X LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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3.

 

SEDUTA DI LUNEDI’ 09 FEBBRAIO 2015

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONIO SCALZO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO

 

Presidenza del Presidente Antonio Scalzo

La seduta inizia alle 14,12

PRESIDENTE

La seduta è aperta si dia lettura del verbale della seduta precedente.

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

Annunzio di interrogazioni e mozione

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge le interrogazioni e la mozione presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Approvazione del Programma di Governo (art. 33, comma 4 Statuto)

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno recita “Approvazione del Programma di Governo (art. 33, comma 4 Statuto).

La parola al Presidente della Giunta regionale.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, signori consiglieri, prima dell’esposizione delle linee programmatiche del nuovo governo regionale sento il dovere di porgere un deferente saluto al neo eletto Presidente della Repubblica.

Sergio Mattarella sarà un sicuro garante della Carta costituzionale, un punto di riferimento importante per l’unità del Paese e per consolidare e rafforzare il prestigio internazionale dell’Italia.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è un uomo del sud, un coerente esponente della lotta alla mafia, una persona sensibile alla sofferenza e al disagio sociale. Ed è anche, mi si consenta con il dovuto rispetto, la concreta testimonianza di un rinnovamento che, quando è autentico, non ha tempo e non ha età.

Un grazie anche al Presidente Emerito, Giorgio Napolitano, per il servizio reso al Paese con grande equilibrio e ferma determinazione, in una fase travagliata della vita politica ed istituzionale.

L'idea di governo che abbiamo è radicalmente diversa da quella a cui ci hanno abituato anni di politiche pubbliche inefficaci, improduttive, non inclusive. Anni in cui è stata evidente, palpabile, avvertita da tutti, la distanza tra Palazzo e cittadini.

Noi vogliamo scegliere, innanzitutto, di assumere una nuova misura per il progresso, la crescita, lo sviluppo.

Una nuova scala, quella di grandi progetti. Scegliere di cambiare prospettiva, ruolo.

Noi abbiamo un'idea diversa di Calabria.

La Calabria che vuole sentirsi unita dal Pollino all'Aspromonte, libera dai campanilismi, consapevole delle proprie difficoltà ma anche dei propri valori e delle proprie risorse.

La Calabria che vuole sentirsi e vuol essere importante per l'Italia e l'Europa.

La Calabria che si candida a contribuire alla ripresa dell'intero Paese.

La Calabria che si pone obiettivi europei per la crescita, lo sviluppo, l'ambiente, l'istruzione, il lavoro, la competitività del sistema produttivo, i servizi, le infrastrutture, le politiche sociali, la cultura, il governo del territorio.

La Calabria che vuole contrastare l'illegalità, la ‘ndrangheta, le altre mafie e le sottoculture che le alimentano. La Calabria che desidera una Regione e un sistema istituzionale moderno, efficace, efficiente, snello, poco costoso.

La Calabria che assume collocazione nell'Europa, della quale smette di essere realtà problematica, periferica, marginale; per rinnovarsi nell'identità di terra privilegiata di Mediterraneo, grande bacino di scambi, frontiera di possibilità da cogliere.

Una Calabria i cui processi sono guidati da una nuova Regione credibile, che dia fiducia e ottenga fiducia dai cittadini.

Abbiamo poco tempo. Dobbiamo agire sin da subito sulle emergenze, evitando che lo straordinario possa naturalmente mutare in ordinario. Le criticità andranno portate a soluzione.

Tutto questo non può essere il lavoro di un uomo solo, di un partito politico o di una coalizione. E’ il lavoro di una comunità che condivide un destino e un'idea di futuro. Una comunità intera è chiamata a impegnarsi per un nuovo progetto di progresso, sviluppo e crescita.

Chiediamo ai cittadini calabresi di sostenere questo disegno di nuova regione, di accompagnarlo e di farne parte.

Di fronte alla crisi economica e sociale più grave della storia recente, i cittadini sono smarriti e spesso non trovano risposte credibili, capaci di offrire prospettive e sicurezze. Proprio su questo terreno la politica è chiamata ad operare un salto di qualità ed un radicale cambio di passo.

Per cambiare, la Regione deve aprirsi al confronto, deve mettersi in relazione con le forze sociali, gli enti locali, il mondo associativo, coinvolgere tutti i livelli di governo del territorio nella costruzione di un progetto nuovo, forte, sinergico.

E' necessario condividere il modo in cui utilizzare le risorse e gli strumenti disponibili, individuare le priorità con la consapevolezza che non è possibile dire di "si" a tutto e a tutti.

E' necessario compensare gli squilibri sociali e territoriali e dimostrare in modo credibile che è possibile ridare slancio alla nostra economia, rilanciare le speranze, mettendo a valore il grande potenziale del nostro territorio e il capitale di capacità, competenze, passione che i calabresi possiedono.

La credibilità di un nuovo progetto si costruisce a partire dalla capacità di fornire proposte concrete, compatibili con le risorse finanziarie disponibili o attivabili, sostenibili dal punto di vista sociale, economico, ambientale, istituzionale.

Ai cittadini va detta la verità. Non vanno fatte promesse impossibili da mantenere.

Dobbiamo cambiare, quindi. Con urgenza. E' necessario ripensare il nostro modello di sviluppo, ripensare il rapporto tra amministrazione e cittadini, ripensare l'organizzazione dei servizi pubblici. Dobbiamo pensare e costruire la Calabria del futuro.

Non è più il tempo di rimandare scelte, di evitare l'adozione di modelli di direzione politica, organizzativi, legislativi, innovativi, nell'esclusivo interesse delle persone. Occorre avere la forza per affermare un nuovo orizzonte, il coraggio di abbracciare una meta, la tenacia per puntare diritto, oltre le difficoltà, oltre le spinte contrarie. E' dovuto ai giovani, alle donne, a chi ha scelto di restare nella terra in cui è nato, a chi chiede giuste opportunità.

La Calabria è il nostro bene comune. Le nostre idee e quanto intendiamo fare vogliono difenderlo e fortificarlo.

Nessuna innovazione sarà possibile nella nostra terra se non saremo capaci di promuovere una responsabilizzazione collettiva della società calabrese.

E' questa la nostra più grande ambizione: sollecitare l'orgoglio dei calabresi, i loro talenti, il loro straordinario senso della dignità e mettere tutto ciò al servizio di un grande progetto di cambiamento di questa Regione.

Si tratta, in buona sostanza, di costruire un'etica della responsabilità alla quale tutti, a cominciare da chi ha funzioni di governo e, via via, fino al semplice cittadino, devono essere chiamati a rispondere.

La trasparenza e la legalità devono costituire la bussola che deve guidare ed informare l'azione amministrativa e l'agire pubblico. A questi temi non a caso è dedicata una intera sezione del nostro programma di governo.

La promozione della cultura della legalità non può essere ridotta a mera enunciazione retorica, ma deve essere la risultante di comportamenti coerenti e di pratiche di governo rispettose delle norme e dei diritti dei cittadini.

La Regione che vogliamo costruire si opporrà alle mafie, alla 'ndrangheta e alla cultura mafiosa in tutte le sue forme. La Regione che vogliamo costruire opererà per la legalità, ad ogni livello e con ogni strumento. La Regione che vogliamo costruire dovrà essere trasparente, dovrà essere veloce e dare certezze ai cittadini: ogni provvedimento dovrà essere concluso nei tempi annunciati e dovrà poter essere monitorato in ogni sua fase amministrativa.

Tutte le imprese, le associazioni, o i singoli cittadini che avranno a che fare con la Regione dovranno sapere in anticipo entro quanto tempo e con quali procedure le loro domande troveranno una risposta.

Non possiamo non ricordare le popolazioni sottoposte, in questi ultimi giorni, ai disagi e drammi causati dagli eventi atmosferici; Petilia Policastro e gli altri comuni colpiti da alluvioni, da frane e da mareggiate, con case e strade danneggiate, attività economiche distrutte.

Un quadro doloroso, che ripropone un tema di fondo e che riguarda la messa in sicurezza di un territorio per troppo tempo abbandonato a se stesso, devastato dall'incuria e dalle mancate politiche di tutela ambientale, di difesa del suolo, di riassetto idrogeologico.

Le tempeste meteorologiche non sono, purtroppo, le uniche.

Viviamo la crisi più difficile dal dopoguerra. La situazione di oggi ha una allarmante novità anche rispetto a quegli anni, perché diversamente da allora, oggi alla drammaticità della condizione economica e dell'occupazione si somma una sfiducia verso il futuro, soprattutto da parte delle nuove generazioni.

Ma la Calabria è fatta di donne ed uomini temprati dalle difficoltà a cui sono stati sottoposti dalla Storia, ed hanno tutte le potenzialità per risalire la china della crisi. I calabresi sono capaci di riprendere nelle mani il proprio domani e quello dei propri figli.

È la Calabria onesta, che lavora e che, ogni giorno, riscatta con il proprio impegno e responsabilità le difficoltà e le sofferenze.

E' la Calabria che recentemente è stata descritta da uno speciale della RAI: quella delle imprese eccellenti nel campo agroalimentare, delle bellezze paesaggistiche, dei borghi incantevoli e anche di amministrazioni illuminate.

È in nome e per conto di questa Calabria e di questo popolo che ci ha designato ai ruoli e alle responsabilità che ci competono, che noi dobbiamo agire e operare per il bene comune.

Ed è importante che cresca e si diffonda una diversa immagine della Calabria, nuova e positiva, che cancelli quella cattiva fama di "regione canaglia", un'immagine che offra una visione più vera della nostra terra, che renda giustizia a quei calabresi - la stragrande maggioranza - che, in ogni città, paese, borgo, nella difficile battaglia quotidiana per una vita migliore si impegnano con onestà, capacità, fierezza.

Che la nostra diventi davvero, agli occhi del mondo, una terra dove si vive bene e con dignità, accogliente e attraente per tutti.

L'azione istituzionale e politica del nuovo governo regionale dovrà concentrarsi sulla risoluzione di un nodo cruciale per il futuro della Calabria che riguarda la profonda contraddizione tra i vincoli dell'arretratezza e le speranze di futuro.

Da una parte, i lacci di un sistema di potere che ha creato situazioni di arretratezza, condizionando le politiche e la prospettiva stessa del cambiamento. Dall'altra, la Calabria del lavoro e delle imprese, delle competenze e delle nuove leve professionali, dei ragazzi che s'inventano nuovi lavori.

Da una parte, la necessità di dare risposta alle emergenze, alle industrie in crisi, alla grande eredità del precariato, alla crisi delle autonomie locali, al degrado dei servizi al cittadino. Dall'altra l'obbligo di mantenere la barra di un progetto di medio e lungo periodo, una strategia dello sviluppo in grado di incidere sulle carenze strutturali della nostra terra.

La Calabria deve entrare in sintonia con la stagione del cambiamento imposta dalla globalizzazione e dai processi di integrazione europea che vedono il nostro Paese impegnato in uno sforzo straordinario per recuperare ritardi e porsi all'altezza della sfida della competizione globale.

Si rende necessaria una stagione di riforme istituzionali a partire dalla semplificazione della governance regionale, dalla lotta agli sprechi ed ai privilegi, dal contrasto allo strapotere e alla paralisi della burocrazia, la valorizzazione del merito e delle competenze, la sobrietà nella politica, nell'esercizio delle funzioni pubbliche e di rappresentanza, l'attenzione alle politiche attive per il lavoro e lo sviluppo.

Una nuova cultura politica sta crescendo nel Paese. Il positivo rapporto che si è stabilito con il presidente Matteo Renzi ed il Governo nazionale è di buon auspicio per dare corpo ed anima ad un nuovo meridionalismo democratico che veda la Calabria protagonista.

Il nesso tra risposte emergenziali e visione strategica è il fulcro dell'impostazione programmatica del nuovo governo regionale. E' la condizione della Calabria che lo richiede.

Tutti i dati forniti dagli istituti di ricerca descrivono una regione nella quale la crisi degli ultimi anni si somma a gravi carenze strutturali, determinando una miscela sociale esplosiva, aggravata peraltro da una crescente pervasività della mafia in ogni campo dell'economia e della vita sociale.

Da sette anni ormai la Calabria chiude, ogni anno, con una progressiva diminuzione del PIL. La Calabria riduce costantemente la propria capacità di creare ricchezza e, nello stesso tempo, abbassa tutti gli indicatori nel campo dei servizi legati alla qualità della vita a partire dai bisogni sanitari. Aumenta l'isolamento infrastrutturale e l'inadeguatezza dei trasporti.

Il mondo delle imprese è al limite della resistenza ed è in atto un processo di progressiva desertificazione industriale - come ha avuto modo di segnalare l’ultimo rapporto Svimez - come emerge dalla spettrale visione dei capannoni vuoti nella varie aree industriali della regione.

La Calabria è la regione con i maggiori ritardi - in alcuni casi oltre i 24 mesi - per i pagamenti dei crediti alle imprese; è la regione dove il sistema creditizio coltiva in alcuni casi atteggiamenti tali da strozzare le imprese e spingerle al fallimento; è la regione dove oltre 4.000 imprese non riescono a restituire i prestiti, dove una impresa su due ritarda i pagamenti ai dipendenti, dove le aziende protestate aumentano.

I dati occupazionali sono ancora più allarmanti. Diminuisce l'occupazione, permangono fasce ampie di precariato, cresce la fuga delle nuove generazioni. La disoccupazione giovanile raggiunge la cifra allarmante del 65 per cento della popolazione giovanile a fronte del 17 per cento in Europa.

La Calabria rischia di perdere anche la risorsa più importante, i giovani, sui quali poter fondare una politica di ripresa.

Il programma regionale, in questa concreta, grave situazione della Calabria, si articola in politiche pubbliche da mettere in atto come azioni strategiche e programmi e/o progetti settoriali, da collocare dentro una visione strategica per l'intero Mezzogiorno.

A questo proposito, in un recente convegno svoltosi a Roma sul Mezzogiorno, ho parlato del Sud come opportunità per il nostro Paese e per l'Europa. Il Mezzogiorno e la Calabria con la loro collocazione geografica proiettata nel Mediterraneo costituiscono la frontiera più avanzata in un bacino attraversato da quasi un terzo delle merci che si producono nel mondo.

Il porto di Gioia Tauro anche per le sue caratteristiche strutturali, che lo caratterizzano come la più grande infrastruttura portuale di transhipment della sponda europea del Mediterraneo, può essere una formidabile opportunità per lo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali, e per il sistema delle imprese italiane ed europee.

La nuova frontiera dello sviluppo nei prossimi decenni sarà il sud del Mediterraneo. E' qui che bisogna volgere lo sguardo e l'attenzione per aprire nuovi spazi ed opportunità sul piano economico, per offrire concrete opportunità al sistema delle imprese e per fare delle nostre università luoghi di formazione nella contesto del bacino Mediterraneo.

La Calabria ed il Sud possono assolvere ad una funzione strategica per la logistica, gli scambi, i flussi di merci e i trasporti nelle politiche di internazionalizzazione del nostro Paese.

Bisogna guardare all'Europa e al Mediterraneo, connettere servizi e reti, promuovere un'alleanza tra i territori.

Su questa frontiera è necessario puntare con decisione perché è da qui che passa la possibile ripresa della crescita della Calabria del nostro Paese.

Dare centralità al Mezzogiorno nelle politiche nazionali ed europee costituisce una concreta opportunità e convenienza per l'intero Paese. Non a caso il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è tornato in questi giorni a parlare della possibile istituzione di un Ministero per il Mezzogiorno.

Le città, i patrimoni culturali, naturali e agroalimentari, il sistema economico-imprenditoriale, la rete del sapere e della conoscenza sono le leve per il rilancio della Regione, in una prospettiva che deve essere completamente diversa rispetto al passato.

Non ci arrendiamo alla crisi. Tornare a crescere è possibile. E' possibile dare ai giovani opportunità per realizzare i propri sogni. Alle imprese perché possano tornare a svilupparsi. Perché si possa creare lavoro. Diversamente, si mette a rischio la tenuta sociale della Calabria, con un'ulteriore ed estrema acutizzazione della sofferenza che investe ormai intere parti della nostra comunità.

Garantire la sicurezza e la coesione sociale è un dovere dello Stato e delle istituzioni.

La Calabria di oggi ha bisogno di un cambiamento radicale per costruire un futuro più sereno, meno incerto ed offuscato, così come chiedono i calabresi.

La nostra regione ha bisogno di un governo stabile, efficiente, trasparente, libero da condizionamenti, capace di recuperare rapidamente stagioni di ritardi e record negativi; un governo aperto agli apporti delle forze sociali, delle università, delle competenze, dell'associazionismo e della rete degli amministratori locali.

Dobbiamo cancellare quei fattori negativi che hanno alimentato diffidenze e pregiudizi nei confronti dei calabresi. La Calabria deve uscire dalle mappe degli stereotipi.

In questo momento storico e sociale c'è assoluta necessità di una decisa discontinuità rispetto al passato più o meno recente. Dobbiamo innanzitutto dire la verità ed essere sinceri con i calabresi.

Ho avuto modo più volte di dire, anche nel corso della campagna elettorale che noi non siamo, né ci consideriamo come il re Mida che trasformava in oro tutto ciò che toccava.

Ci siamo messi in campo con la consapevolezza della difficile situazione in cui versa la Calabria ma anche con la convinzione di poter dare un contributo per aiutare la nostra terra a rimettersi in piedi, ad uscire dal pantano nel quale è stata spinta.

Possiamo e vogliamo concretamente lavorare per costruire una prospettiva di crescita e di lavoro, determinare una condizione di riscatto per una Calabria più unita, più competitiva, più onesta, più responsabile, più libera dalla 'ndrangheta, più solidale, più attenta ai bisogni, più sensibile alla sofferenza sociale, più efficace nei servizi, più efficiente nella macchina pubblica, più orientata ai territori, più aperta al mondo, più consapevole delle proprie risorse e delle proprie potenzialità; una Calabria più capace di valorizzare il patrimonio naturale e culturale, più determinata nell'affermare le competenze e il merito, più in grado di porre al centro, come protagonisti del domani, i nostri ragazzi, con il loro capitale straordinario in termini di capacità, creatività, talento, fantasia, voglia di futuro.

Una Calabria diversa, più forte, migliore.

Tre progetti strategici prioritari è la nostra azione di governo per un cambiamento di prospettiva.

Dobbiamo innanzitutto capovolgere la prospettiva con la quale abbiamo finora guardato a noi stessi e alla Calabria in rapporto al mondo, alle nostre problematiche interne, alle nostre vocazioni e potenzialità.

Capovolgere la prospettiva significa guardare le cose in modo diverso, cambiare i nostri schemi mentali, considerare i vincoli come un'opportunità, trasformare i problemi in occasioni di crescita, ragionare sul territorio come grande riserva di sviluppo, allargare lo sguardo al Mezzogiorno, all'Italia, al Mediterraneo, all'Europa, al mondo.

Ci consideriamo e siamo considerati, da sempre, una terra marginale, lontana, periferica. Ma, per cambiare la percezione delle cose, basta capovolgere la carta geografica, come fece il più grande storico del Novecento, il francese Fernand Braudel. Improvvisamente, ci accorgeremmo che siamo una terra affatto periferica e marginale e che, anzi, occupa una posizione centrale, strategica, al crocevia degli scambi, dei traffici e delle relazioni tra l'Europa, il Mediterraneo, l'Oriente. Penisola nella penisola, possiamo ripensarci come ponte mediterraneo dell’Europa verso il mondo.

Siamo stati definiti uno "sfasciume pendulo tra due mari" e, per certi versi è vero: siamo una terra da sempre afflitta da catastrofi naturali, tra alluvioni, frane, dissesti, terremoti. Ma proprio per questo il territorio con le sue fragilità deve essere al centro di un’azione di governo intelligente, capace di limitare il rischio e nel limite del possibile di prevenire danni ed implicazioni negative, in alcuni casi catastrofiche.

E' venuto il momento di mettere in campo un progetto regionale di difesa e di sistemazione idrogeologica per un territorio sicuro. Sarebbe, senza ombra di dubbio, il più grande progetto pubblico della nostra storia recente, che ci consentirebbe di contemplare due obiettivi: una maggiore sicurezza del territorio e un grande rilancio dell’intervento pubblico nell'economia.

Un progetto che richiede un investimento nazionale coordinato con la utilizzazione di una quota di risorse comunitarie destinate alla Calabria e con gli strumenti che già operano in questo campo e che devono essere ricondotti ad una impostazione finalizzata alla realizzazione di questo importante obiettivo.

Come ho prima accennato, lo sviluppo del porto e dell'area industriale di Gioia Tauro è uno dei progetti strategici del programma regionale.

I contenuti sono stati già presentati e illustrati al Presidente del Consiglio per una condivisione e per concertare le azioni di rispettiva competenza.

Il "Quarto rapporto dell'Osservatorio sulle relazioni economiche tra l'Italia e i Paesi del Mediterraneo" indica come, già oggi, nonostante le preoccupazioni derivanti dall'instabilità politica nell'area, 1800 aziende a capitale italiano sono impegnate nei mercati esteri del bacino. L'interscambio commerciale dell'Italia è cresciuto del 64,4 per cento tra il 2001 e il 2013 diventando il terzo partner dopo Stati Uniti e Germania. Ed uno degli aspetti maggiormente focalizzati è la portualità nella sponda sud del Mediterraneo.

Anche i dati produttivi recentemente presentati da Contship Italia, accanto alla preoccupazione concernente la crescente concorrenza del porto di Tangeri, confermano una previsione aziendale di alte potenzialità per la Porto di Gioia Tauro.

Gioia Tauro non è solo transhipment; è anche infrastrutture esterne, multifunzionalità, aree attrezzate per gli insediamenti industriali; per questo il tema Gioia Tauro merita una trattazione speciale.

Il progetto per Gioia Tauro è stato oggetto di un particolare approfondimento programmatico, condotto anche con il contributo di operatori economici, docenti universitari, esperti, dirigenti politici e sindacali. Il programma è articolato in cinque azioni.

Prima azione: la ZES con le relative politiche di sviluppo. Seconda azione: il gate way all'interno delle reti nazionali ed europee. Terza azione: hub transhipment con le problematiche sulle caratteristiche portuali e la gestione. Quarta azione: il sistema portuale calabrese con una valorizzazione anche dei porti di Villa San Giovanni, Crotone e Corigliano. Quinta azione: il ruolo della formazione e dell'informazione al fine di rendere la realtà di Gioia Tauro competitiva ed in continua evoluzione.

Con questa visione complessiva la questione di Gioia Tauro diventa un asse portante dello sviluppo regionale e, anche, un determinante fattore di politica meridionalista e di impulso ad un nuovo sistema di relazioni economiche tra il sud, il mondo e l'Europa. La cabina di regia, costituita dal Governo, ha focalizzato Gioia Tauro come tema centrale di una risposta nazionale all'emergenza Calabria.

Qual’è la novità di questa impostazione? La Calabria non può solo attendere risposte dai governi nazionali o europei; ma deve proporre e concorrere alla loro formulazione, deve avere un proprio punto di vista, deve presentarsi ai tavoli che contano, a Roma o Bruxelles o nelle capitali orientali dei mercati emergenti con le carte in regola, idee chiare, proposte concrete, capacità di spesa, rapidità di esecuzione delle decisioni.

Troppe deleghe a poteri esterni alla Calabria, troppi interessi non contrastati adeguatamente.

Molti in questi mesi hanno parlato di ZES. La mia idea è che il progetto di ZES debba essere costruito con il concorso degli organi dell'UE ai quali spetta il compito di approvarlo. Questo viene ancora prima dei disegni di legge in discussione in Parlamento.

Ed è per questo che ho chiesto al Governo che si apra il percorso con la formale comunicazione alla Unione europea dell'avvio della procedura.

Anche in merito alla ZES occorre essere chiari. La proposta va accompagnata da un piano economico e finanziario capace di legare la ZES a politiche di convergenza, in modo da renderla più forte nella fase di negoziazione con Bruxelles e realmente in grado di generare le grandi ricadute occupazionali che sono state illustrate nell'incontro di Gioia Tauro.

Quest'impostazione richiede una verifica e una riprogrammazione degli investimenti a partire dai fondi europei, una modifica sostanziale del ruolo dell'area industriale di Gioia Tauro, l'individuazione di manager in grado di organizzare la gestione portuale e la politica di attrazione degli investitori.

Non ho atteso le dichiarazioni programmatiche per intervenire sulle emergenze.

E' di questi giorni che la più grande nave di transhipment del mondo ha fatto scalo a Gioia Tauro e, qui, ha alleggerito il carico per potere attraccare in altri porti italiani. Questa notizia fa il paio con il lavoro per "la regolarizzazione dei fondali del bacino di evoluzione sud e del canale portuale"; lavoro rimasto bloccato per oltre un anno a causa di un parere non concesso da parte dell'assessorato regionale all'ambiente con il rischio di impedire l'attracco di navi più moderne e capienti da parte della MSC, causando un danno commerciale e d'immagine e la possibile compromissione del futuro del porto.

La procedura è stata oggetto di lungaggini che sono state superate solo da qualche settimana, e che pongono- per questo richiamo questa vicenda - una riflessione attenta sulla necessità di snellire le procedure e rimuovere ostacoli burocratici che oggettivamente finiscono per alimentare circoli viziosi e determinare danni irreparabili alla nostra economia.

La questione di Gioia Tauro è uno dei banchi di prova della città metropolitana di Reggio Calabria. Le funzioni direzionali della città di Reggio Calabria implicano l'esercizio di un'attività di coordinamento territoriale del quale il porto e l'area di Gioia Tauro sono parte integrante e la nuova configurazione di Reggio città metropolitana, con le ampliate prerogative anche in termini di gestione di risorse comunitarie, impone una concertazione tra le due realtà istituzionali.

Infine, la Calabria non è considerata dai più come una tra le principali destinazioni del turismo di tipo culturale. Noi stessi ci consideriamo, anche da questo punto di vista, poveri. Ciò forse anche perché non abbiamo saputo valorizzare adeguatamente un patrimonio di beni culturali di inestimabile valore tra i quali vi sono eccellenze come i siti archeologici della Magna Graecia.

La nostra regione possiede un tessuto diffuso e variegato di innumerevoli aree archeologiche, centri storici, beni culturali - come chiese, palazzi, castelli, fortificazioni, torri - ed ancora giacimenti etnoantropologici, tradizioni, culture locali, tutti immersi in un grande territorio dominato dalla natura, tra il mare, le montagne, le valli che formano, nell'insieme, uno dei più straordinari paesaggi ambientali e umani del nostro Paese e non solo.

Questo straordinario capitale, finora ampiamente sottovalutato, deve essere messo a sistema, salvaguardato e valorizzato. Se l'economia del futuro per l'Italia e l'Europa sarà l'economia della cultura e dell'innovazione, la Calabria può giocare un ruolo non secondario.

Questa partita è per noi cruciale e va affrontata con determinazione e volontà.

I tre progetti, i tre temi quindi: Mediterraneo, difesa del suolo, patrimonio culturale, e che sono ripresi in dettaglio nel programma che vi è stato consegnato, sono decisivi per una prospettiva di crescita della nostra regione.

Noi li consideriamo come pilastri della nostra strategia di sviluppo regionale.

La centralità del lavoro, dell'istruzione, della formazione.

C'è un rapporto stretto tra conoscenza e crescita economica e sociale. Sviluppo e coesione sociale sono fortemente integrati in tutte le economie più avanzate. Dobbiamo trattare in modo integrato i problemi dell'istruzione, della formazione e del lavoro. E' decisivo sviluppare gli interventi insieme a quelli relativi all'inclusione sociale, all'occupabilità, alla parità di genere, al contrasto ad ogni forma di discriminazione.

Dobbiamo affrontare tutte le problematiche, allo scopo di affermare il diritto allo studio e qualificare il nostro sistema formativo: qualità scolastica, messa in sicurezza e adeguamento delle scuole, anagrafe degli studenti e dell'edilizia scolastica, servizi per l'infanzia, servizi scolastici nelle aree interne e montane, abbandono, insuccesso e dispersione scolastica e formativa, istruzione degli adulti, tempo pieno nella scuola, diritto allo studio per le fasce più deboli, diritto allo studio universitario, mobilità transnazionale.

Anche la formazione professionale può svolgere un ruolo importante. Bisogna però cambiare radicalmente registro rispetto agli anni passati. Ci impegneremo per l'avvio di iniziative dirette a favorire e qualificare l'istruzione tecnica-professionale e l'educazione permanente, in direzione del miglioramento delle competenze specialistiche e trasversali e della riduzione della disoccupazione, soprattutto quella giovanile.

Tutto questo non può essere fine a se stesso, come spesso è stato finora. La finalità ultima deve essere l'occupabilità.

Il lavoro è uno degli indicatori più gravi dell'emergenza sociale ed economica calabrese. La crisi economica colpisce intere categorie sociali: giovani, donne, anziani, immigrati, le persone a rischio d'esclusione sociale e povertà. La disoccupazione giovanile ha toccato la cifra record del 53,1 per cento, la più alta d'Italia.

Quasi 200.000 giovani non lavorano né studiano ed è ripresa con grande velocità l'emigrazione, in particolare di giovani laureati, il 27 per cento del totale degli emigrati nel 2011. Il bassissimo tasso di occupazione femminile e, in particolare delle giovani donne, costituisce uno dei fattori più gravi di freno alla crescita civile e sociale della Calabria.

L'espansione delle ore di cassa integrazione straordinaria, il numero elevato dei beneficiari di indennità di mobilità e il grande bacino del precariato costituiscono un ulteriore indicatore delle crescenti difficoltà dell'economia calabrese.

A fronte dei dati drammatici, anche se il problema dipende da molti fattori esterni e necessita di un intervento del Governo, un piano del lavoro e dell'occupazione costituisce una priorità assoluta della nuova Giunta Regionale e deve essere articolato per coprire tutte le opportunità scaturenti dalla gamma degli strumenti disponibili: POR 2014/2020, Garanzia Giovani, ed altri strumenti.

Il precariato, in Calabria, costituisce una vera emergenza sociale e una questione nazionale. La Regione deve fare la sua parte per costruire le condizioni affinché i lavoratori precari possano trovare prospettive di ricollocamento e inserimento lavorativo in forme più stabili, nel quadro degli strumenti legislativi vigenti e in ragione delle risorse disponibili.

Tuttavia, il precariato è un problema di competenza dello Stato. Sin dall'insediamento, abbiamo subito attivato un'interlocuzione con il Governo nazionale per definire, per ognuna delle diverse forme di precariato, un piano operativo di intervento. In particolare per i lavoratori del bacino LSU ed LPU abbiamo stanziato le risorse relative alla parte di competenza regionale per il 2014, che saranno trasferite ai Comuni in tempi rapidi, anzi sono già in via di trasferimento.

Ovviamente, bisognerà che, nei modi e nelle forme previste dalla legge e con le risorse del Governo nazionale, venga aperto un processo di stabilizzazione programmata di questi lavoratori.

E' del tutto evidente che, in questa situazione, accanto ad iniziative per lo sviluppo in grado di rimettere in moto l'occupazione, è necessaria una strategia nazionale in tema di reddito minimo.

Avvieremo immediatamente un dialogo con il Governo nazionale – il primo incontro sarà giovedì con il ministro Poletti - e nel quadro di questo confronto, il governo regionale calabrese sarà disponibile ad investire anche parte del Fondo sociale europeo per cofinanziare misure di sostegno a reddito o di reddito minimo per i cittadini calabresi.

Rendere competitivi i sistemi produttivi. Aiutare le imprese a superare la crisi.

La questione del lavoro è strettamente legata all'economia reale. Quello che più impressiona, della crisi in atto, è la mancanza di nuove opportunità di inserimento lavorativo. Negli ultimi cinque anni il PIL regionale è sceso del 13,3 per cento in termini reali, con un crollo che, nel 2013, ha toccato 5 punti percentuali.

La desertificazione produttiva della Calabria è avanzata a grandi passi, con imprese che sono entrate in liquidazione e con più di 7 milioni di ore concesse di interventi straordinari, pari al 5 per cento delle ore richieste dall'intero Mezzogiorno.

La crisi è dunque profonda: perdita del lavoro, crollo dei redditi, crollo dei consumi, recessione, povertà.

Occorre mettere in campo politiche attive del lavoro perché i nostri lavoratori inoccupati e i nostri disoccupati siano nelle condizioni di rientrare nel mercato del lavoro quando la fase espansiva dell'economia, se ci sarà, finalmente ricomincerà a creare occupazione.

Vanno affrontate, in tempi rapidi, le situazioni più gravi, come quella dei lavoratori in cassa integrazione. Sotto questo profilo, abbiamo garantito, anche per il 2013 e il 2014, il finanziamento degli ammortizzatori sociali per i 28 mila lavoratori destinatari, attraverso il concorso delle risorse del FSE che, a questo scopo, è stato rimodulato lo scorso mese di dicembre.

Nel contempo, ho posto all'attenzione del governo nazionale la gravità della situazione, sottolineando la necessità che, a partire dal 2015, il tema degli ammortizzatori sociali rientra nella piena prerogativa dello Stato, come sancito dalle recenti norme approvate dal Parlamento.

Sul versante delle imprese le politiche del credito sono fondamentali, perché le imprese calabresi sono piccole, sottocapitalizzate e dipendenti dal credito bancario. Occorre, dunque, sostenere gli investimenti delle imprese, con adeguati sistemi di incentivazione, efficaci e semplici, per rilanciare gli investimenti in beni strumentali, beni immateriali, nonché strumenti di incentivazione a sostegno dell'occupazione. Fondamentale è anche il rilancio dell'edilizia sostenibile.

La drastica semplificazione della burocrazia è una priorità assoluta. In particolare, va riformata la gestione degli aiuti alle imprese, allo scopo di ridurre considerevolmente i tempi di gestione dei procedimenti e il carico di adempimenti per gli imprenditori. Un tavolo di confronto con le categorie servirà a realizzare un primo pacchetto incisivo di semplificazioni.

Siamo consapevoli che anche la migliore gestione non è sufficiente. Dobbiamo realizzare le condizioni perché nasca una nuova economia. Vogliamo concentrare le risorse su azioni di sistema e sull'innovazione, anche adottando sistemi di incentivazione e meccanismi automatici di aiuto. Metteremo in campo sia misure rivolte alle singole imprese, sia misure più mirate e selettive, finalizzate a promuovere la creazione di poli produttivi e reti di imprese nei settori strategici regionali, nonché aggregazioni e filiere di imprese.

Cambieremo la nostra economia solo se sapremo sostenere e promuovere la vitalità imprenditoriale, la diversificazione produttiva, l’innovazione, favorendo vocazioni o specializzazioni produttive dei territori, i processi di aggregazione, il sistema delle garanzie pubbliche per l'espansione del credito alle imprese, le iniziative imprenditoriali di vicinato e le microimprese, i processi di internazionalizzazione.

La nuova frontiera sarà: agenda digitale, start up, ricerca, innovazione.

Ogni programma di cambiamento dell'economia ha bisogno di un tessuto infrastrutturale per potersi sviluppare. Oggi viviamo un'epoca di cambiamenti che si concretizza nella rivoluzione digitale.

Da questo punto di vista, se il programma nazionale di infrastrutturazione in fibra ottica a banda larga e ultra larga in tutti comuni calabresi procede come preventivato, entro il 2016 la Calabria potrebbe essere tra le regioni italiane ed europee con il sistema di connettività a più alta capacità e diffusione territoriale.

Noi vogliamo cogliere questa opportunità, proponendo la Calabria come una regione di eccellenza nel digitale. La prospettiva che si apre è di enorme portata, in grado di cambiare radicalmente la società e di aprire straordinari scenari di evoluzione anche sul fronte dell'economia.

Proprio per questo il 23 febbraio prossimo sarà organizzato dalla Regione un importante appuntamento che vede la presenza dei diversi soggetti impegnati nel cantiere del digitale.

La Calabria ha un sistema universitario e della ricerca di tutto rispetto. Tuttavia, siamo in ritardo nella diffusione dell'innovazione fra le imprese, nella capacità di accedere ai mercati con prodotti e servizi innovativi, nell'efficacia del trasferimento di conoscenze università-impresa. Una politica coerente e strutturata su questo tema è per noi un punto centrale dell'agenda di governo.

In questa visione, le idee e la creatività dei giovani sono fondamentali.

Per regioni come la Calabria, ad economia debole ma con una buona presenza di infrastrutture di ricerca e innovazione, investire sulle start-up, cioè sulle imprese innovative giovanili, è una strada strategica di grande impatto.

Con il Progetto Calabria Start Up vogliamo lanciare un grande investimento sulle capacità dei nostri giovani nel fare impresa partendo dall'innovazione e dalle soluzioni tecnologiche più originali.

L'agricoltura è il solo settore che fa segnare una crescita del Pil. La Calabria può contare su 14 prodotti tipici a marchio di origine -10 Dop e 4 Igp - diversi presidi, 269 (circa il 6 per cento del totale nazionale) di specialità tradizionali censite dal Ministero Politiche Agricole. La nostra regione è all'ottavo posto in Italia e cresce in qualità.

Vogliamo costruire un'economia che metta al centro la tutela e la valorizzazione del suolo per l'agricoltura e scommetta sulla sostenibilità. Punteremo sui territori, sulle capacità degli agricoltori calabresi e sulle nostre eccellenze produttive, per favorire imprese, filiere, distretti e reti. Sosterremo, nel quadro della programmazione 2014/2020, l'innovazione, la crescita dimensionale e le reti tra le imprese agricole. Imprese che aiuteremo a guardare oltre i confini regionali e nazionali, per favorirne la competitività.

Per aumentare la competitività del settore, è fondamentale l'innovazione dell'organizzazione logistico-distributiva; la diffusione della cultura del consumo dei prodotti locali; un'internazionalizzazione "di prossimità" in cui coinvolgere le numerose comunità calabresi all'estero; il sostegno alla ricerca, all'innovazione, al trasferimento tecnologico.

Realizzeremo anche una strategia alimentare che promuova la tutela della diversità alimentare regionale, il recupero delle tradizioni alimentari e gastronomiche popolari. Ci preoccuperemo anche della qualificazione della ristorazione locale dando corpo ad una rete di strutture di promozione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari ed enogastronomiche regionali.

Le nostre aree interne e le aree di pianura ad alta vocazione agricola richiedono interventi e velocità di crescita differenziate oltre che una costante interfaccia. Ecco perché pensiamo di avviare nuove forme di sostegno all'agricoltura che assumano anche una concreta funzione di presidio del territorio, contribuendo a mitigare il dissesto idrogeologico tutelare l’ambiente e arginare lo spopolamento.

Daremo corso ad un progetto regionale per l'assegnazione di terre pubbliche a giovani imprenditori e per il sostegno all'agricoltura multifunzionale e sociale, stimolando la nascita di imprese giovani e start-up.

La nostra regione possiede una grande forza. Una forza che deriva, certo, dalle sue risorse territoriali, ma anche dai suoi abitanti e dalla rete diffusa delle imprese che in settori chiave come il turismo, il commercio e l'artigianato sostengono l'economia dei territori.

L'Organizzazione Mondiale del Turismo prevede una massa complessiva, a livello planetario, di movimenti turistici internazionali superiore al miliardo e mezzo nel 2020.

Nuovi mercati turistici si aprono. Nuove domande turistiche si propongono in un mercato sempre più competitivo, ma sempre più aperto e dinamico.

Anche la Calabria deve agganciare questa grande opportunità, al fine di favorire l'incremento dei flussi turistici, la diversificazione delle destinazioni turistiche, la qualità dell'offerta e le filiere produttive che maggiormente incidono sui processi di valorizzazione.

Abbiamo tutte le condizioni perché il turismo diventi un settore strategico dell'economia calabrese. Tuttavia, il sistema di offerta turistica regionale presenta diversi limiti strutturali: strutture qualitativamente inadeguate, estrema stagionalità, logistica non adeguata, che condizionano lo sviluppo del settore, in particolare del turismo internazionale.

Questi limiti vanno superati, per riposizionare la regione nel mercato turistico nazionale e internazionale. Dobbiamo consolidare, qualificare e rafforzare i tradizionali settori dell'offerta - come quella balneare - e, nel contempo, sviluppare nuovi segmenti di offerta e nuovi sistemi di fruizione connessi alle domande di turismo emergenti: naturalistico, culturale, rurale, religioso, enogastronomico.

Prioritaria sarà la qualificazione del turismo nell'ottica della sostenibilità, della qualità, dell'accessibilità, dell'autenticità.

Le migliaia di imprese del commercio e dell'artigianato costituiscono il tessuto vitale delle nostre città e dei nostri paesi e garantiscono qualità urbana e servizi diffusi e accessibili alla popolazione. Restituire centralità al tessuto diffuso della piccola impresa artigianale e commerciale, ridare slancio alle imprese che operano nei servizi sono condizioni indifferibili per aiutare l'economia reale della nostra regione ad uscire dalla crisi e traguardare obiettivi di crescita.

Dobbiamo lavorare per una nuova frontiera della società e dell'economia. La sostenibilità deve attraversare tutta l'agenda di governo, superando la cultura dell'intervento puntuale e della frammentazione delle politiche di settore.

L'applicazione del principio della sostenibilità è un obbligo per la Calabria, dove si continua a discutere, per esempio, dei forestali senza una politica del patrimonio forestale; di sviluppo rurale senza una visione organica e integrata dei problemi di sviluppo locale, cura del territorio, tutela dei suoli agricoli; di difesa del suolo senza una legge sui suoli e senza un'azione coerente di pianificazione alla scala di bacino; di paesaggio senza un'adeguata cultura della tutela e della valorizzazione del paesaggio.

Rigenerare il territorio, riqualificare i sistemi ambientali compromessi; governare con efficienza il ciclo dei rifiuti; rifondare le politiche urbanistiche verso la sostenibilità; tutelare e valorizzare il paesaggio; valorizzare il capitale biologico e ambientale della natura e in particolare delle foreste; gestire al meglio le risorse idriche; tutelare la natura e l'ambiente; puntare agli usi sostenibili dell'energia; contenere lo spreco di acqua e suolo; mitigare i rischi ambientali; adottare sistemi di trasporto e mobilità moderni, efficienti, ecologici; rendere compatibile l'ammodernamento infrastrutturale con la tutela del paesaggio e dell'ambiente.

La Calabria è una regione ricchissima in termini di biodiversità, natura e paesaggi. Le aree interne, la montagna, il mare, le coste sono elementi del nostro territorio su cui concentriamo profonda attenzione poiché in essi riconosciamo risorse di particolare importanza, meritevoli, per questo, dell'attuazione di azioni strategiche che possano avvalersi di risorse della programmazione comunitaria 2014-2020.

A riguardo delle nostre risorse forestali - una superficie di più di 600 mila ettari - creeremo un quadro conoscitivo aggiornato che permetterà di migliorare la pianificazione e la gestione dell'intero sistema, mentre avvieremo un quadro normativo di settore che possa contribuire ad uno sviluppo economico integrato nel quale prioritari saranno l'ambiente e l'industria del legno.

Per quanto riguarda il mare, il nostro impegno va tutto in direzione dei principi della blue economy: miglioramento della qualità delle acque di balneazione, dunque, promozione di piccole filiere con il sostegno all'avviamento di imprese e alla creazione di marchi di qualità; strategie di promozione turistica; miglioramento, in una chiave di sostenibilità, del sistema della mobilità rivierasca, sostegno ai percorsi per la certificazione ambientale dei litorali.

Sul territorio della Calabria insistono 3 Parchi Nazionali, la Riserva Marina Statale di Capo Rizzuto, a cui vanno aggiunti i numerosi Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale. Occorre valorizzare appieno tutte le potenzialità insite in questo enorme patrimonio.

In questa direzione andranno messi in campo programmi e progetti di sistema, in riferimento ai Parchi e alle aree interne, nei quali andranno sostenute le produzioni agricole di qualità e andrà rilanciata la Rete Ecologica Regionale.

Il tema delle Aree Interne è in Calabria particolarmente rilevante. Nel quadro della Strategia Nazionale per le Aree Interne 2014-2020, il governo regionale intende investire su questi territori, con l'obiettivo di contrastare l'abbandono e valorizzarne le potenzialità e le risorse.

Metteremo in campo, pertanto, una politica specifica per la montagna calabrese e per le aree interne, basata su incentivi e azioni di valorizzazione, misure di contrasto allo spopolamento, qualificazione dei servizi, interventi di manutenzione dei territori, progetti di valorizzazione di paesaggi, contesti, luoghi e tradizioni.

Ogni idea di valorizzazione delle risorse del territorio passa da un profondo ripensamento delle politiche urbanistiche e di governo del territorio, che hanno finora prodotto un edificato di 800 milioni metri cubi, 400 metri cubi a testa, in gran parte inoccupato.

La nuova Regione dovrà cambiare radicalmente questa impostazione e questo modello, nella direzione di una sostenibilità vera, con al centro la rigenerazione del territorio e la riqualificazione dell'esistente.

La legge urbanistica regionale è stata ripetutamente emendata, per ultima l’abbiamo fatto un mese fa, con diverse e ripetute proroghe dei termini di decadenza degli strumenti urbanistici comunali, in assenza di approvazione dei Piani strutturali comunali. Occorre indagare a fondo e capire perché – ho avuto modo di dirlo anche in quella occasione - i Comuni sono in ritardo e in difficoltà per l'approvazione dei piani, che sono stati adottati solo dal 20 per cento del totale delle municipalità.

Anche le politiche territoriali segnano il passo sia a livello regionale sia a livello della pianificazione d'area vasta provinciale.

La complessità e la farraginosità delle norme hanno prodotto lentezza cronica e incertezze sui tempi di indirizzo come di attuazione. E’ indispensabile rinnovare la legislazione urbanistica regionale per rendere efficace la pianificazione e il governo delle trasformazioni territoriali.

Nell'ottica della sostenibilità, rafforzeremo gli strumenti di difesa dell'ambiente e del territorio, con particolare riferimento agli ambiti di valenza naturalistica, paesaggistica e ambientale. Rafforzeremo le disposizioni in materia di rigenerazione urbana e risparmio di suolo, al fine di dare ai Comuni un quadro di certezze sui contenuti e sugli obiettivi della pianificazione urbanistica.

Le nuove politiche di sviluppo del territorio, che dovranno vedere i Comuni principali attori protagonisti, dovranno essere ispirate ai due principi fondamentali, che saranno oggetto di meccanismi di premialità e penalità: il risparmio del suolo e la rigenerazione urbana sostenibile.

In particolare, definiremo un chiaro indirizzo la salvaguardia e la tutela del suolo agricolo, con criteri oggettivi per evitare ulteriori espansioni e puntare tendenzialmente all'azzeramento del consumo di suolo.

I trasporti della Calabria presentano numerose, gravi e diffuse criticità, in termini di infrastrutture e servizi. E’ urgente dotare la Regione di un sistema di trasporto efficace, efficiente, sostenibile sotto il profilo ambientale, in grado di offrire collegamenti adeguati, per le persone e per le merci, all'interno delle aree urbane, a scala regionale, sulle lunghe percorrenze, nazionali ed internazionali.

In questo contesto, consideriamo il trasporto ferroviario centrale nelle politiche di mobilità, con conseguente rafforzamento del tema prioritario dell'integrazione ferro-gomma. Questa prospettiva ripropone il tema dell'ammodernamento, del potenziamento e dell'adeguamento della viabilità; in particolare per ciò che riguarda proprio i nodi dell'integrazione ferro-gomma e gli interventi di rete.

Essenziale sarà una nuova legge regionale sui trasporti, organica e moderna, nella quale siano chiaramente definite le nuove regole per il governo del sistema dei trasporti. Parimenti, occorrerà adottare un nuovo Piano regionale dei trasporti, come progetto di sistema sul complesso di infrastrutture e servizi.

In linea generale, noi pensiamo che vadano messe in campo una serie di azioni di sistema per l'integrazione infrastrutturale e della mobilità, sia sul corridoio tirrenico, sia sul corridoio ionico, sia sui corridoi trasversali.

Da questo punto di vista, sin dal mio insediamento, mi sono impegnato in sede di Governo nazionale per l'accelerazione delle procedure riguardanti il completamento dei lavori di ammodernamento dell'A3 e della SS. 106, relativamente alle tratte già programmate dal Cipe. Analogo impegno sarà profuso, avviando un'interlocuzione con il governo nazionale in tema di potenziamento e qualificazione infrastrutturale della Calabria in ogni settore (stradale, ferroviario, aeroportuale, portuale), anche al fine di programmare al meglio le risorse della programmazione 2014/2020. Inoltre, occorrerà imprimere la massima accelerazione ai programmi di infrastrutturazione già in atto.

Lo sviluppo infrastrutturale si connette direttamente con lo sviluppo e la qualificazione dei servizi.

E’ mancata in Calabria una vera politica del trasporto pubblico locale, che presenta estese criticità, quali la mancanza di coordinamento tra ed all'interno delle diverse modalità, nonché tra i trasporti urbani ed extraurbani. In particolare, manca l'integrazione tariffaria dei servizi.

Lavoreremo seguendo uno schema preciso: integrare le diverse forme di intervento pubblico nell'ambito della mobilità delle persone, al fine di superare la frammentazione. La riorganizzazione delle gestioni, il monitoraggio della qualità dei servizi prestati, l'individuazione dei bacini di trasporto, la definizione dei programmi di esercizio, nonché la realizzazione delle gare per l'affidamento dei servizi stessi, costituiscono i capisaldi della nostra azione di governo.

Un ruolo importante, con il concorso delle risorse comunitarie, dovrà essere svolto dalla innovazione tecnologica, sia nelle nuove realizzazioni, sia nelle infrastrutture e nei servizi esistenti.

Prioritario è per noi l'obiettivo di migliorare i servizi ferroviari di lunga percorrenza, l'offerta per i pendolari e la domanda locale.

Il tema del trasporto pubblico locale è direttamente connesso con il tema delle politiche di sviluppo urbano, che rimane uno dei grandi nodi irrisolti del ritardato sviluppo della regione. Per certi versi, si può dire che il sottosviluppo urbano è uno dei componenti più importanti della complessiva arretratezza economica e sociale della Calabria.

Tutte le statistiche rese note da istituti e centri di ricerca ci restituiscono l'immagine di una regione che è perennemente in fondo alle classifiche sulla qualità della vita, in particolare nei contesti urbani.

Lo sviluppo di una strategia delle aree urbane in Calabria non può che passare attraverso la promozione di un piano strategico regionale di sviluppo urbano.

In coerenza con l'impostazione della programmazione 2014/2020, bisognerà operare per la specializzazione intelligente e la riqualificazione, anche al fine di applicare le nuove tecnologie alle reti energetiche e di illuminazione, alla comunicazione, ai sistemi di trasporto, alle strutture abitative, alle aree produttive e tecnologiche, allo sviluppo di progetti di agenda digitale.

L'azione del governo regionale si concentrerà sull'esigenza, fondamentale, di colmare il gap delle nostre città in termini di qualità della vita. Per questo, occorrerà mettere in campo un programma che impatti sulla qualità dei servizi e degli spazi pubblici, la qualità urbanistica ed edilizia, la domanda abitativa, i servizi primari essenziali, il trasporto pubblico, gli spazi per l'infanzia e la collettività, i servizi per l'istruzione.

Questi obiettivi saranno condivisi con i Comuni che, in quanto unici depositari delle competenze sulle politiche urbane, costituiscono i principali attori del cambiamento. Le risorse della programmazione 2014/2020 saranno, in questo quadro, orientate verso progetti finalizzati all'innalzamento della qualità della vita dei cittadini nei contesti urbani.

I grandi servizi del territorio: governo del ciclo dei rifiuti, gestione del servizio idrico, servizi di tutela ambientale. Tre grandi servizi per la collettività, tre banchi di prova della sostenibilità ambientale, ma anche tre settori di grande impatto economico potenziale.

In particolare, i rifiuti costituiscono la situazione più difficile e delicata. Dopo 16 anni di commissariamento, la Calabria si ritrova con centinaia di tonnellate al giorno di rifiuti spedite fuori regione a costi altissimi, centinaia – oltre mille e per la precisione 1.100 tonnellate conferite in discariche al limite della capacità - un'impiantistica regionale obsoleta e insufficiente, raccolta differenziata ai minimi valori.

Ma, al di là dei dati, le continue emergenze, che si susseguono nelle diverse aree del territorio regionale, sono la prova dell'insostenibilità dell'attuale modello di gestione dei rifiuti urbani in Calabria. Un sistema da riorganizzare e riformare radicalmente, trasformando un rischio qual è oggi in una grande opportunità, perché, com'è noto, i rifiuti possono diventare una risorsa.

Perché ciò sia possibile, bisogna chiudere definitivamente la stagione dell'emergenza; è' necessario cambiare pagina perché questa terra non sia più considerata un caso di cattiva gestione a livello europeo, ma diventi un modello di buone prassi nella raccolta differenziata per la qualità e la sicurezza degli impianti ed anche per l'avvio di quella filiera industriale del riuso e del riciclo capace di trasformare i rifiuti in risorsa.

Occorrerà lavorare in parallelo su un doppio fronte; da una parte, gestire efficacemente l'emergenza per uscirne nel più breve tempo possibile. Dall'altra, intervenire sui fattori e gli elementi strutturali che finora hanno impedito alla Calabria di essere una regione al passo con i tempi in materia di rifiuti.

Per questa ragione, definiremo il nuovo Piano regionale dei rifiuti, che sarà strutturato su uno schema preciso, rigorosamente coerente con l'ordine di priorità della normativa europea e nazionale: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero, smaltimento.

La prima cosa da fare è spingere molto sulla raccolta differenziata, con l'obiettivo di raggiungere, gradualmente ma rapidamente, gli standard europei e i livelli minimi richiesti.

Il secondo pilastro di questa strategia è l'adesione ai principi di autosufficienza e prossimità, come nelle migliori esperienze europee. Per perseguire questo obiettivo, occorrerà investire nell'impiantistica, per realizzare una rete integrata autosufficiente in ognuno degli ambiti territoriali che saranno identificati.

Da questo punto di vista, anche per gestire l'attuale fase emergenziale e prevenire possibili crisi improvvise causate dall'obsolescenza degli impianti, la Giunta regionale, nei giorni, scorsi, ha proposto nella legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio approvato dal Consiglio regionale la immediata utilizzazione di 56 milioni di euro per l'espletamento delle gare, bloccate da oltre due anni, per la manutenzione straordinaria degli impianti esistenti.

Nella prospettiva dell'intervento strutturale, invece, pensiamo di creare una rete impiantistica tecnologicamente avanzata e moderna, in grado di rivalorizzare il materiale della raccolta differenziata, a fini produttivi.

Per questo daremo vita ad una task force che consenta di guidare e governare il percorso necessario a realizzare un cronoprogramma teso alla realizzazione dell'obiettivo di superamento dell'emergenza e di costruzione di un sistema avanzato di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

La salute come priorità.

Oggi, la sanità in Calabria è al livello peggiore mai registrato, in termini di organizzazione, qualità dei servizi, offerta territoriale.

Il servizio sanitario regionale è del tutto inadeguato ad affrontare i bisogni di salute dei cittadini, ed altrettanto inadeguata è l'integrazione con i servizi sociali.

Una gestione burocratica e meramente ragionieristica del piano di rientro ha determinato in molti casi un indebolimento dei presidi e delle strutture sanitarie territoriali. L'assenza di un piano di riorganizzazione e di riqualificazione della rete ospedaliera ha determinato una condizione di grave criticità e sofferenza, che in molti casi si esprime in una situazione di vera e propria emergenza anche per la carenza di personale sanitario dovuta al blocco del turn over.

Ricostruire un sistema di welfare della salute in Calabria è un imperativo improrogabile, ma ancora più urgente è la necessità di porre mano ad interventi mirati ad uscire dall'emergenza e a garantire i livelli essenziali di assistenza.

Occorre ridisegnare tutto il sistema con un progetto organico, un nuovo piano sanitario regionale, partendo da un principio: la tutela e la cura della salute sono un diritto che va garantito a tutti.

E' necessario agire assumendo questi principi di base: la salute è ricchezza non una questione di costi, ma un investimento; la sostenibilità dei servizi nel tempo è centrale; il sistema dei servizi va riorganizzato secondo reti territoriali, integrate e coordinate; la prevenzione è strategica; la gestione delle informazioni sanitarie e dei dati medici e la trasparenza sono fondamentali.

Bisogna orientare il sistema verso il territorio, la differenziazione dei servizi, la domiciliarità e l'attenzione alla persona, coniugando qualità e sostenibilità finanziaria.

A nostro avviso, la riorganizzazione del sistema dovrà essere realizzata con una visione integrata, con chiari obiettivi e precise linee d'azione.

Sul fronte della salute, siamo davanti ad un quadro complesso di bisogni, in progressivo cambiamento e con un trend in aumento. La risposta può venire solo da un nuovo modello di tutela della salute, incentrato su una rete di cure primarie articolata sul territorio.

Oggi il sistema è frammentato e incompleto.

A causa dall'assenza di una rete di cure primarie a bassa intensità e di lungo periodo, oggi quasi tutte le aspettative di cura dei cittadini fanno riferimento alle strutture ospedaliere. Di fatto, oggi il pronto soccorso degli ospedali è, per gran parte dei cittadini, l'unica risposta possibile.

La rete ospedaliera va riorganizzata superando la logica dei tagli lineari, adottando una logica di sistema, potenziando i sistemi di controllo di gestione e monitoraggio della qualità delle cure, realizzando reti di specialità, sviluppando modelli assistenziali hub & spoke.

L'ospedale deve essere ricondotto alla sua vocazione di assistenza e cura dei malati acuti in un ambiente ad alta capacità, specializzazione, complessità tecnologica e organizzativa. L'ospedale va ripensato come snodo di una rete integrata di servizi.

Va realizzata la rete dei servizi territoriali di cure primarie incentrata sulla medicina di base, la medicina specialistica, la diagnostica, i servizi infermieristici, le strutture di riabilitazione.

Questo sistema a rete deve essere basato su una organizzazione per livelli integrati: la medicina di base, i servizi di diagnostica e terapeutica di base, le case della salute. Questi tre livelli d'azione sono decisivi: vanno, dall'inizio, concepiti come integrati e bisogna articolarli su tutto il territorio regionale con una precisa strategia.

Occorre potenziare la rete dell'assistenza a domicilio e nelle strutture residenziali e semiresidenziali. Va realizzato un programma permanente di prevenzione, basato su azioni di sistema, interventi formativi e di educazione e sulla medicina preventiva in età scolare.

Nel quadro della disponibilità di risorse della programmazione, bisognerà intervenire con un piano operativo per l'adeguamento o l'ammodernamento dei poli ospedalieri esistenti o la realizzazione di nuovi poli, secondo una scala di priorità scaturente da un'analisi dei fabbisogni di spazi, attrezzature e logistica.

In questo quadro grande attenzione bisognerà dare alla realizzazione dei nuovi ospedali programmati e finanziati da oltre sette anni e che ancora non hanno visto la luce. In questo modello è centrale il ridisegno dei percorsi di cura intorno alla persona, secondo la logica della presa in carico, dei percorsi di diagnosi integrati, della medicina d'iniziativa, dei modelli innovativi di interrelazione proattiva tra medico e paziente.

L'ottica della presa in carico globale è fondamentale.

Adottando questo modello organizzativo, nel caso delle malattie croniche o oncologiche, in particolare, la programmazione e la gestione della casistica con criteri personalizzati, possibili anche grazie all'utilizzo di tecnologie appropriate, può radicalmente ridurre le liste d'attesa, ottimizzare le prestazioni, annullare i doppioni, eliminare gli sprechi, programmare i servizi di cura secondo i protocolli. E’ il servizio sanitario che prende in carico la persona attraverso il distretto sanitario e le Case della Salute.

In questo modello, la prevenzione è fondamentale. Una buona politica per la prevenzione fa guadagnare in termini di qualità della vita, produttività e costi dei servizi sanitari. E' in sostanza un buon investimento.

Infine, la questione del debito sanitario.

Come noto, la Calabria è stata tra le regioni italiane ad aver sottoscritto il Piano di rientro, attuato poi, fino ad oggi, con la più volte discussa politica dei tagli lineari, che ha comportato gli effetti che conosciamo sul sistema e sulla qualità dei servizi. Il fardello del debito accumulato pesa e continuerà a pesare sulla sanità calabrese e sui cittadini/utenti dei servizi.

Le ragioni di questo debito sono complesse e profonde, ma possono essere sinteticamente ricondotte ad un sistema di programmazione sanitaria privo di coordinamento regionale, di strumenti contabili, di funzioni di controllo strategico, operativo e finanziario.

L'esigenza di rientrare dal debito ha però costituito, in questi anni, il pretesto per rinviare le scelte di riforma strutturale del sistema.

In questa fase finale di gestione del piano di rientro è necessario avviare riforme strutturali del sistema, privilegiando la trasparenza, il merito, e la valutazione dei risultati e premiare chi opera meglio.

Da tempo, la Regione ha disatteso il compito di pensare ed attuare efficaci politiche orientate al sociale e di affermare pienamente i diritti di cittadinanza.

Noi vogliamo cambiare radicalmente, perché siamo convinti che le politiche sociali siano politiche di sviluppo. Dobbiamo lottare contro le disuguaglianze, che non solo producono ingiustizia e iniquità, ma sono un grande freno allo sviluppo economico e al progresso sociale. Dobbiamo partire dal riconoscimento delle differenze culturali, religiose, di genere e di orientamento sessuale.

Innanzitutto va ripensato il sistema della protezione sociale, che va radicalmente riformato. Dovremo dar vita, per quanto compete alla Regione, a un nuovo modello di welfare, innovativo e partecipato, in cui la Regione dovrà assumere il ruolo e i compiti di coordinamento, programmazione, controllo e valutazione della qualità dei servizi erogati.

Dobbiamo saper guardare ai temi sociali in tutta la loro complessità e in tutta la loro articolazione, prendere in carico la povertà, la marginalità e l'esclusione sociale, le disabilità e i problemi delle famiglie.

La nostra è una delle regioni più povere d'Italia. Più di 200 mila famiglie calabresi sono ormai in condizioni di povertà relativa; l'88 per cento delle famiglie si è vista costretta a ridurre la spesa per alimenti contro il 68 per cento a livello nazionale e 104 mila sono i minori in povertà assoluta. Quasi il 70% dei bambini non ha letto un libro nell'ultimo anno né visitato un museo.

La gravità della situazione, peraltro in ulteriore peggioramento, è sotto gli occhi di tutti.

Si impone un vero e proprio piano di contrasto alle povertà, per attivare misure straordinarie, per avere una visione globale dei disagi, orientare le politiche sociali, definire forme di coordinamento con i Comuni, le associazioni e gli operatori sociali no-profit.

Considerando importanti le misure di sostegno al reddito delle famiglie, avvieremo immediatamente un dialogo con il Governo nazionale offrendo disponibilità ad investire anche parte del Fondo sociale.

Più strutture e più servizi; un radicale cambio di mentalità nell'approccio ai problemi: è quanto riteniamo indispensabile fare per la disabilità.

Per i nostri cittadini portatori di disabilità, ci impegneremo per affermare il diritto all'educazione, al lavoro, alla casa, alla mobilità, alla cultura e al tempo libero, nonché il diritto al gioco e allo sport.

La Regione che vogliamo costruire è una Regione amica delle famiglie, strutture basilari della nostra società, risorsa per la coesione e la formazione umana.

Vogliamo promuovere una comunità educativa dove la scuola, la famiglia ed i protagonisti del welfare locale mettano al centro i bisogni dei bambini e degli adolescenti.

Per gli anziani non autosufficienti, la famiglia come unica risposta ai bisogni di cura rappresenta una soluzione insostenibile nel lungo periodo. Occorre guardare per questo al potenziamento della rete delle strutture residenziali e semi-residenziali per lungodegenti, così come, utilizzando risorse comunitarie, alla qualificazione professionale degli assistenti familiari.

L'impegno sul sociale è volto a tutelare i diritti della persona.

Oggi, anche in Calabria, i diritti delle persone sono spesso minacciati o messi in discussione. Fenomeni come la violenza sessuale e di genere, l'omofobia, le diverse forme di nuova schiavitù e le discriminazioni si espandono e attecchiscono nella cultura e nel corpo vivo della società.

La nuova cultura della Regione deve ripartire dall'affermazione della centralità e della dignità di ogni essere umano, dalla lotta contro le disuguaglianze, dal riconoscimento delle differenze culturali, religiose, di genere e di orientamento sessuale.

La Regione Calabria riconosce la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. Per contrastare la violenza di genere, per promuovere attività di prevenzione e garantire adeguata accoglienza, protezione, solidarietà e sostegno alle vittime di maltrattamenti, istituiremo una rete regionale operativa tra tutti i soggetti coinvolti.

Rilanceremo, con gli opportuni correttivi, la Legge regionale 21 agosto 2007, numero 20 ("Disposizioni per la promozione e il sostegno dei Centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà").

Elaboreremo, con particolare attenzione, un progetto regionale d'intervento che preveda percorsi di emersione, inclusione sociale, lavorativa, sanitaria e abitativa delle donne che ne sono vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Allo stesso modo, definiremo e attueremo un piano regionale contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.

Voglio dirlo con estrema chiarezza: noi lavoreremo per affermare, in ogni sede, i principi di parità tra uomini e donne. Garantiremo un'azione positiva a sostegno delle pari opportunità e la cittadinanza di genere.

Per questo, integreremo la prospettiva di genere in tutte le fasi della preparazione e dell'esecuzione dei programmi, anche mediante il ricorso a strumenti nuovi come il bilancio di genere. Cosa che, tra l’altro, io ho fatto nella mia esperienza di Presidente della Provincia.

Questo principio sarà parte integrante di tutte le azioni e verrà, inoltre, sostenuto attraverso la previsione e realizzazione di iniziative specifiche mirate, ad esempio: alla promozione di iniziative che favoriscono le pari opportunità con particolare riferimento alla creazione di occupazione femminile, all'imprenditorialità femminile, in particolare giovanile; all'iniziativa femminile per la rigenerazione fisica, economica e sociale delle comunità sfavorite nelle aree urbane e rurali; alla conciliazione dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale; alla piena libertà di scelta su come partorire in Calabria.

Vogliamo occuparci dei più deboli. Le carceri, anche quelle calabresi, sono i luoghi in cui le contraddizioni sociali sono più visibili e più acute. Luoghi di sofferenza e, in alcuni casi, di abbandono. La Regione dovrà impegnarsi per superare le condizioni di emergenza, con politiche e interventi coordinati che promuovano un confronto anche con le direzioni degli istituti di pena e con la Magistratura di Sorveglianza, coinvolgendo i sindacati dei lavoratori penitenziari e le associazioni/organizzazioni del volontariato. In questo quadro, propongo di impegnarci anche per l'istituzione, presso il Consiglio regionale della Calabria, del Garante dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.

La Calabria è approdo di nuovi disperati in fuga da guerre e miserie, scampati alla traversata nel Mediterraneo a bordo di carrette di fortuna. Migliaia di stranieri, oggi, vivono e lavorano in Calabria in condizioni di disagio e di sofferenza.

I fenomeni migratori vanno governati in un'ottica di apertura, di integrazione e di inclusione sociale. In questa direzione la Regione dovrà svolgere un ruolo attivo di cooperazione con gli enti locali ed i poteri dello Stato.

Signor Presidente, signori consiglieri, ho ripreso alcuni temi tra i più importanti del programma che vi è stato allegato in cartella sia in forma cartacea che digitale.

Queste Dichiarazioni programmatiche hanno lo scopo di illustrare il senso e la ragion d'essere della nostra visione della Calabria, dell'orizzonte di cambiamento a cui vogliamo tendere attraverso l'azione di governo.

Per un'incisiva azione di governo non si può prescindere da una profonda opera di riforma e di riordino istituzionale.

La Regione, così come si è venuta determinando, costituisce – diciamolo chiaramente - un ostacolo alla crescita e allo sviluppo.

Troppa pesantezza burocratica e gestionale ne caratterizza la vita. Un sistema paludoso inficia la trasparenza e contribuisce ad alimentare distorsioni e discrezionalità. Lentezze e lungaggini nelle procedure finiscono per vanificare la realizzazione degli obiettivi e la stessa utilizzazione delle risorse.

Vale per tutti l'esempio delle risorse comunitarie la cui gestione presenta un bilancio assolutamente negativo che chiama in causa, in primo luogo, il modo di essere della Regione.

Istituzioni più efficaci e moderne, aperte al territorio

La Regione Calabria ha abdicato, da troppo tempo, alle proprie funzioni di legislazione e programmazione. Ha invaso gli spazi che la Costituzione assegna agli enti locali, finendo per occuparsi prevalentemente di gestione e amministrazione ordinaria.

Il sistema istituzionale calabrese, nel suo complesso, non è adeguato a rispondere alle esigenze di efficienza ed efficacia dell'azione pubblica.

Per questo, deve essere riformato, per rispondere efficacemente alle istanze di sviluppo dei territori, per mettere in atto una radicale riorganizzazione dei servizi primari: rifiuti, sanità, istruzione, mercato del lavoro, formazione, trasporti, depurazione, servizio idrico, per governare le politiche regionali difesa del suolo, politiche sociali, agricoltura, tutela ambientale, sostegno alle imprese, sviluppo locale, urbanistica, infrastrutture. Deve, inoltre, mettere in campo modelli efficienti di utilizzo delle risorse finanziarie e tecniche nel quadro della programmazione regionale, nazionale e comunitaria.

Per riformare le istituzioni calabresi, per prima cosa la Regione deve tornare a essere istituzione che legifera, orienta, regola, indirizza, programma, controlla, che produce legislazione, definisce standard di regolazione, monitora e valuta la qualità dei risultati.

La Regione deve essere alleggerita delle funzioni amministrative. E' necessario procedere alla realizzazione di un disegno di riordino istituzionale, oggi ancor più necessario e urgente alla luce del processo di riforma avviato dalla legislazione nazionale.

La discussione in atto sulle istituzioni di area vasta e sul destino delle Province pone, in modo stringente, il delicato problema dell'esercizio delle funzioni e della riorganizzazione dell'assetto istituzionale.

Il nostro principio basilare per le riforme è una Regione che gestisce meno e programma di più e meglio.

La Regione deve recuperare, nei diversi settori, una forte capacità di pianificazione strategica, devolvendo poteri e funzioni agli enti locali.

Vogliamo costruire una Regione che sappia assolvere bene ai propri compiti, che sia in grado di guidare i processi di cambiamento della società calabrese, che governi in un quadro chiaro di responsabilità e in costante cooperazione con gli enti locali, con il Governo nazionale, con il Parlamento e le Istituzioni europee.

L'obiettivo è una Regione proiettata sui territori, articolata nell'organizzazione, più diversificata nei suoi ruoli, meno accentrata nei servizi.

Alleggeriremo la burocrazia, semplificheremo le procedure, ridurremo i costi per avvicinare l'ente ai cittadini, alle imprese, agli amministratori locali.

Le prime misure di riordino della macchina regionale che abbiamo assunto con la macro-riorganizzazione dei Dipartimenti, vanno in questa direzione.

Favoriremo l'esercizio associato delle funzioni fondamentali tra i Comuni, razionalizzeremo competenze e servizi in capo agli enti sub regionali.

Guardiamo al territorio, al nostro territorio: la Calabria è una delle regioni italiane più varie e diversificate dal punto di vista territoriale, ambientale e culturale. Non è un vincolo, è una ricchezza ed una grande opportunità.

Il sistema istituzionale deve riflettere questa peculiarità. Deve garantire l'unità e la coesione esaltando le diversità e valorizzando le potenzialità e le vocazioni dei territori.

Per quanto riguarda i piccoli Comuni, in particolare montani, è necessario valorizzare le loro peculiarità attraverso forme nuove di esercizio associato delle competenze e dei servizi comunali, per assumere, in prospettiva, alcune funzioni operative di attuazione delle politiche regionali e migliorare la gestione delle risorse per lo sviluppo locale dei programmi regionali, nazionali ed europei.

La Regione, insieme a tutti i soggetti istituzionali coinvolti, dovrà svolgere un ruolo attivo al fine di aiutare il processo di realizzazione della dimensione metropolitana nell’area di Reggio Calabria.

Tutto questo in una nuova visione, unitaria e integrata, del territorio e del sistema urbano calabrese, in cui ogni città, area urbana e sistema territoriale deve conservare e rafforzare il proprio ruolo, esaltare le sue vocazioni, specializzare le sue funzioni, migliorare la qualità urbana, rinsaldare le proprie relazioni con l'area vasta, qualificare i servizi di rango elevato e le funzioni verso i sistemi economici e produttivi locali.

Noi raccogliamo la sfida del buon governo, a partire da una profonda revisione della spesa della Regione, del suo corpo burocratico, del comportamento amministrativo, delle regole di funzionamento degli uffici.

Vogliamo rivedere l'organizzazione della Regione, riducendo i centri di costo, accorpando le strutture e accorciando le catene di comando e responsabilità.

Metteremo in campo un'azione di governo efficiente, in grado di affrontare con forza i nodi irrisolti della programmazione e della regolazione dei servizi, ricostruire i procedimenti amministrativi, valorizzare e utilizzare al meglio il personale.

La Regione Calabria è troppo pesante, ingabbiata com'è in una struttura organizzativa con troppi centri decisionali – come dicevo prima - che generano inefficienze, sprechi, lentezza nei pagamenti, diseconomie, eccessivo carico burocratico, impedendo di orientare le risorse finanziarie e le competenze professionali in una logica di programmazione unitaria di materie, territori e settori produttivi.

La gestione lenta, inefficiente, burocratizzata e frammentata dei Fondi europei ne è la prova più evidente. Siamo consapevoli delle profonde difficoltà economico- finanziarie in cui versa oggi la Regione Calabria.

Senza un progetto credibile di risanamento della spesa pubblica, da mettere subito in campo, non sarà possibile recuperare ad obiettivi concreti e d'impatto quelle risorse aggiuntive - a partire dai Fondi europei - necessarie a investire per la crescita e lo sviluppo, a partire dai settori in maggiore sofferenza in questi anni: come le politiche sociali, le politiche giovanili, il diritto allo studio, l'accesso al credito, il sostegno all'impresa, i grandi servizi pubblici, la manutenzione del territorio.

La nostra azione sarà incentrata sulla qualità della spesa e sui tagli alle spese improduttive e agli sprechi.

Vogliamo migliorare i servizi per imprese e cittadini spendendo meno e meglio.

Metteremo in atto un piano di gestione del cambiamento nel comportamento amministrativo degli uffici regionali, che individui un nuovo modello coerente con il principio dell'amministrazione responsabile e orientata al risultato.

Metteremo in atto, come già abbiamo iniziato a fare, un'attenta riorganizzazione e nuove regole di governance per le società, gli enti, le fondazioni, i consorzi, che devono essere strumenti di servizi di qualità innovativi ed efficienti e non meri centri di spesa e di clientela.

Metteremo a punto e attiveremo nuovi sistemi di controllo gestionale e strategico.

In coerenza con l'evoluzione legislativa e con le disposizioni dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, daremo attuazione a un piano regionale anticorruzione.

Sarà definito un codice di comportamento, in tema di legalità e trasparenza, delle strutture regionali, da costruire con il coinvolgimento delle organizzazioni sociali. In questo quadro, sarà data attuazione al principio della rotazione degli incarichi del personale regionale.

Nell'era digitale la trasparenza deve essere totale. Oggi la Regione Calabria non è trasparente.

Non consente ai cittadini di vedere con chiarezza ciò che accade al suo interno, chi comanda, come vengono prese le decisioni, come viene utilizzato il denaro pubblico. Mancano o sono stati sviluppati in modo parziale e insufficiente gli strumenti di innovazione digitale per consentire ai cittadini di accedere liberamente e agevolmente a informazioni, dati, servizi attraverso la rete.

La mancanza di limpidezza e partecipazione attiva sono terreno fertile per il potere discrezionale, per l'uso smodato del libero arbitrio, che annullano o indeboliscono la garanzia dei diritti e degli interessi collettivi, aumentando il rischio quotidiano di abusi di potere, corruzione e illegalità.

Riteniamo opportuno procedere alla istituzione di un Osservatorio regionale sulla legalità, con riferimento ai reati di corruzione, violenza su donne e minori.

L'Osservatorio regionale sulla legalità dovrà avere compiti di monitoraggio, di analisi, nonché di impulso anche per l'attività di normazione primaria e secondaria, in relazione ad alcune tipologie di reato che destano particolare allarme sociale.

Gli appalti costituiscono un momento di scelta pubblica tra i più delicati ed esposti al rischio di fenomeni corruttivi e di infiltrazioni della criminalità organizzata.

Con la legge regionale numero 26 del 2007, anche la Calabria ha istituito la Stazione unica appaltante, allo scopo di assicurare la correttezza, la trasparenza e l'efficienza della gestione dei contratti pubblici e con l'incarico di svolgere l’attività di preparazione, indizione e aggiudicazione delle gare concernenti lavori e opere pubbliche, acquisizioni di beni e forniture di servizi sia per la stessa Regione sia per altri enti.

Questo disegno, che costituiva un'importante novità nella nostra regione, è stato in parte disatteso e certamente indebolito. La Stazione unica appaltante, infatti, sottodotata nel personale e negli strumenti tecnici ed organizzativi, ha dovuto limitare di molto il proprio raggio d'azione e le proprie attività, venendo meno, in molti casi, agli obiettivi di gestione e controllo degli appalti posti dalla legge.

Noi crediamo, invece, che la Stazione unica appaltante, adeguatamente rafforzata, può costituire uno strumento efficiente e trasparente per la gestione di una materia delicata e complessa come quella degli appalti.

Ovviamente, anche alla luce dell'evoluzione legislativa nazionale e comunitaria più recente, anche la legge istitutiva della Stazione unica appaltante va adeguata.

Per questi motivi, la Stazione unica appaltante dovrà essere dotata delle risorse necessarie per svolgere efficacemente i propri compiti e dovrà essere riorganizzata con l'obiettivo di aumentare l'efficienza, velocizzare le procedure, evitare ingorghi burocratici, fornire migliori servizi agli enti locali.

In Europa, la Calabria è tra le regioni più in ritardo di sviluppo. I Fondi europei dovrebbero servire, appunto, per aiutare i territori come il nostro a recuperare terreno e favorire la crescita e l'occupazione.

Invece, la Regione Calabria è tra le ultime nella spesa e nell'utilizzo efficace dei Fondi.

Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), in particolare, dal 2012 vede bloccati i pagamenti da parte della Commissione europea, perché il sistema dei controlli è valutato come insufficiente. Significa che la Calabria da più di tre anni non riceve un euro da Bruxelles.

Dal momento del mio insediamento alla Presidenza della Regione ho dovuto riscontrare che la situazione è pesantissima, paradossale, ingiustificabile.

Gli ultimi dati ufficiali, presentati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri lo scorso 4 novembre 2014, ci dicono che, a quella data, la Calabria era, dopo la Campania, l'ultima Regione d'Italia per la spesa sul Fondo europeo di sviluppo regionale, il più consistente tra i Fondi europei.

In Calabria il POR FESR era giunto ad appena 872,7 milioni di euro di spesa, corrispondente al 43,7 per cento del totale. Totale che, peraltro, a seguito del Piano di Azione e Coesione (PAC) del 2011, è stato ridotto di un miliardo rispetto alla dotazione iniziale. Senza questa riprogrammazione, la capacità effettiva di spesa sarebbe ancora peggiore in percentuale, riducendosi al 29,1 per cento.

Per quanto riguarda l'altro fondo strutturale, il Fondo sociale europeo (FSE), la situazione, sempre al 31 ottobre scorso, era anche peggiore in confronto alle altre Regioni, relegando la Calabria all'ultimo posto in Italia, con 505,3 milioni di euro spesi, pari al 63,1 per cento.

Per questa ragione, fin dal primo giorno dopo il mio insediamento, avvenuto il 9 dicembre, ho dovuto attivare un intervento di emergenza per scongiurare il rischio di perdere 305,6 milioni di euro sul FESR e 96 milioni di euro sul FSE. Ho imposto agli uffici una tabella di marcia forzata per rendicontare la spesa entro il 31 dicembre.

Alla fine, per fortuna, siamo riusciti a salvare, per il 2014, le risorse di entrambi i Fondi, soprattutto attraverso un massiccio ricorso ai noti strumenti di correzione dei dati di spesa consentiti dalle norme comunitarie, mediante la rendicontazione di progetti - oggi definiti "retrospettivi", ma meglio noti come "progetti sponda" - già realizzati da altri enti o da soggetti grandi erogatori di spesa infrastrutturale.

Ovviamente, il 2015, che coincide con l'anno di chiusura di entrambi i Programmi operativi - FESR e FSE - si presenta difficilissimo e carico di incertezze. L'eredità che ci lascia il passato governo regionale è drammatica.

Il risultato non è solo il disastro nella spesa, ma anche il fallimento degli obiettivi generali della Programmazione 2007/2013. Una circostanza che peserà per anni sulla Calabria e i calabresi.

Il sostegno dei fondi nazionali ed europei è fondamentale in una Regione come la nostra, gracile economicamente e debole dal punto di vista finanziario e amministrativo. Nella quale pesano ancora di più la restrizione dei trasferimenti dallo Stato per le politiche ordinarie, la riduzione delle capacità di investimento privato, i pesanti vincoli del patto di stabilità.

Ecco perché, di fronte all'aggravarsi delle condizioni economiche e sociali della Calabria, lo spreco, l'inefficienza, la cattiva gestione della Programmazione e, in particolare, dei Fondi Europei è un delitto.

Aldilà degli indicatori della spesa, sotto il profilo degli impatti e dei risultati il quadro è sconfortante: nessun effetto serio sull'economia si è generato in questi anni di gestione delle risorse comunitarie.

Le responsabilità in capo alla passata amministrazione regionale sono enormi e particolarmente gravi in relazione all'importanza della posta in gioco.

Per evitare la perdita definitiva delle risorse, nei prossimi mesi il POR FESR dovrebbe spendere 1 miliardo e 126 milioni di euro, cioè molto di più del totale dei sette anni precedenti.

In altre parole, per spendere tutte le risorse rimanenti, nei prossimi mesi e fino alla fine dell’anno, la spesa dovrebbe viaggiare ad una velocità dieci volte superiore a quella realizzata fino ad oggi.

Dal canto suo, il POR FSE dovrebbe spendere, negli stessi prossimi mesi, quasi 300 milioni di euro, cioè viaggiare ad una velocità quattro volte superiore a quella media dei sette anni passati.

Ci vorrebbe non solo un'eccezionale capacità di accelerazione della spesa da parte della Regione, ma anche una corrispondente e straordinaria capacità di risposta del sistema calabrese nel suo complesso (imprese, sistemi produttivi, enti locali).

Di fronte all'evidenza cruda di questi numeri, occorrerà decuplicare gli sforzi per salvare le risorse comunitarie, che sono essenziali e preziosissime per una regione come la Calabria.

Un impegno ed una responsabilità enormi, che grava sul governo e sulle istituzioni regionali.

Per cercare di salvare la situazione o, almeno, la parte che è oggettivamente ancora rimediabile, renderemo operativa, immediatamente, una strategia d'impatto sulla spesa, dando fondo a tutta la capacità tecnica e amministrativa, al senso di responsabilità e all'autorevolezza istituzionale che occorrono di fronte all'evidenza dei dati e all'urgenza di mettere in campo, nella misura massima e nei limiti del possibile, i necessari interventi di emergenza.

Definiremo nei prossimi giorni un'unità di crisi che, supportata da una task force con ruoli operativi, avrà il compito di definire rapidamente una road map per la spesa da completare entro fine 2015.

Occorrerà instaurare, da subito, un rapporto intenso e diretto con il Governo nazionale e la Commissione europea, per individuare azioni a supporto di una strategia operativa che faccia fronte a questa situazione, negoziando, se possibile, anche una proroga dei termini per la spesa e, soprattutto, un quadro di interventi di rapido avvio e rapido effetto per il riposizionamento della spesa.

Purtroppo, anche sul fronte della nuova programmazione 2014/2020, ho dovuto constatare un grave ritardo.

Su questo punto voglio essere ancora più esplicito.

Il ciclo della programmazione 2014/2020 in Calabria potrà concretamente aprirsi solo dopo l'approvazione del Programma operativo da parte della Commissione europea, che non avverrà prima di alcuni mesi.

La ragione è semplice e sta nel colpevole ritardo che il passato governo regionale ha accumulato per la preparazione del POR 2014/2020.

Quando mi sono insediato a Palazzo Alemanni, il POR giaceva negli uffici della Regione e l’invio a Bruxelles è potuto avvenire, su mia diretta iniziativa. Mi sono insediato il 10 e la lettera di trasmissione è avvenuta dopo tre giorni, giorno 13.

Di fronte a questa situazione e proprio nella prospettiva di attuare la programmazione 2014/2020 in modo radicalmente diverso dal passato, a noi tocca il compito di intervenire, con determinazione e rapidità, sui fattori strutturali che hanno impedito la spesa efficiente e l'uso efficace dei Fondi europei.

La programmazione deve dare risposte ai bisogni e ai problemi della società e dell'economia regionale. La gestione dei Programmi che è stata finora messa in atto ha favorito la frammentazione degli interventi, dando luogo ad una gestione non unitaria, non integrata, a compartimenti stagni, dei Fondi europei, disarticolata sia tra fondi - FSE, FESR, FEASR, fondi nazionali -, sia tra strutture gestionali, assessorati, società ed enti regionali.

Questa impostazione va radicalmente cambiata e semplificata, a favore di una gestione coordinata, flessibile e pragmatica.

Nell'uso dei Fondi europei, la macchina amministrativa della Regione va orientata ai risultati.

Occorre re-ingegnerizzare tutti i processi e la gestione, per sburocratizzare i procedimenti.

La costruzione di un'adeguata e diffusa capacità istituzionale nell'uso dei Fondi è decisiva. Anche per questa ragione, dobbiamo supportare i Comuni e gli enti locali e dare maggiore spazio, nelle scelte, al confronto con il territorio.

Una delle ragioni per cui la programmazione dei Fondi europei in regioni come la Calabria si impantana nell'inefficacia e nella lentezza è l'assenza o la debolezza dei quadri di riferimento costituiti dai piani territoriali e dai piani di settore.

Non è un caso che le Regioni italiane ed europee più avanzate sotto il profilo dell'organizzazione amministrativa e della pianificazione territoriale e settoriale sono anche quelle in cui i fondi nazionali ed europei sono spesi con più efficienza e velocità.

Questo gap va colmato e in fretta.

Moltissimi tra i settori vitali dell'economia regionale - trasporti, rifiuti, rischi ambientali, ecc. - non hanno come riferimento piani o programmi di settore validi o aggiornati e alcuni non li hanno mai avuti.

Per questo motivo, svilupperemo da subito, una specifica funzione finalizzata a verificare lo stato della pianificazione regionale, non solo in riferimento alle disposizioni e agli obblighi legislativi, ma soprattutto in relazione all'effettiva utilità o necessità di strumenti pianificatori di riferimento per la programmazione 2014/2020. Coinvolgeremo enti, istituzioni, università, parti sociali, cittadini, stakeholder, associazioni, al fine di dotare la Regione di un adeguato e moderno sistema di pianificazione.

Anche l'esistenza di un quadro legislativo regionale adeguato, pesa sull'efficacia nell'uso delle risorse comunitarie negli investimenti.

La Regione Calabria deve recuperare capacità e qualità legislativa.

Il nuovo Consiglio regionale dovrà ammodernare il corpo normativo nei settori più importanti e più sensibili della vita regionale, anche in ragione della revisione legislativa e costituzionale in corso sotto il profilo dell'assetto istituzionale dello stato, del riordino delle competenze tra i vari livelli dell'amministrazione pubblica, della regolazione delle nuove forme di governo locale e d'area vasta.

Modernizzare le norme più obsolete, valorizzare tutti gli spazi di competenza primaria, concentrare l'impegno sulle più importanti materie di potestà concorrente, dalla tutela della salute al governo del territorio.

Non si tratta però, di fare molte leggi. Bisogna produrre, invece, leggi efficaci e di qualità, anche attraverso un processo di semplificazione, riordino e razionalizzazione dell'impianto legislativo vigente.

Dobbiamo, dunque, riaprire il cantiere della democrazia regionale.

Una nuova Regione, per un nuovo regionalismo democratico

Una radicale riforma regionalista è, non solo una scelta fondamentale del nuovo governo regionale, ma è la condizione stessa per potere realizzare gli obiettivi.

Una riforma che dovrà essere perseguita contemporaneamente lungo tre direttrici: sul piano istituzionale, con una più esatta ridefinizione della funzione di produzione legislativa e coordinamento territoriale in un efficace rapporto con le autonomie locali, con la revisione delle procedure di spesa e nuove regole per gli enti strumentali. Sul piano amministrativo, attraverso la semplificazione delle strutture e dei centri di costo e l'accorciamento del lungo e burocratico iter delle decisioni e dell'esecuzione delle scelte. Sul piano dell'etica pubblica, con il ripristino del senso del dovere e del servizio, con la valorizzazione del merito e delle competenze, con un cambio sostanziale nei comportamenti di amministratori e dirigenti.

E’ anche in questo quadro che abbiamo avanzato riproponiamo qui oggi l’istituzione di una Commissione per la riforma dello Statuto che dovrà vedere la nostra Regione confrontarsi nel dibattito aperto sul regionalismo nel nostro Paese.

La Regione Calabria nel corso degli anni è diventata una struttura elefantiaca, nella quale il disordine e la confusione amministrativa sono diventati funzionali alle discrezionalità delle scelte, al mantenimento di privilegi, alla conservazione di strapotere di alti burocrati sempre in oscillazione tra la subalternità al potere e la difesa di autonomi spazi di potere.

Gli enti strumentali della Regione e le società partecipate non solo non esercitano una funzione operativa nell'attuazione delle politiche regionali; ma spesso sono occasioni di pessime gestione ed in alcuni casi vere e proprie infezioni del sistema.

Le intelligenze e le competenze della gran parte dei dipendenti sono state mortificate ed emarginate.

La stesse procedure legislative ed amministrative sono state snaturate: i rispettivi campi della produzione legislativa e del governo amministrativo si sono confusi determinando ingerenze e conflittualità.

Non è una situazione sostenibile. Saranno necessari cambiamenti strutturali nell'organizzazione istituzionale; ma sarà altrettanto importante cambiare comportamenti e modi di essere dei rappresentanti della Regione, a partire da me, da noi, dai componenti della Giunta fino ai singoli consiglieri, ai dirigenti, ai dipendenti.

C'è bisogno di rigore nei comportamenti, di sobrietà nell'esercizio della funzione, dell'eliminazione di ogni forma di ostentazione del proprio potere al fine di esaltare la funzione di servizio della politica e dell'Amministrazione.

Questo cambiamento in Calabria è necessario e non più rinviabile.

Una recente indagine di Demoskopica ha descritto una situazione allarmante sul rapporto tra i calabresi, la politica e le istituzioni. Il 94,7 per cento dei calabresi non ha fiducia nei partiti; il 92,6 per cento non ha fiducia nella Regione, l'84,9 per cento non ha fiducia nel Comune.

E' nostro dovere ricostruire un rapporto di fiducia con il popolo calabrese; una comunità dove 7 cittadini su 10 hanno paura del futuro; 6 cittadini temono di non potere mantenere la famiglia, 4 cittadini hanno paura di ammalarsi e dove 3 cittadini temono di restare vittima di un evento criminale.

La lotta alla criminalità è un caposaldo dell'iniziativa della nuova Giunta regionale. Non solo per una ragione di fondo che riguarda il grado di civiltà di un popolo e il livello di efficienza della democrazia; ma anche perché è ormai dimostrato che la presenza della mafia è un ostacolo anche allo sviluppo economico.

Prima di concludere consentimi di rivolgere un augurio di buon lavoro a tutti voi colleghi consiglieri.

Quando ho scelto di candidarmi alla Presidenza della Regione Calabria ero pienamente consapevole di una situazione difficile, di una sfida quasi impossibile. Ma la mia esperienza politica ed il senso del dovere mi hanno spinto a tentare questa sfida sapendo di poterla fare a viso aperto, guardando ai cinque anni di governo regionale senza l'assillo del dopo.

Il mio unico interesse nei prossimi cinque anni è la Calabria.

So di avere bisogno di una collaborazione ampia. Sarà mia cura ricercarla. Il nostro compito è quello di promuovere una nuova classe dirigente, a tutti i livelli della vita regionale.

I calabresi, da sempre, sono un popolo che ha subito tragedie, ha attraversato difficoltà, ha vissuto catastrofi e patito sofferenze. Ma sempre è riuscito a risorgere.

Sono certo che, ancora una volta, con l'aiuto di tutti, ce la faremo a ridare speranza e futuro alle calabresi e ai calabresi.

(Applausi)

PRESIDENTE

Grazie al presidente Oliverio per l’articolata e completa relazione sul Programma di governo 2015-2020.

Dichiaro aperto il dibattito. Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, abbiamo ascoltato la lunghissima relazione del presidente Oliverio, in contrasto, a mio avviso, con quanto precedentemente annunciato in un’altra seduta, dove si diceva che per giustificare i ritardi con cui si presentavano le dichiarazioni programmatiche, le stesse sarebbero state esaustive, complete, ma soprattutto accompagnate da un cronoprogramma.

Egli stesso disse che non avrebbe fatto il solito libro dei sogni, ma bensì una cosa concreta dove avrebbe indicato tutti gli elementi per l’attuazione delle dichiarazioni programmatiche. Oggi abbiamo ascoltato la relazione e la prima cosa che abbiamo constatato è stata innanzitutto la mancanza del cronoprogramma.

Colleghi consiglieri, il suo intervento, presidente Oliverio, avviene dopo tre mesi dal voto: abbiamo votato il 23 novembre e oggi è il 9 febbraio, sono passati quasi 100 giorni.

Oggi le voglio dire quello che solitamente si fa nei primi 100 giorni di legislatura; ormai le grandi leadership politiche, dalla Presidenza del Consiglio, ai governatori, ai ministri, ai sindaci, fanno già una sintesi dei primi 100 giorni, e non ci venga a dire, presidente Oliverio, che si è insediato ad una certa data, perché non sono 100 giorni, ma sono 90, sono 80 o, addirittura, sono 30 perché noi sappiamo che, ancor prima che si svolgessero le elezioni, era talmente convinto che sarebbe stato il governatore, che aveva già lavorato su come risolvere i problemi.

Dalla data delle elezioni alla data della proclamazione, non si sa dove abbia incontrato i direttori generali, o quante persone ha ricevuto a palazzo Alemanno ma, comunque, è positivo il fatto che nei vari luoghi lei abbia potuto prendere cognizione esatta dei problemi, ma non si può dire che lei abbia cominciato a lavorare da subito.

Oggi prendiamo atto che, per la prima volta nella storia del regionalismo italiano, lei abbia completamente disatteso i tempi canonici, a partire dalla convocazione della prima seduta di Consiglio regionale, il cui rinvio, con le relative motivazioni, ha solo fatto ridere, non solo i calabresi ma l’intera nazione; a seguire con la convocazione della seconda seduta. Tra l’altro non si è mai visto che l’insediamento delle Commissioni permanenti e speciali, che sono il pulsante dell’attività legislativa, ed oggi all’ordine del giorno, restasse immobilizzato per oltre tre mesi! Quando mai! E non sappiamo, ancora non abbiamo la certezza se oggi voteremo le Commissioni.

Quando mai, inoltre, una Regione dopo tre mesi dal voto non ha una Giunta completa, operativa ed efficiente! E lei, caro Presidente, molto abilmente ha voluto dribblare: non ha parlato della Giunta, e questo ci ha meravigliato molto, il fatto che non abbia fatto riferimento alla sua Giunta, ai ritardi con cui è nata, al fatto per cui oggi abbiamo una Giunta incompleta. Non ha parlato, parlerò io dopo delle vicende tragiche di una Giunta nata male e col marchio forse di un’infamia.

E ancora, non si è mai visto che una Regione, a tre mesi dal voto, non abbia una Giunta completa, operativa ed efficiente!

Al momento l’unica cosa rilevata e censurata sono le scadenze violate: per esempio – lo dico con grande rispetto soprattutto nei confronti dei burocrati della Regione – l’unico dato che è stato rilevato era un fatto formale relativo alla mia adesione al gruppo  e del collega Orsomarso e cioè se la norma fosse o non fosse perentoria.

Ringrazio l’Ufficio di Presidenza che oggi formalmente ci ha collocato nel gruppo di Forza Italia, ma devo anche sottolineare che questa fiscalità non è stata osservata nei confronti delle continue violazioni dello Statuto e dei Regolamenti che il presidente Oliverio ha operato per ragioni a noi sconosciute, ma sicuramente che non hanno offerto una buona immagine del nostro ente, su cui l’emergenza incombe; il presidente Oliverio ha violato una serie di norme statutarie che oggi, invece, avrebbero dovuto essere rispettate.

Tutto questo, purtroppo, è accaduto e, se il buongiorno si vede dal mattino - in questo caso dal tardo mattino - direi che per questo non c’è da aspettarsi nulla di buono. Tutto questo non depone bene, signor Presidente, non aiuta la Calabria, non aiuta la politica e acuisce la sfiducia dei calabresi nelle istituzioni.

Lei ha fatto un richiamo alla grande sintonia che c’era tra lei e il premier Renzi, lo abbiamo sentito poco fa. Le ricordo dei tempi record del premier Renzi, che ha chiuso la partita per l’elezione del Presidente della Repubblica recentemente, ne ha parlato pure lei: dopo pochi giorni dall’elezione, è andato a fare il solenne discorso al Parlamento e al Paese con un intervento di spessore, in cui si riconosce finalmente l’esistenza del Mezzogiorno.

Ora, mi potrebbe dire: “Ognuno ha i propri tempi”. Certo, lei non può essere e avere la dinamicità del presidente Renzi oppure che il presidente Oliverio va piano, ma produce molto, come aveva preannunciato, infatti aveva detto: “La Giunta” – ricordate tutti in quest’Aula – “è meglio farla dopo, ma farla bene”. Poi torneremo ancora una volta sulla Giunta. Magari fosse così! Il presidente Oliverio va lento, lentissimo, produce quasi nulla per la Calabria e molto del poco che fa è un disastro politico, giuridico, amministrativo, è un disastro da ogni punto di vista; l’inciucio iniziale con l’Ncd, che ha destabilizzato l’equilibrio maggioranza-opposizione nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, un atteggiamento che, se fosse stato fatto dal centro-destra, avrebbe fatto gridare allo scandalo; una incursione della maggioranza sugli equilibri della minoranza. Il presidente Oliverio e il ristretto cerchio di comando che lo attornia hanno impedito alla forza di opposizione più rilevante, quella di Forza Italia che rappresentiamo, di essere presente nell’organo di governo dell’Assemblea.

Una bella prova di democrazia, caro presidente Oliverio!

Il ruolo unico per la Regione, introdotto senza una strategia economica e violando lo Statuto, l’autonomia funzionale dell’Assemblea, come asseriscono anche tutte le sigle sindacali, l’introduzione del consigliere delegato in violazione della divisione dei poteri legislativo ed esecutivo, con il chiaro intento di sterilizzare la funzione del controllo del Consiglio regionale; la rimozione di ogni vincolo nella scelta degli assessori esterni per potenziare la figura del Presidente a scapito della rappresentatività politica dei consiglieri regionali che – occorre ricordarlo – sono anche loro eletti direttamente come il Presidente della Giunta; la proposta di istituire una Commissione di esperti del Presidente della Regione per fare le famose riforme istituzionali, quasi che la Calabria non fosse la regione più povera del Paese – dal 2008 ha perso 100 mila posti di lavoro – e non avesse come problema prioritario il lavoro e lo sviluppo, ma la riscrittura delle norme statutarie che – come si è capito bene – debbono ridurre la funzione di controllo dell’Assemblea, di questa Assemblea, e consentire al Presidente di diventare un governatore, perché possa fare quel che vuole, cioè un uomo solo al comando.

Sul punto però le ricordo, caro Presidente, che una nuova Commissione non serve, il Consiglio ha già sei Commissioni; nei prossimi giorni daremo formalmente i ruoli e l’attuazione, che sono più che sufficienti, e se davvero c’é l’urgenza di fare riforme istituzionali, non tocca agli esperti di sua fiducia farle, non glielo consentiremo, perché su impegni del genere hanno titolarità i consiglieri regionali tutti, di maggioranza e di opposizione.

La revoca dei direttori generali, in palese contrasto con la normativa vigente, la legge Brunetta, ci pone di fronte ad un vero e proprio giallo. Io mi sarei aspettato dal collega Orlandino, che di solito è il portavoce della maggioranza, una replica alla mia interrogazione che dipinge il drammatico scenario di qualche giorno fa.

Allora, vorrei fare una domanda: da sabato 7 gennaio, collega Orlandino, è efficace o no la revoca – poi dico perché o no – dei direttori generali dei dipartimenti? E visto che non si ha notizia della deliberazione per la nomina dei nuovi direttori generali, sarebbe interessante sapere da lei stamattina, caro Presidente, o da qualche esponente della maggioranza, chi è il direttore generale del personale, chi siano in questo momento in cui siamo qua e dibattiamo, il direttore generale dell’urbanistica, il direttore generale della Presidenza della Regione, il direttore generale del dipartimento fondi comunitari, del dipartimento delle attività economiche, il dirigente generale del dipartimento dell’ambiente, il dirigente generale dell’agricoltura, dei trasporti, del turismo, della cultura, della Sua, dell’Audit, dell’Avvocatura. Mi limito soltanto a questi perché so che sono oltre.

Io ho contestato con incontrovertibili argomenti di diritto le osservazioni da me formalizzate con un’interrogazione e, non avendo la Giunta regionale annullato la revoca dei direttori generali, è più che lecito dedurre che da ieri la Regione è acefala. Stamattina in tutti i dipartimenti i dipendenti litigavano tra di loro per sapere quale sia il criterio e chi oggi, in caso di emergenza, avrebbe dovuto assumere un atto; e chi diceva “oggi lo può fare il più alto in carica” e poi davanti a tanti con più alti in carica, tutti diceva “sì, ma io sono stato assunto prima, ma io nel concorso l’ho fatto prima”.

Tutti stanno litigando nei vari dipartimenti per sapere chi deve comandare una Regione ad oggi acefala, quindi una Regione che, dal punto di vista amministrativo, è paralizzata, con tutte le conseguenze che un vuoto del genere implica. Il che, tra l’altro, non solo rivela il brutto pasticciaccio in cui una politica approssimativa ha cacciato la Regione, ma soprattutto lascia intuire a chiunque i rischi che si stanno facendo correre alla Calabria i danni economici che si profilano per l’ente Regione.

Altro che economia di 2 milioni di euro! Qua avremo danni per milioni e milioni di euro! L’ostinarsi nel braccio di ferro del governo per farsi assegnare l’incarico di commissario della sanità, con la conclusione che ad oggi non c’è ancora un commissario, non ci sono i direttori generali, la sanità è afflitta, è affidata a dirigenti facenti funzioni, privi di ogni personalità.

Ma c’è di più, amici miei: in questo momento – non so perché solo a me, mi auguro che l’abbiano notificato anche a voi – mi è stata consegnata una delibera con cui mi si comunica l’approvazione di una macrostruttura; udite udite, per poi leggere all’interno che, per effetto di questa riforma ovvero con l’approvazione della nuova macrostruttura, alla luce della presente riorganizzazione della macrostruttura della Giunta regionale, si dà atto che i dirigenti generali, nonché i direttori titolari dell’U.A., U.D.P., cessano con effetto immediato dai relativi incarichi, soppressi come peraltro previsto dai rispettivi contratti individuali di lavoro; rinviando a successivi atti, di revocare ogni precedente atto deliberativo in contrasto col presente provvedimento.

Ora, assessore al personale, presidente Oliverio, lei mi deve dire se questa delibera revoca la delibera numero 1. Lei ride, assessore al personale, ma c’è poco da ridere! C’è da essere molto preoccupati per quello che sta avvenendo, per la confusione verso cui sta andando la Giunta.

Questa delibera revoca anche la numero 1 o, con due atti successivi, quella del 27 dicembre e questa del 5 febbraio, revochiamo con tutte e due con riferimenti diversi i direttori generali?

Abbiamo osservato che i direttori generali non si possono revocare a norma della legge numero 1 del 27 gennaio 2015, la delibera della legge regionale numero 31 del 2002, perché nel frattempo, a seguito di una sentenza della Corte costituzionale – e noi per molto meno siamo stati chiamati dal magistrato, non ha capito subito, siamo stati processati per questo, colleghi consiglieri, siamo stati assolti perché il fatto non sussiste – quello che io rilevo in questi primi atti della Giunta sono cose allucinanti, gli abusi già sembrano essere consumati, perché già i direttori generali, in base ad una legge che non esiste più, sono stati mandati a casa ed oggi con un’altra delibera si dice che questi dirigenti sono stati mandati a casa perché, invece, c’è la riforma di una macrostruttura.

Allora continuo, spero che questa vicenda sia chiarita nel modo migliore e senza danni per l’amministrazione.

Poiché, quindi, la sanità – come dicevo – è a pezzi.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, le ricordo che ha abbondantemente utilizzato il tempo a sua dsposizione.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Chiedo scusa, se mi dà qualche minuto in più, anche perché la relazione del Presidente è stata assolutamente…

PRESIDENTE

Per la relazione del Presidente non c’è un limite temporale.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Vado velocissimo verso la fine.

PRESIDENTE

Velocissimo perché è già oltre, quindi concluda.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Vado velocissimo sui tempi lenti del presidente Oliverio che segnano questa decima legislatura perché la causa non è individuabile solo negli errori compiuti; in realtà questo governo regionale va lento e non ha una strategia per mettere mano ai problemi dei calabresi, per organizzare la Regione, per dotarsi di un piano di sviluppo, non ha un’idea di Calabria, per come è nato, viste le elezioni, speculando sugli errori commessi da noi, che abbiamo governato nella scorsa legislatura.

Le darò, Presidente, una cartella contenente non quello che non abbiamo fatto e che lei ha sempre richiamato, ma quello che abbiamo fatto, le regalerò questa cartella, gliela manderò col commesso, così si renderà conto. Anche il Progetto Giovani, che lei ha recentemente strumentalizzato, è una iniziativa del governo Scopelliti, tanto criticato. Questa maggioranza ha unito forze eterogenee, si è basata sulle divisioni del centro-destra, ha illuso i calabresi con proclami e promesse che, una dopo l’altra, stanno palesemente disattendendo.

Il punto è che il governo della Regione Calabria, l’opposizione, tutte cose che chi governa oggi ha dimostrato… ma ritardi accumulati, anche l’assenza di economia politica del presidente Oliverio e del Pd calabrese. Devono chiedere continuamente a Roma, al partito, finanche abbiamo dovuto aspettare per avere finalmente, fino a stamattina, il Presidente della Regione.

Ho voluto esplicitare i punti critici. Sono del parere che oggi alla Calabria servirebbe, invece, unità di intenti.

Abbiamo anche soprasseduto molto sulla questione della Giunta e non posso non rilevare tutto quello che è accaduto: il presidente Oliverio ci aveva convinti che la Lanzetta fosse stata richiesta direttamente al presidente Renzi, invece appena ha avuto la possibilità di entrare in Giunta, per fare una cortesia e liberare un posto a Roma, dove il suo contributo era forse ormai inutile, quindi poteva venire in Calabria, fare una cortesia a Renzi, altro che richiesto dal presidente Oliverio!

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, concluda, perché è già oltre i termini, ha sforato abbondantemente.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

In realtà, in questo governo regionale, che ha visto nascere la nuova Giunta – mi faccia esprimere solo questo concetto e poi ho finito – ha un grosso vulnus il ministro Lanzetta.

Conosco bene l’assessore De Gaetano, sfiduciato dal governo Renzi e dalla signora Lanzetta.

Non metto in discussione l’integrità dell’assessore De Gaetano, ma purtroppo – lei ha evitato di toccare questo tasto – oggi, caro Presidente, ha lasciato un grosso vulnus in questa Giunta che, non solo è stata fatta in ritardo ed è incompleta, ma porta anche il marchio indelebile di una delegittimazione nella lotta al contrasto della criminalità.

Fino a quando lei non affronterà, perché due sono le cose, o difende apertamente le posizioni del collega De Gaetano oppure si dissocia, o l’una o l’altra cosa, e ancora no ha fatto né l’una né l’altra. Quindi, alla fine, il punto è che, per governare questa Regione del Mezzogiorno, occorrono idee, programmi ed anche rispetto per le prerogative delle opposizioni, tutte cose che chi governa oggi ha dimostrato di non possedere. Ma dietro i ritardi accumulati si ravvisa anche l’esigenza di un’autonomia politica. Persino nella designazione.

Ho voluto soltanto ricordare che davanti a noi abbiamo uno scenario economico e sociale tragico, appesantito dalla cancellazione del Mezzogiorno, così come ha enunciato il presidente Oliverio.

Vado alla fine: chi ci ha preceduto ha sbagliato, questo lo stucchevole ritornello che troviamo di frequente nella sua relazione e che abbiamo letto anche nella relazione di oggi, dimenticando però che i guai calabresi sono il risultato di un regionalismo ultra quarantennale, del governo di centro-sinistra al quale anche lei non è estraneo. Chi ci ha preceduto ha sbagliato, sarà pur vero.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tallini.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Ho finito davvero, Presidente; se mi consente, ho finito davvero.

PRESIDENTE

Guardi che le ho dato molto più tempo

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Lo so.

PRESIDENTE

Adesso deve chiudere veramente, altrimenti le tolgo la parola.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Quindi anche in questo continueremo a vigilare sul suo operato e ad organizzare le nostre proposte sotto il profilo legislativo. Una volta messe a lavoro le Commissioni – i calabresi hanno assegnato l’onere di controllo politico partendo dall’opposizione di cui noi di Forza Italia siamo capaci - è necessario senza dubbio guardare a quanto accade giorno dopo giorno, ma soprattutto pensare agli impegni futuri, che dovremo saper affrontare sulla base di una proposta politica che va ricostituita su basi affidabili, ed il nostro rapporto con i calabresi.

Noi siamo qua rispetto alle questioni e, se dovessimo giudicarla, caro Presidente, rispetto a quella che è stata la nostra esperienza di questi primi tre mesi, dovremmo sicuramente ultra bocciare il suo operato. Valuteremo se, rispetto alle promesse contenute nel libro dei sogni, ci sarà da parte nostra una indulgenza che potrebbe orientarsi verso un’eventuale astensione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Nel prendere la parola dopo l’intervento del consigliere Tallini, ho un sentimento contrapposto che mi spinge a fare alcune valutazioni. Contrapposto perché da un lato, entusiasmato dall’ intervento di grande spessore politico e amministrativo fatto dal presidente Oliverio, vorrei mantenere l’attenzione su quello che è il punto all’ordine del giorno, ossia l’approvazione del programma di governo, dall’altro però vorrei tentare di dare una risposta a un intervento, devo dire sterile, inefficace, basso, bassissimo nei contenuti, con livelli che rasentano lo squallore politico.

Pensavo, ascoltando l’intervento del presidente Oliverio, a quale Calabria dobbiamo e vogliamo disegnare; pensavo ai temi che il presidente Oliverio ha toccato e soprattutto a quel monito che ha fatto alla Regione, a noi consiglieri, parlando di dignità, di libertà, di Mezzogiorno e di orgoglio di appartenenza, parlando della Calabria e non delle Calabrie, parlando di quella identità che restituisce a chi come me - meridionalista convinto, appassionato del culto della politica e della filosofia politica, pur avendo affrontato gli studi tecnici - sente in quest’Aula un grande senso di responsabilità impresso sulla pelle, ripensando a Zaleuco da Locri, uno dei più grandi legislatori del mondo occidentale. Oggi in quest’Aula avrei preferito dibattere non tanto dell’elencazione delle cose da fare e di quello che è il programma di governo, ma soprattutto dello spirito di questo programma, della capacità di diventare calabresi e di registrare tutti un comune sentire che deve appartenere a tutta l’Assise consiliare.

Beh, mi sembra strano – devo dire – rispetto al punto all’ordine del giorno, che le argomentazioni addotte dal consigliere Tallini siano scadute in rivendicazione o difesa di posizionamenti politici che hanno visto protagonista, certamente non nell’esaltazione del ruolo, la passata amministrazione. Consigliere Tallini, mi sarei aspettato, da chi come lei è navigato nella politica, che oggi, a nome di una forza politica importante, avesse lanciato il guanto nell’arena e avesse detto: “Caro presidente Oliverio, siamo qui a votare il suo documento programmatico, siamo qui a dire che vogliamo verificare nella sfida di cinque anni se lei, la sua Giunta e il suo gruppo sarete capaci di appropriarvi di un ruolo che è della Calabria e dei calabresi”. Questo avrei fatto, consigliere Tallini, non sarei stato qui a rivendicare un ruolo, ma a rivendicare quell’etica della responsabilità di cui il presidente Oliverio ha parlato, che è l’etica della responsabilità di chi, come noi, ha avuto il consenso e l’assenso dei cittadini per sedere in questa Assise.

Guardate, ci sono sedute consiliari importanti dal punto di vista amministrativo, come quelle in cui si approva il documento di programmazione economica e finanziaria, sedute consiliari che indubbiamente dal punto di vista delle tematiche sono importanti; ma ci sono sedute consiliari storiche, e questa, colleghi, è una seduta storica, perché in questa Assise si decide quello che dovrà essere il futuro della Calabria per cinque anni e soprattutto, caro presidente Oliverio, a consuntivo noi dovremmo avere le carte in regola per ripresentarci, perché qua non si tratta solo di lei o della sua figura, ma c’è una squadra che insieme a lei vuole cambiare la Calabria e vuole la sfida del cambiamento, una squadra che insieme a lei vuole costruire la Calabria all’insegna della valorizzazione della nostra storia e della nostra identità, ma soprattutto all’insegna dell’autonomia.

Il consigliere Tallini utilizzerà sicuramente, nella fase successiva, l’intervento per dichiarazione di voto per scadere anche nei miei confronti con accuse che certamente rimando già da ora al mittente sic et simpliciter. Il presidente Oliverio, negli anni in cui è stato Presidente della Provincia di Cosenza, ha avuto il grande merito di rivendicare autonomia di gestione e di funzione dell’ente provinciale fuori dagli schemi dei partiti; quello che è mancato, consigliere Tallini, è un mea culpa, oggi, da chi occupa sedi istituzionali; quello che è mancato alle passate gestioni amministrative regionali è stata l’autonomia dai poteri centrali. Oggi il presidente Oliverio rivendica un’autonomia della Regione, rivendica un’autonomia nelle scelte; oggi diciamo e vogliamo che alcune battaglie siano le battaglie della Regione, le battaglie per l’annullamento e l’azzeramento della precarietà in questa terra martoriata e offesa, per l’alta velocità che deve essere oggi un fiore all’occhiello e per quello che dovrà significare il passaggio alle nuove tecnologie, al cablaggio di una Regione che deve puntare certamente a diventare terra di produzione e non solo e non già terra di consumo.

Sono queste le sfide che oggi lanciamo sul campo, sono queste le proposte concrete e reali, altro che libro dei sogni! Quale, ma quale intervento più pragmatico avete sentito in quest’Aula? Quale intervento più realista avete sentito in quest’Aula, rispetto al voler dire e a fare una fotografia, forse troppo vera, di questa realtà e di questa Calabria?

E’ vero o no che la Calabria ha un reddito medio pro capite di 16 mila euro? E’ vero o no che la Calabria ha il 65 per cento di disoccupati giovanili? E’ vero o no che questa è la terra dell’emigrazione? E’ vero o no che c’è una classe politica che ha abdicato negli anni a questo ruolo?

Caro Presidente – e non voglio dilungarmi rispetto alle cose che lei già brillantemente ha detto – lei può contare su una classe politica che, petto all’infuori, ma con la grande capacità e l’amore verso questa terra, è capace di disegnare strategie di sviluppo importanti per il futuro di questa terra e dei nostri figli.

Allora non più una questione meridionale, non più la questione meridionale di quando il senatore Bellia parlava in Senato ed utilizzò questi termini. Oggi, caro Presidente – e lei lo ha detto e lo ha ribadito – vi è la necessità di dire che la questione meridionale è finita, ma c’è una soluzione al problema nazionale e questa soluzione si chiama Meridione, la soluzione al problema nazionale si chiama Calabria, si chiama storia, cultura, tradizione di una terra che negli anni ha costruito la storia e che, addirittura, ha dato il nome all’Italia.

Grazie, continuiamo così, la Calabria ci ringrazierà fra cinque anni e tutti potremo dire che il nostro lavoro ha migliorato le condizioni della Calabria e avremo le condizioni e le carte in regola per ripresentarci e continuare in questa marcia del rinnovamento e del cambiamento.

PRESIDENTE

Richiamo di nuovo il pubblico a un atteggiamento di assoluta neutralità nell’Aula.

(Interruzione)

No, questo non glielo consento, non è così. Ringrazio anche il consigliere Orlandino Greco per aver contenuto il suo intervento nei termini previsti e concedo la parola al consigliere Mangialavori che ha chiesto di intervenire.

MANGIALAVORI Giuseppe Tommaso Vincenzo (Casa delle libertà)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori consiglieri, mentre nel mondo si susseguono eventi molto, molto preoccupanti - come gli attacchi del terrorismo islamico che mettono in forte agitazione l’Occidente - l’Europa fatica ad uscire dal tunnel di una crisi economica che pesa enormemente sulla nostra vita, mi sembrano davvero fuori contesto tutti i ragionamenti, i rinvii, le autoreferenziali affermazioni di una maggioranza politica che, a tre mesi dal voto, ancora non ha dato alla Calabria un governo stabile.

Al di là di ciò che pensiamo di eventi di difficoltà della politica in Calabria, personalmente ritengo che trasmettere ai cittadini messaggi di normalità ed efficienza che ad oggi non ci sono, oltre ad essere politicamente sbagliato, è anche moralmente ingiusto. Non è giusto soprattutto nei confronti dei nostri giovani, di noi giovani, degli uomini e delle donne della Calabria che sono in attesa di risposte e a cui non possiamo più dire di aspettare ancora che Roma ci dia delle ulteriori indicazioni o aspettare che prima siano zittite tutte le polemiche interne al Partito democratico, o che ci si metta d’accordo su questa o su quella nomina.

Anche le linee programmatiche giungono, purtroppo, in notevole ritardo. Si avverte, in sostanza, da quanto abbiamo avuto modo di vedere, una distanza abissale fra i tempi della politica che oggi guida la Regione e le urgenze che affliggono la Calabria; mi riferisco, per esempio, al sempre più ampio volume dell’esclusione sociale, determinato dal crollo dell’occupazione, dalla disperazione e dall’ esasperazione giovanile, che in Calabria purtroppo è giunta a livelli insopportabili; alla crescente diseguaglianza reddituale, che prima o poi innescherà dei conflitti che saranno difficilmente controllabili, se il governo della Regione e la sua maggioranza seguiterà ad andare avanti solo con proclami e se nell’agenda del Governo nazionale il Mezzogiorno non verrà preso in alta considerazione. Non mi riferisco solo ai dipendenti integrati nel sistema lavorativo che rischiano di perdere il posto di lavoro o che usufruiscono ora di cassa integrazione, ma mi riferisco soprattutto a quella massa di persone sempre più crescente che non ha alcuna protezione sociale e che sono i veri svantaggiati del nostro tempo.

Se in Calabria uniamo i fuoriusciti dal mondo del lavoro con il gran numero di persone che ormai è senza speranza di entrare nei processi occupazionali, ci si rende conto che la politica viaggia su tutt’altre coordinate, visto che questo governo regionale, invece di occuparsi di temi così urgenti, dedica ogni energia ad altro. Sembra che il bisogno dei veri svantaggiati della Calabria, con questa politica, sia dei separati in casa, infatti questa politica non sembra avere alcuna sensibilità verso il dialogo sociale, altrimenti avrebbe immediatamente, dopo il voto, messo in piedi senza perdere tempo una squadra di governo, utilizzando naturalmente le norme vigenti, senza aspettare di modificare le norme per poi dare un governo alla nostra Regione, dando contenuti alla sua azione e non badando esclusivamente, e ad oggi senza neanche riuscirsi, a coprire caselle, comporre alleanze e badare solo e soltanto agli organigrammi di potere. Diversamente, avrebbe insistito con tutta la forza di cui dispone per costringere il Governo ad ottemperare alla nomina del commissario per la sanità.

Sul tema, naturalmente, non aggiungo altro, perché qui la politica sta dando il peggio di sé. Lasciare una Regione come la nostra senza un governo della sanità è la prova di una insensibilità politica che, purtroppo, non paga solo chi è nella causa, ma tutta la politica in generale, vista come un mezzo impotente per risolvere i problemi della gente.

Non voglio essere prolisso, le posizioni politiche, ormai, sono in parte definite. C’è da augurarsi che oggi si proceda finalmente ad insediare le Commissioni, così da rendere democraticamente agibile il Consiglio regionale. Avremo, quindi, tempo e modo per misurarci sui temi concreti. Intendo, però, offrire al dibattito odierno alcune precise preoccupazioni, che possono valere anche come auspici per una politica fatta di saggezza e buona amministrazione.

Chi si richiama alla grande scuola liberal democratica di Weber, continua, nonostante le tante delusioni che oggi attraversano il centro-destra nel Paese, a pensare che il tema delle libertà, di fronte alle nuove norme di eguaglianze e alle nuove strade da percorrere, passi attraverso una forte riforma delle istituzioni.

Personalmente, pur nutrendo disistima per come si sono dispiegati i quattro decenni del regionalismo calabrese, credo ancora che la Regione possa essere utile ai calabresi, per questo mi sono candidato e per le stesse ragioni intendo portare, naturalmente secondo le mie capacità e la mia cultura, un contributo costruttivo ed onesto. In tal senso, ritengo sia indispensabile ricostruire un tessuto normativo regionale, spesso dispersivo, specialistico e di difficile interpretazione.

Le leggi vanno scritte per i cittadini e non per gli specialisti, per gli studi legali e per i giuristi, perché se non servono a risolvere i problemi dei cittadini, allora scatta, oltre allo scetticismo, l’irrilevanza dell’istituzione che le approva.

Auspico, pertanto, che, una volta finita la telenovela della formazione della Giunta, l’Assemblea si possa applicare con la massima diligenza - utilizzando il sostanzioso capitale umano di cui dispone e, magari, anche con l’aiuto delle Università -, per predisporre una serie di testi unici, coordinati anche con la normativa europea, almeno per i settori che maggiormente interessano la vita pubblica, sociale ed economica della Calabria. Penso, per esempio, alla normativa riguardante la gestione del territorio, l’ambiente, l’agricoltura, i beni culturali, le finanze. Lo scopo, in questo come in altri segmenti dell’attività della Regione, è quello di rendere stabile ciò che la dispersione normativa rende contingente ed astratto, diversamente interpretabile, impropriamente applicato od usato più o meno in buona fede.

Credo che, quando si discute di riforme istituzionali, bisognerebbe anche chiedersi cosa serve per davvero alla nostra società, cioè un assessore esterno in più o un sistema di leggi che finalmente sia in grado di accompagnare il cittadino nel suo percorso di vita? E’ urgente, insomma, dotarsi di un metodo, operare sulla base di una legislazione chiara ed efficace.

Non diversamente il discorso si pone per uno dei problemi più seri di cui la Regione dovrà occuparsi, cioè il dissesto idrogeologico della Calabria e l’erosione delle coste, su cui proprio in questi giorni abbiamo avuto la riprova delle lacune enormi, delle sovrapposizioni confusionarie e delle dimenticanze che hanno la coda di paglia, tutte cose che occorrerà colmare sotto tutti i punti di vista. Non c’è Comune della Calabria che possa dirsi sicuro, lo evidenziano di continuo gli esperti, le statistiche, gli allarmi.

Ecco, qui è indispensabile che la Regione organizzi un dibattito al più presto, magari in quest’Aula, per fare un’analisi circostanziata delle difficoltà che il territorio registra e comprendere, attraverso proposte puntuali: come, con quali risorse, attivando quale meccanismo sia possibile garantire l’incolumità dei nostri luoghi. Tutelare il territorio è una priorità non solo obbligatoria, ma dovrebbe rientrare nel piano di sviluppo di una Regione che, se non affronta emergenze come queste, non ha speranza di cambiare passo e conseguire i risultati anche su altri settori: penso all’ambiente, infatti, come propulsore di sviluppo o al turismo in ogni sua manifestazione.

Un accenno, infine, a quanto si può mettere in cantiere, senza perdere più tempo, per la difesa della nostra identità culturale, del nostro modo di essere e di vivere il nostro tempo. L’investimento in cultura, signor Presidente, è decisivo nell’era in cui viviamo. Indichi, la prego, presto l’assessore al ramo e lo inviti a presentare in Consiglio un piano articolato che punti alla valorizzazione dei nostri innumerevoli giacimenti, a partire da una perla che abbiamo nel vibonese che è la biblioteca di Soriano, che ha oltre 50 mila volumi, tutti dedicati alla Calabria, e che – come sicuramente saprà – rischiano di essere negati alla fruizione pubblica per disattenzioni che non dovrebbero neppure ipotizzarsi.

Si valorizzi, inoltre, e con ogni mezzo, l’associazionismo, che è l’espressione più diretta della società civile: penso alle associazioni libere, volontarie, aperte, in cui uomini e donne possono coltivare interessi comuni e partecipare ai bisogni generali.

Credo che la politica, se vuole stare al passo coi tempi e smettere di consumarsi in cerchi magici e complottismi più o meno utili e più o meno legali, debba interloquire costantemente con le istanze della società civile. E’ questa l’essenza stessa della democrazia in cui si manifesta pienamente la libertà attiva e cosciente dei cittadini ed è uno dei modi migliori per dare concretezza al valore della partecipazione dei cittadini e alle scelte della politica, che è principio contemplato nello Statuto della Regione.

Oggi, ascoltate le linee programmatiche, parte il confronto politico. La mia speranza è che le energie non siano impiegate nella dialettica maggioranza-opposizione, ma nelle soluzioni da trovare per affrontare i guasti della Calabria. Sarà, naturalmente, caro consigliere Greco, il tempo a dirci se ce l’avremo fatta, sapendo che i calabresi ci guardano e senz’altro sapranno valutare fra cinque anni le responsabilità di ognuno.

Certo, non aiutano ad andare avanti nella giusta direzione molti degli atteggiamenti assunti dal governo della Regione, che mi auguro siano corretti nel corso della legislatura. Quando leggo o ascolto annunci entusiastici, ma privi di riscontri concreti, di molti esponenti della maggioranza, mi viene in mente un aneddoto del filosofo Kant, che al medico che curava i suoi pazienti chiedeva se stessero migliorando, ma quando un amico gli chiese com’era la sua salute, gli rispose: “Sto morendo a furia di miglioramenti”!

Ecco, signor Presidente, non vorrei che la Calabria, dopo i tanti annunci, abbia a rispondere allo stesso modo! Grazie e buon lavoro.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mangialavori, anche per aver rispettato i tempi.

Ha chiesto di parlare la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.

SCULCO Flora (Calabria in Rete)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, colgo l’occasione della discussione sul programma di governo, non l’ho fatto prima voglio farlo ora, per ringraziarvi di vero cuore per l’accoglienza, per l’amicizia e per le attenzioni che mi sono state rivolte in tante occasioni, a partire dalla prima seduta del Consiglio regionale del 7 gennaio e anche oggi da voi tutti senza eccezione alcuna.

Consentitemi e permettetemi di ringraziare il Presidente del Consiglio, Tonino Scalzo, che nelle sue dichiarazioni, appena eletto al prestigioso incarico, non ha mancato ed ha voluto sottolineare con soddisfazione la presenza di una donna – purtroppo la sola – in questo Consiglio regionale.

Mi sia ancora consentito di ringraziare con amicizia il presidente Mario Oliverio che nei mesi che hanno preceduto il voto ed in questi di avvio di questa legislatura non ha fatto mai venire meno la sua attenzione ed il suo incoraggiamento al mio impegno elettorale prima ed istituzionale poi. E’ stato per me, signor Presidente - che non sono una neofita, ma non sono nemmeno una veterana della politica – una guida ed un punto di riferimento, ora che ne ho la possibilità, in quest’Aula ed in questa circostanza voglio riconfermare, continuare a riconoscere e continuare a seguire. Grazie, grazie, Presidente.

Colleghi consiglieri, sapete quanto me quanta emozione si prova la prima volta, soprattutto in una circostanza importante e di grande rilievo istituzionale come è stata la seduta di insediamento e quella di oggi del Consiglio regionale.

Devo dire con sincerità, nonostante l’emozione, di essermi sentita a mio agio in quella come in questa seduta di Consiglio e per questo spero che questo clima collaborativo e propositivo possa essere presente per tutti i prossimi 5 anni durante i quali dovremo lavorare insieme.

Da parte mia, colleghi, per quanto mi riguarda ce la metterò tutta.

Signor Presidente, come tutti sanno e come io stessa molte volte direttamente ho avuto modo di constatare, ha svolto una lunga campagna elettorale percorrendo la Calabria in lungo ed in largo più volte e non si è risparmiato fatica ed impegno.

Ha visitato ogni realtà della nostra Regione piccola o grande che sia. Ogni lembo del nostro territorio si può dire che abbia registrato la sua presenza ed ha voluto incontrare, parlare e confrontarsi con i cittadini e con i calabresi ovunque essi lavorino, operino o studino.

Si può dire che ha compiuto e realizzato una attività istruttoria e di ricognizione ad ampio raggio ed in profondità delle tanto e drammatiche questioni ed emergenze che la nostra Calabria vive da troppo tempo.

I cittadini e gli elettori calabresi ci hanno riconosciuto questo impegno con uno straordinario consenso che abbiamo conseguito con il voto del 23 novembre. Appena eletto, senza perder tempo, il Presidente si è messo subito al lavoro e si è proposto come punto di riferimento per i calabresi e per le emergenze che vive la Calabria affrontandole sin da subito.

Ora, a partire da oggi, con la presentazione del programma di governo si può dire che abbiamo tutte le carte in regola per governare la Calabria.

Va riconosciuto ed apprezzato che è stato sottoposto alla valutazione di quest’Aula e dei calabresi un programma che ha contenuti, indicazioni di tempo e di metodo coerenti e non difformi da quello che è stato più volte sostenuto prima, durante e dopo la campagna elettorale. Lasciatemi dire che questo è un atteggiamento di stile e di lealtà che gli stessi cittadini non potranno che condividere e sostenere.

Nel merito del programma che è stato presentato devo dire che dentro ci sono tutti gli ingredienti per dar luogo ad una efficace azione di governo, in grado di promuovere un innovativo processo di cambiamento, di crescita e di modernizzazione della nostra Regione.

Devo dire subito che noi di Calabria in Rete lo condividiamo e per questo non faremo mancare il nostro sostegno ed il nostro contributo. Ne condividiamo l’impianto generale e ne condividiamo le proposte che, oggi, lei ha presentato.

Per questo mi permetterò, nei limiti di tempo che mi sono consentiti, di fare solo alcune sottolineature per rafforzare quei punti e quegli obiettivi che, ritengo, abbiano una qualche preminenza e che in una certa misura facciano da guida e da ispirazione a tutta la poderosa attività legislativa e di governo che stiamo per avviare.

Signor Presidente, in primo luogo, l’ha detto più volte – io voglio ulteriormente incoraggiarla in questa direzione – mi riferisco al tema della riorganizzazione e del riordino della macchina burocratica regionale. Nei giorni immediatamente successivi al suo insediamento ha parlato più volte di questi temi ed ha indicato alcune direttrici formulando alcune prime proposte; in queste ultime ore, fra l’altro, le decisioni assunte nella Giunta che hanno riguardato la riduzione dei dipartimenti, la riduzione delle cosiddette unità operative ed il commissariamento di alcuni enti sub-regionali, ha avviato positivamente il cantiere della riorganizzazione della macchina burocratica regionale.

Penso che tutto questo sia un primo e fondamentale passo in avanti ma penso che serva anche impostare un progetto più complessivo da mettere velocemente al centro del confronto dentro e fuori le istituzioni, per approntare una serie di provvedimenti adatti a fare una messa a punto non superficiale, ma in profondità, della macchina burocratica dell’intera struttura regionale.

Molte volte in passato si è detto e non si è fatto: ora dobbiamo compiere delle scelte e dobbiamo operare con precisione per orientare la struttura burocratica a far servizio alla Calabria, cioè a renderla adatta a sostenere con convinzione percorsi utili a promuovere crescita e sviluppo.

La Calabria è indietro ed arranca. Per questo se non cambiamo le cose radicalmente non faremo molta strada.

Pensiamo ai fondi strutturali europei che non sono pochi: alcuni miliardi di euro da impegnare e da spendere a partire da quest’anno e fino al 2020. Bisogna spenderli e non disperderli e bisogna concentrarli e spenderli per rimuovere quegli impedimenti così detti strutturali che oggi trattengono la Calabria in una condizione di arretratezza e di mancato sviluppo.

Bisogna riconoscerlo per non ripetere gli errori compiuti in passato: troppe volte si è fallito, troppe volte non si è speso oppure si è speso male. Come dire che più che far crescere l’erba buona molte volte si è fatta crescere la gramigna provocando ancora più danni alla Calabria ed ai calabresi.

Consentitemi di dire, signor Presidente e colleghi consiglieri, che ora non possiamo più permettercelo e – consentircelo - per nessuna ragione al mondo. Non sarebbe giustificabile e nemmeno perdonabile e per questo penso che dobbiamo mettercela tutta e forse anche di più.

Dobbiamo fare questo sforzo rivolgendo il nostro pensiero e la nostra attenzione, come il Presidente ha già fatto nella sua relazione alle migliaia e decine di migliaia di senza lavoro, di disoccupati e precari che da troppo tempo affollano il mercato del lavoro della nostra Regione.

Si tratta di un vero e proprio esercito di giovani, ragazzi e ragazze che magari dopo anni e anni di studi rischiano di non conoscere e nemmeno incontrare il lavoro ed una prospettiva di vita e di futuro.

Penso che non possiamo più disperdere questo straordinario capitale umano che possiede la Calabria, un vero e proprio bacino di conoscenze e di capacità.

Per questo ritengo e dico che innovazione, ricerca, conoscenza e formazione devono essere i punti di forza da mettere sul portale dello sviluppo calabrese. Il lavoro è stato il pane quotidiano che i nostri padri ed i nostri nonni hanno saputo conquistarsi con immani sacrifici in Calabria e fuori dalla Calabria; in tanti lontano dalla propria terra e dai propri affetti.

Il lavoro deve tornare ad essere il cibo quotidiano che alimenta e fa crescere i calabresi e le nuove generazioni per ridare dignità alla nostra vita e a quella dei nostri figli.

Per questo penso con sincerità e convinzione che il problema del lavoro che manca – e manca da lungo tempo – deve essere il primo e principale banco di prova su cui dovrà impegnarsi allo spasimo questo Consiglio e la Giunta regionale.

Infine, colleghi, un solo cenno voglio fare ad un tema centrale nella vita della nostra Regione e che giornalmente è all’attenzione di tutti i cittadini calabresi: mi riferisco al problema della sanità. E’ un tema ed un problema di straordinaria rilevanza come voi tutti sapete che impegna gran parte delle risorse regionali e che coinvolge e sta a cuore all’intera popolazione della nostra Regione.

E’ un tema, signor Presidente, sul quale più di ogni altro saremo osservati e saremo giudicati.

Senza entrare nel merito – che è cosa che richiederebbe molto più tempo – voglio unicamente esprimere la considerazione che va recuperato tutto il tempo perduto e va recuperato per accelerare processi di riordino e di riorganizzazione di tutto il sistema sanitario regionale per assicurare ai cittadini il diritto alla salute ed un servizio di qualità e di eccellenza.

Signor Presidente, il programma che ha presentato oggi guarda a tutta la Calabria e coinvolge ed interessa tutti i cittadini calabresi senza preferenze e discriminazioni nei confronti di nessuno e di chicchessia. C’è, invece, una visione di insieme chiara e lucida su come affrontare le tante e drammatiche questioni che insistono drammaticamente nella vita della nostra Regione.

E’ un programma ambizioso quello che ha presentato e che affronta con decisione i tanti e complessi problemi che vive da lungo tempo la nostra Regione. Soprattutto è un programma che guarda avanti e non indietro e rende possibile e credibile la costruzione di una nuova Calabria saldamente ancorata all’Europa e al centro del Mediterraneo.

Signor Presidente ha parlato di diritti negati e non compiuti, ma ha parlato anche di doveri e di responsabilità, ha parlato di giovani, di ragazzi, di ragazze e delle donne, dei loro problemi e della loro condizione ed ha indicato come avviare un nuovo percorso di giustizia, di crescita, di libertà.

Di questo, signor Presidente, vorrei esserle particolarmente grata; anche per la storica innovazione statutaria che abbiamo deciso ed approvato nell’ultima seduta di Consiglio regionale sul tema della democrazia paritaria che è un tema sul quale dovremo andare ancora più avanti di quanto non è stato già fatto come lei ha voluto indicare nel programma che ha presentato.

Ora consentitemi di dire che muniti di questa bussola serve mettersi al lavoro il più rapidamente possibile e serve cambiare passo e ritmo per realizzare il programma che ha presentato. Bisogna andare speditamente verso la fase della operatività e della concretezza, e soprattutto della cantierizzazione con appropriati atti legislativi, attività di governo per realizzare il programma che è stato presentato.

I cittadini calabresi il 23 novembre col loro voto ci hanno dato una grande forza. Spetta a noi impegnarla per la Calabria ed a favore dei calabresi.

In ultimo e per concludere, vorrei semplicemente ricordare a noi tutti che il Consiglio regionale ed il governo regionale, sia pure con funzioni diverse, traggono la loro legittimazione dalla medesima fonte del voto popolare.

Queste considerazioni mi inducono a sostenere che serve, oggi, più che mai una forte consapevolezza della unitarietà della funzione di governo che la Regione è chiamata a svolgere collegando in sinergia tra di loro la funzione di rappresentanza con la funzione esecutiva.

Consiglio e Giunta sono insieme chiamati a fare governo della Calabria. Con questo spirito e con questi sentimenti signor Presidente, voglio formularle e formulare agli autorevoli assessori da pochi giorni chiamati a ricoprire il prestigioso incarico i miei più sinceri auguri di buon lavoro nell’auspicio che il quinquennio di legislatura che si avvia, a passi di legislatura sempre più spediti, sia un quinquennio di successi per la Calabria e per tutti i calabresi.

Grazie, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta e a tutti voi, colleghi consiglieri.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Forza Italia)

Grazie, Presidente.

Presidente Oliverio, proviamo a ricominciare, diciamo così. Intanto le faccio una premessa e se vuole anche una promessa: quando fra qualche anno, a parte l’entusiasmo di questi banchi in una stagione politica difficile che vivono l’Italia e la Calabria, lei sarà lasciato solo – ed è molto prevedibile – io ci sarò, noi ci saremo.

Perché le dico questo? Lei oggi si presenta in ritardo - come abbiamo sottolineato in questi giorni, come deve fare una forza di minoranza - con un progetto di governo. Governare è un atto certificato dai nostri ordinamenti. Riformare invece è un progetto un po’ più ambizioso e, diciamo, in Italia ed in Calabria non è riuscito a molti, al di là degli sforzi e della onestà intellettuale con cui ognuno – classe dirigente più o meno datata – ha provato ad esercitarlo. Rottamare non ne parliamo proprio. Rottamare è stata una illusione, un inganno e le ricordo che lei era uno di quei soggetti politici che, nell’ambito di una cultura rispetto alla quale sono molto distante, si era provato a rottamare.

Insomma proverò a fare un ragionamento sul suo discorso di linee programmatiche.

Vede, Presidente - come diceva il collega Tallini con forza e come ha detto anche il collega Mangialavori della Casa della libertà -, lei ha presentato le linee programmatiche, le linee di principio; secondo me, rispetto al periodo che stiamo vivendo, e si è vissuto, se volete, anche con l’elezione del Presidente della Repubblica, è un atto fondamentale per il nostro ordinamento, così come anche rispetto al risultato che l’ha vista vincere questa competizione elettorale con una scarsa partecipazione popolare al voto, poiché il 60 per cento dei calabresi, quindi una parte importante di italiani-calabresi, è rimasta a casa.

Deve farci interrogare tutti e rispetto ai toni non si può sbeffeggiare la minoranza ed attribuirle responsabilità che sono in primo luogo sue e della maggioranza. Voglio ricordare, ai calabresi che ci osservano in quest’Aula e all’opinione pubblica che ci osserva fuori, qual è il ruolo di un rinnovato Consiglio che è formato da 30 consiglieri regionali.

Gli enti intermedi, gli enti locali in Calabria non funzionano perché nella Regione la gran parte della classe dirigente si elegge ancora con logiche che non sono proprio quelle della partecipazione attiva dei migliori e della meritocrazia.

Faccio questa premessa per ricordare che il collega Greco – e fa bene il collega Tallini a definirlo supporto della maggioranza – proviene da una cultura che non è sicuramente quella del centro-sinistra. In questo discorso sulle linee programmatiche provo a fare un ragionamento più politico se volete perché qui non possiamo far altro che ragionamenti politici, non c’è altro su cui discutere.

I provvedimenti su cui si doveva discutere – avete visto – hanno avuto anche il nostro voto favorevole quando lo abbiamo reputato giusto.

Il consigliere Tallini ha definito il programma di governo come un libro dei sogni, che noi, tra l’altro, non abbiamo avuto tempo per poter eventualmente emendare e giudicare in modo asettico rispetto agli obiettivi che si pone.

Presidente Oliverio, visti i ritardi che si sono susseguiti, c’è un problema sostanziale da risolvere: con quale spirito riformatore, con quale azione riformatrice lei vuole approcciarsi per realizzare gli obiettivi che in parte erano propri anche della maggioranza che la ha preceduta.

Potremmo andare indietro e citare Chiaravalloti, Nisticò, Veraldi. Aiutatemi a ricordare i Presidenti di Giunta, sono 40 anni di regionalismo.

Qui c’è un problema profondamente culturale. Presidente, so che non è un programma scritto da lei oggettivamente, ci mancherebbe altro! Lei avrà dato un taglio, una osservazione, la sua Weltanschauung la chiamano in Germania, visione del mondo per essere un po’ più terreni per noi che siamo calabresi.

Nel passaggio fondamentale per ricucire, per riposizionare, per dire ai calabresi che c’è una differenza culturale forte nel centro-sinistra, lei, Presidente, è vittima di una distanza culturale, che non mi appartiene, propria di chi utilizza in campagna elettorale tante cose - questo l’abbiamo visto e vale per il centro-sinistra, soprattutto il centro-sinistra –, di chi, pur non essendosi misurato con le elezioni, governa l’Italia, di chi voleva rottamarla, del presidente Renzi.

Lei paga anche la doppia morale storica di un centro-sinistra, anzi le dico una cosa in più qui in Aula perché l’abbiamo commentato con i colleghi: lei ha fatto un gesto molto coraggioso nella scelta della sua Giunta. Un gesto politico elevato e importante perché ha detto “la mia Giunta la scelgo io, poi la valutazione complessiva su chi ne fa o non ne fa parte sarà misurata sulle capacità”. Io avrei scelto per esempio chi non è mai stato in Giunta.

Ma noi siamo qui anche a testimoniare che lei ha fatto una scelta coraggiosa dal punto di vista della politica, che diventa autorevole quando sceglie al di là di supposizioni più o meno giuste, perché di certo noi siamo sempre dalla parte dello Stato e non dell’anti Stato. Rispetto a quel tema che ha appassionato molto di più il centro-sinistra che il centro-destra.

Quel centro-sinistra che con la doppia morale è diventato antiberlusconiano, antiscopellitiano e finanche antibersaniano e sia certo che diventerà potenzialmente anche antioliveriano. E’ una cultura che consuma la dignità delle classi dirigenti.

Faccio questa premessa, Presidente, perché quando lei a pagina 9, che è l’inizio di questo suo programma, enuncia il principio di lotta alla ‘ndrangheta, sviluppo, cablaggio, possiamo essere d’accordo, ma sbaglia quando da una parte premette di ricercare lo sforzo comune di tutte le forze e dall’altra attacca con giudizi fortemente negativi l’eredità che il governo Scopelliti ha lasciato alla Calabria e ai calabresi. Il problema non è solo di contenuti, ma anche di metodo.

La Calabria è una Regione piccola, le province e le città sono piccole, ci conosciamo tutti. Allora anche l’aggressione di queste ore non va bene. C’è chi fa e bene il proprio dovere, ci sono alcuni degli assessori della Giunta precedente che sono stati chiamati in Aule che non erano quelle della politica per scoprire poi, vivaddio insomma, il tempo è galantuomo, che il “fatto non sussiste”. Non ci troverete da quella parte quando qualcun altro dovrà verificare che anche per voi il “fatto non sussiste”.

Vale come regola per mettere in campo i programmi. Allora attenzione! Fa bene l’assessore Guccione, e glielo ho detto incrociandolo a Cosenza sabato se non sbaglio, a fare una conferenza stampa sul programma “Garanzia Giovani” che va rilanciato.

Onestà intellettuale, moralità, nuovo corso riformatore dicevamo. Richiamo la sua esperienza, presidente Oliverio, chi voleva rottamarla e non ha rottamato nessuno sta seduto sulla poltrona e secondo noi non durerà moltissimo ed è la stessa persona che non può riconoscerle – ma noi al contrario vorremmo riconoscergliela – quella esperienza che lei può esercitare per dire dopo tanti anni di regionalismo che non si aggrediscono le istituzioni.

E anche quando in queste ore qualcuno - e faccia la propria parte chi di dovere perché chi non ha da temere nulla non tema – aggredisce anche sui più cari affetti non va bene.  Quando si legge “no assunzioni” non sono sicuramente io per affinità territoriale a dover prendere le difese di chi ha gestito enti mettendo in campo progettualità, fondi europei.

Quel pericoloso atteggiamento di criminalizzazione che ha subito la Calabria negli anni è sbagliato e lei dovrà contare sulla sua esperienza per realizzare questo programma, quando vorrà metterlo in campo, perché, ad oggi, non l’abbiamo visto in campo né nel rapporto con la minoranza né nel rapporto con i calabresi.

Ho visto il collega Aieta che è andato nella zona ionica a parlare dell’aeroporto della Sibaritide. Ben venga se si fa l’aeroporto di Cosenza, della mia provincia; non è che fossi un disilluso o un folle a dire a della gente, che potenzialmente mi nega o mi offre un consenso, che non volevo realizzare quell’aeroporto. Lei sa bene quanto me che quei progetti che avete proposto in campagna elettorale relativi all’aeroporto della Sibaritide ed alle aperture degli ospedali di frontiera non sono di così facile comprensione e gestione. Quindi è un libro dei sogni quello dell’aeroporto della Sibaritide, dell’apertura di quegli ospedali.

Nel senso che necessita di grande tempo.

Presidente Oliverio, questo per dirle che, dal nostro punto di vista, dal mio punto di vista, se vuole fare bene il Presidente dei calabresi, deve cambiare marcia mettendo a disposizione la sua indubbia esperienza, che può diventare finanche catartica dal punto di vista della funzione politica e degli errori che anche lei ha fatto quando è stato assessore all’agricoltura. Avrà fatto tante cose positive e tanti errori che ci riportano qui a distanza di 40 anni – questa Regione ha la mia età – a dover ancora parlare di incompiute, di infrastrutture che non ci sono.

Allora lì dove voi, rispetto a questo programma, vorrete chiamarci come minoranza per dire, per esempio, a Renzi e per dire a tutti quei governi nazionali di intervenire noi ci saremo. Ho letto una lettera del collega Greco, “ma dite al presidente Renzi”, l’avremmo detto anche noi se non ci fosse stato un governo di centro-sinistra che ha mortificato la Calabria nell’ultima fase del nostro governo, che ha gestito in maniera drammatica la questione della sanità, senza nominare un commissario e facendo una pantomima ad un mese dalle elezioni e che ancora oggi non ha chiarito se il commissario alla sanità debba essere il Presidente della Regione oppure no, e che pensa che i calabresi abbiano ancora l’anello al naso.

Siccome sono convinto che chi siede nelle istituzioni ed ha meritato un consenso elettorale non è con l’anello al naso, dobbiamo essere chiari su quale rapporto e su quale dimensione, su quanta onestà intellettuale vogliamo mettere nelle cose che ci diciamo, perché se lei fosse venuto in Aula oggi senza elencare quei punti che sono una scrematura di questo libro, su cui c’è anche il cd e leggeremo con grande attenzione, ma dicendo che ci sono due-tre grandi priorità ed emergenze, avremmo avuto un atteggiamento sicuramente differente.

Lei non può pensare che la minoranza, che esercita funzione di controllo, non le faccia notare che alcuni procedimenti siano errati. Ha fatto bene il collega a Tallini a ricordare che non è possibile applicare lo spoil system, poiché la selezione dei direttori generali è avvenuta tramite la legge Brunetta che prevede metodologie diverse.

Al di là di tutti gli errori che abbiamo potuto commettere, nominando forse anche gente incapace, ma su quello giudicherà la storia, non potrà dimenticare che come maggioranza abbiamo mantenuto nei ruoli i dirigenti i cui contratti non erano scaduti. Così come al tempo il procuratore Boemi, dirigente generale della SUA che aveva un contratto ancora non scaduto, fu lasciato a svolgere il suo lavoro, così oggi, un generale dei Carabinieri con cinque lauree, che leggo è stato rimosso, forse avrebbe potuto continuare a lavorare.

C’è un problema fra quello che lei predica e quello che lei ha praticato. C’è un campo operativo che non è logico e ci perdoni se glielo diciamo, presidente Oliverio.

Penso che questo programma possa avere buoni spunti.

Come diceva bene il consigliere Tallini, i cambiamenti e le rivoluzioni avremmo voluto farli anche noi durante la stagione che ci ha visto governare, ma non ci siamo riusciti, purtroppo, e le critiche ce le faremo all’interno e le subiremo dall’esterno.

Spero che tra questi banchi ci sia chi voglia difendere – a quello mi sto approcciando – quello che di buono è stato fatto in questi anni, perché è ovvio che lei non potrà risolvere tutte le problematiche e ci metterà il massimo impegno. Lo ha fatto prima il presidente Loiero, poi il presidente Scopelliti e lo farà anche lei.

Dobbiamo dirci in faccia la verità e quindi non può dire e non può pensare che noi non si valuti acriticamente una premessa.

Tra l’altro, leggo che chi le ha scritto il programma cita - l’ho segnato visto che è arrivato un po’ in ritardo -  alcune fonti autorevoli come Svimez e Region Innovation. Avrebbe potuto citare anche la relazione di Unicredit che è il primo istituto bancario nazionale che ci dice - è ovvio e sulla base di un lavoro che è arrivato in questi anni - che la Calabria finalmente viaggia con un Pil che aumenta, aumentano le esportazioni. Anche quella è scienza e non è fantascienza.

Quindi, Presidente, la misura del suo lavoro e del contributo di questa minoranza al suo lavoro andrà verificata sui fatti reali. Oggi siamo ancora alle enunciazioni di principio.

Abbiamo vissuto una stagione di grandi riforme. Anche la riforma del titolo quinto della Costituzione è stata realizzata dal centro-sinistra, anche se oggi il rottamatore per eccellenza, che tutto sembra tranne che un politico di centro-sinistra, vorrebbe negarlo. Pure in questo Consiglio regionale le riforme del centro-sinistra sono state portate avanti solo dalla maggioranza.

Dico se vogliamo essere seri e chiudo, Presidente, finiamola con l’arroganza del potere, con la disonestà intellettuale di chi dice “chi mi ha preceduto ha fatto danni”, perché noi le consegniamo una cittadella regionale dove troverà tutti gli uffici e penso che andrà ad abitarvi entro maggio. Le consegniamo gli ospedali e tante altre cose. Le consegniamo il lavoro del collega Salerno che bene avete fatto a enfatizzare.

La differenza sta che io al suo posto avrei detto “questa è la base di un grande lavoro che ha trovato la fregatura in un governo che non essendo di centro-destra l’ha frenato”. Il consigliere Salerno può testimoniare che il programma “Garanzia Giovani” era pronto e qualcuno a Roma l’ha bloccato.

Restituite se ne sarete capaci - altrimenti ci sarà poi l’alternanza e ci saranno altri al posto vostro e quindi un centro-destra non più un centro-sinistra - un po’ di dignità alla coscienza dei calabresi e restituite anche a noi, per non definirci oppositori a priori, quel solco di azione riformatrice e quindi di onestà su cui, se volete, troverete il confronto.

Se volete alimentare quotidianamente lo scontro è ovvio che chi fa l’opposizione ha un terreno facile, come lo è stato chi nella scorsa legislatura per chi stava dagli altri banchi.

Da parte mia è un appello alla capacità e alla intelligenza, a capire come abbiamo fatto.

Mi perdoni, Presidente, solo due esempi pratici altrimenti restiamo sulle enunciazioni.

La differenza è culturale e mi spiace che non sia stata riconosciuta anche dalla nostra massima espressione da quel Presidente dei rottamatori che oggi è il segretario del vostro partito. Mi spiace che in alcuni territori governati da sindaci di diversa parte politica non si sia voluto fare uno sforzo comun, per esempio, per storicizzare i grandi eventi.

Ad esempio il festival del peperoncino di Diamante è oggi un avvenimento che viene finanziato sui grandi eventi, così come anche sulla fascia tirrenica - che conosco molto bene - nei Pisl avremmo potuto programmare cose diverse per città portuali come Cetraro, San Francesco da Paola, e parlo della mia provincia.

Questo è quello che auspichiamo e ancora oggi come stimolo, Presidente, le ripeto: facciamo finta di ripartire. Noi vorremmo poter evidenziare, stimolare e osservare.

Le dico che ancora oggi non vediamo un approccio diverso, rispetto a quella solita logica che ha caratterizzato 40 anni di regionalismo.

Lei ha tutto il tempo. Non grandissimo tempo però. Qualcuno ci suggeriva che 70-80 giorni sono passati non dico invano ma sono stati un po’ persi con questi ritardi. Speriamo possa stupire non tanto noi, che siamo abituati ad essere increduli, ma i calabresi e, qualora si verificasse, saremo lì a renderne atto. Grazie.

Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Grazie, Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta regionale, colleghi consiglieri, consentitemi di rivolgere all’inizio di questo mio breve intervento un deferente augurio di buon lavoro al neo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, condividendo appieno le parole che il presidente Oliverio ha espresso nella sua premessa e di rivolgere anche un augurio di buon lavoro alla neo Giunta, ai colleghi Ciconte, Guccione e all’amico De Gaetano da poco chiamati a svolgere un ruolo importante al servizio della Calabria a fianco del presidente Oliverio.

Ho chiesto di intervenire stasera dopo la relazione programmatica del Presidente perché ritengo importante e fondamentale dopo l’illustrazione del programma che ogni consigliere regionale prenda la parola non soltanto per esprimere sostegno sulle cose dette dal Presidente, ma anche per valorizzare in termini di autorevolezza ed innovazione il ruolo di questo Consesso.

Spesso ci dimentichiamo che se vogliamo dare un senso – come dice Vasco Rossi nella sua canzone – al nostro ruolo dobbiamo anche usufruire ed utilizzare occasioni importanti come questa per poter dire la nostra, per dire le cose che vanno, che non ci convincono, che vanno migliorate, che vanno modificate e per far sì che questo Consiglio regionale assuma quel ruolo importante in termini di programmazione, di indirizzo e dal punto di vista amministrativo.

Credo che le cose dette dal Presidente meritino tanta attenzione. Ho apprezzato molto la relazione del Presidente che è stata molto articolata, lunga come al solito, ma completa, ricca e farcita di passione che è la cosa che mi convince di più perché quando c’è passione vuol dire che c’è entusiasmo e consapevolezza delle difficoltà. Quando c’è passione prevale l’ottimismo della volontà che ti fa andare anche oltre il recinto perché le difficoltà che ha illustrato il Presidente sono tante.

Comprendiamo tutti che siamo al capezzale di un malato molto grave che è la Calabria che richiede grande forza, grandi scelte e coraggio nelle scelte. E’ quello dobbiamo fare noi come Consiglio regionale nel nostro insieme, minoranza e maggioranza perché nessuno di noi andrà da nessuna parte senza la consapevolezza di questa difficoltà, senza la consapevolezza che questa Calabria potrà segnare il proprio riscatto.

Se ognuno di noi ragiona in termini costruttivi e di proposta, di condivisione di una idea, di un progetto di cambiamento della Calabria, forse faremo il nostro dovere e segneremo un punto a nostro favore.

Ho apprezzato molto la chiarezza del Presidente su quanto detto per quanto riguarda i fondi comunitari perché è da lì che dobbiamo partire se vogliamo davvero cambiare qualcosa in questa nostra terra.

Ha fatto bene il Presidente a ricordare che in questa programmazione 2007-2013 è stato speso soltanto il 28 per cento delle somme.  

Ha fatto bene a ricordare l’attivazione da parte del Ministero della coesione territoriale dei famosi Pac che dovevano migliorare, evitare di perdere finanziamenti e togliere tante risorse da questo rischio.

Diciamo chiaramente che anche questo che abbiamo raggiunto è un risultato di poco conto, illusorio, se è vero come è vero che siamo passati dal 28 al 43 per cento nella rimodulazione delle spese. Il Presidente ha fatto bene anche a dire con forza che se proseguiamo così vuol dire che continuiamo in un suicidio collettivo per la Calabria. 

Credo che il Presidente abbia fatto bene a parlare delle risorse che ancora dovremo spendere da qui al 2015. Sono meno ottimista rispetto a lui perché credo che con tutti gli sforzi che potremo fare da qui al 2015 nella rendicontazione della spesa non otterremo grandi risultati ma nonostante ciò dobbiamo mettere in campo tutto ciò che possiamo per migliorare, per accelerare la spesa e per perdere meno risorse possibili per la Calabria.

Credo che la nostra vera scommessa, Presidente, risieda nella programmazione 2014-2020. Ha già detto che abbiamo perso quasi un anno nella programmazione e condivido ma sono preoccupato per un altro elemento, presidente Oliverio, e lo dico con chiarezza. Qualche collega ha avuto modo di dirlo già nei giorni scorsi e sui giornali: sono preoccupato della perdita, della riduzione dei fondi nazionali dal 50 al 25 per cento.

Questo è un elemento preoccupante perché se era giusta la politica dei pacchi che era quella di evitare di perder risorse già assegnate, questa della riduzione dei fondi nazionali dal 50 al 25 per cento la vedo come una preventiva perdita di possibilità per la Calabria ed il Mezzogiorno.

Presidente, credo che lei insieme a tutti i governatori del Mezzogiorno dobbiate mettere in campo una grande azione di difesa di questo 25 per cento chiamando alla responsabilità il Governo  nazionale e mobilitando tutto ciò che possiamo mobilitare per evitare che ciò arrechi un danno alla Calabria non di pochi milioni di euro ma di ben 750 milioni di euro.

Sono queste le cose su cui dobbiamo discutere, far sintesi, squadra e unità se vogliamo creare in Calabria un clima diverso, positivo che ci veda protagonisti anche nella difesa di prerogative e di risorse assegnate dalla precedente programmazione.

Questa credo sia una ingiustizia che colpisce solo ed esclusivamente le regioni del Mezzogiorno. Invito il presidente Oliverio a farsi promotore di questa iniziativa che coinvolga tutti i Presidenti delle Giunte regionali del Mezzogiorno perché soltanto così credo che recupereremo quella fiducia nei confronti della nostra comunità e dei nostri cittadini.

Presidente, dobbiamo fare inoltre un’altra scommessa. Parlo dei fondi comunitari perché da lì dipende il nostro futuro, è da lì che dipende la possibilità di invertire la tendenza, è da lì che possiamo migliorare le condizioni socio economiche della Regione in maniera duratura e strutturale non polverizzando come abbiamo fatto fino adesso le tante risorse che abbiamo avuto in questi anni.

Perché se è vero, come è vero, Presidente, che sono stati monitorati ben 29 mila 847 progetti in questi anni per un importo, per intervento, di circa 318 mila euro, ciò dimostra che abbiamo polverizzato i miliardi che avevamo a disposizione e io non accetto più lezioni da chi da 20 anni a questa parte ha svolto ruoli importanti in questa nostra Regione e ancora pensa di far la parte dei padri nobili di questa Regione o di tener lezioni in questo Consiglio regionale.

Io non accetto più lezione da parte di questi soggetti che hanno avuto la possibilità di cambiare le sorti della Calabria per 20 anni e non hanno portato a nessun risultato positivo per questa nostra terra e per la nostra comunità.

Ora sta a noi cambiare questo approccio, questa mentalità che dipende anche dal nostro agire quotidiano, che dipende anche dall’azione politica, che significa smetterla con i localismi e i campanilismi ed anche non pensare soltanto ai propri bacini elettorali, alla propria terra di appartenenza, ma avere la capacità e la nobiltà d’animo di concentrare le proprie risorse su progetti strategici che il Presidente ha ben individuato, mettendo in campo le migliori energie e potenzialità, mandando a casa la burocrazia che ha fallito in questi 20 anni perché la colpa non è solo della politica ma della burocrazia che non ha saputo magari interpretare le esigenze della politica.

E’ su questo che le chiedo un impegno straordinario perché senza un utilizzo efficace ed efficiente dei fondi comunitari noi perderemo l’ultimo treno che abbiamo a disposizione. Senza i fondi comunitari non realizzeremo nulla di positivo per la Calabria perché sappiamo tutti qual è la criticità finanziaria della Regione e conosciamo tutti le difficoltà economiche e sociali in cui versano l’Italia e l’Europa.

Sta a noi tutti, Presidente, a questo Consiglio regionale, lavorare affinché la Calabria segni un punto di orgoglio e di riscatto e che lei con il suo entusiasmo e la sua passione riesca a trasformare questo entusiasmo in una mobilitazione generale, in uno stravolgimento generale, nella partecipazione collettiva della società tutta calabrese per ridare slancio, fiducia e speranza a chi non crede più nella politica.

Lo diceva poco fa: nella Regione il 94 per cento non crede più nella politica e il 92 per cento non crede più nelle Istituzioni. Per recuperare questo gap dobbiamo mettere in campo un progetto innovativo, di forte cambiamento e di sensibilità verso i cittadini, di cambiamento radicale nelle scelte e soprattutto di innovazione  nella proposta legislativa e amministrativa che questo Consiglio regionale sicuramente metterà in campo dimostrando che con la nostra inesperienza, magari riusciremo a fare cose buone, belle e durature per la Calabria e per i calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.

ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro Destra)

Grazie, Presidente, intanto consentitemi di ringraziare pubblicamente i colleghi Esposito e Gentile che mi hanno indicato quale capo gruppo.

Per quanto riguarda il programma di governo è sicuramente un programma corposo ed interessante del quale condividiamo diversi punti.

Penso che i calabresi oggi non siano interessati alle polemiche e alle beghe politiche ma piuttosto a cercare di avere delle risposte serie e concrete nell’interesse delle tantissime criticità che affliggono il nostro territorio.

Tra i punti del programma che condivido personalmente uno, in particolare, riguarda le politiche del lavoro.

Fino a poco tempo fa ricoprivo la carica di assessore provinciale e, pertanto, riconosco le criticità che affliggono i nostri territori, in particolare quelle relative alle problematiche occupazionali dei giovani. I nostri giovani cercano in qualche modo di appigliarsi a tutti gli strumenti per poter avere una opportunità lavorativa e spesso rimangono delusi perché alla fine, purtroppo, come spesso capita, non si riesce a dare quelle risposte serie e concrete. Quindi, penso che oggi il massimo impegno che tutti dobbiamo mettere sia quello di cercare di attuare una politica seria per quanto riguarda le problematiche del lavoro.

Il riferimento è, in particolare, al progetto di Garanzia Giovani, che come diceva il collega Orsomarso è stato bloccato a Roma.

La provincia di Reggio Calabria è stata la prima ad attuare il progetto Garanzia Giovani, un progetto che cerca in qualche modo di dare una opportunità a questi ragazzi che si trovano senza lavoro e senza opportunità nel campo universitario, i cosiddetti “neet”, che non hanno né un lavoro né sono iscritti all’Università.

Sono convinto che una politica seria e concreta per quanto riguarda le problematiche del lavoro possa sicuramente dare risposte serie e concrete.

Anche sotto l’aspetto della formazione professionale è importante attuare tutte quelle iniziative finalizzate a far acquisire quelle competenze e quelle conoscenze necessarie ad affacciarsi sul mondo del lavoro.

Tra i punti che condivido anche il porto di Gioia Tauro. Vivo in quell’area territoriale e mi rendo conto che da decenni si parla del porto come volano di sviluppo del territorio ma dopo i proclami e dopo una serie di iniziative dobbiamo rilevare che il porto si riduce sempre ad una attività di scali e di transhipment senza dare quello sviluppo essenziale che può creare l’indotto e tutta una serie di iniziative che effettivamente possono creare occupazione al territorio.

Presidente, la Zona economica speciale è una priorità. So che lei si è attivato in merito a questo ed ha avuto un incontro al porto. Sicuramente è l’ultima spiaggia per quanto riguarda lo sviluppo di quell’area territoriale e della Calabria intera.

La sosterremo fino in fondo perché effettivamente quando si tratta di queste iniziative penso che al di là dei colori politici e degli schieramenti dobbiamo assumere un senso di responsabilità che possa effettivamente dare segnali concreti ai cittadini ed ai territori.

Mi riferisco, in particolare, a tutte quelle problematiche legate al porto di Gioia Tauro: dalle  centinaia di lavoratori in cassa integrazione che attendono risposte concrete alla monopolizzazione di Mct che da decenni la fa da padrona per quanto riguarda tutte le attività che si svolgono in quell’area portuale.

Sicuramente l’impegno sarà massimo quando si tratta di queste problematiche che coinvolgono il nostro territorio perché penso che sia un obbligo più che un dovere dare delle risposte concrete ai nostri corregionali.

Condivido appieno il Piano regionale di sviluppo turistico perché il nostro territorio è a vocazione turistica culturale e può essere un grande volano di sviluppo cercare di creare un binomio tra turismo e cultura. Come diceva lei la stagione è molto ridotta, ma se si riesce a creare quel binomio tra turismo e cultura, avendo noi un patrimonio immenso per quanto riguarda i parchi e le aree archeologiche nel quale possiamo creare occupazione, si potranno dare tutte quelle risposte che oggi i nostri corregionali aspettano.

Poi ho notato anche un passaggio importante per quanto riguarda la famiglia. E’ opportuno che siano evitate tutte quelle forme di discriminazioni anche per quanto riguarda le problematiche sociali. Sono convinto che si possano attuare una serie di iniziative e dare delle risposte concrete.

Infine, per quanto riguarda l’agricoltura, questo è un problema che affligge il nostro territorio in maniera seria e drammatica. Io mi sono reso portavoce di un provvedimento di cui chiederò anche l’inserimento all’ordine del giorno per quanto riguarda la problematica della crisi che investe l’agricoltura, la nostra Regione e in particolare la Piana di Gioia Tauro e di Rosarno.

Sono convinto che con la composizione delle Commissioni si possa dare inizio alla attività concreta di lavoro del Consiglio regionale. Al di là delle polemiche che sono state sollevate penso si possa iniziare seriamente una attività di lavoro per poter dare concretamente risposte al territorio in particolare, ai nostri giovani che guardano con attenzione alla politica. Penso sia doveroso da parte nostra dare tutte le risposte necessarie. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito Democratico)

Signor Presidente, penso che oggi dietro questo atto dovuto che è la presentazione del programma di governo del presidente Oliverio non ci sia soltanto una esposizione di cliché, di stereotipi più o meno conosciuti ma credo ci sia dentro la storia, l’esperienza di un uomo di governo, di una coalizione di governo che individua priorità, che si preoccupa, si occupa prima delle questioni che riguardano una Regione difficile e che, ovviamente, focalizza i temi di più pregnante importanza.

Devo dire che in questo programma di governo che potrebbe sembrare al pari di tanti altri – basta dare uno sguardo al programma di governo del Presidente della Emilia Romagna – si capisce come oggi temi che sono di estrema attualità siano simili ad ogni latitudine di questo Paese.

Per ciò che riguarda il presidente Oliverio, io non mi fido tanto del programma di governo quanto dell’esperienza poderosa, dell’esperienza che ha dato grandi risultati, dell’esperienza che ha dimostrato anche una corazza etica e morale, che ha tradotto le parole in fatti, che ha indicato una rotta.

Il presidente Oliverio con questo programma di governo si preoccupa di indicare una via di uscita come facevano gli intellettuali dell’antichità anche se, in questo caso, si tratta di uscite d’emergenza per una Calabria che è aggredita da tanti problemi.

Ed io penso – conoscendo anche la storia di molti componenti di questo Consiglio regionale – che vi sia la maturità necessaria affinché si possa fare.

Avendo avuto in questi anni la possibilità di verificare quali siano le difficoltà nei campi nevralgici della vita dei calabresi che sono la sanità, i rifiuti, il dissesto, l’inquinamento, credo che alla luce dell’esperienza del passato, senza dare la croce sulle spalle degli altri ma guardando al futuro e non al passato, – ripeto – credo che noi oggi abbiamo il dovere di osare. Abbiamo il dovere di osare attraverso questo Consiglio regionale che, vi ricordo, ha come priorità quella di formulare buone leggi, di indicare la rotta ai calabresi, ha la priorità di essere coraggioso e di farlo attraverso tutti quei fenomeni che deformano la vita e le dinamiche sociali, a cominciare dalla lotta alla criminalità che in questo programma di governo è individuata come priorità assoluta; di farlo attraverso il rilancio della occupazione – come dire? – e attraverso una cura anti depressiva per i settori nevralgici della nostra Regione.

Ovviamente in tutto questo il Partito democratico farà la sua parte, così come tutte le componenti di questa coalizione, ma io credo, avendone avvertito la sensibilità, che anche dalla minoranza quella più matura, quella che ha avuto in questi anni responsabilità di governo, si mostrerà, si rappresenterà ai calabresi la maturità necessaria per uscire dalla crisi.

Infine, signor Presidente, auguro alla nuova Giunta di lavorare bene e di avere una marcia in più perché c’è davvero la necessità - come dice il presidente Renzi – di mettere il turbo agli atti, ai provvedimenti, alle strategie da mettere in campo.

Abbiamo la necessità di far una grande squadra ed in questa grande squadra che è la squadra del futuro i consiglieri regionali della maggioranza e della opposizione debbono contare. Debbono contare con buone idee, con il coraggio di osare e indicando soluzioni senza far chiacchiere perché la Calabria non ha più tempo, non si può più aspettare, c’è la necessità di dare risposte.

Credo anche – ed ho finito – che la maggiore responsabilità ­ una responsabilità pesante così come capita ai sindaci perché la legge impone che sia così sia – sia in capo al Presidente della Regione Calabria, al presidente Oliverio al quale tutti i calabresi guardano con grande fiducia e speranza.

Credo che noi come collettivo abbiamo il dovere di stare vicino al presidente Oliverio, di dargli coraggio perché ci saranno fasi di grande depressione in questa Calabria sconquassata. Abbiamo il dovere di sostenere il coraggio, le idee e l’esperienza del presidente Oliverio e lo dobbiamo fare senza frapporre ostacoli e senza creare problemi.

Lo dobbiamo fare consapevoli di un incarico che ci hanno dato i calabresi che è quello di voltare pagina e di accrescere finalmente la credibilità di questa Regione, che non sia più Regione di malfattori e di mafiosi ma che sia Regione di grandi uomini di pensiero, di grandi uomini che hanno avuto nella loro vita ed esperienza grandi risultati, di grandi uomini che vogliono cambiare questa Regione con il coraggio delle idee e dei fatti. Grazie.

Presidenza del Presidente Antonio Scalzo

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, prendo la parola per esprimere il mio pensiero rispetto alla lunghissima relazione che il Presidente della Giunta ha esposto oggi in quest’Aula, Presidente, tra l’altro, di una larga maggioranza e che ha avuto largo consenso in questa tornata elettorale.

Una relazione ricca di contenuti, significativi per certi aspetti, afferenti la questione dell’emergenza e riguardanti anche l’aspetto strutturale.

Però, Presidente, in altre circostanze ho avuto modo di ascoltare altre relazioni e posso quindi riscontrare che i contenuti sono più o meno gli stessi, perché i ritardi atavici sono quelli che ci ritroviamo e scontiamo tutti i giorni.

Le questioni strutturali che travagliano il territorio nelle sue articolazioni sono sempre le medesime per cui c’è da rimboccarsi le maniche; lo dico a lei ed alla Giunta che ha presentato oggi in quest’Aula. Una Giunta corta, direi, o, per utilizzare un termine già inflazionato, una mini Giunta che, peraltro, è stata azzoppata dalla rinuncia dell’ex ministra Lanzetta che noi abbiamo conosciuto. Un sindaco che ha lavorato per il suo territorio. Io la definisco una risorsa che ha avuto l’opportunità di arricchire il suo bagaglio, la sua esperienza politica nel Governo nazionale. Ce l’aspettavamo qui per dare un contributo, non dico un salto di qualità, ma per dare una spinta al territorio.

La sua scelta incomprensibile - o meglio, non entro nel merito delle questioni personali e politiche che non mi appartengono né mi riguardano - ci fa molto riflettere. La posizione della Lanzetta è una posizione fortemente discutibile che potrebbe esser frutto della peggiore partitocrazia.

Ho potuto riscontrare dal dibattito ciò che è avvenuto o quello che si può capire. Non si sa se è stata estromessa o se è stata catapultata qui in Calabria, questo non si capisce ma, visto che lei ha chiesto la Lanzetta, io chiedo di proporre a Renzi di mandarci la Boschi. Magari non è a parametro zero ma visto che lei ha la possibilità di avere personale dal Governo e poterlo reclutare in Giunta, faccia pure Presidente.

Io invece voglio formulare gli auguri agli attuali assessori, che reputo persone di esperienza. E poco fa si è parlato di esperienza.

Credo nell’esperienza e credo che l’affermazione del primato della politica passi attraverso un mix di esperienze e non rottamazione. Se mai parliamo di rigenerazione della classe politica dirigente.

Penso che ci siano tutti i presupposti; ecco perché guardiamo con attenzione l’operato che andrete a svolgere da qui in avanti perché oggi parte la legislatura con le linee programmatiche che il Presidente ci ha illustrato ma soprattutto con la nomina dei Presidenti delle Commissioni che sono il polmone dell’attività legislativa.

Da oggi ci prodigheremo e ci accingeremo a vivere questa avventura che dovrà vederci impegnati – lo diceva qualcuno – con senso di maturità nella distinzione dei ruoli e lo faremo con scienza, coscienza e con alto senso di responsabilità.

Lo faremo per stimolare l’attività di governo e controllare l’azione degli assessori. Però, Presidente, questa Giunta va completata ed io mi rendo conto delle difficoltà politiche in seno al suo partito ma la Calabria non può attendere le soluzioni politiche e partitiche.

La Calabria ha bisogno di risposte immediate per le questioni che menzionavo e che non sto qui ad argomentare per la loro complessità rispetto a tematiche di una certa valenza e di non poca importanza che riguardano l’ambiente.

Nella scorsa seduta abbiamo votato e, per alcune proroghe, ci siamo astenuti. Mi auguro che questa non diventi la regola ma che sia una eccezione. In occasione della scorsa legislatura ci fu un dibattito acceso dai banchi del centro-sinistra sulla questione delle proroghe rispetto ai siti privati. Presidente, la invito a monitorare la realizzazione del sistema regionale dei rifiuti per verificare lo stato dell’arte dei lavori attraverso i dipartimenti.

Questo è molto importante perché non ci si ritrovi, da qui a qualche mese, con altre proroghe che sicuramente non ci troveranno d’accordo in una condivisione che c’è stata soprattutto per far fronte all’emergenza.

Poi altri argomenti di una certa importanza, gli aspetti infrastrutturali e la questione trasporti.

Ho presentato un ordine del giorno sull’alta velocità che non si può fermare a Battipaglia. I finanziamenti relativi a questo progetto sono partiti dall’alto, dal nord. Invertiamo la tendenza. Adesso si dovrà realizzare la Bari-Napoli e quando la Salerno-Reggio Calabria? Il 14 agosto é venuto il Presidente del Consiglio, Renzi, e forse si sarebbe aspettato di trovare qualcuno a riceverlo. Io ero ignaro di questa sua presenza il 14 agosto e, a dir la verità, ero con la mia famiglia, nessuno ci ha avvertiti. Avremmo avuto la possibilità di confrontarci; ci fu un soliloquio alla provincia che fu ripreso dai giornalisti rispetto a degli impegni che in quella circostanza prese per la città di Reggio Calabria e per la Regione, per quanto riguardava lo “Sblocca Italia”.

Ricordo di aver letto in un quotidiano locale calabrese dell’impegno per l’aeroporto, quell’impegno che lei stesso disse qualche giorno fa da mettere in campo per affrontare una problematica così importante per lo sviluppo non solo della provincia di Reggio Calabria ma di tutto il territorio calabrese. E invece nello “Sblocca Italia” fece tutt’altra cosa, dimenticò quel che disse in Prefettura.

Non vorrei che Renzi emulasse Prodi quando diceva “la Calabria figlia prediletta” per poi ripudiarla dopo essere stato eletto. Siamo alle solite.

Le stesse cose le riscontro per il porto di Gioia Tauro che, nonostante il suo impegno, Presidente, non fa parte dei suoi obiettivi programmatici ed ho letto bene il suo programma, che è il volano per lo sviluppo dell’intero territorio.

Attendiamo e verificheremo l’azione del governo che deve far sinergia con questa Giunta e non può abbandonare la Calabria. Non siamo ricettacolo dell’Italia, attenzione, e su questo saremo vigili e attenti per la tutela di quei diritti richiamati anche nel suo programma, Presidente, e che spesso negati in questo territorio, e credo che su questo si debba far quadrato, indipendentemente dall’appartenenza, per far prevalere quel senso di responsabilità ed affermare quel principio.

Ecco perché bisogna lavorare con altro senso di responsabilità perché, vedete, se c’è stata l’anti politica è perché non c’è stata la buona politica in tutti i consessi ed in tutte le realtà; e se non c’è stata la buona politica significa che non c’è stata una buona classe dirigente.

Noi vogliamo invertire questa tendenza e lo dobbiamo fare con senso di responsabilità, con fermezza e con determinazione.

Sono convinto che questo Consiglio possa farlo e parlo del Consiglio perché ritengo che si debba affermare la sua centralità, che è molto importante per la Calabria e per i calabresi.

Ritengo che in quest’Aula si possano realizzare delle cose buone con la differenziazione di cui parlavo prima.

Però, Presidente, da lei e dalla sua Giunta ci aspettiamo, vista anche la partenza tardiva – meglio tardi che mai – dei ritmi serrati e frenetici, rispetto soprattutto ad un cammino che dobbiamo fare che non può essere più una passeggiata ma che deve essere una corsa ad alta velocità al fine di recuperare i non pochi ritardi.

Non sto qui a dire di chi sono le responsabilità pregresse. Qualcosa è stato fatto negli anni ma non quello che serve ai calabresi che hanno bisogno di risposte concrete, immediate e certe; noi dobbiamo provarci, Presidente, e lo faremo con la responsabilità che avvertiamo e con la quale ci vogliamo caratterizzare.

Auspico che il suo programma si realizzi, Presidente, anche se ho forti dubbi perché probabilmente incontrerà tanti freni nel suo cammino se non metterà mano, veramente, alle riforme strutturali, quelle riforme serie di cui la Calabria ha bisogno, e su questo ci confronteremo.

Presidente, mi avvio alla conclusione e, per una questione sempre di stile e di verifica, le annuncio il voto di astensione. Ci asteniamo per i motivi che ho detto proponendoci di verificare di volta in volta il suo cronoprogramma e la realizzazione di quegli obiettivi che ha menzionato testé in quest’Aula. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Signor Presidente del Consiglio, presidente Oliverio, colleghi consiglieri, anche a me sia consentito innanzitutto di salutare e augurare buon lavoro ai neo assessori. Sul problema della Giunta mi permetto semplicemente di fare una riflessione.

Ha ragione il consigliere Nicolò quando dice che la presenza dell’ex ministro Lanzetta sarebbe stata una risorsa per la Regione Calabria. Sul merito ritengo che vada chiarita una sola cosa ai calabresi: se nel momento in cui l’ex ministro Lanzetta ha accettato conosceva la costituzione di questa mini Giunta e se conosceva la costituzione di questa mini-Giunta, qual è stato il vero motivo che l’ha indotta ad un dietro front rispetto a questa nobilissima ed importantissima carica che lei avrebbe voluto darle?

Detto questo entro nel merito della sua relazione, Presidente. Una relazione estremamente esaustiva e, se non sono irriverente, mi consenta di dire eccessivamente lunga, letta e che ha fatto perdere quella passione che io non ho visto nella relazione che diceva il collega Bevacqua.

Imparando a conoscere le sue capacità politiche e la sua passione politica probabilmente se a braccio avesse tracciato alcune linee programmatiche da par suo le avremmo forse capite meglio e qualche consenso in più sicuramente ne sarebbe venuto fuori proprio perché conosco in lei queste grandi capacità.

La relazione è stata da un certo punto di vista un bollettino medico che fa evidenziare un malato, la Regione Calabria, in fase agonizzante. Le azioni programmatiche, pertanto, diventano il giusto strumento terapeutico che lei vuole mettere in campo affinché questo malato superi questa fase agonizzante.

Sarebbe facile fare una battuta “auguriamoci che, nonostante l’intervento del medico, il malato possa migliorare”.

Questa malattia è il risultato di anni; si tratta di una malattia cronica, i cui sintomi si sono man mano manifestati e l’hanno portata allo stato attuale, che é grave, anzi gravissimo. Però è una malattia che, dicevamo, viene da lontano ed io da un certo punto di vista ho apprezzato l’intervento del collega Orsomarso.

L’ho apprezzato non perché ritengo che la causa di questa malattia sia colpa di tutti; ho apprezzato anche l’intervento del collega Aieta che, in linea con quello del collega Orsomarso, dice che c’è la necessità di cambiare atteggiamento.

Ma questa necessità di cambiare atteggiamento non viene dalla responsabilità di chi c’è stato ieri perché, dal punto di vista politico, ieri ci siamo stati tutti quanti.

La necessità che tutti noi abbiamo è quella di una inversione culturale, di un atteggiamento culturale nuovo in quest’Aula, un atteggiamento che dia, intanto, ad ognuno di noi la consapevolezza che questi 5 anni sono fondamentali, non solo per il futuro della Calabria ma, come diceva qualcuno che mi ha preceduto, 5 anni fondamentali affinché tutti noi consiglieri, di maggioranza e di opposizione, Presidente del Consiglio, Presidente e assessori, cerchiamo di dare di nuovo credibilità alla politica affinché quei dati di cui lei stesso ha parlato, di disillusione della politica da parte dei cittadini, possano essere ribaltati.

Dati inconfutabili se è vero come è vero che il 55 per cento dei calabresi il 23 novembre è rimasto a casa; quindi tutti quanti abbiamo il dovere di cambiare rotta.

Per far ciò vi è la necessità di modificare alcuni atteggiamenti in Aula affinché si orientino a questa consapevolezza e questa coerenza. Ci possono essere interventi dal punto di vista politico anche duri ma corretti nella loro sostanza.

Dalla opposizione sono venuti interventi molto duri, ma bene o male tutti quanti hanno percorso alcuni dati che sono stati messi in evidenza dai consiglieri Tallini, Mangialavori, Orsomarso e Nicolò.

Ritengo che, se c’è la necessità di abbassare i toni dei nostri interventi, non si possa rispondere alla durezza della politica ma alla correttezza del ruolo che ognuno di noi riveste andando invece verso atteggiamenti ed interventi che possono essere quasi al confine dell’offesa personale.

Mi auguro, pertanto, che tutti noi - maggioranza e opposizione - abbassiamo questi toni nella certezza che probabilmente riusciremo a far capire ai cittadini che qualcosa stia veramente cambiando, nella logica di sobrietà e rigore di cui ha parlato, fin dal primo giorno, il presidente Oliverio.

Detto questo, non posso sottacere ancora una volta che è stata riportata in Aula l’attenzione su come è avvenuta l’elezione dell’Ufficio di Presidenza.

Pensavo di essere stato chiaro ma sono costretto ad alcune ripetizioni e di questo chiedo venia all’Aula ma soprattutto probabilmente c’è la possibilità di nuove riflessioni da parte mia. Avevo già detto che l’elezione del consigliere Gentile a Vicepresidente di questo Consesso non poteva essere considerata una parte, un aspetto della cosiddetta politica dell’inciucio o, ancora peggio sento dire, un atteggiamento che mortifica la democrazia.

Abbiamo già detto che quella vicenda si è consumata in Aula in trasparenza e non nelle stanze chiuse del potere. Abbiamo detto e più volte ripetuto che si tratta di una intesa istituzionale che non vuole avere nessuna ricaduta sul piano gestionale ed è una intesa istituzionale, tra l’altro, che non ci siamo inventati dall’oggi al domani ma è anche conseguenza di quella che è una alleanza politica del Nuovo centro destra al Governo nazionale col centro-sinistra. Il Nuovo centro destra - bisogna precisarlo – fa parte di un Governo che era iniziato sotto la logica di un governo delle larghe intese che aveva voluto per primo Silvio Berlusconi.

Diciamocela tutta, allora. Poiché è vero quello che dico, cioè che l’elezione di Pino Gentile si è consumata in Aula è vero allora, probabilmente, che siamo stati “costretti” perché Forza Italia non ha mai mandato un messaggio o chiesto un percorso di condivisione all’interno delle opposizioni. Probabilmente, presidente Oliverio, abbiamo portato a termine l’elezione di Pino Gentile proprio grazie alle spaccature che sono insite in Forza Italia.

Mi auguro di non dover più ritornare su questo argomento.

Ritornando, invece, a quelli che sono stati i contenuti della relazione del presidente Oliverio – l’ha detto il mio capogruppo al quale auguro buon lavoro sin da oggi – ci sono tanti motivi di condivisione e tanti motivi di confronto su alcune tematiche che, sicuramente, di primo acchito, non ci vedono assolutamente d’accordo ma ci saranno modi e tempi per poter definire anche su quegli aspetti del lavoro, della famiglia che ha già trattato Giovanni Arruzzolo ma ci sono da definire e verificare ancora eventuali punti di convergenza su questi aspetti.

Certo non v’è dubbio che la Calabria paghi anni di grande crisi, paga anche la crisi globale ed economica che è sotto gli occhi di tutti e chi più paga, naturalmente, sono le Regioni povere come la nostra.

Una crescita economica irrilevante, un livello occupazionale che tutti conosciamo, una assenza di competitività delle nostre imprese, una pubblica amministrazione lenta ed inefficiente, servizi pubblici degradati, carenze infrastrutturali e strutturali che sono state messe più volte in evidenza.

A tutto questo aggiungiamo anche la piaga enorme della criminalità organizzata. La lotta alla mafia ritengo che sia un dovere di tutti i cittadini e debba essere un dovere civico da esercitare in tutte le forme.

A tal proposito ho apprezzato, presidente Oliverio, l’ipotesi di un osservatorio regionale sulla legalità con riferimento, come lei ha fatto nella sua relazione, sui reati di corruzione, violenza minorile, sulle donne e soprattutto un osservatorio regionale sugli effetti del terrorismo. Così come il terrorismo - lo ha detto qualcuno che mi ha preceduto - che potrebbe sembrare una vicenda che poco appartiene alla Calabria ma, se consideriamo che la Calabria è la prima Regione di sbarco di tanti clandestini, vediamo come invece è necessario alzare fortemente l’attenzione su questo problema.

Ben venga, quindi, l’osservatorio regionale di cui parlava prima il presidente Oliverio, naturalmente in cooperazione con tutte quelle strutture che già operano sul territorio, vale a dire le forze dell’ordine, le aziende sanitarie e quant’altro.

Su alcuni aspetti, poi, se questo è il quadro generale della situazione, non v’è dubbio che ci siano aspetti di massima criticità che devono essere affrontati con la massima urgenza.

In primis do perfettamente ragione alla collega Sculco quando dice che bisogna capire quella che è la criticità massima ovvero quella della sanità.

Ho letto l’altro giorno - e l’ho ribadito in Aula – la visione del collega Mangialavori e la condivido in pieno che ben venga, anzi venga subito chiarita la nomina del commissario. La Calabria non può più attendere questa querelle sul piano della nomina di un commissario alla sanità. Troppi sono i temi da affrontare ma sono temi che necessitano di immediatezza e soprattutto di una assunzione di responsabilità che, ritengo, solo la politica possa assumere.

Il presidente Oliverio ed il centro-sinistra si sono candidati con un progetto anche sulla sanità. I cittadini calabresi hanno indicato il presidente Oliverio alla guida di questa maggioranza in questi 5 anni e mi auguro che a brevissimo avvenga la nomina del commissario da parte del Consiglio dei Ministri nella persona del Presidente protempore della Regione Calabria e che da subito si possano affrontare i temi della sanità partendo anche dagli indirizzi che vorrà dare questo Consiglio.

Una sola cosa mi permetto di evidenziare al presidente Oliverio: il coraggio, al di là della enunciazione di principio largamente condivisa della razionalizzazione della spesa, della implementazione e della valorizzazione delle tante professionalità esistenti nel mondo sanitario calabrese, il coraggio in sanità di tagliare e di chiudere quei centri sanitari obsoleti che non fanno bene alla Regione ma sono, anzi, degli spazi di criticità che ancora di più amplificano le deficienze della sanità stessa.

Non mi soffermo perché non ci può non essere condivisione, presidente Oliverio, sui temi dell’ambiente, dei rifiuti, della depurazione delle acque e del dissesto idrogeologico. Tutte coordinate che alla fine possano portare ad un prodotto positivo in termini turistici.

Ho sentito, mi sembra non so chi prima di me, parlare anche della necessità sul piano culturale di andare alla individuazione di alcune manifestazioni culturali di grande prestigio e di grande valore che debbono essere eventualmente storicizzate perché dalla storicizzazione di queste manifestazioni culturali, secondo me, il turismo della Regione Calabria può ricavare un ulteriore indotto positivo.

Si è parlato di lavoro e di tante altre cose ma ritengo che l’elemento fondamentale sia che, se non si farà nulla e se non sarà forte la consapevolezza di dare una strategia ed una politica riformatrice in questi 5 anni, poco riusciremo a fare per questa Regione

Una politica di riforma culturale, economica, di riforma amministrativa sul piano amministrativo ma soprattutto una nuova politica di riforma sul piano legislativo.

Anche da questo punto di vista non mi è sfuggita nella sua relazione, presidente Oliverio, la necessità da noi condivisa dell’ istituzione di una Commissione delle riforme dello Statuto.

Poiché fra poco parleremo anche di Commissioni e della costituzione delle Commissioni mi permetto sin da adesso – ed eventualmente poi nella fase di discussione delle Commissioni – di introdurre questo tema che condivido e che lei con lungimiranza ha voluto sin dal primo giorno, sin dopo il 23 novembre porre come centrale della sua agenda politica la capacità di incidere in questi 5 anni sul piano delle riforme.

Noi le staremo vicino e l’aiuteremo affinché questo possa accadere. Mi auguro che questo avvenga nell’immediatezza dopo questa votazione sulle azioni programmatiche del presidente Oliverio e laddove ci sia la necessità, presidente Scalzo, prima ancora di introdurre il tema delle Commissioni, valuti l’opportunità di una breve sospensione affinché maggioranza e opposizione si possano confrontare sul piano della costituzione delle ormai imminenti Commissioni affinché poi si possa definire il tutto e ognuno di noi si possa mettere al lavoro.

PRESIDENTE

Grazie al collega Esposito. Per la richiesta di una breve sospensione dopo la votazione e prima della elezione delle Commissioni vedremo alla fine del dibattito, alla conclusione del programma di governo presentato dal presidente Oliverio. Dopo faremo una breve sospensione come richiesto dal collega Esposito.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa delle libertà)

Grazie, Presidente, Presidente della mini Giunta, colleghi consiglieri, abbiamo ascoltato con grande attenzione la lettura del suo programma di governo, un programma ben scritto, ben articolato. Quindi complimenti anche a coloro i quali hanno contribuito alla stesura del programma stesso.

Programma in cui emergono tutte le criticità e le emergenze del nostro territorio, nulla di nuovo certamente ma ciò che non emerge sono le soluzioni; tante le idee giuste, tante sicuramente ed anche condivisibili, qualora si attuassero, Presidente.

Ci crediamo poco che ciò possa accadere perché i buoni propositi contenuti all’interno di questo articolato programma vengono meno e vengono meno oggettivamente per una serie di motivi.

Sarò proprio telegrafico perché, Presidente del Consiglio, mi auguro che da qui ai prossimi minuti ci accingeremo tutti assieme a compiere degli atti concreti e formali, lanciando messaggi positivi alla Calabria, con la costituzione delle Commissioni, sedi deputate ad operare per portare quelle che sono le nostre idee e, magari, assieme alla maggioranza individuare quelle che saranno le soluzioni dei tanti problemi su cui intervenire.

Dicevo che vengono meno questi buoni propositi per una serie di motivi, Presidente.

Primo: l’approccio che questa maggioranza ha avuto dal 24 novembre, non solo con i cittadini calabresi ma anche con l’istituzione regionale è stato un approccio disarticolato, non organizzato che ha creato allarmismi e confusione che all’interno della maggioranza già purtroppo regna sovrana.

Vorrei ricordare che questa maggioranza governa il territorio calabrese da quasi 80 giorni e dopo 75 giorni abbiamo il piacere di salutare la mini Giunta.

Il Presidente, attraverso la lettura del suo programma richiamava ad alcune priorità, vedi il settore ambientale. Però mi chiedo, Presidente, se è effettivamente vero, come è vero che il settore ambiente dovrebbe essere una priorità di questo governo, perché non ha dato una guida sin da subito a questo settore con le dovute priorità? Dopo 75 giorni forse oggi riusciremo a costituire le Commissioni quindi quando la maggioranza avrà trovato la quadra politica, avremo anche la possibilità di lavorare e di far ciò cui siamo chiamati a fare dai nostri elettori.

Il palese sfaldamento di una maggioranza che non riesce a trovare una articolazione politica ed amministrativa a noi dispiace moltissimo perché sin da subito, dai banchi della opposizione, abbiamo annunciato quella che è la nostra volontà di collaborare su una azione politica-amministrativa, presidente Oliverio, concreta, seria e che possa finalmente dare risposte ai calabresi.

Il collega Greco ha detto cose giuste ed interessanti nel suo intervento ben articolato ma ha parlato anche di rinnovamento e cambiamento.

Bene, consigliere Greco, se il rinnovamento e il cambiamento devono essere questo noi non lo accettiamo e non lo possiamo certamente condividere. Un cambiamento ed un rinnovamento che certamente ci può stare perché a questa Assise regionale, a questa decima legislatura vi è stata una ventata – se vogliamo – di freschezza tra i banchi della maggioranza, viste le tante le new entry e le facce nuove che siedono oggi tra i banchi sia di maggioranza che di opposizione.

Per carità, con ciò non voglio dire che arrivando i giovani o coloro i quali potranno apportare dei contributi diversi rispetto al passato e magari segnare dei momenti di discontinuità rispetto a chi ha governato la Calabria per 40 anni, si farà di meglio ma certamente servirà anche l’esperienza di chi siede fra questi banchi da molti anni al fine di intraprendere percorsi virtuosi.

Presidente, come intendiamo o meglio, come intendete attuare questo programma? Dove sono le soluzioni? Sperate veramente ad una attenzione del Governo nazionale per la nostra Regione? Ebbene, se i buoni propositi e le attenzioni del presidente Renzi sono quelli che ha riservato nelle ultime settimane al comune di Reggio Calabria, sinceramente non credo che questa Regione possa avere futuro rispetto all’attuazione del suo programma.

Un Governo nazionale che ancora ci mortifica e continua a mortificare la classe dirigente di questa Regione, oggi la sua maggioranza ed i suoi compagni di partito con l’imposizione in Giunta di qualche Ministro che dovrebbe, in teoria, venire a sedere tra quei banchi per apportare un contributo? E sulla vicenda non mi cimento perché l’atteggiamento del ministro Lanzetta parla da sé: delusione totale.

Mi auguro, Presidente, che questa strada possa cambiare passo, che questo percorso possa sin da stasera -  con la costituzione delle Commissioni - cambiare passo.

Noi siamo disponibilissimi, qualora voi ci offrirete la possibilità, l’opportunità di apportare il nostro contributo e di votare a favore di atti e procedimenti che hanno come unico fine quello del bene comune e quello della Calabria.

Presidente, annuncio il voto contrario mio personale e della Casa delle libertà, non al programma di governo, perché avremmo potuto serenamente astenerci da quelle che sono le linee programmatiche di questa maggioranza. Ma noi votiamo contro la bocciatura, o meglio bocciamo gli 80 giorni di governo regionale trascorsi.

Quindi annuncio il nostro voto contrario al primo punto all’ordine del giorno con l’auspicio che da qui a stasera si possa ritrovare quella che è la serenità politica che questa Assise regionale per un dovere morale è chiamata ad avere e cominciare a lavorare assieme per il bene collettivo. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo, capogruppo del Partito democratico. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Grazie Presidente, colgo l’occasione per ringraziare il mio partito ed i colleghi del Partito democratico per l’onore che mi hanno dato di presiedere il gruppo del Pd di questo Consiglio regionale. Mi auguro di poter svolgere il mio mandato in maniera adeguata ed efficace.

Stasera siamo chiamati a discutere del programma di governo presentato dal presidente Oliverio. Dico questo che potrebbe apparire come una affermazione quasi ovvia perché seguendo gli interventi di alcuni miei colleghi ho visto che non se ne sono occupati affatto.

Si é intervenuti su tante cose, molte le cose dette e che non condivido, altre condivisibili ma, non è questo il punto. Senza dedicare una valutazione di merito e nel merito per lo sforzo che il presidente Oliverio ha fatto per comunicare a quest’Aula e attraverso l’Aula alla Calabria intera: quali sono le linee programmatiche che reggeranno il programma di governo 2015-2020.

Lo dico perché dovremmo recuperare un’abitudine presidente Scalzo: o aboliamo l’ordine del giorno – ed è una scelta che non mi vedrebbe favorevole – o, una volta deciso l’ordine del giorno, ci atteniamo perché altrimenti potrei chiederle una modifica.

Facciamo così: 10 minuti li dedichiamo ad interventi registrati, e ne abbiamo ascoltati alcuni che sono uguali in tutte le sedute. Cioè li ascoltiamo, dopo di che il Segretario farà l’appello e ci esprimeremo sull’ordine del giorno. Se dobbiamo perdere questi 10 minuti ad ogni seduta li perdiamo.

Ascolteremo tutto il disastro che sarà fatto, il ritardo ecc., lo ascoltiamo e ci togliamo il pensiero.

Penso invece che in quest’Aula sia molto più utile utilizzare il tempo per discutere di cose reali e concrete che interessano la Calabria.

Del resto sarebbe facile per me chiedere ai colleghi consiglieri del centro-destra, delle minoranze - perché non c’è una minoranza ma ci sono diverse minoranze con diversi toni e con diversi atteggiamenti che registriamo – come si possono bocciare 80 giorni di governo dopo 4 anni e mezzo di disastro dell’amministrazione Scopelliti. O sono maturati dei tempi europei per loro e di fronte ad una lentezza sconvolgente che non gli ha consentito di accorgersi di nulla, per esempio, del fatto che dal 2012 come ben diceva il presidente Oliverio la Calabria non ha speso in termini di fondi comunitari e quindi non dicevano nulla o c’è un atteggiamento preconcetto e di pregiudizio.

Siamo di fronte ad una scelta di linea politica da parte di quei consiglieri che esercitano una opposizione a prescindere.

Questa opposizione a prescindere non fa bene alla Calabria e fortunatamente non è la scelta di tutti i gruppi della minoranza.

Abbiamo ascoltato il capogruppo di Forza Italia dire alcune cose, i toni di altri consiglieri, il collega Esposito e Aruzzolo e su questo invece bisogna sviluppare un confronto a partire dalle decisioni – mi dispiace deludere qualcuno – che assumeremo stasera attraverso la formazione delle Commissioni.

Il collega Nicolò dice “di fronte ad un programma siamo sempre tutti d’accordo”. Non è così.

Questo programma elencato, annunciato, illustrato dal presidente Oliverio in quest’Aula non è un programma sommario ma è molto dettagliato. Possiamo individuare negli argomenti, nelle criticità e nei problemi una sorta di elenco comune purtroppo a diverse legislature, non nelle indicazioni o soluzioni, nelle linee politico-programmatiche che il presidente Oliverio oggi ha tracciato in quest’Aula e che noi faremmo bene a discutere e ad approfondire.

Perché ascoltare in Aula che non si vota su questo programma ma che si bocciano gli 80 giorni è una cosa che sinceramente non si può sentire perché non appartiene all’ordine del giorno di questo Consiglio regionale. E’ una opinione legittima, rispettabile ma che non ha assolutamente attinenza con questa seduta.

Vedete, il presidente Oliverio ha assunto alcune decisioni lineari, trasparenti, inattaccabili sotto ogni punto di vista e che possono essere condivise o meno. Magari un altro consigliere quando farà il Presidente farà altre scelte, bene, ma sono inattaccabili sul piano della trasparenza, della legalità e della legittimità ed è inutile attaccarci alla polemica pretestuosa del completamento della Giunta.

Quest’Aula ha votato in precedenza la modifica dello Statuto proprio per consentire al Presidente di avvalersi di prerogative che sono nella facoltà di altri Presidenti di Regione.

Quando maturerà la seconda lettura, il presidente Oliverio completerà la propria squadra di governo e lo farà avvalendosi delle competenze che interessano i settori nevralgici individuati, quali fondamentali per la riforma ed il cambiamento della Calabria, ad esempio le riforme, il progetto Mediterraneo, questa idea che abbiamo di porre il Mediterraneo al centro in termini di idee di progetti e di spesa, l’idea di innovazione della Regione, l’attenzione alla istruzione.

E’ di pochi giorni fa una denuncia che ha riguardato 60 genitori della cittadina di Gioia Tauro che non consentivano ai propri figli di andare a scuola; 150 erano stati denunciati sei mesi fa nella locride. Tantissime famiglie non riescono a sostenere l’obbligo formativo per i propri figli.

La competitività, la questione che riguarda le nostre imprese e le nostre aziende, il tema del diritto all’accesso al credito decente e normale come le altre Regioni, su questo devo annunciare che ragioneremo come gruppo di Fincalabra.

Non è possibile che giovani imprenditori, o gli imprenditori in difficoltà, non possano accedere al credito come accade in tutte le altre Regioni d’Italia e d’Europa. Di questo dovremo ragionare e discutere.

Una discussione sull’economia e sull’esigenza di creare nuovo lavoro. L’assessore Guccione ha esordito molto bene a mio giudizio con Garanzia Giovani. Noi faremo una grande iniziativa a Lamezia Terme per dire di che cosa si tratta e quali sono le opportunità e le occasioni di sviluppo e di lavoro che Garanzia Giovani darà all’intera Calabria, ad una Calabria che non può rinunciare alla propria identità e alla propria cultura, non intesa come strumento di conservazione o di isolamento ma come tratto identitario utile a spenderci in un mondo ed in una realtà globalizzata.

E poi il capitolo dedicato alla salute.

Intanto è chiaro: prima possibile Mario Oliverio dovrà assumere le funzioni di commissario della sanità ma il dettaglio del programma da lui presentato rovescia il dato culturale di un ragionamento puramente ragionieristico, rispetto alla salute, e inizia a dire che ogni mamma ha diritto di scegliere dove e come partorire, che i pronto soccorso non possono essere la soluzione di tutto e non possono vivere l’affollamento drammatico che le nostre aziende ospedaliere in tutta la Calabria e di tutta la Calabria ci segnalano. Della necessità di affrontare la questione dell’emergenza-urgenza non sono dei tratti programmatici vuoti e fumosi ma sono delle scelte, delle idee ma certo poi noi le dovremo praticare ma non si può accettare che queste idee e queste scelte siano bocciate e criticate a prescindere, come ho ascoltato non in tutti gli interventi ma in alcuni interventi della minoranza.

Noi abbiamo già adottato dei provvedimenti che consentono un forte risparmio all’amministrazione regionale. Quando sono stati dimezzati gli stipendi dei burocrati e dei manager delle aziende a partecipazione pubblica totale o parziale di tutte le rappresentate e partecipate della Regione; quando abbiamo detto riduciamo i dipartimenti a 10, risparmiando 2 milioni di euro l’anno, abbiamo pensato che un’azione di razionalizzazione debba toccare quei santuari che mai erano stati toccati prima.

Ed io su questo voglio aggiungere un’altra questione: questi soldi che abbiamo risparmiato devono essere utilizzati per il sociale e per i ceti meno abbienti, per le famiglie in difficoltà di una Regione che ha una soglia di povertà insopportabile.

Credo che una iniziativa, una vera e propria legge sulla povertà sia urgente e debba impegnarci nelle prossime settimane.

Il Presidente ci ha detto dei diritti, a partire dal contrasto alla violenza di genere, ad un piano regionale contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sulla identità di genere. Parlandoci di una Calabria crocevia di cultura e di civiltà, toccando il tema dei migranti inteso come tema di integrazione e solidarietà nella grande area del Mediterraneo.

Poi la riqualificazione e la riorganizzazione dei servizi, a partire dall’obiettivo rifiuti zero, differenziata e così via. C’è un’idea che vuole trasformare l’amministrazione regionale, trasformare la Regione rendendola più snella, moderna, più disponibile e amica dei propri cittadini richiamando anche i calabresi all’etica della responsabilità.

Vedete, noi potremo assumere qualsiasi decisione all’interno di quest’Aula ma se non saremo in grado di parteciparla e di condividerla con i cittadini calabresi queste decisioni non si tradurranno in atti concreti e del cambiamento del quale invece, noi abbiamo bisogno.

Il presidente Oliverio ci ha detto di un territorio integrato, di un ambiente sostenibile, della necessità di difendere il suolo ed il paesaggio, di riformare e di trovare politiche attente a questo settore e a tanti altri. Insomma ci ha illustrato un piano di governo impegnativo, studiato e dettagliato, approfondito sul quale dobbiamo esprimerci. Dobbiamo dire cosa pensiamo, cosa pensiamo del diritto dovere di ciascuno a lavorare e a farlo in una condizione che ponga fine alla precarietà. Cosa pensiamo dell’esigenza di nuove politiche per il Mezzogiorno all’interno di un nuovo quadro europeo; cosa pensiamo della difesa del suolo, dei beni culturali.

Di questo dobbiamo discutere e questo è il nostro dovere, la sfida che abbiamo di fronte, non il pregiudizio. L’esigenza di dire no a neanche tre mesi dall’insediamento di un governo regionale. Su che cosa? Sui provvedimenti che abbiamo adottato? Bene o “no” a prescindere. Non è questa la strada che la Calabria si attende da noi.

Del resto vi è stato il rimprovero, tra le altre cose – fatto dal collega Orsomarso – in un intervento che però ha toni diversi da quelli dell’oppositore, a prescindere, molto articolato e che ho ascoltato con grande attenzione.

Il collega Orsomarso dice che il presidente Oliverio non ha citato lo studio fatto da Unicredit.

E’ di oggi la pubblicazione di una indagine dell’Istat che purtroppo ci dice che il 45,8 per cento in meno è il dato del Pil calabrese rispetto a quello del centro nord e ciò è in linea, collega Orsomarso, con quanto purtroppo il presidente Oliverio è stato costretto a relazionare nel suo intervento introduttivo.

Noi abbiamo una Calabria con i peggiori indicatori economico-sociali d’Europa, lo dice la Svimez e lo conferma l’Istat. E’ a partire da questi indicatori che dobbiamo lavorare per trasformare la realtà.

 La politica ha un senso se riesce ad incidere e a cambiare per davvero. Tutto questo se, quando finirà questa legislatura, fra 5 anni avremo meno disoccupati, una rete ospedaliera più funzionante e più funzionale rispetto alle esigenze dei cittadini pazienti, se avremo più lavoro ed una agricoltura migliore, se avremo speso e bene i fondi comunitari perché non basta spenderli ma vanno vincolati a progetti che partono dal territorio e ragionano di cose vere e serie.

Allora lì si potrà esprimere un giudizio che penso riguarderà tutti, certo, principalmente l’amministrazione di Mario Oliverio ma credo che ci siano le condizioni in quest’Aula per ragionare della Calabria bene comune per tutti, ed è con questo auspicio che vi ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie al collega Romeo e a tutti i colleghi che sono intervenuti in questo dibattito. Grazie alla stampa ed ai giornalisti che continuano a seguire questa seduta.

Passerei all’approvazione del programma stesso, mediante votazione per appello nominale

Invito il segretario questore a fare la chiama.

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Fa la chiama.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Chiedo di intervenire per dichiarazioni di voto, Presidente, per dire che i dubbi sulla indulgenza nei confronti di quanto esposto dal presidente Oliverio in questo momento vengono sciolti dalla riserva di un voto contrario.

Colgo l’occasione, assessore al personale Ciconte, per dirle - in termini di contributo non in termini di attacco politico o di strumentalizzazione politica – che a quanto risulta domani ci sia convocata una seduta di Giunta nella quale sarebbero già programmate le nomine dei facente funzione.

E per evitare che possa capitare anche a lei quanto è capitato a me in passato, le vorrei suggerire di prendersi tutti gli atti che sono depositati presso gli uffici, per vedere che le nomine dei facente funzione sono avvenute tramite avviso pubblico, legge Brunetta.

Se lei non ha sciolto la riserva, la delibera di oggi revoca quella precedente. 

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, la dichiarazione di voto.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

A lei questo non interessa, poi dice che bisogna collaborare e contribuire. Io lo dico per evitare che si verifichino tante situazioni e mi pare che l’Aula sia il posto più opportuno in cui dare questo contributo.

Quindi chiedo che domani si valuti questa mia osservazione cioè se le nomine possono essere fatte intuitu personae. La legge regionale non c’è più, bisogna applicare la legge Brunetta che prevede che anche per i facente funzione si proceda tramite avviso pubblico altrimenti sono delibere illegittime e veri e propri abusi.

Per questo motivo voteremo contro.

PRESIDENTE

Va bene grazie.

(Interruzione)

Non c’è seconda chiama perché hanno votato tutti.

La parola al Presidente della Giunta regionale.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Presidente, chiedo la parola perché credo sia inusuale che così ci possa essere una buona organizzazione dei lavori del Consiglio regionale – lo dico una volta per tutte – perché invece di rispettare l’ordine del giorno ognuno si alza, introduce un argomento e su questo, naturalmente, bisognerebbe aprire una discussione.

E’ inusuale e chiedo formalmente che si rispetti l’ordine del giorno. Se poi ci sono nel Regolamento possibilità di parlare per motivi personali, si chiede la parola per motivi personali; dico questo perché è necessario che lo svolgimento dei lavori di quest’Aula rispetti il Regolamento. L’Aula non può essere una specie di bolgia dove ognuno si alza e ci mette l’argomento che vuole. Questo per rispetto della dignità dell’Istituzione.

Detto questo vorrei ringraziare il consigliere Tallini e, anzi, prima di me vorrei che lo ringraziassero coloro i quali si sentono nei loro diritti.

Consigliere Tallini, credo che i direttori generali uscenti non abbiano bisogno di avvocati perché se fosse necessario bisognerebbe investirli di mandato per la difesa.

E non mi pare che in quest’Aula ci sia bisogno di avvocati di parte, di avvocati difensori. La Giunta regionale – mi faccia finire e stia calmo – che io ho l’onore di presiedere assume atti e se ne assume la piena responsabilità

La Giunta regionale ha assunto dei provvedimenti perché in questa Regione c’è bisogno di cambiare, di attuare un’opera di snellimento della struttura.

Abbiamo fatto un primo atto che porta da 14 a 10 i dipartimenti regionali e spero entro quest’anno di fare ulteriori atti per snellire la struttura della Regione che è troppo elefantiaca, mangia risorse e non produce servizi.

E questo lo abbiamo fatto, naturalmente, nel rispetto delle norme e delle leggi e a tutela della Regione. Credo che dopo 4 anni e mezzo lei, che è stato l’artefice in quanto assessore al personale, debba fare autocritica rispetto al modo in cui questa Regione si è venuta via via determinando nella sua burocrazia, come struttura mangiasoldi e produttrice di mortificazione delle risorse interne e del personale interno.

Su questa cosa – stia tranquillo – le porterò a tempo dovuto una relazione dettagliata per dimostrare all’Aula e alla Calabria tutte le incongruenze e le distorsioni che ha prodotto con la sua direzione dell’assessorato al personale.

(Interruzione)

Detto questo la ringrazio per il consiglio che mi ha dato rispetto alla seduta di Giunta di domani perché noi lavoreremo per fare contestualmente un avviso pubblico come previsto dalla legge per le amministrazioni che vogliono effettuare scelte di merito per l’incarico dei reggenti utilizzando personale tutto interno alla Regione.

Un avviso pubblico affinché entro i tempi determinati dallo stesso si possano scegliere dirigenti – e noi lo faremo – che abbiano credenziali, titoli ed esperienza tale da corrispondere agli obiettivi di cambiamento e di crescita di questa Regione, perché la macchina amministrativa non può essere asservita a nessuno.

Finora la macchina è stata asservita ma da oggi con Oliverio non lo sarà più.

Sarà una macchina rispondente agli obiettivi ed i dirigenti, quelli apicali, quelli dei dipartimenti, quelli di settore, quelli delle strutture di servizio saranno valutati in base a quello che produrranno alla fine di un determinato periodo e chi non produce rispetto a quegli obiettivi può stare tranquillo che andrà via il giorno dopo perché io qui ci sono, noi qui ci siamo per amministrare e governare la cosa pubblica nell’interesse dei cittadini calabresi.

Così come me o voi che percepiamo una indennità per servire sul piano legislativo e di governo i calabresi, anche la struttura burocratica deve fare altrettanto perché il presidente Oliverio e i consiglieri regionali se non faranno bene verranno bocciati ma se faranno bene alla fine della legislatura saranno promossi. Altrettanto deve essere per la burocrazia regionale.

Non ci saranno amici inamovibili in questa Regione, chiaro? I santuari devono essere rotti e l’ho detto nella mia relazione programmatica. Ho detto parole chiare e, purtroppo, mi aspettavo che qualcuno le riprendesse, anche dall’opposizione, per l’esperienza che ha fatto alla guida della Regione.

Non è stato fatto perché si continua in una cultura che è quella di pensare alla burocrazia ed ai burocrati come centri di potere a cui rivolgersi per scambiare e avere consensi in cambio di silenzi e di prebende.

Basta! Basta! Anche perché io non devo aver consenso, né dai burocrati né da nessuno, chiaro? I burocrati devono rispondere a quelli che sono gli obiettivi programmatici che un governo si dà e che in questo caso il governo presieduto da Oliverio si dà.

(Interruzione)

Lasci stare, tutti questi formalismi, questi arzigogolii. Le competenze amministrative per noi costituiscono un punto di riferimento anche nella formulazione degli atti amministrativi che assumiamo. Qui parliamo di politica e non di formalismi. Se la delibera doveva essere fatta prima o dopo; parliamo di impegni e di assunzione di responsabilità politica.

(Interruzione)

Stia calmo, consigliere Tallini. Quello che faremo domani lo faremo noi e ce ne assumiamo la responsabilità, nel rispetto delle regole e nell’interesse della Regione. Ti ho già anticipato che quel che faremo domani o dopodomani che sia, saranno scelte per reggenze che utilizzeranno personale interno alla Regione, contestualmente accompagnate da avvisi pubblici per la ricerca di competenze, di personale e di dirigenti qualificati per i quali noi avremo da fare scelte. Chiaro?

(Interruzione)

Stia tranquillo, la ringrazio per i suggerimenti ma stia tranquillo. Dico anche un’altra cosa: stiano tranquilli coloro i quali attraverso di lei danno voce alla loro inquietudine.

Stiano tranquilli, perché con noi non ci saranno condizionamenti, andremo diritti come un treno perché la Calabria ha bisogno di questo.

Ha bisogno di chiudere con una stagione nella quale si alza un direttore generale e magari attraverso i portavoce condiziona la politica. Non esiste e non esisterà questo, sia chiaro! Anche perché ho le spalle abbastanza larghe di un’ampia esperienza amministrativa, per cui non c’è nessuna timidezza, nessun timore e nessun atteggiamento teso a dare spazio a queste spinte e a questi tentativi.

Non ho preso la parola per parlare a lei, consigliere Tallini, lo dico chiaramente, ma per parlare alla Calabria e perché tutti aprano le orecchie: è chiusa la stagione in cui la burocrazia poteva condizionare e determinare le scelte.

Sono rispettoso delle funzioni della burocrazia, sia chiaro. La politica ha una sua sfera di responsabilità così come la burocrazia, però deve essere chiaro che, nelle diverse sfere di responsabilità e nel pieno rispetto della legalità, bisogna cambiare pagina altrimenti se così non facessimo è meglio evitare, almeno per quanto mi riguarda, di imbarcarci in un percorso perché si può facilmente cambiare la targa di questo Consiglio regionale.

Invece di chiamarlo Consiglio regionale della Calabria, cioè Assemblea eletta dai cittadini con la sovranità di decidere e di scegliere, ci mettiamo la targa “Teatrino degli idioti”. Ci siamo capiti? Parlo perché, una volta per tutte, voglio chiarire questo punto. Dopo di che, non sto facendo un dibattito.

(Interruzione)

E’ stato lei a prendere la parola, ad inserire questo argomento ed a tirarmi queste considerazioni che avrei voluto fare in altre occasioni. Per cui mi è parso opportuno fare le dovute precisazioni.

La ringrazio per averlo fatto, ma chiedo che da oggi in poi ci sia per me in primo luogo e per tutti quanti il rispetto delle regole che devono sottendere ad un buon andamento e svolgimento dei lavori di questo Consiglio regionale.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Presidente Scalzo, vorrei intervenire per fatto personale.

PRESIDENTE

Non ha la parola.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Per fatto personale chiedo di intervenire, poi valuterà lei, il Regolamento lo prevede. A titolo personale, per un fatto personale il mio pensiero è stato male interpretato dal presidente Oliverio. Mi consente di chiarire il senso del mio intervento?

PRESIDENTE

Lo ha già chiarito.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Il suo Presidente le ha detto di no e lei si comporta così. Deve valutare questo. Va bene? C’è un Regolamento che prevede – come lo ha richiamato il presidente Oliverio – che si possa intervenire per fatto personale, va bene?

PRESIDENTE

Lei ha già parlato.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Noi abbiamo diritto ad intervenire, va bene? Abbiamo il diritto di pensare e di dire le cose nell’interesse dei calabresi non dei direttori generali.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, la chiuda qui, non ha la parola.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Che sia ben chiaro questo. Io non mi faccio intimorire dalle alzate di voce di nessuno.

PRESIDENTE

Non ha la parola.

Grazie, presidente Oliverio.

Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 31 consiglieri. Hanno risposto sì 20 consiglieri, hanno risposto no 5, si sono astenuti 6.

(Hanno risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, Ciconte, D’Acri, D’Agostino, Giudiceandrea, Greco, Guccione, Irto, Mirabello, Neri, Nucera, Oliverio, Pasqua, Romeo, Scalzo, Sculco, Sergio;

Hanno risposto no i consiglieri: Cannizzaro, Graziano, Mangialavori, Orsomarso, Tallini.

Si sono astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gentile, Morrone, Nicolò, Salerno)

Pertanto il programma di governo è approvato.

(Il Consiglio approva)

Prima di passare al secondo punto all’ordine del giorno, concediamo una breve sospensione dei lavori come richiesto dal consigliere Esposito.

La seduta sospesa alle 19,24 è ripresa alle 21,26

 

Proposta di provvedimento amministrativo numero 7/10^ di iniziativa del consigliere D. Battaglia, recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 7/10^ di iniziativa del consigliere D. Battaglia: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”.

La parola al consigliere Battaglia per illustrare il provvedimento.

BATTAGLIA Domenico (Partito Democratico)

Presidente, intervengo velocemente, così passiamo alla votazione dei componenti degli uffici di Presidenza delle Commissioni, visto che il tempo inclemente e l’ora tarda consigliano soprattutto ai colleghi di Cosenza e Catanzaro di rientrare.

Leggo la relazione illustrativa per come è stata concepita dagli uffici del Consiglio regionale, con l’annesso provvedimento di modifica del Regolamento.

La modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale, nella parte relativa alla composizione delle Commissioni permanenti, si rende necessaria in considerazione delle modifiche apportate dal legislatore regionale alla normativa statutaria che hanno ridotto la consistenza numerica del Consiglio regionale da 50 consiglieri agli attuali 30.

Il primo obiettivo di tale modifica è di assicurare la presenza della rappresentanza dei gruppi consiliari, costituiti in seno al Consiglio regionale, in ciascuna delle Commissioni. Più coerente con il dettato statutario sarebbe, infatti, prevedere una composizione delle Commissioni permanenti che prescindesse dal numero esatto dei suoi componenti, onde consentire nel tempo, ed a seguito delle successive tornate elettorali, un più flessibile adattamento della normativa regolamentare alla diversa e mutevole consistenza dei gruppi consiliari all’interno del Consiglio regionale.

Come è evidente, dalla proposta di modifica dell’articolo 29 del Regolamento è stata espunta la parte della norma che quantifica il numero dei componenti, garantendo soltanto che il 60 per cento debba appartenere alla maggioranza e il 40 alla minoranza, poiché ritenuto da autorevole dottrina troppo rigida e forzata e i cui effetti negativi sono comunque ridimensionati dalla previsione del voto plurimo, che garantisce al singolo membro della Commissione di pesare quanto il proprio gruppo.

Il secondo obiettivo di tale modifica è di assicurare, comunque, il regolare funzionamento delle Commissioni e in tale direzione si giustifica il tenore del secondo periodo della proposta modificativa. Si fa presente, infatti, che, onde garantire la piena operatività delle Commissioni, sarebbe necessario che le stesse siano composte in maniera tale da consentire il loro regolare funzionamento.

Tale esigenza deve necessariamente raccordarsi alle disposizioni statutarie che richiedono in ogni Commissione la presenza di ogni gruppo consiliare, garantendo in ogni caso una loro rappresentanza.

Tale criterio è stato introdotto, in via suppletiva, dal legislatore statutario, verosimilmente per ovviare alla casistica dei cosiddetti monogruppi, che al pari degli altri devono ricevere adeguato riconoscimento in seno alle Commissioni.

Quindi, la modifica del comma 1 dell’articolo 29 ha anche impatto sugli articoli 79, 80 e 81 del Regolamento, dove si stabiliscono i quorum costitutivi e deliberativi delle stesse Commissioni.

La modifica proposta non altera il funzionamento dei quorum costitutivi e deliberativi e, pertanto, le stesse disposizioni potranno essere confermate anche in caso di modifica dell’articolo 29 del Regolamento.

Le Commissioni, per poter deliberare, continuano ad essere in numero legale con la presenza della maggioranza e dei suoi componenti assegnati. Potranno, comunque, discutere senza la presenza di quattro componenti assegnati.

Quindi l’articolo 1 di modifica dell’articolo 9, il comma 1 dell’articolo 29 della deliberazione del Consiglio regionale numero 5 del 27 maggio 2005 è sostituito dal seguente: “La composizione delle Commissioni permanenti deve garantire la presenza di tutti i gruppi consiliari, nel rispetto del criterio della proporzionalità fra maggioranza e minoranza e, comunque, assicurando la rappresentanza di ciascun gruppo in Commissione. Ove si renda necessario, per il numero dei componenti del gruppo e per la sussistenza delle incompatibilità di cui all’articolo 27, comma 3, il gruppo può essere rappresentato con un consigliere appartenente ad altro gruppo della stessa maggioranza, o minoranza, secondo il criterio dell’alternanza dei singoli gruppi”.

Questa è la modifica. Volevo soltanto ricordare che, come già annunciato dal presidente Oliverio in occasione delle sue dichiarazioni programmatiche, è in corso presso gli uffici competenti il lavoro teso ad istituire la Commissione di riforma dello Statuto, quindi nelle prossime sedute, Presidente, avremo conoscenza e contezza di questo.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Battaglia. Non ci sono interventi sulla modifica del Regolamento, pertanto pongo in votazione l’inserimento di questo articolo unico.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 1 nella sua interezza.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 8/10^ d’ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 1^ Commissione consiliare permanente”

PRESIDENTE

Il terzo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 8/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vice Presidente della 1^ Commissione consiliare permanente”.

Come ha detto il consigliere Battaglia, illustrando la modifica al Regolamento, è intenzione – è anche espresso nelle linee programmatiche – istituire una Commissione sulla riforma dello Statuto, per cui questa sera provvederemo all’elezione dell’Ufficio di Presidenza delle quattro Commissioni permanenti.

Dopo le modifiche apportate al Regolamento, nella prossima seduta provvederemo all’elezione dell’Ufficio di Presidenza delle tre Commissioni speciali.

Quindi, costituiamo il seggio elettorale e procediamo all’elezione del Presidente e del Vicepresidente della prima Commissione consiliare.

Voglio ribadire ai colleghi consiglieri le modalità di voto: con una prima scheda si vota per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente. Ciascun consigliere ha a disposizione una preferenza, quindi in questo momento votiamo per l’elezione del Presidente e Vicepresidente, unica preferenza.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della prima Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Sergio 20, Salerno 10, schede bianche 1.

Pertanto, proclamo eletto Presidente della 1^ Commissione il consigliere Franco Sergio e Vicepresidente il consigliere Nazzareno Salerno.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 9/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 1^ Commissione Consiliare permanente”

PRESIDENTE

Il quarto punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 9/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 1^ Commissione Consiliare permanente”.

Ciascun consigliere ha diritto ad esprimere una sola preferenza.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della prima Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Mirabello 21, schede bianche 6, schede nulle 4.

Proclamo, pertanto, eletto segretario della 1^ Commissione il consigliere Mirabello.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 10/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 2^ Commissione consiliare permanente

PRESIDENTE

Il quinto punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 10/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 2^ Commissione consiliare permanente”.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della seconda Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Aieta 18, Orsomarso 6, Mangialavori 4, D’Acri 1, schede bianche 2.

Proclamo, pertanto, eletto Presidente il consigliere Aieta e Vicepresidente il consigliere Orsomarso.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 11/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 2^ Commissione Consiliare permanente”

PRESIDENTE

Il sesto punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 11/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 2^ Commissione Consiliare permanente”.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della seconda Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: D’Acri 20, Greco 1, schede bianche 9, schede nulle 1.

Proclamo, pertanto, eletto il consigliere D’Acri segretario della seconda Commissione consiliare permanente.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 12/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 3^ Commissione consiliare permanente”

PRESIDENTE

Il settimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 12/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 3^ Commissione consiliare permanente”.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della terza Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Mirabello 18, Esposito 9, Nucera 2, schede bianche 1, schede nulle 1.

Proclamo, pertanto, eletto Presidente il consigliere Mirabello e Vicepresidente il consigliere Esposito.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 13/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 3^ Commissione Consiliare permanente”

PRESIDENTE

L’ottavo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 13/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 3^ Commissione Consiliare permanente”.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della terza Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Giudiceandrea 16, Greco 2, Mangialavori 2, Irto 1, Tallini 1, schede bianche 9.

Proclamo, pertanto, eletto il consigliere Giudiceandrea segretario della terza Commissione consiliare permanente.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 14/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 4^ Commissione consiliare permanente”

PRESIDENTE

Il nono punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 14/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 4^ Commissione consiliare permanente”.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della quarta Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Irto 20, Tallini 6, Aieta 1, schede bianche 3, schede nulle 1.

Proclamo, pertanto, eletto Presidente il consigliere Irto e Vicepresidente il consigliere Tallini.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 15/10^ di iniziativa d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 4^ Commissione Consiliare permanente”

PRESIDENTE

Il decimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 15/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario della 4^ Commissione Consiliare permanente”.

(Vengono distribuite le schede)

NERI Giuseppe, Segretario questore

Fa la chiama.

(Si procede allo spoglio delle schede)

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della quarta Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno riportato voti i consiglieri: Nucera 20, Greco 8; schede bianche 2, schede nulle 1.

Proclamo, pertanto, eletto il consigliere Nucera segretario della quarta Commissione consiliare permanente.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA Domenico (Partito Democratico)

Presidente, chiedo l’attenzione dei colleghi solo un minuto per richiamare in Aula la delibera numero 18 della Giunta regionale e votare, quindi, il suo inserimento all’ordine del giorno con carattere di urgenza, è il riconoscimento di un debito fuori bilancio derivante dalla copertura della perdita d’esercizio 2013 della Sogas S.p.A.

Come sapete, pende un provvedimento di Enac nei confronti dell’Aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria e, se non verranno versate delle quote – purtroppo la Regione in questo senso è un attimino indietro –,  si rischia la revoca della concessione alla Sogas di Reggio Calabria.

Per cui chiedo l’inserimento all’ordine del giorno, con carattere d’urgenza, del punto per come motivato nel corpo della delibera.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.

NUCERA Giovanni (La Sinistra)

Vorrei brevemente dire, per quanto riguarda la questione della Sogas, che vi è una Commissione conoscitiva che sta controllando per il Consiglio provinciale di Reggio Calabria. Dobbiamo fare un ragionamento molto più ampio e dettagliato sulla Sogas, perché ha prodotto perdite importanti negli ultimi dieci-quindici anni. Quindi, poiché dobbiamo rifinanziare e reintegrare questo debito, chiedo all’assessore De Gaetano di trovare un modo di vederci e ragionare con calma sulla questione che ormai da tanti anni ci portiamo dietro, perché la Regione, la Provincia e agli altri enti non possono continuare a versare soldi ogni anno.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’assessore De Gaetano. Ne ha facoltà.

DE GAETANO Antonino, assessore ai Trasporti

Ringrazio il consigliere battaglia per aver richiamato la proposta di legge, ha spiegato bene tutto. E’ una questione urgente, noi dobbiamo ripianare questo debito, sono quote che la Regione non ha versato lo scorso anno. Se non faremo questo, l’Enac chiuderà l’aeroporto di Reggio Calabria e sarebbe una iattura per tutta la nostra regione. Quindi, vi chiedo di votare questa proposta di legge.

Ovviamente, accolgo positivamente la proposta del consigliere Nucera - che anche il consigliere Cannizzaro ha fatto sui giornali - di fare un tavolo di discussione alla presenza del presidente Oliverio e di tutti gli attori istituzionali, per ragionare complessivamente sul trasporto aereo ed in quale direzione andare. Noi abbiamo l’idea di una società unica che possa risolvere il problema degli aeroporti in maniera complessiva, comunque è importante fare un tavolo di trattativa a livello centrale per avere una prospettiva e non ragionare soltanto sulle emergenze, che – come sappiamo – si possono affrontare, ma non risolvono i problemi in maniera strutturale.

Per questo accolgo la proposta del consigliere Nucera, nei prossimi giorni convocheremo un tavolo a Catanzaro con i sindacati, la Sogas e tutti gli attori di questo settore, per cercare una prospettiva e una soluzione stabile al problema.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Irto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito Democratico)

Mi complimento con il presidente Oliverio e con la sua Giunta per essere intervenuti sulla questione della Sogas dell’aeroporto di Reggio. Io stesso ho presentato un’interrogazione – come si sa, come è noto – il 22 gennaio rispetto al rischio della chiusura dell’aeroporto di Reggio. La scorsa settimana abbiamo avuto modo, assieme al presidente Oliverio, di vedere i vertici dell’Enac in un incontro informale a Roma.

Credo che questo passo serva per salvare l’aeroporto di Reggio, nell’attesa e con l’impegno già comunicato dall’assessore ai trasporti, De Gaetano - che dobbiamo rendere ancora più concreto -, di un rilancio dell’iniziativa politica in Calabria sul sistema dei trasporti più in generale e sul sistema aeroportuale in particolare.

E’ importante la discussione che affronteremo nelle prossime settimane anche per quanto riguarda l’aeroporto di Crotone. Credo, Presidente, che dobbiamo metterci al lavoro in maniera seria sul progetto del quale lei ha discusso spesso con noi - lo ha anche detto nel lanciare le sue idee programmatiche - di un sistema aeroportuale più articolato, ma allo stesso tempo più snello per la gestione aeroportuale dei tre scali calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa della libertà)

Telegraficamente, per manifestare apprezzamento per questa Giunta regionale che va a fare un intervento importante per l’aeroporto di Reggio Calabria, però, per amore di verità, presidente Oliverio, dobbiamo anche dire che questo non è nient’altro che una sorta di garza che andiamo a mettere ad un’emorragia, ormai vi è in una problematica molto più ampia e molto più complessa.

E’ bene si sappia che l’aeroporto di Reggio Calabria è a rischio chiusura per le problematiche inerenti l’attività gestionale dell’aeroporto stesso.

Vorrei ringraziare l’assessore De Gaetano, il quale ha sin da subito manifestato attenzione ed anche il desiderio di immaginare, nei prossimi giorni, un incontro romano, come ho fatto attraverso gli organi di stampa anche nella qualità di componente della Commissione provinciale di verifica sulle problematiche inerenti alle attività aeroportuali costituitasi nelle settimane scorse. Quindi, ringrazio l’assessore De Gaetano e sono convinto che, da qui a qualche settimana, riusciremo ad incontrare il ministro Lupi per sottoporgli la questione dell’aeroporto, affinché il Governo si possa interessare in maniera definitiva con un intervento ad hoc – ecco, mi piace definirlo così –  una sorta di “salva aeroporto dello Stretto”.

Questa è la strada maestra che auspichiamo si possa perseguire, la sinergia fra le parti politiche per individuare assieme le soluzioni e quindi raggiungere degli obiettivi. Anche per questo vorrei manifestare apprezzamento.

Pertanto, non assumiamo prese di posizione politica, ma nel momento in cui ci sono da condividere scelte giuste e doverose per il bene comune, noi siamo disponibilissimi e quindi anche a plaudire l’operato della politica con la sensibilità dimostrata oggi in maniera concreta, che viene apprezzata anche da noi.

PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, passo alla votazione per l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Proposta di legge numero 9/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio derivante dalla copertura della perdita di esercizio 2013 della Sogas S.p.A.”

PRESIDENTE

E’, pertanto, inserita all’ordine del giorno la proposta di legge numero 9/10 di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio derivante dalla copertura della perdita di esercizio 2013 della Sogas S.p.A.”, che pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(È riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Ho presentato un ordine del giorno insieme ad altri colleghi relativo alla riorganizzazione degli uffici postali, proposta poco tempo fa da Poste Italiane ai rappresentanti sindacali.

Sostanzialmente, questo piano di riorganizzazione prevede la chiusura di 25 uffici e la razionalizzazione di altri 35. Gli effetti di questo piano di riorganizzazione, che è un vero e proprio smantellamento dei servizi postali sul territorio calabrese, sarebbero profondamente negativi, in particolar modo per le zone più interne o più periferiche, che sono già state pesantemente penalizzate da altri piani di riorganizzazione di Poste Italiane.

In sostanza, chiedo che il Consiglio regionale impegni la Giunta ad adottare le iniziative più utili a far sì che Poste Italiane riveda questa scelta.

PRESIDENTE

Ci sono interventi? No. Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Romeo: “Sulla chiusura di 25 uffici di Poste Italiane e la razionalizzazione di altri 35”

PRESIDENTE

E’, pertanto, inserito l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Romeo: “Sulla chiusura di 25 uffici di Poste Italiane e la razionalizzazione di altri 35”, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

Poste Italiane ha comunicato ai rappresentanti sindacali regionali un piano di riorganizzazione dei servizi che prevede la chiusura di 25 uffici e la razionalizzazione di altri 35, i quali rimarranno aperti a giorni alterni;

l’intero piano riorganizzativo appare come una semplice operazione di disinvestimento e riduzione lineare di costi;

tale riorganizzazione mortifica il lavoro e l’impegno profuso dal personale in servizio e provoca una ulteriore spoliazione di posti di lavoro in territori già carenti;

considerate le distanze e le difficoltà logistiche sussistenti, sarà impossibile raggiungere il presidio postale più vicino per le fasce più deboli della popolazione;

considerato, altresì, che:

negli ultimi mesi le sigle sindacali hanno più volte segnalato una preoccupante carenza di personale applicato al front-end degli uffici postali, causa di un servizio non adeguato alle esigenze dei cittadini e alla dignità dei lavoratori;

non essendo previste nuove assunzioni gli uffici postali che assorbiranno l’utenza delle sedi soppresse potrebbero incorrere in un collasso del servizio;

la scomparsa dei principali servizi pubblici dalle aree meno popolate causerà un ulteriore abbandono delle stesse da parte dei cittadini, determinando l’aggravarsi della crisi sociale ed economica di alcuni territori,

impegna

la Giunta regionale ad adottare ogni utile iniziativa strutturale ed urgente per tutelare i lavoratori ed i cittadini al fine di garantire la continuità e la qualità resa da Poste Italiane”.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(È riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.

ARRUZZOLO Giovanni (Nuovo Centro Destra)

Chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che riguarda la crisi che sta investendo l’agricoltura in Calabria, in particolare la Piana di Gioia Tauro.

La situazione dell’agricoltura in questo particolare momento nella Piana di Gioia Tauro è veramente drammatica, perché per la seconda annualità gli agricoltori non riescono a vendere il prodotto. Quest’anno, l’80 per cento della produzione è rimasto invenduto sia per cause climatiche sia per cause geopolitiche, in quanto l’embargo della Russia ha creato una serie di problematiche.

Quindi, chiedo al Presidente della Giunta di farsi interprete di una serie di iniziative affinché si possa, in qualche modo, attenuare questa problematica seria che attanaglia il territorio della Piana di Gioia Tauro.

Tra le altre cose, avanzo la richiesta dello stato di calamità e l’apertura di una trattativa con gli istituti bancari per l’accesso al credito agevolato da parte degli agricoltori.

PRESIDENTE

Ci sono interventi su quest’ordine del giorno? No. Pongo in votazione il suo inserimento all’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Ordine del giorno di iniziativa del consigliere Arruzzolo: “Sulla gravissima crisi che sta investendo l’agrumicoltura in Calabria ed in particolare la Piana di Gioia Tauro-Rosarno

PRESIDENTE

E’, pertanto, inserito l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Arruzzolo: “Sulla gravissima crisi che sta investendo l’agrumicoltura in Calabria ed in particolare la Piana di Gioia Tauro-Rosarno”, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

il comparto dell’Agricoltura in Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra vecchie e nuove problematiche, una fase difficilissima, la riforma dell’OCM agrumi 2008, non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di politiche, mirate all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha manifestato nella sua interezza il vero punto debole della riforma e la genesi dell’attuale crisi;

evidenziato che:

alla continua perdita di competitività, causata dalla sleale concorrenza delle produzioni che invadono il mercato, provenienti dal Nord Africa e da altri paesi Europei, si aggiungono una serie di concause (climatiche e geopolitiche) che hanno portato la situazione a livelli tali da mettere in crisi la capacità rigeneratrice delle produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione agrumicola regionale;

considerato che:

le ultime due campagne 2013-2014 e 2014-2015 saranno ricordate come gli anni neri degli agrumi, la prima compromessa dalla cenere lavica dell’Etna che ha determinato la perdita di almeno il 70% del prodotto, quella corrente azzerata da condizioni climatiche avverse, che hanno colpito le produzioni primizie, per mancata maturazione dovuta alle alte temperature, e quelle tardive, per effetto delle gelate, che ne hanno compromesso la commerciabilità; a questo si aggiunge l’embargo Russo, che sottraendo una quota consistente di mercato alle produzioni spagnole, ha causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei;

rilevato, inoltre, che:

gli interventi straordinari avviati a livello nazionale su fondi comunitari si sono dimostrati assolutamente inadeguati; infatti, com’è noto, la decisione della Russia di bloccare le importazioni Europee in risposta alle sanzioni economiche ha generato effetti indiretti sulle clementine di cui siamo il primo produttore nazionale. La Comunità su sollecitazione degli stati, attraverso il Regolamento 1031/2014 ha messo a disposizione un plafond finanziario per ritiri dal mercato da destinare alla beneficenza con dotazioni per quanto riguarda gli agrumi assolutamente insufficienti, con la beffa finale della non inclusione degli stessi nel secondo Regolamento di crisi, 1371/2014, con scadenza attività nel giugno 2015; tutto ciò ha creato uno squilibrio nel rapporto costi-ricavi, recando danni irreparabili alla campagna agrumicola in corso;

considerato che:

la gravissima crisi dell’agrumicoltura sta assumendo contorni drammatici e preoccupanti sotto l’aspetto sociale per i riflessi che il comparto riveste sul tessuto economico territoriale, creando una vera e propria situazione emergenziale che coinvolge migliaia di aziende, lavoratori e loro famiglie;

atteso che:

il mondo agricolo calabrese ed in particolare gli agricoltori della Piana di Gioia Tauro/Rosarno non possono essere abbandonati a se stessi, lasciando aperte diverse vertenze irrisolte che stanno determinando una miscela pericolosissima che sta facendo esplodere tutto il settore,

impegna

il Presidente della Giunta regionale, affinché intervenga presso le Istituzioni Nazionali e presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per mettere in campo tutte quelle misure, tese a frenare la dirompente crisi del settore agricolo, della Piana di Gioia Tauro/Rosarno attraverso:

1) la sollecitazione di un piano agrumicolo nazionale, incardinato nelle riconversioni varietali, orientate all’aumento del periodo di commercializzazione, attivando un modello regionale di scalarità nelle produzioni;

2) un Piano Straordinario Agrumicolo Regionale da inserire nelle programmazioni del PSR 2014-2020 e nel fondo sociale europeo per le politiche di attrazione e formazione dei giovani verso settori a monte e a valle dell’agrumicoltura; ed attuazione di politiche strutturali e misure orientate a strumenti incentivanti anche per i piccoli proprietari, che rappresentano la maggioranza delle aziende agricole insistenti sul territorio;

3) e nell’immediato ad adottare le seguenti ulteriori misure:

richiesta dello stato di calamità naturale e contestuale esenzione per l’anno in corso dell’IMU sui terreni agricoli;

apertura di una trattativa con gli Istituti bancari per favorire l’accesso al credito agevolato agli imprenditori agricoli.”

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(È riportato in allegato)

 

Non essendoci altri punti all’ordine del giorno, dichiaro conclusa la seduta. Il prossimo Consiglio verrà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 22,28

 

Allegati

Annunzio di progetto di legge

E’ stato presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio derivante dalla copertura della perdita di esercizio 2013 della Sogas Spa (Deliberazione G.R. n. 18 del 5.2.2015)” (P.L. n. 9/10^)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Esercizio provvisorio bilancio 2015. Assegnazione fondi Segretario/Direttore generale. Regolamento interno di amministrazione e contabilità (Deliberazione U.P. n. 1 del 20.1.2015)” (P.P.A. n. 6/10^)

Sono state presentate alla Presidenza, inoltre, le seguenti proposte di provvedimento amministrativo:

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 1^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 8/10^)

“Elezione del consigliere Segretario della 1^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 9/10^)

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 2^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 10/10^)

“Elezione del consigliere Segretario della 2^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 11/10^)

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 3^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 12/10^)

“Elezione del consigliere Segretario della 3^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 13/10^)

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 4^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 14/10^)

“Elezione del consigliere Segretario della 4^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 15/10^)

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della Commissione contro la ‘ndrangheta” (P.P.A. n. 16/10^)

“Elezione del consigliere Segretario della Commissione contro la ‘ndrangheta” (P.P.A. n. 17/10^)

“Elezione del Presidente e del Vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza” (P.P.A. n. 18/10^)

“Elezione del consigliere Segretario della Commissione speciale di vigilanza” (P.P.A. n. 19/10^)

E’ stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del consigliere Battaglia:

“Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale (P.P.A. n. 7/10^)

Promulgazione di leggi regionali

In data 23 gennaio 2015 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 7 del 26 gennaio 2015:

legge regionale 23 gennaio 2015, n. 5, recante: “Proroga del termine di cui all’art. 2bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi)”;

legge regionale 23 gennaio 2015, n. 6, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 <Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria>”;

legge regionale 23 gennaio 2015, n. 7, recante: “Modifiche al comma 1 dell’art. 27 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici)”.

Interrogazioni a risposta scritta

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in data 11 settembre 2014, l'Izs delle Venezie, Centro di referenza nazionale per l'apicoltura, ha dato notizia della presenza, nel territorio del comune di Gioia Tauro, del coleottero "Aethina Tumida", parassita infestante le colonie degli alveari. Il rinvenimento del parassita è stato effettuato il 5 settembre 2014 da parte del personale dell'università di Reggio Calabria, facoltà di Agraria;

in data 12 settembre 2014, è seguita nota prot. 18842 a firma del direttore generale del ministero della Salute, avente ad oggetto "Accertamento della presenza di <Aethena Tumida> in Calabria", con cui il ministero ha "suggerito" alla Regione Calabria, le iniziative da adottare;

in ottemperanza a una nota emessa dal ministero della Salute, con decreto numero 94 del 19 settembre 2014, pubblicato sul Bure numero 50 del 14 ottobre 2014, il Presidente della Giunta regionale pro tempore ha emesso "Ordinanza contingibile ed urgente a tutela del patrimonio apistico Regionale e Comunitario per rinvenimento di Aethina Tumida in alveari del territorio di Gioia Tauro";

l'ordinanza in oggetto, dopo aver previsto una "zona di protezione" per un raggio di 20 Km e una "zona di sorveglianza" per un raggio di 100 Km (con coinvolgimento di quasi la totalità del territorio calabrese) ha indicato una serie di misure per controllare gli allevamenti apistici;

con detta ordinanza è stato disposto, in particolare che: a) "in caso di rilevamento di adulti o stadi larvali di A. Tumida sì dovrà disporre la chiusura delle aperture d'accesso dì tutte le arnie, l'immediato sequestro dell'intero apiario e, successivamente previa tempestiva emanazione di apposita ordinanza da parte dell'Autorità Competente Locale (D.G. delle ASP), provvedere alla distruzione dell'intero apiario..."; b) All'interno dell'area di protezione è vietata ogni attività di movimentazione (in entrata e uscita) per i prossimi 30 gg. Successivamente, se non interverranno altre segnalazioni di infestazioni gli spostamenti potranno effettuarsi solo all'interno della zona di protezione per motivi contingenti e solo se l'apiario sarà giudicato indenne da A.T. dai servizi veterinari competenti per territorio. Ogni spostamento dovrà compiersi con mod.4 di scorta, redatto dai servizi Veterinari competenti. I corpi di polizia territoriali vigileranno sull'esatto adempimento del suddetto divieto di movimentazione ";

detta ordinanza è stata impugnata dagli Apicoltori presso il Tar della Regione Calabria, sede di Catanzaro e che il suddetto Tar, rilevata la drasticità della misura adottata dall'amministrazione regionale ha chiesto, con provvedimento del 19/12/2014 (N. 01856/2014 Reg. Ric.) approfondimenti a sostegno di essa al ministero della Salute. La causa è stata così rinviata al 19 febbraio 2015;

alla luce di quanto precede, gli apicoltori che hanno la sfortuna di avere anche un solo coleottero in una sola amia, sono costretti a subire la distruzione di tutto il loro intero apiario, con danni incalcolabili. E che in ogni caso, la loro capacità di movimentazione è fortemente limitata, circostanza che impedisce sviluppo e crescita della loro attività;

tali danni hanno duplice valenza. Innanzitutto minano la salvaguardia dell'eco-sistema. Le api, infatti, assolvono a una funzione fondamentale per l'impollinazione e quindi per la frutta, la verdura e l'erba medica di cui si nutrono gli allevamenti di bestiame. In secondo luogo compromettono l'unico settore della zootecnia che non registra flessioni e anzi nel recente passato ha manifestato segnali di crescita. A tale proposito, vale la pena sottolineare che il settore dell'apicoltura calabrese coinvolge circa 450 aziende e 1200 lavoratori (80 mila gli alveari presenti in regione);

ad oggi gli apiari "bruciati" a seguito del rinvenimento del coleottero sono circa 3.600, con un danno economico che supera i due milioni e mezzo di euro;

la distruzione degli interi apiari, oltre a determinare un danno incommensurabile ad apicoltori e ambiente, è illogica e inefficace, in quanto stermina gli apiari ma non eradica il coleottero, che è un insetto con capacità di volo oltre 10 Km e può vivere anche al di fuori; il fuoco, tra l'altro, fa scappare i coleotteri vivi presenti nelle arnie. La conferma di ciò è data dal fatto che a distanza di quasi due mesi vengono rinvenuti coleotteri giornalmente, e giornalmente seguono i roghi;

secondo gli studi della categoria, l'insetto non è dannoso per l'uomo e nei paesi (Usa, Sud Africa, Australia, Costarica, Canada) dove vive ormai da anni è tenuto sotto controllo dagli apicoltori, i quali vi convivono stabilmente;

l'Anai (Associazione nazionale apicoltori italiani) si è espressa contro questo sistema di lotta, mentre l'Una-Api (Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani), con nota del 12 novembre 2014, ha sottolineato come: "Misure draconiane e improvvide quali la distruzione massiva di alveari e la limitazione della movimentazione di apiari, hanno grande e drammatica rilevanza economica e occupazionale per la sopravvivenza di apicoltori e apicoltura, ma soprattutto per l'impollinazione e quindi per gran parte delle importantissime produzioni agrarie di quei territori";

si rende, pertanto, non procrastinabile un'attività politico-amministrativa finalizzata alla parziale sospensione del su citato decreto 94/2014, in via di autotutela, in attesa di una definitiva pronuncia da parte dell'Autorità giudiziaria amministrativa;

per tutte le argomentazioni sopra indicate, tale sospensione andrebbe pertanto limitata ai soli capi a) e b) indicati al superiore punto 5) -:

se ritenga opportuno disporre una parziale e provvisoria sospensione, in via di autotutela e nei limiti sopra specificati, del decreto in argomento.

(4; 22.01.2015)

Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'Aeroporto dello Stretto nella città di Reggio Calabria rappresenta una infrastruttura indispensabile per la città, la sua provincia e l’intera area dello Stretto;

la gestione dell'Aeroporto dello Stretto è della SoGAS Spa partecipata da Provincia di Reggio Calabria, Comune eli Reggio Calabria, Regione Calabria e Camera di Commercio di Reggio Calabria, che fornisce assistenza a tutti i vettori, gestisce le strutture e le infrastrutture aeroportuali, curandone anche la manutenzione;

l’Enac (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile, unica Autorità di regola/ione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile in Italia) entro il prossimo 28 febbraio 2015 revocherà la concessione alla SoGAS Spa;

le motivazioni di revoca sono quelle del non versamento da parte di alcuni Enti partecipanti, tra cui la Regione Calabria, delle quote di ricapitalizzazione, ritenendo l’Enac inefficaci i decreti ingiuntivi che la SoGAS Spa ha prodotto verso gli Enti che non hanno versato;

tale provvedimento sancirebbe di fatto la chiusura dell'Aeroporto dello Stretto;

le quote che la Regione Calabria deve versare ammontano ad € 373.999,37 -:

se il Presidente della Giunta regionale abbia disposto il provvedimento di pagamento delle quote societarie e, se non ancora avvenuto, quali tempi sono stati previsti, considerato il rischio, a breve termine, di interruzione del servizio;

se il Presidente della Giunta regionale intende avviare le procedure per acquisire le quote degli Enti che non hanno versato, considerate le gravi condizioni economiche che essi vivono.

(5; 22.01.2015)

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la legge regionale del 26 febbraio 2010, numero 11 modificata dalla legge regionale 20 dicembre 2011 numero 45 ha disciplinato gli "Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro";

la deliberazione della Giunta regionale numero 140 del 27 marzo 2012 ha approvato il relativo Regolamento numero 1/2012;

le risorse complessivamente messe a disposizione dall'amministrazione sono state 500 mila euro, di cui 450 mila sul bilancio 2014 e 50 mila sul bilancio 2015;

con decreto numero 13749 del 19 novembre 2014 (Registro dei decreti della Regione Calabria) del dirigente, dipartimento numero 10, settore Lavoro, sono stati pubblicati gli "elenchi per interventi di solidarietà a favore dei familiari di lavoratori e lavoratrici deceduti o gravemente invalidi";

tale decreto ha giuridicamente accertato la sussistenza di 105 domande, di cui ammissibili e finanziabili 21 pari ad € 488 mila, ammissibili e non finanziabili 33, non ammissibili 51;

urge predisporre gli strumenti economici necessari a garantire la prestazione di che trattasi, prima di tutto ai 33 istanti che non hanno registrato come soddisfatta la loro richiesta per incapienza dei fondi messi a disposizione;

occorre, in secondo luogo, un ulteriore impegno per l'accesso al beneficio di eventuali successive domande pervenute all'Ente. Il tutto, nel rispetto della procedura sancita dalla legge e dal regolamento sopra citati;

la tragica realtà delle "morti bianche" o dei gravi infortuni sul lavoro costituisce una piaga endemica del mondo del lavoro;

per contrastarla occorre predisporre quante più misure necessarie a prevenire il costante ripetersi di tali tragedie;

sussiste in capo alla Regione il dovere sia normativo che politico di offrire un concreto e tangibile sostegno ai familiari colpiti dalla sofferenza, dal dolore, dallo strazio e dai disagi materiali che susseguono a siffatti eventi;

le "morti bianche" o quanti riportano gravi infortuni sul lavoro non possono essere catalogati solo in termini di numeri, fascicoli o pratiche. E che, pertanto, l'intervento teso ad alleviare le materiali difficoltà delle loro famiglie, risponde a un principio di inderogabile solidarietà umana e istituzionale che deve sovraintendere e ispirare ogni politica sociale;

pertanto, non è procrastinabile un'attività politico-amministrativa di sostegno alle famiglie colpite da eventi così strazianti che incidono sui loro basilari diritti afferenti alla vita quotidiana e alle prospettive future -:

se per l'anno corrente, a parziale modifica di quanto già sancito dalla precedente amministrazione, intende rifinanziare il Fondo in questione in misura pari o superiore al 2014 (450 mila euro). E ciò al fine di soddisfare, prioritariamente, i diritti dei familiari la cui domanda è stata dichiarata ammissibile ma non finanziabile per incapienza dei fondi già messi a disposizione. E, secondariamente, per assicurare l'accesso ad altri eventuali istanti.

(6; 27.01.2015)

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con delibera di Giunta regionale del 25 marzo 2010 numero 289 è stato approvato il Progetto per la realizzazione del Registro Tumori di popolazione della Regione Calabria;

con detta decisione era stata prevista l'articolazione del Registro con la creazione di una rete di 3 Registri Tumori Cosenza-Crotone, Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria, dotati ciascuno di autonomia organizzativa e gestionale;

secondo i dati forniti dall'Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum) in Italia esistono oltre quaranta registri di popolazione che monitorano le condizioni di salute di circa 30 milioni di abitanti;

tali dati sono essenziali per comprendere le tipologie del cancro, le cause, il tipo di trattamento riservato, la sua specifica efficacia, l'evoluzione della malattia, l'adeguatezza o meno della prevenzione e l'importo delle spese sanitarie;

la raccolta di detti elementi offre un ulteriore contributo al contrasto di patologie così gravi;

nonostante la menzionata previsione dell'esecutivo regionale, allo stato, detto Registro, non risulta essere nella sua completa, coordinata ed effettiva operatività;

per tale ragione alcuni consigli comunali (come Vibo Valentia e Nicotera) hanno già deliberato di impegnare i rispettivi sindaci e le giunte per interpellare i responsabili regionali;

anche altri consigli comunali (come Zambrone) sono in procinto di adottare analogo provvedimento al fine di ottenere la reale attuazione del Registro Tumori;

la mancanza della piena operatività ed efficacia di tale strumento non consente di acquisire, su scala regionale, tutti i dati e gli elementi in argomento e già sopra specificati;

in virtù di quanto sopra esposto sussiste evidentemente in capo alla Regione il dovere di dare a detto Registro concreta attuazione -:

se intenda sollecitare gli enti competenti ad attivarsi affinché tale Registro sia reso operativo ed efficace.

(8; 03.02.2015)

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con decreto del 13 agosto 2013 numero 11954, assunto al protocollo al numero 1335, codice n. 85/13, emesso dal dirigente del settore "Trasporto pubblico locale, Piano regionale dei trasporti, reti immateriali" è stata disposta la Ricognizione delle tariffe vigenti dall'1/8/2013 per effetto dell'adeguamento biennale all'inflazione (D.G.R. n. 362 dell'11/8/2011; D.G.R. n. 568 del 16/12/2011);

con deliberazione di Giunta regionale del 9 dicembre 2013 numero 468 è stato deliberato in ordine ai Servizi di trasporto pubblico locale su gomma: pubblicazione relazione di cui all'art.34, co. 20 e 21 del D.L. 179/2012; determinazione del termine di scadenza dell'affidamento; approvazione schema atto integrativo, contratti di servizio;

con delibera di Giunta regionale dell'8 aprile 2014 numero 124 è stato deliberato in ordine al seguente oggetto: Servizi di trasporto pubblico locale. Programmazione del servizi per l'anno 2014;

per come dettagliatamente specificato in detta deliberazione, l'attuazione del sopra citato Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale ha comportato una variazione di spesa del settore;

con deliberazione di Giunta regionale numero 316 del 28 luglio 2014 è stata pertanto approvata la Programmazione dei servizi di TPL su gomma - secondo semestre 2014;

con deliberazione numero 425 del 10 ottobre 2014 è stata approvata, dalla Giunta regionale, la Riprogrammazione dei servizi di TPL anche conseguentemente all'art. 41 del D.L. 12;

essenzialmente, gli atti sopra menzionati disciplinano condizioni, modalità, termini dei servizi di che trattasi;

in conseguenza di tali decisioni, le Tariffe dei servizi dì trasporto pubblico locale su gomma hanno subito, in un breve arco temporale, un significativo incremento;

a causa di tali aumenti si sono registrati vari disagi, specie per quanti usano il trasporto pubblico locale quotidianamente;

tali disagi si sono tradotti in difficoltà economiche, specie per le famiglie che registrano uno o più componenti, spesso studenti, che usano il trasporto pubblico con regolarità,

proprio nella giornata dello scorso 2 febbraio, gli studenti dell'area delle Preserre (area del comune di Acquaro e dintorni) hanno protestato contro l'aumento del ticket;

all'unisono, gli studenti lamentano un progressivo aumento del ticket, la mancanza di qualsiasi agevolazione per quanti registrano più familiari che fanno uso di tale pubblico trasporto e un graduale impoverimento sulla qualità del servizio stesso;

tali disagi sono generalizzati e diffusi su ampia scala e, infatti, gli incomodi lamentati dagli studenti delle Preserre sono condivisi anche da altri pendolari di diverse aree;

la complessità della disciplina e l'osservanza alle inderogabili disposizioni del settore, non impediscono e non esimono la Regione dal dovere di offrire riscontri amministrativi concreti, per rimuovere o alleviare tali considerevoli inconvenienti -:

se intende adottare misure tese a migliorare le condizioni di viaggio dei pendolari (all'insegna del decoro e dell'adeguatezza) ea bloccare, calmierare, razionalizzare gli aumenti dei prezzi dei biglietti regionali, in considerazione dei suddetti disagi causati ai passeggeri.

(9; 03.02.2015)

Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'art. 117 comma II della Costituzione italiana prevede la tutela del lavoro come materia di competenza legislativa concorrente Stato-Regione;

l'art. 3 della Costituzione prevede l'impegno delle istituzioni nell'attuazione dell'uguaglianza sostanziale, con rimozione degli ostacoli di ordine economico-sociale limitativi della libertà ed eguaglianza dei cittadini;

il «Programma Stages» che trova compiuto riconoscimento giuridico nella LR n. 26 del 12.11.2004 recante "Incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria dell'economia della conoscenza" ha tra le finalità enunciate dall'art. 1 anche quella di "realizzare un sistema integrato di interventi, orientato alla valorizzazione del capitale cognitivo dei giovani quale elemento decisivo per io sviluppo della società calabrese" (comma 1) e di "...promuove un percorso d'eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che abbiano conseguito laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo de! tessuto sociale ed economico della regione ..." (comma 2);

con la LR 19 aprile 2007 n. 8, la Regione Calabria ha modificato ed integrato l'art. 3 della legge regionale n. 26 del 12 novembre 2004, istituendo ufficialmente il «Programma Stages» concedendo "ai giovani laureati particolarmente meritevoli un premio a titolo di riconoscimento di livelli d'eccellenza nella formazione universitaria;

il "Programma Stages", durato dal 20/10/2008 al 20/10/2010 e dell'importo complessivo di €. 12.000.000,00 - finanziato per buona parte con fondi comunitari (FSE) 2000/2006 - 2007/2013 e per la restante parte con fondi regionali derivanti dalla riduzione dei costi di funzionamento della struttura organizzativa del Consiglio e della Giunta Regionale - si è rivelato un pregevole investimento in termini di formazione del know-how e di capitale umano;

la Regione Calabria con l'art. 14 della L, R. 8/2010 rubricato "Programma Stages" (così come sostituito dall'art. 10 L. R. 23/2010, e successivamente modificato dall'art. 1 della L. R. 32/2010) "al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenze già acquisito dai giovani impegnati nel Programma Stages" si impegnava ad erogare un contributo annuo di €. 10.000,00 a favore degli Enti che si fossero impegnati a stipulare con gli ex stagisti le tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore a 12 mesi di lavoro;

con LR n. 36/2012 il Consiglio regionale delia Calabria ha stabilito di finanziare ulteriori sei mesi di attività;

con DG regionale n. 160 del 10/05/2013 si delegava l'Assessorato al Lavoro a "chiedere con urgenza al Governo centrale l'immediata apertura di un tavolo tecnico per l'esame e la ricerca delle soluzioni normative e finanziarie da mettere in campo a favore dell'emergenza lavoro in Calabria" e del precariato nel quale figurano, così come riportato nella relazione del Dirigente Generale, Avv. Bruno Calvetta, allegata alla delibera, accanto "ai bacini di precariato «consolidato», si aggiungono, per effetto della L. R. N. 23/2010, un'ulteriore quantitativo di giovani laureati calabresi «Programma Stages»;

con legge regionale 1/2014 si prevedeva l'istituzione di due elenchi regionali, uno relativo ai lavoratori LSU-LPU e l'altro ai lavoratori delle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010 - cui appartengono, in virtù dell'art. 14, i lavoratori ex stagisti - al fine di attivare procedura di stabilizzazione e proroga dei lavoratori di cui alla suddetta delibera di Giunta 160 del 10/05/2013;

con Decreto n. 377 del 22.01.2014 del Dirigente del Dipartimento 10 "Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato" della Regione Calabria, avente ad oggetto Avviso Pubblico previsto dall'art. 1 della L. R. n. l del 13/01/2014 finalizzato all'inserimento negli elenchi regionali dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità e dei lavoratori di cui alle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010", gli ex stagisti venivano esclusi dai costituendi elenchi in quanto, pur essendo lavoratori della legge 8/2010, non rispondevano al requisito di partecipazione di cui all'art. 2 (rapporto di utilizzo in essere o alla data del 15/01/2014 o alla data del 01/09/2013) in quanto a quelle date avevano già cessato i loro rapporti di lavoro;

le OO.SS. hanno inoltrato una richiesta di incontro dei lavoratori "Programma Stages 2008" ex L.R. 26/2004 al Presidente della Giunta Regionale e al Presidente del Consiglio regionale, mediante la quale si rileva come dal "corpus complessivo delle norme regionali è emerso, senza ombra di dubbio, il riconoscimento dello status di precari, peraltro confermato dalla DGR n. 160/2013" e si sollecita un rapido rientro nelle PP.AA. di tali lavoratori individuando un percorso che porti alla soluzione definitiva della vertenza;

gli ex stagisti, al fine di rispondere nel lontano 2008 alla scommessa della Regione Calabria di trattenere e/o far rientrare i suoi migliori laureati all'interno delle PP.AA (lo slogan del "Programma Stages" era il seguente: "La Calabria chiama; i più bravi rispondono") rinunciavano a rapporti contrattuali in essere, presso aziende private del centro-nord Italia -:

quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e definitiva soluzione alia suddetta questione, al fine di non vanificare il pregio dell'esperienza sotto il profilo dell'apporto di valido e formato capitale umano all'interno delle Amministrazioni Pubbliche calabresi ed al fine di non vanificare l'investimento economico assunto nel corso degli anni.

(10; 04.02.2015)

Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'art. 65 della L.R. 13/85 stabilisce che la Regione Calabria riconosce nelle attività promozionali un necessario strumento operativo rivolto a definire l'immagine unica dell'offerta turistica calabrese nel suo complesso e, in particolar modo, assume iniziative mirate a divulgare la conoscenza della regione nelle sue varie componenti e a realizzare attività anche ai fini della commercializzazione del prodotto turistico della Calabria;

i commi a), b), c), d), e), f), g), h), del citato art. 65 L.R. 13/1985, evidenzia le iniziative per il conseguimento delle predette finalità;

il D.D n. 9631 del 05.08.2014 veniva notificato dai Dipartimento N. 9 Settore N. 4 della Regione Calabria alle società consortili affidatarie dei servizi di TPL su gomma (A.D.M, Consorzio Autolinee Due, Co.Me.Tra, S.C.A.R., T.R.C., Trincai) in data 06.08.2014 (prot. N. 254885/SIAR) recando in oggetto "Collegamenti tra gli scali calabresi e le località turistiche regionali";

il predetto D.D. n. 9361/2014, recante in oggetto "Azioni di rinforzo per il traffico aereo attraverso attività di promozione e collegamenti intermodali tra gli scali calabresi e le destinazioni turistiche regionali. Integrazioni e rettifica del Decreto n. 8299 del 10/07/2014", dava effettivo avvio ai servizi di cui trattasi;

il "Piano Regionale di Sviluppo del Turismo sostenibile per il triennio 2011/2013", approvato con Delibera del Consiglio Regionale n. 140/2011, è stato prorogato, per la sola annualità 2014, con Deliberazione della Giunta Regionale n. 234 del 30.05.2014;

i servizi di cui in oggetto alla presente interrogazione, oltre a risultare essenziali per garantire la reale fruizione dell'offerta turistica calabrese, appaiono indispensabili al fine di mantenere i collegamenti della zona della Sibaritide e dell'alto Tirreno cosentino con gli scali aeroportuali di Crotone e Lamezia Terme;

il mancato rinnovo della convenzione con le società consortili affidatarie ha privato, de facto, gli studenti e i lavoratori della Sibaritide e dell'alto Tirreno cosentino della possibilità di usufruire di collegamenti regolari e congrui mediante servizi di TPL su gomma con gli scali aeroportuali di Crotone e Lamezia Terme, producendo evidenti disagi e oggettive difficoltà la cui risoluzione si palesa come urgente e improcrastinabile -:

quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e opportuna soluzione alla suddetta questione.

(11; 04.02.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

nel corso della riunione svoltasi mercoledì 28 Gennaio 2015, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), varando il quadro finanziario nazionale relativa alla programmazione comunitaria 2014-2020, ha proceduto ad una drastica riduzione della quota del cofinanziamento nazionale;

tale riduzione nel dettaglio prevede che a fronte di fondi strutturali UE per lo Sviluppo Regionale (FESR) e sociale (FSE) pari a 32.686 milioni di Euro, il cofinanziamento nazionale in senso stretto si attesterà a 20.085 milioni di Euro per un totale di 52.771 milioni di Euro ( di cui 61,2% dei fondi UE e 38,8% dei fondi nazionali);

complessivamente il taglio del cofinanziamento nazionale sarà di 7,4 miliardi di Euro;

la riduzione del cofinanziamento della programmazione totale inciderà sulle dotazioni di Campania, Calabria e Sicilia, con un abbattimento da 4,4 miliardi di Euro ai tre Piani Operativi Regionali (POR) e una riduzione da 2,9 miliardi alla quota dei piani operativi nazionali destinata al Sud;

secondo uno studio compiuto dal Sole 24 Ore, la penalizzazione per la Calabria è di oltre 800 milioni di Euro;

il Governo, nell'ambito della delibera CIPE, si sofferma sulla possibilità di finanziare con le risorse in questione una "programmazione complementare" parallela che si incroci con piani strategici di azione e coesione finanziati anche con il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC);

l'interrogante evidenzia come nella riduzione dei trasferimenti del Mezzogiorno si salvaguardino esclusivamente i due piani nazionali per l'occupazione e per la scuola, trascurando il settore infrastrutturale, strategico per la ripresa economica, determinando un ulteriore distacco della Regione Calabria dal centro-nord del Paese -:

se e quali iniziative la Regione Calabria intenda assumere per tutelare e rilanciare il sistema produttivo ed infrastrutturale della Regione Calabria, in relazione agli interventi penalizzanti previsti dal Governo nazionale;

se ed in che modo la Regione Calabria voglia determinarsi, in merito alla "programmazione complementare" parallela, accennata e non approfondita dal Governo nazionale.

(12; 09.02.2015)

Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

la Strada Statale 106 ha un'estensione complessiva di 491 chilometri di cui 415 nella Regione Calabria, nota alle cronache come la "strada della morte", per i numerosi incidenti avvenuti negli ultimi decenni;

l'interrogante pone all'attenzione un tratto specifico della sopraccitata arteria stradale;

nel comune di Cariati (Cs), all'altezza dello svincolo verso Terravecchia ossia sul ponte "Molinello" è stato disposto un senso unico alternato, regolamentato da un impianto semaforico, con un limite massimo di 30 chilometri orari e divieto di sorpasso allo scopo di evitare l'aggravamento dei problemi strutturali;

allo stato attuale, il ponte Molinello risulta compromesso da estesi ed evidenti fenomeni di degrado delle superfici murarie;

l'ANAS, riconoscendo la straordinaria pericolosità del tratto stradale, ha provveduto alla realizzazione provvisoria di questo sistema viario in attesa della realizzazione dei lavori di messa in sicurezza, ad oggi - come risulta all'interrogante - mai avviati.

tale decisione tuttavia sta comportando pesanti conseguenze per un territorio - quello della costa jonica calabrese - dotato di una sola via di comunicazione, appunto la SS 106;

è stato registrato un forte incremento del livello di traffico veicolare che sta completamente congestionando i comuni dell'Area coinvolta e nello specifico a Città di Cariati;

l'Area di riferimento risulta strategica sul piano regionale e nazionale, in quanto caratterizzata dalla presenza di infrastrutture di massima importanza: Porto di Cariati, Porto di Corigliano, Porto di Ciro Marina, Porto ed Aeroporto di Crotone -:

se e quali iniziative intendano assumere al fine di sollecitare un intervento immediato da parte dell'ANAS, per garantire l'incolumità degli utenti e mettere in sicurezza definitivamente l'infrastruttura onde evitare disagi ai comuni dell'Area interessata ed ulteriori tragici incidenti stradali.

(13; 09.02.2015)

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con legge numero 19 del 1995 la Regione Calabria: “In applicazione degli articoli 3 e 56 dello Statuto, aderisce all'Istituto della Biblioteca Calabrese, con sede in Soriano Calabro, istituito dalla Comunità Montana dello Alto Mesima, allo scopo di raccogliere, conservare e rendere fruibili i segni della cultura calabrese”;

l'articolo 3 della citata legge ha previsto un contributo annuo, da parte della Regione Calabria, per garantire l'operatività e la presenza di tale biblioteca;

la biblioteca è sorta nel 1979 grazie soprattutto al lavoro generoso e rigoroso del preside Nicola Provenzano e di altri volontari;

originariamente, il polo culturale sorse come "Centro culturale del folklore e delle tradizioni popolari", poi consolidato definitivamente come Istituto della Biblioteca Calabrese;

tale biblioteca costituisce per la Calabria uno dei più importanti presidi culturali, apprezzato ben oltre i confini regionali;

detto istituto vanta un patrimonio libraio unico, composto da testi rari e antichi d'inestimabile valore. Ad oggi, sono circa 50 mila i volumi presenti nella biblioteca. I testi coprono molteplici segmenti culturali: storia, letteratura e filosofia, arte e archeologia, minoranze linguistiche, dialetti, folklore, geologia, paleontologia, paletnologia, musica, flora, fauna, moda, gastronomia;

la biblioteca, inoltre, da più di due lustri pubblica "Rogerius", una propria rivista culturale e bibliografica semestrale;

i finanziamenti regionali sono stati concessi dalla Regione fino al 2011;

è rimasto inevaso un residuo di competenze erogate fino al 2011. E infatti con comunicazione del 19 dicembre 2014 il funzionario responsabile del dipartimento Cultura, Istruzione e Ricerca Scientifica ha comunicato di essere stato autorizzato a versare la somma di € 23.345,52 giusta decreto numero 15054 del 5 dicembre 2014 a titolo di: "Saldo del contributo assegnato per le attività svolte da codesto Istituto nell'ano 2011";

anche da tale comunicazione si evince come per gli anni successivi al 2011 la Regione non ha corrisposto alcuna somma per il mantenimento di tale biblioteca;

il rilancio della cultura è il presupposto di ogni processo di crescita civile. Una politica funzionale a uno sviluppo armonico della società non può prescindere da scelte tese a valorizzare la cultura di una comunità e il suo senso identitario;

l'Istituto della Biblioteca Calabrese costituisce uno dei polmoni culturali della Calabria e quindi suo organo di vitale importanza;

la permanenza di tale biblioteca va tenacemente e prioritariamente perseguita sia per il patrimonio librario custodito, sia per le sue innumerevoli potenzialità di aggregazione sociale: presentazione libri, convegni, finalità educative e didattiche -:

se intende adottare, sin dal corrente anno, misure idonee ad assicurare la presenza e il mantenimento dell'Istituto della Biblioteca Calabrese, con sede in Soriano Calabro, mediante erogazione del contributo già previsto dalla legge regionale 19/1995 o di altra somma comunque congrua a garantire la sua regolare attività.

(14; 09.02.2015)

Interrogazione a risposta orale

Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

l'art. 117 comma II della Costituzione italiana prevede la tutela del lavoro come materia di competenza legislativa concorrente Stato-Regione;

l'art. 3 della Costituzione prevede l'impegno delle istituzioni nell'attuazione dell'uguaglianza sostanziale, con rimozione degli ostacoli di ordine economico-sociale limitativi della libertà ed eguaglianza dei cittadini;

il «Programma Stages» che trova compiuto riconoscimento giuridico nella LR n. 26 del 12.11.2004 recante "Incentivi alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria dell'economia della conoscenza" ha tra le finalità enunciate dall'art. 1 anche quella di "realizzare un sistema integrato di interventi, orientato alla valorizzazione del capitale cognitivo dei giovani quale elemento decisivo per lo sviluppo della società calabrese"(comma 1) e di "...promuove un percorso d'eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che abbiano conseguito laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea specialistica secondo il nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione ..." (comma 2);

con la LR 19 aprile 2007 n. 8, la Regione Calabria ha modificato ed integrato l'art. 3 della legge regionale n. 26 del 12 novembre 2004, istituendo ufficialmente il «Programma Stages» concedendo “ai giovani laureati particolarmente meritevoli un premio a titolo di riconoscimento di livelli d'eccellenza nella formazione universitaria”;

il "Programma Stages", durato dal 20/10/2008 al 20/10/2010 e dell'importo complessivo di €. 12.000.000,00 - finanziato per buona parte con fondi comunitari (FSE) 2000/2006 - 2007/2013 e per la restante parte con fondi regionali derivanti dalla riduzione dei costi di funzionamento della struttura organizzativa del Consiglio e della Giunta regionale - si è rivelato un pregevole investimento in termini di formazione del know-how e di capitale umano;

la Regione Calabria con l'art. 14 della L. R. 8/2010 rubricato "Programma Stages" (così come sostituito dall'art. 10 L. R. 23/2010, e successivamente modificato dall'art. 1 della L. R. 32/2010) "al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenze già acquisito dai giovani impegnati nel Programma Stages" si impegnava ad erogare un contributo annuo di €. 10.000,00 a favore degli Enti che si fossero impegnati a stipulare con gli ex stagisti le tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore a 12 mesi di lavoro;

con LR n. 36/2012 il Consiglio regionale della Calabria ha stabilito di finanziare ulteriori sei mesi di attività;

con DG regionale n. 160 del 10/05/2013 si delegava l'Assessorato al Lavoro a "chiedere con urgenza al Governo centrale l'immediata apertura di un tavolo tecnico per l'esame e la ricerca delle soluzioni normative e finanziarie da mettere in campo a favore dell'emergenza lavoro in Calabria" e del precariato nel quale figurano, così come riportato nella relazione del Dirigente Generale, Avv. Bruno Calvetta, allegata alla delibera, accanto "ai bacini di precariato «consolidato», si aggiungono, per effetto della L. R. N. 23/2010, un'ulteriore quantitativo di giovani laureati calabresi «Programma Stages»;

con legge regionale 1/2014 si prevedeva l'istituzione di due elenchi regionali, uno relativo ai lavoratori LSU-LPU e l'altro ai lavoratori delle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010 - cui appartengono, in virtù dell'art. 14, i lavoratori ex stagisti - al fine di attivare procedura di stabilizzazione e proroga dei lavoratori di cui alla suddetta delibera di Giunta 160 del 10/05/2013;

con Decreto n. 377 del 22.01.2014 del Dirigente del Dipartimento 10 "Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato" della Regione Calabria, avente ad oggetto Avviso Pubblico previsto dall'art. 1 della L. R. n. 1 del 13/01/2014 finalizzato all'inserimento negli elenchi regionali dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità e dei lavoratori di cui alle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010", gli ex stagisti venivano esclusi dai costituendi elenchi in quanto, pur essendo lavoratori della legge 8/2010, non rispondevano al requisito di partecipazione di cui all'art. 2 ("rapporto di utilizzo in essere o alla data del 15/01/2014 o alla data del 01/09/2013) in quanto a quelle date avevano già cessato i loro rapporti di lavoro;

le OO.SS hanno inoltrato una richiesta di incontro dei lavoratori "Programma Stages 2008" ex L.R. 26/2004 al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale, mediante la quale si rileva come dal "corpus complessivo delle norme regionali è emerso, senza ombra di dubbio, il riconoscimento dello status di precari, peraltro confermato dalla DGR n.160/2013" e si sollecita un rapido rientro nelle PP.AA. di tali lavoratori individuando un percorso che porti alla soluzione definitiva della vertenza;

gli ex stagisti, al fine di rispondere nel lontano 2008 alla scommessa della Regione Calabria di trattenere e/o far rientrare i suoi migliori laureati all'interno delle PP.AA (lo slogan del "Programma Stages" era il seguente: "La Calabria chiama; i più bravi rispondono") rinunciavano a rapporti contrattuali in essere, presso aziende private del centro-nord Italia -:

quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e definitiva soluzione alla suddetta questione, al fine di non vanificare il pregio dell'esperienza sotto il profilo dell'apporto di valido e formato capitale umano all'interno delle Amministrazioni Pubbliche calabresi ed al fine di non vanificare l'investimento economico assunto nel corso degli anni.

(7; 07.01.2015)

Mozione

Il Consiglio regionale

premesso che:

la legge 23.12.2014 n. 190 , G.U. 29.12.2014 (Legge dì stabilità) ha purtroppo di fatto previsto la cancellazione di qualsiasi norma che agevoli in materia di bollo auto per i veicoli immatricolati per la prima volta da almeno 20 anni;

la norma così stante, nelle intenzioni, colpirebbe i soggetti che fanno anche un uso "giornaliero" del proprio veicolo sfruttando agevolazioni riservate a mezzi che al contrario vengono messi su strada soltanto in occasioni speciali (quali raduni, corse ed eventi in genere);

in pratica la misura colpisce tutti gli appassionati del genere che nella stragrande maggioranza dei casi sono normali cittadini i quali hanno come seconda auto un vecchio mezzo e che, vista la pressione fiscale, saranno costretti a rottamare l'auto ovvero a radiarla;

con le norme introdotte dal governo (Legge di stabilità) i suddetti proprietari sarebbero costretti a pagare il bollo normale con l'aggravante che trattandosi di autoveicoli classificati Euro Zero, la tassazione per gli stessi sarà la più elevata;

l'Associazione delle auto storiche italiane ha previsto poi, che solo il 10 per cento dei proprietari dei veicoli interessati metterà in regola i propri mezzi mentre gli altri decideranno per la vendita al mercato estero, rottamazione o radiazione del veicolo;

la Regione Calabria conta diversi club di auto d'epoca/storiche presenti tra le province della Regione;

ritenuto che i benefici economici per le casse pubbliche, dunque, non sarebbero così evidenti, mentre certi sarebbero i danni arrecati ad un settore che sostiene un mercato non marginale composto dalla manutenzione e riparazione, dalle fiere ed i mercati specializzati, così come dai raduni turistici;

a risentire maggiormente degli effetti negativi del provvedimento sarebbero soprattutto, per come detto, normali cittadini i quali hanno una seconda auto perché a volte ricevuta in eredità o donazione, e per questo riportate con notevoli sacrifici a nuova vita;

il provvedimento, a tra gli altri effetti negativi, rischiare di minare la sopravvivenza stessa dei club sopra citati che rappresentano una realtà radicata e storica nel nostro territorio;

per tutto quanto sopra evidenziato, si impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale della Calabria;

a prevedere in deroga a quanto previsto dalla L. 23.12.2014 n. 190 oltre che per i veicoli d'interesse storico o collezionistico, per tutte quelle auto e moto ultraventennali semplicemente iscritte ad un club amatoriale un'esenzione del costo del bollo pari al 70% del tributo previsto per legge. Tale esenzione, ovvero mancato introito per le casse regionali quantificabile in appena € 45.000,00 continuerà ad assicurare invece un indotto economico per tutta una serie di maestranze altrimenti a rischio chiusura attività. Si precisa inoltre, che l'esenzione è intendersi con effetto retroattivo, dunque operante a partire dal primo gennaio 2015 e si chiede nel contempo la proroga del termine di pagamento del bollo per i motivi di cui sopra, al 30 aprile 2015.

(1; 04.02.2015) Giudiceandrea, Bova, Neri

Proposta di provvedimento amministrativo numero 7/10^, recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale” (Del. n. 14)

Il Consiglio regionale,

vista la proposta di modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale,

delibera

di modificare il Regolamento interno del Consiglio regionale come appresso specificato:

Art. 1

(Modifica dell'articolo 29)

1.      Il comma 1 dell'articolo 29 della deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005 (Regolamento interno del Consiglio regionale) è sostituito dal seguente:

"1. La composizione delle Commissioni permanenti deve garantire la presenza di tutti i gruppi consiliari, nel rispetto del criterio della proporzionalità fra maggioranza e minoranza, e, comunque, assicurando la rappresentanza di ciascuno gruppo in Commissione. Ove si renda necessario per il numero dei componenti del gruppo o per la sussistenza delle incompatibilità di cui all'articolo 27, comma 3, il gruppo può essere rappresentato con consiglieri appartenenti ad altro gruppo della stessa maggioranza o minoranza secondo il criterio dell'alternanza dei singoli gruppi".

Proposta di legge numero 9/10^, recante: “Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio derivante dalla copertura della perdita di esercizio 2013 della Sogas S.p.A.” (Del. n. 23 - L.R. n. 8/2015)

Art. 1

(Riconoscimento del debito nei confronti della Sogas SpA)

1. Ai sensi dell'articolo 73, comma 1, lett. b), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità del debito fuori bilancio della Regione Calabria nel confronti della Società di Gestione per l'Aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S) S.p.A., derivante dalla decisione assunta dalla Regione medesima nella assemblea dei soci del 23 luglio 2014, di dare copertura in misura proporzionale alla partecipazione al capitale sociale (13,02 per cento) alla perdita di esercizio relativa all'anno 2013.

2. Per le finalità di cui al comma precedente è autorizzata per l'esercizio finanziario 2015 la spesa di euro 373.972,55 con allocazione all'UPB dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015.

3. Alla copertura del relativo onere si provvede mediante contestuale riduzione di pari importo dello stanziamento allocato al capitolo 1204091101 (UPB 1.2.04.09) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2015, recante "Fondo in conto capitale per il pagamento dei debiti pregressi accertati e riconosciuti nel confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari derivanti da attività dell'amministrazione regionale (articolo 35, commi 1 e 2, della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9).

4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al bilancio 2015 autorizzato con la legge regionale n. 2/2015, suddiviso in unità previsionali di base ripartite in capitoli e riclassificato ai sensi del D.Lgs 118/2011, nonché a compiere tutti gli atti necessari all'attuazione di quanto previsto dai precedenti commi.

Art. 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 2 a firma del consigliere Romeo “Sulla chiusura di 25 uffici di Poste Italiane e la razionalizzazione di altri 35”

Il Consiglio regionale,

premesso che:

Poste Italiane ha comunicato ai rappresentanti sindacali regionali un piano di riorganizzazione dei servizi che prevede la chiusura di 25 uffici e la razionalizzazione di altri 35, i quali rimarranno aperti a giorni alterni;

l’intero piano riorganizzativo appare come una semplice operazione di disinvestimento e riduzione lineare di costi;

tale riorganizzazione mortifica il lavoro e l’impegno profuso dal personale in servizio e provoca una ulteriore spoliazione di posti di lavoro in territori già carenti;

considerate le distanze e le difficoltà logistiche sussistenti, sarà impossibile raggiungere il presidio postale più vicino per le fasce più deboli della popolazione;

considerato, altresì, che:

negli ultimi mesi le sigle sindacali hanno più volte segnalato una preoccupante carenza di personale applicato al front-end degli uffici postali, causa di un servizio non adeguato alle esigenze dei cittadini e alla dignità dei lavoratori;

non essendo previste nuove assunzioni gli uffici postali che assorbiranno l’utenza delle sedi soppresse potrebbero incorrere in un collasso del servizio;

la scomparsa dei principali servizi pubblici dalle aree meno popolate causerà un ulteriore abbandono delle stesse da parte dei cittadini, determinando l’aggravarsi della crisi sociale ed economica di alcuni territori;

tanto premesso che considerato

impegna

la Giunta regionale ad adottare ogni utile iniziativa strutturale ed urgente per tutelare i lavoratori ed i cittadini al fine di garantire la continuità e la qualità resa da Poste Italiane.

Ordine del giorno numero 3 di iniziativa del consigliere Arruzzolo: “Sulla gravissima crisi che sta investendo l’agrumicoltura in Calabria ed in particolare la Piana di Gioia Tauro-Rosarno

Il Consiglio regionale,

premesso che:

il comparto dell’Agricoltura in Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra vecchie e nuove problematiche, una fase difficilissima, la riforma dell’OCM agrumi 2008, non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di politiche, mirate all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha manifestato nella sua interezza il vero punto debole della riforma e la genesi dell’attuale crisi;

evidenziato che:

alla continua perdita di competitività, causata dalla sleale concorrenza delle produzioni che invadono il mercato, provenienti dal Nord Africa e da altri paesi Europei, si aggiungono una serie di concause (climatiche e geopolitiche) che hanno portato la situazione a livelli tali da mettere in crisi la capacità rigeneratrice delle produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione agrumicola regionale;

considerato che:

le ultime due campagne 2013-2014 e 2014-2015 saranno ricordate come gli anni neri degli agrumi, la prima compromessa dalla cenere lavica dell’Etna che ha determinato la perdita di almeno il 70% del prodotto, quella corrente azzerata da condizioni climatiche avverse, che hanno colpito le produzioni primizie, per mancata maturazione dovuta alle alte temperature, e quelle tardive, per effetto delle gelate, che ne hanno compromesso la commerciabilità; a questo si aggiunge l’embargo Russo, che sottraendo una quota consistente di mercato alle produzioni spagnole, ha causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei;

rilevato, inoltre, che:

gli interventi straordinari avviati a livello nazionale su fondi comunitari si sono dimostrati assolutamente inadeguati; infatti, com’è noto, la decisione della Russia di bloccare le importazioni Europee in risposta alle sanzioni economiche ha generato effetti indiretti sulle clementine di cui siamo il primo produttore nazionale. La Comunità su sollecitazione degli stati, attraverso il Regolamento 1031/2014 ha messo a disposizione un plafond finanziario per ritiri dal mercato da destinare alla beneficenza con dotazioni per quanto riguarda gli agrumi assolutamente insufficienti, con la beffa finale della non inclusione degli stessi nel secondo Regolamento di crisi, 1371/2014, con scadenza attività nel giugno 2015; tutto ciò ha creato uno squilibrio nel rapporto costi-ricavi, recando danni irreparabili alla campagna agrumicola in corso;

considerato che:

la gravissima crisi dell’agrumicoltura sta assumendo contorni drammatici e preoccupanti sotto l’aspetto sociale per i riflessi che il comparto riveste sul tessuto economico territoriale, creando una vera e propria situazione emergenziale che coinvolge migliaia di aziende, lavoratori e loro famiglie;

atteso che:

il mondo agricolo calabrese ed in particolare gli agricoltori della Piana di Gioia Tauro/Rosarno non possono essere abbandonati a se stessi, lasciando aperte diverse vertenze irrisolte che stanno determinando una miscela pericolosissima che sta facendo esplodere tutto il settore;

impegna

il Presidente della Giunta regionale, affinché intervenga presso le Istituzioni Nazionali e presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per mettere in campo tutte quelle misure, tese a frenare la dirompente crisi del settore agricolo, della Piana di Gioia Tauro/Rosarno attraverso:

1) la sollecitazione di un piano agrumicolo nazionale, incardinato nelle riconversioni varietali, orientate all’aumento del periodo di commercializzazione, attivando un modello regionale di scalarità nelle produzioni;

2) un Piano Straordinario Agrumicolo Regionale da inserire nelle programmazioni del PSR 2014-2020 e nel fondo sociale europeo per le politiche di attrazione e formazione dei giovani verso settori a monte e a valle dell’agrumicoltura; ed attuazione di politiche strutturali e misure orientate a strumenti incentivanti anche per i piccoli proprietari, che rappresentano la maggioranza delle aziende agricole insistenti sul territorio;

3) e nell’immediato ad adottare le seguenti ulteriori misure:

richiesta dello stato di calamità naturale e contestuale esenzione per l’anno in corso dell’IMU sui terreni agricoli;

apertura di una trattativa con gli Istituti bancari per favorire l’accesso al credito agevolato agli imprenditori agricoli.