X LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

7.

 

SEDUTA DI MERCOLEDI’ 20 MAGGIO 2015

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONINO SCALZO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO

 

 

Presidenza del Presidente Antonio Scalzo

La seduta inizia alle 13,59

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

GRAZIANO Giuseppe, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(È approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

GRAZIANO Giuseppe, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE

E’ pervenuta alla Presidenza risposta scritta alle seguenti interrogazioni numero 5 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto; numero 9 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori; numero 11 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua; numero 13 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano; numero 17 del 12 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine di lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Signor Presidente, solo per chiedere all’Ufficio di Presidenza di voler inserire nei lavori dell’odierno Consiglio regionale un ordine del giorno da me presentato al suo Ufficio e avente per oggetto “Ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato il concorso nell’anno 2014”.

Si tratta di un ordine del giorno che è alla sua osservazione e chiedo che venga inserito in coda alle interrogazioni e delle mozioni all’odierna seduta di Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Grazie consigliere Esposito. Pongo in votazione la richiesta di inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Esposito all’ordine del giorno del Consiglio.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, chiedo che sia posto all’ordine dei lavori un ordine del giorno che ho presentato, protocollo numero 24323 del 29 aprile 2015. Anche l’ordine del giorno protocollo 24326 che richiamo affinché sia inserito in coda alla discussione dell’ordine del giorno odierno.

PRESIDENTE

Il consigliere Sergio ha chiesto che vengano inseriti all’ordine dei lavori due ordini del giorno da lui presentati. Pongo in votazione la sua richiesta.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

“Interrogazioni ai sensi dell’articolo 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale”

Interrogazione numero 1 dell’8 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto: “In ordine ai moduli circolanti in Calabria per l’inserimento nell’organizzazione di "Calabria Verde"

PRESIDENTE

Passiamo al primo punto all’ordine del giorno che recita “Interrogazioni ai sensi dell’articolo 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale”.

La prima interrogazione numero 1 dell’8 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto è rinviata per assenza del proponente.

Interrogazione numero 2 del 13 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “In ordine al pagamento dell’indennità ex lege 210/1992 ed oneri accessori”

PRESIDENTE

La seconda interrogazione è del 13 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori ed anch’essa è rinviata per assenza del proponente.

Interrogazione numero 3 del 20 gennaio 2015 a firma del consigliere Battaglia: “Sull’opportunità di attivare una Task Force per la definizione di un progetto strategico che caratterizzi la presenza della Calabria all’Expo 2015”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 3 del 20 gennaio 2015 a firma del consigliere Battaglia: “Sull’opportunità di attivare una Task Force per la definizione di un progetto strategico che caratterizzi la presenza della Calabria all’Expo 2015” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

Expo Milano 2015 è una Esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno ad un tema decisivo: "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita". Expo Milano 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell’umanità;

Expo Milano 2015 è un evento di portata mondiale che si caratterizza per la sua natura corale e fonda il suo successo sul coinvolgimento di tutte le diverse realtà che ne faranno parte. Come stabilito dalle regole del BIE (Bureau International des Expositions), i Partecipanti alle Esposizioni Universali si distinguono in Ufficiali e Non Ufficiali: i Partecipanti Ufficiali sono tutti i Paesi (145) e le Organizzazioni Internazionali (3) che accettano l’invito inviato dal Governo della Nazione ospitante l’Esposizione; mentre i Partecipanti Non Ufficiali possono essere una pluralità di soggetti, istituzionali e non, che vengono autorizzati a partecipare direttamente dall’Organizzatore di ogni singola Esposizione;

data la rilevanza del tema trattato, nel 2011 il Governo Italiano ha deciso di invitare ufficialmente tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite e di aprire le porte di Expo Milano 2015 anche alle Organizzazioni della Società Civile e alle Aziende private in quanto interlocutori chiave nel dibattito mondiale sulle sfide legate all’alimentazione e al cibo. Tutti insieme, ma con modalità e target differenti a seconda del loro ruolo, saranno chiamati ad interpretare e a dare un contributo concreto al tema di Expo Milano 2015"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita";

nell’ambito del descritto quadro strategico ed operativo risulta di particolare importanza ed opportunità che la Regione Calabria programmi le necessarie iniziative ed attività con il duplice obiettivo di accreditarsi nella comunità internazionale quale territorio innovativo capace di contribuire con riflessioni, idee e proposte al complesso processo di elaborazione della Carta di Milano, nonché alla valorizzazione tematica delle proprie filiere produttive, culturali, sociali e territoriali coerenti con l’impianto di contenuto che presiede l’imminente Esposizione Internazionale;

l’imminente avvio di Expo 2015 esige uno sforzo straordinario in termini di velocizzazione delle procedure amministrative e di animazione degli stakeholder regionali al fine di non pregiudicare una efficace presenza della Calabria in occasione di Expo 2015 -:

se ed in che modo è intenzione dell’Amministrazione regionale cogliere quest’importante e strategica opportunità anche per la Regione Calabria e per i soggetti, pubblici e privati, potenzialmente interessati e connessi;

in particolare se è stato formalmente prenotato uno spazio presso il Padiglione Italia;
se sono state avviate le attività di progettazione necessarie alla definizione del progetto strategico che dovrà caratterizzare la presenza della Calabria in Expo 2015. -

se sono state avviate le attività di progettazione necessarie alla definizione del progetto di layout espositivo;

se sono state avviate le attività di sensibilizzazione, animazione e coinvolgimento delle filiere regionali produttive, culturali, sociali, territoriali ed istituzionali al fine di garantire una ampia e corale partecipazione;

se non si ritenga opportuno, vista l’imminenza e l’urgenza delle scadenze connesse, attivare una Task Force dedicata a seguire il relativo processo, anche attraverso la costituzione di una UOA dedicata e la eventuale selezione pubblica di società specializzate.”

Per la Giunta la parola al vicepresidente Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

La partecipazione della Regione a Expo Milano 2015 è stata presentata in più occasioni alle istituzioni, alle organizzazioni, alle associazioni rappresentative del territorio e dell’economia Calabria, in particolare dei settori più direttamente collegati ai temi di Expo, agricoltura sostenibile, agro-alimentare, cultura e turismo.

Expo è insieme un appuntamento ed una vetrina importante per il nostro Paese e dunque anche per la nostra Regione. Recuperando molto con un intenso lavoro che ha coinvolto più strutture regionali, abbiamo inteso dare una impostazione alla nostra presenza, considerando questa un punto di partenza nell’ambito di un percorso che inizia con l’Esposizione universale.

Più di 140 Paesi presenti alla manifestazione significano opportunità di rapporti e di relazioni nell’ambito di una strategia di internazionalizzazione che la Regione vuol mettere in campo proprio a partire da Expo 2015.

Un nuovo percorso che porterà a conquistare la giusta immagine di terra sana e bella che vuol costruire un futuro diverso e nella quale sono presenti intelligenze competenze, creatività e tanti giovani brillanti.

La task force interdipartimentale costruita con Dpcr numero 3 del 19 gennaio 2015 si sta occupando della partecipazione della Regione ad Expo 2015 per dar visibilità alla tradizione, alla creatività e alla innovazione nel settore dell’alimentazione.

Tra gli obiettivi della partecipazione vi è la valorizzazione dei prodotti agro-alimentari di eccellenza calabresi sotto il profilo culturale, qualitativo e di benessere alimentare e la promozione di un prodotto integrato territoriale sotto il profilo turistico.

In quest’ottica il dipartimento regionale turismo, in coerenza con le azioni di promozione dell’immagine del territorio e con le strategie di posizionamento del prodotto turistico regionale ha pubblicato un avviso pubblico per la promozione e diffusione di pacchetti turistici integrati promossi da tour operator, organizzazioni di viaggio e consorzi di albergatori calabresi.

La Regione sta concentrando molte attenzioni verso lo sviluppo del territorio con lo scopo di trasformare le risorse del territorio medesimo in prodotto turistico di valore utilizzando le molteplici attrazioni storiche, culturali, ambientali e gastronomiche per fare del turismo locale un’attività imprenditoriale.

Scopo della suddetta iniziativa è, appunto, quello di individuare attrattive locali turisticamente rilevanti per comporle in offerte turistiche integrate di valore; promuovere e commercializzare sia in Italia che all’estero nel periodo di svolgimento di Expo 2015.

Le attività che si stanno sviluppando mirano all’interno del più generale obiettivo a favorirei il rafforzamento dell’immagine e la promozione nazionale ed internazionale dell’offerta turistica calabrese nel suo complesso e puntano su obiettivi strategici che la nostra Regione si pone di raggiungere tra cui la possibilità di veicolare in maniera mirata le informazioni sul prodotto Calabria attraverso azioni di marketing che saranno effettuate nei mercati di riferimento con strumenti specializzati di comunicazione.

In Expo la Calabria sarà rappresentata attraverso il suo paesaggio, le sue peculiarità, la sua collocazione nel bacino del Mediterraneo, le sue unicità, la sua storia, la cultura che esprime le eccellenze agro-alimentari.

Un progetto che nei mesi di presenza a Milano sarà comunicato e valorizzato in una strategia unitaria finalizzata non solo a promuovere il patrimonio agricolo-agro-alimentare, ma pure a rafforzare l’attività turistica del territorio anche grazie ad uno specifico progetto di promozione basato su diverse iniziative tra le quali rientrano gli accordi con Alitalia per tariffe agevolate delle quali potrà usufruire chi vorrà visitare la Calabria.

In tal senso è stato definito un accordo con la suddetta compagnia area per consentire di raggiungere nel periodo di Expo gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria in tempi rapidi e con tariffe sostenibili da Milano, Roma e Torino.

Già visibile, inoltre, la campagna di comunicazione dislocata sugli accessi all’area metropolitana di Milano utilizzando le grandi infrastrutture viarie dei mezzi di trasporto, monitor, maxi schermi, led e video.

Si trovano negli aeroporti di Milano-Linate e Milano-Malpensa ed in tutti i principali scali di sistema aeroportuale italiani: Roma, Torino, Venezia, Firenze, Bologna. Nella stazione centrale di Milano, sull’autostrada di avvicinamento al capoluogo lombardo, nelle stazioni dell’intero sistema metropolitano cittadino, sui Bus del trasporto pubblico locale ed altre infrastrutture viarie cittadine.

Di particolare impatto l’allestimento bifacciale del cavalcavia sul viale Forlanini in uscita dall’aeroporto di Linate e passaggio obbligato per l’ingresso alla città con un’immagine per un totale di oltre 80 metri quadri che sintetizza il paesaggio della Calabria. Ciò al fine di intercettare l’intera utenza in arrivo a Milano nel periodo maggio/ottobre 2015 qualunque sia il mezzo di trasporto utilizzato per raggiungere la città sede dell’Esposizione universale.

Il 1° maggio il presidente Mario Oliverio, insieme al sottoscritto ed al presidente del Consiglio, Scalzo, ha inaugurato la piazzetta, lo spazio che sino al 31 luglio accoglierà per la nostra Regione i visitatori.

Tra i primi ospiti dello spazio abbiamo avuto il Ministro alle politiche agricole, Maurizio Martina, e il sottosegretario Ferri che hanno voluto complimentarsi per il curato allestimento.

L’inaugurazione è stata la prima tappa del percorso e del calendario degli appuntamenti in Expo condiviso con gli attori e le organizzazioni economiche e sociali del territorio e realizzato anche grazie alla partnership con Union Camere Calabria, soggetto attuatore e finanziatore di diverse iniziative.

La piazzetta si affaccia sul Viale del Cardo in prossimità dell’incrocio col Decumano, la via principale attraverso la quale – secondo le stime – transiteranno circa 150 mila visitatori al giorno. Lo spazio di rappresentanza e di comunicazione aperto al suo interno vede riprodotto un giardino mediterraneo che presenta alcune tra le varietà coltivate più significative per ricreare un angolo di Calabria.

Lungo le pareti è installato un sistema di video wall che rimanda immagini relative a prodotti, produzioni, paesaggi naturali e beni culturali. A ciò si aggiunga che all’interno degli spazi espositivi acquisiti dalla Regione Calabria a seguito del contratto, siglato in data 21 novembre 2014 col padiglione Italia ed Expo 2015 Spa e dell’opzione espressa con riferimento ai pacchetti Cipe proposti successivamente alla sottoscrizione del contratto medesimo, la programmazione prevede 4 settimane di iniziative culturali ed eno-gastronomiche per diffondere una nuova immagine della nostra terra con più determinazione di quanto sia stato finora.

Un programma ricco di iniziative che permetterà di godere di una vetrina internazionale di tutto rispetto. Nel contesto dello spazio espositivo a rotazione di padiglione Italia la Calabria sarà presente per tre settimane ed il programma è variegato. Già a partire dalla prima settimana dal 26 giugno al 2 luglio quando sarà in prima linea il rapporto tra l’artigianato ed i prodotti alimentari locali. Nella seconda settimana dal 14 al 20 agosto 2015 via libera al percorso con la mostra di eventi in collaborazione con la Soprintendenza ai beni culturali con la caratterizzazione della Calabria quale luogo storico in termini di nutrimento per il pianeta. Si pensi che proprio in Calabria è nato il primo villaggio agricolo d’Europa.

A seguire nel medesimo mese di agosto la terza settimana sarà dedicata all’agro-alimentare. L’ultima settimana di presenza – quella tra il 25 e il 30 settembre – vedrà la Regione Calabria protagonista di tutto il patrimonio Italia. Nel suo specifico, nel contesto della settimana sono state programmate sei conferenze nell’Auditorium di Palazzo Italia per un totale previsto di quasi 1.400 partecipanti; workshop, convegni ed iniziative similari.

Sei eventi conviviali nel ristorante Vip di Piazza Italia, sei iniziative di carattere comunicativo seminariale nella sala Alta delegazione e quindi uno o più laboratori di working oppure incontri nella sala meeting.

Tre eventi culturali e di spettacolo, concerti e balletti, rappresentazioni all’aperto.

Fra le altre iniziative programmate da realizzare in collaborazione con Unioncamera Calabria quale soggetto partner e attuatore importantissime sono le azioni di incoming, di buyers, delegazioni istituzionali che si svolgeranno sul territorio calabrese.

Durante il periodo di Expo e il progetto di Expo Calabria all’estero finalizzato all’approvazione delle eccellenze calabresi presso i migliori ristoranti di tutto il mondo.

Tra le attività in calendario anche la collaborazione con le Università calabresi, attraverso l’approvazione degli start up dedicati al settore della nutrizione unitamente alla possibilità per 20 giovani stagisti di costruire relazioni internazionali durante la permanenza nello stand Calabria.

Da menzionare il progetto collaterale ad Expo, realizzato a valere dei fondi Cipe dall’Expo ai territori, finalizzato alla promozione delle produzioni di cipolla rossa di Tropea e del bergamotto durante il periodo della esposizione universale.

Rilevante è stato il giudizio di Alberto Mina, direttore vicario, contenuti e territori padiglioni Italia Expo 2015 che ha dichiarato testualmente: “…le scelte della Regione Calabria sono state coerenti ed hanno l’obiettivo di usare le opportunità che Expo rappresenta per raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. Abbiamo definito un piano di partecipazione che risponda alle caratteristiche peculiari di Expo e che permette un accesso privilegiato ed unico al sistema di internazionalizzazione delle relazioni.”

Nel ricordare alcune delle iniziative promosse dalla Regione, Mina, ha voluto riconoscere l’impegno e la coerenza nel lavoro portato avanti dal presidente Oliverio e dallo staff della Regione Calabria che ha curato la programmazione necessaria.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Battaglia, a lei la parola per la replica.

BATTAGLIA Domenico Donato (Partito democratico)

Non è una replica ma è solo una dichiarazione di soddisfazione per la particolarmente corposa ed articolata risposta del vicepresidente Ciconte. Per cui l’augurio è che Expo abbia una ricaduta sui nostri territori che vada oltre il 31 ottobre. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Battaglia.

Interrogazione numero 4 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “In ordine alla sospensione parziale, in via provvisoria e di autotutela, del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 94 del 19 settembre 2014”

PRESIDENTE

Passiamo alla interrogazione numero 4 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “In ordine alla sospensione parziale, in via provvisoria e di autotutela, del decreto del Presidente della Giunta regionale numero 94 del 19 settembre 2014” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 11 settembre 2014, l’Izs delle Venezie, Centro di referenza nazionale per l’apicoltura, ha dato notizia della presenza, nel territorio del comune di Gioia Tauro, del coleottero “Aethina Tumida”, parassita infestante le colonie degli alveari. Il rinvenimento del parassita è stato effettuato il 5 settembre 2014 da parte del personale dell’Università di Reggio Calabria, facoltà di Agraria;

in data 12 settembre 2014, è seguita nota protocollo 18842 a firma del direttore generale del Ministero della salute, avente ad oggetto “Accertamento della presenza di Aethena Tumida” in Calabria”, con cui il Ministero ha “suggerito” alla Regione Calabria, le iniziative da adottare;

in ottemperanza a una nota emessa dal Ministero della salute, con decreto numero 94 del 19 settembre 2014, pubblicato sul Burc numero 50 del 14 ottobre 2014, il Presidente della Giunta regionale pro tempore ha emesso “Ordinanza contingibile ed urgente a tutela del patrimonio apistico Regionale e Comunitario per rinvenimento di Aethina Tumida in alveari del territorio di Gioia Tauro”;

l’ordinanza in oggetto, dopo aver previsto una “zona di protezione” per un raggio di 20 Km e una “zona di sorveglianza” per un raggio di 100 Km (con coinvolgimento di quasi la totalità del territorio calabrese) ha indicato una serie di misure per controllare gli allevamenti apistici;

con detta ordinanza è stato disposto, in particolare che: a) “in caso di rilevamento di adulti o stadi larvali di Aethina Tumida sì dovrà disporre la chiusura delle aperture d’accesso dì tutte le arnie, l’immediato sequestro dell’intero apiario e, successivamente previa tempestiva emanazione di apposita ordinanza da parte dell’Autorità competente locale (D.G. delle ASP), provvedere alla distruzione dell’intero apiario...”; b) All’interno dell’area di protezione è vietata ogni attività di movimentazione (in entrata e uscita) per i prossimi 30 gg. Successivamente, se non interverranno altre segnalazioni di infestazioni gli spostamenti, potranno effettuarsi solo all’interno della zona di protezione per motivi contingenti e solo se l’apiario sarà giudicato indenne daAethina Tumida dai servizi veterinari competenti per territorio. Ogni spostamento dovrà compiersi con mod. 4 di scorta, redatto dai servizi veterinari competenti. I corpi di polizia territoriali vigileranno sull’esatto adempimento del suddetto divieto di movimentazione “;

detta ordinanza è stata impugnata dagli Apicoltori presso il Tar della Regione Calabria, sede di Catanzaro, e che il suddetto Tar, rilevata la drasticità della misura adottata dall’amministrazione regionale ha chiesto, con provvedimento del 19 dicembre 2014 (N. 01856/2014 Reg. Ric.) approfondimenti a sostegno di essa al Ministero della Salute. La causa è stata così rinviata al 19 febbraio 2015;

alla luce di quanto precede, gli apicoltori che hanno la sfortuna di avere anche un solo coleottero in una sola arnia, sono costretti a subire la distruzione di tutto il loro intero apiario, con danni incalcolabili. E che in ogni caso, la loro capacità di movimentazione è fortemente limitata, circostanza che impedisce sviluppo e crescita della loro attività;

tali danni hanno duplice valenza. Innanzitutto minano la salvaguardia dell’eco-sistema. Le api, infatti, assolvono a una funzione fondamentale per l’impollinazione e quindi per la frutta, la verdura e l’erba medica di cui si nutrono gli allevamenti di bestiame. In secondo luogo compromettono l’unico settore della zootecnia che non registra flessioni e anzi nel recente passato ha manifestato segnali di crescita. A tale proposito, vale la pena sottolineare che il settore dell’apicoltura calabrese coinvolge circa 450 aziende e 1200 lavoratori (80 mila gli alveari presenti in regione);

ad oggi gli apiari “bruciati” a seguito del rinvenimento del coleottero sono circa 3.600, con un danno economico che supera i due milioni e mezzo di euro;

la distruzione degli interi apiari, oltre a determinare un danno incommensurabile ad apicoltori e ambiente, è illogica e inefficace, in quanto stermina gli apiari ma non eradica il coleottero, che è un insetto con capacità di volo di oltre 10 Km e può vivere anche al di fuori; il fuoco, tra l’altro, fa scappare i coleotteri vivi presenti nelle arnie. La conferma di ciò è data dal fatto che a distanza di quasi due mesi vengono rinvenuti coleotteri giornalmente, e giornalmente seguono i roghi;

secondo gli studi della categoria, l’insetto non è dannoso per l’uomo e nei paesi (Usa, Sud Africa, Australia, Costarica, Canada) dove vive ormai da anni è tenuto sotto controllo dagli apicoltori, i quali vi convivono stabilmente;

l’Anai (Associazione nazionale apicoltori italiani) si è espressa contro questo sistema di lotta, mentre l’Una-Api (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani), con nota del 12 novembre 2014, ha sottolineato come: “Misure draconiane e improvvide, quali la distruzione massiva di alveari e la limitazione della movimentazione di apiari, hanno grande e drammatica rilevanza economica e occupazionale per la sopravvivenza di apicoltori e apicoltura, ma soprattutto per l’impollinazione e quindi per gran parte delle importantissime produzioni agrarie di quei territori”;

si rende, pertanto, non procrastinabile un’attività politico-amministrativa finalizzata alla parziale sospensione del su citato decreto 94 del 2014, in via di autotutela, in attesa di una definitiva pronuncia da parte dell’Autorità giudiziaria amministrativa;

per tutte le argomentazioni sopra indicate, tale sospensione andrebbe pertanto limitata ai soli capi a) e b) indicati al superiore punto 5) -:

se ritenga opportuno disporre una parziale e provvisoria sospensione, in via di autotutela e nei limiti sopra specificati, del decreto in argomento.”

La parola al Vicepresidente della Giunta, consigliere Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta

A quale interrogazione siamo? Alla tre?

PRESIDENTE

No, siamo alla interrogazione numero 4. Abbiamo appena discusso l’interrogazione numero 3. L’interrogazione numero 2 a firma del consigliere Mangialavori va in coda perché il consigliere era momentaneamente assente.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta

In ordine alla sospensione parziale in via provvisoria di autotutela del decreto del Presidente della Giunta regionale numero 94 del 19 settembre 2014, con ordinanza del Presidente della Giunta regionale numero 94/2014 il Presidente della Regione sulla scorta del Ministro della salute disponeva la distruzione degli interi apiari a seguito dal rinvenimento di un coleottero nocivo nell’area di Gioia Tauro.

Il dipartimento agricoltura ha esposto con nota 23 ottobre 2014 indirizzata al Ministero della salute che la normativa nazionale prevede la distruzione del solo alveare colpito e non dell’intero apiario. Il Ministero della salute confermava la correttezza delle determinazioni assunte senza chiarire l’incongruenza delle stesse rispetto alle previsioni normative.

Lo stesso dipartimento regionale rispondeva con nota 19 novembre 2014 al dipartimento per le politiche europee le criticità derivanti da danni economici derivanti dalla suddetta misura.

Con la programmazione Psr Calabria 2014-2020 e con le misure previste dal Regolamento Ce 1234/2007 programmazione triennale 2014/2017 e annuale sono stati messi in campo tutti gli strumenti a disposizione per attutire i danni registrati soprattutto in questi ultimi anni dall’apicoltura calabrese.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Ciconte. La parola al consigliere Mangialavori per la replica.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie signor Presidente, mi sembra che la risposta sia alquanto generica perché vorrei sapere quali strumenti sono stati messi in campo da questa amministrazione per risolvere il problema. Questa risposta non mi dà assolutamente nessuna indicazione, pertanto non posso considerarmi soddisfatto.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mangialavori.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Chiedo scusa, Presidente, visto che la risposta mi lascia insoddisfatto intervengo solo per dire che vorrei far capire l’importanza di questo settore per la Calabria. Per cui, a prescindere da risposte formali, invito la Giunta regionale ad impegnarsi affinché questo settore, che è il secondo in Italia per produzione di miele, possa avere delle soluzioni che la Calabria deve offrirgli.

Interrogazione numero 5 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto: “Sulla revoca della concessione alla SOGAS S.p.A..”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 5 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto che è assente.

Pertanto l’interrogazione è rinviata.

Interrogazione numero 6 del 27 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Per il sostegno economico ai familiari delle vittime sul lavoro”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 6 del 27 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Per il sostegno economico ai familiari delle vittime sul lavoro” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la legge regionale del 26 febbraio 2010, numero 11 modificata dalla legge regionale 20 dicembre 2011 numero 45 ha disciplinato gli “Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro”;

la deliberazione della Giunta regionale numero 140 del 27 marzo 2012 ha approvato il relativo Regolamento numero 1 del 2012;

le risorse complessivamente messe a disposizione dall’amministrazione sono state 500 mila euro, di cui 450 mila sul bilancio 2014 e 50 mila sul bilancio 2015;

con decreto numero 13749 del 19 novembre 2014 (Registro dei decreti della Regione Calabria) del dirigente del dipartimento numero 10, settore lavoro, sono stati pubblicati gli “elenchi per interventi di solidarietà a favore dei familiari di lavoratori e lavoratrici deceduti o gravemente invalidi”;

tale decreto ha giuridicamente accertato la sussistenza di 105 domande, di cui ammissibili e finanziabili 21 pari ad € 488 mila, ammissibili e non finanziabili 33, non ammissibili 51;

urge predisporre gli strumenti economici necessari a garantire la prestazione di che trattasi, prima di tutto ai 33 istanti che non hanno registrato come soddisfatta la loro richiesta per incapienza dei fondi messi a disposizione;

occorre, in secondo luogo, un ulteriore impegno per l’accesso al beneficio di eventuali successive domande pervenute all’Ente. Il tutto, nel rispetto della procedura sancita dalla legge e dal regolamento sopra citati;

la tragica realtà delle “morti bianche” o dei gravi infortuni sul lavoro costituisce una piaga endemica del mondo del lavoro;

per contrastarla occorre predisporre quante più misure necessarie a prevenire il costante ripetersi di tali tragedie;

sussiste in capo alla Regione il dovere sia normativo che politico di offrire un concreto e tangibile sostegno ai familiari colpiti dalla sofferenza, dal dolore, dallo strazio e dai disagi materiali che susseguono a siffatti eventi;

le “morti bianche” o quanti riportano gravi infortuni sul lavoro non possono essere catalogati solo in termini di numeri, fascicoli o pratiche. E che l’intervento teso ad alleviare le materiali difficoltà delle loro famiglie risponde a un principio di inderogabile solidarietà umana e istituzionale che deve sovraintendere e ispirare ogni politica sociale;

pertanto, non è procrastinabile un’attività politico-amministrativa di sostegno alle famiglie colpite da eventi così strazianti che incidono sui loro basilari diritti afferenti alla vita quotidiana e alle prospettive future -:

se per l’anno corrente, a parziale modifica di quanto già sancito dalla precedente amministrazione, intende rifinanziare il Fondo in questione in misura pari o superiore al 2014 (450 mila euro). E ciò al fine di soddisfare, prioritariamente, i diritti dei familiari la cui domanda è stata dichiarata ammissibile ma non finanziabile per incapienza dei fondi già messi a disposizione. E, secondariamente, per assicurare l’accesso ad altri eventuali istanti.”

Dovrebbe rispondere l’assessore Guccione. La parola al vicepresidente Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Per quanto riguarda questa interrogazione, considerato che la risposta dovrebbe essere fornita dallassessore al lavoro che è assente per motivi personali e familiari, chiedo se sia possibile rinviarla alla prossima seduta.

Credo sia corretto.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Ne prendo atto, sembra una seduta di fine legislatura, vedo un’apatia generalizzata. Capisco che ci sono le competizioni elettorali e molto probabilmente le tante assenze sono dovute a questo e forse si poteva pensare di far dopo questa seduta di Consiglio.

Detto questo, mi do io la risposta e do io la risposta alle famiglie delle vittime sul lavoro. Anzi non la do io, ma l’ha già data questa Giunta regionale in quanto nel capitolo, nel bilancio che abbiamo approvato non più tardi di un mese fa, non c’è neanche un euro. Per questo la risposta la do io a tutti quanti e ringrazio la Giunta.

PRESIDENTE

Consigliere Mangialavori, voglio ribadire che, anche per garbo istituzionale, è sempre stata prassi consolidata in quest’Aula che in caso di assenza di un assessore le interrogazioni siano rinviate.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Non c’è problema, ho voluto solo dare una risposta che è già sotto gli occhi di tutti.

Interrogazione numero 7 del 27 gennaio 2015 a firma del consigliere Bevacqua: “Sul programma stage 2008”

PRESIDENTE

Interrogazione numero 7 del 27 gennaio 2015 a firma del consigliere Bevacqua: “Sul programma stage 2008”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’art. 117 comma II della Costituzione italiana prevede la tutela del lavoro come materia di competenza legislativa concorrente Stato-Regione;

l’art. 3 della Costituzione prevede l’impegno delle istituzioni nell’attuazione dell’uguaglianza sostanziale, con rimozione degli ostacoli di ordine economico-sociale limitativi della libertà ed eguaglianza dei cittadini;

il «Programma Stages» che trova compiuto riconoscimento giuridico nella legge regionale numero 26 del 12 novembre 2004 recante “Incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria dell’economia della conoscenza” ha tra le finalità enunciate dall’articolo 1 anche quella di “realizzare un sistema integrato di interventi, orientato alla valorizzazione del capitale cognitivo dei giovani quale elemento decisivo per lo sviluppo della società calabrese”(comma 1) e di “...promuove un percorso d’eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che abbiano conseguito laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione ...” (comma 2);

con la legge regionale numero 8 del 19 aprile 2007, la Regione Calabria ha modificato ed integrato l’articolo 3 della legge regionale numero 26 del 12 novembre 2004, istituendo ufficialmente il Programma Stages concedendo “ai giovani laureati particolarmente meritevoli un premio a titolo di riconoscimento di livelli d’eccellenza nella formazione universitaria”;

il Progamma Stages, durato dal 20 ottobre 2008 al 20 ottobre 2010 e dell’importo complessivo di € 12.000.000,00 - finanziato per buona parte con fondi comunitari (FSE) 2000/2006 - 2007/2013 e per la restante parte con fondi regionali derivanti dalla riduzione dei costi di funzionamento della struttura organizzativa del Consiglio e della Giunta regionale - si è rivelato un pregevole investimento in termini di formazione del know-how e di capitale umano;

la Regione Calabria con l’articolo 14 della legge regionale numero 8 del 2010 rubricato “Programma Stages” (così come sostituito dall’articolo 10 della legge regionale numero 23 del 2010, e successivamente modificato dall’articolo 1 della legge regionale numero 32 del 2010) “al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenze già acquisito dai giovani impegnati nel Programma Stages” si impegnava ad erogare un contributo annuo di € 10.000,00 a favore degli Enti che si fossero impegnati a stipulare con gli ex stagisti le tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore a 12 mesi di lavoro;

con legge regionale numero 36 del 2012 il Consiglio regionale della Calabria ha stabilito di finanziare ulteriori sei mesi di attività;

con Delibera della Giunta regionale numero 160 del 10 maggio 2013 si delegava l’Assessorato al Lavoro a “chiedere con urgenza al Governo centrale l’immediata apertura di un tavolo tecnico per l’esame e la ricerca delle soluzioni normative e finanziarie da mettere in campo a favore dell’emergenza lavoro in Calabria” e del precariato nel quale figurano, così come riportato nella relazione del Dirigente Generale, Avv. Bruno Calvetta, allegata alla delibera, accanto “ai bacini di precariato «consolidato», si aggiungono, per effetto della legge regionale numero 23 del 2010, un ulteriore quantitativo di giovani laureati calabresi «programma Stages»;

con legge regionale numero 1 del 2014 si prevedeva l’istituzione di due elenchi regionali, uno relativo ai lavoratori LSU-LPU e l’altro ai lavoratori delle leggi regionali numeri 15 del 2008, 28 del 2008 e 8 del 2010 - cui appartengono, in virtù dell’articolo 14, i lavoratori ex stagisti - al fine di attivare procedura di stabilizzazione e proroga dei lavoratori di cui alla suddetta delibera di Giunta regionale numero 160 del 10 maggio 2013;

con Decreto numero 377 del 22 gennaio 2014 del Dirigente del Dipartimento 10 “Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato” della Regione Calabria, avente ad oggetto Avviso Pubblico previsto dall’articolo 1 della legge regionale numero 1 del 13 gennaio 2014 finalizzato all’inserimento negli elenchi regionali dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità e dei lavoratori di cui alle leggi regionali numero 15 del 2008, 28 del 2008 e 8 del 2010”, gli ex stagisti venivano esclusi dai costituendi elenchi in quanto, pur essendo lavoratori ex lege numero 8 del 2010, non rispondevano al requisito di partecipazione di cui all’articolo 2 (“rapporto di utilizzo in essere o alla data del 15 gennaio 2014 o alla data del 01 settembre 2013) in quanto a quelle date avevano già cessato i loro rapporti di lavoro;

le Organizzazioni sindacali hanno inoltrato una richiesta di incontro dei lavoratori “Programma Stages 2008” di cui alla legge regionale numero 26 del 2004 al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale, mediante la quale si rileva come dal “corpus complessivo delle norme regionali è emerso, senza ombra di dubbio, il riconoscimento dello status di Precari, peraltro confermato dalla delibera di Giunta regionale numero160 del 2013” e si sollecita un rapido rientro nelle PP.AA. di tali lavoratori individuando un percorso che porti alla soluzione definitiva della vertenza;

gli ex stagisti, al fine di rispondere nel lontano 2008 alla scommessa della Regione Calabria di trattenere e/o far rientrare i suoi migliori laureati all’interno delle Pubbliche amministrazioni (lo slogan del “Programma Stages” era il seguente: “La Calabria chiama; i più bravi rispondono”) rinunciavano a rapporti contrattuali in essere, presso aziende private del centro-nord Italia -:

quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e definitiva soluzione alla suddetta questione, al fine di non vanificare il pregio dell’esperienza sotto il profilo dell’apporto di valido e formato capitale umano all’interno delle Amministrazioni pubbliche calabresi ed al fine di non vanificare l’investimento economico assunto nel corso degli anni.”

Anche su questa interrogazione risponderà l’assessore Guccione, pertanto verrà rinviata.

Interrogazione numero 8 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sulla omessa operatività del Registro tumori di popolazione della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 8 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sulla omessa operatività del Registro tumori di popolazione della regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera di Giunta regionale del 25 marzo 2010 numero 289 è stato approvato il Progetto per la realizzazione del Registro tumori di popolazione della regione Calabria;

con detta decisione era stata prevista l'articolazione del Registro con la creazione di una rete di 3 Registri tumori Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria, dotati ciascuno di autonomia organizzativa e gestionale;

secondo i dati forniti dall'Associazione Italiana Registri tumori (Airtum) in Italia esistono oltre quaranta registri di popolazione che monitorano le condizioni di salute di circa 30 milioni di abitanti;

tali dati sono essenziali per comprendere le tipologie del cancro, le cause, il tipo di trattamento riservato, la sua specifica efficacia, l'evoluzione della malattia, l'adeguatezza o meno della prevenzione e l'importo delle spese sanitarie;

la raccolta di detti elementi offre un ulteriore contributo al contrasto di patologie così gravi;

nonostante la menzionata previsione dell'esecutivo regionale, allo stato, detto Registro, non risulta essere nella sua completa, coordinata ed effettiva operatività;

per tale ragione alcuni consigli comunali (come Vibo Valentia e Nicotera) hanno già deliberato di impegnare i rispettivi sindaci e le giunte per interpellare i responsabili regionali;

anche altri consigli comunali (come Zambrone) sono in procinto di adottare analogo provvedimento al fine di ottenere la reale attuazione del Registro tumori;

la mancanza della piena operatività ed efficacia di tale strumento non consente di acquisire, su scala regionale, tutti i dati e gli elementi in argomento e già sopra specificati;

in virtù di quanto sopra esposto sussiste evidentemente in capo alla Regione il dovere di dare a detto Registro concreta attuazione -:

se intenda sollecitare gli enti competenti ad attivarsi affinché tale Registro sia reso operativo ed efficace.”

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo scusa, Presidente, per carità io mi esprimo pure, ma le interrogazioni di solito le esponevamo prima rispondere.

(Interruzione)

No, giusto perché sarebbe stato meglio far conoscere agli altri il motivo dellinterrogazione.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Se volete ne do lettura. Non ci sono problemi.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Non c’è problema.

Qui ci sono due problemi da affrontare - e al consigliere Mangialavori vorrei dire che ci sono state già due sedute della Commissione sanità in cui il consigliere Mirabello ha portato all’attenzione dell’aula queste problematiche -, c’è una vecchia delibera di Giunta del 2010 in cui si diceva che bisogna costruire i registro tumori dell’area Catanzaro-Vibo Valentia; Crotone-Cosenza e Reggio Calabria. Il problema qual è? Ci sono dei registri tumori solo sull’area Catanzaro/Vibo Valentia che è stata già accreditata mentre, al contrario, quella di Cosenza dovrebbe essere accreditata a breve e manca quello di Reggio Calabria.

Credo che oggi ci sia anche una normativa nazionale del Ministero della salute - della quale bisogna anche tener conto, a mio avviso - che dice che bisogna valutare nel 2014 e bisogna fare un registro tumori regionale, probabilmente unico. Ma una volta costituito quello per queste aree potremmo costruire il registro tumori.

Quindi la Giunta regionale si prodigherà e si metterà d’accordo anche con il Presidente della terza Commissione, sanità, per valutare di - anche il Consiglio potrebbe farlo - presentare una legge regionale per fare in modo che nella regione ci sia un registro tumori .

Penso sia giusto, quindi questa interrogazione credo verrà accolta dalla Giunta e dal Consiglio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie assessore per la risposta. Mi sembra che quello di Vibo Valentia non sia accreditato come registro tumori, ma, a parte questo, auspico che nel più breve tempo possibile si possa dare alla Calabria uno strumento fondamentale, del resto penso sia massimo l’impegno del consigliere Mirabello nel far funzionare questo importante istituto.

Ritorno un attimo sulla proposta fatta dal consigliere Bevacqua nei giorni scorsi: penso che l’istituzione dell’ennesima Commissione di inchiesta sia assolutamente inutile. Penso che si debba partire – senza polemica, questo è un mio pensiero – dai lavori già svolti nella precedente consiliatura, che sono migliorabili e perfettibili, senza perder ulteriore tempo.

Lavorare su quello che c’è, migliorarlo laddove è possibile farlo e mi auguro che in un settore come questo siano valutate e prese in considerazioni tutte le opinioni provenienti da qualsiasi gruppo consiliare, perché è un problema che riguarda tutti e da tutte le parti possono arrivare buone idee. Grazie.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Posso dare una notizia, Presidente? Chiedo scusa. Io ho i dati che mi ha dato il dirigente Zito che mi dice che il registro dell’Asp di Catanzaro è stato accreditato Airtum.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Catanzaro sì, io parlavo di Vibo Valentia.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Siccome le aree dovevano essere…

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Sono registri diversi. Quello di Vibo Valentia non è ancora accreditato.

Interrogazione numero 9 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sui servizi e aumento delle tariffe dei trasporti pubblici”

PRESIDENTE

Do lettura della interrogazione numero 9 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sui servizi e aumento delle tariffe dei trasporti pubblici”. “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con decreto del 13 agosto 2013 numero 11954, assunto al protocollo al numero 1335, codice n. 85/13, emesso dal dirigente del settore "Trasporto pubblico locale, Piano regionale dei trasporti, reti immateriali" è stata disposta la ricognizione delle tariffe vigenti dall'1/8/2013 per effetto dell'adeguamento biennale all'inflazione (D.G.R. n. 362 dell'11/8/2011; D.G.R. n. 568 del 16/12/2011);

con deliberazione di Giunta regionale del 9 dicembre 2013 numero 468 è stato deliberato in ordine ai servizi di trasporto pubblico locale su gomma: pubblicazione relazione di cui all'art.34, co. 20 e 21 del D.L. 179/2012; determinazione del termine di scadenza dell'affidamento; approvazione schema atto integrativo, contratti di servizio;

con delibera di Giunta regionale dell'8 aprile 2014 numero 124 è stato deliberato in ordine al seguente oggetto: servizi di trasporto pubblico locale. Programmazione del servizi per l'anno 2014;

per come dettagliatamente specificato in detta deliberazione, l'attuazione del sopra citato Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale ha comportato una variazione di spesa del settore;

con deliberazione di Giunta regionale numero 316 del 28 luglio 2014 è stata pertanto approvata la programmazione dei servizi di TPL su gomma - secondo semestre 2014;

con deliberazione numero 425 del 10 ottobre 2014 è stata approvata, dalla Giunta regionale, la riprogrammazione dei servizi di TPL anche conseguentemente all'art. 41 del D.L. 12;

essenzialmente, gli atti sopra menzionati disciplinano condizioni, modalità, termini dei servizi di che trattasi;

in conseguenza di tali decisioni, le tariffe dei servizi dì trasporto pubblico locale su gomma hanno subito, in un breve arco temporale, un significativo incremento;

a causa di tali aumenti si sono registrati vari disagi, specie per quanti usano il trasporto pubblico locale quotidianamente;

tali disagi si sono tradotti in difficoltà economiche, specie per le famiglie che registrano uno o più componenti, spesso studenti, che usano il trasporto pubblico con regolarità,

proprio nella giornata dello scorso 2 febbraio, gli studenti dell'area delle Preserre (area del comune di Acquaro e dintorni) hanno protestato contro l'aumento del ticket;

all'unisono, gli studenti lamentano un progressivo aumento del ticket, la mancanza di qualsiasi agevolazione per quanti registrano più familiari che fanno uso di tale pubblico trasporto e un graduale impoverimento sulla qualità del servizio stesso;

tali disagi sono generalizzati e diffusi su ampia scala e, infatti, gli incomodi lamentati dagli studenti delle Preserre sono condivisi anche da altri pendolari di diverse aree;

la complessità della disciplina e l'osservanza alle inderogabili disposizioni del settore, non impediscono e non esimono la Regione dal dovere di offrire riscontri amministrativi concreti, per rimuovere o alleviare tali considerevoli inconvenienti -:

se intende adottare misure tese a migliorare le condizioni di viaggio dei pendolari (all'insegna del decoro e dell'adeguatezza) e a bloccare, calmierare, razionalizzare gli aumenti dei prezzi dei biglietti regionali, in considerazione dei suddetti disagi causati ai passeggeri.

La parola all’assessore ai trasporti e lavori pubblici, De Gaetano

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

La questione delle tariffe è regolata dal comma 3 dell'articolo 5 della legge regionale numero 56 del 2013 che ha previsto in un biennio l’incremento del 20 per cento delle tariffe extraurbani e del 42 per cento per i servizi urbani, a fronte di una riduzione compensativa dei corrispettivi per le aziende di trasporto del 5 per cento, con un risparmio di circa 6 milioni di euro.

La riduzione delle predette tariffe comporterebbe la necessità di reperire circa 6 milioni di euro e in questo momento c’è una grossa difficoltà nel bilancio regionale e oltretutto la questione più importante è che – come saprete – il Ministero assegna dei fondi per il trasporto pubblico locale.

Nell’assegnazione dei fondi c’è una premialità che è di circa 21 milioni di euro. Uno dei parametri per dare questa premialità è proprio relativo all’aumento dei fondi che vengono dalle tariffe. Questa riduzione comporterebbe la quasi certezza di non prendere questa premialità di 21 milioni di euro.

Capite bene che sarebbe una somma che dovrebbe trovare la Regione o si dovrebbero tagliare i servizi per una cifra corrispettiva.

Queste sono le difficoltà.

Tuttavia, stiamo valutando insieme all’assessorato alle politiche sociali la possibilità di individuare altre somme in bilancio, altre risorse o anche attraverso fondi europei, la possibilità di dare sgravi alle famiglie che versano in condizioni economiche difficili.

Uno dei parametri potrebbe essere l’Isee. Stiamo valutando di fare delle riduzioni per le famiglie bisognose o per quelle famiglie che hanno più abbonati, ci sono famiglie che hanno due o tre figli da mandare a scuola e questo pesa in maniera rilevante sul bilancio familiare.

Stiamo cercando di trovare lo strumento per finanziare una simile operazione che andrà fatta insieme al collega Guccione per le politiche sociali.

E’ questo l’unico strumento che potremmo avere: andare incontro alle giuste esigenze delle famiglie calabresi per evitare che l’aumento colpisca tutti in maniera indiscriminata.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la replica. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie assessore, in questo caso sono soddisfatto e mi auguro che questo provvedimento possa trovare una sua attuazione nel più breve tempo possibile, perché, effettivamente, le famiglie che hanno più figli hanno molti disagi.

Mi auguro che nel più breve tempo possibile si possa arrivare ad una soluzione di questo tipo. Grazie mille.

Interrogazione numero 10 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua: “Sul programma Stage 2008”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 10 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua: “Sul programma Stage 2008”. Questa interrogazione è legata alla interrogazione 7 e pertanto si rinvia.

Interrogazione numero 11 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua: “Sul riavvio collegamenti tra gli scali calabresi e le località turistiche regionali”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 11 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua: “Sul riavvio collegamenti tra gli scali calabresi e le località turistiche regionali” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'art. 65 della l.r. 13/85 stabilisce che la Regione Calabria riconosce nelle attività promozionali un necessario strumento operativo rivolto a definire l'immagine unica dell'offerta turistica calabrese nel suo complesso e, in particolar modo, assume iniziative mirate a divulgare la conoscenza della regione nelle sue varie componenti e a realizzare attività anche ai fini della commercializzazione del prodotto turistico della Calabria;

i commi a), b), c), d), e), f), g), h), del citato art. 65 L.R. 13/1985, evidenzia le iniziative per il conseguimento delle predette finalità;

il D.D n. 9631 del 05 agosto 2014 veniva notificato dal dipartimento n. 9 settore n. 4 della Regione Calabria alle società consortili affidatarie dei servizi di TPL su gomma (A.D.M, Consorzio Autolinee Due, Co.Me.Tra, S.C.A.R., T.R.C., Trincai) in data 06 agosto 2014 (prot. N. 254885/SIAR) recando in oggetto "Collegamenti tra gli scali calabresi e le località turistiche regionali";

il predetto D.D. n. 9361/2014, recante in oggetto "Azioni di rinforzo per il traffico aereo attraverso attività di promozione e collegamenti intermodali tra gli scali calabresi e le destinazioni turistiche regionali. Integrazioni e rettifica del decreto n. 8299 del 10 luglio 2014", dava effettivo avvio ai servizi di cui trattasi;

il "Piano Regionale di Sviluppo del Turismo sostenibile per il triennio 2011/2013", approvato con delibera del Consiglio regionale n. 140/2011, è stato prorogato, per la sola annualità 2014, con deliberazione della Giunta regionale n. 234 del 30 maggio 2014;

i servizi di cui in oggetto alla presente interrogazione, oltre a risultare essenziali per garantire la reale fruizione dell'offerta turistica calabrese, appaiono indispensabili al fine di mantenere i collegamenti della zona della Sibaritide e dell'alto Tirreno cosentino con gli scali aeroportuali di Crotone e Lamezia Terme;

il mancato rinnovo della convenzione con le società consortili affidatarie ha privato, de facto, gli studenti e i lavoratori della Sibaritide e dell'alto Tirreno cosentino della possibilità di usufruire di collegamenti regolari e congrui mediante servizi di TPL su gomma con gli scali aeroportuali di Crotone e Lamezia Terme, producendo evidenti disagi e oggettive difficoltà la cui risoluzione si palesa come urgente e improcrastinabile -:

quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e opportuna soluzione alla suddetta questione”.

La parola all’assessore ai trasporti e lavori pubblici, De Gaetano.

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

L’interrogazione riguarda il riavvio dei collegamenti tra gli scali calabresi e le località turistiche regionali.

Questo era stato fatto negli anni scorsi tramite il dipartimento turismo che utilizzava fondi della Comunità europea. Abbiamo parlato con il dipartimento turismo che sta predisponendo il bando - se non è già aperto, stanno per far aprirlo.

Dovremmo, anche quest’anno, nel 2015 riattivare i collegamenti da Sibari verso Crotone, sia i collegamenti che vanno dalla costa ionica reggina verso Lamezia Terme e Reggio Calabria e da Tropea verso Lamezia Terme. Cioè tutti i collegamenti che servono le località turistiche nel periodo estivo.

Il periodo dovrebbe andare da giugno ad ottobre, come lo scorso anno, quindi l’operazione sta per ripartire. Dovremmo, pertanto, soddisfare le giuste esigenze che hanno sia gli operatori turistici che i turisti che vengono in Calabria, ma anche i cittadini calabresi che usufruiscono di questo servizio per andare verso gli aeroporti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere per la replica. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Non per replicare, ma per esprimere la soddisfazione per la risposta avuta che mi è stata comunicata per iscritto da parte del suo assessorato. Vorrei semplicemente chiedere attenzione sui tempi, perché siamo già a maggio. Giugno è fra pochi giorni, quindi credo sia necessario accelerare l’iter e stare addosso alla burocrazia al fine di rispettare un impegno preso già per iscritto da lei e per offrire un servizio ai tanti turisti e calabresi che hanno difficoltà nel muoversi nel nostro territorio. Grazie.

 

 

Interrogazione a risposta scritta numero 12 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano: “Sulla riduzione del cofinanziamento nazionale nell’ambito della programmazione comunitaria 2014-2010”

PRESIDENTE

Interrogazione a risposta scritta numero 12 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano: “Sulla riduzione del cofinanziamento nazionale nell’ambito della programmazione comunitaria 2014-2010”. “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel corso della riunione svoltasi mercoledì 28 Gennaio 2015, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), varando il quadro finanziario nazionale relativa alla programmazione comunitaria 2014-2020, ha proceduto ad una drastica riduzione della quota del cofinanziamento nazionale;

tale riduzione nel dettaglio prevede che a fronte di fondi strutturali UE per lo Sviluppo Regionale (FESR) e sociale (FSE) pari a 32.686 milioni di Euro, il cofinanziamento nazionale in senso stretto si attesterà a 20.085 milioni di Euro per un totale di 52.771 milioni di Euro ( di cui 61,2% dei fondi UE e 38,8% dei fondi nazionali);

complessivamente il taglio del cofinanziamento nazionale sarà di 7,4 miliardi di Euro;

la riduzione del cofinanziamento della programmazione totale inciderà sulle dotazioni di Campania, Calabria e Sicilia, con un abbattimento da 4,4 miliardi di Euro ai tre Piani Operativi Regionali (POR) e una riduzione da 2,9 miliardi alla quota dei piani operativi nazionali destinata al Sud;

secondo uno studio compiuto dal Sole 24 Ore, la penalizzazione per la Calabria è di oltre 800 milioni di Euro;

il Governo, nell'ambito della delibera CIPE, si sofferma sulla possibilità di finanziare con le risorse in questione una “programmazione complementare” parallela che si incroci con piani strategici di azione e coesione finanziati anche con il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC);

l’interrogante evidenzia come nella riduzione dei trasferimenti del Mezzogiorno si salvaguardino esclusivamente i due piani nazionali per l’occupazione e per la scuola, trascurando il settore infrastrutturale, strategico per la ripresa economica, determinando un ulteriore distacco della regione Calabria dal centro-nord del Paese -:

se e quali iniziative la Regione Calabria intenda assumere per tutelare e rilanciare il sistema produttivo ed infrastrutturale della Regione Calabria, in relazione agli interventi penalizzanti previsti dal Governo nazionale;

se ed in che modo la Regione Calabria voglia determinarsi, in merito alla “programmazione complementare” parallela, accennata e non approfondita dal Governo nazionale.”

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Il piano finanziario dei programmi operativi a valere sui fondi strutturali è ripartito tra risorse comunitarie e nazionali, fondi statali e regionali. La Regione ha definito un programma operativo plurifondo, approvato dalla Giunta il 15 luglio 2014 e dal Consiglio regionale il successivo 21 luglio.

Nel rispetto dei tempi previsti dai Regolamenti comunitari il 22 luglio 2014 il Por Calabria 2014/2020 è stato censito sul sistema informatico con un livello di cofinanziamento regionale pari a 50 per cento.

La dotazione del Programma operativo della Regione Calabria 2014/2020 ammontava complessivamente ad euro 3 miliardi 568 mila 421 mila,260 e a 1 miliardo 784 mila 217,630 a valere sui fondi comunitari.

Il Governo ha proposto alle Regioni – tra queste la Calabria – di ridurre il tasso di cofinanziamento al 25 per cento.

Nel corso del confronto che si è aperto su questo tema, le Regioni hanno espresso un orientamento favorevole a patto che fossero fornite idonee garanzie attraverso impegni formali riguardo l’impiego sul territorio regionale della quota di risorse di cofinanziamento non comprese nel Por. Tanto al fine di non pregiudicare la continuità delle politiche di sviluppo sia con riferimento all’ammontare delle risorse sia alle modalità per il loro utilizzo.

In sede di conferenza Stato-Regioni, il Governo nello scorso novembre ha offerto ampie garanzie sulla territorialità delle risorse e di questo sono state tempestivamente informate le Regioni.

Il dato: in data 18 dicembre 2014 il Programma operativo che recepisce la riduzione del cofinanziamento al 25 per cento che tiene conto delle ultime modifiche dell’accordo di partenariato è stato censito dal sistema informatico della Cee ed è stato trasmesso al Governo e alla Commissione europea.

Nella delibera Cipe approvata nella seduta del 28 gennaio 2015 il punto 2 “Programmi di azione e coesione” ci precisa che le risorse derivanti dalla riduzione del cofinanziamento resteranno allocate ai medesimi territori ai quali erano inizialmente destinati. Per cui la riduzione del cofinanziamento statale pari ad euro 832 mila 634 mila 634,894, applicato dal Programma operativo, sarà finalizzata per interventi sul territorio regionale di concerto con il Governo.

Tanto premesso la riduzione del cofinanziamento, di fatto, non rileva ai fini delle strategie di sviluppo regionali e non rappresenta uno svantaggio rispetto agli investimenti in termini di infrastrutture e sistemi produttivi poiché la Regione avvierà in parallelo al negoziato sul Por un confronto col Governo per individuare gli interventi strategici che ricomprenderanno interventi sui temi mensionati.

Tali interventi saranno finalizzati a rafforzare in particolare – e non in via esclusiva – le azioni previste negli Assi 1, 3, 4, 5, 6 e 7 del Por Calabria 2014/2020 seguendo un percorso operativo che consentirà una programmazione più flessibile e complementare rispetto a quella comunitaria.

Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano per la replica. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Assessore non sono affatto convinto della sua risposta, non perché non mi abbia dato dei dati certi ma perché il Governo non dà dei dati certi e perché continuiamo, anche negli ultimi giorni, a subire tagli ai finanziamenti per il sud ed anche per la Calabria e ne siamo tutti a conoscenza.

Vorrei che ci fosse una azione più incisiva da parte della Giunta regionale nei confronti del Governo Renzi per i tagli che vengono quotidianamente effettuati nei confronti di questa Regione oltre che di tutto il meridione.

Credo che questo gap fra la Calabria e le altre regioni del centro e del settentrione continui ad allargarsi e non è vero che nei piani di azione e coesione si stiano destinando fondi alle regioni del sud, non sta accadendo.

Chiedo fermamente che ci sia una azione più incisiva da parte della Giunta regionale nei confronti del Governo e su questo ho pure detto e precisato che siamo anche convinti e determinati a fare un unico fronte politico se ciò fosse necessario. Non è più accettabile aumentare le divergenze fra nord e sud come sta accadendo in questo momento che fra i più nefasti per il meridione. Grazie.

Interrogazione numero 13 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano “Sulla messa in sicurezza del Ponte Molinello nel Comune di Cariati (CS)”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione numero 13 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano “Sulla messa in sicurezza del Ponte Molinello nel Comune di Cariati (CS)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Strada Statale 106 ha un’estensione complessiva di 491 chilometri di cui 415 nella regione Calabria, nota alle cronache come la “strada della morte”, per i numerosi incidenti avvenuti negli ultimi decenni;

l’interrogante pone all’attenzione un tratto specifico della sopraccitata arteria stradale;

nel comune di Cariati (Cs), all’altezza dello svincolo verso Terravecchia ossia sul ponte “Molinello” è stato disposto un senso unico alternato, regolamentato da un impianto semaforico, con un limite massimo di 30 chilometri orari e divieto di sorpasso allo scopo di evitare l’aggravamento dei problemi strutturali;

allo stato attuale, il ponte Molinello risulta compromesso da estesi ed evidenti fenomeni di degrado delle superfici murarie;

l’ANAS, riconoscendo la straordinaria pericolosità del tratto stradale, ha provveduto alla realizzazione provvisoria di questo sistema viario in attesa della realizzazione dei lavori di messa in sicurezza, ad oggi - come risulta all’interrogante - mai avviati;

tale decisione tuttavia sta comportando pesanti conseguenze per un territorio - quello della costa jonica calabrese - dotato di una sola via di comunicazione, appunto la SS 106;

è stato registrato un forte incremento del livello di traffico veicolare che sta completamente congestionando i comuni dell’Area coinvolta e nello specifico a Città di Cariati;

l’Area di riferimento risulta strategica sul piano regionale e nazionale, in quanto caratterizzata dalla presenza di infrastrutture di massima importanza: Porto di Cariati, Porto di Corigliano, Porto di Ciro Marina, Porto ed Aeroporto di Crotone -:

se e quali iniziative intendano assumere al fine di sollecitare un intervento immediato da parte dell’ANAS, per garantire l’incolumità degli utenti e mettere in sicurezza definitivamente l’infrastruttura onde evitare disagi ai comuni dell’Area interessata ed ulteriori tragici incidenti stradali.”

La parola all’assessore ai trasporti e lavori pubblici, De Gaetano.

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

Questa è una questione molto complicata ed urgente. Il sottoscritto ha già effettuato due riunioni con i sindaci dell’area di Cariati ed abbiamo sollecitato l’Anas - perché come saprete quello è un ponte di competenza Anas non è di competenza regionale – ad intervenire rapidamente.

L’Anas ci ha girato una relazione molto tecnica che darò al collega Graziano e che non vi leggo perché sarebbe molto lunga.

Farò solo delle considerazioni più di carattere politico su questa questione.

Il problema che abbiamo riferito all’Anas è che con questo ponte chiuso la carreggiata è inibita al traffico per metà e c’è un semaforo che alterna le macchine su quella strada. Questo rende la circolazione molto problematica e soprattutto nel prossimo periodo estivo – che si sta avvicinando rapidamente – potrà causare disagi notevoli per quel centro.

Sapete benissimo che Cariati dal punto di vista turistico è un centro importante che vede quadruplicare la propria popolazione nel periodo estivo.

Abbiamo segnalato all’Anas, al capo compartimento Marzi, che abbiamo la necessità e l’urgenza di far questo intervento prima dell’estate, per evitare file chilometriche sulla Statale 106 che è uno dei tratti più complicati; è un tratto molto stretto che passa nel centro del paese e provoca disagi addirittura anche nella provincia di Crotone confinante.

Abbiamo anche messo a disposizione tecnici della protezione civile calabrese per fare più rapidamente. Lui ha risposto che ha già reperito le risorse da parte dell’Anas nazionale e che ha difficoltà sulla procedura della gara d’appalto. Noi abbiamo detto che siamo disponibili come Regione anche a sostituirci, utilizzando però i loro fondi, svolgendo una gara di protezione civile che è una gara molto snella e rapida, per realizzare il ponte prima dell’estate.

Aspettiamo risposta nel giro di qualche giorno. Lei ritiene che non ci siano i presupposti giuridici, noi riteniamo di sì, ma è una cosa su cui deve rispondere l’Anas che ci ha comunque comunicato che farà la procedura più veloce possibile e credo che la gara partirà subito.

Non so se riusciremo a risolvere il problema per la fine dell’estate, attraverso una procedura ordinaria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Questa volta sono abbastanza soddisfatto della risposta del governo regionale che si è adoperato fattivamente per risolvere questa problematica che riguarda non solo Cariati ma tutto il traffico che si riversa sulla Strada Statale 106.

Certamente il punto cruciale è che questi lavori debbano partire e possibilmente dovrebbero essere completati prima dell’estate perché chiaramente se non dovesse esser così questa estate diventerà veramente impossibile attraversare la Statale 106 in Calabria.

Grazie comunque della risposta.

Interrogazione numero 14 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sul finanziamento della biblioteca di Soriano Calabro ex lege 19/1995”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 14 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sul finanziamento della biblioteca di Soriano Calabro ex lege 19/1995” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con legge numero 19 del 1995 la Regione Calabria: “In applicazione degli articoli 3 e 56 dello Statuto, aderisce all’Istituto della Biblioteca Calabrese, con sede in Soriano Calabro, istituito dalla Comunità Montana dello Alto Mesima, allo scopo di raccogliere, conservare e rendere fruibili i segni della cultura calabrese”;

l’articolo 3 della citata legge ha previsto un contributo annuo, da parte della Regione Calabria, per garantire l’operatività e la presenza di tale biblioteca;

la biblioteca è sorta nel 1979 grazie soprattutto al lavoro generoso e rigoroso del preside Nicola Provenzano e di altri volontari;

originariamente, il polo culturale sorse come “Centro culturale del folklore e delle tradizioni popolari”, poi consolidato definitivamente come Istituto della Biblioteca Calabrese;

tale biblioteca costituisce per la Calabria uno dei più importanti presidi culturali, apprezzato ben oltre i confini regionali;

detto istituto vanta un patrimonio libraio unico, composto da testi rari e antichi d’inestimabile valore. Ad oggi, sono circa 50 mila i volumi presenti nella biblioteca. I testi coprono molteplici segmenti culturali: storia, letteratura e filosofia, arte e archeologia, minoranze linguistiche, dialetti, folklore, geologia, paleontologia, paletnologia, musica, flora, fauna, moda, gastronomia;

la biblioteca, inoltre, da più di due lustri pubblica “Rogerius”, una propria rivista culturale e bibliografica semestrale;

i finanziamenti regionali sono stati concessi dalla Regione fino al 2011;

è rimasto inevaso un residuo di competenze erogate fino al 2011. E infatti con comunicazione del 19 dicembre 2014 il funzionario responsabile del dipartimento Cultura, Istruzione e Ricerca Scientifica ha comunicato di essere stato autorizzato a versare la somma di € 23.345,52 giusta decreto numero 15054 del 5 dicembre 2014 a titolo di: “Saldo del contributo assegnato per le attività svolte da codesto Istituto nell'ano 2011”;

anche da tale comunicazione si evince come per gli anni successivi al 2011 la Regione non ha corrisposto alcuna somma per il mantenimento di tale biblioteca;

il rilancio della cultura è il presupposto di ogni processo di crescita civile. Una politica funzionale a uno sviluppo armonico della società non può prescindere da scelte tese a valorizzare la cultura di una comunità e il suo senso identitario;

l’Istituto della Biblioteca Calabrese costituisce uno dei polmoni culturali della Calabria e quindi suo organo di vitale importanza;

la permanenza di tale biblioteca va tenacemente e prioritariamente perseguita sia per il patrimonio librario custodito, sia per le sue innumerevoli potenzialità di aggregazione sociale: presentazione libri, convegni, finalità educative e didattiche -:

se intende adottare, sin dal corrente anno, misure idonee ad assicurare la presenza e il mantenimento dell’Istituto della Biblioteca Calabrese, con sede in Soriano Calabro, mediante erogazione del contributo già previsto dalla legge regionale 19/1995 o di altra somma comunque congrua a garantire la sua regolare attività.”

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Ne avevamo già parlato durante la discussione del bilancio. Ho saputo da parte del dipartimento competente che solo fino al 2011 è stato assegnato qualcosa alla biblioteca di Soriano, dopo di che non è stato più assegnato nulla.

E’ evidente che ci saranno oggi dei bandi nuovi, tra l’altro ci sarà la possibilità di poter partecipare perché ritengo che la biblioteca di Soriano – ha ragione il consigliere Mangialavori – sia qualcosa che va al di là della provincia di Vibo Valentia ed è positivo cercare di trovare quelle somme che sono necessarie al suo funzionamento.

Siamo fortemente convinti e l’abbiamo detto in sede di discussione del bilancio che ci saremmo fatti anche carico di dare, in sede di assestamento di bilancio, dei fondi necessari per far funzionare bene la biblioteca.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la replica. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie, assessore Ciconte, anche di questo abbiamo parlato nell’ultima seduta di Consiglio. So benissimo che è dal 2011 che la biblioteca di Soriano non riceve somme, tant’è che anche nel presentare questa interrogazione lo esplicito dicendo “da tale comunicazione si evince come per gli anni successivi al 2011 la Regione non ha corrisposto alcuna somma per il mantenimento di tale biblioteca…”.

So bene, quindi, che è dal 2011 che la biblioteca non percepisce alcuna somma dalla Regione. Questo non deve far pensare a chi adesso governa che dato che per 3 anni non ne ha ricevuti si possa fare a meno di pensare in futuro a questa istituzione che esplica le sue funzioni per tutta la Calabria.

Credo che la somma che serviva per mantenere questo gioiello fosse assolutamente irrisoria e mi auguro – non ho dubbi – che nell’assestamento si voglia dare a questa istituzione quel che merita e che, ripeto, è un valore per tutta la nostra regione.

Confido in voi, sarò da pungolo nell’assestamento e ripresenterò l’emendamento e spero che lei si alzi e mi dica “non c’è bisogno, può ritirare questo emendamento perché ci abbiamo pensato noi”. Solo allora sarò soddisfatto, ma ora non posso esserlo. Grazie.

Interrogazione numero 17 del 12 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sulla soppressione linee ferroviarie da parte di Trenitalia. Rischio di depotenziamento del settore turistico e disservizi per i pendolari”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 17 del 12 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sulla soppressione linee ferroviarie da parte di Trenitalia. Rischio di depotenziamento del settore turistico e disservizi per i pendolari” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

da diversi anni si registrano numerosi disagi relativi a ritardi, disservizi, soppressione di treni e fermate nelle stazioni ferroviarie della Calabria;

a conclusione dell’incontro svoltosi a Roma pochi giorni fa, tra i rappresentanti di Rfi e le segreterie delle federazioni nazionali dei trasporti, il responsabile della holding del gruppo Fs ha presentato il progetto che prevede, dal prossimo mese di giugno, la dismissione di una nave e l’operatività di un solo mezzo nell’arco delle 24 ore;

per come anche riportato dai mezzi d’informazione, Fs ha ufficializzato che a partire dal cambio orario programmato per il 13 giugno saranno soppressi tutti gli intercity giorno724-728- 723-727- e l’intercity notte 784-785;

in tal modo la “continuità territoriale” nazionale sarà rappresentata da 2 treni notte e da un nave che effettuerà 18 corse per i treni rimasti e le merci;

dal canto suo, il ministro Maurizio Lupi ha tuttavia assicurato che non ci saranno ripercussioni sulla qualità dei servizi. Per discutere della questione, a breve ci sarà un incontro tra il Ministro e il Governatore della Regione Sicilia;

ove si concretizzassero i dichiarati tagli, la situazione dei collegamenti ferroviari calabresi potrebbe registrare un progressivo peggioramento, con disagi per lavoratori e studenti, che sono i principali utenti di un servizio pubblico essenziale;

avvicinandosi la stagione estiva, tale ridimensionamento porterebbe inevitabilmente ad un calo del turismo ed in una regione come la Calabria, a vocazione turistica, ciò sarebbe un dato negativo;

i grandi investimenti ferroviari non sono mai stati concentrati in maniera omogenea sul territorio nazionale. E infatti il Sud e la Calabria registrano, nel settore, ritardi inaccettabili -:

se considerate le scelte di Trenitalia e i tagli operativi dal prossimo 13 giugno ritenga necessario intraprendere un’adeguata iniziativa istituzionale, al fine di impedire che la Calabria rischi nel trasporto ferroviario qualsivoglia penalizzazione dell’utenza giornaliera e di quella estiva;

se ritenga necessario stimolare un tavolo di confronto col Ministro ai Trasporti, col Governatore della Regione Sicilia e i rappresentanti di Trenitalia, per discutere le scelte fin qui operate e promuovere un piano di investimenti funzionale al rilancio del trasporto su ferro nella nostra regione”.

La parola all’assessore ai trasporti e lavori pubblici, De Gaetano.

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

Presidente, in merito a questa interrogazione presentata dal collega Mangialavori, noi già in data 17 febbraio abbiamo aperto un tavolo di confronto fra il Presidente della Giunta regionale, il sottosegretario ai trasporti Umberto Del Basso De Caro, gli amministratori delegati di Ferrovie dello Stato e Trenitalia, Michele Mario Elia e Vincenzo Soprano.

Abbiamo posto una serie di problemi tra cui quello di questi paventati tagli sui quali eravamo ovviamente contrari. Abbiamo richiesto due cose in particolare tra cui evitare la fermata di Napoli di una coppia di Frecce Argento che viaggiano sulla linea tirrenica da Reggio Calabria a Roma, per accelerare di circa 35 minuti il percorso con la capitale. Abbiamo richiesto un aumento, una integrazione di alcuni treni che erano stati tagliati.

Hanno risposto che andava fatta una discussione al Ministero poiché questi treni sono assegnati tramite il contratto di servizio che si fa tra lo Stato italiano – dato che sono treni a lunga percorrenza – e Trenitalia.

Il contratto in essere è scaduto il 31 dicembre 2014 – è in una fase di prorogatio – e nel nuovo contratto si andrà a rimodulare tutta una serie di situazioni.

Noi abbiamo già presentato le richieste per iscritto tra cui ci sono anche quelle iscritte in questa interrogazione. Questa è una decisione ministeriale non di Trenitalia che finanzia i treni a lunga percorrenza. Faremo una pressione sul Ministero affinché si possano reintegrare una serie di convogli che sono stati tagliati e di inserire qualche convoglio nuovo.

Abbiamo fatto una richiesta nella missiva che abbiamo mandato, visto che Trenitalia ha acquistato i famosi Pendolini e Freccia Rossa 1000, di spostare sulla nostra tratta qualche convoglio nuovo che si libererà sulle tratte in cui andranno i nuovi treni ad alta velocità.

Su questo c’è una interlocuzione tra noi e il Ministero dei trasporti. Abbiamo fatto richieste specifiche e faremo ancora più pressioni affinché il Ministero acconsenta a queste sacrosante richieste da parte della Regione Calabria.

A maggior ragione nel momento in cui c’è una difficoltà sul trasporto stradale, vista la situazione che abbiamo sul Ponte Italia che, come saprete, è crollato e questo comporta delle difficoltà di circolazione dal punto di vista stradale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie, assessore, sono soddisfatto.

Interrogazione numero 18 del 18 febbraio 2015 a firma del consigliere Irto: “Sullo stato di evoluzione della 2^ fase del bando di cui al POR Calabria FSE 2007/2013 - Asse II e Asse III”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 18 del 18 febbraio 2015 a firma del consigliere Irto: “Sullo stato di evoluzione della 2^ fase del bando di cui al POR Calabria FSE 2007/2013 - Asse II e Asse III”.

Essendo assente il proponente, l’interrogazione è rinviata.

Interrogazione numero 19 del 18 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Italcementi di Vibo Valentia, progetti di rilancio economico, di riqualificazione ambientale, occupazione dei dieci dipendenti collocati in mobilità e rimasti senza alcuna occupazione lavorativa e concessione, in loro favore, della cassa integrazione straordinaria in deroga”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 19 del 18 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Italcementi di Vibo Valentia, progetti di rilancio economico, di riqualificazione ambientale, occupazione dei dieci dipendenti collocati in mobilità e rimasti senza alcuna occupazione lavorativa e concessione, in loro favore, della cassa integrazione straordinaria in deroga”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’Italcementi, azienda operante nel settore edile, di rilevanti dimensioni economiche, con importanti ricadute produttive in altri ambiti ha chiuso battenti oltre ventiquattro mesi fa;

la vicenda ha avuto importanti riflessi, specie sotto il profilo ambientalistico e lavorativo;

nelle varie fasi della vertenza, di per sé particolarmente complessa, sono state coinvolte la Regione Calabria, il ministro pro tempore dell’economia e l’Ufficio territoriale del governo di Vibo Valentia;

la peculiarità del territorio vibonese, afflitto da un elevato tasso di disoccupazione, implica doverosa, approfondita e costante attenzione;

l’obiettivo dichiarato da tutti i soggetti coinvolti nella vertenza (sia istituzionali che di associazioni varie) ha avuto quale finalità precipua la reindustrializzazione dell’area e la riconversione produttiva del sito;

a tal fine sono stati elaborati vari progetti, i quali rappresentano un’importante opportunità per l’occupazione e l’ambiente di tutto il territorio circostante;

in merito alle sorti dei lavoratori occorre precisare che circa 60 unità sono state reimpiegate in altri stabilimenti o strutture, per altri è stato incentivato il prepensionamento, 10 dipendenti, invece, sono stati collocati in mobilità;

nonostante le risorse umane e politiche impiegate, a tutt’oggi non è stato avviato alcun piano di rilancio industriale e/o economico dell’area;

la ricaduta negativa è stata per molti versi drammatica. Oltre al trasferimento di molti lavoratori, in 10 sono rimasti senza alcuna occupazione e ben 400 lavoratori dell’indotto hanno subito gli effetti negativi di tale chiusura;

non è ipotizzabile una crescita dell’economia locale che prescinda da progetti di rilancio dell’attività industriale, da ancorare a un’inderogabile e preliminare esigenza di salvaguardia ambientale;

l’impoverimento costante che imperversa in ogni area della regione rappresenta una priorità politica, la quale va affrontata con determinazione, concretezza ed efficacia;

il Tavolo già attivato per le vicende della vertenza di che trattasi, presso il Ministero dello Sviluppo economico, non è mai stato chiuso, né però risulta operativo;

urge, altresì, prioritariamente interessarsi alla sorte dei dieci ex dipendenti dell’Italcementi rimasti privi di qualsiasi occupazione o di trattamento pensionistico.

più specificamente, questi dieci lavoratori fino al 14 settembre 2014 hanno percepito i benefici della cassa integrazione e che, dal 14 settembre al 14 dicembre 2014 avrebbero avuto diritto a percepire la cassa integrazione in deroga. -

se intenda azionarsi, anche con l’attivo coinvolgimento dei soggetti deputati, in primis prefettura e organizzazioni sindacali, per individuare un possibile sbocco lavorativo in favore dei dieci dipendenti dell’ex Italcementi collocati in mobilità, privati di qualsiasi occupazione o trattamento pensionistico. Tanto più se si considera che il loro status di mobilità incentiva la collocazione sul lavoro grazie alle agevolazioni di legge;

se per questi dieci lavoratori intenda sollecitamente azionare gli strumenti normativi e amministrativi di sua esclusiva competenza per la concessione della prescritta cassa integrazione straordinaria in deroga, limitatamente al periodo di competenza (settembre-dicembre 2014);

se intenda inserire nell’agenda di governo la questione della riqualificazione ambientale e della riconversione dell’area in cui esercitava l’attività l’Italcementi;

se intenda, pertanto, offrire concreta prospettiva a progetti di sviluppo mirati alla rivalutazione dell’area di che trattasi;

se intenda chiedere, all’uopo, la riattivazione del Tavolo già istituito per le vicende della vertenza in questione presso il ministero dello Sviluppo economico, non più operativo.”

La parola al vicepresidente Ciconte.

(Interruzione)

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Penso sia di competenza dell’assessore Guccione.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

E’ di competenza dell’assessore Guccione. Quindi la rinviamo.

PRESIDENTE

Allora è rinviata.

Interrogazione numero 20 del 23 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sul depotenziamento centro trasfusionale di Lamezia Terme”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 20 del 23 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Sul depotenziamento centro trasfusionale di Lamezia Terme” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la legge 311/2004, preso atto dello squilibrio economico nel settore sanitario, ha disposto la necessità di procedere ad una ricognizione delle cause che lo determinano e ad una elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, riqualificazione e potenziamento del servizio sanitario regionale;

ai sensi della medesima norma i ministeri della Salute, quello dell’Economia e finanze e la Regione hanno stipulato apposito accordo per determinare, fra l’altro, gli inderogabili obiettivi di livelli essenziali di assistenza;

anche in virtù dell’evoluzione normativa e amministrativa del settore è stato pertanto approvato il Piano di rientro con delibera di giunta regionale numero 845 del 16 dicembre 2009;

con deliberazione del Consiglio dei ministri, nella seduta del 30 luglio 2010, il Presidente della Regione Calabria è stato nominato commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario;

nell’ambito di tale piano è stata decisa la riorganizzazione del sistema trasfusionale, preliminarmente discussa in sede di comitato tecnico consultivo regionale per le attività trasfusionali;

con decreto del Presidente della Giunta regionale numero 58 del 26 giugno 2014, in qualità di commissario ad acta per l’attuazione del su cennato piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario è stata disposta la riorganizzazione del sistema trasfusionale in argomento;

per come si legge nell’allegato A di detto decreto presidenziale 58/2014 Riorganizzazione del sistema trasfusionale regionale: Le attività di medicina trasfusionale sono parte integrante dei livelli di assistenza garantiti dal Servizio Sanitario Nazionale;

per come riconosciuto dal medesimo atto: Tutti i paesi dell’Unione europea considerano ormai il problema del sangue e degli emoderivati come critico e strategico nell’ambito delle politiche socio-sanitarie comunitarie;

il punto 7 di detto allegato dispone la riorganizzazione della rete trasfusionale. Più dettagliatamente, il punto 7.4.2. riorganizza il Dipartimento trasfusionale Area Centro e, testualmente, recita: Il servizio trasfusionale di Lamezia Terme garantisce, all’interno dell’area dipartimentale, le attività di base svolte in regime di h 6;

tale disposizione, di fatto, declassa un centro di così vitale importanza per la sanità di riferimento. E infatti, attraverso tale depotenziamento il centro trasfusionale lametino è trasformato in mera emoteca;

occorre sottolineare come tale decisione sia destinata ad avere ripercussioni gravissime sia per l’utenza ordinaria che per i vari reparti dell’ospedale di Lamezia Terme;

il centro trasfusionale di Lamezia Terme, infatti, non soltanto è presidio sanitario fondamentale per i malati di talassemia, anemia e delle altre patologie ematiche dell’area di riferimento, ma assolve anche a una fondamentale importanza per le urgenze mediche;

mediante la disposta gestione di tale servizio da parte dell’ospedale "Pugliese" di Catanzaro, l’attività inerente al centro trasfusionale è destinato a un’inevitabile compressione. E ciò per ragioni logistiche collegate, in particolare, alle varie fasi di tale nuovo prospettato servizio (inevitabile trasporto delle sacche da Catanzaro con conseguente diminutio della celerità di fornitura e cosi via);

alla luce della nuova organizzazione del servizio e di quanto sopra appena esposto, il centro, pertanto, sarebbe depotenziato di una delle sue componenti essenziali: la capacità di fronteggiare le emergenze mediche di che trattasi;

nella specifica disposizione il decreto risulta inoltre carente nella parte motivazionale di almeno due elementi di prioritaria importanza: a) presenza di adeguate linee di collegamento (importante snodo ferroviario, aeroporto e svincolo autostradale); b) utenza interessata a tale servizio. Ben 150 mila i cittadini potenzialmente interessati ai servizi del centro trasfusionale lametino. E che lo stesso decreto risulta anche contraddittorio rispetto alle sue stesse premesse, ut supra riportate;

per tali ragioni urge una modifica di tale provvedimento nella direzione già tracciata: apertura del centro trasfusionale di Lamezia Terme 24 ore su 24; presupposto inderogabile affinché il centro lametino possa continuare a svolgere il servizio in esame, apprezzato da sempre per la sua eccellente qualità;

in caso contrario, il diritto alla salute di così tanti cittadini calabresi subirebbe un’ulteriore ingiustificata compressione; il tutto con grave pregiudizio per i loro più elementari diritti -:

se una volta nominato il commissario ad acta per la sanità (e comunque definita giuridicamente la competenza del settore) intenda disporre e/o sollecitare la revoca e/o l’annullamento del citato punto 7.4.2. dell’Allegato A del piano di Riorganizzazione della rete trasfusionale limitatamente alla parte in cui è decretato che il Servizio Trasfusionale di Lamezia Terme garantisce, all’interno dell’area dipartimentale, le attività di base svolte in regime di h. 6;

se in considerazione delle urgenti e rilevanti ragioni ut supra esposte intenda disporre il mantenimento dell’apertura del centro trasfusionale di Lamezia Terme 24 ore giornaliere e ciò nell’ottica di garantire un servizio fondamentale per una così vasta utenza e di conclamata eccellenza regionale.”

La parola al vicepresidente Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Sul depotenziamento del Centro trasfusionale di Lamezia Terme c’è il Dpgr 58/2014 fatto dall’allora presidente Scopelliti di riorganizzazione del sistema trasfusionale calabrese che è stato posto in essere sulla scorta di indicazioni che venivano dai criteri nazionali e dall’accordo Stato-Regioni del 25 luglio 2012 in base ai quali era necessario accentrare l’organizzazione delle attività trasfusionali tenuto conto delle donazioni effettuate su cui riferisce un volume critico di sangue da sottoporre a lavorazione al fine di garantire sicurezza e standardizzazione dei prodotti.

Gli indici di produzione e di consumo riferiti a tale reale bacino di utenza asservito, riferito al Centro di Lamezia Terme, stando a quel decreto, a quel Dpgr, hanno determinato in base ai parametri nazionali la configurazione della struttura operante su 6 ore anziché 12.

Ora per quanto riguarda questo depotenziamento, cosa succede? Succede che è lo stesso attuato dal presidente Scopelliti con numero 58/2014, è evidente che la richiesta di modifica di tale Dpgr considerato che adesso c’è un commissario per il Piano di rientro, dovrebbe farlo l’ingegnere Scura.

Ritengo che questa interrogazione debba essere rivolta non al Presidente ma all’attuale commissario ad acta per il Piano di rientro che dovrà rivedere o rimodulare se, effettivamente, sulla scorta di quei dati nazionali può modificare quel tipo di impostazione fatta dall’allora presidente Scopelliti.

(Interruzione)

In qualità di commissario, ha ragione il collega Esposito.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la replica. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie assessore Ciconte, in effetti anche qui ho riportato il decreto del commissario Scopelliti. So benissimo che c’è un commissario che si occupa di sanità ma a lui, purtroppo, le interrogazioni non le posso presentare. Spero di essere ricevuto nel più breve tempo possibile e di sottoporre questa problematica.

Sa benissimo l’importanza di questo centro per tutto il lametino e non solo perché anche tantissima gente del vibonese usufruisce dei servizi del Centro trasfusionale di Lamezia Terme.

Capisco che probabilmente non ci siano ottimi rapporti tra di voi ma penso che anche voi dobbiate aiutare me nel far capire al commissario Scura l’importanza di questo Centro trasfusionale e modificare, perché no?, un decreto emanato dal precedente commissario.

Aiutiamoci: io farò la mia parte e voi per quanto di vostra competenza penso che dobbiate intervenire e non dire solo che noi dobbiamo parlare con Scura. Grazie.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Consigliere Mangialavori, non può fare delle illazioni in Aula. Non può dire che non ci sono rapporti di correttezza, di amicizia, di profonda stima tra noi e Scura. Questo non glielo consento assolutamente!

Noi abbiamo rapporti istituzionali in questa sede. Chiaro? E’ evidente che se noi possiamo intervenire, come può intervenire lei come consigliere regionale su questi problemi non c’è dubbio che noi abbiamo sicuramente l’attenzione necessaria. Ma lei non si può consentire, non lo consento a nessuno, di dire cose fuori posto e fuori luogo.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Non ho denigrato nessuno, assessore Ciconte.

(Interruzione)

Non ho detto “corretti”, ho detto “non ci siano buoni rapporti” ma questo è quanto traspare dalla stampa che molto probabilmente riporta cose non vere.

Ci mancherebbe, lungi da me voler offendere chiunque né tanto meno lei che stimo enormemente. Per cui assolutamente non c’era nulla di personale né ci vuole essere mai nulla di personale.

Siccome lei mi ha detto: “l’interrogazione la deve rivolgere al commissario Scura”, io ho risposto “cerchiamo di lavorare in sintonia. Io faccio il mio intervento col commissario Scura”. Siccome lei quasi mi ha liquidato dicendomi di andare a parlare col commissario Scura, io ho detto che lo farò ma le interrogazioni le posso presentare solo al Presidente della Giunta regionale. Mi auguro che il Presidente della Giunta, insieme alla Giunta, se ritiene fondata questa problematica la sollevi al commissario Scura. Solo questo null’altro.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

E’ un problema di competenza istituzionale.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Lo so, ma possiamo parlare tutti.

Interrogazione numero 21 del 23 febbraio 2015 a firma del consigliere Nicolò “Sul fenomeno dell’erosione costiera di Bocale (R.C) - Verifica dei risultati dopo gli stanziamenti CIPE e POR Calabria FESR 2007 – 2013 per il recupero delle aree interessate”

PRESIDENTE

Interrogazione numero 21 del 23 febbraio 2015 a firma del consigliere Nicolò “Sul fenomeno dell’erosione costiera di Bocale (R.C) - Verifica dei risultati dopo gli stanziamenti CIPE e POR Calabria FESR 2007 – 2013 per il recupero delle aree interessate”.

L’interrogazione è rinviata per assenza del proponente.

Interrogazione numero 22 del 24 febbraio 2015 a firma del consigliere Irto: “Sullo stato di abbandono in cui versa il manufatto realizzato in Bova Marina per essere adibito a centro per la riabilitazione ambulatoriale dell’AISM”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 22 del 24 febbraio 2015 a firma del consigliere Irto: “Sullo stato di abbandono in cui versa il manufatto realizzato in Bova Marina per essere adibito a centro per la riabilitazione ambulatoriale dell’AISM”.

Anche questa interrogazione è rinviata per assenza del proponente.

Interrogazione numero 23 del 26 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulla chiusura della sala operatoria del Presidio ospedaliero di Tropea”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 23 del 26 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulla chiusura della sala operatoria del Presidio ospedaliero di Tropea”.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Chiedo scusa, Presidente, questa interrogazione la ritiro io perché il problema è stato risolto e penso sia doveroso da parte mia ritirarla.

Interrogazione numero 24 del 2 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Su Expo 2015, preoccupante ritardo di strategia politica e progetti qualificanti la partecipazione della Regione Calabria”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 24 del 2 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Su Expo 2015, preoccupante ritardo di strategia politica e progetti qualificanti la partecipazione della Regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

dall’1 maggio al 31 ottobre 2015 Milano ospiterà la più grande esposizione universale, conosciuta con l’acronimo di Expo 2015;

il tema proposto è il seguente: "Nutrire il pianeta, energia per la vita". Per sei mesi Milano diventerà una vetrina internazionale in cui i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per offrire riscontro a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri;

i numeri per tale grande evento sono di per sé eloquenti: l’area espositiva è di 1,1 milioni di metri quadri, 140 i Paesi e le Organizzazioni internazionali coinvolte, oltre 20 milioni i visitatori previsti;

Expo Milano 2015 sarà innanzitutto la piattaforma di un confronto di idee e soluzioni condivise sul tema dell’alimentazione e tese a promuovere le innovazioni per un futuro sostenibile;

Expo Milano 2015 offrirà a tutti la possibilità di conoscere e assaggiare i migliori piatti del mondo e scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni realtà;

al centro dell’organizzazione di Expo 2015 c’è innanzitutto la persona, sia come prima beneficiaria di uno sviluppo sostenibile, sia come protagonista di un percorso di conoscenza;

per la durata della manifestazione, la città di Milano e il Sito Espositivo saranno animati da eventi artistici e musicali, convegni, spettacoli, laboratori creativi e mostre;

allo stato l’unico atto ufficiale della Regione Calabria è quello del 21 gennaio 2015 avente ad oggetto: Expo 2015 - Milano Maggio/Ottobre manifestazione di interesse a proporre pacchetti turistici integrati;

dalla stampa si è appreso che il Vicepresidente della Giunta, Vincenzo Ciconte, ha rappresentato la Calabria alla cerimonia di inaugurazione dell’Esposizione Universale;

sulla base delle dichiarazioni rese dallo stesso vicepresidente Vincenzo Ciconte si è appreso della costituzione di una Task-Force interdipartimentale che si occuperà della partecipazione ad Expo 2015 ed ha avviato una serie di iniziative e di contatti, per far diventare quest’importante appuntamento, un’utile occasione di crescita e di sviluppo per la nostra regione;

allo stato non sono state registrate, tuttavia, iniziative politiche consone all’importante evento internazionale. E anzi, fino a questo punto, il momento propositivo è sembrato latitare;

in particolare, non risulta attivata alcuna strategia politica innovativa, di altissimo pregio e di spessore sia amministrativo che storico, culturale e in termini di comunicazione;

l’Expo 2015 per sua stessa natura richiederebbe l’impiego di risorse manageriali, esperti, professionisti del marketing di caratura internazionale, profondi conoscitori della storia locale, capaci di supportare una partecipazione attiva, dinamica e propositiva della Calabria;

l’Expo 2015 lungi dal rappresentare una comune fiera espositiva offre opportunità nuove che richiedono priorità politica assoluta;

l’Esposizione Universale offre alla Calabria concrete possibilità di rilancio, soprattutto di un settore così preminente della sua economia, qual è l’Agricoltura;

la Calabria nel settore in questione vanta eccellenze riconosciute in tutto il mondo. A titolo esemplificativo meritano menzione: la cipolla rossa di Tropea; i fagioli bianchi dell’agricoltura vibonese (area Drapia, Zambrone e Zungri), denominati a burro; l’olio extravergine della Locride; il vino prodotto a Ciro (e non soltanto); landuja di Spilinga; i mostaccioli di Soriano; il peperoncino; i fichi secchi; i pomodori di Belmonte Calabro; la liquirizia di Rossano; le patate silane; il Pecorino di Monte Poro; il finocchio di Isola Capo Rizzuto; le clementine della Piana di Sibari e così via;

l’Expo 2015 offre anche una significativa opportunità di fare conoscere il lato migliore di questa regione (storico, turistico, ambientale) mediante la creazione di docufìlm, ad esempio e comunque attraverso appropriata e calibrata strategia culturale;

il passaggio di Cretesi, Micenei, Romani, Goti, Longobardi, Normanni, Angioini, Aragonesi, Borbone, Francesi ha lasciato tracce indelebili in ogni segmento di vita culturale della Calabria;

la manifestazione sarà anche l’occasione di ripercorrere un grande viaggio che partendo dalle più antiche tradizioni di caccia, pesca e allevamento dei popoli ricchi di esperienza millenarie, condurrà all’attualità e proietterà visitatori e destinatari verso il futuro;

solo suscitando interesse, ma soprattutto diventando esperienza di approfondimento e conoscenza, l’iniziativa raggiungerà l’obiettivo di condizionare positivamente il rapporto delle comunità con l’ambiente, il territorio e le loro risorse;

la sfida dell’Expo è quella di porsi domande cogenti sullo sviluppo del pianeta: tenuta dei sistemi di produzione alimentare, trasmissione al futuro dei mezzi tecnologici, salvaguardia della biodiversità;

la Calabria sul punto non può permettersi di eludere riscontri e risposte che, evidentemente, devono essere non solo congeniali al tema dell’Esposizione Universale, ma anche all’altezza della sfida lanciata dall’evento. -

se intenda dare impulso e dinamismo a una partecipazione all’Expo Universale congeniale all’evento di storica portata;

se e in che termini intenda dare concretezza ad obiettivi rilevanti, coerenti con il tema trattato all’Expo 2015;

se intenda potenziare la Task-Force già costituita, per tesaurizzare le opportunità della manifestazione e correlarle verso finalità di crescita della Calabria.”.

La parola al vicepresidente Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Credo che questa interrogazione andasse associata alla numero 3. Quindi mi pare di aver già risposto.

Interrogazione numero 25 del 3 marzo 2015 a firma del consigliere Bova “Sulla discarica di Battaglina

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 25 del 3 marzo 2015 a firma del consigliere Bova “Sulla discarica di Battaglina” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

i fatti relativi alla realizzazione di una discarica di imponenti dimensioni in agro del Comune di San Floro ( CZ ), ma di proprietà del Comune di Borgia ( CZ ), località “Battaglina”, denominata “Isola Ecologica Battaglina”, da parte della Società SIRIM S.r.l., con sede in Settingiano ( CZ ) loc. " Cuturella ", sono ormai notori e oggetto di costante interesse mediatico;

la Società SIRIM S.r.l. otteneva il decreto di autorizzazione della Regione Calabria numero 16278 del 08 settembre 2009, cui faceva seguito il permesso a costruire rilasciato dal Comune di San Floro numero 02 del 05 maggio 2010 ed infine l’esecuzione dei lavori aveva inizio nel mese di luglio 2013, in virtù della deliberazione del Consiglio comunale di Borgia numero 22 del 29 luglio 2013, con cui detta amministrazione comunale sospendeva, per il periodo di 40 anni, il vincolo a usi civici esistente nell’area di cui trattasi;

l’intervento era stato previsto e autorizzato in area soggetta a ben cinque vincoli inibitori assoluti: idrogeologico, paesaggistico e ambientale, usi civici, vincolo assoluto conseguente ad un incendio verificatosi nel 2007 e rischio sismico, essendo classificata zona a livello 1;

i fatti venivano dettagliatamente e scrupolosamente compendiati in una comunicazione di notizia di reato da parte del Comando provinciale del Corpo Forestale di Catanzaro e dalla Caserma di Caraffa, sfociata nel procedimento penale iscritto al numero 3861/2010 RGNR della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro;

il suddetto procedimento penale veniva dapprima archiviato, ma, a seguito di notevoli manifestazioni di protesta popolare (Comitato “No Battaglina”), puntualmente riprese dai mass media locali e nazionali, culminate in un esposto presentato congiuntamente da sette (7) Sindaci del territorio, veniva riaperto ed è tutt’ora pendente;

la Regione Calabria revocava l’originario decreto autorizzativo, così come la Provincia di Catanzaro e i Comuni di San Floro e Borgia revocavano gli atti amministrativi precedentemente rilasciati;

la recente sentenza del TAR Calabria numero 415 del 2015, adito con ricorso della SIRIM s.r.l. avverso le deliberazioni del Consiglio comunale di Borgia numeri 10 del 2014 e 1 del 2014, lungi dal porre fine all’inquietante vicenda, lascia presagire ulteriori battaglie burocratiche e giudiziarie;

l’opinione pubblica è fortemente preoccupata, così come dimostrato dalle plurime esternazioni comparse sulle testate locali;

in una nota stampa diffusa dal Sindaco pro tempore di Borgia in data 2 marzo 2015 si legge “ ...subito dopo, nella stessa giornata di lunedì, è previsto l’incontro con il Direttore generale reggente del Dipartimento ambiente della Regione Calabria, ingegnere Mimmo Pallaria, affinché anche la Regione provveda ad adottare gli opportuni correttivi al censurato provvedimento di annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale. A quel punto tutto sarà corretto anche sotto l’aspetto formale, così come lo è già dal punto di vista sostanziale e dei contenuti”;

troppe sono state in passato le ombre che hanno caratterizzato l’iter amministrativo e, a tutt’oggi, l’intero procedimento è fatto oggetto di investigazioni da parte degli uffici preposti -:

quali siano le definitive volontà della Regione Calabria in ordine alla possibilità di realizzare una discarica nella località denominata “Battaglina” sita in agro di San Floro (CZ) ma di proprietà del Comune di Borgia (CZ ), per così come meglio descritta nel progetto debitamente depositato dalla Società SIRIM s.r.l., avente sede legale in Settingiano, loc. “Cuturella”, nonché apprendere le concrete procedure che si intendono attuare”.

La parola al vicepresidente Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Condivido quanto detto dal consigliere Bova ma oggi c’è una conferenza dei servizi per risolvere il problema della Battaglina. Credo che, appena avremo notizie della risoluzione, giustamente daremo notizie a tutti. Grazie.

BOVA Arturo (Democratici progressisti)

Assessore, la ringrazio per la risposta. Dalle notizie che giungono, la conferenza dei servizi si è tenuta e sembra – dalle notizie che ho avuto in via informale – che fortunatamente l’orientamento che è stato espresso sia negativo verso la realizzazione della discarica. Quindi è un orientamento verso l’annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale.

Si è appreso che i legali ed i rappresentanti della Sirim si siano alzati dal tavolo ed abbiano abbandonato la seduta, che è stata aggiornata alla prossima settimana.

Apprendiamo con grande soddisfazione questi primi passaggi che sono tranquillizzanti per ciascuno di noi. Grazie.

Interrogazione numero 26 del 9 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sull’amministrazione e sul management della società Terme Sibarite S.p.A. e sull’amministrazione del relativo personale”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione numero 26 del 9 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sull’amministrazione e sul management della società Terme Sibarite S.p.A. e sull’amministrazione del relativo personale”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l’articolo 18, comma 2, decreto legge 25 giugno 2008, numero 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, numero 133, come modificato ed integrato dal decreto legge 1 luglio 2009, numero 78, convertito dalla legge 3 agosto 2009, numero 102, prevede che il personale delle società pubbliche partecipate dagli enti locali, debba essere assunto con procedure ad evidenza pubblica, previa redazione di apposito regolamento;

la normativa prevede che prima di procedere all’assunzione anche di figure apicali, sia necessario verificare la presenza nell’organico aziendale di un dipendente idoneo a svolgere tali ruoli dirigenziali e che anche le figura apicali debbano avere una specifica esperienza nei ruoli dirigenziali;

in base alla natura e dimensioni della società Terme Sibarite SpA, nonché in base alle funzioni svolte dal personale, il contratto di naturale applicazione, anche per le figure dirigenziali, è quello delle aziende termali;

la società Terme Sibarite SpA si compone di un centro di riabilitazione neuromotoria, aperto tutto l’anno e di un reparto termale, con apertura semestrale. Ai fini dell’accreditamento sanitario, il centro neuromotorio necessita di un direttore sanitario con specializzazione in fisiatria e quello termale di medico specializzato in idrologia;

la società Terme Sibarite SpA ha attivato dal 9 maggio 2011 al 26 Marzo 2012 un contratto di consulente in Fisiatria di importo pari a € 38.000,00 annui per 3 presenze settimanali;

secondo quanto previsto dall’articolo 18 del CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) delle aziende termali "la durata normale dell’orario contrattuale settimanale di lavoro è fissata in quaranta ore". Tale disposizione, in aderenza a quanto previsto dall’articolo 82 dello stesso contratto, che indica i minimi tabellari mensili, induce a comprendere chiaramente che il sistema di paga dei dipendenti debba essere quello della mensilizzazione oraria;

il personale del centro di riabilitazione della società Terme Sibarite SpA ha effettuato, dal 4 agosto 2003 al 31 dicembre 2011, sei ore lavorative giornaliere, con apertura dalle ore 8:00 alle ore 14:00 dal lunedì al sabato, per un totale di 36 ore settimanali;

il Consiglio di amministrazione della società Terme Sibarite SpA ha provveduto a far istallare dispositivi marcatempo funzionanti nel gennaio 2012;

norme di buon andamento e di strategia aziendale necessitano che le progressioni lavorative dei dipendenti vengano adeguatamente motivate e deliberate, in base alle necessità produttive, alle competenze acquisite ed all’anzianità di lavoro. La società Terme Sibarite SpA ha un contratto di locazione per una struttura alberghiera di proprietà della Società Cristaldi e Mastrolorenzo;

in data 9 maggio 2011 il signor Domenico Lione, attuale amministratore unico della società interamente partecipata dalla Regione Calabria, veniva nominato presidente del Consiglio di amministrazione delle Terme Sibarite S.p.A sito in Cassano Allo Ionio;

dal mese di aprile 2014 veniva nominato dall’assemblea dei soci (Regione Calabria) amministratore unico della società Terme Sibarite;

il signor Domenico Lione, attuale amministratore unico, già al momento della nomina a Presidente della società Terme Sibarite S.p.A. ricopriva l’incarico di vice sindaco del comune di Cassano Allo Ionio e per un periodo di tempo, dalla dimissione del Sindaco fino al mese di maggio 2012, ha svolto il ruolo di Sindaco facente funzioni. Dal mese di maggio 2012 a tutt’oggi, ricopre ancora la carica elettiva di consigliere comunale del comune di Cassano Allo Ionio;

ai sensi dell’all’articolo 5 comma 5 della legge numero 122 del 2010 "ferme le incompatibilità previste dalla normativa vigente, nei confronti dei titolari di cariche elettive, lo svolgimento di qualsiasi incarico conferito dalle pubbliche amministrazioni di cui al comma 3 dell’articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, numero 196, inclusa la partecipazione ad organi collegiali di qualsiasi tipo, può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute; eventuali gettoni di presenza non possono superare l’importo di 30 euro a seduta";

la norma trova applicazione al titolare di cariche elettive che svolga "qualsiasi incarico conferito dalle pubbliche amministrazioni" di cui al comma 3 dell’articolo 1 della legge numero 196 del 2009 inclusa la partecipazione ad organi collegiali "di qualsiasi tipo";

l’articolo 5 comma 5 legge numero 122 del 2010 comporta un risparmio di spesa senza, però, interdire lo svolgimento della relativa funzione;

all’interno della disposizione non si riviene alcun espresso "collegamento" tra l’amministrazione conferente l’incarico e quella ove il destinatario del medesimo è titolare di carica elettiva, che non sembra possibile arguire in via interpretativa;

l’alveo delle pubbliche amministrazioni "conferenti gli incarichi" ex lege gratuiti (salvo "gettone" e rimborso spese nei limiti di legge) abbraccia tutte quelle di cui all’elenco ISTAT; vi rientrano, dunque, anche enti pubblici privi di rappresentatività politica o addirittura con forma giuridica privatistica i cui organi non sono elettivi;

l’ampio tenore e l’applicabilità dell’articolo 5 comma 5 legge numero 122 del 2010 ricomprende nel suo alveo la nomina diretta da parte di enti locali e regionali di membri del Consiglio di amministrazione di società partecipate, laddove i predetti soggetti siano titolari di cariche elettive in amministrazioni locali diverse da quelle conferenti;

per quanto riguarda le società per azioni a partecipazione pubblica connesse al sistema di amministrazione e controllo (articoli 2380 bis - 2409 septies del codice civile), è da ritenersi obbligato alle denunce, in primo luogo, il consiglio di amministrazione, organo al quale spetta, di regola, in via esclusiva e con metodo collegiale, la gestione dell’impresa quale le Terme Sibarite S.p.A;

l’articolo 2392, II comma, codice civile (c.c.), afferma la responsabilità degli amministratori "se essendo a conoscenza di fatti pregiudizievoli non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose";

analogo obbligo di denuncia spetta al collegio sindacale, visti i doveri e poteri di vigilanza (articoli 2403 e 2403 bis c.c.) e le connesse responsabilità (vedi articolo 2407, II comma, c.c., che dispone che i sindaci "sono responsabili solidalmente con gli amministratori per i fatti o le omissioni di questi, quando il danno non si sarebbe prodotto se essi avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica"), oltre che ai soggetti tenuti al controllo contabile (articolo 2409 bis c.c.), considerato il rinvio al regime della responsabilità dei sindaci (articolo 2409 sexies c.c.) -:

se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite SpA l’aver retribuito la figura apicale di direttore amministrativo, dall’ottobre 2011, fino al momento di stipula del nuovo contratto con lo stesso, con un contratto i cui costi economici sono molto elevati rispetto alle funzioni svolte ed alle dimensioni dell’azienda, considerando che il contratto di naturale applicazione è quello delle aziende termali e non delle aziende industriali, come invece è stato fatto;

se è vero che è stato corrisposto al direttore amministrativo un trattamento economico ulteriore (superminimo) rispetto alla paga tabellare e se tale esborso di denaro, non commisurato alle condizioni ed alle dimensioni dell’azienda, costituisca un danno economico per la stessa;

se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite SpA che il consiglio d’amministrazione e la direzione generale, abbiano assunto, con contratto a tempo pieno indeterminato, nell’anno 2011, come dipendente della società, un medico specializzato in idrologia, quando, la struttura termale, necessita di tale figura per soli sei mesi all’anno, cioè per il periodo di apertura al pubblico del reparto terme;

se costituisce danno economico per l’azienda che gli amministratori non abbiano tenuto conto della duplicazione dei costi in merito alle funzioni di consulente in fisiatria e di direttore sanitario della struttura, poiché era di certo maggiormente economico far assumere al consulente in fisiatria il compito di direttore sanitario del centro di riabilitazione e allo specialista in idrologia il ruolo di direttore sanitario del reparto termale, esclusivamente per il periodo semestrale di apertura;

se la presenza del consulente in fisiatria sia stata nel periodo di durata del contratto, dal 9 maggio 2011 al 26 Marzo 2012, quella prevista dai termini contrattuali, se lo stesso consulente abbia fatto richiesta di eventuali pagamenti non corrisposti, se gli stessi gli siano stati accordati e se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite SpA l’aver eventualmente retribuito il consulente in fisiatria in eccesso rispetto alle sue reali presenze presso la struttura;

se la direzione sanitaria ed amministrativa, in base a quanto previsto dalle loro attribuzioni contrattuali, articolo 14 CCNL Termali, abbiano vigilato sulla presenza del fisiatra e se abbiano provveduto a contestare eventuali inadempienze onde far rispettare gli ingressi stabiliti;

se costituisce danno economico l’avere, eventualmente, retribuito il personale del centro di riabilitazione, dal 4 agosto 2003 al 31 dicembre 2011, per un totale di 40 ore settimanali contro le 36 effettivamente lavorate;

se la direzione sanitaria ed amministrativa, in base a quanto previsto dalle loro attribuzioni contrattuali, abbiano vigilato sulla presenza del personale del centro di riabilitazione e se abbiano provveduto a contestarne eventuali inadempienze;

se la direzione sanitaria ed amministrativa dell’azienda Terme Sibarite SpA abbiano vigilato, per come loro compito, sul rispetto degli orari di lavoro anche dopo l’installazione di dei dispositivi marcatempo avvenuta nel gennaio 2012;

se esistono casi ed, eventualmente, costituiscano danno economico per l’azienda l’aver inquadrato e retribuito, negli anni, dipendenti ad un livello retributivo più alto rispetto alle funzioni svolte dai dipendenti, che, quindi, non corrisponderebbero al livello retribuito, ma sarebbero inquadrabili ad un livello inferiore;

se per arrivare all’individuazione della struttura alberghiera (tra l’altro ristrutturata nel 2007 con mutuo a carico della Regione Calabria), con successiva stipula di contratto di locazione, sia stata esperita pubblica gara di affidamento, per come previsto dalle norme giuridiche;

se la società alberghiera abbia stipulato a suo nome i contratti delle utenze acqua, elettricità e gas e ne abbia pagato e ne paghi correttamente e nei tempi previsti le relative bollette. Se la società alberghiera sia in regola con la società Terme Sibarite SpA per i pagamenti dei canoni di locazione e delle utenze alberghiere e se la società alberghiera abbia stipulato, nei tempi previsti, apposita polizza fideiussoria e se questa sia stata fornita alla società Terme Sibarite SpA, a garanzia di eventuali canoni non pagati;

quali e quanti contratti di consulenza siano stati stipulati dalla società Terme Sibarite SpA negli ultimi 5 anni, con particolare riferimento a quelli di natura giuridico-legale e agli incarichi di patrocinio legale;

se per affidare consulenze di natura giuridico legale siano state seguite evidenze pubbliche e per quale motivo non sia stata considerata l’Avvocatura regionale, che è invece l’ufficio preposto ai contenzioni legali della Regione e delle sue società partecipate. Se corrisponde al vero che siano stati affidati, negli anni, incarichi di patrocinio legale ad un congiunto di un consigliere regionale della passata legislatura e se ciò rivesta carattere di incompatibilità;

se non rappresenti una evidente anormalità che nell’Avviso pubblico di presentazione candidature per la nomina dei componenti degli organi di amministrazione e di controllo delle società e fondazioni a partecipazione regionale, emanato dal Dipartimento controlli e pubblicato sul BURC del 31 gennaio 2014 Parte III, numero 5, l’aver equiparato il titolo di studio diploma di laurea vecchio ordinamento conseguito presso università italiane o un titolo di studio conseguito all’estero e considerato equipollente ai sensi della vigente legislazione in materia ovvero diploma di laurea magistrale o specialistica del nuovo ordinamento conseguito presso università italiane o un titolo di studio conseguito all’estero e considerato equipollente ai sensi della vigente legislazione in materia all’esperienza almeno triennale in organi di amministrazione attiva e consultiva e di controllo di enti, società e fondazioni, fatto che non trova riscontro in alcuna norma vigente;

se non rappresenti una evidente anormalità l’aver emanato, a seguito dell’istruttoria dell’avviso indicato al punto precedente, un semplice elenco di idonei invece che, come sicuramente più consono e a favore della buona amministrazione, una graduatoria di merito;

da quale organo sia stato, successivamente alla pubblicazione dell’elenco degli idonei, nominato l’amministratore unico della società Terme Sibarite SpA e se tale procedura per la Presidenza della Giunta Regionale sia corretta;

se corrisponde al vero che la Società Terme Sibarite abbia pagato ai suoi amministratori rimborsi spese o qualsiasi altra utilità economica a seguito dell’approvazione della legge regionale numero 69 del 27 dicembre 2012 che prevede all’articolo 15 "Norme di contenimento della spesa per le società «in house» e per le società controllate direttamente o indirettamente" lettera d che recita " Gli importi spettanti agli organi di amministrazione, indirizzo, vigilanza e controllo, si intendono omnicomprensive anche dei rimborsi spese";

se per l’attuale Amministratore unico, già Presidente, della Società Terme Sibarite S.p.A, partecipata interamente dalla Regione Calabria, si producano gli effetti applicativi di cui all’articolo 5 comma 5 della legge numero 122 del 2010, in quanto soggetto titolare di carica elettiva;

se costituisca danno erariale l’aver corrisposto emolumenti all’attuale amministratore unico, già presidente della Società Terme Sibarite S.p.A;

come intenda determinarsi la Giunta regionale della Calabria in caso di riscontro positivo dei punti messi in evidenza e se intenda procedere, nel caso, al commissariamento Terme Sibarite SpA.”

La parola al vicepresidente Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Sarà una risposta completa perché articolata e troppo esaustiva, staremo molto tempo a leggerla.

La domanda che pone il consigliere Graziano è molto complessa ed è evidente che con gli uffici ci siamo soffermati il tempo necessario per poter dire le cose.

In data 18 marzo 2015, con nota numero 86599, lo scrivente dipartimento – il nostro dipartimento - ha chiesto all’amministratore unico ed al presidente del collegio sindacale di Terme Sibarite Spa nonché ai dirigenti competenti del dipartimento vigilante di fornire tutte le informazioni utili per poter opportunamente relazionare sui quesiti oggetto di interrogazione.

Con nota protocollo numero 35 del 23 marzo 2015, acquisita agli atti con protocollo numero 92037 di pari data, e con successiva nota integrativa – è inutile dire tutti i numeri, poi al limite darò tutti i dati precisi - la società ha trasmesso le informazioni richieste.

Di seguito, in base a quanto comunicato dalla società e a quanto disponibile agli atti d’ufficio dello scrivente dipartimento, si rappresentano gli elementi tecnici necessari per rispondere in merito.

Riferimento quesiti numero 1 e numero 2: “se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite Spa l’aver retribuito la figura apicale di direttore amministrativo, dall’ottobre 2011, fino al momento della stipula del nuovo contratto con lo stesso, con un contratto i cui costi economici sono molto elevati rispetto alle funzioni svolte ed alle dimensioni dell’azienda, considerando che il contratto di naturale applicazione è quello delle aziende termali e non delle aziende industriali, come invece è stato fatto.

Se è vero che sia stato corrisposto al direttore amministrativo un trattamento economico ulteriore (superminimo) rispetto alla paga tabellare e se tale esborso di denaro, non commisurato alle condizioni ed alle dimensioni dell’azienda, costituisca un danno economico per la stessa.”

In seguito al decesso del precedente direttore della società, Liborio Salvatore Garofalo, verificatasi in data 26 novembre 2010, l’amministratore unico pro tempore, con nota del 02 dicembre 2010 protocollo numero 252, ha informato il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore alle attività produttive all’epoca in carica, di avere verificato l’impossibilità di procedere alla sostituzione del direttore della società, mediante ricorso all’organico aziendale all’interno, a causa della mancanza di figure professionali in possesso dei requisiti richiesti per l’assunzione di incarico di livello dirigenziale.

La società ha specificato che, in assenza di un riscontro alla suddetta nota e per ragioni di urgenza, l’amministratore unico della società, verificatene l’idoneità, ha proceduto all’assunzione del figlio del direttore deceduto, Gaetano Antonio Garofalo, con l’incarico di direttore generale in applicazione, per come evidenziato dall’attuale amministratore unico con la nota protocollo numero 35 del 23 marzo 2015, al CCNL del settore che, all’articolo 12, stabilisce che "Nelle assunzioni verrà data la precedenza, oltre, che nei casi determinati dalle leggi in vigore, alla moglie o ai figli del lavoratore deceduto durante il rapporto di lavoro...".

Nel corso dell’assemblea ordinaria della società del 9 maggio 2011 – capite bene che sono problemi molto datati - il rappresentante regionale, consigliere Morelli, delegato a partecipare in rappresentanza del socio unico Regione Calabria, ha provveduto a "ratificare l’assunzione, con decorrenza 16 dicembre 2010, del direttore dott. Gaetano Antonio Garofalo al quale verrà applicato il trattamento previsto dal CCNL per i dirigenti delle aziende industriali confermandone i poteri del predecessore".

La successiva assemblea ordinaria del 18 ottobre 2011, alla quale ha partecipato in rappresentanza del socio unico Regione Calabria, il consigliere Morelli, ha deliberato, a modifica di quanto espresso nella precedente del 09 maggio 2011, "che la nomina conferita al dottor Gaetano Antonio Garofalo con verbale del 9 maggio è relativa alla carica di direttore amministrativo. Pertanto l’assemblea delibera la revoca dai precedenti poteri. Il direttore amministrativo avrà il compito di eseguire le deliberazioni del Consiglio di amministrazione nonché del Presidente del Consiglio di amministrazione. L’assemblea, inoltre, invita, il Presidente a rettificare con urgenza la precedente comunicazione alla Camera di commercio del 8 luglio 2011”.

A seguito di quest’ultima deliberazione dell’assemblea ordinaria dei soci di Terme Sibarite Spa, acquisita la disponibilità del direttore amministrativo, si è proceduto al demansionamento di quest’ultimo con accettazione del relativo contratto di lavoro previsto dal CCNL delle aziende Termali e relativa formalizzazione davanti alla Direzione territoriale del lavoro di Cosenza.

Da un esame di copia delle buste paga trasmesse, si rileva che la retribuzione del direttore amministrativo, per effetto del demansionamento di cui sopra, si è ridotta da € 2.603,00 netti (gennaio 2011 - carica di direttore generale) ad € 1.950,00 netti (luglio 2013 - carica di direttore amministrativo).

Adesso siamo agli altri riferimenti ai quesiti numero 3 e numero 4: “se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite Spa che il consiglio di amministrazione e la direzione generale abbiano assunto con contratto a tempo pieno indeterminato, nell’anno 2011, come dipendente della società, un medico specializzato in idrologia, quando la struttura termale necessita di tale figura per soli sei mesi all’anno, cioè il periodo di apertura al pubblico del reparto termale;

se costituisce danno economico per l’azienda che gli amministratori non abbiano tenuto conto della duplicazione dei costi in merito alle funzioni di consulente in fisiatria e di direttore sanitario della struttura, poiché era di certo maggiormente economico far assumere al consulente in fisiatria il compito di direttore sanitario del centro di riabilitazione e allo specialista in idrologia il ruolo di direttore sanitario del reparto termale, esclusivamente per il periodo semestrale di apertura.”

Come vedete rispondiamo significativamente su ognuna. Io non so se lei vuole il finale.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Presidente, posso anche prendere per iscritto la relazione e voglio evitarle di leggerla in Aula perché è abbastanza lunga ma su alcuni punti ho necessità di sapere una cosa.

Io chiedo alla fine dell’interrogazione nello specifico: “come intende determinarsi la Giunta regionale della Calabria in caso di riscontro positivo dei punti messi in evidenza e se intende procedere, nel caso, al commissariamento Terme Sibarite SpA.”

(Interruzione)

Lei mi legge le risposte che le ha dato l’amministratore delle Terme ma io voglio sapere cosa pensa la Regione di queste risposte, come intende determinarsi a proposito della conduzione delle terme. Questo è il nocciolo della questione fondamentalmente ed è su questo che, più che altro vorrei una risposta da parte sua.

Poi le altre risposte nei singoli fatti posso anche leggermele da solo e con attenzione non c’è necessità che lo faccia lei. Se ha una risposta scritta mi dia copia e me la guardo.

Ma sull’ultimo punto vorrei sapere qual è il parere del governo regionale considerato che in bilancio anche quest’anno sono stati messi 900 mila euro per il pagamento delle spettanze al personale delle Terme e la Regione è proprietaria del 100 per cento delle Terme.

Non vedo perché dobbiamo pagare degli stipendi per delle Terme che hanno delle entrate anche dal Servizio sanitario regionale. E’ su questo che voglio la risposta. Se lei mi risponde solo su questi due punti io me li leggo.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Quali erano i riferimenti che lei …

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Il punto principale è quello che ho detto prima. Cioè alla luce dei quesiti posti…

(Interruzione)

Lei mi sta leggendo la risposta che le ha dato l’amministratore delle Terme che è colui al quale vengono addebitate le interrogazioni che io pongo. Io voglio una risposta dalla Regione non dall’amministratore delle Terme o lei fa proprie le risposte dell’amministratore?

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

E’ chiaro che se c’è danno erariale ne risponderanno. Noi abbiamo mandato la vigilanza per capire se dobbiamo mandare tutto alla Corte dei conti ma anche su questo vorrei esser chiaro, ma c’è scritto.

(Interruzione)

Poiché lei chiede se c’è danno erariale su alcune cose, è evidente che manderemo tutto alla Corte dei conti qualora l’ufficio competente ritenga che ci sia danno erariale in riferimento a quello che lei ha scritto.

(Interruzione)

Non è stato mandato ancora. Dobbiamo verificare se i componenti del settore vigilanza hanno mandato qualcosa alla Corte dei conti, questo è chiaro ma si evince dalla relazione. Sgombriamo il campo dalla Corte dei conti.

Direi a questo punto di andare sui riferimenti finali che sono quelli che interessano, diciamo l’ultima parte che credo sia più interessante dalle cose che lei diceva.

La Giunta regionale con deliberazione numero 162 del 13 maggio 2013 ha approvato il Regolamento regionale recante la disciplina delleProcedure e criteri per le nomine e le designazioni di competenza della Giunta regionale nelle società e fondazioni a partecipazione regionale con esclusione di quelle afferenti il Sistema Sanitario” - al quale è stato assegnato il numero 5 della serie dei Regolamenti regionali dell’anno 2013 - allo scopo di dare attuazione al generale principio di trasparenza dell’azione amministrativa nonché al fine di individuare e definire procedure a carattere organizzativo inerenti le nomine negli organi di amministrazione e controllo delle società e fondazioni a partecipazione regionale.

Nello specifico, con il suddetto Regolamento regionale si individuano due percorsi procedimentali distinti a seconda che le nomine o le designazioni riguardino soggetti esterni o interni all’Amministrazione regionale.

In particolare, la nomina di soggetti esterni avviene attraverso la preventiva presentazione di istanze susseguenti alla pubblicazione sul BURC di uno specifico avviso contenente l’elenco delle nomine e delle designazioni da effettuare che, ai sensi dell’articolo 4 del Regolamento numero 5/2013, costituisce avviso pubblico, rivolto a soggetti esterni all’Amministrazione regionale, per la presentazione di candidature in riferimento alle nomine e designazioni di competenza della Giunta regionale e del Presidente della Giunta regionale.

Il medesimo Regolamento numero 5/2013, all’articolo 2, stabilisce che “I soggetti esterni all’Amministrazione regionale che intendono presentare la propria candidatura negli organi di amministrazione attiva e consultiva delle società e delle fondazioni a partecipazione regionale - con esclusione di quelle afferenti il Sistema sanitario regionale -, la cui nomina o designazione è di competenza della Giunta regionale o del Presidente della Giunta regionale devono essere in possesso, tra l’altro, dei seguenti requisiti: diploma di laurea del vecchio ordinamento conseguito presso Università italiane o un titolo di studio conseguito all’estero e riconosciuto equipollente ai sensi della vigente legislazione in materia ovvero diploma di laurea magistrale o specialistica del nuovo ordinamento conseguito presso Università italiane o un titolo di studio conseguito all’estero e riconosciuto equipollente ai sensi della vigente legislazione in materia ovvero esperienza almeno triennale in organi di amministrazione attiva e consultiva e di controllo di enti, società e fondazioni”.

Nel caso specifico di Terme Sibarite Spa, l’Avviso, pubblicato sul BURC parte 111 numero 5 del 31.01.2014, in quanto emanato ai sensi del succitato Regolamento regionale numero 5/2013, non poteva non prevedere tra i requisiti per la presentazione delle candidature quelli stabiliti dall’articolo 2 sopra citato.

Quanto, invece, all’emanazione, a seguito dell’istruttoria compiuta, di un elenco di idonei anziché di una graduatoria di merito, si richiama quanto stabilito nell’avviso pubblico di cui sopra che, tra le modalità e termini di presentazione delle candidature, ha specificamente stabilito che “La presente procedura viene emanata al solo fine di ricevere le candidature di soggetti idonei a ricoprire l’incarico di cui al presente avviso. Essa, pertanto, non assume in alcun modo caratteristiche concorsuali, non determina alcun diritto al posto, né presuppone la redazione di una graduatoria finale ma soltanto un elenco di idonei, cui il Presidente della Giunta regionale attingerà per procedere alla nomina ai sensi della vigente normativa”.

Per tale ragione, quindi, non era dovuta 1’attribuzione di punteggi e, di conseguenza, non doveva essere stilata alcuna graduatoria delle candidature pervenute.

Quanto alla competenza dell’organo che ha formalmente proceduto alla nomina dell’Amministratore Unico di Terme Sibarite Spa, si rende necessario evidenziare quanto segue.

(Interruzione)

Posso andare avanti.

A tal proposito si rammenta che il decreto legislativo numero 39/2013, all’articolo 1, lettera b), fornisce una definizione di “enti di diritto privato in controllo pubblico” intendendo per tali “le società e gli altri enti di diritto privato che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore delle Amministrazioni pubbliche o di gestione di servizi pubblici, sottoposti a controllo ai sensi dell’articolo 2359 del Codice civile, da parte di amministrazioni pubbliche, oppure gli enti nei quali siano riconosciuti alle pubbliche amministrazioni, anche in assenza di una partecipazione azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi”.

In sostanza, visto il tenore di tale disposizione normativa, con la richiesta di parere si è chiesto all’Organo a ciò deputato, di chiarire se in tema di inconferibilità di incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale a componenti di organi politici di livello regionale e locale, la fattispecie societaria individuata dall’articolo 7, dovesse limitarsi esclusivamente a quelle che svolgono attività di pubblico interesse oppure dovesse estendersi anche a quelle, i cui vertici o i cui organi, pur in assenza di un’attività di tale tipo, sono nominati, come nel caso di Terme sibarite Spa, dall’Amministrazione regionale.

Con la medesima richiesta di parere, inoltre, è stata segnalata la delibera numero 48/2013 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione - Commissione indipendente per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle Amministrazioni pubbliche.

Con tale provvedimento la Commissione ha fornito risposta ai quesiti posti da amministrazioni pubbliche in merito al problema posto dall’articolo 7 del Decreto legislativo numero 39/2013 nella parte in cui vieterebbe non soltanto il conferimento degli incarichi di amministratore di ente pubblico o di ente privato in controllo pubblico, presso un ente diverso, ma anche la conferma nella carica presso il medesimo ente prima ancora che siano trascorsi due anni dalla cessazione dei precedente incarico, ritenendo, tuttavia, che l’articolo 7 possa essere interpretato nel senso che il divieto operi soltanto per quanto riguarda l’incarico di amministratore presso un diverso ente e non impedisca invece la conferma dell’incarico già ricoperto.

In esito alla suddetta richiesta, l’Avvocatura regionale ha trasmesso il proprio parere con la nota …

(Interruzione)

Lei ha questo parere? Vuole che lo leggiamo?

La medesima Avvocatura regionale ha affermato “nel caso in esame non sembrano possano sussistere problemi a non ricomprendere Terme Sibarite Spa tra le società che esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore di pubbliche amministrazioni o di gestione di servizi pubblici, in quanto l’attività di gestione di stabilimenti termali è più riconducibile ad attività meramente economica rientrante nel libero mercato e, quindi, non riconducibile ad attività a rilevanza pubblica come individuata nella norma in esame.

Perplessità, invece, fa sorgere la lettura e interpretazione della seconda parte dell’articolo 1, lettera b), laddove si fa riferimento agli enti nei quali siano riconosciuti alle pubbliche amministrazioni, anche in assenza di una partecipazione azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi.

Infatti, mentre nella prima parte, la norma parla di società e altri enti di diritto privato, nella seconda parte parla solo di enti e la formulazione usata potrebbe anche intendersi che in tali enti non siano ricomprese le società - non più citate - e che, quindi, il riferimento è ad es. a fondazioni, consorzi, associazioni, ecc. Tuttavia, esaminando la formulazione letterale usata e considerando la congiunzione disgiuntiva (oppure) si può propendere per un effetto estensivo nel senso che l’ambito soggettivo individuato dalla norma comprende anche le forme societarie per le quali, a prescindere dalla natura dell’attività svolta, siano riconosciuti, alle amministrazioni partecipanti facoltà di conferimento degli incarichi di vertici e di nomina dei componenti degli organi sociali pur in assenza di una partecipazione alle quote sociali.

Tale interpretazione, tenendo conto delle finalità della legge che mira con la previsione di situazioni di incompatibilità e inconferibilità, ad evitare commistioni tra funzioni politiche e funzioni gestionali, appare, peraltro, più prudenziale anche in relazione alla circostanza che come già rilevata si tratta di norme di recente approvazione che mancano di esperienza applicativa.

A tale interpretazione estensiva sembra protendere anche il Ministero per la pubblica amministrazione con la circolare numero 1/2014…

(Interruzione)

Insomma, vediamo se concludiamo.

Orbene, nella fattispecie, da un esame dello statuto di Terme Sibarite, non risulta attribuito alla Regione Calabria il potere diretto di nomina degli amministratori, per cui tale potere viene esercitato dall’organo societario previsto dallo statuto che è l’assemblea dei soci, in conformità alle norme del codice civile.

Pertanto, anche se la Regione è socio unico – come diceva anche lei - e quindi, sostanzialmente, decide, tramite il soggetto che in rappresentanza dell’ente partecipa all’Assemblea, chi nominare ai vertici della società, la nomina formale la deve effettuare l’assemblea dei soci, soggetto diverso dall’Ente socio Regione.

L’esercizio in sede assembleare per tale potere appare indipendente dalla procedura interna seguita sulla base del Regolamento per pervenire alla scelta del soggetto da nominare rimanendo la nomina – si ritiene – in capo all’Assemblea e non alla Regione come amministrazione.

Pertanto, sulla base del parere sopra esposto il direttore generale protempore del Dipartimento controlli ha approvato con decreto del direttore generale numero 5219 del 2.5.2014 l’elenco delle candidature per la nomina ad amministratore unico delle Terme Sibaritide Spa, alla cui nomina conseguentemente, ha provveduto la successiva assemblea ordinaria del 6 maggio 2014.

Sul quesito numero 20 è inutile dire cosa dice.

Nell’ambito delle attività di analisi dell’applicazione delle norma in tema di contenimento delle spese delle società regionali controllate ed in house providing regionali, il dipartimento controlli ha invitato, in diverse occasioni, tali tipologie societarie ad adeguarsi alle norma contenute nell’articolo 15 della legge regionale numero 69/2012 e nell’articolo 4 della legge regionale numero 56/2013.

In riscontro, la società Terme Sibarite Spa, da ultimo con la nota protocollo numero 23 dell’11.03.2015 ha attestato la conformità dei compensi degli organi di amministrazione e controllo della società alle prescrizioni contenute nella lettera d) dell’articolo15 della legge regionale numero 69/2012 - omnicomprensività dei compensi - e detta attestazione è stata anche asseverata dal Presidente del Collegio sindacale.

Andiamo adesso agli ultimi quesiti così abbiamo finito.

In merito agli effetti dell’articolo 5, comma 5, del Decreto legge numero 78/2010 convertito dalla legge numero 122/2010 - attribuzioni del solo rimborso spese ai titolari di cariche elettive per lo svolgimento di qualsiasi incarico conferito dalle pubbliche amministrazioni, inclusa la partecipazione ad organi collegiali di qualsiasi tipo - l’Amministratore Unico di Terme Sibarite Spa rileva nella nota numero 37 del 25.03.2015, di non rientrare nel campo di applicazione della legge in questione in quanto, pur in presenza di una società per azioni in cui la Regione è socio unico, il potere di nomina degli amministratori viene esercitato dall’organo societario previsto dallo statuto che è l’assemblea dei soci, in conformità alle norme del codice civile.

Infine, in ordine alle determinazioni che l’Organo di governo regionale riterrà di dover eventualmente adottare in merito alle questioni poste dall’interrogazione in questione, questo dipartimento può unicamente indicare le possibili applicazioni delle disposizioni vigenti in tema di commissariamento delle società di capitali.

Infatti l’istituto del commissariamento è previsto per le società di capitali per azioni - qual è Terme Sibarite Spa - solo in determinate ipotesi stabilite dalle legge al verificarsi di specifici eventi nella vita aziendale solitamente legati a procedure di liquidazione o concorsuali: si parlerà in tali casi, di volta in volta, di Commissario liquidatore, Commissario nell’ambito di una procedura di concordato preventivo, Commissario di azienda in amministrazione controllata, ecc.

Per tali ragioni risulta di difficile applicazione la nomina di un Commissario in una società per azioni in attività al di fuori delle ipotesi sopra delineate.

Ciò non toglie che, ai sensi dell’articolo 2449, comma 2, del codice civile, nelle società con partecipazione dello Stato o di enti pubblici “gli amministratori e i sindaci o i componenti del consiglio di sorveglianza possono essere revocati dagli enti che li hanno nominati. Essi hanno gli stessi diritti e gli obblighi dei membri nominati dall’assemblea”.

In tale contesto, si richiama, inoltre, le disposizioni contenute nell’articolo 15 dello Statuto sociale di Terme Sibarite Spa, laddove, a proposito del Consiglio di amministrazione, è stabilito che la revoca degli amministratori può essere deliberata anche in assenza di giusta causa; in caso di revoca nulla è dovuto al componente dell’organo amministrativo revocato a titolo di risarcimento del danno eventualmente causato dalla mancanza della giusta causa di revoca, intendendosi l’assunzione dell’incarico di amministrazione come accettazione di quanto stabilito dallo Statuto.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Graziano per la replica.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Grazie Presidente. Intanto le chiedo scusa per averla fatta parlare un po’ troppo ma i quesiti erano tanti ed alcuni non li abbiamo esaminati ma me li leggerò, come per esempio quello in cui chiedo come mai vengono affidati incarichi di natura giuridico-legale allo stesso avvocato da 20 anni che fra l’altro è stato anche il papà di un consigliere regionale in carica fino alla scorsa legislatura e non all’Avvocatura regionale.

Questo è uno dei tanti quesiti che avevo posto e chiaramente essendo decine non potevo pretendere da lei che oggi spiegasse…

CICONTE Vincenzo Antonio, assessore al bilancio

Ma c’è scritto…

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Su questo come su altri punti leggerò quel che avete scritto sperando però, Vicepresidente, che lei non mi abbia fornito esclusivamente le risposte date dalle Terme, dalla società e dall’attuale amministratore perché la Regione in ogni caso è il socio di maggioranza, è socio al 100 per cento.

Quando lei mi dice che è una Società per azioni io dico che è detenuta per il 100 per cento dalla Regione Calabria che non può dire che non c’entra nulla perché quando è stato nominato l’amministratore la Giunta regionale ha delegato l’allora consigliere regionale Chiappetta a rappresentare la Regione nell’Assemblea societaria.

Chiappetta andò alle Terme e disse che la Regione ha deciso – a verbale – che l’amministratore sia Tizio e Caio che è stato nominato e non poteva essere diversamente essendo socio unico delle terme. Non ci sono altri soci.

Ora sul fatto del commissario lei può dirmi tutte le procedure possibili ed immaginabili. Leggerò le vostre osservazioni e se è il caso reitererò quel che non capisco e quel che credo vada ulteriormente chiarito.

Apprezzo da parte del governo regionale l’opera fatta e tutto ciò che ha portato che è abbastanza sostanzioso. Quel che non condivido è che la Regione non possa fare come Ponzio Pilato nel senso che mi trasmette ciò che ha chiesto all’amministratore delle Terme.

Se così fosse non è possibile perché il ruolo della Regione è un altro.

Anche Fincalabra è una società per azioni e so che all’amministratore di Fincalabra sono state mosse contestazioni. Questo può essere fatto anche in questo caso, alla stregua di Fincalabra. Grazie.

Interrogazione numero 27 del 9 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sul concorso pubblico regionale straordinario per l’assegnazione di sedi farmaceutiche disponibili per il privato esercizio”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 27 del 9 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sul concorso pubblico regionale straordinario per l’assegnazione di sedi farmaceutiche disponibili per il privato esercizio” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera della Giunta regionale della Calabria n. 1 del 04.01.2013 è stato approvato il bando di concorso pubblico straordinario per soli titoli - ex articolo 11, decreto legge 1/2012 convertito con modificazioni nella legge 27/2012 e s.m.i. - per il conferimento delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e vacanti disponibili per il privato esercizio nella Regione Calabria;

il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso scadeva alle ore 18:00 del trentesimo giorno successivo a quello della data della pubblicazione del bando nel bollettino Ufficiale della Regione Calabria (Suppl. Str. n. 2 del 22.01.2013 al BUR n.3 del 18.01.2013 Parte III con scadenza delle domande alla data del 21 febbraio 2013);

ad oggi sono passati 2 anni dal termine di presentazione delle domande e ancora non si conosce l'esito del concorso;

tale impasse rischia di danneggiare non solo i partecipanti ma anche i cittadini calabresi che, in alcune zone extraurbane, sono costretti a fare parecchi chilometri prima di trovare una farmacia;

il concorso era stato bandito per favorire l'apertura uniforme delle sedi farmaceutiche in tutta Italia in modo da offrire una capillare presenza sul territorio e raggiungere il parametro unico di una farmacia ogni 3.300 abitanti;

l'ultimo decreto inerente il bando in questione risale a novembre 2014 con il quale veniva espressa l'inammissibilità di alcuni partecipanti al concorso per non aver indicato la propria PEC;

le domande presentate dai candidati in Calabria sono state 1226, di cui 577 in forma associata, di certo inferiore a regioni come la Toscana con 2071 domande, il Lazio con 2449 domande ed il Piemonte con 1777 domande, dove invece hanno concluso i lavori di esamina, pubblicando le graduatorie definitive già da tempo;

in virtù di questo ritardo si sta creando una disparità di trattamento rispetto alle altre regioni, limitando o privando nei fatti l'esercizio del diritto di scegliere la propria regione come sede farmaceutica per chi potrebbe essere contemporaneamente vincitore in altra regione, vista la possibilità prevista dalla legge e dal bando di poter partecipare al concorso contemporaneamente in due regioni e di dover scegliere successivamente alla pubblicazione della graduatoria definitiva, rigorosamente nel termine previsto dal bando, se accettare o meno la sede assegnata;

la Regione Calabria ha un tasso di disoccupazione giovanile molto alto rispetto alla media nazionale;

la maggior parte dei laureati in Farmacia della nostra regione sono disoccupati. -

a che punto è lo stato di avanzamento dei lavori della commissione esaminatrice;

per quando è prevista la pubblicazione della graduatoria in questione.”

Prego, vicepresidente Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Su questa interrogazione del consigliere Graziano credo ci siano delle ragioni valide. Ci sono ritardi per quanto riguarda il Concorso pubblico Straordinario per l'assegnatone di sedi farmaceutiche nella regione Calabria.

Abbiamo chiesto informazioni al dottore Zito che è anche Presidente della Commissione oltre ad essere il dirigente reggente del settore sanità. Da quel che si evince ha dovuto ricostituire la Commissione perché si sono dimessi due componenti.

Per ultimo c’è stato un infortunio per cui ritiene che questa graduatoria dovrebbe vedere la luce nel settembre di quest’anno.

Non so se è contento della risposta ma non credo mi abbia ascoltato.

(Interruzione)

Consigliere Graziano, ha sentito la risposta?

(Interruzione)

La ripeto tanto non soffro di laringite cronica, posso ripetere.

(Interruzione)

E’ l’interrogazione sul concorso pubblico per l’assegnazione di sedi farmaceutiche nella regione Calabria.

Abbiamo chiesto informazioni al dottore Zito che è anche Presidente della Commissione e pare che ci siano state delle defezioni da parte di due commissari che sono stati sostituiti e poi c’è stato un altro commissario è stato vittima di infortunio.

Pare ci siano dei ritardi ma entro settembre questa graduatoria dovrebbe vedere la luce.

Ho avuto solo ieri questa risposta e chiaramente mi farò carico di dire al dottore Zito se possiamo accelerare le procedure ancora di più.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Presidente, questo problema mi è stato posto da parte di chi ha partecipato alla selezione.

PRESIDENTE

Ha concluso il Vicepresidente, consigliere Graziano? Allora a lei la parola per la replica.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Non so se la risposta sia corretta ma dalle notizie in mio possesso probabilmente no.

Intanto il bando si sta prolungando oltre i termini di ogni ragionevole dubbio, si potrebbe dire, perché potrebbe essere già formata questa graduatoria in quanto Regioni limitrofe che hanno fatto il concorso dopo hanno già formato la graduatoria.

Ora il problema qual è Presidente? Voglio sottoporglielo anche perché questo è un tema a cui credo lei sia sensibile.

Ci sono alcuni partecipanti a questo bando che hanno vinto il concorso anche in altre Regioni come per esempio la Puglia.

Ora questa gente, questi farmacisti, sono in difficoltà perché che fanno? Se ne vanno in Puglia mentre poi sono vincitori, magari, del concorso in Calabria? Credo che questa procedura non possa andare sine die perché non si fanno gli interessi né della Calabria né dei cittadini calabresi.

Oppure se c’è un interesse, se bisogna fare gli interessi delle lobbies farmaceutiche o dei farmacisti facciamole pure ma in questo caso credo vadano fatti gli interessi delle comunità, dei cittadini compreso di chi si è laureato in farmacia in Calabria ed ha diritto ad avere una farmacia. Non è possibile che i farmacisti blocchino queste graduatorie.

Dico con molta franchezza che questo non è possibile. La invito ad esser vigile come governo regionale su questa graduatoria perché è cosa estremamente delicata.

PRESIDENTE

Prego, Vicepresidente.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Solo brevemente dirò una sola cosa veloce. Ho detto all’inizio – lei non ha sentito – che è chiaro che c’è un ritardo inaccettabile ed ho detto che poiché ho avuto questa risposta nelle ultime ore di ieri non ho potuto verificare granché.

Una cosa la voglio dire: ecco perché noi andiamo a nominare finalmente dei direttori generali nella sanità diversi dagli interni perché deve funzionare la sanità e su questo non ci sono dubbi.

Creeremo adesso tutte quelle premesse per nominare un nuovo direttore generale che abbia, finalmente, non vincoli di lobby come dice lei – inaccettabili – e quindi sicuramente noi andremo nella direzione che lei dice.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Non mi faccia dire cose che non ho detto. Io non ho detto assolutamente che il direttore generale è legato ad alcune lobbies mi guarderei bene dal dire questo dell’attuale direttore generale.

(Interruzione)

Nemmeno il Vicepresidente aveva diritto di replica. Se ha replicato lui ho anche io diritto di prendere la parola perché non c’era il diritto di replica. Mi deve dare due secondi, Presidente.

Le voglio dire questo: lungi da me perché non ho detto quello che lei ha voluto dire.

Io non ho detto che la direzione generale è con le lobbies dei farmacisti, mi guarderei bene dal fare una affermazione del genere. L’ha fatta lei e ne prendo atto, vedremo cosa accadrà in futuro.

Io voglio che questa graduatoria sia fatta, la sua risposta mi fa capire anche una cosa: lei non ha approfondito perché non ha avuto il tempo, ha detto. Ma mi dà speranza perché mi fa comprendere che da parte sua c’è la massima volontà di far luce su questa faccenda e di questo le do atto. Grazie.

Interrogazione numero 28 del 10 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sul Santuario diocesano della Madonna delle Armi in Cerchiara di Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione numero 28 del 10 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sul Santuario diocesano della Madonna delle Armi in Cerchiara di Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 4 marzo 2015 ignoti trafugavano, durante l'orario di apertura, la corona in oro della Sacra effige della Madonna delle Armi presso la Cappella della Madonna nel Santuario diocesano della Madonna delle Armi in Cerchiara di Calabria;

sono in corso da parte dei carabinieri le indagini che comunque hanno consentito l'individuazione di due sospetti, anche grazie alle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso e ad alcune testimonianze;

il Santuario della Madonna delle Armi è uno dei Santuari Mariani più frequentati della Calabria, e solo a luglio e agosto registra la presenza di circa 40.000 visitatori;

il Santuario della Madonna delle Armi è un complesso monumentale montano medievale che contiene numerose opere d'arte, uniche in tutto il meridione;

la Fondazione Santa Maria delle Armi, ente morale proprietario dell'intero complesso monumentale dal 1500, non riceve da decenni nessun contributo economico dalla Regione Calabria né da altre Istituzione.

se intendono intervenire senza indugio per porre in essere le azioni necessarie a garantire una adeguata dotazione finanziaria che permetta alla Fondazione Santa Maria delle Armi di installare gli opportuni sistemi di allarme, così da porre in .sicurezza l'inestimabile patrimonio storico, culturale e devozionale del Santuario Madonna delle Armi.”

La parola al vicepresidente, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Non conosco questa Madonna ma credo che abbia un valore culturale molto forte.

Premesso che il Santuario Madonna delle Armi di Cerchiara è di proprietà dell'Ente Ecclesiastico e quindi di proprietà privata con le caratteristiche che il Codice dei beni culturali riserva ai cosiddetti "Beni Ecclesiastici" in forza di specifiche norme.

Premesso, ancora, che la tutela dei beni culturali è materia di esclusiva competenza statale e che la valorizzazione è materia concorrente tra Stato e Regioni.

Ciò detto e fermo restando il grande interesse che riveste il monumento storico che dovrebbe impegnare tutti alla salvaguardia e valorizzazione, la Regione - e per essa il Settore beni culturali - opera in tale materia esclusivamente con fondi comunitari o fondi su Programmi operativi nazionali - non vi sono fondi per le emergenze e per interventi immediati - che per essere implementati impongono il metodo della programmazione nell'ottica di un percorso selettivo e valutativo i cui presupposti sono l'indicazione delle priorità da parte dell'organismo di tutela che è lo Stato.

La Regione per quanto di competenza nella elaborazione dei piani settoriali ha considerato tale monumento tra quelli più rappresentativi e capaci di creare attrattività e quindi quale nodo di una eventuale rete.

Ciò significa che non potrà fare a meno di accogliere una eventuale istanza che provenisse dall'organo di tutela in relazione alla valorizzazione dell’edificio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano per la replica. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta del vicepresidente Ciconte. Grazie.

Interrogazione numero 29 dell’11 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulla circolare veloce rossa”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione numero 29 dell’11 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulla circolare veloce rossa” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

lo scorso 21 gennaio è stato attivato il servizio dei mezzi Amaco della Circolare Veloce Rossa Cosenza-Rende-Unical in tutto il territorio dell'area urbana;

l'avvio del servizio era stato consequenziale alla firma del Protocollo di intesa siglato a Palazzo dei Bruzi lo scorso 18 giugno 2014 dai sindaci di Cosenza e Rende;

il progetto, partito da Cosenza per offrire un percorso prolungato, è funzionale alla rilevante domanda degli utenti che giornalmente si spostano lungo l'asse Cosenza-Rende-Unical;

il boom di passeggeri si è accompagnato ad un generalizzato apprezzamento da parte dei cittadini;

qualche giorno addietro, secondo quanto riportato dagli organi di informazione, tale servizio sarebbe stato interrotto in seguito all'intervento della Regione Calabria che avrebbe disposto la sua provvisoria cessazione e inviato la relativa documentazione alla motorizzazione civile;

il servizio della Circolare Rossa si palesa un'esigenza dei residenti dell'Area Urbana e degli studenti oltre che un diritto (quello alla mobilità);

tale paventata definitiva interruzione ha suscitato notevoli perplessità;

l'eventuale cessazione del servizio è destinata a creare all'utenza significativi inconvenienti e disagi;

il servizio della Circolare Rossa risponde al diritto alla mobilità e a un'esigenza oggettiva dei residenti dell'Area Urbana e degli studenti -:

se e quali provvedimenti siano stati emessi dall'ente Regione Calabria in merito a tale vicenda e le motivazioni addotte a loro sostegno;

se siano stati valutati gli effetti, per l'utenza, di un'eventuale definitiva cessazione del servizio;

se siano state vagliate eventuali soluzioni atte a evitare la cessazione del servizio espletato dalla Circolare Veloce Rossa.”

La parola all’assessore De Gaetano.

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

Grazie Presidente, questo problema noi l’abbiamo affrontato fin dall’inizio, anzi è entrato prima dell’insediamento della Giunta. Sapete che a Cosenza c’era prima l’integrazione oraria/tariffaria “Bimbus” che è poi naufragata. Da quel momento in cui il comune di Cosenza tramite l’Amaco ha effettuato questo servizio che ora è stato sospeso in quanto la Motorizzazione civile di Cosenza ha sospeso la possibilità all’Amaco di far questo servizio perché la legge non prevede che la società di urbano possa fare anche trasporto extra urbano.

Visto che al momento l’Unical, Rende, è considerata una zona extra urbana ha impedito di fatto di fare questa circolare veloce.

Siamo intervenuti con una riunione alla quale hanno partecipato tutte le società interessate e tra l’altro questa tratta viene gestita dalla società consortile privata “Autolinee due”. Abbiamo fatto una riunione chiedendo al comune di Cosenza, di Rende, all’Amaco e alla società consortile “Autolinee due” e alle Ferrovie della Calabria di fare un tavolo tecnico per definire nuovamente l’integrazione tariffaria. Per capirci meglio quello che era prima il “Bimbus” cioè di dar la possibilità agli studenti di prendere lo stesso mezzo con lo stesso biglietto integrato e salire contemporaneamente sia sui mezzi dell’Amaco che di Ferrovie della Calabria che di “Consorzio autolinee 2”.

Tra l’altro il “Consorzio autolinee 2” ha implementato con delle tratte il servizio per ogni 15 minuti e credo che nei prossimi giorni si potrebbe trovare una soluzione con un accordo tra queste tre ditte di autolinee – quali pubbliche e quali private -. L’assessorato sta spingendo molto per trovare questa soluzione e secondo noi in attesa di fare una gara… perché poi il punto è questo: noi entro fine anno, credo, valutiamo di fare le gare come prevede la legge e quindi sostituire le concessioni che fino ad oggi sono in Calabria.

Si troveranno nuovi equilibri che saranno decisi dalla gara, quindi dal mercato, e sarà ovviamente poi l’ambito di zona, quindi sarà sicuramente la provincia di Cosenza a stabilire cosa mettere a gara. Ci sarà una gestione diversa, non sarà la Regione e delegheremo a questo ambito qui.

Temporaneamente stiamo spingendo per far sì che si possa rimettere insieme il “Bimbus” per dar la possibilità ai ragazzi di salire su tutti e tre i mezzi con un biglietto integrato. Stiamo lavorando anche per fare il Piano regionale dei trasporti e arrivare entro fine anno a fare le gare, ovviamente per tutta la Calabria, per poter dare un servizio più efficiente, per far risparmiare la Regione mettendo insieme con l’integrazione vettoriale che ci sarà attraverso le gare, per rendere il servizio molto più efficiente sia per gli studenti che per i lavoratori che vanno all’Unical visto che quello è il tratto a più alta densità della Calabria per quanto riguarda il mezzo pubblico urbano.

Stiamo lavorando in questa direzione e ci terrei a dire che non è una decisione presa dalla Regione ma è stata la motorizzazione di Cosenza a sospendere la possibilità di Amaco di fare la Circolare Veloce perché vietata da una legge regionale.

So che Amaco ha fatto ricorso al Tar insieme al comune di Cosenza e dovrebbe essere discussa la questione in questi giorni. Se il Tar modificherà le cose immediatamente andremo ad adempiere a quello che ci dirà il Tar.

Oggi, però, la legge ci dice questo, c’è un parere dell’ufficio legale della Regione e c’è un parere che ha dato anche la Motorizzazione civile di Cosenza.

In attesa di questo stiamo lavorando a rimettere l’integrazione tariffaria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie, sono soddisfatto.

Interrogazione numero 30 del 18 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Su Ferrovia Silana Cosenza - San Giovanni in Fiore”

PRESIDENTE

Interrogazione numero 30 del 18 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Su Ferrovia Silana Cosenza - San Giovanni in Fiore”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la ferrovia Silana è rimasta in esercizio fino al 2011 quando è stato sospeso il servizio viaggiatori oltre la stazione di Pedace; oggi il servizio di trasporto pubblico da Cosenza per raggiungere la Sila ed i paesi della Presila è garantito solo da trasporto pubblico su gomma. Una situazione grave per un territorio montano privo di tanti servizi che, oltre a rischiare l’isolamento durante la stagione invernale, in alcune fasce orarie e nei giorni festivi è completamente privo di un servizio di trasporto pubblico degno di questo nome; lo stato del trasporto pubblico locale in Calabria, e quello ferroviario in particolare, soffre di alcune carenze strutturali ed è storicamente poco considerato visto che, a dispetto di decenni di promesse circa il necessario riequilibrio modale a fini di tutela ambientale e di servizio universale, nei fatti si considera superfluo il contributo delle ferrovie locali allo sviluppo del territorio; una situazione sottolineata dal fatto che, nel periodo 2010-2014, i treni regionali sono diminuiti del 16% mentre le tariffe sono aumentate del 20% con una paradossale condizione di un servizio carente e più costoso per i cittadini e con tratte ferroviarie storiche, come la Pedace San Giovanni in Fiore, che chiudono, a discapito della sostenibilità economica e ambientale del trasporto pubblico regionale; alcune scelte della precedente Giunta regionale, maturate per rispondere al deficit economico delle Ferrovie della Calabria, hanno determinato una seria preoccupazione circa il futuro della Ferrovia Silana per la quale il Piano di riprogrammazione dei servizi di Trasporto pubblico locale e di Trasporto ferroviario regionale (Adottato con la deliberazione n. 380 del 25/10/2013) prevedeva la chiusura immediata della linea Camigliatello Silano - San Giovanni in Fiore;

lo stesso provvedimento prevede la chiusura della linea Pedace/Camigliatello Silano, destinandola a servizi turistici e, in assenza di determinazioni entro il 31/12/2015, la Giunta regionale ne attuerà la chiusura definitiva; la successiva Delibera di Giunta regionale, n.124 del 8/4/2014, con la quale si approva il Piano per i servizi di trasporto pubblico locale per l’anno 2014, prevede la dismissione immediata della linea San Nicola/Silvana Mansio/San Giovanni in Fiore, in maniera parzialmente difforme da quanto previsto dalla D.G.R. n. 308/2013 (e cioè con l’esclusione del tratto a valenza turistica Camigliatello Silano - San Nicola/Silvana Mansio) e la sdemanializzazione di tutti gli immobili ricadenti nella linea San Nicola/Silvana Mansio/San Giovanni in Fiore ed il loro conferimento quale patrimonio disponibile di Ferrovie della Calabria;

il futuro della ferrovia Silana diventa ancora più drammatico, se consideriamo che il Piano delle valorizzazioni ed alienazioni immobiliari per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 40 del 11.02.2013) prevede l’automatica classificazione dei beni immobili, presenti nell’elenco entro la categoria del patrimonio disponibile della Regione Calabria. Ed in questo elenco di beni da alienare sono inseriti i caselli ferroviari di Spezzano Piccolo (4); Spezzano Sila (6); San Giovanni in Fiore (5), Serra Pedace (3) e Casole Bruzio;

l’applicazione congiunta di questi diversi atti, se non si porrà rimedio, porterà a decretare la sdemanializzazione della tratta ferroviaria tra San Nicola/Silvana Mansio – San Giovanni in Fiore e l’alienazione dell’intero patrimonio immobiliare presente, delineando un destino analogo per la tratta Pedace/San Nicola-Silvana Mansio entro il 31 dicembre 2015, e ponendo la parola fine alla possibilità di ripristinare il servizio ferroviario tra Cosenza e San Giovanni in Fiore contribuendo a una ulteriore marginalità del territorio silano e delle aree interne della Presila;

per impedire che questo disegno si compia, dal 2 marzo 2015 si è attivato a San Giovanni in Fiore un Comitato per la Salvaguardia della ferrovia Silana, formato da Legambiente, Cgil, Auser e Associazione “Un Sorriso per gli Emigranti”, che si è mobilitato per impedire che la ferrovia Silana venga smantellata e che il patrimonio edilizio a supporto della stessa non venga dismesso, occupato abusivamente o ceduto in maniera selvaggia per scopi non coerenti con il primario interesse pubblico o di crescita sostenibile dell’economia silana;

la riattivazione e la messa in esercizio della ferrovia Silana, in quanto infrastruttura fondamentale per il trasporto locale, e considerato il suo notevole valore storico e paesaggistico, può essere utilizzata a fini turistici e per valorizzare il patrimonio naturalistico e ambientale del Parco nazionale della Sila;

Ferrovie della Calabria, nel suo Piano industriale per il periodo 2014/2018, per l’area silana prevede una maggiore integrazione del sistema mobilità/turismo portando ad esempio il ripristino del Treno a vapore della Sila e il perseguimento di politiche per una mobilità sostenibile e di integrazione del trasporto pubblico locale. Il Piano segnala, inoltre, come elemento di criticità, la bassa attrattività della stazione di Vaglio Lise di Cosenza per l’interscambio tra i diversi servizi di trasporto e la bassa utilizzazione dei servizi da Cosenza verso i Casali, compresa una maggiore valorizzazione del servizio ferroviario metropolitano;

il Piano prevede che dal 2014 venga messo in locazione il patrimonio di alloggi e magazzini, e uffici situati su linee dismesse e case cantoniere, e dal 2015 si attivino i servizi turistici nell’Altipiano Silano affidando il servizio di promozione, organizzazione e commercializzazione ad un soggetto terzo, mentre Ferrovie della Calabria garantiranno una offerta di 16.700 posti/anno e 2.600 tr/km.

Come intende determinarsi il governo regionale in merito alle richieste avanzate dal Comitato per la Salvaguardia della ferrovia Silana anche tramite una apposita petizione che ha raccolto finora oltre 4000 firme e che chiede nello specifico di:

non procedere alla chiusura e alla sdemanializzazione della tratta ferroviaria San Nicola/Silvana Mansio - San Giovanni in Fiore;

riattivare la ferrovia Silana Cosenza - San Giovanni in Fiore per dotare il territorio di un sistema di trasporto pubblico locale sostenibile;

garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intera tratta della ferrovia Silana;

inserire la ferrovia Silana tra le proposte per la mobilità sostenibile e il turismo della Strategia Nazionale per le Aree Interne da finanziare attraverso le risorse della Programmazione Comunitaria 2014/2020;

promuovere la ferrovia Silana e il suo ambito naturalistico negli itinerari turistici nazionali e internazionali, anche in occasione di Expo 2015;

proporre la tratta Camigliatello Silano - San Giovanni in Fiore tra le ferrovie d’alta quota da riconoscere quale patrimonio dell’Unesco.”

Prego, assessore De Gaetano.

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

Grazie Presidente, la chiusura e la sdemanializzazione della tratta ferroviaria San Nicola-San Manzio verso San Giovanni in Fiore è stata approvata dalla Giunta regionale con delibera numero 124 dell’8.4.2014.

Sembra oggettivamente difficile la possibilità di una riapertura della linea di San Giovanni in Fiore, sospesa ormai da anni, per una questione di carattere economico e tecnico e anche perché ci sono gli atti fatti dalla precedente Giunta regionale che sono andati già verso la chiusura di questa linea.

Stiamo ragionando ed abbiamo avuto già diverse sollecitazioni da parte di amministratori locali e da parte di colleghi del Consiglio regionale come il consigliere Giudiceandrea, che mi aveva già posto questa questione, ed ora con l’interrogazione del consigliere Graziano su un ragionamento anche di natura turistica, ovviamente.

Visto che quella è una linea che passa per una zona paesaggisticamente molto bella e visto che ci sono altre esperienze dalla Svizzera o da altre parti dove hanno chiuso la tratta pendolare, per capirci, hanno aperto una tratta turistica, stiamo ragionando - oltre che col mio assessorato anche con l’assessorato al turismo e alla cultura - per trovare nella nuova programmazione comunitaria la possibilità di fare una linea turistica in alcuni periodi dell’anno.

Questo, ovviamente, è un ragionamento ancora tutto aperto e oggi non saprei darvi una soluzione perché è una fase in itinere.

Siamo aperti a suggerimenti da questo punto di vista da parte dei colleghi Graziano, Giudiceandrea e di chi ha a cuore la questione, anche il nuovo sindaco di San Giovanni in Fiore – si voterà tra poco – sarà parte principale del tavolo che faremo.

Siamo pronti a suggerimenti ed a trovare soluzioni ma la nostra idea è di lavorare – se ci sono le condizioni dal punto di vista economico – sul Por della nuova programmazione, dando la possibilità di riaprire questa linea dal punto di vista turistico e di implementare la possibilità per i turisti di visitare quelle zone attraverso questa linea che è di alto pregio come poche in Italia.

Si tratta di una linea che arriva a quasi 1.300 metri di altezza ed è una linea molto importante che può essere sfruttata molto dal punto di vista turistico.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Grazie assessore. Lei dice che non è possibile dal punto di vista economico e poi mi dice che da un punto di vista turistico potrebbe esser fatto.

Prendo per buona l’ultima parte, sull’importanza dal punto di vista turistico perché, attraversando il gran bosco d’Italia, il bosco della Sila, questo trenino potrebbe rappresentare un volano importante di sviluppo per l’altopiano silano.

Devo dirle ancora un’altra cosa. Quando parla del lato economico, della quantificazione dei soldi necessari per il ripristino, per la riapertura della ferrovia silana, le dico che va fatta una analisi costi-benefici. Quindi devono essere considerati i benefici che possono derivare dalla riapertura della linea dal punto di vista turistico ed economico per le popolazioni che abitano l’altopiano silano.

Quando si va a calcolare il costo economico bisogna tener conto di questi fattori e non esclusivamente dei soldi necessari al ripristino della linea.

Devo fare poi un’altra osservazione. Quando lei mi dice che la chiusura è un atto assunto dalla precedente Giunta regionale le devo dire che la scadenza è a dicembre 2015 e quindi questa Giunta regionale ha tutto il tempo per poter revocare l’atto e per assumere determinazioni di natura differente.

Non comprendo e non concepisco, pertanto, che si possa dire che è stata la vecchia Giunta. Se la vecchia Giunta ha sbagliato questa Giunta ha i tempi, la modalità ed i mesi per poter rimediare e fare un atto giusto a favore di questa linea ferroviaria. Grazie.

Interrogazione numero 31 del 27 marzo 2015 a firma dei consiglieri Graziano, Sergio “Sulla Società “Progetto Magna Graecia”

PRESIDENTE

Interrogazione numero 31 del 27 marzo 2015 a firma dei consiglieri Graziano, Sergio “Sulla Società “Progetto Magna Graecia”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nella sua lunga storia la Calabria è stata terra di approdo, transito e conquista per popoli gravitanti nel bacino del Mediterraneo e genti provenienti dalle regioni transalpine, che hanno dato vita ad una straordinaria polifonia culturale fatta di innesti e persistenze, di una fervida dialettica tra tradizione ed innovazione, un caleidoscopio culturale di straordinario fascino, i cui riflessi si scorgono nel patrimonio storico-artistico, nella gastronomia, nell’artigianato, nella musica, nelle forme di religiosità, nel paesaggio;

le testimonianze di questa storia millenaria di grande fascino devono essere maggiormente valorizzate, se si considera che l’intero territorio regionale è disseminato di testimonianze archeologiche: i grandi parchi Locri, Capo Colonna, Roccelletta di Borgia e Sibari, ma di altrettanta importanza sono le aree archeologiche di Ciro Marina, Monasterace Marina e anche Castiglione di Paludi;

nel dicembre 2010 il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge che istituisce la società “Progetto Magna Graecia” con lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della nostra regione;

nel 2011 è stata creata la società mista Regione Calabria-Comuni di Crotone, Cutro, Gioia Tauro, Santa Maria del Cedro, Spezzano Albanese, Vibo Valentia, denominata Progetto Magna Graecia;

la suddetta società ha come obiettivo primario la valorizzazione del patrimonio archeologico calabrese;

l’agenda della società era proiettata verso l’internazionalizzazione delle attività, dall’iter per il riconoscimento della Magna Graecia calabra come patrimonio dell’umanità con il sigillo dell’Unesco, fino all’utilizzo dei fondi europei destinati allo sviluppo della regione;

le iniziative come quella del “Progetto Magna Graecia” hanno, inoltre, l’ulteriore obiettivo di sensibilizzare sulla necessità di valorizzare e tutelare anche i beni archeologici cosiddetti “minori”, che rischiano di essere dimenticati e cancellati dalla memoria storica degli uomini;

in un’ottica che mira non solo alla prevenzione e conservazione, ma anche alla conoscenza e valorizzazione dei beni culturali, è importante sottolineare anche il ruolo di primaria importanza di una formazione specializzata per favorire la fruizione dei beni culturali, di cui la regione Calabria è ricca;

per il Progetto Magna Grecia, con tutte le iniziative e le attività da svolgere, va rimarcata l’importanza che potrebbe dare all’occupazione stabile per i tanti giovani calabresi in cerca di un lavoro soddisfacente, qualificato e qualificante, infatti in questo settore viene richiesto un elevato livello di conoscenza teorica e tecnica per analizzare e rappresentare, in ambiti disciplinari specifici, situazioni e problemi complessi, definire le possibili soluzioni e assumere le relative decisioni;

qualsiasi attività nel campo dei beni culturali deve essere condotta in sinergia e col supporto di altre figure professionali del settore beni culturali, quali la figura dello storico dell’arte, del conservatore e del restauratore, ecc..-:

come intende determinarsi la Regione Calabria in merito alle difficoltà in cui versa la società “Progetto Magna Graecia”, legate – parrebbe – alla mancata erogazione dei fondi in dotazione alla società, che ha di fatto provocato l’interruzione di una serie di iniziative di rilievo già ideate e programmate e che hanno portato alla convocazione di un’assemblea straordinaria dei soci in cui si proporrà la liquidazione della società “Progetto Magna Graecia”;

i motivi per i quali il governo regionale non ha inteso dare attuazione alla programmazione predisposta dalla società e alla legge regionale Magna Graecia, visto il notevole contributo che potrebbe apportare sia in campo occupazionale che di valorizzazione e fruizione dei beni archeologici della nostra regione.”

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

La Società in oggetto, costituita in data 20.11.2012 in attuazione dell’articolo 11 della legge regionale 29 dicembre 2010, numero 34, a fronte di ricavi pressoché nulli, che palesano un’assoluta inoperosità, è stata caratterizzata sin dalla sua costituzione, da una struttura del conto economico appesantita da costi fissi - personale, costi amministrativi, compensi per organi di controllo - che ha provocato una preoccupante situazione di indebitamento.

Lo stesso Ministero dell’economia e delle finanze, Mef, Dipartimento ragioneria generale dello Stato nella “Relazione sulla verifica in materia di scostamenti dagli obiettivi di finanza pubblica”, datata 17 febbraio 2014, ha evidenziato che per la Società Magna Graecia la spesa per il personale rappresenta il 45 per cento dei costi di produzione, richiamando le disposizioni di cui all’articolo 18 della legge numero 133 del 2008, e che, in considerazione della rilevante perdita, ben superiore al capitale sociale, “la proprietà dovrà intervenire immediatamente per ricapitalizzare la società oppure per porla in liquidazione”.

Durante l’assemblea ordinaria dei Soci del 09 novembre 2013, la Regione Calabria ha espresso la volontà di ripianare le perdite e il capitale sociale senza che, tuttavia, venissero mai stanziate in bilancio le relative somme.

La legge 23 dicembre 2014, numero 190, - Legge di stabilità 2015 - ha introdotto alcune novità in materia di società partecipate.

In particolare, l’articolo 1, comma 611, della sopra citata disposizione normativa stabilisce che le Regioni, a decorrere dal 1° gennaio 2015, avviano un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo tale da conseguire la riduzione delle stesse entro il 31 dicembre 2015.

Il successivo comma 612 stabilisce che “i Presidenti delle Regioni definiscono ed approvano, entro il 31 marzo 2015, un Piano operativo di razionalizzazione delle Società partecipate e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i tempi di attuazione, nonché l’esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire” da trasmettere alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti.

Il comma 613 della medesima norma prevede, inoltre, che “le deliberazioni dì scioglimento e di liquidazione e gli atti di dismissione di società costituite o di partecipazioni societarie acquistate per espressa previsione normativa sono disciplinati unicamente dalle disposizioni del Codice civile e, in quanto incidenti sul rapporto societario, non richiedono né l’abrogazione, né la modifica della previsione normativa originaria”.

In attuazione della normativa sopra citata, la Giunta regionale, con deliberazione numero 89 del 31 marzo 2015, ha disposto di procedere alla dismissione della partecipazione societaria attualmente detenuta in Progetto Magna Graecia srl.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Grazie Presidente, prendo atto che la Giunta regionale ha deciso – per come era anche scritto nella legge collegato al bilancio – di chiudere la “società in house Progetto Magna Grecia”.

Al di là di questa che è una scelta di cui chiaramente il governo regionale si assume tutta la responsabilità, il punto è un altro. La Calabria è stata meta nei secoli di popoli provenienti sia dal Mediterraneo che dal nord Europa ed ha dei siti archeologici di grande importanza come Sibari, Crotone, Roccelletta di Borgia, Monasterace ma anche di siti archeologici minori come Paludi, Cirò ecc.

Perché fu costituita la società Magna Graecia? Fu costituita perché questi siti hanno una valenza naturalistica e turistica, anche ai fini di sviluppo del territorio della nostra regione, importante.

Io vorrei – e su questo invito il governo regionale – che comunque venga tenuto presente lo scopo per cui è nata la società Magna Graecia. Se voi, ora, avete deciso di chiuderla avrete le vostre buone ragioni. Quello che è importante è che i beni archeologici in Calabria abbiano un ruolo preminente per far sì, soprattutto, che questi siti vengano conosciuti e resi noti, altrimenti non c’è fruizione. I fondi li abbiamo, sono quelli che l’Unione europea ci dà e quindi inviterei il governo regionale ad adoperarsi su questo. Grazie.

Interrogazione numero 32 del 30 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sugli Uffici della Regione Calabria a Milano e loro utilizzo anche in vista dell’Expo 2015”

PRESIDENTE

Interrogazione numero 32 del 30 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sugli Uffici della Regione Calabria a Milano e loro utilizzo anche in vista dell’Expo 2015”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria conduce in locazione l’immobile sito in Milano, in via Broletto nr. 16, a poca distanza da piazza Cordusio e dal Duomo, giusto contratto di locazione stipulato in data 30 dicembre 2011, registrato in data 27.01.2012 presso l’Ufficio delle Entrate di Roma 1 (TJN) Rep. 704 Serie 3T (Proprietà: Beni Stabili Gestione SpA Bsg Sgr);

la Regione ha destinato l’immobile allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d’origine dei calabresi residenti fuori regione;

il canone d’affitto pagato per l’immobile ammonta ad € 8.000 mensili circa (per un totale di € 96.000 annui circa) ed il contratto scade a fine 2017;

il 20 giugno 2013 è stato inaugurato con servizi per l’accoglienza e l’allestimento con fatture di spesa per la regione ammontanti ad € 6.000 circa;

il primo ufficio di rappresentanza della Regione Calabria a Milano era stato aperto nel 1973 dall’allora Presidente Antonio Guarasci e dall’assessore al turismo Giuseppe Nicolò;

nel 2008 il presidente Agazio Loiero aveva chiuso l’ufficio per mancanza fondi, riaprendolo poi il 19 febbraio 2010 con l’intenzione di farlo cogestire dal CO.SE.R (Consorzio Servizi Regionali) Calabria e dalla FEIACC (Federazione Italiana Associazioni e Circoli Calabresi);

l’ufficio, ad oggi, nonostante l’imminenza dell’Expo 2015, risulta praticamente chiuso;

proprio il prossimo importante appuntamento con l’Expo 2015 è, come definito da molti, come un palcoscenico unico all’interno del panorama mondiale ed un’occasione per valorizzare le risorse interne della regione Calabria;

la Regione, avendo avuto modo di constatare il grave ritardo nel processo di preparazione all’Expo 2015, ha attivato una task force interna per recuperare il suddetto ritardo, disponendo il divieto assoluto ad ogni ricorso a collaborazioni esterne allo scopo di non far gravare ulteriori costi sulle finanze regionali.

Come intende determinarsi il governo regionale in merito all’eventuale utilizzo dell’immobile sito nel centro di Milano, i cui costi sono già gravanti sul bilancio regionale;

nello specifico, quali azioni il governo regionale intende mettere in campo per l’utilizzo pieno e funzionale della predetta sede in Milano in occasione dell’Expo 2015, come sarebbe auspicabile, considerato che l’immobile è proprio finalizzato allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d’origine dei calabresi residenti fuori regione”.

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Per garantire una presenza continuativa durante il periodo interessato dalle attività di Expo 2015, si sta procedendo a recuperare la sede di Milano, in Via Broletto, rimasta chiusa fino ad ora, per farne una vetrina nel cuore di Milano, per il nostro patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico, culturale, enogastronomico. Si farà con il concorso attivo degli operatori, dei produttori, della rete che opera sul nostro territorio.

In tal senso si sono già attivate e sono in fase di esecuzione, attività tecniche per procedere con la riqualificazione e funzionalizzazione dei locali con alcuni interventi migliorativi per permetterne un’immediata fruizione.

Volevo ricordare – ha ragione il consigliere Graziano – che per lungo tempo sono stati abbandonati, li ho visti in questo periodo in cui siamo andati all’inaugurazione dell’Expo e stiamo cercando di mettere in moto tutti i meccanismi utili per far di quella sede una vetrina della nostra regione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Grazie, Vicepresidente e Presidente. Avevo già appreso dai giornali che vi state adoperando affinché questo spreco di 96 mila euro l’anno non debba continuare per una sede che è tenuta chiusa, di cui si vede dalle vetrate lo stato di abbandono e che all’interno vi sono due scrivanie in cui non c’è nessuno.

Apprendo anche che è stata accolta la proposta che fu da me fatta con l’interrogazione datata 30 marzo, di adoperare questi locali per l’Expo, approfittando del fatto che per il centro di Milano si pensa passino, per questa occasione, 12 milioni di persone e che sicuramente si affacciano in via Brodoletti, che è in zona centrale.

Adoperare questa sede anche come vetrina internazionale per la fruizione di ciò che la Calabria rappresenta mi pare una buona idea che il governo regionale ha accolto, di cui mi compiaccio e quindi ringrazio.

Interrogazione numero 33 del 31 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Erosione costiera, ricognizione sugli interventi eseguiti e nuova strategia politica”

PRESIDENTE

Passiamo alla interrogazione numero 33 del 31 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Erosione costiera, ricognizione sugli interventi eseguiti e nuova strategia politica” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Comunità europea ha erogato negli ultimi anni molteplici finanziamenti per contrastare il fenomeno dell’erosione costiera;

le linee di intervento sono poi state curate dalla Regione Calabria;

molti finanziamenti europei non sono stati tuttavia utilizzati;

il fenomeno dell’erosione costiera è stato causato da agenti esogeni o endogeni, qualificati tali in relazione alla loro collocazione esterna o interna alla superficie terrestre. Gli agenti esogeni, in particolare, sono risultati più continui ed ostinati nella loro azione erosiva: venti, aumento del volume liquido dovuto ai mutamenti climatici, movimenti gravitativi e organismi viventi (bioerosione);

ad essi vanno aggiunti anche gli scriteriati interventi umani: soppressione dei boschi, prelievo abusivo di sabbia dai letti, dalle rive dei fiumi e dalle spiagge marine, cementificazione selvaggia, urbanizzazione forsennata, costruzione repentina di porti e porticcioli senza un accurato studio dell’impatto ambientale, del moto delle correnti, dei flussi e riflussi degli organismi viventi sotto la superficie delle acque;

la problematica nel corso degli anni, è stata aggravata dalle massicce opere di regimazione fluviale realizzate nei fiumi calabresi dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. L’uso massiccio delle briglie, ad esempio, ha bloccato l’afflusso naturale dei detriti, ha determinato la scomparsa delle foci dei fiumi e, conseguentemente, la scomparsa degli arenili;

inoltre, è mancata tutela e valorizzazione delle dune con la vegetazione e con la fauna presente da secoli e ciò senza valutare che quelle, con i dolci pendii che il mare stesso e i movimenti della terra creavano, costituivano la migliore difesa contro l’erosione;

anche le scelte tecniche e amministrative non sono state lungimiranti e appropriate a contrastare l’erosione;

i rimedi eseguiti, come la posa di scogliere parallele alla costa o di sacchetti di plastica riempiti di sabbia per frenare il flusso sabbioso, non sono apparsi finora degni di nota presentandosi, più che altro, come empirici e inconsistenti;

esempi di tutto ciò sono stati gli ingenti danni subiti nel lungomare di Nocera Tirinese o nella strada statale 118;

altri esempi di interventi incapaci di contrastare il fenomeno erosivo si sono registrate ad esempio a Fuscaldo dove le opere realizzate a difesa della coste, come le barriere frangiflutti, si sono sbriciolate in poco tempo a causa delle mareggiate invernali. Analoga sorte è toccata alla costa di Zambrone, dove nonostante gli interventi tecnici degli anni passati, l’erosione è ben lungi dall’essere arginata;

la problematica in questione ha assunto dimensioni gravissime. A conferma di ciò i numerosi dettagliati articoli apparsi sulla stampa regionale nell’ultimo periodo, l’azione decisa dei Comuni che hanno in merito deliberato per chiedere gli interventi caso e i tanti interventi dei tecnici esperti del settore;

in particolare modo risultano colpiti da tale fenomeno, la parte nord e centrale del Tirreno calabrese;

urge, pertanto, effettuare una ricognizione capillare delle politiche fin qui poste in essere, delle scelte strategiche e tecniche adottate e dei risultati conseguiti;

alla luce di quanto sopra esposto, il ripascimento degli arenili completamente scomparsi appare una priorità non più procrastinabile;

la nuova Giunta regionale ha l’onere di intervenire sulla questione con somma urgenza e priorità. In particolare, sui criteri di erogazione della spesa attraverso una puntuale programmazione dei fondi comunitari e mediante il coinvolgimento di tecnici e professionalità anche di caratura internazionale;

vista la dimensione assunta dal problema s’impone, infatti, il ricorso allo studio, alla scienza e alla tecnologia più avanzate, ad una coscienza rieducata della gente, delle imprese, degli amministratori cittadini e soprattutto alla competenza ed alla determinazione delle autorità dello Stato -:

se intenda effettuare una ricognizione sui risultati fin qui prodotti dalle scelte tecniche, politiche e strategiche, adottate per contrastare il fenomeno dell’erosione costiera;

se intenda dare priorità, impulso e dinamismo a una nuova politica finalizzata a contrastare l’erosione costiera, con particolare riferimento ai tratti del Tirreno calabrese interessato;

se intenda coinvolgere le esperienze e le professionalità maturate in Calabria, nonché studiosi e tecnici di dimensione internazionale;.

se intenda progettare una nuova fase di programmazione della spesa comunitaria riservata al settore e in quali termini.”

PRESIDENTE

La parola all’assessore De Gaetano.

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

Grazie Presidente. La Giunta regionale con deliberazione numero 1158 del 27 dicembre 2005, in esecuzione dell’articolo 10 della legge regionale numero 13/2005, ha affidato all’Autorità di Bacino Regionale, il compito della redazione del “Piano di gestione integrata delle coste”.

Nel corso degli ultimi anni l’ABR con lo scopo di superare le problematiche legate all’eccessiva frammentazione dei finanziamenti e alla realizzazione di opere con effetti limitati a scala locale ha avviato un’importante azione di monitoraggio al fine di programmare le opere di difesa costiera non più a livello comunale e/o provinciale ma ragionando per macro aree.

Per meglio definire gli interventi di difesa costiera è stato redatto un Master Plan che è composto da una “Relazione Generale”, dalle “Carte di sintesi” in cui sono rappresentate fra l’altro le opere esistenti e gli interventi previsti, raccolte in un atlante e un documento che riassume le “priorità degli interventi e la stima generale dei costi”, per ognuna delle 21 macro aree individuate.

Per raggiungere questo importante risultato è stata coinvolta tutta la segreteria tecnica dell’Autorità di Bacino, alcuni funzionari del dipartimento lavori pubblici, del genio civile opere marittime, delle cinque amministrazioni provinciali calabresi e, per alcuni aspetti specialistici, il dipartimento Diceam dell’università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria.

Per quanto riguarda la programmazione e l’attuazione degli interventi strutturali, a fronte di una valutazione degli interventi necessari per la messa in sicurezza delle aree a rischio elevato di erosione costiera, per oltre 500 milioni di euro.

Parte della copertura finanziaria - 40 milioni di euro - è stata fatta gravare sull’APQ Difesa delle Coste, stipulato nel 2012.

In soli 12 mesi sono stati programmati, progettati e bandite le gare di appalto per 15 interventi di messa in sicurezza, alcuni dei quali sono già stati aggiudicati e per i quali a breve partiranno i lavori di messa in sicurezza.

In questo caso, l’Autorità e il dipartimento lavori pubblici si sono sostituite alla Stazione unica appaltante che aveva evidenziato difficoltà oggettive a poter espletare le procedure entro dicembre 2014, termine ultimo per l’assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti previsti dalla delibera Cipe 87/2012.

Per l’erosione costiera, con delibera di Comitato istituzionale numero 2 del 22 luglio 2014 è stato adottato l’aggiornamento del Pai relativo al rischio di erosione costiera.

Con la sua pubblicazione sul Bur Calabria sono state avviate le procedure che porteranno alla sua formale approvazione.

Il Piano redatto a scala regionale si compone di una “Relazione di Piano”, delle “Norme Tecniche di Attuazione”, di numero 280 mappe di pericolosità e numero 280 mappe del rischio.

In questo caso è stato aggiornato, su base regionale, il Piano dei vincoli su tutti i 116 comuni costieri a differenza del vecchio Pai che ne considerava soltanto 42.

PRESIDENTE

La parola al consigliere Mangialavori.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Va bene così. Grazie.

Interrogazione numero 34 del 31 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulle celebrazioni in onore di Gioacchino Murat nel bicentenario della sua morte”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 34 del 31 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulle celebrazioni in onore di Gioacchino Murat nel bicentenario della sua morte” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

Gioacchino Murat nasce a Labastide-Fortunière il 25 marzo 1767. Convinto sostenitore di Napoleone, lo seguì in varie campagne militari. Il 20 gennaio 1800 sposò la sorella minore di Napoleone, Carolina Bonaparte. Divenne così re di Napoli nel 1808;

grazie alla sua politica, il regno fu oggetto di un complesso organico di riforme, che apportò ampie trasformazioni destinate ad incidere profondamente sulla storia della Calabria e dei calabresi;

il suo impegno fu soprattutto diretto alla modernizzazione del regno. Fra i provvedimenti più significativi, l’abolizione della feudalità. Ad onore del vero, la legge di abolizione era stata promulgata da Giuseppe Bonaparte il 2 agosto 1806, ma fu merito del governo murattiano averle dato una pratica applicazione;

fra le riforme ad essa connesse va sottolineata l’abolizione di tutti i diritti giurisdizionali, proibitivi e personali e la divisione dei demani in libere e intangibili proprietà;

fra le riforme più incisive ci furono anche quelle finanziarie. La gravissima situazione finanziaria del Regno di Napoli venne affrontata da Murat attraverso due leggi: la confisca della manomorta ecclesiastica e la liquidazione del debito pubblico;

fra le altre riforme, va altresì segnalata anche quella tributaria, fondata su di una maggiore perequazione e semplicità dei tributi. Nonché la riforma legislativa e penale. L’1 gennaio 1809 venne esteso al Regno di Napoli il Code Napoléon. Su ordine di Murat il codice venne tradotto e adattato, nei contenuti, alle esigenze del regno;

a Murat si deve l’istituzione del ministero dell’Interno e la suddivisione del territorio nazionale in intendenze provinciali che prevedevano tre divisioni fondamentali: quella dell’amministrazione civile, finanziaria e di alta polizia;

nel 1808 fu definita anche la riforma dell’amministrazione civica della capitale, Napoli, sul modello della capitale francese, che la vide composta dal sindaco, da dodici eletti ed un cancelliere, e comprendente l’amministrazione delle città e dei borghi; mentre il decurionato ne era il corpo rappresentativo;

decisamente incisivo fu l’apporto offerto per la creazione di un sistema giudiziario equo ed efficace;

infatti, in età premoderna, il sistema-giustizia locale era appannaggio del feudatario, il quale aveva pieni poteri sia in materia di giustizia civile che penale. I ricorsi, invece, potevano essere inoltrati alla regia udienza di Catanzaro e alla regia camera di Santa Chiara a Napoli. Con l’avvento dei francesi, l’amministrazione della giustizia divenne prerogativa esclusiva dello Stato. Il Regno fu diviso in: giudici di pace, pretori, tribunali civili e penali;

nel 1809 la rivoluzione francese investì, così, un settore decisivo per la vita dei cittadini; vennero istituiti, numerosi distretti deputati a tale funzione pubblica, fra cui: Briatico, Monteleone (attuale Vibo Valentia), Monterosso, Nicotera, Pizzo, Serra San Bruno e Tropea. Nel passato recente e più datato, le sedi ospitanti l’attività giurisdizionale sono state soppresse, ad eccezione di Vibo Valentia. Il tutto con ripercussioni negative sul contesto civile locale;

si deve anche a Murat, con decreto del 4 maggio 1811 numero 922 la suddivisione della regione in due province: la Citeriore, con capitale Cosenza e l’Ulteriore con capitale Monteleone. Ogni provincia venne quindi divisa in quattro distretti, suddivisi ulteriormente in circondari e quest’ultimi in comuni e frazioni;

fu sempre per merito di Murat la creazione, in Calabria, di un sistema municipale moderno e ciò in virtù del menzionato decreto numero 922 del 1811;

intorno alla figura del regnante francese sono state realizzate nel tempo varie iniziative di matrice culturale nei comuni calabresi. E ciò, in particolare modo, da parte della “Associazione culturale Gioacchino Murat Onlus di Pizzo” che ha realizzato approfonditi studi e qualificati eventi;

serie ricerche, su base scientifica, finalizzate al recupero delle sue spoglie non sono mai state fatte e che, secondo i documenti esistenti presso l’archivio storico della Chiesa di San Giorgio, quello del comune di Pizzo e l’archivio borbonico di Napoli, nonché le testimonianze scritte del canonico Tommaso Masdea presente alla sepoltura e del farmacista di Pizzo. A Condoleo, giacciono nella chiesa napitina dedicata a San Giorgio;

Gioacchino Murat, oltre alle riforme di cui sopra è cenno, fu anche un abile amministratore. Il monarca, infatti, potenziò le strutture viarie del Regno, avviò processi di ristrutturazione urbanistica, intraprese scavi archeologici, valorizzò il patrimonio storico e artistico, creò una burocrazia capace di gestire i dinamismi avviati dalle riforme, all’insegna di un rinnovato rapporto centro-periferia;

nonostante le molte resistenze alle sue riforme, fomentate dalla Corte Borbonica di Palermo, riuscì in un periodo piuttosto breve, ad incidere sulle mentalità e sugli atteggiamenti individuali e collettivi;

oltre all’abolizione della feudalità, all’uguaglianza davanti alla legge e a quella fiscale, rinnovò l’esercito e la marina, potenziò l’economia, introdusse il divorzio, rilanciò l’attività culturale di Napoli fondando l’Orto botanico, la facoltà di Agraria e di Veterinaria, l’Osservatorio astronomico. Iniziative di cui beneficiò tutto il Sud;

da tale quadro emerge la figura di un governante dinamico, di un amministratore moderno, di un legislatore acuto, legatissimo alla terra di Calabria e di grande coraggio;

il 13 ottobre 2015 ricorrono i duecento anni dalla sua morte avvenuta a Pizzo mediante fucilazione da parte della Gendarmeria Borbonica. Una circostanza già rimarcata da molti studiosi, giornalisti e ricercatori calabresi, i quali hanno auspicato attenzione su tale significativo evento;

proprio per il preminente ruolo assolto da Murat in chiave modernizzatrice della Calabria (e del Sud) risulta necessario prestare particolare importanza a tale ricorrenza e ciò al fine di: a) approfondire gli studi sull’impatto delle riforme murattiane; b) attualizzare la figura del regnante francese alla luce dei progetti di riforma cui sono interessati, in modo particolare, gli enti locali; c) arricchire l’elemento identitario, specie con riferimento alle municipalità calabresi sorte grazie alla riforma di Murat -:

se intenda celebrare la ricorrenza del bicentenario della morte di Gioacchino Murat (13 ottobre 2015);

se intenda istituire a tal fine un comitato di eminenti figure culturali per onorare nel migliore dei modi tale ricorrenza;

se intenda coinvolgere nell’eventuale progetto di valorizzazione anche le associazioni culturali, specie quelle locali e operanti su Pizzo che nel tempo hanno già avviato adeguati progetti culturali intorno al monarca francese;

se intenda coinvolgere anche le municipalità calabresi e in che termini, per avviare una duplice riflessione: riscoperta del proprio percorso identitario, approfondimento sulle realtà municipali della contemporaneità alla luce delle prospettive di riforma”.

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Anche per questa interrogazione con riferimento alle richieste evidenziate e, in particolare, alla possibilità di realizzare un evento commemorativo e di costituire un comitato di esperti, vorrei precisare che l’evento potrà essere proposto all’Avviso per la selezione di eventi culturali storicizzati dall’Associazione Gioacchino Murat che già in passato ha realizzato, attraverso la partecipazione ad avvisi di selezione analoghi, rievocazioni storiche sul tema.

L’avviso è attualmente aperto e la scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 28 maggio 2015. Lo stesso è disponibile sul Burc numero 28 del 28 aprile 2015 - parte terza.

C’è un nulla osta alla costituzione di un comitato il cui eventuale costo non sarebbe tuttavia sostenibile a valere sull’avviso di cui al punto precedente, ma deve essere senza oneri perché sappiamo che i Comitati, purtroppo, per norma debbono esser fatti così. Va bene?

PRESIDENTE

La parola al consigliere Mangialavori per la replica.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie assessore Ciconte, sono soddisfatto.

Ho voluto sollecitare la Giunta regionale perché penso possa essere una enorme occasione per la città di Pizzo e per tutto il territorio vibonese. Mi auguro che la Regione Calabria, per quanto possa, stia vicino alle tante associazioni che ci sono e riesca a realizzare a Pizzo una celebrazione che possa passare alla storia. Grazie, assessore Ciconte.

Interrogazione numero 35 del 14 aprile 2015 a firma del consigliere Graziano “Sulla società Comac: Consorzio Mercato Agricolo Alimentare Calabria”

PRESIDENTE

Siamo alla interrogazione numero 35 del 14 aprile 2015 a firma del consigliere Graziano “Sulla Società COMAC: Consorzio Mercato Agricolo Alimentare Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

la Regione Calabria è socio di maggioranza della società COMAC: Consorzio Mercato Agricolo Alimentare Calabria con sede in Montalto Uffugo;

la società COMAC ha per oggetto, in coerenza con gli indirizzi della programmazione Comunitaria, Nazionale e Regionale, lo svolgimento delle seguenti attività: istituzione, costruzione e gestione dei mercati all’ingrosso di prodotti agricoli alimentari, costruzione e la gestione di centrali alimentari ed ortofrutticole, di impianti di produzione, di trasformazione ecc., produzione e acquisto di imballaggi, cesterie ecc.;

la società COMAC ha, oggi, 12 unità di personale, a cui dal maggio 2014 non viene corrisposta alcuna mensilità -:

come intende determinarsi la Regione Calabria in merito alle difficoltà ed alla situazione di estremo disagio in cui versano i 12 dipendenti della società COMAC e le loro famiglie, considerato che da maggio 2014 non viene percepita alcuna mensilità;

se sono assicurati tutti gli adempimenti riguardanti gli obblighi sulla sicurezza del lavoro, visite mediche dipendenti, ecc.;

se il governo regionale ha un piano, anche in accordo con i sindacati, per il ricollocamento lavorativo degli attuali 12 lavoratori della COMAC o se sono previste altre forme di tutela.”

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiedo di rinviarla in quanto deve rispondere l’assessore Guccione, trattandosi di personale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

Se chiedete di rinviarla ne prendo atto. Ma prendo atto anche che l’ordine del giorno era stato fatto da tempo così come la convocazione.

Oggi vedo l’assenza dell’assessore Guccione e del presidente Oliverio, che saranno pure giustificati, ma una cosa mi deve consentire di dirla. Noi queste interrogazioni le abbiamo fatte da mesi e non abbiamo avuto la risposta per iscritto nei termini stabiliti. Ci aspettavamo che almeno oggi fossero presenti gli assessori competenti per poterci dare la risposta.

Ce ne duole molto…

(Interruzione)

Allora devo dire che forse i colleghi di Forza Italia avevano ragione nel dire “non facciamo il Consiglio”. Questo mi dà effettivamente modo di precisare che non è corretto nei confronti dell’Aula che oggi non si abbia risposta ad interrogazioni presentate da mesi. Non ci sono state date le risposte per iscritto nei termini ed oggi che è messa finalmente all’ordine del giorno non c’è chi deve dare risposte.

Di questo mi dispiace molto e ne faccio pubblicamente menzione.

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 35 è rinviata.

Interrogazione numero 36 del 17 aprile 2015 a firma del consigliere Orsomarso “Sul problema amianto in località Triscioli del Comune di Santa Caterina Albanese (CS)”

PRESIDENTE

Siamo all’interrogazione numero 36 del 17 aprile 2015 a firma del consigliere Orsomarso “Sul problema amianto in località Triscioli del Comune di Santa Caterina Albanese (CS)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Legge 27 marzo 1992, n. 257, art. 10, comma 1, dispone che le Regioni e le Province adottino i piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto;

con D.P.R. 8 agosto 1994, veniva adottato “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano per l’adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”;

il Decreto 6 settembre 1994 del Ministero della Sanità definisce “Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art. 6, comma 3, e dell’art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto”;

il Decreto Ministeriale 18 marzo 2003, n. 101 reca il “Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93”;

la Regione Calabria ha approvato, in materia, la L.R. 27 aprile 2011 n. 14, recante “interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: norme relative all’eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto”;

con Deliberazione della Giunta Regionale n. 201 del 4 maggio 2012 è stata istituita, ai sensi dell’art. 3 comma 1 della L.R. n.14 del 27 aprile 2011, l’Unità Speciale Amianto (USA) a carattere temporaneo, per il conseguimento delle finalità previste all’art. 1 della L.R. 27/04/2011 14, tra cui l’elaborazione del Piano Regionale Amianto Calabria (P.R.A.C.).

con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 502 del 30 dicembre 2013 sono stati deliberati “..../’ criteri per l’individuazione dei luoghi idonei alla realizzazione all’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti contenenti amianto ai sensi dell’art. 54, comma I, del L.R. 23 dicembre 2011 n.47”;

nella seduta del 28/07/2014 l’Unità Speciale Amianto ha condiviso all’unanimità dei presenti, il documento preliminare denominato Piano Regionale Amianto per la Regione Calabria (P.R.A.C.)” che allo stato non risulta ancora ufficialmente approvato;

nella località Triscioli del Comune di Santa Caterina Albanese (Cosenza) esiste una vecchia fabbrica estesa su circa 20.000 metri quadrati, da anni abbandonata ed in completo stato di abbandono e di degrado strutturale, di proprietà della Fabbrica Loggese Laterizi (FIL) Srl fallita con sentenza dell’11 novembre 1998 emessa dal Tribunale di Cosenza;

l’immobile che ospita la vecchia fabbrica è coperto da lastre di eternit contenente amianto e la gran parte di queste è in frantumi, di conseguenza dai capannoni abbandonati si disperdono giornalmente nell’ambiente fibre di amianto, sostanza gravemente pericolosa e nociva per la salute pubblica, che raggiunge i vicini centri abitati di Santa Caterina Albanese, in particolare la frazione Loggi e la contrada Pianette, raggiungendo inoltre i territori limitrofi di Fagnano Castello, San Marco Argentano, Malvito e Roggiano Gravina;

vi sono nell’immediata vicinanza della fabbrica due torrenti, “Ricosoli” e “Fullone”; quest’ultimo raggiunge, attraversando tutta la valle dell’Esaro, la Sibaritide, territorio fortemente agricolo con presenza di vaste produzioni di ortaggi e numerosi frutteti ed a forte vocazione turistica, sfociando poi nel Mar Ionio;

con provvedimento del 20 settembre 2006 il Tribunale di Cosenza ha nominato curatore fallimentare il dottor Antonio Naso, al posto dell’avvocato Salvatore Perugini, a seguito della sua rinuncia;

con l’ordinanza n. 18 del 22 aprile 2010 del Sindaco di Santa Caterina Albanese, Roberto Lavalle, è stata ordinata al dottor Naso la messa in sicurezza nonché la bonifica delle coperture in cemento- amianto presenti sugli opifici industriali;

la curatela del fallimento con ricorso al TAR della Calabria di Catanzaro ha impugnato l’ordinanza ed è riuscita ad ottenere la sospensiva dell’esecuzione del provvedimento del Sindaco con ordinanza cautelare del 28 giugno 2010;

il TAR con sentenza n. 580/2012 ha rigettato il ricorso presentato dalla curatela del fallimento per cui rimane l’obbligo della stessa curatela di mettere in sicurezza e bonificare il sito, a cui il curatore del fallimento, il dottor Naso, non ha dato ottemperanza;

i Consigli dei Comuni interessati, con diverse deliberazioni, hanno chiesto un intervento immediato al Tribunale di Cosenza, Giudice del fallimento, alla Provincia di Cosenza, alla Regione Calabria ed al Ministero dell’Ambiente per procedere alla messa in sicurezza ed alla bonifica degli opifici dell’ex fornace FIL in quanto costituiscono un serio pericolo per la salute dei cittadini comprensibilmente preoccupati per il grave problema di inquinamento atmosferico causato dallo sprigionamento delle particelle di amianto nell’aria;

non essendo stati ancora messi in sicurezza gli impianti, né l’area bonificata, rimane altissimo il rischio per la salute pubblica, in considerazione del fatto che si è registrato un sensibile aumento di casi di neoplasia in coloro i quali hanno lavorato alle dipendenze dell’ex FIL e, purtroppo, anche in altri soggetti che abitano nei centri vicini, facilmente raggiungibili dalle polveri sottili trasportate dal vento;

per quanto sopra sono interessati alla messa in sicurezza anche i centri abitati di tutto il comprensorio;

l’amministrazione ha promosso, in data 4 marzo 2013, presso la sede della Comunità montana di Malvito, un incontro con tutti i Sindaci del comprensorio territoriale, al fine di concertare insieme misure aventi scopo di risoluzione, in sinergia, dell’annoso problema;

il problema, rappresentato dalla massiccia presenza di amianto presso l’insediamento dell’ex fornace di Santa Caterina Albanese, risulta a tutt’oggi irrisolto a causa sia del notevole impegno finanziario necessario per lo smaltimento dell’amianto e per la bonifica del sito che di altri ostacoli di ordine amministrativo o giudiziario;

vista la grave situazione di inquinamento ambientale, a causa dello stato di totale abbandono del complesso industriale, si ritiene urgente un intervento delle autorità competenti che ponga fine alla situazione di pericolo in cui versa la cittadinanza della valle dell’Esaro, di Reggiano Gravina, Fagnano Castello e di San Marco Argentano -:

se non ritenga opportuno istituire, con urgenza, un tavolo tecnico di lavoro per stabilire i tempi e le misure da adottare da parte dei soggetti interessati per procedere all’immediata messa in sicurezza ed alla bonifica degli opifici dell’ex fornace FIL siti in contrada Triscioli del Comune di Santa Caterina Albanese (CS).”

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Chiaramente questa interrogazione è condivisibile perché effettivamente sappiamo tutti che l’amianto dà dei problemi tumorali, è ormai accertato, e dovremmo tutti liberarci dell’amianto e saperlo smaltire in termini corretti.

Sono diversi anni che si tenta di fare questo tipo di ragionamento ma, purtroppo, non si riesce a risolvere la problematica. Ci sono una serie di problematiche per cui è difficile risolvere la problematica.

Sicuramente il consigliere Orsomarso – non voglio star qui a leggere tutta la relazione che sintetizzerò – ci chiedeva di creare una Commissione specifica in tal senso; precedentemente era già stata istituita una Commissione.

Nella riunione di Giunta di domani proporrò questo aspetto e vedremo se riusciremo, anche con i dirigenti di settore e di dipartimento, a formare una task force per valutare come uscire da questa situazione. Quello è un territorio importante, è un’azienda che è dismessa da tanti anni e non possiamo tenere l’amianto in quella località.

Mi auguro che riusciremo a dare risposte successivamente. Mi sento di dare questa risposta al consigliere Orsomarso, cioè che domani in Giunta parlerò di questa problematica specifica per vedere come la Giunta intenderà affrontare questa problematica.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Ringrazio l’assessore Ciconte. Sappiamo per certo - perché ce ne siamo occupati nella scorsa consiliatura – che la problematica amianto investe vari territori. Questo è, tra l’altro, il caso specifico di un privato che è in amministrazione giudiziaria e non c’è un euro per intervenire.

Mi permetto di suggerire, avendo fatto un minimo di indagine sul territorio e avendo sentito il sindaco di quella comunità ed il professionista nominato dal Tribunale per capire cosa si potesse fare e che ha testimoniato che non ci sono risorse, che una ipotesi di soluzione - ne approfitto durante l’interrogazione - possa essere quella di convocare un tavolo con l’assessore De Gaetano trovando un modo nuovo ed intelligente per risolvere il problema che è di natura sostanziale.

E’ necessario bonificare quell’area che, tra l’altro, registra casi di tumore in forte aumento tra le persone che lavoravano e le famiglie che vivono in quell’area. Il costo dell’intervento è di circa 200 mila euro e va da sé che il comune prendesse in carico la possibilità di utilizzare risorse proprie per la bonifica accompagnando anche con un finanziamento come l’ipotesi dei finanziamenti sulla “24” che si possono individuare in quell’area su richiesta del comune o anche accompagnare con un progetto per un’area di servizio pubblico, i giardini, insomma, perché poi dobbiamo ragionare su quello che la Regione può fare con le proprie risorse e con gli strumenti di legge che possiede.

Ci sono due problemi: l’amministratore nominato dal tribunale che scrive al sindaco per dire “intervieni a bonificare” per un fatto di interesse pubblico e, quindi, occorre capire come anche la Regione, il dipartimento ambiente, i lavori pubblici ecc., possano intervenire. Suggerirei di convocare il sindaco, le parti e una rappresentanza della popolazione interessata.

Adesso non si tratta di capire. È un problema che viene da lontano, risale a circa 11 anni fa e occorre trovare una soluzione intelligente. Mi permetto di suggerire la possibilità che il comune si faccia carico della bonifica perché noi non possiamo finanziare bonifiche, non abbiamo leggi e non abbiamo, purtroppo, - ­mi rendo conto - strumenti finanziari per finanziare e bonificare tutto il territorio dall’amianto.

Il problema sono sempre le risorse.

Se in Giunta il presidente Oliverio e nello specifico l’assessore De Gaetano possono da subito istituire un tavolo, potremmo anche diventare consequenziali - non perché è la mia interrogazione, ma perché riguarda un problema che investe il territorio e crea preoccupazione nei cittadini - ed essere tempestivi, altrimenti rischiamo che la mia interrogazione e quelle di tutti gli altri consiglieri siano vanificate.

Diciamo che ci siamo occupati di un problema e non possiamo risolverlo.

Penso che sarebbe cosa gradita per le popolazioni, anche sugli altri problemi che abbiamo affrontato e che affronteremo anche oggi, che dalla Giunta possa domani partire una richiesta di convocazione del sindaco, di una parte delle comunità interessate e per questo faccio un appello all’assessore De Gaetano che potrebbe essere competente, per quanto non è competente per l’ambiente.

Secondo me una soluzione possibile e plausibile sarebbe proprio questa che mi permetto di suggerire. Qualsiasi altra che verrà dall’intervento della Giunta, è positiva per iniziare da qualche parte.

L’amianto sappiamo che in Calabria si trova in diversi posti, abbiamo scoperto che c’è anche quello naturale, non ci facciamo mancare nulla in questa nostra dimensione un po’ difficile.

Mi permetto di suggerire questa operatività per quanto non governiamo noi, però chiedo di essere consequenziali a questa interrogazione e convocare subito le parti in modo da trovare una soluzione a questo problema semplice e nemmeno tanto oneroso che possa rappresentare un modello di intervento sui problemi che da oggi in avanti aree, cittadini e comunità ci sottoporranno.

Grazie, assessore Ciconte.

Interrogazione numero 37 del 20 aprile 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sull’aeroporto Sant’Anna di Crotone

PRESIDENTE

L’ultima interrogazione è la numero 37 del 20 aprile 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sull’aeroporto Sant’Anna di Crotone” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

lo scorso 15 aprile il Tribunale di Crotone ha rigettato la richiesta di concordato preventivo inoltrata dalla società che gestiva l’aeroporto di Crotone “Sant’Anna”;

in conseguenza di tale rigetto, il Tribunale ha disposto il fallimento giudiziale di tale società;

l’aeroporto ha sempre avuto un ruolo strategico per la crescita e lo sviluppo dell’intera area del Crotonese;

tale aeroporto ha sempre supportato un’utenza di entità rilevante;

più precisamente, negli ultimi cinque mesi, con soli tre voli giornalieri, l’aeroporto ha registrato ben 130 mila utenti;

tale aeroporto oltre a coprire un bacino di utenza ampio, s’inserisce in un contesto di strutture viarie e di comunicazioni estremamente disagiato;

Crotone non ha un porto attrezzato secondo i più moderni standard del settore;

la città di Pitagora non è neanche attraversata da un’autostrada che assicuri spostamenti rapidi e veloci;

la paventata definitiva chiusura dell’aeroporto è fonte di notevoli preoccupazioni e disagi per l’intero comprensorio Crotonese;

la mancanza dell’aeroporto implicherà ricadute negative anche nel settore turistico con evidenti danni per l’economica locale;

urge intervenire con sollecitudine affinché non sia comunque revocata dall’Enac, alla preposta società, la licenza per la gestione dei servizi aereoportuali Sant’Anna; quantomeno sino alla concretizzazione di una soluzione che eviti la sospensione dei servizi dell’aeroporto;

occorre attivarsi, in ogni caso, per garantire il funzionamento dell’aeroporto stesso e dei servizi di spostamento offerti ai cittadini, senza soluzione alcuna di continuità;

l’eventuale cessazione del servizio è destinata a creare all’utenza significativi inconvenienti e disagi. -

quali provvedimenti intenda emanare, nell’immediatezza, l’ente Regione Calabria per scongiurare la definitiva chiusura dell’aeroporto “Sant’Anna” di Crotone;

quali decisioni l’Amministrazione intenda adottare per assicurare continuità di servizi dell’aeroporto medesimo.”

La parola all’assessore De Gaetano.

DE GAETANO Antonino, assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti

Grazie Presidente, per quanto riguarda questa interrogazione sull’aeroporto Sant’Anna di Crotone il Consiglio regionale con l’approvazione della legge di stabilità, la legge finanziaria, del 27 aprile 2015 ha finanziato 659 mila euro per il ripiano da parte della Regione per le perdite di esercizio dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone.

Tali perdite si riferiscono al secondo semestre dell’anno 2012, all’esercizio 2013 e al periodo che va dal 1° gennaio al 14 dicembre 2014 ai sensi dell’articolo 20447 del Codice civile ed in misura proporzionale alla quota di partecipazione al capitale sociale che la Regione ha al 14,11 per cento.

A tale provvedimento anche grazie all’impegno del presidente Oliverio si è data subito immediata esecuzione ed in data 28 aprile il capitale è stato versato; è già arrivato nelle casse della società Sant’Anna.

Con ciò la Regione come socio ha adempiuto a tutto quanto era di sua competenza per garantire la prosecuzione dell’esercizio dell’aeroporto Sant’Anna.

Detto questo, per quanto di competenza regionale abbiamo fatto tutto per mettere in sicurezza la questione dell’aeroporto di Crotone e stiamo ragionando col Presidente della Giunta regionale. Nei prossimi giorni faremo un tavolo tecnico per ragionare sul sistema complessivo degli aeroporti calabresi perché la nostra idea è che gli aeroporti da soli non reggono il mercato. Vorremmo invece lavorare per fare una società unica di gestione degli aeroporti che metta insieme Crotone, Reggio Calabria e Lamezia Terme per fare come la Regione Toscana ha fatto con Pisa e Firenze: mettendo insieme una società unica è riuscita ad incrementare il traffico sia su Pisa sia su Firenze.

La Calabria ha una realtà campanilistica ma Pisa e Firenze hanno secoli di dispute campanilistiche alle spalle molto più importanti. Voglio dire che se l’hanno fatto in Toscana possiamo farlo benissimo anche da noi e penso che questo sia l’unico strumento che abbiamo anche nell’attrarre una compagnia aerea. Ormai non c’è più la società di bandiera perché come sapete l’Alitalia è di fatto privatizzata, ma alle società che sono nel campo del trasporto aereo, una società unica può dire, per esempio, “3 voli li fai da Crotone, 10 da Lamezia Terme, 5 da Reggio Calabria” e sei tu a livello centrale a gestire, puntando ovviamente ai flussi.

Perché Lamezia Terme è l’aeroporto internazionale principale della Calabria e Crotone e Reggio Calabria hanno altre specificità. Crotone raccoglie una fascia ionica molto importante che va da Sibari in giù e può avere rapporti con l’Est Europa in particolare e Reggio Calabria è l’aeroporto che raccoglie non solo il comprensorio di Reggio Calabria ma anche la vicina Sicilia.

Si può fare insieme un piano che può avere prospettive diverse. Nei prossimi giorni convocheremo questo tavolo. Abbiamo messo in sicurezza Crotone e stiamo mettendo in sicurezza per quanto di nostra competenza, perché poi c’è la competenza del Comune di Crotone in questo caso e per Reggio Calabria ci sono le competenze di Provincia e Comune. Ma per quanto ci riguarda noi vogliamo mettere in sicurezza i due aeroporti e, una volta evitato il fallimento, ragionare su una società unica che possa attrarre più traffico aereo e che possa reggere la sfida e la concorrenza che è molto elevata in questo settore.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la replica. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie assessore De Gaetano. So che la Regione è intervenuta per l’aeroporto di Sant’Anna e quindi questa interrogazione fatta nell’immediato, appena sorto il problema, è stata superata dal vostro intervento.

L’unica cosa per quanto riguarda la società unica: penso che - come ha detto nel chiudere il suo intervento - prima di pensare ad una società unica penso sia bene consolidare le tre società.

Non vorrei che questa proposta facesse la fine dell’azienda sanitaria unica.

Prima di valutare ipotesi di questo tipo è bene prendersi un po’ di tempo, sistemare la situazione degli aeroporti perché so benissimo che non è solo di competenza della Regione, però andiamoci cauti con un’azienda unica. Sono comunque soddisfatto. Grazie.

Interrogazione numero 2 del 13 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “In ordine al pagamento dell’indennità ex lege 210/1992 ed oneri accessori”

PRESIDENTE

Riprendiamo l’interrogazione numero 2 che era stata rinviata del 13 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori “In ordine al pagamento dell’indennità ex lege 210/1992 ed oneri accessori” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in Calabria sono oltre mille i cittadini infettati dal virus dell’epatite o dell’Hiv per trasfusioni o interventi chirurgici errati;

dal 2001 la competenza al pagamento di tali indennità è stata assegnata alle Regioni; al pari degli interessi legali e della rivalutazione monetaria sui ratei maturati e non riscossi e ciò in virtù di un’evoluzione giurisprudenziale ormai consolidata;

in seguito ai tagli operati con la cosiddetta spending review a partire dal dicembre 2011 il Governo ha decurtato i fondi destinati al pagamento di tali indennità;

la precedente amministrazione regionale, in una prima fase, ha fatto fronte al pagamento delle indennità in questione, anche mediante l’utilizzo di fondi propri di bilancio;

la situazione adottata non ha risolto la problematica in esame. Tant’è che allo stato, molti calabresi aventi diritto a percepire le indennità di che trattasi e/o i relativi onori accessori (interessi e/o rivalutazione monetaria), non hanno avuto riscontro nei loro diritti;

per molte persone l’indennità ex lege 210/1992 rappresenta l’unica fonte di sostentamento e che, per altri, gli oneri accessori a tale indennità rimangono un beneficio acclarato, normativamente o giudizialmente, ma non soddisfatto concretamente;

la gravità circa il mancato integrale o parziale pagamento delle spettanze in questione, si traduce, infatti, per molti calabresi, in un’inaccettabile negazione di un loro primario diritto;

si rende, pertanto, non procrastinabile un’attività politico-amministrativa finalizzata alla rimozione di tale iniquità, per molte famiglie calabresi non più sostenibile. -

se alla questione in argomento sia stata data priorità nell’agenda di governo e se si stata riservata una sollecita, energica e risolutiva trattazione;

se l’amministrazione regionale abbia già avviato un’utile e concreta iniziativa, finalizzata a una positiva soluzione della vicenda di che trattasi.”

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Questo è un problema molto sentito, potrei chiarirlo con poche battute ma mi piace leggere alcune precisazioni perché debbono rimanere agli atti.

In relazione a quanto in oggetto, si premette che la questione del ritardo del pagamento delle provvidenze ai beneficiari della legge 210/92 ha investito, per alcuni aspetti, tutte le Regioni in quanto, per effetto del Decreto legislativo 78/2010 convertito in legge 30 luglio 2010, numero 122, le stesse non sono state più destinatarie dei fondi statali, ancorché, per consolidata giurisprudenza anche della Suprema Corte a cui si sono uniformate tutte le pronunce giurisdizionali successive, la competenza in merito agli indennizzi dovuti ai sensi della legge citata, è esclusivamente del Ministero della salute.

In assenza dei finanziamenti statali, nel bilancio regionale di previsione relativo all’anno 2014, approvato con legge 30 dicembre 2013, numero 58, e nel documento tecnico articolato per unità previsionale di base e per capitoli, approvato con delibera di Giunta regionale numero 448 del 30 dicembre 2013, è stata prevista inizialmente la somma di 3 milioni di euro “Spese a carico del bilancio regionale per l’esercizio delle funzioni trasferite in materia di salute umana e sanità veterinaria di cui alla legge 25 febbraio 1992, numero 210.”

Con la legge regionale 16 ottobre 2014, numero 24, la disponibilità del capitolo è stata incrementata in termini di competenza e cassa di ulteriori 1.768.697.22 che venivano impegnati con decreto del 21 ottobre 2014, numero 12385. Pertanto si è dato immediatamente seguito alle ulteriori liquidazioni, per il saldo del primo bimestre 2014 (ottava categoria) e per il secondo bimestre 2014.

A seguito dell’ approvazione della legge regionale 13 gennaio 2015, numero 2 veniva autorizzato l’esercizio provvisorio per l’anno finanziario 2015, e con decreto del Dirigente generale dell’11 febbraio 2015, numero 833, veniva impegnata la somma di €.2.153.621.13 (disponibili sul citato capitolo) e si è provveduto all’ immediata conseguente liquidazione del terzo bimestre 2014.

Contestualmente alle attività legate alle liquidazioni, si è provveduto tempestivamente ad informare i competenti uffici regionali ed extra regionali in merito alle disponibilità sul capitolo di cui sopra, ancorché fosse ampiamente già nota l’entità del credito regionale e le problematiche sottese.

Con la legge 23 dicembre 2014, numero 190 - legge di stabilità - è stato destinato alle Regioni un contributo di 100 milioni di euro per 1’anno 2015, di 200 milioni di euro per il 2016, di 289 milioni di euro per 1’anno 2017 e di 146 milioni di euro per 1’anno 2018.

Nella riunione tecnica della Conferenza Stato-Regioni del 24 febbraio u.s. è stato discusso lo schema di decreto previsto all’articolo 1, comma 186, della citata legge 23 dicembre 2014 n. 190.

Duecento milioni che sono stati così distribuiti per la nostra Regione e cerco di sintetizzare.

Per il 2015 sono 6.387.540,83; per il 2016 sono 12 milioni circa; per il 2017 sono circa 18 milioni di euro; per il 2018 sono 9 milioni.

Come si evince nella tabella sopra esposta per l’anno 2015, il contributo risulta assolutamente insufficiente in base ai criteri stabiliti nello schema di decreto.

In base al finanziamento precedentemente citato, di 2 milioni circa con decreti numero 1598, numero 1600 e i vari decreti che ci sono, è stato corrisposto il terzo bimestre 2014 per la somma complessiva di 1 milione 145 mila euro.

Successivamente, utilizzando i residui - sempre del precedente stanziamento del bilancio provvisorio di €.2.153,621,13 - è stato pagato maggio giugno 2014 a tutte le categorie, luglio ed agosto dalla prima - in ordine di gravità - alla settima categoria ed in parte anche l’ottava categoria fino alla lettera R - ad esclusione quindi di 130 beneficiari - fino ad esaurimento della disponibilità.

Con legge regionale 27.04.2015, numero 13, “Bilancio di previsione della Regione Calabria per 1’anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017” è stata prevista la somma di 4 milioni di euro.

Sulla base della suddetta disponibilità, con decreto dirigenziale è stata impegnata la somma di 4 milioni 307 sul capitolo U6102011201 per far fronte tempestivamente al pagamento dei rimanenti beneficiari della ottava categoria del quarto bimestre, e corrispondere agli aventi diritto il quinto ed il sesto bimestre dell’ anno 2014.

Al momento con i decreti – che non sto qui a citare - si è proceduto a pagare in un’unica soluzione il quinto e il sesto bimestre agli aventi diritto in ordine di gravità dalla prima alla quinta categoria, mentre con decreto del 18 maggio 2015 assunto al numero 00206 in fase di registrazione si è procinto di liquidare anche in unica soluzione al pagamento la sesta categoria per il quinto e il sesto bimestre 2014.

Relativamente al pagamento delle altre due restanti categorie, settima e ottava, essendo numericamente le più elevate, sono in atto le relative procedure per 1’erogazione in una unica soluzione al pagamento del quinto e del sesto bimestre anno 2014.

Per far fronte alla corresponsione degli indennizzi riferiti all’anno 2015, si è in attesa di avere la necessaria copertura finanziaria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie assessore Ciconte, è una problematica molto delicata che riguarda – come lei mi insegna – persone penalizzate dallo Stato e che adesso sono ulteriormente penalizzate.

So benissimo che la responsabilità non è esclusivamente della Regione, però noi dobbiamo fare di tutto affinché si risolva questo problema.

Capisco le difficoltà economiche ma molto probabilmente bisogna battersi di più a livello ministeriale per avere più fondi perché se i fondi non sono sufficienti non possiamo dire che non lo sono ma dobbiamo fare di tutto affinché lo diventino.

Ricordiamoci che moltissime di queste persone vivono in difficoltà di salute molto seria e quei soldi non servono per andare a mangiare la pizza ma servono per andare a far fronte alle spese sanitarie.

Quindi se le somme destinate dallo Stato non sono sufficienti anche in questo caso facciamo un fronte comune ed andiamo a sbattere i pugni. Non possiamo dare questa risposta “i fondi sono insufficienti quindi, pazienza, vediamo come fare”.

Stringiamoci, andiamo dal commissario Scura insieme e presentiamogli questo problema che deve essere risolto perché questi pazienti hanno perso la loro dignità e non per loro colpa e quindi noi dobbiamo star loro assolutamente vicini.

Mi auguro che almeno per il 2014 si sblocchi la situazione, non ho dubbi rispetto a quel che ha detto lei ma non basta. Pensiamo alle già 5 mensilità che hanno in arretrato per il 2015 e cerchiamo di risolvere nel più breve tempo possibile. Grazie assessore.

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno “Mozioni”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.

Sull’ordine di lavori

ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro Destra)

Presidente, solo per dirle che - poiché manca il collega Cannizzaro e la mozione da me presentata coincide come argomento con quella del collega - ne chiedo l’accorpamento ed il rinvio della discussione alla prossima seduta di Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Quindi, consigliere Arruzzolo, lei chiede l’accorpamento delle mozioni 11 e 12?

ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro Destra)

Sì, della numero 11 e della numero 12.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di accorpamento e rinvio.

(Il Consiglio approva)

Allora la discussione è rinviata alla prossima seduta.

Mozione numero 14 del 20 aprile 2015 a firma dei consiglieri Giudiceandrea, Bova, Neri “Sui tirocinanti precari dell’amministrazione giudiziaria”

PRESIDENTE

Mozione numero 14 del 20 aprile 2015 a firma dei consiglieri Giudiceandrea, Bova, Neri “Sui tirocinanti precari dell’amministrazione giudiziaria”. Ne do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Regione Calabria utilizzando prevalentemente fondi europei nel periodo 2010-2012 emanava apposita manifestazione d’interesse atta a consentire ai lavoratori disoccupati, inoccupati, cassaintegrati, in mobilità e socialmente utili di partecipare ad idonei progetti formativi a tempo determinato negli uffici giudiziari della Regione Calabria;

considerato che:

negli uffici sopra citati sono impiegati a tutt’oggi attraverso i tirocini formativi oltre settecento lavoratori calabresi che, ai titoli di studio in loro possesso, sommano ora, anni di tirocini che restituiscono l’opportunità di avvalersi di personale qualificato per un comparto, come quello della giustizia nel nostro Paese, in generale, e nella nostra Regione, in particolare, quasi sempre al collasso proprio per deficienza di organico e mezzi;

ricordato che:

quanto sopra esposto è stato nel tempo più volte causa di taluni rilievi mossi anche dalla stessa Unione Europea nei confronti del Governo italiano circa la lentezza del sistema giudiziario, e che l’importanza della continuità dei lavoratori precari oggetto della presente mozione è stata rilevata, tra gli altri anche dal primo Presidente della Cassazione ed indirizzata allo stesso Ministro della Giustizia;

ritenuto che:

ad oggi rimangono ai lavoratori precari della giustizia solo 110 ore di tirocini da svolgersi entro il 30 aprile prossimo e che a partire proprio dal giorno dopo l’espletamento delle predette ore non esiste alcuna certezza circa il loro futuro lavorativo,

impegna il Presidente della Giunta Regionale e la Giunta Regionale della Calabria a sostenere in sede nazionale, nel confronto con il Governo, la trasformazione del tirocinio formativo in contratto di lavoro con modalità da stabilirsi in fase di concertazione per garantire una adeguata soluzione a tutti i lavoratori finora coinvolti.”

Invito uno dei proponenti ad illustrare la mozione. Prego, consigliere Giudiceandrea.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Presidente, farò un’illustrazione rapidissima perché è un problema che è conosciuto dai più.

Da diversi anni un numero consistente di lavoratori presta la loro attività presso gli organismi di giustizia, i Palazzi di giustizia della nostra regione, grazie ad un piano che li ha visti inserire prima con dei tirocini formativi, prolungati poi attraverso delle attività che la Regione Calabria ha utilizzato per finanziare questo tipo di rapporto di lavoro.

Al 30 di aprile queste persone hanno smesso di lavorare e di prestare il loro prezioso servizio presso il Ministero della giustizia che ha chiesto ed ottenuto negli anni che questo tipo di attività venisse prolungata, proprio perché era utile ed indispensabile la loro attività lavorativa.

La richiesta è che ci si faccia portatori nei confronti del Governo centrale di una proposta di stabilizzazione di questi lavoratori, anche attraverso una prova concorsuale che li metta nella condizione di parità con i nuovi partecipanti anche e soprattutto pensando che si è speso tanto per poterli formare da un punto di vista lavorativo e professionale. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici progressisti)

Solo per aggiungere a quanto detto dal collega Giudiceandrea che c’è una proposta che è stata elaborata dagli stessi tirocinanti – è presente in Aula una delegazione – che sarà sottoposta a breve e che faremo nostra insieme all’assessore al lavoro, Guccione.

Volevo precisare, come notizia di cronaca, che il Consiglio regionale non è rimasto fermo ma giovedì 7 maggio c’è stato un incontro al Ministero col direttore generale, dottor Barduto, col quale abbiamo avuto modo di parlare e di capire alcune difficoltà perché è una problematica di natura nazionale. Adesso speriamo che elaborando ulteriormente questa proposta che è stata proprio già messa in atto dagli stessi tirocinanti – li chiamiamo in questo per intenderci – di comune accordo con la Regione e secondo una metodologia nuova e partecipata, partendo dal basso nel coordinare e concordare anche le soluzioni di problematiche di una certa rilevanza, si ottengano soluzioni. Si tratta di più di 100 persone. Addirittura un terzo complessivo del totale del personale nazionale è in Calabria.

Giusto per dare comunicazione anche di questo.

A breve tra qualche ora ci sarà un incontro con l’assessore al lavoro. Vedremo di elaborare questa proposta e di presentarla al Governo nazionale con la speranza di trovare una soluzione finalmente alla problematica.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Presidente, in linea con quanto diceva il collega Bova, voglio preliminarmente ringraziare i colleghi per aver portato in Aula questa mozione che anche nelle premesse dà atto che parliamo di personale che mediante il tirocinio formativo, avendo già dei titoli di studio, si è qualificato e che è fondamentale per la quotidianità del lavoro presso il Ministero e presso i vari distretti giudiziari.

Parliamo di una regione che ha tanto bisogno di questi posti di lavoro in quei distretti.

Sono contento delle ultime precisazioni del collega Bova, non lasciamo questa mozione come una scatola vuota ma cerchiamo di riempirla di contenuti.

Sentivo il collega Giudiceandrea parlare di una prova concorsuale che potrebbe essere una ipotesi, il consigliere Bova è andato un po’ oltre. Ma io dico che intanto con questa mozione ci equipariamo ad altre Regioni che hanno trattato questa tematica. Il passo successivo – a mio modesto avviso – è di andare preparati verso una Conferenza Stato-Regioni. Lì, mi auguro, anche in modo bipartisan tra maggioranza e opposizione, di portare una nostra proposta.

Quale? In linea di massima ce n’è una sola. Perché pensando ancora oggi alla legge 165 non andiamo da nessuna parte. Allora una proposta che vada ad incidere sui fondi sociali europei è molto probabilmente la strada maestra che dobbiamo percorrere in queste ore al fine di dar mandato al Presidente e alla Giunta con una proposta seria di far la nostra parte come Regione Calabria nella Conferenza Stato-Regioni; questa soluzione che appare difficilissima oggi, credo che invece possa aprire spiragli e auspici occupazionali a del personale che al titolo di studio ha aggiunto un tirocinio formativo e che è diventato indispensabile e fondamentale per il lavoro nella nostra quotidianità.

Speriamo che in modo bipartisan questo Consiglio regionale sappia accompagnare il Presidente della Giunta a trattare nelle sedi opportune questa tematica che darebbe respiro non solo in termini occupazionali ma anche al settore della giustizia che in questa regione ne ha tanto bisogno. Grazie.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione la mozione numero 14.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Mozione numero 15 del 20 aprile 2015 a firma del consigliere Irto “Sull’avvio della seconda fase del bando per l’inserimento di disoccupati laureati nel mercato del lavoro”

PRESIDENTE

Siamo alla mozione numero 15 del 20 aprile 2015 a firma del consigliere Irto “Sull’avvio della seconda fase del bando per l’inserimento di disoccupati laureati nel mercato del lavoro”.

Il consigliere Irto è assente, pertanto la mozione è rinviata.

Mozione numero 16 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine alla situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina”

PRESIDENTE

Siamo alla mozione numero 16 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine alla situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

considerata:

la situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina (ente in house providing partecipato totalmente dalla Regione Calabria istituito con legge di bilancio nel maggio del 2007) i quali attendono ancora il pagamento di numero 5 mensilità stipendiali;

l’incertezza in ordine al futuro dell’unico Ente di ricerca della Regione Calabria in un comparto strategico e vitale dell’economia calabrese quale è da sempre quello agroalimentare;

la dotazione tecnologica (unica nel suo genere in tutta Italia grazie anche agli investimenti compiuti dal MIUR : 15 milioni di Euro ) che fa dei laboratori di ricerca di “Terina” una struttura all’avanguardia nella ricerca e sicurezza sugli alimenti, della cui piena funzionalità la Regione necessita attesa l’importanza crescente delle tematiche riguardanti la qualità del cibo per come dimostrato dalla mission affidata all’Expo universale di Milano;

considerato altresì:

la grave e insostenibile situazione economica venutasi a creare in seno alla Fondazione in ragione della mancata attuazione della normativa di riforma della medesima contenuta nella legge numero 24 del 2013 (Articolo 13, commi 1 e 2);

che la stessa legge garantisce i livelli occupazionali dei 40 dipendenti tutti assunti a tempo indeterminato,

impegna

la Giunta regionale della Calabria e i dipartimenti competenti per materia ad assumere tutte le necessarie misure di ordine amministrativo affinché la normativa che dispone in ordine alla concreta riforma e riorganizzazione della Fondazione Terina venga attuata.”

Prego, consigliere Bova, ha facoltà di parlare.

BOVA Arturo (Democratici progressisti)

Grazie Presidente, si devono considerare: la situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina - ente in house providing partecipato totalmente dalla Regione Calabria istituito con legge di bilancio nel maggio del 2007 - i quali attendono ancora il pagamento di numero 6 mensilità stipendiali; l’incertezza in ordine al futuro dell’unico Ente di ricerca della Regione Calabria in un comparto strategico e vitale dell’economia calabrese quale è da sempre quello agroalimentare; la dotazione tecnologica - unica nel suo genere in tutta Italia grazie anche agli investimenti compiuti dal Miur, ben 15 milioni di euro - che fa dei laboratori di ricerca di “Terina” una struttura all’avanguardia nella ricerca e sicurezza sugli alimenti, della cui piena funzionalità la Regione necessita, attesa l’importanza crescente delle tematiche riguardanti la qualità del cibo per come dimostrato dalla mission affidata all’Expo universale di Milano; la grave e insostenibile situazione economica venutasi a creare in seno alla Fondazione in ragione della mancata attuazione della normativa di riforma della medesima contenuta nella Legge numero 24 del 2013, articolo 13 commi 1 e 2.

La stessa legge garantisce i livelli occupazionali dei 40 dipendenti tutti assunti a tempo indeterminato, pertanto si vuole impegnare la Giunta regionale della Calabria e i dipartimenti competenti per materia ad assumere tutte le necessarie misure di ordine amministrativo affinché la normativa che dispone in ordine alla concreta riforma e riorganizzazione della Fondazione Terina venga attuata. Grazie Presidente.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione numero 16.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Mozione numero 17 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine al finanziamento sull’economia ittica. Legge 27/2004”

PRESIDENTE

Siamo adesso alla mozione numero 17 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine al finanziamento sull’economia ittica. Legge 27/2004” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

preso atto che la Regione Calabria, al fine di valorizzare il proprio patrimonio costiero e la risorsa mare ad essa collegata, prevede e attua, con legge regionale n. 27/2004, un sistema di interventi ed azioni a sostegno dello sviluppo dell’economia ittica della Calabria;

preso atto altresì che la salvaguardia, il potenziamento e il rilancio della filiera ittica e dell’intero comparto economico ad essa correlato sono azioni imprescindibili per lo sviluppo dell’economia regionale nel suo complesso, e che le stesse si integrano con le politiche di sviluppo del turismo, dell’ambiente e dell’agricoltura;

considerato che allo stato la legge regionale numero 27/2004 non risulta essere finanziata con fondi regionali,

impegna

la Giunta regionale ad assegnare le risorse che si renderanno disponibili in sede di assestamento di bilancio al finanziamento della suddetta l.r. 27/2004 nella misura sufficiente a garantirne la concreta attuazione.”

Prego, consigliere Bova.

BOVA Arturo (Democratici progressisti)

Anche per ringraziare per il momento la collega Sculco per il prezioso lavoro e la collaborazione, ed il collega D’Acri sempre attenti su questa problematica del settore ittico.

Premesso che la Regione Calabria, al fine di valorizzare il proprio patrimonio costiero e la risorsa mare ad essa collegata, prevede e attua, con legge regionale numero 27/2004, un sistema di interventi ed azioni a sostegno dello sviluppo dell’economia ittica della Calabria. La salvaguardia, il potenziamento e il rilancio della filiera ittica e dell’intero comparto economico ad essa correlato sono azioni imprescindibili per lo sviluppo dell’economia regionale nel suo complesso, e che le stesse si integrano con le politiche di sviluppo del turismo, dell’ambiente e dell’agricoltura.

Allo stato la legge regionale numero 27/2004 non risulta essere finanziata con fondi regionali pertanto anche con riferimento a tale problematica si intende impegnare la Giunta regionale affinché assegni le risorse che si renderanno disponibili – ne abbiamo parlato in sede di pre/bilancio - in sede di assestamento di bilancio al finanziamento della suddetta legge regionale numero 27/2004 nella misura sufficiente a garantirne la concreta attuazione.”

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione numero 17.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno numero 10 di iniziativa del consigliere Esposito “Sull’ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato il concorso nell’anno 2014”

PRESIDENTE

Passiamo adesso all’esame degli ordini del giorno inseriti ad inizio seduta.

Ordine del giorno numero 10 di iniziativa del consigliere Esposito “Sull’ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato il concorso nell’anno 2014”.

Prego, consigliere Esposito.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Presidente, grazie, l’ordine del giorno nasce dalla necessità ma anche dalla possibilità di ampliamento dei posti nella Polizia di Stato in merito al concorso bandito nel 2014.

E’ un ordine del giorno che va in linea ed in continuità con quello presentato in tante altre regioni come Piemonte, Toscana, Abruzzo e Sicilia e di altre regioni che hanno questo ordine del giorno in itinere come Emilia Romagna, Veneto e Liguria perché c’è la possibilità tramite l’ampliamento di questi posti di poter assumere e mandare verso il conferimento immediato 250 allievi della Polizia di Stato.

L’oggetto dell’ordine del giorno è “ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato il concorso nell’anno 2014”. Ne do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che la Polizia di Stato ha bandito un concorso nell’anno 2014 per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato;

considerando che il Segretario Generale della Polizia di Stato ha indicato al Governo di procedere immediatamente a delle assunzioni straordinarie in modo tale che gli agenti siano operativi entro il 2015 per fronteggiare il fenomeno del terrorismo e della criminalità organizzata” – e di questo quanto ce ne sia bisogno in questa terra è fuori da ogni dubbio – “considerando che esistono altre graduatorie ancora valide di concorsi terminati nell’anno 2012, i cui Allievi che hanno superato detti concorsi dovranno sostenere visite mediche e psicologiche in quanto trascorsi quasi tre anni dall’ottenimento dell’idoneità;

considerando che, contrariamente, coloro che sono stati dichiarati idonei nell’ultimo concorso dell’anno scorso (650 Allievi Agenti della Polizia di Stato) sono in possesso di idoneità conclamata tra i mesi di Luglio e Settembre 2014 e pertanto potrebbero essere arruolati immediatamente;

sottolineato che un immediato ampliamento dei posti del concorso per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato anno 2014, permetterebbe di iniziare a tutti i circa 250 idonei, rimasti al momento fuori graduatoria e dunque non ancora assunti, il corso da Allievo Agente della Polizia di Stato al fine di essere operativi già entro il 2015, come indicato dal Segretario Generale;

preso atto che coloro i quali siano stati dichiarati idonei nel concorso 2014 sarebbero gli unici a non presentare il problema ostativo della seconda aliquota interforze per cui, senza il bisogno di modificare procedure legislative, attraverso un semplice ampliamento dei posti e/o attraverso uno scorrimento totale della graduatoria, potrebbero essere tutti immediatamente assunti,

impegna

il Presidente della Giunta a farsi portavoce presso il Ministero dell’interno affinché si attivi per un ampliamento dei posti disponibili del concorso per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato anno 2014, consentendo ai circa 250 idonei, al momento non ancora chiamati, di poter dar seguito al superamento del concorso sopra citato e immetterli subito al corso di formazione per Allievi Agenti della Polizia di Stato.”

Ripeto che è un ordine del giorno che ha visto già la sua realizzazione in tantissime Regioni e tutti insieme possiamo fare massa critica nei confronti del Ministero affinché questo possa verificarsi.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione l’ordine del giorno come letto ed illustrato in Aula.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 11 di iniziativa del consigliere Sergio “Sulla situazione del Polo ospedaliero Beato Angelo Acri”

PRESIDENTE

Siamo al secondo ordine del giorno numero 11 di iniziativa del consigliere Sergio “Sulla situazione del Polo ospedaliero Beato Angelo Acri”.

Prego, consigliere Sergio.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, Signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, un attimo fa provavo ad immaginare di essere nella parte centrale della sala ma non era un bel colpo d’occhio. Scusate questa piccola digressione.

I riflettori sono sul problema sanità in Calabria, la sanità è una delle nostre piaghe, purtroppo, ed in questo quadro si incastra perfettamente la situazione di un polo ospedaliero importante della provincia di Cosenza che è il Beato Angelo di Acri.

Do lettura dell’ordine del giorno.

“Il Consiglio regionale,

premesso che:

nel corso della scorsa consiliatura, il Piano di Riordino del Sistema Sanitario Regionale ha interessato l’Ospedale “Beato Angelo” di Acri;

in virtù di detto “Riordino” il succitato Ospedale è stato fortemente ridimensionato nelle sue funzioni e capacità assistenziali e di primo soccorso;

l’Ospedale in epigrafe si è visto anche ridimensionare nella dotazione organica riferita al personale medico e paramedico;

dall’ultima determinazione del Commissario ad acta alla sanità si evince chiaramente un ulteriore ridimensionamento dell’Ospedale;

tale determinazione non tiene in alcun conto della realtà territoriale su cui opera il nosocomio in questione;

l’Ospedale “Beato Angelo” di Acri svolge, da sempre, una rilevante funzione di primo soccorso e di prima medio-degenza in un comprensorio con circa 60.000 abitanti;

a causa del ridimensionamento in questione, la popolazione vive una drammatica situazione di profondo disagio sociale;

tale disagio scaturisce anche dalla impossibilità, da parte della popolazione residente nel comprensorio, ad accedere immediatamente alle cure dovendo sostenere lunghi tragitti al fine di raggiungere gli altri centri ospedalieri;

la situazione di disagio relativa alla distanza da altri centri ospedalieri è aggravata dalla condizione di alta precarietà delle strade, spesso impraticabili, che determinano una dilatazione dei tempi di percorrenza;

tale situazione determina una notevole compressione del diritto alla salute dei cittadini, costituzionalmente riconosciuto, leso dalle ingiuste determinazioni di cui sopra,

impegna

il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso le competenti Autorità al fine di potenziare la struttura ospedaliera in questione in modo da poter nuovamente riconoscere ai cittadini il diritto alla salute che in alcun modo può essere compresso da necessità di bilancio;

altresì, lo stesso Presidente affinché trovino effettiva applicazione i decreti nn. 28 e 191 del 2012.”

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Vorrei fare una relazione di ordine generale partendo dall’ordine del giorno presentato dal collega Sergio.

Non v’è dubbio sulla necessità di andare a definire un percorso che serve a potenziare quel distretto ospedaliero, ma ritengo che questo ordine del giorno meriti una collocazione all’interno di quest’Aula molto più ampia e vasta anche in merito al commissariamento della sanità che è vigente nella nostra regione e che deve consentire a maggior ragione che quest’Aula si possa determinare sul sistema sanità a 360 gradi, probabilmente partendo da quelle situazioni di maggiore disagio che vivono gli ospedali di frontiera, quelli montani e quant’altro.

Ritengo che impegnando il Presidente solo su un ospedale non faremmo un merito a quel territorio perché la problematica va legata in modo completo al fine di garantire a tutti i cittadini calabresi il diritto alla salute, da Altomonte fino a Scilla, in modo paritario ed uguale.

Apprezzo la bontà dell’ordine del giorno ma ritengo non debba essere finalizzato a quel territorio e a quell’ospedale e credo che il vicepresidente Ciconte possa concordare con me sulla necessità di una seduta ad hoc del Consiglio regionale dove potremmo trattare queste cose anche nella logica che è emersa oggi in quest’Aula nelle interrogazioni e nelle risposte tra il consigliere Mangialavori e il vicepresidente Ciconte che hanno messo non il dito sulla piaga ma sulla necessità di questo Consiglio regionale di far sua una determinata proposta: un eventuale percorso di programmazione politica-sanitaria da portare doverosamente all’attenzione del commissario Scura.

Fermo restando che la programmazione sanitaria in un contesto di Piano di rientro e di commissariamento della sanità spetta doverosamente al commissario indicato dal Governo al quale non ci vogliamo né sovrapporre né vorremmo inficiare la sua autonomia in tal senso.

Le premesse del collega Sergio mi hanno indotto ad una riflessione che non avrei voluto fare. La metto con una battuta. Ritengo che oggi noi tutti ma anche i calabresi devono ringraziare l’enorme sforzo fatto dal vicepresidente Ciconte nel rispondere a decine di interrogazioni.

Questo mette sì il dito sulla piaga! Perché un assessore era assente e giustificato, come il vicepresidente Ciconte stesso diceva, e lui stesso si è dovuto sostituire per la presenza di una Giunta estremamente ridotta ad essere un tuttologo.

Ritengo che le tante risposte lette dal collega Ciconte, l’impossibilità di essere preparato su tutte le interrogazioni, hanno fatto sì che gli interroganti non si siano dichiarati soddisfatti di quelle risposte. Tant’è che maggiori ed esaustive risposte su cui si sono dichiarati soddisfatti i colleghi dell’opposizione sono state quelle in cui il vicepresidente Ciconte ha risposto da par suo per competenza specifica o quelle date dall’assessore De Gaetano che per competenza del suo settore e del suo ramo, seppur dando delle risposte che pure non hanno trovato piena convergenza sugli input delle interrogazioni, quanto meno sono state esaustive perché l’assessore al ramo era competente in materia.

Mi offre uno spunto, un assist che non avrei voluto raccogliere per dire che anche io sono d’accordo con lei nel dire che i banchi centrali di quest’Aula oggi erano in maniera mortificante, nei confronti della regione Calabria, deserti.

Per tante ore ho ascoltato con estrema attenzione tutte le interrogazioni che sono state svilite dall’assenza in quei banchi. Tant’è che mi porrò il problema fin quando non ci sarà nella sua pienezza una Giunta che possa non essere un tuttologo, un solo assessore, mi porrò il problema se presentare nelle prossime sedute di Consiglio delle interrogazioni se poi le risposte sono evasive o lette da parte degli uffici che hanno scritto le risposte agli interroganti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Grazie Presidente, intervengo per esprimere condivisione dell’ordine del giorno presentato dal collega Sergio sulla realtà difficile e complessa come quella di Acri. Una realtà popolosa della provincia di Cosenza, ne spiegava bene la posizione geografica e le difficoltà della mobilità il collega Sergio.

Non posso non condividere questo appello che lui ha rivolto tramite questo ordine del giorno alla Giunta regionale. Credo che anche il collega Esposito abbia fatto bene a porre al centro dell’attenzione questo Consiglio regionale scarno per le poche presenze.

Credo che dobbiamo abituarci di più a saper ascoltare e distinguere i ruoli e le competenze. Quando un Consiglio regionale diventa poco attento io mi pongo un interrogativo: se vale la pena stabilire come bene ha fatto l’Ufficio di Presidenza il famoso question time che serve anche a dare risposte alle tante interrogazioni che vengono presentate da tutti noi consiglieri regionali.

Bisogna però bene interpretare che significa questo momento di confronto tra le richieste del Consiglio e le risposte della Giunta. Bisogna, da questo punto di vista, dare atto al Vicepresidente, al quale ho inviato un messaggio scherzoso poco fa dicendogli “ti sei guadagnato i galloni di Vicepresidente”, perché ha avuto la forza di ascoltare tutte le interrogazioni e di rispondere a gran parte di queste.

A parte la battuta, volevo fare un appello all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale: io è da mesi che sto chiedendo un Consiglio straordinario sulla sanità. Credo che sia venuta l’ora e il momento che l’Ufficio di Presidenza accolga questo mio invito; o dimostriamo che questo Consiglio regionale ha le capacità tali da poter porre all’attenzione della nostra comunità un nuovo piano sanitario o, altrimenti, questo Consiglio regionale vuol dire che non è legittimato, o meglio, non ha le capacità necessarie, quell’autorevolezza necessaria, quella forza necessaria a voler esprimere un parere, una propria opinione o un proprio progetto di guida dei processi sanitari in Calabria che oggi vede un commissario alla sanità che bisogna rispettare e col quale bisogna rapportarsi, come ben sta facendo il nostro Presidente. Ma bisogna rivendicare un ruolo di guida nei processi, nella programmazione a questo Consiglio regionale.

Approfitto di questo ordine del giorno presentato dal collega Sergio per proporre che vi sia una seduta straordinaria di Consiglio sui problemi della sanità in Calabria.

PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Vicepresidente della Giunta, Ciconte, vorrei dire al consigliere Bevacqua che la seduta di Consiglio sulla sanità dovrebbe concordarla la Conferenza dei capigruppo.

(Interruzione)

La parola al Vicepresidente, Ciconte.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale

Sull’ordine del giorno del consigliere Sergio, chiarisco che non v’è dubbio che ci sarà grande attenzione per quel presidio. Volevo ricordare che non è solo il problema di quel presidio ma molti presidi hanno difficoltà.

Abbiamo sottolineato come Giunta regionale queste cose e il presidente Oliverio l’ha sottolineato al commissario Scura: la rete ospedaliera dovrà essere rivisitata così come in questi giorni sta circolando la rete territoriale.

Sono stati informati i sindacati, sono state informate le associazioni, stanno coinvolgendo tutte le aziende sanitarie per capire che tipo di proposte bisogna fare per la rete territoriale che verrà anche discussa in seduta congiunta col commissario Scura.

Ecco perché quando il collega Mangialavori ha detto qualcosina sui rapporti io dico che i rapporti sono ottimi. Noi abbiamo accettato la decisione del Governo che per la prima volta, dal 1° gennaio, ha deciso di applicare la normativa che prevedeva un commissario per il Piano di rientro dai debiti sanitari in Calabria.

Non vogliamo interporci come momento di grande confronto democratico. Credo che le premesse ci siano tutte, si sta collaborando e si sta andando in questa direzione.

Il problema della sanità. Se il Consiglio lo riterrà opportuno, se riterrà opportuno che il Vicepresidente, in questo caso il Presidente del Consiglio riterrà opportuno fare una seduta sulla sanità, noi siamo pronti come Giunta regionale a lavorare per questa seduta perché secondo me è importante sentire quest’Aula.

Penso che il governo della Regione sicuramente abbia un ruolo diverso ma chi legifera - il progetto finale deve passare dall’Aula - non può non passare dal Consiglio regionale. Ecco perché spesso anche nella precedente legislatura ho sempre detto che bisogna – al di là delle posizioni di maggioranza e di opposizione – cercare di costruire una sanità migliore e credo sia nell’interesse di tutti. Andare alla salvaguardia della salute dei cittadini penso sia un bene necessario su cui non si possono fare battaglie politiche di destra o di sinistra.

C’è una visione su come amministrare la sanità e su quella visione possiamo avere delle differenze, collega Esposito. L’importante è confrontarci in Aula, dire come la pensiamo e alla fine la decisione finale spetta all’Aula, quindi al Consiglio.

Sulla sanità sono d’accordo.

Sul problema delle interrogazioni vorrei chiarire alcuni aspetti: manca una parte della minoranza che come sappiamo non voleva fare questa seduta oggi, il Presidente della Giunta aveva impegni istituzionale ed io lo sostituisco a tutti gli effetti.

(Interruzione)

Lo so, non sto dicendo niente.

Chi manca per motivi di natura personale è l’assessore Guccione. Può capitare, è un assessore che è stato sempre presente e che sta lavorando in maniera importante per la nostra Regione.

Penso che effettivamente fosse giusto che alle interrogazioni a lui rivolte fosse l’assessore Guccione a rispondere proprio perché sono tematiche particolari. Proprio per dare delle risposte più cogenti e pregnanti.

Io ho sostituito solo il Presidente che in questo caso ha una serie di deleghe non ancora assegnate, ma abbiamo detto in tutte le lingue che verrà subito completata la Giunta; l’ha detto il presidente Oliverio e spetta a lui completare la Giunta.

Lo farà in maniera precisa. Stiamo tentando di rinnovare la macchina burocratica regionale e al più presto ci metteremo la faccia anche sulle nomine dei direttori generali interni ed esterni in termini di qualità. Andremo nel merito cercando di fare, finalmente, nomine di qualità per questa Regione, perché debbono aiutare la politica a far funzionare meglio alcuni dipartimenti.

Abbiamo visto che molte cose nella macchina burocratica non vanno, ma non per incapacità di alcuni professionisti – alcuni sono di grande valore; la macchina burocratica regionale ha bisogno di competenze specifiche e probabilmente in alcuni settori dobbiamo rivolgerci altrove.

L’importante è che questi professionisti abbiano un curriculum specchiato per fare in maniera tale che si evinca la professionalità di chi andremo a nominare.

Sono convinto che la Regione funzionerà meglio, andrà in direzione diversa, abbiamo una visione che al più presto si estrinsecherà e dimostrerà tutta la sua determinazione per far funzionare meglio la Regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 12 di iniziativa del consigliere Sergio “Adeguamento dotazione finanziaria delle attività previste nell’ambito della legge regionale numero 23 del 13 ottobre 2004 concernente “norme per la salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”

PRESIDENTE

Siamo all’ordine del giorno numero 12 di iniziativa del consigliere Sergio “Adeguamento dotazione finanziaria delle attività previste nell’ambito della legge regionale numero 23 del 13 ottobre 2004 concernente “norme per la salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, signor Vicepresidente della Giunta, colleghi consiglieri, mi congratulavo col vicepresidente Ciconte perché credevo l’avremmo perso per una crisi di sfinimento, poiché oggi era abbastanza impegnativa la risposta a tantissime interrogazioni e mozioni. Ma, complimenti! Se l’è cavata bene.

Questa volta il problema è molto più breve e profumato, parliamo di un prodotto di nicchia calabrese: il cedro, che è un nobile agrume tipico della zona di Santa Maria del Cedro, rappresenta indubbiamente un prodotto agricolo d’eccellenza della regione Calabria vocato a svolgere un ruolo importante nello sviluppo del tessuto socio-economico e produttivo del territorio di riferimento, ovvero dell’Alto Tirreno Cosentino che va da Belvedere Marittimo a Tortora, zona, questa, denominata appunto Riviera dei Cedri;

il Consorzio del cedro di Calabria che provvede da anni alla tutela, promozione e valorizzazione di detto agrume, è quanto mai interessato alla tutela e alla preservazione dei beni culturali, artistici e paesaggistici del territorio, nell’ottica della filiera allargata in un progetto produttivo integrato e correlato soprattutto alle esigenze dei cedrocoltori;

a tal fine si evidenzia come suddetto Consorzio svolga, tra le altre, attività finalizzata alla realizzazione di opere infrastrutturali asservite alla coltura del prodotto e al sostegno finanziario per la creazione di nuovi impianti da parte delle aziende consorziate e attività di realizzazione di progetti settoriali ed intersettoriali relativi alla filiera cedricola con il sostegno della Comunità Europea, dello Stato, della Regione e degli Enti Locali;

allo scopo di assicurare l’utile svolgimento delle attività consortili, il concreto sostegno all’espansione produttiva del cedro (che richiama anche l’interesse di paesi come Israele dove il nostro cedro è utilizzato in cerimonie sacre di origini bibliche) e per garantire il mantenimento delle qualità specifiche e peculiari di tale coltura si rende necessario incrementare la dotazione finanziaria per il triennio 2015-2017”…

Avevamo individuato anche un capitolo di spesa anche se il bilancio ha determinato una attività di austerity, ma se vogliamo far sopravvivere questa realtà è necessario che troviamo, magari nelle pieghe del bilancio consuntivo, un qualcosa per far vivere queste situazioni.

Per la salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio stesso bisogna integrare la cifra prevista almeno per l’anno 2015, si tratterebbe di appena 200 mila euro.

“impegna

il Presidente della Giunta regionale e l’assessore a prevedere fin da subito, nella prima sede utile, tale adeguato stanziamento, necessario per il perseguimento delle finalità previste nell’ambito della L.R. 13 ottobre 2004 n. 23 concernente “norme per la salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”.

PRESIDENTE

Non ci sono richieste di parola, pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Essendo esaurito l’ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta. La prossima seduta di Consiglio sarà convocata a domicilio. Buonasera a tutti.

La seduta termina alle 17,14

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Guccione, Irto, Neri, Sculco, Tallini.

(Sono concessi)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Disposizioni urgenti per l’attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Deliberazione G.R. n. 97 del 31.3.2015)” (P.L. n. 26/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Bevacqua – “Disposizioni per il rilancio dell’agricoltura calabrese” (P.L. n. 24/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Disposizioni in materia di personale della Regione Calabria” (P.L. n. 25/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Norme per la promozione dell’attività di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari per contrastare la povertà ed il disagio sociale” (P.L. n. 27/10^)

E’ stato assegnato alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Greco – “Dispositivo di riordino delle funzioni amministrative regionali di area vasta e città metropolitana, in attuazione della legge n. 56/2014. Disciplina delle forme associative delle Unioni di comuni e delle fusioni. Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 34/2002” (P.L. n. 28/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Greco – “Norme sul funzionamento degli uffici di diretta collaborazione con gli organismi politico-istituzionali del Consiglio regionale e sulle modalità di finanziamento dei gruppi consiliari” (P.L. n. 29/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Bevacqua – “Istituzione Commissione speciale di inchiesta sull’alta incidenza tumorale in alcune aree della Calabria e sui rischi derivanti da trivellazioni petrolifere” (P.L. n. 30/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Sculco – “Promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali”. (P.L. n. 31/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Modifica alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla dirigenza e sull’ordinamento degli uffici del Consiglio regionale)”. (P.L. n. 32/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Greco – “Tutela e valorizzazione economica sostenibile dei paesaggi rurali tradizionali” (P.L. n. 33/10^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Irto – “Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale” (P.L. n. 34/10^)

E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.

(Così resta stabilito)

Comunicazioni su interrogazioni a risposta scritta

Sono pervenute fuori termini ai sensi dell’articolo 121 del Regolamento interno del Consiglio regionale, le risposte alle seguenti interrogazioni:

numero 5 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto;

numero 9 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori;

numero 11 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua;

numero 13 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano;

numero 17 del 12 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2015:

deliberazione Giunta regionale n. 115 del 20 aprile 2015;

deliberazione Giunta regionale n. 116 del 20 aprile 2015;

deliberazione Giunta regionale n. 117 del 20 aprile 2015;

deliberazione Giunta regionale n. 118 del 20 aprile 2015;

deliberazione Giunta regionale n. 119 del 20 aprile 2015.

Interrogazioni a risposta scritta

Tallini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nell'anno 2007 la Giunta regionale ha avviato la procedura di stabilizzazione di oltre 300 lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità (LSU/LPU);

nell'anno 2008 la Giunta regionale ha definito la procedura di stabilizzazione garantendo loro l'accesso ai ruoli regionali e inquadrandoli nella categoria B, cosi come previsto dalla LR. n. 9 del 2007;

nell'anno 2012 la Giunta regionale ha concluso la procedura di stabilizzazione con la sottoscrizione dei contrati ed il completamento delle ore di servizio;

tale stabilizzazione è stata possibile esclusivamente con l'inquadramento del personale della categoria B;

per le stabilizzazioni in tale categoria (B) è richiesto ai sensi dell'art. 16 della legge n. 56/1987 il solo requisito della scuola dell'obbligo per l'accesso al pubblico impiego, mentre per le categorie superiori (C e D) si accede mediante procedure concorsuali.

alcuni lavoratori LSU/LPU hanno rinunciato a tale stabilizzazione, determinando il rientro nel bacino dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili e in quelle di pubblica utilità;

il Decreto Interministeriale dell'8 ottobre 2014, ai sensi dell'art. 1 comma 207 della Legge n, 147/2013, stabilisce le procedure eli stabilizzazione a tempo determinato;

la Giunta regionale con Delibera n. 103 dei 03.04.2015 ha proceduto con atto d'indirizzo alla "contrattualizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità utilizzati presso I Dipartimenti regionali” attribuendo nominativamente a n. 10 unità categorie giuridiche C e D;

la Giunta regionale ha provveduto alla contrattualizzazione delle citate unità lavorative oltre i termini stabiliti dalla stessa Legge n. 147/2013, termine previsto entro il 31.12.2014;

la Delibera della Giunta regionale n.103 del 03.04.2015, proposta congiuntamente dall'assessore regionale al lavoro Carlo Guccione e dall'assessore al personale Vincenzo Ciconte, non evidenzia nessuna istruttoria compiuta dal Dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale, i cui pareri sono indispensabili ai fini della procedura contrattuale;

ad oggi gli ex LSU-LPU stabilizzati dall'Amministrazione regionale svolgono mansioni che afferiscono esclusivamente alla categoria A e B, nonostante molti di queste unità siano in possesso di laurea in varie discipline -:

la disposizione di Legge che permette l'inquadramento a tempo determinato nelle Categorie Ce D dei lavoratori LSU-LPU, dal momento tali unità possono essere inquadrate solo in categoria A o B;

i motivi per cui non sono stati rispettati i termini di assunzione previsti dall'art. 1 comma 207 della Legge n. 147/2013 ovvero stipulare improrogabilmente i contratti a tempo determinato entro il 31/12/2014 "secondo cui la mancata sottoscrizione del contatto entro il termine previsto costituisce causa di decadenza dal contributo e la cessazione costituisce motivo di revoca parziale del contributo" e/o eventuali deroghe concesse;

i motivi per cui non risulta compiuta nessuna istruttoria da parte del Dirigente del Dipartimento organizzazione e personale, indispensabile ai fini di qualsiasi procedura contrattuale;

i criteri di scelta del nominativi individuati all'interno della D.G.R. n. 103 del 03.04.2015, che hanno portato all'individuazione delle 10 unità da inquadrare in categoria C e D e se tra i soggetti interessati vi siano lavoratori che hanno precedentemente rinunciato alla stabilizzazione;

i criteri di individuazione delie competente in termini di funzioni e compiti, dal momento che si palesa una discriminazione tra le unità citate nella D.G.R. n. 103/2015 (cat. C e D) è quelle già stabiliate dall'Amministrazione regionale (cat. B.;)

se non ritengono, visto gli evidenti vizi di legittimità riscontrati, procedere alla revoca in autotutela della Delibera n. 103 del 03/04/2015 avente per oggetto "Contrattualizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità utilizzati presso i Dipartimenti regionali"- atto di indirizzo, configurandosi essa stessa in un vero e proprio abuso.

(38; 22.04.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

nel periodo 2002-2005 l'amministrazione delle Ferrovie della Calabria Srl, in virtù delle legge regionale 18/2001 sulla razionalizzazione del TPL e della Deliberazione di Giunta n. 855 del 24/09/2002 decise di costituire con le società SAV S.r.l. e Autoservizi Locco S.r.l. le ATI (Associazioni temporanee d'impresa) rispettivamente FERSAV e FERLOC, dividendo fra le due le autolinee su concessione regionale assegnate a Ferrovie della Calabria Srl. Questa operazione evitò che le società SAV S.r.l. e Autoservizi Locco S.r.l. fossero obbligate a restituire le concessioni alla Regione Calabria che avrebbe potuto assegnare solo ad aziende con almeno 600.000 km annui di percorrenza offerti al pubblico. Le società menzionate erano invece in grado di effettuare soltanto 400.000 Km e 200.000 km annui;

le ATI secondo quanto previsto dalla legge regionale 23/1999 e successive modifiche ed integrazioni, sarebbero dovute trasformarsi in società di capitali entro il 31/12/2005, pena la decadenza dei servizi. Tutto questo avvenne puntualmente con la costituzione delle due società Fersav S.r.l. e Ferloc S.r.l.;

successivamente, la Corte costituzionale con sentenza n. 80/2006 ha ritenuto inammissibili alcuni articoli delle L.R. 23/1999 e 36/2004, in particolare l'obbligatorietà di trasformazione delle ATI in Società di Capitali entro il 2005, ribadendo oltremodo il divieto di affidare in modo diretto a nuovi soggetti i servizi in assenza di gare. Nonostante tale sentenza le società furono costituite ugualmente;

Ferloc nel settembre 2013 ha predisposto un atto di scissione (Repertorio numero 40214 Raccolta numero 18295 Notaio Camilleri di Cosenza) attraverso il quale Ferrovie della Calabria, mediante assegnazione di parte del patrimonio della società scissa Ferloc, è venuta a perdere la propria partecipazione sociale alla Ferloc il cui capitale sociale è ora detenuto interamente dalla società Autoservizi Locco;

a seguito di tali modifiche societarie una parte del personale è transitato a Ferrovie della Calabria mentre la restante parte è rimasto a Ferloc attraverso procedure poco comprensibili. Appare infatti singolare che i dipendenti che all'epoca della costituzione della FERLOC SRL erano dipendenti di Autoservizi Locco S.r.l. oggi lavorano alle dipendenze di Ferrovie della Calabria Srl mentre tutti gli altri che furono assunti tramite la selezione pubblica bandita nel 2009 da Ferrovie della Calabria Srl sono oggi alle dipendenze di Ferloc Srl nonostante nel momento dell'assunzione da Ferloc e da Fersav a tempo determinato i dipendenti firmavano il contratto presso l'ufficio del personale di FdC.

il personale rimasto a Ferloc resta sottoposto al potere disciplinare di detta azienda con possibilità da parte della stessa di poter procedere anche ad eventuali licenziamenti, così come già accaduto ad un dipendente licenziato da Ferloc in data 27.02.2015 a seguito di contestazione disciplinare -:

se il governo regionale ritiene che, in virtù dei poteri di vigilanza e controllo attribuiti alla Regione Calabria, il personale assunto tramite la selezione pubblica bandita nel 2009 da Ferrovie della Calabria Srl abbia diritto al riconoscimento della sussistenza di un rapporto di lavoro con Ferrovie della Calabria e quindi abbia diritto a vedere annullata la procedura condotta a proposito del trasferimento del personale d'azienda a Ferloc;

qualora dovesse essere ritenuta illegittima la procedura di trasferimento del personale in questione, quale iniziativa intende intraprendere al fine di ripristinare la legalità e la riassunzione in servizio del dipendente licenziato.

(39; 13.05.2015)

Arruzzolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con Decreto n. 9071 del 25 Luglio 2014 a firma del dirigente del Settore 2 "Programmazione e Coordinamento opere pubbliche, Amministrazione, Norme sismiche, Assistenza APQ Difesa del suolo" del Dipartimento 9 "Infrastrutture, Lavori Pubblici, Politiche della casa, Risorse idriche, Ciclo acque" veniva autorizzata a favore dell'Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria la liquidazione della somma di € 1.110.767,09 quale anticipo sul residuo della concessione B2749 per i lavori della "Strada Pedemontana di congiungimento dei comuni montani di Cinquefrondi - San Giorgio Morgeto" - Legge 64 del 1 marzo 1986;

il richiamato Decreto n. 9071/2014 trae origine dal fatto che nella nota n. 124499 del 10 aprile 2014, con la quale il dirigente generale del dipartimento infrastrutture e LL.PP. trasmetteva al Settore Bilancio il prospetto riepilogativo delle somme necessarie per far fronte ai progetti di completamento finanziati con la richiamata L. 64/86, si ometteva di comunicare il cambio del soggetto attuatore da Comunità montana - Versante tirrenico settentrionale ad amministrazione provinciale di Reggio Calabria, giusta determina di presa d'atto n. 5225 del 12.04.2010;

per i beneficiari di cui alla richiamata nota n. 124499 del 10 aprile 2014 si è già proceduto alla liquidazione, così come risulta dalla nota del Dirigente del Settore Bilancio n. 167448 del 19 maggio 2014;

l'omessa comunicazione del cambio del soggetto attuatore ha comportato che, ad oggi, non è stato liquidato l'anticipo di € 1.110.767,09 indispensabile per avviare i lavori della "Pedemontana";

l'"omissione", di fatto, ha impedito, e continua ad impedire, la realizzazione della Cinquefrondi - San Giorgio Morgeto;

dalla ragioneria della Regione non si riesce ad avere notizie certe in ordine ai tempi di accredito della somma all'amministrazione provinciale di Reggio Calabria -:

quali urgenti iniziative intende porre in essere per far sì che venga immediatamente accreditato alla Provincia di Reggio Calabria l'anticipo di € 1.110.767,09 per i lavori della "Strada Pedemontana di congiungimento dei comuni montani di Cinquefrondi - San Giorgio Morgeto",

(40; 15.05.2015)

Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

sul territorio comunale di Marano Marchesato e precisamente in località "Carmine", è stata realizzata una struttura residenziale sanitaria per anziani ( RSA);

detta struttura di proprietà dell'ASP di Cosenza, iniziata ed ultimata nel lontano 1996 con finanziamenti regionali per un importo di oltre due milioni di Euro (2.100.000), ad oggi risulta non funzionante o meglio non ha mai avuto alcuna attività ed a distanza di tempo, non avendo la necessaria manutenzione né la opportuna guardiania, la struttura è stata oggetto di numerose razzie di ogni genere e tipo, tanto;

con missiva del 31.03.2014, prot. n. 2208, il Comune di Marano Marchesato nella persona del Sindaco protempore chiedeva al Direttore Generale dell'ASP di Cosenza la concessione in comodato d'uso gratuito della struttura de quo, prospettando la possibilità di un utilizzo della stessa sempre per finalità sociali e ricreative da destinare agli anziani, giovani e disabili;

tale richiesta non ha trovato accoglimento alcuno, essendo la struttura destinata esclusivamente a residenza sanitaria per anziani;

il danno arrecato ai cittadini di Marano Marchesato da quasi 20 anni di ritardi per una struttura di fondamentale importanza come una RSA, soprattutto per una cittadina con gravi mancanze di strutture socio-sanitarie è enorme e in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, insistere a mantenere un atteggiamento inerte da parte della Pubblica Amministrazione risulta inammissibile e non tollerabile sotto ogni profilo;

è necessario attivarsi affinché il Comune di Marano Marchesato, cosi come il resto del territorio calabrese possa essere dotato di strutture residenziali in grado di garantire le giuste cure sanitarie ai propri anziani è un dovere, nonché, un imperativo morale non negoziabile -:

se e quali provvedimenti l'Ente Regione Calabria intende assumere in merito a tale vicenda e le motivazioni addotte;

se siano stati valutati gli effetti per i possibili fruitori del servizio, della mancata apertura della residenza sanitaria per anziani;

se siano state vagliate eventuali soluzioni per garantire l’apertura della Rsa nel comune di Marano Marchesato o eventuali riconversioni della stessa sempre per finalità sociali o ricreative.

(41; 18.05.2015)

Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

condividendo le preoccupazioni espresse dal Sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci, in qualità di portavoce delegato dalla consulta dei Sindaci della Sibaritide. in merito ai ritardi accumulati nell'iter dei lavori per la costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide;

facendo propri i dubbi espressi dai tanti operatori sanitari del territorio interessato e risultando evidente che. visto il rallentamento in relazione ai tempi d'avvio per la realizzazione della nuova struttura, appare necessario sostenere una maggiore funzionalità delle strutture esistenti di Corigliano e Rossano, al fine di garantire all'intero territorio i livelli essenziali di assistenza;

essendo di dominio pubblico le preoccupazioni e i dubbi espressi dalla ditta appaltatrice dei lavori per la costruzione della nuova struttura sanitaria e atteso che la tempistica più ottimista prevede un periodo di almeno quattro anni per il completamento dei medesimi lavori;

in attesa della costruzione del nuovo presidio ospedaliero, non è possibile lasciare un intero territorio privo della doverosa implementazione del diritto alla salute costituzionalmente garantito, trattandosi, peraltro, di strutture ospedaliere di confine, presidio contro l'emigrazione sanitaria;

vista la sentenza del Consiglio di Stato del 27 aprile 2015 che ha accolto il ricorso del Comune di Trebisacce contro la chiusura, decisa a suo tempo dall'ex Governatore Scopelliti, del locale ospedale -:

quali siano le iniziative che l'Esecutivo regionale e il Dipartimento Salute intendono intraprendere al fine di fugare i legittimi dubbi e le pressanti preoccupazioni sorte in merito a quanto predetto relativamente ai ritardi e ai rinvii non più tollerabili nella costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide;

affinché il Presidente della Giunta regionale se ne faccia carico anche presso il Commissario Scura, l'opportunità di valutare l'ipotesi di ripensare a un diverso modello funzionale e organizzativo delle due strutture ospedaliere esistenti di Rossano e Corigliano. garantendone nei prossimi anni la piena funzionalità, al fine di meglio fronteggiare le esigenze del territorio, anche alla luce della necessità di ottemperare alla predetta sentenza del Consiglio di Stato concernente alla riapertura dell'ospedale di Trebisacce.

(42; 20.05.2015)

Mozioni

Premesso che:

la Legge 23.12.2014, n. 190 , G.U. 29.12.2014 (Legge di stabilità) ha purtroppo di fatto previsto la cancellazione di qualsiasi norma che agevoli in materia di bollo auto per i veicoli immatricolati per la prima volta da almeno 20 anni;

la norma così stante, nelle intenzioni, colpirebbe i soggetti che fanno anche un uso "giornaliero" del proprio veicolo sfruttando agevolazioni riservate a mezzi che al contrario vengono messi su strada soltanto in occasioni speciali (quali raduni, corse ed eventi in genere);

considerato che:

in pratica la misura colpisce tutti gli appassionati del genere che nella stragrande maggioranza dei casi sono normali cittadini i quali hanno come seconda auto un vecchio mezzo e che, vista la pressione fiscale, saranno costretti a rottamare l'auto ovvero a radiarla;

ricordato che:

con le norme introdotte dal governo (Legge di stabilità) i suddetti proprietari sarebbero costretti a pagare il bollo normale con l'aggravante che trattandosi di autoveicoli classificati Euro Zero, la tassazione per gli stessi sarà la più elevata;

l'Associazione delle auto storiche italiane ha previsto poi, che solo il 10 per cento dei proprietari dei veicoli interessati metterà in regola i propri mezzi mentre gli altri decideranno per la vendita al mercato estero, rottamazione o radiazione del veicolo;

la Regione Calabria conta diversi club di auto d'epoca/storiche presenti tra le province della Regione;

ritenuto che:

benefici economici per le casse pubbliche, dunque, non sarebbero così evidenti, mentre certi sarebbero i danni arrecati ad un settore che sostiene un mercato non marginale composto dalla manutenzione e riparazione, dalle fiere ed i mercati specializzati, così come dai raduni turistici;

a risentire maggiormente degli effetti negativi del provvedimento sarebbero soprattutto, per come detto, normali cittadini i quali hanno una seconda auto perché a volte ricevuta in eredità o donazione, e per questo riportate con notevoli sacrifici a nuova vita;

il provvedimento, ha tra gli altri effetti negativi, rischiare di minare la sopravvivenza stessa dei club sopra citati che rappresentano una realtà radicata e storica nel nostro territorio;

si impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale della Calabria

a prevedere in deroga a quanto previsto dalla Legge 23.12.2014, n. 190, oltre che per i veicoli d'interesse storico o collezionistico, l'esenzione anche per tutte quelle auto e moto che avendo compiuto vent'anni dalla data di immatricolazione, presentino requisiti di peculiarità dal punto di vista del loro rilievo industriale, legato a caratteristiche della meccanica, motoristica o del design, purché lo stato di conservazione sia tale da rispettare l'originale impianto costruttivo e sia certificato da centri specializzati specificatamente individuati;

a differenza dei veicoli con almeno trent'anni, il beneficio, in questo caso, non spetta automaticamente, ma soltanto se il valore storico del veicolo, identificato con il proprio numero di targa, è certificato da centri specializzati, tra questi, Asi, Fmi, Registro Storico Fiat Lancia ed Alfa Romeo, ed altri autorizzati dallo Stato;

l’accertamento dei requisiti e delle caratteristiche che si devono possedere per ottenere l'agevolazione, ad opera dei soggetti abilitati, è certificato mediante rilascio di uno specifico contrassegno. Lo stesso dovrà essere comunicato a cura del soggetto abilitato che lo ha eseguito, anche attraverso procedure informatiche o posta elettronica, entro il mese successivo, alla struttura regionale competente in materia di tassa automobilistica;

l'esenzione non può essere retroattiva, ed opera quindi a far tempo dalla prima scadenza utile successiva alla data di accertamento e certificazione;

se i veicoli in questione sono messi in circolazione su strade pubbliche, si è tenuti al pagamento di una tassa forfettaria dovuta in misura fissa (indipendentemente dalla potenza del motore) a titolo di tassa di circolazione;

la tassa annua è pari a € 20,00 per i motoveicoli ed a € 30,00 per gli autoveicoli;

il pagamento potrà effettuarsi, senza sanzioni, in qualsiasi mese dell'anno, purché anteriormente alla messa in circolazione del veicolo su strade pubbliche;

tale esenzione, ovvero mancato introito per le casse regionali quantificabile in appena € 45.000,00 continuerà ad assicurare invece un indotto economico per tutta una serie di maestranze altrimenti a rischio chiusura attività. Si precisa inoltre, che l'esenzione deve intendersi con effetto retroattivo, dunque operante a partire dal primo gennaio 2015, e si chiede nel contempo la proroga del termine di pagamento del bollo per i motivi di cui sopra, al 30 giugno2015.

(19; 06.05.2015) Giudiceandrea, Bova, Neri

Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano con provvedimento 22 febbraio 2001, ha disciplinato il profilo professionale ed il relativo ordinamento didattico dell'operatore socio-sanitario (O.S.S.);

la Giunta regionale con propria deliberazione n. 5 del 12 gennaio 2009 dettava linee di indirizzo per disciplinare i criteri e le procedure amministrative per l'attuazione delle attività di formazione di base per operatori socio-sanitari;

l'articolo 5, delle linee guida, individua tra i soggetti proponenti le attività formative: le aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, le istituzioni pubbliche e private accreditate, stabilendo nel contempo il divieto per le sole istituzioni private accreditate di svolgere attività di formazione libera di cui agli articoli 40 e 41 della L.R. n. 18/1985;

la generalità delle altre Regioni hanno invece autorizzato le attività libere di formazione professionale per operatori socio-sanitari senza oneri a carico della Regione (Molise D.G.R. n. 654/2010, Puglia L.R. n. 4/2010);

la diversità di regolamentazione tra le regioni d'Italia ha prodotto un fenomeno rilevante di "migrazione formativa" che ha coinvolto giovani calabresi costretti a frequentare le attività formative non in Calabria per conseguire il titolo professionale di operatore socio-sanitario; occorre per le motivazioni indicate modificare la delibera di Giunta regionale n. 5 del 12 gennaio 2009,

impegna la Giunta regionale

a modificare l'articolo 5, della deliberazione di Giunta regionale n. 5 del 12 gennaio 2009, come di seguito indicato: "Articolo 5 (Soggetti proponenti)

Possono attuare le attività formative finalizzate al conseguimento della qualifica di Operatore Socio-Sanitario i seguenti soggetti:

Aziende Sanitarie Provinciali e Ospedaliere della Regione Calabria.

Istituzioni Pubbliche e Private macrotipologia Formazione Superiore nella Regione Calabria ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011.

Nel rispetto degli artt. 40 e 41 della legge n. 18 del 19-04-1985 e s. m. e i., sono consentite le attività di formazione c.d. "Libere".

Si specifica che tali attività possono essere svolte solo da Agenzie formative che hanno maturato almeno una esperienza nell'ambito della formazione per Operatore Socio Sanitario e sono accreditate nella Regione Calabria per la macrotipologia Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011, almeno da cinque anni.

Le Agenzie Formative che non hanno esperienza nell'ambito della formazione per Operatore Socio Sanitario e/o sono accreditate nella Regione Calabria per la macrotipologia Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011, da meno di cinque anni, possono svolgere attività di formazione c.d. "Libere", finalizzate al conseguimento della qualifica di Operatore Socio-Sanitario, costituendo una Associazione Temporanea di Scopo (ATS). In questo caso il soggetto Capofila deve essere in possesso dei requisiti di cui sopra. Le attività di formazione c.d. "Libere" non possono essere svolte, in nessun caso, da Agenzie Formative non accreditate nella Regione Calabria."

(20; 19.05.2015) Battaglia

Mozione numero 14 del 20 aprile 2015 a firma dei consiglieri Giudiceandrea, Bova, Neri “Sui tirocinanti precari dell’amministrazione giudiziaria”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

la Regione Calabria utilizzando prevalentemente fondi europei nel periodo 2010 – 2012 emanava apposita manifestazione d’interesse atta a consentire ai lavoratori disoccupati, inoccupati, cassaintegrati, in mobilità e socialmente utili di partecipare ad idonei progetti formativi a tempo determinato negli uffici giudiziari della Regione Calabria;

considerato che:

negli uffici sopra citati sono impiegati a tutt’oggi, attraverso i tirocini formativi oltre settecento lavoratori calabresi che, ai titoli di studio in loro possesso, sommano ora, anni di tirocini che restituiscono l’opportunità di avvalersi di personale qualificato per un comparto, come quello della giustizia nel nostro Paese, in generale, e nella nostra Regione, in particolare, quasi sempre al collasso proprio per deficienza di organico e mezzi;

ricordato che:

quanto sopra esposto è stato nel tempo più volte causa di taluni rilievi mossi anche dalla stessa Unione Europea nei confronti del Governo italiano circa la lentezza del sistema giudiziario, e che l’importanza della continuità dei lavoratori precari oggetto della presente mozione è stata rilevata, tra gli altri anche dal primo Presidente della Cassazione ed indirizzata allo stesso Ministro della Giustizia;

ritenuto che:

ad oggi rimangono ai lavoratori precari della giustizia solo 110 ore di tirocini da svolgere entro il 30 aprile prossimo e che a partire proprio dal giorno dopo l’espletamento delle predette ore non esiste alcuna certezza circa il loro futuro lavorativo,

impegna

il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale della Calabria a sostenere in sede nazionale, nel confronto con il Governo, la trasformazione del tirocinio formativo in contratto di lavoro con modalità da stabilirsi in fase di concertazione per garantire una adeguata soluzione a tutti i lavoratori finora coinvolti.

Mozione numero 16 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine alla situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina

Il Consiglio regionale della Calabria,

considerata:

la situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina (ente in house providing partecipato totalmente dalla Regione Calabria istituito con legge di bilancio nel maggio del 2007), i quali attendono ancora il pagamento di numero 5 mensilità stipendiali;

l’incertezza in ordine al futuro dell’unico Ente di ricerca della Regione Calabria in un comparto strategico e vitale dell’economia calabrese quale è da sempre quello agroalimentare;

la dotazione tecnologica (unica nel suo genere in tutta Italia grazie anche agli investimenti compiuti dal MIUR: 15 milioni di Euro) che fa dei laboratori di ricerca di “Terina” una struttura all’avanguardia nella ricerca e sicurezza sugli alimenti, della cui piena funzionalità la Regione necessita, attesa l’importanza crescente delle tematiche riguardanti la qualità del cibo per come dimostrato dalla mission affidata all’Expo universale di Milano;

altresì, la grave e insostenibile situazione economica venutasi a creare in seno alla Fondazione in ragione della mancata attuazione della normativa di riforma della medesima contenuta all’articolo 13, commi 1 e 2 della legge regionale n. 24 del 2013;

considerato che:

la stessa legge garantisce i livelli occupazionali dei 40 dipendenti tutti assunti a tempo indeterminato,

impegna

la Giunta regionale della Calabria e i dipartimenti competenti per materia ad assumere tutte le necessarie misure di ordine amministrativo, affinché venga attuata la normativa che dispone la concreta riforma e riorganizzazione della Fondazione Terina.

Mozione numero 17 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine al finanziamento sull’economia ittica. Legge 27/2004”

Il Consiglio regionale della Calabria,

preso atto che:

la Regione Calabria, al fine di valorizzare il proprio patrimonio costiero e la risorsa mare ad essa collegata, prevede  e attua, con legge regionale n. 27/2004, un sistema di interventi ed azioni a sostegno dello sviluppo dell’economia ittica della Calabria;

la salvaguardia, il potenziamento e il rilancio della filiera ittica e dell’intero comparto economico ad essa correlato sono azioni imprescindibili per lo sviluppo dell’economia regionale nel suo complesso, e che le stesse si integrano con le politiche di sviluppo del turismo, dell’ambiente e dell’agricoltura;

considerato che:

allo stato la L.R. 27/2004 non risulta essere finanziata con fondi regionali,

impegna

la Giunta regionale della Calabria ad assegnare le risorse che si renderanno disponibili in sede di assestamento di bilancio al finanziamento della suddetta L.R. 27/2004 nella misura sufficiente a garantirne la concreta attuazione.

Ordine del giorno numero 10 di iniziativa del consigliere Esposito “Sull’ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato il concorso nell’anno 2014”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Polizia di Stato ha bandito un concorso nell’anno 2014 per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato;

considerato che:

il Segretario Generale della Polizia di Stato ha indicato al Governo di procedere immediatamente a delle assunzioni straordinarie in modo tale che gli agenti siano operativi entro il 2015 per fronteggiare il fenomeno del terrorismo e della criminalità organizzata;

esistono altre graduatorie ancora valide di concorsi terminati nell’anno 2012, i cui Allievi che hanno superato detti concorsi dovranno sostenere visite mediche e psicologiche in quanto trascorsi quasi tre anni dall’ottenimento dell’idoneità;

contrariamente, coloro che sono stati dichiarati idonei nell’ultimo concorso dell’anno scorso (650 Allievi Agenti della Polizia di Stato) sono in possesso di idoneità conclamata tra i mesi di luglio e settembre 2014 e, pertanto, potrebbero essere arruolati immediatamente;

sottolineato che:

un immediato ampliamento dei posti del concorso per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato anno 2014, permetterebbe di iniziare a tutti i circa 250 idonei, rimasti al momento fuori graduatoria e dunque non ancora assunti, il corso da Allievo Agente della Polizia di Stato al fine di essere operativi già entro il 2015, come indicato dal Segretario Generale;

preso atto che:

coloro i quali siano stati dichiarati idonei nel concorso 2014, sarebbero gli unici a non presentare il problema ostativo della seconda aliquota interforze per cui, senza il bisogno di modificare procedure legislative, attraverso un semplice ampliamento dei posti e/o attraverso uno scorrimento totale della graduatoria, potrebbero essere tutti immediatamente assunti,

impegna

il Presidente della Giunta regionale a farsi portavoce presso il Ministero dell’interno affinché si attivi per un ampliamento dei posti disponibili del concorso per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato anno 2014, consentendo ai circa 250 idonei, al momento non ancora chiamati, di poter dar seguito al superamento del concorso sopra citato e immetterli subito al corso di formazione per Allievi Agenti della Polizia di Stato.

Ordine del giorno numero 11 di iniziativa del consigliere Sergio “Sulla situazione del Polo ospedaliero Beato Angelo Acri”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

nel corso della scorsa consiliatura, il Piano di Riordino del Sistema Sanitario Regionale ha interessato l’Ospedale “Beato Angelo” di Acri;

in virtù di detto “Riordino”, il succitato Ospedale è stato fortemente ridimensionato nelle sue funzioni e capacità assistenziali e di primo soccorso;

l’Ospedale in epigrafe si è visto anche ridimensionare nella dotazione organica riferita al personale medico e paramedico;

dall’ultima determinazione del Commissario ad acta alla sanità si evince chiaramente un ulteriore ridimensionamento dell’Ospedale;

tale determinazione non tiene in alcun conto della realtà territoriale su cui opera il nosocomio in questione;

l’Ospedale “Beato Angelo” di Acri svolge, da sempre, una rilevante funzione di primo soccorso e di prima medio-degenza in un comprensorio con circa 60.000 abitanti;

a causa del ridimensionamento in questione, la popolazione vive una drammatica situazione di profondo disagio sociale;

tale disagio scaturisce anche dalla impossibilità, da parte della popolazione residente nel comprensorio, ad accedere immediatamente alle cure dovendo sostenere lunghi tragitti al fine di raggiungere gli altri centri ospedalieri;

la situazione di disagio relativa alla distanza da altri centri ospedalieri è aggravata dalla condizione di alta precarietà delle strade, spesso impraticabili, che determinano una dilatazione dei tempi di percorrenza;

tale situazione determina una notevole compressione del diritto alla salute dei cittadini, costituzionalmente riconosciuto, leso dalle ingiuste determinazioni di cui sopra,

impegna

il Presidente della Giunta regionale:

ad intervenire presso le competenti Autorità, al fine di potenziare la struttura ospedaliera in questione in modo da poter nuovamente riconoscere ai cittadini il diritto alla salute che in alcun modo può essere compresso da necessità di bilancio;

ad adottare iniziative affinché trovino effettiva applicazione i decreti nn. 28 e 191 del 2012

Ordine del giorno numero 12 di iniziativa del consigliere Sergio “Adeguamento dotazione finanziaria delle attività previste nell’ambito della legge regionale numero 23 del 13 ottobre 2004 concernente “norme per la salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

il cedro, nobile agrume tipico della zona di Santa Maria del Cedro, rappresenta indubbiamente un prodotto agricolo d’eccellenza della Regione Calabria vocato a svolgere un ruolo importante nello sviluppo del tessuto socio-economico e produttivo del territorio di riferimento, ovvero dell’Alto Tirreno Cosentino che va da Belvedere Marittimo a Tortora, zona, questa, denominata appunto Riviera dei Cedri;

il Consorzio del cedro di Calabria che provvede da anni alla tutela, promozione e valorizzazione di detto agrume, è quanto mai interessato alla tutela e alla preservazione dei beni culturali, artistici e paesaggistici del territorio, nell’ottica della filiera allargata in un progetto produttivo integrato e correlato soprattutto alle esigenze dei cedricoltori;

a tal fine, si evidenzia come suddetto Consorzio svolga, tra le altre, attività finalizzata alla realizzazione di opere infrastrutturali asservite alla coltura del prodotto e al sostegno finanziario per la creazione di nuovi impianti da parte delle aziende consorziate, nonché attività di realizzazione di progetti settoriali ed intersettoriali relativi alla filiera cedricola con il sostegno della Comunità Europea, dello Stato, della Regione e degli Enti Locali;

allo scopo di assicurare l’utile svolgimento delle attività consortili, il concreto sostegno all’espansione produttiva del cedro (che richiama anche l’interesse di paesi come Israele, dove il nostro cedro è utilizzato in cerimonie sacre di origini bibliche) e per garantire il mantenimento delle qualità specifiche e peculiari di tale coltura, si propone l’incremento della dotazione finanziaria di Euro 270.000,00 di cui all’U.P.B. 2.2.0403 Capitolo 22040310 destinato al finanziamento delle attività previste nell’ambito della L.R. 13 ottobre 2004, n. 23 concernente “Norme per la salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”;

appare congruo, al fine di perseguire gli obiettivi e le finalità di cui sopra, aumentare detta dotazione, per l’erogazione prevista per l’anno 2015, di Euro 200.000,00,

impegna

il Presidente della Giunta regionale a prevedere fin da subito, nella prima sede utile, un adeguato stanziamento, necessario per il perseguimento delle finalità previste nell’ambito della L.R. 13 ottobre 2004, n. 23  concernente “Norme per la salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”.