X LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
__________
7.
SEDUTA DI MERCOLEDI’ 20 MAGGIO 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONINO SCALZO E DEL
VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(È approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in
allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in
allegato)
E’ pervenuta alla Presidenza risposta scritta alle seguenti interrogazioni numero 5 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto; numero 9 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori; numero 11 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua; numero 13 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano; numero 17 del 12 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori.
(Sono riportate in
allegato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, solo per chiedere all’Ufficio
di Presidenza di voler inserire nei lavori dell’odierno Consiglio regionale un ordine
del giorno da me presentato al suo Ufficio e avente per oggetto “Ampliamento
dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno
superato il concorso nell’anno 2014”.
Si tratta di un ordine del giorno che è alla sua osservazione e chiedo
che venga inserito in coda alle interrogazioni e delle mozioni all’odierna
seduta di Consiglio regionale.
Grazie consigliere Esposito. Pongo in votazione la richiesta di
inserimento dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Esposito all’ordine
del giorno del Consiglio.
(Il Consiglio approva)
Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, chiedo che sia posto all’ordine dei lavori un ordine del giorno che ho presentato, protocollo numero 24323 del 29 aprile 2015. Anche l’ordine del giorno protocollo 24326 che richiamo affinché sia inserito in coda alla discussione dell’ordine del giorno odierno.
Il consigliere Sergio ha chiesto che vengano inseriti all’ordine dei lavori due ordini del giorno da lui presentati. Pongo in votazione la sua richiesta.
(Il Consiglio approva
all’unanimità)
Passiamo al primo punto all’ordine del giorno che recita “Interrogazioni ai sensi dell’articolo 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale”.
La prima interrogazione numero 1 dell’8 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto è rinviata per assenza del proponente.
La seconda interrogazione è del 13 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori ed anch’essa è rinviata per assenza del proponente.
Siamo all’interrogazione
numero 3 del 20 gennaio 2015 a firma del consigliere Battaglia: “Sull’opportunità
di attivare una Task Force per la definizione di un
progetto strategico che caratterizzi la presenza della Calabria all’Expo 2015”
di cui do lettura: “Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Expo Milano 2015 è
una Esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e
innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo
partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno ad
un tema decisivo: "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita". Expo
Milano 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell’uomo e della terra
e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità
internazionale sulle principali sfide dell’umanità;
Expo Milano 2015 è
un evento di portata mondiale che si caratterizza per la sua natura corale e
fonda il suo successo sul coinvolgimento di tutte le diverse realtà che ne
faranno parte. Come stabilito dalle regole del BIE (Bureau International des Expositions), i Partecipanti
alle Esposizioni Universali si distinguono in Ufficiali e Non Ufficiali: i
Partecipanti Ufficiali sono tutti i Paesi (145) e le Organizzazioni
Internazionali (3) che accettano l’invito inviato dal Governo della Nazione
ospitante l’Esposizione; mentre i Partecipanti Non Ufficiali possono essere una
pluralità di soggetti, istituzionali e non, che vengono autorizzati a
partecipare direttamente dall’Organizzatore di ogni singola Esposizione;
data la rilevanza
del tema trattato, nel 2011 il Governo Italiano ha deciso di invitare
ufficialmente tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite e di aprire le porte di
Expo Milano 2015 anche alle Organizzazioni della Società Civile e alle Aziende
private in quanto interlocutori chiave nel dibattito mondiale sulle sfide
legate all’alimentazione e al cibo. Tutti insieme, ma con modalità e target
differenti a seconda del loro ruolo, saranno chiamati ad interpretare e a dare
un contributo concreto al tema di Expo Milano 2015"Nutrire il Pianeta,
Energia per la Vita";
nell’ambito del
descritto quadro strategico ed operativo risulta di particolare importanza ed
opportunità che la Regione Calabria programmi le necessarie iniziative ed
attività con il duplice obiettivo di accreditarsi nella comunità internazionale
quale territorio innovativo capace di contribuire con riflessioni, idee e
proposte al complesso processo di elaborazione della Carta di Milano, nonché
alla valorizzazione tematica delle proprie filiere produttive, culturali,
sociali e territoriali coerenti con l’impianto di contenuto che presiede l’imminente
Esposizione Internazionale;
l’imminente avvio di
Expo 2015 esige uno sforzo straordinario in termini di velocizzazione delle
procedure amministrative e di animazione degli stakeholder
regionali al fine di non pregiudicare una efficace presenza della Calabria in
occasione di Expo 2015 -:
se ed in che modo è
intenzione dell’Amministrazione regionale cogliere quest’importante e
strategica opportunità anche per la Regione Calabria e per i soggetti, pubblici
e privati, potenzialmente interessati e connessi;
in particolare se è
stato formalmente prenotato uno spazio presso il Padiglione Italia;
se sono state avviate le attività di progettazione necessarie alla definizione
del progetto strategico che dovrà caratterizzare la presenza della Calabria in
Expo 2015. -
se sono state avviate
le attività di progettazione necessarie alla definizione del progetto di layout
espositivo;
se sono state
avviate le attività di sensibilizzazione, animazione e coinvolgimento delle
filiere regionali produttive, culturali, sociali, territoriali ed istituzionali
al fine di garantire una ampia e corale partecipazione;
se non si ritenga
opportuno, vista l’imminenza e l’urgenza delle scadenze connesse, attivare una
Task Force dedicata a seguire il relativo processo,
anche attraverso la costituzione di una UOA dedicata e la eventuale selezione
pubblica di società specializzate.”
Per la Giunta la parola
al vicepresidente Ciconte.
La partecipazione della Regione a Expo Milano 2015 è
stata presentata in più occasioni alle istituzioni, alle organizzazioni, alle
associazioni rappresentative del territorio e dell’economia Calabria, in
particolare dei settori più direttamente collegati ai temi di Expo, agricoltura
sostenibile, agro-alimentare, cultura e turismo.
Expo è insieme un appuntamento ed
una vetrina importante per il nostro Paese e dunque anche per la nostra Regione. Recuperando molto con un intenso lavoro che ha
coinvolto più strutture regionali, abbiamo inteso dare una impostazione alla nostra
presenza, considerando questa un punto di partenza nell’ambito di un percorso
che inizia con l’Esposizione universale.
Più di 140 Paesi presenti alla manifestazione
significano opportunità di rapporti e di relazioni nell’ambito di una strategia
di internazionalizzazione che la Regione vuol mettere in campo proprio a
partire da Expo 2015.
Un nuovo percorso che porterà a conquistare la
giusta immagine di terra sana e bella che vuol costruire un futuro diverso e nella
quale sono presenti intelligenze competenze, creatività e tanti giovani
brillanti.
La task force
interdipartimentale costruita con Dpcr numero 3 del
19 gennaio 2015 si sta occupando della partecipazione della Regione ad Expo
2015 per dar visibilità alla tradizione, alla creatività e alla innovazione nel
settore dell’alimentazione.
Tra gli obiettivi della partecipazione vi è la
valorizzazione dei prodotti agro-alimentari di eccellenza calabresi sotto il
profilo culturale, qualitativo e di benessere alimentare e la promozione di un
prodotto integrato territoriale sotto il profilo turistico.
In quest’ottica il dipartimento regionale
turismo, in coerenza con le azioni di promozione dell’immagine del territorio e
con le strategie di posizionamento del prodotto turistico regionale ha
pubblicato un avviso pubblico per la promozione e diffusione di pacchetti
turistici integrati promossi da tour operator,
organizzazioni di viaggio e consorzi di albergatori calabresi.
La Regione sta concentrando molte attenzioni
verso lo sviluppo del territorio con lo scopo di trasformare le risorse del
territorio medesimo in prodotto turistico di valore utilizzando le molteplici
attrazioni storiche, culturali, ambientali e gastronomiche per fare del turismo
locale un’attività imprenditoriale.
Scopo della suddetta iniziativa è, appunto,
quello di individuare attrattive locali turisticamente rilevanti per comporle
in offerte turistiche integrate di valore; promuovere e commercializzare sia in
Italia che all’estero nel periodo di svolgimento di Expo 2015.
Le attività che si stanno sviluppando mirano
all’interno del più generale obiettivo a favorirei il rafforzamento dell’immagine
e la promozione nazionale ed internazionale dell’offerta turistica calabrese
nel suo complesso e puntano su obiettivi strategici che la nostra Regione si
pone di raggiungere tra cui la possibilità di veicolare in maniera mirata le
informazioni sul prodotto Calabria attraverso azioni di marketing che
saranno effettuate nei mercati di riferimento con strumenti specializzati di
comunicazione.
In Expo la Calabria sarà rappresentata
attraverso il suo paesaggio, le sue peculiarità, la sua collocazione nel bacino
del Mediterraneo, le sue unicità, la sua storia, la cultura che esprime le
eccellenze agro-alimentari.
Un progetto che nei mesi di presenza a Milano
sarà comunicato e valorizzato in una strategia unitaria finalizzata non solo a
promuovere il patrimonio agricolo-agro-alimentare, ma
pure a rafforzare l’attività turistica del territorio anche grazie ad uno
specifico progetto di promozione basato su diverse iniziative tra le quali
rientrano gli accordi con Alitalia per tariffe agevolate delle quali potrà
usufruire chi vorrà visitare la Calabria.
In tal senso è stato definito un accordo con
la suddetta compagnia area per consentire di raggiungere nel periodo di Expo
gli aeroporti di Lamezia Terme e Reggio Calabria in tempi rapidi e con tariffe
sostenibili da Milano, Roma e Torino.
Già visibile, inoltre, la campagna di
comunicazione dislocata sugli accessi all’area metropolitana di Milano
utilizzando le grandi infrastrutture viarie dei mezzi di trasporto, monitor,
maxi schermi, led e video.
Si trovano negli aeroporti di Milano-Linate e Milano-Malpensa
ed in tutti i principali scali di sistema aeroportuale italiani: Roma, Torino,
Venezia, Firenze, Bologna. Nella stazione centrale di Milano, sull’autostrada
di avvicinamento al capoluogo lombardo, nelle stazioni dell’intero sistema metropolitano
cittadino, sui Bus del trasporto pubblico locale ed altre infrastrutture viarie
cittadine.
Di particolare impatto l’allestimento bifacciale
del cavalcavia sul viale Forlanini in uscita dall’aeroporto
di Linate e passaggio obbligato per l’ingresso alla città con un’immagine per
un totale di oltre 80 metri quadri che sintetizza il paesaggio della Calabria.
Ciò al fine di intercettare l’intera utenza in arrivo a Milano nel periodo
maggio/ottobre 2015 qualunque sia il mezzo di trasporto utilizzato per
raggiungere la città sede dell’Esposizione universale.
Il 1° maggio il presidente Mario Oliverio, insieme al sottoscritto ed al presidente del Consiglio,
Scalzo, ha inaugurato la piazzetta, lo spazio che sino al 31 luglio accoglierà
per la nostra Regione i visitatori.
Tra i primi ospiti dello spazio abbiamo avuto
il Ministro alle politiche agricole, Maurizio Martina, e il sottosegretario Ferri
che hanno voluto complimentarsi per il curato allestimento.
L’inaugurazione è stata la prima tappa del
percorso e del calendario degli appuntamenti in Expo condiviso con gli attori e
le organizzazioni economiche e sociali del territorio e realizzato anche grazie
alla partnership con Union Camere Calabria,
soggetto attuatore e finanziatore di diverse iniziative.
La piazzetta si affaccia sul Viale del Cardo
in prossimità dell’incrocio col Decumano, la via principale attraverso la quale
– secondo le stime – transiteranno circa 150 mila visitatori al giorno. Lo
spazio di rappresentanza e di comunicazione aperto al suo interno vede
riprodotto un giardino mediterraneo che presenta alcune tra le varietà
coltivate più significative per ricreare un angolo di Calabria.
Lungo le pareti è installato un sistema di
video wall che rimanda immagini relative a prodotti,
produzioni, paesaggi naturali e beni culturali. A ciò si aggiunga che all’interno
degli spazi espositivi acquisiti dalla Regione Calabria a seguito del contratto,
siglato in data 21 novembre 2014 col padiglione Italia ed Expo 2015 Spa e dell’opzione
espressa con riferimento ai pacchetti Cipe proposti successivamente alla
sottoscrizione del contratto medesimo, la programmazione prevede 4 settimane di
iniziative culturali ed eno-gastronomiche per diffondere una nuova immagine
della nostra terra con più determinazione di quanto sia stato finora.
Un programma ricco di iniziative che
permetterà di godere di una vetrina internazionale di tutto rispetto. Nel
contesto dello spazio espositivo a rotazione di padiglione Italia la Calabria
sarà presente per tre settimane ed il programma è variegato. Già a partire
dalla prima settimana dal 26 giugno al 2 luglio quando sarà in prima linea il
rapporto tra l’artigianato ed i prodotti alimentari locali. Nella seconda
settimana dal 14 al 20 agosto 2015 via libera al percorso con la mostra di
eventi in collaborazione con la Soprintendenza ai beni culturali con la
caratterizzazione della Calabria quale luogo storico in termini di nutrimento
per il pianeta. Si pensi che proprio in Calabria è nato il primo villaggio
agricolo d’Europa.
A seguire nel medesimo mese di agosto la terza
settimana sarà dedicata all’agro-alimentare. L’ultima settimana di presenza –
quella tra il 25 e il 30 settembre – vedrà la Regione Calabria protagonista di
tutto il patrimonio Italia. Nel suo specifico, nel contesto della settimana
sono state programmate sei conferenze nell’Auditorium di Palazzo Italia per un
totale previsto di quasi 1.400 partecipanti; workshop, convegni ed
iniziative similari.
Sei eventi conviviali nel ristorante Vip di
Piazza Italia, sei iniziative di carattere comunicativo seminariale nella sala
Alta delegazione e quindi uno o più laboratori di working
oppure incontri nella sala meeting.
Tre eventi culturali e di spettacolo, concerti
e balletti, rappresentazioni all’aperto.
Fra le altre iniziative programmate da
realizzare in collaborazione con Unioncamera Calabria
quale soggetto partner e attuatore importantissime sono le azioni di incoming, di buyers,
delegazioni istituzionali che si svolgeranno sul territorio calabrese.
Durante il periodo di Expo e il progetto di
Expo Calabria all’estero finalizzato all’approvazione delle eccellenze
calabresi presso i migliori ristoranti di tutto il mondo.
Tra le attività in calendario anche la
collaborazione con le Università calabresi, attraverso l’approvazione degli start
up dedicati al settore della nutrizione unitamente alla possibilità per 20
giovani stagisti di costruire relazioni internazionali durante la permanenza
nello stand Calabria.
Da menzionare il progetto collaterale ad Expo,
realizzato a valere dei fondi Cipe dall’Expo ai territori, finalizzato alla
promozione delle produzioni di cipolla rossa di Tropea e del bergamotto durante
il periodo della esposizione universale.
Rilevante è stato il giudizio di Alberto Mina,
direttore vicario, contenuti e territori padiglioni Italia Expo 2015 che ha
dichiarato testualmente: “…le scelte della Regione Calabria
sono state coerenti ed hanno l’obiettivo di usare le opportunità che Expo
rappresenta per raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. Abbiamo definito
un piano di partecipazione che risponda alle caratteristiche peculiari di Expo
e che permette un accesso privilegiato ed unico al sistema di internazionalizzazione
delle relazioni.”
Nel ricordare alcune delle iniziative promosse
dalla Regione, Mina, ha voluto riconoscere l’impegno e la coerenza nel lavoro
portato avanti dal presidente Oliverio e dallo staff
della Regione Calabria che ha curato la programmazione necessaria.
Prego, consigliere Battaglia, a lei la parola
per la replica.
Non è una replica ma è solo una dichiarazione
di soddisfazione per la particolarmente corposa ed articolata risposta del vicepresidente
Ciconte. Per cui l’augurio è che Expo abbia una
ricaduta sui nostri territori che vada oltre il 31 ottobre. Grazie.
Grazie, consigliere
Battaglia.
Passiamo alla interrogazione numero 4 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “In ordine alla sospensione parziale, in via provvisoria e di autotutela, del decreto del Presidente della Giunta regionale numero 94 del 19 settembre 2014” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 11 settembre 2014, l’Izs delle Venezie, Centro di
referenza nazionale per l’apicoltura, ha dato notizia della presenza, nel
territorio del comune di Gioia Tauro, del coleottero “Aethina
Tumida”, parassita infestante le colonie degli alveari. Il rinvenimento del
parassita è stato effettuato il 5 settembre 2014 da parte del personale dell’Università di Reggio Calabria, facoltà di Agraria;
in data 12 settembre 2014, è seguita nota
protocollo 18842 a firma del direttore generale del
Ministero della salute, avente ad oggetto “Accertamento
della presenza di “Aethena Tumida” in Calabria”, con cui il Ministero ha “suggerito” alla Regione Calabria, le
iniziative da adottare;
in ottemperanza a una nota emessa dal Ministero della salute, con decreto numero 94 del 19
settembre 2014, pubblicato sul Burc
numero 50 del 14 ottobre 2014, il Presidente della Giunta regionale pro
tempore ha emesso “Ordinanza contingibile ed urgente
a tutela del patrimonio apistico Regionale e Comunitario per rinvenimento di “Aethina Tumida” in alveari del territorio di Gioia Tauro”;
l’ordinanza in oggetto, dopo aver previsto
una “zona di protezione” per un raggio di 20 Km e una “zona di sorveglianza”
per un raggio di 100 Km (con coinvolgimento di quasi la totalità del territorio
calabrese) ha indicato una serie di misure per controllare gli allevamenti
apistici;
con detta
ordinanza è stato disposto, in particolare che: a) “in caso di rilevamento di adulti o stadi larvali di “Aethina Tumida” sì dovrà disporre la chiusura delle
aperture d’accesso dì tutte le arnie, l’immediato sequestro dell’intero apiario
e, successivamente previa tempestiva emanazione di apposita ordinanza da parte
dell’Autorità competente locale (D.G. delle ASP), provvedere alla distruzione
dell’intero apiario...”; b) All’interno dell’area di protezione è
vietata ogni attività di movimentazione (in entrata e uscita) per i prossimi 30
gg. Successivamente, se non interverranno altre segnalazioni di infestazioni
gli spostamenti, potranno effettuarsi solo all’interno
della zona di protezione per motivi contingenti e solo se l’apiario sarà
giudicato indenne da”Aethina Tumida” dai servizi veterinari competenti per territorio. Ogni spostamento
dovrà compiersi con mod. 4 di
scorta, redatto dai servizi veterinari competenti. I corpi di polizia
territoriali vigileranno sull’esatto adempimento del suddetto divieto di
movimentazione “;
detta ordinanza è stata impugnata dagli
Apicoltori presso il Tar della Regione Calabria, sede di Catanzaro, e che il suddetto Tar, rilevata la drasticità della
misura adottata dall’amministrazione regionale ha chiesto, con provvedimento
del 19 dicembre 2014 (N. 01856/2014 Reg. Ric.) approfondimenti
a sostegno di essa al Ministero della Salute. La causa è stata così rinviata al
19 febbraio 2015;
alla luce di quanto precede, gli
apicoltori che hanno la sfortuna di avere anche un solo coleottero in una sola
arnia, sono costretti a subire la distruzione
di tutto il loro intero apiario, con danni incalcolabili. E che in ogni caso,
la loro capacità di movimentazione è fortemente limitata, circostanza che
impedisce sviluppo e crescita della loro attività;
tali danni hanno duplice valenza.
Innanzitutto minano la salvaguardia dell’eco-sistema. Le api, infatti,
assolvono a una funzione fondamentale per l’impollinazione e quindi per la
frutta, la verdura e l’erba medica di cui si nutrono gli allevamenti di
bestiame. In secondo luogo compromettono l’unico settore della zootecnia che
non registra flessioni e anzi nel recente passato ha manifestato segnali di
crescita. A tale proposito, vale la pena sottolineare che il settore dell’apicoltura
calabrese coinvolge circa 450 aziende e 1200 lavoratori (80 mila gli alveari
presenti in regione);
ad oggi gli apiari “bruciati” a seguito
del rinvenimento del coleottero sono circa 3.600, con un danno economico che
supera i due milioni e mezzo di euro;
la distruzione degli interi apiari, oltre
a determinare un danno incommensurabile ad apicoltori e ambiente, è illogica e
inefficace, in quanto stermina gli apiari ma non eradica
il coleottero, che è un insetto con capacità di volo di oltre 10 Km e può vivere anche al di fuori; il fuoco,
tra l’altro, fa scappare i coleotteri vivi presenti nelle arnie. La conferma di
ciò è data dal fatto che a distanza di quasi due mesi vengono rinvenuti coleotteri
giornalmente, e giornalmente seguono i roghi;
secondo gli studi della categoria, l’insetto
non è dannoso per l’uomo e nei paesi (Usa, Sud Africa, Australia, Costarica,
Canada) dove vive ormai da anni è tenuto sotto controllo dagli apicoltori, i quali
vi convivono stabilmente;
l’Anai
(Associazione nazionale apicoltori italiani) si è espressa contro questo
sistema di lotta, mentre l’Una-Api (Unione Nazionale
Associazioni Apicoltori Italiani), con nota del 12 novembre 2014, ha
sottolineato come: “Misure draconiane e improvvide, quali la distruzione massiva di alveari e la
limitazione della movimentazione di apiari, hanno grande e drammatica rilevanza
economica e occupazionale per la sopravvivenza di apicoltori e apicoltura, ma
soprattutto per l’impollinazione e quindi per gran parte delle importantissime
produzioni agrarie di quei territori”;
si rende, pertanto, non procrastinabile un’attività
politico-amministrativa finalizzata alla parziale sospensione del su citato
decreto 94 del 2014, in via di autotutela, in attesa di
una definitiva pronuncia da parte dell’Autorità giudiziaria amministrativa;
per tutte le argomentazioni sopra
indicate, tale sospensione andrebbe pertanto limitata ai soli capi a) e b)
indicati al superiore punto 5) -:
se ritenga opportuno disporre una parziale
e provvisoria sospensione, in via di autotutela e nei limiti sopra specificati,
del decreto in argomento.”
La parola al Vicepresidente della Giunta,
consigliere Ciconte.
A quale interrogazione siamo? Alla tre?
No, siamo alla interrogazione numero 4.
Abbiamo appena discusso l’interrogazione numero 3. L’interrogazione numero 2 a
firma del consigliere Mangialavori va in coda perché il consigliere
era momentaneamente
assente.
In ordine alla sospensione parziale in via
provvisoria di autotutela del decreto del Presidente della Giunta regionale numero 94 del 19 settembre 2014, con ordinanza del Presidente della Giunta regionale numero 94/2014 il Presidente della Regione
sulla scorta del Ministro della salute disponeva la distruzione degli interi
apiari a seguito dal rinvenimento di un coleottero nocivo nell’area di Gioia Tauro.
Il dipartimento agricoltura ha esposto con nota 23 ottobre 2014
indirizzata al Ministero della salute che la normativa nazionale prevede la
distruzione del solo alveare colpito e non dell’intero apiario. Il Ministero
della salute confermava la correttezza delle determinazioni assunte senza
chiarire l’incongruenza delle stesse rispetto alle previsioni normative.
Lo stesso dipartimento regionale rispondeva con nota 19 novembre 2014 al
dipartimento per le politiche europee le criticità derivanti da danni
economici derivanti dalla suddetta misura.
Con la programmazione Psr
Calabria 2014-2020 e con le misure previste dal Regolamento Ce 1234/2007
programmazione triennale 2014/2017 e annuale sono stati messi in campo tutti
gli strumenti a disposizione per attutire i danni registrati soprattutto in
questi ultimi anni dall’apicoltura calabrese.
Grazie, assessore Ciconte. La
parola al consigliere Mangialavori per la replica.
Grazie signor Presidente, mi
sembra che la risposta sia alquanto generica perché vorrei sapere
quali strumenti sono stati messi in campo da questa amministrazione per
risolvere il problema. Questa risposta non mi dà assolutamente nessuna
indicazione, pertanto non posso considerarmi
soddisfatto.
Grazie,
consigliere Mangialavori.
Chiedo scusa, Presidente, visto che la
risposta mi lascia insoddisfatto intervengo solo per dire che vorrei far capire
l’importanza di questo settore per la Calabria. Per cui, a prescindere da risposte formali, invito la Giunta
regionale ad impegnarsi
affinché questo settore, che è il secondo in Italia per produzione di miele, possa avere delle soluzioni che la Calabria deve
offrirgli.
Siamo all’interrogazione
numero 5 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto che è assente.
Pertanto
l’interrogazione è rinviata.
Siamo all’interrogazione numero 6 del 27 gennaio 2015 a firma del consigliere Mangialavori: “Per il sostegno economico ai familiari delle vittime sul lavoro” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la legge regionale del 26 febbraio 2010,
numero 11 modificata dalla legge regionale 20 dicembre 2011 numero 45 ha
disciplinato gli “Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di
lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti
sui luoghi di lavoro”;
la deliberazione della Giunta regionale
numero 140 del 27 marzo 2012 ha approvato il relativo Regolamento numero 1 del 2012;
le risorse complessivamente messe a
disposizione dall’amministrazione sono state 500 mila euro, di cui 450 mila sul
bilancio 2014 e 50 mila sul bilancio 2015;
con decreto numero 13749 del 19 novembre
2014 (Registro dei decreti della Regione Calabria) del dirigente del dipartimento numero 10, settore lavoro, sono stati
pubblicati gli “elenchi per interventi di solidarietà a favore dei familiari di
lavoratori e lavoratrici deceduti o gravemente invalidi”;
tale decreto ha giuridicamente accertato
la sussistenza di 105 domande, di cui ammissibili e finanziabili 21 pari ad €
488 mila, ammissibili e non finanziabili 33, non ammissibili 51;
urge predisporre gli strumenti economici
necessari a garantire la prestazione di che trattasi, prima di tutto ai 33
istanti che non hanno registrato come soddisfatta la loro richiesta per incapienza dei fondi messi a disposizione;
occorre, in secondo luogo, un ulteriore
impegno per l’accesso al beneficio di eventuali successive domande pervenute
all’Ente. Il tutto, nel rispetto della procedura sancita dalla legge e dal
regolamento sopra citati;
la tragica realtà delle “morti bianche” o
dei gravi infortuni sul lavoro costituisce una piaga endemica del mondo del
lavoro;
per contrastarla occorre predisporre quante
più misure necessarie a prevenire il costante ripetersi di tali tragedie;
sussiste in capo alla Regione il dovere
sia normativo che politico di offrire un concreto e tangibile sostegno ai
familiari colpiti dalla sofferenza, dal dolore, dallo strazio e dai disagi
materiali che susseguono a siffatti eventi;
le “morti bianche” o quanti riportano
gravi infortuni sul lavoro non possono essere catalogati solo in termini di
numeri, fascicoli o pratiche. E che l’intervento teso ad alleviare le materiali
difficoltà delle loro famiglie risponde a un principio di inderogabile
solidarietà umana e istituzionale che deve sovraintendere e ispirare ogni
politica sociale;
pertanto, non è procrastinabile un’attività
politico-amministrativa di sostegno alle famiglie colpite da eventi così
strazianti che incidono sui loro basilari diritti afferenti alla vita
quotidiana e alle prospettive future -:
se per l’anno corrente, a parziale
modifica di quanto già sancito dalla precedente amministrazione, intende
rifinanziare il Fondo in questione in misura pari o superiore al 2014 (450 mila
euro). E ciò al fine di soddisfare, prioritariamente, i diritti dei familiari
la cui domanda è stata dichiarata ammissibile ma non finanziabile per incapienza dei fondi già messi a disposizione. E,
secondariamente, per assicurare l’accesso ad altri eventuali istanti.”
Dovrebbe rispondere l’assessore Guccione. La parola al vicepresidente Ciconte.
Per quanto riguarda questa interrogazione, considerato che la risposta dovrebbe essere
fornita dall’assessore al lavoro che è assente per motivi personali e familiari, chiedo se sia possibile rinviarla alla prossima
seduta.
Credo sia corretto.
Ne prendo atto, sembra una seduta di fine legislatura, vedo un’apatia
generalizzata. Capisco che ci sono le competizioni elettorali e molto probabilmente le tante assenze sono dovute a questo e
forse si poteva pensare di far dopo questa seduta di Consiglio.
Detto questo, mi do io la risposta e do io la risposta alle famiglie delle vittime sul lavoro.
Anzi non la do io, ma l’ha già
data questa Giunta regionale in quanto nel capitolo, nel bilancio che abbiamo
approvato non più tardi di un mese fa, non c’è neanche un euro. Per questo la risposta la do io a tutti quanti
e ringrazio la Giunta.
Consigliere Mangialavori, voglio ribadire che, anche per garbo istituzionale, è sempre stata prassi consolidata in
quest’Aula che in caso di assenza di un assessore le interrogazioni siano rinviate.
Non c’è problema, ho voluto solo dare una risposta che è già
sotto gli occhi di tutti.
Interrogazione numero 7 del 27 gennaio 2015 a firma del consigliere Bevacqua: “Sul programma stage 2008”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
l’art. 117 comma II della Costituzione
italiana prevede la tutela del lavoro come materia di competenza legislativa
concorrente Stato-Regione;
l’art. 3 della Costituzione prevede l’impegno
delle istituzioni nell’attuazione dell’uguaglianza sostanziale, con rimozione
degli ostacoli di ordine economico-sociale limitativi della libertà ed
eguaglianza dei cittadini;
il «Programma Stages»
che trova compiuto riconoscimento giuridico nella legge regionale numero
26 del 12 novembre 2004 recante “Incentivi alla
residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria dell’economia
della conoscenza” ha tra le finalità enunciate dall’articolo 1 anche quella di “realizzare un sistema integrato di
interventi, orientato alla valorizzazione del capitale cognitivo dei giovani
quale elemento decisivo per lo sviluppo della società calabrese”(comma 1) e di “...promuove
un percorso d’eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane
ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che
abbiano conseguito laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea
specialistica secondo il nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze
necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione ...”
(comma 2);
con la legge regionale numero 8 del 19 aprile 2007, la Regione Calabria ha modificato ed
integrato l’articolo
3 della legge regionale numero 26 del 12 novembre 2004, istituendo ufficialmente il “Programma Stages” concedendo “ai giovani laureati particolarmente
meritevoli un premio a titolo di riconoscimento di livelli d’eccellenza nella
formazione universitaria”;
il “Progamma Stages”, durato dal 20 ottobre 2008
al 20 ottobre 2010 e dell’importo complessivo di € 12.000.000,00 - finanziato per buona parte
con fondi comunitari (FSE) 2000/2006 - 2007/2013 e per la restante parte con
fondi regionali derivanti dalla riduzione dei costi di funzionamento della
struttura organizzativa del Consiglio e della Giunta regionale - si è rivelato
un pregevole investimento in termini di formazione del know-how e di capitale
umano;
la Regione Calabria con l’articolo 14 della legge regionale numero 8 del 2010 rubricato “Programma Stages”
(così come sostituito dall’articolo 10 della legge regionale numero 23 del 2010,
e successivamente modificato dall’articolo 1
della legge
regionale numero 32 del 2010) “al fine di non disperdere il patrimonio di
conoscenze già acquisito dai giovani impegnati nel Programma Stages” si impegnava ad erogare un contributo annuo di €
10.000,00 a favore degli Enti che si fossero impegnati a stipulare con gli ex
stagisti le tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una
durata non inferiore a 12 mesi di lavoro;
con legge regionale numero 36 del 2012 il Consiglio
regionale della Calabria ha stabilito di finanziare ulteriori sei mesi di
attività;
con Delibera della Giunta regionale numero 160 del 10
maggio 2013 si delegava l’Assessorato
al Lavoro a “chiedere con urgenza al Governo centrale l’immediata apertura di
un tavolo tecnico per l’esame e la ricerca delle soluzioni normative e
finanziarie da mettere in campo a favore dell’emergenza lavoro in Calabria” e
del precariato nel quale figurano, così come riportato nella relazione del
Dirigente Generale, Avv. Bruno Calvetta, allegata
alla delibera, accanto “ai bacini di precariato «consolidato», si aggiungono,
per effetto della legge
regionale numero 23 del 2010,
un ulteriore quantitativo di giovani laureati calabresi «programma Stages»;
con legge regionale numero 1 del 2014 si prevedeva l’istituzione di due
elenchi regionali, uno relativo ai lavoratori LSU-LPU e l’altro ai lavoratori
delle leggi regionali numeri 15 del 2008, 28 del 2008 e 8 del 2010
- cui appartengono, in virtù dell’articolo
14, i lavoratori ex stagisti - al fine di attivare procedura di stabilizzazione
e proroga dei lavoratori di cui alla suddetta delibera di Giunta regionale numero 160 del 10 maggio 2013;
con Decreto numero 377 del 22 gennaio 2014
del Dirigente del Dipartimento 10 “Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione
Professionale, Cooperazione e Volontariato” della Regione Calabria, avente ad
oggetto Avviso Pubblico previsto dall’articolo 1
della legge
regionale numero 1 del 13 gennaio 2014
finalizzato all’inserimento negli elenchi regionali dei lavoratori socialmente
utili e di pubblica utilità e dei lavoratori di cui alle leggi regionali numero 15 del 2008, 28 del 2008 e 8 del 2010”,
gli ex stagisti venivano esclusi dai costituendi elenchi in quanto, pur essendo
lavoratori ex lege numero 8
del 2010, non rispondevano al requisito di partecipazione di cui all’articolo 2 (“rapporto di utilizzo in essere o alla data del 15 gennaio 2014 o alla data del 01 settembre 2013) in quanto a quelle date avevano già
cessato i loro rapporti di lavoro;
le Organizzazioni sindacali hanno inoltrato una richiesta di incontro dei lavoratori
“Programma Stages 2008” di cui alla legge regionale
numero 26 del 2004 al Presidente della Giunta regionale
e al Presidente del Consiglio regionale, mediante la quale si rileva come dal “corpus
complessivo delle norme regionali è emerso, senza ombra di dubbio, il
riconoscimento dello status di Precari, peraltro confermato dalla delibera di Giunta regionale numero160 del 2013”
e si sollecita un rapido rientro nelle PP.AA. di tali
lavoratori individuando un percorso che porti alla soluzione definitiva della
vertenza;
gli ex stagisti, al fine di rispondere nel
lontano 2008 alla scommessa della Regione Calabria di trattenere e/o far
rientrare i suoi migliori laureati all’interno delle Pubbliche amministrazioni (lo slogan del “Programma Stages” era il seguente: “La Calabria chiama; i più bravi
rispondono”) rinunciavano a rapporti contrattuali in essere, presso aziende
private del centro-nord Italia -:
quali provvedimenti si intendono adottare,
nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e definitiva
soluzione alla suddetta questione, al fine di non vanificare il pregio dell’esperienza
sotto il profilo dell’apporto di valido e formato capitale umano all’interno
delle Amministrazioni pubbliche calabresi ed al fine di non vanificare l’investimento
economico assunto nel corso degli anni.”
Anche su questa interrogazione risponderà
l’assessore Guccione, pertanto verrà rinviata.
Siamo all’interrogazione
numero 8 del 3
febbraio 2015 a firma del
consigliere Mangialavori: “Sulla omessa operatività del Registro tumori di
popolazione della regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con delibera di Giunta regionale
del 25 marzo 2010 numero 289 è stato approvato il Progetto per la realizzazione del Registro tumori di popolazione della regione Calabria;
con detta decisione era stata prevista l'articolazione del Registro con
la creazione di una rete di 3 Registri tumori Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo
Valentia e Reggio Calabria, dotati ciascuno di autonomia organizzativa e
gestionale;
secondo i dati forniti dall'Associazione
Italiana Registri tumori (Airtum)
in Italia esistono oltre quaranta registri di popolazione che monitorano le
condizioni di salute di circa 30 milioni di abitanti;
tali dati sono essenziali per comprendere
le tipologie del cancro, le cause, il tipo di trattamento riservato, la sua
specifica efficacia, l'evoluzione della malattia, l'adeguatezza o meno della
prevenzione e l'importo delle spese sanitarie;
la raccolta di detti elementi offre un
ulteriore contributo al contrasto di patologie così gravi;
nonostante la menzionata previsione
dell'esecutivo regionale, allo stato, detto Registro, non risulta essere nella
sua completa, coordinata ed effettiva operatività;
per tale ragione alcuni consigli comunali
(come Vibo Valentia e Nicotera) hanno già deliberato
di impegnare i rispettivi sindaci e le giunte per interpellare i responsabili
regionali;
anche altri consigli comunali (come
Zambrone) sono in procinto di adottare analogo provvedimento al fine di
ottenere la reale attuazione del Registro tumori;
la mancanza della piena operatività ed
efficacia di tale strumento non consente di acquisire, su scala regionale,
tutti i dati e gli elementi in argomento e già sopra specificati;
in virtù di quanto sopra esposto sussiste
evidentemente in capo alla Regione il dovere di dare a detto Registro concreta
attuazione -:
se intenda sollecitare gli enti competenti
ad attivarsi affinché tale Registro sia reso operativo ed efficace.”
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Chiedo scusa, Presidente, per carità io mi
esprimo pure, ma le interrogazioni di solito le esponevamo prima rispondere.
(Interruzione)
No, giusto perché sarebbe stato
meglio far conoscere agli altri il motivo dell’interrogazione.
Se volete ne do lettura. Non ci sono
problemi.
Non c’è problema.
Qui ci sono due problemi da affrontare - e al consigliere Mangialavori vorrei dire che ci sono state già due sedute della Commissione sanità in cui il
consigliere Mirabello ha portato all’attenzione dell’aula queste
problematiche -, c’è una vecchia delibera di Giunta del 2010 in cui si diceva che
bisogna costruire i registro tumori dell’area Catanzaro-Vibo
Valentia; Crotone-Cosenza e Reggio Calabria. Il problema qual è? Ci sono dei registri tumori solo sull’area
Catanzaro/Vibo Valentia che è stata già accreditata mentre, al contrario,
quella di Cosenza dovrebbe essere accreditata a breve e manca quello di Reggio
Calabria.
Credo che oggi ci sia anche una normativa nazionale del
Ministero della salute - della quale bisogna anche tener conto, a mio avviso - che dice che
bisogna valutare nel 2014 e bisogna fare un registro tumori regionale, probabilmente
unico. Ma una volta costituito quello per queste aree potremmo costruire il registro
tumori.
Quindi la Giunta regionale si prodigherà e si metterà
d’accordo anche con il Presidente della terza Commissione, sanità, per valutare di - anche il Consiglio
potrebbe farlo - presentare una legge regionale per fare in modo che nella regione ci sia un registro
tumori .
Penso sia giusto, quindi questa interrogazione credo verrà accolta dalla Giunta
e dal Consiglio.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha
facoltà.
Grazie assessore per la risposta. Mi sembra che quello
di Vibo Valentia non sia accreditato come registro
tumori, ma, a parte questo, auspico che nel più breve tempo possibile si possa
dare alla Calabria uno strumento fondamentale, del resto penso sia massimo
l’impegno del consigliere Mirabello nel far
funzionare questo importante istituto.
Ritorno un attimo sulla proposta fatta dal consigliere Bevacqua nei giorni scorsi: penso che l’istituzione
dell’ennesima Commissione di inchiesta sia assolutamente inutile.
Penso che si debba partire – senza polemica, questo è un mio pensiero – dai lavori
già svolti nella precedente consiliatura, che sono migliorabili e perfettibili,
senza perder ulteriore tempo.
Lavorare su quello che c’è, migliorarlo laddove è
possibile farlo e mi auguro che in un settore come questo siano valutate e
prese in considerazioni tutte le opinioni provenienti da qualsiasi gruppo
consiliare, perché è un
problema che riguarda tutti e da tutte le parti possono arrivare buone idee.
Grazie.
Posso dare una notizia, Presidente? Chiedo scusa. Io ho
i dati che mi ha dato il dirigente Zito che mi dice
che il registro dell’Asp di Catanzaro è stato accreditato Airtum.
Catanzaro sì, io parlavo di Vibo Valentia.
Siccome le aree dovevano essere…
Sono registri diversi. Quello di Vibo Valentia non è ancora accreditato.
Do lettura della interrogazione numero 9
del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori:
“Sui servizi e aumento delle tariffe dei trasporti pubblici”. “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con decreto del 13 agosto 2013 numero
11954, assunto al protocollo al numero 1335, codice n. 85/13, emesso dal
dirigente del settore "Trasporto pubblico locale, Piano regionale dei
trasporti, reti immateriali" è stata disposta la ricognizione
delle tariffe vigenti dall'1/8/2013 per effetto dell'adeguamento biennale
all'inflazione (D.G.R. n. 362 dell'11/8/2011; D.G.R.
n. 568 del 16/12/2011);
con
deliberazione di Giunta regionale del 9 dicembre 2013 numero 468 è stato
deliberato in ordine ai servizi di trasporto pubblico locale su gomma:
pubblicazione relazione di cui all'art.34, co. 20 e
21 del D.L. 179/2012; determinazione del termine di scadenza dell'affidamento;
approvazione schema atto integrativo, contratti di servizio;
con delibera di Giunta regionale dell'8
aprile 2014 numero 124 è stato deliberato in ordine al seguente oggetto: servizi di
trasporto pubblico locale. Programmazione del servizi per l'anno 2014;
per come dettagliatamente specificato in
detta deliberazione, l'attuazione del sopra citato Piano di riprogrammazione
dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale
ha comportato una variazione di spesa del settore;
con deliberazione di Giunta regionale
numero 316 del 28 luglio 2014 è stata pertanto approvata la programmazione dei
servizi di TPL su gomma - secondo semestre 2014;
con deliberazione numero 425 del 10
ottobre 2014 è stata approvata, dalla Giunta regionale, la riprogrammazione dei servizi di TPL anche conseguentemente
all'art. 41 del D.L. 12;
essenzialmente, gli atti sopra menzionati
disciplinano condizioni, modalità, termini dei servizi di che trattasi;
in conseguenza di tali decisioni, le tariffe dei
servizi dì trasporto pubblico locale su gomma hanno subito, in un breve arco temporale, un
significativo incremento;
a causa di tali aumenti si sono registrati
vari disagi, specie per quanti usano il trasporto pubblico locale
quotidianamente;
tali disagi si sono tradotti in difficoltà
economiche, specie per le famiglie che registrano uno o più componenti, spesso
studenti, che usano il trasporto pubblico con regolarità,
proprio nella giornata dello scorso 2
febbraio, gli studenti dell'area delle Preserre (area del comune di Acquaro e dintorni) hanno protestato contro l'aumento del
ticket;
all'unisono, gli studenti lamentano un
progressivo aumento del ticket, la mancanza di qualsiasi agevolazione
per quanti registrano più familiari che fanno uso di tale pubblico trasporto e
un graduale impoverimento sulla qualità del servizio stesso;
tali disagi sono generalizzati e diffusi
su ampia scala e, infatti, gli incomodi lamentati dagli studenti delle Preserre
sono condivisi anche da altri pendolari di diverse aree;
la complessità della disciplina e
l'osservanza alle inderogabili disposizioni del settore, non impediscono e non
esimono la Regione dal dovere di offrire riscontri amministrativi concreti, per
rimuovere o alleviare tali considerevoli inconvenienti -:
se intende adottare misure tese a
migliorare le condizioni di viaggio dei pendolari (all'insegna del decoro e
dell'adeguatezza) e a bloccare, calmierare,
razionalizzare gli aumenti dei prezzi dei biglietti regionali, in
considerazione dei suddetti disagi causati ai passeggeri.
La parola all’assessore ai trasporti e lavori pubblici,
De Gaetano
La questione delle tariffe è regolata dal comma 3 dell'articolo 5 della legge
regionale numero 56
del 2013 che ha previsto in
un biennio l’incremento del 20 per
cento delle tariffe extraurbani e del 42 per cento per i servizi urbani, a
fronte di una riduzione compensativa dei corrispettivi per le aziende di
trasporto del 5 per cento, con un risparmio di circa 6 milioni di euro.
La riduzione delle predette tariffe comporterebbe
la necessità di reperire circa 6 milioni di euro e in questo momento c’è una
grossa difficoltà nel bilancio regionale e oltretutto la questione più
importante è che – come saprete – il Ministero assegna dei fondi per il trasporto pubblico locale.
Nell’assegnazione dei fondi c’è una
premialità che è di circa 21 milioni di euro. Uno dei parametri per dare questa
premialità è proprio relativo all’aumento dei fondi che vengono dalle tariffe.
Questa riduzione comporterebbe la quasi certezza di non prendere questa
premialità di 21 milioni di euro.
Capite bene che sarebbe una somma che dovrebbe trovare
la Regione o si dovrebbero tagliare i servizi per una cifra corrispettiva.
Queste sono le difficoltà.
Tuttavia, stiamo valutando insieme all’assessorato alle politiche sociali la possibilità di
individuare altre somme in bilancio, altre risorse o anche attraverso fondi europei, la possibilità di dare sgravi alle famiglie che versano in
condizioni economiche difficili.
Uno dei parametri potrebbe essere l’Isee. Stiamo valutando di fare delle riduzioni per le
famiglie bisognose o per quelle famiglie che hanno più abbonati, ci sono famiglie
che hanno due o tre figli da mandare a scuola e questo pesa in maniera
rilevante sul bilancio familiare.
Stiamo cercando
di trovare lo strumento per finanziare una
simile operazione che andrà fatta insieme al collega Guccione per le politiche
sociali.
E’ questo l’unico strumento che potremmo avere: andare incontro
alle giuste esigenze delle famiglie calabresi per evitare che l’aumento colpisca tutti in maniera indiscriminata.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la
replica. Ne ha facoltà.
Grazie assessore, in questo caso sono soddisfatto e mi auguro
che questo provvedimento possa trovare una sua attuazione nel più breve tempo possibile, perché, effettivamente, le famiglie che hanno
più figli hanno molti disagi.
Mi auguro che nel più breve tempo
possibile si possa arrivare ad una soluzione di questo tipo. Grazie mille.
Siamo all’interrogazione
numero 10 del 4
febbraio 2015 a firma del
consigliere Bevacqua: “Sul programma Stage 2008”.
Questa interrogazione è legata alla interrogazione 7 e pertanto si rinvia.
Siamo all’interrogazione
numero 11 del 4
febbraio 2015 a firma del
consigliere Bevacqua: “Sul riavvio collegamenti tra
gli scali calabresi e le località turistiche regionali” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
l'art. 65 della l.r. 13/85 stabilisce che
la Regione Calabria riconosce nelle attività promozionali un necessario
strumento operativo rivolto a definire l'immagine unica dell'offerta turistica
calabrese nel suo complesso e, in particolar modo, assume iniziative mirate a
divulgare la conoscenza della regione nelle sue varie componenti e a realizzare
attività anche ai fini della commercializzazione del prodotto turistico della
Calabria;
i commi a), b), c), d), e), f), g), h),
del citato art. 65 L.R. 13/1985, evidenzia le
iniziative per il conseguimento delle predette finalità;
il D.D n. 9631
del 05 agosto 2014 veniva notificato dal dipartimento n.
9 settore n. 4
della Regione Calabria alle società consortili affidatarie dei servizi di TPL
su gomma (A.D.M, Consorzio Autolinee Due, Co.Me.Tra, S.C.A.R., T.R.C., Trincai) in data 06 agosto 2014 (prot. N. 254885/SIAR) recando in
oggetto "Collegamenti tra gli scali calabresi e le località turistiche
regionali";
il predetto D.D. n. 9361/2014, recante in
oggetto "Azioni di rinforzo per il traffico aereo attraverso attività di
promozione e collegamenti intermodali tra gli scali calabresi e le destinazioni
turistiche regionali. Integrazioni e rettifica del decreto n. 8299 del 10
luglio 2014", dava effettivo avvio ai servizi di cui trattasi;
il "Piano Regionale di Sviluppo del Turismo sostenibile per il
triennio 2011/2013", approvato con delibera del Consiglio regionale n.
140/2011, è stato prorogato, per la sola annualità 2014, con deliberazione
della Giunta regionale n. 234 del 30 maggio 2014;
i servizi di cui in oggetto alla presente interrogazione, oltre a
risultare essenziali per garantire la reale fruizione dell'offerta turistica
calabrese, appaiono indispensabili al fine di mantenere i collegamenti della
zona della Sibaritide e dell'alto Tirreno cosentino
con gli scali aeroportuali di Crotone e Lamezia Terme;
il mancato rinnovo della convenzione con le società consortili
affidatarie ha privato, de facto, gli studenti e i lavoratori della Sibaritide
e dell'alto Tirreno cosentino della possibilità di usufruire di collegamenti
regolari e congrui mediante servizi di TPL su gomma con gli scali aeroportuali
di Crotone e Lamezia Terme, producendo evidenti disagi e oggettive difficoltà
la cui risoluzione si palesa come urgente e improcrastinabile -:
quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme
vigenti, per individuare una costruttiva e opportuna soluzione alla suddetta
questione”.
La parola all’assessore ai trasporti e lavori
pubblici, De Gaetano.
L’interrogazione riguarda il riavvio dei collegamenti tra gli scali calabresi e
le località turistiche regionali.
Questo era stato fatto negli anni scorsi tramite il dipartimento turismo che utilizzava fondi della Comunità
europea. Abbiamo parlato con il dipartimento turismo che sta
predisponendo il bando - se non è già aperto, stanno per far aprirlo.
Dovremmo, anche quest’anno, nel 2015 riattivare i collegamenti da Sibari
verso Crotone, sia i
collegamenti che vanno dalla costa ionica reggina verso Lamezia
Terme e Reggio Calabria e da
Tropea verso Lamezia Terme. Cioè
tutti i collegamenti che servono le località turistiche nel periodo estivo.
Il periodo dovrebbe andare da giugno ad ottobre, come lo scorso anno,
quindi l’operazione sta per ripartire. Dovremmo, pertanto, soddisfare le giuste
esigenze che hanno sia gli operatori turistici che i turisti che vengono in Calabria,
ma anche i cittadini calabresi che usufruiscono di questo servizio per andare
verso gli aeroporti.
Ha chiesto di parlare il consigliere per la replica. Ne
ha facoltà.
Non per
replicare, ma per esprimere la soddisfazione per la risposta avuta che mi è stata
comunicata per iscritto da parte del suo assessorato.
Vorrei semplicemente chiedere attenzione sui tempi, perché siamo già a maggio.
Giugno è fra pochi giorni, quindi credo sia necessario accelerare l’iter e
stare addosso alla burocrazia al fine di rispettare un impegno preso già per
iscritto da lei e per offrire un servizio ai tanti turisti e calabresi che
hanno difficoltà nel muoversi nel nostro territorio.
Grazie.
Interrogazione a risposta scritta numero 12 del 9 febbraio
nel corso della riunione svoltasi mercoledì 28 Gennaio 2015, il
Comitato Interministeriale per
tale riduzione nel dettaglio prevede che a fronte di fondi strutturali
UE per lo Sviluppo Regionale (FESR) e sociale (FSE) pari a 32.686 milioni di
Euro, il cofinanziamento nazionale in senso stretto si attesterà a 20.085
milioni di Euro per un totale di 52.771 milioni di Euro ( di cui 61,2% dei
fondi UE e 38,8% dei fondi nazionali);
complessivamente il taglio del cofinanziamento nazionale sarà di 7,4
miliardi di Euro;
la riduzione del cofinanziamento della programmazione totale inciderà
sulle dotazioni di Campania, Calabria e Sicilia, con un abbattimento da 4,4
miliardi di Euro ai tre Piani Operativi Regionali (POR) e una riduzione da 2,9
miliardi alla quota dei piani operativi nazionali destinata al Sud;
secondo uno studio compiuto dal Sole 24 Ore, la penalizzazione per
il Governo, nell'ambito della delibera CIPE, si sofferma sulla
possibilità di finanziare con le risorse in questione una “programmazione
complementare” parallela che si incroci con piani strategici di azione e
coesione finanziati anche con il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC);
l’interrogante evidenzia come nella riduzione dei trasferimenti del
Mezzogiorno si salvaguardino esclusivamente i due piani nazionali per l’occupazione
e per la scuola, trascurando il settore infrastrutturale, strategico per la
ripresa economica, determinando un ulteriore distacco della regione Calabria
dal centro-nord del Paese -:
se e quali iniziative
se ed in che modo
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Il piano finanziario dei programmi operativi
a valere sui fondi strutturali è ripartito tra risorse comunitarie e nazionali,
fondi statali e regionali.
Nel
rispetto dei tempi previsti dai Regolamenti comunitari il 22 luglio 2014 il Por
Calabria 2014/2020 è stato censito sul sistema informatico con un livello di
cofinanziamento regionale pari a 50 per cento.
La
dotazione del Programma operativo della Regione Calabria 2014/2020 ammontava
complessivamente ad euro 3 miliardi 568 mila 421 mila,260 e a 1 miliardo 784 mila
Il Governo
ha proposto alle Regioni – tra queste
Nel
corso del confronto che si è aperto su questo tema, le Regioni hanno espresso
un orientamento favorevole a patto che fossero fornite idonee garanzie
attraverso impegni formali riguardo l’impiego sul territorio regionale della
quota di risorse di cofinanziamento non comprese nel Por. Tanto al fine di non
pregiudicare la continuità delle politiche di sviluppo sia con riferimento
all’ammontare delle risorse sia alle modalità per il loro utilizzo.
In
sede di conferenza Stato-Regioni, il Governo nello scorso novembre ha offerto
ampie garanzie sulla territorialità delle risorse e di questo sono state tempestivamente
informate le Regioni.
Il
dato: in data 18 dicembre 2014 il Programma operativo che recepisce la
riduzione del cofinanziamento al 25 per cento che tiene conto delle ultime
modifiche dell’accordo di partenariato è stato censito dal sistema informatico
della Cee ed è stato trasmesso al Governo e alla Commissione
europea.
Nella
delibera Cipe approvata nella seduta del 28 gennaio 2015 il punto 2 “Programmi
di azione e coesione” ci precisa che le risorse derivanti dalla riduzione del
cofinanziamento resteranno allocate ai medesimi territori ai quali erano
inizialmente destinati. Per cui la riduzione del cofinanziamento statale pari
ad euro 832 mila 634 mila 634,894, applicato dal Programma operativo, sarà
finalizzata per interventi sul territorio regionale di concerto con il Governo.
Tanto
premesso la riduzione del cofinanziamento, di fatto, non rileva ai fini delle
strategie di sviluppo regionali e non rappresenta uno svantaggio rispetto agli
investimenti in termini di infrastrutture e sistemi produttivi poiché
Tali
interventi saranno finalizzati a rafforzare in particolare – e non in via
esclusiva – le azioni previste negli Assi 1, 3, 4, 5, 6 e 7 del Por Calabria
2014/2020 seguendo un percorso operativo che consentirà una programmazione più
flessibile e complementare rispetto a quella comunitaria.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano per la
replica. Ne ha facoltà.
Assessore non sono affatto convinto della sua risposta,
non perché non mi abbia dato dei dati certi ma perché il Governo non dà dei
dati certi e perché continuiamo,
anche negli ultimi giorni, a subire tagli ai finanziamenti per il sud ed anche
per la Calabria e ne siamo tutti a conoscenza.
Vorrei che ci fosse una azione più incisiva da parte
della Giunta regionale nei confronti del Governo Renzi per i
tagli che vengono quotidianamente effettuati nei confronti di questa Regione
oltre che di tutto il meridione.
Credo che questo gap
fra la Calabria e le altre regioni del centro e del settentrione continui ad
allargarsi e non è vero che nei piani di azione e coesione si stiano destinando
fondi alle regioni del sud, non sta accadendo.
Chiedo fermamente che ci sia una azione più incisiva da
parte della Giunta regionale nei confronti del Governo e su questo ho pure
detto e precisato che siamo anche convinti e determinati a fare un unico fronte
politico se ciò fosse necessario. Non è più accettabile aumentare le divergenze
fra nord e sud come sta accadendo in questo momento che fra i più nefasti per
il meridione. Grazie.
Passiamo
all’interrogazione numero 13 del 9 febbraio
l’interrogante
pone all’attenzione un tratto specifico della sopraccitata arteria stradale;
nel
comune di Cariati (Cs), all’altezza dello svincolo verso Terravecchia
ossia sul ponte “Molinello” è stato disposto un senso unico alternato,
regolamentato da un impianto semaforico, con un limite massimo di
allo stato attuale, il ponte Molinello risulta
compromesso da estesi ed evidenti fenomeni di degrado delle superfici murarie;
l’ANAS,
riconoscendo la straordinaria pericolosità del tratto stradale, ha provveduto
alla realizzazione provvisoria di questo sistema viario in attesa della
realizzazione dei lavori di messa in sicurezza, ad oggi - come risulta all’interrogante
- mai avviati;
tale
decisione tuttavia sta comportando pesanti conseguenze per un territorio -
quello della costa jonica calabrese - dotato di una
sola via di comunicazione, appunto
è
stato registrato un forte incremento del livello di traffico veicolare che sta
completamente congestionando i comuni dell’Area coinvolta e nello specifico a
Città di Cariati;
l’Area di riferimento risulta strategica sul
piano regionale e nazionale, in quanto caratterizzata dalla presenza di
infrastrutture di massima importanza: Porto di Cariati, Porto di Corigliano,
Porto di Ciro Marina, Porto ed Aeroporto di Crotone -:
se e
quali iniziative intendano assumere al fine di sollecitare un intervento
immediato da parte dell’ANAS, per garantire l’incolumità degli utenti e mettere
in sicurezza definitivamente l’infrastruttura onde evitare disagi ai comuni
dell’Area interessata ed ulteriori tragici incidenti stradali.”
La
parola all’assessore ai trasporti e lavori pubblici, De Gaetano.
Questa
è una questione molto complicata ed urgente. Il sottoscritto ha già effettuato
due riunioni con i sindaci dell’area di Cariati ed abbiamo sollecitato l’Anas -
perché come saprete quello è un ponte di competenza Anas non
è di competenza regionale – ad intervenire rapidamente.
L’Anas
ci ha girato una relazione molto tecnica che darò al collega Graziano e che non
vi leggo perché sarebbe molto lunga.
Farò
solo delle considerazioni più di carattere politico su questa questione.
Il
problema che abbiamo riferito all’Anas è che con questo ponte chiuso la
carreggiata è inibita
al traffico per metà e c’è un
semaforo che alterna le macchine su quella strada. Questo rende la circolazione
molto problematica e soprattutto nel prossimo
periodo estivo – che si sta avvicinando rapidamente – potrà causare disagi
notevoli per quel centro.
Sapete
benissimo che Cariati dal punto di vista turistico è un centro importante che vede quadruplicare
la propria popolazione nel periodo estivo.
Abbiamo segnalato all’Anas, al capo compartimento Marzi, che abbiamo la
necessità e l’urgenza di far questo intervento prima dell’estate, per evitare
file chilometriche
sulla Statale 106 che è uno dei tratti più complicati; è un tratto molto stretto che passa nel
centro del paese e provoca disagi addirittura anche nella provincia di Crotone
confinante.
Abbiamo anche messo a disposizione tecnici della protezione civile calabrese
per fare più rapidamente. Lui ha risposto che ha già reperito le risorse da
parte dell’Anas nazionale e che ha difficoltà sulla procedura della gara
d’appalto. Noi abbiamo detto che siamo disponibili come Regione anche a
sostituirci, utilizzando però i loro
fondi, svolgendo una gara
di protezione civile che è una gara molto snella e rapida, per realizzare il ponte prima
dell’estate.
Aspettiamo risposta nel giro di qualche giorno. Lei ritiene che non ci siano i
presupposti giuridici, noi
riteniamo di sì, ma è una
cosa su cui deve rispondere l’Anas che ci ha comunque comunicato che farà la procedura più
veloce possibile e credo che
la gara partirà subito.
Non so se riusciremo a
risolvere il problema per la fine dell’estate, attraverso una procedura ordinaria.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha
facoltà.
Questa volta sono abbastanza
soddisfatto della risposta del governo regionale che si è adoperato fattivamente
per risolvere questa problematica che riguarda non solo Cariati ma tutto il
traffico che si riversa sulla Strada Statale 106.
Certamente il punto cruciale è che
questi lavori debbano partire e possibilmente dovrebbero essere completati
prima dell’estate perché chiaramente se non dovesse esser così questa estate
diventerà veramente impossibile attraversare la Statale 106 in Calabria.
Grazie comunque della risposta.
Siamo
all’interrogazione numero 14 del 9 febbraio
con
legge numero 19 del 1995
l’articolo 3 della citata legge ha previsto un contributo annuo, da
parte della Regione Calabria, per garantire l’operatività e la presenza di tale
biblioteca;
la biblioteca è sorta nel 1979 grazie soprattutto al lavoro generoso e
rigoroso del preside Nicola Provenzano e di altri volontari;
originariamente, il polo culturale sorse come “Centro culturale del
folklore e delle tradizioni popolari”, poi consolidato definitivamente come
Istituto della Biblioteca Calabrese;
tale biblioteca costituisce per
detto istituto vanta un patrimonio libraio unico, composto da testi
rari e antichi d’inestimabile valore. Ad oggi, sono circa 50 mila i volumi
presenti nella biblioteca. I testi coprono molteplici segmenti culturali:
storia, letteratura e filosofia, arte e archeologia, minoranze linguistiche,
dialetti, folklore, geologia, paleontologia, paletnologia, musica, flora,
fauna, moda, gastronomia;
la biblioteca, inoltre, da più di due lustri pubblica “Rogerius”, una propria rivista culturale e bibliografica
semestrale;
i finanziamenti regionali sono stati concessi dalla Regione fino al
2011;
è rimasto inevaso un residuo di competenze erogate fino al 2011. E
infatti con comunicazione del 19 dicembre 2014 il funzionario responsabile del
dipartimento Cultura, Istruzione e Ricerca Scientifica ha comunicato di essere
stato autorizzato a versare la somma di € 23.345,52 giusta decreto numero 15054
del 5 dicembre
anche da tale comunicazione si evince come per gli anni successivi al
2011
il rilancio della cultura è il presupposto di ogni processo di crescita
civile. Una politica funzionale a uno sviluppo armonico della società non può
prescindere da scelte tese a valorizzare la cultura di una comunità e il suo
senso identitario;
l’Istituto della Biblioteca Calabrese costituisce uno dei polmoni
culturali della Calabria e quindi suo organo di vitale importanza;
la permanenza di tale biblioteca va tenacemente e prioritariamente
perseguita sia per il patrimonio librario custodito, sia per le sue
innumerevoli potenzialità di aggregazione sociale: presentazione libri,
convegni, finalità educative e didattiche -:
se intende adottare, sin dal corrente anno, misure idonee ad assicurare
la presenza e il mantenimento dell’Istituto della Biblioteca Calabrese, con
sede in Soriano Calabro, mediante erogazione del contributo già previsto dalla
legge regionale 19/1995 o di altra somma comunque congrua a garantire la sua
regolare attività.”
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Ne avevamo già parlato durante la discussione del bilancio.
Ho saputo da parte del dipartimento competente che solo
fino al 2011 è stato assegnato qualcosa alla biblioteca di Soriano, dopo di che
non è stato più assegnato nulla.
E’ evidente che ci saranno oggi dei
bandi nuovi, tra l’altro ci sarà la possibilità di poter partecipare perché ritengo
che la biblioteca di Soriano – ha ragione il consigliere Mangialavori – sia
qualcosa che va al di là della provincia di Vibo Valentia ed è positivo cercare
di trovare quelle somme che sono necessarie al suo funzionamento.
Siamo fortemente convinti e
l’abbiamo detto in sede di discussione del bilancio che ci saremmo fatti anche
carico di dare, in sede di assestamento di bilancio, dei fondi necessari per
far funzionare bene la biblioteca.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la
replica. Ne ha facoltà.
Grazie, assessore Ciconte, anche di
questo abbiamo parlato nell’ultima seduta di Consiglio. So benissimo che è dal
2011 che la biblioteca di Soriano non riceve somme, tant’è che anche nel
presentare questa interrogazione lo esplicito dicendo “…da tale comunicazione si evince come per gli
anni successivi al 2011
So bene, quindi, che
è dal 2011 che la biblioteca non percepisce alcuna somma dalla Regione. Questo
non deve far pensare a chi adesso governa che dato che per 3 anni non ne ha
ricevuti si possa fare a meno di pensare in futuro a questa istituzione che
esplica le sue funzioni per tutta
Credo che la somma che serviva per mantenere questo
gioiello fosse assolutamente irrisoria e
mi auguro – non ho dubbi – che nell’assestamento
si voglia dare a questa istituzione quel che merita e che, ripeto, è un valore
per tutta la nostra regione.
Confido in voi, sarò da pungolo nell’assestamento
e ripresenterò l’emendamento e spero che lei si alzi e mi dica “non c’è
bisogno, può ritirare questo emendamento perché ci abbiamo pensato noi”. Solo
allora sarò soddisfatto, ma ora non posso esserlo. Grazie.
Siamo all’interrogazione numero 17 del 12 febbraio
da diversi anni si registrano numerosi disagi relativi a ritardi,
disservizi, soppressione di treni e fermate nelle stazioni ferroviarie della
Calabria;
a conclusione dell’incontro svoltosi a Roma pochi giorni fa, tra i
rappresentanti di Rfi e le segreterie delle
federazioni nazionali dei trasporti, il responsabile della holding del
gruppo Fs ha presentato il progetto che prevede, dal prossimo mese di giugno,
la dismissione di una nave e l’operatività di un solo mezzo nell’arco delle 24
ore;
per come anche riportato dai mezzi d’informazione, Fs ha ufficializzato
che a partire dal cambio orario programmato per il 13 giugno saranno soppressi
tutti gli intercity giorno724-728- 723-727- e l’intercity notte 784-785;
in tal modo la “continuità territoriale” nazionale sarà rappresentata
da 2 treni notte e da un nave che effettuerà 18 corse per i treni rimasti e le
merci;
dal canto suo, il ministro Maurizio Lupi ha tuttavia assicurato che non
ci saranno ripercussioni sulla qualità dei servizi. Per discutere della
questione, a breve ci sarà un incontro tra il Ministro e il Governatore della
Regione Sicilia;
ove si concretizzassero i dichiarati tagli, la situazione dei
collegamenti ferroviari calabresi potrebbe registrare un progressivo peggioramento,
con disagi per lavoratori e studenti, che sono i principali utenti di un
servizio pubblico essenziale;
avvicinandosi la stagione estiva, tale ridimensionamento porterebbe
inevitabilmente ad un calo del turismo ed in una regione come
i grandi investimenti ferroviari non sono mai stati concentrati in
maniera omogenea sul territorio nazionale. E infatti il Sud e
se considerate le scelte di Trenitalia e i tagli operativi dal prossimo
13 giugno ritenga necessario intraprendere un’adeguata iniziativa
istituzionale, al fine di impedire che
se ritenga necessario stimolare un tavolo di confronto col Ministro ai Trasporti,
col Governatore della Regione Sicilia e i rappresentanti di Trenitalia, per
discutere le scelte fin qui operate e promuovere un piano di investimenti
funzionale al rilancio del trasporto su ferro nella nostra regione”.
La
parola all’assessore ai trasporti e lavori pubblici, De Gaetano.
Presidente, in merito a questa interrogazione presentata dal collega
Mangialavori, noi già in data 17 febbraio abbiamo aperto un tavolo di confronto
fra il Presidente della Giunta regionale, il sottosegretario ai trasporti
Umberto Del Basso De Caro, gli amministratori delegati di Ferrovie dello Stato
e Trenitalia, Michele Mario Elia e Vincenzo Soprano.
Abbiamo posto una serie di problemi tra cui quello di questi paventati
tagli sui quali eravamo ovviamente contrari. Abbiamo richiesto due cose in particolare
tra cui evitare la fermata di Napoli di una coppia di Frecce Argento che
viaggiano sulla linea tirrenica da Reggio Calabria a Roma, per accelerare di
circa 35 minuti il percorso con la capitale. Abbiamo richiesto un aumento, una
integrazione di alcuni treni che erano stati tagliati.
Hanno risposto che andava fatta una discussione al Ministero poiché
questi treni sono assegnati tramite il contratto di servizio che si fa tra lo
Stato italiano – dato che sono treni a lunga percorrenza – e Trenitalia.
Il contratto in essere è scaduto il 31 dicembre 2014 – è in una fase
di prorogatio – e nel nuovo contratto si andrà a
rimodulare tutta una serie di situazioni.
Noi abbiamo già presentato le richieste per iscritto tra cui ci sono
anche quelle iscritte in questa interrogazione. Questa è una decisione
ministeriale non di Trenitalia che finanzia i treni a lunga percorrenza. Faremo
una pressione sul Ministero affinché si possano reintegrare una serie di
convogli che sono stati tagliati e di inserire qualche convoglio nuovo.
Abbiamo fatto una richiesta nella missiva che abbiamo mandato, visto
che Trenitalia ha acquistato i famosi Pendolini e Freccia Rossa 1000, di
spostare sulla nostra tratta qualche convoglio nuovo che si libererà sulle
tratte in cui andranno i nuovi treni ad alta velocità.
Su questo c’è una interlocuzione tra noi e il Ministero dei trasporti.
Abbiamo fatto richieste specifiche e faremo ancora più pressioni affinché il
Ministero acconsenta a queste sacrosante richieste da parte della Regione Calabria.
A maggior ragione nel momento in cui c’è una difficoltà sul trasporto
stradale, vista la situazione che abbiamo sul Ponte Italia che, come saprete, è
crollato e questo comporta delle difficoltà di circolazione dal punto di vista stradale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha
facoltà.
Grazie, assessore, sono soddisfatto.
Siamo
all’interrogazione numero 18 del 18 febbraio 2015 a firma del consigliere Irto: “Sullo
stato di evoluzione della 2^ fase del bando di cui al POR Calabria FSE
2007/2013 - Asse II e Asse III”.
Essendo
assente il proponente, l’interrogazione è
rinviata.
Siamo all’interrogazione
numero 19 del 18
febbraio 2015 a firma del
consigliere Mangialavori: “Italcementi di Vibo Valentia, progetti di rilancio
economico, di riqualificazione ambientale, occupazione dei dieci dipendenti
collocati in mobilità e rimasti senza alcuna occupazione lavorativa e
concessione, in loro favore, della cassa integrazione straordinaria in deroga”.
Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
l’Italcementi,
azienda operante nel settore edile, di rilevanti dimensioni economiche, con importanti
ricadute produttive in altri ambiti ha chiuso battenti oltre ventiquattro mesi
fa;
la
vicenda ha avuto importanti riflessi, specie sotto il profilo ambientalistico e
lavorativo;
nelle varie fasi della vertenza, di per sé particolarmente complessa,
sono state coinvolte la Regione Calabria, il ministro pro tempore dell’economia
e l’Ufficio territoriale del governo di Vibo Valentia;
la peculiarità del territorio vibonese, afflitto da un elevato tasso di
disoccupazione, implica doverosa, approfondita e costante attenzione;
l’obiettivo dichiarato da tutti i soggetti coinvolti nella vertenza
(sia istituzionali che di associazioni varie) ha avuto quale finalità precipua
la reindustrializzazione dell’area e la riconversione produttiva del sito;
a tal fine sono stati elaborati vari progetti, i quali rappresentano un’importante
opportunità per l’occupazione e l’ambiente di tutto il territorio circostante;
in merito alle sorti dei lavoratori occorre precisare che circa 60
unità sono state reimpiegate in altri stabilimenti o strutture, per altri è
stato incentivato il prepensionamento, 10 dipendenti, invece, sono stati
collocati in mobilità;
nonostante le risorse umane e politiche impiegate, a tutt’oggi non è
stato avviato alcun piano di rilancio industriale e/o economico dell’area;
la ricaduta negativa è stata per molti versi drammatica. Oltre al
trasferimento di molti lavoratori, in 10 sono rimasti senza alcuna occupazione
e ben 400 lavoratori dell’indotto hanno subito gli effetti negativi di tale
chiusura;
non è ipotizzabile una crescita dell’economia locale che prescinda da
progetti di rilancio dell’attività industriale, da ancorare a un’inderogabile e
preliminare esigenza di salvaguardia ambientale;
l’impoverimento costante che imperversa in ogni area della regione
rappresenta una priorità politica, la quale va affrontata con determinazione,
concretezza ed efficacia;
il Tavolo già attivato per le vicende della vertenza di che trattasi,
presso il Ministero dello Sviluppo economico, non è mai stato chiuso, né però
risulta operativo;
urge, altresì, prioritariamente interessarsi alla sorte dei dieci ex dipendenti dell’Italcementi
rimasti privi di qualsiasi occupazione o di trattamento pensionistico.
più specificamente, questi dieci lavoratori fino al 14 settembre 2014
hanno percepito i benefici della cassa integrazione e che, dal 14 settembre al
14 dicembre 2014 avrebbero avuto diritto a percepire la cassa integrazione in
deroga. -
se intenda azionarsi, anche con l’attivo coinvolgimento dei soggetti
deputati, in primis
prefettura e organizzazioni sindacali, per individuare un possibile sbocco
lavorativo in favore dei dieci dipendenti dell’ex Italcementi collocati in
mobilità, privati di qualsiasi occupazione o trattamento pensionistico. Tanto
più se si considera che il loro status di mobilità incentiva la collocazione sul lavoro
grazie alle agevolazioni di legge;
se per questi dieci lavoratori intenda sollecitamente azionare gli
strumenti normativi e amministrativi di sua esclusiva competenza per la
concessione della prescritta cassa integrazione straordinaria in deroga,
limitatamente al periodo di competenza (settembre-dicembre 2014);
se intenda inserire nell’agenda di governo la questione della
riqualificazione ambientale e della riconversione dell’area in cui esercitava l’attività
l’Italcementi;
se intenda, pertanto, offrire concreta prospettiva a progetti di
sviluppo mirati alla rivalutazione dell’area di che trattasi;
se intenda chiedere, all’uopo, la riattivazione del Tavolo già
istituito per le vicende della vertenza in questione presso il ministero dello
Sviluppo economico, non più operativo.”
La parola al vicepresidente Ciconte.
(Interruzione)
Penso sia di competenza dell’assessore
Guccione.
E’ di competenza dell’assessore Guccione.
Quindi la rinviamo.
Allora è
rinviata.
Siamo all’interrogazione numero 20 del 23 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori:
“Sul depotenziamento centro trasfusionale di Lamezia Terme” di cui do lettura:
“Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
la legge 311/2004, preso atto dello squilibrio economico nel settore
sanitario, ha disposto la necessità di procedere ad
una ricognizione delle cause che lo determinano e ad una elaborazione di un
programma operativo di riorganizzazione, riqualificazione e potenziamento del
servizio sanitario regionale;
ai sensi della medesima norma i ministeri della Salute, quello dell’Economia
e finanze e la Regione hanno stipulato apposito accordo per determinare, fra l’altro,
gli inderogabili obiettivi di livelli essenziali di assistenza;
anche in virtù dell’evoluzione normativa e amministrativa del settore è
stato pertanto approvato il Piano di rientro con delibera di giunta regionale
numero 845 del 16 dicembre 2009;
con deliberazione del Consiglio dei ministri, nella seduta del 30
luglio 2010, il Presidente della Regione Calabria è stato nominato commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi
del settore sanitario;
nell’ambito di tale piano è stata decisa la riorganizzazione del
sistema trasfusionale, preliminarmente discussa in sede di comitato tecnico
consultivo regionale per le attività trasfusionali;
con decreto del Presidente della Giunta regionale numero 58 del 26
giugno 2014, in qualità di commissario ad acta
per l’attuazione del su cennato piano di rientro dai
disavanzi del settore sanitario è stata disposta la riorganizzazione del
sistema trasfusionale in argomento;
per come si legge nell’allegato A di detto decreto presidenziale
58/2014 “Riorganizzazione del sistema trasfusionale
regionale”: Le attività di medicina trasfusionale
sono parte integrante dei livelli di assistenza garantiti dal Servizio
Sanitario Nazionale;
per come riconosciuto dal medesimo atto: Tutti i paesi dell’Unione
europea considerano ormai il problema del sangue e degli emoderivati come
critico e strategico nell’ambito delle politiche socio-sanitarie comunitarie;
il punto 7 di detto allegato dispone la riorganizzazione della rete trasfusionale. Più dettagliatamente, il
punto 7.4.2. riorganizza il Dipartimento trasfusionale Area Centro e,
testualmente, recita: Il servizio trasfusionale di Lamezia Terme garantisce, all’interno dell’area
dipartimentale, le attività di base svolte in regime di h 6;
tale disposizione, di fatto, declassa un centro di così vitale
importanza per la sanità di riferimento. E infatti, attraverso tale
depotenziamento il centro trasfusionale lametino è trasformato in mera emoteca;
occorre sottolineare come tale decisione sia destinata ad avere
ripercussioni gravissime sia per l’utenza ordinaria che per i vari reparti dell’ospedale
di Lamezia Terme;
il centro trasfusionale di Lamezia Terme, infatti, non soltanto è
presidio sanitario fondamentale per i malati di talassemia, anemia e delle
altre patologie ematiche dell’area di riferimento, ma assolve anche a una
fondamentale importanza per le urgenze mediche;
mediante la disposta gestione di tale servizio da parte dell’ospedale
"Pugliese" di Catanzaro, l’attività inerente al centro trasfusionale
è destinato a un’inevitabile compressione. E ciò per ragioni logistiche
collegate, in particolare, alle varie fasi di tale nuovo prospettato servizio
(inevitabile trasporto delle sacche da Catanzaro con conseguente diminutio della celerità di fornitura e cosi via);
alla luce della nuova organizzazione del servizio e di quanto sopra
appena esposto, il centro, pertanto, sarebbe depotenziato di una delle sue
componenti essenziali: la capacità di fronteggiare le emergenze mediche di che
trattasi;
nella specifica disposizione il decreto risulta inoltre carente nella
parte motivazionale di almeno due elementi di prioritaria importanza: a)
presenza di adeguate linee di collegamento (importante snodo ferroviario,
aeroporto e svincolo autostradale); b) utenza interessata a tale servizio. Ben
150 mila i cittadini potenzialmente interessati ai servizi del centro
trasfusionale lametino. E che lo stesso decreto risulta anche contraddittorio
rispetto alle sue stesse premesse, ut supra riportate;
per tali ragioni urge una modifica di tale provvedimento nella
direzione già tracciata: apertura del centro trasfusionale di Lamezia Terme 24
ore su 24; presupposto inderogabile affinché il centro lametino possa
continuare a svolgere il servizio in esame, apprezzato da sempre per la sua
eccellente qualità;
in caso contrario, il diritto alla salute di così tanti cittadini
calabresi subirebbe un’ulteriore ingiustificata compressione; il tutto con
grave pregiudizio per i loro più elementari diritti -:
se una volta nominato il commissario ad acta per la sanità (e comunque definita
giuridicamente la competenza del settore) intenda disporre e/o sollecitare la
revoca e/o l’annullamento del citato punto 7.4.2. dell’Allegato A del piano di Riorganizzazione della rete
trasfusionale limitatamente alla parte in cui è decretato che il Servizio
Trasfusionale di Lamezia Terme garantisce, all’interno dell’area
dipartimentale, le attività di base svolte in regime di h. 6;
se in considerazione delle urgenti e rilevanti ragioni ut supra esposte intenda disporre il mantenimento
dell’apertura del centro trasfusionale di Lamezia Terme 24 ore giornaliere e
ciò nell’ottica di garantire un servizio fondamentale per una così vasta utenza
e di conclamata eccellenza regionale.”
La parola al vicepresidente Ciconte.
Sul depotenziamento del Centro trasfusionale
di Lamezia Terme c’è il Dpgr 58/2014 fatto dall’allora presidente
Scopelliti di riorganizzazione del sistema trasfusionale calabrese che è stato posto in essere sulla scorta di indicazioni
che venivano dai criteri nazionali e dall’accordo Stato-Regioni del 25 luglio
2012 in base ai quali era necessario accentrare l’organizzazione delle attività
trasfusionali tenuto conto delle donazioni effettuate su cui riferisce un
volume critico di sangue da sottoporre a lavorazione al fine di garantire
sicurezza e standardizzazione dei prodotti.
Gli indici
di produzione e di consumo riferiti a tale reale bacino di utenza asservito,
riferito al Centro di Lamezia Terme, stando a quel decreto, a quel Dpgr, hanno determinato
in base ai parametri nazionali la configurazione della struttura operante su 6
ore anziché 12.
Ora per
quanto riguarda questo depotenziamento, cosa succede? Succede che è lo stesso attuato
dal presidente Scopelliti con numero 58/2014, è evidente che la richiesta di
modifica di tale Dpgr considerato che adesso c’è un
commissario per il Piano di rientro, dovrebbe farlo l’ingegnere Scura.
Ritengo che
questa interrogazione debba essere rivolta non al Presidente ma all’attuale commissario
ad acta per
il Piano di rientro che dovrà rivedere o rimodulare se, effettivamente, sulla
scorta di quei dati nazionali può modificare quel tipo di impostazione fatta
dall’allora presidente Scopelliti.
(Interruzione)
In qualità di commissario, ha ragione il collega Esposito.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la
replica. Ne ha facoltà.
Grazie assessore Ciconte, in effetti
anche qui ho riportato il decreto del commissario Scopelliti. So benissimo che c’è un commissario che si
occupa di sanità ma a lui, purtroppo, le interrogazioni non le posso
presentare. Spero di essere ricevuto nel più breve tempo possibile e di sottoporre questa problematica.
Sa benissimo l’importanza di questo
centro per tutto il lametino e non solo perché anche tantissima gente del
vibonese usufruisce dei servizi del Centro trasfusionale di Lamezia Terme.
Capisco che probabilmente non ci
siano ottimi rapporti tra di voi ma penso che anche voi dobbiate aiutare me nel
far capire al commissario Scura l’importanza di questo Centro trasfusionale e
modificare, perché no?, un decreto emanato dal precedente commissario.
Aiutiamoci: io farò la mia parte e
voi per quanto di vostra competenza penso che dobbiate intervenire e
non dire solo che noi dobbiamo parlare con Scura. Grazie.
Consigliere Mangialavori, non può
fare delle illazioni in Aula. Non può dire che non ci sono rapporti di
correttezza, di amicizia, di profonda stima tra noi e Scura. Questo non glielo
consento assolutamente!
Noi abbiamo rapporti istituzionali
in questa sede. Chiaro? E’ evidente che se noi possiamo intervenire, come può
intervenire lei come consigliere regionale su questi problemi non c’è dubbio
che noi abbiamo sicuramente l’attenzione necessaria. Ma lei non si può
consentire, non lo consento a nessuno, di dire cose fuori posto e fuori luogo.
Non ho denigrato nessuno, assessore Ciconte.
(Interruzione)
Non ho detto “corretti”, ho detto
“non ci siano buoni rapporti” ma questo è quanto traspare dalla stampa che
molto probabilmente riporta cose non vere.
Ci mancherebbe, lungi da me voler
offendere chiunque né tanto meno lei che stimo enormemente. Per cui assolutamente
non c’era nulla di personale né ci vuole essere mai nulla di personale.
Siccome lei mi ha detto:
“l’interrogazione la deve rivolgere al commissario Scura”, io ho risposto
“cerchiamo di lavorare in sintonia. Io faccio il mio intervento col commissario
Scura”. Siccome lei quasi mi ha liquidato dicendomi di andare a parlare col
commissario Scura, io ho detto che lo farò ma le interrogazioni le posso
presentare solo al Presidente della Giunta regionale. Mi auguro che il Presidente
della Giunta, insieme alla Giunta, se ritiene fondata questa problematica la
sollevi al commissario Scura. Solo questo null’altro.
E’ un problema di competenza
istituzionale.
Lo so, ma possiamo parlare tutti.
Interrogazione numero 21 del 23 febbraio 2015 a firma del consigliere Nicolò “Sul
fenomeno dell’erosione costiera di Bocale (R.C) - Verifica dei risultati dopo gli stanziamenti CIPE e
POR Calabria FESR 2007 – 2013 per il recupero delle aree interessate”.
L’interrogazione è rinviata per assenza
del proponente.
Siamo
all’interrogazione numero 22 del 24 febbraio 2015 a firma del consigliere Irto:
“Sullo stato di abbandono in cui versa il manufatto realizzato in Bova Marina
per essere adibito a centro per la riabilitazione ambulatoriale dell’AISM”.
Anche questa interrogazione è rinviata per assenza del proponente.
Siamo all’interrogazione numero 23 del 26 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulla chiusura della sala operatoria del Presidio ospedaliero di Tropea”.
Chiedo scusa, Presidente, questa interrogazione la ritiro io
perché il problema è stato risolto e
penso sia doveroso da parte mia ritirarla.
Siamo all’interrogazione numero 24 del 2 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Su Expo
2015, preoccupante ritardo di strategia politica e progetti qualificanti la
partecipazione della Regione Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso
che:
dall’1 maggio al 31 ottobre 2015 Milano ospiterà la più grande
esposizione universale, conosciuta con l’acronimo di Expo 2015;
il tema proposto è il seguente: "Nutrire il pianeta, energia per
la vita". Per sei mesi Milano diventerà una vetrina internazionale in cui
i Paesi mostreranno il meglio delle proprie tecnologie per offrire riscontro a
un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per
tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri;
i numeri per tale grande evento sono di per sé eloquenti: l’area
espositiva è di 1,1 milioni di metri quadri, 140 i Paesi e le Organizzazioni
internazionali coinvolte, oltre 20 milioni i visitatori previsti;
Expo Milano 2015 sarà innanzitutto la piattaforma di un confronto di
idee e soluzioni condivise sul tema dell’alimentazione e tese a promuovere le
innovazioni per un futuro sostenibile;
Expo Milano 2015 offrirà a tutti la possibilità di conoscere e
assaggiare i migliori piatti del mondo e scoprire le eccellenze della
tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni realtà;
al centro dell’organizzazione di Expo 2015 c’è innanzitutto la persona,
sia come prima beneficiaria di uno sviluppo sostenibile, sia come protagonista
di un percorso di conoscenza;
per la durata della manifestazione, la città di Milano e il Sito
Espositivo saranno animati da eventi artistici e musicali, convegni,
spettacoli, laboratori creativi e mostre;
allo stato l’unico atto ufficiale della Regione Calabria è quello del
21 gennaio 2015 avente ad oggetto: Expo 2015 - Milano Maggio/Ottobre manifestazione
di interesse a proporre pacchetti turistici integrati;
dalla stampa si è appreso che il Vicepresidente della Giunta, Vincenzo Ciconte, ha rappresentato la
Calabria alla cerimonia di inaugurazione dell’Esposizione Universale;
sulla base delle dichiarazioni rese dallo stesso vicepresidente Vincenzo Ciconte
si è appreso della costituzione di una Task-Force interdipartimentale che si occuperà della
partecipazione ad Expo 2015 ed ha avviato una serie di iniziative e di
contatti, per far diventare quest’importante appuntamento, un’utile occasione
di crescita e di sviluppo per la nostra regione;
allo stato non sono state registrate,
tuttavia, iniziative politiche consone all’importante evento internazionale. E
anzi, fino a questo punto, il momento propositivo è sembrato latitare;
in particolare, non risulta attivata alcuna strategia politica
innovativa, di altissimo pregio e di spessore sia amministrativo che storico,
culturale e in termini di comunicazione;
l’Expo 2015 per sua stessa natura richiederebbe l’impiego di risorse
manageriali, esperti, professionisti del marketing di caratura internazionale, profondi
conoscitori della storia locale, capaci di supportare una partecipazione
attiva, dinamica e propositiva della Calabria;
l’Expo 2015 lungi dal rappresentare una comune fiera espositiva offre
opportunità nuove che richiedono priorità politica assoluta;
l’Esposizione Universale offre alla Calabria concrete possibilità di
rilancio, soprattutto di un settore così preminente della sua economia, qual è
l’Agricoltura;
la Calabria nel settore in questione vanta eccellenze riconosciute in
tutto il mondo. A titolo esemplificativo meritano menzione: la cipolla rossa di
Tropea; i fagioli bianchi dell’agricoltura vibonese (area Drapia,
Zambrone e Zungri), denominati a burro; l’olio
extravergine della Locride; il vino prodotto a Ciro
(e non soltanto); la ‘nduja di Spilinga; i
mostaccioli di Soriano; il peperoncino; i fichi secchi; i pomodori di Belmonte Calabro; la liquirizia di Rossano; le patate silane; il Pecorino di Monte Poro; il finocchio di Isola
Capo Rizzuto; le clementine della Piana di Sibari e così via;
l’Expo 2015 offre anche una significativa opportunità di fare conoscere
il lato migliore di questa regione (storico, turistico, ambientale) mediante la
creazione di docufìlm, ad esempio e comunque attraverso
appropriata e calibrata strategia culturale;
il passaggio di Cretesi, Micenei, Romani, Goti, Longobardi, Normanni,
Angioini, Aragonesi, Borbone, Francesi ha lasciato tracce indelebili in ogni
segmento di vita culturale della Calabria;
la manifestazione sarà anche l’occasione di ripercorrere un grande
viaggio che partendo dalle più antiche tradizioni di caccia, pesca e
allevamento dei popoli ricchi di esperienza millenarie, condurrà all’attualità
e proietterà visitatori e destinatari verso il futuro;
solo suscitando interesse, ma soprattutto diventando esperienza di
approfondimento e conoscenza, l’iniziativa raggiungerà l’obiettivo di
condizionare positivamente il rapporto delle comunità con l’ambiente, il
territorio e le loro risorse;
la sfida dell’Expo è quella di porsi domande cogenti sullo sviluppo del
pianeta: tenuta dei sistemi di produzione alimentare, trasmissione al futuro
dei mezzi tecnologici, salvaguardia della biodiversità;
la Calabria sul punto non può permettersi di eludere riscontri e
risposte che, evidentemente, devono essere non solo congeniali al tema dell’Esposizione
Universale, ma anche all’altezza della sfida lanciata dall’evento. -
se intenda dare impulso e dinamismo a una partecipazione all’Expo
Universale congeniale all’evento di storica portata;
se e in che termini intenda dare concretezza ad obiettivi rilevanti,
coerenti con il tema trattato all’Expo 2015;
se intenda potenziare la Task-Force già costituita, per tesaurizzare le opportunità
della manifestazione e correlarle verso finalità di crescita della Calabria.”.
La parola al vicepresidente Ciconte.
Credo che questa interrogazione andasse associata alla numero 3. Quindi mi pare di aver già risposto.
Siamo all’interrogazione numero 25 del 3 marzo 2015 a firma del consigliere Bova “Sulla discarica di Battaglina” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
i fatti relativi alla realizzazione di una discarica di imponenti dimensioni in agro del Comune di San Floro ( CZ ), ma di proprietà del Comune di Borgia ( CZ ), località “Battaglina”, denominata “Isola Ecologica Battaglina”, da parte della Società SIRIM S.r.l., con sede in Settingiano ( CZ ) loc. " Cuturella ", sono ormai notori e oggetto di costante interesse mediatico;
la Società SIRIM S.r.l. otteneva il decreto di autorizzazione della Regione Calabria numero 16278 del 08 settembre 2009, cui faceva seguito il permesso a costruire rilasciato dal Comune di San Floro numero 02 del 05 maggio 2010 ed infine l’esecuzione dei lavori aveva inizio nel mese di luglio 2013, in virtù della deliberazione del Consiglio comunale di Borgia numero 22 del 29 luglio 2013, con cui detta amministrazione comunale sospendeva, per il periodo di 40 anni, il vincolo a usi civici esistente nell’area di cui trattasi;
l’intervento era stato previsto e autorizzato in area soggetta a ben cinque vincoli inibitori assoluti: idrogeologico, paesaggistico e ambientale, usi civici, vincolo assoluto conseguente ad un incendio verificatosi nel 2007 e rischio sismico, essendo classificata zona a livello 1;
i fatti venivano dettagliatamente e scrupolosamente compendiati in una comunicazione di notizia di reato da parte del Comando provinciale del Corpo Forestale di Catanzaro e dalla Caserma di Caraffa, sfociata nel procedimento penale iscritto al numero 3861/2010 RGNR della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro;
il suddetto procedimento penale veniva dapprima archiviato, ma, a seguito di notevoli manifestazioni di protesta popolare (Comitato “No Battaglina”), puntualmente riprese dai mass media locali e nazionali, culminate in un esposto presentato congiuntamente da sette (7) Sindaci del territorio, veniva riaperto ed è tutt’ora pendente;
la Regione Calabria revocava l’originario decreto autorizzativo, così come la Provincia di Catanzaro e i Comuni di San Floro e Borgia revocavano gli atti amministrativi precedentemente rilasciati;
la recente sentenza del TAR Calabria numero 415 del 2015, adito con ricorso della SIRIM s.r.l. avverso le deliberazioni del Consiglio comunale di Borgia numeri 10 del 2014 e 1 del 2014, lungi dal porre fine all’inquietante vicenda, lascia presagire ulteriori battaglie burocratiche e giudiziarie;
l’opinione pubblica è fortemente preoccupata, così come dimostrato dalle plurime esternazioni comparse sulle testate locali;
in una nota stampa diffusa dal Sindaco pro tempore di Borgia in data 2 marzo 2015 si legge “ ...subito dopo, nella stessa giornata di lunedì, è previsto l’incontro con il Direttore generale reggente del Dipartimento ambiente della Regione Calabria, ingegnere Mimmo Pallaria, affinché anche la Regione provveda ad adottare gli opportuni correttivi al censurato provvedimento di annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale. A quel punto tutto sarà corretto anche sotto l’aspetto formale, così come lo è già dal punto di vista sostanziale e dei contenuti”;
troppe sono state in passato le ombre che hanno caratterizzato l’iter amministrativo e, a tutt’oggi, l’intero procedimento è fatto oggetto di investigazioni da parte degli uffici preposti -:
quali siano le definitive volontà della Regione Calabria in ordine alla possibilità di realizzare una discarica nella località denominata “Battaglina” sita in agro di San Floro (CZ) ma di proprietà del Comune di Borgia (CZ ), per così come meglio descritta nel progetto debitamente depositato dalla Società SIRIM s.r.l., avente sede legale in Settingiano, loc. “Cuturella”, nonché apprendere le concrete procedure che si intendono attuare”.
La parola al vicepresidente Ciconte.
Condivido quanto detto dal consigliere Bova ma oggi c’è una conferenza dei servizi per risolvere il problema della Battaglina. Credo che, appena avremo notizie della risoluzione, giustamente daremo notizie a tutti. Grazie.
Assessore, la ringrazio per la risposta. Dalle notizie
che giungono, la conferenza dei servizi si è tenuta e sembra – dalle notizie
che ho avuto in via informale – che fortunatamente l’orientamento che è stato
espresso sia negativo verso la realizzazione della discarica. Quindi è un
orientamento verso l’annullamento dell’autorizzazione integrata ambientale.
Si è appreso che i legali ed i rappresentanti della Sirim si siano alzati dal tavolo ed abbiano abbandonato la
seduta, che è stata aggiornata alla prossima settimana.
Apprendiamo con grande soddisfazione questi primi passaggi che sono tranquillizzanti per ciascuno di noi. Grazie.
Passiamo all’interrogazione numero 26 del 9 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sull’amministrazione e sul management della società Terme Sibarite S.p.A. e sull’amministrazione del relativo personale”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l’articolo 18, comma 2, decreto legge 25 giugno 2008, numero 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, numero 133, come modificato ed integrato dal decreto legge 1 luglio 2009, numero 78, convertito dalla legge 3 agosto 2009, numero 102, prevede che il personale delle società pubbliche partecipate dagli enti locali, debba essere assunto con procedure ad evidenza pubblica, previa redazione di apposito regolamento;
la normativa prevede che prima di procedere all’assunzione anche di figure apicali, sia necessario verificare la presenza nell’organico aziendale di un dipendente idoneo a svolgere tali ruoli dirigenziali e che anche le figura apicali debbano avere una specifica esperienza nei ruoli dirigenziali;
in base alla natura e dimensioni della società Terme Sibarite SpA, nonché in base alle funzioni svolte dal personale, il contratto di naturale applicazione, anche per le figure dirigenziali, è quello delle aziende termali;
la società Terme Sibarite SpA si compone di un centro di riabilitazione neuromotoria, aperto tutto l’anno e di un reparto termale, con apertura semestrale. Ai fini dell’accreditamento sanitario, il centro neuromotorio necessita di un direttore sanitario con specializzazione in fisiatria e quello termale di medico specializzato in idrologia;
la società Terme Sibarite SpA ha attivato dal 9 maggio 2011 al 26 Marzo 2012 un contratto di consulente in Fisiatria di importo pari a € 38.000,00 annui per 3 presenze settimanali;
secondo quanto previsto dall’articolo 18 del CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) delle aziende termali "la durata normale dell’orario contrattuale settimanale di lavoro è fissata in quaranta ore". Tale disposizione, in aderenza a quanto previsto dall’articolo 82 dello stesso contratto, che indica i minimi tabellari mensili, induce a comprendere chiaramente che il sistema di paga dei dipendenti debba essere quello della mensilizzazione oraria;
il personale del centro di riabilitazione della società Terme Sibarite SpA ha effettuato, dal 4 agosto 2003 al 31 dicembre 2011, sei ore lavorative giornaliere, con apertura dalle ore 8:00 alle ore 14:00 dal lunedì al sabato, per un totale di 36 ore settimanali;
il Consiglio di amministrazione della società Terme Sibarite SpA ha provveduto a far istallare dispositivi marcatempo funzionanti nel gennaio 2012;
norme di buon andamento e di strategia aziendale necessitano che le progressioni lavorative dei dipendenti vengano adeguatamente motivate e deliberate, in base alle necessità produttive, alle competenze acquisite ed all’anzianità di lavoro. La società Terme Sibarite SpA ha un contratto di locazione per una struttura alberghiera di proprietà della Società Cristaldi e Mastrolorenzo;
in data 9 maggio 2011 il signor Domenico Lione, attuale amministratore unico della società interamente partecipata dalla Regione Calabria, veniva nominato presidente del Consiglio di amministrazione delle Terme Sibarite S.p.A sito in Cassano Allo Ionio;
dal mese di aprile 2014 veniva nominato dall’assemblea dei soci (Regione Calabria) amministratore unico della società Terme Sibarite;
il signor Domenico Lione, attuale amministratore unico, già al momento della nomina a Presidente della società Terme Sibarite S.p.A. ricopriva l’incarico di vice sindaco del comune di Cassano Allo Ionio e per un periodo di tempo, dalla dimissione del Sindaco fino al mese di maggio 2012, ha svolto il ruolo di Sindaco facente funzioni. Dal mese di maggio 2012 a tutt’oggi, ricopre ancora la carica elettiva di consigliere comunale del comune di Cassano Allo Ionio;
ai sensi dell’all’articolo 5 comma 5 della legge numero 122 del 2010 "ferme le incompatibilità previste dalla normativa vigente, nei confronti dei titolari di cariche elettive, lo svolgimento di qualsiasi incarico conferito dalle pubbliche amministrazioni di cui al comma 3 dell’articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, numero 196, inclusa la partecipazione ad organi collegiali di qualsiasi tipo, può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute; eventuali gettoni di presenza non possono superare l’importo di 30 euro a seduta";
la norma trova applicazione al titolare di cariche elettive che svolga "qualsiasi incarico conferito dalle pubbliche amministrazioni" di cui al comma 3 dell’articolo 1 della legge numero 196 del 2009 inclusa la partecipazione ad organi collegiali "di qualsiasi tipo";
l’articolo 5 comma 5 legge numero 122 del 2010 comporta un risparmio di spesa senza, però, interdire lo svolgimento della relativa funzione;
all’interno della disposizione non si riviene alcun espresso "collegamento" tra l’amministrazione conferente l’incarico e quella ove il destinatario del medesimo è titolare di carica elettiva, che non sembra possibile arguire in via interpretativa;
l’alveo delle pubbliche amministrazioni "conferenti gli incarichi" ex lege gratuiti (salvo "gettone" e rimborso spese nei limiti di legge) abbraccia tutte quelle di cui all’elenco ISTAT; vi rientrano, dunque, anche enti pubblici privi di rappresentatività politica o addirittura con forma giuridica privatistica i cui organi non sono elettivi;
l’ampio tenore e l’applicabilità dell’articolo 5 comma 5 legge numero 122 del 2010 ricomprende nel suo alveo la nomina diretta da parte di enti locali e regionali di membri del Consiglio di amministrazione di società partecipate, laddove i predetti soggetti siano titolari di cariche elettive in amministrazioni locali diverse da quelle conferenti;
per quanto riguarda le società per azioni a partecipazione pubblica connesse al sistema di amministrazione e controllo (articoli 2380 bis - 2409 septies del codice civile), è da ritenersi obbligato alle denunce, in primo luogo, il consiglio di amministrazione, organo al quale spetta, di regola, in via esclusiva e con metodo collegiale, la gestione dell’impresa quale le Terme Sibarite S.p.A;
l’articolo 2392, II comma, codice civile (c.c.), afferma la responsabilità degli amministratori "se essendo a conoscenza di fatti pregiudizievoli non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o attenuarne le conseguenze dannose";
analogo obbligo di denuncia spetta al collegio sindacale, visti i doveri e poteri di vigilanza (articoli 2403 e 2403 bis c.c.) e le connesse responsabilità (vedi articolo 2407, II comma, c.c., che dispone che i sindaci "sono responsabili solidalmente con gli amministratori per i fatti o le omissioni di questi, quando il danno non si sarebbe prodotto se essi avessero vigilato in conformità degli obblighi della loro carica"), oltre che ai soggetti tenuti al controllo contabile (articolo 2409 bis c.c.), considerato il rinvio al regime della responsabilità dei sindaci (articolo 2409 sexies c.c.) -:
se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite SpA l’aver retribuito la figura apicale di direttore amministrativo, dall’ottobre 2011, fino al momento di stipula del nuovo contratto con lo stesso, con un contratto i cui costi economici sono molto elevati rispetto alle funzioni svolte ed alle dimensioni dell’azienda, considerando che il contratto di naturale applicazione è quello delle aziende termali e non delle aziende industriali, come invece è stato fatto;
se è vero che è stato corrisposto al direttore amministrativo un trattamento economico ulteriore (superminimo) rispetto alla paga tabellare e se tale esborso di denaro, non commisurato alle condizioni ed alle dimensioni dell’azienda, costituisca un danno economico per la stessa;
se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite SpA che il consiglio d’amministrazione e la direzione generale, abbiano assunto, con contratto a tempo pieno indeterminato, nell’anno 2011, come dipendente della società, un medico specializzato in idrologia, quando, la struttura termale, necessita di tale figura per soli sei mesi all’anno, cioè per il periodo di apertura al pubblico del reparto terme;
se costituisce danno economico per l’azienda che gli amministratori non abbiano tenuto conto della duplicazione dei costi in merito alle funzioni di consulente in fisiatria e di direttore sanitario della struttura, poiché era di certo maggiormente economico far assumere al consulente in fisiatria il compito di direttore sanitario del centro di riabilitazione e allo specialista in idrologia il ruolo di direttore sanitario del reparto termale, esclusivamente per il periodo semestrale di apertura;
se la presenza del consulente in fisiatria sia stata nel periodo di durata del contratto, dal 9 maggio 2011 al 26 Marzo 2012, quella prevista dai termini contrattuali, se lo stesso consulente abbia fatto richiesta di eventuali pagamenti non corrisposti, se gli stessi gli siano stati accordati e se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite SpA l’aver eventualmente retribuito il consulente in fisiatria in eccesso rispetto alle sue reali presenze presso la struttura;
se la direzione sanitaria ed amministrativa, in base a quanto previsto dalle loro attribuzioni contrattuali, articolo 14 CCNL Termali, abbiano vigilato sulla presenza del fisiatra e se abbiano provveduto a contestare eventuali inadempienze onde far rispettare gli ingressi stabiliti;
se costituisce danno economico l’avere, eventualmente, retribuito il personale del centro di riabilitazione, dal 4 agosto 2003 al 31 dicembre 2011, per un totale di 40 ore settimanali contro le 36 effettivamente lavorate;
se la direzione sanitaria ed amministrativa, in base a quanto previsto dalle loro attribuzioni contrattuali, abbiano vigilato sulla presenza del personale del centro di riabilitazione e se abbiano provveduto a contestarne eventuali inadempienze;
se la direzione sanitaria ed amministrativa dell’azienda Terme Sibarite SpA abbiano vigilato, per come loro compito, sul rispetto degli orari di lavoro anche dopo l’installazione di dei dispositivi marcatempo avvenuta nel gennaio 2012;
se esistono casi ed, eventualmente, costituiscano danno economico per l’azienda l’aver inquadrato e retribuito, negli anni, dipendenti ad un livello retributivo più alto rispetto alle funzioni svolte dai dipendenti, che, quindi, non corrisponderebbero al livello retribuito, ma sarebbero inquadrabili ad un livello inferiore;
se per arrivare all’individuazione della struttura alberghiera (tra l’altro ristrutturata nel 2007 con mutuo a carico della Regione Calabria), con successiva stipula di contratto di locazione, sia stata esperita pubblica gara di affidamento, per come previsto dalle norme giuridiche;
se la società alberghiera abbia stipulato a suo nome i contratti delle utenze acqua, elettricità e gas e ne abbia pagato e ne paghi correttamente e nei tempi previsti le relative bollette. Se la società alberghiera sia in regola con la società Terme Sibarite SpA per i pagamenti dei canoni di locazione e delle utenze alberghiere e se la società alberghiera abbia stipulato, nei tempi previsti, apposita polizza fideiussoria e se questa sia stata fornita alla società Terme Sibarite SpA, a garanzia di eventuali canoni non pagati;
quali e quanti contratti di consulenza siano stati stipulati dalla società Terme Sibarite SpA negli ultimi 5 anni, con particolare riferimento a quelli di natura giuridico-legale e agli incarichi di patrocinio legale;
se per affidare consulenze di natura giuridico legale siano state seguite evidenze pubbliche e per quale motivo non sia stata considerata l’Avvocatura regionale, che è invece l’ufficio preposto ai contenzioni legali della Regione e delle sue società partecipate. Se corrisponde al vero che siano stati affidati, negli anni, incarichi di patrocinio legale ad un congiunto di un consigliere regionale della passata legislatura e se ciò rivesta carattere di incompatibilità;
se non rappresenti una evidente anormalità che nell’Avviso pubblico di presentazione candidature per la nomina dei componenti degli organi di amministrazione e di controllo delle società e fondazioni a partecipazione regionale, emanato dal Dipartimento controlli e pubblicato sul BURC del 31 gennaio 2014 Parte III, numero 5, l’aver equiparato il titolo di studio diploma di laurea vecchio ordinamento conseguito presso università italiane o un titolo di studio conseguito all’estero e considerato equipollente ai sensi della vigente legislazione in materia ovvero diploma di laurea magistrale o specialistica del nuovo ordinamento conseguito presso università italiane o un titolo di studio conseguito all’estero e considerato equipollente ai sensi della vigente legislazione in materia all’esperienza almeno triennale in organi di amministrazione attiva e consultiva e di controllo di enti, società e fondazioni, fatto che non trova riscontro in alcuna norma vigente;
se non rappresenti una evidente anormalità l’aver emanato, a seguito dell’istruttoria dell’avviso indicato al punto precedente, un semplice elenco di idonei invece che, come sicuramente più consono e a favore della buona amministrazione, una graduatoria di merito;
da quale organo sia stato, successivamente alla pubblicazione dell’elenco degli idonei, nominato l’amministratore unico della società Terme Sibarite SpA e se tale procedura per la Presidenza della Giunta Regionale sia corretta;
se corrisponde al vero che la Società Terme Sibarite abbia pagato ai suoi amministratori rimborsi spese o qualsiasi altra utilità economica a seguito dell’approvazione della legge regionale numero 69 del 27 dicembre 2012 che prevede all’articolo 15 "Norme di contenimento della spesa per le società «in house» e per le società controllate direttamente o indirettamente" lettera d che recita " Gli importi spettanti agli organi di amministrazione, indirizzo, vigilanza e controllo, si intendono omnicomprensive anche dei rimborsi spese";
se per l’attuale Amministratore unico, già Presidente, della Società Terme Sibarite S.p.A, partecipata interamente dalla Regione Calabria, si producano gli effetti applicativi di cui all’articolo 5 comma 5 della legge numero 122 del 2010, in quanto soggetto titolare di carica elettiva;
se costituisca danno erariale l’aver corrisposto emolumenti all’attuale amministratore unico, già presidente della Società Terme Sibarite S.p.A;
come intenda determinarsi la Giunta regionale della Calabria in caso di riscontro positivo dei punti messi in evidenza e se intenda procedere, nel caso, al commissariamento Terme Sibarite SpA.”
La parola al vicepresidente Ciconte.
Sarà una risposta completa perché articolata e troppo esaustiva, staremo molto tempo a leggerla.
La domanda che pone il consigliere Graziano è molto complessa ed è evidente che con gli uffici ci siamo soffermati il tempo necessario per poter dire le cose.
In data 18 marzo 2015, con nota numero 86599, lo scrivente dipartimento – il nostro dipartimento - ha chiesto all’amministratore unico ed al presidente del collegio sindacale di Terme Sibarite Spa nonché ai dirigenti competenti del dipartimento vigilante di fornire tutte le informazioni utili per poter opportunamente relazionare sui quesiti oggetto di interrogazione.
Con nota protocollo numero 35 del 23 marzo 2015, acquisita agli atti con protocollo numero 92037 di pari data, e con successiva nota integrativa – è inutile dire tutti i numeri, poi al limite darò tutti i dati precisi - la società ha trasmesso le informazioni richieste.
Di seguito, in base a quanto comunicato dalla società e a quanto disponibile agli atti d’ufficio dello scrivente dipartimento, si rappresentano gli elementi tecnici necessari per rispondere in merito.
Riferimento quesiti numero 1 e numero 2: “se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite Spa l’aver retribuito la figura apicale di direttore amministrativo, dall’ottobre 2011, fino al momento della stipula del nuovo contratto con lo stesso, con un contratto i cui costi economici sono molto elevati rispetto alle funzioni svolte ed alle dimensioni dell’azienda, considerando che il contratto di naturale applicazione è quello delle aziende termali e non delle aziende industriali, come invece è stato fatto.
Se è vero che sia stato corrisposto al direttore amministrativo un trattamento economico ulteriore (superminimo) rispetto alla paga tabellare e se tale esborso di denaro, non commisurato alle condizioni ed alle dimensioni dell’azienda, costituisca un danno economico per la stessa.”
In seguito al decesso del precedente direttore della società, Liborio Salvatore Garofalo, verificatasi in data 26 novembre 2010, l’amministratore unico pro tempore, con nota del 02 dicembre 2010 protocollo numero 252, ha informato il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore alle attività produttive all’epoca in carica, di avere verificato l’impossibilità di procedere alla sostituzione del direttore della società, mediante ricorso all’organico aziendale all’interno, a causa della mancanza di figure professionali in possesso dei requisiti richiesti per l’assunzione di incarico di livello dirigenziale.
La società ha specificato che, in assenza di un riscontro alla suddetta nota e per ragioni di urgenza, l’amministratore unico della società, verificatene l’idoneità, ha proceduto all’assunzione del figlio del direttore deceduto, Gaetano Antonio Garofalo, con l’incarico di direttore generale in applicazione, per come evidenziato dall’attuale amministratore unico con la nota protocollo numero 35 del 23 marzo 2015, al CCNL del settore che, all’articolo 12, stabilisce che "Nelle assunzioni verrà data la precedenza, oltre, che nei casi determinati dalle leggi in vigore, alla moglie o ai figli del lavoratore deceduto durante il rapporto di lavoro...".
Nel corso dell’assemblea ordinaria della società del 9 maggio 2011 – capite bene che sono problemi molto datati - il rappresentante regionale, consigliere Morelli, delegato a partecipare in rappresentanza del socio unico Regione Calabria, ha provveduto a "ratificare l’assunzione, con decorrenza 16 dicembre 2010, del direttore dott. Gaetano Antonio Garofalo al quale verrà applicato il trattamento previsto dal CCNL per i dirigenti delle aziende industriali confermandone i poteri del predecessore".
La successiva assemblea ordinaria del 18 ottobre 2011, alla quale ha partecipato in rappresentanza del socio unico Regione Calabria, il consigliere Morelli, ha deliberato, a modifica di quanto espresso nella precedente del 09 maggio 2011, "che la nomina conferita al dottor Gaetano Antonio Garofalo con verbale del 9 maggio è relativa alla carica di direttore amministrativo. Pertanto l’assemblea delibera la revoca dai precedenti poteri. Il direttore amministrativo avrà il compito di eseguire le deliberazioni del Consiglio di amministrazione nonché del Presidente del Consiglio di amministrazione. L’assemblea, inoltre, invita, il Presidente a rettificare con urgenza la precedente comunicazione alla Camera di commercio del 8 luglio 2011”.
A seguito di quest’ultima deliberazione dell’assemblea ordinaria dei soci di Terme Sibarite Spa, acquisita la disponibilità del direttore amministrativo, si è proceduto al demansionamento di quest’ultimo con accettazione del relativo contratto di lavoro previsto dal CCNL delle aziende Termali e relativa formalizzazione davanti alla Direzione territoriale del lavoro di Cosenza.
Da un esame di copia delle buste paga trasmesse, si rileva che la retribuzione del direttore amministrativo, per effetto del demansionamento di cui sopra, si è ridotta da € 2.603,00 netti (gennaio 2011 - carica di direttore generale) ad € 1.950,00 netti (luglio 2013 - carica di direttore amministrativo).
Adesso siamo agli altri riferimenti ai quesiti numero 3 e numero 4: “se costituisce danno economico per l’azienda Terme Sibarite Spa che il consiglio di amministrazione e la direzione generale abbiano assunto con contratto a tempo pieno indeterminato, nell’anno 2011, come dipendente della società, un medico specializzato in idrologia, quando la struttura termale necessita di tale figura per soli sei mesi all’anno, cioè il periodo di apertura al pubblico del reparto termale;
se costituisce danno economico per l’azienda che gli amministratori non abbiano tenuto conto della duplicazione dei costi in merito alle funzioni di consulente in fisiatria e di direttore sanitario della struttura, poiché era di certo maggiormente economico far assumere al consulente in fisiatria il compito di direttore sanitario del centro di riabilitazione e allo specialista in idrologia il ruolo di direttore sanitario del reparto termale, esclusivamente per il periodo semestrale di apertura.”
Come vedete rispondiamo significativamente su ognuna. Io non so se lei vuole il finale.
Presidente, posso anche prendere per iscritto la relazione e
voglio evitarle di leggerla in Aula perché è
abbastanza lunga ma su alcuni punti ho
necessità di sapere una cosa.
Io chiedo alla fine dell’interrogazione nello specifico: “come intende determinarsi la Giunta regionale della Calabria in caso di riscontro positivo dei punti messi in evidenza e se intende procedere, nel caso, al commissariamento Terme Sibarite SpA.”
(Interruzione)
Lei mi legge le risposte che le ha dato l’amministratore delle Terme ma io voglio sapere cosa pensa la Regione di queste risposte, come intende determinarsi a proposito della conduzione delle terme. Questo è il nocciolo della questione fondamentalmente ed è su questo che, più che altro vorrei una risposta da parte sua.
Poi le altre risposte nei singoli fatti posso anche leggermele da solo e con attenzione non c’è necessità che lo faccia lei. Se ha una risposta scritta mi dia copia e me la guardo.
Ma sull’ultimo punto vorrei sapere qual è il parere del governo regionale considerato che in bilancio anche quest’anno sono stati messi 900 mila euro per il pagamento delle spettanze al personale delle Terme e la Regione è proprietaria del 100 per cento delle Terme.
Non vedo perché dobbiamo pagare degli stipendi per delle Terme che hanno delle entrate anche dal Servizio sanitario regionale. E’ su questo che voglio la risposta. Se lei mi risponde solo su questi due punti io me li leggo.
Quali erano i riferimenti che lei …
Il punto principale è quello che ho detto prima. Cioè alla luce dei quesiti posti…
(Interruzione)
Lei mi sta leggendo la risposta che le ha dato l’amministratore delle Terme che è colui al quale vengono addebitate le interrogazioni che io pongo. Io voglio una risposta dalla Regione non dall’amministratore delle Terme o lei fa proprie le risposte dell’amministratore?
E’ chiaro che se c’è danno erariale ne risponderanno. Noi abbiamo mandato la vigilanza per capire se dobbiamo mandare tutto alla Corte dei conti ma anche su questo vorrei esser chiaro, ma c’è scritto.
(Interruzione)
Poiché lei chiede se c’è danno erariale su alcune cose, è evidente che manderemo tutto alla Corte dei conti qualora l’ufficio competente ritenga che ci sia danno erariale in riferimento a quello che lei ha scritto.
(Interruzione)
Non è stato mandato ancora. Dobbiamo verificare se i componenti del settore vigilanza hanno mandato qualcosa alla Corte dei conti, questo è chiaro ma si evince dalla relazione. Sgombriamo il campo dalla Corte dei conti.
Direi a questo punto di andare sui riferimenti finali che sono quelli che interessano, diciamo l’ultima parte che credo sia più interessante dalle cose che lei diceva.
La Giunta regionale con deliberazione numero 162 del 13
maggio 2013 ha approvato il Regolamento regionale recante la disciplina delle
“Procedure e criteri per le nomine
e le designazioni di competenza della Giunta regionale nelle società e
fondazioni a partecipazione regionale con esclusione di quelle afferenti il
Sistema Sanitario” - al quale è stato assegnato il numero 5 della serie
dei Regolamenti regionali dell’anno 2013 - allo scopo di dare attuazione al
generale principio di trasparenza dell’azione amministrativa nonché al fine di
individuare e definire procedure a carattere organizzativo inerenti le nomine
negli organi di amministrazione e
controllo delle società e fondazioni a partecipazione regionale.
Nello specifico,
con il suddetto Regolamento regionale si individuano due percorsi
procedimentali distinti a seconda che le nomine o le designazioni riguardino
soggetti esterni o interni all’Amministrazione regionale.
In particolare, la
nomina di soggetti esterni avviene attraverso la preventiva presentazione di istanze
susseguenti alla pubblicazione sul BURC di uno specifico avviso contenente l’elenco
delle nomine e delle designazioni da effettuare che, ai sensi dell’articolo 4
del Regolamento numero 5/2013, costituisce avviso pubblico, rivolto a soggetti
esterni all’Amministrazione regionale, per la presentazione di candidature in
riferimento alle nomine e designazioni di competenza della Giunta regionale e
del Presidente della Giunta regionale.
Il medesimo
Regolamento numero 5/2013, all’articolo 2, stabilisce che “I soggetti esterni
all’Amministrazione regionale che intendono presentare la propria candidatura
negli organi di amministrazione attiva e consultiva delle società e delle
fondazioni a partecipazione regionale - con esclusione di quelle afferenti il
Sistema sanitario regionale -, la cui nomina o designazione è di competenza
della Giunta regionale o del Presidente della Giunta regionale devono essere in
possesso, tra l’altro, dei seguenti requisiti: diploma di laurea del vecchio
ordinamento conseguito presso Università italiane o un titolo di studio
conseguito all’estero e riconosciuto equipollente ai sensi della vigente
legislazione in materia ovvero diploma di laurea magistrale o specialistica del
nuovo ordinamento conseguito presso Università italiane o un titolo di studio
conseguito all’estero e riconosciuto equipollente ai sensi della vigente
legislazione in materia ovvero esperienza almeno triennale in organi di
amministrazione attiva e consultiva e di controllo di enti, società e
fondazioni”.
Nel caso specifico
di Terme Sibarite Spa, l’Avviso, pubblicato sul BURC parte 111 numero 5 del 31.01.2014,
in quanto emanato ai sensi del succitato Regolamento regionale numero 5/2013,
non poteva non prevedere tra i requisiti per la presentazione delle candidature
quelli stabiliti dall’articolo 2 sopra citato.
Quanto, invece, all’emanazione,
a seguito dell’istruttoria compiuta, di un elenco di idonei anziché di una
graduatoria di merito, si richiama quanto stabilito nell’avviso pubblico di cui
sopra che, tra le modalità e termini di presentazione delle candidature, ha
specificamente stabilito che “La presente procedura viene emanata al solo fine
di ricevere le candidature di soggetti idonei a ricoprire l’incarico di cui al
presente avviso. Essa, pertanto, non assume in alcun modo caratteristiche
concorsuali, non determina alcun diritto al posto, né presuppone la redazione
di una graduatoria finale ma soltanto un elenco di idonei, cui il Presidente
della Giunta regionale attingerà per procedere alla nomina ai sensi della
vigente normativa”.
Per tale ragione,
quindi, non era dovuta 1’attribuzione di punteggi e, di conseguenza, non doveva
essere stilata alcuna graduatoria delle candidature pervenute.
Quanto alla
competenza dell’organo che ha formalmente proceduto alla nomina dell’Amministratore
Unico di Terme Sibarite Spa, si rende necessario evidenziare quanto segue.
(Interruzione)
Posso andare
avanti.
A tal proposito si
rammenta che il decreto legislativo numero 39/2013, all’articolo 1, lettera b),
fornisce una definizione di “enti di diritto privato in controllo pubblico”
intendendo per tali “le società e gli altri enti di diritto privato che
esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a
favore delle Amministrazioni pubbliche o di gestione di servizi pubblici,
sottoposti a controllo ai sensi dell’articolo 2359 del Codice civile, da parte
di amministrazioni pubbliche, oppure gli enti nei quali siano riconosciuti alle
pubbliche amministrazioni, anche in assenza di una partecipazione azionaria,
poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi”.
In sostanza, visto
il tenore di tale disposizione normativa, con la richiesta di parere si è
chiesto all’Organo a ciò deputato, di chiarire se in tema di inconferibilità di incarichi di amministratore di ente di
diritto privato in controllo pubblico di livello regionale a componenti di
organi politici di livello regionale e locale, la fattispecie societaria
individuata dall’articolo 7, dovesse limitarsi esclusivamente a quelle che
svolgono attività di pubblico interesse oppure dovesse estendersi anche a
quelle, i cui vertici o i cui organi, pur in assenza di un’attività di tale
tipo, sono nominati, come nel caso di Terme sibarite Spa, dall’Amministrazione
regionale.
Con la medesima
richiesta di parere, inoltre, è stata segnalata la delibera numero 48/2013 dell’Autorità
Nazionale Anticorruzione - Commissione indipendente per la Valutazione, la
Trasparenza e l’Integrità delle Amministrazioni pubbliche.
Con tale
provvedimento la Commissione ha fornito risposta ai quesiti posti da
amministrazioni pubbliche in merito al problema posto dall’articolo 7 del Decreto
legislativo numero 39/2013 nella parte in cui vieterebbe non soltanto il
conferimento degli incarichi di amministratore di ente pubblico o di ente
privato in controllo pubblico, presso un ente diverso, ma anche la conferma
nella carica presso il medesimo ente prima ancora che siano trascorsi due anni
dalla cessazione dei precedente incarico, ritenendo, tuttavia, che l’articolo 7
possa essere interpretato nel senso che il divieto operi soltanto per quanto
riguarda l’incarico di amministratore presso un diverso ente e non impedisca
invece la conferma dell’incarico già ricoperto.
In esito alla
suddetta richiesta, l’Avvocatura regionale ha trasmesso il proprio parere con
la nota …
(Interruzione)
Lei ha questo
parere? Vuole che lo leggiamo?
La medesima
Avvocatura regionale ha affermato “nel caso in esame non sembrano possano
sussistere problemi a non ricomprendere Terme Sibarite Spa tra le società che esercitano
funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore di
pubbliche amministrazioni o di gestione di servizi pubblici, in quanto l’attività
di gestione di stabilimenti termali è più riconducibile ad attività meramente
economica rientrante nel libero mercato e, quindi, non riconducibile ad
attività a rilevanza pubblica come individuata nella norma in esame.
Perplessità,
invece, fa sorgere la lettura e interpretazione della seconda parte dell’articolo
1, lettera b), laddove si fa riferimento agli enti nei quali siano riconosciuti
alle pubbliche amministrazioni, anche in assenza di una partecipazione
azionaria, poteri di nomina dei vertici o dei componenti degli organi.
Infatti, mentre
nella prima parte, la norma parla di società e altri enti di diritto privato,
nella seconda parte parla solo di enti e la formulazione usata potrebbe anche
intendersi che in tali enti non siano ricomprese le società - non più citate -
e che, quindi, il riferimento è ad es. a fondazioni, consorzi, associazioni,
ecc. Tuttavia, esaminando la formulazione letterale usata e considerando la
congiunzione disgiuntiva (oppure) si può propendere per un effetto estensivo
nel senso che l’ambito soggettivo individuato dalla norma comprende anche le
forme societarie per le quali, a prescindere dalla natura dell’attività svolta,
siano riconosciuti, alle amministrazioni partecipanti facoltà di conferimento
degli incarichi di vertici e di nomina dei componenti degli organi sociali pur
in assenza di una partecipazione alle quote sociali.
Tale
interpretazione, tenendo conto delle finalità della legge che mira con la
previsione di situazioni di incompatibilità e inconferibilità,
ad evitare commistioni tra funzioni politiche e funzioni gestionali, appare, peraltro,
più prudenziale anche in relazione alla circostanza che come già rilevata si
tratta di norme di recente approvazione che mancano di esperienza applicativa.
A tale interpretazione estensiva sembra protendere anche il Ministero per la pubblica amministrazione con la circolare numero 1/2014…
(Interruzione)
Insomma, vediamo se concludiamo.
Orbene, nella
fattispecie, da un esame dello statuto di Terme Sibarite, non risulta
attribuito alla Regione Calabria il potere diretto di nomina degli
amministratori, per cui tale potere viene esercitato dall’organo societario
previsto dallo statuto che è l’assemblea dei soci, in conformità alle norme del
codice civile.
Pertanto, anche se
la Regione è socio unico – come diceva anche lei - e quindi, sostanzialmente,
decide, tramite il soggetto che in rappresentanza dell’ente partecipa
all’Assemblea, chi nominare ai vertici della società, la nomina formale la deve
effettuare l’assemblea dei soci, soggetto diverso dall’Ente socio Regione.
L’esercizio in sede
assembleare per tale potere appare indipendente dalla procedura interna seguita
sulla base del Regolamento per pervenire alla scelta del soggetto da nominare
rimanendo la nomina – si ritiene – in capo all’Assemblea e non alla Regione
come amministrazione.
Pertanto, sulla
base del parere sopra esposto il direttore generale protempore
del Dipartimento
controlli ha approvato con decreto del direttore generale numero 5219 del
2.5.2014 l’elenco delle
candidature per la nomina ad amministratore unico delle Terme Sibaritide Spa, alla cui nomina conseguentemente, ha
provveduto la successiva assemblea ordinaria del 6 maggio 2014.
Sul quesito numero
20 è inutile dire cosa dice.
Nell’ambito delle
attività di analisi dell’applicazione delle norma in tema di contenimento delle
spese delle società regionali controllate ed in house providing
regionali, il dipartimento controlli ha invitato, in diverse
occasioni, tali tipologie societarie ad adeguarsi alle norma contenute
nell’articolo 15 della legge regionale numero 69/2012 e nell’articolo 4 della
legge regionale numero 56/2013.
In riscontro, la
società Terme Sibarite Spa, da ultimo con la nota protocollo numero 23 dell’11.03.2015
ha attestato la conformità dei compensi degli organi di amministrazione e
controllo della società alle prescrizioni contenute nella lettera d) dell’articolo15
della legge regionale numero 69/2012 - omnicomprensività
dei compensi - e detta attestazione è stata anche asseverata dal Presidente del
Collegio sindacale.
Andiamo adesso agli
ultimi quesiti così abbiamo finito.
In merito agli
effetti dell’articolo 5, comma 5, del Decreto legge numero 78/2010 convertito dalla
legge numero 122/2010 - attribuzioni del solo rimborso spese ai titolari di
cariche elettive per lo svolgimento di qualsiasi incarico conferito dalle
pubbliche amministrazioni, inclusa la partecipazione ad organi collegiali di
qualsiasi tipo - l’Amministratore Unico di Terme Sibarite Spa rileva nella nota
numero 37 del 25.03.2015, di non rientrare nel campo di applicazione della legge
in questione in quanto, pur in presenza di una società per azioni in cui la
Regione è socio unico, il potere di nomina degli amministratori viene
esercitato dall’organo societario previsto dallo statuto che è l’assemblea dei
soci, in conformità alle norme del codice civile.
Infine, in ordine
alle determinazioni che l’Organo di governo regionale riterrà di dover
eventualmente adottare in merito alle questioni poste dall’interrogazione in
questione, questo dipartimento può unicamente indicare le possibili
applicazioni delle disposizioni vigenti in tema di commissariamento delle
società di capitali.
Infatti l’istituto
del commissariamento è previsto per le società di capitali per azioni - qual è
Terme Sibarite Spa - solo in determinate ipotesi stabilite dalle legge al
verificarsi di specifici eventi nella vita aziendale solitamente legati a
procedure di liquidazione o concorsuali: si parlerà in tali casi, di volta in
volta, di Commissario liquidatore, Commissario nell’ambito di una procedura di
concordato preventivo, Commissario di azienda in amministrazione controllata,
ecc.
Per tali ragioni
risulta di difficile applicazione la nomina di un Commissario in una società
per azioni in attività al di fuori delle ipotesi sopra delineate.
Ciò non toglie che,
ai sensi dell’articolo 2449, comma 2, del codice civile, nelle società con
partecipazione dello Stato o di enti pubblici “gli amministratori e i sindaci o
i componenti del consiglio di sorveglianza possono essere revocati dagli enti
che li hanno nominati. Essi hanno gli stessi diritti e gli obblighi dei membri
nominati dall’assemblea”.
In tale contesto,
si richiama, inoltre, le disposizioni contenute nell’articolo 15 dello Statuto
sociale di Terme Sibarite Spa, laddove, a proposito del Consiglio di amministrazione,
è stabilito che la revoca degli amministratori può essere deliberata anche in
assenza di giusta causa; in caso di revoca nulla è dovuto al componente dell’organo
amministrativo revocato a titolo di risarcimento del danno eventualmente
causato dalla mancanza della giusta causa di revoca, intendendosi l’assunzione
dell’incarico di amministrazione come accettazione di quanto stabilito dallo
Statuto.
La parola al consigliere Graziano per la replica.
Grazie Presidente. Intanto le chiedo scusa per averla fatta parlare un po’ troppo ma i quesiti erano tanti ed alcuni non li abbiamo esaminati ma me li leggerò, come per esempio quello in cui chiedo come mai vengono affidati incarichi di natura giuridico-legale allo stesso avvocato da 20 anni che fra l’altro è stato anche il papà di un consigliere regionale in carica fino alla scorsa legislatura e non all’Avvocatura regionale.
Questo è uno dei tanti quesiti che avevo posto e chiaramente essendo decine non potevo pretendere da lei che oggi spiegasse…
Ma c’è scritto…
Su questo come su altri punti leggerò quel che avete scritto sperando però, Vicepresidente, che lei non mi abbia fornito esclusivamente le risposte date dalle Terme, dalla società e dall’attuale amministratore perché la Regione in ogni caso è il socio di maggioranza, è socio al 100 per cento.
Quando lei mi dice che è una Società
per azioni io dico che è detenuta per il 100 per
cento dalla Regione Calabria che non può dire
che non c’entra nulla perché quando è stato nominato l’amministratore la Giunta
regionale ha delegato l’allora consigliere regionale
Chiappetta a rappresentare la Regione nell’Assemblea societaria.
Chiappetta andò alle Terme e disse
che la Regione ha deciso – a verbale – che l’amministratore sia Tizio e Caio
che è stato nominato e non poteva essere diversamente essendo socio unico delle
terme. Non ci sono altri soci.
Ora sul fatto del commissario lei
può dirmi tutte le procedure possibili ed immaginabili. Leggerò le vostre
osservazioni e se è il caso reitererò quel che non capisco e quel che credo
vada ulteriormente chiarito.
Apprezzo da parte del governo regionale l’opera fatta e tutto ciò che ha portato che è abbastanza sostanzioso. Quel che non condivido è che la
Regione non possa fare come Ponzio Pilato nel senso
che mi trasmette ciò che ha chiesto all’amministratore delle Terme.
Se così fosse non è possibile perché
il ruolo della Regione è un altro.
Anche Fincalabra è una società per
azioni e so che all’amministratore di Fincalabra sono state mosse
contestazioni. Questo può essere fatto anche in questo caso, alla stregua di
Fincalabra. Grazie.
Siamo
all’interrogazione numero 27 del 9 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano
“Sul concorso pubblico regionale straordinario per l’assegnazione di sedi
farmaceutiche disponibili per il privato esercizio” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
con
delibera della Giunta regionale della Calabria n. 1 del 04.01.2013 è stato
approvato il bando di concorso pubblico straordinario per soli titoli - ex
articolo 11, decreto legge 1/2012 convertito con modificazioni nella legge
27/2012 e s.m.i. - per il conferimento delle sedi
farmaceutiche di nuova istituzione e vacanti disponibili per il privato
esercizio nella Regione Calabria;
il
termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso
scadeva alle ore 18:00 del trentesimo giorno successivo a quello della data
della pubblicazione del bando nel bollettino Ufficiale della Regione Calabria (Suppl.
Str. n. 2 del 22.01.2013 al BUR n.3 del 18.01.2013 Parte III con
scadenza delle domande alla data del 21 febbraio 2013);
ad
oggi sono passati 2 anni dal termine di presentazione delle domande e ancora
non si conosce l'esito del concorso;
tale
impasse rischia di danneggiare non solo i partecipanti ma anche i cittadini
calabresi che, in alcune zone extraurbane, sono costretti a fare parecchi
chilometri prima di trovare una farmacia;
il
concorso era stato bandito per favorire l'apertura uniforme delle sedi
farmaceutiche in tutta Italia in modo da offrire una capillare presenza sul
territorio e raggiungere il parametro unico di una farmacia ogni 3.300
abitanti;
l'ultimo
decreto inerente il bando in questione risale a novembre 2014 con il quale
veniva espressa l'inammissibilità di alcuni partecipanti al concorso per non
aver indicato la propria PEC;
le
domande presentate dai candidati in Calabria sono state 1226, di cui 577 in
forma associata, di certo inferiore a regioni come la Toscana con 2071 domande,
il Lazio con 2449 domande ed il Piemonte con 1777 domande, dove invece hanno
concluso i lavori di esamina, pubblicando le graduatorie definitive già da
tempo;
in
virtù di questo ritardo si sta creando una disparità di trattamento rispetto
alle altre regioni, limitando o privando nei fatti l'esercizio del diritto di
scegliere la propria regione come sede farmaceutica per chi potrebbe essere
contemporaneamente vincitore in altra regione, vista la possibilità prevista
dalla legge e dal bando di poter partecipare al concorso contemporaneamente in
due regioni e di dover scegliere successivamente alla pubblicazione della
graduatoria definitiva, rigorosamente nel termine previsto dal bando, se
accettare o meno la sede assegnata;
la
Regione Calabria ha un tasso di disoccupazione giovanile molto alto rispetto
alla media nazionale;
la
maggior parte dei laureati in Farmacia della nostra regione sono disoccupati. -
a che
punto è lo stato di avanzamento dei lavori della commissione esaminatrice;
per
quando è prevista la pubblicazione della graduatoria in questione.”
Prego,
vicepresidente Ciconte.
Su
questa interrogazione del consigliere Graziano credo ci siano delle ragioni
valide. Ci sono ritardi per quanto riguarda il Concorso pubblico Straordinario per
l'assegnatone di sedi farmaceutiche nella regione Calabria.
Abbiamo
chiesto informazioni al dottore Zito che è anche Presidente
della Commissione oltre ad essere il dirigente reggente del settore sanità.
Da quel che si evince ha dovuto ricostituire la Commissione perché si
sono dimessi due componenti.
Per
ultimo c’è stato un infortunio per cui ritiene che questa graduatoria dovrebbe
vedere la luce nel settembre di quest’anno.
Non
so se è contento della risposta ma non credo mi abbia ascoltato.
(Interruzione)
Consigliere
Graziano, ha sentito la risposta?
(Interruzione)
La
ripeto tanto non soffro di laringite cronica, posso ripetere.
(Interruzione)
E’
l’interrogazione sul concorso pubblico per l’assegnazione di sedi farmaceutiche
nella regione Calabria.
Abbiamo
chiesto informazioni al dottore Zito che è anche Presidente
della Commissione e pare che ci siano state delle defezioni da parte di due commissari che sono stati
sostituiti e poi c’è stato un altro commissario è stato vittima di infortunio.
Pare
ci siano dei ritardi ma entro settembre questa graduatoria dovrebbe vedere la
luce.
Ho avuto solo ieri questa
risposta e chiaramente mi farò carico di dire al dottore Zito
se possiamo accelerare le procedure ancora di più.
Presidente, questo problema mi è stato posto da parte di chi ha partecipato alla selezione.
Ha
concluso il Vicepresidente, consigliere Graziano? Allora a lei la
parola per la replica.
Non so se la
risposta sia corretta ma dalle notizie in mio possesso probabilmente no.
Intanto il bando si sta prolungando
oltre i termini di ogni ragionevole dubbio, si potrebbe dire, perché potrebbe
essere già formata questa graduatoria in quanto Regioni limitrofe che hanno
fatto il concorso dopo hanno già formato la graduatoria.
Ora il problema
qual è Presidente? Voglio
sottoporglielo anche perché questo è un tema a cui credo lei sia sensibile.
Ci sono alcuni
partecipanti a questo bando che
hanno vinto il concorso anche in altre Regioni come per esempio la Puglia.
Ora questa
gente, questi farmacisti, sono in difficoltà perché che fanno? Se ne
vanno in Puglia mentre poi sono vincitori, magari, del concorso in Calabria?
Credo che questa procedura non possa andare sine die perché non si fanno gli
interessi né della Calabria né dei cittadini calabresi.
Oppure se c’è un interesse, se bisogna
fare gli interessi delle lobbies
farmaceutiche o dei farmacisti facciamole pure ma in questo caso credo vadano
fatti gli interessi delle comunità, dei cittadini compreso di chi si è laureato
in farmacia in Calabria ed ha diritto ad avere una farmacia. Non è possibile
che i farmacisti blocchino queste graduatorie.
Dico con molta franchezza che questo
non è possibile. La invito ad esser vigile come governo regionale su questa
graduatoria perché è cosa estremamente delicata.
Prego, Vicepresidente.
Solo brevemente
dirò una sola cosa veloce. Ho detto all’inizio – lei non ha sentito – che è
chiaro che c’è un ritardo inaccettabile ed ho detto che poiché ho avuto questa
risposta nelle ultime ore di ieri non ho potuto verificare granché.
Una cosa la voglio
dire: ecco perché noi andiamo a nominare finalmente dei direttori generali
nella sanità diversi dagli interni perché deve funzionare la sanità e su questo
non ci sono dubbi.
Creeremo adesso
tutte quelle premesse per nominare un nuovo direttore generale che abbia,
finalmente, non vincoli di lobby come
dice lei – inaccettabili – e quindi sicuramente noi andremo nella direzione che
lei dice.
Non mi faccia dire cose che non ho
detto. Io non ho detto assolutamente che il direttore generale è legato ad alcune
lobbies mi
guarderei bene dal dire questo dell’attuale direttore generale.
(Interruzione)
Nemmeno il Vicepresidente aveva
diritto di replica. Se ha replicato lui ho anche io diritto di prendere la
parola perché non c’era il diritto di replica. Mi deve dare due secondi,
Presidente.
Le voglio dire questo: lungi da me
perché non ho detto quello che lei ha voluto dire.
Io non ho detto che la direzione
generale è con le lobbies dei farmacisti, mi guarderei bene dal fare una
affermazione del genere. L’ha fatta lei e ne prendo atto, vedremo cosa accadrà
in futuro.
Io voglio che questa graduatoria sia fatta, la sua
risposta mi fa capire anche una cosa: lei non ha approfondito perché non ha
avuto il tempo, ha detto. Ma mi dà speranza perché mi fa comprendere che da
parte sua c’è la massima volontà di far luce su questa faccenda e di
questo le do atto. Grazie.
Passiamo
all’interrogazione numero 28 del 10 marzo 2015 a firma del
consigliere Graziano “Sul Santuario diocesano della Madonna delle Armi in Cerchiara di Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in
data 4 marzo 2015 ignoti trafugavano, durante l'orario di apertura, la corona
in oro della Sacra effige della Madonna delle Armi presso la Cappella della
Madonna nel Santuario diocesano della Madonna delle Armi in Cerchiara
di Calabria;
sono in corso da parte dei carabinieri le indagini che
comunque hanno consentito l'individuazione di due sospetti, anche grazie alle
registrazioni delle telecamere a circuito chiuso e ad alcune testimonianze;
il
Santuario della Madonna delle Armi è uno dei Santuari Mariani più frequentati
della Calabria, e solo a luglio e agosto registra la presenza di circa 40.000 visitatori;
il Santuario della Madonna delle Armi è un complesso
monumentale montano medievale che contiene numerose opere d'arte, uniche in
tutto il meridione;
la Fondazione Santa Maria delle Armi, ente morale
proprietario dell'intero complesso monumentale dal 1500, non riceve da decenni
nessun contributo economico dalla Regione Calabria né da altre Istituzione. –
se intendono intervenire senza indugio per porre in
essere le azioni necessarie a garantire una adeguata dotazione finanziaria che
permetta alla Fondazione Santa Maria delle Armi di installare gli opportuni
sistemi di allarme, così da porre in .sicurezza l'inestimabile patrimonio
storico, culturale e devozionale del Santuario Madonna delle Armi.”
La
parola al vicepresidente, Ciconte.
Non conosco questa Madonna ma credo che abbia un valore culturale molto forte.
Premesso che il Santuario Madonna delle Armi di Cerchiara è di proprietà dell'Ente Ecclesiastico e quindi
di proprietà privata con le caratteristiche che il Codice dei beni culturali
riserva ai cosiddetti "Beni Ecclesiastici" in forza di specifiche
norme.
Premesso, ancora, che la tutela dei beni culturali è
materia di esclusiva competenza statale e che la valorizzazione è materia
concorrente tra Stato e Regioni.
Ciò detto e fermo restando il grande interesse che
riveste il monumento storico che dovrebbe impegnare tutti alla salvaguardia e
valorizzazione, la Regione - e per essa il Settore
beni culturali - opera in tale materia esclusivamente con
fondi comunitari o fondi su Programmi operativi nazionali - non vi sono fondi
per le emergenze e per interventi immediati - che per essere implementati
impongono il metodo della programmazione nell'ottica di un percorso selettivo e
valutativo i cui presupposti sono l'indicazione delle priorità da parte
dell'organismo di tutela che è lo Stato.
La Regione per quanto di competenza nella elaborazione
dei piani settoriali ha considerato tale monumento tra quelli più
rappresentativi e capaci di creare attrattività e
quindi quale “nodo” di
una eventuale “rete”.
Ciò significa che non potrà fare a meno di accogliere
una eventuale istanza che provenisse dall'organo di tutela in relazione alla valorizzazione
dell’edificio.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano per la
replica. Ne ha facoltà.
Mi ritengo assolutamente soddisfatto
della risposta del vicepresidente Ciconte. Grazie.
Passiamo all’interrogazione
numero 29 dell’11
marzo 2015 a firma del
consigliere Mangialavori “Sulla circolare veloce rossa” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scorso 21 gennaio è stato attivato il servizio dei
mezzi Amaco della Circolare Veloce Rossa Cosenza-Rende-Unical in tutto il territorio dell'area urbana;
l'avvio del servizio era stato consequenziale alla
firma del Protocollo di intesa siglato a Palazzo dei Bruzi
lo scorso 18 giugno 2014 dai sindaci di Cosenza e Rende;
il progetto,
partito da Cosenza per offrire un percorso prolungato, è funzionale alla rilevante domanda degli utenti che
giornalmente si spostano lungo l'asse Cosenza-Rende-Unical;
il boom di passeggeri si è accompagnato ad un generalizzato
apprezzamento da parte dei cittadini;
qualche giorno addietro, secondo quanto riportato
dagli organi di informazione, tale servizio sarebbe stato interrotto in seguito
all'intervento della Regione Calabria che avrebbe disposto la sua provvisoria
cessazione e inviato la relativa documentazione alla motorizzazione civile;
il servizio della Circolare Rossa si palesa
un'esigenza dei residenti dell'Area Urbana e degli studenti oltre che un
diritto (quello alla mobilità);
tale
paventata definitiva interruzione ha suscitato notevoli perplessità;
l'eventuale cessazione del servizio è
destinata a creare all'utenza significativi inconvenienti e disagi;
il servizio della Circolare Rossa risponde
al diritto alla mobilità e a un'esigenza oggettiva dei residenti dell'Area
Urbana e degli studenti -:
se e quali provvedimenti siano stati
emessi dall'ente Regione Calabria in merito a tale vicenda e le motivazioni
addotte a loro sostegno;
se
siano stati valutati gli effetti, per l'utenza, di un'eventuale definitiva
cessazione del servizio;
se siano state vagliate eventuali
soluzioni atte a evitare la cessazione del servizio espletato dalla Circolare
Veloce Rossa.”
La parola all’assessore De Gaetano.
Grazie Presidente, questo problema noi l’abbiamo
affrontato fin dall’inizio, anzi è entrato prima dell’insediamento della Giunta.
Sapete che a Cosenza c’era prima l’integrazione oraria/tariffaria “Bimbus” che è poi naufragata. Da quel momento in cui il
comune di Cosenza tramite l’Amaco ha effettuato
questo servizio che ora è stato sospeso in quanto la Motorizzazione civile di Cosenza
ha sospeso la possibilità all’Amaco di far questo
servizio perché la legge non prevede che la società di urbano possa fare anche
trasporto extra urbano.
Visto che al momento l’Unical,
Rende, è considerata una zona extra urbana ha impedito di fatto di fare questa
circolare veloce.
Siamo intervenuti con una riunione alla quale hanno
partecipato tutte le società interessate e tra l’altro questa tratta viene
gestita dalla società consortile privata “Autolinee due”. Abbiamo fatto una riunione
chiedendo al comune di Cosenza, di Rende, all’Amaco e
alla società consortile “Autolinee due” e alle Ferrovie della Calabria di fare
un tavolo tecnico per definire nuovamente l’integrazione tariffaria. Per
capirci meglio quello che era prima il “Bimbus” cioè
di dar la possibilità agli studenti di prendere lo stesso mezzo con lo stesso
biglietto integrato e salire contemporaneamente sia sui mezzi dell’Amaco che di Ferrovie della Calabria che di “Consorzio
autolinee 2”.
Tra l’altro il “Consorzio autolinee 2” ha implementato
con delle tratte il servizio per ogni 15 minuti e credo che nei prossimi giorni
si potrebbe trovare una soluzione con un accordo tra queste tre ditte di
autolinee – quali pubbliche e quali private -. L’assessorato sta spingendo molto
per trovare questa soluzione e secondo noi in attesa di fare una gara… perché poi il punto è questo: noi entro fine anno,
credo, valutiamo di fare le gare come prevede la legge e quindi sostituire le
concessioni che fino ad oggi sono in Calabria.
Si troveranno nuovi equilibri che saranno decisi dalla
gara, quindi dal mercato, e sarà ovviamente poi l’ambito di zona, quindi sarà
sicuramente la provincia di Cosenza a stabilire cosa mettere a gara. Ci sarà
una gestione diversa, non sarà la Regione e delegheremo a questo ambito qui.
Temporaneamente stiamo spingendo per far sì che si possa
rimettere insieme il “Bimbus” per dar la possibilità
ai ragazzi di salire su tutti e tre i mezzi con un biglietto integrato. Stiamo
lavorando anche per fare il Piano regionale dei trasporti e arrivare entro fine
anno a fare le gare, ovviamente per tutta la Calabria, per poter dare un
servizio più efficiente, per far risparmiare la Regione mettendo insieme con
l’integrazione vettoriale che ci sarà attraverso le gare, per rendere il
servizio molto più efficiente sia per gli studenti che per i lavoratori che
vanno all’Unical visto che quello è il tratto a più
alta densità della Calabria per quanto riguarda il mezzo pubblico urbano.
Stiamo lavorando in questa direzione e ci terrei a dire
che non è una decisione presa dalla Regione ma è stata la motorizzazione di Cosenza
a sospendere la possibilità di Amaco di fare la
Circolare Veloce perché vietata da una legge regionale.
So che Amaco ha fatto ricorso
al Tar insieme al comune di Cosenza e dovrebbe essere discussa la questione in
questi giorni. Se il Tar modificherà le cose immediatamente
andremo ad adempiere a quello che ci dirà il Tar.
Oggi, però, la legge ci dice questo, c’è un parere
dell’ufficio legale della Regione e c’è un parere che ha dato anche la
Motorizzazione civile di Cosenza.
In attesa di questo stiamo lavorando a rimettere
l’integrazione tariffaria.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha
facoltà.
Grazie, sono soddisfatto.
Interrogazione numero 30 del 18 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Su Ferrovia Silana Cosenza - San Giovanni in Fiore”. Ne do lettura: “Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la ferrovia Silana è rimasta in
esercizio fino al 2011 quando è stato sospeso il servizio viaggiatori oltre la
stazione di Pedace; oggi il servizio di trasporto pubblico da Cosenza per
raggiungere la Sila ed i paesi della Presila è garantito solo da trasporto
pubblico su gomma. Una situazione grave per un territorio montano privo di
tanti servizi che, oltre a rischiare l’isolamento durante la stagione
invernale, in alcune fasce orarie e nei giorni festivi è completamente privo di
un servizio di trasporto pubblico degno di questo nome; lo stato del trasporto pubblico locale in Calabria, e
quello ferroviario in particolare, soffre di alcune carenze strutturali ed è
storicamente poco considerato visto che, a dispetto di decenni di promesse
circa il necessario riequilibrio modale a fini di tutela ambientale e di
servizio universale, nei fatti si considera superfluo il contributo delle
ferrovie locali allo sviluppo del territorio; una situazione sottolineata dal fatto che, nel periodo
2010-2014, i treni regionali sono diminuiti del 16% mentre le tariffe sono
aumentate del 20% con una paradossale condizione di un servizio carente e più
costoso per i cittadini e con tratte ferroviarie storiche, come la Pedace San Giovanni in Fiore, che chiudono, a discapito
della sostenibilità economica e ambientale del trasporto pubblico regionale; alcune scelte della precedente Giunta
regionale, maturate per rispondere al deficit economico delle Ferrovie della
Calabria, hanno determinato una seria preoccupazione circa il futuro della
Ferrovia Silana per la quale il Piano di
riprogrammazione dei servizi di Trasporto pubblico locale e di Trasporto ferroviario
regionale (Adottato con la deliberazione n. 380 del 25/10/2013) prevedeva la
chiusura immediata della linea Camigliatello Silano -
San Giovanni in Fiore;
lo stesso provvedimento prevede la chiusura
della linea Pedace/Camigliatello Silano,
destinandola a servizi turistici e, in assenza di determinazioni entro il
31/12/2015, la Giunta regionale ne attuerà la chiusura definitiva; la successiva Delibera di Giunta
regionale, n.124 del 8/4/2014, con la quale si approva il Piano per i servizi
di trasporto pubblico locale per l’anno 2014, prevede la dismissione immediata
della linea San Nicola/Silvana Mansio/San Giovanni in
Fiore, in maniera parzialmente difforme da quanto previsto dalla D.G.R. n. 308/2013 (e cioè con l’esclusione del tratto a
valenza turistica Camigliatello Silano - San
Nicola/Silvana Mansio) e la sdemanializzazione
di tutti gli immobili ricadenti nella linea San Nicola/Silvana Mansio/San Giovanni in Fiore ed il loro conferimento quale
patrimonio disponibile di Ferrovie della Calabria;
il futuro della ferrovia Silana diventa ancora più
drammatico, se consideriamo che il Piano delle
valorizzazioni ed alienazioni immobiliari per l’esercizio finanziario 2013
(Delibera G.R. n. 40 del 11.02.2013) prevede
l’automatica classificazione dei beni immobili, presenti nell’elenco entro la
categoria del patrimonio disponibile della Regione Calabria. Ed in
questo elenco di beni da alienare sono inseriti i caselli ferroviari di
Spezzano Piccolo (4); Spezzano Sila (6); San Giovanni in Fiore (5), Serra Pedace (3) e Casole Bruzio;
l’applicazione congiunta di questi diversi
atti, se non si porrà rimedio, porterà a decretare la sdemanializzazione della tratta
ferroviaria tra San Nicola/Silvana Mansio – San
Giovanni in Fiore e l’alienazione dell’intero patrimonio immobiliare presente,
delineando un destino analogo per la tratta Pedace/San Nicola-Silvana Mansio entro il 31 dicembre 2015, e ponendo la parola fine alla possibilità
di ripristinare il servizio ferroviario tra Cosenza e San Giovanni in
Fiore contribuendo a una ulteriore marginalità del territorio silano e delle aree interne della Presila;
per impedire che questo disegno si compia,
dal 2 marzo 2015 si è attivato a San Giovanni in Fiore un Comitato per la
Salvaguardia della ferrovia Silana, formato
da Legambiente, Cgil, Auser e Associazione “Un
Sorriso per gli Emigranti”, che si è mobilitato per impedire che la ferrovia Silana venga smantellata e
che il patrimonio edilizio a supporto della stessa non venga dismesso, occupato
abusivamente o ceduto in maniera selvaggia per scopi non coerenti con il
primario interesse pubblico o di crescita sostenibile dell’economia silana;
la riattivazione e la messa in esercizio
della ferrovia Silana, in
quanto infrastruttura fondamentale per il trasporto locale, e considerato il
suo notevole valore storico e paesaggistico, può essere utilizzata a fini
turistici e per valorizzare il patrimonio naturalistico e ambientale del Parco
nazionale della Sila;
Ferrovie
della Calabria, nel suo Piano industriale per il periodo 2014/2018, per l’area silana prevede una maggiore integrazione del sistema
mobilità/turismo portando ad esempio il ripristino del Treno a vapore della
Sila e il perseguimento di politiche per una mobilità sostenibile e di
integrazione del trasporto pubblico locale. Il Piano segnala,
inoltre, come elemento di criticità, la bassa attrattività
della stazione di Vaglio Lise di Cosenza per l’interscambio tra i diversi
servizi di trasporto e la bassa utilizzazione dei servizi da Cosenza verso i
Casali, compresa una maggiore valorizzazione del servizio
ferroviario metropolitano;
il Piano prevede che dal 2014 venga messo
in locazione il patrimonio di alloggi e magazzini, e uffici situati su linee
dismesse e case cantoniere, e dal 2015 si attivino i
servizi turistici nell’Altipiano Silano affidando il
servizio di promozione, organizzazione e commercializzazione ad un soggetto
terzo, mentre Ferrovie della Calabria garantiranno una offerta di 16.700
posti/anno e 2.600 tr/km.
Come intende determinarsi il governo regionale in merito
alle richieste avanzate dal Comitato per la Salvaguardia della ferrovia Silana anche tramite una
apposita petizione che ha raccolto finora oltre 4000 firme e che chiede nello
specifico di:
non
procedere alla chiusura e alla sdemanializzazione
della tratta ferroviaria San Nicola/Silvana Mansio -
San Giovanni in Fiore;
riattivare
la ferrovia Silana Cosenza
- San Giovanni in Fiore per dotare il territorio di un sistema di trasporto
pubblico locale sostenibile;
garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria
dell’intera tratta della ferrovia Silana;
inserire la ferrovia Silana tra le proposte per
la mobilità sostenibile e il turismo della Strategia Nazionale per le Aree
Interne da finanziare attraverso le risorse della Programmazione Comunitaria
2014/2020;
promuovere
la ferrovia Silana e il suo
ambito naturalistico negli itinerari turistici nazionali e internazionali,
anche in occasione di Expo 2015;
proporre la
tratta Camigliatello Silano - San Giovanni in Fiore
tra le ferrovie d’alta quota da riconoscere quale patrimonio dell’Unesco.”
Prego, assessore De Gaetano.
Grazie Presidente,
la chiusura e la sdemanializzazione della tratta
ferroviaria San Nicola-San Manzio
verso San Giovanni in Fiore è stata approvata dalla Giunta regionale con delibera numero 124 dell’8.4.2014.
Sembra
oggettivamente difficile la possibilità di una riapertura della linea di San Giovanni in Fiore, sospesa ormai da anni, per una questione di carattere economico e tecnico e
anche perché ci sono gli
atti fatti dalla precedente Giunta regionale che sono andati già verso la chiusura di
questa linea.
Stiamo
ragionando ed abbiamo avuto già diverse sollecitazioni da parte di
amministratori locali e da parte di colleghi del Consiglio regionale come il consigliere Giudiceandrea, che mi aveva già posto questa questione, ed ora con l’interrogazione del consigliere Graziano su un ragionamento anche di
natura turistica, ovviamente.
Visto che
quella è una linea che passa per una zona paesaggisticamente molto bella e
visto che ci sono altre esperienze dalla Svizzera o da altre parti dove hanno
chiuso la tratta pendolare, per capirci, hanno
aperto una tratta turistica, stiamo ragionando -
oltre che col mio assessorato anche con l’assessorato al
turismo e alla cultura - per trovare nella nuova programmazione comunitaria la possibilità
di fare una linea turistica in alcuni periodi dell’anno.
Questo, ovviamente, è un ragionamento
ancora tutto aperto e oggi non saprei darvi una soluzione perché è una fase in
itinere.
Siamo aperti a suggerimenti da questo punto di vista da parte dei colleghi Graziano, Giudiceandrea e
di chi ha a cuore la questione, anche il nuovo sindaco di San Giovanni in Fiore –
si voterà tra poco – sarà parte principale del tavolo che faremo.
Siamo pronti a suggerimenti ed a trovare
soluzioni ma la nostra idea è di lavorare – se ci sono le condizioni dal punto di vista
economico – sul Por della nuova programmazione, dando la possibilità di
riaprire questa linea dal punto di vista turistico e di implementare la possibilità per i turisti
di visitare quelle zone attraverso questa linea che è di alto pregio come
poche in Italia.
Si tratta di una linea che arriva a quasi
1.300 metri di altezza ed è una linea molto importante che può essere
sfruttata molto dal punto di vista turistico.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha
facoltà.
Grazie assessore. Lei dice che non è possibile dal punto di vista economico e poi mi dice che
da un punto di vista turistico potrebbe esser fatto.
Prendo per buona l’ultima parte,
sull’importanza dal punto di vista turistico perché, attraversando il gran
bosco d’Italia, il bosco della Sila, questo trenino potrebbe rappresentare un
volano importante di sviluppo per l’altopiano silano.
Devo dirle ancora un’altra cosa.
Quando parla del lato economico, della quantificazione dei soldi necessari per
il ripristino, per la riapertura della ferrovia silana,
le dico che va fatta una analisi costi-benefici. Quindi devono essere
considerati i benefici che possono derivare dalla riapertura della linea dal
punto di vista turistico ed economico per le popolazioni che abitano
l’altopiano silano.
Quando si va a calcolare il costo
economico bisogna tener conto di questi fattori e non esclusivamente dei soldi
necessari al ripristino della linea.
Devo fare poi un’altra osservazione.
Quando lei mi dice che la chiusura è un atto assunto dalla precedente Giunta
regionale le devo dire che la scadenza è a dicembre 2015 e quindi questa Giunta
regionale ha tutto il tempo per poter revocare l’atto e per assumere
determinazioni di natura differente.
Non comprendo e non concepisco,
pertanto, che si possa dire che è stata la vecchia Giunta. Se la vecchia Giunta
ha sbagliato questa Giunta ha i tempi, la modalità ed i mesi per poter
rimediare e fare un atto giusto a favore di questa linea ferroviaria. Grazie.
Interrogazione numero 31 del 27 marzo 2015 a firma dei consiglieri Graziano, Sergio “Sulla Società “Progetto Magna Graecia”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nella sua lunga storia la Calabria è stata terra di approdo, transito e conquista per popoli gravitanti nel bacino del Mediterraneo e genti provenienti dalle regioni transalpine, che hanno dato vita ad una straordinaria polifonia culturale fatta di innesti e persistenze, di una fervida dialettica tra tradizione ed innovazione, un caleidoscopio culturale di straordinario fascino, i cui riflessi si scorgono nel patrimonio storico-artistico, nella gastronomia, nell’artigianato, nella musica, nelle forme di religiosità, nel paesaggio;
le testimonianze di questa storia millenaria di grande fascino devono essere maggiormente valorizzate, se si considera che l’intero territorio regionale è disseminato di testimonianze archeologiche: i grandi parchi Locri, Capo Colonna, Roccelletta di Borgia e Sibari, ma di altrettanta importanza sono le aree archeologiche di Ciro Marina, Monasterace Marina e anche Castiglione di Paludi;
nel dicembre 2010 il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una legge che istituisce la società “Progetto Magna Graecia” con lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della nostra regione;
nel 2011 è stata creata la società mista Regione Calabria-Comuni di Crotone, Cutro, Gioia Tauro, Santa Maria del Cedro, Spezzano Albanese, Vibo Valentia, denominata Progetto Magna Graecia;
la suddetta società ha come obiettivo primario la valorizzazione del patrimonio archeologico calabrese;
l’agenda della società era proiettata verso l’internazionalizzazione delle attività, dall’iter per il riconoscimento della Magna Graecia calabra come patrimonio dell’umanità con il sigillo dell’Unesco, fino all’utilizzo dei fondi europei destinati allo sviluppo della regione;
le iniziative come quella del “Progetto Magna Graecia” hanno, inoltre, l’ulteriore obiettivo di sensibilizzare sulla necessità di valorizzare e tutelare anche i beni archeologici cosiddetti “minori”, che rischiano di essere dimenticati e cancellati dalla memoria storica degli uomini;
in un’ottica che mira non solo alla prevenzione e conservazione, ma anche alla conoscenza e valorizzazione dei beni culturali, è importante sottolineare anche il ruolo di primaria importanza di una formazione specializzata per favorire la fruizione dei beni culturali, di cui la regione Calabria è ricca;
per il Progetto Magna Grecia, con tutte le iniziative e le attività da svolgere, va rimarcata l’importanza che potrebbe dare all’occupazione stabile per i tanti giovani calabresi in cerca di un lavoro soddisfacente, qualificato e qualificante, infatti in questo settore viene richiesto un elevato livello di conoscenza teorica e tecnica per analizzare e rappresentare, in ambiti disciplinari specifici, situazioni e problemi complessi, definire le possibili soluzioni e assumere le relative decisioni;
qualsiasi attività nel campo dei beni culturali deve essere condotta in sinergia e col supporto di altre figure professionali del settore beni culturali, quali la figura dello storico dell’arte, del conservatore e del restauratore, ecc..-:
come intende determinarsi la Regione Calabria in merito alle difficoltà in cui versa la società “Progetto Magna Graecia”, legate – parrebbe – alla mancata erogazione dei fondi in dotazione alla società, che ha di fatto provocato l’interruzione di una serie di iniziative di rilievo già ideate e programmate e che hanno portato alla convocazione di un’assemblea straordinaria dei soci in cui si proporrà la liquidazione della società “Progetto Magna Graecia”;
i motivi per i quali il governo regionale non ha inteso dare attuazione alla programmazione predisposta dalla società e alla legge regionale Magna Graecia, visto il notevole contributo che potrebbe apportare sia in campo occupazionale che di valorizzazione e fruizione dei beni archeologici della nostra regione.”
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
La Società in oggetto, costituita in data 20.11.2012 in attuazione dell’articolo 11 della legge regionale 29 dicembre 2010, numero 34, a fronte di ricavi pressoché nulli, che palesano un’assoluta inoperosità, è stata caratterizzata sin dalla sua costituzione, da una struttura del conto economico appesantita da costi fissi - personale, costi amministrativi, compensi per organi di controllo - che ha provocato una preoccupante situazione di indebitamento.
Lo stesso Ministero dell’economia e delle finanze, Mef, Dipartimento ragioneria generale dello Stato nella “Relazione sulla verifica in materia di scostamenti dagli obiettivi di finanza pubblica”, datata 17 febbraio 2014, ha evidenziato che per la Società Magna Graecia la spesa per il personale rappresenta il 45 per cento dei costi di produzione, richiamando le disposizioni di cui all’articolo 18 della legge numero 133 del 2008, e che, in considerazione della rilevante perdita, ben superiore al capitale sociale, “la proprietà dovrà intervenire immediatamente per ricapitalizzare la società oppure per porla in liquidazione”.
Durante l’assemblea ordinaria dei Soci del 09 novembre 2013, la Regione Calabria ha espresso la volontà di ripianare le perdite e il capitale sociale senza che, tuttavia, venissero mai stanziate in bilancio le relative somme.
La legge 23 dicembre 2014, numero 190, - Legge di stabilità 2015 - ha introdotto alcune novità in materia di società partecipate.
In particolare, l’articolo 1, comma 611, della sopra citata disposizione normativa stabilisce che le Regioni, a decorrere dal 1° gennaio 2015, avviano un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, in modo tale da conseguire la riduzione delle stesse entro il 31 dicembre 2015.
Il successivo comma 612 stabilisce che “i Presidenti delle Regioni definiscono ed approvano, entro il 31 marzo 2015, un Piano operativo di razionalizzazione delle Società partecipate e delle partecipazioni societarie direttamente o indirettamente possedute, le modalità e i tempi di attuazione, nonché l’esposizione in dettaglio dei risparmi da conseguire” da trasmettere alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti.
Il comma 613 della medesima norma prevede, inoltre, che “le deliberazioni dì scioglimento e di liquidazione e gli atti di dismissione di società costituite o di partecipazioni societarie acquistate per espressa previsione normativa sono disciplinati unicamente dalle disposizioni del Codice civile e, in quanto incidenti sul rapporto societario, non richiedono né l’abrogazione, né la modifica della previsione normativa originaria”.
In attuazione della normativa sopra citata, la Giunta regionale, con deliberazione numero 89 del 31 marzo 2015, ha disposto di procedere alla dismissione della partecipazione societaria attualmente detenuta in Progetto Magna Graecia srl.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, prendo atto che la Giunta regionale ha deciso – per come era anche scritto nella legge collegato al bilancio – di chiudere la “società in house Progetto Magna Grecia”.
Al di là di questa che è una scelta di cui chiaramente il governo
regionale si assume tutta la responsabilità,
il punto è un altro. La Calabria è stata meta nei secoli di popoli provenienti
sia dal Mediterraneo che dal nord Europa ed ha dei
siti archeologici di grande importanza come Sibari, Crotone, Roccelletta di Borgia, Monasterace
ma anche di siti archeologici minori come Paludi, Cirò
ecc.
Perché fu
costituita la società Magna Graecia? Fu costituita perché questi siti hanno una valenza naturalistica
e turistica, anche ai fini di sviluppo del territorio della nostra regione, importante.
Io vorrei – e su questo invito il governo regionale – che comunque venga tenuto presente lo scopo per cui è nata la società Magna Graecia. Se voi, ora, avete deciso di chiuderla avrete le vostre buone ragioni. Quello che è importante è che i beni archeologici in Calabria abbiano un ruolo preminente per far sì, soprattutto, che questi siti vengano conosciuti e resi noti, altrimenti non c’è fruizione. I fondi li abbiamo, sono quelli che l’Unione europea ci dà e quindi inviterei il governo regionale ad adoperarsi su questo. Grazie.
Interrogazione numero 32 del 30 marzo 2015 a firma del consigliere Graziano “Sugli Uffici della Regione Calabria a Milano e loro utilizzo anche in vista dell’Expo 2015”. Ne do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria conduce in locazione l’immobile sito in Milano, in via Broletto nr. 16, a poca distanza da piazza Cordusio e dal Duomo, giusto contratto di locazione stipulato in data 30 dicembre 2011, registrato in data 27.01.2012 presso l’Ufficio delle Entrate di Roma 1 (TJN) Rep. 704 Serie 3T (Proprietà: Beni Stabili Gestione SpA Bsg Sgr);
la Regione ha destinato l’immobile allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d’origine dei calabresi residenti fuori regione;
il canone d’affitto pagato per l’immobile ammonta ad € 8.000 mensili circa (per un totale di € 96.000 annui circa) ed il contratto scade a fine 2017;
il 20 giugno 2013 è stato inaugurato con servizi per l’accoglienza e l’allestimento con fatture di spesa per la regione ammontanti ad € 6.000 circa;
il primo ufficio di rappresentanza della Regione Calabria a Milano era stato aperto nel 1973 dall’allora Presidente Antonio Guarasci e dall’assessore al turismo Giuseppe Nicolò;
nel 2008 il presidente Agazio Loiero aveva chiuso l’ufficio per mancanza fondi, riaprendolo poi il 19 febbraio 2010 con l’intenzione di farlo cogestire dal CO.SE.R (Consorzio Servizi Regionali) Calabria e dalla FEIACC (Federazione Italiana Associazioni e Circoli Calabresi);
l’ufficio, ad oggi, nonostante l’imminenza dell’Expo 2015, risulta praticamente chiuso;
proprio il prossimo importante appuntamento con l’Expo 2015 è, come definito da molti, come un palcoscenico unico all’interno del panorama mondiale ed un’occasione per valorizzare le risorse interne della regione Calabria;
la Regione, avendo avuto modo di constatare il grave ritardo nel processo di preparazione all’Expo 2015, ha attivato una task force interna per recuperare il suddetto ritardo, disponendo il divieto assoluto ad ogni ricorso a collaborazioni esterne allo scopo di non far gravare ulteriori costi sulle finanze regionali.
Come intende determinarsi il governo regionale in merito all’eventuale utilizzo dell’immobile sito nel centro di Milano, i cui costi sono già gravanti sul bilancio regionale;
nello specifico, quali azioni il governo regionale intende mettere in campo per l’utilizzo pieno e funzionale della predetta sede in Milano in occasione dell’Expo 2015, come sarebbe auspicabile, considerato che l’immobile è proprio finalizzato allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d’origine dei calabresi residenti fuori regione”.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Per garantire una presenza continuativa durante il periodo interessato dalle attività di Expo 2015, si sta procedendo a recuperare la sede di Milano, in Via Broletto, rimasta chiusa fino ad ora, per farne una vetrina nel cuore di Milano, per il nostro patrimonio naturalistico, paesaggistico, storico, culturale, enogastronomico. Si farà con il concorso attivo degli operatori, dei produttori, della rete che opera sul nostro territorio.
In tal senso si sono già attivate e sono in fase di esecuzione, attività tecniche per procedere con la riqualificazione e funzionalizzazione dei locali con alcuni interventi migliorativi per permetterne un’immediata fruizione.
Volevo ricordare – ha ragione il consigliere Graziano – che
per lungo tempo sono stati abbandonati, li ho visti in questo periodo in cui
siamo andati all’inaugurazione dell’Expo e stiamo cercando di mettere in moto
tutti i meccanismi utili per far di quella sede una vetrina della nostra regione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha
facoltà.
Grazie, Vicepresidente e Presidente. Avevo già appreso dai giornali che vi state adoperando affinché questo spreco di 96 mila euro l’anno non debba continuare per una sede che è tenuta chiusa, di cui si vede dalle vetrate lo stato di abbandono e che all’interno vi sono due scrivanie in cui non c’è nessuno.
Apprendo anche che è stata accolta la proposta che fu da me fatta con l’interrogazione datata 30 marzo, di adoperare questi locali per l’Expo, approfittando del fatto che per il centro di Milano si pensa passino, per questa occasione, 12 milioni di persone e che sicuramente si affacciano in via Brodoletti, che è in zona centrale.
Adoperare questa sede anche come vetrina internazionale per la fruizione di ciò che la Calabria rappresenta mi pare una buona idea che il governo regionale ha accolto, di cui mi compiaccio e quindi ringrazio.
Passiamo alla interrogazione numero 33 del 31 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Erosione costiera, ricognizione sugli interventi eseguiti e nuova strategia politica” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Comunità
europea ha erogato negli ultimi anni molteplici finanziamenti per contrastare
il fenomeno dell’erosione costiera;
le linee di
intervento sono poi state curate dalla Regione Calabria;
molti
finanziamenti europei non sono stati tuttavia utilizzati;
il fenomeno
dell’erosione costiera è stato causato da agenti esogeni o endogeni, qualificati tali in
relazione alla loro collocazione esterna o interna alla superficie terrestre.
Gli agenti esogeni, in particolare, sono risultati
più continui ed ostinati nella loro azione erosiva: venti, aumento del volume
liquido dovuto ai mutamenti climatici, movimenti gravitativi e organismi
viventi (bioerosione);
ad essi vanno
aggiunti anche gli scriteriati interventi umani: soppressione dei boschi,
prelievo abusivo di sabbia dai letti, dalle rive dei fiumi e dalle spiagge
marine, cementificazione selvaggia, urbanizzazione forsennata, costruzione
repentina di porti e porticcioli senza un accurato studio dell’impatto
ambientale, del moto delle correnti, dei flussi e riflussi degli organismi
viventi sotto la superficie delle acque;
la problematica
nel corso degli anni, è stata aggravata dalle massicce opere di regimazione fluviale realizzate nei fiumi calabresi dagli
anni Cinquanta agli anni Settanta. L’uso massiccio delle briglie, ad esempio,
ha bloccato l’afflusso naturale dei detriti, ha determinato la scomparsa delle
foci dei fiumi e, conseguentemente, la scomparsa degli arenili;
inoltre, è mancata
tutela e valorizzazione delle dune con la vegetazione e con la fauna presente
da secoli e ciò senza valutare che quelle, con i dolci pendii che il mare
stesso e i movimenti della terra creavano, costituivano la migliore difesa
contro l’erosione;
anche le scelte
tecniche e amministrative non sono state lungimiranti e appropriate a
contrastare l’erosione;
i rimedi
eseguiti, come la posa di scogliere parallele alla costa o di sacchetti di
plastica riempiti di sabbia per frenare il flusso sabbioso, non sono apparsi
finora degni di nota presentandosi, più che altro, come empirici e
inconsistenti;
esempi di tutto
ciò sono stati gli ingenti danni subiti nel lungomare di Nocera
Tirinese o nella strada statale 118;
altri esempi di
interventi incapaci di contrastare il fenomeno erosivo si sono registrate ad
esempio a Fuscaldo dove le opere realizzate a difesa
della coste, come le barriere frangiflutti, si sono sbriciolate in poco tempo a
causa delle mareggiate invernali. Analoga sorte è toccata alla costa di Zambrone,
dove nonostante gli interventi tecnici degli anni passati, l’erosione è ben
lungi dall’essere arginata;
la problematica
in questione ha assunto dimensioni gravissime. A conferma di ciò i numerosi
dettagliati articoli apparsi sulla stampa regionale nell’ultimo periodo, l’azione
decisa dei Comuni che hanno in merito deliberato per chiedere gli interventi
caso e i tanti interventi dei tecnici esperti del settore;
in particolare
modo risultano colpiti da tale fenomeno, la parte nord e centrale del Tirreno
calabrese;
urge, pertanto,
effettuare una ricognizione capillare delle politiche fin qui poste in essere,
delle scelte strategiche e tecniche adottate e dei risultati conseguiti;
alla luce di
quanto sopra esposto, il ripascimento degli arenili
completamente scomparsi appare una priorità non più procrastinabile;
la nuova Giunta
regionale ha l’onere di intervenire sulla questione con somma urgenza e
priorità. In particolare, sui criteri di erogazione della spesa attraverso una
puntuale programmazione dei fondi comunitari e mediante il coinvolgimento di
tecnici e professionalità anche di caratura internazionale;
vista la
dimensione assunta dal problema s’impone, infatti, il ricorso allo studio, alla
scienza e alla tecnologia più avanzate, ad una coscienza rieducata della gente,
delle imprese, degli amministratori cittadini e soprattutto alla competenza ed
alla determinazione delle autorità dello Stato -:
se intenda
effettuare una ricognizione sui risultati fin qui prodotti dalle scelte
tecniche, politiche e strategiche, adottate per contrastare il fenomeno dell’erosione
costiera;
se intenda dare
priorità, impulso e dinamismo a una nuova politica finalizzata a contrastare l’erosione
costiera, con particolare riferimento ai tratti del Tirreno calabrese
interessato;
se intenda
coinvolgere le esperienze e le professionalità maturate in Calabria, nonché
studiosi e tecnici di dimensione internazionale;.
se intenda
progettare una nuova fase di programmazione della spesa comunitaria riservata
al settore e in quali termini.”
La parola all’assessore De Gaetano.
Grazie Presidente.
La Giunta regionale con deliberazione numero 1158 del 27 dicembre 2005, in
esecuzione dell’articolo 10 della legge regionale numero 13/2005, ha affidato
all’Autorità di Bacino Regionale, il compito della redazione del “Piano di gestione integrata delle coste”.
Nel corso degli
ultimi anni l’ABR con lo scopo di superare le problematiche legate all’eccessiva
frammentazione dei finanziamenti e alla realizzazione di opere con effetti
limitati a scala locale ha avviato un’importante azione di monitoraggio al fine
di programmare le opere di difesa costiera non più a livello comunale e/o
provinciale ma ragionando per macro aree.
Per meglio
definire gli interventi di difesa costiera è stato redatto un Master Plan che è composto da una “Relazione Generale”, dalle “Carte
di sintesi” in cui sono rappresentate fra l’altro le opere esistenti e gli
interventi previsti, raccolte in un atlante e un documento che riassume le “priorità degli interventi e la stima generale dei costi”, per ognuna delle 21 macro aree individuate.
Per raggiungere
questo importante risultato è stata coinvolta tutta la segreteria tecnica dell’Autorità di Bacino, alcuni funzionari
del dipartimento lavori pubblici, del genio civile opere marittime, delle cinque amministrazioni
provinciali calabresi e, per alcuni aspetti specialistici, il dipartimento Diceam dell’università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria.
Per quanto
riguarda la programmazione e l’attuazione degli interventi strutturali, a
fronte di una valutazione degli interventi necessari per la messa in sicurezza
delle aree a rischio elevato di erosione costiera, per oltre 500 milioni di euro.
Parte della
copertura finanziaria - 40 milioni di euro - è stata fatta gravare sull’APQ Difesa
delle Coste, stipulato nel 2012.
In soli 12 mesi sono stati programmati, progettati e bandite le gare di
appalto per 15 interventi di messa in sicurezza, alcuni dei quali sono già
stati aggiudicati e per i quali a breve partiranno i lavori di messa in
sicurezza.
In questo caso, l’Autorità e il dipartimento lavori pubblici si sono
sostituite alla Stazione unica appaltante che aveva evidenziato difficoltà
oggettive a poter espletare le procedure
entro dicembre 2014, termine ultimo per l’assunzione di obbligazioni
giuridicamente vincolanti previsti dalla delibera Cipe 87/2012.
Per l’erosione costiera, con
delibera di Comitato istituzionale numero 2 del 22 luglio 2014 è stato adottato
l’aggiornamento del Pai relativo al rischio di erosione costiera.
Con la sua
pubblicazione sul Bur Calabria sono state avviate le
procedure che porteranno alla sua formale approvazione.
Il Piano
redatto a scala regionale si compone di una “Relazione di Piano”, delle “Norme
Tecniche di Attuazione”, di numero 280 mappe di pericolosità e numero 280 mappe
del rischio.
In questo caso è stato aggiornato, su base regionale, il Piano dei
vincoli su tutti i 116 comuni costieri a differenza del vecchio Pai che ne
considerava soltanto 42.
La parola al
consigliere Mangialavori.
Va bene così.
Grazie.
Siamo all’interrogazione numero 34 del 31 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulle
celebrazioni in onore di Gioacchino Murat nel
bicentenario della sua morte” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
Gioacchino Murat nasce a Labastide-Fortunière
il 25 marzo 1767. Convinto sostenitore di Napoleone, lo seguì in varie campagne militari. Il 20 gennaio
1800 sposò la sorella minore di Napoleone, Carolina Bonaparte. Divenne così re
di Napoli nel 1808;
grazie alla sua
politica, il regno fu oggetto di un complesso organico di riforme, che apportò
ampie trasformazioni destinate ad incidere profondamente sulla storia della Calabria
e dei calabresi;
il suo impegno
fu soprattutto diretto alla modernizzazione del regno. Fra i provvedimenti più
significativi, l’abolizione della feudalità. Ad onore del vero, la legge di
abolizione era stata promulgata da Giuseppe Bonaparte il 2 agosto 1806, ma fu
merito del governo murattiano averle dato una pratica
applicazione;
fra le riforme
ad essa connesse va sottolineata l’abolizione di tutti i diritti
giurisdizionali, proibitivi e personali e la divisione dei demani in libere e
intangibili proprietà;
fra le riforme
più incisive ci furono anche quelle finanziarie. La gravissima situazione
finanziaria del Regno di Napoli venne affrontata da Murat
attraverso due leggi: la confisca della manomorta ecclesiastica e la
liquidazione del debito pubblico;
fra le altre
riforme, va altresì segnalata anche quella tributaria, fondata su di una
maggiore perequazione e semplicità dei tributi. Nonché la riforma legislativa e
penale. L’1 gennaio 1809 venne esteso al Regno di Napoli il Code Napoléon. Su ordine di Murat il
codice venne tradotto e adattato, nei contenuti, alle esigenze del regno;
a Murat si deve l’istituzione del ministero dell’Interno e la
suddivisione del territorio nazionale in intendenze provinciali che prevedevano tre divisioni
fondamentali: quella dell’amministrazione civile, finanziaria e di alta polizia;
nel 1808 fu
definita anche la riforma dell’amministrazione civica della capitale, Napoli,
sul modello della capitale francese, che la vide composta dal sindaco, da
dodici eletti ed un cancelliere, e comprendente l’amministrazione delle città e
dei borghi; mentre il decurionato ne era il corpo rappresentativo;
decisamente
incisivo fu l’apporto offerto per la creazione di un sistema giudiziario equo
ed efficace;
infatti, in età
premoderna, il sistema-giustizia locale era
appannaggio del feudatario, il quale aveva pieni poteri sia in materia di
giustizia civile che penale. I ricorsi, invece, potevano essere inoltrati alla
regia udienza di Catanzaro e alla regia
camera di Santa Chiara a Napoli. Con l’avvento dei francesi, l’amministrazione della giustizia divenne
prerogativa esclusiva dello Stato. Il Regno fu diviso in: giudici di pace,
pretori, tribunali civili e penali;
nel 1809 la
rivoluzione francese investì, così, un settore decisivo per la vita dei
cittadini; vennero istituiti, numerosi distretti deputati a tale funzione
pubblica, fra cui: Briatico, Monteleone
(attuale Vibo Valentia), Monterosso, Nicotera, Pizzo,
Serra San Bruno e Tropea. Nel passato recente e più datato, le sedi ospitanti l’attività
giurisdizionale sono state soppresse, ad eccezione di Vibo Valentia. Il tutto
con ripercussioni negative sul contesto civile locale;
si deve anche a
Murat, con decreto del 4 maggio 1811 numero 922 la
suddivisione della regione in due province: la Citeriore, con capitale Cosenza
e l’Ulteriore con capitale Monteleone. Ogni provincia
venne quindi divisa in quattro distretti, suddivisi ulteriormente in circondari e quest’ultimi in comuni e frazioni;
fu sempre per
merito di Murat la creazione, in Calabria, di un
sistema municipale moderno e ciò in virtù del menzionato decreto numero 922 del
1811;
intorno alla
figura del regnante francese sono state realizzate nel tempo varie iniziative
di matrice culturale nei comuni calabresi. E ciò, in particolare modo, da parte
della “Associazione culturale Gioacchino Murat Onlus
di Pizzo” che ha realizzato approfonditi studi e qualificati eventi;
serie ricerche,
su base scientifica, finalizzate al recupero delle sue spoglie non sono mai
state fatte e che, secondo i documenti esistenti presso l’archivio storico della Chiesa di
San Giorgio, quello del comune di Pizzo e l’archivio borbonico di Napoli, nonché le testimonianze
scritte del canonico Tommaso Masdea
presente alla sepoltura e del farmacista di Pizzo. A Condoleo,
giacciono nella chiesa napitina dedicata a San
Giorgio;
Gioacchino Murat, oltre alle riforme di cui sopra è cenno, fu anche un abile amministratore. Il monarca,
infatti, potenziò le strutture viarie del Regno, avviò processi di
ristrutturazione urbanistica, intraprese scavi archeologici, valorizzò il
patrimonio storico e artistico, creò una burocrazia capace di gestire i
dinamismi avviati dalle riforme, all’insegna di un rinnovato rapporto
centro-periferia;
nonostante le
molte resistenze alle sue riforme, fomentate dalla Corte Borbonica di Palermo,
riuscì in un periodo piuttosto breve, ad incidere sulle mentalità e sugli
atteggiamenti individuali e collettivi;
oltre all’abolizione
della feudalità, all’uguaglianza davanti alla legge e a quella fiscale, rinnovò
l’esercito e la marina, potenziò l’economia, introdusse il divorzio, rilanciò l’attività
culturale di Napoli fondando l’Orto botanico, la facoltà di Agraria e di
Veterinaria, l’Osservatorio astronomico. Iniziative di cui beneficiò tutto il
Sud;
da tale quadro
emerge la figura di un governante dinamico, di un amministratore moderno, di un
legislatore acuto, legatissimo alla terra di Calabria e di grande coraggio;
il 13 ottobre
2015 ricorrono i duecento anni dalla sua morte avvenuta a Pizzo mediante
fucilazione da parte della Gendarmeria Borbonica. Una circostanza già rimarcata
da molti studiosi, giornalisti e ricercatori calabresi, i quali hanno auspicato
attenzione su tale significativo evento;
proprio per il
preminente ruolo assolto da Murat in chiave modernizzatrice
della Calabria (e del Sud) risulta necessario prestare particolare importanza a
tale ricorrenza e ciò al fine di: a) approfondire gli studi sull’impatto delle
riforme murattiane; b) attualizzare la figura del
regnante francese alla luce dei progetti di riforma cui sono interessati, in
modo particolare, gli enti locali; c) arricchire l’elemento identitario,
specie con riferimento alle municipalità calabresi sorte grazie alla riforma di
Murat -:
se intenda
celebrare la ricorrenza del bicentenario della morte di Gioacchino Murat (13 ottobre 2015);
se intenda
istituire a tal fine un comitato di eminenti figure culturali per onorare nel
migliore dei modi tale ricorrenza;
se intenda
coinvolgere nell’eventuale progetto di valorizzazione anche le associazioni
culturali, specie quelle locali e operanti su Pizzo che nel tempo hanno già
avviato adeguati progetti culturali intorno al monarca francese;
se intenda
coinvolgere anche le municipalità calabresi e in che termini, per avviare una
duplice riflessione: riscoperta del proprio percorso identitario,
approfondimento sulle realtà municipali della contemporaneità alla luce delle
prospettive di riforma”.
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Anche per
questa interrogazione con riferimento alle richieste evidenziate e, in
particolare, alla possibilità di realizzare un evento commemorativo e di costituire
un comitato di esperti, vorrei precisare che l’evento potrà essere proposto all’Avviso
per la selezione di eventi culturali storicizzati dall’Associazione Gioacchino Murat che già in passato ha realizzato, attraverso la
partecipazione ad avvisi di selezione analoghi, rievocazioni storiche sul tema.
L’avviso è
attualmente aperto e la scadenza per la presentazione delle domande è fissata
al 28 maggio 2015. Lo stesso è disponibile sul Burc numero 28 del 28 aprile
2015 - parte terza.
C’è un nulla
osta alla costituzione di un comitato il cui eventuale costo non sarebbe
tuttavia sostenibile a valere sull’avviso di cui al punto precedente, ma deve essere senza oneri perché sappiamo che i
Comitati, purtroppo, per norma debbono esser fatti così. Va bene?
La parola al
consigliere Mangialavori per la replica.
Grazie assessore Ciconte, sono
soddisfatto.
Ho voluto sollecitare la Giunta
regionale perché penso possa essere una enorme occasione per la città di Pizzo
e per tutto il territorio vibonese. Mi auguro che la Regione Calabria, per quanto possa, stia vicino alle tante
associazioni che ci sono e riesca a realizzare a Pizzo una celebrazione che possa
passare alla storia. Grazie, assessore Ciconte.
Siamo alla interrogazione numero 35 del 14 aprile 2015 a firma del consigliere Graziano “Sulla Società
COMAC: Consorzio Mercato Agricolo Alimentare Calabria” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria è socio di maggioranza
della società COMAC: Consorzio Mercato Agricolo
Alimentare Calabria con sede in Montalto Uffugo;
la società COMAC ha per oggetto, in coerenza con gli indirizzi
della programmazione Comunitaria, Nazionale e Regionale, lo svolgimento delle
seguenti attività: istituzione, costruzione e gestione dei mercati all’ingrosso
di prodotti agricoli alimentari, costruzione e la gestione di centrali
alimentari ed ortofrutticole, di impianti di produzione, di trasformazione
ecc., produzione e acquisto di imballaggi, cesterie ecc.;
la società COMAC ha, oggi, 12 unità di personale, a cui dal
maggio 2014 non viene corrisposta alcuna mensilità -:
come intende
determinarsi la Regione Calabria in merito alle difficoltà ed alla situazione
di estremo disagio in cui versano i 12 dipendenti della società COMAC e le loro
famiglie, considerato che da maggio 2014 non viene percepita alcuna mensilità;
se sono
assicurati tutti gli adempimenti riguardanti gli obblighi sulla sicurezza del
lavoro, visite mediche dipendenti, ecc.;
se il governo
regionale ha un piano, anche in accordo con i sindacati, per il ricollocamento
lavorativo degli attuali 12 lavoratori della COMAC o se sono previste altre
forme di tutela.”
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Chiedo di
rinviarla in quanto deve rispondere l’assessore Guccione, trattandosi di personale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha
facoltà.
Se chiedete di rinviarla ne prendo atto. Ma prendo atto
anche che l’ordine del giorno era stato fatto da tempo così come la
convocazione.
Oggi vedo l’assenza dell’assessore Guccione e del presidente
Oliverio, che saranno pure giustificati, ma una cosa
mi deve consentire di dirla. Noi queste interrogazioni le abbiamo fatte da mesi
e non abbiamo avuto la risposta per iscritto nei termini stabiliti. Ci
aspettavamo che almeno oggi fossero presenti gli assessori competenti per
poterci dare la risposta.
Ce ne duole molto…
(Interruzione)
Allora devo dire che forse i colleghi di Forza Italia avevano ragione nel dire “non facciamo il Consiglio”. Questo mi dà effettivamente modo di precisare che non è corretto nei confronti dell’Aula che oggi non si abbia risposta ad interrogazioni presentate da mesi. Non ci sono state date le risposte per iscritto nei termini ed oggi che è messa finalmente all’ordine del giorno non c’è chi deve dare risposte.
Di questo mi dispiace molto e ne faccio pubblicamente menzione.
L’interrogazione numero 35 è rinviata.
Siamo all’interrogazione numero 36 del 17 aprile 2015 a firma del consigliere Orsomarso “Sul problema amianto in località Triscioli del Comune di Santa Caterina Albanese (CS)” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Legge 27 marzo 1992, n. 257, art. 10, comma 1, dispone che le Regioni e le Province adottino i piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto;
con D.P.R. 8 agosto 1994, veniva adottato “Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni e alle Province Autonome di Trento e Bolzano per l’adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto”;
il Decreto 6 settembre 1994 del Ministero della Sanità definisce “Normative e metodologie tecniche di applicazione dell’art. 6, comma 3, e dell’art. 12, comma 2, della legge 27 marzo 1992, n. 257, relativa alla cessazione dell’impiego dell’amianto”;
il Decreto Ministeriale 18 marzo 2003, n. 101 reca il “Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93”;
la Regione Calabria ha approvato, in materia, la L.R. 27 aprile 2011 n. 14, recante “interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: norme relative all’eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto”;
con Deliberazione della Giunta Regionale n. 201 del 4 maggio 2012 è stata istituita, ai sensi dell’art. 3 comma 1 della L.R. n.14 del 27 aprile 2011, l’Unità Speciale Amianto (USA) a carattere temporaneo, per il conseguimento delle finalità previste all’art. 1 della L.R. 27/04/2011 n° 14, tra cui l’elaborazione del Piano Regionale Amianto Calabria (P.R.A.C.).
con la Deliberazione della Giunta Regionale n. 502 del 30 dicembre 2013 sono stati deliberati “..../’ criteri per l’individuazione dei luoghi idonei alla realizzazione all’esercizio di impianti di smaltimento di rifiuti contenenti amianto ai sensi dell’art. 54, comma I, del L.R. 23 dicembre 2011 n.47”;
nella seduta del 28/07/2014 l’Unità Speciale Amianto ha condiviso all’unanimità dei presenti, il documento preliminare denominato “Piano Regionale Amianto per la Regione Calabria (P.R.A.C.)” che allo stato non risulta ancora ufficialmente approvato;
nella località Triscioli del Comune di Santa Caterina Albanese (Cosenza) esiste una vecchia fabbrica estesa su circa 20.000 metri quadrati, da anni abbandonata ed in completo stato di abbandono e di degrado strutturale, di proprietà della Fabbrica Loggese Laterizi (FIL) Srl fallita con sentenza dell’11 novembre 1998 emessa dal Tribunale di Cosenza;
l’immobile che ospita la vecchia fabbrica è coperto da lastre di eternit contenente amianto e la gran parte di queste è in frantumi, di conseguenza dai capannoni abbandonati si disperdono giornalmente nell’ambiente fibre di amianto, sostanza gravemente pericolosa e nociva per la salute pubblica, che raggiunge i vicini centri abitati di Santa Caterina Albanese, in particolare la frazione Loggi e la contrada Pianette, raggiungendo inoltre i territori limitrofi di Fagnano Castello, San Marco Argentano, Malvito e Roggiano Gravina;
vi sono nell’immediata vicinanza della fabbrica due torrenti, “Ricosoli” e “Fullone”; quest’ultimo raggiunge, attraversando tutta la valle dell’Esaro, la Sibaritide, territorio fortemente agricolo con presenza di vaste produzioni di ortaggi e numerosi frutteti ed a forte vocazione turistica, sfociando poi nel Mar Ionio;
con provvedimento del 20 settembre 2006 il Tribunale di Cosenza ha nominato curatore fallimentare il dottor Antonio Naso, al posto dell’avvocato Salvatore Perugini, a seguito della sua rinuncia;
con l’ordinanza n. 18 del 22 aprile 2010 del Sindaco di Santa Caterina Albanese, Roberto Lavalle, è stata ordinata al dottor Naso la messa in sicurezza nonché la bonifica delle coperture in cemento- amianto presenti sugli opifici industriali;
la curatela del fallimento con ricorso al TAR della Calabria di Catanzaro ha impugnato l’ordinanza ed è riuscita ad ottenere la sospensiva dell’esecuzione del provvedimento del Sindaco con ordinanza cautelare del 28 giugno 2010;
il TAR con sentenza n. 580/2012 ha rigettato il ricorso presentato dalla curatela del fallimento per cui rimane l’obbligo della stessa curatela di mettere in sicurezza e bonificare il sito, a cui il curatore del fallimento, il dottor Naso, non ha dato ottemperanza;
i Consigli dei Comuni interessati, con diverse deliberazioni, hanno chiesto un intervento immediato al Tribunale di Cosenza, Giudice del fallimento, alla Provincia di Cosenza, alla Regione Calabria ed al Ministero dell’Ambiente per procedere alla messa in sicurezza ed alla bonifica degli opifici dell’ex fornace FIL in quanto costituiscono un serio pericolo per la salute dei cittadini comprensibilmente preoccupati per il grave problema di inquinamento atmosferico causato dallo sprigionamento delle particelle di amianto nell’aria;
non essendo stati ancora messi in sicurezza gli impianti, né l’area bonificata, rimane altissimo il rischio per la salute pubblica, in considerazione del fatto che si è registrato un sensibile aumento di casi di neoplasia in coloro i quali hanno lavorato alle dipendenze dell’ex FIL e, purtroppo, anche in altri soggetti che abitano nei centri vicini, facilmente raggiungibili dalle polveri sottili trasportate dal vento;
per quanto sopra sono interessati alla messa in sicurezza anche i centri abitati di tutto il comprensorio;
l’amministrazione ha promosso, in data 4 marzo 2013, presso la sede della Comunità montana di Malvito, un incontro con tutti i Sindaci del comprensorio territoriale, al fine di concertare insieme misure aventi scopo di risoluzione, in sinergia, dell’annoso problema;
il problema, rappresentato dalla massiccia presenza di amianto presso l’insediamento dell’ex fornace di Santa Caterina Albanese, risulta a tutt’oggi irrisolto a causa sia del notevole impegno finanziario necessario per lo smaltimento dell’amianto e per la bonifica del sito che di altri ostacoli di ordine amministrativo o giudiziario;
vista la grave situazione di inquinamento ambientale, a causa dello stato di totale abbandono del complesso industriale, si ritiene urgente un intervento delle autorità competenti che ponga fine alla situazione di pericolo in cui versa la cittadinanza della valle dell’Esaro, di Reggiano Gravina, Fagnano Castello e di San Marco Argentano -:
se non ritenga opportuno istituire, con urgenza, un tavolo tecnico di lavoro per stabilire i tempi e le misure da adottare da parte dei soggetti interessati per procedere all’immediata messa in sicurezza ed alla bonifica degli opifici dell’ex fornace FIL siti in contrada Triscioli del Comune di Santa Caterina Albanese (CS).”
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Chiaramente questa interrogazione è condivisibile perché effettivamente sappiamo tutti che l’amianto dà dei problemi tumorali, è ormai accertato, e dovremmo tutti liberarci dell’amianto e saperlo smaltire in termini corretti.
Sono diversi anni che si tenta di fare questo tipo di ragionamento ma, purtroppo, non si riesce a risolvere la problematica. Ci sono una serie di problematiche per cui è difficile risolvere la problematica.
Sicuramente il consigliere Orsomarso – non voglio star qui a
leggere tutta la relazione che sintetizzerò – ci chiedeva di creare una Commissione
specifica in tal senso; precedentemente era già stata istituita una Commissione.
Nella riunione di Giunta di domani
proporrò questo aspetto e vedremo se riusciremo, anche con i dirigenti di
settore e di dipartimento, a formare una task force per
valutare come uscire da questa situazione. Quello è un territorio importante, è
un’azienda che è dismessa da tanti anni e non possiamo tenere l’amianto in
quella località.
Mi auguro che riusciremo a dare
risposte successivamente. Mi sento di dare questa risposta al consigliere Orsomarso,
cioè che domani in Giunta parlerò di questa problematica specifica per vedere
come la Giunta intenderà affrontare questa problematica.
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha
facoltà.
Ringrazio l’assessore Ciconte.
Sappiamo per certo - perché ce ne siamo
occupati nella scorsa consiliatura – che la problematica amianto investe vari
territori. Questo è, tra l’altro, il caso specifico di un privato che è in
amministrazione giudiziaria e non c’è un euro per intervenire.
Mi permetto di suggerire, avendo fatto un minimo di
indagine sul territorio e avendo sentito il sindaco di quella comunità ed il
professionista nominato dal Tribunale per capire cosa si potesse fare e che ha
testimoniato che non ci sono risorse, che una ipotesi di soluzione - ne approfitto durante l’interrogazione - possa essere quella di convocare un tavolo
con l’assessore De Gaetano trovando un modo nuovo ed intelligente per risolvere
il problema che è di natura
sostanziale.
E’ necessario bonificare quell’area che, tra l’altro,
registra casi di tumore in forte aumento tra le persone che lavoravano e le
famiglie che vivono in quell’area. Il costo dell’intervento è di circa 200 mila
euro e va da sé che il comune prendesse in carico la possibilità di utilizzare risorse proprie per la
bonifica accompagnando anche con un finanziamento come l’ipotesi dei
finanziamenti sulla “24” che si possono individuare in quell’area su richiesta
del comune o anche accompagnare con un progetto per un’area di servizio
pubblico, i giardini, insomma, perché poi dobbiamo ragionare su quello che la
Regione può fare con le proprie risorse e con gli strumenti di legge che possiede.
Ci sono due problemi: l’amministratore
nominato dal tribunale che scrive al sindaco per dire “intervieni a bonificare”
per un fatto di interesse pubblico e, quindi, occorre capire come anche la
Regione, il dipartimento ambiente, i lavori pubblici
ecc., possano intervenire. Suggerirei di convocare il sindaco, le parti e una
rappresentanza della popolazione interessata.
Adesso non si tratta di capire. È un
problema che viene da lontano, risale a circa 11 anni fa e occorre trovare una
soluzione intelligente. Mi permetto di suggerire la possibilità che il comune
si faccia carico della bonifica perché noi non possiamo finanziare bonifiche,
non abbiamo leggi e non abbiamo, purtroppo, - mi rendo conto - strumenti
finanziari per finanziare e bonificare tutto il territorio dall’amianto.
Il problema sono sempre le risorse.
Se in Giunta il presidente Oliverio e nello specifico l’assessore De Gaetano possono
da subito istituire un tavolo, potremmo anche diventare consequenziali - non
perché è la mia interrogazione, ma perché riguarda un problema che investe il
territorio e crea preoccupazione nei cittadini - ed essere tempestivi,
altrimenti rischiamo che la mia interrogazione e quelle di tutti gli altri
consiglieri siano vanificate.
Diciamo che ci siamo occupati di un
problema e non possiamo risolverlo.
Penso che sarebbe cosa gradita per
le popolazioni, anche sugli altri problemi che abbiamo affrontato e che
affronteremo anche oggi, che dalla Giunta possa domani partire una richiesta di
convocazione del sindaco, di una parte delle comunità interessate e per questo
faccio un appello all’assessore De Gaetano che potrebbe essere competente, per quanto non è competente per l’ambiente.
Secondo me una soluzione possibile e
plausibile sarebbe proprio questa che mi permetto di suggerire. Qualsiasi altra
che verrà dall’intervento della Giunta, è positiva per iniziare da qualche
parte.
L’amianto sappiamo che in Calabria
si trova in diversi posti, abbiamo scoperto che c’è anche quello naturale, non
ci facciamo mancare nulla in questa nostra dimensione un po’
difficile.
Mi permetto di suggerire questa operatività
per quanto non governiamo noi, però chiedo di essere consequenziali a questa
interrogazione e convocare subito le parti in modo da trovare una soluzione a
questo problema semplice e nemmeno tanto oneroso che possa rappresentare un
modello di intervento sui problemi che da oggi in avanti aree, cittadini e
comunità ci sottoporranno.
Grazie, assessore Ciconte.
L’ultima interrogazione è la numero 37 del 20 aprile 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sull’aeroporto Sant’Anna di Crotone” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
lo scorso 15 aprile il Tribunale di Crotone ha rigettato la richiesta di concordato preventivo inoltrata dalla società che gestiva l’aeroporto di Crotone “Sant’Anna”;
in conseguenza di tale rigetto, il Tribunale ha disposto il fallimento giudiziale di tale società;
l’aeroporto ha sempre avuto un ruolo strategico per la crescita e lo sviluppo dell’intera area del Crotonese;
tale aeroporto ha sempre supportato un’utenza di entità rilevante;
più precisamente, negli ultimi cinque mesi, con soli tre voli giornalieri, l’aeroporto ha registrato ben 130 mila utenti;
tale aeroporto oltre a coprire un bacino di utenza ampio, s’inserisce in un contesto di strutture viarie e di comunicazioni estremamente disagiato;
Crotone non ha un porto attrezzato secondo i più moderni standard del settore;
la città di Pitagora non è neanche attraversata da un’autostrada che assicuri spostamenti rapidi e veloci;
la paventata definitiva chiusura dell’aeroporto è fonte di notevoli preoccupazioni e disagi per l’intero comprensorio Crotonese;
la mancanza dell’aeroporto implicherà ricadute negative anche nel settore turistico con evidenti danni per l’economica locale;
urge intervenire con sollecitudine affinché non sia comunque revocata dall’Enac, alla preposta società, la licenza per la gestione dei servizi aereoportuali Sant’Anna; quantomeno sino alla concretizzazione di una soluzione che eviti la sospensione dei servizi dell’aeroporto;
occorre attivarsi, in ogni caso, per garantire il funzionamento dell’aeroporto stesso e dei servizi di spostamento offerti ai cittadini, senza soluzione alcuna di continuità;
l’eventuale cessazione del servizio è destinata a creare all’utenza significativi inconvenienti e disagi. -
quali provvedimenti intenda emanare, nell’immediatezza, l’ente Regione Calabria per scongiurare la definitiva chiusura dell’aeroporto “Sant’Anna” di Crotone;
quali decisioni l’Amministrazione intenda adottare per assicurare continuità di servizi dell’aeroporto medesimo.”
La parola all’assessore De Gaetano.
Grazie Presidente, per quanto riguarda questa
interrogazione sull’aeroporto Sant’Anna di Crotone il Consiglio regionale con
l’approvazione della legge di stabilità, la legge finanziaria, del 27 aprile
2015 ha finanziato 659 mila euro per il ripiano da parte della Regione per le
perdite di esercizio dell’aeroporto Sant’Anna di Crotone.
Tali perdite si riferiscono al secondo semestre
dell’anno 2012, all’esercizio 2013 e al periodo che va dal 1° gennaio al 14
dicembre 2014 ai sensi dell’articolo 20447 del Codice civile ed in misura
proporzionale alla quota di partecipazione al capitale sociale che la Regione
ha al 14,11 per cento.
A tale provvedimento anche grazie all’impegno del presidente
Oliverio si è data subito immediata esecuzione ed in
data 28 aprile il capitale è stato versato; è già arrivato nelle casse della
società Sant’Anna.
Con ciò la Regione come socio ha adempiuto a tutto
quanto era di sua competenza per garantire la prosecuzione dell’esercizio
dell’aeroporto Sant’Anna.
Detto questo, per
quanto di competenza regionale abbiamo fatto tutto per mettere in sicurezza la
questione dell’aeroporto di Crotone e stiamo ragionando col Presidente della Giunta
regionale. Nei prossimi giorni faremo un tavolo tecnico per ragionare sul
sistema complessivo degli aeroporti calabresi perché
la
nostra idea è che gli aeroporti da soli non
reggono il mercato. Vorremmo invece lavorare per fare una società unica di
gestione degli aeroporti che metta insieme Crotone, Reggio Calabria e Lamezia
Terme per fare come la Regione Toscana ha fatto con Pisa e Firenze: mettendo
insieme una società unica è riuscita ad incrementare il traffico sia su Pisa
sia su Firenze.
La Calabria ha una realtà campanilistica ma
Pisa e Firenze hanno secoli di dispute campanilistiche alle spalle molto più
importanti. Voglio dire che se l’hanno fatto in Toscana possiamo farlo
benissimo anche da noi e penso che questo sia l’unico strumento che abbiamo
anche nell’attrarre una compagnia aerea. Ormai non c’è più la società di
bandiera perché come sapete l’Alitalia è di fatto privatizzata, ma alle società
che sono nel campo del trasporto aereo, una società unica può dire, per esempio,
“3 voli li fai da Crotone, 10 da Lamezia Terme, 5 da Reggio Calabria” e sei tu
a livello centrale a gestire, puntando ovviamente ai flussi.
Perché Lamezia Terme è l’aeroporto
internazionale principale della Calabria e Crotone e Reggio Calabria hanno
altre specificità. Crotone raccoglie una fascia ionica molto importante che va
da Sibari in giù e può avere rapporti con l’Est Europa in particolare e Reggio
Calabria è l’aeroporto che raccoglie non solo il comprensorio di Reggio
Calabria ma anche la vicina Sicilia.
Si può fare insieme un piano che può avere
prospettive diverse. Nei prossimi giorni convocheremo questo tavolo. Abbiamo
messo in sicurezza Crotone e stiamo mettendo in sicurezza per quanto di nostra
competenza, perché poi c’è la competenza del Comune di Crotone in questo caso e
per Reggio Calabria ci sono le competenze di Provincia e Comune. Ma per quanto
ci riguarda noi vogliamo mettere in sicurezza i due aeroporti e, una volta
evitato il fallimento, ragionare su una società unica che possa attrarre più
traffico aereo e che possa reggere la sfida e la concorrenza che è molto elevata
in questo settore.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori per la replica. Ne ha facoltà.
Grazie assessore De Gaetano. So che la Regione
è intervenuta per l’aeroporto di Sant’Anna e quindi questa interrogazione fatta
nell’immediato, appena sorto il problema, è stata superata dal vostro
intervento.
L’unica cosa per quanto riguarda la società
unica: penso che - come ha detto nel chiudere il suo intervento - prima di
pensare ad una società unica penso sia bene consolidare le tre società.
Non vorrei che questa proposta facesse la fine
dell’azienda sanitaria unica.
Prima di valutare ipotesi di questo tipo è bene prendersi un po’ di tempo, sistemare la situazione degli aeroporti perché so benissimo che non è solo di competenza della Regione, però andiamoci cauti con un’azienda unica. Sono comunque soddisfatto. Grazie.
Riprendiamo l’interrogazione
numero 2 che era stata rinviata del 13 gennaio 2015 a firma del consigliere
Mangialavori “In ordine al pagamento dell’indennità ex lege
210/1992 ed oneri accessori” di cui do lettura: “Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere –
premesso che:
in Calabria sono
oltre mille i cittadini infettati dal virus dell’epatite o dell’Hiv per trasfusioni o interventi chirurgici errati;
dal 2001 la
competenza al pagamento di tali indennità è stata assegnata alle Regioni; al
pari degli interessi legali e della rivalutazione monetaria sui ratei maturati
e non riscossi e ciò in virtù di un’evoluzione giurisprudenziale ormai
consolidata;
in seguito ai tagli
operati con la cosiddetta spending review a partire dal dicembre 2011 il Governo ha
decurtato i fondi destinati al pagamento di tali indennità;
la precedente
amministrazione regionale, in una prima fase, ha fatto fronte al pagamento
delle indennità in questione, anche mediante l’utilizzo di fondi propri di
bilancio;
la situazione
adottata non ha risolto la problematica in esame. Tant’è che allo stato, molti
calabresi aventi diritto a percepire le indennità di che trattasi e/o i
relativi onori accessori (interessi e/o rivalutazione monetaria), non hanno
avuto riscontro nei loro diritti;
per molte persone l’indennità
ex lege 210/1992 rappresenta l’unica fonte di
sostentamento e che, per altri, gli oneri accessori a tale indennità rimangono
un beneficio acclarato, normativamente o giudizialmente, ma non soddisfatto
concretamente;
la gravità circa il
mancato integrale o parziale pagamento delle spettanze in questione, si
traduce, infatti, per molti calabresi, in un’inaccettabile negazione di un loro
primario diritto;
si rende, pertanto,
non procrastinabile un’attività politico-amministrativa finalizzata alla
rimozione di tale iniquità, per molte famiglie calabresi non più sostenibile. -
se alla questione in
argomento sia stata data priorità nell’agenda di governo e se si stata
riservata una sollecita, energica e risolutiva trattazione;
se l’amministrazione
regionale abbia già avviato un’utile e concreta iniziativa, finalizzata a una
positiva soluzione della vicenda di che trattasi.”
La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Ciconte.
Questo è un problema
molto sentito, potrei chiarirlo con poche battute ma mi piace leggere alcune
precisazioni perché debbono rimanere agli atti.
In relazione a
quanto in oggetto, si premette che la questione del ritardo del pagamento delle
provvidenze ai beneficiari della legge 210/92 ha investito, per alcuni aspetti,
tutte le Regioni in quanto, per effetto del Decreto legislativo 78/2010
convertito in legge 30 luglio 2010, numero 122, le stesse non sono state più
destinatarie dei fondi statali, ancorché, per consolidata giurisprudenza anche
della Suprema Corte a cui si sono uniformate tutte le pronunce giurisdizionali
successive, la competenza in merito agli indennizzi dovuti ai sensi della legge
citata, è esclusivamente del Ministero della salute.
In assenza dei
finanziamenti statali, nel bilancio regionale di previsione relativo all’anno
2014, approvato con legge 30 dicembre 2013, numero 58, e nel documento tecnico
articolato per unità previsionale di base e per capitoli, approvato con
delibera di Giunta regionale numero 448 del 30 dicembre 2013, è stata prevista
inizialmente la somma di 3 milioni di euro “Spese a carico del bilancio regionale per l’esercizio
delle funzioni trasferite in materia di salute umana e sanità veterinaria di
cui alla legge 25 febbraio 1992, numero 210.”
Con la legge
regionale 16 ottobre 2014, numero 24, la disponibilità del capitolo è stata
incrementata in termini di competenza e cassa di ulteriori 1.768.697.22 che venivano
impegnati con decreto del 21 ottobre 2014, numero 12385. Pertanto si è dato
immediatamente seguito alle ulteriori liquidazioni, per il saldo del primo
bimestre 2014 (ottava categoria) e per il secondo bimestre 2014.
A seguito dell’
approvazione della legge regionale 13 gennaio 2015, numero 2 veniva autorizzato
l’esercizio provvisorio per l’anno finanziario 2015, e con decreto del
Dirigente generale dell’11 febbraio 2015, numero 833, veniva impegnata la somma
di €.2.153.621.13 (disponibili sul citato capitolo) e si è provveduto all’
immediata conseguente liquidazione del terzo bimestre 2014.
Contestualmente alle
attività legate alle liquidazioni, si è provveduto tempestivamente ad informare
i competenti uffici regionali ed extra regionali in merito alle disponibilità
sul capitolo di cui sopra, ancorché fosse ampiamente già nota l’entità del
credito regionale e le problematiche sottese.
Con la legge 23
dicembre 2014, numero 190 - legge di stabilità - è stato destinato alle Regioni
un contributo di 100 milioni di euro per 1’anno 2015, di 200 milioni di euro
per il 2016, di 289 milioni di euro per 1’anno 2017 e di 146 milioni di euro
per 1’anno 2018.
Nella riunione
tecnica della Conferenza Stato-Regioni del 24 febbraio u.s. è stato discusso lo
schema di decreto previsto all’articolo 1, comma 186, della citata legge 23
dicembre 2014 n. 190.
Duecento milioni che
sono stati così distribuiti per la nostra Regione e
cerco di sintetizzare.
Per il 2015 sono 6.387.540,83; per il 2016
sono 12 milioni circa; per il 2017 sono circa 18 milioni di euro; per il 2018
sono 9 milioni.
Come si evince nella
tabella sopra esposta per l’anno 2015, il contributo risulta assolutamente
insufficiente in base ai criteri stabiliti nello schema di decreto.
In base al
finanziamento precedentemente citato, di 2 milioni circa con decreti numero 1598,
numero 1600 e i vari decreti che ci sono, è stato corrisposto il terzo bimestre
2014 per la somma complessiva di 1 milione 145 mila euro.
Successivamente,
utilizzando i residui - sempre del precedente stanziamento del bilancio
provvisorio di €.2.153,621,13 - è stato pagato maggio giugno 2014 a tutte le
categorie, luglio ed agosto dalla prima - in ordine di gravità - alla settima
categoria ed in parte anche l’ottava categoria fino alla lettera R - ad
esclusione quindi di 130 beneficiari - fino ad esaurimento della disponibilità.
Con legge regionale
27.04.2015, numero 13, “Bilancio di previsione della Regione Calabria per 1’anno
finanziario 2015 e bilancio pluriennale 2015-2017” è stata prevista la somma di
4 milioni di euro.
Sulla base della
suddetta disponibilità, con decreto dirigenziale è stata impegnata la somma di 4
milioni 307 sul capitolo U6102011201 per far fronte tempestivamente al
pagamento dei rimanenti beneficiari della ottava categoria del quarto bimestre,
e corrispondere agli aventi diritto il quinto ed il sesto bimestre dell’ anno
2014.
Al momento con i
decreti – che non sto qui a citare - si è proceduto a pagare in un’unica
soluzione il quinto e il sesto bimestre agli aventi diritto in ordine di
gravità dalla prima alla quinta categoria, mentre con decreto del 18 maggio 2015
assunto al numero 00206 in fase di registrazione si è procinto di liquidare
anche in unica soluzione al pagamento la sesta categoria per il quinto e il
sesto bimestre 2014.
Relativamente al
pagamento delle altre due restanti categorie, settima e ottava, essendo
numericamente le più elevate, sono in atto le relative procedure per 1’erogazione
in una unica soluzione al pagamento del quinto e del sesto bimestre anno 2014.
Per far fronte alla
corresponsione degli indennizzi riferiti all’anno 2015, si è in attesa di avere
la necessaria copertura finanziaria.
Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha
facoltà.
Grazie assessore Ciconte, è
una problematica molto delicata che riguarda – come lei mi insegna – persone
penalizzate dallo Stato e che adesso sono ulteriormente penalizzate.
So benissimo che la responsabilità non è esclusivamente
della Regione, però noi dobbiamo fare di tutto affinché si risolva questo
problema.
Capisco le difficoltà economiche ma molto probabilmente
bisogna battersi di più a livello ministeriale per avere più fondi perché se i fondi non sono sufficienti non possiamo
dire che non lo sono ma dobbiamo fare di tutto affinché lo diventino.
Ricordiamoci che moltissime di queste persone vivono in
difficoltà di salute molto seria e quei soldi non servono per andare a mangiare
la pizza ma servono per andare a far fronte alle spese sanitarie.
Quindi se le somme destinate dallo Stato non
sono sufficienti anche in questo caso facciamo un fronte comune ed andiamo a
sbattere i pugni. Non possiamo dare questa risposta “i fondi sono insufficienti
quindi, pazienza, vediamo come fare”.
Stringiamoci, andiamo dal commissario Scura
insieme e presentiamogli questo problema che deve essere risolto perché questi
pazienti hanno perso la loro dignità e non per loro colpa e quindi noi dobbiamo
star loro assolutamente vicini.
Mi auguro che almeno per il 2014 si sblocchi
la situazione, non ho dubbi rispetto a quel che ha detto lei ma non basta.
Pensiamo alle già 5 mensilità che hanno in arretrato per il 2015 e cerchiamo di
risolvere nel più breve tempo possibile. Grazie assessore.
Passiamo al secondo punto all’ordine del
giorno “Mozioni”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo.
Ne ha facoltà.
Presidente, solo per dirle che - poiché manca il collega Cannizzaro e la mozione da me presentata coincide come argomento con quella del collega - ne chiedo l’accorpamento ed il rinvio della discussione alla prossima seduta di Consiglio regionale.
Quindi, consigliere Arruzzolo, lei chiede l’accorpamento delle mozioni 11 e 12?
Sì, della numero 11 e della numero 12.
Pongo in votazione la richiesta di accorpamento e rinvio.
(Il Consiglio approva)
Allora la discussione è rinviata alla prossima seduta.
Mozione numero 14 del 20 aprile 2015 a firma dei consiglieri Giudiceandrea, Bova, Neri “Sui tirocinanti precari dell’amministrazione giudiziaria”. Ne do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che:
la Regione Calabria utilizzando prevalentemente fondi europei nel periodo 2010-2012 emanava apposita manifestazione d’interesse atta a consentire ai lavoratori disoccupati, inoccupati, cassaintegrati, in mobilità e socialmente utili di partecipare ad idonei progetti formativi a tempo determinato negli uffici giudiziari della Regione Calabria;
considerato che:
negli uffici sopra citati sono impiegati a tutt’oggi attraverso i tirocini formativi oltre settecento lavoratori calabresi che, ai titoli di studio in loro possesso, sommano ora, anni di tirocini che restituiscono l’opportunità di avvalersi di personale qualificato per un comparto, come quello della giustizia nel nostro Paese, in generale, e nella nostra Regione, in particolare, quasi sempre al collasso proprio per deficienza di organico e mezzi;
ricordato che:
quanto sopra esposto è stato nel tempo più volte causa di taluni rilievi mossi anche dalla stessa Unione Europea nei confronti del Governo italiano circa la lentezza del sistema giudiziario, e che l’importanza della continuità dei lavoratori precari oggetto della presente mozione è stata rilevata, tra gli altri anche dal primo Presidente della Cassazione ed indirizzata allo stesso Ministro della Giustizia;
ritenuto che:
ad oggi rimangono ai lavoratori precari della giustizia solo 110 ore di tirocini da svolgersi entro il 30 aprile prossimo e che a partire proprio dal giorno dopo l’espletamento delle predette ore non esiste alcuna certezza circa il loro futuro lavorativo,
impegna il Presidente della Giunta Regionale e la Giunta Regionale della Calabria a sostenere in sede nazionale, nel confronto con il Governo, la trasformazione del tirocinio formativo in contratto di lavoro con modalità da stabilirsi in fase di concertazione per garantire una adeguata soluzione a tutti i lavoratori finora coinvolti.”
Invito uno dei proponenti ad illustrare la mozione. Prego, consigliere Giudiceandrea.
Presidente, farò un’illustrazione rapidissima perché è un problema che è conosciuto dai più.
Da diversi anni un numero consistente di lavoratori presta
la loro attività presso gli organismi di giustizia, i Palazzi di giustizia della
nostra regione, grazie ad un piano che li ha
visti inserire prima con dei tirocini formativi, prolungati poi attraverso
delle attività che la Regione Calabria ha utilizzato per finanziare questo tipo
di rapporto di lavoro.
Al 30 di aprile queste persone hanno smesso di
lavorare e di prestare il loro prezioso servizio presso il Ministero della
giustizia che ha chiesto ed ottenuto negli anni che questo tipo di attività
venisse prolungata, proprio perché era utile ed indispensabile la loro attività
lavorativa.
La richiesta è che ci si faccia portatori nei
confronti del Governo centrale di una proposta di stabilizzazione di questi lavoratori,
anche attraverso una prova concorsuale che li metta nella condizione di parità
con i nuovi partecipanti anche e soprattutto pensando che si è speso tanto per
poterli formare da un punto di vista lavorativo e professionale. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Solo per aggiungere a quanto detto dal collega Giudiceandrea
che c’è una proposta che è stata elaborata dagli stessi tirocinanti – è
presente in Aula una delegazione – che sarà sottoposta a breve e che faremo nostra insieme all’assessore al lavoro, Guccione.
Volevo precisare, come notizia di cronaca, che
il Consiglio regionale non è rimasto fermo ma giovedì 7 maggio c’è stato un
incontro al Ministero col direttore generale, dottor Barduto,
col quale abbiamo avuto modo di parlare e di capire alcune difficoltà perché è
una problematica di natura nazionale. Adesso speriamo che elaborando
ulteriormente questa proposta che è stata proprio già messa in atto dagli
stessi tirocinanti – li chiamiamo in questo per intenderci – di comune accordo
con la Regione e secondo una metodologia nuova e partecipata, partendo dal
basso nel coordinare e concordare anche le soluzioni di problematiche di una
certa rilevanza, si ottengano soluzioni. Si tratta di più di 100 persone.
Addirittura un terzo complessivo del totale del personale nazionale è in Calabria.
Giusto per dare comunicazione anche di questo.
A breve tra qualche ora ci sarà un incontro
con l’assessore al lavoro. Vedremo di elaborare questa proposta e di
presentarla al Governo nazionale con la speranza di trovare una soluzione
finalmente alla problematica.
Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha
facoltà.
Presidente, in linea con quanto diceva il collega Bova, voglio preliminarmente ringraziare i colleghi per aver portato in Aula questa mozione che anche nelle premesse dà atto che parliamo di personale che mediante il tirocinio formativo, avendo già dei titoli di studio, si è qualificato e che è fondamentale per la quotidianità del lavoro presso il Ministero e presso i vari distretti giudiziari.
Parliamo di una regione che ha tanto bisogno di questi posti di lavoro in quei distretti.
Sono contento delle ultime precisazioni del collega Bova, non lasciamo questa mozione come una scatola vuota ma cerchiamo di riempirla di contenuti.
Sentivo il collega Giudiceandrea parlare di una prova
concorsuale che potrebbe essere una ipotesi, il consigliere Bova è andato un
po’ oltre. Ma io dico che intanto con questa mozione ci equipariamo ad altre
Regioni che hanno trattato questa tematica. Il passo successivo – a mio modesto
avviso – è di andare preparati verso una Conferenza Stato-Regioni. Lì, mi auguro, anche in modo bipartisan tra maggioranza
e opposizione, di portare una nostra proposta.
Quale? In linea di massima ce n’è una sola.
Perché pensando ancora oggi alla legge 165 non andiamo da nessuna parte. Allora
una proposta che vada ad incidere sui fondi sociali europei è molto probabilmente
la strada maestra che dobbiamo percorrere in queste ore al fine di dar mandato
al Presidente e alla Giunta con una proposta seria di far la nostra parte come Regione
Calabria nella Conferenza Stato-Regioni; questa soluzione che appare
difficilissima oggi, credo che invece possa aprire spiragli e auspici
occupazionali a del personale che al titolo di studio ha aggiunto un tirocinio
formativo e che è diventato indispensabile e fondamentale per il lavoro nella nostra
quotidianità.
Speriamo che in modo bipartisan questo Consiglio
regionale sappia accompagnare il Presidente della Giunta a trattare nelle sedi
opportune questa tematica che darebbe respiro non solo in termini occupazionali
ma anche al settore della giustizia che in questa regione ne ha tanto bisogno.
Grazie.
Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione
la mozione numero 14.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
Siamo alla mozione numero 15 del 20 aprile 2015 a firma del consigliere Irto “Sull’avvio della seconda fase del bando per l’inserimento di disoccupati laureati nel mercato del lavoro”.
Il consigliere Irto è assente, pertanto la mozione è rinviata.
Siamo alla mozione numero 16 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine alla situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
considerata:
la situazione di assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione Mediterranea Terina (ente in house providing partecipato totalmente dalla Regione Calabria istituito con legge di bilancio nel maggio del 2007) i quali attendono ancora il pagamento di numero 5 mensilità stipendiali;
l’incertezza in ordine al futuro dell’unico Ente di ricerca della Regione Calabria in un comparto strategico e vitale dell’economia calabrese quale è da sempre quello agroalimentare;
la dotazione tecnologica (unica nel suo genere in tutta Italia grazie anche agli investimenti compiuti dal MIUR : 15 milioni di Euro ) che fa dei laboratori di ricerca di “Terina” una struttura all’avanguardia nella ricerca e sicurezza sugli alimenti, della cui piena funzionalità la Regione necessita attesa l’importanza crescente delle tematiche riguardanti la qualità del cibo per come dimostrato dalla mission affidata all’Expo universale di Milano;
la grave e insostenibile situazione economica venutasi a creare in seno alla Fondazione in ragione della mancata attuazione della normativa di riforma della medesima contenuta nella legge numero 24 del 2013 (Articolo 13, commi 1 e 2);
impegna
la Giunta regionale della Calabria e i dipartimenti competenti per materia ad assumere tutte le necessarie misure di ordine amministrativo affinché la normativa che dispone in ordine alla concreta riforma e riorganizzazione della Fondazione Terina venga attuata.”
Prego, consigliere Bova, ha facoltà di parlare.
Grazie Presidente, si devono considerare: la situazione di
assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione
Mediterranea Terina - ente in house providing
partecipato totalmente dalla Regione Calabria istituito con legge di bilancio
nel maggio del 2007 - i quali attendono ancora il pagamento di numero 6
mensilità stipendiali; l’incertezza in ordine al futuro dell’unico Ente di
ricerca della Regione Calabria in un comparto strategico e vitale dell’economia
calabrese quale è da sempre quello agroalimentare; la dotazione tecnologica - unica
nel suo genere in tutta Italia grazie anche agli investimenti compiuti dal Miur, ben 15 milioni di euro - che fa dei laboratori di
ricerca di “Terina” una struttura all’avanguardia nella ricerca e sicurezza
sugli alimenti, della cui piena funzionalità la Regione necessita, attesa l’importanza
crescente delle tematiche riguardanti la qualità del cibo per come dimostrato
dalla mission affidata all’Expo
universale di Milano; la grave e insostenibile situazione economica
venutasi a creare in seno alla Fondazione in ragione della mancata attuazione
della normativa di riforma della medesima contenuta nella Legge numero 24 del 2013, articolo 13 commi 1
e 2.
La stessa legge garantisce i livelli occupazionali dei 40 dipendenti tutti assunti a tempo indeterminato, pertanto si vuole impegnare la Giunta regionale della Calabria e i dipartimenti competenti per materia ad assumere tutte le necessarie misure di ordine amministrativo affinché la normativa che dispone in ordine alla concreta riforma e riorganizzazione della Fondazione Terina venga attuata. Grazie Presidente.
Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione numero 16.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Siamo adesso alla mozione numero 17 del 21 aprile 2015 a firma del consigliere Bova “In ordine al finanziamento sull’economia ittica. Legge 27/2004” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
preso atto che la Regione Calabria, al fine di valorizzare il proprio patrimonio costiero e la risorsa mare ad essa collegata, prevede e attua, con legge regionale n. 27/2004, un sistema di interventi ed azioni a sostegno dello sviluppo dell’economia ittica della Calabria;
preso atto altresì che la salvaguardia, il potenziamento e il rilancio della filiera ittica e dell’intero comparto economico ad essa correlato sono azioni imprescindibili per lo sviluppo dell’economia regionale nel suo complesso, e che le stesse si integrano con le politiche di sviluppo del turismo, dell’ambiente e dell’agricoltura;
considerato che allo stato la legge regionale numero 27/2004 non risulta essere finanziata con fondi regionali,
impegna
la Giunta regionale ad assegnare le risorse che si renderanno disponibili in sede di assestamento di bilancio al finanziamento della suddetta l.r. 27/2004 nella misura sufficiente a garantirne la concreta attuazione.”
Prego, consigliere Bova.
Anche per ringraziare per il momento la collega Sculco per il prezioso lavoro e la collaborazione, ed il collega D’Acri sempre attenti su questa problematica del settore ittico.
Premesso che la Regione Calabria, al fine di valorizzare il proprio patrimonio costiero e la risorsa mare ad essa collegata, prevede e attua, con legge regionale numero 27/2004, un sistema di interventi ed azioni a sostegno dello sviluppo dell’economia ittica della Calabria. La salvaguardia, il potenziamento e il rilancio della filiera ittica e dell’intero comparto economico ad essa correlato sono azioni imprescindibili per lo sviluppo dell’economia regionale nel suo complesso, e che le stesse si integrano con le politiche di sviluppo del turismo, dell’ambiente e dell’agricoltura.
Allo stato la legge regionale numero 27/2004 non risulta essere finanziata con fondi regionali pertanto anche con riferimento a tale problematica si intende impegnare la Giunta regionale affinché assegni le risorse che si renderanno disponibili – ne abbiamo parlato in sede di pre/bilancio - in sede di assestamento di bilancio al finanziamento della suddetta legge regionale numero 27/2004 nella misura sufficiente a garantirne la concreta attuazione.”
Pongo in votazione la mozione numero 17.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
Passiamo adesso all’esame degli ordini del giorno inseriti ad inizio seduta.
Ordine del giorno numero 10 di iniziativa del consigliere Esposito “Sull’ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato il concorso nell’anno 2014”.
Prego, consigliere Esposito.
Presidente, grazie, l’ordine del giorno nasce dalla necessità ma anche dalla possibilità di ampliamento dei posti nella Polizia di Stato in merito al concorso bandito nel 2014.
E’ un ordine del giorno che va in linea ed in continuità con
quello presentato in tante altre regioni come Piemonte, Toscana, Abruzzo e
Sicilia e di altre regioni che hanno questo ordine del giorno in itinere come Emilia Romagna, Veneto e Liguria perché c’è la possibilità
tramite l’ampliamento di questi posti di poter assumere e mandare verso il
conferimento immediato 250 allievi della Polizia di Stato.
L’oggetto dell’ordine del giorno è “ampliamento dei posti nella Polizia di Stato al fine di assumere gli allievi che hanno superato il concorso nell’anno 2014”. Ne do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che la Polizia di Stato ha bandito un concorso nell’anno 2014 per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato;
considerando che il Segretario Generale della Polizia di Stato ha indicato al Governo di procedere immediatamente a delle assunzioni straordinarie in modo tale che gli agenti siano operativi entro il 2015 per fronteggiare il fenomeno del terrorismo e della criminalità organizzata” – e di questo quanto ce ne sia bisogno in questa terra è fuori da ogni dubbio – “considerando che esistono altre graduatorie ancora valide di concorsi terminati nell’anno 2012, i cui Allievi che hanno superato detti concorsi dovranno sostenere visite mediche e psicologiche in quanto trascorsi quasi tre anni dall’ottenimento dell’idoneità;
considerando che, contrariamente, coloro che sono stati dichiarati idonei nell’ultimo concorso dell’anno scorso (650 Allievi Agenti della Polizia di Stato) sono in possesso di idoneità conclamata tra i mesi di Luglio e Settembre 2014 e pertanto potrebbero essere arruolati immediatamente;
sottolineato che un immediato ampliamento dei posti del concorso per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato anno 2014, permetterebbe di iniziare a tutti i circa 250 idonei, rimasti al momento fuori graduatoria e dunque non ancora assunti, il corso da Allievo Agente della Polizia di Stato al fine di essere operativi già entro il 2015, come indicato dal Segretario Generale;
preso atto che coloro i quali siano stati dichiarati idonei nel concorso 2014 sarebbero gli unici a non presentare il problema ostativo della seconda aliquota interforze per cui, senza il bisogno di modificare procedure legislative, attraverso un semplice ampliamento dei posti e/o attraverso uno scorrimento totale della graduatoria, potrebbero essere tutti immediatamente assunti,
impegna
il Presidente della Giunta a farsi portavoce presso il Ministero dell’interno affinché si attivi per un ampliamento dei posti disponibili del concorso per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato anno 2014, consentendo ai circa 250 idonei, al momento non ancora chiamati, di poter dar seguito al superamento del concorso sopra citato e immetterli subito al corso di formazione per Allievi Agenti della Polizia di Stato.”
Ripeto che è un ordine del giorno che ha visto già la sua realizzazione in tantissime Regioni e tutti insieme possiamo fare massa critica nei confronti del Ministero affinché questo possa verificarsi.
Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione l’ordine del
giorno come letto ed illustrato in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Siamo al secondo ordine del giorno numero 11 di iniziativa del consigliere Sergio “Sulla situazione del Polo ospedaliero Beato Angelo Acri”.
Prego, consigliere Sergio.
Signor Presidente, Signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, un attimo fa provavo ad immaginare di essere nella parte centrale della sala ma non era un bel colpo d’occhio. Scusate questa piccola digressione.
I riflettori sono sul problema sanità in Calabria, la sanità
è una delle nostre piaghe, purtroppo, ed in questo quadro
si incastra perfettamente la situazione di un polo ospedaliero importante della
provincia di Cosenza che è il Beato Angelo di Acri.
Do lettura dell’ordine del giorno.
“Il Consiglio regionale,
premesso che:
nel corso della scorsa consiliatura, il Piano di Riordino del Sistema Sanitario Regionale ha interessato l’Ospedale “Beato Angelo” di Acri;
in virtù di detto “Riordino” il succitato Ospedale è stato fortemente ridimensionato nelle sue funzioni e capacità assistenziali e di primo soccorso;
l’Ospedale in epigrafe si è visto anche ridimensionare nella dotazione organica riferita al personale medico e paramedico;
dall’ultima determinazione del Commissario ad acta alla sanità si evince chiaramente un ulteriore ridimensionamento dell’Ospedale;
tale determinazione non tiene in alcun conto della realtà territoriale su cui opera il nosocomio in questione;
l’Ospedale “Beato Angelo” di Acri svolge, da sempre, una rilevante funzione di primo soccorso e di prima medio-degenza in un comprensorio con circa 60.000 abitanti;
a causa del ridimensionamento in questione, la popolazione vive una drammatica situazione di profondo disagio sociale;
tale disagio scaturisce anche dalla impossibilità, da parte della popolazione residente nel comprensorio, ad accedere immediatamente alle cure dovendo sostenere lunghi tragitti al fine di raggiungere gli altri centri ospedalieri;
la situazione di disagio relativa alla distanza da altri centri ospedalieri è aggravata dalla condizione di alta precarietà delle strade, spesso impraticabili, che determinano una dilatazione dei tempi di percorrenza;
tale situazione determina una notevole compressione del diritto alla salute dei cittadini, costituzionalmente riconosciuto, leso dalle ingiuste determinazioni di cui sopra,
impegna
il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso le competenti Autorità al fine di potenziare la struttura ospedaliera in questione in modo da poter nuovamente riconoscere ai cittadini il diritto alla salute che in alcun modo può essere compresso da necessità di bilancio;
altresì, lo stesso Presidente affinché trovino effettiva applicazione i decreti nn. 28 e 191 del 2012.”
Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Vorrei fare una relazione di ordine generale partendo dall’ordine del giorno presentato dal collega Sergio.
Non v’è dubbio sulla necessità di andare a definire un
percorso che serve a potenziare quel distretto ospedaliero, ma ritengo che
questo ordine del giorno meriti una collocazione all’interno di quest’Aula
molto più ampia e vasta anche in merito al commissariamento della sanità
che è vigente nella nostra regione e che deve consentire a maggior
ragione che quest’Aula si possa determinare sul sistema sanità a 360 gradi, probabilmente
partendo da quelle situazioni di maggiore disagio che vivono gli ospedali di
frontiera, quelli montani e quant’altro.
Ritengo che impegnando il Presidente solo su
un ospedale non faremmo un merito a quel territorio perché la problematica va
legata in modo completo al fine di garantire a tutti i cittadini calabresi il
diritto alla salute, da Altomonte fino a Scilla, in
modo paritario ed uguale.
Apprezzo la bontà dell’ordine del giorno ma
ritengo non debba essere finalizzato a quel territorio e a quell’ospedale e
credo che il vicepresidente Ciconte possa concordare
con me sulla necessità di una seduta ad hoc del Consiglio regionale dove
potremmo trattare queste cose anche nella logica che è emersa oggi in
quest’Aula nelle interrogazioni e nelle risposte tra il consigliere
Mangialavori e il vicepresidente Ciconte che hanno
messo non il dito sulla piaga ma sulla necessità di questo Consiglio regionale
di far sua una determinata proposta: un eventuale percorso di programmazione
politica-sanitaria da portare doverosamente all’attenzione del commissario
Scura.
Fermo restando che la programmazione sanitaria
in un contesto di Piano di rientro e di commissariamento della sanità spetta
doverosamente al commissario indicato dal Governo al quale non ci vogliamo né
sovrapporre né vorremmo inficiare la sua autonomia in tal senso.
Le premesse del collega Sergio mi hanno
indotto ad una riflessione che non avrei voluto fare. La metto con una battuta.
Ritengo che oggi noi tutti ma anche i calabresi devono ringraziare l’enorme
sforzo fatto dal vicepresidente Ciconte nel
rispondere a decine di interrogazioni.
Questo mette sì il dito sulla piaga! Perché un
assessore era assente e giustificato, come il vicepresidente Ciconte stesso diceva, e lui stesso si è dovuto sostituire
per la presenza di una Giunta estremamente ridotta ad essere un tuttologo.
Ritengo che le tante risposte lette dal
collega Ciconte, l’impossibilità di essere preparato
su tutte le interrogazioni, hanno fatto sì che gli interroganti non si siano
dichiarati soddisfatti di quelle risposte. Tant’è che maggiori ed esaustive
risposte su cui si sono dichiarati soddisfatti i colleghi dell’opposizione sono
state quelle in cui il vicepresidente Ciconte ha
risposto da par suo per competenza specifica o quelle date dall’assessore De
Gaetano che per competenza del suo settore e del suo ramo, seppur dando delle
risposte che pure non hanno trovato piena convergenza sugli input delle interrogazioni,
quanto meno sono state esaustive perché l’assessore al ramo era competente in
materia.
Mi offre uno spunto, un assist che non
avrei voluto raccogliere per dire che anche io sono d’accordo con lei nel dire
che i banchi centrali di quest’Aula oggi erano in maniera mortificante, nei
confronti della regione Calabria, deserti.
Per tante ore ho ascoltato con estrema
attenzione tutte le interrogazioni che sono state svilite dall’assenza in quei
banchi. Tant’è che mi porrò il problema fin quando non ci sarà nella sua
pienezza una Giunta che possa non essere un tuttologo, un solo assessore, mi
porrò il problema se presentare nelle prossime sedute di Consiglio delle
interrogazioni se poi le risposte sono evasive o lette da parte degli uffici
che hanno scritto le risposte agli interroganti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua.
Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, intervengo per esprimere condivisione
dell’ordine del giorno presentato dal collega Sergio sulla realtà difficile e
complessa come quella di Acri. Una realtà popolosa della provincia di Cosenza, ne spiegava bene la posizione geografica e le
difficoltà della mobilità il collega Sergio.
Non posso non condividere questo
appello che lui ha rivolto tramite questo ordine del giorno alla Giunta
regionale. Credo che anche il collega Esposito abbia fatto bene a porre al
centro dell’attenzione questo Consiglio regionale scarno per le poche presenze.
Credo che dobbiamo abituarci di più
a saper ascoltare e distinguere i ruoli e le competenze. Quando un Consiglio
regionale diventa poco attento io mi pongo un interrogativo: se vale la pena
stabilire come bene ha fatto l’Ufficio di Presidenza il famoso question time che
serve anche a dare risposte alle tante interrogazioni che vengono presentate da
tutti noi consiglieri regionali.
Bisogna però bene interpretare che
significa questo momento di confronto tra le richieste del Consiglio e le
risposte della Giunta. Bisogna, da questo punto di vista,
dare atto al Vicepresidente, al quale ho inviato un messaggio scherzoso poco fa
dicendogli “ti sei guadagnato i galloni di Vicepresidente”, perché ha avuto la
forza di ascoltare tutte le interrogazioni e di rispondere a gran parte di
queste.
A parte la battuta, volevo fare un appello all’Ufficio
di Presidenza del Consiglio regionale: io è da mesi che sto chiedendo un Consiglio
straordinario sulla sanità. Credo che sia venuta l’ora e il momento che l’Ufficio
di Presidenza accolga questo mio invito; o dimostriamo che questo Consiglio
regionale ha le capacità tali da poter porre all’attenzione della nostra
comunità un nuovo piano sanitario o, altrimenti, questo Consiglio regionale
vuol dire che non è legittimato, o meglio, non ha le capacità necessarie,
quell’autorevolezza necessaria, quella forza necessaria a voler esprimere un
parere, una propria opinione o un proprio progetto di guida dei processi sanitari
in Calabria che oggi vede un commissario alla sanità che bisogna rispettare e
col quale bisogna rapportarsi, come ben sta facendo il nostro Presidente. Ma
bisogna rivendicare un ruolo di guida nei processi, nella programmazione a
questo Consiglio regionale.
Approfitto di questo ordine del giorno
presentato dal collega Sergio per proporre che vi sia una seduta straordinaria di
Consiglio sui problemi della sanità in Calabria.
Prima di dare la parola al Vicepresidente
della Giunta, Ciconte, vorrei dire al consigliere Bevacqua che la seduta di Consiglio sulla sanità dovrebbe
concordarla la Conferenza dei capigruppo.
(Interruzione)
La parola al Vicepresidente, Ciconte.
Sull’ordine del giorno del consigliere Sergio, chiarisco che non v’è dubbio che ci sarà grande attenzione per quel presidio. Volevo ricordare che non è solo il problema di quel presidio ma molti presidi hanno difficoltà.
Abbiamo sottolineato come Giunta regionale queste cose e il presidente Oliverio l’ha sottolineato al commissario Scura: la rete ospedaliera dovrà essere rivisitata così come in questi giorni sta circolando la rete territoriale.
Sono stati informati i sindacati, sono state informate le
associazioni, stanno coinvolgendo tutte le aziende sanitarie
per capire che tipo di proposte bisogna fare per la rete territoriale che verrà
anche discussa in seduta congiunta col commissario Scura.
Ecco perché quando il collega Mangialavori ha
detto qualcosina sui rapporti io dico che i rapporti
sono ottimi. Noi abbiamo accettato la decisione del Governo che per la prima
volta, dal 1° gennaio, ha deciso di applicare la normativa che prevedeva un commissario
per il Piano di rientro dai debiti sanitari in Calabria.
Non vogliamo interporci come momento di grande
confronto democratico. Credo che le premesse ci siano tutte, si sta
collaborando e si sta andando in questa direzione.
Il problema della sanità. Se il Consiglio lo
riterrà opportuno, se riterrà opportuno che il Vicepresidente, in questo caso
il Presidente del Consiglio riterrà opportuno fare una seduta sulla sanità, noi
siamo pronti come Giunta regionale a lavorare per questa seduta perché secondo
me è importante sentire quest’Aula.
Penso che il governo della Regione sicuramente
abbia un ruolo diverso ma chi legifera - il progetto finale deve passare
dall’Aula - non può non passare dal Consiglio regionale. Ecco perché spesso
anche nella precedente legislatura ho sempre detto che bisogna – al di là delle
posizioni di maggioranza e di opposizione – cercare di costruire una sanità
migliore e credo sia nell’interesse di tutti. Andare alla salvaguardia della
salute dei cittadini penso sia un bene necessario su cui non si possono fare
battaglie politiche di destra o di sinistra.
C’è una visione su come amministrare
la sanità e su quella visione possiamo avere delle differenze, collega
Esposito. L’importante è confrontarci in Aula, dire come la pensiamo e alla
fine la decisione finale spetta all’Aula, quindi al Consiglio.
Sulla sanità sono d’accordo.
Sul problema delle interrogazioni
vorrei chiarire alcuni aspetti: manca una parte della minoranza che come
sappiamo non voleva fare questa seduta oggi, il Presidente della Giunta aveva
impegni istituzionale ed io lo sostituisco a tutti gli effetti.
(Interruzione)
Lo so, non sto dicendo niente.
Chi manca per motivi di natura
personale è l’assessore Guccione. Può capitare, è un assessore che è stato
sempre presente e che sta lavorando in maniera importante per la nostra Regione.
Penso che effettivamente fosse giusto che alle
interrogazioni a lui rivolte fosse l’assessore Guccione a rispondere proprio perché
sono tematiche particolari. Proprio per dare delle risposte più cogenti e
pregnanti.
Io ho sostituito solo il Presidente che in
questo caso ha una serie di deleghe non ancora assegnate, ma abbiamo detto in
tutte le lingue che verrà subito completata la Giunta; l’ha detto il presidente
Oliverio e spetta a lui completare la Giunta.
Lo farà in maniera precisa. Stiamo tentando di
rinnovare la macchina burocratica regionale e al più presto ci metteremo la
faccia anche sulle nomine dei direttori generali interni ed esterni in termini
di qualità. Andremo nel merito cercando di fare, finalmente, nomine di qualità
per questa Regione, perché debbono aiutare la politica a far funzionare meglio
alcuni dipartimenti.
Abbiamo visto che molte cose nella macchina
burocratica non vanno, ma non per incapacità di alcuni professionisti – alcuni
sono di grande valore; la macchina burocratica regionale ha bisogno di
competenze specifiche e probabilmente in alcuni settori dobbiamo rivolgerci
altrove.
L’importante è che questi professionisti
abbiano un curriculum specchiato per fare in maniera tale che si evinca
la professionalità di chi andremo a nominare.
Sono convinto che la Regione funzionerà
meglio, andrà in direzione diversa, abbiamo una visione che al più presto si
estrinsecherà e dimostrerà tutta la sua determinazione per far funzionare
meglio la Regione Calabria. Grazie.
Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Siamo all’ordine del giorno numero 12 di iniziativa del
consigliere Sergio “Adeguamento dotazione finanziaria delle attività previste
nell’ambito della legge regionale numero 23 del
13 ottobre 2004 concernente “norme per la salvaguardia del cedro di Calabria e
per l’istituzione del Consorzio”.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente, signor Vicepresidente della
Giunta, colleghi consiglieri, mi congratulavo col vicepresidente Ciconte perché credevo l’avremmo perso per una crisi di
sfinimento, poiché oggi era abbastanza impegnativa la risposta a tantissime
interrogazioni e mozioni. Ma, complimenti! Se l’è cavata bene.
Questa volta il problema è molto più breve e
profumato, parliamo di un prodotto di nicchia calabrese: il cedro, che è un nobile
agrume tipico della zona di Santa Maria del Cedro, rappresenta indubbiamente un
prodotto agricolo d’eccellenza della regione Calabria vocato a svolgere un
ruolo importante nello sviluppo del tessuto socio-economico e produttivo del
territorio di riferimento, ovvero dell’Alto Tirreno Cosentino che va da
Belvedere Marittimo a Tortora, zona, questa, denominata appunto Riviera dei
Cedri;
il Consorzio del cedro di Calabria che
provvede da anni alla tutela, promozione e valorizzazione di detto agrume, è
quanto mai interessato alla tutela e alla preservazione dei beni culturali,
artistici e paesaggistici del territorio, nell’ottica della filiera allargata
in un progetto produttivo integrato e correlato soprattutto alle esigenze dei cedrocoltori;
a tal fine si evidenzia come suddetto
Consorzio svolga, tra le altre, attività finalizzata alla realizzazione di
opere infrastrutturali asservite alla coltura del prodotto e al sostegno
finanziario per la creazione di nuovi impianti da parte delle aziende
consorziate e attività di realizzazione di progetti settoriali ed
intersettoriali relativi alla filiera cedricola con
il sostegno della Comunità Europea, dello Stato, della Regione e degli Enti
Locali;
allo scopo di assicurare l’utile svolgimento
delle attività consortili, il concreto sostegno all’espansione produttiva del
cedro (che richiama anche l’interesse di paesi come Israele dove il nostro
cedro è utilizzato in cerimonie sacre di origini bibliche) e per garantire il
mantenimento delle qualità specifiche e peculiari di tale coltura si rende
necessario incrementare la dotazione finanziaria per il triennio 2015-2017”…
Avevamo individuato anche un capitolo di spesa
anche se il bilancio ha determinato una attività di austerity, ma se
vogliamo far sopravvivere questa realtà è necessario che troviamo, magari nelle
pieghe del bilancio consuntivo, un qualcosa per far vivere queste situazioni.
Per la salvaguardia del cedro di Calabria e
per l’istituzione del Consorzio stesso bisogna integrare la cifra prevista
almeno per l’anno 2015, si tratterebbe di appena 200 mila euro.
“impegna
il Presidente della Giunta regionale e l’assessore
a prevedere fin da subito, nella prima sede utile, tale adeguato stanziamento,
necessario per il perseguimento delle finalità previste nell’ambito della L.R. 13 ottobre 2004 n. 23 concernente “norme per la
salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”.
Non ci sono richieste di parola, pongo in
votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Essendo esaurito l’ordine del giorno, dichiaro
chiusa la seduta. La prossima seduta di Consiglio sarà convocata a domicilio.
Buonasera a tutti.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Guccione, Irto, Neri, Sculco, Tallini.
(Sono concessi)
E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Disposizioni urgenti per l’attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Deliberazione G.R. n. 97 del 31.3.2015)” (P.L. n. 26/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa
dei consiglieri:
Bevacqua – “Disposizioni per il rilancio dell’agricoltura calabrese” (P.L. n. 24/10^)
E’ stata assegnata alla
seconda Commissione consiliare - Bilancio
programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero.
(Così resta stabilito)
Nucera
– “Disposizioni in materia di personale della Regione Calabria” (P.L. n.
25/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nicolò
– “Norme per la promozione dell’attività di recupero e ridistribuzione delle
eccedenze alimentari per contrastare la povertà ed il disagio sociale” (P.L. n.
27/10^)
E’
stato assegnato alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla
seconda - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Greco –
“Dispositivo di riordino delle funzioni amministrative regionali di area vasta e
città metropolitana, in attuazione della legge n. 56/2014. Disciplina delle
forme associative delle Unioni di comuni e delle fusioni. Modifiche ed
integrazioni alla L.R. n. 34/2002” (P.L. n. 28/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Greco –
“Norme sul funzionamento degli uffici di diretta collaborazione con gli
organismi politico-istituzionali del Consiglio regionale e sulle modalità di
finanziamento dei gruppi consiliari” (P.L. n. 29/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Bevacqua – “Istituzione Commissione speciale di inchiesta sull’alta
incidenza tumorale in alcune aree della Calabria e sui rischi derivanti da
trivellazioni petrolifere” (P.L. n. 30/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sculco
– “Promozione della parità di accesso tra uomini e donne alle cariche elettive regionali”. (P.L. n. 31/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Nicolò
– “Modifica alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8 (Norme sulla dirigenza e
sull’ordinamento degli uffici del Consiglio regionale)”. (P.L. n. 32/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Greco – “Tutela e valorizzazione economica sostenibile dei paesaggi rurali tradizionali” (P.L. n. 33/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Irto – “Istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale” (P.L. n. 34/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e
decentramento – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono
pervenute fuori termini ai sensi dell’articolo 121 del Regolamento interno del Consiglio
regionale, le risposte alle seguenti interrogazioni:
numero
5 del 22 gennaio 2015 a firma del consigliere Irto;
numero
9 del 3 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori;
numero
11 del 4 febbraio 2015 a firma del consigliere Bevacqua;
numero
13 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Graziano;
numero
17 del 12 febbraio 2015 a firma del consigliere Mangialavori.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2015:
deliberazione Giunta regionale n. 115 del 20 aprile 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 116 del 20 aprile 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 117 del 20 aprile 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 118 del 20 aprile 2015;
deliberazione Giunta regionale n. 119 del 20 aprile 2015.
Tallini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nell'anno 2007 la
Giunta regionale ha avviato la procedura di stabilizzazione di oltre 300
lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità (LSU/LPU);
nell'anno 2008 la
Giunta regionale ha definito la procedura di stabilizzazione garantendo loro
l'accesso ai ruoli regionali e inquadrandoli nella categoria B, cosi come
previsto dalla LR. n. 9 del 2007;
nell'anno 2012 la
Giunta regionale ha concluso la procedura di stabilizzazione con la
sottoscrizione dei contrati ed il completamento delle ore di servizio;
tale stabilizzazione
è stata possibile esclusivamente con l'inquadramento del personale della
categoria B;
per le
stabilizzazioni in tale categoria (B) è richiesto ai sensi dell'art. 16 della
legge n. 56/1987 il solo requisito della scuola dell'obbligo per l'accesso al
pubblico impiego, mentre per le categorie superiori (C e D) si accede mediante
procedure concorsuali.
alcuni lavoratori
LSU/LPU hanno rinunciato a tale stabilizzazione, determinando il rientro nel
bacino dei lavoratori impegnati in attività socialmente utili e in quelle di
pubblica utilità;
il Decreto
Interministeriale dell'8 ottobre 2014, ai sensi dell'art. 1 comma 207 della
Legge n, 147/2013, stabilisce le procedure eli
stabilizzazione a tempo determinato;
la Giunta regionale
con Delibera n. 103 dei 03.04.2015 ha proceduto con atto d'indirizzo alla "contrattualizzazione
dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità utilizzati presso I
Dipartimenti regionali”
attribuendo nominativamente a n. 10 unità categorie giuridiche C e D;
la Giunta regionale
ha provveduto alla contrattualizzazione delle citate unità lavorative oltre i
termini stabiliti dalla stessa Legge n. 147/2013, termine previsto entro il
31.12.2014;
la Delibera della
Giunta regionale n.103 del 03.04.2015, proposta congiuntamente dall'assessore
regionale al lavoro Carlo Guccione e dall'assessore al personale Vincenzo Ciconte, non evidenzia nessuna istruttoria compiuta dal
Dirigente del Dipartimento Organizzazione e Personale, i cui pareri sono
indispensabili ai fini della procedura contrattuale;
ad oggi gli ex
LSU-LPU stabilizzati dall'Amministrazione regionale svolgono mansioni che
afferiscono esclusivamente alla categoria A e B, nonostante molti di queste
unità siano in possesso di laurea in varie discipline -:
la disposizione di
Legge che permette l'inquadramento a tempo determinato nelle Categorie Ce D dei
lavoratori LSU-LPU, dal momento tali unità possono essere inquadrate solo in categoria A o
B;
i motivi per cui non
sono stati rispettati i termini di assunzione previsti dall'art. 1 comma 207
della Legge n. 147/2013 ovvero stipulare improrogabilmente i contratti a tempo
determinato entro il 31/12/2014 "secondo cui la mancata
sottoscrizione del contatto entro il termine previsto costituisce causa di
decadenza dal contributo e la cessazione costituisce motivo di revoca parziale
del contributo" e/o
eventuali deroghe concesse;
i motivi per cui non
risulta compiuta nessuna istruttoria da parte del Dirigente del Dipartimento organizzazione
e personale, indispensabile ai fini di qualsiasi procedura contrattuale;
i criteri di scelta
del nominativi individuati all'interno della D.G.R. n.
103 del 03.04.2015, che hanno portato all'individuazione delle 10 unità da
inquadrare in categoria C e D e se tra i soggetti interessati vi siano
lavoratori che hanno precedentemente rinunciato alla stabilizzazione;
i criteri di
individuazione delie competente in termini di
funzioni e compiti, dal momento che si palesa una discriminazione tra le unità
citate nella D.G.R. n. 103/2015 (cat. C e D) è quelle
già stabiliate dall'Amministrazione regionale (cat. B.;)
se non ritengono,
visto gli evidenti vizi di legittimità riscontrati, procedere alla revoca in
autotutela della Delibera n. 103 del 03/04/2015 avente per oggetto "Contrattualizzazione
dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità utilizzati presso i
Dipartimenti regionali"- atto di indirizzo, configurandosi essa stessa in un vero e
proprio abuso.
(38; 22.04.2015)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nel periodo 2002-2005 l'amministrazione delle Ferrovie della Calabria Srl, in virtù delle legge regionale 18/2001 sulla razionalizzazione del TPL e della Deliberazione di Giunta n. 855 del 24/09/2002 decise di costituire con le società SAV S.r.l. e Autoservizi Locco S.r.l. le ATI (Associazioni temporanee d'impresa) rispettivamente FERSAV e FERLOC, dividendo fra le due le autolinee su concessione regionale assegnate a Ferrovie della Calabria Srl. Questa operazione evitò che le società SAV S.r.l. e Autoservizi Locco S.r.l. fossero obbligate a restituire le concessioni alla Regione Calabria che avrebbe potuto assegnare solo ad aziende con almeno 600.000 km annui di percorrenza offerti al pubblico. Le società menzionate erano invece in grado di effettuare soltanto 400.000 Km e 200.000 km annui;
le ATI secondo quanto previsto dalla legge regionale 23/1999 e successive modifiche ed integrazioni, sarebbero dovute trasformarsi in società di capitali entro il 31/12/2005, pena la decadenza dei servizi. Tutto questo avvenne puntualmente con la costituzione delle due società Fersav S.r.l. e Ferloc S.r.l.;
successivamente, la Corte costituzionale con sentenza n. 80/2006 ha ritenuto inammissibili alcuni articoli delle L.R. 23/1999 e 36/2004, in particolare l'obbligatorietà di trasformazione delle ATI in Società di Capitali entro il 2005, ribadendo oltremodo il divieto di affidare in modo diretto a nuovi soggetti i servizi in assenza di gare. Nonostante tale sentenza le società furono costituite ugualmente;
Ferloc nel settembre 2013 ha predisposto un atto di scissione (Repertorio numero 40214 Raccolta numero 18295 Notaio Camilleri di Cosenza) attraverso il quale Ferrovie della Calabria, mediante assegnazione di parte del patrimonio della società scissa Ferloc, è venuta a perdere la propria partecipazione sociale alla Ferloc il cui capitale sociale è ora detenuto interamente dalla società Autoservizi Locco;
a seguito di tali modifiche societarie una parte del personale è transitato a Ferrovie della Calabria mentre la restante parte è rimasto a Ferloc attraverso procedure poco comprensibili. Appare infatti singolare che i dipendenti che all'epoca della costituzione della FERLOC SRL erano dipendenti di Autoservizi Locco S.r.l. oggi lavorano alle dipendenze di Ferrovie della Calabria Srl mentre tutti gli altri che furono assunti tramite la selezione pubblica bandita nel 2009 da Ferrovie della Calabria Srl sono oggi alle dipendenze di Ferloc Srl nonostante nel momento dell'assunzione da Ferloc e da Fersav a tempo determinato i dipendenti firmavano il contratto presso l'ufficio del personale di FdC.
il personale rimasto a Ferloc resta sottoposto al potere disciplinare di detta azienda con possibilità da parte della stessa di poter procedere anche ad eventuali licenziamenti, così come già accaduto ad un dipendente licenziato da Ferloc in data 27.02.2015 a seguito di contestazione disciplinare -:
se il governo regionale ritiene che, in virtù dei poteri di vigilanza e controllo attribuiti alla Regione Calabria, il personale assunto tramite la selezione pubblica bandita nel 2009 da Ferrovie della Calabria Srl abbia diritto al riconoscimento della sussistenza di un rapporto di lavoro con Ferrovie della Calabria e quindi abbia diritto a vedere annullata la procedura condotta a proposito del trasferimento del personale d'azienda a Ferloc;
qualora dovesse essere ritenuta illegittima la procedura di trasferimento del personale in questione, quale iniziativa intende intraprendere al fine di ripristinare la legalità e la riassunzione in servizio del dipendente licenziato.
(39; 13.05.2015)
Arruzzolo. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con Decreto n. 9071 del 25 Luglio 2014 a firma del dirigente del Settore 2 "Programmazione e Coordinamento opere pubbliche, Amministrazione, Norme sismiche, Assistenza APQ Difesa del suolo" del Dipartimento 9 "Infrastrutture, Lavori Pubblici, Politiche della casa, Risorse idriche, Ciclo acque" veniva autorizzata a favore dell'Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria la liquidazione della somma di € 1.110.767,09 quale anticipo sul residuo della concessione B2749 per i lavori della "Strada Pedemontana di congiungimento dei comuni montani di Cinquefrondi - San Giorgio Morgeto" - Legge n° 64 del 1 marzo 1986;
il richiamato Decreto n. 9071/2014 trae origine dal fatto che nella nota n. 124499 del 10 aprile 2014, con la quale il dirigente generale del dipartimento infrastrutture e LL.PP. trasmetteva al Settore Bilancio il prospetto riepilogativo delle somme necessarie per far fronte ai progetti di completamento finanziati con la richiamata L. 64/86, si ometteva di comunicare il cambio del soggetto attuatore da Comunità montana - Versante tirrenico settentrionale ad amministrazione provinciale di Reggio Calabria, giusta determina di presa d'atto n. 5225 del 12.04.2010;
per i beneficiari di cui alla richiamata nota n. 124499 del 10 aprile 2014 si è già proceduto alla liquidazione, così come risulta dalla nota del Dirigente del Settore Bilancio n. 167448 del 19 maggio 2014;
l'omessa comunicazione del cambio del soggetto attuatore ha comportato che, ad oggi, non è stato liquidato l'anticipo di € 1.110.767,09 indispensabile per avviare i lavori della "Pedemontana";
l'"omissione", di fatto, ha impedito, e continua ad impedire, la realizzazione della Cinquefrondi - San Giorgio Morgeto;
dalla ragioneria della Regione non si riesce ad avere notizie certe in ordine ai tempi di accredito della somma all'amministrazione provinciale di Reggio Calabria -:
quali urgenti iniziative intende porre in essere per far sì che venga immediatamente accreditato alla Provincia di Reggio Calabria l'anticipo di € 1.110.767,09 per i lavori della "Strada Pedemontana di congiungimento dei comuni montani di Cinquefrondi - San Giorgio Morgeto",
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
sul territorio comunale di Marano Marchesato e precisamente in località "Carmine", è stata realizzata una struttura residenziale sanitaria per anziani ( RSA);
detta struttura di proprietà dell'ASP di Cosenza, iniziata ed ultimata nel lontano 1996 con finanziamenti regionali per un importo di oltre due milioni di Euro (2.100.000), ad oggi risulta non funzionante o meglio non ha mai avuto alcuna attività ed a distanza di tempo, non avendo la necessaria manutenzione né la opportuna guardiania, la struttura è stata oggetto di numerose razzie di ogni genere e tipo, tanto;
con missiva del 31.03.2014, prot. n. 2208, il Comune di Marano Marchesato nella persona del Sindaco protempore chiedeva al Direttore Generale dell'ASP di Cosenza la concessione in comodato d'uso gratuito della struttura de quo, prospettando la possibilità di un utilizzo della stessa sempre per finalità sociali e ricreative da destinare agli anziani, giovani e disabili;
tale richiesta non ha trovato accoglimento alcuno, essendo la struttura destinata esclusivamente a residenza sanitaria per anziani;
il danno arrecato ai cittadini di Marano Marchesato da quasi 20 anni di ritardi per una struttura di fondamentale importanza come una RSA, soprattutto per una cittadina con gravi mancanze di strutture socio-sanitarie è enorme e in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, insistere a mantenere un atteggiamento inerte da parte della Pubblica Amministrazione risulta inammissibile e non tollerabile sotto ogni profilo;
è necessario attivarsi affinché il Comune di Marano Marchesato, cosi come il resto del territorio calabrese possa essere dotato di strutture residenziali in grado di garantire le giuste cure sanitarie ai propri anziani è un dovere, nonché, un imperativo morale non negoziabile -:
se e quali provvedimenti l'Ente Regione Calabria intende assumere in merito a tale vicenda e le motivazioni addotte;
se siano stati valutati gli effetti per i possibili fruitori del servizio, della mancata apertura della residenza sanitaria per anziani;
se siano state vagliate eventuali soluzioni per garantire l’apertura della Rsa nel comune di Marano Marchesato o eventuali riconversioni della stessa sempre per finalità sociali o ricreative.
(41; 18.05.2015)
Bevacqua. Al Presidente
della Giunta regionale.
Per sapere – premesso che:
condividendo le
preoccupazioni espresse dal Sindaco di Corigliano, Giuseppe Geraci,
in qualità di portavoce delegato dalla consulta dei Sindaci della Sibaritide. in merito ai ritardi accumulati nell'iter dei
lavori per la costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide;
facendo propri i
dubbi espressi dai tanti operatori sanitari del territorio interessato e
risultando evidente che. visto il rallentamento in relazione ai tempi d'avvio
per la realizzazione della nuova struttura, appare necessario sostenere una
maggiore funzionalità delle strutture esistenti di Corigliano e Rossano, al
fine di garantire all'intero territorio i livelli essenziali di assistenza;
essendo di dominio
pubblico le preoccupazioni e i dubbi espressi dalla ditta appaltatrice dei
lavori per la costruzione della nuova struttura sanitaria e atteso che la
tempistica più ottimista prevede un periodo di almeno quattro anni per il
completamento dei medesimi lavori;
in attesa della
costruzione del nuovo presidio ospedaliero, non è possibile lasciare un intero
territorio privo della doverosa implementazione del diritto alla salute
costituzionalmente garantito, trattandosi, peraltro, di strutture ospedaliere
di confine, presidio contro l'emigrazione sanitaria;
vista la sentenza
del Consiglio di Stato del 27 aprile 2015 che ha accolto il ricorso del Comune
di Trebisacce contro la chiusura, decisa a suo tempo
dall'ex Governatore Scopelliti, del locale ospedale -:
quali siano le
iniziative che l'Esecutivo regionale e il Dipartimento Salute intendono
intraprendere al fine di fugare i legittimi dubbi e le pressanti preoccupazioni
sorte in merito a quanto predetto relativamente ai ritardi e ai rinvii non più
tollerabili nella costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide;
affinché il Presidente
della Giunta regionale se ne faccia carico anche presso il Commissario Scura,
l'opportunità di valutare l'ipotesi di ripensare a un diverso modello
funzionale e organizzativo delle due strutture ospedaliere esistenti di Rossano
e Corigliano. garantendone nei prossimi anni la piena funzionalità, al fine di
meglio fronteggiare le esigenze del territorio, anche alla luce della necessità
di ottemperare alla predetta sentenza del Consiglio di Stato concernente alla
riapertura dell'ospedale di Trebisacce.
(42; 20.05.2015)
la Legge 23.12.2014, n. 190 , G.U. 29.12.2014 (Legge di stabilità) ha purtroppo di fatto previsto la cancellazione di qualsiasi norma che agevoli in materia di bollo auto per i veicoli immatricolati per la prima volta da almeno 20 anni;
la norma così stante, nelle intenzioni, colpirebbe i soggetti che fanno anche un uso "giornaliero" del proprio veicolo sfruttando agevolazioni riservate a mezzi che al contrario vengono messi su strada soltanto in occasioni speciali (quali raduni, corse ed eventi in genere);
in pratica la misura colpisce tutti gli appassionati del genere che nella stragrande maggioranza dei casi sono normali cittadini i quali hanno come seconda auto un vecchio mezzo e che, vista la pressione fiscale, saranno costretti a rottamare l'auto ovvero a radiarla;
ricordato che:
con le norme introdotte dal governo (Legge di stabilità) i suddetti proprietari sarebbero costretti a pagare il bollo normale con l'aggravante che trattandosi di autoveicoli classificati Euro Zero, la tassazione per gli stessi sarà la più elevata;
l'Associazione delle auto storiche italiane ha previsto poi, che solo il 10 per cento dei proprietari dei veicoli interessati metterà in regola i propri mezzi mentre gli altri decideranno per la vendita al mercato estero, rottamazione o radiazione del veicolo;
la Regione Calabria conta diversi club di auto d'epoca/storiche presenti tra le province della Regione;
ritenuto che:
benefici economici per le casse pubbliche, dunque, non sarebbero così evidenti, mentre certi sarebbero i danni arrecati ad un settore che sostiene un mercato non marginale composto dalla manutenzione e riparazione, dalle fiere ed i mercati specializzati, così come dai raduni turistici;
a risentire maggiormente degli effetti negativi del provvedimento sarebbero soprattutto, per come detto, normali cittadini i quali hanno una seconda auto perché a volte ricevuta in eredità o donazione, e per questo riportate con notevoli sacrifici a nuova vita;
il provvedimento, ha tra gli altri effetti negativi, rischiare di minare la sopravvivenza stessa dei club sopra citati che rappresentano una realtà radicata e storica nel nostro territorio;
si impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale della Calabria
a prevedere in deroga a quanto previsto dalla Legge 23.12.2014, n. 190, oltre che per i veicoli d'interesse storico o collezionistico, l'esenzione anche per tutte quelle auto e moto che avendo compiuto vent'anni dalla data di immatricolazione, presentino requisiti di peculiarità dal punto di vista del loro rilievo industriale, legato a caratteristiche della meccanica, motoristica o del design, purché lo stato di conservazione sia tale da rispettare l'originale impianto costruttivo e sia certificato da centri specializzati specificatamente individuati;
a differenza dei veicoli con almeno trent'anni, il beneficio, in questo caso, non spetta automaticamente, ma soltanto se il valore storico del veicolo, identificato con il proprio numero di targa, è certificato da centri specializzati, tra questi, Asi, Fmi, Registro Storico Fiat Lancia ed Alfa Romeo, ed altri autorizzati dallo Stato;
l’accertamento dei requisiti e delle caratteristiche che si devono possedere per ottenere l'agevolazione, ad opera dei soggetti abilitati, è certificato mediante rilascio di uno specifico contrassegno. Lo stesso dovrà essere comunicato a cura del soggetto abilitato che lo ha eseguito, anche attraverso procedure informatiche o posta elettronica, entro il mese successivo, alla struttura regionale competente in materia di tassa automobilistica;
l'esenzione non può essere retroattiva, ed opera quindi a far tempo dalla prima scadenza utile successiva alla data di accertamento e certificazione;
se i veicoli in questione sono messi in circolazione su strade pubbliche, si è tenuti al pagamento di una tassa forfettaria dovuta in misura fissa (indipendentemente dalla potenza del motore) a titolo di tassa di circolazione;
la tassa annua è pari a € 20,00 per i motoveicoli ed a € 30,00 per gli autoveicoli;
il pagamento potrà effettuarsi, senza sanzioni, in qualsiasi mese dell'anno, purché anteriormente alla messa in circolazione del veicolo su strade pubbliche;
tale esenzione, ovvero mancato introito per le casse regionali quantificabile in appena € 45.000,00 continuerà ad assicurare invece un indotto economico per tutta una serie di maestranze altrimenti a rischio chiusura attività. Si precisa inoltre, che l'esenzione deve intendersi con effetto retroattivo, dunque operante a partire dal primo gennaio 2015, e si chiede nel contempo la proroga del termine di pagamento del bollo per i motivi di cui sopra, al 30 giugno2015.
(19; 06.05.2015) Giudiceandrea, Bova, Neri
Il Consiglio regionale,
premesso che:
la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di
Trento e Bolzano con provvedimento 22 febbraio 2001, ha disciplinato il profilo
professionale ed il relativo ordinamento didattico dell'operatore
socio-sanitario (O.S.S.);
la Giunta regionale
con propria deliberazione n. 5 del 12 gennaio 2009 dettava linee di indirizzo
per disciplinare i criteri e le procedure amministrative per l'attuazione delle
attività di formazione di base per operatori socio-sanitari;
l'articolo 5, delle
linee guida, individua tra i soggetti proponenti le attività formative: le
aziende sanitarie provinciali ed ospedaliere, le istituzioni pubbliche e
private accreditate, stabilendo nel contempo il divieto per le sole istituzioni
private accreditate di svolgere attività di formazione libera di cui agli
articoli 40 e 41 della L.R. n. 18/1985;
la generalità delle
altre Regioni hanno invece autorizzato le attività libere di formazione
professionale per operatori socio-sanitari senza oneri a carico della Regione
(Molise D.G.R. n. 654/2010, Puglia L.R. n. 4/2010);
la diversità di
regolamentazione tra le regioni d'Italia ha prodotto un fenomeno rilevante di
"migrazione formativa" che ha coinvolto giovani calabresi costretti a
frequentare le attività formative non in Calabria per conseguire il titolo
professionale di operatore socio-sanitario; occorre per le motivazioni indicate
modificare la delibera di Giunta regionale n. 5 del 12 gennaio 2009,
impegna la Giunta regionale
a modificare
l'articolo 5, della deliberazione di Giunta regionale n. 5 del 12 gennaio 2009,
come di seguito indicato: "Articolo 5 (Soggetti proponenti)
Possono attuare le
attività formative finalizzate al conseguimento della qualifica di Operatore
Socio-Sanitario i seguenti soggetti:
Aziende Sanitarie
Provinciali e Ospedaliere della Regione Calabria.
Istituzioni
Pubbliche e Private macrotipologia Formazione Superiore nella Regione Calabria
ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio 2011.
Nel rispetto degli
artt. 40 e 41 della legge n. 18 del 19-04-1985 e s. m. e i., sono consentite le
attività di formazione c.d. "Libere".
Si specifica che
tali attività possono essere svolte solo da Agenzie formative che hanno
maturato almeno una esperienza nell'ambito della formazione per Operatore Socio
Sanitario e sono accreditate nella Regione Calabria per la macrotipologia
Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio
2011, almeno da cinque anni.
Le Agenzie Formative
che non hanno esperienza nell'ambito della formazione per Operatore Socio
Sanitario e/o sono accreditate nella Regione Calabria per la macrotipologia
Formazione Superiore, ai sensi del Regolamento Regionale n. 1 del 15 febbraio
2011, da meno di cinque anni, possono svolgere attività di formazione c.d.
"Libere", finalizzate al conseguimento della qualifica di Operatore
Socio-Sanitario, costituendo una Associazione Temporanea di Scopo (ATS). In
questo caso il soggetto Capofila deve essere in possesso dei requisiti di cui
sopra. Le attività di formazione c.d. "Libere" non possono essere
svolte, in nessun caso, da Agenzie Formative non accreditate nella Regione
Calabria."
(20; 19.05.2015)
Battaglia
Il Consiglio
regionale della Calabria,
premesso che:
la Regione Calabria
utilizzando prevalentemente fondi europei nel periodo 2010 – 2012 emanava
apposita manifestazione d’interesse atta a consentire ai lavoratori
disoccupati, inoccupati, cassaintegrati, in mobilità e socialmente utili di
partecipare ad idonei progetti formativi a tempo determinato negli uffici
giudiziari della Regione Calabria;
considerato che:
negli uffici sopra
citati sono impiegati a tutt’oggi, attraverso i tirocini formativi oltre
settecento lavoratori calabresi che, ai titoli di studio in loro possesso,
sommano ora, anni di tirocini che restituiscono l’opportunità di avvalersi di
personale qualificato per un comparto, come quello della giustizia nel nostro
Paese, in generale, e nella nostra Regione, in particolare, quasi sempre al
collasso proprio per deficienza di organico e mezzi;
ricordato che:
quanto sopra esposto
è stato nel tempo più volte causa di taluni rilievi mossi anche dalla stessa
Unione Europea nei confronti del Governo italiano circa la lentezza del sistema
giudiziario, e che l’importanza della continuità dei lavoratori precari oggetto
della presente mozione è stata rilevata, tra gli altri anche dal primo
Presidente della Cassazione ed indirizzata allo stesso Ministro della
Giustizia;
ritenuto che:
ad oggi rimangono ai
lavoratori precari della giustizia solo 110 ore di tirocini da svolgere entro
il 30 aprile prossimo e che a partire proprio dal giorno dopo l’espletamento
delle predette ore non esiste alcuna certezza circa il loro futuro lavorativo,
impegna
il Presidente della
Giunta regionale e la Giunta regionale della Calabria a sostenere in sede
nazionale, nel confronto con il Governo, la trasformazione del tirocinio
formativo in contratto di lavoro con modalità da stabilirsi in fase di
concertazione per garantire una adeguata soluzione a tutti i lavoratori finora
coinvolti.
Il Consiglio
regionale della Calabria,
considerata:
la situazione di
assoluta precarietà e disagio che vivono i 40 lavoratori della Fondazione
Mediterranea Terina (ente in house providing partecipato totalmente dalla Regione Calabria
istituito con legge di bilancio nel maggio del 2007), i quali attendono ancora
il pagamento di numero 5 mensilità stipendiali;
l’incertezza in
ordine al futuro dell’unico Ente di ricerca della Regione Calabria in un
comparto strategico e vitale dell’economia calabrese quale è da sempre quello
agroalimentare;
la dotazione
tecnologica (unica nel suo genere in tutta Italia grazie anche agli
investimenti compiuti dal MIUR: 15 milioni di Euro) che fa dei laboratori di
ricerca di “Terina” una struttura all’avanguardia
nella ricerca e sicurezza sugli alimenti, della cui piena funzionalità la
Regione necessita, attesa l’importanza crescente delle tematiche riguardanti la
qualità del cibo per come dimostrato dalla mission affidata all’Expo universale
di Milano;
altresì, la grave e
insostenibile situazione economica venutasi a creare in seno alla Fondazione in
ragione della mancata attuazione della normativa di riforma della medesima
contenuta all’articolo 13, commi 1 e 2 della legge regionale n. 24 del 2013;
considerato che:
la stessa legge
garantisce i livelli occupazionali dei 40 dipendenti tutti assunti a tempo
indeterminato,
impegna
la Giunta regionale
della Calabria e i dipartimenti competenti per materia ad assumere tutte le
necessarie misure di ordine amministrativo, affinché venga attuata la normativa
che dispone la concreta riforma e riorganizzazione della Fondazione Terina.
Il Consiglio
regionale della Calabria,
preso atto che:
la Regione Calabria,
al fine di valorizzare il proprio patrimonio costiero e la risorsa mare ad essa
collegata, prevede e attua, con legge
regionale n. 27/2004, un sistema di interventi ed azioni a sostegno dello
sviluppo dell’economia ittica della Calabria;
la salvaguardia, il
potenziamento e il rilancio della filiera ittica e dell’intero comparto
economico ad essa correlato sono azioni imprescindibili per lo sviluppo
dell’economia regionale nel suo complesso, e che le stesse si integrano con le
politiche di sviluppo del turismo, dell’ambiente e dell’agricoltura;
considerato che:
allo stato la L.R. 27/2004 non risulta essere finanziata con fondi
regionali,
impegna
la Giunta regionale
della Calabria ad assegnare le risorse che si renderanno disponibili in sede di
assestamento di bilancio al finanziamento della suddetta L.R.
27/2004 nella misura sufficiente a garantirne la concreta attuazione.
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
la Polizia di Stato
ha bandito un concorso nell’anno 2014 per 650 Allievi Agenti della Polizia di
Stato;
considerato che:
il Segretario
Generale della Polizia di Stato ha indicato al Governo di procedere
immediatamente a delle assunzioni straordinarie in modo tale che gli agenti
siano operativi entro il 2015 per fronteggiare il fenomeno del terrorismo e
della criminalità organizzata;
esistono altre
graduatorie ancora valide di concorsi terminati nell’anno 2012, i cui Allievi
che hanno superato detti concorsi dovranno sostenere visite mediche e
psicologiche in quanto trascorsi quasi tre anni dall’ottenimento dell’idoneità;
contrariamente,
coloro che sono stati dichiarati idonei nell’ultimo concorso dell’anno scorso
(650 Allievi Agenti della Polizia di Stato) sono in possesso di idoneità
conclamata tra i mesi di luglio e settembre 2014 e, pertanto, potrebbero essere
arruolati immediatamente;
sottolineato che:
un immediato
ampliamento dei posti del concorso per 650 Allievi Agenti della Polizia di Stato
anno 2014, permetterebbe di iniziare a tutti i circa 250 idonei, rimasti al
momento fuori graduatoria e dunque non ancora assunti, il corso da Allievo
Agente della Polizia di Stato al fine di essere operativi già entro il 2015,
come indicato dal Segretario Generale;
preso atto che:
coloro i quali siano
stati dichiarati idonei nel concorso 2014, sarebbero gli unici a non presentare
il problema ostativo della seconda aliquota interforze per cui, senza il
bisogno di modificare procedure legislative, attraverso un semplice ampliamento
dei posti e/o attraverso uno scorrimento totale della graduatoria, potrebbero
essere tutti immediatamente assunti,
impegna
il Presidente della
Giunta regionale a farsi portavoce presso il Ministero dell’interno affinché si
attivi per un ampliamento dei posti disponibili del concorso per 650 Allievi
Agenti della Polizia di Stato anno 2014, consentendo ai circa 250 idonei, al
momento non ancora chiamati, di poter dar seguito al superamento del concorso
sopra citato e immetterli subito al corso di formazione per Allievi Agenti
della Polizia di Stato.
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
nel corso della
scorsa consiliatura, il Piano di Riordino del Sistema Sanitario Regionale ha
interessato l’Ospedale “Beato Angelo” di Acri;
in virtù di detto
“Riordino”, il succitato Ospedale è stato fortemente ridimensionato nelle sue
funzioni e capacità assistenziali e di primo soccorso;
l’Ospedale in
epigrafe si è visto anche ridimensionare nella dotazione organica riferita al
personale medico e paramedico;
dall’ultima
determinazione del Commissario ad acta alla sanità si
evince chiaramente un ulteriore ridimensionamento dell’Ospedale;
tale determinazione
non tiene in alcun conto della realtà territoriale su cui opera il nosocomio in
questione;
l’Ospedale “Beato
Angelo” di Acri svolge, da sempre, una rilevante funzione di primo soccorso e
di prima medio-degenza in un comprensorio con circa
60.000 abitanti;
a causa del
ridimensionamento in questione, la popolazione vive una drammatica situazione
di profondo disagio sociale;
tale disagio
scaturisce anche dalla impossibilità, da parte della popolazione residente nel
comprensorio, ad accedere immediatamente alle cure dovendo sostenere lunghi
tragitti al fine di raggiungere gli altri centri ospedalieri;
la situazione di
disagio relativa alla distanza da altri centri ospedalieri è aggravata dalla
condizione di alta precarietà delle strade, spesso impraticabili, che
determinano una dilatazione dei tempi di percorrenza;
tale situazione
determina una notevole compressione del diritto alla salute dei cittadini,
costituzionalmente riconosciuto, leso dalle ingiuste determinazioni di cui
sopra,
impegna
il Presidente della
Giunta regionale:
ad intervenire
presso le competenti Autorità, al fine di potenziare la struttura ospedaliera
in questione in modo da poter nuovamente riconoscere ai cittadini il diritto
alla salute che in alcun modo può essere compresso da necessità di bilancio;
ad adottare
iniziative affinché trovino effettiva applicazione i decreti nn. 28 e 191 del 2012
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
il cedro, nobile
agrume tipico della zona di Santa Maria del Cedro, rappresenta indubbiamente un
prodotto agricolo d’eccellenza della Regione Calabria vocato a svolgere un
ruolo importante nello sviluppo del tessuto socio-economico e produttivo del
territorio di riferimento, ovvero dell’Alto Tirreno Cosentino che va da
Belvedere Marittimo a Tortora, zona, questa, denominata appunto Riviera dei
Cedri;
il Consorzio del
cedro di Calabria che provvede da anni alla tutela, promozione e valorizzazione
di detto agrume, è quanto mai interessato alla tutela e alla preservazione dei
beni culturali, artistici e paesaggistici del territorio, nell’ottica della
filiera allargata in un progetto produttivo integrato e correlato soprattutto
alle esigenze dei cedricoltori;
a tal fine, si
evidenzia come suddetto Consorzio svolga, tra le altre, attività finalizzata
alla realizzazione di opere infrastrutturali asservite alla coltura del
prodotto e al sostegno finanziario per la creazione di nuovi impianti da parte
delle aziende consorziate, nonché attività di realizzazione di progetti
settoriali ed intersettoriali relativi alla filiera cedricola
con il sostegno della Comunità Europea, dello Stato, della Regione e degli Enti
Locali;
allo scopo di
assicurare l’utile svolgimento delle attività consortili, il concreto sostegno
all’espansione produttiva del cedro (che richiama anche l’interesse di paesi
come Israele, dove il nostro cedro è utilizzato in cerimonie sacre di origini
bibliche) e per garantire il mantenimento delle qualità specifiche e peculiari
di tale coltura, si propone l’incremento della dotazione finanziaria di Euro
270.000,00 di cui all’U.P.B. 2.2.0403 Capitolo
22040310 destinato al finanziamento delle attività previste nell’ambito della L.R. 13 ottobre 2004, n. 23 concernente “Norme per la
salvaguardia del cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”;
appare congruo, al
fine di perseguire gli obiettivi e le finalità di cui sopra, aumentare detta
dotazione, per l’erogazione prevista per l’anno 2015, di Euro 200.000,00,
impegna
il Presidente della
Giunta regionale a prevedere fin da subito, nella prima sede utile, un adeguato
stanziamento, necessario per il perseguimento delle finalità previste
nell’ambito della L.R. 13 ottobre 2004, n. 23 concernente “Norme per la salvaguardia del
cedro di Calabria e per l’istituzione del Consorzio”.