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X LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

2.

 

SEDUTA DI MARTEDI’ 20 GENNAIO 2015

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONIO SCALZO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO

 

 

Presidenza del Presidente Antonio Scalzo

La seduta inizia alle 16,50

PRESIDENTE

La seduta è aperta, si dia lettura del verbale della seduta precedente.

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

NERI Giuseppe, Segretario Questore

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

In ordine all’attentato al mensile Charlie Hebdo e alla liberazione della cooperanti italiane rapite in Siria

PRESIDENTE

Avverto l’esigenza di invitare l’Aula a soffermarsi - non essendocene stata prima l’occasione – su due eventi che hanno alla radice la stessa causa: il terrorismo e la paura che sta seminando in tutto il mondo.

Esprimo soddisfazione per la liberazione di Vanessa e Greta, le due ragazze rapite in Siria nel luglio scorso. E’ una buona notizia per l’Italia e per la Calabria; un particolare motivo di gioia per la nostra regione poiché Vanessa Marzullo è di origini cosentine.

A nome dell’intero Consiglio regionale ci uniamo alle famiglie delle nostre cooperanti e rivolgiamo un ringraziamento al Governo italiano che ha reso possibile un risultato che abbiamo sperato per lunghi mesi.

Per quanto riguarda la strage compiuta a Parigi, il 7 gennaio scorso, nella redazione del periodico Charlie Hebdo, nell’immediatezza, interpretando i sentimenti dell’intero Consiglio regionale, ho espresso la più profonda ed incondizionata riprovazione.

Vi chiedo, oggi, di osservare un minuto di silenzio per ricordare le vittime del fondamentalismo islamico, nella speranza, come ha auspicato Papa Francesco, che anche in questi momenti drammatici prevalga la logica del dialogo e ci si opponga con ogni mezzo al diffondersi dell’odio e di ogni forma di violenza fisica e morale.

(I consiglieri ed i presenti in piedi osservano un minuto di silenzio)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Prima di iniziare vorrei esprimere la mia opinione su ciò che è accaduto questa notte, questa mattina.

Abbiamo visto tutti, oggi, la frase scritta sul cavalcavia all’entrata di Reggio Calabria: “Oliverio nemico di Reggio”. Francamente, per un istante, questo ci ha evocato altri momenti difficili che per fortuna la Calabria si è lasciata ormai alle spalle.

La ritengo una frase ingiuriosa e del tutto fuori luogo, non solo nei confronti del Presidente della Regione, cui va la mia solidarietà, ma di tutti noi che abbiamo esclusivamente l’obiettivo di rendere efficiente la Regione.

A chi l’ha scritta e a tutti coloro che leggendola la collegano al dibattito politico del momento, è il caso di far sapere pubblicamente che l’intenzione non è quella di penalizzare nessuno, ma di restituire la Regione ai calabresi, rendendola funzionale attraverso la rimozione di inefficienze e doppioni.

Passiamo adesso al primo punto all’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito democratico)

Signor Presidente, le chiedo di integrare l’ordine del giorno con un punto relativo alla revoca del decreto di soppressione del posto fisso della Polizia di Stato di Cetraro. Un posto fisso inaugurato 20 anni fa, quando nella città di Cetraro si registrava una recrudescenza malavitosa costata la vita a 13 persone, per il quale, inspiegabilmente, adducendo ragioni relative all’immobile che si trova in un’area a rischio R4, il capo della Polizia ha decretato la soppressione.

Chiedo che il Consiglio – sperando all’unanimità – impegni il Presidente della Giunta regionale ad intervenire con le autorità competenti per scongiurare la chiusura del posto fisso di Cetraro, sarebbe un arretramento delle istituzioni democratiche in questa città che ha fatto tanto negli ultimi anni per risalire la china. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Aieta.

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno come richiesto dal consigliere Aieta.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Approvazione del Programma di Governo (art. 33, comma 4 Statuto)

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno riguarda l’approvazione del Programma di Governo - articolo 33, comma 4 dello Statuto.

La parola al Presidente della Giunta regionale.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, colleghi consiglieri, mi permetto di chiedere su questo punto un aggiornamento per una semplice ragione: ritengo che le dichiarazioni programmatiche meritino una seduta ad hoc del Consiglio regionale.

Avrei fatto presto a consegnare il programma che ho presentato agli elettori e che è sulla rete, ma ritengo che il Consiglio regionale debba essere la sede di un approfondimento, attraverso un confronto aperto, per definire le priorità del programma più largo che abbiamo presentato agli elettori e sul quale abbiamo ottenuto un vasto consenso.

E’ giusto che anche per dare dignità ad un argomento, che è centrale perché è alla base dell’azione di governo, non si liquidi con superficialità o con affastellamento di altri punti, pure importanti, all’ordine del giorno.

Lo dico perché sono profondamente convinto di ciò. Ritengo che il Consiglio regionale, a partire dal confronto sul programma che si pone a base dell’azione di governo, debba qualificare il suo ruolo di organo centrale nel governo dei problemi della nostra regione, appunto.

Per questa ragione chiedo l’aggiornamento ad una seduta che si può concordare, ma che chiedo sia esclusivamente dedicata alle dichiarazioni programmatiche ed al confronto sulle stesse.

PRESIDENTE

Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, prima di introdurre il punto successivo relativo alla nomina di tre consiglieri regionali della Calabria, vorrei rivolgere i più deferenti saluti di quest’Aula di democrazia al presidente Giorgio Napolitano, auspicando che il suo successore sappia essere il giusto erede di un Presidente che ha saputo meritarsi l’apprezzamento di tutti i cittadini, il consenso e la stima di Capi di Stato e il riconoscimento generale per aver, nel corso del suo mandato, operato sempre per il bene del Paese.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Presidente, dovrebbe mettere ai voti la proposta del presidente Oliverio rispetto al rinvio. Chiedo scusa, ma è un suo adempimento.

PRESIDENTE

Prima di passare al secondo punto all’ordine del giorno, pongo in votazione la proposta di rinvio del primo punto all’ordine del giorno avanzata dal Presidente della Giunta regionale.

(Il Consiglio approva a maggioranza)

Proposta di legge statutaria n. 1/10^ di iniziativa dei consiglieri Battaglia, D’Agostino, Irto, Romeo, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” - Seguito

PRESIDENTE

Siamo alla proposta di legge statutaria numero 1/10^ di iniziativa dei consiglieri Battaglia, D’Agostino, Irto, Romeo, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, numero 25 (Statuto della Regione Calabria)”.

Le modifiche proposte intendono agire sulle attuali previsioni statutarie in ordine alla organizzazione della Giunta regionale che, nel limitare le funzioni dallo stesso Statuto attribuite al Presidente eletto direttamente dai cittadini, impongono la scelta dei componenti dell’organo esecutivo limitando a tre il numero degli assessori “esterni”.

Le stesse modifiche introducono la figura del “consigliere delegato”, cui il Presidente potrà attribuire specifici compiti, nella consapevolezza che il numero dei componenti della Giunta (fissato attualmente in sei) potrà essere insufficiente per seguire con maggiore incisività materie di particolare interesse, sia pure per tempo limitato.

Detta figura non comporterà alcuna spesa aggiuntiva, essendo espressamente previsto che l’esercizio delle delega non dà luogo ad alcuna indennità né alla istituzione di strutture speciali di collaborazione.

Il Consigliere delegato potrà partecipare alle sedute di Giunta, ove si discuta di questioni attinenti alle attività delegate, ma senza diritto di voto.

Viene abrogata, infine, la previsione sul “consigliere supplente”, peraltro oggetto di impugnativa del Governo davanti alla Corte Costituzionale, che – secondo l’attuale formulazione – prende il posto del consigliere nominato assessore.

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, ho preso spunto per questo mio intervento dalla dichiarazione dei segretari regionali dei maggiori sindacati calabresi che hanno lanciato l’allarme – fino a qualche giorno fa – per i tempi lunghi della politica rispetto alle emergenze calabresi.

Se anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali lamentano uno stato di stallo nella politica regionale credo che nessuno possa poi accusare l’opposizione di strumentalizzazione, a meno che il presidente Oliverio non voglia venir meno alla sua storia politica negando, come ha già fatto il presidente Renzi a livello nazionale, ogni riconoscimento al movimento sindacale.

Ci saremmo aspettati nella seduta odierna la doverosa presentazione della sua squadra di governo e del documento programmatico.

Sono passati due mesi dal voto e quasi un mese e mezzo dalla sua proclamazione ed ancora la Calabria è in attesa che un governo legittimato dal voto si metta al lavoro per superare emergenze ed affrontare i problemi della Calabria.

Mai nella storia del regionalismo calabrese si era arrivati a tanto, nemmeno nella famigerata epoca della prima Repubblica quando democristiani e socialisti cambiavano Giunte regionali come se cambiassero vestiti.

La paralisi politica e istituzionale che attraversa oggi la Regione non ha giustificazione alcuna. Nemmeno le palesi lotte intestine tra le varie correnti del Partito democratico possono spiegare quel che sta succedendo oggi in Calabria.

Il suo “tirare a campare” - purtroppo a pochi mesi è amaro anche usare questo termine - presidente Oliverio, somiglia molto a quello del Governo Letta che pensava solo di rinviare tutti i problemi e di attendere tempi migliori. Può attendere la Calabria? Lo dica sinceramente, presidente Oliverio. Lei ha vinto nettamente le elezioni e questo elemento dovrebbe metterla in una condizione di forza assoluta e sganciarla da ogni forma di condizionamento.

Perché, allora, non scioglie le riserve? Ho una mia personale visione e convinzione che sicuramente non le piacerà. La tattica del rinvio serve a coprire l’assoluta mancanza di un progetto politico e programmatico e l’altrettanto assoluta mancanza di idee. Saremo qui nei prossimi giorni ed io, tutto sommato, accetto pure le motivazioni, ci siamo astenuti sul rinvio delle dichiarazioni programmatiche per aspettare le grandi, geniali e rivoluzionarie idee che il presidente Oliverio vorrà rassegnare all’interno di quest’Aula.

Aspetteremo idee chiare su come affrontare le emergenze e, non me ne voglia presidente Oliverio, ma vedo una sconcertante similitudine con la pur breve esperienza nazionale del presidente Renzi: entrambi avete seppellito l’opinione pubblica sotto una valanga di proclami e di promesse senza aver risolto nemmeno uno dei problemi.

Ma, mentre Renzi ha goduto dell’effetto di una luna di miele che è durata quasi un anno - ad oggi tutti i sondaggi lo danno in caduta libera –, lei è riuscito a deludere i calabresi ancor prima di iniziare.

Noi ancora non sappiamo qual è la sua idea di Calabria, cosa intende fare per valorizzare turismo, agricoltura, per creare occupazione e lavoro. Non sappiamo qual è la sua idea di sanità, non sappiamo cosa intende fare sul piano della programmazione comunitaria.

Lei, presidente Oliverio, aveva annunciato una grande riforma istituzionale attraverso proclami e dichiarazioni, alcuni annunciati e poi ritirati anche in quest’Aula come quella della incompatibilità dei consiglieri regionali e quella di carica dell’assessore regionale. Ma arriva a questo Consiglio con una riformicchia dello Statuto studiata solo per risolvere i problemi di equilibri interni al Partito democratico e svuotare di funzioni i poteri di questo Consiglio regionale.

Se avessimo proposto noi una riforma del genere la Calabria cosiddetta democratica avrebbe fatto le barricate e gridato al golpe.

Ma vediamo la riforma che questa maggioranza, e lei Presidente, ci pone e ci propone come una riforma rivoluzionaria, quella che dovrebbe cambiare tutto.

L’accorpamento dei ruoli e dei bilanci di Giunta e Consiglio regionale è un chiaro attacco agli equilibri istituzionali di questa Regione che nessuno, finora, si era mai sognato di mettere in discussione.

Lo dico da catanzarese. La sede dell’Assemblea regionale è nel pieno delle sue autonomie funzionali e deve rimanere a Reggio, città che per storia e funzioni merita di essere una delle due gambe istituzionali di una regione difficile come la Calabria.

Nessuno tocchi Reggio Calabria e nessuno tocchi l’autonomia del Consiglio regionale minacciata da proposte affrettate e non ponderate che hanno ricevuto valutazione negativa anche dai sindacati. Colgo l’occasione anche per associarmi alle parole del Presidente del Consiglio quando ha voluto ricordare uno striscione che non aiuta ad unire la Calabria ma aiuta a dividere, così come divide la proposta di separare i calabresi, attraverso la modifica dell’articolo 23, senza alcun dibattito e senza alcuna motivazione alla base.

L’invenzione del consigliere delegato finalizzata a dare un contentino ai consiglieri regionali di un’Aula che palesemente si intende svuotare di ruoli e di funzioni si fa beffa della figura del sottosegretario. Cosa abbiamo inventato? Ci sono già i sottosegretari, ci sono già i consiglieri delegati e forse il presidente Oliverio avrebbe potuto apprenderlo dal suo amico Morrone che è cosentino come lui.

Possibile che non sappia che Morrone aveva una delega dal presidente Scopelliti nella gestione di un settore ben determinato della Regione?

Si fa una beffa, comunque, della figura del sottosegretario, criticabile quanto si vuole, ma che aveva un chiaro profilo istituzionale e non violava lo Statuto né la Costituzione.

L’Assemblea legislativa, infatti, ha poteri legislativi e di controllo sull’Esecutivo. Ma se un consigliere regionale fosse coinvolto direttamente nella gestione oppure sotto la rigida supervisione del Presidente è evidente anche alle pietre che controllato e controllore coinciderebbero.

Sto per concludere.

Con tutto ciò che ne discende. Si aggiunga che lo svilimento delle prerogative del Consiglio regionale, attraverso la modifica dell’articolo 23 che immediatamente lo pone alle direttive del Presidente, determinerà il risultato di trasformarlo in un’Aula– come ho avuto modo di definire sorda e grigia - chiamata a ratificare le scelte del Presidente senza alcuna capacità di proporre una proposta legislativa.

E’ questa l’idea di Calabria che ci propone presidente Oliverio? Troppo poco davvero. Nessuno di noi dell’opposizione – almeno io – si sogna di chiedere le sue dimissioni, assolutamente. La vastità della sua vittoria elettorale la conosciamo. Le consegna però una responsabilità di lungo respiro. Aspettiamo di conoscere la formazione della Giunta nell’augurio che ciò possa avvenire prima dell’estate in modo da poterci confrontare con l’assessore al turismo.

Abbiamo appreso che la formazione della Giunta è anche probabilmente legata ad un rimpasto di governo. Questa legislatura è avvenuta con un voto trasversale che ha minato alla base e creato un vulnus della democrazia all’interno di quest’Aula nel rapporto corretto, leale e trasparente e alla luce del sole tra una maggioranza che vuole governare ed ha diritto di governare ma deve avere rispetto di una minoranza che, seppur alle prese con i propri problemi, deve essere rispettata e così non è stato.

Abbiamo appreso che la formazione della Giunta è anche legata al rimpasto di governo. Come dicevo prima la Forza Italia che rappresento voterà contro il suo programma di governo - che peraltro, nessuno conosce - e contro la riformicchia dello Statuto.

Le assicuro, però, una opposizione leale ma intransigente e dura, senza trasversalismi e senza inciuci, essendo noi gli unici a cui l’elettorato ha affidato questo delicato compito fondamentale in ogni democrazia. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito democratico)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di modifica statutaria illustrata dal presidente Scalzo punta a consentire al Presidente della Giunta, così come accade in tutta Italia, di poter formare la propria Giunta secondo le competenze, le sensibilità, le specificità che egli riterrà opportuno coinvolgere nella sua azione di governo. Questo è.

Noi, oggi, insieme ai colleghi Battaglia, Irto e D’Agostino, abbiamo inteso proporre alcuni punti affinché ciò potesse avvenire, ivi inclusa la questione del consigliere delegato, che non va vista come un’incursione del Presidente della Giunta, ma come il tentativo, la volontà – se volete – di coinvolgere esponenti, consiglieri regionali di questo Consiglio nell’impegno per la Calabria a seguire alcuni temi di specifica e particolare importanza, seppur in un periodo limitato di tempo; naturalmente tutto questo partecipando alle Giunte, allorquando queste tratteranno dei temi seguiti dal consigliere delegato, senza appesantire la spesa regionale, quindi senza l’istituzione di collaborazioni speciali e particolari o strutture o esterni e così via.

All’interno di questa proposta di legge statutaria, personalmente – e la Presidenza è già in possesso di questa mia intenzione emendatrice – ho ritenuto di dover cogliere un ulteriore aspetto, che sarà discusso al secondo articolo, che è questo: la Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiore a sette, di cui uno assume la carica di Vicepresidente. Perché? Voi sapete che le Giunte regionali devono essere composte da un numero massimo pari ad un quinto dei Consigli regionali. Il Piemonte e l’Umbria hanno fatto in questo caso da apripista. Il quinto va calcolato secondo una composizione del Consiglio che include tra i consiglieri regionali anche il Presidente. Esempio: in Piemonte 50 consiglieri più il Presidente, 51, gli assessori diventano 11. Perché? Perché viene arrotondata la frazione di 1 fatta la suddivisione.

Voglio essere più preciso. C’è un decreto legge, il numero 138 del 13 agosto 2011, convertito con la legge 148 del 14 settembre 2011, che al comma b) dice espressamente: “Il numero massimo degli assessori regionali sia pari o inferiore ad un quinto del numero dei componenti del Consiglio regionale con arrotondamento all’unità superiore”. Da questo noi deduciamo, collega Mirabello, che la Giunta regionale della Calabria potrà essere composta da un numero di assessori non superiore a sette, di cui uno assume la carica di Vicepresidente.

Questo è l’emendamento che andremo a discutere e che chiedo ai colleghi di approvare all’articolo 2.

Per il resto, penso che il Consiglio regionale debba cominciare ad occuparsi seriamente delle questioni che riguardano la Calabria. Non credo che sia né utile né opportuno assistere in ogni seduta a critiche pretestuose, infondate, pregiudizievoli che non si fondano sulla realtà.

Intanto, ha fatto bene il presidente Scalzo ad esprimere solidarietà al presidente Oliverio per l’indegno attacco ricevuto stamattina con una scritta indecorosa sul cavalcavia dell’autostrada che attraversa Reggio Calabria all’altezza di Gallico. Nessuno può pensare e nessuno pensi di riportare la nostra città agli anni ’70, perché quegli anni bui ne hanno minato la crescita e perché nessuno ne sente il bisogno e la necessità.

Non siamo di fronte a nessun attacco all’autonomia e al prestigio né del Consiglio regionale né della città di Reggio, la quale è stata stuprata – in quel caso sì – dai nemici di Reggio e ancora sta pagando e pagherà, purtroppo, per almeno vent’anni le conseguenze del malgoverno del centro-destra. Quelli sono stati i nemici della città di Reggio Calabria, non il presidente Oliverio, che questo Consiglio regionale e questa maggioranza, che è in sinergia con il sindaco Falcomatà, che ha avuto un largo mandato rispetto a una svolta necessaria e individuata come tale dagli elettori reggini, lavoreranno a ricostruire e a riportare Reggio fuori dalle macerie nelle quali è stata precipitata dal malgoverno del centro-destra.

Almeno si taccia e la si smetta, dunque, con la pretesa di dare improbabili lezioni a questo Consiglio e a questa maggioranza. Se si può, se si vuole, si lavori tutti insieme nell’interesse del bene comune, naturalmente esprimendo ciascuno le proprie diverse opinioni, ma smettiamola con pregiudizi e con attacchi improbabili, perché la Calabria ha bisogno di produzione legislativa, di impegno sulle questioni e di confronto fecondo.

Non penso – l’ho già detto pubblicamente – che la prima seduta sia stata un pessimo inizio. La prima seduta è stata un ottimo inizio, perché abbiamo eletto in prima battuta il Presidente del Consiglio regionale e l’Ufficio di Presidenza, non abbiamo fatto nessun inciucio, tant’è che le minoranze, per come la legge e lo Statuto prevedono, hanno la loro rappresentanza in Ufficio di Presidenza. Semmai, i consiglieri regionali si sono espressi nel segreto dell’urna, dando un giudizio sulle persone, ma questo è un giudizio sulle persone, non è un inciucio e ciascuno accetti l’esito di questo voto.

Detto questo, presidente Oliverio, ha fatto bene a chiedere una seduta unica, anche due, per discutere del mandato e del mandato di governo, perché non è un fatto né rituale né formale; dovremo discutere per partecipare con tutte le categorie, con tutte le persone, con i cittadini quella che sarà la svolta per la nostra Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Forza Italia)

Intervengo su questo punto per porgere innanzitutto al presidente Oliverio la mia solidarietà; penso che non si possano spostare indietro le lancette degli orologi, non ci sono, anche rispetto al ruolo che le istituzioni sono chiamate a svolgere nella rappresentanza, amici di nessuno. Presidente, le dico che in funzione del mio ruolo, che è il ruolo di minoranza e di opposizione a seconda di come lo si voglia vedere, farò di tutto per far sì che nessuno le manchi di rispetto; però, ricevere critiche non deve essere neanche, al contrario, considerata lesa maestà, perché in queste ore abbiamo visto, rispetto a una legittima impostazione di dialettica interna, di un gruppo o di più gruppi di minoranze che si vanno componendo, quasi un attacco.

Lei è stato chiamato a governare ma alla minoranza è consentito fare una legittima critica, perché ripeto che bene ha fatto il collega Tallini a sottolineare che la critica di oggi è di tutto un intero corpo sociale, economico, la Regione, i sindacati, le imprese e quant’altro; a noi appare evidente e ci piaceva sottolinearlo anche con un voto contrario motivato. Ricordo le polemiche di questi anni difficili, in cui alla maggioranza precedente sono toccate tante scelte impopolari, tante incompiute, tante cose irrisolte. Vivaddio lei ha vinto e deve governare per i cinque anni che sono stati assegnati.

Ricordo anche la scelta per quanto riguarda la previsione dei consiglieri supplenti che avevano, nell’ambito della visione del legislatore della scorsa legislatura, lo scopo di non far mancare un’intera ala che si riduce fortemente, riduce la rappresentanza, la garanzia di funzionamento delle Commissioni e quant’altro.

Lei, oggi, si presenta anche rinviando le linee programmatiche, che sono il tema di confronto dove – se vuole – la minoranza può dare anche spunto e rinvia anche queste; lei si presenta e, anziché stare sui problemi dei calabresi e da subito nominare in modo legittimo e autorevole, con grande autorevolezza, gli assessori che devono districare materie complicate che vanno dalla delega alla sanità, ai trasporti, ai rifiuti e quant’altro, ancora oggi chiede l’ennesimo rinvio, per fare che cosa? Per modificare lo Statuto e andare a modificare gli equilibri, evidentemente – l’abbiamo visto sia nel voto in cui è stata mortificata in parte la minoranza, ma penso anche di questa maggioranza che non è nemmeno un numero folto – e passare da sei assessori a sette.

Non deve considerarla, appunto, lesa maestà, e le ripeto, noi ci batteremo perché nessuno – e questo lo si fa restituendo autorevolezza alla politica, alle istituzioni – manchi di rispetto al Presidente della Regione Calabria, che oggi è Mario Oliverio, ed alla sua futura Giunta che attendiamo.

Quindi, Presidente, né lei né il suo segretario politico – tra l’altro è la prima volta che vedo un segretario politico dirigere i lavori in un’Aula - potete considerare le nostre critiche, che partono da oggi e che ci vedranno fermi nei prossimi cinque anni, quale lesa maestà. Ci perdoni. Non siamo noi che siamo impazziti! Noi vogliamo riconoscere la sua forte autorevolezza anche del consenso popolare, però la critica, almeno quella lasciatecela! A noi qui sembra che si modifichi lo Statuto per passare da sei a sette assessori, questo è quello che si certifica.

Vanno bene alcuni emendamenti che vanno nella direzione di cui abbiamo sentito parlare molte volte all’esterno e relativi alla rappresentanza di genere. Almeno questo! Ci potete togliere tutto, ma almeno questo, il diritto di una sana critica che non è lesa maestà non ce lo toglierà mai nessuno. Vale per oggi e varrà per i prossimi cinque anni.

Poi, come le ho detto anche in privato nei giorni scorsi, alcuni miei amici mi hanno evidenziato “sai, parlavi con Oliverio”, le ripeto pubblicamente quello che le ho detto in privato: penso sinceramente, Presidente, che, visto il solco di scelte impopolari che sono toccate alla scorsa legislatura, a cui i calabresi non erano abituati, arrivare a dire “guardate, ci sono un tot di ospedali che dobbiamo chiudere, un tot di linee e dobbiamo razionalizzarle” equivale ad assumersi scelte impopolari rispetto alle quali forse anche si è perso, al di là della qualità dell’azione in alcuni settori; per cui se abbiamo meritato questo grado di giudizio, è giusto così, vale in democrazia.

Ribadisco, però, che non sarà semplice e lei anche nel rapporto con la minoranza è partito malissimo. Potenzialmente lei potrebbe essere, secondo me – e non perché sono cosentino, per cui riaffermo con forza eventuali attacchi – il miglior Presidente che da quarant’anni c’è stato in questa Regione, ma solo se decide di diventarlo; lei potrebbe – e soprattutto con un ruolo di sottorappresentanza, perché 30 consiglieri sono pochi e quindi dovranno contare molto di più gli enti locali, gli enti intermedi e quant’altro – fare scelte accelerate, andare a continuare quelle giuste riforme e criticare quelle che non ci sono state, quindi andare ad accelerare e recuperare credibilità, perché se andate all’esterno, non so se qualcuno di voi ha cambiato il numero di cellulare, come spesso accade, vedo tanti volti giovani che conosco anche dall’altra parte e spero di no, ma il malessere monta ancora di più e l’emergenza e l’urgenza è di partire.

A lei potrà, anche da questi banchi, essere riconosciuto un ruolo propulsivo e noi ne saremo felici da calabresi, ma da questi banchi in queste ore e anche per il futuro, alla luce di questo ritardo anomalo, inconsueto, fuori luogo – mi lasci utilizzare un termine forte – troverà sicuramente una critica che non deve essere necessariamente intesa quale lesa maestà.

Quindi esprimo il voto contrario su queste modifiche, fatte salve alcune, auspicando un utilizzo intelligente delle risorse. La figura del consigliere delegato è stata utilizzata anche dal precedente esecutivo e non serve istituzionalizzare una delega a un consigliere. Non vorremmo che questo riempisse la sala della Giunta e si passasse da sei, oggi scopriamo a sette, magari a dodici! Quindi il consigliere delegato si può utilizzare senza apportare modifiche allo Statuto.

Questo è il voto contrario motivato per dire che non ci sono ragioni pregiudiziali, ma motivazioni politiche.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa delle libertà)

E’ il primo intervento che tengo in quest’Aula nella qualità di consigliere regionale, quindi non posso certamente non rivolgere al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta, ai colleghi consiglieri, ai componenti dell’Ufficio di Presidenza, ai rappresentanti dei vari gruppi, agli organi di stampa e a tutti i dipendenti di questo Consiglio regionale gli auguri di un buon lavoro pro interesse Calabria.

Ringrazio, ovviamente, i colleghi Mangialavori e Graziano per aver voluto indicare nella mia persona il rappresentante del gruppo della Casa delle libertà, sicuramente un ruolo che mi inorgoglisce, ma che mi riempie anche di grande soddisfazione. Ci tenevo, chiaramente, a ringraziarli per la fiducia accordatami.

Avrei certamente voluto, Presidente, salutare e augurare a loro anche gli auguri di un buon lavoro – e mi riferisco ai componenti della Giunta – però, purtroppo, questo oggi non lo possiamo fare. Questo ci dispiace, perché le aspettative dei concittadini, della collettività calabrese sono tanti, i problemi da aggredire sono veramente grandi e tanti e la Calabria, Presidente, non può più aspettare.

Non glielo chiediamo noi che siamo ai banchi dell’opposizione, ma glielo chiedono i calabresi di fare fretta e di velocizzare nella formazione di questo Esecutivo, con il quale ci auguriamo di poter in maniera anche sinergica collaborare ed individuare assieme quelle che potrebbero essere le soluzioni – ribadisco – per aggredire immediatamente le problematiche, soprattutto in quei settori strategici e vitali per la nostra terra.

Certamente, Presidente, non posso, a nome e per conto anche della Casa delle libertà, esprimere tutta la solidarietà per l’accaduto odierno, certamente un atto vile che va condannato e fortemente. Noi condanniamo fortemente questo atto che certamente non dà anche un buon auspicio al futuro di questa Assemblea, per questo noi le siamo vicini e le esprimiamo tutta la solidarietà.

L’accaduto, però, credo che necessiti una riflessione comune, serena, pacata, perché forse ci dovremmo domandare se quest’atto accaduto - che noi, ribadisco, condanniamo fortemente - non sia il frutto, non sia stato quindi generato da una sorta di allarmismo creato magari da lei e dalla sua maggioranza con il colpo di mano effettuato nella precedente seduta – e chiaramente mi riferisco a quella di insediamento, dove, compreso il sottoscritto, eravamo un po’ tutti distratti, presi un po’ dall’entusiasmo, a salutare parenti ed amici – in cui siamo stati un po’ ingannati.

Sulla questione, Presidente, credo che vada fatta una riflessione molto seria, molto pacata – ribadisco – perché la maggioranza ha approvato una legge di principio priva di riscontri concreti, in quanto non è provato il contenimento della spesa, non è provato il dispendio economico.

Quindi, Presidente, ci si domanda realmente e concretamente se tale modifica sia da ritenere necessaria e funzionale all’obiettivo di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica, non solo ovviamente per questioni attinenti a dati economici che ad oggi, dinanzi a questa Assemblea, non risultano acclarati da alcun documento economico – non v’è prova alcuna, infatti, che tale modifica porti un risparmio economico e che l’attuale gestione separata dei ruoli del personale comporti un esborso economico eccessivo – ma anche in merito a questioni pratiche, Presidente, è necessario che ci sia un’attenta riflessione, perché comunque è una ricaduta su un corretto e produttivo svolgimento dei compiti attribuiti al Consiglio regionale in base alla suddivisione dei poteri così costituzionalmente previsto.

Alla luce della suddivisione costituzionalmente garantita dei poteri tra Consiglio e Giunta regionale, è ovvio, nonché necessario, che vi sia una netta distinzione e suddivisione tra le professionalità contrattualizzate da ciascun organo. Tale principio è acclarato a livello nazionale – è un dato indubbio – in base al quale solo quattro Regioni d’Italia, di cui due a Statuto speciale, utilizzano la gestione del ruolo unico del personale.

In ciò la Regione Calabria è stata già precorritrice dei tempi, adottando la legge della separazione dei ruoli nel bel lontano 1991, Presidente, la legge regionale numero 5 dello stesso anno “Istituzione del ruolo del personale del Consiglio regionale della Calabria”.

Presidente, per quanto concerne il quarto comma dello stesso articolo della legge approvata nella scorsa seduta, noi siamo d’accordo, però io ufficialmente – e le chiedo solo per un attimo la sua attenzione – le chiedo, a nome e per conto del gruppo che rappresento, un immediato tavolo tecnico-istituzionale alla presenza delle sigle sindacali, dei rappresentanti dei gruppi consiliari e, ovviamente, dei componenti l’Ufficio di Presidenza, per cercare in tutta serenità e pacatezza di chiarire quanto appena detto.

Se così non sarà, Presidente, le annuncio che io, assieme ai colleghi della Casa delle libertà, domattina presenteremo una proposta di legge con l’obiettivo di abrogare ciò che voi avete approvato.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Signor Presidente, colleghi del Consiglio, nella mia storia politica e amministrativa due cose mi hanno sempre appassionato: svolgere il ruolo della opposizione e poi il cosiddetto tema libero e devo dire che nessuno dei due mi è mai riuscito. Non sono mai stato all’opposizione né come consigliere comunale né come sindaco neanche, poi, in Provincia né oggi in Regione e poi mi sono sempre sforzato di non lasciarmi trascinare dalla libera discussione che nella maggior parte dei casi nulla aveva a che fare con i punti all’ordine del giorno.

Così oggi noi stiamo discutendo – a sentire gli interventi che mi hanno preceduto – di quella che è la modifica dello Statuto, dei punti che l’Ufficio di Presidenza ha voluto modificare e sottoporre alla discussione di questo Consiglio e non, viceversa, come qualcuno ha fatto credere, di altre tematiche e discussioni che nulla hanno a che fare con questo punto all’ordine del giorno.

Voglio tentare allora di rimanere in quest’alveo.

Intanto, voglio rivolgermi al consigliere Tallini – non alla persona ma al politico – novello “Grillo” della Calabria per i toni trionfalistici con cui viene e arringa quest’Aula e soprattutto per come, nella mistificazione, parla di alcune scelte che ha maturato questo Consiglio e nella fattispecie il presidente Oliverio.

Devo dire al presidente Oliverio che ha fatto bene a verificare lo stato comatoso della Calabria prima di coinvolgere altri uomini delle istituzioni in una difficile avventura che era quella di farla uscire dalla palude in cui taluni personaggi l’avevano portata. Quindi, al presidente Oliverio va riconosciuto grande senso di responsabilità, di conoscenza e la capacità dimostrata in questi giorni, vedendolo al lavoro andare nelle viscere dei problemi che attanagliano la Calabria per poi arrivare in quest’Aula e proporre la Giunta ma avendo il quadro chiaro.

Mi fa specie che qualcuno oggi si meravigli del fatto che il punto sulla discussione delle linee programmatiche sia stato rinviato. Le linee programmatiche rappresentano il programma con il quale questa maggioranza si è presentata agli elettori ed ha vinto.

E la motivazione forte per cui oggi noi votiamo un rinvio va nella direzione di un Presidente che in questi giorni ha lavorato alla conoscenza per migliorare, per portare all’esame del Consiglio non soltanto il programma elettorale ma per offrire all’opposizione – caro consigliere Orsomarso – la possibilità di un ruolo, di una visione che è una visione altra, di quella opposizione che io e noi da sempre valorizziamo. Una visione molto cara citando Voltaire quando dice “io ti sono avverso e fieramente avverso la tua idea ma sono disposto a donare il mio sangue purché tu possa manifestare”.

Però questa idea deve avere una contezza e non può essere soltanto il patrimonio di un programma elettorale che i cittadini ed i calabresi conoscono ma deve, viceversa, essere integrata con la realtà dei fatti, con quello che realmente è questa terra nelle sue emergenze, nelle sue tante difficoltà.

Allora, non siamo stati con le mani in mano: abbiamo lavorato, abbiamo approfondito e tentato di capire insieme al Presidente, tutto il Consiglio, le varie problematiche, da quella dei lavoratori a quella dei rifiuti, dalle tante scadenze che abbiamo perché negli anni non è stata fatta una programmazione.

Mi fa specie che alcuni sindacati si preoccupino della Giunta e non del lavoro che in questi due mesi il presidente Oliverio ha fatto insieme al Consiglio e ai tanti consiglieri.

Mi fa specie quando si usa la demagogia e si ha il privilegio di essere all’opposizione per poter gridare e urlare sulla qualunque senza aver contezza e concretezza.

Non capisco, consigliere Orsomarso, quando dice: io non voto questi punti; quando dice: io non voto le modifiche allo Statuto così come proposto per una ragione semplicissima e cioè perché il consigliere delegato era già nei fatti; non voler votare oggi l’inserimento nello Statuto di una figura che veniva utilizzata illegittimamente mi sembra contraddittorio.

Due: il consigliere supplente. E’ abominevole quel che è stato fatto sul consigliere supplente sapendo che, addirittura, è pendente presso la Corte costituzionale un ricorso per cui oggi quella norma neanche sarebbe in vigore.

Eliminare oggi una stortura ed una discrasia è compito precipuo di questa maggioranza e di questo Consiglio.

Poi sui vincoli: elezione diretta del Presidente della Giunta e del Consiglio. Il Presidente della Giunta, rispondendo direttamente al popolo, non può avere vincoli. Non v’è dubbio.

Allora, le chiedo, conoscendo la sua onestà intellettuale, di rivedere la sua posizione, di rivedere quella posizione che, peraltro, con le motivazioni addotte, porterebbe e porta a sostenere questa azione politica forte che mira a dare una azione che potrà sì partire con grande forza e slancio.

Vanno bene allora gli attestati di solidarietà, gli attestati che facciamo e che faccio, che abbiamo e che avete fatto al presidente Oliverio rispetto a delle scritte che vanno contestate, censurate e soprattutto non soltanto rimandate al mittente ma, nella diversificazione dei ruoli tra minoranza e maggioranza, occorre fare attenzione a non acuire, a non dar fiato e soprattutto a non gettare benzina sul fuoco.

Perché, collega Cannizzaro, mi sarebbe piaciuto che la discussione testé fatta si fosse tenuta nella prima seduta di Consiglio in cui è stato votato quel provvedimento; ma nulla di quello che è stato da voi detto è nella volontà e soprattutto nella concretezza di questa maggioranza.

Attenzione, quindi, a non creare dei falsi problemi, a non alimentare uno scontro politico che può diventare scontro di territorio perché oggi c’è la grande volontà di unire realmente la Calabria. C’è la grande volontà dalla prima ora e dalla prima seduta di Consiglio di agire nella libertà di azione che tutti i consiglieri hanno - lo dico per chi parlava di inciuci e di falsi inciuci - libertà di azione e di poter decidere, libertà di poter scegliere ciò che hanno individuato, almeno per quanto ci riguarda, come il meglio o quello che può essere il meglio per questa terra.

Attenzione, allora, a non alimentare scontri che non esistono. Oggi il grande senso di responsabilità deve portare a parlare di Calabria e ad avere un Consiglio forte e unito sui temi che ci vedranno certamente anche con immediatezza a dover ragionare con politiche molto più grandi di noi, in un momento in cui la Calabria deve svolgere un ruolo importante, soprattutto rispetto alle problematiche che il presidente Oliverio qualche giorno fa in sede di conferenza unificata Stato-Regioni portava a conoscenza di tutti: anche sui fondi Pac potrebbe esserci uno scippo da parte di Governi e di partiti centralisti.

Oggi dobbiamo dimostrare che c’è un Consiglio regionale ed una Calabria unita che, nella priorità di dare risposta al suo popolo, riesce a disegnare strategie che sono le strategie dei calabresi.

Questo è l’auspicio ma questo è soprattutto quanto ci muove: né inciuci né demagogia, né populismo ma solo bene per la Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito democratico)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, mi pare che dalla discussione che fin qui abbiamo portato avanti manchi probabilmente - se mi è consentito - un pezzo di riflessione.

Credo che il primo dovere che noi tutti abbiamo nei confronti della Calabria e delle grandi questioni che abbiamo di fronte sia quello di entrare nel merito degli argomenti e di questo pacchetto di riforme che stasera iniziamo a varare.

Un pacchetto di riforme che era ampiamente annunciato nella misura in cui, intanto, era ed è necessario porre rimedio – lo diceva poc’anzi il collega Greco – ad un vero e proprio obbrobrio istituzionale che è costituito dalla figura del consigliere supplente che non ha eguali in tutto il panorama nazionale e non a caso la disposizione è stata impugnata di fronte alla Corte costituzionale.

D’altro canto non capisco neanche - senza voler alimentare una polemica che non ritengo utile alla nostra Regione, innanzitutto - questa grande perplessità su un’operazione di costituzionalizzazione, di istituzionalizzazione della figura del consigliere delegato.

D’altronde mi pare che negli anni passati sia stata fatta l’operazione contraria sulla figura del sottosegretario – abrogata, così potremmo dire, dalla nostra carta costituzionale con la legge di riforma numero 34 del 6 agosto 2012 - che il consigliere Tallini richiama preoccupato che venga sminuita dall’inserimento, invece, all’interno dello Statuto del consigliere delegato.

Credo che questa sia un’operazione fatta esattamente per un obiettivo contrario che è quello di rendere chiaro il modo in cui funzionano le istituzioni di questa nostra Regione.

Infine, sul terzo e quarto aspetto includendo in questa mia riflessione anche l’emendamento presentato dal collega Romeo, sulla questione della composizione della Giunta mi pare che con questa proposta di riforma si stia semplicemente normalizzando la nostra Regione adeguandone gli strumenti a ciò che accade in tutto il resto del Paese.

Credo sia opportuno fare una riflessione sulla necessità di guidare questa nuova stagione che è nuova per tutti: per noi che abbiamo l’onore di guidarla ma anche per l’opposizione usando un senso di responsabilità particolare nei confronti dei calabresi, perché l’episodio che è stato da tutti stigmatizzato stasera ­- la frase che è stata scritta su un cavalcavia dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria nei confronti del presidente Oliverio che ha incontrato, stasera, la solidarietà di tutti - credo che derivi da un approccio troppo qualunquistico rispetto alle questioni che, invece, in quest’Aula sono state poste e rispetto ad una prospettiva di riforma che la Calabria deve affrontare nel merito delle questioni senza sollevare polveroni e soprattutto senza tornare all’utilizzo di un linguaggio che probabilmente riporta le lancette dell’orologio indietro di 40 anni.

Ritengo che il voto su questi primi aspetti della riforma che prevedono una fase successiva di ulteriore approfondimento - che è poi l’obiettivo della nostra azione di governo - non possa non essere positivo soprattutto nel merito, preso atto anche che da parte dei consiglieri di opposizione non è stata sollevata alcuna questione di particolare rilievo. Credo, nel merito, che siano degli strumenti che consentono all’Istituzione regionale di fare un passo in avanti.

Certamente da una parte noi abbiamo l’esigenza di far presto e di mettere in campo la nostra azione di governo rapidamente ma dall’altra abbiamo l’esigenza di rendere le istituzioni più snelle e di oliare dei meccanismi che sono stati inceppati da una gestione degli anni passati che è sotto gli occhi di tutti. E questo lo facciamo soprattutto se da stasera iniziamo a fare questo tipo di lavoro mettendo mano anche con coraggio alle questioni vere che sono sul tappeto.

Se mi posso permettere, faccio quindi un appello ai consiglieri dell’opposizione che stasera, credo, siano entrati poco nel merito delle questioni che è quello di iniziare a discutere sui temi, su questa proposta di riforma - magari possono avere delle legittime visioni diverse - ed evitare di alzare l’asticella della polemica in maniera strumentale. Anche perché verrebbe facile dire al consigliere Tallini che quando parla delle lotte intestine del centro-sinistra, di questa parte che ha vinto le elezioni regionali in maniera così netta, farebbe bene a guardare alle lotte intestine che ha in casa. Grazie, Presidente.

Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito democratico)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta regionale, colleghi consiglieri, nel prendere la parola non nascondo la mia emozione che è tipica di chi è neofita ma anche di chi vuol svolgere il proprio ruolo, questa funzione affidatagli dal mandato elettorale, con grande umiltà e dignità e soprattutto con grande rispetto verso questa Assise e verso i calabresi. Non dimentichiamolo mai.

Pensavo che questa mia intenzione fosse condivisa da molti colleghi ma l’intervento dei consiglieri Tallini e di altri del centro-destra mi sconforta un po’; ciò nonostante non demorderò nella mia azione che è quella di evitare che questo Consiglio diventi un luogo di scontro ma si attesti come palestra di confronto democratico vera negli interessi della Calabria e dei calabresi.

Così come lavorerò molto nel far ragionare ogni collega sulla circostanza che quando pretendiamo che questo Consiglio diventi centrale e rivendichiamo le prerogative statutarie dobbiamo alzare il livello e la qualità degli interventi.

Dobbiamo misurarci ogni qualvolta che siamo in quest’Aula sui temi in discussione per dar fiato alle nostre idee e per dar forza alle nostre idee avendo rispetto dei calabresi che ci chiedono serietà, rigore, impegno e concretezza. Per far ciò credo sia importante mettere in campo una forte azione riformatrice ed una forte innovazione nella proposta legislativa, politica, programmatica e di indirizzo.

Solo così, forse, ognuno di noi contribuirà a rendere il proprio ruolo autorevole perché oggi in giro questa autorevolezza dei consiglieri regionali non c’è, diciamolo con chiarezza. Diventeremo autorevoli nel momento in cui alzeremo il dibattito e rivendicheremo le prerogative statutarie perché questo ci dà forza nei confronti degli attori sociali e anche nei confronti dell’Esecutivo regionale.

Credo che questo sia un impegno fondamentale per il quale ognuno di noi deve lavorare nei prossimi mesi che saranno duri perché sappiamo bene che la Calabria è una terra di emergenza e che richiederà, appunto, grande senso di responsabilità ad ognuno di noi.

Ho chiesto di intervenire su questo punto all’ordine del giorno perché ognuno di noi sa, o dovrebbe sapere, che quando parliamo di modifica dello Statuto parliamo dello strumento – diciamo ordinamentale - più prestigioso o di più alto prestigio, posto alla base dell’essere stesso della Regione.

Quindi ciò dovrebbe richiedere da parte di ognuno di noi conoscenza profonda di cosa parliamo ed ognuno dovrebbe intervenire in questa occasione. Se dovessimo perdere questa occasione dalla quale dipendono – non dimentichiamolo – vantaggi e svantaggi per ogni scelta che facciamo con queste modifiche per le istituzioni, vorrebbe dire non svolgere appieno quel ruolo che ci è stato affidato dai nostri elettori e dai calabresi tutti.

Dico di essere d’accordo con la riscrittura del comma 4 dell’articolo 35, quello che elimina il vincolo di una certa percentuale nella nomina degli assessori esterni, perché sono convinto che ogni limite alla possibilità del Presidente di mettere in campo una azione riformatrice o di snellire la sua azione è un vincolo che va eliminato.

Sono d’accordo sulla riscrittura del comma 4 dell’articolo 35 così come sono altrettanto convinto – ho approfondito gli argomenti – delle proposte di revisione statutaria per quanto riguarda la Giunta, di cui al comma 8bis all’articolo 33, e dell’aggiunta del comma 9bis al successivo articolo 35. Naturalmente previa abrogazione del comma 3 del medesimo.

Entrambi i commi che si ritiene opportuno aggiungere sono funzionali ad introdurre nell’ordinamento regionale la figura del consigliere delegato ed a sancire il suo esercizio collaborativo nell’Esecutivo regionale; funzione già prevista tra l’altro nello Statuto della Regione Veneto fin dal 2012.

Tale novità istituzionale potrebbe non solo costituire un’occasione per il miglioramento del funzionamento a regime della macchina regionale, ma potrebbe costituire sul piano politico un grande aiuto al lavoro dell’Esecutivo vista la riduzione del numero dei consiglieri regionali, non solo perché viene fatto a titolo gratuito, ma perché ciò comporterebbe l’acquisizione delle competenze da parte di altri consiglieri regionali su materie importanti che possono essere di aiuto all’Esecutivo e al presidente Oliverio.

Mi permetto, poi, signor Presidente di porre all’attenzione dei lavori della Commissione per le riforme che verrà nominata successivamente una implementazione dello Statuto per quanto riguarda un aspetto specifico che spesso ognuno di noi guarda con poca attenzione.

Ho letto di recente tante opinioni di esperti in materia che mi hanno convinto su un’idea che è quella di prevedere una relazione di inizio e fine mandato ogni 5 anni che qualifichi il lavoro dei precedenti e metta in campo una nuova proposta per quanto riguarda il nostro lavoro dei prossimi 5 anni.

Questo perché non solo aumenterebbe il controllo da parte delle nostre comunità ma aumenterebbe il nostro senso di responsabilità nei loro confronti. Credo che sia un argomento che pongo all’attenzione del Presidente del Consiglio e che sarà oggetto di un mio emendamento nella Commissione preposta.

Credo che questo renderebbe quest’Aula una vera e propria casa di vetro dove ognuno si assume le responsabilità. Apprezzo molto anche l’idea e la decisione del presidente Oliverio – a proposito di casa di vetro – di nominare una Commissione di inchiesta o di avviare una ispezione per quanto riguarda le società in house della Regione Calabria e soprattutto per quanto riguarda Calabria Etica come ho avuto modo di leggere nei giorni scorsi.

Aggiungerei però, cari presidenti Oliverio e Scalzo, per evitare di lasciare qualche ombra, qualche dubbio sui lavori e sulle azioni amministrative svolte negli ultimi mesi da parte della precedente Giunta, di attivare una stessa Commissione di inchiesta per quanto riguarda ciò che è successo al dipartimento del lavoro.

Vorrei concludere con un invito, un ammonimento.

L’invito è rivolto al presidente Scalzo e all’apparato burocratico: chiedo che sia sempre assicurata all’utenza web una maggiore trasparenza, attraverso un costante aggiornamento dei documenti rappresentati sul sito istituzionale.

Ho colto tante anomalie e tante discrepanze in questi giorni leggendo alcune cose sul sito web della Regione. Anche da questo punto di vista i cittadini meritano puntualità e servizio.

L’ammonimento è rivolto ad ognuno di noi ed è quello che pochi mesi fa rivolse alla classe dirigente il professor Vito Teti, un calabrese illustre, quando affermò “Fare non basta, bisogna correre il rischio di sporcarsi le mani a condizione di non sporcarsi l’anima” nella speranza di una Calabria migliore e nella consapevolezza della gravità del compito a cui gli elettori ci hanno designato, auguro in questo mio primo intervento un buon lavoro a me stesso e a tutti voi.

Presidenza del Presidente Antonio Scalzo

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Signor Presidente della Giunta, colleghi, raccolgo il monito del consigliere Greco di rimanere nel tema della discussione perché ritengo che stiamo trattando il documento fondamentale che racchiude il potere legislativo che gli elettori ci hanno affidato, vale a dire lo Statuto.

Naturalmente rimanere nel tema è un monito che va rivolto sia ai colleghi di minoranza – io mi sento tale perché sono stato eletto dai cittadini per avere questo ruolo in questo Consiglio regionale – ma va rivolto anche ai colleghi della maggioranza quando poi si andrà veramente a 360 gradi e magari le argomentazioni statutarie che necessitano solo di chiarimenti di qualche minuto diventano invece momenti di interventi non dico logorroici ma che sicuramente ci portano fuori tema.

Avremo tutto il tempo in questi 5 anni per affrontare le varie tematiche che già oggi sono state poste come un fiume in piena in quest’Aula.

Per ritornare al documento e alle modifiche statutarie, come gruppo del Nuovo centro destra, ci siamo riuniti ed in effetti, Presidente, nell’enuclearle e nell’analizzarle una per una riteniamo che non ci sia nessun criterio ostativo, stasera, per non dare un voto favorevole a queste modifiche statutarie.

Certo, ci siamo posti pure il problema che quando voteremo cose di cui siamo convinti non vorremmo che si sentissero ancora in quest’Aula idee di una politica che non ci appartiene.

Riteniamo – non voglio ritornare indietro alla precedente seduta consiliare – che un accordo istituzionale non richieda necessariamente - anzi per quanto ci riguarda per sgombrare ogni dubbio - accordi di tipo gestionale.

Abbiamo avuto un mandato da parte degli elettori e non ci siamo inventati ieri un accordo istituzionale in quest’Aula, anche in prosieguo di quello che è stato l’indirizzo del nostro partito a livello nazionale, perché siamo a Roma per sostenere un governo con quel senso di responsabilità e di moderazione che, magari, ha trovato anche qualcuno che voleva deridere su questa nostra posizione di moderati e di responsabili.

Ritornando al punto all’ordine del giorno: di cosa stiamo discutendo? Dei consiglieri delegati.

Certo il problema è insito nell’azione che ogni consigliere delegato andrà a porre in essere perché se, presidente Oliverio, il consigliere da lei delegato si dovesse sentire in pectore un vice assessore, vuol dire che abbiamo sbagliato tutto; né tanto meno quel ruolo di consigliere delegato può impedire a me, che voglio occuparmi di una determinata tematica, a prescindere se sono maggioranza o se sono alla opposizione, di volerla approfondire con un consigliere delegato presente in quest’Aula. Quindi ritengo che sia solo un criterio da porre in fase normativa ma che sia già insito nella qualifica e nel ruolo che ogni consigliere regionale deve avere in quest’Aula.

Poi sul consigliere supplente, certo, ci sarebbe anche qui da discutere.

A nessuno sfugga un passaggio dal punto di vista politico: la Presidenza del Consiglio dei Ministri impugna la parte del consigliere supplente dopo un quinquennio perché quando era stata proposta nel 2009 non era stata impugnata.

Anche da questo punto di vista ci potremmo chiedere il perché, ma tant’è! Allora anticipando – e vivaddio, anche questa è un’opera buona che fa questo Consiglio regionale, una eventuale ipotesi di incostituzionalità – ritengo che, rimuovere noi stessi quell’ombra di incostituzionalità e abrogare questa parte dello Statuto, non sia un inficiare lo Statuto stesso.

Si è parlato anche poi, si è andato oltre.

Allora ritengo di prendere per buona quella parte propositiva sull’intervento del consigliere Cannizzaro. Piena solidarietà al presidente Oliverio ma, stiamo attenti però perché, se poco poco - non dico giustifichiamo - ma mettiamo anche noi ombre in questa solidarietà, non facciamo il bene della Calabria ma, probabilmente, poniamo noi stessi l’orologio un pochino indietro negli anni passati.

Piena solidarietà, non c’è stato nessun allarmismo, ma se c’è stato, la politica si confronterà nelle Commissioni non appena queste partiranno e lì cercheremo di far capire che non c’è nessuna guerra, scontro politico o di territorio. Giammai! Nessuno di noi avrà responsabilità se andremo verso questa logica.

Lo sviluppo di un territorio è di traino allo sviluppo dell’intera Calabria. Questo è il messaggio forte che deve passare da quest’Aula: non ci sono sfaccettature territoriali perché l’avanzamento di un territorio a danno di un altro non porterà avanti la Calabria.

Allora penso: discutiamo amici di Reggio Calabria, di maggioranza e di opposizione. Quale aiuto può dare il presidente Oliverio e l’intero Consiglio regionale sulla grande tematica di sviluppo di questa Regione e non solo della città di Reggio Calabria. L’area metropolitana: è lì lo sviluppo di Reggio Calabria e dell’intera Calabria; è su questo che dovremo discutere nei prossimi giorni.

Ritorno al tema e ritengo che da questo mio intervento lei abbia capito – parlo a nome dei miei due colleghi che in ciò mi hanno delegato – il nostro voto favorevole a queste variazioni statutarie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLO’ Alessandro (Forza Italia)

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta regionale, colleghi consiglieri, prendo la parola per esprimere, intanto, la solidarietà del gruppo al presidente Oliverio. Non è un semplice rituale, un fatto formale ma sostanziale, se non altro per motivi culturali di formazione che ci tengono distinti e distanti da certe logiche e da certa condotta.

Siamo in quest’Aula per discutere alcuni punti all’ordine del giorno. Ci siamo astenuti sul primo punto che prevedeva le linee-programmatiche con le quali il Presidente avrebbe dovuto spiegare il suo progetto politico. Progetto politico di rilancio, così come suo dire nelle dichiarazioni che abbiamo potuto riscontrare, ma solo per annunci. Avremmo voluto aprire un confronto nel merito in quest’Aula.

Per una questione di metodo non entrerò nel merito ma mi atterrò all’ordine del giorno; lo faremo appena ci sarà consentito ma è d’obbligo dire che siamo in forte ritardo ed alcuni adempimenti – su questo mi soffermo – devono essere assolti, Presidente, per il funzionamento dell’Assemblea, per garantire quella coesione istituzionale di cui si parlava poc’anzi.

Tutti parliamo di esaltare la centralità del Consiglio con i fatti ma poi le cose non vanno così. L’adempimento – io l’ho richiamato con qualche dichiarazione – è quello della composizione della Giunta perché risponde ad una logica al di là dei termini di prescrizione: 10 giorni dal suo insediamento.

Ma anche il funzionamento delle Commissioni è importante perché queste riforme le avremmo dovute discutere ed approfondire. Il tavolo tecnico di cui parla il consigliere Cannizzaro è quello deputato; è in Commissione che i consiglieri possono studiare, approfondire ed aprire un confronto civile e democratico, anche serrato come ci fu – lo ricordo ai colleghi del centro-sinistra – la scorsa legislatura.

La nostra opposizione si ispira soprattutto a questo modello: senza pregiudizi o preconcetti faremo un’opposizione democratica, confrontandoci sugli atti e sullo svolgimento dell’attività nell’interesse e per la tutela dei calabresi, così come ho detto in altra seduta.

Oggi si introduce la figura, da istituzionalizzare, del consigliere delegato che, di fatto - bisogna riconoscerlo - era già operativa.

Anche noi abbiamo introdotto questa figura, ognuno si assuma le proprie responsabilità. Nel progetto di legge – lo ricordo ed è agli atti – si astenne anche il centro-sinistra nella scorsa legislatura.

Voglio dire che si è lavorato nel tentativo di ammodernare la piattaforma che regge il sistema istituzionale della Regione e vogliamo continuare a farlo, ci impegneremo con alto senso di responsabilità ed in maniera costruttiva.

Questo appello lo faccio ai colleghi del centro-sinistra per evitare di essere prevenuti e di entrare in determinate logiche.

A me poco interessa che ci sia una divisione o una spaccatura all’interno, che ci siano dei fermenti e delle intelligenze nei gruppi e, vivaddio, è importante che questo avvenga altrimenti sarebbe tutto piatto. Le differenziazioni ci sono, esistono e sono intellettuali e culturali; esiste poi anche il confronto e le sedi deputate per poter decidere.

A nome del gruppo abbiamo spiegato l’astensionismo sul primo punto per un fatto di garbo istituzionale perché attendiamo e siamo fiduciosi che arrivi presto la composizione della Giunta che ci consentirà di affrontare le singole materie, per evitare che a colpi di emendamenti o di ordini del giorno e decreti, colleghi, si possa governare la Calabria.

Auspichiamo che questo finisca presto e ci consenta di esaltare democraticamente quel profilo istituzionale che tutti quanti invochiamo ma che, di fatto, allo stato, non esiste.

Oltre a questi spunti critici volevo ricordare l’introduzione del consigliere supplente. Possiamo anche discutere, stigmatizzare se volete, ma la ratio che ci guidò fu quella di evitare che ci fossero posizioni di controllore e controllato per dare la possibilità di svolgere attività ispettive e di controllo, indipendentemente da appartenenze e logiche politiche o partitocratiche, se volete.

Questa fu la ratio; poi i profili di incostituzionalità di cui si parla e le riforme che intendete apportare rispetto ad un progetto che avete, ci portano ad assumere una condotta istituzionale.

Pertanto annuncio l’astensione del gruppo di Forza Italia rispetto a quanto detto in merito al punto all’ordine del giorno che riguarda le riforme statutarie. E’ una astensione che ha un significato ispirato ai principi nobili della politica, che non risponde a nessuna pregiudiziale ma che apre un cammino che non si intenda su questioni istituzionali. Ci possono essere scontri perché saremo vigili e attenti sull’azione di governo del presidente Oliverio che auspico possa essere efficace.

Lei è un politico di lungo corso, Presidente, e mi capisce anche su quello che non dico. Le sofferenze che noi esprimiamo sono le sofferenze dei calabresi. Un appello lo voglio lanciare in quest’Aula sul ruolo unico.

Ho fatto un intervento. Non è una questione di campanilismo, assolutamente. Dobbiamo affermare che il regionalismo non è una questione di campanilismo, ma una questione di funzionalità che risponde ad una logica di efficienza ed efficacia dei servizi che eroga l’amministrazione del Consiglio regionale che con il ruolo unico potrebbe essere inficiata.

Ma anche questo, se volete, deve essere frutto di un ragionamento, non può essere lanciato sulla stampa, e consentirci un dibattito pubblico; così disarmati, davanti alla opinione pubblica, i sindacati, le Commissioni devono poter lavorare e consentire di entrare nel vivo delle tematiche.

Ecco perché pregherei la sua Presidenza, la Presidenza del Consiglio di avviare subito un processo di formazione delle Commissioni per consentire di lavorare veramente, puntando a quella coesione istituzionale di cui la Calabria ha bisogno in questa fase e di cui ci renderemo parte diligente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Ciconte. Ne ha facoltà.

CICONTE Vincenzo Antonio (Partito democratico)

Signor Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta regionale, colleghi, credo che oggi alcune osservazioni fatte dai consiglieri dell’opposizione possano essere recepite come un fatto di apertura ad un dialogo che bisogna sempre ricercare, mentre altre sono inaccettabili.

Dobbiamo allora chiarire alcuni aspetti per ristabilire quella che è la verità, perché nella precedente legislatura, come Partito democratico, ci siamo opposti alla legge elettorale che ha portato a discutere - è vero - sul consigliere supplente e su qualche modifica statutaria su cui, a nostro avviso, dobbiamo riflettere ed abbiamo riflettuto in queste ore ed in questi giorni.

La figura del consigliere supplente era già stata abolita nella precedente legislatura, in una delle prime sedute della precedente legislatura guidata dal centro destra. Bisogna ricordarle certe così come pure effettivamente bisogna ragionare su quello che è il ruolo del Presidente della Giunta regionale.

Noi lo avevamo detto anche in questo Consiglio, il Presidente della Giunta regionale deve avere la possibilità e la facoltà di nominare assessori interni ed esterni senza vincolo. Questo credo sia un principio sacrosanto; ecco le motivazioni che hanno spinto il presidente Oliverio a voler fare questa modifica e noi come centro-sinistra apportare queste modifiche.

Come pure in precedenza ho detto ed ho voluto sottolineare, per esempio, che il voto non disgiunto è una situazione negativa, una mia idea. Per carità lo sapete tutti perché secondo me il voto disgiunto era un atto, secondo me, democraticamente corretto.

Oggi dobbiamo esprimere e sono contento e felice che dai banchi dell’opposizione, come quelli della maggioranza, sia venuta una solidarietà sincera verso il Presidente, verso quelle affermazioni e quelle scritte sull’Autostrada che sono inconcepibili di un sistema democratico, di un Consiglio regionale che deve abbandonare i campanilismi del passato.

Credo che dovremmo lavorare tutti insieme per costruire una Regione diversa rispetto al passato.

Per far questo, consigliere Tallini, non bisogna essere pregiudiziali o dire le cose senza nemmeno sentire quello che il presidente Oliverio vuol dire dell’attività programmatica del futuro, un progetto programmatico che vuol portare avanti in futuro il presidente Oliverio insieme alla sua Giunta e insieme all’intero Consiglio regionale: maggioranza e opposizione.

Credo che oggi dovremmo essere tutti responsabili nel riprendere quel ruolo del Consiglio regionale e della politica che deve essere una politica ed un Consiglio regionale di alto livello. Dovremmo fare delle riforme per migliorare la Calabria e credo, quindi, che tutti insieme dobbiamo costruire questo percorso, questo processo in maniera democratica.

Sono contento che dai banchi dell’opposizione alcuni voteranno a favore delle riforme statutarie e altri si asterranno. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA Domenico (Partito democratico)

Solo trenta secondi anche perché sono uno dei firmatari insieme ai colleghi Irto, Romeo e D’Agostino di questa proposta di legge statutaria che secondo me, anche per fare un attimo di sintesi rispetto al dibattito che si è sviluppato in Aula, deve tener conto di un dato importante: la popolazione della Calabria è scesa sotto i 2 milioni di abitanti e non saremmo qui a parlare se fossimo in 50. Siamo in 30 proprio per effetto della diminuzione della popolazione. Quindi l’introduzione del consigliere delegato è rivolta ad una razionalizzazione dei lavori e di una migliore possibilità dell’Esecutivo di esplicarsi.

Non aggiungo altro perché credo che nel dibattito si sia detto tutto. Voglio solo esprimere la mia solidarietà al presidente Oliverio per le scritte di oggi e la voglio esprimere sia come consigliere regionale della provincia di Reggio Calabria ma soprattutto, però, Presidente, come figlio di chi nel 1970 ha posto Reggio Calabria all’attenzione del nostro Paese. Cosa che, però, non gli ha impedito di diventare campione di regionalismo in quest’Aula consiliare.

L’invito che io rivolgo a quest’Aula è di abbassare i toni per lavorare nell’unico interesse che è quello della Calabria e dei calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Battaglia anche per la brevità, per la celerità del suo intervento.

Ha chiesto di parlare il consigliere Irto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito democratico)

Sono state illustrate molto bene le modifiche dello Statuto, se ne è parlato molto in questi giorni nei vari interventi.

Intanto ringrazio il presidente Oliverio per aver mantenuto fede ad un progetto di cambiamento che inizia oggi davvero con le riforme dello Statuto.

Abbiamo chiesto il voto ai calabresi per queste cose e la legge elettorale, la parte dello Statuto che riguarda la legge elettorale che noi oggi cambiamo è stata proposta e approvata da chi prima governava questa Regione. Siamo andati a migliorare, quindi, un istituto - quello del supplente - impugnato dalla Corte costituzionale, un istituto probabilmente barocco e troppo autoreferenziale rispetto a quest’Aula, ai consiglieri e al loro status. Un gruppo di persone che cerca di tutelare se stesso dopo le elezioni.

L’istituto del supplente è una cosa che andava cambiata ed io ho firmato con molta convinzione perché queste proposte le abbiamo discusse all’interno della maggioranza e quando le cose si discutono e si condividono si devono portare avanti fino in fondo.

Francamente avrei voluto rimanere nel recinto dell’ordine del giorno ma qualcuno è andato fuori tema e voglio andare fuori tema anche io.

Non me ne voglia il collega Tallini. Il collega Greco ha detto “il neo grillino” io direi invece il “neo Calderoli calabrese”.

Questa norma del consigliere supplente l’avete approvata voi, l’avete portata voi nella passata legislatura al termine di quella legislatura e oggi contestate un’azione di riforma che questa maggioranza, che questo centro-sinistra mette in atto da subito.

Decidiamoci sul da fare. Da questo punto di vista mi voglio collegare immediatamente rispetto alla questione su Reggio Calabria che si è tirata fuori. Esprimo anche io solidarietà al presidente Oliverio ed ho ascoltato gli interventi dei colleghi della minoranza, di alcuni di loro, rispetto alle questioni di Reggio.

La sede del Consiglio regionale resta a Reggio Calabria non perché lo abbiano detto qui, lo diciamo noi, lo dico io!

L’ha detto qualche consigliere regionale prima: le funzioni di questo Consiglio regionale restano a Reggio Calabria perché la storia ci ha consegnato questo quadro e la storia non la cambiamo così. Le pietre miliari non le cambiamo così.

Si potrà cambiare la dinamica politica all’interno dei partiti, i cambi all’interno delle minoranze, ci sono più minoranze così come ci sono, a volte, più diversificazioni giuste e corrette anche nella maggioranza, ma ci sono alcune cose che non riusciranno ad alcuni soggetti in cerca d’autore di un centro-destra ormai sparito nella città di Reggio Calabria e che pensa con convinzione di intimorirci facendo delle conferenze stampa e dicendo che c’è qualcuno che rema contro Reggio Calabria.

Perché contro Reggio Calabria c’è qui chi ha portato la città di Reggio Calabria nel disastro nel quale si trova oggi; un disastro economico, finanziario e sociale, con delle responsabilità precise di una parte politica che l’ha governata o mal governata. Quindi la responsabilità sul futuro di questa città non può essere iscritta o circoscritta a soggetti che ne hanno portato il peggio in questi anni.

Penso che il presidente Oliverio, rispetto a questa discussione, rilancerà la città di Reggio Calabria con forza nell’azione di governo e con forza rispetto al fatto che Reggio Calabria debba essere aiutata dal governo regionale, così come lo sarà dal governo nazionale. Ci giocheremo, allora, una partita e discuteremo di politica vera su questa città, sulla città metropolitana di Reggio Calabria in questi termini.

Da questo punto di vista spero che la collaborazione ci sia con tutte le minoranze anche perché noto con piacere che oggi una parte della minoranza voterà le modifiche statutarie e questa è una buona notizia perché per apportare modifiche statutarie, per le regole del gioco, non c’è bisogno di un accordo politico ma basta un accordo istituzionale.

Da questo punto di vista sono d’accordo e sono felice che anche parte della minoranza voterà le proposte di modifica del centro-sinistra. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi su questo punto. Dopo una lunga ed approfondita discussione passiamo all’esame dell’articolato.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

All’articolo 2 sono stati presentati due emendamenti. Il primo emendamento con numero di protocollo 2415 a firma del consigliere Romeo recita: “Il comma 3 dell’art. 35 è sostituito dal seguente <<3. La Giunta regionale è composta dal Presidente e da un numero di assessori non superiore a sette, di cui uno assume la carica di Vicepresidente>>”.

Pongo in votazione l’emendamento che si illustra da se.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CANNIZZARO Francesco (Casa delle libertà)

Come Casa delle libertà avremmo certamente voluto confrontarci con il Presidente e con la maggioranza anche su una questione importante che non riguarda una parte politica ma tutta l’Assise regionale. Lo Statuto è un atto istituzionale e avremmo potuto apportare un contributo di idee a questa modifica che in parte ci potrebbe trovare d’accordo.

Per un senso di responsabilità e per un segnale anche di apertura certamente non possiamo votare a favore ma non voteremo nemmeno contro. Annuncio, quindi, il voto di astensione da parte della Casa delle libertà.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Presidente, soprattutto dopo aver ascoltato le motivazioni che sono venute dalla maggioranza, vogliamo ribadire che nessun argomento a supporto della tesi ci convince.

C’è stata la gara, soprattutto, dei soliti personaggi, con tutto il rispetto nei confronti di altri interventi che dalla minoranza sono venuti e verso i quali siamo stati anche attenti Interventi che sono stati mirati soltanto a giustificare una procedura che da qui a qualche mese dovrebbe servire a dare il contentino a vari consiglieri regionali che in questo momento hanno messo da parte la possibilità di entrare in Giunta o avendone la facoltà hanno rinunciato.

La cancellazione del limite del 50 per cento significa questo: significa una Giunta formata solo da esterni. Noi riteniamo che questa sia una riforma che faccia male al Consiglio regionale e per questa ragione ribadiamo il nostro netto voto contrario.

La Forza Italia che rappresento insieme al collega Orsomarso non è disponibile a far sconti o addirittura votare a favore come hanno fatto altre minoranze.

L’ho detto prima e ve lo dico adesso: c’è una maggioranza che si è formata tra Nuovo centro destra e la maggioranza di Oliverio che è nei fatti e che si realizza ogni giorno. Qui c’è una minoranza che si diversifica nel voto di astensione o nel voto contrario. Ci sarebbe forse la tentazione di qualcuno a votare a favore.

Noi ribadiamo il nostro voto contrario perché riteniamo che questa riformicchia sia solo un espediente per risolvere i problemi all’interno del Partito democratico e non i problemi della Calabria.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha chiesto di parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito democratico)

Rimango per rispetto al capogruppo Tallini. E’ capogruppo Tallini? Non ho capito la geografia del Consiglio.

Il fatto che la Giunta possa essere composta da 7 assessori è una presa d’atto collega Tallini. Forse non è stato fatto un buon lavoro nella passata legislatura, quando ci avete proposto riforme a suon di maggioranza che hanno prodotto una legge elettorale che ha fatto i guasti che sono sotto gli occhi di tutti. Anche perché i ritardi esistenti sono dovuti anche alla legge elettorale, che è stata congegnata da voi e che ha prodotto una serie di questioni che andranno modificate rapidamente.

Ma su questa questione della composizione della Giunta noi ci stiamo adeguando a Regioni che hanno già fatto una operazione di questo tipo: non abbiamo problemi di nessun genere, anzi vogliamo rendere la Calabria una Regione normale.

Capisco, ovviamente, alcuni toni di una parte della minoranza, ma basta con questo inciucio, consigliere Tallini! Stiamo discutendo della Magna Carta della Regione Calabria che andrebbe modificata e, a dispetto di quello che avete fatto voi nella passata legislatura, noi stiamo cercando larghe maggioranze per cercare di ammodernarla.

Deve essere chiara una cosa a tutti quanti noi: questa legislatura non potrà garantire lo status quo; questa legislatura romperà gli equilibri che si sono creati in questi anni e sarà di cambiamento e di innovazione perché noi dobbiamo rispondere ad una grande esigenza, al fallimento del regionalismo in questo nostro Paese.

E’ da oltre 40 anni che questo tipo di regionalismo ha fallito e noi lo dobbiamo cambiare in profondità e per questo vi chiediamo di essere all’altezza di questa sfida.

Ovviamente anche io sono persuaso – sono venuti alcuni accenni da parte della minoranza – che dobbiamo mettere in campo subito e immediatamente una Commissione che riformi radicalmente lo Statuto e la legge elettorale e adegui i regolamenti di questo Consiglio a questa fase nuova, per renderlo più operativo e più stringente nelle sue funzioni legislative e di programmazione, altrimenti il rischio è che anche questa legislatura possa essere il solito tran tran.

Noi abbiamo iniziato in modo tale da rompere questo equilibrio.

Sia chiara anche un’altra questione - e chiudo – che riguarda la vicenda che si appalesa di essere contro una parte di questa Regione: non accetto questa critica e non l’accetto da una parte politica che ha portato allo scioglimento - per la prima volta - del comune di Reggio Calabria.

Ovviamente quelli che hanno portato allo scioglimento del comune di Reggio Calabria non sono gli amici di Reggio Calabria. Noi questa Regione la governeremo come un’entità unica e Reggio Calabria così come tutti gli altri territori troverà un punto di riferimento in questo Consiglio e in questa Giunta sul terreno del cambiamento e della innovazione.

Mi auguro che anche dentro la minoranza prevalga lo spirito che ho sentito in alcuni interventi. Li ringrazio perché questo processo di cambiamento e di innovazione delle regole, dello Statuto, della legge elettorale, chiaramente, non si può fare solo a colpi di maggioranza.

Sono venute aperture importanti e ritengo che debbano essere colte per preparare gli altri appuntamenti di questo grande processo riformatore, che credo che sia un appuntamento che debba coinvolgere tutti, dentro e fuori questo Consiglio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Salerno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALERNO Nazzareno (Forza Italia)

Il consigliere Guccione ha fatto un intervento un po’ lungo, ma ritengo giusto per chiarezza e doveroso intervenire.

Il capogruppo di Forza Italia, il collega Nicolò, è stato chiaro nel suo intervento in cui ha annunciato la posizione ufficiale del gruppo di Forza Italia con l’astensione.

Pertanto la posizione ufficiale del gruppo è questa: l’astensione.

Voglio un attimo, non integrare l’intervento del collega che è stato abbastanza esauriente, dare una ulteriore motivazione.

Oggi il presidente Oliverio e la maggioranza si presentano in Consiglio regionale con la proposta di riformare la Magna Carta della Calabria e ovviamente si può o non si può condividere, ma si sta assumendo una responsabilità nei confronti dei calabresi, nei confronti del Consiglio regionale.

La nostra astensione vuol dire questo: rispetto per chi ha vinto le elezioni che ha la responsabilità di governo. La nostra azione di opposizione si misurerà su quelle cose che arriveranno in Consiglio, sulle azioni di governo che la nuova maggioranza metterà in campo e ci sarà un confronto serio e netto, collaborativo laddove necessiterà e dove ci potrà essere condivisione nell’interesse dei calabresi. Un’opposizione dura, laddove riterremo ci dovrà essere, per posizioni diverse e mancate condivisioni o anche su problemi molto più ampi. Non v’è dubbio che ci sarà il nostro contributo di opposizione ferma, costruttiva, ma soprattutto un’opposizione nell’interesse dei calabresi, perché anche noi siamo calabresi e abbiamo avuto responsabilità di governo in questi 5 anni e abbiamo anche noi fatto delle scelte che spesso si sono rivelate giuste e a volte sbagliate.

Oggi non bisogna sollevare più problemi di campanile, ma bisogna ragionare veramente per dare un contributo serio a questa terra che insieme al nostro Paese sta vivendo un momento drammatico ed una crisi mai vista dopo quella del 1929. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Salerno.

Andiamo avanti con il secondo emendamento all’articolo 2, protocollo numero 2418 a firma della consigliera Sculco che recita: “All’articolo 35 della legge regionale n. 25 del 2004 si aggiunge il seguente comma <<La rappresentanza di genere all’interno della Giunta regionale deve essere paritaria>>”.

Prego, consigliera Sculco a lei la parola per l’illustrazione.

SCULCO Flora (Calabria in Rete)

Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, l’emendamento che è stato presentato oggi si inserisce nel contesto delle prime proposte di riforma dello Statuto che stiamo discutendo in questo avvio di legislatura.

La finalità di questo emendamento è quella di accrescere la partecipazione democratica alla vita istituzionale della nostra Regione e ci consente di stare al passo con le legislazioni più moderne ed avanzate, oltre che ad essere in linea con la legislazione nazionale e con i principi che derivano anche dal dettato costituzionale che contengono disposizioni per promuovere il riequilibrio della rappresentanza di genere nei Consigli e nelle Giunte degli enti locali e nei Consigli regionali.

Con questo emendamento noi aggiungiamo e diciamo che nella composizione della Giunta si garantisce una rappresentanza di genere in misura non inferiore ad almeno il 30 per cento.

Pertanto, invito i colleghi consiglieri a voler condividere questo emendamento che si pone come punto cardine e come principio della vita istituzionale della nostra Regione.

Vi ringrazio ancora per la disponibilità che avete dato e credo che con questo emendamento si faccia un grande passo avanti e ci presentiamo alla nostra regione anche con un volto nuovo e desiderato dai cittadini calabresi.

Grazie, Presidente della Giunta! Grazie, Presidente del Consiglio, e grazie a tutti voi colleghi consiglieri.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito democratico)

Signor Presidente, preannuncio il voto favorevole all’emendamento proposto dalla collega Sculco anche perché è un aspetto che rientra in una visione organica delle riforme che vogliamo e vorremmo apportare alla nostra Regione e che, peraltro, richiama le indicazioni che provengono dalla legge Del Rio.

Preannuncio il voto favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento come letto e illustrato in Aula.

(E’ approvato)

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Forza Italia)

Presidente, abbiamo votato l’emendamento sulla parità? Su questo voto a favore.

PRESIDENTE

Il consigliere Orsomarso vota a favore dell’emendamento all’articolo 2.

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Presidente, ho chiesto la parola prima del voto e credo che dal punto di vista regolamentare mi si possa permettere di fare alcune considerazioni rispetto alla proposta di modifica dello Statuto, in particolare rispetto alla discussione che si è sviluppata su questo punto.

Innanzitutto permettetemi di fare una riflessione di ordine generale. Credo che sull’esperienza del regionalismo si debba che anche noi in Calabria aprire un confronto ed una riflessione.

Dico anche noi in Calabria perché è aperta già una discussione a livello nazionale.

La storia del regionalismo presenta un quadro sicuramente non positivo. Nel corso di questi anni, in modo particolare nell’ultimo ventennio, c’è stata un’accelerazione che ha determinato una discussione e anche modifiche costituzionali e che si è espressa in un movimento – quello della Lega – che ha alimentato una discussione andata oltre gli schemi e l’impostazione che era stata assunta dalla Costituzione e si è spinta fino a proporre riforme federaliste.

Oggi anche quella discussione è superata e la stessa Lega ha aperto una riflessione se è vero, come è vero, che il suo leader, con l’intento di proporsi come leader di un arco più ampio di forze, scopre, per esempio, che quella impostazione è stata fallimentare.

E persino rispetto ad un’area che è stata indicata come un’area di ostacolo ad un possibile sviluppo e alla ripresa del Mezzogiorno cerca di costruire un insegnamento.

Perché faccio questa riflessione? Perché credo che alla luce di quella che è stata la storia del regionalismo e anche della fase più spinta che è andata oltre, ritengo che dobbiamo aprire una riflessione di carattere nazionale e che noi dobbiamo stare dentro questa riflessione.

Ritengo, per esempio, che, nella discussione che si è aperta sulla necessità di rivedere l’assetto statuale, sia necessario pensare ad una riorganizzazione della funzione delle Regioni. Regioni non concepite come nel corso di questi anni le abbiamo vissute, ma come una reale articolazione dello Stato in senso autonomistico.

Una riflessione va fatta. Io, che sono stato eletto di recente, non disdegno la possibilità di aprire una discussione per rivedere persino la dimensione del regionalismo sul piano territoriale, perché ritengo che soprattutto dal Mezzogiorno abbiamo l’esigenza di far esprimere un’impostazione che sia capace di rimettere il meridionalismo nell’ambito di una discussione più ampia, perché nel corso di questi anni il Mezzogiorno ha subito colpi, è stato spinto in una condizione di marginalità. I dati dell’economia, i dati della società, i dati relativi alle infrastrutture, i dati relativi alla condizione più complessiva del Mezzogiorno esprimono un allargamento del divario tra il Mezzogiorno ed il resto del Paese.

Tutto questo deve avvenire perché l’Europa ha fatto notevoli passi in avanti. Noi non siamo all’Europa di 40 anni fa né a quella di 20 anni fa, ma siamo ad un processo che è andato avanti e, sia pure con fatica, ha creato, a mio parere, le condizioni di una irreversibilità.

Anche i movimenti nazionalisti, le spinte nazionalistiche che si sono riaffacciate nel corso di questi anni a causa della crisi che vive l’Europa e che vivono in modo particolare alcune realtà dell’Europa non si sono espresse come risposta alla crisi, all’altezza di questa crisi.

Ritengo irreversibile il processo di integrazione europea e per questo ritengo che le grandi aree devono essere espresse con una articolazione istituzionale che sia adeguata a queste altezze.

Faccio questa riflessione perché ritengo che noi abbiamo il problema di aprire un confronto con il resto delle Regioni del Mezzogiorno. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra i Presidenti delle Regioni del Mezzogiorno con l’intento di aprire questo confronto e questa discussione.

Discussione, questa, che deve volgere ad una reimpostazione di un progetto di riforma dello Stato che dal Mezzogiorno deve avere una spinta, deve essere alimentata.

In questo quadro credo che anche la riforma degli Statuti debba essere affrontata ed io mi permetto di dire che questa discussione di oggi è uno stralcio necessario di riforma e dirò perché.

Noi dobbiamo puntare ad una riflessione più ampia ed ecco perché, Presidente del Consiglio e colleghi consiglieri, ritengo che dovremmo dare vita ad una Commissione per la riforma dello Statuto con questo respiro ed in questo dibattito più ampio.

Una Commissione che deve essere del Consiglio regionale, ma che deve essere supportata - anche dal punto di vista culturale e del respiro che dobbiamo dare - da intellettuali, da giuristi, da costituzionalisti di spessore nazionale. Noi abbiamo anche grandi calabresi che possono essere chiamati a supportare un progetto di riforma di questo respiro.

Dobbiamo farlo perché questo è anche il modo per esprimere un nostro punto di vista nel dibattito nazionale, per dare un contributo alla riforma dello Stato e per non essere spettatori passivi di una discussione che è iniziata, che andrà avanti e che avrà sicuramente un approdo riformatore.

Mi permetto, quindi, di proporre la costituzione di una Commissione per la riforma dello Statuto con questo spessore e con questo obiettivo da far subito, entro una delle prossime sedute del Consiglio regionale.

Naturalmente penso ad una riforma che deve vedere quest’Aula protagonista e ad un confronto che non deve essere precostituito. Le riforme istituzionali richiedono un confronto a 360 gradi. Questa è la cultura europea alla quale non si può sostituire una cultura marginale e, con tutto il rispetto dell’area Sud del Mediterraneo, a cui io credo, una cultura africana, caro consigliere Orsomarso. Qui stiamo parlando di riforma dello Statuto, di riforma della Carta costituzionale della Calabria. Proprio in queste ore c’è una discussione: il Parlamento, in uno dei suoi rami, nella Camera dei Deputati, sta sviluppando una discussione e un confronto sulla riforma della Costituzione, e non mi pare che il suo partito, il partito a cui lei aderisce, abbia assunto una posizione precostituita, anzi è una discussione che sta andando avanti. A volte la si carica anche di inciuci, di trasversalismi, di “patti del Nazzareno”, per capirci, ma è una discussione che sta andando avanti in modo aperto, libero, perché è giusto che sia così, perché la riforma della Costituzione richiede questo, così come la riforma dello Statuto richiede questo. Anche uno stralcio di riforma avrebbe dovuto richiedere questo, permettetemi di dire.

Ho apprezzato alcuni interventi – e non ho motivo di sottacerlo – di alcuni esponenti della minoranza. Ho apprezzato gli interventi dei consiglieri Salerno e Nicolò, perché con quest’approccio – lo dico in modo esplicito e aperto, non precostituito – hanno dato il loro contributo.

Perché è uno stralcio di riforma nel quadro di questo percorso più ampio? Perché noi abbiamo l’esigenza di allineare lo Statuto della nostra Regione a quello delle altre Regioni italiane, perché in nessuna Regione d’Italia è previsto il consigliere supplente, tant’è che il Governo del Paese l’ha impugnata quella norma.

La prima cosa che noi abbiamo proposto oggi con questo stralcio di riforma è di rimuovere una norma impugnata, che se noi non dovessimo rimuovere, sicuramente il 12 maggio - perché è stata già fissata l’udienza per quella data - sarà oggetto di bocciatura da parte della Corte costituzionale. Allora noi rimuoviamo questa norma e allineiamo lo Statuto calabrese a quello di altre Regioni.

Secondo punto: noi allineiamo lo Statuto della Calabria a quello delle altre Regioni anche per quanto riguarda la formazione della Giunta, ed è questa una ragione dichiarata, non sottaciuta o mantenuta in penombra, dichiarata dal sottoscritto. Il 10 dicembre mi sono insediato – vorrei ricordarlo al consigliere Tallini non per mia volontà - e in quella occasione ho tenuto una conferenza stampa e ho dichiarato che avrei costituito la Giunta subito dopo la riforma dello Statuto. Proposta che ho fatto con un atto monocratico e che poi, per regolarizzare dal punto di vista formale, è stata assunta da un gruppo di consiglieri, che ringrazio per averla fatta propria.

Quindi nessuna alchimia. L’ho dichiarato dal primo giorno perché ritengo che bisogna allineare lo Statuto a quello delle altre Regioni. Nella ratio della elezione diretta del Presidente c’è una implicazione che è inevitabile, ovvero che il Presidente eletto ha la responsabilità primaria dell’azione di governo ed è giusto che il governo che viene chiamato dal Presidente sia scelto senza vincoli. Anche qui c’è un’anomalia tutta calabrese, determinata dalla legislatura precedente, quella di mettere il vincolo del 50 per cento alla possibilità di utilizzare gli assessori esterni, con spirito di autoconservazione che non produce nulla, se non la diffidenza, l’allontanamento dei cittadini dalla politica.

Il Presidente che viene eletto direttamente deve scegliere in modo libero: deve poter scegliere tutti i consiglieri, metà consiglieri, un consigliere. Questo è il secondo punto di allineamento dello Statuto calabrese rispetto a quello delle Regioni italiane.

Terza proposta, quella del consigliere delegato: è vero, la nomina del consigliere delegato poteva essere anche nella facoltà del Presidente incaricato, senza necessità di prevederne formalmente la figura nello Statuto. Perché ho voluto statuirlo? Primo perché alla figura del consigliere delegato si dia la forza costituzionale di un’investitura; secondo – e anche questo non bisogna avere paura di dichiararlo in modo aperto – perché noi, in conseguenza della riduzione del Consiglio da 50 a 30 consiglieri, abbiamo una Giunta ridotta quasi della metà rispetto al numero previsto nella precedente. Ma chi conosce la Calabria – e voi la conoscete meglio di me, e chi conosce meglio di me cosa significa governare la Calabria - sa bene che sei assessori sono un numero limitatissimo per governare la Regione e credo che l’esigenza di avere in modo costituzionalizzato la possibilità di allargare la funzione di governo sia oggettiva. Fra l’altro noi lo facciamo senza aggravio di spesa e – perché è detto in modo esplicito – senza ulteriori indennità, senza aggravio e appesantimento di strutture, perché, è detto nella proposta di legge, utilizziamo i dipartimenti competenti.

L’osservazione che si fa: “Ma come, controllore controllato?!”. Ma questa è un’osservazione futile, e mi permetto di dire perché: il consigliere che viene eletto assessore è controllato e controllore. Qual è la differenza da questo punto di vista? Anzi, per il consigliere delegato a cui si affida un determinato compito senza possibilità di partecipare alla Giunta per altre funzioni non delegate e senza diritto di voto, è più limitato questo rapporto tra controllore e controllato, se vogliamo dirla fino in fondo. Perché dico questo? Perché credo che noi dobbiamo cogliere quello che è il significato vero di questa modifica.

Permettetemi, infine, di ringraziare la consigliera Flora Sculco per avere avanzato questa proposta sulla parità di genere. Io non l’ho avanzata – lo dico subito – perché pensavo di proporla nell’ambito del progetto di riforma più generale che affideremo alla Commissione; la proposta è stata anticipata e noi l’abbiamo accolta. Anche questo è un fatto innovativo, perché statuisce e mette un punto fermo, che è di notevole importanza e fortemente innovativo, su un rapporto tra la rappresentanza di genere.

Quindi questo stralcio di riforma ha l’obiettivo, il compito, di allineare il nostro Statuto a quello delle altre Regioni d’Italia, tutto qui. Non è una riformicchia questa, ma è un’opera, secondo me, di modernizzazione del nostro impianto istituzionale o che va in quella direzione.

Naturalmente dovremo affrontare la riforma dello Statuto, ma anche la riforma elettorale, perché la legge elettorale, così com’è, non va bene. Qualcuno dei gruppi presenti in quest’Aula ha seminato vittime anche illustri per le furbizie calabresi – fatemelo dire con grande schiettezza – di questa ingegneria che sottende alla legge elettorale che è stata approvata nella scorsa legislatura. Anche qui bisogna mettere mano e il nostro impegno è quello che la legge elettorale sia riformulata non all’ultimo anno della legislatura, ma entro il primo anno. C’è da lavorare perché bisogna inserire anche lì la parità di genere, perché nel Consiglio regionale non ci sia una sola donna, ma ci sia una rappresentanza adeguata. La legge elettorale, come tante altre questioni che discuteremo appena entreremo nel merito di una proposta di riforma che dovremo formulare, è importante da questo punto di vista, per garantire la rappresentanze di genere.

Permettetemi di dire che questa discussione oggi, che è stata abbastanza ricca, con spunti positivi – lo dico al consigliere Nicolò con spirito positivo, naturalmente – non poteva non essere fatta con questa ampiezza. In quest’Aula a breve faremo le dichiarazioni programmatiche, se avessimo voluto liquidarle con un fatto burocratico, dato che alla prima seduta si fanno le dichiarazioni programmatiche, avremmo portato il bel pacco che abbiamo presentato agli elettori, l’avremmo depositato qui, con un piccolo intervento del Presidente della Giunta ed avremmo risolto il problema burocratico. No, io credo che dobbiamo discutere e confrontarci nel merito, perché la prima questione è quella di costruire in Calabria la Regione e non le Regioni, che sono state un tarlo corrosivo per tutto il territorio e un male per Cosenza, per Catanzaro e per Reggio Calabria. I pennacchi hanno portato danni.

Ritengo che chi si fa portatore di queste impostazioni, chi ha fermato l’orologio a quarant’anni fa, produce un danno a se stesso e alla nostra terra. Noi abbiamo bisogno di una Regione che deve proiettarsi nel futuro. Ma davvero pensate – stamattina sono stato amareggiato quando ho visto quella scritta – che si possa riproporre uno schema di polemica politica con il linguaggio che esprime quella scritta “Oliverio nemico della città di Reggio Calabria”?! Ma di cosa parliamo?! E’ la seconda seduta del Consiglio regionale questa: ho prodotto così gravi danni per la città di Reggio Calabria da essere tacciato come nemico della città di Reggio Calabria! Ma di cosa parliamo?!

E non voglio qui inoltrarmi in polemiche, perché la città di Reggio Calabria è in ginocchio, vive e ha vissuto una condizione drammatica non perché c’era e c’è il nemico Oliverio, ma perché c’è qualcuno che l’ha rappresentata, qualcuno che l’ha governata, qualcuno che l’ha messa in ginocchio questa città. Noi – lo voglio dire dal Consiglio regionale qui – non solo respingiamo quel linguaggio e i contenuti di quella scritta, ma nel progetto che abbiamo di ricostruzione e di rimessa in piedi della Calabria assegniamo un posto centrale a Reggio Calabria e l’assegniamo con azioni di governo, perché Reggio Calabria è la più grande città della Calabria, non bisogna dimenticarlo questo, perché intorno alla città più grande della Calabria si costruirà una delle dieci aree metropolitane d’Italia. E noi sappiamo bene qual è l’importanza di avere nella città metropolitana un traino per l’insieme della Calabria. Altro che svilimento, svuotamento!

Di cosa parliamo? Parliamo di una riforma che viene proposta dal Governo per tutte le Regioni. Le seguite le discussioni oppure no? Il Governo, nella riforma della pubblica amministrazione che sta per presentare al Parlamento – discussione su “Il Sole 24 ore”, sui giornali nazionali –, propone tra i punti l’unificazione dei ruoli tra Giunta e Consiglio, laddove ancora non si sia proceduto in tal senso. E quando lo deciderà il Governo, che cosa succederà? Succederà che noi sposteremo la sede del Consiglio regionale da Reggio Calabria? Ma di che cosa stiamo parlando?! Il Consiglio a Reggio Calabria deve essere potenziato nella sua funzione, perché nel corso di questi anni è stato svilito nella sua funzione – parlo di questo Consiglio e della struttura del Consiglio – perché è stato ridotto a dependance. Il Consiglio regionale deve avere un ruolo centrale e vedrete se avrà un ruolo centrale!

Stiano tranquilli i dipendenti – lo dico da qui – non ci saranno riduzioni di organico o spostamenti d’imperio, ma misure di razionalizzazione nella utilizzazione delle risorse, lo ripeto qui! Chi pensa di utilizzare strumentalmente questa affermazione perché ha paura della razionalizzazione delle risorse sbaglia. Ci sono sacche di privilegio che non possono reggere né a Reggio Calabria né a Catanzaro, tanto per capirci faccio un esempio: a Catanzaro non possono reggere 14 dipartimenti con 14 direttori generali! Di cosa parliamo?! Ci si copre dietro lesa maestà, “Oliverio mette le mani sulla città, Oliverio è nemico della città”, per conservare queste nicchie di privilegio. Questa è la verità.

Lo diremo ai cittadini di Reggio, perché io sono abituato, nella mia esperienza politica, a stare in campo a petto nudo, lo diremo alla città di Reggio Calabria e, se è il caso, faremo le radiografie di questi privilegi. Ci siamo capiti?! Dico questo perché io voglio essere rispettoso, ma guai a superare il limite, guai! perché in quella scritta c’è il seme dell’odio. E non deve preoccupare solo Oliverio quella scritta, deve preoccupare tutte le persone responsabili in termini culturali e politici, non per altro, perché c’è il seme dell’odio, e la Calabria di tutto ha bisogno tranne che di stare indifferente rispetto a chi semina odio. Noi abbiamo bisogno di metterci in piedi e confrontarci con serenità, anche quando i punti di vista sono diversi, ci mancherebbe altro, ma con serenità e rispetto abbiamo bisogno di confrontarci, perché altrimenti noi saremo vittime di noi stessi, e quando parlo di noi, parlo della Calabria e dei calabresi.

Quindi discutiamo nel merito delle questioni, perché nessuna forzatura e nessuna violenza si vuole fare sulla città di Reggio Calabria, ci mancherebbe altro!

Poi permettetemi di fare una considerazione finale. Io sono stato proclamato il 10 di dicembre, quindi ferie - non per me, per il personale, naturalmente - e festività natalizie comprese, sono 40 giorni. Mi fa piacere che il consigliere Tallini anche stasera scopra che c’è una Calabria che rischia di essere travolta, perché in questi 40 giorni non sono stati affrontati i problemi. Mi fa piacere che lo dica, consigliere Tallini, sa perché? Perché in questa affermazione c’è una profonda autocritica, perché lei non viene da Marte, lei è stato – mi pare per cinque anni – protagonista del governo che ha determinato questo disastro e oggi chiede a me perché non ho affrontato i problemi in 40 giorni. Mi fa piacere che lo dica lei.

(Applausi)

Mi fa molto piacere, perché poiché lo sta ripetendo come un ritornello, allora sono costretto a ricordarlo.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Se ha bisogno di questo, mi unisco!

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Sono costretto a ricordarglielo…

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Di Yes-man e di portaborse!

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Lasci stare gli Yes-Man.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

No, gli Yes-Man e i portaborse. Presidente, lei faccia il Presidente!

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, lei non è autorizzato a parlare! Non le ho dato la parola!

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Lei faccia il Presidente!

PRESIDENTE

Lei sta parlando…

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Non mi riferisco all’intervento del Presidente, che ne ha facoltà, ma mi riferisco agli applausi che vengono dall’Aula e dal pubblico. Lei non lo deve consentire! Faccia il Presidente dell’Aula!

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, non ha la parola!

(Interruzione del consigliere Tallini)

Lei pensa di essere per strada!

Non è per strada, qui la parola ce l’ha quando le viene data.

(Interruzione)

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Ci sono prima di lei nelle istituzioni.

PRESIDENTE

Non ha importanza. La parola può prenderla quando le viene concessa.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Tallini, capisco il suo nervosismo, però deve essere rispettoso dell’Aula. L’ho ascoltata in silenzio certosino. Lo capisco il suo nervosismo, ma deve avere rispetto dell’Aula.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Presidente, non c’è nessun problema. Io la sto ascoltando con molto interesse, però deve convenire che questo spettacolo non è degno di un Consiglio regionale che vuole, addirittura, inventarsi e modificare la storia del regionalismo in Calabria, in Italia!

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, faccia concludere l’intervento.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Tallini, credo che capiti in tutte le assemblee elettive, dai Consigli comunali fino al Parlamento, di sentire un applauso.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

E il Presidente interviene e fa il Presidente di tutta l’Aula, non il Presidente suo e della sua maggioranza.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, già nella scorsa seduta, se lei ricorda – forse non ha una buona memoria –, ho invitato il pubblico a mantenere un assoluto silenzio per lo svolgimento dei lavori. Lei non ha una buona memoria.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Stasera non l’ha fatto ed è stato molto, ma molto più grave!

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Se mi è permesso, sarei alla conclusione del mio intervento.

Credo che noi dovremmo discutere delle condizioni della Calabria, delle emergenze della Calabria, dello stato della Regione e, naturalmente, sarà mia cura dare il quadro al Consiglio regionale. Lo faremo. Io, oltre al programma di governo che ho sottoposto agli elettori e che illustrerò a quest’Aula, nel mio programma ho messo un punto: “Rapporto alla Calabria sullo stato della Regione”. Lo farò e parleremo anche dei portaborse, di tante cose, delle società in house, degli enti subregionali, di come è stata organizzata la macchina della Regione, non solo perché lo ha rilevato il Mef, ma per le condizioni che ci sono che sono molto più gravi di quello che ha rilevato il Mef.

Parleremo di tutto, perché i calabresi sappiano come stanno le cose. Fra l’altro, ho già disposto un’indagine conoscitiva affinché io sappia. Per esempio, è arrivato un primo rapporto su una di queste società in house, ieri abbiamo affrontato la questione della fondazione “Campanella”, dopo aver avuto un incontro con il Ministro della salute nei giorni scorsi, per metterla sul binario della soluzione, a partire dalle garanzie per i 174 lavoratori dipendenti.

Abbiamo affrontato i problemi relativi agli Lsu-Lpu, avviando un processo di contrattualizzazione, per adesso, abbiamo aperto un confronto col Ministero del Lavoro per quanto riguarda i lavoratori in cassa integrazione in deroga, recuperando e pagando le spettanze del 2013 e abbiamo riaperto il tavolo per il 2014; abbiamo cercato di affrontare un po’ di piccole emergenze – chi ha governato e conosce la Regione sa di cosa parlo –, dico eufemisticamente, piccole emergenze. Quindi in questi mesi, 40 giorni, siamo stati in campo.

Certo che porteremo il rapporto, perché la “Campanella” è una cosa a parte, ma vi annuncio subito che da un primo rapporto che mi è stato dato ci sono società in house che hanno 540 contrattualizzati. La Calabria è stata disseminata di società in house, io l’ho definito il sistema delle matrioske, è stata disseminata di pratiche che definire clientelari – vorrei che mi seguisse pure il consigliere Tallini – è un eufemismo! E mi fermo qui!

Naturalmente, questo rapporto lo porteremo perché, consigliere Tallini, vorrei ricordarle che siamo all’inizio della legislatura, non siamo alla fine, siamo all’inizio del primo di cinque anni di legislatura, e noi abbiamo chiesto il voto ai calabresi, non promettendo la luna nel pozzo, per rimettere la Calabria in piedi e chiudere con la stagione dell’uso dissennato delle risorse, che tra l’altro sono pure scarse, a fronte della gravità dei problemi di questa terra.

Ci confronteremo nel merito delle questioni, ci mancherebbe che da parte nostra ci fosse prevenzione, ci mancherebbe altro! L’ho detto già nel mio breve intervento nella prima seduta di Consiglio regionale: c’è un tempo dello scontro, della propaganda e c’è un tempo del governo, e il governo dei processi e dei problemi in questa regione richiede come valore aggiunto un maggiore impegno, perché bisogna considerare una particolare gravità dei problemi.

Quindi, il confronto sarà da noi sollecitato ed alimentato. Naturalmente, non sarà permessa l’alterazione della verità, perché è sempre alimentatrice di crescita. Quando si altera la verità, si sollevano polveroni, si vogliono cambiare le carte in tavola, naturalmente bisogna rispondere con i fatti e, per quanto mi riguarda, per le rime, perché non ci può essere mistificazione della verità.

Credo si sia aperta una stagione - il voto su questa prima modifica dello Statuto va in questa direzione - che dovrà essere segnata da un cambiamento profondo nella vita della Calabria e la Regione – parlo dell’istituto regionale – deve essere messa al passo con queste esigenze. Noi non risparmieremo energie in questa direzione, ci spenderemo fino in fondo, siamo aperti al contributo senza schemi e senza preconcetti, ma nessuno pensi di fermarci e di ostacolare questo cammino, perché ne ha bisogno la Calabria, altrimenti non avrà futuro. Siccome siamo lucidamente consapevoli e convinti di ciò, con determinazione andremo avanti e, naturalmente, lo faremo con il concorso delle energie più larghe.

Questa mattina ho incontrato il Presidente della Conferenza episcopale calabrese a cui avevo chiesto di poterlo incontrare. L’ho fatto non per atto formale, ma perché sono convinto che questa terra, la nostra terra, possa aprirsi ad un futuro di crescita, ad un futuro diverso, se si metterà in campo un concorso di forze, di energie. Le forze sociali, gli amministratori locali, la rete del volontariato, soggetti singoli ed associati, il mondo della scuola, e la Chiesa hanno un ruolo centrale, importante, perché la vera sfida che abbiamo davanti non è quella di un aggiustamento, ma è una sfida culturale che vinceremo se un insieme di forze agisce, si mette all’opera e tira nella direzione di affermare il bene comune. Questa parolina magica che è stata sfregiata e messa nel cantuccio per far prevalere altre logiche nel corso di questi lunghi anni, non solo degli ultimi cinque anni.

Noi dobbiamo avere questa consapevolezza e dobbiamo sentire il dovere di metterci all’altezza di questo compito, perché su questo si gioca il futuro della Calabria.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 5/10^, d’Ufficio: “Elezioni dei tre delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica (articolo 83 della Costituzione)”

PRESIDENTE

Il terzo punto all’ordine del giorno è la proposta di provvedimento amministrativo numero 5 d’Ufficio: “Elezioni dei tre delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica”.

L’articolo 83 della Costituzione di cui do lettura:

“Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All’elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d’Aosta ha un solo delegato.

L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza dei due terzi dell’Assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”.

Quindi procediamo alla costituzione dei seggi e voglio ricordare che si vota in un’unica votazione con un voto limitato a due preferenze.

GRAZIANO Giuseppe, Segretario Questore

Fa la chiama.

PRESIDENTE

Comunico l’esito della votazione. Presenti 30, assenti 1.

Hanno riportato voti i consiglieri: Oliverio 19, Scalzo 18, Salerno 10, Tallini 1. Schede bianche 1.

Vengono proclamati eletti i consiglieri Oliverio, Scalzo e Salerno.

Proposta di legge numero 6/10^ di iniziativa dei consiglieri Pasqua, Romeo, Sergio, recante: “Proroga del termine di cui all'articolo 2-bis della legge regionale 12 aprile 2013, numero 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi)”

PRESIDENTE

Passiamo al successivo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 6/10^ di iniziativa dei consiglieri Pasqua, Romeo, Sergio, recante: “Proroga del termine di cui all'articolo 2-bis della legge regionale 12 aprile 2013, numero 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi)”.

E’ stato presentato emendamento a firma del consigliere Giudiceandrea, protocollo numero 2015 che così recita: “All’articolo 1 sostituire le parole <31 dicembre 2015> con le seguenti <30 settembre 2015>”.

Prego, consigliere Giudiceandrea.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Molto rapidamente colleghi - e la ringrazio Presidente per avermi dato la parola- giusto per dare una spiegazione rispetto a questo emendamento che non è dettato da un fuoco di Sant’Antonio - tale e quale quello che regge le fila della opposizione – legato alla frettolosità e all’ansia da prestazione rispetto alle scelte di questa maggioranza e di quella che sarà la forza di governo di questa Regione nei prossimi mesi.

Presidente e colleghi consiglieri, chiedo, a livello personale e come gruppo, l’anticipazione del termine fissato al 31 dicembre anticipandolo al 30 settembre, non come sfida, ma come se si trattasse di un impegno assunto con i cittadini a realizzare quanto prima la cessazione dello stato di emergenza e a non rinviare di anno in anno, come è stato fatto in precedenza, facendo soffrire alla cittadinanza il dramma della raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Concludo, Presidente, questo mio brevissimo intervento portandole la mia personale solidarietà e quella del gruppo rispetto alla scritta che si fa bene a stigmatizzare, non lasciando nell’indifferenza chi semina odio.

Ritengo, però, Presidente della Giunta e Presidente del Consiglio, che oggi ci sia sfuggito di rappresentare in questa sede una forte solidarietà a chi – come il sindaco di Tropea – in questa regione è vittima di atti di violenza e di odio ancora più terribili.

Chiedo che il Consiglio si pronunci ufficialmente manifestando una solidarietà seria e fattiva nei confronti del sindaco di Tropea. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Chiedo di parlare su questa proposta di legge che tende a dare una risposta al problema della raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Non so nei vari territori di cui sono espressione i consiglieri regionali presenti in quest’Aula quale sia la realtà, ma so che c’è una vera e propria emergenza che è giusto che vada affrontata.

Non voglio essere la “Cassandra nera”, voglio dire che se questa problematica fosse stata affrontata qualche giorno prima, sarebbe stato meglio.

Siamo qui a dare il nostro contributo e dire che siamo stati molto attenti alle cose dette dal presidente Oliverio ed abbiamo apprezzato la grande chiarezza che ha avuto questa sera. Se sarà così chiaro anche in futuro con l’opposizione che rappresentiamo, può darsi che nella chiarezza riusciremo ad intenderci.

Noi abbiamo detto riformicchia, lei ha detto uno stralcio, quindi sicuramente non è una grande riforma, Presidente.

Lo ha detto lei.

Se lei dice di voler far diventare protagonista quest’Aula, noi siamo qui a fare i protagonisti, se è possibile, insieme a lei come opposizione, nella chiarezza e non attraverso lo scambio di voti che vi è continuamente all’interno di quest’Aula ed ogni giorno ne è una riprova.

Si dice che non sono inciuci, non sono trasversalismi, ma guarda caso poi i numeri non tornano e l’opposizione a volte non prende i voti che potenzialmente ha ed a volte ne prende di più. Chi gioca al biliardo dice “sballa”, ogni tanto l’opposizione sballa e prende più voti di quanti ne ha.

Chiudo questo mio intervento, perché non voglio aprire di nuovo un dibattito sull’intervento fatto da lei che apre almeno dieci fronti sui quali avremo la possibilità di confrontarci in sede di dichiarazioni programmatiche.

Sono serenissimo e mi auguro che lei sia abituato ad alzare i toni della voce così, per abitudine, non la conosco bene, ma di solito cerca di alzare la voce chi si vuol fare ascoltare, chi è in difficoltà. Io sono serenissimo, sono qui e sono uno dei pochi che è disponibile a confrontarsi anche sul governo e sui risultati del governo. Sono qui ad ammettere i gravi errori che sono stati consumati durante la gestione del governo Scopelliti.

Forse lei non è a conoscenza, presidente Oliverio – e chiudo veramente, ho preso punto –, del fatto che gran parte delle cose che non sono andate bene io le avevo segnalate da assessore. E sono stato l’unico a dirle in faccia al presidente Scopelliti, le ho dette in sede di Giunta ed in tutte le occasioni.

Cosa che, purtroppo, non può dire una buona parte di quella maggioranza che è diventata maggioranza poi insieme a lei. Il problema è proprio questo: c’è una maggioranza che è stata maggioranza con Loiero, con Chiaravalloti, con Scopelliti e che è maggioranza anche con lei.

Lei ha bisogno di individuare chi veramente rappresenta il cambiamento o chi invece viene qui con un semplice obiettivo - tenendosi anche a disposizione e facendo da sgabello - la possibilità di fare con questa posizione un servizio a questa maggioranza.

La democrazia in quest’Aula fino ad oggi è stata tradita.

Il problema dei rifiuti è grave e mi permetto di dire una cosa che lei avrà la possibilità di smentire.

Uno dei problemi gravi che la Calabria ha vissuto, per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, è la mancanza di una discarica nella provincia di Cosenza. Una discarica che lei avrebbe potuto e dovuto realizzare da Presidente della Provincia.

Le dico la verità, non ho approfondito. Questa è l’occasione in cui lei mi potrà spiegare, per esempio, perché il comune di Cosenza e molti comuni del cosentino vanno spesso a scaricare i rifiuti in altre discariche fuori dal territorio della provincia e per quale ragione la provincia di Cosenza - come altre province - non si sia dotata mai di una discarica in grado di ospitare i rifiuti di quel territorio.

Forse è la buona occasione affinché lei lo possa dire e chiarire quello che forse fino a questo momento può darsi che sia stato un luogo comune; ma questa è l’occasione da Presidente della Regione o di smentire questo luogo comune o di impedire che questa grave ingiustizia che si sta verificando in Calabria da parecchio tempo continui. Molti comuni della provincia di Cosenza non hanno rifiuti in mezzo alle strade perché vanno a conferire in discariche nelle quali è impedito il conferimento ai territori di riferimento che, invece, ne avrebbero più titolo e diritto.

Sono qui a dare il voto favorevole a questo provvedimento e a dare il nostro contributo, ove sarà richiesto e sarà possibile, ricordando una cosa e questa con obiettività è una riflessione che va fatta da questo Consiglio regionale e andrebbe anche fatta da tutti i governatori.

Presidente, ci sono state due legislature, 10 anni, che hanno visto la Calabria commissariata.

Ora i partiti sono stati così bravi da accusarsi a vicenda quando per 10 anni prima e 10 anni dopo la Calabria è stata commissariata da persone che sono state messa lì dal Governo a gestire l’emergenza ambientale in Calabria.

Si è chiuso un primo decennio. Cosa dovevano fare questi commissari? Le discariche e la depurazione. Non hanno fatto né discarica né depurazione. Si chiude una breve parentesi di gestione regionale e subito dopo un altro commissario che dura anni cosa deve realizzare? Deve affrontare l’emergenza ambientale e né discariche né depuratori ma, guarda caso, la politica in Calabria è così brava da scaricarsi a vicenda la responsabilità della mancata soluzione quando il vero problema – la mancanza della politica – è stato che la politica non ha saputo individuare il fallimento nella politica dei commissari e quindi del governo; almeno per quanto riguarda questi due settori fondamentali per lo sviluppo della Calabria il fallimento è sotto gli occhi di tutti.

Dopo 10 anni finisce il commissariamento e la Regione Calabria con le proprie strutture è costretto improvvisamente a gestire un settore di emergenza e se ne assume anche la responsabilità. A chi dobbiamo dare la responsabilità: ai commissari o ai partiti? Io dico che la dobbiamo dare anche ai partiti e anche alla politica che non ha saputo chiedere ai commissari quello che i cittadini hanno chiesto alla politica senza averlo mai ottenuto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Intanto colgo positivamente l’inversione di tendenza che ha avuto il consigliere Tallini, per due ragioni: innanzitutto per aver dichiarato il voto favorevole su questo punto all’ordine del giorno e sull’emendamento proposto dal consigliere Giudiceandrea e poi per aver avviato una sorta di reiterazione su quella che è l’attività politica di una Giunta che ha governato negli ultimi 5 anni ma, più in generale, dei partiti politici.

Nel prendere atto e nel sottolineare da parte del mio gruppo la totale volontà di approvare sia l’emendamento sia la proposta di proroga, per quanto riguarda l’autorizzazione ad utilizzare gli impianti privati, atteso lo stato di emergenza, vorrei fare solo un’osservazione in merito a quanto affermava circa la provincia di Cosenza e sul perché questa non si sia dotata di una discarica.

Premesso che chi vi parla è stato sindaco di un comune che ha messo a disposizione la sua discarica non solo all’area urbana cosentina ma alla Calabria tutta, nella discarica del mio comune, grazie all’autorizzazione del presidente Oliverio, venivano a scaricare i comuni della provincia di Vibo Valentia e di Catanzaro.

Devo però sottolineare e ricordare al consigliere Tallini che probabilmente si riferiva agli impianti, non già alle discariche, perché parlare di discariche probabilmente oggi significherebbe cozzare con tutte le norme della Comunità europea.

Il piano dei rifiuti non lo fa l’amministrazione provinciale ma lo fa la Regione Calabria. E’ un impegno anche rispetto ai mesi dati come proroga, l’impegno che oggi ha voluto manifestare, per tramite del consigliere Giudiceandrea, il presidente Oliverio ad impegnarsi per rivedere anche la legge regionale sui rifiuti perché non v’è dubbio che il problema non sia pesato.

Lo dico con grande franchezza e chiarezza. Non può essere pesato solo su una provincia, su una discarica o su un territorio ma ci deve essere anche una ripartizione delle responsabilità da un lato e di quelli che sono poi i servizi ed i doveri dall’altro.

E’ una grande sfida che dobbiamo vincere. Abbiamo dato come termine ultimo settembre, caro consigliere, ed in questi mesi dobbiamo lavorare alacremente per mettere mano agli impianti, magari anche all’impianto Calabria nord, agli impianti di selezione, alle centrali a biogas di ultima generazione, per metter mano alla legge regionale sui rifiuti ma soprattutto per dare alla Calabria la soluzione definitiva, evitando che i cittadini paghino l’esportazione dei rifiuti oltre frontiera ma soprattutto che i comuni, e per loro tramite i cittadini, paghino la tassa maggiorata andando fuori provincia.

E’ una grande sfida oggi aver dato questo assenso o una proroga fino al 30 settembre. Questo significa mettersi tutti quanti a lavorare, dal Presidente della Giunta regionale fino all’ultimo dei consiglieri, affinché questa data possa rappresentare la fuoriuscita dal sistema emergenziale, finalmente.

Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Forza Italia)

Intervengo anche io per vari motivi e per dire che questa è una proposta di legge - lo dico ai giornalisti attenti in Aula - soprattutto in merito alla parte in cui viene emendato uno strumento operativo, Presidente, che si rese utile nella scorsa legislatura per far fronte al dramma che ci ha consegnato 10 anni di commissariamento.

Tant’è che da quando questa Regione – giusto per ricordare un’attività fattiva dell’assessore Pugliano – prese le chiavi ad aprile 2012 o 2013, non ricordo, il commissariamento non lasciò nulla. C’è in campo una progettualità nuova e ricordo che nella nostra provincia, non senza resistenze da parte della popolazione, c’è anche un impianto a Cosenza nord, se non sbaglio Bisignano, che ha risposto ad una manifestazione di interesse al di là della disponibilità della discarica.

Vorrei dire ai giornalisti attenti, citandone alcuni come Adriano Mollo, di chiamare questa legge, questo emendamento “emendamento-legge Oliverio”. Giusto per portarlo a conoscenza di alcuni consiglieri del Pd, Presidente.

(Interruzione)

Va bene, è una legge, ma siamo nella fase iniziale in cui non sono state costituite neanche le Commissioni; all’epoca su questa importante emergenza, su richiesta di un assessore con cui si faceva squadra, firmai io quell’emendamento che era tecnico, e lo firmai forse perché non avevo nulla a che fare con la storia dei rifiuti di questa regione, con chi si occupa di rifiuti e quant’altro.

Questo è un emendamento che serve alla Calabria e va da sé che avrà anche il nostro voto di sostegno perché ci occupiamo di problemi. Vorrei che questo pezzo di emendamento fosse giusto per i consiglieri del Pd della città di Cosenza.

Faccio politica, evito le querele insomma, chissà quali grandi interessi…

Questo è un emendamento che, purtroppo, dopo 10 anni di commissariamento - e mi riferisco alla proroga che riguarda la gestione dei privati - serve alla Calabria.

Vivaddio se quella era definita “legge Orsomarso” perché era un emendamento tecnico presentato a mia firma, credo che questa sia la “legge Oliverio, Romeo o Greco”; insomma stabilite che legge è. L’importante è che si comprenda che col nostro voto favorevole si approva un emendamento che serve al sistema dei rifiuti della Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Su questa problematica dei rifiuti ritorneremo in Consiglio regionale, perché merita una riflessione che sia fatta soprattutto su una proposta per costruire uno sbocco, una risposta a questa grave emergenza che la Calabria vive da anni.

E’ stata ricordata qui la gestione commissariale su questo punto e sono d’accordo. Praticamente abbiamo avuto dal 1997 in avanti una gestione commissariale che utilizzando l’emergenza – questo per la verità non è avvenuto solo per i rifiuti – che è stata permanente ha svuotato i poteri della Regione e, con l’argomento della inefficienza ed incapacità oggettiva ed evidente della Regione di affrontare i problemi, ha giustificato il protrarsi per circa 15-16 anni di questa forma di gestione commissariale, quindi di supplenza al potere della Regione.

Credo, consigliere Orsomarso, che questa legge debba continuare a mantenere la sua titolarità che è quella di Orsomarso.

Dico questo perché se fossimo non al quinto anno ma già – lo dico come sfida a me stesso – a conclusione di un anno e venissimo qui a riproporre, e verremo qui a riproporre se non riusciremo a risolvere il problema, una proroga a quel punto bisognerà cambiare intestazione.

La verità è che in questi 5 anni, malgrado la gestione commissariale non abbia risolto il problema, il problema non è stato risolto e non è che voglio fare la polemica politica, no. Oggettivamente la situazione è quella che è: il problema non è stato risolto.

Da Presidente della Provincia – lo dico qui senza temere di essere smentito – all’inizio della precedente legislatura, il consigliere Orsomarso qualcosa la sa, mi sono offerto come Provincia a collaborare. Ripeto perché l’ho detto prima da Presidente della Regione e l’ho detto 5 anni fa anche da Presidente della Provincia collocato politicamente diversamente.

Mi sono proposto di collaborare perché c’è un tempo per fare la campagna elettorale e un tempo per governare. Non ho avuto l’onore e nemmeno l’onere - perché anche di onere si trattava – di essere convocato ad un tavolo, anche solo per una volta, per discutere e confrontarci sul problema dei rifiuti. Anche una sola volta; eppure credo che sarebbe stato nell’interesse della Regione far questo ma non sono stato mai coinvolto, malgrado le sollecitazioni. Anzi, devo dire che la Provincia di Cosenza ha elaborato un piano dei rifiuti che ha trasmesso alla Regione. La prego di andare a leggere il piano dei rifiuti.

(Interruzione)

Che significa sui tempi? I tempi niente. C’è un piano dei rifiuti trasmesso alla Regione che non è stato mai oggetto di confronto.

(Interruzione)

Forse non ci siamo capiti. Io non sono stato coinvolto, capito? E dico di più: ho sollecitato un incontro con i sindaci nel corso del quale il rappresentante della Regione in modo chiaro ha detto “la provincia non c’entra” perché nemmeno quella di Catanzaro è stata coinvolta e neanche quella di Reggio Calabria.

La linea è stata quella di avere una politica regionale su questa cosa qui.

Faccio questa riflessione perché ritengo che il problema debba essere quello di superare le discariche. L’obiettivo deve essere quello di superare le discariche.

Vi informo - ricordandovi pure - che nel corso della precedente seduta del Consiglio regionale – c’è stata una critica pure a questo – ho proposto che nella legge di autorizzazione all’esercizio provvisorio fossero autorizzate delle somme per la manutenzione straordinaria e il revamping di alcuni impianti.

Vi informo, questa volta, che quelle somme sono state ferme per due anni e non sono state autorizzate; due anni hanno comportato un’obsolescenza degli impianti per cui ci sono impianti che si bloccano e questo dà delle implicazioni.

Allora i problema qual è? E’ quello oggi di fare una proroga per porre mano alla costruzione di un sistema, a partire dalla raccolta differenziata sulla quale spingeremo molto e lo faremo coinvolgendo in prima battuta le città capoluogo e le città superiori a 15 mila abitanti perché é in questa direzione che bisogna andare in modo determinato.

Presenteremo una proposta più compiuta per quanto riguarda la costruzione del sistema perché si tratta di lavorare per costruire il sistema e questo mi auguro che si possa fare con un confronto di merito, senza pregiudiziali e atteggiamenti precostituiti.

Voglio che su questa materia ci si confronti nel merito perché credo che sia nell’interesse di tutti costruire un sistema virtuoso ed ogni territorio deve fare la sua parte, chiaramente con un sistema di impianti che possa essere dislocato sui territori ed avvalersi di tecnologie avanzate.

Abbiamo tecnologie che sono ad impatto quasi zero anche per quanto riguarda questa problematica dei rifiuti.

Il significato di questa proroga va nella direzione di poter avere il tempo necessario a costruire una risposta concreta a questo problema che ci possa far uscire dall’emergenza che ci portiamo dietro dal 1997.

PRESIDENTE

Grazie, presidente Oliverio.

Non ci sono altre richieste di parola, pertanto pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 2015.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 1 come emendato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso, come emendata.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 7/10^ di iniziativa dei consiglieri Pasqua, Romeo, Sergio, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 <Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge Urbanistica della Calabria> ”

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la proposta di legge numero 7/10^ di iniziativa dei consiglieri V. Pasqua, S. Romeo, F. Sergio: “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 ‘Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge Urbanistica della Calabria’”.

Non ci sono emendamenti, pertanto passiamo al dibattito generale. Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Si tratta di una proposta di proroga ai termini di presentazione degli strumenti urbanistici da parte dei Comuni come previsto nella legge urbanistica.

Mi permetto di fare una riflessione: per quanto riguarda questa materia della definizione degli strumenti urbanistici – mi attengo strettamente al tema, senza dilungarmi in riflessioni di ordine più generale, che sarebbero pure necessarie e che faremo per quanto riguarda il governo del territorio – abbiamo una situazione per cui, nel corso di questi anni, non so quante proroghe ci sono state, diverse, e allo stato noi abbiamo una situazione per cui nessun Comune si è dotato di Psc o Psa, di strumento urbanistico.

Credo che una riflessione si debba fare nel merito della legge, c’è qualcosa che non va, perché non può essere ricondotto solo ad un fatto di inefficienza o di mancanza di volontà da parte dei Comuni. Questa ci sarebbe stata se su 409 Comuni 200 l’avessero fatto e 209 no, una parte ha realizzato l’obiettivo e una parte no. Dobbiamo approfondire la ragione di questa situazione, ci devono essere ragioni che sono riconducibili anche al funzionamento della legge.

Proprio perché ancora bisogna istituire le Commissioni, che sono le sedi dove l’approfondimento va fatto, credo che dovremo ritornare rapidamente su questo argomento, per capire quali siano le ragioni alla base di questa difficoltà; non possiamo non affrontarle, altrimenti ci troveremo ad affrontare di volta in volta la situazione che registra una impotenza anche dei Comuni a dotarsi di strumentazione urbanistica.

Una proroga, quindi, che deve essere finalizzata immediatamente all’apertura di una discussione, di un confronto, che io ritengo necessario a breve, infatti una delle prime questioni che dovremo affrontare subito deve essere questa, rimuovendo le ragioni legislative che ostano a questo percorso e affrontando anche le altre questioni relative alle difficoltà che trovano i Comuni. Parliamoci molto chiaramente, cioè lì c’è anche un problema di sostenibilità dal punto di vista economico.

Dobbiamo lavorare affinché i Comuni siano messi in condizione di poter definire gli strumenti urbanistici, naturalmente nel quadro e nel rispetto di un’impostazione più organica relativa al governo del territorio che dovrà vedere la Regione protagonista. Quindi – vorrei motivarla – questa proroga è finalizzata a questi obiettivi.

Nella fase di impostazione del confronto per affrontare quei nodi di cui parlavo prima, bisognerà coinvolgere gli ordini professionali, i Comuni; bisognerà capire, anche attraverso questo confronto, quali sono queste ragioni e quali sono gli adeguamenti e le modifiche legislative che bisognerà apportare, ma questa è una delle questioni che con priorità dovremo affrontare.

Vorrei ricordare che nel mio programma – lo dirò quando poi faremo le dichiarazioni programmatiche – ho esplicitamente dichiarato che bisogna puntare ad una impostazione di consumo zero del territorio, quindi anche l’adeguamento degli strumenti urbanistici deve tenere conto di questo, cioè del fatto che bisogna spingere molto nella riqualificazione, nel recupero, perché uno strumento come la legge urbanistica deve orientare e spingere nella direzione della realizzazione degli obiettivi che ci si pone.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Intervengo per dire che sarebbe facile, in questo momento, votare contro questa legge dicendo “noi abbiamo posto dei termini” e richiamando che anche noi, nella precedente legislatura, più volte abbiamo dilazionato i termini entro cui i Comuni avrebbero dovuto realizzare il Psc. Oggi non mi sento di criticare questo governo che propone questa modifica, però ritengo che vada fatto un approfondimento e l’approfondimento va proprio nella direzione che si è detta prima.

E’ stata avviata la procedura, sono stati dati i termini legislativi per la realizzazione dei vari Psc dei Comuni, ma ai Comuni non sono stati dati gli strumenti finanziari. Pensate che ci sono Comuni che devono dare incarichi professionali, che devono comporre équipes di tecnici, che devono procedere alla realizzazione di progetti di pianificazione e non hanno risorse per poterlo fare; eppure mi permetto di dire che questa è una legge regionale che risale alla legislatura di centro-sinistra e che, durante tutto l’arco di governo del centro-destra, si è tentato di migliorare facendo l’analisi, senza trovare le risorse necessarie.

Presidente, credo che la proroga vada fatta. Credo che un anno sia eccessivo, e sa perché? Perché c’è tutta questa storia alle spalle della legge urbanistica; vedrà che, nonostante le tantissime proroghe, poi i Comuni non l’hanno attuata. Ci sono quelli che, veramente, non sono stati in grado per mancanza di strumenti, altri che non hanno realizzato il Psc, non hanno avviato nemmeno le procedure per il Psc perché, nel migliore dei casi, c’è una inadeguatezza politica o, se vogliamo, una mancanza di volontà di dotarsi di strumenti e di regole sulla pianificazione che poi devono essere rispettate.

Presidente, qua non si tratta di ipotizzare la battuta che poi, se deve essere riempita di contenuti, “senza consumo del territorio”, il territorio noi non vogliamo che si consumi, soprattutto il territorio della regione Calabria. Il territorio della Calabria deve essere tutelato, però nei fatti – perché poi sappiamo che in tantissimi casi sul piano teorico adottiamo leggi regionali che sono assolutamente restrittive – consentiamo il depauperamento del territorio, consentendo in quasi tutti i Comuni l’abusivismo edilizio che ormai dilaga e, quindi, anche in questa materia le suggerisco di ipotizzare strumenti legislativi di controllo che possano aiutare in molti casi i Comuni a realizzare questa cosa.

Nonostante lei ipotizzi una proroga di un anno, io mi sento comunque di dare il mio voto favorevole ad una richiesta che, comunque, va incontro ai tantissimi Comuni che in questo momento non sono nella condizione di poter rispettare i termini prefissati, perché i disastri che ne deriverebbero sarebbero di natura amministrativa, ma anche di natura economica, perché far decadere le previsioni di piano di tantissimi Comuni significa improvvisamente creare un vuoto normativo e legislativo; molte aree urbanistiche si modificherebbero, quindi ci sarebbero numerosi contenziosi che potrebbero nascere nei tanti Comuni della Calabria, e noi abbiamo bisogno di aiutare i Comuni, non di frenarli oppure, addirittura, usare misure di penalizzazione.

Quindi voterò a favore della proroga di un anno, caro Presidente. Le proroghe sono state tantissime, ma è vero che senza questa proroga faremmo danno a tanti Comuni; tanti danni, però, si stanno eseguendo e si stanno realizzando in tanti Comuni che, purtroppo, non sono dotati di un Psc, cioè di uno strumento urbanistico che possa regolare e mettere ordine alle iniziative edilizie che fanno scempio del territorio.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Irto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito democratico)

Condivido lo spirito della proposta di prorogare la legge urbanistica calabrese, nella consapevolezza – come ho avuto modo di discutere con il presidente Oliverio e con l’intera maggioranza – che sì, è vero, consigliere Tallini, la stessa è stata approvata dal centro-sinistra, però non abbiamo problemi a dire che in questi anni, probabilmente, è risultata inefficace, non ha prodotto i risultati che ci si aspettava per una serie di fattori, alcune furbizie da parte dei Comuni, alcune furbizie da parte della Regione. Insomma, il sistema che doveva essere di multilivello tra i Comuni e la Regione non ha funzionato se siamo arrivati a dover approvare proroghe su proroghe.

Credo, quindi, -e rilancio rispetto a quello che ha dichiarato il presidente Oliverio- sia necessario inaugurare una nuova stagione urbanistica per la Calabria.

Non dobbiamo fermare l’attività, anzi bisogna rilanciare con l’attività dell’Esecutivo, quindi della Giunta, ma è necessaria anche un’attività di Consiglio per aprire una nuova stagione urbanistica calabrese che rispetti i criteri previsti dalla Comunità Europea, rispetto alle questioni ambientali e di sostenibilità ambientale, rispetto ad un quadro nazionale che è in continuo movimento –nei prossimi mesi il Parlamento discuterà probabilmente di una riforma urbanistica nazionale – rispetto al fatto che nel territorio calabrese bisogna ridurre a zero i volumi – e siamo d’accordo – ma bisogna, soprattutto, garantire quei princìpi di sussidiarietà e di partecipazione che devono partire dal basso e consentire i processi urbanistici che oggi si devono pensare e programmare e che dovranno essere utili ai nostri figli, utili fra venti-trent’anni, per lasciare delle leggi e quindi delle scelte che funzionino; probabilmente – è questa la madre dei problemi – la legge regionale urbanistica non ha funzionato. Non dico il testo, probabilmente il testo si poteva migliorare, non è quello il punto, è l’interconnessione e forse la mancata possibilità di dialogo tra gli enti predisposti, quindi tra i Comuni e l’ente regionale.

Bisogna ridisegnare, anche nella nuova legge regionale urbanistica, un rapporto istituzionale tra i vari enti e associazioni di categoria, per poter arrivare ad un meccanismo che ci consenta di avere strumenti urbanistici validi. Attenzione! Oggi parliamo nella nostra legge, di strumenti, di Piani strutturali comunali o associati quando in Europa si è andati oltre, non si parla più di piani urbanistici, si parla di piani di zona, di piani di quartiere, di sociologia urbana, di riassetto e riqualificazione urbana, soprattutto partendo dalle periferie.

In questi termini serve, invece, una discussione che investa concretamente l’Esecutivo regionale ed il Consiglio regionale, gli ordini professionali, le categorie sociali e le assemblee di cittadini.

Probabilmente è mancato anche questo: la legge del 2002 partiva prevedendo stimoli alla partecipazione. Un altro elemento di fallimento è proprio questo: la partecipazione è stata troppo spesso solo burocratica, mai veramente attiva e concreta sul territorio.

Da questo punto di vista oggi votiamo la proposta di proroga, ma è opportuno istituire, immediatamente, una riforma complessiva del settore urbanistico regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Questo è un punto estremamente importante che il Consiglio regionale è chiamato, oggi, a discutere e a licenziare, così come peraltro proposto dal presidente Oliverio, lo dico anche e soprattutto ai colleghi consiglieri della minoranza. Parliamo della proroga del cosiddetto articolo 65, quindi degli strumenti urbanistici, della legge urbanistica del 2002, modificata – ricordo al consigliere Tallini –con successivi interventi negli anni, fino alle ultime modificazioni disposte nel luglio 2014.

Non è vero, quindi, che questa non è stata posta all’attenzione del Consiglio regionale nelle passate legislature, tutt’altro! Sono state diverse le argomentazioni addotte affinché questa legge potesse diventare un punto di riferimento di almeno tre legislature.

Oggi siamo qua a discutere di una proroga e del perché – badate bene, cari consiglieri– una legge è stata modifica diciotto volte, di cui quindici solo per l’articolo 65, partendo dal dato che solo il 10 per cento dei Comuni calabresi è dotato del Psc-Psa. La proroga, quindi, si rende necessaria da un lato per non fare un danno ai Comuni, che evidentemente non avrebbero le destinazioni urbanistiche, sarebbero senza Piano e quindi ogni tipo di progetto sarebbe bloccato. Va bene la proposta di proroga di un anno, ma con le condizioni dettate dal presidente Oliverio, quelle di rivedere immediatamente la legge urbanistica, di portarla all’attenzione del Consiglio regionale, di iniziare un dialogo con i Comuni della Calabria, perché il guaio di questa legge è che, con le varie proroghe nell’ultima legislatura, nella legislatura Scopelliti è stata prorogata per cinque volte di seguito ed è stata prorogata, quindi, ben diciotto volte in totale!

Allora dobbiamo chiederci il perché. Parliamo della pianificazione di una regione, parliamo di quella che è la peculiarità di questa regione, dell’adeguamento dei Piani strutturali comunali, da un lato al Ptcp, dall’altro al Qtr. Allora parliamo di questo, della vocazione della nostra terra. Ne abbiamo veramente la capacità? Perché è troppo comodo richiedere il dialogo, il confronto – e lo dico agli amici consiglieri dell’opposizione – scusatemi, il confronto è su queste tematiche, su quello che vogliamo nella nostra terra. Oggi siamo costretti ad un’ennesima proroga, perché altrimenti i Comuni si ritroverebbero senza strumenti urbanistici.

E’ un tema di grande importanza; questo per dire che il gruppo, i firmatari di questa proroga sono, peraltro, totalmente d’accordo con l’impegno, però, che si inizi a lavorare da subito alla pianificazione urbanistica e alla legge regionale urbanistica, che dovrà essere licenziata prima della fine dell’anno, che dovrà parlare ai Comuni ed alle associazioni di categoria, ma soprattutto dovrà dire se siamo d’accordo con la vocazione e con l’obiettivo che questa terra deve avere.

Questa è, in sintesi, la proroga che oggi votiamo e, ancora una volta – devo dire – faccio il plauso al consigliere Tallini, che è capace di dichiarare un mea culpa rispetto ad un fallimento, rispetto a questo punto lungo diciotto proroghe e soprattutto rispetto all’articolo 65prorogato tredici volte!

PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? No. Passiamo alla votazione dell’articolo 1.

(Interruzione)

Chiede di parlare il consigliere Tallini per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Presidente, abbiamo fatto la riforma dello Statuto e nella riforma dello stesso è prevista la delega al consigliere. Credo che sia giunto anche il momento di riconoscere un premio al collega Orlandino Greco per gli interventi accumulati fino ad oggi a suo favore, anche quando gli stessi sono inopportuni e non c’entrano niente, anche perché, caro consigliere Greco, riguardo all’autocritica, è stato il suo Presidente a spiegare le motivazioni per le quali, oggi, critica, giustificando il comportamento del centro-destra. Poi lei vuol fare il realista più realista del re!

Guardi, l’ho capito che è alla ricerca di visibilità. Vuol continuare su questa strada? Lo faccia pure! Ma le ho detto che la mia esperienza è stata questa. Con il governatore Scopelliti ho avuto cinque anni di scontri, non da consigliere che ambiva ad arrivare e non è arrivato e si scontrava perché voleva o si sentiva assessore mancato, no! Ma in un ruolo di pari dignità, in una Giunta dove lo scontro è stato sempre continuo, dove non ho abbassato mai la testa e dove mi sono permesso più volte di rimettere la delega, senza fare dichiarazioni all’esterno e senza compiere atti di eroismo. Lei, invece, stai scegliendo la strada opposta.

Finita la legislatura, il presidente Scopelliti mi ha detto: “Devo ammettere che la persona più corretta e la persona che più di tutti stimo sei tu, anche rispetto al comportamento di tanti ‘Yes-man’ che poi, al momento opportuno, mi hanno…’.

PRESIDENTE

Consigliere Tallini, stiamo parlando per dichiarazione di voto.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Sì, arrivo al voto e dico perché sto votando, lo devo dire pure al collega Greco.

PRESIDENTE

Sta facendo l’intervento per dichiarazione di voto.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Sì, arrivo al voto. Volevo dire che voto a favore perché il presidente Oliverio con le sue argomentazioni ci ha convinti a votare a favore e desideravo dire al consigliere Greco che, continuando così, prima o poi il Presidente, non so se gli darà la delega, ma può darsi pure che, sulla scorta di questa esperienza, gliela faccia sognare!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.

GRECO Orlandino (Oliverio Presidente)

Semplicemente per dichiarazione di voto, non l’avevo espresso prima. Il mio gruppo, del quale mi onoro di essere il rappresentante, non ricercando, quindi, deleghe o altro, vota a favore.

Non ho bisogno dei suoi consigli, consigliere Tallini, atteso che i risultati e la sua solitudine in quest’Aula parlano chiaro rispetto ai fatti che riferisce. Grazie.

(Interruzione)

PRESIDENTE

No, già l’ha fatta.

(Interruzione)

No, ha fatto il primo intervento.

(Interruzione)

Ha fatto dichiarazione di voto.

(Interruzione)

Ha detto che il suo gruppo votava a favore.

(Interruzione)

Va beh, non l’ho sentito, non l’abbiamo ascoltato.

(Interruzione)

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di legge numero 8/10^ di iniziativa dei consiglieri Pasqua, Romeo, Sergio, recante: “Modifiche al comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale 21 agosto 2007, numero 18 (Norme in materia di usi civici)”

PRESIDENTE

Siamo adesso alla proposta di legge numero 8/10^ di iniziativa dei consiglieri Pasqua, Romeo, Sergio, recante: “Modifiche al comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale 21 agosto 2007, numero 18 (Norme in materia di usi civici)”.

La parola al presidente Oliverio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Rapidissimamente questa è una proroga che si chiede perché la legge sugli usi civici ha previsto l’approvazione di un regolamento da proporre al Consiglio da parte della Giunta che non è stato assunto da parte di quest’ultima. Quindi i comuni, ai quali sono rivolte le domande per la regolarizzazione di alcune proprietà di uso civico, che hanno avanzato richiesta non possono essere presi in considerazione perché manca il regolamento.

Al fine di consentire l’applicazione della legge si propone una proroga. Tutto qui.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Solo per dire che condivido la proroga e le finalità. Mi sembra, però, un po’ eccessivo che per fare un regolamento si impieghi o si dia il tempo di un anno.

Mi sembra che un anno per fare un regolamento per consentire a questi comuni di avere la possibilità di sanare questi aspetti degli usi civici sia eccessivo.

Sono d’accordo con lo spirito della legge ma un anno di proroga, perché di un anno si tratta, mi pare eccessivo. Spero e mi auguro che questo provvedimento sia accompagnato dalla dizione che oltre questi termini non ce ne siano altri.

Annuncio il voto favorevole anche a questo provvedimento.

PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di parola pongo in votazione la legge, articolo per articolo.

Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2.

(E’ approvato)

 Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Ordine del giorno numero 1 di iniziativa del consigliere Aieta “In ordine alla revoca del decreto di soppressione del posto fisso di polizia di Cetraro”

PRESIDENTE

Siamo adesso all’ordine del giorno numero 1 di iniziativa del consigliere Aieta “In ordine alla revoca del decreto di soppressione del posto fisso di polizia di Cetraro” di cui do lettura: “Il Consiglio regionale,

premesso che:

negli anni si è rappresentata - a fasi alterne - la volontà di trasferire il Posto Fisso di Polizia di Cetraro (CS) in altro immobile perché ricadente in zona a rischio R4 del PAI dell'Autorità di Bacino Regionale;

il fabbricato non ricade all'interno del perimetro di frana ma nell'area di rispetto della stessa identificata come Buffer Zone di ampiezza pari a 20 metri;

in quella zona sono stati già eseguiti lavori per circa 1 mln di euro al fine di mitigare il rischio idrogeologico e sono state già esperite le procedure di gara ad opera del Commissario Straordinario per l'emergenza idrogeologica in Calabria per ulteriori lavori pari a 800.000 euro al fine di completare i lavori di consolidamento già effettuati;

il Comune, in questi anni, alla luce degli insuccessi nel reperire altro immobile da parte dell'Amministrazione della Polizia di Stato, ha immediatamente manifestato disponibilità ampia a concedere gratuitamente un immobile comunale disponibile qual è quello dell'ex Palazzo di Città, sito in Piazza Gino Iannelli;

nei giorni scorsi si è appreso dalla stampa di un Decreto di Soppressione del Posto Fisso le cui ragioni risiedono proprio nella ubicazione dell'immobile in una zona in frana;

considerato, altresì, che:

non si è tenuto in debito conto della proposta dell'Amministrazione Comunale di Cetraro la quale, più volte, ha ribadito la propria disponibilità a concedere in uso gratuito i locali siti nell'ex Palazzo di Città;

la città di Cetraro (CS) ha registrato negli anni la pervasiva presenza della criminalità organizzata, come le recenti operazioni della DDA di CZ hanno dimostrato.

Impegna

il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, ad intervenire presso le Autorità competenti al fine di scongiurare la soppressione del Posto Fisso della Polizia di Stato di Cetraro (CS).”

Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Presidente, ci spiegate cosa è questo ordine del giorno? Io non ce l’ho nella cartellina.

(Interruzione)

Possiamo capire di che si tratta, Presidente? C’è il consigliere Aieta?

(Interruzione)

Non si può alzare a dire di che si tratta?

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.

AIETA Giuseppe (Partito democratico)

Si tratta del posto fisso di polizia della città di Cetraro che è stato istituito negli anni ’80, quando in quella città era imperante la recrudescenza della criminalità organizzata, e che oggi con un atto inspiegabile di cui non consociamo le ragioni il Capo della Polizia vuol sopprimere.

A sostegno di questo decreto di soppressione c’è un fabbricato in cui è ubicato il posto fisso di Polizia che è in una buffer zone, in una zona di rispetto, una zona R4.

Il comune di Cetraro, nonostante non fosse di propria competenza ma spettasse all’amministrazione della Polizia di Stato individuare un nuovo immobile, si è fatto avanti per proporre un immobile a titolo gratuito.

Stranamente si è perseverato e si è arrivato ad un decreto di soppressione.

Impegniamo quindi il Presidente della Giunta regionale di farsi carico per intervenire sulle autorità competenti, il Ministero dell’Interno e il Capo della Polizia affinché venga fugato il rischio di lasciare sguarnita una città che ha sofferto tanto per via della criminalità sopprimendo questo posto di Polizia.

Chiediamo la revoca dando mandato al Presidente di chiedere la revoca di questo decreto.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Sono favorevole all’ordine del giorno ma vorrei che il presidente Oliverio ci dicesse, oltre all’impegno che si chiede, cosa si potrà fare concretamente per evitare che questo posto di Polizia venga soppresso. Forse daremmo maggiori elementi al Consiglio regionale per l’approvazione di questo ordine del giorno in un momento in cui in Aula non c’è nemmeno il numero legale.

PRESIDENTE

La parola al presidente Oliverio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Condivido questo ordine del giorno perché non è una richiesta campanilistica questa e voglio ricordarlo precisandolo bene. Cetraro è una città che è il simbolo di una presenza mafiosa, di un contrasto alla presenza della criminalità non solo in quella città ma in una vasta area che è l’Alto Tirreno Cosentino.

Ha ricordato prima il collega Aieta, che è stato in questi anni sindaco di quella città, qual è la pervasività e la presenza criminale in quel territorio.

Non è un caso che il posto di polizia fu istituito a Cetraro proprio a seguito della tragica vicenda che vide cadere sotto il piombo della ‘ndrangheta Giovanni Losardo.

E’ chiaro che pur in presenza di un processo di razionalizzazione e di riorganizzazione anche dei servizi della Polizia noi non possiamo permettere che in quella città, proprio in quella realtà si dia un segnale di smantellamento da parte dello Stato.

Quindi non si tratta di un ordine del giorno teso a garantire una richiesta campanilistica e voglio dirlo subito questo. Ecco perché sono d’accordo e farò – lo dico al consigliere Tallini – quello che l’ordine del giorno esplicita: è un impegno a chiedere al Ministero degli Interni, al viceministro Bubbico e al ministro Alfano di considerare la realtà di Cetraro per quel che rappresenta in una regione come la nostra; di rivedere quindi questo provvedimento e di procedere alla revoca del provvedimento.

Farò presente quella che è la volontà del Consiglio regionale ed è importante che questo ordine del giorno sia votato – mi permetto di dirlo – all’unanimità perché nell’iniziativa di cui mi fa carico il Consiglio regionale possa rappresentare con maggiore forza la volontà unanime del Consiglio regionale della Calabria.

Presidenza del Presidente Antonio Scalzo

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare pertanto pongo in votazione l’ordine del giorno come illustrato in Aula.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Questo è l’ultimo punto all’ordine del giorno. Non essendoci altro, dichiaro chiusa la seduta, la prossima seduta di Consiglio sarà convocata a domicilio.

La seduta termina alle 20,56

 

Allegati

Congedo

Ha chiesto congedo il consigliere Bova.

(E’ concesso)

Annunzio di Proposte di legge

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:

Mangialavori – “Integrazione alla legge regionale 7 febbraio 2005, n. 1 (Norme per l’elezione del Presidente della Giunta regionale e del Consiglio regionale)” (P.L. n. 5/10^)

Pasqua, Romeo, Sergio – “Proroga del termine di cui all’art. 2bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi)” (P.L. n. 6/10^)

Pasqua, Romeo, Sergio – “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 <Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. Legge urbanistica della Calabria>” (P.L. n. 7/10^)

Pasqua, Romeo, Sergio – “Modifiche al comma 1 dell’art. 27 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici)” (P.L. n. 8/10^)

Annunzio di proposta di legge statutaria

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge statutaria di iniziativa dei consiglieri:

Battaglia, D’Agostino, Irto, Romeo – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)” (P.L.S. n. 1/10^)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa del Presidente della Giunta regionale, Oliverio:

“Approvazione del Programma di Governo presentato dal Presidente della Giunta regionale (articoli 16, comma 2, lettera a) e 33, comma 4 dello Statuto) (P.P.A. n. 4/10^)

E’ stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo d’Ufficio:

“Elezione dei tre delegati per l’elezione del Presidente della Repubblica (art. 83 della Costituzione)” (P.P.A. n. 5/10^)

Comunicazioni inerenti atti della Corte dei Conti

In data 12 novembre 2014 è pervenuta la deliberazione n. 45/2014 della Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria riguardante la <Relazione sul bilancio di previsione della Regione Calabria per l’esercizio finanziario 2014>.

In data 20 novembre 2014 è pervenuta la deliberazione n. 47/2014 della Corte dei Conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria riguardante il <Referto sulle regolarità della gestione, sull’efficacia ed adeguatezza del sistema dei controlli interni, ex art. 1, comma 6 DL 174/2012, convertito con modificazioni dalla legge n. 213/2012>.

Promulgazione di leggi regionali

In data 13 gennaio 2015, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 4 del 16 gennaio 2015:

legge regionale 13 gennaio 2015, n. 1, recante: “Variazione al bilancio di previsione 2014 e del bilancio pluriennale 2014/2016 a seguito dell’approvazione della legge regionale 16 ottobre 2014, n. 23”;

legge regionale 13 gennaio 2015, n. 2, recante: “Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2015 (art. 16 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 – art. 43 del decreto legislativo 118/2011)”;

legge regionale 13 gennaio 2015, n. 3, recante: “Misure per il contenimento della spesa regionale”;

legge regionale 13 gennaio 2015, n. 4, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 <Misure straordinarie a sostegno dell’attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale” (Modificata ed integrata con le LL.RR. nn. 25/201, 7/2012 e 23/2013). Modifiche al comma 12 dell’art. 6>”.

Trasmissione dei decreti del Presidente della Giunta regionale

La Giunta regionale ha trasmesso copia dei seguenti decreti del Presidente della Giunta regionale riguardanti variazioni al bilancio per l’esercizio finanziario 2014:

Decreto Presidente Giunta regionale n. 120 del 17dicembre 2014;

Decreto Presidente Giunta regionale n. 121 del 17dicembre 2014;

Decreto Presidente Giunta regionale n. 122 del 17dicembre 2014;

Decreto Presidente Giunta regionale n. 123 del 17dicembre 2014;

Decreto Presidente Giunta regionale n. 124 del 17dicembre 2014;

Decreto Presidente Giunta regionale n. 125 del 17dicembre 2014;

Decreto Presidente Giunta regionale n. 126 del 17dicembre 2014;

Decreto Presidente Giunta regionale n. 135 del 17dicembre 2014.

Interrogazioni a risposta scritta

Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

si è venuto a conoscenza che nella provincia di Reggio Calabria, in particolare nella fascia jonica della stessa, già durante la fase di campagna elettorale per le scorse elezioni regionali, circolavano e continuano a circolare tra la cittadinanza moduli di domanda su carte intestata di "AZIENDA CALABRIA VERDE - UFFICIO DISTRETTUALE DI REGGIO CALABRIA" (che si allega alla presente), nei quali si chiede di essere inseriti nell'organizzazione interna dell'ente "Calabria Verde";

sul sito di detta Azienda non è presente alcun riferimento a queste domande di inserimento nell'organizzazione di "Calabria Verde";

essendo "Calabria Verde" azienda dipendente della Regione Calabria, le eventuali iniziative di assunzione devono essere pubbliche -:

se è a conoscenza della suddetta vicenda e quali iniziative intende assumere per bloccarla e, nell'eventualità "Calabria Verde" abbia necessità di procedere ad assunzioni, di prevedere un bando pubblico con criteri, requisiti, tempi di scadenza e modalità certe.

(1; 08.01.2015)

Azienda Calabria Verde -UFFICIO DISTRETTUALE DI REGGIO CALABRIA

Via Sbarre Superiori 42 – 89132 Reggio Calabria

                                                                                     Reggio Calabria li…………………..

Prot. n. …………………… Pos. ……………..

Risposta a nota n. …………… del ……………….

 

Il sottoscritto/a ……………………………………………………………… nato/a a ……………………………………………… il ………………………. Residente in via ……………………………. Comune di ……………………………… (…) dichiara di essere disoccupato/a dal ……………………… a tutt'oggi e

CHIEDE

di essere inserito/a nell'organizzazione interna dell'Ente "Calabria Verde", istituito per gestire progetti del .programma Comunitario 2014/2020, che dovrà procedere alla copertura del fabbisogno conseguente alla cessazione dal servizio dei personale, assumendo le percentuali in materia di turn over compatibilmente alle risorse finanziarie.

Il personale da inserire (maschile o femminile) dovrà essere impiegato nell'amministrativo, nella prevenzione antincendio boschivo, tutela, conservazione, sorveglianza idraulica e difesa del suolo, prevenzione e risanamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico anche nelle aree protette.

Allega i seguenti documenti:

1) Titolo di studio

2) Attestati e corsi di formazione

3) Copia documenti di riconoscimento e codice fiscale.

Data …………………………..                                               In fede

                               

Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

in Calabria sono oltre mille i cittadini infettati dal virus dell’epatite o dell’Hiv per trasfusioni o interventi chirurgici errati;

dal 2001 la competenza al pagamento di tali indennità è stata assegnata alle Regioni; al pari degli interessi legali e della rivalutazione monetaria sui ratei maturati e non riscossi e ciò in virtù di un’evoluzione giurisprudenziale ormai consolidata;

in seguito ai tagli operati con la cosiddetta spendig review a partire dal dicembre 2011 il Governo ha decurtato i fondi destinati al pagamento di tali indennità;

la precedente amministrazione regionale, in una prima fase, ha fatto fronte al pagamento delle indennità in questione, anche mediante l’utilizzo di fondi propri di bilancio;

la situazione adottata non ha risolto la problematica in esame. Tant’è che allo stato, molti calabresi aventi diritto a percepire le indennità di che trattasi e/o i relativi onori accessori (interessi e/o rivalutazione monetaria), non hanno avuto riscontro nei loro diritti;

per molte persone l’indennità ex lege 210/1992 rappresenta l’unica fonte di sostentamento e che, per altri, gli oneri accessori a tale indennità rimangono un beneficio acclarato, normativamente o giudizialmente, ma non soddisfatto concretamente;

la gravità circa il mancato integrale o parziale pagamento delle spettanze in questione, si traduce, infatti, per molti calabresi, in un’inaccettabile negazione di un loro primario diritto;

si rende, pertanto, non procrastinabile un’attività politico-amministrativa finalizzata alla rimozione di tale iniquità, per molte famiglie calabresi non più sostenibile -:

se alla questione in argomento sia stata data priorità nell’agenda di governo e se si stata riservata una sollecita, energica e risolutiva trattazione;

se l’amministrazione regionale abbia già avviato un’utile e concreta iniziativa, finalizzata a una positiva soluzione della vicenda di che trattasi.

(2; 13.01.2015)

Battaglia. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

Expo Milano 2015 è una Esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno ad un tema decisivo: "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita". Expo Milano 2015 si confronta con il problema del nutrimento dell'uomo e della terra e si pone come momento di dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulle principali sfide dell'umanità;

Expo Milano 2015 è un evento di portata mondiale che si caratterizza per la sua natura corale e fonda il suo successo sul coinvolgimento di tutte le diverse realtà che ne faranno parte. Come stabilito dalle regole del BIE (Bureau International des Expositions), i Partecipanti alle Esposizioni Universali si distinguono in Ufficiali e Non Ufficiali: i Partecipanti Ufficiali sono tutti i Paesi (145) e le Organizzazioni Internazionali (3) che accettano l'invito inviato dal Governo della Nazione ospitante l'Esposizione; mentre i Partecipanti Non Ufficiali possono essere una pluralità di soggetti, istituzionali e non, che vengono autorizzati a partecipare direttamente dall'Organizzatore di ogni singola Esposizione;

data la rilevanza del tema trattato, nel 2011 il Governo Italiano ha deciso di invitare ufficialmente tutti i Paesi membri delle Nazioni Unite e di aprire le porte di Expo Milano 2015 anche alle Organizzazioni della Società Civile e alle Aziende private in quanto interlocutori chiave nel dibattito mondiale sulle sfide legate all'alimentazione e al cibo. Tutti insieme, ma con modalità e target differenti a seconda del loro ruolo, saranno chiamati ad interpretare e a dare un contributo concreto al tema di Expo Milano 2015"Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita";

nell'ambito del descritto quadro strategico ed operativo risulta di particolare importanza ed opportunità che la Regione Calabria programmi le necessarie iniziative ed attività con il duplice obiettivo di accreditarsi nella comunità internazionale quale territorio innovativo capace di contribuire con riflessioni, idee e proposte al complesso processo di elaborazione della Carta di Milano, nonché alla valorizzazione tematica delle proprie filiere produttive, culturali, sociali e territoriali coerenti con l'impianto di contenuto che presiede l'imminente Esposizione Internazionale;

l'imminente avvio di Expo 2015 esige uno sforzo straordinario in termini di velocizzazione delle procedure amministrative e di animazione degli stakeholder regionali al fine di non pregiudicare una efficace presenza della Calabria in occasione di Expo 2015 -:

se ed in che modo è intenzione dell'Amministrazione regionale cogliere quest'importante e strategica opportunità anche per la Regione Calabria e per i soggetti, pubblici e privati, potenzialmente interessati e connessi;

in particolare se è stato formalmente prenotato uno spazio presso il Padiglione Italia;

se sono state avviate le attività di progettazione necessarie alla definizione del progetto strategico che dovrà caratterizzare la presenza della Calabria in Expo 2015;

se sono state avviate le attività di progettazione necessarie alla definizione del progetto di layout espositivo;

se sono state avviate le attività di sensibilizzazione, animazione e coinvolgimento delle filiere regionali produttive, culturali, sociali, territoriali ed istituzionali al fine di garantire una ampia e corale partecipazione;

se non si ritenga opportuno, vista l'imminenza e l'urgenza delle scadenze connesse, attivare una Task Force dedicata a seguire il relativo processo, anche attraverso la costituzione di una UOA dedicata e la eventuale selezione pubblica di società specializzate.

(3; 20.01.2015)

Proposta di legge numero 6/10^, recante: “Proroga del termine di cui all'articolo 2-bis della legge regionale 12 aprile 2013, numero 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti operativi)” (Del. n. 10 -  L.R. n. 5 /2015)

Art. 1

(Proroga termini)

1. Ai commi 1 e 2 dell'articolo 2 bis della legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 le parole "31 dicembre 2014" sono sostituite dalle seguenti: "30 settembre 2015".

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 7/10^, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, numero 19 <Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge Urbanistica della Calabria> ” (Del. n. 11 - L.R. n. 6/2015)

Art. 1

(Modifiche all'articolo 65 della l.r. 19/02)

1. Al comma 2 dell'articolo 65 le parole "31 gennaio 2015" sono sostituite dalle seguenti "31 dicembre 2015" .

2. Al comma 2 ter dell'articolo 65 le parole "31 gennaio 2015" sono sostituite dalle seguenti "31 dicembre 2015".

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Proposta di legge numero 8/10^, recante: “Modifiche al comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale 21 agosto 2007, numero 18 (Norme in materia di usi civici)” (Del. n. 12 - L.R. n. 7/2015)

 

Art. 1

(Modifiche al comma 1, dell'articolo 27, della l.r. 18/2007)

1. Al comma 1 dell'articolo 27 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 le parole: "31 dicembre 2014" sono sostituite con le parole: "31 dicembre 2015",

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Ordine del giorno numero 1 di iniziativa del consigliere Aieta “In ordine alla revoca del decreto di soppressione del posto fisso di polizia di Cetraro”

Il Consiglio regionale

premesso che:

negli anni si è rappresentata – a fasi alterne – la volontà di trasferire il Posto Fisso di Polizia di Cetraro (CS) in altro immobile perché ricadente in zona a rischio R4 del PAI dell’Autorità di Bacino Regionale;

il fabbricato non ricade all’interno del perimetro di frana ma nell’area di rispetto della stessa identificata come Buffer Zone di ampiezza pari a 20 metri;

in quella zona sono stati già eseguiti lavori per circa 1 mln di euro al fine di mitigare il rischio idrogeologico e sono state già esperite le procedure di gara ad opera del Commissario Straordinario per l’emergenza idrogeologica in Calabria per ulteriori lavori pari a 800.000 euro al fine di completare i lavori di consolidamento già effettuati;

il Comune, in questi anni, alla luce degli insuccessi nel reperire altro immobile da parte dell’Amministrazione della Polizia di Stato, ha immediatamente manifestato disponibilità ampia a concedere gratuitamente un immobile comunale disponibile qual è quello dell’ex Palazzo di Città, sito in Piazza Gino Iannelli;

nei giorni scorsi si è appreso dalla stampa di un Decreto di Soppressione del Posto Fisso le cui ragioni risiedono proprio nella ubicazione dell’immobile in una zona in frana;

considerato, altresì che:

non si è tenuto in debito conto della proposta dell’Amministrazione Comunale di Cetraro la quale, più volte, ha ribadito la propria disponibilità a concedere in uso gratuito i locali siti nell’ex Palazzo di Città;

la città di Cetraro (CS) ha registrato negli anni la pervasiva presenza della criminalità organizzata, come le recenti operazioni della DDA di Catanzaro hanno dimostrato.

Tanto premesso e considerato

impegna

il Presidente della Giunta regionale ad intervenire presso le Autorità competenti al fine di scongiurare la soppressione del Posto Fisso della Polizia di Stato di Cetraro (CS).