X LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
2.
SEDUTA DI MARTEDI’ 20
GENNAIO 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONIO SCALZO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO
La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Avverto l’esigenza di invitare l’Aula a soffermarsi
- non essendocene stata prima l’occasione – su due eventi che hanno alla radice
la stessa causa: il terrorismo e la paura che sta seminando in tutto il
mondo.
Esprimo soddisfazione per la liberazione di Vanessa e
Greta, le due ragazze rapite in Siria nel luglio scorso. E’ una buona notizia
per l’Italia e per la Calabria; un particolare motivo di gioia per la nostra
regione poiché Vanessa Marzullo è di origini cosentine.
A nome dell’intero Consiglio regionale ci uniamo alle
famiglie delle nostre cooperanti e rivolgiamo un ringraziamento al Governo
italiano che ha reso possibile un risultato che abbiamo sperato per lunghi
mesi.
Per quanto riguarda la strage compiuta a Parigi, il 7
gennaio scorso, nella redazione del periodico Charlie Hebdo, nell’immediatezza,
interpretando i sentimenti dell’intero Consiglio regionale, ho espresso la più
profonda ed incondizionata riprovazione.
Vi chiedo, oggi, di osservare un minuto di silenzio per
ricordare le vittime del fondamentalismo islamico, nella speranza, come ha
auspicato Papa Francesco, che anche in questi momenti drammatici prevalga la
logica del dialogo e ci si opponga con ogni mezzo al diffondersi dell’odio e di
ogni forma di violenza fisica e morale.
(I consiglieri
ed i presenti in piedi osservano un minuto di silenzio)
Prima di iniziare vorrei
esprimere la mia opinione su ciò che è accaduto questa notte, questa mattina.
Abbiamo visto tutti, oggi,
la frase scritta sul cavalcavia all’entrata di Reggio Calabria: “Oliverio
nemico di Reggio”. Francamente, per un istante, questo ci ha evocato altri
momenti difficili che per fortuna la Calabria si è lasciata ormai alle spalle.
La ritengo una frase
ingiuriosa e del tutto fuori luogo, non solo nei confronti del Presidente della
Regione, cui va la mia solidarietà, ma di tutti noi che abbiamo esclusivamente l’obiettivo di
rendere efficiente la Regione.
A
chi l’ha scritta e a tutti coloro che leggendola la collegano al dibattito
politico del momento, è il caso di far sapere pubblicamente che l’intenzione
non è quella di penalizzare nessuno, ma di restituire la Regione ai calabresi, rendendola funzionale attraverso la
rimozione di inefficienze e doppioni.
Passiamo adesso al primo punto all’ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Aieta. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, le
chiedo di integrare l’ordine del giorno con un punto relativo alla revoca del decreto
di soppressione del posto fisso della Polizia di Stato di Cetraro. Un posto
fisso inaugurato 20 anni fa, quando nella città di Cetraro si registrava una recrudescenza
malavitosa costata la vita a 13 persone, per il quale, inspiegabilmente,
adducendo ragioni relative all’immobile che si trova in un’area a rischio R4,
il capo della Polizia ha decretato la soppressione.
Chiedo che il Consiglio – sperando all’unanimità –
impegni il Presidente della Giunta regionale ad intervenire con le autorità
competenti per scongiurare la chiusura del posto fisso di Cetraro, sarebbe un
arretramento delle istituzioni democratiche in questa città che ha fatto tanto
negli ultimi anni per risalire la china. Grazie.
Grazie al consigliere Aieta.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento
all’ordine del giorno come richiesto dal consigliere Aieta.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
Il primo punto all’ordine del giorno riguarda l’approvazione
del Programma di Governo - articolo 33, comma 4 dello Statuto.
La parola al Presidente della Giunta regionale.
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, mi permetto di chiedere su questo punto un aggiornamento
per una semplice ragione: ritengo che le dichiarazioni programmatiche meritino
una seduta ad hoc del Consiglio
regionale.
Avrei fatto presto a
consegnare il programma che ho presentato agli elettori e che è sulla
rete, ma ritengo che il Consiglio regionale debba essere la sede di un
approfondimento, attraverso un confronto aperto, per definire le priorità del
programma più largo che abbiamo presentato agli elettori e sul quale abbiamo
ottenuto un vasto consenso.
E’ giusto che anche per dare dignità ad un argomento,
che è centrale perché è alla base dell’azione di governo, non si liquidi con
superficialità o con affastellamento di altri punti, pure importanti,
all’ordine del giorno.
Lo dico perché sono profondamente convinto di ciò.
Ritengo che il Consiglio regionale, a partire dal confronto sul programma che
si pone a base dell’azione di governo, debba qualificare il suo ruolo di organo
centrale nel governo dei problemi della nostra regione, appunto.
Per questa ragione chiedo l’aggiornamento ad una seduta
che si può concordare, ma che chiedo sia esclusivamente dedicata alle
dichiarazioni programmatiche ed al confronto sulle stesse.
Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, prima di introdurre
il punto successivo relativo alla nomina di tre consiglieri regionali della
Calabria, vorrei rivolgere i più deferenti saluti di quest’Aula di democrazia
al presidente Giorgio Napolitano, auspicando che il suo successore sappia
essere il giusto erede di un Presidente che ha saputo meritarsi l’apprezzamento
di tutti i cittadini, il consenso e la stima di Capi di Stato e il
riconoscimento generale per aver, nel corso del suo mandato, operato sempre per
il bene del Paese.
Presidente, dovrebbe mettere ai voti la proposta del presidente Oliverio rispetto al rinvio. Chiedo scusa, ma è un suo adempimento.
Prima di passare al secondo punto all’ordine del giorno,
pongo in votazione la proposta di rinvio del primo punto all’ordine del giorno
avanzata dal Presidente della Giunta regionale.
(Il Consiglio approva a maggioranza)
Siamo alla proposta di legge statutaria numero 1/10^ di
iniziativa dei consiglieri Battaglia, D’Agostino, Irto, Romeo, recante: “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, numero 25 (Statuto della
Regione Calabria)”.
Le modifiche proposte intendono agire sulle attuali
previsioni statutarie in ordine alla organizzazione della Giunta regionale che,
nel limitare le funzioni dallo stesso Statuto attribuite al Presidente eletto
direttamente dai cittadini, impongono la scelta dei componenti dell’organo
esecutivo limitando a tre il numero degli assessori “esterni”.
Le stesse modifiche introducono la figura del “consigliere
delegato”, cui il Presidente potrà attribuire specifici compiti, nella
consapevolezza che il numero dei componenti della Giunta (fissato attualmente
in sei) potrà essere insufficiente per seguire con maggiore incisività materie
di particolare interesse, sia pure per tempo limitato.
Detta figura non comporterà alcuna spesa aggiuntiva,
essendo espressamente previsto che l’esercizio delle delega non dà luogo ad
alcuna indennità né alla istituzione di strutture speciali di collaborazione.
Il Consigliere delegato potrà partecipare alle sedute di
Giunta, ove si discuta di questioni attinenti alle attività delegate, ma senza
diritto di voto.
Viene abrogata, infine, la previsione sul “consigliere
supplente”, peraltro oggetto di impugnativa del Governo davanti alla Corte
Costituzionale, che – secondo l’attuale formulazione – prende il posto del
consigliere nominato assessore.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Tallini. Ne ha facoltà.
Signor Presidente
del Consiglio, signor
Presidente della Giunta, colleghi consiglieri,
ho preso spunto per questo mio intervento dalla dichiarazione dei segretari
regionali dei maggiori sindacati calabresi che hanno lanciato l’allarme –
fino a qualche giorno fa – per i tempi lunghi della politica rispetto alle
emergenze calabresi.
Se anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali
lamentano uno stato di stallo nella politica regionale credo che nessuno possa
poi accusare l’opposizione di strumentalizzazione, a meno che il presidente
Oliverio non voglia venir meno alla sua storia politica negando, come ha già
fatto il presidente Renzi a livello nazionale, ogni riconoscimento al movimento
sindacale.
Ci saremmo aspettati nella seduta odierna la doverosa
presentazione della sua squadra di governo e del documento programmatico.
Sono passati due mesi dal voto e quasi un mese e mezzo
dalla sua proclamazione ed ancora la Calabria è in attesa che un governo
legittimato dal voto si metta al lavoro per superare emergenze ed affrontare i
problemi della Calabria.
Mai nella storia del regionalismo calabrese si era
arrivati a tanto, nemmeno nella famigerata epoca della prima Repubblica quando
democristiani e socialisti cambiavano Giunte regionali come se cambiassero
vestiti.
La paralisi politica e istituzionale che attraversa oggi
la Regione non ha giustificazione alcuna. Nemmeno le palesi lotte intestine tra
le varie correnti del Partito
democratico possono spiegare quel che sta succedendo oggi in Calabria.
Il suo “tirare a campare” -
purtroppo a pochi mesi è amaro anche usare questo termine - presidente
Oliverio, somiglia molto a quello del Governo Letta che pensava solo di
rinviare tutti i problemi e di attendere tempi migliori. Può attendere la
Calabria? Lo dica sinceramente, presidente Oliverio. Lei ha vinto nettamente le
elezioni e questo elemento dovrebbe metterla in una condizione di forza
assoluta e sganciarla da ogni forma di condizionamento.
Perché, allora, non scioglie
le riserve? Ho una mia personale visione e convinzione che sicuramente non le
piacerà. La tattica del rinvio serve a coprire l’assoluta mancanza di un
progetto politico e programmatico e l’altrettanto assoluta mancanza di idee.
Saremo qui nei prossimi giorni ed io, tutto sommato, accetto pure le
motivazioni, ci siamo astenuti sul rinvio delle dichiarazioni programmatiche
per aspettare le grandi, geniali e rivoluzionarie idee che il presidente
Oliverio vorrà rassegnare all’interno di quest’Aula.
Aspetteremo idee chiare su
come affrontare le emergenze e, non me ne voglia presidente Oliverio, ma vedo
una sconcertante similitudine con la pur breve esperienza nazionale del
presidente Renzi: entrambi avete seppellito l’opinione pubblica sotto una
valanga di proclami e di promesse senza aver risolto nemmeno uno dei problemi.
Ma, mentre Renzi ha goduto
dell’effetto di una luna di miele che è durata quasi un anno - ad oggi tutti i
sondaggi lo danno in caduta libera –, lei è riuscito a deludere i calabresi
ancor prima di iniziare.
Noi ancora non sappiamo qual
è la sua idea di Calabria, cosa intende fare per valorizzare turismo,
agricoltura, per creare occupazione e lavoro. Non sappiamo qual è la sua idea
di sanità, non sappiamo cosa intende fare sul piano della programmazione
comunitaria.
Lei, presidente Oliverio,
aveva annunciato una grande riforma istituzionale attraverso proclami e
dichiarazioni, alcuni annunciati e poi ritirati anche in quest’Aula come quella
della incompatibilità dei consiglieri regionali e quella di carica
dell’assessore regionale. Ma arriva a questo Consiglio con una riformicchia dello
Statuto studiata solo per risolvere i problemi di equilibri interni al Partito
democratico e svuotare di funzioni i poteri di questo Consiglio regionale.
Se avessimo proposto noi una
riforma del genere la Calabria cosiddetta democratica avrebbe fatto le
barricate e gridato al golpe.
Ma vediamo la riforma che
questa maggioranza, e lei Presidente, ci pone e ci propone come una riforma
rivoluzionaria, quella che dovrebbe cambiare tutto.
L’accorpamento dei ruoli e
dei bilanci di Giunta e Consiglio regionale è un chiaro attacco agli equilibri
istituzionali di questa Regione che nessuno, finora, si era mai sognato di
mettere in discussione.
Lo dico da catanzarese. La
sede dell’Assemblea regionale è nel pieno delle sue autonomie funzionali e deve
rimanere a Reggio, città che per storia e funzioni merita di essere una delle
due gambe istituzionali di una regione difficile come la Calabria.
Nessuno tocchi Reggio
Calabria e nessuno tocchi l’autonomia del Consiglio regionale minacciata da
proposte affrettate e non ponderate che hanno ricevuto valutazione negativa
anche dai sindacati. Colgo l’occasione anche per associarmi alle parole del
Presidente del Consiglio quando ha voluto ricordare uno striscione che non
aiuta ad unire la Calabria ma aiuta a dividere, così come divide la proposta di
separare i calabresi, attraverso la modifica dell’articolo 23, senza alcun
dibattito e senza alcuna motivazione alla base.
L’invenzione del consigliere
delegato finalizzata a dare un contentino ai consiglieri regionali di un’Aula che
palesemente si intende svuotare di ruoli e di funzioni si fa beffa della figura
del sottosegretario. Cosa abbiamo inventato? Ci sono già i sottosegretari, ci
sono già i consiglieri delegati e forse il presidente Oliverio avrebbe potuto
apprenderlo dal suo amico Morrone che è cosentino come lui.
Possibile che non sappia che
Morrone aveva una delega dal presidente Scopelliti nella gestione di un settore
ben determinato della Regione?
Si fa una beffa, comunque, della
figura del sottosegretario, criticabile quanto si vuole, ma che aveva un chiaro
profilo istituzionale e non violava lo Statuto né la Costituzione.
L’Assemblea legislativa,
infatti, ha poteri legislativi e di controllo sull’Esecutivo. Ma se un consigliere
regionale fosse coinvolto direttamente nella gestione oppure sotto la rigida
supervisione del Presidente è evidente anche alle pietre che controllato e
controllore coinciderebbero.
Sto per concludere.
Con tutto ciò che ne
discende. Si aggiunga che lo svilimento delle prerogative del Consiglio
regionale, attraverso la modifica dell’articolo 23 che immediatamente lo pone
alle direttive del Presidente, determinerà il risultato di trasformarlo in
un’Aula– come ho avuto modo di definire sorda e grigia - chiamata a ratificare
le scelte del Presidente senza alcuna capacità di proporre una proposta
legislativa.
E’ questa l’idea di Calabria
che ci propone presidente Oliverio? Troppo poco davvero. Nessuno di noi
dell’opposizione – almeno io – si sogna di chiedere le sue dimissioni,
assolutamente. La vastità della sua vittoria elettorale la conosciamo. Le
consegna però una responsabilità di lungo respiro. Aspettiamo di conoscere la
formazione della Giunta nell’augurio che ciò possa avvenire prima dell’estate
in modo da poterci confrontare con l’assessore al turismo.
Abbiamo appreso che la
formazione della Giunta è anche probabilmente legata ad un rimpasto di governo.
Questa legislatura è avvenuta con un voto trasversale che ha minato alla base e
creato un vulnus della democrazia all’interno di quest’Aula nel rapporto
corretto, leale e trasparente e alla luce del sole tra una maggioranza che
vuole governare ed ha diritto di governare ma deve avere rispetto di una
minoranza che, seppur alle prese con i propri problemi, deve essere rispettata
e così non è stato.
Abbiamo appreso che la
formazione della Giunta è anche legata al rimpasto di governo. Come dicevo
prima la Forza Italia che rappresento voterà contro il suo programma di governo
- che peraltro, nessuno conosce - e contro la riformicchia dello Statuto.
Le assicuro, però, una
opposizione leale ma intransigente e dura, senza trasversalismi e senza
inciuci, essendo noi gli unici a cui l’elettorato ha affidato questo delicato
compito fondamentale in ogni democrazia. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di modifica statutaria illustrata dal presidente Scalzo punta a consentire al Presidente della Giunta, così come accade in tutta Italia, di poter formare la propria Giunta secondo le competenze, le sensibilità, le specificità che egli riterrà opportuno coinvolgere nella sua azione di governo. Questo è.
Noi, oggi, insieme ai colleghi Battaglia, Irto e D’Agostino, abbiamo inteso proporre alcuni punti affinché ciò potesse avvenire, ivi inclusa la questione del consigliere delegato, che non va vista come un’incursione del Presidente della Giunta, ma come il tentativo, la volontà – se volete – di coinvolgere esponenti, consiglieri regionali di questo Consiglio nell’impegno per la Calabria a seguire alcuni temi di specifica e particolare importanza, seppur in un periodo limitato di tempo; naturalmente tutto questo partecipando alle Giunte, allorquando queste tratteranno dei temi seguiti dal consigliere delegato, senza appesantire la spesa regionale, quindi senza l’istituzione di collaborazioni speciali e particolari o strutture o esterni e così via.
All’interno di questa proposta di legge statutaria, personalmente – e la Presidenza è già in possesso di questa mia intenzione emendatrice – ho ritenuto di dover cogliere un ulteriore aspetto, che sarà discusso al secondo articolo, che è questo: la Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiore a sette, di cui uno assume la carica di Vicepresidente. Perché? Voi sapete che le Giunte regionali devono essere composte da un numero massimo pari ad un quinto dei Consigli regionali. Il Piemonte e l’Umbria hanno fatto in questo caso da apripista. Il quinto va calcolato secondo una composizione del Consiglio che include tra i consiglieri regionali anche il Presidente. Esempio: in Piemonte 50 consiglieri più il Presidente, 51, gli assessori diventano 11. Perché? Perché viene arrotondata la frazione di 1 fatta la suddivisione.
Voglio essere più preciso. C’è un decreto legge, il numero 138 del 13 agosto 2011, convertito con la legge 148 del 14 settembre 2011, che al comma b) dice espressamente: “Il numero massimo degli assessori regionali sia pari o inferiore ad un quinto del numero dei componenti del Consiglio regionale con arrotondamento all’unità superiore”. Da questo noi deduciamo, collega Mirabello, che la Giunta regionale della Calabria potrà essere composta da un numero di assessori non superiore a sette, di cui uno assume la carica di Vicepresidente.
Questo è l’emendamento che andremo a discutere e che chiedo ai colleghi di approvare all’articolo 2.
Per il resto, penso che il Consiglio regionale debba cominciare ad occuparsi seriamente delle questioni che riguardano la Calabria. Non credo che sia né utile né opportuno assistere in ogni seduta a critiche pretestuose, infondate, pregiudizievoli che non si fondano sulla realtà.
Intanto, ha fatto bene il presidente Scalzo ad esprimere solidarietà al presidente Oliverio per l’indegno attacco ricevuto stamattina con una scritta indecorosa sul cavalcavia dell’autostrada che attraversa Reggio Calabria all’altezza di Gallico. Nessuno può pensare e nessuno pensi di riportare la nostra città agli anni ’70, perché quegli anni bui ne hanno minato la crescita e perché nessuno ne sente il bisogno e la necessità.
Non siamo di fronte a nessun attacco all’autonomia e al prestigio né del Consiglio regionale né della città di Reggio, la quale è stata stuprata – in quel caso sì – dai nemici di Reggio e ancora sta pagando e pagherà, purtroppo, per almeno vent’anni le conseguenze del malgoverno del centro-destra. Quelli sono stati i nemici della città di Reggio Calabria, non il presidente Oliverio, che questo Consiglio regionale e questa maggioranza, che è in sinergia con il sindaco Falcomatà, che ha avuto un largo mandato rispetto a una svolta necessaria e individuata come tale dagli elettori reggini, lavoreranno a ricostruire e a riportare Reggio fuori dalle macerie nelle quali è stata precipitata dal malgoverno del centro-destra.
Almeno si taccia e la si smetta, dunque, con la pretesa di dare improbabili lezioni a questo Consiglio e a questa maggioranza. Se si può, se si vuole, si lavori tutti insieme nell’interesse del bene comune, naturalmente esprimendo ciascuno le proprie diverse opinioni, ma smettiamola con pregiudizi e con attacchi improbabili, perché la Calabria ha bisogno di produzione legislativa, di impegno sulle questioni e di confronto fecondo.
Non penso – l’ho già detto pubblicamente – che la prima seduta sia stata un pessimo inizio. La prima seduta è stata un ottimo inizio, perché abbiamo eletto in prima battuta il Presidente del Consiglio regionale e l’Ufficio di Presidenza, non abbiamo fatto nessun inciucio, tant’è che le minoranze, per come la legge e lo Statuto prevedono, hanno la loro rappresentanza in Ufficio di Presidenza. Semmai, i consiglieri regionali si sono espressi nel segreto dell’urna, dando un giudizio sulle persone, ma questo è un giudizio sulle persone, non è un inciucio e ciascuno accetti l’esito di questo voto.
Detto questo, presidente Oliverio, ha fatto bene a chiedere una seduta unica, anche due, per discutere del mandato e del mandato di governo, perché non è un fatto né rituale né formale; dovremo discutere per partecipare con tutte le categorie, con tutte le persone, con i cittadini quella che sarà la svolta per la nostra Calabria.
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo su questo punto per porgere innanzitutto al presidente Oliverio la mia solidarietà; penso che non si possano spostare indietro le lancette degli orologi, non ci sono, anche rispetto al ruolo che le istituzioni sono chiamate a svolgere nella rappresentanza, amici di nessuno. Presidente, le dico che in funzione del mio ruolo, che è il ruolo di minoranza e di opposizione a seconda di come lo si voglia vedere, farò di tutto per far sì che nessuno le manchi di rispetto; però, ricevere critiche non deve essere neanche, al contrario, considerata lesa maestà, perché in queste ore abbiamo visto, rispetto a una legittima impostazione di dialettica interna, di un gruppo o di più gruppi di minoranze che si vanno componendo, quasi un attacco.
Lei è stato chiamato a governare ma alla minoranza è consentito fare una legittima critica, perché ripeto che bene ha fatto il collega Tallini a sottolineare che la critica di oggi è di tutto un intero corpo sociale, economico, la Regione, i sindacati, le imprese e quant’altro; a noi appare evidente e ci piaceva sottolinearlo anche con un voto contrario motivato. Ricordo le polemiche di questi anni difficili, in cui alla maggioranza precedente sono toccate tante scelte impopolari, tante incompiute, tante cose irrisolte. Vivaddio lei ha vinto e deve governare per i cinque anni che sono stati assegnati.
Ricordo anche la scelta per quanto riguarda la previsione dei consiglieri supplenti che avevano, nell’ambito della visione del legislatore della scorsa legislatura, lo scopo di non far mancare un’intera ala che si riduce fortemente, riduce la rappresentanza, la garanzia di funzionamento delle Commissioni e quant’altro.
Lei, oggi, si presenta anche rinviando le linee programmatiche, che sono il tema di confronto dove – se vuole – la minoranza può dare anche spunto e rinvia anche queste; lei si presenta e, anziché stare sui problemi dei calabresi e da subito nominare in modo legittimo e autorevole, con grande autorevolezza, gli assessori che devono districare materie complicate che vanno dalla delega alla sanità, ai trasporti, ai rifiuti e quant’altro, ancora oggi chiede l’ennesimo rinvio, per fare che cosa? Per modificare lo Statuto e andare a modificare gli equilibri, evidentemente – l’abbiamo visto sia nel voto in cui è stata mortificata in parte la minoranza, ma penso anche di questa maggioranza che non è nemmeno un numero folto – e passare da sei assessori a sette.
Non deve considerarla, appunto, lesa maestà, e le ripeto, noi ci batteremo perché nessuno – e questo lo si fa restituendo autorevolezza alla politica, alle istituzioni – manchi di rispetto al Presidente della Regione Calabria, che oggi è Mario Oliverio, ed alla sua futura Giunta che attendiamo.
Quindi, Presidente, né lei né il suo segretario politico – tra l’altro è la prima volta che vedo un segretario politico dirigere i lavori in un’Aula - potete considerare le nostre critiche, che partono da oggi e che ci vedranno fermi nei prossimi cinque anni, quale lesa maestà. Ci perdoni. Non siamo noi che siamo impazziti! Noi vogliamo riconoscere la sua forte autorevolezza anche del consenso popolare, però la critica, almeno quella lasciatecela! A noi qui sembra che si modifichi lo Statuto per passare da sei a sette assessori, questo è quello che si certifica.
Vanno bene alcuni emendamenti che vanno nella direzione di cui abbiamo sentito parlare molte volte all’esterno e relativi alla rappresentanza di genere. Almeno questo! Ci potete togliere tutto, ma almeno questo, il diritto di una sana critica che non è lesa maestà non ce lo toglierà mai nessuno. Vale per oggi e varrà per i prossimi cinque anni.
Poi, come le ho detto anche in privato nei giorni scorsi, alcuni miei amici mi hanno evidenziato “sai, parlavi con Oliverio”, le ripeto pubblicamente quello che le ho detto in privato: penso sinceramente, Presidente, che, visto il solco di scelte impopolari che sono toccate alla scorsa legislatura, a cui i calabresi non erano abituati, arrivare a dire “guardate, ci sono un tot di ospedali che dobbiamo chiudere, un tot di linee e dobbiamo razionalizzarle” equivale ad assumersi scelte impopolari rispetto alle quali forse anche si è perso, al di là della qualità dell’azione in alcuni settori; per cui se abbiamo meritato questo grado di giudizio, è giusto così, vale in democrazia.
Ribadisco, però, che non sarà semplice e lei anche nel rapporto con la minoranza è partito malissimo. Potenzialmente lei potrebbe essere, secondo me – e non perché sono cosentino, per cui riaffermo con forza eventuali attacchi – il miglior Presidente che da quarant’anni c’è stato in questa Regione, ma solo se decide di diventarlo; lei potrebbe – e soprattutto con un ruolo di sottorappresentanza, perché 30 consiglieri sono pochi e quindi dovranno contare molto di più gli enti locali, gli enti intermedi e quant’altro – fare scelte accelerate, andare a continuare quelle giuste riforme e criticare quelle che non ci sono state, quindi andare ad accelerare e recuperare credibilità, perché se andate all’esterno, non so se qualcuno di voi ha cambiato il numero di cellulare, come spesso accade, vedo tanti volti giovani che conosco anche dall’altra parte e spero di no, ma il malessere monta ancora di più e l’emergenza e l’urgenza è di partire.
A lei potrà, anche da questi banchi, essere riconosciuto un ruolo propulsivo e noi ne saremo felici da calabresi, ma da questi banchi in queste ore e anche per il futuro, alla luce di questo ritardo anomalo, inconsueto, fuori luogo – mi lasci utilizzare un termine forte – troverà sicuramente una critica che non deve essere necessariamente intesa quale lesa maestà.
Quindi esprimo il voto contrario su queste modifiche, fatte salve alcune, auspicando un utilizzo intelligente delle risorse. La figura del consigliere delegato è stata utilizzata anche dal precedente esecutivo e non serve istituzionalizzare una delega a un consigliere. Non vorremmo che questo riempisse la sala della Giunta e si passasse da sei, oggi scopriamo a sette, magari a dodici! Quindi il consigliere delegato si può utilizzare senza apportare modifiche allo Statuto.
Questo è il voto contrario motivato per dire che non ci sono ragioni pregiudiziali, ma motivazioni politiche.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
E’ il primo intervento che tengo in quest’Aula nella qualità di consigliere regionale, quindi non posso certamente non rivolgere al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta, ai colleghi consiglieri, ai componenti dell’Ufficio di Presidenza, ai rappresentanti dei vari gruppi, agli organi di stampa e a tutti i dipendenti di questo Consiglio regionale gli auguri di un buon lavoro pro interesse Calabria.
Ringrazio, ovviamente, i colleghi Mangialavori e Graziano per aver voluto indicare nella mia persona il rappresentante del gruppo della Casa delle libertà, sicuramente un ruolo che mi inorgoglisce, ma che mi riempie anche di grande soddisfazione. Ci tenevo, chiaramente, a ringraziarli per la fiducia accordatami.
Avrei certamente voluto, Presidente, salutare e augurare a loro anche gli auguri di un buon lavoro – e mi riferisco ai componenti della Giunta – però, purtroppo, questo oggi non lo possiamo fare. Questo ci dispiace, perché le aspettative dei concittadini, della collettività calabrese sono tanti, i problemi da aggredire sono veramente grandi e tanti e la Calabria, Presidente, non può più aspettare.
Non glielo chiediamo noi che siamo ai banchi dell’opposizione, ma glielo chiedono i calabresi di fare fretta e di velocizzare nella formazione di questo Esecutivo, con il quale ci auguriamo di poter in maniera anche sinergica collaborare ed individuare assieme quelle che potrebbero essere le soluzioni – ribadisco – per aggredire immediatamente le problematiche, soprattutto in quei settori strategici e vitali per la nostra terra.
Certamente, Presidente, non posso, a nome e per conto anche della Casa delle libertà, esprimere tutta la solidarietà per l’accaduto odierno, certamente un atto vile che va condannato e fortemente. Noi condanniamo fortemente questo atto che certamente non dà anche un buon auspicio al futuro di questa Assemblea, per questo noi le siamo vicini e le esprimiamo tutta la solidarietà.
L’accaduto, però, credo che necessiti una riflessione comune, serena, pacata, perché forse ci dovremmo domandare se quest’atto accaduto - che noi, ribadisco, condanniamo fortemente - non sia il frutto, non sia stato quindi generato da una sorta di allarmismo creato magari da lei e dalla sua maggioranza con il colpo di mano effettuato nella precedente seduta – e chiaramente mi riferisco a quella di insediamento, dove, compreso il sottoscritto, eravamo un po’ tutti distratti, presi un po’ dall’entusiasmo, a salutare parenti ed amici – in cui siamo stati un po’ ingannati.
Sulla questione, Presidente, credo che vada fatta una riflessione molto seria, molto pacata – ribadisco – perché la maggioranza ha approvato una legge di principio priva di riscontri concreti, in quanto non è provato il contenimento della spesa, non è provato il dispendio economico.
Quindi, Presidente, ci si domanda realmente e concretamente se tale modifica sia da ritenere necessaria e funzionale all’obiettivo di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica, non solo ovviamente per questioni attinenti a dati economici che ad oggi, dinanzi a questa Assemblea, non risultano acclarati da alcun documento economico – non v’è prova alcuna, infatti, che tale modifica porti un risparmio economico e che l’attuale gestione separata dei ruoli del personale comporti un esborso economico eccessivo – ma anche in merito a questioni pratiche, Presidente, è necessario che ci sia un’attenta riflessione, perché comunque è una ricaduta su un corretto e produttivo svolgimento dei compiti attribuiti al Consiglio regionale in base alla suddivisione dei poteri così costituzionalmente previsto.
Alla luce della suddivisione costituzionalmente garantita dei poteri tra Consiglio e Giunta regionale, è ovvio, nonché necessario, che vi sia una netta distinzione e suddivisione tra le professionalità contrattualizzate da ciascun organo. Tale principio è acclarato a livello nazionale – è un dato indubbio – in base al quale solo quattro Regioni d’Italia, di cui due a Statuto speciale, utilizzano la gestione del ruolo unico del personale.
In ciò la Regione Calabria è stata già precorritrice dei tempi, adottando la legge della separazione dei ruoli nel bel lontano 1991, Presidente, la legge regionale numero 5 dello stesso anno “Istituzione del ruolo del personale del Consiglio regionale della Calabria”.
Presidente, per quanto concerne il quarto comma dello stesso articolo della legge approvata nella scorsa seduta, noi siamo d’accordo, però io ufficialmente – e le chiedo solo per un attimo la sua attenzione – le chiedo, a nome e per conto del gruppo che rappresento, un immediato tavolo tecnico-istituzionale alla presenza delle sigle sindacali, dei rappresentanti dei gruppi consiliari e, ovviamente, dei componenti l’Ufficio di Presidenza, per cercare in tutta serenità e pacatezza di chiarire quanto appena detto.
Se così non sarà, Presidente, le annuncio che io, assieme ai colleghi della Casa delle libertà, domattina presenteremo una proposta di legge con l’obiettivo di abrogare ciò che voi avete approvato.
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
colleghi del Consiglio, nella mia storia
politica e amministrativa due cose mi hanno sempre appassionato: svolgere il
ruolo della opposizione e poi il cosiddetto tema
libero e devo dire che nessuno dei due mi è mai riuscito. Non sono mai stato
all’opposizione né come consigliere comunale
né come sindaco neanche, poi, in Provincia né oggi in Regione e poi mi sono
sempre sforzato di non lasciarmi trascinare dalla libera discussione che nella
maggior parte dei casi nulla aveva a che fare con i punti all’ordine del giorno.
Così oggi noi stiamo
discutendo – a sentire gli interventi che mi hanno preceduto – di quella che è
la modifica dello Statuto, dei punti
che l’Ufficio di Presidenza ha voluto modificare e sottoporre alla discussione
di questo Consiglio e non, viceversa, come qualcuno ha fatto credere, di altre tematiche e
discussioni che nulla hanno a che fare con questo punto all’ordine del giorno.
Voglio
tentare allora di rimanere in quest’alveo.
Intanto,
voglio rivolgermi al consigliere Tallini – non alla persona ma al politico –
novello “Grillo” della Calabria per i toni trionfalistici con cui viene e
arringa quest’Aula e soprattutto per come, nella mistificazione, parla di
alcune scelte che ha maturato questo Consiglio e nella fattispecie il
presidente Oliverio.
Devo
dire al presidente Oliverio che ha fatto bene a verificare lo stato comatoso
della Calabria prima di coinvolgere altri uomini delle istituzioni in una
difficile avventura che era quella di farla uscire dalla palude in cui taluni
personaggi l’avevano portata. Quindi, al presidente Oliverio va riconosciuto
grande senso di responsabilità, di conoscenza e la capacità dimostrata in
questi giorni, vedendolo al lavoro andare nelle viscere dei problemi che
attanagliano la Calabria per poi arrivare in quest’Aula e proporre la Giunta ma
avendo il quadro chiaro.
Mi
fa specie che qualcuno oggi si meravigli del fatto che il punto sulla
discussione delle linee programmatiche sia
stato rinviato. Le linee programmatiche rappresentano il programma con il quale
questa maggioranza si è presentata agli elettori ed ha vinto.
E la motivazione forte per cui oggi noi votiamo un
rinvio va nella direzione di un Presidente che in questi giorni ha lavorato
alla conoscenza per migliorare, per portare all’esame del Consiglio non
soltanto il programma elettorale ma per offrire all’opposizione – caro
consigliere Orsomarso – la possibilità di un ruolo, di una visione che è una
visione altra, di quella opposizione che io e noi da sempre valorizziamo. Una
visione molto cara citando Voltaire quando dice “io ti sono avverso e
fieramente avverso la tua idea ma sono disposto a donare il mio sangue purché
tu possa manifestare”.
Però questa idea deve avere una contezza e non può
essere soltanto il patrimonio di un programma elettorale che i cittadini ed i
calabresi conoscono ma deve, viceversa, essere integrata con la realtà dei
fatti, con quello che realmente è questa terra nelle sue emergenze, nelle sue
tante difficoltà.
Allora, non siamo stati con le mani in mano: abbiamo
lavorato, abbiamo approfondito e tentato di capire insieme al Presidente, tutto
il Consiglio, le varie problematiche, da quella dei
lavoratori a quella dei rifiuti, dalle tante scadenze che abbiamo perché negli
anni non è stata fatta una programmazione.
Mi fa specie che alcuni sindacati si
preoccupino della Giunta e non del lavoro che in questi due mesi il presidente
Oliverio ha fatto insieme al Consiglio e ai tanti consiglieri.
Mi fa specie quando si usa la
demagogia e si ha il privilegio di essere all’opposizione per poter gridare e
urlare sulla qualunque senza aver contezza e concretezza.
Non capisco, consigliere Orsomarso,
quando dice: io non voto questi punti; quando dice: io non voto le modifiche
allo Statuto così come proposto per una ragione semplicissima e cioè perché il
consigliere delegato era già nei fatti; non voler votare oggi l’inserimento
nello Statuto di una figura che veniva utilizzata illegittimamente mi sembra
contraddittorio.
Due: il consigliere supplente. E’
abominevole quel che è stato fatto sul consigliere supplente sapendo che,
addirittura, è pendente presso la Corte costituzionale un ricorso per cui oggi
quella norma neanche sarebbe in vigore.
Eliminare oggi una stortura ed una
discrasia è compito precipuo di questa maggioranza e di questo Consiglio.
Poi sui vincoli: elezione diretta
del Presidente della Giunta e del Consiglio. Il Presidente della Giunta,
rispondendo direttamente al popolo, non può avere vincoli. Non v’è dubbio.
Allora, le chiedo, conoscendo la sua
onestà intellettuale, di rivedere la sua posizione, di rivedere quella
posizione che, peraltro, con le motivazioni addotte, porterebbe e porta a
sostenere questa azione politica forte che mira a dare una azione che potrà sì
partire con grande forza e slancio.
Vanno bene allora gli attestati di
solidarietà, gli attestati che facciamo e che faccio, che abbiamo e che avete
fatto al presidente Oliverio rispetto a delle scritte che vanno contestate, censurate
e soprattutto non soltanto rimandate al mittente ma, nella diversificazione dei
ruoli tra minoranza e maggioranza, occorre fare attenzione a non acuire, a non
dar fiato e soprattutto a non gettare benzina sul fuoco.
Perché, collega Cannizzaro, mi sarebbe
piaciuto che la discussione testé fatta si fosse tenuta nella prima seduta di
Consiglio in cui è stato votato quel provvedimento; ma nulla di quello che è
stato da voi detto è nella volontà e soprattutto nella concretezza di questa
maggioranza.
Attenzione, quindi, a non creare dei
falsi problemi, a non alimentare uno scontro politico che può diventare scontro
di territorio perché oggi c’è la grande volontà di unire realmente la Calabria.
C’è la grande volontà dalla prima ora e dalla prima seduta di Consiglio di
agire nella libertà di azione che tutti i consiglieri hanno - lo dico per chi
parlava di inciuci e di falsi inciuci - libertà di azione e di poter decidere,
libertà di poter scegliere ciò che hanno individuato, almeno per quanto ci
riguarda, come il meglio o quello che può essere il meglio per questa terra.
Attenzione, allora, a non alimentare
scontri che non esistono. Oggi il grande senso di responsabilità deve portare a
parlare di Calabria e ad avere un Consiglio forte e unito sui temi che ci
vedranno certamente anche con immediatezza a dover ragionare con politiche
molto più grandi di noi, in un momento in cui la Calabria deve svolgere un
ruolo importante, soprattutto rispetto alle problematiche che il presidente
Oliverio qualche giorno fa in sede di conferenza unificata Stato-Regioni
portava a conoscenza di tutti: anche sui fondi Pac potrebbe esserci uno scippo
da parte di Governi e di partiti centralisti.
Oggi dobbiamo dimostrare che c’è un
Consiglio regionale ed una Calabria unita che, nella priorità di dare risposta
al suo popolo, riesce a disegnare strategie che sono le strategie dei
calabresi.
Questo è l’auspicio ma questo è
soprattutto quanto ci muove: né inciuci né demagogia, né populismo ma solo bene
per la Calabria.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Mirabello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, mi pare che
dalla discussione che fin qui abbiamo portato avanti manchi probabilmente - se mi è consentito - un pezzo di riflessione.
Credo che il primo dovere che noi tutti abbiamo nei
confronti della Calabria e delle grandi questioni che abbiamo di fronte sia
quello di entrare nel merito degli argomenti e di questo pacchetto di riforme
che stasera iniziamo a varare.
Un pacchetto di riforme che era ampiamente annunciato
nella misura in cui, intanto, era ed è necessario porre rimedio – lo diceva
poc’anzi il collega Greco – ad un vero e proprio obbrobrio istituzionale che è
costituito dalla figura del consigliere supplente che non ha eguali in tutto il
panorama nazionale e non a caso la disposizione è stata impugnata di fronte
alla Corte costituzionale.
D’altro canto non capisco neanche - senza voler
alimentare una polemica che non ritengo utile alla nostra Regione, innanzitutto
- questa grande perplessità su un’operazione di costituzionalizzazione, di
istituzionalizzazione della figura del consigliere delegato.
D’altronde mi pare che negli anni passati sia stata
fatta l’operazione contraria sulla figura del sottosegretario – abrogata, così
potremmo dire, dalla nostra carta costituzionale con la legge di riforma numero
34 del 6 agosto 2012 - che il consigliere Tallini richiama preoccupato che
venga sminuita dall’inserimento, invece, all’interno dello Statuto del consigliere
delegato.
Credo che questa sia un’operazione fatta esattamente per
un obiettivo contrario che è quello di rendere chiaro il modo in cui funzionano
le istituzioni di questa nostra Regione.
Infine, sul terzo e quarto aspetto includendo in questa
mia riflessione anche l’emendamento presentato dal collega Romeo, sulla
questione della composizione della Giunta mi pare che con questa proposta di
riforma si stia semplicemente normalizzando la nostra Regione adeguandone gli
strumenti a ciò che accade in tutto il resto del Paese.
Credo sia opportuno fare una riflessione sulla necessità
di guidare questa nuova stagione che è nuova per tutti: per noi che abbiamo
l’onore di guidarla ma anche per l’opposizione usando un senso di
responsabilità particolare nei confronti dei calabresi, perché l’episodio che è
stato da tutti stigmatizzato stasera - la frase che è stata scritta su un
cavalcavia dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria nei confronti del presidente
Oliverio che ha incontrato, stasera, la solidarietà di tutti - credo che derivi
da un approccio troppo qualunquistico rispetto alle questioni che, invece, in
quest’Aula sono state poste e rispetto ad una prospettiva di riforma che la
Calabria deve affrontare nel merito delle questioni senza sollevare polveroni e
soprattutto senza tornare all’utilizzo di un linguaggio che probabilmente
riporta le lancette dell’orologio indietro di 40 anni.
Ritengo che il voto su questi primi aspetti della
riforma che prevedono una fase successiva di ulteriore approfondimento - che è
poi l’obiettivo della nostra azione di governo - non possa non essere positivo
soprattutto nel merito, preso atto anche che da parte dei consiglieri di
opposizione non è stata sollevata alcuna questione di particolare rilievo.
Credo, nel merito, che siano degli strumenti che consentono all’Istituzione
regionale di fare un passo in avanti.
Certamente da una parte noi abbiamo l’esigenza di far
presto e di mettere in campo la nostra azione di governo rapidamente ma
dall’altra abbiamo l’esigenza di rendere le istituzioni più snelle e di oliare
dei meccanismi che sono stati inceppati da una gestione degli anni passati che
è sotto gli occhi di tutti. E questo lo facciamo soprattutto se da stasera
iniziamo a fare questo tipo di lavoro mettendo mano anche con coraggio alle
questioni vere che sono sul tappeto.
Se mi posso permettere, faccio quindi un appello ai
consiglieri dell’opposizione che stasera, credo, siano entrati poco nel merito
delle questioni che è quello di iniziare a discutere sui temi, su questa proposta
di riforma - magari possono avere delle legittime visioni diverse - ed evitare
di alzare l’asticella della polemica in maniera strumentale. Anche perché
verrebbe facile dire al consigliere Tallini che quando parla delle lotte
intestine del centro-sinistra, di questa parte che ha vinto le elezioni
regionali in maniera così netta, farebbe bene a guardare alle lotte intestine
che ha in casa. Grazie, Presidente.
Presidenza del Vicepresidente Francesco
D’Agostino
Ha chiesto di parlare il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
Signor Presidente
del Consiglio, signor
Presidente della Giunta regionale, colleghi
consiglieri, nel prendere la parola non nascondo la mia emozione che è tipica
di chi è neofita ma anche di chi vuol svolgere il proprio ruolo, questa
funzione affidatagli dal mandato elettorale, con grande umiltà e dignità e
soprattutto con grande rispetto verso questa Assise e verso i calabresi.
Non dimentichiamolo mai.
Pensavo che questa mia intenzione fosse condivisa da
molti colleghi ma l’intervento dei consiglieri Tallini e di altri del
centro-destra mi sconforta un po’; ciò nonostante non demorderò nella mia
azione che è quella di evitare che questo Consiglio diventi un luogo di scontro
ma si attesti come palestra di confronto democratico vera negli interessi della
Calabria e dei calabresi.
Così come lavorerò molto nel far ragionare ogni collega
sulla circostanza che quando pretendiamo che questo Consiglio diventi centrale
e rivendichiamo le prerogative statutarie dobbiamo alzare il livello e la
qualità degli interventi.
Dobbiamo misurarci ogni qualvolta che siamo in
quest’Aula sui temi in discussione per dar fiato alle nostre idee e per dar
forza alle nostre idee avendo rispetto dei calabresi che ci chiedono serietà,
rigore, impegno e concretezza. Per far ciò credo sia importante mettere in
campo una forte azione riformatrice ed una forte innovazione nella proposta
legislativa, politica, programmatica e di indirizzo.
Solo così, forse, ognuno di noi contribuirà a rendere il
proprio ruolo autorevole perché oggi in giro questa autorevolezza dei
consiglieri regionali non c’è, diciamolo con chiarezza. Diventeremo autorevoli
nel momento in cui alzeremo il dibattito e rivendicheremo le prerogative
statutarie perché questo ci dà forza nei confronti degli attori sociali e anche
nei confronti dell’Esecutivo regionale.
Credo che questo sia un impegno fondamentale per il
quale ognuno di noi deve lavorare nei prossimi mesi che saranno duri perché
sappiamo bene che la Calabria è una terra di emergenza e che richiederà,
appunto, grande senso di responsabilità ad ognuno di noi.
Ho chiesto di intervenire su questo punto all’ordine del
giorno perché ognuno di noi sa, o dovrebbe sapere, che quando parliamo di
modifica dello Statuto parliamo dello strumento – diciamo ordinamentale - più
prestigioso o di più alto prestigio, posto alla base dell’essere stesso della
Regione.
Quindi ciò dovrebbe richiedere da parte di ognuno di noi
conoscenza profonda di cosa parliamo ed ognuno dovrebbe intervenire in questa
occasione. Se dovessimo perdere questa occasione dalla quale dipendono – non
dimentichiamolo – vantaggi e svantaggi per ogni scelta che facciamo con queste
modifiche per le istituzioni, vorrebbe dire non svolgere appieno quel ruolo che
ci è stato affidato dai nostri elettori e dai calabresi tutti.
Dico di essere d’accordo con la riscrittura del comma 4
dell’articolo 35, quello che elimina il vincolo di una certa percentuale nella
nomina degli assessori esterni, perché sono convinto che ogni limite alla
possibilità del Presidente di mettere in campo una azione riformatrice o di
snellire la sua azione è un vincolo che va eliminato.
Sono d’accordo sulla riscrittura del comma 4
dell’articolo 35 così come sono altrettanto convinto – ho approfondito gli
argomenti – delle proposte di revisione statutaria per quanto riguarda la
Giunta, di cui al comma 8bis all’articolo 33, e dell’aggiunta del comma 9bis al
successivo articolo 35. Naturalmente previa abrogazione del comma 3 del
medesimo.
Entrambi i commi che si ritiene opportuno aggiungere
sono funzionali ad introdurre nell’ordinamento regionale la figura del
consigliere delegato ed a sancire il suo esercizio collaborativo nell’Esecutivo
regionale; funzione già prevista tra l’altro nello Statuto della Regione Veneto
fin dal 2012.
Tale novità istituzionale potrebbe non solo costituire
un’occasione per il miglioramento del funzionamento a regime della macchina
regionale, ma potrebbe costituire sul piano politico un grande aiuto al lavoro
dell’Esecutivo vista la riduzione del numero dei consiglieri regionali, non
solo perché viene fatto a titolo gratuito, ma perché ciò comporterebbe
l’acquisizione delle competenze da parte di altri consiglieri regionali su
materie importanti che possono essere di aiuto all’Esecutivo e al presidente
Oliverio.
Mi permetto, poi, signor Presidente di porre
all’attenzione dei lavori della Commissione per le riforme che verrà nominata
successivamente una implementazione dello Statuto per quanto riguarda un aspetto
specifico che spesso ognuno di noi guarda con poca attenzione.
Ho letto di recente tante opinioni di esperti in materia
che mi hanno convinto su un’idea che è quella di prevedere una relazione di
inizio e fine mandato ogni 5 anni che qualifichi il lavoro dei precedenti e
metta in campo una nuova proposta per quanto riguarda il nostro lavoro dei
prossimi 5 anni.
Questo perché non solo aumenterebbe il controllo da
parte delle nostre comunità ma aumenterebbe il nostro senso di responsabilità
nei loro confronti. Credo che sia un argomento che pongo all’attenzione del
Presidente del Consiglio e che sarà oggetto di un mio emendamento nella
Commissione preposta.
Credo che questo renderebbe quest’Aula una vera e
propria casa di vetro dove ognuno si assume le responsabilità. Apprezzo molto
anche l’idea e la decisione del presidente Oliverio – a proposito di casa di
vetro – di nominare una Commissione di inchiesta o di avviare una ispezione per
quanto riguarda le società in house
della Regione Calabria e soprattutto per quanto riguarda Calabria Etica come ho
avuto modo di leggere nei giorni scorsi.
Aggiungerei però, cari presidenti Oliverio e Scalzo, per
evitare di lasciare qualche ombra, qualche dubbio sui lavori e sulle azioni
amministrative svolte negli ultimi mesi da parte della precedente Giunta, di
attivare una stessa Commissione di inchiesta per quanto riguarda ciò che è
successo al dipartimento del lavoro.
Vorrei concludere con un invito, un ammonimento.
L’invito è rivolto al presidente Scalzo e all’apparato
burocratico: chiedo che sia sempre assicurata all’utenza web una maggiore
trasparenza, attraverso un costante aggiornamento dei documenti rappresentati
sul sito istituzionale.
Ho colto tante anomalie e tante discrepanze in questi
giorni leggendo alcune cose sul sito web della Regione. Anche da questo punto
di vista i cittadini meritano puntualità e servizio.
L’ammonimento è rivolto ad ognuno di noi ed è quello che
pochi mesi fa rivolse alla classe dirigente il professor Vito Teti, un
calabrese illustre, quando affermò “Fare non basta, bisogna correre il rischio
di sporcarsi le mani a condizione di non sporcarsi l’anima” nella speranza di
una Calabria migliore e nella consapevolezza della gravità del compito a cui
gli elettori ci hanno designato, auguro in questo mio primo intervento un buon
lavoro a me stesso e a tutti voi.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Esposito. Ne ha facoltà.
Signor Presidente della
Giunta, colleghi, raccolgo il monito del consigliere Greco di rimanere nel tema
della discussione perché ritengo che stiamo trattando il documento fondamentale
che racchiude il potere legislativo che gli elettori ci hanno affidato, vale a
dire lo Statuto.
Naturalmente
rimanere nel tema è un monito che va rivolto sia ai colleghi di minoranza – io
mi sento tale perché sono stato eletto dai cittadini per avere questo ruolo in
questo Consiglio regionale – ma va rivolto anche ai colleghi della maggioranza
quando poi si andrà veramente a 360 gradi e magari le argomentazioni statutarie
che necessitano solo di chiarimenti di qualche minuto diventano invece momenti
di interventi non dico logorroici ma che sicuramente ci portano fuori tema.
Avremo
tutto il tempo in questi 5 anni per affrontare le varie tematiche che già oggi
sono state poste come un fiume in piena in quest’Aula.
Per
ritornare al documento e alle modifiche statutarie, come gruppo del Nuovo
centro destra, ci siamo riuniti ed in effetti, Presidente, nell’enuclearle e
nell’analizzarle una per una riteniamo che non ci sia nessun criterio ostativo,
stasera, per non dare un voto favorevole a queste modifiche statutarie.
Certo,
ci siamo posti pure il problema che quando voteremo cose di cui siamo convinti
non vorremmo che si sentissero ancora in quest’Aula idee di una politica che
non ci appartiene.
Riteniamo
– non voglio ritornare indietro alla precedente seduta consiliare – che un
accordo istituzionale non richieda necessariamente - anzi per quanto ci
riguarda per sgombrare ogni dubbio - accordi di tipo gestionale.
Abbiamo
avuto un mandato da parte degli elettori e non ci siamo inventati ieri un
accordo istituzionale in quest’Aula, anche in prosieguo di quello che è stato
l’indirizzo del nostro partito a livello nazionale, perché siamo a Roma per
sostenere un governo con quel senso di responsabilità e di moderazione che,
magari, ha trovato anche qualcuno che voleva deridere su questa nostra
posizione di moderati e di responsabili.
Ritornando al punto all’ordine del giorno: di cosa
stiamo discutendo? Dei consiglieri delegati.
Certo il problema è insito nell’azione che ogni
consigliere delegato andrà a porre in essere perché se, presidente Oliverio, il
consigliere da lei delegato si dovesse sentire in pectore un vice assessore, vuol dire che abbiamo sbagliato
tutto; né tanto meno quel ruolo di consigliere delegato può impedire a me, che
voglio occuparmi di una determinata tematica, a prescindere se sono maggioranza
o se sono alla opposizione, di volerla approfondire con un consigliere delegato
presente in quest’Aula. Quindi ritengo che sia solo un criterio da porre in
fase normativa ma che sia già insito nella qualifica e nel ruolo che ogni
consigliere regionale deve avere in quest’Aula.
Poi sul consigliere supplente, certo, ci sarebbe anche
qui da discutere.
A nessuno sfugga un passaggio dal punto di vista
politico: la Presidenza del Consiglio dei Ministri impugna la parte del
consigliere supplente dopo un quinquennio perché quando era stata proposta nel
2009 non era stata impugnata.
Anche da questo punto di vista ci potremmo chiedere il
perché, ma tant’è! Allora anticipando – e vivaddio, anche questa è un’opera
buona che fa questo Consiglio regionale, una eventuale ipotesi di
incostituzionalità – ritengo che, rimuovere noi stessi quell’ombra di
incostituzionalità e abrogare questa parte dello Statuto, non sia un inficiare
lo Statuto stesso.
Si è parlato anche poi, si è andato oltre.
Allora ritengo di prendere per buona quella parte propositiva
sull’intervento del consigliere Cannizzaro. Piena solidarietà al presidente
Oliverio ma, stiamo attenti però perché, se poco poco - non dico giustifichiamo
- ma mettiamo anche noi ombre in questa solidarietà, non facciamo il bene della
Calabria ma, probabilmente, poniamo noi stessi l’orologio un pochino indietro
negli anni passati.
Piena solidarietà, non c’è stato nessun allarmismo, ma
se c’è stato, la politica si confronterà nelle Commissioni non appena queste
partiranno e lì cercheremo di far capire che non c’è nessuna guerra, scontro
politico o di territorio. Giammai! Nessuno di noi avrà responsabilità se
andremo verso questa logica.
Lo sviluppo di un territorio è di traino allo sviluppo
dell’intera Calabria. Questo è il messaggio forte che deve passare da
quest’Aula: non ci sono sfaccettature territoriali perché l’avanzamento di un
territorio a danno di un altro non porterà avanti la Calabria.
Allora penso: discutiamo amici di Reggio Calabria, di
maggioranza e di opposizione. Quale aiuto può dare il presidente Oliverio e
l’intero Consiglio regionale sulla grande tematica di sviluppo di questa
Regione e non solo della città di Reggio Calabria. L’area metropolitana: è lì
lo sviluppo di Reggio Calabria e dell’intera Calabria; è su questo che dovremo
discutere nei prossimi giorni.
Ritorno al tema e ritengo che da questo mio intervento
lei abbia capito – parlo a nome dei miei due colleghi che in ciò mi hanno
delegato – il nostro voto favorevole a queste variazioni statutarie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta
regionale, colleghi consiglieri, prendo la parola per esprimere, intanto, la
solidarietà del gruppo al presidente Oliverio. Non è un semplice rituale, un
fatto formale ma sostanziale, se non altro per motivi culturali di formazione
che ci tengono distinti e distanti da certe logiche e da certa condotta.
Siamo in quest’Aula per discutere alcuni punti
all’ordine del giorno. Ci siamo astenuti sul primo punto che prevedeva le
linee-programmatiche con le quali il Presidente avrebbe dovuto spiegare il suo
progetto politico. Progetto politico di rilancio, così come suo dire nelle
dichiarazioni che abbiamo potuto riscontrare, ma solo per annunci. Avremmo
voluto aprire un confronto nel merito in quest’Aula.
Per una questione di metodo non entrerò nel merito ma mi
atterrò all’ordine del giorno; lo faremo appena ci sarà consentito ma è
d’obbligo dire che siamo in forte ritardo ed alcuni adempimenti – su questo mi
soffermo – devono essere assolti, Presidente, per il funzionamento
dell’Assemblea, per garantire quella coesione istituzionale di cui si parlava
poc’anzi.
Tutti parliamo di esaltare la centralità del Consiglio
con i fatti ma poi le cose non vanno così. L’adempimento – io l’ho richiamato
con qualche dichiarazione – è quello della composizione della Giunta perché
risponde ad una logica al di là dei termini di prescrizione: 10 giorni dal suo
insediamento.
Ma anche il funzionamento delle Commissioni è importante
perché queste riforme le avremmo dovute discutere ed approfondire. Il tavolo
tecnico di cui parla il consigliere Cannizzaro è quello deputato; è in
Commissione che i consiglieri possono studiare, approfondire ed aprire un
confronto civile e democratico, anche serrato come ci fu – lo ricordo ai
colleghi del centro-sinistra – la scorsa legislatura.
La nostra opposizione si ispira soprattutto a questo
modello: senza pregiudizi o preconcetti faremo un’opposizione democratica,
confrontandoci sugli atti e sullo svolgimento dell’attività nell’interesse e
per la tutela dei calabresi, così come ho detto in altra seduta.
Oggi si introduce la figura, da istituzionalizzare, del
consigliere delegato che, di fatto - bisogna riconoscerlo - era già operativa.
Anche noi abbiamo introdotto questa figura, ognuno si
assuma le proprie responsabilità. Nel progetto di legge – lo ricordo ed è agli
atti – si astenne anche il centro-sinistra nella scorsa legislatura.
Voglio dire che si è lavorato nel tentativo di
ammodernare la piattaforma che regge il sistema istituzionale della Regione e
vogliamo continuare a farlo, ci impegneremo con alto senso di responsabilità ed
in maniera costruttiva.
Questo appello lo faccio ai colleghi del centro-sinistra
per evitare di essere prevenuti e di entrare in determinate logiche.
A me poco interessa che ci sia una divisione o una
spaccatura all’interno, che ci siano dei fermenti e delle intelligenze nei
gruppi e, vivaddio, è importante che questo avvenga altrimenti sarebbe tutto
piatto. Le differenziazioni ci sono, esistono e sono intellettuali e culturali;
esiste poi anche il confronto e le sedi deputate per poter decidere.
A nome del gruppo abbiamo spiegato l’astensionismo sul
primo punto per un fatto di garbo istituzionale perché attendiamo e siamo
fiduciosi che arrivi presto la composizione della Giunta che ci consentirà di
affrontare le singole materie, per evitare che a colpi di emendamenti o di
ordini del giorno e decreti, colleghi, si possa governare la Calabria.
Auspichiamo che questo finisca presto e ci consenta di
esaltare democraticamente quel profilo istituzionale che tutti quanti
invochiamo ma che, di fatto, allo stato, non esiste.
Oltre a questi spunti critici volevo ricordare
l’introduzione del consigliere supplente. Possiamo anche discutere,
stigmatizzare se volete, ma la ratio
che ci guidò fu quella di evitare che ci fossero posizioni di controllore e
controllato per dare la possibilità di svolgere attività ispettive e di
controllo, indipendentemente da appartenenze e logiche politiche o
partitocratiche, se volete.
Questa fu la ratio;
poi i profili di incostituzionalità di cui si parla e le riforme che intendete
apportare rispetto ad un progetto che avete, ci portano ad assumere una
condotta istituzionale.
Pertanto annuncio l’astensione del gruppo di Forza
Italia rispetto a quanto detto in merito al punto all’ordine del giorno che
riguarda le riforme statutarie. E’ una astensione che ha un significato
ispirato ai principi nobili della politica, che non risponde a nessuna
pregiudiziale ma che apre un cammino che non si intenda su questioni
istituzionali. Ci possono essere scontri perché saremo vigili e attenti
sull’azione di governo del presidente Oliverio che auspico possa essere
efficace.
Lei è un politico di lungo corso, Presidente, e mi
capisce anche su quello che non dico. Le sofferenze che noi esprimiamo sono le
sofferenze dei calabresi. Un appello lo voglio lanciare in quest’Aula sul ruolo
unico.
Ho fatto un intervento. Non è una questione di
campanilismo, assolutamente. Dobbiamo affermare che il regionalismo non è una
questione di campanilismo, ma una questione di funzionalità che risponde ad una
logica di efficienza ed efficacia dei servizi che eroga l’amministrazione del
Consiglio regionale che con il ruolo unico potrebbe essere inficiata.
Ma anche questo, se volete, deve essere frutto di un
ragionamento, non può essere lanciato sulla stampa, e consentirci un dibattito
pubblico; così disarmati, davanti alla opinione pubblica, i sindacati, le Commissioni
devono poter lavorare e consentire di entrare nel vivo delle tematiche.
Ecco perché pregherei la sua Presidenza, la Presidenza
del Consiglio di avviare subito un processo di formazione delle Commissioni per
consentire di lavorare veramente, puntando a quella coesione istituzionale di
cui la Calabria ha bisogno in questa fase e di cui ci renderemo parte
diligente.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Ciconte. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta
regionale, colleghi, credo che oggi alcune osservazioni fatte dai consiglieri
dell’opposizione possano essere recepite come un fatto di apertura ad un
dialogo che bisogna sempre ricercare, mentre altre sono inaccettabili.
Dobbiamo allora chiarire alcuni aspetti per ristabilire
quella che è la verità, perché nella precedente legislatura, come Partito democratico, ci siamo opposti alla
legge elettorale che ha portato a discutere - è vero - sul consigliere
supplente e su qualche modifica statutaria su cui, a nostro avviso, dobbiamo
riflettere ed abbiamo riflettuto in queste ore ed in questi giorni.
La figura del consigliere
supplente era già stata abolita nella precedente legislatura, in una delle
prime sedute della precedente legislatura guidata dal centro destra. Bisogna
ricordarle certe così come pure effettivamente bisogna ragionare su quello che
è il ruolo del Presidente della Giunta regionale.
Noi lo avevamo detto anche in
questo Consiglio, il Presidente della Giunta regionale deve avere la
possibilità e la facoltà di nominare assessori interni ed esterni senza
vincolo. Questo credo sia un principio sacrosanto; ecco le motivazioni che
hanno spinto il presidente Oliverio a voler fare questa modifica e noi come
centro-sinistra apportare queste modifiche.
Come pure in precedenza ho
detto ed ho voluto sottolineare, per esempio, che il voto non disgiunto è una
situazione negativa, una mia idea. Per carità lo sapete tutti perché secondo me
il voto disgiunto era un atto, secondo me, democraticamente corretto.
Oggi dobbiamo esprimere e
sono contento e felice che dai banchi dell’opposizione, come quelli della
maggioranza, sia venuta una solidarietà sincera verso il Presidente, verso
quelle affermazioni e quelle scritte sull’Autostrada che sono inconcepibili di
un sistema democratico, di un Consiglio regionale che deve abbandonare i
campanilismi del passato.
Credo che dovremmo lavorare
tutti insieme per costruire una Regione diversa rispetto al passato.
Per far questo, consigliere
Tallini, non bisogna essere pregiudiziali o dire le cose senza nemmeno sentire
quello che il presidente Oliverio vuol dire dell’attività programmatica del
futuro, un progetto programmatico che vuol portare avanti in futuro il
presidente Oliverio insieme alla sua Giunta e insieme all’intero Consiglio
regionale: maggioranza e opposizione.
Credo che oggi dovremmo
essere tutti responsabili nel riprendere quel ruolo del Consiglio regionale e
della politica che deve essere una politica ed un Consiglio regionale di alto
livello. Dovremmo fare delle riforme per migliorare la Calabria e credo,
quindi, che tutti insieme dobbiamo costruire questo percorso, questo processo
in maniera democratica.
Sono contento che dai banchi
dell’opposizione alcuni voteranno a favore delle riforme statutarie e altri si
asterranno. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.
Solo trenta secondi anche
perché sono uno dei firmatari insieme ai colleghi Irto, Romeo e D’Agostino di
questa proposta di legge statutaria che secondo me, anche per fare un attimo di
sintesi rispetto al dibattito che si è sviluppato in Aula, deve tener conto di
un dato importante: la popolazione della Calabria è scesa sotto i 2 milioni di
abitanti e non saremmo qui a parlare se fossimo in 50. Siamo in 30 proprio per
effetto della diminuzione della popolazione. Quindi l’introduzione del
consigliere delegato è rivolta ad una razionalizzazione dei lavori e di una
migliore possibilità dell’Esecutivo di esplicarsi.
Non aggiungo altro perché
credo che nel dibattito si sia detto tutto. Voglio solo esprimere la mia
solidarietà al presidente Oliverio per le scritte di oggi e la voglio esprimere
sia come consigliere regionale della provincia di Reggio Calabria ma
soprattutto, però, Presidente, come figlio di chi nel 1970 ha posto Reggio
Calabria all’attenzione del nostro Paese. Cosa che, però, non gli ha impedito
di diventare campione di regionalismo in quest’Aula consiliare.
L’invito che io rivolgo a
quest’Aula è di abbassare i toni per lavorare nell’unico interesse che è quello
della Calabria e dei calabresi. Grazie.
Grazie al
consigliere Battaglia anche per la brevità, per la celerità del suo intervento.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Irto. Ne ha facoltà.
Sono
state illustrate molto bene le modifiche dello Statuto, se ne è parlato molto
in questi giorni nei vari interventi.
Intanto
ringrazio il presidente Oliverio per aver mantenuto fede ad un progetto di
cambiamento che inizia oggi davvero con le riforme dello Statuto.
Abbiamo
chiesto il voto ai calabresi per queste cose e la legge elettorale, la
parte dello Statuto che riguarda la legge elettorale che noi oggi cambiamo è stata
proposta e approvata da chi prima governava questa Regione. Siamo andati a
migliorare, quindi, un istituto - quello del supplente - impugnato dalla Corte
costituzionale, un istituto probabilmente barocco e troppo autoreferenziale
rispetto a quest’Aula, ai consiglieri e al loro status. Un gruppo di persone che cerca di tutelare se stesso dopo
le elezioni.
L’istituto del supplente è una cosa che andava cambiata
ed io ho firmato con molta convinzione perché queste proposte le abbiamo
discusse all’interno della maggioranza e quando le cose si discutono e si
condividono si devono portare avanti fino in fondo.
Francamente avrei voluto rimanere nel recinto
dell’ordine del giorno ma qualcuno è andato fuori tema e voglio andare fuori
tema anche io.
Non me ne voglia il collega Tallini. Il collega Greco ha
detto “il neo grillino” io direi invece il “neo Calderoli calabrese”.
Questa norma del consigliere supplente l’avete approvata
voi, l’avete portata voi nella passata legislatura al termine di quella
legislatura e oggi contestate un’azione di riforma che questa maggioranza, che
questo centro-sinistra mette in atto da subito.
Decidiamoci sul da fare. Da questo punto di vista mi
voglio collegare immediatamente rispetto alla questione su Reggio Calabria che
si è tirata fuori. Esprimo anche io solidarietà al presidente Oliverio ed ho
ascoltato gli interventi dei colleghi della minoranza, di alcuni di loro,
rispetto alle questioni di Reggio.
La sede del Consiglio regionale resta a Reggio Calabria
non perché lo abbiano detto qui, lo diciamo noi, lo dico io!
L’ha detto qualche consigliere regionale prima: le
funzioni di questo Consiglio regionale restano a Reggio Calabria perché la
storia ci ha consegnato questo quadro e la storia non la cambiamo così. Le
pietre miliari non le cambiamo così.
Si potrà cambiare la dinamica politica all’interno dei
partiti, i cambi all’interno delle minoranze, ci sono più minoranze così come
ci sono, a volte, più diversificazioni giuste e corrette anche nella
maggioranza, ma ci sono alcune cose che non riusciranno ad alcuni soggetti in
cerca d’autore di un centro-destra ormai sparito nella città di Reggio Calabria
e che pensa con convinzione di intimorirci facendo delle conferenze stampa e
dicendo che c’è qualcuno che rema contro Reggio Calabria.
Perché contro Reggio Calabria c’è qui chi ha portato la
città di Reggio Calabria nel disastro nel quale si trova oggi; un disastro
economico, finanziario e sociale, con delle responsabilità precise di una parte
politica che l’ha governata o mal governata. Quindi la responsabilità sul
futuro di questa città non può essere iscritta o circoscritta a soggetti che ne
hanno portato il peggio in questi anni.
Penso che il presidente Oliverio, rispetto a questa discussione, rilancerà la città di Reggio Calabria con forza nell’azione di governo e con forza rispetto al fatto che Reggio Calabria debba essere aiutata dal governo regionale, così come lo sarà dal governo nazionale. Ci giocheremo, allora, una partita e discuteremo di politica vera su questa città, sulla città metropolitana di Reggio Calabria in questi termini.
Da questo punto di vista spero che la collaborazione ci sia
con tutte le minoranze anche perché noto con piacere che oggi una parte della
minoranza voterà le modifiche statutarie e questa è una buona notizia perché
per apportare modifiche statutarie, per le regole del gioco, non c’è bisogno di
un accordo politico ma basta un accordo istituzionale.
Da questo punto di vista sono d’accordo e sono felice che
anche parte della minoranza voterà le proposte di modifica del centro-sinistra.
Grazie.
Non ci sono altri interventi su questo punto. Dopo una lunga ed approfondita discussione passiamo all’esame dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
All’articolo
2 sono stati presentati due emendamenti. Il primo emendamento con numero di
protocollo 2415 a firma del consigliere Romeo recita: “Il comma 3 dell’art. 35
è sostituito dal seguente <<3. La Giunta
regionale è composta dal Presidente e
da un numero di assessori non superiore a sette, di
cui uno assume la carica di Vicepresidente>>”.
Pongo in votazione
l’emendamento che si illustra
da se.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro per dichiarazione di voto. Ne ha
facoltà.
Come Casa delle libertà avremmo certamente voluto confrontarci con il Presidente e con la maggioranza anche su una questione importante che non riguarda una parte politica ma tutta l’Assise regionale. Lo Statuto è un atto istituzionale e avremmo potuto apportare un contributo di idee a questa modifica che in parte ci potrebbe trovare d’accordo.
Per un
senso di responsabilità e per un segnale anche di
apertura certamente non possiamo votare a favore ma non voteremo nemmeno
contro. Annuncio, quindi, il voto di astensione da parte della Casa delle
libertà.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Tallini per dichiarazione di voto. Ne ha
facoltà.
Presidente, soprattutto dopo aver ascoltato le
motivazioni che sono venute dalla maggioranza,
vogliamo ribadire che nessun argomento a supporto della tesi ci convince.
C’è stata
la gara, soprattutto, dei soliti personaggi, con tutto il rispetto nei confronti
di altri interventi che dalla minoranza sono venuti e verso i quali siamo stati
anche attenti Interventi che sono stati mirati soltanto a giustificare una
procedura che da qui a qualche mese dovrebbe servire a dare il contentino a
vari consiglieri regionali che in questo momento
hanno messo da parte la possibilità di entrare in Giunta o avendone la facoltà
hanno rinunciato.
La
cancellazione del limite del 50 per cento significa questo: significa una
Giunta formata solo da esterni. Noi riteniamo che questa sia una riforma che
faccia male al Consiglio regionale e per questa ragione ribadiamo il nostro
netto voto contrario.
La
Forza Italia
che rappresento insieme al collega Orsomarso non è disponibile a far sconti o
addirittura votare a favore come hanno fatto altre minoranze.
L’ho
detto prima e ve lo dico adesso: c’è una maggioranza che si è formata tra Nuovo
centro destra e la maggioranza di Oliverio che è nei fatti e che si realizza
ogni giorno. Qui c’è una minoranza che si diversifica nel voto di astensione o
nel voto contrario. Ci sarebbe forse la tentazione di qualcuno a votare a
favore.
Noi
ribadiamo il nostro voto contrario perché riteniamo che questa riformicchia sia
solo un espediente per risolvere i problemi all’interno del Partito democratico
e non i problemi della Calabria.
Per
dichiarazione di voto ha chiesto
di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Rimango per rispetto al capogruppo Tallini. E’
capogruppo Tallini? Non ho capito la geografia del Consiglio.
Il fatto che la Giunta possa essere composta da 7
assessori è una presa d’atto collega Tallini. Forse non è stato fatto un buon
lavoro nella passata legislatura, quando ci avete proposto riforme a suon di
maggioranza che hanno prodotto una legge elettorale che ha fatto i guasti che
sono sotto gli occhi di tutti. Anche perché i ritardi esistenti sono dovuti
anche alla legge elettorale, che è stata congegnata da voi e che ha prodotto
una serie di questioni che andranno modificate rapidamente.
Ma su questa questione della composizione della Giunta
noi ci stiamo adeguando a Regioni che hanno già fatto una operazione di questo
tipo: non abbiamo problemi di nessun genere, anzi vogliamo rendere la Calabria
una Regione normale.
Capisco, ovviamente, alcuni toni di una parte della
minoranza, ma basta con questo inciucio, consigliere Tallini! Stiamo discutendo
della Magna Carta della Regione Calabria che andrebbe modificata e, a dispetto
di quello che avete fatto voi nella passata legislatura, noi stiamo cercando
larghe maggioranze per cercare di ammodernarla.
Deve essere chiara una cosa a tutti quanti noi: questa
legislatura non potrà garantire lo status quo; questa legislatura romperà gli equilibri che si sono creati in questi
anni e sarà di cambiamento e di innovazione perché noi dobbiamo rispondere ad
una grande esigenza, al fallimento del regionalismo in questo nostro Paese.
E’ da oltre 40 anni che questo tipo di regionalismo
ha fallito e noi lo dobbiamo cambiare in profondità e per questo vi chiediamo
di essere all’altezza di questa sfida.
Ovviamente anche io sono persuaso – sono venuti alcuni
accenni da parte della minoranza – che dobbiamo mettere in campo subito e
immediatamente una Commissione che riformi radicalmente lo Statuto e la legge elettorale
e adegui i regolamenti di questo Consiglio a questa fase nuova, per renderlo
più operativo e più stringente nelle sue funzioni legislative e di
programmazione, altrimenti il rischio è che anche questa legislatura possa
essere il solito tran tran.
Noi abbiamo iniziato in modo tale da rompere questo
equilibrio.
Sia chiara anche un’altra questione - e chiudo – che
riguarda la vicenda che si appalesa di essere contro una parte di questa
Regione: non accetto questa critica e non l’accetto da una parte politica che
ha portato allo scioglimento - per la prima volta - del comune di Reggio
Calabria.
Ovviamente quelli che hanno portato allo scioglimento
del comune di Reggio Calabria non sono gli amici di Reggio Calabria. Noi questa
Regione la governeremo come un’entità unica e Reggio Calabria così come tutti
gli altri territori troverà un punto di riferimento in questo Consiglio e in
questa Giunta sul terreno del cambiamento e della innovazione.
Mi auguro che anche dentro la minoranza prevalga lo
spirito che ho sentito in alcuni interventi. Li ringrazio perché questo
processo di cambiamento e di innovazione delle regole, dello Statuto, della
legge elettorale, chiaramente, non si può fare solo a colpi di maggioranza.
Sono venute aperture importanti e ritengo che debbano essere colte per preparare gli altri appuntamenti di questo grande processo riformatore, che credo che sia un appuntamento che debba coinvolgere tutti, dentro e fuori questo Consiglio.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Salerno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Il consigliere Guccione ha fatto un intervento un po’ lungo, ma ritengo giusto per chiarezza e doveroso intervenire.
Il capogruppo di Forza Italia, il collega Nicolò, è stato chiaro nel suo intervento in cui ha annunciato la posizione ufficiale del gruppo di Forza Italia con l’astensione.
Pertanto la posizione ufficiale del gruppo è questa: l’astensione.
Voglio un attimo, non integrare l’intervento del
collega che è stato abbastanza esauriente, dare una
ulteriore motivazione.
Oggi il presidente
Oliverio e la maggioranza si presentano in Consiglio regionale con la proposta
di riformare la Magna Carta della Calabria e ovviamente si può o non si può condividere,
ma si sta assumendo una responsabilità nei confronti dei calabresi,
nei confronti del Consiglio regionale.
La nostra astensione vuol dire questo: rispetto per chi
ha vinto le elezioni che ha la responsabilità di governo. La nostra azione di
opposizione si misurerà su quelle cose che arriveranno in Consiglio, sulle
azioni di governo che la nuova maggioranza metterà in campo e ci sarà un
confronto serio e netto, collaborativo laddove necessiterà e dove ci potrà
essere condivisione nell’interesse dei calabresi. Un’opposizione dura, laddove
riterremo ci dovrà essere, per posizioni diverse e mancate condivisioni o anche
su problemi molto più ampi. Non v’è dubbio che ci sarà il nostro contributo di
opposizione ferma, costruttiva, ma soprattutto un’opposizione nell’interesse
dei calabresi, perché anche noi siamo calabresi e abbiamo avuto responsabilità
di governo in questi 5 anni e abbiamo anche noi fatto delle scelte che spesso
si sono rivelate giuste e a volte sbagliate.
Oggi non bisogna sollevare più problemi di campanile, ma
bisogna ragionare veramente per dare un contributo serio a questa terra che
insieme al nostro Paese sta vivendo un momento drammatico ed una crisi mai
vista dopo quella del 1929. Grazie.
Grazie, consigliere Salerno.
Andiamo avanti con il secondo emendamento all’articolo
2, protocollo numero 2418 a firma della consigliera Sculco che recita:
“All’articolo 35 della legge regionale n. 25 del 2004 si aggiunge il seguente
comma <<La rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale
deve essere paritaria>>”.
Prego, consigliera Sculco a lei la parola per
l’illustrazione.
Signor
Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi
consiglieri, l’emendamento che è stato presentato oggi si
inserisce nel contesto delle prime proposte di riforma dello Statuto che stiamo discutendo in questo
avvio di legislatura.
La
finalità di questo emendamento è quella di accrescere la partecipazione
democratica alla vita istituzionale della nostra Regione e ci consente di stare
al passo con le legislazioni più moderne ed avanzate, oltre che ad essere in
linea con la legislazione nazionale e con i principi che derivano anche dal
dettato costituzionale che contengono disposizioni per
promuovere il riequilibrio della rappresentanza di genere nei Consigli e nelle
Giunte degli enti locali e nei Consigli regionali.
Con questo emendamento noi
aggiungiamo e diciamo che nella composizione della Giunta si garantisce una
rappresentanza di genere in misura non inferiore ad almeno il 30 per cento.
Pertanto, invito i colleghi
consiglieri a voler condividere questo emendamento che si pone come punto
cardine e come principio della vita istituzionale della nostra Regione.
Vi ringrazio ancora per la
disponibilità che avete dato e credo che con questo emendamento si faccia un
grande passo avanti e ci presentiamo alla nostra regione anche con un volto
nuovo e desiderato dai cittadini calabresi.
Grazie, Presidente della
Giunta! Grazie, Presidente del Consiglio, e grazie a tutti voi colleghi
consiglieri.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, preannuncio il voto favorevole all’emendamento proposto dalla
collega Sculco anche perché è un aspetto che rientra in una visione organica
delle riforme che vogliamo e vorremmo apportare alla nostra Regione e che,
peraltro, richiama le indicazioni che provengono dalla legge Del Rio.
Preannuncio
il voto favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento come letto e illustrato in
Aula.
(E’ approvato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente,
abbiamo votato l’emendamento sulla parità? Su questo voto a favore.
Il
consigliere Orsomarso vota a favore dell’emendamento all’articolo 2.
Pongo in
votazione l’articolo 2 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge
nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto
di intervenire il Presidente della Giunta regionale.
Presidente, ho chiesto la parola prima del voto e credo che dal punto di vista regolamentare mi si possa permettere di fare alcune considerazioni rispetto alla proposta di modifica dello Statuto, in particolare rispetto alla discussione che si è sviluppata su questo punto.
Innanzitutto permettetemi di fare una riflessione di
ordine generale. Credo che sull’esperienza del regionalismo si debba che anche noi in
Calabria aprire un confronto ed una riflessione.
Dico anche noi in Calabria perché è aperta già una
discussione a livello nazionale.
La storia del regionalismo presenta un quadro
sicuramente non positivo. Nel corso di questi anni, in modo particolare
nell’ultimo ventennio, c’è stata un’accelerazione che ha determinato una
discussione e anche modifiche costituzionali e che si è espressa in un
movimento – quello della Lega – che ha alimentato una discussione andata oltre
gli schemi e l’impostazione che era stata assunta dalla Costituzione e si è
spinta fino a proporre riforme federaliste.
Oggi anche quella discussione è superata e la stessa
Lega ha aperto una riflessione se è vero, come è vero, che il suo leader, con l’intento di proporsi come leader di un arco più ampio di forze,
scopre, per esempio, che quella impostazione è stata fallimentare.
E persino rispetto ad un’area che è stata indicata come
un’area di ostacolo ad un possibile sviluppo e alla ripresa del Mezzogiorno
cerca di costruire un insegnamento.
Perché faccio questa riflessione? Perché credo che alla
luce di quella che è stata la storia del regionalismo e anche della fase più
spinta che è andata oltre, ritengo che dobbiamo aprire una riflessione di
carattere nazionale e che noi dobbiamo stare dentro questa riflessione.
Ritengo, per esempio, che, nella discussione che si è
aperta sulla necessità di rivedere l’assetto statuale, sia necessario pensare
ad una riorganizzazione della funzione delle Regioni. Regioni non concepite
come nel corso di questi anni le abbiamo vissute, ma come una reale
articolazione dello Stato in senso autonomistico.
Una riflessione va fatta. Io, che sono stato eletto di
recente, non disdegno la possibilità di aprire una discussione per rivedere
persino la dimensione del regionalismo sul piano territoriale, perché ritengo
che soprattutto dal Mezzogiorno abbiamo l’esigenza di far esprimere
un’impostazione che sia capace di rimettere il meridionalismo nell’ambito di
una discussione più ampia, perché nel corso di questi anni il Mezzogiorno ha
subito colpi, è stato spinto in una condizione di marginalità. I dati
dell’economia, i dati della società, i dati relativi alle infrastrutture, i
dati relativi alla condizione più complessiva del Mezzogiorno esprimono un
allargamento del divario tra il Mezzogiorno ed il resto del Paese.
Tutto questo deve avvenire perché l’Europa ha fatto
notevoli passi in avanti. Noi non siamo all’Europa di 40 anni fa né a quella di
20 anni fa, ma siamo ad un processo che è andato avanti e, sia pure con fatica,
ha creato, a mio parere, le condizioni di una irreversibilità.
Anche i movimenti nazionalisti, le spinte
nazionalistiche che si sono riaffacciate nel corso di questi anni a causa della
crisi che vive l’Europa e che vivono in modo particolare alcune realtà
dell’Europa non si sono espresse come risposta alla crisi, all’altezza di
questa crisi.
Ritengo irreversibile il processo di integrazione
europea e per questo ritengo che le grandi aree devono essere espresse con una
articolazione istituzionale che sia adeguata a queste altezze.
Faccio questa riflessione perché ritengo che noi abbiamo
il problema di aprire un confronto con il resto delle Regioni del Mezzogiorno.
Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra i Presidenti delle Regioni del
Mezzogiorno con l’intento di aprire questo confronto e questa discussione.
Discussione, questa, che deve volgere ad una
reimpostazione di un progetto di riforma dello Stato che dal Mezzogiorno deve
avere una spinta, deve essere alimentata.
In questo quadro credo che anche la riforma degli
Statuti debba essere affrontata ed io mi permetto di dire che questa
discussione di oggi è uno stralcio necessario di riforma e dirò perché.
Noi dobbiamo puntare ad una riflessione più ampia ed
ecco perché, Presidente del Consiglio e colleghi consiglieri, ritengo che
dovremmo dare vita ad una Commissione per la riforma dello Statuto con questo
respiro ed in questo dibattito più ampio.
Una Commissione che deve essere del Consiglio regionale,
ma che deve essere supportata - anche dal punto di vista culturale e del
respiro che dobbiamo dare - da intellettuali, da giuristi, da costituzionalisti
di spessore nazionale. Noi abbiamo anche grandi calabresi che possono essere
chiamati a supportare un progetto di riforma di questo respiro.
Dobbiamo farlo perché questo è anche il modo per
esprimere un nostro punto di vista nel dibattito nazionale, per dare un
contributo alla riforma dello Stato e per non essere spettatori passivi di una
discussione che è iniziata, che andrà avanti e che avrà sicuramente un approdo
riformatore.
Mi permetto, quindi, di proporre la costituzione di una Commissione per la riforma dello Statuto con questo spessore e con questo obiettivo da far subito, entro una delle prossime sedute del Consiglio regionale.
Naturalmente penso ad una riforma che deve vedere quest’Aula protagonista e ad un confronto che non deve essere precostituito. Le riforme istituzionali richiedono un confronto a 360 gradi. Questa è la cultura europea alla quale non si può sostituire una cultura marginale e, con tutto il rispetto dell’area Sud del Mediterraneo, a cui io credo, una cultura africana, caro consigliere Orsomarso. Qui stiamo parlando di riforma dello Statuto, di riforma della Carta costituzionale della Calabria. Proprio in queste ore c’è una discussione: il Parlamento, in uno dei suoi rami, nella Camera dei Deputati, sta sviluppando una discussione e un confronto sulla riforma della Costituzione, e non mi pare che il suo partito, il partito a cui lei aderisce, abbia assunto una posizione precostituita, anzi è una discussione che sta andando avanti. A volte la si carica anche di inciuci, di trasversalismi, di “patti del Nazzareno”, per capirci, ma è una discussione che sta andando avanti in modo aperto, libero, perché è giusto che sia così, perché la riforma della Costituzione richiede questo, così come la riforma dello Statuto richiede questo. Anche uno stralcio di riforma avrebbe dovuto richiedere questo, permettetemi di dire.
Ho apprezzato alcuni interventi – e non ho motivo di sottacerlo – di alcuni esponenti della minoranza. Ho apprezzato gli interventi dei consiglieri Salerno e Nicolò, perché con quest’approccio – lo dico in modo esplicito e aperto, non precostituito – hanno dato il loro contributo.
Perché è uno stralcio di riforma nel quadro di questo percorso più ampio? Perché noi abbiamo l’esigenza di allineare lo Statuto della nostra Regione a quello delle altre Regioni italiane, perché in nessuna Regione d’Italia è previsto il consigliere supplente, tant’è che il Governo del Paese l’ha impugnata quella norma.
La prima cosa che noi abbiamo proposto oggi con questo stralcio di riforma è di rimuovere una norma impugnata, che se noi non dovessimo rimuovere, sicuramente il 12 maggio - perché è stata già fissata l’udienza per quella data - sarà oggetto di bocciatura da parte della Corte costituzionale. Allora noi rimuoviamo questa norma e allineiamo lo Statuto calabrese a quello di altre Regioni.
Secondo punto: noi allineiamo lo Statuto della Calabria a quello delle altre Regioni anche per quanto riguarda la formazione della Giunta, ed è questa una ragione dichiarata, non sottaciuta o mantenuta in penombra, dichiarata dal sottoscritto. Il 10 dicembre mi sono insediato – vorrei ricordarlo al consigliere Tallini non per mia volontà - e in quella occasione ho tenuto una conferenza stampa e ho dichiarato che avrei costituito la Giunta subito dopo la riforma dello Statuto. Proposta che ho fatto con un atto monocratico e che poi, per regolarizzare dal punto di vista formale, è stata assunta da un gruppo di consiglieri, che ringrazio per averla fatta propria.
Quindi nessuna alchimia. L’ho dichiarato dal primo giorno perché ritengo che bisogna allineare lo Statuto a quello delle altre Regioni. Nella ratio della elezione diretta del Presidente c’è una implicazione che è inevitabile, ovvero che il Presidente eletto ha la responsabilità primaria dell’azione di governo ed è giusto che il governo che viene chiamato dal Presidente sia scelto senza vincoli. Anche qui c’è un’anomalia tutta calabrese, determinata dalla legislatura precedente, quella di mettere il vincolo del 50 per cento alla possibilità di utilizzare gli assessori esterni, con spirito di autoconservazione che non produce nulla, se non la diffidenza, l’allontanamento dei cittadini dalla politica.
Il Presidente che viene eletto direttamente deve scegliere in modo libero: deve poter scegliere tutti i consiglieri, metà consiglieri, un consigliere. Questo è il secondo punto di allineamento dello Statuto calabrese rispetto a quello delle Regioni italiane.
Terza proposta, quella del consigliere delegato: è vero, la nomina del consigliere delegato poteva essere anche nella facoltà del Presidente incaricato, senza necessità di prevederne formalmente la figura nello Statuto. Perché ho voluto statuirlo? Primo perché alla figura del consigliere delegato si dia la forza costituzionale di un’investitura; secondo – e anche questo non bisogna avere paura di dichiararlo in modo aperto – perché noi, in conseguenza della riduzione del Consiglio da 50 a 30 consiglieri, abbiamo una Giunta ridotta quasi della metà rispetto al numero previsto nella precedente. Ma chi conosce la Calabria – e voi la conoscete meglio di me, e chi conosce meglio di me cosa significa governare la Calabria - sa bene che sei assessori sono un numero limitatissimo per governare la Regione e credo che l’esigenza di avere in modo costituzionalizzato la possibilità di allargare la funzione di governo sia oggettiva. Fra l’altro noi lo facciamo senza aggravio di spesa e – perché è detto in modo esplicito – senza ulteriori indennità, senza aggravio e appesantimento di strutture, perché, è detto nella proposta di legge, utilizziamo i dipartimenti competenti.
L’osservazione che si fa: “Ma come, controllore controllato?!”. Ma questa è un’osservazione futile, e mi permetto di dire perché: il consigliere che viene eletto assessore è controllato e controllore. Qual è la differenza da questo punto di vista? Anzi, per il consigliere delegato a cui si affida un determinato compito senza possibilità di partecipare alla Giunta per altre funzioni non delegate e senza diritto di voto, è più limitato questo rapporto tra controllore e controllato, se vogliamo dirla fino in fondo. Perché dico questo? Perché credo che noi dobbiamo cogliere quello che è il significato vero di questa modifica.
Permettetemi, infine, di ringraziare la consigliera Flora Sculco per avere avanzato questa proposta sulla parità di genere. Io non l’ho avanzata – lo dico subito – perché pensavo di proporla nell’ambito del progetto di riforma più generale che affideremo alla Commissione; la proposta è stata anticipata e noi l’abbiamo accolta. Anche questo è un fatto innovativo, perché statuisce e mette un punto fermo, che è di notevole importanza e fortemente innovativo, su un rapporto tra la rappresentanza di genere.
Quindi questo stralcio di riforma ha l’obiettivo, il compito, di allineare il nostro Statuto a quello delle altre Regioni d’Italia, tutto qui. Non è una riformicchia questa, ma è un’opera, secondo me, di modernizzazione del nostro impianto istituzionale o che va in quella direzione.
Naturalmente dovremo affrontare la riforma dello Statuto, ma anche la riforma elettorale, perché la legge elettorale, così com’è, non va bene. Qualcuno dei gruppi presenti in quest’Aula ha seminato vittime anche illustri per le furbizie calabresi – fatemelo dire con grande schiettezza – di questa ingegneria che sottende alla legge elettorale che è stata approvata nella scorsa legislatura. Anche qui bisogna mettere mano e il nostro impegno è quello che la legge elettorale sia riformulata non all’ultimo anno della legislatura, ma entro il primo anno. C’è da lavorare perché bisogna inserire anche lì la parità di genere, perché nel Consiglio regionale non ci sia una sola donna, ma ci sia una rappresentanza adeguata. La legge elettorale, come tante altre questioni che discuteremo appena entreremo nel merito di una proposta di riforma che dovremo formulare, è importante da questo punto di vista, per garantire la rappresentanze di genere.
Permettetemi di dire che questa discussione oggi, che è stata abbastanza ricca, con spunti positivi – lo dico al consigliere Nicolò con spirito positivo, naturalmente – non poteva non essere fatta con questa ampiezza. In quest’Aula a breve faremo le dichiarazioni programmatiche, se avessimo voluto liquidarle con un fatto burocratico, dato che alla prima seduta si fanno le dichiarazioni programmatiche, avremmo portato il bel pacco che abbiamo presentato agli elettori, l’avremmo depositato qui, con un piccolo intervento del Presidente della Giunta ed avremmo risolto il problema burocratico. No, io credo che dobbiamo discutere e confrontarci nel merito, perché la prima questione è quella di costruire in Calabria la Regione e non le Regioni, che sono state un tarlo corrosivo per tutto il territorio e un male per Cosenza, per Catanzaro e per Reggio Calabria. I pennacchi hanno portato danni.
Ritengo che chi si fa portatore di queste impostazioni, chi ha fermato l’orologio a quarant’anni fa, produce un danno a se stesso e alla nostra terra. Noi abbiamo bisogno di una Regione che deve proiettarsi nel futuro. Ma davvero pensate – stamattina sono stato amareggiato quando ho visto quella scritta – che si possa riproporre uno schema di polemica politica con il linguaggio che esprime quella scritta “Oliverio nemico della città di Reggio Calabria”?! Ma di cosa parliamo?! E’ la seconda seduta del Consiglio regionale questa: ho prodotto così gravi danni per la città di Reggio Calabria da essere tacciato come nemico della città di Reggio Calabria! Ma di cosa parliamo?!
E non voglio qui inoltrarmi in polemiche, perché la città di Reggio Calabria è in ginocchio, vive e ha vissuto una condizione drammatica non perché c’era e c’è il nemico Oliverio, ma perché c’è qualcuno che l’ha rappresentata, qualcuno che l’ha governata, qualcuno che l’ha messa in ginocchio questa città. Noi – lo voglio dire dal Consiglio regionale qui – non solo respingiamo quel linguaggio e i contenuti di quella scritta, ma nel progetto che abbiamo di ricostruzione e di rimessa in piedi della Calabria assegniamo un posto centrale a Reggio Calabria e l’assegniamo con azioni di governo, perché Reggio Calabria è la più grande città della Calabria, non bisogna dimenticarlo questo, perché intorno alla città più grande della Calabria si costruirà una delle dieci aree metropolitane d’Italia. E noi sappiamo bene qual è l’importanza di avere nella città metropolitana un traino per l’insieme della Calabria. Altro che svilimento, svuotamento!
Di cosa parliamo? Parliamo di una riforma che viene proposta dal Governo per tutte le Regioni. Le seguite le discussioni oppure no? Il Governo, nella riforma della pubblica amministrazione che sta per presentare al Parlamento – discussione su “Il Sole 24 ore”, sui giornali nazionali –, propone tra i punti l’unificazione dei ruoli tra Giunta e Consiglio, laddove ancora non si sia proceduto in tal senso. E quando lo deciderà il Governo, che cosa succederà? Succederà che noi sposteremo la sede del Consiglio regionale da Reggio Calabria? Ma di che cosa stiamo parlando?! Il Consiglio a Reggio Calabria deve essere potenziato nella sua funzione, perché nel corso di questi anni è stato svilito nella sua funzione – parlo di questo Consiglio e della struttura del Consiglio – perché è stato ridotto a dependance. Il Consiglio regionale deve avere un ruolo centrale e vedrete se avrà un ruolo centrale!
Stiano tranquilli i dipendenti – lo dico da qui – non ci saranno riduzioni di organico o spostamenti d’imperio, ma misure di razionalizzazione nella utilizzazione delle risorse, lo ripeto qui! Chi pensa di utilizzare strumentalmente questa affermazione perché ha paura della razionalizzazione delle risorse sbaglia. Ci sono sacche di privilegio che non possono reggere né a Reggio Calabria né a Catanzaro, tanto per capirci faccio un esempio: a Catanzaro non possono reggere 14 dipartimenti con 14 direttori generali! Di cosa parliamo?! Ci si copre dietro lesa maestà, “Oliverio mette le mani sulla città, Oliverio è nemico della città”, per conservare queste nicchie di privilegio. Questa è la verità.
Lo diremo ai cittadini di Reggio, perché io sono abituato, nella mia esperienza politica, a stare in campo a petto nudo, lo diremo alla città di Reggio Calabria e, se è il caso, faremo le radiografie di questi privilegi. Ci siamo capiti?! Dico questo perché io voglio essere rispettoso, ma guai a superare il limite, guai! perché in quella scritta c’è il seme dell’odio. E non deve preoccupare solo Oliverio quella scritta, deve preoccupare tutte le persone responsabili in termini culturali e politici, non per altro, perché c’è il seme dell’odio, e la Calabria di tutto ha bisogno tranne che di stare indifferente rispetto a chi semina odio. Noi abbiamo bisogno di metterci in piedi e confrontarci con serenità, anche quando i punti di vista sono diversi, ci mancherebbe altro, ma con serenità e rispetto abbiamo bisogno di confrontarci, perché altrimenti noi saremo vittime di noi stessi, e quando parlo di noi, parlo della Calabria e dei calabresi.
Quindi discutiamo nel merito delle questioni, perché nessuna forzatura e nessuna violenza si vuole fare sulla città di Reggio Calabria, ci mancherebbe altro!
Poi permettetemi di fare una considerazione finale. Io sono stato proclamato il 10 di dicembre, quindi ferie - non per me, per il personale, naturalmente - e festività natalizie comprese, sono 40 giorni. Mi fa piacere che il consigliere Tallini anche stasera scopra che c’è una Calabria che rischia di essere travolta, perché in questi 40 giorni non sono stati affrontati i problemi. Mi fa piacere che lo dica, consigliere Tallini, sa perché? Perché in questa affermazione c’è una profonda autocritica, perché lei non viene da Marte, lei è stato – mi pare per cinque anni – protagonista del governo che ha determinato questo disastro e oggi chiede a me perché non ho affrontato i problemi in 40 giorni. Mi fa piacere che lo dica lei.
(Applausi)
Mi fa molto piacere, perché poiché lo sta ripetendo come un ritornello, allora sono costretto a ricordarlo.
Se ha bisogno di questo, mi unisco!
Sono costretto a ricordarglielo…
Di Yes-man e di portaborse!
Lasci stare gli Yes-Man.
No, gli Yes-Man e i portaborse. Presidente, lei faccia il Presidente!
Consigliere Tallini, lei non è autorizzato a parlare! Non le ho dato la parola!
Lei faccia il Presidente!
Lei sta parlando…
Non mi riferisco all’intervento del Presidente, che ne ha facoltà, ma mi riferisco agli applausi che vengono dall’Aula e dal pubblico. Lei non lo deve consentire! Faccia il Presidente dell’Aula!
Consigliere Tallini, non ha la parola!
(Interruzione del consigliere Tallini)
Lei pensa di essere per strada!
Non è per strada, qui la parola ce l’ha quando le viene data.
(Interruzione)
Ci sono prima di lei nelle istituzioni.
Non ha importanza. La parola può prenderla quando le viene concessa.
Consigliere Tallini, capisco il suo nervosismo, però deve essere rispettoso dell’Aula. L’ho ascoltata in silenzio certosino. Lo capisco il suo nervosismo, ma deve avere rispetto dell’Aula.
Presidente, non c’è nessun problema. Io la sto ascoltando con molto interesse, però deve convenire che questo spettacolo non è degno di un Consiglio regionale che vuole, addirittura, inventarsi e modificare la storia del regionalismo in Calabria, in Italia!
Consigliere Tallini, faccia concludere l’intervento.
Consigliere Tallini, credo che capiti in tutte le assemblee elettive, dai Consigli comunali fino al Parlamento, di sentire un applauso.
E il Presidente interviene e fa il Presidente di tutta l’Aula, non il Presidente suo e della sua maggioranza.
Consigliere Tallini, già nella scorsa seduta, se lei ricorda – forse non ha una buona memoria –, ho invitato il pubblico a mantenere un assoluto silenzio per lo svolgimento dei lavori. Lei non ha una buona memoria.
Stasera non l’ha fatto ed è stato molto, ma molto più grave!
Se mi è permesso, sarei alla conclusione del mio intervento.
Credo che noi dovremmo discutere delle condizioni della Calabria, delle emergenze della Calabria, dello stato della Regione e, naturalmente, sarà mia cura dare il quadro al Consiglio regionale. Lo faremo. Io, oltre al programma di governo che ho sottoposto agli elettori e che illustrerò a quest’Aula, nel mio programma ho messo un punto: “Rapporto alla Calabria sullo stato della Regione”. Lo farò e parleremo anche dei portaborse, di tante cose, delle società in house, degli enti subregionali, di come è stata organizzata la macchina della Regione, non solo perché lo ha rilevato il Mef, ma per le condizioni che ci sono che sono molto più gravi di quello che ha rilevato il Mef.
Parleremo di tutto, perché i calabresi sappiano come stanno le cose. Fra l’altro, ho già disposto un’indagine conoscitiva affinché io sappia. Per esempio, è arrivato un primo rapporto su una di queste società in house, ieri abbiamo affrontato la questione della fondazione “Campanella”, dopo aver avuto un incontro con il Ministro della salute nei giorni scorsi, per metterla sul binario della soluzione, a partire dalle garanzie per i 174 lavoratori dipendenti.
Abbiamo affrontato i problemi relativi agli Lsu-Lpu, avviando un processo di contrattualizzazione, per adesso, abbiamo aperto un confronto col Ministero del Lavoro per quanto riguarda i lavoratori in cassa integrazione in deroga, recuperando e pagando le spettanze del 2013 e abbiamo riaperto il tavolo per il 2014; abbiamo cercato di affrontare un po’ di piccole emergenze – chi ha governato e conosce la Regione sa di cosa parlo –, dico eufemisticamente, piccole emergenze. Quindi in questi mesi, 40 giorni, siamo stati in campo.
Certo che porteremo il rapporto, perché la “Campanella” è una cosa a parte, ma vi annuncio subito che da un primo rapporto che mi è stato dato ci sono società in house che hanno 540 contrattualizzati. La Calabria è stata disseminata di società in house, io l’ho definito il sistema delle matrioske, è stata disseminata di pratiche che definire clientelari – vorrei che mi seguisse pure il consigliere Tallini – è un eufemismo! E mi fermo qui!
Naturalmente, questo rapporto lo porteremo perché, consigliere Tallini, vorrei ricordarle che siamo all’inizio della legislatura, non siamo alla fine, siamo all’inizio del primo di cinque anni di legislatura, e noi abbiamo chiesto il voto ai calabresi, non promettendo la luna nel pozzo, per rimettere la Calabria in piedi e chiudere con la stagione dell’uso dissennato delle risorse, che tra l’altro sono pure scarse, a fronte della gravità dei problemi di questa terra.
Ci confronteremo nel merito delle questioni, ci mancherebbe che da parte nostra ci fosse prevenzione, ci mancherebbe altro! L’ho detto già nel mio breve intervento nella prima seduta di Consiglio regionale: c’è un tempo dello scontro, della propaganda e c’è un tempo del governo, e il governo dei processi e dei problemi in questa regione richiede come valore aggiunto un maggiore impegno, perché bisogna considerare una particolare gravità dei problemi.
Quindi, il confronto sarà da noi sollecitato ed alimentato. Naturalmente, non sarà permessa l’alterazione della verità, perché è sempre alimentatrice di crescita. Quando si altera la verità, si sollevano polveroni, si vogliono cambiare le carte in tavola, naturalmente bisogna rispondere con i fatti e, per quanto mi riguarda, per le rime, perché non ci può essere mistificazione della verità.
Credo si sia aperta una stagione - il voto su questa prima modifica dello Statuto va in questa direzione - che dovrà essere segnata da un cambiamento profondo nella vita della Calabria e la Regione – parlo dell’istituto regionale – deve essere messa al passo con queste esigenze. Noi non risparmieremo energie in questa direzione, ci spenderemo fino in fondo, siamo aperti al contributo senza schemi e senza preconcetti, ma nessuno pensi di fermarci e di ostacolare questo cammino, perché ne ha bisogno la Calabria, altrimenti non avrà futuro. Siccome siamo lucidamente consapevoli e convinti di ciò, con determinazione andremo avanti e, naturalmente, lo faremo con il concorso delle energie più larghe.
Questa mattina ho incontrato il Presidente della Conferenza episcopale calabrese a cui avevo chiesto di poterlo incontrare. L’ho fatto non per atto formale, ma perché sono convinto che questa terra, la nostra terra, possa aprirsi ad un futuro di crescita, ad un futuro diverso, se si metterà in campo un concorso di forze, di energie. Le forze sociali, gli amministratori locali, la rete del volontariato, soggetti singoli ed associati, il mondo della scuola, e la Chiesa hanno un ruolo centrale, importante, perché la vera sfida che abbiamo davanti non è quella di un aggiustamento, ma è una sfida culturale che vinceremo se un insieme di forze agisce, si mette all’opera e tira nella direzione di affermare il bene comune. Questa parolina magica che è stata sfregiata e messa nel cantuccio per far prevalere altre logiche nel corso di questi lunghi anni, non solo degli ultimi cinque anni.
Noi dobbiamo avere questa consapevolezza e dobbiamo sentire il dovere di metterci all’altezza di questo compito, perché su questo si gioca il futuro della Calabria.
Il terzo punto all’ordine del giorno è la proposta di provvedimento amministrativo numero 5 d’Ufficio: “Elezioni dei tre delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica”.
L’articolo 83 della Costituzione di cui do lettura:
“Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.
L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dell’Assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”.
Quindi procediamo alla costituzione dei seggi e voglio ricordare che si vota in un’unica votazione con un voto limitato a due preferenze.
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione. Presenti 30, assenti 1.
Hanno riportato voti i consiglieri: Oliverio 19, Scalzo 18, Salerno 10, Tallini 1. Schede bianche 1.
Vengono proclamati eletti i consiglieri Oliverio, Scalzo e Salerno.
Passiamo al successivo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 6/10^ di iniziativa dei consiglieri Pasqua, Romeo, Sergio, recante: “Proroga del termine di cui all'articolo 2-bis della legge regionale 12 aprile 2013, numero 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi)”.
E’ stato presentato emendamento a firma del consigliere Giudiceandrea, protocollo numero 2015 che così recita: “All’articolo 1 sostituire le parole <31 dicembre 2015> con le seguenti <30 settembre 2015>”.
Prego, consigliere Giudiceandrea.
Molto rapidamente colleghi
- e la ringrazio Presidente per avermi dato la parola- giusto per dare una
spiegazione rispetto a questo emendamento che non è dettato da un fuoco di
Sant’Antonio - tale e quale quello che regge le fila della opposizione – legato
alla frettolosità e all’ansia da prestazione rispetto alle scelte di questa
maggioranza e di quella che sarà la forza di governo di questa Regione nei
prossimi mesi.
Presidente e colleghi
consiglieri, chiedo, a livello personale e come gruppo, l’anticipazione del
termine fissato al 31 dicembre anticipandolo al 30 settembre, non come sfida,
ma come se si trattasse di un impegno assunto con i cittadini a realizzare quanto
prima la cessazione dello stato di emergenza e a non rinviare di anno in anno,
come è stato fatto in precedenza, facendo soffrire alla cittadinanza il dramma
della raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Concludo, Presidente,
questo mio brevissimo intervento portandole la mia personale solidarietà e
quella del gruppo rispetto alla scritta che si fa bene a stigmatizzare,
non lasciando nell’indifferenza chi semina odio.
Ritengo, però, Presidente della Giunta e Presidente del
Consiglio, che oggi ci sia sfuggito di rappresentare in questa sede una forte
solidarietà a chi – come il sindaco di Tropea – in questa regione è vittima di
atti di violenza e di odio ancora più terribili.
Chiedo che il Consiglio si pronunci ufficialmente
manifestando una solidarietà seria e fattiva nei confronti del sindaco di
Tropea. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Tallini. Ne ha facoltà.
Chiedo di parlare su questa proposta di legge che tende a dare una
risposta al problema della raccolta dei rifiuti solidi urbani.
Non so nei vari territori di cui sono espressione i
consiglieri regionali presenti in quest’Aula quale sia la realtà, ma so che c’è
una vera e propria emergenza che è giusto che vada affrontata.
Non voglio essere la “Cassandra nera”, voglio dire che
se questa problematica fosse stata affrontata qualche giorno prima, sarebbe
stato meglio.
Siamo qui a dare il nostro contributo e dire che siamo
stati molto attenti alle cose dette dal presidente Oliverio ed abbiamo apprezzato
la grande chiarezza che ha avuto questa sera. Se sarà così chiaro anche in
futuro con l’opposizione che rappresentiamo, può darsi che nella chiarezza
riusciremo ad intenderci.
Noi abbiamo detto riformicchia, lei ha detto uno
stralcio, quindi sicuramente non è una grande riforma, Presidente.
Lo ha detto lei.
Se lei dice di voler far diventare protagonista
quest’Aula, noi siamo qui a fare i protagonisti, se è possibile, insieme a lei
come opposizione, nella chiarezza e non attraverso lo scambio di voti che vi è
continuamente all’interno di quest’Aula ed ogni giorno ne è una riprova.
Si dice che non sono inciuci, non sono trasversalismi,
ma guarda caso poi i numeri non tornano e l’opposizione a volte non prende i
voti che potenzialmente ha ed a volte ne prende di più. Chi gioca al biliardo
dice “sballa”, ogni tanto l’opposizione sballa e prende più voti di quanti ne
ha.
Chiudo questo mio intervento, perché non voglio aprire
di nuovo un dibattito sull’intervento fatto da lei che apre almeno dieci fronti
sui quali avremo la possibilità di confrontarci in sede di dichiarazioni
programmatiche.
Sono serenissimo e mi auguro che lei sia abituato ad
alzare i toni della voce così, per abitudine, non la conosco bene, ma di solito
cerca di alzare la voce chi si vuol fare ascoltare, chi è in difficoltà. Io
sono serenissimo, sono qui e sono uno dei pochi che è disponibile a
confrontarsi anche sul governo e sui risultati del governo. Sono qui ad
ammettere i gravi errori che sono stati consumati durante la gestione del
governo Scopelliti.
Forse lei non è a conoscenza, presidente Oliverio – e
chiudo veramente, ho preso punto –, del fatto che gran parte delle cose che non
sono andate bene io le avevo segnalate da assessore. E sono stato l’unico a
dirle in faccia al presidente Scopelliti, le ho dette in sede di Giunta ed in
tutte le occasioni.
Cosa che, purtroppo, non può dire una buona parte di
quella maggioranza che è diventata maggioranza poi insieme a lei. Il problema è
proprio questo: c’è una maggioranza che è stata maggioranza con Loiero, con
Chiaravalloti, con Scopelliti e che è maggioranza anche con lei.
Lei ha bisogno di individuare chi veramente rappresenta
il cambiamento o chi invece viene qui con un semplice obiettivo - tenendosi
anche a disposizione e facendo da sgabello - la possibilità di fare con questa
posizione un servizio a questa maggioranza.
La democrazia in quest’Aula fino ad oggi è stata
tradita.
Il problema dei rifiuti è grave e mi permetto di dire
una cosa che lei avrà la possibilità di smentire.
Uno dei problemi gravi che la Calabria ha vissuto, per
quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, è la mancanza di una discarica
nella provincia di Cosenza. Una discarica che lei avrebbe potuto e dovuto
realizzare da Presidente della Provincia.
Le dico la verità, non ho approfondito. Questa è
l’occasione in cui lei mi potrà spiegare, per esempio, perché il comune di
Cosenza e molti comuni del cosentino vanno spesso a scaricare i rifiuti in
altre discariche fuori dal territorio della provincia e per quale ragione la
provincia di Cosenza - come altre province - non si sia dotata mai di una
discarica in grado di ospitare i rifiuti di quel territorio.
Forse è la buona occasione affinché lei lo possa dire e chiarire quello che forse fino a questo momento può darsi che sia stato un luogo comune; ma questa è l’occasione da Presidente della Regione o di smentire questo luogo comune o di impedire che questa grave ingiustizia che si sta verificando in Calabria da parecchio tempo continui. Molti comuni della provincia di Cosenza non hanno rifiuti in mezzo alle strade perché vanno a conferire in discariche nelle quali è impedito il conferimento ai territori di riferimento che, invece, ne avrebbero più titolo e diritto.
Sono qui a dare il voto favorevole a questo
provvedimento e a dare il nostro contributo,
ove sarà richiesto e sarà possibile, ricordando una cosa e questa con
obiettività è una riflessione che va fatta da questo Consiglio
regionale e andrebbe anche fatta da tutti i governatori.
Presidente,
ci sono state due legislature, 10 anni, che hanno visto la Calabria
commissariata.
Ora
i partiti sono stati così bravi da accusarsi a vicenda quando per 10 anni prima
e 10 anni dopo la Calabria è stata commissariata
da persone che sono state messa lì dal Governo a gestire l’emergenza ambientale
in Calabria.
Si è chiuso un primo decennio. Cosa dovevano fare questi
commissari? Le discariche e la depurazione. Non hanno fatto né discarica né
depurazione. Si chiude una breve parentesi di gestione regionale e subito dopo
un altro commissario che dura anni cosa deve realizzare? Deve affrontare
l’emergenza ambientale e né discariche né depuratori ma, guarda caso, la
politica in Calabria è così brava da scaricarsi a vicenda la responsabilità
della mancata soluzione quando il vero problema – la mancanza della politica –
è stato che la politica non ha saputo individuare il fallimento nella politica
dei commissari e quindi del governo; almeno per quanto riguarda questi due settori
fondamentali per lo sviluppo della Calabria il fallimento è sotto gli occhi di
tutti.
Dopo 10
anni finisce il commissariamento e la Regione Calabria con le proprie strutture
è costretto improvvisamente a gestire un settore di emergenza e se ne assume
anche la responsabilità. A chi dobbiamo dare la responsabilità: ai commissari o
ai partiti? Io dico che la dobbiamo dare anche ai partiti e anche alla politica
che non ha saputo chiedere ai commissari quello che i cittadini hanno chiesto
alla politica senza averlo mai ottenuto.
Ha chiesto
di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Intanto
colgo positivamente l’inversione di tendenza che ha avuto il consigliere
Tallini, per due ragioni: innanzitutto per aver dichiarato il voto favorevole
su questo punto all’ordine del giorno e sull’emendamento proposto dal
consigliere Giudiceandrea e poi per aver avviato una sorta di reiterazione su
quella che è l’attività politica di una Giunta che ha governato negli ultimi 5
anni ma, più in generale, dei partiti politici.
Nel
prendere atto e nel sottolineare da parte del mio gruppo la totale volontà di
approvare sia l’emendamento sia la proposta di proroga, per quanto riguarda
l’autorizzazione ad utilizzare gli impianti privati, atteso lo stato di
emergenza, vorrei fare solo un’osservazione in merito a quanto affermava circa
la provincia di Cosenza e sul perché questa non si sia dotata di una discarica.
Premesso
che chi vi parla è stato sindaco di un comune che ha messo a disposizione la
sua discarica non solo all’area urbana cosentina ma alla Calabria tutta, nella
discarica del mio comune, grazie all’autorizzazione del presidente Oliverio,
venivano a scaricare i comuni della provincia di Vibo Valentia e di Catanzaro.
Devo però
sottolineare e ricordare al consigliere Tallini che probabilmente si riferiva
agli impianti, non già alle discariche, perché parlare di discariche
probabilmente oggi significherebbe cozzare con tutte le norme della Comunità
europea.
Il piano dei
rifiuti non lo fa l’amministrazione provinciale ma lo fa la Regione Calabria.
E’ un impegno anche rispetto ai mesi dati come proroga, l’impegno che oggi ha
voluto manifestare, per tramite del consigliere Giudiceandrea, il presidente
Oliverio ad impegnarsi per rivedere anche la legge regionale sui rifiuti perché
non v’è dubbio che il problema non sia pesato.
Lo dico
con grande franchezza e chiarezza. Non può essere pesato solo su una provincia,
su una discarica o su un territorio ma ci deve essere anche una ripartizione
delle responsabilità da un lato e di quelli che sono poi i servizi ed i doveri
dall’altro.
E’ una
grande sfida che dobbiamo vincere. Abbiamo dato come termine ultimo settembre,
caro consigliere, ed in questi mesi dobbiamo lavorare alacremente per mettere
mano agli impianti, magari anche all’impianto Calabria nord, agli impianti di
selezione, alle centrali a biogas di ultima generazione, per metter mano alla
legge regionale sui rifiuti ma soprattutto per dare alla Calabria la soluzione
definitiva, evitando che i cittadini paghino l’esportazione dei rifiuti oltre
frontiera ma soprattutto che i comuni, e per loro tramite i cittadini, paghino
la tassa maggiorata andando fuori provincia.
E’ una
grande sfida oggi aver dato questo assenso o una proroga fino al 30 settembre.
Questo significa mettersi tutti quanti a lavorare, dal Presidente della Giunta
regionale fino all’ultimo dei consiglieri, affinché questa data possa
rappresentare la fuoriuscita dal sistema emergenziale, finalmente.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo anche io per vari motivi e per dire che
questa è una proposta di legge - lo dico ai giornalisti attenti in Aula - soprattutto
in merito alla parte in cui viene emendato uno strumento operativo, Presidente,
che si rese utile nella scorsa legislatura per far fronte al dramma che ci ha
consegnato 10 anni di commissariamento.
Tant’è
che da quando questa Regione – giusto per ricordare un’attività fattiva
dell’assessore Pugliano – prese le chiavi ad aprile 2012 o 2013, non ricordo,
il commissariamento non lasciò nulla. C’è in campo una progettualità nuova e
ricordo che nella nostra provincia, non senza resistenze da parte della
popolazione, c’è anche un impianto a Cosenza nord, se non sbaglio Bisignano,
che ha risposto ad una manifestazione di interesse al di là della disponibilità
della discarica.
Vorrei
dire ai giornalisti attenti, citandone alcuni come Adriano Mollo, di chiamare
questa legge, questo emendamento “emendamento-legge Oliverio”. Giusto per
portarlo a conoscenza di alcuni consiglieri del Pd, Presidente.
(Interruzione)
Va bene,
è una legge, ma siamo nella fase iniziale in cui non sono state costituite
neanche le Commissioni; all’epoca su questa importante emergenza, su richiesta
di un assessore con cui si faceva squadra, firmai io quell’emendamento che era
tecnico, e lo firmai forse perché non avevo nulla a che fare con la storia dei
rifiuti di questa regione, con chi si occupa di rifiuti e quant’altro.
Questo è
un emendamento che serve alla Calabria e va da sé che avrà anche il nostro voto
di sostegno perché ci occupiamo di problemi. Vorrei che questo pezzo di
emendamento fosse giusto per i consiglieri del Pd della città di Cosenza.
Faccio
politica, evito le querele insomma, chissà quali grandi interessi…
Questo è
un emendamento che, purtroppo, dopo 10 anni di commissariamento - e mi
riferisco alla proroga che riguarda la gestione dei privati - serve alla
Calabria.
Vivaddio
se quella era definita “legge Orsomarso” perché era un emendamento tecnico
presentato a mia firma, credo che questa sia la “legge Oliverio, Romeo o
Greco”; insomma stabilite che legge è. L’importante è che si comprenda che col
nostro voto favorevole si approva un emendamento che serve al sistema dei
rifiuti della Calabria.
Ha
chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Su
questa problematica dei rifiuti ritorneremo in Consiglio
regionale, perché merita una riflessione che sia fatta soprattutto su una
proposta per costruire uno sbocco, una risposta a questa grave emergenza che la
Calabria vive da anni.
E’ stata ricordata qui la gestione commissariale
su questo punto e sono d’accordo. Praticamente abbiamo avuto dal 1997 in avanti
una gestione commissariale che utilizzando l’emergenza – questo per la verità
non è avvenuto solo per i rifiuti – che è stata permanente ha svuotato i poteri
della Regione e, con l’argomento della inefficienza ed incapacità oggettiva ed
evidente della Regione di affrontare i problemi, ha giustificato il protrarsi
per circa 15-16 anni di questa forma di gestione commissariale, quindi di
supplenza al potere della Regione.
Credo, consigliere Orsomarso, che questa legge debba continuare a mantenere la sua titolarità che è quella di Orsomarso.
Dico questo perché se fossimo non al quinto anno ma già – lo dico come sfida a me stesso – a conclusione di un anno e venissimo qui a riproporre, e verremo qui a riproporre se non riusciremo a risolvere il problema, una proroga a quel punto bisognerà cambiare intestazione.
La verità è che in questi 5 anni, malgrado la
gestione commissariale non abbia risolto il
problema, il problema non è stato risolto e non è che voglio fare la polemica
politica, no. Oggettivamente la situazione è quella che è: il problema non è
stato risolto.
Da Presidente della Provincia – lo dico qui senza temere di
essere smentito – all’inizio della precedente legislatura, il consigliere Orsomarso qualcosa
la sa, mi sono offerto come Provincia a collaborare. Ripeto perché l’ho detto
prima da Presidente della Regione e l’ho detto 5 anni fa anche da Presidente
della Provincia collocato politicamente diversamente.
Mi
sono proposto di collaborare perché c’è un tempo per fare la campagna
elettorale e un tempo per governare. Non ho avuto l’onore e nemmeno l’onere -
perché anche di onere si trattava – di essere convocato ad un tavolo, anche
solo per una volta, per discutere e confrontarci sul problema dei rifiuti.
Anche una sola volta; eppure credo che sarebbe stato nell’interesse della
Regione far questo ma non sono stato mai coinvolto, malgrado le sollecitazioni.
Anzi, devo dire che la Provincia di Cosenza ha elaborato un piano dei rifiuti
che ha trasmesso alla Regione. La prego di andare a leggere il piano dei
rifiuti.
(Interruzione)
Che significa sui tempi? I tempi niente. C’è un piano
dei rifiuti trasmesso alla Regione che non è stato mai oggetto di confronto.
(Interruzione)
Forse non ci siamo capiti. Io non sono stato coinvolto,
capito? E dico di più: ho sollecitato un incontro con i sindaci nel corso del
quale il rappresentante della Regione in modo chiaro ha detto “la provincia non
c’entra” perché nemmeno quella di Catanzaro è stata coinvolta e neanche quella
di Reggio Calabria.
La linea è stata quella di avere una politica regionale
su questa cosa qui.
Faccio questa riflessione perché ritengo che il problema
debba essere quello di superare le discariche. L’obiettivo deve essere quello
di superare le discariche.
Vi informo - ricordandovi pure - che nel corso della
precedente seduta del Consiglio regionale – c’è stata una critica pure a questo
– ho proposto che nella legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio fossero
autorizzate delle somme per la manutenzione straordinaria e il revamping di alcuni impianti.
Vi informo, questa volta, che quelle somme sono state
ferme per due anni e non sono state autorizzate; due anni hanno comportato
un’obsolescenza degli impianti per cui ci sono impianti che si bloccano e
questo dà delle implicazioni.
Allora i problema qual è? E’ quello oggi di fare una
proroga per porre mano alla costruzione di un sistema, a partire dalla raccolta
differenziata sulla quale spingeremo molto e lo faremo coinvolgendo in prima
battuta le città capoluogo e le città superiori a 15 mila abitanti perché é in
questa direzione che bisogna andare in modo determinato.
Presenteremo una proposta più compiuta per quanto
riguarda la costruzione del sistema perché si tratta di lavorare per costruire
il sistema e questo mi auguro che si possa fare con un confronto di merito,
senza pregiudiziali e atteggiamenti precostituiti.
Voglio che su questa materia ci si confronti nel merito
perché credo che sia nell’interesse di tutti costruire un sistema virtuoso ed
ogni territorio deve fare la sua parte, chiaramente con un sistema di impianti
che possa essere dislocato sui territori ed avvalersi di tecnologie avanzate.
Abbiamo tecnologie che sono ad impatto quasi zero anche
per quanto riguarda questa problematica dei rifiuti.
Il significato di questa proroga va nella direzione di
poter avere il tempo necessario a costruire una risposta concreta a questo
problema che ci possa far uscire dall’emergenza che ci portiamo dietro dal
1997.
Grazie, presidente Oliverio.
Non ci sono altre richieste di parola, pertanto pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 2015.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo
in votazione l’articolo 1 come emendato.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione la legge nel suo complesso, come emendata.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
L’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 7/10^ di iniziativa dei consiglieri V. Pasqua, S. Romeo, F. Sergio: “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 ‘Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge Urbanistica della Calabria’”.
Non ci sono emendamenti, pertanto passiamo al
dibattito generale. Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta
regionale, ne ha facoltà.
Si
tratta di una proposta di proroga ai termini di presentazione
degli strumenti urbanistici da
parte dei Comuni come previsto nella legge urbanistica.
Mi permetto di fare una
riflessione: per quanto riguarda questa materia della definizione degli
strumenti urbanistici – mi attengo strettamente al tema, senza dilungarmi in
riflessioni di ordine più generale, che sarebbero pure necessarie e che faremo
per quanto riguarda il governo del territorio – abbiamo una situazione per cui,
nel corso di questi anni, non so quante proroghe ci sono state, diverse, e allo
stato noi abbiamo una situazione per cui nessun Comune si è dotato di Psc o
Psa, di strumento urbanistico.
Credo che una riflessione si debba fare nel merito della legge, c’è
qualcosa che non va, perché non può essere ricondotto solo ad un fatto di
inefficienza o di mancanza di volontà da parte dei Comuni. Questa ci sarebbe
stata se su 409 Comuni 200 l’avessero fatto e 209 no, una parte ha realizzato
l’obiettivo e una parte no. Dobbiamo approfondire la ragione di questa
situazione, ci devono essere ragioni che sono riconducibili anche al funzionamento
della legge.
Proprio perché ancora bisogna
istituire le Commissioni, che sono le
sedi dove l’approfondimento va fatto, credo che dovremo ritornare rapidamente
su questo argomento, per capire quali siano le ragioni alla base di questa
difficoltà; non possiamo non affrontarle, altrimenti ci troveremo ad affrontare
di volta in volta la situazione che registra una impotenza anche dei Comuni a
dotarsi di strumentazione urbanistica.
Una
proroga, quindi, che deve essere finalizzata
immediatamente all’apertura di
una discussione, di un confronto, che io ritengo necessario a breve, infatti
una delle prime questioni che dovremo affrontare subito deve essere questa,
rimuovendo le ragioni legislative che ostano a questo percorso e affrontando anche le altre questioni relative alle
difficoltà che trovano i Comuni. Parliamoci molto chiaramente, cioè lì c’è
anche un problema di sostenibilità dal
punto di vista economico.
Dobbiamo lavorare affinché i Comuni siano messi in condizione di poter
definire gli strumenti urbanistici, naturalmente nel quadro e nel rispetto di un’impostazione più organica
relativa al governo del territorio che dovrà vedere
Nella
fase di impostazione del confronto per
affrontare quei nodi di cui parlavo prima, bisognerà coinvolgere gli ordini professionali, i Comuni;
bisognerà capire, anche attraverso questo confronto, quali sono queste ragioni
e quali sono gli adeguamenti e le modifiche legislative che bisognerà
apportare, ma questa è una delle questioni che con priorità dovremo affrontare.
Vorrei ricordare che nel mio
programma – lo dirò quando poi faremo le dichiarazioni programmatiche – ho
esplicitamente dichiarato che bisogna puntare ad una impostazione di consumo
zero del territorio, quindi anche
l’adeguamento degli strumenti urbanistici deve tenere conto di questo, cioè del fatto che bisogna spingere molto nella
riqualificazione, nel recupero, perché uno
strumento come la legge urbanistica deve orientare e spingere nella direzione
della realizzazione degli obiettivi che ci si pone.
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini.
Ne ha facoltà.
Intervengo
per dire che sarebbe facile, in questo momento, votare
contro questa legge dicendo “noi abbiamo posto dei termini” e richiamando che anche noi, nella
precedente legislatura, più volte abbiamo dilazionato i termini entro cui i Comuni avrebbero dovuto realizzare il Psc. Oggi non
mi sento di criticare questo governo che propone questa modifica, però ritengo
che vada fatto un approfondimento e l’approfondimento va proprio nella
direzione che si è detta prima.
E’ stata avviata la procedura, sono stati dati i termini legislativi
per la realizzazione dei vari Psc dei Comuni, ma ai Comuni non sono stati dati gli strumenti
finanziari. Pensate che ci sono Comuni che
devono dare incarichi professionali, che devono comporre équipes di
tecnici, che devono procedere alla realizzazione di progetti di pianificazione
e non hanno risorse per poterlo fare; eppure mi permetto di dire che questa è
una legge regionale che risale alla legislatura di centro-sinistra e che,
durante tutto l’arco di governo del centro-destra, si è tentato di migliorare
facendo l’analisi, senza trovare le risorse necessarie.
Presidente, credo che la proroga vada fatta.
Credo che un anno sia eccessivo, e sa perché? Perché c’è tutta questa storia
alle spalle della legge urbanistica; vedrà che, nonostante le tantissime
proroghe, poi i Comuni non l’hanno attuata. Ci sono quelli che, veramente, non
sono stati in grado per mancanza di strumenti, altri che non hanno realizzato
il Psc, non hanno avviato nemmeno le procedure per il Psc perché, nel migliore
dei casi, c’è una inadeguatezza politica o, se vogliamo, una mancanza di
volontà di dotarsi di strumenti e di regole sulla pianificazione che poi devono
essere rispettate.
Presidente, qua non si tratta di ipotizzare la
battuta che poi, se deve essere riempita di contenuti, “senza consumo del
territorio”, il territorio noi non vogliamo che si consumi, soprattutto il
territorio della regione Calabria. Il territorio della Calabria deve essere
tutelato, però nei fatti – perché poi sappiamo che in tantissimi casi sul piano
teorico adottiamo leggi regionali che sono assolutamente restrittive –
consentiamo il depauperamento del territorio, consentendo in quasi tutti i
Comuni l’abusivismo edilizio che ormai dilaga e, quindi, anche in questa
materia le suggerisco di ipotizzare strumenti legislativi di controllo che
possano aiutare in molti casi i Comuni a realizzare questa cosa.
Nonostante lei ipotizzi una proroga di un
anno, io mi sento comunque di dare il mio voto favorevole ad una richiesta che,
comunque, va incontro ai tantissimi Comuni che in questo momento non sono nella
condizione di poter rispettare i termini prefissati, perché i disastri che ne
deriverebbero sarebbero di natura amministrativa, ma anche di natura economica,
perché far decadere le previsioni di piano di tantissimi Comuni significa
improvvisamente creare un vuoto normativo e legislativo; molte aree
urbanistiche si modificherebbero, quindi ci sarebbero numerosi contenziosi che
potrebbero nascere nei tanti Comuni della Calabria, e noi abbiamo bisogno di
aiutare i Comuni, non di frenarli oppure, addirittura, usare misure di
penalizzazione.
Quindi voterò a favore della proroga di un
anno, caro Presidente. Le proroghe sono state tantissime, ma è vero che senza
questa proroga faremmo danno a tanti Comuni; tanti danni, però, si stanno
eseguendo e si stanno realizzando in tanti Comuni che, purtroppo, non sono
dotati di un Psc, cioè di uno strumento urbanistico che possa regolare e
mettere ordine alle iniziative edilizie che fanno scempio del territorio.
Ha chiesto di parlare il consigliere Irto. Ne
ha facoltà.
Condivido
lo spirito della proposta di prorogare la legge urbanistica calabrese, nella
consapevolezza – come ho avuto modo di discutere con il presidente Oliverio e
con l’intera maggioranza – che sì, è vero, consigliere Tallini, la stessa è stata approvata dal centro-sinistra, però non abbiamo problemi a dire
che in questi anni, probabilmente, è risultata inefficace, non ha prodotto i
risultati che ci si aspettava per una serie di fattori, alcune furbizie da
parte dei Comuni, alcune furbizie da parte della Regione. Insomma, il sistema
che doveva essere di multilivello tra i Comuni e la Regione non ha funzionato
se siamo arrivati a dover approvare proroghe su proroghe.
Credo,
quindi, -e rilancio rispetto
a quello che ha dichiarato il presidente Oliverio- sia
necessario inaugurare una nuova stagione urbanistica per la Calabria.
Non dobbiamo fermare l’attività, anzi bisogna rilanciare con l’attività
dell’Esecutivo, quindi della Giunta,
ma è necessaria anche un’attività di Consiglio per aprire una nuova stagione
urbanistica calabrese che rispetti i criteri previsti dalla Comunità Europea,
rispetto alle questioni ambientali e di sostenibilità ambientale, rispetto ad
un quadro nazionale che è in continuo movimento –nei prossimi mesi il
Parlamento discuterà probabilmente di una riforma urbanistica nazionale –
rispetto al fatto che nel territorio
calabrese bisogna ridurre a zero i volumi – e siamo d’accordo – ma bisogna,
soprattutto, garantire quei princìpi di sussidiarietà e di partecipazione che
devono partire dal basso e consentire i processi urbanistici che oggi si devono
pensare e programmare e che dovranno essere utili ai nostri figli, utili fra
venti-trent’anni, per lasciare delle leggi e quindi delle scelte che
funzionino; probabilmente – è questa la madre dei problemi – la legge regionale
urbanistica non ha funzionato. Non dico il testo, probabilmente il testo si
poteva migliorare, non è quello il punto, è l’interconnessione e forse la
mancata possibilità di dialogo tra gli enti predisposti, quindi tra i Comuni e
l’ente regionale.
Bisogna ridisegnare, anche nella nuova legge
regionale urbanistica, un rapporto istituzionale tra i vari enti e associazioni
di categoria, per poter arrivare ad un meccanismo che ci consenta di avere strumenti
urbanistici validi. Attenzione! Oggi parliamo nella
nostra legge, di strumenti, di Piani strutturali comunali o associati quando in
Europa si è andati oltre, non si parla più di piani urbanistici, si parla di
piani di zona, di piani di quartiere, di sociologia urbana, di riassetto e
riqualificazione urbana, soprattutto partendo dalle periferie.
In questi termini serve, invece, una
discussione che investa concretamente l’Esecutivo regionale ed il Consiglio
regionale, gli ordini professionali, le categorie sociali e le assemblee di
cittadini.
Probabilmente è mancato anche questo: la legge
del 2002 partiva prevedendo stimoli alla partecipazione. Un altro elemento di
fallimento è proprio questo: la partecipazione è stata troppo spesso solo
burocratica, mai veramente attiva e concreta sul territorio.
Da questo punto di vista oggi votiamo la
proposta di proroga, ma è opportuno istituire, immediatamente, una riforma
complessiva del settore urbanistico regionale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
Questo è un
punto estremamente importante
che il Consiglio regionale è chiamato, oggi, a discutere e a licenziare,
così come peraltro proposto dal presidente
Oliverio, lo dico anche e soprattutto ai colleghi
consiglieri della minoranza. Parliamo della proroga del cosiddetto articolo
65, quindi degli strumenti
urbanistici, della legge urbanistica del 2002, modificata – ricordo al
consigliere Tallini –con successivi interventi negli anni, fino alle ultime modificazioni disposte nel luglio 2014.
Non è vero, quindi, che questa non è stata posta all’attenzione del
Consiglio regionale nelle passate legislature, tutt’altro! Sono state diverse
le argomentazioni addotte affinché questa legge potesse diventare un punto di
riferimento di almeno tre legislature.
Oggi siamo qua a discutere di una proroga e del perché – badate bene,
cari consiglieri– una legge è stata modifica diciotto volte, di cui quindici
solo per l’articolo 65, partendo dal dato che solo il 10 per cento dei Comuni
calabresi è dotato del Psc-Psa. La proroga, quindi, si rende necessaria da un lato per non fare un danno ai
Comuni, che evidentemente non avrebbero le destinazioni urbanistiche, sarebbero
senza Piano e quindi ogni tipo di progetto sarebbe
bloccato. Va bene la proposta di proroga di un anno, ma con le condizioni
dettate dal presidente Oliverio, quelle di rivedere immediatamente la legge
urbanistica, di portarla all’attenzione del Consiglio regionale, di iniziare un
dialogo con i Comuni della Calabria, perché il guaio di questa legge è che, con
le varie proroghe nell’ultima legislatura, nella legislatura Scopelliti è stata
prorogata per cinque volte di seguito ed è stata prorogata, quindi, ben
diciotto volte in totale!
Allora dobbiamo chiederci il perché. Parliamo della pianificazione di
una regione, parliamo di quella che è la peculiarità di questa regione,
dell’adeguamento dei Piani strutturali comunali, da un lato al Ptcp, dall’altro al Qtr. Allora parliamo di
questo, della vocazione della nostra terra. Ne abbiamo veramente la capacità?
Perché è troppo comodo richiedere il dialogo, il confronto – e lo dico agli
amici consiglieri dell’opposizione – scusatemi, il confronto è su queste
tematiche, su quello che vogliamo nella
nostra terra. Oggi siamo costretti ad un’ennesima proroga, perché altrimenti i
Comuni si ritroverebbero senza strumenti urbanistici.
E’ un tema di grande importanza; questo per dire che il gruppo, i
firmatari di questa proroga sono, peraltro, totalmente d’accordo con l’impegno,
però, che si inizi a lavorare da subito alla pianificazione urbanistica e alla
legge regionale urbanistica, che dovrà essere licenziata prima della fine
dell’anno, che dovrà parlare ai Comuni ed alle associazioni di categoria, ma
soprattutto dovrà dire se siamo d’accordo con la vocazione e con l’obiettivo
che questa terra deve avere.
Questa è, in sintesi, la proroga che oggi votiamo e, ancora una volta –
devo dire – faccio il plauso al consigliere Tallini, che è capace di dichiarare
un mea culpa rispetto ad un fallimento, rispetto a questo punto lungo
diciotto proroghe e soprattutto rispetto all’articolo 65prorogato tredici
volte!
Ci sono altri interventi? No. Passiamo alla votazione dell’articolo 1.
(Interruzione)
Chiede di parlare il consigliere
Tallini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Presidente, abbiamo fatto la riforma dello
Statuto e nella riforma dello stesso è prevista la delega al consigliere. Credo
che sia giunto anche il momento di riconoscere un premio al collega Orlandino
Greco per gli interventi accumulati
fino ad oggi a suo favore, anche quando gli stessi sono inopportuni e non
c’entrano niente, anche perché, caro consigliere Greco, riguardo
all’autocritica, è stato il suo Presidente a spiegare le motivazioni per le
quali, oggi, critica, giustificando il comportamento del centro-destra. Poi lei
vuol fare il realista più realista del re!
Guardi, l’ho capito che è alla ricerca di visibilità. Vuol continuare
su questa strada? Lo faccia pure! Ma le ho detto che la mia esperienza è stata
questa. Con il governatore Scopelliti ho avuto cinque anni di scontri, non da
consigliere che ambiva ad arrivare e non è arrivato e si scontrava perché
voleva o si sentiva assessore mancato, no! Ma in un ruolo di pari dignità, in
una Giunta dove lo scontro è stato sempre continuo, dove non ho abbassato mai
la testa e dove mi sono permesso più volte di rimettere la delega, senza fare
dichiarazioni all’esterno e senza compiere atti di eroismo. Lei, invece, stai
scegliendo la strada opposta.
Finita la legislatura, il presidente Scopelliti mi ha detto: “Devo
ammettere che la persona più corretta e la persona che più di tutti stimo sei
tu, anche rispetto al comportamento di tanti ‘Yes-man’ che poi, al momento
opportuno, mi hanno…’.
Consigliere Tallini, stiamo parlando per dichiarazione di voto.
Sì, arrivo
al voto e dico perché sto
votando, lo devo dire pure al collega Greco.
Sta facendo l’intervento per dichiarazione di voto.
Sì,
arrivo al voto. Volevo dire che voto a favore perché il
presidente Oliverio con le sue argomentazioni ci ha convinti a votare a favore e
desideravo dire al consigliere Greco che,
continuando così, prima o poi il Presidente, non so se gli darà la delega, ma può darsi
pure che, sulla scorta di questa esperienza, gliela faccia sognare!
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
Semplicemente
per dichiarazione di voto, non l’avevo espresso prima. Il mio gruppo, del quale mi onoro di essere il rappresentante, non
ricercando, quindi, deleghe o altro, vota a favore.
Non ho bisogno dei suoi consigli, consigliere Tallini, atteso
che i risultati e la sua solitudine in quest’Aula parlano chiaro rispetto ai
fatti che riferisce. Grazie.
(Interruzione)
No,
già l’ha fatta.
(Interruzione)
No, ha fatto il primo intervento.
(Interruzione)
Ha fatto dichiarazione di voto.
(Interruzione)
Ha detto che il suo gruppo votava a favore.
(Interruzione)
Va beh, non l’ho sentito, non l’abbiamo ascoltato.
(Interruzione)
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’
approvato)
Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in allegato)
Siamo adesso alla proposta di legge numero 8/10^ di iniziativa dei consiglieri Pasqua, Romeo, Sergio, recante: “Modifiche al comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale 21 agosto 2007, numero 18 (Norme in materia di usi civici)”.
La parola al presidente Oliverio.
Rapidissimamente questa è una proroga che si chiede perché la legge sugli usi civici ha previsto l’approvazione di un regolamento da proporre al Consiglio da parte della Giunta che non è stato assunto da parte di quest’ultima. Quindi i comuni, ai quali sono rivolte le domande per la regolarizzazione di alcune proprietà di uso civico, che hanno avanzato richiesta non possono essere presi in considerazione perché manca il regolamento.
Al fine di consentire l’applicazione della legge si propone una proroga. Tutto qui.
Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Solo per dire che condivido la proroga e le finalità. Mi sembra, però, un po’ eccessivo che per fare un regolamento si impieghi o si dia il tempo di un anno.
Mi sembra che un anno per fare un regolamento per
consentire a questi comuni di avere la possibilità di
sanare questi aspetti degli usi civici sia eccessivo.
Sono d’accordo con lo
spirito della legge ma un anno di proroga, perché di un anno si tratta, mi pare
eccessivo. Spero e mi auguro che questo provvedimento sia accompagnato dalla
dizione che oltre questi termini non ce ne siano altri.
Annuncio il voto
favorevole anche a questo provvedimento.
Non essendoci altre
richieste di parola pongo in votazione la legge, articolo per articolo.
Pongo in votazione
l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo
in votazione la legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
Siamo adesso all’ordine del giorno numero 1 di iniziativa del consigliere Aieta “In ordine alla revoca del decreto di soppressione del posto fisso di polizia di Cetraro” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,
premesso che:
negli anni si è rappresentata - a fasi alterne - la volontà di trasferire il Posto Fisso di Polizia di Cetraro (CS) in altro immobile perché ricadente in zona a rischio R4 del PAI dell'Autorità di Bacino Regionale;
il fabbricato non ricade all'interno del perimetro di frana ma nell'area di rispetto della stessa identificata come Buffer Zone di ampiezza pari a 20 metri;
in quella zona sono stati già eseguiti lavori per circa 1 mln di euro al fine di mitigare il rischio idrogeologico e sono state già esperite le procedure di gara ad opera del Commissario Straordinario per l'emergenza idrogeologica in Calabria per ulteriori lavori pari a 800.000 euro al fine di completare i lavori di consolidamento già effettuati;
il Comune, in questi anni, alla luce degli insuccessi nel reperire altro immobile da parte dell'Amministrazione della Polizia di Stato, ha immediatamente manifestato disponibilità ampia a concedere gratuitamente un immobile comunale disponibile qual è quello dell'ex Palazzo di Città, sito in Piazza Gino Iannelli;
nei giorni scorsi si è appreso dalla stampa di un Decreto di Soppressione del Posto Fisso le cui ragioni risiedono proprio nella ubicazione dell'immobile in una zona in frana;
considerato, altresì, che:
non si è tenuto in debito conto della proposta dell'Amministrazione Comunale di Cetraro la quale, più volte, ha ribadito la propria disponibilità a concedere in uso gratuito i locali siti nell'ex Palazzo di Città;
la città di Cetraro (CS) ha registrato negli anni la pervasiva presenza della criminalità organizzata, come le recenti operazioni della DDA di CZ hanno dimostrato.
Impegna
il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, ad intervenire presso le Autorità competenti al fine di scongiurare la soppressione del Posto Fisso della Polizia di Stato di Cetraro (CS).”
Ha chiesto di parlare il consigliere
Tallini. Ne ha facoltà.
Presidente, ci spiegate cosa è questo ordine del giorno? Io non ce l’ho nella cartellina.
(Interruzione)
Possiamo capire di che si tratta, Presidente? C’è il consigliere Aieta?
(Interruzione)
Non si può alzare a dire di che si tratta?
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Si tratta del posto fisso di polizia della città di Cetraro che è stato istituito negli anni ’80, quando in quella città era imperante la recrudescenza della criminalità organizzata, e che oggi con un atto inspiegabile di cui non consociamo le ragioni il Capo della Polizia vuol sopprimere.
A sostegno di questo decreto di soppressione c’è un fabbricato in cui è ubicato il posto fisso di Polizia che è in una buffer zone, in una zona di rispetto, una zona R4.
Il comune di Cetraro, nonostante non fosse di propria competenza ma spettasse all’amministrazione della Polizia di Stato individuare un nuovo immobile, si è fatto avanti per proporre un immobile a titolo gratuito.
Stranamente si è perseverato e si è arrivato ad un decreto di soppressione.
Impegniamo quindi il Presidente della Giunta regionale di farsi carico per intervenire sulle autorità competenti, il Ministero dell’Interno e il Capo della Polizia affinché venga fugato il rischio di lasciare sguarnita una città che ha sofferto tanto per via della criminalità sopprimendo questo posto di Polizia.
Chiediamo la revoca dando mandato al Presidente di chiedere la revoca di questo decreto.
Sono favorevole all’ordine del giorno ma vorrei che il presidente Oliverio ci dicesse, oltre all’impegno che si chiede, cosa si potrà fare concretamente per evitare che questo posto di Polizia venga soppresso. Forse daremmo maggiori elementi al Consiglio regionale per l’approvazione di questo ordine del giorno in un momento in cui in Aula non c’è nemmeno il numero legale.
La parola al presidente Oliverio.
Condivido questo ordine del giorno perché non è una richiesta campanilistica questa e voglio
ricordarlo precisandolo bene. Cetraro è una città che è il simbolo di una
presenza mafiosa, di un contrasto alla presenza della criminalità non solo in
quella città ma in una vasta area che è l’Alto Tirreno Cosentino.
Ha ricordato prima il collega Aieta, che è stato in
questi anni sindaco di quella città, qual è la pervasività e la presenza criminale
in quel territorio.
Non è un caso che il posto di polizia fu istituito a
Cetraro proprio a seguito della tragica vicenda che vide cadere sotto il piombo
della ‘ndrangheta Giovanni Losardo.
E’ chiaro che pur in presenza di un processo di
razionalizzazione e di riorganizzazione anche dei servizi della Polizia noi non
possiamo permettere che in quella città, proprio in quella realtà si dia un
segnale di smantellamento da parte dello Stato.
Quindi non si tratta di un ordine del giorno teso a
garantire una richiesta campanilistica e voglio dirlo subito questo. Ecco
perché sono d’accordo e farò – lo dico al consigliere Tallini – quello che
l’ordine del giorno esplicita: è un impegno a chiedere al Ministero degli
Interni, al viceministro Bubbico e al ministro Alfano di considerare la realtà
di Cetraro per quel che rappresenta in una regione come la nostra; di rivedere
quindi questo provvedimento e di procedere alla revoca del provvedimento.
Farò presente quella che è la volontà del Consiglio
regionale ed è importante che questo ordine del giorno sia votato – mi permetto
di dirlo – all’unanimità perché nell’iniziativa di cui mi fa carico il
Consiglio regionale possa rappresentare con maggiore forza la volontà unanime
del Consiglio regionale della Calabria.
Presidenza del Presidente Antonio Scalzo
Nessuno chiede di parlare pertanto pongo in votazione
l’ordine del giorno come illustrato in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Questo è l’ultimo punto all’ordine del giorno. Non essendoci
altro, dichiaro chiusa la seduta, la prossima seduta di Consiglio sarà
convocata a domicilio.
Ha chiesto
congedo il consigliere Bova.
(E’ concesso)
Sono state presentate
alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Mangialavori – “Integrazione alla legge regionale 7
febbraio 2005, n. 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale
e del Consiglio regionale)” (P.L. n. 5/10^)
Pasqua, Romeo, Sergio – “Proroga del termine di cui
all’art. 2bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello
stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle
competenze regionali e strumenti operativi)” (P.L. n. 6/10^)
Pasqua, Romeo, Sergio – “Modifiche alla legge regionale
16 aprile 2002, n. 19 <Norme per la tutela, governo ed uso del territorio.
Legge urbanistica della Calabria>” (P.L. n. 7/10^)
Pasqua, Romeo, Sergio – “Modifiche al comma 1 dell’art.
27 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi
civici)” (P.L. n. 8/10^)
E’ stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge statutaria di
iniziativa dei consiglieri:
Battaglia, D’Agostino, Irto, Romeo – “Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione
Calabria)” (P.L.S. n. 1/10^)
E’ stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di
iniziativa del Presidente della Giunta regionale, Oliverio:
“Approvazione
del Programma di Governo presentato
dal Presidente della Giunta
regionale (articoli 16, comma 2, lettera a) e 33, comma 4 dello Statuto) (P.P.A. n. 4/10^)
E’ stata
presentata, inoltre, alla Presidenza la
seguente proposta di provvedimento amministrativo
d’Ufficio:
“Elezione
dei tre delegati per l’elezione del Presidente
della Repubblica (art. 83 della Costituzione)” (P.P.A. n. 5/10^)
In data 12
novembre 2014 è pervenuta la deliberazione n. 45/2014 della Corte dei Conti –
Sezione regionale di controllo per la Calabria riguardante la <Relazione sul bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio
finanziario 2014>.
In data 20
novembre 2014 è pervenuta la deliberazione n. 47/2014 della Corte dei Conti –
Sezione regionale di controllo per la Calabria riguardante il <Referto sulle regolarità
della gestione, sull’efficacia ed adeguatezza del sistema dei controlli
interni, ex art. 1, comma 6 DL 174/2012, convertito con modificazioni dalla
legge n. 213/2012>.
In data 13
gennaio 2015, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate
leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 4 del 16 gennaio 2015:
legge regionale 13 gennaio 2015, n. 1, recante: “Variazione al bilancio di
previsione 2014 e del bilancio pluriennale 2014/2016 a seguito dell’approvazione
della legge regionale 16 ottobre
2014, n. 23”;
legge regionale 13 gennaio 2015, n. 2, recante: “Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario
2015 (art. 16 della legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8 – art. 43 del decreto legislativo 118/2011)”;
legge regionale 13 gennaio 2015, n. 3, recante: “Misure per il
contenimento della spesa regionale”;
legge regionale 13 gennaio 2015, n. 4, recante: “Modifiche ed integrazioni
alla legge regionale 11 agosto 2010,
n. 21 <Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al
miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale” (Modificata
ed integrata con le LL.RR. nn. 25/201, 7/2012 e 23/2013). Modifiche al comma 12
dell’art. 6>”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia dei seguenti
decreti del Presidente della Giunta regionale riguardanti variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2014:
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 120 del 17dicembre 2014;
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 121 del 17dicembre 2014;
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 122 del 17dicembre 2014;
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 123 del 17dicembre 2014;
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 124 del 17dicembre 2014;
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 125 del 17dicembre 2014;
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 126 del 17dicembre 2014;
Decreto Presidente Giunta
regionale n. 135 del 17dicembre 2014.
Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
si è venuto
a conoscenza che nella provincia di Reggio Calabria, in particolare nella
fascia jonica della stessa, già durante la fase di campagna elettorale per le
scorse elezioni regionali, circolavano e continuano a circolare tra la
cittadinanza moduli di domanda su carte intestata di "AZIENDA CALABRIA
VERDE - UFFICIO DISTRETTUALE DI REGGIO CALABRIA" (che si allega alla
presente), nei quali si chiede di essere inseriti nell'organizzazione interna
dell'ente "Calabria Verde";
sul sito di
detta Azienda non è presente alcun riferimento a queste domande di inserimento
nell'organizzazione di "Calabria Verde";
essendo
"Calabria Verde" azienda dipendente della Regione Calabria, le
eventuali iniziative di assunzione devono essere pubbliche -:
se è a
conoscenza della suddetta vicenda e quali iniziative intende assumere per
bloccarla e, nell'eventualità "Calabria Verde" abbia necessità di
procedere ad assunzioni, di prevedere un bando pubblico con criteri, requisiti,
tempi di scadenza e modalità certe.
(1;
08.01.2015)
Azienda
Calabria Verde -UFFICIO DISTRETTUALE DI REGGIO
CALABRIA
Via Sbarre
Superiori 42 – 89132 Reggio Calabria
Reggio
Calabria li…………………..
Prot. n.
…………………… Pos. ……………..
Risposta a
nota n. …………… del ……………….
Il
sottoscritto/a ……………………………………………………………… nato/a a ……………………………………………… il
………………………. Residente in via ……………………………. Comune di ……………………………… (…) dichiara di
essere disoccupato/a dal ……………………… a tutt'oggi e
CHIEDE
di essere
inserito/a nell'organizzazione interna dell'Ente "Calabria Verde", istituito
per gestire progetti del .programma Comunitario 2014/2020, che dovrà procedere
alla copertura del fabbisogno conseguente alla cessazione dal servizio dei
personale, assumendo le percentuali in materia di turn over compatibilmente
alle risorse finanziarie.
Il personale
da inserire (maschile o femminile) dovrà essere impiegato nell'amministrativo,
nella prevenzione antincendio boschivo, tutela, conservazione, sorveglianza
idraulica e difesa del suolo, prevenzione e risanamento dei fenomeni di dissesto
idrogeologico anche nelle aree protette.
Allega i
seguenti documenti:
1) Titolo di
studio
2) Attestati
e corsi di formazione
3) Copia
documenti di riconoscimento e codice fiscale.
Data
…………………………..
In fede
Mangialavori. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in Calabria
sono oltre mille i cittadini infettati dal virus dell’epatite o dell’Hiv per
trasfusioni o interventi chirurgici errati;
dal 2001 la competenza
al pagamento di tali indennità è stata assegnata alle Regioni; al pari degli
interessi legali e della rivalutazione monetaria sui ratei maturati e non
riscossi e ciò in virtù di un’evoluzione giurisprudenziale ormai consolidata;
in seguito
ai tagli operati con la cosiddetta spendig review a partire dal dicembre 2011 il Governo ha
decurtato i fondi destinati al pagamento di tali indennità;
la
precedente amministrazione regionale, in una prima fase, ha fatto fronte al
pagamento delle indennità in questione, anche mediante l’utilizzo di fondi
propri di bilancio;
la
situazione adottata non ha risolto la problematica in esame. Tant’è che allo
stato, molti calabresi aventi diritto a percepire le indennità di che trattasi
e/o i relativi onori accessori (interessi e/o rivalutazione monetaria), non
hanno avuto riscontro nei loro diritti;
per molte
persone l’indennità ex lege 210/1992 rappresenta l’unica fonte di sostentamento
e che, per altri, gli oneri accessori a tale indennità rimangono un beneficio
acclarato, normativamente o giudizialmente, ma non soddisfatto concretamente;
la gravità
circa il mancato integrale o parziale pagamento delle spettanze in questione,
si traduce, infatti, per molti calabresi, in un’inaccettabile negazione di un
loro primario diritto;
si rende,
pertanto, non procrastinabile un’attività politico-amministrativa finalizzata
alla rimozione di tale iniquità, per molte famiglie calabresi non più
sostenibile -:
se alla
questione in argomento sia stata data priorità nell’agenda di governo e se si
stata riservata una sollecita, energica e risolutiva trattazione;
se
l’amministrazione regionale abbia già avviato un’utile e concreta iniziativa,
finalizzata a una positiva soluzione della vicenda di che trattasi.
(2;
13.01.2015)
Battaglia. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
Expo Milano 2015 è
una Esposizione Universale
con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna
espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere
attivamente numerosi soggetti attorno ad un tema decisivo: "Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita". Expo Milano
2015 si confronta con il problema del nutrimento dell'uomo e
della terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità
internazionale sulle principali sfide dell'umanità;
Expo
Milano 2015 è un evento di portata mondiale che si caratterizza
per la sua natura corale e fonda il suo successo sul coinvolgimento di tutte le
diverse realtà che ne faranno parte. Come stabilito dalle regole del BIE (Bureau International des Expositions), i Partecipanti alle Esposizioni Universali
si distinguono in Ufficiali e Non Ufficiali: i Partecipanti Ufficiali
sono tutti i Paesi (145) e le Organizzazioni Internazionali (3) che accettano l'invito
inviato dal Governo della Nazione ospitante l'Esposizione; mentre i Partecipanti Non Ufficiali possono essere una pluralità di
soggetti, istituzionali e non, che vengono autorizzati a partecipare
direttamente dall'Organizzatore di ogni singola Esposizione;
data
la rilevanza del tema trattato, nel 2011 il Governo Italiano
ha deciso di invitare ufficialmente tutti i Paesi membri delle
Nazioni Unite e di aprire le porte di Expo Milano 2015 anche alle Organizzazioni della
Società Civile e alle Aziende private in
quanto interlocutori chiave nel dibattito mondiale sulle sfide legate
all'alimentazione e al cibo. Tutti insieme, ma con modalità e target differenti
a seconda del loro ruolo, saranno chiamati ad interpretare e a dare un
contributo concreto al tema di Expo Milano 2015"Nutrire il Pianeta, Energia per la
Vita";
nell'ambito
del descritto quadro strategico ed operativo risulta di particolare importanza
ed opportunità che la Regione Calabria programmi le
necessarie iniziative ed attività con il duplice obiettivo di accreditarsi
nella comunità internazionale quale territorio innovativo capace di contribuire
con riflessioni, idee e proposte al complesso processo di elaborazione della Carta di Milano, nonché alla valorizzazione tematica delle
proprie filiere produttive, culturali, sociali e territoriali coerenti con l'impianto di contenuto che presiede l'imminente Esposizione Internazionale;
l'imminente
avvio di Expo 2015 esige uno sforzo
straordinario in termini di velocizzazione delle procedure amministrative e di
animazione degli stakeholder regionali al fine di non pregiudicare una efficace
presenza della Calabria in occasione di Expo 2015 -:
se ed in che modo è intenzione dell'Amministrazione regionale cogliere quest'importante e strategica opportunità anche per la Regione Calabria e per i soggetti, pubblici e privati, potenzialmente interessati e connessi;
in particolare se è stato formalmente prenotato uno
spazio presso il Padiglione Italia;
se sono state avviate le attività
di progettazione necessarie alla definizione del progetto strategico che dovrà
caratterizzare la presenza della Calabria in Expo 2015;
se sono state avviate le attività
di progettazione necessarie alla definizione del progetto di layout espositivo;
se sono state avviate le attività
di sensibilizzazione, animazione e coinvolgimento delle filiere regionali
produttive, culturali, sociali, territoriali ed istituzionali al fine di
garantire una ampia e corale partecipazione;
se non si ritenga opportuno,
vista l'imminenza e l'urgenza delle scadenze connesse, attivare una Task Force
dedicata a seguire il relativo processo, anche attraverso la costituzione di
una UOA dedicata e la eventuale selezione pubblica di società specializzate.
(3; 20.01.2015)
Art. 1
(Proroga termini)
1.
Ai commi 1 e 2 dell'articolo 2 bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18
le parole "31 dicembre 2014" sono sostituite dalle seguenti: "30
settembre 2015".
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.
Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri
a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
(Modifiche all'articolo 65 della
l.r. 19/02)
1. Al comma 2 dell'articolo 65 le parole "31
gennaio 2015" sono sostituite dalle seguenti "31 dicembre 2015"
.
2. Al comma 2 ter dell'articolo 65 le parole
"31 gennaio 2015" sono sostituite dalle seguenti "31 dicembre
2015".
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non devono
derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
Art. 1
(Modifiche al comma 1,
dell'articolo 27, della l.r. 18/2007)
1. Al comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale
21 agosto 2007, n. 18 le parole: "31 dicembre 2014" sono sostituite
con le parole: "31 dicembre 2015",
Art. 2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non devono
derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo
a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il
Consiglio regionale
premesso
che:
negli
anni si è rappresentata – a fasi alterne – la volontà di trasferire il Posto
Fisso di Polizia di Cetraro (CS) in altro immobile perché ricadente in zona a
rischio R4 del PAI dell’Autorità di Bacino Regionale;
il
fabbricato non ricade all’interno del perimetro di frana ma nell’area di
rispetto della stessa identificata come Buffer Zone di ampiezza pari a 20
metri;
in
quella zona sono stati già eseguiti lavori per circa 1 mln di euro al fine di
mitigare il rischio idrogeologico e sono state già esperite le procedure di
gara ad opera del Commissario Straordinario per l’emergenza idrogeologica in
Calabria per ulteriori lavori pari a 800.000 euro al fine di completare i
lavori di consolidamento già effettuati;
il
Comune, in questi anni, alla luce degli insuccessi nel reperire altro immobile
da parte dell’Amministrazione della Polizia di Stato, ha immediatamente
manifestato disponibilità ampia a concedere gratuitamente un immobile comunale
disponibile qual è quello dell’ex Palazzo di Città, sito in Piazza Gino
Iannelli;
nei
giorni scorsi si è appreso dalla stampa di un Decreto di Soppressione del Posto
Fisso le cui ragioni risiedono proprio nella ubicazione dell’immobile in una
zona in frana;
considerato,
altresì che:
non
si è tenuto in debito conto della proposta dell’Amministrazione Comunale di
Cetraro la quale, più volte, ha ribadito la propria disponibilità a concedere
in uso gratuito i locali siti nell’ex Palazzo di Città;
la
città di Cetraro (CS) ha registrato negli anni la pervasiva presenza della
criminalità organizzata, come le recenti operazioni della DDA di Catanzaro
hanno dimostrato.
Tanto
premesso e considerato
impegna
il
Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso le Autorità competenti
al fine di scongiurare la soppressione del Posto Fisso della Polizia di Stato
di Cetraro (CS).