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X LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

5.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 30 MARZO 2015

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONINO SCALZO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO

 

Presidenza del Presidente Antonino Scalzo

La seduta inizia alle 14,15

PRESIDENTE

La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni, mozione e interpellanza

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge le interrogazioni, la mozione e l’interpellanza presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione numero 15 del 9 febbraio 2015 a firma del consigliere Tallini e all’interrogazione numero 16 dell’11 febbraio 2015 a firma del consigliere Irto.

(Sono riportate in allegato)

In morte del Segretario generale della CGIL, Giovanni Donato

PRESIDENTE

Prima di passare al primo punto all’ordine del giorno volevo comunicare all’Aula che è venuto a mancare, improvvisamente, Giovanni Donato stroncato da un male incurabile. Giovanni Donato è il segretario provinciale della Cgil di Cosenza, una persona che molti di voi conoscono per il suo trascorso di alto spessore morale e di grande dignità anche durante la brevissima ma drammatica e fatale malattia.

Io direi di dedicare un minuto di raccoglimento e di silenzio per questa improvvisa ed atroce scomparsa.

(I consiglieri ed i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto di silenzio)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, buongiorno. Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno odierno di una mozione che ha ad oggetto l’istituzione di un tavolo tecnico presso il Governo finalizzato ad affrontare la questione dei Vigili del fuoco discontinui.

Su questo chiedo all’Aula di esprimersi, per cortesia.

PRESIDENTE

Sulla richiesta del consigliere Mangialavori l’Aula si pronunci con un voto. Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione proposta dal consigliere Mangialavori.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Presidente, per una questione pregiudiziale sui lavori del Consiglio.

Ho notato che è stata definita relazione l’interrogazione a risposta scritta del collega Tallini che, al di là del merito e della potenziale ricevibilità, pone una questione importante, attesa l’eventuale legittimità di atti amministrativi emanati da questo Consiglio rispetto alla funzione del Segretariato generale. Vorrei capire come ed in che modo questo Consiglio può affrontare questa questione che non è banale, è dirimente rispetto all’ordine dei lavori e anche alla legittimità, per come interroga il collega Tallini il Consiglio.

Cioè non si può interrogare il Presidente della Giunta, non si può interrogare il Presidente del Consiglio, vorremmo capire chi e cosa bisogna interrogare.

PRESIDENTE

Consigliere Orsomarso, in premessa ho citato la norma in base alla quale si dichiara inammissibile la richiesta ma ritengo che per garbo istituzionale questo Ufficio di Presidenza possa comunque fornire una risposta entro 30 giorni. Quindi assoluta apertura e segno di trasparenza degli atti che da questo ufficio vengono emanati.

Ha chiesto di parlare il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Solo se c’è tempo, Presidente, grazie per avermi dato la parola. Propongo l’inserimento all’ordine del giorno della questione relativa all’indirizzo del Governo per l’accorpamento delle Camere di commercio. Vorremmo aprire una discussione rispetto alla possibilità che tutte le Camere di commercio della Calabria vengano chiuse ed inserire degli elementi nuovi, dirimenti che possano tener vive alcune Camere di commercio della nostra regione. Se può essere portata in discussione anche in coda all’ordine del giorno. Grazie.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno odierno dell’ordine del giorno proposto dal consigliere Giudiceandrea “Avverso l’indirizzo del Governo per l’accorpamento delle Camere di commercio”.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Sull’informativa data in Aula e sull’inammissibilità della mia interrogazione, comunico ai colleghi in Aula che mi è stato posto il problema che i consiglieri regionali non possono avere risposte perché, nonostante la problematica sollevata dal sottoscritto riguardi il Consiglio regionale, non si può interrogare il Presidente del Consiglio regionale.

Comunico ed informo anche il Presidente del Consiglio, che ho provveduto a rivolgere analoga interrogazione al Presidente della Giunta. Però, al di là della risposta, non si può dire che da una parte non può essere interrogazione perché l’interrogazione a norma del Regolamento presuppone un iter e una tempistica che non è equiparabile ad altre procedure e dall’altra non si può rivolgere una interrogazione al Presidente della Giunta perché l’argomento è di competenza del Consiglio regionale.

Quindi da una parte non lo puoi fare e dall’altra non hai competenze. Credo che sia una grave anomalia e per un attimo voglio dire ai colleghi che sono seduti in quest’Aula che l’interrogazione contiene un elemento importante.

Ho sostenuto che il dottore Calabrò, che riveste un ruolo delicatissimo ed importantissimo nell’ambito di questo Consiglio regionale - ho visto che tutti gli atti sono certificati e legittimati dalla controfirma del dottore Calabrò - secondo una mia ipotesi - che è tutta da chiarire e da verificare - potrebbe aver concluso in maniera inappellabile il suo rapporto con la Regione sin dal 30 giugno 2014 e che da quella data in poi viene mantenuto in servizio illegittimamente, attraverso atti prodotti da vari Presidenti e da vari Uffici di Presidenza.

Ora la domanda del collega era questa: atteso che fin quando non si sapeva tutto, poteva essere aleatorio, discutibile ecc., ma dal momento in cui si sa c’è bisogno di un mese di approfondimento per capire? Noi rischiamo già di chiedere l’annullamento degli atti precedenti ma da questo momento lei lo sa, Presidente, e si assume la responsabilità - perché l’interrogazione è stata prodotta giorni fa – atteso che il dottore Calabrò, tra l’altro, è anche il dirigente del personale e quindi dovrebbe dare una risposta a sé stesso; cioè c’è questo assurdo conflitto di interesse, una situazione paradossale.

Da questo momento in poi lei sa di questo fatto, non ha portato in Aula la soluzione al problema ipotizzato nell’interrogazione che è grave perché non può assolutamente – secondo quel che potrebbe essere – minimamente prolungato in servizio un dirigente la cui scadenza si sapeva e che a norma della “Fornero” non poteva essere trattenuto in servizio nemmeno un solo giorno dopo una certa data.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Ho voluto informare i colleghi ed ho voluto che rimanesse registrato; questa mia riflessione l’ho portata a tutti i colleghi in Aula. Il Presidente ha ascoltato pure, è presente, così come sono presenti anche l’assessore al personale e il dirigente del personale – che è l’interessato. Nessuno potrà dire domani, se altri organi si interesseranno di questa vicenda, che nessuno sapeva.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tallini, anche se forse non ha ascoltato in premessa…

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

No, ho ascoltato ed ho detto una cosa…

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, chiedo che sia inserita all’ordine del giorno una proposta che guarda a misure urgenti mirate ad evitare la chiusura della filiale della Banca d’Italia di Cosenza. Era stata già presentata nella scorsa seduta di Consiglio.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno proposta dal consigliere Sergio.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Grazie, Presidente, chiedo anche io l’inserimento all’ordine del giorno del Consiglio regionale di un ordine del giorno riguardante il comune di Oriolo. Si tratta di un comune che in questi giorni è stato soggetto a forti criticità e a smottamenti di una larga parte del territorio che ha visto anche l’evacuazione di 30 famiglie di una frazione.

Con questo ordine del giorno chiedo l’impegno da parte della Giunta regionale ed in particolar modo del dipartimento della protezione civile affinché venga con mezzi e uomini per facilitare e supportare il lavoro che con grande impegno stanno cercando di fare con i pochi operai di quel comune.

Chiedo un intervento immediato della protezione civile per alleviare lo sforzo del comune e per dare un supporto tecnico-materiale affinché queste famiglie vengano aiutate ad uscir fuori da questo problema.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione riguardante i danni causati dal movimento franoso nel comune di Oriolo.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Ha chiesto di parlare il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Presidente, volevo capire su questi ordini del giorno che ora abbiamo messo in discussione all’ordine del giorno se c’è qualche documento che noi consiglieri dobbiamo avere perché io vorrei leggerli. Ho visto che sono stati presentati già 3 ordini del giorno.

PRESIDENTE

Sono arrivati in questo momento alla Presidenza.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Presidente, scusi, posso pure alzare la mano, non ho problemi mi metto qui e alzo la mano. Ma io ho la necessità, presidente Scalzo, di sapere quello che voto e di avere i documenti prima.

In Conferenza dei capigruppo siamo rimasti che lei in qualche modo avrebbe cercato di portare il Consiglio ed i consiglieri nella condizione di poter esprimere un parere valutando i documenti.

Ora qui io invece mi trovo tre ordini del giorno che lei mi dà, che io mi devo leggere – ora – e poi devo andare a votare sì o no.

PRESIDENTE

Sono inseriti in coda alla seduta.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Ma dobbiamo trovare un sistema per cui noi consiglieri possiamo esprimere il nostro parere ed i nostri voti in maniera chiara e compiuta. Dobbiamo avere i documenti uno-due giorni prima, non è possibile che si portino direttamente in Aula.

L’ultima volta ho votato ordini del giorno dell’ultimo minuto. Le chiedo, cortesemente, Presidente, di mettermi in condizione di svolgere il mio ruolo in maniera chiara, altrimenti sarò costretto – visto che non prendo atto di quel che voto – a votare contro o ad astenermi anche su fatti importanti.

Questa è per me una questione seria di rispetto dei consiglieri e del ruolo che noi svolgiamo, Presidente. Grazie.

PRESIDENTE

Consigliere Nucera, questa problematica, come lei sa è di competenza della Conferenza dei capigruppo. Alla prossima seduta di Conferenza dei capigruppo decideremo su come dover procedere, anche in ordine alle mozioni e agli ordini del giorno che si presentano con urgenza.

Proposta di legge statutaria numero 1/10^ di iniziativa dei consiglieri regionali Battaglia, D’Agostino, Irto, Romeo, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” Seconda lettura

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda la proposta di legge statutaria numero 1/10^ di iniziativa dei consiglieri regionali Battaglia, D’Agostino, Irto, Romeo, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” Seconda lettura.

(Interruzione)

Solo per dichiarazione di voto ai sensi del Regolamento, consigliere Tallini.

(Interruzione)

Allora prima di passare alla votazione solo per dichiarazione di voto, si tratta di una seconda lettura di un testo già approvato e non modificabile.

(Interruzione)

Può intervenire solo per dichiarazione di voto, consigliere Tallini, altrimenti passiamo subito al voto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Non è una questione banale, l’abbiamo già dibattuta durante la prima lettura e l’abbiamo vissuta in queste ore e in questi giorni, chiedendo con forza al presidente Oliverio che facesse quel che i calabresi si aspettano, cioè che andasse a Catanzaro e nominasse una Giunta, concessa dallo Statuto di questa Regione e iniziasse a governare.

Ci pare di capire che le motivazioni che ci hanno portato a votare in modo contrario una riforma dello Statuto e rispetto alla quale siamo pronti anche a discuterne siano tuttora esistenti; ci par di capire che la seconda ondata sarà anche quella di richiedere l’istituzione di una nuova Commissione.

Noi abbiamo, nella scorsa legislatura, insieme alla Conferenza delle Regioni, lavorato a ridurre Commissioni, lavorato a ridurre nella percentuale esatta il numero degli assessori, lavorato a ridurre e ad eliminare sottosegretari e quant’altro.

Questa è una modifica di Statuto alla quale si aggiungerà la seconda parte di questo Consiglio – non saremo nemmeno molti – con l’intento, mi pare di capire, e se ne è discusso anche in Conferenza dei capigruppo, di creare una nuova Commissione consiliare.

Non è un problema legato semplicemente ai costi, perché i costi della democrazia se è necessario vanno pure valutati ma ci par di capire che è stato tempo perso per la Calabria; questa è la motivazione per cui confermiamo il nostro voto contrario, lo faccio come componente del gruppo Misto insieme al consigliere Tallini ma ognuno esprimerà la propria dichiarazione di voto e le motivazioni, considerato comunque che si parla di modifiche che non sono utili alla Calabria e ai calabresi ma semmai ad una parte politica che vive grandi difficoltà.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo per ribadire la posizione contraria all’adesione, sia pure in forma aspettativa, ad una riforma che, al momento della proposta, abbiamo giudicato assolutamente demagogica e negativa, finalizzata soltanto a sistemare gli equilibri interni del Partito Democratico, e di questo possiamo dare anche motivazioni, perché ci sono elementi oggettivi che possono, con un minimo di riflessione, convincere tutti quanti.

La riforma dello Statuto, annunciata come la panacea, è soltanto una manovra strumentale per tacitare gli appetiti interni e gli equilibri interni al gruppo del Pd. Questa barzelletta – lo dico soprattutto alla stampa che la riporta spesso – per la quale dipende dall’approvazione di questo Statuto la nomina della Giunta… Il Presidente della Giunta può nominare la Giunta comunque, secondo i criteri indicati dallo Statuto.

Che cosa può fare a riforma avvenuta? E non è domani che potrà avvenire, comunque dovrà avvenire dopo che saranno trascorsi i tempi di pubblicazione, potrà allo stato attuale nominare tre interni e tre esterni: i due interni ci sono, uno soltanto interno c’è, ma che cosa vuole fare? Vuole nominarli tutti interni? Non penso, vuole nominarli quasi tutti esterni, è probabile. E perché non comincia a nominare gli esterni che mancano? Almeno due esterni potevano essere nominati.

Quindi non è questo il problema, ma è un altro: ci sono i consiglieri regionali che vengono esclusi e per questo noi ribadiamo il nostro concetto negativo e che dipende soltanto dal fatto che questo elemento nulla interessa alla Calabria e ai calabresi, alle tante emergenze che scoppiano, ma serve a tacitare i consiglieri regionali che avranno detto al Presidente “io non te la voto fino a quando…”.

(Interruzione)

Presidente, per me posso pure smetterla, ma se questi sono i tempi, se lei vuole soffocare il dibattito, si ricordi che poi, quando il Presidente parlerà per due ore, mi metterò là, gli impedirò di parlare e le chiederò di fare rispettare lo Statuto, gli farò così.

(Il consigliere Tallini indica ripetutamente l’orologio da polso)

Quindi sto cercando, nei tempi compatibili con l’espressione di un pensiero, di dire per quali ragioni io posso… Quindi non mi sta bene questa cosa, Presidente! Dica a chi le sta a fianco “quando se ne va”, perché quello è il vero problema, quella è una scelta illegittima.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini…

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Non mi interrompa e non mi faccia segni, mi faccia completare, e lo faccia anche al suo Presidente il segno dell’orologio! Non mi faccia perdere il filo, perché stavo per concludere.

PRESIDENTE

Concluda il suo intervento.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Non mi sembra nemmeno educato interrompere un consigliere regionale che stava completando l’intervento.

PRESIDENTE

Nessuno l’ha interrotta. Concluda il suo intervento!

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Presidente, a lei non sarà data l’autonomia di soffocare il dibattito in quest’Aula.

PRESIDENTE

Assolutamente! In quest’Aula sarà rispettata la democrazia.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Se poi lei vuole trasformare quest’Aula in un’Aula sorda e grigia, come vorrebbe lei e il suo Presidente, perché in questo momento sta compiendo un atto servile nei confronti di una richiesta che era venuta dal suo Presidente.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, dichiari il suo voto, altrimenti le tolgo la parola!

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Faccia quello che vuole!

PRESIDENTE

Dichiari il suo voto!

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Lei mi tolga la parola ed io farò quello che riterrò opportuno fare.

PRESIDENTE

Dichiari il suo voto.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Poi mi farà allontanare dall’Aula dai commessi, potrà chiamare i Carabinieri!

Se mi dà 30 secondi per concludere, concludo, e non mi interrompa, perché stavo già per concludere, a quest’ora avrei già concluso! Stavo dicendo che ai calabresi di questo Statuto non interessa nulla, interessa solo ai consiglieri regionali di maggioranza, che aspettano la delega per dare l’assenso al presidente Oliverio per varare la Giunta.

Voi giornalisti, se continuate a dire che la Giunta dipende dallo Statuto, dovreste dire che la Giunta dipende dagli equilibri interni al Pd. Ai calabresi, gli equilibri interni al Pd non interessano! Vi ringrazio.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi per dichiarazione di voto sulla legge, pertanto la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Chiedo che venga inserito all’ordine dei lavori un ordine del giorno concernente la questione della Fondazione Campanella. La problematica, come sappiamo, è estremamente grave e in questi giorni se ne parla molto anche sui mass media, quindi ritengo opportuno che si discuta e si inserisca questa problematica all’ordine del giorno per adottare un provvedimento che impegni il Consiglio regionale a fare tutto ciò che sia possibile affinché questa struttura possa rimanere a salvaguardia sia dei diritti dei malati sia dei diritti dei lavoratori.

PRESIDENTE

Il consigliere Bova ha chiesto l’inserimento di un ordine del giorno sulla Fondazione Campanella.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Votiamo, naturalmente, a favore dell’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno anche perché il sottoscritto, insieme ad altri colleghi, già da molto tempo, aveva chiesto all’Ufficio di Presidenza che in quest’Aula si parlasse della gravosa situazione della Fondazione Campanella, per cui accogliamo con vero piacere il risveglio delle anime.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Esprimo anch’io parere favorevole all’inserimento dell’ordine del giorno, con un problema, con una speranza, consigliere Bova, che questo documento non precluda e non sia mirato soltanto a fare inserire e a salvaguardare il personale, così come mi pare sia specificato.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Ho parlato anche dei diritti degli ammalati.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Le volevo soltanto dire che spero che questa iniziativa degli ammalati sia, invece, anche l’occasione per parlare della salvaguardia della Fondazione Campanella. Questo era il mio auspicio, perché il Presidente va a dire in giro che non c’è nessun atto da cui ripartire, perché la Fondazione Campanella possa sopravvivere. Questa è la cosa che volevo sottolineare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Intervengo per dichiarare il voto favorevole all’inserimento all’ordine dei lavori dell’Aula dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Bova, ma precisando un po’ meglio quello che ha voluto essere l’intervento del consigliere Tallini.

Apprezzo l’ordine del giorno, ma ritengo opportuno – e poi lo diremo in fase di discussione – avere copia dell’ordine del giorno per capire di che cosa stiamo parlando e pronunciarmi, già da adesso, a favore della necessità di mettere in campo tutti gli adempimenti necessari per scongiurare l’elemento fondamentale, a mio avviso, che è la messa in liquidazione della Fondazione Tommaso Campanella che poi può determinare la salvaguardia dei diritti degli ammalati e dei livelli occupazionali,

Quindi, auspico una discussione veramente ampia sull’argomento, perché secondo me questo Consiglio regionale deve occuparsi in modo ampio della questione posta all’ordine del giorno dal consigliere Bova.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento dell’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 23/10^ d’Ufficio, recante: “Elezione di tre consiglieri regionali per la Commissione regionale tripartita, di cui uno in rappresentanza della minoranza (art. 6, comma 6, lett. e, legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5)”

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 23/10^ d’Ufficio: “Elezione di tre consiglieri regionali per la Commissione regionale tripartita, di cui uno in rappresentanza della minoranza (art. 6, comma 6, lett. e, legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5)”.

In attesa che distribuiscano le schede voglio ricordare che ciascun consigliere può votare al massimo due nominativi, questo per consentire la rappresentanza della minoranza.

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Fa la chiama.

(Segue la votazione, indi lo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione dei tre consiglieri regionali per la Commissione regionale tripartita di cui uno in rappresentanza della minoranza.

Presenti e votanti 30. Hanno riportato voti i consiglieri: Battaglia 19, Pasqua 19, Mangialavori 11. Schede nulle zero.

Proclamo, pertanto, eletti alla carica di componenti della Commissione regionale tripartita i consiglieri Battaglia, Pasqua e Mangialavori.

(Così resta stabilito)

Mozione numero 1/10^ del 04 febbraio 2015 a firma dei consiglieri Giudiceandrea, Bova, Neri, Graziano “Sulla norma su bollo per autoveicoli e motoveicoli ultraventennali”

PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto all’ordine del giorno che riguarda la mozione numero 1/10^ del 04 febbraio 2015 a firma dei consiglieri Giudiceandrea, Bova, Neri, Graziano “Sulla norma su bollo per autoveicoli e motoveicoli ultraventennali” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

Premesso che:

la legge 23.12.2014 n. 190, G.U. 29.12.2014 (legge di stabilità) ha purtroppo di fatto previsto la cancellazione di qualsiasi norma che agevoli in materia di bollo auto per i veicoli immatricolati per la prima volta da almeno 20 anni;

la norma così stante, nelle intenzioni, colpirebbe i soggetti che fanno anche un uso “giornaliero” del proprio veicolo sfruttando agevolazioni riservate a mezzi che al contrario vengono messi su strada soltanto in occasioni speciali (quali raduni, corse ed eventi in genere);

in pratica la misura colpisce tutti gli appassionati del genere che nella stragrande maggioranza dei casi sono normali cittadini i quali hanno come seconda auto un vecchio mezzo e che, vista la pressione fiscale, saranno costretti a rottamare l’auto ovvero a radiarla;

con le norme introdotte dal governo (legge di stabilità) i suddetti proprietari sarebbero costretti a pagare il bollo normale con l’aggravante che trattandosi di autoveicoli classificati Euro Zero, la tassazione per gli stessi sarà la più elevata;

l’Associazione delle auto storiche italiane ha previsto poi, che solo il 10 per cento dei proprietari dei veicoli interessati metterà in regola i propri mezzi mentre gli altri decideranno per la vendita al mercato estero, rottamazione o radiazione del veicolo;

la Regione Calabria conta diversi club di auto d’epoca/storiche presenti tra le province della regione;

ritenuto che i benefici economici per le casse pubbliche, dunque, non sarebbero così evidenti, mentre certi sarebbero i danni arrecati ad un settore che sostiene un mercato non marginale composto dalla manutenzione e riparazione, dalle fiere ed i mercati specializzati, così come dai raduni turistici;

a risentire maggiormente degli effetti negativi del provvedimento sarebbero soprattutto, per come detto, normali cittadini i quali hanno una seconda auto perché a volte ricevuta in eredità o donazione, e per questo riportate con notevoli sacrifici a nuova vita;

il provvedimento, tra gli altri effetti negativi, rischia di minare la sopravvivenza stessa dei club sopra citati che rappresentano una realtà radicata e storica nel nostro territorio,

impegna

il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale della Calabria;

a prevedere in deroga a quanto previsto dalla L. 23.12.2014 n. 190 oltre che per i veicoli d’interesse storico o collezionistico, per tutte quelle auto e moto ultraventennali semplicemente iscritte ad un club amatoriale un’esenzione del costo del bollo pari al 70% del tributo previsto per legge. Tale esenzione, ovvero mancato introito per le casse regionali quantificabile in appena € 45.000,00 continuerà ad assicurare invece un indotto economico per tutta una serie di maestranze altrimenti a rischio chiusura attività. Si precisa inoltre, che l’esenzione è da intendersi con effetto retroattivo, dunque operante a partire dal primo gennaio 2015 e si chiede nel contempo la proroga del termine di pagamento del bollo per i motivi di cui sopra, al 30 aprile 2015.”

Ha chiesto di parlare il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Presidente, intervengo soltanto per ritirare la mozione perché avremmo intenzione di presentare al riguardo una proposta di legge più argomentata e sicuramente più confacente anziché delegare alla Giunta, poi, lo studio della questione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie consigliere Giudiceandrea.

(Così resta stabilito)

Mozione numero 7/10^ del 25 marzo 2015 a firma della consigliera Sculco “Sull’esclusione della Calabria da parte di Trenitalia dal piano assunzioni nazionale”

PRESIDENTE

Siamo alla mozione numero 7/10^ del 25 marzo 2015 a firma della consigliera Sculco “Sull’esclusione della Calabria da parte di Trenitalia dal piano assunzioni nazionale”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Calabria in Rete)

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, la conferenza dei capigruppo svoltasi qualche giorno addietro ha preso in esame la decisione assunta da Trenitalia di escludere dal Piano nazionale delle assunzioni la Regione Calabria.

Il tema era stato sollevato con apposite denunce dalle organizzazioni sindacali confederali e di categoria e ha già avuto eco e risonanza nel Parlamento nazionale attraverso pronunce e interventi che hanno sottolineato la gravità della decisione di Trenitalia.

Gli stessi cittadini hanno fatto sentire la loro indignazione e la loro protesta attraverso le rappresentanze sociali, politiche ed istituzionali locali e regionali.

I capigruppo consiliari hanno esaminato la questione e hanno ritenuto di dover assumere e proporre un’apposita mozione per impegnare l’intero Consiglio regionale, quale massimo organo rappresentativo dei calabresi, per far sentire forte e autorevole l’indignazione di tutti i cittadini della nostra regione.

Nel merito i dati, le cifre, le percentuali, che sono state diffuse in questi giorni, sui piani di investimenti e sul piano di occupazione, segnalano, ancora una volta, un atteggiamento gravemente discriminatorio da parte di Trenitalia nei confronti della Calabria.

Come riportato dalla mozione, nell’ultimo ventennio l’occupazione nel settore ferroviario in Calabria è letteralmente crollata passando da 13 mila addetti a soli 2 mila addetti e questa situazione non trova, proporzionalmente, riscontro in nessuna delle regioni italiane.

Si è registrato, cioè, un progressivo e crescente disimpegno delle Ferrovie nazionali dalla Calabria che ha portato alla marginalizzazione ed al degrado il settore nella nostra regione.

Ma, consentitemi di dire, che c’è di più, c’è di peggio e c’è molto di più grave!

Negli ultimi cinque anni gli investimenti realizzati dal gruppo Ferrovie dello Stato, in Calabria, sono stati nell’ordine del 5 per cento, su una media del 20 per cento destinati al resto del mezzogiorno, sul totale degli investimenti nazionali.

Una e l’altra questione, occupazione/investimenti, ci dicono a chiare lettere e con drammaticità, che Trenitalia ha deciso da tempo di ignorare la Calabria e di fronte ai gravissimi problemi della nostra realtà ha deciso, irresponsabilmente, di girarsi dall’altra parte, voltando le spalle alla nostra regione.

I dati rivelano crudamente che persino nel contesto territoriale del mezzogiorno, nel quale siamo storicamente la parte più sofferente e bisognosa di maggiori investimenti e più occupazione, non otteniamo attenzione e rispetto ma, al contrario, registriamo disimpegno e disinteresse.

Tutto questo è abbondantemente certificato dallo stato di abbandono: obsoleto e poco efficiente, nel quale versa da tempo il sistema di trasporto ferroviario nella nostra regione vittima di continui tagli sulle rotte principali e di collegamento interregionale, e con la linea Ionica ridotta in un vero e proprio stato di degrado e di arretratezza.

Questa situazione si inquadra, poi, in un contesto a dir poco allarmante dello stato più complessivo dei trasporti e della mobilità nella nostra regione, che sono giunti, entrambi, ad un punto tale di arretratezza da limitare fortemente le esigenze vitali dei cittadini e compromettere seriamente ogni sforzo per promuovere crescita e sviluppo.

Ecco perché, colleghi, la vicenda di Trenitalia assume un valore ed un significato più generale e rappresenta una questione ed un problema che non possono essere lasciati sulle sole spalle delle organizzazioni sindacali, ma coinvolge tutti e richiede una decisa, forte e autorevole assunzione di responsabilità dell’intero Consiglio e della Giunta regionale.

D’altra parte lo stesso Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, nel presentare, in quest’Aula, il suo programma di governo della Calabria aveva, giustamente, inquadrato e ritenuto il tema della mobilità, nel contesto dell’integrazione e della continuità territoriale con il resto del Paese, come un diritto dei cittadini calabresi, un diritto costituzionalmente riconosciuto ed, ancora oggi, per la nostra regione, in gran parte negato.

Non si è limitato a questo, il presidente Oliverio.

Nel programma, oltre a richiedere rispetto verso i cittadini calabresi, non ha mancato di richiamare i compiti, i doveri e le responsabilità che spettano alla Calabria.

Ha richiamato e si è impegnato, e ci ha impegnato, ad approntare e proporre una nuova legge regionale sui trasporti per definire norme e regole aggiornate e moderne per il governo del sistema dei trasporti in Calabria.

Si è impegnato, alla rapida elaborazione di un nuovo Piano regionale dei Trasporti come progetto di sistema per la filiera infrastrutture, servizi, mobilità, da realizzare con elevati livelli di qualità e di efficienza, per raccordare la Calabria al resto del Paese e all’Europa.

Questo significa che non vogliamo limitarci a declamare e magari o peggio chiedere soltanto agli altri di fare la loro parte, ma intendiamo, anche noi e soprattutto noi qui, in Calabria, metterci con le carte in regola ed adempiere, fino in fondo, ai nostri doveri e alle nostre responsabilità.

Sono questi i propositi ed i progetti che questa maggioranza e questa Giunta hanno messo in campo all’avvio di questo nuovo quinquennio di legislatura e per questo non possiamo consentire di ricevere da Trenitalia insopportabili discriminazioni ed esclusione dai piani e dai programmi di occupazione e di investimenti, ma al contrario riteniamo che la Calabria meriti attenzione, rispetto e meriti sostegno.

Do lettura della mozione Presidente: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

di recente, Trenitalia ha escluso la Calabria dal piano assunzioni nazionale;

negli ultimi vent’anni i ferrovieri calabresi si sono ridotti da circa 13 mila a solo 2 mila unità;

negli ultimi cinque anni solo il 20% degli investimenti nazionali del Gruppo Ferrovie dello Stato hanno riguardato le regioni del Sud, ed in questo contesto solo il 5% la Calabria;

come denunciato da tempo dalle organizzazioni sindacali confederali, e più di recente dalla Filt CGIL, il sistema di trasporto ferroviario nella nostra regione risulta obsoleto e poco efficiente, a seguito dei tagli sui treni a lunga percorrenza, dell’assenza di investimenti, soprattutto lungo la linea ionica, che ad oggi risulta fortemente penalizzata;

è ingiustificabile, inaccettabile e non più sopportabile che Trenitalia ignori completamente una regione come la Calabria vista l’attuale arretratezza delle infrastrutture ferroviarie, che compromette la mobilità regionale ed interregionale costituendo un vero e proprio handicap che incide sulla qualità della vita dei cittadini;

considerata l’assenza decennale di investimenti e di nuova occupazione, occorrerebbe piuttosto da parte di Trenitalia prestare lo sguardo e l’attenzione alla nostra regione e rilanciare con forza e migliorare l’intero sistema di trasporto ferroviario, che costituisce una infrastruttura fondamentale nei processi di crescita e di sviluppo,

impegna

la Giunta regionale a farsi interprete nei confronti di Trenitalia e del Governo nazionale della forte protesta che perviene dalla popolazione calabrese affinché Trenitalia riveda e modifichi il piano delle assunzioni e degli investimenti, che non possono continuare ad escludere e discriminare la Regione Calabria.”

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Colleghi consiglieri, l’occasione è ghiotta non solo per sostenere, ma anche per aggiungere alla condivisione una motivazione diversa da quella sostenuta nella mozione della collega.

(Interruzione)

Presidente, lei sta presiedendo l’Aula?

PRESIDENTE

Prego, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Non foss’altro perché c’è gente che parla, che disturba.

PRESIDENTE

Mi sembra ci sia silenzio in Aula. Prego.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Stavo dicendo che condivido la motivazione che ha spinto la collega Sculco alla presentazione di una mozione finalizzata a far partire un documento di protesta e di indignazione nei confronti del Governo nazionale.

Vorrei ricordare a quest’Aula che una delle argomentazioni sostenute durante la campagna elettorale dal candidato alla Presidenza della Giunta era, accanto al giudizio politico sull’esperienza della legislatura uscente, cosiddetta Scopelliti, l’auspicio che venisse premiata, in Calabria, una coalizione che, a Roma, aveva un referente preferenziale sul piano politico, Matteo Renzi.

Le voglio ricordare che una serie di fatti recenti hanno dimostrato che non solo quella non era la strada giusta per aiutare la Calabria che da cosiddetta regione figlia prediletta è diventata figlia negletta, ma si è trasformata in un vero e proprio boomerang.

Dipende dall’incapacità del nostro Presidente di saper rappresentare le istanze della Calabria a Roma? Le voglio ricordare soltanto che in occasione dei tagli sui voli Alitalia, il Presidente fece una dichiarazione: “prendo atto, faremo, chiederemo un tavolo”. Oltre a questo, adesso chiederà un altro tavolo in merito al famoso Piano sulla sanità da cui il nostro Governatore se ne è tornato a casa con la coda tra le gambe, bastonato.

Le volevo dire che gli unici tavoli che sembra privilegi il nostro Governatore sono quelli di un noto ristorante, come apprendiamo dalla stampa.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, dovrebbe leggere l’ordine del giorno. Parla di ristoranti e di cene? Non è un comizio, si attenga all’ordine del giorno.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Scusi, io, con rispetto nei confronti dei giornalisti, mi sono permesso di ironizzare, se questo non è possibile ed è offensivo, qualcuno mi quereli e quereli pure il giornalista che ha pubblicato la notizia.

Sto dicendo che gli unici tavoli che fino ad oggi ha privilegiato il presidente Oliverio sono quelli del ristorante o delle trattorie in cui si fanno le sagre paesane, in cui è stato fotografato mentre mangiava insieme ad alcuni amministratori. Punto.

Le dà fastidio questa considerazione?

PRESIDENTE

Ma lei pensa di potere….

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Pensa che in queste mie considerazioni ci sia qualcosa di offensivo?

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, lei pensa che gridando si possa trasformare questa Aula in un ring? Non glielo consento. L’Aula è aperta ad un dibattito democratico.

(Interruzione)

Lei deve svolgere il suo ruolo senza offendere l’Aula. Concluda il suo intervento.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Concludo l’intervento dicendo che il presidente Oliverio questo ci ha dimostrato fino ad oggi, se domani ci dimostrerà il contrario e ci inviterà ad un altro tavolo che non sia quello che abbiamo visto fino ad oggi, probabilmente ci convinceremo.

Finisco il mio intervento, collega Sculco, dicendo che voteremo sicuramente a favore della mozione, ma non basta.

Dico che noi, io e il collega Orsomarso, abbiamo dato un piccolo esempio di come la Calabria potrebbe farsi rispettare: abbiamo occupato il dipartimento in segno di protesta per la mancata nomina del Commissario per l’attuazione del Piano di rientro dal deficit sanitario.

La nomina è arrivata, non pensiamo di averla determinata noi, ma quell’occupazione ha inciso.

Come possiamo dare, allora, una mano al Presidente? La proposta è questa: accanto al documento perché non - abbiamo già elementi sufficienti per pensare che noi saremo figli maledetti e che questo indirizzo continuerà per tutta la legislatura - pensiamo di convocare un Consiglio regionale di protesta con queste motivazioni nella capitale, noi tutti insieme con i giornalisti nazionali - e non quelli regionali che, per quanto facciano il loro dovere, non hanno la forza di far passare questo messaggio ai mass-media nazionali, alla stampa nazionale.

Altrimenti noi voteremo a favore, ma sarà uno dei tantissimi documenti demagogici che verranno fuori da questo Consiglio regionale e saremo tutti assoggettati ad un giudizio generale in cui non si distinguerà chi fa demagogia e chi vota dicendo queste cose e, con questo atteggiamento, continueremo a non recuperare il rapporto con l’opinione pubblica e con le tante categorie che vengono penalizzate dalle scelte antimeridionali – altro che la Lega – e “anti Calabria” da parte di un Presidente del Consiglio che dovrebbe essere vostro amico e attraverso il quale dovreste avere ministri e direttori generali dei vari ministeri con cui interloquire.

Invece qui registriamo solo lamentele e proteste per i tagli che si riverberano in maniera distruttiva, altro che decollo! Dobbiamo cercare di evitare che la Calabria sprofondi in maniera irreversibile, perché poi sicuramente a breve distanza vedremo gli effetti che i tagli negativi produrranno contro la Calabria, danni che si vedranno da qui ai prossimi mesi e ai prossimi anni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Casa delle libertà)

La mozione della consigliera Flora Sculco, sull’esclusione della Calabria da parte di Trenitalia nel piano di assunzione nazionale, pone l’accento su una questione importantissima e sull’ennesimo danno che si ripercuote sui calabresi, infatti, con la politica di riduzione dei costi e con i tagli più o meno generalizzati fatti da Trenitalia, la Calabria paga le maggiori conseguenze.

La dichiarazione di voto in merito per il nostro gruppo la farà il consigliere Cannizzaro, però c’è da dire che negli ultimi anni la Calabria, per quanto riguarda il settore del trasporto pubblico, è stata via via depauperata di tutta una serie di servizi, a punto tale da mettere in discussione proprio quel diritto alla mobilità del cittadino, un diritto alla mobilità ed alla circolazione che in Italia è sancito non da una legge qualsiasi, ma dall'articolo 16 della Costituzione e, in Europa, dalla Carta dei Diritti dell'Unione Europea.

Trenitalia, però, se ne infischia ed anzi rincara sempre più la dose, in ogni suo atto e ridimensionamento, tagliando corse, tratte, chiudendo stazioni e facendo quasi scomparire la Calabria dall'Italia. E non esagero, cari colleghi, basta vedere la situazione delle nostre zone interne o della la costa ionica – come diceva prima la collega – dove prendere un treno è un'odissea, arrivare in orario è un miraggio, sperare, poi, in un convoglio pulito o con un sistema di climatizzazione è una chimera.! E abbiamo anche qualche primato, abbiamo una nostra tratta citata nel rapporto Pendolaria 2014 di Legambiente: nella non invidiabile classifica delle peggiori linee ferroviarie d'Italia, al sesto posto c'è la tratta Catanzaro Lido-Lamezia Terme.

Una situazione, quella del trasporto ferroviario regionale, che rispecchia anche quanto poco hanno fatto in questi anni il Governo nazionale ed anche la Regione – dobbiamo dire – e quanto le situazioni già critiche dei pendolari siano diventate insopportabili; quanto poco è stato fatto – dicevo – non solo in termini di negoziazione e contrattazione con Trenitalia – argomento principale della mozione della consigliera Sculco –, ma anche in investimenti e miglioramenti infrastrutturali per rendere più interessante e concorrenziale il trasporto ferroviario in tutti i suoi aspetti - e penso non solo ai pendolari, ma anche agli spostamenti dei turisti, al trasporto delle merci, eccetera.

La situazione dei trasporti è, a mio avviso, lo specchio di una situazione di un deficit che è sia strutturale sia culturale rispetto all'idea di mobilità e di innovazione del sistema Calabria. Dico questo perché da noi esiste, anche e soprattutto in termini di investimenti della Regione, purtroppo, una grossa predominanza del trasporto pubblico su gomma. A livello europeo, ma anche a livello nazionale, si parla sempre di più e sempre con maggiore insistenza di promuovere una mobilità alternativa e sostenibile basata sul trasporto pubblico, sulla condivisione dei mezzi e su mezzi a basso impatto ambientale. Il trasporto su gomma o il trasporto privato non vanno certamente in questa direzione.

Il parco veicolare su gomma in Italia, giusto per citare alcuni dati, è in continua crescita, anche in questi anni di crisi cresce il peso del trasporto su gomma con oltre due terzi del traffico merci e il 92 per cento di quello passeggeri, con una diffusione di auto che vede il l’Italia protagonista di un non invidiabile primato mondiale per abitante.

E lasciatemi dire un’altra cosa: bisogna considerare anche le conseguenze ambientali di questa politica dei trasporti attuata finora, perché il trasporto su gomma contribuisce per circa il 30 per cento delle emissioni di C02 prodotte ogni anno in Italia e quindi anche in Calabria. Ma in Calabria il problema è ancora più profondo e – consentitemi – il trasporto pubblico locale è il vero buco nero delle risorse pubbliche di questa regione, una voragine superiore perfino a quella della sanità, soprattutto perché di questo buco non si parla e non c'è quasi traccia: non se ne parla per i cittadini, che subiscono ogni giorno la violazione del diritto alla mobilità; non ne parlano le istituzioni locali; non ne parla la politica.

In questo scenario, proprio sulle nostre aziende private di trasporto pubblico locale su gomma, quelle che collegano o dovrebbero collegare assiduamente i nostri territori, si riversa buona parte dei finanziamenti pubblici.

Qualche cifra: 300 milioni di euro deliberati nel piano di ristrutturazione del debito e 208 milioni di euro nei fondi Fas. Con queste cifre e con questi investimenti dovremmo avere un servizio di mobilità locale efficientissimo, ma la realtà racconta tutta un'altra storia: collegamenti ferroviari quasi inesistenti da una parte e, dall'altra, scarsissimi e disordinati collegamenti su gomma che non garantiscono nessuna libertà di movimento rispetto alla domanda attuale dei residenti e dei flussi turistici.

Le centinaia e centinaia di milioni di euro del trasporto pubblico locale erogate in questi anni dove sono andati a finire? Ma soprattutto, perché la Regione Calabria non fa le gare per affidare questi servizi sul mercato così come impone l'Unione Europea?

La Regione, che si è vista bocciare una sua legge in materia anche dalla Corte costituzionale, ha continuato a rinviare le gare per l'individuazione dei gestori del servizio pubblico locale su gomma, a scapito di servizi di trasporto di qualità adeguati alle necessità di mobilità. Violando sistematicamente le normative europee sulla concorrenza, la Regione ha rinviato ulteriormente le gare, senza specificare la data di scadenza degli attuali contratti di servizio pubblico stipulati con le società consortili, invero scadenti al 31 dicembre 2015.

E sì, questa è la situazione, con gestori che accedono a finanziamenti pubblici senza alcuna gara pubblica, creando situazioni che monopolizzano il mercato e abbassano la qualità del servizio, tutto a discapito del cittadino.

E dire che le società beneficiarie di questi finanziamenti e che dovrebbero garantire un servizio di mobilità efficiente alternativo a quello ferroviario, per l’appunto, presentano il conto alla Regione Calabria non - come funziona sul mercato - a servizio svolto, ma anticipatamente, vale a dire che ogni tre mesi le aziende che hanno un contratto con la Regione presentano il conto, indicando le linee che saranno svolte ed il totale dei chilometri che saranno effettuati.

E torno alla domanda precedente: ci sono controlli? Chi verifica se quanto dichiarato corrisponde al vero? Ogni tre mesi la Regione paga: 300 milioni di euro nel 2013, oltre 17 milioni di acconti sono stati elargiti nei soli ultimi due mesi del 2014 per il primo trimestre 2015. Eppure i cittadini stanno a piedi, viaggiano su carrozze indecorose, subiscono tagli, ritardi, soppressioni di corse, eccetera; hanno tutto, tranne un servizio di mobilità efficiente e sostenibile!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Il tema di discussione presentato dalla collega Sculco ci dà la possibilità di riflettere su qualcosa di molto importante che ognuno di noi sa, ma alcune volte non ha la capacità di portare l’azione fino alle conseguenze, che sono importanti.

Beh, basta aprire il sito delle Ferrovie dello Stato e ci rendiamo conto di quella che è l’Italia: la cartina che noi abbiamo – ormai con gli smartphone è molto più semplice vederla – ci dà il senso di come l’Italia non sia un Paese unito. È un Paese solo geograficamente unito, ma in termini di opportunità di prestazioni di servizi, questo è un Paese che ancora deve rivisitare quella che è stata una “mala unità”, per ridare senso al nome Italia.

La consigliera Sculco ha detto quello che Trenitalia fa ed ha fatto. Beh, non voglio citare, ma oltre alle cose che diceva benissimo sui dipendenti, sui concorsi e su quello che ha fatto, basta andare a verificare e si capisce che esistono 3 treni che vanno da Roma a Reggio Calabria, mentre ne esistono 33 che vanno da Roma a Milano, basta verificare e si vede che alle 5 di pomeriggio non c’è più un treno che va verso Napoli o Roma e che, se si trova a Napoli uno sventurato alle 7,00, non può più rientrare in Calabria. Bisogna vedere come fare, al di là di quello che può fare il Consiglio, un atto di impulso, smuovere quelli che sono i poteri della Giunta, perché qui, diciamocelo chiaramente, c’è un’assenza totale della deputazione nazionale nelle scelte strategiche che contano. Assenza che si rende ancora più manifesta nel momento in cui Trenitalia – l’ha detto molto bene – non ha fatto e non ha parificato gli investimenti a quelli delle altre regioni, a fronte di qualche spicciolo speso in questa terra. A questo aggiungiamo che, quando gli investimenti vengono fatti nelle altre regioni, i treni dismessi vengono portati al Sud, come se noi fossimo, non Cenerentola, ma neanche la scarpetta! Siamo completamente dimenticati ed abbandonati.

Cominciamo a dire che, se Trenitalia individua il problema dei trasporti come un problema finanziario, economico, chiaramente possiamo fare poco, ma se c’è una classe politica, una deputazione nazionale che, su questo, fa le barricate a Roma e comincia a dire che i servizi devono essere uguali a Roma come a Milano, a Castrolibero, a Cosenza, Mogliano Veneto, allora, forse sì, qualche problema lo risolveremo.

Non v’è dubbio che, rispetto alle cose che diceva il consigliere Tallini, io non concordo sull’andare a Roma, ma sono d’accordo sul fare battaglia a Roma, questo sì. Condivido l’idea di chiedere -già da subito- un incontro a tutti i parlamentari e senatori eletti in regione per darci e dare conto alla regione. Ed invito, lei che è stata la promotrice di questo punto all’ordine del giorno, la Commissione, i capigruppo, ad incontrare immediatamente i parlamentari per chiedere conto di quello che fanno e delle azioni che intendono intraprendere nei confronti di Trenitalia, perché Trenitalia è una società e, in quanto tale, ha avuto ed ha i rapporti con il Governo e con il Parlamento. Il vero problema è che se la Calabria è la Cenerentola d’Italia, è perché in questi anni nessuno ha impedito che lo diventasse né chi ha governato fino a qualche mese fa la Regione né, soprattutto, una classe parlamentare genuflessa al potere centrale che, subendo questo fascino, non ha la forza di difendere la sua terra, i suoi cittadini, le sue comunità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Intervengo per esprimere il mio consenso e quello del gruppo di Forza Italia rispetto alla proposta formulata dalla collega Sculco, che consente di aprire una discussione interessante in quest’Aula rispetto ad un problema atavico che riguarda la questione trasporti.

Nella fattispecie, viene additata a Trenitalia la grande responsabilità di trattare la Calabria come tallone d’Achille, anziché locomotiva dello sviluppo del territorio; però, al di là delle responsabilità di Trenitalia, riteniamo che ci siano delle responsabilità specifiche, significative e particolareggiate del Governo nazionale, del Governo Renzi, che ci ha abituati alla propaganda, ad atteggiamenti propagandistici ormai per lui usuali che lo caratterizzano rispetto ad una politica che noi, invece, riteniamo non sia produttiva per il nostro territorio, in quanto attendiamo risposte rispetto a questioni – come sostenevo prima – meritevoli della giusta attenzione, un’attenzione che non c’è, non c’è stata e, almeno nella programmazione, possiamo dire che non ci sarà.

Infatti, la questione dell’alta velocità, Presidente, è un problema molto serio; da almeno dieci anni funziona da Roma a Milano e sono stati investiti 100 miliardi di euro; si pensa all’alta velocità Napoli-Bari e a quella Catania-Messina-Palermo, invece non si prevede nulla per quanto riguarda l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria.

Queste sono le questioni importanti che devono farci riflettere rispetto a quell’isolamento a cui siamo destinati, quell’isolamento che incide su una politica di sviluppo seria, una politica di crescita dei nostri territori, perché non c’è sviluppo senza una saggia politica dei trasporti.

A questo ci sta condannando il Governo nazionale. Peraltro sono previsti altri fondi che riguardano l’altra area del Paese, rispetto agli interventi, 20 milioni di euro sempre dal piano industriale 2014-2017 e 20 miliardi di euro da destinare alle infrastrutture nazionali, mentre nulla è previsto per quanto riguarda il Mezzogiorno, un Mezzogiorno che soffre in alcune aree del territorio, soprattutto nel litorale ionico – lo diceva bene la consigliera Sculco – che soffre di carenza di servizi rispetto ad un parco veicolare, vetusto, obsoleto, ad un sistema ferroviario fortemente discutibile.

Sono queste le argomentazioni che poi vanno a compromettere – come dice la mozione – anche i posti di lavoro. Dai dati emerge che, delle 13 mila unità, 13 mila ferrovieri, oggi in Calabria ne restano solo 2 mila ed il piano assunzioni tende a tagliare la Calabria, soprattutto dagli investimenti, siamo fuori dal sistema delle attenzioni del Governo nazionale.

Quindi è vero che Trenitalia ha le sue responsabilità - cambiano i Governi, ma la musica è sempre la stessa - ma è pur vero che il Governo Renzi si deve assumere le sue, Presidente, e deve dimostrare di sintonizzarsi con la Calabria.

Il mancato coinvolgimento della sua prestigiosissima persona in alcune riunioni ci fa molto riflettere rispetto a quello che deve essere il coinvolgimento nei processi decisionali del governatore della Calabria. Non c’è destra o sinistra, è il governatore della Calabria che deve partecipare rispetto a quegli obiettivi programmatici che avete proclamato e annunciato in campagna elettorale, e che dovreste realizzare in sinergia col Governo nazionale.

Invece noi riscontriamo che c’è una scollatura tra Governo nazionale e governo regionale, e non possiamo negarlo, perché metteremmo la testa sotto la sabbia, e non vogliamo né possiamo farlo in proprio in virtù delle responsabilità che ci sono state conferite dal corpo elettorale.

Allora sono d’accordo con la proposta del consigliere Greco, quella cioè di responsabilizzare il Presidente del Consiglio, la classe parlamentare e fare una seduta di Consiglio con i parlamentari calabresi, una seduta di Consiglio aperta alla nostra deputazione, per aprire un confronto rispetto ad una politica che riteniamo meritevole. Questa è l’Aula in cui bisogna discutere i problemi, questa è la sede in cui dobbiamo dibattere un argomento che riteniamo sia meritevole della nostra attenzione e con il Parlamento, perché dobbiamo raccordare la Calabria con il territorio nazionale e lo dobbiamo fare con alto senso di responsabilità, facendo prevalere soprattutto quello istituzionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa delle libertà)

Grazie Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, semplicemente e telegraficamente per manifestare apprezzamento e quindi la totale condivisione della mozione presentata dalla collega Sculco che certamente è stata condivisa e quindi ho manifestato il mio pensiero personale e dell’intero gruppo della Casa delle libertà durante la lettura della relazione del collega Graziano.

Annunciamo il voto favorevole a questa mozione, ponendo però alcuni interrogativi alla collega Sculco.

Basterà una mozione del nostro Consiglio regionale per incalzare il Governo Renzi su una questione così atavica ed importante? Credo assolutamente di no e credo che, invece, questa classe dirigente – e mi riferisco più che altro alla maggioranza, all’Esecutivo – debba intraprendere un percorso completamente innovativo dando sin da subito dei segnali di discontinuità tra il rapporto del governo regionale e il Governo centrale.

L’atteggiamento che in questi mesi, in queste settimane stiamo vedendo da parte del Governo centrale è di totale disattenzione. Un Governo centrale completamente distaccato dalla realtà calabrese che di certo non ci fa ben sperare per il futuro.

La presenza dei sottosegretari, dei ministri che arrivano in Calabria e non hanno nemmeno il senso di responsabilità e di garbo istituzionale.

(Interruzione)

Grazie per l’assist collega Nicolò.

I Sottosegretari, i Ministri non hanno nemmeno il garbo istituzionale di invitare la classe dirigente che in questo momento sta governando la nostra Regione, per confrontarsi.

Credo che non ci siano in questo momento le condizioni politiche per intraprendere un percorso virtuoso. Lo auspichiamo ed è per questo che la Casa delle libertà vota pienamente ed in piena condivisione questa mozione con la consapevolezza che non servirà o servirà poco e niente.

Apprezziamo la volontà, credo che il voto unanime di questa mozione possa esprimere il pensiero di tutte le forze politiche in seno a questa Assise regionale.

L’auspicio è che il governatore Oliverio possa incalzare il presidente Renzi. Non sappiamo ancora chi sarà il prossimo Ministro e se sarà dello stesso partito di questa maggioranza, del Partito democratico o del Nuovo Centro Destra; vorrei ricordare il ministro Lupi che in piena campagna elettorale ha fatto tante di quelle passerelle su tutto il territorio regionale, e non è stato il solo.

Ecco che, con uno spirito sicuramente costruttivo e molto sereno, auspichiamo che questa mozione possa essere quanto meno presa in considerazione da chi di competenza.

Colgo con piacere la proposta del collega Nicolò di invitare i nostri parlamentari ad una Assise - presidente Scalzo - regionale aperta ai loro contributi.

Abbiamo parlamentari calabresi che si sono completamente dimenticati della loro terra.

C’è qualcuno che, di fatto, opera e cerca di aggredire o immaginare anche delle soluzioni rispetto alle problematiche del nostro stesso territorio. C’è chi invece in Calabria viene soltanto in campagna elettorale; c’è chi è stato eletto in Calabria e da allora non si è più visto e vorrei ricordarne una per tutti, la presidente Bindi, tanto per citarne qualcuno.

Mi auguro che da questa mozione si possa intravedere una nuova idea di percorso che è quella della condivisione e del rispetto istituzionale della classe dirigente che in questo momento sta governando la Regione, da parte del Governatore in primis.

Ecco quindi l’augurio che è proprio questo: che l’atteggiamento del Governo centrale nei confronti dell’intero meridione ma soprattutto della nostra Calabria possa assolutamente cambiare rotta. Grazie Presidente.

PRESIDENTE

La parola al presidente Oliverio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi consiglieri prendo la parola per un brevissimo intervento anche perché credo che sulla problematica della mobilità e dei trasporti nella nostra regione dovremmo tenere un’apposita riunione del Consiglio regionale, una sessione dedicata ad esso.

Essendo questo un tema di rilevanza strategica è, naturalmente, un tema che pone problematiche che richiedono una riflessione a 360 gradi ed una adeguata programmazione oltre che l’iniziativa politico-istituzionale da parte della Regione.

Devo ringraziare la consigliera Sculco per l’iniziativa che ha assunto e che solleva un problema specifico: quello della decisione di Trenitalia di procedere ad un rimpinguamento del personale e dei dipendenti senza tener conto della realtà della regione.

Problema sul quale abbiamo già chiesto un incontro all’amministratore delegato di Trenitalia perché, appunto, si tenga conto che in Calabria c’è un’insufficienza di organici e che nel corso di questi anni c’è stata in Calabria una riduzione notevole – qui è stato ricordato – del personale in forza a Trenitalia con una drastica contrazione.

Mi sono, tuttavia, permesso di chiedere la parola per un brevissimo intervento perché ritengo di dover fare alcune considerazioni.

Primo punto: una questione di metodo. Io credo – lo ribadisco qui – che bisogna attenersi al tema quando si discute su una mozione e sui problemi che essa pone.

Della questione della sanità ne discuteremo appositamente e ne discuteremo a breve scadenza sulla base di una relazione dettagliata e del quadro che per essa si è determinato.

Tralascio questo aspetto. Ma anche per quanto riguarda più in generale la problematica dei trasporti, guardate che rimango davvero basito a sentire alcuni interventi, perché è come se i problemi della mobilità e dei trasporti fossero una catastrofe, un’alluvione, un terremoto, fossero stati determinati in una notte o nel giro di una stagione, quella che incomincia dal 23 novembre fino ad oggi.

Rimango basito perché questa cosa mi fa riflettere sui caratteri meramente propagandistici fino alla paranoia, non propagandistici nel senso culturalmente degno della propaganda. Mi fanno riflettere perché evidentemente l’approccio con i problemi seri di questa regione è così superficiale e sprezzante da agitare i problemi senza un minimo di rispetto e di riflessione per sé stessi.

Permettetemi di dire questo: per sé stessi.

Abbiamo una situazione alquanto grave in Calabria. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale la situazione é gravissima, altro che Oliverio che non ha forza di rappresentanza o di rappresentare

Abbiamo una situazione grave accumulata nel corso degli ultimi 5 anni e mi permetto di dire che proprio gli ultimi 5 anni sono la punta di un iceberg che ha un ritroso decennale perché la Calabria è stata abbandonata dai grandi enti dello Stato, perché salvo questo intervento che si è realizzato ed è ancora in corso come una telenovela sulla A3, sulla Salerno-Reggio Calabria, noi abbiamo avuto un totale abbandono della Calabria.

Parlo della Calabria, nemmeno del Mezzogiorno, perché fino ad un certo punto l’alta velocità è arrivata, perché altre Regioni del Mezzogiorno sono alla programmazione per quanto riguarda la Napoli-Bari ecc.

Qui siamo in una terra, appunto, che è stata letteralmente cancellata nel corso di decenni e nel corso degli ultimi 5 anni c’è stata la ceralacca su questa situazione qui. Cosa per la quale abbiamo chiesto un intervento ed abbiamo avuto già un incontro col Ministero dei trasporti a cui seguiranno incontri con Rfi, con Trenitalia, alla presenza dell’amministratore delegato Elia, perché si apra un confronto.

Questo è il punto. Anche per quanto riguarda il materiale rotabile oltre che per quanto riguarda gli interventi strutturali, siamo in una condizione da terzo mondo, da Far West. I film del Far West ci ricordano il materiale rotabile che è sulla ionica calabrese per il quale abbiamo chiesto, ottenuto e realizzato un incontro – parlo di questo aspetto – per investire utilizzando le nostre risorse, le risorse degli strumenti comunitari per rinnovare il materiale rotabile.

Abbiamo già chiesto una commessa di un primo blocco di macchine per rinnovare il materiale rotabile. Cosa che se fosse stata fatta nel corso di questi anni, non a carico di Trenitalia, non a carico dello Stato ma a carico della Regione per il trasporto pubblico locale, se fosse stata fatta saremmo nelle condizioni di poter rendicontare risorse da non perdere verso l’Unione europea.

Ma di cosa stiamo parlando? Consigliere Orsomarso mi pare che lei sia stato delegato su questa materia dei trasporti. Mi riferisco a lei: é stato il delegato su questa materia dei trasporti e, anzi, quando abbiamo modificato lo Statuto, che in seconda lettura abbiamo approvato oggi, mi ha ricordato che l’istituto del consigliere delegato era già presente nella precedente Giunta e lei incarnava, appunto, questa funzione.

Di cosa parliamo? Ecco perché bisogna avere un minimo di memoria per evitare quando si viene in quest’Aula di raccontare barzellette perché se continuiamo a raccontare barzellette la Calabria si allontanerà sempre di più da tutta l’Aula,. per capirci.

Non sto facendo polemica, ma bensì una amara riflessione, purtroppo, perché non si può ridurre tutto a propaganda. Bisogna riflettere almeno in quest’Aula, quando c’è l’opportunità e quando c’è la possibilità di evitare la solita propaganda. Bisogna riflettere stando al merito delle questioni.

Certo che allora abbiamo bisogno di aprire un grande confronto e stiamo lavorando per questo ma, credetemi: la perdita di credibilità di questa Regione non è facile recuperarla e noi stiamo lavorando per far si che ciò avvenga. La prima questione posta quando siamo andati all’incontro con Trenitalia per il materiale rotabile è stata quella di un debito di 130 milioni di euro che la Regione ha verso Trenitalia. Sarà un debito giusto? Un debito inadeguato? Un debito sproporzionato rispetto ai servizi che ha prestato Trenitalia? Ma chi ha messo in discussione questi servizi nel corso di questi anni? Chi ha messo in discussione il contratto di servizio nel corso di questi anni? Il contratto di servizio io non l’ho ancora firmato con Trenitalia, anzi ho detto: facciamo una proroga fino alle gare perché, caro consigliere Graziano – non vedo il consigliere Graziano che ha sollevato il problema delle gare – noi stiamo lavorando per fare il Piano regionale dei trasporti e abbiamo costituito con le due Università della Calabria, quella di Cosenza e di Reggio Calabria, una Commissione tecnico/operativa che sarà formalizzata appena approveremo il bilancio per quanto riguarda l’atto amministrativo, ma è già operativa di fatto, per dar vita subito al Piano regionale dei trasporti.

Per dar vita ai bacini nel Piano regionale dei trasporti e per procedere alle gare come in tutta Italia, per procedere alle gare perché l’esercizio del servizio del trasporto deve essere ricondotto nell’alveo della normalità evitando le proroghe e continuando con le concessioni.

Alle gare parteciperà pure – se vuole – Trenitalia. Stiamo quindi lavorando in questa direzione e naturalmente abbiamo aperto anche con Rfi e con Trenitalia, a livello nazionale, l’apertura di questi tavoli perché, oltre al trasporto pubblico locale, c’è il problema della mobilità con il resto del Paese, dell’Europa e del mondo.

Ringrazio la consigliera Sculco per aver sollevato questa questione e per avere su una questione specifica fatto pronunciare il Consiglio regionale per quanto riguarda la problematica che è stata oggetto di discussione in questi giorni: quella del reclutamento di personale alle dipendenze di Trenitalia che dovrà vedere la Calabria anche considerata.

Colgo l’occasione per dirvi che su questa problematica, la mobilità dei trasporti, ci sarà da parte nostra la massima attenzione con una seduta di Consiglio regionale che convocheremo appena avremo il quadro della situazione perché il Consiglio regionale deve non solo sollevare ed essere la sede nella quale si sollevano le disfunzionalità, le cose che non vanno, i ritardi ecc., ma deve essere la sede che decide anche le linee su cui agire.

Quindi noi dovremo presentarci con una proposta, come è nostro diritto-dovere come governo della Regione; una proposta da offrire al Consiglio e sulla quale aprire una discussione e un confronto in per definire su una ipotesi di Piano regionale dei trasporti il confronto necessario per pervenire poi alla sintesi e alle decisioni che spettano al Consiglio regionale.

Mi sono permesso di fare considerazioni di ordine più generale perché, credetemi, ritengo che ognuno di noi debba compiere uno sforzo nell’ascolto, nel confronto perché ci si attenga al merito delle questioni. Io insisto su questo perché abbiamo tanto tempo e tante sedi per fare una propaganda ma vi prego caldamente: evitiamo di trasformare il Consiglio regionale in una sede meramente propagandistica, rituale e distaccata dal merito delle questioni perché, se evitiamo questo, possiamo ridare un senso a questa Assise regionale. Se non lo facciamo noi stessi, inconsapevolmente o consapevolmente, saremo i carnefici di questa sede, di questa Aula e credo che tutto possiamo fare tranne che alimentare la confusione, il distacco e la sfiducia dei cittadini verso questa istituzione.

PRESIDENTE

Grazie al presidente Oliverio.

Pongo in votazione la mozione a firma della consigliera Sculco

(Interruzione)

L’ha già fatta la dichiarazione di voto.

Pongo in votazione la mozione a firma della consigliera Sculco.

(Il Consiglio approva a maggioranza)

Mozione numero 9 del 30 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulla istituzione di un tavolo tecnico sui Vigili del fuoco discontinui”

PRESIDENTE

Siamo adesso alla mozione numero 9 del 30 marzo 2015 a firma del consigliere Mangialavori “Sulla istituzione di un tavolo tecnico sui Vigili del fuoco discontinui”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, la mozione da me proposta oggi riguarda l’istituzione di un tavolo tecnico presso il Governo, finalizzato ad affrontare la questione dei Vigili del fuoco discontinui. Do lettura della mozione in modo tale che ognuno di voi possa intervenendo dare parere positivo e favorevole.

“Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

il servizio di soccorso tecnico urgente non risulta rispondente agli standards europei (i quali richiedono un vigile del fuoco per ogni 1.500 abitanti);

lo standard europeo del soccorso tecnico urgente comprende, infatti, mediamente 60 mila vigili permanenti per ogni Stato, mentre in Italia sono operative poco più che 28 mila unità stabilizzate. L’attività di che trattasi è svolta, pertanto, in misura considerevole, dai vigili discontinui;

il Ministero dell’Interno ha approvato un Riordino del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, il quale prevede una drastica riduzione delle unità operative e l’eliminazione dei lavoratori precari;

più precisamente il 23 dicembre 2014 il ministero dell’Interno ha emesso una circolare tesa ad operare un significativo ridimensionamento delle attività dei vigili precari nell’anno 2016 e l’eliminazione totale nel 2017;

proprio i vigili discontinui rappresentano il 75% della forza del corpo e che la carenza di personale potrebbe implicare la chiusura di vari distaccamenti;

l’assenza di contratto, la mancanza appropriata di tutela giuridica, impedisce loro sia qualsivoglia ipotesi di stabilizzazione, sia la fruizione degli ammortizzatori sociali previsti dall’ordinamento;

si ribadisce, i vigili del fuoco precari e discontinui hanno dato, per tanti anni, un contributo fondamentale per sopperire alla cronica carenza di personale, tuttora persistente;

in una regione come la Calabria, ad alto rischio idrogeologico, la carenza del personale in questione si traduce in un deficit di sicurezza;

molti lavoratori over quaranta, anche in Calabria, rischiano di ritrovarsi senza occupazione e senza alcun intervento di natura assistenziale e ciò dopo tanti anni di attività discontinua, ma essenziale per il buon funzionamento delle attività del Corpo in questione;

i vigili del fuoco calabresi precari e totalmente privi di qualsiasi altra occupazione sono stimati in circa 300 unità,

impegna

il Presidente e la Giunta regionale della Calabria

ad attivarsi con sollecitudine, al fine di istituire, presso il Governo nazionale, un Tavolo tecnico-istituzionale per la vicenda collegata alla condizione dei Vigili del fuoco discontinui;

a valutare l’ipotesi di specifiche convenzioni col Corpo dei vigili del fuoco in funzione della tutela ambientale regionale.” Grazie Presidente.

Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Soltanto per dire che purtroppo, pur volendo dare un sostegno alla mozione presentata dal collega Mangialavori, registriamo che non abbiamo nessuna possibilità di incidere, perché le cose – lo abbiamo appreso proprio adesso dal presidente Oliverio – sono oggi né più né meno di come andavano quando c’era il presidente Scopelliti, né più né meno di come andavano con il presidente Loiero, addirittura ha detto che questa è una situazione che non deve scandalizzare perché si protrae da 10 anni.

Aspettarsi oggi un cambiamento, con il presidente Oliverio, non possiamo farlo, ci vorrebbe soltanto un miracolo. Mi permetto anche di raccogliere questo appello e far il contrappello al Presidente, che se ne è andato, rispetto anche all’obiettivo, perchè se lui vuole che ci sia una presa di coscienza e di solidarietà rispetto a problemi di unità di intenti, da parte dell’intero Consiglio regionale, deve cambiare metodo di far politica.

Invece di un uomo solo al comando deve pensare di lavorare con una squadra di assessori, possibilmente interni al Consiglio regionale, e di tutti coloro che sono in maniera onesta e intellettualmente disponibili a poterlo fare.

Solo così potremo invertire rotta e tendenza, perché questo fallimento e questo piano inclinato che registriamo oggi non è altro che frutto di una politica che vede un uomo solo al comando, intestardito in un’azione di strategia politica che si è dimostrata dopo appena quattro mesi fallimentare.

Il presidente Oliverio deve cambiare strategia politica. Io non so se lei ha la possibilità di sbobinare questa registrazione e consegnarla personalmente al presidente Oliverio perché ne prenda atto e si adegui conseguentemente.

PRESIDENTE

Grazie consigliere Tallini. Pongo in votazione la mozione a firma del consigliere Mangialavori.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Mozione numero 8 del 30 marzo 2015 a firma del consigliere Bevacqua “In ordine ai danni causati dal movimento franoso nel comune di Oriolo”

PRESIDENTE

Siamo adesso al punto sei all’ordine del giorno che riguarda la mozione numero 8 del 30 marzo 2015 a firma del consigliere Bevacqua “In ordine ai danni causati dal movimento franoso nel comune di Oriolo” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

le intense piogge di questi giorni stanno mettendo a dura prova i Comuni dell’Alto Jonio che si trovano a dover fare i conti con un dissesto idrogeologico maturato nel tempo e frutto di politiche inadeguate;

una situazione particolarmente critica si è verificata nella contrada Santa Maria del Comune di Oriolo, in particolare lungo la strada provinciale 156 che collega il Comune predetto con San Giorgio Lucano;

lo smottamento ha interessato prima il Km 6 e, continuando la sua marcia lenta e inarrestabile, ha raggiunto, in pochi giorni, il Km 2 con quattro tratti stradali franati, diversi edifìci a rischio crollo e un centinaio di persone a rischio isolamento e evacuazione,

impegna

la Giunta regionale e il Dipartimento regionale di protezione civile ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa, compreso l’invio di uomini e mezzi adeguati, nonché il ricorso al Fondo regionale relativo alle somme urgenze, al fine di evitare l’ulteriore aggravamento del movimento franoso, assicurare un’adeguata sistemazione alle famiglie a rischio evacuazione, ripristinare la viabilità e garantire in sicurezza, la mobilità di merci e persone.”

Prego, consigliere Bevacqua.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Presidente, chiedo alla Giunta regionale e al dipartimento regionale di protezione civile, visti i danni provocati in questi ultimi due giorni dal maltempo in questo comune montano della provincia di Cosenza, un intervento immediato di uomini e mezzi per aiutare il comune ad uscire da questa grave situazione di disagio provocato da questi smottamenti che hanno recato grossi disagi ai cittadini.

Faccio presente che sono state evacuate 30 famiglie nella frazione di Oriolo per questo problema, pertanto chiedo un intervento immediato ed urgente da parte della protezione civile ed eventualmente anche l’utilizzo di un fondo straordinario per l’emergenza e anche l’assenso da parte dell’assessore al bilancio, Ciconte. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Sono d’accordo con la mozione presentata e sono d’accordo perchè gli interventi vadano fatti immediatamente. Sono convinto, purtroppo che il suo appello rimarrà inascoltato e che i cittadini di Montalto Uffugo rimarranno delusi da questo appello.

Le consiglio di essere più incisivo e di andare a vedere cosa fanno i suoi rappresentanti, che hanno il potere decisionale in questo momento che, invece, di perdere tempo andando ad affrontare queste ed altre problematiche emergenti più che la solidarietà e un consiglio dicendole che nessuno di noi si può lavorare la coscienza affermando “io ho fatto l’interrogazione in Consiglio purtroppo…” perché quando si presenterà poi davanti ai suoi concittadini o davanti ai cittadini di Montalto Uffugo sarà costretto a rispondere del contributo dato.

Le dico che sono solidale con lei, così come lo sono con tanti altri comuni che oggi vivono momenti difficili. Purtroppo le dico già da adesso e mi auguro che mi possa immediatamente smentire qualche assessore seduto nei banchi della Giunta, sarei felicissimo di poter essere smentito, ma è una realtà che rimarrà tale, come tante altre realtà, perché abbiamo una macchina comunale in questo momento paralizzata da tutta una serie di politiche sbagliate che ancora non hanno consentito di poter mettere a disposizione di queste emergenze i meccanismi giusti per intervenire, anche attraverso la protezione civile con i lavori pubblici o con varie procedure di ordinanza della protezione civile. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo, assessore al lavoro, formazione, attività produttive e politiche sociali

Stiamo parlando del comune di Oriolo non di Montalto Uffugo, vero?

(Interruzione)

Per quanto riguarda la sollecitazione che ci perviene da parte del consigliere Bevacqua volevo rassicurarlo che la protezione civile è sul posto fin dal primo momento, si è attivata fin dal momento in cui si è verificato l’evento franoso e sta monitorando la situazione.

Sono sul posto i tecnici dell’assessorato ai lavori pubblici per verificare la natura della frana e dei conseguenti provvedimenti da adottare.

Devo dire che anche il Cnr è stato allertato e sul posto si trova il geologo Carlo Tanzi per verificare l’ampiezza della frana e degli interventi.

Abbiamo comunicato al sindaco di Oriolo che appena avremo contezza dei danni, della natura della frana e degli interventi da fare sarà attivato un tavolo tecnico con la Giunta, con i vari dipartimenti degli assessorati competenti per verificare che tipo d’interventi e con quali risorse affrontare questa situazione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Ringrazio l’assessore Guccione per aver risposto immediatamente alla mia sollecitazione. Sapevo già della presenza sul posto dei tecnici e sapevo che c’è un diverso approccio rispetto al passato da parte di questa Giunta e di questo Consiglio regionale.

Faceva bene il presidente Oliverio poco fa a parlare di evitare, di ridurre questo Consiglio regionale ad un continuo piagnisteo o ad una continua rissa o ad una continua denuncia senza aver contezza dei fatti e delle situazioni.

Ringrazio l’assessore Guccione per la risposta e sono convinto che anche l’assessore Ciconte, predisposto al bilancio regionale, si attivino nei prossimi giorni per trovare quelle minime somme necessarie per poter garantire interventi di pronta emergenza in questo comune soggetto, oggi, a grave crisi di dissesto idrogeologico.

Ringrazio e sono soddisfatto per la risposta e per gli impegni che la Giunta regionale ha preso in questa sede.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Si può fare la dichiarazione di voto Presidente? Sì.

Giusto per ribadire – collega Bevacqua – a sostegno di questa sua problematica riguardo il comune di Oriolo e quant’altro che qui le barzellette le facciamo decidere ai calabresi.

Stabilire quanto, come e perché si debbano fare gli interventi di critica mi pare eccessivo. Per quanto noi siamo – aveva ragione il collega Tallini – a sostenere il Presidente che è Presidente di tutti i calabresi, anche nostro, della critica dovete farvene una ragione. Dovete cominciare ad abituarvi.

Stando sull’ordine del giorno non risponderò, sui trasporti, al presidente Oliverio lo dirò quando parleremo dei trasporti cosa abbiamo fatto in termini di materiale rotabile, adeguamento tariffe e quant’altro.

Una questione che come tutti gli altri problemi resterà con una grande difficoltà oggettiva, con le medie maggiori o minori della capacità di risoluzione ma problemi atavici dove serve una unità di intento.

Quando parliamo di problemi - votando e sostenendo questa sua mozione collega Bevacqua – siamo tutti d’accordo. La critica, almeno questa non ce la potete togliere.

Comprendo che uno è stato abituato sordo e muto in altri consessi, ma oggi si governa la Calabria che ha diverse sensibilità e, rispetto a questo, lo ribadisco, al di là dei toni giustamente fermi, e lo dico al Presidente facente funzioni: chiariamoci, l’ho detto in Conferenza dei capigruppo, in ordine all’organizzazione dei lavori, qual è il criterio di elasticità e non ci facciamo dire da nessuno quanto, come e più o meno negli interventi e nelle premesse degli interventi si stia o meno sull’ordine del giorno.

Ognuno ha la lingua collegata al proprio cervello e di cervelli attrezzati non ne abbiamo visti tantissimi. All’offesa poi sappiamo rispondere, a proposito di barzellette e di quant’altro. Bene il suo intervento, bene anche la risposta puntuale dell’assessore Guccione che ringraziamo. E’ un modo per stare sulla Calabria, della critica fatevene una ragione perché dopo 5 mesi l’ansia e la critica che i calabresi hanno vi posso assicurare che monta sempre di più.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione presentata dal consigliere Bevacqua.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno numero 6 dei consiglieri Giudiceandrea, Graziano, Gentile, D’Acri “Avverso l’indirizzo del Governo per l’accorpamento della riduzione delle Camere di commercio”

PRESIDENTE

Siamo adesso al punto 7 all’ordine del giorno che recita: ordine del giorno numero 6 del 30 marzo 2015 a firma dei consiglieri Giudiceandrea, Graziano, Gentile, D’Acri “Avverso l’indirizzo del Governo per l’accorpamento della riduzione delle Camere di commercio” di cui do lettura: “I sottoscritti Consiglieri: Giuseppe Giudiceandrea, Giuseppe Graziano, Giuseppe Gentile e Mauro D'Acri preso atto:

dell'indirizzo espresso nell' incontro avuto con il Comitato Esecutivo di Unioncamere, nel quale il Ministro allo Sviluppo Economico, Federica Guidi, ha annunciato la riduzione delle Camere di Commercio attraverso un nuovo modello che abbia almeno 80.000 aziende iscritte;

ritenuto che tale limite crea su base nazionale disparità di adeguamento al modello cosi ipotizzato;

ritenuto che risulta evidente la penalizzazione in danno delle Camere di commercio del Mezzogiorno in generale, e della nostra regione in particolare,

impegnano

la Giunta a chiedere al Governo e al Ministro dello Sviluppo Economico un modello che preveda diversi parametri di valutazione per il mantenimento o la chiusura delle Camere di commercio tenendo in vita quelle che, soprattutto nelle regioni del meridione ove il numero oggettivo delle aziende attive è ovviamente ridotto rispetto alle regioni del nord, offrono attività e servizi utili ed essenziali alle imprese ed allo sviluppo del commercio sul territorio di appartenenza, considerando come parametro di mantenimento quelle con un numero minimo di 50.000 aziende iscritte per ogni Camera di commercio;

tutto ciò al fine di scongiurare soppressioni o accorpamenti non coerenti con il territorio e con il nostro modello di economia regionale in particolare.”

Prego, consigliere Giudiceandrea.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Presidente, rapidamente, ci troviamo di fronte ad un indirizzo del Governo che porterebbe le Camere di commercio del meridione d’Italia da 26 a 6 cioè 2 in Campania, una in Puglia e 3 in Sicilia, la Calabria sarebbe assolutamente sguarnita perché i canoni che si terranno in considerazione in questo indirizzo del Governo sono squisitamente numerici e non tengono conto dei risultati e delle attività svolte dalle Camere di commercio.

Per farle un esempio che sta a cuore a chi in questo momento parla al Consiglio, quella della Camera di commercio di Cosenza ma anche quella di Catanzaro e di Reggio Calabria saranno chiuse perché il numero fissato qui al meridione come al nord Italia è di minimo 80 mila aziende iscritte ad una Camera di commercio perché questa possa essere salvata.

Vorremmo far intendere al Governo centrale, benché siamo della stessa parte politica, che 80 mila aziende in provincia di Cosenza sono sicuramente molto più corpose rispetto alle 200 mila che possono essere iscritte a Milano.

C’è una differenza di fondo e va fatta una differenza tra i territori.

Noi chiediamo che la Giunta regionale si faccia portatrice presso tutta quanta la deputazione calabrese di centro-destra e di centro-sinistra, di governo e non, affinché questo limite venga abbassato a 50 mila aziende che sono sufficienti all’interno di province depauperate come le nostre perché una Camera di commercio possa continuare a svolgere meritoriamente il servizio di attenzione e vicinanza alle aziende già in difficoltà nel meridione d’Italia. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Credo che una delle poche iniziative serie a cui ho assistito questa sera sia quella del collega e ritengo che non intervenire in una fase così delicata come quella che sollecita il collega in questa mozione sia un fatto abbastanza preoccupante.

Sapevo che la riforma prevedeva una sola Camera di commercio in Calabria. Adesso scompaiono tutte ed io voglio ricordare le funzioni che svolgono le Camere di commercio che molto spesso si sostituiscono agli enti locali come enti di promozione e di sviluppo e, conoscendo molto bene quella di Catanzaro, posso dire che è un vero e proprio ente locale che promuove lo sviluppo e le iniziative stando vicino alle imprese.

Ritengo che una simile iniziativa da parte del Governo debba essere assolutamente osteggiata e anche qui collega voglio chiedere: lei pensa che attraverso questa cosa qualcuno si muoverà? Ritengo proprio di no e anzi credo che chi riceverà queste comunicazioni di protesta dirà “Hanno protestato”. Se questa è la protesta dei calabresi figurati davanti a questa forma di protesta quale reazione possiamo avere.

Questa sarà la reazione di chi riceverà una protesta di un Consiglio regionale disattento che si è riunito soltanto, come hanno detto tutti quanti e come voi stessi contribuite a dire, per consentire la visibilità al consigliere che viene qui a far la proposta e a farsela votare, ma non incide su nulla, serve tanto per dire alla stampa, all’esterno, agli amici “mi sono interessato del problema”. Non è questo.

Credo che anche qui chi non è in grado in questo momento di far pesare fortemente la posizione di una intera regione che vive una crisi grave, economica e sociale, invece di ottenere dal Governo centrale provvedimenti mirati a far uscire questa regione dalla crisi in cui si trova, addirittura deve subire una serie di provvedimenti che sono finalizzati a penalizzarla.

In altri posti d’Italia probabilmente nessuno si accorgerà che le Camere di commercio diminuiranno o spariranno, ma sicuramente in un tessuto così debole come il nostro e dove spesso le Camere di commercio si sostituiscono ai comuni l’assenza si noterà. Lo dobbiamo dire perché spesso i comuni non sono nelle condizioni di poter incidere per via della loro situazione anche economica. Gran parte dei comuni sono dissestati e questo diventa un fatto grave. E come fatto grave ognuno di noi si farà interprete delle esigenze.

Stavo già interessandomi per quanto riguarda la Camera di commercio di Crotone, perché credo ci fosse già una iniziativa per accorpare Crotone-Vibo Valentia e Catanzaro o Crotone e Catanzaro non so di preciso quali erano i progetti, ma sapevo che l’idea era quella di diminuirle e forse sarebbero state accorpate perché probabilmente i parametri erano altri ma in queste condizioni penso che sarebbe veramente un ulteriore dramma ed un danno che la Calabria subirebbe e rispetto al quale credo che non possiamo stare zitti.

Io non voglio dire che è colpa del presidente Oliverio, ma insomma, caro Presidente, le chiedo se lei può farsi interprete di questa mia esigenza visto che non c’è il presidente Oliverio, se potrà riferire che è importante che di questo compito se ne faccia carico lui. Quindi quello precedente e questo.

Insomma il Presidente della Giunta deve andare a Roma, sbattere i pugni sui tavoli come ha fatto per esempio per il Commissario alla sanità, insomma la voce di Gentile sottosegretario è stata tenuta più in considerazione di quella del Presidente della Giunta e lo hanno cacciato dal tavolo dei Ministri. Questo è e spero che non succeda anche questa volta così.

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di parola pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 7 di iniziativa del consigliere Sergio “Sulle misure urgenti al fine di evitare la chiusura della Banca d’Italia a Cosenza”

PRESIDENTE

Passiamo all’ottavo punto all’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Sergio “Sulle misure urgenti al fine di evitare la chiusura della Banca d'Italia a Cosenza.

Ha chiesto di parlare il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.

SERGIO Franco (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, signori rappresentanti della Giunta, colleghi consiglieri, nel sentire questo bollettino di guerra, mi veniva in mente una reminiscenza scolastica, una massima latina: dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Questa è una tragica situazione che si va ormai affermando da circa quindici-vent’anni, allorquando tutte le ex aziende di Stato con le fasi della liberalizzazione e della privatizzazione - frutto di una globalizzazione che ha devastato il sistema economico mondiale, il Mezzogiorno e la Calabria ed il sud in particolare - sono state spogliate di tante strutture importanti con ricadute tremende sulla occupazione e quindi sulla realtà economica della nostra regione.

Allora erano i cosiddetti “Boiardi di Stato” così chiamati e che erano alla conduzione di queste grandi aziende; oggi c’è un nuovo management neo liberista che avanza e che continua a perpetrare attraverso piani di rientro, spending review, jobs act e quant’altro cioè una serie di misure restrittive che penalizzano sempre le realtà più povere.

Il senso di questa mia modesta proposta di ordine del giorno è mirata in queste direzioni proprio perché c’è in atto la soppressione della filiale della Banca d’Italia di Cosenza. Al bollettino di guerra si aggiunge una ennesima sconfitta.

Mi accingo a leggerla per economizzare i tempi visto che comincia un po’ di stanchezza, come mi sembra di capire: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

a far data dal 2009, a seguito del ridimensionamento degli Uffici di Cosenza della Banca d'Italia, veniva creata una “Unità Specializzata in Vigilanza Bancaria e Finanziaria”, per brevità denominata USV;

la Banca d'Italia, con un nuovo piano datato 12.02.2015, ha previsto il salvataggio di 6 filiali sul territorio nazionale con contestuale trasformazione delle stesse in “Filiali ad Ampia Operatività”;

tali filiali, unitamente a quella di Cosenza, erano state oggetto di ridimensionamento con il provvedimento del 2009;

inoltre, nel Piano del 12.02.2015 è previsto che altre 3 USV create nel 2009 verranno mantenute;

altresì, con il medesimo Piano è stata disposta la chiusura di ulteriori 3 USV, tra cui quella di Cosenza;

la provincia di Cosenza è quella più vasta e popolosa della regione;

già il ridimensionamento del 2009 ha creato enormi disagi ai cittadini nonché all'utenza rappresentata da banche e uffici pubblici presenti sul territorio provinciale, aumentando a dismisura i rischi e i costi connessi al trasporto del contante;

tale ulteriore ridimensionamento, inevitabilmente, classificherà la Provincia di Cosenza tra quelle di rango inferiore;

impegna

il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso le competenti Autorità al fine di scongiurare la chiusura della “Unità Specializzata in Vigilanza Bancaria e Finanziaria” – USV di Cosenza e, al contempo, verificare la fattibilità della trasformazione della stessa in “Filiale ad Ampia Operatività”. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono richieste di parola, pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 5 di iniziativa del consigliere Bova “Sulla vicenda della Fondazione Campanella”

PRESIDENTE

Passiamo adesso al nono punto all’ordine del giorno numero 5 di iniziativa del consigliere Bova “Sulla vicenda della Fondazione Campanella” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari ha deliberato, nella seduta del 24 marzo scorso, di sollecitare un impegno della Regione in ordine alla grave problematica della Fondazione "Tommaso Campanella" di Catanzaro;

considerato che:

con decreto emesso dall'Ufficio territoriale del Governo di Catanzaro il 23 febbraio 2015 è stata dichiarata estinta la Fondazione, con la perdita di centinaia di posti di lavoro e la cessazione delle funzioni di un Istituto per la ricerca e la cura dei tumori che dispone, tra l'altro, di 35 posti letto;

osservato che:

la Calabria ha assoluta necessità di una struttura sanitaria pubblica che assolva a tale funzione socio-assistenziale in un ambito scientifico e clinico di fondamentale importanza,

impegna

la Giunta regionale della Calabria a individuare, nel più breve tempo possibile, una soluzione tecnico-amministrativa che consenta di non disperdere il patrimonio di professionalità della Fondazione "Campanella", prendendo in considerazione ogni ipotesi, ivi compresa la costituzione di analoga struttura presso enti e/o strutture sanitarie pubbliche in atto esistenti, al fine di salvaguardare sia i livelli occupazionali, sia i servizi sanitari finora erogati a favore dei cittadini calabresi, assolvendo al dovere, costituzionalmente sancito, di tutelare i livelli essenziali di assistenza.”

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Presidente, chiedo la parola per illustrare l’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Presidente e signori consiglieri, in ordine alla questione relativa alla nota vicenda riguardante la Fondazione Campanella di Catanzaro chiedo scusa anche per un po’ di durezza ma così anticipo il consigliere Tallini ed evito, o spero di evitare, interventi successivi che hanno lo stesso tono di quello che ha preceduto le precedenti mozioni.

Stavo dicendo che la vicenda della Fondazione Campanella denota non sola l’ incapacità quanto la spregiudicatezza e l’immoralità di una larga parte del vecchio ceto politico che non ha esitato un attimo, per il proprio tornaconto personale, per una manciata di voti, ad effettuare chiamate dirette – così sono stati assunti i lavoratori – a sacrificare prima gli interessi degli ammalati e, attenzione, stiamo parlando di ammalati di cancro, stiamo parlando di un centro oncologico che doveva e poteva essere una eccellenza calabrese per le professionalità che vi sono all’interno e per l’alta capacità del personale infermieristico che vi operava.

Dicevo, una classe politica che non ha esitato non tanto a sacrificare gli interessi dei lavoratori quanto quello degli ammalati in queste condizioni.

Ora, Presidente, mi insegnerete tutti quanti quanto impegno è stato profuso da questa consiliatura fin dal primo momento in cui si è insediata per trovare una soluzione a questa problematica. Ci sono stati diversi tavoli e, personalmente, c’è stato anche chi è stato sempre vicino ai lavoratori ed ha cercato in tutti i modi anche l’interlocuzione romana.

Lo stesso presidente della Giunta, Oliverio, si era interessato tantissimo in prima persona, diversi sono stati i viaggi a Roma per discutere al Tavolo Massicci. Si era riusciti, addirittura, a portare sullo stesso Tavolo delle situazioni concertate con i tre protagonisti principali a livello governativo: Ministro della salute, Ministro del lavoro e Ministro della economia e delle finanze.

Si era data lettura in una riunione che si è tenuta presso la Prefettura di Catanzaro - era presente anche, molto attento alla problematica, il Vicepresidente della Giunta, il dottore Ciconte, ed il Presidente della Giunta, Oliverio, il sottoscritto, il Prefetto, management, lavoratori, rappresentanti sindacali, il Prefetto Latella che è estremamente attenta ed impegnata su questa problematica - di quello che poteva essere l’emendamento che doveva essere apportato al decreto mille proroghe e che doveva portare un milione di euro come stanziamento centrale per coprire, quanto meno, per 5-6 mesi i costi per lo stipendio, per la retribuzione dei lavoratori e in tal modo trovare la soluzione che la precedente Giunta non è riuscita a trovare, così evito, anticipo io, un po’ di pudore ed evitare di dire che la colpa è forse di qualcun altro, perché su quei tavoli siedono persone che hanno fatto parte della maggioranza della precedente consiliatura.

Tra l’altro quell’emendamento, che aveva dato tanta fiducia ad ognuno di noi e che aveva dato fiducia anche ai malati perché qualcuno doveva occuparsi di quei malati terminali che non sanno che rischiano di essere mandati a casa senza cure e abbandonati a sé stessi, addirittura, non ha superato neanche la Commissione e non è stato apportato al decreto mille proroghe. Pertanto non è stato possibile neanche ottenere un cospicuo, interessante ed importante stanziamento per la copertura delle indennità dei lavoratori.

Ora abbiamo visto che la problematica è complessa: ci sono atti che sono stati mandati alla Procura, richiesta di fallimento e quant’altro. Veramente è una delle pagine più vergognose del ceto politico che ci ha preceduto. Vedremo le risposte che arriveranno, però prima di parlare – così evitiamo le repliche – che ognuno si assumesse e dicesse qual è stato il proprio compito. Va bene? detto questo chiedo che il Consiglio impegni la Giunta regionale a trovare le soluzioni, tutte le possibili, poi andiamo anche a parlarne con l’opposizione, anche, a trovare qualsiasi possibilità affinché nel più breve tempo possibile si individui una soluzione tecnico-amministrativa – darò lettura poi della parte finale – che consenta di non disperdere il patrimonio di professionalità della Fondazione Campanella prendendo in considerazione ogni ipotesi: ivi compresa la costituzione di analoga struttura presso enti o strutture sanitarie pubbliche in atto esistenti al fine di salvaguardare sia i livelli occupazionali che i servizi sanitari finora erogati a favore dei cittadini calabresi assolvendo al dovere costituzionalmente sancito, di tutelare i livelli essenziali di assistenza ma, soprattutto, di tutelare gli ammalati in questa amara terra di Calabria. Grazie, Presidente, ho finito.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Grazie, Presidente, colleghi consiglieri, aspettavamo - come ho detto nell’intervento precedente - che si potesse parlare del polo oncologico della Fondazione Campanella. Sono felice che almeno sia rimasto il Vicepresidente, dottore Ciconte.

Anche io come lui sono un medico che ha scelto un lavoro per il quale, purtroppo, giornalmente ci si occupa di problemi legati alla malattia del secolo, ai carcinomi, e quindi giornalmente devo diagnosticare e giornalmente mi capita, purtroppo, di dover vedere lo sguardo dei pazienti nel momento in cui viene loro fatta una diagnosi – di certo non bella – di vedere lo sguardo dei familiari e spesso i pianti sia dei pazienti sia dei loro familiari.

A questo consegue un calvario, l’intervento, spesso la radioterapia e la chemioterapia e quindi la vita completamente sconvolta da un giorno all’altro.

Ebbene la Fondazione Campanella ad oggi tratta circa 500 pazienti oncologici e quindi il primo pensiero mio – ma penso sia quello di tutti quanti – è e deve essere rivolto a loro, così come dobbiamo naturalmente pensare a tutte le professionalità che esistono ad oggi in quella struttura, alle loro famiglie. Anche loro sono ormai costretti a vivere una telenovela da mesi e mesi: un giorno arriva loro la lettera di licenziamento, revocata, quindi riprendono servizio, poi di nuovo lettera di licenziamento e quindi un futuro assolutamente incerto anche per loro.

Tutti quanti conosciamo la storia della Fondazione Campanella che nasce nel 2002 per volontà del presidente Chiaravalloti e doveva essere ad oggi è stato un centro oncologico di eccellenza.

Nel tempo, naturalmente, le risorse assegnate ed erogate dalla Regione sono progressivamente diminuite. Nel 2006 sono stati assegnati i 16 milioni e mezzo e per l’anno 2014, sono stati 11 milioni. Nel mese di febbraio naturalmente le ultime vicende: la Procura della Repubblica di Catanzaro ha notificato avvisi di garanzia agli amministratori e ai componenti del Collegio sindacale dal 2006 al 2011 per false comunicazioni sociali, ed ha chiesto il fallimento della Fondazione Campanella.

Come ricordava il consigliere Bova, il Prefetto di Catanzaro ha informato la Procura ed ha dichiarato estinta la Fondazione.

Da quel punto ad oggi, ancora per poco, quello che doveva essere un centro oncologico di eccellenza è diventato solo una piccola casa di cura, destinata ad elemosinare medicinali dalle altre strutture ed a portare nella completa disperazione tutti gli ammalati che sono lì per cercare di salvarsi la vita e oltre a dover lottare per questo devono lottare anche contro una situazione che ha dell’incredibile.

Ebbene io penso che le colpe non siano solo di una parte politica naturalmente e penso che andare a vedere il passato di certo serva per cercare soluzioni per il futuro ma solo per quello, perché le posso garantire che assunzioni facili ce ne sono state a destra a sinistra.

Purtroppo è un discorso generalizzato ed è un discorso che noi dovremmo cercare di cambiare per il futuro. Ci serve solo come monito, per non commettere lo stesso errore ma non per dar colpe all’una o all’altra parte politica.

Ebbene, quali potrebbero essere le soluzioni politiche per la risoluzione di questa pessima rappresentazione di quella che è la politica calabrese? Naturalmente spetta al governo regionale darla.

In quanto componente dell’opposizione avrei qualche idea e nel momento in cui ci dovesse essere un dibattito in Aula o dovessimo essere tirati in ballo anche noi consiglieri la riferirò. Mi dispiace che non ci sia il presidente Oliverio, che sicuramente avrà avuto altri discorsi importanti da fare, altre manifestazioni importanti, però penso che un discorso come questo pretendesse la sua presenza.

(Interruzione)

Lo fa il Vicepresidente, perfetto.

Bene, entrando nel merito della mozione, caro consigliere Bova, penso che vada bene se si elimina una frase; se dovesse essere portata a votazione così come è stata proposta penso che - per quanto riguarda me ed il mio gruppo consiliare - non possa essere accolta. Mi riferisco alla frase che dice: “…prendendo in considerazione ogni ipotesi, ivi compresa la costituzione di analoga struttura presso enti e/o strutture sanitarie pubbliche…”.

Se questa mozione dà la possibilità al governo regionale di eliminare completamente la Fondazione Campanella non possiamo essere assolutamente d’accordo. Questa disposizione non potrebbe convincere e non ci convince assolutamente, semplicemente perché sembra un modo da parte della Regione per eliminare il problema Campanella.

Benissimo, la Fondazione Campanella da un giorno all’altro muore, il personale viene trasferito in un’altra struttura che sia Mater Domini o una qualsiasi altra struttura – io ipotizzo Vicepresidente Ciconte – ma tutto quello che resta in capo all’ex Fondazione Campanella che fine fa? Tutti i creditori che giustamente vantano dei crediti dalla Regione che fine fanno?

Penso che l’obbligo che deve avere la Regione Calabria, questa Giunta, sia affrontare il problema Fondazione Campanella non dimenticarsi della Fondazione Campanella e continuare a mantenere i servizi. Deve essere affrontata a 360 gradi e mi auguro che il consigliere Bova prenda in considerazione la richiesta che viene dal gruppo che in questo momento sto rappresentando e voglia eliminare quella frase.

In quel caso, naturalmente, saremo assolutamente favorevoli alla votazione di questa mozione. Grazie, Presidente.

Presidenza del Presidente Antonino Scalzo

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Mi auguro che non ci sia discontinuità nel metodo di conduzione della seduta, visto che il vicepresidente D’Agostino ha consentito lo svolgimento di una discussione serena. Le cose che sto per dire sono importantissime e credo le servano ma servono a tutti quelli che sono interessati a questa delicata e rilevante questione, sollevata con la mozione del collega Bova.

Se mi posso permettere, il primo consiglio che do ad una persona che stimo è quello di approfondire la materia nel momento in cui si approccia alla vicenda politica; non perché lui politica non ne abbia fatta, è sindaco della città, è sindaco di un comune e quale sindaco di un comune ha fatto una esperienza importante, ma adesso c’è un’altra esperienza in cui è a contatto di gomito con quella “politica” che viene detestata tanto dalla opinione pubblica.

Uno dei primi consigli che do, quindi, è un approfondimento di questa materia perché il primo approccio che può avere, soprattutto chi non conosce la storia, praticamente è quello che lei, collega Bova, ha avuto e cioè di indignazione rispetto ad una gestione clientelare di una struttura che, addirittura, deve curare i tumori dei calabresi.

Una struttura oncologica.

Allora dobbiamo, intanto, conoscere la storia sia pure per flash perché qui non possiamo fare la storia ma solo tre flash: nasce con il presidente Chiaravalloti, con tutti gli atti negativi che ci sono stati ed io sono tra coloro che dicono che tra gli atti ve ne fossero sia di positivi sia di negativi; doveva morire con il presidente Loiero perché a dicembre 2009 o si trasformava in Irccs o si chiudeva; rivive con il presidente Scopelliti perché l’ultima proposta di legge – mi pare sia la numero 65 – che lascia in vita la Fondazione, sia pure con 35 posti letto, è dell’epoca Scopelliti e purtroppo muore e già si appresta a celebrare i funerali con il presidente Oliverio.

Questo è il flash della storia della Fondazione Campanella. Spero che non sorrida il Vicepresidente perché c’è poco da sorridere ma c’è molto da piangere.

Se lei vuole avere qualche informazione rispetto alle cose che ha chiesto e di cui anche io mi scandalizzo credo che nelle Aule di Tribunale, durante qualche udienza, avrà la possibilità di incontrare un collega avvocato che è stato Presidente.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Chiederò gli atti della Procura; la sta ricostruendo la Procura la storia e non debbo andare da chi l’ha scritta altrimenti sarebbe una lettura un po’ sbagliata. Faccio l’avvocato di professione.

TALLINI Domenico (Gruppo Misto)

Se lei chiederà a questo collega avvocato, sicuramente le potrà dire nome e cognome di coloro che sono stati assunti e probabilmente il rapporto politico che c’era tra l’assunto ed il politico di riferimento.

Credo che lei sicuramente sarà in grado di raggiungere questo risultato.

Nel merito sono d’accordo col collega Mangialavori e le preannuncio che nei prossimi giorni, insieme ai colleghi Esposito e Mangialavori ed a lei, se vorrà unirsi a questa delegazione e ne saremo felicissimi, andremo dal Commissario per dire qual è la nostra idea sulla sopravvivenza della Fondazione Campanella.

Non vorrei che lei pensasse quello che pensa in questo momento il presidente Oliverio, cioè che la Fondazione Campanella non ha nessun argomento per chiedere alla Regione Calabria la possibilità di sopravvivere, di essere salvaguardata e di poter continuare a sopravvivere.

Intanto ci sarebbe una cosa urgente da fare: giorno 10 aprile c’è l’altra celebrazione – a morte avvenuta – di un’altra data che è quella del personale. Il 10 aprile scadono i termini entro cui il personale deve essere mandato a casa, viene licenziato.

Allora per quel personale che deve essere mandato a casa, anche ipotizzando che dovesse essere obbligatorio il percorso da lei suggerito nella mozione, dobbiamo impegnarci tutti affinché questa data del 10 aprile venga spostata, non venga mantenuta. Perché al 10 aprile se il personale viene licenziato c’è la parola fine, perché alla procedura del licenziamento, che si conclude con una lettera, si dice: “Bene, è fallita! Ormai accomodatevi a casa.” Poi sarà difficile recuperare quella posizione.

Vorrei che lei si impegnasse con me in questo obiettivo di rimandare, intanto, ad altra data il licenziamento del personale.

Le volevo aggiungere che basta che lei legga lo Statuto della Fondazione e si renderà conto che la Regione Calabria deve alla Fondazione Campanella dei contributi che non ha dato. Fino a quando ci sono stato io, sono stato delegato a partecipare per conto della Regione all’ultima Assemblea, convocata dal notaio per liquidare la fondazione; eravamo riusciti a rimandare quell’appuntamento ed io mi sono recato lo stesso dal notaio anche se il notaio Guglielmo mi aveva detto: “E’ inutile che vieni perché non viene la Fondazione Campanella e si rimanda, pertanto, questo appuntamento”.

Io ho detto “vengo” ed ho spiegato le ragioni per cui sono andato perché ho fatto mettere a verbale che la Regione Calabria andava all’appuntamento solo per dire che non era d’accordo sulla liquidazione della Fondazione. E perché non era d’accordo per la liquidazione? Perché non era d’accordo per la liquidazione? Perché riteneva che quella Fondazione avesse una sua validità di efficienza e di centro di eccellenza nel Sistema sanitario regionale.

Quindi questa è la linea che è passata. Si può dire “cosa avete fatto dopo?”. Abbiamo preparato una ipotesi di transazione che non è stata conclusa perché non era ancora pronto tutto quel lavoro che doveva esser fatto, rispetto alle condizioni generali con la sottoscrizione della firma, perché un dirigente la firmasse, e non c’era il commissario alla sanità, perché i soldi con cui avremmo potuto pagare, attraverso l’accordo col commissario, una parte della Fondazione Campanella dovevano venire dalle rinvenienze provenienti dalla premialità sulla sanità per i risultati raggiunti.

Una parte avrebbe potuto darla la Regione ed una parte doveva venire dalla premialità dal Ministero. Mancava il commissario e quindi questo è il momento in cui noi abbiamo lasciato sospeso il problema Campanella.

Noi dobbiamo riprendere da quel momento, se ci sono i presupposti – questa è la nostra tesi – per salvare la Fondazione Campanella. Se è vero, come sostengono e come anche noi avevamo condiviso, che i 25 milioni che oggi vengono indicati per la transazione nella rivendicazione pare fossero 170 milioni, allora si poteva arrivare ad una transazione; è chiaro che quello è l’elemento che ci consentirà di far garantire la sopravvivenza della Fondazione Campanella.

Poi il resto lo possiamo fare anche attraverso i suggerimenti che lei fornisce nella parte finale della mozione, ma noi dobbiamo mettere come primo obiettivo quello di salvare la Fondazione Campanella non solo perché ci dobbiamo interessare di chi oggi si sta curando, ma ci dobbiamo interessare anche di chi si ammalerà domani e non consentire che aumentino, come sono già aumentati a dismisura, i costi dei rimborsi per malati oncologici della Calabria che ricorrono alle cure in strutture sanitarie di altre regioni tipo la Lombardia in cui molti calabresi vanno a curarsi.

Non le nego che faremo una seduta di Consiglio comunale specifico perché ce lo chiedono quelli della Fondazione Campanella a Catanzaro, credo e mi auguro che, se invitati, verrete ad ascoltare e sentire in un Consiglio comunale aperto le istanze e le ipotesi, i percorsi che abbiamo l’obbligo di valutare per cercare di trovare una soluzione.

Dico questo perché sulla vicenda Campanella personalmente ritengo di avere assolutamente sempre fatto il mio dovere di amministratore e di non aver mai avuto la possibilità di interferire nella vicenda né sulla questione del personale né su vicende diverse che siano nella gestione sporca e clientelare, come lei stesso ha sottolineato; ed io condivido questa sua sottolineatura ma ritengo che il primo obiettivo da ricercare sia salvare la Fondazione Campanella.

Qualcuno suggerisce altre strade, ad esempio quella di raddoppiare i posti letto oppure di trasferirli in una struttura pubblica – è la soluzione di chi vorrebbe percorrere quest’altra strada. Credo che invece debba essere salvaguardata come struttura privata, che debba essere potenziata come struttura privata e che dobbiamo essere in grado di dare alla Fondazione Campanella quello che la Fondazione Campanella, tra l’altro, rivendica.

Tra l’altro c’è un altro problema, collega Bova, che deve far riflettere: cioè c’è un contenzioso in atto tra la Fondazione Campanella e la Regione Calabria.

La Giunta Scopelliti è arrivata ad un punto e si è fermata perché non poteva andare avanti in quanto non c’era né la copertura finanziaria né c’erano le condizioni perché mancava il Commissario e mancavano le premesse della premialità della sanità.

La bozza di transizione concordata tra la Fondazione Campanella e la Regione Calabria credo che voi l’abbiate. Avete mai avuto in mano la bozza di transazione già pronta? Noi quella transazione l’avevamo anche approvata con una delibera di Giunta, non so quali atti abbiamo prodotto.

Dal nostro punto di vista abbiamo compiuto tutti gli atti che potevamo compiere a favore del mantenimento in vita della Fondazione Campanella.

Tra le cose che si dicono, quelle che si riportano e il presidente Oliverio che dice le cose a volte pure in dialetto, abbiamo assistito ad un incontro – forse non era autorizzato – tra dipendenti e presidente Oliverio in cui lui ha dichiarato “portatemi una sola carta che attesti il vostro diritto ed io vi salverò la Fondazione Campanella”.

Ergo: se noi sappiamo che ci sono tante carte che attestano questo diritto, evidentemente qualcuno ha detto al presidente Oliverio, il cui compito dovrebbe essere quello di salvare una cosa importante per l’interesse della intera regione: “Guarda che non c’è nessun atto da cui poter ripartire a favore di questo obiettivo.”

Credo che l’atto ci sia ed è lo Statuto ed i fatti ci sono perché il contenzioso c’è. Lei è avvocato e lo potrà verificare personalmente. E se dovesse essere condannata la Regione Calabria non credo che sarà condannata la Giunta Scopelliti che ha fatto tutto quello che poteva fare, cioè salvarla prima e far di tutto per farla sopravvivere dopo.

Credo che se vi dovreste intestardire davanti ad una posizione rigida di chiusura da parte del presidente Oliverio. Sicuramente questa Giunta sul piano della responsabilità anche patrimoniale ma soprattutto politicamente sarà quella che, pur avendo avuto la possibilità di salvare la Fondazione Campanella, perché c’erano le condizioni, non lo ha fatto. Oggi ci sono le condizioni visto che c’è un Commissario e che ci sono le risorse della premialità della seria politica attuata dalla Giunta Scopelliti come premio che significa conti a posto rispetto ai conti orali di un tempo. Allora con questo spirito mi sento di invitarla, caro collega, ad integrare la mozione, con questo aspetto prioritario suggerito dal collega Mangialavori.

Le chiedo sin da adesso, se la dovessi coinvolgere: andiamo col sindaco di Catanzaro, con i consiglieri regionali dal Commissario per evitare di far passare l’idea che questa sia una esigenza di una posizione politica che in questo momento potrebbe apparire strumentale, se non fosse supportata autenticamente e in buona fede da colleghi come lei che sono di Catanzaro, che hanno lo spirito, che hanno manifestato nell’enunciare questa mozione; l’ho vista coinvolto emotivamente rispetto a questa cosa e questo potrebbe aiutare. Potrebbe interloquire meglio col presidente Oliverio visto che su un tema come questo preferisce andar via.

Probabilmente - se non si offenderà il presidente Scalzo - non so se ha cambiato ristorante perché Galati lo incontrava da Mare Chiaro, poi probabilmente stasera si sarà dato appuntamento all’Oasi o non so dove con qualcun altro.

Se finalmente dovesse avere 5 minuti di tempo da dedicare a questioni serie gliene saremmo grati.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Questa è l’Aula del Consiglio regionale, questa problematica della fondazione “Tommaso Campanella” ha altre aule dove si dovranno prendere delle decisioni; ho grande rispetto del lavoro che la Procura e la magistratura stanno facendo, ma siamo in attesa di quelle determinazioni. Cionondimeno, la politica si deve assumere il suo livello di responsabilità nelle decisioni. Guai! Diminutio della politica sarebbe attendere le decisioni della Procura o della magistratura, per dare ed effettuare quella che, invece, deve essere la sua volontà.

Allora io dico che quest’Aula, caro Vicepresidente, oggi si deve interrogare su un primo punto: che cosa vogliamo fare della fondazione “Tommaso Campanella”? E se c’è un’unità di intenti, poi si va ad elaborare un ordine del giorno insieme, al fine di arrivare ad un percorso che possa dare seguito all’indirizzo politico che questo Consiglio regionale vuole dare, così come è stato anche l’input del presidente Oliverio nel suo intervento: Consiglio regionale, linee di indirizzo, idee e percorsi per attuare quegli indirizzi stessi.

Intanto, con la mia onestà intellettuale dico che, se siamo qui ancora a discutere – se siamo ancora in tempo, aggiungo – molto lo dobbiamo, dal 23 novembre in poi, al lavoro fatto dal presidente Oliverio, che si è assunto una responsabilità che non ha determinato lui; poi credo che il passato non sia qualcosa di astratto. Infatti se poi ricostruiamo la storia – perché la storia la fanno gli uomini ed altri enti poi sono preposti a giudicare se quella storia è legittima o meno –, la storia scritta dalla fondazione “Tommaso Campanella”, caro collega Ciconte – mi rivolgo, in questo caso, non al Vicepresidente, ma al collega e amico Enzo Ciconte – si costruisce anche su quell’esubero di spesa del personale tra il 2005 e il 2010. Altre assunzioni dopo il 2010 non ne sono state fatte, se non per sostituzione di medici e di infermieri; il 99 per cento delle assunzioni, dal punto di vista temporale, è datato 2006-2010, ed io non sono alla ricerca degli spettri del passato, ma dico questo perché è stato detto.

Allora, per esattezza di quello che è stato l’intervento, onesto dal punto di vista politico ed intellettuale, del consigliere Bova, se c’è stato un esubero di personale assunto, con delle procedure che io ritengo, in base allo Statuto ed in base alla ragione giuridica della Fondazione, legittime, non le ho fatte io, però ritengo che sul piano dello Statuto e della natura giuridica della fondazione, quelle assunzioni siano state legittime.

Ritorno al punto di partenza. Prima, per esempio, noi abbiamo votato un ordine del giorno del collega Sergio in cui con chiarezza, nell’impegno assegnato al Presidente della Giunta, abbiamo detto “scongiurare la chiusura dell’unità specializzata in vigilanza”, eccetera, eccetera. Per questo ho votato quest’ordine del giorno. Che poi dall’ordine del giorno si possano determinare in modo virtuoso l’auspicio e l’obiettivo raggiunto, questo è un altro discorso, però quest’ordine del giorno parlava in modo chiaro: “scongiurare la chiusura di un ente della Banca d’Italia”. Qui, invece, siamo a parlare di un ente di cui è proprietaria la Regione Calabria.

Allora, della Fondazione Campanella che ne vogliamo fare? E qui ci deve essere una volontà politica chiara che questa maggioranza deve esplicitare, anche perché, caro consigliere Tallini – se mi da un attimo ascolto – da qui a poco la Regione Calabria sarà chiamata dal commissario liquidatore ad esplicitare la sua posizione politica, perché domani, se le cose non cambiano, il Tribunale dovrà nominare un commissario liquidatore. Il commissario liquidatore che cosa farà? Una delle prime cose che farà, probabilmente, sarà quella di chiamare i due soci per capire le loro intenzioni, perché, caro consigliere Bova, è giusto da un punto di vista giuridico e normativo dire che con decreto prefettizio la Fondazione è stata dichiarata estinta, ma qui è veramente un sancire un funerale e la responsabilità politica di questo funerale ce la dobbiamo assumere. Se è vero giuridicamente che la Fondazione è stata dichiarata estinta, è altrettanto vero che la Fondazione ancora può essere recuperata. Come? Primo – notizia di qualche ora fa, caro consigliere Bova, se mi segue – la Fondazione “Campanella” ha inteso impugnare davanti al Tar il decreto prefettizio, ma non solo, ha anche chiesto la sospensione dell’immediata efficacia dello stesso.

Quindi, da una parte, si aprono degli spiragli per mantenere in vita la fondazione “Tommaso Campanella” e dall’altra abbiamo le scelte della politica, legittima; perché io non sto qui da opposizione a dire che questa maggioranza non può avere nel suo indirizzo politico quello di voler portare ad estinzione la fondazione “Tommaso Campanella”; legittimo nella strategia di questa maggioranza, fermo restando che poi mi si deve dire come si recupera il livello delle professionalità, come si recuperano i posti letto. Sicuramente l’ordine del giorno non me lo chiarisce e per questo chiedo al consigliere Bova che cosa significa, prendendo in considerazione ogni ipotesi, ivi compresa “la costituzione di analoga struttura presso enti e/o strutture sanitarie pubbliche in atto esistenti”. Si chiude la fondazione “Tommaso Campanella”, perché nell’impegno che questo Consiglio regionale vuole dare al Presidente e alla Giunta non c’è scritta una frase chiara, scritta magari a caratteri cubitali. Io scriverei “laddove c’è disponibilità da parte di questa maggioranza, si impegna il Presidente della Giunta ad individuare dei percorsi nel più breve tempo possibile per scongiurare il pericolo della messa in liquidazione della Fondazione Campanella.

No, consigliere Ciconte, questo è elemento principale, perché se noi non lottiamo tutti insieme per scongiurare questo pericolo, mi dovete dire che cosa significa poi “costituire analoga struttura”. Da una parte vogliamo chiudere la Fondazione Campanella, dall’altra apriamo un’analoga struttura – che non so che cosa significhi – “presso enti o strutture sanitarie pubbliche in atto esistenti”!

Diceva bene prima chi mi ha preceduto: stiamo parlando di 35 posti letto che gravano nel decreto 26 della distribuzione dei posti letto dell’ospedalità privata. Questi 35 posti letto, da questo decreto 26, non possono essere tolti in modo così semplicistico dalle strutture private, quale giuridicamente è la fondazione “Tommaso Campanella”, e portati, per esempio, all’azienda ospedaliera “Mater Domini”, secondo quello che abbiamo letto sui giornali. Non è tecnicamente, giuridicamente fattibile.

Ho apprezzato un altro passaggio del presidente Oliverio in questi suoi sforzi di mantenere in vita la Fondazione Campanella: “Farò di tutto, ma non mi chiedete la stesura di atti amministrativi illegittimi”. Io ritengo che pensare così, in modo semplicistico, che questi 35 posti letto afferiscano dal decreto 26 della rete ospedaliera privata della Regione Calabria ad una struttura pubblica sia un atto, ahimè, tecnicamente non fattibile, ma questo ce lo diranno poi la struttura commissariale e i vari dirigenti che dovranno trattare la questione.

Così come ci preoccupiamo del mantenimento dei livelli occupazionali e non consideriamo, e io sono convintissimo – non sono un avvocato, sono un medico –, che se viene meno la Fondazione Campanella, il livello occupazionale in quel momento è definitivamente perso. Non si può pensare ad avvisi pubblici che possano, eventualmente, prendere in considerazione e tutelare le professionalità e le esperienze di questa Fondazione, perché se lo diciamo, vuol dire che anche qui con molta probabilità costruiamo un percorso che difetta di legittimità.

Allora, in considerazione del fatto che la fondazione “Tommaso Campanella” è ricorsa stamani al Tribunale amministrativo regionale per impugnare il decreto prefettizio o, quantomeno, chiedere la sospensione dell’efficacia in modo immediato, questo è un segnale. La politica vuole prendere in considerazione questo segnale ed argomentare tutti insieme, affinché si scongiuri l’estinzione della fondazione “Tommaso Campanella”? Se ci interroghiamo, magari anche rimanendo tutta la notte, Presidente, su questo, allora poi possiamo ideare i percorsi che devono essere messi in campo affinché si ottenga il risultato.

Io – ripeto – sono convinto che l’estinzione della Fondazione Campanella significhi perdita di posti letto e perdita dei livelli occupazionali. Naturalmente, sono entrato subito nel merito della problematica, facendo mie tutte le considerazioni che avete svolto in ordine al fatto che si tratta di un centro di eccellenza; c’è in campo la centralità e il pensiero deve andare ai malati e ai familiari, alle professionalità esistenti, eccetera, eccetera, su questo siamo tutti d’accordo.

Prima, qualcuno che mi ha preceduto parlava dell’elemento determinante che potrebbe essere il momento di partenza per trovare una soluzione che è la costruzione – Vicepresidente – di un percorso dell’atto transattivo, fermo restando che un percorso – l’ha detto il consigliere Tallini – fino a fine ottobre 2014 è stato confezionato. Quale è stato questo percorso della cosiddetta bozza transattiva tra la Fondazione e la Regione Calabria? C’è una prima lettera del Dipartimento bilancio che interroga l’Avvocatura regionale circa la necessità e la possibilità di addivenire ad un atto transattivo con la Fondazione e soprattutto la interroga se è conveniente per la Regione Calabria.

C’è una risposta dell’Avvocatura regionale al Dipartimento bilancio – che io ho qui agli atti e per chi ne volesse prendere visione possiamo fare le copie – che in una nota trasmessa per conoscenza anche al Presidente della Giunta regionale, facente funzioni dell’epoca, dice “la necessità e la opportunità che la Regione addivenga ad un atto transattivo con la fondazione”.

Su quale atto l’Avvocatura regionale ha espresso un parere? Ma su quello che diceva prima il consigliere Tallini: ci sono delle ragioni creditorie della Fondazione che trovano un fondamento in atti formali sostanziali, che sono atti legittimi, efficaci, vincolanti e fonte di obblighi giuridici. Qual è questo atto? Lo Statuto.

Che cosa dice lo Statuto nell’atto di costituzione della Fondazione? Che c’è un fondo patrimoniale e che la Regione Calabria si impegna per 25 milioni più interessi, eccetera, eccetera, nell’atto costitutivo della fondazione, atto costitutivo che già di per sé è un documento giuridicamente inoppugnabile e incontrovertibile in mano alla Fondazione Campanella, ma quell’atto costitutivo è anche sancito dalla legittimità di una delibera di Giunta regionale, la 798 del 2004. Basterebbero questi due atti a far sì che le ragioni creditorie della Fondazione trovino soddisfacimento nel giudizio che il Tribunale di Catanzaro dovrà dare entro il 10 giugno o 15 giugno 2015 - adesso potrei anche sbagliare la data – perché le varie udienze del giudizio tra Fondazione e Regione Calabria ormai sono arrivate alla fine e la vertenza è in fase decisoria da parte del Tribunale di Catanzaro.

Molto finemente, il consigliere Tallini prima ha posto una questione; io la pongo, invece, in modo più diretto, perché cercherò di parlare un linguaggio molto semplice, per essere ascoltato, per confrontarmi con tutti voi, al fine, eventualmente, di trovare poi una sintesi su quello che deve essere un percorso unanime di questo Consiglio regionale, se ci sarà la possibilità. Che cosa dice? Aveva espresso molto elegantemente alcuni dubbi, ma – ripeto – l’atto transattivo, la bozza transattiva tra Fondazione e Regione non è un qualcosa di virtuale. E’ un qualcosa che poi non è stato completamente definito? Questo è un altro discorso, però quella bozza esiste, è agli atti del Tribunale di Catanzaro nel giudizio di merito tra Fondazione e Regione Calabria, che parla di 29 milioni di euro.

E se per ipotesi il Tribunale di Catanzaro dovesse riconoscere alla Fondazione Campanella un credito di 29 milioni di euro più un euro, non è un dispendio economico quell’euro in più da parte della Regione Calabria, se siamo di fronte alla possibilità di chiudere e transigere questa vicenda sulla base di 29 milioni di euro? E’ una domanda che pongo a me stesso, consigliere Ciconte, ma è una domanda pertinente perché – ripeto – l’atto transattivo non è un qualcosa di virtuale, ma è un qualcosa di sostanziale. Dov’è sostanziale l’atto transattivo? Nella nota del dirigente del settore Avvocatura regionale al Dipartimento bilancio, nella delibera che la Giunta regionale fa il 16 ottobre 2014, dove dice che “delibera di inviare, per il tramite del Dipartimento della salute al commissario ad acta il compito di perfezionare la transazione, rinvenendo la somma dalla fiscalità” e che questa fiscalità deve essere poi contemplata nei bilanci 2015 e 2016, dando mandato, questa delibera di Giunta regionale, alla struttura commissariale di perfezionarla e rinvenendo i fondi nella fiscalità sul bilancio 2015-2016.

Il bilancio 2015 non lo poteva fare la precedente Giunta, quindi in continuità amministrativa è un compito che spetta a questa Giunta se – e qui torno sempre al punto di partenza – c’è la volontà politica di mantenere in vita la Fondazione.

Ma dell’atto transattivo non ne abbiamo parlato al bar quattro amici, ci sono ulteriori documenti quali, primo, un verbale notarile: quando il notaio ha convocato le parti Università e Regione, per nome e per conto della Regione, l’avvocato che rappresentava la Regione ha, davanti al notaio, dottor Rocco Guglielmo, testualmente affermato “in rappresentanza della Regione Calabria, il quale fa presente che quest’ultima è contraria” – siamo ad ottobre 2014 – “alla messa in liquidazione della Fondazione” e, a tal fine, evidenzia l’assunzione da parte della Regione di una delibera per l’atto transattivo di 29 milioni di euro.

Anche in quest’atto notarile viene espressa la volontà politica di mantenere in vita la Fondazione. Ripeto, se questa volontà politica è venuta meno, e ne prendiamo atto oggi, è legittimo da parte di questa maggioranza, ma non aspettiamo estinzioni da parte del Tribunale, non aspettiamo - se siamo garantisti lo dobbiamo essere fino all’osso - questioni e sentenze della Procura della Repubblica per chiudere la fondazione “Tommaso Campanella”. Sulla fondazione “Tommaso Campanella” dobbiamo decidere stasera, perché il tempo è immediato, il 10 aprile è domani, non è fra un mese e il licenziamento dei dipendenti è ormai alle porte.

Vado verso la conclusione, Presidente, se mi sta sollecitando a questo.

Ma c’è un altro atto dove si parla dell’atto transattivo, che è proprio nel decreto di estinzione del Prefetto. Anche il Prefetto si è inventato che c’è un percorso; che l’atto transattivo è qualcosa di reale, di concreto, è espresso in modo chiaro su tutti i tavoli. E il Prefetto che dice? Regna sovrana la confusione su questo tavolo. Il Prefetto dice che “in detta sede, quella prefettizia, la Regione ha espresso volontà negativa rispetto alla messa in liquidazione della fondazione”. Anche qui la Regione reitera la sua volontà di non mettere in liquidazione la Fondazione, assumendo l’impegno a sottoscrivere una transazione del giudizio pendente innanzi al Tribunale di Catanzaro, con la quale, a fronte della rinuncia del giudizio da parte della Fondazione, la Regione si impegna a corrispondere la complessa somma di 29 milioni di euro e poiché sono state manifestate difficoltà nel bilancio, il Prefetto invita su quel tavolo che questi 29 milioni di euro possano essere rinvenuti in un piano triennale, in un bilancio triennale della Regione Calabria 2015-2016-2017.

Questi sono atti concreti che dimostrano che, se vogliamo, ce la possiamo ancora giocare questa grande scommessa. Se tutti voi, se ognuno di noi nelle premesse parla di un centro oncologico di eccellenza, della necessità di non andare ad aggravare l’emigrazione sanitaria che al primo posto vede proprio le malattie oncologiche, se parliamo della salvaguardia dei livelli occupazionali e parliamo di tutto quello che in termini concreti ci fa piacere dire, dobbiamo però considerare che qui ci sono dei percorsi che possiamo mettere in atto, presidente Scalzo. Noi non stiamo chiedendo nulla, stiamo chiedendo la condivisione e, se dovesse andare male, la responsabilità non sarà solo del presidente Oliverio, non sarà solo sua, ma sarà di tutto il Consiglio regionale.

Un ultimo passaggio tecnico che forse può servire a quest’Aula per chiarire. Presidente, sa come Kpmg, un organo terzo rispetto alla Regione e alla fondazione ha definito il giudizio? “Probabile e plausibile che la fondazione abbia ragione in merito al giudizio che ha intentato nei confronti della Regione Calabria” e “probabile” è scritto in grassetto. Se ce lo dice un organo tecnico come Kpmg, noi, che siamo dei semplici politici, ne dobbiamo prendere atto, dobbiamo prendere atto – nonostante qualche sorriso quando ho detto – che oggi la questione si può sanare o, per meglio dire – perché bisogna essere onesti fino all’osso, Presidente – si può cercare di sanare, perché non è detto che noi mettiamo 29 milioni di euro e salviamo la Fondazione – d’accordo? – ma si può sanare partendo dall’atto transattivo.

C’è un altro aspetto fondamentale: se noi poniamo in estinzione la Fondazione, i debiti della fondazione, che non sono – badate bene – debiti solo nei confronti delle multinazionali, che poco hanno a che fare con la ricaduta economica sul territorio, sono debiti – vado veramente alla fine, ma se non è utile questa mia disquisizione, Presidente, chiudo subito, se lei mi invita… Posso avere altri due minuti? – che la fondazione ha contratto anche con piccole e medie imprese del nostro territorio, piccole e medie imprese che fanno occupazione, basti pensare alle pulizie, ad altre catene del mercato terzo, che se dovesse venire meno la possibilità di esigere quei crediti, metteremmo in ginocchio anche tante e tante piccole e medie imprese che con i 40-50-60 milioni di credito che vantano nei confronti della fondazione “Tommaso Campanella” potrebbero pagare qualche mensilità ai loro dipendenti.

Allora potrei parlare ancora, se lei me lo consente, però vengo alla fine con una proposta, che secondo me non vincola nessuno e che mi auguro possa trovare l’ascolto e il confronto non preconcetto, perché so già che, probabilmente, prima del mio intervento non si voleva rimodulare neanche una virgola di quest’ordine del giorno. Se fosse in quel modo l’ordine del giorno – ripeto – ci vedo delle inesattezze dal punto di vista tecnico e giuridico quando si parla della “costituzione di un’analoga struttura”. Ne chiudiamo una e ne apriamo un’altra presso enti pubblici? Cioè c’è un po’ di confusione, ma soprattutto credo che non impegni solo il presidente Oliverio, al quale – ripeto – vanno il mio rispetto e la mia stima per il lavoro che fino a qui ha fatto, ma se ci fosse, mi rivolgerei al Presidente: Presidente, questo lavoro che lei ha fatto, lo porti a compimento e non lo lasci come neve al sole il 15 agosto.

Allora, che cosa propongo all’Assemblea, Presidente? Che l’ordine del giorno, che va bene nella sua struttura, consigliere Bova, quando dice “il Consiglio regionale impegna” – perché questo è il compito del Consiglio regionale – “la Giunta regionale della Calabria”, ed è anche corretto tecnicamente che impegni la Giunta in un momento di commissariamento e di Piano di rientro, affinché la Giunta e il Presidente vadano ad interloquire con chi poi deve decidere il neocommissario. Quindi è corretto ancora di più che il Consiglio regionale impegni la Giunta, perché la soluzione non è della Giunta, è sempre del commissario.

Vogliamo andare tutti insieme dal commissario a dire quello che stiamo dicendo o sbobinando il nostro intervento? Allora, “Il Consiglio regionale – è difficile parlare quando si è incalzati a dover chiudere, Presidente – “impegna la Giunta regionale della Calabria ad individuare, nel più breve tempo possibile, una soluzione tecnico-amministrativa che consenta”, e qui io aggiungerei “di scongiurare il pericolo della messa in liquidazione della fondazione “Tommaso Campanella” – questa è una chiara volontà politica – “pertanto” – continuerei nell’estensione dell’ordine del giorno fatto dal consigliere Arturo Bova – “di non disperdere il patrimonio di professionalità della fondazione “Campanella” – ahimè, toglierei quelle due righe che non hanno, a mio modesto avviso, nessuna legittimità tecnico-amministrativa – “salvaguardando i livelli occupazionali e i servizi sanitari finora erogati a favore”, eccetera, eccetera.

Mi auguro che questo mio intervento, che non ha cercato di deresponsabilizzare il passato, che vuole assumersi le responsabilità del passato per quello che ognuno di noi ha avuto, convinti di aver operato, sia la precedente Giunta che chi è stato chiamato…

(Interruzione)

Questo è importante, Presidente, che lei me lo consenta.

PRESIDENTE

La proposta.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Se lei mi consente, glielo chiedo veramente sul piano personale. Credo che non abbiamo paura di parlare della fondazione “Tommaso Campanella” e sono convinto, non per essere garantista, che da Chiaravalloti a Loiero, a Scopelliti, a tutti coloro i quali si sono succeduti a trattare e a fare dei percorsi all’interno della fondazione “Tommaso Campanella”, abbiano la coscienza a posto e possano andare con la testa dritta, guardando in alto e in faccia chiunque. E’ questo che io chiedo oggi al Consiglio regionale, di rimodulare quest’ordine del giorno per come l’ho detto io, e non è una sconfitta politica di nessuno, ma è un passo avanti nella logica della soluzione dei problemi in questa nostra terra.

PRESIDENTE

Credo che su questo argomento su cui il dibattito non è stato nell’orario canonico, ma è andato oltre, sia ampiamente giustificato il fatto che abbiamo discusso molto. Credo che ci sia ancora da approfondire, pertanto inviterei i capigruppo al tavolo della Presidenza per due minuti, per trovare la soluzione migliore, perché questo è un problema che è fondamentale nel settore della sanità. Quindi inviterei i capigruppo al tavolo e poi continuiamo.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Presidente, prima di andare al tavolo con i capigruppo, dove verrà il consigliere Giudiceandrea, però le chiedo la parola due minuti, se me la può dare in replica.

PRESIDENTE

La parola al relatore per una breve replica. Intanto i capigruppo si preparino al tavolo.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Volevo un attimo precisare a chi mi ha preceduto dai banchi dell’opposizione, innanzitutto, una cosa: se qualcuno sente questi dibattiti, voglio che si sappia che non mi associo a questo modus operandi in Consiglio regionale; sono un consigliere nuovo e vorrei operare secondo quello che è il mio modo di fare politica.

(Interruzione)

No, un attimo, perché anche il finale, consigliere Esposito, di dire che tutti si possono autoassolvere, da Chiaravalloti agli altri.

(Interruzione del consigliere Esposito)

Guardi, dico “ma non è colpevole nessuno”, ma quello che è successo è uno scempio talmente visibile e sotto gli occhi di tutti.

(Interruzione del consigliere Esposito)

Un attimo, la chiudiamo.

(Interruzione del consigliere Esposito)

No, non si chiude così, perché il problema è questo.

(Interruzione del consigliere Esposito)

No, la politica cambierà. Noi siamo qua a fare politica.

(Interruzione)

No, il garantismo non è spugna, non con chi fa la politica come me, perché stanno sentendo quei lavoratori. Mi dispiace, quindi sono gli ammalati oncologici.

(Interruzione del consigliere Esposito)

Sono gli ammalati oncologici che hanno rovinato la “Campanella”! Basta in Calabria con questa cosa, siamo sempre vittime di tutti, d’Europa, di qua, di là! Per favore!

Voglio dire anche che l’istanza di fallimentoattenzione – anche se è un atto dovuto, lo dico legalmente, ma arriva dalla Procura.

(Interruzione del consigliere Esposito)

Consigliere Esposito, non la riconosco! Avete parlato di Consiglio comunale aperto: e quando lo fate?! Lo fate adesso il Consiglio comunale aperto, cioè il sindaco e gli altri a Catanzaro si decidono di fare un Consiglio comunale adesso sulla “Campanella”?!? O non era sotto gli occhi di tutti quello che stava succedendo?! Oppure voi dove eravate e dov’era il sindaco di Catanzaro e tutta la compagnia?! E la colpa l’addossate oggi al presidente Oliverio?! Ma come si fa a dire queste cose?!

(Interruzione del consigliere Esposito)

La colpa è nostra?! Non dormiamo la notte per trovare una soluzione.

(Interruzione del consigliere Esposito)

Quindici anni di abbandono! Se ci sono stati anche i…

(Interruzione del consigliere Esposito)

Io non debbo difendere né Loiero né nessuno…

(Interruzione del consigliere Esposito)

Guardi, non mi assalga, io sono peggio di lei! Lei ha una formazione di destra ed io di sinistra, ma molto più estrema della sua!

(Interruzione del consigliere Esposito)

Presidente, può richiamare? Io ho fatto il sindaco: al Consiglio comunale di Amaroni non succedono queste cadute di stile!

PRESIDENTE

Consigliere Bova.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Ma non si può e noi veniamo equiparati a chi? A chi? A chi?!

(Interruzione del consigliere Esposito)

Quando è venuto il presidente Scopelliti, non ha nemmeno ricevuto gli oncologi, alle 10,00 di sera è uscito dalla porta di servizio. Io ero là, dove era lei, caso mai? Dove erano gli altri?

(Interruzione del consigliere Esposito)

Io sto parlando di responsabilità politica, le giudiziarie se le vedrà chi di competenza, e se arrivano le condanne per la Regione Calabria, poi arriva la magistratura contabile, non pagheranno i cittadini, pagheranno i responsabili, e li troveremo, state tranquilli su questo!

Fermo restando che da presentatore della mozione, se si deve apportare qualsiasi modifica si apporterà, a me quello che interessa è che si salvino gli ammalati e i dipendenti.

PRESIDENTE

Invito i capigruppo al tavolo della Presidenza.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Presidente, sulla mozione.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Prima i capigruppo al tavolo della Presidenza e poi riprendiamo.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Una premessa sulla funzione dei capigruppo. Io sono capogruppo del Gruppo Misto e francamente le mozioni che riguardano un problema che deve risolvere lei, che deve risolvere il suo Presidente, che nel dibattito con gli operai della Campanella a cui non è stato…

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Non l’avete risolto voi, lo risolviamo noi.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

…a cui non è stato mai negato un intervento pubblico rispetto a quello che il consigliere Esposito con grande responsabilità ha messo in campo. Il tono è inadeguato come quello del suo Presidente.

Oggi il problema della Fondazione Campanella - e mi metta per iscritto se la vuole salvare o la vuole chiudere - è un problema di chi governa questa Regione. Se poi da capigruppo dobbiamo venire a salvare un emendamento che tecnicamente prima il consigliere Tallini e poi il consigliere Esposito hanno presentato siamo sempre disponibili.

Ma visto che l’atteggiamento è questo e visto che manca pure il numero legale, se l’atteggiamento è questo ve lo votate voi.

PRESIDENTE

Credo che in maniera costruttiva i capigruppo abbiano non dico il dovere ma la responsabilità di superare questo aspetto e di rendere l’ordine del giorno ancora più proficuo.

(I capigruppo si portano al banco della Presidenza)

Come ben intuibile si tratta di un aspetto fondamentale per l’organizzazione sanitaria nella nostra Regione questa. Approfondiamo ancora per dieci minuti nell’Aula delle Commissioni.

La seduta sospesa alle 17,51 è ripresa alle 18,08

PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori. La Conferenza dei capigruppo si è riunita per migliorare questo testo, questo ordine del giorno che rappresenta uno degli impegni a cui dobbiamo dare precedenza e priorità. Per cui nel dispositivo finale che è uscito dalla Conferenza dei capigruppo questo ordine del giorno “impegna la Giunta regionale ad individuare nel più breve tempo possibile una soluzione tecnico amministrativa che consenta la sopravvivenza della Fondazione Campanella al fine di non disperdere il patrimonio di professionalità salvaguardando i livelli occupazionali e i servizi sanitari erogati finora a favore dei cittadini calabresi”.

Su questo c’è stata una condivisione di tutti i capigruppo. Do quindi la parola al Vicepresidente della Giunta regionale prima di passare al voto.

BOVA Arturo (Democratici Progressisti)

Presidente, mi si può consentire di fare un chiarimento che è dovuto da parte mia, soprattutto, perché forse mi sono espresso male.

(Interruzione)

Chiudo subito.

La mia non era una implicazione di natura giudiziaria, il mio era un giudizio politico e lo dico, soprattutto, al collega Baldo Esposito che chiamo pure per nome per via della stima che ho sempre espresso in tutte le sedi pubbliche e private, anche per il ruolo che lo ha caratterizzato in Consiglio comunale.

La mia non è una condivisione politica, un giudizio politico, ci mancherebbe pure. Solo questo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Ciconte. Ne ha facoltà.

CICONTE Vincenzo Antonio, Vicepresidente della Giunta regionale della Calabria

Grazie Presidente e colleghi, su questa situazione, sulla situazione della Fondazione Campanella credo che conosciamo tutti qual è stata la vicenda negli anni ma bisogna ripristinare un momento di verità perché altrimenti ognuno di noi ha la sua visione ma tutti conosciamo come sono andate le cose in maniera precisa.

Io non voglio dilungarmi molto ma voglio solo suggerire che in questa vicenda che, sappiamo benissimo, nasce da un groviglio giuridico enorme molto difficile da valutare – lo abbiamo detto tutti – nessuno di noi è un giurista affermato e quindi sappiamo che ci sono i pro ed i contro in tante cose o valutazioni o situazioni diverse.

Credo che noi dobbiamo, però, tener presente due cose fondamentali: uno che la fondazione Campanella riduce probabilmente - perché ancora non lo sappiamo – l’emigrazione sanitaria sui problemi oncologici e su questo credo che nessuno di noi può disconoscere questa situazione. Secondo punto è che così come era nata la fondazione Campanella per diventare Irccs era un grande progetto e quindi non bisogna cercare di dire che è tutto negativo o che era tutto positivo.

Ci sono delle situazioni che vanno a favore della Fondazione Campanella e delle situazioni anomale su cui, purtroppo, non voglio tornare perché altrimenti ci saranno situazioni di divisione e non è compito – credo in quest’Aula – di andare ad affrontare il passato.

Se le situazioni giuridiche fossero state sanate è chiaro che la vecchia Giunta o il presidente Scopelliti avrebbero risolto i problemi, invece così non è. Quando si parla di una ipotesi di transazione sappiamo benissimo che non è facile andare ad una transazione e demandarla al Consiglio regionale che viene dopo, al Presidente della Giunta che viene dopo per risolvere tutti gli aspetti di transazione.

Non è una delibera che ha impegnato la Giunta in maniera forte per dire “facciamo immediatamente quella transazione”. E’ una ipotesi di transazione per risolvere quella problematica che non è la stessa cosa dal punto di vista giuridico ma, ripeto, non voglio affrontare i problemi dal punto di vista giuridico, voglio affrontare i problemi politici, obiettivi.

Credo che questa situazione che è venuta a crearsi, quella della istanza fallimentare e quella dell’estensione del Prefetto, non sono cose che ha voluto questa Giunta ma anzi il presidente Oliverio dal primo momento in cui si è insediato ha preso in carico, come riconosciuto anche dal consigliere Esposito, che ringrazio, dal consigliere Mangialavori, dal consigliere Tallini e dal consigliere Bova che ha presentato questa mozione e che ringrazio perché ha la grande sensibilità di chi ha a cuore i problemi dell’area centrale della Calabria come di tutta la Calabria, perché il polo oncologico come l’Università Magna Grecia non è un problema di Catanzaro ma è un problema di tutta la regione, per i servizi che dà alla comunità calabrese e perché dà un momento anche di grande formazione verso i giovani futuri medici ed infermieri di questa regione che sono riconosciuti anche in regione e in altre parti di Italia e all’estero.

Sappiamo benissimo quanti dei nostri ricercatori e studenti universitari neo-laureati vanno a rafforzare con forza lavoro e di grande qualità le altre Regioni d’Italia e i vari paesi europei.

Allora noi su questo dobbiamo essere coerenti e tentare di capire come si può salvare una Fondazione che è in grande difficoltà. E la Giunta regionale e il presidente Oliverio, ripeto, hanno voluto caricarsi di questa responsabilità cercando fin dal primo momento – come diceva giustamente il collega Bova – di salvaguardare i posti di lavoro dal primo all’ultimo. Cercare di capire come poter affrontare il momento emergenziale e siamo stati in contatto continuo con i due commissari – Pezzi ed Urbani – per salvaguardare proprio quei pazienti oncologici di cui parlavano i colleghi che mi hanno preceduto. Perché non si poteva fare in maniera tale che questi pazienti soffrissero di problemi per carenza di farmaci o per carenza di strutture adeguate per essere assistiti e curati.

C’è oggi una situazione difficile da risolvere e noi abbiamo la piena consapevolezza che ci troviamo di fronte ad una ulteriore emergenza sanitaria che è quella del polo oncologico della Fondazione Campanella.

Quando si dice che c’era una transazione, consigliere Esposito – una sola piccola osservazione che, per carità, deve essere anche finalizzata a migliorare anche le nostre conoscenze – una ipotesi di transazione con la previsione di fondi di premialità, e qui ci sono i giornalisti che conoscono questa problematica, va detto che parliamo di fondi di premialità della sanità che dovrebbero arrivare ma ancora non siamo sicuri che arriveranno perché ancora non sono certi.

Dobbiamo capire se arrivano e lo sapremo al Tavolo Massicci del 7 aprile.

Ancora quindi lei non puoi andare a ipotizzare alcuni fondi che ancora non sono in cassa. Sapete che ci sono delle speranze e mi auguro che questi fondi arrivino. Quindi non possiamo tentare di fare una transizione su fondi che al momento non ci sono; la transazione la fai su cose che sei sicuro di poter ottemperare ed assolvere nel pieno della legge e delle norme.

Credo che anche questa situazione di mediazione che è venuta fuori da parte del Consiglio, di tutti i consiglieri, dei capigruppo che ringrazio e ringrazio il Presidente del Consiglio, di cercare di trovare una soluzione tecnica e di dar mandato al Presidente della Giunta regionale per risolvere nei poteri della Giunta, mi auguro che ci sia la grande capacità e determinazione di assolvere al compito di poter salvare questa fondazione e penso sia la cosa più forte che la Giunta possa fare.

Ripeto che se i problemi fossero semplici è chiaro che la questione l’avrebbe risolta la Giunta precedente. Noi siamo qui per assolvere a questo compito di impegnarci al massimo per risolvere i problemi della Fondazione Campanella e mi auguro che il presidente Oliverio possa riuscirci altrimenti siamo impegnati – lo dico con grande forza, consigliere Esposito - perché bisogna essere corretti fino in fondo davanti ai giornalisti e davanti al popolo calabrese perché fare propaganda soltanto – la potrei fare io e la potreste fare voi – sarebbe semplice da questi banchi.

Ma io credo che con la responsabilità che ci contraddistingue noi cercheremo di risolverla al meglio. Certo salvaguardando la Fondazione Campanella ma cercando di trovare eventualmente tutte le soluzioni necessarie e possibile affinché i malati oncologici rimangano in Calabria e affinché le professionalità vengano potenziate e salvaguardate nell’interesse di tutta la regione.

PRESIDENTE

Grazie al vicepresidente Ciconte. Credo che possiamo concludere la seduta con la votazione di questo ordine del giorno che ha visto impegnato tutto il Consiglio ed ha visto una condivisione unanime.

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Questo era l’ultimo punto all’ordine del giorno. Il prossimo Consiglio sarà convocato a domicilio. Arrivederci.

La seduta termina alle 18,19

 

ALLEGATI

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Morrone – “Regolamentazione eccesso di illuminazione pubblica e privata – contenimento dello spreco energetico” “(P.L. n. 14/10^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda – “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero” per il parere.

(Così resta stabilito)

Giudiceandrea – “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi ed istituzione del registro regionale” (P.L. n. 15/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda – “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero” per il parere.

(Così resta stabilito)

Irto – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela governo ed uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria)” (P.L. n. 16/10^)

E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda – “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero” per il parere.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Interventi per il sostegno delle famiglie monogenitoriali in difficoltà” (P.L. n. 17/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda – “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero” per il parere.

(Così resta stabilito)

Nicolò – “Interventi regionali in favore di detenuti e internati finalizzati al loro reinserimento nel contesto sociale e lavorativo” (P.L. n. 18/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda – “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero” per il parere.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Sostegno al reddito in favore di disoccupati, inoccupati e precariamente occupati” (P.L. n. 19/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda – “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero” per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Corecom. Programma delle attività per l’anno 2015 e relativo fabbisogno finanziario” (P.P.A. n. 21/10^)

“Autorizzazione alla sottoscrizione assistita contratto a termine art. 5 comma 4bis del D.Lgs. 368/2001 e s.m.i. sei esperti giuridico/legali, categoria D3 da assegnare alla struttura del Corecom Calabria” (P.P.A. n. 22/10^)

“Elezione di tre consiglieri regionali per la Commissione regionale tripartita di cui uno in rappresentanza della minoranza (art. 6, comma 6, lett. e) legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5)” (P.P.A. n. 23/10^)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 42 del 2 marzo 2015, recante: "Risorse rinvenienti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale, per effetto della II fase del processo di revisione del POR Calabria FESR 2007/2013, approvata dalla Commissione Europea con decisione C(2014) 8746 final del 18.11.2014. Costituzione Fondo Unico PAC". (Parere n. 1/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero”.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 68 del 20 marzo 2015, recante: "Rimodulazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 2007/2013. Delibere CIPE 62/2011, 78/2011, 7/2012, 89/2012. Proposta di riassegnazione delle somme a norma dei punti 2.3 e 2.4 della Delibera CIPE 21/2014. Proposta di rimodulazione delle assegnazioni di cui alla Delibera CIPE 89/2012". (Parere n. 2/10^)

E’ stata assegnata alla seconda Commissione consiliare - “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero”.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 65 del 20 marzo 2015, recante: "L.R. 17/85 art. 15 - Riconoscimento di interesse locale della Biblioteca del Conservatorio di musica "Torrefranca" di Vibo Valentia". (Parere n. 3/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 66 del 20 marzo 2015, recante: "L.R. 17/85 art. 15 - Riconoscimento di interesse locale "Biblioteca delle donne" di Soverato". (Parere n. 4/10^)

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

In data 13 marzo 2015, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 17 del 16 marzo 2015:

Legge regionale 13 marzo 2015, n. 9, recante: "Modifiche alla legge regionale 13 gennaio 2015, n. 3 (Misure per il contenimento della spesa regionale)";

Legge regionale 13 marzo 2015, n. 10, recante: "Modifiche alla legge regionale 10 gennaio 2013, n. 2 (Disciplina del collegio dei revisori dei conti della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Calabria)".

Trasmissione di deliberazione

Con nota n. 71012 del 5 marzo 2015, acquisita al protocollo generale n. 12383 del 18 marzo 2015, la Segreteria della Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione di Giunta regionale n. 46 del 2 marzo 2015 con la quale la Giunta stessa, nelle more della rivisitazione del programma regionale di sviluppo alla luce dei nuovi indirizzi in materia dettati dalla nuova Amministrazione regionale, ha approvato il piano attuativo di forestazione per l'anno 2015 nella considerazione dell'urgenza dell'adozione di tale atto.

Dichiarazione di inammissibilità di interrogazione

L'interrogazione a firma del consigliere Tallini, acquisita al protocollo generale del Consiglio regionale al n. 14000 del 25 marzo 2015, è dichiarata inammissibile ai sensi del Regolamento interno del Consiglio (art. 121 e seguenti), il quale, esclusivamente, prevede che "ciascun consigliere può interrogare la Giunta su fatti o questioni che ne investano la competenza...".

Approvazione di relazione

Il Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM), con delibera n. 37 del 24 marzo 2015, ha approvato le relazioni sul sistema delle comunicazioni in ambito regionale e sulle attività svolte nell'anno 2014 (art. 10, comma 2, l.r. 2/2001).

Presentazione di petizione popolare

E’ stata presentata dal movimento Reggio non tace una petizione popolare per la concreta istituzione dei Registri dei Tumori.

E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ai sensi dell'articolo 118 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

(Così resta stabilito)

Emanazione di regolamento regionale

In data 20 marzo 2015, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 18 del 20 marzo 2015:

Regolamento regionale n. 3 del 20 marzo 2015, concernente: "Regolamento sulle modalità di conferimento di funzione dirigenziale di livello generale".

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l’esercizio finanziario 2015:

Deliberazione Giunta regionale n. 31 del 24 febbraio 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 32 del 24 febbraio 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 51 del 6 marzo 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 52 del 6 marzo 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 67 del 20 marzo 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 74 del 20 marzo 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 75 del 20 marzo 2015;

Deliberazione Giunta regionale n. 76 del 20 marzo 2015.

Interrogazioni a risposta scritta

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera della Giunta regionale della Calabria n. 1 del 04.01.2013 è stato approvato il bando di concorso pubblico straordinario per soli titoli - ex articolo 11, decreto legge 1/2012 convertito con modificazioni nella legge 27/2012 e s.m.i. - per il conferimento delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione e vacanti disponibili per il privato esercizio nella Regione Calabria;

il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al concorso scadeva alle ore 18:00 del trentesimo giorno successivo a quello della data della pubblicazione del bando nel bollettino Ufficiale della Regione Calabria (Suppl. Str. n. 2 del 22.01.2013 al BUR n.3 del 18.01.2013 Parte III con scadenza delle domande alla data del 21 febbraio 2013);

ad oggi sono passati 2 anni dal termine di presentazione delle domande e ancora non si conosce l'esito del concorso;

tale impasse rischia di danneggiare non solo i partecipanti ma anche i cittadini calabresi che, in alcune zone extraurbane, sono costretti a fare parecchi chilometri prima di trovare una farmacia;

il concorso era stato bandito per favorire l'apertura uniforme delle sedi farmaceutiche in tutta Italia in modo da offrire una capillare presenza sul territorio e raggiungere il parametro unico di una farmacia ogni 3.300 abitanti;

l'ultimo decreto inerente il bando in questione risale a novembre 2014 con il quale veniva espressa l'inammissibilità di alcuni partecipanti al concorso per non aver indicato la propria PEC;

le domande presentate dai candidati in Calabria sono state 1226, di cui 577 in forma associata, di certo inferiore a regioni come la Toscana con 2071 domande, il Lazio con 2449 domande ed il Piemonte con 1777 domande, dove invece hanno concluso i lavori di esamina, pubblicando le graduatorie definitive già da tempo;

in virtù di questo ritardo si sta creando una disparità di trattamento rispetto alle altre regioni, limitando o privando nei fatti l'esercizio del diritto di scegliere la propria Regione come sede farmaceutica per chi potrebbe essere contemporaneamente vincitore in altra regione, vista la possibilità prevista dalla legge e dal bando di poter partecipare al concorso contemporaneamente in due regioni e di dover scegliere successivamente alla pubblicazione della graduatoria definitiva, rigorosamente nel termine previsto dal bando, se accettare o meno la sede assegnata;

la Regione Calabria ha un tasso di disoccupazione giovanile molto alto rispetto alla media nazionale;

la maggior parte dei laureati in Farmacia della nostra Regione sono disoccupati -:

a che punto è lo stato di avanzamento dei lavori della commissione esaminatrice;

per quando è prevista la pubblicazione della graduatoria in questione.

(27; 09.03.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 4 marzo 2015 ignoti trafugavano, durante l'orario di apertura, la corona in oro della Sacra effige della Madonna delle Armi presso la Cappella della Madonna nel Santuario diocesano della Madonna delle Armi in Cerchiara di Calabria;

sono in corso da parte dei carabinieri le indagini che comunque hanno consentito l'individuazione di due sospetti, anche grazie alle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso e ad alcune testimonianze;

il Santuario della Madonna delle Armi è uno dei Santuari Mariani più frequentati della Calabria, e solo a luglio e agosto registra la presenza di circa 40.000 visitatori;

il Santuario della Madonna delle Armi è un complesso monumentale montano medievale che contiene numerose opere d'arte, uniche in tutto il meridione;

la Fondazione Santa Maria delle Armi, ente morale proprietario dell'intero complesso monumentale dal 1500, non riceve da decenni nessun contributo economico dalla Regione Calabria né da altre Istituzione -:

se intendono intervenire senza indugio per porre in essere le azioni necessarie a garantire una adeguata dotazione finanziaria che permetta alla Fondazione Santa Maria delle Armi di installare gli opportuni sistemi di allarme, così da porre in.sicurezza l'inestimabile patrimonio storico, culturale e devozionale del Santuario Madonna delle Armi.

(28; 10.03.2015)

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

lo scorso 21 gennaio è stato attivato il servizio dei mezzi Amaco della Circolare Veloce Rossa Cosenza-Rende-Unical in tutto il territorio dell'area urbana;

l'avvio del servizio era stato consequenziale alla firma del Protocollo di intesa siglato a Palazzo dei Bruzi lo scorso 18 giugno 2014 dai sindaci di Cosenza e Rende;

il progetto partito da Cosenza per offrire un percorso prolungato è funzionale alla rilevante domanda degli utenti che giornalmente si spostano lungo l'asse Cosenza-Rende-Unical;

il boom di passeggeri si è accompagnato ad un generalizzato apprezzamento da parte dei cittadini;

qualche giorno addietro, secondo quanto riportato dagli organi di informazione, tale servizio sarebbe stato interrotto in seguito all'intervento della Regione Calabria che avrebbe disposto la sua provvisoria cessazione e inviato la relativa documentazione alla motorizzazione civile;

il servizio della Circolare Rossa si palesa un'esigenza dei residenti dell'Area Urbana e degli studenti oltre che un diritto (quello alla mobilità);

tale paventata definitiva interruzione ha suscitato notevoli perplessità;

l'eventuale cessazione del servizio è destinata a creare all'utenza significativi inconvenienti e disagi;

il servizio della Circolare Rossa risponde al diritto alla mobilità e a un'esigenza oggettiva dei residenti dell'Area Urbana e degli studenti -:

se e quali provvedimenti siano stati emessi dall'ente Regione Calabria in merito a tale vicenda e le motivazioni addotte a loro sostegno;

se siano stati valutati gli effetti, per l'utenza, di un'eventuale definitiva cessazione del servizio;

se siano state vagliate eventuali soluzioni atte a evitare la cessazione del servizio espletato dalla Circolare Veloce Rossa.

(29; 11.03.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Ferrovia Silana è rimasta in esercizio fino al 2011 quando è stato sospeso il servizio viaggiatori oltre la stazione di Pedace;

oggi il servizio di trasporto pubblico da Cosenza per raggiungere la Sila ed i paesi della Presila è garantito solo da trasporto pubblico su gomma. Una situazione grave per un territorio montano privo di tanti servizi che, oltre a rischiare l'isolamento durante la stagione invernale, in alcune fasce orarie e nei giorni festivi è completamente privo di un servizio di trasporto pubblico degno di questo nome;

lo stato del trasporto pubblico locale in Calabria, e quello ferroviario in particolare, soffre di alcune carenze strutturali ed è storicamente poco considerato visto che, a dispetto di decenni di promesse circa il necessario riequilibrio modale a fini di tutela ambientale e di servizio universale, nei fatti si considera superfluo il contributo delle ferrovie locali allo sviluppo del territorio;

una situazione sottolineata dal fatto che, nel periodo 2010-2014, i treni regionali sono diminuiti del 16% mentre le tariffe sono aumentate del 20% con una paradossale condizione di un servizio carente e più costoso per i cittadini e con tratte ferroviarie storiche, come la Pedace San Giovanni in Fiore, che chiudono, a discapito della sostenibilità economica e ambientale del trasporto pubblico regionale;

alcune scelte della precedente Giunta regionale, maturate per rispondere al deficit economico delle Ferrovie della Calabria, hanno determinato una seria preoccupazione circa il futuro della Ferrovia Silana per la quale il Piano di riprogrammazione dei servizi di Trasporto pubblico locale e di Trasporto ferroviario regionale (Adottato con la deliberazione n. 380 del 25/10/2013) prevedeva la chiusura immediata della linea Camigliatello Silano - San Giovanni in Fiore. Lo stesso provvedimento prevede la chiusura della linea Pedace/Camigliatello Silano, destinandola a servizi turistici e, in assenza di determinazioni entro il 31/12/2015, la Giunta regionale ne attuerà la chiusura definitiva;

la successiva Delibera di Giunta regionale, n.124 del 8/4/2014, con la quale si approva il Piano per i servizi di trasporto pubblico locale per l'anno 2014, prevede la dismissione immediata della linea San Nicola/Silvana Mansio/San Giovanni in Fiore, in maniera parzialmente difforme da quanto previsto dalla D.G.R. n. 308/2013 (e cioè con l'esclusione del tratto a valenza turistica Camigliatello Silano - San Nicola/Silvana Mansio) e la sdemanializzazione di tutti gli immobili ricadenti nella linea San Nicola/Silvana Mansio/San Giovanni in Fiore ed il loro conferimento quale patrimonio disponibile di Ferrovie della Calabria;

Il futuro della Ferrovia Silana diventa ancora più drammatico se consideriamo che il Piano delle valorizzazioni ed alienazioni immobiliari per l’esercizio finanziario 2013 (Delibera G.R. n. 40 del 11.02.2013) prevede l’automatica classificazione dei beni immobili, presenti nell’elenco entro la categoria del patrimonio disponibile della Regione Calabria. Ed in questo elenco di beni da alienare sono inseriti i caselli ferroviari di Spezzano Piccolo (4); Spezzano Sila (6); San Giovanni in Fiore (5), Serra Pedace (3) e Casole Bruzio.

L’applicazione congiunta di questi diversi atti se non si pone rimedio, significa decretare la sdemanializzazione della tratta ferroviaria tra San Nicola/Silvana Mansio – San Giovanni in Fiore e l’alienazione dell’intero patrimonio immobiliare presente, si delinea un destino analogo per la tratta Pedace/San Nicola-Silvana Mansio entro il 31 dicembre 2015, e si pone la parola fine alla possibilità di ripristinare il servizio ferroviario tra Cosenza e San Giovanni in Fiore contribuendo a una ulteriore marginalità del territorio silano e delle aree interne della Presila;

per impedire che questo disegno si compia, dal 2 marzo 2015 si è attivato a San Giovanni in Fiore un Comitato per la Salvaguardia della Ferrovia Silana, formato da Legambiente, Cgil, Auser e Associazione “Un Sorriso per gli Emigranti”, che si è mobilitato per impedire che la Ferrovia Silana venga smantellata e che il patrimonio edilizio a supporto della stessa non venga dismesso, occupato abusivamente o ceduto in maniera selvaggia per scopi non coerenti con il primario interesse pubblico o di crescita sostenibile dell'economia silana;

la riattivazione e la messa in esercizio della Ferrovia Silana, in quanto infrastruttura fondamentale per il trasporto locale, e considerato il suo notevole valore storico e paesaggistico, può essere utilizzata a fini turistici e per valorizzare il patrimonio naturalistico e ambientale del Parco nazionale della Sila;

Ferrovie della Calabria, nel suo Piano industriale per il periodo 2014/2018, per l'area silana prevede una maggiore integrazione del sistema mobilità/turismo portando ad esempio il ripristino del Treno a vapore della Sila e il perseguimento di politiche per una mobilità sostenibile e di integrazione del Trasporto pubblico locale. Il Piano segnala, inoltre, come elemento di criticità, la bassa attrattività della stazione di Vaglio Lise di Cosenza per l'interscambio tra i diversi servizi di trasporto e la bassa utilizzazione dei servizi da Cosenza verso i Casali, compreso una maggiore valorizzazione del servizio ferroviario metropolitano;

il Piano prevede che dal 2014 venga messo in locazione il patrimonio di alloggi e magazzini, e uffici situati su linee dismesse e le case cantoniere, e dal 2015 si attivino i servizi turistici nell'Altipiano Silano affidando il servizio di promozione, organizzazione e commercializzazione ad un soggetto terzo, mentre Ferrovie della Calabria garantiranno una offerta di 16.700 posti/anno e 2.600 tr/km -:

come intende determinarsi il governo regionale in merito alle richieste avanzate dal Comitato per la Salvaguardia della Ferrovia Silana anche tramite una apposita petizione che ha raccolto finora oltre 4000 firme e che chiede nello specifico di:

non procedere alla chiusura e alla sdemanializzazione della tratta ferroviaria San Nicola/Silvana Mansio - San Giovanni in Fiore;

riattivare la Ferrovia Silana Cosenza - San Giovanni in Fiore per dotare il territorio di un sistema di trasporto pubblico locale sostenibile;

garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria dell'intera tratta della Ferrovia Silana;

inserire la Ferrovia Silana tra le proposte per la mobilità sostenibile e il turismo della Strategia Nazionale per le Aree Interne da finanziare attraverso le risorse della Programmazione Comunitaria 2014/2020;

promuovere la Ferrovia Silana e il suo ambito naturalistico negli itinerari turistici nazionali e internazionali, anche in occasione di Expo 2015;

proporre la tratta Camigliatello Silano - San Giovanni in Fiore tra le ferrovie d'alta quota da riconoscere quale patrimonio dell'Unesco.

(30; 18.03.2015)

Graziano, Sergio. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nella sua lunga storia la Calabria è stata terra di approdo, transito e conquista per popoli gravitanti nel bacino del Mediterraneo e genti provenienti dalle regioni transalpine, che hanno dato vita ad una straordinaria polifonia culturale fatta di innesti e persistenze, di una fervida dialettica tra tradizione ed innovazione, un caleidoscopio culturale di straordinario fascino, i cui riflessi si scorgono nel patrimonio storico-artistico, nella gastronomia, nell'artigianato, nella musica, nelle forme di religiosità, nel paesaggio;

le testimonianze di questa storia millenaria di grande fascino devono essere maggiormente valorizzate, se si considera che l'intero territorio regionale è disseminato di testimonianze archeologiche: i grandi parchi Locri, Capo Colonna, Roccelletta di Borgia e Sibari, ma di altrettanta importanza sono le aree archeologiche di Ciro Marina, Monasterace Marina e anche Castiglione di Paludi;

nel dicembre 2010 il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità una legge che istituisce la società “Progetto Magna Graecia” con lo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico della nostra regione;

nel 2011 è stata creata la società mista Regione Calabria-Comuni di Crotone, Cutro, Gioia Tauro, Santa Maria del Cedro, Spezzano Albanese, Vibo Valentia, denominata Progetto Magna Graecia;

la suddetta società ha come obiettivo primario la valorizzazione del patrimonio archeologico calabrese;

l'agenda della società era proiettata verso l'internazionalizzazione delle attività, dall'iter per il riconoscimento della Magna Graecia calabra come patrimonio dell'umanità con il sigillo dell'Unesco, fino all'utilizzo dei fondi europei destinati allo sviluppo della Regione;

le iniziative come quella del “Progetto Magna Graecia” hanno, inoltre, l'ulteriore obiettivo di sensibilizzare sulla necessità di valorizzare e tutelare anche i beni archeologici cosiddetti “minori”, che rischiano di essere dimenticati e cancellati dalla memoria storica degli uomini;

in un'ottica che mira non solo alla prevenzione e conservazione, ma anche alla conoscenza e valorizzazione dei beni culturali, è importante sottolineare anche il ruolo di primaria importanza di una formazione specializzata per favorire la fruizione dei beni culturali, di cui la regione Calabria è ricca;

per il Progetto Magna Grecia, con tutte le iniziative e le attività da svolgere, va rimarcata l'importanza che potrebbe dare all'occupazione stabile per i tanti giovani calabresi in cerca di un lavoro soddisfacente, qualificato e qualificante, infatti in questo settore viene richiesto un elevato livello di conoscenza teorica e tecnica per analizzare e rappresentare, in ambiti disciplinari specifici, situazioni e problemi complessi, definire le possibili soluzioni e assumere le relative decisioni. Qualsiasi attività nel campo dei beni culturali deve essere condotta in sinergia e col supporto di altre figure professionali del settore beni culturali, quali la figura dello storico dell'arte, del conservatore e del restauratore, ecc. -:

come intende determinarsi la Regione Calabria in merito alle difficoltà in cui versa la società “Progetto Magna Graecia”, legate – parrebbe – alla mancata erogazione dei fondi in dotazione alla società, che ha di fatto provocato l'interruzione di una serie di iniziative di rilievo già ideate e programmate e che hanno portato alla convocazione di un'assemblea straordinaria dei soci in cui si proporrà la liquidazione della società “Progetto Magna Graecia”;

i motivi per i quali il governo regionale non ha inteso dare attuazione alla programmazione predisposta dalla società e alla legge regionale Magna Graecia, visto il notevole contributo che potrebbe apportare sia in campo occupazionale che di valorizzazione e fruizione dei beni archeologici della nostra regione.

(31; 27.03.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Regione Calabria conduce in locazione l'immobile sito in Milano, in via Broletto nr. 16, a poca distanza da piazza Cordusio e dal Duomo, giusto contratto di locazione stipulato in data 30 dicembre 2011, registrato in data 27.01.2012 presso l'Ufficio delle Entrate di Roma 1 (TJN) Rep. 704 Serie 3T (Proprietà: Beni Stabili Gestione SpA Bsg Sgr);

la Regione ha destinato l'immobile allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d'origine dei calabresi residenti fuori regione;

il canone d'affitto pagato per l'immobile ammonta ad € 8.000 mensili circa (per un totale di € 96.000 annui circa) ed il contratto scade a fine 2017;

il 20 giugno 2013 è stato inaugurato con servizi per l'accoglienza e l'allestimento con fatture di spesa per la regione ammontanti ad € 6.000 circa;

il primo ufficio di rappresentanza della Regione Calabria a Milano era stato aperto nel 1973 dall'allora Presidente Antonio Guarasci e dall'assessore al turismo Giuseppe Nicolò;

nel 2008 il presidente Agazio Loiero aveva chiuso l'ufficio per mancanza fondi, riaprendolo poi il 19 febbraio 2010 con l'intenzione di farlo cogestire dal CO.SE.R (Consorzio Servizi Regionali) Calabria e dalla FEIACC (Federazione Italiana Associazioni e Circoli Calabresi);

l'ufficio, ad oggi, nonostante l'imminenza dell'Expo 2015, risulta praticamente chiuso;

proprio il prossimo importante appuntamento con l'Expo 2015 è, come definito da molti, come un palcoscenico unico all'interno del panorama mondiale ed un'occasione per valorizzare le risorse interne della Regione Calabria;

la Regione, avendo avuto modo di constatare il grave ritardo nel processo di preparazione all'Expo 2015, ha attivato una task force interna per recuperare il suddetto ritardo, disponendo il divieto assoluto ad ogni ricorso a collaborazioni esterne allo scopo di non far gravare ulteriori costi sulle finanze regionali -:

come intende determinarsi il governo regionale in merito all'eventuale utilizzo dell'immobile sito nel centro di Milano, i cui costi sono già gravanti sul bilancio regionale;

nello specifico quali azioni il governo regionale intende mettere in campo per l'utilizzo pieno e funzionale della predetta sede in Milano in occasione dell'Expo 2015, come sarebbe auspicabile considerato che l'immobile è proprio finalizzato allo svolgimento di attività di promozione e valorizzazione del territorio regionale volte a rafforzare i legami con la terra d'origine dei calabresi residenti fuori Regione.

(32; 30.03.2015)

Interpellanza

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

le sorti della Fondazione Tommaso Campanella e del polo oncologico di Germaneto sono nodali per la sanità regionale e per una vasta fascia di utenti calabresi. I termini dell'annosa vicenda, d'altronde, risultano quanto mai gravi;

qualche giorno addietro è stato notificato dal Prefetto di Catanzaro il decreto con il quale la Prefettura di Catanzaro ha "accertato l'impossibilità per la Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Tumori Tommaso Campanella, di raggiungere lo scopo per il conseguimento del quale l'Ente era stato costituito, causa di estinzione della personalità giuridica espressamente disciplinata dal codice civile all'art. 27... considerato che la Regione Calabria non abbia pienamente adempiuto alle obbligazioni assunte in sede di costituzione della Fondazione e tale inadempimento ha determinato il sorgere di gravi difficoltà economiche nella gestione dell'ente";

almeno due sono gli aspetti drammatici della vicenda. Il primo, prelude al collasso sia della Fondazione che dei servizi essenziali resi dalla struttura di riferimento, con ricadute negative enormi. Il secondo fa riferimento ai 172 licenziamenti che sono stati conseguenziali all'estinzione della personalità giuridica riconducibile alla Fondazione. Una circostanza che necessita di una risposta politica urgente e non più rinviabile. Ciò, infatti, rappresenta un ulteriore passaggio che non può lasciare indifferenti chi ha un ruolo di responsabilità di natura istituzionale e regionale;

a tale proposito occorre aggiungere che già in passato il consiglio regionale ha votato, all'unanimità, la soluzione di un aumento dei posti letto. Una scelta che avrebbe consentito alla struttura di riassorbire il personale licenziato e di dare nuova linfa ai servizi sanitari resi;

l'amministrazione regionale, pertanto, ha il dovere di offrire soluzioni concrete affinché una struttura oncologica d'eccellenza qual è la "Fondazione Tommaso Campanella" continui a svolgere nel suo campo, grazie anche alla professionalità di tutti i suoi dipendenti, assistenza e ricerca;

il diritto alla salute e il diritto al lavoro non sono soltanto principi garantiti dalla Costituzione, ma rappresentano i cardini stessi di una civiltà culturale e democratica non negoziabili;

l'attuale compagine di governo regionale ha inserito i due punti (diritto alla salute e lavoro) fra gli elementi qualificanti dei suoi obiettivi programmatici -:

Orientamento, decisioni, iniziative, strategie politiche e condotta amministrativa già intraprese o in itinere tese ad offrire una soluzione concreta alle sorti della Fondazione Campanella e a garantire continuità di servizi del polo oncologico.

(1; 09.03.2015)

Mozioni

Il Consiglio regionale,

premesso che

di recente, Trenitalia ha escluso la Calabria dal piano assunzioni nazionale;

negli ultimi vent'anni i ferrovieri calabresi si sono ridotti da circa 13 mila a solo 2 mila unità;

negli ultimi cinque anni solo il 20% degli investimenti nazionali del Gruppo Ferrovie dello Stato hanno riguardato le regioni del Sud, ed in questo contesto solo il 5% la Calabria;

come denunciato da tempo dalle organizzazioni sindacali confederali, e più di recente dalla Filt CGIL, il sistema di trasporto ferroviario nella nostra regione risulta obsoleto e poco efficiente, a seguito dei tagli sui treni a lunga percorrenza, dell'assenza di investimenti, soprattutto lungo la linea ionica, che ad oggi risulta fortemente penalizzata;

è ingiustificabile, inaccettabile e non più sopportabile che Trenitalia ignori completamente una regione come la Calabria vista l'attuale arretratezza delle infrastrutture ferroviarie, che compromette la mobilità regionale ed interregionale costituendo un vero e proprio handicap che incide sulla qualità della vita dei cittadini;

considerata l'assenza decennale di investimenti e di nuova occupazione, occorrerebbe piuttosto da parte di Trenitalia prestare lo sguardo e l'attenzione alla nostra regione e rilanciare con forza e migliorare l'intero sistema di trasporto ferroviario, che costituisce una infrastruttura fondamentale nei processi di crescita e di sviluppo,

impegna

la Giunta regionale a farsi interprete nei confronti di Trenitalia e del Governo nazionale della forte protesta che perviene dalla popolazione calabrese affinché Trenitalia riveda e modifichi il piano delle assunzioni e degli investimenti, che non possono continuare ad escludere e discriminare la regione Calabria.

(7; 25.03.2015) Sculco

Il Consiglio regionale,

premesso che:

le intense piogge di questi giorni stanno mettendo a dura prova i Comuni dell'Alto Jonio che si trovano a dover fare i conti con un dissesto idrogeologico maturato nel tempo e frutto di politiche inadeguate;

una situazione particolarmente critica si è verificata nella contrada Santa Maria del Comune di Oriolo, in particolare lungo la strada provinciale 156 che collega il Comune predetto con San Giorgio Lucano;

lo smottamento ha interessato prima il Km 6 e, continuando la sua marcia lenta e inarrestabile, ha raggiunto, in pochi giorni, il Km 2 con quattro tratti stradali franati, diversi edifìci a rischio crollo e un centinaio di persone a rischio isolamento e evacuazione,

impegna

la Giunta regionale e il Dipartimento regionale di protezione civile ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa, compreso l'invio di uomini e mezzi adeguati, nonché il ricorso al Fondo regionale relativo alle somme urgenze, al fine di evitare l'ulteriore aggravamento del movimento franoso, assicurare un'adeguata sistemazione alle famiglie a rischio evacuazione, ripristinare la viabilità e garantire in sicurezza, la mobilità di merci e persone.

(8; 30.03.2015) Bevacqua

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

il servizio di soccorso tecnico urgente non risulta rispondente agli standards europei (i quali richiedono un vigile del fuoco per ogni 1.500 abitanti);

lo standard europeo del soccorso tecnico urgente comprende, infatti, mediamente 60 mila vigili permanenti per ogni Stato, mentre in Italia sono operative poco più che 28 mila unità stabilizzate. L'attività di che trattasi è svolta, pertanto, in misura considerevole, dai vigili discontinui;

il Ministero dell'Interno ha approvato un Riordino del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, il quale prevede una drastica riduzione delle unità operative e l'eliminazione dei lavoratori precari;

più precisamente il 23 dicembre 2014 il Ministero dell'Interno ha emesso una circolare tesa ad operare un significativo ridimensionamento delle attività dei vigili precari nell'anno 2016 e l'eliminazione totale nel 2017;

proprio i vigili discontinui rappresentano il 75% della forza del corpo e che la carenza di personale potrebbe implicare la chiusura di vari distaccamenti;

l'assenza di contratto, la mancanza appropriata di tutela giuridica, impedisce loro sia qualsivoglia ipotesi di stabilizzazione, sia la fruizione degli ammortizzatori sociali previsti dall'ordinamento;

si ribadisce, i vigili del fuoco precari e discontinui hanno dato, per tanti anni, un contributo fondamentale per sopperire alla cronica carenza di personale, tuttora persistente;

in una regione come la Calabria, ad alto rischio idrogeologico, la carenza del personale in questione si traduce in un deficit di sicurezza;

molti lavoratori over quaranta, anche in Calabria, rischiano di ritrovarsi senza occupazione e senza alcun intervento di natura assistenziale e ciò dopo tanti anni di attività discontinua, ma essenziale per il buon funzionamento delle attività del Corpo in questione;

i vigili del fuoco calabresi precari e totalmente privi di qualsiasi altra occupazione sono stimati in circa 300 unità,

impegna

il Presidente e la Giunta regionale della Calabria

ad attivarsi con sollecitudine, al fine di istituire, presso il Governo nazionale, un Tavolo tecnico-istituzionale per la vicenda collegata alla condizione dei Vigili del fuoco discontinui;

a valutare l'ipotesi di specifiche convenzioni col Corpo dei vigili del fuoco in funzione della tutela ambientale regionale.

(9; 30.03.2015) Mangialavori

Risposta scritta ad interrogazioni

Tallini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con nota del 22 gennaio scorso il presidente Oliverio ha comunicato a tutti i direttori generali che, a norma dell'art. 10, comma 2, lett. b), della legge regionale n. 31/2002, sono revocati dall'incarico di Dirigente Generale a far data dal 7/2/2015, con conseguente cessazione degli effetti del contratto;

con deliberazione n. 1 del 27.01.2015 la Giunta Regionale, in applicazione dell'art. 10, comma 2, lett. b) e comma 5 della legge regionale 7 agosto 2002, n. 31, facendo proprie le note del Presidente, ha deliberato di dichiarare formalmente decaduti, a far data dal 7 febbraio 2015, ai sensi delle norme indicate in motivazione, gli incarichi dei dirigenti generali dei Dipartimenti e quelli ad essi funzionalmente equiparati;

la "Giunta Scopelliti", nell'aprile 2010, ha conferito gli incarichi dirigenziali secondo le norme regionali, in quanto la modifica introdotta dal Decreto Brunetta in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali non era di facile interpretazione, tanto da aver indotto alcune regioni a sollevare la questione di legittimità costituzionale, ritenendola lesiva dell'autonomia organizzativa regionale;

la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 324 del 12 novembre 2010, modificando il proprio orientamento, ha dichiarato non fondata la questione di legittimità sollevata da alcune regioni in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali;

a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 324 del 12 novembre 2010, la Giunta Regionale, ha abrogato il meccanismo delle nomine fiduciarie e, di conseguenza, lo spoils system, procedendo al conferimento degli ulteriori incarichi dirigenziali, non più secondo le norme regionali, ma adeguandosi alla "Riforma Brunetta" approvando la D.G.R. n. 200/2014 avente ad oggetto: "Direttive generali per la disciplina delle modalità di conferimento mutamento e revoca degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale e di livello non generale”;

a distanza di cinque anni, il Presidente Oliverio e la Giunta regionale fanno un clamoroso passo indietro, ed in violazione alla legge ed ai contratti di lavoro sottoscritti, dichiarano decaduti i dirigenti che hanno sottoscritto un contratto che ha una durata triennale, per come imposto dalle norme introdotte dalla c.d. "Riforma Brunetta";

a parere del sottoscritto, nella fattispecie in esame, potrebbero ravvisarsi oltre che un abuso, anche una palese violazione delle norme in vigore e dei contratti sottoscritti;

dette violazioni potrebbero, sempre a parere del sottoscritto, esporre l'amministrazione regionale al rischio di una elevata possibilità di condanna per danni di natura patrimoniale e non -:

sulla scorta delle osservazioni contenute nella presente interrogazione, se non ritiene opportuno revocare con effetto immediato la deliberazione di Giunta regionale n. 1 del 27 gennaio 2015 appalesandosi, a parere del sottoscritto, la stessa fortemente caratterizzata da elementi di illiceità e illegittimità.

(15; 9.02.2015)

Risposta – “Con l'atto in oggetto, il consigliere regionale Domenico Tallini "interroga il Presidente della Regione Calabria in ordine alla revoca dei Direttori Generali dei Dipartimenti della Giunta Regionale per effetto della deliberazione della G. R. n. 1 del 21 gennaio 2015”.

Fatta una serie di premesse, precisazioni ed osservazioni, l'interrogante chiede se la Giunta non ritenga opportuno revocare con effetto immediato la deliberazione di Giunta regionale n. 1 del 27 gennaio 2015 appalesandosi, a suo parere, "la stessa fortemente caratterizzata da elementi di illiceità e illegittimità".

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L'assessore alla "Organizzazione, risorse umane e controlli” ritiene di non potere e dovere proporre alla Giunta alcuna "revoca" della deliberazione n. 1 del 27 gennaio 2015, che non si appalesa illegittima, né, men che meno, illecita e ritiene che tale opinione sia del tutto condivisa dall'On. Presidente della Giunta.

Sul punto si richiamano e si fanno proprie le considerazioni contenute nella nota 19.2.2015 prot. 0054238, che ha diffusamente motivato in ordine agli aspetti tecnico-giuridici della vicenda e che il settore segreteria della G.R. vorrà trasmettere in allegato alla presente al Presidente del Consiglio regionale ai fini della risposta all'interrogazione.

Occorre tuttavia precisare che secondo l'interrogante "la Giunta Scopelliti, nell'aprile 2010, ha conferito gli incarichi dirigenziali secondo le norme regionali, in quanto la modifica introdotta dal Decreto Brunetta in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali non era di facile interpretazione, tanto da avere indotto alcune regioni a sollevare la questione di legittimità costituzionale, ritenendola lesiva dell'autonomia organizzativa regionale". Lo stesso consigliere, poi, afferma che la stessa Corte, con sentenza n. 324 del 12.11.2010, modificando il proprio orientamento, avrebbe dichiarato non fondata la "questione di legittimità" sollevata da alcune regioni e che, a seguito della sentenza stessa, la Giunta regionale avrebbe "abrogato il meccanismo delle nomine fiduciarie e, di conseguenza lo spoils system, procedendo al conferimento degli ulteriori incarichi dirigenziali, non più secondo le norme regionali, ma adeguandosi alla Riforma Brunetta approvando la D.G.R. n. 200/214". Il consigliere interrogante ritiene inoltre che l'attuale Amministrazione abbia fatto "un clamoroso passo indietro", dichiarando decaduti i dirigenti generali.

*****

Occorre in primo luogo rilevare che il decreto legislativo ottobre 2009 n. 150 (volg. "Decreto Brunetta"), pubblicato in alla Gazzetta Ufficiale 31 ottobre n. 254 (suppl. ord. n. 197), all'art. 40, ha disposto che nell'art. 19 comma 6 del Decreto legislativo 30.3.2001 n. 165, al terzo periodo, le parole: "sono conferiti a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale" sono sostituite dalle seguenti: "sono conferiti, fornendone esplicita motivazione, a persone di particolare e comprovata qualificazione professionale, non rinvenibile nei ruoli dell'Amministrazione": e la stessa norma ha introdotto nel citato art. 19 il comma 6 ter, che recita: "// comma 6 ed il comma 6bis si applicano alle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2."

Tale novella ha introdotto due principi fondamentali: la necessità di ricorrere a dirigenti esterni solo nel caso in cui le professionalità necessarie non siano rinvenibili all'interno e l'applicabilità della norma a tutte le Amministrazioni, comprese, quindi le Regioni. E non pare credibile che tali disposizioni fossero di "non facile interpretazione" da parte della Giunta della IX legislatura, che ha però proceduto alla nomina di una folta schiera di dirigenti esterni, semplicemente senza tener conto del disposto di legge.

In secondo luogo, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 324/2010 non ha minimamente modificato alcun suo orientamento, ma, nel respingere l'eccezione di incostituzionalità, ha sancito che, in relazione alla norma contenuta nel comma 6-ter, che dispone l'applicabilità a tutte le amministrazioni pubbliche della disciplina dettata dall'art. 19, commi 6 e 6-bis, del d.lgs. n. 165 del 2001 in tema di incarichi dirigenziali conferiti a soggetti esterni all'amministrazione, "Si tratta di una normativa riconducibile alla materia dell'ordinamento civile di cui all'art, 117, secondo comma, lettera I), Cost, poiché il conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti esterni, disciplinato dalla normativa citata, si realizza mediante la stipulazione di un contratto di lavoro di diritto privato. Conseguentemente, la disciplina della fase costitutiva di tale contratto, così come quella del rapporto che sorge per effetto della conclusione di quel negozio giuridico, appartengono alla materia dell'ordinamento civile".

In terzo luogo, non corrisponde al vero che la Giunta regionale a seguito della sentenza abbia "abrogato il meccanismo delle nomine fiduciarie e, di conseguenza lo spoils system, procedendo al conferimento degli ulteriori incarichi dirigenziali, non più secondo le norme regionali, ma adeguandosi alla Riforma Brunetta". Infatti l'abrogazione di una norma vigente avviene attraverso una norma di pari grado nella scala gerarchica e non certo in virtù dell'orientamento della Giunta o di un Assessore; le norme regionali sullo "spoils system", invece, sono più volte passate sotto il vaglio della Consulta, uscendone, relativamente agli incarichi apicali come i dirigenti generali dei dipartimenti regionali, assolutamente indenni; infine, non si può certo sostenere che gli incarichi conferiti dalla Giunta nel 2013, agli stessi dirigenti generali nominati nell'aprile 2010 sulla base di criteri politico/geografici e fiduciari, siano stati oggetto di scrutinio ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs n. 165/2001.

Infine, è assolutamente necessario ribadire che le norme regionali non direttamente incise dall'art. 19 del D.Lgs n. 165/2001, di rango statutario e ordinario, che disciplinano l'organizzazione regionale, anche con riferimento ai dirigenti generali dei dipartimenti regionali, restano assolutamente valide, vigenti ed efficaci.

Distinti saluti.”

Vincenzo Antonio Ciconte (Vicepresidente della Giunta regionale)

Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

quotidianamente centinaia di pendolari (dipendenti di scuole e uffici vari), che dovevano raggiungere l'area di Lamezia Terme - Catanzaro - Paola/Cosenza, per esigenze lavorative, usufruivano del Treno, per il quale la partenza prevista dalla Stazione Centrale di Reggio Calabria era fissata per le ore 05.52, con arrivo previsto a Lamezia Terme alle ore 07.30, che consentiva di prendere la coincidenza per Nicastro/Catanzaro delle ore 07.47, compatibile così con esigenze ed orari lavorativi;

il treno ripartiva immediatamente per Paola/Cosenza, senza dover attendere in stazione, circa 10 minuti, il passaggio del treno "Frecciargento" n. 9372 in partenza dalla stazione centrale di Reggio Calabria alle ore 06.51, con arrivo a Lamezia Terme alle ore 07.48;

le modifiche degli orari, avvenute a partire da Giugno 2014, hanno posticipato la partenza del treno dalla Stazione Centrale di Reggio Calabria dalle ore 05.52 alle ore 06.19 (treno n. 8260) con arrivo alla Stazione di Lamezia Terme alle ore 07.42;

detto treno porta in media un ritardo giornaliero di circa 15 minuti, con arrivo alla stazione di Lamezia Terme alle ore 07.57;

questo ritardo causa la perdita della coincidenza per Nicastro/Catanzaro con l'obbligo di prendere il treno successivo con orario di partenza previsto per le ore 08.55 (treno n. 3771), creando così disagi ai pendolari per l'ingresso alle varie attività lavorative;

per tutti coloro che hanno l'esigenza di proseguire sulla tratta Paola/Cosenza, il suddetto ritardo di 15 minuti comporta un ulteriore ritardo di circa 10 minuti, in quanto il treno è obbligato a sostare alla stazione di Lamezia Terme per permettere il passaggio del Treno "Frecciargento" -:

se intende attivarsi, presso l'azienda "Trenitalia", per il ripristino del vecchio orario ferroviario, in modo di renderlo compatibile con gli orari di ingresso nelle varie attività lavorative per i viaggiatori pendolari.

(16; 11.02.2015)

Risposta –“In riferimento all'interrogazione emarginata in epigrafe, acquisita da codesto Assessorato con prot. n. 45973/SIAR avente ad oggetto "Il ripristino del vecchio orario del treno da Reggio Calabria a Lamezia Terme", si precisa quanto segue.

La variazione di orario del treno regionale oggetto di interrogazione (n. 8260), attualmente in partenza alle ore 06.19 da Reggio Calabria e diretto a Cosenza, é stata già richiesta a Trenitalia S.p.A..

A tal riguardo, si specifica, in particolare, che è stato richiesto alla predetta Società ferroviaria di variarne l'orario in partenza alle ore 6.00, o laddove necessario, con ulteriori minuti di anticipo; ciò al fine di non intralciare la traccia oraria dei servizi passeggeri nazionali Intercity ed Eurostar.

La modifica richiesta, peraltro, converge con la programmazione regionale che prevede la coincidenza oraria a Lamezia Terme Centrale dei servizi ferroviari provenienti da Cosenza, Reggio Calabria e Catanzaro/Crotone, al fine di rendere effettiva la possibilità di collegamento ferroviario di tutti i capoluoghi di provincia calabresi fra loro e con altre importanti aree urbane”.

Antonino De Gaetano (assessore ai lavori pubblici)

Proposta di legge statutaria numero 1/10^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” Seconda lettura (Del. n. 26 - L.R. 15/2015)

Art. 1

(Integrazione all'articolo 33)

1. All'articolo 33 della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 è aggiunto il seguente comma: "8 bis. Il Presidente della Giunta può delegare specifiche attività ai Consiglieri regionali. Il Consigliere delegato partecipa alle sedute della Giunta, senza diritto di voto, ove si discuta di questioni attinenti alle attività delegate. L'esercizio della delega non dà luogo ad alcuna indennità né alla istituzione di struttura speciale di collaborazione, dovendosi avvalere degli uffici del Dipartimento cui la delega afferisce.".

Art. 2

(Modifiche ed integrazioni all'articolo 35)

1. All'articolo 35 della l.r. n. 25/2004 sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:

a) il comma 3 è sostituito dal seguente: "3. La Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiore a sette, di cui uno assume la carica di Vice Presidente.";

b) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente: "3bis. La rappresentanza di genere all'interno della Giunta regionale deve essere assicurata nella misura di almeno il trenta per cento.";

c) il comma 4 è sostituito dal seguente: "4. Gli Assessori sono scelti tra cittadini eleggibili a Consigliere regionale. Agli stessi si applicano anche le norme sulla incompatibilità valide per i Consiglieri regionali.";

d) il comma 4 ter è abrogato;

e) dopo il comma 9 è aggiunto il seguente comma: "9 bis. Alle sedute della Giunta partecipano, senza diritto di voto, i Consiglieri delegati ai sensi dell'art. 33, comma 8 bis.".

ALLEGATO A)

Comunicato relativo al testo di legge di revisione statutaria approvato con 2a deliberazione consiliare ai sensi dell'art. 123 della Costituzione recante: "Legge regionale -Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)".

In riferimento al testo di legge di cui sopra si precisa che:

il testo legislativo è stato approvato in prima lettura dal Consiglio regionale con deliberazione n. 8 del 20 gennaio 2015 con il seguente esito: Consiglieri assegnati 31, maggioranza assoluta 16, presenti e votanti 30, a favore 22, contrari 2, astenuti 6;

il testo legislativo è stato approvato in seconda lettura dal Consiglio regionale con deliberazione n. 26 del 30 marzo 2015 con il seguente esito: Consiglieri assegnati 31, maggioranza assoluta 16, presenti e votanti 26, a favore 23, contrari 3.

AVVISO

Si avvisa che, entro tre mesi dalla data di pubblicazione della deliberazione statutaria sul B.U.R.C., almeno un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti del Consiglio regionale possono chiedere che si proceda al referendum popolare a norma dell'articolo 123, comma 3, della Costituzione e dell'articolo 2 della legge regionale 10 dicembre 2001, n. 35.

Mozione numero 7/10^ di iniziativa del consigliere Sculco “Sull'esclusione della Calabria da parte di Trenitalia dal piano assunzioni nazionale”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

di recente, Trenitalia ha escluso la Calabria dal piano delle assunzioni nazionale;

negli ultimi vent’anni i ferrovieri calabresi si sono ridotti da circa 13.000 a solo 2.000 unità;

negli ultimi cinque anni solo il 20% degli investimenti nazionali del Gruppo Ferrovie dello Stato hanno riguardato le regioni del Sud, ed in questo contesto solo il 5% la Calabria;

come denunciato da tempo dalle organizzazioni sindacali confederali, e più di recente dalla Filt CGIL, il sistema di trasporto ferroviario nella nostra regione risulta obsoleto e poco efficiente, a seguito dei tagli sui treni a lunga percorrenza, dell’assenza di investimenti, soprattutto lungo la linea ionica, che ad oggi risulta fortemente penalizzata;

è ingiustificabile, inaccettabile e non più sopportabile che Trenitalia ignori completamente una regione come la Calabria, vista l’attuale arretratezza delle infrastrutture ferroviarie, che compromette la mobilità regionale ed interregionale costituendo un vero e proprio handicap che incide sulla qualità della vita dei cittadini;

considerata l’assenza decennale di investimenti e di nuova occupazione, occorrerebbe piuttosto da parte di Trenitalia prestare lo sguardo e l’attenzione alla nostra regione e rilanciare con forza e migliorare l’intero sistema di trasporto ferroviario, che costituisce una infrastruttura fondamentale nei processi di crescita e di sviluppo,

impegna

la Giunta regionale a farsi interprete nei confronti di Trenitalia e del Governo nazionale della forte protesta che perviene dalla popolazione calabrese affinché Trenitalia riveda e modifichi il piano delle assunzioni e degli investimenti, che non possono continuare ad escludere e discriminare la regione Calabria.

Mozione numero 9/10^ di iniziativa del consigliere Mangialavori “Sull’istituzione di un tavolo tecnico presso il Governo finalizzato ad affrontare la questione dei Vigili del fuoco discontinui

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

il servizio di soccorso tecnico urgente non risulta rispondente agli standards europei (i quali richiedono un vigile del fuoco per ogni 1.500 abitanti);

lo standard europeo del soccorso tecnico urgente comprende, infatti, mediamente 60 mila vigili permanenti per ogni Stato, mentre in Italia sono operative poco più che 28 mila unità stabilizzate. L’attività di che trattasi è svolta, pertanto, in misura considerevole, dai vigili discontinui;

il Ministero dell’Interno ha approvato un riordino del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, il quale prevede una drastica riduzione delle unità operative e l’eliminazione dei lavoratori precari;

più precisamente il 23 dicembre 2014 il Ministero dell’Interno ha emesso una circolare tesa ad operare un significativo ridimensionamento delle attività dei vigili precari nell’anno 2016 e l’eliminazione totale nel 2017;

proprio i vigili discontinui rappresentano il 75% della forza del Corpo e che la carenza di personale potrebbe implicare la chiusura di vari distaccamenti;

considerato che:

l’assenza di contratto, la mancanza appropriata di tutela giuridica, impedisce loro sia qualsivoglia ipotesi di stabilizzazione, sia la fruizione degli ammortizzatori sociali previsti dall’ordinamento;

si ribadisce, i vigili del fuoco precari e discontinui hanno dato, per tanti anni, un contributo fondamentale per sopperire alla cronica carenza di personale, tuttora persistente;

in una regione come la Calabria, ad alto rischio idrogeologico, la carenza del personale in questione si traduce in un deficit di sicurezza;

molti lavoratori over quaranta, anche in Calabria, rischiano di ritrovarsi senza occupazione e senza alcun intervento di natura assistenziale e ciò dopo tanti anni di attività discontinua, ma essenziale per il buon funzionamento delle attività del Corpo in questione;

i vigili del fuoco calabresi precari e totalmente privi di qualsiasi altra occupazione sono stimati in circa 300 unità;

tutto ciò premesso e considerato

impegna

la Giunta regionale della Calabria ad attivarsi con sollecitudine, al fine di istituire, presso il Governo nazionale, un Tavolo tecnico-istituzionale per la vicenda collegata alla condizione dei Vigili del fuoco discontinui ed a valutare l’ipotesi di specifiche convenzioni col Corpo dei Vigili del fuoco in funzione della tutela ambientale regionale.

Mozione numero 8/10^ di iniziativa del consigliere Bevacqua “In ordine ai danni causati dal movimento franoso nel Comune di Oriolo”

Il Consiglio regionale della Calabria,

premesso che:

le intense piogge di questi giorni stanno mettendo a dura prova i Comuni dell’Alto Jonio che si trovano a dover fare i conti con un dissesto idrogeologico maturato nel tempo e frutto di politiche inadeguate;

una situazione particolarmente critica si è verificata nella contrada Santa Maria del Comune di Oriolo, in particolare lungo la strada provinciale 156 che collega il Comune predetto con San Giorgio Lucano;

lo smottamento ha interessato prima il Km 6 e, continuando la sua marcia lenta e inarrestabile, ha raggiunto, in pochi giorni, il Km 2 con quattro tratti stradali franati, diversi edifici a rischio crollo e un centinaio di persone a rischio isolamento e evacuazione;

impegna

la Giunta regionale, mediante il Dipartimento regionale di protezione civile, ad intraprendere ogni opportuna e necessaria iniziativa, compreso l’invio di uomini e mezzi adeguati, nonché il ricorso al Fondo regionale relativo alle somme urgenze, al fine di evitare l’ulteriore aggravamento del movimento franoso, assicurare un’adeguata sistemazione alle famiglie a rischio evacuazione, ripristinare la viabilità e garantire, in sicurezza, la mobilità di merci e persone.

Ordine del giorno numero 6/10^ di iniziativa dei consiglieri Giudiceandrea, Graziano, Gentile e D’Acri “Avverso l’indirizzo del Governo per l’accorpamento e la riduzione delle Camere di Commercio”

Il Consiglio regionale,

preso atto:

dell’indirizzo espresso nell’incontro avuto con il Comitato Esecutivo di Unioncamere, nel quale il Ministro alla Sviluppo Economico Federica Guidi, ha annunciato la riduzione delle Camere di Commercio attraverso un nuovo modello che abbia almeno 80.000 aziende iscritte;

ritenuto che:

tale limite crea su base nazionale disparità di adeguamento al modello così ipotizzato;

risulta evidente la penalizzazione in danno delle Camere di Commercio del Mezzogiorno in generale, e della nostra regione in particolare,

impegna

la Giunta regionale della Calabria a chiedere al Governo, per il tramite del Ministro dello Sviluppo Economico un modello che preveda diversi parametri di valutazione per il mantenimento o la chiusura delle Camere di Commercio tenendo in vita quelle che, soprattutto nelle regioni del meridione, ove il numero oggettivo delle aziende attive è ovviamente ridotto rispetto alle regioni del nord, offrono attività e servizi utili ed essenziali alle imprese ed allo sviluppo del commercio sul territorio di appartenenza, considerando come parametro di mantenimento quelle con un numero minimo di 50.000 aziende iscritte per ogni Camera di Commercio. Tutto ciò al fine di scongiurare soppressioni o accorpamenti non coerenti con il territorio e, in particolare, con il nostro modello di economia regionale.

Ordine del giorno numero 7/10^ di iniziativa del consigliere Sergio “Sulle misure urgenti al fine di evitare la chiusura della Banca d’Italia a Cosenza”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

a far data dal 2009, a seguito del ridimensionamento degli Uffici di Cosenza della Banca d’Italia, veniva creata una “Unità Specializzata in Vigilanza Bancaria e Finanziaria” per brevità denominata USV;

Banca d’Italia, con un nuovo piano datato 12.02.2015, ha previsto il salvataggio di 6 filiali sul territorio nazionale con contestuale trasformazione delle stesse in “Filiali ad Ampia Operatività”;

tali filiali, unitamente a quella di Cosenza, erano state oggetto di ridimensionamento con il provvedimento del 2009;

nel Piano del 12.02.2015 è previsto che altre 3 USV create nel 2009 verranno mantenute;

altresì, con il medesimo Piano è stata disposta la chiusura di ulteriori 3 USV tra cui quella di Cosenza;

considerato che:

la Provincia di Cosenza è quella più vasta e popolosa della Regione;

già il ridimensionamento del 2009 ha creato enormi disagi ai cittadini nonché all’utenza rappresentata da banche e uffici pubblici presenti sul territorio provinciale aumentando a dismisura i rischi e i costi connessi al trasporto del contante;

tale ulteriore ridimensionamento, inevitabilmente, classificherà la Provincia di Cosenza tra quelle di rango inferiore,

impegna

il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso le competenti Autorità al fine di scongiurare la chiusura della “Unità Specializzata in Vigilanza Bancaria e Finanziaria” – USV di Cosenza e, al contempo, verificare la fattibilità della trasformazione della stessa in “Filiale ad Ampia Operatività”.

Ordine del giorno numero 5/10^ di iniziativa del consigliere Bova “Sulla vicenda della Fondazione Campanella”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari ha deliberato, nella seduta del 24 marzo scorso, di sollecitare un impegno della Regione in ordine alla grave problematica della Fondazione “Tommaso Campanella” di Catanzaro;

considerato che:

con decreto emesso dall’Ufficio territoriale del Governo di Catanzaro il 23 febbraio 2015 è stata dichiarata estinta la Fondazione, con la perdita di centinaia di posti di lavoro e la cessazione delle funzioni di un Istituto per la ricerca e la cura dei tumori che dispone, tra l’altro, di 35 posti letto;

osservato che:

la Calabria ha assoluta necessità di una struttura sanitaria pubblica che assolva a tale funzione socio-assistenziale in un ambito scientifico e clinico di fondamentale importanza,

impegna

la Giunta regionale della Calabria a individuare, nel più breve tempo possibile, una soluzione tecnico-amministrativa che consenta la sopravvivenza della Fondazione Campanella e di non disperdere il patrimonio di professionalità salvaguardando i livelli occupazionali ed i servizi sanitari finora erogati a favore dei cittadini calabresi.