X LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
12.
SEDUTA DI MARTEDI’
10 NOVEMBRE 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO
D’AGOSTINO
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le
comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni
presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in
allegato)
Prima di iniziare i lavori chiedo
all’Aula di riservare un minuto di silenzio e di rivolgere il nostro sentimento di affetto alle famiglie che hanno
perso i loro familiari in occasione dell’ultimo nubifragio che è avvenuto in Calabria ed in provincia di Reggio
Calabria in particolar modo.
(I
consiglieri ed i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto di
silenzio)
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, chiedo di inserire un
ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri
regionali Guccione e del sottoscritto con oggetto “Rischio di mobilità
dei lavoratori di Italcementi di Castrovillari”.
Grazie.
Pongo in votazione la proposta avanzata dal consigliere Aieta di
inserire l’ordine del giorno all’ordine dei lavori.
(E’ inserito)
Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito.
Ne ha facoltà.
Analogamente anche io, Presidente, chiedo di iscrivere ai lavori della seduta odierna un ordine del giorno sulla Fondazione
“Tommaso Campanella”, poiché al 31 ottobre 2015 tutti i dipendenti sono stati licenziati,
benché in gran parte queste professionalità
sono state recuperate, tranne 20-25 dipendenti. L’ordine del giorno è proposto
affinché il Consiglio regionale ne possa discutere anche alla luce di una
sentenza di qualche ora fa che vede soccombere la Regione Calabria nei confronti della Fondazione “Tommaso Campanella” per
una cifra di oltre 80 milioni di euro
che, di fatto, riapre la possibilità che anche altri dipendenti possano
chiedere la non liquidazione della stessa già domani all’Eccellentissimo
Prefetto di Catanzaro. Grazie.
Pongo in votazione la
richiesta di inserimento dell’ordine del giorno del consigliere Esposito
all’ordine dei lavori.
(E’
inserito)
Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua.
Ne ha facoltà.
Presidente, anche io propongo di inserire un ordine del
giorno che riguarda l’iniziativa della Coldiretti per la difesa del latte italiano firmata da me e dal
consigliere D’Acri.
Pongo in votazione la richiesta di
inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del
giorno presentata dal consigliere Bevacqua.
(E’ inserito)
Siamo adesso al primo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge
numero 16/10^ di iniziativa del consigliere Irto, recante: “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 16 aprile
2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed
uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria)”.
Prima di dare la parola al consigliere
Bova, relatore di questa proposta di legge, consentitemi solo
alcune brevi riflessioni riguardanti questo progetto
di legge che mi ha visto elaborarlo e presentarlo già in quarta Commissione dove ebbe un parere unanime così come
pure in Commissione bilancio.
Oggi molti sono gli interessi che
esistono intorno alle realtà fluviali e che vanno intorno alla gestione
specifica del rischio idraulico con gli annessi riverberi sul piano del
dissesto idrogeologico, alla loro tutela e alla valorizzazione, all’uso economico e produttivo.
In sostanza questa norma, che abbiamo
discusso ed approfondito in quarta Commissione,
riesce sostanzialmente a mettere in campo due cose. Una è quella di organizzare
davvero un pezzetto di governance
territoriale cioè quando si dice “mettere assieme tutti gli attori che
insistono su un territorio” in questo caso le aste fluviali. La seconda è
quella di mettere un ulteriore ed importante strumento ad uso della pubbliche amministrazioni per poter
prevenire il rischio di dissesto idrogeologico.
Crediamo
che assuma una valenza ancora maggiore poter approvare oggi questa norma e dar
tempo sei mesi alla Giunta regionale affinché possa arrivare a regolamento
attuativo.
E da
notare che la Commissione ambiente, prima dell’approvazione di questo
provvedimento, ha audito anche il Centro italiano di riqualificazione fluviale
di cui anche il Consiglio regionale si è onorato di ospitare qualche giorno fa
il terzo congresso italiano, proprio in questa sede del Consiglio regionale.
Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne
ha facoltà.
Grazie
Presidente.
Innanzitutto
colgo l’occasione per esprimere il personale apprezzamento – ma ritengo che lo
sia di tutta la Commissione – per il metodo che Ella ha dato alla Commissione.
Proprio
l’approvazione del testo di legge,
come lo abbiamo licenziato, del “contratto di fiume”, è emblematico del metodo
partecipato partendo dal basso che Ella ha voluto introdurre.
La
proposta di legge numero 16/10^, recante "Integrazione alla legge
regionale 16 Aprile 2002, numero 19 (Norme per la tutela, Governo ed uso del
territorio-Legge urbanistica della Calabria)" nasce dall'esigenza di
promuovere una maggiore tutela e valorizzazione delle risorse idriche,
attraverso un approccio nuovo di gestione della materia che vede il
coinvolgimento dei cittadini e dei rappresentanti delle categorie portatori di
interessi legati ai territori fluviali.
L'obiettivo
che la legge si propone è quello di introdurre il cosiddetto "contratto di fiume" ovvero
un modello di gestione integrata e partecipata delle risorse idriche definito
su base volontaria e finalizzato alla riqualificazione non solo del sistema
fluviale ma anche del relativo bacino idrografico.
Nel
merito, il testo che si analizza si compone di due articoli. L'articolo 1
introduce l'articolo "40 bis" rubricato "contratti di
Fiume" che integra la vigente legge urbanistica regionale; il primo comma
definisce il Contratto di fiume e delinea le sue finalità rinviando alle Linee
Guida per l'individuazione delle specifiche competenze dei vari attori
interessati; il secondo comma impegna la Regione Calabria a promuovere la
concertazione ed integrazione delle politiche di tutela e valorizzazione dei
bacini e sottobacini idrografici; il terzo comma prevede il concorso dei contratti
di fiume nella definizione, attuazione ed aggiornamento degli strumenti di
pianificazione ognuno con riferimento al proprio bacino idrografico, ovvero, al
Piano di gestione del rischio alluvioni e al Piano di gestione delle acque; il
quarto comma estende il concetto di contratto di fiume anche alle diverse
fattispecie declinate su diversi ambiti idrografici (ovvero contratto di lago,
di costa ecc.); il quinto comma, entro sei mesi dall'entrata in vigore della
legge, dispone l'adozione della Giunta di un documento di indirizzo per
l'attuazione dei contratti di fiume nonché di un programma per la promozione e
il monitoraggio degli stessi.
L'articolo
2 prevede la formula di invarianza della spesa; da questo punto di vista, il
nuovo istituto legislativo integra la legge urbanistica della Calabria che è
norma di carattere ordinamentale e l'inserimento nel corpo della stessa di uno
strumento di programmazione negoziata non produce ex se oneri
finanziari.
I
"contratti di fiume" rappresentano una diversa e più moderna modalità
di gestione territoriale dei corsi d'acqua a cui, i soggetti interessati,
possono aderirvi al fine di promuovere la concertazione e l'integrazione delle
politiche a livello di bacino e sottobacino idrografico e per coordinare tutti
gli strumenti di pianificazione e programmazione utili a rendere sicuro ed
efficiente la gestione del fiume e le risorse economiche ad esso connesse.
Al
fine di valutare la coerenza della norma con il quadro normativo vigente e la
sostenibilità della stessa dal punto di vista finanziario, nel corso dei lavori
delle rispettive Commissioni competenti (quarta Commissione Ambiente e
territorio e seconda Commissione Bilancio e Programmazione comunitaria) sono
stati auditi, più volte, i dipartimenti Ambiente e territorio, Bilancio e
Programmazione comunitaria oltre che l'Autorità di bacino della Regione
Calabria ed all'esito di questa approfondita fase istruttoria si è accertata la
compatibilità della norma al quadro normativo regionale vigente ed ancora, la
sua neutralità finanziaria rispetto al bilancio regionale.
Infatti,
in relazione a quest'ultimo aspetto, il procedimento istruttorio compiuto ha
attestato che i "contratti di fiume" potranno avvalersi tanto di
forme di autofinanziamento o finanziamento privato ovvero potranno trovare
fonti di finanziamento pubbliche a condizione che le azioni proposte siano
coerenti con le finalità e gli interventi previsti nei limiti delle risorse
disponibili per le politiche regionali di investimento (fondi strutturali
europei e fondi Fas).
Mi
permetto di aggiungere, a titolo personale, che, come noi sappiamo, il Piano
nazionale di prevenzione e contrasto al dissesto
idrogeologico prevede l’investimento governativo di 7 miliardi di euro, più 2 miliardi recuperati dai fondi non
spesi negli ultimi 15 anni per contrastare frane, alluvioni ed erosione
costiera. Sappiamo che il sistema di accoglimento delle richieste di intervento
sarà appannaggio del Governo centrale ed i governi regionali potranno incidere
soltanto nella misura del 20 per cento rispetto all’accoglibilità di queste
proposte.
Esaminando il Piano nazionale di prevenzione e
di contrasto emerge che, per la captazione del finanziamento di questo
intervento, sarà fondamentale dotarsi degli strumenti di aggregazione e di
partecipazione ed al primo posto ci sono i contratti di fiume.
Non è importante soltanto istituire tali
contratti, ma dovremo attivarci immediatamente affinché ci sia una maggiore
sensibilizzazione sul territorio perché il rischio è proprio per il Sud, per le
Regioni che non si doteranno di questi strumenti.
E’ più o meno quanto succede con l’Unione dei
comuni ai fini della captazione dei fondi strutturali europei. Non vorrei che
la Regione Calabria fosse danneggiata o, comunque, pregiudicata dal fatto di
non aver presentato i progetti adeguati attraverso gli strumenti idonei.
Il contratto di fiume è il primo nella
cosiddetta graduatoria. Ripeto di nuovo il ringraziamento al Presidente per
come ha presieduto i lavori della Commissione ambiente nonché per questa profusione
di interesse, di volontà e di azione nell’approvazione del contratto di fiume, di
questo importante strumento di partecipazione.
Chiedo al Consiglio di approvare un testo così
importante per il prosieguo della vita di questa regione.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua, ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor
Presidente della Giunta, anche io intervengo per esprimere il mio apprezzamento
verso il lavoro svolto dalla Commissione su una tematica così importante che
dovrebbe qualificare di più l’attività del Consiglio regionale, che dovrebbe
creare momenti di condivisione all’interno dell’Aula consiliare perché parliamo
di argomenti che riguardano il futuro del nostro territorio e la prospettiva di
crescita sociale ed economica e, quindi, la predisposizione di alcuni strumenti
urbanistici che consentano di governare il territorio in maniera omogenea,
collegiale e di vero coinvolgimento di tutti gli attori presenti sul territorio.
Questo articolo che viene inserito nella legge
urbanistica regionale colma, certamente, una carenza obiettiva, allineando
il nostro ordinamento normativo alle esperienze già maturate in diversi altri contesti europei, nonché
regionali italiani.
Due sono gli elementi che vorrei sottolineare
e l’ha già fatto bene il consigliere Bova.
Uno riguarda la base volontaria che presiede
alla sua sottoscrizione, unitamente all'iter di attuazione che, in tutte le sue
fasi, prevede una concertata
partecipazione dal basso.
L’altro elemento riguarda l’aspetto
democratico che fa parte del contratto di fiume perché con il coinvolgimento di
tutti introduciamo un principio importante che è la responsabilizzazione cioè
la precondizione del benessere collettivo. Ognuno si assume concretamente, nell'ambito delle proprie attribuzioni,
impegni concreti per la realizzazione delle misure e delle azioni.
Sono individuate le responsabilità attuative e
le relative risorse finanziarie con l'individuazione del soggetto coordinatore
dell'azione, responsabile della relativa realizzazione, e degli altri soggetti
coinvolti.
Insomma, i contratti di fiume rappresentano
un’ottima occasione per ripensare il mondo che abitiamo e che molto spesso
violentiamo a partire proprio dall’acqua.
Il collante che può tenere insieme le scelte
di governo con gli interessi delle comunità locali non può che essere una buona
governance basata – come dicevo prima – sul coinvolgimento diretto dei
cittadini nell’affrontare le scelte che li riguardano, condividendo le decisioni
e riportandole il più vicino possibile alle comunità locali, cioè là dove le decisioni
hanno il loro effetto; una forma di governance attraverso la quale le
decisioni possano diventare operative e durature, perché il frutto di un
processo di reale condivisione.
I “contratti di fiume” rappresentano una
straordinaria opportunità per poter canalizzare l’energia proveniente dai
territori, per contribuire ad avviare l’opera pubblica della quale abbiamo più
bisogno: la manutenzione del territorio, per trasformare l’emergenza in programmi di prevenzione,
dandogli finalmente continuità di intenti e di risorse.
Ciò che viene messo in comune non è
semplicemente un bene o una risorsa, ma un modo
di agire sociale. Questa è la vera novità e la vera scommessa che abbiamo messo
in campo con il “contratto di fiume”.
Si tratta di un esempio di partecipazione
volontaria e di sperimentazione efficace di democrazia diretta, una interlocuzione affidabile fra
istituzioni e comunità locali, all’interno della quale ognuno può riconoscersi
e alla quale tutti noi dobbiamo contribuire.
Se i fiumi possono essere considerati la cartina di tornasole dei territori, dai fiumi si può ripartire
per migliorare la gestione dei territori, invertendo però un ciclo. Non più risorse finanziarie-progetti-territori
ma territori-progetti-risorse
finanziarie.
Questa è la vera scommessa e su questo
dobbiamo impegnarci e lavorare.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire l’assessore Rossi.
Ne ha facoltà.
Interverrò
rapidamente su due livelli. Il primo è
l’apprezzamento della Giunta e mio personale alla proposta di legge
che abbiamo condiviso e che riteniamo un utile strumento nella governance dei territori, in particolare
per la partecipazione che la legge prescrive e prevede. Crediamo sia un utile
strumento per accelerare, dal basso, quel processo che manca nei nostri
territori calabresi e questo bene comune
che è l’acqua, il fiume, credo possa favorire molto questo processo di partecipazione
collettiva e di assunzione delle responsabilità ai vari soggetti.
L’altro livello è che la Giunta regionale ha
già aderito alla Carta nazionale dei contratti di fiume e si impegna, anche a
nome del Presidente, a redigere in tempi brevissimi
il regolamento previsto dalla legge, proprio per dare risposte concrete alle
aspettative che ha questa legge. Grazie.
Esauriti gli interventi passiamo all’esame
del provvedimento con la votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione la legge nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Presidente, in merito al secondo punto
all’ordine del giorno, chiedo all’Aula di votare un rinvio e le chiedo di
inserire lo stesso punto alla prossima seduta di Consiglio regionale già
fissata per il 3 dicembre prossimo.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera.
Ne ha facoltà.
Presidente il capogruppo del Partito
democratico ha chiesto un rinvio. Se lei assume l’impegno di inserire la
trattazione della proposta al primo punto all’ordine del giorno della prossima
seduta di Consiglio concordo con la richiesta, in caso contrario vorrei
discuterla adesso.
Presidente, avevo fatto uguale richiesta. Per
me va bene.
Considerato che il provvedimento è arrivato
dalla prima Commissione e dalla seconda Commissione con pareri unanimi e che
unanimemente in Conferenza dei capigruppo si era deciso di inserirla oggi, non
abbiamo problemi a poter transitare la trattazione di questa proposta per
approfondimento tecnico al 3 dicembre prossimo.
Pongo in votazione la richiesta di rinvio alla
seduta di Consiglio regionale già prevista per il 3 dicembre.
(Il Consiglio approva)
Il terzo punto all’ordine del giorno recita proposta
di legge numero 35/10^ di iniziativa del consigliere Orsomarso, recante:
“Modifica e integrazione della legge regionale 7 marzo 1995, n. 4 (Norme sulla
classificazione degli esercizi ricettivi extralberghieri)”.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Orsormarso. Ne ha facoltà.
Presidente, non farò
una descrizione pesante della norma, sulla quale abbiamo lavorato circa un anno
e mezzo. E’ una norma che dovevamo portare in Aula nella scorsa legislatura
finita prematuramente e che colma - a modesto avviso mio e dei giovani
collaboratori che hanno lavorato insieme a me, quindi amministratori comunali e
giovani imprenditori - un vuoto importante per la nostra regione.
Noi abbiamo presenze
turistiche che fanno registrare i loro numeri nella struttura dell’accoglienza
turistica a noi conosciuta a norma di legge, quindi B&B, campeggi, hotel e quant’altro;-
invece in altre Regioni che sono un po’
più avanti, come l’Emilia Romagna, c’è il dato che riguarda gli appartamenti
ammobiliati ad uso turistico, cioè i classici appartamenti che nelle varie zone
costiere o montane vengono fittati ad uso turistico, che non erano per nulla
disciplinati, e rispetto ai quali questa Regione non ha mai dato nemmeno un
orientamento di un minimo vincolo di qualità.
Se i colleghi hanno avuto la possibilità di
leggere attentamente la proposta citerò gli articoli anche se non
pedissequamente.
Sono previsti, per esempio, una serie di
obblighi anche per chi vuole migliorare la qualità dell’offerta turistica della
Regione. E’ ovvio che, non essendoci grosse possibilità di costruire grandi
alberghi, la Regione registra gran parte di presenza turistica, che ad oggi non
viene rilevata, nelle presenze presso case ammobiliate e fittate.
Ci sono, quindi, vari fenomeni che riguardano
il dato economico di questa Regione. In molti comuni dove non ci sono alberghi,
le presenze dei villeggianti in quegli appartamenti non vengono censite e
quindi non rappresentano un valore né per i dati catastali degli immobili né
per la capacità turistica di una località.
La proposta dà la possibilità di censire le
presenze che ad oggi non lo sono e fornisce l’opportunità di dare una
regolamentazione. Ben vengano gli emendamenti del collega Esposito che
migliorano la legge nella misura in cui diciamo che gli appartamenti possono
essere fittati per tre giorni soltanto quando non vanno a coincidere con il
periodo di alta stagione degli hotel che hanno un dato di presenze pari al 2,8
giorni.
Quindi emendamenti che migliorano questa norma
che, secondo me – modestamente non voglio dare un valore massimo perché sono
firmatario di questa norma –, è una rivoluzione per la Calabria.
Siamo alla vigilia della spesa di un nuovo Por
che impegna trasversalmente le risorse. Immaginate che effetti si produrranno
qualora questa Giunta, qualora i dipartimenti dovessero decidere di impegnare
150 milioni di euro su una norma che permette di spendere bene in Calabria –
perché parliamo di una ipotesi di norma di dare alle famiglie da 10 a 12 mila
euro per migliorare gli appartamenti e quindi migliorare l’offerta turistica –
e di creare un circuito virtuoso, perché questo significherebbe spesa per le
piccole maestranze, spesa per chi vende finanche gli arredi ed i corredi di
questi appartamenti spesso ammobiliati in modo approssimativo, per utilizzare
un aggettivo leggero.
Una legge che impone dei vincoli e prevede tra
l’altro la cedolare secca al 10 per cento prevista dal Governo, per cui c’è
l’opportunità che chi fitta possa dichiarare per avere garanzie.
Se penso, ad esempio, alla realtà di Scalea,
che conosco da vicino, anche a seguito di ragionamenti con le forze di polizia,
è emerso che le presenze turistiche che durante il periodo estivo si
concentrano in questi appartamenti senza essere censite favoriscono latitanti,
gente che delinque.
Anche questo è un aspetto non banale che
abbiamo valutato nel promuovere questa proposta di legge che penso sia una
buona legge.
Sono previste dalla norma, tra l’altro, tre
fasce di valutazione che devono essere affidate per dare una valutazione
dell’accoglienza turistica negli appartamenti. Una minima e nuova offerta
turistica è quello che ha fatto grande la regione Puglia.
In Puglia il mercato interno di immobili
ristrutturati, anche a distanza di 60 chilometri dalle coste, ha rappresentato
il grande volano in termini di numeri, di presenza, non necessariamente di
qualità ma soprattutto di quantità di tanti giovani. La vecchia cultura vedeva
le famiglie campane, romane e calabresi fittare gli immobili per più di un
mese, questa legge risponde all’esigenza di una evoluzione di un mercato
turistico, perché ormai, anche nel fittare gli appartamenti, si valuta di
fittare a settimana, a quindicina o anche a pochi giorni.
Ritengo, quindi, che sia stato fatto un buon
lavoro e per questo ringrazio tutti i giovani professionisti calabresi che
hanno collaborato con me facendo un lavoro di badge marketing, e
quindi anche di lettura e di cucitura, per adeguare alla Calabria questa norma
che, se andrà bene e se questa Giunta vorrà, può rappresentare una capacità di
spesa che in poco tempo cambierà il volto della regione migliorandone l’accoglienza,
aumentando il Pil e, dando la possibilità a molte imprese di lavorare, ci
restituirà una Calabria più organizzata e attrezzata.
Non ricordo i dati a memoria, ma sono milioni
le notti non censite in questi appartamenti fittati male, con regole vecchie e
speriamo che con questa nuova norma possano essere il principale volano per la
nostra vocazione turistica.
Noi riteniamo che questo sia uno strumento
veloce ed efficace per essere più accoglienti ed offrire anche più lavoro. C’è
anche la parte – e la chiudo veramente qui – nella descrizione dei valori di
questa norma che riguarda anche tutta l’organizzazione del mercato che ad oggi
è gestito singolarmente dalle famiglie che prevede la possibilità che a
Cetraro, che è il comune del presidente Aieta dove io villeggio, cooperative di
giovani possano organizzare l’accoglienza turistica in quegli appartamenti,
migliorando quindi la qualità dei servizi e della nostra accoglienza.
Grazie, spero di essere stato esaustivo e non
aver appesantito articolo per articolo ma lo spirito di questa norma è questo
fino a qui evidenziato. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, il collega Orsomarso ha
tratteggiato i segmenti più importanti di questa modifica alla legge regionale
numero 4 del 1995 in materia di classificazione degli esercizi ricettivi extralberghieri.
Mi tocca solo aggiungere che questa legge reca
“disposizioni di carattere ordinamentale” che, ovviamente non comportano nuovi
o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale. Per questo motivo
è stata inserita, su suggerimento del dipartimento bilancio, la clausola di
invarianza finanziaria.
Tra l’altro, devo aggiungere che dirimente è
stata l’audizione che abbiamo tenuto coi dipartimenti bilancio, turismo, beni
culturali, istruzione, cultura, ambiente e territorio i quali – appunto – non
hanno rilevato alcun potenziale impatto di ordine economico-finanziario.
Dal punto di vista ordinamentale ovviamente il
Settore legislativo ha dato il suo parere ed ha ritenuto questa proposta di
legge compatibile con l’ordinamento normativo. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito.
Ne ha facoltà.
Poiché sono stato firmatario di alcuni
emendamenti alla proposta di legge, ringrazio il collega Orsomarso per aver
presentato questa modifica che serve, come ha detto lui e come ha ripetuto il
Presidente della Commissione, Aieta, a far sì che le seconde case diventino un
patrimonio per questa regione e lo diventino sotto forma di un reale censimento
per questa unità immobiliare ed un reale censimento delle unità turistiche che
vanno ad allocare questi immobili ma, soprattutto, che siano catalogate,
raggruppate e, la cosa che più mi convince, è che siano verificate e controllate
anche nella utilità dei fruitori di queste case-ferie.
Proprio in tal senso ho avuto un confronto col
proponente, il consigliere Orsomarso, col quale abbiamo concordato – era questa
la sua ma anche la mia logica – di migliorare questa proposta di legge, che è
già meritoria, perché va a censire e catalogare un fenomeno che, lasciato in
questo modo, non rappresenta una ricchezza ma bensì “un pericolo di immagine”
che poi viene mediato fuori dalla regione Calabria da chi va ad occupare queste
case e magari trova degli arredi di seconda o terza fascia, e così via di
seguito.
Proprio in questa logica, mi sono permesso di
presentare alcuni emendamenti, di cui uno lo ha già accolto il proponente della
legge stessa, per quanto riguarda il minimo di giorni da poter locare queste
seconde case.
Nella legge era previsto che ritornavano da 7
a 3 ed io ho chiesto l’abrogazione della lettera a) del comma 1 dell’articolo
3.
In una fase di successivo confronto con il
collega proponente, eventualmente i 7 giorni, Presidente, si possono intendere
solo ed esclusivamente per quanto riguarda l’alta ed altissima stagione, da
lasciare alla possibilità dei proprietari di poterla locale anche per tre
giorni nelle altre fasce stagionali. Così come anche ne faceva riferimento
proprio il proponente cioè specificare meglio al primo capoverso dell’articolo
3, comma 3, dopo la parola “dai regolamenti comunali” inserire le parole
“nonché ai requisiti sanitari di prevenzione come già previsto per il servizio
di ricezione alberghiera e bed and breakfast”.
Consigliere Esposito, illustrerà gli
emendamenti dopo perché faremo la votazione articolo per articolo, successivamente.
Se non ci sono altri interventi passiamo
all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
All’articolo 3 è stato presentato un
emendamento, protocollo numero 49963, a firma del consigliere Esposito che ha
facoltà di illustrarlo e di cui do lettura: “La lettera a) del comma 1
dell’art. 3 è soppressa; al comma 3, art. 3, al primo capoverso dopo le parole
<dai regolamenti comunali> vengono inserite le parole <nonché ai
requisiti sanitari di prevenzione come già previsti per il servizio di
recezione alberghiera e bed and breakfast>”.
Avevo appena finito di decifrare l’emendamento
dove alla lettera a) del comma 1 dell’articolo 3, questa parte è soppressa. La
precedente legge parlava di 7 giorni, mentre questa proposta di legge introduce
il termine minimo di 3 giorni. Se eventualmente l’Aula è d’accordo, i 7 giorni
potrebbero fare riferimento solo ed esclusivamente ad alta ed altissima
stagione e lasciare i tre giorni del proponente, il consigliere Orsomarso, per
quanto riguarda gli altri periodi della stagione.
Al comma 3 dell’articolo 3, primo capoverso,
proprio nella logica che diceva il consigliere Orsomarso del controllo e della
verifica dei requisiti, dopo la parola “dei regolamenti comunali, nonché ai
requisiti sanitari di prevenzione come già previsto per il servizio di ricezione
alberghiera e bed and breakfast, perché così i requisiti sanitari
sarebbero omologati anche ai bed and breakfast ai quali la legge stessa
fa riferimento.
Parere del relatore Aieta? Positivo. Parere
della Giunta? Positivo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3, come
emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 4 è stato presentato
l’emendamento, protocollo numero 50123, a firma del consigliere Esposito che ha
facoltà di parlare e di cui do lettura: “Il comma 4 bis dell’art. 4 è così
sostituito <la casa per ferie, in relazione alla categoria di utenza
ospitata o alla finalità specifica può assumere una specificazione tipologica
purché concordata con il comune nel cui territorio è ubicata>”.
Presidente, presento questo emendamento, dopo
averne ritirato uno nel fatto specifico perché, quando si parla di una
specificazione tipologica aggiuntiva, non viene meglio chiarito quale questa
possa essere perché lascia solo all’arbitrio dei comuni andare ad
identificarla.
Potremmo decidere con il collega Orsomarso, valutando
se ci sia la possibilità di meglio specificare che tipo di tipologia aggiuntiva
possa essere; forse può essere lasciato in capo alla decisione del comune,
saremmo più precisi. Stiamo parlando del comma 4bis dell’articolo 4, collega
Orsomarso, quando parla di specificazione tipologica aggiuntiva.
Quella aggiuntiva lascia inteso lo scibile
umano. Se si può specificare meglio, perché altrimenti lasciamo in capo alle
decisioni del comune una decisione che potrebbe essere diversa da comune a
comune ma anche tra comuni limitrofi.
Lasciando praticamente la previsione che
c’era, anche per quanto riguarda gli alberghi connessi e quant’altro, in capo
alla precedente legge.
Parere del relatore? Positivo. Parere della
Giunta? Positivo.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4, come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
All’articolo 10 è stato presentato emendamento,
protocollo numero 49958, a firma del consigliere Esposito di cui do lettura:
“Al comma 1, dell’art.10, il comma 7 dell’art. 15 L.R. n. 4 del 1995 è così
sostituito <7. All’attività ricettiva dei rifugi escursionistici e di
montagna si applica l’istituto della segnalazione certificata di inizio
attività (Scia) ai sensi dell’art. 19 della legge 7 agosto 1990 n. 241 e del
D.Lgs n. 59 del 2010 così come modificato dal D.Lgs. n. 147 del 2012. La
segnalazione deve essere trasmessa al comune sul cui territorio ricade la
struttura extra ricettiva secondo il modello di segnalazione redatto dal
comune. Alla suddetta segnalazione viene allegata, tra l’altro, una specifica
dichiarazione rilasciata da strutture legalmente riconosciute ed operanti
nell’ambito del soccorso ed orientamento, attestante che il custode della
struttura è a conoscenza della zona, delle vie di accesso al rifugio, ai rifugi
limitrofi ed a posti di soccorso più vicini e che evidenzi che lo stesso sia in
possesso delle cognizioni necessarie per effettuare un intervento di primo
soccorso>”.
Giusto per mettere meglio in evidenza una
attestazione che il custode della struttura deve avere e che non può essere
lasciata ad una sua autocertificazione perché questa capacità del custode di
conoscere la zona, le vie di accesso ai rifugi, ai rifugi limitrofi e
quant’altro sia attestata da una struttura competente che può essere il comune
stesso e anche per dare maggiore valenza a quella che può essere solo
un’autocertificazione in capo alle caratteristiche che può avere il custode del
rifugio.
Col parere positivo del relatore pongo in
votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 11 è stato presentato un
emendamento, protocollo numero 49964, a firma del consigliere Esposito che ha
facoltà di illustrarlo e di cui do lettura: “La lettera a) del comma 1
dell’art. 11 è soppressa”.
Questo va in linea col primo emendamento e la
lettera a) del comma 1 dell’articolo 11 è soppressa, così come era soppressa la
lettera a) dell’articolo 1.
I 7 e i 3 giorni che abbiamo soppresso
all’inizio del primo articolo vanno soppressi pure all’interno dell’articolo
11.
Pongo in votazione l’emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11, come
emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 12 sono stati presentati due
emendamenti il primo, protocollo numero 49961, a firma del consigliere Esposito
che così recita: “Il comma 5 è così sostituito <La classificazione ha
validità quinquennale>; il comma 7 è così sostituito <Il comune, oltre
che alla scadenza naturale, procede d’ufficio a seguito di esposti o reclami
alla verifica dei requisiti minimi obbligatori previsti dal livello di
classificazione assegnato e qualora accerti una carenza degli stessi invita
l’interessato ad adeguarsi alla normativa entro un termine non inferiore a 30
giorni, decorsi i quali emette provvedimento di sospensione dell’attività>;
il comma 8 è così sostituito <il comune accertato che nei 30 giorni
successivi al provvedimento di sospensione, la struttura non ha ottemperato ad
adeguarsi ai requisiti minimi per il livello di classificazione posseduta,
procede alla rettifica della classificazione. Contro tale provvedimento è
possibile entro 30 giorni dalla data di notifica dell’atto, proporre ricorso al
comune il quale nei successivi 90 giorni decide sul relativo esito>”.
Il secondo, protocollo numero 49962 a firma
del consigliere Esposito così recita: “Al comma 1 dopo le parole <ai
comuni> sono inserite le parole <per il tramite della Suap o di apposita
conferenza dei servizi>”.
Presidente, per quanto riguarda la
classificazione di queste case-ferie con uno, due e tre sorrisi si dava la
classificazione come una volta acquisita non più determinabile, quindi per
sempre.
Il comma 5, invece, è sostituito “la
classificazione ha validità quinquennale” e il comma 7 pone il comune come
organo di controllo e di verifica annuale o, a discrezione del comune o, anche
in caso di eventuali esposti o reclami, il comune ha l’obbligo di verifica,
così andiamo a determinare meglio anche chi deve essere l’organo di controllo
della qualità di queste case-ferie.
Pongo in votazione il primo emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il secondo emendamento.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 12, come
emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 15.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso
come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo al quarto punto all’ordine del giorno
che recita proposta di legge numero 78/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Disposizioni di adeguamento dell’ordinamento regionale al
decreto legislativo n. 39/2013”.
La parola al consigliere Sergio, relatore.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
signor Presidente della Giunta,
la proposta di
legge della Giunta regionale reca “Disposizioni di adeguamento
dell’ordinamento regionale al decreto legislativo 39/2013”. La presente legge ha lo scopo di adeguare l’ordinamento regionale della
Calabria alle disposizioni dettate dal decreto legislativo 8 aprile 2013,
numero 39, recante: “Disposizioni in materia di inconferibilità e
incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli
enti privati in controllo pubblico, a norma dell’articolo 1, commi 49 e 50,
della legge 6 novembre 2012, numero 190”.
Invero,
l’articolo 18 del
succitato decreto legislativo, dopo aver disciplinato le sanzioni poste a
carico dei componenti degli organi che abbiano conferito incarichi in
violazione delle disposizioni dettate dal medesimo decreto in materia di inconferibilità e
incompatibilità, prevede espressamente al comma 3 l’obbligo delle Regioni di
adeguare i propri ordinamenti, individuando le procedure interne e gli organi
che in via sostitutiva possono procedere al conferimento degli incarichi nel
periodo di interdizione degli organi titolari.
La
medesima disposizione, al successivo comma 4, prevede che, in caso di mancato
assolvimento dell’obbligo di cui sopra, trovi applicazione la procedura
sostitutiva di cui all’articolo 8 della legge 5 giugno 2003,
numero 131.
L’emanazione del presente provvedimento legislativo appare oltremodo
necessario, ove si consideri che con comunicato del 14 maggio 2015 il
Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ha espressamente sollecitato
le amministrazioni regionali, provinciali e comunali a dare tempestiva
attuazione alle disposizioni dell’articolo 18 del disegno di legge 39/2013 e ad
individuare gli organi che, nell’ambito della struttura organizzativa, possono
procedere al conferimento in via sostitutiva dei nuovi incarichi.
Attraverso il presente disegno di legge, pertanto, si adegua il proprio
ordinamento alla normativa nazionale mediante l’individuazione delle singole fattispecie
delle procedure interne di accertamenti e contestazioni delle nullità degli
incarichi e del soggetto competente a dichiararlo, sia per la Giunta sia per il
Consiglio regionale; individua, inoltre, gli organi ed i componenti degli
organi da sostituire e gli organi che, in via sostitutiva, possono procedere al
conferimento degli incarichi nel periodo di interdizione degli organi titolari.
Le disposizioni contenute nel presente provvedimento hanno carattere
ordinamentale e non comportano ulteriori oneri a carico del bilancio regionale,
pertanto non si rende necessaria la relazione tecnico-finanziaria di cui
all’articolo 39 dello Statuto della Regione Calabria.
Ci sono altri interventi? Ha
chiesto di parlare il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Presidente, innanzitutto
ringrazio il consigliere Franco
Sergio per l’esauriente relazione a questa proposta di legge. Mi preme evidenziare che la Calabria è
la seconda Regione, dopo la Toscana, ad approvare un disegno di legge in
rispondenza a quello che è il dettame del decreto legislativo 39 del 2013, che
regola la materia dei poteri sostitutivi in caso di sospensione di uno o più
organi della Regione, in relazione alle norme contenute nel
decreto legislativo 39.
Credo che questo sia un fatto che va a merito
del Consiglio regionale, approvare questa proposta di legge della
Giunta, per evitare di
incorrere, nella eventualità di atti sospensivi in conseguenza di irrogazione
di sanzioni, in situazioni di confusione e di indeterminatezza circa le
responsabilità degli organi preposti all’esercizio di queste funzioni.
Intervengo, innanzitutto, per fare una
riflessione. Noi abbiamo avuto, in questi mesi – mi riferisco particolarmente
alle settimane successive alla decisione dell’Anac di proporre la sospensione
del Presidente della Regione, del sottoscritto, relativamente ai poteri di
nomina – l’insorgere di una canea che è tutta protesa a fare una lettura di
questo atto fuorviante rispetto al merito. Intanto, vorrei ricordare che l’atto
proposto dall’Anac – poi vengo ad una riflessione – relativamente alle ragioni
e al merito di questa determinazione – come ricorderete, come ricorderanno i
colleghi consiglieri – è un atto relativo non a fatti corruttivi o a fatti che
comportavano rischi in direzione di distorsioni e di esposizione su questo
versante, ma si è trattato di un atto relativo ad una nomina.
Vorrei dire che da questo Consiglio regionale
– per questo intervengo – a mio parere, deve essere espressa una sollecitazione
al Parlamento, perché le norme contenute nel decreto legislativo alimentano la
confusione; questa valutazione relativa all’applicabilità delle norme stesse è
una valutazione espressa più volte dal dottore Cantone e non dal sottoscritto,
e credo che ci sia un fondamento di verità in tutto ciò che ha determinato
diverse iniziative legislative da parte di diversi gruppi e da parte di diversi
parlamentari, circa la necessità di porre mano ad una legislazione che sia
correttiva e tale da superare questa condizione di confusione e pasticciata che
è contenuta in queste norme.
Questo lo dico a valle e a conclusione di un
procedimento che ha visto il Tar del Lazio esprimere con chiarezza una
valutazione e una posizione rispetto a questa vicenda; quindi lungi da me
riflessioni che possano essere dettate dalla condizione nella quale io stesso
mi sono venuto a trovare in conseguenza di questa confusione e di questo
pasticcio. E’ un dato oggettivo questo e credo sia necessario, su questo punto,
che il Parlamento intervenga rapidamente, perché credo che, quando si tratta di
materia che coinvolge le rappresentanze istituzioni nel loro esercizio e nella
loro funzione istituzionale, vada fatta chiarezza e con determinazione la
necessaria correzione, per evitare che le istituzioni vengano tirate dentro un
turbinio, che naturalmente non produce effetti positivi.
La seconda considerazione che vorrei fare è
che siamo in presenza di una legislazione che, evidentemente, è dettata
esclusivamente dalla preoccupazione di corrispondere alla canea
dell’antipolitica, che alimenta un giustizialismo distorto che nulla ha a che
fare con la necessaria azione di trasparenza, di rigore e di giustizia,
alimenta situazioni, azioni ed atti che non sono rispondenti alla necessità di
affermare e di rafforzare una linea e comportamenti di rigore e di trasparenza.
Ieri – non so quanti di voi lo hanno letto –
il dottore Cantone, rispondendo ad una lettera di un autorevole giornalista del
“Corriere della Sera”, del dottore De Marco – autorevole perché, come voi
sapete e come soprattutto i giornalisti sanno, è una personalità che, nel
quotidiano più importante del nostro Paese o tra i più importanti del nostro
Paese, ha svolto e svolge un ruolo centrale, importante, è stato responsabile
del “Corriere del Mezzogiorno” ed è un giornalista attento ed acuto – che, domenica, ha sollevato questi
interrogativi sui quali ritorno in Consiglio regionale, partendo dalla vicenda
specifica; un articolo che, non a caso, ha evidenziato la contraddizione tra
anticorruzione e giustizia; nel suo scritto, De Marco ha evidenziato
l’incongruenza, la confusione determinata da questa normativa e dalla sua
applicazione in modo particolare, evidenziando che c’è stato un errore
marchiano nell’avere assunto questa iniziativa. Cantone, ieri, rispondendo alle
osservazioni di De Marco, ha evidenziato che la responsabilità non è dell’Anac,
bensì del responsabile dell’anticorruzione della Regione che ha irrogato la
sanzione.
Tutto questo è vero e conferma la bontà delle
nostre valutazioni, perché Cantone non mette in discussione l’incongruenza di
questa decisione e la contraddittorietà di questa decisione, evidenzia che non
è responsabilità dell’Anac, bensì di un altro organo, che è la responsabile
regionale dell’anticorruzione.
Anche qui permettetemi di fare una
riflessione. In questa materia, nella valutazione degli atti e soprattutto
nell’azione di responsabilità rispetto agli atti che risultano essere in
contraddizione o in violazione delle norme, io credo che – lo dico a rafforzare
questa tesi – non ci possano essere che organi terzi che devono tutelare questo
aspetto. Se questo, però, è vero, è altrettanto vero che, in sede di Tar,
l’Anac si è costituita, legittimamente, con l’Avvocatura dello Stato a difesa
di una tesi che, invece, viene contraddetta e proprio, per ultimo, dalla
lettera che Cantone ieri ha scritto al “Corriere della Sera”. Lo voglio dire
questo perché mai in queste settimane, prima del pronunciamento del Tar, il
sottoscritto ha messo in discussione la bontà dell’iniziativa, lo spirito
dell’iniziativa dell’Anac, che è stata evidenziata più volte da Cantone essere
determinata dalla confusione normativa e non già da una valutazione di merito
rispetto all’atto.
Perché ricordo questo e ho colto l’occasione
per parlane? Perché noi dobbiamo aprire una discussione franca, libera. Ho
impugnato quell’atto, malgrado la sospensione fosse limitata a tre mesi, un
mese e mezzo dei quali largamente consumato. Bastava stare fermi, aspettare un
altro mese e mezzo perché si chiudesse la vicenda.
L’ho impugnata per una questione di principio,
perché rispetto a vicende di questa portata, che mettono in evidenza la
inadeguatezza, la confusione di una legislazione, nella funzione che si
esercita bisogna svolgere un ruolo attivo, perché questa è responsabilità. Io
credo di avere contribuito con questa impugnativa a dare al Tar, ad un organo
giurisdizionale, l’opportunità di poter pronunciare una valutazione, una
decisione, una sentenza che è destinata a fare giurisprudenza.
Forse, se – come è avvenuto in altre realtà –
ci fosse stata l’archiviazione, come era giusto fosse, perché nel provvedimento
assunto per irrogare la sanzione nei confronti del Presidente della Regione, in
quel provvedimento si evidenzia che non c’era né colpa grave né dolo, con una
conclusione che è stata quella, invece, di irrogare comunque la sanzione,
diversamente da quanto è avvenuto nella Regione Lazio, dove il responsabile
dell’anticorruzione della Regione Lazio, sulla base di questa valutazione, ha
archiviato la vicenda.
Io ho preso atto di questa decisione ed ho
impugnato questa decisione perché fosse fatta chiarezza, non solo e non tanto,
anche, rispetto alla responsabilità specifica, personale del Presidente e degli
assessori che in quel momento hanno deliberato insieme al Presidente, ma perché
fosse messo un punto fermo rispetto ad una legislazione che richiede di essere
rapidamente superata dal punto di vista, quantomeno, della chiarezza nelle sue
procedure applicative.
Altro è – e la faccio anche questa
valutazione, non posso esimermi dal farla – il merito, che io non condivido;
capirei una inconferibilità rovesciata di incarichi, capirei che, qualora un
soggetto che ha esercitato potere in un ente economico, in un ente che esercita
funzioni di potere, l’inconferibilità per un determinato periodo ad incarichi
di rappresentanza; l’inconferibilità, l’incompatibilità agli incarichi di
rappresentanza o la ineleggibilità, meglio, ad incarichi di rappresentanza e
non viceversa. Questo è il merito, è il merito rispetto a quanto il legislatore
ha deciso.
Non capisco come un candidato alle elezioni
regionali o un candidato alle elezioni parlamentari o un candidato alle
elezioni comunali che non viene eletto non abbia diritto ad essere utilizzato
in diverse funzioni, sol perché ha avuto la colpa di candidarsi a rappresentare
in una istituzione a qualsiasi livello le sue popolazioni.
E’ davvero, questa, l’esasperata ed
incomprensibile scelta di una linea che non può essere assolutamente condivisa,
anche quando questa linea è frutto di una scelta parlamentare.
Dico questo perché ritengo che su queste
questioni si debba aprire una discussione forte, e questa discussione deve
essere alimentata anche dal basso, perché in questa impostazione e in questa
linea non c’è la richiesta di difesa di una casta, ma sono princìpi basilari di
un ordinamento democratico. Queste riflessioni le faccio prendendo spunto dalla
proposta di legge che è all’approvazione di questo Consiglio regionale e
all’indomani del pronunciamento del Tar, perché ritengo che non possano essere
sottovalutate vicende come questa e soprattutto non possa essere sottovalutata
una legislazione che produce solo confusione e alimenta una deriva che non è
finalizzata a colpire le distorsioni, la corruzione, la malapolitica, il
malaffare, ma che affastella tutto e tutti, perché tutto possa essere assolto!
E’ proprio sulla base di queste riflessioni
che mi sono permesso di chiedere la parola, perché, prendendo spunto dalla
discussione su questa proposta di legge, si possano alimentare questo confronto
e questa discussione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini.
Ne ha facoltà.
Buonasera
a tutti, buonasera, signor Presidente, colleghi della Giunta, colleghi consiglieri regionali, soltanto un piccolo commento
alle dichiarazioni del presidente Oliverio.
Mi permetto sommessamente,
proprio accogliendo il suo invito ad avviare un dibattito – sarà solo una breve
considerazione oggi, ma credo che sia
opportuno che si avvii davvero un dibattito su questi temi –, di dire che,
secondo me, la via seguita dal presidente
Oliverio è una via che,
politicamente, non condivido; non mi sono fatto l’idea assoluta, nel momento in
cui è arrivata la sospensione del provvedimento di Cantone, che il Presidente
della Giunta regionale fosse un delinquente, né
tantomeno i calabresi.
Ritengo che, se
il presidente Oliverio avesse sprecato energie, avesse utilizzato
questo tempo e anche le risorse che
sono servite per ridare una dignità - stando alle parole che abbiamo sentito
-per risolvere altri problemi che
affliggono la regione, secondo me da questo modestissimo punto di vista,
probabilmente avrebbe fatto cosa migliore.
Se lei intervistasse i circa 2 milioni di
calabresi per sapere cosa abbiano capito del provvedimento di sospensiva di tre
mesi, le posso dire che ci sono tantissimi addetti ai lavori che questa cosa
non l’hanno proprio capita. Ci fossimo dedicati di più a risolvere qualche
problema dei calabresi o della macchina regionale, tanto per dire! Avessimo
utilizzato i nostri legali per assistere i nostri dipendenti regionali! Voi
sapete che la famosa sentenza che annulla e colpisce circa 1.200 dipendenti
regionali e che crea un problema enorme nella macchina burocratica, è stata
emanata senza che al processo al Consiglio di Stato la Regione si fosse
costituita.
Questo diciamolo! La causa è stata di recente
e probabilmente i legali erano tutti impegnati a sostenere il presidente
Oliverio perché doveva cancellare quest’onta ricevuta da un amico dell’amico
suo, Renzi, il Presidente del Consiglio, e Cantone espressione di questa linea
politica!
Vi ringrazio e spero che il Presidente non mi
abbia a malincuore per queste mie brevissime considerazioni che servono ad
aprire un dibattito che poi potremo anche ampliare e sviluppare.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Colleghi, Presidente, consigliere Tallini, ho apprezzato il fatto che lei
abbia colto l’essenza dell’intervento del presidente Oliverio, cioè quella di chiedere all’Aula e alla Calabria di
aprire un dibattito su quella che è la vicenda della sanzione che lo ha
riguardato, ma più in generale dell’attenzione che c’è rispetto alla politica
nel suo rapporto con la giustizia nella nostra regione. Anche io mi limiterò in
tre minuti ad intervenire su questo dibattito, proponendomi, insieme a lei e a
tutti i colleghi che lo vorranno, di poter poi approfondire e confrontarci
meglio.
A mio giudizio, diversamente dal suo, il presidente Oliverio ha vissuto con grande dignità
la fase che lo ha visto soggetto ed
oggetto di un provvedimento ingiusto; non si è pronunciato, lo ha rispettato,
non è entrato nel merito ed ha ritenuto di dover ricorrere avverso quel
provvedimento. Io dico che ha fatto bene a ricorrervi,
proprio perché, al di là del provvedimento stesso, che poi il Tar ha giudicato
sbagliato, accogliendo il ricorso, il tentativo di descrivere Mario Oliverio
per quello che non è c’è stato in Calabria, non c’è stato da parte sua, collega
Tallini, noi ne prendiamo atto con grande piacere, ma c’è stato da parte di
alcuni organi di stampa, da parte di alcune forze politiche rappresentate in
Parlamento, che hanno subito colto l’occasione per dire: “Beh, la Calabria, il
presidente Oliverio, l’anticorruzione…”.
Proprio per stare al
suo dire, che ho ascoltato con attenzione, che è quello degli addetti ai lavori
e dei cittadini, è proprio vero che molti addetti ai lavori e molti cittadini
non avevano capito nemmeno di che cosa si stesse parlando in quel caso lì.
Proprio per questo ha fatto bene Mario Oliverio a fare ricorso, perché il
cittadino comune, subalterno, bombardato da una propaganda demagogica e
populista da parte di alcune forze politiche e da parte di alcuni organi di
stampa, aveva capito che l’Autorità per l’anticorruzione, quindi per un fatto
di corruzione, era intervenuta sanzionando Mario Oliverio, colpevole di avere
nominato un uomo, il dottore Santo Giuffrè, che invece all’Asp di Reggio
Calabria ha iniziato con grande coraggio con denunce, revocando atti, quindi
non a chiacchiere, un’opera di bonifica, di pulizia e di trasparenza in merito
ai doppi pagamenti nella sanità, che sono tema assai delicato a Reggio, in
Calabria e nel Paese.
Vorrei ricordare da
questo banco che lì, sulla vicenda della clinica Villa Aurora, c’è stata anche
una certificazione dell’advisor regionale, Kpmg, pagato profumatamente
dai calabresi, che non corrispondeva alla realtà.
Quindi, attenzione,
ha fatto bene Mario Oliverio a dire “facciamo chiarezza”, ha utilizzato gli strumenti consentiti
dalla legge, perché è un uomo rispettoso delle leggi e, in
virtù di un principio di
trasparenza, ha ottenuto giustizia, perché così si fa.
Oggi i calabresi sanno che il loro Presidente, come
è suo costume, sua cultura, sua formazione e sua storia, ha agito
correttamente. Questa non è una cosa che poteva passare tra parentesi e
non doveva passare tra parentesi.
Su questo noi siamo
disponibili ad aprire un dibattito, un confronto, a farlo liberamente e nel
rispetto delle opinioni, per arrivare, possibilmente, ad una sintesi che ci
dica una cosa: c’è una politica trasparente che rispetta le leggi e che
pretende rispetto, perché proprio per questo è una politica autorevole.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente perché ha detto già tanto
nel suo intervento il consigliere
Tallini, ma non posso esimermi dal fare una battuta rispetto a questo
dibattito, avendo ascoltato l’intervento del capogruppo del Partito democratico
– che mi auguro sia il capogruppo del Pd di nuova stagione, non voglio dire di
nuova generazione, perché non è un problema di età ma di cultura – così come
abbiamo visto in questi anni, devo dire il presidente Oliverio non tanto nella
funzione di Presidente della Provincia, nemmeno di Presidente della Regione,
composto rispetto ad una cultura del Pd.
Non posso esimermi – ripeto – perché avrete,
non dico apprezzato – perché non richiediamo apprezzamenti – ma, perlomeno,
valutato con obiettività un senso di responsabilità dimostrato in uno Stato che
è al collasso, in uno Stato in cui ci sono molteplici difficoltà – l’abbiamo
già detto in occasione del dibattito sui fondi Por – in cui la spesa risente
anche delle sentenze del Tar, del Consiglio di Stato; oggi abbiamo aggiunto
anche disposizioni in materia di anticorruzione, siamo in
uno Stato in cui c’è una magistratura con la quale la politica dovrebbe tornare
a fare un patto, perché non può intervenire in alcuni casi che riguardano
colleghi consiglieri che, tra l’altro, non credo siano responsabili di quello
che, pur legittimamente, una magistratura deve andare ad accertare.
C’è tutto un
percorso da compiere anche in Calabria per la cultura politica, perché molto
spesso alla Calabria – quando
si parla di alcune tematiche che non gli interessano – piace essere europea o
nazionale, ma si è sempre un po’ distratta.
Faccio questo
appello perché voglio sottolineare – per la difesa delle Istituzioni ed anche del
presidente Oliverio, perché oggi abbiamo approvato le disposizioni in materia
di anticorruzione relativamente al conferimento degli incarichi – che, insomma, era facile fare
il commento: “oh, Oliverio è punito finanche dai suoi!”; invece, noi
denunciamo, semmai, un ritardo sulle cose che si dovevano fare, su cui tra
l’altro il presidente Oliverio è in evidente ostaggio di una maggioranza e di
un partito che stanno cercando le sue forme, in termini – perdonatemi se lo
dico in questa sede, non è tema da Consiglio regionale – finanche vergognosi
rispetto ai tempi della politica.
Voglio fare soltanto
questo appello per ricordarvi, ricordare soprattutto a chi siede e rappresenta
il Pd, che c’è stato un Pd a livello nazionale e soprattutto in questa regione
che si è espresso diversamente su vicende non dissimili rispetto ad una cultura
di governo che deve vedere contrapposti sulle cose che si fanno o che non si
fanno, sui programmi che si realizzano o meno e
non sull’ala del vostro Presidente di partito che, pur avendo
atteggiamenti un po’ shakespeariani quando è in privato, poi è stato il primo
giustizialista a dire – mi ricordo –“Scopelliti!” – giusto per citarne uno
rappresentativo di tutta una generazione.
Faccio questo
intervento per esortare il Pd calabrese, il Pd che ha una rilevanza nazionale
sulla classe dirigente, alla cultura del rispetto delle Istituzioni, del
garantismo, di uno Stato che funziona ed in cui poi ci dividiamo quando si
trova qualcuno con le mani nella marmellata invece di dire “bene, non si salva
nessuno”; dovete avere sempre questa cultura, non soltanto – e non riguarda
voi, perché vi salvo come nuova generazione – quando vi fa comodo!
Sono intervenuto
brevemente perché non potevo esimermi perché dovrà essere oggettivamente così,
rispetto anche alla gran cassa dei rappresentanti del movimento Cinque Stelle,
che in questo nostro Paese sono diventati quelli che danno lezioni di
educazione e di costume.
Ci sarà un dibattito
più ampio che va fatto al di fuori delle Istituzioni, ma voglio ricordarlo oggi
e anche per il futuro, perché in passato molti vostri colleghi e molti
rappresentanti istituzionali non hanno avuto questo garbo e questa grandezza
istituzionale che noi pensiamo di mantenere a prescindere, anche nei confronti
di chi proviene da un’altra parte.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Salerno. Ne ha facoltà.
Questa
proposta di legge è stata trattata in Commissione, di cui mi onoro di far
parte, Vicepresidente, con il collega Franco Sergio.
Ho ascoltato con molta attenzione
l’intervento del presidente Oliverio
e intervengo soltanto per un aspetto di carattere politico, e di questo parlavamo con il mio
capogruppo Nicolò, che mi ha dato la possibilità di intervenire a nome del
gruppo di Forza Italia. Noi siamo garantisti sempre, presidente Oliverio, e oltre ad essere garantisti
sempre, siamo per il primato della politica. Noi riteniamo che anche l’Anac,
così come voluta dal Governo e istituita, non si possa sostituire alle altre
istituzioni dello Stato. E’ stato creato un organismo che, in pratica, si
sostituisce alle Procure, ai tribunali, al Consiglio di Stato, al Tar, con dei
procedimenti veloci e che non dà la possibilità alla controparte di potersi
difendere! Noi interveniamo per questo.
Lei, presidente Oliverio,
ha fatto
bene ad opporsi, a costituirsi. Certo, poi, sugli aspetti, sui dettagli non mi
voglio soffermare.
Quel giorno, in Commissione, avevo detto “è il
momento che è sbagliato” perché l’avevamo portato in Commissione qualche giorno
dopo che era intervenuto questo provvedimento nei suoi confronti, e ho
preferito allontanarmi dalla seduta, ma non votare contro, proprio per quello
che le dicevo prima, Presidente. Così come sono intervenuto in quest’Aula
quando lei ha nominato la Giunta, quando io ho detto che bisogna rafforzare la
politica, quella politica buona, quella in cui tutti quanti noi, soprattutto
alcuni di noi che siamo qui in Consiglio regionale e crediamo e ci battiamo
ogni giorno, in qualsiasi circostanza. Noi lo dobbiamo affermare e valorizzare.
Lei rappresenta i calabresi in questo momento
ed ha il dovere di assumersi la responsabilità di quello che fa, delle nomine
che sottoscrive, delle scelte che lei fa come governo. La valutazione non
spetta, sinceramente, a chi, per esempio, come l’Autorità con un provvedimento
semplice a sospendere un Presidente della Regione. Non è così, io dico che è la
politica che deve valutare. Se lei sbaglia, presidente Oliverio, come ritengo che lei errori ne abbia fatti in questo
anno di governo regionale, devono essere i calabresi a prenderne parte e devono
esprimersi alle urne. Questo significa vivere in democrazia, questo significa
dare la possibilità alle istituzioni, dare la possibilità a un governo
regionale, a un Consiglio regionale di poter governare la propria regione e non
che ci siano intromissioni, perché – se lei ricorda – anche in merito al
commissariamento della sanità siamo intervenuti in quest’Aula; noi ribadiamo
anche oggi che questo non va bene, perché è una politica di colonizzazione,
qualcuno si sostituisce a chi, invece, ha il diritto-dovere di governare la
Regione Calabria, presidente Oliverio.
Questo era l’intervento che volevamo fare come
gruppo di Forza Italia, per dire che noi siamo garantisti sempre e non soltanto
a senso unico, ma sempre e comunque, perché il diritto deve essere base
fondamentale in un Paese democratico.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Presidente, colleghi, condivido
moltissimo l’intervento del collega Salerno
sul garantismo e sul primato della politica. E’ necessario presentare oggi
questa proposta di adeguamento alla legge 39 – che voterò favorevolmente dal punto di vista
personale – però è anche giusto dire che non è possibile sospendere
dall’incarico un Presidente o una Giunta regionale per aver fatto una nomina basata su un’attestazione di cui ognuno si assume
la responsabilità. E’ la legge stessa a dover prevedere, in questi casi,
esclusivamente l’obbligo della revoca. Poniamo il caso che fosse stata questa
Giunta regionale a procedere alla nomina, noi in questo momento ci
ritroveremmo, al di là del ricorso al Tar in cui il Presidente ha avuto la sospensiva, la Giunta intera
sospesa, nel senso che non può fare incarichi. Questo vuol dire bloccare una
Regione, bloccare la macchina amministrativa e non è possibile, come non è
possibile rimettere la politica ad organi amministrativi sovraordinati leggi di
tal genere oppure alla magistratura come per la legge Severino.
Allora cosa dico? Che questa legge è profondamente iniqua, che va bene
revocare la nomina che è stata fatta non secondo le norme, ma cosa c’entra
sospendere dal potere di nominare un Presidente della Giunta regionale o
un’intera Giunta regionale, addirittura, oppure un Consiglio regionale o un
Ufficio di Presidenza di un Consiglio regionale?! Mi sembra che ciò non sia
possibile. Io non capisco come in
Parlamento si sia potuto approvare una legge di tal genere. E’ evidente che
sono prevalse altre logiche e altri poteri rispetto a quello politico.
Condivido moltissimo l’intervento di Salerno,
chi ha vinto le elezioni deve avere il potere di governare, come ho dimostrato
anche nella vicenda del referendum e lo attesto ancora oggi. Ma vado ancora
oltre: anche la legge Severino è profondamente iniqua. Noi abbiamo due casi in
Italia, quello di De Magistris e quello di De Luca. Mi chiedo perché negli enti
locali ci debba essere la sospensione dalle funzioni per una condanna di primo
grado per alcuni reati contro la pubblica amministrazione, invece i
parlamentari no, per loro bisogna aspettare il terzo grado di giudizio?!
E’ chiaro che questa è una legge palesemente
ingiusta ed iniqua. Non so cosa dichiarerà la Corte costituzionale in
riferimento al ricorso del Presidente De Luca, ma è lampante che anche questa
legge è stata fatta sotto la spinta di istanze della magistratura e di un
populismo del momento. Noi non dobbiamo assolutamente, in questo Consiglio
regionale, facci dettare il nostro lavoro dai movimenti populistici oppure
dalla spinta del momento. Noi dobbiamo essere giusti, dobbiamo rendere atto al
mandato elettorale che la gente ci ha dato e quindi dobbiamo, in questa assise
che è la massima del Consiglio regionale, fare il nostro dovere, che è quello
di legiferare e di governare per chi ha vinto.
Questo credo che sia giusto e legittimo in
ogni organismo politico. L’organismo politico non deve assolutamente far venire
meno quello che è il suo compito e non si deve assolutamente delegare altri
organi a governare al proprio posto, perché altrimenti si delegittima la
politica e non solo vorrebbe dire anche delegittimare il voto popolare,
delegittimare i cittadini che hanno inteso votare. Questo non è consentito a
nessuno!
Se non ci sono altri interventi, passiamo
all’esame del provvedimento. Non ci sono emendamenti.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al
coordinamento formale
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Anche in riferimento
al punto 3 l’Aula autorizza il coordinamento formale, che sarà articolato
da quindici articoli.
Il
quinto punto all’ordine del giorno reca la proposta di
provvedimento amministrativo numero 89/10^ di iniziativa della Giunta
regionale: “Adozione della proposta di riprogrammazione del Por Calabria Fse
2007-2013, autorizzazione all'Autorità di Gestione a sottoporla ai membri del
Comitato di Sorveglianza e a notificarla alla Commissione Europea”.
La parola al relatore del
provvedimento, consigliere Aieta.
Signor
Presidente, questo provvedimento
che è all’esame prevede una proposta di riprogrammazione del Por Calabria
Fse 2007-2013. Questa rimodulazione,
in sostanza, comporterà una riduzione al livello minimo del 25 per cento del
tasso di cofinanziamento nazionale a valere sulla quota statale del Por
Calabria Fse 2007-2013, con conseguente aumento del tasso di cofinanziamento
comunitario al 75 per cento.
Ci sono stati in Commissione il dottor De
Marco, che rappresenta l’Autorità di gestione del Por Calabria Fse 2007-2013, e
la dottoressa Rizzo, dirigente di settore, i quali hanno specificato che la
dotazione finanziaria complessiva del programma scenderà da 690 milioni circa a
573 milioni di euro circa, con una riduzione pari a 117 milioni, che andranno a
confluire nel Pac, nel Piano di azione e di coesione della Calabria.
L’esigenza di rivisitare e rimodulare
il programma nasce dalla necessità di garantire il pieno utilizzo delle risorse
comunitarie e di salvaguardare il volume degli investimenti programmati,
assicurando il completamento degli interventi.
Ovviamente, l’approvazione di
questa proposta di provvedimento amministrativo passa al Consiglio e lo sforzo
che fa la Giunta è quello di arrivare al 31 dicembre 2015 senza che vengano
modificati o alterati la strategia e gli obiettivi del Por, al cui
conseguimento contribuirà in modo considerevole il Pac regionale.
Ci sono altri interventi? No. Pongo in votazione il provvedimento in esame.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il sesto punto all’ordine
del giorno reca la proposta di legge numero 64/10^ di iniziativa della Giunta
regionale: “Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio
derivanti da sentenze esecutive notificate all'amministrazione regionale e da
acquisto di beni e servizi senza il preventivo impegno di spesa”.
La parola al consigliere Aieta, relatore del
provvedimento.
Nello specifico, questo provvedimento si compone di una delibera nella
quale la Giunta, con proposta di legge, ha come obiettivo quello di riconoscere
la legittimità dei debiti fuori bilancio, derivanti da sentenze esecutive
notificate all’amministrazione regionale e da acquisti di beni e servizi senza
il preventivo impegno di spesa.
Questo disegno di legge si compone del parere favorevole del Collegio
dei revisori dei conti, che è stato acquisito al protocollo generale del
Consiglio regionale in data 21 settembre 2015.
I debiti fuori bilancio che vengono riconosciuti dal Consiglio sono,
sostanzialmente, costituiti da sentenze esecutive, da copertura dei disavanzi
di enti, società ed organismi controllati o comunque dipendenti dalla Regione,
purché il disavanzo derivi da fatti di gestione, da procedure espropriative o
di occupazione di urgenza, da acquisizione di beni e servizi in assenza del
preventivo impegno di spesa.
Con questa delibera e con la conseguente proposta di legge si vuole
procedere al riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio,
derivanti da sentenze e decreti ingiuntivi esecutivi per un valore di circa 2
milioni e 590 mila euro, di cui 709 mila euro nascenti da sentenze divenute
esecutive nell’anno 2015, e da 1 milione e 8, derivanti da sentenze esecutive
relative agli anni 2013 e 2014, dall’acquisizione di beni e servizi in assenza
di preventivo impegno di spesa per un valore complessivo di 4 milioni di euro.
In questo provvedimento, all’articolo 3 vengono indicate le forme di
copertura per i debiti di bilancio, individuati i capitoli dove vengono
allocate le risorse.
Il settore legislativo ha, tra l’altro, reso compatibile il disegno di
legge con la normativa in materia di armonizzazione dei bilanci.
Alla seduta della Commissione ha portato il loro contributo la
dottoressa Bonaiuto, che è dirigente del dipartimento bilancio, la quale ha
manifestato l’urgenza e l’importanza del provvedimento.
Se non
ci sono altri interventi, passiamo all’esame
dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel
suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Il
settimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge
numero 67/10^ di iniziativa della Giunta regionale: “Modifiche alla legge
regionale 18 dicembre 2013, n. 54 (Accelerazione della definizione di
procedimenti agevolativi)”.
La parola al consigliere Sergio, relatore del
provvedimento.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
signor Presidente della
Giunta, la proposta di legge in epigrafe intende introdurre alcuni correttivi alla legge regionale numero 54
del 2013 in materia di accelerazione della definizione di procedimenti agevolativi, in
particolare essa vuole rendere maggiormente conforme al dettato dei princìpi
costituzionali alcuni disposizioni contenute nella legge regionale appena
menzionata. Infatti, le disposizioni contenute all’articolo 1, modifiche
all’articolo 1 e all’articolo 3 della legge regionale numero 54 del 2013, renderebbero la disciplina
regionale in tema di procedimenti agevolativi del tutto analoga a quella
dettata dal legislatore statale.
La legge regionale numero 54 del 2013 ha introdotto disposizioni con le
quali il legislatore regionale ha inteso recepire nell’ordinamento della
Regione Calabria le ipotesi previste all’articolo 29 del disegno di legge
numero 83 del 2012, di esonero dagli obblighi relativi al rispetto degli
indicatori utilizzati per la formazione delle graduatorie a suo tempo assunte
dai beneficiari delle agevolazioni indicate nel comma 1 del medesimo articolo
29, il quale testualmente recita: “In considerazione della particolare gravità
della crisi economica che ha colpito il sistema produttivo, le imprese
beneficiarie delle agevolazioni di cui all’articolo 1 del decreto legge 22
ottobre 1992 numero 415, convertito con modifiche dalla legge 19 dicembre 1992
numero 488 e di cui alla legge 25 febbraio 1992 numero 215, non sono più tenute
al rispetto degli obblighi derivanti dal calcolo degli indicatori utilizzati
per la formazione dei lavoratori. Sono fatti salvi i provvedimenti già
adottati”.
In particolare l’articolo 1, comma 2, della legge regionale 54 prevede
che le imprese beneficiarie di agevolazioni a valere su fondi regionali o su
risorse di cui al Pop 1994/99 e al Por 2000-2006, che alla data di entrata in
vigore del decreto legge 83 abbiano completato e regolarmente collaudato gli
investimenti anche in presenza di provvedimenti già adottato, sono esentate dal
rispetto degli obblighi e delle prescrizioni derivanti dal calcolo degli
indicatori utilizzati per la formazione delle graduatorie previste dalle
direttive di attuazione, dai bandi e dai relativi provvedimenti di concessione.
La su riportata previsione di legge regionale, nell’introdurre
l’esonero dagli obblighi connessi al rispetto degli indicatori utilizzati per
la formazione di graduatorie relative alle agevolazioni, ne consente
l’operatività, a differenza della normativa statale, anche nelle ipotesi in cui
siano precedentemente intervenuti provvedimenti di revoca delle agevolazioni,
eventualmente adottati proprio in ragione del mancato raggiungimento degli
indicatori medesimi o dell’inadempimento di prescrizioni correlate alla
concessione dell’aiuto e preclude all’amministrazione regionale di procedere al
recupero conseguente alla predetta revoca delle somme indebitamente percepite.
L’articolo 1, comma 2, della legge regionale 54, contemplando detto
esonero, anche in presenza di provvedimenti già adottati, si pone in contrasto
con la corrispondente previsione di legge statale di cui all’articolo 29, comma
1, del disegno di legge 83/2012, ai sensi del quale sono fatti salvi i
provvedimenti già adottati.
Tale previsione di legge regionale presenta, dunque, profili di
illegittimità costituzionale per violazione dell’articolo 3 della Costituzione,
atteso che, a fronte di situazioni omogenee relative ai beneficiari di
agevolazioni che abbiano formato oggetto di provvedimenti di revoca, essa
comporta, per i soggetti cui tali benefici siano stati erogati dalla Regione
Calabria, una disciplina più favorevole ed ingiustificatamente differente
rispetto a quella cui sono generalmente assoggettati, sul restante territorio
nazionale, i destinatari di provvedimenti di revoca di agevolazioni per mancato
rispetto degli indicatori suddetti.
La norma in questione, inoltre, prevedendo un esonero dagli obblighi
connessi al rispetto degli indicatori utilizzati per la formazione di
graduatorie relative ad agevolazioni erogate a valere su fondi comunitari e
precludendo la ripetizione di tali erogazioni indebitamente percepite e pure in
presenza di un pregresso provvedimento di revoca, confligge con i vincoli
derivanti dall’ordinamento comunitario, posti anche dall’articolo 117, comma 1,
della Costituzione.
Si profila, altresì, una violazione del comma 2 del succitato articolo
117 con riferimento alla lettera 1, atteso che l’articolo 1, comma 2, della
legge regionale 54, interferendo con la disciplina della ripetizione dei debiti
di cui all’articolo 2033 del Codice Civile, invade la materia dell’ordinamento
civile riservata alle potestà legislative esclusive dello Stato.
Poiché la normativa in esame non prevede alcuna specifica dotazione
finanziaria né in relazione all’eventuale ammissione al beneficio di soggetti inizialmente esclusi per mancato rispetto degli
indicatori, né in relazione ad una possibile restituzione a beneficiari di
somme recuperate a seguito di revoche, né in relazione all’ipotesi in cui il
bilancio regionale debba farsi carico nei confronti dell’Unione europea di
risorse comunitarie indebitamente erogate e di cui non fosse possibile la
ripetizione, essa contrasta, altresì, col principio costituzionale che impone
la copertura finanziaria dettata dall’articolo 81, comma 3, della Costituzione,
che trova applicazione per la legge regionale, per come ripetutamente affermato
dalla Corte costituzionale, anche con riferimento a leggi della Regione
Calabria.
Le medesime considerazioni fin qui svolte
possono essere estese anche alla previsione di cui all’articolo 3, comma 1,
della legge regionale 54, a mente del quale la Regione Calabria, attraverso i
dipartimenti competenti per materia e previa richiesta da parte delle imprese
interessate, da produrre entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente
legge, anche in presenza di provvedimenti già adottati, favorisce il
completamento degli investimenti agevolati anche attraverso deroghe a termine
di presentazione degli stati di avanzamento lavori e di ultimamente dei
programmi di spesa, concedendo proroghe straordinarie comunque compatibili con
i termini di spesa previsti dai programmi comunitari.
Si ritiene, pertanto, necessario presentare la
proposta di legge al fine di espungere dal testo della legge regionale numero 54
ogni riferimento a provvedimenti già adottati.
A questo proposito, c’è un emendamento di
precisazione che anch’io ho presentato a questa norma.
Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino
PRESIDENTE
Ci sono altri
interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Sono perfettamente in linea con quanto
relazionato dal Presidente della prima Commissione, il consigliere Franco
Sergio, ma proprio alla luce del lavoro fatto in
Commissione, anche nella seconda Commissione, perché è stata soggetto anche in
sede di Commissione bilancio, la pratica è stata soggetta ad una eventuale
proposta di emendamento, che credo poi abbia fatto sua proprio il consigliere
Sergio, e poiché abbiamo presentato un emendamento sempre nel merito, a firma
mia, del consigliere Scalzo e del consigliere Tallini, credo che, dopo la relazione
del collega Sergio, ci sia la necessità di andare a ritirare la pratica e
portarla all’approvazione alla prossima seduta di Consiglio regionale, al fine
di capire se, intanto, i due emendamenti sono sovrapponibili fra di loro e
affinché possa essere predisposto un solo emendamento, anche perché parliamo di
incentivi pubblici che poi, se non ben disciplinati in quest’Aula, potrebbero
dare adito a notevoli fasi di ricorsi e contenziosi contro la Regione Calabria.
Quindi, nella logica in cui ha relazionato il
consigliere Sergio, ma anche nell’eventualità di fare un unico emendamento
rispetto a quelli già presentati, chiedevo all’Aula di voler momentaneamente
soprassedere all’approvazione di questa pratica e portarla alla
calendarizzazione della prossima seduta di Consiglio, che credo sia il 3
dicembre.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini.
Ne ha facoltà.
Chiedo un attimo di attenzione da parte del
Presidente, perché ritengo che questo provvedimento vada approfondito; mi
rifiuto che uno che fa politica, che pensa ai problemi della gente e
soprattutto a quelli delle categorie produttive, possa produrre un atto come
questo. Io penso, invece, che mentre lei era a Roma a seguire la sua vicenda,
qualcuno proponeva degli atti che, secondo me, danneggiano i calabresi e
categorie particolari di calabresi.
Quindi le dico e le chiedo di approfondire,
ricordando che, quando noi aderimmo a questa proposta, lo facemmo perché questa
proposta ci venne dall’associazione industriale e ci fecero capire che l’unico
provvedimento che Monti, da Presidente del Consiglio, aveva fatto a favore
delle categorie produttive, accanto a tantissimi provvedimenti nefasti, era
stato questo e che noi, come Regione Calabria, dovevamo cogliere, e avevamo
fatto quella proposta.
Ora, voi immaginate che cosa significa questa
proposta per quelle attività produttive? Le attività produttive hanno
utilizzato questi fondi e, chiaramente, oggi, se dovessero restituirli alla
Regione perché c’è una decisione diversa… mi associo alla iniziativa del ritiro
della pratica, ma non basta dire “la rinviamo”. Ci metto una motivazione
ulteriore: vorrei che il presidente Oliverio riflettesse molto su questa
delibera, pensando anche al fatto che ci sono stati dei giudizi, dei
pronunciamenti, proprio di quella giustizia che lei diceva prima, che andava
evocata, ma anche rispettata quando si pronuncia; ci sono dei giudizi già a
favore dei privati che hanno espresso impugnativa agli atti e i tribunali
amministrativi si sono già dichiarati a loro favore. C’è anche, Presidente, un
pronunciamento della Corte costituzionale che, interessata, proprio qualche
giorno si è pronunciata a favore di questi imprenditori che hanno avuto questi
finanziamenti in una fase difficile.
Le aggiungo un motivo ulteriore: secondo me,
come minimo, noi dovremmo aspettare che ci fosse anche l’altro pronunciamento,
perché quando lei dà mandato – lei come Presidente, perché questa è una
proposta della Giunta – agli avvocati
nostri per sollevare il problema della costituzionalità di questa norma, io le
ricordo soltanto che la Regione Sardegna, la Regione Calabria, la Regione
Veneto e la Regione – mi pare – Puglia, hanno adottato questo provvedimento. Il
provvedimento è stato inviato al Governo, il Governo non ha ritenuto di
individuare nulla di illegittimo nel provvedimento, quindi noi abbiamo già in
mano atti e documenti che possono attestare che gli atti sono stati legittimi e
che sono legittimi.
Mi permetto soltanto di dirle di riflettere su
queste cose. Non possiamo mettere il Consiglio regionale davanti ad una cosa
così seria e in un momento così delicato per queste categorie, soprattutto in
Calabria. Poi lei si deve anche, ogni tanto, proporre per cose positive, non
solo perché revoca questo, revoca quello, revoca quell’altro, insomma, non è
che può passare alla storia per essere stato il Presidente delle revoche! Mi
auguro che su questa cosa rifletta, glielo dico con grande serietà, senza
ironia e glielo dico anche perché ritengo che anche dalla sua maggioranza
questa idea di ritirare per approfondimento sia un buon segnale che riguarda un
argomento che non viene portato in Aula con gli occhi bendati, ma viene
valutato, approfondito.
Ritengo che su questo prevarrà il buonsenso e
sicuramente si contraddistinguerà per aver recepito i contributi anche delle
categorie produttive, che sono nella direzione di aiutare gli imprenditori e
non di danneggiarli.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio.
Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, non solo
per una questione di posizione bipartisan su questo
tema, ma credo che possa essere accolta la richiesta di approfondimenti, anche
perché ci troviamo in un momento in cui una recessione economica terribile pone
il sistema produttivo in una condizione
di disagio; per cui per evitare eventuali penalizzazioni per un sistema che
oggi fa fatica a creare condizioni di crescita e di sviluppo ed anche per
rendere omogeneo il trattamento tra le imprese di tutto il territorio
nazionale, credo che possa essere accolta la richiesta di rinvio e di
approfondimenti alla prossima seduta.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
Il
ritiro del provvedimento da
parte del relatore Sergio mi trova soddisfatto, perché
ritengo che un provvedimento di tale portata - io non so poi come questi tipi di provvedimenti arrivino in Aula -
abbia profili forti di illegittimità e di incostituzionalità. Se andate a leggere l’articolato credo che noi
dobbiamo fare molta attenzione.
Si è discusso prima della vicenda dell’Anac, della sospensione del
Presidente, ma noi dobbiamo introdurre meccanismi che consentano di verificare
attentamente i provvedimenti che mirano a modificare leggi o parti di leggi, perché qua introduciamo elementi distorcenti
nel sistema economico ed elementi distorcenti anche dal punto di vista
giuridico e di diritti.
Per questo ritengo giusta la proposta fatta
dal collega Sergio, ma ritengo che il Consiglio regionale debba dotarsi di una
serie di strumentazioni che consentano che questi provvedimenti che hanno
questi profili, secondo me, di illegittimità e di incostituzionalità, non
vengano neanche portati in Aula. Da questo punto di vista, gli approfondimenti
su questa materia serviranno a verificare questa situazione. Ecco qui il
problema della trasparenza degli atti amministrativi, delle scelte delle
modifiche legislative! Dobbiamo essere chiari ed impedire che surrettiziamente
interessi che non hanno albergato fino ad oggi nella regione possano entrare
con meccanismi di questo tipo.
Ci
sono altri interventi? No. Pongo in votazione la
richiesta di rinvio del punto all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
L’ottavo
punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge
numero 86/10^ di iniziativa del consigliere G. Giudiceandrea: “Variazione al
bilancio per l'esercizio finanziario 2015 ai sensi dell'articolo 23 della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
Il relatore del provvedimento, consigliere Aieta,
ha facoltà di intervenire.
Signor
Presidente, si tratta di una variazione al bilancio dell’esercizio
finanziario 2015. La seconda Commissione ha approvato questa proposta di legge di
iniziativa del consigliere Giudiceandrea,
che prevede una variazione che, nel merito della proposta, si compone di due
articoli.
Nello specifico, all’articolo 1 si prevede di
allocare 15 milioni di euro sull’unità previsionale di base 231002, al fine di
garantire la prosecuzione dei servizi di trasporto pubblico locale, riducendo
contestualmente dello stesso importo l’unità previsionale di base 231005,
relativo alle spese per la copertura finanziaria dei debiti maturati nell’anno
2011 nei confronti di Trenitalia S.p.A., a valere sui contratti di concessione stipulati
dalla Regione Calabria. E’, comunque, previsto che la variazione compensativa
sia subordinata alla definitiva estinzione da parte della Regione di ogni
pendenza pregressa con Trenitalia fino al 31 dicembre 2012.
Questa proposta è corredata da relazione
tecnico-finanziaria, nella quale si specifica che la legge non comporta
maggiori oneri a carico del bilancio regionale, considerato che si tratta di
una variazione di tipo compensativo.
In Commissione è arrivato il parere del
Collegio dei revisori dei conti, nel quale si cita testualmente: “Si esprime
parere favorevole con prescrizione, cioè il parere favorevole del Collegio dei
revisori è espresso a questa proposta di legge, ma rimane subordinato comunque
alla preventiva ed imprescindibile conclusione delle pendenze pregresse con
Trenitalia.
Presidenza del Presidente Nicola Irto
Se non ci sono altri interventi, comunico che
è stato presentato un emendamento interamente sostitutivo, protocollo 49731 a
firma del consigliere Giudiceandrea:
“Articolo 1
(Rimodulazione
delle risorse finanziarie destinate al Trasporto pubblico locale)
1. Al fine di garantire la totale copertura dei
contratti di servizio stipulati con Trenitalia Spa per la gestione dei servizi
ferroviari di interesse regionale e locale, è autorizzata per l'esercizio
finanziario 2015, quale ulteriore quota a carico del bilancio regionale
distinta da quella iscritta a titolo di fondo nazionale trasporti di cui
all'art. 16 bis del decreto legge 6 luglio 2012, 95, convertito con modificazioni
dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e dall'art. 1, comma 301, della legge 24
dicembre 2012, n. 228, la maggiore spesa di euro 13.500.000,00 con allocazione
all'UPB U.002.003.001.005 dello stato di previsione della spesa del bilancio
medesimo.
2. Lo stanziamento dell'UPB U.002.003.001.002 dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2015 è incrementato di euro
1.500.000,00 da destinare al rinnovo dei contratti collettivi di lavoro
relativi al settore del trasporto pubblico locale.
3. Alla copertura finanziaria delle disposizioni di cui
ai precedenti commi 1 e 2, si provvede mediante la riduzione di Euro
15.000.000,00 dello stanziamento di cui al capitolo U2301051001 allocato nella
medesima UPB U002.003.001.005 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2015. Alle finalità di cui all'articolo 41, commi 5, 6, 7 della legge
regionale 27 dicembre 2012, n.69 e successive modifiche ed integrazioni sono
destinate le risorse di cui all'articolo 25, comma 11 quinquies, del decreto
legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modificazioni dalla legge 9 agosto
2013, n. 98, ai sensi di quanto disposto dal Decreto Interministeriale n. 197
del 12.06.2015.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le
necessarie modifiche al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8.
Articolo 2
(Pubblicazione)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria”.
Ha facoltà di illustrarlo.
Intervengo
solo per giustificare
l’emendamento, perché – come bene ha detto il presidente Aieta – il Collegio dei
revisori dei conti aveva subordinato il parere favorevole al verificarsi della
condizione della copertura. Questa condizione si è verificata medio tempore,
per cui l’emendamento è interamente sostitutivo, non vi è più condizione, la
partita di bilancio è percepibile, liquidabile, per cui non ci sono più i
problemi che avevamo in precedenza e con l’emendamento chiudiamo la vicenda.
A questo emendamento è anche pervenuto il parere favorevole dei
Revisori dei conti?
Sì.
Parere del relatore sull’emendamento? Favorevole. Parere della
Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 49731.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso per come emendata.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Pongo in votazione l’autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
Il
nono punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge
numero 76/10^ di iniziativa dei consiglieri S. Romeo, F. Sculco, G. Arruzzolo,
F. Cannizzaro, G. Giudiceandrea, O. Greco, A. Nicolò: “Modifiche alla legge
regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio
regionale delle Autonomie locali)”.
Questo è un provvedimento che era stato già portato
all’altro Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giudiceandrea.
Sempre
rapidamente, solo per spiegarne il contenuto. Con
legge regionale del 27 aprile 2015, numero 11,
è stato soppresso l’inserimento dei Presidenti delle comunità montane nei Consigli
delle autonomie locali.
La presente legge viene fatta per raccordare formalmente l’intero testo della legge 1 del
2007 alle modifiche della citata legge del 2015.
Se non ci sono altri interventi, passiamo
all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione l’autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Il
decimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di legge
numero 91/10^ di iniziativa dei consiglieri G. Neri, G. Arruzzolo, S. Romeo, A.
Nicolò, F. Cannizzaro, O. Greco: “Modifica dell'articolo 8 della legge
regionale 3 febbraio 2012, n. 4 (Misure in materia di ottimizzazione della
produttività del lavoro nonché di efficienza e trasparenza dell'Amministrazione
del Consiglio regionale)”.
La parola al consigliere Neri, primo firmatario.
Sostanzialmente,
la proposta di legge che
stiamo presentando dal punto di vista strutturale va a modificare
ed integrare l’articolo 8 della legge regionale numero 4 del 2012, adeguandolo
al dettato normativo in merito all’incompatibilità e alle cause ostative alla
nomina dei componenti degli organismi indipendenti di valutazione.
Pertanto la ratio di questa norma va individuata nella
separazione delle funzioni di valutatore, riservando quest’ultima ai soggetti
che abbiano i requisiti previsti dalla legge e che non abbiano rapporti di
dipendenza né alcun tipo di rapporto giuridico con la pubblica amministrazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Solo
per sapere se c’è aggravio di spesa per questa proposta.
No, è chiaramente spiegato nella relazione tecnico-finanziaria che questa modifica
non comporta nessun tipo di aggravio di spesa, è ad invarianza finanziaria.
Non ci sono altre richieste di parola,
pertanto si passa all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Pongo in votazione l’autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Si passa all’undicesimo punto…
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Romeo. Ne ha facoltà.
Ad
inizio seduta ho
depositato un emendamento a questo disegno di legge, quindi, quando ritiene,
lo vorrei illustrare.
Quando andiamo all’articolo
per il quale è stato depositato.
L’undicesimo punto reca la proposta di
provvedimento amministrativo numero 90/10^ di iniziativa dei consiglieri S.
Romeo, O. Greco, G. Arruzzolo, F. Cannizzaro, G. Nucera, A. Nicolò: “Modifiche
ed integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale”.
La parola al primo firmatario, consigliere
Romeo.
Con questa proposta di
legge abbiamo inteso istituire una Commissione consiliare permanente
che si
occupi, nello specifico, di armonizzare la legislazione regionale con quella
nazionale, elaborando proposte di revisione organica dello Statuto e del
Regolamento interno, quindi si tratta di una Commissione per la riforma dello
Statuto, sostanzialmente.
Potrete vedere l’articolato, poi magari, quando arriviamo al punto da
emendare, illustrerò l’emendamento per fare chiarezza circa alcuni temi.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera.
Ne ha facoltà.
Volevo
sapere se ci sono aggravi di
spesa anche per questa Commissione. Chi deve rispondere? Risponde lei,
Presidente?
No, non ci sono aggravi di spesa e con
l’emendamento che illustrerò la questione sarà sufficientemente definita.
E’ stato
presentato un emendamento da parte del consigliere Romeo ed altri, protocollo numero 50299.
Passiamo, intanto, all’esame dell’articolato.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
All’articolo 3 è stato presentato un emendamento dal consigliere Romeo, a cui do la
parola per l’illustrazione.
Articolo
3. Dopo l’articolo 28, propongo di fare così:
“Articolo 28 bis. Comma 1. La Commissione permanente riforme ha il compito di:
a) esaminare le proposte di legge di revisione dello Statuto regionale e le
proposte di modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale; b)
armonizzare la legislazione regionale con quella nazionale, elaborando proposte
di revisione organica dello Statuto e del Regolamento interno” e propongo di
chiudere qui il testo legislativo.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 50299.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 così come emendato.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Pongo
in votazione l’autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Il dodicesimo
punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo
numero 50/10^ d'Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della
Commissione speciale di vigilanza”.
Ricordo
– chiedo di preparare il seggio elettorale – che, a norma dell’articolo 30 del Regolamento
interno, l’elezione del Presidente e del Vicepresidente avviene con un’unica
votazione a scrutinio segreto. Si può esprimere una sola preferenza. Risulta
eletto Presidente il primo per numero di voti ottenuti e il Vicepresidente il
secondo per numero di voti ottenuti.
Chiamo i consiglieri più giovani, Pasqua e
Cannizzaro, a svolgere le funzioni di scrutatori.
(Interruzione)
Siamo in seggio elettorale. Intanto che
istituiamo il seggio, ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne
ha facoltà.
Presidente, così come scrissi e dichiarai
nei mesi scorsi, per ovvie ragioni di metodo, prima ancora che di merito, Forza Italia
chiese la presidenza della Commissione di vigilanza per una questione istituzionale, considerato che questa Commissione va
assegnata alle opposizioni, ed oggi propone a quest’Aula quale Presidente della
Commissione il consigliere Ennio
Morrone, per le sue capacità, per le sue competenze, per la sua esperienza, con
la convinzione che potrà dare un contributo, viste le qualità e i requisiti che
possiede, a quest’Aula, alla massima Assise regionale, in un contesto in cui si dovrà svolgere un lavoro attento,
oculato e di garanzia.
Considerato che l’intervento del
consigliere Nicolò, siamo in seggio elettorale, non era dovuto, visto
che abbiamo dato la parola, posso dare la parola ad uno per gruppo, quindi ora
al consigliere Tallini. Qualora si
volesse intervenire, uno per gruppo consiliare e poi procediamo alla votazione.
Prego, consigliere Tallini.
Credo
che l’occasione di oggi possa
recuperare un vulnus che si è creato
fra l’opposizione e la maggioranza. Faccio appello a tutti i
componenti della maggioranza, allo spirito delle istituzioni, nel rispetto dei
rispettivi ruoli delle opposizioni, quando si governa, e della maggioranza,
quando questa amministra e governa senza pregiudizi e senza arroganza.
Abbiamo avuto delle incursioni a gamba tesa
durante la nomina di altri ruoli istituzionali, nomine, riterremmo che questo vulnus
si possa sanare con un elementare e semplice comportamento da parte della
maggioranza.
Chiederei che la maggioranza, che non è
interessata perché questa nomina spetta alla minoranza, si astenga su questa
nomina e lasci per la prima volta alla stessa minoranza decidere chi dovrà
rappresentarla in seno a questa importante Commissione.
Sono stato una vittima di questa sistema, ma
guardo sempre avanti e mi appello anche alla sensibilità di tantissimi
consiglieri e colleghi che sono in quest’Aula, rispetto ad un principio
semplice che può o sanare o aumentare quella conflittualità che può nascere da
questa mancanza di riconoscimento di dignità nei confronti di una opposizione a
cui non mancheranno le occasioni, gli argomenti per fare l’opposizione non solo
non costruttiva, ma io penso che, a quel punto, la dovremmo fare anche cattiva
l’opposizione e con pregiudizio, perché solo così si può rispondere a degli
atteggiamenti che, se dovessero verificarsi, da considerare intolleranti.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Intervengo
telegraficamente per chiedere ai colleghi
consiglieri e a lei, Presidente, la sospensione della seduta per dieci-quindici
minuti per un’esigenza interna ai nostri gruppi di minoranza, per un confronto
interno, sperando che questa proposta venga accolta, ritrovando già anticipatamente
la disponibilità dei colleghi, che in questo momento dicono di no, però che
anticipatamente mi avevano detto di sì. Che lo dicano palesemente e
pubblicamente!
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera.
Ne ha facoltà.
Vedo
che la minoranza ha qualche difficoltà e
ritengo la proposta del consigliere Cannizzaro
ricevibile, pertanto chiedo dieci minuti di sospensione, perché l’intervento che ha fatto il consigliere Tallini in parte lo condivido: se deve essere una scelta della
minoranza, che se la discutano all’interno della minoranza.
Le proposte mi pare che possano
essere accomunate. Ci sono altri interventi? Pongo in votazione le proposte
Cannizzaro e Nucera di sospensione di dieci minuti.
(Il Consiglio
approva)
La seduta sospesa alle 18,39 è
ripresa alle 18,59
Iniziamo le operazioni di voto.
Procediamo all’elezione del Presidente e del
Vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza.
Presidente, si vota il Presidente, il Vicepresidente
e il Segretario?
Il voto è unico, una preferenza: il primo che
avrà riportato il maggior numero di voti sarà eletto Presidente della
Commissione di vigilanza, il secondo sarà eletto Vicepresidente. Poi seguirà la
votazione, dopo l’elezione del Presidente e del Vicepresidente, per l’elezione
del Segretario.
(Sono
distribuite le schede)
Fa la chiama.
Ricordo all’Aula che può essere data una sola preferenza.
Comunico
l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della
Commissione speciale di Vigilanza.
Presenti
e votanti 31. Hanno riportato voti: Morrone 16, Pasqua 7, Mangialavori 1.
Schede bianche 6, schede nulle 1.
Proclamo,
pertanto, eletto Presidente
della Commissione speciale di Vigilanza il
consigliere Morrone e Vicepresidente il consigliere Pasqua.
(Applausi)
Si
passa ora alla elezione del consigliere Segretario della Commissione speciale di Vigilanza.
Si
distribuiscano le schede.
(Vengono distribuite le schede)
Fa la
chiama.
Comunico
l’esito della votazione del consigliere Segretario della Commissione speciale di Vigilanza.
Presenti
e votanti 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Giudiceandrea 18, D’Acri 1,
Cannizzaro 1, Oliverio 3, schede bianche 8.
Pertanto
proclamo eletto alla carica di consigliere Segretario della Commissione
speciale di Vigilanza il consigliere Giudiceandrea.
Procediamo
adesso con il punto 14 all’ordine del giorno che recita: “Proposta di
provvedimento amministrativo numero 52/10^ d'Ufficio, recante: “Elezione del
Presidente e del Vicepresidente della Commissione contro la ‘ndrangheta”.
Procediamo
con l’istituzione del seggio elettorale. Si distribuiscano le schede.
(Vengono distribuite le schede)
Fa la
chiama.
Comunico
l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente
della Commissione contro la ‘ndrangheta”.
Presenti
e votanti 31. Hanno riportato voti i consiglieri Bova 19, Mangialavori 3,
Cannizzaro 2, Arruzzolo 2, Tallini 1, schede bianche 4.
Pertanto
dichiaro eletti alla carica di Presidente e Vicepresidente della Commissione
contro la ‘ndrangheta rispettivamente i consiglieri Bova e Mangialavori.
(Applausi)
Passiamo
adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero 53/10^ d'Ufficio,
recante: “Elezione del Consigliere Segretario della Commissione contro la
‘ndrangheta”.
Si
distribuiscano le schede.
(Vengono distribuite le schede)
Fa la
chiama.
Colleghi,
dobbiamo riprocedere alla votazione perché risulta mancante una scheda rispetto
ai votanti registrati. Vi chiedo questa volta di avvicinarvi al seggio
elettorale e di inserire la scheda nell’urna o di consegnarla direttamente ai
commessi.
Procediamo
alla distribuzione delle schede e vi chiedo di rimanere in Aula. Grazie.
(Vengono ridistribuite le schede)
Fa la
chiama.
Comunico
l’esito della votazione per l’elezione del consigliere Segretario della
Commissione contro la ‘ndrangheta”.
Presenti
e votanti 27. Hanno riportato voti i consiglieri: Sergio 16, Nicolò 5, Greco 1,
schede bianche 5.
Pertanto
proclamo eletto alla carica di consigliere Segretario della Commissione contro
la ‘ndrangheta il consigliere Sergio.
Prima
di passare all’esame dell’ordine del giorno
successivo aveva chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale,
Oliverio. Prego.
Presidente, brevemente,
per sottoporre alla sua attenzione e a quella del Consiglio
regionale l’opportunità di porre all’ordine
del giorno di una prossima seduta di Consiglio
una informativa ma anche un confronto di merito in relazione alla costruzione
di un importante atto e strumento che in questi giorni ci vede impegnati: il
“Patto per la Calabria”, sul quale è aperta
una interlocuzione tra
la Regione e il Governo.
Come
sapete, il Presidente
del Consiglio ha annunciato l’assunzione,
l’adozione di un progetto per il Mezzogiorno,
il cosiddetto “Masterplan” che è preceduto dalla
sottoscrizione di patti con le singole Regioni.
Abbiamo avuto un incontro con la Presidenza del Consiglio per avviare
questo percorso, questa interlocuzione e devo dire che stiamo lavorando e
abbiamo prodotto un primo documento che sarà inoltrato al Governo, alla
Presidenza del Consiglio e sulla base del quale si aprirà il confronto.
Ma prima che si concluda questo percorso anche per un confronto di
merito - perché i tempi sono previsti per la fine di questo anno ed entro il 31
dicembre questo percorso si deve concludere – noi riteniamo – e lo propongo –
che ci debba essere uno spazio da parte del Consiglio regionale perché si
sviluppi un confronto anche su questo importante atto che sarà per la Calabria
uno strumento di rilievo per quanto riguarda non solo la programmazione ma
anche l’utilizzazione di importanti strumenti economico/finanziari, per
affrontare nodi relativi allo sviluppo, alla crescita, alla riorganizzazione dei
servizi e all’ammodernamento infrastrutturale della nostra regione.
Ho chiesto la parola solo per porre alla sua attenzione e a quella del
Consiglio questa esigenza e, naturalmente, l’ho fatto a conclusione dei lavori
del Consiglio affinché si valuti e si calendarizzi nella prossima seduta di
Consiglio uno specifico punto all’ordine del giorno.
PRESIDENTE
Grazie, presidente
Oliverio.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Intervengo anzitutto per ringraziare i colleghi di aver accolto la proposta
della sospensione dei lavori perché ho avvertito e abbiamo avvertito la
necessità di creare un momento di confronto all’interno delle forze politiche
di minoranza. Un confronto al quale, purtroppo, alcuni colleghi si sono
sottratti.
I miei più sentiti auguri a tutti gli eletti, in particolar modo al presidente Morrone e grazie veramente di
cuore al presidente Oliverio ed alla sua maggioranza per questa gentile
concessione. Concedere questa Commissione alle forze politiche di minoranza non
era un atto dovuto. Lo avete fatto e per questo vi ringraziamo e lo avete
voluto evidenziare con una sensibilizzazione, un rafforzamento attraverso anche
il sostegno del voto; tanto è vero che il Presidente viene eletto con 16 voti
addirittura.
Questa partecipazione da parte della
maggioranza la accogliamo con grande piacere.
Ancora una volta si evidenzia quello che è un
rapporto ove ci sono dei dialoghi ed allora noi salutiamo con favore e con grande
interesse questo risultato che, certamente, avremmo gradito fosse frutto di un
maggiore coinvolgimento rispetto a tutte le forze politiche della minoranza.
Poi però quello che conta è il risultato e
quindi grazie per questa sensibilità, per questa ulteriore attenzione con
l’auspicio che questa attenzione possa essere ancora una volta ribadita e
concentrata anche nel prosieguo di questa legislatura. Grazie.
Ritenevo
che la discussione fosse conclusa, il Presidente della Giunta ha
chiesto di fare delle dichiarazioni ed ho accolto la richiesta del consigliere
Cannizzaro. Pertanto per come dispone il Regolamento possono intervenire un
consigliere per gruppo per non oltre tre minuti.
Il
consigliere Cannizzaro è capogruppo, per il Gruppo Misto può intervenire il
consigliere Tallini e poi il consigliere Nicolò.
Presidente, solo tre
minuti, nemmeno un secondo in più, visto che lei sta facendo segno e sta dando
indicazioni al suo Presidente.
Solo
per dire che avevo fatto una proposta che doveva sanare un vulnus che era quello che lei ha innescato in quest’Aula da quando
la rappresentatività della minoranza doveva essere eletta a vari livelli.
Con la votazione del Vicepresidente del Consiglio abbiamo
verificato che non abbiamo avuto la possibilità di votare con i voti nostri,
tanto è vero che il collega Gentile è stato eletto con 10 voti.
Poi abbiamo notato che quando abbiamo voluto, abbiamo votato
compatti. In occasione dell’elezione del consigliere Graziano ai voti della
minoranza si sono aggiunti addirittura altri 10 voti della maggioranza.
Stasera, nonostante avessimo chiesto di evitare di interferire
nelle vicende della minoranza, ancora una volta registriamo una entrata a gamba
tesa.
Presidente
Oliverio, le volevo dire che l’ho votata quale segretario della Commissione
vigilanza. Ci sono stati tre voti in tutto e ci saranno stati altri due
consiglieri che l’hanno pensata come me. Ma l’ho voluto fare solamente perché a
lei spetta quel compito.
Io sono convinto che rispetto al Presidente dell’Anac lei veramente fosse innocente ed in buona
fede in quel provvedimento, ma mi permetto di dire che, se dovessimo segnalare
all’Anac un tentativo continuo di corruzione nei confronti della opposizione,
un esito giudiziale avrà sicuramente un risultato diverso da quello che ha già
avuto. Lei sta continuando, quindi, a corrompere l’opposizione.
Si ricordi che alla fine questa cosa non pagherà. Evidentemente il
suo metodo non può dare un risultato di lungo respiro ma è un metodo di questa
sera. Si renderà, però, conto alla distanza che il fiatone che sta già
dimostrando di avere diventerà – lo dico sul piano politico – un arresto
cardiaco che sicuramente farà beneficio all’intera popolazione
calabrese e anche alla democrazia che in quest’Aula, attraverso i suoi
comportamenti e i suoi atteggiamenti, non merita nemmeno la risposta, visto che
questa sera abbiamo registrato per l’ennesima volta una offesa alle regole
della istituzione e della democrazia.
Il Presidente del
Consiglio – ed ho finito – pensava di iniziare la legislatura col cosiddetto
garbo istituzionale e invece così non è
stato.
Ancora una volta invece di usare il garbo
istituzionale vuole incattivire l’opposizione? Avremo modo di dimostrarlo
perché l’opposizione saprà fare l’opposizione. La maggioranza si allarga? Buon
per lei, Presidente, ma guardi che lei si allarga in
quest’Aula ma diventa minoranza nella opinione pubblica. Si vada a fare un giro
così si renderà conto di persona. Buona fortuna.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò.
Ne ha facoltà.
Grazie
Presidente, poco
fa ho presentato all’Aula la
proposta di elezione del consigliere Morrone, peraltro già annunciata nei mesi
scorsi, e ne ho spiegato le ragioni. Questo è il fatto di merito.
Intanto la questione di metodo: la Commissione
di Vigilanza viene assegnata alla opposizione, questo chiedemmo per una
questione di civiltà politica e quest’Aula ha dato oggi un segnale importante
in questa direzione.
Credo che il consigliere Morrone, la sua
candidatura, la sua elezione condivisa dai componenti della opposizione, perché
Graziano è un esponente della opposizione del Nuovo centro destra, sia una
elezione istituzionale, e credo che si tratti anche di una condivisione rispetto
ad una proposta e alle ragioni che hanno supportato una proposta nel merito, su
un uomo di garanzia per l’esperienza, per il suo percorso istituzionale e per
le sue competenze. Nessun inciucio tanto per sgombrare il terreno. Nessuno ha
fatto accordi con nessuno. Noi abbiamo formulato questa proposta alla luce del
sole e l’abbiamo rappresentata all’Aula senza andare a cercar voti da nessuna
parte per come da stamani – mi giunge – erano in corso trattative.
A noi le trattative non sono mai riguardate e
sfido chiunque a dirlo. Io non ho mai trattato con nessuno, abbiamo discusso in
quest’Aula, lo abbiamo chiesto in quest’Aula ed in quest’Aula abbiamo votato.
Viva la democrazia.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Presidente della
Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Per la
verità ritengo – lo dico subito – di essere costretto a questo intervento ed è
curioso farlo dopo mesi nei quali si è esortata la maggioranza
a rispettare una – più che regola – consuetudine che è stata interrotta solo
nella precedente legislatura, quella che abbiamo alle spalle, e che è stata
battezzata con la nascita di questa della Commissione di vigilanza.
Commissione che a livello
nazionale per quanto
riguarda la Rai, in tutte le regioni,
compresa la Calabria fino al 2010, è stata sempre diretta da un esponente della
opposizione. Sono davvero incredulo – questa sera – che a conclusione di un
percorso che vede ripristinare questa consuetudine che, credo, dovrebbe essere
salutata positivamente perché c’è una maggioranza che non vuol fare atti
famelici, cioè l’asso pigliatutto, ma una maggioranza che vuol ripristinare
regole elementari nel funzionamento delle istituzioni senza far prevalere la
logica di prendere una collocazione per accontentare magari qualcuno
all’interno della maggioranza, si voglia fare polemica.
Faccio mera valutazione di ordine politico-istituzionale. Poi – vorrei
dirlo – lo dico al consigliere Orsomarso che sta per andar via perché il
consigliere Tallini naturalmente è scappato.
Vorrei dirlo tramite il consigliere Orsomarso anche al consigliere
Tallini: noi nel rispetto di una proposta – l’unica – che è stata formalmente
avanzata dal capogruppo della opposizione, consigliere Nicolò, l’abbiamo votata
perché proveniente dal capogruppo della opposizione, di una delle opposizioni,
la più consistente delle opposizioni, a cui si è deciso – ripristinando quella
consuetudine – di assegnare la direzione della Commissione. Tutto qui.
Qual è l’inciucio? Ma di cosa stiamo parlando? C’è una opposizione che
si poteva determinare, ritornare ed avanzare una proposta ma non mi pare che ci
sia stato questo. Ed allora voglio dire questo per evitare di agitare in modo
farneticante argomenti che non hanno fondamento e vorrei dire, in relazione
alla vicenda dell’Anac, che qui ci sono stati atteggiamenti di garantismo a
stagioni alterne perché non si tratta di garantismo.
Qui non siamo di fronte – lo voglio dire alla opinione pubblica – a
vicende giudiziarie per le quali bisogna appellarsi al garantismo o
all’innocenza fino a prova di condanna definitiva, ma siamo di fronte ad un
provvedimento amministrativo per il quale io credo – per il buon funzionamento
delle istituzioni – bisogna aprire una discussione. Non c’è nessun atto
riguardante iniziative di ordine giudiziario, penale o cose di questo tipo.
Lo dico perché ogni qualvolta si fa una discussione relativa anche alla
giustizia amministrativa vedo che c’è la preoccupazione di virare sempre e di
sollevare sempre un polverone per ricorrere alla riproposizione di argomenti di
garantismo peloso che non ci riguardano.
Se la mia fosse stata una vicenda giudiziaria, sarei stato zitto fino
alla conclusione di un procedimento. Sto parlando di altro, ho parlato di
altro, voglio ricordarlo al consigliere Tallini così come al consigliere
Orsomarso.
Allora per essere molto chiari, perché questo intervento è stato
ripreso dal consigliere Tallini su questo punto: finiamola con questi argomenti
di bassa lega e con questa demagogia che non fa onore a chi li utilizza e
soprattutto non fa onore ad una istituzione come il Consiglio regionale.
Rivendico il fatto di aver contribuito assieme ai consiglieri della
maggioranza – ed alla opposizione che lo ha richiesto – a ripristinare una sana
consuetudine per quanto riguarda le regole istituzionali ed il rapporto tra
maggioranza e minoranza che non può esser confuso con la sfera e l’esercizio
del governo, appunto, che attiene ad una distinzione dei ruoli rispetto a
quelle che sono mere funzioni istituzionali.
Naturalmente per quanto riguarda il resto credo di poter dire “lo ha
fatto il consigliere Nicolò” - ed io non devo aggiungere nulla – come
capogruppo della opposizione e si è trattato di una scelta limpida anche nel
voto, di una scelta determinata in coerenza col fatto che ritorna la
opposizione alla direzione della Commissione di Vigilanza, una scelta che è
stata coerentemente e rispettosamente fatta sulla base dell’indicazione che il
capogruppo consigliere Nicolò, a nome del gruppo di Forza Italia, della più consistente
opposizione in Consiglio, ha avanzato formalmente e pubblicamente in questo
Consiglio regionale.
Andiamo al sesto punto all’ordine del giorno che riguarda la Legge
regionale numero 39/1995 – Nomine di competenza del Consiglio regionale come da
elenco allegato.
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, grazie, colleghi, presidente Oliverio, propongo di rinviare questo punto
inserendolo all’ordine del giorno della seduta del 3 dicembre.
Pongo in votazione il rinvio con riammissione nella seduta di Consiglio
regionale del 3 dicembre.
(Il
Consiglio approva)
Allora il punto è rinviato e messo all’ordine del giorno della seduta
del 3 dicembre.
Siamo adesso all’ordine del giorno, protocollo numero 50157, di
iniziativa dei consiglieri Guccione e Aieta “In ordine al rischio di mobilità
dei lavoratori Italcementi di Castrovillari” di cui do lettura: “Il Consiglio
regionale della Calabria,
premesso che:
il gruppo Italcementi, azienda leader a livello internazionale nel
settore della produzione di materiale edile, impiega sul territorio nazionale
circa 2700 lavoratori;
lo stabilimento produttivo di Castrovillari, realizzato agli inizi
degli anni ‘70 (entrato in funzione il 30.6.1974), dopo la chiusura
dell’impianto di Vibo Valentia, rappresenta l’unico sito industriale presente
nel nostro territorio regionale, impegnando 76 addetti diretti e circa 200
addetti nell’indotto, garantendo negli anni una occupazione stabile in un
territorio caratterizzato da un elevatissimo tasso di disoccupazione;
presso la cementeria di Castrovillari, nel corso degli anni, sono stati
eseguiti molti lavori di ammodernamento per migliorare le performance
ambientali dell’impianto; la gestione e controllo dell’intero ciclo produttivo,
così come il monitoraggio delle emissioni in atmosfera, sono gestiti
interamente dalla sala di controllo centralizzata; nel 1998 la cementeria ha
ottenuto la certificazione di gestione della qualità ISO 9002 e nel 2003 la
certificazione ambientale ISO 14001;
il gruppo Italcementi, a seguito della grave crisi che ha colpito
l’intero comparto edile negli ultimi anni, ha sottoscritto a gennaio 2015,
presso il Ministero del Lavoro, il primo anno di proroga della CIGS per proroga
complessa dal 1 febbraio 2015 al 31 gennaio 2016 per 440 lavoratori, inclusi,
purtroppo, anche i lavoratori del sito industriale di Castrovillari;
a seguito di una interpretazione restrittiva del comma 3 dell’art. 42
del decreto n. 148/2015, relativo alla riorganizzazione degli ammortizzatori
sociali, vi sarebbe l’impossibilità per Italcementi di poter chiedere la
proroga della CIGS per l’anno 2016, con la drammatica conseguenza che per una
parte consistente dei lavoratori si attiverebbe la procedura di mobilità;
la cessione degli impianti del gruppo Italcementi al gruppo tedesco
Heidelberg si definirà entro il mese di luglio 2016, previo parere antitrust;
per quella data l’azienda si è impegnata a presentare il piano industriale;
il territorio della provincia di Cosenza è destinatario di importanti
finanziamenti pubblici per la realizzazione di interventi infrastrutturali di
grande rilevanza (macro lotto SS 106, macro lotto A3 Cosenza Altilia, Ospedale
della Sibaritide), i quali nel loro complesso possono e devono rappresentare
un’occasione importante di rilancio del sito produttivo di Castrovillari e
dell’intero territorio cosentino;
si ritiene indispensabile la concessione di una proroga degli
ammortizzatori ordinari che consenta a tutti i lavoratori del gruppo di restare
all’interno del perimetro aziendale in modo da poter chiedere al gruppo
Heidelberg un piano industriale che preveda il rilancio occupazionale dei siti
produttivi, ed in particolare quello di Castrovillari, in modo da impedire un
ulteriore impoverimento del tessuto economico ed industriale di un territorio
già debole come quello del Pollino,
impegna il Presidente della Giunta regionale della Calabria
a richiedere con urgenza ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del
Lavoro una ulteriore convocazione di un tavolo di confronto nazionale,
sull’esempio di altre vertenze come Elettrolux, ecc, con il coinvolgimento di
tutte le parti interessate pubbliche e private, a tutti i livelli, in ragione
del numero elevato di lavoratori coinvolti dalla vertenza, al fine di indurre
la nuova proprietà Heidelberg ad un confronto utile e costruttivo, che miri
alla salvaguardia occupazionale e di prospettiva industriale;
a porre in essere ogni iniziativa utile per scongiurare la perdita di
posti di lavoro assicurando congiuntamente al Ministero dello Sviluppo
Economico e ad Invitalia, anche attraverso le risorse comunitarie 2014-2020, il
sostegno finanziario ad un piano industriale di rilancio del sito produttivo di
Castrovillari, sull’esempio di quanto definito per l’importante investimento
nel settore automotive previsto per Gioia Tauro.”
Il consigliere Aieta ha facoltà di illustrarlo.
Signor Presidente, si tratta di un ordine del giorno che riguarda il
rischio mobilità dei lavoratori della Italcementi di Castrovillari. Questo
stabilimento produttivo è stato realizzato negli anni ‘70 ed impegna 76 addetti
diretti e circa 200 addetti nell’indotto.
Presso questa cementeria storica di Castrovillari nel corso degli anni
sono stati eseguiti molti lavori di ammodernamento per migliorare le
performance ambientali dell’impianto stesso.
Il gruppo Italcementi, a seguito della grave crisi che ha colpito
l’intero comparto edile negli ultimi anni, ha sottoscritto a gennaio 2015,
presso il Ministero del Lavoro, il primo anno di proroga della Cassa
Integrazione per proroga complessa dal 1 febbraio 2015 al 31 gennaio 2016 per
440 lavoratori, inclusi, purtroppo, anche i lavoratori del sito industriale di Castrovillari.
Questo è avvenuto a seguito di una interpretazione restrittiva del
decreto numero 148/2015, articolo 42, comma 3, relativo alla riorganizzazione
degli ammortizzatori sociali, e per questo vi sarebbe l’impossibilità per
Italcementi di poter chiedere la proroga della CIGS per l’anno 2016, con la
drammatica conseguenza della procedura di mobilità per una parte consistente
dei lavoratori.
Nei giorni scorsi a Castrovillari si è tenuto un consiglio comunale
aperto nel quale le Istituzioni cittadine insieme ai parlamentari calabresi ed
ai consiglieri regionali hanno deciso di trasferire al Consiglio regionale la
richiesta di impegnare il Presidente della Giunta regionale a richiedere con
urgenza ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro una ulteriore
convocazione di un tavolo di confronto nazionale, sull’esempio di altre
vertenze come Elettrolux, ecc, e a porre
in essere ogni iniziativa utile per scongiurare la perdita di posti di lavoro.
Grazie.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri
Aieta e Guccione.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Ordine del giorno, protocollo numero 50297, di iniziativa dei
consiglieri Arruzzolo, Cannizzaro, Mangialavori, Mirabello, Orsomarso, Romeo,
ed altri “Sulla salvaguardia dei livelli occupazionali ed il posto di lavoro
dei lavoratori della Fondazione Tommaso Campanella” di cui do lettura: “Il
Consiglio regionale della Calabria,
premesso che,
la Fondazione "T. Campanella" è stata costituita nel 2004 per
volontà della Regione Calabria e dell’Università degli Studi di Catanzaro che
sono quindi i soci Fondatori;
l’attività, lo scopo e i fini sono stabiliti nello Statuto e posti in
essere attraverso i rappresentanti dei due Soci fondatori in seno al Consiglio
di Amministrazione;
fino a febbraio 2010 la Fondazione Campanella è stata finanziata dalla Regione
Calabria alla stessa stregua delle ASP e delle Aziende Ospedaliere pubbliche;
con L. R. 35 del 2011 la fondazione Campanella è stata riconosciuta
come Ente di diritto pubblico; legge successivamente dichiarata non conforme
alla Costituzione, non nel merito, ma per assenza di copertura finanziaria;
con L. R. 50 del 2011 la Regione ha reiterato la volontà del
riconoscimento della Fondazione quale ente di diritto pubblico, posponendo gli
effetti alla fine del piano di rientro al quale era ed è sottoposta la Regione
Calabria;
alla luce delle norme Statutarie della Fondazione Campanella e della governance,
corroborato da illustre parere giuridico la Fondazione Campanella, può
qualificarsi come una Fondazione di partecipazione strumentale al
raggiungimento dei fini pubblici di Regione e Università;
la Fondazione Campanella è stata posta in liquidazione con decreto del
Prefetto di Catanzaro;
al 31 Ottobre 2015 tutti i dipendenti sono stati tutti licenziati;
in massima parte i dipendenti fatti oggetto del suddetto licenziamento
sono stati recuperati grazie alla riconosciuta esperienza, professionalità e
capacità acquisite in oltre un decennio di lavoro;
al momento le uniche figure professionali per le quali non è prevista
neanche la possibilità di partecipare ad un pubblico avviso sono in numero
esiguo, e attengono quasi esclusivamente ai ruoli amministrativo e tecnico;
tra questi lavoratori ben 11 appartengono alle categorie protette di
cui alla Legge 68 del 1999 che tutela e favorisce l’inserimento nel mondo del
lavoro di persone affette da invalidità significativa;
più volte pubblicamente è stato assicurato che sarebbero stati
mantenuti i livelli occupazionali in una regione la cui piaga della
inoccupazione e/o disoccupazione è già drammatica;
atteso che la Fondazione è da considerarsi una Fondazione di
partecipazione strumentale per i fini pubblici dei Soci Fondatori i lavoratori
debbono essere intesi alla stregua di lavoratori di una Società partecipata o in
house della Regione e pertanto, quelli eventualmente in esubero
devono/possono essere ricollocati;
la L.R. 63 del 2012 all’art. 1 comma 6, sottopone la Fondazione
Campanella ai dettami della L.R. 22/2010 annoverandola tra gli enti sub
regionali;
quindi alla luce di quanto sopra potrebbe già applicarsi la disciplina
recata dall’art. 1, commi 563-568, legge 27 dicembre 2013, n. 147, in materia
di mobilità del personale dipendente da società controllate direttamente o
indirettamente dalle pubbliche amministrazioni";
la ratio del recente decreto del Commissario per l’attuazione del Piano di
rientro, n. 110 sulle stabilizzazioni dei precari per le considerazioni
suesposte, potrebbe essere analogicamente applicato al personale che ha
prestato servizio presso la Fondazione Campanella;
in particolare nella logica dell’accorpamento tra l’AOPC e l’AOMD trova
al momento piena ed unanime condivisione l’istituzione di un unico Dipartimento
Oncoematologico destinato presso il presidio ospedaliero del Ciaccio - De
Lellis e che in tale logica può essere utile recuperare ulteriori
professionalità maturate in quasi un decennio di attività nel settore
Oncologico dal personale della ex Fondazione Tommaso Campanella,
impegna
il Presidente della Giunta ad individuare, di concerto per i ruoli
sanitari con il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, lo
strumento giuridico anche normativo idoneo a salvaguardare i livelli
occupazionali e il posto di lavoro dei lavoratori della Fondazione "T.
Campanella" che, allo stato attuale non hanno avuto modo di ricollocarsi”.
La parola al consigliere Esposito per illustrare l’ordine del giorno.
Grazie, Presidente, questo
ordine del giorno è stato redatto dal sottoscritto ma condiviso da tutti i
capigruppo di maggioranza e di opposizione ed ha trovato la sua redazione prima
ancora che potessimo apprendere stamattina di una sentenza di primo grado
emessa dal Tribunale di Catanzaro - sezione civile - nella causa tra la
Fondazione “Tommaso Campanella” e la Regione Calabria avente ad oggetto la
condanna della Regione al pagamento della somma di 82 milioni di euro in virtù
di un credito vantato dalla Fondazione. Questo aspetto, per nulla secondario e
di scarsa importanza, attribuisce maggiore valenza sostanziale all’ordine del
giorno presentato in modo bipartisan da un gran numero di consiglieri
regionali.
L’ordine del giorno mirava a far sì che al 31 ottobre 2016 tutta la
forza lavoro della Fondazione “Tommaso Campanella” fosse posta in licenziamento
ma frattanto per una serie …
(Interruzione)
Presidente, è difficile parlare con questo eco proprio dietro di me...
PRESIDENTE
Concluda, consigliere Esposito.
Devo ancora iniziare per cui se è necessario che proceda con
l’illustrazione di questo ordine del giorno; continuo perché non vorrei una
mera approvazione silenziosa del documento in quanto, a mio modesto avviso,
proprio la sentenza di stamane riporta il problema della Fondazione “Tommaso
Campanella” su un piano squisitamente politico oltre che giuridico.
Dal punto di vista giuridico c’è una sentenza di primo grado a favore
della Fondazione “Tommaso Campanella” e a maggior ragione l’ordine del giorno,
secondo me, deve trovare una sua sostanza politica condivisa in questa Aula.
L’ordine del giorno era limitato alla forza lavoro in quanto al 31
dicembre 2015 tutti i dipendenti della Fondazione “Tommaso Campanella” sono
stati posti in licenziamento. Nel frattempo, la stragrande maggioranza di
questi, per le loro riconosciute professionalità, è stata mantenuta in servizio
attraverso bandi ed avvisi e altri hanno trovato sul mercato una nuova
“occupazione”.
Ad oggi, se andiamo a fare una analisi dettagliata della forza lavoro
della Fondazione “Tommaso Campanella” con la quale la politica in modo
bipartisan – non con la fondazione ma con la forza lavoro – aveva preso
l’impegno che neanche un posto di lavoro sarebbe andato disperso, alla fine
della vendemmia – perdonatemi questo termine improprio e poco felice – credo
che circa 27-28 unità delle pregresse 270 unità di forza lavoro della
fondazione dal 1° novembre resteranno inesorabilmente a casa.
Ritengo che questo ordine del giorno – anche mediante una serie di
passaggi sul piano giuridico da sottoporre all’attenzione del Consiglio
regionale, nella piena consapevolezza anche da parte del Presidente e del governo attivo di
questa Regione – possa essere la base per
impegnare il Presidente e
la Giunta a mettere in atto ogni iniziativa per recuperare queste 28 unità
lavorative, di cui ben 11 appartengono alle cosiddette categorie protette che,
in questo caso, di protezione non hanno nulla ma si trovano ancor di più nel
baratro della disoccupazione, rispetto ai 260 loro colleghi che fortunatamente,
invece, per la professionalità che hanno dimostrato in questi anni, e che è
stata loro riconosciuta, hanno potuto ricollocarsi attraverso bandi ed avvisi
pubblici.
Allora, Presidente, qui i
problemi sono due. Innanzitutto l’approvazione di questo ordine del giorno in
cui ci sono dei contenuti dal punto di vista giuridico che possono asseverare
la Fondazione “Tommaso Campanella”, seppur ente giuridicamente privato, ad una
“partecipata” della Regione Calabria e – ricordo a me stesso – quest’Aula ha
salvato la forza lavoro dell’Ardis ricollocandola in un’altra società house
della Regione stessa.
C’è di più, c’è una legge sulla stabilizzazione dei precari che è stata
approvata dal Consiglio dei Ministri, dalla quale è scaturita l’emanazione di
un decreto del commissario ad acta di qualche giorno fa sui precari che mira
alla stabilizzazione di circa 900 precari di cui 500 in via prioritaria e anche
nel 2016.
Presidente,
oggi in quest’Aula abbiamo parlato dello scibile umano ma credo che questa sia
una problematica dal punto di vista giuridico-amministrativo e politico di
assoluta importanza. Non l’ho mai fatto e le chiedo altri due minuti affinché
io possa esplicitare il mio pensiero non soltanto sul piano giuridico ma anche
e soprattutto sul piano politico che è quello che mi compete.
Ritengo che poiché i lavoratori della Fondazione “Tommaso Campanella”,
che resteranno disoccupati al 31 ottobre 2015, quasi tutti hanno avuto anche
interlocuzione lavorativa con le unità operative dell’azienda Mater Domini,
potrebbero ritrovare nel decreto del commissario ad acta gli spazi per
l’esplicitazione e la risoluzione del loro problema della disoccupazione a 50
anni.
Se così non fosse, creeremmo una disuguaglianza fra i lavoratori della
stessa Fondazione “Tommaso Campanella” ma, soprattutto, ripeto quanto successo
stamane al Tribunale ordinario di Catanzaro, prima sezione civile, che è vero è
una sentenza di primo grado che la Regione andrà ad appellare, ma dietro
l’appello di questa sentenza è chiara in sé una volontà politica di chiudere,
una ulteriore volta, la Fondazione “Tommaso Campanella”.
Sono convinto che alla luce di questa sentenza molti lavoratori in
gruppo, in associazione, sigle sindacali o anche pro domo loro, andranno
dall’Eccellentissimo Prefetto di Catanzaro a chiedere la revoca del decreto di
liquidazione, decreto giustamente emanato dal Prefetto di Catanzaro che portava
in sé l’impossibilità e l’incapacità della fondazione di adempiere alla ragione
sociale per la quale era stata istituita per un problema di inottemperanza
economica. Quella inottemperanza economica, se questa sentenza dovesse passare
in giudicato nei vari gradi, verrebbe smontata e subentrerebbe quel che dicevo
prima, Presidente, la volontà
politica di andare a capire cosa si può salvare.
Tenete presente, colleghi, che è pendente presso lo stesso Tribunale
ordinario un giudizio per una ulteriore somma di 40 milioni di euro. Se la
consequenzialità e la ratio è quella che ha fatto sì che la Fondazione
“Tommaso Campanella” vincesse due cause con decreto ingiuntivo e la Regione ha
pagato, siamo di fronte ad una sentenza che, seppure appellata dalla Regione,
tuttavia racchiude in sé altre due cause per le quali la Regione è stata
condannata ed ha pagato con decreto ingiuntivo.
Allora, probabilmente anche dal punto di vista economico,
amministrativo e contabile ci potrebbe essere la ratio di una
transazione sui 40 milioni che ancora vertono come punto interrogativo. Non
voglio ricordare a me stesso che proprio da questi banchi qualche mese invitai
il presidente Oliverio, il
Vicepresidente e tutta la Giunta, – caro collega Bova, l’abbiamo fatto insieme
– ad un atto di transazione sulla vertenza giudiziaria pendente, perché
all’epoca sarebbero bastati 29 milioni di euro per salvare la fondazione con un
atto transattivo e non avremmo esposto la Regione al rischio di dover pagare
quasi 60 milioni di euro di differenza.
Quel giorno dissi che pagare, in quel momento, con un atto transattivo,
29 milioni di euro avrebbe potuto essere azzardato ma avrebbe potuto portare ad
un grande risparmio per le casse della Regione perché, in caso di una sentenza
di condanna della Regione Calabria a 29 milioni di euro più uno, probabilmente,
quell’euro avrebbe rappresentato in sé un danno erariale.
Non voglio dire “l’avevo detto”, sarebbe stupido e banale da parte mia,
ma ora alla luce di una sentenza di primo grado che sarà appellata dalla
Regione Calabria, dico di non lasciare debiti fuori bilancio a chi verrà dopo
di noi. Soltanto così si potrà salvare la Regione dando una svolta vera e
seria, affrontando i problemi, non demandandoli a chi verrà dopo di noi
lasciando una Regione veramente poi al default.
E questa impostazione è in linea con la mia richiesta di rinvio
dell’esame della proposta di legge inerente le agevolazioni finanziarie agli
imprenditori alla seduta di Consiglio del 3 dicembre 2015. E’ facile emanare
giudizi politici e votare pratiche senza pensare al dopo. Dobbiamo assumerci la
responsabilità anche insieme agli uffici, perché oggi sarebbe facile da parte
mia dire chi ha detto di no a quell’atto transattivo.
PRESIDENTE
Consigliere Esposito, il suo intervento sta andando oltre il tempo
previsto.
Ho concluso. Chi ha detto di no, dal punto di vista tecnico, a
quell’atto transattivo di 29 milioni di euro, si è assunto delle grandi
responsabilità nel momento in cui nel secondo e terzo grado la Regione Calabria
dovesse essere condannata a 82 più altri 40 milioni di euro che pendono. Sono
soldi dei contribuenti, Presidente,
e ritengo che i lavori di questa seduta possano proseguire anche oltre la
mezzanotte ma questo Consiglio regionale su questo si deve confrontare e
affrontare seriamente delle responsabilità rispetto alla forza lavoro ma anche
rispetto alla Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Salerno.
Ne ha facoltà.
Presidente,
intervengo su questo punto perché nella passata legislatura ho seguito attentamente tutte le vicende della
Fondazione “Tommaso Campanella”.
Ci sono altri consiglieri presenti in Aula, come il consigliere Scalzo,
e siamo stati più volti chiamati in Consiglio regionale ad approvare delle
leggi per salvare la Fondazione “Tommaso Campanella”, ma soprattutto per la mission
della Fondazione.
Le cose, consigliere Esposito, sono andate, purtroppo, in un certo modo
per questo problema del commissariamento della sanità che è stato devastante
per la nostra regione ma che ritengo, purtroppo, continui ad essere tale.
Parliamo di una struttura che ha dato tanto alla Calabria, una
struttura di riferimento e di eccellenza e che, purtroppo, ha dovuto subire le
orecchie sorde di chi doveva, invece, sposare la causa e cercare di rafforzare
quella struttura.
I dipendenti hanno rischiato grosso - dobbiamo dircela tutta fino in
fondo - perché hanno effettivamente rischiato di trovarsi dalla sera alla
mattina in mezzo alla strada. Tanta gente che lavorava e che svolgeva il suo
lavoro ma che in un determinato momento ha rischiato di trovarsi in mezzo alla
strada.
Fra questi i professionisti, i non professionisti, i tecnici eccetera.
La gran parte di questi ha trovato la giusta soluzione, anche se è
stata una soluzione di ripiego, una seconda via per cercare di salvare il
salvabile. Quest’opera va portata fino in fondo, sono d’accordo consigliere
Esposito, e serve, a mio avviso, proprio l’input di questo Consiglio
regionale alla unanimità per dire “completiamo l’opera”. Si tratta di poco più
di 20 persone, di 20 lavoratori ed è giusto che questi vengano inseriti in quel
contesto e che possa essere garantita loro la continuità a lavorare.
Un’ultima battuta la vorrei fare a proposito della sentenza che c’è
stata oggi.
Abbiamo cercato in tutti i modi di portare avanti un discorso di
transazione, cercando all’epoca di far ragionare la struttura commissariale perché ritenevamo
che con un discorso del genere si potevano anticipare quei problemi che sono
venuti dopo per la Fondazione, cioè salvarla e far risparmiare tanti soldi
anche alla Regione Calabria.
Non ci siamo riusciti, purtroppo, ci siamo sforzati in tanti. Ricordo
che il consigliere Esposito aveva un ruolo diverso all’epoca, era direttore, e
mi ricordo che più volte gli ho detto “resta, non ti dimettere perché dobbiamo
salvare questa struttura”.
Baldo io, te lo dico, perché in quel momento ci credevo. Credevo che
dovevamo portare fino in fondo quella missione senza demordere.
Purtroppo, a volte, come sta succedendo anche adesso, la politica
diventa anche impotente e questo non è giusto perché ritengo che la politica
debba essere sovrana perché siamo eletti dai calabresi per governare la
Calabria. La volontà di un Consiglio regionale non è altro che la volontà dei
calabresi.
Anche su questo va fatta una giusta riflessione, anche su quanto è
accaduto in ordine alla sentenza. A volte magari le cose vengono sottovalutate
o lasciate così, senza pensare a quel che potrebbe accadere, al dopo.
Quelli che siamo rimasti in quest’Aula – non ci siamo tutti – ritengo
che siamo persone molto responsabili e che abbiamo il diritto/dovere di portare
avanti questa battaglia, di dare la possibilità a questi dipendenti di avere la
loro dignità, di restituire loro la dignità al lavoro e di cercare di far
chiarezza su quanto accaduto in questi anni e che si sarebbe potuto evitare.
Grazie.
Non ci sono altre richieste di parola. Pongo in votazione l’ordine del
giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo all’
ordine del giorno, protocollo numero 50237, di iniziativa del consigliere
Bevacqua, “In ordine alle iniziative della Coldiretti per la difesa e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari del
territorio” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che,
la difesa della tipicità del territorio e delle nostre produzioni
agricole è rilevante in ogni circostanza ma, nell’attuale congiuntura
economica, appare indispensabile, tanto più perché oggi va esercitata nei
confronti di gruppi e potentati economici interessati a sostituire, attraverso
la gestione di marchi che richiamano prodotti del Made il Italy, le nostre
produzioni con prodotti provenienti da altri Paesi;
considerato che:
da tempo la Coldiretti è impegnata in una vera e propria battaglia in
difesa del latte italiano e per l’affermazione della qualità nella logica del
riconoscimento della validità della filiera corta nel comparto, quale chiave di
volta per affrontare e superare l’attuale congiuntura negativa dovuta alla contrazione dei consumi;
stante che nel caso specifico della produzione di formaggi, si pretende
di sostituire il latte, attualmente prodotto in centinaia di allevamenti,
addirittura, con la polvere di latte;
rilevata la necessità che l’Italia si doti definitivamente di una
normativa che consenta una adeguata e trasparente distinzione dei prodotti
nazionali e locali, manifestando una scelta irrinunciabile per scongiurare
l’omologazione dei prodotti calabresi operata mediante la sostituzione, nella
fase di trasformazione, del latte del territorio con latte d’importazione
sempre più disponibile sul mercato a causa della fine delle limitazioni
produttive;
valutato che la Regione Calabria, pur se non con la dovuta
continuità, ha sempre riconosciuto la necessità di assicurare al comparto
zootecnia, attraverso l’ARA, importanti risorse per consentire lo svolgimento
di servizi essenziali agli allevamenti e alla promozione dei prodotti;
appurato che, stime attendibili indicano che dal latte
importato (pari a circa 749.000 q) si ricavano, oltre a latte fresco e UHT,
formaggi e prodotti caseari con denominazione e assonanze italiane, prodotti
senza latte, con “cagliate” spesso di incerta provenienza, che, sul mercato, si
pongono in concorrenza al latte prodotto in Italia, consentendo alle
multinazionali, quali Lactalis, di imporre ai nostri produttori un prezzo del
latte di gran lunga inferiore ai costi di produzione e costringendoli ad una
chiusura forzata delle stalle;
registrato che la Coldiretti, ha
indetto nei giorni scorsi una mobilitazione nazionale in difesa del latte
italiano e che mercoledì 11 novembre 2015, anche in Calabria, sono previste
delle iniziative a tutela della difesa e della valorizzazione del latte
prodotto dalle aziende calabresi,
a sostenere le manifestazioni e le iniziative finalizzate alla tutela
della peculiarità della produzione di latte calabrese;
a dare il massimo sostegno a Coldiretti Calabria, alle cooperative e
alle imprese di trasformazione locale dedite a migliorare e sostenere la
qualità dei prodotti e impegnate a garantire la sicurezza alimentare ai
cittadini consumatori, affinché sia riconosciuto il giusto valore al lavoro
degli allevatori italiani e calabresi;
a porre all’attenzione dei cittadini le materie prime e il lavoro che
precedono i prodotti che acquistano, nonché a informare in merito all’origine
del latte utilizzato dall’industria di trasformazione, unitamente alle
battaglie che tanti allevatori combattono per far fronte alla concorrenza delle
multinazionali, cercando, attraverso produzioni di qualità, di continuare ad
affermare il Made in Italy e il Made in Calabria
a intervenire presso il Governo centrale, al fine di sostenere una
normativa che consenta una adeguata e trasparente distinzione dei prodotti
nazionali e locali, anche in relazione all’effettivo rilancio del Sud del Paese
in termini di valorizzazione dei prodotti del territorio.”
Prego, consigliere Bevacqua, ha facoltà di illustrarlo.
Presidente,
vista l’ora e le poche presenze, consiglierei di discutere gli ordini del
giorno dalla prossima seduta di Consiglio regionale prima dell’inizio dei
lavori perché poi diventa un parlarci addosso senza comprendere l’efficacia e
l’importanza delle iniziative di cui discutiamo e stiamo discutendo stasera,
così come quella illustrata poco fa dal consigliere Esposito, che richiederebbe
un approfondimento vero e profondo da parte del Consiglio regionale perché sono
tematiche che riguardano il futuro della nostra regione e della sanità di tanti
nostri concittadini che rischiano di perdere il posto di lavoro.
Propongo al presidente
Irto che dalla prossima volta gli ordini del giorno si discutano prima di
partire con l’inizio dei lavori.
Detto questo la mia è una mozione politica a sostegno delle iniziative
che la Coldiretti e altre associazioni stanno portando avanti a livello
nazionale sulla difesa dei prodotti
agro-alimentari e, soprattutto, in difesa del latte italiano.
C’è in corso una discussione forte con la
Comunità europea e con il Ministero dell’agricoltura per quanto riguarda il
prezzo del latte e la difesa del latte italiano. Credo che come istituzione
calabrese dobbiamo dimostrare la nostra vicinanza e il nostro sostegno a chi
lotta per difendere la qualità del prodotto italiano, le nostre produzioni, il
lavoro dei nostri allevatori e, quindi, per difendere il marchio della qualità
italiana.
Credo sia doveroso da parte del Consiglio
regionale esprimere vicinanza ai nostri cittadini, ai nostri allevatori, alle
associazioni che sostengono queste iniziative, approvando quest’ordine del
giorno di vicinanza politica a chi lotta ogni giorno per difendere la propria qualità,
il proprio lavoro e la dignità del lavoro che deriva dal saper portare un pezzo
di pane a casa, garantendo la qualità del prodotto ed il marchio che oggi manca
nella filiera nazionale ed europea.
Credo sia doveroso da parte nostra sostenere
queste iniziative, star vicino ai lavoratori e a chi crede nella qualità del
prodotto italiano, a chi crede in una enogastronomia di qualità, a chi crede
nella forza della qualità dell’Italia e del “Made in Italy” e della qualità di
una nicchia come quella agro-alimentare.
Solo per comunicare al consigliere Bevacqua,
in ordine alla sua richiesta di discussione degli ordini del giorno prima di
ogni altro punto: quando si vota l’inserimento degli ordini del giorno, questi
vanno alla fine, a meno che non si chieda di votare una anticipazione
dell’ordine del giorno.
Questo è il Regolamento.
Pongo in votazione l’ordine del giorno
proposto dal consigliere Bevacqua.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Presidente, chiedo
scusa perché c’è stato un errore. Chiedo ai colleghi consiglieri di restare un
attimo e di prestare attenzione poiché volevo richiedere l’inserimento – visto
che non l’ho fatto per una mera dimenticanza – di un ordine del giorno all’ultimo
punto dell’ordine dei lavori di un argomento che riguarda la città di Crotone
ed il suo rapporto con l’Eni, se posso brevemente esplicitarne il senso e
chiedere l’approvazione dell’Aula.
Pongo in votazione
la richiesta di inserimento dell’ordine del giorno della consigliera Sculco.
(Il Consiglio approva)
Siamo all’ultimo punto all’ordine del giorno che riguarda l’ordine del
giorno, protocollo numero 50322, di iniziativa della consigliera Sculco ed
altri “Sulle vicende inerenti ENI Spa e la città di Crotone” di cui do lettura:
“Il Consiglio regionale,
la vicenda Eni è una questione di vitale importanza per la città di
Crotone, per l’intero territorio provinciale e per tutta la Calabria;
a Crotone l'ENI, e tutte le sue aziende consociate, per lunghissimo
tempo, hanno realizzato produzioni ed attività di grande interesse ed utilità
per l’intera economia nazionale;
l’Eni, nel tratto di mare antistante la città di Crotone, da decenni,
estrae enormi quantità di metano pari a circa il 19% della produzione italiana
destinata al mercato nazionale ed internazionale ottenendo ricchezza per se stesso
e per l’intero Paese tranne che per Crotone;
la città di Crotone, fin dal 1921, è stata una delle realtà più
industrializzate dell’intero Mezzogiorno con livelli occupazionali consistenti
e con la formazione di una classe lavoratrice tra le più produttive e
professionalizzate dell’intero Paese;
tutto questo ha avuto un doloroso epilogo negli anni '90 in un processo
di deindustrializzazione e di desertificazione i cui effetti sono stati
disastrosi e nefasti per l’economia locale e per quella regionale, con
gravissime conseguenze sul tessuto sociale e sui livelli di reddito della
popolazione intera;
cosa ancor più grave, di conseguenza, ormai da oltre 15 anni si
sopportano i gravi danni ambientali prodotti nei confronti del territorio e
dell’intera popolazione, senza che l’Eni affronti, con serietà e
responsabilità, l’obbligo previsto dalla normativa europea, di realizzare una
radicale “bonifica” dell’ex area industriale e ripristinare le
condizioni per un nuovo sviluppo;
su queste problematiche, l’Eni è stata, in tutte le sedi giudiziarie,
soccombente senza corrispondere per intero e quanto dovuto alla città di
Crotone e nonostante ciò ha continuato ad avere nei confronti di Crotone un
atteggiamento ostativo ed incurante;
l’ultimo episodio riguardante la mancata stipula della convenzione,
prevista da un’apposita vertenza giudiziaria, scaduta nel 2011 e non ancora
rinnovata, ha rappresentato un ennesimo affronto vissuto in modo insopportabile
dall’intera popolazione;
di fronte a tutto questo l’intera vicenda che perdura ormai da
lunghissimo tempo non può più essere considerata una normale ed ordinaria
vertenza tra la città di Crotone ed il colosso economico Eni, ma per il suo
significato e la sua incidenza deve essere assunta e ritenuta una questione di
valore e di portata più ampia che deve impegnare il Consiglio regionale e la
Giunta oltre che, in particolare modo, il Governo nazionale,
impegna
la Giunta regionale e il presidente Mario Oliverio:
di attivare utili e concrete occasioni di confronto con l’Eni allo
scopo di assicurare a Crotone quanto gli spetta e, da tempo, gli è dovuto;
di interessare il Governo nazionale affinché attivi tutti i suoi poteri
per indurre l’Eni ad un serrato confronto, con il pieno coinvolgimento della
Regione e del Comune e, in questa occasione, ottenere dal Governo nazionale la
immediata messa a disposizione dei 56 milioni di euro che l’Eni è stata
costretta a pagare in conseguenza della sentenza del tribunale di Milano su
alcuni dei danni ambientali che la stessa Eni ha prodotto su Crotone;
- di stabilire, attraverso un preventivo incontro con le Istituzioni e
le rappresentanze locali e sociali regionali, i temi, i problemi e gli
obiettivi da proporre e perseguire in una visione che affronti la questione non
solo in termini di risarcimenti, ma soprattutto per un progetto di sviluppo per
la città di Crotone.
Tutto ciò, in coerenza con le indicazioni del “Masterplan” per il Sud
presentato nei giorni scorsi dal Governo che fra l’altro impegna le grandi
aziende partecipate dallo Stato (ENI, FINCATIERI, FINMECCANICA, ENEL, FS, etc.)
a dare un decisivo contributo per un nuovo e qualificato processo di crescita
produttiva nel Mezzogiorno; infine, all’interno del “Patto per la Calabria”-
che sarà oggetto di concertazione con il Governo nazionale - dovrà essere
riconosciuta la particolarità e specificità della città di Crotone, anche in
relazione al ruolo che l’ENI ha avuto ed ha in questa realtà territoriale.”
Prego, collega Sculco, ha facoltà di illustrarlo.
Chiedo scusa, Presidente,
intanto per aver abusato del vostro tempo ma ritengo necessario che questo
Consiglio regionale concentri un attimo l’attenzione su questo ordine del
giorno che ha una sua particolarità e specificità perché riguarda – senza
andare nelle premesse – il burrascoso ed annoso rapporto della città di Crotone
con l’Eni.
Un rapporto che ha avuto recentemente un epilogo non desiderato della
città di Crotone in quanto l’Eni ha bruscamente interrotto le trattative con la
città.
E’ una vicenda annosa che riguarda la città di Crotone perché l’Eni
realizza nella nostra città una duplice attività. Una attività estrattiva di
gas metano in quanto estrae attraverso una propria piattaforma nel mare
prospiciente la città di Crotone il 19 per cento di gas utile a soddisfare il
fabbisogno nazionale e anche di gas utile al mercato internazionale, ottenendo
ricchezza per sé stessa e per l’intero Paese, tranne che per la città di
Crotone.
Fra l’altro la città di Crotone, fin dal 1921, è stata una delle realtà
più industrializzate dell’intero Mezzogiorno con livelli occupazionali
consistenti. Tuttavia questo ha avuto un doloroso epilogo negli anni '90 in un
processo di deindustrializzazione e di desertificazione i cui effetti sono
stati disastrosi per l’economia locale e per quella regionale perché ha
provocato gravissime perdite in termini di livelli di reddito della popolazione
intera.
Cosa ancor più grave, di conseguenza, ormai da oltre 15 anni, si
sopportano i gravi danni ambientali che sono prodotti nei confronti del
territorio e dell’intera popolazione, senza che l’Eni affronti, con serietà e
responsabilità, l’obbligo previsto dalla normativa europea, di realizzare una
radicale “bonifica” dell’ex area industriale e ripristinare, quindi, le
condizioni per un nuovo sviluppo.
L’Eni su queste problematiche è stata, in tutte le sedi giudiziarie,
soccombente senza corrispondere per intero e quanto dovuto alla città di
Crotone.
Arrivo al punto, Presidente,
chiedo, non essendo riuscita la città di Crotone in termini di istituzione a
gestire da sola e a riequilibrare il rapporto a suo favore, fra Crotone ed Eni,
chiedo che la Giunta regionale ed il Presidente Mario Oliverio attivino
utili e concrete occasioni di confronto con l’Eni.
Chiedo, quindi, che intervenga il Governo regionale in questo rapporto
senza inficiare l’autonomia della città di Crotone ma coadiuvandola in questa
operazione; di interessare il Governo nazionale – perché ricordo che l’Eni è
una società partecipata dallo Stato – ad attivare tutti i suoi poteri per
indurre l’Eni ad un serrato confronto, con il pieno coinvolgimento della
Regione e del Comune e, in questa occasione, ottenere dal Governo nazionale la
immediata messa a disposizione dei 56 milioni di euro che l’Eni è stata
costretta a pagare grazie ad una sentenza emessa nel 2013 del Tribunale di
Milano su alcuni dei danni ambientali che la stessa Eni ha prodotto su Crotone.
E poi chiedo di stabilire, attraverso un preventivo incontro con le
istituzioni e le rappresentanze locali e sociali regionali, i temi, i problemi
e gli obiettivi da proporre e perseguire in una visione che affronti la
questione, non solo in termini di risarcimento, ma, soprattutto, per un
progetto di sviluppo per la città di Crotone.
Tutto ciò, in coerenza con le indicazioni del “Masterplan” per
il Mezzogiorno – ed è stato preannunciato dal presidente Oliverio poc’anzi - che nei giorni scorsi, fra
l’altro, il Governo ha presentato ed ha impegnato le grandi aziende partecipate
dallo Stato - fra le quali Eni - a dare un decisivo contributo per un nuovo e
qualificato processo di crescita produttiva nel Mezzogiorno.
Chiedo, infine, che – avremo modo di discuterne approfonditamente –
quando saremo chiamati a parlare come Consiglio regionale del “Patto dello
sviluppo” che la Calabria dovrà sottoscrivere, in concertazione con il Governo
nazionale, a richiamare all’interno del “Patto per la Calabria” a riconoscere
la particolarità e la specificità della città di Crotone, anche e soprattutto
in relazione al ruolo che l’Eni ha avuto e continua ad avere in questa
specifica realtà territoriale. Grazie.
Non ci sono richieste di parola. Pongo in votazione l’ordine del giorno
come illustrato in Aula.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
In mancanza di altri punti da esaminare all’ordine del giorno, la
seduta è tolta.
Ha chiesto congedo il Vicepresidente della Giunta regionale
Viscomi.
(E’
concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifica
ed integrazione delle leggi regionali n. 10/2000, n. 66/2012 e n. 8/2003 (art.
13 comma 2) concernenti l’Arssa - (Deliberazione G.R. n. 402 del 13.10.2015)”
(P.L. n. 87/10^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Norme
per i servizi di trasporto pubblico locale” - (Deliberazione G.R. n. 399 del
13.10.2015)” (P.L. n. 88/10^)
E’
stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda consiliare - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Proroga del termine di cui all’art. 2bis
della legge regionale 12
aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti.
Disciplina transitoria delle competenze regionali e
strumenti operativi) – (Deliberazione G.R. n. 406 del 21.10.2015)” (P.L. n.
89/10^)
E’
stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - – Assetto
e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Modifiche ed integrazioni
all’art. 44 della legge regionale 5
aprile 1983, n. 13, recante: <Norme di attuazione dello Statuto per l’iniziativa legislativa
popolare e per i referendum> - (Deliberazione G.R. n. 442 del 27.10.2015)”
(P.L. n. 90/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino
enti, aziende regionali, fondazioni,
agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati con esclusione del
settore sanità) - (Deliberazione G.R. n. 398 del 13.10.2015)” (P.L. n. 92/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate, inoltre,
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Sergio,
Greco – “Norme urgenti in materia di gestione e manutenzione dei corsi d’acqua
finalizzate alla mitigazione del rischio idrogeologico” (P.L. n. 82/10^)
E’
stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda consiliare - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Bova – “Modifica dei confini
territoriali dei comuni di Petronà e Belcastro della provincia di Catanzaro” (P.L. n. 83/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio, Greco – “Norme per la
prevenzione ed il trattamento del gioco d’azzardo patologico” (P.L. n. 84/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione
consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda
- Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea
– “Modifiche alla legge regionale 4
agosto 1995, n. 39 e s.m.i.” (P.L. n. 85/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea
– “Variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2015 ai sensi dell’art.
23 della legge regionale 4 febbraio
2002, n. 8” (P.L. n. 86/10^)
E’
stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - consiliare - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Neri, Arruzzolo, Romeo, Nicolò,
Cannizzaro, Greco – “Modifica dell’art.8 della legge regionale 3 febbraio 2012, n. 4 (Misure in materia di
ottimizzazione della produttività del lavoro nonché di efficienza e trasparenza
dell’amministrazione del Consiglio regionale)” (P.L. n. 91/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Orsomarso – “Modifica ed integrazione alla L.R. n. 32/1996 (Disciplina per
l’assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di
edilizia residenziale pubblica)” (P.L. n. 93/10^)
E’
stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda consiliare - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta
di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:
Romeo, Greco, Arruzzolo, Cannizzaro, Nucera,
Nicolò – “Modifiche ed integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 90/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione
consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento –
ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il
parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 253 del 27
luglio 2015, recante: "Modifica al Regolamento regionale di attuazione
della l.r. 3 settembre 2012, n. 39, recante: «Istituzione della Struttura
Tecnica di Valutazione VAS-VIA-AIA-VI.», pubblicata sul BUR n. 16
dell'1.9.2012, s.s. n. 2 dell'11.9.2012 e s.m.i. approvato con DGR n. 381/2013.
Rettifica/integrazione e istituzione n. 2 Strutture Tecniche Straordinarie
". (Parere n. 10/10^)
E’
stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente.
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il
parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 407 del 21
ottobre 2015, recante: "Approvazione aggiornamento delle linee guida per
la rimodulazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione
Calabria". (Parere n. 11/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione
consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente. (Così
resta stabilito) |
Il Presidente del Gruppo consiliare
"Oliverio Presidente", Orlandino Greco, con nota dal 16 ottobre 2015,
acquisita al protocollo n. 47500 del 22 ottobre 2015, relativamente alla
composizione delle Commissioni consiliari permanenti, ha indicato le seguenti
variazioni:
il Consigliere regionale Vincenzo Pasqua,
componente della IV Commissione consiliare;
il Consigliere regionale Orlandino Greco,
componente della III Commissione consiliare.
Il Presidente del Gruppo consigliare
"Partito Democratico", Sebastiano Romeo, con nota del 2 novembre
2015, acquisita in pari data al protocollo n. 48841, ha indicato quale
componente della IV Commissione consiliare permanente il Consigliere Domenico
Bevacqua.
Con Decreti del Presidente della Giunta
regionale nn. 85, 86, 87, 88, 89, 90, 91 e 92 del 9 settembre 2015, sono stati
nominati, rispettivamente, i componenti dei Collegi sindacali delle Aziende
Sanitarie della Calabria:
Dr. Sandro Zaffina, Azienda Ospedaliere
"Pugliese-Ciaccio" Catanzaro;
Dr. Rocco Nicita, Azienda Sanitaria
Provinciale Reggio Calabria;
Dr. Sergio Tempo, Azienda Sanitaria Provinciale
Cosenza;
Dr. Ferdinando Caldiero, Azienda Ospedaliera
Cosenza;
Dr.ssa Luciana Santagati, Azienda Ospedaliera
Reggio Calabria;
Dr. Luigi Dell’Aquila, Azienda Sanitaria
Provinciale Crotone;
Dr. Renzo Federico Calabria, Azienda
Sanitaria Provinciale Catanzaro;
Dr. Francesco Gammo, Azienda Sanitaria
Provinciale Vibo Valentia.
La Corte Costituzionale, con decisione n.
195/2015, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge regionale 16
ottobre 2014, n. 27 (Norme in tema di donazione degli organi e tessuti).
In data 28 ottobre 2015 il Presidente della Giunta
regionale ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali. Gli stessi
sono stati pubblicati sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 71
del 28 ottobre 2015:
Regolamento regionale
n. 12 del 28 ottobre 2015, concernente: “Abrogazione del Regolamento regionale n. 11 del 29 novembre 2012, recante:
<Disposizioni relative all’ufficio legislativo della Giunta regionale>”;
Regolamento regionale
n. 13 del 28 ottobre 2015, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale n. 10 del 16 giugno 2015 (Regolamento
sulle modalità di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale)”;
Regolamento regionale
n. 14 del 28 ottobre 2015, concernente: “Modifiche al Regolamento regionale n. 3 del 20 marzo 2015 (Regolamento sulle
modalità di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale)”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l'esercizio finanziario
2015:
Deliberazione Giunta
regionale n. 356 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 357 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 358 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 359 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 360 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 361 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 362 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 363 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 366 del 24 settembre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 374 del 13 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 410 del 21 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 425 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 426 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 427 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 428 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 429 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 430 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 431 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 432 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 433 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 434 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 435 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 436 del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 437del 27 ottobre 2015
Deliberazione Giunta
regionale n. 438 del 27 ottobre 2015.
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
su scala regionale il trasporto su gomma,
come parte di quello su rotaie è gestito dalle Ferrovie della Calabria (FC);
società a responsabilità limitata di servizio e di trasporto pubblico;
il degrado del servizio in questione ha
assunto dimensioni di rilievo. E ciò, in particolare, a causa della vetustà dei
mezzi;
l’involuzione delle condizioni di viaggio si
traduce in una vera e propria compressione del diritto a un trasporto che abbia
i connotati della decenza;
ciò è chiaramente confliggente con un’idea
moderna, dinamica e al passo coi tempi della realtà regionale;
tale involuzione investe un settore primario
dei servizi appannaggio dell’utenza calabrese;
tutto questo è fonte di continui disagi;
in modo particolare molteplici sono state le
segnalazioni ricevute e relative alla tratta Vibo Valentia - Cosenza;
gli autobus impiegati per tale tragitto
risultano degni della sceneggiatura di un film dell’orrore: sporcizia diffusa,
sedili divelti, abitacoli non proprio insonorizzati;
tutto ciò rende poco decoroso e affatto
dignitoso il servizio offerto ai viaggiatori. A maggior ragione se si considera
che il biglietto per tale tratta ha il costo di Euro 7,20; importo non proprio
simbolico -:
quali iniziative intenda intraprendere, per
ammodernare il servizio di pubblico trasporto regionale;
quale sia la strategia di superamento dei
ritardi accumulati in tale settore;
quali siano i tempi e le modalità necessarie
a rendere concrete dette iniziative;
se intenda operare con sollecitudine
relativamente alla tratta sopra indicata (Vibo Valentia–Cosenza) per restituire
ad essa dignità e decoro.
(95; 29.09.2015)
Aieta. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 30.09.2015 si è conclusa la
sperimentazione organizzativa della medicina generale con il progetto
"Nuclei di Cure Primarie " della ASP di Cosenza;
le indicazioni legislative
(L.189/2012-Balduzzi- e Patto della Salute 2014/2016, recepite con DCA 67/2015
(obiettivi di Piano) e DCA 76/2015 ("Riequilibrio Ospedale /territorio:
consolidamento della rete dell'assistenza primaria") con le Cure Primarie,
individuano nelle nuove forme associative della medicina generale, la gestione
dei bisogni di salute per 24 h e sette gg.;
in questo nuovo approccio organizzativo e di
funzione, il Medico di Medicina Generale rappresenta uno snodo fondamentale nel
rapporto tra cittadini ed offerta del SSR; infatti, al Medico è affidato il
compito di tradurre i bisogni sanitari del paziente in domanda di assistenza
(es. prevenzione, educazione, prestazioni dirette, prescrizioni di farmaci,
visite specialistiche, esami diagnostici, ricoveri, ecc.);
la criticità del rapporto tra bisogni e
risorse disponibili, evidenzia, ancor più che in passato, la centralità del
ruolo di Medico di Medicina Generale per governare i fenomeni
dell'invecchiamento della popolazione e richiede un attento governo dei consumi
sanitari;
sia i fenomeni in atto, sia il processo di
contenimento della spesa, necessitano di "governare il sistema",
pertanto, è necessario dare forza allo sviluppo delle forme associative
costituite in team multiprofessionali (MMG. P.L.S. M.C.A. Specialisti
Ambulatoriali, Infermieri, Assistenti sociali, Amministrativi), affidando loro
un'azione "d'iniziativa" tale da garantire un efficace sistema di
controllo delle patologie croniche che, se non contrastate, portano a ripetuti
ricoveri, onerosi sia sotto l'aspetto economico che sociale;
in quest'ottica, l'ASP di Cosenza insieme
alle OO.SS. dei MMG e gli Specialisti ambulatoriali, ha elaborato e realizzato
una piattaforma comune di gestione con l'istituzione sperimentale, prima, dei Nuclei
di Cure Primarie, e, oggi, UCCP/AFT, affidati ai MMG e Specialisti, volta a
decentrare i servizi su base territoriale per monitorare e gestire le patologie
croniche, quali diabete, sindrome metaboliche, Broncopneumopatia e Ipertensione
ecc., cambiare gli stili di vita e ridurre gli accessi al Pronto Soccorso;
il DCA/67 individua nella "Linea Cure
Primarie" la necessità di riorganizzare la medicina generale in AFT
(Aggregazioni Funzionali territoriali) e UCCP (Unità Complesse Cure Primarie) e
che il successivo DCA n.76 del 6.07.2015 recita " ... l'operatività in
atto dei Nuclei di Cure primarie dovrà transitare, senza soluzione di
continuità, nei nuovi modelli organizzativi..." riconoscendo in entrambi i
DCA il valore propositivo e attuativo posto in essere con la sperimentazione
affidata ai Nuclei di Cure Primarie nell' ASP di Cosenza;
le UCCP (Unità Complesse Cure Primarie)
devono rappresentare la forma organizzativa attraverso la quale si potranno
garantire, assieme alla Guardia Medica notturna, un'effettiva ASSISTENZA H24 e
costituire un punto di riferimento valido, alternativo all'ospedale, per le
urgenze di basso-medio livello (codici bianchi e verdi);
la ASP di Catanzaro si è attenuta al DCA n.76
del 6.07.2015, con determina del Commissario pro tempore che proroga l'attività
dei Nuclei di Cure Primarie sino all'approvazione della contrattazione
regionale della Medicina generale;
all'Asp di Cosenza è stato firmato Accordo
Aziendale con le OO.SS. dei Medici di Medicina Generale e Specialisti ambulatoriali,
maggiormente rappresentative, per l'attivazione e attuazione delle AFT e UCCP
per gestire i bisogni assistenziali che non rappresentano condizione di
emergenza e per il monitoraggio e controllo delle patologie croniche;
i Nuclei di Cure Primarie sono risultati
l’unica virtuosa esperienza nel panorama dell'assistenza sul territorio, specie
per i pazienti cronici, in quanto vedono il coinvolgimento in media di 20
medici di famiglia, Specialisti e Infermieri che, rispondendo ad un progetto
educazionale preventivo e d'intervento sul bisogno perseguono l'obiettivo di
fornire una risposta più adeguata alla domanda di salute; che nella provincia
di Cosenza si sono registrate punte di eccellenza riscontrabili nei dati in
possesso dell'ASP e riferiti alla riduzione degli accessi agli ospedali, spesso
per cosiddetti "codici bianchi" e un significativo riscontro di
malattie (vascolari, cardiache, pneumologiche) già in atto e non conosciute dal
paziente, consentendo, cosi, di intervenire almeno 5 anni prima nel contrasto
della malattia;
questa nuova esperienza della sanità
cosentina è presente in altre Regioni del nord ormai da anni, con risultati
apprezzati dal Ministero;
per una serie di ragioni, inspiegabili, si è
interrotta tra i medici e il management dell'Asp, ogni comunicazione tanto da
addivenire alla scadenza dei contratti per poi prorogarli per un solo mese
mettendo a rischio la qualità di programmazione, prevenzione e cure dei medici
operanti nei Nuclei di Cure Primarie, nonché l'aspettativa dei circa 30 operatori
tra Infermieri e personale Amministrativo che vi operano -:
quali siano le motivazioni di tanta
superficialità da parte del Commissario dell'Asp di Cosenza nel trattare una
realtà (NCP) che ha dimostrato capacità di gestire le necessità assistenziali,
anche di urgenza, monitorare e gestire i pazienti cronici, con riduzioni, in
prospettiva, dei costi per il bilancio della Regione, e riduzione del ricorso
all'ospedale, anche quando non necessario, in quanto la presenza di tali
strutture evita gli accessi al pronto soccorso. E, cosa non secondaria, tanto
apprezzata dall'utenza.
(96; 07.10.2015)
Graziano. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Legge 28 giugno 2012, n. 92
"Disposizioni in materia di mercato del Lavoro in una prospettiva di
crescita" prevede un nuovo sistema di ammortizzatori sociali che sarà
introdotto gradualmente ed entrerà pienamente a regime il 2017. In questo
contesto, per consentire la graduale transizione verso il regime delineato
dalla riforma, l'art. 2, con i commi 64, 65 e 66 della L. 92/2012 conferma, per
il periodo 2013-2016, concessione e/o proroga, anche senza soluzione di
continuità, di trattamenti di cassa integrazione in deroga e mobilità in deroga
anche in riferimento a settori produttivi e ad aree regionali;
la Legge di stabilità 2014 n. 147 del 27
dicembre 2013, all'art. 1, co. 183 prevede, la possibilità di finanziare gli
ammortizzatori sociali in deroga nelle Regioni Obiettivo Convergenza, in
relazione a misure di politica attiva e ad azioni innovative e sperimentali di
tutela dell'occupazione, attraverso la riprogrammazione dei programmi co
finanziati dai Fondi strutturali 2007/2013 oggetto del Piano di Azione e
Coesione;
la Regione Calabria - Dipartimento n. 6 - al
fine di garantire una parità di trattamento dei lavoratori percettori per
l'intero anno 2014 e in particolare di non concedere autorizzazioni di
trattamenti in mancanza di copertura contabile, oltre la disponibilità
finanziaria prevista dagli stanziamenti ministeriali e regionali, intende
adottare, per l'intero anno 2014, le modalità ed i criteri di concessione di
ammortizzatori sociali in deroga alla normativa vigente, previsti nell'Accordo
Istituzionale regionale sottoscritto con le parti sociali in data 7 maggio
2015;
con la nota Dipartimentale n. 0127904 del 24
aprile 2015 viene notificata al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali,
la D.G.R. n. 124 del 20 aprile 2015 avente ad oggetto "Rifinanziamento
dell'azione "Misure innovative e sperimentali di tutela dell'occupazione e
politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali" del Piano
di azione e coesione Calabria per € 41.865.761,06;
la Regione Calabria ha avuto assegnato
risorse ministeriali complessivamente per € 94.968.026 + (€ 3.860.223 per le
finalità di cui all'art. 6, comma 3, del Decreto interministeriale n. 83473 del
1° agosto 2014), in attesa di ulteriori assegnazioni ministeriali e delle
previste autorizzazioni per l'utilizzo di quelle regionali derivanti dalla
riprogrammazione del POR e del PAC Calabria;
dal 18/05/2015 presso la Procura di
Castrovillari (CS), 30 lavoratori percettori di ammortizzatori sociali in
deroga stanno sostenendo il tirocinio formativo previsto dalla Legge;
la Regione e l'Ente erogatore sono in netto
ritardo con la corresponsione dei compensi spettanti ai Tirocinanti;
gli Uffici hanno comunicato ai succitati
Lavoratori che le somme relative ai pagamenti sono disponibili ma che non sono
ancora liquidabili;
il compenso mensile ammonta a Euro 400,00 e
le ore di lavoro al mese sono pari a 80;
molti dei Tirocinanti dovranno rinunciare al
tirocinio formativo, in quanto si tratta di lavoratori provenienti da paesi
distanti dal luogo di lavoro e non più in grado di sostenere le spese di
viaggio;
si tratta di cittadini calabresi che insieme
alle loro famiglie si trovano quotidianamente ad affrontare problematiche di
forte disagio da un punto di vista economico e sociale;
l'Ente Regione Calabria non può lasciare
indietro i propri corregionali, soprattutto in materia di diritti costituzionalmente
garantiti, come il diritto al lavoro -:
perché ad oggi i suddetti tirocinanti non
ricevono la corresponsione di quanto dovuto;
quali iniziative intende assumere per
liquidare, nel più breve tempo possibile, le mensilità spettanti ai Tirocinanti.
(97; 07.10.2015)
Graziano. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il presidio ospedaliero della città di Castrovillari (CS)
risulta essere una struttura strategica e vitale per l'intera area del Pollino;
l'assistenza sanitaria è un servizio che, seppur
complesso, rientra tra i diritti inviolabili di ogni cittadino italiano;
l'ospedale di Castrovillari, ad oggi, registra molteplici
criticità, sia da un punto di vista strutturale sia da un punto di vista di
risorse umane;
tali criticità si traducono automaticamente in
disservizio ed in potenziali minacce all'incolumità dei nostri corregionali
dell'area di riferimento;
a tal proposito, occorre con urgenza ultimare i lavori di
rifacimento e messa in sicurezza delle facciate esterne della struttura, che ad
oggi risultano essere in una situazione precaria e di pericolo;
è necessario completare il nuovo complesso operatorio di
chirurgia, già ultimato ma ancora in fase di collaudo e non fruibile dagli
operatori sanitari;
è indispensabile portare a termine la ristrutturazione
dell'ex reparto di cardiologia, destinato all'apertura di una sezione di
lungodegenza da parte dell'U.O. di Medicina, adeguando quest'ultima di
personale congruo;
è opportuno implementare il laboratorio di Emodinamica con
personale medico ed infermieristico, così da garantire una funzionalità
costante e continua;
si rilevano problemi comuni in tutte le UU.OO.
relativamente al personale, che risulta essere carente;
appare di vitale importanza riaprire il reparto di Ortopedia,
chiuso per insufficienza di personale;
ad oggi risultano in attività una sola unità medica
ortopedica e due unità infermieristiche che, con estrema difficoltà,
garantiscono l'assistenza minima non più soddisfacente;
il 2 aprile 2015 è stato approvato il DCA n. 9 dal
Commissario al Piano di Rientro, concernente la riorganizzazione della rete
ospedaliera, includendo anche l'Ospedale di Castrovillari;
lo stesso DCA n. 9 risulta, ad oggi, non essere
applicato;
è stato approvato il 22 settembre 2015 dal commissario
straordinario dell'ASP di Cosenza la Delibera n. 1674 relativa all'indizione
dei bandi di concorso pubblico per unità di lavoro aggiuntive;
se il DCA n. 9 del Commissario al Piano di Rientro
venisse applicato l'Ospedale Spoke di
Castrovillari sarebbe così figurato (in termini di posti letto):
Medicina
Generale 30 posti letto;
Cardiologia
Emodinamica 18 posti letto;
Neurologia
10 posti letto;
Pneumologia
10 posti letto;
Oncologia
8 posti letto;
Lungodegenza
10 posti letto;
U.O.
Coronarica 7 posti letto;
Chirurgia
generale 30 posti letto;
Ortopedia
20 posti letto;
Ostetricia
Ginecologia 25 posti letto;
Pediatria
10;
Riabilitazione
Intensiva 30 posti letto;
Medicina
Ch. Accettaz. Emergenze 4 posti letto (Osservazione Breve Int.);
Neonatologia
6 posti letto;
Emodialisi
12 posti letto;
Più le
strutture semplici dipartimentali;
le carenze di personale possono essere superate con
l'esecuzione del bandi di concorso pubblico previsti dalla delibera n. 1674 del
Commissario ASP di Cosenza -:
quali iniziative intende perseguire per superare le
criticità strutturali dell'Ospedale Spoke
di Castrovillari;
quali provvedimenti intende adottare per porre fine alle
inefficienze causate dalla carenza di personale medico e specializzato;
quali decisioni intende assumere per garantire la
riapertura del reparto di ortopedia del Presidio ospedaliero;
quali azioni vuole intraprendere per garantire
l'applicazione del DCA n. 9 del Commissario al Piano di Rientro già approvato.
(98; 14.10.2015)
Mangialavori. Al Presidente
della Giunta regionale. Per
sapere – premesso che:
la figura di Ruggero I d'Altavilla merita speciale
attenzione. Il personaggio fu coraggiosissimo condottiero, uomo di governo e,
soprattutto, grande amante della Calabria;
il suo amore per la Calabria lo portò a stabilire quale
sede centrale del governo normanno, la cittadina di Mileto cui diede lustro,
onore e notorietà;
le traversie collegate ai sarcofagi contenenti le sue
spoglie e quelle della moglie Eremburga, in sintesi, sono le seguenti: collocati
originariamente nell'abbazia mausoleo fatta costruire dagli stessi Altavilla, i
monumenti funerari furono prelevati da Mileto nel 1840 ad opera dell'esercito
borbonico e poi trasferiti nel museo archeologico di Napoli dove tuttora sono
ubicati, in posizione defilata;
il museo statale di Mileto sin dal 1997 si è adoperato,
con formali iniziative per riportare in Calabria le spoglie di Ruggero I
d'Altavilla e della sua anzidetta consorte;
per il ritorno dei due sarcofagi, entrambi di matrice
neoclassica, nel tempo si sono prodigati, oltre al museo di Mileto, anche altre
autorità, fra cui: comitati spontanei, la direzione regionale per i Beni e le
attività culturali. Nonostante il generoso impegno, però, ad oggi il risultato
non e stato ancora centrato;
il ritorno dei due sarcofagi contenenti le spoglie degli
Altavilla non solo costituirebbe un significativo richiamo di natura turistica,
con evidente benefici per l'indotto, ma sarebbe un atto di giustizia verso la
citta di Mileto, verso i calabresi e verso lo stesso Ruggero I d'Altavilla e
consorte così indissolubilmente legati alla terra di Calabria;
per tutte le operazioni di rientro urge coinvolgere anche
il Polo museale regionale, di recente istituzione, di cui fa parte anche il
museo di Mileto;
qualche mese addietro il ministro per i beni e le attività culturali, Dario Franceschini, si è
pronunciato positivamente a tal proposito. Il tutto per come confermato in una
intervista rilasciata a un noto quotidiano nazionale
nell’ambito di un progetto teso a riportare presso le sedi di origine, le opere
poste ai margini se non dimenticata presenti nei grandi musei;
il ministro Dario
Franceschini ha espressamente dichiarato: “Il sarcofago di Eremburga nei
depositi del museo archeologico di Napoli potrebbe andare insieme al sarcofago
di Ruggero in Calabria, al museo nazionale di Mileto”;
sono parole
significative che offrono una opportunità all’intero popolo calabrese, per una
operazione dal forte valore culturale e simbolico, orientato al recupero
consapevole della propria identità storica -:
quali iniziative intende intraprendere per accelerare e
rendere reale il rientro dei sarcofagi contenenti le spoglie mortali di
Eremburga e Ruggero I d’Altavilla;
quali siano i tempi e le modalità necessari a rendere
concrete dette iniziative;
quali interventi sono tesi al coinvolgimento,
nell’operazione in argomento, del Polo museale regionale.
(99; 14.10.2015)
Mangialavori. Al Presidente
della Giunta regionale. Per
sapere – premesso che:
il museo statale di Mileto è stato istituito nel 1991
mediante convenzione tra il ministero per i Beni e le attività culturali,
l'amministrazione provinciale di Catanzaro (oggi di Vibo Valentia),
l'amministrazione comunale di Mileto e la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea;
inaugurato il 9 agosto 1997, il museo è stato il primo in
Calabria con preponderanza di beni artistici e storici su quelli archeologici
ed ha cosi acquistato uno spazio importante nel panorama culturale regionale;
esso è uno strumento prezioso per la rilettura critica
dell'antica capitale normanna, distrutta dal terremoto che nel 1783 devastò la
Calabria tutta;
tale museo è meta annuale di migliaia di visitatori,
racconta il glorioso vissuto normanno della città e l’indissolubile intreccio
con la più antica diocesi di rito latino del meridione d'Italia, fondata per
volontà del conte Ruggero d'Altavilla nel lontano 1081;
la raccolta museale, divisa in sezioni determinate dalla
sequenza cronologica, contiene il notevole patrimonio artistico, medievale e
moderno della città;
il museo sta attraversando un momento di difficoltà
gestionale ed è a rischio chiusura a causa del disimpegno da parte della
Provincia di Vibo Valentia, la quale, così come da convenzione, per anni si è
occupata della manutenzione dell'immobile (costo annuale circa 20 mila euro);
nel frattempo, il Mibact ha provveduto a realizzare a
proprie spese un nuovo spazio espositivo di circa 500 mq e che, attualmente, il
Parco archeologico medievale di Mileto antica è interessato da una corposa
campagna di scavo, predisposta dalla Soprintendenza archeologica della Calabria con fondi Pon erogati dalla Regione -:
se intenda o meno avviare iniziative di concreto sostegno
al museo civico di Mileto atte a garantire la sua ordinaria attività;
se intenda o meno supportare la funzionalità del museo di
Mileto con interventi mirati al suo mantenimento;
se intenda o meno avviare una attività politica di coordinamento
e di promozione presso le competenti autorità funzionali alla tutela ed alla
valorizzazione del museo di Mileto.
(100; 14.10.2015)
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con la legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge
finanziaria 2010) - art. 2 c.186-bis - venivano soppresse le Autorità d'Ambito
Territoriali di cui agli articoli 148 e 201 del decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, obbligando le regioni ad attribuire con legge le funzioni già
esercitate dalle Autorità;
la Regione Calabria al fine di ottemperare
alle disposizioni normative nazionali approvava la Legge regionale 29 dicembre
2010, n. 34, che all'art.47, comma 1, così recita:
In attuazione dell'articolo 2, comma 186 bis,
della legge 23 dicembre 2009, n. 191, le funzioni di autorità d'ambito di cui
all'articolo 148 del D.lgs. 152/2006, previste dagli articoli 41, 42 e 43 della
legge regionale 3 ottobre 1997, n. 10, a decorrere dal 1 luglio 2011, sono
esercitate, senza necessità di atti amministrativi di conferimento, dalla
Regione Calabria, che subentra nei rapporti giuridici attivi e passivi
individuati con deliberazione della Giunta regionale sulla base della
situazione economica e finanziaria delle attuali Autorità d'Ambito;
la Regione Calabria in esecuzione del
predetto art. 47 della Legge Regionale 34/2010, con la deliberazione di Giunta
Regionale n. 452 del 05/12/2013, pubblicata sul B.U.R. Calabria n.3 del
01/02/2014, deliberava:
art. 1) di prendere atto delle ricognizioni,
sullo stato patrimoniale ed economico delle ATO di Catanzaro, Cosenza e Vibo
Valentia certificate dai commissari liquidatori;
art. 2) il transitorio esercizio, da parte
della Regione Calabria, delle funzioni ordinarie già in capo alle cessate AATO;
art. 5) di demandare ad atti di gestione da
assumersi di concerto tra i Dipartimenti Regionali competenti l'eventuale
subentro della Regione Calabria nei rapporti giuridici e nelle posizioni ancora
attive riferibili alle funzioni di cui sopra (cfr. posizioni certificate dai
Commissari Liquidatori quali riferibili alle attività istituzionali) ed in
particolare di demandare ad atti di gestione da assumersi di concerto tra i Dipartimenti
Regionali Infrastrutture e Lavori Pubblici e Organizzazione e Personale, la
posizione del personale titolare di rapporto di lavoro a tempo indeterminato
con i cessati Enti d'Ambito;
tra i rapporti giuridici attivi, per come
certificato dai commissari liquidatori, figurano le posizioni del personale
titolare di contratto di lavoro a tempo indeterminato presenti negli organici
delle cessate ATO di Cosenza (5 unità) e di Vibo Valentia (2 unità) per un
totale di n.7 dipendenti;
a tutt'oggi i competenti dipartimenti
regionali non hanno assunto nessun atto di gestione, riguardante le posizioni
del personale titolare di lavoro a tempo indeterminato presenti negli organici
delle cessate ATO;
la conseguenza del subentro da parte della
Regione Calabria nei rapporti giuridici attivi e passivi in capo alle cessate
AATO, individuati con la delibera di giunta regionale n.425/2013, determina,
chiaramente, il trasferimento del personale titolare di contratto di lavoro a
tempo indeterminato presente negli organici delle cessate ATO;
gli atti di gestione e i provvedimenti
conseguenziali necessari da assumersi di concerto tra i Dipartimenti Regionali
Infrastrutture e Lavori Pubblici e Organizzazione e Personale non possono certo
incidere sul diritto soggettivo dei singoli ex dipendenti AATO e che tali
adempimenti configurano atti obbligatori nascenti dall'esercizio di un potere
rimessi alla volontà dei predetti dipartimenti regionali, anche con riferimento
ai tempi e alle modalità che non possono rimanere incerti e dilatati nel tempo
e nello spazio soprattutto in considerazione del fatto che la deliberazione di
identificazione dei rapporti giuridici in capo ai cessati AATO è del 5/12/2013
e ciò indipendentemente dalla fase di liquidazione delle AATO ancora in corso
affidata, con deliberazione di G.R. n. 189 del 12/06/2015, al dirigente
generale del dipartimento infrastrutture e lavori Pubblici;
l'Avvocatura Regionale, peraltro, in una
comparsa di costituzione relativa ad una vertenza riguardante un Comune della
provincia di Vibo Valentia riconosce che tra i rapporti giuridici in capo agli
AATO, tra i quali figurano anche quelli relativi al personale titolare di
contratto di lavoro a tempo indeterminato presente negli organici delle cessate
ATO, i soli rilevanti sono quelli indicati nella deliberazione di Giunta
Regionale n. 452 del 05/12/2013 salvo i successivi atti gestionali;
appare incomprensibile come mai malgrado la
volontà chiara, da un parte, del legislatore regionale che, con la legge 29
dicembre 2010, n. 34, ha chiaramente inteso attribuire le funzioni di Autorità
d'Ambito alla Regione Calabria, e dall'altra, del governo regionale che,
attraverso la più volte richiamata deliberazione di Giunta Regionale n.
452/2013, ha riconosciuto i rapporti giuridici attivi e passivi in capo alle
cessate AATO demandando ad atti di gestione da assumersi di concerto tra i
Dipartimenti Regionali Infrastrutture e Lavori Pubblici e Organizzazione e
Personale, la posizione del personale titolare di rapporto di lavoro a tempo
indeterminato con i cessati Enti d'Ambito, a tutt'oggi non si sia data
esecuzione al trasferimento del personale nei ruoli organici della Regione
Calabria - :
quali atti di gestione intende adottare la
Regione Calabria per assicurare la posizione del personale titolare di rapporto
di lavoro a tempo indeterminato con i cessati Enti d'Ambito.
(101; 15.10.2015)
Guccione. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Poliambulatorio di Amantea ha visto
un incremento significativo delle prestazioni riferite al periodo 2012 - 2015.
Nonostante il blocco del turnover, il mancato adeguamento tecnologico e il
mancato acquisto di nuove attrezzature, si è passati dalle 130.870 prestazioni
del 2012 alle 141.201 a luglio del 2015;
in base al decreto dell'Ufficio del
commissario n. 76/2015 occorre individuare al più presto i locali dove ospitare
le UCCP (Unità complesse di cure primarie) che vedrebbero la presenza h24 di
medici di medicina generale, di specialisti e di medici di continuità
assistenziale per la gestione di codici bianchi e il monitoraggio delle
patologie croniche;
il Poliambulatorio di Amantea a
tutt'oggi non risulta essere completato in ordine alla struttura e servirebbero
delle risorse per il suo completamento al fine di implementare le attività e le
prestazioni sanitarie;
l'Asp di Cosenza, nel documento di
programmazione aziendale ha previsto, tra le altre cose, per il Poliambulatorio
di Amantea la somma di 2 milioni 500mila euro: 800mila euro per il
completamento della struttura esistente, 1 milione 200mila euro per la
realizzazione degli impianti tecnologici, 500mila euro per l'acquisto di nuove
attrezzature;
nonostante la carenza di personale, il
poliambulatorio di Amantea ha incrementato i pazienti inclusi nell'Adi
(assistenza domiciliare integrata), ha uno dei pochi Centri a gestione pubblica
di riabilitazione estensiva dell'età evolutiva e reparti di radiologia,
fisiokinesiterapia e dialisi che hanno ottime performance;
al suo interno opera un laboratorio di
analisi che in questi primi mesi del 2015 ha già prodotto 111.523 prestazioni;
un recente decreto del commissario per
l'attuazione del Piano di rientro, ing. Scura, vorrebbe chiudere il laboratorio
di analisi di Amantea nell'ambito di una riorganizzazione del sistema dei
laboratori pubblici e privati della Regione Calabria -:
quali iniziative si intendono adottare per il
potenziamento del Poliambulatorio di Amantea considerato che tale struttura
eroga prestazioni sanitarie importanti e che, se potenziato in termini di
completamento della struttura e dotazione tecnologica, potrebbe offrire alla
popolazione ancora più prestazioni e servizi sanitari di notevole qualità.
(102; 21.10.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la figura di Natuzza Evolo è una grande
risorsa per l'umanità e per la Calabria in modo particolare per vari motivi e
sotto molteplici profili;
lo è in primis, sotto il profilo
spirituale. La mistica di Paravati è un indubbio riferimento cristiano di
eccezionale caratura. L'emblema di una vita vissuta all'insegna della carità e
dell'amore verso il prossimo;
Natuzza Evolo è stata anche un riferimento
civile, col suo esempio di sobrietà e onestà. Una calabrese che ha offerto alla
storia comportamenti improntati all'altruismo e alla solidarietà;
Natuzza Evolo, insomma, risulta un grande
riferimento per la Calabria destinato ad arricchire la sua dimensione
identitaria;
il processo di canonizzazione seguirà il suo
percorso. È d'obbligo, però, relativamente al ruolo delle istituzioni, non
farsi trovare impreparati;
affinché ciò accada è necessario avviare una
stagione di puntuale e rigorosa progettualità, prima di tutto culturale;
la precedente amministrazione regionale ha
già premiato un progetto presentato mediante i Pisl;
ciò costituisce un passaggio importante, ma
non ancora sufficiente a garantire l'accoglienza dei flussi di pellegrini che
si orienteranno verso Paravati;
la pianificazione dell'ente Regione andrà
rivolta al potenziamento dei servizi, delle strutture ed infrastrutture
funzionali al collegamento con la frazione di Mileto.
l'azione d'intervento, pertanto, non potrà
essere limitata alla realizzazione di una sola strada di collegamento con la
Sa-Rc;
la politica regionale, su tale versante, non
può permettersi né improvvisazioni, né mediocrità. Urge, invece, una
programmazione culturale e in termini di opere pubbliche ad ampio raggio che
sia adeguata all'appuntamento e alle legittime attese dei calabresi -:
se e quali provvedimenti intenda adottare per
assicurare, in merito al prefigurato evento di canonizzazione di Natuzza Evolo,
per potenziare strutture e infrastrutture in direzione di Paravati di Mileto;
se e quali decisioni intenda assumere per
garantire un percorso di crescita culturale e identitaria collegata a tale
evento.
(103; 22.10.2015)
Guccione. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
tutti gli indicatori disponibili denunciano
in Calabria una grave emergenza abitativa che coinvolge oltre il 22% delle
famiglie (in locazione); a queste si aggiungono le categorie sociali più
deboli: giovani coppie, famiglie monoreddito, anziani, donne in stato di
disagio e persone diversamente abili;
esiste su tutto il territorio regionale un
notevole patrimonio di edilizia residenziale pubblica quantificato in 38.900 alloggi,
che versa purtroppo in stato di totale degrado e che necessita di adeguamenti
in materia di sicurezza, risparmio energetico, recupero sociale ed ambientale;
manca da oltre vent'anni un piano
straordinario di manutenzione e di riqualificazione degli immobili e di
rigenerazione urbana dei quartieri degradati, finalizzato a ridurre i fenomeni
di marginalizzazione e di abbandono sociale;
sono in itinere diversi programmi di recupero
e di riqualificazione destinati alla realizzazione di nuova edilizia residenziale
pubblica; tra questi il Programma di recupero e razionalizzazione degli alloggi
Erp, ex Art. 4 L. 80/2014, fino ad oggi non adeguatamente seguito dal
Dipartimento Regionale competente nel necessario rapporto col Ministero dei
Lavori Pubblici;
il Bando di concorso per la realizzazione di
alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in proprietà ex L.36/08
risulta allo stato privo, sull'apposito capitolo di bilancio, delle somme
necessarie per la prosecuzione degli interventi in itinere e che dovrebbe
pertanto essere rimpinguato di una disponibilità finanziaria di almeno 80
milioni a fronte dei quasi 25 attuali;
non è stato attivato, ad oggi, il Fondo
rotativo per costituire garanzie accessorie per la contrazione di mutui
finalizzati all'edilizia sociale e che da circa 2 anni sono disponibili 10
milioni di euro;
il Piano nazionale di edilizia abitativa, ex
Artt.8-12 del DPCM 16.7.2009 risulta tutt'ora bloccato, nonostante il Ministero
delle Infrastrutture e Trasporti abbia più volte sollecitato la Regione
Calabria a sottoscrivere gli accordi con i soggetti finanziati, necessari per
l'avvio del programma;
la Regione Calabria non ha ancora inviato al
Ministero delie Infrastrutture e Trasporti il richiesto stato di attuazione del
Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile, ex
Decreto Ministeriale N.2295 del 26.3.2008, finalizzato ad una puntuale
ricognizione degli interventi avviati;
il MEF ha provveduto alla revoca del mutuo
concesso in favore della Regione Calabria, sul Programma denominato 20.000
Abitazioni in affitto, per gravi inadempienze e che la Regione dovrà adesso
garantire con fondi propri la copertura delle restanti somme necessarie; è
necessario disporre una puntuale ricognizione su tutti gli interventi avviati
tale da verificarne il reale stato di attuazione;
si rischia il definanziamento di numerosi
interventi finanziati e/o co- finanziati dai Ministeri competenti, come i
Contratti di Quartiere I-II o l'Art. 18 della Legge 203/91, perché ad oggi,
nonostante il Ministero abbia formalmente richiesto al Settore Casa del
Dipartimento regionale LL.PP. un fruttuoso e valido supporto tecnico ed
amministrativo, attraverso una puntuale ricognizione su tutti i programmai
avviati ma non ancora ultimati, non risulta sia stata mai avviata alcuna
attività;
il Fondo nazionale per il sostegno
all'accesso alle abitazioni in locazione ex L. 431/98 abbisogna di oltre 21
milioni di euro a fronte delle domande pervenute pari a 9.600; l'attuale
disponibilità di 983.000 euro assegnate è in grado di soddisfare soltanto il 4%
del fabbisogno abitativo;
da una prima verifica, emergerebbe che il
Dipartimento regionale LL.PP./Settore casa disporrebbe di risorse inutilizzate
pari ad Euro 150 milioni circa, allocate per una parte sul capitolo 20128/1208
della Cassa Depositi e Prestiti per l'edilizia sovvenzionata e, per altra
parte, sui residui rinvenienti dai Buoni Casa -:
quali iniziative si intendono adottare, per
l'urgente governo dell'emergenza abitativa regionale e per sbloccare tutti i
programmi, finanziati per milioni di euro, di edilizia sovvenzionata, agevolata
e convenzionata anzi elencati;
in riferimento, in particolare, agli oltre
150 milioni di euro disponibili ma non utilizzati, quali iniziative si intende
intraprendere atteso che queste risorse potrebbero diventare un autentico
moltiplicatore economico di investimenti privati in un settore strategico e
delicato come quello del diritto alla casa;
se si ha intenzione di individuare in una
task force la soluzione in grado di velocizzare gli iter amministrativi dei
diversi programmi in corso con l'obiettivo di poter utilizzare tutte le risorse
disponibili che da anni non vengono purtroppo utilizzate e che invece
consentirebbero di recuperare e riqualificare interi quartiere di tutte le
città calabresi.
(104; 26.10.2015)
Orsomarso. Al Presidente della
Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
il 26 Ottobre del 2012 una scossa sismica del
5° grado della Scala Richter ha colpito le popolazioni dei Comuni del Pollino,
a nord della Provincia di Cosenza, ai confini con la Basilicata, il cui epicentro
è stato individuato nei pressi del Comune di Mormanno;
con delibera del Consiglio dei Ministri del 9
novembre 2012 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 268 del 16 novembre 2012)
è stato dichiarato lo stato di emergenza in conseguenza dell'evento sismico;
con Ordinanza del Capo del Dipartimento della
Protezione Civile del 20 Novembre 2012, n. 25 (pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale n. 277 del 27 novembre 2012), al fine di fronteggiare l'emergenza
derivante dall'evento sismico citato, sono stati nomini Commissari delegati i
Prefetti di Cosenza e Potenza e gli stessi sono stati autorizzati, per il
tramite dei Sindaci dei Comuni interessati, ad assegnare ai nuclei familiari,
la cui abitazione principale alla data del sisma sia stata sgomberata e
dichiarata inagibile, un contributo per l'autonoma sistemazione;
l'articolo 1, comma 290 della Legge di
stabilità 2013 (Legge 24 dicembre 2012, n. 228 Disposizioni per la formazione
del bilancio annuale e pluriennale dello Stato pubblicata in Gazzetta Ufficiale
– Serie Generale n.302 del 29-12-2012 - Suppl. Ordinario n. 212) ha
incrementato il Fondo di protezione civile, da destinare alla realizzazione di
interventi, in conto capitale, anche nei territori colpiti dal sisma del
26/10/2012 verificatosi in Calabria e Basilicata;
con Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 23 marzo 2013 (Ripartizione delle risorse di cui all'articolo 1, comma
290, della legge 24 dicembre 2012, n. 228; pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
- Serie Generale n.71 del 25-3-2013) è stata disciplinata la “Ripartizione
delle risorse di cui all'art. 1, comma 290, della Legge 24 dicembre 2012, n.
228”;
con l'art. 1, comma 256, della Legge di
Stabilità 2014 (Legge n. 147 del 27 dicembre 2013 Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato, pubblicata in
Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 302 del 27-12-2013 - Suppl. Ordinario n.
87) sono state individuate le risorse in conto capitale assegnate per gli
interventi di ricostruzione connessi al sisma di che trattasi, originariamente
nella misura di 7,5 milioni di euro per l'anno 2014 e di 7,5 milioni di euro per
l'ano 2015;
alcune disposizioni normative hanno previsto
riduzioni sullo stanziamento originario di circa 1 milione di euro;
con Decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 30 aprile 2015 (pubblicato in Gazzetta n. 146 del 26/6/2015) sono
state rideterminate le somme destinate per gli interventi in conto capitale per
la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma in euro 13.913.616,00,
ripartite nella misura di euro 6.954.750,00 per l'anno 2014 e di euro
6.958.866,00 per l'anno 2015;
sono trascorsi ben tre anni dal triste evento
e ormai mesi dal decreto Ministeriale, senza che sia stato fatto nulla per la
popolazione del Pollino colpita dal sisma -:
se è vero che lo Stato ha assegnato le
risorse di cui sopra demandando alle Regioni la gestione della fase di
ricostruzione post-sisma e, conseguentemente, conoscere i motivi di questo
inspiegabile ritardo regionale nel determinare i criteri e le modalità di
assegnazione dei fondi necessari alla ricostruzione in favore della popolazione
del Pollino colpita dal sisma del 26 Ottobre del 2012.
(105; 26.10.2015)
Mirabello. All’assessore infrastrutture, lavori pubblici e mobilità. Per
sapere – premesso che:
dagli organi di stampa che in data 28 ottobre
2015 lungo la Strada Provinciale SP 17, all'altezza dell'incrocio per Gasponi
frazione del comune di Drapia (VV), si è verificato un grave incidente a causa
del quale si è sfiorata la tragedia, incidente originato dal mal funzionamento
del sistema frenante di un autobus del Consorzio CO.ME.TRA;
l'episodio ha messo a repentaglio la vita di
circa 20 studenti che si trovavano a bordo del mezzo nonché quella del
conducente il quale, grazie alla prontezza dei riflessi, è riuscito a limitare
l'impatto e dunque i danni e conseguentemente ha garantito la quasi totale
incolumità dei passeggeri;
il Decreto Legislativo n. 422 del 1997
attribuisce alle Regioni e agli Enti Locali le funzioni e i compiti in materia
di trasporto pubblico;
la Regione Calabria con Legge regionale n.
67/2012 "Norme per i servizi di trasporto pubblico locale" testo
coordinato con le modifiche e le integrazioni di cui alla Legge regionale 56/2013
stipula dei contratti di servizio con i Consorzi di trasporto pubblico locale
tra i quali risulta anche quello del consorzio interessato alla vicenda -:
in che modo l'Assessorato infrastrutture,
lavori pubblici e mobilità pensa di intervenire nei confronti dei consorzi
convenzionati affinché assicurino una corretta manutenzione dei mezzi adibiti
al trasporto pubblico al fine di garantire la sicurezza degli utenti;
quali urgenti iniziative si intendono
intraprendere al fine di scongiurare ulteriori incidenti sulle autolinee di
trasporto pubblico locale;
se l'assessore, professor Musmanno è a
conoscenza di dati relativi allo stato di manutenzione dai mezzi utilizzati per
il trasporto pubblico locale.
(106; 03.11.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con la legge regionale numero 9/2007 venne
prevista la trasformazione del "Centro Servizi Avanzati Ricerca,
Formazione e Sviluppo Agroalimentare della Calabria S.p.A" (Centro
agroalimentare) in "Fondazione Mediterranea Terina Onlus", quale
centro di ricerca industriale e alta formazione nei settori agricolo,
agroalimentare, agro-industriale ed ambientale;
la legge regionale numero 24/2013. di
riordino degli enti subregionali, ha autorizzato la Giunta regionale a procedere
alla riorganizzazione della Fondazione;
con la delibera numero 17/2014, la Giunta
regionale ha approvato il nuovo Statuto della Fondazione. Essa ha sede a
Lamezia Terme, è organismo "in house" dell'unico socio fondatore, la
Regione Calabria. La partecipazione alla Fondazione non è aperta ad altri soci,
privati o pubblici;
al contempo è stato siffattamente ridefinito
anche lo scopo della fondazione: "Ricerca industriale, sviluppo
sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore
della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute";
ad oggi, la Fondazione non è stata
concretamente oggetto di quel processo di sostanziale riforma deliberato
dall'Assise con la citata legge regionale 24/2013. Nella prassi, infatti, la
menzionata normativa non ha avuto la sua puntuale applicazione;
la circostanza è decisamente grave, se si
considera lo stato di enorme disagio subito dai suoi 40 dipendenti che non
percepiscono lo stipendio con la dovuta regolarità. Allo stato, oltre cinque le
mensilità arretrate;
la situazione dei dipendenti è di
rilevantissima sofferenza e fonte di immani disagi. E ciò anche in
considerazione del fatto che spesso trattasi di lavoratori con situazioni
familiari monoreddito;
l'amministrazione regionale, pertanto, ha il
dovere di offrire soluzioni concrete affinché una struttura così importante non
venga abbandonata al suo destino e sia fruibile dalla filiera agroalimentare
reale cui essa dovrebbe indirizzare l'attività;
la Fondazione Terina è l'unico ente di
ricerca della Regione Calabria, con laboratori all'avanguardia e fra i più
importanti del Paese in materia di sicurezza e analisi dei prodotti
agroalimentari;
nei giorni scorsi il vicepresidente della
Giunta regionale, Antonio Viscomi, in relazione allo stato di difficoltà in cui
versa la Fondazione Terina, ha invitato il Dirigente generale del Dipartimento
"Bilancio" ad impegnare le risorse disponibili sugli spazi finanziari
previsti dalla DGR 370/2015, adottala il 24 settembre c.a. al fine di garantire
l'equilibrio di bilancio;
lo stesso vice-presidente della Giunta
regionale ha invitato il Dirigente generale del Dipartimento
"Agricoltura" a predisporre, con urgenza, un incontro per stabilire
un percorso che possa portare con sollecitudine alla riallocazione definitiva
del personale della Fondazione "Terina" per come previsto dalla legge
24/2013;
nonostante ciò, allo stato, le problematiche
esposte non risultano essere superate -:
quale orientamento, decisioni e ulteriori
iniziative, strategie politiche e condotta amministrativa siano state
intraprese o in itinere tese ad offrire una soluzione concreta alle sorti della
Fondazione Terina;
quali i provvedimenti adottati, funzionali a
garantire, in modo particolare, ogni diritto riconducibile ai suoi quaranta
dipendenti.
(107; 9.11.2015)
Sergio. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel nuovo POR Calabria 2014-2020, approvato
recentemente dalla Commissione Europea, la ricerca e l'innovazione tecnologica
rappresentano trasversalmente i punti chiave su cui è fondata l'intera
architettura programmatica;
l'attuazione dei programmi di innovazione ha
finora incontrato molteplici ostacoli dovuti sia all'estrema complessità dei
programmi stessi sia alla limitata disponibilità interna di competenze
specialistiche necessarie ad attuare velocemente le azioni previste dal
Programma;
in passato, al fine di attivare le spese
previste dai programmi, la Regione è ricorsa ad affidamenti esterni, sia a
privati che ad enti extraregionali, con risultati non sempre lusinghieri;
la Regione Calabria partecipa, con
Fincalabra, nel capitale del Parco Scientifico e Tecnologico della Calabria -
Calpark S.C.p.A.;
detto capitale è quasi totalmente pubblico;
difatti, la maggioranza del Capitale Sociale
di Calpark è posseduto, oltre che dalla Regione, dall'intero sistema regionale
della Ricerca, ovvero dalle Università della Calabria, di Catanzaro e di Reggio
Calabria oltre che dal CNR;
Calpark, in oltre 20 anni di attività, ha
acquisito competenze specialistiche nella gestione, monitoraggio e governance
di complessi progetti di ricerca nonché delle relative attività di controllo e
verifica -:
quali sono gli indirizzi che codesta Giunta
regionale intenderà intraprendere in merito al coinvolgimento del Consorzio
Calpark nell'attuazione della nuova programmazione; quale ruolo la Giunta
regionale intenderà assegnare al Consorzio Calpark nell'ambito delle strategie
di innovazione;
quali servizi intenderà affidare direttamente
al Consorzio Calpark evitando il ricorso a società esterne private e spesso
extraregionali;
con quali modalità la Regione intenda
affiancare Calpark alle strutture regionali con compiti di supporto tecnico per
l'attuazione degli obiettivi tematici 1,2 e 3 del POR Calabria 2014-2020; si
interroga, infine, Codesta Giunta regionale e per Essa l'On Presidente sulla
necessità di avviare in tempi brevissimi un confronto con i tre atenei
calabresi, soci di Calpark al fine di individuare le forme di collaborazione,
tra la Regione Calabria e il medesimo Consorzio Calpark, utili a supportare
proficuamente l'ente regionale nella veloce ed efficace attuazione dei suddetti
obiettivi tematici previsti dal POR 2014-2020.
(108; 10.11.2015)
Nicolò. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con comunicato stampa datato 3.11.2015 non
facilmente identificabile nella sua paternità (in spregio al principio di
trasparenza) giacché proveniente da un non meglio specificato Settore Regionale
"Internazionalizzazione" si assume - senza alcuna firma - testualmente
che: "in un recente intervento - si legge nella nota - il presidente del
Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò, sostiene che
in Expo Milano 2015 la Calabria avrebbe "perso una ulteriore preziosa
occasione di visibilità e promozione". Dichiarazione che suscita stupore e
sollecita interrogativi che andrebbero, invece, rivolti allo stesso Nicolò,
consigliere da tre legislature, all'amministrazione che ha governato la
Calabria negli ultimi cinque anni ed alla maggioranza consiliare che l'ha
sostenuta, di cui lo stesso Nicolò ha fatto parte.'';
farebbe parte della normale dialettica
politica un intervento di tal guisa firmato direttamente dal Presidente della
Giunta regionale (cosa che inspiegabilmente non è avvenuta), poiché sarebbe un
atto di propria competenza, viceversa susciterebbe notevoli perplessità lo
stesso comunicato proveniente direttamente dalla burocrazia regionale che ha,
invece, competenze tecniche sulle problematiche regionali; pertanto, nel caso
di specie, ove fosse di un dipendente regionale la paternità di quel testo, lo
stesso si sarebbe spinto oltre la misura consentita, travalicando la propria
sfera di azione, suscettibile anche di richiamo disciplinare, giacché sarebbe
entrato nel merito della polemica politica in senso stretto, ambiente di non
sua pertinenza;
sia nell'uno o nell'altro caso occorre
chiarire la posizione dell'esecutivo che di certo non si può nascondere dietro
la burocrazia, qualora la polemica politica appartenga direttamente al Presidente,
quale soggetto politico preposto al dibattito e, viceversa, qualora così non
fosse, dovrebbe assumere i provvedimenti conseguenti nei confronti di quel
burocrate, che sarebbe andato oltre la sfera di propria competenza -:
per sapere la paternità del testo del
comunicato in oggetto e nel caso fosse di un dipendente regionale quali
provvedimenti di richiamo intenderà assumere.
(109; 10.11.2015)
Il Consiglio regionale,
premesso che:
in Calabria esistono diverse fonti di acque
termali (Terme Luigiane, Antonimina, Cassano allo Jonio, Galatro, Lamezia Terme
e Spezzano Albanese) e che esiste anche una legge che norma la gestione e lo
sfruttamento di queste ultime (L.R. 38 del 2012);
in Calabria tendiamo ad utilizzare le risorse
termali per fini strettamente collegati alle terapie mediche, mentre sarebbe
opportuno valorizzarle, inserendole in un sistema di sviluppo turistico
integrato, capace di creare sviluppo e occupazione, sfruttando al meglio le
grandi potenzialità del nostro territorio: arte, cultura, natura, mare, terme,
enogastronomia, superando, insomma, il concetto di stagionalità;
per come previsto al comma 5 dell'art. 1
(finalità della legge) della L.R. del 3 settembre 2012, n. 38, la Regione
Calabria sostiene programmi e progetti atti ad ottimizzare la fruibilità dei
servizi connessi allo sfruttamento delle risorse termali a mezzo di appositi
piani finanziari ed incoraggiando le iniziative in comune tese a sviluppare
distretti e filiere;
all'art. 2 (comuni termali) della L.R. del 3
settembre 2012, n. 38, vengono riconosciuti, tra i comuni termali della Regione
Calabria, Guardia Piemontese ed Acquappesa (Terme Luigiane);
la capacità attrattiva della stazione termale
"Terme Luigiane" è andata nel tempo riducendosi, anche in relazione
ad un graduale decadimento dell'offerta (incentrata ad un esclusivo uso
sanitario), determinando, di conseguenza, la progressiva diminuzione del flusso
turistico che si rivolge alle strutture ricettive presenti ed operanti sul
territorio;
le acque delle Terme Luigiane registrano un
grado solfidrometrico pari circa a 173 mg/1, il più alto fra le acque termali
italiane ed europee. Anche la temperatura naturale è straordinaria perché si
aggira attorno ai 43°/47° C, laddove, invece, altri stabilimenti del sud e del
nord sono costretti ad un riscaldamento indotto e forzato. Ma tutto questo non
è sufficiente ed i dati statistici relativi alla fruibilità delle terme lo
dimostrano;
la capacità attrattiva dell'area del medio ed
alto tirreno cosentino, storicamente indotta anche dalla presenza del centro
termale, ne è risultata, di riflesso, ridimensionata e notevolmente indebolita;
i Sindaci dei Comuni di Acquappesa e di
Guardia Piemontese sono convenuti sull'opportunità di intraprendere un
approccio integrato per la gestione e lo sviluppo economico e sostenibile delle
risorse idrotermali del comprensorio "Terme Luigiane";
i Comuni di Acquappesa e di Guardia
Piemontese si sono fatti promotori - presso le istituzioni della Provincia di
Cosenza e dei Comuni di Cetraro, Fuscaldo e Paola - di iniziative volte ad
integrare l'offerta termale con una offerta più ampia, che mira ad una funzione
attrattivo-turistica che comprende un comparto all'interno del quale persiste
una forte prospettiva di sviluppo per quel che concerne il turismo religioso,
storico, culturale e portuale, con l'intento di generare, altresì, un volano di
ripresa economica, in un'area (quella del medio ed alto tirreno cosentino)
ammodernata e riallineata sul concetto di "benessere termale", in una
prospettiva di Destagionalizzazione dell'offerta
turistica sul territorio;
i Comuni promotori hanno indetto una
assemblea generale, tenutasi a Guardia Piemontese in data 09/04/2015, alla
quale hanno preso parte le Amministrazioni comunali d'Area (da nord a sud:
Cetraro, Acquappesa, Guardia Piemontese, Fuscaldo e Paola), le Autorità del
Distretto sanitario territorialmente competente, il Delegato del Responsabile
regionale per le cure termali, l'impresa termale concessionaria dell'utilizzo
delle acque termali, le associazioni sindacali e datoriali;
per il raggiungimento degli obiettivi di
sviluppo locale integrato - di cui al punto precedente - il partenariato
promotore ha sviluppato un programma integrato di interventi, nell'ambito del
quale rivestono prioritaria importanza le progettualità finalizzate alla
valorizzazione del polo termale delle "Terme Luigiane" e
all'integrazione tra l'offerta termale con quella balneare-religiosa, e in
particolare, l'infrastruttura di piccola portualità turistica di Cetraro, il
presidio artistico-religioso del Santuario di San Francesco di Paola ed il
centro storico, il borgo marinaro ed il patrimonio naturalistico e
paesaggistico di Fuscaldo;
il raggiungimento dell'obiettivo di
integrazione tra il settore dell'offerta termale e l'offerta legata al contesto
d'Area può essere garantito, principalmente, per mezzo di interventi ben
definiti, di seguito elencati:
riqualificazione del lido delle Terme
Luigiane, recupero e riqualificazione del fiume Bagni, realizzazione di un
centro direzionale amministrativo e sanitario, interventi di recupero e
sistemazione urbana, interventi di recupero e sistemazione di impianti sportivi
e di strutture per il tempo libero, realizzazione di strutture ed attività
commerciali caratteristiche (es. locande, botteghe, ecc.), recupero e
sistemazione sorgenti termali, realizzazione di un centro salutistico e beauty
farm/Spa moderne ed attrezzate, recupero di fabbricati ad uso sociale,
formazione di riqualificazione per addetti delle imprese termali e formazione
di nuove figure professionali, attività di ricerca e sviluppo per l'uso delle
risorse idrotermali, attività di promozione in Italia ed ali 'esterno,
potenziamento mezzi di trasporto e collegamenti con gli impianti;
l'Accordo di Partenariato, adottato dalla
Commissione Europea il 29 ottobre 2014, che rappresenta lo strumento di
programmazione nazionale dei fondi strutturali e di investimento europei
assegnati all'Italia per la programmazione 2014-2020, il quale definisce le
disposizioni orientative per promuovere l'azione attraverso gli strumenti di
integrazione territoriale, tra cui gli Interventi Territoriali Integrati (ITI),
uno strumento di programmazione cui le Amministrazioni titolari di programmi
potranno ricorrere ogni volta che intendano affrontare, esplicitamente, le
esigenze di uno specifico territorio, facendo leva sull'integrazione di
interventi di tipo differente ed utilizzando combinazioni di assi prioritari di
uno o più programmi;
l'ITI è lo strumento suggerito per
intervenire su un perimetro territoriale definito in funzione di specifici
obiettivi da raggiungere, che si tratti della valorizzazione di uno o più
attrattori culturali individuati, di una strategia d'area, offrendo la
possibilità di far leva anche su fondi differenti e di incrociare le
potenzialità di un programma;
la proposta POR FESR-FSE Calabria 2014-2020,
declinando a livello regionale il quadro delle priorità di intervento delineato
nell'Accordo di Partenariato, si riserva la possibilità di ricorrere agli
Investimenti Territoriali Integrati, come strumento per rafforzare delle
priorità programmatiche territoriali, al fine di rispondere a specifici bisogni
o per valorizzare le opportunità di una determinata area sub-regionale, facendo
leva sull'integrazione di interventi di tipo differente, utilizzando
combinazioni di più assi prioritari all'interno del programma;
impegna il Presidente della Regione e la
Giunta regionale:
a reperire, prioritariamente, le somme
connesse allo studio di fattibilità, che dovrà interessare l'intero comparto
delle Terme Luigiane e le zone limitrofe ad esso;
a reperire, all'interno del POR CALABRIA
2014-2020, le somme necessarie affinché il programma integrato di interventi
sopramenzionato, promosso dai Comuni di Acquappesa e di Guardia Piemontese, in
partenariato con i Comuni di Cetraro, Fuscaldo e Paola, possa mutarsi in un
concreto progetto di valorizzazione del sistema termale (in stretta sinergia
con chi gestisce le acque termali) capace di innalzare, le Terme Luigiane ed il
comprensorio del medio ed alto tirreno cosentino in un grande e robusto
attrattore turistico, per la Calabria e per il Meridione tutto;
di salvaguardare e tutelare l'interesse
pubblico di un percorso di rilancio del comparto delle Terme Luigiane che, con
gli investimenti sopra evidenziati, potrebbe rappresentare un punto di svolta
per un concreto rilancio turistico di una vasta area, con conseguenti ed
inevitabili ripercussioni positive sull'occupazione e sull'economica locale.
(42; 12.10.2015) D’Acri, Greco, Sergio
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la Calabria è una regione che ha dato i
natali, nel corso della storia, a personaggi illustri in ogni campo
dell'ingegno umano, eccellenze, talenti e maestrie che hanno consentito alla
Calabria di ergersi in passato a modello
educativo e formativo per tutta l'Europa. Basti pensare che personaggi del
calibro di Zaleuco, Pitagora, Milone, Cassiodoro, Leonzio Pilato, Bernardino
Telesio, Tommaso Campanella, Mattia Preti, Gioacchino da Fiore, per citarne
alcuni, sono partiti dalla Calabria e hanno dimostrato al mondo il loro
straordinario talento nella letteratura, nella giurisprudenza, nella filosofia,
nell'arte, nella musica, nello sport, nella ricerca.
senza dover fare necessariamente un tuffo nel
passato, è da evidenziare come ancora oggi, nonostante la gravi crisi sociale
della nostra regione, siano sempre numerosi i talenti calabresi che danno
lustro alla nostra comunità nel mondo. Letterati, filosofi, artisti, sportivi e
ricercatori calabresi occupano posizioni di grande prestigio in diverse
organizzazioni internazionali pubbliche e private. Tutto ciò non basta.
Nonostante questo possa essere un ottimo biglietto da visita per la Calabria,
infatti, non si può negare come l'immagine della nostra terra sia oscurata dai
tanti problemi che ancora oggi la rendono poco attrattiva e dalla nostra
incapacità di promuovere i nostri talenti e le nostre eccellenze. Una
rappresentazione negativa della Calabria che si è consolidata nel tempo al
punto tale che imprenditori, letterati, artisti e ricercatori tra i più importanti
al mondo raramente decidono di investire e scommettere sulla nostra regione;
è indispensabile ricostruire l'immagine della
Calabria ripartendo dall'autodetassazione dei pregiudizi, aprendosi al mondo e
superando l'immagine di una terra ancorata tra localismi e malaffare. Tutto ciò
ha impedito per anni alla nostra regione di decollare e sono incalcolabili i danni
d'immagine che ancora oggi si ripercuotono in ogni settore economico e sociale.
Per invertire la rotta, per delineare una nuova immagine per la nostra regione,
sarebbe di grande rilevanza l'organizzazione di un Contest internazionale da
ripetersi ogni anno che consentirebbe alla Calabria di diventare, per la prima
volta nella sua storia moderna, centro esclusivo di irradiazione culturale, attraverso
la spettacolarizzazione e promozione dei suoi territori, prodotti commerciali
ed elementi di eccellenza da far emergere sul mercato globale. Il Contest dovrà
avere una durata di dieci giorni, in questo periodo di tempo diversi artisti
internazionali, accuratamente selezionati, nei campi della Letteratura,
Fotografia, Cinema e Pittura verranno dislocati nei luoghi regionali prescelti dall'organizzazione
dell'evento ed avranno come compito quello di produrre un alto numero di materiale
artistico sul tema della Calabria e le sue meraviglie.
Gli artisti potranno far circolare
liberamente i loro prodotti artistici nei loro paesi di provenienza senza
limite alcuno, attraverso internet, televisioni, case editrici e qualsiasi
altro mezzo di comunicazione valido per l'obiettivo preposto.
Allo stesso tempo, questo materiale
realizzato e finemente confezionato verrà messo a disposizione dell'organizzazione
che insieme agli organi regionali preposti, darà luogo ad un lavoro di promozione
della Calabria nel mondo nei mesi successivi all'evento;
il Contest verrà strutturato attraverso le
seguenti modalità:
- SELEZIONE LUOGHI CALABRESI
i luoghi verranno selezionati da nord a sud
della Calabria. La selezione dovrà avvenire tenendo conto del loro potenziale
paesaggistico, turistico, produttivo e culturale, per far si che la loro promozione
successiva possa dare risultati eccellenti già nel breve periodo. Tale scelta
servirà nel creare attenzione nei riguardi di realtà calabresi meno sviluppate
che, venendo a conoscenza del Contest e delle sue potenzialità, vogliano
collaborare l'anno successivo, creando quindi una mentalità dello sviluppo in
cui le singole amministrazioni e aziende si sentano attratte e pronte alla partecipazione.
- SELEZIONE ARTISTI/PROFESSIONISTI
gli artisti/professionisti verranno
selezionati a livello internazionale, secondo modalità qualitative eccellenti.
Verranno successivamente assegnati al luogo di riferimento in cui dovranno
soggiornare e produrre il loro materiale artistico. Il loro materiale potrà
essere da subito immesso nel mercato di internet attraverso i nostri ed i loro
canali di promozione, senza limite alcuno.
- SITO INTERNET UFFICIALE
iI sito internet verrà utilizzato
dall'organizzazione per promulgare le attività del Contest prima, nel mentre e
dopo l'evento. In esso l'organizzazione e gli artisti potranno far veicolare il
loro materiale giorno per giorno, creando curiosità e visibilità sull'evento.
Il sito verrà creato in doppia lingua (Italiano, Inglese), in maniera tale da
essere immediatamente attivi su tutto il territorio internazionale. Il sito
sarà costruito sapientemente così da poter offrire servizi di promozione, logistica
e pubbliche relazioni, nel caso in cui altri soggetti partner vogliano
collaborare con noi.
- PAGINE UFFICIALI SOCIAL NETWORKS
creare delle pagine di riferimento sui vari
Social Networks servirà a far veicolare l'evento e la promozione del materiale
artistico creato in maniera trasversale, limitando in questo modo inutili spese
di promozione antiquata come carta stampata, cartelloni pubblicitari, radio,
etc.
Una volta messo in piedi il Contest e portato
a compimento, gli artisti/professionisti avranno come obiettivo, inserito sul
loro contratto di partecipazione, quello di selezionare il materiale migliore, lavorarlo
alla massima qualità artistica e confezionarlo in maniera da poterlo
distribuire attraverso i loro canali commerciali e professionali.
Tale materiale verrà consegnato
all'organizzazione del Contest che dovrà distribuirlo attraverso varie modalità
di commercializzazione:
- Internet;
- Televisioni Nazionali ed Internazionali;
- Prodotti editoriali cartacei e digitali;
- Aeroporti, Stazioni ferroviarie;
- Luoghi di cultura: Musei, Sale
cinematografiche e dovunque sia possibile promuovere la Calabria
nel mondo;
al Contest potranno partecipare e collaborare
qualunque Confederazione, Amministrazione o Società privata che abbia
sviluppato nel tempo eccellenza e che voglia in modo serio e coerente promuovere
prodotti o bellezze paesaggistiche;
esistono tutte le basi e le possibilità per
creare e sviluppare un evento di grande impatto promozionale, culturale in
favore della Calabria nel mondo. Non dobbiamo pensare in piccolo, ma gestire
con attenzione e coerenza le grandi potenzialità del nostro territorio. L'economia
universale sta modificando le sue modalità, in un mondo in cui i grandi
monopoli aumentano i loro fatturati schiacciando le realtà minori, ecco che
produrre qualità e riuscire ad attrarre pubblico internazionale possa essere la
maniera giusta per commercializzare il nostro prodotto interno, eliminando i
costi di trasporto e mediazione commerciale che levano e, a volte, eliminano il
guadagno dei piccoli imprenditori. Questo Contest porterebbe ottimi frutti alla
nostra regione, creando intorno ad essa una promozione positiva, sana e
produttiva;
impegna il Presidente
della Regione e la Giunta regionale:
ad affidare ad una organizzazione
specializzata la realizzazione di un Contest internazionale della durata di
dieci giorni da tenersi in Calabria ogni anno, che coinvolga artisti
internazionali, accuratamente selezionati, nei campi della letteratura,
fotografia, cinema e pittura. L'organizzazione avrà il compito di selezionare i
luoghi calabresi nei quali gli artisti dovranno produrre materiale artistico
sul tema della Calabria e le sue meraviglie. Gli artisti potranno far circolare
liberamente i loro prodotti artistici nei loro paesi di provenienza senza
limite alcuno, attraverso internet, televisioni, case editrici e qualsiasi
altro mezzo di comunicazione valido per l'obiettivo preposto. Allo stesso tempo,
il materiale realizzato dovrà essere messo a disposizione dell'organizzazione
che, insieme agli organi regionali preposti, darà luogo ad un lavoro di
promozione della Calabria nel mondo nei mesi successivi all'evento.
Si potrà così, attraverso il Contest,
raggiungere una duplice finalità: da una parte, quella di organizzare un evento
in grado di coinvolgere i più grandi artisti del mondo e attrarre così i flussi
turistici internazionali, dall'altra quella di promuovere le meraviglie della
Calabria e la sua bellezza attraverso le produzioni realizzate dagli artisti.
(43; 22.10.2015) D’Acri, D’Agostino, Greco,
Pasqua, Sergio
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la Calabria è una regione dalle enormi potenzialità,
dotata di uno straordinario patrimonio culturale, storico e naturalistico. Sono
fattori che dovrebbero portare la Calabria al vertice tra le regioni con il maggiore
appeal turistico. In realtà, sebbene questa ultima stagione estiva abbia
segnato un cambio di passo in termini di presenze turistiche, molto c'è da fare
per ridisegnare un'offerta che possa interessare i flussi turistici
internazionali. Infatti, nonostante la Calabria abbia tutte le potenzialità per
garantire un'offerta turistica continuativa, la stagione turistica calabrese è
legata soprattutto al turismo balneare e a quello montano e si concentra in
pochi mesi all'anno. Oltretutto sono diversi i limiti strutturali e
organizzativi che di fatto impediscono alla nostra regione di essere competitiva
sul mercato internazionale anche per tutto ciò che concerne la produzione e
l'esportazione dei prodotti calabresi. Il sistema dei trasporti, in
particolare, risulta essere totalmente inadeguato per le potenzialità di
sviluppo della Calabria;
per ciò che concerne il turismo, i problemi
più evidenti sono legati ai limiti strutturali, al sistema dei trasporti e
all'assenza di diversificazione e destagionalizzazione. Proprio in merito a
quest'ultimo punto, abbiamo presentato alcune proposte di legge che mirano ad
incentivare la creazione di un vero e proprio modello di sviluppo funzionale
alle dinamiche del turismo calabrese e fortemente legato alle vocazioni
territoriali della Calabria. Basti pensare alla proposta sulla Tutela e valorizzazione
economica dei paesaggi rurali tradizionali (PL n. 33/10^), attraverso cui si
vuole valorizzare il patrimonio agricolo, socio-culturale e ambientale,
agevolando le iniziative di coloro i quali adottano tecniche agricole a basso
impatto ambientale, promuovendo il recupero e la valorizzazione sostenibile del
patrimonio edilizio rurale e la ricostituzione ambientale dei paesaggi degradati.
In molte parti d'Italia è già ampiamente diffuso il turismo legato ai paesaggi
rurali tradizionali. La Calabria, in tal senso ha già tutte le caratteristiche
e le potenzialità per rappresentare un punto di riferimento nel settore. Così
come è da evidenziare la ricchezza e la bellezza dei borghi storici dei Comuni
calabresi. Il suono dei campanili, il fascino dei luoghi storici e la ricchezza
del patrimonio culturale calabrese possono e devono essere un'opportunità di
sviluppo e crescita per le comunità territoriali e per le amministrazioni
locali. Anche in questo settore abbiamo presentato una proposta di legge per la
Rigenerazione sostenibile dei centri storici urbani a vocazione turistica e istituzione
del marchio di alta ospitalità turistica Borgo Storico Ospitale (PL n. 47/10^),
che mira ad incentivare la realizzazione e la gestione dei borghi storici
ospitali e sostenere il compimento di iniziative e di azioni utili per una
promozione turistica volta alla valorizzazione e all'animazione del patrimonio
storico, ambientale e culturale. Va nella stessa direzione la proposta di legge
legata alla Valorizzazione dieta mediterranea italiana di riferimento (PL n.
54/10^), attraverso cui si vuole promuovere un modello di educazione alimentare
legato anche allo stile di vita calabrese. La proposta di legge mette in piedi
una governance del complesso sistema
di valorizzazione economica delle produzioni, delle filiere produttive e degli
stili di vita connessi al modello di dieta mediterranea italiana di
riferimento. In tutto il mondo la dieta mediterranea rappresenta un punto di riferimento
di grande rilevanza per le abitudine alimentari e sono evidenti, in tal senso,
le potenzialità turistiche che una regione come la Calabria, dotata di una
straordinario patrimonio enogastronomico, potrebbe esprimere. Legate a queste
proposte, già radicate nella cultura e nelle vocazioni dei territori calabresi,
ce n'è un'altra che mira, invece, a portare la Calabria in un contesto di
sviluppo in grado di attrarre flussi turistici da tutto il mondo. Mediante le
Misure per promuovere il turismo sportivo mediante la diffusione del gioco del
golf e la realizzazione di impianti golfìstici (PL n. 71/10^) si individua nel
turismo golfìstico un'importante opportunità economica a supporto del sistema
alberghiero e dell'intero sistema turistico regionale. Oltretutto, attraverso
la realizzazione dei campi da golf, si concretizzerebbe un importante
contributo all'ambiente ed al recupero di aree naturali degradate, in quanto
sono finalizzati alla realizzazione e gestione di vaste aree verdi, quindi, con
l'esaltazione della bellezza naturalistica tipica della zona. Oggi il golf è
praticato da moltissime persone di varia estrazione sociale e culturale, l'organizzazione
golfistica mondiale si trova attualmente in un momento di forte espansione, con
una previsione a tutto il 2015 di circa 25 milioni di presenze esclusivamente
per la pratica di questo sport. La Calabria, per il suo patrimonio
paesaggistico, può diventare un vero e proprio punto di riferimento nel mondo
per la pratica di questo sport e, contestualmente, attrarre milioni di turisti
che perfino non esitano a raggiungere anche da oltreoceano mete nel
Mediterraneo molto vicine alla nostra penisola;
le proposte di legge sopra indicate puntano
alla valorizzazione del patrimonio naturalistico, enogastronomico, storico,
paesaggistico e culturale calabrese legandolo ad uno stile di vita sano, equilibrato
e innovativo in grado di ergersi a modello di riferimento europeo. E' evidente,
però, che il sistema dei trasporti calabrese rappresenta il viatico attraverso
cui ridisegnare l'offerta turistica, tenendo conto delle vocazioni e delle
potenzialità dei nostri territori e delle nostre comunità. Attualmente l'intero
comparto legato al sistema dei trasporti e alle vie di comunicazione non è in grado
di garantire gli standard adeguati per un'offerta turistica che possa suscitare
interesse per i turisti internazionali. Così come risulta del tutto inadatto
alle potenzialità produttive di una regione che può e deve essere competitiva
sul mercato internazionale dell'export. Il sistema dei trasporti può
contribuire ad incrementare il livello di occupazione nella regione, che ha
ormai raggiunto livelli inaccettabili per un territorio europeo. Deve garantire
livelli equi di accessibilità in tutto il territorio regionale, poiché
l'accessibilità costituisce la condizione minima per la fruizione sostenibile
delle risorse naturali, ambientali sociali e culturali presenti sul territorio;
nella condizione attuale il sistema dei
trasporti calabrese soffre di alcune criticità, tra cui le più evidenti sono:
1. mancanza di integrazione intermodale e
intramodale (gli esempi più evidenti sono i collegamenti dei porti e degli
aeroporti con la rete ferroviaria);
2. l'incertezza nei tempi di realizzazione
delle opere;
3. la scarsa capacità di governare i processi
di pianificazione, progettazione e realizzazione del sistema; ciò è connesso
alla scarsa capacità, negli anni passati, di spesa dei fondi europei destinati
a migliorare il sistema dei trasporti calabrese;
la regione è dotata di tre aeroporti civili
aperti al traffico nazionale e internazionale: l'aeroporto di Lamezia Terme,
l'aeroporto dello Stretto a Reggio Calabria e l'aeroporto S. Anna a Crotone. Il
bacino di utenza di riferimento è rappresentato principalmente dall'intero
territorio regionale calabrese e dalla provincia di Messina; i tre aeroporti si
differenziano rispetto ai servizi offerti, alla classe di appartenenza ed alle
caratteristiche strutturali. L'aeroporto di Lamezia Terme si colloca nella
vasta pianura lametina (provincia di Catanzaro), in località S. Eufemia. Esso
occupa una posizione strategica nel territorio regionale, ricadendo all'interno
di un'area posta al centro della Calabria, caratterizzata da ampi spazi
pianeggianti a disposizione ed attraversata da importanti infrastrutture
stradali e ferroviarie. L'aeroporto di Reggio Calabria (Aeroporto dello
Stretto) è situato nella zona sud della città reggina, in località Ravagnese.
Il suo bacino potenziale di utenza è costituito dalle due città di Reggio
Calabria e Messina e dai relativi territori provinciali. L'aeroporto S. Anna di
Crotone è collocato sull'altopiano di Isola Capo Rizzuto, a sud di Crotone; ha
un bacino potenziale di utenza che comprende l'intera provincia di Crotone, la
fascia ionica cosentina, parte dell'altopiano della Sila ed i comuni della
provincia di Catanzaro che ricadono a nord del capoluogo calabrese;
la rete ferroviaria calabrese è costituita
dalle linee nazionali delle Ferrovie dello Stato (gestite dalla società R.F.I.,
Rete Ferroviaria Italiana) e dalle linee regionali delle Ferrovie della
Calabria. La rete R.F.I. e quella delle Ferrovie della Calabria non sono fra
loro interconnesse, essendo la prima a scartamento ordinario (1,435 m) e la
seconda a scartamento ridotto (0,950 m). La rete R.F.I., che si sviluppa in
gran parte lungo il perimetro costiero regionale, ha un'estensione complessiva
di circa 851 km e presenta 117 stazioni con servizio viaggiatori. In rapporto
al sistema di trazione, la rete R.F.I comprende 279 km di linee elettrificate a
doppio binario, 209 km di linee elettrificate a singolo binario e 363 km di
linee non elettrificate (a trazione diesel) ed a singolo binario.
In base alle caratteristiche di traffico, le
linee R.F.I. sono classificate in:
• linee
fondamentali, caratterizzate da un'alta densità di traffico e da un'elevata
qualità dell'infrastruttura, che costituiscono le direttrici principali di
collegamento con la rete nazionale e internazionale;
• linee
complementari, con minori livelli di densità di traffico, che costituiscono
la maglia dì collegamento in ambito regionale e connettono tra loro le
direttrici principali.
Le linee fondamentali della rete R.F.I sono:
• la direttrice tirrenica Praia - Paola -
Lamezia Terme - Reggio Calabria (elettrificata a doppio binario);
• la linea Eccellente - Rosarno (via Tropea)
(elettrificata ad unico binario);
• la linea Rosarno - S. Ferdinando
(elettrificata ed a singolo binario).
Fanno, invece, parte delle linee
complementari R.F.I.:
• la direttrice ionica Rocca Imperiale -
Reggio Calabria (prevalentemente non elettrificata ed ad unico binario);
• la linea trasversale Paola - Sibari
(elettrificata a singolo binario, ad esclusione della tratta Castiglione -
Cosenza che è a doppio binario);
• la linea trasversale Lamezia Terme
-Catanzaro Lido (non elettrificata a singolo binario);
in Calabria il trasporto ferroviario soffre
di diverse rilevanti criticità che riguardano problemi infrastrutturali,
carenze nei servizi, vetustà del materiabile rotabile, assenza di forme di
integrazione e informazione; tutto ciò pregiudica la scelta da parte degli
utenti di tale modalità di trasporto, con evidenti ripercussioni sul sistema
dei trasporti regionale;
il porto di Gioia Tauro è stato progettato
negli anni ’60 come porto industriale e ha subìto una riconversione funzionale
da porto industriale a polo funzionale. Il porto è operativo dal 1995 e la sua
attività si è sviluppata a ritmo elevato, assegnando allo scalo, in breve
tempo, il ruolo leader nel Mediterraneo nel settore del transhipment. Dai 16.034 TEUs movimentati nel 1995, si è passati, dopo
soli tre anni, ad oltre 2 milioni di TEUs, sino a superare nel 2008 i 3,4
milioni di TEUs. Dal 2008 in poi, il porto di Gioia Tauro ha evidenziato
segnali di perdita di competitività, dovuti sia all'apertura di nuovi porti che
presentano vantaggi logistici superiori, sia ad una serie di altri fenomeni
legati a fattori economici e sociali;
il maggior punto di forza del porto di Gioia
Tauro è rappresentato dalla sua localizzazione baricentrica rispetto alle rotte
intercontinentali che solcano il bacino del Mediterraneo, ma elementi strategici
sono anche:
• l'idonea dotazione infrastrutturale e le
buone caratteristiche fisiche (fondali profondi, banchine rettilinee, ampi
piazzali di stoccaggio a ridosso delle banchine, ecc.) che permettono di
accogliere le navi transoceaniche in transito nel Mediterraneo e collegare lo scalo
attraverso una fitta rete feeder a più di 50 porti mediterranei;
• la sua collocazione sul territorio
continentale, che consente un collegamento diretto con la rete infrastrutturale
terrestre europea;
ad oggi Gioia Tauro è un porto di transhipment, questo vuol dire che i
container arrivano con grosse navi da altri continenti e ripartono verso porti
più vicini con navi più piccole, funzione, questa, fondamentale, vista la
recente apertura dell'ampliamento del Canale di Suez, avvenuta il 6 agosto
scorso. L'allargamento dell'importante canale che collega il Mar Mediterraneo
con il Mar Rosso, porterà ad un raddoppio della capacità dell'infrastruttura
africana, permettendo per la prima volta l'incrocio delle navi;
non è questa l'unica via possibile di
utilizzare l'infrastruttura. Con piccoli ritocchi si potrebbe far svolgere alla
suddetta infrastruttura anche la funzione di gateway, cioè smistamento dei
container attraverso la rete ferroviaria. Se si considera un container che
parte da Nord (porto di Bremerhaven) ed uno da sud (Gioia Tauro) che vuole
andare verso il territorio economico più forte del centro Europa, la zona di
competizione (dove cioè i tempi di percorrenza sono uguali) è tra Verona ed il Brennero.
Ad oggi, però, zero treni partono da Gioia per l'interporto di Verona, che
viene interamente rifornito da nord. In teoria un container che parte dall'Asia
dovrebbe essere “costretto” a sbarcare a Gioia e percorrere la linea
ferroviaria fino al centro Europa. Ma al momento, purtroppo non è così, proprio
per la mancanza della intermodalità del porto calabrese. Gioia Tauro potrebbe
diventare il naturale collegamento tra il Nord Europa e l'Oceano Indiano,
basterebbe completare il corridoio TEN-T 1, che prevede il collegamento
ferroviario tra Berlino e Palenno, consentendo l'arrivo nel porto dei convogli
merci fino a 750 m. di lunghezza;
l’accessibilità viaria all'area portuale è
garantita dall'A3 Salerno-Reggio Calabria e dalla SS 18. Il porto è, inoltre,
connesso alla rete ferroviaria nazionale mediante la linea Rosarno-S.
Ferdinando. Dal porto di Gioia Tauro, tramite la stazione di Rosarno, si è
arrivati ad inoltrare fino a 20 treni blocco settimanali destinati agli scali
intermodali di Nola (Napoli), Bari, Frosinone, Padova, Melzo (Milano), Bologna
e La Spezia, per poi assistere nel 2008, a causa della continua perdita di
competitività del sistema ferroviario rispetto a quello stradale, al quasi
totale annullamento delle attività via treno, attività che, secondo noi, non solo andrebbe riattivata, ma andrebbe pesantemente
finanziata per farla diventare la principale forma di smistamento delle merci
in arrivo;
il porto di Gioia Tauro continua, tuttavia, a
perdere quote di traffico. Ciò è frutto di una sottovalutazione strategica e
delle dinamiche concorrenziali che ora non riguardano più solo i porti del Nord
Europa, ma anche quelli del Mediterraneo. Ci dobbiamo chiedere perché le merci
vanno a Rotterdam e ad Amburgo, facendo 14 ore in più di navigazione, anziché
attraccare da noi. E ci dobbiamo chiedere anche perché sempre più scelgono i
porti egiziani e marocchini. Dobbiamo recuperare competitività perché abbiamo
investitori stranieri pronti a venire in Italia ad investire ed anche perché il
75% delle nostre esportazioni verso l'Africa viaggia via mare. E poi perché un'impresa
che sta in prossimità del corridoio europeo TEN-T 1 per andare verso l'Africa
non può imbarcare le loro merci da Gioia Tauro dopo aver raggiunto il nostro
porto, magari con altri mezzi di trasporto, quale potrebbe essere il treno.
Dobbiamo sfruttare la grande opportunità di essere al centro di tutte le reti
marittime mediterranee;
impegna il Presidente
della Regione e la Giunta regionale:
affinché si ridisegni il sistema dei
trasporti inquadrandolo in una cornice che tenga conto delle potenzialità
turistiche, delle vocazioni territoriali e delle capacità produttive della
Calabria. Si dovrebbe definire un metodo per pianificare, progettare e
realizzare in forma integrata il sistema dei trasporti calabrese, così come sotto esposto.
NUOVO AEROPORTO DELLA SIBARITIDE
Il sistema aeroportuale deve diventare il
fulcro del rinnovamento calabrese per quanto riguarda il turismo e
l'agricoltura di qualità. Una regione moderna e sviluppata non può prescindere
da un sistema aeroportuale all'avanguardia. In questo senso, a chi afferma con
vigore le eventuali chiusure di alcuni scali calabresi, rispondiamo con
altrettanto vigore, che non solo non va prevista alcuna chiusura delle
infrastrutture attualmente in funzione, ma va attuato un potenziamento e sviluppo
di quelle attualmente in funzione. In quest'ottica si inserisce la proposta per
la realizzazione di una nuova infrastruttura aeroportuale, da posizionare
nell'alto Jonio cosentino, tra la Valle dell'Esaro e la sibaritide. Il nuovo
scalo aeroportuale disterà circa 140 km, tanto dallo scalo crotonese quanto da
quello lametino e non potrà che essere strategico e funzionale al rafforzamento
di tutto il sistema della mobilità in Calabria, poiché l'ubicazione a nord di Cosenza
consentirà la copertura totale ed uniforme del territorio regionale. La nuova
infrastruttura, che sarà di supporto e raccordo anche all'avio superficie di
Scalea, servirà una Provincia vastissima per estensione territoriale come
quella di Cosenza, nonché la vicina e confinante Basilicata, spostando flussi turistici
destinati nella sibaritide, che attualmente utilizzano gli scali aeroportuali
pugliesi. Sarà fondamentale anche per supportare e promuovere il turismo
sportivo legato alla diffusione del gioco del golf, visto che in quella
particolare zona della Calabria è prevista la costruzione di due campi da golf
a 27 buche con strutture ricettive annesse. Inoltre le zone della sibaritide e
della valle dell'Esaro hanno grandi potenzialità produttive e oggi ospitano
importanti realtà imprenditoriali nel campo agricolo che, attraverso una
rimodulazione del sistema dei trasporti, potrebbero trovare immediato sviluppo
con ricadute di grande rilevanza in campo sociale, occupazionale ed economico.
ALTA VELOCITA' LUNGO LA DORSALE JONICA
Per quanto riguarda il settore ferroviario,
fermo restando le difficoltà tecniche ed economiche nel velocizzare la rete
tirrenica, Battipaglia-Reggio Calabria, fino ad ottenere le caratteristiche per
diventare linea ad Alta Velocità ed Alta Capacità, si dovrebbe riammodernare la
linea jonica che a tutt'oggi risulta a singolo binario e non elettrificata.
Riuscire a realizzare un'infrastruttura moderna ed efficiente permetterebbe di
collegare territori che al momento permangono in uno stato di profonda crisi
economica e sociale, anche per l'alto costo che hanno i trasporti. Congiungere Reggio
Calabria a Taranto con una rete a doppio binario e ad Alta Velocità si
ricollegherebbe anche al progetto, già in fase di realizzazione, dell'Alta
Velocità sulla tratta Napoli-Bari-Lecce-Taranto. Tali collegamenti, seguendo
l'itinerario Reggio Calabria-Gioia Tauro-Siderno-Taranto-Bari, consentirebbero
di congiungere e di ricucire Sicilia e Calabria al sistema trasportistico
nazionale ed europeo. Lo sviluppo del turismo jonico calabrese, in particolare
delle aree economicamente più vivaci quali la Locride, il Catanzarese, il
Crotonese, la Piana di Sibari e l'area Grecanica passa attraverso la
realizzazione di questa importante infrastruttura.
METROPOLITANA LEGGERA AEROPORTO DI LAMEZIA -
AVIOSUPERFICIE DI SCALEA
Altra importante infrastruttura ferroviaria
da realizzare sul territorio calabrese per poter incrementare la mobilità
turistica sarebbe la metropolitana leggera che dovrebbe collegare i comuni compresi
tra Lamezia Terme e Tortora. Collegare i comuni del tirreno cosentino con un
servizio ferroviario veloce, affidabile ed efficiente permetterebbe di
diversificare e destagionalizzare l'offerta turistica, valorizzando autentiche
bellezze culturali e religiose, quali ad esempio il Santuario di San Francesco
di Paola, termali rappresentate dalle Terme Luigiane di Guardia Piemontese e
naturali, si pensi ad esempio alla Riviera dei Cedri. Per poter realizzare
questa iniziativa sarà, preliminarmente, necessario realizzare un collegamento
tra l'aerostazione e la stazione ferroviaria di Lamezia Terme, in modo tale che
il turista, una volta atterrato, non si senta spaesato e possa facilmente
raggiungere la sua meta turistica preferita.
PORTO DI GIOIA TAURO: DA TRANSHIPMENT A
GATEWAY
Per il traffico merci, i precari collegamenti
di ultimo miglio con le strutture portuali penalizzano il traffico merci
ferroviario e, ovviamente, portuale. In prospettiva, la crescita dimensionale
delle navi porrà ulteriori pressioni sui collegamenti terrestri. Da ciò deriva
l'assoluta importanza, in particolare per il trasporto dei container, di
realizzare anche dei collegamenti diretti tra porti e reti ferroviarie. Il trasferimento
di parte del trasporto su gomma a quello su rotaia è uno degli elementi
vincenti per migliorare la sostenibilità ambientale (riduzione emissioni
inquinanti, minore usura delle strade, ecc) e l'attenzione delle istituzioni
europee al riguardo deve essere recepita dalle autorità locali. Il porto di
Gioia Tauro, che dovrebbe diventare un autentico volano di crescita per la
nostra regione, presenta ad oggi un collegamento diretto con la rete
ferroviaria principale che dovrebbe, però, essere intensificato ed ammodernato
per tornare ad essere competitivo rispetto al sistema stradale, visto che dal
2008 in poi si è assistito ad un totale abbandono di questo sistema di
trasporto. Nello sviluppo strategico dell'infrastruttura si dovrebbe
privilegiare la componente terminalistica quale elemento di traino per la logistica,
con l'imperativo di offrire un qualificato servizio d'avanguardia che si
svilupperà con la costruzione di magazzini pienamente integrati nell'ecosistema
locale.
Proprio la costruzione di un nuovo terminal
intermodale, garantendo al porto di Gioia Tauro le specifiche caratteristiche
del gateway ferroviario, metterebbe l'importante infrastruttura calabrese allo
stesso livello dei principali porti del Mediterraneo. La costruzione del
terminal intermodale avrà il compito di intercettare quei traffici movimentati
tra l'Estremo oriente e l'Europa, attualmente gestiti dai porti di Rotterdam ed
Anversa. Con la realizzazione del terminal Gioia Tauro potrebbe ambire a
diventare un varco intermodale comunitario, che andrebbe ad inserirsi nell'asse
transeuropeo del corridoio Helsinki-La Valletta, come nodo di rilevanza
nazionale e crocevia europeo di diverse modalità di trasporto. Con lo sguardo
proiettato al futuro, per coglierne le sue ricadute, il mercato potenziale di
riferimento si aggira intorno al milione di Teus (misura standard nel trasporto
dei container). Tutto questo andrebbe ad implementare quanto già deliberato
dalla Giunta regionale sulla ZES e sulla riduzione delle tasse d'ancoraggio. In
particolare, le imprese che avviano un programma di investimenti nella ZES,
potranno fruire di una o più forme di agevolazioni, come di seguito elencate:
• riduzione delle imposte sui redditi
d'impresa derivanti dagli investimenti eseguiti dall'impresa nella ZES, nella
misura massima del 50% dell'importo dovuto;
• riduzione dell'imposta regionale sulle
attività produttive derivanti dagli investimenti eseguiti dall'impresa nella
ZES, nella misura massima del 50% dell'importo dovuto;
• riduzione dell'IMU e della TARI per gli
immobili posseduti dalle stesse imprese ed utilizzati per l'esercizio
dell'attività economica;
• riduzione dei contributi sulle retribuzioni
da lavoro dipendente a carico delle aziende nella misura del 50% da determinare
solo per i contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per una durata
non inferiore ai dodici mesi.
Le imprese ammesse ai benefici dovranno
mantenere la loro attività nell'area per almeno cinque anni, termine che si
riduce a tre anni per le PMI. Le agevolazioni previste possono essere
cumulabili, purché si riferiscano a differenti costi ammissibili.
Inoltre la Regione Calabria, nel rispetto
delle disposizioni in materia di aiuti di stato, potrà istituire, in futuro,
ulteriori forme di incentivazione a sostegno delle imprese insediate nella ZES,
in modo tale da sviluppare la competitività dell'area e promuovere processi di
innovazione dell'offerta di beni e servizi.
(44; 22.10.2015) D’Acri, D’Agostino, Greco,
Pasqua, Sergio
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
nel mese di novembre 2013 eventi alluvionali
di vastissima portata hanno danneggiato gravemente la SP 25 che collega
Arsanise a Catanzaro e, dunque, tutte le comunità della pre-Sila catanzarese al
capoluogo di regione, a causa dell'erosione provocata dall'esondazione del
fiume Alli che costeggia la predetta arteria per circa due chilometri;
nonostante siano stati programmati lavori
urgenti per la messa in sicurezza del torrente Alli, il quale, tra l'altro, con la sua condotta
idrica rifornisce la gran parte della popolazione catanzarese, e siano inizialmente
stati stanziati 10 milioni di euro per l'esecuzione dei lavori di ripristino
della SP 25, la Regione Calabria ha di fatto cancellato detto stanziamento
rimodulando i fondi per lo sviluppo e la coesione trasmessi al CIPE nel mese di
agosto 2015;
ingenti sono i danni che stanno subendo le
popolazioni interessate alla percorrenza della SP 25, in quanto vivono uno
stato di isolamento e di grave abbandono, causati dalla fatiscenza della
complessiva rete stradale che collega la pre-Sila catanzarese alle principali
arterie di collegamento regionali oltre che ai vari servizi, la cui assenza è
divenuta, oramai, atavica;
appare quanto mai opportuno intervenire in
modo tempestivo, affinché si individui al un canale di finanziamento
alternativo a quello inizialmente previsto dai fondi CIPE, al fine di
recuperare tutti gli stanziamenti originariamente destinati alla ricostruzione
dell'importante infrastruttura resa inservibile dall'alluvione del novembre
2013 e alla messa in sicurezza del corso del fiume Alli, con contestuale intervento
di sistemazione delle condotte idrauliche, adottando, quindi, un piano di
recupero complessivo dell'intera area del fondovalle assolutamente necessario
per garantire la piena agibilità e sicurezza delle opere, al fine di
scongiurare, in futuro, il verificarsi di nuovi disastri a causa del maltempo;
impegna la Giunta regionale:
1) ad attivarsi nel più breve tempo possibile
affinché vengano individuati e stanziati i fondi per la ricostruzione della SP
25 Arsanise-Catanzaro, fortemente danneggiata dall'alluvione del mese di
novembre 2013, programmando in tal modo, altresì, la messa in sicurezza della
condotta idrica che serve la città di Catanzaro lungo il fiume Alli,
trattandosi di interventi oramai non più procrastinabili;
2) ad adottare un piano a medio-lungo termine
che, previa consultazione di tutti gli organi interessati, individui e tenda ad
eliminare le problematiche relative alla carenza di infrastrutture di
collegamento tra le aree della pre-Sila catanzarese e le principali arterie
regionali.
(45; 05.11.2015) Pasqua
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
è noto lo scandalo emerso alcuni giorni fa
con scoperta di una serie di segnalazioni redatte tra il 2009 e il 2013 dal
nucleo di intelligence dell'Agenzia delle Dogane dalle quali emerge la costituzione
di un trust italo-spagnolo costituito allo scopo di:
- tenere bassi i prezzi dell'olio
extravergine di oliva italiano;
- bypassarne la qualità;
- eludere le regole dell'UE sulla
concorrenza;
dalle indagini dell'Agenzia delle Dogane è
emerso che la società iberica Deoleo,
controllata dal fondo di private
equity Cvc che ha acquisito marchi italiani come Carapelli, Bertolli e Sasso, vende e compra olio
ottenendo il marchio made in Italy nonostante la provenienza dell'olio non sia
italiana, bensì Ue - ed anche extra Ue - olio greco, spagnolo, tunisino,
marocchino;
il nucleo di intelligence anti frode dell'Agenzia delle Dogane ha denunciato questo cartello criminale che
gestisce la grande commercializzazione di un presunto "olio
extravergine italo spagnolo" e
che lo commercializza con marchio "made in Italy" sostenendo che:
"uno stesso soggetto abbia acquistato noti marchi italiani
rigorosamente toscani e umbri appartenenti al giro di una sola famiglia, i
Fusi" e che "con solo
il 16% di prodotto italiano guadagna il marchio made in Italy, mentre il
restante 84% è di provenienza straniera";
purtroppo le relazioni dell'Agenzia delle Dogane sono state tutte
secretate dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle contraffazioni “poiché coinvolgono stati esteri”
anziché chiedere:
a) alle autorità giudiziarie dei Paesi
coinvolti di procedere nei confronti delle persone coinvolti visto i profili
giudiziari penalmente rilevanti;
b) all'UE di sanzionare l'operato criminale
del trust in questione per quanto di propria competenza;
sui documenti prodotti, già sei anni orsono,
dall'Agenzia delle Dogane, è
inquietante che il Ministero delle Politiche Agricole taccia e non fornisca spiegazioni nonostante i
controlli effettuati nel 2014 dal nucleo anti-frode abbiano purtroppo
confermato che il settore oleicolo italiano sia tra i più interessati da frodi
commerciali configurando rilievi penali per reiterazione dei reati (art. 515
c.p.);
a Milano EXPO, lo scorso 5 ottobre,
l'apposita commissione d'inchiesta sulla contraffazione ha diffuso le
conclusioni sul cartello italo spagnolo, ma, il Ministro dell'Agricoltura
Maurizio Martina, sia pure invitato, ha preferito declinare l'invito;
questa situazione va contrastata con forza
dalla Regione Calabria e da tutte le regioni meridionali poiché l'olivicoltura
oltre ad essere una ricchezza enorme per il benessere delle nostre popolazioni
e del mondo è vitale per l'economia del meridione, suscettibile di essere
necessariamente valorizzata negli interessi degli addetti del settore e della società
tutta;
se dovesse prevalere la logica lobbista che
arriva a fare secretare le denunce del nucleo di intelligence dell'Agenzia
delle Dogane, dobbiamo saperlo, e nessuno di noi, potrà trincerarsi sul mantra del "noi non
sapevamo", poiché nel volgere di pochi anni, due o tre al massimo, le
aziende olivicole meridionali saranno costrette a dismettere gli impianti e
sarà per loro impossibile reggere la scorretta e criminale concorrenza del
cartello che si è costituito poiché
non potranno produrre olio al costo di tre euro al kg!;
purtroppo, allo stato attuale, solo una
minima parte dell'olio extravergine di oliva prodotto in Calabria è
imbottigliato e commercializzato da imprese calabresi e che soprattutto non ne
viene certificata la sua superiore qualità come richiesto dal testo di legge
depositato il 30.06.2015e recante "Valorizzazione dieta mediterranea
italiana di riferimento"';
dare attuazione alla certificazione di
qualità degli oli extravergine di oliva calabresi ha una valenza soprattutto
economica atteso che la FDA - Food Droug Administration USA - ha consentito di
inserire uno specifico claim sull'etichetta degli oli extravergine di oliva per
informare i consumatori delle differenti qualità degli oli extravergine di
oliva commercializzati, avendone riscontrato la capacità di ridurre i rischi
delle malattie cardiovascolari e consigliandone pertanto il consumo giornaliero
di almeno 23 gr per la loro prevenzione.
Impegna il Presidente della Regione e la
Giunta regionale:
a promuovere un incontro con il Ministro
delle Politiche Agricole, possibilmente in accordo con i presidenti delle
regioni del Mezzogiorno - Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia - al fine di:
a. procedere alla revoca immediata, in via
cautelativa, dell'utilizzo del marchio "made in Italy" ai soggetti
denunciati dall'Intelligence dell'Agenzia delle Dogane;
b. non concedere ad altri l'utilizzo del
marchio "made in Italy" per la commercializzazione di olio
extravergine di oliva che non sia prodotto 100% italiano;
c. di elaborare entro un lasso di tempo breve
un regolamento che preveda sulle etichette la qualità e la provenienza
territoriale dell'olio extravergine italiano sull'esempio di quanto avviene per
i vini italiani;
d. di procedere, in un lasso di tempo non
superiore a tre mesi, alla elaborazione di una procedura per una certificazione
nutraceutica dell'olio extravergine di oliva italiano insediando un'apposita
commissione di esperti;
a porre in essere
tutti gli atti conseguenti e necessari a certificare gli oli extravergine di
oliva prodotti dai diversi cultivar presenti nella Regione secondo la qualità e
la provenienza, atteso che le ricerche scientifiche condotte sinora hanno
dimostrato che
1 litro di olio extravergine di oliva della Spagna contiene 75
milligrammi/litro di polifenoli mentre la media degli oli calabresi ne contiene
più di 300 milligrammi. Inoltre, le cultivar calabresi contengono circa 600 mg
di idrossitirosolo per Kg di olio, rispetto ai soli 100-150 mg contenuti
nell'olio della cultivar spagnola Arbequina; a ciò si aggiunge il dato
riguardante l'oleocantale: 50 gr di oli calabresi contengono 200 milligrammi di
oleocantale.
Il Consiglio della Regione Calabria approva
che
la mozione venga trasmessa dal Presidente al
Presidente del Consiglio e al ministro delle Politiche Agricole;
la mozione venga trasmessa ai senatori e ai
deputati della Regione Calabria;
la mozione venga trasmessa:
- ai deputati italiani eletti al Parlamento della Ue;
- ai Presidenti delle Regioni Basilicata,
Campania, Puglia, Sicilia con richiesta di un’azione comune presso il Ministero
delle politiche agricole e presso l’Ue;
- alle associazioni di categoria presenti in
Calabria.
(46; 10.11.2015) Greco, Sergio
Art. 1
(Integrazione alla
legge regionale n. 19 del 16 aprile 2002)
1. Dopo "articolo 40 della legge
regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del
territorio -Legge Urbanistica della Calabria) é aggiunto il seguente:
"Art.40 bis
(Contratti di fiume)
1. Si definisce Contratto di 'fiume un atto
volontario di impegno condiviso tra soggetti pubblici e privati finalizzato
alla riqualificazione ambientale - paesaggistica ed alla connessa rigenerazione
socio-economica di un sistema fluviale e del relativo bacino idrografico
unitamente alla gestione del rischio idraulico. Il Contratto di fiume si
configura come un accordo di programmazione negoziata definito in coerenza con
la pianificazione vigente e nel rispetto delle competenze specifiche dei vari
attori interessati, da attuarsi secondo le linee guida di cui al comma 5.
2. Con riferimento alle finalità di cui al
comma 1, con i Contratti di fiume la Regione Calabria promuove la concertazione
e l'integrazione delle politiche a livello di bacino e sottobacino idrografico,
adottando forme idonee di partecipazione attiva e favorendo la definizione di
strategie condivise tra gli attori interessati.
3. I Contratti di fiume concorrono alla
definizione, all'attuazione e all'aggiornamento degli strumenti di
pianificazione di distretto con riferimento alla scala di bacino e sottobacino
idrografico, ovvero al Piano di gestione del rischio di alluvioni di cui
all'articolo 7 del decreto legislativo del 23 febbraio 2010, n. 49 (Attuazione
della direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi
di alluvioni), e del Piano di gestione delle acque di cui all'articolo 117 del
decreto legislativo del 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).
4. Rientrano nella definizione di Contratto
di fiume anche il Contratto di lago, di costa, di acque di transizione e di
falda, quali fattispecie declinate su diversi ambiti idrografici.
5. Entro sei mesi dall'entrata in vigore di
questo disposto, la Giunta regionale adotta con regolamento attuativo, da
sottoporre al parere della commissione consiliare competente, un documento di
indirizzo per l'attuazione dei Contratti di fiume ed il relativo programma per
la promozione e il monitoraggio di tali strumenti."
Art. 2
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. La presente legge non comporta oneri
finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 3
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art 1
(Modifica articolo 3 L.r.
n. 4 del 1995)
1. Al comma 1 dell'articolo 3 della legge
regionale 7 marzo 1995, n. 4 viene aggiunta la seguente lettera: "l)
appartamenti ammobiliati per uso turistico".
Art. 2
(Modifica articolo 4 l.r.
n. 4 del 1995)
1. I commi 2 e 3 dell'articolo 4 della legge
regionale 7 marzo 1995, n. 4 sono sostituiti dai seguenti:
"2. All'attività ricettiva residenze di
campagna si applica l'istituto della segnalazione certificata di inizio
attività (SCIA) ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e
del decreto legislativo n. 59 del 26 marzo 2010 così come modificato dal
decreto legislativo n. 147 del 14 settembre 2012.
3. La segnalazione deve essere trasmessa al
comune sul cui territorio ricade la struttura extraricettiva secondo il modello
di segnalazione redatto dal comune e nel caso sia prevista la somministrazione
di alimenti e bevande per gli ospiti, il gestore direttamente, ovvero
attraverso la nomina di un preposto, dovrà indicare nella SCIA i requisiti di
cui alla legge n. 287/1991, così come modificata dalla legge n. 248/2006. In
tal caso, il gestore garantisce la somministrazione prevalente di prodotti
locali e prodotti tipici calabresi."
2. I commi 4, 5 e 6 dell'articolo 4 della
legge regionale 7 marzo 1995, n. 4 sono abrogati.
Art. 3
(Modifica articolo 5 l.r.
n. 4 del 1995)
1. All'articolo 5 della l.r. n. 4/95 sono
apportate le seguenti modifiche:
a) dopo il comma 1, è inserito il seguente:
"1 bis. È intesa come gestione
imprenditoriale quella esercitata anche per un numero di unità immobiliari
inferiore a tre, da parte di imprese, comprese le agenzie immobiliari che
operano nel settore turistico, che gestiscono, a qualsiasi titolo, case e
appartamenti per vacanza con le modalità di cui al presente comma.";
b) i commi 2 e 3 sono sostituiti dai
seguenti: "2. Assumono la denominazione di "residence" le
strutture ricettive di case e appartamenti per vacanze, costituite da almeno
sette unità immobiliari di civile abitazione ubicate in uno stabile a corpo
unico o a più corpi, aventi i requisiti igienico - edilizi previsti per le case
di civile abitazione, ciascuna arredata e dotata di locali igienici e di
cucina, gestite unitariamente per fornire alloggio e servizi, anche
centralizzati.
3. Le case e appartamenti per vacanze devono
rispondere ai requisiti igienico - edilizi previsti dalla normativa vigente e
dai regolamenti comunali nonché ai requisiti sanitari di prevenzione come già
previsti per il servizio di ricezione alberghiera e b&b. All'attività
ricettiva case e appartamenti per vacanze si applica l'istituto della
segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) ai sensi dell'articolo 19
della legge 7 agosto 1990, n. 241 e del d.lgs. n. 59 del 2010 così come
modificato dal d.lgs. n. 147 del 2012. La segnalazione deve essere trasmessa al
comune sul cui territorio ricade la struttura extra-ricettiva secondo il
modello di segnalazione redatto dal comune. Nel caso sia prevista la
somministrazione di aumenti e bevande per gli ospiti, il gestore, direttamente
o attraverso la nomina di un preposto, dovrà indicare nella SCIA i requisiti di
cui alla legge n. 287/1991, così come modificata dalla legge n. 248/2006. In
tal caso, il gestore garantisce la somministrazione prevalente di prodotti
locali e prodotti tipici calabresi.";
c) i commi 4,5,6 e 7 sono abrogati.
Art. 4
(Modifica articolo 6 l.r.
n. 4 del 1995)
1. All'articolo 6 della l.r. n. 4/95 vengono
apportate le seguenti modifiche: a) alla fine del comma 4 le parole"
dell'autorizzazione" sono sostituite dalle seguenti: "della
struttura";
b) dopo il comma 4 sono inseriti i seguenti:
"4 bis. La casa per ferie, in relazione
alla categoria di utenza ospitata o alla finalità specifica, può assumere una
specificazione tipologica purché concordata con il comune nel cui territorio è
ubicata.
4 ter. All'attività ricettiva case per ferie
si applica l'istituto della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)
ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e del d.lgs. n. 59
del 2010 cosi come modificato dal d.lgs. n. 147 del 2012. La segnalazione deve
essere trasmessa al comune sul cui territorio ricade la struttura
extra-ricettiva secondo il modello di segnalazione redatto dal comune. Nel caso
sia prevista la somministrazione di alimenti e bevande per gli ospiti, il
gestore, direttamente o attraverso la nomina di un preposto, dovrà indicare
nella SCIA i requisiti di cui alla legge n. 287/1991, così come modificata
dalla legge n. 248/2006. In tal caso, il gestore garantisce la somministrazione
prevalente di prodotti locali e prodotti tipici calabresi."
Art. 5
(Modifica articolo 7 l.r.
n. 4 del 1995)
1. Dopo il comma 4 dell'articolo 7 della l.r.
n. 4/95 è aggiunto il seguente:
"4 bis. All'attività ricettiva case
religiose di ospitalità si applica ,'istituto della segnalazione certificata di
inizio attività (SCIA) ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n.
241 e del d.lgs. n. 59 del 2010 così come modificato dal d.lgs. n. 147 del
2012. La segnalazione deve essere trasmessa al comune sul cui territorio ricade
la struttura extra-ricettiva secondo il modello di segnalazione redatto dal
comune. Nel caso sia prevista la somministrazione di alimenti e bevande per gli
ospiti, il gestore, direttamente o attraverso la nomina di un preposto, dovrà
indicare nella SCIA i requisiti di cui alla legge n. 287/1991, così come
modificata dalla legge n. 248/2006. In tal caso, il gestore garantisce la
somministrazione prevalente di prodotti locali e prodotti tipici calabresi."
Art. 6
(Abrogazione articolo
9 l.r. n. 4 del 1995)
1. L'articolo 9 della l. r. n. 4 del 1995 è
abrogato.
Art. 7
(Modifica articolo 10
l.r. n. 4 del 1995)
1. Dopo il comma 3 dell'articolo 10 della l.r.
n. 4/95 è aggiunto il seguente:
"3 bis. All'attività ricettiva centri di
soggiorno studi si applica l'istituto della segnalazione certificata di inizio
attività (SCIA) ai sensi dell'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 e
del d.lgs. n. 59 del 2010 così come modificato dal d.lgs. n. 147 del 2012. La
segnalazione deve essere trasmessa al comune sul cui territorio ricade la
struttura extra-ricettiva secondo il modello di segnalazione redatto dal
comune. Nel caso sia prevista la somministrazione di alimenti e bevande per gli
ospiti, il gestore, direttamente o attraverso la nomina di un preposto, dovrà
indicare nella SCIA i requisiti di cui alla legge n. 287/1991, così come
modificata dalla legge n. 248/2006. In tal caso, il gestore garantisce la
somministrazione prevalente di prodotti locali e prodotti tipici
calabresi."
Art. 8
(Abrogazione articolo
11 l.r. n. 4 del 1995)
1. L'articolo 11 della l.r. n. 4/95 è
abrogato.
Art. 9
(Modifica articolo 14
l..r. n. 4 del 1995)
1. All'articolo 14 della l.r. n. 4/95 sono
apportate le seguenti modifiche:
a) all'inizio del comma 4 le parole
"L'autorizzazione all'esercizio" sono sostituite dalle seguenti:
"L'esercizio";
b) alla fine del comma 4 è aggiunto il
seguente periodo: "In tal caso il gestore, direttamente o attraverso la
nomina di un preposto, dovrà indicare nella SCIA i requisiti di cui alla legge
n. 287/1991 così come modificata da "a legge n. 248/2006, garantendo,
altresì, la somministrazione prevalente di prodotti locali e prodotti tipici
calabresi."
Art. 10
(Modifica articolo 15
L.r. n. 4 del 1995)
1. I commi 7 e 8 dell'articolo 15 della L.r.
n. 4/95 sono sostituiti dai seguenti:
"7. All'attività ricettiva dei rifugi
escursionistici e di montagna si applica l'istituto della segnalazione
certificata di inizio attività (SCIA) ai sensi dell'articolo 19 della legge 7
agosto 1990, n. 241 e del d.lgs. n. 59 del 2010 così come modificato dal d.lgs.
n. 147 del 2012. La segnalazione deve essere trasmessa al comune sul cui
territorio ricade la struttura extra-ricettiva secondo il modello di
segnalazione redatto dal comune. Alla suddetta segnalazione viene allegata, tra
l'altro, una specifica dichiarazione rilasciata da strutture legalmente
riconosciute ed operanti nell'ambito del soccorso ed orientamento attestante
che il custode della struttura è a conoscenza della zona, delle vie d'accesso
al rifugio, ai rifugi limitrofi ed a posti di soccorso più vicini e che
evidenzi che lo stesso sia in possesso delle cognizioni necessarie per
effettuare un intervento di primo soccorso.
8. L'esercizio può comprendere la
somministrazione di cibi e bevande. In tal caso il gestore, direttamente o
attraverso la nomina di un preposto, dovrà indicare nella segnalazione di cui
al comma 7 i requisiti di cui alla legge n. 287/1991 così come modificata dalla
legge n. 248/2006, garantendo, altresì, la somministrazione prevalente di
prodotti locali e prodotti tipici calabresi."
Art. 11
(Modifica articolo 16
l.r. n. 4 del 1995)
1. All'articolo 16 della l.r. n. 4/95 sono
apportate le seguenti modifiche:
a) i commi 2, 5, 7 e 8 sono abrogati;
b) il comma 9 è sostituito dal seguente:
"9. Per l'esercizio dell'attività dei
rifugi escursionistici e di montagna si applica l'istituto della segnalazione
certificata di inizio attività (SCIA) ai sensi dell'articolo 19 della legge 7
agosto 1990, n. 241 e del d.lgs. n. 59 del 2010 così come modificato dal d.lgs.
n. 147 del 2012. La segnalazione deve essere trasmessa al comune sul cui
territorio ricade la struttura extra-ricettiva secondo il modello di
segnalazione redatto dal comune. Nel caso sia prevista la somministrazione di
alimenti e bevande per gli ospiti, il gestore, direttamente o attraverso la
nomina di un preposto, dovrà indicare nella SCIA i requisiti di cui alla legge
n. 287/1991, così come modificata dalla legge n. 248/2006. In tal caso, il
gestore garantisce la somministrazione prevalente di prodotti locali e prodotti
tipici calabresi".
Art. 12
(Inserimento articoli
16 bis, ter, quater , quinquies, sexies e septies alla l.r. n. 4 del 1995)
1. Dopo l'articolo 16 della l.r. n. 4/95 sono
aggiunti i seguenti articoli:
"Art. 16 bis
(Appartamenti
ammobiliati per uso turistico)
1. Non sono soggetti alla disciplina
dell'esercizio delle case o appartamenti per vacanza i proprietari o
usufruttuari che danno in locazione a turisti case e appartamenti in numero non
superiore a tre, nel corso di una o più stagioni turistiche con contratti
aventi validità non superiore ai sei mesi consecutivi, senza la fornitura di
servizi aggiuntivi e sempre che l'attività non sia organizzata sotto forma di
impresa.
2. Coloro che intendono dare alloggio a
turisti secondo le modalità di cui al comma 1 devono darne comunicazione al
comune in cui è ubicato l'immobile ovvero gli immobili entro il 31 marzo, nelle
località a vocazione turistico/balneare, ed entro il 31 ottobre nelle restanti
località; in ogni caso tale comunicazione deve essere data almeno una settimana
prima dell'arrivo degli ospiti in relazione alla prima locazione.
3. I soggetti di cui al comma 1 sono tenuti
agli obblighi di comunicazione per finalità statistiche e sono soggetti alla
normativa di pubblica sicurezza.
Art. 16 ter
(Somministrazione di
alimenti e bevande)
1. La somministrazione di alimenti e bevande
è limitata alle sole persone alloggiate presso le strutture ricettive
extralberghiere di cui alla presente legge, nonché a coloro che possono
utilizzare la struttura in conformità alle finalità cui la stessa è destinata.
2. Nei casi di cui al comma 1, bisognerà
garantire la somministrazione prevalente di prodotti locali e prodotti tipici
calabresi.
Art. 16 quater
(Requisiti minimi e
classificazione)
1. Fermi restando i requisiti minimi previsti
dalla normativa nazionale, regionale e comunale e quelli indicati nella
presente legge, la struttura extraricettiva deve necessariamente possedere i
requisiti necessari per la classificazione previsti nei seguenti allegati: REC;
CAV; CF; AAUT; OS; RIM; AFF.
2. La classificazione delle strutture viene
effettuata dalla Regione, ai sensi della legge regionale n. 34 del 2002 e della
legge regionale 22 giugno 2015, n. 14 (Disposizioni urgenti per l'attuazione
del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n.
56), che riceve, per il tramite delta segnalazione certificata di inizio
attività presentata al SUAP del comune, la relativa richiesta di
classificazione che viene valutata secondo gli standard relativi alle
differenti tipologie extra-ricettive, definiti negli allegati alla presente
legge.
3. I requisiti della struttura sono
dichiarati dal gestore che è tenuto ad allegare una relazione tecnica
descrittiva a firma di un tecnico abilitato.
4. La qualità ricettiva e la relativa
classificazione è contraddistinta da un numero variabile da 1 a 3 sorrisi (•)
assegnati dalla Regione alla fine dell'iter istruttorio di assegnazione di classificazione.
Maggiore è il numero di sorrisi assegnati, maggiore sarà lo standard
qualitativo della struttura.
5. La classificazione ha validità
quinquennale.
6. In caso di modifica dei requisiti che
hanno determinato il relativo livello di classificazione il titolare o il
gestore della struttura ricettiva presenta, entro novanta giorni
dall'intervenuta modifica, una nuova segnalazione certificata all'ufficio
comunale competente per la revisione del livello di classificazione.
7. Il comune, oltre che alla scadenza
naturale, procede d'ufficio, anche a seguito di esposti o reclami, alla
verifica dei requisiti minimi obbligatori previsti dal livello di
classificazione assegnato e, qualora accerti una carenza degli stessi, invita
l'interessato ad adeguarsi alla normativa, entro un termine non inferiore a
trenta giorni, decorsi i quali emette provvedimento di sospensione
dell'attività.
8. Il comune può procedere in ogni momento,
anche d'ufficio, alla rettifica della classificazione qualora accerti che la struttura
ricettiva non possiede i requisiti minimi per il livello di classificazione
posseduta. Contro tale provvedimento è possibile, entro trenta giorni dalla
data di notifica dell'atto, proporre ricorso al comune il quale, nei successivi
novanta giorni, decide sul relativo esito.
Art. 16 quinquies
(Finalità statistiche
e disciplina dei prezzi)
1. I titolari o i gestori delle strutture
ricettive extralberghiere di cui alla presente legge regionale comunicano, ai
sensi delle leggi regionali n. 34/2002 e n. 8/2008 alla Regione, per via
telematica attraverso il SIRDAT (Sistema Informatico di Rilevazione Dati
Turistici Regione Calabria), i dati relativi alle variazioni della ricettività
della struttura e al movimento turistico secondo un preciso scadenziario notificato
alle strutture dopo l'entrata in vigore della presente legge.
2. Per le attività ricettive di case e
appartamenti ammobiliati ad uso turistico è data facoltà ai comuni di istituire
appositi uffici per la rilevazione, elaborazione e trasmissione dei dati. I
dati raccolti vengono trasmessi attraverso il SIRDAT (Sistema Informatico di
Rilevazione Dati Turistici Regione Calabria) all'assessorato al turismo della
Regione.
3. I dati di cui al presente articolo possono
essere trasmessi, previa apposita convenzione, alla Questura competente per
l'espletamento di verifiche di Pubblica Sicurezza.
4. La Regione, con cadenza annuale, può
prevedere la predisposizione di questionari da somministrare ai turisti per
l'acquisizione di dati relativi alla qualità della struttura, dei servizi
pubblici, dell'accoglienza e del soggiorno in genere. La somministrazione di
tali questionari avviene a cura dei titolari o gestori che trasmettono i
risultati attraverso il SIRDAT.
5. A tutte le tipologie ricettive definite nella
presente legge si applica la pubblicità dei prezzi e l'obbligo di comunicazione
alla Regione, entro il 1°ottobre di ogni anno, anche per via telematica, dei
prezzi massimi e minimi, dei relativi servizi offerti comprensivi di IV A e di
quanto espressamente previsto, che verranno praticati dal gennaio dell'anno
successivo, ad eccezione delle località montane per le quali i prezzi inviati
entreranno in vigore dal 10 dicembre dell'anno in corso. Eventuali modifiche
sono comunicate entro il 31 marzo di ogni anno.
6. La Regione trasmette le dichiarazioni dei
prezzi e delle caratteristiche delle strutture, anche per via telematica,
all'Ente Nazionale Italiano per il Turismo.
7. In caso di nuova apertura o sospensione
dell'attività, il titolare adempie agli obblighi di cui al comma 5 entro e non
oltre la data di apertura ovvero di riapertura.
8. Nel caso di subentro in un'attività
ricettiva extralberghiera, il nuovo gestore o titolare provvede ad inviare alla
Regione, entro trenta giorni dal subentro, una nuova dichiarazione dei prezzi
solo se intende modificare quelli già comunicati dalla precedente gestione.
9. I titolari o gestori delle strutture
ricettive di cui alla presente legge che pubblicizzano prezzi inferiori a
quelli dichiarati alla Regione hanno l'obbligo di indicare in modo preciso e
puntuale il periodo a cui questi prezzi si riferiscono, diversamente si
intendono validi per tutto l'anno e il cliente può pretendere l'applicazione
del prezzo più basso.
10. La Regione predispone la modulistica che,
compilata dal gestore o titolare della struttura con i prezzi indicati su base
annua eventualmente contraddistinti in base al periodo, è esposta in maniera
ben visibile nel luogo del ricevimento e, sempre in modo ben visibile, in ogni
camera o unità abitativa della struttura.
Art. 16 sexies
(Banca dati
regionale)
1. I comuni fanno pervenire alla Regione, per
via telematica, le informazioni relative a nuove aperture, variazioni delle
attività esistenti, cessazioni, revoche per l'implementazione delle banche dati
regionali secondo i termini e le modalità indicate con apposita delibera della
Giunta regionale.
Art. 16 septies
(Sanzioni)
1. Fatte salve le specifiche competenze delle
autorità sanitarie e di pubblica sicurezza, le funzioni di vigilanza e di controllo
sono affidate ai comuni, per il tramite della SUAP o di apposita conferenza di
servizi, nei cui territori insistono le attività ricettive di cui alla presente
legge.
2. In caso di violazioni sulla segnalazione
certificata di inizio attività, violazioni sulle norme sulla classificazione,
violazioni sulla trasmissione e pubblicità dei prezzi, violazioni sulla
somministrazione prevalente di prodotti locali e tipici calabresi, il comune
competente applica una sanzione da Euro 260,00 a Euro 1.000,00 per ogni singola
violazione."
Art. 13
(Sostituzione
articolo 19 l.r. n. 4 del 1995)
1. L'articolo 19 della l. r. n. 4/95 è
sostituito dal seguente:
"Art. 19
(Disposizioni
transitorie)
1. Entro centottanta giorni dall'entrata in
vigore della presente legge la Regione provvede a richiedere ed acquisire dai
titolari o gestori delle aziende ricettive extralberghiere già autorizzate la
documentazione integrativa prevista dalla presente legge.
2. Le case religiose per l'ospitalità e i
centri di vacanza per ragazzi esistenti e classificati alla data di entrata in
vigore della presente si adeguano alla normativa relativa rispettivamente alla
case per ferie e agli ostelli per la gioventù entro centottanta giorni
dall'entrata in vigore della presente legge".
Art. 14
(Modifica allegati A,
B e C della l.r. n. 4 del 1995)
1. Gli allegati A, B e C della l. r. n. 4/95
sono sostituiti dalle seguenti tabelle di classificazione:
"REC"
TABELLA DEI REQUISITI MINIMI PER LA CLASSIFICAZIONE "DELLE RESIDENZE DI
CAMPAGNA" (UNICO LIVELLO) |
||||
REQUISITI |
||||
1 PRESTAZIONE
DI SERVIZI e DOTAZIONI IMPIANTI E ATTREZZATURE |
||||
1.01 servizio di cucina o
idonee attrezzature per l'autonomo confezionamento del vitto |
||||
1.02
Riscaldamento in tutta la struttura 1.03 locale
attrezzato per il pernottamento |
||||
1.04 un
arredamento minimo delle camere da letto costituito da letto, sedia o
sgabello, armadio e cestino rifiuti |
||||
1.05
attrezzature di pronto soccorso con le dotazioni indicate dall'autorità
sanitaria competente |
||||
1.06
spazio attrezzato per la somministrazione ed il consumo di alimenti e bevande |
||||
1.07 alloggiamento riservato
per il gestore |
||||
1.08 acqua potabile come
da D. 19s131/01 e s.m.i. (2) |
||||
1.09 un locale
bagno -composto da W.C., lavabo, doccia, specchio, presa di corrente, per
ogni sei posti letto effettivi o frazione non serviti da dotazione private |
||||
"CAV'
TABELLA DEI REQUISITI MINIMI PER LA CLASSIFICAZIONE DELLE "CASE E
APPARTAMENTI PER VACANZE" |
||||
|
Livelli
di Classifica SORRISI |
|||
Descrizione dei requisiti |
|
(1) |
(2) |
(3) |
PRESTAZIONE DI SERVIZI |
||||
1.01 Servizi di ricevimento |
||||
1.01.1 per residence assicurato
4/24 ore, con un addetto in spazio apposito (4) |
|
|
|
X |
1.01.2 per residence assicurato
2/24 ore, con un addetto (4) |
|
|
X |
|
1.01.3 reperibilità telefonica
24/24 ore |
|
X |
X |
X |
1.02 Divise per il personale |
||||
1.02.1 divise
per il personale con targhette |
|
|
|
X |
1.03 Lingue estere
correntemente parlate (5) |
||||
1.03.1 dal
gestore o addetto una lingua |
|
|
X |
X |
1.04 Cambio biancheria (salvo
diversa richiesta del cliente per la salvaguardia ambientale) |
||||
Lenzuola Lenzuola e federe |
|
|
|
|
1.04.1
ad ogni cambio di cliente ed almeno 1 volta alla settimana |
|
|
X |
X |
1.04.2 come 1.04.1 a richiesta
del cliente |
|
X |
|
|
Asciugamani e asciugatoi da bagno e
biancheria da cucina |
||||
1.04.3 ad ogni cambio di cliente e
almeno 1 volta alla settimana |
|
|
X |
X |
1.04.4 come 1.04.3 a richiesta del
cliente |
|
X |
|
|
1.05 Pulizia negli appartamenti
|
||||
1.05.1 ad ogni
cambio di cliente |
|
X |
X |
X |
1.05.2
infrasettimanale a richiesta del cliente |
|
|
|
X |
1.06 Riassetto negli
appartamenti (14) |
||||
1.06.1 a
richiesta 2 volte alla settimana |
|
|
X |
X |
1.06.2 I a richiesta 1 volta alla
settimana |
|
X |
|
|
1.07
Assistenza all'ospite per interventi urgenti di manutenzione |
|
X |
X |
X |
2 DOTAZIONI IMPIANTI E ATTREZZATURE |
||||
2.01 Acqua
corrente calda e fredda in tutti gli appartamenti |
|
X |
X |
X |
2.02 Locali bagno privati completi |
||||
2.02.1 in tutti
gli appartamenti in numero non inferiore ad uno ogni 6 posti letto |
|
|
|
x |
2.02.2 in tutti gli appartamenti in numero
non inferiore ad uno ogni 8 posti
letto |
|
x |
|
|
2.03 Riscaldamento obbligatorio in tutto
l'esercizio in caso di apertura nel periodo invernale.(6) |
||||
2.03.1
in tutto l'esercizio |
|
x |
x |
x |
2.04 Ascensore per i clienti (7) |
||||
2.04.1 per i residence con locali oltre il
primo piano (escluso il pianterreno) |
|
|
|
x |
2.04.2 per i residence con locali oltre il
secondo piano (escluso il pianterreno) |
|
|
x |
|
2.04.3 per le CAV con locali oltre il
secondo piano (escluso il pianterreno) |
|
|
x |
x |
2.05 Lavatrice ad uso comune e spazio per
asciugatura |
|
|
|
x |
2.06 Dotazioni degli appartamenti (6)(13) |
||||
2.06.1 arredamento di base costituito da:
letto e coperte pari al numero delle persone ospita bili , comodino o piano
di appoggio per ogni posto letto, sedia per letto,armadio (i comodini possono
essere sostituiti da soluzioni equivalenti) |
|
x |
x |
x |
2.06.2 Specchio |
|
x |
x |
x |
2.06.3 lampada da comodino |
|
x |
x |
x |
2.06.4 tavolo, sedie o panche |
|
x |
x |
x |
2.06.5 poltrone o divano per la zona
soggiorno |
|
x |
x |
x |
2.07 Dotazioni per la cucina (9) |
||||
2.07.1 lavello e scolapiatti, fornelli con
aspirazione, cestino porta rifiuti, frigorifero |
|
x |
x |
x |
2.07.2 tovaglia, tovaglioli e canovacci da
cucina |
|
|
x |
x |
2.07.3 tovaglia, tovaglioli e canovacci da
cucina a richiesta |
|
x |
|
|
2.07.4 lavastoviglie, forno elettrico o a
microonde, asse e ferro da stiro, lavatrice. (almeno 2) |
|
|
|
x |
2.07.5 lavastoviglie, forno elettrico o a
microonde, asse e ferro da stiro, lavatrice (almeno 1) |
|
|
x |
|
2.07.6 attrezzatura idonea alla
preparazione ed alla consumazione dei pasti(10) |
|
x |
x |
x |
2.07.7 dotazioni per la pulizia -scopa,
paletta,spazzolone, straccio, secchio e stendibiancheria. |
|
x |
x |
x |
2.08 Accessori nei bagni private |
||||
2.08.1 asciugamano, salvietta e telo da
bagno |
|
|
x |
x |
2.08.2 asciugamano, salvietta e telo da
bagno (per persona) a richiesta (6) |
|
x |
|
|
2.08.3 . cestino rifiuti -sacchetti
igienici -scopino portarotolo |
|
x |
x |
x |
2.08.4 Asciugacapelli |
|
|
|
x |
2.9 Televisione |
||||
2.09.1 ricezione canali satellitari TV o
equivalente in tutti gli appartamenti |
|
|
|
x |
2.09.2 TV color in tutti gli appartamenti
(6) |
|
x |
x |
x |
2.10 Connessioni informatiche (15) |
||||
2.10.1 indirizzo di posta elettronica |
|
x |
x |
x |
2.11 Linee telefoniche esterne (6)( 11) |
||||
2.11.1 per i Residence una linea telefonica
con apparecchio per uso comune |
|
x |
x |
x |
2.12 Servizi igienici comuni (se presenti
sale comuni) (8) |
||||
2.12.1 per i Residence servizi igienici
destinato ai locali di uso comune |
|
x |
x |
x |
3 CARATTERISTICHE DELLA STRUTTURA |
||||
3.01 Accessibilità per diversamente abili,
si applicano le norme contenute nella legge 9 gennaio 1989 n. 13 e nel
Decreto Ministeriale 14 giugno 1989 n. 236 |
|
x |
x |
x |
3.02 Dotazioni di contenitori per la
raccolta differenziata se effettuata dall'Amministrazione comunale {6} |
|
x |
x |
x |
3.03 Posti di parcheggio, nell'esercizio o
nelle adiacenze, senza limitazioni di tempo e in percentuale del numero degli
appartamenti |
||||
per le nuove strutture |
||||
3.03.1 pari al 30 % degli appartamenti |
|
|
|
x |
3.03.2 pari al 10% degli appartamenti per
le strutture esistenti (12) |
|
|
x |
|
3.03.3 pari al 20% degli appartamenti |
|
|
|
x |
3.03.4 pari al 10% degli appartamenti |
|
|
x |
|
4 Dotazioni e servizi complementari |
||||
Le strutture classificate a 3 soli devono
totalizzare un punteggio pari ad almeno 40 punti |
||||
PUNTI |
||||
4.01 50% degli appartamenti insonorizzati
(certificazione tecnica); |
10 |
|||
4.02 50 % degli appartamenti per non
fumatori; |
8 |
|||
4.03 30% degli appartamenti dotati di
balconi e terrazzi; |
10 |
|||
4.04 posti auto in misura non inferiore al
75% degli appartamenti |
15 |
|||
4.06 terrazze elioterapiche; |
10 |
|||
4.07 affaccio diretto sul mare |
8 |
|||
4.08 giardino/aree verdi in misura pari a
3,5 metri quadrati ed appartamento e comunque non inferiore a 75 metri
quadrati; |
12 |
|||
4.09 spiaggia privata; |
15 |
|||
4.10 roof garden/terrazza panoramica; |
12 |
|||
4.11 piscina (coperta -scoperta); |
15 |
|||
4.12 sauna; |
8 |
|||
4.13 vasca idromassaggio in locale ad uso
comune; |
8 |
|||
4.14 sala con attrezzi da palestra di
almeno 15 metri quadrati; |
10 |
|||
4.15 sala/area gioco per bambini di almeno
15 metri quadrati; |
8 |
|||
4.16 impianto sportivo (tennis, calcio,
calcetto, minigolf,pallavolo,beach volley, pallacanestro, impianto
polivalente); |
15 |
|||
4.17 sala riunioni almeno 20 posti; |
10 |
|||
4.18 centro benessere; |
20 |
|||
4.19 punto espositivo e promozionale di
prodotti artigianali,agricoli, floreali ed enogastronomici; |
5 |
|||
4.20 utilizzo di sistemi booking on line; |
8 |
|||
4.21 asciugamani spiaggia/piscina; |
5 |
|||
4.22 aria condizionata nelle unità
abitative; |
20 |
|||
4.23 servizio custodia valori; |
5 |
|||
4.24 TV color ad uso comune; |
5 |
|||
4.25 aree/sale ad uso comune (almeno 4 mq.
per unità abitativa); |
10 |
|||
4.26 servizio bar; |
10 |
|||
4.27 lavatura e stiratura biancheria degli
ospiti (a richiesta) |
5 |
Note
(1) obbligatorio per il livello 1
(2) obbligatorio per il livello 2
(3) obbligatorio per il livello 3
(4) Per addetto si intende la persona addetta
prevalentemente, ma non esclusivamente ad un determinato servizio.
(5) E’ richiesta una conoscenza professionale
della lingua, non necessariamente documentata con titolo di studio.
(6) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 12 mesi da tale data. Per periodo invernale si intende quello ricompreso
tra il 01/10-30/04
(7) Sono ammesse deroghe in caso di
dimostrata impossibilità tecnica connessa agli elementi strutturali ed
impiantistici ovvero impedimenti di natura urbanistico edilizia o condominiale.
Tali situazioni devono essere comprovate da perizia tecnica asseverata.
(8) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 24 mesi da tale data.
(9) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, è previsto l'adeguamento a tale
requisito entro 18 mesi da tale data.
(10) Per persona: 2 coltelli, 2 forchette, 1
cucchiaio, 1 cucchiaino, 2 piatti piani ed 1 piatto fondo, 1 bicchiere (+
almeno 1 di riserva), 1 tazza, 1 tazzina e piattino. Per appartamento: 1
batteria da cucina (comprensiva di padella antiaderente e pentolino per il
latte), 2 coltelli da cucina, 1 zuccheriera, 1 caffettiera, 1 scola pasta , 1
mestolo, 1 insalatiera, 1 piatto da portata, 1 grattugia, 1
apribottiglie/cavatappi, 1 tagliere.
(11) Nelle strutture non fomite di rete
telefonica fissa, tale requisito è garantito mediante utenza telefonica mobile
e dalla dotazione di telefono cellulare da rendere disponibile alla clientela.
(12) Il requisito si intende assolto mediante
posti auto di proprietà della struttura, convenzioni con autorimesse esterne. I
posti auto devono essere comunque localizzati ad una distanza massima di metri
300. Nel caso di distanza superiore, deve essere garantito il servizio di
trasporto gratuito.
(13) L'eventuale sostituzione dei letti
aggiuntivi non rimovibili e non a scomparsa deve essere effettuata entro 24
mesi dall'entrata in vigore del presente regolamento.
(14) Per riassetto si intende la pulizia
superficiale dell'appartamento con esclusione della zona cottura e dei relativi
accessori, reso nell'orario stabilito dal gestore.
(15) L'indirizzo di posta elettronica deve
contenere la denominazione della struttura nonché il Comune di localizzazione.
CF" TABELLA DEI REQUISITI MINIMI PER
LA CLASSIFICAZIONE DELLE "CASE PER FERIE" (UNICO LIVELLO) |
Descrizione dei requisiti |
1 PRESTAZIONE DI SERVIZI |
1.01 Servizi di ricevimento e di portineria |
1.01.1 assicurato 4/24 con addetto,
reperibilità telefonica in altri orari (1) |
1.02 Servizio custodia valori (3) |
1.02.1 in cassette di sicurezza o custodia
valori da parte del gestore |
1.03 Lingue estere correntemente parlate
(2) (3) |
1.03.1 la lingua inglese |
1.04 Cambio biancheria (lenzuola e federe)
dei letti (salvo diversa richiesta del cliente per la salvaguardia
ambientale) |
1.04.1 ad ogni cambio del cliente e
comunque almeno una volta alla settimana. |
1.05 Cambio asciugamani e asciugatoi da
bagno (salvo diversa richiesta del cliente per la salvaguardia ambientale) |
1.05. ad ogni cambio del cliente e comunque
almeno una volta alla settimana. |
1.06 Pulizia nelle camera |
1.06.1 Giornaliera |
2 DOTAZIONI IMPIANTI E ATTREZZATURE 2.01 Locali bagno comuni |
2.01.1 un w.c. e un lavabo ogni 6 posti
letto, nonché una vasca o doccia e un bide ogni 10 posti letto non serviti da
dotazioni private |
2.02 Chiamata di allarme in tutti i servizi
privati e comuni con segnale in grado di aggiungere il titolare
indipendentemente dalla presenza dello stesso nella struttura (4) |
2.03 Acqua corrente calda e fredda in tutti
i locali igienici comuni e nei bagni privati delle camere. |
2.04 Riscaldamento obbligatorio in tutto
l'esercizio in caso di apertura nel periodo invernale (3) |
2.05 Ascensore per i clienti (5) |
2.05.1 per le nuove strutture aventi locali
oltre i primi due piani |
2.06 Dotazioni delle camere (3) |
2.06.1 arredamento minimo delle camere da
letto costituito da letto, sedia o sgabello, comodino con abatjour e
scomparto armadio per persona, nonché da tavolino, specchio e cestino rifiuti
per camera (i comodini possono essere sostituiti da soluzioni equivalenti) |
2.07 Accessori nei bagni comuni |
2.07.1 carta igienica con riserva, sapone,
cestino per rifiuti |
2.08 Aree/sale di uso comune |
2.08.1 un'area/sala per uso comune,
distinta dall'eventuale sala ristorante di ampiezza complessiva non inferiore
a 25 mq. per i primi 10 posti letto e mq. 0,50 per ogni ulteriore posto letto |
2.09 Televisione ad uso comune (3) |
2.10 Connessioni informatiche |
2.10.1 indirizzo di posta elettronica (7) |
2.11 Linee telefoniche esterne (6) (3) |
2.11.1 una linea telefonica con apparecchio
per uso comune in grado di garantire le chiamate di emergenza |
2.12 Servizio fax (3) |
Note
(1 )
Per addetto si intende la persona addetta prevalentemente, ma non
esclusivamente, ad un determinato servizio.
(2) E' richiesta una conoscenza professionale
della lingua, non necessariamente documentata con titolo di studio. La
conoscenza della lingua può essere garantita da più addetti che svolgono
contemporaneamente il servizio. Qualora il servizio sia svolto da un unico
addetto lo stesso dovrà conoscere le lingue richieste.
(3) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 12 mesi da tale data. Per periodo invernale si intende quello ricompreso
tra il 01/10-30/04
(4) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 18 mesi da tale data.
(5) Sono ammesse deroghe a tale requisito in
caso di dimostrata impossibilità tecnica connessa agli elementi strutturali ed
impiantistici owero impedimenti di natura urbanistico edilizia o condominiale.
Tali situazioni devono essere comprovate da perizia tecnica asseverata.
(6) Nelle strutture ricettive non fornite da
rete telefonica fissa, tale requisito è garantito mediante utenza telefonica
mobile e da dotazione di telefoni cellulari nelle diverse camere/locali della
struttura.
(7) L'indirizzo di posta elettronica deve
contenere la denominazione della struttura nonché il Comune di localizzazione.
"AAUT” TABELLA DEI REQUISITI MINIMI
PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI "APPARTAMENTI AMMOBILIATI AD USO
TURISTICO" (UNICO LIVELLO) |
Descrizione dei requisiti |
1 PRESTAZIONE DI SERVIZI |
1.01 Servizio di recapito telefonico del
proprietario o dell'agenzia immobiliare. |
1.01.1 recapito telefonico 24/24 ore |
1.02 Pulizia negli appartamenti |
1.02.1 ad ogni cambio di cliente |
1.03 Assistenza all'ospite per interventi
urgenti di manutenzione dell'unità abitativa e delle dotazioni. |
1.03.1 garantito nel periodo di permanenza
dell'ospite |
2 DOTAZIONI, IMPIANTI E ATTRZZATURE |
2.01 Acqua corrente calda e fredda in tutti
gli appartamenti |
2.02 Locali bagno privati completi |
2.02.1 in tutti gli appartamenti in numero
non inferiore ad uno ogni 8 posti letto. |
2.03 Riscaldamento obbligatorio in tutto
l'esercizio in caso di apertura nel periodo invernale (2) |
2.04 Dotazioni degli appartamenti |
2.04.1 arredamento di base costituito da:
letto e coperte pari al numero delle persone ospitabili, comodino o piano di
appoggio per ogni posto letto, sedia per letto, armadio, (i comodini possono
essere sostituiti da soluzioni equivalenti) |
2.04.2 Specchio |
2.04.3 lampada da comodino |
2.04.4 tavolo, sedie o panche |
2.04.5 poltrone o divano per la zona
soggiorno |
2.05 Dotazioni per la cucina |
2.05.1 lavello e scolapiatti, fornelli con
aspirazione, cestino porta rifiuti, frigorifero, lavatrice stendibiancheria. |
2.05.2 attrezzatura idonea alla preparazione
ad alla consumazione dei pasti (1) |
2.05.3 dotazioni per la pulizia -scopa,
paletta, spazzolone, straccio, secchio |
2.06 Accessori nei bagni privati |
2.06.1 cestino rifiuti -sacchetti igienici
-scopino ~ portarotolo |
Descrizione dei requisiti |
2.07 Televisione |
2.07.1 TV color |
2.08 Connessioni informatiche |
2.08.1 indirizzo di posta elettronica dei
proprietari ovvero dell'agenzia immobiliare |
Note
(1) Per posto letto: 2 coltelli, 2 forchette,
1 cucchiaio, 1 cucchiaino, 2 piatti piani ed 1 piatto fondo, 1 bicchiere (+
almeno 1 di riserva), 1 tazza, 1 tazzina e piattino. Per appartamento: 1
batteria da cucina (comprensiva di padella antiaderente e pentolino per il
latte), 2 coltelli da cucina, 1 zuccheriera, 1 caffettiera, 1 scolapasta, 1
mestolo, 1 insalatiera, 1 piatto da portata, 1 grattugia, 1
apribottiglie/cavatappi, 1 tagliere.
(2)Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 12 mesi da tale data. Per periodo invernale si intende quello ricompreso
tra il 01/10-30/04.
"OS" TABELLA DEI REQUISITI MINIMI
PER LA CLASSIFICAZIONE DEGLI "OSTELLI PER LA GIOVENTU'''(UNICO LIVELLO) |
Descrizione dei requisiti |
1 PRESTAZIONE DI SERVIZI |
1.01 Servizi di ricevimento e di
portineria. |
1.01.1 assicurato 8/24 ore, reperibilità
telefonica in altri orari |
1.02 Servizio custodia valori (2) |
1.02.1 in cassette di sicurezza o custodia
valori da parte del gestore |
1.03 lingue estere correntemente parlate
(1)(2) |
1.03.1 la lingua inglese |
1.04 Cambio biancheria (lenzuola e federe)
dei letti (salvo diversa richiesta del cliente per la salvaguardia
ambientale) |
1.04.1 ad ogni cambio del cliente e
comunque almeno una volta alla settimana |
1.05
Fornitura asciugamani e asciugatoi da bagno a richiesta del cliente |
1.06 Pulizia nelle camere |
1.06.1 Giornaliera |
1.07 Servizio di deposito bagagli o
armadietti forniti di serratura in misura equivalente al 50 % dei posti letto
nel caso di servizio di pernottamento in camerata. (3) |
2 DOTAZIONI IMPIANTI E ATTREZZATURE |
2.01 Dotazioni igieniche comuni |
2.01.1 dotazioni igienico sanitarie comuni
a servizio delle camere non dotate di bagno privato nella misura di un lavabo
ogni 6 posti letto o frazione, nonché un wc e un vano doccia ogni 10 posti
letto o frazione non serviti da dotazioni private |
2.02 Chiamata di allarme in tutti i servizi
privati e comuni con segnale in grado di raggiungere il titolare
indipendentemente dalla presenza dello stesso nella struttura (3) |
2.02.1 Acqua corrente calda e fredda in tutti
i locali igienici comuni e nei bagni privati delle camere |
2.03 Riscaldamento obbligatorio in tutto
l'esercizio in caso di apertura nel o invernale (2) |
2.04 Ascensore per i clienti {4} |
2.04.1 Nelle nuove strutture per i locali
oltre i primi due piani |
2.05 Dotazioni delle camere |
2.05.1 arredamento minimo delle camere da
letto costituito da letto, sedia o sgabello, comodino e scomparto armadio per
persona cestino per rifiuti (i comodini possono essere sostituiti da
soluzioni equivalenti) |
2.06 Aree/sale di uso comune |
2.06.1 un'area/sala per uso comune,
distinta dall'eventuale sala ristorante di ampiezza complessiva non inferiore
a 25 mq. per i primi 10 posti letto e mq. 0,50 per ogni ulteriore posto letto |
2.07 Accessori nei bagni comuni |
2.07.1 carta igienica con riserva, sapone e
cestino |
2.08 Televisione ad uso comune (2) |
2.09 Connessioni informatiche |
2.09.1 indirizzo di posta elettronica (6) |
2.10 Linee telefoniche esterne (3) (5) |
2.10.1 una linea telefonica con apparecchio
per uso comune in grado di garantire le chiamate di emergenza |
2.11 Servizio fax (2) |
Note
(1) E' richiesta una conoscenza professionale
della lingua, non necessariamente documentata con titolo di studio. La
conoscenza della lingua può essere garantita da più addetti che svolgono
contemporaneamente il servizio. Qualora il servizio sia svolto da un unico
addetto lo stesso dovrà conoscere le lingue richieste.
(2) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 12 mesi da tale data. Per periodo invernale si intende quello ricompreso
tra il 01/10-30/04
(3) Per le strutture esistenti alla data di
entrata 1n vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 18 mesi da tale data.
(4) Sono ammesse deroghe a tale requisito in
caso di dimostrata impossibilità tecnica connessa agli elementi strutturali ed
impiantistici ovvero impedimenti di natura urbanistico edilizia o condominiale.
Tali situazioni devono essere comprovate da perizia tecnica asseverata.
(5) Nelle strutture ricettive non fornite da
rete telefonica fissa, tale requisito è garantito mediante utenza telefonica
mobile e da dotazione di telefoni cellulari nelle diverse camere/locali della
struttura.
(6) L'indirizzo di posta elettronica deve
contenere la denominazione della struttura nonché il Comune di localizzazione
"RIM" TABELLA DEI REQUISITI
MINIMI PER LA CLASSIFICAZIONE DEI "RIFUGI ESCURSIONISTICI E DI
MONTAGNA" (UNICO LIVELLO) |
Descrizione dei requisiti |
1 PRESTAZIONE DI SERVIZI E DOTAZIONI
IMPIANTI E ATTREZZATURE |
1.01 servizio di cucina o idonee
attrezzature per l'autonomo confezionamento del vitto |
1.02 riscaldamento in tutto l'esercizio (1) |
1.03 locale attrezzato per il pernottamento |
1.04 un arredamento minimo delle camere da
letto costituito da letto, sedia o sgabello, armadio e cestino rifiuti |
1.05 attrezzature di pronto soccorso con le
dotazioni indicate dall'autorità sanitaria competente |
1.06 spazio attrezzato per la
somministrazione ed il consumo di alimenti e bevande |
1.07 alloggiamento riservato per il
gestore, qualora si tratti di rifugio custodito |
1.08 locale di fortuna con porta
liberamente apribile dall'esterno |
1.09 acqua potabile come da D. Lgsl 31/01 e
s.m.i.(2) |
1.10 un locale bagno -composto da W.C., lavabo,
doccia e specchio con presa di corrente, per ogni dieci posti letto
effettivi, o frazione non serviti da dotazione |
1.11 impianto telefonico o, in caso di
impossibilità, e per i soli rifugi custoditi, impianto di radio-telefono o di
altro apparecchio similare |
1.12 piazzola nelle vicinanze idonea
all'atterraggio di elicotteri del Soccorso alpino (1) |
1.13 lampada esterna che dovrà essere
sempre accesa dal tramonto all'alba (2) |
1.14 adeguato spazio per la custodia dei
materiali e degli attrezzi del soccorso. Sono esclusi i rifugi ubicati nelle vicinanze di aree urbanizzate
o normalmente servite dal reticolo viario (1) |
Note
(1) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento, tale requisito deve essere adeguato
entro 24 mesi da tale data.
(2) Per le strutture esistenti alla data di
entrata in vigore del presente regolamento tale requisito deve essere adeguato
entro 12 mesi da tale data.
"AFF" TABELLA DEI REQUISITI
MINIMI PER LA CLASSIFICAZIONE DEI "AFFITTACAMERE" |
|||||
|
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||
|
Livelli di Classifica |
||||
Descrizione dei requisiti |
(1) |
(2) |
(3) |
||
1 PRESTAZIONE DI SERVIZI |
|||||
1.01 Regole della casa |
|||||
1.01 1 Orario di arrivo da concordare con
gli ospiti |
|
x |
x |
||
1.01.2 orario di arrivo a discrezione del
titolare |
x |
|
|
||
1.01.3 orario di partenza da concordare con
gli ospiti |
|
x |
x |
||
1.01.4 orario di partenza a discrezione del
titolare |
x |
|
|
||
1.01.5 orario di somministrazione della
colazione da concordare con gli ospiti |
|
x |
x |
||
1.01.6 orario di somministrazione della colazione
a discrezione del titolare |
x |
|
|
||
1.02 servizio di prima colazione |
|||||
1.02.1 in sale/aree comuni |
x |
x |
x |
||
1.02.2 servita dal titolare e/o dai
familiari |
|
x |
x |
||
1.02.3 self service |
x |
|
|
||
1.02.4 possibilità di personalizzare la
colazione in considerazione di specifiche richiesta dell'ospite anche in
relazione a particolari regimi dietetici |
|
|
x |
||
1.03 servizio informazioni turistiche (4) |
x |
x |
x |
||
1.04 Lingue estere correntemente parlate
(5) |
|||||
1.04.1 dal titolare e/o dal famigliare una
lingua |
|
|
x |
||
1.05 cambio biancheria nelle camere
ulteriore rispetto ad ogni cambio cliente (salvo diversa richiesta
dell'ospite per salvaguardare l'ambiente) |
|||||
lenzuola e federe |
|||||
1.05.1
3 volte alla settimana |
|
|
x |
||
1.05.2
2 volte alla settimana |
|
x |
|
||
1.05.3
1 volta alla settimana |
x |
|
|
||
1.06 Cambio asciugamani e asciugatoi da
bagno ulteriore rispetto ad ogni cambio ospite (salvo diversa richiesta
dell'ospite per salvaguardare l'ambiente) |
|||||
1.06.1
3 volte alla settimana |
|
x |
x |
||
1.06.2
2 volte alla settimana |
x |
|
|
||
1.07 Pulizia delle camere ulteriore
rispetto ad ogni cambio ospite |
|||||
1.07.1
3 volte a settimana |
|
x |
x |
||
1.07.2
2 volte a settimana |
x |
|
|
||
2 DOTAZIONI IMPIANTI E ATTREZZATURE |
|||||
2.01 numero dei locali bagno privati
(completi e dotati di acqua calda e fredda), espresso in percentuale delle
camere (valori arrotondati per approssimazione all'unità) |
|||||
Per le nuove strutture |
|||||
2.01.1 almeno il 100 % |
|
|
x |
||
2.01.2 almeno il 60 % |
|
x |
|
||
2.01.3 almeno il40 % (6) |
x |
|
|
||
Per le strutture esistenti |
|||||
2.01.4 almeno il 60% |
|
|
x |
||
2.01.5 almeno il 40 % (6) |
|
x |
|
||
2.02 locali bagno comuni (completi e dotati
di acqua calda e fredda) |
|||||
2.02.1 un locale bagno completo, nel caso
di X X camere non dotate di bagno privato, ulteriore a quello usato dal
titolare |
|
x |
x |
||
2.02.2 un locale bagno completo, nel caso
di camere non dotate di bagno privato coincidente con quello usato dal
titolare |
x |
|
|
||
2.03 Riscaldamento obbligatorio in tutto
l'esercizio in caso di apertura nel periodo invernale.(8) |
|||||
2.03.1 in tutto l’esercizio |
x |
x |
x |
||
2.04 ascensore per gli ospiti (9) |
|||||
2.04.1 per i locali oltre i primi due piani |
|
|
x |
||
2.05 Dotazioni delle camere |
|||||
2.05.1 arredamento di base costituito da:
letto con comodino o piano di appoggio per ogni posto letto,sedia per letto,
tavolino, armadio, specchio, cestino, lampada da comodino (il tavolino e/o i
comodini [possono essere sostituiti da soluzioni equivalenti) (10) (8) |
x |
x |
x |
||
2.05.2 scrittoio (in alternativa al
tavolino di cui al punto 2.05.1) |
|
|
x |
||
2.06 accessori nelle camere |
|||||
2.06.1 documentazione sul bed &
breakfast, sulla località e necessario per scrivere |
|
|
x |
||
2.06.2 asciugamano e telo da bagno in
camere non dotate di bagno (8) |
x |
x |
x |
||
2.06.3 dotazioni aggiuntive per la camera
da letto e il bagno (ulteriore cuscini, coperta, pantofole ecc.) |
|
|
x |
||
2.07 accessori nei bagni privati |
|||||
2.07.1 oggettistica e materiale d'uso per
l'igiene della persona |
|
|
x |
||
2.07.2 bagno schiuma -shampoo -riserva |
|
x |
x |
||
2.07.3 telo da bagno (per persona) (8) |
x |
x |
x |
||
2.07.4 asciugamano e salvietta (per
persona) |
x |
x |
x |
||
2.07.5 cestino rifiuti -sacchetti igienici
- sgabello carta igienica e riserva (8 |
x |
x |
x |
||
2.07.6 accappatoio e ulteriore asciugamano. |
|
|
x |
||
2.08 accessori nei bagni comuni (8) |
|||||
2.08.1 carta igienica con riserva, sapone,
salviette o sistema alternativo, pestino per rifiuti e asciugacapelli |
x |
x |
x |
||
2.09 Televisione |
|||||
2.09.1 televisore in locale comune |
x |
x |
x |
||
2.10 Connessioni informatiche |
|||||
2.10.1 indirizzo di posta elettronica (13) |
x |
x |
x |
||
2.11 Linee telefoniche esterne (11) (8) |
|||||
2.11.1 una linea telefonica con apparecchio
per uso comune |
x |
x |
x |
||
2.12 Disponibilità di utilizzo di
elettrodomestici e accessori. |
|||||
2.12.1 lavatrice, ferro e asse da stiro,
asciugacapelli,frigorifero,stendibiancheria, asciugatrice |
Almeno 1 |
Almeno 2 |
Almeno 3 |
||
3 Dotazioni e servizi complementari |
|||||
Le strutture classificate a 3 soli totalizzare
un punteggio pari ad almeno: |
12 |
||||
Le strutture classificate a 2 soli
totalizzare un punteggio pari ad almeno: |
8 |
||||
PUNTI |
|||||
3.01 mobile bar posto in area comune; |
0,5 |
||||
3.02 ricezione canali satellitari TV o
equivalente TV locale comune; |
0,5 |
||||
3.03 TV color in tutte le camere con
ricezione canali satellitari; |
1,5 |
||||
3.04 locale di uso comune di superficie
pari a mq. 1 per ogni posto letto; |
2 |
||||
3.05 piscina di almeno 10 mq. (coperta
-scoperta); |
3 |
||||
3.06 vasca idromassaggio in locale ad uso
comune; |
1 |
||||
3.07 sala con attrezzi da palestra di
almeno 10 mq; |
2 |
||||
3.08 giardino/ roof garden; |
1 |
||||
3.09 terrazze elioterapiche; |
1 |
||||
3.10 balconi ad uso comune; |
0,5 |
||||
3.11 presenza di posti auto in almeno il
70% delle camere (12); |
4 |
||||
3.12 presenza di posti auto in almeno il
40% delle camere (12); |
2 |
||||
3.13 poltrone in almeno il 60% delle
camere; |
0,5 |
||||
3.14 angolo the/caffè; |
0,5 |
||||
3.15 aria condizionata nel 100% delle
camere; |
3 |
||||
3.16 aria condizionata nei locali comuni; |
1 |
||||
3.17 100% delle camere dotato di bagno
privato completo; |
3 |
||||
3.18 telefono nelle camere abilitato alla
chiamata esterna; |
1 |
||||
3.19 connessione Internet nelle camere o
connessione wireless |
1 |
||||
3.20 personal computer connesso a Internet
a disposizione della clientela; |
1 |
||||
3.21 cassaforte nella struttura; |
0,5 |
||||
3.22 cassette di sicurezza nelle camere; |
0,5 |
||||
3.23 lingue estere correntemente parlate
dal gestore 2 lingue tra cui l'inglese; |
2 |
||||
3.24 cambio biancheria nelle camere tutti i
giorni; |
1,5 |
||||
3.25 pulizia camere tutti i giorni; |
1,5 |
||||
3.26 localizzazione in edificio indipendente; |
3 |
||||
3.27 camere dotate di balconi e terrazzi; |
1 |
||||
3.28 affaccio diretto sul mare; |
1 |
||||
3.29 servizio di prima colazione anche in
spazi esterni (giardini, terrazze, ecc.) |
1 |
||||
3.30 servizio prima colazione in camera a
richiesta; |
1 |
||||
3.31 varietà della colazione e utilizzo di
prodotti tipici locali |
1 |
||||
3.32 possibilità di personalizzare la
colazione in considerazione di specifiche richiesta degli ospiti anche in
relazione a particolari regimi dietetici (se non già obbligo); |
2 |
||||
3.33 utilizzo di prodotti tipici locali per
la cura e la pulizia 1 della persona; |
1 |
||||
3.34 omaggio di benvenuto (fiori, dolci e
biglietti dei 0,5 mezzi pubblici, etc.); |
0,5 |
||||
3.35 dotazioni aggiuntive per la camera da
letto: almeno 3 tra ulteriori cuscini, coperta, pantofole, ecc. Per il bagno:
almeno 3 tra asciugamani, accappatoio, set cortesia ecc.; |
1,5 |
||||
3.36 fermata ai mezzi pubblici di linea
entro 300 metri. |
0,5 |
||||
Art. 15
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. La presente legge non comporta nuovi o
maggiori oneri finanziari a carico del bilancio regionale.
Art. 16
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità ed ambito
di applicazione della legge)
1. La presente legge adegua l'ordinamento
regionale atte previsioni del decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 e
disciplina le procedure interne e gli organi che in via sostitutiva possono
procedere al conferimento degli incarichi nel periodo di interdizione degli
organi titolari.
2. Sono soggetti alla disciplina della
presente legge gli incarichi individuati dal decreto legislativo n. 39/2013.
Art. 2
(Nullità degli atti
di conferimento degli incarichi)
1. L'atto di conferimento dell'incarico ed i
relativi contratti sono nulli, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo
n. 39/2013, qualora l’incarico sia stato conferito in presenza di dichiarazione
che attesti l'esistenza di una delle cause di inconferibilità di cui al decreto
legislativo n. 3912013.
2. L'atto di conferimento dell'incarico è
inefficace, ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 39/2013,
qualora l'incarico sia stato conferito senza che sia stata presentata la
dichiarazione sulla insussistenza delle cause di inconferibilità di cui al
decreto legislativo n. 39/2013.
Art. 3
(Dichiarazione di
nullità degli incarichi e produzione degli effetti)
1. La nullità degli incarichi conferiti dalla
Regione è dichiarata dal Responsabile per la prevenzione della corruzione della
Giunta regionale e quello del Consiglio regionale, ciascuno per la propria
competenza.
2. La nullità degli incarichi conferiti degli
organi degli enti dipendenti e degli enti di diritto privato in controllo
pubblico della Regione è dichiarata dal Responsabile per la prevenzione della
corruzione di ciascun ente.
3. Nei casi previsti dai commi precedenti l'interdizione
del soggetto che ha conferito l'incarico opera dalla data di adozione dell'atto
che dichiara la nullità.
Art. 4
(Individuazione degli
organi che operano in via sostitutiva)
1. Nel periodo di interdizione dei componenti
degli organi politici che hanno conferito incarichi dichiarati nulli, di cui
all'articolo 18 del decreto legislativo n. 39/2013, si procede al conferimento
degli incarichi nei seguenti termini:
a) il Presidente della Giunta regionale è
sostituito dal Vicepresidente, qualora questi non sia interdetto al
conferimento degli incarichi individuati dal decreto legislativo n. 39/2013;
b) la Giunta regionale è sostituita dal
Presidente della Giunta regionale, qualora questi non sia interdetto al
conferimento degli incarichi individuati dal decreto legislativo n. 39/2013;
c) il Presidente del Consiglio regionale è
sostituito dal Vicepresidente individuato ai sensi dell'articolo 9 del
Regolamento interno del Consiglio regionale, qualora questi non sia interdetto
al conferimento degli incarichi individuati dal decreto legislativo n. 39/2013;
d) l'Ufficio di Presidenza del Consiglio
regionale è sostituito dal Presidente del Consiglio regionale, qualora questi
non sia interdetto al conferimento degli incarichi individuati dal decreto
legislativo n. 39/2013;
e) il Consiglio regionale è sostituito dal
suo Presidente, qualora questi non sia interdetto al conferimento degli
incarichi individuati dal decreto legislativo n. 39/2013.
2. Nel periodo di interdizione di cui
all'articolo 18 del decreto legislativo n. 3912013 i componenti degli organi
tecnici che hanno conferito incarichi dichiarati nulli sono sostituiti dalla
Giunta regionale o dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, ciascuno
per la propria competenza.
3. Nel periodo di interdizione di cui
all'articolo 18 del decreto legislativo n. 39/2013, gli organi degli enti
dipendenti e degli enti di diritto privato in controllo pubblico della Regione
che hanno conferito incarichi dichiarati nulli sono sostituti dal Presidente
della Giunta regionale.
Art. 5
(Invarianza di spesa)
1. Dall'applicazione della presente legge non
derivano nuovi o ulteriori oneri a carico del bilancio annuale e/o pluriennale
regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Il Consiglio
regionale,
vista la delibera di Giunta regionale n. 334
del 17 settembre 2015 recante: "Adozione della proposta di
riprogrammazione del POR CALABRIA FSE 20072013, autorizzazione all'Autorità di
Gestione a sottoporla ai membri del Comitato di Sorveglianza e a notificarla
alla Commissione Europea", da ritenersi qui integralmente trascritta
(allegato 1), unitamente agli allegati (allegati 2 e 3);
visti:
il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del
Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo
regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il
Regolamento (CE) n. 1260/1999;
il Regolamento (CE) n. 1081/2006 del
Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo e recante
abrogazione del Regolamento (CE) n. 1784/1999;
il Regolamento (CE) n. 1828/2006 della
Commissione dell'8 dicembre 2006 che stabilisce modalità di applicazione del
Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di
coesione e del regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del
Consiglio relativo al fondo europeo di sviluppo regionale;
il Regolamento (UE) n. 539/2010 del
Parlamento europeo e del Consiglio del 16 giugno 2010, che modifica il
Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di
coesione, per quanto riguarda !a semplificazione di taluni requisiti e talune
disposizioni relative alla gestione finanziaria;
la Decisione C(2013) 1573 della Commissione
del 20 marzo 2013 sull'approvazione degli orientamenti sulla chiusura dei
programmi operativi adottati per beneficiare dell'assistenza del Fondo europeo
di sviluppo regionale, del Fondo sociale europeo e del Fondo di coesione
(2007-2013), così come modificata dalla Decisione della Commissione europea
C(2015) 2771 del 30 aprile 2015;
la Decisione C(2014) 9755 della Commissione
del 12 dicembre 2014, recante modifica della decisione C(2007) 6711 che adotta
il programma operativo per l'intervento comunitario del Fondo sociale europeo
ai fini dell'obiettivo "Convergenza" nella regione Calabria in
Italia;
Vista la legge regionale 5 gennaio 2007, n. 3
ed in particolare l'articolo 12, che prevede l'approvazione da parte del
Consiglio regionale delle proposte di modifica sostanziale agli atti di
programmazione;
Tenuto Conto che nel documento di Analisi
delle modifiche del Programma Operativo, contenuto all'allegato B della
deliberazione in oggetto, si esplicitano i
2007/2013, con indicazione delle conseguenti
risorse da spostare nel PAC regionale, nonché il nuovo piano finanziario del
Programma operativo;
rilevato che:
le risorse rinvenute dalla riduzione del
cofinanziamento nazionale del POR Calabria FSE 2007/2013, pari ad euro 117
milioni, verranno allocate sul Programma Azione Coesione Calabria e non saranno
destinate al finanziamento di nuove operazioni, bensì a garantire la completa
realizzazione di tutte quelle procedure di selezione che presentano ritardi
attuativi tali da non concludersi entro la data ultima di ammissibilità della
spesa del Programma, ovvero entro il31 dicembre 2015;
si procede altresì alla ridistribuzione della
dotazione finanziaria tra gli Assi, al fine di riequilibrare il piano
finanziario, tenendo conto delle effettive capacità di assorbimento di ciascun
Asse, in modo da certificare la spesa ed evitare il disimpegno automatico delle
risorse;
considerato che con il provvedimento si
evidenzia la necessità di garantire, attraverso la rimodulazione del piano
finanziario del POR Calabria FSE 2007/2013, il pieno utilizzo delle risorse
comunitarie e di salvaguardare il volume degli investimenti, senza che ciò
modifichi o alteri la strategia e gli obiettivi del POR, al cui conseguimento
contribuirà anche il PAC regionale;
preso atto che la Seconda Commissione
consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto nella seduta del 6 ottobre
2015;
delibera
di approvare il provvedimento «Adozione della
proposta di riprogrammazione del POR CALABRIA FSE 2007-2013, autorizzazione
all'Autorità di Gestione a sottoporla ai membri del Comitato di Sorveglianza e
a notificarla alla Commissione Europea» (allegato 1) ed i relativi allegati
(allegati 2 e 3), quali parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione.
(Allegati)
Art. 1
(Riconoscimento dei
debiti fuori bilancio derivanti da sentenze)
1. Ai sensi dell'articolo 73, comma 1,
lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 (Disposizioni in
materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1
e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) e successive modifiche ed integrazioni, è
riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria
derivanti da sentenze esecutive -anni 2013 e 2014 -per il valore complessivo di
euro 1.880.567,15, così come specificato dettagliatamente nella tabella 1
allegata alla presente legge per farne parte integrante e sostanziale.
2. Ai sensi dell'articolo 73, comma 1,
lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 e successive
modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori
bilancio della Regione Calabria derivanti da sentenze diventate esecutive nel
corso dell'anno 2015 per il valore di euro 709.578,84, così come specificato
dettagliatamente nella tabella 2 allegata alla presente legge per farne parte
integrante e sostanziale.
Art. 2
(Riconoscimento dei
debiti fuori bilancio derivanti da acquisto di beni e servizi senza il
preventivo impegno di spesa)
1. Ai sensi dell'articolo 73, comma 1,
lettera e), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118 e successive
modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori
bilancio della Regione Calabria derivanti da acquisto di beni e servizi senza
il preventivo impegno di spesa per il valore complessivo di euro 4.027.722,67,
così come specificato dettagliatamente nella tabella 3 allegata alla presente
legge per farne parte integrante e sostanziale.
Art. 3
(Copertura
finanziaria)
1. Alla copertura degli oneri derivanti dal
riconoscimento dei debiti fuori bilancio previsti all'articolo 1, comma 1, si
provvede, per l'importo corrispondente (euro 1.880.567,15) con le risorse
allocate al capitolo 8201043801 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2015 (UPB 8.2.01.04), recante "Fondo per debiti nei confronti di
enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari derivanti da
attività dell'amministrazione regionale" di cui all'articolo 11 della
legge regionale 27 aprile 2015, n.13.
2. Alla copertura degli oneri derivanti dal
riconoscimento dei debiti fuori bilancio previsti all'articolo 1, comma 2, si
provvede per l'importo corrispondente (euro 709.578,84) con le risorse allocate
al capitolo U8201043701 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015
(UPB 8.2.01.04) recante "Fondo di parte corrente per oneri derivanti da
contenziosi" di cui all'articolo 10 della legge regionale 27 aprile 2015,
n.13.
3. Alla copertura degli oneri derivanti dal
riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui all'articolo 2, comma 1, si
provvede, tenendo conto anche della rateizzazione biennale convenuta con una
parte dei creditori ai sensi dell'articolo 73, comma 2, del decreto legislativo
n.118 del 2011, con le risorse allocate al capitolo U8201043801 dello stato di
previsione della spesa del bilancio pluriennale 2015/2017 (UPB 8.2.01.04), per
l'importo corrispondente di euro 4.027.722,67, di cui euro 3.340.222,67 nell’annualità
2015 ed euro 687.500,00 nell'anno 2016.
4. E' autorizzato l'incremento del Fondo per
debiti nei confronti di Enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed
organismi vari derivanti da attività dell'Amministrazione di cui all'articolo
11 della legge regionale 27 aprile 2015, n.13 (capitolo U8201043801) per
l'importo di euro 2.751.706,62 e la contestuale riduzione per lo stesso importo
del Fondo di parte corrente per oneri derivanti da contenziosi di cui
all'articolo 10 della legge medesima (capitolo U8201 043701).
5. La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le necessarie variazioni al bilancio annuale 2015 e pluriennale
2015/2017 approvato con legge regionale 27 aprile 2015, n.13, istituendo
appositi capitoli di bilancio nell'ambito del documento tecnico approvato ai
sensi dell'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8 nonché a
compiere tutti gli atti necessari all'attuazione di quanto previsto dai
precedenti articoli.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Rimodulazione delle
risorse finanziarie destinate al Trasporto pubblico locale)
1. Al fine di garantire la totale copertura
dei contratti di servizio stipulati con Trenitalia S.p.A. per la gestione dei
servizi ferroviari di interesse regionale e locale, è autorizzata per
l'esercizio finanziario 2015, quale ulteriore quota a carico del bilancio
regionale, distinta da quella iscritta a titolo di Fondo nazionale per il
concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale di
cui all'articolo 16 bis del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 (Disposizioni
urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai
cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore
bancario), convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 e
dall'articolo 1, comma 301, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, la maggiore
spesa di euro 13.500.000,00 con allocazione all'UPB U.002.003.001.005 dello
stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
2. Lo stanziamento dell'UPB U.002.003.001.002
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015 è incrementato di euro
1.500.000,00 da destinare al rinnovo dei contratti collettivi di lavoro
relativi al settore del trasporto pubblico locale.
3. Alla copertura finanziaria delle
disposizioni di cui ai commi 1 e 2 si provvede mediante la riduzione di euro
15.000.000,00 dello stanziamento di cui al capitolo U2301051001 allocato nella
medesima UPB U002.003.001.005 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2015. Alle finalità di cui all'articolo 41, commi 5, 6 e 7 della legge
regionale 27 dicembre 2012, n. 69 recante: "Provvedimento generale recante
norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza
regionale per l'anno 2013)" sono destinate le risorse di cui all'articolo
25, comma 11 quinquies, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69 (Disposizioni
urgenti per il rilancio dell'economia), convertito, con modificazioni, dalla
legge 9 agosto 2013, n. 98, ai sensi di quanto disposto dal decreto
interministeriale 12 giugno 2015, n. 197.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le necessarie modifiche al documento tecnico di cui all'articolo 10
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria).
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica art. 2)
1. Al comma 1 dell'articolo 2 della legge
regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio
regionale delle Autonomie locali) la parola "trentacinque" è
sostituita dalla parola "trentadue".
Art. 2
(Modifiche art. 3)
1. All'articolo 3 della legge regionale n.
1/2007 sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 1, la parola
"venticinque" è sostituita dalla parola "ventidue";
b) al comma 1, la lettera "i)" è
sostituita dalla lettera "h)";
c) il comma 2 è sostituito dal seguente:
"2. Per assicurare il principio di una
adeguata e proporzionale rappresentanza territoriale - demografica delle cinque
province, sulla base delle risultanze ufficiali dell'ultimo censimento e del
numero dei comuni per provincia, i ventidue membri, di cui al comma 1, sono
ripartiti in altrettanti collegi nel modo che segue:
a) otto al collegio corrispondente ai comuni
della provincia di Cosenza;
b) sei al collegio corrispondente ai comuni
della provincia di Reggio Calabria;
c) quattro al collegio corrispondente ai
comuni della provincia di Catanzaro;
d) due al collegio corrispondente ai comuni
della provincia di Crotone;
e) due al collegio corrispondente ai comuni
della provincia di Vibo Valentia.";
d) la tabella di cui al comma 4 è così
sostituita:
Provincia |
Comuni non
capoluoghi |
Piccoli comuni |
Comuni montani |
Comuni minoranze
linguistiche |
Presidenti Consigli
comunali |
Unioni di comuni |
Totale |
CS |
2 |
1 |
1 |
2 |
1 |
1 |
8 |
RC |
3 |
1 |
1 |
1 |
// |
// |
6 |
CZ |
2 |
1 |
// |
// |
// |
1 |
4 |
KR |
1 |
// |
// |
// |
1 |
// |
2 |
VV |
1 |
// |
1 |
// |
// |
// |
2 |
Totale |
9 |
3 |
3 |
3 |
2 |
2 |
22 |
Art. 3
(Modifica art. 7)
1. Al comma 6 dell'articolo 7 della legge
regionale n. 1/2007, la parola "venticinque" è sostituita dalla
parola "ventidue".
Art. 4
(Modifica art. 8)
1. Al comma 6 dell'articolo 8 della legge
regionale n. 1/2007, la lettera "i)" è sostituita dalla lettera
"h)".
Art. 5
(Clausola di
invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
discendono nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica
dell'articolo 8 della legge regionale n. 4/2012)
1. All'inizio del comma 7 dell'articolo 8
della legge regionale 3 febbraio 2012, n. 4 (Misure in materia di
ottimizzazione della produttività del lavoro nonché di efficienza e trasparenza
dell'amministrazione del Consiglio regionale)" il periodo "L'OIV è
composto dal Direttore generale e da due componenti" è sostituito dal
seguente: " L'OIV è composto da tre componenti ".
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del Bilancio del Consiglio
regionale rispetto a quelli previsti a legislazione vigente al capitolo 6,
articolo 1, sub 487, del bilancio di previsione del Consiglio regionale per
l'esercizio 2015 e pluriennale 2015-2017.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il
giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio
regionale ,
vista la proposta di modifica del Regolamento
interno del Consiglio regionale,
delibera
di modificare il Regolamento interno del
Consiglio regionale come appresso specificato:
Art. 1
(Modifiche
all'articolo 16)
1. Il comma 4 dell'articolo 16 della
Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005 (Regolamento
interno del Consiglio regionale) è abrogato.
Art. 2
(Modifiche ed
integrazioni all'articolo 28)
1. Il comma 1 dell'articolo 28 della
deliberazione del Consiglio regionale n. 512005 è sostituito dal seguente:
"1. Sono istituite le seguenti Commissioni permanenti:
a) Prima Commissione -Affari istituzionali,
affari generali e normativa elettorale;
b) Seconda Commissione -Bilancio,
programmazione economica e attività produttive, affari dell'Unione europea e
relazioni con l'estero;
c) Terza Commissione -Sanità, Attività
sociali, culturali e formative;
d) Quarta Commissione -Assetto e
utilizzazione del territorio e protezione dell'ambiente;
e) Quinta Commissione -Riforme.".
Art. 3
(Inserimento
dell'articolo 28 bis)
1. Dopo l'articolo 28 della deliberazione del
Consiglio regionale n. 5/2005 è aggiunto il seguente articolo:
"Art. 28 bis (Funzioni Commissione
Riforme)
1. La Commissione permanente Riforme ha il
compito di:
a) esaminare le proposte di legge di
revisione dello Statuto regionale e le proposte di modifica al Regolamento
interno del Consiglio regionale;
b) armonizzare la legislazione regionale con
quella nazionale, elaborando proposte di revisione organica dello Statuto e del
Regolamento interno."
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
il gruppo Italcementi, azienda leader a
livello internazionale nel settore della produzione di materiale edile, impiega
sul territorio nazionale circa 2700 lavoratori;
lo stabilimento produttivo di Castrovillari,
realizzato agli inizi degli anni ’70 (entrato in funzione il 30.06.1974), dopo
la chiusura dell’impianto di Vibo Valentia, rappresenta l’unico sito
industriale presente nel nostro territorio regionale, impegnando 76 addetti
diretti e circa 200 addetti nell’indotto, garantendo negli anni una occupazione
stabile in un territorio caratterizzato da un elevatissimo tasso di
disoccupazione;
presso la cementeria di Castrovillari, nel
corso degli anni sono stati eseguiti molti lavori di ammodernamento per
migliorare le performance ambientali dell’impianto;
la gestione e il controllo dell’intero ciclo
produttivo, così come il monitoraggio delle emissioni in atmosfera, sono
gestiti interamente dalla sala di controllo centralizzata;
nel 1998 la cementeria ha ottenuto la
certificazione di gestione della qualità ISO 9002 e nel 2003 la certificazione
ambientale ISO 14001;
il
gruppo Italcementi, a seguito della grave crisi che ha colpito l’intero
comparto edile negli ultimi ani, ha sottoscritto a gennaio 2015, presso il
Ministero del Lavoro, il primo anno di proroga della CIGS per proroga complessa
dal 1 febbraio 2015 al 31 gennaio 2016 per 440 lavoratori, inclusi, purtroppo,
anche i lavoratori del sito industriale di Castrovillari;
a seguito di una interpretazione restrittiva
del comma 3 dell’articolo 42 del decreto n. 148/2015, relativo alla
riorganizzazione degli ammortizzatori sociali, vi sarebbe l’impossibilità per
Italcementi di poter chiedere la proroga della CIGS per l’anno 2016, con la
drammatica conseguenza che per una parte consistente dei lavoratori si
attiverebbe la procedura di mobilità;
considerato che:
la cessione degli impianti del gruppo
Italcementi al gruppo tedesco Heidelberg si definirà entro il mese di luglio
2016, previo parere antitrust; per quella data l’azienda si è impegnata a
presentare il piano industriale;
il territorio della provincia di Cosenza è
destinatario di importanti finanziamenti pubblici per la realizzazione di
interventi infrastrutturali di grande rilevanza (macro lotto SS 106, macro
lotto A3 Cosenza Altilia, Ospedale della Sibaritide), i quali nel loro
complesso possono e devono rappresentare un’occasione importante di rilancio
del sito produttivo di Castrovillari e dell’intero territorio cosentino;
si ritiene indispensabile la concessione di
una proroga degli ammortizzatori ordinari che consenta a tutti i lavoratori del
gruppo di restare all’interno del perimetro aziendale in moda da poter chiedere
al gruppo Heidelberg un piano industriale che preveda il rilancio occupazionale
dei siti produttivi, ed in particolare quello di Castrovillari, in modo da
impedire un ulteriore impoverimento del tessuto economico ed industriale di un
territorio già debole come quello del Pollino;
impegna
il Presidente della Giunta regionale:
a richiedere con urgenza ai Ministeri dello
Sviluppo Economico e del Lavoro una ulteriore convocazione di un tavolo di
confronto nazionale, sull’esempio di altre vertenze come Elettrolux, ecc., con
il coinvolgimento di tutte le parti interessate pubbliche e private, a tutti i
livelli, in ragione del numero elevato di lavoratori coinvolti dalla vertenza,
al fine di indurre la nuova proprietà Heidelberg ad un confronto utile e
costruttivo, che miri alla salvaguardia occupazionale e di prospettiva
industriale;
a porre in essere ogni iniziativa utile per
scongiurare la perdita di posti di lavoro, assicurando congiuntamente al
Ministero dello Sviluppo Economico e ad Invitalia, anche attraverso le risorse
comunitarie 2014-2020, il sostegno finanziario ad un piano industriale di
rilancio del sito produttivo di Castrovillari, sull’esempio di quanto definito
per l’importante investimento nel settore automotive previsto per Gioia Tauro.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la Fondazione “T. Campanella” è stata
costituita nel 2004 per volontà della Regione Calabria e dell’Università degli
Studi di Catanzaro che sono quindi i soci Fondatori;
l’attività, lo scopo e i fini sono stabiliti
nello Statuto e posti in essere attraverso i rappresentanti dei due Soci
Fondatori in seno al Consiglio di Amministrazione;
a fino a febbraio 2010 la Fondazione
Campanella è stata finanziata dalla Regione Calabria alla stessa stregua delle
ASP e delle Aziende Ospedaliere pubbliche;
con L.R. 35/2011 la Fondazione Campanella è
stata riconosciuta come Ente di diritto pubblico; legge successivamente
dichiarata non conforme alla Costituzione, non nel merito, ma per assenza di
copertura finanziaria;
con L.R.
50/2011 la Regione ha reiterato la volontà del riconoscimento della
Fondazione quale Ente di diritto pubblico, posponendo gli effetti alla fine del
piano di rientro al quale era ed è sottoposta la Regione Calabria;
alla luce delle norme Statutarie della
Fondazione Campanella e della governance, corroborato da illustre parere
giuridico, la Fondazione Campanella può qualificarsi come una Fondazione di
partecipazione strumentale al raggiungimento dei fini pubblici di Regione e
Università;
la Fondazione Campanella è stata posta in
liquidazione con decreto del Prefetto di Catanzaro;
al 31 ottobre 2015 tutti i dipendenti sono
stati licenziati;
in massima parte i dipendenti fatti oggetto
del suddetto licenziamento sono stati recuperati grazie alla riconosciuta
esperienza, professionalità e capacità acquisite in oltre un decennio di
lavoro;
al momento le uniche figure professionali per
le quali non è prevista neanche la possibilità di partecipare ad un pubblico
avviso sono in numero esiguo, e attengono quasi esclusivamente ai ruoli
amministrativo e tecnico;
tra questi lavoratori ben 11 appartengono
alle categorie protette di cui alla Legge 68 del 1999, che tutela e favorisce
l’inserimento nel mondo del lavoro di persone affette da invalidità
significativa;
più volte pubblicamente è stato assicurato
che sarebbero stati mantenuti i livelli occupazionali in una Regione la cui
piaga della inoccupazione e/o disoccupazione è già drammatica;
la Fondazione è da considerarsi una
Fondazione di partecipazione strumentale per i fini pubblici dei Soci
Fondatori, i lavoratori devono essere intesi alla stregua di lavoratori di una
Società partecipata o in house della Regione e, pertanto, quelli eventualmente
in esubero devono/possono essere ricollocati;
la L.R. 63/2012 all’art. 1 comma 6, sottopone
la Fondazione Campanella ai dettami della L.R. 22/2010 annoverandola tra gli
enti sub regionali;
alla luce di quanto sopra, potrebbe già
applicarsi la disciplina di cui all’articolo 1, commi 563-568, della legge 27
dicembre 2013, n. 147, in materia di mobilità del personale dipendente da
società controllate direttamente o indirettamente dalla pubbliche
amministrazioni;
la ratio del recente decreto n. 110 del
Commissario per l’attuazione del Piano di rientro, sulle stabilizzazioni dei precari per le
considerazioni suesposte, potrebbe essere analogicamente applicato al personale
che ha prestato servizio presso la Fondazione Campanella;
in particolare, nella logica
dell’accorpamento tra l’AOPC e l’AOMD trova al momento piena ed unanime
condivisione l’istituzione di un unico Dipartimento Oncoematologico destinato
presso il presidio ospedaliero del Ciaccio – De Lellis e che in tale logica può
essere utile recuperare ulteriori professionalità maturate in quasi un decennio
di attività nel settore Oncologico dal personale della ex Fondazione Tommaso Campanella.
Per quanto premesso,
impegna
il Presidente della Giunta regionale ad
individuare, di concerto per i ruoli sanitari con il Commissario ad acta per
l’attuazione del Piano di rientro, lo strumento giuridico anche normativo
idoneo a salvaguardare i livelli occupazionali ed il posto di lavoro dei
lavoratori della Fondazione “T. Campanella” che, allo stato attuale, non hanno
avuto modo di ricollocarsi.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la difesa della tipicità del territorio e
delle nostre produzioni agricole è rilevante in ogni circostanza ma,
nell’attuale congiuntura economica, appare indispensabile, tanto più perché
oggi va esercitata nei confronti di gruppi e potentati economici interessati a
sostituire, attraverso la gestione di marchi che richiamano prodotti del Made
in Italy, le nostre produzioni con prodotti provenienti da altri paesi;
considerato che:
da tempo la Coldiretti è impegnata in una
vera e propria battaglia in difesa del latte italiano e per l’affermazione
della qualità nella logica del riconoscimento della validità della filiera
corta nel comparto, quale chiave di volta per affrontare e superare l’attuale
congiuntura negativa dovuta alla contrazione dei consumi;
stante che:
nel caso specifico della produzione di
formaggi, si pretende di sostituire il late, attualmente prodotto in centinaia
di allevamenti, addirittura, con la polvere di latte;
rilevata:
la necessità che l’Italia si doti
definitivamente di una normativa che consenta una adeguata e trasparente
distinzione dei prodotti nazionali e locali, manifestando una scelta
irrinunciabile per scongiurare l’omologazione dei prodotti calabresi operata
mediante la sostituzione, nella fase di trasformazione, del latte del
territorio con latte d’importazione sempre più disponibile sul mercato a causa
della fine delle limitazioni produttive;
valutato che:
la Regione Calabria, pur se non con la dovuta
continuità, ha sempre riconosciuto la necessità di assicurare al comparto
zootecnica, attraverso l’ARA, importanti risorse per consentire lo svolgimento
di servizi essenziali agli allevamenti e alla promozione dei prodotti;
appurato che:
stime attendibili indicano che dal latte
importato (pari a circa 749.000 q) si ricavano, oltre a latte fresco e UHT,
formaggi e prodotti caseari con denominazione e assonanze italiane, prodotti
senza latte, con “cagliate” spesso di incerta provenienza, che, sul mercato, si
pongono in concorrenza al latte prodotto in Italia, consentendo alle
multinazionali, quali Lactalis, di imporre ai nostri produttori un prezzo del
latte di gran lunga inferiore ai costi di produzione e costringendoli ad una
chiusura forzata della stalle;
registrato che:
la
Coldiretti, ha indetto nei giorni scorsi una mobilitazione nazionale in difesa
del latte italiano e che mercoledì 11 novembre 2015, anche in Calabria, sono
previste delle iniziative a tutela della difesa e della valorizzazione del
latte prodotto dalle aziende calabresi.
Tutto ciò premesso,
impegna
il Presidente della Giunta regionale:
a sostenere le manifestazioni e le iniziative
finalizzate alla tutela della peculiarità della produzione di latte calabrese;
a dare il massimo sostegno alla Coldiretti
Calabria, alle cooperative e alle imprese di trasformazione locale dedite a
migliorare e sostenere la qualità dei prodotti e impegnate a garantire la
sicurezza alimentare ai cittadini consumatori, affinché sia riconosciuto il
giusto valore al lavoro degli allevatori italiani e calabresi;
a porre all’attenzione dei cittadini le
materie prime e il lavoro che precedono i prodotti che acquistano, nonché a
informare in merito all’origine del latte utilizzato dall’industria di
trasformazione, unitamente alle battaglie che tanti allevatori combattono per
far fronte alla concorrenza delle multinazionali, cercando, attraverso
produzioni di qualità, di continuare ad affermare il Made in Italy e il Made in
Calabria;
ad intervenire presso il Governo centrale, al
fine di sostenere una normativa che consenta una adeguata e trasparente
distinzione di prodotti nazionali e locali, anche in relazione all’effettivo
rilancio del Sud del Paese in termini di valorizzazione dei prodotti del
territorio.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la vicenda Eni è una questione di vitale
importanza per la città di Crotone, per l’intero territorio provinciale e per
tutta la Calabria;
a Crotone l’Eni, e tutte le sue aziende
consociate, per lunghissimo tempo, hanno realizzato produzioni ed attività di
grande interesse ed utilità per l’intera economia nazionale;
l’Eni, nel tratto di mare antistante la città
di Crotone, da decenni, estrae enormi quantità di metano pari a circa il 19%
della produzione italiana destinata al mercato nazionale ed internazionale
ottenendo ricchezza per se stesso e per l’intero Paese tranne che per Crotone;
la città di Crotone, fin dal 1921, è stata
una delle realtà più industrializzate dell’intero Mezzogiorno con livelli
occupazionali consistenti e con la formazione di una classe lavoratrice tra le
più produttive e professionalizzate dell’intero Paese;
tutto questo ha avuto un doloroso epilogo
negli anni ’90 in un processo di deindustrializzazione e di desertificazione i
cui effetti sono stati disastrosi e nefasti per l’economia locale e per quella
regionale, con gravissime conseguenze sul tessuto sociale e sui livelli di
reddito della popolazione intera;
cosa ancor più grave, di conseguenza, ormai
da oltre 15 anni si sopportano i gravi danni ambientali prodotti nei confronti
del territorio e dell’intera popolazione, senza che l’Eni affronti, con serietà
e responsabilità, l’obbligo, previsto dalla normativa europea, di realizzare
una radicale “bonifica” dell’ex area industriale e ripristinare le condizioni
per un nuovo sviluppo;
su queste problematiche, l’Eni è stata, in
tutte le sedi giudiziarie, soccombente senza corrispondere per intero e quanto
dovuto alla città di Crotone e nonostante ciò ha continuato ad avere nei
confronti di Crotone un atteggiamento ostativo ed incurante;
l’ultimo episodio riguardante la mancata
stipula della convenzione, prevista da un’apposita vertenza giudiziaria,
scaduta nel 2011 e non ancora rinnovata, ha rappresentato un ennesimo affronto
vissuto in modo insopportabile dall’intera popolazione;
di fronte a tutto questo, l’intera vicenda
che perdura ormai da lunghissimo tempo non può essere considerata una normale
ed ordinaria vertenza tra la città di Crotone ed il colosso economico Eni, ma
per il suo significato e la sua incidenza deve essere assunta e ritenuta una
questione di valore e di portata più ampia che deve impegnare il Consiglio
regionale e la Giunta oltre che, in particolare modo, il Governo nazionale.
Tutto quanto
premesso,
impegna
il Presidente della Giunta regionale:
di attivare utili e concrete occasioni di
confronto con l’Eni allo scopo di assicurare a Crotone quanto gli spetta e, da
tempo, gli è dovuto;
di interessare il Governo nazionale affinché
attivi tutti i suoi poteri per indurre l’Eni ad un serrato confronto, con il
pieno coinvolgimento della Regione e del Comune e, in questa occasione,
ottenere dal governo nazionale la immediata messa a disposizione dei 56 milioni
di euro che l’Eni è stata costretta a pagare in conseguenza della sentenza del
tribunale di Milano su alcuni dei danni ambientali che la stessa Eni ha prodotto
su Crotone;
di stabilire, attraverso un preventivo
incontro con le istituzioni e le rappresentanze locali e sociali regionali, i
temi, i problemi e gli obiettivi da proporre e perseguire in una visione che
affronti la questione non solo in termini di risarcimento, ma soprattutto per
un progetto di sviluppo per la città di Crotone.
Tutto ciò, in coerenza con le indicazioni del
“masterplan” per il Sud presentato nei giorni scorsi dal Governo che fra
l’altro impegna le grandi aziende partecipate dallo Stato (ENI, FINCANTIERI,
FINMECCANICA, ENEL, FS, etc.) a dare un decisivo contributo per un nuovo e
qualificato processo di crescita produttiva nel Mezzogiorno; infine,
all’interno del “Patto per la Calabria” – che sarà oggetto di concertazione con
il Governo nazionale – dovrà essere riconosciuta la particolarità e specificità
della città di Crotone, anche in relazione al ruolo che l’ENI ha avuto ed ha in
questa realtà territoriale.