.";
b) il comma 4 è sostituito dal
seguente: "4. La liquidazione secondo il procedimento semplificato si
verifica in favore del soggetto munito di titolo di acquisto in forma pubblica,
anche nella sola ipotesi di concessione del diritto di superficie, anteriore al
30 giugno 2007.".
Art. 2
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
“Il
Consiglio regionale,
premesso che:
il comparto dell’Agricoltura in
Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra vecchie e nuove problematiche,
una fase difficilissima;
la riforma dell’OCM agrumi 2008
non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di politiche, mirate
all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha manifestato nella sua
interezza il vero punto debole della riforma e la genesi dell’attuale crisi;
alla continua perdita di
competitività, causata dalla sleale concorrenza delle produzioni che invadono
il mercato, provenienti dal Nord Africa e di altri paesi Europei, si aggiungono
una serie di concause (climatiche e geopolitiche) che hanno portato la
situazione a livelli tali, da mettere in crisi la capacità rigeneratrice delle
produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione agrumicola
regionale;
il comparto agrumicolo sta
attraversando una profonda crisi, non solo a causa dell’embargo russo che,
sottraendo una quota consistente di mercato alle produzioni spagnole, ha
causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei, ma anche per i dannosi
eventi climatici ed eruttivi, che si sono susseguiti nelle ultime annate, che
saranno ricordate come gli anni neri degli agrumi. In particolare la campagna
2013-2014 è stata danneggiata dalla cenere lavica dell’Etna che ha determinato
la perdita di almeno il 70% del prodotto, e quella del 2014-2015 è stata
azzerata per mancata maturazione a causa delle condizioni climatiche avverse;
infine, quella attuale 2015-2016 certamente verrà compromessa dall’ennesima
pioggia di cenere vulcanica, verificatasi in data odierna, in quanto il
prodotto è in maturazione,
impegna
il Presidente della Giunta regionale
affinché:
intervenga presso le Istituzioni
Nazionali e il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per mettere in
campo tutte quelle misure tese a frenare la dirompente crisi del settore
agricolo per la provincia di Reggio Calabria ed in particolare nella Piana di
Gioia Tauro/Rosarno;
richieda lo stato di calamità
naturale per le motivazioni sopra esposte;
apra una trattativa con gli
Istituti bancari per favorire l’accesso al credito agevolato agli imprenditori
agricoli.”