X LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

11.

 

SEDUTA DI VENERDI’ 25 SETTEMBRE 2015

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO

 

 

Presidenza del Presidente Nicola Irto

La seduta inizia alle 18,11

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo, Segretario Questore ff.

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo, Segretario Questore ff.

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 88 del 7 settembre 2015 a firma del consigliere Giudiceandrea.

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, prendo la parola per chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di una mozione e di un ordine del giorno: la mozione è la numero 40 del 14 settembre 2015, avente ad oggetto la soppressione e l’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia e quella di Catanzaro; l’ordine del giorno è stato depositato il 31 agosto 2015 e riguarda le iniziative a sostegno degli allevatori per i casi di animali affetti da“Lingua blu”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine dei lavori della mozione e dell’ordine del giorno così come proposto dal consigliere Mirabello.

(Il Consiglio approva)

Sono inseriti in coda, come ultimo punto all’ordine del giorno.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito, ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Già nella precedente seduta di Consiglio regionale era stato chiesto di inserire all’ordine dei lavori un ordine del giorno sulla problematica inerente la casa di cura Villa Sant’Anna in riferimento al percorso della sindrome coronarie acute. Ne chiedo quindi l’introduzione all’ordine del giorno odierno di questa seduta.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento del consigliere Esposito.

(Il Consiglio approva)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 47/10^ di iniziativa dei consiglieri Cannizzaro F., Sculco F., Irto N., Giudiceandrea G., Romeo S., Nucera G., Nicolò A., Greco O., Arruzzolo G., recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”

PRESIDENTE

Iniziamo l’esame dell’ordine del giorno col primo punto, la proposta di provvedimento amministrativo numero 47/10^ di iniziativa dei consiglieri Cannizzaro F., Sculco F., Irto N., Giudiceandrea G., Romeo S., Nucera G., Nicolò A., Greco O., Arruzzolo G., recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”.

Si tratta di una modifica al Regolamento interno, colleghi consiglieri, che il sottoscritto ha deciso di sottoporre a tutti i capigruppo che l’hanno condivisa all’unanimità; è stata firmata e sottoscritta da tutti i capigruppo e consentirà, con l’approvazione odierna e la modifica al Regolamento interno del Consiglio regionale, ai cittadini - dalla prossima seduta del Consiglio regionale - di seguire in diretta streaming le sedute del Consiglio regionale.

Due cose intendiamo porre all’opinione pubblica, i capigruppo che hanno unanimemente condiviso questa iniziativa ed io: uno, l’estrema importanza di questa previsione in coerenza con le norme sulla trasparenza amministrativa, sulla trasparenza rispetto all’apertura del palazzo e delle sedute del Consiglio regionale; due, questo provvedimento è a costo zero, quindi il Consiglio regionale non spenderà un euro per poter far sì che le sedute, da ottobre, dalla prossima, siano possibilmente seguite da tutti in streaming. Per streaming intendiamo dire un formato accessibile, chiaramente, dal computer, ma anche da tablet o smartphone. Pensiamo che sia un provvedimento di straordinaria importanza; è una battaglia di civiltà e di trasparenza amministrativa che vogliamo fare.

Pongo in votazione questa modifica del Regolamento.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 48/10^ di iniziativa dei consiglieri F. Cannizzaro F., Sculco F., Giudiceandrea G., Romeo S., Nicolò A., Greco O., Arruzzolo G. recante: “Referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, numero 352, “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare”, degli articoli 38, commi 1, 1-bis e 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, numero 133, “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, numero 164, nonché dell’articolo 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, numero 5,“Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, numero 35, e dell’articolo 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, numero 239, “Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia”, introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, numero 83, “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, numero 83”

PRESIDENTE

Passiamo al punto due dell’ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo numero 48/10^ di iniziativa dei consiglieri F. Cannizzaro F., Sculco F., Giudiceandrea G., Romeo S., Nicolò A., Greco O., Arruzzolo G. recante: “Referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, numero 352, “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare”, degli articoli 38, commi 1, 1-bis e 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, numero 133, “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, numero 164, nonché dell’articolo 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, numero 5,“Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, numero 35, e dell’articolo 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, numero 239, “Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia”, introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, numero 83, “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, numero 83”.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio, ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, signor Presidente della Giunta, assessori, la proposta di provvedimento amministrativo numero 48/10^ di iniziativa dei consiglieri regionali che testé ha indicato il Presidente, Cannizzaro, Sculco, Giudiceandrea, Romeo, Nicolò, Greco e Arruzzolo, è una proposta referendaria in esame e si articola in cinque quesiti aventi ad oggetto alcune disposizioni del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (il cosiddetto decretoSblocca Italia”), del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5 (cosiddetto decreto “Sulle semplificazioni”) e della legge 23 agosto 2004, n. 239 (cosiddetta legge “Riordino del settore energetico”).

Il primo quesito è relativo all’abrogazione parziale del comma 1 dell’articolo 38 del decreto “Sblocca Italia”. Tale norma qualifica come attività di interesse strategico, urgenti e indifferibili da realizzare, la prospezione, la ricerca e la coltivazione degli idrocarburi nonché lo stoccaggio di gas naturali e a quei fini stabilisce l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei beni in essa compresi.

L’estensione del vincolo preordinato all’esproprio alla “fase di ricerca”, contemplata dal nuovo “titolo concessorio unico”, costituisce un problema, in quanto il vincolo concernerebbe non solo - com’è stato finora - le attività di estrazione, ma persino quelle di ricerca, rispetto alle quali era prevista l’occupazione d’urgenza dei fondi. Ora, eliminando questa disposizione, resterebbe comunque intatta la previsione della dichiarazione di pubblica utilità, quindi l’espropriazione seguirebbe l’iter amministrativo consueto, senza, però, che i diritti del proprietario siano compressi prima ancora del rinvenimento del giacimento.

In merito al secondo quesito, anch’esso riguarda l’abrogazione parziale del comma 1 bis dell’articolo 38 del cosiddetto decreto “Sblocca Italia”. Tale disposizione prevede che il decreto dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, predisponga con proprio decreto un piano delle aree in cui siano consentite le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi nonché di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, e che lo adotti, previa intesa con la Conferenza unificata, limitando, tuttavia, l’accordo con gli enti territoriali alle sole attività da esercitare su terraferma e stabilendo, comunque, che, in caso di mancato raggiungimento dell’intesa, provveda con le modalità di cui all’articolo 1, comma 8 bis della legge 23 agosto 2004, n. 239.

Quindi scopo dell’abrogazione referendaria è, per un verso, quello di lasciare esprimere la Conferenza unificata sul piano delle aree nella sua interezza, terraferma e mare, e per l’altro verso di evitare che, in caso di mancato raggiungimento dell’intesa, si ricorra all’esercizio del potere sostitutivo, seguendo la procedura semplificata prevista dall’articolo 1, comma 8 bis, della legge 23 agosto numero 239, anch’essa, comunque, oggetto di apposito quesito referendario, che illustreremo in seguito.

Il quesito, infine, riguarda anche la disciplina transitoria introdotta dalla legge di stabilità 2015, in base alla quale – nelle more dell’approvazione del piano – il rilascio dei titoli abilitativi sarebbe consentito sulla base delle norme ormai abrogate dallo “Sblocca Italia”. Eliminando questa disposizione, si avrebbe, per un verso, che le attività di ricerca e di coltivazione degli idrocarburi già autorizzate continuino ad essere esercitate e, per altro verso, però, che fino all’adozione del piano, chiamato a razionalizzare l’esercizio di quelle attività, non possano essere rilasciati nuovi titoli.

Anche il terzo quesito verte sul cosiddetto decreto “Sblocca Italia” e precisamente sull’articolo 38, comma 5. Tale previsione di legge consente, a seguito del rilascio di un “titolo concessorio unico”, che la fase della ricerca abbia la durata di sei anni e sia prorogabile due volte e per un periodo di tre anni, nel caso sia necessario completare le opere di ricerca, e che la fase di coltivazione abbia la durata di trenta anni e sia prorogabile per una o più volte per un periodo di dieci anni, ove il giacimento sia ancora coltivabile.

Il quesito, perciò, ha ad oggetto la durata delle attività previste sulla base del nuovo “titolo concessorio unico”, ma non anche la previsione del nuovo titolo in sé, destinato a sostituire i permessi di ricerca e le concessioni di coltivazione.

L’articolo 38 dello “Sblocca Italia”, in realtà, ha tacitamente abrogato la previsione legislativa dei permessi e delle concessioni e, secondo il consolidato orientamento della Corte costituzionale, una eventuale abrogazione referendaria delle disposizioni concernenti il titolo concessorio unico non farebbe rivivere quelle sui permessi e sulle concessioni ormai abrogate. Ciò non toglie che si possa intervenire sulla durata dei titoli concessori unici.

Passando al quarto quesito, le disposizioni legislative nazionali sulle quali si interpellano i cittadini sono contenute nel decreto legge n. 5 del 2012 (cosiddetto decreto “Sulle semplificazioni”), che reca disposizioni per le infrastrutture strategiche, ed in particolare l’articolo 57, comma 3 bis.

La legge di stabilità 2015 ha modificato alcune previsioni di detto decreto, stabilendo che tanto per le infrastrutture e gli insediamenti strategici, quanto per le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi in raffineria e, più in generale, per le opere strumentali allo sfruttamento degli idrocarburi stessi – quand’anche localizzate al di fuori del perimetro delle aree date in concessione di coltivazione – le autorizzazioni relative siano rilasciate d’intesa con le Regioni interessate. Tuttavia, nel caso di mancato raggiungimento dell’intesa, si provvede con le modalità stabilite dalla legge 239 del 2004 e dalla legge 241 del 1990.

Pertanto, la proposta referendaria mira unicamente ad abrogare la possibilità che, per le ipotesi citate, si possa esercitare il potere sostitutivo secondo la già ricordata procedura semplificata disciplinata dalla legge 239 del 2004.

Infine, il quinto quesito riguarda l’articolo 1, comma 8 bis, della legge 23 agosto 2004 n. 239, la cosiddetta legge sul riordino del settore energetico. Tale quesito non è altro che una logica conseguenza, dal punto di vista della partecipazione degli enti territoriali, dei referendum contenuti nel secondo e nel quarto quesito. Infatti, mentre il secondo e il quarto quesito si propongono, rispettivamente, di porre rimedio al depotenziamento del ruolo delle Regioni e degli enti locali in sede di approvazione del piano delle aree per le attività di ricerca e di estrazione degli idrocarburi e di far fronte alla scarsa incidenza che le Regioni avrebbero in relazione alle opere strumentali a dette attività, il quinto mira a far sì che l’intesa sul rilascio dei titoli minerari torni ad essere – come auspicato dalla stessa Corte costituzionale – un atto a struttura necessariamente bilaterale, cioè superabile dallo Stato solo a seguito di effettiva trattativa con le Regioni interessate.

In questo caso, abrogando l’articolo 1, comma 8 bis, limitatamente alle parole “7 e”, troverebbe comunque applicazione ai procedimenti sulla ricerca e l’estrazione degli idrocarburi la disciplina prevista dalla legge 241 del 1990.

Prima di concludere, è utile aggiungere che, in sede di Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome in data 11 settembre 2015, si è deciso all’unanimità sulla predisposizione dei quesiti appena illustrati.

In merito alla procedura referendaria, si ritiene opportuno ricordare che per l’attivazione è necessario, ai sensi della legge 352/1970, che entro il 30 settembre prossimo dovranno essere depositati presso la Cassazione identici quesiti deliberati da almeno cinque Consigli regionali.

A tutt’oggi, le Regioni che hanno deliberato la proposta in tempo utile per la richiesta di referendum sono Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Abruzzo, Sardegna, mentre le Regioni che hanno già calendarizzato l’esame sono Sicilia e Veneto. Oggi è il nostro turno. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Rizzo. Ne ha facoltà.

RIZZO Antonietta, assessore alla tutela dell’ambiente

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, colleghi assessori, poter trattare questo punto all’ordine del giorno è per me un grande onore, è un momento di alta democrazia e di regionalismo che va al di là della pur importante approvazione di questa delibera.

Oggi, con questa discussione ognuno di noi va sicuramente a rinsaldare ancora di più quel legame che esiste tra la politica e i cittadini, tra le istituzioni e il territorio. Per questo, da parte mia, è doveroso ringraziare, innanzitutto, il presidente Irto, il Vicepresidente del Consiglio, D’agostino, e tutti i singoli consiglieri regionali, uno per uno, per la sensibilità e la tempestività con la quale è stata accolta la proposta di inserire all’ordine del giorno di questo Consiglio un punto così delicato e di grande valore politico oltre che morale.

Ritengo che sempre di più si debba rafforzare il rapporto tra la Giunta e il Consiglio, legittimamente eletto dai cittadini e quindi rappresentante democratico delle istanze del territorio; è questo principio che ispira la mia attività istituzionale dal primo istante del mio coinvolgimento nel governo regionale e la discussione che oggi stiamo avviando ne è la dimostrazione.

Io amo la mia terra e, quindi, nello svolgere il ruolo che mi è stato affidato, metto al primo posto la tutela degli interessi del territorio, delle popolazioni, della valorizzazione delle nostre bellezze e di tutte quelle eccellenze che dovrebbero fare della Calabria un posto unico e meraviglioso.

Sapete bene che mi sono insediata il 21 di luglio e il mio primo impegno istituzionale è stato quello di partecipare all’incontro con i Presidenti delle altre sei Regioni – firmatarie poi del “Manifesto di Termoli” – che si affacciano sull’Adriatico e sullo Ionio.

In questo primo incontro che abbiamo avuto a Policoro è stato pronunciato un netto “no” alle trivellazioni nei nostri mari, ma si è ribadito, al contempo, la necessità di avviare un tavolo di trattative e di dialogo con il Governo centrale.

Da questo incontro è scaturito quello che è stato poi il cosiddetto “Manifesto di Termoli”, presentato nell’ultima seduta della Conferenza Stato-Regioni, posto al primo punto all’ordine del giorno della prossima conferenza, perché possa essere votato anche da tutte le altre Regioni che partecipano alla Conferenza, anche se non si affacciano sul Mare Adriatico.

Si è tentato di manifestare una grande una grande preoccupazione circa questo sviluppo incontrollato delle attività estrattive nelle zone costiere caratterizzate da grande pregio storico e naturalistico e da una grande e naturale vocazione verso un’economia basata sulla valorizzazione dei beni comuni e sul turismo sostenibile.

E’ proprio nella sede di Termoli che si è ribadita la necessità di mantenere come propria la prerogativa di elaborare le scelte di protezione e valorizzazione delle proprie coste e del mare antistante.

Contestualmente, si è richiesto un intervento urgente e indispensabile con il Governo per poter avviare immediatamente un confronto. La prima occasione di questo confronto c’è stata il 29 luglio scorso quando, al Ministero dello Sviluppo Economico, è stato convocato un primo tavolo per poter discutere la compatibilità ambientale del metodo esplorativo “airgun”. In quella sede tutti i rappresentanti delle Regioni hanno manifestato la loro contrarietà all’avvio delle attività di prospezione e ricerca offshore nello Ionio e nell’Adriatico, proponendo al Governo – in quel caso eravamo rappresentati dal sottosegretario Vicari – una moratoria di tutte queste attività.

Il Sottosegretario ci aveva garantito che su questi temi avrebbe, in seguito, interessato il ministro Federica Guidi e con la Presidenza del Consiglio avrebbe annunciato un nuovo incontro perché si potesse discutere dell’utilizzo di questa tecnica. Purtroppo, in realtà non vi è stata nessuna moratoria, non vi è stato nessun incontro successivo, ma addirittura si sono aggiunte, tra il 5 e l’8 agosto, alle autorizzazioni “Via ministeriale” altre cinque istanze di permesso di ricerca idrocarburi presentate dalla Global Med con sede nel Colorado.

Diventano, oggi, undici le istanze che trasformerebbero il nostro mare, con il suo già delicato sistema biologico e geologico, in un probabile deserto di vita e di prospettive.

Insomma, la superficie marina interessata dalle ricerche di idrocarburi è di circa 3.500 chilometri quadrati e ad essere interessati sarebbero decine di comuni delle coste calabresi.

E’ evidente, quindi, che oltre al danno ambientale, la cosa altrettanto grave è la porta in faccia sbattuta alle Regioni con una indifferenza che è – oserei dire – anche arrogante rispetto alle istanze democratiche proposte dai governatori delle Regioni.

E’ necessario specificare che la tecnica dell’airgun è una tecnica nota alle compagnie petrolifere per l’estrazione del petrolio dagli strati geologici più profondi o meno accessibili, quindi quelli sottomarini. Questa tecnica, purtroppo, consiste in un vero e proprio microterremoto che non consente quello che può essere il cosiddetto ripascimento delle coste, cioè è una tecnica che rompe e distrugge le rocce, senza poter consentire che le stesse possano essere ricostituite. E questo è in contrasto con le tecniche che sono state sempre utilizzate, quelle che prevedono le trivelle, per le quali si estrae, ma poi si pompa lo stesso liquido estratto, proprio per un tentativo ulteriore di ripascimento.

Quindi, naturalmente, questa tecnica preoccupa e preoccupa soprattutto rispetto al fatto che il nostro è un mare – e mi riferisco allo Ionio – chiuso, un bacino chiuso, per cui, se ci dovessero essere dei problemi causati dall’utilizzo di questa tecnica, superarli comporterebbe sicuramente dispendio di energie e di economie ma soprattutto anni di lavoro.

Tali timori sono talmente fondati, che nella prima stesura della Legge sugli “ecoreati”, all’articolo 452, era stato previsto che chiunque utilizzasse la tecnica dell’airgun per la ricerca e l’ispezione dei fondali marini finalizzati alla coltivazione di idrocarburi, potesse essere punito con la reclusione fino a tre anni. Stranamente, però, nell’ultima stesura questo articolo è stato definitivamente soppresso, quindi nella legge non vi è traccia della possibilità di una penalizzazione o comunque non è previsto più come reato penale.

Ecco, quindi, la necessità della richiesta, formulata più volte dalle sei Regioni, di un confronto politico e tecnico con il Governo e con i Ministri.

Siamo dell’idea – ne abbiamo più volte parlato con il presidente Irto, con i capigruppo, con il Presidente della Giunta – che sia necessario un doppio confronto, un confronto tecnico che possa darci un supporto scientifico in base al quale possiamo avere la tranquillità che l’utilizzo di questa tecnica non comporti i danni permanenti di cui vi ho parlato, ma non solo per quanto riguarda la geomorfologia delle coste, ma anche per quanto riguarda l’ecosistema della flora e della fauna marina, ma capiamo anche che è necessario un confronto costante con il Governo e con il Ministero, perché si possa politicamente ragionare per tentare di risolvere il problema.

E’ chiaro il rischio, anche questa volta, che senza una conoscenza dei territori da parte di coloro che pretendono di decidere scavalcando le Regioni, possiamo ritrovarci di fronte a quella che è stata la proposta del ministro Zanonato, con un decreto che ha dimezzato in gran parte le aree marine utili alla ricerca di idrocarburi sul lato tirrenico - naturalmente, questo è un vantaggio per l’Italia – ma le ha concentrate in gran parte sull’Adriatico e sullo Ionio, dichiarando, tra l’altro, che tali attività venivano allocate nelle “aree marine a maggior potenziale e a minor sensibilità ambientale”, ignorando clamorosamente – e devo anche sottolineare perché è stato ignorato anche nella riunione del ministero col sottosegretario Vicari – che la Calabria è la terra in cui esiste l’Area Marina Protetta più grande d’Europa, quella di Isola Capo Rizzuto. Quindi, in quest’area esiste un patrimonio unico e di biodiversità che fa della Calabria un’eccellenza.

Il mare, naturalmente, è una risorsa non soltanto della Calabria. Il mare è una terra che difficilmente può dire di avere dei confini; è una penisola, ma per il numero di chilometri delle coste può essere sicuramente paragonata a un’isola, e il mare è una risorsa di tutti, e il fatto di non avere confini nel mare, e il fatto di confondere i propri confini con quelli delle regioni limitrofe fa sì che bisogna pensare che è necessario stare insieme.

E’ proprio per questo motivo che i Presidenti delle Regioni del Sud e dell’Adriatico hanno deciso di promuovere la richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, dell’articolo 35 del decreto legge 22 giugno 2012 numero 83, convertito con modificazioni della Legge 7 Agosto 2012 numero 134.

La decisione assunta a difesa del nostro mare e del ruolo delle Regioni è una iniziativa di grande coraggio politico e istituzionale.

Le trivellazioni dei fondali marini, oltre ad essere dannose per l’ambiente, non garantiscono né ricchezza né occupazione per il territorio interessato.

Guardate, proprio in questi giorni ho letto sul “Garantista” “se le trivelle potessero essere una risorsa per la Calabria e comunque per le nostre regioni”. Mi viene da sorridere, pensando che le royalties che vengono riconosciute dal Governo centrale alle Regioni sono le più basse rispetto a tutti gli altri posti del mondo intero: se poter fare un’estrazione in Nigeria costa il 40 per cento, in Italia il 9 per cento! Quindi capiamo che tipo di ricaduta ci può essere sul nostro territorio.

Sono molti i rischi, sia dal punto di vista ambientale e sismico, qualora si dovesse dare il via alle trivellazioni in questa vasta area costiera.

Voglio ricordare, visto che ho parlato dell’area marina protetta di Isola Capo Rizzuto, che esiste a sud del promontorio di Capo Colonna nel mare una mega frana che parte dalla Sila pedemontana e che vede, negli ultimi anni, probabilmente anche per l’accelerazione dovuta all’attività antropica, ma anche e soprattutto a quella delle trivellazioni di “Ionica Gas”, un’accelerazione di un millimetro all’anno di questa frana.

Mi rendo conto che un millimetro può sembrare quasi un’inezia, ma per una frana che è lì da millenni costituisce un’accelerazione che sicuramente deve preoccuparci.

L’altro dato che deve far riflettere è quello che i detriti scaturiti dalle trivellazioni, una volta versati in mare, penalizzerebbero il turismo in queste zone.

Aver concordato di deliberare, nel corso di questo Consiglio regionale, sulla proposta di un referendum abrogativo dell’articolo 35, comma 1, del Decreto Sviluppo, è una prima vittoria per tutta Calabria, anche perché questo lavoro è frutto di una comunione di intenti a tutti i livelli istituzionali.

Voglio ribadire che, nel corso delle varie iniziative sul territorio nazionale, alle quali abbiamo partecipato da protagonisti, abbiamo illustrato le motivazioni contrarie alla campagna promossa dallo Stato, che prevede l’istallazione di piattaforme estrattive nei nostri mari. Queste cause sono la subsidenza, l’alto rischio sismico, la presenza di parchi marini protetti e parchi archeologici di fama mondiale.

Le norme della legge “Sblocca Italia”, per la parte che riguarda le trivellazioni nel mar Jonio e nel mar Adriatico, costituiscono un sopruso dei poteri legittimi ed istituzionali delle Regioni. L’articolo 117 della Costituzione, infatti, assegna alle Regioni importanti prerogative in materia di governo del territorio e di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia – e lo diceva bene prima il consigliere che mi ha preceduto nel suo intervento – deve tornare alle Regioni questa potestà e questa autonomia. Sono le Regioni che conoscono il proprio territorio e sono le Regioni che possono legiferare e proteggere il proprio territorio.

Se allo Stato spetta il compito di dettare i princìpi congeniali alla tutela di esigenze di carattere unitario, nell’ottica del principio di leale collaborazione, emerge sicuramente la necessità di una forte intesa con le Regioni. Non a caso, come precisato dalla Corte Costituzionale nella sentenza 24 maggio 2005 n. 383, la necessità di un’intesa forte riguarda una serie di funzioni statali di amministrazione attiva, finalizzate a garantire la sicurezza energetica. Per forte intesa deve intendersi un atto a struttura necessariamente bilaterale e, come tale, non suscettibile di essere surrogata dalla determinazione unilaterale di una di queste parti, anche se questa parte è il Governo centrale.

Alla luce di quanto stabilito dall’articolo 117 della Costituzione, le Regioni chiedono con forza un’intesa forte e – badate bene – lo chiedono non solo le Regioni interessate sulla fascia adriatica, ma alla prossima riunione Stato-Regioni lo chiederanno tutte le Regioni italiane che hanno sposato questo principio, mettendo in discussione innanzitutto l’impostazione dell’articolo 38 del decreto Sblocca Italia che stabilisce una preminenza del Governo centrale, classificando come strategiche le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi.

Infatti, non a caso, uno dei primi atti subito dopo l’insediamento del governatore Mario Oliverio è stato quello di impugnare presso la Corte costituzionale l’articolo 38.

Ma veniamo alla proposta del referendum abrogativo ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, dell’articolo 35, comma 1, del decreto legislativo 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni dalla legge 7 Agosto 2012 n. 134. Con questa delibera non viene richiesta l’abrogazione dell’intero decreto, come diceva prima il consigliere che mi ha preceduto e – ci tengo a sottolinearlo – anche una abrogazione totale dell’articolo 35 non sarebbe possibile e neanche auspicabile, giacché, quand’anche possibile, abrogandolo interamente si andrebbe ad abrogare anche il divieto di ricerca e di estrazione del gas e del petrolio entro le dodici miglia marine, ciò che è stato già normato precedentemente.

Da eliminare sarebbe, invece, la previsione della non applicabilità del divieto ai procedimenti amministrativi in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128, destinati a concludersi con il rilascio del titolo minerario.

D’altra parte, l’articolo 35 è intervenuto proprio al fine di rimuovere tale divieto, introdotto con il decreto legislativo n. 128/2010, a seguito del disastro petrolifero del Golfo del Messico. E mi preme sottolineare che nel Golfo del Messico le correnti sono maestose rispetto a quelle che riguardano il Golfo di Taranto.

Quindi, al fine di rispettare la “matrice razionalmente unitaria” del quesito, da sottoporre a referendum con un unico quesito, si intende anche la disposizione che disciplina la valutazione di impatto ambientale, che risulta collegata alla disposizione sui procedimenti in corso: se dall’abrogazione referendaria discende il divieto dei procedimenti in corso, anche la disciplina della valutazione di impatto ambientale va, infatti, eliminata, poiché, diversamente, la disposizione resterebbe priva di efficacia.

L’abrogazione non potrebbe, invece, riguardare i titoli abilitativi già rilasciati, in quanto, in questo caso e diversamente dall’abrogazione della previsione legislativa sui procedimenti in corso, la Corte dichiarerebbe certamente l’inammissibilità del quesito, stante il limite della tutela del legittimo affidamento che la discrezionalità del legislatore – e quindi anche della proposta referendaria – incontra.

Anche le disposizioni dell’ultima parte dell’articolo 35 non potrebbero essere sottoposte ad abrogazione, poiché la disposizione incontrerebbe il limite della non reviviscenza della norma abrogata; la disposizione successiva incontrerebbe il limite delle leggi tributarie, secondo l’interpretazione che ne dà la Corte costituzionale.

Ecco perché nella richiesta referendaria che i Consigli regionali di Basilicata, Puglia, Molise, Marche, Abruzzo e oggi la Calabria deliberano al punto 2 di formulare il seguente quesito:

“Volete che sia abrogato l’art. 35, comma 1, del decreto legge 22 giugno 2012, n.83, come convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, limitatamente alle disposizioni:

‘procedimenti concessori di cui agli articoli 4, 6 e 9 della legge n. 9 del 1991, in corso alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 giugno 2010 n. 128 ed i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi, nonché l’efficacia dei e alla medesima data, anche ai fini della esecuzione delle attività di ricerca, sviluppo e coltivazione da autorizzare nell’ambito dei titoli stessi, delle eventuali relative proroghe e dei procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi.

Le predette attività sono autorizzate previa sottoposizione alla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del presente decreto, sentito il parere degli enti locali posti in un raggio di 12 miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività di cui al primo periodo, fatte salve le attività di cui all’articolo 1, comma 82 sexies, della legge 23 agosto 2004, n. 239, autorizzate, nel rispetto dei vincoli ambientali da esso stabiliti, dagli uffici territoriali di vigilanza dell’Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse, che trasmettono copia delle relative autorizzazioni al Ministero dello sviluppo economico e al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare?’”

Concludendo, mi preme sottolineare che non si tratta di un “no” ideologico alla ricerca attraverso le trivellazioni, come ha già ribadito nell’incontro di Bari il governatore Oliverio, quindi non si tratta di un “no” che può essere strumentalizzato come un generico no dei “No Triv”, il cui lavoro, tra l’altro, voglio sottolineare, perché voglio dire che tutte le associazioni ambientaliste ci sono state vicine ed hanno avuto la cortesia di fornirci pedissequamente tutti gli strumenti di cui noi avevamo necessità, ma si tratta di un “no” che scaturisce dalla valutazione concreta del contesto nel quale si propone di procedere all’autorizzazione delle trivellazioni. Si tratta di un “no” che serve a difendere il nostro territorio, il territorio della Calabria e il territorio delle regioni costiere, soprattutto il nostro mare, tenendo presente anche quello che viene fatto dalle altre parti, tenendo presente che l’Adriatico non vede affacciata soltanto l’Italia, ma anche regioni di altre nazioni che, in questo momento, stanno legiferando in maniera diversa con un “no” netto alle trivellazioni.

Il nostro non è un atto di contrapposizione alla scelta del Parlamento o del Governo, ma una legittima iniziativa a tutela della nostra terra. Sarebbe auspicabile – e me lo auguro sinceramente – che questa delibera venisse approvata all’unanimità, perché sarebbe un segnale forte di unità, di superamento di tutte le barriere ideologiche, ponendo in tal modo al primo punto la difesa dei nostri territori, del nostro mare, dei nostri cittadini e – perché no? – un voto che esalti la democrazia e dia corpo ad una nuova idea di regionalismo. Grazie.

(Applausi)

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Grazie, Presidente, per la battaglia che ha fatto per questa legge, per il coraggio, Presidente e assessore, che avete avuto nel mettervi contro una legge nazionale sbagliata. Noi, come gruppo “La sinistra”, la sosteniamo convintamente e condividiamo la scelta che ha fatto per dire di no alla distruzione del nostro territorio. Quindi, come gruppo consiliare “La sinistra”, assessore, voto a favore di questa sua proposta e al più presto se ci sono le condizioni per fare un intervento molto più ampio per quanto riguarda la questione ambientale, perché la Calabria è in una situazione difficile e complicata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Intervengo per dire che abbiamo seguito anche sulla stampa l’argomento di questo dibattito. Anche io sono stato nei mari del nostro Ionio, sono andato con i sindaci a posizionare le targhe contro questa decisione che il nostro territorio avrebbe subìto nelle sue conseguenze.

Quindi, su questo provvedimento votiamo come calabresi – e ringraziamo anche l’assessore e il Presidente su questo tema – e almeno io personalmente sono completamente a favore.

PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

(Applausi)

Dopo il voto su questo punto, il Consiglio regionale deve votare due delegati alla presentazione dei quesiti referendari che abbiamo appena approvato. Su proposta della Presidenza, sentiti i capigruppo, pongo in votazione la designazione di due consiglieri delegati alla presentazione, Arturo Bova e Fausto Orsomarso.

(Il Consiglio approva)

I due consiglieri, pertanto, saranno quelli delegati alla consegna dei quesiti referendari.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 49/10^ di iniziativa dei consiglieri F. Cannizzaro, F. Sculco, G. Giudiceandrea, S. Romeo, A. Nicolò, O. Greco, G. Arruzzolo, recante: “Referendum abrogativo, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e dell’art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, ‘Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare’, dell’art. 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 151, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dall’art. 35, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134’

PRESIDENTE

Il terzo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo n. 49/10^ di iniziativa dei consiglieri F. Cannizzaro, F. Sculco, G. Giudiceandrea, S. Romeo, A. Nicolò, O. Greco, G. Arruzzolo, recante: “Referendum abrogativo, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e dell’art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, ‘Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare’, dell’art. 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 151, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dall’art. 35, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134’, che in sostanza è un altro punto dei quesiti referendari e che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Per lo stesso punto, proponiamo e portiamo in votazione sempre i due consiglieri delegati, Arturo Bova e Fausto Orsomarso.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 46/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure straordinarie per lo sviluppo dell’Area di Gioia Tauro – DDL per l’istituzione di una zona economica speciale (ZES)”

PRESIDENTE

Il quarto punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 46/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Misure straordinarie per lo sviluppo dell’Area di Gioia Tauro – DDL per l’istituzione di una zona economica speciale (ZES)”.

La parola all’assessore Russo.

RUSSO Francesco, assessore alla logistica e sistema aeroportuale

Faccio un intervento velocissimo.

PRESIDENTE

Assessore, le chiedo scusa, mi perdoni, prima facciamo parlare il Presidente della Commissione bilancio, che è stato relatore in Commissione, poi, se dovessero richiederlo i consiglieri ed infine la Giunta.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta, ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Signor Presidente, in data odierna è pervenuto un emendamento, a seguito degli incontri tenutisi presso il Dicastero dello sviluppo economico e l’Agenzia per la coesione con il dipartimento programmazione nazionale e comunitaria; i rappresentanti di quest’ultimo mi hanno riferito che si rendono necessarie alcune modifiche alla proposta di provvedimento amministrativo numero 46/10.

Nella seduta del 10 settembre scorso, abbiamo licenziato questa proposta di provvedimento amministrativo relativa all’istituzione di misure straordinarie per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro – Disegno di legge per l’istituzione di una zona economica speciale, di cui l’acronimo è Zes.

Questo provvedimento, ovviamente, è stato trasmesso al Consiglio perché eserciti la sua potestà legislativa, presentando la proposta di legge in oggetto alle Camere.

La finalità di questo provvedimento è quella di creare una zona economica speciale all’interno dell’area di Gioia Tauro, che comprende, coinvolge il retroporto e, al tempo stesso, diversi Comuni, San Ferdinando, Gioia Tauro, Rosarno; ha un’estensione di circa 700 ettari, identifica un territorio ben delineato dove le aziende che si insediano, avendo una specifica amministrazione, possono beneficiare di specifici incentivi e di condizioni favorevoli in termini doganali, fiscali, finanziari – ma su questo sarà più preciso l’assessore, che ringrazio per il lavoro certosino davvero apprezzabile – ovviamente il tutto per attrarre investimenti e perché abbiamo detto, sin dal nostro insediamento – e questa è stata una bandiera del presidente Oliverio – di liberare le risorse del porto di Gioia Tauro e farlo diventare attrattivo, così come al momento non è.

Le modifiche presentate riguardano l’articolo 6 “Incentivi al funzionamento per le piccole e medie imprese”, nel quale non si precisa se si tratti di aiuti in forma di abbattimento fiscale; al riguardo, si pone in evidenza che le forme di aiuto sono le medesime previste dall’articolo 4, comma 2, lettere a), b), c) e d), che sono appunto gli incentivi agli investimenti, pertanto si provvederà ad integrare l’articolo 6 con un richiamo alle forme di aiuto previste dall’articolo 4.

Poi è stato osservato che l’articolo 7, cioè “Ulteriori misure di incentivazione”, configurerebbe una norma assolutamente programmatica di dubbia utilità e al riguardo si rende necessario integrare l’articolo 7, specificando la natura degli aiuti e la loro durata.

Gli aiuti concedibili saranno aiuti a progetti di ricerca e sviluppo, aiuti all’innovazione a favore delle Pmi, aiuti per l’innovazione dei processi e dell’organizzazione. Gli aiuti concessi sulla base di questa legge potranno essere fruiti dall’impresa per ciascun periodo d’imposta, fino alla concorrenza del valore del contributo concesso massimo consentito dalle pertinenti disposizioni comunitarie.

In considerazione di tutto ciò, potrebbe apparire tecnico il ragionamento, però è necessario farlo, perché all’articolo 6, primo comma, alla parola “istituisce” si sostituisce l’espressione “potrà istituire” e all’articolo 6, dopo il primo comma, è inserito il seguente comma: “Gli aiuti concessi sulla base del presente articolo potranno essere fruiti dall’impresa per ciascun periodo d’imposta, fino alla concorrenza del valore del contributo concesso massimo consentito dalle pertinenti disposizioni comunitarie”.

All’articolo 6, il comma 3 – che è il comma 2 della versione adottata dalla delibera di Giunta – andrebbe modificato come di seguito riportato: “Con decreto del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione, saranno determinate le condizioni limite e le modalità di applicazione delle agevolazioni di cui al presente articolo”.

L’assessore Russo, che discuterà questo punto all’ordine del giorno, entrerà più nello specifico anche delle opportunità che questa proposta porta con sé.

Devo ringraziare i membri della Commissione, perché nel pieno della calura estiva, ad agosto, hanno voluto concorrere con un voto unanime alla stesura del parere, che ovviamente è favorevole.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Intervengo per sostenere che il lavoro svolto è stato apprezzato, però c’è da dire che l’iter riguardante l’argomento testé in oggetto fu avviato dalla Giunta Scopelliti, attraverso delle fasi che hanno impegnato l’esecutivo il 7 settembre del 2012 deliberando l’attivazione delle procedure di riconoscimento della zona economica speciale dell’area portuale di Gioia Tauro. Un’altra fase a maggio 2013: su proposta del presidente Scopelliti, fu disposta la trasmissione del disegno di legge al Consiglio regionale, affinché si attivasse la presentazione di una proposta di legge alle Camere. Quindi ci furono dei passaggi anche con la presentazione alle Camere. Voglio dire che basta continuare un iter che è stato già incardinato, responsabilmente, dalla precedente amministrazione regionale.

Siamo qui per dare il nostro contributo per vigilare, affinché questa continuazione sortisca gli auspicati effetti per una progettualità che riguarda il porto di Gioia Tauro, perché noi pensiamo che non ci possa essere uno sviluppo per il territorio calabrese, che deve fungere da traino e non da fanalino di coda, senza immaginare una progettualità importante per il porto di Gioia Tauro e per un Piano trasporti integrato.

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? No. La parola all’assessore Russo.

RUSSO Francesco, assessore alla logistica e sistema aeroportuale

Volevo fare soltanto alcune annotazioni, poi possiamo entrare nel dettaglio, se vogliamo, ma vorrei sfuggire un poco dai tecnicismi, volevo entrare più su due fatti importanti.

La questione della Zes è una questione lungamente dibattuta in Italia sotto varie forme e sotto varie riflessioni. Quello che si sta proponendo adesso è un’attualizzazione rispetto a due momenti particolarmente importanti. La vecchia proposta, quella che era incardinata negli atti parlamentari, qualora in questo momento partisse per Bruxelles, sarebbe palesemente in contrasto con la normativa comunitaria attuale e con il nuovo Piano nazionale strategico della portualità e della logistica.

Questo è il motivo per cui, con la Giunta insediata il 21 luglio, l’11 agosto, quindi con una corsa contro il tempo, abbiamo esitato questa delibera, su cui stiamo continuando a lavorare, attualizzando proprio tutta la questione Zes alla Direttiva comunitaria vigente oggi. Quindi la riflessione è questa: noi dobbiamo assolutamente attualizzarla, perché altrimenti sarebbe stata la riproposizione di una richiesta politica che Bruxelles non approverebbe. Qua, invece, si voleva essere molto propositivi e molto operativi, attualizzare rispetto a quella che è la Direttiva attuale, infatti anche a valle – ma è quello che diceva il Presidente della Commissione, Aieta, poco fa – in questi stessi giorni che vanno dall’11 agosto ad oggi abbiamo continuato a lavorare sempre sulla delibera, per portare gli ulteriori avanzamenti. Infatti già la versione che stiamo approvando in Consiglio è avanzata anche rispetto a quella passata in Giunta, perché stiamo cercando di togliere tutti i massi che ci sono in mezzo alla strada, affinché questa possa essere approvata.

Allora, è necessario mettere il provvedimento in linea con la Direttiva europea – questo era quanto dicevamo – e poi in particolare, in questo momento, in linea con il Piano nazionale strategico portualità e logistica – ricordo – approvato dal Governo il 5 agosto; siamo la prima Regione che ha un atto esecutivo in linea con il Piano nazionale strategico portualità e logistica, che richiama espressamente in un’azione la formazione di queste azioni. Questo è particolarmente importante, perché ci pone già come caso propositivo nelle riflessioni che facciamo. Questo è il primo elemento.

Il secondo elemento è quello di avere allineato il Piano nazionale strategico portualità e logistica alla nuova autorità di sistema portuale che deriva dalla nuova legge sui porti. La nuova legge sui porti ha definito un’autorità di sistema, quindi alla vecchia Autorità portuale si sostituisce l’Autorità di sistema, ed è stato richiamato espressamente in questa nuova versione della Zes quanto previsto dal nuovo Piano. Quindi anche in questo caso siamo perfettamente in linea.

Il nostro è un auspicio, stiamo cercando di togliere – l’idea è questa in relazione agli emendamenti che stiamo introducendo adesso - qualunque cosa che possa far deragliare o arrestare la questione.

Per quanto riguarda il processo seguente, non a caso noi abbiamo richiamato tutto quanto il pregresso, ma per non perdere le priorità. Adesso la questione qual è? Questo documento, per quanto ci riguarda, è un documento di indirizzo, quindi in questo caso per noi è particolarmente importante, perché se a un documento di indirizzo noi possiamo dare seguito – è questa la cosa su cui sto cercando di lavorare in questo momento, già ha delle proposte di approfondimento – per ciascuno degli elementi principali che fanno capo solo alla Regione Calabria, quindi non dipendono da Bruxelles, ci sono tutta una serie di strumenti, quali l’one stop shopping, singole window, che dipendono solo da noi.

L’ipotesi è a valle dell’approvazione del Consiglio, chiaramente, non a monte, e cioè procedere con una serie di delibere attuative dei singoli punti, perché se vediamo tutto l’articolo 7, è tutta la specificazione che dobbiamo fare nell’area. Sull’articolo 7, dunque, non dobbiamo avere specificazione da parte di Bruxelles, siamo noi che dobbiamo dare delle indicazioni.

Se vogliamo fare delle altre riflessioni, per quanto mi riguarda è un tema particolarmente gradito, quindi possiamo continuare a specificare; se riteniamo di stare soltanto all’interno della delibera Zes, senza allargarci a tutti i problemi dell’area di Gioia Tauro, mi fermerei qua; se vogliamo offrire delle altre riflessioni, le possiamo dare, darei due-tre spunti soltanto, se mi date qualche minuto ancora.

Gli altri due-tre spunti che si collegano con questo sono le altre due riflessioni importanti che si stanno facendo e che riguardano, in particolare – la questione è sempre quella – come si fa ad ancorare a terra il porto di Gioia Tauro. Il porto di Gioia Tauro è un grande porto, ma sappiamo è un porto di transhipment, quindi è come se fosse un grande porto isolano.

La proposta e la riflessione su cui stiamo lavorando fortemente in questo momento è la possibilità di riconnettere alle grandi direttrici ferroviarie l’asse che porta a Gioia Tauro. In questo momento, quest’asse ha due particolari problemi: un primo problema è relativo alla lunghezza dei treni, perché in questo momento i treni che arrivano e partono da Gioia Tauro non possono superare i 400 metri, quando, invece, il treno europeo medio punta a 800 metri.

Di nuovo, non voglio fare tecnicismo, però vuoto per pieno, poiché il costo della macchinista, il costo della trazione, la locomotiva, l’elettricità, tutti questi costi sono sostanzialmente uguali per un treno da 400 metri e per uno da 800, se facciamo un treno da 800, è evidente che il costo per carro singolo e il costo per container sarà esattamente metà. Quindi c’è un interesse forte, in questo momento la Francia viene attraversata da treni da mille metri.

Allora, se vogliamo fare il feederaggio a terra, dobbiamo innanzitutto puntare al treno da 750 metri subito e una prospettiva da mille metri. Questo è il primo punto.

L’altro punto per noi particolarmente importante è la questione delle sagome ferroviarie che ad oggi non consentono di transitare con i contenitori marittimi, che sono un poco più alti dei contenitori standard da 2,40, i contenitori marittimi sono da 2,80, non consentono su carri pianali standard di passare nelle gallerie.

Allora c’è una forte interlocuzione con il Governo e con le Ferrovie per ottenere questa risagomatura che ci consenta di fare passare sui carri pianali standard anche i container marittimi.

Questi due temi sono particolarmente importanti, perché danno un’economicità alla possibilità di andare sulla terra. Se andiamo sulla terra e quindi riusciamo a riagganciare questa cosa che nei vent’anni non si è riusciti a fare, allora si può dare un contributo importante.

Ricordo che nel 2006 c’è stata una stagione in cui con carri particolari, con semplificazioni particolari, si è arrivati a fare – vuoto per pieno – 100 mila pezzi che partivano da Gioia Tauro via ferro.

La stagione del 2006 è stata particolarmente importante perché in quel momento c’era il ferro-bonus nazionale, cioè un contributo all’alimentazione via ferro.

Il tentativo che stiamo facendo in parallelo, quindi nel quadro complessivo delle azioni per Gioia Tauro, riguarda le infrastrutture, treno da 750 metri, sagome ferroviarie adeguate. Ci sono una serie di azioni particolarmente importanti che abbiamo rimesso in pista per quanto riguarda invece i servizi.

Tutti quanti abbiamo letto in questi giorni la polemica formidabile che c’è sulle due nuove autostrade fatte in Lombardia – la Brebemi e la Parallela – che sono costate un botto di soldi, doveva essere finanza di progetto mentre invece è diventata finanza dello Stato.

Dovevano passare 60 mila autovetture e ne passano neanche 20 mila.

Se noi da una parte facciamo una riflessione sulle infrastrutture e stiamo dicendo che dobbiamo potenziare le infrastrutture terrestri a servizio del porto di Gioia Tauro, la stessa riflessione e lo stesso impegno lo stiamo mettendo nel supportare i servizi.

In questo caso c’è una richiesta specifica che sta facendo la Regione Calabria su cui abbiamo una interlocuzione con Bruxelles per avere il ferro-bonus Calabria.

Sto riportando alcuni dei momenti principali della riflessione, da una parte quelli infrastrutturali e dall’altra parte quelli dei servizi.

Ad esempio, se possiamo avere l’aeroporto ma non atterrano gli aerei è inutile che abbiamo fatto l’aeroporto.

La stessa cosa per le reti ferroviarie: facciamo il treno da 750, però poi il treno che ci passa non c’è, è inutile che l’abbiamo fatto ma già sappiamo che nel 2006 – c’è la prova provata – con il ferro-bonus in atto c’è stato questo notevole salto di allocazione sulla ferrovia.

L’allocazione sulla ferrovia è importante perché vuol dire che riusciamo a passare e quindi rappresenta una delle azioni strategiche complessive; da una parte abbiamo detto che c’è il mantenimento del transhipment e abbiamo fatto stazioni forti sulle tasse di ancoraggio, la seconda grande cosa è questo dell’impatto economico sulla logistica riorganizzativa e la distribuzione che vogliamo fare nella Zes, la terza è il potenziamento ferroviario, infrastrutturale e di servizio.

Questo quadro complessivo deve far fare all’area di Gioia Tauro questo salto forte in cui noi crediamo.

Ricordo che così come Gioia Tauro da specchio d’acqua in cui si andava a pescare è diventato il più grande porto del Mediterraneo in poco più di 7 mesi, il transhipment e le azioni a mare sono particolarmente delicate.

Ricordo che oggi Taranto è vuoto. Ringrazio fortemente il Consiglio per l’attenzione che ha dato, per questo spazio anche che mi si è voluto dare e ringrazio moltissimo tutti i consiglieri, la massima istanza democratica della Regione, perché stiamo cercando di mettere quanto più insieme possibile tutti i mezzi per far sì che questa grande regione - come ha detto prima l’assessore Rizzo – riesca a riconciliare la storia con la geografia.

La storia, 25 secoli addietro, con le grandi città, con Sibari e la Magna Graecia, poneva la Calabria al centro del Mediterraneo e dico la Magna Graecia perché era più importante della Grecia. Ad un certo punto la storia è divaricata rispetto alla geografia.

La Calabria è rimasta al centro del Mediterraneo, era sempre geograficamente lì, ma la storia se ne è andata da un’altra parte. Le Repubbliche marinare le hanno fatte altre città, i grandi porti sono da altre parti. Adesso si tratta di creare le condizioni – e io spero che queste condizioni ci siano - perché di nuovo la storia si ricongiunga con la geografia e la Calabria riconquisti il posto di forza marinara di cui ha il dovere geografico e storico. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Mi perdonerà l’assessore e la sua visione di storia e geografia in Calabria, ma purtroppo negli ultimi anni è mancata anche un po’ la grammatica e l’algebra, giusto per rimanere nella battuta dell’assessore.

Io mi preoccupavo di non creare doppioni, alla luce dell’intervento del collega di Forza Italia, Nicolò, che ha riferito che in Commissione al Senato è giacente il deliberato del precedente Esecutivo, fatte salve le sottolineature dell’assessore che parlava di apportarvi modifiche e aggiunte specifiche, anche come richiesta al Governo.

Noi abbiamo già giacente in Commissione al Senato– se non vado errato in Commissione trasporti e finanza - la proposta di Zes, non vorrei che ci fosse la sovrapposizione di una ulteriore proposta.

Non ho nulla contro l’approvazione di questa norma importante ma starei attento perché, al di là della proposta di legge di iniziativa del collega Greco che duplica la dieta mediterranea, sulla Zes prudenzialmente andrei a verificare questo aspetto come suggeriva il collega Nicolò. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Brevemente perché l’assessore Russo ha ampiamente argomentato sui contenuti di questi proposta.

Prendo la parola perché sollecitato dagli interventi dei consiglieri Nicolò prima e di Orsomarso adesso per chiarire che la nostra non è una iniziativa che tende ad affermare primogeniture – sarebbe sciocco – e tra l’altro non sarebbe nemmeno una primogenitura.

La nostra iniziativa di portare una proposta di legge scaturisce dal fatto che il disegno di legge che è giacente presso la Commissione industrie del Senato è largamente superato dall’aggiornamento delle normative comunitarie, tant’è che ha proprio lo spirito, l’intento di aggiornare alla luce delle nuove normative comunitarie i contenuti di un disegno di legge e di avanzarlo come proposta interamente emendativa a quel disegno di legge che è giacente.

Perché largamente superata? Tutta la normativa relativa alla defiscalizzazione, alla contribuzione ecc., è stata definita con l’apporto di un rappresentante dell’Agenzia della coesione, del Mef, in sede nazionale, per rendere il provvedimento sostenibile, altrimenti faremmo una iniziativa che agita la questione e rischieremmo di mantenerla parcheggiata per anni, come è avvenuto non per responsabilità di questo Consiglio regionale o di chi mi ha preceduto. Non è questo il punto.

Il problema è di merito, cioè vedere come attivare un’iniziativa per sbloccare la situazione. Questo disegno di legge è frutto di questo confronto, per cui noi l’abbiamo portato in Consiglio anche per renderlo ancora più forte e autorevole, più efficace dal punto di vista delle interlocuzioni col Governo e col Parlamento.

Anzi ritengo che anche su questo, soprattutto su questo - perché nel merito circa le necessità di istituire una Zes a Gioia Tauro ci sia una convergenza in generale - la discussione viene da lontano.

Se noi con questo spirito oggi determiniamo una scelta unanime del Consiglio e ognuno per la propria parte, il Governo della Regione nella interlocuzione col Governo e con i rispettivi gruppi parlamentari anche in sede nazionale, apriamo attraverso le citazioni dei varchi, credo che saremo nelle condizioni oggi di poter tirare i remi in barca, perché è riaperta una discussione anche su questi strumenti, sul Mezzogiorno. Credo che questa discussione possa essere un varco nel quale far passare Gioia Tauro come punto rilevante di una coerenza e rispondenza con questa discussione che si è aperta.

Non aggiungo altro per quanto riguarda il resto perché l’ha fatto ampiamente l’assessore Russo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 43908, di cui do lettura: “Sono apportate le seguenti modifiche: a) all’articolo 6, primo comma, la parola “istituisce” è sostituita dalle parole “potrà istituire”; b) all’articolo 6, dopo il primo comma è inserito il seguente: 2. Gli aiuti concessi sulla base del presente articolo potranno essere fruiti dall’impresa, per ciascun periodo di imposta, fino alla concorrenza del valore del contributo concesso massimo consentito dalle pertinenti disposizioni comunitarie, in una o più delle forme di cui al comma 2 dell’articolo 4; c) all’articolo 6, il comma 3 (comma 2 nella versione adottata con DGR) è così modificato: Con Decreto del Ministero competente, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente disposizione, saranno determinati le condizioni, i limiti e le modalità di applicazione delle agevolazioni di cui al presente articolo.; d) all’articolo 6 è aggiunto il seguente comma 4 che costituisce la “clausola sospensiva”, ai sensi dell’articolo 108.3 del TFUE, necessaria nel caso si proceda a notifica dell’aiuto ex articolo 6: Ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, del TFUE, gli aiuti di Stato di cui al presente articolo non potrà essere data esecuzione prima della relativa autorizzazione comunitaria.; e) all’articolo 7, dopo il primo comma sono inseriti i seguenti commi: Gli aiuti eventualmente concessi sulla base del presente articolo sono da individuare nelle categorie di aiuto disciplinate dal Rweg. 651/2014 e, prioritariamente, nelle seguenti: a. Art. 25 – Aiuti a progetti di ricerca e sviluppo. b. Art. 28 – Aiuti all’innovazione a favore delle PMI. c) Art. 29 – Aiuti per l’innovazione dei processi e dell’organizzazione. Gli aiuti concessi sulla base del presente articolo potranno essere fruiti dall’impresa, per ciascun periodo di imposta, fino alla concorrenza del valore del contributo concesso massimo consentito dalle pertinenti disposizioni comunitarie, in una o più delle forme di cui al comma 2 dell’articolo 4. f) all’articolo 9 il primo comma è così sostituito: 1. Con decreto del Ministero competente, di concerto con il Ministero dell’economia e delle Finanze, da emanarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, saranno determinati le condizioni, i limiti e le modalità di applicazione delle agevolazioni ivi previste.”

(E’ approvato a maggioranza)

Pongo in votazione, così come modificata, la proposta di provvedimento amministrativo numero 46/10^ di iniziativa della Giunta regionale recante: "Misure straordinarie per lo sviluppo dell’Area di Gioia Tauro - DDL per l’istituzione di una zona economica speciale (ZES)".

(Il Consiglio approva a maggioranza)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 31/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Proposta di Regolamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto – (deliberazione U.P. n. 39 del 22.6.2015)”

PRESIDENTE

Il quinto punto all’ordine del giorno recita: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 31/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza recante: “Proposta di Regolamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto – (deliberazione U.P. n. 39 del 22.6.2015)”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA Domenico Donato (Partito Democratico)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, questo Regolamento già approvato dell’Ufficio di Presidenza e portato all’esame dell’Aula non fa altro che riprendere in maniera attuativa la legge di stabilità regionale, numero 12 del 2015.

La Regione Calabria ha istituito la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto, recependo una analoga proposta di legge già approvata dalla Regione Sicilia, la numero 8 del 24 marzo 2014.

Si tratta di una legge che favorisce lo sviluppo delle politiche di prossimità tra la città metropolitana di Messina, istituita con legge della Regione Sicilia, alla città metropolitana di Reggio Calabria istituita con legge dello Stato.

Si tratta di un organismo importante e di uno strumento fondamentale per attuare finalmente quelle politiche condivise di sviluppo, integrazione e di conurbazione tra le città di Messina, Reggio Calabria e Villa San Giovanni.

La Conferenza avrà sede presso il Consiglio regionale della Calabria e vedrà, in prima fila, le due Regioni, Sicilia e Calabria, come interlocutori forti nei confronti del Governo centrale e dell’Europa per dare risposte certe alle comunità che si affacciano sullo Stretto, in tema soprattutto di infrastrutture, mobilità, trasporti, università e ricerca scientifica.

Oggi, con l’approvazione da parte di quest’Aula del regolamento che ne disciplini la composizione, il funzionamento e la struttura organizzativa si darà piena attuazione alla legge e la Conferenza potrà iniziare ad operare.

In merito alle norme regolamentari in discussione, voglio ricordare che la Legge 7 aprile 2014, numero 56 ha istituito in Italia 10 città Metropolitane con l’eccezione in merito alla costituzione della città Metropolitana di Reggio Calabria che vedrà la luce solo alla scadenza naturale degli organi della provincia, prevista per il mese di maggio 2016.

Nell’ambito del regolamento ritengo, pertanto, di suggerire che nella Delibera che l’Ufficio di Presidenza ha adottato venga inserito che nelle more della costituzione della città metropolitana di Reggio Calabria a farne parte come componente sia il Sindaco – finché non sarà costituita nel maggio 2016 - della città capoluogo di Provincia.

In questa sede mi corre l’obbligo di ringraziare il consigliere Scalzo che nella qualità di Presidente del Consiglio regionale ha favorito questa iniziativa; abbiamo ricevuto insieme il Presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed ha fortemente creduto in questa Conferenza come momento di sviluppo della conurbazione e sviluppo di una importante area del nostro territorio. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Partito Democratico)

Ho chiesto la parola per questo provvedimento per confermare tutte le cose che bene ha detto prima di me il collega Battaglia e solo per aggiungere alcune brevi considerazioni.

Ritengo che l’approvazione da parte del Consiglio regionale di questo provvedimento per il coordinamento delle politiche dell’area dello Stretto sia un passaggio significativo che suggella un percorso avviato nei mesi scorsi tra il Consiglio regionale della Calabria e quello della Sicilia, con il consigliere Ardizzone, e condiviso anche con i colleghi calabresi, in particolare quelli eletti in questo collegio. Un ringraziamento particolare va al collega ed amico Battaglia per lo sforzo profuso.

Questo provvedimento è speculare a quello approvato nei mesi scorsi dall’Assemblea siciliana, perché attraverso questo provvedimento vengono gettate le basi per una intesa ambiziosa e significativa che porta l’Istituzione regionale a prendere atto della integrazione che, di fatto esiste, tra Reggio Calabria e Messina e ad integrare la nostra Regione col processo di area metropolitana della città di Reggio Calabria.

Con la Conferenza permanente intendiamo aggirare sul piano sostanziale e politico gli ostacoli ordinamentali che impediscono la formale esistenza dell’area metropolitana dello Stretto. Area che però esiste, di fatto, nell’ambito della integrazione tra Reggio Calabria e Messina in campo culturale, universitario, sociale e professionale.

Durante la mia Presidenza del Consiglio regionale – diceva bene l’amico Battaglia – io ho fortemente creduto in questo progetto ed ho inteso sostenerlo pienamente perché sono convinto che la città metropolitana di Reggio Calabria possa e debba essere una risorsa per tutta la Regione.

La nuova governance non sarà un momento di divisione ma, viceversa, potrà costituire un elemento in grado di rafforzare l’identità della nostra Regione e il suo ruolo nel bacino del Mediterraneo.

L’obiettivo della Conferenza permanente, che avrà sede presso il Consiglio regionale della Calabria e lo farà attraverso l’attivazione dei fondi strutturali e attraverso l’istituzione che non è mai partita – quella dei finanziamenti diretti – e dei programmi operativi come il Pon Metro, è quello di rafforzare il tessuto socio-economico e produttivo della intera regione.

Ritengo che la città metropolitana possa avere uno dei suoi assi portanti nel territorio che partendo da Reggio Calabria e passando per il porto di Gioia Tauro, caro professore Russo, a cui oggi restituiamo la concretezza prospettiva nella Zes, arriva fino alla città di Lamezia Terme, punto di snodo delle comunicazioni regionali e area ad alta vocazione produttiva e direzionale.

In questo modo – e chiudo – lo Stretto viene idealmente congiunto con tutta la Regione Calabria; con la città capoluogo, con Cosenza, con Vibo Valentia e con Crotone e lo fa nell’ambito di una visione che mette da parte ogni campanile e cerca di arricchire tutto il territorio calabrese.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 31/10^ nel suo complesso.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge numero 81/10^ “Variazione di bilancio per assicurare la prosecuzione delle attività dell’Unità di progetto rifiuti”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno proposta dal consigliere Aieta.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge numero 81/10^ “Variazione di bilancio per assicurare la prosecuzione delle attività dell’Unità di progetto rifiuti”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno recita proposta di legge numero 81/10^ “Variazione di bilancio per assicurare la prosecuzione delle attività dell’Unità di progetto rifiuti”.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta, ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Presidente, ho visto lo sgomento dei colleghi della Commissione. Si tratta di una emergenza perché il 30 settembre scadono i contratti del personale, dei soggetti interessati al “progetto rifiuti”. E’ quindi necessario provvedere a questa variazione di bilancio - tra l’altro ho presentato un emendamento interamente sostitutivo - che è di circa 249 mila euro la cui copertura finanziaria è stata certificata dalla relazione dei revisori dei conti, dal parere che troverete nella carpetta.

Onde evitare l’interruzione del rapporto di lavoro con grande nocumento per i lavoratori ma anche per questa unità di progetto che è riferita alla materia dei rifiuti si è resa necessaria questa variazione che chiedo, ovviamente, sia fatta con la dichiarazione di urgenza della legge.

SALERNO Nazzareno (Forza Italia)

Chiedo scusa, Presidente, possiamo sapere qual è questo progetto sui rifiuti? Chi lo gestisce? Io non ho contezza. Giusto per sapere.

Cioè qual è questo progetto rifiuti? Chi lo gestisce? Direttamente la Regione o un ente sub-regionale? Quale dipartimento? Per capire di cosa si tratta.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

E’ il dipartimento ambiente. Tra l’altro è un progetto che risale al 2014, non è nuovo. E’ la struttura tecnica di sostegno all’assessorato, al dipartimento competente.

(Interruzione)

Perfetto.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Ho compreso.

Presidenza del Presidente Nicola Irto

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento interamente sostitutivo, protocollo numero 43915, presentato dal consigliere Aieta e altri, con la richiesta di autorizzazione al coordinamento formale, di cui do lettura: “Articolo 1

1.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              Lo stanziamento dell’UPB U.001.002.001.001 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015 è incrementato di euro 249.000,00.

2.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              La relativa copertura finanziaria è garantita con le risorse allocate all’UPB U.008.002.001.001 la cui disponibilità è contestualmente ridotta dello stesso importo.

3.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico previsto dall’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria).

Articolo 2

1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

La presente legge è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. E’ fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e farla osservare come legge della Regione Calabria”.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Deliberazione Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria - numero 9/2015 – Relazione annuale leggi regionali 2014

Deliberazione Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria - numero 45/2015 sul “persistente inadempimento degli obblighi delle relazioni tecnico-finanziarie a corredo delle proposte di legge, con ciò compromettendo lo svolgimento dei compiti che la legge ha assegnato alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti”

PRESIDENTE

Siamo al sesto punto all’ordine del giorno che recita “Deliberazione Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria - numero 9/2015 – Relazione annuale leggi regionali 2014. Deliberazione Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria - numero 45/2015 sul “persistente inadempimento degli obblighi delle relazioni tecnico-finanziarie a corredo delle proposte di legge, con ciò compromettendo lo svolgimento dei compiti che la legge ha assegnato alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti”

Prego, consigliere Aieta, ha facoltà di svolgere la relazione.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Signor Presidente, trattasi di deliberazioni della Corte costituzionale che abbiamo trattato in Commissione nella seduta del 10 settembre.

Penso che la discussione delle deliberazioni possa essere unificata poiché relative alla medesima materia. Questa relazione, così come accaduto oggi alla Corte dei Conti dove ha partecipato il Presidente della Giunta insieme al Presidente del Consiglio per noi costituisce un prezioso punto di riferimento in ordine anche alle numerose norme richiamate, la cui osservanza - che più volte abbiamo ribadito in Commissione - consentirà al Consiglio regionale di innalzare la qualità legislativa e di ancorare l’attività legislativa ad una sempre maggiore rigorosa programmazione.

Il cuore di queste delibere della Corte dei Conti evidenzia delle criticità che sono di natura tecnico-finanziarie e che sollevano la mancata produzione dell’obbligatoria relazione tecnica/finanziaria a corredo dei progetti di legge.

In sostanza si tratta di numerosi progetti di legge che negli anni sono stati accantonati negli archivi di questo Consiglio regionale che non hanno mai avuto copertura finanziaria. La Corte dei Conti pur dando atto di un miglioramento rispetto all’anno precedente circa la documentazione di supporto all’approvazione dei testi normativi rileva una carente indicazione degli elementi e dei criteri adottati per la quantificazione degli oneri.

La Corte osserva che nel 2014 è stata anche la materia della odierna riunione presso la sede della Corte dei Conti a Catanzaro nel corso del 2014 si è spesso utilizzato l’iter di diretta approvazione in Aula dei progetti di legge svuotando in maniera sensibile le garanzie procedurali ordinarie quali l’approfondimento specialistico delle Commissioni filtro a partire dalla seconda Commissione bilancio e programmazione.

La Corte raccomanda una più rigorosa istruttoria dei disegni di legge che arrivano in Consiglio e ovviamente noi abbiamo rimesso all’Aula l’esame di questa relazione, ravvisando l’opportunità di rafforzare le istruttorie e di presidiare con sempre maggiore scrupolo il rispetto dell’iter regolamentare previsto per l’approvazione delle proposte di legge.

Ovviamente il dibattito è aperto e credo che nei prossimi giorni leggerete la relazione odierna della Corte dei Conti che ricalca molto le raccomandazioni che ci fa nelle delibere che oggi discutiamo e credo che, a partire dalla Commissione da me presieduta, il rigore sarà la rotta che avremo davanti nei prossimi giorni. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi su questa deliberazione. Andiamo alla deliberazione numero 7 “Deliberazione Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria - numero 45/2015 sul “persistente inadempimento degli obblighi delle relazioni tecnico-finanziarie a corredo delle proposte di legge, con ciò compromettendo lo svolgimento dei compiti che la legge ha assegnato alle Sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti”.

Sempre il consigliere Aieta, relatore, ha facoltà di intervenire.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico), relatore

Signor Presidente, abbiamo di fatto riunito i due punti perché le delibere della Corte dei Conti richiamano le precedenti. Ritengo sia superfluo relazionare su questo.

La linea tracciata dalla sezione della Corte dei Conti è quella del rigore, dello scrupolo e di una corretta impostazione nella istruttoria dei disegni di legge.

PRESIDENTE

Il Consiglio ha esaminato le relazioni della Corte dei Conti. Passiamo agli altri punti all’ordine del giorno.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Grazie Presidente, per chiederle il rinvio dei punti previsti all’ordine del giorno dall’otto al tredici.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di rinvio dei punti all’ordine del giorno dal numero 8 al numero 13 presentata dal consigliere Romeo.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

Mozione numero 40 di iniziativa del consigliere Mirabello, recante “Soppressione e accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia a quella di Catanzaro”

PRESIDENTE

Abbiamo inserito all’ordine del giorno la mozione numero 40 di iniziativa del consigliere Mirabello, recante “Soppressione e accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia a quella di Catanzaro”.

Prego consigliere Mirabello.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, colleghi consiglieri, la mozione che ho proposto il 14 settembre riguarda la Legge numero 124 del 7 agosto 2015. E’ la legge delega con la quale il Governo ha sostanzialmente avviato un processo di riorganizzazione degli Uffici Territoriali del Governo.

In questa azione di riorganizzazione viene ricompresa la Prefettura di Vibo Valentia – unica in Calabria – per la quale si prevede un accorpamento con la Prefettura di Catanzaro.

Su questo aspetto, essendoci dei parametri definiti dall’articolo 8, comma 1, lettera e) per i quali le Prefetture rimangono come presidio territoriale del Governo nel momento in cui lo richiedono le caratteristiche del territorio, la presenza della criminalità organizzata, le dinamiche socio-economiche nonché, da ultimo, del fenomeno delle immigrazioni e dei flussi migratori, si ritiene chiaramente che la provincia di Vibo Valentia – nello specifico quel territorio particolare – incrociando questi criteri particolari non debba e non possa essere soppressa.

Tutto ciò non al fine di fare una battaglia di campanile che non ha nessun senso, ma al fine di garantire un presidio così importante dello Stato in un territorio nel quale c’è un avanzamento ed una recrudescenza della criminalità organizzata, c’è una crescita esponenziale dei flussi migratori e un disagio socio-economico crescente per il quale questo presidio dello Stato ha un ruolo – capite tutti – fondamentale.

Pertanto, con questa mozione si vuole impegnare il Presidente della Giunta regionale, la Giunta regionale, con un atto formale, e l’intero Consiglio regionale, affinché nelle more della entrata in vigore di questo provvedimento, per il quale si prevede il 2017, si scongiuri questo atto che rappresenta un arretramento dello Stato sul territorio. Grazie Presidente.

PRESIDENTE

Grazie consigliere Mirabello. Pongo in votazione la mozione di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Legge n. 124 del 7 agosto 2015 avente ad oggetto "Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche" pubblicata nella Gazzella Ufficiale del 13 agosto, stabilisce un processo di riorganizzazione degli Uffici Territoriali del Governo, attraverso una razionalizzazione delle Prefetture che prevede la loro riduzione numerica;

tra le sedi da accorpare rientra anche l’Ufficio Territoriale del Governo di Vibo Valentia, che secondo le disposizioni di legge andrebbe ad essere unificato con quello di Catanzaro;

l’art. 8, comma 1, lett e), della predetta Legge, rubricato "Riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato", con riferimento al processo di riorganizzazione degli Uffici territoriali del Governo, prevede espressamente che nella fase di razionalizzazione, riorganizzazione e riduzione del numero si deve tenere conto delle caratteristiche del territorio, delle presenza della criminalità organizzata, delle dinamiche socio-economiche nonché, da ultimo, del fenomeno delle immigrazioni e dei flussi migratori;

considerato:

che nei recenti dossier, l’ultimo datato aprile 2014, la Commissione Parlamentare Antimafia ha sottolineato la grave situazione di ordine e sicurezza pubblica su tutto il territorio della provincia di Vibo Valentia, denunciando altresì la presenza di "una criminalità organizzata, radicata, pervasiva e capillarmente presente su tutto il territorio" che inquina il tessuto economico in ogni settore, con un elevato tasso di pericolosità e la capacità di influenzare la vita quotidiana;

la recente escalation di attentati e atti intimidatori nei confronti di amministratori locali e imprenditori;

il fenomeno dell’immigrazione sui fronti rivieraschi, che vede la Prefettura di Vibo Valentia impegnata in prima linea nelle operazioni di coordinamento e organizzazione nei numerosi sbarchi che si sono verificati e che continuano a verificarsi nella zona portuale della città capoluogo, nonché nella fase successiva di assistenza e controllo dei flussi migratori sul territorio di competenza;

che il progetto di riorganizzazione e razionalizzazione, per come previsto chiaramente dal citato articolo, non può prescindere da tutti gli elementi sopra espressamente richiamati e che proprio tali specifiche attività dovranno essere tenute in debita considerazione, poiché tali compiti possono essere svolte solo dagli Organi prefettizi;

che proprio sulla questione a livello nazionale si registra un acceso dibattito che vede coinvolti il Governo, i partiti politici, le forze sindacali e sociali e tante associazioni.

tale situazione potrebbe comportare, inoltre, un pericoloso vulnus all’interno delle azioni indirizzate al contrasto e alla lotta alla criminalità organizzata, comportando altresì un grave arretramento sociale ed economico del territorio vibonese poiché la Prefettura, insieme alle amministrazioni locali, rappresenta un importante presidio dello Stato che non può essere sacrificato solo per una logica di natura contabile. Tutto questo comporterebbe, quindi, effetti pesantissimi per 1’intero territorio,

impegna

il Presidente della Giunta regionale a intervenire presso il Governo nazionale, affinché si individuino le azioni volte ad evitare l’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia con quella di Catanzaro e, contestualmente, si possano individuare altresì tutte le attività necessarie alla riorganizzazione, al potenziamento degli Uffici, degli uomini e dei mezzi in servizio presso l’Ufficio territoriale del Governo di Vibo Valentia,

tutto ciò al fine di scongiurare un accorpamento che potrebbe minare seriamente, anche e soprattutto nella nostra regione e, nello specifico, nella provincia di Vibo Valentia, le azioni di lotta e contrasto alla criminalità organizzata.”.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 17 di iniziativa del consigliere Mirabello “In ordine alle iniziative a sostegno degli allevatori ovi caprini colpiti dalla bluetongue, malattia infettiva nota in Italia con il nome di Lingua blu”

PRESIDENTE

Siamo adesso all’ordine del giorno numero 17 di iniziativa del consigliere Mirabello “In ordine alle iniziative a sostegno degli allevatori ovicaprini colpiti dalla bluetongue, malattia infettiva nota in Italia con il nome di Lingua blu” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

il territorio della provincia di Crotone è caratterizzato da una importante presenza di allevamenti ovicaprini che rappresentano una tra le poche realtà produttive crotonesi conosciute in tutta Italia grazie al “pecorino crotonese” che ha da poco ottenuto, tra l’altro, il riconoscimento da parte dell’Unione Europea della denominazione di origine protetta (D.O.P.) ai sensi del regolamento CEE N°. 2081/92;

detti allevamenti rischiano il collasso a causa della recrudescenza della bluetongue, malattia infettiva nota in Italia con il nome di "Lingua blu";

detta malattia, dopo una prima apparizione negli anni 2000 e 2001, è tornata a manifestarsi già nel 2014 e, con ancora più forza, nell’anno in corso;

a differenza di quanto avvenuto in altre regioni e nonostante i numerosi incontri avvenuti presso gli uffici del settore veterinario della ASP di Crotone, ad oggi, nessun provvedimento concreto a sostegno degli allevatori è stato assunto;

considerato che:

la normativa attuale è assai penalizzante per gli allevatori, questa infatti prevede, in caso di denuncia del focolaio, il blocco della vendita dei capi fuori provincia con un conseguente aumento dei costi di macellazione dei capi sani e l’obbligo a carico degli stessi allevatori di sostenere le spese di smaltimento delle carcasse;

nell’anno passato, nonostante le numerose sollecitazioni da parte di ASP, comuni e associazioni di allevatori, non è stato predisposto né un indennizzo a favore degli allevatori né un piano di vaccinazioni che aiutasse a scongiurare una nuova epidemia;

oggi gli allevatori si trovano nella sciagurata condizione di dover scegliere se denunciare il focolaio con le conseguenze di cui sopra o se tacere e correre il concreto rischio che il focolaio diventi una vera e propria pandemia,

impegna

la Giunta regionale a predisporre, di concerto con i dipartimenti Salute e Agricoltura, un piano che:

individui i focolai di bluetongue nel territorio della provincia di Crotone e nel resto della regione;

valuti, con la prudenza del caso, la possibilità di erogare un sussidio, per gli anni 2014 e 2015, a ristoro dei danni subiti dagli allevamenti colpiti dalla malattia sia per il mancato reddito che per i costi di smaltimento delle carcasse,

predisponga un piano di prevenzione per gli anni a venire.”

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello, ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, l’ordine del giorno ha ad oggetto le iniziative a sostegno degli allevatori ovicaprini colpiti dalla bluetongue, malattia infettiva nota in Italia con il nome di "Lingua blu" con particolare riferimento alla provincia di Crotone.

Negli ultimi tempi c’è stata una recrudescenza dei focolai di questa malattia che ha determinato una enorme difficoltà per un settore che rappresenta una eccellenza della Calabria, con particolare riferimento alla produzione del pecorino crotonese.

C’è la necessità di mettere in campo una serie di azioni a partire da un’azione particolare che guarda alla individui i focolai di bluetongue e alla distribuzione dei vaccini oltre che, chiaramente, ad un sostegno per le imprese agricole che subiscono danni ingenti e che hanno difficoltà a denunciare i focolai, poichè questo causa spese enormi per lo smaltimento delle carcasse degli animali che muoiono quotidianamente.

L’obiettivo di questo ordine del giorno è di interessare il Presidente della Giunta affinché si assumano i provvedimenti necessari a dare un sostegno a questi allevatori con particolare riferimento all’area crotonese. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

SCULCO Flora (Calabria in rete)

Presidente, chiedo l’inserimento di un ordine del giorno aggiuntivo inerente le vicende che hanno avuto una particolare accelerazione in questi giorni e che riguardano gli scali aeroportuali di Crotone e di Reggio Calabria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno proposto dalla consigliera Sculco.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

L’ordine del giorno verrà discusso in coda.

Ordine del giorno numero 18 di iniziativa dei consiglieri Esposito, Bova, Tallini, Mangialavori “In ordine al ruolo del S. Anna Hospital nella rete emergenza – urgenza cuore in ambito regionale”

PRESIDENTE

Siamo adesso all’ordine del giorno numero 18 di iniziativa dei consiglieri Esposito, Bova, Tallini, Mangialavori “In ordine al ruolo del S. Anna Hospital nella rete emergenza – urgenza cuore in ambito regionale” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

il Sant’Anna Hospital è il Centro di Alta Specialità del Cuore - istituito ai sensi del Decreto Ministeriale del 29 gennaio 1992- che da circa quindici anni opera in regime di accreditamento presso il SSR e fornisce risposta alla domanda di salute dei calabresi affetti dalle patologie di ambito cardio-vascolare;

i dati ufficiali evidenziano che nel tempo il Centro ha contribuito in maniera significativa a ridurre la percentuale di emigrazione sanitaria verso strutture ubicate al di fuori della regione, oltre ad avere stimolato - sia pure come effetto collaterale- l’avvio dell’attività cardiochirurgica in ambito universitario e favorito l’implementazione sul territorio calabrese dei servizi sanitari pubblici dell’area Cuore, contribuendo peraltro a formare una buona parte del personale che in essi ha operato o tuttora opera;

il ruolo del S. Anna Hospital al servizio della sanità regionale è dimostrato dalla distribuzione dei pazienti per area di provenienza, lì dove risulta che circa il 29% proviene dalla provincia di Cosenza, il 25% da quella di Reggio Calabria, il 24% da quella di Catanzaro, il 13% da quella di Crotone e il 9% da quella di Vibo Valentia;

per quanto riguarda i volumi di produzione, solo nel 2014 i ricoveri sono stati circa 4000, gli interventi chirurgici in ambito cardiaco circa 900 e oltre 700 quelli di ambito vascolare; la Cardiologia interventistica e l’Elettrofisiologia e Cardiostimolazione hanno effettuato circa 3200 procedure, 800 delle quali funzionali all’attività chirurgica; i pazienti che hanno ricevuto assistenza in situazioni di emergenza/urgenza sono stati circa 750, l’80% dei quali provenienti da ASP diverse da quella di Catanzaro; numeri, questi, in linea con quelli registrati negli anni precedenti; i risultati ottenuti in ambito cardiochirurgico, resi pubblici dal Report sull’attività 2014, pongono il Sant’Anna Hospital al medesimo livello dei più accreditati Centri in ambito internazionale;

il Sant’Anna Hospital è dunque "nei fatti" parte integrante e non certo residuale del Sevizio Sanitario Regionale, lo stesso servizio che l’Ufficio del Commissario alla Sanità ed il Dipartimento regionale della Salute stanno cercando di dotare di una rete per l’emergenza cuore che tenga nella giusta considerazione anche l’ospedalità privata accreditata, lì dove si ritiene che la morfologia del territorio possa compromettere il fattore tempo, determinante per il buon esito del soccorso;

considerato che:

i provvedimenti finora adottati in tema di Rete per l’Emergenza relegano il S. Anna Hospital in una posizione del tutto marginale per quel che riguarda la sindrome coronarica acuta (SCA), ignorando al contempo l’ipotesi, tutt’altro che remota (come dimostrano ben i dati), che possano sopravvenire implicazioni di tipo cardiochirurgico; mentre al contrario andrebbe piuttosto sottolineato che il Centro, proprio perché dotato di una U.O. di Cardiochirurgia consente, ove necessario, il passaggio immediato del paziente dalla sala di emodinamica a quella operatoria, azzerando di fatto i tempi di risposta;

il DCA n. 75 del 2015 circoscrive il ruolo del S. Anna Hospital solo alle situazioni "non emergenziali" per i pazienti della provincia di Crotone; formula quantomeno incongrua che, volendo disciplinare fattispecie in cui la libertà di scelta del malato è garantita da una legge dello Stato, lascia invece intendere che quella stessa libertà dipenda dalla previsione di un decreto commissariale;

l’Azienda Ospedaliera Universitaria non è in grado da sola di soddisfare tutta la domanda di salute della popolazione calabrese, al punto che si pensa ad una terza cardiochirurgia; dunque sfuggono le ragioni per cui, da un lato, si vorrebbe implementare il sistema e, dall’altro, di fatto lo si impoverisce;

il provvedimento suscita perplessità e preoccupazione, perché a fronte del volume di prestazioni storicamente erogato al S. Anna Hospital, taglia fuori il Centro presupponendo a priori che le altre strutture siano in grado di farsi carico di tutta l’area emergenziale, quando nella realtà dei fatti così non è;

nelle previsioni del DCA 75/2015 sembrerebbe così intravedersi la volontà da parte della Regione di aggirare, ancora una volta, il tema delle prestazioni rese in emergenza-urgenza dal S. Anna Hospital; tema sollevato ripetutamente in questi anni dal Centro e sul quale si è pubblicamente pronunciato anche il Ministro della Salute attualmente in carica;

un Centro di Alta Specialità obbligato a tenere in pronta disponibilità, h 24 e per 365 giorni all’anno, cardiochirurghi, emodinamisti, rianimatori, perfusionisti e infermieri con un livello di tecnologia sofisticato e soggetto a continui adeguamenti è assurdo che, piuttosto che essere riconosciuto come preziosa risorsa della sanità regionale,  venga relegato ad un ruolo subalterno ignorando quanto sino ad oggi esso ha garantito ai calabresi in termini di risposta alla loro domanda di salute,

impegna

il Presidente della Giunta regionale ad attivarsi affinché l’Ufficio del Commissario alla Sanità ed il Dipartimento per la Salute rivedano i provvedimenti adottati attribuendo formalmente al S. Anna Hospital il ruolo da sempre svolto nell’ambito dell’ emergenza-urgenza cuore col quale ha dato prestigio e risposte alle esigenze servizio sanitario regionale.”

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito, ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Presidente, insieme ad altri colleghi sono firmatario di questo ordine del giorno sul ruolo del Sant’Anna Hospital nell’ambito della rete emergenza-urgenza cuore in ambito regionale.

Per chi non lo conosce, il Sant’Anna Hospital è nei fatti il Centro di Alta Specialità del Cuore, è stato il primo centro di emodinamica in Calabria; prima da solo e poi col Mater Domini, di fatto, ha istituito nel nostro territorio un pronto soccorso non solo cardiologico ma anche cardiochirurgico.

Ha avuto modo di esprimersi favorevolmente sulle iniziative e sull’attività svolta dal Centro cuore Sant’Anna di Catanzaro proprio il ministro Lorenzin in una recente visita. In quella sede il ministro Lorenzin riconosceva che, di fatto, il Sant’Anna espleta una attività di pronto soccorso H24 per 365 giorni l’anno e si auspicava che questo dato di fatto potesse trovare contezza nell’ambito della rete emergenziale che il dipartimento della salute ha emanato col decreto DCA 75.

In questo decreto del commissario ad acta, stranamente, il Sant’Anna Hospital non compare nel percorso acuto della sindrome coronarica. Anche le motivazioni addotte dal commissario e dalla struttura commissariale sicuramente non ci convincono nel momento in cui stabilisce de plano che il Sant’Anna, non essendo un Hub, non può essere in questo percorso, quando invece, meritoriamente, nell’ambito del percorso della sindrome coronarica acuta ci sono Spoke e strutture private che con merito, giustamente, stanno nell’ambito di questo percorso delle emergenze cardiologiche.

Stranamente rimane fuori il Sant’Anna che nell’ambito della rete regionale è insieme al policlinico Mater Domini l’unica struttura che può curare non solo la fase iniziale dell’infarto ma, senza il secondo trasferimento, l’eventuale urgenza perché sappiamo che è dotato della unità operativa di cardiochirurgia.

Al di là delle motivazioni tecniche-amministrative che non ci convincono, perché è estromesso esclusivamente perché non in possesso delle caratteristiche di Hub, ma va sottolineato che ci sono altre strutture che non hanno questa denominazione che si occupano della sindrome coronarica acuta, come predisposta dal dipartimento.

Ma c’è di più. Nell’ambito di questa rete il Sant’Anna deve trovare allocazione se è vero, come è vero, che il dipartimento sta pensando alla istituzione di una terza cardiochirurgia e quindi ad implementare questo supporto per il servizio ai cittadini, quando viene fortemente resa debole l’unica struttura che ha iniziato la cardiochirurgia in Calabria.

Tra le altre motivazioni nella risposta che la struttura commissariale dà alla struttura privata ci sono delle valutazioni, non di ordine gestionale/amministrativo ma di ordine politico quando la struttura commissariale ritiene che il privato debba stare al pubblico solo secondo un criterio di complementarietà laddove ce n’è bisogno.

Ritengo che queste siano valutazioni strettamente politiche che in una Regione normale dovrebbero competere al Consiglio regionale, pur nell’ambito di un settore che è commissariato, perché una valutazione di ordine politico non necessariamente può trovare una sua emanazione con atti amministrativi da parte del commissario stesso.

Qual è questo ordine del giorno firmato insieme ad altri colleghi? Non ripeto il contenuto perché in linea di massima è quanto ho appena detto: invitare e sollecitare il Presidente della Giunta regionale affinché l’Ufficio del Commissario possa rivedere i contenuti di questo decreto ed inserire il Sant’Anna Hospital nell’ambito dell’emergenza-urgenza delle sindromi coronariche acute.

Penso che questo sia un momento che va al di là del Sant’Anna stesso, è un momento di confronto che la politica deve chiedere al commissario, non nella logica di uno scontro ma per andare alla conoscenza di un territorio – perché noi il territorio lo conosciamo probabilmente meglio di chi viene da fuori - ed insieme trovare le giuste soluzioni al fine di dare servizi ai cittadini.

Se il Sant’Anna Hospital è tutt’ora il primo approccio di tantissimi cittadini calabresi questo significherà che qualcosa in termini di efficienza e qualità, 365 giorni all’anno, quella struttura porta in essere.

Deve essere forte l’impegno del Consiglio regionale e del Presidente e, nella logica anche del previsto accorpamento tra il Pugliese Ciaccio di Catanzaro e il Policlinico Mater Domini, a maggior ragione ritengo che ci possano essere anche i momenti amministrativi affinché il Sant’Anna possa essere inserito in quella rete. Ogni altra motivazione non mi convince, anzi mi porta ad alcuni retropensieri che sicuramente non fanno parte di quest’Aula.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Scalzo. Ne ha facoltà.

SCALZO Antonino (Partito Democratico)

Presidente solo alcune considerazioni a questo ordine del giorno che porta anche la mia firma insieme a quella di altri colleghi. Non è una condivisione solo territoriale ma è la condivisione di una valutazione di un settore così importante e delicato per la nostra regione, frutto di considerazioni che a volte e troppo spesso vanno al di là del merito della problematica che attiene alla erogazione dei servizi sanitari della nostra regione.

Non mi appassionano affatto le diatribe e le frequenti dichiarazioni sulla sanità pubblica o privata, ma mi importa che questo governo e questo Consiglio regionale possano far fare un salto di qualità alla sanità della nostra regione.

Questo non è un ordine del giorno a difesa di una struttura ma è una valutazione che mette al centro la ristrutturazione delle emergenze cardiologiche, soprattutto per la cura dell’infarto miocardico e del successivo trattamento, non solo quello emodinamico ma quello interventistico, e consente ad una struttura che lo ha sempre fatto e fatto bene di essere nelle condizioni di continuare ad operare altrettanto bene.

Questo – guardate bene - va nell’ottica della diminuzione della mobilità passiva per interventi così delicati, va nell’ottica della riduzione della mortalità, perché noi quando immaginiamo una riorganizzazione dei servizi sanitari spesso copiamo – siamo dei copioni – non pensando alla struttura orografica della nostra regione e alle sue caratteristiche.

Noi non vogliamo l’ospedale sotto casa, non vogliamo favorire la sanità pubblica rispetto alla privata o viceversa ma vogliamo che le strutture che siano pubbliche o private facciano concorrenza sulla qualità. Questo ci chiedono i cittadini calabresi.

Oggi l’ordine del giorno riguarda il Sant’Anna Hospital, per questa struttura parlano i risultati qualitativi oltre che quantitativi. Noi dobbiamo mettere in condizione le strutture che operano bene affinché lo facciano e se poi una struttura è accreditata che ben venga.

Nel nostro Paese ci sono regioni - e non è un problema ideologico di centro-destra o di centro-sinistra – dove il pubblico e il privato lavorano bene insieme, perché insieme devono rispettare regole e devono avere le condizioni per poter operare altrettanto bene. Queste non sono cose per cui dobbiamo inventarci dei percorsi straordinari.

Basta usare il buon senso, le linee guida in questo settore, e basta che ci regoliamo soprattutto tenendo al centro dell’attenzione il malato senza fare un ragionamento che possa essere di campanile. Oggi Catanzaro domani Reggio Calabria. Io dico di entrare nel merito delle questioni e nel merito questa è una proposta che va sostenuta.

Ho condiviso questo ordine del giorno e quindi propongo che sia approvato e sostenuto successivamente nei confronti con il Commissario per il Piano di rientro perché è una cosa che può essere un punto di partenza per continuare a ragionare in positivo.

Non mi appassionano le discussioni inutili e dannose ma quello che più mi appassiona è poter lavorare per ridare – come in questo settore dell’emergenza cardiologica – una sanità di qualità nella nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo misto)

Anche io sono firmatario di questo ordine del giorno e colgo l’occasione non soltanto per dire di condividere le osservazioni fatte dai colleghi che mi hanno preceduto ma di sottolineare e di invitare i consiglieri regionali, soprattutto quelli che gravitano nella provincia di Catanzaro, o meglio anche oggi tutti quelli che gravitano nel Collegio elettorale - mi riferisco ai colleghi eletti nei territori di Vibo Valentia e di Crotone – ad una riflessione rispetto ad una vera e propria azione che oggi sembra, addirittura, strategica ed organizzata contro questo territorio.

Mi riferisco soprattutto al settore della sanità. Mentre nelle precedenti esperienze, noi abbiamo sempre costretto la Regione a porre in essere degli atti riferiti alla fondazione “Campanella” per cercare, comunque, di tenerla in vita, per darle sempre un’opportunità in attesa di una riforma necessaria che le potesse consentire di sopravvivere, nel momento in cui, attraverso la premialità, dalla sanità poteva venire un po’ di ossigeno nei confronti di questa struttura, ebbene, da quando è arrivato il presidente Oliverio c’è stata la morte della fondazione “Campanella”.

Va bene, è avvenuto. È stata una coincidenza, ma diciamo che non ha mosso un dito, anzi non si è fatto altro che dire di tutto e di più scaricando le responsabilità sulle gestioni precedenti.

C’è, poi, caro consigliere Scalzo, la vicenda dell’ospedale “Pugliese”; lei è in territorio lametino ma è stato anche eletto a Catanzaro.

Avevamo un finanziamento per realizzare l’ospedale “Pugliese” a Germaneto, area già individuata dal comune di Catanzaro e confermata sia con la maggioranza di centro-sinistra che con quella di centro-destra, sia con il sindaco Olivo che con il sindaco Abramo.

Abbiamo confermato quell’area ed abbiamo detto che andava bene. L’abbiamo comunicata alla Regione però questo ospedale per via della problematica della integrazione non si è mai realizzato. Era quello la cui realizzazione doveva iniziare per prima, ma non è partito; abbiamo incontrato il commissario Scura che comincia a mettere in discussione il fatto che questo ospedale si possa anche realizzare.

L’ospedale “Pugliese” che doveva essere il primo ospedale dei quattro da realizzare, oggi viene messo addirittura in discussione.

Abbiamo chiesto se ci sono i finanziamenti per realizzare il nuovo ospedale “Pugliese”, ma, invece, di avere notizie certe al riguardo, riceviamo risposte evasive e sentiamo che alcuni reparti del “Pugliese” sono reparti addirittura moderni e centri di eccellenza.

La protezione civile mette nero su bianco che l’ospedale “Pugliese” non ha i requisiti strutturali e tecnici per reggere alle scosse telluriche ed esso stesso potrebbe – è scritto nella relazione – diventare punto di criticità in caso di grave sisma, i commissari affermano la stessa cosa.

Alla richiesta se i finanziamenti ci sono, sono evasivi dicendo che ci sono altre emergenze in Calabria. Non c’è chiarezza nemmeno su questa cosa.

Recentemente abbiamo assistito ad un tavolo che si è insediato per far individuare l’integrazione e registriamo delle cose assurde che si stanno verificando e che oggi incontrano il netto diniego.

(Interruzione)

Arriverò alla conclusione perché non basta dire cosa sta succedendo.

Il netto diniego dei primari che tecnicamente stanno dicendo al commissario Scura - che nulla capisce di sanità – che spostare il reparto di ginecologia dall’ospedale “Pugliese” al “Mater Domini” significa allontanare e separare questo reparto da quello di neonatologia che interviene in situazioni di emergenza in caso di complicazioni per bambini appena nati, equivale, sostanzialmente, a dire che non si può pensare di organizzare la sanità attraverso gli spazi che possono essere messi a disposizione.

Anche per quanto riguarda l’emergenza-urgenza, i tecnici del “Pugliese” dicono che non si può realizzare un reparto di emergenza-urgenza al “Pugliese” e un’altro al “Mater Domini” perché non si sa chi è in grado di stabilire, durante il trasporto in ambulanza, qual è la patologia per cui il paziente va portato, per competenza, ad un pronto soccorso anziché ad un altro.

Alla fine anche quest’altro provvedimento è contro la città di Catanzaro perché cosa significa togliere l’emergenza ad una struttura di eccellenza riconosciuta a livello europeo. Altra cosa è l’emergenza che significa trovare l’emodinamica e organizzarla in tutti i punti, altro è, invece, tanto per essere concreti, che l’infartuato non può andare prima al “Pugliese” e poi stabilire che invece deve andare al Sant’Anna.

No, deve andare direttamente al Sant’Anna perché, a volte, anche pochi minuti possono salvare la vita a tante persone, come è già accaduto.

Vi dico, riferito al presidente Oliverio, che ci sono una serie di cose che non vanno. Le riferirà il consigliere Orlandino che le sta registrando.

Nell’ultima delibera Cipe compaiono opere delle provincia di Cosenza e scompare il finanziamento per il porto del comune di…

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, la mozione parla di altro.

TALLINI Domenico (Gruppo misto)

Ho concluso, chiedo scusa non vorrei che desse fastidio a qualche catanzarese o meglio a qualcuno che si appropria di rappresentare impropriamente la provincia di Catanzaro.

Se oggi scompaiono i 20 milioni di euro destinati nella delibera Cipe al completamento del porto di Lido – cosa che non era mai avvenuta prima – e compaiono opere che riguardano la provincia di Cosenza, questo è un fatto che approfondirò e dirò anche quali sono le ragioni sottese a questa scelta.

La provincia di Catanzaro non può essere penalizzata come lo è stata in questa fase di gestione. Mi appello ai consiglieri regionali che rappresentano il catanzarese e il crotonese, che rappresentano una realtà dove la politica… ha ragione non c’entra con la Regione ma c’entra soltanto fare il proprio dovere nei confronti di un territorio che ci ha delegato nei diversi ruoli, certamente, ma soprattutto a tutelare gli interessi di questo territorio.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione protocollo numero 40676.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, vorrei, con il consenso dell’Aula, chiedere l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che avevo presentato in data 31 agosto 2015, protocollo numero 40603.

PRESIDENTE

Ne pongo ai voti la richiesta di inserimento.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

Ordine del giorno numero 19 di iniziativa dei consiglieri Sculco, Nicolò ed altri “In ordine alla necessità di potenziamento e rilancio degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo adesso all’ordine del giorno numero 19 di iniziativa dei consiglieri Sculco, Nicolò ed altri “In ordine alla necessità di potenziamento e rilancio degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria”.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Calabria in rete)

Presidente, leggerò l’ordine del giorno che è stato proposto da me e condiviso da tutti i capigruppo presenti in Consiglio regionale e che riguarda le ultime vicende che stanno interessando, con risvolti preoccupanti, l’aeroporto di Crotone e di Reggio Calabria. Lo leggo interamente.

Il Consiglio regionale,

considerato che:

all’indomani del “Rapporto Svimez”, che ha evidenziato le condizioni di grave dislivello del Paese con un Mezzogiorno che arranca e presenta gravi criticità strutturali, il Capo del Governo Matteo Renzi, leader del Pd, ne ha condiviso le analisi allarmanti impegnandosi a presentare un masterplan per l’abbattimento del gap Nord Sud attraverso politiche di investimento per il rilancio del Mezzogiorno e della Calabria;

a fronte del manifestato impegno del Governo a favore del Mezzogiorno, si registrano, in questi giorni e incredibilmente, dichiarazioni estemporanee ed improvvisate, rilasciate nei talk-show e in alcune manifestazioni di partito, da parte di parlamentari ed esponenti del Governo, con cui si mette in discussione la sopravvivenza di infrastrutture strategiche ed imprescindibili per lo sviluppo e la crescita della Calabria e dei suoi territori come gli scali aeroportuali di Crotone e di Reggio Calabria, inneggiando addirittura alla chiusura;

tali esternazioni contraddicono, da un lato, la reale necessità del territorio di puntare sulle infrastrutture per rompere l’isolamento della Calabria e per riagganciarla non solo e riduttivamente sotto il profilo fisico ma anche in termini di sviluppo complessivo al resto del Paese e dell’Europa e, dall’altro, suscitano tensione sociale, allarme e forte preoccupazione;

il Consiglio regionale ribadisce il proprio deciso e forte convincimento sull’importanza delle due infrastrutture aeroportuali, fondamentali per perseguire e realizzare qualunque ipotesi di crescita e di sviluppo, e l’irrinunciabilità non solo del mantenimento ma anche e soprattutto del potenziamento e del rilancio dei due aeroporti di Crotone e di Reggio Calabria,

impegna

la Giunta regionale ad attivare urgentemente ogni azione utile e necessaria a scongiurare lo smantellamento dei due scali calabresi ed a respingere, in ogni sede istituzionale, ogni intenzione che, remando contro la stessa volontà del Governo Renzi, mira a realizzare la definitiva spoliazione e desertificazione economica e sociale di quest’area del Paese, piuttosto che dare alla Calabria com’è invece necessario l’opportunità di inserirsi dignitosamente nei processi di sviluppo in corso”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno testé letto in Aula.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 20 di iniziativa del consigliere Sergio “In ordine a provvedimenti finalizzati ad evitare la chiusura dei nuclei di cure primarie della Provincia di Cosenza e finalizzati al potenziamento degli stessi”

PRESIDENTE

L’ultimo ordine del giorno è il numero 20 di iniziativa del consigliere Sergio “In ordine a provvedimenti finalizzati ad evitare la chiusura dei nuclei di cure primarie della Provincia di Cosenza e finalizzati al potenziamento degli stessi”.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Presidente, si tratta di un ordine del giorno finalizzato ad evitare la chiusura dei nuclei di cura primaria – cosiddetti Ncp - della provincia di Cosenza e volto al potenziamento degli stessi, ne do lettura.

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

i Nuclei di Cure Primarie - NCP - sono unità organizzative di base di un sistema sanitario innovativo di prossimità;

gli stessi, finalizzati alla continuità assistenziale e all’integrazione dell’attività territoriale, contribuiscono al miglioramento della medesima qualità assistenziale oltre che a dare maggiori e più qualificati servizi sanitari nel territorio;

tra le altre, finalità degli stessi NCP sono quelle di gestire patologie non gravi - i c.d. "Codici Bianchi", valutare i pazienti affetti da patologie croniche di particolare impatto sociale e numericamente impegnative;

le suddette valutazioni, con particolare riferimento a quelle inerenti alla ipertensione arteriosa, bronchite cronica ostruttiva, diabete, sindrome metabolica, sono finalizzate a filtrare l’accesso al Pronto Soccorso;

nel territorio della provincia di Cosenza sono presenti 6 Nuclei di Valutazione Primaria (Rende, Montalto, Paola, Corigliano Calabro e 2 su Cosenza) operanti da lunedì a venerdì dalle 8,00 alle 20,00;

ciascuno di tali NCP, grazie all’ausilio di medici, infermieri e personale amministrativo, fornisce assistenza a circa 25mila pazienti;

a far data dal dicembre 2012 sino ad oggi, tali Nuclei di Cure Primarie hanno raggiunto risultati soddisfacenti per l’utenza che beneficia del servizi degli stessi ambulatori ma, al contempo, hanno raggiunto livelli ritenuti soddisfacenti dalla medesima Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza;

con tale sistema si è contribuito ad eliminare lunghe liste di attesa per l’effettuazione di visite specialistiche e per le analisi;

in virtù dei risultati raggiunti, detti NCP sono stati presentati in vari congressi sanitari nazionali e tale formula è stata apprezzata, adattata ed esportata anche fuori dal territorio regionale;

in questi ultimi tempi, circolano con sempre maggiore insistenza voci per nulla positive circa il futuro degli NCP;

infatti, nonostante i livelli raggiunti, i Nuclei di Cure Primarie, una volta terminata la fase sperimentale rischiano di chiudere a fine settembre;

appare paradossale come si possa pensare di chiudere tali Centri che, si ribadisce, nonostante siano ancora ad uno stadio sperimentale, hanno contribuito non poco al miglioramento della qualità assistenziale oltre che a fornire qualificati servizi sanitari nel territorio,

impegna

il Presidente della Giunta regionale ad intervenire sin da subito, presso le sedi competenti, al fine di evitare la paventata chiusura dei Nuclei di Cure Primarie della provincia di Cosenza in quanto, visti i lodevoli risultati raggiunti nella fase sperimentale hanno fattivamente contribuito al miglioramento della qualità assistenziale oltre che a fornire qualificati servizi sanitari nel territorio. Vieppiù, impegna il medesimo Presidente della Giunta regionale ad intervenire, sempre presso le medesime sedi di cui sopra, affinché tali Centri vengano ulteriormente potenziati vista l’alta valenza dei servizi prestati agli utenti.”

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno come letto in Aula.

(Il Consiglio approva alla unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Avendo esaurito l’ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 20,35

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Graziano, Pasqua e l’assessore Viscomi.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Modifiche alla legge regionale 18 dicembre 2013, n. 54 (Accelerazione della definizione di procedimenti agevolativi) – Deliberazione G.R. n. 301 dell’11.8.2015” (P.L. n. 67/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 concernente “Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna - Azienda Calabria Verde – e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna - Deliberazione G.R. n. 313 del 27.08.2015)” (P.L. n. 72/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

“Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2012, n. 33 (Norme per la promozione e la disciplina del volontariato) – Deliberazione G.R. n. 325 dell’8.9.2015)” (P.L. n. 73/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Disposizioni di adeguamento dell’ordinamento regionale al decreto legislativo n. 39/2013 – Deliberazione G.R. n. 328 del 17.09.2015” (P.L. n. 78/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

“Differimento dei termini di conclusione delle procedure di liquidazione o di accorpamento di persone giuridiche, pubbliche o private, previsti da disposizioni di leggi regionali – Deliberazione G.R. n. 341 del 17.09.2015” (P.L. n. 80/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

“Variazione di bilancio per assicurare la prosecuzione delle attività dell’Unità di progetto rifiuti – Deliberazione G.R. n. 327 dell’8.09.2015” (P.L. n. 81/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate, inoltre, le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

D’Acri – “Disposizioni in materia di agricoltura sociale” (P.L. n. 67/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

D’Acri – “Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani al settore primario e contrastare l’abbandono ed il consumo dei suoli agricoli” (P.L. n. 69/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Mangialavori – “Modifica alla legge regionale 29 marzo 1999, n. 8 (Provvidenze in favore di soggetti affetti da particolari patologie)” (P.L. n. 70/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Greco, D’Acri, D’Agostino, Pasqua, Sergio – “Misure per promuovere il turismo sportivo mediante la diffusione del gioco del golf e la realizzazione di impianti golfistici” (P.L. n. 71/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Guccione, Mirabello, Bevacqua, Sergio – “Occupazione nel settore agricolo: dismissione e locazione di terreni agricoli o a vocazione agricola” (P.L. n. 74/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Battaglia, Aieta, Bevacqua, Mirabello, Sergio – “Disposizioni concernenti norme per il contenimento del consumo di suolo agricolo” (P.L. n. 75/10^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Romeo, Sculco, Arruzzolo, Cannizzaro, Giudiceandrea, Greco, Nicolò – “Modifiche alla legge regionale 5 gennaio 2007, n. 1 (Istituzione e disciplina del Consiglio regionale delle autonomie locali)” (P.L. n. 76/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Esposito – “Modifiche alla legge regionale 2 maggio 2001, n. 10 (Medicina dello sport e tutela sanitaria delle attività motorie e sportive)” (P.L. n. 77/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Greco – “Misure a favore di sindaci e amministratori locali vittime di attentati per causa di servizio” (P.L. n. 79/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Adozione della proposta di riprogrammazione del POR CALABRIA FSE 2007-2013, autorizzazione all'Autorità di Gestione a sottoporla ai membri del Comitato di Sorveglianza e a notificarla alla Commissione Europea - (deliberazione G.R. n. 334 del 17.9.2015)” (P.P.A. n. 89/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate alla Presidenza, inoltre, le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza” (P.P.A. n. 50/10^)

“Elezione del Consigliere segretario della Commissione speciale di vigilanza” (P.P.A. n. 51/10^)

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della Commissione contro la 'ndrangheta” (P.P.A. n. 52/10^)

“Elezione del Consigliere Segretario della Commissione contro la 'ndrangheta” (P.P.A. n. 53/10^)

“Nomina di un rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione della Società di gestione dell'aeroporto dello Stretto (SOGAS) (art. 2, legge regionale 19 novembre 1982, n. 15)” (P.P.A. n. 54/10^)

“Nomina di cinque membri tra cui il Presidente, di cui tre nominati dal Presidente della Giunta regionale e due dal Consiglio regionale, nel Consiglio di Amministrazione della FINCALABRA S.p.A. (art. 11 comma 1, lett. a) della legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013)” (P.P.A. n. 55/10^)

“Nomina di tre membri effettivi, di cui il Presidente e un membro effettivo nominati, dal Consiglio regionale ed un membro effettivo ed uno supplente nominato dalla Giunta regionale nel Collegio sindacale della FINCALABRA S.p.A. (art. 11 comma 1, lett. b della legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013)” (P.P.A. n. 56/10^)

“Designazione di due membri nel Comitato di indirizzo di FINCALABRA S.p.A. (art. 11, comma 2, legge regionale 16 maggio 2013, n. 24)” (P.P.A. n. 57/10^)

“Designazione di sette membri effettivi e sette supplenti in rappresentanza della Regione nel COMITATO MISTO PARITETICO PER LE SERVITÙ' MILITARI - Comando Regione Militare Meridionale - Napoli (d.lgs. 66/2010 art. 322)” (P.P.A. n. 58/10^)

“Nomina del DIFENSORE CIVICO presso il Consiglio regionale (Legge regionale 16.01.1985, n. 4-l.r. 22/2008, art. 7)” (P.P.A. n. 59/10^)

“Nomina di un rappresentante della Regione in seno al COMITATO REGIONALE I.N.P.S. PER LA CALABRIA (legge 9 marzo 1989, n. 88, art. 42, comma 4 e DPR 30.4.1970 n. 639)” (P.P.A. n. 63/10^)

“Nomina di due componenti della Regione nel Consiglio di Amministrazione del CONSORZIO DEL BERGAMOTTO (legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41)” (P.P.A. n. 64/10^)

“Nomina di due rappresentanti del Consiglio regionale nel COMITATO DI COORDINAMENTO DELL'ASSOCIAZIONE "TEATRO CALABRIA" (l.r. n. 24/1995 art. 4)” (P.P.A. n. 65/10^)

“Nomina di un rappresentante della Regione nella Commissione per la metodologia di misura del rumore aeroportuale dell'AEROPORTO «S. ANNA» DI ISOLA CAPO RIZZUTO (D.M. Ambiente 31 ottobre 1997 art. 5)” (P.P.A. n. 66/10^)

“Nomina di tre membri e tra questi il Presidente del Comitato regionale per le comunicazioni - CORECOM (art. 5 legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2 - art. 19 legge regionale 5 ottobre 2007, n. 22)” (P.P.A. n. 67/10^)

Nomina di cinque membri di acclarata competenza e prestigio nazionale e internazionale nel COMITATO DI ESPERTI PER LA PROGRAMMAZIONE E LO SVILUPPO REGIONALE DELL'ATTIVITÀ' TEATRALE (art. 2, comma 6 legge regionale 9 febbraio 2004, n. 3)” (P.P.A. n. 68/10^)

“Nomina di tre esperti della Regione, di cui uno in rappresentanza della minoranza, nella CONSULTA REGIONALE PER LA DIFESA DELLE PROFESSIONI (art. 5, comma 1, lett. c) L.R. n. 27/2001)” (P.P.A. n. 69/10^)

“Nomina del Presidente dell'ENTE PARCO REGIONALE (art. 13, Legge regionale 10/2003) Modificato dalla l.r. n. 69/2012” (P.P.A. n. 70/10^)

“Nomina su designazione di 5 esperti indicati dalle Università della Calabria nel Comitato Tecnico- Scientifico Per Le Aree Protette (legge regionale n. 10/2003, art. 5, comma 4, n. 11)” (P.P.A. n. 71/10^)

“Nomina dei Revisore Unico dei Conti nell'ENTE PARCO REGIONALE, scelto ai sensi del D.Lgvo n. 88/92, (art. 15, comma 1, legge regionale n. 10/2003 - Modificato dalla l.r. n. 47/2011)” (P.P.A. n. 72/10^)

“Nomina di tre Dirigenti appartenenti al ruolo della Giunta e/o del Consiglio regionale di cui uno con funzioni di coordinamento (deve ricoprire o aver ricoperto la carica di Dirigente Generale più tre componenti in rappresentanza delle Associazioni di categoria e tre componenti in rappresentanza dei Patronati) nell'ORGANISMO DI COORDINAMENTO E VERIFICA A FAVORE DEGLI INVALIDI (Legge regionale n. 20/2001, art. 1, comma 5)” (P.P.A. n. 73/10^)

“Nomina di un componente nel Consiglio di amministrazione del CONSORZIO PER LA TUTELA DEL CEDRO DI CALABRIA (art. 8, comma 1, lettera b), L.R. 23/2004)” (P.P.A. n. 74/10^)

“Nomina di un membro effettivo iscritto all'Albo dei revisori dei conti nel Collegio Sindacale del CONSORZIO PER LA TUTELA DEL CEDRO DI CALABRIA (art. 10, comma 1, L.R. 23/2004)” (P.P.A. n. 75/10^)

“Nomina del GARANTE PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA (Legge regionale 12 novembre 2004, n. 28, art. 3 - legge regionale 10.7.2008 n. 22, art. 7)” (P.P.A. n. 76/10^)

“Nomina del GARANTE DELLA SALUTE della Regione Calabria (Art. 4, legge regionale 10 luglio 2008, n. 22)” (P.P.A. n. 77/10^)

“Nomina di sei esperti di comprovata esperienza nel nucleo tecnico della COOPERAZIONE E RELAZIONI INTERNAZIONALI della Regione Calabria (art. 12, legge regionale 10 gennaio 2007, n. 4)” (P.P.A. n. 78/10^)

“Nomina di cinque esperti nell'OSSERVATORIO REGIONALE DELLO SPORT (legge regionale 22 novembre 2010, n. 28, art. 10)” (P.P.A. n. 80/10^)

“Nomina di tre componenti, tra cui il Presidente nel Consiglio di Amministrazione "CASA DEGLI OLI EXTRAVERGINI D'OLIVA DI CALABRIA" (legge regionale 10 febbraio 2011, n. 2, art. 6)” (P.P.A. n. 81/10^)

“Nomina di un membro effettivo ed uno supplente iscritti all'albo dei revisori dei conti, del Collegio dei sindaci dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura (ARSAC) (legge regionale 20 dicembre 2012, n.66 - l.r. 2 agosto 2013, n. 44)” (P.P.A. n. 82/10^)

“Nomina di due membri nel Collegio sindacale, di cui uno effettivo e uno supplente nell'Azienda Calabria Verde (Art. 7 comma 1 della legge regionale n. 25 del 16 maggio 2013)” (P.P.A. n. 83/10^)

“Nomina di due membri nel Consiglio di amministrazione della "Fondazione Arbereshe di Calabria" (Art. 9 comma 1 Statuto Fondazione Arbereshe di Calabria)” (P.P.A. n. 84/10^)

“Nomina di due membri nel Consiglio di amministrazione della "Fondazione Calabrogreca" (Art. 9 comma 1 Statuto Fondazione Calabrogreca)” (P.P.A. n. 85/10^)

“Nomina di due membri nel Consiglio di amministrazione della "Fondazione Occitana di Calabria" (Art. 9 comma 1 Statuto Fondazione Occitana di Calabria)” (P.P.A. n. 86/10^)

“Richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione e dell'art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo", degli articoli 38, commi 1, 1 -bis e 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nonché dell'art. 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo", convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, e dell'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239, "Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia", introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134 - Designazione delegati” (P.P.A. n. 87/10^)

“Richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione e dell'art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo", dell'art. 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dall'art. 35, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134 - Designazione delegati” (P.P.A. n. 88/10^)

Sono state presentate, altresì, le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri:

Cannizzaro, Sculco, Irto, Giudiceandrea, Romeo, Nucera, Nicolò, Greco, Arruzzolo –“Modifiche ai Regolamento interno del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 47/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Cannizzaro, Sculco, Giudiceandrea, Romeo, Nicolò, Greco, Arruzzolo –“Richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione e dell'art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo", degli articoli 38, commi 1, 1-bis e 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nonché dell'art. 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo", convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, e dell'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239, "Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia", introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134” (P.P.A. n. 48/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Cannizzaro, Sculco, Giudiceandrea, Romeo, Greco, Arruzzolo –“Richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione e dell'art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo", dell'art. 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dall'art. 35, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134” (P.P.A. n. 49/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazione

La seconda Commissione, con nota n. 40840 dell'1 settembre 2015, ha comunicato che nella seduta del 31 agosto 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 306 del 27 agosto 2015, recante: "Rimodulazione della dotazione finanziaria delle linee di intervento del POR Calabria FESR 2007-2013 per il potenziamento delle attrezzature e dei mezzi per la finalità di protezione civile e soccorso pubblico". (Parere n. 9)

Nomina di componente Commissione consiliare

Il Presidente del Gruppo consiliare "FORZA ITALIA", Alessandro Nicolò, con nota del 23 settembre 2015, pervenuta in pari data al protocollo generale n. 43510, ha comunicato che il Gruppo Forza Italia indica quale componente della terza Commissione consiliare il consigliere Giuseppe Morrone.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni bilancio per l'esercizio finanziano 2015:

Deliberazione Giunta regionale n. 315 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 316 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 317 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 318 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 319 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 320 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 321 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 322 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 323 dell’8 settembre 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 326 dell’8 settembre 2015.

Interrogazioni a risposta scritta

Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

il sito istituzionale della Regione Calabria (www.regione.calabria.it) costituisce un importantissimo strumento della comunicazione che assicura informazioni di carattere amministrativo ai cittadini rendendo note le decisioni che assumono una certa rilevanza per la vita della popolazione calabrese;

lo stesso sito è visitato quotidianamente da un gran numero di utenti, che si connettono anche da fuori regione, i quali si aspettano di ottenere notizie precise e corrette;

in data 6 agosto 2015 sulla homepage del sito è stata pubblicata la notizia dal titolo "Oliverio alla vigilia della Direzione nazionale del Pd sul Mezzogiorno: 'Il Sud è una risorsa strategica per tutto il Paese'";

in data 7 agosto 2015 sulla homepage del sito è stata pubblicata la notizia dal titolo "Intervento del Presidente della Regione Mario Oliverio alla Direzione straordinaria del Pd dedicata al Mezzogiorno";

in data 28 agosto 2015 sulla homepage del sito è stata pubblicata la notizia dal titolo "Oliverio ad Amantea: "Il nostro peggior nemico è l'assistenzialismo" nella cui premessa vengono sottolineati il "grande interesse e partecipazione di pubblico" alla Festa dell'Unità tenutasi sul Lungomare di Amantea;

in data 29 agosto 2015 sulla homepage del sito è stata pubblicata la notizia dal titolo "Oliverio a Serra San Bruno: Lo sviluppo della Calabria deve partire dalle aree interne" nella cui introduzione vengono evidenziati il "parterre de Roi e grande partecipazione di pubblico alla Festa dell’Unità di Serra San Bruno";

questa sequenza di notizie di carattere squisitamente politico e partitico può costituire una propaganda elettorale che può incidere in maniera diretta sulle scelte politiche degli utenti che si collegano con l'intenzione di ottenere notizie prettamente istituzionali;

in data 4 agosto 2015 è stata pubblicata una nota dal titolo "Il Dipartimento Lavoro sulla Fondazione Calabria Etica" nel corpo del quale in virgolettato sono presenti affermazioni, genericamente attribuite allo stesso Dipartimento, di severo giudizio politico e di aperta condanna dell'operato "della precedente Giunta regionale Scopelliti-Stasi" e nel quale vengono tacciati di essere "responsabili dello sfascio della Fondazione (Calabria Etica) Ruberto ed ex Assessore Salerno";

emergerebbe, agli occhi degli utenti, una forte confusione/commistione di ruoli fra la parte burocratica e quella politica e renderebbe l'idea che si tratti più di un ufficio stampa del Partito Democratico che non del sito istituzionale della Regione Calabria -:

se sono state rispettate le norme che regolano la comunicazione;

quali sono le motivazioni dell'uso "distorto" del sito istituzionale della Regione Calabria;

quali provvedimenti, eventualmente, saranno adottati per ripristinare il corretto uso dello stesso sito.

(87; 31.08.2015)

Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale ed all'assessore al bilancio e patrimonio. Per sapere - premesso che:

con deliberazione di Giunta regionale n. 290 del 11 agosto 2015 è stato approvato ad unanimità dei presenti il Piano delle valorizzazioni e alienazioni degli immobili di proprietà della Regione Calabria;

nel corpo del Piano prima richiamato è approvata l'alienazione, insieme ad altri beni dell'immobile denominato la Casa del Forestiero sito in località Camigliatello Silano nel Comune di Spezzano Sila;

detto Comune poi, risulta interessato alla vendita anche di ulteriori due immobili configurandosi per questa via uno smantellamento della presenza di un organo importante come la Regione Calabria in un territorio invece a forte vocazione turistica e che per questo contribuisce a promuovere anche l'immagine della Calabria;

un indirizzo in questa direzione teso solo all'alienazione di beni e strutture importanti che non prevedono di contro nel Comune in questione alcuna valorizzazione - come nel caso della Casa del forestiero oggetto della presente interrogazione - detta preoccupazione e meraviglia nella Comunità locale e non solo;

la Casa del Forestiero ha rappresentato negli anni un sicuro punto di riferimento per l'accoglienza e promozione di importanti iniziative culturali, oltre ad ospitare uffici importanti per la natura del comprensorio inalienabili;

la stima dell'importo richiesto risulta poi, identico al primo tentativo di asta pubblica - non esperito della Giunta regionale precedente - anche per le contrapposizioni politiche messe in campo e che pertanto potrebbe fare riferimento ad una perizia oramai datata di alcuni anni almeno che reca infatti il parere di congruità dell'allora Agenzia del territorio - ora Agenzia delle Entrate e pertanto probabilmente anche sottostimata;

necessaria è di contro la valorizzazione della Casa del Forestiero per promuovere e sostenere un'immagine complessiva del nostro territorio attraverso la riattivazione della sua funzione primigenia in concerto con ogni suggerimento che in questa direzione potrà arrivare dalle associazioni del posto e dalla locale amministrazione;

la Casa del Forestiero è stata sede anche di organi periferici riconducibili alla Regione Calabria - che grazie all'intervento della Pro Loco sostituendosi ai vecchi IAT si forniscono in una delle sale appunto della Casa del Forestiero servizi di accoglienza ed informazione turistica primari che con la presente si intendono potenziare e riattivare anche in concerto con il Dipartimento al Turismo -:

quali sono le motivazioni che hanno portato a confermare una scelta politica presa dalla passata Giunta Regionale determinatasi con la svendita dell'intero patrimonio della Regione presente nel Comune di Spezzano della Sila, ed in particolare attraverso l'alienazione della Casa del Forestiero da ritenersi ancora a tutti gli effetti un pezzo importante della storia del comprensorio silano nel sostenere il Turismo e la promozione della cultura;

se non si ritiene opportuno annullare, in via di autotutela, eventuali provvedimenti di alienazione dell'immobile in questione, individuando, qualora l'interesse pubblico alla vendita si rilevasse superiore, una alternativa per garantire continuità al perseguimento di un interesse pubblico, quale quello della valorizzazione e promozione delle risorse di parte del territorio regionale che costituisce uno degli assi portanti del turismo calabrese proprio attraverso il rinnovato uso, valorizzazione e rilancio della Casa del Forestiero.

(88; 07.09.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

presso il Consorzio di Bonifica Valle Lao di Scalea (ora Consorzio di bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno cosentino) il 23 luglio 2001, attraverso concorso pubblico, è stata prevista l'assunzione part time (18 ore settimanali) di unità lavorative, nell'ambito dell'esecuzione del Progetto P.T.T.A. 94/96 - Area Programmata E - Area di Sviluppo Occupazionale Ambientale del mezzogiorno - Intervento n° 11 - Promozione di una struttura di servizi per la gestione degli ambienti naturali del territorio consortile - N.O.C. 11, con scadenza Progetto il 24 maggio 2004;

giorno 1 settembre 2004 è stato stipulato il contratto di lavoro a progetto finalizzato alla realizzazione, di un Sistema Informativo per le Bonifiche denominato S.LB.I.CAL, presso l'URBI Calabria, con scadenza Progetto il 30 aprile 2006;

il 18 settembre 2006 è stato sottoscritto il contratto di lavoro a progetto finalizzato alla realizzazione del progetto denominato "Costituzione del Catasto delle OO.PP. Di Bonifica", indirizzato all'implementazione del SIBICAL (SIGRIA), sempre presso l'URBI Calabria, con scadenza Progetto il 18 ottobre 2007;

il 15 marzo 2008 è stato siglato il contratto di Lavoro a Progetto mirato alla realizzazione del progetto denominato "Implementazione del Catasto delle Opere Pubbliche di Bonifica" (IMPLEMENTAZIONE SIGRIA) presso l'URBI Calabria, con scadenza Progetto il 15 ottobre 2008;

il 03 giugno 2009 è stato definito il contratto di Lavoro a Progetto volto alla realizzazione del Piano Comprensoriale e Sistema Informativo Territoriale dei Consorzi di Bonifica Tirreno Vibonese (VV) e Tirreno Catanzarese (CZ), presso l'URBI Calabria, con scadenza Progetto il 03 gennaio 2010;

il 02 luglio 2014, attraverso selezione pubblica per titoli, è stata attivata procedura di assunzione unità lavorative con contratto a Progetto per la "Realizzazione di un sistema informativo

territoriale a servizio della bonifica", presso il Consorzio Valle Lao di Scalea (CS),con scadenza Progetto il 28 febbraio 2015;

è facile intuire lo stato di malessere che vivono i lavoratori del Progetto SIT presso il Consorzio di bonifica Valle Lao;

si tratta di numerosi lavoratori precari ormai dal 2001, che purtroppo, in questo momento, non vedono garantito il proprio futuro;

attualmente le unità lavorative del Progetto SIT si ritrovano senza lavoro;

quando si parla di precariato non ci riferiamo solo ai diretti interessati, ma anche alle famiglie dei lavoratori che affrontano questa triste situazione e che vivono in uno stato di disagio sociale;

un Ente come la Regione Calabria non può abbandonare i propri corregionali, soprattutto materia di diritti costituzionalmente garantiti, come il diritto al lavoro -:

quali iniziative intende assumere per porre fine, in maniera definitiva e nel più breve tempo possibile, al dramma sociale che vivono i lavoratori SIT presso Tex Consorzio di bonifica Valle Lao, ora Consorzio di bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno cosentina.

(89; 08.09.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

il MIUR ha stanziato per la Regione Calabria, e per le 400 scuole paritarie della nostra Regione la cifra di euro 5.327.344, con Decreto interministeriale del ministero dell'Istruzione e del ministero dell'Economia e delle Finanze del 25/11/2014, registrato alla Corte dei conti in data 23/12/2014;

la Giunta regionale in data 21 maggio 2015 ha approvato la variazione al bilancio 2015 con la quale è stato istituito apposito capitolo con la denominazione Spese per il sostegno alle scuole paritarie e lo stanziamento in termini di competenza e di cassa di euro 5.327.344,00 per il previsto trasferimento delle risorse da parte dello Stato;

ai sensi della Legge 62/2000, tali somme devono essere obbligatoriamente trasferite alle scuole paritarie;

in data 08/09/2015 è apparsa sul sito istituzionale della Regione Calabria la notizia che "La Giunta ha, anche, deciso di erogare due milioni e mezzo di euro, come quota parte, a favore delle circa quattrocento scuole paritarie. Pur nelle difficoltà di bilancio, è stato deciso un intervento motivato dalla consapevolezza delle condizioni di difficoltà in cui opera questo settore, chiamato a surrogare la non adeguata offerta di un sistema pubblico, non sempre agevolato dalla domanda, soprattutto per quanto riguarda il sistema delle scuole dell'infanzia e primaria. L'auspicio della Giunta è che l'intervento deliberato possa consentire un più sereno avvio dell'attività";

ad oggi non risultano essere stati erogati i contributi previsti dalla legge per le scuole paritarie della Regione Calabria;

risulta oltremodo difficoltoso iniziare un nuovo anno scolastico senza i contributi necessari per il mantenimento delle strutture e dell'apparato che ruota intorno alla scuola, che tra l'altro sono fondi non regionali ma dello Stato, considerata anche la situazione socio economica della Calabria -:

a che punto sono le azioni necessarie per l'erogazione dei fondi (€ 5.327.344,00) pervenuti dallo Stato a favore delle 400 scuole paritarie della Regione Calabria;

se entro l'anno 2015 sarà erogato l'intero ammontare delle risorse, in modo da non pregiudicare il corretto svolgimento delle attività scolastiche.

(90; 14.09.2015)

Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale ed all'assessore ai trasporti. Per sapere - premesso che:

SACAL è una società per azioni di proprietà pubblica per il 66,74% (20,7% Comune di Lamezia Terme - 19,18% Provincia di Catanzaro - 10% Regione Calabria - 10% Comune di Catanzaro - 3,067% Provincia di Cosenza - 3.79 % Camere di Commercio);

con convenzione n. 45 dell'11/09/2007 SACAL ottiene dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, la Concessione della Gestione Totale per un periodo di 40 anni a partire dal 10/7/2008 e la Certificazione di Prestatore di Servizi Assistenza a terra dei passeggeri, degli aeromobili e per la movimentazione merci e bagagli;

l'art. 705 del Codice della Navigazione definisce il gestore aeroportuale come "il soggetto cui è affidato, sotto il controllo e la vigilanza dell'ENAC, insieme ad altre attività o in via esclusiva, il compito di amministrare e di gestire, secondo criteri di trasparenza e non discriminazione, le infrastrutture aeroportuali e di coordinare e controllare le attività dei vari operatori privati presenti nell'aeroporto o nel sistema aeroportuale considerato";

l'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture nel rapporto sulle gestioni aeroportuali ha concluso che le società a prevalente capitale pubblico come SACAL debbano ritenersi organismi di diritto pubblico o imprese pubbliche, pertanto tale società è tenuta ad applicare il Codice dei Contratti;

la mission di SACAL è quella di sviluppare l'attività aeroportuale nel pieno rispetto degli standard di sicurezza, assicurando la massima efficienza e la migliore qualità di servizio ai clienti, con l'obiettivo di accrescere la propria produttività e redditività e di contribuire allo sviluppo socioeconomico della Calabria;

nell'anno in corso le performance dell'aeroporto hanno subito un drastico ridimensionamento. Dopo una crescita, sia di passeggeri che dei voli, del 10%, nel 2014 rispetto al 2013, si è avuto un crollo, nei primi 7 mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo del 2014, del numero di arrivi e partenze del 9,6% e dei passeggeri del 3,3%;

la perdita di traffico e passeggeri, subita dall'aeroporto di Lamezia, in controtendenza rispetto alla crescita nello stesso periodo dei flussi turistici verso la regione, indica la diminuzione dell' offerta di mobilità aerea e pertanto indirettamente una gestione e programmazione poco efficiente e una diminuzione dell'appeal dello scalo per vettori e grosse agenzie turistiche;

nel Piano aeroporti il Governo ha inserito l'aeroporto di Lamezia Terme tra i 12 aeroporti strategici;

sull'aeroporto di Lamezia manca una Bird Control Unit dedita allo specifico compito di garantire che la pista di volo sia libera da volatili, con la conseguenza che spesso gli aeromobili sono costretti a subire notevoli ritardi in attesa che venga liberata la pista di volo dalla fauna o accade, nella peggiore delle ipotesi, che aeromobili in decollo e atterraggio impattano pericolosamente con volatili;

nel 2014 è stato completato il prolungamento della pista di volo portandone la lunghezza da 2400 a 3000 metri. Alla data attuale i nuovi 600 metri non sono ancora utilizzabili;

presso l'aeroporto di Lamezia non è disponibile il carburante AVGAS 100LL utilizzato dai piccoli aerei impiegati normalmente per aviazione turistica. Tale carenza impedisce di fatto di generare una movimentazione di velivoli che, seppur interessando aerei di dimensioni ridotte, produrrebbe un notevole indotto turistico nella zona;

i collegamenti dell'aeroporto di Lamezia Terme con le città di Cosenza, Vibo Valentia e Catanzaro sono assicurati da un numero esigue di corse garantite dalla Romano Spa e dalle Ferrovie della Calabria, rendendo di fatto difficoltoso l'utilizzo dei mezzi pubblici da/per lo scalo -:

per quanto sopra esposto in merito alle grave problematiche che investono il più grande scalo aeroportuale regionale se:

non ritenga di dover chiedere al management SACAL notizie in merito al completamento dei lavori di prolungamento della pista;

non ritenga di dover intervenire presso le Ferrovie della Calabria per verificare lo stato dell'arte del piano per il transito e la sosta in aeroporto di tutte le corse delle tratte Cosenza/Catanzaro e Catanzaro/Vibo Valentia;

non ritenga di dover chiedere al management SACAL una verifica nelle procedure delle ispezioni della pista per allontanamento dei volatili richiedendo l'istituzione di un'apposita Bird Control Unit;

non ritenga di dover chiedere al management SACAL notizie in merito al completamento dei lavori di prolungamento della pista;

non ritenga poiché SACAL gestisce in concessione un bene dello Stato, di dover intervenire presso il Ministero competente per valutare eventuali misure da adottare per giungere ad una necessaria valutazione di merito sul management dello scalo ove necessario.

(91; 15.09.2015)

Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale, all'assessore alle infrastrutture e all’assessore al bilancio e patrimonio. Per sapere - premesso che:

con DGR n. 380 del 25 ottobre 2013 veniva approvato il Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico e locale e dei servizi di trasporto ferroviario regionale ai sensi dell'art. 16bis del Decreto Legge - 6 luglio 2012, n. 95, e s.m.i ;

al punto 2.5 di detto Piano di riprogrammazione sono previste talune chiusure di linee ferroviarie regionali (in concessione a Ferrovie della Calabria s.r.l.) e precisamente Camigliatello Silano - San Giovanni in Fiore e Palmi - Sinopoli;

in assenza di determinazioni entro il 30.09.2015 le linee Pedace-Camigliatello Silano e Palmi-Cinquefrondi dovranno essere chiuse, ed in tal caso entro il 31.12.2015 i Dipartimenti Bilancio e Patrimonio e Infrastrutture e LL.PP. dovranno proporre alla Giunta regionale i provvedimenti che attuano tale chiusura;

in assenza di determinazioni contrarie si procederà alla loro sdemanializzazione e conferimento nel patrimonio del Concessionario con grave nocumento per la mobilità interna in aree anche a forte vocazione turistica;

la nuova programmazione dei Fondi comunitari prevede il potenziamento del servizio di trasporto pubblico e del trasporto ferroviario regionale -:

vista l’urgenza, la proroga immediata dei termini per come previsto in DGR n. 380 del 25 ottobre 2013 ribadita negli allegati con riferimento al Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico e ferroviario regionale dal 30 settembre 2015, al 30 settembre 2018.

(92; 15.09.2015)

Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

le modalità del finanziamento statale del trasporto pubblico locale sono state riformate dall'articolo 16-bis del decreto-legge n. 95 del 2012, convertito con modificazioni dalla Legge 7 agosto 2012, n. 135, che ha istituito, a decorrere dal 2013, il Fondo nazionale trasporti. La dotazione di tale fondo è pari a 4,9 miliardi di euro, e la parte spettante alla Regione Calabria, che ha una quota di accesso al fondo pari al 4,31%, ammonta potenzialmente a 212,45 milioni di euro; l'effettiva erogazione di tale importo è tuttavia subordinata all'adozione di una serie di provvedimenti senza i quali la somma si riduce del 10% il primo anno e poi in maniera progressiva di due punti ogni anno, provocando una brusca perdita di risorse per la Regione e per il comparto stesso, in quanto le stesse non potranno essere sostituite da risorse autonome regionali;

in particolare, le regioni a statuto ordinario, al fine di ottenere l'assegnazione del fondo in questione, devono adottare un piano di riprogrammazione dei propri servizi, secondo le indicazioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 marzo 2013., e rimodulare i servizi a domanda debole. Inoltre, entro centottanta giorni dall'emanazione del D.P.C.M., le stesse regioni dovranno sostituire modalità di trasporto diseconomiche, con altre modalità che consentano di garantire il servizio, raggiungendo il rapporto ricavi/costi pari ad almeno 0,35, fissato dall'articolo 19, comma 5, del D.Lgs. n. 422/1997;

l'assenza di un tempestivo intervento riformatore nel settore comporterà una minore entrata di 21 milioni annui nel 2015 che aumenteranno via via di 4,2 milioni all'anno in assenza di riforma;

il "Bilancio di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015/2017” (L.R. n. 13 del 27.04.2015), ha previsto per l'anno corrente per i servizi di TPL risorse finanziarie per un totale complessivo di Euro 225.655.771,79, di cui Euro 189.590.194,61 quale quota del Fondo nazionale TPL ed Euro 15.000.000,00 a titolo di risorse autonome;

è stata, altresì, iscritta una ulteriore somma, pari a Euro 21.065.577,18, quale quota premiale del Fondo la cui assegnazione alla Regione è subordinata però alla effettiva adozione di una serie di provvedimenti tesi a razionalizzare ed efficientare la programmazione e la gestione dei servizi relativi al trasporto pubblico locale, anche ferroviario;

allo stato non risulta essere stato adottato dalla Giunta regionale alcun provvedimento teso al raggiungimento degli obiettivi di cui al sopra richiamato art. 16 bis del Decreto-Legge 6 luglio 2012, n. 95 e Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri - 11 marzo 2013, con la conseguente impossibilità ad utilizzare le risorse associate alla quota premiale;

pertanto, le risorse effettivamente disponibili per l'anno 2015 per la programmazione dei servizi di TPL corrispondono a Euro 204.590.194,61, di cui € 189.590.194.61 quale quota fissa del Fondo Nazionale ed € 15.000.000,00 quali risorse autonome non essendo allo stato accertabile l'entrata corrispondente alla quota premiale del Fondo nazionale Trasporti, a norma dell'art. 43 c. 9) lett. g) della L.R. n.8/2002 e s.m.i,;

sussiste, dunque, una incertezza assoluta in ordine alla concreta disponibilità delle ulteriori risorse, e precisamente € 21.065.577,18 quale quota premiale del Fondo Nazionale ed € 20.000.000,00 quale quota del Fondo coesione e sviluppo (art. 41 D.L.733/2014) per un totale pari ad € 41.065.577,18;

per come riportato nella D.G.R. n. 252 del 27.07.2015, le risorse finanziarie attualmente ed effettivamente disponibili consentono la programmazione dei servizi, nella configurazione vigente e senza applicazione di riduzioni, per un arco temporale contenuto al mese di Ottobre prossimo sicché si configura una situazione di deficit finanziario per la componente del trasporto su gomma già a partire dal mese di Ottobre p.v.;

con la medesima deliberazione n. 252/2015 è stata disposta la programmazione dei servizi di TPL fino al mese di settembre 2015 e allo stato non risultano assunte ulteriori determinazioni per garantire la regolare prosecuzione dei servizi nell'ultimo trimestre dell'anno;

allo stato attuale, considerato il gap tra il costo dei servizi nella configurazione vigente e le risorse concretamente disponibili, ove non dovessero concretizzarsi le condizioni per l'accertamento in entrata delle somme trasferite a titolo di quota premiale sul Fondo nazionale del TPL o delle somme di cui all'art. 41 D.L. 133/2014, si rende necessario adottare un ulteriore provvedimento da parte della Giunta Regionale teso a rendere i dovuti indirizzi per la prosecuzione dei servizi nell'ultimo trimestre dell'anno, nonché a conferire definitiva compatibilità tra il livello dei servizi da garantire e le coperture finanziarie da assicurare -:

quali provvedimenti ha assunto o intenda assumere la Giunta regionale al fine di garantire, in assenza del concretizzarsi delle condizioni per l'accertamento in entrata delle somme a titolo di quota premiale sul Fondo nazionale del TPL o delle somme di cui all'art. 41 D.L. 133/2014, la regolare prosecuzione, nella configurazione vigente e senza applicazione di riduzioni, dei servizi di TPL fino al 31.12.2015 e la relativa copertura finanziaria.

(93; 25.09.2015)

Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Decreto dirigenziale del Dipartimento Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali n. 2558 del 07/03/2014, successivamente modificato e rettificato con decreti n. 4852 del 22/04/2014 e n. 11066 del 17/09/2014 è stato pubblicato "Avviso Pubblico per l'accesso al credito sociale a favore di coloro che versano in situazioni di temporanea difficoltà economica";

il Credito Sociale è stato concepito dalla precedente Giunta regionale quale strumento in grado di dare risposte dirette a quelle famiglie calabresi ormai cadute sotto la soglia della povertà che non trovano risposte al loro bisogno di credito nel circuito bancario tradizionale mediante la concessione di un finanziamento di microcredito socio-assistenziale (fino ad un massimo di € 10.000,00, a tasso zero, senza garanzie, da restituire in 36 mesi), finalizzato all'acquisito di beni e servizi primari, nonché per far fronte a particolari eventi della vita o per esigenze correlate allo studio ed alla formazione per fini occupazionali;

l'avviso pubblico per l'accesso al credito sociale avrebbe potuto rappresentare una speranza pronta a tradursi in una boccata d'ossigeno per tante famiglie calabresi che hanno dovuto subire gli effetti nefasti dell'attuale congiuntura economica;

ad oggi, per inspiegabili motivi, l'istruttoria ed il pagamento di numerosissime domande ammesse al credito sociale, anche per chi ha già sottoscritto la relativa convenzione, risultano bloccate con conseguente enorme danno per le tante famiglie calabresi che avevano riposto nel credito sociale la speranza di poter affrontare con maggiore tranquillità economica esigenze familiari, di salute, di formazione e studio -:

le motivazioni del ritardo nell'istruttoria e pagamento delle domande afferenti al credito sociale e quali iniziative intenda prendere la Giunta regionale per consentire una celere ed efficace definizione dell'iter procedimentale che consenta a numerosissime famiglie calabresi di ricevere quanto loro dovuto.

(94; 25.09.2015)

Mozioni

Il Consiglio regionale,

premesso che

la Legge n. 124 del 7 agosto 2015 avente ad oggetto; "Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche" pubblicata nella Gazzella Ufficiale del 13 agosto, stabilisce un processo di riorganizzazione degli Uffici Territoriali del Governo, attraverso una razionalizzazione delle Prefetture che prevede la loro riduzione numerica;

tra le sedi da accorpare rientra anche l'Ufficio Territoriale del Governo di Vibo Valentia, che secondo le disposizioni di legge andrebbe ad essere unificato con quello di Catanzaro;

l'art. 8, comma 1, lett e), della predetta Legge, rubricato "Riorganizzazione dell'amministrazione dello Stato", con riferimento al processo di riorganizzazione degli Uffici territoriali del Governo, prevede espressamente che nella fase di razionalizzazione, riorganizzazione e riduzione del numero si deve tenere conto delle caratteristiche del territorio, delle presenza della criminalità organizzata, delle dinamiche socio-economiche nonché, da ultimo, del fenomeno delle immigrazioni e dei flussi migratori;

considerato altresì

che nei recenti dossier, l'ultimo datato aprile 2014, la Commissione Parlamentare Antimafia ha sottolineato la grave situazione di ordine e sicurezza pubblica su tutto il territorio della provincia di Vibo Valentia, denunciando altresì la presenza di "una criminalità organizzata, radicata, pervasiva e capillarmente presente su tutto il territorio" che inquina il tessuto economico in ogni settore, con un elevato tasso di pericolosità e la capacità di influenzare la vita quotidiana;

la recente escalation di attentati e atti intimidatori nei confronti di amministratori locali e imprenditori;

il fenomeno dell'immigrazione sui fronti rivieraschi, che vede la Prefettura di Vibo Valentia impegnata in prima linea nelle operazioni di coordinamento e organizzazione nei numerosi sbarchi che si sono verificati e che continuano a verificarsi nella zona portuale della città capoluogo, nonché nella fase successiva di assistenza e controllo dei flussi migratori sul territorio di competenza;

che il progetto di riorganizzazione e razionalizzazione, per come previsto chiaramente dal citato articolo, non può prescindere da tutti gli elementi sopra espressamente richiamati e che proprio tali specifiche attività dovranno essere tenute in debita considerazione, poiché tali compiti possono essere svolte solo dagli Organi prefettizi;

che proprio sulla questione a livello nazionale si registra un acceso dibattito che vede coinvolti il Governo, i partiti politici, le forze sindacali e sociali e tante associazioni.

tale situazione potrebbe comportare, inoltre, un pericoloso vulnus all'interno delle azioni indirizzate al contrasto e alla lotta alla criminalità organizzata, comportando altresì in grave arretramento sociale ed economico del territorio vibonese poiché la Prefettura, insieme alle amministrazioni locali, rappresenta un importante presidio dello Stato che non può essere sacrificalo solo per una logica di natura contabile. Tutto questo comporterebbe, quindi, effetti pesantissimi per 1'intero territorio;

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna

il Presidente della Giunta regionale a intervenire presso il Governo nazionale, affinché si individuino le azioni volte ad evitare l'accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia con quella di Catanzaro e, contestualmente, si possano individuare altresì tutte le attività necessarie alla riorganizzazione, ai potenziamento degli Uffici, degli uomini e dei mezzi in servizio presso l'Ufficio territoriale del Governo di Vibo Valentia,

tutto ciò al fine di scongiurare un accorpamento che potrebbe minare seriamente, anche e soprattutto nella nostra Regione e, nello specifico, nella provincia di Vibo Valentia, le azioni di lotta e contrasto alla criminalità organizzata.

(40; 14.09.2015) Mirabello

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

il Consorzio di gestione turistica (Co.Ge.Tur) è una società che include vari operatori dell'area di Capo Vaticano;

tale Consorzio ha stipulato apposita convenzione con Trenitalia atta a promuovere il trasferimento dell'utenza turistica mediante rotaie;

più precisamente, si è trattato di una convenzione avente ad oggetto: "Accordo di co-marketing per la promozione di servizi partner e dei servizi Trenitalia";

le modalità sono state articolate secondo uno schema che prevedeva benefìci per entrambi i soggetti coinvolti. Il Consorzio si è adoperato per promuovere il viaggio in treno per raggiungere e ripartire dalle strutture ricettive della fascia costiera. E ciò anche mediante il rimborso totale o parziale del biglietto ferroviario. Trenitalia, da parte sua si è impegnata a pubblicizzare le iniziative condivise attraverso una Newsletter verso la propria base clienti ed a comunicare e promuovere le singole operazioni promozionali sul sito www.trenitalia.com;

tale operazione, benché avviata a ridosso della stagione estiva ha sortito effetti più che positivi;

considerato che la convenzione scadrà il 31 dicembre e che è già stata registrata la congiunta volontà di rinnovarla per l'anno 2016;

per incentivare la reiterazione dell'iniziativa sarebbe necessario prevedere almeno una o più fermate presso la stazione di Tropea da parte dei treni a lunga percorrenza;

tale previsione costituirebbe un indubbio vantaggio capace di amplificare i benefici effetti della convenzione; il tutto con ricadute positive per l'intero settore turistico e, quindi, per tutta l'area in questione;

rilevato che in una regione e in un comprensorio a forte vocazione turistica ciò rappresenterebbe un indubbio risultato positivo;

pertanto occorre attivare tuti i canali istituzionali per conseguire tale risultato.Tutto ciò premesso, considerato e rilevato,

impegna

Il Presidente e la Giunta regionale della Calabria

ad intraprendere appropriata iniziativa politica e istituzionale, presso Trenitalia e con il coinvolgimento del ministero dei Trasporti, tesa a ottenere il potenziamento del trasporto ferroviario mediante una o più fermate, presso la stazione di Tropea, dei treni a lunga percorrenza e ciò anche nell'ottica di un accrescimento dei benefici effetti di cui alla stipulanda convenzione.

(41; 18.09.2015) Mangialavori

Risposta scritta ad interrogazione

Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale ed all'assessore al bilancio e patrimonio. Per sapere - premesso che:

con deliberazione di Giunta regionale n. 290 del 11 agosto 2015 è stato approvato ad unanimità dei presenti il Piano delle valorizzazioni e alienazioni degli immobili di proprietà della Regione Calabria;

nel corpo del Piano prima richiamato è approvata l'alienazione, insieme ad altri beni dell'immobile denominato la Casa del Forestiero sito in località Camigliatello Silano nel Comune di Spezzano Sila;

detto Comune poi, risulta interessato alla vendita anche di ulteriori due immobili configurandosi per questa via uno smantellamento della presenza di un organo importante come la Regione Calabria in un territorio invece a forte vocazione turistica e che per questo contribuisce a promuovere anche l'immagine della Calabria;

un indirizzo in questa direzione teso solo all'alienazione di beni e strutture importanti che non prevedono di contro nel Comune in questione alcuna valorizzazione - come nel caso della Casa del forestiero oggetto della presente interrogazione - detta preoccupazione e meraviglia nella Comunità locale e non solo;

la Casa del Forestiero ha rappresentato negli anni un sicuro punto di riferimento per l'accoglienza e promozione di importanti iniziative culturali, oltre ad ospitare uffici importanti per la natura del comprensorio inalienabili;

la stima dell'importo richiesto risulta poi, identico al primo tentativo di asta pubblica - non esperito della Giunta regionale precedente - anche per le contrapposizioni politiche messe in campo e che pertanto potrebbe fare riferimento ad una perizia oramai datata di alcuni anni almeno che reca infatti il parere di congruità dell'allora Agenzia del territorio - ora Agenzia delle Entrate e pertanto probabilmente anche sottostimata;

necessaria è di contro la valorizzazione della Casa del Forestiero per promuovere e sostenere un'immagine complessiva del nostro territorio attraverso la riattivazione della sua funzione primigenia in concerto con ogni suggerimento che in questa direzione potrà arrivare dalle associazioni del posto e dalla locale amministrazione;

la Casa del Forestiero è stata sede anche di organi periferici riconducibili alla Regione Calabria - che grazie all'intervento della Pro Loco sostituendosi ai vecchi IAT si forniscono in una delle sale appunto della Casa del Forestiero servizi di accoglienza ed informazione turistica primari che con la presente si intendono potenziare e riattivare anche in concerto con il Dipartimento al Turismo -:

quali sono le motivazioni che hanno portato a confermare una scelta politica presa dalla passata Giunta Regionale determinatasi con la svendita dell'intero patrimonio della Regione presente nel Comune di Spezzano della Sila, ed in particolare attraverso l'alienazione della Casa del Forestiero da ritenersi ancora a tutti gli effetti un pezzo importante della storia del comprensorio silano nel sostenere il Turismo e la promozione della cultura;

se non si ritiene opportuno annullare, in via di autotutela, eventuali provvedimenti di alienazione dell'immobile in questione, individuando, qualora l'interesse pubblico alla vendita si rilevasse superiore, una alternativa per garantire continuità al perseguimento di un interesse pubblico, quale quello della valorizzazione e promozione delle risorse di parte del territorio regionale che costituisce uno degli assi portanti del turismo calabrese proprio attraverso il rinnovato uso, valorizzazione e rilancio della Casa del Forestiero.

(88; 07.09.2015)

Risposta – “Con l'interrogazione in oggetto il Presidente del gruppo consiliare D.P., Giuseppe Giudiceandrea, chiede di conoscere i motivi della scelta della odierna Amministrazione regionale in ordine all'alienazione dell'immobile "Casa del forestiero", che si ritiene attuata nel medesimo solco della precedente, e suggerisce quindi l'opportunità di procedere all'eventuale annullamento in autotutela del provvedimento dichiarativo della messa in vendita, proponendo la individuazione di un'alternativa di valorizzazione e promozione di un bene che rappresenta una risorsa patrimoniale per l'ente.

In merito si espone quanto segue.

Giova, intanto, ricordare che gli interventi legislativi degli ultimi anni, sia a livello nazionale- che regionale, hanno definito la chiara volontà politica di incentivare la dismissione dei patrimoni immobiliari nell'ottica della generale revisione dei conti pubblici che, come noto, implica anche la razionalizzazione e messa a reddito dei beni non più funzionali alle attività d'istituto delle Pubbliche amministrazioni. In tale logica si inserisce 1' art. 58 del D.L. 25 giugno 2008, n. 112 (convertito con legge 133/2008) e s.m.i., che ha previsto l'obbligatorietà del Piano di valorizzazione e alienazione immobiliare quale documento che costituisce allegato ai bilanci annuali di previsione degli enti pubblici.

Ciò premesso, il Piano adottato per l'esercizio in corso (con delibera di G.R. n. 290/11.8.2015) consiste - come peraltro è precisato nella parte motiva dell'atto deliberativo- in un elenco unico ove sono inclusi tutti gli immobili che la Regione intende, sulla scorta della programmazione annuale delle iniziative di gestione e disposizione del patrimonio immobiliare, vendere o, in alternativa, valorizzare nell'arco dell'anno solare d'interesse perché dichiarati non utili alle finalità proprie dell'ente: la delibera specifica inoltre che l'inserimento dei beni in Piano ne implica la mera potenzialità alla vendita, tant'è che il perfezionamento delle procedure di alienazione e la concreta messa in vendita restano subordinati ad una serie di adempimenti (tecnici, ipo-catastali e giuridici) necessari ai fini della dismissione.

Nel caso specifico, l'immobile "Casa del forestiero", persistendone la natura "disponibile" (già dichiarata dalla Giunta regionale in sede di adozione dei Piani precedenti) in assenza di indicazioni o segnalazioni o pronunciamenti dei competenti organi regionali in merito ad una sua strumentai ita a finalità d'istituto dell'ente, è stato riproposto nel Piano per l'esercizio 2015, che -come si è chiarito- contempla anche le iniziative di valorizzazione immobiliare: ed in effetti, come dimostrano le note interlocutorie agli atti del Settore Demanio e Patrimonio immobiliare, il bene è interessato da una richiesta avanzata dal comune di Spezzano della Sila per la sua utilizzazione a scopi turistici (rif: nota prot. n. 2950 del 4/5/2015), cui ha fatto seguito la comunicazione del predetto Settore (rif: nota prot.n. 191923 del 17/6/2015) che, rilevata la conformità dell'iniziativa di messa a reddito dell'immobile "alle previsioni ed agli obiettivi di valorizzazione immobiliare programmati per il corrente esercizio finanziano", confluiti per l'appunto nel Piano 2015, ha chiesto all'ente comunale di acquisire il progetto illustrativo delle iniziative da attuare, al fine di avviare l'istruttoria tecnico- amministrativa sui merito dell'istanza e le eventuali procedure di concessione del bene a norma della vigente legislazione.”

Antonio Viscomi (assessore alle politiche del personale, innovazione burocratica e semplificazione amministrativa; Bilancio e programmazione economica e finanziaria bilancio)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 47/10^, recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale” (Del. n. 47)

“Il Consiglio regionale,

vista la proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale,

delibera

di modificare il Regolamento interno del Consiglio regionale come appresso specificato:

Art. 1

1. All'articolo 43 dei Regolamento interno dei Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005 e ss.mm.ii.) dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

"1 bis. La pubblicità delle sedute è assicurata anche mediante trasmissione in diretta per mezzo degli strumenti multimediali a disposizione.".

Proposta di provvedimento amministrativo numero 48/10^, recante: “Referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione e dell’articolo 29 della legge 25 maggio 1970, numero 352, “Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare”, degli articoli 38, commi 1, 1-bis e 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, numero 133, “Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive”, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, numero 164, nonché dell’articolo 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, numero 5,“Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”, convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, numero 35, e dell’articolo 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, numero 239, “Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia”, introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, numero 83, “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, numero 83” (Del. n. 48)

“Il Consiglio regionale,

visto l'art. 38, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, il quale dichiara che la prospezione, la ricerca e la coltivazione di idrocarburi, nonché lo stoccaggio di gas naturale sono attività di interesse strategico, urgenti e indifferibili da realizzare e, a questi fini, stabilisce l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio dei beni in essa compresi;

visto l'art. 38, comma 1-bis, del medesimo decreto-legge, introdotto dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, come modificato dall'art. 1, comma 554, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)", il quale prevede che il Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, predisponga con proprio decreto un piano delle aree in cui siano consentite le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, nonché di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, e che lo adotti previa intesa con la Conferenza unificata, limitando, tuttavia, l'accordo con gli Enti territoriali alle sole attività da esercitare su terraferma e stabilendo comunque che in caso di mancato raggiungimento dell'intesa si provveda con le modalità di cui all'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239;

visto l'art. 38, comma 1-bis, del medesimo decreto-legge, introdotto dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, come modificato dall'art. 1, comma 554, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)", il quale consente che nelle more di approvazione del piano siano comunque rilasciati titoli abilitativi all'esercizio delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, nonché di stoccaggio di gas sotterraneo;

visto l'art. 38, comma 5, del medesimo decreto-legge, come modificato dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, il quale consente che, a seguito del rilascio di un "titolo concessorio unico", la "fase della ricerca" abbia la durata di sei anni e sia prorogabile due volte e per un periodo di tre anni nel caso sia necessario completare le opere di ricerca e che la "fase di coltivazione" abbia la durata di trenta anni e sia prorogabile per una o più volte per un periodo di dieci anni ove il giacimento sia ancora coltivabile;

visto l'art. 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, "Disposizioni in materia di semplificazione e di sviluppo", convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, come modificato dall'art. 1, comma 552, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)", che, al fine di semplificare la realizzazione di opere strumentali alle infrastrutture e insediamenti strategici, dispone che, nel caso di mancato raggiungimento delle intese, si provveda con le modalità di cui all'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239;

visto l'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239, "Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia", introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 83, il quale stabilisce che, nel caso di mancata espressione da parte delle amministrazioni regionali degli atti di assenso o di intesa concernenti le determinazioni inerenti la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, il Ministero dello sviluppo economico possa attivare la procedura ivi prevista al fine di consentire alla Presidenza del Consiglio di provvedere in merito;

visto l'art. 75 della Costituzione ove si prevede che cinque consigli regionali possano richiedere l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge;

visto l'art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo", ove si stabilisce che, nel caso di richiesta di referendum di cui all'art. 75 della Costituzione da parte di non meno di cinque consigli regionali, la richiesta stessa deve contenere, oltre al quesito e all'indicazione delle disposizioni di legge delle quali si propone l'abrogazione, !'indicazione dei consigli regionali che abbiano deliberato di presentarla, della data della rispettiva deliberazione, che non deve essere anteriore d i oltre quattro mesi alla presentazione e dei delegati di ciascun consiglio, uno effettivo e uno supplente;

visto l'art. 30 della legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo", ove si prescrive che la deliberazione della richiesta di referendum deve essere approvata dal Consiglio regionale con il voto della maggioranza dei consiglieri assegnati e deve contenere l'indicazione della legge o della norma della quale si proponga l'abrogazione, in conformità alle disposizioni dell'art. 27 della medesima legge;

vista la "Breve illustrazione della proposta referendaria" allegata alla presente deliberazione;

vista la determinazione assunta in proposito e all'unanimità dalla Conferenza dei Presidenti. delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome in data 11 settembre 2015;

vista la deliberazione del Consiglio regionale della Basilicata n. 322 del 19 settembre 2015, di pari oggetto, contenuto e finalità;

delibera

di presentare richiesta di referendum abrogativo degli articoli 38, commi 1, 1-bis e 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nonché dell'art. 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012,"Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo", convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, e 1, comma 8-bis, della legge23 agosto 2004, n. 239, "Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia", introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134, secondo i seguenti quesiti:

«Volete voi che sia abrogato l'art. 38, comma 1, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, ,'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, limitatamente alle seguenti parole: "Al fine di valorizzare le risorse energetiche nazionali e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti del Paese"; "rivestono carattere di interesse strategico e"; ", urgenti e indifferibili"; ", indifferibilità ed urgenza dell'opera e l'apposizione del vincolo preordinato all'esproprio dei beni in essa compresi, conformemente al decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, recante il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità"?»

«Volete voi che sia abrogato ,'art. 38, comma 1-bis, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", introdotto dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, come modificato dall'art. 1, comma 554, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)", limitatamente alle parole: ", per le attività sulla terraferma,"; "In caso di mancato raggiungimento dell'intesa, si provvede con le modalità di cui all'articolo 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239. Nelle more dell'adozione del piano i titoli abilitativi di cui al comma 1 sono rilasciati sulla base delle norme vigenti prima della data di entrata in vigore della presente disposizione."?»

«Volete voi che sia abrogato l'art. 38, comma 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, limitatamente alle seguenti parole: "proroga bile due volte per un periodo di tre anni nel caso sia necessario completare le opere di ricerca," ", prorogabile per una o più volte per un periodo di dieci anni ove siano stati adempiuti gli obblighi derivanti dal decreto di concessione e il giacimento risulti ancora coltivabile,"?»

«Volete voi che sia abrogato l'art. 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo", convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, come modificato dall'art. 1, comma 552, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)", limitatamente alle seguenti parole: "con le modalità di cui all'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239, nonché"?»;

«Volete voi che sia abrogato l'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239, "Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia", introdotto dal decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 83, limitatamente alle seguenti parole: "7 e"?»”.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 49/10^, recante: “Referendum abrogativo, ai sensi dell’art. 75 della Costituzione e dell’art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, ‘Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa popolare’, dell’art. 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 151, ‘Norme in materia ambientale’, come sostituito dall’art. 35, comma 1, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, “Misure urgenti per la crescita del Paese”, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134(Del. n. 49)

“Il Consiglio regionale,

vista la precedente deliberazione n. 48 del 25 settembre 2015, recante: "Richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell'art. 75 della Costituzione e dell'art. 29 della legge 25 maggio 1970, n. 352, "Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo", degli articoli 38,  commi 1, 1-bis e 5, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive", convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014, n. 164, nonché dell'art. 57, comma 3-bis, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo", convertito con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, e dell'art. 1, comma 8-bis, della legge 23 agosto 2004, n. 239, "Riordino del settore energetico, nonché delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia", introdotto dal decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, "Misure urgenti per la crescita del Paese", convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 134";

visto l'art. 75 della Costituzione;

vista la legge 25.5.1970, n. 352;

rilevato che è necessario procedere alla individuazione di 2 delegati, uno effettivo e uno supplente, ai sensi della predetta legge 25.5.1970, n. 352;

preso atto della proposta unitaria relativa all'individuazione dei delegati, uno effettivo e uno supplente, i cui nominativi sono stati segnalati d'intesa tra la maggioranza e l'opposizione, di cui il Presidente dà lettura e precisamente il Consigliere Arturo Bova (effettivo) e il Consigliere Fausto Orsomarso (supplente);

delibera

di designare, quali delegati del Consiglio regionale, relativamente alla richiesta di referendum di cui alla deliberazione consiliare n. 48 del 25 settembre 2015, il Consigliere Arturo Bova, delegato effettivo, e il Consigliere Fausto Orsomarso, delegato supplente, i cui nominativi sono stati segnalati d'intesa tra la maggioranza e l'opposizione”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 46/10^, recante: “Misure straordinarie per lo sviluppo dell’Area di Gioia Tauro – DDL per l’istituzione di una zona economica speciale (ZES)” (Del. n. 52)

Il Consiglio regionale,

vista la deliberazione di Giunta regionale 11 agosto 2015, n. 294, recante: "Misure straordinarie per lo sviluppo dell'Area di Gioia Tauro DDL per /'istituzione di una zona economica speciale (ZES)";

premesso che:

il porto di Gioia Tauro riveste un'importanza strategica nel settore del trashipment, suscitando l'interesse delle maggiori compagnie di navigazione; il Consiglio regionale della Calabria ha approvato, con deliberazione n. 311 del 31 maggio 2013, un disegno di legge per l'istituzione di una Zona Economica Speciale nel distretto logistico -industriale della Piana di Gioia Tauro, trasmesso alla Presidenza del Senato il 27 giugno 2013, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 121 Costituzione e dell'articolo 16 dello statuto della Regione Calabria;

il testo del DDL di iniziativa regionale è ancora in corso di esame presso le competenti commissioni al Senato della Repubblica ed alla Camera dei Deputati;

nelle more dell'esame presso gli organi legislativi competenti sono occorsi significativi cambiamenti nello scenario economico di riferimento e nel quadro normativo nazionale e comunitario;

appare, pertanto, opportuno elaborare una nuova versione del testo del DDL di iniziativa regionale, che garantisca una migliore compatibilità dello stesso con la normativa nazionale e con i vincoli comunitari, in termini di aiuti di stato;

considerato che:

una zona economica speciale (ZES) è un territorio ben identificato ed avente una propria specifica amministrazione, dove le aziende insediate possono beneficiare di specifici incentivi e di condizioni favorevoli in termini doganali, fiscali, finanziari e amministrativi al fine di promuovere lo sviluppo delle imprese già presenti nell'area, nonché l'insediamento nella ZES di nuove aziende, anche multinazionali;

con il presente provvedimento si prevede la possibilità di erogare aiuti alle imprese presenti nell'area, nonché a quelle di nuovo insediamento nella ZES;

a seguito della normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato è emersa la necessità di aggiornare il precedente DDL, tenuto conto che allo stato non è possibile concedere aiuti al funzionamento per le grandi imprese, mentre per le PMI, detti aiuti possono essere concessi solo in presenza di motivate circostanze eccezionali e previa notifica alla Commissione europea;

appare, inoltre, indispensabile delineare compiutamente la governance della ZES, affidando le funzioni di infrastrutturazione dell'area, l’efficace gestione degli incentivi previsti, nonché la definizione ed attuazione di procedure snelle che facilitino i processi di insediamento, alla Regione Calabria;

preso atto che la Seconda Commissione consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto nella seduta del 10 settembre 2015;

visti:

l'articolo 121 della Costituzione;

l'articolo 16 dello Statuto della Regione Calabria;

delibera

di approvare la proposta di legge al Parlamento, recante: "Misure straordinarie per lo sviluppo dell'Area di Gioia Tauro - DDL per l'istituzione di una zona economica speciale (ZES)" che, nell'unito testo, viene allegata alla presente per farne parte integrante;

di conferire mandato al Presidente del Consiglio regionale affinché inoltri al Parlamento la proposta di legge approvata”.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 31/10^, recante: “Proposta di Regolamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’Area dello Stretto – (deliberazione U.P. n. 39 del 22.6.2015)” (Del. n. 53)

Il Consiglio regionale,

vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 39 del 22 giugno 2015;

premesso che:

l'art. 117, comma 8, della Costituzione prevede che la legge regionale ratifica le intese della Regione con altre Regioni per il migliore esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni;

l'art. 46, comma 6, della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria), impegna la Regione a promuovere le eventuali necessarie intese interregionali nel rispetto delle relative norme statali;

considerato che:

l'art. 4 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 12 (Legge di stabilità regionale), prevede l'istituzione della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell' Area dello Stretto, stabilendo che entro 60 giorni dalla pubblicazione della legge sul BURC, il Consiglio regionale approvi, su proposta dell'Ufficio di Presidenza, apposito regolamento interno che ne disciplini la composizione, il funzionamento e la struttura organizzativa;

il sopra citato articolo prevede, altresì, che il predetto Regolamento individui anche un comitato tecnico di supporto allo svolgimento dell'attività della Conferenza stessa;

visto l'art. 14 della legge della Regione Siciliana 24 marzo 2014, n. 8 (Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane), che impegna la Regione Siciliana, d'intesa con la Città metropolitana di Messina, a favorire la stipula di appositi accordi con lo Stato, la Regione Calabria e la Città metropolitana di Reggio Calabria, al fine di consentire ai cittadini residenti nell'Area metropolitana di Messina e nella Città metropolitana di Reggio Calabria di usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità;

visto il testo del Regolamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto, composto da dodici articoli, come da allegato, che costituisce parte integrante della presente deliberazione;

delibera

di approvare, per come previsto dall'art. 4 della legge regionale 27 aprile 2015, n. 12 (Legge di stabilità regionale), il Regolamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell' Area dello Stretto, allegato al presente provvedimento, che ne costituisce parte integrante e sostanziale”.

(Allegato)

Proposta di legge numero 81/10^ “Variazione di bilancio per assicurare la prosecuzione delle attività dell’Unità di progetto rifiuti” (Del. n. 54 – L.R. n. 18/2015)

Art. 1

1. Lo stanziamento dell'UPB U.001.002.001.001 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015 è incrementato di euro 249.000,00.

2. La relativa copertura finanziaria è garantita con le risorse allocate all'UPB U.008.002.001.001 la cui disponibilità è contestualmente ridotta dello stesso importo.

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico previsto dall'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria).

Art. 2

1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Mozione numero 40 di iniziativa del consigliere Mirabello, recante “Soppressione e accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia a quella di Catanzaro”

“Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

la legge n. 124 del 7 agosto 2015 avente ad oggetto: “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 13 agosto, stabilisce un processo di riorganizzazione degli Uffici Territoriali del Governo, attraverso una razionalizzazione delle Prefetture che prevede la loro riduzione numerica;

tra le sedi da accorpare rientra anche l’Ufficio Territoriale del Governo di Vibo Valentia, che secondo le disposizioni di legge andrebbe ad essere unificato con quello di Catanzaro;

l’art. 8, comma 1, lett. e), della predetta Legge, rubricato “Riorganizzazione dell’amministrazione dello Stato”, con riferimento al processo di riorganizzazione degli Uffici territoriali del Governo, prevede espressamente che nella fase di razionalizzazione, riorganizzazione e riduzione del numero si deve tenere conto delle caratteristiche del territorio, della presenza della criminalità organizzata, delle dinamiche socio-economiche nonché, da ultimo, del fenomeno delle immigrazioni e dei flussi migratori;

considerato che:

nei recenti dossier, l’ultimo datato aprile 2014, la Commissione Parlamentare Antimafia ha sottolineato la grave situazione di ordine e sicurezza pubblica su tutto il territorio della provincia di Vibo Valentia, denunciando altresì la presenza di “una criminalità organizzata, radicata, pervasiva e capillarmente presente su tutto il territorio” che inquina il tessuto economico in ogni settore, con un elevato tasso di pericolosità e la capacità di influenzare la vita quotidiana;

tenuto conto della recente escalation di attentati e atti intimidatori nei confronti di amministratori locali e imprenditori;

considerato altresì che:

 il fenomeno dell’immigrazione sui fronti rivieraschi, che vede la Prefettura di Vibo Valentia impegnata in prima linea nelle operazioni di coordinamento e organizzazione nei numerosi sbarchi che si sono verificati e che continuano a verificarsi nella zona portuale della città capoluogo, nonché nella fase successiva di assistenza e controllo dei flussi migratori sul territorio di competenza;

il progetto di riorganizzazione e razionalizzazione, per come previsto chiaramente dal citato articolo, non può prescindere da tutti gli elementi sopra espressamente richiamati e che proprio tali specifiche attività dovranno essere tenute in debita considerazione, poiché tali compiti possono essere svolti solo dagli Organi prefettizi;

 proprio sulla questione a livello nazionale si registra un accesso dibattito che vede coinvolti il Governo, i partiti politici, le forze sindacali e sociali e tante associazioni;

tale situazione potrebbe comportare, inoltre, un pericoloso vulnus all’interno delle azioni indirizzate al contrasto e alla lotta alla criminalità organizzata, comportando altresì in grave arretramento sociale ed economico del territorio vibonese poiché la Prefettura, insieme alle amministrazioni locali, rappresenta un importante presidio dello Stato che non può essere sacrificato solo per una logica di natura contabile. Tutto questo comporterebbe, quindi, effetti pesantissimi per l’intero territorio.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna

il Presidente della Giunta regionale a intervenire presso il Governo nazionale, affinché si individuino le azioni volte ad evitare l’accorpamento della Prefettura di Vibo Valentia con quella di Catanzaro e, contestualmente, si possano individuare, altresì, tutte le attività necessarie alla riorganizzazione, al potenziamento degli Uffici, degli uomini e dei mezzi in servizio presso l’Ufficio territoriale del Governo di Vibo Valentia. Tutto ciò al fine di scongiurare un accorpamento che potrebbe minare seriamente, anche e soprattutto nella nostra Regione e, nello specifico, nella provincia di Vibo Valentia, le azioni di lotta e contrasto alla criminalità organizzata”.

Ordine del giorno numero 17 di iniziativa del consigliere Mirabello “In ordine alle iniziative a sostegno degli allevatori ovi caprini colpiti dalla bluetongue, malattia infettiva nota in Italia con il nome di Lingua blu”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

il territorio della provincia di Crotone è caratterizzato da una importante presenza di allevamenti ovicaprini che rappresentano una tra le poche realtà produttive crotonesi conosciute in tutta Italia grazie al “pecorino crotonese” che ha da poco ottenuto, tra l’altro, il riconoscimento da parte dell’Unione Europea della denominazione di origine protetta (D.O.P.) ai sensi del regolamento CEE n. 2081/92;

detti allevamenti rischiano il collasso a causa della recrudescenza della bluetongue, malattia infettiva nota in Italia con il nome di “Lingua Blu”;

detta malattia, dopo una prima apparizione negli anni 2000 e 2001, è tornata a manifestarsi già nel 2014 e, con ancora più forza, nell’anno in corso;

a differenza di quanto avvenuto in altre regioni e nonostante i numerosi incontri avvenuti presso gli uffici del settore veterinario della ASP di Crotone, ad oggi, nessun provvedimento concreto a sostegno degli allevatori è stato assunto;

considerato che:

la normativa attuale è assai penalizzante per gli allevatori, questa infatti prevede, in caso di denuncia del focolaio, il blocco della vendita dei capi fuori provincia con un conseguente aumento dei costi di macellazione dei capi sani e l’obbligo a carico degli stessi allevatori di sostenere le spese di smaltimento delle carcasse;

nell’anno passato, nonostante le numerose sollecitazioni da parte di ASP, comuni e associazioni di allevatori, non è stato predisposto né un indennizzo a favore degli allevatori né un piano di vaccinazioni che aiutasse a scongiurare una nuova epidemia;

oggi gli allevatori si trovano nella sciagurata condizione di dover scegliere se denunciare il focolaio con le conseguenze di cui sopra o se tacere e correre il concreto rischio che il focolaio diventi una vera e propria pandemia.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna

la Giunta regionale a predisporre, di concerto con i dipartimenti Salute e Agricoltura, un piano che:

individui i focolai di Bluetongue nel territorio della provincia di Crotone e nel resto della regione;

valuti, con la prudenza del caso, la possibilità di erogare un sussidio, per gli anni 2014 e 2015, a ristoro dei danni subiti dagli allevamenti colpiti dalla malattia sia per il mancato reddito che per i costi di smaltimento delle carcasse;

predisponga un piano di prevenzione per gli anni a venire.”

Ordine del giorno numero 18 di iniziativa dei consiglieri Esposito, Bova, Tallini, Mangialavori “In ordine al ruolo del S. Anna Hospital nella rete emergenza – urgenza cuore in ambito regionale”

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

il Sant’Anna Hospital è il centro di Alta Specialità del Cuore – istituito ai sensi del Decreto Ministeriale del 29 gennaio 1992 – che da circa quindici anni opera in regime di accreditamento presso il SSR e fornisce risposta alla domanda di salute dei calabresi affetti dalle patologie di ambito cardio-vascolare;

i dati ufficiali evidenziano che nel tempo il Centro ha contribuito in maniera significativa a ridurre la percentuale di emigrazione sanitaria verso strutture ubicate al di fuori della regione, oltre ad avere stimolato – sia pure come effetto collaterale – l’avvio dell’attività cardiochirurgia in ambito universitario e favorito l’implementazione sul territorio calabrese dei servizi sanitari pubblici dell’area Cuore, contribuendo peraltro a formare una buona parte del personale che in essi ha operato o tutt’ora opera;

il ruolo del Sant’Anna Hospital al servizio della sanità regionale è dimostrato dalla distribuzione dei pazienti per area di provenienza, lì dove risulta che circa il 29% proviene dalla provincia di Cosenza, il 25% da quella di Reggio Calabria, il 24% da quella di Catanzaro, il 13% da quella di Crotone e il 9% da quella di Vibo Valentia;

per quanto riguarda i volumi di produzione, solo nel 2014 i ricoveri sono stati circa 4000, gli interventi chirurgici in ambito cardiaco circa 900 e oltre 700 quelli di ambito vascolare; la Cardiologia interventistica e l’Elettrofisiologia e Cardiostimolazione hanno effettuato circa 3200 procedure, 800 della quali funzionali all’attività chirurgica; i pazienti che hanno ricevuto assistenza in situazioni di emergenza/urgenza sono stati circa 750, l’80% dei quali provenienti da ASP diverse da quella di Catanzaro; numeri, questi, in linea con quelli registrati negli anni precedenti; i risultati ottenuti in ambito cardochirurgico, resi pubblici dal Report sull’attività 2014, pongono il Sant’Anna Hospital al medesimo livello dei più accreditati Centri in ambito internazionale;

il Sant’Anna Hospital è dunque “nei fatti” parte integrante e non certo residuale del Servizio Sanitario Regionale, lo stesso servizio che l’Ufficio del Commissario alla Sanità ed il Dipartimento regionale della Salute stanno cercando di dotare di una rete per l’emergenza cuore che tenga nella giusta considerazione anche l’ospedalità privata accreditata, lì dove si ritiene che la morfologia del territorio possa compromettere il fattore tempo, determinante per il buon esito del soccorso;

considerato che:

i provvedimenti finora adottati in tema di Rete per l’Emergenza relegano il Sant’Anna Hospital in una posizione del tutto marginale per quel che riguarda la sindrome coronarica acuta (SCA), ignorando al contempo l’ipotesi, tutt’altro che remota (come dimostrano ben i dati), che possano sopravvenire implicazioni di tipo cardochirurgico; mentre al contrario andrebbe piuttosto sottolineato che il Centro, proprio perché dotato di una U.O. di Cardiochirurgia consente, ove necessario, il passaggio immediato del paziente dalla sala di emodinamica a quella operatoria, azzerando di fatto i tempi di risposta;

il DCA n. 75 del 2015 circoscrive il ruolo del Sant’Anna Hospital solo alle situazioni “non emergenziali” per i pazienti della provincia di Crotone; formula quantomeno incongrua che, volendo disciplinare fattispecie in cui la libertà di scelta del malato è garantita da una legge dello Stato, lascia invece intendere che quella stessa libertà dipenda dalla previsione di un decreto commissariale;

l’Azienda Ospedaliera Universitaria non è in grado da sola di soddisfare tutta la domanda di salute della popolazione calabrese, al punto che si pensa ad una terza cardiochirurgia; dunque sfuggono le ragioni per cui, da un lato, si vorrebbe implementare il sistema e, dall’altro, di fatto lo si impoverisce;

il provvedimento suscita perplessità e preoccupazione, perché a fronte del volume di prestazioni storicamente erogato al Sant’Anna Hospital, taglia fuori il Centro presupponendo a priori che le altre strutture siano in grado di farsi carico di tutta l’area emergenziale, quando nella realtà dei fatti così non è;

nelle previsioni del DCA 75/2015 sembrerebbe così intravedersi la volontà da parte della regione di aggirare, ancora una volta, il tema delle prestazioni rese in emergenza-urgenza dal Sant’Anna Hospital; tema sollevato ripetutamente in questi anni dal Centro e sul quale si è pubblicamente pronunciato anche il Ministro della Salute attualmente in carica;

un centro di Alta Specialità obbligato a tenere in pronta disponibilità, h 24 e per 365 giorni all’anno, cardiochirurghi, emodinamisti, rianimatori, perfusionisti e infermieri con un livello di tecnologia sofisticato e soggetto a continui adeguamenti è assurdo che, piuttosto che essere riconosciuto come preziosa risorsa della sanità regionale, venga relegato ad un ruolo subalterno ignorando quanto sino ad oggi esso ha garantito ai calabresi in termini di risposta alla loro domanda di salute;

chiede

al Presidente della Giunta regionale di attivarsi affinché l’Ufficio del Commissario alla Sanità ed il Dipartimento per la Salute rivedano i provvedimenti adottati attribuendo formalmente al Sant’Anna Hospital il ruolo da sempre svolto nell’ambito dell’emergenza-urgenza cuore col quale ha dato prestigio e risposte alle esigenze servizio sanitario regionale.”

Ordine del giorno numero 19 di iniziativa dei consiglieri Sculco, Cannizzaro, Arruzzolo, Nicolò, Greco, Orsomarso, Romeo, Giudiceandrea, Nucera “In ordine alla necessità di potenziamento e rilancio degli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria”

“Il Consiglio regionale,

considerato che:

all’indomani del “Rapporto Svimez”, che ha evidenziato le condizioni di grave dislivello del Paese con un Mezzogiorno che arranca e presenta gravi criticità strutturali, il Capo del Governo Matteo Renzi, leader del PD, ne ha condiviso le analisi allarmanti impegnandosi a presentare un Masterplan per l’abbattimento del ‘gap’ Nord Sud attraverso politiche di investimento per il rilancio del Mezzogiorno e della Calabria;

a fronte del manifestato impegno del Governo a favore del Mezzogiorno, si registrano, in questi giorni e incredibilmente, dichiarazioni estemporanee ed improvvisate, rilasciate nei talk-show e in alcune manifestazioni di partito, da parte di parlamentari ed esponenti del Governo, con cui si mette in discussione la sopravvivenza di infrastrutture strategiche ed imprescindibili per lo sviluppo e la crescita della Calabria e dei suoi territori come gli scali aeroportuali di Crotone e di Reggio Calabria, inneggiando addirittura alla chiusura;

tali esternazioni contraddicono, da un lato, la reale necessità del territorio di puntare sulle infrastrutture per rompere l’isolamento della Calabria e per riagganciarla non solo e riduttivamente sotto il profilo fisico ma anche in termini di sviluppo complessivo al resto del Paese e dell’Europa e, dall’altro, suscitano tensione sociale, allarme e forte preoccupazione;

Ribadito il proprio deciso e forte convincimento sull’importanza delle due infrastrutture aeroportuali, fondamentali per perseguire e realizzare qualunque ipotesi di crescita e di sviluppo, e l’irrinunciabilità non solo del mantenimento ma anche e soprattutto del potenziamento e del rilancio dei due aeroporti di Crotone e di Reggio Calabria.

Tutto ciò premesso,

impegna

la Giunta regionale ad attivare urgentemente ogni azione utile e necessaria a scongiurare lo smantellamento dei due scali calabresi ed a respingere, in ogni sede istituzionale, ogni intenzione che, remando contro la stessa volontà del Governo Renzi, mira a realizzare la definitiva spoliazione e desertificazione economica e sociale di quest’area del Paese, piuttosto che dare alla Calabria, com’è invece necessario, l’opportunità di inserirsi dignitosamente nei processi di sviluppo in corso.”

Ordine del giorno numero 20 di iniziativa del consigliere Sergio “In ordine a provvedimenti finalizzati ad evitare la chiusura dei nuclei di cure primarie della Provincia di Cosenza e finalizzati al potenziamento degli stessi”

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

i Nuclei di Cure Primarie – NCP – sono unità organizzative di base di un sistema sanitario innovativo di prossimità;

gli stessi, finalizzati alla continuità assistenziale e all’integrazione dell’attività territoriale, contribuiscono al miglioramento della medesima qualità assistenziale oltre che a dare maggiori e più qualificati servizi sanitari nel territorio;

tra le altre finalità degli stessi NCP sono quelle di gestire patologie non gravi – i c.d. “Codici Bianchi”, valutare i pazienti affetti da patologie croniche di particolare impatto sociale e numericamente impegnative;

le suddette valutazioni, con particolare riferimento a quelle inerenti alla ipertensione arteriosa, bronchite cronica ostruttiva, diabete, sindrome metabolica, sono finalizzate a filtrare l’accesso al Pronto Soccorso;

nel territorio della provincia di Cosenza sono presenti 6 Nuclei di Valutazione Primaria (Rende, Montalto, Paola, Corigliano Calabro e 2 su Cosenza) operanti da lunedì a venerdì dalle 8,00 alle 20,00;

ciascuno di tali NCP, grazie all’ausilio di medici, infermieri e personale amministrativo, fornisce assistenza a circa 25 mila pazienti;

a far data dal dicembre 2012 sino ad oggi, tali Nuclei di Cure Primarie hanno raggiunto risultati soddisfacenti per l’utenza che beneficia dei servizi degli stessi ambulatori ma, al contempo, hanno raggiunto livelli ritenuti soddisfacenti dalla medesima Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza;

con tale sistema si è contribuito ad eliminare lunghe liste di attesa per l’effettuazione di visite specialistiche e per le analisi;

in virtù dei risultati raggiunti, detti NCP sono stati presentati in vari congressi sanitari nazionali e tale formula è stata apprezzata, adattata ed esportata anche fuori dal territorio regionale;

in questi ultimi tempi, circolano con sempre maggiore insistenza voci per nulla positive circa il futuro degli NCP;

nonostante i livelli raggiunti, i Nuclei di Cure Primarie, una volta terminata la fase sperimentale rischiano di chiudere a fine settembre;

appare paradossale come si possa pensare di chiudere tali Centri che, si ribadisce, nonostante siano ancora ad uno stadio sperimentale, hanno contribuito non poco al miglioramento della qualità assistenziale oltre che a fornire qualificati servizi sanitari nel territorio.

Tutto quanto sopra premesso,

impegna

il Presidente della Giunta regionale

ad intervenire sin da subito, presso le sedi competenti, al fine di evitare la paventata chiusura dei Nuclei di Cure Primarie della provincia di Cosenza in quanto, visti i lodevoli risultati raggiunti nella fase sperimentale, hanno fattivamente contribuito al miglioramento della qualità assistenziale oltre che a fornire qualificati servizi sanitari nel territorio;

ad intervenire, sempre presso le medesime sedi di cui sopra, affinché tali Centri vengano ulteriormente potenziati vista l’alta valenza dei servizi prestati agli utenti”.