X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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n.13

 

SEDUTA Di GIOVEDì 3 DICEMBRE 2015

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO

 

 

 

 

INDICE

 

 


 


Presidenza del Presidente Nicola Irto

La seduta inizia alle 15,24

PRESIDENTE

La seduta è aperta si dia lettura del verbale della seduta precedente.

GRAZIANO Giuseppe, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

GRAZIANO Giuseppe, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, considerata la gravità delle notizie che coinvolgono la Regione e Calabria Verde, rispetto alla perdita di un finanziamento di 33 milioni di fondi comunitari, ho fatto richiesta di inserimento all’ordine del giorno di una discussione sull’argomento, qui in Aula, con una informativa della Giunta regionale su questa grave vicenda che vede coinvolta Calabria Verde, il dipartimento agricoltura, la protezione civile e il dipartimento della Presidenza della Giunta regionale. Ritengo che quest’Aula debba discutere di questa grave vicenda perché i calabresi devono sapere la verità sul fatto che noi non saremo più nelle condizioni di spendere almeno 33 milioni di euro e invece saremo costretti a restituirli all’Europa e conseguentemente non avremo un’importante infrastruttura tecnologica come la colonna per l’antincendio.

Chiedo che questa discussione avvenga in Consiglio, attraverso una informativa della Giunta. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento del punto all’ordine del giorno, così come avanzata dal consigliere Guccione.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, ho formulato richiesta di inserimento all’ordine del giorno del progetto di legge numero 50/10^ che è modificativo della legge regionale 21 agosto 2007, numero 18, in materia di “Usi civici”. Chiedo che venga inserito all’ordine del giorno e trattato nella seduta odierna.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno del progetto di legge proposto dal consigliere Mirabello.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 25/10^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Disposizioni in materia di personale della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 25/10^ di iniziativa del consigliere Nucera, recante: “Disposizioni in materia di personale della Regione Calabria”.

Il consigliere Sergio, relatore del provvedimento, ha facoltà di svolgere la relazione.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, la presente proposta di legge si inserisce nel contesto della più complessiva riorganizzazione del personale della Regione Calabria diretta a rendere razionali e funzionali le scelte organizzative dell'Amministrazione, finalizzandole al raggiungimento degli scopi istituzionali e degli indispensabili obiettivi di efficienza e di efficacia assegnati, nonché alla riduzione della spesa di personale prevista dal decreto così detto “Salva Roma”.

Con il progetto di legge si intende riproporre la legge regionale numero 34/2010 che aveva introdotto nell'ordinamento regionale l'istituto della risoluzione anticipata del rapporto di lavoro.

Il progetto di legge è costituito da due articoli.

L'articolo 1 disciplina i tratti dell'istituto in undici commi. Al comma 1 è definito l'ambito di applicazione della legge che si riferisce ai dipendenti della Regione Calabria assunti a tempo indeterminato che prestano la loro attività lavorativa da almeno cinque anni. I predetti soggetti possono presentare, nel triennio 2016-2018, domanda di risoluzione anticipata del rapporto di lavoro a fronte della corresponsione di un indennizzo pari a sette dodicesimi della media di retribuzione lorda percepita nell'ultimo anno e per un periodo massimo fino al raggiungimento del limite di età e comunque non superiore a cinque anni.

I commi 2 e 3 disciplinano il procedimento di presentazione delle istanze di risoluzione da parte dei dipendenti regionali ed in particolare le diverse finestre temporali di presentazione.

Il comma 4 definisce i criteri che la Regione Calabria dovrà seguire nell'accettazione delle istanze ed in particolare la verifica delle esigenze organizzative e delle capacità finanziarie del bilancio.

L'introduzione di questo comma costituisce una condizione di salvaguardia per una eventuale onerosità sopravvenuta del provvedimento considerato che, così formulata, non configura un diritto soggettivo del dipendente a risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro, ma lo subordina ad un procedimento valutativo motivato da parte dell'amministrazione.

Il comma 5 definisce le modalità di erogazione dell'incentivo.

Il comma 6 introduce un'ulteriore indennità suppletiva pari ad ulteriori tre mensilità sempre della retribuzione lorda definita al precedente comma 1.

Il comma 7 introduce ulteriori precisazioni nelle modalità di determinazione dell'indennità.

Il comma 8 estende i benefici dell’esodo anche al personale regionale trasferito alle province in virtù della legge regionale 34/2002. Tale disposizione era già contenuta nella precedente norma regionale sull’esodo di cui all’articolo 13 della legge regionale 34/2010.

Il comma 9 pone il divieto di instaurare rapporti di lavoro a qualunque titolo o comunque di stipulare con i dipendenti cessati dal servizio incarichi di consulenza, collaborazione studio ricerca con l'amministrazione regionale e con i suoi enti e società regionali per i cinque anni successivi alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Il comma 10 introduce una specifica esclusione per coloro che hanno già raggiunto i requisiti di pensione alla data della risoluzione anticipata.

Infine il comma 11 indica i capitoli ai quali imputare le somme necessarie alla copertura finanziaria.

L'articolo 2 stabilisce la clausola di invarianza degli oneri finanziari che viene commentata nella successiva parte di relazione. Grazie.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare? Per la Giunta regionale, la parola al vicepresidente Viscomi.

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

La posizione della Giunta è per un ulteriore approfondimento, da fare in tempi brevi, di alcuni aspetti tecnici relativi al disegno di legge, in modo particolare per quanto riguarda la legittimità costituzionale di affidare alla legge la determinazione del quantum retributivo indennitario.

A questo proposito chiede un rinvio alla prima seduta utile, impegnandosi fin da ora nell’analisi in dettaglio di questa questione anche in comparazione con le altre leggi regionali della Puglia e del Piemonte che non hanno subito questioni di costituzionalità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Presidente, nulla quaestio rispetto a questo approfondimento, ci mancherebbe altro. Solo che erano stati presentati alcuni emendamenti in virtù dello slittamento dei termini per quanto riguarda la quantificazione che, comunque, non andava oltre il limite massimo consentito. Quindi, chiedo che in questo approfondimento si tenga conto di queste piccole puntualizzazioni contenute negli emendamenti che io stesso ho presentato.

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Sarà la sede adatta anche perché alcuni di questi emendamenti riguardano i mesi su cui parametrare l’indennità.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio del provvedimento ad altre seduta.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 59/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2014”

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno recita proposta di legge numero 59/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2014”.

Il consigliere Aieta, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

AIETA Giuseppe (Partito democratico)

Signor Presidente, nella seduta del 1° dicembre la seconda Commissione bilancio ha discusso della proposta di legge numero 59 di iniziativa della Giunta regionale che è “Approvazione del rendiconto generale relativo all’esercizio finanziario 2014”.

In quella seduta abbiamo approfondito i temi di questo rendiconto con la presenza del direttore generale, De Cello, e del Vicepresidente con delega al bilancio, professor Viscomi.

Come è noto, il rendiconto è un documento contabile nel quale sono dimostrati i risultati ottenuti da tutte le operazioni di gestione compiute in un esercizio ed è un mezzo di ricognizione che misura i risultati dell’amministrazione e consente, ovviamente, un giudizio anche politico e non solo amministrativo sull’operato degli amministratori.

Il documento contabile di cui oggi discutiamo è stato approvato dalla Giunta regionale il 21 luglio 2015 ed è stato trasmesso per il giudizio di parifica alla Corte dei conti che ha espresso detto giudizio di parifica con eccezione del risultato della situazione finanziaria riportata nel prospetto all’articolo 11.

Ovviamente la Giunta al fine di dare esecuzione al giudizio di parifica si è riunita ed ha rettificato la delibera del 21 luglio ed ha contestualmente approvato il nuovo progetto di legge che è, appunto, il nuovo rendiconto generale.

Questo rendiconto si compone di due parti: il conto di bilancio che è il rendiconto finanziario, che mostra i risultati della gestione finanziaria in relazione alle previsioni e autorizzazioni di bilancio, e il conto generale del patrimonio, che è il rendiconto patrimoniale, in cui si riportano i valori di beni mobili ed immobili con le variazioni intervenute nel corso dell’esercizio.

Nella corposa relazione che introduce il provvedimento, i colleghi consiglieri troveranno rappresentata la situazione finanziaria della Regione.

Su questa proposta si è espresso il Collegio dei revisori dei conti che ha dichiarato, durante la seduta della Commissione, il proprio parere favorevole con la raccomandazione che nella relazione al rendiconto venga dato atto delle modalità di recepimento delle osservazioni contenute nella relazione di parifica della Corte dei conti.

Mi preme solo aggiungere che questa proposta di legge, che è la numero 59, in Commissione è stata approvata alla unanimità. Grazie.

PRESIDENTE

Comunico che non sono stati presentati emendamenti. Prima di passare alla votazione dell’articolato, ricordo che il Collegio dei revisori ha espresso parere favorevole sul provvedimento.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Vicepresidente della Giunta regionale, ne ha facoltà.

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Presidente, chiedo la sospensione della seduta per tenere una riunione di Giunta per approvare il riaccertamento straordinario dei residui e rientrare poi immediatamente in Aula.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di sospensione avanzata dalla Giunta.

(Il Consiglio approva)

La seduta è sospesa.

La seduta sospesa alle 16,03 è ripresa alle 16,25

 

Proposta di legge numero 98/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017”

PRESIDENTE

Proseguiamo col punto tre all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 98/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017”.

La parola al relatore del provvedimento, consigliere Aieta.

AIETA Giuseppe (Partito democratico)

Signor Presidente, sempre nella seduta del 1° dicembre, la Commissione bilancio ha discusso anche la proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, recante “Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017”.

Con questo provvedimento che segue all’approvazione del rendiconto consuntivo dell’anno 2014 sono state determinate le definitive risultanze contabili.

Questa manovra di assestamento, che è scaturita da una questione squisitamente tecnica, è limitata ovviamente alle difficoltà finanziarie che dominano l’attuale scenario nazionale. Con questa manovra vengono autorizzate maggiori spese nel triennio 2015-2017 per circa 124 milioni di euro di cui 83 milioni di euro solo nell’anno 2015.

La copertura finanziaria per l’esercizio in corso è garantita attraverso: l’utilizzo di maggiori entrate; l’utilizzo ed il risparmio derivante dalla minore spesa per le rate di ammortamento dei mutui e minori rate non pagate a seguito della rimodulazione dei mutui stessi.

Come già anticipato nella relazione sul rendiconto nella relazione all’assestamento la parte discrezionale utilizzata dalla Giunta, a cui sono seguite le decisioni dell’amministrazione regionale prima e del Consiglio regionale poi, è utilizzata per la copertura di alcune spese di carattere obbligatorio. Mi riferisco a pignoramenti che sono stati presentati presso la tesoreria regionale, debiti pregressi, ovviamente anche per effettuare accantonamenti previsti dalla legge e per rimpinguare capitoli specifici che in sede di predisposizione del bilancio 2015 presentavano stanziamenti sottodimensionati.

Questo assestamento ha occupato la Commissione anche in virtù di alcuni emendamenti presentati che hanno modificato l’articolo 3 e abrogato l’articolo 4.

Anche a questa discussione hanno preso parte, arricchendola di contributi importanti, il direttore generale De Cello e il Vicepresidente con delega al bilancio, professor Viscomi.

Anche questo punto, così come il rendiconto generale, è stato approvato alla unanimità.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di intervenire, pertanto procediamo con l’esame del provvedimento. C’è il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Presidente, scusi, non c’è la discussione su questo?

PRESIDENTE

Ho chiesto se qualcuno intende intervenire dopo il relatore.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Non dovrebbe essere relatore l’assessore al bilancio?

PRESIDENTE

Intende intervenire, consigliere Guccione?

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Ci deve essere una relazione dell’assessore al bilancio che ci illustra il provvedimento.

PRESIDENTE

Ci sarà, infatti, lei mi ha bloccato, consigliere.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Come?

PRESIDENTE

Vuole intervenire consigliere Guccione?

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Sì, ma vorrei conoscere l’impianto dell’assestamento. Di solito si fa così: l’assessore illustra con la relazione l’assestamento del bilancio, altrimenti il dibattito su cosa avviene? Scusate.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Giunta non ha difficoltà a presentare la logica che sta dietro l’intervento di assestamento.

(Interruzione)

Venendo incontro alla richiesta dell’Aula credo che sia il caso, rinviando alla relazione del disegno di legge, di precisare alcune questioni sull’assestamento. Con questo disegno di legge vengono autorizzate maggiori spese nel triennio 2015/2017 per 124 milioni di euro circa.

Di questi 124, 83 milioni di euro sono impegnati nell’anno 2015. La copertura finanziaria per l’esercizio in corso è garantita per 40 milioni, con l’utilizzo delle entrate derivanti dalla manovra regionale relativa all’anno di imposta 2014 in eccesso rispetto alle necessità di copertura del disavanzo sanitario relativo al 2013, così come stabilito dal tavolo tecnico di verifica nel verbale dell’8 aprile 2015.

Per 20 milioni con l’utilizzo dei risparmi derivanti dalla minore spesa per le rate di ammortamento dei mutui non tirati previsti nel bilancio di previsione e per 22,4 milioni per minori rate non pagate a seguito della rimodulazione dei mutui.

Al netto della riallocazione delle economie vincolate e dei residui riaccertati, la parte discrezionale è stata utilizzata in via prioritaria per la copertura di spese di carattere obbligatorio, dei pignoramenti subiti presso la tesoreria regionale, per i debiti pregressi, per effettuare gli accantonamenti previsti dalla legge e per rimpinguare quei capitoli che in sede di predisposizione del bilancio 2015 presentavano stanziamenti al disotto del fabbisogno determinato a legislazione vigente.

In particolare, gli incrementi di stanziamento hanno riguardato in via principale: la copertura della spesa derivante da atti giudiziali di pignoramento per 21,1 milioni di euro; la copertura degli oneri da contenzioso per 10 milioni di euro; il fondo di accantonamento per le perdite di esercizio delle società e delle aziende regionali per circa 3,1 milioni di euro; il fondo per la copertura dei debiti pregressi per circa 1,7 milioni di euro; la quota annuale del disavanzo di 32 milioni di euro acclarato dalla Corte dei conti in sede di chiusura del rendiconto 2014, da ripianare in sette anni, per un importo di 4,47 milioni di euro nell'esercizio 2015; le spese obbligatorie del Consiglio regionale per l'importo di 3,2 milioni di euro; la copertura del maggiore fabbisogno per le attività realizzate nell'anno da Azienda Calabria Verde nel settore della forestazione per una spesa complessiva di euro 19 milioni di cui euro 2 milioni nell'esercizio finanziario 2015, euro 8 milioni nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 9 milioni nell'esercizio finanziario 2017; la copertura del maggiore fabbisogno per spese obbligatorie di funzionamento per circa 3 milioni di euro; la copertura degli oneri per il personale derivanti dall'applicazione delle disposizioni in materia di miglioramento dell'efficienza dei servizi per gli anni 2014 e 2015 per l'importo complessivo di euro 6 milioni di euro di cui euro 1 milione 790 nell'esercizio finanziario 2015 ed euro 4 milioni 600 nell'esercizio finanziario 2016.

La copertura del maggiore fabbisogno per spese di personale di Arsac, Arcea e Azienda Calabria Lavoro per un importo complessivo di 6,3 milioni di euro; la quota 2015 delle spese di funzionamento delle Province non previste in bilancio per circa 5 milioni di euro; la quota non coperta nel bilancio 2015 per garantire gli stipendi del personale precario di cui alle leggi regionali numero 15 e numero 28 del 2008.

la copertura della maggiore spesa derivante dalla erogazione dei servizi socio- assistenziali da parte delle strutture sociali private e da parte dei Comuni per gli anni 2014 e 2015 per un importo complessivo di 27 milioni di euro, di cui 7 milioni di euro nel 2015, 10 milioni nel 2016 e 10 milioni nel 2017; la copertura finanziaria dei maggiori oneri derivanti dall'erogazione dei servizi socio-sanitari per una spesa complessiva di euro 13,5 milioni di euro circa.

Tutte le variazioni apportate ai capitoli finanziati con le risorse autonome sono in ogni caso evidenziate nella legge relativa all'assestamento di bilancio e nei relativi allegati.

Credo che appaia evidente la ratio degli interventi proposti. Pur consapevoli dell'ingente ammontare delle richieste finanziarie presentate dai dipartimenti regionali, il compito fondamentale e proprio della politica è di stabilire l'ordine delle priorità e in tale prospettiva l'attenzione è stata rivolta essenzialmente a ripartire le risorse disponibili per far fronte a situazioni socialmente rilevanti, soprattutto sul piano occupazionale, per saldare situazioni debitorie pregresse e assicurare il fabbisogno per spese classificate come obbligatorie, evitando duplicazioni di risorse in presenza di fonti di finanziamento nazionale o comunitarie.

Tuttavia, l'analisi della situazione contabile conferma la necessità di intervenire anche sul piano organizzativo soprattutto sul versante dei pignoramenti, dei debiti fuori bilancio e della adeguatezza dei flussi informativi interdipartimentali.

Al riguardo, si può anticipare che in sede di riorganizzazione della struttura burocratica è stata prevista l'istituzione in ogni dipartimento di una specifica struttura dirigenziale cui affidare la competenza in materia di gestione delle procedure esecutive e la responsabilità in materia di flussi informativi aventi carattere economico-finanziario al fine di assicurare, superando una logica proprietaria – che è perversa e che produce effetti perversi - la condivisione delle informazioni, la tempestività delle risposte e la costante attenzione agli equilibri di bilancio.

La costruzione di politiche pubbliche e la gestione della quotidianità amministrativa senza adeguata attenzione alle politiche ed agli equilibri di bilancio non possono che produrre effetti perversi, con grave danno per la stabilità economico- finanziaria della regione e per le stesse attese dei cittadini.

In realtà occorre riflettere – e questa credo sia la sede più importante per farlo – sul rapporto fra riforma del sistema contabile ed elaborazione delle politiche pubbliche che sempre più richiedono una attenta e preventiva valutazione della relativa sostenibilità economico-finanziaria.

Sostenibilità vuol dire, in concreto, equilibrio costante e dinamico fra entrate ed uscite.

Su questo punto due elementi sembrano incidere in modo significativo, soprattutto in un contesto segnato da tagli pesanti nel trasferimento delle risorse e dalle condizioni di crisi economica.

Per un verso, l'azione amministrativa deve essere tale da assicurare le condizioni di contesto che legittimano l'erogazione delle risorse nazionali e comunitarie, sempre più condizionate a sistemi stringenti di rendicontazione e controllo in itinere.

In qualche misura, occorre prendere atto che l'azione amministrativa, tradizionalmente attenta al momento della spesa, deve essere adeguatamente riorientata alle condizioni che consentono un adeguato flusso in entrata.

La vicenda dello sblocco recente di una parte delle risorse comunitarie è, da questo punto di vista, molto istruttiva, dal momento che le regole di bilancio non consentono di spendere ora le risorse maturate negli ultimi anni ma erogate, tutte insieme, dopo un periodo di sospensione provocato da una serie di incertezze di carattere organizzativo e gestionale.

Proprio per questo motivo il presidente Oliverio è impegnato da tempo non solo in un'azione di recupero di fondi stanziati ma non erogati - penso, ad esempio, alle risorse Cipe - ma anche in una interlocuzione continua con il Governo, al fine di ottenere l'adozione di specifiche norme di legge che consentano l'utilizzazione integrale delle risorse comunitaria anche al di là dei vincoli di equilibrio di bilancio.

C’è un ultimo punto sul quale ritengo opportuno richiamare l’attenzione: il sistema contabile cui siamo tutti vincolati non aiuta per nulla ma anzi deprime le possibilità di politiche pubblica proattive, orientate all'animazione del sistema produttivo.

In questa prospettiva, il rendiconto dimostra in modo evidente le conseguenze sull'economia regionale derivanti dalle regole sull'armonizzazione contabile che, di fatto, insieme alle regole ferree del pareggio di bilancio, introdotte nel 2015 ed ancora più stringenti dal 2016, impediscono le spese per investimenti e riducono la stessa capacità di pagamento.

Anche per questi motivi, è importante che la rinnovata attenzione verso il Meridione non si risolva soltanto sul versante infrastrutturale ma ricomprenda anche l'elaborazione di nuove regole di bilancio in grado di sostenere la ripresa produttiva mediante l'agevolazione delle spese di investimento.

Su questo versante si gioca probabilmente il futuro della Regione Calabria e più in generale delle Regioni meridionali perciò abbiamo tutti bisogno di un nuovo pensiero anche sulle politiche di bilancio e sui sistemi di contabilità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Calabria in rete)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, intervengo per esprimere il mio voto favorevole alla proposta di legge sull’assestamento di bilancio. Tuttavia, su questo argomento, non posso esimermi dal rilevare, come del resto ho già fatto ampiamente nell’apposita Commissione che ha esaminato la proposta ora all’esame del Consiglio e come ho già fatto anche con diverse dichiarazioni alla stampa, che questa proposta di assestamento che stiamo esaminando e discutendo non contiene, anzi esclude due specifiche misure di intervento che riguardano questioni che io considero di estrema rilevanza ed importanza: una riguarda un primo parziale, parzialissimo, modesto e del tutto insufficiente finanziamento della legge regionale che sostiene i centri antiviolenza, argomento sul quale vorrei ricordare che, in occasione della discussione sul bilancio di previsione, era stato assunto impegno unanime da parte di questo Consiglio a voler provvedere con questo assestamento. Invece questo non c’è e nella stessa Commissione bilancio, per ricordare l’impegno ed ottenere coerenza e rispetto dell’impegno, ho ripresentato l’emendamento ed è stato respinto.

Questo lo considero un torto ed una grave inadempienza nei confronti del fenomeno della violenza alla donna che, attraverso i centri, trova segnali di attenzione, di sostegno, di accoglienza, di supporto e, naturalmente, di solidarietà. Questo è un fatto, un fatto rispetto al quale non posso che provare un forte disappunto, per non dire altro, e a nulla vale ogni giustificazione che, magari, verrà avanzata in questo Consiglio, che esiste già apposito trasferimento nazionale, che comunque non è sufficiente; gli stessi destinatari li abbiamo sentiti ed ascoltati, li abbiamo incontrati tutti in occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza alla donna, e tutti abbiamo dichiarato e sostenuto che avremmo fatto, invece non abbiamo fatto. Questa è la verità! Perché se bastava e si riteneva sufficiente il finanziamento nazionale, non ci sarebbe stata un’apposita legge nazionale che da tempo è inattiva, è arida e priva di risorse.

Confesso di essermi sentita e di sentirmi tuttora molto delusa e mi sarei aspettata un pizzico di attenzione non verso la mia persona, ma verso questa situazione.

Secondo intervento che mi aspettavo fosse presente e contenuto nella manovra di assestamento riguarda il fenomeno della cosiddetta “lingua blu”, che ha interessato gli allevatori della Calabria, provocando lutto per la perdita di numerosissimi capi di bestiame e, di conseguenza, un gravissimo danno economico per gli allevatori, problema che meritava e merita una dovuta considerazione e attenzione per dare un segnale di vicinanza, di sostegno, di solidarietà nei confronti di un’importante categoria produttiva della nostra regione.

Anche qua e anche su questo problema, molti di noi hanno potuto constatare direttamente la gravità della situazione, molti di noi hanno visitato i luoghi, i tanti luoghi nei quali si è verificato questo fenomeno, molti di noi hanno incontrato e discusso direttamente con gli allevatori e con le loro organizzazioni e, in ognuna di queste circostanze e di questi luoghi, si è detto che avremmo assunto iniziative adatte e idonee a garantire un primo ristoro, ma questo non è avvenuto.

Anche questo è un fatto, un fatto che provocherà delusione e rammarico non solo nella sottoscritta, ma nei lavoratori interessati.

Consentitemi anche di dire, per smentire clamorosamente alcune affermazioni e rilievi che nelle ore passate sono stati fatti nei miei confronti, sostenendo che mi occuperei di una sorta di autonomismo territoriale, di fatti parziali, che sarei alfiere di spinte localistiche, come se questo fosse un peccato mortale e non, invece, un pregio rispetto a chi, solitamente, si occupa di “aria fritta”, vorrei ricordare che il patrimonio zootecnico della Calabria pascola e bruca l’erba sull’intero territorio della nostra regione e non solo qua e là, in qualche sperduto luogo della Calabria.

Anche le tante donne, che sono vittime di violenza e di sofferenza – ripeto – di violenza e di sofferenza, come testimoniano i dati che sono stati ampiamente diffusi persino da organizzazioni internazionali, vorrei ricordare che non sono localizzate e concentrate in qualche smarrito luogo della Calabria, ma, purtroppo – e lo dico con apprensione e con forte preoccupazione – le donne vittime di violenze sono ovunque, purtroppo sono ovunque, come testimonia la diffusione dei centri antiviolenza che operano su tutto il territorio regionale.

E poi – e mi rivolgo all’amico consigliere Bevacqua – nel comunicato che hai fatto ieri in risposta ad una mia intervista, mi permetto di dirti, con umiltà e a bassa voce, che avresti fatto bene a fermarti al punto del primo capoverso, al massimo al secondo del tuo comunicato, cioè in quella parte dove sostieni di essere d’accordo sostanzialmente su tutto con me, su tutte le considerazioni che ho fatto e che ho fatto a voce alta, alla luce del sole e non di nascosto e che alcuni altri, invece, spesso, riferiscono bisbigliando, unicamente bisbigliando.

Voglio dirti, senza offesa e, se me lo consenti, anche con amicizia, che tutto il resto di quanto da te scritto e detto contraddice la prima parte delle tue dichiarazioni e considerazioni ed esprime valutazioni sulla democrazia, sul valore e il significato dell’unità, sul concetto di maggioranza, addirittura sulle “visioni generali”.

Vorrei dire, sempre con amicizia e con affetto, che qui non siamo in una caserma, che non c’è nessun caporal maggiore che impartisce ordini e disposizioni e che gli elettori, quelli che più solennemente chiamiamo il “popolo sovrano”, hanno scelto e deciso liberamente chi eleggere, ed hanno deciso sempre liberamente a quale coalizione affidare la funzione di governo e a quale affidare la funzione di opposizione e non, invece, a parte di essa o, peggio, ad alcuni di essa.

Sono stata eletta dal popolo e ne ho piena consapevolezza, per questo esercito con senso di responsabilità il mio dovere, le mie funzioni e le mie prerogative. Tutto il resto – consentitemi di dire – è noia. Io sono qui, dove gli elettori hanno deciso e dove continuerò a svolgere il mio ruolo nell’interesse dei calabresi, che vengono prima di tutto e di tutti e sopra tutto e tutti, nient’altro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Mi viene da rispondere con una battuta alla consigliera collega Sculco: sarà un difetto del Pd che, se in Calabria bisbiglia, a Roma balbetta con il suo massimo esponente, che è il Presidente del Consiglio, espressione del primo e più importante partito del centro-sinistra italiano.

Una valutazione politica per intervenire su un punto sul quale, sinceramente, oggi io - ma credo l’intera minoranza - avverto una profonda necessità di assumere una oggettiva responsabilità, a differenza di chi in questi anni, o perlomeno negli anni passati, gridava allo scandalo ad ogni stesura di bilancio. Che fosse bilancio di previsione o anche di assestamento dei conti della Regione Calabria, c’era una pletora di consiglieri del Pd che giravano le province – alcuni di questi siedono anche in questa – dicendo che “le necessità della Calabria” non venivano considerate.

Penso che il banco di prova di questa maggioranza, che definirei – da quello che vedo anche oggi in Aula e vediamo all’esterno – un po’ sbandata – il termine adatto è proprio questo – non arriverà quest’anno. Ci rendiamo conto che la fine anomala della legislatura e il ritardo nella redazione del bilancio di previsione, che è arrivato solo a marzo, rendono le cose più difficili, quindi non credo sia da dare un giudizio estremo su un esercizio così provvisorio nei numeri e anche proprio nell’esercizio. Quindi vi attendiamo al prossimo vero bilancio di questa Giunta a guida Oliverio, che verrà approvato – credo, per come ci è stato anche confermato oggi in Conferenza dei capigruppo – entro fine dicembre per evitare l’esercizio provvisorio. Su quello, e anche sui temi che la collega Sculco ha evidenziato, noi vorremmo puntualmente dare un contributo, e se serve, dare anche battaglia.

Mi sento di fare oggi in quest’Aula una riflessione, rispetto a tutto quello che stiamo vedendo oggi in Italia, perché se qui – ribadisco – c’è qualcuno che bisbiglia, a Roma c’è qualcuno che balbetta in modo irresponsabile soprattutto per il Mezzogiorno, perché il vostro premier continua a raccontare solo aria fritta, consigliera Sculco, su varie latitudini, ma soprattutto rispetto al Mezzogiorno d’Italia che è stato dimenticato. Comprendo, perché l’abbiamo fatto prima di voi, quanto è difficile redigere un bilancio che ha costi fissi e anche un po’ di carrozzoni che vengono dal passato, però qui non c’è confronto, ed è quello che manca e su cui ho fatto appello in Conferenza dei capigruppo al presidente Oliverio - a cui portiamo comunque e sempre rispetto in quanto Presidente dei calabresi, fino a prova contraria di tutti i calabresi – a cui ho detto che il contributo deve venire da questo Consiglio regionale. Anche nel redigere i bilanci la capacità deve essere di aprire un confronto, specie da parte vostra che siete in linea con questo Presidente del Consiglio, che i segretari del vostro partito portano in giro a parlare del nulla in una regione che ha centomila problemi e che subisce le asimmetrie create dalle varie riforme che questo Pd a livello nazionale sta contribuendo a fare e che influiranno e non solo oggi – perché già le paghiamo oggi con le Province e quant’altro – sui futuri bilanci di questa Regione.

È necessario ristabilire che quelle risorse straordinarie, derivanti dai fondi dell’Obiettivo convergenza, che noi in modo difficoltoso e che anche voi vi apprestate a spendere, è stato sostitutivo di un fondo, di un trasferimento ordinario. Per cui l’interlocuzione di questo Consiglio - con le difficoltà oggi vostre, ieri nostre per la redazione del bilancio - deve essere con il Governo centrale.

Apprezzo l’intervento della collega Flora Sculco – a differenza vostra, non facciamo la lagna strumentale di chi deve dire sempre “piove, Governo ladro” - e riteniamo fondamentali le istanze di cui si è fatta portavoce, perché è un momento difficile. Ritengo, ad esempio, che la legge sulla violenza sulle donne può essere oggettivamente una priorità in un momento di difficoltà, con l’onestà intellettuale che contraddistingue chi guarda alla gente e racconta sempre la verità. Si potrebbe dire al Presidente del Consiglio, a chi governa oggi in Italia, che in un Mezzogiorno di difficoltà, con asimmetrie finanche nel raccogliere i tributi – lo ricordavo oggi proprio in Conferenza dei capigruppo – ci deve essere un intervento straordinario con risorse ordinarie che si sommano ai fondi europei, che servono per riportare la Regione in linea. Buone leggi, che hanno un valore nazionale, come quelle contro la violenza e sullo stalking, potevano trovare ristoro in un’interlocuzione con un Governo che invece è sordo, balbetta e ha raccontato bugie non solo all’intera Italia, ma soprattutto al Mezzogiorno d’Italia, alla Calabria in particolare. Questo andremo a dirlo, politicamente, fuori da quest’Aula, nelle piazze.

Quindi dico che, responsabilmente, votiamo contro. Non credo sia da misurare questo governo regionale né sul primo bilancio di previsione né su questo assestamento. Do una misura politica di questa maggioranza che definirei sbandata – per utilizzare il termine che mi viene in mente – e mi auguro che possiate ritrovare un minimo di direzione in modo che anche noi con i nostri argomenti possiamo contribuire a fare il meglio per la Calabria. Per cui ribadisco il mio voto contrario non per principio, ma perché non ci ritroviamo, non abbiamo contribuito a redigere il bilancio.

Assolvo solo questo primo anno di governo e vi attendo realmente al primo grande intervento, dove si vedrà se c’è una differenza anche nella interlocuzione con il Governo. In tutto questo noi vi attendiamo a fine dicembre, per vedere se questa maggioranza è matura per produrre un bilancio in linea con le politiche del Governo nazionale e utile alle necessità di questa regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere D’Acri. Ne ha facoltà.

D‘ACRI Mauro (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo giusto per fare una precisazione, perché io sono uno di quei consiglieri che con la collega Sculco ha incontrato a Crotone i rappresentanti degli allevatori.

Vorrei fare una piccola cronistoria: questo problema della lingua blu si ripropone ogni anno, quando le temperature diventano elevate. Ed ogni anno noi allevatori - io anche sono un allevatore - abbiamo attirato l’attenzione su questo problema. E’ da anni che suggeriamo delle soluzioni. Quando siamo andati sul territorio, abbiamo detto – e siamo stati molto chiari nelle cose – che la prima cosa da fare è la vaccinazione, perché molti allevatori non potevano vendere i capi di bestiame fuori regione perché non c’era la vaccinazione.

Ci siamo adoperati, abbiamo coinvolto l’associazione allevatori - perché doveva richiedere i vaccini o un’associazione di categoria o l’associazione regionale allevatori, dato che ne facevano parte tutti gli allevatori - anche se qualcuno osserva che l’associazione allevatori ha quasi tremila soci, mentre le aziende agricole e zootecniche in Calabria sono 15 mila, ma è un dato statistico. Questo significa che anche chi ha un capo o una gallina viene messo nel calderone delle aziende agricole. Permettetemi di dirlo perché conosco il settore, è da quando sono nato che faccio l’allevatore.

Il primo problema che ci siamo posti è la vaccinazione. Il vaccino non era presente in tutto il territorio nazionale, l’unica regione che aveva a disposizione le dosi era la Sardegna. Ci siamo adoperati, sono arrivate le dosi e, grazie all’Ara, abbiamo fatto la vaccinazione. Il piano di vaccinazione ha portato fuori dalla Calabria oltre 1.500 capi, quindi un primo problema è stato risolto.

Poi ci siamo posti un altro problema, dato che ci sono dei focolai in Calabria, per farli regolarizzare, abbiamo detto ai nostri allevatori: “denunciate i casi, che noi come Giunta regionale prendiamo l’impegno di pagare lo smaltimento delle carcasse”. Perché ad un allevatore lo smaltimento di carcassa veniva a costare 50 euro a capo. Giustamente gli allevatori dicevano: “se una pecora vale 100-150 euro e per lo smaltimento ne devo mettere 50, non mi conviene!”.

Abbiamo, quindi, portato la legalità in questo settore tramite le denunce. Abbiamo fatto delle assemblee pubbliche a Cutro, nella zona di Crotone, in cui abbiamo detto: “diamo incarico all’associazione regionale allevatori di farsi carico dello smaltimento, perché se se ne occupa un’associazione per tutti, si ha un risparmio”. Quindi, si è proceduto al ritiro ed allo smaltimento.

Ci siamo presi, inoltre, l’impegno di portare in Commissione Agricoltura il problema della blue tongue, perché questo non riguarda solo la regione Calabria, ma anche le altre regioni. L’abbiamo messo all’ordine del giorno e lo stato dell’arte è che, ad oggi, c’è alla firma del ministro Lorenzin un piano di vaccinazione nazionale. Perché ci siamo posti questo obiettivo? Perché il problema va risolto una volta per tutte, perché se non l’affrontiamo in modo deciso, il prossimo anno si riproporrà.

Io sono un allevatore, per me la cosa più facile sarebbe venire qui e dire: “dateci i soldi per gli animali e il mancato reddito”. Sappiamo tutti, però, che ad un agricoltore non serve avere un mancato reddito, serve risolvere il problema anche per il futuro. Quindi, abbiamo previsto un piano di vaccinazione nazionale.

Noi abbiamo detto, ancora, che c’è una task force del Servizio sanitario che, se eventualmente il sistema di vaccinazione nazionale non dovesse partire, sta studiando come risolvere il problema dei casi verificatisi in regione. In questo ultimo anno, abbiamo avuto 110 casi di focolai aperti in tutta la regione, 80 solo nella zona di Crotone.

Abbiamo detto: “iniziamo a gennaio un piano di vaccinazione partendo da Crotone, perché lì è il maggiore problema”. In questi mesi – perché gli agnelli si stanno vendendo in questo momento – abbiamo avuto il problema della movimentazione degli agnelli, perché non si possono movimentare nel raggio di 4 chilometri dal focolaio. Noi abbiamo avuto una deroga dal ministero, dicendo: “in regione si può fare la movimentazione”.

Abbiamo fatto anche due riunioni al Ministero a Roma, in cui abbiamo detto: “noi questa volta facciamo un piano di vaccinazione e risolveremo il prossimo anno, però in questo momento storico ci dovete autorizzare a fare delle movimentazioni anche fuori regione”, perché con tutti gli adeguamenti necessari - camion sigillati, disinfettati - per poter fare la macellazione fuori regione, se facciamo la macellazione in regione, il prezzo si abbassa.

Io faccio l’allevatore e negli ultimi cinque anni, ogni anno, si è riproposto questo problema.

Oggi i miei agricoltori mi hanno delegato a rappresentarli, che devo fare? Devo dargli un contentino subito o devo vedere come poter risolvere il problema? Il prossimo anno ci ritroveremo lo stesso problema, quindi si è agito in questo modo.

Possono essere le scelte dolorose o no, ma è stata tracciata una strada per risolvere il problema. Noi, come Regione Calabria, a gennaio partiremo, se ci sarà il piano nazionale, bene, altrimenti partiremo con il piano di vaccinazione regionale. Di questo siamo convinti, stiamo facendo una battaglia e siamo arrivati al punto finale.

Concludendo mi sono trovato davanti un emendamento che toglie 200 mila euro all’Ara, Associazione regionale allevatori, che ha fatto un lavoro, per darli ad altri allevatori. Che facciamo? La guerra fra poveri in questo settore?!? Non me la sono sentita di appoggiarlo ed in sede di votazione mi sono astenuto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle Libertà)

Signor Presidente, egregi colleghi, sento, come ho già fatto in sede di approvazione di bilancio, di esprimere il mio dissenso, come ho fatto allora, lo faccio anche oggi.

Oggi mi sarei aspettato quel che non eravate riusciti a fare in sede di approvazione di bilancio, cioè tutte le rivoluzioni che avevate annunciato ai quattro venti e che anche in questo caso il vento se l’è portate via. Non ha dato nessun minimo contributo riformista, la gente si aspettava un cambiamento ma in realtà il cambiamento non c’è stato.

Non ci sono stati, anche in questo caso, tagli sui tanti sprechi che avete denunciato insediandovi. E lo stesso modus operandi che avete utilizzato nell’approvazione del bilancio è stato utilizzato nell’assestamento.

L’ambiente, la cultura, i diritti sociali e persino – come ha detto la collega Sculco – la tutela del diritto delle donne, attraverso i centri antiviolenza, non sono stati presi in considerazione da voi della sinistra. E pensare che una volta questi erano i vostri temi, i vostri cavalli di battaglia.

Vorrò vedere come finirà da qui a brevissimo quando ripresenterò – visto che per l’ennesima volta non ci avete pensato voi – un emendamento sul finanziamento della biblioteca di Soriano Calabro che, ripeto, è la biblioteca più grande della nostra regione.

Del resto, voi fate come il vostro Premier Renzi nei suoi proclami: “un euro per la difesa ed un euro per la cultura”, cioè annunciate, e quando è il momento di fare vi dimenticate di tutto. Vedremo, comunque, da qui a breve se avrete la bontà di finanziare questo polo di eccellenza o meno.

Rinoto che anche per i familiari delle vittime sul lavoro avevo già proposto questo emendamento in fase di approvazione di bilancio, anche questa è una categoria, al pari delle donne che subiscono violenza, molto svantaggiata. Anche in questo assestamento non c’è assolutamente l’ombra di un benché minimo finanziamento.

Avete voluto dare una mancetta – vi ringrazio per questo – alla Unione ciechi. Una legge regionale prevedeva un finanziamento di 250 mila euro, non so chi - ma lo ringrazio – ha presentato un emendamento in Commissione, è stato dato loro un finanziamento di 50 mila euro e vi ringrazio per questo, anche se li reputo assolutamente insufficienti.

Aggiungo anche la vostra indifferenza rispetto ai tantissimi problemi, ai tantissimi lavoratori che vivono momenti di estremo disagio.

Del resto oggi davanti al Consiglio regionale c’è stata una folta delegazione dei dipendenti delle Asi di Reggio Calabria che non percepiscono lo stipendio da 8 mesi e la Giunta è assolutamente sorda.

Fate attenzione su questo, il problema che adesso c’è qui a Reggio Calabria da qui a breve potrebbe verificarsi in tutte le province.

Mi sarei aspettato che, così come avete fatto con i lavoratori della Fondazione Terina - senza affrontare il problema a fondo ma anche lì dando un contentino di 300 mila euro - che almeno sotto le feste natalizie vi sareste messi la mano sul cuore e potevate pensare anche a questi dipendenti dando qualcosa. Invece assolutamente nulla.

Del resto chi se ne frega? I vostri problemi – come diceva la collega Sculco in una intervista – sono altri e quindi di posti a tavola da quello che ho capito non ce ne sono più. Non mi sembra di aver letto male, anche se l’ho letta con molta attenzione.

Tralascio tutte le problematiche legate all’ambiente, mi auguro che oggi ci sia qualche risposta alle innumerevoli interrogazioni che sono state formulate a questa Giunta in fase pre-estiva ormai a stagione ben finita, ma mi auguro che ci siano delle risposte per guardare al futuro con più serenità.

Senza parlare poi delle risorse che sono state tagliate per tutti gli studenti, quindi diritto allo studio negato. Siamo all’anno zero.

Caro consigliere Orsomarso, è vero che dobbiamo iniziare a giudicarli e a fare le critiche dal prossimo bilancio, ma penso che, se questo è il biglietto da visita, poco ci sarà da aspettarsi per il futuro. Non c’è traccia di nulla, di innovazione, di politiche sociali e assolutamente di nulla e non c’è neanche la volontà da parte di questa maggioranza di aprire un dibattito e confrontarsi.

Anche qui cito la coraggiosa consigliera Sculco che faceva notare come mai sia in fase di approvazione di bilancio che nella seduta di oggi non esistono emendamenti. Molto probabilmente perché qualcuno – a detta della consigliera Sculco, e forse lo penso anche io – vieta che si possa aprire la benché minima discussione.

Questo non va bene, io penso che chi governa abbia il diritto/dovere di prendere decisioni ma deve ascoltare tutti e, soprattutto, deve ascoltare le esigenze che vengono dal territorio.

Noi solo questo vogliamo fare e stiamo cercando di fare. Io voterò assolutamente contro questo assestamento, ma mi auguro che per il futuro ci possa essere un cambio che guardi ai cittadini e non ai posti a tavola. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Grazie Presidente, io intervengo per dichiarare il voto favorevole all’assestamento e per rilevare con rammarico che c’è una dissonanza, una discrasia nella dichiarazione della consigliera Sculco in ordine alla mancata approvazione dell’emendamento che avrebbe previsto una dazione in denaro più cospicua - intorno a 100 mila euro, se non sbaglio – per i nove centri antiviolenza della regione Calabria, cioè da dividere fra i 9 centri della regione Calabria.

L’aritmetica ci dà l’idea di quello che sarebbe stato il contributo per ognuno di questi centri.

Dissonanza col fatto che si annuncia e si preannuncia voto favorevole. Dissonanza anche con quel che concerne il finanziamento della blue tongue; poi abbiamo sentito il consigliere D’Acri che ci ha spiegato per bene come siano previsti i finanziamenti e come siano state realizzate attività serie da parte del Dipartimento agricoltura, rispetto a quella che è la lotta alla blue tongue.

C’è da dire – e va detto, ad onor del vero – che è prevista una voce di bilancio per 435 mila 294 euro da destinare al potenziamento delle forme di assistenza e di sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, attraverso il rafforzamento dei centri antiviolenza e della rete dei servizi territoriali. Questo non per dazione dello Stato, ma si tratta piuttosto di spese finanziate con la quota di disponibilità, provenienti da economia di fondi con vincolo di destinazione.

Questo per dire al consigliere Mangialavori che non c’è assoluta disattenzione alle tematiche, soprattutto a quelle relative alla violenza sulle donne. Anzi ciò che va fatto – ed invito la consigliera Sculco, in quanto attenta consigliera rispetto a queste tematiche, ad una revisione dei 9 centri antiviolenza. Ne abbiamo 9 disseminati sul territorio, di cui 4 hanno chiuso le loro attività da anni e dovremmo verificare se sia legittimo che continuino a percepire finanziamenti da parte della nostra amministrazione.

Prima che si possa procedere ad un finanziamento ed auspico, per carità di Dio, che ci possa essere un eventuale ulteriore assestamento di bilancio, bisogna verificare che queste somme vengano destinate realmente ai centri antiviolenza che funzionano, soprattutto quelli laici o religiosi che offrono accoglienza a tutte le donne e non fanno differenze rispetto alla loro provenienza. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Grazie Presidente, prendo la parola per esprimere il voto contrario da parte del gruppo di Forza Italia, non perché fosse scontato, ma dopo aver ascoltato gli interventi precedenti, e soprattutto riscontrato il lavoro svolto in questo primo anno di legislatura, come diceva il collega Romeo “si comincia da zero”, ricordo quando eravamo bambini e si volevano incartare le partite, per cui incominciavamo da zero. A meno che non si voglia introdurre una riforma che accorci la legislatura, ma siamo – così come ribadiva il collega Mangialavori – all’anno zero.

Dico che non ci vuole tanto sforzo per farlo capire – e, responsabilmente, consegno all’Aula questa riflessione, con tanto rammarico per i calabresi - che dopo le promesse elettorali, gli annunci e quel libro dei sogni che prevedeva una certa programmazione, si aspettavano da questa maggioranza, una progettualità che avrebbe dovuto lanciare la Calabria, che invece si è rivelata una grande delusione.

Questa delusione comincia a farsi sentire anche all’interno della maggioranza, laddove le contraddizioni emergono, perché sono convinto che ognuno di noi rappresenti responsabilmente il corpo elettorale, con coscienza e alto senso di responsabilità.

Le dichiarazioni della consigliera Sculco vanno in questa direzione e le fa onore essere coscienza critica, rispetto ad una posizione che lei interpreta degnamente, così come tanti altri colleghi in quest’Aula.

Ecco perché oggi, senza soffermarci nello specifico su tanti temi che, purtroppo, sono stati propagandati e meno attenzionati, riscontriamo che manca una programmazione seria, rispetto ad una pianificazione che riguarda problematiche come l’agricoltura, l’ambiente ed il turismo.

Dobbiamo pensare ad un piano per il turismo. Se le potenzialità di questa regione sono l’agricoltura ed turismo, allora la concentrazione deve essere su questi due comparti, nell’individuazione di una progettualità seria, altrimenti si tratterebbe solo di aria fritta e questa Assise diventerebbe un parlatoio, non riuscendo a concretizzare e raggiungere obiettivi di qualità.

La sintesi, il frutto di un lavoro che purtroppo lascia a desiderare, cari colleghi, e lo dico senza voler polemizzare strumentalmente, ma per far riflettere questo centro-sinistra rispetto ad una azione di governo che, per ovvie ragioni, in questi mesi non c’è stata.

Nella scorsa seduta siamo riusciti ad eleggere le Commissioni istituzionali; inadempienze che mettevano in discussione l’agibilità istituzionale della massima Assise. Se poi si pensa che dopo 8 mesi le Commissioni istituzionali videro la luce e poterono operare, rispetto a quelle che sono le competenze per materia e territorio, tutto questo la dice lunga sul fatto che siamo veramente ai nastri di partenza.

Votiamo contro, allora, a questo assestamento, con l’auspicio che questo funga da stimolo per il bilancio di previsione, che sia veramente competitivo per poter rilanciare questa regione che deve mettersi al passo con le altre realtà del Paese, in un contesto in cui non dobbiamo inventarci nulla ma dobbiamo cercare di comparare le azioni alle altre regioni e vedere chi sta più avanti, perché sta più avanti e perché noi stiamo indietro.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo per esprimere qualche considerazione ed il mio voto favorevole, insieme a quello del mio gruppo – poi parlerà il mio capogruppo – alla manovra di assestamento di bilancio che è stata presentata in Aula oggi e per fare qualche riflessione in relazione ad alcuni dei temi che sono emersi dal dibattito di questa sera. A partire da una considerazione che – me lo consentirete – ritengo forse elementare ma che non possiamo dimenticare che è quella relativa al significato della manovra di assestamento di bilancio.

Mi sembra che immaginare una manovra che rivoluzioni la materia del bilancio regionale, con le premesse che tutti conosciamo, e pensare all’assestamento come un intervento che ci consente di turare tante falle che sono presenti in questa Regione, che abbiamo il dovere, tutti insieme, di governare, sia piuttosto semplicistico.

Devo dire, peraltro, che, anche rispetto alle valutazioni che sono state fatte in ordine agli emendamenti e alla possibilità di intervenire, modificando la proposta della Giunta regionale - e lo dico con profondo rispetto e piena comprensione anche delle argomentazioni che i colleghi hanno sollevato su alcuni aspetti- forse l’unico caposaldo vero al quale non possiamo non affidarci in questa fase è quello dell’interesse generale della Calabria, rispetto al quale è chiaro che vanno contemperate le tante esigenze che pure emergono dai territori e per alcune delle quali, insieme ai consiglieri Sculco e D’Acri, ci siamo fatti carico di affrontare i temi e prendere pure qualche impegno. Vanno contemperate le esigenze che –vivaddio, ha ragione la consigliera Sculco - sono la carne viva dei temi che si muovono nel nostro territorio.

Queste esigenze vanno contemperate nei territori, nelle realtà locali con l’esigenza globale di dare alcune risposte che credo che con questa manovra di assestamento possano essere facilmente elencate.

Penso, ad esempio, ad interventi importantissimi dai quali non potevamo e non possiamo prescindere come quelli sulle prestazioni socio-sanitarie per le quali abbiamo riservato le attenzioni necessarie. Penso alla materia della Fondazione Terina. A questo proposito al consigliere Mangialavori che su questo avrà una risposta in Aula, rispetto alla interrogazione abbiamo dato una risposta importante su quell’aspetto che lui stesso ha segnalato.

Penso alle spese di funzionamento dell’Arcea, alle politiche sociali e a tanti temi rispetto ai quali avevamo l’esigenza di correggere l’impostazione iniziale del bilancio per quella che è la natura specifica della manovra di assestamento.

Diversamente, se pensassimo che siamo qui per immaginare una rivoluzione totale che pure noi per tanti aspetti auspichiamo in una seduta, che è invece finalizzata a correggere un bilancio preventivo, faremmo sicuramente un errore.

Un bilancio che di per sé nasce già ingessato – di questo non dobbiamo perdere traccia – da scelte che, per esempio, per quanto riguarda la cultura – collega Mangialavori – ereditiamo.

Sa bene il collega Mangialavori che sul Fondo unico cultura abbiamo fatto una scelta precisa proprio sulle biblioteche. Nell’anno 2015 l’intero Fondo unico cultura lo abbiamo dedicato alla materia delle biblioteche che era stata trascurata nella precedente consiliatura, destinando l’intera posta dei 400 mila euro a sostegno delle stesse. In una scelta che può anche essere in linea di principio e per posizioni - che possono nascere dalla necessità di giocarsi la partita politica - più che legittime, ritenute insufficienti, ma che manifestano il modo in cui vogliamo impostare questa materia in maniera molto chiara.

Sui 400 mila euro 116 mila li abbiamo ritagliati per il Sistema bibliotecario regionale e 283 mila 512 euro, con un avviso pubblico finalizzato al sostegno delle biblioteche, che è stato emanato di recente dal dipartimento, li abbiamo dedicati al sostegno delle biblioteche con un importo che è finalizzato a coprire le attività sostenute nel 2015 e da concludersi nel primo semestre 2016.

Rispetto a questo, io per primo e il collega Ciconte ci siamo fatti carico di affrontare tale tema importante che condividiamo – e lo abbiamo già detto in fase di approvazione del preventivo, nel momento in cui il collega Mangialavori, in maniera anche più che legittima, ha sollevato la questione della biblioteca di Soriano –. Noi per primi abbiamo detto che, con la documentazione delle attività svolte nel corso dell’anno 2015 e delle attività da implementare nel primo semestre 2016, il tema avrà la giusta attenzione; l’attenzione che merita, nella legittimità di un bando, di un avviso pubblico che riguarda tutte le biblioteche della Calabria.

Al di là delle valutazioni che possono nello specifico contenere le legittime aspirazioni di ciascuno di noi che è impegnato nei territori di una regione difficile come la nostra e considerate le premesse, già di per sé particolarmente complicate, in cui abbiamo agito, per queste e per altre ragioni credo che questa sia la manovra di assestamento che merita la fiducia del Consiglio regionale rispetto alla quale, nel corso del tempo poi, e a partire dal preventivo 2016, sapremo apportare le scelte di fondo necessarie per riportare questa regione alla normalità. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa delle Libertà)

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta regionale, assessori, colleghi consiglieri, intervengo telegraficamente, intanto per anticipare il mio voto personale e quello del gruppo della Casa delle libertà contrario a questo documento economico, quindi una bocciatura da parte del nostro gruppo a questo documento economico che, chiaramente, vuole essere anche la bocciatura di un anno intero di questa legislatura che non ha fatto altro che aumentare tutte quelle che sono le criticità della nostra regione.

La nostra non è una presa di posizione solo politica - e lo ricordava qualcuno che mi ha preceduto- non è un no contrario o d’ufficio, ma è quello che è il sentire comune non solo di Cannizzaro o di Nicolò o di Mangialavori o dei colleghi di minoranza; oggi credo di poter parlare anche a nome della maggioranza dei calabresi.

Di quei calabresi che fino a poco fa hanno manifestato fuori dal Palazzo della nostra Assemblea. Tutte queste aziende e imprenditori che giornalmente e settimanalmente, a causa di non supporto da parte di questa legislatura, di questa compagine di maggioranza, sono costretti a chiudere le loro aziende e a mortificare, purtroppo, anche quelle che sono le forze lavoro.

In questo documento economico non abbiamo assolutamente registrato e visto nessun elemento di novità che potrebbe guardare ad un momento di prospettiva con grande interesse e con un futuro migliore rispetto alla situazione attuale. Per non parlare di tutti i comparti che sarebbero dovuti e dovrebbero essere quelli strategici, dai quali poter ripartire e dare dei segnali di vitalità della presenza di una intera classe dirigente che in questo momento è chiamata a governare la nostra Regione.

Evidenziamo anche l’aspetto del settore sanità che oggi versa in una condizione veramente drammatica. Oggi le telecamere, i giornali, domani la carta stampata, andranno ad evidenziare qualche inaugurazione che oggi avete fatto all’interno dei nostri ospedali, ereditando una certa situazione.

Il consigliere Mirabello parlava poc’anzi di eredità. Siete abituati ad evidenziare solo le negatività che avete ereditato. E’ il classico stile del Partito democratico, il classico stile di chi oggi si sente uomo di centro-sinistra, facendo riferimento sempre al passato.

Ma perché non evidenziate che, comunque, avete ereditato situazioni avviate e consolidate e che oggi tagliate dei nastri? Siete bravi ad evidenziare questi risultati, che di certo non sono vostri, ma che sono figli di una politica del passato!

Sul settore sanitario vorrei soffermarmi qualche secondo, Presidente, perché ad un anno dalla scadenza di questa legislatura non posso evidenziare come siamo sotto commissariamento, ma non solo del commissario Scura ma anche di un Governo nazionale che avvertiamo sempre più distante.

Presidente Oliverio, glielo dico con sincerità e senza offesa, e l’ho detto anche in altre occasioni pubbliche ed oggi ci tengo ad evidenziarlo: la Calabria ha due governatori, Oliverio e Scura, perché il Governatore Scura, come è noto, detiene il 70 per cento del bilancio regionale e non ha dato nessun momento di discontinuità, per una politica sanitaria diversa con un metodo assolutamente diverso, un approccio e dei segnali positivi ai territori.

Ha chiaramente delle difficoltà oggettive nel poter amministrare questo comparto; questa è una difficoltà che riscontriamo e per questo siamo in parte anche con lei.

Insomma, anche il Governo nazionale, i vostri amici, a partire dal Premier Renzi e tutti i ministri, dovrebbero far tesoro di questo e darvi un momento di attenzione.

Avrei segnato tantissimi punti da trattare, ma ho preferito snellire il mio intervento e rinnovo il mio voto contrario, che non è solo mio, ma è anche quello della Casa della libertà. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori assessori, signori consiglieri, intervengo per esprimere la mia delusione ed amarezza verso questo dibattito che, ancora una volta, sta caratterizzando l’attività di questo Consiglio regionale.

Amarezza dettata da una consapevolezza di fondo che in quest’Aula manca, in questa Assise: quello che ereditiamo come Aula consiliare, non come centro-sinistra, è una identità del passato di questi 20 anni di consiliatura regionale che oggi porta questa maggioranza e questa Giunta regionale a fare i conti con questo punto di partenza che non è da sottovalutare e non è banale nell’analisi che ognuno di noi, che ricopre cariche di responsabilità, deve fare con coerenza e onestà intellettuale

Capisco che la opposizione fa il proprio dovere, che punta sempre il dito sui temi che oggi caratterizzano il dibattito politico e le emergenze calabresi. Però non capisco quando ciò non viene abbinato ad un riconoscimento come è stato fatto in Commissione consiliare.

Pensavo che il voto unanime registrato in Commissione bilancio potesse caratterizzare questo dibattito in maniera diversa e positiva, partendo anche da una fatica immane che stanno facendo oggi il Presidente, la Giunta, l’assessore al ramo, Viscomi, per far quadrare i conti, non per investire risorse, ma per far quadrare i conti.

Questo è il punto dirimente. Ecco perché solo ieri mi sono permesso di dire al mio gruppo che qui non è questione di rivendicare spazi, spazietti, ruoli, ruoletti, emendamenti o altro, ma di legittimare la funzione del Consiglio regionale, di questa maggioranza, di questo Esecutivo che oggi non c’è nell’ambito del panorama politico calabrese e nell’ambito della società civile calabrese.

Ma non è colpa della Giunta o del presidente Oliverio o di questa maggioranza, ma è colpa di chi ha creato tanti guasti in questa Assise regionale che ci hanno portano in queste condizioni.

Voglio ricordare a tutti che oggi siamo qui anche per l’armonizzazione del bilancio, dettata da alcuni adempimenti che ci consentono anche una revisione straordinaria dei residui attivi e passivi e - professor Viscomi, mi corregga se mi sbaglio - che ci consente di mettere eventualmente nuova linfa vitale nel sistema del bilancio regionale. Così come vorrei ricordare, per far capire ai miei colleghi di maggioranza e minoranza, il problema dei residui perenti che ha caratterizzato e avvelenato la vita istituzionale calabrese con la complicità della burocrazia regionale che ha creato tante false aspettative, tante false voci, che ha portato ad uno stato di non governo dei processi e di artifizi contabili che hanno portato a questo stato di cose.

Ben venga oggi l’armonizzazione del bilancio che ci consente di far pulizia nelle poste e di ripartire magari dal prossimo anno con maggiore vigore, forza, linfa, disponibilità economica per dar risposta ai calabresi non per difendere singole esigenze o singoli interessi, perché siamo qui non per governare una parte della Calabria o il mio comune, perché se non si ha una visione complessiva di sviluppo della Calabria e se non si supera il localismo ed il campanilismo altro che progresso per questa terra, altro che i conti comunitari caratterizzeranno la discussione politica e il cambiamento culturale di questa regione.

E’ su queste sfide che dobbiamo misurarci per legittimare il nostro ruolo, per avere quel senso di responsabilità verso i calabresi e per ottenere, da parte dei calabresi, quella gratitudine che oggi non abbiamo e che sta a noi, oggi, recuperare col nostro impegno, il nostro esempio, il nostro senso di responsabilità che intravedo in quest’Aula in tanti miei colleghi di maggioranza e di minoranza.

Per rispondere alla collega Sculco, non in termini personali, perché non mi piace ridurre il tutto ad una questione tra un consigliere e l’altro, abbiamo, purtroppo, due visioni diverse della politica: la mia è quella di favorire un progetto politico dove il singolo deve valorizzare il progetto politico e non favorire movimenti autonomistici, localistici o spinte diverse che non aiutano a crescere la Calabria nella sua interezza.

La Calabria cresce per le cose che dicevo prima, se c’è una visione di insieme perché se cresce Crotone cresce anche Reggio Calabria e così è per Cosenza, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Ecco perché la mia visione politica culturale è diversa da altre. Sono per una visione di una società dove crescono i partiti e le formazioni politiche di ampio respiro che sanno dialogare col Governo nazionale, con quello regionale, con i governi locali e che, insieme, pensano allo sviluppo della Calabria non ad usare posizioni a seconda dei comandi, delle occasioni e dei momenti per favorire l’elezione di qualcuno.

Questa non è l’amministrazione della politica, non è questo il mio modo di intendere la politica. La mia visione politica, il mio costume è quello di far crescere una società sana e basata su principi, sulla crescita di una società complessiva e non sui singoli soggetti o sui singoli movimenti.

Non ce l’ho con la collega Sculco, rispetto la sua visione e la sua elezione, dovuta a 8 mila voti che ha ottenuto liberamente, ognuno ha la sua visione politica. Sono per far crescere il Partito democratico in Calabria che è l’unico partito, oggi, in Italia, che svolge un ruolo importante. Sono qui per far crescere il Partito democratico, per dar sostegno al Presidente della Giunta regionale e per dare sostegno al Governo nazionale guidato da Matteo Renzi col quale, oggi, dobbiamo interloquire e dialogare per avere quelle risposte minime che si chiedono al Governo nazionale e che riguardano il garantire agli Lsu e agli Lpu i finanziamenti, per dar loro certezza, per dare una certezza ai forestali calabresi e poi insieme al Governo pensare ad un patto per la Calabria sul quale si stanno misurando e confrontando duramente il Governo nazionale e quello regionale per dare, quindi, una risposta di più ampio respiro.

Ma le risposte di più ampio respiro non vengono dall’oggi al domani, vengono da un confronto sano, dalle scelte coraggiose che dobbiamo fare per dimostrare che oggi c’è in Calabria una classe dirigente che non va a Roma col cappello in mano, ma va a Roma con la testa alta per rivendicare i propri diritti, sapendo, comunque, di aver fatto il proprio dovere.

E’ questo che dobbiamo fare tutti insieme in questo Consiglio regionale, anche dividendoci su temi importanti, ma sapendo ritrovare l’unità sui temi fondamentali per la crescita della Calabria, come i fondi comunitari, la difesa della sanità e sui dei diritti elementari di ogni cittadino per far in modo che, questa volta, la politica e quindi i consiglieri regionali riescano a dimostrare di essere capaci, bravi ed intelligenti; e penso che ogni consigliere regionale, qui presente, abbia queste caratteristiche.

Lavoriamo insieme per una Calabria diversa, per una prospettiva migliore per i nostri figli e, soprattutto, per meritare ed ottenere quella gratitudine che ognuno di noi si aspetta dalle nostre comunità e che spesso, però, non riscontra negli atteggiamenti quotidiani.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo misto)

Colleghi consiglieri, signor Presidente, signori della Giunta, il mio intervento sarà pacato e commisurato alla quasi dimissione della stessa maggioranza, a cominciare dal Presidente, dall’assessore, ai vari interventi. Oltretutto, sarebbe stato paradossale se avessimo registrato un altro clima.

Ad un anno dalla elezione di questa maggioranza, trovo assurdo venire in Aula ed ascoltare una maggioranza, che si esprime con interventi in tono dimesso, ad eccezione del collega Bevacqua, che mi da l’idea del giapponese che ancora pensava che dopo 40 anni la guerra non fosse finita.

Presidente e colleghi, considerato che la seduta viene trasmessa in diretta streaming e che i calabresi ci guardano, mi permetto di sforzarmi nell’esprimermi – anche se per me non è uno sforzo, ma bensì un linguaggio naturale, ovvero quello che i calabresi vorrebbero sentire in questo momento.

Dopo un anno, mi sono permesso di fare un intervento e, avendo appreso che il presidente Oliverio non è molto di spirito ed è un po’ allergico alle critiche, mi auguro che la critica, edulcorata dalla ironia, gli abbia almeno consentito di fare una riflessione sulle cose che ho detto nel fare gli auguri in occasione del primo compleanno in cui si accingeva a spegnere la prima candelina.

Registro, inoltre, che l’enfasi e la retorica che abbiamo registrato nei primi giorni di questa legislatura nonché le promesse di rivoluzione, il regionalismo – che doveva essere riveduto da grandi regionalisti – le riforme, lo Statuto, la rivoluzione ed il processo al passato, di tutto questo oggi non vi è traccia.

Non c’è traccia nemmeno – lo dico, ma questo è molto significativo – degli entusiasmi, come ad esempio quello del collega Greco che, con sincerità, non mancava mai all’appuntamento di rimarcare la sua convinzione, dimostrando di crederci e che oggi, invece, appare più riflessivo e più convinto.

Ecco il perché, amici del Consiglio, di questo mio intervento in toni pacati. E’ come se oggi avessimo davanti la Croce Rossa e davanti alla Croce Rossa non si spara.

E’ un clima che ci induce a vedere arroganza e presunzione, viste le dichiarazioni roboanti per tutto quello che era avvenuto, anche se c’è ancora qualche resistenza, assessore Viscomi; questa maggioranza ha vissuto di eredità, perché il presidente Oliverio ha sempre considerato il fatto di aver trovato un disastro ereditato dalla precedente amministrazione, ma contestualmente ha vissuto di eredità perché le poche cose che questa amministrazione ha potuto fare sono quelle fatte in continuità con la precedente amministrazione, alcune anche fatte male.

Assessore Viscomi, solo qualche giorno fa lei ha enfatizzato una svolta storica, che è quella della unificazione dei ruoli dirigenziali.

Mi permetto, solo come informazione di cronaca, perché forse lei nell’annunciarla praticamente non è stato esaustivo o, probabilmente, non è stato compreso bene. La modifica che lei ha considerato storica e rivoluzionaria è stata proposta dalla tanto vituperata legislatura guidata da Scopelliti ed il tanto vituperato provvedimento che fa la rivoluzione – questo sì, perché è rivoluzionario andare a mettere una regola alle incrostazioni che ogni dirigente si è ritagliato in termini di spazio di potere ecc… – è una rivoluzione nella Regione Calabria.

Le volevo ricordare, qualora l’avesse dimenticato, che il tutto è potuto avvenire per la modifica della legge regionale numero 15 del 2012, che all’articolo 15 aggiunge con una piccola modifica che il numero dei settori istituibili – parla prima dei settori – e dopo il comma 2 dell’articolo 7 della legge regionale numero 31 del 2002 è aggiunto il seguente comma 2bis “nell’ambito delle leggi e degli atti organizzativi di cui al comma precedente le determinazioni per l’organizzazione delle strutture dipartimentali e le misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro, sono assunti in via esclusiva dai dirigenti. Rientrano in particolare nell’esercizio dei poteri del dirigente generale le misure inerenti la gestione ed assegnazione delle risorse umane rispetto al principio di pari opportunità”.

Dopo il quarto comma, viene aggiunto “tutte le norme che si riferiscono ai servizi precedenti e alle relative competenze, sono abrogate dalla data di approvazione del nuovo”.

Lei ha fatto una piccola omissione; ha fatto bene a sottolineare che voi avete avuto il grande merito di attuarla, ma noi abbiamo avuto il grande merito di approvarla.

Lei potrà poi dire “noi l’abbiamo attuata, voi l’avete fatta”, assessore Viscomi, le voglio togliere un po’ di argomento che nella risposta, sì o no abbiamo avuto il grande merito di attuarla.

Le ricordo che nel momento in cui noi la stavamo attuando, ricevemmo una diffida da parte di tutti i dirigenti della Regione Calabria perché noi eravamo in regime di prorogatio e non potevamo attuare la riforma che abbiamo pensato.

Solo per dire che il presidente Oliverio fino all’altro giorno ha sparato a zero, anzi ha definito la gestione dei fondi comunitari produttivi di effetti peggiori della bomba di Hiroshima, per essere poi smentito dai fatti.

Per dirle che lei si dovrà rendere conto di quel che abbiamo fatto con l’esperienza Scopelliti, al di là delle vicende personali che lo hanno riguardato, e che riguardano altre esperienze, non quella regionale; si dovrà render conto – non so se lei migliorerà la macchina regionale di qualche percentuale rispetto a quella precedente – che sicuramente noi, rispetto a quanto abbiamo ereditato dalla precedente esperienza di centro-sinistra, quella del presidente Loiero, l’abbiamo fatta in maniera notevole in diversi settori.

Ad inizio legislatura, quando lei pensava di buttare tutto nella spazzatura, le portai una cartella che non so se ha conservato, perché prendesse atto delle cose buone che abbiamo fatto durante quella, secondo voi, deprecabile esperienza.

Assessore Viscomi, intanto le faccio i complimenti, perché già in giro si dice che lei sarà il successore del presidente Oliverio e sicuramente a fine legislatura il centro-sinistra la vede già in pole position, in quota renziana anche, ma lei è già eventualmente pronto a scendere in campo nel caso in cui la Consulta dovesse mandare a casa il nostro presidente Oliverio.

Da questo punto di vista, mi permetto di dire - non foss’altro perché lei, presidente Oliverio, si dice sia un fondista – di stare attento perché quello è uno che difficilmente si fa fare le scarpe.

Siccome il presidente Oliverio è un fondista, purtroppo la Calabria ha bisogno di velocisti non di fondisti, vista la situazione.

Volevo suggerire in questo giorno in cui arriva questo modesto assestamento di bilancio che, con sincerità, in maniera anche modesta, senza enfasi e senza retorica, viene presentato, che si tratta di un dato che dal nostro punto di vista non è emblematico ma è, secondo me, la presa d’atto di una realtà che bisogna guardare come fatto positivo.

Presidente, lei ha cercato di portare avanti una politica che si è dimostrata di isolamento della Calabria rispetto al Governo nazionale. Lo ha fatto nel campo della sanità e alla fine ci siamo ritrovati un commissario che, forse, per punizione è stato individuato come un commissario cattivo nei confronti della Calabria.

Al di là di quelli che sono i rapporti suoi col Governo centrale, le volevo evidenziare che, purtroppo, oggi i suoi tentativi sono sortiti in un nulla di fatto e speriamo che nell’ultimo incontro, con la garanzia dell’onorevole Minniti, questa cosa possa cambiare; c’è un principio che andava contestato ed è un principio che la rende, purtroppo, ancora più debole, perché il commissario Scura è il commissario per il Piano di rientro, non è il commissario unico per la sanità.

Caro Presidente, non avendo contestato questo, dopo aver tentato di farsi nominare commissario, o lei è d’accordo con Scura e fa finta di litigare…

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, si avvii alla conclusione.

TALLINI Domenico (Gruppo misto)

Mi pare che il presidente Oliverio apprezzi molto queste considerazioni. Priverebbe il presidente Oliverio di qualche riflessione. Certo lei non prende ordini dal presidente Oliverio, ma in questo momento qualche spunto si.

Le volevo dire, caro Presidente, che il commissario Scura è il commissario per il Piano di rientro ed ha la competenza in tutto ciò che riguarda il Piano di rientro.

La politica della sanità è politica che è ancora in capo al dipartimento, al Presidente della Regione e al Dipartimento regionale.

Bisogna contestare! Lei, invece di contestare il provvedimento di Cantone, poteva lasciar perdere e dire che la prossima volta saremmo stati più attenti.

Avrebbe dovuto, secondo me, impugnare il provvedimento o i provvedimenti di Scura che vengono attuati in violazione a quella che è la legge, la norma e sicuramente il decreto con cui lui è stato nominato e sul quale sono scritte in maniera indelebile le voci che sono di sua competenza.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, grazie, è arrivato a 15 minuti.

TALLINI Domenico (Gruppo misto)

Ho finito.

PRESIDENTE

Concluda.

TALLINI Domenico (Gruppo misto)

Sono interventi più lunghi di me ma, le volevo dire, insomma, che sarebbe importante in questo momento con una riflessione, con una presa d’atto in cui tutti quanti insieme – e l’invito del collega Bevacqua, va in questa direzione – trovare una unità; e mi permetta di esprimere solidarietà, lo poteva fare privatamente ma lo voglio dire in Aula, non perché una voce possa dissentire nella maggioranza o questa voce essere censurata in nome e per conto di una maggioranza, non mi meraviglio di questo, ma il modo in cui è stata richiamata la collega Sculco è un modo, con sincerità, che lascia pensare che non ci possa essere disciplina che non sia tale da consentire a tutti di esprimere il nostro pensiero.

Volevo fare questo invito: in questo momento il Governo centrale ci ha bocciato gli emendamenti sugli Lsu e sugli Lpu. Siete stati a Roma, avete giustamente tentato di perorare la causa, ve ne siete andati tranquilli, sono stati bocciati gli emendamenti.

Assessore Viscomi, vorrei sentire, se è possibile, dalla sua voce, se e come intenderà affrontare il problema dei dipendenti regionali in merito alla sentenza del Consiglio di Stato.

Io so che ancora questo problema non ce lo abbiamo nell’agenda odierna, solo perché gli interessati non hanno notificato la sentenza alla Giunta regionale.

Lei capisce e sa che, forse, se mi consente – ho finito il mio intervento – una simile cosa andrà ad essere devastante per l’organizzazione del personale, in quanto quasi tutti 1.300 provvedimenti – togli i pensionati e qualche dirigente – andranno ad incidere sui nodi nevralgici e strategici dell’apparato burocratico dei funzionari.

Sarebbe opportuno, visto che la sentenza c’è, e visto che ormai è stata pubblicata sui giornali, che lei riferisse a questo Consiglio regionale quali iniziative sta assumendo e che lavoro sta facendo per evitare che gli effetti devastanti di una simile sentenza, avvenuta senza la presenza di un legale della Regione, possano essere contrastati.

Rispetto a questo ringrazio - e concludo il mio intervento - il presidente Oliverio per il tono dimesso perché, probabilmente, al di là di quel che aveva immaginato con la retorica, gli annunci ed i proclami di rivoluzionare la Regione Calabria, oggi comincia, purtroppo, a realizzare che deve cambiare registro, a cominciare dal tenersi cara, e non glielo devo dire io, ma probabilmente glielo dirà il Presidente del Consiglio, la sua maggioranza, perché è una delle poche cose che è riuscito a gestire bene.

Oggi abbiamo sentito e, tra poco sentiremo la voce del consigliere Guccione, che già sentiamo spesso in tutte le Commissioni; alcune voci si sono tacitate, alcuni sono assenti ed altri hanno espresso dissenso.

Non devo dirglielo io, cerchi di curare meglio la sua maggioranza perché alla fine potrebbe ritrovarsi davvero senza un minimo di maggioranza, soprattutto nel momento in cui avrà bisogno di un segnale forte dalla sua coalizione politica e questo, secondo me, sarebbe un altro effetto devastante che la Regione Calabria non potrebbe più registrare.

Per queste ragioni riteniamo, e chiedo scusa al Presidente del Consiglio e al Consiglio, se ho divagato un po’ dall’ordine del giorno, ma sono così poche le occasioni di discussione che si stanno avendo, di ringraziare anche il Presidente del Consiglio di averci dato la possibilità di fare queste digressioni e di dire le cose che abbiamo detto, perché sappiamo che i calabresi in questo momento ci stanno ascoltando.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Consigliere Tallini, voleva sentire la mia voce, ma è il Presidente ad aver deciso l’ordine dei lavori e degli interventi. Scusate la battuta, ma anche per svelenire il clima.

Penso che questa seduta del Consiglio regionale sia importante. Perché? Perché siamo ad un anno dalle elezioni regionali quando una grande maggioranza dei calabresi ha scelto chi doveva governare questa Regione, esprimendo una forte domanda di cambiamento.

Oggi credo che tutti quanti, senza spirito polemico ma guardando con oggettività la realtà, registriamo una situazione di evidente difficoltà ad attuare e rendere concreto questo cambiamento nella nostra regione. Ed io credo che questo sia un punto di partenza importante; lo dico alla maggioranza perché se non siamo consapevoli delle difficoltà che abbiamo incontrato in questo anno non sapremo rispondere con la giusta energia e con lo scatto necessario a rendere concreto questo cambiamento.

Partecipo a tante iniziative in tutta la Calabria, vedo il disagio, le difficoltà ed i malumori che ci sono nei territori calabresi; forse perché le aspettative erano tante? Ma noi in questo cambiamento non siamo riusciti, e ci metto anche me stesso dentro anche perché mi devo prendere la mia parte di responsabilità perché per qualche mese sono stato assessore di questa Regione in questo anno.

Noi non siamo riusciti ad esprimere questo cambiamento. Sarebbe un errore, un suicidio politico non prendere atto di questa situazione e stabilire un percorso che sia in grado di riprendere le fila del ragionamento passando dagli annunci ai fatti concreti.

Ormai la politica è fatto concreto, c’è verso la politica una sfiducia forte. Quando qualcuno pensa di risolverlo con l’annuncio, provoca un aumento dell’antipolitica.

Chi governa deve far parlare gli atti e le cose concrete.

In questo anno due questioni sono emerse e la questione più dirompente è stata la modifica dello Statuto. Molti mesi ci hanno portati a modificare lo Statuto per quanto riguarda la Giunta, per quanto riguarda il consigliere delegato. Ci ha richiesto molto impegno la questione del voto unico e poi abbiamo dovuto riscontrare un profilo di incostituzionalità. Non ci può essere un ruolo unico nella Regione quando c’è il potere legislativo e il potere esecutivo, e quindi ci siamo arenati ma quello ha di molto rallentato l’operatività e l’attività della Regione impegnata a modifiche di questa natura.

Modifiche importanti ma non profonde per mandare quel messaggio chiaro di cambiamento e di discontinuità col passato.

In questo anno, con due anni di ritardo – scusate il bisticcio – abbiamo approvato il piano operativo dei fondi comunitari Por Calabria ed io credo che noi dobbiamo far tesoro anche della recente vicenda che poi tra qualche ora alla fine di questo dibattito discuteremo, che è la vicenda di come abbiamo perso i 33 milioni di euro con un rimpallo di responsabilità tra Calabria Verde, dipartimento protezione civile, dipartimento agricoltura, dipartimento della Presidenza della Giunta regionale, perché su questo va fatto chiarezza e non ci possono omertà. Per questo ho chiesto e ringrazio il Consiglio di aver accettato di inserire all’ordine del giorno questo punto perché se questa questione dovesse essere il lavoro che ci apprestiamo a fare sulla nuova programmazione 2014-2020 il rischio di un disimpegno delle risorse comunitarie è altissimo e lo dico adesso.

Se questo è il metodo, se noi non diamo la governance, se non introduciamo una discontinuità nella governance, nell’assetto del dipartimento programmazione, il rischio è che si ripeta la stessa storia della passata amministrazione.

Ho apprezzato il coraggio dell’assessore Viscomi e non era polemica quando ho chiesto che introducesse i lavori perché è prassi che l’assessore per grandi linee illustri i provvedimenti di sua competenza, anche se io avevo già letto nei resoconti della Commissione il suo intervento in Commissione.

Il vicepresidente Viscomi, con molta chiarezza, ci dice un dato forte politicamente e dal punto di vista amministrativo, ci indica un pericolo: saremo costretti solo a pagare i debiti, non solo oggi con questo assestamento, se non modifichiamo profondamente e non introduciamo discontinuità dentro la struttura della Giunta regionale e del Consiglio regionale.

Noi paghiamo pignoramenti e debiti, spese obbligatorie, e lo facciamo – grazie, dottore De Cello – ed è la prima volta mi pare che abbiamo avuto risorse liberate della fiscalità regionale invece di utilizzarla per ripianare il debito; dopo molti anni 40 milioni, avremmo avuto solo 40 milioni con tutti gli artifici di bilancio che si fanno, rimodulazione dei mutui… hanno avuto solo 40 milioni nell’assestamento.

Oggi questo dato lo interpreto come un modo positivo, a condizione che noi con chiarezza e senza equivoci - e verrò da qui a poco al provvedimento che è all’ordine del giorno di questo Consiglio proposto dalla Giunta sul differimento di scioglimento degli enti e delle fondazioni, quello è un vulnus pericoloso e ci verrò da qui a poco – affrontiamo questa questione dei debiti; la Calabria è su una montagna di debiti e lo devono sapere i calabresi. Siamo ad oltre 1 miliardo e mezzo di debiti in questa Regione ed ogni giorno se ne scoprono di nuovi.

Qualche giorno fa ho scoperto che il commissario per l’ambiente ci ha lasciato in eredità circa 500 milioni di euro di contenzioso. Circa 500 milioni di euro di contenzioso! Ma voi capite che se li chiudiamo anche al 25 per cento con le transazioni o vincendo qualche causa abbiamo 100 milioni di debito che si aggiungono a quel miliardo e mezzo? E dove vogliamo andare? Con cosa governiamo la Regione se è questa la situazione?

Dobbiamo mettere in campo provvedimenti che vanno in questa direzione: la riforma radicale degli enti strumentali, delle società in house, delle partecipate, delle fondazioni che negli anni passati hanno visto proliferare sprechi ed erogato clientele e che sono la vera zavorra che tiene nel pantano la Regione, che impedisce di far scelte.

Ci dobbiamo rendere conto di questo, altrimenti fallisce anche questa esperienza e lo dobbiamo fare con coerenza non guardando in faccia agli interessi, perché intorno a questa marea – sono una marea – di fondazioni o consorzi è cresciuta ed alligna una spesa regionale clientelare, parassitaria ed assistenziale che ha anche alimentato un ceto politico.

Penso che questa sia fondamentale. Io ho fatto un conto e sarà approssimativo. Abbiamo la Fondazione Etica, Field, Azienda Calabria Lavoro, Fincalabra, Arssa, Afor, Comac, Sials Servizi Spa, Somesa, Ara, Consorzio per le aree di sviluppo industriale, Fondazione Terina, Fondazione calabresi nel mondo ecc... Facciamo conto di quante risorse sono passate nel corso degli anni e cosa hanno prodotto in questa miriade di scatole cinesi? Penso che dobbiamo intraprendere un processo di riforma senza rinvii.

Chi si prende la responsabilità di rinviare questo processo di riforma vuole affossare la Regione e che quel dispositivo della Giunta regionale che chiede il differimento dei termini di conclusione delle procedure di collazione e di accorpamento mi allarma. E sapete perché mi allarma? Perché io nella passata legislatura ho scoperto, insieme a tanti altri, una cosa, cioè nel 2007 l’allora Giunta Loiero commissariò e mise in liquidazione l’Arssa e l’Afor. Sapete quando noi abbiamo, ancora neanche chiuso, ma abbiamo fatto nascere, sulle macerie di Arssa e Afor, l’Arsac e Calabria Verde? Nel 2013. Sapete quanto hanno speso – dati della Corte dei conti – Arssa e Afor con i commissari liquidatori? 1 miliardo e mezzo di euro. Dati della Corte dei conti. Enti commissariati perché sono passati oltre 7 anni e non è possibile che tu commissari un ente, lo metti in liquidazione e passano 7 anni e questi gestiscono ed hanno gestito un miliardo e mezzo di risorse. Sono dati della Corte dei conti. Che vogliamo fare? Anche per questi altri enti rinviamo perché dovevamo chiuderli il 31 di luglio 2015 e abbiamo rinviato al 31 dicembre 2015 e adesso li rinviamo di altri sei mesi? Non è tollerabile! Se si fa così è finita la legislatura, se non affrontiamo questi nodi è finita o rischia di finire la legislatura.

Credo che questa esperienza di governo si giocherà sul terreno del cambiamento e delle riforme radicali, a cominciare da questi dati perché noi dobbiamo abbandonare definitivamente il vecchio regionalismo. Se pensiamo di continuare con il vecchio regionalismo, nato 40 anni fa, le regioni sono finite e rischiano di implodere.

Noi dobbiamo aprire la strada di un nuovo regionalismo, capace di interpretare e di dare slancio all’attività di programmazione legislativa e di controllo della Regione. Questa è la questione sulla quale i dati dell’assestamento di bilancio ci dicono che dobbiamo andare in questa direzione e lo dobbiamo fare prima dell’approvazione del bilancio, avviare procedure certe e con cronoprogramma che ci permettano di stabilire quando e come avviamo questa radicale svolta in Calabria.

Dobbiamo avere la localizzazione e pensare a due grandi Agenzie. Chiudere questo sottobosco di società e fondazioni e fare due grandi Agenzie: una per l’agricoltura e la forestazione e l’altra per il lavoro, la fondazione, il turismo ed i servizi alle persone. Che siano il braccio operativo della Giunta regionale.

Penso che questo sia il tempo, dopo un anno, di prendere con mano, con forza la questione del cambiamento. Penso che dobbiamo evitare di perdere altro tempo ed interpretare con forza e trasparenza, con coraggio la strada delle riforme.

Rinnovo all’assessore Viscomi l’invito di essere più coraggioso, di rompere col passato come lui stesso ha cercato di fare intravedere nelle dichiarazioni in Commissione bilancio e sulla stampa.

Abbiamo bisogno di un patto per le riforme con un cronoprogramma e procedure certe e rapide, altrimenti questa legislatura rischia di trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata che la Calabria non può assolutamente permettersi.

Concludo con una frase: quando si governa abbiamo bisogno di essere anche un po’ padri di famiglia. Io avrei accettato l’emendamento Sculco, per quanto riguarda le associazioni, con tutti i dovuti accorgimenti, quando si erogano finanziamenti, non li possiamo erogare ad associazioni che non esistono! La Regione deve fare i controlli. Io l’avrei fatto. Io non sono intervenuto il 25 novembre con interventi contro la violenza alle donne, perché ritengo rituali certe cose, bisogna escogitare altre cose, però qualcuno di noi queste dichiarazioni le ha fatte. Bastava dare un segnale: anticipare 100 mila euro. Un segnale, un segnale politico, perché l’associazione “Roberta Lanzino”, in un comunicato, ha scritto: “La Calabria continua a perdere occasioni importanti per segnare passi concreti di cambiamento”.

Penso che questo sia un monito a tutti quanti noi, è un monito a chi, come me, ha un solo obbligo, né di partito, né io ho risentimenti perché qualcuno mi ha cacciato dalla Giunta. Alla fine io stesso, e qualcun altro verificherà che forse è stato meglio così. Io non transigerò sul mandato elettorale che gli elettori hanno dato a questa maggioranza, e non faccio l’opposizione a questa Giunta. Io incalzerò sul terreno delle cose che vanno in continuità col passato e plauderò quando si avvierà un processo di cambiamento, che ancora non si intravede. Questo è un dato politico: è passato un anno e non si intravede.

Io non sono pregiudiziale. Ho parlato chiaro, senza infingimenti e senza ipocrisie, ho detto come la penso e invito qualcuno a non strumentalizzare, come sta facendo, perché se non si fa questo, questo Consiglio regionale, quando si voterà, se ne andrà tutto a casa, non si salva nessuno, perché quando prevale la disillusione, quando prevale il mancato rispetto degli impegni, gli elettori fanno di tutta l’erba un fascio.

Noi abbiamo preso degli impegni ed io su questo farò la mia battaglia, anche alzando i toni della discussione, perché io rispondo solo a chi ha avuto il piacere di votarmi per un mandato. Io non ho chiesto voti, ho chiesto il voto per cambiare la Calabria, perché avevamo un progetto politico per cambiare la Calabria, chiaramente e in modo trasparente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco, ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Ho ascoltato con estremo interesse, così come faccio ormai da un anno, l’intervento del consigliere Tallini, che è capace di fare un’analisi politica di ampio respiro, molte volte diversificando il tema proprio del Consiglio regionale, ma che ha l’arguzia e l’astuzia di spostare in casa altrui i problemi, che molto più frequentemente si notano e si avvistano in casa propria! Quindi è un’analisi della situazione della maggioranza, che tocca, caro consigliere Tallini, principalmente alla maggioranza fare e la fa con grande chiarezza. Oggi seguirei le sue tracce, se dovessi dire da quale pulpito si parla, attese le sceneggiate napoletane che quell’emiciclo ha dato in occasione di tanti e tali problemi importanti e meno importanti.

Qua c’è una maggioranza che ha la grande capacità, come ha fatto oggi e come fa ormai quotidianamente, di discutere, di esaltare anche, se è il caso, le differenze di vedute, ma di avere la sensibilità, alla fine, di capire che si va verso una stessa direzione, di capire che ci sono momenti in cui vanno affrontati temi importanti quali quelli dell’assestamento di bilancio, che non è peregrina in un momento fondamentale.

Intanto, oggi mi chiedo e vi chiedo - perché ormai sto dimenticando quelle che erano le antiche nozioni di consessi molto minori - l’assestamento di bilancio significa correzione, adeguamento, aggiustamento di quello che è un bilancio di previsione, di quello che è stato il bilancio di previsione che la Giunta ha approvato, giustamente rispetto a capitoli che non trovavano capienza totale, rispetto a quello che era un dato; quando si parla di assestamento, si parla di bilancio, ed è legato in modo indissolubile al bilancio di previsione, a quella che è stata l’eredità – caro consigliere Guccione, le ha dette bene alcune cose – rispetto a una discontinuità. Beh, la discontinuità non può essere solo e soltanto auspicata, ma poi deve essere fatta anche verificando quello che c’è nelle carte.

Beh, ritengo che, così come il sottoscritto e tanti consiglieri regionali, neanche il presidente Oliverio immaginasse che cosa si nascondeva nei meandri delle partecipate o delle società pararegionali o delle fondazioni, ritengo che neanche lontanamente il presidente Oliverio, così come il vicepresidente Viscomi, riuscisse a immaginare quello che c’era.

Allora non dobbiamo, caro consigliere Orsomarso, né bisbigliare né balbettare, dobbiamo essere coerenti: oggi noi stiamo assestando un bilancio di previsione che parte male, che partiva male, perché qualcuno dimentica che il bilancio di previsione che noi abbiamo approvato – non si rizeli, dottor De Cello – presentava un disavanzo strutturale ovvero una difformità tra quella che era la disponibilità del bilancio stesso e la necessità del bilancio per erogare i servizi alla comunità di circa 350 milioni di euro. L’abbiamo dovuto approvare in ragione di quello che era un andamento tendenziale della Regione dal 2008, e anche prima, devo dire.

Allora, oggi, stiamo assestando quel bilancio di previsione, cioè stiamo andando ad individuare quei capitoli per cui diventa necessaria la copertura.

C’è stata una grande disponibilità da parte dei consiglieri, qua c’è il consigliere Sergio che ha ritirato un emendamento, anzi più di uno, ma l’ha ritirato nella misura in cui, oggi - e mi meraviglio della consigliera Sculco, che forse era distratta - abbiamo fatto Conferenza dei capigruppo, amici cari. E’ vero o no che nella Conferenza dei capigruppo il presidente Oliverio ha dato disponibilità ad approvare il bilancio di previsione da qui a quindici giorni? E’ vero o no che c’è un impegno della Conferenza dei capigruppo ad andare ad approvare il bilancio, sì politico, di quella che deve essere la programmazione, senza andare nella fase in cui si lavora con i cosiddetti dodicesimi? E’ vero o no che c’è stata questa disponibilità?

Allora, oggi, bisognava – lo dico con grande chiarezza – solo analizzare. Su questo voglio essere chiaro, perché la politica è fatta di chiarezza, di comprensione, di analisi. Se nel bilancio di assestamento rispetto a quella copertura che la Giunta ha proposto, le poste coperte non vanno bene, si deve essere consequenziali, non si deve votare il bilancio perché non vanno bene, perché non si può dire “io voto il bilancio, ma avrei fatto altro”, perché non stiamo discutendo di un bilancio di previsione, stiamo discutendo di assestamento.

E’ troppo facile essere eroi in questa terra che richiede e reclama, giorno dopo giorno, misure di assistenza, per non dire di supporto, nell’erogazione dei servizi e della qualità dei servizi, ma c’è una Calabria che deve cambiare. Condivido, consigliere Guccione, quando lei dice l’annullamento delle partecipate, delle fondazioni; ma, attenzione, il completamento dell’iter di un ente che va in liquidazione, alla fine, dovrà trovare copertura nei bilanci della Regione. E noi partiamo, oggi, da un bilancio che è quello che ho detto prima.

Allora, oggi, tutti quanti cominciamo a dire, senza parafrasi, senza diversità di vedute, che c’è la necessità di recuperare quel disavanzo cosiddetto strutturale, per cui, probabilmente, non possiamo consentire – e visto che siamo tutti franchi, diciamolo - che gli stessi dipendenti regionali, magari dell’Afor, pignorano la Regione per ritardato pagamento. E non possiamo consentire che la Regione vada in disavanzo su alcuni servizi, perché altrimenti saremo qui a discutere del libro dei sogni che non sarà mai scritto e mai realizzato, ma viceversa vi è una grande necessità, che è quella dell’assunzione nel nostro ruolo di consiglieri regionali di maggioranza, di consiglieri regionali che hanno firmato e sottoscritto un programma elettorale, altrimenti le nostre parole e i nostri interventi saranno consegnati all’oblio più totale.

A differenza di quella che è la visione un po’ pessimistica, per non dire quasi d’oltretomba, del consigliere Tallini, ritengo che questa Regione ha bisogno, sì, di velocità, ma ha bisogno soprattutto di conoscenza dello stato reale, perché è allarmante quando il consigliere Guccione dice che i debiti ammontano ad oltre 1 miliardo di euro, beh certamente non sono i debiti che vengono fuori da questo anno di legislatura. Allora la conoscenza è fondamentale e poi l’azione, che non può essere l’azione di chi non riflette, di chi non pensa, ma l’azione di chi pondera e di chi stabilisce le strategie, e poi, oltre al dato contabile, così come oggi abbiamo detto in Conferenza dei capigruppo, la sfida sarà anche nell’ambito di quello che dovrà essere il patto per la Calabria, dove dovremo essere capaci di disegnare la Calabria che immaginiamo, in un’interlocuzione con il Governo che non può essere certamente né di sottomissione né di inchino, ma deve essere di un Consiglio regionale che lì dovrà dimostrare grande capacità di un voto unanime, come ho detto oggi, per dare la possibilità alla Calabria di crescere.

Questo Consiglio, per la particolarità anche dei tempi in cui viviamo, certamente se non sarà capace di interpretare bene tutti. Oggi è molto semplice fare il ruolo di opposizione rispetto alle richieste e alla ridotta possibilità di risposte da dare, ma c’è un Consiglio tutto con una Giunta che deve confrontarsi e deve trovare su diversi temi, fondamentalmente, univocità di intenti, perché in quei temi c’è la Calabria, non ci siamo noi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.

ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro Destra)

Ho partecipato ai lavori della seconda Commissione e ho seguito la relazione fatta dal dottore De Cello e dal professore Viscomi, in cui hanno evidenziato in maniera forte che questo è un bilancio tecnico e non un bilancio politico, perché effettivamente va a ripianare tutta una serie di situazioni, di debiti pregressi, di richiami della Corte dei conti, di decreti ingiuntivi che si moltiplicano giornalmente: pare che, nell’arco di due o tre mesi, da 30 milioni di euro si sia passati a 33 milioni di euro. Questo l’ho riscontrato anche dal fatto che i colleghi della maggioranza avevano presentato diversi emendamenti, che alla fine sono stati ritirati.

Penso che oggi il buonsenso che deve prevalere su ognuno di noi sia quello di cercare, al di là degli schieramenti politici, di avere un obiettivo comune che è quello dell’interesse della Calabria e dei calabresi. Il fatto che evidenziava il collega Guccione, poi rimarcato dal consigliere Greco, sulle problematiche che si trascinano ormai da anni per quanto riguarda i vari enti intermedi e i consorzi, effettivamente è una delle problematiche più spinose che gravano sul bilancio della Regione. Proprio per questo l’altro giorno ho presentato un’interrogazione con risposta scritta per evidenziare il problema relativo all’accorpamento delle Asi. Ci sono delle situazioni paradossali, a parte la lungaggine relativa all’accorpamento della legge24 del 2013, perché ci sono, in particolare, i dipendenti dell’Asi di Reggio Calabria che da oltre sette mensilità non percepiscono lo stipendio.

Quindi tutte queste situazioni, poi vanno a gravare negativamente sul bilancio regionale – come diceva, giustamente, Orlandino Greco – perché, paradossalmente, i dipendenti dell’Afor, i dipendenti della Regione chiedono il pignoramento, e denotano la criticità e la gravità del momento

Quindi, come Nuovo Centro Destra, ribadisco che noi sicuramente non ci metteremo di traverso, perché guardiamo al bene della Calabria e dei calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, avverto l’esigenza di intervenire anche perché percepisco una certa stranezza in questo dibattito, stranezza perché ci accingiamo a licenziare una proposta della Giunta, che è il rendiconto dell’assestamento di bilancio, che tiene conto, come è doveroso per la pubblica amministrazione, di obbligazioni del passato. Tra l’altro, non sono uno che si appassiona a rincorrere la competizione con il passato, perché chi è chiamato a governare non deve mai guardare a ciò che è stato prima, ma alla visione che ha per il futuro del proprio governo. E’, ovviamente, ingessato da obbligazioni, ingessato da pignoramenti, ingessato da una normale routine della vita democratica della pubblica amministrazione, che ha un peso: ci sono stati degli errori, c’è un peso che grava sui calabresi.

A fronte di questo, però, ci sono delle novità, perché bisogna anche sottolineare che chi è abituato a vedere il bicchiere mezzo vuoto, ovviamente, non si rassegnerà ad evidenziare negatività. Abbiamo bisogno anche di ottimismo in quest’Aula, perché percepisco – e non va bene per chi governa – una serpeggiante rassegnazione che ci vince, e non mi piace questa cosa, perché abbiamo il dovere di osare in quest’Aula, la Giunta ha il dovere di osare nel governo di questa Regione, e noi, che siamo chiamati dal nostro elettorato a legiferare, a dare slancio e qualità alle leggi di questa Regione, abbiamo anche il dovere di dare una mano da qualunque postazione ci troviamo. Abbiamo assestato risultati importanti come l’approvazione del Por, l’approvazione del Psr, abbiamo presentato finalmente in questa Regione le linee-guida per un Piano dei rifiuti, abbiamo ascoltatogli indirizzi per un nuovo Piano del trasporto pubblico locale, abbiamo ascoltato finalmente – io dico – qualcuno che si occupa della riorganizzazione del personale di questa Regione, che è una zavorra – e lo dobbiamo dire – e finalmente si parla di pesi negli incarichi che si daranno, finalmente si parla di meriti e di titoli.

Insomma, queste novità fanno parte o no di un’azione di governo, che è l’azione della Giunta, ma che è l’azione anche del Consiglio e di una maggioranza? Perché non si misura la qualità della funzione del consigliere ritagliandosi un pezzo di autonomia; quando si fa parte di una squadra, c’è uno schema che fa vincere le partite, ce lo insegna il calcio, ma ce lo insegna chi ha avuto esperienza nella pubblica amministrazione e nei Comuni, e faceva bene Orlandino Greco a fare riferimento a quella esperienza.

L’assestamento non è altro che mettere assesto, cioè mettere ordine, e la lingua italiana non si sbaglia e non lascia neanche margini all’interpretazione; il contrario è il dissesto. Oggi facciamo un’operazione pulita, equilibrata, che dà slancio e vigore all’azione di governo. E’ ovvio che non abbiamo responsabilità sul rendiconto dell’anno precedente. Ciò che misurerà l’azione di governo della maggioranza – ripeto – della maggioranza, sarà il bilancio di previsione, perché se qualcuno pensa di ritagliarsi spazi di autonomia e di assolversi, sbaglia, perché sarà coinvolto.

Allora, o decidiamo tutti di stare nella partita oppure all’orizzonte vedo problemi seri.

Per dirla fino in fondo, signor Presidente, sono convinto che è ovvio che la partecipazione sia necessaria e le Commissioni servano anche a rendere partecipi i consiglieri. Nell’ultima seduta di Commissione che abbiamo tenuto sul rendiconto e sull’assestamento, in cui era assente il Vicepresidente consigliere Orsomarso, di cui mi è mancato il contributo, ho apprezzato questo modo di intendere il governo e il nuovo metodo che deve stare in Calabria. Stiamo tutti dalla stessa parte – lo vorrei dire anche ai colleghi della minoranza – perché oggi o si vince tutti insieme o si perde tutti insieme.

E’ ovvio che negli emendamenti tutti avevamo pari dignità e avevamo sacche di disagio, avevamo esigenza di dare ossigeno a sofferenze negli emendamenti. Abbiamo dovuto ritirare perché non c’era capienza e i conti si fanno con ciò che si ha, non si fanno con le chiacchiere.

Allora, laddove ci sono priorità e laddove le sacche dell’indigenza o della sofferenza, della violenza, insomma, hanno un peso maggiore, lì è ovvio che la nostra sagacia – perché governare significa anche essere sagaci e non essere populisti – prevarrà su un sentimento che ci attraversa tutti, che non è un sentimento di uno, né si misura sull’autonomia di un consigliere regionale che si ritaglia un pezzo di potestà. No, ognuno di noi ha diritto a dire la propria e a sostenere settori di questa Regione.

Per cui, penso che dobbiamo ritrovare lo slancio con il quale ci siamo candidati e per il quale abbiamo chiesto il consenso ai calabresi. Credo che, in una virtuosa e vicendevole e reciproca relazione con la Giunta, dobbiamo proseguire il cambiamento di questa regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Salerno. Ne ha facoltà.

SALERNO Nazzareno (Forza Italia)

Ho ascoltato con interesse gli interventi in Aula quest’oggi, però consentitemi – e vi chiedo scusa se spesso sono ripetitivo, ma è un tema che mi sta a cuore – abbiamo parlato tantissimo, siamo intervenuti tutti, presidente Oliverio, ma di che cosa stiamo parlando?! Stiamo parlando di briciole! Rispetto quanto sostenuto dalla collega Sculco, ma non perché mi trovo da questa parte, quindi dall’opposizione, ma per il tema che ha posto, e mi auguro che l’assessore Roccisano, che è anche una donna e che si occupa del problema, tenga conto di questa situazione e possa dare veramente una risposta, perché il tema della violenza sulle donne è molto importante e molto sentito e ci sono delle attività in Calabria che meritano veramente attenzione, e questo lo dico perché ho presieduto quell’assessorato nella passata legislatura.

A parte quest’inciso, di che cosa stiamo parlando?! Stiamo parlando di un assestamento di bilancio che riporta briciole rispetto a quella che è e che dovrebbe essere l’azione di governo di una Giunta regionale. Abbiamo temi molto importanti da affrontare e da discutere.

Sull’assestamento, il mio capogruppo ha già annunciato il voto contrario, e voglio rimarcare che il voto è contrario perché è un voto politico, è un voto su uno strumento finanziario come il bilancio, il bilancio della maggioranza, di chi lo propone, di chi ha la responsabilità di governo, così come anche l’assestamento su cui, se avete notato, non ho presentato nemmeno emendamenti, perché guardo le cose nella loro praticità: è inutile portare emendamenti che non possono essere approvati, che non possono trovare poi applicazione per carenza di risorse finanziarie. Una riflessione, però, la dobbiamo fare, la dobbiamo fare tutti i colleghi, di maggioranza e di minoranza. Ci sono temi importantissimi che questo Consiglio deve affrontare e che non può, nella maniera più assoluta, far finta di non vedere e di non sentire.

Sentivo il consigliere Guccione che parlava di cambiamento: abbiamo parlato anche la scorsa legislatura di cambiamento, di cambiamento di rotta, di far prevalere la politica, quella buona. Chi, oggi, siede in questo Consiglio regionale rappresenta i calabresi, perché è stato eletto dai calabresi e deve fare gli interessi dei calabresi.

La sanità, presidente Oliverio: di sanità questo Consiglio deve parlare, lei si dovrebbe impegnare, a mio avviso, a convocare una seduta di Consiglio regionale e discutere solo ed esclusivamente di sanità, perché i calabresi hanno pagato un prezzo altissimo per via di un Piano di rientro dal deficit sanitario, che non è stato sottoscritto dal presidente Scopelliti, ma è stato sottoscritto ancora prima, e ha determinato penalizzazioni per i calabresi, quindi per la sanità calabrese, ma anche per la classe politica, presidente Oliverio, della passata legislatura. Non penso che questo governo regionale, se le cose continueranno così, verrà premiato, anzi penso l’opposto, ascoltando quello che già si dice e si sente in giro. Perché non è possibile essere espropriati e colonizzati. Sarebbe importante portare in questo Consiglio regionale un dibattito con un solo punto all’ordine del giorno sulla sanità.

Così come pure la questione dei precari Lsu-Lpu, presidente Oliverio, perché queste sono delle grandi emergenze – l’assessore lo sa – parliamo di circa 5.500 unità che sono interessate da questo problema.

Così anche per quanto riguarda la mobilità, perché non possiamo pietire ogni volta al Governo nazionale, sia esso di centro-destra o di centro-sinistra, l’elemosina per riconoscere un diritto a chi lo ha, per poter percepire un’indennità mensile.

Questi sono temi importanti, importantissimi.

Poi è compito della Giunta vigilare affinché le riforme che sono in atto vengano velocizzate, l’abbiamo già detto in una delle passate sedute di Consiglio, dove abbiamo affrontato anche il tema delle riforme. Questo è quello che, secondo me, dobbiamo fare.

L’assestamento è un atto dovuto – dico io – perché chi amministra sa bene che, quando inizia con un bilancio di previsione, strada facendo ci sono mille intoppi e mille problemi.

Così come pure – mi rivolgo sia all’assessore al bilancio, che mi pare non sia presente in Aula, sia all’assessore Roccisano – il problema delle strutture socio-sanitarie, del sociale, dove la Regione ha un debito abnorme che si trascina da almeno vent’anni. Questo è un altro tema che va affrontato e con determinazione, per evitare quei pignoramenti di cui parlava il Vicepresidente nella sua relazione.

Questi sono temi importantissimi, presidente Oliverio, e per quanto ci riguarda siamo pronti a collaborare, perché se noi riusciamo a dare una risposta su questi temi, quando finirà questa legislatura dal punto di vista del mandato - perché politicamente, presidente Oliverio, io dissento un po’ perché dico che questa legislatura politicamente è finita quando lei ha presentato questa Giunta tecnica - tutti noi potremo dire ai nostri elettori, ma anche ai nostri figli, che abbiamo fatto fino in fondo il nostro dovere e abbiamo contribuito veramente a cambiare la Regione Calabria.

Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Signor Presidente, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, diverse volte in quest’Aula ho dovuto sottolineare come spesso ci siamo trovati di fronte a una cattiva abitudine, che è quella di utilizzare il nostro intervento – quindi mi ci metto per primo io – per disquisire su tutto. Stasera è mancato il campionato di calcio, ma ho visto che una collega è venuta con una sciarpa, quindi in qualche modo vi ha fatto cenno!

Quest’Aula era ed è chiamata a discutere dell’assestamento di bilancio: questo assestamento è diventato l’occasione per ragionare – diciamo così, in termini gentili e garbati verso l’Aula – di tutto, di un anno di governo, di quello che è stato fatto, di quello che non è stato fatto, della possibilità eventuale di ricomprendere dentro il documento di assestamento di tutto e di più. Scorgo in questo fatto un approccio culturalmente vecchio, datato e – se mi consentite – a mio giudizio, straordinariamente inadeguato alla fase e ai tempi che viviamo.

Certo, ognuno di noi avrebbe potuto presentare emendamenti, chiedere al dottore De Cello “c’è questa esigenza del territorio e bisogna soddisfarla, c’è l’associazione ics, la categoria ipsilon e così via”, però tradendo quella che deve essere l’impostazione, a mio modesto giudizio, rispetto a uno strumento, che è quello dell’assestamento, che non è una manovra di bilancio di previsione, ma è un’occasione nella quale alcune cose vanno assestate – lo ha detto bene con grande onestà e coerenza il collega Fausto Orsomarso - nella quale non si può pensare di esprimere un giudizio politico sull’azione di una Giunta, perché è un assestamento che, fra le altre cose, alcune risposte cerca di darle.

Tuttavia, dobbiamo sforzarci in quest’Aula di non ricorrere le responsabilità, innanzitutto perché le responsabilità sono registrate dalla storia, sono state giudicate dagli elettori, ai quali dobbiamo rispetto, poi perché non ci serve, perché non possiamo passare tutta la nostra vita e la nostra attività, per quanto questa sarà più o meno lunga, a dire di chi era la colpa. Noi conosciamo dei fatti: anche questo assestamento, abbastanza ingessato e con pochissimi spazi, deriva da alcune cose che ci giungono dal passato. Ora, ascoltare in quest’Aula addirittura la rivendicazione del danno, sentire esponenti delle passate Giunte che dicono “noi abbiamo fatto bene e la storia ce lo riconoscerà” – consentitemi – è veramente insopportabile, ma non perché non si possa rivendicare un’azione, il che, anzi, denota anche in questo caso coerenza e un pizzico di coraggio, ma perché non serve alla Calabria. Questa discussione non serve alla Calabria, perché non parla il linguaggio della verità e non parla del futuro che noi abbiamo la necessità di costruire insieme – questo sì – in quest’Aula e con coerenza.

Quando noi discutiamo comunque dell’assestamento, arriviamo in Commissione e presentiamo, collega Bevacqua, l’emendamento ics e l’emendamento ipsilon e poi gridiamo alla censura del dissenso, facciamo un errore di metodo: siccome questa maggioranza ha convocato una collegiale riunione per discutere dell’assestamento, collega Bova, avremmo dovuto recarci presso, in quel caso, la sala della Giunta alla Cittadella regionale e dire “guardate, secondo noi, secondo me c’è bisogno di stanziare un euro per acquistare questo foglio”. Si discute in una maggioranza, si vede se è possibile farlo, se questa nostra richiesta risponde ad interessi generali e poi si decide. No, alla riunione di maggioranza non si partecipa, si va in Commissione, si mettono i colleghi di fronte ad una questione non annunciata e si dice “questo è l’emendamento, perché io penso di fare così. Ghe pensi mi”. No, perché questo approccio è culturalmente, prima che politicamente, sbagliato, perché nelle Commissioni, in Consiglio regionale, nell’attività politica non ci può essere solo ed esclusivamente la soddisfazione dei nostri bisogni – naturalmente anche di quelli del territorio, perché a questi mi riferisco, non vorrei essere equivocato – in una visione strettamente particolare.

Noi abbiamo di fronte drammi e crisi tali in questa regione, che non possiamo permetterci di fare l’emendamento per gli amici del consigliere Romeo. No, dobbiamo avere una visione organica, discutere delle questioni in maniera strutturale ed eliminare la cultura del particolare, che tanto male ha fatto alla nostra regione, perché il particolare poi mette una categoria contro l’altra, mette un povero contro l’altro – e poveri ne abbiamo tanti – un territorio contro un altro, un campanile contro un altro, una provincia contro un’altra e spezza la nostra regione, che invece ha bisogno di una visione fortemente unitaria.

Naturalmente, tante cose potevano essere fatte dentro questo assestamento, però non si può dire che, se non vengono fatte, non c’è la sensibilità rispetto alle problematiche.

Vogliamo parlare della questione delle donne? Qualcuno immagina, forse, che l’assessore Roccisano non ha presente la difficoltà del genere, al quale notoriamente appartiene, e la necessità attraverso le politiche sociali di affrontare queste questioni?! Però io vorrei dare un dato a quest’Aula per discuterne concretamente: nelle ultime due annualità vi erano degli stanziamenti importanti per i centri antiviolenza, dal 2014 ce li siamo portati al 2015, nel 2015 li abbiamo quasi tutti impegnati, ma non li abbiamo spesi.

Allora, assessore, noi abbiamo bisogno – e ha fatto bene a ribadirlo nell’ultima riunione di maggioranza – di una discussione organica e di una riforma delle politiche sulle donne anche rispetto ai casi di violenza, alla loro efficacia, anche attraverso tutto il complesso degli strumenti dell’assistenza socio-sanitaria dei quali dispone una Regione e, fatta questa analisi, naturalmente predisporre gli interventi che saranno ritenuti necessari ed efficaci.

Così come la legge urbanistica: ne abbiamo discusso nell’ultima riunione di maggioranza e ne abbiamo convocata un’altra con l’assessore Rossi per approfondire.

Così come abbiamo iniziato a discutere di un intervento importante a sostegno del reddito, che l’assessore Roccisano ci ha presentato con dovizia di particolari – non anticipo nulla perché lo devono ancora vedere le organizzazioni sociali e sindacali – anche per rispondere alle ripetute sollecitazioni provenienti dal collega Gianni Nucera su questo tema e per rispondere a un’esigenza della società calabrese, cioè per tentare di affrontare con le risorse che l’assessore ha puntualmente e pregevolmente elencato, la questione della povertà.

E’ uno strumento che sarà risolutore? No, ma è uno degli strumenti fortemente innovativi che l’assessore ha deciso, di concerto col presidente Oliverio, di mettere in campo.

Parlo di una politica che sia capace e in grado di affrontare strutturalmente le questioni, di non rincorrere le emergenze, che vanno affrontate, ma che non possono occupare tutto lo spazio della nostra attività. Parlo dell’esigenza di guardare oltre il nostro particolare, all’interesse generale, di fare una vera e propria rivoluzione nell’approccio culturale alle politiche e alle necessità della regione.

Tuttavia, qui si è discusso di questo anno e si è tracciato un bilancio che prescinde dalla realtà, la realtà disastrosa che abbiamo ereditato, e la realtà delle cose che sono state, invece, fatte, e sono cose di pregio. Oggi, veniamo, ad esempio, dall’attivazione di un servizio che all’azienda ospedaliera“Melacrino-Morelli” era bloccato da anni, che è la Pet. Ma non posso riferirmi ad un solo intervento, vorrei parlare di questioni ben più importanti: la riforma dello Statuto; la riduzione dei dipartimenti da 14 a 10, che ha consentito notevoli risparmi all’amministrazione regionale; il dimezzamento dei compensi a tutti i livelli dei manager comunque utilizzati dalla Regione; il recupero di oltre 1 miliardo di euro di risorse comunitarie nella vecchia Agenda; l’approvazione in tempi record, per quello che è stato ereditato e trovato, della nuova Agenda comunitaria; il successo che sta riscuotendo il Psr presentato di fronte a folle enormi in Calabria, alla Cittadella, e l’altro giorno a Cosenza, frutto di uno sforzo attraverso un confronto e un dialogo con le categorie; il commissariamento, collega Guccione, delle fondazioni e delle società in-house e degli enti strumentali, una precisa scelta politica netta e radicale di rottura con il passato.

Naturalmente, anche questa scelta poi ha bisogno, come le altre, di trovare un riscontro nella realtà, e la realtà ci dice che, se noi oggi ci azzardassimo a caricare sul bilancio ordinario della Regione il debito dell’Afor - che abbiamo costruito noi, c’ero io ancora nella carrozzella che producevo il debito dell’Afor! Ovviamente, vicepresidente Viscomi, lei ha riscontrato le mie delibere sull’Afor con le quali ho aggravato il fardello del bilancio! - manderemmo in default la Regione, in dissesto, quindi abbiamo commissariato, dobbiamo chiudere il processo di liquidazione, ma lo dobbiamo fare compatibilmente con l’esigenza di mantenere integro il bilancio della Regione Calabria.

Spesso, quando ci diciamo le cose e lo facciamo con profonda ipocrisia, non rendiamo un servizio né a noi, né al nostro governo regionale, né al futuro di questa regione. Non si tratta di un dissenso negato o meno, ma si tratta – entro nel merito – del rispetto del mandato che noi abbiamo ricevuto dagli elettori.

Quando il collega Tallini si è candidato, ha avuto un mandato per rappresentare in quest’Aula, una volta celebratesi le elezioni, una minoranza: lo fa, argomenta. Possiamo essere d’accordo, non d’accordo, ma svolge il suo ruolo. Non possiamo, invece, dire di voler rispettare il mandato elettorale e poi porci completamente senza argomenti fondati all’opposizione della Giunta che, invece, dobbiamo sostenere, perché nel mandato elettorale che ci è stato dato c’è il cambiamento, ma nel programma elettorale di Mario Oliverio non c’era scritto il cambiamento con la bacchetta magica, c’era scritto il cambiamento e la coerenza del cambiamento con i tempi che sono necessari. Ed è inutile disquisire di velocità, lentezza, scatto, fondo, c’è la realtà con la quale il presidente Oliverio, con grande coraggio, si sta misurando giorno dopo giorno, in un rapporto vero col Governo nazionale.

Vedrete che le risorse – è stato presentato già l’emendamento per gli Lsu – ci saranno, ma questo non è bastevole, perché anche in questo caso dovremo avere la capacità di uscire dalle emergenze e di non rincorrere sempre le questioni che sono aperte da decenni. Farli uscire dal precariato e fare politiche attive del lavoro: questo è un obiettivo cui tendere. Questa è la realtà, altro che rispetto del mandato elettorale! Il mandato elettorale va rispettato tutto e fino in fondo, a prescindere dalla nostra collocazione personale, che non ha importanza in vicende che, invece, sono molto più serie e molto più importanti.

Penso che questo anno non sia trascorso invano, è stato fatto un lavoro in un contesto difficile, le criticità e i problemi ci sono, ma chi sostiene questa Giunta e chi vuole rispettare questo mandato elettorale deve fare uno sforzo vero di impegno a favore della Calabria; lo deve fare dicendo le cose che pensa, senza tralasciare mai nulla, ma senza farsi trasportare da istinti di tipo personale, che non servono alla nostra regione. Questa è la realtà che abbiamo di fronte e questo è il lavoro che dobbiamo fare, e lo dobbiamo fare perché è urgente fare svoltare la Calabria come stiamo facendo e continuare un percorso di cambiamento vero.

Naturalmente, per tornare alla bacchetta magica e chiudere, se pensiamo che il presidente Oliverio avrebbe dovuto togliere tutti i dirigenti e poi far soccombere la Regione sotto i ricorsi, pensiamo male. Anche la rotazione, anche il progetto di cambiamento dentro la struttura burocratica, che è già praticato e sarà ultimato, viene fatto nel rispetto delle norme e delle leggi vigenti, perché questo preserva la Regione anche dal punto di vista economico, e non è un aspetto di secondo piano. Saranno tagliati, dopo i dipartimenti che sono stati ridotti e razionalizzati, anche 40 postazioni dirigenziali, mantenendo la funzionalità dello schema burocratico e amministrativo della nostra Regione.

Allora il confronto, quello che ci diciamo, il lavoro che facciamo, devono riferirsi all’interesse superiore della nostra regione. Si torni a ragionare di questo e si faccia uno sforzo ad immaginare ciascuno di noi un passo indietro rispetto all’interesse generale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo(Nuovo Centro Destra)

Grazie Presidente, siamo qui a discutere di un bilancio, quindi di una manovra di bilancio strettamente tecnica, e questo l’ha già detto il mio capogruppo. Si tratta di un aggiustamento sul previsionale come è stato detto dai banchi sia di maggioranza sia di opposizione.

Però ritengo che questa sera siano venuti fuori dalla discussione tanti spunti che abbiamo il dovere di portare alla nostra attenzione e che abbiamo il dovere di elaborare nella fase successiva del nostro mandato elettorale.

Il primo spunto forte che è venuto dalla discussione, veramente bipartisan che fino adesso c’è stata in questo Consiglio regionale, riguarda lo stato dei contenziosi, dei debiti che nascono dai contenziosi, dai pignoramenti che potrebbero essere il vero default della Regione se non viene aggredito in modo forte e sentito, Presidente.

Da alcuni interventi abbastanza catastrofici pensavo che dobbiamo chiudere la Regione se le cose dovessero andare verso una certa logica. Non aspettiamo questo momento e allora bisogna aggredire questo problema e ritengo che bisogna aggredirlo partendo da un forte potenziamento dell’ufficio legale che abbia la forza di lavorare nella tutela della Regione, ma assumendosi anche delle forti responsabilità. Non mi riferisco all’ufficio legale di oggi ma probabilmente a quello di 4-5-10 anni fa e anche a quello odierno che deve essere un settore che lavori di concerto, veramente, con la Presidenza, nel giusto interesse della Regione, anche assumendosi delle responsabilità negli atti che quell’ufficio deve portare all’attenzione del presidente Oliverio.

Se così non fosse ci troveremo da qui a mesi o ad anni con l’assestamento di bilancio ma, addirittura, anche il previsionale, che sarà sempre più ingessato e privo di quel sentimento della politica nella sua discrezionalità a favore delle fasce deboli e della cultura, a favore della sanità o quant’altro.

Lì bisogna intervenire e tocco - perché ci voglio ritornare poi – su uno dei contenziosi che è in campo alla nostra attenzione e che dirò solo alla fine, quando mi permetterò di parlare veramente 30 secondi sulla sanità.

Credo che noi dobbiamo eliminare questo stato di disorganizzazione e di confusione, dando tranquillità ai dipartimenti.

Girando nei dipartimenti vedo uno stato di incertezza e poiché, spesso, rivendichiamo il ruolo primario della politica, la responsabilità è della politica me compreso.

Dobbiamo uscire dalle esasperazioni, dobbiamo uscire da posizioni di individualismo che anche stasera ho sentito in quest’Aula e che non fanno bene alla nostra situazione, pur partendo da legittime aspettative.

Credo che in ognuno di noi – l’ho sentito dire da qualcuno, sia di maggioranza sia di opposizione – dovrebbe prevalere quel senso di responsabilità che ci porta a far parte di un unico gruppo, pur nel rispetto dei ruoli che i cittadini ci hanno consegnato. Metaforicamente, ci dovremmo sentire tutti quanti nella stessa barca e nessuno può remare in direzione opposta.

Certo, ognuno di noi può dare il suo contributo – ripeto - per competenza e per ruolo. Se questa è una vera inversione culturale, probabilmente anche i discorsi che ho sentito dalla maggioranza, non ultimo quello del capogruppo del Pd “insieme si può costruire qualcosa di nuovo”, probabilmente imboccheremo una strada giusta.

Proprio in questa logica, avevo presentato un emendamento sul fondo del diritto allo studio universitario perché ritengo che bisognava intervenire per sanare una criticità che abbiamo lasciato nel momento in cui abbiamo collocato alcuni dipendenti dell’ex Ardis verso Calabria Lavoro.

Proprio nella logica di una maggioranza che ritiene che questo assestamento di bilancio non potesse andare incontro a soddisfare delle esigenze particolareggiate, seppur estremamente importanti, Presidente, annuncio che ritirerò quell’emendamento di implementazione sul fondo del diritto allo studio universitario, ma aspetto nella replica del Presidente che sia vero quanto ho sentito dai banchi della maggioranza e cioè che c’è un impegno forte sul bilancio previsionale per andare a colmare questi aspetti che sono condivisi.

Perché sono condivisi questi aspetti? Perché ho letto sulla stampa dichiarazioni di autorevoli esponenti della maggioranza che erano d’accordo sull’idea di dare più forza al diritto dello studio universitario. Per una serie di motivi, le nostre università stanno soffrendo, sempre più c’è bisogno di dare un aiuto agli studenti bisognosi che, addirittura, potrebbero trovare aspettative ai loro bisogni più nelle altre Università che non nelle nostre Università calabresi.

Sono sicuro che la sensibilità del presidente Oliverio farà sì che nel bilancio previsionale questa criticità possa essere colmata e da qui il mio pensiero di ritirare quell’emendamento.

Se c’è forte questa consapevolezza, Presidente, ritengo che una prima riforma deve essere quella che ho sentito e che sono convinto è nella testa del Presidente e della Giunta e cioè quella della riforma degli enti strumentali.

Sono troppi, sono tanti, hanno generato delle perdite che oggi anche in questo assestamento di bilancio siamo costretti a ricoprire e il bisogno di questa Regione, secondo una logica che è meno complessa di quanto vuole sembrare, può essere veramente esplicitata in tre o massimo quattro enti e fondazioni.

Mi permetta, Presidente, di portare alla sua attenzione un atteggiamento di diritti negati in Fincalabra. Ci sono dei cittadini che hanno vinto decine di sentenze, aspettano il reintegro in Fincalabra e vedono questo diritto, sancito da sentenze ripetute e da giudici, ripetutamente negato, in quanto attendono di essere reintegrati in Fincalabra.

Veramente è una cosa assurda, avrei voluto presentare una interpellanza, mi sono dovuto confrontare anche con gli uffici della Presidenza e c’è piena condivisione su questo aspetto. Un atteggiamento veramente di chiusura totalitaria, rispetto ad un diritto sancito non da Baldo Esposito ma da Tribunali autorevoli che hanno sentenziato questo.

Certo, c’è da pensare all’accorpamento verso una agenzia dello sviluppo, se è vero che la partita del presente e del domani ce la giochiamo sui fondi comunitari.

Tralasciavo all’ultimo, Presidente, un aspetto sulla sanità. Ritengo che nessuno di noi vuol fare lotte ai mulini al vento, nessuno di noi vuole più fare becere lotte contro il commissario Scura, ma noi, il Consiglio regionale, discutendo di sanità possiamo dar forza al Presidente e alla Giunta affinché porti nella sede del commissario un progetto sulla sanità che è l’emanazione di tutte le parti politiche di questo Consiglio regionale.

Dico che questo passaggio, Presidente, ti darà più forza presso la struttura commissariale perché è inammissibile che ci sia un travaso di responsabilità tra le struttura commissariale e i dirigenti e funzionari del dipartimento in delle querelle veramente speciose e superficiali che portano solo ad un rallentamento del lavoro stesso del dipartimento.

E’ inammissibile che ancora non abbiamo un decreto sulle autorizzazioni, non parlo dell’accreditamento. Tantissime piccole realtà medie e piccole imprenditoriali sono ferme proprio perché manca questo criterio delle nuove autorizzazioni.

E’ compito del Consiglio regionale e poi degli enti locali discutere dei nuovi ospedali. Non è compito del commissario Scura, perché non è il sindaco degli enti locali, non è stato mandato qui a fare il sindaco dei nostri comuni e delle nostre città. Ne dobbiamo discutere però in Consiglio regionale perché questo Consiglio le darà più forza, Presidente, non perché lei abbia bisogno di ulteriori avvocati difensori nei confronti di una diatriba brutta che è una pagina brutta nella storia della Calabria. Non so se sia illegittimo il conferimento dell’incarico all’ingegnere Scura perché quel piano di rientro non era finito.

Non entro in disquisizioni giuridiche che non mi appartengono, ma entro nel merito, però, che questo Consiglio deve discutere di sanità, deve decidere dove fare i nuovi ospedali, deve decidere le linee di accorpamento di aziende.

Qui non parliamo della fusione di due piccoli condomini, ma della funzione di due aziende sanitarie storiche della città di Catanzaro, in cui il Consiglio comunale si è tenuto, si è pronunziato su questi temi. E’ necessario perché quella è un’azienda che potrebbe essere l’azienda centrale della sanità calabrese, perché in quella zona c’è l’unica università di medicina della nostra terra, lo deve discutere il Consiglio regionale.

Se facciamo questo, secondo me, potremmo coniugare veramente quelle espressioni che ho sentito dai banchi della tua maggioranza che “insieme si può”.

Un contenzioso che mi sta a cuore e che secondo me va aggredito, Presidente, è il contenzioso aperto dalla sentenza sulla Fondazione Tommaso Campanella.

Prima parlavo dell’ufficio legale. Se l’ufficio legale di qualche anno fa, caro collega Gentile, avesse ascoltato delle linee di programmazione seria che erano state messe in campo, probabilmente – non sto dicendo una eresia – la fondazione “Tommaso Campanella” sarebbe ancora in vita con una “spesa” – mi perdonerete la stupidità del termine – modica di 20/25 milioni di euro.

Qui oggi parliamo di un contenzioso che se non viene aggredito potrebbe superare gli oltre 200 milioni. Sono disponibile a dimostrare il perché di questa astronomica cifra con carta e penna.

Allora, Presidente, chiedo anche qui la costituzione immediata di un tavolo che possa, insieme al Magnifico Rettore dell’università di Catanzaro, recarsi dall’eccellentissimo Prefetto di Catanzaro a chiedere non la riesumazione della fondazione “Tommaso Campanella” ma quanto meno la revoca del decreto di liquidazione, perché questo porterebbe verso la politica la problematica e non verso un commissario liquidatore che probabilmente ha interesse che questo commissariamento e questa liquidazione duri per anni.

Sentivo parlare prima di commissariamenti e di strutture da liquidare che sono in vita ancora da 7-8 anni e che generano solo spese che sono quelle dei commissari liquidatori. Se noi non abbiamo la forza di rimuoverli staranno lì per anni perché hanno l’utilità e la convenienza di rimanere.

Sarebbe interessante ed utile, Presidente, che insieme al Magnifico Rettore lei si recasse dall’Eccellentissimo Prefetto di Catanzaro.

Questo non significa - e lo ripeto perché voglio essere scevro da malintesi - riesumare la fondazione “Tommaso Campanella”. Ormai, purtroppo, rispetto ai bisogni della gente, è seppellita e morta ma cerchiamo in ogni caso di sanare quel che è sanabile e soprattutto mi riferisco a quei 30-35 dipendenti che alla fine della vendemmia resteranno inoccupati e i quali inizieranno dei contenziosi nei confronti della Regione Calabria per il mancato reintegro e per le mancate opportunità, mancata chance – professore Viscomi, lei potrà dirlo meglio di me – che potrebbe generare ulteriori contenziosi e debiti.

Chiudo da dove avevo iniziato. Questa discussione è stata estremamente interessante. Aggrediamo, perché veramente non si debba chiudere la Regione, mediante un potenziamento dell’ufficio legale, quelli che sono ancora i tanti rivoli di contenziosi aperti e che non sappiamo quantificare, rispetto al presente e soprattutto al domani.

Presidenza del Presidente Nicola Irto

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Grazie Presidente, signori consiglieri, Presidente della Giunta, stimatissimi assessori. Non era previsto questo mio intervento perché penso che in un momento simile sia, forse, meglio assegnare ai capigruppo gli interventi ma sembra che sia rimasto l’unico a non intervenire, quindi lo faccio.

Il mio intervento avrà un taglio particolare. Qualcuno ha parlato delle esperienze che abbiamo fatto da sindaci e meno male, caro collega, perché abbiamo capito cos’è un assestamento di bilancio quali sono i problemi da affrontare in quella sede. Io non starò qui a parlare di assestamento di bilancio, vi abbiamo detto anche ed abbiamo pure appreso alcune cose di come ci si muove talvolta nelle riunioni dei capigruppo sede deputata per avanzare determinate contestazioni o condivisioni, diversità di punti di vista; è un luogo dove si discute.

Vi hanno detto pure come alcuni attacchi hanno più una visione, non dico personalistica ma settoriale, destinata ad interessi di piccoli territori, prorogando un modo di amministrare che non è quello della Giunta Oliverio e di questo Consiglio. Abbiamo una veduta molto più ampia.

Ho sentito parlare anche delle minoranze ma non credo che il problema della cultura si risolva con la biblioteca di Soriano. Indubbiamente, interverremo ma non guardiamo alla biblioteca di Soriano noi guardiamo al problema cultura in generale per la Regione Calabria, interventi programmati, interventi di un certo respiro.

Vi è stato anche riferito di quale metodo abbiamo modificato, il metodo partecipativo nelle Commissioni consiliari.

Ho avuto il piacere di partecipare ai lavori della Commissione ambiente, della Commissione affari istituzionali ed ho visto questo metodo partecipativo applicato, per cui per ogni problema vengono chiamati tutti gli interpreti del territorio per vedere quale sia la soluzione migliore da dare alle varie istanze.

Ho visto il metodo adottato dagli assessori; il mio intervento è diretto agli assessori, Presidente, e lo dico subito anticipandolo. E’ diretto a loro, non certo come qualche altro intervento che è stato loro riservato. Forse abbiamo una formazione culturale diversa, di base, anche umana che arriva da paesini abituati a ringraziare chi ha deciso di seguirci e di stare al nostro fianco, in un cammino particolare in quella che forse può essere una impresa storica. Forse possiamo scrivere una bella pagina di storia per la nostra terra. Io dico che lo faremo e lo dico in base ai risultati che abbiamo con tutti i ritardi, Presidente, e con i risultati che abbiamo conseguito tutti assieme.

Qualcuno lo ha dimenticato - e questo magari farà piacere al mio caro assessore all’ambiente – ma l’Accordo di Programma Quadro del 2010 prevedeva interventi per 220 milioni di euro. Al 31 dicembre 2014 abbiamo trovato 15 interventi e 18 milioni spesi in soli due mesi.

Bravo il presidente Oliverio a sostituire il soggetto attuatore. Abbiamo trovato qualcuno capace, abbiamo individuato dove erano le deficienze senza un minimo di problema abbiamo sostituito. Ed a giugno, se non sbaglio, erano già 70 i progetti mandati in gara. Andiamo con la media di due appalti al giorno in quel settore, se non sbaglio.

Cito un tema a me caro in qualità di Presidente della Commissione antindrangheta e caro all’assessore Viscomi e ci siamo dedicati tanto, ognuno per le proprie competenze, io forse gridando in qualche corridoio - come purtroppo si dice sia mio costume - e l’assessore in maniera molto pragmatica.

I rappresentanti dell’opposizione dimenticano che l’accordo, il Por Fesr 2007/2013, … 30 milioni di euro mandati dalla Commissione europea… attenzione! si doveva intervenire in materia di videosorveglianza dei comuni, aiuti alle micro attività e alle micro imprese che operano nel settore dell’antimafia, aiuti alle associazioni che hanno avuto assegnati i beni confiscati dalla ndrangheta.

Fermi là 2007/2013. Siamo al 2015 e ringrazio l’assessore Viscomi per il grande lavoro che ha fatto perché abbiamo pubblicato la graduatoria.

Concludo subito dicendo che ho citato queste cose per chiedere personalmente scusa; lo so che non siamo abituati a chiedere scusa agli assessori, alla Giunta. Abbiamo la famosa Giunta tecnica e mi sono già espresso pubblicamente, lo debbo dire in tutte le sedi di cosa penso della Giunta tecnica e di questa distinzione di cui ci siamo tutti riempiti la bocca tra Giunta politica e Giunta tecnica.

Vi manderò il mio curriculum di studi ad Oxford di politica, perché ho studiato politica ad Oxford, ho fatto un paio di seminari, così come il presidente Oliverio, ed abbiamo per assessori professori universitari riconosciuti a livello europeo.

Dovremmo registrare le parole della commissaria Cretu quando venne. Se qualcuno fosse venuto a sentirla!? Dopo tanti anni sentire un commissario europeo, alla presenza di altri Presidenti di altre Giunte regionali meridionali, dire che in Calabria finalmente si respira un vento diverso, criteri completamente diversi.

Quando si è detto che la Commissione europea aveva bloccato 800 milioni di euro, Presidente, perché i criteri calabresi nell’utilizzo dei fondi europei non corrispondevano agli standard europei il che ci ha detto con eleganza quella signora “eravate America Latina”. Non so a chi eravamo paragonati. I “complimenti”, i riconoscimenti per il buon lavoro che è stato fatto col Psr.

Colgo l’occasione per ringraziare il collega D’Acri per l’intervento estremamente qualificato. In Italia critichiamo tutto, si assumono 2.200 insegnanti e si guarda solo al fatto che il preside debba designare…

No, no, le pagliuzze… siamo abituati in questo modo.

Concludo rivolgendomi agli assessori, Presidente, e ringraziandoli ancora una volta per l’impegno che stanno profondendo per questa terra perché lo stanno profondendo per i nostri figli.

Sa qual è la mia paura reale, Presidente? che qualcuno di questi signori e grandi professionisti, gente capace, molto preparata - e lo abbiamo visto in alcune situazioni come trasporti, logistica e altro - non decida di dire “signori miei, siamo stufi di essere magari trattati in questo modo, di non avere i nostri dovuti riconoscimenti, arrivederci”; e questa barca rischia ancora, o potrà rischiare di affondare o di prendere una strada diversa da quella che abbiamo imboccato.

Agli assessori dico solo quella frase “non ti curar di loro ma guarda e passa”. Li invito a continuare nel lavoro prezioso che stanno facendo, vicino al Presidente e vicino a ciascuno di noi anche per il tempo che dedicano, la serietà, la professionalità, la stima ed anche l’atteggiamento semplice con cui si pongono nei nostri confronti.

So che è un intervento fuori luogo e non siamo abituati, tra l’altro sono un novello di questo ambiente, quindi vi chiedo scusa. Ripeto: passo per politico, voi passate per tecnici.

Detto questo mi raccomando: alcune cose che abbiamo sentito sfiorano il folklore, sento cose in Consiglio regionale che non avevo sentito nel Consiglio comunale di un paese di 2.800 abitanti, e lo dico con amarezza.

Andiamo avanti perché la sfida è grande. La Calabria era come una impresa i cui equilibri erano stati portati al tribunale della cancelleria fallimentare. Si pretende che poi con un colpo di mano, in un batter d’occhio, si possano risolvere, senza dire che gli assessori e questa Giunta non hanno avuto la possibilità né di partecipare alle elezioni né di impostare il programma che, però, è in corso d’opera e che questa Giunta si è trovata rimboccandosi le maniche e lavorando 24 ore al giorno. I risultati ci sono sia pure con qualche ritardo.

La strada è questa da perseguire. Capisco la polemica politica che deve essere fatta, ma attrezzatevi un po’ meglio nella critica con argomenti diversi.

Sento parlare del resto sempre di questa sanità, ma non mi avete mai sentito parlare. Ci sono dischi che suonano su questa sanità, molto preparati e professionali, molti di voi soprattutto tra chi siede tra i banchi della opposizione; vi chiedo scusa, non vi tirate fuori da questo, non addossate a noi il fallimento della sanità che si sta cercando in maniera molto delicata di risolvere e di risollevare.

Ci tenevo a dire questo. Grazie di nuovo, andiamo avanti così.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signori Presidenti, non mi appassiono facilmente alle polemiche e al differenziarsi per ragioni un po’ fini a sé stesse. Anche qualche volta quando faccio qualche esternazione, la faccio nella pienezza della mia coerenza di posizione, del mio pensiero e dando nome e cognome alle cose, nella consapevolezza che far parte di una squadra significa spesso recitare un gioco di partecipazione, di sofferenza verso l’economia complessiva della partita e non per esaltare le proprie ambizioni personali o dare risposte in termini individualistici.

Ho ritirato un emendamento stamattina, cosciente che comporre un quaderno di bilancio non è semplice. Non vorrei stare nei panni di chi lo ha redatto perché mettere in equilibrio sofferenze, debiti pregressi, migrazione sanitaria e tutto ciò che diventa spesa, con le poche risorse a disposizione in virtù delle continue restrizioni che dalla legge di stabilità, dai piani di rientro vengono poste alle autonomie locali, è sempre difficile.

Oggi nel momento in cui si va a fare l’assestamento pensare di metter dentro tutto ciò che sono i bisogni del territorio da cui noi proveniamo diventa complicato e difficile. Quindi, oggi il bilancio si deve approvare ed è per questo che ho preso la parola, per esternare ufficialmente il mio voto favorevole a questa proposta contabile, perché da qui deve partire il rilancio dell’azione amministrativa, facendo virtù di una programmazione e di una pianificazione che ci consenta di dar risposte alle attese che ci sono nella società, a prescindere da dove proveniamo, da chi ci ha dato i voti.

Questa è la nostra responsabilità individuale: recitare un ruolo di partecipazione attiva e responsabile in questo consesso, elevare il tono del dibattito per far crescere la credibilità e la visibilità di questa nostra Calabria nei riguardi del mondo intero che ci osserva, della Nazione ma di tutte le attenzioni che possiamo avere.

Non è poco aver ricevuto l’approvazione del Por e del Psr in tempi anche ragionevolmente brevi, considerando i ritardi accumulati nell’utilizzo della spesa dei fondi comunitari. Questo ci deve far ben sperare, una politica attiva, partecipata, di confronto, capace di valorizzare le posizioni differenti - la dialettica politica serve a questo - nella maniera più corretta e più sobria possibile; dal confronto nasce sempre una crescita! Essere costruttivi e propositivi è la logica che deve animare la nostra presenza in questo Consiglio, perché questo è stato il compito che ci siamo assunti nel momento in cui abbiamo avuto la responsabilità e il consenso da parte dei cittadini.

Lavorando assieme in questa direzione, con una maggiore compartecipazione alle scelte e con una maggiore condivisione delle strategie, forse tutti assieme riusciremo a dare questa barca una rotta precisa e non una navigazione a vista che ci potrebbe portare, visto che il mare è tempestoso, verso derive pericolose. Grazie.

PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi consiglieri, farò un breve intervento perché voglio limitarmi solo a poche considerazioni. La prima che mi preme di fare è di ricordare a tutti noi che noi stiamo approvando un atto che è l’assestamento di bilancio e siamo al 3 dicembre.

Ovvero siamo a conclusione dell’esercizio finanziario oltre che dell’anno solare,perché tra 27 giorni si chiuderà il 2015.

Dico questo perché un atto di questa natura oltre a dover fare i conti con le risorse disponibili, e sono poche e dopo ritornerò su questo, deve corrispondere a quelle che sono emergenze, necessità rispetto alle quali col bilancio di previsione non si è riusciti a rispondere o vicende che sono emerse successivamente nel corso dell’esercizio e a cui bisogna dare risposte.

Abbiamo fatto un assestamento che risponde esclusivamente, oggettivamente a questi criteri. Invito chi non lo ha fatto ad andare a leggere questo assestamento in tutte le sue articolazioni. Non c’è una sola voce, un solo euro che prescinde da questa scelta che è obbligata.

Quali sono queste necessità? Sono necessità determinate da situazioni accumulate nel corso di anni. Sono in primo luogo problemi di natura sociale rispetto ai quali nemmeno si riesce a rispondere compiutamente, ma si danno risposte parziali e mi riferisco a problemi di lavoratori di enti sub-regionali, a situazioni di società in house ecc., che hanno operato prestazioni e che da mesi, e in alcuni casi anche da oltre un anno, non si pagano perché accumulati nel tempo.

È stato evidenziato qui dal vicepresidente Viscomi quella che è la natura, il merito di questo assestamento.

Utilizzare un passaggio di questo tipo, lo dico in generale a tutti, l’assestamento,per una riflessione di ordine politico generale ci sta, ma utilizzarlo per agitare problemi che sono condivisibili, e anzi da parte mia molto condivisibili, per una operazione meramente strumentale non va bene. Mi si permetta di dire che alla critica c’è anche il diritto di difesa o non è consentito questo? Replicare alla critica significa reprimere o impedire lo sviluppo del confronto? Alla critica c’è il diritto di replica. Mi permettete di dire in modo chiaro e netto che sollevare il problema dei centri antiviolenza in un passaggio di questo tipo e fare sulla rete una campagna che è meramente strumentale è assolutamente demagogico e privo di fondamento?

Nel Dna di questa maggioranza e di questo governo c’è una cultura dell’antiviolenza e del sostegno - sul piano culturale, sul piano delle risorse, sul piano degli strumenti - ai centri antiviolenza che sfido a trovare nella esperienza di governo che ognuno di noi ha alle spalle. Sfido altre esperienze a confrontarsi con quella che io ho rappresentato nel corso degli anni e parlo di me non come persona ma come espressione politica.

Faccio questa riflessione per dire che se si utilizza l’assestamento per altri fini, per agitare problemi che sono condivisibili ma che non possono trovare risposta nell’assestamento, credo che vada evidenziato il carattere strumentale di operazioni di questa natura.

In questo caso di strumentalizzazione di vicende che dovrebbero essere tutt’altro che strumentalizzate, abbiamo invece un problema: abbiamo 435 mila euro, siamo al 3 dicembre e il problema è di utilizzare queste risorse per alimentare una iniziativa ed una cultura dell’antiviolenza ed un sostegno alla rete e mi rivolgo alla rete da quest’Aula. Siamo in diretta.

Mi rivolgo alla rete dell’associazionismo dell’antiviolenza, delle donne. Da parte di questo governo regionale c’è pieno sostegno e anzi nel nostro programma – lo si vada a leggere – c’è ampio spazio per una politica da parte delle istituzioni e della Regione a sostegno delle forze, delle energie, a partire dalle donne, che si muovono in questa direzione.

Ci sono tanti problemi che sono stati sollevati da parte della maggioranza, della opposizione - lo diceva prima il consigliere Sergio dicendo che ha ritirato un emendamento - che meritano, non che meriterebbero, attenzione.

Nel momento in cui definiremo il nuovo bilancio di previsione bisognerà fare ogni sforzo, pur nella ristrettezza di risorse, per dare spazio ed attenzione a queste problematiche. Anzi qualcuna di queste problematiche, in presenza di una insufficienza o inadeguatezza di risorse nel bilancio, dovremo vedere come affrontarla attraverso l’utilizzazione delle risorse comunitarie. Dare una attenzione a queste problematiche che sono- non perché la condizione nella quale stiamo operando, la condizione di bilancio, e il passaggio dell’assestamento ci hanno imposto di non recepire -, per quanto ci riguarda, meritevoli di attenzione.

Allora mettiamo le cose al loro posto per evitare di utilizzare un passaggio come questo per alimentare strumentalismi e confusione.

Invece mi preme – ed è qui la seconda considerazione che vorrei fare perché sono stato sollecitato su questo da più interventi – fare una riflessione di ordine politico generale.

Credo che solo chi non ha memoria o ha memoria corta o si pone in modo strumentale, e per questo non credibile,perché anche i bambini di questa terra conoscono lo stato della Calabria, non riconosca la condizione grave di questa terra e quella che è la vicenda che si è sviluppata nel corso di tanti anni.

Non parlo degli ultimi 5 anni perché non vorrei che si alzasse il consigliere Tallini o qualche altro consigliere a colorirla. No, sto facendo un discorso più di fondo. Sulla vicenda che via via ha determinato una involuzione nella vita di questa Regione per cui si è appesantito il carattere gestionale della Regione, non si è stati capaci di utilizzare pienamente anche le risorse disponibili della Unione europea e non parlo solo dell’ultimo programma 2007-2013.

Si è determinata una condizione di aggravamento sociale da una parte e dall’altra. Una inadeguatezza crescente della risposta rispetto a questa situazione che si è aggrovigliata.

In tutto questo, intorno alla involuzione di questa vicenda, si è via via costruita la trama – non ne parlo in termini demoniaci – in termini sociali e di interessi politici.

Perché se noi riflettiamo per un attimo su quella che è stata l’evoluzione o la involuzione di tutto il reticolo degli enti sub-regionali, delle società in house ed in parte, per un determinato periodo, anche della sanità ci rendiamo conto di come questo reticolo si è infittito fino al punto da diventare un elemento di asfissia.

Questa è la vicenda che abbiamo alle spalle ed in tutto questo c’è stata una deviazione del percorso della politica, di settori larghi della politica e una piegatura, a mio parere, anche qui involutiva, della burocrazia, della struttura burocratica. Questo è il quadro e lo dico con poche riflessioni. Rispetto a questo grumo di problemi è necessario attivare un processo di radicale cambiamento, ma questo non perché c’è una parte che deve agitare il cambiamento e l’altra parte che deve conservare questo grumo.

Oggettivamente ritengo che la Calabria abbia esigenza di aprire un’altra stagione, un altro corso perché se non facciamo questo non avremo futuro come Calabria, come Regione, come terra. Non avremo futuro perché le risorse si sono assottigliate, non c’è più la stagione del deficit spending o la stagione dei trasferimenti da Roma verso i territori.

Da una parte le risorse si sono assottigliate e dall’altra quella macchina è diventata una specie di mostro mangiasoldi distruttore di risorse.

Questo è il punto. Il problema che abbiamo davanti è quello di vedere come porre mano ad un processo di cambiamento nel senso di un riordino radicale della macchina pubblica che sia capace di rompere questo involucro, di liberare risorse per spostarle. Risorse che sono insufficienti ma ci sono e sono disponibili a partire da quelle delle Unione europea ed è necessario spostarle in direzione della crescita, dello sviluppo e della creazione di opportunità di lavoro, di riorganizzazione dei servizi.

Allora se questo è, su questo dobbiamo confrontarci e dobbiamo farlo stando con i piedi per terra e non a seconda delle giornate e degli umori che abbiamo quando ci alziamo la mattina, a seconda se è mercoledì o giovedì ed esprimere atteggiamenti schizofrenici.

Per esempio vi devo dire che parte delle riflessioni che ha fatto oggi il consigliere Guccione le condivido, ma vorrei che il consigliere Guccione quelle riflessioni le avesse come bussola,perché potrebbe dare un grande contributo se le mantenesse come bussola.

Ha ragione quando dice che c’è una montagna di debiti. Guardate il prossimo provvedimento da esaminare è quello che riguarda il differimento dei termini per la liquidazione o l’accorpamento di enti regionali, per come previsto da vigenti disposizioni di legge. Tale differimento dei termini – anche questo sa il consigliere Guccione – non lo facciamo perché vogliamo ripercorrere vecchie esperienze, quelle che dal 2007 hanno portato al 2013 per capirci. Intanto il termine – ricordate - in questo Consiglio regionale è stato fissato al 31 di luglio 2015 per la conclusione dei procedimenti liquidatori perché proposto da me personalmente.

Perché ricordo questo? Proposto da me perché ci fosse una scadenza, un punto di chiusura della esperienza dei liquidatori.

Però qual è la novità? Aver posto quella scadenza ha accelerato la definizione delle relazioni sullo stato di ogni ente in liquidazione ed ha fatto emergere con puntualità quel che sapevamo ma sapevamo in modo sommario non puntuale.

Ha fatto emergere, per esempio, che all’Afor ci sono 236 milioni di euro di buco. Solo all’Afor.

Se poi facciamo l’elenco arriviamo alla cifra che diceva il consigliere Guccione. Se noi avessimo deciso di chiudere entro il 31 luglio le liquidazioni, poiché si tratta di enti a totale proprietà della Regione, il socio di questi enti è uno, siano società in house o enti strumentali, fondazioni e chi più ne ha più ne metta, avremmo preso questo buco e lo avremmo riportato a pié pari direttamente sul bilancio della Regione. Ma vi pare che noi possiamo prenderci il lusso di mandare la Regione in default? Questo è.

Dato che il buco c’è dobbiamo governare la situazione. Ci sono responsabilità di lungo periodo alle spalle di questo buco prodotto, però non è che dato che c’è il buco, riempiamo la Calabria di manifesti. C’è il buco chiudiamolo e riportiamolo sul bilancio della Regione con tutte le implicazioni che questo ha.

Signori su questo vi porteremo una relazione dettagliata ente per ente e società per società.

Allora il problema è di vedere come si avvia un processo di risanamento e nello stesso tempo di riordino. Una riforma radicale. Non ci possono stare più fondazioni con vario nome, persino all’estero siamo andati, abbiamo fatto la politica estera con le fondazioni.

Fondazione Calabria nel mondo, abbiamo fatto pure la politica estera con le fondazioni in questa Regione.

Bisogna chiudere e avere una idea perché c’è una strumentazione che è necessaria e, a nostro parere, a parte la difesa del suolo con Calabria Verde dobbiamo avere tre soggetti non 12.

Uno l’Agenzia per il lavoro, che si chiami Calabria Lavoro ma rivista e riformata; due la finanziaria regionale ricondotta alle sue funzioni e non contenitore di tutto e per tutto per capirci; e tre l’agenzia per lo sviluppo, come c’è in tutte le regioni anche del Mezzogiorno che hanno fatto esperienze positive per quanto riguarda la utilizzazione delle risorse comunitarie.

Agenzia come c’è in tutte le altre regioni, non è una cosa nuova ma la mutuiamo da tutte le altre regioni. Tutto il resto deve essere cancellato.

Con funzioni e con regole precise, e con obiettivi di riqualificazione dell’intervento pubblico a partire dalle risorse comunitarie 2014-2020. Di questo dovremo discuterne subito i primi giorni di gennaio.

Una grande opera di riforma e di riorganizzazione e naturalmente anche il ripensamento su alcuni enti che storicamente hanno avuto una funzione nella nostra Regione.

Penso che tutta la problematica della difesa del suolo, dell’assetto del territorio, della sistemazione idrogeologica ponga un problema di riflessione sugli strumenti,perché abbiamo avuto negli anni, dopo un periodo in cui la politica di sistemazione idraulica è stata fatta col vecchio intervento straordinario - parliamo chiaramente delle aste fluviali, della sistemazione dei versanti ecc… - una piegatura degli strumenti in altre direzione.

Azienda Calabria Verde è diventata strumento di giardinaggio e non di intervento per la sistemazione idrogeologica. Questa è la verità e non scopro niente.

Nel corso degli anni è stato fatto questo, Calabria Verde oggi Afor ieri. Il nuovo ente non ha fatto il salto di qualità che bisognava facesse e per il quale è stato immaginato e pensato, ma deve farlo questo salto di qualità. Anzi a proposito della richiesta di discussione vi chiedo, se volete,altrimenti la possiamo fare pure subito, di poterla fare con una relazione dettagliata,perché anche lì c’è un elemento distorsivo che deve essere oggetto di riflessione in questo Consiglio regionale.

Chi ha responsabilità se le assuma. Ho apprezzato che il consigliere Guccione abbia proposto di discuterne perché condivido e perché stiamo operando per ricostruire questa vicenda grave, in cui, chi ha responsabilità deve assumersele, a partire dal management e anche oltre il management di Azienda Calabria Verde.

A parte questo c’è un problema di riordino. Abbiamo bisogno di collocare queste risorse per un progetto di difesa di sistemazione idraulica.

Ci sono state le vicende di Rossano e di Corigliano questa estate e di recente quelle della locride. Cosa fanno emergere queste vicende? Voglio essere concreto. Cosa fanno emergere se non l’assenza totale di un intervento di manutenzione e di pulitura delle aste fluviali, di sistemazione degli argini? Azienda Calabria Verde non deve fare questo? Chi deve fare questo? Perché non l’ha fatto? E se siamo d’accordo che debba farlo, cosa bisogna fare per farglielo fare? Questo è il punto e naturalmente tutto questo deve essere accompagnato da un progetto più generale che utilizzi le risorse destinate alla difesa del suolo in direzione di una integrazione.

Cosa ho immaginato? Ho immaginato di dotare questo strumento dei mezzi necessari per poter far questo e in questa direzione dovevano andare i 30 milioni di euro. Non so se avevano progettato e bandito una gara rispondente a questo.

Non so perché sono arrivati al 30 novembre quando le rendicontazioni si devono fare al 31 dicembre. Queste sono risorse che abbiamo riprogrammato noi e non erano programmate dall’inizio e si sono perdute. Le abbiamo riprogrammate noi a fine agosto, a settembre per realizzare questi obiettivi.

C’è un problema di riordino e accanto a questo c’è il problema di rivalutare se possiamo mantenere anche la vecchia Esac, poi Arssa ecc., oggi Arsac. Non sono d’accordo, non sono convinto perché l’ente di sviluppo agricolo che ha avuto una funzione negli anni del dopoguerra e che ha avuto una funzione anche per quanto riguarda la ricerca con le aziende sperimentali ecc, ecc, oggi deve essere ripensato perché la ricerca deve essere fatta in rapporto diretto con l’azienda. Deve entrare in campo l’azienda perché anche in Calabria, come nel resto dell’Europa e del mondo, l’azienda si deve incontrare con la ricerca e quindi il patrimonio dell’Arsac la pone in termini interrogativi.

Perché non deve essere assunto in un ente articolato, sezione forestazione e difesa del suolo e sezione agro-alimentare e ricerca? Quindi si semplifica anche qui e si passa da una logica della strumentazione sub-regionale, società in house strumenti ecc., quindi da una logica di strutture per la distribuzione del potere ad una logica di strutture per lo sviluppo.

Si rovescia l’impianto.

Questo è un processo di cambiamento che non significa declinare in modo mediatico questa parolina magica del cambiamento ma intervenire nella organizzazione reale delle strutture pubbliche ed in funzione di una idea e di un progetto di sviluppo.

Cosa abbiamo fatto noi in questo anno? Ci siamo grattati la testa? No, abbiamo lavorato per andare in questa direzione. Tutte le società e gli enti sono commissariati.

Vorrei fosse alla vostra attenzione il fatto che non c’è un commissario esterno alla struttura pubblica della Regione, ovvero che è stata chiusa la cultura del comparaggio. Chiaro?

(Interruzione)

Consigliere ha fatto bene a ricordarlo, a Calabria Etica c’è un professionista che si richiedeva data la condizione grave, anche e soprattutto dal punto di vista delle implicazioni e del contenzioso civilistico che lì si è determinato. In presenza di una chiara e forte sollecitazione da parte di un dirigente della Regione, dottore Barbaro, che era stato da me lì nominato, a trovare un liquidatore con competenze specifiche, abbiamo fatto niente altro che chiedere ad un professore universitario in materia di diritto civile di assumere il ruolo di commissario liquidatore e liquidare Calabria Etica a riprova di questo percorso che stiamo seguendo.

Stiamo facendo le liquidazioni a costo zero per capirci e vi devo dire che oggi ho firmato il decreto di nomina dei nuovi rappresentanti della Regione in Fincalabra a costo zero. Vi dico che in altre realtà come è noto e come dovrebbero condividere tutti, nel momento in cui cambia l’amministrazione, dagli Stati Uniti d’America fino all’ultima Regione d’Italia, di solito i vertici amministrativi si presentano dalla nuova amministrazione con le dimissioni. Questo è.

Qui, invece, non avviene questo e si apre il contenzioso, anzi si annuncia l’apertura del contenzioso, perché mi rendo conto che c’è una pratica ed una cultura sedimentata che è molto robusta e, per metterla in discussione, non è che si va dalla sera alla mattina, però bisogna evidenziare queste cose e sapere che è così. Quindi in questa direzione stiamo andando, cioè verso il riordino.

Poi, naturalmente, ci sono i problemi di merito. Abbiamo pendenti al Consiglio regionale – l’ho detto stamattina alla riunione dei capigruppo con il Presidente del Consiglio – alcuni strumenti che vi chiediamo di portare, con i dovuti approfondimenti e confronti, all’esame e all’approvazione del Consiglio entro il 31 dicembre. Parlo del trasporto pubblico locale, delle linee-guida e del Piano dei rifiuti, che sarà immediatamente trasmesso, e di una serie di strumenti che sono di grande importanza per la vita della nostra regione.

Tutto questo deve essere accompagnato ad un processo di semplificazione delle procedure. Stiamo lavorando,attraverso un gruppo di lavoro che sta facendo una ricognizione di tutta la legislazione regionale ed anche comparata con i diversi dipartimenti, per un disegno di legge di semplificazione delle procedure, anche perché l’operatività dei programmi comunitari 2014-2020 lo impone, poiché – come sapete – ci sono anche delle condizionalità previste che sono legate a definizione di strumenti, senza e a prescinderedai quali non si possono utilizzare adeguatamente le risorse.

Così come per quanto riguarda la legge urbanistica: è stato annunciato qui – lo voglio riprendere – che stiamo lavorando ad un testo di riforma della legge urbanistica, per evitare che ci sia semplicemente la proroga dei termini, ma perché ci sia una riflessione sulle ragioni per cui – dopo quanti anni non ricordo adesso – solo venti Comuni hanno il Piano strutturale comunale in Calabria e circa 80 li hanno adottati. Ci sarà pure una ragione di carattere strutturale, legislativo, perché se su 409 Comuni solo 20 hanno approvato i nuovi strumenti urbanistici. Quindi stiamo lavorando in questo senso per rimuovere le difficoltà che sono alla base di questo dato e vi sarà trasmesso entro il 10 dicembre il nuovo testo della riforma, perché si possa discutere.

Infine – e non voglio qui ricordare una serie di cose, ma ringrazio chi le ha richiamate, molti di voi lo hanno fatto, non voglio farlo anch’io, voglio soffermarmi solo su considerazioni di ordine generale – la sanità. Voi conoscete bene la mia posizione sulla sanità, anzi colgo anche questa occasione per ribadire che chi riconduce la mia posizione, la mia valutazione sulla sanità, a un duello tra il presidente della Regione e il Commissario, fa male, perché vi posso assicurare che non c’è nulla di tutto questo. C’è una preoccupazione forte, invece, che cinque anni, non uno, di commissariamento, purtroppo, abbiano aggravato la condizione del sistema sanitario in Calabria.

Permettetemi di dirlo solennemente qui in questo Consiglio regionale: maledetto quel giorno che si è andati a Roma a chiedere il commissariamento della sanità!

Ci si era illusi che, andando a Roma a chiedere il commissariamento della sanità, ci potessero essere minori impacci nell’affrontare il problema sanità – in estrema buonafede, intendiamoci, non voglio qui caricare di significati diversi – ma ci si era illusi avendo l’investitura di commissario, si potesse bypassare il Consiglio regionale, la Giunta regionale, il confronto democratico e quindi affrontare i problemi più speditamente, senza valutare che tutto il commissariamento chiesto avrebbe comportato automaticamente una accensione di altri vincoli e di altri ingranaggi, ovvero quelli del blocco del turn-over, quelli che hanno ingessato la Calabria. Per cui noi abbiamo avuto, da una parte, questo e dall’altra un non governo della sanità.

Guardate – e non lo dico per buttare la croce, ma assolutamente, ve lo dico come valutazione e riflessione oggettiva, credetemi – se si chiude un ospedale – e se ne sono chiusi – e il personale di quell’ospedale che si chiude rimane lì e non c’è un progetto di riorganizzazione e di utilizzazione delle risorse, ma quale riqualificazione della sanità si realizza, cosa si realizza! Non si è realizzato nulla!

Vedo che, e voglio evitare la polemica perché non mi interessa, anche da parte di consiglieri giovani che non hanno responsabilità personale, ma che sono appartenenti alla casa madre che è andata a chiedere il commissariamento, ci si alza ogni volta d’ingegno “il presidente Oliverio”! Benissimo, fatelo pure, ma vorrei ricordarvi che c’è un peccato originale e che di questi cinque anni, quattro appartengono alla casa madre, non con commissari tecnici, ma commissari con funzioni dirette che hanno determinato questa situazione.

Se dico sciocchezze, alzate il ditino e mostratemi che è il contrario, perché il contrario non è, perché nel corso di questi cinque anni la curva della mobilità passiva, ovvero dei calabresi che sono stati costretti ad andare fuori della Calabria, è stata costantemente al rialzo, non c’è stato nessun ondeggiamento dal 2010 in avanti. Parlo del 2010, data del commissariamento, perché la curva dell’allungamento delle liste d’attesa è andata sempre più in avanti.

(Interruzione del consigliere Salerno)

Consigliere Salerno, mi faccia finire!

(Interruzione del consigliere Salerno)

Arrivo a questo, ancora non ho finito! Deve farmi finire il concetto! Quindi, praticamente, sto facendo questo ragionamento per dire che il commissario come istituzione ha fallito. Questi sono i dati, quindi non c’è un problema di persone, c’è un problema dell’istituto del commissario che ha fallito e, se volete, in questa Regione vi posso portare altri esempi di commissariamenti che hanno fallito, perché, per esempio – qui c’è il consigliere Gentile che mi può dare atto – per quanto riguarda tutta la partita dell’intervento per la sistemazione idrogeologica l’Accordo di Programma Quadro del 2010 per220 milioni di euro è stato un fallimento totale su 220 milioni di euro; al 31 dicembre passato, solo 18 milioni di euro erano stati cantierati, 18, non 18 per 10! Chiaro? Fallito!

Per non parlare dei rifiuti, per carità di Dio! Dal 1997 fino a due anni fa commissariamenti, 1 miliardo e 200 milioni di euro di risorse sono state macinate: fallimento totale!

Perché dico questo? Perché credo che noi dobbiamo riflettere su questo per mettere la situazione con i piedi per terra ed evitare di fare polemiche fini a se stesse, ma entrare nel merito delle questioni, e credo che bisogna lavorare per il superamento, ma nello stesso tempo, poiché il 31 dicembre scade il Programma operativo per quanto riguarda il Piano di rientro dal deficit sanitario, dobbiamo rinegoziarlo, perché con questo schema non si uscirà mai da questa condizione, perché se si è costretti ad operare in una gabbia di vincoli, con blocco delle assunzioni, ecc…, è chiaro che non si può migliorare. Allora bisogna rinegoziarlo, il che significa assunzione di responsabilità, che deve essere delle classi dirigenti locali, della Regione, a partire dal suo Presidente, e del Consiglio regionale. Questo è il problema.

Allora discuteremo della sanità – perché accolgo la proposta – avendo acquisito tutto il quadro, ma discuteremo. Vi sto preannunciando qual è il mio punto di vista, che non può essere confuso o ridotto al duello, alla scherma con il commissario Scura, che tra l’altro neanche conoscevo ed ho conosciuto in questi mesi; lo dico perché non avrei avuto motivi di fare la scherma con il commissario Scura dal punto di vista personale.

Allora, vi chiedo scusa se ho utilizzato la vostra pazienza, ma sono stato sollecitato dall’uso,da parte vostra, – giustamente, lo comprendo – dell’assestamento per considerazioni di ordine generale.

Credo che noi dobbiamo, proprio in questa sede che è il Consiglio regionale, che ritengo – e lo dico non in modo formale, ma lo dico con profonda convinzione – la sede naturale della discussione, del confronto e delle scelte fondamentali della vita di questa regione, proprio qui e da qui partire per costruire un nuovo corso nella vita della Calabria, per scrivere una nuova pagina per questa nostra terra, che deve essere una pagina al cui centro ci devono essere i bisogni reali della Calabria, i bisogni reali dal punto di vista sociale, dal punto di vista economico, dal punto di vista della sua possibile crescita e del suo territorio.

Credo che ci siano energie qui dentro, forze,al di là della collocazione politica, maggioranza, minoranza, che hanno i titoli, le qualità, la conoscenza, le competenze, l’esperienza, la freschezza, a seconda anche delle esperienze nuove o più consolidate, per dare un contributo in questa direzione. Insisto – e lo ripeto anche stasera – che questo non significa appiattimento o cancellazione dei diversi punti di vista e delle diverse collocazioni politiche ed espressioni politiche, ma significa elevare il ruolo delle istituzioni, fare di questa istituzione quella per la quale i calabresi ci hanno dato fiducia, la fiducia di essere qui a rappresentarli.

Se questo sapremo fare, renderemo un servizio alla nostra terra e renderemo un servizio anche al nostro ruolo. Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Passiamo all’esame del provvedimento. Comunico che c’è il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato)

All’articolo 5 sono stati presentati due emendamenti: uil primo è l’emendamento protocollo numero 53895 a firma del consigliere Mangialavori, che così recita:

“All’art. 5 del disegno di legge di Assestamento e Provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2015 n. 98/10, in osservanza dell’articolo 3 della menzionata legge 19/1995 dispone quanto segue: "Le somme destinate alla permanenza, funzionamento e attività dell'Istituto della Biblioteca calabrese, con sede in Soriano Calabro sono pari a complessivi € 75.000000 (settantacinquemila/00).

Tale importo andrà aggiunto alla Tabella C della legge citata in oggetto in ottemperanza alla legge regionale 19/1995, articolo 3.

L’importo potrà essere reperito mediante la sottrazione alla predetta Tabella C del medesimo importo riferito all'Istituzione dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'Agricoltura (Upb 2.2.04.03)."”

Consigliere Mangialavori, ha la parola per illustrarlo.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle Libertà)

Questo emendamento lo ripresento. Naturalmente tralascio le osservazioni fatte prima dal consigliere Bova, frutto di ignoranza, e per ignoranza intendo il fatto che ignora il valore di questa biblioteca, per questo tralascio, non entro nel merito delle sue dichiarazioni.

Questo è un emendamento al disegno di legge, faccio una breve illustrazione: la legge numero 19 del 1995 prescrive che la Regione Calabria, in applicazione degli articoli 3 e 56 dello Statuto, aderisce all’istituto delle Biblioteca calabrese con sede in Soriano Calabro, istituito dalla comunità montana dell’Alto Mesima, allo scopo di raccogliere, conservare e rendere fruibili i segni della cultura calabrese.

Tale biblioteca costituisce per la Calabria uno dei più importanti presìdi culturali, apprezzato ben oltre i confini regionali; vanta oltre 35 mila volumi, tutti dedicati e scritti da calabresi.

La permanenza di tale biblioteca, a mio modesto avviso, va assolutamente preservata, per questo propongo questo emendamento.

L’articolo 3 della citata legge ha previsto un contributo annuo da parte della Regione di 150 milioni delle vecchie lire. L’emendamento che propongo, quindi, all’articolo 5 del disegno di legge di assestamento, in occasione all’articolo 3 della menzionata legge, dispone quanto segue: “Le somme destinate alla permanenza, funzionamento e attività dell’istituto della biblioteca calabrese con sede in Soriano Calabro, sono pari a 75 mila euro complessivi.

Tale importo andrà aggiunto alla Tabella C della legge citata in oggetto, in ottemperanza alla legge regionale numero 19 del 1995.

L’importo potrà essere reperito mediante la sottrazione dalla Tabella C del medesimo importo, riferito all’istituzione dell’azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura”.

Concludo subito e mi rivolgo al collega Mirabello che dice: in futuro si farà, in futuro si farà. Per il futuro avete dichiarato in fase di approvazione di bilancio – mi riferisco a lei, consigliere Mirabello, e all’allora assessore, che non vedo, Ciconte. Avete preso impegni solenni durante quella votazione, tant’è che avete convocato il Presidente della biblioteca in Commissione, l’avete ascoltato e in quella circostanza avete preso degli impegni ben precisi e cioè che in fase di assestamento avreste trovato i fondi.

Bene, quella promessa è una briciola, non è nulla, non è assolutamente nulla, però è il segno della serietà di questa maggioranza, quindi mi auguro che vogliate accogliere l’emendamento, si parla veramente di una sciocchezza che può mantenere in vita un polo culturale di eccellenza per la Calabria.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Parere della Giunta?

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Per i motivi espressi con chiarezza dal Presidente, pur consapevoli dell’importanza dell'istituto della biblioteca calabrese, la Giunta esprime parere negativo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 53895.

(E’ respinto)

Il secondo emendamento all’articolo 5 è il protocollo numero 53896, a firma del consigliere Mangialavori, che così recita: “All'art. 5 del disegno di legge di assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2015 numero 98/10, in osservanza dell'articolo 1 della menzionata legge numero 44/2002, dispone quanto segue: "Le somme destinate alle attività dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Calabria, sono pari a complessivi € 250.000,00 mila (duecentocinquantamila/00), anziché 200 mila.

Tale importo andrà aggiunto alla Tabella C della legge citata in oggetto in ottemperanza alla legge regionale numero 44/2002 (U.P.P. U006.002.001.007 Cap U6201070501).

L’importo potrà essere reperito mediante la sottrazione alla predetta Tabella C del medesimo importo riferito all'Istituzione dell'Azienda regionale per 1o sviluppo dell'Agricoltura (Upb 2.2.04.03). "”

Consigliere Mangialavori, ha la parola per illustrarlo.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle Libertà)

Naturalmente mi rammarico per questa votazione, parole al vento: è un anno che le abbiamo pronunciate e stasera avete dimostrato questo! Lo ritiro, Presidente, perché mi sentirei umiliato a riproporre un altro emendamento e vedermelo bocciato. Penso sia assolutamente inutile questa farsa, questa discussione. Grazie.

PRESIDENTE

L’emendamento protocollo numero 53896 è, quindi, ritirato. Comunico che era stato presentato un emendamento a firma del consigliere Sergio, il protocollo numero 54203, presentato fuori termine, ma lo stesso consigliere Sergio aveva dichiarato di ritirarlo.

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato)

All’articolo 8 è stato presentato un emendamento, a firma del consigliere Esposito, che ha già dichiarato di ritirarlo.

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 9.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 10.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 11.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 12.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 13.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 14.

(E’ approvato)

Prima di passare alla votazione della legge nel suo complesso e ai relativi allegati, ricordo che il Collegio dei revisori dei conti ha espresso parere favorevole al provvedimento.

(Interruzione)

C’è una richiesta di dichiarazione di voto.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Stiamo votando il testo definitivo, giusto?

PRESIDENTE

Sì.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Intervengo per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, ha facoltà di intervenire, le ricordo che ha tre minuti a sua disposizione.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Anche meno! Intervengo per dire che i toni e i contenuti della relazione del presidente Oliverio non ci hanno convinto assolutamente della bontà del provvedimento. Ad un anno dalla decisione di chiudere alcuni enti in-house, apprendiamo che li terremo in vita e che ne creeremo qualche altro. I proclami fatti, per esempio, per il personale – lo dico al presidente Oliverio, per evidenziare la credibilità delle cose enunciate in Aula -: “I dirigenti saranno tutti interni” e poi, invece, sono stati fatti esterni! Ancora prima di fare le selezioni, i nomi si sapevano già!

Presidente, venire oggi, a distanza di un anno, e dire che l’unica cosa che faremo ancora è quella di chiudere gli enti portatori di dissesto e che siamo coperti da una montagna di debiti, è ammettere di avere fallito! Se avessi avuto qualche dubbio e se il consigliere Orlandino Greco mi stava – quasi - convincendo a votare a favore, oggi, dopo il suo intervento, dico che voto un no convinto a questo assestamento.

PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Pongo in votazione l’autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio autorizza)

Il dipartimento bilancio è autorizzato ad apportare le modifiche necessarie al PPA sull’assestamento, allegati tecnici compresi, non effettuate in sede di Commissione di bilancio a seguito degli emendamenti approvati e alle osservazioni dei Revisori dei conti. All’interno del coordinamento formale si provvederà anche a riallineare il bilancio pluriennale del Consiglio con il bilancio pluriennale della Giunta. Il Consiglio ne prende atto.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 92/10^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Determinazione delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 3, comma 7 del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e ss.mm. ed ii.”

PRESIDENTE

Passiamo al punto quattro dell’ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo numero 92/10^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Determinazione delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 3, comma 7 del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e ss.mm. ed ii.”

La parola al relatore del provvedimento, il consigliere Graziano.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle Libertà), relatore

Il Consiglio regionale è chiamato ad approvare, con la proposta di provvedimento amministrativo numero 92/10^, il piano di riparto del maggior disavanzo di amministrazione dell’esercizio 2014 del Consiglio regionale, scaturito dall’operazione di riaccertamento straordinario dei residui, effettuata ai sensi del comma 3, articolo 7, del decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118, e sue modifiche ed integrazioni “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, numero 42”.

Con deliberazione numero 54 del 26 novembre 2015, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, attenendosi a quanto prescritto dai commi 15 e 17 del decreto legislativo numero 118 del 2011 nonché dal decreto ministeriale del Ministero dell’economia e delle finanze del 2 aprile 2015, ha approvato le modalità di ripiano del maggior disavanzo, pari ad euro 2.477.364,29, prevedendo la seguente tempistica: imputazione nell’esercizio 2015 della somma di euro 150 mila, destinati al fondo per rischi di soccombenza spese legali, al 31 dicembre 2014; ripartizione della restante somma, pari ad euro 2.327.364,29, del risultato di amministrazione al 1° gennaio 2015 in anni trenta, da cui si genera una quota di accantonamento anno a valore costante pari ad euro 77.578,81, con la quale viene garantita la piena copertura del maggior disavanzo entro l’esercizio finanziario 2044.

Il Collegio dei revisori, con il verbale numero 77 del 2 dicembre 2015, ha espresso il proprio parere positivo al provvedimento di cui trattasi con raccomandazione.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, pongo in votazione il provvedimento, prendendo atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.

ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro Destra)

Vorrei chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno avente ad oggetto una richiesta di stato di calamità per il problema della cenere lavica che si è verificato stamattina.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta avanzata dal consigliere Arruzzolo.

(Il Consiglio approva)

(E’ inserito)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 93/10^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Variazione al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015-2017 ai sensi dell'art. 18, comma 1, del Regolamento interno di Amministrazione e Contabilità

PRESIDENTE

Procediamo con il punto cinque all’ordine del giorno: proposta di provvedimento amministrativo numero 93/10^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante – “Variazione al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015-2017 ai sensi dell'art. 18, comma 1, del Regolamento interno di Amministrazione e Contabilità”.

La parola al consigliere Graziano, relatore del provvedimento.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle Libertà), relatore

Il Consiglio regionale è chiamato ad approvare la proposta di provvedimento amministrativo numero 93/10^ inerente le variazioni al bilancio di previsione 2015-2018 del Consiglio regionale. In particolare, sono state apportate le modifiche necessarie all’iscrizione nella parte “spesa” del bilancio del Consiglio delle quote annuali del maggior disavanzo, così come indicato nel piano di riparto approvato in precedenza.

Inoltre, con tale atto i dati del bilancio del Consiglio regionale sono stati riallineati con quelli previsti nel bilancio della Regione per il funzionamento del Consiglio regionale.

Le somme iscritte nel Titolo 1 delle entrate e delle spese di bilancio di previsione del Consiglio regionale sono state così ridotte: da euro 59.200.00 ad euro 58.000.000. Tale riduzione delle previsioni di spesa del Consiglio regionale è scaturita da una riallocazione delle somme iscritte nella parte “uscita” del bilancio, resa possibile dai risparmi di spesa realizzati nel corso dell’esercizio 2015 e derivanti dall’approvazione del piano di riorganizzazione e razionalizzazione delle spese del personale, nonché del piano di riqualificazione della spesa corrente, redatti ai sensi del decreto legislativo 6 marzo 2014, numero 16, il cosiddetto decreto “Salva Roma”.

Il Collegio dei revisori, con il verbale numero 78 del 2 dicembre 2015, ha espresso il proprio parere positivo al provvedimento di cui trattasi con raccomandazione.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, pongo in votazione il provvedimento in esame.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Prendiamo atto che c’è anche il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei conti.

Proposta di legge numero 80/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, previsti da disposizioni di leggi regionali”. Integrata con deliberazione della Giunta regionale n. 473 del 24.11.2015

PRESIDENTE

Procediamo con il punto sei all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 80/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, previsti da disposizioni di leggi regionali”. Integrata con deliberazione della Giunta regionale n. 473 del 24.11.2015”.

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Antonio Viscomi.

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

In realtà, le parole del presidente Oliverio nell’intervento precedente rendono la ragione del disegno di legge proposto dalla Giunta sul differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, previste da disposizioni di leggi regionali.

Il Consiglio ricorderà sicuramente che la Giunta aveva deliberato alcuni mesi fa questo disegno di legge, che è stato sottoposto all’esame della competente Commissione consiliare che ha chiesto alla Giunta di fare alcune modifiche, disaggregando il termine finale sulla base delle diversità specifiche dei singoli enti.

Il disegno di legge oggi presentato raccoglie questo suggerimento della Commissione consiliare, pertanto reca nei suoi tre articoli norme diverse, in relazione alle diverse fattispecie considerate.

L’articolo 1 considera, ad esempio, la società Somes S.r.l. disciplinando alcune norme specifiche sul piano operativo di razionalizzazione della società, che è stato approvato con la deliberazione della Giunta regionale del 31 marzo 2015, numero 89, e prevede che il piano operativo sia attuato entro il 31 marzo 2016. Peraltro, credo di poter ricordare fin da subito che il 18 dicembre è prevista l’audizione della Corte dei conti proprio sulla società.

L’articolo 2 riguarda l’Afor e l’accorpamento della fondazione Field all’“Azienda Calabria Lavoro”. Per le ragioni già espresse, la Giunta chiede che la procedura di liquidazione dell’azienda forestale regionale, Afor, sia conclusa entro un anno dall’entrata in vigore della presente legge.

Mi permetto di ricordare che siamo riusciti a portare a compimento la procedura di liquidazione dell’Arssa che il consigliere Guccione ricordava essere partita nel 2007 senza impattare sul bilancio regionale, attraverso il meccanismo della gestione stralcio, inserita e incorporata nell’Afor.

Per l’Afor i problemi sono molto più significativi, per l’esistenza di un pregresso debito previdenziale, contributivo con cui fare i conti, per cui c’è bisogno di più tempo, anche per avviare un’interlocuzione con l’Inps ai fini della rateizzazione del debito medesimo.

Per quanto riguarda, invece, l’accorpamento della fondazione Field all’“Azienda Calabria Lavoro”, si prevede un termine di sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge.

L’articolo 3 riguarda le disposizioni relative all’affidamento degli incarichi di liquidatore e di commissario, confermando che gli incarichi sono affidati a dirigenti di ruolo della Giunta regionale, senza alcun onere aggiuntivo a carico del bilancio regionale.

L’articolo 4 riguarda le disposizioni in materia di conclusione delle procedure di liquidazione delle comunità montane, attraverso l’affidamento a commissari straordinari nominati nell’esercizio dei poteri sostitutivi e individuati pur sempre nell’ambito dei dirigenti di ruolo della Giunta regionale, prevedendo che le procedure di liquidazione devono essere concluse entro sei mesi dall’attribuzione dell’incarico di cui al medesimo comma.

La norma 5 reca la norma finanziaria e la norma 6 l’entrata in vigore con ragione d’urgenza, quindi il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale.

C’è, però, da segnalare che il Settore legislativo del Consiglio regionale richiede delle modifiche formali, non sostanziali, al testo del disegno di legge, che dovrebbero essere accolte e presentate attraverso specifici emendamenti, dei quali ora si sta parlando appunto con il dirigente dell’Ufficio medesimo.

PRESIDENTE

Possiamo, quindi, rinviare l’esame del punto all’ordine del giorno.

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Si, per dare al Settore legislativo il tempo di definire le modifiche.

PRESIDENTE

Procediamo, pertanto, con la discussione degli altri punti inseriti all’ordine del giorno.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Sto leggendo il parere del Settore legislativo, finalizzato ad evitare eventuali impugnazioni, che, ad un certo punto, dice: “Per gli stessi motivi, la disposizione de qua, oltre a contraddire espressamente le norme della legge di stabilità 2015 sopra indicate, risulterebbe in contrasto con i princìpi di coordinamento della finanza pubblica ivi richiamati, la cui fissazione è riservata alla competenza statale, ex articolo 117, comma 3, della Costituzione”.

 

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Guccione, questo è il parere sul vecchio disegno di legge.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Sì, però la cosa che chiedo è se è possibile differire l’esame della proposta di legge alla prossima seduta del Consiglio affinché si convochi la Commissione e si recepiscano i rilievi.

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Sì, questa è la soluzione migliore.

PRESIDENTE

Vicepresidente Viscomi, è possibile differirla alla prossima seduta?

VISCOMI Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Sì, anzi dico che è necessario, proprio in ragione delle osservazioni fatte.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta della Giunta regionale di rinviare la proposta di legge alla prossima seduta.

(Il Consiglio approva)

Il punto all’ordine del giorno è rinviato alla prossima seduta.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Presidente, vorrei proporre ai colleghi consiglieri il rinvio dei punti da 8 a 12 dell’ordine del giorno. Poi, ho un’altra proposta da fare.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta avanzata dal consigliere Romeo.

(Il Consiglio approva)

Sono, pertanto, rinviati i punti dall’8 al 12. Procediamo con l’ordine del giorno.

Dibattito sulla grave situazione in cui versa Calabria Verde a causa della perdita dei fondi comunitari e sugli altrettanto preoccupanti fatti che hanno investito la Protezione Civile ed il servizio antincendi in particolare

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

In merito alla richiesta posta opportunamente dal consigliere Guccione, ritengo che l’argomento debba essere discusso predisponendo una relazione ed un documento che consenta all’Aula ed ai consiglieri di conoscere attentamente lo stato dell’arte.

Quindi, chiedo che sia predisposta una relazione e, naturalmente, vi sarà la discussione alla prossima seduta utile del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Consigliere Guccione?

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Sono d’accordo che nella prossima seduta sia predisposta un’apposita relazione, mi auguro del Presidente della Giunta.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Sì, ci sarà la relazione dell’assessore competente.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

… sulla vicenda di Calabria Verde, per fare luce su questa vicenda ed aprire il dibattito.

PRESIDENTE

Pongo in votazione anche il rinvio del dibattito proposto dal consigliere Guccione.

(Il Consiglio approva)

Il dibattito è rinviato.

Mozione numero 48 “In merito agli impegni dell’Italia in vista della COP 21 sui cambiamenti climatici di Parigi”

PRESIDENTE

Passiamo al settimo punto all’ordine del giorno, la mozione numero 48, a firma del consigliere Nicola Irto: “In merito agli impegni dell’Italia in vista della COP 21 sui cambiamenti climatici di Parigi”.

Il consigliere Bova ha facoltà di illustrare la mozione.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Come tutti sappiamo, nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, è stata organizzata la XXI Conferenza delle parti in corso a Parigi sino all’11 dicembre 2015, con l’obiettivo di concludere un accordo vincolante universale sul clima, accettato da tutte le Nazioni, finalizzato alla riduzione delle emissioni dei gas serra, originato dal preoccupante fenomeno del surriscaldamento globale.

In previsione di tale incontro, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, riunitesi a Milano il 22 ottobre 2015, alla presenza anche del Presidente del Consiglio regionale della Calabria, ha fatto proprie le considerazioni espresse dal Wwf Italia in merito alla necessità di predisporre misure adeguate a fronteggiare i fenomeni naturali di cambiamento climatico e le ha estese in un apposito ordine del giorno contenente l’invito ai Consigli delle Regioni e delle Province autonome ad una condivisione in tal senso.

In particolare, detto documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative ha evidenziato come il cambiamento climatico in atto rappresenti una gravissima minaccia per il pianeta e per i suoi ecosistemi come li conosciamo ed un rischio esiziale per la stessa civilizzazione umana.

La concentrazione dei gas serra nell’atmosfera, in particolare quella del biossido di carbonio CO2, ha subìto un incremento vertiginoso negli ultimi vent’anni, raggiungendo le 400 parti per milione, un livello che non si verificava da almeno ottocentomila anni. Come ha scritto l’Ipcc, l’influenza umana sul sistema climatico è chiara e le recenti emissioni antropiche di gas effetto serra sono le più alte nella storia.

Alcuni impatti, poi del cambiamento climatico sono già visibili dall’aumento degli eventi estremi alla fusione dei ghiacciai.

Se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, questo provocherà ulteriore riscaldamento e impatti di lunga durata su tutti i componenti del sistema climatico, aumentando in tal modo la probabilità di effetti gravi, diffusi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi.

Limitare il cambiamento climatico richiede riduzioni forti e durature delle emissioni a gas a effetto serra: queste, insieme con urgenti strategie e misure di adattamento, possono limitare i rischi posti dal cambiamento climatico.

Gli attuali impegni di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra assunti volontariamente dai Paesi non tengono conto delle indicazioni della comunità scientifica sulle riduzioni necessarie per fare in modo che l'aumento medio della temperatura globale rispetto all'era preindustriale si mantenga ben al di sotto dei 2°C.

Molti enti scientifici e istituzioni internazionali dichiarano che, per affrontare il cambiamento climatico, occorre lasciare nel sottosuolo la maggior parte dei combustibili fossili ancora disponibili e ritengono, quindi necessario, accelerare la transizione verso un'economia low carbon, usando meno e meglio le risorse, energetiche e non, in modo da disaccoppiare il benessere dalle emissioni di CO2, dagli sprechi e da modelli di consumo insensato.

In tal senso, non c'è settore che non debba – e possa – adeguatamente contribuire a una drastica riduzione delle emissioni, dall'energia alla produzione industriale, dai servizi alla mobilità, dalla gestione del suolo e del territorio all'agricoltura.

Mai come oggi abbiamo a disposizione le conoscenze e le tecnologie per ridurre le emissioni di CO2 e per puntare alla completa decarbonizzazione anche prima della metà del secolo.

Le Regioni, nell'ambito dei propri poteri concorrenti in materia di energia e delle proprie competenze in materia di trasporti, di miglioramento della qualità dell'aria, di pianificazione del paesaggio e del territorio e delle loro iniziative di impulso allo sviluppo economico dei territori, possono e debbono svolgere un ruolo propulsivo nei confronti del Governo centrale e d'avanguardia rispetto alle tematiche relative alle scelte energetiche e al contrasto dei cambiamenti climatici.

È stata evidenziata la necessità di concretizzare la Strategia nazionale di adattamento al cambiamento climatico, anche attraverso la definizione di piani di azione regionali che prevedono un coordinamento con le azioni previste dalle Aree Metropolitane e dai Comuni, in particolare nelle aree urbane, più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Auspica che:

la Conferenza delle Parti degli Stati Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico, che si sta svolgendo a Parigi, vari un accordo globale efficace, legalmente vincolante ed equo, coerente con le indicazioni della Comunità Scientifica internazionale sugli scenari futuri, che indichi i percorsi amministrativi e normativi necessari e gli strumenti tecnici adeguati per rimanere al di sotto dei 2°C di riscaldamento globale;

in tal senso, tutti i Governi dei Paesi che partecipano al vertice di Parigi, a cominciare da quello italiano, accolgano la richiesta del Comitato delle Regioni europee, di ridurre entro il 2030 del 50 per cento, invece che solo del 40 per cento, le emissioni di gas che provocano l'effetto serra rispetto ai valori del 1990.

Tutto quanto premesso e considerato, impegna il Presidente della Giunta regionale:

ad inserire, nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in campo energetico e di miglioramento della qualità dell'aria, misure di riduzione progressiva delle emissioni di CO2, perseguendo l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a partire dallo stop agli impianti più inquinanti;

ad adottare nuove strategie integrate in campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulla circular economy, le energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica nell'edilizia pubblica e privata, la climatizzazione residenziale e del terziario, l'illuminazione pubblica efficiente;

a privilegiare la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti, promuovendo modalità di trasporto meno inquinanti, l'ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture esistenti, l'arresto del consumo e della conversione urbana del suolo e la rigenerazione urbana, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione, la rinaturalizzazione, la riforestazione del territorio, il recupero ecologico delle sponde e delle zone di esondazione naturale dei corsi d'acqua, la tutela della biodiversità attraverso le infrastrutture verdi e la riqualificazione ambientale delle aree libere, abbandonate o sottoutilizzate.

PRESIDENTE

Pongo in votazione il punto sette all’ordine del giorno, la mozione sui cambiamenti climatici di Parigi.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 50/10^ “Modifiche all'articolo 26 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 - Norme in materia di usi civici”

PRESIDENTE

Passiamo al punto all’ordine del giorno proposto dal consigliere Mirabello, la proposta di legge numero 50/10^: “Modifiche all'articolo 26 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 - Norme in materia di usi civici”.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Signor Presidente, si tratta di una proposta di legge, la 50/10^, che in realtà è una proposta modificativa dell’articolo 26 della legge regionale 21 agosto 2007, numero 18, in materia di usi civici.

In buona sostanza, la legge regionale 18 prevede che per gli usi civici siano individuate delle procedure semplificate per la liquidazione, la legittimazione e l’affrancazione degli immobili.

In particolare, con questo proposta di legge si rende possibile sanare i casi in cui il Comune, nella inconsapevolezza della presenza di usi civici, abbia assegnato diritti di superficie alle Aterp, alle cooperative o alle società per interventi per le fasce deboli, quindi interventi edificatori.

Attraverso la modifica dell’articolo 26, visto che la scadenza della proroga è al 31 dicembre del 2015, saniamo una questione che si è posta fino ad oggi e consentiamo l’utilizzo di questa procedura semplificata, liberando dagli usi civici questi immobili che, allo stato, soffrono di questo problema.

PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, si passa all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno numero 25 di iniziativa dei consiglieri Arruzzolo, Cannizzaro e D’Agostino “Sulla crisi della agrumicoltura in Calabria ed in particolare nella piana di Gioia Tauro/Rosarno a seguito dell’ennesima pioggia di cenere vulcanica”

PRESIDENTE

Si passa all’ultimo punto, un ordine del giorno dei consiglieri Arruzzolo, Cannizzaro e D’Agostino “Sulla crisi dell’agrumicoltura in Calabria ed in particolare nella piana di Gioia Tauro/Rosarno a seguito dell’ennesima pioggia di cenere vulcanica”, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

il comparto dell’Agricoltura in Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra vecchie e nuove problematiche, una fase difficilissima;

la riforma dell’OCM agrumi 2008 non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di politiche, mirate all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha manifestato nella sua interezza il vero punto debole della riforma e la genesi dell’attuale crisi;

alla continua perdita di competitività, causata dalla sleale concorrenza delle produzioni che invadono il mercato, provenienti dal Nord Africa e di altri paesi Europei, si aggiungono una serie di concause (climatiche e geopolitiche) che hanno portato la situazione a livelli tali, da mettere in crisi la capacità rigeneratrice delle produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione agrumicola regionale;

il comparto agrumicolo sta attraversando una profonda crisi, non solo a causa dell’embargo russo che, sottraendo una quota consistente di mercato alle produzioni spagnole, ha causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei, ma anche per i dannosi eventi climatici ed eruttivi, che si sono susseguiti nelle ultime annate, che saranno ricordate come gli anni neri degli agrumi. In particolare la campagna 2013-2014 è stata danneggiata dalla cenere lavica dell’Etna che ha determinato la perdita di almeno il 70% del prodotto, e quella del 2014-2015 è stata azzerata per mancata maturazione a causa delle condizioni climatiche avverse; infine, quella attuale 2015-2016 certamente verrà compromessa dall’ennesima pioggia di cenere vulcanica, verificatasi in data odierna, in quanto il prodotto è in maturazione,

impegna

il Presidente della Giunta regionale affinchè:

intervenga presso le Istituzioni Nazionali e il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per mettere in campo tutte quelle misure tese a frenare la dirompente crisi del settore agricolo per la provincia di Reggio Calabria ed in particolare nella Piana di Gioia Tauro/Rosarno;

richieda lo stato di calamità naturale per le motivazioni sopra esposte;

apra una trattativa con gli Istituti bancari per favorire l’accesso al credito agevolato agli imprenditori agricoli.”

ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro Destra)

Sì, Presidente, intervengo anche per riformulare l’oggetto che riguarda la crisi agrumicola in Calabria, in particolare della Piana di Gioia Tauro-Rosarno, in riferimento anche alla cenere lavica che oggi ha invaso la nostra provincia.

Quindi, conosciamo già la situazione drammatica dell’agricoltura in tutta la Calabria, in particolare nella nostra provincia e, a seguito delle annate che si sono verificate negli anni scorsi con il prodotto invenduto per tutta una serie di motivi, per l’embargo russo e per tutta una serie di eventi climatici, chiediamo che venga chiesto lo stato di calamità naturale, perché penso sia opportuno dare un segnale forte agli agricoltori calabresi.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione l’ordine del giorno del consigliere Arruzzolo.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Essendo esauriti i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.

La seduta termina alle 20,48

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Neri e Scalzo.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015/2017. (Deliberazione G.R. n. 483 del 24.11.2015)” (P.L. n. 98/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Primi interventi per favorire la costituzione della Città metropolitana di Reggio Calabria (Allegato alla deliberazione di Giunta regionale n. 403 del 13.10.2015 concernente <Approvazione accordo con la provincia di Reggio Calabria sul trasferimento delle funzioni ed approvazione del disegno di legge>”. (P.L. n. 99/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Modifica alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2015 e s.m.i. Procedure per la denuncia degli interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica. (Delibera G.R. n. 496 del 27.11.2015)” (P.L. n. 100/10^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Disposizioni relative alla costituzione di una società per azioni finalizzata all’esercizio dello scalo aeroportuale di Crotone. (Delibera G.R. n. 474 del 24.11.2015)” (P.L. 101/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Battaglia, Aieta, Bevacqua, D’Acri, Giudiceandrea, Sculco, Sergio – “Istituzione nei comuni di Colosimi (CS), Petilia Policastro/Pagliarelle (KR) e Motta San Giovanni (RC) del Museo del minatore” (P.L. n. 94/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Mangialavori – “Istituzione del Tropea Festival – Leggere & Scrivere” (P.L. n. 95/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Romeo, Giudiceandrea – “Istituzione del Comune di Villa Brutia mediante la fusione dei comuni di Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta” (P.L. n. 69/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Giudiceandrea – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi educativi alla prima infanzia)” (P.L. n. 97/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Norme per l’accoglienza, l’integrazione sociale, lavorativa e culturale degli immigrati in Calabria” (P.L. n. 102/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Regolazione dell’uso delle fonti rinnovabili per la produzione di energia” (P.L. n. 103/10^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Bilancio di previsione dell’Ardis esercizio finanziario 2015, finalizzato alla conclusione dell’attività di liquidazione ex art. 11 della L.R. 11 maggio 2007, n. 9. (Deliberazione G.R. n.  458 del 12.11.2015)” (P.P.A. n. 91/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Determinazione delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell’art. 3, comma 7 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e ss.mm.ii. (Deliberazione U.P. n. 54 del 26.11.2015)” (P.P.A. n. 92/10^)

“Variazione al bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015/2017 ai sensi dell’art. 18, comma 1, del Regolamento interno di amministrazione e contabilità. (Deliberazione U.P. n. 55 del 26.11.2015)” (P.P.A. n. 93/10^)

E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Giudiceandrea:

“Proposta di legge al Parlamento <Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale della cefalea primaria cronica come malattia sociale>” (P.P.A. n. 94/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazioni

La quarta Commissione consiliare, con nota n. 51922 del 19 novembre 2015, ha comunicato che nella seduta del 18 novembre 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 253 del 27 luglio 2015, recante: “Modifica al Regolamento regionale di attuazione della LR. 3 settembre 2012, n. 39, recante: «Istituzione della Struttura Tecnica di Valutazione VAS-VIA-AIA-VI.», pubblicata sul BUR n. 16 dell'1.9.2012, s.s. n. 2 dell'11.9.2012 e s.m.i. approvato con DGR n. 381/2013. Rettifica/integrazione e istituzione n. 2 Strutture Tecniche Straordinarie”. (Parere n. 10)

La quarta Commissione consiliare, con nota n. 52923 del 26 novembre 2015, ha comunicato che nella seduta del 25 novembre 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale numero 407 del 21 ottobre 2015, recante: "Approvazione aggiornamento delle linee guida per la rimodulazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria". (Parere n. 11)

Ritiro di interrogazioni da parte del proponente

Le interrogazioni numero 1/10^ dell'8 gennaio 2015; numero 5/10^ del 22 gennaio 2015; numero 18/10^ del 12 febbraio 2015 e numero 22/10^ del 24 febbraio 2015 sono state ritirate dal proponente.

Promulgazione di leggi regionali

In data 27 novembre 2015, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 83 del 27 novembre 2015:

Legge regionale 27 novembre 2015, n. 19, recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria)";

Legge regionale 27 novembre 2015, n. 20, recante: "Modifica ed integrazione della legge regionale 7 marzo 1995, n. 4 (Norme sulla classificazione degli esercizi ricettivi extralberghieri)";

Legge regionale 27 novembre 2015, n. 21, recante: "Disposizioni di adeguamento dell'ordinamento regionale al decreto legislativo n. 39/2013";

Legge regionale 27 novembre 2015, n. 22, recante: "Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive notificate all'amministrazione regionale e da acquisto di beni e servizi senza il preventivo impegno di spesa";

Legge regionale 27 novembre 2015, n. 23, recante: "Variazione al bilancio per l'esercizio finanziario 2015 ai sensi dell'articolo 23 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8";

Legge regionale 27 novembre 2015, n. 24, recante: "Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio regionale delle Autonomie locali)";

Legge regionale 27 novembre 2015, n. 25, recante: "Modifica dell'articolo 8 della legge regionale 3 febbraio 2012, n. 4 (Misure in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro nonché di efficienza e trasparenza dell'Amministrazione del Consiglio regionale)".

Trasmissione di deliberazione

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 473 del 24 novembre 2015, recante: "Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, previsti da disposizioni di leggi regionali", ad integrazione della deliberazione n. 341 del 17 settembre 2015 (Proposta di legge n. 80/10^)

Emanazione di regolamento regionale

In data 20 novembre 2015, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 80 del 23 novembre 2015:

Regolamento regionale n. 15 del 20 novembre 2015, concernente: "Modifica al Regolamento regionale di attuazione della L.R. 3 settembre 2012, n. 39, recante: "Istituzione della struttura tecnica di valutazione VAS-VIA-AIA-VI". Pubblicata sul BUR n. 16 dell'11.9.2012, S.S. n. 2 dell'11.9.2012 e s.m.i. approvato con DGR n. 381/2013".

Trasmissione di deliberazione deliberazioni di variazione al bilancio per l'esercizio finanziario 2015

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l'esercizio finanziario 2015:

Deliberazione Giunta regionale n. 454 del 12 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 455 del 12 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 456 del 12 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 457 del 12 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 460 del 12 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 475 del 24 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 476 del 24 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 477 del 24 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 482 del 24 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 492 del 24 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 493 del 24 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 494 del 24 novembre 2015

Deliberazione Giunta regionale n. 495 del 24 novembre 2015

Interrogazioni a risposta scritta

Morrone. All’assessore alle infrastrutture, lavori pubblici e mobilità. Per sapere – premesso che:

il sistema viario calabrese su gomma versa da tempo immemore in uno stato non compatibile con: canoni di percorribilità che possano lontanamente definirsi comparabili col resto del territorio nazionale;

è imminente l'arrivo della stagione invernale, e con essa avverse condizioni meteo tali da mettere in forte rischio il transito dell'utenza afferente il bacino stradale regionale già fortemente provato dagli ultimi fenomeni metereologici;

diversi e pericolosi sono ancora i percorsi sconsigliabili concernenti sia la sede autostradale che il sistema delle statali della Calabria come ad esempio risulta essere il tratto cosentino della Sa-Rc che si inoltra dallo svincolo di Rogliano a quello di Altilia-Grimaldi particolarmente funestato da sinistri stradali;

da notizie apparse sui mezzi di stampa riguardanti i lavori di ammodernamento e miglioramento della Sa-Rc ricadenti sul territorio calabrese nonché della Statale 106, e dunque dalle dichiarazioni rilasciate in merito sia dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio che dal presidente dell'Anas Gianni Vittorio Armani, gli interventi dovrebbero prevedere opere di semplice manutenzione e non invece, come suggerito dallo stato delle succitate arterie viarie e come d'altronde previsto originariamente, lavori strutturali ex novo che possano finalmente porre rimedio alle ataviche criticità presenti;

è contraria ad ogni ratio programmare interventi infrastrutturali a bassa intensità spalmati sull'intera tratta stradale e non intervenire invece su ben specifiche aree meritevoli di attenzioni e risorse -:

quali azioni intenda intraprendere la Giunta regionale per far sì che non venga revocato il progetto originario relativo all'ammodernamento ed al miglioramento della Sa-Rc, tratta calabrese, nonché della Statale 106, che prevedeva interventi di natura straordinaria e non un semplice, quanto inadeguato, "restyling" delle suddette arterie;

quali e quante risorse verranno in definitiva impegnate per far fronte alle emergenze viarie sopracitate e dì conseguenza tese alla salvaguardia della sicurezza dei cittadini calabresi nonché di quanti transitino sul territorio.

(110; 10.11.2015)

Arruzzolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 ("Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità"), prevede:

agli artt. 5 e 6, l'accorpamento dei consorzi provinciali per le aree di sviluppo industriale in un unico Consorzio regionale per lo sviluppo delle attività produttive, CORAP, con le medesime funzioni, risorse umane, finanziarie, strumentali e patrimoniali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali senza che sia esperita alcuna procedura di liquidazione dei consorzi;

all'articolo 17, comma3, lettera a), le attività del CORAP sono finanziati dalla Regione, come contributi ordinari;

la Giunta regionale, con D.P.R n. 31 del 19/03/2015, nominava il nuovo Commissario Straordinario dei Consorzi ASI e del CORAP e lo indicava ad eseguire, nei successivi sei mesi dalla notifica, la piena e completa esecuzione dei procedimenti civilistici ed amministrativi specificati e previsti nella L.R n. 24/2013 ed, in particolare, a proseguire il procedimento di accorpamento e ad eseguire le disposizioni e le funzioni attuative ed operative di cui all'art. 5, c. 4, della L.R. n. 24/2013 coerentemente con le vigenti disposizioni di cui alla L.R n. 38/2001;

la L.R. n. 11 del 27/04/2015, art. 2 comma 11, fissava il termine ultimo per la conclusione del processo di accorpamento dei Consorzi, al 31 luglio 2015;

la Giunta regionale, nella seduta dell'11 agosto 2015, invitava il Commissario straordinario a procedere, nel termine massimo di 10 giorni, all'adozione degli atti necessari affinché gli organi competenti delle ASI interessate potessero provvedere all'approvazione dei bilanci, al fine di poter conseguentemente addivenire alla piena operatività del CORAP e al definitivo accorpamento delle ASI;

la Giunta regionale, con deliberazione n. 341 del 17/09/2015, inviava al Consiglio regionale la Proposta di legge n. 80/10 per il differimento, di sei mesi dalla data in cui entrerà in vigore, di tutti gli adempimenti previsti dalla L.R. n. 24/2013 ed in particolare dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private;

per tutto quanto sopra esposto, allo stato attuale, sono presenti gravi criticità:

i termini sopra riportati sono stati ampiamente disattesi facendo slittare la definitiva conclusione del processo di accorpamento dei Consorzi;

la mancata corresponsione di diverse mensilità, oltre al mancato versamento dei relativi contributi previdenziali, a favore del personale dipendente ha creato una difficile e precaria situazione economica. In particolare i dipendenti del Consorzio ASI della Provincia di Reggio Calabria, vantano alla data odierna credito per n. 7 mensilità -:

quali siano i motivi del ritardo e se non si ritenga opportuno accelerare i relativi adempimenti per il definitivo accorpamento dei Consorzi ASI calabresi;

se sono state individuate, da parte del governo regionale, le risorse finanziarie necessarie, anche attraverso l'istituzione di un fondo rotativo, eventualmente da recuperare successivamente con l'entrata del CORAP, al fine di sanare i ritardi nell'erogazione delle retribuzioni spettanti al personale dipendente;

quali iniziative intende perseguire il Commissario Straordinario in merito al recupero dei crediti vantati dal Consorzio ASI di Reggio Calabria che consentirebbero il pagamento delle suddette mensilità arretrate.

(112; 30.11.2015)

Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al lavoro. Per sapere – premesso che:

nell'agosto del 2008, è stata approvata la legge regionale 28/2008 che prevedeva al comma 1 "Il Dipartimento regionale del Lavoro approva progetti di sviluppo di politiche attive del lavoro suscettibili di offrire impiego a lavoratori già dipendenti di Enti o altri organismi pubblici o pubblico- privati al cui capitale sociale partecipa direttamente la Regione Calabria, collocati nelle diverse forme di trattamento degli ammortizzatori sociali di cui alla legge 23 luglio 1991, n. 223 e successive modifiche ed integrazioni, compresi i trattamenti in deroga, ovvero dipendenti, alla data del 31 dicembre 2007, di imprese fornitrici di servizi in regime di esternalizzazione, resi in favore della Regione Calabria" nonché al successivo comma 2, secondo cpv che "…L'individuazione delle professionalità necessarie, da assumere anche con modelli negoziali flessibili, avviene previo l'esperimento di idonee procedure selettive". A tal fine, il Dipartimento Lavoro della Regione Calabria provvedeva ad indire una selezione del personale tramite manifestazione di interesse svoltasi il 28/29 dicembre 2008. Con decreto del Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro n. 23292/2009 veniva approvato l'elenco definitivo degli ammessi, impiegando i suddetti lavoratori in progetti di politiche attive per il lavoro, tramite gli enti strumentali della Regione Calabria (Azienda Calabria Lavoro - Fondazione Calabria Etica). Con delibera della Giunta regionale del 10 maggio 2013, n. 160, i lavoratori delle leggi regionali 28/2008 e 8/2010, venivano inclusi nel c.d. "Bacino di precariato consolidato" della Regione Calabria. Con legge regionale n. 1/2014, recante "Indirizzi volti a favorire il superamento del precariato di cui al D.L. 31 agosto 2013, n. 101 convertito in legge 30 ottobre 2013, n. 125", veniva previsto all'art. 1, comma 5 "Al fine di ridurre il numero dei lavoratori impegnati in attività socialmente e di pubblica utilità, di cui alle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010, destinatari di misure di sostegno al reddito a valere sul bilancio dello Stato e delle Regioni, gli Enti locali possono prorogare i contratti e l'utilizzo di tali lavoratori fino al 31 dicembre 2016 per favorire l'assunzione a tempo indeterminato, anche con contratto di lavoro a tempo parziale". Il 28 febbraio 2014 i lavoratori di cui alle leggi 28/2008 e 8/2010, sottoscrivevano un contratto a tempo determinato con Azienda Calabria Lavoro fino al 31/12/2016. Attualmente gli indirizzi normativi nazionali intendono più in generale promuovere un significativo progetto di stabilizzazione del precariato nei vari settori della Pubblica Amministrazione, tanto nell'ottica della razionalizzazione delle strutture burocratico-amministrative, quanto nella prospettiva di un tentativo di miglioramento delle condizioni contrattuali di lavoratori assunti con contratti privi di stabilità;

è interesse della Regione Calabria, dare seguito alle procedure di stabilizzazione del personale precario presente in regione e non solo, nonché utilizzare tutte le opportunità fornite dalle norme contrattuali e legislative al fine di promuovere e realizzare un processo di stabilizzazione di tutte le tipologie di lavoro precario, anche nella prospettiva di un miglioramento dei servizi e della razionalizzazione dei costi, e procedere a normalizzare i rapporti lavorativi all'interno dell'ente regione, procedendo all'assunzione a tempo indeterminato anche con contratti di tipo part-time -:

le determinazioni che intendono assumere in merito alla reinternalizzazione dei servizi affidati ad Azienda Calabria Lavoro al fine di procedere all’assunzione diretta con la Regione Calabria dei lavoratori precari alle medesime condizioni contrattuali.

(113; 03.12.2015)

Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

con Decreto del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria n. 88 del 21 agosto 2015, avente ad oggetto "Annullamento del Decreto del Presidente della Giunta Regionale nella qualità di Commissario ad acta n. 29 del 7 marzo 2013. Presa d'atto dell'intervenuto esaurimento dell'efficacia del Decreto del Presidente nella qualità di Commissario ad acta n. 151 del 19 dicembre 2013. Individuazione del regime applicabile ai procedimenti pendenti", è stato stabilito che "a tutte le strutture che hanno presentato direttamente domanda di autorizzazione all'esercizio, sulla scorta del citato Decreto del Presidente della Giunta Regionale nella qualità di Commissario ad acta n. 29 del 7 marzo 2013, in carenza di valida ed idonea autorizzazione alla realizzazione, sia assegnato un termine di 30 giorni, dalla notifica del presente provvedimento a mezzo Pec, per presentare istanza di autorizzazione alla realizzazione al Comune territorialmente competente, con le modalità previste dalla vigente legislazione nazionale e regionale e trasmettere con la massima sollecitudine una copia dell'istanza al Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria";

con la circolare n. 2/2015/DG "Rilascio delle autorizzazioni sanitarie alla realizzazione da parte dei Comuni e valutazione della compatibilità con la programmazione regionale ai sensi dell'art. 8-ter del D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i. - Successive richieste di autorizzazione all'esercizio. Indicazioni operative", sono state dettate specifiche disposizioni in merito;

il rilascio dell'autorizzazione al funzionamento non grava sulla spesa sanitaria regionale;

la libertà dell'iniziativa economica privata e la tutela della Salute sono principi costituzionalmente tutelati;

il potenziamento dell'offerta sanitaria potrebbe contribuire a diminuire la mobilità passiva -:

lo stato attuale dell'iter amministrativo di cui sopra e i tempi di istruttoria del procedimento di valutazione della compatibilità con la programmazione regionale.

(114; 03.12.2015)

Interrogazione a risposta orale

Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il laboratorio analisi presente in Amantea copre un comprensorio di 9 Comuni (Amantea, Aiello Calabro, Cleto, Serra d'Aiello, Lago, San Pietro in Amantea, Belmonte Calabro, Longobardi, Fiumefreddo Bruzio), per una popolazione di circa 30.000 abitanti, oltre a un'utenza proveniente dai Comuni catanzaresi limitrofi di Falerna, Nocera Terinese, Gizzeria e San Mango d'Aquino:

prestazioni effettuate nell'anno 2013: circa 205.000

prestazioni effettuate nell'anno 2014: circa 220.000

sino al 2011, il laboratorio poteva contare su un personale di 5 tecnici di laboratorio, unitamente a 5 unità fra medici e biologi;

alla data odierna, la dotazione effettiva può contare soltanto su 1 medico e 1 biologo, oltre a 2 tecnici che, a rotazione, prestano servizio presso il centro trasfusionale dell'ospedale di Paola;

il personale tecnico in servizio effettivo risulta, pertanto, ridotto a sole 3 unità;

sino ad agosto 2013, presso il laboratorio di analisi, venivano, inoltre, seguiti circa 300 pazienti in terapia anticoagulante (con conseguente controllo del INR quale esame di laboratorio ricorrente): dopo il decesso del medico responsabile di tale servizio, la dirigenza non previsto alcuna sostituto, costringendo di fatto l'utenza (principalmente anziani cardiopatici) a rivolgersi al Centro Trasfusionale del presidio ospedaliero "San Francesco" di Paola, distante oltre 25 Km da Amantea -:

quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva soluzione all'evidente disagio posto a carico di un'utenza numericamente importante e latrice di patologie necessitanti di quotidiana assistenza in loco.

(111; 23.11.2015)

Mozioni

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

ai sensi degli art. 1 e 2 del D.Lgs. n. 139 dell'8 marzo del 2006: "Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, di seguito denominato: "Corpo Nazionale" è una struttura dello Stato ad ordinamento civile, incardinata nel ministero dell'Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, di seguito denominato: "Dipartimento" - per mezzo della quale il ministero dell'Interno assicura, anche per la difesa civile, il servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale, nonché lo svolgimento delle altre attività assegnate al Corpo nazionale dalle leggi e dai regolamenti, secondo quanto previsto nel presente decreto legislativo";

il Corpo nazionale è componente fondamentale del servizio di Protezione civile ai sensi dell'articolo 11 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;

in data 30 marzo 2015 il Consiglio regionale della Calabria ha approvato, all'unanimità, una mozione presentata dal sottoscritto, avente ad oggetto: "Istituzione di un Tavolo tecnico presso il Governo finalizzato ad affrontare la questione dei Vigili del fuoco discontinui";

in data 10 novembre 2015 i rappresentanti della Confederazione Regionale dell'Unione Sindacale di Base del comparto Vigili del Fuoco, in seguito ad uno sciopero dei lavoratori precari VVF, hanno presentato un documento alla Regione Calabria, prot. n. 334168, in cui sono state indicate le problematiche dei Vigili del Fuoco e le soluzioni da apportare con un impegno tempestivo della stessa Regione Calabria;

il Corpo dei Vigili del Fuoco da anni è sottoposto a considerevoli tagli e nelle ultime settimane è stato anche avviato lo smantellamento del suo servizio tecnico;

i Vigili del Fuoco cosiddetti "discontinui", in realtà, sono una risorsa fondamentale in quanto vengono utilizzati giornalmente per sopprimere alla carenza di organico del CNVVF. Tale risorsa sarà cancellata dal gennaio 2016 mediante un generalizzato licenziamento del personale discontinuo;

il riordino del CNVVF prevede la chiusura del Comando di Vibo Valentia e di distaccamenti permanenti su tutto il territorio calabrese. Ciò, però, rischia di non ottemperare agli standard europei del soccorso del Corpo; soprattutto alla normativa denominata "l'Italia in 20 minuti" approvata dal ministero dell'Interno e dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco;

lo standard europeo, d'altronde, prevede 60.000 Vigili del Fuoco permanenti, mentre la realtà attuale è che vi sono un totale di 28.000 Vigili del Fuoco permanenti;

quotidianamente gli organici sono ridotti considerevolmente, in tutte le province calabresi. La popolazione totale della Calabria è di 1.976.631 abitanti con 880 vigili del fuoco terrestri in servizio in tutta la regione, quindi con una media, a pieno organico, di 1 vigile del fuoco ogni 2.300 persone.

Suddivisione per province:

Catanzaro: 363.707 abitanti con 180 pompieri (escluso quello in servizio presso l'aeroporto), con una media soccorritore/cittadino di 1 ogni 2.200 abitanti (lo standard europeo è 1/1000). Però, in ragione dei turni, delle ferie e delle malattie, per tutta la provincia di Catanzaro, ogni giorno ci sono 45 vigili, con un rapporto reale di 1 VF ogni 8.080 cittadini;

Cosenza: 717.535 abitanti a fronte di 248 pompieri; in servizio reale quotidiano, ci sono 62 VF, con una media di 1 VF ogni 11.800 abitanti;

Crotone: 174.328 abitanti a fronte di 100 pompieri (escluso aeroporto); presenti ogni turno, 25 VF, con una media di 1 VF ogni 7.000 abitanti;

Reggio Calabria: 557.993 abitanti a fronte dì 340 pompieri (escluso aeroporto); presenti in servizio ogni giorno 85 VF, con una media di 1 VF ogni 6.600 abitanti;

Vibo Valentia: 163.068 abitanti a fronte di 112 pompieri; presenti in servizio quotidiano 28 VF, con una media di 1 vigile ogni 5.821 abitanti;

questo, nella prassi, ad esempio, comporta che nella provincia di Cosenza, gli abitanti dei 155 Comuni, possono contare soltanto su 62 vigili del Fuoco per ogni turno;

il rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni dell'Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), indica poi, che in Calabria il rischio individuale per frane, allagamenti, inondazioni e sisma, espresso nelle percentuali di mortalità è tra i più elevati di tutto il nostro Paese.

Tutto ciò premesso, considerato e rilevato,

impegna

il Presidente e la Giunta regionale della Calabria

ad intraprendere appropriata iniziativa politica e istituzionale, presso il Governo nazionale affinché siano conseguiti i seguenti obiettivi:

un adeguamento degli organici in base agli standard europei 1/1000, evidenziando l'insufficiente presenza sul territorio calabrese di squadre di Vigili del Fuoco;

il potenziamento delle squadre operative VVF con l'assunzione di tutto il personale precario dei Vigili del Fuoco (discontinui), attraverso una procedura di stabilizzazione, per rientrare negli standard europei riguardanti il servizio tecnico urgente;

la revoca del procedimento di Riordino in merito alla chiusura del Comando Provinciale di Vibo Valentia e di tutti i distaccamenti calabresi dei VVF.

(47; 23.11.2015) Mangialavori

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che

nell'ambito della Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è stata organizzata la XXI Conferenza delle Parti (COP 21), in corso a Parigi sino all'11 dicembre 2015, con l'obiettivo di concludere un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni, finalizzato alla riduzione delle emissioni dei gas serra, originate dal preoccupante fenomeno del surriscaldamento globale;

in previsione di tale incontro, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome riunitasi a Milano il 22 ottobre 2015, presente anche il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, ha fatto proprie le considerazioni espresse dal WWF Italia in merito alle necessità di predisporre misure adeguate a fronteggiare i fenomeni naturali di cambiamento climatico e le ha estese in un apposito ordine del giorno contenente l'invito ai Consigli delle Regioni e delle Province autonome ad una condivisione in tal senso;

in particolare, detto documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali, ha evidenziato come:

a) il cambiamento climatico in atto rappresenta una gravissima minaccia per il Pianeta e per i suoi ecosistemi come li conosciamo, e un rischio esiziale per la stessa civilizzazione umana. La concentrazione dei gas serra nell'atmosfera, e in particolare quella del biossido di carbonio (CO2) ha subito un incremento vertiginoso negli ultimi 200 anni, raggiungendo le 400 parti per milione, un livello che non si verificava da almeno 800 mila anni. Come ha scritto l'IPCC, il Panel Intergovernativo dell'ONU sul Cambiamento Climatico, "l'influenza umana sul sistema climatico è chiara, e le recenti emissioni antropiche di gas a effetto serra sono le più alte nella storia";

b) alcuni impatti del cambiamento climatico sono già visibili, dall'aumento degli eventi estremi alla fusione dei ghiacciai. Se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, questo provocherà ulteriore riscaldamento e impatti di lunga durata su tutti i componenti del sistema climatico, aumentando la probabilità di effetti gravi, diffusi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi. Limitare il cambiamento climatico richiede riduzioni forti e durature delle emissioni a gas a effetto serra: queste, insieme con urgenti strategie e misure di adattamento, possono limitare i rischi posti dal cambiamento climatico;

c) gli attuali impegni di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra assunti volontariamente dai Paesi non tengono conto delle indicazioni della comunità scientifica sulle riduzioni necessarie per fare in modo che l'aumento medio della temperatura globale rispetto all'era preindustriale si mantenga ben al di sotto dei 2°C;

d) molti enti scientifici e istituzioni internazionali dichiarano che per affrontare il cambiamento climatico occorre lasciare nel sottosuolo la maggior parte dei combustibili fossili ancora disponibili e ritengono quindi necessario accelerare la transizione verso un'economia low carbon, usando meno e meglio le risorse, energetiche e non, in modo da disaccoppiare il benessere dalle emissioni di CO2, dagli sprechi e da modelli di consumo insensato. In tale senso, non c'è settore che non debba (e possa) adeguatamente contribuire a una drastica riduzione delle emissioni, dall'energia alla produzione industriale, dai servizi alla mobilità, dalla gestione del suolo e del territorio all'agricoltura;

e) mai come oggi abbiamo a disposizione le conoscenze e le tecnologie per ridurre le emissioni di CO2 e per puntare alla completa decarbonizzazione anche prima della metà del secolo;

f) la situazione di tensione, l'instabilità e l'aumento dei competitor a livello internazionale consigliano di ridurre la dipendenza energetica e delle risorse dall'estero, in modo da avere una maggiore sicurezza energetica e sfruttare al meglio le risorse disponibili, con notevole beneficio anche per la bilancia dei pagamenti;

g) le Regioni, nell'ambito dei propri poteri concorrenti in materia di energia e delle proprie competenze in materia di trasporti, di miglioramento della qualità dell'aria, di pianificazione del paesaggio e del territorio e delle loro iniziative di impulso allo sviluppo economico dei territori possono e debbono svolgere un ruolo propulsivo nei confronti del Governo centrale e d'avanguardia rispetto alle tematiche relative alle scelte energetiche e al contrasto dei cambiamenti climatici;

h) la necessità di concretizzare la Strategia nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico, anche attraverso la definizione di piani di azione regionali che prevedono un coordinamento con le azioni previste dalle Aree Metropolitane e dai Comuni in particolare nelle aree urbane, più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Auspica:

che la Conferenza delle Parti degli Stati Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico, COP 21, che si sta svolgendo a Parigi, vari un accordo globale efficace, legalmente vincolante ed equo (coerente con le indicazioni della Comunità Scientifica internazionale sugli scenari futuri) che indichi i percorsi amministrativi e normativi necessari e gli strumenti tecnici adeguati per rimanere al di sotto dei 2°C di riscaldamento globale;

che, in tal senso, tutti i Governi dei Paesi che partecipano al vertice di Parigi, a cominciare da quello italiano, accolgano la richiesta del Comitato delle Regioni europee, presentata in occasione del World Summit on Climate and Territories di Lione del primo luglio scorso, di ridurre entro il 2030 del 50%, invece che solo del 40%, le emissioni di gas che provocano l'effetto serra, rispetto ai valori del 1990;

tutto quanto premesso e considerato,

impegna

il Presidente e la Giunta regionale:

ad inserire nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in campo energetico e di miglioramento della qualità dell'aria, misure di riduzione progressiva delle emissioni di CO2, perseguendo l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a partire dallo stop agli impianti più inquinanti;

ad adottare nuove strategie integrate in campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulla circular economy, le energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica nell'edilizia pubblica e privata, la climatizzazione residenziale e del terziario, l'illuminazione pubblica efficiente;

a privilegiare la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti, promuovendo modalità di trasporto meno inquinanti, l'ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture esistenti, l'arresto del consumo e della conversione urbana del suolo e la rigenerazione urbana, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione, la rinaturalizzazione, la riforestazione del territorio, il recupero ecologico delle sponde e delle zone di esondazione naturale dei corsi d'acqua, la tutela della biodiversità attraverso le infrastrutture verdi e la riqualificazione ambientale delle aree libere, abbandonate o sottoutilizzate.

(48; 27.11.2015) Irto

Proposta di legge numero 59/10^, recante: “Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario 2014” (Del. n. 68)

Art 1

Approvazione del Rendiconto Generale

1. Il Rendiconto Generale - Conto Finanziario e Conto del Patrimonio - della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2014, è approvato con le risultanze esposte negli articoli seguenti.

Art. 2

Conto finanziario

1. Il Conto Finanziario della Regione Calabria per l'esercizio 2014, che forma parte integrante della presente legge, è approvato con le risultanze di cui agli articoli seguenti.

Art. 3

Entrate di competenza

1. Il totale delle entrate di competenza accertate nell’esercizio

finanziario 2014 è stabilito quale risulta dal Conto consuntivo

del bilancio in euro                                                                                                 6.400.911.946,41

delle quali riscosse e versate                                                                                 5.720.427.960,14

rimaste da riscuotere e versare                                                                                680.483.536,27

2. Il movimento di cassa in entrata (capitoli 6103102 e

6103104), per operazioni di tesoreria verificatesi nell’esercizio

finanziario 2014 è stabilito quale risulta dal conto consuntivo

del bilancio in euro                                                                                                    464.974.818,30

Art. 4

Spese di competenza

1. Il totale delle spese di competenza impegnate nell’esercizio

finanziario 2014 è stabilito quale risulta dal Conto consuntivo

del bilancio in euro                                                                                                 9.462.383.556,97

delle quali pagate                                                                                                   6.445.233.267,02

rimaste da pagare                                                                                                  3.017.150.289,95

2. Il movimento di cassa in entrata (capitoli 9103102 e

9103104), per operazioni di tesoreria verificatesi nell’esercizio

finanziario 2014 è stabilito quale risulta dal conto consuntivo

del bilancio in euro                                                                                                    470.269.489,03

Art. 5

Riepilogo entrate e spese di competenza

1. Il riepilogo generale dei risultati delle entrate e delle spese di competenza dell’esercizio finanziario 2014 risulta così definito:

TITOLO 1 – Entrate derivanti da tributi propri della Regione dal

gettito dei tributi erariali e quote di essi devoluti alla Regione                                 3.962.210.435,96

TITOLO 2 – Entrate derivanti da contributi e trasferimenti di parte

Corrente dello Stato, della Unione europea e di altri soggetti                                    778.406.256,89

TITOLO 3 – Entrate extra tributarie                                                                                         64.828.781,57

TITOLO 4 – Entrate derivanti da alienazioni di beni patrimoniali,

da trasformazione di capitale, da riscossione di crediti e da trasferimenti

in conto capitale                                                                                                          502.154.941,83

TITOLO 5 – Entrate derivanti da mutui, prestiti ed altre operazioni creditizie              11.512.500,00

TITOLO 6 – Entrate per contabilità speciali                                                                       1.081.798.580,16

                                                                                TOTALE                                   6.400.911.496,41

SPESE

Area di intervento 1 – Servizi Generali                                                                       281.051.664,50

Area di intervento 2 – Sviluppo economico                                                                           854.804.060,27

Area di intervento 3 – Uso e salvaguardia del territorio                                             801.181.896,71

Area di intervento 4 – Istruzione, formazione professionale e lavoro                        253.047.150,35

Area di intervento 5 – Attività culturali, sportive, ricreative e del culto                         59.653.571,41

Area di intervento 6 – Servizi della persona                                                                        6.121.953.915,40

Area di intervento 7 – Difesa civile e sicurezza                                                             8.892.718,17

Area di intervento 8 – Oneri non ripartibili                                                                                    0,00

Area di intervento 9 – Contabilità speciali                                                               1.081.798.580,16

                                                                                            TOTALE                       9.462.383.556,97

ENTRATE                                                                                                               6.400.911.496,41

SPESE                                                                                                                    9.462.383.556,97

Saldo della competenza dell’esercizio 2014                                                                       3.061.472.060,56

Art. 6

Residui attivi dell’esercizio 2014 e precedenti

1. I residui attivi alla chiusura dell’esercizio finanziario 2013

Risultavano determinati dal conto consuntivo del bilancio in euro                                     6.247.857.391,48

dei quali riscossi e versati nell’esercizio 2014                                                            851.022.074,77

eliminati per minore accertamento                                                                             813.727.199,75

riaccertati per maggiore accertamento                                                                                        0,00

rimasti da riscuotere                                                                                                            4.583.108.116,96

Art. 7

Residui passivi dell’esercizio 2014 e precedenti

1. I residui passivi alla chiusura dell’esercizio finanziario 2013 risultavano

determinati dal conto consuntivo del bilancio in euro                                              1.147.513.657,09

dei quali pagati nell’esercizio 2014                                                                             566.698.494,22

eliminati per economie                                                                                                 82.820.434,22

eliminati per perenzione                                                                                                                0,00

rimasti da pagare                                                                                                        497.994.728,65

Art. 8

Residui attivi alla chiusura dell’esercizio 2014

1. I residui attivi alla chiusura dell’esercizio finanziario 2014

Risultano stabiliti dal conto consuntivo del bilancio nelle seguenti somme:

Somme rimaste da riscuotere sulle entrate accertate per la competenza

propria dell’esercizio 2014 (art. 3)                                                                              680.483.536,27

Somme rimaste da riscuotere sui residui degli esercizi precedenti (art. 6)                        4.583.108.116,96

RESIDUI ATTIVI AL 31.12.2014                                                                             5.263.591.653,23

Art. 9

Residui passivi alla chiusura dell’esercizio 2014

1. I residui passivi alla chiusura dell’esercizio finanziario 2014 risultano

stabiliti dal conto consuntivo del bilancio nelle seguenti somme:

Somme rimaste da pagare sulle spese impegnate per la competenza

propria dell’esercizio 2014 (art. 4)                                                                           3.017.150.289,95

Somme rimaste da pagare sui residui degli esercizi precedenti (art. 7)                    797.994.728,65

RESIDUI PASSIVI AL 31.12.2014                                                                         3.515.145.018,60

Art. 10

Situazione di cassa

Il fondo di cassa dell’esercizio finanziario 2014 è determinato in euro 751.637.225,11 come risulta dai seguenti elementi:

Fondo cassa al 31.12.2013                                                                                     1.192.118.951,44

RISCOSSIONI

In conto competenza                                                                                                           5.720.427.960,14

In conto residui                                                                                                           851.022.074,74

                                                                                            TOTALE                       6.571.450.034,91

PAGAMENTI

In conto competenza                                                                                                          6.445.233.267,02

In conto residui                                                                                                           566.698.494,22                                                                                            TOTALE                       7.011.931.761,24

FONDO DI CASSA AL 31.12.2014                                                                                      751.637.225,11

Art. 11

Risultati della situazione finanziaria

Il saldo finanziario per l’esercizio 2014 è accertato in euro 2.500.083.859,74 come risulta dai seguenti elementi:

Fondo di cassa al 31.12.2014                                                                                     751.637.225,11

RESIDUI ATTIVI

da riscuotere per la competenza 2014                                                                       680.483.536,27

da riscuotere per gli anni precedenti                                                                       4.583.108.116,96

                                                                                                        TOTALE           5.263.951.653,23

RESIDUI PASSIVI

da pagare per la competenza 2014-2020                                                               3.017.150.289,95

da pagare per gli anni precedenti                                                                               497.994.728,65

                                                                                                       TOTALE           3.515.145.018,60

RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE AL 31.12.2014                                          2.500.083.859,74

2. AL fine della successiva applicazione del risultato di amministrazione, determinato nella misura indicata al punto 1 del presente articolo, è necessario tenere conto:

a) delle quote vincolate dello stesso, derivanti dalle economie su stanzia menti di spesa finanziati da assegnazioni con vincolo di destinazione, dalle reiscrizioni relative a economie su residui passivi della stessa natura per le obbligazioni già assunte dalla Regione in esercizi precedenti, nonché dalle somme accantonate a fronte di rischi futuri e a fronte dei residui in perenzione amministrativa, complessivamente pari a euro 2.532.460.703,29 alla data del 31.12.2014;

b) della rideterminazione, alla data dell'1 gennaio 2015, del predetto risultato di amministrazione e delle quote vincolate dello stesso a seguito del riaccertamento straordinario dei residui di cui all'articolo 3, comma 7, del D.lgs 118/2011;

c) ai sensi del decreto legge 13 novembre 2015, n. 179, dell'accantonamento al Fondo anticipazioni di liquidità per la sanità di cui all'articolo 3 del D.L.35/2013, pari a euro 87.881.483,41;

d) di tutte le ulteriori componenti vincolate e accantonate quantificate in fase di riaccertamento straordinario dei residui di cui all'articolo 3, comma 7, del D.lgs 118/2011.

Art. 12

(Conto patrimoniale)

1. E' approvato il Conto Generale del Patrimonio della Regione Calabria, per l'esercizio finanziario 2014, allegato alla presente legge.

2. La consistenza delle attività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 2014 risulta stabilita in euro 9.099.575.766,90.

3. La consistenza delle passività finanziarie e patrimoniali alla chiusura dell'esercizio finanziario 2014 risulta stabilita in euro 5.258.409.055,49

4. L'eccedenza delle attività sulle passività al 31 dicembre 2014 risulta di euro 3.841.166.711,41.

Art. 13

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di legge numero 98/10^, recante: “Assestamento e provvedimento generale di variazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per l'esercizio finanziario 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017” (Del. n. 69 )

Art. 1

(Residui attivi e passivi)

1. I dati presunti dei residui attivi e passivi riportati rispettivamente nello stato di previsione delle entrate e delle spese del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, approvato conia legge regionale 27 aprile 2015, n. 13 (Bilancio annuale di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015/2017) sono rideterminati in conformità ai corrispondenti dati definitivi risultanti dal rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2014, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 468 del 24 novembre 2015. Le differenze fra l'ammontare dei residui del rendiconto e l'ammontare dei residui presunti riportato nello stato di previsione del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, sono rappresentate nell'allegato A, colonna C, alla presente legge.

Art. 2

(Residui attivi e passivi dopo il riaccertamento straordinario dei residui)

1. I dati presunti dei residui attivi e passivi riportati rispettivamente nello stato di previsione delle entrate e delle spese del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, sono rideterminati e aggiornati in conformità ai corrispondenti dati risultanti dal riaccertamento straordinario dei residui approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 504 del 3 dicembre 2015. Le differenze fra l'ammontare dei residui rideterminati a seguito del riaccertamento straordinario e l'ammontare dei residui presunti riportato nello stato di previsione del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, sono rappresentate nell'allegato A, colonna E, alla presente legge.

Art. 3

(Saldo finanziario alla data del 10 gennaio 2015)

1. A seguito degli aggiornamenti di cui agli articoli 1 e 2, il saldo finanziario negativo alla chiusura dell'esercizio finanziario 2014 è pari ad euro 134.258.930,78. Tale saldo risulta dalla differenza tra il risultato di amministrazione all'1 gennaio 2015, dopo il riaccertamento straordinario dei residui, pari ad euro 1.548.387.850,57, e le quote vincolate reiscritte alla competenza 2015, pari a euro 1.390.580.292,43, e accantonate per euro 292.066.488,92, secondo la seguente ulteriore articolazione:

- euro 1.046.435.820,69 per la reiscrizione in bilancio delle economie di spesa dell'esercizio 2014 finanziate con fondi assegnati con vincolo di destinazione, così come indicato nell'Allegato 1, parte A;

- euro 277.060.486,10 per la copertura dei residui perenti così come indicato nell'Allegato 1, parte B;

- euro 344.144.471,74 per la copertura di spese finanziate con la quota di disponibilità residua, così come indicato nell'Allegato 1, parte C.

Art. 4

(Variazioni al Bilancio annuale)

1. Nello stato di previsione di competenza e di cassa delle UPB della parte entrata e della parte spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 2015, approvato con legge regionale n. 1312015, sono introdotte le variazioni di cui alle allegate tabelle "A" e “B”, seconda e terza colonna.

2. Le variazioni di competenza di cui al comma 1 comprendono le economie di stanziamento, nonché quelle derivanti dal riaccertamento di residui passivi ed in perenzione amministrativa, inerenti a stanziamenti di spesa finanziati da assegnazioni con vincolo di destinazione, che sono riprodotte nel bilancio 2015 attraverso l'allegato 1, parte A e C.

3. Le variazioni di cui al comma 2 non comprendono le variazioni al bilancio 2015 già effettuate ai sensi dell'articolo 42, comma 8, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e dell'articolo 15, comma 2, lettera c), della legge regionale n. 13/2015.

Art. 5

(Variazioni alle spese autorizzate con la legge di stabilità 2015)

1. Agli stanziamenti previsti con la tabella 8 di cui all'articolo 1 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 12 (Legge di stabilità regionale), sono apportate le variazioni di cui al prospetto 8 allegato alla presente legge.

2. Alle autorizzazioni di spesa disposte con la tabella C di cui all'articolo 2 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 12 (Legge di stabilità regionale), sono apportate le variazioni di cui al prospetto C allegato alla presente legge.

Art. 6

(Autorizzazione al ricorso all'indebitamento)

1. Ai sensi dell'articolo 26 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8, e dell'articolo 62 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, la Giunta regionale è autorizzata a ricorrere all'indebitamento, con oneri a carico del bilancio regionale, per la copertura della quota di cofinanziamento regionale dei Programmi per la Calabria 2014-2020, inerenti al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ed al Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).

2. Il finanziamento regionale di cui al precedente comma, per complessivi euro 282.987.775,00, è destinato al Programma Operativo Regionale FESR 2014-2020, per euro 152.987.775,00, ed al Programma di Sviluppo Rurale della Calabria 2014-2020, per euro 130.000.000,00, ed è iscritto nei pertinenti capitoli della spesa dei bilanci regionali in base ai rispettivi Piani finanziari approvati dalla Giunta regionale.

3. I mutui di cui al comma 1, per spese di investimento a carico del bilancio regionale, sono contratti ai sensi di quanto disposto dall'articolo 27, commi 3, 4 e 5, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 e compatibilmente con i limiti imposti dalla normativa vigente in materia di indebitamento.

Art. 7

(Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio di previsione

 ai sensi dell'art. 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)

1. Ai sensi dell'articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria, per il valore complessivo di euro 1.549.140,76, derivanti da sentenze esecutive n. 48/2015 del Tribunale di Palmi - Sezione Lavoro, nn. 616/2011 e 625/2011 del Tribunale di Castrovillari - Sezione Lavoro, nn. 671/2014 e 1661/2013 della Corte di Appello di Reggio Calabria - Sezione Lavoro, n. 4056/2005 del Consiglio di Stato, n. 497/2014 della Corte di Appello di Catanzaro - Sezione Lavoro, n. 658/2014 del TAR Calabria - Sezione staccata di Reggio Calabria, nn. 1362/2014 e 1363/2014 del TAR Calabria di Catanzaro, ordinanza del 12/12/2014 Tribunale di Catanzaro di cui alla sentenza n. 1648/2014 emessa dal Tribunale di Catanzaro, nn. 1707/13,2355/2014 e n. 117/12 del Tribunale di Catanzaro, n. 72/2015 - Tribunale Acque Pubbliche di Napoli, ordinanza di assegnazione del Tribunale Civile di Catanzaro - Sezione I procedura n. 1594/15 R.G. Esecuzioni Mobiliari, n.121/2012 del Tribunale Civile di Palmi - n. 207/13 del Giudice di Pace di Pizzo e n. 1280/2012 del Giudice di Pace di Gallina.

2. Ai sensi dell'articolo 73, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da acquisto di beni e servizi senza il preventivo impegno di spesa per il valore complessivo di euro 152.432,81 di cui ai Decreti dei Dirigenti della Regione Calabria n. 11575 del 27/1012015, n. 9424 del 10.9.2015, n. 3316 del 16.4.2015 e n. 5792 del 10.6.2015.

3. Alla copertura degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui al presente articolo si provvede mediante l'incremento per l'importo corrispondente di euro 1.701.573,57 del capitolo U8201043801 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015 (UPB U.008.002.001.004), recante "Fondo per debiti nei confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari derivanti da attività dell'amministrazione regionale (art. 11 della legge regionale 27 aprile 2015, n.13)".

4. La Giunta regionale è autorizzata ad istituire appositi capitoli di bilancio nonché a compiere tutti gli atti necessari all'attuazione di quanto previsto dai precedenti articoli.

Art. 8

(Nuove autorizzazioni di spesa)

1. AL fine di garantire la copertura del maggiore fabbisogno per le attività realizzate nell'anno 2014 da Azienda Calabria Verde nel settore della forestazione è autorizzata nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 19.000.000,00, di cui euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2015, euro 8.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 9.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.003.002.004.005 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

2. Al fine di garantire la copertura finanziaria dell'aumento dei canoni per annualità pregresse dell'operazione di leasing, con riscatto, di immobili di proprietà della Società COMALCA per la realizzazione della sede del settore della Protezione Civile regionale, disposta con deliberazione della Giunta regionale n. 429 del 7 luglio 2007, è autorizzata nell'esercizio finanziario 2015 la spesa di euro 253.030,91, con allocazione all'UBP U.007.001.001.001 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

3. Al fine di garantire la copertura degli oneri per il personale derivanti dall'applicazione delle disposizioni in materia di miglioramento dell'efficienza dei servizi per gli anni 2014 e 2015 è autorizzata nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 6.391.026,54, di cui euro 1.790.297,82 nell'esercizio finanziario 2015 ed euro 4.600.728,72 nell'esercizio finanziario 2016, con allocazione all'UPB U.001.002.001.001 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

4. Al fine di garantire il trasferimento ad Azienda Calabria Lavoro delle somme per l'annualità 2014 non impegnate sul bilancio regionale nell'esercizio finanziario 2014 e contabilizzate nelle economie del bilancio regionale, è autorizzata nell'esercizio finanziario 2015 la spesa di euro 500.000,00, con allocazione all'UBP U.004.003.002.003 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

5. Al fine di garantire la copertura finanziaria degli oneri pregressi derivanti dall'attività del Nucleo VIA-VAS-IPPC di cui al regolamento regionale n. 3 del 4 agosto 2008 e successive modifiche e integrazioni, è autorizzata nell'esercizio finanziario 2015 la spesa di euro 45.000,00, con allocazione all'UBP U.003.002.001.001 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

Art. 9

(Servizi socio-assistenziali)

1. Al fine di garantire la copertura finanziaria dei maggiori oneri derivanti dall'erogazione dei servizi socio-assistenziali da parte delle strutture sociali private finanziate direttamente dalla Regione per l'anno 2015, è autorizzata nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 6.000.000,00, di cui euro 3.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 3.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.006.002.001.002 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

2. Al fine di garantire la copertura finanziaria dei maggiori oneri derivanti dall'erogazione dei servizi socio-assistenziali da parte dei Comuni per l'anno 2015, è autorizzata nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 4.000.000,00, di cui euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.006.002.001.002 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

3. Al fine di garantire la copertura finanziaria dei debiti pregressi derivanti dalla erogazione dei servizi socio-assistenziali da parte delle strutture sociali private finanziate direttamente dalla Regione per l'anno 2014, è autorizzata nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 10.000.000,00, di cui euro 4.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2015, euro 3.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 3.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.006.002.001.002 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

4. Al fine di garantire la copertura 'finanziaria dei debiti pregressi derivanti dalla erogazione dei servizi socio-assistenziali da parte dei Comuni per l'anno 2014, è autorizzata nel bilancio pluriennale 2015-2017 la spesa complessiva di euro 4.000.000,00, di cui euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2016 ed euro 2.000.000,00 nell'esercizio finanziario 2017, con allocazione all'UPB U.006.002.001.002 dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.

5. Il Dipartimento competente è tenuto a procedere alla ricognizione in via straordinaria delle somme dovute e già liquidate, in via ordinaria o a seguito di procedura esecutiva, in favore delle strutture socio-assistenziali. In ogni caso, il Dipartimento competente, prima di procedere alla liquidazione e al pagamento delle somme richieste dalle strutture socio-assistenziali, è tenuto ad acquisire, da parte delle strutture medesime, apposita dichiarazione, da rendersi nei modi di legge, di non aver ceduto il credito ovvero di non aver proposto azione esecutiva per il medesimo credito.

Art. 10

(Disposizioni diverse)

1. Al fine di concorrere al ripianamento delle perdite relative all'anno 2014 della Società di Gestione per l'Aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S) S.p.A. accertate in sede di approvazione del relativo bilancio nell'assemblea del 6 agosto 2015, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2015 la spesa, in misura proporzionale alla partecipazione al capita1e sociale, di euro 270.925,50, con allocazione all'UPB U.002.003.001.006 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015-2017.

Art. 11

(Fondo perdite degli organismi partecipati)

1. Il fondo perdite degli organismi partecipati, di cui all'articolo 1, comma 550 e seguenti, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, iscritto all'UPB U.008.002.001.004 dello stato di previsione della spesa del bilancio d'esercizio 2015-2017, è incrementato dell'importo di euro 3.093.075,90.

Art. 12

(Fondo di parte corrente per oneri derivanti da contenziosi)

1. Per l'esercizio finanziario 2015, lo stanziamento del Fondo di parte corrente per oneri derivanti da contenziosi - capitolo 8201043701 - istituito ai sensi dell'allegato 4/2, paragrafo 5.2, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e allocato all'UPB U.008.002.001.004 della parte spesa del bilancio, è incrementato dell'importo di euro 10.000.000,00.

Art. 13

(Bilancio pluriennale)

1. Nella parte entrata e spesa dei bilancio pluriennale 2015-2017, approvato con l'articolo 14 della legge regionale n. 13/2015, sono introdotte, per il triennio 2015-2017, le variazioni di cui alle annesse tabelle "A" e "B" del bilancio pluriennale.

Art. 14

(Copertura finanziaria)

1. Alla copertura finanziaria delle disposizioni contenute nella presente legge, laddove non diversamente stabilito, si provvede, per la quota parte corrispondente, con la quota libera dell'avanzo di amministrazione così come rideterminato a seguito delle operazioni di riaccertamento ordinario e straordinario dei residui attivi e passivi.

2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 8/2002.

Art. 15

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 92/10^, recante: “Determinazione delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 3, comma 7 del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e ss.mm. ed ii.” (Del. n. 70)

Il Consiglio regionale,

vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 54 del 26 novembre 2015, avente ad oggetto: "Determinazione delle modalità di ripiano del maggior disavanzo derivante dalle operazioni di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi ai sensi dell'art. 3, comma 7, del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e ss.mm.ii.";

visto il D.lgs. n. 118/2011 e s.m.i., ed in particolare l'articolo 3, comma 7, inerente al riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi;

considerato che:

con deliberazione consiliare n. 32 del 21 aprile 2015, è stato approvato il bilancio di previsione dell'esercizio 2015 ed il bilancio pluriennale 2015-2017 del Consiglio regionale;

con deliberazione consiliare n. 44 del 31 agosto 2015, è stato approvato il Conto Consuntivo dell'esercizio finanziario 2014 ed accertato un risultato di amministrazione pari ad euro 25.655.694,21 (avanzo di amministrazione);

con deliberazione consiliare n. 43 del 31 agosto 2015, è stato approvato il riaccertamento straordinario dei residui alla data del 10 gennaio 2015 e provveduto a:

a) determinare il Fondo Pluriennale Vincolato a1 1° gennaio 2015;

b) rideterminare il risultato di amministrazione al 10 gennaio 2015 in un disavanzo pari ad euro 2.477.364, 29;

c) suddividere il suddetto disavanzo di amministrazione, pari ad euro 2.477.364,29, tra fondo accantonato, fondi vincolati, fondi destinati e fondi liberi, come indicato nel seguente prospetto:

PROSPETTO DIMOSTRATIVO DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE ALLA DATA DEL RIACCERTAMENTO STRAORDINARIO DEI RESIDUI

RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE AL 31 DICEMBRE 2014 DETERMINATO NEL RENDICONTO 2014 (a)

25.655.694,21

RESIDUI ATTIVI CANCELLATI IN QUANTO NON CORRELATI AD OBBLIGAZIONI GIURIDICHE PERFEZIONATE (b)

(-)

28.000.000,00

RESIDUI PASSIVI CANCELLATI IN QUANTO NON CORRELATI AD OBBLIGAZIONI GIURIDICHE PERFEZIONATE (c)

(+)

16.941,50

RESIDUI ATTIVI CANCELLATI IN QUANTO REIMPUTATI AGLI ESERCIZI IN CUI SONO ESIGIBILI (d)

(-)

1.664.180,90

RESIDUI PASSIVI CANCELLATI IN QUANTO REIMPUTATI AGLI ESERCIZI IN CUI SONO ESIGIBILI (e)

(+)

14.248.787,04

RESIDUI PASSIVI DEFINITIVAMENTE CANCELLATI CHE CONCORRONO ALLA DETERMINAZIONE DEL FONDO PLURIENNALE VINCOLATO (f)

(+)

0,00

FONDO PLURIENNALE VINCOLATO g) = (e) -(d)+(f)

(-)

12.584.606,14

RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE AL 1 Q GENNAIO 2015 -DOPO IL RlACCERTAMENTO STRAORDINARIO DEI RESIDUI (hl =(a) -(bI + (c) -(d)+ (e) + (i) -(g)

(=)

-2.327.364,29

 

 Composizione del risultato di amministrazione al 1° gennaio 2015 -dopo il riaccertamento straordinario dei residui (h):

-2.327.364,29

Parte accantonata

Fondo crediti di dubbia e difficile esazione al 31/12/2014

0,00

Fondo svalutazione crediti al 31/12/2014

0,00

Fondo per rischi di soccombenza al31/12/2014

150.000,00

Totale parte accantonata (i)

150.000,00

Parte vincolata

Vincoli derivanti da leggi e dai principi contabili

0,00

Vincoli derivanti da trasferimenti

0,00

Vincoli derivanti dalla contrazione di mutui

0,00

Vincoli formalmente attribuiti dall'ente

0,00

Altri vincoli da specificare di

0,00

Totale parte vincolata (l)

0,00

Totale parte destinata agli investimenti (m)

0,00

Totale parte disponibile (n) =(h)-(i)-(l)-(m)

-2.477.364,29

Se (n) è negativo, tale importo è iscritto tra le spese del bilancio di previsione 2015

 

 

tenuto conto che le modalità di calcolo e di ripiano del maggior disavanzo di amministrazione derivante dal riaccertamento straordinario dei residui sono menzionati all'articolo 3, commi 15, 16 e 17 del D.lgs. n. 11812011 e s.m.i., nonché nel DM 2 aprile 2015;

rilevato che, non avendo questa Amministrazione aderito alla sperimentazione dell'armonizzazione contabile, il disavanzo dì amministrazione a11 ° gennaio 2015, ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lett. a) del D.M. 2.4.2015, è pari a euro 2.466.364,29, corrispondente all'importo della voce "totale parte disponibile", come riportato nel prospetto precedente;

ritenuto: di adottare la seguente tempistica del rientro:

·    imputazione nell'esercizio 2015 della somma di euro 150.000,00 destinata al Fondo per rischi soccombenza al 31.12.2014;

·    ripartizione della restante somma, pari ad euro 2.327.364,29, del risultato di amministrazione al 10 gennaio 2015 in anni 30 (trenta), da cui si genera una quota di accantonamento annuo a valore costante pari a euro 77.578,81, garantendo la piena copertura entro l'esercizio finanziario 2044 del maggior risultato negativo quantificato;

di provvedere in merito individuando le seguenti modalità di ripiano del maggiore disavanzo di amministrazione per gli esercizi compresi nel bilancio di previsione del Consiglio regionale dell’esercizio 2015 nonché del bilancio pluriennale 2015/2017:

 

                                                                                                     Esercizi

 

           2015

          2016

           2017

Quota annua da imputare al bilancio

77.578,81

77.578,81

77.578,81

Somma da accantonare nel Fondo per rischi soccombenza al 31.12.2014

150.000,00

0,00

0,00

Maggiori entrare correnti dedicate

0,00

0,00

0,00

Maggiori spese correnti dedicate

227.578,81

77.578,81

77.578,81

Proventi realizzati derivanti dall'alienazione dei beni patrimoniali disponibili

0,00

0,00

0,00

Svincolo delle quote vincolate del risultato di amministrazione formalmente attribuite dall'ente

0,00

0,00

0,00

Da cancellazione del vincolo di generica destinazione agli investimenti

0,00

0,00

0,00

 

visto il Regolamento interno di Amministrazione e Contabilità;

preso atto del verbale n. 77 del 2 dicembre 2015, con cui il Collegio dei revisori ha espresso sul provvedimento "parere favorevole con invito (nel rispetto dell'autonomia contabile del Consiglio regionale) a far conciliare il piano di finanziamento del maggiore disavanzo in essa deliberato col bilancio di previsione assestato dalla Regione Calabria pluriennale 2015-2017";

DELIBERA

1) di individuare, ai sensi dell'articolo 3, comma 16, del D.Lgs. n. 118/2011 e dell'articolo 2 del D.M. 2 aprile 2015, le seguenti modalità di ripiano del disavanzo di amministrazione, derivante dal riaccertamento straordinario dei residui, pari a complessivi euro 2.477.364,29

 

                                                                                                           Esercizi

 

         2015

          2016

         2017

Quota annua da imputare al bilancio

77.578,81

77.578,81

77.578,81

Somma da accantonare nel Fondo per rischi soccombenza al 31.12.2014

150.000,00

0,00

0,00

Maggiori entrare correnti dedicate

0,00

0,00

0,00

Maggiori spese correnti dedicate

227.578,81

77.578,81

77.578,81

Proventi realizzati derivanti dall'alienazione dei beni patrimoniali disponibili

0,00

0,00

0,00

Svincolo delle quote vincolate del risultato di amministrazione formalmente attribuite dall'ente

0,00

0,00

0,00

Da cancellazione del vincolo di generica destinazione agli investimenti

0,00

0,00

0,00

 

2) di approvare, conseguentemente a quanto disposto al precedente punto 1), il seguente piano di finanziamento del maggiore disavanzo di amministrazione a carico dei bilanci degli esercizi 2015-2044, dell'importo complessivo di euro 2.477.364,29

 

 

Descrizione

                                   Quota da applicare al bilancio

Anno 2015

Anno 2016

Anno 2017

      Anni

  2018-2044

Quota annua da finanziare

227.578,81

77.578,81

77.578,81

2.094.627,86

                                                                                                Totale

2.477.364,29

 

3) di demandare a successivo provvedimento l'istituzione di un nuovo sub-articolo denominato "Fondo per rischi di soccombenza al 31.12.2014", ove iscrivere la somma di euro 150.000,00 accantonata in sede di riaccertamento straordinario dei residui;

4) di demandare a successivo provvedimento di variazione del bilancio di previsione del bilancio 2015 e del bilancio pluriennale 2015-2017 l'applicazione della quota annua del disavanzo di amministrazione, nel rispetto delle modalità di ripiano sopra individuate, ai sensi dell'articolo 3, comma 9, del D.M. 2 aprile 2015.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 93/10^, recante: “Variazione al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015-2017 ai sensi dell'art. 18, comma 1, del Regolamento interno di Amministrazione e Contabilità"  (Del. n. 71)

Il Consiglio regionale,

vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 55 del 26 novembre 2015, avente ad oggetto: "Variazione al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015-2017 ai sensi dell'articolo 18, comma 1, del Regolamento interno di Amministrazione e Contabilità";

considerato che:

con deliberazione consiliare n. 32 del 21 aprile 2015 è stato approvato il Bilancio di previsione per l'anno 2015 ed il bilancio pluriennale 2015-2017 del Consiglio reginale, nella misura di euro 59.200.000,00, quale fabbisogno presunto per fronteggiare le spese di funzionamento del Consiglio regionale nel triennio 2015-2017;

con deliberazione del Consiglio regionale n. 44 del 31 agosto 2015, è stato approvato il conto consuntivo del Consiglio regionale relativo all'esercizio finanziario 2014, da cui risulta un avanzo di amministrazione di euro 25.655.694,21;

con deliberazione consiliare n. 43 del 31 agosto 2015 è stato effettuato il riaccertamento straordinario dei residui, ai sensi dell'articolo 3, comma 7, del D.Lgs. 23 giugno 2011, n. 118 e ss.mm.ii. con contestuali variazioni al Bilancio di previsione 2015-2017;

vista la legge regionale 27 aprile 2015, n. 13 "Bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015/2017", con la quale è stata assegnata al Consiglio regionale la somma di euro 50.000.000,00, per il proprio funzionamento, relativo all'esercizio finanziario 2015;

tenuto conto che con il presente provvedimento:

sono state apportate le modifiche necessarie all'iscrizione nella parte spesa del bilancio del Consiglio delle quote annuali del maggior disavanzo, così come indicato nel piano di riparto approvato con deliberazione consiliare n. 70 del 3 dicembre 2015;

sono stati riallineati i dati del bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio 2015 con quelli previsti nel bilancio della Regione per l'esercizio 2015 per il funzionamento del Consiglio regionale;

considerato che le somme iscritte nel Titolo 1 delle entrate e delle spese del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio 2015 sono state ridotte da euro 59.200.000 ad euro 58.000.000 per effetto di una riallocazione delle somme iscritte nella parte uscita del bilancio, resa possibile dai risparmi di spesa realizzati nel corso dell'esercizio 2015 e derivanti dall'approvazione del piano di riorganizzazione e razionalizzazione delle spese del personale, nonché del piano di riqualificazione della spesa corrente, redatti ai sensi del decreto legge 6 marzo 2014, n. 16, convertito nella legge 2 maggio 2014, n. 68 (il cosiddetto decreto "Salva Roma");

visti i prospetti allegati contenenti l'elenco delle variazioni da apportare al bilancio di previsione autorizzatorio, nonché l'elenco delle spese obbligatorie del Consiglio regionale, che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto;

dato atto del permanere degli equilibri di bilancio, come risulta dal prospetto allegato che costituisce parte integrante e sostanziale del presente atto;

vista la deliberazione consiliare n. 70 del 3 dicembre 2015, con la quale è stata rinviata a successivo provvedimento "istituzione di un nuovo sub-articolo denominato "Fondo per rischi di soccombenza al 31.12.2014", ove iscrive la somma di euro 150.000,00 accantonata in sede di riaccertamento straordinario dei residui;

preso atto del verbale n. 78 del 3 dicembre 2015, con cui il Collegio dei Revisori ha espresso sul provvedimento "parere favorevole ( ... ) con invito a monitorare la capienza del capitolo 4 art. 1 sub 135";

visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità;

visto il D.Lgs. n. 11812011 e ss.mm.ii.;

DELIBERA

di istituire nel capitolo 8 del Bilancio di previsione del Consiglio regionale all'articolo 2, il sub-articolo 512, denominato "Fondo per rischi di soccombenza delle spese legali al 31.12.2014";

di apportare, ai sensi dell'articolo 18, comma 1, del Regolamento interno di amministrazione e contabilità, al Bilancio di previsione del Consiglio regionale 2015, nonché al Bilancio pluriennale 2015-2017, redatti ai fini autorizzatori, le variazioni analiticamente illustrate negli allegati prospetti, che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;

di apportare, altresì, al bilancio di previsione 2015-2017, redatto ai fini conoscitivi secondo lo schema di cui al D.Lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii., le variazioni di competenza e di cassa di cui al punto precedente.

(Allegati)

Mozione numero 48 di iniziativa del presidente Irto “In merito agli impegni dell’Italia in vista della COP 21 sui cambiamenti climatici di Parigi”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che

nell'ambito della Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), è stata organizzata la XXI Conferenza delle Parti (COP 21), in corso a Parigi sino all'11 dicembre 2015, con l'obiettivo di concludere un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni, finalizzato alla riduzione delle emissioni dei gas serra, originate dal preoccupante fenomeno del surriscaldamento globale;

in previsione di tale incontro, la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome riunitasi a Milano il 22 ottobre 2015, presente anche il Presidente del Consiglio regionale della Calabria, ha fatto proprie le considerazioni espresse dal WWF Italia in merito alle necessità di predisporre misure adeguate a fronteggiare i fenomeni naturali di cambiamento climatico e le ha estese in un apposito ordine del giorno contenente l'invito ai Consigli delle Regioni e delle Province autonome ad una condivisione in tal senso;

in particolare, detto documento approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative regionali, ha evidenziato come:

a) il cambiamento climatico in atto rappresenta una gravissima minaccia per il Pianeta e per i suoi ecosistemi come li conosciamo, e un rischio esiziale per la stessa civilizzazione umana. La concentrazione dei gas serra nell'atmosfera, e in particolare quella del biossido di carbonio (CO2) ha subito un incremento vertiginoso negli ultimi 200 anni, raggiungendo le 400 parti per milione, un livello che non si verificava da almeno 800 mila anni. Come ha scritto l'IPCC, il Panel Intergovernativo dell'ONU sul Cambiamento Climatico, "l'influenza umana sul sistema climatico è chiara, e le recenti emissioni antropiche di gas a effetto serra sono le più alte nella storia";

b) alcuni impatti del cambiamento climatico sono già visibili, dall'aumento degli eventi estremi alla fusione dei ghiacciai. Se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, questo provocherà ulteriore riscaldamento e impatti di lunga durata su tutti i componenti del sistema climatico, aumentando la probabilità di effetti gravi, diffusi e irreversibili per le persone e gli ecosistemi. Limitare il cambiamento climatico richiede riduzioni forti e durature delle emissioni a gas a effetto serra: queste, insieme con urgenti strategie e misure di adattamento, possono limitare i rischi posti dal cambiamento climatico;

c) gli attuali impegni di riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra assunti volontariamente dai Paesi non tengono conto delle indicazioni della comunità scientifica sulle riduzioni necessarie per fare in modo che l'aumento medio della temperatura globale rispetto all'era preindustriale si mantenga ben al di sotto dei 2°C;

d) molti enti scientifici e istituzioni internazionali dichiarano che per affrontare il cambiamento climatico occorre lasciare nel sottosuolo la maggior parte dei combustibili fossili ancora disponibili e ritengono quindi necessario accelerare la transizione verso un'economia low carbon, usando meno e meglio le risorse, energetiche e non, in modo da disaccoppiare il benessere dalle emissioni di CO2, dagli sprechi e da modelli di consumo insensato. In tale senso, non c'è settore che non debba (e possa) adeguatamente contribuire a una drastica riduzione delle emissioni, dall'energia alla produzione industriale, dai servizi alla mobilità, dalla gestione del suolo e del territorio all'agricoltura;

e) mai come oggi abbiamo a disposizione le conoscenze e le tecnologie per ridurre le emissioni di CO2 e per puntare alla completa decarbonizzazione anche prima della metà del secolo;

f) la situazione di tensione, l'instabilità e l'aumento dei competitor a livello internazionale consigliano di ridurre la dipendenza energetica e delle risorse dall'estero, in modo da avere una maggiore sicurezza energetica e sfruttare al meglio le risorse disponibili, con notevole beneficio anche per la bilancia dei pagamenti;

g) le Regioni, nell'ambito dei propri poteri concorrenti in materia di energia e delle proprie competenze in materia di trasporti, di miglioramento della qualità dell'aria, di pianificazione del paesaggio e del territorio e delle loro iniziative di impulso allo sviluppo economico dei territori possono e debbono svolgere un ruolo propulsivo nei confronti del Governo centrale e d'avanguardia rispetto alle tematiche relative alle scelte energetiche e al contrasto dei cambiamenti climatici;

h) la necessità di concretizzare la Strategia nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico, anche attraverso la definizione di piani di azione regionali che prevedono un coordinamento con le azioni previste dalle Aree Metropolitane e dai Comuni in particolare nelle aree urbane, più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.

Auspica:

che la Conferenza delle Parti degli Stati Membri della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico, COP 21, che si sta svolgendo a Parigi, vari un accordo globale efficace, legalmente vincolante ed equo (coerente con le indicazioni della Comunità Scientifica internazionale sugli scenari futuri) che indichi i percorsi amministrativi e normativi necessari e gli strumenti tecnici adeguati per rimanere al di sotto dei 2°C di riscaldamento globale;

che, in tal senso, tutti i Governi dei Paesi che partecipano al vertice di Parigi, a cominciare da quello italiano, accolgano la richiesta del Comitato delle Regioni europee, presentata in occasione del World Summit on Climate and Territories di Lione del primo luglio scorso, di ridurre entro il 2030 del 50%, invece che solo del 40%, le emissioni di gas che provocano l'effetto serra, rispetto ai valori del 1990;

tutto quanto premesso e considerato,

impegna

il Presidente e la Giunta regionale:

ad inserire nei propri strumenti di pianificazione e programmazione in campo energetico e di miglioramento della qualità dell'aria, misure di riduzione progressiva delle emissioni di CO2, perseguendo l'obiettivo dell'azzeramento dell'uso di combustibili fossili, a partire dallo stop agli impianti più inquinanti;

ad adottare nuove strategie integrate in campo energetico e di uso razionale delle risorse, basate sulla circular economy, le energie rinnovabili, il risparmio e l'efficienza energetica nell'edilizia pubblica e privata, la climatizzazione residenziale e del terziario, l'illuminazione pubblica efficiente;

a privilegiare la sostenibilità nelle politiche di pianificazione del territorio, del paesaggio e dei trasporti, promuovendo modalità di trasporto meno inquinanti, l'ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture esistenti, l'arresto del consumo e della conversione urbana del suolo e la rigenerazione urbana, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la manutenzione, la rinaturalizzazione, la riforestazione del territorio, il recupero ecologico delle sponde e delle zone di esondazione naturale dei corsi d'acqua, la tutela della biodiversità attraverso le infrastrutture verdi e la riqualificazione ambientale delle aree libere, abbandonate o sottoutilizzate.

Proposta di legge numero 50/10^, recante: “Modifiche all'articolo 26 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 - Norme in materia di usi civici” (Del. n. 72)

Art. 1

(Modifiche all'art. 26 della L.R. 1812007)

1. All'articolo 26 della legge regionale 21 agost02007, n. 18 (Norme in materia di usi civici) sono apportate le seguenti modifiche:

a) il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. La legittimazione e/o affrancazione in forma semplificata avvengono in favore dell'occupatore che detenga l'immobile o il suolo da almeno dieci anni, anche a titolo di solo concessionario del diritto di superficie, compresi gli eventuali danti causa, e ciò sia dimostrato in base ad atto scritto di data certa anteriore al 30 giugno 1997.";

b) il comma 4 è sostituito dal seguente: "4. La liquidazione secondo il procedimento semplificato si verifica in favore del soggetto munito di titolo di acquisto in forma pubblica, anche nella sola ipotesi di concessione del diritto di superficie, anteriore al 30 giugno 2007.".

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

Ordine del giorno numero 25 del 3.12.2015 di iniziativa dei consiglieri Arruzzolo, Cannizzaro, D’Agostino “Sulla crisi della agrumicoltura in Calabria ed in particolare nella piana di Gioia Tauro/Rosarno a seguito dell’ennesima pioggia di cenere vulcanica”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

il comparto dell’Agricoltura in Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra vecchie e nuove problematiche, una fase difficilissima;

la riforma dell’OCM agrumi 2008 non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di politiche, mirate all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha manifestato nella sua interezza il vero punto debole della riforma e la genesi dell’attuale crisi;

alla continua perdita di competitività, causata dalla sleale concorrenza delle produzioni che invadono il mercato, provenienti dal Nord Africa e di altri paesi Europei, si aggiungono una serie di concause (climatiche e geopolitiche) che hanno portato la situazione a livelli tali, da mettere in crisi la capacità rigeneratrice delle produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione agrumicola regionale;

il comparto agrumicolo sta attraversando una profonda crisi, non solo a causa dell’embargo russo che, sottraendo una quota consistente di mercato alle produzioni spagnole, ha causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei, ma anche per i dannosi eventi climatici ed eruttivi, che si sono susseguiti nelle ultime annate, che saranno ricordate come gli anni neri degli agrumi. In particolare la campagna 2013-2014 è stata danneggiata dalla cenere lavica dell’Etna che ha determinato la perdita di almeno il 70% del prodotto, e quella del 2014-2015 è stata azzerata per mancata maturazione a causa delle condizioni climatiche avverse; infine, quella attuale 2015-2016 certamente verrà compromessa dall’ennesima pioggia di cenere vulcanica, verificatasi in data odierna, in quanto il prodotto è in maturazione,

impegna

il Presidente della Giunta regionale affinché:

intervenga presso le Istituzioni Nazionali e il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per mettere in campo tutte quelle misure tese a frenare la dirompente crisi del settore agricolo per la provincia di Reggio Calabria ed in particolare nella Piana di Gioia Tauro/Rosarno;

richieda lo stato di calamità naturale per le motivazioni sopra esposte;

apra una trattativa con gli Istituti bancari per favorire l’accesso al credito agevolato agli imprenditori agricoli.”