X LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
10.
SEDUTA DI LUNEDI’ 31
AGOSTO 2015
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE NICOLA IRTO E
DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO
Presidenza del Presidente Nicola Irto
PRESIDENTE
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Colleghi consiglieri prima di entrare nel merito della seduta odierna, nella discussione dell’ordine del giorno consentitemi di osservare un minuto di silenzio, perché da qualche ora è venuto a mancare un uomo dello Stato il già super Prefetto di Reggio Calabria, nonché senatore della Repubblica Luigi De Sena.
(I consiglieri
e tutti i presenti si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio)
Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Permettetemi di rivolgere un ossequioso saluto a Luigi De Sena. Nell’apprendere la notizia della sua morte, un’ora fa, mi sono venute in mente tante parole e tante riflessioni svolte da lui in diverse circostanze ma soprattutto mi è venuta in mente la statura di un uomo, di un servitore dello Stato profondamente legato alla Calabria.
Sono addolorato per la morte di Luigi De Sena.
Ho avuto modo di incontrarlo l’ultima volta nel mese di luglio scorso e di proporgli – voglio dirlo qui anche per quanti hanno chiosato in modo distorto su questa vicenda – di assumere un ruolo nel governo della Regione.
L’ho sentito la prima volta per telefono e lui dalla
parte opposta del telefono, lusingato per questa proposta, mi ha espresso le
sue difficoltà ad accettare ed io ho insistito. Mi ha espresso la condizione di
salute che non gli permetteva di farlo ed io ho insistito e lui, proprio per il
legame con la nostra terra, mi ha detto testualmente
“fammi sentire il mio medico”.
L’ho rincontrato dopo una
settimana e quando ci siamo rivisti mi ha detto “Mario, sono profondamente lusingato per questa proposta. Avrei accettato volentieri
di dare un contributo alla mia, alla nostra terra. Lo avrei fatto perché,
conoscendoti, so quanto rigore e quanta determinazione anima il tuo programma e il tuo agire, però non sono nelle condizioni di farlo”.
Quando l’ho lasciato, l’ho
abbracciato ed ho sentito fisicamente quanto era segnato dalla sofferenza.
Luigi De Sena è stato un grande servitore dello Stato, un uomo impegnato nella
lotta alla criminalità organizzata, un uomo impegnato per l’affermazione della
legalità e lo ha fatto senza proclami roboanti, con grande sobrietà,
determinazione ed efficacia.
Era un uomo che andava
alla sostanza, non gli servivano le vetrine mediatiche. Andava alla sostanza ed
aveva capito come la strada in salita dell’affermazione della legalità e del
contrasto alla criminalità richiedessero azioni intelligenti,
concertate, un concorso di energie e soprattutto un elevamento culturale,
appunto.
Ci ha lasciato un grande servitore dello Stato cui va il
nostro pensiero, il nostro omaggio. Permettetemi di esprimere a nome di tutti i
calabresi – penso di interpretare il sentimento di tutti i calabresi – un
referente saluto a Luigi De Sena e soprattutto una vicinanza alla sua famiglia
che lo ha accudito fino all’ultimo momento e che fino all’ultimo momento gli ha
dato la forza di vivere.
Grazie al Presidente della
Giunta.
Iniziamo con il primo
punto all’ordine del giorno.
Il primo punto all’ordine
del giorno riguarda la proposta
di provvedimento amministrativo numero 30/10^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Por Calabria Fse 2007/2013. Proposta di riprogrammazione del Por
Calabria Fse 2007/2013 per il Piano di
azione e coesione. Presa d’atto e adempimenti”.
Il relatore, consigliere Aieta,
ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, si
tratta in sostanza di una proposta di provvedimento amministrativo che la seconda Commissione ha licenziato e che riguarda la
rimodulazione del Por, il Fondo sociale europeo da cui sono stati stornati circa 110 milioni di
euro per finanziare interventi a sfondo
sociale attraverso le schede del Piano di azione e coesione che sono legate a
questo provvedimento.
A queste risorse decurtate
dal Por si aggiungono anche quelle del vecchio Poc,
il Programma Ordinario Convergenza che è l’attuale Pac.
Ovviamente questa rimodulazione, anche nell’ambito della accelerazione che la Giunta ha voluto imprimere alla spesa per il
2007-2013, si è resa necessaria per evitare il disimpegno automatico, per
portare a termine i progetti e per spostare sul cofinanziamento nazionale gli ammortizzatori
sociali su cui la Commissione ha sollevato questioni di ammissibilità se
superiori al 10 per cento.
Nella tabella che troverete allegata al provvedimento che è la tabella
6.2 vi è la geografia degli interventi. Si tratta, in sostanza, intanto del
progetto “Calabria In Work”, attraverso il quale si tende al coinvolgimento
attivo delle comunità calabresi che sono residenti nel mondo, della scheda di
salvaguardia 1.5 che riguarda i percorsi di istruzione e formazione
professionale e poi Misure innovative sulla tutela della occupazione, collegata
soprattutto ad ammortizzatori sociali in deroga, potenziamento della istruzione
tecnica e professionale di qualità, aiuto alle persone con elevato disagio
sociale.
Durante questa discussione è stata audita l’assessore
regionale al lavoro e al welfare che ha espresso parere favorevole per
conto della Giunta allorquando si è trattato di decurtare dal “Programma
Calabria In Work” 2 milioni di euro che sono stati stornati per essere allocati
poi sulle risorse che riguardano gli aiuti alle persone con elevato disagio
sociale.
La Commissione pertanto ha approvato questo provvedimento ed ha espresso
il proprio parere favorevole. Grazie.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione il primo punto all’ordine
del giorno.
(Il
Consiglio approva a maggioranza)
(E’
riportato in allegato)
Il secondo punto all’ordine del giorno – che è anche il secondo punto
della rimodulazione – riguarda la proposta
di provvedimento amministrativo numero 43/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Adozione della nuova proposta di riprogrammazione del Por
Calabria FESR 2007 - 2013 elaborata sulla base degli esiti del Comitato di
sorveglianza del 31 luglio 2015”.
Il relatore, consigliere Aieta,
ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, questa proposta di provvedimento
amministrativo di iniziativa della Giunta
regionale riguarda la riprogrammazione del Por Fesr
Calabria 2007/2013 che è un atto logicamente connesso alle precedenti
rimodulazioni.
Ricordo che la seconda Commissione si è occupata in più
sedute di approfondire il tema della rimodulazione e della riprogrammazione del
Por 2007-2013 ed ha dedicato specifiche riunioni alla programmazione 2014/2020.
Questo atto è connesso a tutto il lavoro che la Giunta
sta facendo e questa esigenza di variare ulteriormente questo programma nasce dalla
necessità di salvaguardare le risorse. Il rischio del disimpegno – lo sapevamo
a novembre e continuiamo ad esserne consapevoli – è alto ma la corsa contro il
tempo è anche abbastanza accelerata.
Per cui queste risorse, questa operazione serve in
qualche modo a salvare il ritardo nell’attuazione dei programmi.
La Giunta regionale negli ultimi mesi ha definito gli
indirizzi e gli adempimenti per dare accelerazione alla spesa e con più
delibere ha approvato la proposta di riprogrammazione del Por Calabria
2007-2013 che è stata, appunto, elaborata dalla Autorità di gestione e dai
dipartimenti interessati.
Dal punto di vista strettamente finanziario, cosa
succede con questo provvedimento amministrativo? Di fatto vengono finanziati
gli Assi che hanno presentato una variazione di segno positivo e che sono l’Asse
III che riguarda l’ambiente, con un incremento pari a 180 milioni di euro
riguardanti, sostanzialmente, la difesa del suolo e tutto ciò che come mission la Giunta ha voluto dare a Calabria
Verde.
L’Asse IV che è la qualità della vita e l’inclusione
sociale, con un incremento pari a 30 milioni di euro, e l’Asse VI che riguarda le reti ed i collegamenti per la mobilità,
con un incremento di 68 milioni di euro.
E’ giusto sottolineare che le modifiche che sono nella
griglia non incidono né sui tassi di cofinanziamento del Fesr
e dei singoli Assi tutti, ovviamente, né sulla partecipazione finanziaria
complessiva del Fesr al programma che si mantiene al
75 per cento e che rimane pari ad 1 miliardo 500 milioni di euro.
Alla luce di tutto questo le modifiche che sono state
introdotte al Por 2007-2013 hanno un obiettivo precipuo che è quello di
finalizzare il tutto alla ottimizzazione delle risorse disponibili in
considerazione dei ritardi che si sono registrati, nei ritardi della attuazione
dei programmi e delle procedure che non consentirebbero l’ultimazione entro i
termini di eleggibilità della spesa del Por.
Anche su questo provvedimento la seconda Commissione ha
espresso parere favorevole.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, ho ascoltato con interesse
quanto finora illustrato con ampio dettaglio sulla rimodulazione delle linee
programmatiche del Por, per evitare il disimpegno automatico delle somme a fine
anno.
La materia europea sta diventando sempre più centrale e decisiva, sia
sotto il profilo finanziario, infatti la parte preponderate delle risorse del
bilancio regionale sono di provenienza comunitaria, sia sotto il profilo
strategico e politico.
La politica regionale non ha certamente brillato nella programmazione
di questa immensa risorsa che avrebbe potuto far diventare la Calabria una
regione moderna e competitiva e di conseguenza ha subito danno anche la
gestione dei fondi comunitari.
Diversi i punti di crisi:
estrema parcellizzazione dei progetti e quindi delle risorse, fondi
impegnati e poi non spesi, ritardi nei pagamenti, progetti non coerenti,
controlli assenti o non completi
E si potrebbe andare ancora avanti.
Il rapporto sugli “affari europei” fotografa, inoltre, le procedure di
infrazione a carico dell’Italia per inadempienze imputabili anche alla nostra
Regione: controllo su discariche abusive, trattamento acque reflue urbane. Solo
per la prima infrazione l’Italia è stata condannata ad una ‘penale’ di 256 mila
euro al giorno: anche la Calabria dovrà pagare a sua parte.
Ho più volte ribadito, anche in sede di Consiglio, come la classe
politica non è immune da colpe per l’incapacità dimostrata, proprio nel non
aver saputo sfruttare appieno le grandi risorse delle programmazioni, che
rischiano ancora di tornare per quasi il 50 per cento nelle casse dell’Europa. A
questo si associa il meccanismo perverso, silente, attivato proprio dal Governo
centrale che, per colpa delle sue scelte e dei tagli ai finanziamenti per il
Sud e per la Calabria, certamente affossa in modo definitivo la nostra economia
e la nostra crescita.
Vorrei fare un inciso, Presidente. Se le risorse per l’alluvione di
Rossano e Corigliano dovessero essere confermate in 3,9 milioni di euro forse è
il caso che vengano rimandate indietro a Renzi.
Nell’Adozione della nuova proposta di riprogrammazione del Por Calabria
FESR 2007 - 2013, che il Consiglio dovrebbe approvare, sono evidenziati gli
assi che presentano le criticità maggiori e più rilevanti, il V ed il VII, e si
propone una rimodulazione per accelerare la spesa.
La rimodulazione prevede, tra gli altri, interventi sulla difesa del
suolo, con un primo intervento di 100 milioni di euro, finalizzati alla messa
in sicurezza e mitigazione del rischio, con incremento dell’Asse III –
Ambiente, sino a 404 milioni di euro (attualmente 224).
Viene anche aumentata la dotazione finanziaria dell’Asse IV – Qualità
della vita, con interventi in materia di edilizia scolastica e dell’Asse VI, in materia di mobilità, con un incremento relativo alla
realizzazione di un mega lotto della SS 106.
Certamente questa riprogrammazione mette in luce molti punti di crisi
del comparto dei fondi comunitari e le proposte che potrebbero anche essere
condivisibili, parliamo infatti di interventi di messa in sicurezza del
territorio e di mitigazione del rischio, che considerati anche gli ultimi
accadimenti a Rossano e Corigliano sono sicuramente prioritari, lasciano però
qualche dubbio proprio per i ritardi nella spesa e la difficoltà che ha la
Regione a liquidare prima e a rendicontare all’Unione Europea poi.
Ben vengano gli interventi sulla mobilità, ma finora non ho visto una
strategia per avere un sistema di trasporti efficiente e sostenibile, per
rilanciare la Calabria e farla diventare competitiva. L’obiettivo di sollevare
la Calabria dal (poco glorioso) ultimo posto delle graduatorie, possiamo dire
così, nazionali per dotazione infrastrutturale non è sicuramente raggiunto.
Concludo aggiungendo che in sede di commissione Bilancio il dott.
Praticò, che ho avuto modo di conoscere ed apprezzare per il suo lavoro, ha
fatto il punto sul target di spesa evidenziando anche che probabilmente la
Regione riuscirà a rendicontare una percentuale di spesa maggiore rispetto al
target previsto, mi auguro che veramente con l’impegno di tutti, sia politico
sia tecnico, si possa fare della Calabria una Regione dinamica e capace, in
grado di definire da se i propri destini, utilizzando le opportunità offerte
dalle programmazioni comunitarie come strumento di sviluppo e di crescita.
Grazie.
Non ci sono richieste di
intervento, pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo
numero 43/10^.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Il terzo punto recita “Proposta di
provvedimento amministrativo numero 44/10^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “POR Calabria FESR/FSE 2014/2020. Approvazione Documento ‘Strategia
Regionale per l’Innovazione e la Specializzazione Intelligente - 2014/2020’ e ‘Piano
d’Azione per la Condizionalità RIS3 Calabria’”. E’ il primo dei due,
il terzo e il quarto riguardano la nuova programmazione del nuovo Por.
Pongo in votazione il provvedimento. Dopo il quarto punto, apriamo il
dibattito.
(Il
Consiglio approva)
Chiedo scusa, abbiamo approvato il terzo o il quarto punto?
Abbiamo votato il terzo punto, Presidente.
Adesso andiamo al quarto e poi apriremo al dibattito.
Ho capito.
Il quarto punto all’ordine del giorno recita “Proposta di provvedimento amministrativo numero 45/10^ di iniziativa
della Giunta regionale, recante: “Programma Operativo Regionale FESR-FSE
2014/2020. Approvazione testo revisionato e relativi allegati”.
Presidente, chiedo di intervenire,
sull’ordine dei lavori.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, per rispetto all’Aula
prima che iniziassimo il dibattito vorrei una informazione da parte degli
organi della Presidenza per sapere se a loro risulta che nella seconda
settimana di agosto questa proposta di piano di programmazione 2014-2020 è stata
già caricata sulla piattaforma europea per l’invio alla Commissione europea.
Se tutto ciò è vero, è in difformità alla legge regionale perché noi ci
troviamo di fronte alla presa d’atto di un documento che è stato inviato alla
Commissione e non ad una deliberazione.
Mi pare che l’articolo 1 della legge 7 del 2007 parli chiaro. Noi non
siamo oggi nelle condizioni di poter modificare questo documento che è stato
già inviato alla Commissione, se è vero che è stato già caricato sulla
piattaforma informatica.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
prima di introdurre
questo punto con una relazione dettagliata, mi permetto di chiarire, a
proposito del quesito posto dal
consigliere Guccione, che i documenti saranno caricati sulla piattaforma della
Commissione – lo dirò nella relazione – entro il 4 settembre prossimo.
Naturalmente, nel corso di questi mesi abbiamo avuto una interlocuzione
molto stringente con la Commissione europea e, nel corso di questa interlocuzione,
ci sono state riunioni a Bruxelles, in Calabria, a Roma e c’è stata anche una
interlocuzione on-line, come era giusto che fosse. Siccome, però, anche quest’aspetto
lo tratterò nella relazione, chiedo che si possa procedere con l’introduzione
ai lavori di questa Assise, convocata anche su nostra richiesta su questo punto
appositamente.
“Proposta
di provvedimento amministrativo numero 45/10^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Programma Operativo Regionale FESR-FSE 2014/2020. Approvazione testo
revisionato e relativi allegati” – ripresa della discussione
Signor Presidente, signori consiglieri, la visita del Commissario
europeo, dottoressa Cretu, a Reggio Calabria, il 22
aprile scorso ha rappresentato un’occasione per riaprire il dialogo con i
rappresentanti della Commissione europea, in una situazione molto critica in
cui – come ho già riferito al Consiglio nella relazione dello scorso mese di
marzo sulla programmazione comunitaria – il programma 2007-2013 presentava consistenti criticità attuative, mentre il
programma 2014-2020 era stato trasmesso dal sottoscritto alla Commissione nel
mese di dicembre, precisamente il 18 dicembre scorso nei primi giorni del mio
insediamento.
Come ho avuto modo di dire più volte, in
quella occasione non ho nemmeno aperto i faldoni che ho trovato sulla scrivania
di palazzo Alemanni, perché era necessario inoltrare alla Commissione quei
documenti per attivare formalmente l’iter di esame e di approvazione degli
stessi.
Le osservazioni della Commissione europea al
documento che abbiamo presentato non ci hanno sorpreso, 258 osservazioni; al
contrario, ci hanno fornito l’occasione per orientare la programmazione verso
gli indirizzi strategici del nuovo governo regionale, come era giusto che
fosse, concentrando le risorse sui temi prioritari, nell’ottica di costruire la
nuova Calabria che abbiamo presentato ai cittadini in occasione del nostro
insediamento.
La nuova impostazione del programma che oggi
presentiamo al Consiglio risulta profondamente rinnovata nel metodo e nel
merito rispetto a quella di dicembre scorso, grazie a un intenso lavoro svolto,
attraverso un confronto serrato con i funzionari dello Stato, della Commissione
europea, fatto di incontri settimanali a Bruxelles e spesso anche in Calabria.
In questi mesi non è mancato l’attivo
coinvolgimento delle rappresentanze partenariali e il
costruttivo confronto di questo Consiglio, anche attraverso la seconda
Commissione consiliare. Devo dire che sono state tre riunioni della Commissione
che si sono svolte sul documento.
Il valore di questo percorso, indirizzato a
definire le priorità di investimento e ad identificare in modo chiaro i
risultati attesi per cittadini e imprese, è stato ricordato nella recente
riunione del Comitato di sorveglianza il 31 luglio scorso dal rappresentante
della Commissione europea, dottore Mugia, che,
esprimendo profondo apprezzamento per il lavoro svolto, ha testualmente parlato
di “passi da gigante compiuti dalla Regione negli ultimi mesi”.
Evidentemente a queste parole, che pur ci
incoraggiano a proseguire con lo stesso metodo di lavoro basato sul confronto
aperto e sulla concretezza delle idee, seguiranno i ben più importanti fatti,
che consistono nell’ormai imminente operazione formale del programma e nel
conseguente avvio degli investimenti.
Nell’ultima riunione a Bruxelles del 25 e 26
agosto scorso è stato concordato il testo definitivo, che potrà essere
trasmesso avvalendosi degli strumenti informativi previsti, cioè dalla
piattaforma, dai Regolamenti, entro il 4 settembre prossimo venturo.
La Commissione, in tale occasione e in vista
della fase finale del negoziato, ci ha anticipato l’opportunità di un
incremento della dotazione degli investimenti per Azienda digitale per circa 15
milioni di euro e della rimodulazione di alcune azioni dell’Asse III e dell’Asse
V di ridotta dimensione finanziaria.
A partire dal 4 settembre ed entro il termine
del 23 settembre, tutte le direzioni generali della Commissione europea saranno
chiamate a pronunciarsi formalmente sul programma. A fine mese partiranno,
quindi, le procedure interne alla Commissione per l’adozione formale del
programma, che dovrebbero ragionevolmente concludersi entro la metà di ottobre.
A questo punto, ritengo sia necessario
concentrare il mio intervento su pochi importanti elementi da condividere con
il Consiglio e, segnatamente: primo, la visione che ispira il programma in
relazione alla più ampia agenda di governo; secondo, l’architettura strategica
e i contenuti del nuovo Por; terzo, le innovazioni intraprese nei processi
attuativi e gestionali.
Come oggi, era lunedì lo scorso 9 febbraio,
quando ho presentato a questo Consiglio regionale le linee strategiche e
programmatiche che costituiscono il riferimento per l’azione di governo di
questa legislatura. In quella occasione ebbi modo di sottolineare più volte che
considero il nesso tra risposte emergenziali e visione strategica come il fulcro
dell’impostazione programmatica del nuovo governo regionale. E’ la condizione
della Calabria che lo richiede, infatti le analisi statistiche descrivono un
territorio nel quale la crisi degli ultimi anni si somma alle profonde carenze
strutturali di un lungo periodo, determinando una situazione generale
preoccupante su tutti i fronti della vita sociale ed economica della nostra
comunità regionale.
Da un tempo ormai lunghissimo la Calabria vede
progressivamente ridursi, anno dopo anno, il suo prodotto interno lordo, si
riduce costantemente la capacità di creare ricchezza e, nello stesso tempo, si
abbassano gli indicatori della qualità della vita e dei servizi. Le imprese
sono al limite della resistenza ed è in atto un processo di progressiva
desertificazione produttiva; diminuisce l’occupazione, mentre permangono fasce
ampie di precariato e cresce l’esodo delle nuove generazioni.
In questo contesto di severo aggravamento del già
preoccupante ritardo strutturale della Calabria ed in ragione della profonda interrelazione
fra le diverse problematiche che dobbiamo affrontare, abbiamo confermato la
scelta di utilizzare congiuntamente i fondi strutturali in un programma plurifondo che comprenda sia il Fesr
che il Fondo sociale europeo, per comporre un disegno organico in grado di
incidere strutturalmente e in modo integrato sul territorio e sul tessuto
produttivo regionale.
Sotto il profilo strategico, l’enfasi del Por è
concentrata sulla declinazione a livello regionale della strategia europea per
la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, finalizzata al
raggiungimento della coesione economica, sociale e territoriale, perché – come
abbiamo sempre sostenuto – per uscire dalla crisi e per recuperare la grave
condizione di arretratezza economica e sociale della Calabria, la Calabria deve
collocarsi nel quadro degli obiettivi europei sulla crescita, l’occupazione, l’istruzione
e la ricerca, l’utilizzo delle nuove tecnologie e la valorizzazione dell’ambiente.
In quest’ottica abbiamo voluto conferire al nuovo Por
2014-2020 la funzione di strumento ordinatore delle politiche regionali di
sviluppo e di motore finanziario e progettuale per l’attuazione dell’agenda di
governo. Quest’importante strumento finanziario ci consentirà di realizzare in
parte significativa le priorità di governo, che abbiamo già discusso con il
Consiglio regionale e che ritengo utile ricordare sinteticamente:
cogliere l’opportunità della rivoluzione digitale,
aprendo una prospettiva che per la nostra regione è di enorme portata, in grado
di cambiare radicalmente la società e di aprire straordinari scenari di
evoluzione anche sul fronte dell’economia;
ripensare la Calabria come Regione strategica per l’Europa,
perché è attraverso il Mediterraneo che passano i rapporti tra Paesi
consumatori e Paesi produttori e, in questo contesto, l’area di Gioia Tauro ha
lo straordinario vantaggio competitivo che deriva dalla sua collocazione
geografica;
investire sullo stretto rapporto che, nelle società
moderne, sussiste tra saperi e crescita economica e sociale, tra sviluppo
economico e coesione sociale, coniugando qualità con equità nell’istruzione e
trattando in modo coordinato i problemi dell’istruzione, della formazione e del
lavoro, in connessione e integrazione con quelli relativi all’inclusione
sociale, alla occupabilità, alla parità di genere;
assumere come orizzonte dell’azione di governo
la prospettiva di uscita dalla crisi e di ripresa della crescita, sostenendo i
settori produttivi e le imprese, elevando le qualità competitive dell’economia
regionale - anche rafforzandone l’orientamento all’innovazione - valorizzando
le potenzialità e i margini di crescita in alcuni settori prioritari, mettendo
a valore e a servizio della crescita il sistema universitario e della ricerca;
puntare sui territori come grande riserva di
valori e risorse per rigenerare l’economia verso nuovi orizzonti di
sostenibilità, dove non solo sono racchiusi il capitale per la specializzazione
intelligente e la crescita sostenibile delle comunità locali, nonché i mondi
vitali delle produzioni territoriali, delle nuove forme di turismo, dei valori
della natura e del paesaggio, della nuova industria dei servizi ecologici, ma è
anche presente il patrimonio di beni comuni fondamentale per l’identità
culturale e l’integrità fisica del territorio, la tutela ambientale, la
salvaguardia della biodiversità, la qualità dell’acqua e dell’aria, la
prevenzione dei dissesti, la difesa del suolo.
In questa prospettiva, affrontare in modo
nuovo e determinato il tema generale della fragilità del territorio calabrese,
con la quasi totalità dei comuni esposta a rischio idrogeologico, recentemente
- e per l’ennesima volta - evidenziata drammaticamente dalle alluvioni sulla
fascia ionica e sulla drammatica vicende che ha investito la città di Rossano
in particolare e anche quella di Corigliano, fragilità in cui le gravi e
diffuse problematiche naturali, di tipo geologico, idraulico e geomorfologico,
si sommano alle inefficaci e insufficienti politiche di difesa del suolo finora
messe in atto, al cattivo governo del territorio, all’abusivismo e alla bassa
qualità edilizia, allo spopolamento della montagna, generando una situazione di
alto rischio, ulteriormente aggravata negli ultimi anni dai cambiamenti
climatici.
Guardare al nesso tra cultura e sviluppo in modo
nuovo, considerando la valorizzazione della cultura e dei beni culturali come
una delle sfide determinanti per il nostro futuro, riconoscendovi il ruolo di
leva competitiva per l’intero sistema economico e accelerando l’integrazione
tra sviluppo territoriale, identità culturale e creatività.
Riorganizzare in maniera radicale, nell’ottica
della sostenibilità e dell’efficienza, i grandi servizi territoriali collettivi
per il governo del ciclo dei rifiuti, la gestione del servizio idrico, la
tutela ambientale, misure del livello di progresso e civiltà di una società,
banchi di prova della sostenibilità ambientale e, nello stesso tempo, settori
di grande impatto economico potenziale, ma da troppo tempo caratterizzati, in
Calabria, da problematiche di grande e negativo impatto, diseconomie,
inefficienza, disorganizzazione, rischi incombenti, attuali e potenziali.
Rimettere al centro dell’agenda di governo,
anche con il concorso di altri fondi e strumenti (in primis il Fondo di
Coesione), il tema delle infrastrutture, in particolare della mobilità e dei
trasporti, le cui gravi e diffuse criticità, in termini di dotazione e servizi,
costituiscono, com’è noto, una delle più serie condizioni di freno e ostacolo
allo sviluppo della regione.
Per tutti questi motivi, è una priorità
assoluta dotare la regione di un sistema di infrastrutture e di trasporto
efficace, efficiente, sostenibile sotto il profilo ambientale, in grado di
offrire collegamenti adeguati, per le persone e per le merci, all’interno delle
aree urbane e sulle medie e lunghe percorrenze.
Su queste priorità abbiamo inteso – come
accennato in premessa - rinnovare profondamente la precedente versione del
Programma Operativo, al punto che possiamo affermare che finalmente il
Programma di Governo e il Por sono frutto della stessa visione strategica, che
punta a portare la Calabria all’interno di un modello di sviluppo sostenibile
nel più ampio quadro europeo.
Ritengo, a questo punto, opportuno riprendere
sinteticamente il contenuto strategico del Programma che oggi discutiamo, per
dare evidenza di come – in concreto – si ritiene di giungere alla realizzazione
degli obiettivi prioritari appena enunciati.
La strategia sottesa al Por si potrebbe
sintetizzare in questa frase: "un programma concreto e realizzabile che
affronta le questioni cruciali della Calabria in modo innovativo e secondo
obiettivi misurabili”. Questo è il messaggio che ho dato sin dal mio
insediamento e che porterò avanti con decisione durante il mio mandato.
Le risorse messe in campo sono indirizzate ad
apportare cambiamenti rilevanti per i cittadini e le imprese, incentivando la
trasparenza, la responsabilità e l’efficienza del settore pubblico, alimentando
l’innovazione e stimolando la crescita economica.
In tal senso, le prospettive tracciate dalla
Strategia di specializzazione intelligente costituiscono gli indirizzi di
riferimento per le scelte che faremo nei prossimi anni, al fine di:
incoraggiare le componenti più promettenti e reattive del sistema produttivo
regionale; migliorare la qualità della vita nelle città e nelle aree interne;
garantire una tutela e la valorizzazione dell’ambiente; offrire ai giovani
opportunità per concretizzare il loro futuro; dare una risposta concreta a chi
soffre in forza di questa grave crisi economica.
Per incrementare l’efficacia degli interventi,
faremo ricorso alle migliori tecnologie disponibili e alle conoscenze più
aggiornate, partendo da quelle disponibili nei nostri centri di ricerca e nelle
nostre università.
Il Programma è costruito secondo una logica a
matrice che, sulla base di priorità strategiche definite a livello europeo, si
snoda in Assi/Ambiti di intervento/Azioni. Ritengo indispensabile accennare
agli elementi più rilevanti, rimandando alla completa lettura del documento per
una conoscenza più approfondita della strategia posta in essere. Penso che
tutti noi dobbiamo avere un quadro chiaro delle azioni che intendiamo mettere
in campo, perché i cittadini ci misureranno sulla nostra capacità di
realizzarle.
Le tendenze in atto a livello globale ci
spingono a favorire, nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 1 “Rafforzare la
ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione”, i processi di ricerca e
innovazione, potenziando e valorizzando le grandi infrastrutture pubbliche per
la ricerca, incoraggiando gli investimenti innovativi e le attività di ricerca
svolte dalle nostre piccole imprese in collegamento con le università e i
centri di ricerca, sostenendo le imprese che nascono dal mondo della
conoscenza.
Gli interventi di implementazione dell’Agenda Digitale
europea saranno perseguiti nell’ambito dell’Obiettivo Tematico n. 2 “Migliorare
l’accesso alle Tic, nonché l’impiego e la qualità delle medesime”, attraverso
il quale si punta a rafforzare la strategia regionale per la banda ultra larga,
ambito nel quale la regione registra la più significativa dotazione a livello
nazionale, grazie alle misure messe in campo con il Por 2007/2013, come tra l’altro
ho avuto modo di ricordare nella riunione di febbraio, di cui parlava prima.
In continuità con quanto già realizzato, si
procederà al completamento dei progetti avviati nel ciclo di programmazione
2007-2013, al fine di dotare tutti i Comuni calabresi di una connessione minima
pari a 30 Megabyte per secondo (Mbps). Sarà realizzato, inoltre, un grande
progetto “Calabria 100 Mbps”, che assicurerà al 50 per cento dei cittadini
calabresi e alle imprese collocate nelle principali aree industriali di
navigare ad oltre 100 Mbps. Contestualmente, verrà valorizzata l’eccezionale
dotazione infrastrutturale digitale, promuovendo l’efficienza dei processi
amministrativi e puntando sulla capacità di erogare servizi nelle
amministrazioni pubbliche. Una quota di risorse verrà, altresì, destinata a
potenziare la domanda di Ict di cittadini e imprese
in termini di utilizzo dei servizi online, inclusione digitale e partecipazione
in rete.
Per quanto riguarda la competitività, il
sistema di incentivi alle imprese si concentrerà su tre priorità, a cui sarà
data un’attuazione integrata nell’ambito dell’Obiettivo Tematico n. 3 “Promuovere
la competitività delle piccole e medie imprese del settore agricolo (in
complementarietà con il Feasr) e del settore della
pesca e dell’acquacoltura (in complementarietà con il Feamp)”.
La prima priorità riguarda la promozione e il
sostegno dei processi di aggregazione di imprese (filiere, reti, distretti),
anche per sostenere i processi di apertura internazionale. La seconda priorità
si riferisce alla nascita e al consolidamento di imprese competitive. La terza
priorità è imperniata sulla semplificazione e sul miglioramento dell’accesso al
credito, anche attraverso il ricorso agli strumenti di ingegneria finanziaria.
Nell’ambito dell’Obiettivo Tematico n. 4
“Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio in
tutti i settori”, le azioni saranno mirate a due risultati: l’efficienza
energetica e la mobilità sostenibile. Sul primo versante si punta alla
riduzione dei consumi, attraverso azioni specifiche di efficientamento degli
edifici della pubblica amministrazione e riduzione dei consumi nella pubblica
illuminazione. Per quanto attiene il secondo ambito, si prevede il
completamento dei grandi progetti già avviati nel precedente ciclo di
programmazione: “Sistema di collegamento su ferro tra Catanzaro città e Germaneto” e “Sistema di mobilità su ferro dell’area di
Cosenza”.
Il tema della riduzione dei rischi ambientali,
affrontato dall’Obiettivo Tematico n. 5 “Promuovere l’adattamento al
cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi”, appare
cruciale a fronte delle criticità registrate in Calabria. Su questo fronte, l’azione
sarà concentrata sulla riduzione del rischio idrogeologico e dell’erosione
costiera.
Come ricordato in premessa, i catastrofici
avvenimenti degli ultimi giorni nell’Alto Ionio cosentino confermano
drammaticamente l’urgenza di orientare prioritariamente l’uso dei fondi
comunitari in questo ambito. Se per un verso compete alle policies
ordinarie regionali e alle risorse di emergenza messe a disposizione dai
governi regionale e nazionale rispondere alle urgenze di questi giorni, è
nostro dovere pensare contestualmente ad una pianificazione territoriale che
sia in grado di favorire la messa in sicurezza del territorio, affinché quanto
accaduto non si ripeta.
La dotazione finanziaria dedicata a questi temi
sarà di circa 100 milioni di euro, un importo considerevole, progressivamente
incrementato nelle diverse proposte che abbiamo presentato alla Commissione
europea, al fine di poter mettere in campo interventi strutturali sull’intero
territorio regionale.
In stretta connessione con gli interventi di gestione dei rischi, le risorse appostate nell’Obiettivo Tematico n. 6 “Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse” saranno concentrate sull’efficiente gestione del ciclo idrico, sull’incremento della raccolta differenziata, puntando al raggiungimento degli standard nazionali, e sulla massimizzazione del recupero/riciclo in materia. In ragione di ciò, le azioni su acqua e rifiuti assorbiranno un budget di circa 200 milioni di euro, pari al 67,28 per cento dell’Asse di riferimento.
Per quanto riguarda le risorse naturali e culturali, le politiche regionali punteranno a mettere in atto un sistema di tutela e valorizzazione, facendo anche leva sui territori in cui tali risorse sono localizzate (aree di attrazione naturale e culturale di rilevanza strategica), consolidando gli habitat e l’avifauna secondo quanto prescritto dalle direttive europee di riferimento, innovando ed accrescendo i servizi per la loro fruizione sostenibile da parte del pubblico e favorendo la connessione con l’industria dell’ospitalità.
Alla risoluzione delle problematiche relative alla qualità, l’interconnessione e la funzionalità del sistema dei trasporti in Calabria, si contribuirà attraverso l’Obiettivo n. 7 “Promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete”. Il Por punterà, in particolare, al miglioramento della mobilità regionale attraverso il collegamento delle grandi vie di comunicazione regionali con i nodi di interscambio, promuovendo il trasporto intermodale e favorendo così la crescita sostenibile del sistema trasporti e del sistema portuale ed interportuale.
In questo ambito si prevedono due importanti iniziative, quali il completamento del Grande Progetto “Gallico–Gambarie”, avviato nel precedente ciclo di programmazione, e la realizzazione di un grande progetto di collegamento Multimodale “Aeroporto – Stazione di Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro”.
Per quanto riguarda la mobilità urbana della città metropolitana di Reggio Calabria, riteniamo necessario accelerare i tempi per la realizzazione dello studio di fattibilità e la conseguente progettazione preliminare, al fine di poter assumere il progetto di metropolitana di Reggio Calabria tra i grandi progetti da finanziare con le risorse destinate alla Calabria dal ciclo di programmazione 2014/2020.
Per realizzare questo obiettivo, abbiamo destinato 500 mila euro sulle risorse del fondo di sviluppo e coesione e riteniamo che sia necessario recuperare rapidamente i ritardi accumulati in questi anni dalle precedenti amministrazioni regionali e comunali, al fine di poter utilizzare efficacemente risorse comunitarie che, altrimenti, andrebbero perse.
Gli interventi previsti all’interno dell’Obiettivo Tematico 8 “Promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori” sono specificamente finalizzati a promuovere e sostenere l’accesso al lavoro delle componenti giovanili e femminili della popolazione, per le quali la situazione di inoccupazione e disoccupazione ha raggiunto, come è noto, livelli insostenibili. Si punterà, parallelamente, al coinvolgimento attivo dei lavoratori anziani, all’inserimento lavorativo della popolazione immigrata, al sostegno alle situazioni di disoccupazione di lunga durata e di crisi occupazionale aziendale o settoriale.
In considerazione della grave situazione
socio-economica regionale, un intervento specifico sarà dedicato alla riduzione
del numero delle persone che vivono sotto la soglia di povertà o in condizioni
di deprivazione materiale, facendo ricorso all’Obiettivo Tematico 9 “Promuovere
l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione. In questo
ambito, saranno prioritari per
La risoluzione delle complesse problematiche relative alle capacità e alle competenze per il lavoro e l’occupazione sarà perseguita anche attraverso il miglioramento della qualità e dell’efficacia dell’istruzione, la qualificazione dei sistemi di insegnamento e di formazione, la facilitazione del passaggio dall’istruzione al mondo del lavoro, il rafforzamento del sistema di formazione professionale e la promozione dell’apprendimento permanente. Questi risultati verranno perseguiti, insieme con quello della lotta alla dispersione scolastica, nell’ambito dell’Obiettivo Tematico n. 10 “Investire nell’istruzione, formazione e formazione professionale, per le competenze e l’apprendimento permanente”.
Conclusa questa rapida rassegna delle principali questioni affrontate dal Programma, è necessario accennare un importante tema trasversale che riguarda la dimensione territoriale delle politiche di sviluppo e coesione messe in campo. La nostra regione si caratterizza, infatti, per la carenza di una rete di località centrali di adeguata armatura urbana. Da ciò consegue un basso livello di concentrazione delle attività e delle funzioni di maggiore complessità, attività e funzioni che costituiscono elementi, allo stesso tempo, di attrattività (di persone, imprese, capitali), di benessere dei cittadini, di identità culturale, di generazione di filiere produttive.
Per far fronte a tale problematica, si è inteso definire una politica di sviluppo territoriale integrato che si articola in tre strategie complementari da attuare attraverso lo strumento degli Investimenti territoriali integrati, gli Iti, che sono previsti dai regolamenti europei proprio per consentire di attivare azioni convergenti su diversi fondi e programmi, al fine di assicurare l’implementazione di una strategia integrata per un territorio specifico.
Le tre dimensioni della politica territoriale regionale sono:
- Strategia di Sviluppo urbano sostenibile per i principali poli urbani della regione (Cosenza-Rende, Catanzaro e Reggio Calabria).
Le principali agglomerazioni urbane, anche in un contesto produttivo marginale come quello calabrese, sono i motori dell’economia regionale e concentrano al proprio interno le funzioni e i servizi superiori presenti sul territorio regionale. Al tempo stesso, queste aree rappresentano quei luoghi in cui problemi persistenti, quali povertà, disagio abitativo ed esclusione, sono più accentuati. Alla luce di questo scenario, gli interventi si concentreranno sul tema della rigenerazione urbana, con l’obiettivo di favorire migliori condizioni abitative, una più elevata efficienza energetica del patrimonio edilizio pubblico e servizi per l’inclusione sociale.
- Strategia di sviluppo delle aree urbane di dimensione inferiore (città portuali e Hub dei servizi regionali).
Questa strategia mira al rafforzamento delle altre
città capoluogo di provincia, Crotone e Vibo Valentia, al sistema urbano Corigliano-Rossano, alla città di Lamezia Terme e alla
“Città-Porto” di Gioia Tauro (che include Gioia Tauro, Rosarno e San
Ferdinando). Sono aree urbane caratterizzate da problemi economici, sociali e
ambientali che richiedono, da un lato, interventi di riqualificazione urbana,
al pari dei principali poli urbani della regione, dall’altro azioni volte a
rafforzarne base produttiva e capacità attrattiva. All’interno di questa
strategia, gli Iti saranno definiti attraverso un
percorso negoziale tra
- Strategia per le Aree Interne
Il territorio calabrese è costituito in larga parte
da aree interne. Nel corso dei decenni, una parte consistente di questi
territori ha subìto una forte riduzione della popolazione residente ed è stata
oggetto di un graduale processo di marginalizzazione. Si tratta, tuttavia, di
aree che sono centrali per l’offerta di beni e servizi eco-sistemici, per le
filiere agroalimentari locali e per la produzione di energia da fonti
rinnovabili.
Sempre nell’ambito di una politica territoriale
integrata, sono state inoltre individuate azioni specifiche da attivare a
supporto dei centri urbani di livello comprensoriale: mi riferisco ai centri sopra i 15 mila abitanti, cioè
quei centri erogatori di un significativo numero di funzioni con effetti su
ampie porzioni dei rispettivi territori provinciali. In questi casi non si
interverrà attraverso l’approccio territoriale integrato utilizzato per le tre
strategie illustrate in precedenza, ma tramite azioni di carattere settoriale,
a valere su alcuni Assi del Programma, con lo scopo di favorire la connessione
fra i territori.
Un ultimo aspetto di particolare rilevanza strategica risiede nel ruolo che la nostra Regione può giocare in Europa e con i Paesi terzi.Si intende nel prossimo futuro incoraggiare la riconciliazione sociale ed economica con i Paesi vicini, sia sulla sponda orientale che sulla sponda meridionale, per fare in modo che non solo il livello pubblico, ma anche e soprattutto le imprese, le organizzazioni del terzo settore e tutta la popolazione escano dalla condizione di isolamento attuale, per cogliere le opportunità derivanti dall’apertura internazionale del territorio.
La cooperazione transfrontaliera, transnazionale e
interregionale è intesa come strumento di intervento in favore della crescita
economica, dello sviluppo culturale e sociale della regione e degli attori che
operano sul territorio regionale.
In relazione all’attuazione del nuovo Por, ci poniamo un obiettivo semplice quanto ambizioso, che consiste nel collocarsi entro un anno tra le Regioni più virtuose in termini di qualità e quantità della spesa prodotta. Non possiamo più permetterci di fissare un obiettivo “difensivo” come “non perdere le risorse”; al contrario, è necessario lavorare con lo scopo di presentare ai cittadini calabresi le migliori performance attuative a livello nazionale.
Su questo ambizioso obiettivo vogliamo misurarci ed essere misurati. In questa ottica intendiamo assumere impegni precisi con il Consiglio regionale, espressione più alta dell’intera comunità, che potrà misurare progressivamente la nostra capacità di portarli a compimento nelle modalità e nei tempi che ci siamo prefissati. Con questa mentalità e con questo approccio abbiamo lavorato negli ultimi mesi, riuscendo a recuperare un ritardo notevole. Oggi riteniamo di essere nella giusta direzione, pur nella consapevolezza di trovarci solo all’inizio del percorso.
L’esperienza dei precedenti cicli di programmazione ci ha insegnato che una buona attività programmatoria iniziale, sintetizzata in un documento approvato dalla Commissione europea, non è sufficiente a mettere in campo politiche efficaci per la coesione e lo sviluppo.
Abbiamo già riferito al Consiglio regionale sulle criticità che hanno rallentato l’implementazione dei precedenti cicli programmatici: tempi dilatati nell’implementazione delle Linee di intervento a causa della farraginosità delle procedure attuative; professionalità non sempre adeguate alla complessità degli strumenti da attivare; parcellizzazione nella gestione degli incentivi; difficoltà di attivare processi di monitoraggio e valutazione continua delle politiche e carenze nella diffusione capillare delle opportunità e le modalità di accesso ai contributi comunitari. Ormai, però, la fase della diagnosi è alle nostre spalle e siamo qui a riferire dell’azione che abbiamo intrapreso.
Per raggiungere il nostro obiettivo alto partendo da una situazione indubbiamente molto critica, abbiamo fissato cinque elementi di discontinuità e di innovazione.
Come evidenziato in precedenza, abbiamo impostato una strategia che si basa sulla concentrazione delle risorse sui temi cruciali per lo sviluppo regionale. Nelle definizione delle priorità non ci ha guidato la volontà di “accontentare tutti”, ma la consapevolezza che dobbiamo scegliere e chiarire sin dall’inizio su cosa lavoreremo e con quali obiettivi. Solo così potremo evitare la dispersione delle risorse in inutili interventi “a pioggia” e potremo individuare pochi centri di responsabilità amministrativa, ben identificati all’interno della macchina regionale, ciascuno con compiti precisi e ambiti di azione ben delineati. Al rafforzamento dei temi prioritari del Por riserveremo, inoltre, i fondi nazionali del cosiddetto programma parallelo, quale strumento finanziario per recuperare la riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale.
Il messaggio che vogliamo mandare ai cittadini – messaggio, peraltro, già ampiamente apprezzato dalla Commissione europea – è che la nostra sfida non è solo spendere le risorse, ma spendere bene, attuare le politiche e, per attuarle, bisogna definirle, dettagliarle e farle diventare progetti e, conseguentemente, azioni certe, misurabili e valutabili.
Il metodo di lavoro alla base dell’attuazione del nuovo Por è, probabilmente, quello più semplice da comprendere, ma più complesso da realizzare e consiste nella chiara definizione e misurazione dei risultati attesi.
Per poter definire risultati misurabili, abbiamo innanzitutto individuato alcuni temi prioritari che, a prescindere dall’Asse e dal Fondo di riferimento, saranno affrontati in modo unitario e concentrato nell’ambito di specifici Piani di Azione mirati ad obiettivi riconoscibili e immediatamente attuabili.
Il nostro metodo di lavoro si baserà, quindi, sugli “oggetti” delle politiche ed a ciascun Piano verranno assegnati risultati da raggiungere con l’identificazione di centri di responsabilità unici, senza possibilità di rimandare ad altri gli insuccessi o i ritardi attuativi. I tempi di realizzazione delle singole azioni saranno resi pubblici e costituiranno un impegno formale con i cittadini, perché – e su questo importante punto chiediamo la massima sensibilizzazione del Consiglio Regionale – abbiamo bisogno del controllo sociale e della “pressione” di cittadini e delle organizzazioni.
In questo ci anima la consapevolezza che un programma di investimenti non rappresenta una “camera di compensazione” di interessi particolari, né un volantino elettorale per ottenere facili consensi sul territorio, ma uno strumento di lavoro – seppure limitato e parziale – per gettare le basi di uno sviluppo regionale durevole.
- Innovazione negli strumenti attuativi
Per cambiare metodo di lavoro, la prima cosa da fare è ripensare profondamente gli strumenti attuativi, che costituiscono “la cassetta degli attrezzi” che mettiamo a disposizione di chi opera a diverso titolo per l’esecuzione del Programma (beneficiari, responsabili di linea di intervento, eccetera).
Entro la fine del mese di settembre presenteremo la versione definitiva del nostro Piano di Rafforzamento Amministrativo, a cui stiamo lavorando non come ad un mero adempimento normativo, ma come occasione per innestare nei processi di gestione del programma i seguenti importanti elementi di innovazione.
a) Le procedure attuative del programma saranno progressivamente digitalizzate, per consentire la riduzione dei costi di transazione ed il supporto trasparente alla condivisione delle informazioni e della conoscenza. I procedimenti amministrativi saranno in questo modo “spersonalizzati” e potranno essere definiti standard e livelli di servizio da rispettare nella gestione dei processi attuativi.
b) Le modalità e gli strumenti di accesso ai fondi saranno semplificati, attraverso una ridefinizione, secondo una logica di processo, dei confini e delle attribuzioni delle singole unità organizzative della “burocrazia amministrativa” (l’obiettivo è di azzerare le perdite di tempo dovute ai “passaggi di carte” tra diversi uffici). In tal modo i beneficiari potranno esercitare il loro diritto di avere dalla Regione risposte in tempi rapidi, ma nello stesso potranno essere chiamati a rispondere puntualmente dell’andamento degli interventi finanziati e ad assumersi compiutamente le responsabilità che derivano dall’accettazione di un finanziamento pubblico.
c) Le decisioni di livello politico e amministrativo saranno basate sull’analisi di dati certi e informazioni strutturate. In questo senso stiamo lavorando per riconfigurare e potenziare gli strumenti di rilevazione dati e la capacità di analisi degli indicatori statistici nazionali. Dal monitoraggio dei progetti conseguiranno responsabilità per chi, interno o esterno all’amministrazione regionale, avrà causato ritardi o dilazioni nei cronogrammi di spesa. La valutazione degli investimenti assumerà un ruolo centrale per correggere gli interventi, sulla base di un quadro aggiornato delle condizioni della Regione e per consentire ad ogni cittadino (e non solo ai giornalisti e agli esperti) di formulare un giudizio informato e autonomo sull’utilità e sull’efficacia delle politiche adottate.
- Innovazione nel confronto sociale e istituzionale
Le innovazioni sopra descritte saranno compiutamente realizzabili solo se saremo in grado di modificare radicalmente le modalità di confronto con i partner sociali, economici ed istituzionali, nella convinzione che gli uffici regionali non sono i detentori unici delle soluzioni ai problemi che affliggono il nostro territorio. In questa ottica, nel corso degli incontri già effettuati con le principali rappresentanze del mondo del lavoro, dell’impresa e del sociale, abbiamo lanciato un nuovo modo di lavorare assieme, che consiste nella co-progettazione degli interventi con chi conosce i problemi da affrontare e vuole contribuire a risolverli. Per ottenere questo risultato è importante coinvolgere sia i portatori di interessi che i centri di competenza regionali, valorizzando la capacità dei primi di rappresentare problematiche ed esigenze e coinvolgendo i secondi nella definizione di soluzioni innovative praticabili.
Contestualmente, stiamo rivedendo le procedure di consultazione che devono assumere un andamento continuo e un taglio operativo, evitando sporadici incontri rituali in cui ciascun soggetto si esercita in un inutile “gioco delle parti”.
Anche sotto questo profilo la tecnologia ci sarà di ausilio grazie agli strumenti del web 2.0., che ci consentiranno di realizzare una piattaforma di rete per condividere idee, metodi e prassi di lavoro. Stiamo anche progettando un più efficace utilizzo dei social network per allargare la platea dei partner anche alle organizzazioni informali, per coinvolgere e dare voce a tutti coloro che vogliono assumersi la responsabilità di contribuire all’efficace esecuzione del Programma.
In relazione al partenariato istituzionale, abbiamo proposto ai Comuni un nuovo Patto con gli enti locali, in base al quale la Regione metterà a disposizione specifici strumenti di supporto ai beneficiari, quali l’assistenza tecnica territoriale sin dalla fase di risposta ai bandi e strumenti telematici di guida all’esecuzione degli interventi finanziati. Gli enti locali dovranno, di contro, garantire il rispetto dei tempi di esecuzione previsti in fase di accettazione del finanziamento e la formulazione attendibile di previsioni di spesa.
In questo schema, semplice a dirsi, ma complesso da costruire, non c’è spazio per mediazioni, favori e scorciatoie, che sono tra le prime cause dell’arretratezza economica e sociale della nostra regione.
Infine daremo continuità, con la massima attenzione, al confronto che abbiamo avviato con le amministrazioni centrali titolari dei Programmi operativi nazionali (Pon), tra i quali il Pon Metro che interessa la città metropolitana di Reggio Calabria, per assicurare, anche nella fase attuativa degli strumenti, il più alto grado di complementarietà delle azioni promosse sul territorio regionale.
- Innovazione della macchina amministrativa
L’ultimo, non certo per importanza, elemento di innovazione riguarda il motore della macchina amministrativa, che intendiamo smontare e rimontare, in una logica che richiama all’assunzione di specifiche responsabilità per ciascuno degli uffici coinvolti nell’esecuzione della politiche di sviluppo.
E’ evidente che il cuore dell’attuazione del Programma sono i Dipartimenti regionali titolari delle diverse competenze tematiche. A loro spetta il non facile compito di utilizzare, in conformità con gli orientamenti comunitari, le risorse europee per attuare gli indirizzi di governo. In questa ottica stiamo ripensando l’organizzazione interna, per fornire a chi detiene le responsabilità operative e attuative tutto il necessario supporto.
Il lavoro dei diversi dipartimenti regionali convergerà in una cabina di regia forte e unitaria - individuata nel Dipartimento Programmazione – che garantirà l’omogeneità delle politiche intraprese, a prescindere dal fondo che le finanzia. Il Dipartimento Programmazione si pone, pertanto, a servizio dell’intera struttura regionale ed assume il compito primario di assistere in modo concreto, attivo e operativo i vari dipartimenti, predisponendo strumenti che accelerano i tempi di esecuzione degli interventi e favorendo una concreta innovazione delle politiche regionali attraverso l’esecuzione della strategia di specializzazione intelligente e il ripensamento di tutte le procedure gestionali in un’ottica digitale, secondo il principio che tutti i servizi devono essere erogati in primo luogo in forma digitale.
Il supporto ai dipartimenti regionali si completa con l’attività di monitoraggio e controllo della corretta e tempestiva esecuzione delle linee di intervento del Programma, prevedendo – in caso di inerzia – poteri sostitutivi.
Per assicurare un effettivo principio di responsabilità sui risultati attesi dal programma, saranno costituite unità di gestione dei progetti, che assumeranno il compito di accompagnare l’intera esecuzione dei progetti complessi (ad esempio, strategia aree interne e strategia urbana) o prioritari.
La funzione di controllo di primo livello, già rafforzata in ambito Fesr e valutata positivamente dalle istituzioni comunitarie, sarà replicata anche per gli interventi del Fondo sociale europeo, per individuare preventivamente errori e frodi al bilancio pubblico. Sarà, inoltre, riorganizzata la funzione valutativa delle politiche, per garantire la produzione di report sull’andamento delle politiche, perché dobbiamo passo dopo passo essere consapevoli di quale sia l’impatto della nostra azione e quali siano i progressi compiuti.
E’ evidente, da quanto ho detto sinora, che l’organizzazione di un vero e proprio centro di coordinamento e supporto ai responsabili di azione - di cui si è scelto non a caso di rimettere la responsabilità politica direttamente alla Presidenza della Giunta – abiliterà i diversi Settori regionali a occuparsi con maggiore tempestività ed efficacia dell’attuazione delle specifiche linee di intervento di competenza e di raggiungere i risultati previsti in fase di stesura del programma.
Quanto appena descritto in termini di sviluppo organizzativo non è realizzabile, se non si rivede il sistema di selezione e valutazione del personale incaricato. Deve essere chiaro che partecipare alla squadra di attuazione del Por – qualunque sia il dipartimento di appartenenza e il ruolo assegnato – rappresenta un compito di alta responsabilità, che sarà premiato e riconosciuto se svolto con perizia e con la massima attenzione ai risultati da raggiungere. Il personale sarà formato e qualificato, affinché ciascuno sia in grado di svolgere le attività di competenza e possa potenziare il suo bagaglio di esperienze, ma allo stesso tempo non ci saranno “sconti né occhi di riguardo” per chi non voglia o non sappia cogliere l’importanza della missione assegnata.
In questo quadro, sta cambiando anche la funzione degli esperti e consulenti dell’assistenza tecnica, che devono accompagnare e qualificare l’azione della struttura regionale, ma non più sostituire – come qualche volta è successo in passato, anzi spesso – il personale interno, che rimane il responsabile ultimo delle scelte attuative. Al personale esterno che ci supporterà chiederemo competenza e qualità nel delineare percorsi attuativi innovativi e responsabilizzazione sull’andamento e i risultati del Programma.
Su questi aspetti permettetemi un piccolo esempio: nella costituzione della squadra che ha disegnato il nuovo Por e lo ha negoziato con la Commissione non abbiamo guardato ai livelli gerarchici o ai settori di appartenenza, ma solo alla volontà, alla dedizione e alla capacità di mettersi in gioco sui risultati concreti.
Visto che i risultati, almeno per quanto riguarda questa prima parte, stanno arrivando, vorrei esprimere davanti al Consiglio regionale il formale apprezzamento per il lavoro svolto dai funzionari, dagli esperti e dai collaboratori, che si sono dedicati in questi mesi a un’incessante attività di confronto con le istituzioni europee, che ha richiesto costanza e sacrifici.
Desidero, inoltre, ringraziare anche i funzionari della Commissione europea e quelli dello Stato centrale, che hanno seguito questo lavoro con grande impegno e con alto senso della collaborazione istituzionale.
Questo è diventato il nostro metodo di lavoro e con questo spirito proseguiremo.
A questo punto, sta a noi mettere a frutto questo Programma, compete a noi la sfida più grande di fare della Calabria una regione “normale”.
E’ in queste fasi di profonda e duratura depressione delle condizioni economiche e sociali che la qualità delle istituzioni e delle politiche economiche, la lungimiranza dei programmi di intervento giocano la partita più alta, più importante per un territorio.
Le risorse per la coesione, europee e nazionali, sono determinanti per sostenere un concreto piano di investimenti per lo sviluppo e il lavoro e per questo non sono consentiti errori o sottovalutazioni nel loro utilizzo, né si può perdere nemmeno un euro, né si può perdere un solo giorno.
E’ solo, infatti, attraverso la realizzazione di interventi mirati di politica pubblica, specificamente tarati sulla conoscenza e il superamento delle debolezze dei contesti locali, ma anche sulla valorizzazione delle potenzialità di sviluppo dei territori, che si può rilanciare il sistema economico e sociale regionale.
Io credo che il lavoro che abbiamo fatto costituisca
una buona base dalla quale partire per costruire il
futuro della nostra terra.
Presidente,
chiedo la parola.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Mi dispiace ma io non amo la polemica né la voglio fare, ma il piano
operativo 2014-2020 ha incominciato ad essere caricato nella piattaforma
informatica della Commissione europea, nella seconda settimana di agosto cioè
subito dopo la seduta di Giunta regionale dell’11 agosto, in cui veniva
autorizzato il dottore Praticò a chiudere il negoziato ed alla trasmissione
formale alla Commissione europea per l’approvazione formale del Por Calabria
2014/2020.
Questo è quanto deliberato e trasmesso.
Voglio ricordare che il 21 luglio 2014 il gruppo del Partito
democratico non partecipò alla seduta del Consiglio regionale sull’invio della
programmazione 2014-2020 ed alla Commissione europea perché l’allora assessore
Mancini si presentò qui con la relazione ed il documento era stato inviato alla
Commissione europea e caricato sul programma. Abbandonammo l’Aula perché è una
mortificazione del Consiglio e lo dico a lei, presidente Irto, che tiene molto all’autonomia.
La legge regionale numero 3 del 2007 agli articoli 11 e 12 codifica che
codesto organo è e deve essere l’organo che delibera – non ratifica – i
programmi operativi.
Avremmo voluto dare un piccolo contributo alla stesura di questo
organismo, di questo documento e sarò breve perché non voglio far polemica. Ma
ci sono alcuni aspetti importanti che la dicono lunga e minano questo
documento, in particolare gli indicatori di risultato che vengono indicati alla
tabella C. Gli indicatori di risultato indicano il dato necessario a poter
pianificare la programmazione europea.
Vi faccio alcuni esempi di quali dati sono stati utilizzati per
pianificare la programmazione europea.
A pagina 9 del documento C, in riferimento al punto 1.1, si prendono
dati di riferimento 2011, documento Istat, ma siamo nel 2014.
Poi addirittura riguardo alla prevenzione rischi – pagina 28 del
documento C – Asse V il dato di partenza è l’anno 2006 ma siamo al 2015. Dal
2006 l’attività di rischio, frane ed alluvioni, è profondamente cambiata ed
alla Commissione europea non siamo stati in grado di dare un dato più
aggiornato rispetto a questa questione.
Addirittura rischiamo il ridicolo, perché se andiamo a vedere a pagina
32 dell’allegato C, fa parte del documento della programmazione europea, ad un
certo punto all’Asse VI – Tutela e valorizzazione del
patrimonio ambientale e culturale – portiamo fonte Istat dipartimento beni
culturali ed identità siciliana della Regione Sicilia per supportare l’attività
degli indicatori fondamentali.
Mi fermo qui perché ne avrei da aggiungere. Sono stato in vacanza ed ho
avuto modo di guardarmi tutte le questioni.
Con i dati del 2006 facciamo la programmazione, addirittura su una
questione delicata che riguarda l’Asse V.
Consigliere Guccione, concluda, così poi entriamo nel merito della
discussione.
Questo è un intervento.
PRESIDENTE
Quindi sta intervenendo
nel merito?
Sì, è un intervento.
Siamo, quindi, in una situazione nella quale gli Assi e gli indicatori
fondamentali sono quelli che partono da un punto di partenza di almeno 10 anni
fa e addirittura non li abbiamo e ci prendiamo i dati della Regione Sicilia.
L’efficacia di tutto questo dove ci porta? Sono rimasto sbalordito poi.
Abbiamo annunciato risorse importanti per quanto riguarda la difesa del suolo.
Mi aspettavo una consistenza importante e invece la montagna ha partorito il
topolino: 93 milioni 879 mila 441 euro per la sistemazione idrogeologica e la
prevenzione dei rischi per 7 anni.
Fate i conti voi. Venti milioni di questi 93 sono per studi e
monitoraggio, rimangono sì e no 70 milioni di euro per affrontare la sistemazione
idrogeologica della Calabria e non bastano neanche per sostenere i danni della
alluvione di Rossano dove – anche qui – abbiamo avuto una grande attenzione per
la Calabria e si parla di 3 milioni e 900 mila euro.
Mi fermo qui per dire che se ci fosse stata una maggiore capacità anche
nel ruolo del Consiglio regionale, nel rapporto fra Giunta e Consiglio e fra
Consiglio e Giunta credo che non ci saremmo trovati su una situazione di fatto,
cioè che il programma è stato già predisposto e il Consiglio ne prende atto.
Non è nei termini di legge della legge regionale numero 3 del 2007.
Andatevi a leggere gli articoli 11 e 12 della legge che prevede che questo
organismo licenzi i vari Por operativi e di inviarlo alla Commissione europea.
E’ stato già inviato nella seconda settimana di agosto.
Vorrei capire tutta questa fretta in cosa consiste? Avremmo anche
potuto dare un contributo fattivo nel migliorarlo nella sua efficacia e nella
sua capacità. Grazie.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Se
vedete, in Commissione mi sono assunto la responsabilità – ne parlavo poco fa
col collega Tallini – e l’ho fatto anche in
dichiarazione di voto esprimendo un parere favorevole.
Per
il tenore del suo intervento sono quasi pronto a rimangiarmi quel parere,
Presidente, e le dico anche perché. A parte la critica che viene dalla sua
maggioranza su tempi e modi che danno la visione plastica, la difficoltà che
sta vivendo la Calabria in questi 8 mesi di suo governo, di vostro nuovo
governo con gli assessori, non concordo con le sue premesse, Presidente; sono
tutte le premesse della vostra azione di governo, rispetto a quei punti che lei
citava con certezza, e cioè che i dirigenti fanno il proprio dovere, che sono
anche quei dirigenti che in queste ore dovrebbero pagare le persone che
lavorano, anche se in continuità, con progetti non della vostra amministrazione
ma di quella che vi ha preceduto, su un programma che era quello scritto dal
centro-sinistra o – dico meglio – dai tecnici scelti dal centro-sinistra che
era impossibile da gestire. Tant’è che abbiamo dovuto lavorare per quattro anni
in rimodulazione di programmazione; vi era confusione nei centri di
responsabilità ed anche negli obiettivi nobili che pur si poneva quel programma
- non so se e quanto la minoranza di allora partecipò in termini positivi. Noi
non soffriamo di strabismo politico e l’abbiamo discusso in Commissione dove
sono il rappresentante più chiaro della opposizione, della minoranza e quindi
avendo espresso un voto favorevole in Commissione vi è una grande responsabilità….
Lei,
Presidente, ha di fatto, rispetto alle dichiarazioni che faceva, messo in campo
un lavoro di tecnicalità che pone proprio una grande differenza e cioè quella
delle scelte politiche; su quello che lei cita sugli Assi prioritari, rispetto
ai quali la Commissione europea, la Unione europea fissa dei paletti ben
definiti, se ne è discusso in Commissione, così come sui diversi ambiti della
mobilità sostenibile, dell’energia, l’inclusione sociale, il welfare e quant’altro
in cui ci sono dei paletti ben definiti entro cui muoversi.
La
grande differenza sostanziale fra questo nuovo Por ed il vecchio è la scelta di
tecnalità, la scelta di come impostare rispetto alle
difficoltà che sono quelle che in Commissione abbiamo discusso, con il pesidente Aieta, con il direttore
generale alla programmazione Praticò e agli altri colleghi.
La
grande difficoltà del passato era nell’affidare le risorse ai comuni. Vedi i
250 milioni sulla depurazione pur affidati alla nostra programmazione, di cui
spesi solo 4 milioni. Su quello si è tenuto il dibattito in Commissione e
quindi sugli strumenti della nuova tecnalità.
E
siccome non soffriamo di strabismo, votiamo quel programma perché, vivaddio, lei
ha scelto come strumento di nuova tecnalità, rispetto
ad obiettivi specifici anche alti, pezzi di dirigenza politica che sono quelli
che avevamo scelto noi e mi riferisco al direttore generale Praticò a cui
continuo a riconoscere il giusto merito – non soffrendo di strabismo politico
che è un tema molto caro alla classe politica di questa Regione della mia
provincia in queste ore, e le cronache sono piene.
Fermo
restando che, lo dico anche al collega Guccione, non sapevo che questo
programma fosse stato caricato entro i termini di agosto e che il completamento
arriverà a settembre; è ovvio che possa ricevere il contributo politico o se
vogliamo anche tecnico, perché nell’ambito di quegli Assi prioritari che sono
quelli che aveva individuato il governo Scopelliti che ha avuto difficoltà…
L’invito
che faccio è proprio quello di avere quella supponenza che forse noi abbiamo
avuto, che Loiero e che Chiaravalloti hanno avuto, quindi per l’ennesima volta,
Presidente, le dico che la realizzazione del programma passa dal superamento
delle grandi difficoltà di questa Regione (compreso qualche tecnico che lei
anche oggi ha nominato e che non paga pure essendoci decreti, gente che ha
lavorato e che continua a lavorare su pezzi di programma del vecchio Por) e sta
in capo alla capacità di scelta delle persone, a quella tecnalità
che segue gli obiettivi e li realizza.
Ho
dato un parere favorevole a questo Por, nonostante nella fase estiva non ci
siamo confrontati come minoranza, che nasce dalla condivisione generale di quel
lavoro svolto, con grande difficoltà rispetto al primo Por, dal collega Salerno
e da tutti quelli che facevano parte della Giunta; grande difficoltà perchè scritto da tecnici che erano veramente gli
azzeccagarbugli della messa in pratica delle risorse che dalla Europa
arrivavano.
Voto
favorevole ad un programma che viene da lontano e che ha registrato tutte le
difficoltà che noi abbiamo registrato nel gestire risorse europee dovendo
sempre riprogrammare e che ha dentro una nuova tecnalità
che è la piattaforma di massima.
Mi
sono occupato un po’ di energia, per esempio, e l’inserimento della gran parte
di risorse nel campo dell’energia, messe sul piano dell’efficientamento
energetico non rappresenta la grande novità del governo Oliverio;
stava nel nostro programma ed è stato ribadito. I 238 rilievi - perché la
Lombardia ne ha avuti 500 – discussi anche col direttore generale Praticò, sono
rilievi quasi dovuti e di forma benché alcuni fossero di grande portata.
Per onore della verità, credo che la grande difficoltà sia restituire
un po’ di onestà intellettuale, di sacrificio di lavoro.
Chi l’ha preceduta oggi non è dottor Jeckill
e Mister Hyde, la gente non si candida a distruggere
delle cose. C’è una visione delle cose diversa, totalmente diversa da come il
centro-destra guarda alla politica, ai programmi, al centro-sinistra.
Siamo distanti in modo chilometrico ma, Presidente, non mi faccia rimangiare il mio voto favorevole col
suo intervento, come se fosse un intervento miracoloso, perché questo suo programma
- a cui ho dato voto favorevole e che vorrei continuare a dare - ricalca quel
lavoro della Giunta precedente, un lavoro fatto con la tecnalità
che lei, vivaddio, ha voluto scegliere per proseguire la gestione e l’impostazione
della migliore programmazione.
La cosa più interessante che il dottore Praticò sottolinea è che nei
vari programmi, fra le Regioni ad obiettivo convergenza, la Calabria non ha mai
avuto la capacità di registrare il monitoraggio reale – al di là della capacità
di spendere – quindi la qualità della spesa e gli indicatori.
Molto spesso diamo anche affidamenti all’assistenza tecnica, a quant’altro
ed anche a tanti professori universitari, al di là di quelli che siedono qui,
senza avere una misura reale di quanto in termini di Pil, di valore di nuovi
posti di lavoro quegli interventi producono.
Questa è una grande novità che sottolinea quella nuova tecnalità che sta in capo alle persone, agli uomini così come molto spesso grandi
programmi e grandi idee vengono affogati dall’arroganza del potere politico -
quella è la grande differenza sostanziale su cui ci si può battere anche in
modo comune - e dall’arroganza del potere burocratico.
Quelle stesse persone che avendo di fronte un atto che devono chiudere
in dieci giorni lo mantengono palleggiando per volere politico e burocratico
passando per 30, 60, 90 o 120 giorni.
Questo è il ritardo colossale che le varie misure di Por registrano,
benché siano tutte scritte bene come enunciazioni di principio, Presidente. Ho segnato i diversi
interventi e c’è una cosa su cui lei si è assunto la responsabilità, fra le
diverse misure, perché l’ha già annunciato in Calabria e non l’abbiamo discusso
in Consiglio: il nuovo piano per uscire dall’emergenza rifiuti.
Se non vado errato – lo chiedevo al collega Tallini
– non ero in Giunta, mi pare di capire che avevamo messo anche risorse della
vecchia programmazione su un piano che prevedeva revimping
e quant’altro.
Lì forse c’è l’unica grande novità, ma per il resto lei non può parlare
ai calabresi e a quest’Aula dicendo che c’è la grande innovazione grazie al
vostro lavoro perché, atteso che la Giunta tecnica è da poco costituita, non so
in quanto tempo questa grande qualità…
C’è una tecnalità che viene da lontano e che
è quella del dottore Praticò che recepisce linee di indirizzo chiare che sono
state sempre così, diciamo, sugli Assi prioritari che vengono dall’Europa dove
dentro ci metti la visione politica.
E nella visione politica io penso che siamo in tempo per aggiungere
altro; ringrazio, tra l’altro, il Presidente
Aieta per aver convocato seduta di Commissione,
perché noi abbiamo lavorato per dar corpo ai provvedimenti il 21 agosto.
C’è una proposta di legge che ho presentato io - ma tante altre leggi
potrebbero ricevere anche strumenti di finanziamento - che è quella degli
appartamenti ammobiliati ad uso turistico. Ma tutto questo può diventare idea,
programmazione, bandi nell’ambito di quegli Assi che sono ben delineati.
Oggi approvate un programma che è la risposta ai 238 rilievi formulati
dalla Commissione europea e che erano dovuti, quasi scontati; avviene così in
tutta Italia, mi rivolgo ai rappresentanti della stampa, quando si parla di 238
rilievi è bene sapere che alla Lombardia ne hanno formulati circa 500, questa è
la verità.
Quindi, Presidente, si è
dibattuto in Commissione ed il presidente
Aieta lo ricorderà; si può approvare un programma
nell’ambito delle misure, rispetto all’emergenza della Calabria, e anche
rispetto alla capacità di governo; preoccupante, forse, è l’incisività politica
di questo governo.
Perché se è vero che a Corigliano e Rossano il Governo ha dato circa 4
milioni di euro mentre per una pioggia ad Agrigento sono arrivati a 22 non solo
si deve interrogare lei, presidente
Oliverio, e noi, che in quelle ore le eravamo
responsabilmente affianco senza far polemiche, ma si deve interrogare tutta la
Calabria.
C’è la visione politica, c’è la forza politica ma questo programma non
vede nulla di innovativo, rispetto ad un lavoro svolto nelle ultime ore della
nostra attività legislativa e di governo. Ha una impostazione, una tecnalità nuova rispetto a quel programma, scritto forse
bene, ma irrealizzabile che ci hanno consegnato le altre stagioni.
Chi è stato in Giunta come i consiglieri Salerno, Tallini
o l’assessore Mancini avrà scoperto quanto sia stato difficile negli scorsi
anni poter spendere un programma dissolto in mille rivoli. Su questo programma
ci sono grandi obiettivi.
Ad esempio molte cose mancano, adesso non so nello specifico, perché
molto spesso tu trovi su altre misure, sull’Asse città ad esempio - non so se è
rimasto così, Praticò mi correggerà - risorse che vanno nel campo dell’energia
sostenibile; è un programma che va letto tecnicamente e al quale politicamente
uno può dare supporto.
Il nostro supporto, il mio voto favorevole sta proprio in questa nuova
impostazione data dall’allora governatore Scopelliti e dalla sua Giunta che
ricalca questo programma rispetto ai 238 rilievi e intravedo un’unica novità.
Mi auguro che ci farà uscire dall’emergenza l’impostazione di dire “più
differenziata” dato che nelle città che governiamo abbiamo provato a farla,
nonostante l’assenza di una dotazione di impiantistica, soprattutto nella parte
nord della Calabria e ricorderete le polemiche di Bisignano e quant’altro.
Io vedo un po’ a rischio questo aspetto, ma per il resto parliamo di un
programma che ha quella tecnalità. D’altronde è
apprezzabile la scelta di continuare – e bene avete fatto – con un dirigente
capace che ha una visione di dialogo con la Commissione europea di voler
trasformare in fatti concreti e misurabili – ci auguriamo anche col vostro e
col nostro stimolo politico – i grandi investimenti.
Ritengo che manchi, rispetto anche alla passione con cui lei poteva
affrontare la programmazione, una parola in più sul turismo, collegato a tutti
gli indicatori che cerchiamo con la spesa annuale di questi fondi, quindi mare
pulito, ambiente, spazzatura non per le strade, collegamenti e quant’altro.
Rimango dell’avviso che responsabilmente anche per i tempi e quindi per
una continuità amministrativa. questo è un programma che è stato presentato in
ritardo a Bruxelles e che noi abbiamo finito.
Ricordo tra l’altro - forse non sarà stato così per la vostra
maggioranza anche per un fatto di tempi - che noi abbiamo fatto delle sessioni
in cui ci riunivamo tutti i consiglieri regionali dei diversi territori per
dare un contributo di idee politiche alla nuova tecnalità
che veniva trasformata, tra l’altro, in linee di indirizzo coerenti e
compatibili con quello che l’Europa fissa. Spesso sento anche che alcuni
consiglieri di maggioranza vorrebbero spendere di tutto e di più, ma non sanno
che non si può fare perché non è previsto nelle linee di intervento previste
dalla programmazione 2014/2020.
Penso - a meno che non mi debba pentire - di confermare un parere
favorevole sia per l’esigenza che la Calabria ha del nuovo programma 2014-2020
sia per il marchio – lasciatemelo dire perché non me ne vergogno – fortemente Scopellitiano del nuovo programma 2014-2020 che ha con
quell’indirizzo delle grandi difficoltà che si è avuta nella gestione dei
vecchi programmi la grande chiave di Volta.
Perché se poi qualcuno mi parla di inclusione sociale ditemi chi è di
centro-destra o di centro-sinistra, al di là delle formule, contrario alla
inclusione sociale, chi è contrario a produrre nuovo lavoro e quindi Pil?!
La differenza sostanziale è che questo programma, per come è stato
scritto ed interpretato anche nel confronto con l’Unione europea, sui tempi,
sul monitoraggio, sulle modalità di controllo - e che qualcuno mi smentisca –
per tre quarti ricalca il lavoro svolto dalla Giunta Scopelliti nella scorsa
consiliatura.
E’ ovvio che voi avete giustamente messo indirizzi ed accenti diversi,
ma non mi si venga a dire per non farmi rimangiare il mio voto favorevole che è
una rivoluzione copernicana.
Penso che, con onestà intellettuale, si possa dire che a cavallo di un
lavoro che ha avuto anche le proprie criticità e lo ribadisco – Presidente – chiedetelo ai dirigenti più
che alla politica che pensa di poter fare tutto.
Le grandi difficoltà stanno nel chi organizza la spesa e nel come la si
affida, i partenariati, i sindaci… il grande ritardo
sta proprio lì.
Questo programma, l’organizzazione e gli interventi possono essere la
vera grande chiave di Volta per poter vedere fondi europei spesi di più e
meglio. Penso di rivendicare con orgoglio che tre quarti di questo programma è
l’impostazione del nostro lavoro, dando atto di alcune modifiche e guardandole,
ripeto, anche criticamente.
Lei riceve oggi principalmente le critiche dai banchi della sua
maggioranza. Se mai parlatevi, organizzatevi.
Io ravviso che ci siano tutti gli elementi per poterlo approvare e per
dare alla Calabria uno strumento di programmazione; ciò significa da settembre
o ottobre poter avere i nuovi bandi che vanno in quell’ottica lì del grande
efficientamento, del grande risparmio e della spesa visibile che è un altro
elemento di grande qualità.
Aggiungo, rispetto a questo dibattito nord-sud, e lì sta poi l’impianto
politico della nuova dirigenza, la capacità di poter dire che gran parte di
quella spesa faccia Pil e rimanga in Calabria perché spesso programmi e bandi
scritti male ti condannano ad avere interventi che vengono dal nord non
esistendo in Calabria. Quindi la chiave di Volta, il controllo sarà anche su
quanto questa spesa possa rimanere in Calabria.
Penso di confermare il voto favorevole a questa programmazione
2014-2020 e con orgoglio rivendicare che tre quarti di questa programmazione,
la grande impostazione, la grande novità viene da un lavoro fatto da lontano
che ha avuto anche il nostro contributo; contributo che non viene così in modo
asettico ma di gente che ha provato ad interpretare i territori, a dare un
segnale visibile e che negli scorsi mesi – lo ricorderà il consigliere Salerno
– si è riunita con i tecnici della Regione facendo in modo che questo programma
diventasse programmi di intervento come le grandi opere. Ci sono anche le
metropolitane, la Gallico/Gambarie, insomma tutta
roba che avevamo previsto e di cui siamo contenti. Cioè siamo contenti che
questa traccia sia anche la traccia di questo nuovo governo regionale che ha –
lo ribadisco, Presidente -
accumulato vari ritardi.
Voglio ancora sottolineare che spero che la nostra capacità di silenzio
di queste ore possa essere apprezzata per accelerare quel che serve a questa
regione. Fossimo stati noi, a parti inverse, avremmo vissuto mesi di polemica
agostana.
Questo non significa resa incondizionata ad essere un contraltare
perché tutti quanti sapete bene che siamo convintamente
da questa parte e ci dividono molte cose, ma questa Calabria può avere subito
il suo programma che è un programma fatto finalmente bene.
Confermo che il mio intervento è per dichiarazione di voto ed il voto è
favorevole.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
intervengo per
fare una valutazione politica e non meramente tecnica sull’ordine del giorno,
perché chi ha avuto la possibilità d interloquire continuamente in Commissione
sa – come appena confermato dal collega Orsomarso – che sulla nuova programmazione vi è stato un confronto,
tra l’altro anche serrato; lo abbiamo fatto più volte alla presenza del dottore
Praticò, lo abbiamo fatto tra di noi e quello che viene fuori oggi da questa
proposta di provvedimento amministrativo non è altro che una visione, un
progetto di governo che focalizza alcuni driver, che sono poi la base da
cui si parte. Ma tutti sappiamo, perché l’esperienza ce lo insegna, che un buon
programma operativo si realizza ed innalza la qualità della spesa se a valle di
quel piano si realizzano tutte le condizioni, a cominciare dagli strumenti di
cui la Regione si deve dotare, dal Piano dei rifiuti agli strumenti
urbanistici, alle autorizzazioni che dobbiamo fare. Esiste una qualità
legislativa forte di cui il Consiglio si deve interessare. Ecco, attraverso
questi strumenti un piano operativo si realizza in tutte le sue fasi.
Che cosa fanno il presidente Oliverio e la sua Giunta rispetto alla nuova
programmazione? Non riprendono la programmazione del presidente Scopelliti, ma
un disegno di governo che è nel programma con cui il Presidente si è candidato
a governare questa Regione, attraverso anche un’analisi. E cosa dice l’analisi
che sta alla base di questo programma? Dice che abbiamo un sistema produttivo
debolissimo e che l’unico comparto che si distingue in Calabria per
produttività, dinamismo e vivacità è quello delle Università, che sono un corpo
sano di questa regione.
Che cosa fa con questo piano? Tenta di rendere
attrattiva, competitiva, sostenibile, accessibile questa regione attraverso
alcuni punti fondamentali, che sono: l’agricoltura, che rappresenta il comparto
economico più forte di questa regione; il terziario innovativo e tecnologico;
la bioedilizia, che in effetti, di fatto, rappresenta un settore trainante dell’intera
economia; il turismo; la cultura creativa, che è legata all’innovazione e all’Università;
la logistica, quindi Gioia Tauro. Nei prossimi giorni ci occuperemo di
licenziare una proposta della Giunta di cui abbiamo già discusso con l’assessore
Russo, sulla Zes (Zona economica speciale) di Gioia
Tauro.
Ecco, questi sono gli interventi che servono a
rilanciare il tessuto produttivo di questa regione.
Poi, ancora, l’ambiente e i rischi naturali:
sul dissesto idrogeologico sono previsti 100 milioni, che rappresentano circa
il 6-7 per cento dell’intero programma. Poi, ancora, le scienze della vita e l’Agenda
digitale: oggi siamo a 30 megabyte, passeremo a 100 megabyte.
In sostanza, credo che, sia nella seconda
Commissione sia nelle altre Commissioni, si è avuto modo di partecipare alla
costruzione di questo piano. Credo che la partita vera in tutti i sensi, signor
Presidente, sarà quell’esercizio che credo il Presidente dovrà utilizzare, che
è quello della sciabola, perché abbiamo la necessità che strumenti operativi
vedano la luce, se solo noi riusciamo a rompere le incrostazioni, a rompere
tutto ciò che frena lo sviluppo di questa regione.
Si addensano progetti nei vari dipartimenti
che non vedono la luce per assenza di autorizzazioni: lì, io credo che il
Presidente stia lavorando con lena e credo che debba dare fondo a tutte le sue
energie più volitive.
Falliremo, se la partita vera non sarà giocata
sul piano delle nostre responsabilità e delle nostre competenze. Ogni piano può
essere il migliore, il piano dei sogni, ma quello si infrange sugli scogli
della improduttività di settori che devono dare slancio agli strumenti
operativi.
Per cui credo, signor Presidente, che la
strada che lei ha imboccato e alla quale lei ha dato celerità, accelerazione,
aiuterà questa regione, anche attraverso la sensibilità di questo Consiglio
regionale, delle Commissioni, della responsabilità e della serietà che le
caratterizza. Ha avuto sempre modo di dirlo e la giornata di oggi, nella quale
abbiamo tenuto una seduta della seconda Commissione, dimostra quanta
responsabilità emerga non solo dalla maggioranza, ma anche dalla minoranza.
Volevo ringraziare i membri di minoranza della seconda Commissione.
Ecco, questo ci dà la possibilità di rompere
le catene e far ripartire la nave.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Salerno. Ne ha facoltà.
Come
ho già avuto modo di dire in
quest’Aula un po’ di tempo fa, quando abbiamo discusso sui fondi comunitari, voglio
ribadire anche questa sera un concetto: ciò che è emerso anche dall’intervento
del collega Guccione è la dimostrazione del teorema.
Presidente Oliverio, a prescindere dalla passata amministrazione
regionale, non voglio entrare nel merito della sua programmazione, dei suoi
contenuti, voglio soltanto sottolineare un aspetto importante: ciò che viene
fuori ancora una volta è che siamo vittime della burocrazia – la verità è
questa – dell’apparato burocratico e che la politica subisce. Quelle
inesattezze, quei dati riportati, presidente Oliverio,
non dimostrano altro che questo e dimostrano, ancora una volta, come la
politica è mortificata in questo Consiglio regionale. L’ho detto nella scorsa
seduta di Consiglio, quando lei ha ufficializzato la nuova Giunta, tutta di
esterni, lo ribadisco oggi ancora una volta.
Quando
il consigliere Guccione interviene e pone un problema serio, importante, anche
sulla presentazione del programma sulla piattaforma, non vi è chiarezza. Lei ha
detto che sarà fatto il 4 settembre, il collega Guccione ha ribadito dopo il
suo intervento, ancora una volta, che ciò è avvenuto nella seconda settimana di
agosto, dopo la riunione della Giunta regionale. Allora, qui bisogna fare
chiarezza.
Non
voglio entrare nel merito. Ho detto nella prima seduta del Consiglio regionale,
al momento del suo insediamento, “lei ha vinto le elezioni, questa maggioranza
ha la responsabilità di guidare la Calabria per i prossimi cinque anni, quindi
spetta al presidente Oliverio, alla sua Giunta, alla
sua maggioranza di esercitare quel potere discrezionale che la legge, ma che
soprattutto i cittadini calabresi gli hanno conferito”.
Quindi,
senza entrare nel merito, poi tireremo le somme da qui a un anno, a due anni, a
tre anni e diremo se il governo regionale ha fatto bene per la Calabria o no,
però su alcune cose non possiamo sorvolare. Questa è la massima Assise, che
rappresenta la volontà popolare, sia la maggioranza sia la minoranza, e non può
certamente essere mortificata.
Le
chiedo, presidente Oliverio, di fare chiarezza su
questo, perché se oggi ci limitiamo soltanto ad essere dei passacarte. Io non
ci sto! Noi non ci stiamo! Noi vogliamo essere partecipi, vogliamo essere
protagonisti, certamente nel rispetto dei propri ruoli – per carità, ci
mancherebbe – noi facciamo opposizione, abbiamo il dovere di vigilare, di dare
impulso all’attività di governo, però su certe cose è giusto che ci sia
chiarezza.
E’
presente il dottore Praticò, che è stato anche dirigente generale nella passata
amministrazione, quindi lei lo ha riconfermato – secondo me, ha fatto bene – e
lei, per riconfermarlo, avrà riconosciuto le qualità del dottore Praticò nello
svolgere questo ruolo.
Allora,
oggi è giusto che si faccia chiarezza su quanto sollevato dal collega Guccione,
per essere tutti tranquilli sul voto che andremo ad esprimere da qui a poco. E’
giusto che sia fatta chiarezza su questo, altrimenti, presidente Oliverio, non v’è dubbio, se ci sono questi problemi, non
vedo tutta questa fretta, possiamo tranquillamente aggiornare ad una settimana
la seduta, si ritiri quest’ordine del giorno, fra una settimana torniamo in
Consiglio regionale ed approviamo questo strumento che accompagnerà la nostra
Regione fino al 2020.
E
sappiamo bene che in questa materia la nostra Regione, a prescindere dai colori
politici, a prescindere dalle Giunte che si sono succedute negli anni,
certamente non brilla nella spesa dei fondi comunitari, ma voglio ancora una
volta dire che tutto ciò non è soltanto colpa della politica, di chi ha
governato questa Regione, ma soprattutto di chi ha avuto ruoli di
responsabilità nella burocrazia di questa Regione, perché questa è la verità,
bisogna avere il coraggio. Lei lo ha detto più volte in questo Consiglio regionale,
presidente Oliverio: “non guarderò in faccia
nessuno”. Io mi auguro che lei faccia veramente questo, se vogliamo dare una
svolta e comunque una mossa a questa Regione, per cominciare ad essere un po’
alla pari degli altri.
Le
osservazioni formulate dalla Commissione hanno interessato anche tutte le altre
Regioni d’Italia, quindi non è una cosa gravissima. Oggi siamo qui proprio per
cercare di rendere operativo questo piano, per cercare di dare la possibilità
di partire subito, immediatamente, per poter utilizzare questi fondi. Partiamo
col piede giusto, non possiamo violare o andare contro ciò che prevede la legge
regionale numero 3 del 2007, una legge che questo Consiglio ha votato, di cui
questa Regione ha voluto dotarsi, che noi abbiamo il dovere più degli altri di
rispettare.
Quindi
su questo le chiedo di fare chiarezza, eventualmente di rinviare da qui a una
settimana la seduta del Consiglio regionale, anche perché ho visto che in
Commissione è stato votato all’unanimità. Noi – come gruppo di Forza Italia,
ritengo che parlerà il capogruppo Nicolò e dirà la nostra posizione – non
avremo problemi a dare un eventuale voto favorevole a questo strumento, nel
momento in cui ci sono tutte le condizioni per poterlo fare, ma in queste
condizioni, sinceramente, abbiamo grosse perplessità nell’esprimere.
Allora,
per dare la possibilità alla Regione di non vedersi, magari, respingere uno
strumento importantissimo, perdere ulteriore tempo, perdere, magari, la
possibilità di avere non soltanto subito le risorse, ma anche la quantità di
risorse, le chiedo, presidente Oliverio, di
verificare bene questo, ci sono i tecnici anche qui presenti in questa seduta.
Se dovesse risultare vero ciò che è stato sollevato dal collega Guccione, non
sarebbe la fine del mondo aggiornarci da qui a una settimana.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha
facoltà.
Soltanto per informare l’Aula che ho presentato insieme ai colleghi D’Agostino,
Irto, Neri e Battaglia, una mozione che si riferisce a un’esigenza che riguarda la
città metropolitana di Reggio Calabria.
Votiamo l’inserimento della mozione che, però,
verrà discussa dopo il voto del documento sul Por.
Vorremmo capire l’oggetto, Presidente.
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Scusate,
il consigliere Romeo può leggere il contenuto della mozione.
Noi non abbiamo capito di che si tratta.
Stiamo facendo il dibattito sul Por e non abbiamo capito cosa sta accadendo.
Leggendo il contenuto della mozione, forse
sono stato io a non spiegarmi. Avevo detto che la discussione l’avremmo fatta
dopo il Por. La illustra ora il consigliere Romeo.
Prego, consigliere Romeo.
Ma siamo nel dibattito del Por in questa fase,
Presidente!
In Conferenza dei capigruppo – il capogruppo
Romeo non c’era – si è dato un ordine dei lavori, abbiamo finanche rinviato
mozioni che avevano una certa importanza. Si è deciso di non discutere, noi non
aggiungiamo nessuna mozione.
PRESIDENTE
Ascoltiamo.
No, finiamo il dibattito, non vedo cosa c’entri
l’intervento del collega Romeo.
D’accordo, Presidente, possiamo finire il
dibattito.
Il consigliere Romeo rinuncia, tanto, l’eventuale
discussione, se l’Aula avesse accettato, sarebbe stata dopo il voto sul Por.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea, ne ha facoltà.
Rapidamente, per manifestare il voto favorevole del gruppo dei
Democratici progressisti a questo documento e per fare i complimenti ai
componenti che hanno composto la Giunta fino a qualche settimana addietro, ai
nuovi componenti della
Giunta e al Presidente per l’alacre lavoro che ha portato, ad onta di quello
che ci ha illustrato il consigliere
Orsomarso, la rivoluzione reale di quella che era l’attività realizzata per il
Por e per il Psr, per esempio, dalla Giunta
precedente. Se non sbaglio, presidente Oliverio, 516 sono state le
osservazioni dell’Unione europea sul solo Psr e
centinaia e centinaia erano quelle realizzate sul Por.
In tempi brevissimi, con sinteticità, con rapidità, in sette mesi, si
sono messe le pezze ad un programma che era pieno di falle, che vedeva buchi
estremi e che avrebbe visto tornare indietro decine e decine di milioni di euro
presso l’Unione europea per l’incapacità di programmare della Giunta della
precedente Legislatura. E mentre con la mano destra le Giunte si adoperavano
con tutti i problemi che conosciamo e che abbiamo conosciuto, anche attraverso
la stampa, anche grazie all’aiuto di quelli che oggi chiamiamo burocrati, ma
che sono amministrativi di livello, e siamo riusciti a mettere queste pezze,
gli aggiustamenti necessari affinché il Por potesse essere approvato, con l’altra
dovevamo porre riparo ad altri guasti che, purtroppo, vedranno impegnata anche
la magistratura.
Allora, rapidamente, con la massima sinteticità, rivolgo un
ringraziamento a tutti i componenti della nuova Giunta, soprattutto per il bel
lavoro che hanno saputo fare nell’ultimo mese. Mentre noi eravamo in vacanza,
li abbiamo visti lavorare incessantemente su tutto il territorio della regione,
ad affrontare problemi seri e non sfaccettature di carattere tecnicistico.
Mi permetto di fare, rispetto a quella che era la richiesta del consigliere Guccione, un’osservazione
di carattere tecnico, Presidente. Sono convinto che c’è un errore di
interpretazione, ma laddove ci fosse stata la pubblicazione o l’invio
precedente, la realizzazione del voto favorevole di oggi e il reinvio sanerebbe ogni tipo di manchevolezza, perché la
legge citata, la legge regionale numero 3 del 2007, prevede proprio la
illegittimità del documento che forse è stato inviato senza il voto e la
delibera da parte del Consiglio. La delibera odierna troncherebbe ogni tipo di
illegittimità e il reinvio sanerebbe ogni tipo di
inefficacia.
PRESIDENTE
La parola al consigliere Graziano.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
il Consiglio è chiamato ad approvare il testo del Por sia per il Fers, per i fondi strutturali, sia per l’Fse,
il Fondo sociale europeo. Questi documenti contengono, quindi, gli strumenti di programmazione
necessari per contribuire al raggiungimento degli obiettivi comuni di sviluppo
intelligente, sostenibile e inclusivo indicati nella Strategia Europa 2020. Ma
non solo, questa nuova programmazione deve contenere un approccio integrato
nella programmazione delle risorse finanziarie e nella concentrazione degli
investimenti. Deve, infine, rispondere agli indirizzi dell’Unione Europea per
lo sviluppo economico, l’inclusione sociale e l’occupazione, ponendo in stretta
relazione obiettivi ed azioni ammissibili a valere su ciascun Fondo, per
fornire risposte adeguate e quantificabili ai fabbisogni del sistema economico,
sociale, produttivo e territoriale.
Nella relazione fatta dal dottor Praticò in sede di commissione
Bilancio, è stato sottolineato che la Commissione europea ha valutato
positivamente le integrazioni fatte al Por, pur non soddisfacendo in assoluto
la condizionalità ed ha precisato che sino ad aprile 2016 sono state definite
le azioni da intraprendere, con approvazione finale che dovrà avvenire entro
giugno 2016. Questo significa che, purtroppo, stiamo pagando gli errori fatti e
partiremo con la nuova programmazione in ritardo.
Occorre più che mai voltare pagina. Lavorare alacremente e recuperare
quanto più possibile questo ritardo. Ma certamente non a discapito della
qualità e dei progetti che possano dare alla Calabria, ad esempio, un sistema
di formazione professionale all’avanguardia, coraggioso anche nelle scelte e
capace di proporre percorsi nuovi realmente integrati con il settore imprenditoriale.
Accanto ai già ottimi percorsi professionalizzanti (estetista, parrucchiere,
eccetera), devono essere attivati corsi che rispondano ad una reale richiesta
del mercato, nel campo dell’agricoltura, della green economy, del digitale, per
citarne alcuni.
Abbiamo il dovere di cogliere tutte le opportunità della programmazione
2014–2020, per dare impulso alla nascita di nuove imprese e per favorire lo
sviluppo, l’internazionalizzazione, la ricerca tecnologica e la riconversione,
nel senso di una maggiore competitività, del comparto produttivo esistente.
In modo da creare anche un’offerta di lavoro stabile e strutturata che
vada oltre gli stage, i tirocini, eccetera e che ci tiri fuori, quindi, dal
perverso circolo di tutte queste forme di precariato. Sì perché anche con le
migliori intenzioni, tutte queste forme lavorative che mirano alla
specializzazione dei giovani, dei meno giovani, degli inoccupati e dei
disoccupati se non consentono poi di occupare il lavoratore in modo stabile,
altro non sono che forme di precariato.
Cari colleghi, penso che possiamo dichiaraci tutti
consapevoli del fatto che uno sforzo importante va fatto per l’ambiente ed il
territorio. L’ambiente deve essere l’elemento pervasivo delle politiche, dei
piani, dei programmi e delle attività poste in essere dalla nuova
programmazione.
Politiche di sviluppo economico, di riqualificazione
urbana, di potenziamento infrastrutturale devono necessariamente
integrarsi con le politiche di tutela e di cura del territorio. Gli ultimi
eventi che hanno interessato Rossano e Corigliano, e scusatemi se ritorno su
questo punto, devono essere un monito ed è strettamente necessario, quindi,
mettere in atto misure straordinarie per la mitigazione del rischio e per il
dissesto idrogeologico. Ma anche qui occorre programmare ed operare
sinergicamente e con un approccio integrato, tenendo conto di fattori
antropici, di caratteristiche naturali ed esigenze di sviluppo. La nuova
programmazione deve garantire questo.
Infine, e concludo il mio intervento che certamente non
può considerarsi esaustivo, la Calabria ha grandi opportunità di sviluppo.
Ambiente, turismo, agricoltura, formazione sono i settori chiave per garantire
una crescita intelligente, inclusiva e quindi una svolta sostenibile
economicamente e socialmente alla nostra terra, noi tutti abbiamo l’onere di
far si che questa nuova programmazione risponda nel modo più consono ai bisogni
reali della Calabria.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
questa è una delle sedute importanti della legislatura, se non la più
importante, perché evidentemente si stabiliscono l’azione di governo,
attraverso l’uso di fondi aggiuntivi, i cosiddetti fondi comunitari, e quello
che sarà il destino della comunità calabrese.
Dagli interventi che mi hanno preceduto, che
non mi hanno – con estrema franchezza
– entusiasmato più di tanto, perché al di là delle disquisizioni tecniche, al
di là dell’elencazione delle misure, degli Assi, della corrispondente dotazione
finanziaria, quello che oggi a me interessa far rilevare - e che il Presidente ha fatto nella sua relazione - è la visione
che sottende ad una logica di spesa non necessariamente o non semplicemente di
spesa dei fondi comunitari, ma della necessità di fare crescita utilizzando i
fondi comunitari.
Basta leggere alcuni dati per capire che negli anni le politiche di
sviluppo delle regioni meridionali non hanno brillato e soprattutto che a
queste politiche si è sempre associata la parola fallimento, e si è sempre
associata a partire anche da dati storici. Se noi siamo qua oggi e ragioniamo,
consigliere Nicolò, di una spesa di fondi comunitari, dobbiamo anche capire, ed
io - è un mio vizio - la chiave di lettura del presente e del futuro la trovo
nella storia e negli atti che gli uomini
hanno maturato nel tempo, quella che è stata la visione della spesa e la
visione di come il potere, il Governo centrale prima e il Parlamento poi hanno
visto e considerato il meridione e la Calabria in un ambito di politiche più
generali, tant’è che noi parliamo di politiche di coesione e di politiche di
convergenza. In quest’ottica di convergenza andiamo a catapultare quella che è
la logica della Calabria e del Meridione stesso.
Allora, da un lato la visione strategica di
ciò che deve essere la spesa comunitaria, dall’altro la capacità di non
consentire più di ritagliare alla nostra Regione, quindi di partire da qui,
cari colleghi, da quello che sarà il voto di oggi, con la visione di una
Regione e di un Consiglio regionale che riesce a scrivere e ad ascrivere a sé e
al suo ruolo una visione di Calabria. Infatti, la cosa che io non capisco,
dagli interventi, è che visione di Calabria abbiamo, cioè non può essere la
semplice elencazione di numeri o di dati. Il presidente Oliverio
è stato fin troppo chiaro nel dire che all’interno della logica dei numeri,
della logica degli obiettivi ci sta una capacità e ci sta un risultato atteso.
Caro dirigente Praticò, i fondi comunitari hanno come obbligo la capacità di
scrivere in modo chiaro i risultati attesi.
Andiamo a ritroso, partendo non dall’ultima
spesa comunitaria, quella dal 2007-2013, ma da quelli che sono stati negli anni
gli interventi nel Mezzogiorno, a
partire dal primo intervento straordinario, quando fu creata la Casmez; forse qualcuno dice “si va troppo lontano”, ma
abbiamo la necessità oggi di scrivere una pagina storica ed importante di
quella che deve essere la visione, la mission di noi consiglieri
regionali, perché io non ci sto ad elencare dei dati, per poi fare dei bandi,
per poi sapere che da qui a cinque-sei-sette anni chi
sarà in questo Consiglio dovrà ancora una volta ripetere a noi il fallimento
della gestione dei fondi comunitari. Non ci sto!
Non v’è dubbio che l’impostazione oggi deve
essere modificata, al di là dei numeri, perché questa impostazione non va bene;
arriva dall’intervento straordinario del 1950, Governo De Gasperi, passando
attraverso il “pacchetto Colombo”. Vi ricorderete quello che significava il
pacchetto Colombo, dei 1.800 miliardi da spendere su una industrializzazione
che ha portato al fallimento, dei 15 mila posti che dovevano esserci e non ci
sono stati, che addirittura hanno lasciato cattedrali nel deserto, e al primo
intervento comunitario, che non ha prodotto risultati. Perché se è vero, come è
vero, che negli ultimi sette anni abbiamo perso 14 punti di Pil, beh, dobbiamo
dire che c’è stata una incapacità da parte della classe politica e non solo. Ha
ragione il collega Salerno quando dice che non si può addebitare alla classe
politica l’incapacità di spesa, perché la classe politica ha sbagliato nella
misura in cui non ha avuto una strategia di rapporto col Governo centrale e di
pari dignità con il Governo europeo.
Non v’è dubbio che l’Autorità di gestione in
questo avrà ed ha un compito importante, soprattutto nel futuro, rispetto ai
risultati ottenuti e alle performance che l’Audit
e che l’Autorità di gestione dovranno avere, ma questo attiene alle scelte
generali, alla visione complessiva, a fissare dei paletti, a dire chiaramente
che non ci sarà più la parcellizzazione, perché non si può dare solo e soltanto
la colpa al fallimento del Pisl che non hanno prodotto indotto e crescita,
perché è stato parcellizzato, perché probabilmente mancava una visione, perché
probabilmente non c’era nell’interlocuzione e nei rapporti col Governo centrale
la possibilità di dire che dovevamo invertire completamente il senso del nostro
dire.
Allora qua c’è una visione – e su questa pongo
l’attenzione – che dovrà consentirci di dire che questa spesa, i fondi
pubblici, il partenariato, il Fers, l’Fse e quello che arriverà con i privati, ci porterà a un
incremento sostanziale della ricchezza. Per fare questo dobbiamo essere
attrattivi, cioè per fare questo bisogna puntare al rilancio. Lo dico con
grande franchezza, e non me ne vogliano gli amici del Partito Democratico,
scusatemi questa è una terra che ha una vocazione turistica ed agricola? Beh,
se essa è una vocazione turistica, basta verificare alcune zone. Ricordo una volta,
da sindaco, feci un atto deliberativo in cui pagai, come Comune, a un assessore
regionale il viaggio – era la Giunta Loiero – per andare a visitare la baia di
Chicago, la baia di Miami e la baia di Rio De Janeiro, per capire come si
creava il turismo.
Il presidente Oliverio
è stato con me e ha visto e ha capito che i trasporti, oggi, giocano il ruolo
fondamentale, al di là di quello che noi possiamo offrire. Altro che dire
“bastano tre aeroporti”! No, amici cari, ci vuole il quarto aeroporto, perché a
Miami ci sono gli aeroporti di Miami, Fort Lauderdale, Boca
Raton, Palm Beach e poi Cape Canaveral, ci sono in
100 chilometri cinque aeroporti, non uno o due. Cari assessori, al turista che
viene bisogna poter dire che entro venti minuti arriva all’albergo e nell’albergo
trova il confort e la massima considerazione.
Uno dei passaggi fondamentali del Por è questo
del grande attrattore turistico; una legge che come gruppo, peraltro, abbiamo
anche presentato, riguarda la “Calabria golddestination”,
per tentare, attraverso delle strutture golfiste, di aumentare il Pil, di
attrarre il turista che è capace anche di spendere. Basta fare un’analisi
semplicissima: oggi viviamo in un mondo globalizzato e proprio per questo, noi
che siamo comunità su questo dobbiamo puntare, perché la Calabria - a
differenza della Lombardia o del Veneto - è comunità, magari senza società,
perché là c’è una società ormai amorfa, che guarda ai numeri, ma noi abbiamo la
comunità, abbiamo i borghi. Beh, al di là del grande attrattore turistico che
può essere il golf in un momento in cui le mete africane ed asiatiche non sono
più appetibili per la guerra e per quello che sta succedendo, quale migliore location
di una regione che, a studi fatti, può fare turismo 312 giorni all’anno! Caro
consigliere Bevacqua, puntare su una attrazione che
può essere il golf - a cui noi leghiamo i grandi attrattori dei borghi storici
interni, per i quali, se siamo capaci, l’inclusione sociale di cui si parla -
può essere realmente un momento di sviluppo e di crescita, perché i nostri
borghi che, soprattutto quelli interni, hanno conosciuto lo spopolamento, oggi
possono ritrovare attraverso la tutela del patrimonio storico e rurale un
momento di crescita.
Beh, signori miei, al di là delle chiacchiere
o delle elencazioni di dati, noi dobbiamo fare Pil, cioè i soldi che spendiamo
devono produrre ricchezza. Dico al presidente Oliverio che prima ho citato, non a caso il “pacchetto
Colombo”, in quanto aspetto con ansia il Master Plan
del presidente Renzi, che, attenzione, non può e non
deve essere un’operazione calata dall’alto, perché se così fosse, ritorneremmo
all’intervento straordinario del 1950, del 1970 e ancora del 1990, ma anzi io
invito il presidente Oliverio a farsi promotore del
coordinamento istituzionale dei Presidenti di Regione, perché il Master Plan deve partire dalle periferie, dai territori, da chi
conosce la realtà, altrimenti rivedremo quello che è stato il fallimento dei 15
mila posti di lavoro. Noi in Calabria, in provincia di Cosenza, conosciamo l’Emiliana
tessile e altre realtà, dove alla fine, con tutta la partecipazione statale, i
fondi pubblici sono stati spesi due volte per fare cosa? Per non produrre
niente ed avere cattedrali non nel deserto, ma cattedrali che stabilivano
deserto e che costruivano deserto, evidentemente, magari fatti nei posti più
belli della Calabria.
Allora
un Master Plan che deve partire dai territori, dal
basso, dall’ascolto di chi sta all’interno di quello che è questo martoriato e
bel territorio.
C’è
questa visione di come la Calabria può diventare una meta e un grande
attrattore turistico, una meta dove l’agricoltura può essere il momento di
crescita, può essere un’agricoltura anche di élite, che punta alle eccellenze,
alla qualità. Queste sono le cose che vedo in una nuova visione e in un nuovo
rapporto, cioè oggi la Calabria, caro Presidente, attraverso di lei, attraverso
la Giunta, deve candidarsi autorevolmente a rappresentare una nuova visione e a
far capire – ed è qui la forza per cui lei deve essere il coordinatore dei
Presidenti di tutte le Regioni del Meridione – che il Meridione non è più una
questione, che è un Meridione fuori questione, che il Meridione è la soluzione
al problema italiano, perché basta leggere i giornali la mattina e capire che
oggi non c’è più una questione meridionale, oggi c’è una questione europea, e
quando una nazione civile come la Gran Bretagna ti dice “chiuderemo le
frontiere agli immigrati anche europei”, si tratta di capire che cosa sta
avvenendo, si tratta di capire come noi dobbiamo oggi interfacciarci, perché
mentre i nostri giovani – l’ha detto benissimo – vanno via e conoscono solo il
treno di sola andata dai nostri territori verso il Nord, c’è un mondo che è il
mondo della Lombardia, ci sono le aziende del Triveneto che oggi scelgono di
andare in Canton Ticino, dove hanno tassazione agevolata, o, invece di venire
nel porto di Gioia Tauro, preferiscono il porto dell’Africa, e c’è quel mondo
di giovani che dalla Lombardia se ne va a Londra, in Svezia.
Sono
contento nella misura in cui si dice “votiamo”, non condividendo la linea del
consigliere Orsomarso, quando dice “i due terzi del Por sono stati scritti”,
non la condivido perché non è così, non condivido l’anima che ha mosso e che ha
spinto oggi ad essere qui; è un’anima diversa, è una rivoluzione copernicana
che non prevede la parcellizzazione, che prevede le grandi opere, che prevede
le grandi opere infrastrutturali, senza considerare le metropolitane leggere,
magari quella che da Lamezia arriva a Scalea, così come l’alta velocità deve
essere un grande obiettivo, ma tutto questo all’interno di una visione, quella
di far capire – ed è qui la vera sfida, al di là dei numeri, al di là se sul
dissesto idrogeologico – la visione complessiva di una classe politica che è
nel rapporto con governi sovraregionali e con governi
europei nel dire “amici cari, la Regione Calabria con questo Consiglio e con
questa Giunta vuole essere il punto di riferimento e soprattutto vuole essere
da stimolo e dare la possibilità di superare una sola questione, certamente non
la questione meridionale, ma oggi la questione italiana”.
Caro Presidente, oggi il coraggio di osare e di elevarci, elevare il dibattito fuori dai numeri e di poter pretendere - nella certezza che noi non rivendichiamo ma offriamo - il ruolo che la Calabria deve avere, il ruolo che il Meridione deve avere per riscrivere una nuova Unità d’Italia, una nuova Italia e soprattutto per essere da stimolo nei nuovi mercati all’Europa delle nazioni.
Presidenza
del Presidente Nicola Irto
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso,
ne ha facoltà.
Presidente, se posso,
intervengo velocemente per precisare soltanto una cosa. Anticipo l’eventuale
dichiarazione di voto – così come avevo detto – poiché credo che alcuni
esponenti di questa maggioranza non meritino nulla, nel senso che non vorrei
che poi fosse confusa la valutazione di un voto favorevole. Dal momento che
credo che alcuni non abbiano neanche letto il Por, dichiaro prima che il mio
voto favorevole si trasformerà – ne ho discuso anche
con i colleghi – in un voto di astensione, piuttosto che discutere con chi non
ha neanche letto il programma e non è stato presente in Commissione.
Lo dico prima, così evito
di intervenire dopo per dichiarazione di voto. Quindi, il mio non è più un voto
favorevole, ma un voto di astensione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha
facoltà.
Presidente,
intervengo e, quindi, partecipo a questo interessante dibattito per offrire un contributo ed esprimere il mio pensiero
rispetto ad un’analisi che è stata più volte fatta in merito ad un argomento
scottante, perché è inutile mettere la testa sotto la sabbia. L’argomento è
dibattuto, stigmatizzato soprattutto anche dai cronisti, evidenziando in più
circostanze l’incapacità della spesa che riguarda alcune Regioni del Mezzogiorno. La Calabria è l’ultima, rispetto ad una classifica che
interessa in negativo il Sud d’Italia. Allora, c’è un’incapacità di spesa
rispetto alla programmazione che potrebbe veramente cambiare il volto di una
comunità.
Prendiamo atto delle questioni sollevate prima
dal consigliere Guccione che ci ha preceduti con il suo intervento
iniziale, sollevando alcune eccezioni di merito, rispetto alle quali – repetitaiuvant – questa Amministrazione continua in
un percorso in cui non tiene in considerazione la massima Assise regionale nei
processi decisionali, perché stasera ci troviamo qui a dibattere e a discutere,
a fare, forse, magari un po’ di passerella, ma si ratificherà quanto è stato
già stabilito altrove a Palazzo Alemanni.
Questa è una questione che veramente mortifica
l’Assemblea legislativa, mortifica la politica e lei, che, peraltro, è un
politico di lungo corso e che spesso richiama il primato della politica. Noi
vogliamo che la politica recuperi il primato attraverso la meritocrazia, ma in
un contesto in cui si debba dare il respiro democratico. Oggi si consuma una
seduta in cui non si ha la possibilità di riscontrare questo aspetto, questo
respiro democratico e, quindi, il dibattito per poter partecipare alle
decisioni.
Poi, ho sentito anche altri interventi
importanti su alcune questioni oggetto di discussione in questi giorni che
fanno parte di una programmazione rispetto ad un piano di sviluppo: non ci può
essere tale sviluppo, non ci può essere il raggiungimento di obiettivi
programmatici di qualità, senza prendere in considerazione l’aspetto dei
trasporti interna corporis, che ci riguarda in
seno alla nostra regione, anche per raccordare il territorio con il resto del
Paese, con il Mediterraneo.
Abbiamo assistito anche ad un dibattito sul
porto di Gioia Tauro rispetto alla delegittimazione di quel porto in un
contesto di valutazione generale, dando priorità ad altri porti rispetto a
quella dimensione; la stessa cosa qualche giorno addietro. Diceva bene poco fa
il consigliere Greco quando asseriva che bisogna parlare di potenziamento e di
realizzazione di più aeroporti se si vuole concretamente sviluppare il turismo,
altrimenti ci riempiamo la bocca. “Questa è una realtà a vocazione agricola”, è
da quando ero bambino che lo sento.
Bisogna cominciare a pensare quali sono
veramente gli strumenti che possono garantire questo sviluppo. Invece, qualche
giorno addietro, Carbone del Partito democratico asseriva che gli aeroporti di
Reggio Calabria e di Crotone dovrebbero chiudere, per poi leggere una
replica da parte dei segretari provinciali dello stesso Partito democratico per
smentire Carbone.
Siete in stato confusionale! Sono preoccupato. In
queste condizioni non potete governare la Calabria! C’è un Pd in perfetto stato
confusionale. Sono fortemente preoccupato perché non c’è quella serenità che
dovrebbe guidare chi deve governare da buon padre di famiglia e garantire
efficienza e qualità di un governo che comunque la gente si aspetta.
Qui ci sembra sempre di
essere in campagna elettorale: “Farò, farò, farò”! Diteci, avete bruciato un
anno? Non avete consumato un anno di questa legislatura? Il consigliere Romeo
diceva: “La legislatura inizia ora”, a meno che non vogliate introdurre anche
questo, accorciare da cinque a quattro anni la legislatura. E’ passato un anno!
Parliamo di tagli, tagli! E’ passato un anno, in cui si è stati improduttivi.
Questo è chiaro, è notorio e si riscontra. Mi
auguro che con un’accelerazione, con un colpo di reni si possa recuperare, ma
non sono queste le aspettative rispetto a quanto appare, rispetto a quanto si
riscontra.
Allora, oggi si licenzia cosa? Prendiamo atto
– diceva Fausto Orsomarso nel suo intervento esaustivo – che questo è un
programma che in larga misura riguarda una progettualità che ci appartiene.
Condivido e basta leggerlo; è stata data un’impronta, però, consigliere
Orsomarso, su questa programmazione, che ha una sua caratterizzazione che
riguarda il passato, non abbiamo avuto la possibilità di aprire un confronto.
Guardate – lo diceva bene il consigliere
Salerno – il problema della spesa dei fondi comunitari c’è ed è comune,
riguarda alcune Regioni ed è un problema che si annida nella burocrazia.
Allora, bisogna capire quali sono i correttivi da portare ed avere il coraggio
di apportarli. Non basta venir qui e dire “è colpa della burocrazia” oppure “i
bandi sono poco comprensibili”, e determinano anche dei contenziosi, che a loro
volta comportano dei ritardi; 36 mesi per leggere delle graduatorie.
In questo la politica deve intervenire per
dare quel contributo rispetto a quell’auspicata svolta di cui si è parlato in
campagna elettorale, determinando inversioni di tendenza. Ma noi siamo sempre
in campagna elettorale e ci sembra di esserlo, perché non abbiamo potuto
intravedere ancora nulla rispetto ad un minimo di caratterizzazione di quel
governo che avrebbe dovuto garantire soprattutto le cose minime, per poi
guardare alla progettualità. Ancora noi parliamo soltanto di emergenza.
Allora,
vogliamo sapere – oltre al macro che oggi è stato qui rappresentato dalla
relazione del presidente Oliverio – quali sono i programmi mirati, come far crescere questa
regione rispetto a politiche inclusive che riguardano il turismo, un turismo
differenziato, che riguardano le politiche agricole. Vogliamo sentire come si
intendano spendere i soldi, non più con interventi a pioggia, perché questo è
avvenuto con l’Amministrazione Loiero ed è avvenuto in parte anche nella
gestione precedente, ed io l’ho detto in Aula, in una circostanza
all’assessore Mancini.
Occorrono politiche di investimento nelle
infrastrutture: la Gallico-Gambarie, mi riferisco ad un progetto che riguarda
il mio territorio, che è lì fermo, si aspetta che venga finanziata e
rifinanziata l’ultima tratta, poi per parlare di altri investimenti. Mentre in
Polonia riescono a spendere – e questo si riscontra dalla lettura delle
pubblicazioni di alcuni autorevoli editorialisti – il 98 per cento della spesa
dei fondi comunitari, in Italia il 74 per cento. Il tallone d’Achille è il Mezzogiorno e
il Mezzogiorno
del Mezzogiorno è
la Calabria. Delle motivazioni ci saranno!
Mettiamoci assieme dal punto di vista
istituzionale e vediamo se bisogna prendere il bisturi. E’ inutile parlare qui
e discutere. Ci saranno – noi siamo consapevoli che ci sono – delle
responsabilità che inficiano quella produzione che deve mirare alla qualità;
daremo il nostro contributo istituzionale.
Vi annuncio il voto di astensione del gruppo
di Forza Italia, e già questo significa voler fare sconti per delle questioni
di merito, perché per le questioni di merito noi vigileremo con quell’attività
ispettiva, costruttiva, che deve fungere da stimolo verso un governo che, fino
ad oggi, ci ha veramente regalato l’immobilismo.
Noi non vogliamo che questo continui. Non ci
fa piacere che questo continui, assolutamente, perché i danni saranno
irreversibili per la nostra regione. Il nostro contributo c’è e ci sarà, lo
faremo con la consapevolezza della responsabilità per la quale si è stati
delegati dal corpo elettorale, lo faremo – se serve – tentando di
istituzionalizzare e dare centralità a questa Assise, quella centralità che
lei, presidente Oliverio, sta negando. Noi vogliamo
dare al Consiglio regionale quella centralità che lei richiamò in occasione
della presentazione della sua Giunta, ma vogliamo che alle parole seguano i
fatti.
In questo noi ci saremo, ci confronteremo,
discuteremo e lavoreremo per dare un nostro contributo, un contributo per il
quale l’Assemblea è chiamata, responsabilmente, ad onorare il ruolo della
massima Assise.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Sculco. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor
Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, l’argomento che affrontiamo oggi
e che riguarda il programma di utilizzo dei fondi strutturali che l’Unione
Europea mette a disposizione della nostra Regione, rappresenta un punto
decisivo di questa decima legislatura.
E’ questo, giustamente, un argomento che
suscita grande interesse e soprattutto suscita attese e speranze in tutti i
cittadini calabresi. Non c’è luogo, territorio, realtà sociale, imprenditoriale
e l’insieme del mondo del lavoro che non consideri queste risorse e gli
obiettivi che si perseguono come un’opportunità straordinaria da utilizzare al
meglio per affrontare e risolvere i tanti e complessi problemi che la Calabria
vive da troppo lungo tempo.
E’ dal lontano 1994 – cioè da quando le
politiche di intervento a favore delle aree con ritardo di sviluppo sono
passate dalla competenza dei singoli Stati a quella dell’Unione Europea con il
primo intervento dei cosiddetti Piani operativi e poi, a seguire, fino al 2013,
– che la Calabria, ciclicamente, è interessata da cospicui ed ingenti
investimenti europei.
Bisogna, tuttavia, riconoscerlo: il bilancio
che si è fatto in tutti questi anni non è stato e non è, tuttora, un bilancio
positivo ed esaltante. La Calabria è rimasta inchiodata, ancora oggi, nelle
cosiddette aree contrassegnate da forti processi di arretratezza economica e
sociale.
Con i primi provvedimenti amministrativi che
questo Consiglio ha approvato si è provveduto, opportunamente, a recuperare e
riprogrammare ingenti risorse dell’intervento comunitario 2007-2013, che correvano
il rischio del totale disimpegno. Si tratta di alcune centinaia di milioni di
euro che, ancora una volta, sarebbero stati sottratti alla quasi generalità dei
territori della Calabria.
E’ stata ed è, questa, un’operazione
lungimirante ed intelligente di riprogrammazione e di reimpiego, fortemente
voluta dal presidente Oliverio, a cui va riconosciuto
il merito di aver agito prontamente e con determinazione, per evitare che la
Calabria subisse, anche e soprattutto per propria colpa, un enorme “salasso”.
La vera sfida, tuttavia, che siamo chiamati ad
ingaggiare e vincere è quella del Piano operativo regionale 2014-2020. Io penso
che possiamo farcela, perché – come ho già detto – è da lungo tempo, da oltre
un ventennio, che maneggiamo ed utilizziamo i fondi strutturali europei, per
cui non dovremmo più essere dei principianti o dei neofiti alle prime armi,
avendo avuto modo di accumulare una sufficiente esperienza per un uso
appropriato, mirato e completo degli stessi fondi.
Penso e ritengo che possiamo e dobbiamo
farcela, perché questa volta l’impegno ad un pieno ed efficace utilizzo dei
fondi europei si potrà realizzare, in un’auspicabile e dichiarata assunzione di
responsabilità da parte del Governo nazionale.
Finalmente si prende atto che la “questione
Mezzogiorno”, dentro cui c’è la grande “questione Calabria”, non sono questioni
settoriali e marginali, ma costituiscono il cuore dei problemi dell’Italia
intera.
L’Italia è un caso a sé in Europa, anche
perché non è ancora riuscita a ridurre il grave divario ancora esistente fra
Nord e Sud del Paese. E’ una coincidenza, questa, che non possiamo sprecare.
Sarebbe grave e addirittura imperdonabile, se di fronte ad un risveglio di
attenzione e di interesse del Governo nazionale – manifestato direttamente dal
premier Matteo Renzi, per ultimo nel corso della
discussione provocata dal Rapporto Svimez sul
Mezzogiorno – noi continuassimo a gestire i fondi strutturali nella vecchia ed
improduttiva logica degli ultimi venti anni.
Io penso che, in generale, gli obiettivi
programmatici indicati in questa prima stesura del Piano operativo regionale
siano quelli giusti, da condividere e da sostenere. Sono, tra l’altro, coerenti
ed in linea con il programma di governo presentato all’avvio di questa
legislatura dal presidente Mario Oliverio.
Tuttavia, non posso non evidenziare che in
quest’Aula ci sono stati interventi, in particolar modo quello del consigliere
Carlo Guccione, che ha posto rilievi non secondari e che, se fondati,
pregiudicano le basi di riferimento su cui è stato costruito l’intero programma
operativo.
Ritengo che a questi rilievi vadano date
esaurienti risposte e vadano recuperati tutti quegli elementi che rappresentano
punti di partenza certi ed aggiornati, per evitare che ancora una volta si
possa partire con il piede sbagliato. Se mi è consentito, questa è una cosa che
non possiamo più permetterci.
In secondo luogo, osservo che il programma
operativo sembra essere allo stato sbilanciato, compromettendo la visione
generale ed unitaria che, invece, deve essere contenuta nel nuovo ciclo di
programmazione e che bisognerà necessariamente recuperare e correggere. Mi
riferisco alla disattenzione verso l’intera area ionica calabrese che sembra
essere stata dimenticata dai cosiddetti “grandi interventi”.
Se questa disattenzione non venisse
recuperata, correremmo il rischio di riproporre ciò che abbiamo storicamente
contrastato come Calabria, ossia lo schema Nord-Sud con il conseguente divario
di sviluppo, realizzando noi, qui in Calabria, un Sud del Sud, una periferia
nella periferia.
Sulla specifica questione ho presentato un
ordine del giorno che chiedo venga messo ai voti per il suo inserimento all’ordine
dei lavori che si propone di riequilibrare questa visione, apportando le
necessarie correzioni ed integrazioni alla strategia più generale, in modo tale
che nessuna area, nessuna comunità, nessun territorio, nessuna realtà della
nostra regione possa essere preventivamente discriminata ed esclusa dal
processo di rinascita che deve, invece, coinvolgere ed interessare tutta la
Calabria.
Se saremo in grado di recuperare questi
deficit di impostazione, di visione e di strategia, allora potremmo dire che ci
sono tutte le condizioni, sia pure con ritardo rispetto alla tabella di marcia
prevista e necessaria, per attivare concretamente un percorso operativo che,
come ho già detto, non solo è quanto mai urgente per la difficile situazione
che vive la nostra regione, ma è anche e soprattutto fortemente auspicato ed
atteso da tutti i cittadini calabresi.
In questi mesi abbiamo avuto modo di ascoltare
promesse e proclami, dichiarazioni d’impegno e auspici per il rilancio del
Mezzogiorno e della Calabria. Ora servono i fatti! Serve un’efficiente ed
efficace organizzazione della struttura burocratica della Regione, che deve
essere, come non mai, indirizzata ed orientata a servire il forte desiderio di
crescita e di sviluppo della Calabria.
Noi tutti sappiamo bene che quest’aspetto è
stato uno dei principali punti critici nella gestione dei fondi strutturali che
bisogna correggere e reimpostare. Siamo chiamati tutti e ciascuno di noi, nelle
rispettive responsabilità e funzioni, a compiere un’azione sinergica e comune,
a fare squadra per assicurare e garantire alla Calabria una speranza ed un
successo, attesi da molto tempo.
Questo il mio auspicio e, in questo senso e in
questa direzione di marcia, non farò venire meno il mio apporto, il mio impegno
ed il mio contributo.
Presidenza del Vicepresidente FrancescoD’Agostino
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri,
soltanto il dibattito
mi spinge ad un intervento che, chiaramente, è necessario non soltanto per chiarire
meglio la nostra posizione – cioè
quella mia e del consigliere Orsomarso, già ampiamente esposta in quest’Aula
anche nelle motivazioni politiche –
ma anche e soprattutto per cercare di riportare alla realtà questo Consiglio
regionale, che, in parte, in questa seduta sembra calato da Marte, considerato
che, da quando si è insediata questa nuova Amministrazione con il presidente Oliverio, sembra che alla guida non sia accaduto
nulla.
E’ bene ricordare, visto che oggi ho sentito più volte riportare sempre
il tema della rivoluzione, che sin dal primo giorno in cui il presidente Oliverio è
stato eletto con suffragio enorme alla Presidenza di questa nuova
Amministrazione, tutti gli esponenti del centro-sinistra, a cominciare dai
tantissimi partiti che si sono alleati in quella coalizione, non hanno fatto
altro che riportare la legalità. La nostra è una Regione in cui la legalità non
c’era più per via delle esperienze nefaste del passato e occorreva anche fare
la rivoluzione rispetto a tutte le gestioni del passato.
Allora, va ricordato che sono passati pochi mesi da quando si era detto
che, nonostante tutto e nonostante le grandi emergenze, questa Regione partiva
enormemente in ritardo, violando tutte le regole e le norme. Non voglio tornare
a fare l’elenco di tutte le norme dello Statuto che sono state violate. Si è
parlato anche di rivoluzione copernicana, nel momento in cui si è posta la
modifica dello Statuto come la soluzione e la risposta ai veri problemi che la
Calabria ha vissuto.
Io non so se qualcuno, dal momento in cui la modifica dello Statuto è
diventata esecutiva, ha registrato che qualcosa è cambiato. Si è detto che
avremmo dovuto avere, così come è stato, un Presidente che continuamente avesse
quella capacità di interagire ed interloquire con il Governo nazionale ed
abbiamo registrato che la Calabria si è dimostrata gracile, fragile nel dialogo
con il Governo nazionale, nel momento in cui avremmo dovuto pensare a
rivendicare alcune situazioni.
Io ho detto al presidente Oliverio che sarebbe stato un errore insistere sul ruolo
di commissario della sanità, ma, anche dopo quella posizione, penso che lui
sbagli e sbagli l’intero Consiglio regionale a non rivendicare la propria
competenza e la propria autonomia rispetto ai compiti specifici che il
commissario Scura è stato delegato a compiere come commissario ad acta per alcune materie.
Invece, qua non soltanto non c’è il commissario ad acta per quelle materie, ma c’è un commissario in
assoluto che ha commissariato tutta la sanità, espropriando questo Presidente
che ancora, nonostante tutto, non è riuscito a riprendere in mano alcune
questioni che sono di propria competenza e ad impostare un lavoro politico di
riforma secondo – certo – una propria visione, ma secondo anche un’autorità
politica che fino ad oggi, per noi, ancora non è commissariata. Nel decreto di
nomina del commissario Scura, mi pare ci siano 27 voci di materie per le quali
è delegato come commissario ad acta.
Quindi, aspettiamo ancora che il presidente Oliverio ci dica delle cose su
questo ed anche sulle tantissime questioni che riguardano la programmazione
della sanità; per esempio non sappiamo se si farà il nuovo ospedale a
Catanzaro. Un giorno il commissario Scura dice che non c’è bisogno di un nuovo
ospedale, nonostante tutto si reca in ospedale e scopre, rispetto a quello che
avevano detto anche esponenti della protezione civile, cioè che l’ospedale è
inagibile, che invece l’ospedale “Pugliese” è un ospedale meraviglioso,
efficiente, che ci sono centri di eccellenza. Tuttavia, qualche giorno dopo
parla di ampliamento di poli, come quello del “Pugliese-Ciaccio”,
il polo di oncologia, l’unificazione a seguito della chiusura…
Poi, recentemente, ci dice che trasferirà alcuni reparti, come ostetricia,
mentre la neonatologia è nel “Pugliese” stesso, e questo suscita anche la
reazione di tanti medici e professionisti che avvertono l’ingegnere – quindi
nessuna competenza specifica in materia di sanità – che il reparto di
ostetricia non può stare lontano dalla neonatologia, perché in caso di
complicanze, come ne accadono ogni giorno, praticamente non c’è nessuna logica
nell’atto in cui i bambini devono essere trasferiti a 10-15 chilometri di
distanza, per poi, in caso di emergenza, trasferirli nell’ospedale “Pugliese”,
dove c’è il nuovissimo reparto di neonatologia ad hoc per le emergenze.
Allora, che cosa è avvenuto dopo? Dopo - faccio una sintesi per
arrivare al ragionamento che voglio fare – è arrivata la Giunta di alto
profilo, per scoprire che la Giunta difesa – e noi abbiamo apprezzato anche con
quale forza è stata difesa – era una Giunta fatta così – consigliere Ciconte, non l’ho detto io che questa è una Giunta di alto
profilo – lasciando intendere che quella o era di basso profilo o era una
Giunta che sicuramente non era di alto profilo.
Noi pensiamo, invece, che chi è seduto là a qualsiasi livello e che ha
ricevuto il suffragio del corpo elettorale poi non debba essere assolutamente
messo in discussione in merito alla rappresentanza democratica, che per noi
deve essere la base di riferimento più importante.
Presidente Oliverio,
ho ascoltato con molta attenzione l’intervento del consigliere Orsomarso, che
non fa una grinza, nel senso che era giusto difendere quel documento che era
stato programmato dalla precedente Giunta, a seguito di un lavoro burocratico-tecnico che non può che, avendo un indirizzo
politico, essere tramutato in termini tecnici da un dirigente generale di un
dipartimento alla guida del quale c’è, come c’era, il dottore Paolo Praticò, che abbiamo ammirato ed apprezzato in
tantissime occasioni.
Vi posso dire che i rilievi della Comunità europea alla Regione
Calabria, soprattutto in tema di programmazione, sono costanti, continui,
quotidiani. Sarebbe facile per chi
verrà fra qualche mese, dire che … quando ci saranno i rilievi, chi verrà dopo
di voi dovrà, in seguito alle osservazioni che saranno fatte dalle varie
Commissioni europee, mettere le pezze, caro consigliere Giudiceandrea, al lavoro fatto nella precedente amministrazione.
Delle due cose, una è quella giusta: o Praticò
era uno che ha sbagliato allora e continuerà a sbagliare oggi, e non può essere
uno che ieri ha sbagliato ed oggi mette le pezze, o invece i rilievi sono
irrilevanti, normali, servono ad aggiustare il tiro rispetto ad una
programmazione che, per quanto ci riguarda, siamo qua, insieme al consigliere
Orsomarso, a difendere, dicendovi una cosa fondamentale, cioè che noi viviamo
una crisi mondiale, nazionale e una crisi europea, ma nella crisi europea e
nazionale c’è una crisi nella nostra regione che, secondo me, a volte, è
talmente acuta, che ognuno di noi che fa politica e ogni giorno sta a contatto
con il disagio e le difficoltà dei nostri corregionali, forse, ormai è
rassegnato. Essendo rassegnato, forse l’unica reazione che può avere non può
essere quella che abbiamo ascoltato o dalle parole del collega Irto o del
collega Greco o Giudiceandrea, cioè fare finta che fuori non c’è una realtà
drammatica come quella che noi sappiamo esistere, che dopo il messaggio passato
nell’opinione pubblica, cioè la delusione nel fallimento del progetto di
centro-destra, adesso ha già realizzato.
Forse questo è quello che, secondo me,
dovrebbe essere oggetto della riflessione di quest’Aula, di questo Consiglio
regionale, dei tanti consiglieri regionali che si affacciano a questa
esperienza e che, probabilmente, non hanno e non avranno la possibilità di dare
le tantissime risposte, non dico a tutti i problemi, ma nemmeno a quelli
esistenziali che ci pervengono dai nostri elettori, dai nostri corregionali per
un S.O.S. che è quotidiano, quello della
sopravvivenza.
Allora, noi stiamo approvando un atto di
programmazione, e mi permetto soltanto di differenziare la mia posizione
rispetto a quella del consigliere Orsomarso non tanto nell’analisi generale, ma
in un piccolo aspetto che è personale e, forse, non si può capire, perché quando io dico che oggi la Calabria mai come in questo
momento avrebbe bisogno di assistenzialismo, dico una cosa che fa accapponare
la pelle.
Ebbene, ve lo spiego perché io sono, oggi, per
un assistenzialismo puro, almeno in questa fase di emergenza: noi stiamo
programmando e, nella programmazione, gli effetti dei risultati si dovrebbero
vedere nei prossimi anni. Pensate che questo documento di programmazione in
gran parte viene dall’esperienza del presidente Loiero; poi viene dall’esperienza
del presidente Scopelliti, così come attraverso i tagli del ministero ed anche
le rimodulazioni dei Presidenti regionali delle varie Giunte che si sono
susseguite. Poi, praticamente, ancora i risultati di questa programmazione non
si sono visti, non ci saranno a breve tempo e chissà quando verranno. Invece,
il popolo calabrese ha bisogno di assistenzialismo, perché oggi tantissime famiglie appartenenti
al ceto medio, cioè quelli che avevano gli stipendi, sono ormai classificate
come famiglie povere, che ogni giorno non hanno nemmeno le risorse per
affrontare il quotidiano, non hanno i soldi per pagare il fitto di casa, gli
alimenti, la tassa di circolazione, l’assicurazione, insomma quelle che erano
le cosiddette spese ordinarie. In parte, noi l’avevamo capito.
Allora, cos’è che mi permetto di osservare?
Consigliere Guccione, lei aveva già messo mano ad un settore così importante,
Vede, io credo che quelle risorse avrebbero dovuto essere utilizzate in
emergenza oggi, attraverso provvedimenti che avrebbero dovuto rendere
immediatamente utilizzabili quei milioni dati per l’assistenza ai calabresi. La
Regione Calabria non vive la stessa esperienza delle altre Regioni, dove la
crisi è relativa ad uno stato di disagio economico subentrato allo stato di
agiatezza che si viveva prima. Qua siamo passati dalla possibilità dei nonni o
dei genitori che mantengono i figli che sono disoccupati o costretti ad andar
via, che comunque ogni tanto ricevevano qualche risposta dalla pubblica
amministrazione.
Caro presidente Oliverio,
voglio dire una cosa in controtendenza. Ero assessore al personale e ho
rimproverato il presidente Scopelliti quando si è tenuto i giornalisti voluti
dal centro-sinistra, quando ha mantenuto tutti i lavoratori della Fondazione Field assunti dal centro-sinistra, quando ha voluto
stabilizzare tutti i dipendenti dell’Autorità di Audit,
gran parte assunti con il centro-sinistra e diventati strumento indispensabile
per la rendicontazione dei fondi europei, per il controllo della spesa europea.
In quel momento non abbiamo capito qual fosse il senso di quell’indirizzo. Poi,
a distanza di tempo, l’abbiamo capito ed abbiamo compreso cosa significasse
togliere un pezzo di pane ad un disoccupato che, sicuramente, in passato, è
stato oggetto di lottizzazione politica, di appartenenza politica in una regione
in cui, ormai, è diventato famoso il fatto che, se non sei aggregato ad una
parte politica, non trovi il canale giusto per un collocamento. Almeno questo è
diventato un luogo comune. Ebbene, a me sono venuti i brividi per i
provvedimenti assunti. Le posso dire che se va ad interrogare tutti i
dipendenti di “Calabria Etica”, quelli che erano impegnati nei vari progetti,
nessuno le dirà “mi ha segnalato l’amico Tallini”, e
glielo dico perché le procedure, almeno per come le ho viste io, per me sono
state trasparenti e sicuramente come e con lo stesso metodo che in precedenza
sono state utilizzate altre risorse a sostegno di una Regione che ha difficoltà
ad avere risorse umane anche per l’attività quotidiana dei vari dipartimenti.
Allora, è grave il semplice fatto di pensare
che un giovane per qualche mese abbia trovato la possibilità di lavorare, senza
che nessun organo abbia dichiarato illegittimo quell’atto; il semplice fatto
che qualcuno sia arrivato a dire “da questo momento, poiché quelli che hanno gestito
in precedenza questa Regione, ti hanno assunto in maniera clientelare, te ne
devi andare a casa”. Questa è la tesi, ovviamente.
Il problema sa qual è, caro presidente Oliverio? Che lei non sa – forse questo la metterà un po’
in pace con la sua coscienza – che tra queste centinaia e centinaia di giovani
che lavoravano a “Calabria Etica”, una buona fetta, che è molto attiva e molto
visibile, era di sinistra.
Quindi, non soltanto lei si porterà a vita
questo pensiero, perché alla sola idea di aver portato via la possibilità di
uno stipendio ad una persona che pensava o si era illusa, attraverso questo
strumento, di realizzare un sogno della sua vita, non dormirei la notte.
Pertanto, pensi a questo effetto, moltiplicato cento e moltiplicato anche per tanta
gente della stessa sinistra che non so attraverso quali canali sia stata
selezionata. Mi auguro – e questo penso – che, poiché il criterio non può
essere quello politico, possa essere stato quello della selezione politica,
della selezione professionale e della competenza. Mi permetto di fare altre due
brevissime osservazioni che mi differenziano dal particolare esame.
Vede, lei sottrae 10 milioni di euro al fondo
del credito sociale per darlo agli ammortizzatori sociali, che dovrebbero
essere pagati dai governi. Noi avevamo già inventato uno strumento che avrebbe
aiutato migliaia di famiglie calabresi, tant’è che ci sono già migliaia di
pratiche istruite, di gente che ha fatto bene e che aspettava di ricevere non un contributo
a fondo perduto, ma un prestito agevolato in una fase di grande emergenza.
Chiamiamolo assistenzialismo questo, come chiamiamo assistenzialismo quello di
prima.
Questa è la differenza rispetto ad una Regione
che oggi è vero che ha bisogno di programmazione in questa materia, ma ha
bisogno anche di risposte immediate perché va a casa e non ha i soldi per
pagare la bolletta della luce. Molti calabresi vanno a casa e non hanno il cibo
per mangiare come mangiano quelli che se lo possono permettere, e questo è
molto diffuso nella nostra regione.
Allora, aver distratto queste risorse, secondo
me, è un altro grave motivo per cui, nell’applicazione pratica di queste
risorse, c’è una differenza fra il centro-destra e il centro-sinistra, perché c’è
chi non ha la forza di dire al presidente Renzi che i
10 milioni di euro dovevano essere dati dal Governo, anzi mi pare che insieme
ai 10 milioni ce ne debbano dare altri 40 milioni anticipati ai lavoratori
degli ammortizzatori sociali, e ancora il Governo Renzi
questi non ce li ha riconosciuti. Invece, spostiamo i fondi che erano stati
destinati al credito sociale, quindi a tantissime famiglie, ai pensionati, alle famiglie monoreddito,
a tutti coloro che comunque dovevano offrire una garanzia per avere un prestito
per far fronte al pagamento della rata della macchina, della rata della casa,
della spesa contingente di tutti i giorni, al mantenimento
dei figli alle università. Infatti, sono diminuite le iscrizioni all’università
non perché manca la domanda, ma perché le spese universitarie sono aumentate,
cari professori, e invece i redditi dei calabresi sono diminuiti. E’ questa la
vera ragione per cui ho sentito tanta gente dire: “Non ce la faccio più a
mantenere mio figlio iscritto all’università, per cui oggi per me è impossibile
pure garantire il diritto allo studio a mio figlio”.
Allora, c’è una differenza – e concludo questo
mio intervento – cari amici della maggioranza, caro consigliere Greco, di
solito noi volgarmente diciamo “uno è con i piedi nella fossa e va a vedere…”, siete tutti con i piedi nella fossa, anzi siamo
tutti con i piedi nella fossa, questa maggioranza che oggi ricorre ai
professori per cercare di rifarsi una verginità. Questo Consiglio regionale,
purtroppo ci siamo pure noi nella responsabilità, c’è la Calabria con i piedi
nella fossa, e qua si viene a pontificare addirittura la rivoluzione
copernicana.
Insomma, siate più seri! Davanti all’apertura
di un ragionamento obiettivo come quello del consigliere Orsomarso, avete
risposto che state facendo la rivoluzione! Ma è dal primo giorno che vi siete
insediati che avete fatto la rivoluzione! Non soltanto non avete fatto la
rivoluzione, ma avete fatto l’involuzione, perché basta farsi un giro – pensare
ai ritardi, alla incapacità, alla mancanza di un progetto, alle logiche interne
al partito, alle divisioni, agli equilibri di potere e alla insensibilità di
capire quanta gente c’è che soffre oggi in Calabria –, e l’unico problema che
avete è quello di continuare a dire che avete portato la legalità, e abbiamo
visto di quale argomenti si sostanzia la legalità! Avete fatto la rivoluzione
copernicana, e abbiamo visto qual è la rivoluzione copernicana! Cioè anche
volendo sposare la rivoluzione copernicana, qua la rivoluzione copernicana l’avete
fatta al contrario, cioè da una rivoluzione positiva siete tornati ad un’involuzione
negativa a 360 gradi. Questa è la rivoluzione che avete fatto!
Basta farsi un giro, i ritardi, la
programmazione, i problemi della Giunta, adesso ci sono i professori che devono
studiare per capire come funziona, poi c’è il trasferimento regionale, quindi
non andate alla Regione, cari amici dei collaboratori, perché dobbiamo anche
dire – e invito il collega Irto a cercare di aprire questo Consiglio regionale
alla gente, non ai collaboratori, quindi la invito formalmente ad ipotizzare
qualche cosa che possa consentire ai calabresi veri di partecipare ai lavori
del Consiglio regionale.
Altro che rivoluzione! Cercate di stare con i
piedi per terra! Caro consigliere Greco, stia con i piedi per terra! Io, al suo
posto, al posto del presidente Oliverio, direi, per
la verità, che per essere credibili, tutti devono parlare, tranne il
consigliere Greco in quest’Aula! Poi sicuramente qualche cosa … E’ un consiglio
che vi do, perché abbiamo capito dove sta la legalità, dove la rivoluzione!
Allora, diciamo che, pur condividendo molte
perplessità del consigliere Guccione, oggi è un grande credito quello che vi
diamo, nel momento in cui vi diciamo che noi ci asteniamo, perché è vero, gran
parte di quel Por l’abbiamo scritto noi; il dottore Praticò era bravo prima e
lo è ancora oggi, non può essere prima poco bravo perché scrive una
programmazione in cui ci sono centinaia e centinaia di strafalcioni o di pezzi
da coprire – come diceva il collega Giudiceandrea – ed oggi, invece, è diventato
un genio…! Abbiate anche il coraggio di dire al
presidente Oliverio le ragioni per cui lui è stato
indotto a confermare il dottore Praticò. Secondo me, lo ha fatto perché è
persona competente, capace e, come tale, vi dovete prendere anche per buono tutto
il lavoro che il centro-destra ha consentito di fare al dottore Praticò
attraverso il suo compito di direttore generale.
Credo di aver fatto un intervento che deve
servire soltanto ad una riflessione. Concludo facendo gli auguri di un buon
lavoro ad un Presidente che mi auguro possa onorare più di ogni altro suo
predecessore il ruolo a cui è stato chiamato in questo momento difficile per le
sorti di una Regione che ha mille problemi e adesso avrà anche quello degli
immigrati, rispetto ai quali noi non solo non abbiamo fatto nulla, ma siamo
impreparati e non sappiamo che cosa ci toccherà da qui ai prossimi giorni,
perché siamo una regione esposta e non si fa nemmeno un cenno. Qua si parla
solo di rivoluzione! Quindi è una realtà rispetto alla quale anche noi, che
siamo all’opposizione, abbiamo difficoltà a dire le cose, perché poi è talmente
caotica, non c’è nemmeno la possibilità di incidere, vediamo che non c’è
interlocuzione, non ci sono le possibilità, le occasioni per incidere.
Presidente Irto, la invito a convocare
frequentemente il Consiglio regionale perché anche un confronto come questo
serve a non far dimenticare la triste realtà che c’è fuori. Nemmeno la dignità
di professori che stanno protestando fuori per una legge iniqua fatta dal
Governo Renzi e per la quale demagogicamente si è
fatto promotore, ed oggi mi risulta che sta battendo in ritirata, mi auguro che
questo non avvenga e che anche questo provvedimento attraverso sia un atto di
testimonianza e di solidarietà per questi lavoratori che soffrono.
Presidenza del Presidente Nicola Irto
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
Non
nascondo di essere in difficoltà
ad intervenire a questo punto del dibattito su un
tema fondamentale per le sorti della Calabria, difficoltà legate a vari motivi.
Un primo motivo – rivolgo quest’appello al Presidente del Consiglio regionale –
è dovuto alla mancata fruibilità del sito internet del Consiglio regionalenegli ultimi tre
giorni, che non mi ha permesso di scaricare gli allegati inerenti l’ordine del
giorno di questa seduta. E’ la seconda volta che segnalo questo problema, caro
presidente Irto, che personalmente non mi ha consentito, non facendo parte
della seconda Commissione, di avere contezza in tempo utile del materiale
necessario per il dibattito odierno.
La difficoltà maggiore, però, deriva dal tono del dibattito, dal
contenuto, e di questo chiedo scusa di nuovo ai professori che oggi siedono al
banco di governo insieme al presidente Oliverio, ma anche al pubblico,
perché credo che con lo spettacolo che abbiamo dato oggi di fronte alla vera
sfida che abbiamo davanti come gruppo dirigente calabrese di questi anni, che
sono i fondi comunitari, abbiamo
dimostrato di essere piccoli e poco attenti a ciò che stiamo per deliberare.
Capisco anche le amarezze o le preoccupazioni
legittime del consigliere Guccione, che ha espresso una pregiudiziale in
merito, ma l’intervento del presidente Oliverio, la
sua preoccupazione da una parte, ma dall’altra la sua forza di dimostrare
che c’è una politica diversa in Calabria, mi hanno dissolto ogni dubbio,
consigliere Guccione, sulle osservazioni che lei ha giustamente e
legittimamente manifestato all’inizio del dibattito, perché il presidente Oliverio credo
che abbia fatto una relazione di altissimo spessore, che abbia messo al centro
delle scelte fondamentali, le politiche che stanno nel nostro Dna e che da
tempo noi sosteniamo, a partire dal territorio e dall’ambiente. Ha posto cioè
una serie di problematiche all’attenzione di questo Consiglio regionale.
Bene, il dibattito che ho ascoltato è stato veramente non congruo alla
sfida che il presidente Oliverio
ci ha assegnato con la sua relazione.
Questo dobbiamo dirlo con estrema franchezza, perché quando un gruppo
dirigente pensa di perpetuare un modo di fare politica per me non consono alla
mia azione politica, al mio modo di vedere la politica, dimostra che è un
gruppo dirigente perdente e che non si andrà da nessuna parte.
Chiedo scusa anche al presidente Oliverio di questa nostra
incapacità e insensibilità, oggi, di non aver saputo cogliere gli stimoli, ma
anche le sue preoccupazioni, perché quando lui dice “la sfida più grande è fare
della nostra regione una regione normale”, dimostra la sua preoccupazione e la
vera innovazione che dobbiamo mettere in campo per rendere davvero la Calabria
competitiva o al pari delle altre regioni. Questo è il punto di partenza.
Così la differenza, caro consigliere Tallini e caro consigliere
Orsomarso, non è tanto il programma, le grandi opere, la grande progettualità,
ma è come la politica saprà governare i processi e come saprà governare la
burocrazia, come saprà dire al dirigente Praticò quello che deve fare, perché
se fallisce Praticò, non fallisce il dirigente, falliamo noi come gruppo
politico dirigente. Ecco perché ho apprezzato molto questa parte dell’azione
del Presidente, che ha ben evidenziato come vuole oggi rendere efficace ed
efficiente la burocrazia, come vuole creare pochi centri di spesa importanti
per snellire, per velocizzare e responsabilizzare ognuno di loro. E’ questa la
vera sfida: se vinciamo, vince la politica, caro consigliere Tallini, se
perdiamo, non perde la burocrazia, perdiamo come Consiglio regionale.
Quindi, rimbocchiamoci le maniche, questo è l’appello che faccio, e
facciamo capire al dirigente Praticò che oggi c’è un Consiglio regionale che lo
guarda, lo osserva, lo stimola e non lo giudica; lo condannerà, se sbaglierà e
se non renderà onore al compito che gli è stato affidato, alla responsabilità
che gli ha affidato il presidente Oliverio, alle responsabilità che il Consiglio regionale…
(Interruzioni concitate da parte del
pubblico presente)
Consigliere Bevacqua, continui.
(Interruzioni concitate da parte del
pubblico presente)
Anche lo
sfogo della signora presente nel pubblico è legittimo, però i lavori del Consiglio regionale devono proseguire.
(Interruzioni concitate da parte del
pubblico presente)
PRESIDENTE
Consigliere Bevacqua, termini.
Anche
questo è un segno di preoccupazione. Se non possiamo dibattere liberamente nell’Aula,
caro Presidente, perché giustamente e legittimamente, forse, qualcuno rivendica
più attenzione, ciò dimostra che bisogna regolamentare meglio i lavori anche
dal punto di vista del pubblico, per rendere credibile questa Istituzione, che
è il Consiglio regionale che rappresentiamo.
Concludo
il mio intervento.
(Interruzioni)
Concludo
con questo appello, cioè recuperiamo il senso di responsabilità e dimostriamo
che questo Consiglio regionale è in grado di essere protagonista nei prossimi
anni e di dare una svolta alla Calabria. Se dovessimo fallire anche noi,
dimostreremmo che davvero in Calabria non c’è prospettiva e non c’è futuro.
Credo
molto nel lavoro del gruppo del Partito democratico e faccio anche un appello
ai consiglieri regionali che oggi hanno manifestato qualche perplessità o
qualche dubbio, di credere nel progetto a cui si appartiene, di cui si fa
parte, perché in politica ci sono momenti brutti e momenti belli e credo che,
quando si fa parte di un progetto politico, bisogna anche saper rispettare i
momenti difficili, tenere conto di questi momenti, ma anche dei momenti belli,
di cui ognuno ha avuto parte ed è stato anche protagonista.
Quindi, rinnovo l’appello a questo Consiglio regionale di recuperare il
senso di responsabilità, il senso di fattività, di concretezza, che forse
abbiamo perso per nostra incapacità, per nostre debolezze umane, ma anche per
poca sensibilità verso chi rappresentiamo e chi ci guarda con attenzione e con
interesse.
PRESIDENTE
Ha
chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Non v’è
dubbio che è difficile prendere la parola dopo aver assistito
alle giuste proteste del corpo insegnante, magari non giuste nei suoi
confronti, Presidente, al quale va la mia stima. Certo, è difficile aprire la
prima seduta da quando è stato eletto con questo spiacevole incidente. Sono io
che le chiedo scusa ed ha tutto il mio sostegno per cui cerchiamo di riportare le cose nella
logica del punto all’ordine del giorno. Mi ero preparato una battuta, di non
parlar bene del dottore Praticò,
perché se provengono troppi complimenti dai banchi dell’opposizione, probabilmente,
visto com’è andato il dibattito dai banchi della maggioranza, indeboliamo la
sua professionalità e la sua posizione. Era soltanto una battuta.
Voglio partire, invece, dalla corposa relazione fatta dal presidente Oliverio sul
punto all’ordine del giorno e su alcuni punti di questa relazione tornerò da
qui a breve, soprattutto per quanto riguarda la parte finale della sua
relazione.
Certo è stato detto sia dai banchi della maggioranza sia dell’opposizione
che nella programmazione dei fondi comunitari non vi è altro che la visione e
la direzione del governo regionale. Per attuare questa visione e questo
programma, Presidente, non v’è dubbio che lei abbia bisogno di una condizione sine qua non, di una forte coesione della sua
maggioranza, e da questo punto di vista oggi al suo posto sarei un po’
preoccupato, perché proprio dai banchi della maggioranza sono venuti fuori
interventi diretti, ma anche quelli meno diretti hanno celato – e lo hanno
fatto senza riuscirci – delle steccate al suo operato. Proprio perché i fondi
comunitari rappresentano quella opportunità straordinaria – come diceva la collega Sculco– sono
la ciliegina sulla torta per portare a
termine quella strategia di programma che lei ha detto qui in Aula, sia in
campagna elettorale sia qui in Aula all’inizio di questa legislatura; credo
che, a maggior ragione, lei abbia bisogno di un Consiglio regionale – così come
diceva qualcuno che mi ha preceduto al Presidente Irto – che si riunisca più
spesso e trovi una sintesi sui grandi temi.
Mi dispiace molto che una dichiarazione di
voto fatta dall’opposizione, magari in modo inopportuno, prima ancora della
dichiarazione di voto stessa, abbia fatto sì che dalla maggioranza venissero
fuori degli interventi che, probabilmente, avevano un obiettivo: non far
partecipare alcune forze dell’opposizione ad un voto favorevole sui fondi
comunitari. Io credo che la maggioranza, oggi, abbia perso una grande
opportunità sull’intervento del consigliere Orsomarso. Quando ci si divide
anche nel momento in cui ci sono dei punti di convergenza fra la programmazione
di ieri e la programmazione di oggi, non riesco a capire che cosa si voglia
quando si parla di unità d’intenti all’interno del Consiglio regionale. Oggi c’era
questa opportunità.
Dividendosi su come spendere i fondi europei,
che rappresentano quella opportunità straordinaria da qui al 2020, ritengo che
non diamo una giusta lettura di quello che rappresentano i fondi comunitari e
soprattutto dell’opportunità stessa che era racchiusa in essi.
Diceva bene il consigliere Greco, le risorse
che spendiamo devono creare ricchezza, ma per spenderle dobbiamo eliminare
quelle criticità che fino ad oggi hanno fatto sì che non fossero spese nella
loro totalità e – veda, consigliere Giudiceandrea, ha ragione il collega Tallini – se oggi noi chiamiamo dei tecnici a mettere delle
pezze al loro stesso operato, delle due, l’una: o erano validi ieri e sono
validi oggi – questo è il mio pensiero – allora non cerchiamo di dividerci
anche là dove ci sono momenti di unione d’intenti, per dar forza allo stesso
presidente Oliverio.
E’ stato toccato il tema della sanità, ma il
presidente Oliverio, non dico in questa battaglia, ma
in questa visione diversa di programmazione sanitaria fra la politica e un
commissario di tipo ragionieristico, può trovare forza nella sua azione solo ed
esclusivamente dall’unità del Consiglio regionale. Sulla sanità non si scherza!
Oggi è stato introdotto il tema dal consigliere Tallini
su un ordine del giorno presentato o che voleva essere presentato dal consigliere
Romeo sul reparto di neonatologia e di terapia intensiva neonatale di Crotone,
probabilmente la stessa cosa si può estendere alla terapia intensiva neonatale
di Lamezia Terme. Il sottoscritto, insieme ad altri colleghi di maggioranza e
di opposizione voleva presentare un ordine del giorno sulla casa di cura “Villa
Sant’Anna”. E’ stato deciso, presidente Oliverio – e
qui, presidente Irto, occorre dare una risposta anche alle giuste e legittime
aspettative degli insegnanti – che le mozioni e gli ordini del giorno oggi non
saranno trattati e saranno rinviati alla seduta di Consiglio del 17 settembre.
Se così, presidente Irto, è stato deciso dalla
Conferenza dei capigruppo, non facciamo figli e figliastri sulle mozioni,
perché, consigliere Romeo, laddove ci fossero delle motivazioni temporali vere,
legittime, oggettive e di scadenza sulla mozione che da qui a poco lei vorrà
presentare sulla città metropolitana, se non c’è una scadenza, la invito, per
coerenza anche nei confronti degli insegnanti che hanno manifestato in quest’Aula,
a spostare tutto, mozioni e ordini del giorno, alla seduta del 17 settembre.
Dicevo prima sulle precisazioni dal consigliere Greco che, per spendere i soldi che devono produrre
ricchezza, bisogna cercare di eliminare i punti di criticità che oggi hanno
fatto sì che non vi sia una piena attuazione sul programma di attuazione stessa
– chiedo scusa del bisticcio di parole – dei fondi comunitari.
Qui mi rifaccio alla seconda parte della
relazione del presidente Oliverio: come fare per eliminare
questi punti di criticità? Ho apprezzato molto, Presidente, l’invito a lavorare
su questi aspetti, quando lei parla di un accesso semplificato ai fondi
europei, che probabilmente sono uno dei punti di criticità, ma soprattutto la
capacità da parte degli uffici – e qui è un invito ai dirigenti – di dare delle
risposte immediate ed esaustive ai beneficiari dei fondi comunitari stessi.
Così come ritengo, dottore Praticò, che vi sia
una necessità di chiarezza nelle procedure di evidenza pubblica che possono
consentire una riduzione dei contenziosi e di ricorsi, perché sono
probabilmente i ricorsi ai contenziosi che divengono successivi all’evidenza
pubblica stessa una delle cause di ritardo dell’attuazione dei programmi dei
fondi comunitari.
Ecco, lì bisogna lavorare di concerto tra la
politica e i dirigenti in un tutt’uno, affinché ci sia quella capacità di
sburocratizzare i fondi comunitari, affinché essi possano essere attuati nella
loro pienezza.
Così come un elemento fondamentale, cui il
presidente Oliverio ha accennato, è il supporto
logistico agli enti locali. Credo che sia fondamentale – qui in quest’Aula ci
sono degli ex sindaci – per mettere in condizione i Comuni di poter afferire ai
fondi comunitari stessi. A mio modesto avviso, non basta, presidente Oliverio, un supporto logistico e tecnologico agli enti
locali, come lei ha detto nella parte ultima della sua relazione, ma credo che
sia necessario fare uno sforzo anche per supportare gli enti locali in quella capestre anticipazione di spesa, che spesso è uno degli
elementi di non attuazione di un programma europeo per quanto riguarda i
piccoli Comuni. E se anticipazione di spesa è un punto di criticità per gli
enti locali, lo diventa ancora di più per i privati e per le piccole e medie imprese, in un contesto di crisi
economica che, probabilmente, è quello l’elemento di criticità che non consente
un’implementazione dei fondi comunitari verso le piccole e medie imprese.
Allora, dei privati che devono non solo
anticipare, ma devono anche, per avere quella capacità di afferire ai fondi
comunitari, fare delle obbligazioni, delle fideiussioni o delle polizze
assicurative, lì bisogna studiare il modo per venire incontro alle medie
imprese, affinché tramite i fondi comunitari si possa determinare quell’economia
alla quale prima si riferiva il consigliere Greco.
Adesso non so quanti punti di convergenza ci
siano fra la programmazione di oggi e la programmazione del governo Scopelliti.
Ritengo che su temi come l’innovazione tecnologica o la ricerca, l’ambiente, il
dissesto finanziario, la difesa del suolo, i punti di convergenza siano
veramente tanti.
Noi, come Nuovo centro destra, voteremo a
favore di questa programmazione dei fondi comunitari, cercando di fare il
nostro compito in Consiglio regionale per dar forza non soltanto al presidente Oliverio ma anche ai dirigenti, affinché possano attuare
nella pienezza questi fondi comunitari, perché la Calabria non può disperdere
questa opportunità.
Non entro nel merito dell’ambiente, del
turismo, perché altrimenti dovrei ripetere tante cose che ho sentito e
condivido, perché, nel parlare per ultimo, c’è anche un rischio di essere
ripetitivo rispetto alle tante cose che ho ascoltato.
Per cui dico che dobbiamo veramente trovare
una sintesi, una unione d’intenti sulle cose che non ci dividono, dare forza al
presidente Oliverio per attuare questi programmi e i
fondi comunitari, ma soprattutto dare forza anche alla dirigenza per dare in
mano le capacità di sburocratizzare questi fondi comunitari, perché è lì il
punto di criticità per cui alcune volte questi fondi comunitari e i percorsi
attuativi degli stessi non vengono realizzati nella loro pienezza.
Prima che rientri il presidente
Oliverio comunico all’Aula che, in merito al punto
che stiamo discutendo, è pervenuto a questa Presidenza un emendamento al
provvedimento 45/10^.
Poiché il Regolamento prevede che il termine ultimo per la
presentazione degli emendamenti sia 24 ore prima e, trattandosi quindi di un
emendamento fuori termine, potrà essere inserito qualora l’Aula decida di
accoglierlo.
L’emendamento è stato presentato dal consigliere Guccione che in un
minuto può illustrarlo.
Presidente, intanto non c’erano
termini perché, di solito, quando si convoca il Consiglio regionale si scrivono
anche i termini per la presentazione degli emendamenti che si possono
presentare, appunto, 24 ore prima indicandone la chiusura.
In seduta di Consiglio regionale, il consigliere può in qualunque
momento presentare emendamenti. Siccome si dice che il Por 2014/2020 non sia
stato presentato e che ci sono ancora i termini per modificarlo, vedremo se si
dovrà riaprire la trattativa con la Commissione europea.
Propongo un emendamento che riguarda la città di Reggio Calabria per l’inserimento
di 500 mila euro per lo studio di fattibilità per la mobilità della città di
Reggio Calabria sull’Asse mobilità.
Prima di portare in votazione l’eventuale inserimento dell’emendamento
leggo all’articolo 93 del Regolamento del Consiglio regionale secondo il quale,
gli emendamenti vanno presentati almeno 24 ore prima. Questo è riportato al
comma 2 dell’articolo 93 del Regolamento. Confermo quindi che gli emendamenti
andavano presentati 24 ore prima.
(Interruzione)
Il Consiglio può votare, infatti pongo in votazione l’emendamento.
Su questo chiedo il voto per appello nominale.
Il consigliere Guccione chiede il voto per appello nominale sull’inserimento
della discussione di questo emendamento in Consiglio.
ORSOMARSO
Fausto (Gruppo Misto)
Posso, Presidente?
Non c’è dibattito, consigliere Orsomarso.
Visto che è una votazione per appello nominale, può rispondere nel
momento in cui viene chiamato.
Ma non è un problema di rispondere o meno. Il problema è sull’ordine
dei lavori ed è previsto dal Regolamento.
Ammesso e non concesso che noi tutti – al di là del lavoro che è stato
fatto in Commissione – nello specifico, credo che questo intervento possa
essere recuperato nell’approvazione finale del documento di programmazione.
Se apriamo uno spazio per verificare quanto fatto singolarmente, io
potrei presentarvi emendamenti sulla montagna di Fagnano
Castello o sul santuario di San Francesco da Paola, su Vibo Valentia o su Gioacchino
Murat.
Ritengo che ciò sia sbagliato, nel senso che, sull’atto di
programmazione complessivo, diventa quasi una sfida – e lo dico con rispetto al
collega Guccione – a chi è più bravo ad inserire emendamenti. Non funziona
così.
PRESIDENTE
Grazie, collega
Orsomarso.
ORSOMARSO
Fausto (Gruppo Misto)
No, rispetto all’ordine
del giorno.
Ma infatti ho detto che stiamo votando, l’eventuale possibilità di
discuterlo e a favore o contro l’emendamento.
Prego, consigliere Segretario, faccia la chiama per il voto per appello
nominale.
GRAZIANO Giuseppe (Casa delle Libertà)
Fa la chiama.
(Interruzione)
Se volete che sia inserito l’emendamento.
PRESIDENTE
Chiedo scusa, collega
Graziano.
La parola al Presidente Oliverio.
Credo che su questo punto si debba evitare di fare delle cose serie un
uso sfacciatamente strumentale, e lo dico in modo chiaro, perché mi preme
precisare che, per quanto riguarda lo studio di fattibilità della mobilità all’interno
della città di Reggio Calabria e l’ipotesi di possibile metropolitana, nella
proposta di Fsc, Fondo di sviluppo e coesione, approvato dalla
Giunta regionale e di recente deliberata dal Cipe, vi sia una posta a copertura
dello studio di fattibilità della mobilità stessa.
Guccione dovrebbe saperlo perché già in Giunta
abbiamo approvato questa delibera e, poichè è uno che
si legge le carte, almeno pare che lo faccia, dovrebbe sapere della posta in
quella proposta deliberata dal Cipe in direzione dello studio di fattibilità e
di una eventuale progettazione preliminare, che sia la premessa di una
ricollocazione anche di questo grande progetto nella programmazione delle
risorse 2014-2020, considerato che oltre alle risorse di cui stiamo parlando
oggi ci sono anche le risorse derivanti dal 25 per cento del cofinanziamento
che saranno allocate in un programma parallelo a quello che stiamo approvando
oggi.
Mi permetto di dire questo perché questa cosa
è alquanto pleonastica. E’ una cosa – se Guccione evidentemente non ricorda –
che avrebbe il significato di una chiara strumentalità e non mi pare che sia
interesse di nessuno, diciamo, agitare problemi senza avere un concreto
riferimento alla sostanzialità dei problemi che si sollevano.
GUCCIONE
Carlo (Partito Democratico)
Per fatto personale, Presidente.
Un
attimo solo, consigliere Guccione.
Il
Presidente della Giunta regionale non si deve permettere di parlare di
strumentalità.
(Interruzione)
No,
sbaglia il Presidente.
Il
Presidente sa che uno studio di fattibilità, se positivo e inserito nella
programmazione europea, ha automaticamente il finanziamento.
Quindi,
bando alle chiacchiere, non siamo al mercato qua. Bando alle chiacchiere. Lo
studio di fattibilità inserito nella programmazione europea 2014/2020, se è
positivo, ha automaticamente i canali di finanziamento.
Questo
è un punto politico importante, il Consiglio regionale non è un mercato ed io
chiedo l’inserimento all’ordine del giorno dell’emendamento per votazione
nominale.
Era
già in corso la votazione.
Prego, consigliere Segretario.
GRAZIANO
Giuseppe, Segretario Questore
Fa
la chiama.
Segretario, scusami, volevo prima capire se c’è
un emendamento che prevede determinate cose. Se limita una risposta al
Regolamento poi si procede oltre ma se il Regolamento prevede che va presentata
24 ore prima la mozione, lei non può mettere al voto la proposta di un
consigliere regionale.
Consigliere Bevacqua,
le chiedo scusa, ma noi stiamo votando l’inserimento fuori termine. Questo è un
emendamento arrivato fuori termine e l’Aula, che è sovrana, può votare se
inserirlo o meno. Noi stiamo votando l’inserimento senza entrare nel merito del
favorevole o contrario all’emendamento e non possiamo.
BEVACQUA
Domenico (Partito Democratico)
Per
dichiarazione di voto possiamo intervenire?
PRESIDENTE
Certo.
Prego, consigliere Segretario può procedere
con la chiama.
GRAZIANO Giuseppe,
Segretario Questore
Fa
la chiama.
Chiedo di intervenire Presidente.
Siccome non condivido questo metodo di far
arrivare in Consiglio emendamenti di cui non conosciamo né l’origine né la
prospettiva – e non entro nel merito della questione di cui potremmo
sicuramente parlare anche domani – io voto no, assumendomi la responsabilità
del mio voto.
Fa la chiama.
Aieta no.
GRECO Orlandino
(Oliverio Presidente)
Vorrei
parlare un minuto come hanno parlato gli altri.
Consigliere Greco, ha un minuto.
(Interruzione)
Consigliere Tallini,
le sue parole scivolano sui binari della mia indifferenza. Lei non capisce
manco quello che dice, glielo dico molto chiaramente. Dia una ripassata.
PRESIDENTE
Consigliere
Greco, siamo in fase di votazione.
Oggi magari si diverte pure su questa
sceneggiata.
Il consigliere Guccione non è stupido ma,
anzi, é molto intelligente, ed essendo coerente, così come ho detto no ad un
emendamento che alcuni di voi volevate fare oggi, dico no all’emendamento su
una questione puntuale perché o facciamo ragionamenti alti e discutiamo del
ruolo della Calabria o scendiamo nelle bassezze dei finanziamenti a quello o
quell’altro comune.
Ritengo che lo spirito del Por che andremo ad
approvare non sia certo quello di entrare nello specifico o nel particolare, ma
bensì quello di rilanciare in modo alto il tema della Calabria.
Fa la chiama.
Per dichiarazione di voto, poiché ci piace capire. Sì.
GRAZIANO Giuseppe,
Segretario Questore
Fa la chiama.
Presidente, giusto per motivare il
voto e proprio per riaffermare l’autorevolezza e la sovranità di questa
Assemblea regionale nonché la politica in questo Consiglio regionale, voto sì
all’inserimento dell’emendamento proposto dal consigliere Guccione e dagli
altri colleghi.
GRAZIANO Giuseppe,
Segretario Questore
Fa la chiama.
Poiché mi pare che in Conferenza dei capigruppo sia stato stabilito il
rinvio alla prossima seduta di Consiglio di una serie di emendamenti e di
ordini del giorno e che oggi si sarebbe discusso solo l’ordine del giorno
riguardante la programmazione, voto no.
GRAZIANO Giuseppe,
Segretario Questore
Fa la chiama.
Solo un minuto per dire che non possiamo non accogliere la proposta del
collega Guccione non foss’altro perché è finalizzata
a chiarire se un’opera così importante sia finanziabile o meno, atteso che ci
sono anche pareri delle stesse ferrovie che direbbero cose che vanno nella
direzione opposta.
Chiarirlo in Consiglio regionale non costa nulla anche per evitare che
domani siano destinate delle risorse ad opere che non si potranno mai
realizzare. E’ meglio farlo sin da ora, ed ha ragione Guccione. Che
programmazione è se non si pensa da prima a questo aspetto? Per questo io sono
d’accordo.
GRAZIANO Giuseppe,
Segretario Questore
Fa la chiama.
Io voto no per una semplice ragione: perché ritengo che nessun
emendamento e nessun tipo di mozione dovrebbe essere inserito in corso di
seduta.
Il mio voto è no.
GRAZIANO Giuseppe,
Segretario Questore
Fa la chiama.
Comunico l’esito
della votazione: presenti e votanti 24, hanno risposto si 10, hanno risposto no
13.
Pertanto l’inserimento
all’ordine del giorno dell’emendamento si intende respinto.
(Hanno risposto sì i consiglieri: Arruzzolo, Cannizzaro, Esposito,
Graziano, Guccione, Nicolò, Orsomarso, Salerno, Sculco,
Tallini;
hanno risposto no i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova,
Ciconte, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Greco, Mirabello, Oliverio, Romeo,
Sergio;
si è astenuto il consigliere Irto)
Prima di concludere col voto definitivo, cedo la parola al presidente Oliverio
per concludere la discussione nel merito del punto.
Presidente, brevemente.
Innanzitutto per chiarire, ritornando su un punto che mi sembrava fosse
abbastanza chiaro dopo il mio intervento iniziale e per smentire, naturalmente,
il fatto che il programma sarebbe stato caricato sulla piattaforma ed inoltrato
alla Commissione e che questo Consiglio starebbe discutendo sul nulla.
Apprezzo la sensibilità del consigliere Guccione e dei consiglieri che
sono ritornati, ma vorrei che fosse chiaro – lo dico nella mia responsabilità
di Presidente di questa Regione –
che il piano che noi stiamo approvando stasera sarà caricato per la valutazione
della Commissione nelle prossime ore ed entro il 4 settembre.
A riprova di tutto ciò vorrei dire che abbiamo avuto una interlocuzione
stretta con la Commissione europea; una interlocuzione di merito con la
Commissione e questa interlocuzione nel mese di agosto non poteva che
svilupparsi, dato il periodo particolare, anche e soprattutto attraverso la
piattaforma.
Il fatto, quindi, che sia stata una bozza di programma, caricata per
continuare il confronto, non significa che sia stato caricato il programma sul
quale ci sia stata una validazione, perché la validazione, come per legge,
avviene oggi.
A riprova di ciò, devo dire che il 25 e il 26 agosto, a Bruxelles, c’è
stato l’ultimo incontro tra i nostri tecnici e la Commissione, ed in quella
sede è stato concordato il testo definitivo con le modifiche riproposte al
Consiglio regionale, tant’è che la Commissione ha proposto di spostare 15
milioni di euro sulla banda ultra larga. A riprova di ciò, la Commissione ha
avanzato la proposta di spostare 15 milioni di euro sulla banda ultra larga e
altri 5-6 milioni di euro su altre misure che la Commissione ritiene coerenti
con il disegno generale sul quale la Commissione si muove.
Questo a riprova di quanto sto affermando e comunque mi assumo la
responsabilità, di fronte a questa Assise che è il Consiglio regionale, di dire
che il programma che stiamo votando è quello sul quale si aprirà – dopo che
sarà caricato entro il 4 settembre – la concertazione formale con la
Commissione europea, perché sia approvato ed esaminato dalle direzioni generali
della Commissione, dalle diverse direzioni generali, entro il 22 settembre e
passare al successivo esame della Commissione per la definitiva approvazione
entro il 15 ottobre.
Questo per quanto riguarda l’aspetto metodologico. Non a caso abbiamo
voluto e chiesto al presidente
Irto che ci fosse la convocazione il 31 agosto e non il 10 settembre, perché
solitamente l’attività di tutte le Assemblee elettive riprende nella prima
quindicina di settembre.
Aggiungo, anche, che abbiamo chiesto una valutazione ed un esame di
merito nonché la riunione della Commissione una settimana fa.
La Commissione, infatti, si è riunita nonostante si sia tenuta nel mese
di giugno e di luglio per un esame di merito appunto delle proposte che sono
contenute in questi documenti.
Per quanto riguarda il merito, permettetemi di fare una considerazione
– e lo dico con grande serenità e senza problemi di altra natura - vorrei
ricordare al consigliere Guccione il grande contributo che lui stesso ha dato
in questo lavoro portato avanti prima del 21 luglio, data di costituzione della
nuova Giunta.
Tant’è che ho visto con grande soddisfazione che, consigliere Guccione,
rispetto ad un documento che è stato approvato il 22 giugno, quello che abbiamo
approvato prima sulla riprogrammazione sulla rete, amplifica giustamente un
merito che è lo stesso del merito di questo documento.
E’ lo stesso che è stato esaminato dalla Giunta di cui lui faceva parte
e che ha approvato anche quel documento della riprogrammazione del Fondo sociale
europeo. Dico questo perché credo che anche in politica – per essere molto
sincero – anche i tempi contano.
I tempi della polemica e dello scontro, i tempi contano!
Perché l’opinione pubblica possa comprendere anche una visione o una
impostazione di opposizione con voce più o meno critica, ci mancherebbe altro –
non è questo che mi preoccupa o mi scandalizza – deve avere anche i tempi
giusti per comprendere e questo è un consiglio che do al consigliere Guccione.
Perché dal 21 luglio al 31 agosto – ferie estive nel mezzo comprese –
ci sono meno di 40 giorni e per dare credibilità ad una critica o ad una voce,
bisogna che ci siano tempi giusti.
Questo è il mio consiglio.
Ciò non vale sicuramente per questo documento che è stato oggetto in
questi mesi di un lavoro serio e dell’apporto anche del consigliere Guccione,
lo rivendico io per lui.
Certamente in questo lavoro c’è voluta una fatica che non è quella del
mese di agosto, per capirci, cioè del tempo che intercorre tra la Giunta della
quale il consigliere Guccione faceva parte e di cui ora non fa più parte.
Si tratta di una fatica durata mesi e sapete perché la rivendico?
Perché abbiamo fatto uno sforzo per riscrivere il programma, in rapporto al
programma di governo che abbiamo presentato agli elettori e agli obiettivi che
ci siamo dati.
Vorrei dirlo con amicizia, ho apprezzato anche il tono dell’intervento
del consigliere Orsomarso e lo dico con grande schiettezza, per come sono
abituato a fare.
Vorrei dire che quando abbiamo assunto la responsabilità di governare
la Regione, cioè il 10 dicembre formalmente – data in cui ci siamo insediati –
abbiamo trovato faldoni fermi e neanche inoltrati alla Unione europea,
consigliere Nicolò.
Io quei faldoni non li ho neanche aperti per dire: aspetta, voglio prima
vederli anche per salvare politicamente la faccia, come si fa. Ho detto al
dott. Praticò – che è qui – di inoltrarli subito alla Commissione europea
perché abbiamo già perduto un anno visto che, vi ricordo, si tratta del
programma 2014-2020 e non del programma 2013-2019, capito?
E’ un programma che ha già perso un anno. Quando sono arrivato a
dicembre, un anno era già bruciato e la conferma di ciò sta nel fatto che le
altre Regioni, prima che arrivassi io a dicembre, avevano già inoltrato i
documenti alla Unione europea e su quei programmi era stato già avviato l’esame
dagli organi tecnici della Commissione.
L’abbiamo inoltrato sapendo che bisognava riscrivere il programma, tant’è
che il 22 aprile – quando è venuta la Presidente
della Commissione, Cretu, qui a Reggio Calabria –
abbiamo avuto conoscenza delle osservazioni della Commissione sul Fesr, cioè delle 258 osservazioni da parte della
Commissione.
(Interruzione)
Non sto dicendo che le altre Regioni non le hanno avute ma sto facendo
questo ragionamento, consigliere Orsomarso. Fossero state anche 8 osservazioni,
non è questo il punto, non è sul numero delle osservazioni.
Ho avuto modo di dire alla presidenteCretu che “queste osservazioni noi le
utilizzeremo non per una risposta burocratica ma bensì per riscrivere il
programma in funzione del programma e degli obiettivi di governo che abbiamo
dato”.
Ho detto, infatti, alla dottoressa Cretu
“dottoressa deve sapere – qualora non fosse stata informata – che noi in
Calabria abbiamo avuto le elezioni e di solito le elezioni in Calabria così
come anche in Polonia” - mi pare che lei sia polacca non ricordo con precisione
– “ma in uno dei qualsiasi paesi della Unione europea, si fanno sulla base dei
programmi e su questa base si chiede il consenso”.
Ed è giusto che le risorse comunitarie, fondamentali per una Regione
come la nostra, siano riprogrammate in funzione degli obiettivi di governo.
Tutto qui, la cosa è semplicissima. E questo lo abbiamo fatto smontando intanto
quella che era una impostazione frammentaria nella utilizzazione delle risorse,
riscrivendola in funzione del nostro programma di governo, un programma sul
quale abbiamo chiesto un confronto.
Credo che quella della programmazione sia una fase sicuramente
importante ed impegnativa ma la fase vera si aprirà adesso ed è quella che
misurerà la qualità e la bontà del governo.
Si aprirà adesso anche perché – non nascondiamoci dietro un dito – le
esperienze che abbiamo alle spalle sono alquanto fallimentari. Le esperienze,
al plurale. Vorrei che questo fosse chiaro e non perché adesso voglio fare il
mago Zurlì, per capirci, ma perché voglio fare un discorso serio, ovvero un
discorso che vuol partire dalla consapevolezza della realtà che abbiamo vissuto
per reimpostare un nuovo tentativo.
Fatemela dire così, per evitare di essere frainteso. Il tentativo di
non ripetere esperienze sul piano della governance, perché questa è la
vera questione.
Guardate: abbiamo approvato poc’anzi due deliberazioni di
riprogrammazione del Fondo sociale europeo 2007/2013 e bisogna riflettere. Lo
dico al consigliere Nicolò perché ogni tanto leggo “fallimento…”…
bisogna riflettere perché siamo in presenza per quanto riguarda il 2007/2013 e
non voglio andare al 2006.
Parliamo dell’ultima esperienza, quella del 2013. Siamo in presenza di
circa il 50 per cento, per la precisione il 46 per cento di risorse nemmeno
impegnate e, sulla parte impegnata delle risorse, su quel 53 e più per cento,
abbiamo una buona parte di quelle risorse impegnate che non saranno
rendicontabili. Anzi dico di più: fatemi dire come la penso qui, in questo
Consiglio regionale.
Paradossalmente sono forse più salvabili le risorse non impegnate
perché, attraverso progetti retrospettivi, attraverso la riprogrammazione che
abbiamo fatto ecc., ecc.
La situazione purtroppo è questa e ne parlo per fare una analisi – non
sto buttando la croce su nessuno – sto facendo una analisi che è la fotografia
di quella che è la reale situazione.
Possiamo pensare di non riflettere sulle ragioni che hanno determinato
questa situazione? Dico questo perché penso che ognuno, quando governa,
indipendentemente dal colore e dalla maglietta che ha, vorrebbe portare a casa
dei risultati.
Credo che il deficit di questi anni sta nel fatto che sulla governance
non si è riflettuto abbastanza per adeguare e vedere come correggere, ed io
sono convinto – ecco perché ho detto così - che entro la fine di settembre sarà
proposto un programma di rafforzamento amministrativo per inserire elementi,
definire un percorso, costruire strumenti che siano capaci di accelerare la
spesa e non di aspettare in modo inerme il 2018-2019, quando si completerà la
legislatura.
Questo è un tema sul quale mi permetto di sollecitare, perché un
Consiglio regionale deve avere anche questa attenzione e dare questo spazio. Se
si riduce tutto a politicantismo - nemmeno a
politicismo - a chi si alza per dirla più grossa senza capire che c’è un
momento per governare le realtà che si rappresentano ed un altro per andare all’esterno
a criticare, muovere osservazioni e dire che non si è d’accordo o dire che si è
d’accordo, ase non comprendiamo questo non faremo
grandi passi avanti tutti quanti.
Allora, vogliamo o non vogliamo farla una riflessione oggettiva sulle
riflessioni per cui in questa Regione le risorse non sono state adeguatamente utilizzate?
E su cosa la facciamo questa riflessione? E’ molto più facile definire gli
obiettivi ma è ancora più complicato definire gli strumenti della governance.
Sugli strumenti vi prego di fare una riflessione di merito senza
buttarla sempre sull’arena della fossa dei leoni perché non ci porta da nessuna
parte, se non stare nella fossa dei leoni. Bisogna starci pure nella fossa dei
leoni, quando è necessario, e ve lo dice uno che nella fosse dei leoni ci ha
caratterizzato i propri tratti somatici politicamente parlando. Però c’è un
momento nel quale bisogna stare al merito delle questioni perché questo impone.
Per quanto riguarda la governance, credo che dobbiamo fare una
riflessione, perché non è possibile che si possa andare avanti in una
riflessione nella quale si fa un bando nel 2009 e poi, per riffa o per raffa,
la graduatoria si pubblica nel 2014. Non è possibile, così come non è possibile
tenere una situazione nella quale per avere un nulla osta di valutazione
ambientale si debba aspettare 4 anni.
Allora le ragioni che sono alla base dell’inefficacia nella
utilizzazione delle risorse vanno guardate in faccia e vanno rimosse, tutto
qui.
Poi, insieme a questo c’è da vedere anche – ho fatto solo alcuni esempi
perché ci sono anche alcune cose che bisogna negoziare con l’Unione europea,
con la Commissione – perché ci sono aspetti sui quali la Commissione la vedo
troppo imbalsamante rispetto alle regioni.
Si tratta, quindi, di agire affinché si possano determinare le
condizioni per evitare di ripetere strade i cui fallimenti sono stati
certificati dai fatti.
In questo senso credo che dobbiamo lavorare per recuperare al massimo
le risorse 2007-2013 e salvare il più possibile queste risorse e sapere che ci
sono una serie di questioni sulle quali bisognerà utilizzare in modo coordinato
altri strumenti con una visione unitaria – e mi riferisco alle risorse che
dovranno esser utilizzate dal cosiddetto programma parallelo. Come sapete, per
il 25 per cento del cofinanziamento c’è un impegno da parte del governo al suo
utilizzo su un programma parallelo che noi dovremo immediatamente mettere in
campo, così come ritengo che dobbiamo aprire un confronto e accendere
riflettori molto forti anche sulle risorse trattenute dalle amministrazioni
centrali dello Stato, e mi riferisco al Pon, per
capirci.
Anche lì credo che dobbiamo avere una attenzione particolare, perché l’esperienza
di questi anni ci dice che le risorse del Pon per
tutte le regioni, quando non sono state attenzionate
o utilizzate nei tempi stabiliti, sono state riprogrammate per altre aree del
Paese.
Questa è la storia degli ultimi 15-20 anni, sono state riprogrammate
per altre aree del Paese perché poiché sono nella disponibilità dell’amministrazione
centrale dello Stato quando non si spende vengono poi…
Dobbiamo attenzionare molto questo segmento
delle risorse su risorse più consistenti per quanto riguarda quel Por, anche
per avere il necessario coordinamento in questo senso.
Io annetto, quindi, grande importanza a questo aspetto della governance,
della strumentazione sugli obiettivi naturalmente, non spendere purché sia,
sugli obiettivi di crescita per spendere ed utilizzare le risorse così come una
riflessione più specifica andrà fatta per quanto riguarda gli strumenti di
ingegneria finanziaria.
Anche qui abbiamo avuto una esperienza non positiva perché, per quanto
riguarda le risorse destinate agli strumenti di ingegneria finanziaria, il
grosso non è stato assolutamente utilizzato come pure era e sarà necessario
fare in futuro.
Queste sono le considerazioni che volevo fare a riprova del fatto che
il programma dovrà essere ricaricato e per essere ricaricato avrà bisogno,
oltre che della validazione, anche della Vas che
ancora non c’è e che ci sarà nel giro di due o tre giorni, perché prima del 4
dobbiamo ricaricarlo. Questo è un altro elemento a riprova di quanto sto
dicendo qui.
Vi ringrazio per la discussione e per gli spunti che ci sono stati e
vorrei dire che nelle scelte, nella impostazione del programma che abbiamo
fatto non ci sono. Questo vorrei dirlo, al di là delle iniziative che pure
capisco, quando un consigliere è rappresentante di un’area o di una città o di
una realtà, ma vorrei dire che è chiaro che non ci sono scelte che privilegiano
aree a favore di altre aree, non esiste questo nel piano.
Vorrei dire una sola cosa a proposito: anche su input della Commissione
europea riproposti nella programmazione 2014-2020 i grandi progetti che, per la
verità, venivano dall’esperienza Loiero, quelli confermati con Scopelliti ecc.
I grandi progetti, e mi riferisco alle due metropolitane, alla
Gallico-Gambarie, all’aerostazione di Lamezia Terme e ai grandi progetti che
conoscete benissimo.
E’ chiaro che, anche rispetto ad idee di ulteriori progettualità
significative, abbiamo posto il problema alla Commissione europea e questa
giustamente dice “noi non possiamo partire da una idea, bisogna partire da
progettazioni che si mettono in pista per la realizzazione e la rendicontazione
delle opere”.
Tra queste c’è il problema di Reggio Calabria, come ricordavo prima, e dello
studio di fattibilità. Così come, non a caso, nella relazione ho avuto parole
chiare e scritte per quanto riguarda Gioia Tauro.
Io sollecito il recupero di un ritardo nello studio di fattibilità e
nella elaborazione almeno del progetto preliminare che ci
mette nelle condizioni di andare a gara integrata, magari, affinché poi l’impresa
appaltatrice possa fare il resto anche sul piano progettuale.
Ma perché? Perché noi abbiamo esigenza di mettere in campo proposte e
progettualità per utilizzare le risorse e non per agitare un problema. In
questo senso quindi ho avuto modo di dir questo nella relazione introduttiva
così come per quanto riguarda, anche e soprattutto, la parte ionica della
ferrovia, domani avremo un incontro con il ministro Del Rio sulle infrastrutture
in Calabria per preparare l’intesa istituzionale oltre alle grandi questioni
come l’alta velocità, Gioia Tauro ecc., ecc.
Noi poniamo come centrale quella della ferrovia ionica e del corridoio
ionico anche attraverso risorse che abbiamo già programmato qui perché proprio
qui, nella parte mobilità, abbiamo messo risorse per quanto riguarda l’acquisto
di materiale rotabile che interessa prevalentemente la zona ionica.
Intendiamo prevalentemente quella zona perché proprio in quella zona c’è
la possibilità, a nostro parere, di utilizzare il pendolino diesel e materiale
rotabile che metta nelle condizioni di poter dare alcune risposte immediate.
Quindi non ci sono aspetti o territori che sono stati considerati ed
altri no. Ci sono obiettivi e linee generali e naturalmente si tratterà - sulla
base della impostazione generale che sarà discussa anche qui per quanto
riguarda le infrastrutture - di realizzare obiettivi con l’utilizzazione delle
risorse disponibili.
Il problema che avremo noi per quanto riguarda le risorse comunitarie,
vorrei dirlo, non è quello di scartare progetti che abbiano qualità, ma è
quello di realizzarli. E’ l’opposto e d’altronde è la storia che abbiamo avuto
nel corso di questi anni. Il problema è proprio di utilizzare le risorse per
realizzare gli obiettivi e sono convinto che, al di là dei punti di vista,
delle posizioni, pure radicalmente critiche c’è un centro rispetto al quale il
Consiglio regionale non deve mai smarrire la via. Ci sono momenti nei quali la
riflessione deve stare al merito delle questioni perché questo significa fare
il bene dei territori e affermare l’autorevolezza nella rappresentanza
politica.
Siccome qui siamo tutti “vaccinati” e conosciamo bene come funzionano
le cose, a voi non manca l’intelligenza e gli strumenti affinché si possa
riflettere su questo aspetto. Grazie.
Dopo la discussione pongo in votazione la proposta di provvedimento
amministrativo numero 45/10^.
Presidente, chiedo di parlare per
dichiarazione di voto.
Ha
chiesto di parlare per dichiarazione di voto il consigliere Guccione. Ne ha
facoltà.
Presidente, non parteciperò al voto
È una decisione importante, dopo le conclusioni del presidente Oliverio,
avrei votato contro perché ho visto che c’è tanta confusione e se il Presidente della Giunta è così confuso
penso che non ci sia niente di positivo all’orizzonte.
Ho ancora in mente le parole di Carbone a Diamante e se un membro di
una Segreteria nazionale fa quelle dichiarazioni sulla Calabria il rischio che
questo atteggiamento…
PRESIDENTE
In merito al voto l’intervento,
consigliere Guccione
Siccome non porta bene per la Calabria quando il presidente Oliverio
dice “ci metto la faccia e garantisco io” perché abbiamo visto come è finita… Sì, Presidente,
quando lei dice così poi succede esattamente il contrario e le volevo ricordare
cosa ci azzecca la delibera 202 del giugno 2015 sulla programma europea che ho
prodotto col dipartimento competente e riguardante la programmazione 2014/2020,
non ci azzecca nulla, Presidente,
è così confuso che lei confonde la riprogrammazione.
Per questi motivi e per il fatto che invierò al Presidente del Consiglio regionale tutta la documentazione e le email di caricamento del Programma operativo 2014/2020
della seconda settimana del mese di agosto, così come testimoniano le mail del
dottor Praticò, così come è stata inviata e caricata sul Programma operativo
della Comunità europea…
PRESIDENTE
Consigliere Guccione, il
tempo è finito.
Per questi motivi non posso partecipare al voto, altrimenti dovrei
esprimere voto contrario.
PRESIDENTE
Pongo in votazione il provvedimento…
Per dichiarazione di voto, Presidente.
PRESIDENTE
Prego, consigliere
Orsomarso.
Confermiamo le ragioni rispetto alle quali l’aver sottolineato l’emergenza,
la pratica, la nuova governance, insomma responsabilmente ci asteniamo.
Certifichiamo per l’ennesima volta in soli 8 mesi una maggioranza del tutto
inadeguata rispetto alla sua massima funzione che è quella di guidare le sorti
della Calabria.
Noi per responsabilità, per tutte le motivazioni dette annunciamo il
voto di astensione su questo documento di programmazione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Per ribadire insieme al collega Orsomarso il voto di astensione ma
soprattutto per sottolineare, dopo quello che sta avvenendo in Aula, l’opportunità
di valutare l’importanza del voto di astensione che viene da questi banchi.
Ritengo che la posizione esposta in Aula dal collega Guccione che solo
qualche mese fa era – mi permetta – fra gli altri colleghi di Giunta il più
autorevole componente della Giunta Oliverio, le
osservazioni fatte in Aula non possono essere sottaciute e pertanto anche la
nostra astensione va considerata anche in riferimento all’atteggiamento ed alle
cose dette dal consigliere Guccione un minuto fa.
Confermo il voto di astensione.
Il provvedimento è approvato a maggioranza.
Presidente, io non ho votato… se non si può votare in modo alternativo…
non può uno della maggioranza non parlare su una dichiarazione di voto del genere… non esiste.
Il provvedimento è approvato.
Presidente, scusi ma la procedura… O abbiamo votato tutti o non può votare una parte…
Consigliere Greco, lei ha votato, prima, a favore, loro erano astenuti
e alla fine sono andati in dichiarazione di voto. Grazie, consigliere Greco.
GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)
Ma non si può ascoltare
una parte e poi un’altra non vota. Ma stiamo scherzando?
PRESIDENTE
Prego, consigliere Romeo.
Chiedo una sospensione dei lavori per 15 minuti in Aula.
Pongo in votazione la proposta del consigliere Romeo di sospensione
della seduta per 15 minuti.
(Il Consiglio
approva)
La seduta sospesa alle 20,51 è
ripresa alle 21,16
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori
dell’ordine del giorno che avevo presentato in precedenza.
Il
consigliere Romeo ed altri consiglieri: Irto, D’Agostino, Neri, Battaglia,
Bova, Cannizzaro, Nicolò ed Arruzzolo
hanno presentato un ordine del giorno.
Il consigliere Romeo ha facoltà di illustrarlo.
Intanto voglio subito ringraziare i colleghi Nicolò, Cannizzaro, Arruzzolo ed Esposito
per la sensibilità dimostrata e per la pratica condivisione che hanno voluto
manifestare apponendo la loro firma al documento che abbiamo presentato.
Si tratta di un impegno che il Consiglio regionale chiede alla Giunta
circa il sistema di mobilità urbana della città metropolitana di Reggio
Calabria. In sede di votazione se lo riterrà lo illustrerò anche meglio.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno
dell’ordine del giorno a firma dei firmatari sopra citati.
(Il
Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
Presidente, così come avevo già anticipato nel
mio intervento, chiedo che sia posta in votazione questa mia proposta di
inserimento all’ordine del giorno di un ordine del giorno che riguarda gli
investimenti da garantire per infrastrutturare la
fascia ionica calabrese. Avrò poi modo di leggere il documento. Grazie.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento
all’ordine del giorno dell’ordine del giorno a firma della consigliere Sculco.
(Il Consiglio approva)
Passiamo al quinto punto all’ordine del giorno.
Proposta
di provvedimento amministrativo numero 28/10^ di iniziativa dell’Ufficio di
Presidenza recante: “Riaccertamento straordinario dei residui ai sensi del
comma 7, articolo 3, del D.Lgs. 23 giugno 2011 n. 118 e ss.mm.ii. Variazioni al
bilancio di previsione 2015-2017”.
Proposta
di provvedimento amministrativo numero 29/10^ di iniziativa dell’Ufficio di
Presidenza recante: “Presa d’atto del conto consuntivo dell’esercizio
finanziario 2014”
Relaziona
il consigliere Questore Graziano.
Signor
Presidente, il quinto punto all’ordine del giorno della seduta attiene il conto
consuntivo del Consiglio regionale per l’esercizio 2014.
L’Ufficio
di Presidenza ai sensi dell’articolo 44 del Regolamento interno di
amministrazione e contabilità propone a questa Assemblea l’approvazione del
rendiconto consuntivo del Consiglio regionale per l’esercizio 2014.
Su
tale provvedimento ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale 2/2013 il
Collegio dei revisori ha espresso parere favorevole formulando osservazioni in
ordine all’inventariazione dei beni e all’invito a rispettare i limiti relativi
all’assunzione del personale.
Il
risultato finanziario relativo all’esercizio 2014 coincide perfettamente col
verbale di parificazione inviato dal Tesoriere Banca Monte dei Paschi di Siena
Spa. Dopo le operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi l’avanzo
di amministrazione è pari ad euro 25 milioni 655 mila 694,21 euro.
Al
conto consuntivo 2014 viene allegato il rendiconto degli elementi patrimoniali
come previsto dall’articolo 43 del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità. Da esso risulta una consistenza delle attività patrimoniali pari
ad euro 44 milioni 218 mila 896,70 di cui euro 38 milioni 519.492,16 per
terreni e fabbricati ed euro 5 milioni 699.404,54 per beni mobili.
Entrando
nel merito del provvedimento dall’analisi del conto consuntivo del Consiglio
regionale si evidenzia che il totale del titolo 1 relativo alle spese
effettuate per il funzionamento del Consiglio regionale è stato pari ad euro 61
milioni 607 mila 010,50. Rispetto all’anno precedente la spesa si è ridotta di
euro 4 milioni 713 mila 655,17 pari al 7,11 per cento.
Dal
lato delle entrate i fondi messi a disposizione della Giunta regionale per l’anno
2014 sono stati pari ad euro 58 milioni di cui 28 milioni costituenti i residui
attivi che saranno oggetto di analisi in sede di riaccertamento straordinario
dei residui alla data dell’1.1.2015.
Come
previsto dalla legge regionale 1/2003 e successive modifiche ed integrazioni l’avanzo
di amministrazione scaturente dall’esercizio 2013 pari ad euro 9 milioni 615
mila 550,87 è stato utilizzato per far fronte alle spese del Consiglio
regionale senza richiedere ulteriori somme alla Giunta regionale come da
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza numero 40 del 3.6.2014 confermata
dalla deliberazione consiliare numero 3927 del 25.6.2014.
Nel
titolo 2 “Spese compensative e varie” sono stati finanziati gli organismi
statutari previsti da varie leggi regionali. In particolare in tale titolo,
nell’anno 2014, sono state sostenute le spese concernenti il funzionamento del
Corecom Calabria finanziato dall’Autorità per le telecomunicazioni. Il totale
delle spese del titolo 2 è stato pari ad euro 456 mila 023,68.
Le
entrate del titolo 2 – entrate compensative e varie – riguardano le somme
incassate per interessi bancari, contributi volontari versati dagli ex
consiglieri e rimborsi per personale comandato presso altre amministrazioni.
Il
titolo dell’entrata del titolo 2 è stato pari ad euro 1 milione 211 mila
591,81.
Nel
titolo terzo - partite di giro - sono ricompresi gli incassi e le spese in
conto terzi che hanno un effetto figurativo poiché l’ente è al tempo stesso
creditore e debitore. Il totale delle spese del titolo terzo è stato pari ad
euro 12 milioni 806 mila 33269 mentre il totale delle entrate è stato pari ad
euro 12 milioni 854 mila 100,94.
Dopo
questa breve disamina propongo l’approvazione del provvedimento.
Pongo
in votazione la proposta di provvedimento amministrativo numero 28/10^.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Al
sesto punto all’ordine del giornoc’è un provvedimento
che è il 29/10^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza recante: “Presa d’atto
del conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2014”. Questo provvedimento è
collegato al provvedimento precedente.
Mi
pare che la relazione fatta dal consigliere Graziano sia onnicomprensiva anche
del provvedimento 29/10^ che pongo in votazione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Presidente, solo per dire che il gruppo Misto si astiene e per annunciare che
purtroppo abbandoneremo l’Aula per motivi di impegni precedentemente assunti e
per sottolineare al Presidente Oliverio che diceva prima “ma siamo al Consiglio
regionale?”.
Solo
per dire che si è votato – non voglio fare una storia per come si vota – su un
documento, che è quello proposto dal consigliere Guccione, che è stato bocciato
dall’Aula…
Ma
ora questa è la dichiarazione di voto sul provvedimento del Consiglio
regionale, consigliere Tallini.
Allora
due sono le cose o lo avete fatto per dispetto al consigliere Guccione o al presidente Oliverio.
In questo momento questo documento che è uguale a quello proposto da Guccione è
un atto di sfiducia nei confronti del Presidente
Oliverio.
Consigliere
Tallini, stiamo discutendo del provvedimento del
Consiglio regionale, del consuntivo.
Mi
premeva dire alla stampa una cosa che onestamente è sfuggita a noi e
figuriamoci agli addetti alla stampa.
(Il consigliere Tallini abbandona i lavori)
Il
provvedimento amministrativo 29/10^ è approvato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Informo
l’Aula che nella Conferenza dei capigruppo di stamattina si è deciso di
esaminare i punti all’ordine del giorno fino al sesto punto e poi di esaminare
i punti 10 e 11 i cosiddetti provvedimenti urgenti di carattere
amministrativo-finanziario che in questo caso vanno ampliati dai due ordini del
giorno che il Consiglio regionale ha votato pochi minuti fa.
Il punto 10 all’ordine del giorno recita proposta di legge numero 55/10^ di iniziativa del consigliere D’Acri, recante: “Integrazioni alla legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 ‘Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)’”.
Il consigliere Mirabello ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di legge numero 55/10^ che proponiamo all’approvazione è stata approvata in Commissione alla unanimità e riguarda, nello specifico, le integrazioni alla legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 ed è collegata alla Finanziaria 2007.
Il
provvedimento è a firma del collega D’Acri e fa, in particolare, riferimento
alla procedura dell’Ardis di Catanzaro.
Visto che il termine per la liquidazione
era stato sancito inizialmente
con una delibera di Giunta, la numero 39 del
25.2.2015 è stato sancito al 31 luglio 2015. Per completare l’operazione rimane
la necessità di provvedere alla ricollocazione
del personale che era in carico all’Ardis. Non essendo intervenuto, per come
era auspicabile e per come è accaduto per l’Ardis di Reggio
Calabria, con l’università Magna
Grecia, non è stato raggiunto alcun tipo di intesa, si è ritenuto modificando
questa parte della legge finanziaria di procedere al transito di questi
lavoratori in particolare di 15 unità presso “Azienda Calabria Lavoro” che
provvederà a trasferire poi questo personale, che non ha trovato collocazione
presso l’Università, in favore della Regione o di altri
enti strumentali.
Questo tipo
di operazione presenta degli aspetti finanziari che velocemente riassumerò.
L’onere –
compresi gli oneri riflessi – per la retribuzione di questi lavoratori ammonta
annualmente ad euro 421 mila 709,62. Per chiudere la parte di annualità 2015
che residua a partire dal 31 luglio verrà posto a carico del bilancio regionale
2015 l’importo di euro 194 mila 635,21 mentre il totale della somma pari a 421
mila 709,62 per le due annualità successive è stato indicato ed è previsto nella
scheda finanziaria per l’annualità 2016/2017.
Mi pare che
non ci sia altro da aggiungere. La proposta di legge che proponiamo, il disegno
di legge che viene proposto è stato approvato dalla seconda Commissione all’unanimità
per cui si chiede che sia votato il testo così come licenziato dalla seconda
Commissione.
Nessuno
chiede di intervenire, pertanto passiamo alla votazione dell’articolato
relativo alla proposta
di legge numero
55/10^ di iniziativa del consigliere regionale D’Acri.
Pongo in votazione
l’articolo 1.
(E’
approvato all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’
approvato all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 3.
(E’
approvato all’unanimità)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva alla unanimità)
(E’
riportato in allegato)
Siamo adesso all’esame del punto 11 all’ordine del giorno che recita proposta di legge numero 49/10^ di iniziativa del consigliere D’Acri, recante: “Modifica alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)”.
Il consigliere D’Acri, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Grazie
Presidente, si rende necessario
predisporre questa modifica al comma 2 dell’articolo 11 della legge regionale
8/2010 perché era stato istituito il fondo di garanzia a supporto delle aziende
agricole.
Questo
fondo di garanzia non è stato utilizzato e quindi per non perdere i fondi, le
somme si riportano alle misure 121, 122, 123 e 311.
La
modifica di legge non porta nessun onere finanziario. E’ passata già in Commissione
con parere unanime e poi ci sono stati i pareri favorevoli sia del dipartimento
agricoltura e bilancio e anche la dell’Autorità di gestione della Regione
Calabria.
Il
fondo era di 10 milioni di euro ma è stato utilizzata solo 1 milione 140. Non c’è
impegno e i fondi rinvengono nelle misure 121, 122, 123 e 311 vengono riportate
per poter essere utilizzate.
L’urgenza
è che questa operazione deve essere fatta entro il mese di settembre per non
perdere i fondi del Psr 2014/2020. Questi fondi
vengono messi a disposizione dell’ente pagatore Arcea
che provvederà poi a dare supporto alle aziende agricole.
Nessuno
chiede di intervenire pertanto passiamo alla votazione dell’articolato relativo
alla proposta di legge numero 49/10^ di iniziativa del consigliere
regionale D’Acri.
Pongo in
votazione l’articolo 1.
(E’
approvato all’unanimità)
Pongo in
votazione l’articolo 2.
(E’
approvato all’unanimità)
Pongo in
votazione la legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva alla unanimità)
(E’
riportato in allegato)
Adesso
pongo in discussione i due punti all’ordine del giorno inseriti oggi.
Il primo
ordine del giorno, protocollo numero 40674, di iniziativa dei consiglieri
Romeo, Irto, D’Agostino, Neri, Battaglia, Bova, Cannizzaro,
Nicolò, Arruzzolo “sul finanziamento del progetto di
mobilità urbana della città metropolitana di Reggio Calabria” di cui do
lettura: “Il
Consiglio regionale della Calabria,
premesso
che:
nella
programmazione 2014/2020 sono stati riproposti, nell’obiettivo tematico della
mobilità sostenibile, i grandi progetti già assunti nella programmazione
2007/2013;
che
relativamente nella città di Reggio Calabria e stato finanziato lo studio di
fattibilità in merito al sistema di mobilità urbana per la somma di €.
500.000,00 nell’ambito della programmazione FSC;
vista:
la
relazione del Presidente Oliverio sulla
programmazione 2014 - 2020, nella quale si fa esplicito riferimento alla
necessità di accelerare lo studio di fattibilità non prodotto dalle precedenti
amministrazioni comunali e conseguente progetto programmatico del sistema di
mobilità urbano della città metropolitana di Reggio Calabria al fine di
procedere al finanziamento dello stesso attraverso il ciclo 2014 - 2020 di
programmazione regionale,
impegna:
la
Giunta regionale a garantire il finanziamento del progetto di mobilità urbana
della città metropolitana di Reggio Calabria, così come illustrato nella
relazione del Presidente Oliverio”.
Prego,
consigliere Romeo può illustrare l’ordine del giorno.
Passo
alla illustrazione del documento per il quale l’Aula ci ha concesso l’inserimento
dell’ordine del giorno.
Senza
stare qui a leggere perché lo avete condiviso e letto tutti si tratta di una
questione che riguarda la città metropolitana di Reggio Calabria.
Con
un lavoro molto pregevole la Giunta Falcomatà ci ha
segnalato la possibilità di recuperare un progetto per il quale è stato già
previsto il finanziamento. Il progetto riguarda il sistema della mobilità
urbana della città metropolitana di Reggio Calabria, è un progetto importante e
dal vastissimo respiro. E’ inutile stare a sottolineare la delicatezza della
questione. Questo documento fa sua la relazione del Presidente Oliverio che ha chiarito
senza ombra di dubbio che non c’era – fuori da meccanismi tecnici – alcuna
sottovalutazione nei confronti della nostra città e naturalmente tiene conto
del lavoro fatto dalla Giunta Falcomatà che ha
recentemente deliberato sul tema con un documento molto importante.
C’è
stata la condivisione da parte dei colleghi del centro-destra. E’ una questione
che istituzionalmente il Consiglio regionale fa propria impegnando la Giunta in
questa direzione.
Queste
sono le poche cose che volevo dire sul tema.
Nessuno
chiede di parlare pongo in votazione l’ordine del giorno come letto ed
illustrato in Aula.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Siamo all’ordine del giorno, protocollo numero 40678, di iniziativa della consigliera Sculco “Sulla promozione di ogni azione utile a colmare il deficit progettuale e strategico attraverso il ciclo di programmazione 2014/2020 per la fascia ionica calabrese”.
Prego, consigliere Sculco.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, leggo integralmente l’ordine
del giorno: “Il Consiglio regionale della Calabria,
considerato che:
nella proposta del Por Calabria 2014/2020 alla sezione 12, linea di
intervento 12.1 (nella tabella 27 in cui sono elencati i grandi progetti da
attuare durante il periodo di programmazione) non sono previsti interventi che interessano
l’intera fascia ionica calabrese,
visto che
tale carenza potrebbe ulteriormente aggravare le condizioni di isolamento che
interessano storicamente l’area ionica calabrese;
ritenuto che l’opportunità
irrepetibile offerta dal Por Calabria 2014-2020 deve indurre la Regione a
dotarsi di una strategia di sviluppo complessiva e di sistema che possa mettere
tutta la Calabria e non solo parte di essa, nelle condizioni di rimuovere gli
ostacoli strutturali che ancora oggi la trattengono in condizioni di arretratezza
e sottosviluppo e le impediscono, soprattutto a causa del vistoso deficit
infrastrutturale, ogni concreta possibilità di rilancio e di crescita economica
e sociale;
impegna la Giunta regionale:
a promuovere ogni azione utile a colmare e recuperare il deficit
progettuale e strategico (di cui sopra) attraverso l’integrazione del ciclo di
programmazione 2014/2020 con ulteriori risorse finanziarie da individuare nell’ambito
del Fondo sviluppo e coesione e nei fondi disposti dalla delibera Cipe del 28
gennaio che attribuiscono al territorio regionale le risorse derivanti dalla
riduzione del cofinanziamento nazionale del Por Calabria 2014/2020, insieme all’impegno
a negoziare con FSE l’inserimento, nel proprio piano di investimenti, di
interventi strategici finalizzati a rilanciare l’area ionica calabrese.”
Grazie.
Nessuno chiede di parlare pongo in votazione l’ordine del giorno come
letto ed illustrato in Aula.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(E’
riportato in allegato)
Non ci sono più punti all’ordine del giorno per come deciso dalla
Conferenza dei capigruppo nella rimodulazione dell’ordine del giorno, avendo,
quindi, esaurito l’ordine del giorno la seduta è tolta.
Ha chiesto congedo il consigliere Nucera.
(E’ concesso)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da sentenze esecutive
notificate all’Amministrazione regionale e da acquisto di beni e servizi senza
il preventivo impegno di spesa” (P.L. n. 64/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Promozione
degli acquisti pubblici ecologici e introduzione dei criteri di sensibilità
ambientale negli acquisti della Pubblica amministrazione” (P.L. n. 65/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell’Unione Europea e relazioni
con l’estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza, inoltre, le seguenti proposte di
legge di iniziativa dei consiglieri:
Mangialavori –
“Provvedimenti per lo sviluppo
economico, la tutela dell’habitat, dell’ambiente e delle tradizioni culturali
dell’area del Poro” (P.L. n. 60/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Romeo – “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 19 aprile 2012, n. 13 (Disposizioni
dirette alla tutela della sicurezza e alla qualità del lavoro, al contrasto e
all’emersione del lavoro non regolare)” (P.L. n. 61/10^)
E’ stata
assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell’Unione Europea e relazioni con l’estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Graziano – “Disciplina
sulla trasparenza dell’attività politica e amministrativa della Regione
Calabria e dei suoi enti strumentali e sull’attività di rappresentanza di
interessi particolari” (P.L. n. 62/10^)
E’ stata
assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Mirabello, Giudiceandrea, Romeo – “Disposizioni a sostegno della riduzione della produzione dei rifiuti
urbani, del riuso dei beni a fine vita, della raccolta differenziata
domiciliare con tariffa puntuale, e dell’impiantistica funzionale al riuso e al
riciclaggio. Competenze dei Comuni per le operazioni di gestione del servizio
di igiene urbana prive di rilevanza economica” (P.L. n. 63/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell’Unione Europea e relazioni
con l’estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Greco – “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 6 novembre 2012, n. 54 (Legge organica in
materia di relazioni tra Regione Calabria e Comunità Calabresi nel mondo)”
(P.L. n. 66/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento
amministrativo di iniziativa
della Giunta regionale:
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese. Proposta ai sensi del
comma 6, articolo 24 della L.R. n. 11/2003
(Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento
dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R. n.
260 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 34/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno
Cosentino. Proposta ai sensi del comma 6, articolo 24 della L.R.
n. 11/2003 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale.
Ordinamento dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R.
n. 261 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 35/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Tirreno Vibonese. Proposta ai sensi del
comma 6, articolo 24 della L.R. n. 11/2003
(Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento
dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R. n.
262 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 36/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Settentrionali del
Cosentino. Proposta ai sensi del comma 6, articolo 24 della L.R.
n. 11/2003 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale.
Ordinamento dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R.
n. 263 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 37/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del
Cosentino. Proposta ai sensi del comma 6, articolo 24 della L.R.
n. 11/2003 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale.
Ordinamento dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R.
n. 264 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 38/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Ionio
Cosentino. Proposta ai sensi del comma 6, articolo 24 della L.R.
n. 11/2003 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale.
Ordinamento dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R.
n. 265 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 39/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese. Proposta ai sensi del
comma 6, articolo 24 della L.R. n. 11/2003
(Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento
dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R. n.
266 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 40/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Piano di
Classifica del Consorzio di Bonifica Tirreno Catanzarese. Proposta ai sensi del
comma 6, articolo 24 della L.R. n. 11/2003
(Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento
dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R. n.
267 del 4.8.2015)” (P.P.A. n. 41/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare -
Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
“Adozione
della proposta di riprogrammazione del Por Calabria FESR 2007 - 2013 e
autorizzazione all’Autorità di Gestione a sottoporla ai membri del Comitato di
Sorveglianza e a notificarla alla Commissione europea (deliberazione G.R. n. 247 del 27.7.2015)” (P.P.A.
n. 42/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Adozione
della nuova proposta di riprogrammazione del Por Calabria FESR 2007 - 2013
elaborata sulla base degli esiti del Comitato di Sorveglianza del 31 luglio
2015 (deliberazione G.R. n. 283 dell’11.8.2015)” (P.P.A. n. 43/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Por
Calabria FESR/FSE 2014-2020. Approvazione Documento «Strategia regionale per l’innovazione
e la specializzazione intelligente 2014-2020» e «Piano d’Azione per la
Condizionalità RIS 3 Calabria» (deliberazione G.R. n.
302 dell’11.8.2015)” (P.P.A. n. 44/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Programma
Operativo Regionale Calabria FESR/FSE 2014-2020. Approvazione testo revisionato
e relativi allegati (deliberazione G.R. n. 303 dell’11.8.2015)”
(P.P.A. n. 45/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“Misure straordinarie per lo sviluppo dell’Area
di Gioia Tauro - DDL per l’istituzione di una zona
economica speciale (ZES) - (deliberazione G.R. n. 294
dell’11.8.2015)” (P.P.A. n. 46/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
La Giunta
regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione n. 284 dell’11 agosto 2015, recante: "POR Calabria FESR
2007-2013 - Rimodulazione delle Linee di intervento dei Settori di intervento
5.2, 5.3 dell’Asse V - Risorse naturali, culturali e turismo sostenibile e
attuazione della deliberazione di Giunta regionale n. 423/2014". (Parere n. 8/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
“La Giunta
regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la
deliberazione n. 306 del 27 agosto 2015, recante: "Rimodulazione della
dotazione finanziaria delle linee di intervento del POR Calabria FESR 2007-2013
per il potenziamento delle attrezzature e dei mezzi per la finalità di
protezione civile e soccorso pubblico". (Parere n. 9/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell’Unione Europea e relazioni con l’estero.
(Così resta stabilito)
La seconda Commissione
consiliare, con nota n. 38715 del 31 luglio 2015, ha comunicato che nella
seduta del 31 luglio 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione
della Giunta regionale n. 224 del 27 giugno 2015, recante: "Legge
regionale 23 dicembre 2011, n. 47 e s.m.i.
(Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e procedurale - Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2012) -
art. 47 "Sistema di incentivazione per lo sviluppo dell’area di Gioia Tauro" - Legge regionale 27 aprile 2015, n. 12, art. 7
(legge di stabilità regionale). Rimodulazione economie Piano anno 2012 -
Approvazione Piano anno 2015". (Parere n. 7)
La seconda Commissione
consiliare, con nota n. 40226 del 24 agosto 2015, ha comunicato che nella
seduta del 21 agosto 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione
della Giunta regionale n. 284 dell’11 agosto 2015, recante: "POR Calabria
FESR 2007-2013- Rimodulazione delle Linee di intervento dei Settori di
intervento 5.2, 5.3 dell’Asse V - Risorse Naturali, Culturali e turismo
Sostenibile e Attuazione della deliberazione di Giunta regionale n.
423/2014". (Parere n. 8)
La Giunta
regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al
bilancio per l’esercizio finanziario 2015:
Deliberazione
Giunta regionale n. 228 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n.
229 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 230 del 27 luglio
2015; Deliberazione Giunta regionale n. 231 del 27 luglio 2015; Deliberazione
Giunta regionale n. 232 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n.
233 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 234 del 27 luglio
2015; Deliberazione Giunta regionale n. 235 del 27 luglio 2015; Deliberazione
Giunta regionale n. 236 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n.
237 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 238 del 27 luglio
2015; Deliberazione Giunta regionale n. 239 del 27 luglio 2015; Deliberazione
Giunta regionale n. 240 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n.
241 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 242 del 27 luglio
2015; Deliberazione Giunta regionale n. 243 del 27 luglio 2015; Deliberazione
Giunta regionale n. 244 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n.
245 del 27 luglio 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 246 del 27 luglio
2015; Deliberazione Giunta regionale n. 269 del 4 agosto 2015; Deliberazione
Giunta regionale n. 270 del 4 agosto 2015; Deliberazione Giunta regionale n.
271 del 4 agosto 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 272 del 4 agosto 2015;
Deliberazione Giunta regionale n. 273 del 4 agosto 2015; Deliberazione Giunta
regionale n. 275 del 4 agosto 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 275 del 4
agosto 2015; Deliberazione Giunta regionale n. 291 dell’11 agosto 2015;
Deliberazione Giunta regionale n. 292 dell’11 agosto 2015; Deliberazione Giunta
regionale n. 293 dell’11 agosto 2015.
Graziano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che :
la legge n.
228 del 24 dicembre 2012, art. 1, commi 15, 253, 254, 255 (Legge Finanziaria
2013), recante disposizioni ai fini della concessione degli ammortizzatori
sociali, che in particolare prevede la possibilità per il Ministero del Lavoro,
della Salute e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia
e delle Finanze, interviene con la concessione degli ammortizzatori sociali in
deroga, nel caso di programmi finalizzati alla gestione di crisi occupazionali
con riferimento ad aree regionali;
con l’intesa
Stato-Regioni 2011-2012 sugli Ammortizzatori Sociali in deroga resta valido
quanto disposto nell’accordo del 12 febbraio 2009 e nell’intesa del 08 aprile
2009, comprendenti le categorie destinatarie dei trattamenti, i criteri e le
procedure per l’accesso;
il verbale
di accordo istituzionale redatto in data 10 aprile 2013 e successive modifiche
ed integrazioni, presso la Regione Calabria, alla presenza dell’Assessore al
Lavoro e dei sindacati datoriali e dei lavoratori, che individua le misure idonee a consentire il superamento di crisi occupazionali,
conferendo all’assessore al lavoro la delega a stipulare l’accordo governativo
di cui all’art. 33, comma 21, della Legge 12 novembre 2011. N. 183 e l’art. 2,
commi da 64 a 66, della Legge 92 del 28 giugno 2012;
in data 27
maggio 2009 è stata trasmessa dal Ministero del Lavoro, con nota n. 17/VII/ 0009313, la versione definitiva dell’ammissibilità dei
principi, dei criteri e delle modalità gestionali relative agli interventi per
il sostegno al reddito e alle competenze dei lavoratori nell’ambito del POR -
FSE 2007/2013;
in data 4
Giugno 2009 è stata sottoscritta tra INPS e Regione Calabria la convenzione
concernente le modalità attuative, gestionali e i flussi informativi relativi
agli ammortizzatori sociali in deroga, che si intende applicabile anche in
relazione ai trattamenti in deroga autorizzati per 1’ anno in corso (art. 9);
di tale
convenzione la Giunta regionale ha preso atto con deliberazione n. 351 del 9
Giugno 2009; con Decreto n. 13181 6 luglio 2009 del Dirigente Generale del
Dipartimento n. 10 avente tra l’altro ad oggetto la riorganizzazione interna
per la gestione delle misure anticrisi, è stato prevista in capo al
Dipartimento n. 10 l’istruttoria degli accordi e le emissioni dei provvedimenti
autorizzatori di cui all’art. 3 della citata
convenzione INPS - Regione Calabria;
nell’Accordo
Regione Calabria - Ministero del Lavoro del 10 gennaio 2013 e nell’Accordo
istituzionale regionale redatto in data 10 aprile 2013 e successive modifiche
ed integrazioni, la valutazione sul possesso dei requisiti soggettivi dei
potenziali percettori viene eseguita dall’ INPS che è tenuta ad inviare
telematicamente solo gli elenchi degli aventi diritto;
con posta
certificata la sede regionale INPS della Calabria ha trasmesso gli elenchi dei
percettori in mobilità aventi diritto, ex lavoratori delle aziende, ai sensi della legge n. 228 del 24 dicembre
2012, art. l, commi 15, 253, 254, 255 (Legge Finanziaria 2013);
ad oggi, se
pur in presenza della regolare emissione dei Decreti di liquidazione del
Dirigente Generale del Dipartimento Lavoro, la totalità dei percettori degli
ammortizzatori in deroga, non riceve le spettanze dovute con gravissimo
nocumento economico per molte famiglie calabresi -:
perché ad
oggi i lavoratori di cui legge n. 228 del 24 dicembre 2012, art. 1, commi 15,
253, 254, 255, non ricevono il sostegno loro previsto e quali azioni intende
intraprendere per la corresponsione di quanto dovuto in tempi brevi.
(78;
30.07.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Progetto cofinanziato con fondi del Por Calabria 2000/2006 (Asse III, Risorse Umane - Misura 3.4) nel suo iniziale percorso ha visto impegnate circa 164 unità lavorative (assunti tramite la ditta Eurocoop Scarl tra il dicembre 2008 e marzo 2009) dislocate, presso l’Asp di Vibo Valentia, il Parco delle Serre Vibonesi, la Provincia di Vibo Valentia e vari Comuni, fra cui Nicotera, Ricadi, Dinami, Zambrone;
con decreto n. 131706 del 12.9.2007 emesso dal dirigente del Dipartimento n.10 Lavoro, Politiche della famiglia, formazione professionale, cooperazione e volontariato della Regione Calabria è stato indetto Avviso Pubblico per la presentazione di candidature alla selezione per il sostegno all’inserimento lavorativo di disoccupati svantaggiati, mediante incentivo all’occupazione dell’Area di Vibo Valentia;
in virtù di quanto precede, l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia ha predisposto, a suo tempo, apposito Piano di azione tra gli enti pubblici della provincia di Vibo interessati al progetto;
la seconda fase del progetto è stata incentrata sull’Avviso Pubblico riguardante la realizzazione di interventi idonei a contrastare il fenomeno delle crisi aziendali e occupazionali (data pubblicazione graduatoria: 9 novembre 2011);
la finalità dei bandi di che trattasi è stata quella di sostenere azioni per l’acquisizione di figure professionali, provenienti dal bacino del precariato e/o espulsi dal mercato del lavoro, da destinare
nei servizi di tutela ambientale, prevenzione ecologica ed igienico-sanitaria;
con delibera di Giunta provinciale di Vibo Valentia n. 8 del 15.1.2008 è stato approvato il Piano di azione e con successiva delibera di Giunta provinciale di Vibo Valentia n. 37 del 25.1.2008 e determinazione n. 17 del 13.2.2008, l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia ha avviato le procedure selettive per l’aggiudicazione dell’appalto di servizi per la realizzazione delle iniziative progettuali predisposte dai singoli enti pubblici interessati;
dei 164 lavoratori, allo scadere dei primi tre anni lavorativi, causa mancate adesioni, al successivo bando, da parte degli enti interessati, ne sono rientrati circa 70 che hanno svolto la loro attività lavorativa fino all’anno 2013/2014;
tali lavoratori risultano, allo stato, privi di lavoro e di quegli strumenti normativi prodromici ad un’efficace tutela economica e/o lavorativa e/o assistenziale -:
se e quali provvedimenti intenda adottare per assicurare le eventuali decisioni atte a garantire ampia tutela giuridica ai lavoratori in questione.
(79; 04.08.2015)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Calabria
è una regione fortemente colpita da fenomeni franosi causati dal tristemente
noto dissesto idrogeologico;
il 18 luglio
u.s. in località Cozzo della Gabella, nel comune di Mandatoriccio
(CS), si sono verificati smottamenti del terreno a ridosso delle abitazioni, probabilmente
causati da perdite alla condotta idrica della Sorical;
l’area
interessata dalle crepe nel terreno è decisamente vasta;
per tale
ragione ed in via precauzionale il Comune, in sinergia con la Protezione Civile
e la Polizia Municipale, ha ritenuto opportuno sgomberare gli undici nuclei
familiari che risiedono con la loro abitazione nell’area interessata;
sono state
reperite, presso terzi, le unità immobiliari nelle quali gli stessi nuclei sono
stati temporaneamente sistemati;
la ditta
proprietaria delle unità immobiliari, nelle quali hanno trovano momentaneo
alloggio le famiglie sgomberate, ha già avanzato formale richiesta di
risarcimento danni ovvero di pagamento del fitto e stessa cosa sono
intenzionati a fare i proprietari delle abitazioni sgomberate;
la
sistemazione attuale degli undici nuclei familiari è da ritenersi precaria e
provvisoria: le unità non sono munite di riscaldamento e ciò rende inagibili le
unità abitative durante i mesi autunnali ed invernali;
gli undici
nuclei familiari hanno il diritto di poter vivere in condizioni dignitose e
sicure;
il Comune
non ha la capacità economica e finanziaria di poter sostenere ulteriori spese
relative alla messa in sicurezza dell’area interessata dal movimento franoso e
non riesce a far fronte ai costi connessi agli sgomberi in questione;
la Sorical, ente di competenza della rete idrica presente
nella zona, è una società partecipata dalla Regione Calabria -:
quali
iniziative intende assumere in merito alla messa in sicurezza dell’area
interessata;
quali
provvedimenti intende assumere, auspicabili nel breve termine, per poter
intercettare i fondi necessari utili ad affrontare le spese riguardanti la
gestione dell’emergenza abitativa degli undici nuclei familiari.
(80;
04.08.2015)
Graziano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione
Calabria è socio di maggioranza della Società COMAC: Consorzio Mercato Agricolo
Alimentare Calabria con sede in Montalto Uffugo;
la Società
COMAC ha per oggetto, in coerenza con gli indirizzi della programmazione
Comunitaria, Nazionale e Regionale, lo svolgimento delle seguenti attività:
istituzione, costruzione e gestione dei mercati all’ingrosso di prodotti
agricoli alimentari, costruzione e la gestione di centrali alimentari ed
ortofrutticole, di impianti di produzione, di trasformazione ecc., produzione e
acquisto di imballaggi, cesterie ecc.;
nel giugno
2015 il Tribunale di Cosenza in persona del Giudice Fallimentare ha emesso
sentenza di fallimento per il CO.M.A.C. S.R.L., di cui la Regione Calabria è socio di maggioranza
al 80%, decretandone di conseguenza la definitiva chiusura di tutte le attività
economiche e produttive ad esso connesse;
con il
fallimento del CO.M.A.C i dipendenti si ritrovano
senza lavoro, situazione aggravata dal fatto che da maggio 2014 ad oggi non
hanno ricevuto alcuna retribuzione;
i dipendenti
nonostante questo, con le enormi difficoltà che ne comportano, hanno garantito
e continuano a garantire tempestivamente ed ininterrottamente il servizio all’interno
dell’area del mercato ortofrutticolo della Calabria anche se ormai il loro
diritto al lavoro, costituzionalmente sancito, di tutele non ne ha più;
in virtù di
un decretato esercizio provvisorio dell’impresa fallita, su istanza del
curatore fallimentare nominato e accolta dal Giudice delegato, il curatore ha
comunicato ai dipendenti l’intenzione, sulla base di criteri stabiliti dalla
legge, di azionare l’esercizio succitato, garantendo il servizio all’interno
del CO.M.A.C srl, con l’ausilio di solo metà del
numero di dipendenti;
il
sottoscritto ha già presentato in data 14/04/2015 una specifica interrogazione
a risposta scritta, la n. 35, presso questo Consiglio regionale;
tale
interrogazione, ad oggi, non ha ricevuto alcuna risposta -:
come intende
determinarsi la Regione Calabria in merito alle difficoltà ed alla situazione
di estremo disagio in cui versano i dipendenti della società COMAC e le loro
famiglie, considerato che da maggio 2014 non viene percepita alcuna mensilità;
se il
governo regionale ha un piano, anche in accordo con i sindacati, per il
ricollocamento lavorativo degli attuali lavoratori della COMAC o se sono
previste altre forme di tutela.
(81;
04.08.2015)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera del Consiglio regionale della Calabria n. 102 del 10.11.2006 veniva soppresso il Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati;
successivamente, con le delibere della Giunta regionale n. 156 e 157 del 2007, in attuazione della predetta delibera di Consiglio regionale sono stati istituiti altresì i nuovi Consorzi di Bonifica della provincia di Cosenza e ripartiti pro-quota i rapporti giuridici attivi e passivi dei Consorzi soppressi;
ai sensi delle richiamate disposizioni, con decreto del Presidente della Giunta regionale del febbraio 2010 n. 27, veniva costituito il Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino al quale venivano trasferite le funzioni del Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, nonché il personale e tutti i rapporti giuridici attivi e passivi del soppresso Consorzio;
alcuni dipendenti del soppresso Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, sono andati in quiescenza con anticipo potendo usufruire di un esodo incentivato previsto nel piano industriale approvato dalla Regione Calabria al momento della soppressione e contestuale istituzione dei nuovi consorzi della provincia di Cosenza;
i dipendenti, pertanto, richiedevano il pagamento delle somme dell’ esodo incentivato ai nuovi consorzi, che sostituivano quelli soppressi, ma tale richiesta rimaneva vana e gli stessi dipendenti si vedevano costretti a ricorrere in Tribunale;
nei contenziosi in atto, ed in particolare in quello riguardante l’ex dipendente Mario Frontera, il Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino, nelle proprie difese, eccepiva di non poter rispondere di fatti accaduti prima della sua istituzione, ritenendo di non dover accollarsi le situazioni passive dell’ex consorzio Sibari Crati relative all’esodo incentivato -:
se il suddetto Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino subentra o no nei rapporti con l’ex Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati riguardo ai crediti spettanti agli ex dipendenti quale incentivo all’esodo in questione;
qualora non fosse il Consorzio di Bonifica dei Bacini Meridionali del Cosentino a dover far fronte ai tali crediti a chi dovrebbero rivolgersi i dipendenti creditori.
(82; 06.08.2015)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal 2008 fino ad oggi tutti i governi regionali che si sono succeduti hanno sempre posto come prioritaria la questione della realizzazione dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone senza mai indicare la data di inizio lavori e le risorse disponibili e necessarie alla realizzazione di tali presidi ospedalieri;
al 13 giugno 2008 è stata approvata la legge regionale n.15 pubblicata sul Burc n. 12 del 16 giugno 2008, Supplemento straordinario n.1 del 21 giugno del 2008, art.51 “Investimenti nel settore della sanità” che ai commi 7, 8, e 9 (nella modifica introdotta dall’art.36, comma 1, della legge regionale 26.2.2010, n.8) recita testualmente: “La Giunta regionale è autorizzata a finanziare la progettazione e la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’Azienda ospedaliera di Cosenza in sostituzione di quello esistente utilizzando le risorse finanziarie già assegnate alla Regione ai sensi dell’art. 20 della legge 11 marzo 1988, n. 67 si autorizza anche l’eventuale valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’Azienda al fine di reperire risorse aggiuntive con il coinvolgimento dei soggetti privati (Progetto di finanza);
al fine di garantire la copertura finanziaria della quota a carico del bilancio regionale del piano di cui al precedente comma 7, la Giunta regionale è autorizzata a ricorrere all’indebitamento sulla base delle disposizioni di cui al titolo III della legge regionale 8 febbraio 2002, n.8. Il mutuo o prestito obbligazionario di cui al comma 8, quantificato nella misura massima di euro 40 milioni, sarà contratto per la durata massima di anni 20, anche in più soluzioni a mezzo di atti di erogazioni e quietanze, l’articolo 36, comma 1, della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 recita testualmente che la Giunta regionale è impegnata a verificare la fattibilità tecnica-economica e finanziaria della realizzazione di un nuovo presidio ospedaliero nella città di Reggio Calabria che sostituisca l’attuale presidio Bianchi-Melacrino e nella città di Crotone che sostituisca l’attuale ospedale San Giovanni di Dio;
a tal fine le aziende ospedaliere predisporranno lo studio di fattibilità entro tre mesi dall’approvazione della presente legge utilizzando le risorse disponibili sia comunitarie sia statali ex art.20 della legge 11 marzo 1988, n.67 sia quelle rinvenenti dalla valorizzazione e/o dismissione del patrimonio immobiliare del vecchio presidio e delle relative aree di pertinenza;
la Giunta regionale, con delibera n.206 del 20 maggio 2011 ha approvato le linee di indirizzo per la verifica di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone e ha dato mandato al dipartimento n. 8 (urbanistica e territorio) e al dipartimento n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) di predisporre quanto necessario per l’avvio delle procedure finalizzate alla realizzazione degli studi di fattibilità per la costruzione dei nuovi ospedali -:
a che punto è l’iter per la realizzazione dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali di Cosenza, Reggio Calabria e Crotone e quali atti siano stati finora compiuti dai dipartimenti n.8 (Urbanistica e territorio) e n. 9 (infrastrutture, lavori pubblici e Erp) per l’avvio delle procedure degli studi di fattibilità dei tre nuovi presidi ospedalieri calabresi;
quali atti siano stati compiuti in base alla delibera della Giunta regionale 206/2011 per l’avvio dello studio di fattibilità dei nuovi ospedali calabresi;
quali procedure siano state messe in atto in relazione agli annunci che sono stati fatti nel corso di un incontro svoltosi nella città di Cosenza da parte del Presidente della Giunta regionale sia in termini amministrativi che di disponibilità delle risorse necessarie a realizzare il nuovo ospedale di Cosenza la cui parte centrale è stata inaugurata nel lontano 1939 e in cui alcuni blocchi sono stati completati negli anni ‘60 e ‘70.
(83; 19.08.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il degrado marino risulta indecente e intollerabile. Il passato mese di agosto si è segnalato, infatti, per le accentuate criticità marine;
tali criticità si sono dimostrate in tutta la loro entità e gravità, con particolare riferimento alla Costa degli dei;
per tutto il periodo estivo, la stampa ha più volte rimarcato la sporcizia del tratto marino afferente l’intera fascia costiera di che trattasi;
urge avviare una progettualità di contrasto verso tale fenomeno così altamente negativo, sin da subito e ciò per superare i limiti di un’azione politica fin qui inefficace e tardiva;
considerato che: gli interventi della Regione, in merito, si sono palesati tardivi, riduttivi e in buona parte insufficienti;
è mancata puntuale e rigorosa programmazione tesa a impedire, limitare o superare le criticità in questione;
lo spettacolo offerto dal mare, per lunghi periodi, specie in agosto è apparso assolutamente negativo;
in alcune fasce orarie, l’ambiente marino è sembrato trasformarsi in una pattumiera, invaso da materiale di risulta;
a farne le spese, i tanti cittadini del comprensorio, i villeggianti e gli operatori turistici. Ma soprattutto, l’ammaliante bellezza dei siti in argomento;
constatato che: la Regione Calabria non può più limitarsi a interventi ordinari o dispiegati a stagione estiva in corso;
l’ambiente marino della Costa degli dei è un patrimonio di inestimabile valore in sé e per sé considerato. Ma anche per le evidenti ricadute economiche che riflette su tutta l’area costiera;
le sue acque azzurre, i fondali, le bianche spiagge hanno tutte le caratteristiche per fare di Nicotera, Joppolo, Ricadi, Tropea, Parghelia, Zambrone, Briatico, Pizzo, primaria eccellenza;
l’amministrazione regionale non sempre sembra avere piena contezza di tale realtà; tant’è che gli interventi per contrastare il degrado marino si sono rivelati assai riduttivi rispetto alla gravità della problematica;
la Regione, a tale proposito, oltre ad interventi diretti ha il dovere di promuovere, anche presso le altre competenti autorità politiche ed istituzionali, un percorso virtuoso volto a impedire il degrado in atto. Il tutto, si ribadisce, mediante un’appropriata programmazione della lungimiranza, concretezza e soprattutto della programmazione -:
quale iniziative intenda intraprendere, per tutelare il tratto marino di che trattasi da un degrado che durante il passato mese di agosto è apparso tanto evidente quanto drammatico;
quale sia la strategia di contrasto dei fenomeni di degrado in questione;
quali siano i tempi e le modalità necessarie a rendere concrete dette iniziative;
quale sia la programmazione che intende dispiegare nel merito della problematica in esame.
(84; 24.08.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il degrado marino risulta indecente e intollerabile. Il passato mese di agosto si è segnalato, infatti, per le accentuate criticità marine;
tali criticità si sono dimostrate in tutta la loro entità e gravità, con particolare riferimento alla Costa degli dei;
per tutto il periodo estivo, la stampa ha più volte rimarcato la sporcizia del tratto marino afferente l’intera fascia costiera di che trattasi;
urge avviare una progettualità di contrasto verso tale fenomeno così altamente negativo, sin da subito e ciò per superare i limiti di un’azione politica fin qui inefficace e tardiva;
considerato che: gli interventi della Regione, in merito, si sono palesati tardivi, riduttivi e in buona parte insufficienti;
è mancata puntuale e rigorosa programmazione tesa a impedire, limitare o superare le criticità in questione;
lo spettacolo offerto dal mare, per lunghi periodi, specie in agosto è apparso assolutamente negativo;
in alcune fasce orarie, l’ambiente marino è sembrato trasformarsi in una pattumiera, invaso da materiale di risulta;
a farne le spese, i tanti cittadini del comprensorio, i villeggianti e gli operatori turistici. Ma soprattutto, l’ammaliante bellezza dei siti in argomento;
constatato che: la Regione Calabria non può più limitarsi a interventi ordinari o dispiegati a stagione estiva in corso;
l’ambiente marino della Costa degli dei è un patrimonio di inestimabile valore in sé e per sé considerato. Ma anche per le evidenti ricadute economiche che riflette su tutta l’area costiera;
le sue acque azzurre, i fondali, le bianche spiagge hanno tutte le caratteristiche per fare di Nicotera, Joppolo, Ricadi, Tropea, Parghelia, Zambrone, Briatico, Pizzo, primaria eccellenza;
l’amministrazione regionale non sempre sembra avere piena contezza di tale realtà; tant’è che gli interventi per contrastare il degrado marino si sono rivelati assai riduttivi rispetto alla gravità della problematica;
la Regione, a tale proposito, oltre ad interventi diretti ha il dovere di promuovere, anche presso le altre competenti autorità politiche ed istituzionali, un percorso virtuoso volto a impedire il degrado in atto. Il tutto, si ribadisce, mediante un’appropriata programmazione della lungimiranza, concretezza e soprattutto della programmazione -:
quale iniziative intenda intraprendere, per tutelare il tratto marino di che trattasi da un degrado che durante il passato mese di agosto è apparso tanto evidente quanto drammatico;
quale sia la strategia di contrasto dei fenomeni di degrado in questione;
quali siano i tempi e le modalità necessarie a rendere concrete dette iniziative;
quale sia la programmazione che intende dispiegare nel merito della problematica in esame.
(84; 24.08.2015)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
per quel che riguarda le problematiche connesse al rischio idrogeologico, è sotto gli occhi di tutti come il territorio della Regione Calabria sia interessato, con sempre maggiore frequenza, da accadimenti naturali che causano gravissimi danni alle risorse naturali e al tessuto economico-sociale, compromettendo spesso anche l’incolumità dei cittadini;
com’è noto, le cause sono molteplici e riconducibili, principalmente, ad attività antropiche. Ad accrescere la vulnerabilità del territorio concorre la mancata adozione di misure di prevenzione adeguate e tempestive, e di sistematici interventi per risanare le criticità idrauliche e i fenomeni di dissesto idrogeologico, quando si manifestano;
il contrasto a questi fenomeni comporta "costi esponenziali" e quindi sarebbe bene utilizzare la flessibilità sui vincoli europei;
anche il Ministro dell’Ambiente Galletti in risposta all’interrogazione 4/01136 presentata al Senato ha affermato che "è stato da alcuni stimato per difetto che l’impegno economico necessario per la riparazione dei danni degli ultimi 20 anni è di circa 1 miliardo di euro all’anno, e che si tratta di una situazione destinata ad aggravarsi se non si interviene in modo tempestivo ed efficace. Ed è per questo che viene da più parti ritenuto indispensabile che la spesa per interventi di difesa del suolo, di riassetto idrogeologico, di ripristino e bonifica dei siti produttivi inquinati e di messa a norma degli impianti di depurazione non dovrebbe essere computata nei saldi relativi al patto di stabilità. Anche se non v’è dubbio, allo stesso tempo, che tale spesa debba essere migliorata, in termini sia quantitativi che qualitativi. Si è del parere, inoltre, che gli investimenti pubblici per la prevenzione del rischio idrogeologico, che richiede una straordinaria quantità di risorse, dovrebbero essere sostenuti da un’entrata stabile e sicura, che non sia assoggettata a riduzione o tagli, come purtroppo avvenuto in passato";
in attuazione di quanto disposto dal Governo con la legge finanziaria per il 2010 (legge n. 191 del 2009, art. 2, comma 240) in merito alla realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale, il Ministero dell’Ambiente già dai primi mesi del 2010 aveva avviato una serie di consultazioni con tutte le Regioni interessate, coinvolgendo le autorità di bacino competenti, nonché il Dipartimento della protezione civile;
tali iniziative si sono poi concluse con la sottoscrizione di specifici accordi di programma;
al fine di fronteggiare il dissesto idrogeologico, gli Enti interessati hanno affidato con regolari contratti di appalto, lavori di messa in sicurezza delle zone colpite;
in alcuni casi specifici, è accaduto che nonostante i lavori siano stati regolarmente realizzati ed ultimati, a seguito di regolare emissione fattura, le Amministrazioni Provinciali ed i Comuni non hanno provveduto a liquidare le spese ed i costi sostenuti dalle ditte, in quanto la Regione Calabria non ha erogato agli stessi i fondi necessari per i vincoli del patto di stabilità;
considerato che: tale situazione sta determinando ingenti difficoltà per le Amministrazioni Provinciali ed i Comuni e, di conseguenza, per le ditte che hanno eseguito regolarmente i lavori, determinando anche il rischio di fallimento delle stesse con relativo licenziamento dei lavoratori impiegati in esse;
il 9/06/2014 con nota prot. num. DPE/ABI/30139 del Presidente del Consiglio dei Ministri (dipartimento della Protezione Civile) veniva dichiarato che il finanziamento per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico "potrà essere escluso dal patto di stabilità" -:
quali provvedimenti intende assumere il Presidente della Giunta al fine di garantire alle Amministrazioni Provinciali ed ai Comuni i fondi necessari per far fronte ai pagamenti dovuti alle ditte che hanno eseguito e continuano ad eseguire i lavori di messa in sicurezza del territorio calabrese;
se è possibile applicare quanto stabilito nella della suddetta nota prot. num. DPE/ABI/30139 del Presidente del Consiglio dei Ministri (dipartimento della Protezione Civile), e quindi non far rientrare questa tipologia di spesa nel patto di stabilità, anche relativamente all’anno 2015;
in ogni caso se il Presidente della Giunta intende adoperarsi per chiedere al Governo centrale di non comprendere tali spese nel patto di stabilità, in particolare vista la delicata situazione della Regione Calabria sia per il rischio idrogeologico sia per la situazione economico sociale;
quali iniziative intende porre in essere il Presidente della Giunta affinché la nostra Regione si possa dotare di un piano di prevenzione generale contro il rischio di dissesto idrogeologico.
(85; 27.08.2015)
Graziano. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso
che:
la strada Longobucco - Mirto Crosia, conosciuta anche come strada Sila - Mare, risulta
essere un’arteria strategica e di vitale importanza per i comuni interessati;
i lavori di costruzione e ammodernamento della succitata strada sono
iniziati nel 1989;
ad oggi i lavori non sono stati ultimati, con evidenti disagi per le
popolazioni dell’intera area di riferimento;
l’Assessorato ai lavori pubblici, con nota del 06/09/2012 affermava che
"nel contesto dell’individuazione ed assegnazione di risorse ad interventi
di rilievo nazionale ed interregionale e di rilevanza strategica regionale per
l’attuazione del Piano nazionale per il Sud, la Delibera CIPE 62/2011 che
stanzia ufficialmente i 923 milioni di euro previsti dal Piano per la Calabria,
assegna per la strada "Mirto-Crosia-Longobucco"
un finanziamento di 22,4 milioni di euro di cui 5,4 milioni di euro per il
"completamento dei lavori per il collegamento IV lotto I stralcio" e
17 milioni di euro per il "collegamento IV lotto II stralcio".
il 30 giugno 2014, si teneva l’inaugurazione di un tratto della strada
Sila - Mare, del Bivio SS 107/0rtiano e Bivio SS 107/Acqua del Santo;
subito dopo l’inaugurazione, a causa di adempimenti tecnici, il tratto
stradale appena aperto veniva chiuso al transito;
come già messo in evidenza, la strada Sila - mare risulta essere non
ancora ultimata;
sono stati già spesi diverse decine di milioni di Euro di fondi
pubblici per la strada Longobucco - Mirto Crosia;
la data di ultimazione lavori, fissata al 31/03/2014, non è stata
rispettata -:
quali iniziative intende assumere il Presidente della Giunta regionale
per portare a compimento, nel più breve tempo possibile, la strada Sila-Mare;
se i tempi per la consegna del Lotto del Ponte Manco sono rispettati e,
in ogni caso, a che punto sono i lavori;
a che punto è l’iter per l’inizio dei lavori relativi al Lotto che
arriva fino a Caloveto;
quali provvedimenti intende assumere il Presidente della Giunta
regionale per garantire la mobilità dei nostri corregionali colpititi da questo
disservizio causato dall’ennesima opera infrastrutturale incompiuta.
(86;
27.08.2015)
Il Consiglio regionale,
premesso che:
con la Legge n. 148/2001, art. 1, e Decreti legislativi nn. 155/2012 e 156/2012 è stata ridisegnata la geografia giudiziaria italiana. In particolare, con il D.Lgs n. 155/2012 sono stati soppressi 30 Tribunali e 220 sezioni distaccate; detta riforma è stata attuata eccettuando i quattro tribunali subprovinciali abruzzesi, per i quali è stato assegnato un regime di proroga a causa del sisma del 2009;
con il D.Lgs n. 156/2012, invece, è stata disposta la soppressione di 667 Uffici del Giudice dì Pace, tuttavia, con il decreto firmato l’11 marzo 2014, il Ministro della Giustizia ha accolto le istanze provenienti dagli enti locali per il mantenimento di 285 Uffici le cui spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia, in applicazione dell’art. 3 del D.Lgs n. 156/2012, sono state trasferite ai medesimi enti i quali provvederanno, altresì, ai fabbisogno del personale amministrativo;
in Calabria, in attuazione del D.M. 7 marzo 2014, il Ministro della Giustizia ha disposto la soppressione e l’accorpamento dì ben 43 Uffici del Giudice di Pace, di cui 7 a Vibo Valentia(Arena, Mileto, Nicotera, Pizzo, Serra San Bruno, Soriano Calabro, Tropea), 3 a Crotone (Santa Severina, Savelli, Strongoli), 12 in provincia di Catanzaro (Badolato, Borgia, Chiaravalle Centrale, Cropani, Davoli, Squillace, Taverna, Tiriolo, Filadelfia, Maida, Nocera Terinese, Soveria Mannelli), 10 a Reggio Calabria (Gallina, Melito, Villa San Giovanni, Taurianova, Bianco, Caulonia, Gioiosa Ionica, Siderno, Staiti), e 11 nel Cosentino (San Giovanni in Fiore, Amantea, Belvedere, Cetraro, Cassano Ionio, Corigliano Calabro, Cropalati, Lungro, Mormanno, Oriolo, San Demetrio Corone); sono stati, inoltre, soppressi il Tribunale di Rossano e le sezioni staccate di tribunale di Chiaravalle Centrale, Acri, San Marco Argentano, Strongoli, Scalea e Tropea;
il comma 397 della Legge 27.12.2013, n. 147 ha introdotto il comma 4 bis dell’art. 8 del D.Lgs n. 155/2012, il quale prevede che: “In via sperimentale, il Ministro della Giustizia può disporre, nell’ambito di apposite convenzioni stipulate con le Regioni e Province autonome, che vengano utilizzati per il tempo necessario, gli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle sezioni distaccate soppressi per l’esercizio di funzioni giudiziarie nelle relative sedi. Le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio oggetto delle convenzioni sono integralmente a carico del bilancio della Regione”;
la norma di cui sopra riconosce, pertanto, un ruolo alle Regioni nella compartecipazione alle scelte operative di gestione delle sedi giudiziarie, ma detta norma, cosi come formulata, appare di difficile interpretazione, in quanto non specifica le finalità della sperimentazione in essa prevista e le modalità attuative ed in tal modo non consente agli enti regionali di poter avere un quadro complessivo del rapporto costi/benefìci della scelta di utilizzare tale norma e non definisce criteri oggettivi cui il Ministero debba attenersi nella scelta di applicazione della norma stessa;
tale norma di cui all’art. 8, comma 4 bis, del D.Lgs n. 155/2012, continuando la linea già intrapresa dall’art 3 dei D.Lgs n. 156/2012, coinvolge gli Enti locali nell’organizzazione dell’articolazione periferica degli uffici giudiziari;
appare necessario coniugare le esigenze dei territori a non vedersi spogliati della presenza dei presidi giudiziari, con le crescenti difficoltà dello Stato nel mantenimento delle piante organiche degli uffici giudiziari stessi e dei crescenti costi di mantenimento delle strutture;
le Regioni sono gli Enti che, allo stato, sono in grado di conoscere le esigenze delle relative popolazioni anche riguardo al servizio giustizia, in considerazione delie specificità territoriali, infrastrutturali e socioeconomiche;
il coinvolgimento delie Regioni implica anche la necessità che lo Stato riveda le scelte attuate con la legge delega n. 148/2011 e con il D.Lgs n. 155/2012, laddove sono stati soppressi 30 Tribunali e 220 sezioni distaccate disegnando un modello che, fatti salvi i Tribunali aventi sede nei capoluoghi di provincia che rimangono totalmente come costi a carico dello Stato, per i Tribunali subprovinciali saranno le Regioni, valutato il rapporto costi/benefici, a decidere insieme al Governo i Tribunali da mantenere e/o istituire nuovamente, contribuendo, in tal caso, alle spese di gestione dell’immobile (in molti casi già di proprietà comunale) e del personale amministrativo, anche garantendo l’impiego di proprio personale presso dette strutture;
nella circoscrizione del Tribunale di Catanzaro, l’unica sezione distaccata era quella di Chiaravalle Centrale, sede anche di Ufficio del Giudice di Pace, con una popolazione interessata da tale servizio, prevalentemente residente in comuni montani, superiore a 55 mila abitanti ed insistente su un territorio che si estende per circa 437.00 Kmq, gravemente insidiato dalla criminalità organizzata; a ciò si aggiunga che i cittadini dei comuni interessati, stante la particolare orografia dei territorio, la carenza di infrastrutture, l’insufficiente e tortuosa rete stradale che versa in pessime condizioni, oltre alla mancanza di collegamenti ferroviari con il capoluogo di provincia, riscontrano notevole ed oggettiva difficoltà ad accedere alla sede giudiziaria accorpante, con ciò verificandosi una lesione del diritto alla difesa ed all’azione giudiziaria per la tutela dei propri diritti ed interessi legittimi, costituzionalmente previsto dall’art, 24, nonché del diritto di agire dinnanzi al giudice naturale precostituito per legge, previsto dall’art 25 della Costituzione;
per il mantenimento della sezione distaccata del Tribunale di Catanzaro e dell’Ufficio del Giudice di Pace di Chiaravalle Centrale, sulla Regione non graverebbe, altresì, alcuna spesa, essendo gli immobili, destinati a tale finalità, di proprietà comunale;
il percorso sopra delineato necessita, però, dell’adeguamento della norma di cui al comma 4 bis dell’art. 8 del D.Lgs n. 155/2012, anche attesa la genericità della stessa;
nelle more di tale adeguamento legislativo il detto comma 4 bis giustifica la richiesta che la Regione con il presente atto postuli al Governo l’apertura di un tavolo istituzionale, per delineare i presupposti per un’applicazione provvisoria dei citato comma 4 bis, ed in particolare per l’esercizio di funzioni giudiziarie nella città di Chiaravalle Centrale,
impegna il Presidente della Giunta regionale:
1) ad attivarsi affinché il Governo si faccia promotore di una modifica legislativa tesa a delineare una nuova articolazione degli Uffici Giudiziari con il contributo di Enti regionali;
2) ad attivarsi affinché il Governo, nelle more della suddetta modifica legislativa, convochi un tavolo con tutte le Regioni per individuare e precisare i presupposti per l’applicazione in via provvisoria della norma di cui al comma 4 bis dell’art. 8 del D.Lgs n. 155/2012.
(35; 29.07.2015) Tallini
Il Consiglio regionale della Calabria,
l’articolo 5 della Patto della
Salute 2014 prevede che
"Al fine di promuovere un modello multi professionale ed
interdisciplinare, le Regioni, nell’ambito delle propria autonomia decisionale
ed organizzativa, istituiscono le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) e le
Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali forme organizzative della
medicina convenzionata"
e, nel medesimo Patto si prescrive che le Regioni "provvedono a definire, con specifici
atti di indirizzo, la promozione della medicina di iniziativa territoriale
quale modello assistenziale orientato alla promozione attiva della salute,
anche tramite l’educazione della popolazione ai corretti stili di vita, nonché
all’assunzione del bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia o
prima che essa si manifesti o si aggravi, anche tramite una gestione attiva
della cronicità";
la ricerca
clinica/cattedratica da più tempo ha appurato che, all’interno del sistema
sanitario di riferimento, bisogna porre al centro la "persona", con
la sua storia, le sue possibilità, il suo vissuto e passare da una strategia di
intervento "generico" e onnicomprensivo a una formulazione di
progetti specifici e mirati, in maniera tale che l’attività assistenziale
diventi flessibile, adattabile e condivisibile da ogni singolo cittadino,
essendo necessario sperimentare nella concretezza i bisogni reali della
popolazione;
stante la cronica
mancanza di una qualificata e organizzata assistenza alla comunità e di un’adeguata
prevenzione, anche in ragione del mancato coinvolgimento, in modo strutturato e
attraverso finanziamenti adeguati, della Medicina Generale, l’unica in grado di
attivare la capillarità degli studi medici sul territorio;
rilevata la
centralità del MMG (Medico Medicina Generale) nel quadro del SSN, dimostrata
quotidianamente dalle attività e dai risultati raggiunti che evidenziano una
indubbia riduzione della morbilità e del tasso di mortalità, a fronte di una
cultura della salute condivisa fondata su un progetto di autonomia personale
del singolo assistito, in ragione del rapporto fiduciario con il cittadino;
valutato che, nell’esclusivo
interesse del cittadino paziente, appaiono di estrema rilevanza gli incentivi a
forme associative complesse che coinvolgano gli MMG siano capaci di uniformare
su tutto il territorio l’assistenza e di abbattere i deficit riscontrati dovuti
a differenze di domicilio e/o residenza, mediante un modello organizzativo che
permetta la condivisione delle competenze, una gestione più efficace e più
efficiente delle patologie croniche e un generale miglioramento delle capacità
di presa in carico dei pazienti;
ravvisato che le due
forme associative individuate risultano essere le AFT (Aggregazioni Funzionali
Territoriali, mono professionali, vale dire costituite da soli medici) e le
UCCP (Unità di Cure Primarie, dove i MMg sono
associati con gli specialisti e altri professionisti);
specificato che, l’AFT,
coprendo un’area sino a trenta mila abitanti, ha il compito di assicurare l’erogazione
dell’assistenza della medicina generale (attività di diagnosi, cura,
prevenzione, educazione sanitaria individuale, counseling, presa in carico delle
patologie croniche, domiciliarità, APD, prevenzione
cardiovascolare, screening oncologici) nell’ambito dell’assistenza primaria e
può, alla luce dei piani regionali, a seconda delle esigenze del territorio,
essere concentrata in un’unica sede di riferimento o avere diverse possibilità
di articolazione organizzativa, fermo restando i requisito di una sede presso
la quale vengono svolte le funzioni di coordinamento e di audit;
appurato che, in
particolare per i paesi montani e per i piccoli Comuni, il sistema delle AFT di
direttrice, interessando i Comuni che si trovano lungo la direttrice che
conduce al PS più vicino, consente di disegnare, per ogni distretto e per ogni
gruppo di Comuni, la migliore organizzazione territoriale possibile, a tutto
vantaggio dei cittadini, con la possibilità di una coordinazione con gli Enti
locali di pertinenza per organizzare una reale integrazione socio-sanitaria
(es. : anagrafe dei pazienti fragili, acuti e cronici, e loro tutela in caso di
calamità naturali e/o emergenze, quali potrebbero essere gli interventi per i
pazienti che fanno uso di apparecchiature elettromedicali in caso di assenza di
energia elettrica);
valutato che nelle
UCCP vengono erogati i servizi specialistici e le attività multi professionali,
quali si configurano la presa in carico del paziente in dimissione protetta, la
gestione delle cure domiciliari integrate, l’allestimento di ambulatori
dedicati alla prevenzione di 2° livello, la tenuta dei registri delle malattie
delle AFT confluenti, la continuità assistenziale H 24 con possibilità anche di
eseguire analisi di emergenza per pazienti impossibilitati ad accedere al PS o
che restano a domicilio per la diagnosi e la cura del caso;
atteso che, in base
agli studi prodotti, per la provincia di Cosenza, sarebbe sufficiente e
auspicabile la costituzione di 6 UCCP (una per ogni Distretto), unitamente all’attivazione
di 4 Ambulatori dei Codici Bianchi (in prossimità del Pronto Soccorso degli
Ospedali, ma dipendenti dai Distretti, oppure, all’interno delle UCCP ma con
MMG ad essi dedicati; l’optimum sarebbe l’impianto della struttura UCCP nei
pressi dell’ospedale di riferimento);
considerato che l’esperienza
acquisita con la sperimentazione triennale dei Nuclei di Cure Primarie ha
evidenziato risultati incoraggianti i quali, però, non possono continuare a
essere limitati territorialmente ma, attraverso l’attivazione degli AFT, devono
raggiungere l’intera popolazione, tenendo conto della orografia specifica,
delle deficitarietà inerenti i piccoli Comuni e, più
in generale, dei territori oggettivamente disagiati;
visto il DCA n. 76 del 6 Luglio 2015, avente ad oggetto "Riequilibrio
Ospedale territorio - Approvazione documento di riorganizzazione della rete
Territoriale",
a
intervenire, di concerto con il Commissario ad
acta per l’attuazione del Piano di rientro dal
disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, Massimo Scura,
affinché, all’interno degli Obiettivi di Piano Sanitario Nazionale (Obiettivi
strategici e prioritari sui quali fai" convergere, in accordo con le
Regioni, una quota del Fondo sanitario nazionale), siano reperiti e
razionalmente ripartiti i fondi necessari per garantire l’assistenza
territoriale adeguata ai piccoli Comuni e ai territori particolarmente
disagiati, anche utilizzando la eventuale contrattazione decentrata aziendale,
in attesa di quella regionale, al fine di dare corso alla realizzazione delle
AFT, reperendo le risorse necessarie per la realizzazione delle strutture
centrali ospitanti con relativo personale di servizio, e con una tempistica che
preveda l’inizio delle attività contemporaneamente su tutto il territorio
interessato.
(36;
03.08.2015) Bevacqua
Il Consiglio
regionale,
premesso
che:
nel corso di
alcune indagini portate avanti dalla Direzione distrettuale antimafia, secondo
notizie riportate agli organi di informazione, un collaboratore di giustizia ha
parlato di un presunto interramento di rifiuti tossici nel comune di Lattarico, nella frazione Regina;
l’inquinamento
da rifiuti tossici, se dovesse essere confermato, rappresenterebbe un danno
enorme alla salute dei cittadini di Lattarico e della
Calabria ed all’ambiente;
è
necessario, in queste condizioni, agire con estrema tempestività e, dunque,
mettere in campo tutte le azioni necessarie a verificare il reale stato dei
luoghi e, nella scongiurabile ipotesi di un concreto rischio, procedere all’immediata
bonifica;
l’area
indicata dal collaboratore di giustizia dove sarebbe avvenuto il presunto
interramento di rifiuti tossici è molto vasta e, pertanto, è necessario
iniziare una complessa opera di monitoraggio, utilizzando, tra l’altro, bioindicatori che possono dare risultati attendibili sulla
presenza di inquinanti come ad esempio metalli pesanti, e quindi approntare un
piano di caratterizzazione che dia informazioni sulla quantità e qualità dei
contaminanti esistenti nell’area;
è necessario
ed urgente procedere al monitoraggio ed alla caratterizzazione prestando,
inoltre, particolare attenzione ad emissioni da materiale radioattivo, anche
con l’utilizzo di piattaforme aeree che, equipaggiate con idonea
strumentazione, consentono una mappatura cromatica in base alle radiazioni dell’intera
area;
questa
tipologia di indagine consente di avere già dei primi risultati in modo
efficace e veloce;
in ultimo è
possibile, attraverso ulteriori mezzi di indagine (es. carotaggi) analizzare
specifiche aree;
considerato
che:
è necessario
supportare il sindaco e l’amministrazione comunale di Lattarico
e, in raccordo con l’autorità giudiziaria, individuare le professionalità
necessarie e gli Enti che devono effettuare questa opera di monitoraggio e
caratterizzazione;
l’Arpacal e l’Azienda Sanitaria hanno le competenze
specifiche e la strumentazione necessaria ad effettuare monitoraggio anche su
aree molto estese;
l’ISPRA,
quale Ente che coniuga conoscenza diretta del territorio e dei problemi
ambientali locali con le politiche nazionali di prevenzione e protezione dell’ambiente,
è un punto di riferimento, istituzionale e tecnico-scientifico, che è
sicuramente necessario per effettuare il monitoraggio di quest’area,
impegna la
Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria:
a supportare
ed a lavorare in raccordo con il sindaco e l’amministrazione Comunale di Lattarico;
a
raccordarsi con l’autorità giudiziaria affinché si possa iniziare
tempestivamente un’opera di monitoraggio su vasta scala nell’intera area
indicata dal collaboratore di giustizia, in cui dovrebbe essersi verificato il
presunto interramento di rifiuti tossici;
ad inviare
una delegazione di tecnici e professionisti degli uffici e degli enti regionali
preposti, il Dipartimento del Governo del territorio, l’Arpacal
e l’Azienda sanitaria, a verificare lo stato dei luoghi indicati nella
disposizione giudiziaria;
a mettere in
campo quanto di sua competenza per far iniziare, da parte degli enti
competenti, immediatamente un’opera di monitoraggio, utilizzando le diverse
metodologie di indagine (bioindicatori, piattaforma
aerea, ecc.), che possa dare indicazioni sulla reale situazione delle matrici
ambientali interessate e quindi approntare un piano di caratterizzazione dell’area
con riferimento all’individuazione della quantità e qualità dei contaminanti
esistenti nell’area;
nel caso di
un concreto rischio di contaminazione ad attivare tutte le procedure e le
azioni necessarie per procedere immediatamente con la bonifica e reperire i
fondi necessari;
a
coinvolgere il dipartimento dell’ISPRA competente nella contaminazione da
rifiuti tossici (radionuclidi, metalli pesanti, ecc.).
(37;
10.08.2015) Graziano
Il Consiglio
regionale,
premesso
che:
il disastro
alluvionale verificatosi il 12 agosto 2015 nell’area ionica cosentina, così
come i tanti susseguitesi nel tempo, non possono essere addebitati
esclusivamente all’eccezionalità delle precipitazioni piovose, ma palesano
colpevoli errori e ritardi che si trascinano da decenni nella gestione e
manutenzione del territorio;
già dalle
prime sommarie ricognizioni dei danni risulta evidente, confermando le
osservazioni e le preoccupazioni emerse in altri scenari simili, la mancata
osservanza di prescrizioni ambientali nella predisposizione e nella attuazione
dei piani regolatori, nonché la mancata esclusione dall’edificazione di molte
aree al alto rischio idrogeologico;
i molteplici
rilievi di abusi edilizi, di cementificazioni degli alvei dei fiumi, di mancate
creazioni di appropriate fasce di rispetto in relazione ai margini dei
torrenti, di carente o nullo monitoraggio dei sistemi di scolo e di raccolta
delle acque;
la necessità
di provvedere a una rinaturalizzazione degli alvei e delle sponde dei corsi d’acqua
interessati;
l’urgenza di
provvedere a una revisione ambientale dei piani regolatori che preveda, tra l’altro,
la creazione di fasce di rispetto che siano sottratte al cemento e all’asfalto;
a un’attenta
analisi dei danni, non solo di quelli evidenti, ma anche di quelli strutturali
agli edifici, deve seguire immediatamente la predisposizione degli opportuni
sistemi di risanamento in relazione al territorio nel suo complesso;
pur
registrando con soddisfazione la recente approvazione da parte della Giunta
regionale dei due nuovi regolamenti forestali e l’avvio di 70 cantieri di
manutenzione del territorio per 78 milioni di investimenti, risulta necessario
provvedere a un ampio e coerente progetto complessivo di salvaguardia
ambientale e controllo delle scelte urbanistiche,
impegna la
Giunta regionale:
1. in via
prioritaria, a intervenire presso il Governo nazionale affinché siano
immediatamente fruibili i fondi relativi allo stato di emergenza per il ristoro
ai lavori di somma urgenza eseguiti dagli enti locali ed ai danni subiti dai
privati nelle zone colpite, attivando, altresì, l’Unità di Missione,
preannunciata nei mesi scorsi dal presidente Oliverio,
al fine di coordinare, monitorare e governare ogni iniziativa afferente la
mitigazione del rischio idrogeologico su tutto il territorio regionale;
2. contestualmente
a predisporre un organico progetto di legge regionale che includa un costante
ed efficace monitoraggio puntuale del territorio, l’esclusione di ogni forma di
nuova edilizia nelle aree a rischio, il ripristino della naturalizzazione dei
corsi d’acqua, l’implementazione effettiva su tutte le aree a rischio del
principio del consumo zero di territorio anche attraverso la redazione urgente
di un elenco delle opere pubbliche da realizzare o ripristinare secondo
priorità e pericolosità in accordo con le comunità locali;
3. a
individuare immediate forme di aiuti economici alle famiglie e alle imprese
colpite dagli eventi alluvionali attraverso l’erogazione di misure economiche
una tantum per il ristoro dei danni;
4. ad
operare in sinergia con il governo nazionale per consentire lo sforamento del
patto di stabilità per consentire gli interventi di messa in sicurezza del territorio
oltre che la sospensione di imposte, tasse e tributi per le imprese e le
famiglie dei territori colpiti dagli eventi alluvionali;
5. a
predisporre un piano di interventi per la ripresa delle attività produttive e
la messa in sicurezza delle aree di insediamento industriale da inserire nell’ambito
dell’Accordo di Programma Quadro “Sviluppo Locale” già utilizzato per gli
eventi alluvionali di Vibo Valentia;
6. ad
attivarsi, presso gli istituti di credito e presso la società controllata Fincalabra spa, per individuare immediate misure di
agevolazioni finanziarie, a valere sui fondi già in disponibilità o all’uopo
stanziati, per il ristoro dei danni delle famiglie colpite agli eventi
alluvionali e per le attività agricole, turistiche ed economiche con
particolare riferimento al ripristino di locali e attrezzature, sostituzione di
macchinari danneggiati e approvvigionamento di nuove scorte nei territori
ricompresi dalle calamità del 12 agosto.
(38;
17.08.2015) Bevacqua
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
in data 15
luglio 2015 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge statale n. 107
recante: "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e
delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti";
il secondo
comma dell’articolo 127 della Costituzione stabilisce che «La Regione, quando
ritenga che una legge o un atto avente valore di legge dello Stato o di un’altra
Regione leda la sua sfera di competenza, può promuovere la questione di
legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta
giorni dalla pubblicazione della legge o dell’atto avente valore di legge.»;
la materia
«istruzione» rientra, a norma dell’articolo 117, terzo comma, tra le materia di
legislazione concorrente;
la Corte
costituzionale, con giurisprudenza costante, ha ritenuto ammissibili le
questioni di legittimità costituzionale prospettate da una Regione, nell’ambito
di un giudizio in via principale, in riferimento a parametri diversi da quelli,
contenuti nel Titolo V della Parte seconda della Costituzione, riguardanti il
riparto delle competenze tra lo Stato e le Regioni, quando sia possibile
rilevare la ridondanza delle asserite violazioni su tale riparto e la
ricorrente abbia indicato le specifiche competenze ritenute lese e le ragioni della
lamentata lesione (ex plurimis, sentenze n. 22 del
2012, n. 128 del 2011, n. 326 del 2010, n. 116 del 2006, n. 280 del 2004);
i commi 180
e 181 della legge 107 del 2015 delegano al governo l’esercizio della potestà
legislativa con riferimento a nove distinti e rilevanti ambiti riconducibili
alla materia istruzione;
deve
rilevarsi il vulnus di costituzionalità riscontrabile nelle deleghe conferite,
peraltro vaghe, in materie che rientrano nella competenza legislativa
concorrente; l’articolo 76 della Costituzione, infatti, subordina la
legittimità della delega legislativa alla fissazione dei principi e criteri
direttivi, ciò rende assai problematico che l’oggetto della delega stessa
possa, a propria volta, essere costituito da principi: e, cioè, da determinazioni
della stessa natura di quelle che dovrebbero guidarne la formulazione. Senza
contare che questi ultimi (i principi - se così può dirsi - al quadrato),
essendo finalizzati alla formulazione di altri principi, verrebbero fatalmente
ad assumere un carattere di assoluta evanescenza (tanto più se - come nella
specie - dovessero riferirsi ad una serie di materie diverse, fortemente
eterogenee l’una dall’altra);
ulteriori
profili di legittimità costituzionale da eccepirsi riguardano la limitazione
della libertà di insegnamento con presunta violazione dell’articolo 33 nonché
la disparità di trattamento tra i docenti immessi in ruolo sino all’anno
scolastico in corso e coloro i quali saranno immessi in ruolo in base alle
norme introdotte dalla legge che si contesta; aspetti che, quanto meno
astrattamente, sono in palese violazione dell’articolo 3;
dubbi di
legittimità costituzionale, per violazione del combinato disposto degli
articoli 3, 51 e 97 della Costituzione, riguardano, inoltre, la disposizione di
cui al comma 110 nella parte in cui, con riferimento ai concorsi pubblici,
dispone con riguardo ai soggetti che possono accedere alle procedure, che per
ciascuna classe di concorso o tipologia di posto possono partecipare solo i
candidati in possesso del relativo titolo di abilitazione mentre non può
partecipare il personale docente ed educativo già assunto con contratto a tempo
indeterminato nelle scuole statali;
il
Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, prof Ferdinando Imposimato, ha individuato numerosi conflitti della legge
107 con gli artt. della Costituzione 3, 9, 33 ,34, 36, 53,76, 97, per come
autorevolmente e analiticamente illustrato nella lettera inviata al Presidente
della Repubblica il 9 luglio 2015, allegata alla presente;
considerato
che:
l’art. 117
della Costituzione recita: "La potestà legislativa è esercitata dallo
Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli
derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali", i
conflitti della legge 107 in materia d’istruzione, che è materia concorrente,
con la Costituzione coinvolgono de facto anche la Regione: in particolare, in
ordine all’art. 1 comma 73 è configurabile una violazione dell’articolo 3 della
Carta Costituzionale rispetto ai principi in esso sanciti di uguaglianza
formale e sostanziale. Tale disposizione prevede, infatti, che a partire dall’anno
scolastico 2016/2017 il personale docente delle istituzioni scolastiche
statali, con contratto a tempo indeterminato, sia destinatario di incarichi
triennali proposti dai dirigenti scolastici degli albi territoriali
provinciali, ne deriva un’immissione in ruolo scevra di un’effettiva
assegnazione di posto che risulta eventuale e appannaggio delle scelte del
dirigente scolastico, col rischio che le stesse assumano carattere di
arbitrarietà;
il principio
di uguaglianza richiede che situazioni uguali siano trattate alla stessa
stregua e situazioni eterogenee siano trattate in maniera diversa. Nel caso di
specie si verrebbero a creare due categorie di lavoratori, astrattamente
omogenee, ma con trattamento differente, soprattutto con riferimento alla
posizione nei confronti del dirigente scolastico;
in relazione
all’art. 1 comma 33 si ravvisa una violazione degli artt. 3, 4 e 34 della Carta
Costituzionale nella parte in cui in relazione all’alternanza scuola - lavoro,
si fa esplicito riferimento all’obbligo e non alla mera possibilità di svolgere
delle esperienze lavorative; in tal senso è da ritenersi che venga leso il
diritto al solo studio, da intendersi come formazione culturale generale e non
come formazione tesa a soddisfare le esigenze del mercato del lavoro;
in ordine al
comma 4 del novellato articolo 3 del regolamento di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 si profila la lesione dell’autonomia
degli organi collegiali a favore di un organo monocratico, il dirigente
scolastico. Difatti, il Consiglio di Istituto, diversamente dal passato non
definisce gli indirizzi del piano dell’offerta formativa (POF) ma è il dirigente
scolastico a dettare gli indirizzi per le attività della scuola e delle scelte
di gestione e amministrazione. Prima della novella il Consiglio di Istituto
dettava gli indirizzi a cui il Collegio dei docenti si doveva attenere nell’elaborare
il (POF), per poi essere adottato dal Consiglio;
con il
recente intervento normativo il legislatore ha inteso conferire un potere
soverchiante rispetto agli organi collegiali in capo al dirigente scolastico,
che può respingere le elaborazioni del Collegio o le approvazioni del Consiglio
di istituto, qualora non siano conformi agli indirizzi da lui dettati; in tal
modo, gli organi collegiali, seppur indirettamente, vengono svuotati delle loro
funzioni essenziali. Il collegio, organo tecnico professionale con competenza
in ambito pedagogico didattico potrebbe perdere o vedere fortemente depauperate
le sue funzioni. In tal guisa, la legge de qua parrebbe realizzare lo
scardinamento della distinzione delle competenze, tale scelta va nella
direzione di una lesione dell’autonomia scolastica e, quindi, di invasione o
lesione di una competenza amministrativa che esula dalla sfera statale e che,
quanto meno astrattamente, parrebbe ledere i principi di buon andamento e di
imparzialità della pubblica amministrazione di cui all’art. 97 della
Costituzione. Tale censura si riverbera sull’autonomia gestionale e
amministrativa delle istituzioni scolastiche, generando una significativa
compressione dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, oltre che
contrastare con il generale principio di ragionevolezza. Ma si possono con
questo anche prospettare conflitti di competenze fra Regione e Dirigenti
Scolastici, laddove il conferimento dei poteri e delle attribuzioni al DS
possano invadere quelle preposte alle Regioni;
per effetto
dell’art. 1, comma 108 della 1. 107, che dice: "Per l’anno scolastico
2016/2017 è avviato un piano straordinario di mobilità territoriale e
professionale su tutti i posti vacanti dell’organico dell’autonomia, rivolto ai
docenti assunti a tempo indeterminato entro l’anno scolastico 2014/2015. Tale
personale partecipa, a domanda, alla mobilità per tutti gli ambiti territoriali
a livello nazionale, in deroga al vincolo triennale di permanenza nella
provincia, di cui all’articolo 399, comma 3, del testo unico di cui al decreto
legislativo 16 aprile 1994, n. 297, e successive modificazioni, per tutti i
posti vacanti e disponibili inclusi quelli assegnati in via provvisoria nell’anno
scolastico 2015/2016", si prevede un esodo di massa dei docenti calabresi
verso altre regioni d’Italia del tutto ingiustificato, se si pensa che gli
stessi docenti destinatari di tale provvedimento hanno lavorato ad oggi per
almeno 36 mesi nelle province di appartenenza su posti scoperti, quasi tutti
attualmente disponibili. Ciò comporta un impoverimento della Regione in ordine
alle sue risorse economiche, finanziarie (gettito fiscale), umane e culturali,
visto che i docenti rientrano nel capitale umano più qualificato del
territorio, quindi ne costituiscono un fondamentale potenziale di crescita e
sviluppo. In ciò la legge lede le competenze regionali in materia di
"coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di
attività culturali", di cui all’art. 117 della Costituzione;
inoltre l’esodo
in massa dei docenti previsto per effetto dalla legge 107, art. 1, comma 108 confligge con alcuni dei principi fondamentali dello
Statuto Regionale:" il sostegno della famiglia" e "il
riconoscimento dei diritti delle fasce deboli della popolazione al superamento
delle cause che determinano disuguaglianza e disagio", art. 3 della Carta
Costituzionale. Infatti numerosi sono i casi di famiglie calabresi con
portatori di handicap in cui entrambi i coniugi sono interessati dal piano di
assunzioni previsto dalla legge 107, che rischiano, senza alcun riguardo alla
loro situazione, di essere destinati a province italiane diverse senza poter
accettare per mancanza di sostegno economico e sociale, tenendo anche conto che
la retribuzione dei docenti, non è adeguata all’ISTAT dal 2009, e ciò infrange
anche il dettato costituzionale dell’art. 36;
in merito
all’alternanza scuola-lavoro, la legge 107 che ne dispone l’obbligatorietà, nei
commi 38 e segg. dell’ art. 1, lede la competenza regionale in merito alla
formazione professionale laddove il dettato normativo statale non tiene conto
dell’effettiva disponibilità sul territorio di enti che possano sostenerne l’attuazione
e quindi pone la Regione in obbligo di ottemperare ad una funzione di
mediazione tra scuola e territorio con un preciso vincolo orario (200 ore per i
licei e 400 per gli istituti tecnici) e di curricolo a prescindere dal livello
di fattibilità locale, dalla disponibilità di enti o aziende nelle prossimità
delle sedi scolastiche interessate e dunque in modo non rispettoso dell’autonomia
prevista dall’art. 117 della Costituzione e del principio di pari opportunità
con particolare riguardo ai B.E.S. (Bisogni Educativi
Speciali);
relativamente
al comma 181, lettera e) punto 4) l’ambiguità del dettato normativo che recita
"l’istituzione di una quota capitaria per il
raggiungimento dei livelli essenziali, prevedendo il co-finanziamento dei costi
di gestione, da parte dello Stato con trasferimenti diretti o con la gestione diretta
delle scuole dell’infanzia e da parte delle regioni e degli enti locali al
netto delle entrate da compartecipazione delle famiglie utenti del
servizio" non definisce il criterio e i principi ispiratori della delega,
come previsto dall’art. 76 della Costituzione ("L’esercizio della funzione
legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di
principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti
definiti"). Infatti il comma 181, lettera e) punto 4)lascia aperta al
legislatore la possibilità di far gravare il servizio essenziale delle scuole
dell’infanzia direttamente sulle casse degli enti locali e delle Regioni con
partecipazione delle famiglie utenti del servizio, per cui si potrebbe
configurare una differenziazione e discriminazione fra le diverse realtà
territoriali, di fatto venendo meno ai dettami costituzionali dell’art.
3("È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana" principio delle pari
opportunità) e dell’art. 33 della Costituzione ("La Repubblica detta le
norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli
ordini e gradi"). Tali diritti, in base a questa delega, non sarebbero
garantiti in egual maniera su tutto il territorio e la Regione Calabria si
potrebbe trovare di fatto a dover gestire oltre che l’organizzazione
strutturale delle scuole anche quella economica con una sperequazione di
possibilità di rimuovere gli ostacoli a seconda della disponibilità propria,
dei comuni di appartenenza e delle famiglie di provenienza degli utenti,
impegna la
Giunta regionale ed il Presidente della Giunta regionale:
a promuovere
la questione di legittimità costituzionale, in via principale, ex art. 127
comma secondo della Costituzione innanzi alla Corte costituzionale avente ad
oggetto la legge statale n.l07, pubblicata in Gazzetta ufficiale il 15 luglio
2015.
(39;
17.08.2015) Nucera
“Il Consiglio regionale,
viste:
la delibera
di Giunta regionale n. 202 del 22 giugno 2015 recante "POR CALABRIA FSE
2007 -2013. Proposta di riprogrammazione del POR CALABRIA FSE 2007/2013 per il
Piano di Azione Coesione. Presa d’atto e adempimenti";
la delibera
di Giunta regionale n. 121 dell’8 aprile 2014 recante in oggetto
"Ridenominazione del Piano Ordinario Convergenza approvato con D.G.R. 234/2013 e modificato con D.G.R.
295/2013 in Piano di Azione Coesione";
la delibera
di Giunta regionale n. 234 del 27 giugno 2013 recante in oggetto "Approvazione
del Programma Ordinario Convergenza (POC) e del Sistema di Gestione e Controllo
(SiGeCo)" e la successiva delibera di Giunta
regionale n. 295 del 5 agosto 2013 che rettifica la precedente;
la delibera
di Giunta regionale n. 183 del 30 maggio 2013 recante in oggetto "POR
Calabria FSE 2007-2013. Presa d’atto del Programma Operativo Regionale Calabria
FSE 2007-2013 così come modificato dalla Decisione C(2012) 9617 del 14 dicembre
2012 della Commissione Europea ed approvazione del nuovo Piano Finanziario per
Assi Prioritari e Obiettivi Specifici Comuni ";
visti:
il
Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio, relativo
al Fondo Sociale Europeo e recante abrogazione del Regolamento (CE) n.
1784/1999;
il
Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di
coesione e che abroga il Regolamento (CE) n. 1260/1999;
il
Regolamento (CE) n. 1828/2006 della Commissione dell’8 dicembre 2006 che
stabilisce modalità di applicazione del Regolamento (CE) n. 1083/2006 del
Consiglio recante disposizioni generali FSE, sul FESR e sul Fondo di Coesione e
del Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio
relativo al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale;
la legge
regionale n. 3 del 5 gennaio 2007 ed in particolare l’articolo 12, che prevede
l’approvazione da parte del Consiglio regionale delle proposte di modifica
sostanziale agli atti di programmazione;
preso atto
che:
le risorse
confluite nel PAC, derivano dalla rimodulazione dei due programmi operativi Por
Calabria FESR e Por Calabria FSE 2007/2013. in adesione alla terza fase del
Piano di azione e coesione;
queste
risorse verranno utilizzate per il sostegno del sistema produttivo calabrese a
fronte della crisi economica (attraverso il finanziamento di misure C.d.
anticicliche) e per la salvaguardia di alcuni interventi in ritardo di
attuazione, ma considerati strategici (attraverso il finanziamento di misure C.d. di salvaguardia);
da una
valutazione sull’andamento procedurale fisico e finanziario sulle misure
adottate nell’ambito degli Assi del POR Calabria FSE 2007/2013, si rileva una
disponibilità di risorse a seguito di rinunce e revoche;
considerato
che:
il provvedimento
in oggetto riguarda una proposta di riprogrammazione del POR FSE, la cui
dotazione finanziaria complessiva viene ridotta di 110 milioni di euro, con
conseguente incremento delle risorse assegnate ad alcune misure di salvaguardia
ed anticicliche afferenti al PAC ed allegate alla presente deliberazione;
con il provvedimento
de quo si evidenzia la necessità di tutelare le iniziative ritenute strategiche
per lo sviluppo della Regione ma i cui tempi di realizzazione non si conciliano
con quelli della Programmazione comunitaria;
preso Atto
che la Seconda Commissione consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto
nella seduta del 23 luglio 2015, disponendo la riduzione della dotazione
finanziaria, pari a 6 milioni di euro, della scheda di salvaguardia 1.2
"Programma Calabriae in Work",
rideterminandone l’importo in 4 milioni di euro, con conseguente incremento di
2 milioni di euro della dotazione finanziaria della scheda anticiclica n. 6
"Aiuti alle persone con elevato disagio sociale",
delibera
di
approvare:
la proposta
di riprogrammazione del POR Calabria FSE 2007/2013 per il Piano di Azione di
Coesione ed il relativo Piano Finanziario così come indicato nell’Allegato 1
della presente deliberazione;
le schede,
allegate alla presente deliberazione, relative al Piano di Azione Coesione
2007CL00100008 per come modificate dalla Seconda Commissione consiliare”.
“Il Consiglio regionale,
vista la
delibera di Giunta regionale n. 283 dell’11 agosto 2015 recante "Adozione
della nuova proposta di riprogrammazione dei POR Calabria FESR 2007-2013
elaborata sulla base degli esiti del Comitato di sorveglianza del 31 luglio
2015", che assorbe e supera la delibera di Giunta regionale n. 247 del 27
luglio 2015;
visti:
la delibera
di Giunta regionale n. 256 del 20 giugno 2014 recante: "Adozione della
proposta di riprogrammazione del POR Calabria FESR 2007-2013 e autorizzazione
all’Autorità di Gestione a sottoporla ai membri del Comitato di Sorveglianza e
a notificarla alla Commissione Europea" approvata dal Consiglio regionale
con delibera n. 403 del 21 luglio 2014;
la delibera
di Giunta regionale n. 42 del 2 marzo 2015 recante "Risorse rinvenienti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale,
per effetto della II fase del processo di revisione del POR Calabria FESR
2007/2013, approvata dalla Commissione Europea con decisione C(2014) 8746 final del 18.11.2014. Costituzione Fondo Unico PAC" ;
il
Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul
Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di
coesione e che abroga il Regolamento (CE) n. 1260/1999; il Regolamento (CE) n.
1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo di
sviluppo regionale e recante abrogazione del Regolamento (CE) n. 1783/1999; la
decisione C(2014) 8746 final del 18 novembre 2014 con
la quale la Commissione Europea ha approvato la proposta di riprogrammazione
del POR Calabria FESR 2007-2013;
la legge
regionale 5 gennaio 2007, n. 3 "Disposizioni sulla partecipazione della
Regione Calabria al processo normativo e comunitario e sulle procedure relative
all’attuazione delle politiche comunitarie;
rilevato che
con il presente provvedimento:
si procede alla
ridistribuzione della dotazione finanziaria tra gli Assi, al fine di
riequilibrare il piano finanziario, tenendo conto delle effettive capacità di
assorbimento di ciascun Asse, in modo da certificare la spesa ed evitare il
disimpegno automatico delle risorse; si evidenzia la necessità di garantire,
attraverso la rimodulazione del piano finanziario del POR Calabria FESR
2007/2013, il pieno utilizzo delle risorse comunitarie e di salvaguardare il
volume degli investimenti, senza che ciò modifichi o alteri la strategia e gli
obiettivi del POR, al cui conseguimento contribuirà anche il PAC regionale;
preso atto
che la Seconda Commissione consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto
nella seduta del 21 agosto 2015,
delibera
di approvare
l’adozione della nuova proposta di riprogrammazione del POR Calabria FESR
2007-2013 elaborata sulla base degli esiti del Comitato di sorveglianza del 31
luglio 2015”.
“Il Consiglio regionale,
vista la
Delibera di Giunta regionale n. 302 dell’11 agosto 2015 recante "POR Calabria
FESR/FSE 2014-2020. Approvazione Documento "Strategia regionale per l’innovazione
e la specializzazione intelligente 2014-2020" e "Piano d’Azione per
la Condizionalità RIS 3 Calabria";
Vista la
legge regionale 5 gennaio 2007, n. 3 "Disposizioni sulla partecipazione
della Regione Calabria al processo normativo e comunitario e sulle procedure
relative all’attuazione delle politiche comunitarie”;
Visti:
la "Guide to Research and Innovation Strategies
for Smart Specialisation (RIS 3) del 3 marzo 2012;
il
Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni
specifiche concernenti l’obiettivo "Investimenti a favore della crescita e
dell’occupazione" e che abroga il Regolamento (CE) n. 1080/2006;
il
Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013 recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo
regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e
la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul
Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari
marittimi e la pesca, e che abroga il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del
Consiglio;
la delibera
CIPE n. 10 del 28 gennaio 2015 recante "Definizione dei criteri di cofinanziamento
pubblico nazionale dei programmi europei per il periodo di programmazione
2014-2020 e relativo monitoraggio. Programmazione degli interventi
complementari di cui all’articolo 1, comma 242, della legge n. 14712013
previsti nell’accordo di partenariato 2014-2020";
la Decisione
C (2015) 2406 della Commissione Europea recante Programmazione 2014-2020.
Osservazioni sul "Programma Operativo Regionale (POR) Calabria",
cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo sociale
europeo (FSE), nel quadro dell’obiettivo "Investimenti a favore della
crescita e dell’occupazione" per la Regione Calabria;
considerato
che:
il 18
dicembre 2014 il POR Calabria 2014-2020, con allegato il documento "Strategia
Regionale per l’Innovazione e la Specializzazione Intelligente 2014-2020",
è stato formalmente trasmesso alla Commissione europea tramite il sistema di
scambio elettronico di dati SFC;
la
Commissione, nel quadro della suddetta decisione, ha indicato gli aspetti da
integrare e rivedere della proposta di strategia di specializzazione intelligente
ai fini del soddisfacimento della condizionalità ex ante;
la strategia
di specializzazione intelligente è stata integrata e rivista, soprattutto in
merito alla razionalizzazione delle aree prioritarie di innovazione, alla
definizione degli strumenti attuativi e del quadro finanziario, al sistema di
controllo e monitoraggio, fermo restando che ulteriori integrazioni e
approfondimenti saranno sviluppati secondo modalità condivise con la
Commissione europea e contenute nel Piano d’Azione di seguito menzionato;
è stato
pertanto elaborato il nuovo documento "Strategia Regionale per l’Innovazione
e la Specializzazione Intelligente 2014-2020";
ai fini
delle ulteriori attività da assolvere per il completamento della definizione
della strategia, di concerto con i funzionari e gli esperti della Commissione
europea, è stato definito un "Piano d’Azione per Condizionalità RIS 3
Calabria" che definisce le azioni da implementare entro giugno 2016 per
rafforzare i processi di scoperta imprenditoriale nelle aree di innovazione,
affinare gli strumenti per stimolare gli investimenti privati e sostenere le
infrastrutture di ricerca, tenendo anche conto delle interazioni con gli altri
programmi nazionali e comunitari;
la strategia
di specializzazione intelligente è per sua natura dinamica e flessibile, ed è
pertanto necessario definire percorsi di definizione e coinvolgimento del
partenariato che consentano un rapido aggiornamento degli obiettivi e dei
contenuti della strategia rispetto alle evoluzioni istituzionali e
socio-economiche del contesto di riferimento;
il processo
di governance
risulta quindi un tassello di vitale e fondamentale importanza per l’efficacia
della strategia, ed elemento chiave per interpretare i cambiamenti economici e
sociali, sia regionali che globali, e sviluppare percorsi condivisi di supporto
all’innovazione e alla ricerca che siano opportunamente adeguati alle necessità
del territorio;
preso atto
che è stato autorizzato il Dirigente generale Programmazione Nazionale e
Comunitaria a notificare alla Commissione europea per il tramite dei competenti
uffici statali, il documento "Strategia Regionale per l’Innovazione Intelligente
- 2014-2020", unitamente al "Piano d’Azione per Condizionalità RIS 3
Calabria;
preso atto
che la Seconda Commissione consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto nella
seduta del 21 agosto 2015,
delibera
di approvare
la "Strategia regionale per l’innovazione e la specializzazione intelligente
2014-2020" (allegato A) e "Piano d’Azione per la Condizionalità RIS 3
Calabria" (allegato B) quali parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione”.
“Il Consiglio regionale,
vista la
Delibera di Giunta regionale n. 303 dell’11 agosto 2015 recante "Programma
Operativo Regionale Calabria FESR/FSE 2014-2020. Approvazione testo revisionato
e relativi allegati";
vista la
legge regionale 5 gennaio 2007, n. 3 "Disposizioni sulla partecipazione
della Regione Calabria al processo normativo e comunitario e sulle procedure
relative all’attuazione delle politiche comunitarie";
visti:
il
Regolamento (UE) n. 1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013 relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni
specifiche concernenti l’obiettivo "Investimenti a favore della crescita e
dell’occupazione" e che abroga il Regolamento (CE) n. 1080/2006 del
Consiglio;
il
Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013 recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo
regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e
la pesca compresi nel quadro Strategico Comune (QSC) e disposizioni generali
sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo
di coesione, e che abroga il Regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio;
il
Regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17
dicembre 2013 relativo al Fondo sociale europeo (FSE) e che abroga il
Regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio;
il
Regolamento Delegato (UE) n. 240/2014 della Commissione del 7 gennaio 2014
recante un codice europeo di condotta sul partenariato nell’ambito dei fondi
strutturali e d’investimento europei;
il
Regolamento di esecuzione (UE) n. 215/2014 della Commissione del 25 febbraio
2014 che stabilisce, conformemente al Regolamento (UE) n. 1303/2013, norme di
attuazione per quanto riguarda le metodologie di sostegno in materia di
cambiamenti climatici, la determinazione dei target intermedi finali nel quadro
dell’efficacia dell’attuazione e la nomenclatura delle categorie di intervento
per i fondi strutturali e di investimento europei;
il
Regolamento di esecuzione (UE) n. 28812014 della Commissione del 25 febbraio
2014 che, in applicazione delle disposizioni del Regolamento (UE) n. 1303/2013,
reca disposizioni comuni ai Fondi SI E per quanto riguarda il modello per i
programmi operativi nell’ambito dell’Obiettivo Investimenti in favore della
crescita e dell’occupazione;
il
Regolamento Delegato (UE) n. 480/2014 della Commissione del 3 marzo 2014, che
integra il Regolamento (UE) n. 1303/2013;
l’Accordo di
Partenariato adottato dalla Commissione europea il 29 ottobre 2014;
la
deliberazione CIPE n. 10 del 28 gennaio 2015, che ha approvato la definizione
dei criteri di cofinanziamento pubblico nazionale dei programmi europei per il
periodo di programmazione 2014-2020 e del relativo monitoraggio;
considerato
che:
il 18
dicembre 2014 il POR Calabria 2014-2020 è stato formalmente trasmesso alla
Commissione europea tramite il sistema di scambio elettronico di dati SFC;
in data 9 aprile
2015 con Decisione C (2015) 2406 la Commissione europea ha formulato le proprie
osservazioni al POR Calabria 2014/2020;
il
Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria di concerto con gli altri
Dipartimenti regionali, al fine di provvedere alla revisione del POR Calabria
2014/2020, sulla base delle suddette osservazioni, ha avviato un intenso
confronto con gli uffici della Commissione europea, della Presidenza del
Consiglio dei Ministri e dell’Agenzia per la coesione territoriale, del Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali;
la strategia
e le azioni del POR Calabria 2014/2020 sono state ridefinite anche alla luce
degli indirizzi del Programma di governo del Presidente della Giunta e tramite
un continuo confronto con il partenariato istituzionale, economico e sociale,
con il quale costantemente sono state discusse le principali priorità, da
ultimo nella seduta dei Comitato di sorveglianza del 31 luglio 2015;
rilevato che
è necessario approvare il POR Calabria 2014/2020 a valere sulle risorse del
Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e delle risorse del Fondo
sociale europeo (FSE) 2014-2020, il corrispondente piano finanziario e i
relativi allegati;
preso atto
che, così come si evince dalla Delibera di Giunta regionale n. 303 dell’11
agosto 2015 è stato demandato al Dirigente generale del Dipartimento
Programmazione Nazionale e Comunitaria la chiusura del negoziato e la
trasmissione formale alla Commissione europea, per l’approvazione finale, del
POR Calabria 2014/2020 e dei relativi allegati, ampiamente rivisti alla luce
delle osservazioni formulate in sede comunitaria e del processo negoziale
svolto con il partenariato istituzionale, economico e sociale autorizzando fin
da ora eventuali modifiche ed integrazioni ai documenti condivise in sede di
confronto finale con gli uffici della Commissione, anche funzionale all’invio
tramite SFC;
preso atto
che la Seconda Commissione consiliare ha approvato il provvedimento in oggetto nella
seduta del 21 agosto 2015,
delibera:
1. di
approvare il Programma Operativo Regionale Calabria FESR e FSE 2014-2020, il
relativo piano finanziario e il documento metodologico per l’individuazione del
set di indicatori e la quantificazione dei valori target, rispettivamente
Allegato A), Allegato B) e Allegato C) quali parti integranti e sostanziali
alla presente deliberazione;
2. di
prendere atto del II Rapporto di valutazione ex ante” allegato D), quale parte integrante e sostanziale alla
presente deliberazione”.
“Il Consiglio regionale,
vista la
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 24 del 26 maggio 2015;
premesso
che:
l’articolo
3, comma 7, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, così come
modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126, prevede che le
amministrazioni pubbliche provvedano, contestualmente all’approvazione del
rendiconto 2014, al riaccertamento straordinario dei
residui attivi e passivi riportati nelle scritture contabili alla data del 1
gennaio 2015, al fine di adeguarli al principio generale della competenza
finanziaria "potenziata";
la copertura
finanziaria delle spese reimputate, cui non
corrispondono entrate riaccertate nel medesimo
esercizio, è effettuata attraverso il Fondo Pluriennale Vincolato, da iscrivere
nel bilancio di previsione dell’esercizio 2015, distintamente per la parte
corrente e per la parte in conto capitale, per un importo pari alla differenza,
se positiva, tra i residui passivi ed i residui attivi eliminati;
considerato
che trattandosi di un’attività gestionale, meramente ricognitiva dei residui
esistenti al 31 dicembre 2014 e di un adeguamento degli stessi al principio
contabile generale della competenza finanziaria, detto riaccertamento
è adottato con un unico atto deliberativo dell’Ufficio di Presidenza,
contestualmente all’approvazione del rendiconto 2014, previo parere dell’organo
di revisione economico-finanziario, e tempestivamente trasmesso al Consiglio,
come recita il comma 8 dell’articolo 3 del D. Lgs. n.
118/2011;
verificato
che, alla conclusione del processo di riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi:
risulta come
da allegati prospetti "A” e "B" un totale di residui attivi reimputati di €.1.664.180,90 e un totale di residui passivi
reimputati di €.14.248.787,04 dal quale ne consegue
un fondo pluriennale vincolato (Allegato 5/1) da iscrivere nella parte entrate
del bilancio di previsione 2015-2017 rispettivamente:
- anno 2015
di €.12.584.606,14, di cui relativo a spesa corrente € 12.584.606,14 e relativo
a spesa in conto capitale di €. 0,00;
- anno 2016
di € 347.495,58 di cui relativo a spesa corrente €.347.495,58 e relativo a
spesa in conto capitale di €. 0,00;
- anno 2017
di €.1.708,00 di cui relativo a spesa corrente €.1.708,00 e relativo a spesa in
conto capitale di €. 0,00;
risulta come
da allegato prospetto "C" e "D" un ammontare di residui
attivi eliminati e definitivamente cancellati in quanto non correlati a
obbligazioni giuridiche attive perfezionate di €28.000.000,00 e residui passivi
eliminati e definitivamente cancellati in quanto non correlati a obbligazioni
giuridiche passive perfezionate per €. 16.941,50;
dato atto
che a seguito delle suddette cancellazioni e dell’accantonamento al fondo
rischi spese legali si origina un decremento del risultato di amministrazione
2014 al 1 gennaio 2015 di €.28.133.058,50, per cui il risultato stesso passa da
un avanzo di €.25.655.694,21, di cui allo schema di Conto consuntivo 2014, ad
un disavanzo di €. 2.477.364,29 (Allegato 5/2);
appurato che
le spese relative ai residui passivi eliminati e reimputati
alle annualità future vengono finanziate, per la parte non coperta dalle
entrate relative ai residui attivi eliminati e reimputati,
dal Fondo Pluriennale Vincolato, che corrisponde al saldo finanziario costituito
da risorse già accertate destinate al finanziamento di obbligazioni passive
dell’ente già impegnate ma esigibili in esercizi successivi rispetto a quelli
nei quali è accertata l’entrata;
tenuto conto
della deliberazione del Consiglio regionale n. 32 del 21 aprile 2015, con la
quale è stato approvato il Bilancio di Previsione 2015-2017 del Consiglio
regionale della Calabria;
considerato
che il Collegio dei Revisori dei Conti, con verbale n. 49 del 25 maggio 2015,
ha espresso parere favorevole al riaccertamento
straordinario dei residui ed alla composizione del risultato di amministrazione
al 10 gennaio 2015, nonché alle variazioni al bilancio di previsione 2015-2017
del Consiglio regionale,
delibera
di
approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 7, del D. Lgs
n. 118/2011 le risultanze della revisione straordinaria dei residui attivi e
passivi relativi agli anni 2014 e precedenti alla data del 31.12.2014, così
come indicato negli allegati prospetti A, B, C, D;
di approvare
a seguito delle operazioni di riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi:
a) l’iscrizione
del Fondo Pluriennale Vincolato da iscrivere nella parte Entrate del bilancio
2015-2017 così distinto:
- anno 2015
di €.12.584.606,14, di cui relativo a spesa corrente €. 12.584.606,14 e
relativo a spesa in conto capitale €.0,00;
- anno 2016
di €.347.495,58, di cui relativo a spesa corrente €.347.495,58 e relativo a
spesa in conto capitale €.0,00;
- anno 2017
di €.1.708,00, di cui relativo a spesa corrente €. 1.708,00 e relativo a spesa
in conto capitale €.0,00;
b) di
rideterminare il risultato di amministrazione al 01.01.2015 in €.2.477.364,29
(disavanzo), come da prospetto allegato;
c) di
approvare le variazioni al bilancio di previsione anni. 2015-2017 autorizzatorio e conoscitivo;
d) di
chiedere alla Giunta regionale la copertura del disavanzo di amministrazione
del Consiglio regionale, secondo le modalità previste dall’articolo 2, comma 2
del decreto del MEF del 02.04.2015".
“Il Consiglio regionale,
vista la
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 23 del 26 maggio 2015;
premesso
che:
l’articolo
44 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità stabilisce che l’Ufficio
di Presidenza delibera il conto consuntivo del precedente esercizio e lo
presenta unitamente alla relazione della Commissione Speciale di Vigilanza, al
Consiglio, che lo approva entro il 30 giugno;
l’articolo 3
della legge regionale 10 gennaio 2013 n. 2, prevede che il Collegio dei
Revisori di Conti rediga una relazione sul conto consuntivo del Consiglio
regionale contenente valutazioni sulla corrispondenza del conto alle risultanze
della gestione, nonché proposte per migliorare l’efficienza e l’economicità
della gestione;
il Servizio
Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale ha trasmesso, ai sensi dell’art.
44 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio, il
verbale di parificazione del conto dell’esercizio finanziario 2014 così come
rimesso dalla Banca Monte dei Paschi di Siena, Tesoriere;
Preso atto
che il Collegio dei Revisori dei Conti, con verbale n. 58 del 14 luglio 2015,
ha espresso parere favorevole all’approvazione del Conto Consuntivo del
Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2014, con le osservazioni
relative all’inventariazione dei beni e l’invito al rispetto dei limiti relativi
all’assunzione del personale;
considerato
che, per la determinazione dell’avanzo di amministrazione definitivo, con
determinazione R.G. n. 194 del 18 marzo 2015, sono state effettuate le operazioni
di riaccertamento ordinario dei residui attivi e
passivi alla data del 31 dicembre 2014, previa revisione delle ragioni di
conservazione in tutto o in parte degli stessi nelle scritture contabili dell’Ente,
ai sensi dell’articolo 3 comma 4 del D.Lgs. n.
118/2011, così come modificato e integrato dal D. Lgs.
n. 126/2014;
tenuto conto
che il conto di bilancio, dopo le operazioni di riaccertamento
ordinario alla data del 31 dicembre 2014, si chiude con le seguenti risultanze:
QUADRO RIASSUNTIVO DELLA GESTIONE FINANZIARIA
ESERCIZIO 2014
Residui Competenza
Totale
Fondo di
cassa al 01.01.2014 3.914.408,26
RISCOSSIONI
(+) 39.357.561,95 43.785.630,80 83.143.192,75
PAGAMENTI
(-) 8.789.637,27 66.079.729,60 74.869.366,87
Fondo cassa
al 31.12.2014 12.188.234,14
RESIDUI
ATTIVI (+) 1.388.951,84 28.306.191,89 29.695.143,73
RESIDUI
PASSIVI (-)
DIFFERENZA 11.237.884,28 4.989.799,38 16.227.683,66
13.467.460,07
AVANZO
(+) o (DISAVANZO (-) 25.655.694,21
considerato
che:
l’articolo
3, comma 7 del D.Lgs. n. 118 del 23 giugno 2011, così
come modificato e integrato dal D.Lgs. n. 126 del 10
agosto 2014, prevede l’obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche di
effettuare il riaccertamento straordinario dei
residui attivi e passivi esistenti al 31 dicembre 2014, al fine di adeguarli al
nuovo principio contabile della competenza finanziaria "potenziata";
l’articolo
3, comma 10 del D.Lgs. n.118 del 23 giugno 2011 così
come modificato e integrato dal D.Lgs. n. 126 del 10
agosto 2014, prevede che la quota libera del risultato di amministrazione al 31
dicembre 2014 non può essere applicata al bilancio di previsione 2015 in attesa
del riaccertamento straordinario dei residui da
effettuarsi alla data del 01.01.2015;
rilevato che,
ai sensi dell’articolo 1, comma 10, del D.L. n. 174/2012, i rendiconti di
ciascun Gruppo consiliare sono pubblicati in allegato al Conto Consuntivo del
Consiglio regionale e nel sito istituzionale della Regione;
Preso atto che
i rendiconti dei Gruppi consiliari relativi all’esercizio 2014 sono stati
trasmessi dall’Ufficio di Presidenza con nota protocollo n. 31982 del 10 giugno
2015,
delibera
di approvare
il conto consuntivo del Bilancio del Consiglio regionale, relativo all’esercizio
finanziario 2014 secondo le risultanze riportate nei prospetti allegati al
presente atto per farne parte integrante e sostanziale.”
Art. 1
(Modifiche alla l.r. 9/2007)
1. All’articolo
11 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 (Integrazioni alla legge
regionale 11 maggio 2007, n. 9 - Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario -collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002),
sono aggiunti i commi seguenti:
"5bis.
All’atto della chiusura del procedimento di liquidazione dell’Azienda regionale
per il diritto allo studio (ARDIS) di Catanzaro, il personale dipendente dalla
stessa con contratto di lavoro a tempo indeterminato è trasferito, mantenendo
la posizione giuridica ed economica in godimento, all’Azienda Calabria Lavoro
che ne dispone l’utilizzo in proprio o presso la Regione e gli altri Enti
strumentali, vigilati e controllati, mediante stipula di apposite convenzioni.
5ter. Alla
copertura degli oneri finanziari derivanti dalla corresponsione del trattamento
economico, ammontante a regime ad euro 421.709,62, provvede annualmente la
Regione Calabria con apposito stanziamento. Per le annualità comprese nel
bilancio pluriennale 2015-2017 la copertura della spesa, quantificata per l’anno
2015 in euro 194.635,21 e, per gli anni 2016 e 2017 in euro 421.709,62, è
garantita con le risorse allocate al capitolo U0331310901 (UPB
U.004.002.002.002), la cui disponibilità è contestualmente ridotta dello stesso
importo per ciascuno degli anni considerati.
5quater. La
Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al
documento tecnico previsto dall’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio
2002, n.8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria)" .
Art. 2
(Dichiarazione d’urgenza)
1. La
presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo
alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifica dell’art. 11)
1. Il comma
2 dell’articolo 11 della legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 (Provvedimento
generale recante norme di tipo ordinamentale e
finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010, art.
3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002) è sostituito dal seguente: "2.
Il fondo di garanzia previsto al comma 1 è costituito per un importo massimo di
10.000.000,00 di euro e, a tal fine, si autorizza la Giunta regionale ad
individuare la necessaria copertura attraverso una rimodulazione del PSR
2007-2013, nonché a procedere all’eventuale decapitalizzazione
dell’importo del fondo".
Art. 2
(Clausola di invarianza degli oneri)
1. Dall’applicazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico
del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio regionale,
premesso
che:
nella
programmazione 2014–2020 sono stati riproposti, nell’obiettivo tematico della
mobilità sostenibile, i grandi progetti già assunti nella programmazione 2007–2013;
relativamente
nella città di Reggio Calabria è stato finanziato lo studio di fattibilità in
merito al sistema di mobilità urbana per la somma di €. 500.000,00 nell’ambito
della programmazione FSC;
vista:
la relazione
del presidente Oliverio sulla programmazione
2014–2020, nella quale si fa esplicito riferimento alla necessità di accelerare
lo studio di fattibilità non prodotto dalle precedenti amministrazioni comunali
ed il conseguente progetto programmatico del sistema di mobilità urbano della
città metropolitana di Reggio Calabria al fine di procedere al finanziamento
dello stesso attraverso il ciclo 2014–2020 di programmazione regionale,
impegna
la Giunta
regionale a garantire il finanziamento del progetto di mobilità urbana della
città metropolitana di Reggio Calabria, così come illustrato nella relazione
del Presidente Oliverio.
Il Consiglio
regionale,
considerato
che:
nella
proposta del Por Calabria 2014/2020 alla sezione 12, linea di intervento 12.1
(nella tabella 27 in cui sono elencati i grandi progetti da attuare durante il
periodo di programmazione) non sono previsti interventi che interessano l’intera
fascia ionica calabrese;
visto che tale
carenza potrebbe ulteriormente aggravare le condizioni di isolamento che
interessano storicamente l’area ionica calabrese;
ritenuto che
l’opportunità irrepetibile offerta dal Por Calabria 2014–2020 deve indurre la
Regione a dotarsi di una strategia di sviluppo complessiva e di sistema che
possa mettere tutta la Calabria e non solo parte di essa, nelle condizioni di
rimuovere gli ostacoli strutturali che ancora oggi la trattengono in condizioni
di arretratezza e sottosviluppo e le impediscono, soprattutto a causa del
vistoso deficit infrastrutturale, ogni concreta possibilità di rilancio e di
crescita economica e sociale,
impegna
la Giunta
regionale a promuovere ogni azione utile a colmare e recuperare il deficit
progettuale e strategico di cui sopra attraverso l’integrazione del ciclo di
programmazione 2014–2020 con ulteriori risorse finanziarie da individuare nell’ambito
del Fondo sviluppo e coesione e nei fondi disposti dalla delibera Cipe del 28 gennaio, che attribuiscono al territorio
regionale le risorse derivanti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale
del Por Calabria 2014–2020, insieme all’impegno a negoziare con FSE l’inserimento,
nel proprio piano di investimenti, di interventi strategici finalizzati a
rilanciare l’area ionica calabrese.